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Valentina Rodolfi Esame 3° livello Sessione estiva a.a.

2013/2014

Claude DEBUSSY

Biografia
Nato il 22 agosto 1862 a Saint-Germain-en-Laye, Debussy
proviene da una famiglia di origini molto umili. Il ragazzo
ricevette solamente un'educazione elementare e non
frequentò mai altre scuole oltre il Conservatorio di musica.
Nel 1871 Manuel D., implicato nell'insurrezione della
Comune di Parigi, incontrò nella prigione di Satory un
musicista di cabaret, Charles de Sivry, la cui madre,
Antoinette Mautè era un'eccellente insegnante di pianoforte:
e fu proprio costei a rendersi conto per prima delle
disposizioni naturali di Claude e a prepararlo per il
conservatorio, dove fu ammesso nel 1872 nelle classi di
Lavignac e Marmontel e studia composizione con Ernest
Giraud. Fin da piccolo mostrò una sorta di riluttanza ad accontentarsi delle solite formule
accademiche prescritte dai trattati scolastici, tant'è che abbandonò le lezioni di armonia.
Durante l'estate del 1880 viene designato dalle autorità del Conservatorio accompagnatore di una
gran dama russa, che richiedeva i servigi di un pianista noto. M.me Nadine von Meck (la protettrice
e l'egeria di Čajkovskij) convoca il giovane in Svizzera, facendosi poi accompagnare a Venezia, a
Firenze e a Vienna (dove ascolta il Tristan und Isolde di Wagner). Successivamente viene invitato a
Mosca.

In seguito alla vittoria del prestigioso ed ambito Prix de Rome nel 1884 (con 22 voti su 28 votanti)
con L'enfant prodige soggiornò a Roma tra il 1885 e il 1887. Qui compone Printemps – una
primavera botticelliana, realizzata per coro e orchestra – che costituisce il primo esempio di una
creazione musicale che cederà sempre volentieri alla suggestione di immagini tratte dalle arti
figurative. Questa composizione lascia già trasparire, sotto la morbidezza della scrittura, quel gusto
fatto di dolcezza fluida che vuole sfuggire alla pesantezza della tonalità tradizionalmente classica,
per impegnarsi invece in notazioni costruite ora sulla scala pentatonica ora in successioni basate sui
gradi della gamma per ton interi. Gli accademici, dunque, da buoni conservatori, condannano nel
loro alunno una “tendenza troppo pronunciata alla ricerca dell'insolito, dello stravagante”,
mettendolo altresì in guardia “contro quel vago impressionismo che è uno dei pericolosi nemici
della verità, nell'opera d'arte”.

Tornato a Parigi compone la Damoiselle Elue, un poema lirico in cui ancora una volta domina la
dolcezza e la fluidità e nel quale è evidente l'influenza di
Wagner. L'influenza di del compositore tedesco è manifesta
anche nei Cinq poèmes de Baudelaire mentre altri suoi brani
dello stesso periodo, in particolar modo l'impostazione delle
arie scritte sulla base di poemi dell'amico Verlaine (Ariettes
oubliées, Trois mélodies, Fêtes galantes) sono in uno stile più
capriccioso. Negli anni Novanta Debussy è profondamente
attratto dal simbolismo, movimento letterario di fine Ottocento
attento agli aspetti più misteriosi della realtà, alla dimensione
del sogno, alla musicalità della parola. Un esempio di questo
avvicinamento è il Prélude à l'après-midi d'un faune per
orchestra (1894), ispirato a una poesia del poeta francese
Stéphane Mallarmé. Il brano evoca i sentimenti di un fauno
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che, in un caldo pomeriggio, si abbandona a fantasie amorose. La misteriosa atmosfera di sogno del
poema di Mallarmé viene interpretata da Debussy con un nuovo linguaggio musicale e una
concezione non convenzionale della forma. Queste opere portarono una fluidità nel ritmo ed un
colore nuovo per la musica occidentale.
Nello stesso periodo il compositore decide di mettere in musica Pelléas et Mélisande (1902), un
testo teatrale dello scrittore simbolista belga Maurice Maeterlinck. La vicenda di questo dramma
lirico in cinque atti si svolge in un luogo e in un tempo volutamente imprecisati. È centrata sul
tragico amore di Pelléas (tenore) e Mélisande (soprano), malinconica moglie di Golaud (baritono) il
quale, scoperto il sentimento dei due amanti, uccide per gelosia Pelléas e ferisce Mélisande che
muore poco dopo. Anche in Pelléas et Mélisande la forte originalità di Debussy approda a una
nuova concezione del teatro musicale che rompe con le convenzioni dell'opera dell'Ottocento.

Tra i suoi più importanti lavori per orchestra ricordiamo i tre Notturni, il cui titoli si ispira non tanto
ai noti precedenti musicali di Field e Chopin, quando piuttosto ai quadri omonimi di Whistler.
L'autore li presenta infatti come “una ricerca nelle diverse variazioni cromatiche che può dare un
unico colore...il che potrebbe corrispondere in pittura ad uno studio sui toni del grigio”. Nel primo
notturno Nuages Debussy scrisse che voleva rappresentare l'aspetto immutabile del cielo
coll'avanzare lento e melanconico delle nubi, che termina in un'angoscia grigia, dolcemente colorata
di bianco. Nel 1905 scrive La mer tre schizzi sinfonici ispirati a tre immagini naturali: Dall'alba a
mezzogiorno sul mare, Giochi di onde, Dialogo del vento e del mare.

Debussy scrisse molta


musica per pianoforte: la
fluidità dell'acqua, i suoi
riflessi ‒ che avevano
suscitato l'interesse
dell'impressionismo pittorico
‒ e più in generale i fenomeni
naturali (vento, pioggia,
neve, nebbia) vengono spesso
associati da Debussy a una
innovativa ricerca armonica,
ritmica e pianistica nelle due
serie di Images (1905; 1907),
nelle due raccolte di
Préludes (1910; 1912), nei
Children's corner (1908), "angolo dei bambini" dedicato alla figlia Chouchou.
Il suo primo volume di Images pour piano evoca tonalità che erano raramente state udite in lavori di
suoi contemporanei come ad esempio frasi che ricordano lo sciabordio dell'acqua nel primo brano
Reflets dans l'eau. Qui, come nei suoi pezzi per orchestra, Debussy cominciò ad associare la sua
musica con impressioni visuali dell'Oriente, Spagna, paesaggi e altro, in una sequenza di messe in
scena di brevi brani. Ciò può essere ascoltato in Estampes, che raggruppa brani opportunamente
intitolati, ad esempio Pagodes che evoca una sensazione d'Oriente e di magnifiche pagode con le
loro solenni torrette. Il secondo brano in Estampes dal titolo La soirée dans Grenade rammenta
vividamente un'atmosfera spagnola. Ci sono poi le Etudes che mantengono e superano le promesse
del loro titolo, che implica sia il proposito di ricerca, sia l'esercizio tecnico d'allenamento. Oggi si
considerano le dodici études il vertice più alto dell'opera pianistica di Debussy.
Il progettato gruppo di sei sonate è bruscamente interrotto dalla morte del compositore. Claude
Debussy morì a Parigi il 25 marzo del 1918 durante la prima guerra mondiale, mentre l'esercito
tedesco bombardava la città. In quel momento la situazione militare francese era considerata da
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molti critica, e questa circostanza non permise che gli fosse dato l'onore dei funerali di Stato o di
cerimoniose orazioni al momento della sepoltura. La processione si snodò lungo le strade, deserte e
squarciate dai cannoni tedeschi, della sua amata città. Ma dopo questo momento di obbligato
abbandono, la cultura francese l'ha sempre ricordato e celebrato come uno dei suoi più distinti
rappresentanti.

Significati e spirito dell'opera


L'etichetta che più si attaccò alla sua arte, e che gli fu applicata per
la prima volta dal segretario della Accademia delle Belle Arti che lo
tacciava fin dal 1887, di impressionista. Come i pittori impressionisti
privilegiano il colore, i musicisti che condividono questa sensibilità
portano la loro attenzione sul timbro, il “colore” degli strumenti. Il
timbro diventa per questi compositori l’elemento più importante
della composizione, attraverso il quale esprimere impressioni e
suggestioni. Le tecniche di strumentazione utilizzate sono molto
raffinate e gli strumenti sono spinti agli estremi limiti della loro
estensione. Le sonorità dell’orchestra così ottenute sono leggere,
sfumate e trasparenti. La dinamica non raggiunge quasi mai il forte,
ma in genere va dal mezzoforte al pianissimo. L’armonia non segue le regole tradizionali, ma è
molto innovativa e crea un effetto di sospensione. Le melodie usano spesso scale antiche, di
tradizione medievale, o ispirate all’Oriente come la scala pentatonica (di cinque suoni) e la scala
esatonale (di sei suoni). Le atmosfere delle composizioni appaiono così sognanti, vaghe e
indeterminate. Debussy però non gradiva che questa definizione fosse accostata alle sue opere.
Lo stile di Debussy è caratterizzato dalla ricerca di suoni (che potremmo definire quasi come
fossero colori) "primari" in grado di sbiadire i densi impasti timbrici della musica sinfonica
romantica. Ciò ha dato forte contributo alla sua musica affinché essa si formasse su di un timbro
poco compatto, molto vicino alle trame evanescenti del linguaggio poetico simbolista (Verlaine,
Baudelaire, Rimbaud....) ed alle pennellate di colore nitido ed "incontaminato" (che mai vanno a
mischiarsi con altre sulla tela) di pittori quali Monet, Manet e Cezanne.
Essa, inoltre, tende a non lasciare sensazioni ben definite, si addentra piuttosto in "ambienti"
sfumati ed impalpabilmente tenui, colmi di effetti sonori dettati da "agglomerati" sensoriali e fonici
ricchi di vibrato, salti di ottava, alternanze di piano e pianissimo, forte presenza di suoni alterati,
oltre che originali indicazioni interpretative quali "Profondement calme, dans une brume doucement
sonore" (letteralmente "Profondamente calmo, in una nebbia dolcemente sonora").

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