Sei sulla pagina 1di 265

Ferdinand de Saussure nasce a Ginevra, nel 1851,

e studia a Lipsia. A vent'anni 'SCrive i'l, Mmoire


sur les voyelles che gli vaie una fama interna-
zionale. A 22 anni la Sorbona gli offre la prima
cattedra di grammatica comparativa. Nel 1891
rItorna a Ginevra, dove insegner fino alla morte
(1913). Il Cours, Il libro di linguistica generale.
al quale Saussure aveva pensato e' lavorato du-
rante i 'lunghi anni di silenzio seguiti all'eso'rdio
precoce, non fu completato. Nei'la forma attuale
esso la ricostruzione, opera di Bally e Seche-
haye, dei corsi ginevrini fra il 1906 e il 1911.
lire millenovecento
Ferdinand de Saussure
CORSO
DI LINGUISTICA GENERALE
Introduzione. traduzione e commenro
di Tullio De Mauto
Titolo origillale
COIITS Iil1l.IIistiqlle
Paris, Edieions PayoT 1922
Nella Biblioteca di cultura moderna,.
prima edizione 1967
edizione 1968
Nella .. Universale IO
prima edizione rivedura 1970

'."
.. .
Proptieti letteraria ristn'ara

1962, Editioos Pay<l[, Paris

1%7, Gius. La[ena &. Egli S.p.A., Bari, via Dante 51


Editori Laterza 1970
Finito di stampare nel luglio 1970
oello stabilimento d'arti grafiche Gius. Laterza & Figli, Bari
CL 2lUI1J3-O
I:-;Tl<OIJl:zrO:-;E
Dai primi anni del Sl'ttecento, di generaz.ione in I,'Cneraz.ione,
nella vecchia famiglia ginevrina. d.:'i Sau5$ure si succedono n:l.tura-
listi, fis(i, 1l<"'Qgra.fi. Portare l,iii. a,'anti le conoscenz.e nel camptl
delle scicnz.e naturali cd esatte lIn'cr<..-dit familiare, accuUata CO,I
orgoglio consapc,'olc. Soltanto dc Saussure, agli
iniz.i dell 'Ottoccnto, distaccandrn.i dalla consuetudine si volge verso
l'estetica dei letterati romantici e dd filosofi idc'llisli tcd.... "'Chi e vcrw
la pedagogia, Due generazioni piil tardi, una sedta analogamente
inconsucta nella famiglia compiuta a Ferdinand dc SallSSUrc {c
un amico dell'ava paterna, Adol-phe Pictct, degli stucli cii
paleontologia linguistica e patriarca della cultura ginevrina a met
Ottocento, vi ebbe C('l"tu l'arte notevole). A diciannove anui, dopo.
a"ere studiato per due semestri chimica, fi!iica c sci('nze naturali
nell'universit di Ginevra, il giovane SauSSllre riprende decisamente
gli studi letterari e in particulare gli studi linguistici, gi avviati
dall'a?olescenZ-a, c, per cumpierli, s rcca in Genoania, a Upsia o
Berlino, capitali mondiali, in 'l"cJ;"li anni, ... stu<li 1iI"logic.
Tuttavia il rifiutu dl'lia i famiglia riguarda i
dell'indagine. La/orma ",nuis scientifica, ercJitala _dal passato fami-
liare attraverso il diretto illS<.'gnarnento paterno, {omLo;ce i tratti
pii! tipici della sila personalitil intellettuale e della sua opera: il ri-
pudio d'ogni d'ogni fal!;.'\ chiarez.za; la parsimonia
Ila!ileiann nell'introduz.ione di nc'<>I"Kisllli tecnici (a questi egli prefe-
risce la via d"lIa definiz.ionc stipulaliva ridctermina Il disciplina
tecnicamente l'ullO di parolc e"rn'nti): la disposiz.i"ne a rimettcre
in gioco le tesi e le ,Iimostra?;"..i pi mrc sotto.la_win4- di nu"ve
c0!ll'idcrazioni: J'attcn?ionerivolla in pari l;mto ai fatti sin-
goli quanto. alla loro concatenaz.UJllC sistematica.. Alla fine dd!a sua
AUlobio;!rafi.. Darwin dipillgc l'atl<'l:l:iamcnto scientifico come una
ben dosata combinaz.ione di sceUic'ismo e di fiduciosa fantasia: o;::ni
t""i, anche la pi accreditata, _(, riguardata come ipotesi. e gni ipo-
tesi, anche la pi stmnn, c Cllllsiderab come una pos_'ibile tesi, S1I-
scC'ttibill' di verifica e svolginll'Ilti. Questo attc/{giamcnto ha incar-
l' IL;lt" ne'lIn iin).{uistica Fenlinand de Sanssnre.
For,l.' propri" la nativa lendl.'nia alla ric,m:a s,,",lta ai limiti del
noto i: cii, ch" lo spingc fuori dai campi nei quali si erano mo>!!i
i ,,,,,i avi, c l" a",-ia \"cr.>o una isciplina anc<>m llfiai, quale ancora
in quegli anni cra la linguistica. ):ell'ambilo <ii questi studi l'affer-
llla,iLlne del (, prodigiosamente rapia. Elili ha vent'anni
q\1',n<1" com:cpis<:", "<'ntunu quan<.lo re'b'<.' qm"l" che i: stato poi
Iliuicat." il pi bel libro (li linguistica sturica che sia mai stato
scritt,,', il Mt",,,irc SIIY Ics I,,'ydles: ha "enti<lue anni quando, poco
prima (Iella laurea, da un dulto profes<ore ddl'universit. di Lipsia
si s('nte "hicdem con bcnevolcn,,-a se per caso parente del grahde
lin)O:uista svizzem Ferdinand de nun ha ancora venti.
quattro anni 'luaOOo, dopo un S.-'1l1C>tre di Mu<iiu alla Sorbona. dove
si ,ra r",:ato per perfezionare la. sua preparazione, si ,'ede affidato
i'iu"-"::llnllwnto della grammatica c011lparaliV1l nella ste.>sa facolt.
'>' cnll "ii', si a...",uue il compito di inaugurare la nuova disciplina nelle
nr,i\"t'rsit:. fran"",,!.
.\lI'e.ordin l'reroce c intenso che succedesse una
di"tC'sal,ausa <Ii raccoglimentn. ;Ha 1"1Il."lUS."I si prolunga con gli anni:
i I;wod di Sallssure sann sempre "p<.'zzi <ia l1lu_'co. (come dir poi
J"kob Wackernagcl). ma sono sempre pi e<il;\Ii " pi rari, Xel 1894,
tre anni rlopo il l'un ritorno a Gine"m, del Con-
I!.r""so d<.>gli e la part"eipa'i""e ad ,,,,sn con una l11emoria
di grande importanza nel.la storia. degli stutli baltici soan l'ullima ril",
"ante manifestazione pubblica del .'uu ingegno, In l'gli si
chiude in ricerche di cui fa qualche "ulta pnrola agli amici: ma
dinanzi al pubblico scientifico interna,j"uale OSScTya IIn silenzio
quasi eompletn.
):,,1 19T3, subito dopo la. sua morte, un allle,'o e amico ginevrino
acriv.. di lui che ave"a. vissuto come un solitari" . Certamente,
l'immagine del solitario ha riscontro n"l sila cr"""ente isolamento
umano, nd prolungato silenzio scientifico, in ",'rti tratti l'fuggenti
della Sila vita privata, nella tristezza che' ....la gli ultimi colloqui
con gli alli"-,,i e le lettere.
E tuttavia, anche in temlini strettamente biugrafici, sarebbu
un urore da.r peso soltanto alla conslata,ione della sua solitudine.
Effettivamente egli ebbe pochi amici. ma erano !IIichel Br"a\. Ga_
ston ParL" e Wilhelnl Streitberg, gmn<ii archegeti degli studi linliui.
stki e filologici nei due l,acsi allOTrI in questi settori,
Germania. e Francm, E se le aule delle sue lezioni, a Parigi e a Ginevm,
potevallo parere ed erano semivuote, le liste degli allievi, di recente
ricostruite con meritoria pazienza, rivelano che quanti SOno usciti
di la per buona parte sorto stati tra coloro che venoo la fine dell'Ot-
tocento e l'inizio del nuovo secolo hanno costituito i quadri medi,
il vitale connettivo dell'universit e francosvizzera, E non
solo: all'insegnamento di Saussure si sono formati coloro che hanno
guidato la moderna linguistica: Paul Passy, che elabora tra i primi
una "isione funzionale dei fenomeni fonetici: 1I1aurie Grammont,
un m(ll;5tro della fonetica del );"-ovc<;ento. tm i primi a proporre una
sistematica dei mutamenti diacronici; Antoine MeH-
let, che ii nostro Pasquali giudicil.\'a il pili geniale linguista del Nove.
cento" capo incontrastato della scuola irancl"'e di linguistica sto-
rica, primeggiante nell'elaborare e nel verific.,-e una interpretazione
sociologica della storia linguistica: Charlcs HalIy, che ha portato
slIl piano della scienza le indagini di stilistica delle lingue; Albert
Sechehaye, che dischiude il fertile campo di ricerca all'intersezione
tra psicologia e linguistica: Serge Karcevskij, che applica al dOml_
slavo la dinamica visione del meccanismo linguistico elaborata
da Sau5surc, e che, a nel 1915, a Praga negli anni venti, coau-
tore delle Tllses mdatte dai linguisti moscoviti fondatori della scuola
di Praga, ha trasmesso le idee del maestro ginevrino a Jakobson,
a Tnlbeclloj, ad alcuni degli stessi pi giovani linguisti svizzeri.
Troppe personalit d'eccezione per pensare a un puro caso, per
non 5corgervi il risultato d'una vocazione profonda. per l'educazione
alla ricerca, il segno d'una volont di perpetuarsi negli allievt e vin.
cere, per tal da, il senso dell'isolamento.
Il contrasto tra isolamento e partecipa..ione non domina solo la
vita privata, il destino umano di Saussure, A pi profondo livello
lo ritroviamo nei suo; rapporti con la linguistica e il pensiero del suo
e del nostro tempo.
Temi e istanze di indagine che oggi giudichiamo tipicamente
circolano in tutta la cultura del secondo Ottocento.
L'istanza d'una. grammatica descrittiva, statica, avvertita da
Spitzrr, fatta valere da Whitney, Ettmayer, Gabelentz, Martv; la
nect'Ssit di studiare i fenomeni fonici in mpporto alla loro
significativa sostenuta da una schiera molteplice di studiosi, Du.
friche, Winteler, Passy, Sweet, Baudouin, Kmszewski, Noreen;
Frege distiogue tra senso (BedeuluOlg) e significato (Sinn); Svede-
lius vagheggia una, algebra tJ.ella lingua o; Noreen distingue tra
studio sostanziale e studio formale dei contenuti semantici e dgli
aspetti fonici; Whitney, Steinlhal, Paul, Finck insistono sulla
1it dci falti lingui'itci e, con molti neogrammatici, sulla
di guardare la linl'lua nel "uo c0nt""to sociale; Steinthal, sulle orme
di Humoolt, ripropone la visonc globale ei fatti lingui.itici.
potr<:bbc continuare, rie"ocando le riflcssioni di che
acui<cono la sensibilit alla conucleua individuale dell'espnmersl,
j neogrammntici e la Il;colillguistica, cll'l ,'ariamente la
accidentalit dci mutam<.'nLi linguistici, l'circe e )'larty, che a",er
tono l'url'lcnza d'una scicnza generale d"i ,cgni, e ancora 1'<'il'';c ':
),Iarty, c i\lach c V",,"{'y, i '1l1ali an'iano la rivalutaziune "i l1l":ll.... ntl
astratti dell"c'iperienza umana. :\'on sempre possibill' dire '-"il CCf
tezza se qucsti studiosi conU'ice,'uno le idee di Saussurl' e se
conosceva il' loro. Ma ptrfino se si rispondere sempre I\'.').(a-
tivamenlc, resterebbe pur v(.,.u ,:he. nd comple"''io, SuU'isun: hn. vi5-
sut" in un rapp,)rto di Cl,f\.SlonanZa profonda, di mutuo sc(\mbi,-,
"UO iL'm]>o,
D'altra partI) noto quanto la linguistica, la semiolol\ia,.
polol{ia dei nostri giorni debbano a SauS'iu,re. Concetti e te"" m._<".'It:
nel Co"rs gi"itafe stati utilizzati col11l'
in di'iparati indirizzi di l'lcerm_ Al Cr",,, si ricllian",,,o la ,,,,:i,,lin
guistica cun :\!l'i\1et e SUOlmerrclt, la l'in,,nina u,a l,aH}',
la. linguistica psicologica Cun S<,<:hehay". i funziunalisti con <.'
:'>lartil1l't, gli i'ilit.uziona\ioti italiani come DC"oto l :\'cncioni, i IU\lo.
losi,ti e strutturalisti praf\hesi 0>11 Karce\'skij, Trlllll'cknj c Jakob-
"On, la linl':ui'itica cnn :'>Ianddbrot ed Herd,m, la "t'man_
tica cnn l'Umann, l'riclo, Tricr, Lyuns, la psi<:olinguiolic'" con llre"'ion
e Osgofl<l. 'itorici'iti come P"gliaro c Coscriu; l' awora HI"'.'l\\lkl<l
(non i _fiuoi Hjclmo!c" c la scuula Cb';lhky
(non i suo; S<'gua<:i). ,
Vel resto, ha'ita for"", guardare all'denco di l,arnie che "1'I'HlOIl'1
pc'r la prima "olta nd Co".s "ppurc d rk\:"ono sall,ionl' ddillil::'a
in una dl'terminata acc<:zione poi "alida: S)'llcll.,mh', ""1-
(1Itouit, i<1ios)'"dor<miqllr, p""chtollie, /,allch'Olliqllc CCC.;
/,ItII:"l:t, parole; sil:l!r, silil/iJi"';/' si;.t'liftl; .wil li "1:11
.'yn/",:maUqut; p/w",a,r, t""'!"-
logit; sU""'(<I'IU c mOllli_ li"l:"is/iq"r,
rotie, de /<1 P"''''t, ,,,,xiii.; [<lJ dr 1<lI/XiI" :lirll'/l.le,
smio/"f.
ir
, simioloJ,:iqut, sil",,; opposi/im., opto';li/, "'1"/1/, "'.fll
rtfldr!; dlllf,'r, forse S/M<e/II.e, certo '.l'sU",. :Non "'JlIO> molte le pa.
role'-<:hia\"e dl'lla linguistica contl'mpuranea che, cunr"i,i a l'iii indi
riZ7i di ricer.-a, non abbiano la luro radice nel COli" .I. li"I:"_;_'
lir
llll:
f,nrllie.
VIII
E tuHmia, pllr con tanti I<.'j:!;!mi, la pN"Onalit di non
Ct'S,a di spk<:are originale sfomlo l1l'll'epola. Jl (attn che sol.
tanto la mat.eria delle 5\\e riflessioni gli " offerta dal kll1l'O; nm la
forma ultima della (on'cezinn" t: uriginalmente sila. Guaua!C'lnl1'
qUl'sta f"rma stato il problema c'-'ntmle ddla sua biografia Sl'il'I\li_
fica e intdlettuale, il t..rmine di trent'anni di illsuddisfatte rkerche,
Ad cI;1I pl'n'iene negli ultimi anni <ldla ,ita. l'<i egli la deli-
'nea nelk' af'\'rhlrc, molle conclusioni, Ilei \l\umenti nndali <Id ;wcondo
l' twzo corso di lingllistinl 1l{,llemle (1')03-09, 191.>-11) a Gine\"fa.
renuti lavori di R. Glxkl .. R. Engler ci conscntono di coglicrln,
Purtroppo mm l'n'" dir"i altl\'tlanl<l dd COttfS </t li"!!ll.fiqll'
gillira!t, Come ugnuno sa, il t(';;l" dt'W"pera ...tato cosln\ito da
13allr e Scchl'hare fondendo in IIna re<!ali""t' ('he propolle com"
unitaria gli appnnti pr""'i dagli alunni dllrank i Ire di ... tim
I;:encrale tenuti da Sa\lSSUre e Il' rar{' no'" (l.nlo/:rafc n'peril<' tra le
carte del um..Mro dopo la S\la mort,'. l ,;ingoli frammenti d<'11,e\lSicr"
sanssuriano (8a\\'0 rari ca.si di fraintenrliul<':lto) ';Oli" in genere
mente inl'si" fed<.'\nwnte riportati. II C,,"rs <Iuimli la l'iii completa
SU111f1ia ddle dottrine di SaUSSll,l' e tale probabilml'nte deMinato
a .estart'. Il nO'itro <\l'bit<> \,cr;.c) nally e &.-hehayc l't'fl'io grane
{'d e\'idente. :'>la tradirebbc qud ch.. hauno compi\\to per dif
fondere le t.,.-,ril' d('1 maestro chi si che il fl'tlele
nel riprodllrre le singole parti della <loUrin,," linguistica di SallAAur'-'.
non lo altrl'ttanto nel riprodun'c r"rdine comple'isin' ddle parti,
R l'ordine, mme giustamente S0Uolinea\'a essen7ia\c
nella teoria dl'!la lingua forse pi che in l>gni altra teoria. ].'0l'{'fa.
insigne di Bally e Sech,'bare of'gi continuata da,,..m 8"ltanto da
chi contribuiscc a. comprenr1ef<.' c far cOllll'renr1m ch..,
o no, buona parte della lLn"uislica del :\'o,-ceento ha ol;t'rato p.'rch",
oltre la redazio:.ne dl'! COllr., recupl."Tato l'inS\:gnamento cii
Saussure Il,,lla sua {ofma pi autentica, e in q\ll'5ta sua forma si
s.chiudl'sse dinanzi ad esso una nuuva "tagiune vita!<'.
di Saussllre C l'acuta consa
u _
l'5pn'!l'iivo, he ,pa-
M!t, c parole rhiamano ormai i nelle l'ilI dive""", linh"lle del
-;;;;;"mi',. i suoi aliCv, a fare attenzlOnl' a un part;mlare
lnaiVldu,iE!ic stia parlando, c ehe, pt'r esempio, slia L'>Idanmndo;
La guerre. je "OU8 dis, la guerrcl . Spontaneamentl' noi consta_
tiamo che l'oratore ha ril'l'tut";.,-J;W volte la stl',;.sa pa.r<l\a, ha "tto
J:!!!.c volte guern. il soltanto iII un certo senso.
.se. badiamo al concreto ed effettivo (per Diare
il ternlne stesso di Sau5Surc) che guerre di "olta in ,:olt.. co'munica,
ovvero al concreto atto fomi.torio con cui guerre realizzato di "olta
in volta, ..'!.ogni replica ci tro\'amo dina.nzi a qualche cosa di divc>so.
in lesta fanfare, sfilate gloriose, vessi.ili
.9l. .s..a.TTIscgno; un un fratello morto, o una casa distrutta;
von Clausewitz penser al prolllngalllcnto della politica con altri
mezzi, e il soldato S<::hweik penser a patale che non si possono qui
stampare per decoro. '_11.1... perfino la stessa persona, vlIole dire Saus.
_succ, e perfino nello stcsso discorso, se ripete due volte la
pi!-rola, '"<;'lTl\ Comunicare due cose diverse la prima e la seconda.
volta: t La guerre, je vous dis, la guerre! o. E non meno differente
sa;;\- da una volta. all'altra la concreta. si-pu
con ccrte.:!za, .!!,,1ia rii5' d'analisi
logica e di associazione da un la.to, dall'altro i sempre pi raffinati
strumenti d'analisi elettroacustica ed elettromiografica ci danno oggi
confenne strumentali di quel che Sa.ussure affennava su base, per
dir osl, artigiana. Lo stesso voC"abolo, ripetuto uel discorso di una
stessa persona, ha, all'altro, una esecuzi(,ne'-diverS3.:"
se davvero non si fa astrazione da. nessun particolare, il-sellSO preCiso,
nella sua totale oucretezza, appare dall'una all'altra replica mate-
pato di associazioni e risonanze emotive diverse; e la reale fonia,
'anch'essa, se considerata nella. sua effettiva interezu, ha inllessioni e
sfumature volta a volta varie. Soltanto Croce ha insistito con altret.
!a_nta forza sul c"';attere irrepelibile del singolo atto
espressivo. Ma quel che per Croce un punto d'arrivo, per Saussure
il punto di -Pllrtenza., -
..s..Ue"e (o, per riprendere l'esempio di Croce,
fuggitivi) varia da una volta all'altra, anche vef(> che noi diciamo
c_he varia.-opp;m;cbe-,Id.," ;-kgi/ivi, come appareili-GO:-
pardi, non appare pi in altri contesti ha sfumature d.i senso
diverse. !'er dir ci, che dobbiamo avere un llbi ClmSislam,
un punto fermo che non ,'arll, clle sia lo stesso e che ci consenta di
'alfe-chi' qualCosa "aria ed li diverso, Ma lasciando da parte
considerazioni riguardanti non il nostro modo di usare, ma il nostro
modo di apprezzare la lingua. che usiamo, proprio nel parlare con_
creto che noi, come parlanti Co come a.sotfanh, nconosciamo da
un'occorrenza ali'auia-i;; divers'e
repliclle: come vaii;iifoni'Secutiv dr .......i;ariare-
"Cl!!" '.r.-. '
deve boo"restare identico da qualche pulito di vista. . .----.
9uesto punto di vista non e non plLb essere quello della sostanza
,
psic',l"gica o fonica di cu; I{li a.lti di parolc sono materiati. Da tale
punto di vista gli atti di parole SOIlO, come s' \'-.wJ. irrevocabil_
mente diversi gli lini dagli altri. Dunque, il l'Unto di vista che cutl_
:sente !'identificatione non qu"Ho della Es"O va. cercat";
non in che i parlanti
che lc
due, anzi le InnulOeri di >;1)110, al <li 1;< <l'ogni "aria_
zinne ,li senso e fonia, ("('l'liche dillO"
L... serie indefinila <iei <ii"ersi prOllotti fonici e la s<:rie parimenti
imkfmita dci diversi 'len<i costituiscono "ntralllbe dne serie che
posson dirsi continue (o cOlltinue. ndl'accedone mat"lnatic;1, in
quanto, date due fonie b du.' sen"i estr,'manwntc ravvicinnti, scm.
pre possibile trovare Ilna {unia " un s('nso intermooio). In queste
llCrie continue i parlanli raggrnppamcnti diversi, rife-
rendo!'i a dei limiti entro I quali ["nomeni psicologicamente o foni_
camente di,'ersi 5OnO identificati in alla della loro fun-
le funie d'un certo gruppo som. fo;';';;'m"nte ma po,. I,
SQlIO trasmettere tutte lino s<'5!'<'\ senso particolare; i di un '
certo gruppo sono 'psiculugicamente d\'en;i, ma pOS5{11l0 esser tra_
smessi tnUi da una stessa fon;'"\. dei limiti
tra i "ari raggrllppnml'l\ti " dunque un in..iClnc 'Ii
limiti,di articol:uion;"j.ar/iwli),.che di,continua h}
delle f('nil:h,,_,', la. ,lei &:n:;L-"C-r-;zic-:-;ii'u.'lingli"a,
_\lllli. 'IJ;Ulimiarc rcalizzn.>:ionc :(mc.a ad ulla
oad altra cla""",, di rClIli/.7.<lzioni frmieh" e una particnla,.., significa.
zionc ad una" altra di significazioni. l.'er llll'g"l'o lIlarcare hl
differenza <iei <in" l'"nti ,ti quell" <ldla l'umle. lidla ",,<'Cuzi"I1<-.
" quello della I",'gue, dci sar,'r<" Saussnre introduce una discrimin.\_
zione ristn'''' StilO< (o si;:"iftea/ioll) e pl""Ullioll all;\
sostanza di cui materia!n. la l''''dle e. dupu multe esitazioni, propon, ,
e signifta>ll per .<1<'signar" k classi di SCIIS c />'IO""/;""s. \
L.e_c1assi che Sa\lssure ,'hiam,\ li j.ig"iJiuntl; SOI\O, COme
oggi n'll\ abbiamo dil1ienlt a dire, da.....l o; " 'luando, a:ol
tann una certa fonia in nna o;erta "ihHl7.inne, riportiamo
fonazione e senso a 1111. ... c(.Orta. di .'ignilieante c
per esempio a g"rrre, compiaIl''' una operadun.., di c1"wH'lca7.ione
astrattha. D'altra. part"" q\lando ci e'l'rimiamo non soltantu realiz_
ziamo una unione di " fonia chc si ""llnca statica
mente entro la cla<se Cf"tituita dall'unione <l'una significante
e d'una classe significata. ma ona unione 'Ii significa.
zione c fonia che eostitui,;<" dinamicamente, Ilna "1/.,,,,/i:WO"ftf
di nna classe (o d'lIna uniol\e di c.la.'si; c'i,tente iII nel ccr-
Xl
vello. (come Saussure ama dln-j. La dcsignarionc de; rapporti tra
lingua c sul versante d(,]la J"<'alizzazione attiva compiuta
da Saussure adoperando i vecchi termini scolastici di patema e al/o;
piu di/ficile gli riesce la designazione degli stessi rapporti sul \'cr-
sante dell'ascoltatore. La facilit Con cui, a due terzi dci Novecento,
noi possiamo adoperare termini come astrailo, IJ./mziooot , come
vedremo, scono!iCiuta alla rmc dci 5<:co10 scon;o, quando, sulla scia,
di K..nt cento anni di ..... nsicro filosofico aVevallo cariato i due
,'- I .
termini di valori nl'gativi, sicch astrailo c aslra:iolUl significano una-
nimc1l1cnt<J il presci'SO " o J';ndcbitnllwntc c falsamente prescisso.
Perci Saussurc. pur cogliendo c ..fincndo p<-rrcttam('nte il caratte-
re astratt delle entit di lingua. ,"51r.:tto a <,,,ilare l'uso di fl$/rl3tla,
a indesidemti fraintemlhncnti. E finisce cosi col parlare di
entitil. p5ychiqlU'5 (termine che l'gli distingue ao:Cllratamente da t'5Y-
e/lOlugiqm), oppure a v"lgcn ad un'altra wppia scolastica: 505/1301&13
e L.1. d'ulla _e d'u,n ..
so, & <usJan.a, __ ndla (>arule c <"hl' serve
a la parol., os.sia l'in"il'nIC_(!<:!_signilic,-,:n!i, e d.e!. __,
mti, la lingua. & da l1<'finllQ fl>1'ma,
- clelle classi astratte'" formali che Saussure chiama
significanti e significati non dipende da nessun nl',tivo intrinweo
alla sostanza. Ionica o psicologica. Per ['mite] e ['mi:te]
sono classificate in italiano come dhtinte manifcstalloni cl'una ste"",a
entit significante, entit che possiamu simboleggiare con {mite!,
mentre in t"de'SCo sono classific..tc Come distinte manill'Stazioni di
due diverse entit, che POSSi'"11" simboleggiare nella corrente grafia
te'desca con centro c fitto. oppure con {mite{ e
fmi:te/. La stessa. differenza a livello di "Ostanza in una lingua li
ignurata, io un'altra & s[ruUat1J. al fine di costituire due distinte
classi formali. Dunque, le classi formali non dipnono Illeccanica-
mente, deterministicamente dai caratteri fisid della sostanza. 1.0
avviene sul versante delle signifienzioni C dci significati. La
esignazione d'una creaturina di seSSO femminile e la dl"Signazione
'una creaturina di ses,,, maschile sono ricondotte a uno stesso signi-
ficato in tedcsco (. Kind.) c in l!TC(;o (ot!'knon.) o in napoletano (. crfa-
tura '1, mentre sono ricondotte a due diversi signifIcati in latino
(o puena. e opucr .), in romanesco (. pupa. e pupo.), in italiano
(o bambino. e obambina .).
lns(}mma, lc distinzioni cho significanti e significati introducono
tra le rca1ir.uzioni funiche e le significnzioni sono indipend(lnu,
indipendenti dalle camtteristiche intrinseche della SO'itanza fonica e
psimlogica. Esse suno, cio, Il r b i t j- a r i e. Alla loro origine
non sta la meaa.nica dipendenza dai caratteri prelinguistici della
IIOStanza fonica o dai caratteri dci mondo oggettivo o del 1I000tro modo
di percepirlo, ma sta invece la capacit (insita nel cervello di ogni
uomo) di discriminare liberamente e liberamente associare in classi
gli atti e i dati della sUa esperienza, e di coorinare variamente le
classi cosi fonnate.
Con qualche oscillazione, Saussure tende a ogni
unione' d-uil.'s""ig'nifinte e di un aigniflCato, dalle unit minime {che
Frei ha poi chiamato Illo"""li; a",_, -a, -Irl'l', _all_, 0, parl_. per ccc.)
lino alle uilitcomplesse. che Saussure chiama sinlllgmi (cane; parM;
di glia, per dolu &Jiiara la flo/III Sttlea ecc.). Egli
pu dunquc dire che il segno, in quanto costituito dall'unione di.due
classi astratte lonnate arbitrariamente, radicalmente arbitr.u"io.
L:'ra-bitrariet dei segni vista da Saussure come il principio
fondamentale di tutta la realt linguistica. Anzitutto, essa. (omisee
nn principio di cl!lS!lificazione dei sistemi semiologci (riti, costumanze,
codici di comunicazione, linguaggi d'ugm sorta) a seconda del loro
maggure o minore grado di arbitrariet. In luogu, l'arbi-
trariet. consente che il linguaggio verbale si realizzi secondo l'altro
principio, queilo della linearit: se i segni linguistici non iossero arbi-
trari tanto sul veISante semantico quanto su qnello del significante,
essi non potrebbero codificare (come in cffetti codificano) iII Ulla $UC-
lineare situazioni, pllT(>01ts. {Hjelmslev), che si presen-
tano unitnriamente alla memoria, alla percezione, alla ideazione dei
soggetti parlanti.
L'organizzazione della lingua deriva anzitutto dall'iocrocio dei
due principi. L'arbitrariet. all'origine del carattere oppositivo delle
entit. significanti e significate; queste. non avendo una base asso-
iuta, naturale, sono quel che sono soltanto in quanto delimitate dalle
altre entit con esse coesistenti. La lInearit Cl invece all'origine del
carattere sintagmatico delle entita: queste, in quanto si snodano
linearmente, lungo l'asse deU" successioni, possono scomporsi in
segmenti semantico-significanti di minore estensione. Oppositivit.
e sintagmaticitil. sono la doppia radice di quel che Sau!l-Sure chiamava
_equilibrio. e gli .,ditori, seguiti poi da )[artinet, banno chiamato
economia. della lingua..J.,a Iingua,..-&.puOeoll!li<Jeranlipi cbe l'in-
sieme di tutti; segni, l'insieme di tutti i possibili segni. Easa. cin
costituita dai segmenti significanti e significati piil piccoli, (le .mi/h
di Saussure, i ",,,,,t"''''5 di Frei e e dagli scherni
fon<\anlentali (che Saussure chiama astratti.) delle luro possibili
combinariorii. Altrimenti detto: la lingua il sistema delle possibili
XIII
strutture di segni minimi. Saussure insiste con forza sul carattere
potenziaI" sulla, productivit , e, come egli dice, suna crativiW t
della lingua: il fatto che una detenninata combinazione sintagma:
tlca esista ha una importanza assai minore del fatto che essa passa
esitere. La modalit di produzione> di nuovi segni l'ana-
logia, che la creati\-a della lingua.
Il caru.ttere sistemico' della lingua impone alla linguistica
di assumere un atteggiamento. sistematico ,: anche se si tratta di
descrivere una unit minima, poich descriverla comporta. deter*
minume il va/Me, nece"5ario vcderla in tutte le sue possibili asso-
ciazioni oppO$itive (che noi diciamo oggi parn.d.igmatiche) ed in tutte
l" sue possibilit di combinazione sintagmatica. Ossia, anche
biettivo dello studio non direttam"nte il sistema, ma una sua l,arte
anelli: minima, pur se'mprc neccs;;ario, S<.' lo studio vuoi =re e.;au-
Tiente, considerare la parte in rapporto a qu",na totalit che le cOn-
ferisce valore, o,sia in rapporto a tutto il sistema linguistico.
Il carattere sistemico della lingua impone altre;;\ che la hngu,",
stica svolga le sue indagini anzitutto sul piano su cui coesistono le
varie unit e strutture possibili, ossia sul piano della
neit e coesistenl.>1 tale piano denominato da SaU55ure
SillC7onico o, pi esattamente, idiosinl'l'onico. Lo studio idiosincronico
non esclude, nelle di Saussure, lo studio diacronico, cio
lo studio dello svolgersi d'uu sistema e d'una sua parte
il tempo. n esclude quella comparazione tra sistemi e parti di si*
stcmi geneticamente affini in cui la linguistica ottoc"ntesca faceva
consistere tutt'intero il la\-oro del linguista. SaussUTC assegna il
primato allo studi" idiosincronito, ma (a differenza di quel elle fa-
ceva la lin[(llistica ottocentesca per la. comparazione) non gli a.,;segna
il monopolio delle indagini linguistiche..
E la ragione del primato semplice: soltanto su base idiosincro-
nica l'oosiamo provare la legittimit dci confronti tra unit lingoi-
stiche appartenenti a sistemi linguistici diven;i. 11 punto della
massima delicatezza per due moti"i: perch: dal punto di vista bio-
grafico, questo certamente il tema ddle prime riflessioni di Saussure
in materia di philosophie dc la linguistiqut' ,; e perch due dei pi
acuti interpreti di Saussure, ::Ilario Lucidi e Robert Godei, indipen-
dentemente l'uno dall'altro, hanno SO!!tenuto che la coneeziOlle sau5-
suriana sistema e della idiosincronia chiudeva la linguistica
in un cerchio" (Godei S)[ 221) ., "Dmpmmclteva le possibilit del
confronto diacronko (Ludi, scritto inedito citato in De ::Ilauro
1965.1]0']1). AI loro seguitu, chi scrive si permesso di dire che
XIV
quella concezione portava in s, tra le altre conseguenze, quella del-
l'impossibilit di comunicare, E, a dire il vero, i due studiosi e chi
ad eso>i si unito avevano ragione nella misura in cui non scorgevano
che Saussure aveva elaborato con cora la distinzione tra significazione
e significato, tra fonazione e significante, ossia tra csccu1-one o parole
e sistema o lingua, Tale distinzione, su cui si insistito in apertura
di questa pIemcssa Csu cui SaussuTC stesso ha pi volte soflennato
la sua riflessione, per quanto a cose fatte possa parere incredibile:
sfuggita in tutt'intera la llIla portata :l.D.o a un breve e importante
articolo di A. Burger che ancor oggi restato per molti inosservato:
pocbe pagine su sms o s;gnijicali01l, sigrlijii e lIa/eur cbe, in apparente
dissenso da quanto Godei aveva iScritto in in realt in profondo
unisono con la restante interpretazione che Godei era andato ela-
borando, hanno messo tutta la esegesi del pensiero sau>suriano sul
suo vero 3-"5C e aperto proopettive teoriche della maggiore impor_
tanza. Grazie alla distinzione tm significazione e significato, fonazione
e significante Saussure in grado di elaborare una nozione di sistema
e idiosincronia che al riparo dane conseguerlZe assurde che la colpi_
rehbero sellZa quella distinzione (e la colpiscouo agli occhi di cbi
quella distillZione non recupera in tutta la sua portata). Inoltre, tale
concezione d la base allo studio diacronico.
Con qllale legittint conirontiamo come geneticamente affini
ul).t linguistiche appartenenti a sistemi linguistici diversi? :Kon
sulla base della loro ideutitil fonatoria (non potremmo altrimenti
spiegare perch confrontiamo, come tl"rmini d'una successione con_
tillua, latino calidum e francese IJo! (cha"d), privi d'ogni
fonica, e perch, viceversa, non riteniamo collocati su una linea c.on-
tinua di sviluppo due frasi come il latino I VITELLI DEI ROMA.NI SONO
BELLI e la frase italiana omografa); neppure sulla base della lOTO
identit di senso (dovremmo, in tal caso, considerare l'italiano spada
come uno s"iluppo di gladium e non potremmo considerare l'italiano
mllivrt come sviluppo del latino captt'lls ,prigioniero Il; non sulla
base della contemporan"a similarit di senso e fonia: in tal caso do-
nemmo ritenere affini geneticamente {ma te ne guardiamo bene}
il tedesco Feuer fuoco. e il francese f.w fuoco " l'inglese bad ,cat_
tivo. e il persiano bml Infine', nemmeno il valore una
base sufficiente: due tennini, in quanto apparteuenti a sistemi di-
"ersi, hanno valore irrevocabilmente dh'erso (nel sottolineare d
Lucidi era perfettamente nel vero), Chomskye Halle hanno dunque
ragione nel parlare di the s,till'puzzling pheuomenon of language
change.: in effetti, il cambiamento linguistico un fenomeno tutto::ra
enigmatico pt'r i linguisti estranei al pensiero saussuriano. Enigma_
XV
tico al punto che non riusciamo nemmeno a gillStificare la base su
cui constatiamo un
Per Saussure il problema. . alla fine delle stle meditamni, abba.
stam:a semplice. La. formula con cui egli lo risolve : una serie di
equluioni idiosincroniche tra significazioni che divergano Il follie
che divergano. ma che, tuttavia, in ciascuno stato di lingua. in cui
coesistano, siano varianti dello stesso significato e dello stes-<;(I signi-
ficante, ll'ga, da uno stato di lingua all'altro, i punti estremi d'una.
serie diacronica (calidum e cIlaud) cosi come d'una serie compara.
tiva (iatino .. dllls e antico indiano jdld.s). sulla base di queste equa
zioni che il linguista comparatista poteva e pu stupire il profano
spiegandogli, per esempio, ch.. il tedesco .Ia stessa. C09lL' del-
!'italiano fuori, .la stCSSII. cosa. di
Si vede dunque che la concezione saussudana della lingua. come
sistema idiosincronioo, in nesso con la. distinzione tra ese<:uone e
sistema, non 0010 non contrasta, ma com'aIida nel modo pi rigoroso
lo studio diacronico. Val la pena di aggiungere che la. stessa cou-
rischiara, come in .parte a.vremo OCl'asione di vedere, altri
problemi, quale quello della comunicazione tra due individui o l'altro
(che una variante pi complicata del precedente) della
da una lingua all'altra. Ma su questi due problemi, che hanno richia-
mato l'attenzione in tempi pi recenti, Saussure non si soHermato:
ha fomito pero, a nostro avviso, la chiave pei" risolvedi nel modo
migliore.
Dall'arbitrariet dist:endono altri due caratteri antitetici della.
lingua. Anzitutto, la sua mutabilit nel corso del tempo. Poich
i significanti, i significati e la loro organizzazione in sistema sono
liberi da vincoli rigidi che li colleghino a realt logiche o naturali ecc.,
la lingua soggetta ai mutamenti pi profondi, pi imprevedibili, pi
'illogici I e ,innaturali.. Accade cosi che tradizioni linguistiche
lontane possano avviarsi a convergere, ovvero che una stessa tradi-
zione linguistica possa scinder6i iu idiomi profondamente w,'ergenti.
Le lingue non banno dinanzi a s altri limiti che quelli, solo e davvero
universali (universali, benintt'SO, per la specie umana), della struttura
dell'apparato percettivo e coscienziale dell'uomo e del suo apparato
fonatorio ed acustico: entro questi, infinite sono le possibilit. di
raggruppare in signrncanti e significati l'infinita serie delle diverse
fonie e dei diversi sensi.
D'altro -lato, l'arbitrariet , in ultima. analisi, ci che ammor-
tizza le scosse provocate dai possibili mutamenti delle fonie e delle
significazioni. Fonie e significazioni rappresentano i significanti e
i significati di una lingua, li realizzano, ma non li esauriscono. Es5e
\
flO55<lno dunque oscillare anche <li multo, e di fatto o;;ciUano di multo
(si rammenti la diver.;it di sen.'ii e fonie ha la frase. la guerra,
UlcO, la guerra I), !l('nza l'be muti il sistema dei limiti. L'arbitra-
riet-dunque condizione e coefficientI' tanto del mutamento quanto
ddla stabilit dei sistemi linguistici,
Infine, gra1.ie alla penetrante anali_"i di Saussure, dall'arbitrariet
deriva una Wll:ll'!:ueuza: la radicale 5OI:iatit della lingua. l'oiehf
i ""gni nclloro reciproco difIl'renziarsi c ntlloro organizzarsi in sistema
non rispundono a esigenre natumli, ad cs.,i e"teme. l'unica
per il loro particolare configurarsi in questa o quella lingua
costituita dal eonSCrl>;Q sociale. Certu, anche nelle concezioni conven_
da Aristotele a \\'hitne}', il consem;o sociale ha una parte:
ma trova un limite nel [atto che la lingua, concepita come un'l. no-
mer.datuffi, ingloba COme sua parte dei. significati. che
con le cose. c sono dunque dei dati prccostituiti. Il
COtl5CllSQ sociale, cio, ha mano libera soltauto nell'organizzare i signi-
ficanti: ma il mondo dei si impone alla convenzione come
un..t realt prcesistente ad essa. :Kclla concezione saussuriana della
realt linguistica, poicM l'organizzazione delle signilicazioni in signi4
ficati non meuo arbitraria dell'organizzazione delle lonie in signi-
ficanti, il consenso sociale tutto_ L'uso che una societ fa della
propria lingua la condizione per cui la lingua vilJb/e, capace di
vita. Soltanto \\"ittgenstein, e soltanto quarant'anni dopa, ha rag_
giunto con pari nitidezza la visione del carattere radicalmente sociale
della lingua. Le systme dc sgnes est fait pour la collcctivlt,
camme la vaisseau est fait pour la mer., dice SaussllTe in una lezione
del secondo corso con un'immagine che uon passata nel testo vul-
gato; una di quelle tante immagini suggestive con cui egli, proprio
come poi Wittgenstein, cercava di fissare, dandogli eorpo sensibile,
un pensiero di cui misuriamo oggi la profonda nuvit storica. Come
l'arbitrarielil., anche la connessa socialit lattore di stabilit e, in-
sieme, di mutamento. Proprio il suo ",,>cr sociale sottrae la lingua
ai capricci di singoli o di gruppi ristretti. D'altra parte proprio il
suo affidata alla societ espone la lingua a mu_
quando l'esigenza di distinzioni gi. esistenti venga meno
o, al sorga l'csigenza di distinzic,nl nuove.
Arbitrariet e socialit della lingua, combinate alla complessit
delle relazioni oppositive e sintagmatiche tra le unit concrete, fanno
si che il 5Or3erc e lo Scomparire di di.'itinzioni attraverso il tempo
siano assolutamente imprevedibili. n mulaIllcnto colpist:e singola
distinzione e si riverbera sul si.o!tema nel modi pi vari. l passaggi
da uno stato di lingua ad un altro non rispondono a nessuna univer-
XVII
sale razionalit. dcscri\'<'rli, la linl::uislica si tron, dinanzi a hm.o-
meni contingenti, temporalnwnte e spazialmente circoscritti,
daU'imprc\'edibile risultato dell'incontro, nel sistema, di eventi ete_
rogenei. interni ed esterni rispettCl all'equilibrio del sistema lingui-
stico in una cerla {a-';C'.
Avere posto l':lrbitrari('t al centru d('gli :lSpetti universali, co-
a o!(ni lingua. comporta in ultima analisi appunto questo rico-
noscimento: le singole lingue, tanto sul piano dei significauti quanto
sul piano dei significati sono di natura coutingente, hanno una \"ali-
dit circoscritta nel tempo e nel10 spazio, legata alla durata di deter-
minati assetti delle societ umane.
Storia e storico sono ternlini che una lunga tradizione ha cari_
cato di molteplici sensi, e risultano pertanto equivoci. In linguistica,
tra gli altri ha a\"uto ed ha corso un senso per cui storia usato come
sinonimo di dit'cl'liro, di diaNo"ia. Pensando il questa
Saussure insis!.e sul carattEre antistorico. del sistema linguistiro,
e della lillguistica sincronica che lo dl."SCrive, 1IIa .toria e storico hanno
anche altro senso; il senso per cui storiC(l viene detto, ad esempio,
'un sistema di leggi giuridichl', in quantI? si assume che cssco sia legato
alla temporale e sociale. In questo Sl'nso, come Saus,ure
ha ben visto, Uno stato di li'!gua starico, non gi perch I si sviluppi "
ma perch k motivazioni che lo sorreggono sono di arattere contin-
gente, tempomlmente e 50cialmente detenninato. Se, con,e pare
giusto, si ritiell" che soltanto questo sc<;:ondo senso (che nOn nega,
ma piuttosto include il primo) sia pienamente confornle al pensiero
ed al linguaggio del moderno storicismo, ci troviamo udla necessit
di trarre una conclusione. Saussure, proprio approfondendo l'analisi
degli aspetti nnh'ersali della realt linguistica, proprio elaborando
una sua versione dell'antica cra''''''''irt ghlhale, ha individuato il
carattere radicalmentl' arbitrario e pl'rci radicalmentl' !.'DCiale di tutte
le ljngue: con ci egli ha sancito il loro carattere radicalmente sto-
nro.
L'arbitrariet la modalit geuerale con cui la capacit di coor-
dinare e associar(', che un universale biologico comune a tutti gli
uomini, opera nel tempo, dando luogo a sistemi linguistici diffonni
dall'una all'altra societ umana.. Essa. dunque la modalit con cui
d che nell'uomo eredit biologica, collocata al di qua delle
tingenze sociali e temporali, si incontra con la contingenza. storica,
la forma secondo cui la natu,,-a si fa storia.
La radice pi profonda delle ncomprensioni che hanno accom
pagnato il Cours proprio qui; qui la ragione per cui questo testo
XVIU
tra i pi citati e noti della storia culturale del Novecento spicca
tuttavia profondamente isolato nel contesto di questa cultura. Un
impianto di scientifico e razionale e una prospettiva da
grlll1ltrlaire rarionalistica souo al servizio d'una couclusione
profondamente storicistica: d'altra parte, la visione storicistica della
realt linguistica liberata da quelle accentuazioni mistiche e irra-
zionali che l'accompagnano per solito nello storicismo bellettrist1co,
ed verificata sul piano del massimo rigore empirico ed analitico,
Ce n' abbastanza per sconcertare chi accademicamente avvezzo
a separare le ragioni della scienza e quelle della storia, esprit de gio-
l'lelrie ed espril de finesse. Una rigorosa geometria ha qui, come suo
teorema estremo, il' pi fine riconoscimeuto della radicale storicit
dei fatti linguistici.
E dunque la forma. dci pensiero saussuriano contiene in s in
potcnza le reazioni che ClIsa ha suscitato durante mezzo secolo, Se
la guardiamo nella sua nterezza., comprendiamo bene tanto l'irrita_
zione dei letterati storicisti, strappati alla verbosit e tra-
!IpOrtati su un piano di singohue rigore, quanto l'irritazione dei let-
terati scientisti, costretti a seguire una concatenazione veramente
logica verso inconsueti esiti moricistici. Comprendiamo come sin
dalla redazioue degli editori i ut'SSi interni d'un siffatto pensiero ve-
nissero offuscati, l'andatura autentica multando impacciata da giunte
e posticci non suoi. Intendiamo il come e il perch di accuse tanto
,'iolente quanto disparate contro qoesto libro tacciato volta a volta
di psicologismo e di scientismo, di troppa sottigliezza e di ingenua
grossolanit, di idealismo e di positivismo, di spiritualismo borghese
e di materialismo. Capiamo infiue come uata la riluttanz"a'a pren-
dere conoscenza della totalit del pensiero 5aussuriano, ciascuno
preferendo piuttosto svellere dal Cours alcuni pezzi da U5are r.ome
arma di difesa e d'offesa nelle polemiche di mezzo secolo.
Forse non uncamente per motivi filologici che soltal}to oggi il
pl'nsiero 5aussnriauo ci si ripropone uella sua autenticit. Era proha.-
bilmente necessario che si ronsumassero esperienze molteplici ispi-
rate da una sua interpretazione parziale prima che per esso si profi-
lasse la di tornare ad apparire nella sua integrale e origi_
naria complessit. un ritorno che non si attuer scnza difficolt,
E anche per questo il Cours merita che si ripetauo le parole con ci
.sessant'anni or sono Croce presentava al pubblico italiano l'Emi-
clopedia di Hegel: I Certo, n in so! no! cosi come lo presento questo
libro un libro facile. credo che la difficolt sia. per gli uomini
che pensano, non tanto una causa di repulsione, quanto un'attrat_
ti\'al.
Le considerazioni precedenti dovrebbero servire, tra l"a1tro" ad
approfondire qoella che del resto COlllItlU"i-s. opinio: il pensiero
di Saussure 5tato ed al centro di sviluppi molteplici, molti ancora
sul nascere, nell'ambito delle scienze storiche ed antropologiche;
e 50ltanto perch le graduatorie ripugnano sempre all'intdligenza
storica, occorre astenersi dal dire che il Cou,s tra i libri pi impor-
tanti della cultura del Xovecento. Tentame una interpretazione d,-,cu-
mentariamente p criticamente "alida un compito di ri!ie,",) rer la
linguistica" m,n solo per essa. E di rilievo non soltanto st/,ricu ed
erudito' molle volte (basti pensare a lavori Come quello, gi men_
zionato, <.li Burger su sigllijiwltO}l e ""/mr) una miglj{,re esegesi c.-;in-
cide l'un un notevole progres'iO nella teoria gem'rale dd falti lingui-
stici. Tutto cio non \'1101 tantu giuslilicare illavoru che si sl'e;c, nel
curare la presente edizione italiana dci Cours: piuUooto,
ncando i'importanza dell'assunto. se ne "uol rilevare la c,'ml'k'''it.
t', per tal via, si ,-"u\ mettere in luce l'he il lavoro svolto
insuffi.iente. nel rc'to, dire che la discussione critica sul
materiale manoscri110 otilizzato C non utilizzato dagli editori rlcl
Cours can.:ora ai suoi inizi: i contributi critid .,m" rari', gli appro-
fondimenti <.la farc sono certamente numerosi, il materiale api'ena
edito esige ulll'ri"ri pazienti letture. Inoltre, molto materiale ineto
non stato anl"< ld pubblicamente da ncs.'uno: quaderni
di appunti dei C0[51 di linguistica storica, leUere prh-ate, i mallUsnitti
sugli an."egrnnllni e sull'epos germanico. Studi assai ampi rbtano
da. lare per raccogliere e intendere i documenti dispouibili cina la
biografia e l'tJpl'ra scientitica di Pt>rdinand de Saussure.
II preseute lavoro, dunque, E a chi l'ha cOI11}'iutO)
tocca solo la magra consolazione di dire che, se moltissimi putranr-o
rile"arne molte deficienze e lacune, ben pochi potranno farne i"ek-nLo
davvero cumpleto_ La speranza dell'autore, il motivo per cui, con
esitazioue, l'gli lo licenzia, e che, nonostante ogni difetto, esso po'iSill
, ","ella prefa'ione alla recente "dili,me critica del CO"" Hudolf
cita soltanto tre studi che. dopo SM ('957), abbiano Ine.""o a profitto le
fonti ntano!>Critte: l'articolo di A. Burg"r gi. qui it saggiO) d'un
giovane e ,'alente studio", italiano, Giorgi" Derassi 1". ["elenco delle
,;",.ioo;), e 1'[ntJ'O,-f",,:,,,,, "1/,, ..... dello SCl"-ente. A 'luedo ""<:uo
elenco purtrCIPpo ancora POC" si pu aggiungere; un l",voro di Hdni!7lann,
un !a,-ort> di G. Lepschy ."Il'arhitrariet (ma in la"ori posteriori LepfChl'
continua a non prend'ile in considerazione il p"nsiero di Saussurn aH" luce
degli ineditil e. soprattuttu. gli scritti pi re<"ent; dello di
E. Buysscn. e R Gode! (v_, per tntli, le al1bre"iazioni alla fine del pre-
sente ""I11mc).
riu"Ciredi qualche utilit a culoro che s. occupano di linguistica.
teorica e storica.
Xelle Solizie Il cercato di preparare il terreno a chi scriver
uoa compiuta biografia di Saussure: si cio cercato di raccogliere
e coordinare i dati gi noti (ma sp""$O dispersi e male
drca la vita pratica e prh'ata, gli studi, le rc1azioni di Saussure-
inoltn... grazie alla cortN>ia di R. Godei, di R. JaIrobson e della Bi:
bliothqlle di Ginevra ai dati noti s' aggiunta qualche notizia non
nota, e si corretto u meglio interpretato qualche datu esistente. Si
1.- jlfli fornito qualche celino sullo sviluppo delle idee teoriche di Saus_
.'un' dal JUJI!Qirc ai tre cursi di linguistica generale e qualche notizia
analitica sui rapporti tra Saussure e altri stuiosi (pp. 319-34, 347-60):
mi auguro mn ci" di vutcr contribuire a riaccendere j'atteIUione intor_
ilO a studiosi come lu-uszew,ki, )Iarty, Xoreen, veri fratelli spirituali
<.Ii Saussllrc, troppo sacrifimti nella memoria dei linguisti. Infine
p'-'1' Ilare una vi"ione sintdica di questioni che sono poi trattate spesso
piil analiticamente nel crnllmento, si i: cercato di dare un quadro
della fortuna del Crnrfs n"i diversi indirizzi della linguistica e nei
dinr"i paesi (l'P_ 334-46)_ t da auspicare che spc.:ie per qu"sta
parte vengano sl'gnalate le ((-rto nllnll'rose lacune, cosiech si possa
meglio deline;u'e il quadro tldla imlllenoa fortuna che questo
libro ha avuto in ugni terra_
Le note ciel commento hannu varie finalita, Alcune mirano &eU\_
pliccmente a integrare, sviluppanduli, rifl'rinwnti ad alltOri e fatti
presenti nel testo. ;\1011e mettono a confronto il testo vulgato con il
materiall' inedito" in "ia di edizione: note autografe, appunti di
alunni, I"Une di Saussure (.'Cc. E. per lo pin, il confronto 5i lega da.
1Ill lato all'anal;"i del lavoro di redazione compiuto da. Ball,' O
Seehehaye, d'altro lato all'analisi di molte wxo./ae quo.fslio1lt:s
((etiche e teoriche. Altre note, pl'r storicizzare il testo di Saussure,
(('rCanO di indicame gli antt'cedenti nella cultura anteriore o nelle
sue stesse rincssioni e pubblicazioni, e altresl di indicare gli
sviluppi e i mutamenti di punti di vista intervenuti tra il 1916 e i
nostri giorni.
Dato lo stato quanto mai pmblematico del te5to, il criterio adot-
tato n"J tradurlo in italiano non pote"a non essere quello della mas.
aerenza aHa struttura dei periu<ii ., al vocabolario deil'originale
francese. La fedelt sintattica stata spinta lino a riprodurre certe
incongruenze della redazione francese dei pronomi: per
il vocabolario, non si arretrato dinanzi agli adattamenti pi duri
come per_ es. sighlfi<a:.ione: chi avr la pazienza di leggere li com.
mento si render conto che non sarebbe stato ragionevofe fare altri-
menti, certo in qucsto e forse anche i'l altri Per un vocabolo,
infine si addirittura all'adattamento, e lo si riportato
di in corsivo, nel testo italiano: si tratta di parole. Anche qui
le possibili sono discusse nel commento, e anche in questo
caso il traduttore spera ehe, a conti fatti, avr il ragionato assenso
dei lettori.
Il testo su cui stata condotta la traduzione qucllo della stampa
1962; esso tuttavia stato costantemente confront.... to con la prima
edizione, riprodotta nella prima colonna dell'edizione critica del CLG
di Engler, e in nota si sono segnalate le variazioni pi
introdotte da Bally e Sechehaye uel alle successive ed'ZlOm.
All'internn della traduzione i rindi di pagina si riferiscono alla
numerazione dell'impaginato italiano. In margine al testo si s'Jno
indicati i numeri ddle pagine dell'originale francese (si avverta cbe
la paginazione del CLG rimasta immutata a partire dalla seconda
edizione, e quindi i numeri di pagina margillali si riferiscono a questa
o'a una qualsiasi delle stampe successive). I rinvii che si trova,:o
notizie biografiche e critiche e nel commento del curatore SI rlfen-
SCanO invoce alla paginazione del testo fraucese. l richiami numerici
a esponente chiusi tra parentesi quadre, nel testo della
rinviano alle note di commento.
Alla base del lavoro stanno due tipi di indagine: la. lettura dei testi
ora in via di edizione e di uua bibliografia molto estesa
e dispersa. n primo tipo di indagine non sarebbe stato possibile senza.
la generosa collahorazione di Rudof Eng1er. Per suo
tore Harrassowitz di \\'iesbaden {presso il quale appare ora il pnmo
fascicolo della critica del Cour., e gli altri seguiranno nei
prossimi mesi ed anni} sin dal 1964 mi ha consentito di vedere e
utilizzare le dell'edizione Engler. Non credo che casi del genere
siano molto frequenti e molto grande quindi la mia gratitudine.
Nel secondo tipo di indagine, come ogni altro studioso italiano,
mi Sono scontrato con il caos delle nostre biblioteche e con la ridi
cola esiguit dei mezzi a disposizione per la ricerca e l'acquisto di
libri nei nostri istituti. Se in qualche modo il lavoro stato non dir
completato ma almeno avviato, ci dovuto
amichevole di studiosi italiani e di vari paesi. In particolare ffi1 Sl
conseuta di ringraziare caldamente il dr_ F. Albano Leoni (G6te-
borg), i professori J. Baiasz (Budapest), E. Beuveniste (parigi), J.
Cremona (Cambridge), C. De Simone (Tiibingen}, il dotto W. Dressler
(Vienna), anche per ci R. Engler, il dott. Kennosouke Ezawa (Co-
XXI!
.lonia}, i pro!. R. Godel (Ginevra), C. Luporini (Firenze), Mlie Mat_
tbe Man;ellesi (parigi), i professori L. E. Rossi (Roma) e P. Palum-
bo (Palermo), la signora Inga Sfekina (Mosca), l'amico Dieter Wan-
ner (Svinera).
La Bibliothque publique et universitaire di Ginevra ha cortese-
mente risposto a mie richieste circa il fondo saussuriano ch" essa
conserva. Robert Godei mi ba fornito preziosi chiarimeuti, Roman
Jakobson ha con spirito stoico suhlto una minuta intervista su nume-
J:OSe questioni saussuriane nel coT!io d'una lunga conversazione romana.
Pi volte ho potuto discutere con Emilio Ganoni delle nozioni
di sistema e di potenzialit e della parte che esse hanno nella dottrilllL
saussunana e nella 'semiologia, con Benedetto Marzullo del rapporto
tra analisi strutturale e ricerca filologica: di questi 1.6"'(01 &r9""'I'O\ mi
sono liberameute avvalso, cosi come ho messo a profitto l'ormai
lunga consuetudine COli Giulio Lepschy e le sue acute osservazioni
a miei precedenti lavori che toccavano questioni saussuriane.
Infine gli amici Luigi Ferrara e Raffaele Simone che ini
hanno dato il loro aiuto nella revisione della traduzione e del com-
mento.
La lezioue ultima di Saussnre quella d'uno storicismo [it'"'lm-
Ed la stessa difficile lezione che pu ricavarsi d.a.1l'opera di
Antonino Pagliara il quale, quando ancura la cultura e la. linguistica
italiana seguivano altre strade. ha insegnato, sfidando l'isolamento,
che le vie della storia DOn sono necessariamente qnelle dell'intuizio-
nismo e del misticismo, ma possono e devono 'eSSere quelle del pa-
z.iente esercizio della :ragione, delia dimostrazione rigorosa, dello
auslHken nietzscheano. Dunque Don soltanto per motivi soggettivi
e privati.. non soltanto prchl': un aluu';lo vorrebbe dar prova d'affetto
al suo professore neli'occasioue ormai prossima del suo settantesimo
compleanno, ma per motivi oggettivi, per il particnlare debito che
la linguistica e gli studia Jnml<ifl;/alis italiani hanno verso di lui,
mi sia permesso di dedicare queste ricerche saussuriane ad Antonino
Pagliara.
TULLIO DE MAURO
XXIII
lXTl{Olll"ZIOXE ALl.A TERZA EI>lZIOXE
E .\DDE);DA
E5auritasi anche la secunda edizione, questa nuova, si propone
onzitutto di rendere economicamente pii! questo libro.
Xel testo della traduzione sono stati curretti errori di stampa e sviste;
lo ste!lSO si latto nel cummento c nelle notizie. l-'oich i due anni
intercorsi sono stati ricchi di contributi qui di seguito si riportano
parecchi addenda, che vanno riferiti aUe varie pagine delle notizie
e delle note.
pp. documenti saussuriani: per nuol'i testi saussuriani (ohre
quelli dei 4 voli. dell'ed. Englcr) cfr. qui di seguito gli addellda
a p. 314-1:; (Nib.llmgen sull'identit del simbolo), (ana-
grammi), 339-40 (appunti di morfologia ed. da n. ("-.odel). 346
(traduzione di !t. Simone degli appunti del Il corso), 3.50 (lettere
Ascoli-Saussure), 390 (Irammento su lxj>ression). Altri testi sono
selezionati nel L.xique de la te",,;no/0l:ie s<l....suri.".... di R. Engler
lltrecht-Anversa '969). La ra(colta sistematica della superstite
corrispondenza di e un'esplorazione attenta dci qua-
derni di lezioni indoeuropeistiche. di lilologia germanica ecc.
sonu compiti che attendono la filologia saussuriana.
p. 294: il Mllmoiu: se ne occupa "olenterosamente Cristina Vallin; in
P,oblemi di m,/odo in Fe.dina"a de S.utss...e illdottIJ/>eisla,
Studi e ""lIgi linguistici. 'l, 196<) (l'Stratto di pp. 54),
p. Whitney e Saussure: che !'influenza del primo sul secondo
risalga agli anni di Lipsia ura, Con la con5ueta probit, ricono-
sciut", anche da 1{. GodeI, Joumal de Genve. Samedi litte-
mire. 110 ('l-Il maggiu 196.'!).r4.
p.. F. Braun: nno dei due scolari russi che seguirono i
pari!:ini di Saussure era. Braun (Fdor). ne a Saint-Peten;boorg
le juill..t 1l\62' (Flenry [965.44): ..rodite nutizie Su di lui,
nato e "issuto in !tussia COnte germallista. passatu
poi a ,'h'ere in Germania, dO"e mori nel COln,' slal'iata ...
col nome di Friedrkh, sono state raccolte da G. L"'p"chy, COII-
t,ibllio u/l'jdnttificasione degli ascoltalo,i di Sallssf1.e a Pa,t/il:
Bmull.' Studi e saggi linguistid "
pp. 314-1;;" studi sui ..... ibel.."ge": come nei quad..rni sugli anap;rammi
anche in qut>Sti mS sanssuriani vi sono importanti osser\"uioni
d'indole generale: per es. in ;.15. t, 3951\/4, pp, s" di copertina
e l si legge ilteslo che, per l"evidcnte interess.., si pubblica qui:
- La S<' compo.e !lrie dc .ymbole. dan.nn """" Il Pl"<'-
ciser.
- Ces srmbol.,., sans qu'H.. s'en dontent, sont .oumi. aux memes
,"id."ltud"" et aux mme. lois que tont.,. 1"" autl"t.'S sri.... de .ymholes,
par exemple le. 'l'mboles qui .ont l.... de la langue.
_ Ils lont tout parti" de la sfmio/ugie.
_ Il n'l'a aueune Il .upposer qDe le 'l'mbolc doivc r""ter
!ixe. ni qu'H doi.." varier indliniblement, il doit prohablement ..arier dan.
certains limite.,
- L'ld"ntil<' d'un ne p<'ut jamais et.. lix"" dcpuh, l'in.tant
nil il est 'l'mbole, c'e.t_ll-dire vel"5 dans la ma""" "<>ciale qui en lixe Il ,'ba_
quI.' in.tant lo. valeur,
Ainsi la rulle t'est un symhnle . Sun lDEKTlT l""mble cb.".
tellelIU'nt l.angible, et pre"'1ue ridieule pour mieu" [""...urer! rnn.i.,, en
ceci: qu'elle il la lonnc t'; qn'elle 'e lit z: qu'dl," est la h'ttre nu""'rot..
Iluittime de I"alphabet; 'l'l'clic est appelli" rnj".tiquemcnt .ann, anlin
quelqlleloi. qll'dle e..t cit"" premire- dII moto
Au bont dc quelque temps, . _ .ll. est la IO" de ralphabct. mais
iri Mjll ELLE commence Il .uppos<:r uni t". O est maintenant l'identlt,
On rpond e'l Il''nl'rnl par .nurire, san. communement remarqner la porte
de la chnse, qui ,"a 11. moin. que de dire 'l'le luul.J.....
bo/t. nnr lois lanc" dan. la ,'ir"n[atioll - Dr ancnn .ymbole n'exi.te
pa.u '1,,';1 ,.</ lanr" da'l' la drculation - est il. !"instant meme dan. l'in_
..apacitl' a1Jsolue de dire en quoi SOl! identit 11. l'in.tant
C'est dan... ""prit gl'nl'rale nou. abnrd""" une 'l'R'''ti,,'' ,l, l,'gelltk
que"'onqu,", pan:" 'In.. chacnn . c.t un symbolc dont on
penI "uir ,"arier - exaetement eotnme ponr la rune _ a) le nom, I la pO'li.
tioll d,," nul"", r) le - dlla londion, les act.... - /1:_,
"i un num cst transpos, il peul qU'uue parti," des a"te. sont
l''''';'', et rccipwqucment, ou qu," le dmme toni .. pilr un acri_
dent de ce B"llH.
xx'"
pp. ,}l5"16; gli anagl"ammi: la questiooe uon ha cessato di solleci-
tare le attenzioni soprattuttu dci critici letterari: 1- Starobinski
ha continuato nella benemerita attiviL'l. di render pubbliche note
di S. in proposito, in dne articoli Les ",ols So,,"" l.s mots: kxtes
inUi15 aes cal,i.,s d'anagrammes de Fe,dinand d. Sal<ssl<re, in To
HonGl' Ro>""n JakobsGn. Essays on Ihe ocmsio" of his Snlenlirl1,
Birl/,d",'. L'Aja_Parigi 1967, pp. 1906-17, L. no,", ctu:ht. Te:rks inl-
d;ls des caMer< d'anagramme. de F.d.S., in l."analis(tkllin-
guaggio teologico: il nomr di Djo, Ruma 196<}. pp. 55-70. Dai ati
raccolti da Starobinski e dai ricordi di L. Gantier. allievo in quegli
anni vicino a S. (clr. pp. 312, 3zl. 325). sembra che la ri_
Cerca sugli anagrammi si sia protratta anche ultre l'estate del
H)08: L'tnde des versificatt'urs latins modernes le conduisit
s'interesser anX laurats du Certamen HoetHianum de l'Aca-
dmie de Amsterdam. 11 "tndia de prs leS pomes latins de Gio_
vanni Pascnli, plnsienrs fois conronn ce concnnrS: ceS textes
paraisscnt nettement reconrir au procd de l'hypngl"amme.
A nna date que M. Lopold Gantier sitne verS la fin de 190
8
,
Saussure crivit a. peur lui emander s'il a"ait utilis
consciemment cette mthode de compositiun. La lettre demeura
saos ,ponse. Saussure prit le silenCl.' de Pascoli punr un dsa,-eu
et abandonna 11'5 angrammes . Nel POT!"'-' fine alle ricercbe pi
che le reticenze di !I1eiUet avrebbe pesato il del Pascoli:
su ci insiste anche A. Rossi, Gli anagram",i di Sau55urc: Po/d/u,o.
Btu:h c PllScoli, ,Paragone--Letteratnra. 19, in un
articolo in cni, come gi si rile,'ava dai testi e dalle nsservaziuni
di Starobinski 1<.164.254 sgg'O !Ii sottolioea che l"idea della' con""-
cutivit e Iinearit dei segn linguistici trova le prime attesta-
zioni nei, quaderni sugli anagmmmi.
pp. 336-37: fortuna di Sau"ssure in Francia: sulla circospezione di
Meillet oei confronti dci CLG, sull'incomprensione di Saussure
da parte di 'meillettiani' come J. Vendryes. Cohen, 111. Lejeune.
sul lento accostamento di E. Benveniste a une ,,-pprciation
pleine et positive de la pense sanssurienne., cfr. G. Mounin,
Sall ure 01< le sl'lIc/u,alist. sans le sa"oi', Parigi '968, pp. 7
6
-7
8
:
per osservui<>ni C. Lvi-Strauss e sugli '_peu_prs journa-
listiques' di R. BaTthe;;. ivi. pp. 79-83.
p. 339: Saussuree Bloomfic1d: in realta. il C'.G fiRura oella biblio-
grafia di La''liUllge, s. v. DE SAUSSL1RE: l"errore (indicatomi gi.
gentilmente da E. Coseriu) seRnalatn anche da una lettera pri-
vata di R. Jakobson. che aggiunge un'importante testimonianza:
You committed the Same EUTOpl"an {Ilistake aS Sommerfelt in
his revie'" of Bloomfield's I_angutl". i. quoted in -the
tist of BIoK,mlield's refen'HC"" but in tb., ,\merican ",ay, under D
(de By the "'"y, in a cunversation with me, Bloom_
ficld mentiollt'd, amnng the four ur fi"" wurks which haci tne
greatesl influence on bim, jusl Saussure's Cou,s. (lettera del
4.3. 1968).
l'p. 339-40: Saussure tra gli anglofoni' un prezioso strumento, negli
USA (e aoche fu"ri, ovviamente) A Gene,'a Sellool Read... in
Lincuislics, ed. R. GodeI, B1uomingon 1969 (dove da segna-
lare l'ediziooe dell'iotroduzione a un corso di morfologia tenuto
da Saussure proh. nel 18941. Come noia autorevolmente Pau]
L. Garvin, ,\<!r>deralion in Lingui.ti" rlleory, Language Sciences.
'l. '9]0. pp. '-5, a p. l, la linguistica americana passata da nn
estremismo all"altro: e se ieri. in nume della modernit, Saussure
veniva if:norato o respinto ironicameote Cume mentalista e non
bloomfieldiaoo, oggi, sempre in nome della modernit,
cssere ignorato o respinto ir-onicamente COme non chomskiano.
Che Chornsky abbia presu le mosse da una reviviscenza in Ini,
bloomfieldiano per furmazione e per diversi persisteoti aspetti
teorici (cfr. K. V. Teeter, io anguage Sciences. 7, 1969.1 sgg.I,
di nna problematica saussuri ..ua, pare indnbbio' cfr. le analisi
di cii, in X. Hu,,-et, ]nlrr>d..cti"" ti la gramma;re ginrtl/;,'t, Parigi
1967, e F. Antioucci, a X. Cbomsky. Le strullu,e
della .;"tassi, Bari 1970. Ancor pil di qnesti suoi esegeti (pur
sempre preoccupati di sottolineare l'uriginalit del capOllcuola,
pinttOllto cbe la Sua ambientazione storico-teorica). talora
esplicito in proJ'O"ito In stes....o Chomsky. Si veda ad esempio
\'introdnziune al saggio Formai P,vperlirs of Gra>ll>llars. cap. XII
di Handbvoli o/ ;llathematical Psvellololi"" ed. R. D. Luce, R.R.
Bush. E. Galanter, Xe", Yor:k ,<)63. trad. ita!. in for-
mnle del Torino 1969, pp. dove Chomskr
scri,'e (pp. '74-175 della trad. ita!.) . 10 un'upera che ha inaugu-
rato l'et muderna dello studio dd lioguaggio, Ferdin'l-nd de Sans-
5ure fece una prima fondam...ntale distinzione tra cii! che egli
chiama"a lang"r e !,fm>le. La prima io il sist",ma grammaticale
e semanliru rappresenta tu nel lerv..no del parlante: la seconda
l'e/fetth'a emissione acustica dai suoi urgani vocali e l'immis_
sione oeH" "ne orecchie .--\ltri aspetti dello studio del lin-
guaggio possooo e..%ere a/front"t; sultanto. in base
a una descriziooe della f<"'Ii'u, Q u "s t o .. ; l P u n. t o
;-';:X\'1I
di vista generale al,lavoro
q u i c i i n t e r e s s a. Talvolta stato nitkato - e persino
respinto in blocco - come' mentalistico ',Tuttavia, I e a r g 0_
mentazioni che sOno stat" avanzate a di-
fesa d,' questa valutaziune negativa del_
l'orientamento saussuriano di fondo non
sembrano La nootra diso.:ussione si
discosta in due modi da una rigorosa concezione saussuriana.
In primu luogo, non nulla del lato semantico della IlItI{;;l<e
rpalese el.me"to di CM.linuil col bloa"'/ieidismoJ- In ,",condo luogo,
la l"nilu, d..ve essere rappre5Cntata Come un proce>;so gene-
rativo basato su regole ricorsi"e. Sembra che Saussure cnnside_
rasse la IIHlliue come un deposito di .""gni. DI consegul'11za, egli ...
fu costretto a condudere ch" la formazione di fmsi fondamental_
mente una questione di pUNir piuttosto che di la"/iue ["'/I cfr.
;n proposita qui la n, 251]. Pllrtruppo la benefka intluenza di
Saussure su Chomsky, alrnena finom (lo studioso americano
ancora relativamentt, giovane), non si spinta fino a fargli per-
cepire la iodispensabilit dci riferimento al SenSo e della' costru-
zione d'una teoria ilei significato ai fini d'una completa analisi
formale della competenza del e della sintassi di una
lingua, n gli ha fatto a,'.'ertiT" l'esigenza d'noa prospettiva St'-
miologica generale entro cui la te<)ria della lingua. l'na
larga e penetrante utilizzazionI< delle twrie di si ha,
oltre che in quello del Robins lora tradotto in italianu. Bari 19(9),
nell'c<:cellente manuale di J. Lyons, Introduci;"" lu Tlreard;ca/
Li"l!u;slics, Cambridge 1968 (in corso di stampa la trad. ital"
Bari 1970)'
p. Pa"si di lingua spal{l\ola. larga utilizzazione di Saussure e
ter:>rie di derh'azione saussuriana n..l monumentale manuale di
F H.odriJ(uez .-\tlrados, U".'f!Jfsl;c/J es/,uelural, z "011., )ladrid
1q6Q.
l'P' 36z. Saussure nei paesi di lingua tedesca' significath'a l'ap-
pariziune di seconda edizione della trad tedesca del eLC;
,-\ufl mit nl'uem ]{egister und eincm Xachwort ,'''n Peter
von Polenz '1, Berlino 1967.
pp. 3014-45: Sanssurc e i Praghesi: sottolinea le differenze teorich,'
etl .pislemologich", le discontinuit tra Saus""re e JakobS<l[l e
Trube<:koj F. Lo Viparo, 5m"'Sllre e lo s/",I/UrOliWIO pruKilese,
.-\nnali d'-'l1a Facolt di )lal<istero tli Palermo., 1970.
p. 34
6
- Sau.sure in-Italia:. n1lzo" grossolano. , a giudiziu di lino
P"", lingni.ti italiani, il C""lrs di F. de Saussure.
.\ella riVISta. Paideia. V. Pisani scriwva (Profilo sto..ico della
(i"guisliw madt.""a.. p" 21, 1')66, pp. 297'301\, a l'p,
I A qualcuno di nOI la posizione preminente data [d" Leru\'l III
de Sau5Sure . pui, apparire ecc"ss;\"a in certu modo
della pruspettiva. . J E qui vorrei anch,- ricorriare il giutli2i"
dato. mi par", da C"uce (ma non ric><co a ritrovar dov,') .'ul Cours
come di un libro rozzo e grossolano o. Xon ,'ogliamo qui
le opinioni dello studioso di ;\1ilano, ma 5010 esaminare un aSJ>l'tto
del problema rapporti Croce-Sau>il<ll1"e.
il Croce ebbe certamente lll'tizia d"lI'esistenza di "aus.,ure
J;: ben vero che nel rino indice di l. '. editio ne "arielu." del';
o!,ere di B.C, (.\"apuli 191M) del cumpinnta Fausto Xicolini Il
nOme di Saussure oon compare mai. Tuttavia multi ricurtlan'l
che Saussure stato men:zionato almeno una volta dal grand,'
filosofo napoletano, e prl'{;isan"'nte nella al libro di
G: .\"enci,mi (Idealismo e rtulis"m nella del li"l:"ag/i;o.
FIrenze 1946), che, Sullu "alur" e l'ufficio ddla "'''1:'';_
s/;(:/I, rlapprima nei. Quaderni della Critica. 6, 194
6
.
Jj-37, poI 10 l.el/ure d; poeti, Bari '4.iO. In essa si legg"
(I Quad., p. 34)' Il seaso di 'ri<lenti e' fUl'(gitivi' non reso
da. nessun vocabolario, perch si trm'a solamente in qud "erso
e 10 quella canzone del uopartli. Ci;' an""es.,,, per pilcifico, ne
consegue che ugni indagine della parola. della 'lan!l:ue
l'n el1"-rnm... et pour el1e-rneme' (com.., dic,' il De Salls.ure e il
Xencioni ripete). non riguanler l'e,;pre,;sione r"ntaslica, musicale
e poetica che l'uniea realt del linguaggio, 111a qualcosa che
non il linguaggio, e che fuori MI linguaggio, " elle altro dal
[. Che Cosa snno dunque i singoli vocahuli, og_
getto di tah 1Il"estigazioni? l'arul<> '. a 'lire prUprialllt'nte, no.
o tnll sultant', per modo di dire corrente, : .. l Ho proposto, "
Tlpro,:",ngo, di chiamarli' "'KJli': segni f"nici, mimici. grafici o
comhmatl trn loro, o e"me altro si <'n1l111erinu l' c1assifichinu ".
Unte le usate in questo testu cmciano, la men-
zione di Saussure ha tutta l'aria <l'esser fatta di seconda manll,
D""' dunque il pas.;" che il Pisani mn nun sa .1i. d"ve ?
Sfogliando gli indici dei ,'olumi crociani, si trova un altro riferi-
,,:ento Saussnre. In una nota di non molto posteriure al 193
z
,
nene npurlato un dnro gindizio Leo Spitzer, in occasione
della pubblicazione della Sill"gt ling"isli{;4 .. , Ascoli (Turino
19Z9), aveVa dato /in Fnrschungen. 50. 193
2
.
XXIX
I47-53) della linguistica italiana. A dire dI'no Spitzer, dopo
la linguistica italiana non av",-a prodotto (3 parte le teone d,
Croce)-_ niente di importante e nuovo. come cm _m,vece
in Russia con Trubcckoj l! Jakobson. in 'Francr.l con
l." Meillet ccc. Croce dta le parole dello Spitzer e. um esse, li nOfil'
d; Saussure (Pagine sparso. vol. II, Bari p. .
S . pens" al fatto che nella biblioteca dI CIuee (come nsulta
d
. e s'accertamento cortesemente s,'oltuvi nel 10;167 dal dotto
a un . '_\"\ s' sarebbe
Piero (raveri) il CLG parrebbe non esser mal es'" I D. -,
tentati di escludere che il passo crociano dal nostro
.. .. ''10 E tutta,:,a il esiste (ed e stato rcpe-
Plsam sIa mal eSlS . ....
rito da un valente studioso belga, M. Dene<:kere, che sta pIe:
d
,,n l;l.vom sulle idee linguistiche del Croce). SI
paran o un ,. f
tratta della recensione alla prima editione della ran-
cese del fortunato libro di W. von ProbUmes
Ihodes de la linguislique (o Quaderni della CrltlCa' 8. 1
947
: pp.
82 rist. in N.wo. PalIi.... sparse, Il. Me/odologia slorlograjifa.
su libn' nuo"i, :\"apoli 1(49). '.
Parlando del volume del \Vartburg, il Croce scnveva.
, m io e di d che ho ..,ritto sui cOll<ctti
lo lo pr<!ndo In ese p . '. i linguisti :'oli restringo
della Ling"i.tica, che sono deb,,11 e conlus, presso .
" '." Pa 6'. ;>;0"0 oprons a..cc SauSliUr-c un...
alle paglOe lOtrodutt"e.. ' . -. g. "." "
l d'une part et c ang ,
distindion S<!.. he enlre la a n g u e . I I paTOI,'
arole de l'autre parto La langue est un r a i t o o e l a .. ' ..., .
, ,., indi"iduel. ad es
est un al l l ene se bome
senti ... l ... conslitueun ,-aste tO"t: aparoe,., sert
' f ible partie de ...et ensemble dont elle se
il "..oquer une a . ane et stricle-
urre roduireuncontenudeconsclence moment
p<J p. d'.' d e l Le sottolineatu"" sono mie. Cosicch l'uomo che
m e n t l n " l u." '0 ma ne traslerir-cbbe qualche peno da
parla non creerebbe II , dalla sodet) E la
una massa esistente ["Ori d, lUI, e creata da cbl. Fors .
societll. non si componc d'indi"id"i' l'autore Ipp. g'!!. me7"
la parala ane dipende"ze dell.. societ, con questa sentenza . La paTO e.
si nons faisons pr<wi""irement abstraction dn monologue., pr""nppos:;.
. quell'intercalato. se' SI "dnce"a a tre.
mOlns deuo< personnrs., e con onolo ma dial"go _ .
la parola, se si la astrazione dal monologo, non m g . a filosofica
Ora all'aut,,,e che;' nn linguista e non ha lo. e la pratlc .
' . d te di domandare' che CO"" Sia,
dell'analisi dei concettI, nl'n ca e 'n men ..
dO"e stia, come sia nata. da chi sia stata creata questa linl'l"a da CUI l
lanti prendercbbero qua!ch... pezzetto fuggevolmonte. Se SI que
sta domanda se avesse ."cuito dan'cro questa llldaglOC. "",eb l n.""".
, h la l' ua non" aluo che un .n.'
sitll. pervenuto alla conseguenza c e Ing .. .. . h la
foggiato dai grammatici, e so"" realtll. ""no gh met,,,dul c e par no
" inccssantem,'ntc parole .. linguaggi". .... questo 'n.' ,<JI;a"is
la lincua] una realt eh e appunto il fine per il quale esso
fn 10flgiato, dapprima <1idascalicu-e.tetico " 1"'i di interpretazione slonca,
cio dd vario senso ddle paTOle c delle alhe lorme del dir-c; cose cui a volta
a volta si nleriocono la storia del costume o la stona dclla civilt!!.. }fa questa
condusinnc e predn5a al ling"ista, c il Sa"ssun', che ha pnsto lo. lingua
cnme il fatto e..""nziale e primario e il linguaggio come lug<:""'ole e &CCon_
dario, ha anchc, pari roz"e ..... o innocen.a logica,
stahilito un'""",,luta distinzione tm sincronia c .diacronia del
simultaneit e succcssione, descrizione del pr""""te lingui.tico e stona del
pa.ssato: quando gi da quaranta e pi anni l'intelligente linguista Her-
"'ann l'aul ave"a ammonitu che lo studio ddla linl'tua e sempre studio
storico (pp. 7' 'l.
Il Pisani <l''''','a dunque ragione nl.'! rammentare, sia vaga-
mentr, 1m giudizio di Croce circa Sau""ure. Si noter
per, per esattezza, che il Saussure criticatu dal Croce e quello
notofi(li attrav...rso \\' von \\"artburg. il Saussnre della vulgata
!>au,""urian<l, piuttosto che il Sau""ure a"t&ntico del CLG. libro
che il Croce pare non aver n,ai letto.
Xei tre anni intercorsi tra la prima edizione di questo com-
mento e oggi. si pu in complesso osscn'are un not'-'\'ole avanza-
mento della COnOscenza e della pr...senza di Saossure in Italia.
Tra gli episodi pi significati,i rammenteremo le r&ensioni dedi-
cate all"ediziune critica di n. Engler da C. Segre, Strumenti
critici. l, 1')67'437-4'.3, 1969.58 (e di C- Segre forte l'interesse
scmiologico, ancorato a una problematica di ascendenza sa05-
suriana: dr. l segni. {a ail,-ca. Fra sl,ull"'a/ismo semiologia,
Torino 196<}, pp. 37. ]8.4:,>,61, 6l, 64. 691, Y. Pisani, .Paideia.
l3. 1<)68',H5-77, G. Lepschy. Studi e saggi linguistici. 'l, 1969.
ll6-18; la pubblicazione di e-;tratti del secondo corso di lingui-
stica generale a cura di R Sinwne, .11 cannocchiale., n,s., nn. 5-9,
pp- l55-7l (i"i si annuncia una integrale traduzione degli appunti
del secondo corso. presso l'ed. l"baldini di Romal. la crescente
utilizzazion<; di da parte di studiosi di estetica e filo_
sofia {R. Barilli. G. Derossi. E. Garruni, E. }Ielandri. G. Mor_
purgo Tagliabue, F. Rossi Laudi ecc.); l'eccellente utilizzazione
di Saussure. alla luce degli studi pi recenti, in la"ori di carat-
tere (dovuti a giovani e giovanissimi studiosi) come
G. Cadoma, Linguislic" Roma 196<;1, R. Simone, Pic_
dizi01U1rio ddla linguistica Torino f'l69, A. Var"aro,
$I"'i.. , p,ob/emi d.lla linguistica .. , nuo"a edizione,
Xapoli 1'}68. Ed interessante che tra i chOluskiani italiani l'iii
XXXI
giovani la lezione di Saussu..e (e HjelTIls1e") stenti ad andare
perduta: cfr. la 1nJmd"zirme di F, (pp. \"Il-XXXI) .01
N. Chomsky. Le sl...II..,e della sintassi. Hari 1<170. 1.0 .asaussun-
smo. l'ronico della italiana ha ormai i giorni
pP, 347-48' la semiologia di Agostino: cfr, "ra su tak argomento il
preciso lavoro di R. Simune. S.... i"/ugia ago.''''''''''''. ,La Cul-
tura. 7. 196<).88-117.
p. 350: Gabelentz e l"oriKinalit di Saus.sure: Une e.xc.eption preso
on ignore la parent trh troite existant entre l<ke.. de F. de
SIIu."Ure et celles de Gabelentz " "rive li. C'>5Criu, p. 75 del suo
articolo Geo.!; rt /a lillgui<tiqr<" '.\nchr"'liql'r. ,Word.
23. 1967.74-100. l'eccezione sarebbe la distinzione tra lannue.e
di cui a\"evano scorto la derivazione da Gabdcntz g,
L. Spitzer. A"fsiil:;r "'r ,o"'ani<chr" S\nla....md
1918. p. 345 e }',rdan. Pnrtroppo al Coseriu sfngglto che altn.
oltre Spitzer e Iordan. avevano consutato la mcclesima parent.,]a
(v. p. 3501 e, soprattutto, che. con diver-a penetratione
e intelligenza. L, Hjelmsle.... 6n dal 19t8, ""'C"a indi... iduato la
parentela tra Saussnr" e Gabclentz (ma Steinthal e
boldt) nella distinzione tra far m a " SO" t a n z a, che e
la matrice analitica. il teorema di cui la distimione
semplice corollario (v. p. 350). Xatnralmente, al Coseriu
non sfngge la radicale diversit di impianto tra CI.G e Sf'rad!-
wiS5ensdafl: Saussnre est plu, systematique que Ga-
belentz. Au""i n'arrive-t-il pa!! .au" conelusion.. que
Sanssnre tire de certaincs p"misses identiques o u p r e s q Ue
[spazialo mioJ, Deu>'imement, S.. dfinit prcsqne toujours <,,,pli-
citement les notions essentielles de san systeme. Gabelentz, au con-
traire. se limite souvent emplo)'er des distinctiuns dej;\. rceon-
nues par l'usag" lingui5tique allemand. :\Iais. surtout, il man-
q lIe a Gabe\entz la notion precise de fonetionnalit et d'oppa-
sition .. li ne parvient pas la notion d'opposition disUnctive.
On ne trouve rien chez Gahelentz qui puis"" etre compare a la
!lC<:onde partie du CLG (linguistiqne synchroniquel et, en parti-
cnlier, an chapitre Sllr Ics identits et les va\eurs lingnistique, .. ,
(p. 911: .On concedera que Ics idees de Gabe\entz ne restent
san" modiflcations chez Sau,,"nre, Ce qui en Gabelentz n'talt
sonvent qu'intuition ou meme. parfoi'. obsen'ation marginale
dev,ent chez Sanssure thc"" e"plicitement formulee. parlie d'un
svstme ... ' (p. 9'1). Con questi ""serti (o.eriu segna la dille-
di statura tra Gabe1en tz e San'su...... da nna parte un egre_
XXXlI
gio studioso come Gabelentz. che si rendeva conto c0l1 molto
buon ..en..o delle differenze tra patrimonio collettivo e Uso lin-
guistico indi'idnale. tra descrizione d'Una lingua in una certa
fase e descrizione dello sviluppo di tale lingoa. tra storia delle
forme e fnnzioni d'una lingua e storia della cultura e della civilta
(distinzioni !:>en prcsenti in tanti altri studiosi dell'Ottocento in.
"ocati come pre<:UTSori di SallSSlLrc: v. pp. H7-55), dali'altra
parte I"uomo di genio che, coo ben pochi altri (Pcirce, .'\oreenl,
adempie alla necessita a'una sistemazione formale di ci che i
migliori studiosi a"t'vanu av,'ertitn come esigenza intuitiva, e
trasforma il buon seoso in scienza, Sembra pertanto non giusti_
ficata l'utilizzazione che degli studi di Coserill viene fatta da
v. Pisani, Tec. a questo commento Paideia, Z2, 19
6
7.377-7
8
,
n. 3. quando scrive che, tra questi feticismi o;aussuriani , " ';;'
rassegnazione a lui [a SIIU....''';. come inventore, di teorie che si
trovavano gia nel Gabelentz e che il linguista ginevrino ha fatto
sue: cfr. E. Coseriu. G. lo'. d. Gllb. , la li"l:uisliqur synd,oniq"e.
da apparire nei .\1<1.1"'181, che ho potuto vedere in ma-
noscritto . A ogni modo. s'Jli rapporti Saus.ure-Gabelentz, prima
di Coseriu, e dopa Hjelmslev e altri. hanno speci6camente richia_
mato l'attenzione gli Zwimer e Rensch (p. 350). In propo..ito.
con equilihrio e precisione. R. Godel cos ha scritto (F. de Sa".-
et le< dlbW< de la Ungtlisfique modr'1I8, in Srm<li1l8 d'lll'des
Genvr 1937, Aarau 1967. pp, JI5-24. a pp. 116-'7): ,Parmi ses
precurseurs cet gard [si"",,.Dnill-diacroniaJ. 00 a parlois cite
G. von der Gabelentz. L'an dernier encore, dans le revne Phllne-
licll.. un certaio R. H. Rensch a fait remarquer que dans son
Iivre, Sp.achwissenscha!1 ecc. von der Gabelentz avait separe
et oppose 'a,'ant Saus>;ure' di...prachgesGhichlliche et dir
sp.achlidle Forschung. OD peut d'ailleurs signaler d'autre. concor-
danees. Suussure. ne l'a jamais cit; et, dans une note de 1894
[dr. S.l[ 33J il <:rit qU'il a acquis depuis de nombrenses annes
la convinction que la est une scienee double (c'est--
dire s)'"Ochrouique et diaehroniqne), ce qni serait un mensonge
s'il avait pris cette ide dans Un livres peine tmis anS auparavant
[in rffrlli. cf. q"i. Il pp. :l97. J04, I. tr.limonianze circa le
ddla difft'rlzo. "a lingwi<licll. "alic" ed et'ol.. tivlI .isll-
18111i III :\Imoire. lilla lesi r II/I., ln;';",i pari,;ine del r88r, ce qui
enlve presqne tout son intrH an problme des sourees '. se-
condo G. Mounin. Sa...." t>U /e .I,wcl".ali.t. SlIns le <al'<l'.
Parigi 1968. p. 46:. Dans ce cM et dans d'autres. 00 doit se bomer
eonstater une coneordance dc "nes. san. parler d 'inflnence ou
XXXIII
de dpendance. tait d'ailleurs trs scrupuleux Ce
point: il n'a pas revendiqu la priorite pour la dcOllverte. qu'il
avait fait a\'ant Brugman. de' la 'sonante, il a "ouvent
reconnu sa dette l'gnrd du linguiste amricain W. D. Whitner,
et marque une l'stime particulire pour les linguistes de l'cole
de Kazan, Bam\ouin de Cnurtenay l'l Kruszewski., In verit,
piu che da presunti. feticismi _. la questione delle. funti. di
Saussore pare viziata dal credere che I"ori[':inalit di
stia nel1'enunc.iazione di questu " quel particolare punto di vista,
un credere che non certo da condividere. Sao"sure nella
conversazione con \{iedlinger d..! 19I.T9Q9 qui riportala (p. 320),
autorizza a rifiutarlo dkendu: La thorie rloit tre un
'lussi serr que la langue. La est le point difficile, car ce n'est
rien de po,er il la l'une de l'autrc des affirmations, des
sur la langne: le tuut est le cuord')nner l'n sys-
t m e.. Ancora una volta dobbiamo al fine spirito meditativo di
R. Godel aver sce\'erat ed mel';lio di tutti il senso, il
movimento profondo d..! pensiero di .On est en droit
de parler d'une linguistique saussurienne. Si cette linguistique
s'insre dans un courant d'ide' dout Whitne)' et Winteler sont
le.' premiers tmuins, elle n'est pas moins uriginale. Plus que
tout autre, Saussure a eu le souci d'approfondir les problmes,
de dgager l.,,; principes d 'one vritable sdence du lhgage, non
subordonne la psychologie n; bome l'tude historique, et
d'ordonner 'ces princip,," l'n une axiomatique rigoureuse. Ces
proccupatioas sont ce)les d'un ""prit philosophique ....
p. 350: Ascoli.Saussure. per i rapporti per,onali tra i due cfr. le
tre lettere di Saus,ure a Ascoli, e la lettera di Ascoli a Saussure,
datate 15.10.1894, 23.10.1894, 14. .1.1895 e. prob" dicembre 1894,
originate dal congresso degli orientalisti di Ginevra, di cui S. fu
segretario (p. 313), e accumpagnanti un cortese scambio di ri-
tratti cfr. D. Gazdaru, Co...sfJotukncia Fd,S.-G.T.A" in Con-
trol'e,sias docume"tos lingUisticos, La Plata 1967, pp. 179--94.
Tra le carte De Gubematis nella H. Xaz. di Filenze A, Proooo_
cimi segnala cortesemente una Lettera di G. L Ascoli al ne Gu-
bernatis, dd 1.1.8,1894, in cui si le'l'ge:. n 26 san', a :\lilano, donde
vi risctiver, ma temo di non poter a Ginevra se non il
3. Il [segreto De (aggi .."la SOl'Mpposta): Sau,surc mi scrive,
eSSer probabile, ma non sicura, la costituzione dclla sezione lin-
guistica, e' la lingua italiana esser tra le officiali del Congresso,
ma che in fondo gradiranno se parleremo in tedesco (, in fran-
XXXI\'
cese. Risponde cosi. e con molta affezione, alle interrogazioni
che io aveva avventurato, senza sapere a qual persona mi do-
vessi ri\olgere. t egli lo stesso [De (aggiunlall Sau,sure che
insegna a Parigi? '. slentre A. sembra aver conusciuto S. solo
nel 1894, S, conosceva per fama e ammirava il liuguista italiano
sin dai tempi del JUmoi,.
pp. 361-62: il catalogo della biblioteca di Saussure non cO,ntiene
di tutti i libri effettivamente posseduti da Saus,surc C
restati in possesso della biblioteca di Ginevra; come cortesemente
mi informa R. Gode!, alcuni libri il timbro della biblio-
teca di Saussure) sono pas..ati nella bibliuteca di Ch. Bally e
con altri libri di Bally sono poi entrati nel patrimoniu della
biblioteca universitaria di Ginevra: sarebbe quindi utile una
piccola ricerca che appurasse quali sono i vnlumi in questa si-
tuazione, in modo da integrare quanto sappiamo dal catalogo
del fondo Saussure e ricostruire megliu la fisionomia della bi-
blioteca Saussure; la questione particolarmente rilevante per
la Sp,och,,:issew;du.ft di Gabelentz: l'edizione del 1891 (colloca-
zione FL 12076) fu effettivamente pooseduta da Saussure, e
pass poi tra i libri di Ballr.
pp. 379-80, n. 40: molii e objet: un dotto Bcrke \'ardar, di lstanbul,
in una irritata lettera alla I Quinzaine littraire. n. 57. 16-30
setto 1968, purtroppo senza conoscere gli argomenti a
dell'interpretazione qui ma conoscendone solo la sche-
matiea conclusione (attraverso un'intervista della stessa I Quin-
zaine. n. 51, 15-31 maggio 1(68). rifiuta l'intt'rpreta.lione stessa;
a suo avviso occorre senl..a dubbio. restitoer ce temlt' :o"jell.
50n SellS moins rvolutionnaire. qui a eu cours jusqu'il nos
joulS panni tous ceux qui ont etudi lt' fondateur de la lingui-
stique moderne., col di vedere in Saussure uno studioso
esclusivista, privo d'interesse per tutte le manifestazioni lingui-
stiche che non siano il sistema linguistico, e, naturalmente, uno
studioso che si contraddice, S<Juohneando, lui presunto esclusi-
vista, l'importanza della linguistica esterna, il primato della du-
rata,l'interesse deUa parole ecc., cbe , in effetti, non solo a lstan-
buI, l'immagine di 'Sau,"ure vezzeggiata o aborrita. parmi tous
[o quasi] ceux qui ont tudi ecc.'. :'\on aderi$Cono al rifiuto
del Vardar, ma all'interpretazione qoi proposta I, Baumer, CFS
:::4, Ig68.88-89 (che riporta la distinzione tra molih. e "bjet alla
distinzione scolastica tra "bjectum "raferiole e objeclum for",ol.),
R, Engler, ree. a questo commento, ,"ox l{omanica. 196<),
XXXV
p. 16 dell'estratto, R. GodeI. ThloYie de la phrast. in l.a si...tassi.
Alti del Hl wlII'egllo del/a S'ocieli! di Lillguistica lIalia...a. Roma
1970. pp. 11-41. a p. 48. n. l5.
pp. 385-89, n. 65' la collocazione formale del principio dell'aybitYaiye
du s;/ine: secondo G. )Iouoin. Saussure ou le slrueluralisle sans
I. sa,o;,. Parigi 1968. p. 5l l'interpretazione che questo commento
d. del CLG a bien montr que la thorie du signe commande
la notinn d.. systme (Corso. pp. 333-334) qui commande celle
d'Hat de langue. donc celle de- syncronie et de diachroni".;
anche R. Engler. re<:. a questo commento, Vox i{omanica.
1969. estratto di pp. 19, accetta, con pieno consenso. die Be-
tonung des ahstTahierenden und formalen Charakters er saus
sureschen Spraeh\\'i""ensehaft,, e al:l::iunge che la presente In
terpretation hat den Charakter einer Oflnung. (p. Il dellestratto.
e cfr. anche la conclusione della recensione): anFhe L Baumer,
ree. in CFS l4, 1968}l5-94 a p. \lI a,,"erisee il est incll'niable
que. De )[auro russit donner une ide plus exacte de
l'interpntration de la diachronie et de la synchronie . Ora.
alla base di questa interpretazione d'insieme dci CLG sta il prin
cipio dell'arbitrariet, o meglio l'interpretazione che qui (sulla
scorta di GodeI 5.\1, di )tartinet 1957 e Prieto 1(64)
ne stata data. l caratteri di questa nustra interpretazione che-
paiono positivi a )lounin. Engler e Baumer dipeodono diretta-
mente dalla collocazione che questa interpretazione conferisce al
principio dell'arbitrariet, collocaziune che. cume Saussure stesso
ila scritto, quella di primu '. Come nel commento
e neU'introduzione (pp. XXIY) si mostrato, la nozione di lingua
Come f o r m a, l'ioterconnes.sione della lingua cosi intesa con
le nozioni di i(jiosincronia e diacronia, il carattere creath'o della
lingua, l'acquisizione della linguistica a qudla pro.petti,a sernio-
logica generle che oggi il chomski.mo (proprio largamente
ignaro dei problemi d"'l'identit e arbitrariet dei segni) ha fatto
di nuuvo dimenticare a tanti cultori di linguistica, sono altret_
tante "'ahorazioni di concetti e connessioni di concetti che dipen-
dono in ultima analisi dal posto e dall'interpretazione del prin-
cipio dell'arbitrariet. Beninte<o, tali concetti e conne'sioni di
cuncetti si po.sono ignnrare o addirittura irridere come lace,'ano
i linguisti sedicenti storici e fannu i pi rozzi tra i chomski"ni
(non sempre Chomsk\, che, com.,. non era mar"ista. n o n
;, chumskianoi. La realta del linguaggiu abbastanza comple,,"a
per cui po.sono tornare utili anche ricerche condutte fuori di
xxxn
una corretta prospettiva saussurian.... Ma hi dichiara di accettare
tale prospettiva, chi accetta le elaborazioni e iuterconnessioni di
concetti che l'interpretazione qui dif"sa propon" (e propone. sar
bene ripetere. non inventandole. ma mettendo a Irutto l'anteriore
lavoro di Godei, Hjelmslev, llartinet, Prieto) non si ""de come
possa poi nel mede,imu tempo asserire che. De Mauro attacile
trop d'importanee au caractre arbitraire du signe. (cosi. con_
sentendu a )lounln. op. cii., p. 51, I. Baumer, ..c. il .. p. 90. e
a Baumer con""nte Eogler, reCo cii., n. "5)'
pp. 390 n. 68, p. 416 n. 139: " ..mie e fxp1tssia.... almeno qualche
"olta San,,"ure ha usato il teJllline exprusion per designare l'atto
di payole c,lo il suo risultato: ad es.. in un appunto per lezioni
del lIi curso sU ,arbitraire absolu et arbitraire relati!" ne! terzo
loglio, non numerato. si lelli!'" Obs. - Base entre autres choses
de toute etude l'e>:p1tssion, compris etude des significatiuns .
Xaturalmente expressio.. ha valuri anche piiI. generici. dh'ergenti
da questo: allude talora al <ix... ifiant o alla traduzione dcI pen-
siero in segno linguistico: cfr. K Engler. T.exique de la /ermi ...o-
logie saussurirnne, rtrechtAnversa 1968. SX.. dU"e lorse troppn
rigida la conclusione: ,iln" laut pas voir dans expyessinn le scns
de parole ni d'execution .
p. 39" n. 69: apprl"ndimento della lingua S. non ebbe certamentlo
una teoria specifica dell'apprendimento linguistico: tuttavia val ..
la pena di nsservare che, puich a monte della capacit di uSare
una lingua storiconaturale sta pt'r lui la duplice capacit di discri-
minare e raggruppare sensi in significati ed esccuzioni foniche in
,ignificanti, associando gli uni e gli altri (v. la n. 56 a p.
il CT.G. in latto di teoria dell'apprendimentu linguistilo.
sono piuttostu cun le posizioni di J. Pia!,:et (citato gi alla n. 561
che con posizioni comportamentistiche e I)a
ci la larga utilizzabilit delle tesi sau,suriane nell'amhito degli
studi recenti sulla teoria dell'apprendimento: cfr. G. Francescat("
lf /inll''''l:lIi<> in[",,/il. SI,,,l/ur",;9"c apprendimell/". Torin"
'970. pp. ;5. l6. ,8'79. '07. 109-11. 113, Iq. 119. I<)l. l'Jj.
i' 40l: 61iazione ''':'u,ze\\'ski_BaudouinTrubeckoj R. Jakoil,on (let
t<'ra privata dd 4.3.1<)68) aggiung'-' un'importante testimonianza
pe"'llnale: Trubetzkoy's acquainunce with Baud"uin', idea,
is ,ery late and likewise with Saussure. I must conress that the
infiuence o! Sau5Surian and Baudoin's, r)T rather, Shcherba',.
e""s \\'ere reived 'hrough me. (Jn the depen-
XXX\'1[
dence of mv conception and t ..rm (then accepterl
b" Truhet.koy aod PTague Circle) [rom Secbchay.,'s P''';:Mmmr
ci mil/lOdrs, see my revie", ,,{ van \\ijk's PI",nol0I:.1, n'printed
in my Sll', '01. l .
pp. o. senso. si;:nific"dollc l' ."p'i/ir"t.>: C. reco
a que.to C"l\l111el1tn, Il p,'nsic'Tn n. .l, Hlbil, l'p. 317-30, rileva
la pwblematil'it d,'Ha nuzi<>m' di i,l{nifil'azion,' .: in tuHa la
qu""tione non ,." dimentic"t" che, mentre in ir"liano sigllijirato
il 'ocabol0 corr<'ntt' e il krmio,' raro. utilina_
bile quindi con precisione \t'coica in "goi cnntcsto. in frallc",,;,,',
all'in'l'l1;(). la euoiClzioo.. tCloila. p".sihilc d'un uso l'il'
e IlWglill determinato, mentrc il '""<lhol,. e"trentl'
(dl'i due 'IUl'!'tn s"ln che :11'p<1'<', l>o.'r l";, m'l flictimlllairr ""
t'ocabulairr es.'eI,/,d lh' 500" ""'/.' di (;. 'Iaton'.
"1641. su!:gl'Hn quindi a un U"" as.ai pi ampio .. ""cil_
lante, simile in di, al nostw n>cabol" siK"'ficar", Xl' cuosegne ch,..
come quando nui intendiam" rifcrirci geu..ricanwnte al "ah'n'.
alla fun.ione d'una co.a, d'un faUo, n a un qU<lldw aspl'Uo se-
mantico dI'li<' "1Hit linl:uistil"hl' usi<lmo .. i;;"ificor., (.. non .'i;:'1i_
COlsi un (rancuf"n" ncll.. sle...,,' .ituaziuui UI;,,\ sig"ifi-
catiOl/l' non <i;;IIifi. t'ii, cnn'p,orta che nei t,'.ti sau... suriani, mentre
chiart> " uni,"co 1'''.0 di si.,!"ijill'er d,'nolarv la dasst.' a,tralta
dei l'0,;.sibili impie!,:hi Sl'mantil"i d'una parola, l' cio l'l'ntit" di
I,,,,gloe corrisponde al .<i;;IIifi'u'/, 1'11",' di ,.ip,ijiwli.>Il .. inH'l:e ;>iil
"""illaute: il ,'ncaho\o alludl", in.k",,' a .<e"". alla r<'ali.zaziun"
conn,'ta, in un atto di 1'0",1-", d'un . iglliji: ma ,,1111d,' anche ai
l'iii ,ari e I:l'nerici aspetti sem"ntici ,l'ulla '>'1mla l' d'un l'nUn-
l'iato. come rile,"hile d"i h"Sti nICcolti Ila 1<. l:odd in 5.11 l76.
da quelli llll'll1.innali ill H. Englt'r. /.r:riqtlr dc l" rerllli""ln;;ir
"<lll.<s"rie",,{, ltn...-hl-.-\",er"" [<)61\. s.", :"n !\l'mbra dunqu,' c!l(',
cume in,cc.. l'ar Cf..d..", Eng:ler, n'c. " qu,...tu comm.'nto, Yox
Homaoila. 'Q6t). 1'1"_ '7-IQ, t;,]j "seill".inni ml'ltam, in crisi
l'intl'rpretazio,lt' lh-i !t'5ti S'\l".. propusta da A. Hur!:l"- ..
accolta d" H. Gnd..l l,in qu..st., not,',
l'p, 445-H6. o. 7..il uno s'-ilu!>!," rigurusn " c""n'nh' de!,:li spunti
sau.suriao; st"t" datu da H. (;,..1.,1. TUo,Ir d,' lo f'ilroSl'. in
/.<1 . illlos . i, Alli dd /If {<""'e.':',,, ;>lrerlla:iollale di s/",Ii "dir
Sociel<l di 1.i"!:,,islico Ilolia .." {Homo, '] "'''g.>:i" '9691. HOlUa
19jO. pp. 13-3<1. neUa ste..'a dire.iooe rla ,,'dere R. .-\macker.
f.ll S;UrOK","/,nr Sotlss",iolla di He",j F,d, in /." sintassi, cit ..
pp. 45.1 Il
XXX\"1Il
l'no ''''ilupp" furmal.. delle sauSS"l"me circa il carattere
creativu della linl':1\a, .. quindi circa le 'Dozioni di !;t'gno e frase,
da un lato. e di le""icale o, !;l'condo il temline di
Hloomlie1d .. l'ri,to, ,li 'ouema', d'altro lato, stat" da me
tentato io uno srUn (S"Kgio d'""o ten'i"fi'rmaIiU<llo "d noema
lessicole) ristampato in appendice aUa terza ''<1izi"n.. (oella .lTni_
'er""le Laterza.) dell'l ll1frodlf=i,mr alla srltlllllrica, Rari '9;0.
Qm.,;to rimio a sviluppi teorici non selllbri ind..bito. Hicon_
sid,'rando l"lcatan,entl' e nell'insieme il lavor<> che si svolto
intomo 'Ilia direttrici saussuriane per inknderle e per s'ilupparle,
ripensando ai momenli solari di qu,'stu lavoro, Come i Pmlego_
"'-"'''' di Hjelmsl.,... o il sagl!;io di !\l'lrtinet sulla doppia articola-
.ion.'. e la "rbitraneta. u le S"unrs di God..!, u aoche ossernmdo
gli apporti Iellati al passaggio di Chomsky dall'adesiune tutale al
bluomli.'ldislllo alla'riscuperta d...lIa nuziooe S'ItISSUrialla di 'siste-
ma', st"mbr" <'hiart> dII' vi Una compl .. menlarit, Una r ..lalione
hipnlaf<" diall,ttica, Ira l"claht,raziou,' teorica pii a'an.ata e
l"interl'retazioll" e lo studio dd CLG che e resta il 'modello',
ancora riccu di pult'llZialit inattuate, della miglior linguistica di
qu,'sta sc<:onda md d,'l "..colo.
Tl'LLlU nE '!AlTRO
l. SflUSSurt
conso DI UXGt"lSnc.-\ GfSERALE
PREFAZIO:\E ALLA PRL\fA EDIZIO:\E
Assai spesso abbiamo sentito deplorare da Ferdinand de Saus-
sure l'insufficienza dci principi l> d."i mdodi che la
linguistica entro cui il suo genio cre"",iuto, e per tutta la vita egli
ha ostinatamente cercato le leggi direttrici capaci di urientare il suo
pensiero in qUl!Sto caos l'l: Soltanto nel '906, raccugliendo la succ",;.-
sion" di Joseph Werllieimer {'I all'Univen;it di Ginevra, Saussure
pot fare conoscere le idee personali che aveva maturato dumnte
molti anni. Sulla linguistiffi genl>rale egli fe<:e tre corsi, nel 1')06-07,
nei 1908-"9, neI1910-1l; vero che le necessit del programma l'ob-
bligarono a dedicare la met dei tempo a un'csposizione vertente
sulle lingue indoeuropee, sulla loro storia e descrizione, sicch la parte
essenziale dell'argomento nc fu singolarml>nte diminuita l'l.
Tutti coloro cbe hanno avuto il privilegio di seguire un insegna-
mento tanto fe<:(,ndo hanno lamentato che non ne fusse nato un libro.
DOp<:lla morte nel maestro, sperammo di trovare nei suoi manos<:ritti,
gentilmente messici a disposizione della signora de Saussure, l'im_
magine fedele o almeno sufficientI> d"'le sue ,::eniali lezioni; intrave_
devamo la possibilit d'una pubblica7.ione fondata sulla semplice
messa a punto delle note personali di Ferdinand de Saussure, com-
binate cou lc note degli aUievi. L""I nostra delusione fu gl"ande: non
trovammo niente o qoasi niente che corrispundesse ai quaderni degli
alunni, F_ de Saussure distruggeva man mano i brogliacci fretto- 8
losi in coi giorno per giorno tracciava lo schcma della sua esposi-
zione' I ea-'<.';f:tti della sua scrivania ci restitoirono soltanto abbozzi
piuttosto vecchi III, non certo senza valore, ma inl1tilizzabili e non
combinabili con la materia dei tre corsi.
Questa constatazione ci -deluse anCor pi, in quanto gli obblighi
professionali ci avevano impedito quasi completamente di profittare
noi stessi di quegli ultimi in""gnamenti che nella carriera di Ferdi-
3
,
naml de Sao"ore "",gnano ona tappa brillante non .meno di quella,
l:i1l. l"nl",na, della pubblica?i"ne dd 5'" les .'oyclles ['l,
Bisognava dunque ricorrere alle note prese dagli studenti nel
corso delle tre S<Jrie di leti"ni, QU:1<lemi molto completi ci furono
dati, per i primi due corsi, dai 5ign"ri 1..ouis Caille, Uopold Gautier.
l'alli [{egard e Albert l{iedlinger; per il terzo, il l'iiI importante,
dalla l'on5orte di Albert Sechehaye e dai signori George Dgallier e
Francis Jol'eph l'I, Dobbialllo a Lou;s Briib,ch delle note su un punto
sp"<:iale l'l, Tutti hanno diritto alla nostra sincera riconoscenza,
Esprimiamo anche il nostro pi vivo ringraziamento a Jules Ronjat,
l'eminente romanista, che h" voluto ri,'edere il manoscritto prima
della stampa e che ci ha d:l.t<, indicazioni preziose,
Che cos<1 pote,'amo fare di questi materiali? Un primo lavoro
critico si imponeva: per ciaslun coroo, e per ciascun dettaglio del
CUTSO, bifoOgnava, confrontando tutte le 'ersioni. arrivare fino al
pensiero di cui noi avevamO soltanto degli echi. talora discordi.
i due primi corsi ci siamo ri,'olti alla collaborazione di A, Riedlinger.
uno dei discepoli che hanno seguito con maggior interesse il pensiero
del'n.aes
tro
: il snO lavoro ci stato molto ntile ['1. Per il terW COI'5O
uno di Iloi, A, Sechehaye. ha latta lo stesso lavoro minnzioso di col-
l',l"ion.. e m..ssa a punto ['1.
Ma poi l La lurma dell'inse;,:namento orale. spesso contraddit-
toria con quella del libro. ci ri"Crvava le maggiori difficolt. E Poi
F. de Saussure era di quegli uomini che si rinnovano senza sosta; il
sno pensiero si sviluppava in tutte le direzioni senza per ci mettersi
in contrasto con se stesso, Pubblic'lre tutto nella forma originaria
era impossibile; le ripetizioni, in<:vitabili in una esposizione sciolta,
le sovrapposizioni. le lormulazioni variabili avrebbero dato a una
pubblicazione silfatta un aspetto eterngeneo, Limitarsi a uno solo
dei corsi _ e quale l _ significava impoverire il libro di tutte le
ricchezz'l. sl'arse profu,amente negli altri dne: lo stesso terzo corso.
il piu definitivo, non avrebbe potnto dare da solo un'idea completa
delle teorie e dci metodi di F, dc Sanssure 1'01.
Ci ,'eone suggerito di dare tali e quali certi brani particularmente
nriginn.li: l'idea a tutta prima ci sorrise, ma ben pre..to ci sembr
che avrebbe latta torto al pensiero del nostro presentare
solo frammenti d'una costruzione il cui valore non appariva che
nell'insieme ["l_
e; siaolo cosi attenuti a una soluzione pi ardita. ma anche,
crediamo, pi razionale: tentare una ricostruzione. sintesi, snlla
base del terzo corso, utl1izz'llIdo nel contempo tutto il materiale per
4
nni disponibile, comprese le n<lte pecsunali .j' F 11 S; .-
ta"a d n 'd' .' _ ' . c. Si trat-
ti ' .. u qu" _ un,I n,">,;truzI"ne, tanl" l'iii llml"l:"l'"ole in 'I1I'\nt"
O\e\;1 e"""re IIlteramente obiettiVlI su " . .
lioo l f d d' ,., _ _ _. CIascun 1'lInto. ]i'!Octraodo
a "n o ,uaSCuna l'artIColare idea. ,,,,<'<lITe"'\ tent-...' d- '.
derla alla lnce del sistema tuUo interu c nella Sua forma
depUTanuola dalle ,-aria' . u l' ' , _, ilI ",I,
_ ,ZIUOI e a C usclllllZH"1l merenti ali , .
parlnta' OCc"rre\--, P' " , ' a ,'z""le
JI co ocar a nel SIIO :lmbito natu '1' '
lanuo tutt le I rt" _ r,1 e, pres<'n-
h
e la' ,lIl un orelrne confnrllle alk' intenzioni dell'autore
anc e quaodo tale IIlten ' "" _. .. .
J
.' ZIOOe, l"U c ,e al'p:lTlre. SI 1I1tlliva (IO)
)a un slm,le lavoro di a'" n'l - ,. -
che noi ,_ _ 'azIone" ncustltllziul1t:: C. nato il lih....
tutt' ,_ non ,;cnZ'" "pprensinlll', al pubhlit-" colto" 11
I g' nmlcl eHa hngwstic;J IL'J,
La n05trn idea-uuida e stala u- l r
t l' , n'" l (e Inear'" un tUll" ",gallico
llIente..che pote:"se contribuire all'irnpres,iulw d'in,iellll',
per, CH>. forse. mcorreremo in Ilna 'lol'pia "ritira
.... nz'tutto c, si pntr';' di ch - ,- , .
l'in. re e qllesto 'InS,,,me. " incomplt:ttt'
"l'goamento del maestro no,l ha mai a,uw h 1""'1-' ,. ,. , '
tutt I - d ' . "'" , , a 'Tnn arc
e e partI ella hngnistica. n" di "mieltar" su ",', ,
alttt ' ,. "lIl1aUce
re anta, ,''''a; matllrialmcnte, egli nun 111 pl1t""a l'Ire I -
preOCcupaZlOne. d'altronde era tntta d', ,. , ,.a sua
inci - f _. ,l\eTsa. da ,dclmi
" P' fundamentall, personali, che si tmvaoo dm'ulllpl" m'Ila SU'I
.opera e armano la trama di questo less , 'd " . , ,
,
. h . . u o "oh U c ,'"ri-lill
eg l a lavorato m proronditi! - ,.,.. ' .
'f-' , _, e SI" I luw in ,<)10 l u""e
a 'l'nnCI!,' ammetton" appl' -, ,
l. dov ' ,ca2'Om part,colannente "olen,li " anrhc
C
contro qnalche teur;'., che potrebbe "omprometterli
os s, sillega che 'erte d' - - r ' -
e _ '._ . 'SClp llIe Slaon appena 'Iiorate pcr
'" !>emant'ca Il') nOI 1b .
1 ' ., l a, lama l'lmp''''''siolle che hli
aCUne nuocciano alla compk.... iva architettura J;.... ,. '
.lin'.ni ,. d" ., . a,,;enza , ulla
,,_ ,ea e a !>",ole. si fa sentire d' " Q
agli uditori del te . , '1'1\" Il,,,,tu studio. J'rom{'s,u
, . _ Tlo corso, a,rebhe a"utu senza dubbio Un .sto
d onore nel cors, successivi 1"1' e si sa t be 1".
promessa no ha t t _.' . . roppo 11e pefl'h '1IIe,;t..,
racco,t n, po U o C;;Ser mantenuta_ ;';-"i ,i limi lati a
lere e a mettere al loro f'O" , , '
d' o <la lira e le fngf:",-nli indi<'azi<>ni
, qnesto programma appena abbv t
possibile, ,ZZ<l n: andare "lIr.. oun era
.-\U'inverno, ci p<>tr riml'ru"erare di
svnlgimenti relati," , _, , a,-ere riprodottu rlcg:li
X l ,I puotl ll'" acql1lsiti primB di F d.. Sa.
, on tutto pu esse _ _ ' us.'nre,
l'n ." _ : r nuo," '" una espo'lziune cosi vasta: ma ,;c Il''i
nllp' J:' notl sono n<!Cessa - l" ,.
ri . n ,l mte hK""za t!elrinsieme d ,i
mpro\'erer d, nOn a"erli suppressi' Ad ' .. ' , . .
cambia ' , " . - e,;cOll'l<>. Il capltl1lo sui
menti fonetlc, ,'onheoe cose gi dett cl"' . e. e e e ur"" iii malllem
5
"
pii! definitiva; ma, a parte il fatto che in questa parte \"i sono parechi
originali e pretiosi, una lettura anche superficiale m"'"
strer cii, che la sua soppre!\sione comporterebbe. per contrasto. nella
comprensione dei principi su l'ui F. de Sa"ssure fonda il suo sistema
'li linguistica statica.
Xoi avvertiamo tutta la responsabilit che ci assumiamo di
TI fronte alla critica, di frunte all'autore stesso, che forse non a\Tebbe
autoriuato la pubblicMione di queste pagine [III.
Accettiamo qnesta re;;ponsabilit per intero. e vogliamo essere
M,li a portada. La critica sapr distinguere tra il maestro e i suoi
interpreti I 't'ui le saremo grati se diriger su noi i suoi culpi, di cui
sarebbe ingiusto gra\"are una memo,ia che ci Cara.
Ch. Alb. Suhelmye
PREVAZIO:.;E ALI.A SE<;:Q!>'DA
Que!ita seconda orlitione non apporta alcun cambiamento essen-
tiale al testo della prima. Gli editori si sono limitati a tahmi cam-'
hiarnenti di dettagliol"l destillati a rendere in certi punti la redazione'
piil chiara Il piil
CII. B. Alb. S.
PREF"ZIO;<E ALLA TERt... EPlZIOSE
A parte qualche rorretione di dettagliu, questa edizione Ilfl
conforme alla \lrt'cedente.
Ch. B., A/b. S.
6
1);"I"l{Olll"ZfO);}-;
,1.1.1..\ STOl/l.-\ I.IXC\"ISTlC\ {lOJ
La scienza che s fonnata intorno ai fatti di lingua (2ll] pas- 13
sata per tre fasi successive prima di riconoscere quaJe il suo vero
ed unico oggetto (1I.l)
. Si cominciato a fare ci che si chiamava la _grammatica ,.
Questo studio. inaugurato dai greci. l'ontinuato principalmente
dai francesi, fondato sulla logica ed privo d'ogui visionc scien-
tifica edisinteressata circa la lingua stessa; esso bada unicamente
a fornire delle regole per distinguere le forme corrette dalle forme
non corrette; una disciplina nonnativa assai lontana dall'os-
servazione pura ed il suo punto di vista necessariamente ri-
stretto (U).
Successivamente apparve la filologia. Esisteva W ad Ales-
sandria una scuola, filolflgica '. ma questo termine legato so...
prattutto al movimento scil'ntilico che, creato da Friedrich August
Wolf a partire dal 1777, si sviluppa ancora sotto i nostri occhi (
23
1.
La lingua non J'unko oggett<> della filologia, che vuole anzitutto
fissare, interpretare, commentaw i testi; questo primo studio la
conduce a occuparsi aJtresl dell;t storia letteraria, dei costumi,
delle istituzioni eCc. l"); in ogni campo essa lLSa del suo metudo
peculiare. che la critica. Se affronta le questioni linguistiche, 'l''
soprattutto per confnlOtare testi di dh'crse epochl'. detenninare
la lingua caratteristica per dascun autore, decifrare e interpre-
tare iscrizioni redatte in una lingua an-aica o oscura. Senza dubbiu
queste ricerche hanno prepar.tu la linguistica storica: i la\"Ori di
Ritschl su Plauto e'Ser chiamati lingoi tiei (
26
1; ma, in
questo dominio, la critica liIuln/-:ka in difetto un punt,,: essa

"
si dedica troppo serviimente alla lingua scritta e dimentica la
lingua viva; d'altronde greca e latina che l'assorbe
quasi completamente.
Il terzo periodo cominci allorcM si scopri che si potevano
comparare le lingue tra loro. Cosi ebbe origine la filologia compara-
tiva {) gramma.tica comparata ... Nel 1816. in un'opera intitolata
Sistema della Cimiugazioue del sallscl'ilo, Franz Bopp studia i rap-
porti che uniscono il sanscrito col germanico, il greco, il latino
ecC. t"l. Bopp non era il primo a constatare lali affinit e ad am-
mettere <:;he tutte queste lingue appartengono a una stessa fa-
miglia; ci era stato fatto prima di lui specialmente daWorienta-
lista inglese W. Jones (t 1794): ma alcune affermazioni isolate
non provavano che nel 1816 si fo;;<;e compreso in modo generale
n""significato e l'importanza di. questa verit [
21
1. Bopp non ha
dunque il merito di avere sroperto che il sanscritu parente di
certi idiomi dell'Europa e dell'Asia, ma ha compreso che le rela-
tra lingue parenti potevano diventare la materia d'una
scienza autonoma, Rischiarare una lingua con un'altra, spiegare
le f'lnne dell'una con le fonne dell'altra, ecco quel che non s'era.
ancora fatto.
C' da dubitare che Bopp avrebbe potuto creare la sua scienza
_ almeno cosi rapidamente - senza la scoperta del sanscrito.
Questo, aggiungendosi al grecOo e al latino come terzo testimone,
gli forn una base di studio pi larga e pi solida: e il vantaggio
lu accresciuto dal fatto che, per un caso inopinato, il sanscrito
in condizioni eccezionalmente favorevoli per -chiarire la compara-
zione.
Ecco un esempio. Se si considera il paradigma del latino genus
(gcnu., generis, genere, gcllMa, gellcrum ecc.) e quello del greco ginos
(gmos, gincos, giflci, gtnea, geno ecc.), queste serie non dicono
niente, tanto prese isolamente quanto comparate tra di loro. Ma
la cosa va altrimenti se si accosta ad esse la serie corrispondente
del sanscrito (jaflas; jaflasas, jaflasi, janassu, jo.IJQsiim ecc.) [
28
1,
Basta darle uo'occhiata per percepire la relazione che esiste tra
i paradigmi greco e latino. Ammettendo provvisoriamente che
janas rappresenti lo stato primitivo, poich cio aiuta la spiega4
zione, si condude che una s dovuta cadere nelle fonne greche
gine(s)o$ ecc., ogni volta che si trovava collocata tra due vocali.
10
Si condude successiVamente che, nelle stesse condizioni, s di-
ventata r in latino. Inoltre, dal punto di vista grammaticale, il
parndigma sanscrito plecisa la nozione di radicale, corrispondendo
questo a una unit (janas-) perfettamente determinabile
e fissa. li latino e il greco hanno conosciuto soltanto alle loro
origini lo stato rappresentato dal sanscrito. t dunque per la con-
serva2ione di tutte le s indoeuropee che il sanscrito qui istn:it-
tivo. t vero che in altre parti ha consel"Vato meno bene i carat-
teri del prototipo: ad esempio ha completamcl;lte sconvolto il
vocalismo. Ma in linea generale gli elementi originari che essO
conserva aiutano la ricerca in modo meraviglioso, e la sorte ne' ha
fatto una lingua assai adatta a rischiarare le altre in una folla di
casi.
Fin dall'inizio vediamo sorgere accanto a Bopp dei linguisti
di classe: Jacob Grimm, il fondatore degli stll1fi gennanici (la sua
Grammatica tedesca stata pubblicata tra il 1822 e il 1830); Pntt,
le cui ricerche etimologiche hanno messo tra le mani dei linguisti
una considerevole quantit di materiali: Kuhn, i cui lavori si in-
centrarono sia sulla linguistica sia sulla mitologia comparata;
gli indianisti Benfey ed Aufrecht, ecc. [!'il.
Infine, tra gli ultimi rappres.entanti di questa scuola, occorre
segnalare in affatto particolare Max Muller, G. Curtil15,
ed August Schleicher. Tutti e tre, in modi diversi, hanno fatto
molto per gli studi comparativi. Max Mii.ller li ha popolari1.-
zati cnn le sue brillanti crmseries (Luioni sul/a scill1lza dcI lin-
guaggio. 1861, in inglese); ma certo non ha peccato per eccesso
di scrupolo: Cnrtius [31), filologo eminente, conosciuto soprattutto
per i suoi PrilldPi di etimo/agio. greca (1879), stato uno dei primi
a ricondliare la grammatica comparata con la filologia classica.
Questa aveva seguito con sospetto i progrf:ssi della nuova scienza,
e il sospetto era diventato reciproco. Schleicher ['l'l), infine, il
primo che abbia tentato di (,difkare i riwltati delle ricerche
particolari. Il suo ComprmiiQ di lirammal:a comparala dclle
iwiogermfluic1lr (18bl) t: lilla sorta di della scienza
fondata da Bopp. Il suo lihro, che ha reso grandi st'rvi1.i per lungo
tempo. e\"(l{"a meglio di ogni altro la fisionomia di questa s<:uola
comparatista che costituisCI: il primo periodo della linguistica
indoeurope...
11
"
Ma questa scuola, che ha avuto il merito incontestabile di
aprire un campo nuovo e fecundo, non pervenuta a costituire la
vera scienz... linguistica. Essa nOI1 s' 'tnai preoccupata dj determi-
nare la natura del suo oggetto di studio Ora, senza questa opera-
zione c1ementare, una scienza incapace di crearsi un metodo,
11 primo errore, contenentei:n germe tutti gli altri. che la
grammatica comparata, nellesoo--indagini, limitate d'altronde alle
lingue indoeuropee, non si mai chiesta che cosa volessero dire i
confronti che essa faceva, che cosa significassero i rapporti che
scopriva, Essa fu csc1u.<;jvamente comparativa invece d'essere
storica. Sen7,a dubbio la comparazione la condiziono neces-
17 saria di qualsiasi ricostruzione storica. Ma da sola non con5Cnte
di concludnc. E la conclusiune tanto pi sfuggiva ai comparatisti
in quanto essi guardavano allo sviluppo di due lingue COffie un
naturalista guarderebbe alla crescita di due vegetali. Schleicher,
per esempin, che ci invita f,('mpre a partire dall'indoeuropeo I;
che, quindi, sembra in certo senso assai storko, non esita a dire
dle in grecu ed Q sono due. gradi (Slldm) del vocalismll. 11
fatto che il sanS<"rito presenta un sistema di alternanze vocaliche
che suggerisce questa idea di G grado _. Supponendo poi l'h.. i
gradi * debbano esser pcr,'orsi indipem.entemente e parallela-
mente in ciascuna lingua, come i vegetali di egual specie penur-
runo tutti indipendentemente le stesse fasi di s\iluppo. Schleicher
\'ede nell'o del greco un grado rafforzato della c, cusi COme nella
a dE'l sanscrito \"Cde un rafforzamento della 4, In realt, si tratta
di una alternanza indoeuropea che riflette in modo differente
in greco e in sanscrito, senza che vi sia alcuna necessaria
tra gli effetti grammaticali. <1.1. es.'Ia prodotti nell'una e
nell'altra lingua (\-. p. 11)1 ) [331.
Questo metodu esclusivamente comparativo trascina con s
tutta una maS!ia di cuncezioni erronee, senza corrisp<mdenza nella
realt ..d estranee alle effettive condizioni di qualunque linguaggio.
La lingua \'en\'a considerata come una sfera particolare, mille
un quarto regno della natura; c.i0nde dei modi di ragionare' che
,,,,rd,l,,,,ro lasciato in un'altra st'ien7.a. Oggi nun si pos-
s"no l''!igerc otto n dieci righe scritte in quell'epoca senza r...stare
... olpiti dalle bizzarri ... dd ragionamento e dai termini impiel;Rti
per giustificarle.
12
Ma, dal punto di vista metodologico, non il privo d'interesse
conoscere questi errori: gli sbagli d'una scienza ai suoi esordi
:>OlIO l'ingradimento di quelli che commettono i singoli indivi-
dui impegnati nelle loro prime ricerche scientifiche, ed avremo 18
occasione di segnalame parecchi nel corso dell'esposizione.
Soltanto verso il 1870 ci si cominci a chiedere quali fossero le- .
condizioni della vita delle lingue. Ci si avvide allora. che le
spondenze colleganti le ;ingue sono soltanto uno degli aspetti del
fenomeno linguistico e che la comparazione non il che un mezzo,
un metodo per ricostruire i fatti.
La. linguistica prOpriamente detta, che alla comparazione dette
il posto che esattamente merita, nacque dallo studio delle lingue
wmanze e germaniche. Specie gli studi romanzi, inaugurati dal
Diez {HJ, la cui Grammatica del lingue romanze il del 1836-38, con-
tribuirono a portare la linguistica pi vicino al suo vero oggetto.
In effetti i romanisti si trovavano in condizioni privilegiate,
ignote agli indoeuropeisti; anzitutto conoscevano il prototipo
delle lingue romanze, il latino; inoltre, data l'abbondanza dei docu_
,menti, potevano seguire nei particolari l'evoluzione degli idiomi,
Entrambe le circostanze limitavano il eampo delle congetture e
davano a tutta !'indagine una fisionomia particolarmente concreta.
l germanisti erano in una situazione analoga; senza dubbio, il
protogermanico non direttamente conosciuto, ma la storia delle
Lingue che ne derivano pu seguirsi, con l'ausilio di numerosi
documenti, attraverso nna lunga serie di secoli. Cosi anche i ger-
manisti, pi vicini alla realt, sono pen'cnuti a concezioni diverse
da quelle dei primi [35J.
Un primo impulso fu dato dall'americano Whitney [
36
1, l'au_
tore della Vita del tillgllaggio (1875), Subito dopo una.
nuova scuola, quella -dei -n-eogrammatici (jJwgg,ammaliker), i cui
capi erano tutti tedeschi: K. Brugmann e H. Osthoff, i ger-
manisti W. Braune, E. Sievers, H. Paul, lo slavista Leskien eec,!
37
1.
li loro merito fu di collocare nella prospettiva sturica tutti i ri-
sultati della comparazione, e per tal via concatenare i fatti nel 19
loro ordine naturale. Grazie ad essi, non si scorse pi nella lingua
un organismo che si sviluppa per se stesso, ma un prodotto dello
spirito collettivo dei gruppi linguistici. Al tempo stesso si comprese'
quanto fossero -imufficienti le idee della filologia e (l
13
grammatica comparata l, Tuttavia, per quanto grandi siano i ser.-
vizi resi da questa scuola, non pu dirsi che essa abbia lumeggiato
l'insieme della questione, e ancor oggi i problemi fondamentali
della linguistica generale attendono una soluzione.
,
l La nU<"'a $<:uola, serranda pii! da presso la realt, dichiaro guerra alla
terminologia dei comp"Tatisti, e specie alle met1llore illogiche di cui si $er-
vin. Di conSt!gu"nza nessUno os pii! dire la lingua la questo a quello '.
l l ~ parlare di. vita della lingua, ccc., poich la linglla non il un'entit, e non
esiste che nei soggetti parlanti. ),130 non c'e da farla tanto lunga, e basta
intendersi. Ci sono certe in'magini di cui non si po lare a meOO. Esigere
che ci si sen-" solo di termini rispondenti alla realt de'l linguagl,(io, signi-
fica pretendere che questa realt non ha misteri per noi_ ),1" da ci siamo
anmra l"ntani, c".i, non esiteremo a impiol,(are all'occorrenza talune espres_
sioni che a "UO tempo sono state censurate lUI.
Capillllo /1
:liATE\{\A E CO),ll'tTO DELLA LtXGClSnCA
Sl'OI RAPPORTI COX LE SCIE:"ZE CO:\'XESSE [111
La. materia [401 della linguistica costituita apzitutto. _dalla.... ~
totalit delle manifestazioni_del lmguaggio..umano, si tratti di
popoli selvaggi o di nazioni civili, di epoche arcaiche o classiche
o di decadenza, tenendo conto per ciascun periodo non solo_ qel
linguaggio corretto l; della ~ bu.ona lingua" ma delle espressioni
d'ogni f o ~ a . Non tutto: poich il linguaggio sfugge piuttosto
spesso all'osservazione, il linguista dovr tenere conto dei testi
seritti.- i quali soli potranno fart,li conoscere gli idiomi del passato
o quelli lontani.
Il compito della linguistica sar:
al fare la descrizione e la storia [UI di tutte le lingue che
potr raggiungere, ci che comporta fare la storia delle famiglie
di lingue e ricostruire, neUa misura del possibile, le lingue madri
di ciascuna famiglia;
bl cercare le ~ che in modo pennanente e universaJt
sono in gioco in tutte le lingue, ed estrarre le leggi .generali cUi
possono ricondursi tutti i particolari fenomeni della storia [U];
cl delimitare e definire se stessa t ~ l .
La. linguistica ha stretti rapporti con altre scienze che a volte
ne traggono dati, a volte invece glie ne fornisconQ, I limiti che
la separano da tali scienze non appaiono sempre nettamente. ~ J
Per esempio, la linguistica deve essere accuratamente distinta
dall'etnografia e dalla preistoria, nelle quali la lingua interviene
a puro titolo di documento; e deve esser distinta altresi dell'an-
tropologia ["1, che studia l'uomo dal punto di '(ista della specie.
15
mentre il linguaggio fatto soCiale. Ma bisogner allora incorpo-
rare la linguistica nella sociologia? Quali relazioni esistono tra la
linguistica e la psicologia sociale? In fondo, tutto psicologico
nella lingua. comprese le sue manifestazioni materiali e mecca-
niche, come i mutamenti di suono; e, poich la. linguistica for-
nisce alla psicologia sociale doc\1menti cos preziosi, non dovr
far corpo con essa? Tutti problemi, questi, che qui sfioriamo
soltanto e che riprenderemo pi oltre.
I rapporti della linguistica con la fisiologia non sono invece
cosi difficili da determinare: la. relazione unilaterale, nel senso
che lo studio delle lingue richiede chiarimenti alla fisiologia dei
suoni, senza per fornirgliene alcuno. In ogni caso, la confusione
tra le due scienze i: impossibile: l'essenziale della lingua, come
vedremo, estraneo al carattere fonico del segno linguistt.flIl.5].
Quanto alla filologia, siamo gi d'accordo: essa nettamente
distinta dalla linguistica, malgrado i punti di contatto e il mutuo
aiuto che le due scienze posSono darsi.
Quale infine l'utilit della linguistica? Pochissime persone
hanno in proposito idee chiare; e non questo il luogo per fissarle.
Ma evidente che, per esempio, le questioni linguistiche interes-
sano tutti quelli che, siano storici o filologi ecc., devono maneg-
giare testi. Anche pi evidente !'importanza della linguistica
per la cultura generale: nella vita degli individui e delle societ
il lnguaggio un fatlore pi importante di ogni altro. Sarebbe
inammissibile che il suo studio restasse faccenda privata di qual-
che specialista; in effetti, tutti se ne occupano poco o molto;
ma _ conseguenza paradossale proprio dell'interesse che vi si
annette - non v' dominio nel quale siano germinati pi pregiu-
dizi, pi idee assurde. pi fantasie e invenzioni. Dal punto di
vista psicologico. tali errori non sono da trascurare; ma il compitI')
della linguistica anzitutto quello di denunziarli e di dissiparli
completamente per quanto possibile.
16
C"piI"'" III
O{;GETTO IlEJ.L\ I.l:"GI ISTICA
I. La lillglla: S/la definizione [1$].
Quale l'oggetto 11'1 a un tempo integrale e concreto della 23
linguistica? La questione, come vedremo pi oltre,
mente difficile; qui limitiamoci a far sperimentare tale difficolt.
Altre scienze operano su oggetti dati in partenza, i quali pos-
sono poi venir considerati da diversi punti di vista; nel dominio
che ci interessa non vi nulla di simile. Si pronunci la parola
I/udo: un osservatore superficiale sar tentato di vedervi un og_
getto linguistico concreto; ma un esame pi attento vi far scor.
gere in seguito tre o quattro cose perfettamente diverse, a seconda
di come la si considera: come suono, come espressione di un'idea,
come corrispondente del latino n1ldum ecc. L'oggetto stesso, lungt
dal pren'dere il punto di vista, si direbbe creato dal punto di
vista, e d'altra parte niente ci dice a priori che uno dei modi di
considerare i fatti in questione sia anteriore o superiore agli altri.
Inoltre, qualunque sia :il punto di \'ista adottato, il fenomeno
linguistico presenta eternamente due facce [.la] che si corrispon-
dono e delle quali l'Una non vale che in virt dell'altra. Ecco
qualche esempio.
I. Le sillabe che si articolano sono impressioni acustiche per-
cepite dall'orecchio, ma i suoni non esisterebbero senza gli organi
vocali; cos una 11 esiste solo per la corrispondenza dei due =4
aspetti. Non dunque possibile ridurre la lingua al suono, n I
distaccare il suono dall'articolazione boccale; reciprocamente, i
movimenti degli organi vocali non sono definibili se si fa astra-..-l
zione dall'impressione acustica (v. p. 53 sg.).
17
2. Ma ammettiamo anche che il suono sia una cosa semplice:
forse il suono che fa il linguaggio? No, il suono soltanto uno
strumento del pensiero e non esiste per se stesso. Sorge qui una
nuova corrispondenza piena di pericoli: il suono, unit complessa
acustico-vocale, forma a sua volta con l'idea una unit complessa,
fisiologica e mentale. E non ancora tutto.
3. lllinguaggiu ha un lato individuale e un lato sociale, Il non
si pu concepire l'uno senza l'altro.
4. Inoltre, in ogni istante il linguaggio implica sia un sistema
stabile sia una evoluzione; in ogni momento una istituzione
attuale ed un prodotto del passato. A prima vista sembra molto
semplice distinguere tra il sistema e la sua storia, tra ci che esso
e ci r:he stato: in realt il rapporto che unise queste due cose
cos stretto che faticoso separarle. Il problema sarebbe forse pi
semplice se il fenomeno linguistico venisse considerato nelle sue
origini, e cio se, ad esempio, si cominciasse con lo studiare il
linguaggio infantile? No, perch un'idea completamente falsa
credere che in materia di linguaggio il problema delle origini
differisca da quello delle condh:ioni pennanenti non si esce
dunque dal circolo.
Cos, da qualunque lato si affronti il problema, da nessuno
ci si presenta l'oggetto integrale della linguistica: dovunque ci
imbattiamo in questo dilemma: o noi ci dedichiamo a un solo
aspetto 'd'ogni problema, rischiando di non percepire le dualit
segnalate pi su: oppure, se studiamo illingnaggio sotto parecchi
aspetti in uno stesso momento, l'oggetto della linguistica ci ap-
pare un ammasso confuso di -cose eteroclite senza legame reci-
proco. Appunto procedendo in tal modo si apre la porta a parec-
chie altre scienze - alla psicologia, all'antropologia, alla gramma-
25 tica nonnativa, alla filologia ecc. - che noi separiamo nettamente
dalla linguistica, ma che, col favore d'un metodo poco corretto,
potrebbero rivendicare il linguaggio come uno dei loro oggetti [Ul.
A nostro avviso, non vi che una soluzione a tutte queste
difficolt; /HJI'si immediaJamenie sul ieTuno ddJa lingua
e pu1UkTla pc, 1I0"1Ia di tuJk k alb-e lItanifestazioni .w lingllaggio.
In effetti, tra tante dualit, soltanto la lingua sembra suscetti- :
bile di una definizione autonoma e fornisce un punto d'appoggio ,_
soddisfacente per lo spirito.
18
,!
Ma che cos' la lingua? (52J Per noi, essa non si confonde collin-
guaggioli3J; essa non ne che una detenniriatapar:te, quantunque,
vero, essenziale. E:iSa al tempo stesso un prodotto sociale della
facolt del linguaggio ed un insieme di convenzioni necessarie,
adottate dal corpo sociale per consentire l'esercizio di questa
facolt negli individui. Preso nella sua totalit, il lingua,ggio
multiforme ed eteroclito: a cavallo di parecchi campi, nello stesso
tempo fisico, fisiologico, psichko, esso appartiene anche al dominio
individuale e al dominio sociale; non si lascia classificare in alcuna
categoria di fatti umani, poich non si sa come l'nucleare la sua
unit.
La lingua, al l'ontrario, in s una totalit e un principio di
classificazione. Dal momento iu cui le assegnamo il primo posto
tra i fatti di linguaggio, intmduciamo un ordine naturale in un
insieme che non si presta ad altra classificazione.
A questo principio di classificazione si potrebbe obiettare che
l'esercizio del linguaggio poggia su una facolt che ci deriva dall",
natura, mentre la lingua alcunch d'acquisito e convenzionale,
che dovrebbe esser subordinato all'istinto naturale invece d'avere
la precedenza su questo.
Ecco che cosa si pu rispondere.
Anzitutto, non provato che la funzione del linguaggio, quale
si manifesta quando noi parliamo, sia interamente naturale, nel
senso che il nostrO apparato vocale sia fatto per parlare come
le nostre gambe per camminare [Wl. I linguisti sono lontani 2l
dall'esser d'accordo su questo punto. Per \Vhitney, che assimila
la lingua a un'istituzione sociale alla pari di qualunque altra,
per caso, per semplici ragioni-di comodit, che l'ap-
parato vocale come strumento della lingua: gli uomini avrebbero
potuto scegliere altrettanto bene il gesto e adoperare inunagini
visive anzich immagini acustiche Questa tesi senza dubbio
troppo rigida. La lingua non un'istituzione sociale somigliante
in tutto alle altre (v. p. 12 sg. e 94 sg.); inoltre Whitney va
troppo oltre quando dice che la nostra scelta caduta per caso
sugli organi vocali; in certo modo, queSti ci sono stati imposti
dalla natura. Ma sul punto essenziale il linguista americano ci
sembra aver ragione: la lingua una convenzione, e la natura
del segno sul quale si conviene indifferente. Il problema dcl-
IO
2. Posto tidla lingua tra i falli di lingll4ggio {SOl.
l Per trovare nell'insieme del linguaggio la sfera che corrisponde
alla lingua, occorre collocarsi dinanzi all'atto individuale dm per-
mette di ricostituire il circuito delle parole l'''J. Questo atto pre-
almeno due individui, il minimo esigibile perch il cir-
cuito sia completo. Siano dunque due persone che discorrono:
Il punto di partenza del circuitu nel cervello di unu dei due 2S
individui, per esempio A, in cui i fgtti di che no chia-
meremo contetti, si trovano assodati_ <l:l},:
segni linguistici Q immagini acustiche che servunu_alla loroespres
Supponiamo che un dato concetto fal'cia scattare nel cervello
una corrispondente immagine acustica: un fenomeno interamente
pliichico, seguito a sua volla da un processo fisiologico: il cervello
trasmette agli organi della fonazione un impulso correlativo alla
immagine; poi le aride S0nore si prupaganl> dalla bocca di A
all'orecchio di B: processo puramente fisico. Successivamente, il
drruito si prolunga in B in un ordine inverso: daU'oreccluo al cer-
vello, trasmissione fisiologica dell'immagine acustica; nel cer-
vello, associazione psichica di que<t:l. immagine cun il concetto
corrispondente. Se B parla a sua volta, questo nuovu atto
- dal suo cervello a quellu di A - esattamente lo stesso cammino
del primo e passer attmverso le stesse fasi successive cne noi raf-
figuriamo nel modo seguente:
B
A
l'apparato vocale dunque secondario nel problema del linguaggio.
Una determinata definizione di ci che si chiama. lingllaggio
a'ticolalo potrebbe confermare fjuesfidea. In latino a,tiwlus si-
gnifica membro, parte, suddivisione in una sequenza di cose_;
in materia di linguaggio, l'articolazione pu designare tanto la
suddivisione della catena parlata in sillabe, quanto la suddivisione
della catena delle significazioni in unit significative; appunto
in questo senso che in tedesco si dice gegliede,te Sp,ache. Colle-
lianrl05i a seconda defmizione. si potrebbe dire che non il
linguaggio parlato naturale per l'uomo, ma la facolt di costi-
tuire una lingua, vale a dire un sistema di segni distinti corri-
spondenti a delle idee distinte (&81.
Broca ha scoperto che la facoLt di parlare clocalizzata nella
terza circonvoluzione IrontaLe sinistra: ci si cosi fondati su ciu
per attribuire al linguaggio un carattere naturalisticu ISII. Ma si
sa che questa localizzazione stata constatata per lllllo ci che
si rapporta al linguag,,>u, compresa la. scrittura, e queste consta-
tazioni, congiunte alle osservazioni fatte sulle diverse forme di
27 afa-sia dovute a lesione dei centri di 10calizzaziofLe, sembrano
indicare: l. che i vari disturbi del linguaggio orale sono in cento
modi intrecciati a queUi del linguaggio scritto: 2. che in tutti i
casi di afasia e di agralia ci che viene colpito non tanto la fa-
colt di proferire questo o quel suono o di trad:iare questo o quel
segno quanto la facolt di evocare con un qualsiasi strumento i
segni d'un linguaggio regolare. Tutto d ci induce a credere che al
di sotto del funzionamento dei diversi organi esiste una facolt
pi generale, quella che comanda ai segni e che sarebbe la facolt
linguistica per eccellenza. Per tal via torniamo alla stessa conclu-
sione di prima.
Per attribuire alla lingua il primo posto nello studio del lin-
guaggio, si pu infine fare valere questo argomento, cne la facolt
- naturale o no - di articolare pa,ok:; [&I] non si esercita se non
merc lo strumento creato e fornito dalla collettivit: non dunque
chimerico dire cne la lingua che fa l'unit del linguaggio.
20
Z1
..
QUl.'sta analisi non prdende di eJi5eT completa: si potrebbero
distinguere anC'Jf<L la sensazione acustica pura, l'identificazione di
questa sensazione con rimmagine acustica latente, !'immagine
muscolare della funazione ecc. Noi abbiamo tenuto conto soltanto
degli elementi giudicati essenziali; ma la nostra figura pennette
29 di distinguere immediatamente le parti fisiche (onde sonore)
dalle fisiologiche (fonazione e audizione) c psichiche (immagini
verbali e concetti). E in effetti capitale sottolineare che l'immagine
verbale non si confonde col suono ste;so e che e psichica allo
stesso titolo del concetto ad essa assodato.
Il circuito, quale stato da nui rappresentato, pu dividersi
ancora:
al in una parte esteriore (vibrazione dei suoni che vanno
dalla bocca all'orecchio) e in una parte interiore, comprendente
tutto il resto;
b) in una parte e in una parte non psichica, compren-
dente tanto i fatti fisio]"I,,'ici di cui sono sede i vari organi quanto
i fatti fisici esterni all'individuu;
c) in una parte attiva ed una parte passiva: attivo tutto
ci che va dal centro di associazione d'uno dci suggetti all'ore<:chio
dell'altro soggetto, passivo tutto ci che va dall'ure<:chio al centro
. cl'aJ;sodaljone [
01
1;
d) infine, nella parte psichica localizzata nd cer\'l'llo, si
pUl chiamare esecutivo tutto ci che attivo (e i) e ricettivo
tutto ci" che passivo (i c),
Occorre aggiungere una facolt di assvci2..1.io/le e di coordina-
zione, che si mani!csta dal momento che non si tratta piiJ. di
22
segni isolati: 'luesta facolt cile s\'olg-c il ruolo pi grande della'
organizzazione della lingua con!' (\', p, 1.\9 sg,)
:\Ia per ben comprendere questu ruolo on:orre uscire dall'atto
indi\'iduak, che soit<l.nto l'emhrione del linguaggio, e abbordare
il fatto sociale,
Tra lutti gli individui ro.,j mllegati <lal!ingll<l;;gio, si stabilisce
lina sorta di media: tutti riprodurranno, non esattamente,
ma approssimativamente, gli sef:"lIi uniti agli stessi concetti.
Quale i: l'origine di que"ta cristallizzazi.me sociale? Quale
parte del n:uito pu in calL,n? assai pro- 30
habik che non tutte \'i' partecipino egunlmente,
La parte fisica pu essere scartata immediatamente. Quando
parlare una lingua che ignori<tmo, percepiamo si i suoni,
ma, non comprendendo, restiamo fuori dd fatto ;;.ocia!c.
Anche la parte psichica nun in gioco, almeno nella sua tota-
lit; il lato esecutivo resta fuori causa, perch l'e.secuzione non
limi fatta <lalla ma"sa, L't'''I'Cllzitln.. (\ "empr(' individualI', l'inrli-
Yidu" Il., , ",'nll'ft' il padronI'; noi la .. hiamnemll hl />1/10/1'[631.
nltn,VO;'i"" il fUll7.innaml'ntl) rlt-llt, facult ricl'ttiva t' c"ordi-
oativa che si formano nei soggetti parlanti delle impronte che fini-
"r"no con l'essere sensibilmente le stesse in tutti. (ome bisogna
rappresentan;i questo prodotto sodale per('h la Iingu,L appaia
perf.. ttamente depurata dal Testu? Se potessimo abbracciare la
somma delle immagini wrbali immagazzinate in tutti gli individui,
toc<.:heremmo il legame sociale che costituis.ce la lingua. Quc;;ta
un tesoro depositato dalla pratica della /><Tro!t ne'i soggetti appar-
tenenti a ulla stessa comunit, un sistcma'grammatkalc esistente
virtualmente in ciascun cen'e1lo o, pi esattamente, nel eencllo
d'un insieme di individui, dato che la lingua non completa in
nessun singolo individuo, ma esiste perfettamente soitanto nella
massa [UI, '
Separando ,la lingua dalla parole, si a un sol tempo:
J. ci che sociale da ci che- individualt:; 2. "io) chc essen-
ziale da {'i che aC('csSrio e pi o meoo acddcntale (6.\1,
La lingua non una funzione del soggetto parlante: il prodot-
to che l'individuo registra pa:>l;ivamente: non implica mai preme-
ditazione, e la riflessione vi inten'iene soltanto per l'attivit. clas-
sificatoria di cui si tratter 'altre (p, q9 sg,l,
23
la pa,ole, al contmrio, un atto individuale di volonta t' di
intelligenza, nel quale conviene distinguere: 1. Il' combinazioni
3'; con cui il soggetto parlante utilina il codice [II) della lingua in
vista del proprio pensiero personale: 2. il mec-
canismo psico-fisieo che gli permette di eskrnare tali combi-
nazioni [17],
da notare dw noi abbiam{l definitu delle cose e n"n dei
vocaboli. Le distinzioni stabilite non hanno dunque niente da te-
mere per taluni termini ambigui che non coincidono pas..;.ando
da nna lingua all'altra, Per esempio, in tedesco Sp'ache vuoI dire
lingua o e linguaggio ReJe corrisponde a un di presso a
ma assomma il senso speciale di discorso . In latino
senno significa piuttosto linguaggio e pa,ole., mentre lingua
equivale a +lingua., e cosi via, Nessun vocabolo corrisponde con
esattezza a quaJcuna delle nozioni precisate pi su; ecco perch
ogni definizione fatta a proposito d'una parola vana: e un cat-
tivo metodo partire dalle parole per definire le cose {nl.
Ricapitoliamo dunque i caratteri delia lingua,
'l:. un oggetto ben delinito nell'insieme eteroclito dei
fatti di linguaggio, La si pu<'J localizzare nella parte deternlinata
del circuito in cui una immagine uditiva si associa a un concetto,
la parte sociale del linguaggio, esterna all'individuo, che da solo
non pu n crearla n modilicarla: essa esiste solo in virtil d'una
sorta di contratto strett{l tra i membri della comunit. V'altra
parte, !'individuo ha bisogno d'Un addestramento per conoscerne
il gioco; il bambino l'assimila solo a poco a poco [G"l. Essa a tal
punto una cosa distinta che un uomo. privato dell'uso della parole,
la lingua, purch comprenda i segni \'I)cali che ascolta.
2, La lingua, distinta dalla parole, un oggetto che si pu
studiare separatamente, Non parliamo pii! le lingue morte, ma
possiamo tuttavia benissimo il loro org-<tnismo lin-
guistico, La scienza della lingua pu non solo disinteressarsi degli
altri elementi del linguaggio, ma anzi possibile soltanto se tali
altri elementi non sono mescolati ad essa,
32 3. Mentre il linguaggio eterogeneo, la lin/{Ua delimi-
tata di natura omogenea: un sistema di segni in cui
soltanto l'unione del senso e dI'OH'immagine acustica ed -in cui
le due parti del segno sono egualmente pskhkhe.
24
+ La lingna, nun mcnn della !,am/e, c un di natura
coner,ta, il <:he i: lIn Rfande ....antaggin pt'r lo ,<tmti", l segni lill-
gui.<tid, l'ur 6sendo es"enl-ialnwntc l',;ichi<:i, non "ono dt'1Je
a.'trazi"ni; le associazioni ratificale dal con;;cns" roJjt'tti\'o che
nd I"ro in"icme costituiscono la lingua, sono dlC hanno la'
l"ro ,.,ue nel l'en'"lIn, Inoltre, i se,gni dO"lIa---lmj::uft---:lU1W-,--per dir
t"Osi, tangibili;Ja.. M:riltura pu fi"S:1l1i in iillrnag,ini .conwntiunllU,
mentre san'hl>t, impossihill' fotografan.' in tutti i l'1m dettagli gli
atti della parolt:; la produziOll\' lunka d'Una l'awla, pt'r quanto
picl'ola, c"mpnrta un'inrmitil di movimenti mu<Ollari l'Strema-
mente difficili da con'N'erc c raffil'Urare, Xella lingua, al contrario,
n"n v' altr" ch... e <]ut"sta l'uo tradursi in
una immagine \'isi\'a costante. PerdI':, se si fa ;1-<trazi011<" da
qUhta moltitudine di mo\'inlenli nel't""sari lX'r realizzllrla nella
t",-"lc, o/-;ni immagine aCllstka altro> non f., mnll' \','dr,'mn, che
la s"mma d'un num,'ro> limitato di denw1Hi, i fonemi,
a 10m vnlta di essere {'\"l)t'ali da un num,ro> ",'rrispondente di 5t'/-;ni
n"]la stTiitllra. Proprln '1Ul'"m pu,,-si1,ilitil ,li nssare l.... re1ati\e
alla Iinh'Ua fa che un dizionari" " una grallllnat<"a p"ssano
l's.<eme una rappn,sl'nt'lf.ione /,'d<'le, la lingua l'Ss,'n<1u il (l,'posittJ
udir' immagini arustiche (' la scrittura essl'mlo [;1 ["rma tangibile
di qm'st" immal>ini Imi,
3, l'o,"v drll" /iIl,C./!" 1m i /Illi 11I11,mi, La sI'lIIia!"gia 1"1,
l ""ralteri finora denrali n' ne f,mn" """prire un altm pi
illljl"rtantl', La lingua, co,,, delimitata 11<'lI'insi,nw (\<i fatti di
lingnaggin, I.' dassili,'ahik tra i falli umani, nWlltn' il lioguu/-:gio 33
nutl In c,
;<':"i ahbiamo appena visto che la lingua i, una istituzione su-
riai,', Essa perio tlisliognt" !}('r diwr:,;i Iratti <!al!lo altre istitu-
zioni l'''liticiJl', giuridirhe l'n-, Pt'r l'''l1lpr''ll<kn' la sua
natura, hi<"gna farl' inknTnir(' un I1U<'\'" onlin,' di fatti,
La lingua., un sis1l'ma di sl'gni ddkie"-l,>pt:r-
unt", .-.,nfrolltahil"'l"O>n la ';l'rttllra, l'alfaiJ,'tn tI"i s"nlmllllti, i
riti simholici, It, f"rm" di ... 'r!l'sia. i ",'gn"li militari ",.,', et't'.
i, seml'lin'mt'ntc il l'iii imp"rtanle di tali sistemi P"I,
25
Si pu dunque concepire Wla scienza du.sludiilla.lIild. dei. st{!.l1
tul quadro ddla t,ila sociale: es'>a potrebbe formare una parte della
psicologia sociale c, di della psicologia generale;
noi la chiameremo .,emiologil1. l (dal grecn .rr,fLE1t>'1 segn(l o) [
13
1.
E",a potrebbe dirci in che consistono i segni, qllali leggi li rego-
lano. Poich essa non esiste ancora non possiamo dire che cosa
sar; essa ha tuttavia diritto ad esistere e il suo posto deter-
minato in part(-nza. La ling-uisti<:a solo una parte di questa
scienza gerierale, le kggi sC<Jperte dalla scmiolugia saranno
cabili alla e questa si trover collegata a un duminiu
; ben definito nel1"insieme dci fatti umani.
Tocca allo psicologo determinare il posto e'>atto della semio-
compito del linguista cdefinire d che fa della lingua un
sistema speciale nell'insieme dci fatti scmiologici. Il pr<Jl.>lema sara
ripreso pi oltre; qui vogliamo fissare soltantu ulla cosa: se per la
prima volta abbiamo potuto assegnare alla linguistica un posto
H tra le sdenze, d acrade perch l'abbiamo mO"ssa in rapporto con
la semiologia.
Perch la semiologia non ancora riconosciuta cume una scien-
za autonoma, dotata come ogni altra d'un suo oggetto peculiare?
Il fatto che ci si aggira in un circolo: da una parte, niente pi
adatto della lingua a far capire la natura dci problema semiolo-
gico; ma:, per porlo in modo com-eniente, bisognerebbe studiare
la lingua in se stessa; senonch, fino ad ora, la si esaminata
quasi sempre in fUllzione di qualchO" altra cosa, sotto altri punti
di vista.
Per .cominciare, c' la concezione superficiale del gran pub-
blico, che nella lingua nun se nun una numenclatura (v.
p. 83), il che soffoca ogni indagine sulla sua effettiva natura
Poi vi il punto di vista dello psicologo che studia il mecca-
nismo del segno nell'individuo; il metodo pi facile, ma nun
conduce pi in l della esecuzione individuale e non sfiora il segno,
che sociale per natura.
, Si badi a non nmfond,'re la ..mio/ng'a con la _"'''antim. che i
camhiamenti di c di cui Fcrdinand de Saussure non ha fatto
ull'csp"i'in. mdodica; a p, 93 St' nc tt-u,""r tuttavia formulato il principio
fondamentale [Edd.] .
Cfr. .-\. '!'>avill,'. C/aslicalicm 2" ,od. p. [Hdd.J.
26
0, ancora, quando ci si acrorge che il segno deve essere stu-
diato socialmente, si bada soltanto ai tratti della lingua che la
ricollegano alle altre istituzioni, a quelli che dipendono pi o
meno dalla nostra volonta. E in questo mooo si fallisce l'obiettivo,
perch si perdono di vista i caratteri che appartengono soltanto ai
sistemi semiologid in generale cd alla lingua in particolare. II
fatto che il segno sfugge sempre in qualche misura alla volont
individuale o sociale, questo il suo carattere essenziale; ma
proprio questo carattere che a prima vista si scorge meno.
Cosi questo carattere appare bene solo nella lingua, ma esso
palese nelle cose che si studiano meno, sicch, di riflesso, non si
vede bene la necessit o la speciale utilit d'una scienza semio-
logica. Per noi, al contrario, il problema linguistico anzitutto
semiologico e tutti i nostri successivi ragionamenti traggono il
loro significato da questo fatto importante. Se si vuoI capire 3.5
la \'era natunl. della lingua, bisogna afferrarla anzitutto in ci
che essa ha di comune con tutti gli altri sistemi del medesimo Of-
dine; e fattori linguistici che appaiono a tutta prima importanti
(come il ruolo dell'apparato di fonazione) dl'vono esser conside-
rati soltanto in seconda linea, qnaJ.ora non servano che a
guere la lingua da altri sistemi. Per questa via non soltanto si
chiarir il problema linguistico-, ma noi pensiamo che considerando
i riti, i costumi ec. come segni, tali fatti appariranno in un'altra
luce, e si sentir allora il bisogno di raggrupparli nella semiologia
e di spiegarli con le leggi di questa scienza.
1:7
1.l:"\;I'ISTI('.,\ 111'1.1.,\ U:\{;l''\
l': 1.1:\(;\ISTlL\ [lE!.I..\ !',\HO!.!'.. 1"1
36 Con l'a':corare alla scienza della lingua il suo vero posto nel
l'insieme dI'gli intorno al linguaggio, abbiamo al tempo stesso
datu rnl1ocazionc all'intera linguistica. Tutti gli altri elementi
dd linf,'11aggin, chc custituiscono la parok, vengono spontanea-
m(>nte il a questa prima scienza, cd appunto grazie a
talI' subordinazinnc tutte le parti dc'lla linguistica trovano il loI'O
posto naturale.
Cnnsi('\{'riamo per es<.-mpio la produzione dei suoni nrcessari
alla parole: gli (,rgani vocali sono estranei alla lingua tanto quanto
lo :-;ono all"allabcto Mor,;c gli apparecchi elettrici che servono il
tr.\smcttcrlo; c la fonazione, ussia l'esecuzione delle immagini
acustiche, non tocca in niente il sistema stesso. Sotto questo
aspetto la lingua pu paragonarsi a una sinfonia la cui realta
indil'endl'nle d.cl mudo in cui la si es(>gue, gli errori commessi dai
musicisti che l.. est'gunno non ne l'ompromettono per niente la
re.lIti, PGI.
,-\ qU(Osta separazione d(,lia fonaziune e della lingua si obietter
(orse dw "SistOlll> 1<. tra..sformazioni funetiche, le alterazioni di
su"nu dw si l'rodu,.,mo nella p'trote e che eserdtano una influenza
("<'s pr"fonda sui destini deila stessa. Siamo dunque nel
PH-\<>l1,!t'11r1'-' .. hl' la lingua indipendentemente da
37 tali ien"nll'lli? l'l'fcll,' ,!ucsti non tucnl-no altro che la 50-
stanz't 1l1iL\<orial(> dl'ill' parok. Se intaccanu la lingua in quanto
sis\<'nla di s('g\1i, ,'j", "n-ien" indirettamente, a causa dci muta-
n1<'\1I" di inkrl'rda1.i,,,w d,.. lW risulta; ora, questu fenomenO
l1"n ha nulla di f"neli," (v. p. IO]). Pu interessante rieer-
28
care le di tali mutamenti. c lu studio dei SU/lUi ci aiuter'
ma questo non l'es.."en7.ia!e: per la scienza della lingua b;u;ted
in of.,'lli ,'onstatare k trasformazioni di suoni e calcolare i loro
l'ff..tti.
E d che diciamu della fonnzione sar veTo per ogni altru aspet.
t" dl:'lIa parole, L'atti\'it del parlante de\'e essere stu-
diata in un insieme di le quali tw\'anu posto nella lin-
guisti!:a snltantu in virt della 10m relazione ton la lingua,
Lo studio dI'l linguaggio comporta dunque due part: l'una,
l's""nziale, ha per oggetto la lingua, che ndla sua essenza soeial..
c indipendente dall'individw" questn studiu unicamente psichico:
l"altra. sccon,laria, ha per uggetto la parte individuale del linguag...
gio, valI: a dire la prITolt'. [vi t'ompn:-sa la f'llla7.ionf'; t'Ssa psicu-
1"1.
:-'t:nla dubhi", i (Iu" og"l{etti sun" strettamente legati e si pre..'
a vicenda: la lingua nec(>.,saria pereh la paT(lle
sia intdligihile l' prnduca tutti i suoi effetti, ma la paTolt' indi-
.'p"ll.'iabil. pert'h": la lingua si stabilis,-a; sturicamente, il fatto di
PII",I" pren'de sempl'<;', e"mc verrebbe in ment.. di associare
un'id"a a un'immagine verbale se n"n si l'ugliesse tale as:>oeia;,done
anlituttu in un atto di paTo/t'? D'altr,t s"ln ascoltando gli
altri appr('ndialllo la nostra lingua materna; essa giunge a deposi-
tar,i (wl nostro ct'rl"t'llo S'Ilo in seguito a innumerevoli 'esp..rienZI'.
Infnl:, e,la p"ro/e diI: fa evuh'"re la ling-ua: sono le impressi<>l1! ri-
,'aval<, asmltand" gli altri <'Ile mndili:ran" le nostre abitudini lin-
f:Ui.slieh... "'p dun'lu" interdipead"nl.il tra la lin.gua (' la p"ro!r;
la l'rima c' ndl" stessu "'mpo h, strumento (' il pro<iott .. della Sl'-
ronda . .\la lutto ..i,., n"ll iml','rlis,o" rJw "SSl' siam> (h'l' l'lise u".;,,- 3"
lutanwntr distintt' l'di,
nella rull..lti,-it sott" furm:l d'Un.i somma di
iml'p'nk in das"ml {"ef\'('lIl1, a un !li press'l n>n1e un
di/innarj" d.'1 'Iua],> tutti gli ,-s"llll''''ri, i!l,-ntiri, siano ripartiti
lr di indi"i<lui l". l' . .!J\. 1:; dllll'lU" qu,dolw ,","'a l'h.. ,osistl' in
{";a.sclin in<iivi,hl1' j'llr ,oswndo n.nllllll' a tntli 'o n,Il"'-ata fw'ri
,Idla \"Iollt,', ,l,oi d"l'"silari, {)m'slo mod,' ,r,osish'no '[,011'1 lingua
l'lli> ral'l'no"'ntat,, nm la formula
I
I l -! l -' l .., l = I Illlotldl" 1""1 ,",'I1<'1li\'ol
In che maniera la PlUole presente nella stessa collettivit?
'Essa la di ci che la gente dice, ed include: al le combi-
nazioni individuali, dipendenti dalla volont di quanti parlano;
h) atti di fonazione, egualmente volontari, necessari per l'esecu-
,zione di tali combinazioni {lIlll,
Non v' dunque niente di collettivo nella paf()u_; le sue mani-
festazioni sono individuali e momentanee. Qui non v' altro che
la somma di casi particolari secondo la fonnula:
(I + l' + l" + l'" .+ .. , .)
Per tutte queste ragioni sarebbe chimericu riunire sotto un
unico punto di vista la lingua e la parole. La totalit globale del
linguaggio inconoscibile, perch mm omogenea, mentre in-
vece la distinziune e la subordinazione qui proposte rischiarano
tutto,
Tale la prima biforcazione che si incontra nel momento in
cui si cerca di costruire la teoria del linguaggio. Bisogna s.;e-
gliere tra dUe strade che impossibile percorrere nellu stesso
tempo; sono strade da seguire separatamente.
A rigor di termini, il nome di linguistica pu essere conser-
vato ad entrambe le discipline e si pu par}are di una linguistica
39 dcIIa parole [
61
1. Ma bisogner non confonderla con la lingui-
stica propriamrnte detta, quella il cui unico oggetto la lingua.
Ci occuperemo qui soltanto di quest'ultima e, se neUe nostre
dimostrazioni chiedClremo lumi allo studio della parole, ci sior-
zeremo di non cancellare mai i limiti che separano i due campi.
30
ELDIE:"TI l:\TEl/;,\1 l'Il DELLA LlXCIA 1"1
La. nostra definizione della lingua implica che da essa eselu- 40
diamo tutto l'i che estraneo al suo organismo, al suo sistema,
insomma tutto d che si designa col termine linguistica ester--
na, Questa linguistica tuttavia si occupa .Ii cose importanti
ed ad essa anzitutto (he si pensa '1uandu si intraprende lo
studio del linguaggio.
Per cominciare, si tratta di tutti i punti in cui la linguistica
confina con l'etnologia, di tutte le relazioni che possono esistere
tra la storia d'una lingua e quella duna ral..za o d'una civilt.
Queste due storie si mescolano e intrecciano rapporli reciproci.
La cosa ricorda un po. le corrispondenze constatate fra i fenomeni
linguistici propriamente detti (v. p. 17 sgg.). I costumi d'Una
nazione incidono sulla sua lingua e, d'altra parte, in larga misura
e proprio la lingua che fa la nazione 1"11.
In _secondo luogo. bisogna menzionare le relazioni esistenti
tra la lingua e la storia politica. Grandi falti storici come la con-
quista romana hanno avuto una portata incalcolabile per una
folla di fatti linguistici. La colonizzaziune, che una forma di
conquista, trasporta un idioma in ambienti diversi, il che produce
rambiamenti nell'idioma. In appoggio a d si potrebbero citare
fatti d'ogni o;pecie. Per esempio la Norvegia ha adottato il danese
unendosi politicamente alla Danimarca, anche S' oggi i nor-
\egesi cercano di affrancarsi da questa infiuenl.a linguistica. 4I
La politica interna degli stati non mt'nu importante per la vita
delle lingue: vi sono governi che, come in Svizzera, ammettono
la cot'sistenza di l'ili idiomi; altri, come in Francia, aspirano alla
31
unit linguistica.Li n grad" avanzat" di civilt favorisce lo svi-
luppo di talune linguc spedali (lingua giuridica, tenninologia
,;cientifit'a "n'.) [SOl.
Quest" ri porta a un ter7.<1 puntu: le rcl<l.1.ioni tra la lingua
{' le istituzioni di tutti i tip;. la Chiesa, la scuola ecc. Esse sono a
loro volta intimamentr legate allo svilupp" letterario d'una lingua,
fl'nomenll tanl" pii1 in quanto lo esso stesso inscpa-
r.thill' d:dla storia politica. La lingua letteraria valica da Ob'lli
latu i limiti l'lw sembra tracdarp la letteratura: si pensi all'in-
fluenza dei salotti, rlel1a C'orte, delle accademie. D'altra parte la
lingua lettpraria pooe la grossa questione del wnflitto dJe sorge
con j dialetti locali (v. p, 337 sgg.); il linguista deve altrrs t'sa
minare i nlpp"rti reciproci tra la lingua dei lihri e la lingua coro
rcnte, dalo dH' ogni lingua letteraria, prllliotto della cultura,
giung" a distaccare la sua sfera d'esistehza dalla skra natural.. ,
quella della lingua parlata 1'"1. _
!nfint' rientra nd1<l lingui,tira esterna tutto ci" che riguarda
l'.cstensi"ll<.' g{"gra!ica dI'ne ling-ue e il frazionamento dialettale.
dubbiu, i, pr"prio '1m'stu punto che la distinziune c"n
la linguistira interna pan' pi paradossale, tanto il fenumenu
gl'l'grafi,.., strettamente as.s.odato ,'ll"l'.s.istema di ogni linWIa. E
tuttavia, in realt, il fenoml'no g""grafico non in,:irJ\,
organism" 1"71_
:;i che impossibile _"<'Jlar.tre tutti questi pr"hlcmi
dallo studio dcl1;l lingua propriamente dettOl.. I;" un punto di
\'ista d)", ha prevalso '''l'r<Lttutto da quando ,i i, tant" insistito
su 'IU.. ,ti n'irii,I, Propri" l'''lll\' la pianta le m"dilinlla nel SUI:
intern" organismn da fattori "sterni. ,-.lima, terreno en .. ('''SI
l'''rgani.,mo gralllillaticak n"11 riipend,' forse ... ,stanteml'nte
dai fattori ('s.tnni <Id mutam{'nto lin{:'ui4ico? Semhr;l che si
spi,'ghino ma],' i tnlllini t(,-nil"i, i l'rt,,titi .li C1:i la lingua
"ola, 01"(.' n"n se ])t' la proH'ui"llt;L E dl,tul-
g(H'n' I" sviluppo llatur:tlf" .' organi .... , di un idiuma dalk SUI'
f"rnw artifi"i:tli, 'plali \.1 Iim:ua kttl'faria, d,,', dmnt. a fattori
".'>n" ,",'ns,'gllOnto'lIlt'nt" inorganiche) X,I(I I"(,de fur:;t,
,.'''t<Lnt,'nwnt" "110' nn" lilll:U'1 ""1111111<' si 'l<"l'ant" ,li
di,lIdti l""ali?
X"i 1"'llS.i'lIlH' ,-1,,- I" .ILI,li" tki f"IlOl1l\'(li linguisti .. i sia
.12
assai ma falso dire che di f"S_,i !lnn sia l',,s.'iilill'
l'orgauismo linguistin, intl'rn". C"ns.i,kri;un" a,ll's,'m.
pi''> il prestito di \'ot'abnli Mranil'li:;' p"ssi"H,' r"n,.;tat'lr.' .-IIP llnn
si tratta assolutamente d'un demt'ntn- ,""st:lIltl, ndl" \'ita ,L'nna
linWIa. In n:rte l'alli appartate \" "ono parlall' .-Il(>. l','r ,[ir ,-,,,,.
1100 hanno mai acco!to Ull solo t .. mlim artiiidak' \""lU[n rhl-
l't'stemo_ Si dira forse r1w questi idiomi ""no iu"ri ,J,oll.'
condizioni d!'! lingltagl':;io, inc'lpa,-i ,li <hlTl1l' Iln'id
l
",(? ,liril
f',rse ('hl' essi ri,-hier1nno Ull') studio, kr"I.. I,,-:.::in,. pr"l'rio in
fluanto non hanno subitu lnest'nlaI17.'--'? il \-'>ra-
bolo preso in prestito non conia l'iiI '"'11110' t,ti" ,l,t! l1l"nll'llt" in
cui \'if"ne stUrii:lt" il[ scno ;11 _,:st!'nM: l'S"" "sislo' _',.II'lIlt,' ",razie
;dla rdazione l' all'oppo_'izir>n" "on i \',wahnli <"110' gli SOIl'"
(iati. aHo -,tl'S.";" titolo di un '1uaJ'ia.si altr" S<'7no aul,wtllI1l'. In
lilwa gent'rale. non l' mai ini.'I',_'nsahill' n'!l'''''l'f>' l" \-ircost,l(lZ"
t'nlro cui una lingua si & sl-iluppata (""J. l'l'r ...rti i,liOJl1i, C0111" I"
,_,'nd e il paleoslan" n011 s;lppiamo llf"mnlt'n.. quali p"poli t'sat-
["multe li hannn parlati: ma flu>'''l'' ig-nr.ran1.a 110n "i impard;, in
rH",sun mo" m'llo studiarli dal punto di l'bt:! i11terno e nd Tt'l1-
d!"rd cont" delle trasformazioni che harm,' _'ubito ["91. In 117ni
..-a,o, la separazione dei due punti di \i.,ta si impooe' e l'iiI n'rril
o_erl'ata rigo[Osamentl' nw.(:!io sar.
La prova nligliore di lutto ci" che d,l"mn l'unto di dsta
crea un metodu (lbtinto. L,l lingui.4ica {'stenM l'u;' "<"cUIllular'"
dettagli su dettagli senza sentirsi imprigionata nelk maglie d'un
,istema. Per esempi", ogni autore ragg-rupl'cr ""I]]" vuole i fatti
rt!ati\'i al1'{':;pansi"nf" di una ling'ua fuori dd su" territori". Se
,i H'rcano i fattori che hanno l'rod"Ho il sorgl'h' ,l'una
klltraria di fronte ai dialetti si p"tril usare la s,'m!,li,'" t'nlUllt'Ta-
1'nnr e, se i fatti vengono ordinati in maniera. pi" meno
matiel, ,ii> unicamtmte al hl_"1-'11" di t"hiareua,
C"n la linguistica interna tutt" l'c' ,hl l'Cs.;lIlH'l1tc. EssJ. non amo
(l)etle una disp"sizj"ne 'lualsi:tsi. La lingua t' Ull sisl'ma ..ht' co_
(l'-'_'ce snltanto l'"rdine che gli c propri". ln confrontu cui /.:ioco
del:;li scatThi (OIJ( far capire m('/.:1io tutto ('i, puich in tal" caso
l' rdati\'ampnte facile distinguere d che & {'stt'mo da ci che
:ntemo: il fatt" che il gioco sia p<Lssato dalla Persia in EurlJpa
e d'online esterno, ed il interno, al contrario, tutto d elle con-
33
'
C ttuisco dei ""ZZI m legno con
n'1"llC il ... c le regll e..,e sus 1 ,-- . -
. . , '.", b"amento indifferente per il Sl..tema:
tkt pezzI 1ll avonu l cam 1 .
. . t ., fO dei ""zzi questo camb13.-
ma se innl1U1sre (l aumen ,l l nume r-' . ,
mCllt" in\Tste prufundamentl' la grammatica t del giOI'''.
. fan' dlshn-
diml'llo 'o H'TU diI' occorre una certa a,ltenzlOne per .' .'
zioni del genere. Quindi dinanzi a ogni caso Cl porra
cl
,
f
l'no e ""T risol\'erla Si osser-
la qucstione della natura e l'nom 'l'W .'
n'r:" questa regola: tuttu..l'i che intacca._ll a
qualsiasi livellD l"'l.
"
111'1.1..-\ I.l:\{;l".-\
\II':III.\'\TE 1..\ SC]{lrn'IC\
Io .YcerHild di stl/dian l'argomellta (92].
l',oggetto concreto del nostro studio dunque il prodotto +4
sociale depo;;itato nel cervello d"ognuno, "aie a dire ia lingua.
Tuttavia, tale prodotto a seconda dei gruppi linguistici:
(j che ci dato sono le lingue. Il linguista obbligato a cono-
scerne il maggior numero possibile per estrarre dalla loro osser-
'"<llione e dal loro confronto ci che d in esse di universaie.
Ora in_generale no( cono.sciamo- le lingue mediante la scrit-
tura. Per ia stessa nostra lingua materna il documento scritto
inten'iene di continuo. Quando si tratta d'Un idioma parlato a
Una certa distanza ancora pi necessario ricorrere alla testi-
monianza scritta Il ci vaie a pi forte ragione per le lingue che
Ilon esistono pi. Per disporre in ogni caso di .documenti diretti
bisognerebbe aveni fatto da sempre quei che attualmente si fa
<l \'ienna e a Paligi: una collezione di campioni fonografici di
tutte le lingue [
13
1. )Ha bisognerebbe pur sempre ricorrere alla
per fare conoscere agli altri i testi fissati in questo modo.
Cos, bench la scrittura sia in se stessa estranea al sistema
interno. impossibile fare astrazione da un procedimento attra-
'"trso il quaie la lingua continuamente rappresentata; neces-
sario invece conoscerne l'utilit, i difetti e i pericoli.
35
z. Prestigio della scril/ura: cal/se del .HlD ascelldm!c risf'cllo alla.
forma parlala
Lingua e scrittura sono due distinti sistemi di seg"n.i,
ragion d'essere del secondo la rappresent:uinne dci pTlmu: log-
getto linguistico non lo definito dalla combinazione ella fonna
scritta e parlata: quest'ultima costituiscI" da. sola della
lin,gui,;tica. :\la 1\ vocaholo serit to si mescola cosi intlmu':"t'nte
d
.. ". "01:' l'hl' finisCI' con l usur-
aI n>cahol .. parlat" 1 cm e lmmag"1 ..' -
l
lan
' il ruolo principall' : cnsi si ",niva a dare altrettanta e anzI
maggiore importanza alla rapprescntu.ione del segno \'ocale che al
segno ste,;;;n. un l'O' comI' se si credesse che per ,om.>:,(:ere
cuno sia mc!-:Iio guardarne la fotografia che guardarlo 11I faccm.
Qm'stn. illmione esi,;tita in n:::ni tempo, e II' opinioni correnti
dh'ulgatc lingua ne son,) intaccate. Cos si crerie un
idioma si alteri pi rapidamente quando la scrittura non eSiste:
niente di pi falso. La scrittura puo, in certe contlizioni,
tare i cambiamenti della lingua, ma la sua consen"azione, 1\1\cce.
non per niente rompromessa dall'assenza di scrittura. lllituano,
che si parla ancor oggi nella prussia orientale e in una parte della
Russia conosciuto in documenti scritti solo a partire dal 154
0
;
ma a cosi recente esso offre, nell'imicme, un'imma
gine dell'indocuropeo tanto fedele guanto quella dal
latino del III secolo a. C. Ci-6 basta a mostrare in che misura la
lingua indipendente dalla scrittura. .'
Taluni fatti linguistici assai sottili si sono consen'atl senza Il
soccorso d'alcuna notazione. In tutto il periodo de!l'antico alto
tedesco si : scritto '(i/CII, Il/p/m e '["5tH, mentre alla fine del
XII se(l'lo appaiono le grafie [o/m e fiiden accanto a che
sussiste, Donde \"iene la differenza? Dovun'lue essa s' prndotta.
"i era una l' nella sillaba seguente: il protogt:rmanico an,,,a *da,t-
/>yall e *j6lyall, ma *,lau{Ctl! .. Alle soglie del period<) letterario;
\'erso 1'800, questay SI affievolIsce al punto che la non n
comen'a il ricordo per tre secoli; tutta\'ia una traCCia leggera
era restata ndla pronunzia; ed ecco che "crso il lISO,
visto pi su, la y riappare miraculosamente sotto forma di [;
la/rl! Cos, scnza l'ausilio della scrittura, questa sfumatura di
pronunzia s'era esattamente trasmessa.
36
La lub'Ua ha dunque una sua tradizione orale indipendente
dalla snittura e ben altrimenti fissa. ma il prestigio della forma
..;nitta ('i illll'l'discl' di vededo. I primi linguisti sono caduti nel-
r"IT"re mm(', prima di 10m, gli mnanisti. Bopp non fa
distinzione netta tm la lettera e il suono: a leggerlo, si crede-
rebbe dlC una lingua sia in.'icparabile dal suo alfabet,). I suoi
immediati sono cadut! nell" stesso inganno; la grafia fii
della fricath'a p ha fatto credere 11 Grimm non solo che si,trat-
I<I\'a d'un suono doppio, ma anche rhe cm una ocelusiva aspi-
rata: da l'il> il posto a.;,;e!illalo al suono neIla legge della rota-
zione collsonalltica o Lall"'cysc!It'Ollllg (\. p. 175). Ancora oggi
l'nson{' ("olte ronfondonn la lingua COllo sua' ortografia: Ga-
_"'ton D\."champs non dire\'a forse di OertlIelot che a\'e\,a sal-
"ato il fralW"se dalla ro"ina. perch si era upposto alla riforma
"n"gmllra l''''J?
r"nl(' spi<:'l;,l tant{) prestigio della scrittura?
L Anzituttu, !'immagine grallra d'una parola ci colpisce co-
1l1C un "ggetto pe-mlanente e- solidu, pii! adatto del snono a
lire l'unit della lingua attra\'erso il tempo. Il legame pub pure
supe-rfiriall.' l' rreare una unit memmente fittilia: esso
peni percl'pihile as.."ai pi facilmente del legame naturale, il solo
il legame del suono.
z. Per la maggior parte degli individui le impressioni "isi\.e
-""Ill' pi nette e dure\'oli delle impressioni acustiche, cosicch
ci si ri(erisce di preferenza alle prime; !"immagine grafica fini- 47
<l't' per imporsi a spese del suono.
J. La lingua letteraria fa crescere ulteriormente l'importanza
IITlnl<'ritata della scrittura. Essa 1m i suoi dizionari, le sue b'Tam-
m'lIiche; a sl'uola si insegna secondo i libri e pcr mezzo dei libri;
la lingua appare regolata da un codice e 'luesto codice esso
,t<'sso una regola scritta, sottomessa a un uso riguroso, l'orto-
ecco ,'io che conferisce alla scrittura una importanza pri-
mordiale. Si finisce col dimenticare <:Ile si impara a parlare pri-
ma l'hl' a scrivere, e il rapporto naturale capo\-olto,
.;. Infine, quando vi discordanza tra la lingua e l'ortogra_
fia, il dibattito difficilmente nsalubile per chiunque non sia
hnguista. Senonch il linguista non ha voce in capitolo e di
conseguenza la forma scritta ha quasi fatalmente la meglio. poi-
37
ch ogni che richi,una ad essa pi fadle. Sotto
quest'aspetto la snittura si arroga un'impo.rtanza ('ui non 1la
diritto.
S 3. I sistemi di [11.
\'j ,on<) due ,istemi di scrittura:
l. Il sistema ideugrafko, nel quale il nK"ab"lo i rappre,entato
da un seg-no unko ed cstranl'O ai ;uoni di cui il ,",JCabolo si C'Jm-
pone. QUt:sto scgno in rapporto cnr rinsil'me lId \"cabulo e
per tal Vi'l, indiwttamente, con !'idea chL' L':;SO esprime. E."em-
pio classico di tale sistema la ,;erittura fine-e.
2. Il sistema dett" comunemente. fonetico", L'lll' minI a ripro-
durre la sequenl.a dci "uoni nel \"ca1>olo. Le scrit-
ture !onct!he "ono ora ,illabic!le Dra alfabetirhe, vale a dire
hasate su clementi irriducihili della parole.
D'altra parte II' ideugrafiche di"cnlano volentieri
miste: certi idl'Qgrammi, perduto illuro ,"alore primario, finiscono
col rappresentarc suoni isolati
"a Abhiam'J gia detto chl:' la parola scritta tende El sostituirsi
lIel nustro spirito alla parola pJ.rlata: ci '"cn> per cntrambi i
sistemi di scrittura, ma la tendenza e piil. lorte nd primu. un
cinese, l'ideogramma e la parula parlata suno a cgual titolo segni
dell'idea: per lui la scrittura il una sc(onda ling-ua c, nel COD\'eI"_
sarc, quano duc parole hanno egual gli capita di ricor-
rere alla parola scritta per chiarire il S\lO :-.ra qllcsta
sostituzione, potendo non ha Ic st's,;e cunscguenze
inganne\'oli che ha nella scrittura: le parule eim",i di di-
"ersi ialetti che curri..;pondono a una "tcs.q id"" si .. unnettono
altlettanto bene allu stesso scgno grafico.
Qui il nustro studio "i limitera al sistema f<)JlCticu, special-
mente a quello attualmente in US') il cui protutipo l"al!ab<'to
greco.
. t"n alfabeto dci genere, nel momento in \Cui fIssa, riflette
la lingu;, in modo abba.stanza razionale, tranne che si tratti d'Un
alfabeto importato e gi Yil.iato da incoereoze. Sotto il profilo
della logica, l'alfabeto grc<:o particolannente note\'ole, come
38
vedremo oltre (v. p. 53). Ma una simile armonia tra grafia
e pronunzIa non dura. OccolTe ora esaminare perch.
4 Caflse delta disco"danza tra la grafia e la pronunzi.'! [98l.
Tali cause sono numerose, e ricorderemo quindi solo le pi
importanti.
Anzitutto la lingua si modifica di contiouo, mentre la scrit-
tura tende a restare immobile, Ne segue che la grafia finisce col
non corrispondere pii! a ri che deve rappTesentare. Una nota_
che in un dato momento coerente, un secolo piil. lardi
sara assurda. Per un certo tempo si modifica il segno grafico per
conformarlo ai mutamenti di pronunzia, poi vi si rinunzia. t 4'J
'--luci che accade in francese peT ai:
PnONUl'lZiA
GRAfiA
sec. XI
L rei, lei rei, lei
XIII ,.
1'oi, >i 1'oi, (oi
sec. XIV
3
ro, lo rQi, loi
scc. XIX
4

iw,
roi, loi
l"{)nJe si vede, fino al secondo periodo si tenuto conto dei
mutamenti. intervenuti nella pronunzia; a una fase nella stona.
ddla lingua corrisponde una fase in quella della grafia. Ma a
dal seculo XIV la gT<lfia restata stazionaria, mentre la
J.mgua proseguiva la sua evoluziune, sicch da quel momento vi
; discordan.za piil. grave tra lingua e ortografia.
nhne, Il [atto che SI contmuasse a congiungere termini discor-
danti ha avuto ripercussioni sullo grafico: l'espres-
sione grafica oi ha un valore estraneo agli elementi di cui
" fomlata.
Gli esempi si potrebbero moltiplicare all'infmitu. Perch in
si sl:rive mais c fail quel che si pronunzia m,; c]? Per-
che In Irancese, ha il \'alore di s? Perch abloiamo con,;er-
vat" delle grafie che non hanno piil. ragion dess<;:rc.
la stessa l'ausa agbce in ogni tempo: attualmente la l /1IQui/-
{le si va cambiando in iud, continuiamo a Scrivere iuci/w" /1I0lfil-
ler, mentrc pronunziamo lII,myer, come esslIyer e
39
V' un'altra causa di discordanza tra. grafia e pronunzia.
Quando un pop"lo impurla da un altro il suo alfabeto, accade
clle le risDr5C di tale sistema r::rafico siano male appropriate
all'l nuova funzione. Si allora obhligati a ricorrere a degli espe-.
dienti. Per l'sempio, ci hi di due lettere per designare un
suuno solo. l': il caso della fricativa dentale sorda" nelle lingue
5l> f(ermanichc che, non aveno l'aliabeto latino alcun segno per
r"ppresentarla, stata resa C"11 III. 11 re mcro\"ingio Cilperico
tent" di aggiunf;ere alle leUere latine un segno speciale per
qUl:stu SUlmo, ma nun ebbp SUCCeSSi! e l'uso ha consacmto il th.
L'ingksc del Medioevu an;., una c chiusa (per esempio in seti
ed Ulla ,. aperta \l'er esempio in Id guidare ); poi-
l'h': l"alfabcto non offriva seglli distinti per i duc suuni si pens
di serilcre seed e bui. In francese, per rappresentare la fricativa
.', si ricorre al doppio segno ch, e cos via.
Vi pui la rrencmpal.iunc etimologica, prepunderante in
c('rte l'l)Oche, come ad e,cmpiu nel Spesso per-
fino una falsa etim"i<lgia che impone una grafla: l'usi, si introdotto
un ci in puici;, COille se n'nis,;e dal vocabulo latino pomflls, men-
tre deriva da PC!1.1U111. lIla importa puc'o che sia o nun sia corretta
l'applira7.ione del principio: il prindpio stcsso della scrittura
etimologica che erroneo.
Altre volte slugg,)Ilo i motivi di certe cineserie che non hanno
nClllmenu la srusa ddl'elimologia. Perchc in tedesco ...i scritto
I/um invece di IUII? Si dice <,Ile la {!. rappresenta la aspirazione
che segue la consonante ma allora bisognerebbe introduria do-
vunque si presenti la stessa. mentre in realt una
folla di parule non hanno mai avuto questa /1" (Tllgemi,
l'i5ch ecc.).
5. Effd/i dd/a diuon/a'lZIll""l.
Sarebbe 1roppo lungo le incoerenze ddla scrit-
tura. Una delle peggiori la molteplicit di sl'gni per lo stelSO
suono. Cosi in francese per i si adoperanu j, g, ge (joti, gekr, geni);
per 1 si adoperano =e s; per s si aduperano c, f, I (1II1/ion), ss
(chnssn), se (aeql.iesecr), Sf (aequiesal1t), % (dix); per k si ricorre
40
a r, qll, k, cii, Cf, eqll (flrquiT). All"inlnsn Ilwlt! \a!rlli sono raf-
figurati dallo stesso SCh'llO: "osi i r:J.pl'n"enta I 'l .'i. :: rappresenta
g o i, l'c... 11001. .
Segn:Llia;o" all,c.ora le "grJ.Jc indirette 'l. In per
quanto 111 Zcffd, 7dia l'n'. non VI siano cunsonanti d"ppic, si .'il
sen\-e Il, Il al linI' ..-li indicare dlL' la nKal" pn'cedente 1>re\.e
e l'er una analuga aherrazione l"ingle.-;c aggiunge una l!
muta linale per allungare la \'ucale l'hl' prc;'t,de: si confronti made
(pronunziato mld) f"ll I!wd (pronunziato mdd)_ OUc.'ita r, che in
realt interessa 1"unica sillaba (k,lla parola, ne un:l senlllda
per l'occhio.
QUl'Ste irrazionali hanno an""ra una qualo-hl' corrispon-
denza nella hngua; mJ. altre non hanno akun senso. Il francese
attuale non ha duppie, tranne l'be nei futuri antichi
mOllrmi, nmrrtli: tuttavia, la nustra nrtugrala formicola di con-
sonanli doppie illegittime (bourru. $Q//iu, srm./frir ecc.).
Inoltre, quando la scrittura non ,ia. ancura fl,;sata e stia cer-
la regola, accade che e,;sa esili; di qui quelle urtogra-
!le fluttuantl che rappresentanu i tentativi fatti in epoche di-
l-erse per raffi ..... lrare i -uoni C .. Il ' I
.... " .0SI III er h., er,II<I, ada. oppure
Ibri, dhri, dTi dell'antico alto tedesco, Ih, dl" d rappresentano lo
stesso elemento fonico. :Ifa questo fUsse ,,: impos"ibile sa-
pere dalla scrittum. Ke risulta la complicazione che, dinan1:i a
due grafte per una stessa fonna, non si pu decidere se si
realmente di due pronunzie. Nei documenti di due dialetti
\"Kllll l0. stesso suono notato ora liSca ora a5c1w; se i snoni sono
gli stessi si .tmtta caso d'ortografia fluttuante; altrimenti, la
e _ e dialettale, come nelle forme greche
Fn.{;w, palzdo, PalddQ. Oppure si tratta di fasi successive: in in-
?lese si inrontra prima h:.-'al, hliwl ecc., poi w/wl, rdu:d ecc.: siamo
1Il presenza di un mutamento di grafia o di un mutamento fonetku?
\... 11 risultato. evidente di tutto ci eche h offllSca al
ISlOne della Imgua: non ]'1 veste. ma la traveste. Lo si vede
bene nell'ortografia della parola francese in cui nemmcno I
un suono l'arnIa parlata (",'azo) rappresentato dal suo \
segno: SIcch nulla resta dell'immaginc della lingua. _
.. Ln altro nsultato che quantQ meno la scrittura rappresenta
CiO che deve, tanto pi la tendenza a prenderla per base si raf-
forl.a e i grammatici si accaniscono ad attirare l'attenzione sulla
forma scritta. il. fatto spiega benI.', ma ha
comunque conscl;uenze ingannevoli. L'uso che si la delle parole
prUIlIUlZlTe e pronunzia una consacraziune di 'luesto abusu e
capoyolge il rapport" legittimn e rcale esistente tra la scrittura
e la lingua. Quando si dite che bisogna. pronunziare una lettera_
in questo () quel modo, si scambia l'immag"ine per il modello.
Perch ai potesse pronunziar"i 4'iI, bisognerehhe che per
se La verit che w si scrive Di. l'er spiegare questa biz-
zarria, .si aggiunge che in tal caso ,i tratta d'una pronunzia. t'C-
,ezionale di l} o di i: altro modo d'esprimer,i fabo, perch implica
una dipendenza della lingua dalla forma scritta. Si direhbe che
ci si permette qualchc cosa contro la scrittura, come se il segno
grafico fosse la norma.
Queste spiegaziuni flttizic ...i palesano fln nelle regole gramma-
ticali, per esempio in quelle dclla h in francese. In francese vi
sono delle parole a iniziale vocalica senla aspirazione, le quali
hanno ricevuto la h per ricon!n della loro fonna latina: cosi si
scrive flOmme (nell'uso antico ome) per memoria di hl}l/lO. Ma vi
sono altre parole, venute dal germanico, in cui la Il stata real-
mente pronunziata: hafzl, harcng, ho>/Ie ecc. Finch l'aspira+
zi'llle esistita, tali parole si sono sottomesse alle leggi relative
alle consonanti. iniziali, e si detto dCII haches, le JJdrellfl, mentre,
scc<mdo le leggi delle parole comincianti con vocale, si dice\'a
dell-z--o/llmes, l'l}mmc. In fase, re'gola .. davanti ad una
Jr aspirata la liaisl}ll c l'elisione non si fanno. era corretta. Ma
attualmente questa fonnula priva di senso: la h non
53 esiste ?iu, a meno che con tal nome non si chiami questa
(,ntitil. Chl' non un suono, ma dinanzi a cui non si fa n liaison
n elisione. Ma si allora in un circolo vizioso, e la li non che
un esserc fittizio partorito dalla scritturd.
Ci che determina la pronUllzia d'una parola non l'ortogra-
fia, ma la sila La sua forma, a un momento dato, rappre-
senta un momento della evoluzione che la parola ha dovuto se-
guire e che regolata da it'ggi Ob'Oi tappa pu esser
determinata da quella che precede. La .sola cosa da considerare,
ci;, che in realt piu si dimentica, i; della- parola.
la sua. etimologia.
42
Il nome dl'lla citt. di .-\uch OS in tra,crilione fonetica. il
,,,l,, ,'J.so in cui il neSc;;o eh finale della ortogratia francese rappre-
'enla ., in fine di paTDla, non una spiegazione il dire che eh
tinalf si pronunziCl S,)1<., in questa parola. -L" sola qllCstione
'al'erp ,'ome il latino AIf.'Cl! ahbia potuto di\.entare
v'. L'ortografia nnn ha importanza,
Bisogna pronunziare gagtllN con o o con ii? Gli Uni rispon-
dono gli far: dato che flt'lIrt si pronunzia or. Altri dicono [!,lIzir, per-
(hl' {:e eqUIIale a i, per esempio in g<,,61<". Dibattito ,ano! Il ,.ero
problema;; <'timologk,,: g'lgelfre stato furmato su gager, come
h'lIrllllr,- su f(lllmer, secondo lo "tesso tipo di der\',u;ione: gl/!iir
;. l'unica forma giustiticata: R'liiir /o una pronunzia dovuta sol-
tanto allequinlCo della st"rittunl.
.\Ia la tirannia della lettera s.isplnge anche .piil oltre: aforla
dimporsi alla massa, essa influenza la lingua e la Que-
,to accade solo negli idiomi molto colti, in cui il documento scritto l
una parte considerevole. Allora !"immagine visiva giunge ..
'l. creare delle pronunzie viziose: siamo dinanzi a un fatto patolo-
gIco..-\d esempio, per il nome di famiglia Lcftn "{dal lat. laber)
\1 erann due grafie, una popolarI': e semplice, Ltfb'N, l'altra dotta
ed Himologica, LCPIn'N. Grazie alla confusione di l' e /1 nell'or-
tografia antica, L(fem're stato Ietto Lefibllre con una b che 54
non", mai esistita realmente nella parola cd una Il proveniente
d.a un equivoco. Tuttavia questa fonna lo ora realmente pronun-
zIata.
probahile <'h" queste defu-rmazioni diverranno sempre pi
frequenti e che si pronunzieranno sempre di pi le lettere inutili.
.-\ Parigi l;i si dice sepJ femlllcs facendo Sentire la. l. Darmeste-
tcr prel"l.'de gi il momento in cui si pronunzieran\lO perfino le
due Idtere finali di l'illgf, vera mostruosit ortografica.ll"'l.
Queste defonnazioni foniche appartengono certu alla lingua,
solo che non risultano dal suo giuco naturale, ma sono dovute
" fattori ad essa estranei. La linguistica de\'C ,metterle in o.;;s<,r-
vazi')ne in un reparto si tratta infatti di casi teratologid,
l. Defilliziolle IMl.
55 Quand,) mentalmente sopprime la scrittura, chi f: pril'ato
di questa immagine st:nsibil" rischia di non percepire pi niente
altro che una massa infomle di cui non sa che fare. come se
si lenisse il salvagente a,dli sta imparanu a nuotare.
Bisognerebbe allora sostituire il naturale all'artificiale, il che
per impossibile per chi non abbia studiato i suoni della lin-
gua: questi, infatti, staccati dai loro segni grafici, non rapprL':ien-
tana pi che delle nozioni vaghe, e si finisce col preferiTe l'aiuto.
ancbe se ingannevr,le, della scrittura. In effetti i primi linguisti,
che ib'1lUraVano tutto della fisiologia del suono, sono continua-
mente caduti in trappola: abbandonare la lettera era per loro
sprofondare; per noi, invece, il primo passu verso la verit.
\ perch proprio lo studio dei suoni in se stessi che ci offre il soc-
corso cercato. I linguisti moderni alla fine l'hanno capito t', ri-
prendendo pcr proprio conto ricerche avviate da altri (fisiologi,
terici del canto ecc.), banno otato la linguistica d'una scienza.
ausiliaria che la ha affrancata dalla parola snitta.
La fisiologia. deLsuonu (in tedesco Laul- oppure SpraclJphy-
siolgie) spesso chiamata. fonetica. (ted. 1-'/wllclik, inS!. pha-
Iletics). Questo termine ci sembra improprio e lo sostituiamo mi
termine- .fonulag1tl. . La ragione che. fonetica. ha inzialmen-
.'i6 .te designatu e deve cuntinuaI"e a designare lo studio delle evo--
lm:iuni dei suoni e non si dovrebbero confundere sotto un sol
nome due studi completamente distinti. La fonetica una slenza
st,orica: analizza degli eventi, delle trasfonnazioni, c si muove
nel tempo. La lUllulogia si culloca fuori del tempo, l'oi.'h il mec-
"anismo dell'arti('qlazione resta sempre simile a se [
103
1.
Ma non basta dire chl' questi due "tudi non si ,'onfolldnllU:
,'a aggiuntu dlC non lXlSSO!1U nemmeno opporsi. Il primo
una delle parti essenziali della sL'ienza della lingua: la fonolugi'i.
in"ecl', bisogna ripetere, non .-tIC una disciplina ausiliaria c ha
rapporto solo <'On l,I p,l1olc (v, p. 2::l). Senla duhbio non si ,ede
bene a dlC s<'[\'irchbeTO i movimenti fonatori se la ling-ua non
esistesse. Ma i movimenti f"nat"ri non <"Ostituisl"Ollo la lingua c
in realt, quandu si sono spiegat tutti i movimellti dell'appamto
,'ocale necC"S.."ari a produrre le singok impres,iuni aC\lsti.-1l1.', non
"i chiarito in nicnte il pruhlema della linb'1la, Questa un si
stema f(ll1dato sull"opposizionc psichica di tali impn'ssioni ru:u-
;tidle, <.,;attamt'ntc t'urne un arazzo un'op.. ra ,l'art" prudotta
daJropposizione \'lsi,a tra Iili di l"Olori diversi: "Ta, l'ii) dIC im-
porta per l'analisi i' il g-ioco uppusizioni, non i procedimenti
.. a l'ui SOllO ott('nuti i colori.
Rinviamu all'appenrli('e (l'. SI) l'N l'abhozzo d'un si,tema di
fonologia, c..rlaml" 'lui di .,tabilir.. s"ltanto <:1](' aiul<l 1;1 lingui-
stica pui, atkndnsi da 'luesta S<.ienza per sah'arsi dalle iIIusioni
della scrittuTa.
2. La jOllOlogiw Il''').
Il linguista chiede anzitutto che gli si fornisca un mezzu per
rappresentare i suoni articolati fuori (['ogni l''lui,,ul'''. III effetti
i sistemi g-rafici pTl>!l0sti sono innuml'rcvoli 1'
110
1.
Quali sono i prin('ipi d'nna \'l'ra scrittura f"llol,,!{il'a? Essa :i1
deve badare a rappresentare l'on un se6'l\O ciascun l'lcm"nto ddla
catena parlata. ;';un .sempre si ti"Ill' c"nt" di qUI'-,ta <'.'igenza:
Jler csempiu i fonoh.gisti inglesi. l r""l'<'uI"-1.ti di dassiJi<-a1"e l'iii
che di analizzare, per certi suoni US<UH> selini di <Iu" " pnln"
tre lcttere[Ul"I. Inoltre la <iistin/.iOll<' tra su'"ni ,'sl'lusil'i c snoni
implosivi (v. p. 05 sg.) ti"\'f,'hhe fatta rig"TnSamt'lll', ('''nle
diremo.
V' ragiune di sostituire un alfal"'tn fnnol'''.:i,'' all'''rt"gra-
fi ... usuale? Questa 'llU'sli'!llc 'lui l'u" ",.,<.'1" s"l" sl,,-
rata, A nostru ,\\,"is" la sl'nllura f"n"l"gin, (!en, rhtar" al s"r-
45
vizio dei soli linguisti. Anzitutto, come fare adottare un sistema
uniforme agli inglesi, ai tedeschi, ai frallcesi ecc.? E poi un alfa-
beto applicabile a tutte le lingue rischiercbbe di essere ingombro
di segni diacritid e, a non parlare dell'aspetto desolante che avreb-
be una pagina d'un testo simile, chiaro che, a forza di preci-.
sare, una scrittura del genere l>scurerebbe quel che vuole chiarire
e imbroglierebbe il lettore. Non. ci sono \'antaggi che compen!>ino
inconvenienti del genere sicch, fuori della sdenza, l'esattezza
fonologica non multo desiderabile [101J.
Vi poi la questione della lettura. Noi leggiamo in due.modi:
la parola nuova o sconosciuta viene letta lettera dopo lettera,
mentre la parola usuale e familiare s'abbraccia d'un sol colpo
d'occhio, indipendentemente dalle lettere che la compongono,
sicch l'immagine di parole del genere acquista per noi un valore
ideugrafico, Qui l'ortografia tradizionale pu rivendicare i suoi
diritti: utile distinguere in francese lanl e iemps, el, esi ed ail,
du e du, il devall e i.ls droaienl ecc. Limitiamoci a desiderare che
la scrittura usuale sia liberata dalle sue pi grosse assurdit,
perch, se nell'insegnamento delle lingue un alfabeto fonologico
pu rendere dei servizi, il suo uso non va generalizzato.
3, eTilica della testimonianza della scrittuTa 1108].
58 dunque un errore credere che, riconosciuto il carattere
ingannevole della scrittura, la prima cosa da fare sia rifonnare
l'ortografia Il vero aiuto che ci d la fonologia di permetterci
di prendere alcune precauzioni rispetto alla forma scritta attra
verso cui dobbiamo passare per arrivare alla lingua. La testi-
monianza della scrittura ha 'valure solo a condizione d'essere in-
terpretata. Dinanzi a ogni casu particolare bisogna delineare ii
sistema !onQwgiUI della lingua studiata, vale a dire la tabella
dei suoni da essa adoperati, dato che, in effetti, ogni lingua la-
vora con Un numero determinato di fonemi ben differenziati.
Questo sistema la sola realt che intere!'.S3. il linguista. I segni
grafici sono solo una sua immagine la cui esattezza va control-
lata. La difficolt di tale detenninazione varia secondo gli idioni
e le circostanze.
46
Quando si tratta d'una lingua appartenente al passato, siamn
ridotti a soli documenti indiretti; quali sono allora le risorse
utilizzabili per stabilire il siste'ma fonologico?
I. Per prima l'usa vi sono indizi esterni, e anzittltto le testi-
moniaoze dei contemporanei che hanno descritto i suoni e la
pronuncia della loro epoca. Ad esempiu i grammatici francesi
del XVI e XVII secolo, specie coloro che volevano ammaestrare
gli stranieri, ci hanno la'>Ciato oS'iervazioni numerose e interes-
santi. Tuttavia questa fonte di informazione assai poco sicura,
non avendo i loro autori alcun metodu fonologico. Le loro descri-
zioni 'sono fatte con termini di fortuna, senza rigore scientifico,
La loro testimonianza esige dunque a sua vnlta una
zione. Ad esempio i nomi dati ai suoni forniscono indizi troppo
spesso ambigui: i grammatici greci designavano le sonore (come
b, d, g) col termine' medie' (misai) e le sorde (come p, /, kl col
termine psilai, che i latini tradusserotenuis.
2. Si possono reperire notizie pi sicure c?mbina,ndo questi 59
primi documenti con gli indizi interni, che classificheremo sotto
due rubriche.
a) Indizi tratti dalla regolarit evoluzioni: fonetiche.
Quando si tratta di determinare li valore di una lettera, multo
importante sapere c.he cosa era in una fase anteriore il suono da
essa rappresentato. Il suo valore attuale il risultato d'nna evo-
luzione che consente di scartare immediatamente certe ipotesi.
Cosi noi non sappiamo esattamente quale fosse il valore della
s in sancrito, ma poich continua una k palatale dell'indoeuro-
peo, d limita nettamente il campo delle suppusizioni.
Se, oltre che il punto di partenza, 'ii conosce anche l'evoluzione
parallela di suoni analoghi della stessa lingua nella stessa epoca,
ragionando per analogia possibile stabilire delle proporzioni.
11 problema naturalmente pi facile se si tratta di detemI-
nare una pronunzia intermedia di cui si conosce tanto il punto
di partenza quanto il punto di arrivu [lotJ. La ali francese, per
e"empio in Sllu/er, era necessariamente un dittongo nel Medio-
evo, poich si trova collocata tra un pi antico al e la o del fran-
cese moderno; e se per altra via si sa che a un dato momento il
dittongo III' esisteva ancora, ben certo che esisteva anche nel
periodo precedente. Noi non sappiamo esattamente che cosa rap--
+7
pr"s,'nta la d'una parola com,' r,(ntico alto tl-dcsc" U'";;(f: ma
i punti di riferim,'nto SOliO da una parte il pii. alllicn l''llier e
dall'altm la f"rIDa moderna ;,"m,sa, Questa z dl'\'C dunque essure
un SUOllO intL'rIDedin tm I e s: impo_,sihile, in via d'es<'mpiu,
60 'Tetlerl' che abhia rappresentato una palatak, tra due
articubzioni d"ntali nun pu, supP')l"ii ehe una dentalt:.
b) Indizi nmtemporall'.'i. :""llO di parecchi" specie.
P,'r e,,,mpio si pellsi all,l diversit delle grafi,': in una certa
fasI' si trova srritt" in antico alto tedesco waur, ;;dla", eum,
mai per" <l'l/ar, rd/(lJ/ l'Cl". Se d'altra partt: si trovano anello;: l'san
ed rSI:l1l1, 1,"<15<'1' e WiI.lsrr l'C\"., s.i cpndu<ler che questa;; aveva
un sunno assai vicino a s, nn piuttusto \'ers(1 da '1udlo rappre-
sentato da c nello stessi> periodo. Quando in fase posteriore si
incontran" fo[nw COllU' H 'ilCcr ccc., guestn prm'a <"Ile i dul' fonemi,
prima nl'tt,'_nwnt... ,!istinti, si sono piil Il mellO confusi.
l "'sti podi"i suno documenti per la nonoscem:a
della pnmulll.ia. :\ <:tIC il di wrsiflcaziune sia
rombto sul numero delle sillabe, sulla quanti t:" o .sulla somigJi<mza
dei suoni (allittl'razione, ass.manza, rimai, i mOl1uml'nti poetici
ci danno inform.1zinlli sui di\',rsi punti. Il f;reco, ad esempio,
mentre (listin).,'1Il' ,'erte \"omli lunghe mediante la grafla (per l'S"
"notata Cd). per altre ignora talt' precisione: e ai poeti che hiso+
gna d,il'd<'re infuTl\1al.ioni sulla quantit di Il, i, 1(. In francese
antin., ad esempi", la rima permette (li sal't'rc flno a qual.:: epoca
Il' ,",.m'lnanti linali di i,:rm (lal. fl/ciii, franc. moderno jl'
jais) sunu state ,lin'l"se l' da quale mOlllcntu in p"i si SllllO rav+
\"i.-inak t. ,"nfuse. La rima -" ci insrgnanl1 altres
che in (rann__[' antico le e pW\'cnil'nti <la una il latina (per es..
l','rc ,la l'al,,,m, Id da Ii/h'm, 1110" (\;l m.llrt-) a-\-ano un suono af+
f,ctto 110111" altre ,'. L[- l'awlt' or" ri'-ortiat{- non s"no mai
in rim" o '-Oli diI" (da illlI). ;wt {da l'iritirml. bdle (da
bril,I) ,"'t".
intin,' la d..U" paroll' l'rhl' a una lingua
str;Lllina, i gill.-ili ,li l',lP,la, i ,.... -. ("",j in glltko
,.j <I:; pronunzi:l d ,",,,,ti,, in latino Llf<lo. La l'fIl-
(" nunzi;l n,,' l"'f ",i i, alt..stat" p,r la !ilI<' <Id :'\.\"1[1 senllo
<Ial llll<'<ld..io Iitai .. dal (;ramm<lire Ilisturiq/ft
dI'I'I Imi!:/((' /rtllll"{(i.,,', la, l'. 1710;' al trilnmal.- rivolllzi,marill ,;i
chiede a Ima douna se non ha detto dinanzi a testimuni che ci
"oleva un TOl-; a[ che la donna ribatte affennaudo che non Ila
pt'r niente parlatt; d'un roi come (apelo o chiunque altro, ma di
un rOl/(!/ mal/re, strumeuto per filare [IUl)_
Tutti qUl'sti mezzi di infonnazioue ci aiutano a cunoscere in
una certa misura il sistema fonologko d'un'epoca e a rettificare
la tt'stimoniailza della scrittura pur mettendola a profitto.
Quando si tratta di una lingua viva, il solo metodo razionale
consiste in ci: ti) stabilire il sistema de suoni sull<l. base del-
l'u..;servazione diretta; bl mettere da parte il sistema dei segni
dJe s('rvono a rappresentare, imperfettamente, i suoni_ Molti
pammatici si attengono aucora al vecchio metodo, criticato piiI
in altu, che consiste' uel dire ellme ciascuna lettera si pronunzia
nl'lIa lingua che vogliono descrivere. Ma in questo modo non
possibik presentaro;: chiaramente il sistema fonolDgico d una
linFua.
Tuttavia e "erto che gia sono stati fatti grandi progressI In
campo l' che i fonnlogisti hanno molto contribuito a ri-
f"rmar(' le nostre idee sulla scrittura e l'ortografia:
l'Hr:\Cll'l 111 FO:\OLOC1.\
CuPi/olo I
LE SPECIE FOX{JLOGICHE
I. Dtfilljzi01IC di fOlltma [111).
~ P e r questa parte abbiamo potuto utiliz.are la riproduzione sttonogra- 63
Iica di tre conlerenze fatte <la F. de S. nel 1897 sulla. teoria della sillaba..
in cui egli locca oltres; i principi gffieTali del primo capitolo; inoltre una
buona parte delle sue note personali riguardano la IDnologia: su molti
punti esse chiariscono e completano i dati offerti da corsi I e 1I1 (Edd.lllllll.
Molti fonologi.ti badano quasi esclusivamente all'atto di fona-
zione. vale a dire alla produzLone dei suoni mediante gli o r g a n ~
(laringe, bocca ecc.). e trascurano il lato acustico. Questo metodo
non cOrretto: non solo l'impressione prodotta sull'orecchio ci
data in modo altrettanto diretto dell'immagine motoria degli
organi. ma proprio essa, inoltre, che fa da base naturale a qual-
siasi teoria (Ila).
Il dato acustico esiste gi incosciamente allorch si affron-
tano le unit fonologiche. con l'orecchio che noi sappiamo 64
che cosa una b. una I ecc. Se si potessero riprodurre mediante
un film tutti i movimenti della bocca e della laringe che realiz-
zano una catena di suoni, sarebbe impossibile scoprire delle suddi-
"isioni in questa sequenza di movimenti articoiatorii. Non si
sa dove un suono comincia e un altro finisce. Come si potrebbe
affennare, senza !'impressione acustica, che in fiil, ad esempio,
vi sono tre unit e non due o quattro? nella catena della parok
ascoltata che si pu immediatamente percepire se un suono resta
o no simile a se stesso: finch si ha l'impressione di qualche cosa
d omogeneo, il suono unico. Ci che importa.non la sua durata
in crome e semicrome (cfr. fiil e fiil) ma la qualit dell'impressione.
53
La catena acustica non si divide in tempi eguali, ma in tempi
omogenei, caratterizzati dall'unit di impressione, ed qui il
punto di partenza naturale per lo studio fonologico [mI.
Sotto questo aspetto l'alfabeto greco primitivo merita la nostra
ammirazione. Ciascuno dei suoni semplici rappresentato da un
solo segno grafico, e reciprocamente cia'>Cuno dei segni grafici
corrisponde a un sempre identiw. una sco-
perta geniale che i latini hanno ereditato. Nella notazione della
parola barbarrJs ciascuna lettera corrisponde a un
tempo omogeneo:

I I I I
Nella figura qui sopra la linea orizzontale rappresenta la catena
fonica, le harrette verticali rappresentano i passaggi da un suono
all'altro. Nell'alfabeto greco primitivo non si trovano grafie com-
plesse come il francese ch per n rappresentazioni doppie
d'uno stesso suono come c e s per s, e nemmeuo semplici
per un suono doppio come -lO per ks. Questo principio, necessario
e sufficiente per una buona scrittura fonologica, dai greci stato
realizzato integralmente l.
6;5 Gli altri popoli non hanno scorto questo principio, e i loro
alfabeti non analizzano la catena parlata nelle sue fasi acustiche
omogenee. I ciprioti, per esempio, si sono arre;:tati ad unita pi
complesse, del tipo pa, ti, kG ecc., questa notazione chiamata
sillabita, con una designazione un po' inesatta perch una sillaba
pu esser formata anche da altri tipi, per esempio pak, Ira ecc.
l yero che essi hanno-scritto X. e. 011 per Ah. Ih, ph: o1IEPil rapp,e
senta ph<rif: ma un'innO"azione posteriore: le iscrizioni arcaiche notano
KH.-I.PI:E e non XAPI:E, Le stesse iscrizioni presentano due segni per k.
il e il kappa, ma la cosa le difler"nte' .i t=U:a,-a di notare due sfuma-
ture reali di pronunzia, ii k essendo C'ra l'alatale ora --elare: d'altronde in
seguito il scomparso. Inf",c, punto delicato. le iscrizioni arcaiche gre
che e latine n"tnno spesso una consonante d,,!,pia con una lette"" semplice:
co.i la parola latina J"'''' era scritta FU/SE; ""CO un'infrazione al prin.
dI'i", poich questa' doppia dura du.. tempi ..he, come 'edremu. non sono
omogenei e danno delle impre",ioni distink: ma un elTOre 5C\lsabile, per
ch qucsti du" suoni. pur non confOl,dendosi, presentano un carattere co-
mune (v_ p. 67
l semiti invece hanno notato solo le consonanti: una parola
come barbarGs sarebbe stata scritta BRBRS.
La delimitazione dei suoni nella catena parlata pu dunque
poggiare ,;010 ma, per hl loro descri-
zione le cose stanno diversaIllllllte. Essa non potrebbe e!\Ser fatta
che sulla base dell'atto articolatorio perch le unit acustiche
prese nella loro propria catena sono inanalizzabili. Si deve ricor-
rere alla Catena dei movimenti di formazione; si osserva allora
che allo stesso suono corrisponde lo st6SO atto: b (tempo acu-
stico) = b' (tempo articolatorio). Le prime unit che si
gono spezzettando la catena parlata saranno composte di b e
b'; si chiamano fOllemi; il fonema la somma delle impressioni
acustiche e dei movimenti articolati, dell'unit udita e del-
l'unit parlata, l'una condizionante l'altra: cosicch gi un'unit
che ha un piede in ciascuna catena pul.
Gli elementi che si ottengono inizialmente con l'analisi della
catena parlata sono come gli anelli di questa catena, dei momenti
irriducibili che non possono considerarsi fuori del tempo che
occupano. Cosi un insieme come ta sar sempre un momento
pi un momento, un frammento d'una certa estensione pi un
altro frammento. Per contro, il frammento irriducibile I, preso
a parte, pu essere considerato jJl abslraGlo, fuori del tempo. 6f
Si pu parlare del t in generale, come della specie T (noi designe-
remo le specie con la maiuscola), di i come della specie l, badando
soltanto ai caratteri distintivi, senza preoccuparsi di tutto ci
che dipende dalla successione nel tempo. Nello stesso modo, un
insieme musicale do, re, mi non pu esser trattato che come una
serie concreta nel tempo; ma se prendo uno dei suoi clementi
irriducibili, posso considerarlo il, .
Dopo avere analizzato un numero sufficiente di catene par-
late appartenenti a diverse lingue, si arriva a conoscere e classi
ficare gli elementi con i quali esse operano; si constata allora che,
se si tralasciano sfumature acusticamente indifferenti, il numero
delle specie date non cindefinito, Se ne trover la lista e la descri-
zione dettagliata nelle opere speciali l; qui non vorremmo mostrare
Cfr_ Sievers, Grwnd.iige der PJ"",.lik,;5' 00.. 1<)02; Jespernen, Ldr-
55
2. L'apparato t'CIcale e il suo junzio/larnentollllll.
su quali principi costallti e semplki c fondata ogni cla<;;;ifi_
razione di questo genere [IlOl.
Ma diciamo anzitutto qualche parola sull'apparato vocale, sul
gioco possibile degli organi e sul ruolo di questi stessi organi come
produttori del suono.
passa. liberamente, le corde vQal non vibrano; nel secondo
il passaggio dell'aria determina delle vibrazioni sonore. Non v'
altra alternativa nella emissione normale dei suoni.
La cavit nasale un organo del tutto immbile. 11 passaggio
dell'aria pu esser fennato d,.,ll'innalzamento dell'ugola S, niente
pi che questo; una porta aperta o chiusa.
Quanto alla cavit boccale, -essa offre un giocu molto 68
vario: si pu aumentare la IUltghezza del canale cnn le labhra,
gonfiare o rilassare le guance, restringert: e perfino chiudere la cavi-
t con i movimenti infinitamente diversi dclle labbra e della lingua.
Il ruolu di questi stessi organi come produttori di
in ragione diretta della loro mobili t';'; stessa unifonnit.\ ndla
funzione della laringe e della cavita nasale, stes);a diwrs-it in
quella della cavit boccale.
L'aria espulsa dai polmoni traversa dapprima la glottide,
ove si ha la possibile produzione d'un suono lariogale per av\'id-
namento delle corde vocali. Ma non il gioco della laringe che
pu produrre le variet fonologiche permettenti di distinguere
e classificare i suoni della lingua. Sotto questo I<I.pporto il suono
laringale uniforme, Percepito direttamente quale emesso
da11a glottide, ci appare a un di presso invariabile nella sua qualit.
Il canale nasale serve unicamente da risonatore alle vibra-
zioni vocali che lo traversano: anch'esso dunque non ha il ruolo
di produrre suoni.
- Al contrario, la cavit boccale cumula le funzioni di genera-
tore di suoni e di risonatore. Se la glottide largamente aperta,
nessuna vibrazione laringea si produce, ed il suono che si perce-
pir partito proprio dalla cavit boccale (noi lasciamo al fisico
il compito di decidere se un suono o semplicemente un rumore).
Se al contrario il raccostamento delle corde vocali fa vibrare
la glottide, la bocca interviene principalmente come modifica-
tore del suono laringale.
" Cos, nella produzione del suono, i fattori che entrare
Jin gioco sono l'espirazione, l'articolazione boccale, la vibrazione
\della laringe e la risonanza na.""le.
Ma enumerare questi fattori di produzione del suono non
significa ancora determinare gli elementi differenziali dei fonemi.
Per classificare questi ultimi, importa assai meno sapere in che 69
,
L
C
A
'Bh
r. Per la descrizione dell'apparato, ci limitiamo a una figura
scht:matica in cui A designa la cavit nasale, B la ca\'iti
hoccale, C la laringe, con-
tenente la glottide E tra le
due corde vocali.
Nella bocca essenziale
distinguere le labbra Cl: ed a,
la lingua desil:,'1la la
punta e "( tutto il resto),
i dt'nti superiori d, il palato,
comprendente una parte
anteriore, ossea ed inerte
j-h, ed una parte posteriore,
molle e mobile o velo del
palato i, infine l'ugola S.
Le lettere greche desi-
gnano gli organi attivi nel-
l'articolazione, le lettere latine designano le parti passive.
La glottide e, formata da due muscoli paralleli o corde voc:ui,
s'apre per il loro discostarsi o si chiude per il loro ravvicinarsi.
La chiusura completa non entra, per dir cos, in conto; quanto
all'apertura, essa ora larga ora stretta. Nel primo caso, l'aria
bllCIi J.., Pllo".fik, 2" ed_o 1913; Roudet, EU"m,'s tk pllo"<liq,u
19'0 [EJd.].
I La descrizioue un po' sommaria di F. de 53uMure stata completata.
!\llia scorta del Ldrbuch th, Phondir. di Jesperien. dal quale abbi3mo
tratto anche il principio secondo cui pill oltre saranno staLilite lc formulc
dei fonemi. Ma si tratta di questioni di forma. di messa. a punto, " il let-
tore si convincer. che taH cambiamenti non alterano in niente il pensiero
di F. de Saussure [Edd.].
'7
56
57
------
consistono e assai pi d che li distingue gli uni dagli altri.
Ora, per la classificazione un fattore negativo pu avere pi im-
portanza che un fattore positivo. Per esempio, respirazione, ele-
mento positivo, ma che interviene in ogni atto fonatorio, non ha
,-alare diffcren1.iatore; mentre l'assenza di risonanza nasale, fat-
tore negll.tho, serdr, altrettanto bene quanto la presenza, a
caratterizzare dei fonemi. L'essenziale dunque che due dei
fattori enumerati pi in alto sono costanti, necessari e sufficienti
per la 'produzione del suono:
a) l'espirazione
bj l'articolazione boccale
mentre gli altri due possono mancare o aggiungersi ai primi:
c) la \'ibrazione della laringe
d) la risonanza nasale.
D'altra parte. noi sappiamo gi che a, c e Il sono uniformi,
mentre b comporta variet infinite.
Inoltrt', bi50gna ricordarsi che un fonema identificato quando
determinato l'atto fonatorio, e che reciprocamente si sar
determinata ogni specie di fonema identificando tutti gli atti
fonatori. Ora questi, come mostra la nostra classificazione dei
fattori in gioco nella produzione del suono, non si trovano diffe-
renziati che per gli ultimi tre. Bisogna dunque stabilire per ogni
fonema quale la sua articolazione boccale, se comporta un suono
laringale ( __ l o no ([ ]), se comporta una risonanza nasale
(.'....) o no l). Quando uno di questi tre elementi 11011 de-
terminato, l'identificazione del suono incompleta; ma quando
siano noti tutti e tre, le loro dh'erse combinazioni determinano
tutte le specie e,;..--enziali di atti fonatori.
Si ottiene cosi lo schema delle possibili variazioni:
[J
lJ
"eneralmente i suoni si <:\assificano il luogo della loro
<'lrlicolaziom-". Il nostro punto di partenza sar di\erso. Quale
che sia il punto della loro articulazirlne. questa presenta ;;empre
una certa I/perlllra, \"1..11' a dire un certo grado di apertura tra due
limiti estremi che sonu l'occlusione completa e l'apertura massima,
Su questa base, e andand" dal1"apertura minima alla massima,
i suoni saranno classifICati in sette categorie con le cifre o, I, Z,
3. -l, 5, 6. Solo all'interno di ciascuna categoria di'dderemo i fonemi
in diYer5i tipi secundo il luogo della loro propria articolazione.
Ci atterremo alla terminologia corrente, bench sia imper-
fetta o sr.orretli in pi punti: termini come gutturali, palatali,
dentali, liquide ecc., sono tutti pi o meno illogid. Sarebbe pi
razionale dh'idere il palato in un certo numero di aree: in tal
modo. e tenendo conto dell'articolaziune Iinguale, si putrebbe
sempre dire a qual punto si trova in ciascun caso la stretta 7'
priocipale. Ispirandoci a questa idea e utilizzando le lettere della
figura a p. 56, simbuliaeremo ogni articolazione cqn una formula
in cui la cifra di apertura si troya collocata tra la lettera greca
contrassegnante l'organo attil'o (a sinistra) e la lettera latina desi-
gnante l"orgaoo passivo (a dbtra). Cosi o e vuoi dire che col
grado di apertura corrispondente all'occlusione completa, la
della lingua i3 si applica contro gli ah'eoli dei denti supenon e.
Infine. all'interno di ciascuna rticolazione, le diverse specie
di fonemi si distinguono per le conulmitanzc laringale
e lisonanza nasale) di cui sia l'assenza sia la presenza varr come
elemento differenziatore.
f: secondo tale principio che classificheremo i suoni. Si, tratta
di un semplice schema di classificazione ralionale; non ci si de\'e
dunque attendere di troyare n funemi d'un carattere complesso
u speciale, qualunque sia la loro importanza pratica, cume ad
j 3, C!assijicadonc dd suoni suo!ldo fil loro IIrlicola:lllc boccale [llBl.
La colonna I designa i suoni sordi, la II i suoni sOllori, la III
suoni nasalizlati sordi, la IV i suoni nasalizlati sonori.
)Ia sussiste un'incognita: la natura dell'articolazione boccale;
bisogna dunqut' determinare le possibili variet.
Espirazione
Art. boccale
'" "
E.pirazi<>ne Espimzione
Art. boccale Art. boccale
[J
[]
Espirazione
Art,
,
'0
58
59
le (pii. dII le affrirah' {ls, Pf en ..I. Il'
paIatizzate.le n)eali rleholi {J o e muto {.co.l, n. airil",-
Vl'rsu, fUDI'mi semplici che privi ,Ii importanza pratica e non
("<mtano come rlifft>renziati.
A. - APERTlTl.\ ZEI<O: OCCUS!\'E. Questa da,,-<c romprende
tutti fonemi ottenuti nm lo. chiusura completa, l"occhL<ione
",nnetica ma momentan",a della ..avit hoccale. Xon (> il ca.';'J di
se il suono e prodotto al mumento della chi1L<ura o
al momento ddI'apntura; in realt pu prodursi in due modi
{v. p. (,h sg.).
Secondo il luogo di articolazione si distinguono tre tipi prin-
cipali di ocdusive: il tipo labialc {P, b, 111), il tipo dentalt (I, d,
li), il tipo gutturale (k, g, 'i).
I! primo si articola mn le due labbra: nel sl'condo l'l'slremit
12 della lingua si applica sul da"anti del palato; nei terzo il dorso
della lingua ' in contatto con il dietro dci palato.
In molte lingut', specialmente in ind,.Jcuropeo, si distinguono
nettamente due articolazioni guttumli, l'una palatale, su f-Ii,
l'altra velare, su i. Ma altrove, per esempio in francese, si trala-
scia questa differenza, l'orecchio considera simili un k di dietro,
come quello di cGurt, e un k d'a,anti, come quello di qui.
La lavola seguente mostra le formule di questi diversi fonemi:
LABIALI UCqAI.1 I <:iUTTU1ULI
--p- ' __ __'_'_
.00 .0 o 000 :l oe
:l ,,.
'"'
',oh o:" oh .,01,
II II il
II [ [: -, l [:
Le nasali m, 11, 11 sono propriamente delle occlusive sonore
nasalizzate: quando si pronuncia alliba l'ugola si alza per chiu-
dere le fosse al momento in cui si passa da m a b.
In teoria ciascun tipo possiede una nasale senm vibrazione
glottale, u sorda: cos che nelle lingue scandinave III sorda esiste
dopo una se ne troverebbero esempi anche in francese, ma
i soggetti parlanti non vi vedono un elemento differenziale.
60
f.,. nu.<.nli li.,rumnn tra par.'ntlsi llella l;[t,.loI: in df{'!ti se la
10m articolazione c0111I'0rla l111a chiusura completa della hocca,
l'apt'rlnfa del canale nasale conftorisce ad esse I1n carattere di
apt"rtur.l, sUI"It'riore {\'edere la C).
B. - ,\PERTL'RA I: FRIC-\TI\F. () caratterizzate da
una chiusura incumpleta della cavit boccale, pennettente il
dl'll"aria. TI termine spirllllie c deL tutto generale;
quello di fri,.atit>e, senza dire niente sul g-radn di r- IJ
chiama !'impressione di prod"Uo dal del-
l'aria \lat. fricrr).
l..\lll"\)E:->T.\I.1
--
,
J
,
J
"
I J
----
,,'
"1<1 r d
l'
"
ti
:'\' ,"
.. f d
r1"
"
; l] l!
,-
!] [: i, l] ,
I
-
n,
'0
Ihi"!:
P.\LATA1.l ';ITr1'R.\1.l
"
-
ingL
"
'0
Ih",
-
frano.
,
io
" }
.,'
} ,
-
lranc.
"
'0
ro."
I
-
frano. eh
'0
chulIl
" ,/ -, ,/
, , , ,
J
-
frano. , in lIin;e
'; [:
},
-
ted. e. io ,<h
-
led. .etlente. , io licg.. "
C I
;
, ;
d, io U"ch
-,
}
-
,-
-
settcntr.
,
'0
T
In questa classe non ci si pu pi limitare a tre tipi, come nella
prima categoria. Anzitutto le labiali propriamente dette (corri-
spondenti alle ,-'celusive p e b) sono di impiego assai raro; noi ne
lacdamo astrazione, es,e sono abitualmente rimpiazzate da labio-
dentali. prodotte dal ravvicinamento dd labbro inferiore e dei
denti (f e l' francesi): le dentali si dividono in pil variet, a se-
nmda della forma presa dalla punta <klla lingua avvicinandosi;
senza dare particolari. dl'signeremo con e le diverse fonnc
61
"
--.-
posito delle vibranti sorde o nasali pu ripetersi ci che s' detto
delle laterali.
punta lingua, suoni che interessano il palato, l'orec-
chio generalmente un'arti[()lazione d'a\'anti (palatali)
un'artic()lalinne di dietro (n"lari) I.
14 Yi ndle fricati\'e ci che corrisponde a Il, 11/, Il ecc. nelle
ocdusiw, ya)e a una " nasale, una z nasale ecc?, faciltl
ad si una ;: nasale nel francese ill"el/fer,
ma, in generale, la fricati\-a nasale non e un SU'JllO di cui la lin-
gua ahbia c"scienza.
Il
13/-1,
II II II II
C. .-\j'ERTl'/n Z' sopra p. (0).
1 al >UO, JlKlud" d, F ..k Sau",url ""'i hl1
<luto <Ii la ,te,,,,- a pr"P'J;itu <lc,lla A.
I.. imp"rtanza ,h,, se-,ic' K, h:, tralla
<li una "mi"-';'lne dci tutt" \"l)I"la Ldd._.
2. L'arlic"lazhJlJe "il"u>l/(: la lingua c meno raccostata al
palato chE: per la /, ma vibra, anche se con un numero n,riahile
di battiti (segn" ,. nelle formule) e con di.. si ottiene un grado
di apertura a quellfJ della laterale. Questa vibrazifJne
pui, esser prodotta in due modi: con la punta della lingua appli-
cata in avanti sugli alveoli (r detta rOld in ('PPUre
indietro, <:<m la parte p"steriore della lingua (T >;TaSS(Y] _\ pru-
Oltre il grado 3 do:-miniu: d'llle C"'lsolrall/i
passiamo alte vocati. Finora non abbiamu Iattu prevedere questa
distinzione, poich il meccanismo della fonazione resta il me-
desimo. La fonnula di una vocale esattamente comparabile a
quella di una qualsiasi consonante sunora. Dal punto di vista
dell'articolazione boccale nun vi sono distinzioni da fare, Solo
l'effetto acustico differente. Passato un certo g-radu di apertura,
la bocca funziona principalmente come ris'lllatorc. Il timbro
del suono laringale appare pienamente e il rumore boccale si
dissolve. Piil la bocca si l'hiude pi il suono laringale inter-
cettato; pii! si apre, pii! il rumore diminuisce, (osicch, del tutto
meccanicamente, il suono predomina nella \'ol'ale.
E. - APERTUR,\ 4: i Il ii.
In rapporto alle altre yocali, questi suoni presuppongono una
chiusura ancora considerevole, piuttosto vicina a quella della
consonanti. Ne risultano certe conseguenze l'hl" appariranno l'iii
oltre, e che giustificano il nome di semiL'Qcali dato generalmente
a questi fonemi.
i si pronunzia con le laubra contratte (segno _) e articola-
zione in avanti, 11 CfJn le labura arrotundate (segno O) e articola-
zione all'indietro, ii con la posizione delle labbra di Il e l'artiro-
Jazione di i.
Come tutte le vocali, i /I ii hanno delle forme nasalizzate;
ma sono rare e possiamo farne astrazione. da notare che i suoni
scritti JI e 1111 nella ortografia francese corrispondono ad altra j6
cosa (vedi oltre).
Esiste una i sorda, vale a dire articolata senza il suono larin-
gale? La stessa questione si pone per Il, ii e per tutte IO! \oal.
differenziat';,
(per esempiq
a...sai raru c non
un sU'm" nasale
D. - :\!>EHTUt\ 3: l.TQum:. Due tipi di articolazione hann()
a che fare CfJn questa da5M::
1. L'articolazione la/erale, la lingua si appoggia nJlltro la
parle anteriore del palato, lasciand') per" un'apertura a [lestra
e a sinistra, p'lsizi"ne rapprcsentllta. da I nelle nostre f'Jrmulc.
Se'_'und" il luogo di articolazione si distinguono i dentale, i' pala-
tale o mOllillie ed I " \elare. In 'Iuasi tutte le ling-ue
fonemi ,Sono !i'Jll"re, alI" !ite';s" mod" di I" .: e'x. Tut-
tavia la sorda non t impossibile: biste anche in francese, in ('ui
una I sUlTessinl a una sorda sara pronunziata senza suono larin-
gal,: (per esempio in pillie in opposizione a bleu): ma n'm ha
(oseienzo. di questa differenza,
f: inutile parlare di I na...a)e,
bencht esista, soprattutto d'JJ'"
nel frane. Imlllltll1l1.
62 63
Fonemi siffatti, che corrispondono alle consonanti sorde, esistono,
ma non devono essere confusi con le vocali bisbigliate, cio arti-
colate con la glottide rilasciata. Si possono assimilare le vocali
sorde alle h aspirate pronunziate davanti ad esse: cos in hi si
sente dapprima una i senza vibrazioni, poi una i m;'rma(e.
Il
"
Il
,
Il
Capi/olo JI
IL :\"EI.I..-\ CATEX.-\ P_-\Hl..-\T.-\
I
,

,
I
, , ,
I
!----
----1----
I
-orsi
"si
o'r sI i -15i
'( 5 i OrsI
,
I
[J Il Il
I
F. - APERTUR.\ 5: cQ ii, la cui articolazione corrisponde rispet.
tivamente a quella di i, u, ii. Le vocali nasalizzate sono frequenti
(i, 6, li in in pin, poni. bTlm). Le forme sorde sono la h
aspirata di ho hO.
N.B. -Molte lingue distinguono qui parecchi gradi di apertura:
cos il francese ha almeno due serie, l'Una detta chiusa, li 9,
in di, dos, dellx l'altra aperta f C! (i, in mer, IIWrl, I7k:flrl.
li
i ----
G. - APERTURA 6; a, apertura massima,
che ha una forma nasalizzata, un po' pi
chiusa, vero, ii {per esempio in grand}, ed
una fonna sorda, la Il di ha.
\
iJ
1
,
.""
-'
r. .vcunil di sludiaTe i suoni nella calena paTZala [Il"l.
Xti trattati specializzati e soprattutto nelle opere dei fone-- 77
tisti inglesi si possono trovare analisi minuziose dei suoni del
linguaggio [ll'tl].
Sono sufficienti a far si che la fonologia risponda al suo com
pito di scienza ausiliaria della linguistica? Tanti particolari accu-
mulati non hanno valore in se stessi: solo la sintesi importa. Il
Iingui"ta non ha alcun bisogno d'essere fonologista consumato,
ma dliede solo che gli si forniscano un certo numero di dati ne-
cessari allo studio della lingua.
In un punto il metodo di ques.ta fonologia particolarmente
difett<Jso; si dimentka troppo che nella lingua vi sono non sol-
tanto suoni, ma estensioni di suoni parlati, e non si accorda
ancora aLbastanza attenzione ai loro rapporti reciproci. Ora, non
che ci si pnlsenta immediatamente: la sillaba si offre
piil direttamente dci suoni che la compongono. Si visto che
certe scritture primiti\'e hanno notato le unit sillabiche e che
solo pii! tardi si giunti al sistema alfahetico.
Inoltre non t, mai una unit scmplice che imbaralZa in lingui-
5tka: se, per esempio, a un dato momllnto in una data lingua
o/{ni a di\'llnta 0, non ne risultJ. niente; ci si pu limitarll a consta
t,lre il fenomeno, sen1.a cercare di spiegarlo fonologicamente. 78
La scienza dei suoni diventa preziosa solo allorch due o pi ele-
menti si trovano implicati in un rapporto di dipendenza
na, perch vi un limite alle variazioni dell'uno in rapporto
alle variazioni dell'altro: il s<>lo fatto che \'. siano due elementi
65
}.
comporta un rapporto e una regola, il che molto differente da
una. constatazione. Nella ricerca dd principio fonologko, la
scienza lavora dunque controcorrente la sua predile-:
zione per i suoni isolati. Bastanu due fonemi per noli far capire
piu niente. Cos in antico alto tedesco Iragl, bl/lg, wagll, lang"
danr, .10m diventati pi tardi hllgal, balg, l.<'lIgan, lmig-,:
dmmar, darll, cOY,;icch, a seconda della natura e dell'ordine di
successione del gruppo, il risultato diverso: a volte Ulla \ocale
si sviluppa tra due consonanti, a volte il gruppu resta compatto.
:\ia cume fonnulare la legge? Donde pro\iene la differt'llla?
Sema dubhio dai gruppi di consonanti (gl, 19, gu ecc.) contenuti
in queste parole. ben chi,Ho che essi si compongono di una
ocdusiv<l. che in un casu preceduta, in un altro seguita da una
liquida o da un,l nasale; ma che ,'osa ne rhulta? Finu a tantu'
che;: ed 11 sono concepite come quantit omogenee, nou si com-
prende perch il contatto g-11 produce effetti diversi da II-g.
Accanto alla fonologia delle specie, v' dunque spazio per una
sdenza che assuma <,ome punto di partenza i' gruppi binari e le
successioni di fonemi, e che tutt'altra l'osa. J>'ello studio dei '.
suoni isolati, basta COnstatare la posizione degli organi. La qua
4
,
lit acustica del foncma nou fa probkma: fissata daU'orecchio. ",'
Quanto all'articolazione si ha piena libert di produrla a piaci
41

mento. Ma quando si tratta di pronunziare due suoni combinati
la questione meno semplice: si obbligati a tellere conto della
discordanm possibile tra l'efit'tto cercato e l'effetto prodotto e
uon sempre in nostro potere pronunziarc d che avremmo
voluto. La libert di legare delle spede fonolugiche limitata
79 dalla possibilit di i. movimenti articolatorii. Per ren-
dere contndi ci che avvien nei gruppi occorre stabilire una fono-
lo!,>ia in l\li questi \'ellj!:ano con"irlerati mme equalioni algebriche.
Un gruppo binario implica un Cl'rtn numero di elementi
nici ed acustici che si condizionano recipwc<lmente: quando
l'uno varia, tale variazione ha sugli altri una ril'CT<:ussione nt'(es-
saria che si potr c<t1colart'.
Se nel fcn<)meno della fonazione '1uakooa "ffrt' un carattere
111li'ersale clle si annunzia superiore a tutte le ,li\"C'IOiti j,x-ali
dd fonemi, senza dubbio questa nwcoanira regolata di cui si
trattato. Si \"CdI' con ci !'importanza che la ft'nologifL dei gnlpp
66
deve avere per la linguistica generale. Mentre ci si limita
dare delle regule per articolare tutti i 'suoni, elementi
vanabiii e accidentali delle lingue, questa fonologia combinaturia
circoscrive le possibilit e fissa le relazioui custanti dei fonemi
interdipl'ndenti. Cos il caso di hagl, baig ecC. (v. p. 66), solleva
la tanto discussa delle sonanti indoeuropee: proprio
qu,:to II in cui si pu meno rinunziare a una fonologia
COSI concepita, pokh la sillahazione , per cosi dire, il solo fatto
che tale fonulogia mette in questione dal principio alla fine. J>'on
questo l'unico problema che si debba risoh'ere con tal metodo;
ma un fatto certo: diveuta quasi dis,'utere la qllestiolle
delle sonanti fuori dun esattu apprezzamento delle leggi che ,re-
golano la combinazione dei fonemi.
2. L'impiosl()fIt'; e l'esplosione (121).
Noi partiamo da un'osservazione fundamentale: quando si
pronunzia uu gruppo ap'pa si perccpisce una differenza tra il' due
p. di cui l'una corrisponde a Una chiusura, l'altra ad una apertura.
Queste due impressioni sono abbastanza analoghe perch la se- 80
quenza pp Veuga rappresentata da un medesimo p (v. p. 54 no-
Ia). Tuttavia questa differenza che ci permette di distinguere
segui speciali (> <) le due p di appll (afipa) e di caratte_
nuarIe .qu.ando non si susseguono nella catena (afta, alfa). La
stessa pu esteudersi oltre le occlusive e applicarsi
alle fncatlve (alla), alle nasali {Il/il/Ilal. alle liquide (alla) e in
generale a tutti i fonemi fino alle nxall (lI,ia) tranne Il.
SI ?> chiamata la chiusura illlPIosio7le e l'apertura esplosiolll!:
un p detto ({ o esplosivo (fil. :-:ello stesso scnso si
pu parlare di suoni rllilldmli e di suoni apl'en/i.
Senza dubbio, in un gruppo come appa distill(lue oltre
l:implo>lone l'esplosione. anche un tempo di riposo 'nel' quale
l "'1 prolunga ad libitHlIl, e se si tratta d'un fonema
di apertura mal!'ginre, come nel gruppo alfa, la stessa emissiOne
di suono <"he' continua nell'immobilit, degli organi. In linea ge-
nerah., In o/::nj cakna parlata ,.j .>rono tali fnsi intermedie che
chbml'remo I,JIIf!1! () articolazioni t,se per pO,SOno
67
l
I
t
.,

,
alle articolazioni implosive, dato che il loro effetto
analogo, cosicch nel seguito non si terr contu se non dell'im-
plo'.;ione o dell'esplmionc l,
Questo metodu, che nun sarebbe ammi,sibile in un completo
trattato di fonologia. si giustifica in un'cspc'SiLilJnc che riconduce
al pi semplice schemi possibile il fenomeno della sil1abazione
con;idcrato nel suo fattore esscn7.iale. :\01 non preteniamo
di tutte le difficoltil che sollc\"a la didsione ridIa catena
parlata in sillabe, ma vogliamo Sf!lo porre una b:\.Se razionale per
lo studio di questo problema.
Ancora un'osservazione. ;'\on bisogna confondere il movimento
di chiusura o apertura richiesto dall'emissione dei suoni con le
diverse aperture dei suoni ste5si. Qualsiasi !on(lma pu essere
tanto implosivo ch(l esplosivo; tuttavia vero che l'apertura
influisce sull'implosione e sull"esplosione, nel S(lnso- che la distin-
zione dei dIII' movimenti diventa tanto meno netta quanto mag-
giore l'apertura del suono_ Cosi con i, II, ii si percepisce ancora
bene la differenza: in aiia possibile apprezzare una i chiudente
cd una i aprente; allo stesso modo in alilia, aliila si distingue
nettamente il suono implosivo dal suono esplosivo che segue, al
punto che la scrittura, contrdriamente alla sua abitudine, rileva
talora qU(l,;ta distinzion(l; la IV ingl,se, la j tedesca (l spesso la y
francese (per c,. in ytlU) rappresentano dei suoni aprenti li, t
in oppo,i/:ione a " ed i che vengono utilizzati per e f. a un
grado di pii!. alto_ (e. o), !'implosione e l'esplosione, teo-
ricamente concepibili (cfr. aUa, a06/1), sono me,lto difficili da di-
in pratica. Infine, come si visto prima, al grado piu
elevato, /I n'ln presenta piu n implosioni n esplosioni, p(lrch
per questo fonema l'apertura cancella o;;ni diterenza di tal genere.
l l:; quo'lo uno <le; punIi pi di,\ltil,i\i dda Pcr prc,"nirc ta-
lunc' o),;c1-;oni, ,i pu far osson-are ehc ogni ,;sla"le, come quel-
la <Ii una J, ;, la ri'\lltanle di due forze' I. la. pressione ddl'aria contro le
pa,-etiche le si oppongono, e'. la resi.tenz,,-,liqueste pareti, che si r:aoeostann
per equilibrare <lctt<l. La non dunque che una implo-
sione continuata. E per que.to ohe, se siI" una implo;ione e \ln;).
ten\\ta speo;e, l'effetto - oontinuo d"Il'inizio alla fine. A que'to
tilala, non illogico riunire questi due generi in una unit1t
meccanica e acustica_ L'o'plo,;"nc si oppone al eontrario all'una e all'altra
riunite: essa Il delini.ione un <lischiudiment<l: dr. anche! 6 [Edd_:_
68
j
,
l
,
Tranne che per a, la tabella di tutti SIi altri \'i\ sd0P"'
piata e la lista delle unita irriducibili \'<1 stabilita come S{/lU{':
/> />
ecc.
i i

"
Iii ecc,
i i ecc.
,
y ecc.
, ,

".
Lungi dal sopprimere le i,;linzillni n,n,annh' dalla /lralia 8'l
(y, li:) noi le serbiamu '-"On cura, il {"he \l'Tl"il f.:iu.'lifiralo pii! "ltrl'
( ,I
Pcr la prima \"olta, da.ll'a'<lr'lziolll'; pcr la
prima \"olta appai"nu dI'gli clt'm,'nti COlllTl:li, indecDmp,'nibili,
che occupano un pu"tu e raprn-,.('ntano un ft>ml'u lldla ratl'na
parlata. Si pu dire (he P non era altm (111' un'unita a"tralta
riunente i caratteri comuni di pe fi, che soli incontrano ndla
realt, esattamente come B l' .lI sono riunite in una il."traziunl'
le labiali, Si parla di P rome si parlerebbe di una
loolo/lica: vi sono c-semplari e femmine, ma non esemplari
ideali della specie. Finora abbiamo appunto distinto e
eato astrazioni: ma era necessario pHl<"cdere ultrl' e rag/!iunp're
l'elemento conr.reto.
Fu un grande errore della fOllologia considerare ClIllI(' unit
reali 'lul',;!e astrazioni, senza c:;aminare pi da la defini-
zione dc-!I'unit, L'alfabeto greco era ,::iunto a distint:nere
elementi e l'analisi che presuppone era, come ahbiamo
dettI). delle pii!. notevoli: era peri' un'analisi incompleta, fl'Hlla
a un certo livello.
In effetti che cosa mai un p sen7.'altra ddcmlinazione? Se
lo si considera nel II'mllO, comp nwmhro (\ella catena parlata,
non pu essere n pin modo particolare, n p, e .mcur meno l'ti':'
essere pp, ess.cnd" 'Iuesto gruppo nettmnl'nte decomponibile. E
se lo si prende fuori della catella e del tempo, non piu cl\(" una
cosa che non ha esislenza propria c di cui non si pu fare niente.
Che cosa significa in s un gruppo come l + g? Due astrazioni
non po<;sono formare un momento nel tempo. Altra cosa par-
69
\:\1\' di n, n, n, lf.. " riunire i veri e1c'l.lenti della taro/e. Ora
1't'I"<ho.\ dm' eknwnti per imbarazzare la fonologia
tr,nlizillllak, " tn\\',1 iII tal modo la
8J di l'r,,,,,'d''I"<'' n,mt' fa, lllediantl' unit rOll\,lu!:idw astratte.
:,i fnrnmbla la h'uria l'Ili ili "gni font'ma ",.. mplice
Il''lIa ,',I!<'lIa, per ''-'<.'I\lpiu p 1n pa u ap", vi S(llJO
Ulla iml'hlsione l'" una {lifii/l. Sl'nw,
dnbhin u!'lli "l,,'rtnra l'rc('{'duta (b un...
l'n PT"IUIl're ,UlCllT'l Ill' a1tw ,,""lIll'io. ,,"' in dico ifi, t1nvr, dop"
al,r, realizz,lln la dello' r, artirll\are con l'ug-ola una r
"pn'lltt' m'l rlw d,'\ psi fonua n'l'SO le labbra.
1"1' d'Il< \lld,'fl' l"'l qUt"._!<I "hi".7iulle In,ta sperifkare b"lle quale
i' il ll<'stn' l'untn (ti fllllatnri,) che d an';\mo ad
allalizzan" tt'Trl'm,' ("lInlt) ""!tant,, rl,'gli el"lIlt'nti ditT"renziali.
ri,alt'lllti :lll'oT""l'hin e ral',\("i di st'Tvire a una ,!l'limitazione ddle
uniti, anistic"lll' adla catt'na parb.t... SpIo unit acustiCf'"
molri,'i ,l.'hb"llo cosi l'artknlazinne dclla r
eSl'losh'" .-Ile a<'t'olllpagna 'Iu,'lla ddla " ,'splnsil'a per noi ine.
l't'l'che non l'rotlUl"l' Iln suunn rert'ettibill' o, aln1l'no,
non l'unt,l 11<'11'1 falena <Id fonemi, f: qUl'"i'tll Ull punto
di cui 'K,'nTTc ben comp,'nt'lraITi per comrrend<'re gli

3. Cumoillolziolli di:ws," ddl,' <'s"h'sitmi l' ddl,' implosiolli 1I,-lI,1
ra!<'lIa
Vcdiam,l a.nlitutto ci dll' dc\'(' risultare dal di
esplosioni c implosioni nelle quattro l'ombiualioni teoricamente
possibili: I. < > <,3. < ...... -l. > >.
I. GRt'PPO . Senza spl'zzare la
catena parlata I: sl'mpre po"-,ibile congiungere due fonel1li. l'UllO
esplo;;ivo, l'altro imph15ivo. Per e"l'mpio, Id, ki, .i',il ecc.; dr.
sans<"r, 'dia., franc. kUe (qllilla), indoeuropeo .l"il/o- l'CC, Senza
8. dubbio combinazioni come ki ('{:c. non hanno un effetto acustin"l
suscettibile di realizzazione prat<:a, ma non meno \'ero l'hl',
dopo al'ere articolato un k apTl'nte, gli organi sono nella pusi-
70
.,
zit'nt' \"<llutll IX'T proceder,' a un nwdmento di rhiu,;ura in Iln
punlo qualunque. QU6k due fasi fonatorie possono sucredersi
,,'uza ill1l',;Kriar;;i fl'Cl'rocaml'nte.
> ltRI'I'PO n!PLOSI\'O-ESPLO';:I\'O (:-- <l. Kl'llc stesse condi_
zioni " ,'on l" medesime Iwn \,' neSSUlla impossibilit di
<"ongiungeTc due fOlll'mi dei quali l'uno sia implllsi\'o e l'altro
l'sl'losiYo: cos i,;" Id l'Cl". (gr. Imima. franl". acll! l'n',),
duhbio I]uesti momenti artiC<Jlatorii sun'c,;,;h'i non
seguon,) tallto naturalmente quanto nel caso pre\Tdente. Tra'
Ulla prima implllsi"ne ed un" prima l'Spiosionc \'i {o diffe_
T,'nl''; l'esplosiolle. tend,'ndo a ua attcggiaml'nto aculro dl'lla
1... ,<"c.l. non im!,c!:lla il llIn\'imt'nlo mentre l'hnplu.
"i,.n,' <'T,'a una pnsiziune d"!<'rminata che nun pu ser\'ire d:l
punto di p"rt<'nza a una 'lual"iasi Oct'orre dunque
"c'mpre 'luakhe movimentu di aggill",aml'nto destinat" a olte-
n,'r,' la posiziOlw de'gli organi u.'rl'Ssaria per l'articolazione del
"'-',','lid" fonema' ,'usi, mentTe si Ee:Ue la s di un gruppo sp, bi_
,n,;na chiudt're le lahbra per preparare la p aprenl<'. Ma l'espe..
ri,'n?a illustra l'he qUcsto movimento rli a!:giustamelnto non pro-
dun' nil'atl' di apprezzabilc. non uno di quei suoni fllrtl\'i di
nli non dobbiamo tenere conto e che in l'USO impacciano
la "e'lut'nza dl'lla Catl'na parlata,
]. EspLOsn.... <l. Due esplosioni pos-
S'">!l') prodursi consecutivaml'nte: ma se la seconda appartil'nl' a
un f,)nema di apl'rtura minore o di apl'rtuTa eguale, non si an
la di unit che si a\"Ta nel raso contrario e
ch,' presentavano i due rasi precedenti: pk pu s pronunciarsi
Ud'd), ma questi suoni non fanno catena, perch le sperie P e K
;:(Int> di eguale apertura.. que;;ta pronuazia poco naturale che
s'otterrebbe arrestandosi dopo la prima a di cha-fika', AI 8,5
trari,) p; d un'impr<,ssione di continuit (cfr. pn"x); tanto
mcno la difficolt ;.\' (dr. rie,,), Perch? II fatto che nell'istante
in cui si produce- la prima esplosione, gli organi hanno g potuto
, dubbio "mppi di '1u<,.la sono assai us.:tH in certe
linllU., (per kI iniziale in I:r..co: dr. klti>lol: mn facili a pronun'
ziarsi. non pr ntano alcuna unit acustica (t. la nota 'egllente).
71
piazzarsi nella posizione richiesta per escguire la seconda
ne senza che l'effetto acustico della prima nc sia stato impedito;
pcr esempio in mentre si -pronunzia la p, gli organi si tro-
vano gi in r. Ma impossibile -pronunziare in anelli continui la
serie inversa rp: non chc sia meccanicamente impossibile pren-
dere la posizione di p nello stesso tempo ili cui si articola. una
raprente, ma il movimento di questa r, incontrando l"apertura
minore di p, non potr essere percepito. Se dunque si \'uole fare
sentire rp, bisogner riprendere due volte l'articolazione e l'emis-
sione interrotta.
"Una concatena7.ione esplosiva continua pu comprendere pi
di due elementi, purch si passi sempre da una apertura min,:>ro:' a una
maggiore (per esempio kr.I'a). Facendo astrazic'ile da
certi l'asi particolari sui quali non possiamo insistere l, "i pu'"
dire che il numero possibile delle tsplosioni trova il limite
naturale nel numero dei gradi di apertura che pos:iibile l'Lltica-
mente dbtinguere.
56 4- LA CONCATE;AZIOXE D1PL051VA (> retta dalla I,'ggl'
inversa. Se un fonema pi aperto del seguente si ha una impres-
sione di continuit (per esempio ff, fi); se questa condizione nun
rispettata, se il fonema seguente pi aperto o ha lo. ste.ssa aper-
tura del precedente, la pronunzia resta possibile, ma l'impres"ione
di continuit non c' pi: cos!F di asPta ha lo stesso carattere di
pll in cha-Pkll (v. sopra p. 70 sg,), Il fenomeno interamente pa-
rallelo a quello che abbiamo esaminato nella catena.
in H, il i, in virt del SUl.' grado di apertura inferiore, libera; dal
, Qui, con una sempHfioazione ,"oluta. nel lonema si solo il
suo grado d'apertura, senza tenEre conto n del IUOllo no:' del parti-
colare {sorda o .0naTa, vibrante o laterale, ecc.l. Le con
elusioni tTatte dal principio unico dell'apertura non possono applieu,;i a
tutti; casi reali senla eccezioni. Cosi in Un gruppo come I.ya i primi tr.. ele-
menti possono pronunziarsi S<!n,a rottura ddla cat,-a,,, ';;<1
{a meno che l'.v non .i Innda nn la " pal"laJillandolal: t"tta"i" 'luc;;ti
tro elementi Iry formano una concatenazione e.plo.i,a perletta (dr. d'al_
tronde p. 79 a proposito di m""t.i.. ecc.); al contrario tm'a non la dit)icolta.
Citiamo ancora delle concatenazioni come l'mla dove diffirile non pronun-
ziare la nasale implosivamente (j,,;,;<1I. Q"esti casi aberranti so-
prattutto nell'esplosione, che per natura un atto istantaneo c nco" ",,,n,,-,tte
ritardi [Edd.].
72
I
compitu 0, se prende' una catena ll cui i due
fonemi uon artil'ulano nellQ sttSSO punto, come hil, la Iii non
e\'ita a ; ma, ci che lo stesso, ne copre completa_
mente l'esplosione mediante la sua articulazione pi chiusa. Altri*
menti, come nel caso in\"t:rsu !frf, l'esplosione fnrtiva, meccanica-
mente indispensabile, viene a interrompere la catena parlata.
Come si vede, la concatena7.ione implosiva, come quella esplo-
siva, pu comprendere pil di due elementi, se ciascuno d'essi ha
un'apertura superiore a quelle! che (cfr. MM).
Lnscianl1Q da parte le interru7.ioni di catene, mettiamoci ora
da\'anti alla. catena continua nonnale, che potrebbe dirsijisi(llogica,
guale rappresentata dalla parola francese ossia
Es... ..... caratterizzata da una successinne di mn-
l'atenazioni esplosive e implosive graduate, corrispondenti a una
Su.:ccssi"ne di apl'rture c dliusure degli organi boccali. .
La catena nQnoale cosi definita d lungo alle constatazimli
set:uf'nti, la cui importanza capitale.
+ Fronliaa di sillab<l e pllllio l"ocalico [123J,
Se in una. catena di suoni si passa da una implosione a una
esplosionJ (> J <l, si ottiene un effetto particolare che l'in-
dice della/rol/liera di sillaiJfI, per esempio in fil di parliclltihelllml.
Questa coincidenza regolare d'una condizione meccanica con 87
un effetto acustico detenninat() assicura al gruppo implosivo-
esplQsivo una esistenza propria nell"ordine il SUl.' ca-
rattere persiste guaii l'hl' siano le specie di cui composto; esso
costittiisce un genere contenente t;,tnte specie quante sono le
combinazioni possibili.
La frontiera sillabita pu l's,;ere, in certi casi, collocata in due
punti diversi d'una stessa serie di fonemi, a seconda che si passi
pi o meno rapidamente dall'implQsione all'espIQsione. Cosi in un.
gruppo come <lrdm la catena nQn interrotta, si scandisca Mditi
o tHJM, poich ,;;,1, sequenza implosh'a, altrdtanto ben graduata
che Ji', seguenza esplosiva. Lo stesso sara per iilye di p<TrlicJlli-
reJllml (MS'l o ril)V),
In secondo luogo, osserveremQ che nel punto in cui si passa
7J
da llil silenzio a una prima illll'l'bii>ll(" per 6empio in ,irt di
"rtisle, Cl da una esplosione a Ulla implosione, come in p,;rl di
parlicllliholl"III, il suono in mi 'si produce quC;::la prima implo-
distinglle dai suoni \"icini per un effetto proprio, che
l'effett.o \ocalico. Questo non dipende affatto d:1i grado di aper-
tura piit dd suono a perch, in pii, fio produce altrettanto'
ben(': e5,;o in\"('ce inerente alla l'rima 'luale che
sia la sua specie fonologic:a, vale a dir.. il suo grado di apl'rtura.;
altres pm"o importa che dopo un silenzio o una
sionl', Il suono che d"- que,;ta impressionl' per il- suo caratter(' di
prima imptosh'a pu chiamat" l'ullio l'oralico,
.\ tale unit s' dato il nome di SOI1<1I1I,', <:hiamanllo con-so-
lIaut. "gni suono che prl'(l'dl' (I segue la Selli/wl<' nella slc,;sa
I tl'nnini "ocal,' l' COll;;OII,mle dl"'if:llaao. (,lme abbiam"
\'istn a l', dette "pecit' ltivl'r,t': SOIl,,!!I,' e fPIH'OJIIIII/<' rl,signano
in,""' delle funzioni m'lla sillaba. Questa doppia temlinolog-ia
I",rmcte di e\'ilare una confusione ,.]1<; ha regmL\" a lungu.
la "p("rie l la iII fida" l' in /,ifd: una \'oca!('; ma
Wl'\ ","antE' in fidNe cd un'l ,onsonante in Pifd. L'analisi
dll' le sonanti sono ,;empre impl'hi\'e e le consonanti
ora implosin (per esC"mpio i ndl'ing-Iese boi. boYI ura
e,plo,i\'e (per .1' nel fram'ese P.N, scritto pit'd). Ci non
fa dll' confermare la diffl"fenza s.tabilita tra i due ordilii. t \'1'[[0
che in effetti e o (/ regolarmentc dl'lle ma una '-'<.'111-
plice coincidenza: :I\-cndo una apertura maggiore di tutti gli
altri suoni, sono all'inizio d'una implosiva.
.-\ll'inn'rsli le ocelusivc, ,hl' hanno apl'rtllra minima, srmpre
con-sConanti. In pratica sono i fom'mi di apertura 2, J e .J. (na--.a.li,
liquide e semi vocali) che hanno t'una o l'altra funzione a seconda
del loro :lmbiente e della natura della loro articolazione.
:'i, Crilim ddle teorie d,n, sil/(lbldollet1',!.
L'orecchio percepisce in ogni catena parlata la divisione in
sillabe e in ogni.sillaba Ulla sonante. Questi due fatti sono CClno-
sciuti, ma ci si pu omanare quale io la loro ragion d'es,;ere. Si
sono proposte \'arie spiegazioni.
!

,
l, Oso;ervando che certi fonemi sono l'iii son'lri di altri si r,
cercato di fare poggiare la sillaba sulla sonorit dei fonemi. Ma
allora perch fonemi sonori come i cd u non fanno necessariamente
sillaba? E poi, dove si arresta la sOl1orit, dato che delle fricative
ome s possono fare sillaba, per esempio in pst? E se si tratta
soltanto di sonoritil relati\'a dei suoni in cont?tto, c',me spiegare
dei gruppi come wl (per es., indoeumpeo *li'/kos lupo 'l, dove
l'ell'mento meno sonoro che fa sillaba?
2. 'Il Sievers ha per primo stabilito che un suono classificato
tra le vocali pu non dare l'impressione di vocale (abbiamo visto
per esempio me y e lt' non sono altro che i ed Il): ma quandu 89
si domanda in virt di che si 111. doppia funzione o il
doppio effetto acustico (perehe ()n la [Jarola funzione non si
vuoi dire altra cosa), si risponde: il tal suono ha la tal funzione
a che riceva o n" l'. acento sillabi'co .
\'i (lui un circolo vizioso; o sono libero in "f;lli circostanza di
dispensare a mio piacimento l'ac.:cent sillahico dw nea le sonanti,
e allora non ' ragione di chiamarlo sillabico piuttosto che sonan-
tico; oppure, se l'accento sillabicl> ha un senso, cii) dipende dal
fatt'l che esso si richiama apparentemente alle ieg-g-i della slllaba.
Senonchc non solo n'm si fornisc'ln'l poi qU5le kgg-i, ma si da
a questa qualit sonantica il nome ,Ii silbclFbiideJlJ, come :se
a volta la formazione d'una dipendesse da 'luesto
accento.
Si vede (ome il n'lstro metodo si oppone ai due primi: ana-
linando la sillaba, tale quale si presenta nella atena, abhiamo
'lttenuto l'unit irriducibile, il suono aprente ed il suonu chiu-
dente, poi, combinand'l queste unit, siamo giunti a definire il
limite della sillaba e il punto vocalio. Noi sappiamo inoltre in
quali cundizioni fisiologiche devono produl""i questi effetti acu-
stici. Le teorie criticate pi in alto segur>l'lIJ il cammino contrario:
si prendono delle specie fon'llogiche isolate e da questi suoni si
prdende di dedurre il limite <ti sil\aha e il posto della sonante.
Ora, essendo data una serie qualunque di fonemi, pu esservi
una maniera di articolarli piil naturale, piil cornuda di un'altra;
ma la l<\u,lt di scegliere tra artkolazioni aprenti e chiudenti
SIl,siste in larga misura ed <ta (lllcsta scelta, n"n rlirettamente
,bl1e spct.:ie fonologkhe, che dipt,nrier;\ la sillabazi"ne.
75
S,'Ula dubhi" 'luesla h""da non n risolve tU1t1 1
l'r,,hkm. lo iato, di impiego tanto frequente, non altro
, Ile una concatruaziolle im/,losiT'a illtaTul/a, con o senza intervento
<Iella v"l"ntn: pcr cf,('mpio l,; in i/ cri'l oppure ,j-i in ibalJi, Esso
90 ,i pn-,<Iuce l'ii! facilmente l'on le specie fonologiche di grande
apertnra_
\"i anche il caso delle rorlca/t'l/llzioni esplosi.'e inlerrolle, che,
_enla eS"!'re graduate. entrano molla catena fonica allo stesso
tit<,]" dci gruppi nonnali: abbiamo t,xmto'questo caso a pro-
posito del gruppo klcimi, p. 71, .lI}ta. Si consideri ancora il gruppo
P:/l/: normalmente non pu ,h" pronunziarsi pjI., ossia deve
l''ll1lprel1,1ere due sillabe e le h" in l'fletti >e si fa sentire netta-
ment" il S\Hlll" di =; ma se la z si assordisce, poi,llJ
un" d"i fonemi che esigono il minimo d'apertura, i'oppo,;izi"ne
tra =c lt fa si che si pl'rn'pi"ca ",ltant" una sillaba udend<l a un
<li fiJi,i.
III tutti i del gell<"H', la vtliont e !'intenzione Im",,)']o,
intern'lwll'!", pru<!urre mutamenti <' aggirare in qualche mi,ura
le lhiologirhe. spl'$sn -diffkik dire fon esattezza quale
parte spdti a ordine di fattl,ri. Ma in ogni caso la iona-
z.ione una di e di esplo,ioni,
ed i la l"Ondizioll(' fon,.\;<m<'ntalc della sillabazione,
(,. DI/rnlll ddl'implosionc e dell't'splosiollc ('''l.
Spiq.;ando la sillaba mediante il gioco delle esplo5ioni e
implosiuni, si modotti a un'o$.."'Crvaziune importante che i: la
generalizzazione di un fatto metrico. Nelle parole greche e lat;ne
distingunllo due tipi di lunghe: quelle per natura (ma/di e
quelle per p<.'sizione (f,ictl/s). :'lla misurato come 11I1lI:::a
in f"ctlls? Si rispnn(k: a causa del grupp<) cl: ma sc ci dipendt'
dal gruppo in s, qualun'lue silhbu cominciante eon due
nanti avr \:1. 'IuantiUl lunga; tutta\"a d<', non i: (dr.
dims ecc.),
La \'l'ra ragione e ,he l'('splosinne e l'inlpl<)sione sono <'_<><'n-
9' zialmentc diverse solt,) il profilo della durata. La prima
cosi rapida r]lf: resta una 'luantit irrazionale per l'orecchi,,:
76
')
I
i
,
an,:he per queo'lo dLe non ;" mai ,"Dcallca. Solo
l'implosione pu essere apprezzata; di 'lui lo. che
r,',ri pi a lungo sulla ,"ueale con la 'jua1e essa comincia.
q (l'altra parte che le ,"0":l1i cnllocate davanti a un gruppo
fnmJ.lto ,l'l oeeiusi\-a o fricati\'a ----.-- liquida trattate in due
m,-,di diYl'fsi: in /mtrclII la ;1 PUil essere lunga o bre\c, il che di-
l''''',]''' dallo ste"o principio. In crf-elti, i, e ir suno egualmente pro
nm:;iabili: il primo modo di articolare permette alla a di restare
bren; il crea una sillaba lunga, Lo stes,;o
doppin della a non in una parola come factus, poich
e pr'_'!lunziabile li e.non ii.
;. I fOllcmi di apalura qual/ro. Il dittongo. QUlstiolli di
Infine danno luogo a talune ossen'azioni i fom'mi di apertura
quattro. Noi abbiamo visto a p. (IS che, contrariamente a quanto
avYicne per altri suoni, l'nso ha consacrato per tali fonemi una
doppia grafia (w = li, Il = li, )' = i, j = i). Certo nci gruppi
come ai.l'a, I1IlWa si percepisce meglio che in altri casi lo. distin-
zione tra < ed >; i ed li danno nettamente l'impressione di
vocali, l ed l l'impressione di consonanti L. Senza pretenere di
spi"<:lare questo fatto, osscn'iamo che i cunsonante nun esiste
mai sotto l'aspetto chiudente. Cos nO!l si pu avere una sequenza
ai in cui lo. i faccia lo stesso effetto che la y in ''(l''' (si confrontino
!'inglese boy con iI francese Pild); duuque per p05izione che }'
C<lllsonante cd j. vocale, poich queste variet della specie g'
I nO;} possono manifestarsi dovunque er.;ualmente. Le stesse
osser.... azioni si applicheranno a e w, ii c ii,.
Ci chialisee la questione del dittongo. Questo non che un
ra." particol:lre di concatenazione implosiva; i gruppi <ii/a e
,hi/o! 5<lno del tutto paralleli e tra loro l'unica differenza Il- la
diH'rsa apertura del secondo elemento: un ditton!:"o una sequenza
implosiva di due fonemi di cui il secondo relativamente aperto,
I Bisogna e,ita.re <l confondere quost<> elemento di apertura quattro
con la fricatvil palatale dolce nel tedesco Questa.
spttie fooologica appilrtiene alle consonanti c ne ha tutti i caratteri.
77
donde una particolare acustica: si direbbe che la
sonante cOlltinull nt:l elemento del gruppv. Im'ersamente
;m gruppo come ij>li non si distinb'Ue in niente da un gruppo CGme
1M, se non per il grado di apcrtura dell'ultima esplosi"a. Cii) "aie
a dire che i gruppi chiamati dai fonugl"W ittunghi ascendenti
non sono dei dittonghi m'l dci l;ruppi il (ui
primo elemento rcl,lti\"amcnte aperto, senza per che ne risulti
lliClItC di particulare dal punto di vista (i)\i). Quanto ai
l;ruppi del tipo uo, ia con l'accento su Il c i, quali possono tro\'arsi
in certi dialetti tedeschi (dr. buob, liab), non son altro che dei
fal,i dittonghi i 'Iuali non dannu l'impressione di unit com" Uli
j Ccc. Xon possibile pronunziare ,i<icome +
siva senza rompere la cntena, a meno che un artilicio impc):lga
a questo gruppo l'unit che nun ha naturalmente.
Cnn tak definizione il dittongo e ricondotto al principio gene-
rale delle sequenze implosive e dimostra che non ; COl
uL
po-
trebbe una inc!assificata tra i fenomeni
fonologici. inutile dargli una a parte. Il SUQ carattere
specifico non ha in reait alcun interesse n alcuna importalLla;
JOn la line della sonante che importa ma il suo inizio.
I! Sievers e molti linguisti 1
m
) distinguono nella scrittura
i, li, ;i, l, ti ecc., ed j, !;I, i', r, Il ecc. (i = f unsilbisches f i,
93 i = silbisehes il, e scrivono quindi mir/a, majrla, mjarla,
Illtntre noi scriviamo mirla, mairla, Constatato che i ed
y sono della stessa specie fonologica, si voluto avere anzitutto
lo stesso segno generico ( .sempre la stessa idea secondo cui la
catena sonora si compone di specie giustapposte). Ma questa no-
tazione, pur hasanosi sulla testimonianza dell'orecchio, il
rovescio del buon senso e annulla proprio la distinzione che
importerebbe f'lre. Con essa; L si confondono i ed u aprenti
(= y, wl con i cd Il chiudenti, sicch non si pu, per esempio,
fare alcuna diqinzione tra nro., c neuo; 2. inversamente si scin-
dono in due le i cd 1/ chiudenti (dr. mir/a e ma';'Ia). Ecco qualche
esempio inconvenit'nti di questa gralia. Si consideri il greco
arGaico dwis e dusi e, d'altro canto, rhfroil e r/le,ima: queste due
opposizioni si producono csattp.mente nelle stesse condizioni fo-
nologiche e si traducono nonnalmente con la stessa opposizione
grafica: a seconda che la Il sia seguita da un fonema piu. o meno
78

,
aperto, di\enta tal\olta aprente (.. ), tah'olta c11iudente lll).
scri\'a d{lis, dllSi, rllqt. e tutto o.,curat'J. Similmente
in indocuropeo.le due serie maler, /IIri/rai. lH,iUus, lIliiln!! e si/w:ll,
Sllll11....:ai, sJill ....... 'es, siilluSII parallele nel loro
doppio trattamento di r da un lato e di Il dallaltro. Xella
cona perlomenu l'f)ppo,;izione delle e delle esplosioni
e nitida ntlla scrittura, mentre t: li'llla grafia criticata
qui (sillle(l, si/ne(lai, siilu[,es. SllllllSII). X011 soltanto bis(\gnen:bbe
constrvare le distinzioni fatte dall'uso. ma si dO\Tebbero esten-
dere a tutto il sistema scrivendo, ad esempio, miila, miilpai,
lIlatepes, miilrSIl. Il giu,o sillabazione apparirebbe allora
con tutta evidenza e i punti vocalici e i limiti di sillaha si dedur-
rehbero da 5.
.Vola degli edilori.
Queste teorie illuminano parecchi proulemi, alcuni dei quali
f. de SaUS5ure ha toccato nene sue lezioni. 1\e diamo qualche 94
esempio.
I. Il Sievers cita berilt/lltlll (ted. be,illellfll) come esempio
tipico del fatto che lo stesso suono pu fungere alternativamente
due volte come sonante e due volte come con.. sonante (in realt
n funziona qui solo una volta come con..sonante, e occmre scrivere
beTI!Jn!l; ma qUesto importa poco). t'oo v' esempio piu. evidente
per mostrare precisamente che suono. e specie, non sono
sinonimi. In effetti, se si restasse sulla stessa 11, vale a dire sul-
l'implosione e l'articolazione sislanle, si otterrebbe una sola sil-
laba lunga. Per creafe' un'alternanza di " sonanti e di lJ con-so-
nanti, occorre far seguire all'implosione (prima n) la esplosione
(seconda Il), poi riprendere l'implosione (terza 71). Le due implo-
sioni, non essendo precedute da altre, hanno carattere sonantico.
:2. :Selle parole francesi del tipo 71If'1tr(ria, 01l1'Tr CCC., le
finali -Iria, -t'rier lonna\'ano un tempo una sola sillaha (qualunque
fosse poi la loro prnminzia, cfr. p. 7:2 nota). Pi tardi si comin-
ciato a pronunziarle in due sillabe (",cur-Iri-a, con o ;enza iato,
vale a dire -ni oppure ..irj}J). Il'cambiamento si prodotto non
gi collocando un' accento sillabico, sull'...lcmento i, ma trasfof7
79
mando la sua articolazione in una articola.zione implo-
siva.
La gente del popolo dice oiH'rirr per om.m"er: fenumeno in
tutto soltanto che qui il secondo elemento e non il
terzo che ha cambiato articol=ionc cd di\entato sonante:
//t"}.' ul'fj'J, 5ucces;;ivamcnte si potuta "Sviluppare Ulla e
davanti alla r sonante.
3. Citiamo ancora il caso ben noto elle vocali protetiche
davanti ad s anteconsonanlica in francese: latino sC/itl/lII - -> iseli-
/1/11I_ frane. esCI!, iGu. II gruppo sk,come abbiamo visto a p. 72,
Il una concatenazione interrotta; Sk piO. naturale. Ma questa s
implosiva deve fare punto \"(){:alico quano all'inizio della
95 frase o quando la parola prcctdente termina con una consonante
di apertura debole. L'i o la e protetiche ilon fanno lhe esagerare
questa qualit sonantica; ogni carattere fonologico poco appari-
scente tende a irrobustirsi quando lo si vuole conservare. lo
ste;;so fenomeno che si riproduce nel caso di escfandre e nelle
pronunzie popolari di esqllekUe, tosta/Ile. ancora lo stesso feno-
meno che si ritrova nella pronunzia volgare della preposizione
de, che si trascrive con ed: 1111 odl ed tmlehe. Per sincope, de (alle"e
diventato d'/alleM; ma per farsi sentire in questa posizione,
la d deve essere implosiva, Jfane/w, ed una vocale si sviluppa
davanti a d come nei casi precedenti.
4. appena necessario tornare sulla questione delle sonanti
indoeuropee, e di chiedersi per esempio perch l'antico alto te
desco hagl s' trasfonnato in hagal, mentre baIg restato intatto.
L1. l di quest'ultima parola, secondo elemento d'una concatena-
zione implosiva ha il ruo!o di con-sonante e non aveva alcuna
ragione di cambiare funzione. AI contrario la l, egualmente implo-
siva, di haiil faceva punto vocalico. Essendo sonantica, ha pututo
sviluppare anterionnente una vocale pi aprente (una a, se si
deve credere alla testimonianza della grafia}. Del resto, la a si
oscurata col tempo, perch llagel si pronunzia oggi di nuovo
MC!. proprio ci che differenzia la pronunzia di questa parola
e del francese aigk: la l chiudente nella parola germanica cd
aprente nella parola francese con e muta finale (lile).
80
,
,
il

'-I
, ,
,
"
t

1'1{]:\C[I'] CI'::\EIC\l.J
Ca.pilol., 1 .
XATVlt .... ilEI. LJ!\'GlJISTICO
I. Segno, sigllificaJo, signific(lIlle l'UI,
l'er certe persone la lingua, ricondotta al suo principio essen-
ziale, una nomenclatura, vale a dire una lista di termini
(mie [
119
1. Per esempio;
o .
.
. 'i"'.6
.
ARBOR EQVOS

i
Questa conceziune criticabile per molti aspetti. Essa suppone
. alle parole (su tale punto
p. 136): non ci dice se il nome di natura vocale () psichica, per-
ch arbor pu essere considerato sotto l'uno () l'altro aspetto;
infine supporre che il legame che unisce un nome a una cosa
un'operazione cl!'1 tuttoSemplice:"cih""a:ssai ]ontar.o'ia,:-
l'esser vero. semplicistica pu avvicinarci
alla verit, mostrandod che l'unit linguistica una cosa doppia, 9
fatta di due termini.
Si (a p. 2I). a proposito del circuito dt:lla pll,ole, eh!J.
termini implicati nel segno linguistico sono entrambi psichici
;(fuTiinernostro ccn-;e-llo dal legame dell'assoclarione.
-,------
su questo punto.
Il segno linguistico unisce non una cosa e un nome, ma un (on-
8]
\
\ arlmr /

gua ci appaiono confonni alla realt, e scartiamo tutti gli altri
che potn::bbero immaginarsi ('3:>J .
Questa definizione pone un importante problema di tennino-
logia [1331. Noi chiamiamo segllo la combinazione del wncetto e
dell' immagi n';--acu"stica:"-ma -"n-ellFu:.;o- ,Orrenfe quesTo termIne
designa generalmente -soltant()I'immgiiie-afustica, per esempio
una parola __ die--sc "rbar chiamato
segno, ci solo in quanto esso porta il concetto albero 3, in
modo che l'iea della parte sensoriale implica quella del totale.
L'ambiguit sparirebbe se si le tre nozioni qui in
questione con dei nomi che si richiamano l'un l'altro pur oppo.
nendosi. __ ...are la parole segno per desi-
gnare il totale, e d rimpiazzare cOIIU/iO e immagine acustica
nspdfivamJi.te con'-sig1Iijictifo-'' questi due ultimi
tenniniliannorr-varifagg1<:i (Jf'friaer""-eVidilrel'opposiLione che
li separa sia tra d loro sia dal totale di cui fanno parte. Quanto
a SCgllO, ce ne contentiamo per il fatto che non sappiamo come
rimpiaJ.1.arlo, poich la lingna usuale non ce ne suggerisce nessun IO<
altro [1.YJ.
Il .-egllo lingnistiro, cos efinito, possiede due caratteri primur-
diali. Enunziandoli porremo i principi stessi d'ogni studio di que-
st'ordine.
sia che l'erchiamo la parola con cui il latino designa il concetto
I alberu" rhiaro che solo gli consacrati dalla lin-
i,
!_I__ __ __
O ancora, pnirl, intendiamo con segno il totale risultante dall'as-
------------... ---- ..., ..
z. l'rimo /,rillci/,io: l'arbilran"d del 5o'gllo [130J.

{{<II-ii," \
l (lI""[" 10= troppo
l',,;,'II<';' "Ila .noni 'una vi anche
'lut'lb ddi" ,ua ,1"lI'atto
l''_'c 1'_ <le b i ":' una C":," Cl-
dall""slem" l\'. p. '31- T.'jn"'''':,:in" i per c"-edlcnZi\la c,.p
pn-"'l'll;"i"nc parola in qua"to I,.tt" di H"IlUa "irtnak, fnori
" .. h ,,,,,,,1<. /",151"'110 "",turi" pu "".
,"'n' ,"ltin"" P"" "''-cl,part \In P'Hto s,,],nTllina!o in r.1pP',rtn
"n'i,n",o<:'"'' "cn"!'i,__ [lorld.'.
Que,ti ,\uc clementi sono intimameute uniti e si richiamano
Sia che il della paroia latina <lrbor
'1,,-
cetto e un'immagine acustica
1
[13111, Quest'ultima non il suon(
cusa puramente ma la tracCia pSlch;caTJ:st] quc-
la rappresentazione che ci' viene data dilla
nostri sensi: essa sensoriale, e se ci capita di chia
marla materiale., d avviene 5(>Lo in tal senso e in opposiLion,
all'altro termine dell'a,sociaziolle, il concetto, generalmente pi
astratto.
Il carattere psirhico delle uostre immagini acustiche appan
bene quandu noi osserviamo il uostro linguaggio. Senza muover'
le lahbra n la liniiua possiamo parlare tra noi" recitarci menta!
mente un pezzo di poesia. Per il fatto che le parole della lingu..
sono per noi immagini acustiche occorre evitare di parlare dei
fonemi di cui sono composte. Questo termine, implicando una
idea di vocale, pui) convenire solo alla parola parlata, alla
realizzazione interiore nel discorSD. Parlando di
Slloni e di silll,/./Je di una parola si evita il malinteso, purch ci si
si rkurdi che si tratta di immagini acuqichc.
11 ,('gnu linguistico dunguc un'entit psichica a due facce, che
pu rappre_,entata dalla figura:
8S
sociazione di un significante a un significato, possiamo pi
semplicemente: il SegliO linguisti<=o arbitrario [""l.
Cos l'idea di G sorella, non legata da alcun rapporto interno
/, alla sequenza di suoni s-o, che le selVe in frantcse da significante;
\ potrebbe anche esser rappresentata da una qualunque altra se-
quenza: lo provano le differenze- tra le lingue e l'esistcnia stessa
di lingue differenti: il significato Gbue ha per significante b-o-!
\
I da un lato ed o-k-s (Ochs) dall'altro lato della frontiera tU,).
Nessuno contesta il principio dell'arbitrariet del segno; ma,
spesso, piu facile scoprire una verit che assegnarle il posto
che le spetta. Il principio enunziato pi su domina tutta la lingui-
stica della lingua; le sue conseguenze sono innumerevoli. vero
che esse non appaiono tutte immediatamente con eguale evidenza;
solo dopo molti giri vengono scoperte e con esse si scopre l'im-
portanza primordiale del principiolllllll.
Un'osservazione incidentale: quando la semiologiasar organiz-
zata, dovr chiedersi se i modi d'espressione che si fondano su
segni interamente naturali, come la pantomima, le spettino di di-
ritto (liI'l). Supponendo che li accolga, il suo oggetto principale
sar nondimeno l'insieme dei sistemi fondati sull'arbitrariet del
segno. In effetti, ogni modo ereditato in una societ
poggia in linea di principio su una abitudine collettiva o, ci che
101 lo stesso, sulla convenzione. I segni di cortesia, ad esempio,
dotati spesso d'una certa espres.sivit naturale (si pensi al cinese
che saluta il suo imperatore prostemandosi nove volte), sono
nondimeno fissati da una regola: questa regola che costrin-
gI' a impiegarli, non il loro valore intrinseco. Si pu dunque dire
che i segni interamente arbitrari realizzano meglio di altri l'idea-
le del procedimento sellliologico: perci che la lingua, il piil
complesso e diffuso tra i sistemi di espressione, altres il
p caratteristico di tutti. In questo senso, la linguistica pu di-
,entare il modello generale di ogni semiologia, anche se la lingua
non ,he un sistema particolare.
Ci si serviti della parola simbulo per designare il segno lingui-
stico o pi esattamente ci che chiamiamo significante. Vi sono
degli inconvenienti ad accoglierlo, appunto a causa del nostro
pnmo principio. Il simbolo ha per carattere di non essere mai
completamente arbitrario: non vuoto, implica un rudimento di
86
kg;l.1;le naturale tra il e il Il ,Iella
la hilanda, nnll l'fltr-eb1Je da 'llla[siasi
altra {'osa, per da IIn carro 1"
0
1,
La parola urbilrrlrid richiede anche UlI'osservazione.
ne,n deve Qlla
,k) \-edrn-pilin hasso che-lIDn'rr'-itrpotcre-"-
ddj"jndividu camhiare in qualcosa un segno un;'t-\'olt:nttabilito
in lm gruppo \"gliamo dire ,",le iIi/motivi/Io,
\'al<' il. dire arhitrariu in rapporln al si"'11ilkato, cuI '1unlc- non- Ila-
nella realt alcun aggancio naturale l'U], . ,__
Segnaliamo, concludendo, due obicrioni che
..Jfatte alla statubr.ione ,li '1uesto primo principio,
t, Ci potrebbe basare sulle ollolllulopee (HO) pcr dire che la
sl"l'lta dci sibllificante non sempre arbitraria. Ma esse non sono
mai elementi organici di un linguistko. Il loro numero
'altra parte assai meno grande di quanto si creda. Delle 102
parole come, in francese, jouet r frusta t o g{as rintocco t possono
{'olpire di qualcuno con una sonorit suggestiva; ma.
basta risalire alle loro origini latine (Jollld deriva dafrigus faggio f
e glas da classicum segnale di tromba t) per vedere che non hanno
carattere onomatopcico all'origine; la qualit dci loro attuali
suoni, o piuttostu la 'lualit che a lali SUoni si attribuisce, ' un
risultato fnrtuito dell'evoluzinne fonetica.
Quanto alle onomatopce autentiche (quelle del tipo gil/-glll,
[ie-fae ecc.) non soltanto sono poco numerose, ma la loro scelta
gi in '1ualdw misura poicM non sono altro che l'imi-
tazione approssimativa e gi a met cunvenzionale di certi
mori (confrontate il francese Ollaoua e il tedesco wau-walf). Inol-
tre, Ima. volta introdotte nella lingua, esse sono pi o meno
trascinate nella evoluzione fonetica, morfologica ecc, subita (Ialle
altre parole (dr. il frane. 'igeon tpiccione. dal latino volgare
P"pio, che qerivava per p<YJ1:e sua da un'onomatopea): prova evi-
dente dci fatto che esse ha.l.\no perduto qualche loro ca
rattere primo per assumere quello del segno linguistico in gene
mie, che immotivato.
2. Le esclamazioni molto vicine alle onomatopee, danno
luogo a osservazioni analoghe e sono altres poco preoccupanti
per la nostra tesi. Si tentati di vedervi delle espressioni spon-
87
tanee ella realt, dettate, per dir clisi, dalla natura. "Ma per la
parte di pu neli:are che vi sia un legame
._ario tm. il signiftcante e il significato. Basta confrontare a questo
riguardu due lingue l'er \"edere quanto tali espresoioni variino da
una lingua. all'altra {per esempio, al francese are! corrisponde il
tedesco ,mI). Si sa d'altro canto che molte esclamazioni hanno
(Olnindato cnn l'essere parole di senso detenninato (cfr. diab/e!
mo,diw!"", mo,I Diw, ecc.).
Riassumendo, le onomatopec c 11:- esr!amaliuni sono d'impor-
tanza secondaria e la loro urigine simbolica in parte l'olltesta-
bile.
IO] Il signilkante, essendo di natura auditi\u. svolge sultanto
nel tempo ed ha i caratteri che trae dal tempo: a) rappresellfa lilla
es/msiolll!, e h) lale eslensiolle IltisllMbi!e iii IUla sola dimell.,iol/e:
una linea 1
145
).
Questo principio evidente, ma sembra che ci si sia sempre
dimenticati di enunziarlo, senza dubbio perch lo si trovato
troppo semplice: tuttavia esso fondamentale e le sue conseguenze
sono incalcolabili. La sua importanza pari a quella della plma
legge. Tutto il meccanismo della lingua ne dipende (v. p. 149).
In opposizione ai significanti visivi (segnali marittimi ecc.)
che possono offlre complicazioni simultanee su pi dimensioni,
i.significanti acustici non dispongono che della linea del tempo: i
loro elementi si presentano l'uno dopo l'altro; fonnano una ca-
tena. Tale carattere appare immediatamente non appena li si
rappresenti con la scrittura e si sostituisca la linea spaziale dei
segni grafici alla successione nel tempo.
In certi casi, ,ci non appare con evidenza. Se per esempio
accento una sillaba. sembra che accumuli sullo stesso punto
degli elementi significativi diversi. Ma un'illusione: la sillaba e il
suo accento non costituiscono che un atto fonatorio; non vi
dualit all'interno di questo atto, ma soltanto opposizioni di\'erse
con ci che accanto (\'. a questo proposito p. 157).
88
r. lmnw/,!bililli.
') Se, in rapporto all'idea che mppresenta; il-!1igni1kante appare
( liberamente, per contro, in rapporto alla comunit. lingui-
, stica che l'impiega, non libero, ma imposto. La massa sociale
. viene affatto consultata. ed il significante scelto dalla lingua
/non potrebbe essere sostituito da un altro\ Questo fatto, che po-
f-reh-o:ehiamarii "alla buona la carta obbligata., sembra impli-
care una contraddizione. Si dice alla lingna _Scegli!.t. ma si
aggiunge: Deve esSl.'I' questo segno e non un altro
un individuo sarebbe incapace, se lo volesse, di modificare in qual-
che cosa la scelta che stata fatta, ma la massa stessa non pu
esercitare la sua sovranit neppure su una sola parola: essa
legata alla lingua quale .
La lingua non pu dunque essere assimilata a un contratto
puro e semplice, ed proprio da questo lato che il segno lingui-
stico particolannente interessante da studiare; perch se si
\"Uol dimostrare che la legge ammessa in una collettivit una
cosa che si subisce e non una regola cui liberamente si consenta,
proprio la lingua offre di ci la prova pi schiacciante.
Vediamo dunque come il segno linguistico sfugge alla nostra
volont, e traiamo poi le importanti conseguenze derivanti da
questo fenomeno.
In qualsiasi epoca, e per quanto possiamo risalire indietro, la IOS
lingua appare sempre come 'un'eredit dell'epoca precedente.
L'atto con cui a un dato momento i nomi sarebbero dati alle
cose, con cui un contratto si sarebbe stretto tra i concetti e le im-
89
magini - 'lul'Stn atto PU;) concepIre, ma m,n ! mai
stato constatato. L'idea cosc avrebbero potuto svolgersi
'co,l ci suggerita dal assai \'ivo
rida ,ld segno.
Di latto, societ n'llosce e mai ha conosciuto la lin-
gua altro che come 1m prodotto credh"to dalle gcneral.inni precc-
,lenti e da accettare tale e quale. Perci la questione ddl'ori-
gine del lingmtggio non ha !'importanza dI(' generalmente le si
attribuisce [!l']. Non neppure una questiol1e da porre: il solo
oggetto della linguistica la vita norma!l" c regolarci' di un
idioma gi costituito. Uno stato di lingua determinato sempre il
prodotto di fattori storici, e sono questi fattori che spiegano
perch il segno linguistico immutabile, vale a dire resiste a ogni
sostituzione arbitraria.
Ma dire un'eredit non spiega niente se non si
va oltre. Non forse possibile modificare da un momento all'altro
delle leggi e,istenti ed ereditate?
Quest'obie7.ione ci porta a collocare la lingua nel suo quadro
sociale e a p'Jrre la questione come la si porrebbe per altre isti-
tuzioni sociali. Queste ultime in che modo si trasmettono? Ecco
la questione pi generale che include queUa dell'immutabilit.
Occorre anzitutto valutare il grado maggiore o minure di libert
di cui godono le altre istituzioni: si vedr che per ognuna vi un
equilibrio diverso fra la tradizione imposta e l'azione libera deUa
societ. In seguito, si cercher perch, in una categoria data, i
fattori del primo ordine sono piu o meno potenti che qiIelli del
secondo. tnfine, tornando alla lingua, ci si chieder il fat-
T06 tore storico della la domina interamente ed esclude
ogni cambiamento linguistico generale e improvviso.
Per rispondere a questa domanda, si potrebbero far \'alere nu-
merosi argomenti dicendo, per esempio, che le modificazioni della
lingua non sono col1er;ate al susseguirsi delle generazioni, le quali,
lungi dal sovrapporsi le une alle altre ome i cassetti d'un mobile,
si mescolano, si compenetrano e contengono ciascuna individui di
tutte le et. Si richiamer altres la somma di sforzi che esige l'ap-
prendimentc. della lingua materna, per concludere da ci che
impossibile \1" mutamento generale. Si aggiunger che la rifles-
sione non interviene nella pratica di un idioma; che i soggetti
90
snno, in larga misura, incoscienti dclle leggi della lingua; e: se
Il''11 sc n!! rl'ndullo conto, come potrcbbero modificarlc? E fos:
!<l'ro anche coscienti, bisognerebbe ricordan;i che i fatti linguistici
non provocano certo la critica, llel senso che ogni popolo in ge-
ne're soddisfatto ,Iella lill{;ua che ha ricevuto.
Queste consideraziuni sono importanti, ma non sono specific11e.
Preferiamo le seguenti, pi essenziali, pi dirette, da cui dipendono
tutte le altre.
I. Il 'aratlu( arbitrario del segllo, Pi su, questo ci faceva am-
mettere la possibilit teorica del cambiaml'llto; ma approfondendo
vediamo che in effetti WpriuJilhitI;iLiet--el-GeIPlQ mette la
lingua al riparo da ';-;gni' tentativo tendente a La l
sa, anche se fosse pi rusciente di quel che , non potrebbe discu-
t(me. Perch, per mettew in
questa sia fondata su una nonna. ragionevole, Si pu discutere, per
eempio, se la forma monogama del matrimonio pi ragionevole
della poligama ed possibile far valere ragioni per l'una e per
l'altra. Si potrebbe anche discutere un sistema di simboli, perch
il simbolo ha un rapporto razionale con la cosa significata {v.
p. &il; ma per sistema. di segni arbitrari, questa base fa
difetto e con essa ci sottratto ognl"terreno solido di
non c' nessun -IllotivO per preferire _a sistu, Q,hs a boeuf. 107
l. La molli/udine dei segni "ecessarl a costituire -lingua,
La portata di questo fatto considerevole. Un sistema di srittura
cnlllposto di venti o quaranta lettere pu, a rigore, esser sostituito
da un altro, Sarebbe lo stesso per la lingua se comprendesse un
numero limitato di elementi: ma i segni .linguistici sono. innume--
r,evoli. J, r" " '" !" (
3. Il caraUere troppo complesso del sistema. Una lingua costitui-
sce un sistema, Se questo, come vedremo, l'aspetto per cui essa
nnn completamente arbitraria e in cui regna una ragione rela-
tiva, anche il punto in cui appare !'incompetenza della massa a
trasfonnarla. Tale sistema infatti un meccanismo complessa,
che pu apprezzarsi solo co";)a riflessione: gli stessi che ne fanno
un uso quotidiano l'ignorano profondamente. Si potrebbe imma-
ginare un cambiamento del genere solo con l'intervento di specia-
listi, grammatici, logici ecc.; ma l'esperienza mostra che finora
le ingerenze di questa natura non hanno avuto successo.
91
4. La resislell:a dcll'lerzia ca/ldti,'u <I t'gJli illlw"udu::<' !il'-
g:li5tiea, La lin1;Ua, e questa considerazione :'u
le altre, in ogni momentu una. di tutti: sl'arq in
massa che la maneggia, &una (U'ill di cui tutti gli imli\'idui "r-
y(mo tutto il giornol""l. qUl:sto punt", w'n i, jl,,:,si!Jile I,,[l:' <",n-
fronti con le altre istituzioni. Le prcsnizioni di un <'otlke, i riti
d'Una rt'iigi'lI1l', i marittimi ccc., inll:'rc,sano ",Itant" un
n'ft" numero limitato d'individui ogni \'olta l' durante un [l'mp"
limitato: alla lingua, al cnntrario, "I-.'llUll!l inten,ssat" in "'"Ili
momento, cfI per questo che essa continuan\l"llk l'illllw'll-
za di tutti. Questo fatto basta a dimostrare la iml',,""i-
hilit d'una ri\oluzione. La linl";ua 1-, tra tutte le istituzi"ni ,,'-
ciali, '1uella che offre minor presI. alle inil.iatiw. Essa fa ("l'l'''
la vita della massa sociale, e questa, essend" natura!m','nte
inerte, appare anzitutto come un fatture tli nmservazinlll'.
TuttaYia non basta dire che Jalingua prodnUn {hlll j"rze
sQciali per vedere chiaramente che essa non libera; ri,'{)nl,uhl"si
che essa scmpre l'eredit d'un'epoca prCtedcnte, occorre a;,:!;;Uil-
gl're che tali forze sociali agiscono in funzione del t<:'mpo. ];, lin-
gua ha un carattere di fissit, ci accade non solo anmr,lta
al peso della collettivit, ma anche perch situata nel tempu.
Questi due fatti SOlJOJ inseparabili. Jn ogni istante, la solldariet
col passato prevale sulla libert di scelta. Noi diciamo /10)/10
e caHe perch prima di noi si detto uomo e cane 1
149
1. CUI non
toglie che ci sia nel fenomeno totale un legame tra questi due
fattori antinomici: la convenzione arbitraria in virt della quale
la scelta libera, e il tempo, grazie al quale la scelta si tro\'a fis-
sata. Proprio perch arbitrario il segno non conosce altra h:gge
che quella della tradizione, e pr-oprio perch si fonda sulla tradi-
zione pu essere arbitrario [100).
2. JIu/abilit [I.ll.
Il tempo, che assicura la cuntinuit della lillf:ua, ha un altro
effetto in apparenza contraddicente il primo: quello d'alterare piu
o meno rapidamente i segni linguistici c, in un certo senso, si pu
'2
parlare insieme dell'immutabilit e della mutabilit del
In ultima analisi, i due fatti sono solidali: il St'gno in
condizione d'alterarsi in qWUlto si continua, Ci" rhe domina
in ogni alterazione la persistenza della materia antica; !"infedelt
al passato non che relativa. Ecco perch il principio di alterazione
si fonda sul principio di continuit,
L'alterazione nel tempo prende diver>e fanne, di cui ciascuna
fornir la materia di un importante capitolo di linguistica [1531.
Senza entrare in particolari, ecco che cosa importante mettel"C'
in evidenza.
Prima di tutto non e'luh'ochiamo sul senso dato qui alla pa-
rola la quale ,credere che tratti special-
mente dei cambiamenti fonetici subiti dal significante, on'ero d",i
cambiamllllti .di scnliQ che tocrano il concetto significaJ:n.
sarebbe insuffidente. Quali che siano i fattori di al-
terazione, essi isolatamente o combinati, sfociano
in lilla spaslo.mell/rJ del rappor/,!./ra itsijplijicatoe il
El'CO akuni csempi. Il latino llecare significa. uccidere. ed (,
dil'entato in franceselloyer. col noto senso di I .lm:.
magne acustica e concetto sono entrambi cambiati: ma inutilt'
distinguere le due parti del fenomeno; basta constatar_c ill
che il legame dell'idea e del segno POSI s' allentato e .-he c' stato
uno spostamento nel loro rapporto, Se invcre di conFrontare il
fluii"" del latino coL franceo;e moderno lloyer lo si cnnfTOnta
all1ccare del latino volgare del IV o V secolo, sil':Jlificante (o anne-
gare., il caso un po' diverso: ma anche 'qui, bench non vi sia
alterazione apprezzabile del significante, vi uno spostamento
del rapporto tra idea e segno.
I! tedesco antico dritteii, il terzo, la terza parte ., diventate,
in tedesco moderno DrWel. In questo caso, hench ilconcctto sia
[('stato il medesimo, il rapporto cambiato in due modi; il signi-
fic;mte stato modificato non soltanto nel SU'J aspetto materiale,
ma nUc!le nella sua forma grammaticale; esso non implica pi
1 ,\ ...ebbe lorto chi rimproverasse a F, de Sa".,;u,e <li =,ere o
attribuendo "lla Iln.!:ua due qualit c"ntl:l.<t<littorie..Coll l.'.np-
p".'izinne di due tcnnin[ checolpisc"oo, egli ha "olnlo dar '''rte rilievo. alla-
1" lingu.a"U-"")st,,,nt.n cl,c i 1>""'''"<' I.ra*'r.n,arl!.
!,o,nebl><! d;re che intangibile,
.3
l'idea di Teil parte 9; una parola semplice. In un modo o
nelfaltro semIJre uno spostamento di rapporto.
In anglosassone-, la fonna preletter:aria fOt, il piede., re-
stata fm (ingl. modo foot). mentre il suo plurale foti, i piedi t,
diventalo Ft (ingl. mod. fUI). Quali che siano le alterazioni
supposte, una cosa certa: vi stato uno spostamento di rapporto,
sono ,;orte altre corrispondenze tra la materia fonica e l'idea [UOl.
Una lingua radicalmente impotente a difendersi contro i
fattori chl" spostano ad ogni istante il rapporto tra significato
e significante. una delle conseguenze dell'arbitrariet del segno.
Le altre istituzioni umane - i costumi, le leggi ecc. - sono
tutte basate, in gradi diversi, sui rapporti naturali delle cose:
vi in esse una congruenza necessaria tra i mezzi impiegati e
i fini da perseguire. Perfino la moda che fissa il nostro abbiglia-
m('nto non interamente arbitraria: non ci si pu allontanare
oltre un ('erto limite dalle conizioni dettate dal corpo umano.
La lingua, al mntrario, non affatto limitata nella scelta dei
suoi mezzi, perd1t\ nun si vede che cosa impedirebbe di associare
una 'lualunque idea a un;\ qualunque sequenza di suoni
Per fare ben sentire elle la lingua una istituzione pura,
Whitney ha assai i<iustamente insistito sul carattere arbitrario
dei segni lI"); e, con ci, ha orientato la l.iJ:Iguistica secondo il suo
vero asse. Ma non giunto fino in fondo e non ha visto che tale
carattere arhitrario separa la lingua da ogni altra istituzione.
Lo si w:de bene dal modo con cui si evolve; niente pi comples-
situata insieme lll'llla massa sociale e nel tempo, nessuno
pU moc1ificarla, c, d'altra parte, l'arbitrariet dei suoi segni
comporta teoricamente la libert di stabilire qualsivoglia rapporto
tra la materia fonica e le idee.. Ne risulta che questi due elementi
uniti nei segni conservano ciascuno la propria vita in una mi-
sura altrove sconosciuta, e che la lingua si altera o piuttosto
si evolve' sotto !'influenza di tutti gli agenti ehe possono incidere
sia sui snoni sia sui sensi. Questa evoluzione fatale: non vi sono
esempi di linSUa che vi resista. Al termine d'un certo tempo si
possono sempre constatare spostamenti sensibili,
Ci vero che tale principio deve verificarsi anehe a pro-
posito delle lingue artificiali. Chi ne crea una la tiene in pugno
finch essa non in circolazione: ma dal momento in cui essa com-
94
pie la sua missione e di,-enta cosa di tutti, il controllo sfugge. L'e-
speranto un tentativo del genere; se riesce, sfuggir- alla 'legge
fatale? Passato il primo momento, la lingua entrer molto pro-
babilmente nella sua vita semiologica: essa si trasmetter con leggi
che niente hanno in comune- con quclle della creazione riflessa
e non si potr pi tornare indietro. L'uomo che pretendesse di
costruire una lingua immutabile che la posterit dovrebbe ac-
cettare tale e quale, rassomiglierebbe alla gallina che cm'a un uovo
d'anatra: la lingua da lui creata sarebbe trasportata, volere 9
no, dalla corrente che trascina tutte le lingue
_1-a. continuit. del segno nel tempo, legata all'alterazione
-JJ.e1..ten1p(>, un principio della semiologia generale: se ne potreJ;1be
trovare la conferma nei sistemi di scrittura, nel linguaggio dei
sordomuti ecc.
Ma su che cosa si fonda la necessit del mutamento? Forse cisi
rimproverer di non esser stati tanto espliciti su questo punto
quanto sul principio dell'immutabilit: clic non abbiamo distinto
i diversi fattori di alterazione; bisognerebbe esaminarli nella
loro variet per sapere fino a che punto sono necessari.
Le cause della continuit sono a.-p,Wri alla portata deWosser-
vatore; ma non '/'0 lo stesso per le cause d'alterazione attraverso
il tempo. meglio per ora rinunziare a rendersene conto e:>at-
tamente e limitarsi a parlare in generale dello spostamento dei 11
rapporti. Il tempo altera ogni cosa e non v' ragione per cui la
lingua sfugga a questa legge uuiversale [IGO).
Ricapitoliamo le tappe della nostra dimostrazione, riportall-
daci ai principi stabiliti nell'introduzione.
I. Evitando sterili definizioni di parole, abbiamo anzi-
tutto distinto, nel fenoml"no totale che il li'ICl/aggio rappresenta,
due fattori: la lillgua e la parole. La lingua per noiillinguaggio
meno la parole. Essa rinsieme delle abitudini linguistiche che
permettono a un soggetto di comprendere e di
2.. Ma questa definizione lascia ancora la lingua fuori della
sua realt sociale: ne fa una co-a irreale, poich non comprende
che uno degli aspetti della realt, l'aspetto individuale: UC'Corre
una massa paff'lI/te perch vi sia una lingua. Contrariamente al-
l'apparenza, in nessun momento la lingua esiste fuori del fatto
95
all, forze sociali e-.;crcitantisi su di ';\'iluppare i loro effetti,
-c--::-;- arri\a al principio di l"(llltinuit, che annuIla la libert, Ma
1;\ "0nlinuit implica neecs,;ariamente l'alterazione, lo spostamc!Joo
l'i:! Il meno considerc\'ule dei rapporti.
'! IiI/glia

massa
por/allf{'
tempo
sociale, perdl<: ('.'sa un fenomeno scmiolugiwll"l]. Lasua natura
sodale unu dci suoi interni. La sua definizione completa
ci colloca dinunzi agli occhi due cose
inseparabili, come mostra lo schema
qui a lato.
Ma in queste condi7.ioni la lingua
'vitale, non viva; noi abbiamo te-
nuto conto solo della realt sociale e
non del fatto storico [IQ).
). Poich il segno linguistico
arbitrario, sembra che la lingua, cos
definita, sia un sistema libero, urga-
nizzabile a volont, dipendente unica-
mente da un principio razionale. Il suo
carattere sociale, considerato in se stesso, non in netta oppo-
sizione con questo punto di vista. Senza dubbio la psicologia col-
lettiva non opera su una materia puramente logica; bisogner met-
tere in cento tutto ci che fa deviare la ragiune nelle relazioni
pratiche a inividuo a individuo. E tuttavia, ci che ci vieta di
l;IlUrarc alla lingua come a una semplice convenzione, modi-
ficabile a piacere dngli interessati, non questo; invece l'azione
del tempo che si combina con l'azione della forza sociale; fuori
della durata, la realt linguistica non completa e nessuna con_
clusione possibile.
Se si prendesse la lingua nel
tempo, senza la massa parlante
(immaginiamo un individuo iso-
lato che \.\'3, parecchi secoli),
non si constaterebbe forse nessu-
na alterazione: il tempo non agi-
rebbe su di essa. Invcr:>amente,
se si consierasse la massa par-
lante senza il tempo. non si \e-
drebbe l'effetto delle fone saciali
agenti sulla lingua. Per restare
nella realt hisogna dunque aggiungere al nostro primo schema
un segno che indichi il cammino del tempo.
Perci la lingua non libera, perch il tempo permetter


massa
I "ariallte
'----
'"
96
97
D
c
."
1.A UXGI-ISTIL\ ST.\TlC.\
E L.\ E\OlxnY.\
I. Dualit iii/l'ma di le s(iellze operaI/ii sui l'alori [1'1:11.
Ben pochi linguisti sospettano che l'intervento del fattore
ternrm- _ tale da creare alla linguistica difficolt particol.ari e ch.e
esso pone la loro scienza dinanzi a due vie del tutto divergentI.
Le altre sclenze per la maggior parte ignorano questa dualit
radicale; il tempo non vi produce effetti particolari. L'astronomia
ha constatato che gli astri subiscono notevoli cambiamenti,
ma non perci si ;;issa in due discipLine. La geologia ragiona
quasi costantem<'nte su successioni, ma, quando perviene .a
parsi degli stati della terra, non ne fa un oggetto di studio
radicalmente distinto. Vi una ;;ienza descrittiva del diritto e
una storia del diritto, ma nessuno oppone l'una all'altra. La. storia
politica degli stati si muove interamente nel tempo, tuttavia
se uno storico fa il quadro d'un'epoca non si ha l'impressione
di uscire dalla storia. Inversamente, la scienza delle istituzioni
politiche e'5enzialmente descrittiva, ma pu tranquillamente
trattare all'occorrenza una questione storica senza che la sua unit
sia turbata [IMI,
AI contrario, la dualit - di cui parliamo si impone gi
imperiosamente alle sclenze economiche. Qui, diversamente da .
ci che accadeva nei casi precedenti, l'economia politica e la storia
economica costituiscono due discipline nettamente separate in
seno a una stessa scienza: le opere apparse di recente su questi
argomenti accentuano questa distinzione [1"'1. procedendo in
modo si obbedisce, senza rendersene ben conto, a una necessIt
intrinseca: ed una necessit affatto simile che ci obbliga a
scindere la linguistica in due parti aventi ciascuna il suo prin-
98
cipio. li fatto il che qui, come in economia politica, si di fronte
alla nozione di l'IlIQfe; in entrambe le scienze ci si occupa di flJl
siskma di ira cose di ordini nell'una un
lavoro e un salario, neU'altra un significato e un significante [III].
certo che tutte le scienze aV'rebbero interesse a rilevare
pi scrupolosamente gli assi su cui snno situate le cose di cui si
occupano; bisognerebbe dovunque distinguere secondo la fif,'Ilra
--:seguente: I. t'asse delle simultaneit (AB),_ concernente i rap-
porti tra cose coesistenti, donde - escluso
of,'lli intervento del tempo; 2. l'asse
dd/e sllcussioni (CD), su cui possibile
considerare solo una cosa alla voIta, dove
per sono situate tutte le cose del primo A---+---Il
asse con i loro cambiamenti.
Per le scienze operanti su valori, que-
sta distinzione diventa una necessit pra-
tica e, in certi casi, una necessit as-
soluta. In questo dominio non c' specialbta che possa orga_
nizzare le sue ricerche in mudo rigoroso senza tenere conto
dei due assi, senza distinguere il sistema dei valori considerati
in s dagli stessi valori considerati in del tempo.
Soprattutto al linguista qUl'Sta distinzione si impone im-
periosamente, perch la lingua un sistema di puri valori non
da altro detenninato che dallo stato momentaneo dei suoi ter-
mini. Finch un valore, per uno dci suoi aspetti, radkato nelle
cose e nei loro rapporti naturali (come il caso nella scienza eco-
nomica: per esempio un terreno vale in proporzione a ci che pro-
duce), possibile fino a un certo punto seguire questo valore
nel tempo, por rammentandosi che in ogni momento esso dipende
da un sistema di valori contemporanei. Il suo legame con le cose
gli conferisce malgrado tutto una base naturale, e per d le valu-
tazioni che vi si collegano non sono mai completamente arbitra-
rie: la loro variabilit limitata. Ma noi abbiamo appena visto
che in linguistica i dati naturali non hanno alcun posto III'].
Aggiungiamo che quanto pili Ull sistema di valori complesso
e rigorosamente organizzato, tanto pil necessario, a cawm
della sua stessa complc>osit, studiario successivamente sui due
assi. Ora nessun sistema possiede questo carattere in misura
99
n'
I,ari alla lin),:ua: in si una .simile precisione
valori in gioco, un numero cosi grande cd una tale diversit
di tennini, in una cosi stretta dipcnden;r;a reciproca. La molte-
pli,-it dei segni, gii invorata per spiegare la continui della
lingua, ci nel modo pii! completo di studiare simul-
taneamente i rapporti ncl tempo e i rapporti nel sistema.
E.cco perch,: noi distinguiamo due linb'Uistiche. Come le chia-
meremo? l tennini elle ci si offrono non suno tutti egualmente
adatti a dar rilicvo a questa distinzione, Ad esempio l
e linguistica storica. non sono utilizzabili, perch ric1liamano
idee troppn vaglle 1"
18
1; come la storia politica comprende tanto
Il,, la descrizione di epoche quantu la narrazione degli an'e-
!limenti, si potrrbbe immaginare che descrivendo degli stati
della lingua successivi si studi la lingua secondo l'asse del tempo;
per questo bisognerebbe considerare separatamente i fenomeni
che fanno passare la lingua da uno stato all'altro. I tennini di
(';'{}/Ilzio-ne t: di Unguistica evolutiva )\Qno pii! precisi e noi li impie-
gheremo spesso; per opposizione, si pu parlare della scienza
degli" stati di lin.,"Ua o lillgllislica stalica [
161
1,
Ma per meglio dar rilievo a questa opposizione e a quest'in-
nodarsi di due ordini di feuomen! relativi al medesimo oggetto,
prefcriluno parlare di linguistic:a e di linguistica dia-
(rollira [
170
1. !lincronieo tutto d'l che riferisce
statico della nostra scienza, diacronico tutto d che ha rapporti
con-le C"Q\llljQIli. Similmente, sincTonia e diacronia designeranno
uno stato di lingua ed una fase di evoluzione.
li La dWlli11l int!r1U1 e /a storia dflla lillguistica (\111,
La prima cosa che quando si studiano i fatti di lingua
cile !l{'r il sogr,:,'tto p.1.rlante la loro successione nel tempo
parlante s trova dinanzi a unQ E cosi illin-
gnista cile vuoI comprendere tale stato deve fare labrlla rasa di
tutto ci t'hl' l'ha prodotto e ignorare la diacronia. Egli pu l'n
trare nella cosden7.a dci soltgctti parlanti solo sopprimendo il
L'intervento della storia non pu che falsare il suo Riu-
nir.io. Sarebhe assurdo disegnare un panorama delle Alpi pren-
100
h ,'c- In"
, ,-'>
dendolo simultaneamente da pi cime del Giura: un panorama
deve esser preso da un solo punto. Lo stesso per la lingua non..
possibile n descriverla n fss<\rne le nonne d'uso se non collo-
candosi
de1li1l1igua, rassomiglia-all'osservatore in movimCl)to _che...ya_,da
una estreIIt all'altra del Giura per notare gli spustamenti di
prospettiva, . .
Da quando esiste, la linguistica moderna pu dirsi interamente 118
assorbita_nella diacronia. La grammatica comparata dell'indoeuro-
peo utilizza i documenti che ha in mano per ricostruire ipotetica-
mente un tipo di lingua anteriore: la comparazione non per
essa altro che un me;r.zo di ricostruzione del passato. Il metodo
lo stesso nello studio particolare dei sottogruppi (le lingue romanze;
germauiche ecc,): gli stati inten'Cngono per frammenti e
in modo molto imperfetto, Tale la tendenza inaugurata dal
Bopp: cos la sua concezione della lingua ibrida ed esi-
tante (171].
D'altra parte, come hanno proceduto coloro che hanno stu-
diato la 1in!>Ua prima della fondazione degli studi linguistici, ,ale
a dire i grammatici 6 ispirati dai metodi tradizionali? curioso
constatare elle il loro punto di vista, sulla questione che ci occupa,
assolutamente irreprensibile. I loro lavori mostrano chiara-
mente che essi vogliono descrivere degli stati, il loro programma
strettamenle sincronico. Cos la gr-ammatca di Porto Reale cerca
d descri,'Cre lo stato del francese sotto Luigi XlVI' di detenniname
i valori, Per far questo essa non ha bisogno della lingua dci Medio-
1"'0: segue fedelmente l'asse oriz.zontale (v. p. 99) senza mai di-
scostarsene. Questo metodo dunque giusto, il che non vuoi dire
che la sua applicazione sia perfetta. La grammatica tradizionale
ignora interi scttori della lingua, come la fonnazione delle parole;
nonnat\'a e crede di dover promulgare leggi invece di descri-
vere fatti; le vedute d'insieme mancano; spesso essa non riesce
nemmeno a distinRUere parola scritta e parola parlata, ecc. [1;"3].
Si rimproverato alla grammatica classica di non
scientifICa; tuttavia la sua base meno criticabile e il suo oggl'tto
meglio definito dJ. quel che sia per la linguistica inaugurata da
Borp Questa, ponendosi su un tl"rrenn mal delimitato, non sa
esattamente verso qual linI' mtto"e. al limite di due 119
lOl
,..
epO<.:a A
). epoca A
.-------_. epoca B
"<
" .
j j
" epoca B
tempo gasti. quello di nant I la mano., hanti, l'ce. Successivamente
questa -i ha prodotto un Umlaul, vale a dire ha avuto l'effetto
di cambiare a in e nella sillaba precedente: gasli -)gesti, hanU
nellti. Poi la i ha perduto il suo timbro, e si avuto gesli -) gesle
ecc. Di conseguenza oggi si ha Gasi: Giisle, Band: Blinde, e tutta.
una classe di vocaboli presenta la stessa differenza tra singolare e
plurale. Un fatto simile si prodotto in anglosassone: si avuto
dapprima fiil ,il piede o, plurale *f6Ii; top Qil dente plurale
*16f>i; g6s t l'oca., plurale *g6si, ecc.; poi, per un primo cambia-
mento fonetico, quello dell'Un/laut, f6# diventato *flti, e per
un .secondo cambiamento, la caduta dell'-i finale, *fai diven-
tato fa; di conseguenza fOt ha per plurale fil, I6p tip, gos gis
(ingl. modo foat: feci, IQQlh : leetll, goose: geese).
Precedentemente, quando si diceva gasi : gasti, f61 : fiili, il
plurale era contrassegnato dalla semplice agb"unta di una -i;
Gasi: Giiste 1'101 : fil :nostrano un meccanismo nuovo per contras-
segnare il plurale. Questo meccanismo non lo stesso nei due casi:
in antico inglese vi solo opposizione di vocali; in tedesco vi ,
in pi, la presenza o l'assenza della finale -e; ma questa differenza
non ha qui importanza;
Il rapporto tra un singolare ed il suo plurale, quali che ne
siano le forme, pu esprimersi in ogni momento con un asse oriz-
zontale, ossia,.:
I fatti, quali che siano, che hanno provocato il passaggio
da una forma all'altra, saranno al contrario situati su un asse
nrticale, ci che d la figura totale:
Il nostro esempio-tipo suggeri;;ce parecchie riflessioni che rien-
trano direttamente nl'l nostro argomento.
I. Questi- fatti diacronici non hanno assolutamente il fine di
contrassegnare un valore con un altro segno; il fatto che gasti
ha dato glsti. gesle (Gasle) non ha niente da vedere col plurale
dominii, in quanto non ha saputo distinguere nettamente tra gli
stati e le successivit.
Dopo avere accordato troppo spazio alla storia, la linguistica
torner al punto di vista statico della grammatica tradizionale,
ma con uno spirito nuovo e con altri procedimenti, ed il
storico avr contribuito a questo ringiovanimento: proprio il me-
todo storico che di rimbalzo far megliu capire gli stati di lingua.
La vecchia grammatica non vedeva che il fatto sincronico; la
linguistica ci ha rivelato un nuovo ordine di fenomeni; ma questo
1 non basta: bisogna far nascere ii sentimento dell'opposizione tra
.. I due ordini per trarre tutte le conseguenze implicite in tale
" 'Jpposizione tl"l.
L'opposizione tra i due punti di vista sincronico c diacronico
assoluta e non ammette [
176
1. Alcuni fatti ci mo-
streranno in che consiste questa differem;a e perch inelimina-
bile.
Il latino crisflUs t ondulato, crespo' ha fornito al francese
un radicale crep.,' da cui il verbu crepir intonacare. e dticripir
levare !'intonaco ,. D'altro lato, a un certo momento, si preso
al latinu medievale il vocabolo dicrepillls rovinato dal tempo 0,
di ignota etimologia, e si fatto dioepil. Ora certo che oggi la
m'lSSa dei soggetti parlanti stabilisce un rapporto tra, un mur
dcrpi e _homme bench storicamente le due parole
non abbiano rapporto tra .loro: accade cos che spesso si parli della
facciata d(;i;ripiled'una casa. questo un fatto statico, poich
si tratta di un rapporto tra. due termini oesistenti nella lingua,
Perch si statn necessario il convergere di certi
fenomeni d'evoluzione: stato necessari,) che oisp- arrivasse a
pronunziarsi rrp-. e che a un certo punto si prendesse in prestito
HO dal latino un nuovo vocabolo; questi fatti diacronici, come si
vede chiaramente, non hann/) alcun rappurto col fatto statico che
hanno prodotto: SDno di ordin-e differente,
Ecco un altro escmpio, di portata generale.
In antico alto il plurale di (.!/lsf _[,ospite l era in un primo
3. La duali/l. inlmla '0'1 esempi [Inl.
102
103
dci sostantivi; in triigl il medesimo Umlatd interes:>a la
flessione verbale, e cosi di Dunque un fatto diacronico
un evento che ha la sua ragion di es."t:re in se stesso; le conseguen.le
sincronkhe particolari che possono deril.'arne gli sono completa-
mente cotranee [mJ.
2. l fatti diacronici nemmeno tendono a modificare il sistema.
Non si voluto passare da un sistema di rapporti a un altro:
la modilicallione non riguardo. la organizZallione, ma glie:lemcnti
cos sistemati [mJ.
Noi ritroviamo qui un principio gi enundato: il sistema uon
mai modificato direttamente: in se stesso immutabile; sulo
certi clementi vengono alterati ('n'scindendo dalla solidariet che
li lega nl tutto, come se uno dei pianeti che gravitant.
tomo al sole camiasse di dimensione e di peso: questo fatto L"'!>-
lato comporterebbe delle COll-seguenze generali e sposterebbe l'equi-
librio del solare tutto intero. Per esprimere .il plurale e
necessaria l'opposizione di due ttlnnini: f61 : -fila, oppure](il :.W;
sono due procedimenti q;:ualmente possibili, ma si passati dal-
l'uno all'altro senza, per co., dire, fard caso; non l'insit'me
clle stato spostato n un sistema che ne ha generato un altro,
ma un elemento stato modificato, e questo
per far na.'<ere un altro sistema.
]. Questa usscrvazione ci fa mel!;1io comprendere il carattl're
sempre forluito di unn stato. Contrariamente all'idea falsa che
122 noi volentieri ce ne facciamo, la lingua non un
creatn e ordinato in vista <lei tnntetti che de\'e esprimere. .-\1
contrario, Yl'diamo che lo stato risultantC' dai cambiamenti ntln
era a notare le significazioni di ,:ui s carica. Cno
fortuito datn: fm.' fil, e di qut'sto ci si per fargli pl'nare
la distinzi',ne dd singr,lare e dd plurale; f'>I.'.m non a tal fine
qualcosa di meglio diF": -fiili. In riast'uno stato In si insi-
nua in una matnia data e la ... Qut'sta conreziofw, che ci
ispirata dalla lin!'Uistica storica, s<.'nnosriuta alla grammatira
tradizionale. che non avrebhe mai potuto w'quisirla ("<\Il i
meto(li. La mag-gior part!' d!'i filo:iofi ,ldla lingua la io:-m.:-;mo
egualnwllt!'; !' tuttavia nit'nte pill important!' dal l'un:" di
vista filosofi,." \';9).
4. I 'fatti appartenenti alla s('ri<: <lia('"foniea sonn per 1" l"t'no
104
dello stesso ordine di quelli ddla "Cric sinrronicai' '/\ssolutanwnte
no, pereh noi abbiamo stabilitu che i cambiamenti si pruduu.nu
fuori di ogni intenzione. ,\1 cnntmrin, il fau<, di sincronia sempre
significativo; occorre sempre fare appello a due termini simultanei:
non Clisle che esprime il plunlle, ma l"opposilione Cast: Clist...
Xl'I fatto diacronko accade ('sattamentc \'inverso; ntln interessa
che un sol tennine, e perch una forma nuova (Giis/.-) fa,xia la
sua apparizione, occorre che la antka (gasli) le ceda il posto.
\'oler unire nella stessa dist'l'lina dei fatti cosi disparati sa-
rebbe dunque una impresa chimerica. ;';eJla prospettiva diacro-
nka si ha a che fare con fenomeni ('he unn IMnllo alcun rapporto
eon i sistemi, bench 'Iucsti ne ,ian,) cnndiziouati.
Ecco altri esempi dl<" confl'rllwraimo e coml'ktl'r'lllnn le non-
rlusioni tratte dai primi.
In fran"ese 1'acn'nto cade ,;('mpn:' ."i\l1l"ultima sillaha, a ml'lUl
che questa non induda Ima e muta i,: un falto sin<"ronir",
un rapporto tra l"insi(,mc ddle parole france:;i \' l'at"centn. Uun-
de deriva questo fatto? Da uno stato anteri"re. Il latin" <lH'\'a
un sisttma accpnluale differ"nte C' pi complicato: l'an"enlu cadeva
sulla sillaba quando {Iuesta era lunga: se essa cm hrcYt',
veniva in\"(xe ritratto sulla terwltima (dr. amfrus, ,il/ima).
Questa legge evoca dei rapporti che non hanno la minima :tna-
logia con la legge franceSt.'. Certo, l'accento fralwese lo skss"
a<:cento nel senso che restato sempre allo stesso postn; nella pa-
rola francese colpisce sempre la sillaba che portaval'ar<"ento in lati.
no: <llllfclIlli' > aml,alllmam - > ame. Tuttada le due fonnule sono
diverse nei due momenti, perdl camhiata la forma rlelie parol".
Noi sappiamo che tuttf) ci'" ,-J1C in una parola {'ra sUl'l"es.,ivo all'al'-
l'ento o sparito o si rid"t!o a r muta. In s{'l!;uito a 'Iucsta alk-
rallione <Iella parola, la posizione dell'arcento I\on i' l'iiI stata 1,\
stessa in rapporto all'insieme; di rnn"'guenza i s<ll!;getti parlanti,
coscienti di questo nuovo rapporto, hann,} mcsso istintil"<lmente
l'a{'cento sull'ultima "illaba, anche nel caso dci prestiti tr,Lsmessi
per via scritta (fl/cilc, cvllwl, liclor!, ImrRral'f ecc.). f:: evidente
che non si io \'oluto cambiare il sistema, applicare Im'l nUO\'a
(onnula, poich in una parola come amtrum ami l'accento
restato sempre sulla stessa sillaba; nm interwnuto un fatto
diacronico: il posto dell'acl'ento si trovato cambiato senza che
105
u,
nessuno se lo proponesse. Ona legge di accento, come tutto ci
che attiene al sistema linguistico. umv disposizione di tenIni,
un risultato fortuito e involontario dell'evoluzione [l.8O),
un caso ancora pi evidente. In paleoslavo sfQuo. 'pa-
rola., la allo strumentale singolare slave",u, al nominativo plu-
rale s/OVIi, al genitivo plurale s/ovu ecc.; in questa declinazione
ogni caso ha la sua desinenza. Ma oggi le vocali deboli i ed li, rap-
presentanti slave di i ed indoeuropee. sono scomparse; donde,
ad esempio, in cco slavo, slovem, slava, slav; analogamente iena,
accusativo sg. ienu, uomo pl. ie"y, geu. pl. Zeli, Qui il
genitivo (SIOI!, zeli) ha per esponente zero [1St]. Si vede dl1nque
che un segno materiale [111] non necessario per esprimere
124 un'idea; la lingua pu contentarsi dell'opposizione di qualche
cosa con niente: qui, per esempio, si riconosce il gen. pl. Ien
-semplicemente dal fatto che non n Ima n iC1ll1 n alcuna altra
lorma. Sembra strano a prima vista che una idea cos particolare
come qUl'lla del genitivo plurale abbia preso il segno zerli; ma.
questa la prova che tutto viene da un puro accidl'nte. La lingua
un meccanismo che continua a funzionare malgrado i deteriora-
menti che gli si fanno subire.
Tutto questo conlenna i principi gi fonnulati e che noi
riLSsumiamo nel modo seguente:
\
La lingua un sistema di cui tutte le parti possono e debbono
essere considerate nella loro solidariet sincroniclL-
Le alterazioni non agendo mai sul blocco del sistema, ma sul-
runo o sull'altro dei suoi elementi, non possono essere studiate
se non fuori di questo, Senza dubbio ciascuna alterazione ha il
suo contraccolpo sul sistema; ma il fatto iniziale ha inciso sol-
tanto su un punto; non vi alcuna relazione interna con le COIl-
seguenze che possono derivarne per l'insieme. Questa differenza di
natura tra termini successivi e tennini coesistenti, tra fatti par-
ziali e fatti riguardanti ii sistema, impeaisce di fare degli uni e
degti altri la materia di un'unica scienza [1B:ll,
106
4 La differenza dei dJU ordini iUuslrata con paragoni [1811.
Per mostrare nello stesso tempo la autonomia e la interdi-
pendenza della sincronia e della diacronia, si pu confrontare
la prima alla proiezione di un corpo su un piano. In effetti ogni
proiezione dipende direttamente dal corpo proiettato, e tuttavia
ne differisce, una cosa a parte. Senza di ci non vi saIebbe
affatto tutta una scienza delle, proiezioni: basterebbe conside-
raIe i corpi in se stessi. In linguistica, vi la stessa relazione
tra la realt storica e uno stato di lingua. che ne come la
proiezione in un momento dato. Studiando i corpi, vale a dire
gli avvenimenti diacronici, non si conOSCeranno gli stati sincronici,
non pi di quanto si abbia una nozione delle proiezioni geome-
triche per avere studiato, anche. assai da vicino, le diverse specie
di corpi.
Allo stesso modo, se si, taglia trasversalmente il tronco di un
vegetale, si rileva sulla su-
perficie della sezione Un di-
segno pi o meno compli_
cato; non altro che la
prospettiva delle fibre lon-
gitudinali, che si potranno
scorgere praticndo una
sezione perpendicolare alla
prima. Ancora una volta
una delle prospettive di-
pende all'altra: la sezione
longitudinale ci mostra le fibre stesse che costituiscono la pianta,
c la sezione trasversale ce ue mostra il raggruppamento su un
piano particolare; ma la seconda distinta dalla prima perch fa
constatare tra -te fibre certi rapporti che non si potrebbero mai
percepire su un piitno longitudiuale[l&\l,
)fa di tutti i paragoni che potrebbero immaginarsi, il pi
dimostrativo quello che potrebbe stabilirsi tra il gioco della
lingua ed una partita a scacchi [1&11. Da una parte e dall'altra,
si in presenza di un sistema di valori e si assiste alle loro modi-
ficazioni. Una partita a scacchi come una realizzazione arti-
ficiale di ci che la lingua ci presenta in fonna naturale.
107
..,
Vediamo la cosa pi da VICino.
Anzitutto uno stato del gioco corrisponde bene a uno stato
deUa lingua. Il valure rispettivo dei pezzi dipende dalla loro
136 pusizione sulla scacchiera, allo stesso modo che neUa lingua ogni
tennine ha il suo valore per l'opposizione con tutti gli altri ter-
mini.
In secondu luogo, il sistema non che momentaneo; varia
da una posizione all'altra. vero che i valori dipendono anche
e soprattutto da una cOllvenzione immutabile, la regola del gioco,
che esiste prima dell'inizio della partita e persiste dopo ogni
mossa. Questa regola ammessa una volta per tutte esiste anche
:n materia di lingua: sono i principi costanti della semiologia.
Infine,' per passare da un equilibrio all'altro, q, secondo la
nustra tenninulogia, da una sincronia all'altra, basta lo sposta-
mento di un solo pezzo; non vi rimaneggiamento genemle.
Noi abbiamo in ci il corrispondente del fatto diacronico con tutte
le s\le particolarit. In effetti:
r a) ciascuna mo,;,;a di scacchi non mette in movimento che
un solo pezzo; analogamente nella lingua i cambiamenti riguar-
dano soltanto elementi isolati;
\ bl malgrado questo, la mQssa ha incidenza su tutto il sistema;
per il giocatore impossibile prevedere esattamente i limiti di
questo effetto. l cambiamenti di valori che ne risulteranno sa-
ranno, secondo l'occorrenza, o nulli o assai gravi oppure di impor-
tanza media. Una certa mossa pn rivoluzionare l'insieme della
partita e avere delle conseguenze persino su pezzi momentanea-
mente fuori causa. Abbiamo appena visto che accade esattamtote
lo stesso nella lingua.
cl Lo spostamento di un pezzo un fatto assolutamente
distinto dall'equilibrio precedente e dall'equilibrio seguente. Il
cambiamento aV\'enuto non appartiene a nessuno di questi due
stati: ora, i soli stati sono importanti.
In una partita a scacchi, una qualsiasi detenninata posizione
ha il singolare carattere d'essere indipendente dalle precedl'nti;
totalmente indifferente che vi si sia arrivati per una via oppure
12
7 per un'altra ['"'J: colui che ha seguito tutta la partita non ha
alcun vantaggio sul curioso che viene a consider;u:e lo stato del
gioco nel momento critico; per descrivere questa posizione,
108
inutile rkhiamarc ci che avvenuto Ilei dieci
l'n'cc,\cnti. Tuttu si applica ugualnJ('ntc alla Iin-
!-:U;l l' la distinziune radkak di diacronia e sit\{"ronia.
La ,"<ln'l.. up,,'ra sempre c solo su 11m' ,.;tato di lingua, ed i muta-
<"il!' inkrl"l'u!,:"llo tra gli stati nUli vi hanno akun posto.
n (o s,,!tanto un l'un t" in cui il paragone difo::tt,}so: il gio-
rat 're Ili lia 1'illft':t:itJfle di operare lo spostamento e di
"",r.'itare una azione sul sistelJla; inn'ce la lingua non preme-
,lita niente: i su"i pezzi si o piuttosto si modili*
("all<'. spontaneamente c fortuitamente: l'Um/aul di Hiiude per
/l<Il:Ii, ,Ii per gasli (". p. 102). ha pfOdotto una nuova for-
mazione di plurale, ma ha fatto sOfJ::ere una fonna ver-
bale come trii;;1 l'er Im;;il C<.'c. Perch la partita di scacchi rosso-
in tutto e per tutto al Siocn della lingua, bisognerebbe
!'urporrc un giocatore incosciente o stupido. parte qUfSta
ullica differenza reride la ,umpn.razione ancora pi istruttiva,
mustrando la necessit di, distinguere in linguistica i due
ordini di fenomeni. Perch, se dei fatti diacronici sono' irriducibili
al sincronico da essi condizionato, quando la volont
a un muta.mento di questo tipo, a pi forte ragione essi
lo quando oppongono una forza cieca all'organizzazione
di un sistema di segni.
5 Le due lillgllisliche opposle Ilei loro me/odi e Ilei loro principi [1331,
L'opposilione tra la diacronia e la sincronia risalta in tutti
punti.
Per esempio. e per cominciare con il fatto pi evidente,
e",,;e non hanno una. e,,"Uaie importanza. A tal riguardo, chiaro 08
che sincronico domina sull'altro, poich per la par-
lante la vera ed unica realt (v. p. 100). Accade lo stes;;o per il
linguista: se si colloca nella prospettiva diacronica, non perce-
piSl"e pi la lingua, ma soltanto una serie di avvenimenti che la
modificano. Si affenna spesso che niente pi importante del
conoscere la genesi di uno stato dato; questo vero in un certo
senso: le condizioni che hanno formato questo stato ci illuminano
sulla sua effettiva natura e ci pongono al riparo da certe illusioni
109
(v. p. IO] sg.); ma questo prova proprio che la diacronia non ha
il sila fine in se stessa. pu dire della diacronia quello che si
detto dci giornalbmo: porta a tutto, purch se ne esca fuori.
Anche i jTIctodi,ii ciascun ordine sono. " in (lue mudi:
a) La sincronia non conOl;Ce che una Iludla
dei soggetti parlanti, e tutto il suo metodo consiste nel raccogliere
le loro testimonianze; per sapere in quale misura una cosa una
realt, occorrer e baster ricercare in quale misura essa esiste
per la coscienza 'dei soggetti [l"]. La linguistica diacronica, al
contrario, deve distinguere due prospdtive, l'una PTosPetlica, che
segue il corso dci tempo, l'altra TetTospeiliva (100], dw risale lo stso
corso: di qui uno sdoppiamento del metodo di cui parler nella
quinta parte.
b) Cna secona differenza. deriva dai limiti del campo ab-
bracciato da ciascuna delle due discipline. LJ studio sincnmko
non ha per oggetto tutto ci che simultaneo, ma soltanto l'in-
sieme dci fatti <;orrispondente a cia'><"una lingua; nella misura
in cui ci sara necessario, la separazione andra finu ai dialetti e
ai sotto-dialetti. In fondo il termine siJlcrmlico non del tutto
preciso; dovrebbe essere rimpiazzato con quello, a dire il \'ero
un po' lungo, di idiasilluanico [l'l. Al. contrario la lillRUi,tica
"9 diacronica non soltanto non richiede, ma rifiuta una simile s]><:-
cializzazione; i termini che essa. considera non appartengono
a una stessa lingua (confrontate l'indoeuropeo
il greco esti, il tedesco -ist, il francese est). appunto la
successione dei fatti diacronici e la loro moltiplicazione spaziale
che crea la diversita degli idiomi. Per giustifi<:are un ravvicina-
mento tra due fonne, basta che esse abbiano tra loro Iln leg-ame
storico, per quanto indiretto possa essere. .
Queste opposizioni non sono quelle che colpiscono di pii.,
e neppure sono le pi profonde: l'antinomia radimle tra il fatto
evolutivo e il fatto statico ha come conseguenza. che tutte le
nozioni relath'e all'uno o all'altro sono in egual misura irriducibili
tra di loro. Questa verita pu essere provata da una qualsiasi
di queste nozioni. Per esempio, il fenomeno D sincronico non ha
niente in comune coniI diacronico (v. p. 104); l'uno un rapporto
tra elementi simultanei, l'altro la sostituzione di un eltmento
ad Iln altro nel tempo, ossia un avvenimento. Vedremo anche
tlO
(a p. l]l) che le identita dacronidle e sincnmkhe sono due cose
molto diverse: storicamente la nC'gaziune pas /; identica al sostan-
tivo pas, mentre, considerati nella lingua francese contempo-
ranea, questi due clementi sono perfettamente distinti. Queste
constatazioni basteranno alarci mmprendere la necessit di non
confondere i due punti di vista; ma tale necessit mai si manifesta
pi evidentemente che nella distinziune che ci avviamo a fare.
6. Legge sirn:ronica e legge diatrOflica [112],
Si parla correntemente di leggi in linguistica: ma i fatti della
lingua sono realmente retti da leggi? E di quale natura queste
possono essere? La lingua essendo .una pu
peo.'..arsi Il che essa. sia regolata da prescrizioni analoghe '3
a quelle che regguno le collettivit. Ora qualsiasi legge sociale
due ca,ratteri fondamentali: imjJQaiiva ed
essa si impone, ed essa si estende a tutti i rn:'ninteso
certi limiti di tempo e di luogo,
Le leggi della lingua a definizione? Per
saperlo, la prima cosa da fare, doptJ quello che si detto, sepa-
rare una volta di pi le due sfere del sincrorucu e del diacronico.
Vi sono qui due problemi che non vanno confusi: parlare di legge
linguistica in generale significa voler afferntre un fantasma.
Ecco alcuni esempi tratti dal greco in cui le leggi t dei due
tipi sono volutamente conluse.
r, Le sonore aspirate dell'indoeuropeo sono diventate delle
sorde aspirate: -ahumos lhumos soffio vitale I, -Mero pherii
io porto I ecc.
2. L'accento non risaie mai oltre la terzultima.
,3. Tutte le parole terminano per vocale o con s, n, r, con esclu-
sione di ogni altra consonante.
4. Dinanzi a vocale, s iniziale diventata 'h (spirito aspro):
-uPtJ!1 (lat. septffll.) - .... heptd.
5. In posizione finale m cambiata in n: -jilCom Zllg6n
(cfr. lat. iill?,jJJll).
, Secondo A. Meilld (. Mm. dc ]", SCIC. de Ling." IX, p. 365 sgg.l e
R Gauth;nt (L" fi" de M jmlo-curop""" IL .gg.), l'indoculOpco nun
'"
6. Le ocdusive finali S"II" cadut,,: *gllllUik----'l> c,inal, *cpkrel-)o
phae, *epherOiI/ > pl/urJ!l.
La l'rima di que.4e I<:>;;;i {. ,jiatr"nica: d che era dh diven-
tato 1/, ccc. La sl'l.'onda csprime un ral'purto tra l'unit della
'3' parola e l'acrento, ulla surta di contratto tra due termini
l"llcsi"knti: i'.! un Il');"gC "inn"lIica. Lo stessu vale per la terza,
in quanto concerne l'unit, ,ldla l'arola e la sua terminazione.
Le leggi -1-, 5, 6 SUIlU diarroniche: d che era s diventato Il;
-11 ha rimpia7.lato -III; -t, -Ii "rc. sono sparite senza lasciar traccia.
Bisu.,na ussen'arc inoltr,' ,Ile 3 il rbultato di 5 e 6; due fatti
diacronici hanno creat" un fatl:o sinrrollico.
tTna volta separate questl' due categorie di leggi, si vedr
l'he 2 e 3 non sono della stes,;.a natura di I, 4, 5, 6.
La legge sinemnica generale. ma nOli imperativa. Senza
dubbio si impune agli indi"idui con la costrizione dell'uso
collettivo (v. p. 92), ma noi non scorgiamo qui una obbliga-
zione relativa ai soggetti parlanti. Noi vogliamo dire che nella
lingua nessuna forza garantisce la conservazione della regolarit
quando essa regna su qualche punto. La legge sincronica, semplice
espress!<me di un ordine constata uno stato di cose;
essa di natura eguale a quella che constatasse che gli alberi di
un giardino sono disposti li quinconce. E l'ordine che essa
precario proprio perch n(>n imperativo. Cosi nulla
pi regolare della legge sincronica che regge l'accento latino
(legge esattamente confrontabile con la 2); tuttavia"questo regime
accentuale non ha resistito ai fattori di alterazione, ed ha ceduto
dinanzi li una legge nuova, quella ad esempio del francese (v.
p. 105 sg.). Insomma. se si parla di Icgse in sincronia, ci nel
senso di di principio di regolarit.
La 'diacronia supponc invece un fattore dinamico dal quale
l'effetto viene prodotto, una cosa eseguita. Ma questo carallere
imperativo non basta perch si applichi la nozione di legge ai
conoscevo. che -li finale, '.""ndo "sduso. lo. ."': se si ammette questa teoria.
hasted" formulaTe c".i lo. tutte le _li finali indocnropcc sono state
conS<"rvate in greco: il ."" "alore ,Hn,,,,,trath'o non sar1l. perci intinulto
poich il fenomeno fonetico slociant". ndla conservazione di uuo stato ante-
rior" deUa .tessa natura di quello che si traduce in nn mutamento {v. p. 176}
[Edd.].
112
fatli e\Ollutivi: non si parla di legge che quando U\1 insieme di
falti "bbci"ca alla ste,;sa rcgula, scnonch, malb"rado certe appa-
reno:' contrarie. gli a\'\'cnimenti diacronici hanno sempre un
carattere accidentale e particol...re IlO'].
Per i fatti seman\ici, ci si rene conto di ci immediatamente; '3l
se il francese polltre giumenta t ha preso il senso di pezzo di
legno' o tra\"e $, que,to dm'uto a delle caUSe partkolari e 110n
dipende da. altri cambiamenti che abbiano potutu prodursi nel
mt'd""imo tempo; si tratta soltanto di un accidente tri!- tutti
qudli che registra la storia di lIna lingua.
l'er le trasfnnnazioni sintatliche (' tnorfologiche. la cosa nOlI
chiara a prima vista. A una certa epoca tutte le fonne
delrantico caso sogg:etto sono sparite in francese; non ,-j forse
qui un insieme di fatti che oblJedi:>cono alla legge? No,
pl'rdl tutti sono soltanto le manifestazioni multiple di UII solo c
idt'!\tico fatto isolato. la nozione particulare di caso
ch,' stata ct}lpit,l. e la sua sparizione ha trascinato naturalmente
CH'l .;,i quella di tutta ulia srrie di forme. Per chiunque non veda
eh.. l'l'stento della lingua, il fenomeno unico risuita annl'gato
ndla moltitudine delle sue manifestaziuni; ma e.'-"<1 sles..;u uno
n,.lIa sua natura profonda e costituisce un a\'\"cnimento storico
tanto isolato nel suo urdine quanto il cambiam..nto scmantico
subi\() da pou/re; esso prende l'apparenza di una legge soltanto
perch si realizza in un sistema: soltanto la rigorosa organizza-
zione di quest'ultimo crea l'illusione che il fatto diacronico obbe-
di.--:a alle stesse condizioni del fatto sincronico.
Infine, per i cambiamenti fonetici esaltamente lo stesso',
e tuttavia si parla correntemente di leggi fonetiche. Si constata
i!1 effetti che a un momento dato in una regione data tutte le
pawle presentanti una stessa. partkolarit fonica sono colpite
dallo stesso cambiamento; cosi la legge I di p. III (*"/lIimo$-
l,.'Tem thlil1los) colpisce tutte le parole Weche clie contenevano
una sonora aspirata (cfr. 'II'b1los _ ni!>hos, .1111'''/111 mithu,
al/Ma ecc.); la regola 4 (se!>/,!J heplri) si applica
a sapn -->- IIirpa, siis _ 11/;$ e a tutte le parole comincianti
per s. Questa regolarit, che si qualche volta cOlltestata, a
noi pare assai bene stabilita; le eccezioni apparenti non atlenuano
la fatalit dei cambiamentI di questo tipo. perch esse si spie- 133
113
stes$O non interessa le parole, che sono, per dir cos, le melodie
del nustro repertorio,
Cos dunque i fatti diacronici sono particolari; lo spostamento
di un sistema si produce sotto l'azione di avvenimenti che non
soltanto gli sono estranei (v. p. 103), ma che $Ono isolati e non
fonnano sistema tra loro (l!/-ll.
Riassumiamo: i quali che siano, ,presentano
una ma nn hanno alcun carattere imperativo;"
i 'ratti diacronici, al contrario, si impongono alla lingua, ma non
hanno niente di generale.
In una parola, ed- a questo che noi volevamo arrivare, n
gli uni n gli altri sono retti da leggi nel senso definito pi in olto,
e se si vuole parlare malgTado tutto di leggi linguistiche, questo
termine ricoprir significazioni totalmente differenti a seconda
che sia applicato a cose dell'uno o dell'altro ordine.
Fino a questo punto noi abbiamo prt'-SO il tennine legge nel
senso giuridico. Ma non potrebbero esistere nella lingua delle
leggi nel senso in CIIi le intendono le scienze fisiche e naturali,
vale a dire dei rapporti che si verificano dovunque e sempre?
In una parola, la lingua non pu essere studiata anche dal punto
di vista pancronico?
Senza dubbio, E cos si producono e si produrranno
sempre mutamenti fonetici, si pu coru;idcrare questo feno-
meno in generale come uno degli aspetti costanti del
gio: ecco dunque una delle sue leggi. XII come nel
gioco degli scacchi (v. p. 107 sg.), vi sono regole che sopravvi-
vono a qualsiasi evento. Ma si tratta di principi generali esistenti
indipendentemente dai fatti concreti; in quanto si parli di fatti
particolari e tangibili, non c' punto di vista pancronico, Cos ad
esempio ogni cambiamento fonetico, quale che sia d'altronde
la sua estensione, limitato a un tempo e a un territorio deter-
minato; nessuno si produce in tutti tempi e in tutti i luoghi;
esso non esiste che diacronicamente. proprio un criterio in base
al quale si pu riconoscere ci che fa parte della lingua e ci che
."
garro sia con leggi fonetiche pi speciali (vedi a p. u8 l'esempio
di t,ikhr,: lliriksl) sia con l'intervento di fatti d'altro ordine
(analogia CCc.). sembra dunque meglio adeguato alla
definizione della parola legge. dala pi su. E tuttavia, '-Iuale
che ,ia il nume!'! dei casi in cui si verifica una legge fonetica,
tutti i btti che essa abbraccia non sono che le manifestazioni
di un unico latto l'articolare.
La vera questione t: sapere se i cambiamenti fonetici toccano
le parole o soltanto i suoni; la ris.posta non dubbia: j;J f1ipfIOS,
1IIthll, dnkhii ccc. un certo fonema, una sonora aspirata indoeu-
ropea, che si muta in sorda aspirata; la s iniziale dci gH'cO pri-
mitivo che si muta in h ecc., e ciascuno di questi fatti isolato,
indipendente da altri avvenimenti del medesimo ordine, indi-
penente anche dalle parole in ui si pnxlue l. Tutte queste
parole si trovano naturalmente modificate nella loro materia fo-
nica, me.. d) non deve trarre in inganno circa la effettiva natura
del fonema.
Su che cosa ci l:oJndiamo pt'r affermare che le parole in se stesse
non sono direttamente in causa nelle trasformazioni foneti,'he?
Sulla constatazione semplce che trasformazioni del genere
sono ad esse sostanzialmente estranee c non possono colpirle
nella loro essenza. L'unit della parola non costituita unica-
mente dall'insieme dei suoi fonemi; es.sa dipende da caratkri
diversi dalla sua qualit materiale. Supponiamo che una corda
di pianoforte sia stonata: tutte le volte che la si toccher l'se-
guendo un'aria vi sar una nota falsa; ma dove? Nella melodia?
Certamente no. Non la melodia che viene toccata; soltanto il
piano stato danneggiato. Avviene esattamente lo stesso in
fonetica. Il sistema dei nostri fonemi fo strumento che suoniamo
per articolare le parole della lingua; che uno di questi e1ententi si
modifichi potr produrre conseguenze diverse, ma il fatto in se
l Va da s che gli esempi qui cita.ti hano" nn valore puramente
matico: la liol(Ullitica attuale si s/orl3 con ragione di ricondurre delle serie
di mutamenti fonetici il pi po>sibile larghe a un identico principio iniliale;
<:001 che A. Meillet spiega tutte le trasforma..zlonl delle occlusi\-c gTeche
con un indeholimento prOgTcs-"i"n del\a loro artiCOlalione (v. Mm. de
lo. Soc. de Ling., IX, p. '63 sg.), naturalmente a tali 'attll:cncralL l
dove esistono, che si applic3no in ultima ..nalisi queste cnndusionl "\lI ca-
rattere dci cambiamenti fonetici [Edd.].
7, C' 1m pllll/o di t'islu pUllcronico?
"
."
114 115
ne estranco. l'n fatto concreto <li una ....galionl
panrronica non alla linsu<l.
Si considl'ri la parola cbase: dal punto di vista diacrunico si
oppune alla parola latina cal/sa da cui deri\'a; dal l'un lo di vista
sincronico, si oppone a tutti i tennini che possono esserle asso-
ciati in francese moderno, Solo i suoni della parola presi in se
(59':) danno luugo airosseIyazione pancronica; ma non
hanno valore e anche dal punto di vista pancronico
59Z, preso in una sequenza come iill 59Z une chose
adlnirable., non l'unit, ma una mas-'m in(onne, che
non delimitata da niente; in effetti perch 59z pi che 9':<1 o
1I59? Non c' qui valore perch non c' senso, Il punto di
pancronico non raggiung:emaii fatti partkolari della lingua.
R. COllsrg/llmU de/LI IrII sillcrollia e di<lcrrmill (
196
1.
Possono presentarsi due casi:
(J) La veri.ta sinuunio:a Ilare e,;.scrc la negaziune (Iella
nrit diacronica e, a ved,'re le cose superficialmente, ci si imma-
gina che si debba scegliere; in realt non neccs-'iario; l'una
136 verit non l'scinde l'altra, Se dipil ha siWlificato in fran-
cese disprezzo' d non toglie che attualmente ha un senso
completamente diverso; e valore sincronico sono due
cose distinte. Ancora similmente, la grammatica trarliLionale del
francese modemo insegna che, in certi casi, il participio presente
varb.bile e si accorda come un aggettivo {cfr. ,une eau COII-
rante _l, in altri invariabile (9 une personne COllratll dans
la rue 9). Ma la grammatica storica ci mo5tra che non si tratta
d'una sola e medesima forma: la prima la continuazione del
participio latino (Clfrrelztem) che variabile, mentre la seconda
viene dal gerundio ablativo invariabile {clIrrelzda} l, La verit sin-
cronica contraddice la verit diacronica, e bisogna condannare
I Qu","la teoria, amme'-,"-. st:lta specialmente eom!>..... t
tuta da E. Lerch (D,li Parlicipi"'" !,TM""li., Erlangen "iI3).
ma, noi ercdiamo, ""n'" .uecc''''' non c'era rngionc di sopp"imere
nn esempio che oltre tutto, quale che rl,"'" lo st:ltn <lelb cn.. ",r-
""rebbe il suo ,'alare <li<lnttico U;:,fd.].
116
la grammatica tradizionale in nume della grammatica storica?
perch questo significlJ('rebbe non veere altro che la nlet
della realt: non si deve credere che solo il fatto storico importi
e basti a costituire una lingua, Senza dubbio, dal punto di vista
delle origini, vi sonu due cose diverse nel participio couranJ:
ma la coscienza lingui5tica le ravvicina e non ne riconosce altro
che una: questa verit tanto assoluta e incontestabile quanto
l'altra,
hl La verit sincronica concorda talmente con la verit
diauonim che le si conlonde, ovvero si giudica superfluo sdop-
piarie. Cos si crede di spiegare il senso attuale della parola
pre dicendo che palu aveva la stessa significazione. Altro esem-
pio: a bre\'e latino in sillaba aperta non iniziale si mutato in i:
accanto afada si ha cOllfido, accanto ad a",rCllS si ha illimiCIIs ecc.
Si formula sovente la legge dicendo che la a di fada di"enta i
in confida, perch non si trova pi nella prima sillaba. Ci non
esatto: mai la a di fad di....entata t i in amjicia, Per
lire la verit bio,ogna distinguere due epoche e quattro termini:
si detto dapprima fado - cOIzfado; poi, trasformatosi nm-
fada in confidij, mentre fodo sussisteva senza mutamenti, si
pronunziato facio - cOllfida, Vale a dire:
epoca A
! !
fada ( ) co-llfida epoca B
Se un f cambiamento t si prodotto, esso aV\'enuto tra
confado e confido; ma la regola, mal fonnulata, non menzionava
proprio il primo! Poi, ccanto a questo cambiamento, natural-
mente diacronico, vi un secondo fatto, assolutamente distinto
dal primo e che concerne l'opposizione puramente sincronica tra
fada e ctmjicio. Si tentati di dire che questo non un fatto ma
un risultato. Tuttavia ben 'Un fatto nel suo ordine, e altres
tutti i fenomeni sincronici sono della stessa natura. Ci elle im-
pedisce di riconoscere il vero valore dell'opposizione fada - co,/-
fido che essa non molto significativa. Basta pero considerare le
coppie Gasl - Giisfe, gebe - gibt per vedere che queste opposi_
zioni sono anch'esse risultati fortuiti di una evoluzione fonetica,
ma nondimeno costituiscono, n'lll'ordine sincronico, fenomeni
117
."
sincronia
eh" restano individuali. non dobbiamo teneme conto, poich noi
studiamo la lingua; esse rientrano nel nostro campo di osserva-
zione soltanto al momento in cui la collettivit le ha accolte.'
Un fatto di evoluzione sempre preceduto da un o
piuttosto da una moltitudine di fatti similari nella sfera della
parole; ci non limita in niente la distinzione stabilita pi in
alto, che si trova anzi confennata, poich .di_ogni
innovazione si incontrano sempre due momenti distinti; I. ij
momento in cui sorge presso gli individui; 2. il momeqto in cui -
diventata un fatto di lingua, esteriormente identico, ma adottato
dalla collettivit.
Lo schema seguente indica la forma razionale che deve pren-
dere lo studio linguistico;
",
grammaticali essenziali. Dato che questi due ordini di fenomeni
si trovano d'altronde strettamente legati tra loro, l'uno condi-
zionando l'altro, !ii finisce col credere che non valga la pena
guerli; in effetti la linguistica li ha confusi durante d&ine di anni
s('uza accorgersi che il suo meto<lo non valeva niente.
Questo errore si rivela per con evidenza in certi casi. Cos, per
spiegare il greco phykt6s si potrebbe pensare che basti dire; in
greco g o kh si mutano in k davanti a consonanti sorde, espri-
mendo la cosa con corrispondenze sincroniche, come phugdn
plmkt6s, likhos : lktron ecc. Ma si urta poi in casi COffie trlkhes
thriksi, dove si constata una complicazione: il passaggio I da
l a th. Le forme di questa parola non possono spiegaISi che
storicamente, mediante la cronologia relativa. Il tema primitivo
*thriM-. seguito dalla desinenza -si, ha dato thrik$i, fenomeno
assai antico, identico a quello che ha prodotto liktron dalla ra-
dice lek1h Pi tardi, ogni aspirata seguita da un'altra aspirata,
nella stessa parola passata a sorda, e .lhrlkhM. diventato tr{-
khM.: ovviamente, thriksi non incappava in questa legge.
linguaggio
lingua
parole
diacronia
'"
9. Conclusioni [1'1.
La linguistica si trova cos davanti alla sua seconda biforca-
,
l
'I.' zione. Dapprima s' dovuto scegliere tra la lingua e la-pfUole
(v. p.rZ8)... ed eccoci ora a! bivo che porta da una part aUa
diacronia, dall'altra alla sincronia.
Una volta in posses.'o;o di questo doppio principio di classi-
ficazione, si pu aggiungere che lut/o qllanto neUa lingua dia-
cronico non lo i che per la paro/elI98). Nella parole si trova il genne
di tutti i cambiamenti: ciascuno inizialmente lanciato da un
certo numero di persone prima di entrare nell'uso. Il tedesco
moderno dice: war, wlr Ware1l; il tedesco antico, fino al se-
colo XVI, diceva s'eh "'US, wlr waren (e !'inglese dice ancor oggi
l was, we were). Come si realizzata questa sostituzione di WfU
a was? Taluni, influenzati da waren, hanno creato WfU per ana-
logia; era un fatto di parole; questa fonna, spesso ripetuta e
accettata dalla comunit, diventata un fatto di ingua. M:a non
tutte le innovazioni della parole hanno lo stesso successo, e fin-
118
Bisogna riconoscere che la forma teorica e ideale di una scienza
non sempre quella che le impongono le esigenze della pratica.
In linguistica queste esigenze sono pi imperiose che altrove:
esse scusano in qualche misura la confusione che regna attual-
mente in queste ricerche. Ancbe se le distinzioni qui stabilite
fossero ammesse una volta per tutte, non potrebbe forse venire
imposto. in nome di questo ideale, un orientamento preciso alle
indagini.
Ad esempio, nello studio sincronico del antico, il
linguista opera con fatti e principi che non hanno nulla di comune
con quelli che gli farebbe smprire la storia di questa stessa lin-
f,.'1m da! secolo XIII al XX ; in compenso essi sono confrontabili
con quelli che rivelerebbe la descrizione di una lingp.a bantu at
tuale. del grew attico nel 400 a. C. o, infme. del francese d'oggi. Il
fatto che queste di'erse cs]X15izioni poggiano su rapporti simili:
se ciascun idioma fonna un sistema chiusr" tutti implicano certi
principi costanti, che si ritrovano lJassando dall'uno all'altro,
dato che si resta nell{) stesso ordine. Non avviene altrimenti nello
studio storico: si percorra un periodo detenninato del francese
(per esempio dal secolo XIII al XX), oppure un periodo del q(
'119
giavanese o di non importa quale altea. lingua, dappertutto
si opera su fatti che basterebbe raccostare per
le verit generali dell'ordine diacronico. L'ideale sarebbe dle
ogni studioso si consacrasse an'una o all'altra di queste ricl'r-
che abbracciando in ciascun ordine la maggior quantit di
fatti ma t assai difficile dominare scicntificarntnte
lingue tanto diverse. D'altra parte ogni lingua fonna pratica.
mente una unit di studio, e si portati dalla forza.delle cO._e a
considerarla volta a volta staticamente oppure storicamente. ;\Ial-
grado tutto non bisogna mai dimenticare che in teoria questa
unit superficiale, mentre la disparit degli idiomi nasconde
una unit profonda [199], Sia che nello studio delle lingue l'os5Cr-
vazione si porti su un'aspetto sia che si porti sull'altro, bisogna
ad ogni costo collocare ciascun fatto nella sua sfera senza ("oQr"n
dere i metodi.
Le due parti della linguistica, cos delmitate, costituiranno
una dopo l'altra l'oggetto del nostro studio.
La linguistica sincrollica si occuper dei rapporti logid e psko-
logici colleganti termini coesistenti e formanti sistema, cosi ("Dme
. sono percepiti dalla stessa coscienza collettiva.
La linguistica diacronica studier im'ece i rapporti colleganti
termini successivi non percepiti da una medesima coscienza ",,1-
lettiva, e che si sostituiscono gli uni agli altri senza formar si-
stema tra loro.
120
Patl. S",,,,,da
LINGUISTICA SINCRONICA
Capit"/,, ,
L'oggetto della linguistica sincronica generale stabilire i 141
principi fondamentali di ogni sistema i fattori
costitutivi di qualsiasi stato di lingua. Molte delle cose gi esposte
in d che precede appartengono piuttosto alla sincronia; ad esem-
pio, le propriet generali del segno possono essere considern.te
come parte integrante di quest 'ultima, bench ci siano state utili
a provare la necessit di distinguere le due linguistiche.
alla sinclilmia che appartiene tutto ci che si chiama gram-
matica generale t; perclt solamente grazie agli stati di lingua
che si stabiliscono i differenti rapporti che sono di competenza
della grammatica. In ci che segue noi baderemo soltanto ad al-
cuni principi essenziali,. senza i quali non si potrebbero affron-
tare i problemi pii! speciali della statica, n spiegare i dettagli
di uno stato di lingua.
In linea generale, molto pi difficile fare della linguistica
statica che della linguistica storicaEI!OIJ. I fatti di evoluzione sono
pi concreti, parlano di pi all'immaginazione; i rapporti che
vi si osservano si annodano tra tennini successivi che si
viduano senza fatica; agevole, spesso perfino divertente, seguire
una serie di trasformazioni. Ma la linguistica che si muove tra i
valori e i rn.pporti coesistenti presenta ben maggiori difficolt.
In pratica, uno stato di lingua non un punto, ma uno spazio
di tempo pi o meno lungo durante il quale la somma delle modi-
ficazioni sopravvenute minima. Potr essere uno spazio di dieci
anni, di una generazione, di un secolo o anche pi. Una lingua
cambier a malapena durante un lungo intervallo, e subir poi
delle trasformazioni considerevoli in qualche anno. Di due lingue
123
in un medesimo periodo l'una pu evul\-ersi multo,
e l'altra quasi per niente; in ultimo caso lo studio
neces,ariamente sinnonico, ndl'altro diacronico. Uno stato
lulo si definisce grazie all'a."5enza di cambiamenti, e puiclJ mal-
tutto la lingua si trasforma, per ljuanto poco d accada,
studiare uno stat') di lingua significa praticamente tralasdare
i cambiamenti poco importanti, cos come i matematici trascu-
rano le ']uantit infinitcsimali in certe opt'razioni, come nel l'al-
col" dci log,uitmi.
Xella storia politica si distingue l'epoca, che un puntu dci
tempo, e il perr"odo, che abbraccia una certa durata. Tuttavia
lo storico pl1.rh dell'epoca degli Antonini, dell'epoca delle Cro-
ciate, quando considera un insieme di caratteri che sono restati
costanti durante tutto questo tempo_ Si potrebbe dire analo-
gamente che la linguistica statiea. si occupa di epoche; ma s/,,/o
preferibile: il principio e la fine di un'epora sonu generalmt'nte
contrassegnati da qualche rivoluzione pi o meno brusca tendente
a modificare lo stato di cose stabilito. La parola s/alo e\'ita di'
far credere che si produca qualche cosa i simile nella lingua.
Inoltre il termine epoca, propri(} 'perch preso in prestito dalla
storia, fa pensare pi che alla lingua in se stessa alle circostanze
che la circondano e la condizionano; in una parola, evoca piut-
I.t) tosto l'iea di ci che. noi abbiamo chiamato la linguistica esterna
(v. p. 31).
D'altra parte la delimitazione nel tempo non la sola diffi-
colt che incontriamo nella definizione di uno stato di lingua:
lo stesso problema si pone a proposito dello spazio, In breve,
la nozione di stato di lingua non pU essere che
in linguistica statica, come nella maggior parte delle scienze,
nessuna dimostrazione possibile senza una semplificazione con-
venzionale dei dati [I\Ol!J.
124
Capitol" II
LE COXC HETE PELL.... l.lXGL"....
L Entit e Imit. [303).
I segni di cui una lingua composta non sono delle astra_
zi.--.ni, ma degli oggetti reali (v. p. 25); sono essi e i loro rapporti
ci" che! la linguistica studia; possono C5sere chiamati le entit
CO/1crete di questa scienza..
Richiamiamo anzitutto due principi che dominano tutta
la questione:
I. L'entit linguistica non esiste che per la associazione del
e del significato (v. p. 84); appena si considera uno
solo di questi elementi, essa svanisce; invece d'un oggetto con.
cre:, ci si trova dinanzi una pura astrazione. In ogni momento
si di non percepire che una parte soltanto dell'entit
cre.lendo di abbracciarla nella sua totalit; d che accadrebbe,
per esempio, se si dividesse la catena parlata in sillabe; la sillaba
ha \'alore soltantu in fonologia. Una sequenza di suoni lingui_
stica soltanto se il supporto di una idea; presa in se stessa non
altro che materia di uno studio fisiologico.
La stessa cosa si ha col significato, se lo si separa dal suo si-
Rllificante. Concetti come ,casa _, ,bianco., ,vedere' ecc.,
considerati in se stessi, appartengono alla psicologia; essi diven_
tano entit linguistiche soltanto per associazione con immagini
a.-u4iche; nella lingua un concetto una qualit della sostanza
fonica [
2Oi
l, cosi come una determinata sonorit una qualit del
COih'etto.
Si spesso confrontata questa unit a due facce con l'unit
della persona umana, composta del corpo e dell'anima. Il racco_
125
"4
'<S
",
stamento poco soddisfacente. Si potrebbe pensare pi ginsta-
mente a un composto chimico, per esempio all'acqua.: una com-
binazione di idrogenO e di ossigeno, ma ciascuno di questi cle-
menti, preso a parte, non ha nessuna delle propriet dell'acqua[iOO
l
.
2. L'entit linguistica non -completamente determinata se
non quando delimitala, separata da tutto ci che la circonda
nella catena fonica [2\lfIl. Suno queste entit delimitate o""l"fO
unit che si oppongono nel meccanismo della lingua [207J.
A prima vista si tentati di assimilare i segni linguistici ai
segni visivi, i quali possono coesistere nello spatio senza confon-
dersi, e ci si immagina che la separazione degli elementi signifi-
cativi possa farsi nello stesso modo, senza richiedere nessuna opera-
zione del pensiero. La parola forma t di cui spesso ci si sene per
designare i segui (dr. le espressioni ofomla verbale t, ofonna no-
contribuisce a trattenerd in questo errore. Ma si sa che
la catena fonica ha per primo carattere quel10 di essere lineare
(v. p. 88). Considerata in se stl"5Sa. essa I10n che una linea,
un nastro continuo in cui l'orecchio non percepisce alcuna divi-
sione sufficiente e precisa: per questo bisogna fare ricorso ane
significazioni [2051. Quando noi ascoltiamo una lingua sconosciuta,
non siamo in grado di dire come la seqlleru;a di suoni deve essere
analizzata; il fatto che questa analisi impossibile se si tiene
conto soltanto dell'aspetto fonico del fenomeno linguistico. Ma
quando noi sappiamo quale senso e quale ruolo bisogna attri-
buire a ciascuna parte della catena, allora vediamo queste parti
staccarsi le une dalle altre, e il nastro amorfo dividersi in fram-
menti; ora, questa analisi non ha nulla di materiale.
Riassumendo, la lingua. non si presenta come un insieme di
segni delimitato preliminannente, di cui basterebbe studiare le
signilicazioni e l'organizzazione; una massa indistinta in cui
l'attenzione e l'abitudine sole possono farci trovare degli elementi
particolari. L'unit non ha alcun carattere fonico speciale, e la
sola definizione che se ne possa dare la seguente; una porzione
di sonoril ehll ii, ad esclusionll di .ci ehll pruuk Il di ci cf/il Ugltll
nlllla catelf4 parlata, il significaI/te di un ctrio crmedlo.
126
2. Jle/odo di ddilflitaziolle!'lOII1.
Chi possiede una lingua ne delimita le unit con un metodo
molto semplice, almeno in teoria. Esso consiste nel collocarsi
nella parole, considerata come documento deUa lingua. e nel
rappresentarla mediante due catene parallele, quella dei concetti
(a), e quella delle immagini acustiche (li).
Una delimitazione corretta esige che le divisioni stabilite nella
catena acustica (Il, y ...) corrispondano a quelle della catena
dei concetti (Il', W, y' ..);
y
b
y'
Si osservi il francese sillaprii: posso spezzare questa catena
dopo l e postulare come unit? No: basta considerare i con-
cetti per vedere che questa di visione falsa. Anche la divisione
in sillabe, siI-la-prii, non ha niente di linguistico a priori. Le
sole divisioni possibili sono; :r. si-I-la-pr (. si je la prends t)
e 2. si-I-I-aprii je l'apprends.); esse sono determinate dal
senso che si collega a tali paroles (UDl.
Per verificare il risultato di questa operazione ed esser ben sicuri
che si ha a che fare con una unit, bisogua che, confrontando
una serie di frasi in cui si incontra la stessa unit,. si possa
in ogni caso separare proprio quella dal rimanente contesto avendo
osservato che il senso autorizza la delimitazione. Si osservino i
due membri di frase lafprsduvii ola force du vent, e abutlfprs
o bout de force ,; nell'uno come nell'altro lo stesso concetto
coincide. con la stes..-a porzione fonica (2UJ /rs: dunque proprio
un'unit linguistica. Ma in ilm:lfrrsaparl il me force parler t,
ff'rs ha un senSfl del tutto diverso; dunque un'altra unit.
127
'"
J. Diffi-'QU praliCM deUa delimitazione [
012
1.
metodo, cos _semplice in teoria, di agevole appli-
cazione? Si tentati di crederlo, quando si parte dall'idea che le
unit da ritagliare siano le parole: perch che cosa una frase
se non una combinazione di parole, e che COS,l vi di piu imme-
diatamente percepibile? Cos, per riprendere l'esempio di prima,
si dir che la catena parlata siilapr si divide in quattro unit
che la nostra analisi permette di delimitare e che sono altrettante
parole: si-je-l'-apprmds. Tuttavia. noi siamo messi immediata-
mente in sospetto constatando che si molto dispntato sulla
tura della parola, e riflcttendovi un po' si vede che ci che Si
intende con questo incompatibile con la nostra nozione di unit
concreta 1"1'1.
Per convincersene, si pensi soitanto a c/uval e al suo plurale
chevaux. Si dice correntemente che sono due forme dello
nome; tuttavi<l., prese nella loro totalit, efi,;c sono due cose di-
stinte, sia per il sen,o sia per i suani. In mwa (.le mlJis de de-
ed in mwaz (, un Illois aprs o), si ha altres la stessa
parola sotto due aspetti distinti, e non c' dubbio che una
concreta: il senso proprio lo stesso, ma le porzioni di sunont
sono diverse. Cosi, non appena si vogliano assimilare le unit
48 concrete a delle parole, ci si trova dinanzi a un dilemma: o
ignorare la relazione, tuttavia evidente, che unisce cheval a CM.-
l'aIIX, tnK'a a tnw/n ecc., e dire che sono delle parole differenti
oppure, invece che di unit concrete, contentarsi dell'astrazione
che riunisce le diverse forme della stessa parola. OccoITe cercare
quindi l'unit concreta in qualche -cosa di diverso dalla parola.
Del resto, molte parole sono delle unit complesse, in cui age-
volmente possibile distinguere delle sotto-unita (suffissi, prefissi,
radicali): derivati come dsir-eux, malMur--eux si dividono in
parti distinte di cui ciascuna ha un senso e un ruolo evidente.
Inversamente, vi sono unit piu ampie che non la parola: i com-
posti (Porte-piume), le locu7.loni (s'il VOIIS Plarl) , le fanne di fles-
sione (il a iII) ecc. Ma queste unita oppongono alla delimitazione
le stesse difficolt della parole propriamente dette, ed estrema-
mente difficile districare nella catena fonica. il gioco delle unit che
vi si incontrano e dire su quali elementi concreti opera una lingua.
128
Senza dubbio i soggetti parlanti non 'llle,te diffi-
colt; tutto ci elle csignificativo a un qualunque 1l\"l'lln appare
a loro come un elemento conneto. ed e%i lo di,ting-uono
errori nel i\Ia altra cosa e an'l'rtlre ,--!uesto gioco rapido
e delicato delle unit, altra cosa i: mnto cun UU,l analisi
metodica.
t:na teuria abbastanza diffusa pr<'tende l'be le soic unit
concrete siano le 1
m
]: nOI non parliamo che l'n fra,;i, e sol-
tanto dopo ne estraiamo le paro:e. :J!a, anzitutto, fino a qual punto
la frase appartiene alla lingua (\'. p. ISO)? Se e';S:1 rientra nella
partJ/e, non potr.i. tenere il posto dell'unita linguistica. Ammd-
liamo tuttavia che_ questa diffiwlt eliminata. Se n"i ci rappre-
sentiamo l'insiemc delle frasi suscettibili di essere pronUllzlat'l,
il loro carattere pi evidente di non rassomigliarsi assoluta-
mente tra loro. A prima vista si tentati di assimilare l'immensa
dl"ersit delle frasi o.lla diversit non meno grande degli indivi_
dui che compongono una specie zoologica; ma un'illusione:
negli animali della stessa specie i caratteri comuni sono multo
pi importanti delle differenze chc li separano; tra le frasi, al con-
trario, c la diVerSit che domina, e 'luandu si d che le lega
tutte pur nella diversit, si ritrova, senza averla cercata, la parola
con i suoi caratteri grammaticali, e si ricade nelle stesse difficolt.
Nella maggior parte dci campi chc sono oggetti tIi scienza.,
la questione delle unit non si pone affatto: esse ci sono date imme-
diatamente. Cos, in zoologia. l'animale che ci si offre dal primo
istante. L'astronomia opera altresi su delle unit separate nello
spazio: gli astri; in chimica, si pu studiare b natum e la cDmpo--
sizlone del bicromato di potassio senza dubitare un sol., istante
che sia \In oggetto ben definito.
AlIor<:h una scienza non presenta concrete immedia_
tamente riconosdhili, significa che esse non sono In
storia. per esempio, l'unita cuncreta l'individuo. l'epoca, la
nazione? Nun lo sappill.mo, ma non ha importanza. Si pu fare
opera storica senLa avere chiarito questo punto.
129
'"
:Ma., proprio come nel gioco degli tutto sta. nella com-
binazione dei differenti pezzi. cosi la lingua un . s1Stema
sato completamente sull'opposizione delle UIllt concrete.
si pu evitare di conoscerle, n !are un passo
.- _... 00'-' tuttavia la loro deblllltazlOne un pro-
senza ncorrere i.Ul ,
b1cma tanto delicato che ci si domanda se esse sono realmente
date. t
La lingua presenta dunque questo carattere. strano e 5 upe-
facente di non offrire entit percepibili immediatamente, sen:a
che si ossa dubitare tuttavia che esse esistono e che
p ." . senza dubbIO un
il loro gioco costituisce la hngua. In CiO V1.. .. .
h l
'_t-"gu' da tutte le altre IstituzIOni semlOlo-
tratto c e a w:; lu
giebe.
130
Capit<>la fii
IiJE.xTlTA. HEALTA. V.-\1.0HI ['''J
La constatazione appena latta ci pone dinanzi a un problema "O
tanto pi importante in quanto, in linguistica statica, qualsiasi
nozioue primordial,,; dipende direttamente dall'idea che ci si far
dell'unit e addirittura si confoude con tale idea. Ecco quello
che vorremmo mostrare qui di seguito a proposito delle nozioni
di identit, di realt e di valore sincronico.
A. Che cosa una identit [:tI1] sincronica? Non si tratta qui
dell'identit che unisce la negazione pus al latino passI/m (essa
d'ordine diacronico, e ne parleremo altrove, a p. 218), ma di
quella, non meno interessante, in virtil della quale dichiariamo che
due frasi come" je ne sais pas , e ne dites pus cela' contengono
lo stesso elemento. Questione oziosa, dir qualcuno: vi identit
perch nelle due frasi la stessa porzione di sonorit (pus) rive-
stita della medesima significazione. Ma questa spiegazione in-
sufficiente, perch se la corrispondeOJ:a delle porzioni foniche e
dei concetti prova l'identit (vedere piil sU l'esempio .la forcl
du vent, : .. bout deforco), la reproca non vera: vi pu essere
identit senza una tale corrisp..mdenza. Quando, in una conferenza,
si sente ripetere a piu riprese la parola .\tesSill/fS/, si ha la sen-
sazione che si tratti ogni volta della stessa espressione, e tutta\ria,
le variazioni di cadenza e l'int{)nazione la presentano, nei di-
versi passaggi, con differenze foniche assai apprezzabili, tanto 'SI
apprezzabili quanto quelle che sen'ono in altri casi a distinguere
parole differenti ,dr. pamme e pallllle, gollJte e je goule, fu.ir e
fOlli, ecc.); inoltre, questo senso dell'identit persiste bench,
anche dal punto di vista semantico, non vi sia assoluta iden-
131
.,.
da un Me;sieurs! all'altro, dato che una parola pu espri-
mere idee piuttostu diverse senza che la. sua identit sia seria-
mente compromessa (cfr. aduliaTe una moda, e adotlilre un
bambino '. il fiore del melo. e il fiore della nobilta" ecc.).
Il meccanismo linguistico ruota. tutto intero su identit e
difierenzc, queste non essendo altro che la controparte di quelle.
Il problema delle identit 'si ritrova dunque dappertutto: ma
d'altro lato si confonde in parte con quello delle entit e delle
unit, di una complicazione. d'altronde feconda. Tale carat-
tere risulta bene dal cOl1fronto con qualche fatto scelto al di fuori
del linguaggio. Cosi, noi parliamo di identit a proposito di due
treni, Ginevra"Parigi delle 20,45 partono a ventiquattro
ore di intervallo. Ai nostri occhi, lu stesso treno, e tuttavia
prohabilmentll locom<Jtiva, vagoni, personale, tutto
Oppure, se una strada deml)lita e poi ricostruita, nOi di-
damo eh.:: la stessa strada, pur nun sussistendo, forse, niente
materialmente della vecchia. Perch possibile ricostruire una
strada da cima a landa senla che essa cessi di restare la stessa?
Perch l'entit che essa costituisce n'Jn i: puramente materiale;
tale entit basata su certe condizioni alle quali la sua materia
occasiunale estranea, come, per esempio, la sua posizione in
rapportI) alle altre; similmente, ci che costituisce il treno l'ora
della sua partenza, il SUI) itinerario e in genere tutte le cirClJstanze
che lu distinguono da altri Tutte le vulte che si realizzano
le <:ondizioni si ottengono le stesse entit. E tuttavia que-
ste non sono astratte, poich una strada o un treno nun si
concepiscono fuori di una realizzazioue materiale.
Opponiamo ai casi precedenti quello - tutto diverso - d'un
abito che mi avessero rubato e che mi capitasse di ritrovare sul
banco d'Un robivecdri. Si tratta di una eutit material('-, che
consiste unicamente nella sostanza inerte, la stoffa. la fodera,
i bottoni ccc, l'n altro abito, per quanto simile al primo, non
sarebbe il mio. Ma l'identit linguistica Mn quella dell'abito,
quella del treno e della via. Ogni volta {'he impiego MessieTlrsl,
ne rinnovo la materia; 1m nuovo atto fonico ed un nuovo atto
psicologico. Il legame tra i due impieghi della stessa parola non
poggia n sull'identit materiale n sull'esatta somiglianza dei
sensi, ma su clementi che -occorrer cercare e che ci faranno
132
arrivare assai vicino alla effettiva natura delle unit lingui.
stiche.
B. Che cos.1. una realt (2lB] sincronica? Quali elementi con-
creti o astratti della lingua possono venir chiamati cosi?
Si prenda ad esempio la distinzione delle parti del discorso:
su che poggia la classificazione delle parole in sostantivi, agget-
tivi ecc.? Si fa in nome di un principio puramente logico, eXITa-
linguistico, applicato dall'esterno alla grammatica come i gradi
di longitudine e latitudine lo sono sul globo terrestre? Oppure
corrisponde a qualche cosa che ha il suo posto nel sistema della
lingua ed da esso condizionata? Insomma, una realt sin-
cronica? Questa seconda supposizione parrebbe probabile, ma
si potrebbe difendere anche la prima. In una frase cume ces
gants .sont b01/ marchi o bOli marchi un aggettivo? Logicamente
ne ha il senso, ma grammaticalmente che sia un aggettivo meno
sicuro, perch lmll manll non si comporta come un aggettivo (
invariabile, non si colloca mai davanti al suo sostanth'o ecc.);
d'altronde composto da due parole; ora, appunto la distinzione
delle parli del discorso deve servire a classificare le parole della
lingua; come possibile che un gruppo di parole sia attribuibile
a una sola di queste parti ,] iUa, inversamente, non ci si
rende COI,tO di questa espressione quando si dice che bon un
aggettivo e marchi un sostantivo. Dunque, abbiamo qui a che
fare con una classificazione difettosa o incompleta; la distinzione
delle parole in sostantivi, verbi, aggettivi e(T. non una realt
linguistica inconfutabile 1"'"1,
In tal modo la linguistica lavora senza posa su concf:tti fog-
giati dai grammatici, dei quali non si sa se corrispondono real-
mente a fattori del sistema della lingua. Ma come 511.-
perlo? E, se .sono fantasm, quali realt opporre ad essi?
Per non incorrere in illusioni, bisogna anzitntto convincersi
che le entit concrete della lingua non si presentano da se stesse
alla nostra osservazione. Si cerchi di percepirle, e si prender
contatto con ci che reale; parteudo di l, si potranno elabo-
rare tutte le classificazioni di cui la linguistica ha bisogno per
'Jrdinare i fatti di sua competenza 1m]. D'altra parte, fondare
queste classificazioni su alcunch- di di\'erso dalle entit concrete
133
'53
_ dire, ad esempio, che le parti del discorso sono fattori della
lingua semplicemente perch corrispondono a categorie logiclle
sarebbe dimenticare che non \'i sono fatti linguistici indipendenti
da una materia fonica sezionata in significativi Illll,
C. Iafine, tutte le nozioni toccate in questo paragtalo non
differiscono sostanzialmente da ci che altrove si chiamato
t'almi (222]. Cn nuovo paragone con il gioco degli scacchi ce lo fad
comprendere (v. p. 107 sg.). Prendiamo il cavallo: da solo forse
un elemento del gioco? Certo no, poich nella sua materialit
pura, luori 4ella sua casella e delle altre condizioni del gioco,
non rappresenta niente per il giocatore e diventa elemento reale
e concreto solo quando sia rivestito del suo valore e faccia corpo
con esso. Supponiamo che durante una partita questo pezzo
sia per caso distrutto o smarrito: lo si pu sostituire con un
IS4 altro equivalente? Certo: non >;oltanto un altro cavallo, Ihaanche
una fi!;Ura priva di qualsiasi rassomiglianza con qudlo sar di-
chiarata identica, purch ad essa si attribuisca lo stesso valore.
Si vede dunque che nei sistemi semiologid, come la lingua, in
cui gli elementi si tengono reciprocamente in equilibrio secondo
regole detemlinate, la nozione di identit si confonde con quelle
di valore e viceversa [ml.
Ecco perch, in definitiva, la nozione di valore ricopre quelle
di unit, di entit concreta e di realt. Ma se non alcuna
differenza londamentale tra questi diversi aspetti, ne segue che
il problem..1. pu venir proposto successivamente sotto parecchie
fonne. Quando si cerca di determinare l'unit, la realt, l'entit
concreta. o il valore, si torna sempre a porre lo stesso interroga-
tivo rentrale che domina tutta la linguistica statica.
Dal punto di vista pratico, sarebbe interessante cominciare
con le unit, determinarle e dar conto della loro diversit classi-
ficandole, Bil.ugnerebbe cercat"e su che cosa si fonda la divisione
in parole, perch la parola, malgrado la difficolt che si ha nel
definirla. una unit che impone allo spirito, qualcosa di cen-
trale nel della lingua; ma sarebbe un argomento che
da solo riempirebbe un volume. Poi bisognerebbe classificare le
sotto-unit, quindi le unit pi ampie ecc. Detenninando cos
gli elementi che maneggia, la nostra scienza terminerebbe tutt'in-
134
tero il suo compito, perch essa avrebbe rlcondotto tutti i fe
.
del ordine al loro principio primo, Non si pu dire che
SI sIa 103.1 aggredito frontalmente questo problema centrale n
che se ne sia compresa la portata e la difficolt; in di
lingua, ci si sempre contentati di operare su unit mal definite.
.T.uttavia, malgrado l'importanza. capitale delle unit, pre-
fenbile problema dal lato del valore, perch questo,
a nostro aVVlSO, il suo aspetto primordiale.
135
II. \ .U.oI<1': I.I;"':C;\
'S'

I. La lil/glill C(J/He pellsirro "rguHiz:alo Il!:!!a malaia joniea [tu].
Per capire che la lingua non pu esser se non un di
va\r.ori puri, basta censiderare i due elementi che entrano m gioco
nel suo funzionamento: le idee e i suoni.
Psicologicamente, fatta astrazione dalla sua
parole, il noslro pensiero non i: che una massa e. IUdi- ,
stinta. Filosofi e linguisti sono stati sempre concordi nel flcono--
scere elle, senf.a il soc(orso dei segni, noi saremmo incapaci di
rli,;tinguere dm idee in modo chiaro e costante. Preso in stesso,
il pensiero come una nebulusa in cui niente
ddimitato. )lon I" sono idee prestabilite, e ni{'ntei: distinto pnma
dcll'apI"lrizitllle nella lingua [Wil.
Di fronte a questo rcame fluttuante, i suoni offrono forse di
l'er se stessi delle entit circosc-ritte in anticipo? Xiente affatto.
... fi ., ,.,- : un calco
La sostanza fonica n(ln m: plll g,;a n plU ngl' a, non c
di cui il pensiero debba neces..o,.ariamente sposare le fonne, ma una
materia plastica che si divide a sua volta in parti distinte per
fOfllire i di cui il pensiero ha bisogno. Noi
dunque rapprespntard il fatto linguistico nel suo insieme, e
possiamo ral'prespntarl"i la lingua, come una serie di
proiettate, nel medesimo tempo, sia sul plano
indefinito <ll'l1c idee <.'"nlusl' (cl) sia su quello non meno
minato dei (B); quel che si pu raffigurare molto approSS1-
m,ttiv:\.oll'nte con lo schema. seguente:
136
Il ruolu caratteristico della lillgua di fronte al pensiero non
creare un mez7.0 fisico materiale per l'espressione delle idee, ma
>pnire da intermediario tra pensiero e suuno, in condizioni tali
che la loro unione sbocchi necessariamente in delimitazioni reci-
proche di unit. 11 pensiero, cnotico per sua natura, forzato
<1 1'recisarsi decomponendosi. Non ,i dunque n materializza_
linne dei pensieri, n spiritualizzazione dei suoni, ma si tratta
,kl fatto, in qualche mi,t1fa misterioso, per cui il pensiero-suono
implica divisioni e per cui la linl,'lla elabora le sile unit costituen_
osi Ira due masse amorfe [Z!'], Ci si mppresenti l'aria in contatto
c"n una estensione d'acqua: se la pressione atmosierica cambia,
la superficie dell'acqua si decompone in una serie di divisioni, vale
a dire di increspature; appunte) queste ondulazioni daranno -una
idea dell'unione e, per dir cos, dell'accoppiamento del pensiero
'on la materia fonica.
Si potrebbe chiamare la lingua il regno delle articolazioni,
<1'''umendo questa parola nel senso definito a p. 20: ogni ter-
mine lin.';Uistico Ull memhretto, un QrticlI/us in cui un'idea si
l,q in un suono <::d un diviene il segno dell'idea.
La lingua e ancora paragonabile a un foglio di carta: il 1'en-
'i<'fO e il rulo ed il suono il verso: non si pu ritagliare il rul;
ritagliare nello stesso tempo il !'trso; nella lingua,
nOli si potrebbe isolare n il suono tial pensiero ne il pensiero rlal
,llimo: non \'i si potrebbe giungere che l'er un'''''itrazione I cui
rj'llitalo sarehbe fare della p.:icologia. pura o (Idla fonologia pura.
La linguistica la\'ora dunque sul krrcno limitrofo in cui gli
,J,:,menti dei due ordini si <'omhinano: 'llles/a j>ro-
dl
lce
I<lla jorma, 110/1 lilla [""71.
137
'"
l"ilUmagine uditiva. Tutto si svolge tra l'immagine nditiva ed il
concetto, nei limiti della parola considerata come un dominio
chiuso, esistente per se stesso.
:\(30 ('l'CO l'aspetto paradossale della questione; da un Iato, il
concetto ci appare COme la contropartita dell'immagine uditiva
nell'interno del segno e, d'altro lato, questo segno in se stesso,
"ale a dire il rapporto che collega i suoi due elementi, anche
cd in egual modo la contropartita degli altri segni della lingua.
PUlcle la lingua nn sistema di cui tntti i tennini sono soli.
dali ed in cui il valore dell'nno non risulta che dalb. presenza
"lmnltallea degli altri, secondo lo schema qui dato, come possi-
un'idea, ed questo in effetti uno degli aspetti del valore lingui_
stico. :\la, se cos, in che questo valore differisce da ci che si
chiama la sigllificazio1/e? Queste due parole sarebbero forse sino-
nime? Noi non lo crediaino, bench la confusione sia facile, tanto
pi che essa. provocata meno dall'analogia dei termini che
dalla delicatezza della distinzione che ~ i contrassegnano [>lall.
Il valore, preso nel suo aspetto concettuale, senza dubbio
un elemento della significazione, ed assai difficile sapere come
questa se ne distingua pur restando in sua dipendenza.-Tuttavia
ti: necessario mettere in luce questo problema, sotto pena di ridurre
la lingua a nna semplice nomenc1atura (v. p.. 83).
Prendiamo anzitntto la significazione Come la si rappresenta
e come noi l'abbiamo raffigurata a p. 84. Essa , come i n d i ~
cano le frecce della figura, nient'altro che la contropartita del-
",
Queste vedute fanno meglio comprendere ci che stato detto
a pagina. 85 circa l'arbItrariet del segno. Non soltanto i due
dominii legati dal fatto linguistico ~ o n o confusi e amorfi, rr.a la
scelta che elegge questa porzione acustica per questa idea per-
fettamente arbitraria. Se non fosse questo il L'aSO, la. nozione
di valore perderebbe qualcosa del suo carattere, poich conter-
rebbe un elemento imposto dall'esterno. Ma, in effetti, i valori
restano interamente relativi, ed ecco perch il legame dell'idea
e del suono -radicalmente a.rbitrario [2"..111,
A sua volta, ,'arbitrariet del segno ci fa capire meglio perch
soltanto il fatto sociale pu Cfeare un sistema linguistico. La
collettivit necessaria per stabilire dei valori la cui unica ragione
d'essere nell'uso e nel consenso generale; l'individuo da solo
incapace di flSSame alcuno [UIIl.
Inoltre l'idea di valore, cosi determinata, mostra che una
grande illusione considerare un termine soltanto come l'unione
d'un certo suono con un certo concetto. Definirlo cos, sarebbe
isolarlo dal sistema di cui fa parte; sarebbe credere che si possa
cominciare con i termini e costruire il sistema facendone la somma,
mentre, al contrario, dalla totalit solidale che oceorre partire
per ottenere, merc l'analisi. gli elementL che contiene.
Per sviluppare questa tesi noi ci collocheremo successivamente
dal punto di vista del significato o concetto { z), del signi-
ficante ( 3) e del segno totale ( 4)
Non potendo percepire dil"ettamente le unit concrete o unit
della lingua, operiamo sulle parole. Queste, pur non rispondendo
esattamente alla definizione dell'unit linguistica (v. p. 127), ne
danno quanto meno una idea approssimativa che ha il vantaggio
di essere concreta; noi le assumeremo dunque come esempi e q u i ~
valenti dei termini reali di un sistema sincroniro, ed i principi
enucleati a proposito delle pa.role saranno valevoli per le entit
in generale.
2. Il t'alaTe lillguistico coHsl-derato Ilei SIIO aspetto Cfmalluale [
J3D
l.
Quando si parla del valore di una parola, si pensa general-
mente e anzitutto alla propriet che essa ha. di rappresentre
j
signific{l/o
siglli}fmllft
'50
138 139
bile che il valore, cos definito, si confonda con la significa.zone,
vale a dire con la contropartita. dell'immagine uditiva? Sembra
impossibile a.,similare i rapporti raffigurati qui con frecce oriz-
zontali a quelli che sono rappresentati pi in alto cnn frecce ver-.
ticali. Detto altrimenti, per riprendere il paragone del foglio di
carta che si ritagli (v. p. 13i), non si vede perch il rapporto
tra diversi ritagli A, n, c, D ecc., mm distinto da
quello che esiste tra il rrclo e il l'enlO d'uno stesso ritaglio, cio
AIA', E/B' ecc.
Per rispondere a un tale quesito, constatiamo anzitutto che
anche fuori della lhtgua t.utti i wori sembrano retti da
principio paradossale. Es,;i sono sempre rostituiti:
r. da una cosa dissimile suscettihil" rl.'esser swmbiata con
quclla di cui si deve determinare il valore:
:2. a cnse simih che si possono [l}iljrolilarc con quella di
cui in causa il valon:.
Questi due fattori sono necessari per resistenza d'un valore,
({'s per determinare che cosa un pezzo da cinque
160 chi, bisot,'11a sapere; r. che lo si pu s{'ambiare con un,l deter-
minata quanti t;, cii una co,a dh'ersa, per esempio con del pane;
2. che lo si pua confrontare con un valore similare del medc.>imo
sistema, per e5empio un pezzo da IIn franco, o con una moneta
di un altro sistema (un dollaro ecc.), Similmente, una parola
pu esser scambiata con qualche cosa di diverso: un'idea: inoltre,
pu venir confrontata con qualche- cosa di egual natura: un'altra
parola, Il suo valore non dunque fissato fintantoch ci si limita
a constatare che pu esser. scambiata. con questo (j quel con-
cetto, \'ale a dire che ha questa o quella significazione: occoTfe
ancora confrontarla con i valori similari, con le altre parole che
le sono qpJX,nibili. Jl suo contenuto non "eramente determinato
che dal cum:orso di fi che esiste al di fuc,ri. Facendo parte di
un sistema, una parola rivestita non soltanto di una significa-
zione, ma anche e soprattutto d'un \'alore, che tutt'altra cosa.
Qualchc csempio mostrn:i .. hl' proprio cos. Il ir,l'lcese
1JI(l1fIOIl pu anre la stessa signilkazione dell'inglese sila!" ma
non lo stesso valore, c ci" per pi ragioni, in particolar<) percho!
parlando di un jl{l.7.n di carne cucinato e sel"\"ito in tavt'la, l'in-
gl('se dice "",/Um e non shuj>. La diffcrenzJ. di valore tra
140
e lllOutO'l 'dipende dal fatto che il p!imo ha accanto a s un secondo
tennine, ci che non il caso della parola francese.
All'interno d'wla stessa lingua, tutte le parole che esprimono
delle idee vicine si limitano reciprocamente; sinonimi come rcdQu-
la, crailldre, almir peur hanno un loro proprio valore solo per la
loro 0pl-'osizione: se redulI/cr non esistesse, tutto il suo contenuto
andrebbe ai suoi concorrenti. Inversamente, vi sonI) ternlini che
si arricchiscono per contattu con degli altri: per esempio, l'ele-
mento nuovo introdotto in dirripit (o un vieillard dicripit"
v p. 102) risulta dalla coe3istenza di dicTipi (o un mur dicripi .).
Cus il valore di un qualunque tennine. determinato da cio che
l" circonda: persino della parola che significa sole t non pos-
Sibile lhsare immediatamente il valore se non si considera quel 161
che le sta intorno; ei sono delle lingue in impossibile dire
,. mi seggo al
Quel che abbiamo detto delle pJ.role si applica a quabivoglia
termine della lingua, per esempiu alle entit. grammaticali. Cosi,
il ,'alare d'un plurale francese non ricopre quelJ(l d'un plurale
-anscrito, bench la significazione sia il pi delle \'oltt idl'ntica:
il fatto che il trl' numeri, invece di due (1Jl(5
l/Ies orn"lks, bras, jambes ecc., sarebbero al duale);
,;arebbe inesatto attribuire lo stesso valore al plurale in sanscrito
e in francese, poitM il sanscrito non PUO} impiegare il plurale
in tutti i ca,i in cui di regola in francese; il suo valore dunque
dipende davvero da ci che sta luori e attorno a lui.
Se le parole fossero incarkate di rappresentare dci concetti
dati preliminarmente, cilGcuna avrebbe, da una lingna all'altra,
dei corrispondenti esatti per il senso; ma non affatto cos. Il
francese dice indifferentemente [ol!(r (une IJIIIBII), sia per. pren-
der.. in fitto t sia per. dare in fitto" mentre il tedesco Hdopera
due termini; mie/cn e !'umielell: non vi dunque corrispondenza
esatta dei valori. I verbi s,hiitun e llrtti/cll presentano un in-
'iieme di significazioni che corrispondonu in grosso a quelle delle
parole francesi es/imer e juger: tuttavia in parecchi punti la cor-
rispondenza viene a mancare.
La flessione offre degli esempi particolarmente evidenti. La
distinzione dei tempi, che ci familiare, estranea a certe
lingue: l'ebraico non conosce nemmeno quella, tuttavia Ionda-
141
mentale, tra il pussato, il presente e il futuro. Il protogennanico
non ha una funna propria del futuro; quando si dice che lo rende
col presente, ci si csprime in mudo improprio, perch il \'alore
di un presente non lo stesso in germanico e nelle lingue provviste
di un futuro uccanto al presente. Le linGUe slave distinguono
,62 regolannente due dr! "eroo: il perfettiyo rappresenta
l'azione nella sua totalit, come un punto, fuori d'ogni divenire;
l'imperfettivo la mostra innce nel suo farsi, e sulla linea dcI
tempo. Queste categorie lanno rlillkolt per un frances,c, perc11
la sua lingua le ignora: fossero categorie predeterrninate non
sarebbe cos. In tutti questi GL<;i scopriamo, dunque, non idee
date preliminannente, ma t'a/ori promananti dal sistema. Quando
si dice che essi corrispOlldono a dei concetti, si sottintende l'be
questi sono puramente differenziali, definiti non positivamente
mediante il loru contenuto, ma negativamente, mediante il loro
rapporto con gli altri tennini MI sistema. La loro pi esatta
caratteristica di essere ci che gli altri non sono.
Si scorge a questo punto !'interpretazione reale dello S':heml1:
del segno. Cos

.. ..
sigll!'''"/IIII,'

vuole dire che in francese un concetto, jugcr unito all'immagine
acustica. insomma, esso simboleggia. la significazione; ma
resta. inteso che questo concetto non ha. niente di originario, che
esso solo un valore detcnninato dai suoi rapporti con altri va-
lori similari, e che senza tali valori la significazione non esiste-
rebbe. Quando io affenno semplicemente l'be una parola significa
qualche cosa, quando io n attengo all'associazione dell'imma-
gine acustica col concetto, faccio un'opemzione che pu in una
certa misura essere esatta e dare un'idea della realt; ma in
nessun caso io esprimo il fatto linguistico nella sua essenza e
nella sua ampiezza [.al.
142
3. Il valore linguistico cQ1IsideraW ilei SI/O aspetto materiale [1331.
Se.la parte concettuale del valore costituita unicamente da 163
rapporti e differenze con gli altri termini della lingua, si pu
dire altrettanto della sua parte materiale. Ci che importa nella
parola non il suono in se stesso, ma le differenze foniche che
pennettono di distil).guere questa parola da tutte le altre, perch
sono tali differenze che portano la significazione.
Pu darsi che la cosa stupi!;.ca; ma dove sarebbe in verit la
possibilit del contrario? Poich non vi immagine vocale che
risponda pi di un'altra a ci che essa incaricata di dire, evi
dente, anche a priori, che mai un frammento di lingua potr
essere fondato, in' ultima analisi, su alcunch<! di diverso dalla sua
non-coincidenza col resto. Arbitrario e differenziale sono due
qualit correlative.
L'alterazione dei segni linguistici mostra bene questa correla-
zione; proprio perch i tennini a e Il sono radicalmente incapaci
di arrivare, come tali, fino alle regioni della coscienza (la quale
in ogni caso non percepisce se non la differenza af/l), ciascuno di
questi tennini resta libero di modificarsi secondo leggi estranee
alla loro funzione significati\'a. Il genitivo plurale ceco im non
caratterizzato da alcun segno positivo (v. p. 106); tuttavia, il
gruppo di fonne ie1la .. !en funziona tanto bene quanto iena:
imu che lo precedeva; il fatto che in gioco soltanto la diffe-
renza dei segni; iella ha valore sultanto perch differente[
231
1.
Ecco un altro esempio che fa vedere ancora meglio ci che
vi di sistematico in questo gioco delle differenze foniche: in greco
piIin un imperfetto ed stEn un aoristo, bench siano fonnati
in modo identico; ma il fatto 1: che il primo appartiene al sistema 16.1-
dell'indicativo presente p!lml 4 io dico 9, mentre non c' alcun
presente slimi; ora appunto il rapporto p!lmi - phin che
corrisponde al rapporto tra il presente e l'imperfetto (dr. deikniimi
- edelkniin) ecc. Questi segni agiscono dunque non per il loro va
lore intrinseco, ma per la loro posizione relativa.
D'altra parte <:he il suono, elemento materiale,
appartenga per se stesso alla lingua. Per questa non cbe unele-
mento secondario, una materia che essa mette in opera. Tutti i
valori convenzionali presentano il carattere di non confondersi
143
con l'elemento tangibile che serve loro di supporto, Cosi non
il metallo d'un pezzo di moneta che ne fss..... il valore; un pezzo
che vale nominalmente cinque franchi contiene solo la met di
questa somma in argento; e avr. valore maggiore o minore con
questa o quella effige, di qua ') di l d'Una frontiera politica.
Questo ancor pii! vero per il significante linguistico; nella sua
essenza, esso non affattu fonico, incorporeu, costituito non
dalla sua sostanza materiale, ma unicamente dalle differenze che
separanu la sua immagine acustica da tutte le altre [Wl.
Tale principio cosi esscnziale da cssere applicabile a tutti
gli elementi m:iteriali della lingua, ivi compresi i fonemi. Ogni
idioma compone le sue parole sulla base d'un sistema di clementi
sonori ciascuno dei quali fonna una unit nettamente delimitata
ed il cui numero perfettamente detl'rminato. Ora ci che li
caratterizza non , come si potrebbe credere, la IQro 'lualit pro-
pria e positiva, ma semplicemente il fatto che essi Ilon si confon-
dono tra loro. I fonemi sono anzitutto delle entit appositi ve. re-
lative e neg-ative 1'"'1,
Ci che lo prova la latitudine di cui i soggetti godono per la
pronunzia nel limite in cui i suoni restano distinti gli uni dagli
altri. Cos in francese l'uso generale di uvularizzare la r non impe-
disce a nessuno di apicalizzarla; la lingua non ne sconvolta;
'65 essa non chiede che differenza e non esige, come si potrebbe
credere, che il suono abhia una qualit invariabile. Posso anche
-pronunziare la r francese come il eh tedesco in Bach e dodi ecc.,
mentre invece in tedesco non potrei 'impiegare r pt'r eh perch
questa lingua riconosce entrambi l';:li elementi e deve distinguerli.
Similmente in russo per t non vi sari alcuno spazio dal lato di t'
(I palatizzata), perch il risultato s.arebbe di confondere due suon
differenziati dalla lin,e:ua (cfr. gOlloril' parlare" e gm'oril egli
parla l, ma vi sar una libert pi grande sul versante di tlt (t
aspirata), perch questo suono non previsto nel sistema dei
fonemi del russo [:!S'l.
Dato che un identico stato di cose si constata in quell'altro
sistema di segni che la scrittura, lo assumeremo come tennine
dl confronto per chiarire tutta la nostra questione [UII]. Infatti:
r. i segni della scrittura sono arbitrari: nessun rapporto,
per esempio, tra la lettera I ed il suono che essa designa;
144
2. il valore delle lettere puramente negath'o e differenziale;
<'Osi una stesso!. persona pu scrivere t con varianti come
La sula cosa essl:'nziale che questo segno non si confonda sotto
1<1. sua penna con quello di l. d ecc.:
3. i valori della scrittura non agiscono che per la loro oppo-
sizione reciproca in seno a un sistema definito, composto d'un
numero detenninato di lettere: questo carattere, senza essere
identico al secondo, strettamente legato con quello, perch
entrambi dipendono dal primo: il segno grafico essendo arbitrario,
pon, impt1rta la sua furma, o piuttosto non ha importanza se non
elltro i limiti imposti dal sistema:
..j. il modo di produzione del segno totalmente indiffercnte
perchi' non interessa il sistema (ci deriva altres dal primo 166
caratterc). Scril'cre le lettere in bianco o in nero. incidendole o
in rilievo, con una penna o con uno scalpello senza importanza
per la loro significazione.
..j_ Il segna consideralo nella SI/il latafit (23"1.
Tuttu ci che precede si risai l'e nel dire che nelfa lil1glUt 1101/
;-, 50ilfJ .<1'110/1 Di pi; una differenza suppone in generale
dci termini positivi tra i quali essa si stabilisce; ma nella lingua
non vi sono che differenze stllza !amilli positilii.,Si prenda il signi-
I"ante o il significato, la lingua non comporta n delle idee n
(ki suoni che preesistano al sistema linguistico. ma soltanto delle
differenze concettuali e dclle diffcrenze fonche tUO) uscite da questo
'istcma. Ci':' che vi di idea o di materia fonica in un segno
porta meno di ci che vi intorno ad esso negli altri segni. La
pr,wa che il valore d'un tennine pu essere modificato senza che
c'i tocchi n il suo senso n i suoi suoni, ma soltanto dal fatto
che questo o quel tennine vicino abbia subito una modifica (v.
1'_ '-Il) [''1].
dire che tutto negativo nella lingua, vero soltanto del
,,,
significato e del significante presi separatamente: dal momento
in cui si considera il segno nella sua totalit, ci si trova in presenza
di una cosa positiva nel suo ordine. Un sistema..linguistko una
serie di differeuze di suoni combinate con una serie di differenze
di idee; ma questo mettere di faccia un certo numero di segni
acustici con altrettante sezioni fatte nella massa del pensiero genera
un sistema di valori; ed questo sistema che costituisce il lega-
me effettivo tra gli clementi fonici e psichici' all'interno di cia-
scun segno. Bench il significato e il significante siano, ciascuno
preso a parte, puramente diffefcnziali e negativi, la loro com-
binazione un fatto positivo; altresi la sola specie di fatti che
comporti la lingua, perch il pr-oprio deU'istituz.ione linguistica
167 per l'appunto mantenere il parallelismo tra questi due ordini di
differenze (Wl,
Taluni fatti diacronici sono assai caratteristici a 'lue:\to ri+
guardo: sono gli innumerevoli casi' in cui l'alterat:ione del signi-
ficante comporta l'alterazione dell'idea, ed in cui si vede in linea
di principio che la somma delle idee distinte corrisponde alla somma
dei segni distintivi. Quando due termini si confondono per alte-
razione fonetica (per esempio dicrpil = decrepilus e de,Tipi da
le idee tenderanno a confondersi del pari, per poco che
si'prestfno a ci. Un termine si differenzia (per esempio ehaise
da ,haire)? La differenza che viene a tende senza. fallo
a diventare significativa (Wl), senza sempre riuscirvi, n riuscendo
al primo colpo. All'inverso ogni differenza ideale percepita dal
pensiero cerca d'esprimersi merc sig"nificanti distinti, e due idee
che lo spirito non distingua pi cercano di confondersi nello
stesso significante.
Dal momento in cui si.confrontano tra loro i segni - termini
positivi - non si pu pi parlare di differenze; l'espressione sa-
rebbe impropria, poich non si applica bene che al confronto di
due immagini acustiche, per esempio p1e e min. o a quello di
due idee, per esempio !'idea .padre. e l'idea madre o; due segni
comportanti ciascuno (Wl un significatI) e u'n significante non
sono differenti, sono soltanto distinti. Tra loro non c' che op-
Posizione. Tutto il mc<:canismo del1inguaggio, di cui si far parola
pi oltre, poggia su opposizioni di questo tipo e sulle differenze
foniche (M5J e concettuali che esse implicano.
,4<
Ci che vero del valore vero anche dell'unit (v. p. 134).
un frammento di catena parlata corrispondente a un concetto;
l'uno e l'altro sono di natura puramente differenziale.
Applicato all'unit, il principio di differenziazidne pu formu_
larsi cos: i cara/Jt7i deWll1lil si eOlljo/ldrmo con l'lmi/ stessa. 68
Nella lingua, come in ogni sistema semiolugico, d che distin-
gue un ecco tutto ci che lo costituisce. La differenza fa il
carattere, cosi come fa il valo.e e l'unit.
Altra conseguenza, alquanto paradossale, dellu stesso prin-
cipio: ci che si chiama comunemente fatto di grammatica.
risponde in ultima analisi alla definizione dell'unit, perch
esprime sempre una oppoSizione di termini; solamente. questa
opposizione si trova Mi essere particolarmente significativa, per
esempio la formazione del plur.ale tedesco del tipo Nac!u : Niichte.
Ciascuno dei termini presenti nel fattu granlmatica1l' (il singolare
senza U11lfauf e senza "e finale, opposto al plurale con Umlaul
ed -e) costituito esso stesso da tutto un gioco di opposizioni in
seno al sistema; presi isolatamente. Nachl e Niichle non sono niente:
dunque. tutto opposizipne. In altre parole, si pu esprimere il
rapporto Nacht : Nii,hu con la formula algebrica a/b. in cui a e b
non sono termini semplici ma risultano ciascnno da un insieme di
rapporti. La lingua , per cusi dire, un'algehra che riconosce sol-
tanto termini complessi. Tra le opposizioni che comprende, ve
ne sono alcune pi significative di altre; ma unit e fatto di
matica non sono che nomi differenti per designare aspetti diversi
di un medesimo fatto generale: il gioco delle opposizioni lingui-
stiche. Ci tanto vero che si potrebbe benissimo abbordare il
problema delle unit comindando dai fatti di grammatica. Po-
nendo un'opposizione come Nacht .. Niidlle, ci si chiede quali sooo
le unit messe in gioco in quest'opposizione. Si tratta soltanto di
questi due vocaboli o di tutta la ;;erie dei vocaboli simili? Op-
pure di Q e ii? O di tutti i e tutti i plurali? ecc.
Unit e fatto di grammatica non si confonderebbero se i segni
linguistici fosSf"TO costituiti da altra cosa che da differenze. Ma
la liogua essendo quel che , da qualsiasi lato la si abbordi. 169
non si trover mai niente di !;l'mplice: dappertutto e sempre
questo stesso equilibrio complesso di tennini che si condizionano
reciprocamente. Detto altrimellti, la fillK1111 una jorma e 11011
147
Ilna sostanza (v. p. 137). Nun d si compenetrer mai abbastan:m
di questa verit, perch tutti gli errori della nostra terminologia,
tutti i modi scorretti di designare le cose della lingua provengono
dalla supposizione involontaria che vi sia una sostanza. ne! feno.-
meno linguisti<:o.
148
Capi/o/.) r
H.-\PPOHTI SI:\"1".\C;;\I.-\T!Cl
E K-\PPOIHI AssoCIATIVI
Cos, dunque, in uno stato di lingua tutto poggia'su rapporti; 170
come funzionano questi?
I rapporti e le differenze tra termini linguistici si snodano tra
due sfere distinte ciascuna delle quali generatrice d'un certo
ordine di valori; l'opposizione tra questi due ordini fa meglio
la natura di ciascuno. Essi corrispondono a due forme
della nostra attivit mentale, eutrambe indispensabili alla vita
della lingua.
Da una parte, nel discorso, le parole contraggono tra. loro,
in ,"irt del loro concatenarsi, dei rapporti fondati sul carattere
lineare della lingua, che esclude la. poSl;ibilit di pronunziare due
clementi alla volta (v. p. 88). Esse si schierano le une le
altre sulla catena della priTote. Queste combinazioni che hanno
per supporto l'estensione possonu essere chiamate sillfaglJli 1
Il sintagma dunque si compone sempre di due o pi unit
(utive (per esempio: co-nlre fOl/s; la vie humailie;
b<)/I; s'il fai! temps, 7/01/5 sorlirOllS ecc.). Posto in un
sint'lgma, un termine acquisisce il suo valore solo perch opposto 171
a quello che precede o a quello che segue ovvero a entrambi.
D'altra parte, fuori del discorso. le parole offrenti qualche
cosa di comune si associano nella memoria, e si formano cos
, quasi inutile fare nota1"c che lo studio d.i pon .i confonde
Con b. ,"n/assi: questa, cOme si vedr.. " p. 16' agg. solo una parte d quello
stU;Q [Edd.].
149
dei gruppi nel cui ambito regnano rapporti assai diversi. Cosi,
la parola enseignemelll far sorgere inconsciamente nello spirito
una folla d'altre parole (enseigu!r, rmsgll!r ecc., oppure Tlllemmi,
chal1/iemellt ecc.," ancora idI/ca/iDI:, apprelltissage ecc.) ;-per qualche
tutti hanno qualche cosa di comune tra loro.
Ognuno vede che .queste coordina1.iOlli sono d'una specie
affatto diversa rispetto alle prime. Esse non hanno per supporto
l'estensione; la loro sede nel cervello; es;;e fanno parte di quel
tesoro interiore che custituisce la lingua in ciascun inllividuo,
Noi le chiameremo rappuTli associalil'i [mI,
Il r"pporto sintagmatico iII praeselllia; esso si su due
o pi termini egualmente presenti in una serie effettiva. Al con
trario il rapporto associativo unisce dei termini in abselltia in
una serie mnemonica virtuale.
Da questo duplice punto di vb'ta, una unit linguistica com-
parabile a una parte determinata di un edifido, ad esempio una co--
lonna; questa si trova da un canto in un certo rapporto con l'ar-
chitrave che sorregge; tale organizzazione delle due unit egual-
mente presentl nelI" spazio fa pensare al rapporto sintagmatico;
d'altra parte, se questa colonna d'orlline dorico, es;;a evoca il
confronto mentale con altri ordini (ionico, corinzio, ecc.), che sono
elementi non presenti nello spazio: il rapporto associativo.
Ciaso:;uno dei due ordini di coordinazione richiede qualche os-
servazione particolare.
2, I rapporti sirztagmatici [
i49
1.
172 l nostri esempi di pagina 149 fanno gi capire che la nozione
di sintagma si applica non soltanto alle parole, ma ai gruppi
di parole, alle unit complesse di ogni dimensione e di ogni specie
(parole composte, derivati, membri di frase, frasi intere).
Non sufficiente cOllSiderare il rapporto che unisce le diverse
parti di un sintagma tra loro (per esempio contn e tous in rotItre
tal/s, coni,e e mai/re in contrem-ait,e); necessario anche tenere
conto di quello che lega il tutto alle sue parti (per esempio conl,e
lous opposto da una parte a comre e dall'altra a tous, oppure
contremaltre opposto a contre e mai/re).
150
Si potrebbe qui fare un'obiezione. La frase il tipo del sintagma
per eccellenza. :Ma essa appartiene alla parole, non alla lingua
(v. p. 23); non ne segue che il sintagma collegato alla parole?
Koi non lo pensiamo. Il proprio della parOle la libert delle com-
binazioni; occorre dunque domandarsi se tutti i sintagmi sono
egualmente liberi,
Anzitutto si incontra un gran numero di espn;ssioni che ap-
partengono alla lingua; .sono le locuzIoni belle e fatte, nelle quali
l'uso vieta di cambiare alcuncho!, anche se, a rifletterci, vi si pos-
sano distinguere delle parti significative (cfr, a quoi bon?, al/o'l!
dmlc! ecc.). lo stesso, anche se in minor grado, per le espressioni
come prendre fa m01lche, forre' la mai1l a qrfelqll'ml, l'Olllpre IIIle
lance, o ancora avoir mal l (la lete eCc.), a farce de (soins ecc.),
que !PO/lS fiI semble?, /l'est pas iJesoirz de... ecc., il cui carattere
usuale risulta dalle particolarita della loro significazione o della loro
sintassi [
200
1. Questi giri di frast: non possono essere improvvisati,
ma Sono fomiti dalla tradizione. Si possono citare altres le parole
che, pur prestandosi perfettamente all'analisi, sono caratterizzate l1:
da qualche anomalia morfologica conservata per la sola forza
dell'uso (dr. diiclfll di fronte a facili/i, mouTrai di fronte a dor-
mirai ecc,).
Ma non tutto; occorre attribuire alla lingua, non alla parok,
tutti i tipi di sintagmi costruiti su forme regolari. In effetti, poich
non c' niente di nella lingua, questi tipi esistono solo se
essa ne ha registrato degli esempi sufficientemente numerosi,
Quando un vocabolo come induo'able sorge nella parai! (v. p. 201
sgg.), es;;o suppone un tipo detenninato, e questo a sua volta non
possibile se non per il ricordo d'un numero sufficiente di voca-
boli simili appartenenti alla lingua (impal'dollflabk, inlolrabk,
iufatigab.fe ecc.). esattamente lo stesso con le frasi e i gruppi
di parole stabiliti su mduli regolari; combinazioni come la terte
IlJUme, vous dii-il? ecc, rispondono a tipi generali, che hanno
a loro volta il loro supporto nella lingua sotto forma di ricordi
concreti (1&1].
Ma bisogna riconoscere che nel dominio del sintagma. non c'
limite netto tra il fatto di lingua, contrassegno dell'uso collettivo,
ed il fatto di parole, che dipende dalla libert individuale.' Iu
una massa di casi, difficile classificare una combinazione di unit,
151
perch l'uno e l'altro fattore hanno concorso a produrla, ed in
proporliol che difficile determinare.
3. I rapparli associativi [SO!J.
_'''.l:, cllal,ur-fIIx, pellr-ell:t: ccc., non si saprebbe dire a priori
quale sar il numero delle paro!,> suggerite dalla memoria, n
l'ordine in cui apparirannu. LJn termine dato centro di
una costellazione, il puntu in cui com'crgono altri tennini coor-
dinati, la cui (\'. la fig. segucnte) (:'.>31,
[53
t:1/se;gnt!menr
li.'>
,
"
t.'i2illtllf

elc.
etc.
"""-
,
,
.
,
,
"
,
"
"
choo4t'menl
, ,
armemeflt
,
et(.
c1(.
,
Tuttavia, di questi due caratteri ddla scrie as.sodativa, ordine
indeterminato e numero indefinito, soltanto il primo sempre
verificabile; il secondo puJ manenre. ci che a,-cade in un
tipo caratteristico per tal genere di raggmppamenti, e cio
nci l'aradis:mi Oessionali. In Intino, in domlIIs, domi/li, domil/
ccc., noi abbiamo s un gruppo .l..'isocativo fomlato da un e1cmento
comune, il tema nominaI", dOlllill-, ma la serie non indefinita
come quella di t!lseigl1fllle!lt, clm'/geml'1iI ecc; il numero dei casi
determinato; per contro la loro succe%ione non ordin'!-ta
spa;-ialmente, ed con un atln d'arbitrio che il grammatico li
raggruppa in un modo piultostn che in un altro; per la coscienza
del soggetto pa:rlante il nominaI non :lffatto il primo caso della
declinazione, ed i termini potranno sorgere in o quell'or-
dine secondo le occasioni -<:li>.I1.
l Quest'ultimo raro e pu pas;"re per anormale. perch lo spi_
rilo scarta naturalmente le as.'<Odaziont capaci di turbare l"inleUigen", del
du.corso; ma la sua Il comprovata da una categoria inferiore di
giochi di parole basati sulle assurde confusioni che po,,"ono risultare dnl_
l'omonimia pura e semplice, come qnatlrlo si dice: w,s musiden. produi-
sent les !C"'. el l,," gminetiers l"" vendent t [. I musicisti producono i"",.
(suonilcrusca) e i lnugnai li ,'endono.]. Questn caso va distinto da. quello
in cui una a,,"odazione, pur easendo fortuita, pu appoggiarsi ad un aceo-
slamento di idee (dr. in franco Ult"/ [sperone] : {cavilla.re], ted. blu"
[blu] : d"'cilblauw [picchiare una penlOna]; .i tratta d'una num'a int"rpre_
talione dei tormini della eoppia; o,,"ia SOno casi di etimologia popolare
(v. p. 209): il fatt" interessante por l'evoluzione sernantica. nla dal punto
di vista sineronico ricade s.;mpliceme..te nella categoria ","'igllU : ,0IOi-
gl,,",,"j menzionala pin su [Edd.J,
152
1 gruppi fonnati per associazione mentale non si limitano a
raccostare i termini che presentano qualche cosa di comune; lo
spirito percepisce anche la natura dei rapporti che li collegano
in ciascun caso e crea con ci tante serie associative quanti sono
i diversi rapporti. in l:flseigllemenl, ellseipler, eJtsdg,w1ls
ecc, vi un elemento comune a tutti i tennini, il radicale;
174 ma la parola enseignellllmi pu trovarsi implicata in una serie
fondata su un altro elemento comune, il suffisso (dr. euseiglle-
tnwl, armemenl, cflallgl:melll ecc.); l'associazione pu possiare
altres sulla sola analogia dei significati (ensgllaltell/, inslruclioll,
apprelltissage, educatioll ecc.) o, al contrario, sulla mera comunanza
delle immagini acustiche (per esempio, enseib'l1emeIJl e justl.-ment)'.
Dunque vi talora comunanza duplice, del senso e della forma,
talora comunanza di senso o di foona soltanto. Una parola qual-
siasi pu l't'acarI' sempre tutto ci che suscettibile di esserle
associato in una maniera o in un'altra.
Mentre un sintagma richiama immlldiatamente !'idea di un
ordine di successione e di un numero detemlinato di elementi,
i termini di una famiglia associativa non si presentano n in nu-
mero definito n in un ordine determinato. Se si a.."5ociano diisir-
2. FUtlzional1lento simultaneo ddk due forme di rqggruppa_
mento ["'l.
:'Ila simultaneamente, e su un altro asse, esistono n ~ l subcosciente
una o pi sene associative comprendenti delle unit che hanno un
elemento comune col sintagma, per esempio:
Tra i raggruppamenti sintagmatici cos costituiti vi un le-
game di interdipendenza; essi si condizioJjano reciprocamente.
In effetti la coordinazione nello spazio contribuisce a creare coor-
dinaziuni associative, e quC;;te a loro volta sono necessarie per
l'analisi delle parti del sintagma.
Si osservi il composto di-faire. Possiamo rappresentarlo su un
na.stro orizzontale corrispondente alla catena parlata:
di sintagmi enumerati pi in alto (p. ISO); si tratta sempre di
unit pi vaste, composte di unit pi ristrette, le une e le altre
poste in un rappoil:o di solidariet reciproca.
La lingua presenta, a dire il vero, unit indipendenti senza
rapporti sintagmatici n con le loro parti n con altre unit.
Gli equivalenti di frasi come olmi, non, lIIoci ecc. ne sono buoni
esempi. Ma qnesto fatto, d'altronde eccezionale, non basta a
compromettere il principio generale. Di regola, noi non parliamo
per segni isolati, ma per gruppi di segni, mediante masse organiz-
zate che sono esse stesse segni. Kella lingua, tutto si risolve in
differenze, ma tutto si risolve altres in raggruppamenti. Questo
meccanismo, che consiste in un gioco di termini successivi, rasso-
miglia al funzionamento d'una macchina i cui pez;r;i hanno una
azione reciproca bench siano disposti in nna sola dimensione.
."
d-faire
MECCANISMO DELLA LINGUA
Capi/% l'l
~ r. Le solidariet silltagma/icM [ ~ l .
176 L'insieme delle differenze foniche [iI5IIJ e concettuali che ca.
stituisce la lingua risulta dunque da due tipi di comparazioni;
gli accostamenti sono talora associativi, talora sintagmatici; i
raggruppamenti dell'uno c dell'altro ordine sono, in larga misura,
stabiliti dalla lingua; questo insieme di rapporti usuali che la
costituisce e che presiede al suo funzionamento.
La prima cosa che ci colpisce in questa organizzazione sono le
solidariet simagmatiche: quasi tutte le unit della lingua dipendono
sia da ci che le circonda nella catena parlata, sia dalle parti
successive di cui esse stesse si compongono.
La formazione delle parole basta a mostrarlo. Una unit
come disireux si decompone in due sotto-unit (disir-esa), ma
queste non sono due parti indipendenti a.ggiunte semplicemente
l'una all'altra (disir+eux). un prodotto, una combinazione di
due elementi solidali, che hanno valore soltanto per la loro azione
reciproca in uh'unit superiore (-isi,.;< eu%). Il suffisso, preso is0-
latamente, inesistente; ci che gli conferisce il posto nella lingua,
una serie di termini usnali come chaJeur-eu%, cham;-nv; ecc. A
sua volta, il radicale non autonomo; esiste soltanto merc la
[77 combinazione con un suffisso; in roul-, l'elemento rOld-- noD
niente senza il suffisso che lo segue. Il tutto vale per le sue parti,
le parti valgono altres in virt del loro posto Del tutto, ed ecco
perch il rapporto sintagmatko delle parti al tutto tanto impor-
tante quanto quello delle parti tra loro [&67).
questo un principio generale che. si verifica in tutti i tipi
155
quadra-p/ex 1M
Egualmente. se il latino quadri/pIe.'!: un sintagma, lo perch,
anch'esso poggia su due serie associative:
Soltantu nella misura in cui le altre forme fluttuano intomo a
d/aire o a qlltldrllpk.. queste due parole possono \"eoir decom-
poste in sotto-unitil, vale a dire sono sintagrni. Ad esempio d'faire
sarebbe inanalizz,lbile SI' le altTe forme contenenti d,: o faire
sparissero dalla lingua; non sarebbe pi che un'unit semplice e
le sue du" pinii non sarebbero pili apponibili l'una all'altra.
Dato cio, si (omprcnde il gioc_, di questo doppio sistema nel
discorso.
La nostr:L memoria tiene in riser\';\ tutti i tipi di sinlagmi
pi o meno complessi, di 'lual,ia"i sFccie o estensione, ed al mo-
mento di impiegarli f:tccialllo iItten'cnire i "ruppi as,m:iatil'i per
fissare la nostra ,celta. Quand... ']ualcuno dice marc/ums!, costui
pensa im'ronsdamenk a dil'er,i !<ruppi di 3.-<snriazioni alla cui
intcn;e7.i,me il sintagma !/I"rdlOl/sl Esso fi;ura infatti
,..
da una parte nella serie m.arc!u!, marche:!, ed l'opposizione di
II/tlrc!wlls! con queste fonne che detennina la scelta; d'altra
parte, marc!IIJ11S! evoca la serie m01I101ls!, mallgeons! ecc. nel cui
ambito scelto con lo stesso procedimento; in ciascuna serie si
sa che cosa occorre far variare per ottenere la differenziazione
propria all'unit cercata, Se si cambia l'idea da esprimere, altre
opposizioni saranno necessarie per fare apparire un altro valore;
si dir per esempio marcha! oppure monlolJs!
erosi non basta dire, mettendosi da un pnnto di \"lsta positivo,
che si sceglie marclio'ls! perch significa ci che si vuole esprimere,
In realt !'idea richiama non una forma, ma tutto un sistema
latchte, grazie al quale si ottengono le opposizioni neCClSSarie alla
costituzione del segno. Questo, per se stesso, non avrebbe nessuna
significazione intrinseca, Il giorno in cui non vi fossero pi marche!
marclud di fr,nte a lIlarclJOIIs! certe opposizioni cadrebbero e il
"alore di mard,o"s! cambierebbe ipsc> facto,
Questo principio si applica ai sintagmi e alle frasi di tutti i
tipi, anche i pi complessi. Nel momento in cui pronunziamo
la frase .que uOllS dit-il?, facciamo variare un elemento in un
tipo sintagmatico latente, per esempio. que le dit-il? - quI'
IIIlIIS dit-il? o ecc., ed attraverso d che la nostra scelta
si fissa sul pronome VOIiS. Cosi in questa opera7.ione che consiste
nell'eliminare mentalmente tutto ci che non comporta la diffe-
rellziazione voluta nel punto voluto, i raggruppamenti associativi
ed i tipi sintagmatici sono entrambi in gioco.
Inversamente questo procedimento di fissazione e di scelta
regge le unit piil piccole e perfno gli elementi fonologici (2Eo;1,
'luando siano ril'estiti d'un valore, Non pensiam,) soltanto a casi
,-,,,me l',tit (scritto. pctite.) di fronte a p,ii (scritto. petit.) o
al b.t. t!omillf di fronte a domimi ecc" in cui la differenn poggia
per caso su un semplice fonema, ma al fatto pi caratteristico e
pill delicato per cui un fonema si.'Olge di per se una parte nel
oistemJ. di Ilno stato di lingua, Se per esempio in greco m, p, I
ccr, non possono' mai figurare alla fine d'una parola, ci vale a
dire ,-hl' la loro presenza o la toro :L,senza in ulla data posizione
conta nella struttura della parola e in quella della frase, Ora,
in tutti i casi del genere, il suono isolato, come tutte le altre
unit, sar scelto in seguito a una opposizione mentale doppia:

'-
---
fil't!
re'fa(re
eVll}d(/irC

.........
"',
silllplex
;;pkx
ce,;llplex
-t(.
---
-
/'
/
dJnil1er

decol.:dre
/
l'rc.
/
d-faire
,,>

qlta.df1r0115

,
f/.
,
,
,
179
156 15i
cosi nel groppo immaginario anm.a, il suono 1ft in OpposIZIone
sintagmatica con quelli che lo circondano ed in opposizione asso-
ciativa con tutti quelli che lo spirito pu suggerire, ossia:
a n m a
,
d
3. L'arbitrariet assaluta e l'arbitrariet rdatil!a [tool,
Il meccanismo della lingua pu essere presentato sotto un
altro angolo particolarmente importante.
Il principio fondamentale dell'arbitrariet del segno non
pedisce di distinguere in ci<I5Cuna. lingua ci che radicalmente
arbitrario, cio a dire immotivato, da d che lo solo
181 mente, Solo una parte dei segni assolutamente arbitraria;
presso altri interviene un feuomeno che pennette di riconoscere
dei gradi nell'arbitrariet senza per eliminarla: il seglw PlliJ
essere relativanumte ma/ivalo.
Cosi viflgl immotivato, ma dix-ne/l/ non lo in egual grado,
perch evoca i termini di cui si compone e altri che gli sono asso-
dati, per esempio dix, neuj, vingt-ne/l/, diz-hllil, ecc.;
presi separatamente, diz e neuj sono sullo stesso piano di l'ingt,
ma diX-IIeuj presenta un caso di motivazione relativa. Lo stesso
avvieue per pairier, che richiama la parola semplice PQire ed il
cui suffisso -ier fa pensare a cerisier, pommier ecc.; per
chine ecc. niente di simile. Confr()ntate ancora berger, totalmente
immotivato, e va;;her, relativamente motivato; similmente le cop-
pie gelr e cachat, llllche e couperd, corn:ierge e portier, jadis e
alltre/ois, som'ellt e /riqllemmellt, al'eugle e boitellX, sOllTd e bassl/,
secQnd e deuxillle, ted. Lallb e frane. jelllj/age, frauc. If/ilier e
ted. HalUiwerk. Il plurale inglese ships navi, richiama per la
sua formazione tutta la serie flags, birds, books ecc., mentre meli
uomini f, sluep pecore f non richiamano niente. In greco ddsii
io dar' esprime l'idea di futuro con un segno che richiama
l'associazione di N'Iso, stlso. ecc., mentre CI/Ili andr,
del tutto isolato.
Non il luogo di ricercare i fattori che condizionano in
158
scun caso la motivalione; ma questa sempre tanto pi completa
quanto ,l'analisi sintagmatica pi agevole ed il senso delle sot-
to-unit pi evidente. In effetti, se vi sono elementi formativi
trasparenti, come -jer in poir-ie.r di fronte El ceris-ieT,
ecc., ve ne sono altri il cui significato dubbio o del tutto nullo;
cosi, fino El che punto il suffisso -o/ corrisponde a un elemento di
senso in ca.:ho/ ? [""Il Confruntando parole [<Jme coute/as, jatras,
platras, canevas, si ha il vago senso che -a." sia un elemento for-
mativo proprio dei sustantivi, senza che lo si possa definire 182
pi esattamente, D'altra parte. anche nei ca,i pi favorevoli,
la motiValione non mai assoluta. Non soltanto gli elementi di
un segno motivato sono essi ste$i arbitrari (dr. dix e lIeu/ in
dix-neuil, ma il valore del tennine totale non mai eguale alla
somma dei valori delle parti; poir X io- non (, eguale a poir + ier
p. 154)
Quanto al fenomeno in se stesso, esso si spiega con i principi
enunziati nel paragrafo precedente: la nozione del relativamente
motivato implica: I. l'analisi del tennine dato, dunque un rap-
porto sinta.gmatico; 2. il richiam() a uno o pi' altri tennini, dun-
que un rapporto associativo. Non nient'altro che il meccanismo
in virt del quale un tennine qualsiasi si prt:sta all'espressione
di Un'idea. Finora le unit d sono apparse come valori, vale a
dire come elementi di un sistema, e le abbiamo considerate
tutto nelle loro opposizioni; adesso riconosciamo le solidariet
che le col1egano; solidariet che sono d'ordine associativo e di
ordine sintagmatico, e che, appunto, limitano l'arbitrariet. Diz-
neu] solidale associativamente con dix_huit, soixante-diz ecc.
e sintagmaticamente con i suoi elementi dx e IIWj (v. p. 154).
Questa doppia relazione gli conferisce una parte del suo valore.
Tutto ci che ha rapporto con la lingua in quanto sistema
esige, la nostra convinzione, d'essere affrontato da questo punto
di vista, che non interessa quasi per niente i linguisti: la limita-
zione dell'arbitrariet [118111. la migliore base possibile, In eiletti
tutto il sistema della lingua poggia sul principio irrazionale del-
l'arbitrariet del segno che, applicato senza restrizione, sfoce-
rebbe nella massima complicazi()ne; ma lo spirito riesce a intro-
durre un principio d'ordine e di regolarit in certe parti della
massa dei segni, ed in ci il ruolo del relativamente motivato.
159
Se il meccanismo della lingua fosse interamente razionale, ici si
potrebbe studiare in se stesso; ma poich non che una corre-
183 zione parziale di un sistema naturalmente caotico, si adotta
il punto di vista imposto dal1J. natura stessa della lingua studiando
tale meccanismo. come una limitazione dell'arbitrariet [2631.
Non esiste lingua in cui non vi sia qualche cosa di motivato;
concepirne poi una in cui tutto sia motivato, sarebbe impOSSI-
bile per definizione. Tra i due limiti estremi - minimo di or
ganizzazione e minimo di arbitrariet - si trovano tutte le
variet possibili. T diversi idiomi cuntengono sempre elementi
dei due ordini - radicalmente arbitrari e relativamente
vati - ma in proporzioni molto variabili, e vi in ci un ca-
rattere importante, che pu entrare in conto ndla luro classifi-
cazione.
In un certu senso - che nn bisogna precisare troppo, ma
che rende sensibile una delle forme di questa opposizione - si
potrebbe dire le lingue in cui l'immotivato raggiunge il mas-
simo sono pi e quelle in cui si abbassa al minimo
sono pi grammaticali. che _lessico. e arbitrariet, da
un lato, grammatica e motivazione relativa_ dall'altro siano
sempre sinonimi; ma vi qualche cosa di comune nel fondamento.
Sono come due poli tra i quali si muove tutto il sistema, due
correnti opposte che si contend0no il moto della lingua: la ten
denza a impiegare lo strumentQ lessicolog.ico, il segno immoti-
vato. e la preferenza accordata allo strumento grammaticale,
vale a dire alla regola di costruzione.
Si pu vedere per esempio che !'inglese d all'immotivato un
posto ben pi considerevole del tedesco: ma il tipo ultralessico-
logico il mentre l'indoeuropeo e il sanscrito sono esem-
plari del tipo ultragrammaticale. All'interno d'una stessa lin-
gua, tutto il movimento evolutivo pu essere contrassegnato da
un continuo passaggio del motivato all'arbitrario e dell'arbi-
trario al motivato; questo va e vieni ha spesso il risultato di
spostare sensibilmente le pruporzioni delle due categorie di
184 segni. Cos il francese caratterizzato in rapporto al latino tra.
l'altro da un'enorme crescita dell'arbitrario; mentre il latino
inimicus riciama 1n- ed amicus e si motiva con questi due ele-
menti, ennemi non si motiva con niente: rientrato nell'arbi-
160
""
che d'altronde la condizione essenziale del segno
,mgulstico. In centinaia d'esempi si pu constatare questo spo-
;tamento: cfr. constare (stre) : couler,fal1rica (f/ler) : forge, ma-
(magis) : maltre, berbWrius (l1erblx) : baga ecc. Questi mu-
tamenti danno una fisionomia tutta particolare al francese [lIS'J.
161
6. Sa"H"re
Capitala FJ1
LA E LE SeE Sl'PD!V!SIO);"!
, " d" "',' [iGO]
1. Definizioni; divislom ,a 1ZI0nu> .
!in
't' t,tica o descrizione di uno stato di lingua pu
I85 La gUl
s
Ica s d'al d
essere chiamata g,ammatica, nel sen<;Q assai e " tro
n
.. e
usuale che si trova nelle espressioni' grammatica degli scacchi t,
,'. della borsa l ecc in cui si tratta d'un oggetto com*
IC ".., f
plesso e sistematico, mettente in gioco valon diI:
f tudia la lingua in quanto Sistema mezzi
La gramma Ica s . 'gnifica ;".'
, '. h' dice grammaticale dice slncromco e SI - ','
despresslOne, c I -"d r pi
. " h nessun nel contempo Vd..Ll o pe
bvo e pOiC - ." che si
'h .. per noi una grammatica stonca.; CIO
epoc e, non c e . . . 11M1
chiama cos non in realt. altro che la linguishca
La nostra definizione non concorda con quella, ns.tretta.
che si d. generalmente. In effetti si convenuto di chiam:ue
. "'t mentre la k-SSlCO-
grammatica la nw,jowgia e la sllllasSt nUlli e,
wgia o scienza delle parole ne esclusa. . .
M
't tt tali divisioni rispondono alla realta? Sono In
a, anZI u Q,. . formulato?
armonia con i pnnclpl che abblamO appena b'
La morlologia tratta delle diverse categone di parole l,
nomi, aggettivi. pronomi ecc.) e delle differenti fanne dell: s:
,86 sione (coniugazione, declinazione). Per separare quest 1
dio dalla sintassi si afferma che quest'ultima ha per oggetto .c
funzioni connesse alle unit linguistiche, mentre la
'd la loro forma' essa si contenta per esempiO
non COnsl e,,,... h'[ k la
dire che il genitivo del greco phUlax custode l PIl a os, e .
sintassi informa sull'impiego di queste due del
Ma questa distinzione illusoria: la sene delle forme
162
sostantivo pJllilax non diventa paradigma di flessione che mediante
il conIronto' delle funzioni COillle5Se alle differenti forme; reci-
pr{}("arnente, queste funzioni sono giustificabili nella morloJogia
solo se a ciascuna corrisponde un segno Ionico detenninato.
una declinazione non n una lista di fonne n una serie di
astrazioni fogiche, ma una combinazione delle due cose (v. p. 125);
forme e funzioni sono solidali, ed difficile, per non dire impos-
,ibiJe, separarlc. Linguisticamente, la morfologia non ha un og-
getto reale ed autonomo; essa non pu costituire una disciplina
distinta dalla sintassi.
D'altra parte, logico esludere la lessicologia dalla gnunma-
tica? A prima vista le parole, cosi come sono registrate nei di-
zionari, non sembrano offrire appigli allo studio grammaticale,
che si limita generalmente ai rapporti esistenti tra le unit. Ma
subito dopo si constata che una folla di questi rapporti pu es-
ser espressa altrettanto bene sia da parole sia da mezzi gramma-
ticali. Cosi in latino fio e jao si oppongono nello stesso modo
di dicor e d,cii, fanne grammaticali di una stessa parola; in russo
la distinzione del perfcttivo e dell'imperfettivo resa
cahnente in SPTOS{t' . sprriSivat' e lessicologicamente
in skazdt': govoTit' In genere le preposizioni sono asse-
gnate alla grammatica; tuttavia la locuzione preposizionale eli
cOllsidahOll de essenzialmente lessicologica, poich la parola
lu>tsidt",Uon vi figura col suo significato proprio. Se si confronta
il l>'Teco Pd/ho : peithomai con il francese je perSI/ade: j'obis, 18
.'i \'ee che l'opposizione resa grammaticalmente nel primo
,-aso e Icssicologicarnente nef secondo. Una quantit di rapporti
in certe lingue COli casi o preposizioni sono resi in altre
fDn composti; gi pi vicini alla parola in senso stretto (frane.
royallme des ciellX e ted. Himmd,ch), o con dei derivati (franc.
'Muli" ti venl e polacco u'iatT-ak-) o infine con semplici parole
(franco bois de cJlauffage e russo d,-ol'd, franco bojs de COllStTuclion
e russo ls). Lo scambio delle parole semplici e delle locuzioni
comp'lstc egualmente assai frequente nell'ambito della stessa
lingua (dr. co"sidber e fUI/d,e en considbatiOl/, se vellger de e
lire, de).
chiaro dunque che dal punto di vista della funzione il fatto
lcssicologico pu confondersi col fatto sintattico. D'altra parte,
163
ogni parola che non sia una unit semplice e irriducibile non si
distingue essenzialmente da un membro della frase, a un fatto
di sintassi; l'organizzazione delle sotto-unit che la compongono
obbedisce agli stessi principi fondamentali della formazione dei
gruppi di parole.
In conclusione, le divisioni tradizionali della grammatica
possono avere la loro utilit pratica, ma non corrispondono a
distinzioni naturali e non SOIlO unite da alcun nesso logico. La
grammatica non pu edificarsi che su un principio differente
e superiore.
2. Divisioni razionali [
1S1
l.
L'interpenetrazione della morfologia, della sintassi e della lessi-
cologia si spiega con la natura fundamentalmente identica di tutti i
fatti di sincronia. Non pu esservi tra esse nessun limite tracciato
a priori. Solo la distinzione stabilita pi su tra i rapporti sintag4
matici e i rapporti associativi suggerisce un modo di classifica-
zione che si impone da s, il solo che si possa mettere alla base
del sistema grammaticale.
188 Tutto ci che compone uno stato di lingua deve potere esser
ricondotto a una teoria dei sintagmi e a una teoria delle as.wcia-
zioni. Gi fin d'ora certe parti della grammatica tradizionale
semhrano raggrupparsi senza sforw nell'uno o nell'altro ordine:
la flessione evidentemente una fonna tipica deU'associazione
delle forme nello spirito dci soggetti parlanti: d'altra parte la
sintassi, vale a dire, secondo la definizione pi corrente, la teoria
dei gruppi di parole, rientra nella sintagmatica, poicM tali gruppi
suppongono sempre almeno dUe unit distribuite nello spazio.
Non tutti i fatti di sintagmatica si nella sintassi, ma
tutti i fatti di sintassi appartengono alla sintagmatica.
Un qualsiasi punto della grammatica pu mostrare
tanza che ha studiare ciascuna questione da questo doppio punto
di vista. Cosi la nozione di parola pone due problemi distinti,
secondo che la si consideri ao;sociativamente o sintagmaticarnente;
l'aggettivo grand mostra nel sintagma una dualit di forma (grl
gars grand garon t e grae afii grand enfant .), e associativa
16+
mente un'altra dualit (maschil .
grande .). e gr grand t, femminile gral
. Dovrebbe esser possibile ricondurre cos n...,; 1"1 .
din, . t " . -t>.- O <u SUo or-
510 agma ICO O assoCJativo e c di
della '" ,oor nare tutta la materia
. grammatica sm SUOI due assi naturali; solo '.
none pu mostra ' h questa npart._
'. re Cl c e o-corre mutare nei qUad . ali
ImguIStica sincronica. Questo comnlt n usu della
essere '. .... o non pU naturafmente
mtrapreso In questa sede in cui . . r .
principi pi generali. Cl SI Imita a formulare i
ll>5
,8,
C..pitolo V11I
.. STRAT1'E
RllOLO DELLT{ EN ll1' A
GRAMMATICA [mI
C' un argomento importante che non stato ancora
't di esaminare ogni questione
e che vista distinti pi su. Si tratta
grammatlc e al C 'd' ole anzitutto
delle entit astratte in granunatica. onsl enam
sotto l'aspetto associativo. . h ""
rta soltanto sentire c e
Associare due forme non compo distin
. e ma comporta anche -
presentano qualche cosa lO comun, . . . Cosi
d . rti che reggono le assOClil:L10m.
guere la natura el rappo h la relazione
d esempi,) i soggetti sono coscienti del fatto c e.
a , , . t pure jllger a lllgemenl non
collegante enseigner a enselgnemen op . t e 'ug6-
la stessa di quella che essi constatano tra ellselg1lemetl .}.
)
Per uesta. via il sistema delle assoclazlom
melll (v. p. 152 sgg. , q . S. u dire che la somma
si connette a quello della grammatica.. l p al ammatico
delle classificazioni coscienti e metodiche d .gr I toria
che studia uno stato di lingua senza fare. So no,
deve coincidere con la sonuna delle asSOCiazIOni, tra s i-
messe in gioco nella parole. Sono e.sse nel
rito le famiglie di parole, i paradlgrtU di lIesslOne, g
f
. '. ad"al suffissi desinenze ecc. (v. p. 225 sgg.).
armativI. r L" t" t riali No
Ma l'associazione non enuclea che ma e .
senza dubbio; noi sappiamo gi. che essa
. enl appreIlIJssa"e, lA'
ltanto' dal senso (cfr. tnselgllem , ."',.
190 so . t'ca' 51 osservffiO l
ecc.)' lo stesso deve accadere lO gramma l.' . _" t
' . - 'lsuornd=ere
t . l tini' d"mill-i rlg-Is, ros-arulll, .
tre geni l'lI a., . li all'associa-
desinenze non offrono alcuna analogia che dia applg Od' alare
. , dal !iCntimento UI1 v
,"n" esse tuttavla vengono conness, ....
L, .' ' b ta acre ...
coIlUne che prescrive un Impiego IdentiCO, CI as
l'associazione in assenza d'ogni supporto materiale, ed cosi che
la nozioni'! di genitivo in s e per s prende posto nella lingua.
Con un procedimento del tutto simile le desinenze di flessione
-us -i -o ecc. (in dominI/S, d<Jmitl, domino) sono connesse nella
coscienza e sviluppano le nozioni pi generali di caso e di desi-
nenza casuale. Associazioni d'egual ordine, ma ancora pi vaste,
collegano tutti i sostantivi, tutti gli aggettivi ecc., e fissano la
nozione delle parti del discorso.
Tutte queste cose esistono aella lingua. ma a titolo di entU
aslraJte; il loro studio difficile, perch non si pu sapere esatta-
mente se la coscienza dei soggetti parlanti va sempre cosi lontano
come le analisi del grammatico. Ma l'essenziale che le entit
astraile poggialw sempre, in ultima analisi, sl/Ue eirUM COllerete,
Nessuna astrazione grammaticale possibile senza una serie di
materiali che le serva da sostrato, ed sempre a questi
elementi che occorre in fin dei conti rifarsi.
Collochiamoci adesso dal punto di vista sintagmatico. Il
lore di un gruppo spesso legato all'ordine dei suoi elementi.
Analizzando un sintagma il soggetto parlante non si limita a
distinguerne le parti, ma constata tra di esse un certo ordine di
successione. Il senso del francese disir-e'W..: o del latino signi-fer
dipende dalla rispettiva collocazione delle sotto-unit: non si
potrebbe dire tllx-dsir o fer-siglJUm. Un valore pu perfino non
avere alcun rapporto con un elemento concreto (come -eux o
-fer) e risultare dal solo ordine dei termini; se ad esempio in
cese i due gruppi je dois e Mis-jei' hanno significazioni diverse
questo dipende soltanto dall'ordine delle parole. A volte una lin-
gua esprime con la Successione dei tennini un'idea che un'altra
render con uno o pi tennni concreti; l'inglese nel tipo sintag_
matico gooseberry wine 'vin de groseilles (vino di ribes)., gold
U"llc" mOlltre en or (orologio d'oro) ecc. esprime col puro e
semplice ordine dei tennini taluni rapporti che il francese moderno
contrassegna con preposizioni; a sua volta, il francese moderno
rende nozione di complemento diretto unicamente con la posi-
zione del sostantivo dopo il verbo transitivo (cfr. je cueiUe
mentre il latino ed altre lingue fanno d impiegando l'accu__
satvo, caratteriZl:ato da desinenze speciali ecc,
Ma se l'ordine delle parole incontestabilmente una entit
'"
166 167
astratta, non men vero che questa deve la sua esistenza alle
unit concrete che la contengono e che si dispongono su una sola
dimensione. Sarebbe un errore credere che esista una sintassi
incorporea fuori di tali unit materiali distribuite nello spazio,
In inglese 1m man I h a v ~ seen .l'homme que j'ai vu (l'uomo che
ho visto). mostra un fatto di sintassi che sembra rapplesentato
da zero, mentre il francese lo rende con qlU'. !I[a proprio il con-
fronto con il fatto di sintassi francese produce l'illusione che il
niente possa esprimere qualche co'>a; in realt, le unit materiali,
allineate secondo un certo ordine, creano da sole questo valore.
Fuori d'Una somma di tennini concreti non si potrebbe ragionare
su un caso di sintassi. D'altra parte, per il solo fatto che si com-
prende un complesso linguistico (per esempio le parole inglesi
citate pi su), questa sequenza di termini l'espressione adeguata
del pensiero.
Una unit materiale esiste soltanto in virt del senso, della
fun.zione di cui rivestita; questo principio particolarmente
importante per la conoscenza delle unit ristrette, perch si
tentati di credere che queste esistano in virt della loro pura
Igz materia1it, che, ad esempio, aimer debba la sua esistenza
solo ai suoni che lo compongono. Inversamente, come ora s'
visto, un senso, una funzione non esistono che merc il supporto
di qualche forma materiale; se questo principio stato fonnulato
a proposito dei sintagmi pii! estesi o tipi sintattici, ci si fatto
perch in essi si portati a scorgere delle astrazioni immateriali
plananti al di sopra dei termini della frase, Questi due principi,
integrandosi, concordano con le nostre affermazioni relative alla
delimitazione delle unit (v. p. 126).
168
\
U:\Gt'zsnc.-\ IJI.-\CIW:\IC\
Capi/n/Q J
GENEI{ALITA ["'1
La linguistka diacronica studia non gi i rapporti tra tennini 19,
coesistenti di uno stato di lingua, ma tra tennini successivi che si
sostituiscono gli uni agli altri nel tempo.
In effetti, l'immobilit assoluta non esiste (v. p. 94); tutte le
parti della lingua sono sottoposte al mutamento; a ogni perio,.
do cQrrisponde nna evolnzione pi o meno considerevole. Essa
pu variare di rapidit e di intensit senza che il principio stesso si
trovi inficiato; il fiume della lingua scorre senza interruzione;
che il suo corso sia pacifico o tempestoso, una
secondaria.
vero che questa e\'oluzione ininterrotta ci spesso veiata
dall'attenzione concessa alla lingua letteraria; questa, come si
vedr a p. 238 sg., si sovrappone alla lingua volgare. vale a dire
alla lingua naturale, ed il sottomessa ad altre condizioni d'esi-
stenza. Una volta costituitasi, rimane in generale abbastanza
stabile e tende a restare identica a se stessa; la sua dipendenza
dalla scrittura le assicura garanzie speciali di conservazione. Non
il dunque la lingua letteraria che possa mostrarci a qual punto
sono variabili le lingue naturali libere da ogni regola letteraria.
La fonetica, e la fonetica tutt'intera. 1: il primo oggetto della
linguistica diacronica; in effetti l'evoluzione dei suoni incom-
patibile con la nozione. di stato; confrontare dei fonemi o dei
gruppi di fonemi con ci che sono stati anteriormente, significa
stabilire una diacronia. L'epoca precedente pu e"sere piil meno
prossima; ma quando l'una e l'altra si confondono, la fonetica
cessa di intervenire; non vi pi che la descrizione dei suoni d'uno
stato di lingna, e tocca alla fonologia larlo.
171
Il carattere diacronico della fonetica s'accorda assai bene col
principio secundo cui niente di ci che fonetico significativo
o grammaticale, nel senso largo del tennine (v. p. 28). Per lare
la storia dei suoni d'una parola, si pu ignorare il suo senso,
considerando soltanto il suo involucro materiale, e vi si possono
ritagliare delle porzioni loniche senza chiedersi se hanno signi-
ficazione; per esempio si cercher che cosa diventa in greco attico
un gruppo -twO- che non significa niente. Se la evoluzione della
lingua si riducesse a quella dei suoni, l'opposizione degli oggetti
propri delle due parti della linguistica sarebbe immediatamente
luminosa: si vedrebbe chiaramente che diacronico equivale a oon-
grammaticale, cosi come sincronico equivale a grammaticale.
Ma soltanto i suoni si trasformano col tempo? Le parole cam-
biano di significazione, le categorie grammaticali si evolvono; se
ne vedono alcune che spariscono insieme alle fanne che servi-
vano a esprimerle (per esempio il duale in latino). E se tutti i
fatti di sincronia associativa e sintagmatica hanno la loro storia,
come tener ferma la distinzione assoluta tra sincronia e diacro-
nia? Questo molto difficile quando si esce dal dominio della
fonetica pura.
J9' Osserviamo tuttavia che molti cambiamenti creduti gramma-
ticali si risolvono in cambiamenti fonetici. La creazione del tipo
grammaticale tedesco Band: Hfintk sostituito a hanl : hanli (v.
p. 1(2) si spiega interamente con un fatto fonetico. Ancora un
fatto fonetico alla base del tipo di composti Springbrunnlln, Reit-
schuk ecc.; in antico alto tedesco il primo elemento non era ver-
bale, ma sostantivale; Iula-hUs voleva dire 1 casa di preghiera I;
tuttavia la vocale finale essendo caduta foneticamente {bda-
bel- ecc.). si stabilito un contatto semantico col verbo (bden ecc.)
e Bethaus ha finito col significare .- casa per pregare .
Qualcosa di assai simile s' prodotto nei composti che l'antico
germanico formava con la parola lieh 1 apparenza esteriore.
(cfr. malllwlil;h .- che ha l'apparenza d'un uomo t, redolich .- che
ha l'apparenza della ragione I). Oggi in un gran numero d'agget-
tivi (dr. verzeiJl1ich, glaublieh ecc.), -lich diventato un suffisso,
confrontabile con quello di parlllffl-ahIII, eroy-ahle ecc., e nello
stesso tempo l'interpretazione del primo elemento cambiata:
rion vi si vede pi un sostantivo, ma una radice verbale; il fatto
172
e che In un certo numero dI casi, per la caduta della vocale finale
del primo elemento (per esempio redo- _o} retl-), questo stato
assimilato a una radice verbale (rlld- di Teden).
Cos in glaublich, glaub- accostato a glaubefl piuttosto che a
GIallfJc e, malgrado la differenza della radice, sichtlieh associato
a sehen e non pi a Siehl.
In tutti questi casi e in altri simili, la distinzione dei due
ordini resta chiara; occorre ricordarsene per nOli affermare alla
leggera che si fa della grammatica storica quando, in realt, ci
si muove successivamente nel dominio diacronico, studiando il
cambiamento fonetico, e nel donnio sincronico, esaminando le
conseguenze che ne derivano.
}Ia questa restrizione non elimina tutte le difficolt. L'evolu- 196
lione d'un qualsiasi fatto di grammatica, gruppo associativo o
tipo sintagmatico, non comparabile a quella d'Un suono. Essa
non semplice. ma si decompone in una lolla di fatti particolari
dei quali una parte soltanto rientra neUa fonetica. Nella genesi
di un tipo sintagmatico come il futuro francese penare ai:
tato pre1ldrai, si distinguono almeno due fatti, l'uno psicologico,
la sintesi dei due elementi del concetto. l'altro fonetico e
dente dal primo, la riduzione dei due accenti del gruppo a uno
solo (prindre al _ pWldrllf).
La flessione del verbo forte germanico (tipo ted. moderno
;:ebm, gab, gegeben; cfr. greco leipo, ilipon, lloipo) fondata in
gran parte sul gioco deU'Ablaut, dell'alternanza delle vocali radi-
cali. '\\f'ste alternanze (v. p. 190 sg.), il cui sistema era abbastanza
semplice .. origine, risultano senza dubbio da un fatto pura-
mente fonetico; ma perch queste opposizioni prendessero tanta
importanza funzionale, stato necessario che il sistema primitivo
della flessione si semplificasse con una serie di processi diversi:
scomparsa molteplici variet del presente e delle sfumature
di senso che vi si collegavano. scomparsa dell'imperfetto. del
futuro e dell'aoristo, eliminazione del raddoppiamento del per_
fetto ecc. Questi cambiamenti, che non hanno ni<'nte di essen-
zialmente fonetico, hanno ridotto la flessione verbale a. un gruppo
ristretto di fanne, in cui le alternanze radicali hanno acquisito
un valore significativo di primo ordine. Si pu affermare ad esem-
pio che l'opposizione e : a pi significativa in gebe1l : gab che
173
'"
l'opposiziune leipo : i' lloipa,' a causa dell'assenza di raddoppa-
mento nel perfetto
Se dunque la fonetica. interviene per lo pi in qualche modo
nell'evoluzione, essa non pu spiegarla per intero; una volta
eliminato il fattore fonetico, si trova un residuo che sembra giu-
stificare !'idea di una storia della qui la vera
difficolt; la distinzione - che deve esser mantenuta - tra la
diacronia e la sincronia esigerebbe delle spiegazioni delicate, in-
compatibili col quadro di questo corso I.
In ci che segue, noi studiamo in successione i cambiamenti
fonetici, l'alternanza ed i fatti di analogia, per terminare con
qualche parola sull'etimologia popolare e sull'agglutinazione.
l A que,ta t3giane didattica se ne aggtunge lorse un'oltra: F. de Saua_
Sure non ha mai afirontato nelle sue le-zioni lo. della 1"_ p_ z.':\
"g.). Si ricorder nn num'o n.n comincia da una .erie di fatti
indi,-iduali l'', p. IlA). Si potrebbe ammettere che l'autorc rifiutas,e ad
e-s.i la caratteristica di fatti graml"...tic"l;' nel senso che un atto i.olato
forzatamente e.traneo ali" lingua " al suo sistema, che dipende soltanto
dall'in<ienle delle abItudini coll,tti",,_ Sinch i fatti appartcngono aila pa.
m/., non sOnO allrQ che modi " del lutto ""ca,i,,,,ali di utilizzare
il sistema stabilito. Soltanto quando Un'i!!110"azione. ripetuta "peSW, si
incide nclla memoria cd entra nd s;,;;t"nla, eSSa ha di 'p<>.tare l'equi_
librio dd valori c la lingua .i trm-a ip.<o farlu c spontaneamentc cambiata_
Si potrebLe apjJlicarc all'e'""'luzione grammaticale quel che si dice a pp_ zS
c 104 de1l'e.'olminnc f"nctica: il .uo di,-enire estemo al sistema, perch,;
questo non mai ,i.to m,Ila sua ,n,luzione, m,i lo tro";amo di,er.o di ""'.
mento in mome!!to. Questo tentati"" di spiesa>.ione per altro Un stlnjJlice
suggorimcnto da parte nn,na [Edd.].
Capi/ulo 1/
FO:-;ETICl
1. Loro regokiril assolula [iI70).
Si visto a p. rr3 che il cambiamento fonetico non colpisce 198
le parole, ma i suoni. un fonema che si trasfonna; avvenimento
isolato, come tutti gli avvenimenti diacronici, che ha per la con-
seguenza d'alterare in modo identico tutte le parole in cui figura
il fonema in questione; in questo senso che i cambiamenti fone-
tici sono assolutamente regolari.
In tedesco ogni i diventata ei, poi ai: win, Iriben, lihen,
zii hanno dato Wein, treibrn, teihrn, Zeil; ogni ii diventata au;
hiis,zuII, riich -> Haus,Zaun, Raucli; similmente ii s' cambiata
in CII: hisir -4 Hiillser ecc. Al contrario, il dittongo ie passato
ad " che si continua a scrivere : cfr. bitgrn, ticb, Tier. Paralle-
lamente, ogni uo diventata ii: l1luot -> I1l1il ecc. Ogni z (v. p. 48)
ha dato s (scritto ss): wazer Il'asser, fiiurn -> fiiessell. Ogni
h interna sparita tra vocali: Uhe", sehen -4 lden, SU;ll (scritti
leihe'l, sehCII). Ogni w si trasfonnata in u labiodentale (scritta w):
li'azer - wasr (TVassu).
In francese, ogni l mOllill diventata)' (jod); piller, bouillir
si pronunziano piyc, bllyir ecc.
In latino, ci che era stato s intervocalica appare come r in
altra epoca: "ge.lCSis, "asilla -> gC1Un'S, ariull ecc.
Qualsiasi cambiamento fonetico, visto nella sua vera luce,
confermer la perfetta regolarit di tali trasfonnazioni. 199
175
z. Condidoni dei cambiamenti fonetici.
Gi gli esempi precedenti mostrano che i fenomeni fonetici,
lungi dall'essere sempre assoluti, sono per lo pi legati a condi-
zioni determinate: per dirla altrimenti, non la specie fonologica
che si trasfonna, ma il fonema quale si presenta in certe condi-
zioni di ambiente, di accentazione ecc. Cos, ad esempio, s diven-
tata r in latino soltanto tra vocali e in qualche altra posizione,
mentre altrove sussiste (cfr. esi, senex, equos).
I cambiamenti assoluti sono assai rari; spesso essi appaiono
tali soltanto per il carattere occulto o troppo generale della con-
dizione; cos in tedesco j diventa ti, ai, ma solo in sillaba tonica;
h, indoeuropea diventa h in germanico (cfr. indoeuropeo k,olsom,
lat. coUum, ted. Hals); ma il cambiamento non si produce dopo s
(dr. greco skrJlos e goto skadus ,ombra .).
D'altra parte la divisione dei cambiamenti in assoluti e con-
dizionati poggia su una visione superficiale delle cose; pi razio-
nale parlare, come si fa sempre di pi, di fenomeni fonetici spon-
tanei e combinaWrii [mI. I fenomeni sono spontanei quando sono
prodotti da una causa interna, e combinatorii quando sono origi-
nati dalla presenza d'uno o pi altri fonemi. Cosi il passaggio di
o indoeuropea in a germanica (cfr. goto skadus, ted. Hals ecc.)
un fatto spontaneo. Le rotazioru consonantiche o Laulverschie-
bUllgrn del germanico appartengono al tipo del cambiamento
spontaneo: la k
l
indoeuropea diventa h in protogermanico (cfr. lat.
col/14m e goto hals), il protogennanico l, conservato in inglese,
diventa z (pronunziato ls) in alto tedesco (cfr. gol. laillun. ingl.
un, ted. zehn). AI contrario, il passaggio di lat. cl, pt in ita!. U
(cfr.factl/m -) fatto, captivilm _ caUioo) un fatto combina-
torio, poich' il primo elemento stato assimilato al secondo.
L'Umlaut tedesco altres dovuto a una causa esterna, la pre-
sellZa di i nella sillaba seguente: mentre gasi non cambia, gasti
d gesti, Giistr.
Notiamo che nell'un caso e nell'altro il risultato non affatto
in causa e che non importa che vi sia stato o no cambiamento.
Se per esempio si confronta il got. fisks col laL piscis e il goto
skadus col gr. sk6tos, si constata nel primo caso pen;istenza dell'i,
nell'altro passaggio dall'o all'a; di questi due suoni il primo
176
restato identico, il secondo si cambiato; ma l'essenziale dle
essi hanno agito per se stessi.
Se un fatto fonetico combinatorio, sempre condizionato;
ma se spontaneo, non necessariamente assoluto, perch pu
essere condizionato negativaIllente dall'assenza di certi fattori di
cambiamento. Cosi la hl indoeuropea diventa spontaneamente qu
in latino (cfr. quaU/lrJr, inquiUnlls ecc.), ma bisogna che non sia
seguita, per esempio, da o da ti (cfr. cotlidir, colO, suundus
Similmente, la pen;istenza della i indoeuropea in goto fisks ecc.,
legata a una condizione: bisogna che non sia seguita da r o
da 11, nel qual caso diventa e, scritto ai (cfr. wair = lat. lIir,
mailistus = ted. Misi).
3. QUls/ioui di /IIetodo.
Le formule che esprimono i fenomcni devono tenere conto
delle distinzioni precedenti, rischiando altrimenti di presentarli
in lu<.:e falsa.
Ecco qualche esempio di queste inesattezze.
Secondo la \'ecchia fonnulazione della legge di Vemer, in
gemumico ogni p non iniziale stata cambiata la ti se l'accento
segui\a.: cfr. da un lato fape, - -. fader (ted. Valer), .lipum
--, lidulllt (ted. lillm), dall'altro *{>ris (ted. drd), *briiper (ted.
Bfllder), *tipo (ted. feide) in cui p sussiste. Questa formulazione 201
attribuisce il ruolo attivo all'accento e introduce una clauso-
la restritti\'a per p iniziale. In realt. il fenomeno del tutta
differente: in gennanico, come in latino, ft tendeva a sonorizzarsi
all'int(;mo di parola; soltanto l'accento collocato sulla vocale
preedente ha potuto impedirlo. Cosi tutto va capovolto: il fatto
spontaneo, non combinatorio, e l'acct'nto un ostacolo, invece
d'esser la causa efficiente. Bisogna dire: ogni p interna diven-
tata rf. a meno che l'accento collocato sulla preedente non
vi si sia opposto .
Per ben distinguere d che spontaneo e ci che combina-
torio.bisogna analizzare le fasi della trasformazione e non scam-
biare il risultato mediato col risultato immediato. Cosi, per spie-
gare il rotacismo (cfr. lat. *genesl's -) gmefl's), inesatto dire cbe
177
s diventata T tra vocali, perch s, non avendo ,monu laringale,
non pu mai are T di primo acchito. In n:ait vi sono due atti:
s diventa z per cambiamento combinatorio; ma z, non essendo
stata conservata nel sistema fonico latino, rimpiazzata dal suono
r assai vicino, e questo cambiamento spontaneo. Cos, con un
grave errore, si confondevano in un solo fenomeno due fatti
disparati; l'errure <:onsish: da una parte nel pn:t1dere il risultatu
mediato per immediato (5 T invecl' di z - T) e, d'altra parte,
consiste nell'intendere il fenomeno totale come combinaturio, men-
tre non lo che [:m] nella sua prima parte. come se si dicesse
che in francese e diventato a davanti a nasale. In realt si-sono
avuti in fasi successive un cambiamcnto combinatorio, e cio
la nasalizzazione di r a causa di Il (clr. lat. frane. vb!l,
1<l.t. ftmil!a frane. jem;), e poi il cambiamento spontaneo di e
in ii (dr, film;, attualmente vii, falli). Invano si obietterebbe
che d potuto avvenire solu da\'anti a consonante nasale: non
si tratta di sapere perch e s' nasaliuata, ma sulo se la trasfor-
mazione di 1: in ii spontanea o combinatoria.
Il pi grave C1Tore di m{'torio {'hl" vogliamo qui ricordare,
bench non si ricolll'ghi ai principi esposti pi in alto, cunsiste
nel fonnulare una legge fonetica al preSl:nte, come se i fatti che
essa abbraccia esistessero una volta per tutte, anzich nascere
e morire in una parte del tempo. Questo il caos, perch cos
si sopprime ogni successione cronologica degli eventi. Abbiamo
gi insistito su questo punto a p, II7 e sg., analizzando i fenomeni
successivi che spiegano la dualit I,/klles : ihTiksi, Quando si dice
t 5 diventa " in latino si fa credere che il rotarismo inerente
alla natura della lingua, e si resta imbarazzati davanti a eccezioni
come ,isus ece. Soltanto la formula t s divent in latino
1 a una certa epoca autorizza a pensare che, nel momento in
cui s passava a', cal/sa, Ti5US non avevano s intervocalica l'd erano
al riparo dal cambiamento: in effetti allora si diceva ancora
caussa, rissu5. Per una ragione analoga bisogna dire' ti divent
l in dialetto ionico (cfr. mJtlT -----> mft ecc.), perch senza ri non
si saprebbe che fare di fonne come pJsa, Phti5i ere, (che erano
ancora pansa, phansi all'epoca del cambiamento).
178
4 Cause dri cambiamenti fonetici,
_ di tali cause uno dei problemi pi difficili della
lIngUistIca. Sono state proposte varie spiegazioni, nessuna delle
quali porta una luce completa.
. 1. detto che la razza avrebbe delle predisposizioni dett:r-
a prfoTi la direziOne dei cambiamenti fonetici. Vi in
CIO un. problema di antropologia comparata: varia l'apparato
fonatono da una razza all'altra? No, nOn pi che da un individuo
un altro; Un negro trapiantato dalla nascita in Francia parla
Il, 'r:ancese ta.nto bene quanto gli iridigeni. Per di pi, quando
CI SI di -espressioni come t l'organo italiano, oppure t la
del Gennani non ammette questo si rischia di trasformare
pennanente un fattu puramente storico; un errore
sllmle a quellu di chi fomlula un fenomeno fonetico al presente;
l'organo ionico rontrano alla ti lunga e la
Cambia In l'' e falso come dire che in Jonico ii adiventa l,
L'organo ionico non aveva alcuna ripufT'nanz.
, _ o" . a pronun-
a in alcuni casi, Non si tratta dunque
di lIna llIl'apaClta antropologica, ma di un cambiamento nelle
abitudini articolatorie. Similml'nte il latino, che non aveva con-
sen'ato la 5 inter\'ocalica, la ha reintrodotta un po' pin tardi
(cfr. -} 'ISIIS); questi cambiamenti non indicano una
disposizione pennanente dell'organo latino,
Vi senza dubbio una direzione generale dei fenomeni fonetici
data presso un popolo deh:nninato; le monottonga_
ZI,OIll del d1ttonghi in francese moderno sono le manifestazioni
d una sola e identica tendenza; ma si potrebbero trovare delle
correnti generali analoghe nella storia politica, senza che il loro
storico sia messo in dubbio e senza. che vi
SI veda un'mfluenza diretta dalla razza.
z. Si sono spesso considerati i cambiamenti fonetici come un
:datt,ammto alle condizioni del suulo e del clima. Certe lingue
f l'l Nord le certe lingue del Mezzogiorno
anno un ptu largo uso di Vocali, donde il loro suono armonioso
Il e le condizioni di vita possono bene influire sulla lingua:
ma il problema si complica quando si entra nei dettagli: cos,
accanto agli idiomi scandinavi tanto pieni di consonanti, \'i sono
179
,.,
",
quelli dci Lapponi e Finlandesi pi voca.lici dello stesso italiano.
Si noter inoltre che l'accumulazione delle consonanti nel tedesco
cuiltemporaneo , in parecchi casi, un fatto assai recente, dovuto
a cadute di vocali post-toniche, che certi dialetti del
della Francia riluttano meno del francese settentrionale ai
gruppi consonantici, che il serbo ne presenta tanti quanti il russo
moscovita ecc.
3. Si il latta intervenire la legge del minimo slorzo, che rim-
piazzerebbe due articolazioni con una sola, o un'articolazione
difficile con una pili comoda. Quest'idea. checch se ne dica, me-
rita essa pu spiegare la causa. dei fenomeni in una certa
misura, o almeno indicare la direz.ione in cui tale causa va cercata.
La legge del minimo sforzo sembra spiegare un certo numero di
casi: cos, ad esempio, il pa.ssaggi dell'ocdusiva a spirante (lIa-
blre -> alloir), la caduta di masse l'nonni di sillabe finali in molte
lingue, i fenomeni di assimilazione (per es. Zy _ il, alyos gr.
dllos, .111- _ 1m, .alnos -> aflUIiS in latino), la mon.ottongazione
dei dittonghi, che n'm altro che una variet dell'assimilazione
(per es, ai lrane. maizoll -> IIIFii maison.) ecc.
Tuttavia si potrebbero menzionare altrettanti casi in cui acca-
de esattamente il contrario, Alla monottongazione si pu opporre
per esempio il cambiamento di i, 11, il tedeschi in ei, au, eli, Se si
asserisce che l'abbreviamento sla'vo di a, ein ii, l dovuto al mi-
nimo sforzo, allora occorre pensare che il fenomeno inverso pre-
sentato dal tedesco (fii/er e gibcn diventati Valer e gibw) e dovuto
al massimo sforzo. Se si ritiene la sonora piil lacile a pronun-
della sorda (dr, opera __o. provo obra), l'im'erso de\'e richie-
dere uno sforlo piu grande, e tuttavia lo spagnolo t passato da
i a X{dr. hizo figlio . scritto hijo}, ed il gennanico ha cambiato
b d g in p t k. Se la perdita dell'aspirazione (cfr. indoeuropeo
.bhu6 _o> germ. ba,m\ considerata come una diminuzione dello
slorzo, che dire del tedesco, che la introduce l do\'e non esisteva
(Tanti', Pllie ecc. pronunziati TJumne, Phl.le)?
Queste osservazioni non pretendono di rifiutare la soluzione
proposta. In effetti non si pu detenninare per ciascuna lingua
ci che pi facile o difficile da pronunziare, Se vero che
l'abbreviamento corrisponde a un minimo sforzo nel senso della
durata, altrettanto vero che le pronunzie trascur.l:te si risolvono
180
nella lunga e che la breve una maggiore attenzione. Cosi,
supponendo predisposizioni differenti, si possono presentare dUe
fatti opposti sotto uno stesso colore. Egualmente, l dove k
diventato lfi (dr. lat. cedere ital. udere), sembra, conside"
rando soltanto i tennini estremi del cambiamento, che vi sia
aumento di sforzo; ma l'impressione sarebbe forse diversa se si
ristabilisse la catena; k di\enta h' palatale per assimilazione alla
vocale seguente; poi k' passa a ky; la pronunzia non diventa
pi difficile: due elementi intrecciati in h' sono stati nettamente
differenziati: poi da hy passa successivamente a Iy, t"i, tS sem_
pre con uno sforzo decrescente.
Ci sarebbe da fare un \'ast" studio che, per esser completo,
dovrebbe considerare sia il punto di vista (questione
dell'articolazione) sia il punto di \'ista psicologico (questione
dell'attenzione),
4 Una spiegazione che gode favore da qualche anno attribuisce
i cambiamenti di pronunzia aUa educazione fonetica dell'infanzia,
t dopo molte esitazioni, molti tentati\; e rettifiche che il bam-
bino arriva a pronunziare quel che sente intorno a s; in ci
sarebbe il genne dei cambiamenti; certe inesattezze non corrette
prevarrebbero nell'individuo e si fisserebbero nella generazione
che cresce. I nostri bambini pronunziano spesso l per k, senza
che le nostre lingue presentino nella loro storia cambiamenti
fonetici corrispondenti; ma non accade lo stesso per altre
mazioni; ad esempio a Parigi molti bambini pronunziano fl'eur,
bl'anc con l I1lO1fillie; ora, in italiano con un processo analogo
che flarelll passato a fl'aTe e poi a fiOTe.
Queste constatazioni meritano ogni attenzione, ma lasciano
il problema intatto; infatti non si vede perch una generazione
convenga di conservare certe inesattezze e non altre, essendo 'lioti
tutte egualmente naturali; in realt la scelta delle pronunzie viziose
appare puramente arbitraria e non se ne vede la ragione. Inoltre,
perch il fenomeno riuscito a venire alla luce questa volta e
non altre?
Quest'ultima osservazione si applica d'altronde a tutte le
cause precedenti, se ne ammettiamo l'azione; l'influenza del clima,
la tendenza al minimo sforzo, la. predisposizione della razza
stono in modo permanente o durevole; perch agiscono in maniera
181
'0'
intennittente, ora in uno ora in altro punto del sistema fonolo-
gico? Un avvenimento storico deve avere una causa
non ci si dice ci che in ciascun caso viene a. mettere In moto
un cambiamento la cui causa generale esisteva da lungo tempo.
questo il punto pi difficile da chiarire. .
5. Si cerca qualche volta una di tali cause detenninantl nello
stato generale della nazione a un _dato momento. Le lingue attra-
versano pii! movimentate d'altre: si pretende di collegarle
ai periodi agitati della stnria esterna e scoprire cos un
tfa la instabilit politica e la instabilit linguistica: d fatto,
crede qi potere applicare ai cambiamenti fonetici le
concernenti la lingua in generale. Si osserva ad esempio l plU
gravi rivolgimenti del latino nel suo passaggio aUe lingue romanze
coincidono con l'epoca assai tonnentata delle invasioni. Per non
sbagliare, bisogna attenersi a due distinzioni.
a) La stabilit politica non influisce sulla lingua all,O
modo dell'instabilit; non vi nel rapporto alcuna reClproClta.
Quando l'equilibrio politico rallenta l'evoluzione ddla si
tratta d'una causa positiva, b-ench esterna, mentre !'instabIlit,
il cui effetto contrario, nun pu agire che l)egativamente. L'im-
mobilit, la relativa d'un idioma pu provenire da
esterni alla lingua (influenza d'una corte, della scuola, di
un'accademia, della scrittura ecc.), che a loro volta sono
riti positivamente dall'equilibrio sociale e politico. Al
se qualche rivolgimento esterno sopravvenuto nella
della nazione fa precipitare l'evoluzione linguistica, <:I,
perche la lingua torna semplicemente allo. di In
segue il suo corso regolare [1731. L'immobIlit del eta
classica dovnta a fatti esterni, e non pu confrontarsi con I cam-
biamenti che ha subito pi tardi, poich questi si sono prodotti
spontaneamente, in assenza di certe condizioni esterne...
b) Qui sono in soltanto fenomeni fonetiCl .1' non
tutte le specie di modificazioni della lingua. Si capisce I cam-
biamenti grammatkali sono in rapporto a qnest'nrdine di cause;
sotto qualche aspetto, i fatti di grammatica hanno sempre a eh:
fare col pensiero e subiscono pi facilmente il .del
rivolgimenti esterni, poich questi hanno una pi Immediata
ripercussione sullo spirito. Ma niente autorizza ad ammettere
182
che alle epoche agitate della storia di una =ione corrispondano
evoluzioni precipitose dei suoni di un idioma.
Del resto non possibile citare alcuna epoca, perfino quclle
in cui la lingua in un'immobilit artificiosa, che non abbia cono-
sciuto qualche cambiamento fonetico.
6. Si fatto altres ricorso a1l"ipotesi dci osostrato linguistico
certi cambiamenti sarebbero dovuti a una popola-
zione indigena assorbita da nuovi venuti. Cos ad e;;empio la diffe-
renza tra le lingue d'oc e d'oli corrisponderebbe a una diversa
proporzione dell'elemento celtico autoctono nelle due parti della
Gallia; si applicata questa teoria altres alle diversit dialettali
dell'italiano, che si ricoIiducono, a seconda delle regioni, a in-
flUenze liguri, etrusche ecc. Ma, anzitutto, questa suppone
delle circostanze che si incontrano di mdo; inoltre, occorre preci-
sare: si vuole dire che adottandu la lingua nuova le popola-
zioni anteriori vi hanno introdotto qualche cosa delle loro abi-
tudini foniche? Questo ammi51iibile e abbastan7.a naturale; ma
se si 'fa nuovamente appello ai fattori imponderabili della razza
ecc., ricadiamo nelle oscurit segnalate pi su.
7. Un'ultima spiegazionc, che nemmeno merita questo nome,
assimila i cambiamenti fonetici ai cambiamenti .dclla moda. Ma
questi ultimi nessuno li ha spiegati: si sa solo che dipendono
dalle leggi di imitazione, che preocupano molto gli psiculogi.
Tuttavia, se questa spiegazione non risolva il problema, essa ha
il vantaggio di farlo rientrare in un altro pi vasto: il principio
dei cambiamenti fonetici sarebbe puramente psicologico. Soltanto,
dove sia il punto di partenza dell'imitazione, questo il mistero,
sia per i cambiamenti fonetici sia per quelli della moda.
5, L'azione dei cambiamcnti fOllCt:i illimitata.
Se si cerca di valutare l'effetto di tali cambiamenti, si vede
molto presto che esso illimitato e incalcolabile, vale a dire dle
non possibile prevederc dove i cambiamenti si arresteranno.
puerile credere chc la pamla possa trasfonnarsi soltanto fmo
a un certo punto come se le inerisse qualche cosa che potesse
prescn'ada. Questo carattere delle modificazioni fonetiche di-
'"
,o.
""
pende dalla qualit arbitraria del segno linguistico, che non ha
alcun legame con la significazione [:l'l&J.
Si pu s constatare a un momento dato che i suoni di una
parola si sono deteriorati e in qual misura, ma non possibile
dire in anticipo fino a qual punto essa e diventata o diventer
irriconoscibile.
Il germanico ha fatto passare l'indoeuropeo *aiU'olti (cfr. lat.
ac,'olll) a *aill:"Otl, "aiUla, a.:,. come tutte le altre parole con la
finale; poi aiw passato in antico tedesco a ew, come
tutte le parole contenenti il gruppo aL'; quindi, poich ogni
w finale si cambia in 0, si avuto io; a sua volta io passato a
eo, io, altre regole altrettanto generali; io ha dato in se-
guito , je, per sboccare, in tedesco moderno, in je (dr. ,das
sdlouste, was ich je gesehen habe I).
A non considerare che il punto di partenza e il punto d'arrivo,
la parola attuale non contiene pi nemmeno uno degli elementi
primitivi; tuttavia ogni tappa, presa isolatamente, assoluta-
mente certa e regnlare; inoltre ciascuna limitata nel suo effetto,
ma l'insieme d l'impressione di una somma iUimitata di modi-
fiche. Si possono fare le stesse considerazioni sul latino calid/ml,
confrontandolo dapprima senza transizione con d che diven-
tatu in francese moderno {sp, scritto chaud _l, poi ristabilendo
le tappe: calidrmr, calidu, caldll, cahi: aut, lSalt, /Saut, salII, pt,
sp. Confrontate ancora il lat. volgare *u:aidanju ge (scritto
gaio ",IllS If/wi (scritto _moins &), hoc lllf -> Wl (scritto
,oui 1).
I! fenomeno fonetico inoltre illimitato e incalcolabile nel
senso che tocca qualunque tipo di segno, senza fare distinzioni
tra un aggettivo, un sostanti\'o ecc., tra un radicale, un suffisso,
una desinenza ecc. Deve essere cos a priori, perch, se la gramma-
tica interveruss.c, il fenomeno fonetico si confonderebbe con il
fatto sincroruco, cosa radicalmente impossibile. Sta in ci quel
che si pu chiamare il carattere cieco delle evoluzioni di suoni [nSl.
Cosi in greco s caduta dopo Il non soltanto in *kJuins(s
t oche _, *minses l mesi & {donde khblM, minesl, in cui non aveva
valore grammaticale, ma anche nelle forme verbali del tipo
(/ellsa, *ephallSa ecc. (donde itei,la, iplJi1la ecc.), in cui serviva
a l'aoristo. In medio alto tedesco le vocali post-to-
184
niche J, , d, 6 hanno assunto il timbro uniforme e (giml ha dato
Giebd, meistar Meter) bench la differenza di timbro carntte_'
rizzasse parecchie desinenze; cosi che l'accusativo singolare botOli
ed il genitivo e dativo singolare bo/m si san confusi in bOleti.
Se dunque i fenomeui fonetici non Sono arrestati da alcun
limite essi devono apportare una perturbazione profonda nell'orga_
nismo grammaticale. sotto questo aspetto che li considereremo
subito appresso.
185
".
Capil"l" l''
CO:"SEGl'E:\ZE
IlELL'EVOIXZIOXI:: FO:\ETrcA
I. Rol/ura dd legame grammaticale (2
711
1.
211 Una prima conseguenza del fenomeno fonetico di rompere il
legame grammaticale che unisce due o pi termini. Cos accade che
una parola non sia pi sentita come derivata da un'altra. Esempi:
L'evoluzione fonetica rompe anche il rapporto normale che
c'era tra due forme flesse delio ste!iSO vocabolo. Cos comes _
comilllm diventa in francese antico c/le!IS Il comlc, baro - barOlletn
diventa ber Il barOli, prcsbitu - presbitemlll diventa pres/re Il
provoire,
In altri casi una desinenza che si scinde in due, L'indoeuro-
peo caratterizzava LUtti gli accusati,-i singolari con una stessa
desinenza tinale _mI ("ck
1
"OIll, "ol/!im, "podm, "Jlliitllrl/l ecc.); in
latino non si sono avuti a questo riguardo cambiamenti radicali;
ma in greco il trattamento assai differente della nasale sonante e
coa-sonante ha creato due serie di forme: hlppon, 6{1I.)in : pOda,
mdtera. L'accusativo plurale presenta un fatto del tutto simile
(dr..Mppol/s e pridas),
:2. Offllscamm/o deiJa composiziolle delle parole.
Questa separazione ha naturalmente il contraccolpo sul
valore: cosi che in certe parlate locali berger arriva a significare
specialmente guardiano di
Ancora similmente:
maison Il mnagc
La linguistica vedeva un tempo in "ma/ls"ifllflicus il
derivato di ma/lsio, poi le vicissitudini fonetiche li hanno sepa-
rati. Similmente:
Grii/iiillvpolis - griitiiillopolifiinus deum - lmdecim
GmlOble Il Grisiv41<datl dix Il onu
Va caso analogo quello del goto bi/ali ;o mordere o, - bi-
212 tum abbiamo morso l, - bitr mordente, amaro o; a seguito
del cambiamento di I in /s (z), da una parte, e della conservazione
del gruppo tr, dall'altra parte, il gennanico occidentale ha: bi-
3an, biS/Wl Il bitr [271],
mal/sio
(ve"17,'ex
lat. pop. bcrbix
brebis [I
"mansionlilicus
t'crvicarius)
bcrbicarius
baga
Un altro effetto grammaticale del cambiamento .fonetico
nd "'tatto che le parti distinte di una parola, che con-
tribuivano a fissarne il valore, cessano di essere analizzabili:
la parola diventa un tutto indivisibile. Esempi: franco ellllemi
(lat. ill-imiclls - am/CI/s), in latino pcrdl:re (ia latino pi
tico per-dare - dare), amido (per "ambjacio - jacio), in te-
desco Dritlel (per drit-leil - leil).
Si vede d'altronde che questo caso si riporta a quello del para-
grafo precedente: se per esempio emtemi inanalizzabile, ci
significa che non lo si pu pi accostare come inimicIIs al scm-_
plice am;cus; la fonnula:
amiclts inimiclIs
"mi Il ..n/umi
del tutto simile a:
mallsio - I)I(lIISiolliiJiclIS
maiSQII Il minage
Cfr. ancora duelli - Jllldecim : dix II Qnze.
, o -II? Clr. p. III, nota [Edd.j.
..,
186
187
Le forme semplici huru;, hane, Mc ecc. del latino classico risa-
lenti a hon-cc, hallce, lui-ce come mostrano delle forme epigrafiche,
sono il risultato dell'agglutinllZione d'un pronome con la parti-
cella -ce; in precedenza si poteva accostare hon-ee ad te-a; ma pi
tardi, -e essendo caduta fonetieatnente, ci non pi stato possi-
bile; il che vale a dire che non si distinguono pi gli elementi
di hunc, MllC, luie ecc.
L'evoluzione fonetica comincia col confondere l'analisi prima
di renderla del tutto impossibile. La flessione nominale indoeuro-
pea offre un esempio di questo caso.
L'indoeuropeo declinava n(lm. sing. *pod-s, acc. *pori-m, dato
*pod-ai, loc. *pod-i, nom. pl. *pod-es, ace. *pod-ns ecc.; la fles-
sione di *ek
1
wos era all'inizio esattamente parallela: *ekiwo-s,
*ek,Ulo-m, *ek,wo-ai, *ek,woi, *ek,wo-es, ck,wIrIIS ecC. A que-
st'epoca si estraevano facilmente sia *pod- sia *tk1wo-. Ma pi
tardi le contrazioni vocaliche modificarono questo stato: dato
*ck
1
wOi, loc. *Ck,UlOi, nom. pl. *ek,w&;. Da quel momento la niti-
dezza del radicale *ck
1
wo- compromessa e l'analisi comincia
a sviarsi. Pi tardi ancora nuovi cambiamenti, quali ad esempio
la differenziazione degli accusativi (v. p. 187). cancellano le ul-
time tracce dello stato primitivo. I contemporanei di Senotonte
avevano probabilmente l'impressione che il radicale fosse hipp-
e che le desinenze fossero voealiche (hiPp-os ecc.). donde la asso-
luta separazione dei due tipi -ek,wo-s e .pod-s. Nel dominio della
flessione. come altrove, tutto ci che turba l'analisi contribuisce
ad allentare i legami grammaticali.
3. Noti esistlmo doppioni fonetici.
1Il4 Nei due casi considerati nei paragrafi I e 2, l'evoluzione separa
radicalmente due termini in origine uniti grammaticalmente. Que-
sto fenomeno potrebbe dare luogo a un grave errore di interpre-
tazione.
Quando si constata l'identit relativa del tardo latino barii .-
ba,nem e la disparit dell'a.ntico francese ber ba,on, non si
tentati di dire che una sola e stessa unit primitiva (bar-l si
sviluppata in due direzioni divergenti ed ha prodotto due forme?
188
No, perch uno stesso elemento non pu essere SGttomesso simul.
taneamente e in uno stesso luogo a due trasformazioni differenti;
ci sarebbe contrario alla stessa definizione di cambiamento fo-
netico. Per se stessa revo!uzl:>ne dei suoni non ha la virt di creare
due fonne invece duna.
Ecco le obiezioni che si possono fare alla nostra tesi; suppo-
niamo che siano introdotte con esempi.
Colloclirc, si dir. ha dato cOllcher c coltogller. No, soltanto
cOl'ciler; colloqucr non altro cbe un prestito dotto della parola
latina (cfr. ,anO/l e ridcmptioll ecc.).
Ma raihcdra non ha forse dato cllaire e cllaise, due parole auten-
ticamente francesi? In realt, rilaise una forma dialettale. La
parlata di Parigi cambia\"a r iutervocalica in z; dio::eva per esem-
pio: p:se. mse per prc. JII,e; il francese letterario non ha con-
servato che due esemplari di questa pronunzia locale: ,haise e
bsicles (doppione di bericles derivante da b7)'l). li caso esatta-
mente comparabile a qucllo del piccardo rescap. che passato
in francese comune e che ormai si trova cos in contrasto con r-
elulpp. Se si incontrano fianco a fianco cO!'alier e clUl!alier, caval-
cade e du:ml/chic, ci,", acmde perch ,a,'ali" e clwaleade sono
stati presi in prestito dall'italiano. in fondo lo stesso ca..w di
ealidlllll. che ha dato in francese ,balld e in italiano caldo. In tutti
questi esempi si tratta di prestiti.
Se tuttavia si pretende che il pronome Iatino mi mppresen-
tato in francese da due forme, mc e mai (cfr. il me \"oit. e c c'est
moi qu'il \'oit 'l, si risponda: il lat. mi atono che ha dato
mc; me tonico ha dato moi; la o l'a...sem:... dell'accento
dipende non dalle legb fonetkhe che hanno fatto p.."lSsare mi
a me e mDi, ma dal ruolo di questa parola nella frase; una dua-
lit grammaticale. Similmentc in tedesco *117- restato U7- se
accentato ed diventato I!r- nella pretonica (dr. lirlallb .. c,ldlf-
ben); ma questo stesso gioco dell'accento legato al tipo di com-
posizione in cui entm"a 117-, e di conseguenza ad una condizione
grammaticale e sincronica. Infine, per t<lmare al nostro esempio
di prima, le differenze di forme e di aceento che presenta la cop-
pia Mro : bariinem sono evidentemente ;"Ulteriori al cambiamento
fonetico.
In effetti non si constatano mai dei doppioni fonetid. L'e"olu-
189
zione dei suoni non fa che accentuare delle differenze preesistenti.
Dovunque tali differenze non siano dovute a cause esterne,
come il caso dei prestiti, esse suppongono delle dualit gramma-
ticali e sincroniche assolutamente al fenomeno fonetico.
4. L'allemanza.
In due parole COffie maison e tIIJlage si poco tentati di cer-
care ci che fa la differenza dei termini, sia perch gli elementi
dillerE'l1ziali (-uri ed -eJl-) si pre!;tano male al confronto, sia perch
nbSuna altra coppia presenta una opposizione parallela. Ma
accade spesso che i due termini vicini differiscano soltanto per
uno o due elementi facilmente individuabili, c che questa diffe-
renza si ripeta regolannente in una serie di coppie parallele; si
tratta allora dci piil vasto e urdinario dci fatti graffi=ticali in
cui i cambiamenti fonetici giochino un ruolo: esso chiamato
allemanza.
216 In francese ogni ii latina in sillaba apo;:rta diventata eri se
accentata ed 011 nella sillaba pretonica; i qui r:oppie cume P014-
VOllS : peut'wl, oe14t're : ollt'rier, IWl,vealt: lIellf ecc., nelle quali si
individua senza sforzo un elemento di differenza e di variazione
regolare. In latino il rotacismo fa alternare geri; c gesllls, rmeris
ed Onl'S, maeror e maestll5 ecc. In gerrnanicu essendo S trattata
diversamente a seconda del posto dell'accento si ha in medio
alto tedesco ferliesllI : ferloTeIl, friestll . gefTo-
ren ccc. La caduta della e inueuropea si rillette in tedesco moderno
in opposiziuni come bcissen bs, leiden : liU, rei/m: rill ecc.
In tutti questi esempi l'elemento radicale che viene toccato;
ma va da s che tutte le parti delia parola possono presentare
delle opposizioni simili. Niente di pi comune. ad esempio, di
un prefisso che appaia in forme diverse a seconda della natura
dell'iniziale del radicale (cfr. greco apo-dldomi: ap-ircJwmai,
franc. iolCOIlIIU : inutile). L'alternanza indoeuropea c: o che deve
pure, in fin dei conti, risalire a una causa fonetica, si trO\'a in
un gran numero di elementi suffissali (greco Mppos : hlppc, phr-
--.o-meli' pMT-e-k. gJl-{)s . per giJl-es-{)s e<::c.). L'antico
ha un trattamento speciale per a latina accentata dopo
l'O
palatali; donde un'alternanza e : ie in numerose desinenre (cfr.
chal-eT : jU{J-ier, chanl-- .' jug-ii, challl-ez : jug-iez ecc.).
L'alternanza pu dunque esser definita: UI/.a corrispondenza
tra due suoni o gruppi di suoni deteTminaU, che si permutano
regolrmente Ira due serie di fanne coesi
s
tll1lli.
facile vedere che il fenomeno fonetico, come non spiega
da solo i dc,ppioni, cos non n la causa unica n la causa
cipale dell'alternanza. Quand-o si dice che il latino nov-
tato per cambiamento fonetico tItUV- e nO'IlV- (nelwe e nouveau),
si foggia un'unit immaginaria e si misconosce una dualit Sln-
cronica preesistente; la posiz.ione diversa di nov- in nov-us e in 21
tlOV-elJll5 nel tempo stCS60 anteriore- ./tl cambiamento fonetico
ed cminentemente grammaticale (cfr. baTo: baTanem). Appunto
questa dualit all'origine di ogni alternanza e la rende possibile.
II fenomeno fonetico non ha spezzato una unit, ha solo reso
pi sensibile. con lo scarto dei suoni Una opposizione di temIini
coesistenti. E un errore, condiviso da molti linguisti, credere
che l'alternanza sia d'ordine fonetico, semplicemente perch i
suoni ne foml,ano la materia e le loro alterazioni intervengono
nella sua genesi. In effetti, la si consideri nel punto di partenza
o di arri,o, l'alternanza appartiene Sempre alla grammatica e
alla sincronia.
5. Le leggi d'alternanza.
Le alternanze sono riducibili a leggi? E di quale natura sono
tali leggi?
Si consideri l'alternanza e .- i, cos frequente in tedesco moder_
no: prendendone tutti i casi in blocco e alla rinfusa (gebC11 . gibl.
Feld : Cejilrlr, lVeller: witlern, Ilelfell : Hiife, sellcn : Sicllt ecc.), non
se ne pu formulare un principio generale. :Ma se da questa
massa si estrae la coppia gebe : gibl per apporla a scheltell . schilt,
helfC1/ : hiljt, llehme'l . nifllmt ecc., ci si avvede che l'alternanza
coincide qui con una distinzione di tempo, di persona ecc. in
/illlg . Lii.IIge, staTk Stii.Tke, Ilart: HiiTIe ec<::., l'opposizione del
tutto simile a e legata alla formazione di sostantivi mediante
aggettivi, in Halld : Hii.llde, Cast: Giislc ecc. alla formazione
191
del plurale, e COSi m tutti i casi, cosi frequenti, che i germanisti
comprendono sotto il nome di Ablaut (si vedano ancora :
fand o jinden . FIUld, bifldm : band o binden .' Blmd, schies-
Se1I.' schoss : Sclmss, jliessen : jWss Fluss ecc.). L'Ablald, o va-
riazione vocalica radicaLe coincidente COli un'opposizione gram-
matkale, un esempio capitale di alternanza: ma essa non si
distingue dal fenomeno genera.ie per nessun carattere partico-
lare.
Si constata che l'alternanza d'ordinario distribuita tra pi
tennini in modo regolare, e che essa coincide con un'opposizione
importante di funzione, di categoria e di detennina.zione. pos-
sibile parlare di leggi grammaticali di alternanza; ma queste
leggi non suno che un risultato fortuito dei fatti fonetici che
ad esse han dato origine. Creando taLi fatti una opposizione fonica
regolare tra dul;'. serie di termini presentanti una opposizione di
,.alore, lo spirito si impadronisce della differenza materiale per
renderla signifJ.cativa e farLe sorreggere la differenza concettuale
(\". p. IO] sg.). Come tutte le leggi sincroniche, queste sono dei
semplici principi di disposizione senza forza imperativa. molto
scorretto dire, come \"Olentieri si fa, che la a di N.uM si cambia
in ii nel plur. Niichte: d d l'illusione che tra l'uno e l'altro ter-
mine intervenga una trasformazione regolata da un principio impe-
rativo. In realt abbiamo a che fare con una semplice opposizione
di forme risuLtante dall'eyuluzione fonetica. vero che l'analogia,
di cui tra poco discuteremo, pu creare nuove coppie mostranti
la stessa differenza fonica [III] (dr. Krrwz .' Kriillze rifatto su
Gast ; Gaste ecc.). La legge sembra allora applicarsi come una
regola che domina. l'uso al punto da modilicarlo. Ma non si deve
dimenticare che nella lingua queste pennutazioni sono alla merc
d'influenze analogiche contrarie, e d basta a far rilevare che le
regole di quest'ordine sono sempre precarie e rispondono intera-
mente alla definizione di legge sincronica.
PU altres accadere che la condizione fonetica che ha provo-
cato l'alternanza sia ancora manifesta, Cos, ad esempio, le coppie
citate a p. 191 a\e\,ano in antico alto tedesco la forma geban :
gibil, feJd: gafildi ccc. A quest'epoca, quando il radicale era se-
219 guito da una i, apparl,'a esso stesso con i im'ece che con e,
menlre in ogni altro caso presentava e. L'alteman7.a del lat.
192
faci6 : conjiciii, U/llcl4S : itlill'licus, fat:ilis _. diffidJis egualmente
legata a una condizione fonica che i soggetti parlanti avrebbero
espresso cos; l'a di una parola del tipo facj{i, amicus ecc. alterna
con i nelle parole della stessa famiglia in cui a si trova in sillaba
interna.
Ma queste opposizioni foniche suggeriscono esattamente le
stesse osservazioni di tutte le leggi grammaticali; esse sono sin-
croniche; se lo si dimentica, si rischia di commettere l'errore gi
segualato a p. II7. Di fronte a_coppie come facio .' canficio bi-
sogna guardarsi bene dal confondere il rapporto tra terntini coesi-
stenti con quello che connette i tenniui successivi del fatto dia-
cronico (canfacio c01ljicio). Se si tentati di larlo, ci dipende
dal fatto che la causa della differenziazione fonetica ancora
visibile in questa coppia: ma la sua azione appartiene al passato,
e per i soggetti non snssiste altro che una semplice opposizione
sincronica.
Tutto ci confenna quel che s' detto del carattere
mente grammaticale dell'altemania. Ci si serviti, per desi-
gnarla, del tennine, d'altronde molto corretto, di permutazione;
ma meglio evitarlo, proprio perch lo si spesso applicato al
cambiamento fonetico e perch suscita una falsa idea di movi-
mento l1I. dove non v' che stato.
6. AlleTflanza e legame grmmnatieale.
Abbiamo visto che l'evoluzione fonetica, cambiando la forma
delle parole, ha per effetto la rottura dei Legami grammaticali
che possono unirle. Ma questo ,'ero soltanto per le coppie iso-
,
late come mllisan : mnage, Teil : Dritte! ecc. Quando si tratta
d'al!emanza. non pi lo stesso.
anzitutto evidente che ogni opposizione fona un po'
regolare tra due elementi tende a stabilire un legame tra quI'-
sti. Welte' istintivanlCnte connesso a wiltml, poich si
abituati a vedere e alternare con i. A maggior ragione, dal mo-
mento in cui i soggetti sentono che una opposizione
fonica regolata da una legge generale, la corrispondenza abi-
tuale si impone alla loro attenzione e contribuisce a rinsaldare
193
7. S4USSIl"
il legame grammaticale piuttosto che ad allentarlO.
l'Ablaut tedesco (v. p. 191) accentua la percezione dI'li urut
dicale attraversO le varia;r;ioni vocaliche.
rn L stesso avviene per le alternanze non significative, ma legate
o . f . ( ,pretldre
una condizione puramentp. f'lllH:a. Il pre lSO re- r . '
rdoucher ecc.) ridotto a .'- dinanz.i a vocaie
rache/et ec.). Similmente il prefisso In-, be-n Vitale anche on.
. dotta appare nelle stesse condizioni in due forme
gme , .. bI mu
_ in incannu, indigne, ill1!u/br CCC., ed in- m l, -
;le illeSlluitiqllt ecc. Questa differenza non rompe In alcun
l'uclt di C'lllCczione, perch senso e co.uceplt,l
come identici e la lingua fissa rigidamente i caSI In CUI 1ITlpleg
h
era
l'una o l'altra forma.
194
Capitala Il'
L'AXAL(J(;IA
I. Defilliziolle M esempi Iml.
Da quanto precede risulta che il fenomeno fonetico un fat- Ul
torI' di turbamento. Dovunque non crei delle alternanze, contri-
buisce ad allentare legami grammaticali che uniscono le parole
tra loro: il totale delle fonne ne viene aumentato inutilmente;
il meccanismo linguistico si oscura e si complica nella misura in
cui le irregolarit nate dal cambiamento fonetico prevalgono sulle
fonne raggruppate sotto tipi generali, ossia nella llsura in cui
l'arbitrariet assoluta prevale sull'arbitrariet relativa (v. p. 160),
Fortunatamente l'effetto di queste trasfonnazioni bilanciato
dall'analogia [180]. Appunto da questa dipendono tutte quelle mo-
difiche nonnali dell'aspetto esterno delle parole che non sono
di natura fonetica,
L'analogia implica un modello e la sua imitazione regolare.
Una Fnma analogua una forma fatta a immagine d'una o pi
altre secondo una regola determinata.
Cos, ad esempio, il nominativo latino Mrwr analogico. Si
detto dapprima /lotlOS ; lIono5em, poi, per rotacizzazione della s,
lIon05 : hon6I'em. Il radicalc ebbe da quel momento una doppia
Ionna; questa dualit [u eliminata dalla nuova [onna lIon6r,
creata sul modello di 6rat6r : 6rtiloTem ecc., con un procedimento
che studieremo pi oltre e che gi ora riconduciamo al cal- 2U
colo del quarto t"'rmine d'una proporzione:
6riitiiTem : 6I'iiJor = lIonorem
x = homJf
195
2. I jNlo1neni analogi "on sono cambialllhlti.
verbo analogo ai verbi in -mi del greco: bim, sttim, gilJl, tuom,
che da soli hanno imposto questa terminazione a tutta la flessione
debole. Osserviamo che qui l'analogia non ha oscurato una di-
versit fonetica, ma ha generalizzato un modo di formazione.
I primi linguisti non compresero la natura del fenomeno del-
l'analogia, che essi chiamavano _falsa analogia., Essi credevano
che inventando hQ1/Or il latino 9 si era sbagliato, circa il prototipo
honOs. Per essi, tutto ci che si discosta dall'ordine dato una
irregolarit, un'infrazione a una forma ideale. Con un'illusione
caratteristica dell'epoca, si vedeva nello stato originario della
lingua qualcosa di snperiore e di perfetto, senza che ci si chiedesse
se quello stato fosse o no preceduto da un altro. Ogni libert
rispetto a quello era dunque un'anomalia, la Scuola neogram-
matica che per la prima volta ha asse-gnato all'analogia il suo vero
posto, mostrando che essa , con i cambiamenti fonetici, il grande
fattore di evoluzione delle lingue, il procedimento mediante cui
esse passano da uno stato d'organizzazione all'altro.
Ma quale la natura dei fenomeni analogici? Si tratta, come
comunemente si crede, di cambiamenti?
Ogni fatto analogico un dramma a tre personaggi Qie sono:
l. il tipo trasmesso, legittimo, ereditario (per esempio hrmos); 2
. il concorrente (honor); 3. un personaggio collettivo, rappresentato
dalle forme che hanno creato il concorrente (honOrem, lirtitClr,
OrtU&ent ecc.). Si preferito considerare honor come una modifi-
cazione, un _metaplasmo I di fwnos; da qUest'ultima parola
che /s(moT avrebbe tratto la maggior parte della sua sostanza.
Ora, la sola forma che non conta niente nella generazione di
!lomw per l'appunto !lo"os.
Il fenomeno pu raffigurarsi col seguente schema:
FORME TR.\.SMESSE
".
------l> hrmor
FORMA NUOVA
honorem, 'I
ortitor, lirtitarem, ecc. \
(g."ppo g."uatM.)
hOllOS )
(di ..... i ""IO si ti..... COIlfo)
Come si v<:de, per bilanciare l'azione diversificante del cam-
biamento fonetico (MnQS : hanarem), l'analogia ha nuovamente
unificato le forole e ristabilito la regolarit (hmwr :
In francese si detto a lungo il prl!llve, nQUS prauvons, Ils
pTmVellt. Oggi si dice il pral1ve, ils prouvent, forme che non possono
spiegarsi foneticamentCl; il aime risale al lat. anlat, meutre IWIIS
aima1ls analogico per amons; similmente si dovrebbe dire
invece di aimable. In greco, s sparita tra due vocali: -eso- di-
venta -eo- (cfr. gilUos per .gnesos), Ci mal-Vado, la s inter:<:
calica si trova al futuro e all'aornto di tutti i verbi VOCalICl:
lsa ilUsa ecc, L'analogia delle forme del tipo tupso, itupsa, in
cui; non cadeva, ha coo."Crvato la memomdel futuro e deU'aoristo
in s. In tedesco, mentre Gast : Gaste, Balg : Biilge ecc. sono
fonetici, Kranz: (pi ay_tlcamente krllllZ:
Bals: Balse (pi anticamente plui'al.e halsa) ecc. sono dovuti
all'imitazione.
L'analogia agisce in favore della regolarit e
i procedimenti di formazione e di flessione. Ma ha I SUOI capnc
Cl
:
accanto a Kra71t: Kriinze ecc., si ha Tag: Tage, Salt: Salze ecc.,
che per un motivo o per l'altro hanno resistito
non pu dirsi in anticipo fin dove si estender l'imitazlOne di un
modello n quali sono i tipi destinati a E cosi,non
sempre le forme piu numerose che mettono In moto i analogia.
Nel perfetto greco, accanto all'attivo ppheuga, ppheugas, pe,-
pheHgamen ecc" tutto il medio si flette senza a:
pephHgmdha ecc., e la lingua d'Omero mostra che questa a man-
cava anticamente al plurale e al duale deU'attivo {cfr. ome-
2'3 rico 'imen; iklon ecc.), L'analogia partita unicamente dalla
prima persona del singolare dell'attivo ed ha guadagnato. quasi
tutto il paradigma del perfetto indicativo. Questo caso moltre
notevole perch qui l'analogia connette al radicale un elemen.to
.-a-, in origine flessionale, da cui pepluUgamen; il contrano,
cio l'elemento radicale connesso al suffisso, , come vedremo a
p. 204, molto pi frequente.
Spesso, dne o tre parole iIlo1ate bastano a creare una.
generale, una desinenza ad esempio; in antico alto l verbi
deboli del tipo habm, lDbfm ecc. hanno una -m alla pnma persona
singolare del presente: habbn, lobiim; questa _III risale a qualche
196 197
",
. d . "a'ta di un dcll'jstallazione
Come SI ve e, SI .'
d'un concorrente accanto alla forma tradizionale, msomma d. una
Mentre il cambiamento fon-.:tico non introduce niente
cre3.Z1 m" . .azza }w
. nullaTe ci che c'era (hoJliircm nmpl -
di \Oliavo sen7.a an . te la
lIosem). I;; forma analogica non porta con s
. . d" nella che vil:'ll,e a duplicare. HOllor e bonrJs sono
spanZlOne l q . . ti
coesi,titi per un certo tempo ed hanno potuto Impiega,
- l r \utta a mali e-
l'uno invece dell'altro. Tuttavia, p'lich a ._
due sknUkanti per una sola idea, per lo plU la lorma pn
nerI: <> d"' nuesto
T meno re,olare, cade in desuetu me e spansce. -".
ml lva, ,,{ . ne' giunta a compl-
risultato che fa pensare a una tra annazlO _ .
t l'azione analogica, il vecchio stato (hons: hOllorem) ed
meu o 'nIla stessa oppoSI-
nuoVO (1IOIIor: JlOllrem) sono ID apparenza.e. .
zione di quella risultante dall'evoluzione del SUOni: Tutta:na,
l
momento in cui nasce honor, niente
ne l . . di honos non
ucsta parola non sostituisr..e niente; a spanllOne "
q, l'no un cambiamento, poich tale fenomeno
nemm . l rda degh
d
nte dal primo. Dovun'1ue sia possibile seguIre a ma ..
, . l" e l'ehmma-
f lin,,-n;stid si vede che !'innovaZIone ana O"lca ,
even 1 "'- , d f t hl' m nessun
zione della fonna antica sono due cose IS In e e c
unto si coglie una trasformazione.
p L'analogia ha tanto poco il carattere di sostituire una
con un'altra che la si vede s[lesso produrre fonne che non
scono niente. In tedesco si pu trarre un diminutivo in _cheti a
un qualunque 5(Istantivo di significato concreto; se forma
b
Il r a non sopplantereb e
si introducesse ne a mgu, d'
niente di preesistente. Analogamente fra.ncese sul modello
pension : pcnsi01lnaire, raclion : ecc., .qualcuno p er
creare intcromtionnairc o rpressionalre SignIficanti che : p.
l'intervento * -:he per la repressione . Questo processo eVI-
dentemente lo stesso di quello che una volta gener mlllor: l'n
trambi rinviano alla medesima fonnula:
,adion : ,bulionnaire = ,ijJ,ess
Um
"
% = ,pressionnaire
Il
' aso come nell'altro non vi il minimo appiglio per par-
e ne un c .' . nt' Altro
lare di cambiamenti: ripressiollnaire n{ln nmplaZZa me c.
esempio: da una parte si sente dire analogicamente ftnawr per
198
fil/als, elle passa per fonna pi regolare; d'altra parte qualcuno
potrebbe formare l'aggettivo jirmamen/aJ dandogli un plurale
firmamen/all.t. Si dir che in fi1laux vi cambiamento ed in fir-
malllenlall.X creazione? In entrambi i casi vi creazione. Sul mo-
dello di mur : emml/rer si fatto tour : m/aurer e joW' : ajourcr (in
un travail ajOlld.); questi derivati, relativamente recenti, ci ap-
paiono come creaziOl. ?tfa se noto che in un'epoca precedente si
possedc\-a eli/onICI' e ajorner. costruiti su /om e joro, dovr cam-
biare opinione e dichiarare che enlOlirer e ajourer sono modifica-
zioni di queste parole pi antiche? Cos l'illusione del, cambia-
mento o analogico viene dal fatto che si stabilisce una relazione
con un termine soppiantato daI nuovo: ma un errore, poich
le formazioni qualifir'.ate come cambiamenti (tipo IlOnor} hanno
la stessa natura di quelle che chiamiamo creazioni (tipo ripres-
sio/maire).
J. L'amuogia priMipio delk della lingua.
Se, dopo avere mostrato quel che l'analogia non , la studiamo
da un punto di vista positivo, immediatamente apparir che il
suo principio si confonde semplicemente con quello delle creazioni
linguistiche in generale. Quale tale principio?
L'analogia d'ordine psicologico; ma ci non basta a distin-
guerla dai fenomeni fonetici, poich anche QUe.1ti possono essere
considerati in quanto tali (v. p. r8J). Occorre andare pi lontano
c dire che l'analogia di ordine grammaticale: suppone la coscienza
e la comprensione di un rapporto collegante le forme tra loro.
l'idea nulla nel fenomeno fonetico, il suo intervento
necessario in materia di analogia.
In latino nel passaggo fonetico di s intervocalica ad r (cfr.
hOIlQsem honrem) non si vede intervenire n il confronto
con altre parole n il senso della parola: il cadavere della forma
hrHlsem che passa a hrm1'em. Al contrario, per rendere conto
dell'apparizione di Junwr di fronte a hons occorre fare appello
ad altre fonne, come mostra la f()nnula del quarto proporzionale:
ortiliiTem .. iiTmor = honrem : %
" = honor
199
,,'
dicorer .. x
"7
,,'
e questa combinazione non avrebbe alcuna ragione d'essere se
lo spirito non assodasse per il loro senso le forme che la compon-
gono.
Cos, tutto grammaticale nell'analogia; ma aggiungiamo
immediatamente che la creazione che ne lo sbocco non pu
non appartenere inizialmente alla parole; essa l'opera occa-
sionale d'un soggetto isolato. in questa sfera, ed al margine
della lingua, che conviene sorprendere anzitutto il fl'luomeno. Tut-
tavia, bisogna distinguere due cose: I. la. comprensione dd
porto che lega tra loro le forme generatrici; 2. il risultato sngg'cnto
dalla comparazione, la fOffila improvvisata dal soggetto parlante
per l'espressione del pensiero. Solo questo risultato appartiene
alla parole.
L'analogia ci insl.'gna dunque ancora una volta a separare la
lingua dalla parole (v. p. 28 sgg.): essa d mostra la seconda di+
pendente dalla prima e ci fa toccare con mano il gioco dci mecca-
nismo linguistico, cos come descritto a p. 156. ogni creazione
deve essere preceduta da una comparazione incosciente dei
tcriali depositati nel tesoro della lingua dove le forme generatrici
sono classificate secondo i loro rapporti sintagmatici e asso-
dativi.
Cosi, tutta una parte del fenomeno si compie prima che si
veda apparire la forma nuova. L'attivit continua del linguaggio,
decomponendo le unit che gli date, contiene in s non sol-
tanto tutte le possibilit di un parlare conforme all'uso, ma altres
tutte le possibilit di formaxioni analogiche. E dunque un errore
credere che il processo generatore non si produca se non nel mo-
mento in cui sorge la creazione: gli elementi ne sono gi dati.
Una. parola che io improvvisi, come in-dlcor-able, esiste gi in
potenza nella lingua; se ne ritrovano tutti gli elementi nei sin-
tagmi come dlcor..u, dicOT-atioll, pardonn-able, mani-ab/e, in+
connu, in_sensi ecc., e la sua realizzazione nella parole un fatto
insignificante in confronto C'on la possibilit di formarla.
In conclusione, l'analogia, presa in se stessa, non che un
aspetto del fenomeno di interpretazione, una manifestazione
dell'attivit generale che distingue le unit per utilizzarle in
seguito. Ecco perch noi diciamo che essa interamente gramma-
ticale e sincronica.
Questo carattere dell'analogia suggerisce due osservnzioni che
confermano le nostre vedute sull'arbitrariet assoluta e l'arbi-
trariet relativa. (v. p. 158 sg.).
. l. Si potrebbero classificare le parole in base alla loro capacit
di generarne altre a seconda cile esse stesse siano pi o meno
Le parole semplici sono, per definizione, improdut-
tive (cfr. magasin, arre, racitll! ecc.). Magasini" non generato
da 1Ilagasin; stato fOrmato sul modello di : prlsoll
ecc. Allo stesso modo, e1/lmagasiner deve la sua esistenza all'ana,+
logia di cmmaiUoter, eJUadret', Ulcapllchonnet' ecc., che contengono
maillot, cadre, capl4dwn ecc.
Vi sono dunque in ogni lingua delle parole produttive e delle
parole sterili, ma la proponione delle une e delle altre varia.
Ci ci riporta insomma alla distinzione fatta a p. 160 tra le lingue
tlessicologiche $ e le lingue t grammaticali . In cinese, la maggior
parte delle parole sono indecomponibili: al contrario, in una
lingua artifidale, sono qnasi tutte analizzabili. Un esperantista
ha piena libert di cstntire su una radice data delle parole nuove.
2. Abbiamo osservato ap. l:95 che ogni creazione analogica
pu esser mppresentata come un'operazione analoga al calcolo
del quarto termine d'una proporzione. Molto spesso ci si serve
di questa fomlUla per spiegare il fenomeno stesso, mentre noi
abbiamo cercato la. sua ragion d'essere nella analisi e ricostru-
zione di elementi fomiti dalla lingua.
Vi un conflitto tm queste due concezioni. Se il quarto Pf{)"
porzionale una spiegazione sufficiente, a che giova l'ipotesi di
una analisi degli elementi? Per formare indicorahlc non c' bi-
sogno di estrarne gli elementi (in-dicor-able): basta prendere
!'insieme e collocarlo nell'equazione:
partn",et' : impardrlllnale ecc.
x = itulicorable
In tal modo non si postula nel soggetto un'operazione compli-
cata, troppo simile all'analisi cosciente del grammatico. In un
caso come Kranlz: Kriinze fatto su Gast : Giiste, la decomposi_
. sembm meno probabile del quarto proporzionale, pokh
li radicale del modello ora Gast- ora Giis/-: semplicemente si
dovuto trasferire a Krallze un camttcre fonico di Gas/e.
200
201
0'"
Quale di queste teOIie corrisponde alla realt? Osserviamo
anzitutto dm il caso di !i.riillu non esclude ncc<-"S..ariamente l'ana-
lisi. Xoi abbiamo constatato delle alternanze in radici e prefissi
(v. p. igo) ed il sentimento d'un'alternanza pu ben esistere
accanto a ull'analisi
Queste ue concezioni opposte si riflettono in due dottrine
gramm.icJ.li differenti. Le nostre grammatiche europee operano
con il quarto proporzionale: esse spiegano per esempio la fonna-
zione d'un preterito tedesco partendo da parole complete; al-
l'allievo viene ddto: sul modello di se/un: siJlz!e formate il pre-
terito di flle/rell Cl"C. Al contrario la grammatica indiana studierebbe
iv un capitolo detenninato le radici (se/z-, u:h- ecc.), in un altro
le tenninazioni di prettlrito (-le ecc.): essa fornirebbe gli elementi
risultanti dall'analisi, e poi si tratterebbe di ricomporre le parole
complete. In tutti i dizionari sanscriti le parole sono raggruppate
nell'ordine che ad esse assegna la radice.
Secondo la tendenza dominante in ciascun gruppo linguistico,
i teorici della grammatica inclineranno verso l'uno o l'altro
metodo.
Il latino arcaico sembra favorire il procedimento analitico.
Eccone una prova manifesta. La quantit non la stessa in
jacllls e Ifctus, malgrado faciii ed ago; occorre supporre che
actlls risale ad *liglos ed attribuire l'allungamento della vocale
alla sonora che segue; questa ipotesi pienamente confermata.
dalle lingue romanze; l'opposiziune di sPlcjo: spktus e Ilgo: tidlu
si riflette in francese in dpe (= desplclus) e toit (= /lctum): dr.
confida: COlljlctllS (franc. conjU) contro ,igo : rictus (dirictus---l>
frane. d,oil). Ma *aglos, *tig/(Js, *rlgtos non sono ereditati dal1'in-
doeuropeo che diceva certamente *kios, *tlktos ecc.: il latino
preistorico che li ha introdotti malgrado la difficolt che vi
nel pronunziare SQnora davanti a una sorda. Ed stato pos-
sibile che ci avvenisse soltanto prendendo furtemente coscienza
delle unit radicali ag- leg-. Il latino arcako avev'a dunque in alto
grado il sentimento delle parti della parola (radicali, suffissi ecc.)
e della loro organizzazione.
Probabilmente le lingue moderne non lo hanno in modo cosi
acuto, ma il tedesco lo ha pi del francese (v. p. 227).
202
Capitol.. I
.\X..... 1.0Gl ..... ED E\OIXZIOXE
I. Come lilla ilmoroazirwe allalogica ell/ra uella /illg11ll.
Xiente entra nella lingua senza essere stato saggiato nella
purole e tutti i fenomeni evolutivi hanno la loro radice nella sfera
Questo principio, gi enunato a p. uS, s'applica
m modo del tutto speciale alle innovazioni analogiche. Prima che
hOllor diventasse I1n concorrente suscettibile di sostituire honi5s
stato necessario che un primo soggetto l'improvvisasse,
altri !'imitassero e ripetessero fino al suo imporsi ndl'uso.
:Non necessario che tutte le innovazioni analogiche abbiano
ljuesta fortuna. Ad ogni istante si incontrano combinazioni senza
che la lingua probabilmente non adotter. Il linguaggio
Infantile ne trabocca, perch l; bambini conoscono male l'uso e
non sono ancora asserviti ad esso: dicono viendre per ,'enir,
I/IOIlTII per ,"o,t ecc. Ma anche il parlare degli adulti offre casi
analoghi. Cos molte persone sostituiscono trayait con traisait
(che d'altronde si legge in Rousseau). Tutte queste innovazioni
sono in s perfettamente regolari; esse si spiegano nello stesso
mod? in cui spieghiamo quelle che la lingua accetta: cos "iendre
poggIa sulla proporzione:
teilldrai : iteindre = viendrai : x
,t" = vielldre
e stato fatto sul modello d plal"e : plaisail ecc.
La lingua conserva solo una minima parte delle creazioni
della pa,ole; ma quelle che durano sono abbastanza numerose
perch da un'epoca all'altra la somma delle fonne nuove conle-
203
0"
0'0
risca al vocabolario e alla grammatica una fisionomia affatto
diversa.
Tutto il capitolo precedente mostra chiaramente che l'ana-
logia non potrebbe essere da sola un fattore di evoluzione; ma
non men vero che questa costante sostituzione di forme fluove
a forme antiche uno degli aspetti che pi colpiscono nella tra-
siormaziOlie delle lingue. Ogni volta che una creazione si stabi-
lizza definitivamente ed elinina il suo concorrente, "i \'era-
mente qualche cosa di creato e qualche cosa di abbandonato, ed
a questo titolo l'analogia occupa un posto preponderante nella
teoria dellevoluzione.
su questo punto che vogliamo insistere.
2. Lt illnot'aziOlli aualogiche come sintomo dei I1I11/amenti di
in/eTpretazione.
La lingua non cessa mai di interpretare e decomporre le unit
che le sono date. Ma come avviene cbe questa interpretazione
varii costantemente da una generazione all'altra?
Bisogna cercare la causa di questo cambiamento nella ma;;sa
enorme dei fattori che minacdano senza posa l'analisi adqltata
in uno stato di lingua. Ne richiamiamo qualcuno.
Il primo e pi mportante il cambiamento fonetico (\'. ca-
pitolo II). Rendendo ambigue certe analisi e certe altre impossi-
bili, esso modifica le condizioni della decomposizione e, neU'atto
stesso, i suoi risultati, donde lo spostamento dei limiti delle unit
e la modificazione della loro natura, Si veda quel che si detto
pi su, a p, 172. dei composti come bria-hUs e reJo-lfch, e a p. 188
della flessione nominale in indoeuropeo.
Ma non vi solo il fatto fonetico. Vi anche l'agglutinazione,
rli cui si parler poi, la quale ha l'effetto di ridurre ad unit una
r:ombinazione di elementi; in secondo luogo vj sono tutti i tipi
eli circostanze esterne alla parola, ma. suscettibili di modificarne
l'analisi. In effetti, poich tale analisi risulta da un insieme di
r.onironti, evidente che essa dipende ad ogni istante dall'ambiente
associativo del termine. Cos il superlativo indoeuropeo swad-
is-Io-s conteneva due suffissi indipendenti: -is-, denotante l'idea
204
di comparativo (per esempio, lat. mag-is), e -fo- che designava il
posto determinato d'un ogg-etto in una serie (cfr. greco trl-/o-s
terw o). Questi due suffissi si sono agglutinati (cfr. greco hid_
islo-s, o piuttosto hid-isl-os). Ma a sua volta questa agglutinazione
stata grandemente favorita da un fatto straneo al superlativo:
i comparativi in -is- sono usciti dall'uso, soppiantati dalle for-
mazioni in -jM-; -is-, non essendo pi riconosciuto come elemento
autonomo, non pi stato distinto in -isto-.
Osseniamo incidentalmente che vi una tendenza generale a
ridurre l'elemento radicale a profitto dell'elemento formativo,
soprattutto allorch il primo tennina in vocale. cos che in
latino il suffisso -t/U- (t'iri-teit-em per t'iro-liit-em, cfr. gr. ein6-
tit-a) si impadronito della i del tema, donde l'analisi vir-it4t-em;
allo stesso modo Riimii-nus, Albii-nus (cfr. a&l1/lS per .at's-no-s)
diventano RiiIn-iinus ecc.
Ora, qualunque sia l'origine di questi cambiamenti di inter.
pretazione, essi si rivelanq .sempre con l'apparizione di forme
analogiche. In effetti, se le sole unit viventi, avvertite dai sog-
getti parlanti a un dato momento, possono dare origine a fonna-
zioni analogiche, reciprocamente ogni partizione determinata di
unit presuppone la possibilit di estenderne l'uso. L'analogia
dunque la prova perentoria che un elemento formativo esiste a
un. momento dato come unit significativa. AleTiJiimlis (Lat-
tanzio) per meridilis; mostra che si divideva septentrj-61liilis.
ngi-n<ilis, e per mostrare cbe il suffi.sso -tiil- si era arricchito 23.
di un elemento j tratto dal radicale basta allegare celer-itiitem;
pg-iiIlIlS, formato su Ptig-us, basta a mostrare come i latini
analizzavano Riim-rinus; l'analisi di redUch (p. 172) confero
mata dall'esistenza di steTb/ich, formato con una radice ver-
bale, Cl;C.
Un esempio particolarmente curioso mostrer come l'analogia
lavori di epoca in epoca su unit nuove. In francese moderno
sorllfwltnl analizzato somlwl-enJ come se fosse un participio pre-
sente; la prova che ora esiste un verbo Ma in latino
si dhjdeva sQltlllo-lenlus, come slfi:eJl-/entus ecc., pi anticamente
ancora somn-o/elltIlS (t che sa di sonno D, da oltre, come vino
oltTltm; t che sa di vino .).
Cos l'effetto pi sensibile e pi importante dell'analogia
205
quello di sostituire ad 'antiche formazioni, irregolari e caduche,
altre pi normali, composte di clementi vivi. . .
Senza dubbio le (osI' OO si svolgono sempre COSI semphce-
mente: l'azione della e traver.;ata da una infinita di esita-
zioni di pressappoco, di mezze analisi. Ii, nessun monlento un
d" .. [llI!l] S'
idioma possiede un sistema perfettamente fisso l umta . _1
pensi a ci che stato detto a p. ISB irca la flessione di *e/roilQS
rispetto a quella di pods. Queste analisi imperfette danno luogo
talora a delle creazioni analogiche dubbie. Le fonne irtdoeuropee
*gells-ftai, *gIlS-/OS, *gl/s-tis permettono di individuare una,
geus- gl/S- gustare ma in greco s interrocalica cade, e l. analisi
di gl'llomai. gewcJJs ne turbata; ne deriva .1'
viene individuato a \'olte gells- a volte geu-; a sua volta I analOgia
testimonia di tale osdllazione, e si vedono perfino cerle basi in
ell- pn.,ndere la s finale (esempio; plleu-, pneillna, aggettivo \'er-
bale pneus-16s). .
Ma anche in questi tentennamenti l'analogia eserCita una
azione sulla lingua, Cos, bench non sia ID se un fatto di
evoluzione, essa riflette di momento in momento i cambiamenti
intervenuti neU'economia della lingua e li consacra con combina-
zioni nuove [ll82I. Essa la collaborazione efficace di tutte le forze
che modifiano senza posa l'architettura di un idioma, ed a questo
titolo un possente fattore di evoluzione.
3. L'analogia principio di rinnoval/letlW e conservazione.
Si a volte tentati di chiedersi se l'analogia ha veramente
l'importanza che le attribuiscono gli sviluppi precedenti, e
ha un'azione cos estesa come i cambiamenti fonetici. In effetti
la storia di ciascuna lingua permette di scoprire un formicolio
di fatti analogici accumulati gli uni sugli altri e, presi in blocco,
questi continui rirnaneggiamenti giocano nell'evoluzione deUa
un ruolo considerevole, perfmo pi considerevole di quello
dei cambiamenti di suoni.
Ma una cosa interessa in particolare il linguista: nella massa
enorme dei fenomeni analogici, che rappresentano qualche secolo di
evoluzione, qua'ii tutti gli elenlenti sono conservati; soltanto che
206
essi sono distribuiti altrimenti. Le inno\'azioni .dell'analogia sono
pi apparenti che reali. La lingua li'l vestito coperto di toppe fatte
con la sua stessa stoffa I quattro quinti del francese sono indoeu-
ropei, se si pensa alla sostanza di cui si compongono le frasi, mentr
le parole trasmesse nella 101"0 totalit, senza cambiamenti ana-
logici, dalla lingua madre fino al francese moderno, potrebbero
stare nello spazio d'una pagina (per esempio: est = *esli, i nomi
di numero, certi vocaboli come ours, Hez, pre, chien ecc.). L'im-
mensa maggioranza delle parole sono, in un modo o nell'altro,
combinazioni nuove di elementi, fonici divelti da forme pi an-
tiche. In questo senso si pu dire che l'analogia, proprio perch ZJI
utiliz.za. sempre la materia antica per le sue innovazioni, emi-
nentemente conservatrice.
Ma essa. agisce non meno profondamente coml.l fattore di con-
servazione puro e semplice; si pu dire che l'analogia interviene
non soltanto quando materiali preesistenti sono distribuiti in
nnove unit, ma anche quando le forme restano identiche a se
stesse. Nei due casi si tratta dello stesso processo psicolugico.
Per rendersene conto, basta ricordarsi che il suo principio in
fondo identico a quello del meccanismo del (v. p. 199).
Il latino agun! si trasmesso a un di presso intatto a partire
dall'epoca preistorica (quando si diceva *agOHti} fino alle soglie
dell'epoca romanza. Durante questo inten'allo, le generazioni suc-
cessive l'banno ripreso senza che nessuna forma concorrente sia
venuta a soppiantario. L'analogia non conta niente in questa
conservazione? Al contrario, la stabilit di aglm/ opera sua
tanto quanto una qualsiasi innovazione. Agllnt inquadrato in
un sistema; solidale con fanne come dcunl, !egun! ecc. e con
altre come agimlls, agitis ecc. Senza questo ambiente avrebbe
avuto molte d'esser rimpiazzato da una forma com-
posta di nuovi elementi. Ci che stato trasmesso non agmlt,
ma ag-un!; la forma non cambia perch ag- ed -lini erano
regolarmente verificati in altre serie, ed questo corleggio di
me associate che ba preservato ag/ml hmgu la sua strada. Con-
frontate ancora seX-tllS, che si appoggia altresi a serie compatte:
da una parte sex, sex-aginta ecc., dall'altra quar-Ills, qllin-tlls ecr.
Cos le forme si conservano perch esse sono senza posa ri-
fatte analogicamente; una parola compresa a un tempo come
207

unit e come sintagma, ed in tanto conservata in qua.nto i suoi
elementi non cambiano, Inversamente la SU8, esistenza non
compromessa che nella misura in cui i suoi elementi escano dal-
l'uso. Vedete ci che accade in france>e per diles e faites, che
corrispondono direttamente al latino dic-ilis e fac-itis, ma che
non hanno pi punti d'appoggio nella flessione verbale attuale;
la lingua cerca di sostituirli; si sente dire disez, faisez, sul mo-
dello di plaiSl:z, lise: ecc., e queste nuove finali sono gi usuali
nella maggior parte dei composti (c:onJ.mlim: ecc.).
Le sole forme su cui l'analogia non abbia alcuna presa sono
naturalmente le parole isolate, come i nomi propri, specie i nomi
di luogo (dr. Paris, Gmtve, Agen ecc.), che non consentono nes-
suna analisi e, di conseguenza, nessuna interpretazione dei loro
elementi; nessuna creazione conCOlTente sorge accanto a loro.
Cosi la conservazione d'una forma pu dipendere da due
cause esattamente opposte: l'isolamento completo o lo stretto
inquadramento in un sistema che, restato intatto nelle sue parti
essenziali, le viene di continuo in soccorso. nel dominio inter-
medio delle forme insufficientemente sostenute dal loro ambiente
che l'analogia ilUlOvatrice pu i suoi effetti.
Ma, si tratti della conservazione d'una forma composta di pi
elementi oppure d'una redistribuzione della materia linguistica in
nuove costruzioni, il ruolo dell'analogia immenso; essa sempre
in gioco.
208
Capil% VI
L'ETl'\IOLOGli\ POPOLARE [n.]
Ci accade talora di storpiare le parole la cui forma e il cui senso
ci siano poco familiari, e talora l'uso consacra queste deformazioni,
Cosi l'antico francese coule-poue (da. coute, variante di coudte
copertura t, e poiNte, participio passato di prnltdre pungere il,
fu cambiato in eourte-prnnJe come se fosse un composto dell'ag-
gettivo eollrl e del sostantivo pqinie, Queste innovazioni, per
quanto siano bizzarre, non avvengono del tutto a caso; si tratta
di tentativi di spiegare approssmativamente una parola imbaraz-
zante collegandola a qualche cosa di noto.
Si dato a questo fenomeno il nome di etimologia popolare.
A prima vista non si distingue affatto dall'analogia. Quando un
soggetto parlante, dimenticando l'esistenza di surdi/, crea ana-
logicamente la parola sourdil, egli deforma la prima parola
per ricordo s014rd; e la sola differenza sarebbe al-
lora che le costruzioni dell'analogia sono razionali, mentre l'eti-
mologia popolare procede un po' a caso e sbocca in qui pro quo.
Tuttavia questa differenza, non concernendo che i risultati,
non io: essenziale. La diversit di natura pi profonda; per fare
vedere in che consiste, cominciamo col dare qualche esempio dei
principali tipi di etimologia popolare.
'"i anzitutto il caso in cui la parola riceve una interpretazione
nUO\'a senza che la sua fonna si modifichi. In tedesco durchbliiulJlt
percuotere' risale etimologicamente a bliuwan 'fustigare,; ma
lo si ricollega a blall I blu t a causa delle lividure proaotte dai
colpi. Nel Medioevo il tedesco ha preso in prestito dal francese
(w.:11/I1re, da cui ha fatto regolarmente iibenlUre e poi Abenteuer;
<;cnztl defonna.re la. parola, la si associata ad Abend (. ci che si
209
'3'
rd.cconta nclIe veglie serali cosicch nel XVIII sec. si scritta
Abendleuer. Il francese antico sGu/raile _privazione t (= sujfracla
da sub/rangcre) ha dato luogo all'aggettivo che si
collegato a sGuffrir, con cui non ha niente di comune. Lais il
sostantivo verbale di /'isser; ma attualmente vi si vede quello di
Uguer e lo si scrive lq;s; vi sono perfino delle persone che lo pro-
nunziano le-g_s; d potrebbe fare pensare che gi qui vi sia un
cambiamento di fonna risultante dalla nuova interpretazione;
ma si tratta di influenza della forma scritta, con la quale si "oleva,
senza cambiare pronunzia, dar rilievo all'idea che ci si faceva
dell'origine della parola. t nello stesso modo che hGtIlard, tratto
dall'antico nordico huma" (cfr. danese hllmmtr), ha preso una
d finale per analogia con le parole francesi in -ard; soltant che
qui l'errore d'interpretazione rilevabile nell'ortografia grava snlla
finale della parola, che stata confusa con un suffisso usuale
(cfr. bavard ecc.) [!IIII.
Ma per lo pi si deforma. la parola per adattarla agli elementi
che si crede di riconoscervi; il caso di cJIOIICTOIl!e (da Sallerkraul);
in tedescodromedariflS diventato Trampeltirr ol'animale che
pesta i il composto nuovo, ma contiene parole che e5i-
stevano gi, lrampelll e Tier. L'alto tedesco antico ha fatto dal
lat. margarila mari-guQz pietra marina l, combinando due parole
gi note [Wil.
Ecco infine un spedalmente istruttiyo: il latino mrbUII-
elll"s carhoncino ha dato in tedesco Kar/rmkel (per a;;so-
ciazione con ftl11krlll scintiBare t) ed in francese escarboucle,
riconnesso a bImele. Calfeler, ralfetrltT diventato wlfelltra per
influenza di /mlre. Ci che colpisce a prima vista in questi e-5empi
che ciascuno contiene, accanto ad un elemento intelligibilL' 6i-
stente altrove, una parte che non rappresenta niente di antico
(Kar-, esrar-, cal-). ]\[a sarebbe un eITore credere che vi sia in
questi elementi una parte di creazione. una cosa che nata in
rapporto al fenomeno; vero proprio il contrario: si tratta di
frammenti che l'interpretazione non ha saputo raggiungere; si
tratta. se si vuole, di etimologie popolari fennatesi a mezza strada.
KarfHllkel i' sullo stesso piano di Abellima (se si ammette che
-Iella sia un residuo restato senza spiegazione); altres compa-
rabile ad homllrn in cui hmu- non rimanda a niente.
210
Cos il grado di defonnazione non crea differenze essenziali
tra le parole maltrattate dalla etimologia popolare; esse hanno
tutte il carattere di interpretazioni pure e semplici di forme in-
comprese mediante fanne conosciute.
. Si vede ora in che l'etimologia popolare rassomiglia all'analogia
e m che ne differisce.
I due fenomeni hanno un solo carattere in nell'uno
e nell'altro si utilizzano elementi significativi fomiti dalla lingua,
ma per il resto sono diametralmente opposti. L'analogia implka
sempre la dimenticanza della fonna anteriore; alla base della
fonna analogica il traisait (v. p. 203) non vi alcuna analisi della
fonna antica il trayail; la dimenticanza di questa fonna anzi
necessaria perch appaia la sua rivale. L'analogia non trae niente
daIla sostanza dei segni che soppianta. Al contrario, l'etimologia
popolare si riduce a una interpretazione della fonna antica' il
ricordo di quella, anche confuso, il punto di partenza della de-
fannazione. Cos in un caso il ricordo, nell'altro l'oblio che
alla base dell'analisi, e questa differenza capitale.
. popolare agisce dunque [Wl solo in condizioni par-
beolan e non tocca se non le parole rare, tecniche o straniere che i
soggetti assimilano imperfettamente. L'anaIogia al contrario
un fatto assolutamente generale, che appartiene aI
normale della lingua. Questi due fenomeni, cos somiglianti per
certi lati, si oppongono nella loro essenza; essi devono essere
accuratamente distinti.
211
'"
Capitolo 1'1/
L'AGGI.l:TIXAZlOXE ['ITI
I, D4inizione.
Accanto all'analogia, di cui abbiamo appena rilevato
tanza, un altro fattore interviene nella produzione di unit nuove:
l'agglutinazione,
)ressun altro modo di fonnazione entra seriamente in conto:
il caso dell'onomatopea (\I. p. 87) e quello delle fOlUle foggiate
tutte intere da. un individuo senza intervento dell'analogia (per
esempio glU), e perfino quello dell'etimologia popolar<: non hanno
che un'importanza minima o nulla.
L'agglutinazione consiste nel fatto che due o pi termini ori-
ginariamente distinti, ma che si incontrano frequentemente in
sintagma all'interno della frase, si salano in una unit assoluta
o difficilmente analizzabile, Tale il processo agglutinativo: pro-
cesso, abbiamO detto, e non procedimenio, poich quest'ultima pa-
rola implica una volont, una intenzione, e l'assenza di volont
per l'appunto un carattere essenziale dell'agglutinazione.
Ecco qualche esempio. In francese si detto dapprima u ci
in due parole, e pi tardi uci: parola nuova, bench la sua ma-
teria e i suoi elementi costitutivi non siano cambiati. Confron-
tate ancora: frane, tous jOl/rs 10ujOllrs, ali jour
alljourd'hlli, ds jr1 _.... dij, l'eri jlJS l'ajlls.
pu anche saldare le sottounit d'una parola come abbmmo
visto a p. 205 a proposito del superlativo indoeuropeo *=<id-is-
.{o.s e del superlativo greCQ /dd-islo-s.
Guardando pi da pres.."'O, si distinguono tre fasi nel fenomeno:
I. la combinazione di pi termini in un sintagma, sinle a
ogni altro;
212
2. l'agglutinazione detta, ossia la sintesi degli
elementi del sintagma in una unita nuova. Questa sintesi si fa da
se stessa, in virt d'una tendenza meccanica: quando un concetto
composto espresso da una sequenza di unit significative molto
usuali, lo spirito, prendendo per dir cos una scorciatoia, rinunzia
all'analisi e applica il concetto in blocco a gruppo di segni che
diventa allom una unit semplice;
3. tutti gli altri cambiamenti suscettibili d'assimilare sem-
pre pi l'antico gruppo a una parola semplice: unificazione del-
l'accento (urt-jus - > verjlis), canlbiamcnti fonetici speciali ecc,
Si spesso preteso che questi cambiamenti fonetici ed accen-
tuali (3) precedessero i cambiamenti intervenuti nel dominio
dell'idea (2), Il che bastasse spiegare la sintesi semantica con l'ag-
glutinazione e la sintesi materiale; probabilmente non cosi:
piuttosto, proprio perch si sn;rge una sola idea in l'crt jllS, /OIlS
jollI'S, ecc., se ne suno fatte delle parole semplici, e sarebbe un
errore in\"crtire il rapporto.
2. Agglutinazione ed analogiJl,
Il contrasto tra l'analogia e l'agglutinazione colpisce.
r. Nell'agglutinazione, due o pi unit si confondono in una
sola per sintesi (per esempio, .encore, da hanc horam) oppure due
sotto--unit ne formano una sola (dr. hid-is{o-s da *sU'<id-is-to-s).
AI contrario, l'analc>gia parte da unit inferiori per fame una
unit superiore. Per creare piig-iinus essa ha unito un radicale
pag- e un suffisso -afllIS.
2. L'agglutinazione opera unicamente nella sfera sintagma-
tica; la sua azione agisce su un gruppo dato; essa non considera
altro. AI contrario l'analogia fa appello alle serie associative
tanto quanto aHe sintagmatiche.
3. L'agglutinazione, soprattutto, non offre niente di volon-
tario, nientt. di attivo; lo abbiamo gi detto: un semplice pro-
cesso meccanico, in cui l'unificazione si compie da sola. Al con-
trario, l'analogia un procedimento che suppone delle analisi e
delle combinazioni, una attivit intelligente, una intenzione.
Si impiegano spesso i due termini coslruzione e strutiur a
213
proposito della formazione delle parole; ma questi temlilli non
hanno lo stesso senso a seconda el\<: si applicllino all'agglutina-
zione o aU'analogia. Nel primo caso, richiamano la lenta cementa-
zione di elementi l'hl', a contatto in un sintagma, hanno subito
una sinte.';i elle pui, spingersi fino al completo dileguo delle loro
unit originali. Nel df'lranalogia, al contrario, ,costruzione
\'uol dire organizz.\ziolle ottenuta d'un sol colpo, in _un atto di
paro/,', con la riunione d'un certo numero di elementi tratti da
din'rse serie associatilc.
Si l'l'de quanto importi distinguerc l'uno e l'altro modo di for-
mazione. Cos iu latin" POSSUIll non altro che la saldatura di
due parole, paliii SUlI/ "sono un agglutinato; al con-
trario sil:llija, a{;rico/<I ccc., sono prodotti dell'analogia, costru-
zioni fatte su modelli offerti dalla lingua. Soltanto alle creazioni
analogirhe conwngono i termini composti c derim/i '.
2-15 Spesso difficile dire se una forma analizzabile sia nata per
agglutinazione (> se sorla come costruzione analogica. I linguisti
hanno all'infinito sulle fonne *es-mi, *es-li, *ed-mi ecc,
dell'indoeuropeo, Gli elementi es-, cd- ecc., sono stati, in epoca
assai antica, delle \"erc parole, agglutinate in seguito con a!tn-',
mi, ti ecc., oppure *es-mi *es-li ccc., risultano da combinazioni
con elementi estratti da altre unit complesse del medesimo ordine,
il che farebbe risalire l'agglutinazione a un'epoca anteriore alla.
fonnazione delle desinenze in indoeuropeo? In assenza di testi-
monianze storiche la questione probabilmente insolubile,
La storia soltanto pu risponderei. Ogni qualn1lta essa per-
l Ci equivale a dire che i due fenomeni combinano la loro azione nel
corso della storia ddJa lingua: ma l'agglutinazione precede sempre. cd
es;a che fornisce modelli all'analogia. Ca<; il tipo cli compa<ti che ha dalo il!
greco hipp6-dYomo-, cc... 'nato pcr agglutinazione parziale in un'epoca
dell'indoourop.o in cui le desine"ze' erano sconosciute ha'o d.-e"l0 cqu\'ale
a un compo<to come CO""ITY jhmsr); ma l'analogia che ne ha btro
una forma.ione produttiva prima della completa saldatura degli ele,ncnti.
1.0 stesso futuro Irance." U. fuai ecc.l, nalo in lalino
dall'agglutinaziuue dell'infinito col presente del ,'erho h"b"E (fa.-" "abe,; =
ho da fare 'l. Co. attna'erso l'inteC"ento deU'analogia che l'agglutina
zione crea del tfpi sintattici e lavora per la grammatica: lasciata a s, spinge
la sintas.i degli elementi fillo all'unit assoluta c prooluoe .oHanto parole
md.componihili cd improdntthc (tipo /10"< h;:;'1""_ "',OTO), oilSia la,-ora
per il les;ico [Ed.].
nwtte di affennare che Wl elemento semplice stato un tempo
due o pii! elementi della frase, si di ironte a una agglutinazione:
co_;j il lat. IlImc, che risale a /wm ce (ce attestato epigraficamente),
;'.[a quando l'infonnazione storica difetta, assai difficile deter-
minare ci che agglutinazione e ci che ha a che fare con l'ana-
logia.
215
Capil"lo l'Hl
l';\lTA, IDEXTIT.-\ E DIACROXICHE l...]
' ! (..... 'l''''" .\
Epoca B
lette che nggiungevano alla Irasc per precIsare e sfumare l'aziune
\erbal ... Cosi, niente vi era che corrispondesse al latino fre ob
lIIorl,.,,, andare avanti alla morte. n ad obiTe !Ilor/em; ma si
,;arebbe detto: Ire /Ilorlem ob. ancora lo stato del greco primi-
tivo; (I) Or(05 imtllo M/a; ore05 baillO significa da solo vengo
dalla avendo il genitivo valore di ablativo; htita
aggiunge III sfumatura oSt;endendo . In un'altra epoca si avuto
(2) kala 6reos bai IlO, in cui kata ha il ruolo di preposizione, ov-
vero ancora (3) rcos, per agglutinaziune del "erbo e
della particella diventata preverbio,
\'i g(lno 'lui due o tre fenomeni diglinti, che poggiano per
tutti su una interpretazione delle unit: I. creazione di una nuova
spede di parole, le preposizioni, e d per semplice dislocazione
delle unit rkevutc. Un ordine particolare, indifferente a1l'ori-
dO\'tlto forse a una causa fortuita, Ila permesso un nuovo
raggruppamento: hat, dllpJ,Jrima indipendente, si unisce col
sostantivo oreos e quest'insieme si congiunge a bai/IO per serdre
da complemento; z. avparil.iune di un tipo verbale nuovo, kata-
baillo; un altro raggruppamento psicologico, favorito altresl
da una distribuzione speciale delle unit e consolidato dall'agglu-
tinazione; 3, come conseguenza naturale: indebolimento del senso
della desinenza del genitivo (ore-Os); !lal che sar gravato del
compito di esprimere l'idea essenziale che il genitivo era solo a
denotare un tempo: l'importanza della desinenza del genitivo ne
correlativamente dinnuita. La sua scomparsa futura in genne
nel fenomeno.
Nei tre casi si tratta dunque d'Una ripartizione nuova delle
unit. la stessa sostanza con altre funzioni; perch - cosa 24'
nutevole - nessun cambiamento fonetico inten'enuto a pro-
vocare l'uno o l'altro di questi spostamenti. D'altronde, bench
la materia non sia variata, non si deve credere che tutto avvenga
nel dominio del senso: non vi sono fenomeni di sintassi senza
l'unione d'una certa catena di concetti a una certa catena di unit
foniche (v. p. 168), ed esattamente questo rapporto che stato
modificato. I suoni sussistono, ma le unit significative non sono
piil le stesse.
Abbiamo detto a p. 93 che l'alterazione del segno uno spo-
stamento di rapporto tra il significante ed il sigJ\ificato. Questa
,.._ EpO({l B
....,
Ci risulta da quanto si detto a proposito delle conseguenze
dell'evoluzione fonetica, dell'analogia, dell'agglutinazione, ecc,
Quasi tutti gli esempi citati fin qui appartengon alla for-
mazione delle parole; eccone un altro, tratt,) dalla sintassi.
L'indoeuropeo non conosceva per niente le preposizioni; i
rapporti che queste indicano erano denotati da casi numerosi e
pro\'\'isti d'una. grande forza significativa. E neppure vi erano
"erbi composti con preverbi, ma soltanto delle particelle, paro-
Al contrario, da un momento al successivo si ripartiscono diversa-
mente, in virt di avvenimenti di cui la lingua teatro, in modo
che essi risponderebbero piuttosto alla figura:
Lpudl - \
11\ Y
La linguistica statica opera su unit cne esistono secondo la
concatenazione sincronica, Tutto ci che abbiamo om delto
,prova che in una successione diacronica non ha a che fare con
elementi delimitati una volta per tutte, quali potrebbero rnffi-
gurarsi nel seguente grafico:
216
217
definizione si applica non solo all'alterazione dei termini del si-
stema, ma all'evoluzione del sistema stesso; il leuomeno diacro-
nico nel suo insieme non altra. cosa,
Tuttavia, quando si constatato un certu spostamento delle
unit si lontani dall'avere spiegato ci che avve-
nuto nella llngua,' Vi un problema deU'uni/n du'o)nica in s:
esso consiste nel chieden;i, a proposito di (iascun avvenimento,
quale l'demento direttamente sottoposto all'azione trasforma-
trice. Abbiamo gi incontrato un problema di questo genere a
proposito dei cambiamenti fonetid (v. p. 1l4); essi non investono
che il fonema isolato, mentre la parola, in quanto unit, resta ad
esso t'stranea. Poich vi sono avvenimenti diacronici d'ogni tipo
bisogner risolvere una 'luantita di qurstioni analoghe, e le unitit
che si delimiterann" in questo dominio nOl1 corrisponderanno di
necessit a quelle del dominio Conformemente al prin-
dpio posto nella prima parte, la nozione di unit non pu esser
la stessa nei due ordini. In ogn essa nun sara completa-
mente elucidata finch non sara. studiata nei suoi due aspetti,
statico ed evolutivo, Soltanto la s.oluzione del problema dell'unit.
diacronica d pennetter di superare lt: apparenze del fenomeno
di evoluzione e di attingerne l'esscnza. Qui come in sincronia la.
conoscenza dcile unit per cito che
illusione e ci che e rea.lt (v. p. 133)
Ma un'altra questione, particolannente delicata, quella della
idel/litii diacrOllica. In effetti, perch io passa diIe che una
unit persistita identica a s medesima. ovvero che, pur
stendo come unit cambiata di fonna o di seuso - per-
ch tutti questi casi sono possibili - occorre che io sappia su che
cosa mi baso per affermare chc un elemeuto preso a uua certa
epoca, per esempio la parola fraflcese cfl<lIId, la stessa COq che
un elemento preso in un'altra epoca, pi'.r esempio il Intin" ca-
iidlllll.
A questa domanda si rhponder senza dubbio
diventato regolannentc chaud per efietto delle leggI fUllctld\C, e
che di conseguenza calidllm = "halld. f:. cio che si chiama una
identit fonetica. lo stesso per Ul'ra e sfpariire; si dir al con-
trario che jfellri, non la stessa cosa che fiorire (che a..v-rcbbe
dato -jlQuwi,) ecc.
218
Questo tipo di corrispondenza. sembra in primo luogo coprire
la nozione di identit diacronica u generale. Ma in effetti impos-
che il suono dia conto da solo dell'identit. Si ha senza dubbio
ragione a dire il che lat, ma;/i deve apparire in francese neUa. for-
ma /Iler perch ogni a diventata e in certe condizioni, perch e
finale cade ecc,; ma che appunto tali rapporti a e,
e _ ze,o ecc. costituiscono l'identit significa capovolgere i ter-
mini della questione, poich, al contrario, proprio in nome della
corrispondenza ma,e : me, si giudica clle a diventata e, che e
finale caduta ecc,
Se due persone appartenenti a regioni diverse della Franda
dicono l'una se fdchl!/', l'altra. se 1&1I1!/', la differenza assai
daria in confronto dei fatti grammaticali che permettono di ri
conoscere in queste due fanne distinte una sola e identica
unit della lingua. Ora, l'identit diacronica di due parole dif-
ferenti come calidlllll e chalui significa semplicemente che si
passati dall'una all'altra attraverso una serie di identit sinero-
niche nella parole, senza che mai il legame che le univa si
pesse a causa delle trasformazioni fonetiche successh'e. Ecco
perch abbiamo potuto dire a p, 131 che tanto interessante
sapere come mai Messieurs! ripetuto pi volte di seguito in un
discorso identico a se stesso, quanto sapere ptlrch pas (nega-
rione) identico a pas (sostantivo) o, ci che lo stesso, perch
elia/Id identico a calidu11I. Il secondo problema non infatti
che un prolungamento ed una complicazione del primo.
l19
",
.\PPE:"DlCt .\LLE p.\lnl TEHZA E Qt.\IH.\ 1"'1
A. Atlalisi soggettiva e oualisi oggeuiva.
L'analisi delle unit della lingua, fatta ad ogni istante dai 25'
soggetti parlanti, pu essere chiamata analisi sQggeUim; occorre
guardarsi dal confonderla con l'analisi oggefliL'a fondata sulla
storia. In una forma come il greco Mppos, il grammatico distingue
tre elementi: una radice, un suffisso e Una desinenza {hiPP-o-sl;
il greco ne percepiva soltanto due (hiPP-os: v. p. ISS). L'analisi
oggettiva vede quattro sotto-unit in amiibs (am-d-b/i-s); i latini
dividevano am-b/i-s; perfino probabile che essi considerassero
-Ms come un tutto flessionale opposto al radicale. Nelle parole
francesi entier (lat. ill-leger intatto '), en/alli. (lat. iu-fans che
non parla e), enuinte (lat. in-cincia I senza cintura e) 1<') storico
individuer un comune prefisso- W-, identico all'in- privativo
latino; l'analisi soggettiva dei sog-getti parlanti l'ignora del tutto.
Il grammatico spesso tentato di vedere degli eITori nelle
analisi spontanee della lingua; in realt l'analisi soggettiva non
e pi falsa della -falsa o analogia (v. p. 197). La lingua non sba-
glia; il suo punto di vista diverso, ecco tutto. Non c' comune
misura tra l'analisi degli individui parlanti e quella dello storico,
bench tutti usino lo stesso procedimento: il confronto di serie
che presentano uno stesso elemento. Le due analisi si giustificano
entrambe, e ciascuna conserva il suo proprio valore; ma, in 252
ultimo, quella dei soggetti la sola l'be importi, poich fon-
data direttamente sui fatti di lingua.
L'analisi storica non ne che una toona derivata. Essa con-
siste in fondo nel proiettare su un piano unico le costruzioni di
223
epoche di\-er5e. Come la. anch'essa
mira a riconoscere le sotto-nnita che entrano In una. parola, ma
fa la ,intesi ili tutte le divisioni operate nel Wf:>O del tempo, al
fine di raggiungere la pi antica. La parola ccome casa della
quale si siano ambiate a pi -riprese la disposizione mterna e la
destillflZione. L'anali,! oggetth"a e sOHappone. quest:
distribuzioni su<::cessi\'c; ma per chl abita la casa non ,e
c1w una. L'analisi hi/1P-O-S, esaminata pi su, non falsa: pOich
la coscienza dd soggetti parlanti che la ha stabilita; essa
semplicemente si riporta a un'epoca diversa da
quella in cui si analizza la parola. QU15to hipp-rf-S non contrad-
dke lu ldpp-os del greco classico, nla non bisogna.
stesso modo. Ci significa riproporre una volta di plU la distm-
zione radicale della diacronia e della sincronia.
E ci permette inoltre di risolvere una di metodo
ancora aperta in linguistica. La veccbia scuola dIVIdeva le parole
" d"" t m," ""ffi"' acc e dava a queste distinzioni un valore
mra 11'1, e ,a .... , .
A leggere Bopp e i suoi discepoli, si crederebbe. che I
Greci avessero portato con s da un tempo immemorabile un
ha";1""lio di radici e suffissi, c che parlando si dedicassero a
le loro parole, si crederebbe che palir, ad e.<;emplo.
per loro la radice pa- + suffisso -Ii', che drf5ii, nella loro
bocca la somma. di do + 50 + una desmenza per-
sonale ecc, .
necessariamente reagire contro aberrazlon:
e la parola d'ordine, assai giu!';ta, di questa rea7.lOne f;:
quel che avviene nelle lingue d'oggi, nel d OgnI giorno,
'.53 e non attribuite ai periodi antichi lingua nessun
nessun fenomeno che non sia constatabtle attualmente. E:
per lo pi la lingua viva non pennette di sorprendere
quelle che faceva Bopp. i neogrammatici, forti del loro
dichiararono che radici, temi. suffissi, sono delle pure astrazIOni
ch-I nostro spirito e elle, se se ne fa uso, como-
dit espositiva. Ma se non c' giustificazione neUo stabilire
categorie, percM stabilir!e? E quando lo t.a, in nome di eh:
cosa si dichiara che, per esempio, una dIVISIone come hlpp-o-
prcferibile a un'altra come hippos?
La nu(wa scuola, dopo avere riconosciuto i diletti della vec-
22+
chia dottrina, il che era facile. si contentata di' respingerla in
teoria, mentre in pratica restava come impacciata con un appa-
rato scientifico di cui, malgrado tutto, non sapeva fare a meno.
Ma quando ragionano queste. astrazioni " si scorge la parte di
realta che esse rappresentano, ed un correttivo assai semplice
basta per dare a questi artifici del grammatico un senso legittimo
ed esatto. quel che s' cercato di fare pi sn, mostrando che,
unita da un legame intimo all'analisi soggettiva della lingua vi-
va, la analisi oggettiva ha un posto legittimo c detenni nato nel
metodo linguistico.
B. L'analisi s(Jggdt;va e la daenn;"a,z;Qne delle sotttHtllif,
In materia di analisi, non si pu dunque stabilire un metodo
n fannulare definizioni prima d'essersi collocati sul piano sin-
cronico, qnel che vorremmo mostrare con qualche osservazione
sulle parti deUa parola: prefissi, radici, radicali, suffissi, desi-
nenze t.
Cominciamo con la desinenza, vale a dire con la caratteristica
flessonale o elemento variabile di .fine parola che distingue le fonne
di un paradigma ftessionale o verbale. In ze1igmi-mi, zellgmi-s,
:l'llgnu-si, zl'ligmi-men ecc. t io congiungo ccc. " le desinenze -mi,
S, -si ecc. si delimitano semplicemente perch sono in oppo-
sizione tra loro e con la parte anteriore della parola (zellgll/I-).
Si visto (pp. 106 e 143) a proposito del genitivo ceco iell, in
opposizione al nominativo iena, che l'assenza di desinenza pu
avere lo stesso ruolo d'una desinenza ordinaria. Cos il greco
:e,ignli " congiungi! 'oppo;;to a t congiungete. ccc., o il
"o:ativo ,Mto,l opposto a T!JiloT-Qs ecc., in francese marf. (scritto
I F. de &1ussure Il>)1l ha affrontat", almeno dal punto di ,-L.ta .incronico.
.11 qu'-'"tiolle dei composti. Quest'aspetto del problema va dunque lasciato
d.1. parte; on'io che la c1istin,i<me diacronica stabilita pi su Ira i Com-
posti e gli aggiutinal\ non pu c"SSt" portata qui di peso, tratlando'i qui
d';lI1aliuare uuo stat'l di lingua. appe""- ne<:".ssarlo rile\"are che questa
'-'posizione. rela.ti\"a alle sotto.unit1l. nnn pretende di risohcre la questione
pi(, delicata. solle\"a!:l. a p. 1:18" r34, ddla definizione della parola eon.i-
nr-rata c"me unit [EM.],
22'
Stlunure
marche! ) opposto a mars (scritto marchonsl sono fonne
flesse con desinenza zero.
Eliminando la desinenza, si ottiene il tema di flessione o fIldi-
cale, che , in maniera genera.le, l'elemento cumune estratto spon-
taneamente dalla comparazione di una strie di parole apparentate,
fk--sse o no, e che porta !'idea comune a tutte queste parole. CCls
in francese nella serie roulis, rou/I!au, rOll/l!l, rQulage, 10u/l!mrlll,
si scorge senza fatica un radicale roul-. Ma l'analisi dei soggt:tti
parlanti distingue spesso, in una famiglia di parClle, radicali di
diverse specie o, meglio, di diversi gradi. L'elemento Zeugllu-,
estratto pi su da zelignu-mi, zelignu-s ecc., un radicale del
primo grado; esso nun irriducibile, se lo si confronta
con delle altre serie (zeUgIll'imi, zeukl6s, ze"kll, zllg6J1 ecc"
da una parte, zcligJliilJli, ddfml'imi, 6ml'imi C<.:C. da un'altra parte),
la divisione zellg-Illl- si offre da se stessa, Cos zrog- (con le
255 sue fonne alternant zeug- zClfk- zug- per cui v. p. 193) un
-radicale di secondo wado; ma esso rriucibile, perch non si
pu decomporre ulterionnente per comparazione con le fonne
affini.
S chiama radice queslo elemento irriducibile c comune a tutte
le parole di una stessa famiglia. D'altra parte, poich ogni decom-
posizione soggettiva e sincronica non pu separaTe 'gli elementi
materiali se non CClnsiderando la por.done di senso che spetta a
ciascuno d'essi, la mdice da questo punto di vista l'elemento in
cui il senso comune a tutte le pamle parenti attinge il massimo di
astrazione e di genemlit. Natma1rnente questa indetenninazione
varia da Tadice a rndice; ma dipende altres, in una certa misura,
dal grado di riducibilit del radicale; pi questo ammette sezio-
namenti, pi il senso ha possibilit di diventare astratto.
Cos zwgmdtioll designa un _piccolo giogo zeligma un congiun-
gimento. stnza dctemunazione speciale, infine zerlg- contiene
l'idl'a indet"Tminata di
Ne segue che una radice, in quanto tale, non pu costituiTe
una parola e ricevere l'aggiunta diTetta di una de5-inenza. In effetti
una pawla rappTesenta sempre un'idea relativamente determi-
nata, almeno dal punto di vista grammaticale, il che contrario
alla geneTalitit e all'astrazione proprie della radice. Che' si deve
pensare allora del c"-"o assai fTequente in cui radice e tema
226
sernbTallU confondersi co .
Ph/ug6s ,fiamma, ,:nl m,' ,SJ vede nel phl6ks genitivo
,u wnao conia rdlc phi
si trova in tutte le a e eg_ : Phlog- che
X .. . paTole della stessa famiglia (cfr. phl' _- I
_ on CIO In contraddi . eg o ecc.)
. . Zlonc con la distinzione che 1\bb'
pena stabilltoJ No p h' b' lamo ap-
_ " erc e lsogna distinguere phleg- . phi .
senso generale c phlog- in senso _ " . og_ lU
di
. e sotto '""'na ",. ,.
conSiderare nient'altm eh l f '. Tlmen I,
senso. Lo stesso DI,m , te orma matenale a esclusione del
enoorncohaq'd al"
costituisce dun'lue due l'le- t" li . U.l . dIfferenti;
Allo stesso modo che " l, distmtl (v. p. 127).
come una paTOla flessa su 'congiungi! I ci appariva
fi . ,desmenza zero, diTemo ora che phl'
amma, e un tema con suffisso N og- 2,6
sibile: il radic',le resta di-", d
zero
. essuna confusione pos-
. ' S lU o alla radice p'rnn d
Sia fonicamente identico. o quan o le
La radice dunque lIna realt l . .
I-'arlanti. \'ero che essi non I . /J('T a COSCienZa del soggetti
cisione; vi sono in a l.SO ano sempTe con !a stessa pre--.
-rapporto a Ci delle differenze sia .
una stes..<;.a lingua sia d !in' m seno a
a gua a lingua.
In certi idiomi ' ..
_ ' caratten preCiSI segnalanu la ad' '"
Zlone dei sug,,"" E' ., T Ice a atten-
, l caso del tedesco' . l
as'""'tto abb ,. . ,In CUl a radice ha un
as anza uUlforme' quas'
slrt-, blld-, haJt- ecc) '. I sempTe monosillabica (cfr,
i fonemi non vi ap '.' obbedisce a certe regole di struttum:
zioni di consonanti pa:Jono lll,un. qualsiasi; certe combina_
_ ' come DCC 115l"va pi Iiq 'd
III posizione finale; wt:rk- .. ID a, ne sono bandite
"di- li!erd_ ma . pusslbile, U!ekr- non lo ; si incontrano
R: .. non SI t[(l\"ertbbero lleJl- wedr_
lcordiamo che le altemanze re I " .
rinforzano. pi che ind b r . go.an, sopmltutto tra vocali,
-otto-u 't . e o Ire, Ii sentimento della radice e delle
Ul In generale' anhe su .
i<inco vaTiato del suo Abtrlllt y questo. II tedesco, col
d,ti francese L di' . . p. 19
1
), diffensce profondamente
_ -. e Ta CI semItIche hanno . d ..
d"l caratteTi an;ogh L It m gra o ancor pro alto
minano . e a, ernanze sono molto Tegolari e deter-
un gran nUmero di oppo<;izio . I
'.hi/al, qla/te"" qUi!, flUi e - III esse (cfr. ebraico
lcante .t.in tutte fonne d uno stesso verbo signi-
"-'rd... il monosillab: P,"d' esse presentano un carattere che ri-
Ismo e esco ma di ma' 'd
["ngono sempre tr - ." _!;g:Iore l'VI enza: con_
<:; e eonsonanh (\", oHre p. 281 sg.)
- otto guesto !I..-'petto, il france'>e di'i tutto dive;"o. Ha poche
227
'50
'57
alternanze l', accanto a radici monosillabiche (rDl/l-. march-,
) h Il
di due e TlPrfino di tre sillabe (cammellc-.
mallg-,neamoe .. ."
hisil-. ipouuant-). Inoltre le fanne di queste radici
nelle loro finali, combinazioni troppo diverse per essere ndupblh
a regole (cfr. tu-er, rlgn-er. gl.id-er, grO/ld-er, sOilffl-er.
ell/r-er, hllrl.a ecc.). Non ci si deve dunque stupire se il sen-
timento della radice assai poco sviluppato in francese.
La detC01nazione della radice porta con s di riflesw quella
dei prefissi e suffissi. Il prefisso precede la parte della parola ri-
conosciuta come radicale, per esempio hupo- nel greco. hllpo-
ullgmlmi. Il suffisso l'elemento che si aggiun
g
: alla per
fame un radicale (esempio: ulIg-mat-) o a un pnmo .per
fame uno di secondu srado (per eo.empio zeugmal-io-). SI VIsto
pi su che questo elemento, come la desinenza, pu essere rap-
presentato da zero. J;.'estrazione del suffisso non dunque che
un'altra faccia dell'analisi del radicale.
Il snffisso ha ora un senso concreto, un' valore semantico, come
in :tl,k"lir-, in cui _ter" designa l'agente, l'autore dell'azione,.
una funzione puramente grammaticale, come in m
cui -nii- denota l'idea di presente. Il prefisso pu altresl avere l uno
e l'altro ruolo, ma raH) che le nostre lingue'gli diano la funzione
grammaticale; esempi: il ge- del participio passato (gcselzl
ecc.), i prefissi pedettivi ddlo slavo (russo lIa-plsat ecc.)_
Il preli.sso differisce ancora dal suffisso per un carattere che,
senZa. essere assoluto, pressoch generdle: meglio delimitato
perch si distacca pi facilmente della parola,
dipende dalla natura propria. di questo elemento; nella maggior
parte dei casi, ci che resta dopo l'eliminazione d'un prefisso fa
l'effetto d'una parola completa (dr. rerOllllllcncu : cOmtnCllu.r,
lldigHe .' .'ligI/C, ma/adroi! _- adroil, wnfrcpoids : ecc.). Ci
ancor pi evidente in latino, grc<."o e tcdes..:o. AggJ.unglamo che
parecchi prefissi funzionano come parole indipendenU:, cfr.
CO/llu, tnal, l"'lml, SlIr, tcd. llllln, l'or ecc., greco kali', pro ecc.
,R Tutto diverso per il suffisso' il radicale ottt'nuto con la soppres-
sione di questo elemento una parola incompleta: esempio: frane.
. . . I T -l' eco urioma:
orga'lfsllllOll : orgallls-, te(, rellHllllg. leUH-, gr. '"
Ullg- ecc.. e, d'altronde, il suffisso stesso non ha eSIStenza auto-
noma,
228
,da tutto ci che il radicale delimitato in anticipo
nel suo U1lZ1O; prima d'ogni comparazione con altre fanne, il sog-
getto parlante sa dove porre il limite tra il prefisso e ci cbe lo
segue_ Per la fine della parola non la stessa cosa; l nessun li-
mite si impone fuori del confronto di forme aventi lo stesso radi-
cale o lo stesso suffisso, e questi raccostamenti si risolveranno in
delimitazioni variabili a SCf:onda della natura dei tennini accostati,
Dal punto di vista dell'analisi soggettiva, i suffissi e i radi-
valgono solo per le opposizioni sintagmatiche e associative:
si pu, a SCf:onda dell'occorrenza, trovare un elemento formativo
ed un elemento radicale in due parti upposte di una parola,
quali che siano, purch diano luogo a un'opposizione, Nel latino
dicltitiirem, ad esempio, si vedr un radicale se lo si
confronta a cOllsul-cm, ped-cm ecc., ma 1m radicale tiictti-(toum)
se lo si accosta a lic-liJrem, scrip-tiire/ll' ece_, un radicale dic-
(tiiliJum) se si pensa a fti5-W6rnn, can-liitmn. In linea generale, e
in circostanze favorevoli, ii soggetto parlante pu essere indotto
a fare tutte le divisioni immaginabili (per esempio: dic!iit-iJrem,
secondo (l/ll-orem, ard-orem ecc" dict-iilreJn, secondo iir-iitiirem
ar-titorclll ecc,). Si sa (v. p. 205) che i risultati di queste analisi
spo:>ntanee si manifestano nelle formazioni analogiche di ogni
epoca; sono esse che permettono di distinguere le sotto-unit
(radici, prefissi, suffissi, desinenze) di cui la lingua ha coscienza
ed i ,"alori che essa vi collega.
C. L 'climologia {ZlICI1_
L'etimologia non n una disciplina n una parte
della linguistica evolutiva; soltanto una applicazione speciale
dei principi relativi ai fatti sincronici e diacronici_ Essa risaie nel
passato delle parole finch non trova qualche cosa che le spieghi.
Quando si parla dell'origine d'una par,-'la e si dice che la pa-
rola ,-iene, da un'altra, si p0SS0110 intendere parecchie cose
dh-erse: cosi, il francese se! viene dal latino sal per semplice alte-
razione del suono; 'abolirer .la\orare la terra. viene dall'antico
francese lab(Ju,,'r .la\"orare in generale, per alterazione del solo
'tnso: COlii'a '"iene dal latino ruba", pn alterazione del suono e de!
229
senso; infine quando si dice che pommier viene da pomme si allude
a un rapporto di derivazione grammaticale. Nei tre primi casi si
opera su identit diacroniche, il qUart'l poggia su un rapporto
sincronico di pi tennini diversi: ora tutto quel che stato detto
a proposito dell'analogia, mostra che in essa sta la parte pi im-
portante della ricerca t:timologica.
L'etimologia di bonus non a f f ~ t t o fissata perch si risale a
dl!t:Jlos; ma se si trova che bis risale a dvis e che per questa via si
pu stabilire un rapporto con duo, questa pu essere chiamata
Una operazione etimologica; lo stesso avviene per il raccostamento
di oiseall con avicellus, perch permette di ritrovare il legame che
unisce OiStrlll ad avis.
L'etimologia dunque anzitutto la spiegazione delle parole
mediante la ricerca dei loro rapporti con altre parole. Spiegare
vuoi dire ricondurre a termini noti, ed in linguistica spiegare
una paro/a significa ricOlldllrla ad allre parole, poich non vi sono
rapporti necessari tra il suono ed il senso (principio dell'arbi-
trariet del segno, p. 85).
~ 6 0 L'etimologia non si limita a spiegare parole isolate; esSa fa
la storia di famiglie di parole, cos come fa quella di elementi
fonnativi, prefissi, suffissi ecc.
Come la linguistica statica ed evolutiva, essa descrive dei
fatti, ma questa de:;crizione non metodica, poich non si svolge
in nessuna direzione determinata. A proposito di una parola presa
come oggetto di ricerca, l'etimologia trae elementi di informazione
volta a volta dalla fonetica, dalla moriologia, dalla semantica ecc.
Per giungere ai suoi fini, essa si serve di tutti i meni che la lin-
guistica mette a sua disposizione, ma non fe-rma la sua atten-
zione sulla natura delle operazioni che obbligata a fare.
230
[',"# QuaTta
L1XGUISTlCA GEOGRAFICA
Capitolv J
LA DIVERSIT.\ DELLE LIXGL'E [.,,]
Affrontandola questione dei rapporti deUenomeno..linguistico 261
con lo spazio, si lascia la l.inguistica interna per_ enkaFa.nel1&-ful-
guistica di cui il capitolo V dell'Introduzione ha gi
marcato la estensione e la variet.
studio delle la loro
diversit,.le..diIfereme--linguistiche che appaiono- quando si passa
da un pl;lfSe all'altro o perfino da un drcC/ndario a un altro. .le
divergenze nel tempo s[uggono spesso all'osservatore, le diver-
genze nello spazio saltano immediatamente agli occhi;. gli stessi
selvaggi le percepiscono, grazie ai contatti con altre trib par-
lanti un'altra lingua. .appunto mediante que;sti confronti che
un popolo prende coscienza del suo idioma.
Osserviamo di passaggio che tale sentimento fa nascere tra
i primitivi !'idea elle la lingua un'abitudine. un costume analogo
a quello dell'abbigliamento o dell'annamento. Il termine 'idioma
designa assai giustamente la lingua in quanto rillettente i tratti
propri di una comunit (il greco idioma aveva gi il senso di HO-
stumanza speciale I). Vi in ci un'idea giusta, che diventa per
un errore allorch ci si spinge fino a vedere nella lingua un at- :!62
tributo non della nazione, ma della razza, allo stesso titolo
del colore della pelle o della forma della testa.
Aggiungiamo ancora che ciascun popolo crede alla superiorit
del suo idioma, Un uomo che parla un'altra lingua, considerato
volentieri come incapace di parlare; cosi la parola greca hdrhlU'o$
sertlbra che significasse balbuziente I e che fosse parente del
latino halhlls; in russo, i tedeschi sono chiamati Nmtsy, vale a
dire I i muti I.
233
stata, .l:t... primamllstataziouc._
[atta.. in.linguistka; essa ha la funna iniziale della
ricerca scientifica in materia di lingua, anche presso i Greci;
vero che essi si sono occupati esclusivamente della variet esi-
stente tra i dh'ersi dialetti ellenici; ma in generale il loro inte-
resse non superava i limiti dclla Gre..-:ia stessa_
Dopo aver consfataloche due 'idiomi differiscono:'si portati
istintivamente a scorgervi analogie. questa una tendenza na-
turale m,i soggetti parlanti. I campagnoli amano confrontare la
loro parlata con quella del villaggio vicino; le persone che prati-
cano pi lingue rilevano i tratti che hanno in comUne. Ma,
cosa singolare, la scienza ha impiegato un tempo enorme a uti-
lizzare le constatazioni di questo tipo; cos i Greci, che avevano
osservato parecchie somiglianze tra il vocabolario latino ed il
loro, non hanno saputo trarne alcuna conclusione linguistica_
queste analogie pennette di affer-
marein certi casi che due o pi idiomi sono uniti da un legame _
di parentela. vale a dire che hanno un'origine comune. Un gruppo
di linguc cosi accostate si chiama una famiglia; la linguistica
moderna ha riconosciuto l'una dopo l'altra le famiglie indoeu-
ropea, semitica, bantu l ecc. Queste famiglie potrebbero con-
263 frontarsi a loro volta e talora si fanno luce delle _filiazioni pi _
vaste e pi antiche. Si sono volute trovare delle analogie tra
ugrofinnico t e indoeuropeo, tra quest'ultimo e il semitico ccc,
Ma confronti di questo genere si imbattono presto in barriere
insuperabili. Non si deve confondere quel che pu essere con
quel che dimostrabile. La parentela universale delle lingue non
probabile. ma perfino se fosse vera - secondo quanto crede
un linguista italiano, il Tr<:Jmbetti a - essa non potrebbe essere
, Il bantu un insieme di liugue parla.te da popolazioni dell' Africa sud-
equatoriale, in partkolaro i Ca!ri [Edd.].
L'ugrolinnico. che comprend.. oltre il finlandese propriau,ente detto
".uomi, il nlord"ino, illappone ecc.. una. famiglia di lingue parlate nella
Russia .eltentrionale e in Siberia, e risalente certo a un primitivo idioma
comune; la .i ricollega al gruppo assai 'a.to delle lingue ura.lo-altaiche
cui comune origine non pro'ala. malgrado certi tratti che si trovano lO
tutte [Eddl
Si ""da la sua. opera L'n'l,l d'oyig;", dd li"li"aggio. Bologml. 1905
[Edd.].
23+
pWI'ata, a causa dcI numcro troppo grande di cambiamenti in-
tCI'l"elthti.
(os, accanto alla diversit nella parentela, vi una diversit
a.:;s(lluta Stllza parentela riconoscibile o dimostrabile, Quale de\-e
il metodo della linguistiCa nell'Ull caso e nell'altro? Co-
minciamo dal secondo, il pi frequente. Vi , cume appena,s'
lktlu, Ulla moltitudine infinita di lingue e famiglie di lingue
irriducihili le une alle altre. , ad esempio, il cinese nei con-
fronti delle lingue indoeuropee. Ci non \'uol dire che la
zione debba abdicare; essa resta sempre possibile ed utile; essa
nrtera tanto sull'organismo grammaticale e sui tipi generali
ddl'espressione dci pensiero quanto sul sistema dei suoni; si
compareranno anche fatti dordine diacronico, l'evoluzione f()-+
netica di due lingue ecc. A questo riguardo le possibilit, bench
di nUlllero incakolabile, sono limitate da certi dati costanti,
[,miei e psichid, all'int(,ffio dei quali deve costituirsi ogni lingua;
e reciprocamente la scoperta. di tali dati costanti che il fine
principale di ogni comparazione fatta tra lingue irriducibili l'una 26-1
all'altra,
Quanto all'altra catcgoria di di\"Crsitil., quelle che esistono
nell'ambito di famiglie di lingue, esse offrono un campo illimitato
",Ila comparazione. Due idiomi possono differire in tutti i possibili
gradi: possono ras-'mmigliarsi in modo stupefacente, come zend
e o semhrare interamente dissimili, come il sanscrito
t' !'irlandese: tutte le gradazioni intermedie sono possibili: cos
il greco l' il latino sono pi prossimi tra loro che entrambi rispetto
al sanscrito ecc. Gli idiomi che differiscono soltanto in grado molto
debole sono chiamati ma'-non-bisogna- dare a questo
tt'nnine un senso rigorosamente esatto; noi \"Cdremo a p. 247
diI' tra i dialetti e le lingue vi una differenza di quantit, non di
natura.
23.5
COl\IPLICAZIQ)l! nELLA 1I1vE.RsnA CF,OGRAFIC\ (mi
I. CI.MJiSIenZ4 di pi [iolgru in "110 stesSO punto.
265 La diversit geografi.:;). >tala presentata fin qui nella sua
forma ideale: tanti t1,rritori, tante lingue distinte. Ed eravamo
in diritto di procedere cos. perch la separazione geografica resta
i! fattore pi generale della diversit linguistica. Affrontiamo
adesso i fatti secondari che vengono a turbare questa corrispon-
denza ed il cui risultato la di pi lingue in uno stesso
territorio.
Kon qui in questione la mescolanza reale, organica, la in-
terpenetrazione di due idiomi sfociante in un cambiamento nel
sistema (dr. l'inglese dopo la conquista normanna). N si tratta
tanto meno di pi lingue nettamente separate territ(,rialmente,
ma comprese nei limiti di uno stesso stato politico, come il caso
in Svizzera. Noi consideriamo soltanto il fatto che due idiomi
possono vivere fianco il. fiancu in uno stesso luogo e coesistere
senza confondersi. Questo si vede assai spesso; ma occorre distin-
l,'Ilere due casi.
anzitutto che la lingua d'una nuova popola-
zione venga a sovrapporsi a quella indigena. Cosi nel Sudafrica
accanto a parecchi dialt'tti ne/,'fi si constata la presenza deU'olande-
266 se e dell'inglese, risultato di due colonizzazioni succcs-sil'e: nel
medesimo modo the lo spagnolo si trapiantato nel
Non si creda per che le usurpazioni linguistiche di questo til'(1
siano !>'Jlecifiche dell'epoca moderna. In ogni tempo si sono viste
nazioni mescolarsi senza confondere i loro idiomi. Basta, per ren-
dersene conto, gettare uno sguardo sulla carta' dell'Europa at-
236
tuale: in Irlanda si parla celtico ed inglese: molte persone
gono le due lingue. In Brt'tagna si praticano breltone e francese;
nella regione basca ci si serve di spagnolo e francese e insieme
del basco. In Finlandia svedese e finhrndese coesistono da gran
tempo: il russo venuto ad aggiungersi pi rcrentemente: in
Cur!andia e Livonia si parla lettone, teescu e russo; il tedesco,
importato da coloni venuti nel Medioevo sotto gli auspici della
lega anseatica, appartiene a umL classe speciale della popolazione;
il russo vi stato importato successivamente per via di conquista.
La Lituania ha visto impiantarsi accanto al lituano il polacco,
conseguenza sua antica unione con la Polonia, ed il russo,
risultato ddl'incorpomzione all'impero moscovita. Fino al XVIII
secolo, lo slavo ed il tedesco erano in uso in tutta la regione orien
tale della Germania a partire dall'Elba. In certi paesi la confu-
sione delle lingue ancora pi grande; in Macedunia si incontrano
tutte le lingue immaginabili: turco, bulgaro, serho. greco, alba-
nese, rumeno ecc., mescolati in maniera diversa a seconda delle
regioni.
Queste lingue non sono sempre assolutamente mescolate; la
loro C"OCsistenza in una data regione non esclude una relativa ripar-
tizione territoriale. Si ha, per esempio, che di due lingue una si
parla nelle citta, l'altra nelle campagne: ma la ripartizione non
sempre netta.
Nell'antichit, stessi fenumeni. Se avessimo la carta Hngui-
stica dell'impero romano, ci mostrerebbe fatti in tutto simili 267
all't>poca moderna. Cos, in Campania, verso la fine della Repub-
hlica si parlava: l'osco, come attestano le iscrizioni di Pompei:
il I,'fCCO, lingua ci coloni fondatori di Napoli ecc.: il latino: forse
anche l'ctnLsco. che aveva regnato su questa rer:;ione prima del-
l'arrivo dei romani. A Cartagine il punico o fenicio aveva resi-
stito accanto al latino ancora all'"poca dell'invasione
araLa), senza contare ch': il numidico si parlava certamente in
territorio cara[::inese. Si pu 'luas ammettere che nell'antichit,
intorno al hacino del Mediterraneo, i paesi unilingui costituivano
l'e,cezione.
Per lo pi tale sovrapposizione di lingue stata prodotta dal
l'invasione di un popolo superiore per forza: ma vi anche la
colC'niz1.azione, la penetrazione pacifica: e poi il caso di trib
ZJ7
nomadi che trasportano il luro parlare mn quel che fanno
gli zingari, stahiliti suprattutto in l:nl>lIeria, dove formano vil-
lagfii cumpatti; lo studio della loro lingua hO! mostwto che essi
devollu es,er \cnuti {blrIndia in unepoca sconosciuta. In Do-
brllgi.\, alle ['ll"i del Danul,i". si trn\',mo villaggi tartari sparpa-
gliati, piccoll' macchie sulla c:\rta linguistica ddla regione.
2. Lillgua Irlltrarill c idiiJIllrl 10C'1"'-
?Ta non e aIl<"ora tutto: l'unita linguistica pu essere distrutta
quando un idioma naturale l"influen7.a d'una liugua let-
teraria. Ci si pruduce infallibilnl':nte tutte le volte-' che un popolu
arriva a un ccrto g-rado di ci\ilizzazione. l'CJ:.dinslla letteraria.
intendiamo nun della letteratura, ma, in un senso
pi gencrall', ugni sl't,,-i{, di lingua di cultura, ufficiale (> n,)n, al
s,'rvizio dell'intera comunita. Abbandun'lta a se stessa la lingua-
26'; non cunUSLe alli_o rhe dialetti dei quali nessuno usurpa il posto- '
degli altri, e pcrci,', vutata a un fr;u.ionamcntv ind,;lnito. )Ia
poiche la __s_\:il_lI_rp<lndosl !noltiplica le
con una di -c<lII\'enl'.ione-tadta_Liell.cscelto uno dei dialetti
i\-veil-ol0 di tuttu ci che interessa la nazione nel suo
insieme. I motivi di questa scelta sonu diversi: ura viene data la
preferenza al dialetto della in cui il progresso pi avan-
zato, ora a quello della pnwiM'ia dlC ha l'egemonia politica e che
ospita il go\"emo centrale; a volte una corte che il suo
parbrc alla nazione. l:na volta promossu al rango di lingua uffi-
ciale e cumune, il di.dl'tto privilcg"iato resta di rado quel che era_
prima. E,;.w si meSl.""la COlli elenwnti dialettali d'altre regioni;
diventa sempre pi comp{lsito, Sl'nza perc' perdere dd tutto il
suo ('aratlere CLl." nel Ir.lncese letterario si ricono"Ce
hene il dialetto dell'llcde-Francc. e si riconosce il toscano ncl-
l'it:lliano comune. romull1]ue, la lini<Ua letteraria non si impone
dall'oggi al domani. e gTan parte ddla p"pol ...zione risulta bililll;Ul',
parlando nello stesso h'mp" b lingua di tutti ed il dialctto locale.
'lucI clic si \"cde in parccchie l'cginni ddla Fr'Ulria, come nella
Savoia, in cui illranre5e una lingua illll'mtal:1. c nOli l,a ancora
soffocato il dialetto locale. Il bilo i: g'-'l1<"r<ll.-: in Germania ed
238
in Italia, dove il dialetto rt:'>i:;tc duvunque accanto alla lingua
ufficiale.
Gli fatti sono avvenuti in tutti tempi, pressu tutti i
popoli pervenuti a un certo grado di civilt. I greci hanno a\"utn
la l0To koill, tratta daUattico e dallo iOlliw, accantu alla quale
hanno re5istito i dialetti lucali. Anche nelrantka Babilonia si
crede di llO)tcre asserire che vi fosse una lingua ufficiale accanto
ai dialetti regionali.
l:na lingua generale implica necessariamente l'usu della scrit-
tura? I poemi omerici paiono provare il contrario; pur avendo
\-isto la luce in Un'l'poca in cui non si laceva quasi affatto uso 26)
della scrittura, la loro lingua C;Jllvenziunale e presenta tutti i
caratteri d'una lingua letteraria,
I fatti di cui si parlato in questo capitolo sono cosi frequenti
che si potrebbero scambiare per un fattore normale nella storia
delle lingue. Tuttavia noi faremo qui astrazione da tutto d che
turba la visione della naturale diversit geografica, ptr conside-
rare il fenomeno primordiale, fuori di osni importazione di lingua
straniera e d'ogni fonnazione di lingua letteraria. Questa sempli-
ficazione schematica sembra far torto alla realt; ma il fatto
naturale deve esser anzitutto studiato in se stesso.
Dato il principio che adottiamo, diremo ad esempio che
Bruxelles germanica, perch la citt I- sita, nella parte fiamminga
del Belgio; vi si parla francese, ma la sola cosa cbe qui importi
la linea di demarcaziune tra dominio fiammingo e vallone,
D'altra parte, da questo stesso punto di vista, Liegi romanza
perch si tro\'a in territorio vallone; il francese qui non - altro
che una lingua straniera sonapposta a un dialetto di l'guai ceppo.
Cos, ancora, Brest appartiene linguisticamente al brettone; il
lrancese che vi si parla non ha niente di comune con l'idioma
indigeno della Bretagna: Berlino, dove non si ode qU:J.Si niente
altro che alto tedesco, sar ascritta al ba,so tedesco ecc,
239
2;0
".
Capii"'" f 1f
1. Il tempo, callsa essenziale.
La diversit assoluta (v. p. 235) pone Un problema puramente
speculativo. Al contrario la diversit nella parentela ci colloca
sul terreno dell'osservazione e pu esser riportata all'unit. Cosi.
francese e provenzale risalgono entrambi al latino volgare, la cui
evoluziune stata diversa nel nord e nel sud della Gallia. La loro
origine comune risulta dalla materialit dei fatti.
Per ben comprendere come le cose si svolgono, immaginiamo
le condizioni teoriche piu semplici possibili, che consentano di-
enucleare la causa essenziale della differenziazione nello spazio,
e chiediamoci che cosa avverrebbe se una lingua parlata in un
punto nettamente delimitato - una piccola isola, ad esempio -
fosse trasportata da coloni in un altro punto, egualmente deli-
mitato, per esempio un'altra isola. Dopo un certo tempo, si ve-
drannu sorgere tra la lingua della prima area (A) e quella della
seconda (A') differenze disparate, riguardanti il vocabolario, la
grammatica, la pronunzia ecc. _
Non si deve credere che solo l'idioma trapiantato si modifi-
cher, restando invece immobile l'idioma originario; anche l'in-
vtlrso non si produce in modo necessario; una innovazione pu
nascere da un lato u dall'altro o da entrambi. Dato un carattere
linguistico a, smcettibile di essere sostituito da un altro (b, c,
d ecc.), la differenziazifJllc pu prodursi in tre modi diversi:
240
\
b
-
,
,
(area Al ,
,
-,
(arca A')
I
,
,
-
b
,
Lo studio non pu dunque essere unliaterale; le innovazioni delle
due lingue ]1anno eguale importanza.
Che cosa ha l'reato queste differenze? Quando si crede che sia
solo lo spazio, si vittime di,nn'illusione. a se stesso,
lo spazio non pU L,;>en:ita.re alcUilaaZIOAtl sulla_lingua, All'indo-
mani del loro arrivo in A', i coloni partiti da A parlavauo esatta-
mente la stessa lingua di un tempo. Si dimentica il fattore tempo,
perch 1'5,,0 meno concreto del fattore spazio; ma in realt proprio
dal tempo dipende la differenziazione linguistica. La diversit
deve essere tradotta in diversit temporale.
Siano due caratteri differenziali b e c; non si mai passati
dal primo al secondo u dal secondo al primo; per trovare il pas-
saggio dall'unit alla diversit bisogna risalire al primitivo a
al quale b e c si sono sostituiti; ad esso che sono sostituite le
fanne posteriori; donde lo schema di differenziaziolle geografica,
valido per tutti i casi analoghi:
A A'

j j
b ,
La separaziolle dei due idiomi la foona tangibile del fenomeno,
ma non lo spiega. Seilza dubbio questo fatto linguistico non
si sarebbe differenziato senza la diversit dei luoghi, per
quanto minima sia; ma da solo l'allontanamento ilon crea diffe-
renze. Come non si pu giudicare d'un volume da una superficie.
ma solo grazie a una terza dimensiolle, la profondit. cos lo
schema della differenziazione geografica non completo se non
proiettato nel tempo.
Si obietter che le diversit d'ambiente, di clima, di configu-
razione del suolo, le abitudini speciali (differenti, ad esempio, in una
'7'
243
che rappresenta appunto la realt.
Come ha urigine e come si delinea la diversit che sbocrller
nella creazione di furme dialettali d'ogni natura? La cosa meno
semplice di quanto a prima l"ista. Il fenumeno pre-
senta due caratteri principali: .
I. _djjllnJ?V<iZ!9J)J. successixe e
precise. costituenti altrettanti fatti parziali, che si potranno enu-
merare, desl"fi\'ere e da'iSificare secondo la "loro natura Ilatti
fonetici, sintattici. lesskologici. morfologiri ecc.).
2. superficie detenni-
nata... una sua area distinta. Ddle o-Parea di
una innov-azioriec.op;-e tutto "ii' territorio, ed essa non crea alcuna
differenza dialettalI' ( il caso pi raro); oppure, cOTIle accade
nariamente, la trasformazione raggiunge solo una parte del do-
minio, avendo ciascun fatto dialettale la sua area speciale. Ci
che diciamo qui di seguito dei <'ambiarncnti fonetici .deve inten-
dersi d'ogni altra innovazione. Se por e">empio una parte dci ter-
ritorio investita dal cambiamento di il in e:
ma invece
possibile che un cambiamento di s in z si produca nello stesso
territorio ma in altri limiti:
2. Azione de/tempo SII 1111 territorio COlJtiIIUO.
242
SU::rmsideri anzitutto un paese unilingue, vale a dire in ,'ui si
parli uniformemente la stessa lingua e la cui popolazione sia fissa,
per esempio la Gallia del 450 d. C., in cui il latino era solidamente
stabilito dovunque. Che cosa avverr?
1. Poich in fatto di linguaggio (v. p. 94 sg.) l'immubilit
W!.u:sistc, alla fine di un certo lasso di tempo la lingua
non sar pi identka a se stessa.
2. L'evoluzione non sar uniforme in tutto il territorio, ma
varier secondo i luoghi; non si mai constatato che una lingua
cambi in egual modo sulla totalit del suo dominio. Dunque lo
schema non :
popolazione montanara e in una popolazione marinara),
i' sulla hngua e che in questo lasO le VarIazIOni studiate
qUi condIZionate geograficamente. Tali influenze sono
contestahill (v p 179), ma fossem anche pm\ ate, bbognerebbe
fare anora una distinzione" f-a direzione del movimento attri-
buibile all'ambiente; essa detcmlinata da imponderabili che
agiscono in ciascun caso senza che si possa dimostrarli o descri-
verli. Una ti diventa ii a un dato momento, in un dato ambiente;
perch s' cambiata in qucl momento e in quel luogo, e perch
diventata ii e non pH esempio 01 Ecco quel che nessuno pu
dire. },ofa il cambiamento iJl stesso, fatta astrazione dalla sua
direzione speciale e dalle sue manifestazioni particolari, in una
parola l'instabilit della lingua, dipende dal tempo soltanto.
La diversit geografica dunque un aspetto secondario deL feno-
meno generale. L'unit degli irlimi parenti non si ritro"'l che
nel tempo. un principio di etti il comparatista deve compene-
trarsi se non vuole essere vittima di ingannevoli illusioni.
L'idea che ci si fa corrt>ntemente dei dialetti tutt'altra..J,.i...
si rappresenta- come tipi. linguistici per-!elliunell.1ede.tenninati
circoscritti in tutti i sensi e cpprenti sulla carta dei territori
stapposti e distinli (a, b, c, d eoCc.).
(d ['esbtenzrt di ,[ueste aree tii,llnte clic spie!;,\ la delle
pnrlate in tutti i l'unti del d"mini., ,l'U'l,L linglM, 'luanr1" essa
ai,bandonata ,li];, SUa cv"luzi'lllC n;\tur'l1c. ILun ""ilO
pr('vellibi1i; niente penndl!' di delwminalc in anticipo la loro
estensione, ma ci si de\'(, limitare a '-"lbl"ta,'le. Sovrapponendos(
sulla carta, dul'(; i Inno confini si inlrcn i'lIl1J, cssc f')rmano delle
combill:lzioni rompli<::\te. La loro conlil-,'Ura7.i(olle i:
talora paradossale; c<b C e I-: latinI' davanti ;LOI <I .,i ,onu camlJi;,tl'l
in Is, Ji; l'"i iII " f; (dr. ((m/11m -> c/lllll/. l'irgll - in tutto
il nord della Francia ,,\11'0 che in l'i'Tardia (d in una. l'artll delh
!\nrmania, dove c {, r.: ,011<0 rest;Lti inbltti (cfr. piccardu cal per
rcml!'f. per rh/III!,!," d,e e ['afi,ato di recent(l in francese,
vergue da liirr.:a citCltn pi stl cc.. ).
2;5 Che cosa risulta dall'insieme di 'IUf'sti fenomeni? Se a un dato
momento una stessa linr,ua regna su 1Utta l'estensione del terri-
turio, dopo cinque a dicci ",,:oli f;li abitanti di due punti estremi
probabilmeatp. non si intendcrannu pi: in compenso quelli d'un
punto qualunque mntinu<'mnno a la parlata delle regioni
vicine. Un viaggiatore. tr;wcrsando questo paese da un capo al-
l'altro, non constaterebbe, da una lncaliti] all'altra, nient'altro
che variet dialettali minime: ma aCl'UIHulandofii queste diffe-
renze a mi5u.-.. del su" procedere, finirebbe pt,r inc,mtmre una
linr;ua inintclli6>ibile agli ahitJ.nti della rc/{ione di partenza. DJ>-
.pure. se si parte d.1. un puntu d'un territori.) per esplorarlo radiaI
mente in tutti i sensi, .,i vedr che la somma delle divergenze
aumenta in r.'l-scuna direziune, ili maniera differente.
Le particolarit rilevate nel par1'lrtJ d'Un si ritro-
vano nene localit vicine, ma s.u impt-'fisibile prew.-ilere fino a
quale distanza ciascuna si estender. CD,i a Dou\"ainc, paese del
l'Alta Savoia. il name di Ginevra ,i dice denva: questa prOnunzia
si estende molto lontano a est e a sud; ma dan'altro lato e1lago
Lemano pronunzia dunva: tuttavi(l, non si tratta di due dialetti
nettamente distinti, perch per un altro fenomeno i limiti saralllto
differenti; cos a DOUl'aine 'si dice daue per ma questa pr-+
nunzia ha un'arca molto pii! che quella di denva; ai
piedi del qualche chilametro pi in 1:\, ,i dice due.
244
3. I diaktti nOli halltlo confilli mUu1'ali.
'-_.'/\.i
(/, I -...,,( f \.---:-
.'-<.., ,/',_, J
/' h \,... .J
lia le trasformazioni dialettali naturali sboccano in un risul_
tato affatto diverso. Da quando ci si messi a studiare ogni fe---
nomeno in se stesso cd a determinare la sua arca di estensione
,\ stato ben necessario sostituire all'antica nozione
pu defmirsi come segue: non vi sono che caratteri dialettali
naturali, ma nun vi sono dialetti naturali; o, d dI(' i: l stes,o:
tanti sono j dialetti quanti i luoghi.
Cos la nozione di dialetto naturale in linea di principio in-
compatibile con quella di regiune pi o meno estesa. Delle due
l'una: o si definisce un dialetto nella tatalif dei suoi caratteri
e allora bisogna fissarsi su un puntu della carta e attenersi
p:ulata di una sola localit; allontanandosene non si troveranno
pii] esattamente le stL"Sse particolarit. Oppure si definisce un
dialetto con uno solo dci suoi caratteri: allora, senza dubbio, si
"ttiene llna superficie, quella in cui si espande l'area di propaga-
zione del fatto in questione. ma. appena necessario osservare'
.-he questo un procedimento artificile, e che i limiti cos trac-
"iati non corrispondono ad alcuna realt dia.lettale.
l.a ricerca dei caratteri dialettali stata il puntu di partenza
dei lavori di cartografia linguistica, il cui modello l'At!as liti"
;lIi"lique di' la. Fra/ree di Gilliron: bisogna ricordare anche quello
dflla Germania di \Yenker l [!>Il. La forrna dell"atlante per-
Jettarnente indi<:ata, perehe si obbligati a studiare il paese
, Cfr .. ;G.) l.WI!";";;,h" ."lIas d.,
:Lipsia) "-''''9. c [r..1 :llillartlet. P.lil allfis
d'",,, "l'io" d I.,,,.d,:;. !"1L']o,a: :Lri<l.].
2+5
'77
",
regione per regione, e per ciascuna regione una carta non pu
abbracciare che un piccolo numero di caratteri dialettali; la
stess:!. regione deve esser ripresa un gran numero di volte per
dare un'ide:l. delle particolarit fonetiche, lessicologiche, morto-
logiche ecc., che vi sono sovrapposte. Simili ricerche implicano
tutta un'urganiu.azionr, inchiestt: sistematiche fatte mediante
questionari, con l':l.iuto di corrispondenti locali. ecc. Conviene
citare a tal proposito \'inchie;;.ta sui dialetti della Svizzera ro-
manza. Uno dei vantaggi degli atlanti linguistici quello di
fornire materiali per i lavori di dialettologia: numerose monografic
apparse recentemente sono basate sull'Allas di Gilliron.
Si sono chiamate linee isoglosse. o di isoglosSll. le fmntiere
dei caratteri dialettali; il tennine stato formato sul modello
di iso/emI; ma il. oscuro e improprio, perch vuoi dire" che ha
la stessa lingua"; se si ammette che glossfflla significa" carattere'
idiomatico' si pntrebbe parlare pi esattamente di linee iso-
glossematiche, se il termine fosse utilizzabile; ma noi preferiamo
ancora dire: ondt di innovazione, riprendendo un')mmagine che
risale a J. Schmidt e che il capitolo seguente giustit;cher.
Quando si getta uno sguardo a una carta linguistica, si vedono
talora due o tre di queste onde coincidere pressappoco, e perfino
confondersi per un certo tratto:
.A
evidente che due punti A e n, separati da una zona di questo
tipo, presentano una Cl'rta somma di divergenze e costituiscono
due parlate ahhastanza differenziate. Pu accadere altres che
q'ueste Conc(,rdanze,in\'ece d'essere parziali, interessino l'intero
perimetro di due o pi aree'
2.46
Quando queste concordanze siano sufficil'Iltemente numerose si
pu parlare per approssimazione di dialetto. Esse si spiegano con
fatti sociali, politici, religiosi ecc., di cui noi facciamo qui total-
mente astrazione; esse velano, senza mai cancellarlo del tutto,
il fatto primordiale e natura.le della differenziazione per aree
indipendenti.
4. Le fingile l!On hanno confilli naturali.
difficile dire in che consiste la diffe:renz.a tra una lingua--e
un dialetto. Spesso un dialetto porta il nome di lingua perch
ha prodotto una letteratura; il caso del portoghese e dell'olan-
dese. La questione dell'intelligibilit gioca anche un ruolo; si
incliner a dire, di persone che- non si capiscono, che esse parlano
lingue differenti. Comunque sia, lingue che si siano sviluppate su
un territorio continuo nell'ambito di popolazioni sedentarie per_
mettono di constatare gli stessi .fatti dei dialetti, su una scala
pi vasta; vi si ritrovano le onde di innovazione, solo che queste
abbracciano un terreno comune a pi lingue.
Xclle condizioui ideali che abbiamo supposto, non possibile
stabilire frontiere tra lingue parenti tanto quanto tra dialetti;
l'estensione del territorio indifferente. Come non si pu dire
dove finisce l'alto tedesco, dove comincia il Platldeu/sdl, cosi
impossibile tracciare una linea di demarcazione tra tedesco
e olandese, tra francese e italiano. Vi sono punti estremi in cui
si dir con skurezza: l Qui regna il francese, qui ma
appena si entra in regioni intennedie, si vede scomparire questa
distinzione; una zona compatta pi che si concepisca
per servire da transizione tra le due lin.-:e, come per esempio il
provenzale tra il francese e l'italiano, non ha maggior realt.
Come rappresentarsi d'altronde, in lIna forma o in un'altra, un
confl11e linguistico preciso su un territorio coperto da un capo al-
l'altro di dialetti gradualmente differenziati? Le delimitazioni
delle lingue sono immerse, come quelle dei dialetti, nelle transi-
zioni. Come i dialetti I\on, sono che suddivisioni arbitrarie della
superficie totale della lingua, cos il limite che si suppone separare
due lingue non pu essere che convenzionale.
247
Tuttavia i passaggi bruschi da una lingua all'altra sono assai
frequenti: donde provengono? Dal fatto cht: circostanze sfavore_
voli hanno impedito alle transizioni di sussistere. Il fattore che
rea maggiori sconvolgimenti lo spostamento delle popolazioni.
I popoli hanno onoseiuto sempre dt:i movimenti di va e 'ieni.
Queste migrazioni, accumulandosi nei secoli, hanno confuso tutto,
ed in molti punti il ricordo delle transizioni linguistiche si can-
ellato, La famiglia indoeuropea un esempio aratteristico.
Queste lingue dovettero essere nizialmente in un rapporto assai
stretto e fonnare una catena ininterrotta di aree Jnguistiche di
cui noi possiamo ricostituire nelle grandi linee le principali. Per
i suoi caratteri lo slavo sta a cavallo tra iranico c germanico, il
che conforme alla ripartizione geografica di tali lingue; simil-
mente il gemlanico pu essere considemto come un ancllo
280 medio tra lo slavo e il celtico, che a sua volta ha rapporti
assai stretti con l'italico; quest-o a mezza strada tra celtico e
greco, cosicch, senza conoscere la posizione geografica di tali
idiomi, un linguista potrebbe senza esitazione assegnare a cia-
scuno la sua. E tuttavia, quando ci (acciamo a considerare una
frontiera tra dUll gruppi di idiomi. per esempio la frontiera ger-
manico-slava, Yi un salto brus<.:u senza i due idiomi
si scontrano invece di fondersi l'uno nell'altro. Il fatto che i
dialetti intermedi sono spariti. N slavi n gemmni sono restati
immobili; suno migrati, hanno conquistato territori a spese
gli uni degli altri; le popolazioni e germaniche che ora sono
vicine non sun quelle che erano un tempo a contatto. Supponete
che gli italiani dl'lla Calabria veniSRCTO il. fissarsi ai confini della
Francia; questo spostamento distruggerebbe naturalmente la
transizione insensibile che abbiamo constatato tra italiano e fran-
ceSt; e un insieme di fatti analoghi che ci presenta l'indoeuropeo.
Ma ancora altre cause contribuiscono a oscurare le transizioni,
per esempio l't'stensione delle lingue comuni a spese dei ,-ernacoli
(\', p. 238 sg.l. Og!!i il letterario (l'antica lingua
de-Fr:\nce) viene a scontrarsi alla frontiera con l'italiano uffidalt:
(dialetto toscano generalillatol, Nl una vera fortuna che si
pos-.... "lno troYn.re ,mcora dei diahtti di transizione nelle :\lpi occi-
dentali: mentre lungo tante altre frontiere linguistiche ogni ri-
cordo di parhtte internwdie spento.
248
nEI.I.E OXIJE Uxr;I'ISTI\'HE
I, La forza d'inlerscam/;o l t: lo spiriJo di campanile [2R.l].
La propagazione dei fatti di lingua e sotomeS5i1. alle stesse 281
leggi di qualsiasi altra abitudine, per esempio la moda. In Ogni
senza posa ed
in senso contrario: ..
la di
che crea, le tra gli uomini.
-"-p!'r lo spljitool campanile un'!:coffiunit linguistica ristrettlL
Queste abi-
tudini sono le prime che ogni individuo assimila nell'infanzia;
di qui la loro forza e persistenza. Se agissero ,sole, creerebbero in
materia di linguaggio particolarit che andrebbero all'infinito.
!!-la i loro effetti sono orretti dalla forza opposta. Se lo spirito
di campanile rende gli uomini sedentari, l'interscambio li obbliga
a comunicare tra loro. l'interscambio che conduce in un villaggio
(passanfrara-rrreIOcali, una parte delle popolazione
in occasione d'una. festa o d'una fiera, che riunisce sotto le ,82
armi uomini di provincie diverse ecc. In una parola, un
principio unificante, che dissoly!!I1Lt!l.:.l!'LM!.i-
rito di campanile,
---'li aIf'interscambio che si deve l'estensione e la cotsione d'una
I [Nel testo frllllC. ;,,l'UD''Y'''j. Abbiamo creduto di poter conSel"Vare
questa pittore"",,- espressione dell'anlore, bench tratta dall'inglese (;"1"'_
CO"'S', pronunciato ;nl<>hoYs, ordazioni sociali, commettio, tomunicazioni .l,
e bench si giustifichI pi in Una spiegazione orale che in un' esposizione teo-
rica [Edd.].
2<9
'j,Jingua. a pre-
" 'iene il fraziun;unento dialettale soffocando un'innovazione nel
/.' momento in cui sorge in un punto; a volte positivamente: favo_
(
risce l'unit accettando e Equesto
\ secondo tipo di intcrscambio che giu.s.tifica la parola mlda
)
' signarc i Iimiti.E!..0JEaflci (v. p. 246): la
, linea isoglossematica come il bl)rdo estremo di un'inondazione
che si espande. e che pu anche rifiuire.
Talora si constata con stupore che due parlate d'una stessa
lingua in regioni molto lontane l'una dall'altra hanno un carattere
Iin6'l1isHco in comune; in tal caso iL. __
mente in una parte del territorio non ha incontrato ostacoli nel
suo propagarsi e si esteso passo passo lontano daL punto
'd( Niente si oppone all'azione delL'interscambio in una
in cui esistono solo transizioni insensibili.
.QIJJ'sta un particolare, '1uali che ne
siano i limiti, richiede tempo, e questo tcmpo pu qualche volta
misurarsLCos la di J; in d, che l'interscambio 'ha
propagato in tutta la Gcrmania continentale, si diffusa inizial-
mente nel sud, tra 1'800 e 1'850, tranne che in francico, in cui J;
ha resistito sotto la forma dolce d ed ha ceduto al d solo pi tardi.
Il cambiamento di t in z (pron. ts) si prodotto in limiti pi
strctti ed cominciato in l'poca. anteriore ai primi documenti
scritti; esso partito dalle Alpi verso il 600 e si esteso a un
tempo verso nord e verso sud, in Lombardia. La l si legge ancora
io una carta turingia dell'VIU secolo. In epoca piil reccnte,
2BJ le i e le ii gennaniche suno diventate dei dittonghi (cfr. lIln
per mfll, bralln pcr bnll); partito dalla Boemia verso il 1400,
il fenomeno ha impiegato 300 anoi per raggiungere il Reno e co-
prire la sua area attuale.
Questi fatti .. sooo diffusi per contatto, pr?:-
che lo stesso avvcnga per tutte le altre onde; esse partono
.l'Iunto e si irradiano. QUl'5to ci porta a una seconda constata-
, zione importante
i.' Abbiamo visto che il fattore tempo basta a spiegare la diver-
tsit. geografica, Ma '1uesto principio non si verifica interamente
che considerando il luogo in cui nata l'innovazione.
Riprendiamo l't:scmpio del mutamento consonantico tedesco.
250
Se un fonema l di"enta ts in un punto del territorio germanico,
il nuovo suono tende a irrildiarsi intorno al suo punto d'origine,
e per questa propagazione spazi aIe entra in lotta con il t primitivo
o con altri suoni che possanu esserne nati in altri punti. Nella
zona in cui nasce, una tipo un iattoTo'_
ma altrove essa si stabilisce solo geograficaf!l!':J:H.\UL.
per contatto, Cos lo schema

"
,'alido nella sua semplicit soltanto nell'area dell'innuvazione;
applicato alla propagazione, ne darebbe un'immagine inesatta.
Il fonetista distinguer dunque accuratam,"nte le aree innova-
tive:iri- cui un-fone!lla sull'asse del tempo,
e le aree di contatto che, iz:t _rapI>0r.t..0 sirrlUltaneo sia col tempo
sia con lo spazio, non possono intervenire molla te_oria dei fattj
fonetici puri. Al momento in cui una ls venuta da fuori si
tuisce a l, non si tratta della modificazione di un prototipo tradi-
zionale, ma dell'imitazione di una parlata vicina, senza riguardo
al prototipo; una forma I/Crza venuta dalle
Alpi, sostituisce in Turingia un pi arcaico non bjs0li'na
parlare di cambiamento di fQnem<L..
' 2. forze a Wl prillcipjo 1l1liCfJ.
territoriQ. - e con ci intendiamo una
superficie minima assimiiabile a un punto (v. p. :.qs), esempio
un villaggio - assai facile distinguere .c..i?. da._da-
scuna delle due forze-in" presenza, spiri-to di campanile ed inter-
scambio; nn fatto p;,i dipendere solo dall'uno con esclusione del-
l'altra; .. ..Jl.(U<l!.e. _
con l'interscambio; carattere c.he appartiene
parlata del punto con,iderato dovuto
lismo.
;\Ia quando si tratta di una superficie, per esempio di un can-
tone, sorge una nuova difficolt: non pi possibile dire a quale
251
ci due fattori si riconduce un dato fenomeno; entrambi, bench
opposti, suno impliciti in ciascun carattere dell'idiuma. Ci che
differenziatore per un cantone A comune a tutte le sue parti;
l la forza particolaristica che agisce, poich impedisce a questo
cantone di imitare in qualche cosa il (,antone vicino B, e im"ena-
mente impedisce a B di imitare A. Ma la forza unilicante, va.le
a dire J'interscambio, altres in gioco, perch si manifesta tra
le diverse purti di A (AI, A2, A3 ecc.). Cos, nei caso di una superfi-
cie, le due forze agiscono simultaneamente, bench in proporzioni
diverse. Pi l'interscambio favorisce una innovaziune, pi la sua
area si estende; quanto allo spirito di campanile, la sua azione
consiste nel mantenere un fatto linguistico nei limiti che ha acqui-
sito, difendendolo dalla concorrenl-ll esterna. impossibile pre-
vedere che cosa risulter dall'azione delle due forze. Abbiamo
visto a p. Z50 che nel dominio germanico, che va dalle Alpi al
Mare del :\'ord, il passaggio da pa d stato generale, mentre
il cambiamento di i in ts (z) ha investito solo il sud; lo spirito di
campanile ha creato un'opposizione tra sud e nord; ma, entro
questi limiti, grazie all'interscambio, vi solidariet linguistica.
Cosi in linea di principio non vi differenza tra il primo e il se-
condo fenomeno. Sono in presenza le stesse forze; varia solo !'in-
tensit della loro azione.
, \ Ci si/,'llifica che praticamente, nello studio delle evollllioni
'j linguistiche prodotte su una superficie, si pu astrarre dalla forza
particolaristica o, il che torna a dire lo stesso, la si pu consi de-
)
rare come l'aspetto negativo della forza unificante. Se questa
" stabilir l"ulllt sull'mtera superficie; se no
,,: il fenomeno SI arrester a mena strada coprendo solo una parte
dI'l territorio; quest'area ristretta rappresenter nondimeno un

,y scambIO propna di ClasCUna regione.
/
252
3 La dijJerellzu;Q/Ic lillguislica ili lerri/ori separati.
Quando ci si Il resi conto che, in una uniforme, la
sione varia secondo i fenomeni, che le innovazioni non si ge-
neralizzano tutte, che la continuit geografica non impedisce
perpetue differenziazioni, allora soltanto si pu abbordare il caso
d'una lingua che si sviluppa parallelCimente su due tl.'rritori
"t'l'arati.
Questo fenomeno assai frequente; cosi dal momento in cui
il germanico penetrato dal continente nelle isole britanniche,
la sua evoluzione si sdoppiata; da un lato, i dialetti tedeschi;
dall'altro, l'anglosll.SSone, donde uscito l'inglese. Si pu citare
anelle il francese trapiantato in Canad. La discontinuit non
l'effetto della colonizzazione o della conquista; pu
prodursi anche per isolamento; il rumeno ha perduto il contatto
con la massa latina a causa dell'interposizione di popolazioni
slave. La l'ansa d'altronde importa poco; la questione sapere
se la separazione Ila un ruolo nella storia delle lingue e se produce
effetti diversi da quelli che appaiono nella continuit.
Pi su, per meglio determinare l'azione preponderante del
fattore tempo, abbiamo immaginato un idioma che si sviluppi
parallelamente in due punti senza estensione apprezzabile, per
esempio in due piccole isole, in cui si pu fare astrazione dalla
diffusione da un luogo ad un altro vicino. Ma quando ci si mette
su territori di una certa su{?Crficie, il fenomeno riappare e comporta
ddle differenze dialettali, cosicch il problema non semplificato
in alcun modo dalla discontinuit dci dominii. Occorre guardarsi
daIrattribuire alla separazione quel che pu spiegarsi senza.
l'errore commesso dai primi indoeuropeisti (v. p. IO). Messi
,li fronte a una grande famiglia di lingue diventate tra loro molto
diVerse. essi hanno pensato che ci potesse prodursi solo per fra-
geografico. L'immaginazione si rappresenta pi ra-
rilmente lingu(' distinte in luoghi separati, e per un osservatore
"\!perficiale questa la spiegazione necessaria e sufficiente della
differenziazione. E non tutto: si associava la nozione di lingua
a guella di nazionalit, qnesfa spiegando quella; cosi ci si rap-
presentava gli slavi, i genoani, i celti etto mme altrettanti sciami
dallo stesso alveare; 'lurste popolazioni. staccatesi per mi-
253
grazione dal tronco primitivo, avrebbero portato seco l'indo(:u-
ropeo comune su altrettanti territori differenti.
287 Da qUtsto errore ci si liber multo tardi; soltanto nel
1877 un'opera di Johannes Schmidt, Dir VCnl'alldlSchaflsvu-
hiillllis5c dcr Iudogermallen, apr gli occhi ai linguisti inaugurand'J
la teoria della continuit o delle onde (Jrc1knllll'orie) 11'llO1. Si com-
prese che I fraziunamento in loCIJ basta pt:r spiegare i rapporti
reciproci tra le lingue indoeuropee, senza che si dcbba ammet-
tere che i diversi popoli abbiano lasciato le loro rispettive posi-
zioni (v. p, z48); le differenziazioni dialettali hanno potut.. e
dovuto prodursi prima che le nazioni si siano sparse in direli,mi
divergenti. Cosi la teoria delle onde non ci d soltantu un,l vi,imle
pi giusta della preistoria dell'indoeuropeo; essa ci illumina sulle
leSgi primordiali di tutti i fenomeni di differenziazione e sulie
condiziuni che reggono la parentela delle lingue.
:Ma questa teoria delle onde si oppone a quella delle migrazioni
senza necessariamente escluderla. La storia delle lingue indoeu-
ropee ci offre parecchi esempi di popoli che si sono staccati dalla
grande famiglia per spostamento, e questa circostanza deve avere
avutu effetti speciali; solo dm questi cffetti si aggiungono a quelli
della differenziazione nella continuit; molto dire in
che consistono, e questo ci rip.lrta al problema dell'e\'oluziune
di un idioma in territori separati.
ConsideriaJ11() l'antico inglese. Esso si staccato dal tronco
germanico in seguito a una migrazione. probabile che non
avrebbe la sua forma attuale se nel V secolo i sassoni fussero
restati sul continente. Ma quali sono stati gli effetti specifici ddla
separaziune? Per dare un giudizio bisognerebbe chiedersi prima
di tutto se questo o quel cambiamento non avrebbe potuto pro-
dursi anche in stato di continuita geografica. Supponiamo .:he
gli inglesi avessero occupato lo Jutland invece che le isole uri-
tanniche: pu asserirsi che nessuno dei fatti attribuiti alla sepa-
razione assoluta si sarebbe prodotto nell'ipotesi del territorio
288 contiguo? Quando si dice che la discontinuit ha permesso al-
J'inglese di conservare l'antico p, mentre questo suono diventa\a
d in tutto il continente (esempio: inglese thlg, tedesco Dillg)
come se si prdendesse che nel germanico occidentale questo cam-
biamento si sia generalizzato grazie alla continuit geografica,
254
mentre invece tale gl::neralir..zazione avre,he 1",lutn andle arre-
starsi a dispettu della continuit. L'emI[(: pnJvltne, come sempre,
dal fatto <,;he si opp"ne il dialetto} lS',lato ai dimetti
In effttti nitnte prova che una .;ulrmi<J. ipf,tdicamenl':
stabilita nello Jutland avrthhe necessariamente subiI" iI CfJntagio
della d. Abbiamo vi,to che per esempi" nel dr,miniu [rann:se /1
(+ a) l,a resistitu in un angolu UJ_,tituit" da Xurmanriia c Pic-
cardia, mentre altrove si dappertutto mutata nella ,dbilant"
ii (cl,). Cosi la spiq;azionc per isolam<'nto resta insufficiente e
superficiale. X"lI c mai nf.'cc"-sario farvi appellr, pl:r spiegare una
differenza; d che J'isolam',nto pui, fare, la continuit gl",gra-
fica lo fa hcne; (:c. rlifkrcnw tra i dUt; ordini di
fellomeni, non ci C C',ncessn pCfu,pirla_
Tuttavia, idi'mli parenti, Il''11 pi
l'aspdt" negati W) della loro difkrenl.iazioJl(;, ma _'iott" l'a,pelto
positivo ddla l',TO solidariPla, 'ii ""n'it'lta che lll:lI'is"Jamento
"gni rappr,rtu virtualmenle rotlo :\ l';lrtire dal moment" rlt:lia
'il'parazi"lle, mentre nella (imtinllit:l un rapporto
anlhe tra parlatI: llettam.:ntc differenti, purch siano
l"l;ale da dialetti intermedi,
Cos, per appn,zzare i gradi (li par'ntcla tra Il' lingue, '""orre
fare una distin7.inne r1g<!nNI tra la crmtinuit l' l'isr,lament'J.
In 'IUl'st'ultimo ra:;o i duc idiomi conservano ,lui I"ro pa"lLto
,-omune un ccrto numero di tratti la l"r.-, parenlela, tua
pfjich ciascuno {, evolut" in lll,.,dn indif_'l:ntknte, i raratteri
nuovi sorti da una parte non p',lranno tml'arsi darraltra (Iascian,l"
da parte il in cui certi '-aratteri nati rl"p.. la scparazi'>IIc
_i trovano ;jcciclentaltnenteidentici nei due i'Jiomi). Ci,', cile
Nlmunrlue escluso la comunk1\7.iifne di questi caratteri pcr
contatto. In linea generale, una che si evoluta nella dis-
continuit !':('ogr3Ika preSl'l1lfl di frontr; allc parenti un
di tratti l'he apparlengono ad essa s"ltanto, e quando a
,ua \""lla '1ucsla linliUa si frazionata, i diversi dialetti che ne
("cono attestano cnn traiti c"muni b parentela pii! stretta c1w
li lega tra l''ru escludendO) i dialetti del restante territoric>. Es.;i
l''rmano realmente un ramo distinto staccatn rlal tronco.
Tutt'altri -"nno i rapp"rti tra su un krrirrio continuo;
i tratti comuni che "-"SC pre<;entritlo ne,n ,nno ncccssariamente
pi antichi di quelli che k diversificano; in effetti, in ogni mo-
mento una innovazi,)ne partita a. un punto qualunque ha potuto
generaliu,arsi cd abbracciare la totalit del territorio, Inoltre,
pnkh le aree di innovazione variann d'esteil,iune da un ca.-;o
all'altro, due'. idiumi vicini po,.';ono ..\Vere una particolarit comune
senza formare un gruppu a parte nell'insieme. e d'essi
PU) esser Iq;:ato agli idiomi contigui da altri caratteri, come
mostranu le lingue indocuropec.
256
Ql'ESTlOXI DI LIXGVlSTlc.-\ RETROSPETTIVA

Capilnl', I
LE DrE PROSPETTI\-E
DELLA Ux"nSTIC\ DL\cROXrc.\ [mJ
"'tentre la linguistica sincronica non ammette che una sola 291
prospettiva, cio quella dei soggetti parlanti, e di conseguenza
non ammette che un sol metodo, la linguistica diacronica implica
insieme una prospettiva prospettica, che segue il corso del tempo,
ed una prospettiva retrospettiva. che ]0 risale (v_ p. no)_
La prima corrisponde' all'effettivo cammino degli avvenimenti;
~ quella che si impiega necessariamente per scrivere un qual-
siasi capitolo di linguis1tica storica, per sviluppare un qualunque
punto della storia d'una lingua, Il metodo consiste unicamente
nel controllare i documenti di cui si dispone. Ma in una massa di
casi questa mauiera di praticare la linguistica diacronica insuf-
ficiente o inapplicabile,
In effetti, per potere fissare la storia di una lingua in tutti
i suoi dettagli seguendo il corso del tempo, bisognerebbe pos-
5edere un'infinit di fotografie della lingua, prese di momento 2g2
in momento, Ora qnesta condizione non mai soddisfatta: i
romanisti, ad esempio, i quali hanno il privilegio di conoscere
il latino, punto di partenza della loro ricerca, e di possedere una
massa imponente di documenti appartenenti a una lunga serie
di seculi, constatano a ogni istante le lacune enormi della loro
rlcJCumentazione. Occorre allora rinunziare al metodo prospettivo,
al documento diretto, e procedere in senso inverso, risalendo il
corso del tempo con la retrospezione. In questa seconda visuale
ci si colloca in ~ ' e p o c a data per determinare non ci che ha
origine da una forma, ma da quale forma pi antica la seconda
ha avuto origine.
259
,,,
:\fentre la prospczione si risolve in una semplice narrazione
e si {.)oda tutta intera sulla critka dei documenti, la
esige un metodo ricostmttivo che si fonda sulla comparazione.
Non si pu stabilire la fonna primitiva di un segno unico ed isolato.,
mentre due segni difkrenti ma d'egual origine, come il lat. pater_
e il sanscr. pil<lr-, o il radicale del latino gu-ii e quello di" gcs-/l/S,
fanno gi intravedere con la loro comparazione l'unit diacronica
che li collega a un prototipo suscettibile di essere ricostruito per
induzione. Piu i termini di saranno numerosi, pi
tali in,\uzioni saranno precise. e sboccherannu - se i documenti
sono sufficienti - in vere c proprie ricostruzioni.
Lo stesso avvic'nc per le linr,.'Ue oe110ro insieme. Non si ricava
niente dal I;>asco perch, essendo bolato, non si presta ad alcuna
comparazione. Ma da un fascio di lingue parenti, come il greco,
il latino, l'antico slavo ecc., si sono putati individuare con la
comparazione gli elementi primitivi comuni che contengono
e ricostruire l'essenziale della lingua indoeuropea, quale fu prima di
differenziarsi nello spazio, E ci che si fatto in grande per la
famiglia tutta intera, lo si ripetuto in proporzioni pi ri-
strette, e sempre con lo stesso procedimento, per ciascuna delle
sue parti, dovunqu,c ci nccessario e possibile. Se per esempio
numerosi idiomi germanici sono attestati direttameute da d0-
cumenti, il germanico comune da cui tali idiomi diversi sono
provenuti ci noto solo indirettamente col metodo della retro-
spezione, Nella stessa maniera i linguisti hanno cercato, C011 di-
verso esito, l'unit primitiva delle altre famiglie (v. p. 234)-
Il metodo retrospettivo ci fa dunque penetrare nel passato
di una lingua oltre i pi antichi documenti. Cos la storia in pro-
spezione del latino non cominda se non nel III o IV secolo a. C.;
m... la ricostruzione d.ell'indoeuropeo ha permesso di avere una,
idea di ci che deve essere avvenuto nel perioo che si estende
tra l'unit primitiva e i primi documenti latini a noi uoti, ed
soltauto dopo che si potuto tracciare un quadro in prospe-:-
zione.
Per questo aspetto, la linguistica evolutiva paragonabil
alla geologia, che anch'essa una scienza storica; le accade
descrivere degli stati stabili (per esempio lo stato attuale d
bacino del Lemano), facendo astrazione da ci che ha potut
260
precedere nel tcmn.-J .'
. _ ,--, ma {'.>sa SI occupa. soprattutt di '
mentI di trasfo . I o
, nna.zlOru il CUI COllcatenazlOoe forma d l1e di
cronlc. Ora In teoria.... c a-
di f' . " SI puo conccplrc una geologia prospettiva
" a.tto per pi il cnlpo d'occhio non pui, essere che retr;
- pettl\O, pnma di r>!(contare quel che c succcs 'o .
della t " " '. . - S In un punto
crra, SI c "bbllgatl a rJulstruire la catena , ,
e a r' . '. ' avvenimenti
lCercare no cile ha portato rluesta parte del globo allo stn,
attuale. ... o
_ .soltantu il mdali" tIe!!/: due l'TPspdth'c differisce i moli
assaI eVidente' aneli, , l d' _ n o
, e {a punto I vIsta dich't, n '
,- _ . - 'di 00 C ,'antag-
,
gIuso simultaneamento: in una stessa csposizioo' Co,,'
o studIO d ,- . . .... -,
r -. .el Caln >Iaml:nt
l
fonr;tlcj offre due quadri molt<J difle-
t'otl a secunda chc SI proceda ncll"una o nell'altra maniera
Jn, ti si d,jelicr di! che divcntatn
rancese la e dci Jatmo si \"c(Ir- allo" nn '
d', ,'ti " ,. '" SUOllO uniCO
li cr';l carsl cvoln:lLd"si od tempo e d;lr ori"ine ' .'
r'memi' dr p l . ,., a numcrosl
(1_ '. -_. e( em -----'; !,ye (p"d), "fllllllJr --) l'l ("''111), lIelllnl > li
II}, l/eeart: - "Illl'llal' (!iOl'er) eco" St' ,li (f'n'," n" , ,
rdrw' :. -., . - , ,l () SL ne(:rea
. ,-hl' rappresenta in latino una f a lerta
f(,lncese. SI constatera che un SLwno unieo lo sbocc, li . I, h'
fununi distinti in . .. ..r . -, ( p"rece I
_.' . OTLf.:me. c r. Ifr (le",) lirralll, 1'(ri (l'erne)
.lrr;1l1II r, (rall) _ ,. I L'" o
'l! l' - lile 11m l'n'. cF,Iuzmne l '" r
f, , -. ,-,.,1 (:emenl or-
m: 1\1, eS.'ierc pff'senlata f'f.:"uahncnte in due modi e
I Ut quadn sarebbero altresi ,liffen'nti' tutto c,.., bb'"
detto -. " c le:t lamfl
_ il p. 204 delle form;uioni nnalogiche lo prol' 1>."
:-e, per l'se " _" _ a Il l'don.
mpI'. SI mdaga r .. , ,
partkipio franees'" " _ . < ongmc 'e
_ _ .. . -, In -e SI nsrtlc al lat. -iil/{/Il; questo per le
,ue ongml, SI colle"." t tt "" ..
_ - " anzi 11 o al verhl dcnomiw ti " l t" , ,
-Ilr"chal' ,'\1 ami In
, e ')T<l volta Tlsalg.-mo in l,'Tan l'arIe ai ,,, ..,. '
fN,wlti . pl _ < ..mmlnl l In-(I
I re. lIl//Il, J.:reco IlJ)ul') lfJII,j pcc) d', Il cl
n'm esistertbb' . " --, ,l rnn e -uillm
.-. c se Il SUffiS'ifl mdOClIT<lpCfl -10- nnn fnssc stato di
per se Vivente e p d t" (
,_,,' ro u 1\'0 dr_ kfll-(o,s. latino ill-dll-Irl-s
." S'I' t' ) - '"
-, .- (l-S tec. ; -(lllIm contienf' inoltre l'r,lem''nto form"""
-'" 'rno" ,. , . "., 'u
_"l 1\0 Singolare (\' p \ S .
'hiede ( . ' .., 7. . e. Inversamente ci si
prospetth:amente) in 'IU' r , "" , '
il, ffi" ,II nrma7.10m ram'csi si ritTOv'l
'u "'0 _lo-- l'ot 'hbe . '
l l
_. ,. re - ro men7.IUlIare non solo i diversi suffis,j
)for uttl\'l () no dcI ' ... - -- ,
0_ I, , li _ ' (f/imi =" lat. <l1l1";I,IIll, tilli
- ,\. I<IIIW>I - lat f -
. - - , . e IlIlSUt/l pcr ({(w.11111)1 erc), anc',ra
261
,,.
- I t" ( ffi,ro
altri come -u = 1a1. -fuunl (dr. GOT1W =.comiitu.":' -?J
dotto) = lat. _tlVIl711 (dr. f"gil!! = neg
aIl
! ecc.-),

di ""Tale che non si analizzano PIU, come polnl


e una """ 1'- ,.r
= lat. punclum. d = lat. datrml, chili! = lat. c<Jrlt'rmr ecc,
262
C"pi/ola Il
LA LrXG\';A T'Il' ..... NTIC\. ED IL PROTOTIPO
Ai suoi primi esordi, la linguistica indoeuropea non ha corn- 295
preso il vero fine della comparazione n !'importanza del metodo
ricostitutivo (v. p. 12). Ci spiega uno dei suoi errori che pi
culpiscono: il ruolo esagerato e quasi esclusivo accordato al san-
scrito nella comparazione; questo, poich il 'pi antico docu-
mento indoeuropeo, stato promosso alla dignit. di prototipo.
Altro supporre l'indneuropeo che genera sanscrito, greco, slavo,
celtico, italieo, ed altro mettere una di queste lingue al posto
dell'indoeuropeo. Questa confusione grossolana ha avuto delle
conseguenze tanto diverse quanto profonde. Senza dubbio que-
sta ipotesi non mai stata fonnulata cos categoricamente come
noi l'abbiamo fonnulata, ma in pratica essa. era ammessa taci-
tamente. Bopp scriveva di non credere che il sanscrito abbia
potuto essere la sorgente comune t, come se fosse mai possibile
formulare, anche dubitativamente, una simile ipotesi.
Ci induce a chiedersi che cosa si vuole dire quando si parla
di una lingua che sarebbe pi antica o pi vecchia d'un'altra.
Tre interpretazioni sono possibili, in teoria:
L Si pu anzitutto pensare all'origine prima, al punto di
partenza d'una ma il pi semplice ragionamento mo-
:;tra che nun ve ne nessuna cui possa assegnarsi un'et,
qualsiasi lingua la continuazione di quella che si par-
lava prima. Per il linguaggio non come per l'umanit: la asso-
luta continuita del suo sviluppo impedisce di distingurvi delle
-""'nerazioni, e Gaston Pans si opponeva con ragione alla conce-
l.ion", delle lingue figlie e delle lingue madri, poich essa presup-
ponI" dt'lle interruzioni. Non dunque in questo senso si puo dire
che una pi \-ecchia di un'altra,
263
'"
2. Si pu aitres volcr dire che uno stato di lingua colto in
un'epoca pi antica d'un'altra: cosi il persiano delle iscrizioni
degli achcmenidi pi antico del persiano di Firdusi. Finch
si tratta, come in questo caso particolare, di due idiomi cffetti-
vamenle derivanti l'uno dall'altro ed egualmente ben conosciuti,
va cl:!. se che il pi antico l'unko a dovere entrare in contu.
Ma se queste due condizioni non sono soddisfatte, quel tipo di
antichit non ha alcuna importanza; illituano, ad esempio. atte-
stato dopo il 1540 soltanto, non meno prezioso del paleoslavo,
documentato nel X secolo, o pemu') del sanscrito del Rigyeda.
3. La parola antico pu designare infine uno stato della
lingua pi arcaico, vale a dire in cui le fonne sono restate pi
vicine al modello primitivo, fuori d'ogni questinne di dO\ta. In
questo senso, si potrebbe dire che illituano del XVI secolI) pi
antico del latino del 111 sec. a. C.
Se si attribuisce al sanscrito una maggiore antichit di altre
lingue, ci pu avvenire soltanto nel secondo o terzo senso; ora,
si verifica che il sanscrito pi antico nell'un senso e nell'altro.
Da un canto, si ammette che gli inni vedici superano in anti-
chit i testi greci pi antichi; d'altra parte, cosa che' interessa
particolanncnte, li somma dd suoi caratteri arcaici cunsidere-
vale in rapporto a quelli conservati da altre lingue (v. p. IO).
In conseguenza di questa idea d'antichit un po' confusa che
fa dci sanscrito qualche Cl)sa di anteri<)re a tutta la famiglia,
accadde poi che i linguisti, anche guariti dall'idea che la lingua
madre, continuarono a dare un'importanza troppo grande alla
testimonianza che forniva come ling11a collaterale.
s11e O'igines illdo-eUTopllIles (v. p. ;<:]2). Ad. Pictet,
pur riconoscendo esplicitamcnli:l l'esistenza d'un pl)poln primi-
tivo che parlava una sua propria lingua, non resta per meno
convinto che OCCQrra consultare anzitutto il Sl,JlScrito la cui testi-
monianza sorpasserebbe in valore quella di parecchie altre lingue
indoeuropee riunite [:I""J. Questa illusione ha oSC11rato per lunghi
anni questioni di primaria importanza ((,me quella del voralismo
primitivo. L'errore si ripetuto in piccolo e in rartic.-,Iarc, Stu-
diando dei rami particolari dell'indoeuropeo si era portati a ve-
dere nell'idioma piiI anticamente conosduto il rappre,enlante
adeguato e sufficiente dell'iruppo intero, senla cercare di <:onQ5'."ere
26<
meglio lo comune. Per tsempio, invece di parlare
di gen:namco, nO? Cl SI faceva scrupolo di citare semplicemente
il gotico, perche anteriore 'di panxchi secoli a"li 1t di
I "ana_
ettI . pc: esso dhcnta\'a.ll prototlpo, la
fnte degh altn dlalett!. Per lo slavo, ci si fondava esclusiva_
mente o paleosla\'o, noto nel X secolo, perch
gh altn HlioIlll sono noti in data pi baSsa.
In raro che dut'J fanne di lingua fissate
dalla scnttura m date succl':Ssive si trovino a rappresentare esat_
lo stesso idioma in due momenti della sua storia. Per lo
SI e III di due dialetti che non sono l'uno susseguente
l altro.. Le tecellom confermano la regola: la pi illustre. quella
delle di fronle al latino; risalendo dal franceSe
al la.tmo, Cl. SI trova certo sulla verticale; il temtorio di que-
ste. Illlgue trova ad esser per caso lo stesso in cui si parlava
e cIascuna d'esse non che latinu evoluto. Similment
visto che il persianI) delle Iscrizioni di Dario lo stess:
dialetto del medievale. :'ila il contrario molto pi fre_
le di epoche diverse appartengono a diffe_
rcnh d.lalcth della stessa famiglia. Cos il germanico ci si offre
succeSSIvamente nel gotico di Ulfila. di cui non si conosce lo svi_
luppo, poi dell'antico alto tedesco, pi tardi in quelli
ecc.; ora, nessuno di questi dialetti o gruppi
dI dlalettl la contmuazione di quello attestato anterionnente
stato di cose pu essere raffigurato nello schtma seguente:
III CUI le lettere rappresentano i dialetti e le linee punteggiate
le epoche successive;
.... A.... epoca I
......BI epoca 2
.. CID
I
epOca]
"1<' epOca4
La linguistica non pu non ralltl,'Tarsi di questo stato di
alt ti il . -,
. nmen pnmo dialetto con.osciuto (A) conterrebbe in anti-
'."1rO tut:o ci che potrebbe dedursi dall'analisi degli stati seguenti
mentre InYece. cercando il punto di convergenza di tutti i dialett;
.'\, B, .C, D ecc., si trover una forma pi antica di A, ossia un
prototipo X, e la confusione di A ed X sar impossibile.
265
."
'9t

Capi/n/" //1
LE RICQSTRl"ZIO:\I
I. Loro naiura e fille [3001.
Se il solo mezzo di ricostruzione comparare, reciprocamente
. n ha altro fine che d'essere una ricostmzione,
la comparazlOne no .
d
. It re sterili le cornspondenze constatate tra
Sotto pena l nsu a ,
pi forme debbono essere collocate nella del tempo
c sboccare nella ricostituzione d'una fonna umca; su.questo
abbiamo gi pi volte insistito (p. 12 sgg., 242). COSi per ,spiegar:
il latino medius di fronte al greco msos stato
risalire fino all'indoeuropeo, postulare un tennlle pIU
'" 1U!lhyos suscettibile di esser collegato storkamente a
l" m':sOS. Se invece di conrrontare due parol.e di . lingue
si confrontano due forme tratte da una stessa lIngua, s
la stessa constata:l;ione: cosi in latino gerii e gestljS fanno nsallfe
a un radicale "'ges- prima comune alle due .
Ossen'iamo incidentalmente che la comparazIOne a
mutamenti fonetici deve aiutarsi cl)stantemente con
zioni morfologiche. Nell'esame del latino patior e
intervenire facil/s, dictlls l'l'C., perch una.
d'egual natura; sul rapporto, traf::t
l
:
e factus, dico e didlls ecc., che posso stabilire m epoca
riore lo stesso rapporto tra patior e "'pat-tus.
se la compara7.ione moriologica, devo chiarirla con l aIUto
fonetica: il latino ffldiorem pu essere confroI1tato
perch foneticamente l'uno rsale a "'meliiisenl, "'mell'lsm, l altro
a "'liadiou, "'/lIiJiosa, "'luidioslIl. "
La comparazione linguistica non dunque un operazIOne mec-
266
essa implica il ravvicinamento di tutti i dati capad di
f"mire una ,;piegazi"ne. Ma dovr sempre sboccure in una COli-
;ettllra compresa in una fumlUla llualsiasi e mirante a ristahilire
'ju<Ikhe cosa sempre la comparazionI' si cundwle ill
una rkostruzionc di fonne.
l\I:l la considerazione del Il:lss.. "lto ha di mira la ricrn;trw:iollc
dell" fllmu, {'omplete e concrete dello stato anteriore? Si limit;l
.11 contrariu a delle affennazioni astratte, parziali, concernenti
parti di parole, come, ad esempiu, a una siffatta constataziune,
che la] latina in jiimlls corrisponde a un italinl Cllmunc poppure
che il primo dc! greco d/io, latino a[jlld, l'n! giil in indoeu-
mpeo una Il? La comparazi,me pu ben limitare il suu compito <I
questo secnndo ordine di ricerche; si purI anche dire che il suo
metodo analiticu non ha altrn I1ne ehI' constatazioni par-
ziali. Soltanto, dalla summa di tali fatli isolati si possono trarfl'
mndusioni pi generali: per esempin una serie di fatti analoghi
a quelli dc! latino jiinlllS JX'rmette di postulare con certezza che
fi fig-urava nello stesso sistem,l fonolugico cll'italko comune;
similmente, si pUll affermare che l'indoeuropeo mostra netta
flp.>sione pronominalc una termina:l;ione di neutro singolare ori,
diwn;.. "l ,la quella degli aggettivi _III, eu:o un fatto morfologico
generale dedotto da una serie di constatazioni isolate (cfr. lat.
iS/lld, ulilld contro OUIIIIII/, greco j(j = *lod, rUfo = "'ai/od contro
kahill, ingl. IIUlI, l'l'c.), Si pu andare anche oltre: una volta
ricU5truiti questi divenii fatti, si procede alla sintesi di tutto
l"iiJ che loncerne una forma totale, JX'r ricostruire delle p'Hole
complete (per esempiu l'indOCUTUpeo *ulyod), dei pamdigmi di
tlessione erc. A tal fine si riuniscono in un fascio affermazioni
perfettamente isolabili; se per esempio si confrontano le diverse
J"'rti d'una forma ricostruita cnme *a(w>d, si nuta una f::rande
difinenza tra la -d, che solleva una questione di ,,'rammatica, ed
<l-, ehI' non ha akun significato del genere. Una forma ricostruita
nun un tutto solidale, ma una somma sempre decomponihile
di ragionamenti fonetici, e ciascuna sua parte revocabilc ed anzi
r"sla in esame. Cos le forme ricostruite sono sempre state il
fedele delle conclusioni generali che sono loro applicabili.
l.a forma indoeuropea per. cavallo t stata in tempi success.ivi
267
'o.
"akvas, "ak,vas, *ek,lJos, infine "ektwos; ooltanto s restata incon-
testata, e cosi il numero dei fonelT.
11 fine dclle ricostruzioni non dunque la ricostruziont d'una
fonna per se stessa, il che sarebbe d'altronde ridicolo, ma la cri-
stallizzazione, la condensazione di un insieme di conclusioni, che
si creduno giuste, secI)lldl1 i risultati che si suno potuti ottenere
in ogni momento: in una parola, fine delle ricostruzioni la regi-
strazione dei progressi della nostra scienza. Non si devono nem-
meno scusare i linguisti dell'idea bizzarra, ad essi attribuita, di
restaurare da cima a fondo l"indoeuropeo, come se volessero poi
fame uso. Essi non hanno un'idea dtl genere neppure quando
affrontano lingue storicamente note (non si studia linguistica-
mente il latino per parlarlo bene). e a pi forte ragione ci ,'aIe
per le isolate parole delle lingue preistoriche.
D'altra parte, anche restando la ricostruzione soggetta a revi
sioni, non si potrebhe rinunziare ad volendo avere Ilna vi
sione dell'insieme della lingua studiata, del tipo linguistico cui
essa appartiene. uno strumento indispensabile per rappre-
sentare con relativa facilit Ulla folla di fatti generali, sincronid
e diacronici. Le grandi linee dell'indoeuropeo si illuminano im-
302 mediatamente con ]'jnsieme delle ricostruzioni: per estmpio,
che i suffissi fossero foonati da certi elementi (l, s, r ecc.) con esclu-
sione di altri, che la complicata variet del vocalismo d("i verbi
tedeschi (cfr. If)erden, u-;rsl, ward, UJIlrde, worden) cela di regola
sempre una stessa alternanza primitiva e/o/zero. Di rimbalzo,
si trova assai facilitata la storia di periodi ulteriori: senza una
ricostruzione preventiva, sarebbe ben pi difficile spiegare i mu-
tamenti sopravvenuti nel corso del tempo a partire dal periodo
preistorico.
2. Grado di cerlezza delk ricostituziO/li.
Vi oono fonne ricostruite del tutto certe, altre che restano
invece contestabili o francamente problematiche. Ora, come si
appena visto, il grado di certezza delle fonne totali dipende
dalla certezza relativa che si pu attrihuire alle restituzioni par-
ziali intervenute nella sintesi. A questo riguardo, due parole non
268
sono quasi mai sul medesimo piano; tra fonne.indoeuropee tanto
luminose come *esli ,egli , e "didti egli d" vi una diffe-
renza, perch nella se{;onda la vocale di raddoppiamento per-
mette un dubbio (cfr. sanscrito dadiiti e greco didiisi).
In generale, si portati a credere le ricostruzioni meno sicure
di quanto non siallo. Tre fatti sono adatti a far crescere la si-
curezza [lIll').
Il primo, che capitale, stato St>gnalato a p. 55: data una
parola possono distinguersi nettamente i suoni che la compon_
gono, il loro numero e la loro delimitazione: si visto, a p, 70,
:i che bisogna pensare delle obiezioni che farebbero certi lin-
guisti cun'i sul microscopio fonologico. In un gruppo come -SIl-
I" sono senza dubbio dei smmi furtivi o di transizione; ma anti-
linguistko teneme conto; l'orecchio ordinario non li distingue,
e soprattutto i soggetti parlanti sono sempre d'accordo sul 30]
numero degli elementi. Cos noi possiamo dire che fonna
indoeuropea "ek,lf)os vi erano solo cinque elementi distinti, diffe-
renziali, ai quali i sogglJtti do\'evano fare attenzione.
Il secondo fatto concerne il sistema di questi elementi fono-
logici in ciaS{'una lingua. Ogni idioma opera una gamma
di fonemi il cui totale perfettamente delimitato (v. p. 46). Ora,
!Il indoeuropeo, tutti gli elementi del sistema appaiono almeno
in una dozzina di forme attestate per ricostruzione, talvolta in
migliaia. Si dunque sicuri di conoscerli tutti.
Infine, per conoscere le unit foniche di una lingua non
.indispensabile caratterizzare le loro qualit positive: bisogna con_
siderarle come unit differenziali la cui peculiarit di non COll-
fondersi le une con le altre (v. p. I43). Ci a tal punto l'essen-
l.iale .che gli elementi fonici di un idioma da ricostruire si po-
trebbero designare con cifre o segni di qualsiasi genere. In *lk1wos
inutile detenninare la qualit assoluta della l, chiedendosi se
era aperta o chiusa, articolata pi o meno avanti ecc.; nnch
non si saranno riconosciuti pi tipi di l ci resta senza im-
portam:a, purch non la si confonda con altri elementi distinti
nella lingua (ti, , i ecc.). Ci sta a dire che il primo fonema di
"L'k,wJs non differiva dal secondo di *m1.d!Jyo$, dal terro di "ag!
CfC., e che si potrebbe, senza specificare la sua natura fonica,
catalogarlo e rappresentarlo col SUl) numero nella tabella dei,
269
fonemi indoeuropei. Cosi, la ricostruzione di "'lk,wos vuoI dire
che il orrispondente indoeuropeo del latino eqrws, sanscrito
aSva-s, ecc., era formato da cinque fonemi determinati presi
nella gamma fonologica dell'idioma primitivo.
Nei limiti ora tracciati, Le nostre ricostituzioni conservano
dunque il loro pieno valore.
270
LA "TESTIMOl'IA:\ZA lJm.l..-\. L1);Gl'A
Il\" A);THOPOLOGIA E IX PlmISTOntA
l. Lingua e razza lllOlll.
Il linguista, dunque, grazie al metodo retrospettivo pu risa- 304
lire il corso dei secoli e ricostituire lingue parlate da alcuni popoli
assai prima della loro entrata nella storia. Ma queste ricostru-
zioni non potrebbero inoltre darci notizie su questi popoli stessi,
la loro razza, la loro filiazione, i loro rapporti sociali, i costumi,
le istituzioni ecc.? Insomma la lingua apporta lumi all'antropo-
logia, all'etnografia, alla preistoria? In genere lo si crede; ma,
noi pensiamo che in ci vi sia. gran parte di illusione. Esami-
niamo in breve qualche aspetto di questo problema generale.
Anzitntto la razza: sarebbe un errore credere che dalla comu-
nit di lingua si possa. infetire la consanguineit, credere, cio,
che una famiglia linguistica coincida coti una famiglia antropo-
logica. La realt non cosi semplice. Vi per esempio una razza
germanica i cui caratteri sono molto netti: capelli biondi, cranio
allungato, statura elevata ecc.; il tipo scandinavo ne la forma
pi perfetta. Tuttavia falso che tutte le popolazioni parlanti
lingue germaniche rispondano a questi contrassegni; ad esem-
pio gli Alamanni, ai piedi d e l l ~ Alpi, banno un tipo antropolo-
gico molto diverso da quello scandinavo. Potrebbe ammettersi 30.5
che un idioma appartiene in modo peculiare a -una razza e che,
se parlato da popoli allogeni, ci avviene perch stato imposto
a questi dalla conquista? Senza dubbio si vedono spesso delle
nazioni adottare o subire la lingua dei loro vincitori, come il
caso dei Galli dopo la conquista. romana; ma questo non spiega
271
tutto: nel ca.so dei Germani, ari esempio, anche anunettendo
che essi abbiano soggiogato tante popolazioni diverse, non pos--
sibile elle le abbiano tu.tte assorbite; per una cosa del genere biso--
gnerebbe supporre un lungo periodo di dominazione I,reistorica,
cd altre circostanze che niente vale a fissare.
Cosi la collSanguineit c la comunanza litW;uistica sembrano
non avere alcun rapporto necessario, ed impo"sibile inferire
dall'una l'altra; di conseguenza, nei casi molto in cui
le testimonianze dell'antrop"logia e della lingua non concurdano,
non necessario Ile oppurle ne scegliere tra le due; ciascuna con-
serva il suo proprio valore.
2. EtIlismo.
Che ci insegna dunque questa testimonianza della lingua?
L'unit di razza non pub essere, in s, che un fattore l>CCondario
e in nessun modo necessario di comunit linguistica; ma vi
un'altra unit, infinitamente pi importante, la sola essenziale,
che costituita dal legame suciale: noi la chiameremo ehlisnw.
Intendiamo con cii:> una unit. poggiante su molteplici rapporti di
religione, di civilt, di difesa comune ecc., che p.ossono stabilirsi
anche tra popoli di razza differente cd in assenza di Ob'lli legame
politico.
Quel rapporto di reciprocit gi constatato (p. 31) si stabili-
sce appunto tra etnismo e lingua: il legame sociale tende a creare
la comunione ed imprime forse certi caratteri all'idio--
306 ma 'comune: inversamente, - la comunione linguistii:a che co--
stituisce. in una certa msura, l'unit etnica, In generale questa
b[lSta sempre a spif'.gare la comunione linguistica. Per esempio,
all'inizio del :Medioevo vi stato un etnismo romano collegante,
senza legame politico, popoli di origin diversa. Recipro-
camente, sulla questi.one dell'unit etnica anzitutto la lingua
che occorre interrogare: la sua testimonianza primeggia sulle
altre. Eccone un esempio: nell'Italia antica si trovano gli Etruschi
accanto ai Latini: se si cerca ci che essi hanno in comune nella
speranza di ricondurli a una stessa origine, si pu fare appello
a tutto ci che questi due popoli hanno lasciato; monumenti,
272
riti religiosi, istituzioni politiche ecc.; ma non si arriver mai
alla certezza che d immediatamente la lingua: quattro righe
di etrusco bastano a mostrarci che il popolo che parlava questa
lingua era distinto dal gruppo etnico che parlava
latino.
Cos, sotto questo profilo e nei limiti indicati, la lingua un
documento storico; per esempio, il fatto che le lingue indoeuro-
pee fonnano una famiglia ci fa infeIire un etnismo primitivo,
di cui tutte le nazioni parlanti oggi queste lingue sono, per filia
zione sociale, le eredi pi o meno dirette.
3. Pallontologia lingHistica.
Ma se la comunit di lingua permette di affermare la comu-
nit sociale, lo. lingua ci fa conoscere la natura di questo etnismo
comune?
Per lungo tempo si creduto che le lingue siano una fonte
inesauribile di documenti sui popoli che le parlano e sulla loro
preistOlia. Adolphe Pietet, un pioniere della celtologia, so--
prattutto conosciuto per il suo libro Les oTigines indo-fflTope-
mnlS (IBSg-63). Quest'opera servita da modello a molte altre;
ma rimasta la pi attraente di tutte. Pictet VlloI ritrovare JO
nelle testimonianze fomite dalle lingue indoeuropee i tratti fon-
damentali della civilizzazione degli Aryas., ed egli crede di
paterne fissare gli aspetti pi diversi: cose materiali (utensili,
anni. animali domestici), vita sociale (era un popolo nomade
o agricolo?), famiglia, governo: egli cerca di l'onoscere la culla
degli .Arii, che coUlX'a in Battriana; studia la flora e lo. fauna
dei paesi che essi abitavano. questo il saggio pi notevole
svolto in questa direzione: la scienza cos inaugurata ricev
il nome di paleontologia linguistica.
Degli altri tentativi sono stati compiuli poi nello stesso senso:
unu dei pi recenti quello di Ht:nnann Hirt (D lndogermanrn,
H)OS-07) '. Egli si fondato sulla teoria di J. Schmidt (v. p. 2S4)
I Clr. anhe [11.1 d ..\rool> de JuL,,;nville, L'5 pre",;,rs habi/Qnl, d, l'Eu-
mp,. [Pari)l:il IB77: u. Sch",,'lcr. und U.ge."hich/,: [l' cd.,
27]
per determinare -la regione abitata dagli indoeuropei; ma non
sdegna di ricorrere alla paleontologia linguistica: fatti di voca-
bolario gli mostrano che gli indocuropei erano agricoltori, ed
egli rifiuta di collocarli nella Russia meridionale, in quanto pi
adatta alla vita nomade; la frequenza dei nomi d'alberi, e so-
prattutto di certe specie (abete, betulla, faggio, querda), gli fa
pensare che il loro paese fa5&: hoscoso e che si trovasse tra lo
Harz e la "istola, pi specialmente tra il Brandeburgo e il Ber-
linese. Ricordiamo anche che, gi prima di Pictet, Adalbert
I{uhn ed altri avevano utiliz7.ato la linguistica per ricostruire
la mitologia e la religione degli indoeuropei.
Ora non gembra che si possano chiedere a una lingua docu-
menti di questo tipo, e se essa non pu fornirli ci dipende, a
nostro avviso, dalle seguenti cause.
Anzitutto, l'incertezza dell'etimologia. Si compreso un po'
alla volta come san rare le paTole la cui origine sia stabilita
bene, e si diventati pi circospetti. Ecco un esempio delle teme--
rit d'un tempo: essendo dati SUt'US e Sffl!iire, li si raccosta -
ma non se ne ha forse il diritto; poi si 'd al primo la significazione
"di per concludere che lo schiavo stato all'origine
il guardiano della casa.Oia non si pu nemmeno affermare che
srrvare abbia avuto in partenza il senso di t custodire ,. Ma non
tutto: i significati delle parole si evolvono: il significato d'una
parola cambia sovente nello stesso tempo in cui un popolo cam-
bia di sede. Si anche creduto di vedere nell'assenza di una parola
la prova che la civilt primitiva ignorava la cosa designata da
quella parola; un errore. Cos la parola pr arare, manca negli
idiomi ma d non significa che quest'nccupazione fosse
in origint: ignota: l'aratura ha potuto tanto cadere in desuetudine
quanto realizzarsi con altri procedimenti, designati da altre parole.
La dei un terzo fattore che turba la cer-
tezza. Una parola pu passare tardi in una lingua, nel momento
in cui un oggetto vit:ne introdotto nel popolo che la parla; cos
Jena '88]]; Id., Realkrico" Il.. 'nllogrrmani.l,k." A/I.rl"",sk""lle [51... -
sbl1'll"" '901] (op"re un po' anteriori" quella di Hirt [z vC'Il., Stmsburgo
'905-71); s_ Fei.t, EU'opa i", Lichl. de, l'o'l1euhicMe, [Derlino] 1910 [G.,"
...",,.n unII lnaog."",,"'''. Feslsch';fl fi;, H. H',I, ! ,'oU., 19]6;
H. Krahe, Spra,;he u"a 1'0,.';1, Hcidcllx.-rg [EM_].
274
la canapa stata conosciuta molto tardi nel bacino del Mediter-
raneo e pi tardi ancora nei paesi del nord; di volta in volta il
nome della canapa passato con la pianta, In buon numero di
casi l'assenza di dati extralinguistici non consente di sapere se
la presenza d'Una stessa parola in pi lingue sia dovuta al prestito
oppure sia prova di una tradizione primitiva comune.
Questo non vuoI dire che non si possa enucleare senza esita_
zione qualche tratto generale e perfino certi dati precisi: ad
i termini comuni indicanti la parentela sono numerosi
e SI sono trasmessi con grande precisione; essi permettono di
affermare che, tra gli indoeuropei, la famiglia era una istituzione
complessa quanto regolare, perch la loro lingua <.:onosce
III questo dominio delle sfumature che noi non possiamo rendere,
?mero ei1Uiteres vuoi dire cognate. nel senso di mogli 3"
di dlVersi fratelli o e ga/.66.j ,cognate o nel senso di moglie e so-
del marito tra loro o: ora il latino janftricis corrisponde a
tlntiie1'es per forma e significazione. Similmente il cognato-ma-
ri.to della sorella t non porta lo stesso nome dei. cognati, mariti
di parecchie sorelle tra loro" Qui si pu dunque verificare un
dettaglio minuzioso, ma in generale ci si deve contentare d'un'idea
generale. lo stesso avviene con gli animali: per delle specie im-
po.rtu.n
ti
come la specie bovina, non solo ci si pu,') basare sulla
del greco boUs, ted. Kuh, sanscrito gall-s ecc., e neo-
un mdoeuropeo -gus, ma la flessione ha gli stessi mrat-
ten m tutte le lingue, il che sarebbe impossibile se si trattasse
d'una parola presa in prestito successivamente a un'altra lingua
Ci sia lecito aggiungere qui, con qualche particolare in pi:
fatto morfologico che ha questo doppio carattere, d'esser
lmutato a una zona determinata e di riguardare un punto del-
l'organizzazione sociale.
.. I ,
""6'" o CIO C le stato detto sul legame di dalllllllS con
dalllflS, i. linguisti non si sentono del tutto soddisfatti, perch
straordinano al massimo grado vedere un suffisso -m'" formare
d.ei derivati secondari; non si I: mai sentito parlare d'una forma-
zIOne come sarebbe in greco -ika-/l_.l da oikos o in sanscrito
-afva-na- da Ma proprio questa rarit che confL'I"sce
di dOIlllllfs il suo valore e il suo rilievo. ParC{;chie parole
germamche sono, a nostro avviso, rivelatrid:
275
l. capo della peudo, il goto fiilldr.ms,
antico sassone /hiodall (.prudo. goto piuda, = 05(:0 (ou/() po-
polo
2. (parzialmente mutato in o il
capo della drtlZ-li-z, deJrarmata ", donde il nome cristiano per il
t Dio., ant1<:o l\(Jrwge;;e Drattm, anglo-sassone DTyh-
un, entrambi con la finale -iJlQ-z.
3'0 3. "killdi-na-z il capo della "kindi-z = lal. gens" Poiche il
capo d'una gms era, in rapportu li quellu d'una pemU;, un vicerc,
rJ termine germanico kindins (peT il restu cumpletamente perduto)
. impiegato da Clfila per designare il governatore romano d'una
provincia, perche il legato dell'imperatore era, nella sua concezione
germanica, la stessa cosa che un capo di clan nei confronti d'un
f>iudam; a parte l'interesse che l'assimilazione ha dal punto di
vista storico, non c' dubbio che la parola kimiius, estranea alle
cSe romane, testimonia di una divisione delle popolazioni ger-
maniche in killdi-z.
Cos un suffissu secondariu -110- si aggiunge a qUJ.lsiasi tema in
germanico per dare il senso di capo di qucsta e quella comu-
nit., Non rr.-sta allra che constatare che il lat. triblinllS signi-
fica anche letteralmente capo dI'ila tTibus" cos come PiIUi/1./f,
significa t capo della fiuda e, analogamente, domirllls il capo
della c5trema suddivisione del!.\ l<Juta = pilula. Domi'llIs,
col suo singolare suffisso, ci sembra una prova difficilmente confu-
tabile non soltanto d'una comunit linguistica, ma anche d'una
comunitil. di istituzioni tra etnismo italiota e germanico.
Ma bisogna ricordare ancora una volta che i raccostamenti
di una lingua all'altra raramente furnisconu indizi cos caratte-
ristici.
4- T,:po linguistico e mcnlalil,i del f,Tuppa sociale 1"0>1.
Se la lingua non oh-re notizie precise e autentiche sui costumi
e le istituzioni del popolo che la usa, serve almeno a caratteriz-
1..<1re il tipo mentale del gruppo sociale che la parla l una opi-
nione generalmente ammessa che una lingua rifletta il carattere
psicologico d'una nazione: ma Wl'obiezioue assai grave s'oppone
276
a questa veduta: un procedimento linguistico non necessaria_ 3'
mente determinato da cause psichichc.
Le lingue semitiche esprimono il rapporto del sostanlim de-
terminante col sostanti\'o detcrminatu (cfr. la parola di Dio.)
mediante scmplke giustapposizione, che comporta, vero, una
fonna speciale, detta. status constructu.s., del determinato col-
locato prima del determinante. In ebraico si ha ad esempio da-
bar parola ed 'doMm' dbaT 'e!!lrm significa .Ia parola
di Diremo che questo tipo sintattico rivela qualche cosa
della mentalit semitica? L'affennazione sarebbe ben temeraria,
poich il francese antico ha jmpiegato regolarmente una costru-
zione analoga: cfr. le WT Rolalld, les quatrts fils AywoII ecc. Ora,
questo procedimento nato in romanzo da un puro accidente
morfologico c fonetico; la riduzione estrema dei casi, che ha im-
posto alla lingua questa costruzione nuova. Perch un caso ana-
logo non avrebbe messo il protosemitico sulla stessa via? Cos,
un fattu sin tattico che sembra essere uno dei suoi tratt inde-
lebili non offre alcun indizio certo della mentalit semitica,
Altro esempio: l'indoeuropeo primitivo non conosceva com-
posti con primo elemento verbale. Se il tedesco ne possiede (cfr.
Bethaus, SpTingbTUllIlcn) bisogna credere l"he a un certo punto i
Germani hanno modificato il modo di pensaTe ereditato dagli
avi? Abbiamo visto che anche questa innovazione dovuta a
un caso non solo materiale, ma anche negativo: la caduta dI'Ha a
in bdahus (v. p. 172). Tutto avvenuto fuori dello spirito, nella
sfera dei cambiamenti di suoni, che giungono a imporre un giogo
assoluto al pensiero e lo forzano a entrare nella via speciale che
gli aperta dallu statu materiale dei segni. Una folla
zioni analoghe ci confermano in questa opinione: il carattere
psicologico del gruppo linguisticu pesa pocu innanzi a un fatto
come la soppressione d'Una 'ocale o una modificazione dell'ac-
cento o parecchie altre cose analoghe capaci di rivoluzionare da
un momento all'altro il rapporto del segno e dell'idea in un
qualsiasi tipo di lingua.
Non mai privo di interesse determinare il tipo grammati-
, Il ' de.igoa <);\Sia l'occlusiva wrrispon_
de allo spirito del greco [Elld.].
277
;ale delle lingue (siano esse storicamente n o t ~ o ricostruite) e
classificarle secondo i procedimenti che impiegano nell'espres-
sione del pensiero; ma da queste detenninazioni e classificazioni
non si pu inferirc con certezza _njente fuori del dominio pro-
priamente linguistico.
278
Abbiamo ora visto che la lingua non sottomessa direttamente 3'
allo spirito dei soggetti parlanti; insistiamo, concludendo, su una
delle conseguenze di questo principio: nessuna famiglia di lingue
appartiene di diritto e per sempre a un tipo linguistico.
Domandare a quale tipo appartenga un gruppo di lingue,
significa dimenticare che le lingue si evolvono; significa sottin-
tendere che vi sarebbe in questa evoluzione un elemento di sta-
bilit, .In nome di che si potr pretendere di imporre dei limiti
a un'azione che non ne conosce alcuno?
vero che molti, parlando dei caratteri di una famiglia,
pensano di preferenza a quelli dell'idioma primitivo, e un tal
problema non insolubile poich si tratta d'una lingua- e
d'un'epoca. Ma nei momento in cui si suppongono dei tratti
permanenti che n tempo ne spazio possono modificare in alcunch,
ci si urta contro i princiri fondamentali della linguistica evolu-
tiva. Nessun carattere permanente per difitto; esso esiste sol-
tanto accidentalmente.
Si consideri, per esempio. la famiglia indc>europea; sono noti
i caratteri distintivi della 'lingua donde essa proviene; il sistema
dei suoni d'una grande sohriet; niente gruppi complicati di
consonanti, niente consoIl<lnti doppie; un vocalismo monotono,
ma che d luogo a un /!;ioeo di alternanze estremamente Te- 3
1
,
golari e profondamente grammaticali (v. pp. 190, 268); un
accento musicale, che pu cadere, in linea di principio, su una
, Bench qu..to capitolo non tratti di linguistica retros""tti,a, lo
collochiamo qui l'''TCh pu servire di muclusione all'intera "pcra [Edd.].
279
,
I
I
";
qualsiasi sillaba della parola c contribuisce, di al
giocu delle opposizioni grammaticali: un ritmo
poggiante unkamentc sull'opposizione di sillabe lunghl' c brevI;
una grande facilit nel formare t:omposti c derivati; la
nominale e verbale assai ri<:eu; la parola flessa, portandu In
le sue determinazioni, autunuma nella frast:, donde grande
libert di costruzione e rarit delle parole grammaticali a valore
determinativo () relazonale (prcvcrbi. preposizioni ecc).
Ora fadle vedere elle nessuno di 'Jucsfi caraUeri si cmante-
nuto inlcgmlmcnte nelle varie lingue indoeuropee, che
(per esempio il ruolo del ritmu ljuantitativo e dell'accento mUSI-
cale) non compaiono in alcune lingue hanno perfino
alterato l'aspetto primitivo ddl indoeuropeu al punto da far pen-
sare a un tipu linguistico del tulto diverso, per esempiu l'inglese,
l'anneno, l'irlandese ecc.
Sarebbe pi legittimo parlare di certe trasfonnazionipi o
meno comuni alle divcp.;e lingue d'una famiglia. Cosi il prob'Tes-
sivo indebolimento dci meccanismo segnalato pi su,
generale nelle lingue indoeuropee, bench esse presentino sot.to
questo profilo differenze notevoli: lo slavo che ha rcsistito megho,
mentre !'inglese lla ridnttu quasi a niente la flessione, Per cun-
traccolpo si assistito allo stabilirsi, altresi abbastanza generale,
d'un ordine pi O) menu fisso per la costruzione ddle frasi, e i
procedimenti analitici d'espressione hanno teso a i .pro-
cedimenti sintetici, con i va!nri casuali resi da preposlzlOnl (v.
p. 216), le fonne verbali costruite mediante ausiliari .
Si visto che un tratto del prototipo pu non ntrova.r:;1
in questa o quella lingua derivata: l'inverso altresi vero. Non
raro constatare perfino che i tratti comuni a tutti i rapprC5entanti
d'una famiglia sono estranei all'idioma primitivo; il caso
deU'arnlDnia vucalica (vale a dire d'una certa assimilazione del
timbro di tutte le vocali dei suffissi d'una parola al timbro del-
l'ultima vocale dell'elemento radicale). Questo fenomeno si in-
contra in uralo-altaico, vasto gruppo di lingue parlato in Europa
e Asia dalla Finlandia fino alla Maneiuria: ma qUC5to carattere
rimarchevole dovuto, secondo ogni probabilit, a sviluppi
ulteriori; questo duuque sarebbe un tratto comune, senz:- essere
un tratto originalc, al punto che esso non pu venire mvocato
280
per provare l'origine comune (molto contestata) di CJueste lingue
piil di quanto si invochi il loro carattere agglutinativo. Egual:
mente per il cinese si riconosciuto che non ' stato sempre mono-
sillabico.
Quando si confrontano le lingue semitiche con il protoscmitico
ricostruito, si ' a prima vista colpiti dalla persistenza di certi
<.'aratteri; pi di ogni altra, il semitico d l'illusione d'Un tipo
immutabile, pennanen!e, inerente alla famiglia. Lo si riconosce
dai seguenti tratti dci quali parecchi si oppongono in modo rile-
vante a quelli pressoch totale di com-
posti; uso ristretto della flessione p<lCO sviluppata
(tuttavia, pi in protoscmitico che neUe lingue figlie), e da ci
un ordine delle parole legato a regole strette. Il tratto pi rimar-
chevole concerne la costituzione delle radici (v, p, 227); esse
regolannente tre consonanti (per esempio q-i-t
uccidere.) che persistuno in tutte le forme all'interno d'uno
stesso idioma (cfr. ebr. qlal, qll, qiol, qi/l ecc.) e (la un idioma
all'altro (cfr. arabo qala4l, qutila ccc.). In altri termini, le <;onso-
nanti esprimono il "senso concreto delle parole, il loro \'alore
Icssicologico, mentre le vocali, col concorso, \'ero, di taluni
prefissi e suffissi, denotano i valori grammati-
cali mediante il gioco dtlle loro alternanze (per esempio ebro
qalal "ha ucciso., qiol con suffisso qll-li hanno
ucciso , con prefisso ji-qliil con entrambi jiqll-u
uccideranno. ecc.).
Di fronte a tali fatti e malb'Tado le affennazioni cui hanno dato
lUogo, bi,ogna tenere fermo il nostro principio: non esistono
caratteri immutabili; la permanenza effetto dci caso; se un
carattere si mantkne nel tempo, esso pui; altres sparire col tempo.
Per tenerci al semitico, si constata che la leg-ge delle tre con-
sonanti non tanto carattenstica di questa famiglia, poit:h
altre presentano dei fenomeni affatto analoghi. Anche in .indoeu-
ropeo il consonantismo delle radici sottomesso a delle leggi
precise: per esempio, le radici dupo la loro e non contengono mai
due suoni della serie i, Il, r, l, 111, Il; una radice come serl im-
possibile, ecc. Avviene lo stesso, in un grado pi alto, per il gioco
delle \'ocali in semiticl); i'indol':uropeo [lC presenta uno altrettanto
preciso bench meno ricco; dellt: {'ppmizioni come quelle ebraiche
281
3"
in dabiir dbiir-im 4 espressioni l, dihTi-hem .Ie loro
espressioni. ricordano quelle del tedesco Gasi : Giist.e, jlil!Ssen :
jloss ecc. Nei due casi la genesi del procedimento grammaticale
la medesima. Si tratta di modificazioni puramente fonetiche,
dovute a una evoluzione deca; ma le alternanze che ne sono ri-
sultate sono state percepite dallo spirito che Ila collegato ad esse
dei valori grammaticali ed ha propagato per analogia dci modelli
offerti dal caso dell'evoluzione fonetica. Quanto alla mmluta-
bilit delle tre consonanti in semitico, essa solo approssimativa
e niente ha di assoluto. Se ne potrebbe esser certi a priori; ma i
fatti confermano questa veduta: in ebraico, per esempio, se la
radice di 'aniiS-fm t uomini i presenta le tre consonanti attese,
il suo singolare ne offre solo due; la riduzione fonetica di una
forma pi antica che ne conteneva tre. D'altra parte, anche
317 ammettendo questa quasi immutabilit, vi si deve vedere un
carattere inerente alle radici? No; si constata semplicemente
che le lingue semitiche hanno subito minori alterazioni fonetiche
rispetto ad altre lingue e che le consonanti sono state conservate
meglio che altrove in questo gnIppo. Si tratta dunque d'un feno-
meno evolutivo, fonetico, e non grammaticale n permanente,
Proclamare la immutabilit delle mdid vuole dire che esse non
hanno subito cambiamenti fonetici, e niente pi; e non possibile
giurare che questi cambiamenti non si produrranno mai. In linea
generale, tutto ci che il tempo ha fatto, il tempo pu disfare
o trasfonnare,
Pur rionoscendo che Schleicher faceva viol{'nza alla realt
vedendo nella lingua una cosa organica che porta in se stessa
la sua legge d'evoluzione, noi continuiamo, senza sospettarlo, a
voleme fare una cosa organica in altro senso, supponendo che il
genio t di una rMZa o di un gruppo etnico tenda a ricondurre
senza posa la lingua su certe vie determinate.
-Dalle incursioni che abbiamo ora fatto nei dominii limitrofi.
della nostra scienza, si ricava un insegnamento soltanto negativo,
ma tanto pi interessante in quanto concorda con l'idea fonda-
mentale di questo corso; la linguistica ha pu ,mi,o e t'(ro oggello
la litlgua amsiduata iiI se sll!SSfJ e per se stessa [3031.
282
:XOTIZIE BIOGRAFICHE E CRITICHE
S F. DE SAUSSlTRE
I. La famiglia.
Fordioand de Saussnrc nacque a Ginevra il 26 novembre. '.
La famiglill. era tra le pi famose e antiche della citt: il capostipite
era stato nn O Mengin Schonel, originario del borgo di Saul-
xure_sur_:\105elotte (Loren..), consigliere e gran falconiere del ducato
lurenese. Il fi.l(lio Antoine (1;;14-1569) eredit e cariche dal
padre. ma poi, q,iventato seguace di Calvino, accusato dalla reggente
Cristina di avere inhiato alla religione riformata il duca minore
Cati'J, nel '550 fu imprigionato; evaso, nel abbandon con
tutti i la Lorena c, dopo anni di vagabondaggio tra Neuchtel,
Suasburgo, Losanna e Gine,"1'a, nelle ultime due citt (della seconda
flI dal 1556) trov quell'ospitalit che Ginevra cnn-
cede"a alle minoranze Oppre>i5e di tutt'Europa. A Ginevra, dove
Antoine si spense nel 156<1, venne poi a fissa,rsi il ramo principale
<Iella famiglia con Elie dc Saussurc (163;;-1662). figlio di Jean-Bap--
tiste {m. T647}: in tal modo il nomo dei Sanssure si leg') a quello di
Gino'ra. la Sparia protestante., anima <ii quanto c'cra di forte,
di fedele, di fieramente intollerante nel movimento evangelico,
(Fisherl
l Burnet /9)0. N'ln e.i5te una dettagliata biografia di S. Fonti di noti_
zie biografiche, a parte i repertori biografici svizzeri, sono, in ordine di
tempo, Bally '9,)b; FdS (= Ftrdi"""d d4 Sa"s..... (z8S7-1P3), ed.
funri commcITio s. d.. promossa da Mme Marie de Samsure. in data mar.
'915. Gine",a, rist. nel dico 1962 da Jacque. e Raymond de S.). cOn arti_
e dir.corsi wmmemorativi (per cui v. ;nim. Scrilli til.'-n ianlffJ fJbb,ev;<U"a):
Streitberg 1914 (da p. '04 risulta che riflette una div<'rsa redazione dei
SOl""";": ", iI'fra); Ducho...l 1')50; &nveniste ,,;,65; Flcury 1<}65 (gli
nltimi due fondamentali per il perioo'l p"rigiIlo). Notizie sono ricavabiti
<Ial Ri<. R441Ui1 d.. publ;,al;<)-'" SCi4"lifiQ"" d4 P.d.S., Ginevra 1922,
(0n prcl. di Ch. Bali,. L Gautier) e dalle note e lettere deUo stC5S<T S.
285
Agli inizi Settecento, i S. rilevano da J.-A. Lullin una bella
casa in rue de la Cit; qualche anno dopo, nel 1]23, posseggono
anche la residenta esti,'a al Crcux de Genthod, una frazione di Gen-
thod in una piccola baia boscosa del umano, Negli stessi auni nasce
il primo S. cile si segnali negli studi: Nicolas (170g-1791). avvocato,
cultore d'agronomia di fama europea. collaboratore, per questa
materia, dell'E"c)'doPMie (doude c estratta l"opera Vignes,
",ndange$ el <'ins, Losanna 1778). Suo figlio, Hornce-Bndict ('l
Iebbr. 1740 _ 22 gl'nn. 1799), tra i dutti ginevrini del Settecento ti
secondo, forse, al solo Jean-Jacques Rousscau: dot....to di singulare
precocit. cui per naturale confronto si i
del pronipote, il. 2Z anni ti professore dI filosofia e sCIenze natura\!
nell'Acadmie di Ginevra, di cui rettore nel '774-75: si interessa
di botanica, elettrologia, meccanica, mineralogia, idrologia, geologia:
il) ago ,]8] compie una famos.... ascensione del Bianco; le sue osser-
vazioni scientifiche sono consegnate, in forma asistematica. nei Vo-
yages dllns /es Alpes d'un Es.,ai SI" des
envirol1s Genh'e, 4 volI., N"euchatel-Ginevra-Parigi 1]79-
1
]96.
Due figli continuano la tradizione paterna: lbertine_Adrienne (17
66
-
18
4
1
), l'autrice deU'Edllc"tion progressil'c, sposa di Jacques Necker
(inventario completo in Godei 1960) di cui finora ,ono edite: (= No-
1'$ i",ldil.. d. F.d.S.. a cura di R. Godcl, CFS 12,'954_49-7')' SOllo.ms
(S0"'" d. F,d,S. ,,,,,u.na"l ... et st_. 'tud, a cura di R. Godet
CFS '7,1960.12_'51, LeII,.s (Letll'o< <k F.d.S, ,; t1-llloino M,il/et, a cura
E. Benvcnislc, CFS 21,'964.89-'30). Di ov,-ia importan""- sono le note
alunni pre,.nti ai corsi di linguistica gl'Oerale: sona i quadem,
di appunti dci secondo corso (F.d,S., COli" de (19
0S
:
09). lnl,odut:lon, CFS '5,'957-3"031 e dal '959 l quaderm di E. Constan-
tin (R_ Cude!, NOllo.o.." do,"_nl. saus_,...iu. 1J-s. ".ohiers E. C_, CFS
TuttO il materiale di notc autografe <IL hngn,.tlca generale
e di appunti di .tudenti ora nella edizione del di R.
(\Vicsbadcn '9[,7 sgg.,. 1'<ou,,;o ricavate da_mat"riah.med'l! o da fonti. orn.li
si trovano uell'opera principale della filologIa saussunans.: SM (= R. Godei,
Les SOll"'S ",anllseril.. dII COli.. d. ji..g"isliq". ginak 1# F.d.S.. Gine\'Ta-
Parigi '957)' PL'I" l'iconografia cfr.: Beuveniste '965lld 2'
(fotografia ri.alente all'epoca del di Boissonnas: a
M. Ja.cques dc S,l; Ben\'enisto '965.34Fleury '965.35 (rlprod. d, r,lratto
a olio su dipinlo da Homeo de $_, appartenente a Jacques de So, ser_
bato a Vull\ons, risal.nte al periodo pariginol; Fleury '965.52-53 {fotogra-
fia della. Ca.ette dc Lausanne . risalente acli ultimi auni. volto e
di duo tcr';:; Streitberg '9'4 (foto degli ultimi anni. profilo rh'olto a SL01-
sl::m cnn finna ;IutogTafa; forse identica al eliche F.-IL JuUien .tampato
iu Oll::mmare '9'6.257); Duchosal '950 (profilo rivolto a destm, clich
Amor, risalente sempre agli ultimi auni).
206
(prof. di botanica a Ginevra), cugina e amica di Mme de tra-
duttrice della di W. "on Schlegel, amica dei
macgiori personacgi della Gennania idealistica e romantica e, a
Ginevra, di Adolphe Pidet, primo mal'5trro di Ferdiuand (cfr. in
A. M. Bernanlinis, ll pensiero edlu;alivo di A. ,,'. !. S" Fireuze 196j,
a p. xxXIV la lettera a Pictet [1822J sul rapporto dialettico tra la
necessit. qu'on re<:ueille un grand nombre de faih. e la costru-
zione d'un. systme.j; Nicolas-Thodore (1]67-1845), avo di Fer
dinand, :fisico, chimico, naturalista, anch'egli professore a Ginevra_
di mineralogia e geologa (a lui si devono, tra l'altro,
e, in onore del padre, la denominazione della saussurite e del processo
di fonnazione di questo mine:rale).
Primogenito di N"icolas-Thodore fu TIlodore (18z4-190)): sin_
daco di Geutbod per mezzo secolo (18jo_lgoo), due volte deputato
al Grand Conseil, colonnella dell'artiglieria elvetica, patriota (forse
ebbe parte nell'indurre il nipot" a rientrare da Parigi in patria),
presidente della Socit Suisse des Art., fondatore e presidente della
Socit Suls5e des MOlluments Historiques, autore di due drammi
nonch di Eludes la langue franraise. l'orlllOKraphe des 110111;
propres; la moglie di Tbodore. decana della famiglia " si dedic
a tramandare ai nipoti. a"ec Ics traditions, le culte des anctres , .. '.
Il secondogenito, Henri (2] nov. ,829 _ 20 febbr. 1905), dedicatosi a
studi di geologia, dottore a GiCSStJn e poi, hOlloris cal'S", a Gine'Ta,
tra i venticinque e i \"Cntisette anni cumpie un lungu viaggio di ri-
cerca nelle Antille, nel Messico, necli Stati Uniti d'America. ripor_
tandone preziose raccolte di minerali e collezioni entomologiche;
tornato in patria, sposa una giovane d'un'altra famiglia aristocra-
tica di Ginevra, i Pourtals. Dal matrimouio, dopo il primogenito
Ferdinand, nascono: Horace (I8S9-1926), acquafurtista, ritrattista e
pacsaggista (un suo ritratto d Ferd)and si conserva nel castello
di Vuftlens: V. nota a p. 286); Lopold ufficiale della ma-
rina francese da11881 (Valois 191)_Il7) al 1899, dedicatosi poi a studi
d'annamitico e sinologia ii all'antica astronomia cinese; Ren (n.
1868), matematico, a 2] anni prof. nell'uni\. cattolica di \Yashing_
ton, prival-<1ocenl a Ginevra e poi a Berna dal f904 al 1924, autore
altresi di studi di filosofia e di logica dei linguaggi artificiali e naturali.
,In questo ambiente. oii la plus haute culture intellectuelle est
depuis longtemps une tradition , (Meillet) si fonna il giovane Saus_
sure.
1l avait de qui tenr. Son bisaIcul, HoraeeBndict, fut le pre de la.
golog'" d.. la minralogie et d" la mtorologie alpes!l"es. Son pre...
207
natnraliste 3us.i, inculquait par l'c"emple Il ses eulanrn k... discipiin"" de
travail mthodique et de non sati.l""tiou des resu1tats atteinrn. Il sem-
Llait que sa rnl:re, J'"ssedat to,"s le5 don. de l'esprit et du go;,t, tant,
entre autres, con50lluue, L'lgance .uLre de bi. mai50n du
Creux de Genthod ""CC sa belle pdou." "utouree d'une do,,1>le raogc
d'arbres (entenai",., lo nlirolr du lac. l'horizon lIes Alpes en et; l'hiver.
le va"te appartemont de la Tertassc, a Genve, ave<; se" ,-itrines pleines
d. coli.dio11S de tonteorte., les lin. les albulIlS, l.s gra"ure. profu-
"ion, '-oila le milien. "il F.d,S. a grandi (Davilil.
.entimont.. se conl"ndaient ""CC ce. pay""g"" qn'il chriosait et
qn'il " parcourus en tant senso Le Ccem" de Genthocl. ni, !'immense ""lle
de. marronie", prnielte une ombre my.terieu.e de monastl:re antique, avec
1'-"1 au-desson. desquelle. l'ocil per,oit les hleu. horizon. de notte
la.<: et, plus hant, la dme d\! Montmanc atl<'inte ponr la premine f"is
par un ,,"want nleul, lui rappelait, 0.'-"'" la gl"ire de lo. lamille, .e. jeux et
ses .ouvenirs d'enlance, a,"ce !-ant d'aimahl"" Irhes d soeu...
lIans une sorte de paradis terrestre. Et puis, il y avait la haute terrasoe de
la Tertasse et SOli aristocm.tique tIlJSOn, o la gracieuse doyenne de la
fauulle. a maintenu, a"ec le. tradition", le culte des ancetreS.. (F.
Dc Croe) '.
2. P"mi st..di,
S. compie i primi studi al collcgiu di Ho!w"l p= Bema, dove
era stata allieva anche A. Pictet: questi, autore delle Origilles illdo-
'''Mplellllrs. Essai dr pllUolllologie lillg"istiq..e {z voli., Ginevra '1159-
63), uno dei numi tute1ari della fanciullezza di 5_ che lo incontra,
a I2, 13 anni, nelle villeggiature estive in Malagnr (Versaix). S.
stesso narra dclle conversazioni avute con l'anziano studioso, del
sua ancora infantile entusiasmo per la paleontologia linguistica e
per l'etimologia, corrl'ooratn dal nonno materno, il conte Alexan-
dre Joseph de Pourtal., costruttore dilettante di yacht, secondo suoi
sottili principi matematici e, " detta di S., autore di etimologie non
troppo pilI sicure degli yadl!; che, immersi nelle acque del Lemano,
Sulla famiglia e sull'amLiente di fomuuione di S. cfr. "'I. Champion,
euvier e Anon, v'o. Sa""," (Nieala. d.l. S. deL S.
(Nical<J<-ThJodarr d.l, in BiugMPhi. "";",,r.I1. aIlC;""16 d mad...",
P:u-igi s.d.. voI. 38, pp. 75-79: Na"u</Ir biographi. gb,;ml., voI. Parigi
1867, s. vv, Sa"-,s,,,,; "'1eillet '9'3.CI-:'o:' (= FdS 6<;1: da corregFre o grand.
pre o in o bi"aleul .), David '9'3, De Crue in FdS 15-'3, Strcltbcrg
204, Dumet '930. Notizie sulle due case dci Sauss"re sono reperibili in
qualsiasi guida di Ginevra, auche rapida. Le ci!-adoni di H. A. L- Fisher
'ungano da Slo";a d'Europa, vo], n, IO cd" Bari '938, pp, 125, 129
288
'.i in.ab.issavano rapidamente. Comunque, conquistato ormai alla
da Fietet e dal nOlmo, nel 18]0 S. entra all'istituto
dove il professor Millenet, morto nonagenario poco prima
rlcl 19'3, lo inizia al grecu sulla J;'rammatica del Haas. Acquisita la
:On05Ce07.a di questa lingua (J;i gli erano noti francese, tedesco,
11lglc.e, latino), S_ si lIedica a tentare un systme gnral du lan-
J;"l:e o, e ne tcml1na oel I8]'I. il manoscritto, intitolato Essai sur ["S
':"'/;11,,",. C.lIe"tillato al Pictet. La tesi centralc che, partendo dal-
I "nahsl li, qualunque lingua, possibile risalire a radici bi- e mcon_
sonnlltich", purch si postuli che p = b = J = l'. k = g = h = ch,
1= d Iii. Le pro"e o erano numerose: a esempiu R-J( era, si-
uuiveI!;el de prpotence ou de puissauce violent,,; regis:
R.lc!le, r;;g">I etc. o. ricorder poi S. stesso nci
l'iclet ,ri5POSO: affabilmente ai ragazza, im'itandolo a
negl! stud, di lingua stando per lontano da ,tOut systme univcr_
,cl clu langage o. L'influenza dello studioso ultrascttantenne sul gio-
"amH"mo deve cssere andata ben oltre quest'episodio. Pictet narr
al giovane dei suoi studi, dei .uoi interessi; e poich era stato amico
e collaborature di Causin e amicu di W. von Schlegel (da lui. " dalla
sua amica Albertine-.'\lIrienne, zia di Ferdinand, resu noto alla cul-
tura franco-svizzera), e si era occupata di estetica secondo le teorie
suoi macstri e amici idealisti, Regel e soprattutto Schelling, non
(, Improbabile che in lui possa cercarsi un primo tramite tra Saussure
e la cultura romantica, idealistica. Se ci ipofetico, certo che in
l'ictet S. scorge un mollello di yita; uel 1878, morto ormai da tre
anni l'autore, appare la SC<.:onda ed. delle e S. scrive Una
recensione (.Jaumal de Gen..e. 1], 'g, 25 apro 1878 = Rerueil
j,1l'4
02
j in cui sembra quasi di peter scoprire il segreto della vaca_
,ione di colui che Benveniste ha chiamato. homme d"" fonde_
ments .,
Au milleu de trava"", si dh-crs, dont OOn" n'''',"ons que Ics
l'Iu5 considcables, il ""mble que l'on doi .." renancer 11. chercher le fil
cret, ridee commune 'lui rdie genmlement tous les procluits d'un mme
e'prit. Et cependant, si l'on y regarde de prs, u reconnaltra saos peine
OCu'-re" lIe Pktd sont bien nes au fn}"cr de la mme pen.ce.
l. )-' a'-alt d abord chez lui la curinsile in""tia!>le, l'alnou, des c"plorations
ncm'es et luntalnes, aux e"tremes tlu .a,oir humain. Pictet s'est
devant tOllS l",; sphyu", et a m&Ht toutes le. cnigme"_ .. Il semble
que fait!; conn"s "e .oient qu'unc ba-se pour rcssaisic l'inconnu, les
d'une &]"atlo" qu'il faut po""r et, si passible, T"""udre..
t%)OU'" l, c'''''t aUl< coufins de l'imaginotion et de la sdeuee, que sa pense
"'maa se mouvoic (R.
289
lO. Saunure
Xell'autunno 187z i parenti giudicanu il rag<1UD nun ;lncura
I maturo , per il ginnasio e lo co'>lringono a un anno al Cul-
lge public. ,In reaJt'1. l'adolescente di quegli an"i
Tout problmc le i! l", r"'toumait, le crcusait, n", le. qUitta,i.t
p.... sae. cn e.voir formul, puur lui et pour scs amis, solutlon
enona.it aVCC une riguenr d'expression .u'Frenante l adolcsccllt Il
tait alors. Aprs quoi il opinalt que la vrite pouvalt 1re a,l1cur>;: vOlre
li. l'oppo":. Car s'i! avalt bcsoin de rigueur dans l'uprc"Sion, il plu.
encorc le respect de lo. vrite, cn sort que l'instant apre. qu'il ava,t aflirme,
on pouvait croirc qu'il avait voulu seulemcnt dresser en pied, ponr mieux
l.. dmont!"er fragile, une thsc fonde sur de. arguments lnoomplets
(David).
Il gusto per le antitesi, prima che in asccndenz<:: culturali, l'nr<:: dun-
qn<:: rndicato in abiti nativi.
Un giorno la classe dci Col1ge sta leggendo un pa>su ,1:Erudoto
e il ragazzo non I matnro t si trQva dinanzi a una fornm d, 3' pcr-
sona plurale, una delle tante. cccezioni delle grdmmaticlw greche;
'fE"clXll"<'ll:I.
A l'instant oi!. je vi. la forme ... , mou attention, extrcmcment
eu gneral. oamme il tait naturel dan. tetto anne de rpctition, lut SUbl-
tement attire d'une maniere cxtraordinairc. tar jc \'enais de fairc cc
raisonneU1CIlt... : .ry"IL<l}"" i..!:y<>v'u" par consqucnt 1"<Ti-n",l}", , "rnZ"'-
TIU et par cc.nsqueut N = <l.
A sedici anni, tre anni prima di Brugrnann, S. ha cosi scoperto,
nella preistoria dclle forme greche, la ..asali. so..",.... ..
Nel 1873 si iscrive a\ Gyrnnase; seguendo l'esortazione d, P,ctct,
nel '74 comincia a studiare sanscrito sulla grammatica di Hopp:
trovata nella biblioteca pubblica di Ginevra; risale forse a questi
anni il primo contatto con Paul Oltramare, professore di lingua e
letteratura latina nell'uni\'. di Ginevra e inianista'. Xella biblia-
Prababilmente con p, Oltr'amare da identiftcare il penlOnaggio cui
accenna nel sno discorso F. De Crue (FdS 16)' Ce digIle dcscendant de
.avants illustrea [Sau'iSure] ... apre. s'Hre fonne Il Genhe,
aux leons d'une guide bnvo1e, d'un ami que ie "OlS rCI ecc:,":
Scrive cortesemente il pro/. R. Godel (lett. pnv"ta zo gonn. r967) J al
consulte M. I..opold Gautier, qui, d'aprs ses propr....SDuvenirs ct ceule
du prof. Paul-E. Martin, me dit GU" le personnage dSlgn par le Doyen
De Cme est Paul Oltramare.,
290
tcca della facolt. di lettere, S, tru"" In z" c<I, dei C,untiziige deT
criuhische.. E/;:mologie di Curtius,
Nel J875. diciottenne, termina il llinnasiu: pcr <k>;ideri" dci pa_
renti, conformandosi a una tradizione di famiglia', si iscrivc ai cuNi
di di Ginevra. 1\Ia i sll"i
altrove, nei campi ""plorati dal SIIO mallslro l'jctet, morto proprio
quell'anno: elili fre<jUllnta anche i di flh,ufla e dci-
["artll e, soprattuUu, intende continuare a occuparsi di linl!:uistica.
NeUa facolt di lettere prof",;")re di linliuisliqull tol
da dU":.i'uni J"""ph \Vllrtl'eirncr, succedutu a un Krauss che tra il
'6<) e il '73 avev;l insegnato la ste.,;,;a maleria <;ottu le denomina>:i<llU
di philolugie. e poi di. linliuisb'lll" comparee . \\'ertheimer (Sulllt1.
1833 - Ginevra IfJOa) dovevn cnnscn'are l'insegnamcnln fin" al. J905,
q'lando gli appuntn S,; te(Jlogo. gran mbbin" di (;illC\'Ia
per oltre mezzo ""col", era p"co men" ebe ignaru di
in tront'anni di ilLscgnamento l'unica sua "pem fu un opuscolo l,a
/illg,,;slique. /)is<:o",',< p,ollonci le 3" (Jclobu 1877 < l'o""I,,,e du
co".s de li"f,,,1irl"" (Ginevm l!ln), mal dmarquage.
z')) della di M. Bnlal, Il. lu fanne el de la /olle/ioll de"
""'1.< (parigi rI'\66), S. cvita, COli lliudizio, il liloltolo/,'<} catte-
dratico e frequenta invccll le lezioni <li liramnmtica lireea e latina
d'un pril/a/-rlGull!, ;\lurel, <:lle .il'eteva, in pratica. qud che
l'anno prima aveva al'prllsu a Lipsia ne!l<:: e nei semin"ri
di Georg Cunius. Con Murcl h" lunJ.;he intorno
d}ll dn tre anni Curtius. che nei Crolld-
cf'I:" ripurta a radici con -1- eUlne che cnsa dico dcll'alfa
di <Ii =,,6<; l ;'Ifa )lorcl non in mod" soddisfacente.
;;. si procura In VerClcli,"dc Gm... mati{, di Bop!': la <Iella
.,- vocaliea antkfJ,illiao;l 1" mette dapprima sulla strJ.da liiu"tll (se
i, !"JSsibile />/,{Ids perch n'ID postulare anche *11;r.tJ" l); ma poi
luorvi"to dalla erronea leoria hoppiana ddb serioriti! dci tipo bhr1as
rispetto al Ilreco <pcpm.:;, UnP!' la autorit per il liiovanu
la sua lesi In SC"ntliliia <lal ricercare altre prove <1ell'esi-
't"n,,, d'una ,,,,salis SMI""S originaria. S., comunque, hn IIrmni
"O!lljJillto la sua .'celta. Nella pritn,,,,era dd 1!l7v, tramit<:: il
"miro 1.i'Upol<l Faure. ad ALci Bergagne di iscri"erlu. alla
de linguistique de Pari.' d" poco fnndata; il '3 mago 11176
,'i "iene ammt'>iSO (e liftllra Bell'e1cneo dei ""ci al JO gen. 1878,
studenle di filosofia. residente ;I l.il'sin. Hosl'italstr. u: MSI,
j. IS,lI). A l.il,,;ia, nel 1H76, l'an'Cc1li amici ginevrini (Edouard Fa-
n", LlIl:ien, !{aoul. E.lmon<! Gautier) studiano teolollia e diritto:
(]'n""zi ,dia scdta <Id lii"v:me, i familiari acconsentono. Pntr. re-
291
3 U"',<r'l r il .
carsi nella f;lll",.sa ulli,-e,"ita e, sopmUutto, potr studiarvi
I,
293
nuova confidenza nell.. proprie Di <]ueste Ulla prima de-
cisa prova SOno gi il terzo lavoro redatto per la SOl'it,; (T.Il INlIIS-
formn/io" lnlin" de tt en ss 5llPPvsc-/-dlc 1m iJllcrmMiaiTc st) [1\151.
J. 1877
l
93-98 = Ru. 37')"90]) e snprattutto il quarto, redatto nel
nO\'.-dic. '76 (Streitberg 1<,1i4.204). In questu (Ess"i d'"ne dlslincli""
'/cs dijjtTwls a indo-euToN""s, MSL 3, 1877.35')-70 = Rec. 379"9
0
)
il risultato pi sicuro, conseguito nello st.. tempo anche da altri
(ci dar eSCa alle insinuazioni di Osthoff. Di" n"'usl. Sj>rachfor-
sclmng, p. 14, dimostrate infond:ate da St",itberg 1914.204-06), "
l'attribUlione dclle vocali di timbm c "n'indoeuropec" sulla hasl: del
diverso csito che in a. ind. le velari hanno dinal1li all( ,1 corrispon_
denti ad /1, "gret:he C latine e alle <f corrisponenti ad l! g-re-
che C latine. prima pagina il-l;iovane auture si Scusa delle lacune
e annunzia Ulla t lude subsquente et plus "tendue <Ili mme S\!_
jet . Quando il lavoro viene letto a Parigi (ZI lu. lil77!. S. ,::i im-
pegnato nella redazione del Jiimoi.c e da un anno immerso nd-'
l'ambiente di Lil'sia.
Oltre al corso tli persiano antico tenuto tla Hiibschn"-Lnn, S. frequen-
la i corsi di antico irlandese di Windisch (ne serba appunti nei Io
quaderni intitol. Alti.iscllc Gramma/ik: Si\! '.'i), di storia della
lingua tedesca di Draune, di sJa,"U e lituano tli A. il r,\p-
purto cou Leskien va sottolineato perch ii primo sostl'nitore
della tesi neugrammatica della cieca ineccepibilit rlelle lcggi fone_
tiche (Boldli 1965.160,171) fu anche traduttore di Whilnel' ('".
l"/,a JOI) e amico di A. Xoreen (i"Jrl1 352). SopraUutto, S. pu final-
mente ascoltare direttamente G. Curtius, ai cIIi semin"ri tiene ue
l'orl.age, ullo vertente sulr.4bll1uf occulto. dd tipu ),i.
H.l',,-, Brugmann (di cui S. dichiara nei 50u-
"<'"in di aVe", ascoltato una sola lezione. e solo due ne ascolt,:, di
O'thoft). assentc al seminario. il gorno seguente accosta
'i. per cl1iedcrgli indicazioni sllll'esisten'" di altri casi di altcmanu!
"L'caliea tipo s/titus: >fiilor, il che prova. S. (5(1''''' 21"23).
(Ollle nrugmaun nOn a"eSse ancora ice chiare circa l'Ablr'''l,
Subito u'quasi si cre una tensione tra S. e i docenti
tect",chi di Lipsia: il persistente rimpiantu per la '1"f'Stione ,Iella
",'-',,/is s""allS, le prime di 05thnff, poi la dllm pole-
lllka che costui impegna, fino all'insulto, contro S. e Moller (\" in-
jr"J. la cou/:,iura del silenzio che ae<:oglie il ,1Itmoirf sono altrettanti
,intomi. DUll'1ue '-on a caso, a parte l'epigrafi,tu Theodor llaullilCk.
l'unico num'o amico di Lipsia Rudolf Kogel. allievo di e
il""er.<ario di Brugmann. l semestri el 1877 e il primo del 1.'17
8
puS<allO nella redazione di qualche lavom minOr(' (Ert:rp/io"" ,711
'III' ilt t,)
;;.", 2.21H).
Nell'""tunno l:l76 S a LlpSla }'er fref-lul'nl.tTe un p"lGlrsst-
"""" di "-llllCO ,] rec,< da TI lIulJsclmlanll e 11 Wande ira-
., l -",.. 'l ,olloq"io .. Ii chiedc ]'ol'iniOl1(' sull'ipotesi appcn;!,
11IS a, 'ilI"" , " &;
formulata da K. Bmgll\lllln, ,;0"omln il quale -:l- in fornw ""mc
ris.'llirl'bl>e a un'originaria Hlisa/i. .<,m"J).< di"cnuta in ge-rlllanlCO -Ull-.
. l 1 Il U l",sli dISappunto gi,,,,an,, gilwvrinf) la rive a"one la" " l 0]1 .. .
(lo ,<;i l''!!'r:''. l'ur <1i<:hi"rato con llut'lironia, 1Il'! resoconto dI Salire-
I
. r 'Il erh ma, insicme,
,,;,-s lO-21) per a"cr l'nullto i o ue a SCtl]' "
,\ Li1".,ia, l'W, una lunga l'"rente,;i S. r<'sta quattro
anni. <\,dl"nllltLnno del IS7'> ,d prim" scmestre del l.'lSO. S'cl COnlO
dd 1')l4.!U41. <!mlll'''' prima ui giungere a
I l S .. t". 1 puma
l.ipsi". prepara 1<- prime me",orie l,,-'r a . "':le ". III a
l
"
" .. ['"ri"i nelh 'e\ll" ,1,,1 1\ \:""" e 'l'il. J, 1877 con-
C"""', ,',. "T-
ticlle notc dello studlo"1 d" lann'"',,nn,,' T.e su(Ji.le -
R 319 'i21 e Sur "",' d",.,,' ,te ,..,,bes 1,,/il/eS fU -Cf)
(1')7 le, . -. - , - . . des

- Ne,- J:jJ-(,q) .,01\0 ."nd,rc l'n l'nrtle engar:es . ans


, 11 I 'I hl' hlaue des
tlll'orics ,j" r"'p0'1\le plel et, lelgl'l " ..
, -- t . . no certe melma_
L,'lwcn ('itreitberg): tuttana 1-(1" .
liuni culturali, tli Ho!'p si .in\"l)("il l'aull'ritll., ma il COJJJp"nrlll.,m
di Schl,'irlwr i: <:ililto 35.2) mn istilCCll for,\' in conform,t
crilico assunto d" Br"",1 pleillet. T_m;;, "1.<1. lrng.
; :\ISL 3 "-7 [(; = ES. OS )]SL = Ree_
rho!aU5IM" " - , 885 Br
37
6
. r7-,81 e nella del .lUmoirc. :",,1 lu. l 7 . va a e-
.' I . " d" -anscritista Hermann Oldenberg, li' dcI
hn", dove segue l cors, ,. _ ."'
"cltulo,,, c imliani"ta Heinrich Zimmer, traduttore d, \\hltney.
1- " -\I li del
allora rientrando a "'pSla a a lne ,
"'fU _ 'I Himoi appaNO da un
(Smll'_ 15. 1<.H4_2IO). Grnla' l .
annO e. unt" <l'ogni ostilit.)1 nOloe di S. ben noto: poco pnma
. '. ta al1<' esercitazioni d'un ,-nIente
di laurearsi. il J<'''''ane 51 pr.. ". h' d bcne"olmente Se
d
,' - F Zarncke l1qnaeglcle e
germanista 1 .11"':1 . , . _. _ r ' l.h .viz-
, ""l1'aul"r<: ,lei .Ho"o,rr, ,1 fam,,'" ,"gli - .
per Cii",' c p."Ire," , "
zero Ferdinand de OiaU'MITC (De Cme Fil.'> 16, \"aderllagelI916.16;1)'
. Il lUmoire sur s\'slhue pri",itii de.; "').l'el/es illlllo tes Iangues
indn-o,;roPh,,,,", appare' a Lipsia nel dicembre Ill8 (Iii del
., . o ri,t Parigi 1887). r:e..ardio rivda trattI destmatl a
tCSP'ZIO e l n7'), ., < .
re!<tar tipici dl'atteggi"mento scielltlfico saus,unano:
, "'f ta d che si chiama la
Studiare le lorme multIple sotto e.Ul SI mam e. .
n ind"europea, eccu l'obietti,"o immediato di tl resto
,'"cali ,arlL prL'w in onsideruione solo in quanto a ClO daranno
. '., l' .' _"_. :'\la se ,iunti al limite del ,ampo cosI Clr<;osontto,
Q.. , tt i
il 'luadr" del vocali,mo indoeuropeo si i: a a POCl7 so o "
. d' mppars> tutt ,ntero mtorno a :l. Il, as
lIostri occhi, c 1101 lo ve lamo ragg " h in
. ,orto a un atteggiamento n\lOVO, chIaro c e
;unIendo In rap." "I io
effetti" il sistema delle vocali llcl in.iome che sara entra.to ne ragg
. d'" l' va iscritto prima pagma.
dolla nostra e I cm non e ... i
Non m;dc'ria che .ia pi contro,'ersa: le opinionI sono quas.
all'infinito, e i diversi alItori di rado hanno /atto una appheaz
mne

'd 'unge a ci che l3 qucstlone e w. Il
tamente rigorosa d..lle loro, oc. ., aggl . . .
\ . .: ". con una di problemi di fonetica e morfologIa dI C\1'
'" conno"'" e . tat' ti
alcuni attcndono ancora una e mnltt nemmcm, sono' l pos .
L .' nd corsO delle nostre p"",grinazioni, do,,"ema spesso
nSl. . . d " I ttavia. Cl an"oO_
, .,.. incnlte dc'Ha lingui.hm III ocuropea.. u
e pIU . . . esso
. . 'ben con,inti in antieipa che la nostra "'''''l'eneO'''' sp
tunamo In P"'". , . d' questi
. '11 l dedalo ci av"iene perch, por chiunque. OCCUpI l
SI snurnr ne, , . si
studi, altrontare questioni siffatte non una . come reh ui
.. ..., .. , prima scuola r CUI SI deve pa.sarc, pe q
dIre' e una neCCSSl a, e a - . d I
non' si tratta di sjkclllazioni ,l'ordine ma della. ncerea "e..
dati dcmentari se!lza i quali tutto ,acilla. tutta;' a.rl>ltno e ,nrerte
(Mi",. 1-2 = lite. 31
I ri$ultati sing:"h dd Mi"'. sonu stati pii! ,"alte
let H)13 1<)14, :'Ileiilet 1<;137.473-75. Watennan 1<)6343-4 ,
H
b" "'77-8 Le",,- 1')65,,6-591: il quadro delle
1m aum h.,,. . d' d
tra i funemi vocalici delle lingue storiche i: fissato, si pu" Ire, e-
finiti,"anwnte; " indi,"iduat" la doppia funzione, """alica e conW-
294
nantica, d'una serie di articolaz:ioni, le sonanti -i, -Il, -f. -r. -ti!,
-". sono attritmite all'indoeuropeo L'omune due formula di illter-
nanza vocalica (zero. <0, l/6 ffi A/d. l, 6), la seconda deU(' quali
rirlotta alla primil attribuendo .. Il'elemento A (definito dalla corri-
latino, greco a = a. ind. e iran. il funl.ione di co('ffi-
ciente .onantico. dotato della propriet di contrarsi con l'apice sil-
labico precedente nella rispettiva lunga (siL'ch -" < "<fA. -l < -lA
ecc), il che chiarisce la struttura. delle radici disillabiche (' consente
di imli\"iduare le sonanti lunghe.
La fortuna dd .lUmoirf stat" mllltll contrastata' l'aneddut(l
di Zarocke ri\"da c('rto l'opera. con la sua Ent-
dcckllng '. attir subito .ul l'ammira!;] attenziont, degli .<tu-
diosi, espressa. ad esempio, da L. Havet, allora prot, al Col1ge de
France, nella al lavoro (. Journal de Genve t, lj febbr, 1879),
o. iii capo oppo,to d'Europa, da l(mszewski (v, illira nota 6).
il ,"ertice della hnl;Jlistica tedesca dell'epoca reagl negativamente.
L'n Il:io,"ane nordico, H. i\16ller, cui si deve il nome di SVII il/dogu_
"'(",ie",,, dato all'elemento A, accetta la tesi saussuriana. Contro
lui e cuutro Sanssnre l'autorevole Ostlloff rivolge critiche di tono
,;empre- pii! dnro: ich mnss abe.. das ganze princip de Saussure's,
don !aut t (a,l in allen wurzeln ollne unterschied
obwohl ich den grossen stharfsinn in der aufstelhmg und durch-
fiitmmg anerkenne, dennoch in der sache fiir vertehlt und ein we-
nig zu \'on der ;tarren con""<jnenzll1acherei l'ingegeben erach-
kn, (.llorpllO/. ('''!usllcl,. alli d. d" id". Sp..acl'fll. \'01. Il.
1879, Hj-Z(,); nel 1\' voL del1"opera (Lipsia 1881). Osthoff
rihadisce le sue tritiche contro il besoin du systme. da
Oi ("lIilll. 163) e definisce il lavoro misshlllgene., abortito.,
'ein radikaler i;rtum. (op, cii. 215 no. I, 279, 331. 346-48).
In solo apparente con tali critiche sta il fatto che sin-
punti dd ,'fI'lIoi..e scivolano. senza menzione d'ilutore, nelle
tl'atlazioni di neogrammatici. come nella. G..ieeM,e/Je GralJJlII"jik
(l.lp.,;a ISSO) di Gustav i\feyer, il primo a tenere conto delle eiabo_
e scoperte del deCC'nnio anteriore, secondo Meillet (1931.477),
n,a anche .Ie premier ignorer mon nom., scriver amaramente
:-:""""re (S<>uv. z3) nel 1903 Queste appropriazioni per, proprio
, Incontro in particol3..., resistenza e silenzi la teoria. dello a come we!"
t:ciente sonantico di li l <5 (Mbn. '35 = R<t:_ 127 sgg.) grazie a cui i due
lipi d'alternanza furono ridotti a formula unitaria. Tra le vanno
rj""r<lati i nomi di coloro tentarono per primi l'interpretazione di "
':<>me laringale: N. Fick, in Gelehrt. Anzeig. , 1880.437, H.
z,,' Die de. o, .l'aul und Braun,,'s Beitrage,
2.5
perh parcellari. mostrano meglio di tutto la della
teoria e della posizione S<lU5suriana restava incomprensIbIle per
gli ufficiali rappresentanti della glottologia del tempo (:'lell1et 19
1
3
in F,IS 74. De Crue in F</S 16. Streitberg 191.f208, Sommerfe,lt
l 62.297). Bisogner. aspettare l'Ab/alli di Hirt (1900) perch m
tedesca di rilic"o si di""ut" !'insieme della ICOri; 5aUSSU-
ciana; ma un'effettiva ripresa dcile idee saussunane {con l ecCNWllC
di A. G. NOT<"lUI non si aw prima di 5 i"doeuroplcIl el h 1"IMe
(Symbolac in IlOnom" 1- Rozu'adolL'ski, r, cracovia. 1927. 95-
1
4)
e delle altre Elude5 (I, Crncovia 192]. In l'art. pp. 2]-
6) di JeTzy Kurylowicz e. soprattutto, prima delle <1, la
7 . (IP", )diEIllJ.leBen-
/orla(ion des 1101115 ca ",do,."roMen . arlgl 935 - .
veniste che sottolinaa come. dopo Saussure. sia restato negletto Il
problema della struttura delle forme indoeuropee . I) ..
L'eiIperienza dcI lIU"wire fu importante per pIU d un aspetto.
Per le resistenze incontrate sia S. sia l'amico H. Miiller furono ten-
tati di abbandonar" gli studi linguistici per dedicarsi
germanic';]. (A. Cuny. Chamilo-similique et jnda-europie". lO .Hl/all-
ges de li"8uisliq'UJs eu. Gitllldm. Parigi 1937. pp. 141-47, a p. 14
2
):
conferma di ci. almeno per se stesso (e per Karl "emer!, e .dat,,:
dallo stesso che colloca verso il 1880 la cri,i da.cUI USC:I poi
bbandonando la semplice linguistica indoeuropea e ded,cando>'
:tudio comparatu dell'indocuropeo e del semitico (H. :'Iloller. $mll_
/iseh und lndoge.",a"ise!l. l T .. J\oJl.'Sonanletl, Copenhagen 1906
[ma 1907]. pp. VlIHX). Secondo Gooel (premc..'!;a a Sau,sure S."w.
I4), non abbiamo invece dati precisi per S.. poich 5010 per Il ,894
si hanno sicuri sintomi di "coraggiamento. ma in mppurto a que-:
d" t:>edel
stioni di linguistica generale (v. 'nfra p. 317), e e mccr o
zur Geseh. d. dcutschen Spraehe und Lit.' 7. 8Bo.+92. no. z: IL
Da. Pt-",o",;"fix n. lF 2,1893.8j-33'. in par!. 292. ,\. cuny. ]1,'.0:" d.
PhoHl!tiquo h;,'o.ique, ["dO_"'OPeon d '''",iliqu., Revuc dc
H. PeMrscn. Fugl..ioh. d. h_lllSoh." Sp'-. 2 ,oli .
Gllttingoll 1903. L '73. '77 Per altre ecceliolli. tra le qualt il nome
di A.. dr. J. \Vackernagel. Allindi.eh. Gramm. l:, Glltltngen
p. B A. Del>mnner. in ]. op. "I.. ]I,MiII.ag. zu B. J. Gol-
19';7, pp, 4(,-47. E. 1'010"'''', Th. Lat)'''t""l Thrn.); Fa.: A, CTI_
l'cal Bib/iog.aplrical Su,,'o)', in E"'d."". .""geal,. L AJa I96,\: I p. 9-
;8. Ma in complasso per il Mim. cosi come poi p.er CLG
comune dei linguisti;' ben rias>unto dalla frase C. ".
strander contro i primi la,'Qri di I(urylowiu' .1.3 hngUlStlque est P""_ les
mathmatiquC5. le d'une langue ne sc prete pas tOlllours ...tre
dM,"; par des quatons. (. Norsk. Tidsskrift for SpTOgnde""kap , 3.
1
')29.
290-96. a p. 290).
296
.Vlu:lunce" S. si sia occupatl1 pTim" del 1<)00 (tuttavia nei programmi
dei cOl1li parigini. risultanti da Fleury paleS<' l'interes"C
per i documcnti Idterati antico e medio-alto tede-schi: v. "fM 30j).
Certo. in liran parle Una reazione all'atteggiamento degli studiusi
di Lipsia fu la scal1ltl simpatia pi \'olte mostrata da SaussuTe per
la mostruosa btl'Jl;l\ine dei tetles.:hi. (Si."' .... lAlrcs I2I-z3, Nolu
j9).
Il ha inciso prufondamente nella formazione di S. (GTam-
munt 1'133.153-54, Bim!Jilum 1"57.R, 1')66'42-4J. ,,8): la
ricerca lo impegna in 11nO sfurz" di sintesi (Hav..t 1908), lo spin!;" a
indi"idllare le donnt'es lmenlaires'. 'luindi .11l1mme
des fondem1.'llts. (Benveniste ,,-,63.R): lllJltre, ponendolu a cuntatto
Con problellli di ricostOilione .l'un sistema linguistico necCfi><aria_
mente a'<Ostan2iale. in qua'ltu nOn neUa Sua relliinazione
i'l lo avvia a considerare le lluhil linguistiche come pure
entit oppositi"e e relal.ionali e. di conseguenza, non nella lllro ato-
mistica singolarit, m" nclla loro coluuzionalit ,sistemica (Hjehn_
slev 1942,37 sgl':". 1944.141, 1<)47'7>. 195'-59-60. 1<)6'.79. Buy.-sens
1<)6'-20 sgg., Ktlk..nheim Dero",i 1965.<"1 sgg.), il che efa
pcT nellaria. secondu C"llinder ly6>.13 (ma cfr. Bllyssens 1961.18).
Nel febhraio IR80 (:-Jeillet 1<)1.1) S. si laurea con la tesi De l'cm-
pl<J' du !fil'i/if Il/Jso/" /'l, sa"scril (Giuc\'ra IllRI, ti,t. Ree. 26<)-JjS).
Conquistati dal. g"<:!imento estl'tico' (\Yncl,emagd) del M{",oire.
si iD genere considerata la tesi come IIna prova di maestria filolo_
gica, eccelionale in qnanto t'Ile. ma senza partieolare rilm'aD,a COn-
cettuale e di metodo. Cio nun esatto, AU>ltutto merita e\,ldeUla
la "celta d'un tema in campo sintattlru. ciO!' in un campo trascurato
da BoP!' e dalla boppiarta, "chleichetiana, neogrnmma_
tica, cosi come pi tardi da buona parte della linguistica struttura_
listica euroamerkana pleillet 1937.477. De Mauro '966"77
In secondl1 luogo, cuntro la lctteT"-tllra spcciahstica '1l1terior., che
al genith'o assolnto dedicava cenni fuggevoli in una Illera prospet-
tiva compaNti\'islica (Ree. >71-72). S. "i propone di determinare il
valore del costrutto rein.crendoln in tino st'ltu di lingua pTeciso.
secondo IIna linea di riceTC<1 gi ,mti,'i!,ata ai \\1,itney (citato del
resto iu apeTtura di lavoro. 27' Su tale lin.,a. il valor.. dI'l
geuitivo assoluto viene deleTminatn indi"idtmno la Sila. particu_
larit caracteristique. (Re.r. 275). il suo. camctre distinctif, (27R)
en regard de l'emploi du 1000"tiC absolu. ('7;;). A parziale corre_
zioue di BUYSSeDS r961.20 sgg. si coru.tata dunque che, anche su un
terreno linguistico matcriato di manifestaziolli cuncrete {e non solu
lIeWatmosfera COT2atamente smaleriali""ta dellindoeurop.,o rico-
297
S. fa valere il suo ""OV" l"mtn di "ista per cui il ,'alore d'una
entit linguistica rela7.iOlmle e La pR'Selva d'uJl<1. parola-
chiave della linguistica roslsaos."urian" (umu/he d;sl;mlif) e le
osserva7.ioni sui lermini impiep;"li nell" ...scrizione (Ru. 27]) at-
testano infine quant" prec''''e sia ,t"ta la eum per i problemi termi
nologici.
1_'1 hrillante di,;cussione ,lella tesi (Favre FdS ]0) si condude
con del dllttorato s..m..", CII'" lmule d d;suwl;o),je eGre-
aia (Ue Crue FdS 16),
" Della iSCll,.,i,,,,e ha h\sdat" un ricordo E. Fanc, un compagno
di stlllli: .S'il n'cilt d si mo<\c,.;te. Ics r"l"s aurnient l'n tre inver-
tis' le jenne e"amin(, aurait 1'\1 m"ttre ,ur la ,;elleHe savants
e"aminateul'S' (1'-"5 ]0). ancora:
Ses connai ..ances uni.'efClks: all,un sujel, ni p<k;ie, ni
ture, ni politlq,,". ni bcaux-art.', ni hi,toire, ni seienet"S ne lui
tait li lai .. dc" vcrs, il <l''S,inait. 11 cnn"'''s.sa't.pas le_
"i1ain num po"r une eh,,",,: il <'tait m,x\eo;!e, con""",n<lcux, smcere
et <Imi!. No", autre., ses camanuk'S ISouv. zo] nou. le sa\'OIl9
par expricncc.
Non si conoscon,>, ma poss'Jno intuirsi i motivi che ind",:ono il
I(iovane dottore di Lil':;ia (gi. ia non bu"ni rapporti con. stu-
diosi tedeschi, e gia legatu invece all'ambiente della Soc,et) a pro-
SCliui", gli studi :t l'arilii. Tuttavia, prima di recarni a
h,t il tempo di l'urtare a termine un'allra espenenza decl!H\'ll: Il
viaggio In Lituania, Rileva l:Ienveniste 1')65.2] che questo nn
Iloint o!>seur <lans sa Uiographie . Certo, ignoriamo molte cose:
epoca e:;atta (si il pensato tra 1nar20 e "ettembrc del 1880), luoghi
visitati. Non il del tutto vero che ignoriamo. ce ql1'il y a "'udio'.,
)lon "010 il presumibile che in loca S. "i impadronisca <Ielle nO'.ioni
utili",,,le poi sia nci due cursi ,ledicati allituano nel 188R-Bg a Parigi
(l'leury 1965.(6) e nel '9UL-02 " Ginevra v. in/ta) sia nella redazione
dclIa carta dei dialetti Iituani ma, parrebbe, mai inVIata
a R. Gauthiut (T.eUte.< 100). ,\la !>ul viaggio abbiamo tre testimonianze
di grande int"re:;se:
a) quant aU lituanien, cct idi-urne "i pour la connaissance. de
l'indo-europen, il lait 'ur piace ct en ""ait tir la mabre
dc se:; plus pn<'tmntc's rcoeherches (B,,\ly in FdS 53);
b) T'lUt jeune il a une ITleth"du: il a remplac,; dans l'tnde <le la
la pr",,"" par le ternoignagu l'arie ct un jour il S'C" fut
cn Lituanie p'lUr t"dier des dialecle, qui <Int, jusqu'1l. nos jours,
un asp"c.t inducuro!-"-'cn p"rticulircmcnt arrhalquc (Fanc in FdS 31);
298
cl ... le jeune docteur de l'Ulli,,ersit dc Lcipzig s'eo fllt co Lituanie
p"ur etu<licr, dans Icurs varit<!s parles, ccs dialet:tea qui ont
jusqu', nos JOUt5 un a"pect indoeurop"n si archaique et dont Ics jnile"
"iun, nuance"'s devaient lui r"ler quelqucs-uns de5 sccrct:s de l'bistoirc
dc la parole humaine. Il "bor<lait aiusi, l'un dcs premiers, eettc
<lircete de la lang",-, qui a dep"is lors si translonn l"" me-
tllOtI,," ct Ics problmes de la Hngullitiquc (;)'Iur"t '913, L l'dS 43),
Intravediamu come fonte l'opinione st""s"" di S. su questa Sua
<:sperienza grazie alle puntuali coincidenze fm le tre testimonianze:
J) il lilllano era importante per il suo aspetto arcaico e, quindi, in
rapporto al\'i. e. (a, b, c); 2) piu important!! anCOra che S. si sia
recato <Il' f>laee (<I);]) in tal modo, tra i primi (c), "gli crea un me.
(h). cio sostituisce la prova parlata alia prova scritta (fI), al_
l'indiretto lo stuio diretto della langue (c), conotlo cio sul Ij_
"",if'IIG.qe P,l1M (fI). sulla lIuma;tII'! (c).
Contro un'interpretazion" del genere, a patte i dubbi di Benve_
niste cito che parrebbero superabili, sta la d\'ersa posizione tlel pi
specialista di studi 'aussuriani. Godei (SM ]]) Titi"ne in
'l'en"", la frase di apertura della prefazione a CLG, s"<:ondo cui i
prohlemi di linguistica generale avn:lJbero accompal';nato S. opi-
nitn'ment, e tonte sa vie', sia esagerata, e in specie sostien.. che
la lTitica radicale dei metodi c()rrenti e le questioni di
:;iano state affronlate da S. solo dopo l'arrivo a Parigi.
l.'an,disi gi [alta del JUmo'n, della tesi di dottorato e delle testi_
llloniame sul viaggio in Lituania induce per a du!Jitare dell'opi.
nLone di R. Godei. Re:;ta da di"eutere un punto. S, stesso ha sottu_
lineal" l'importanza che ai suoi o<:chi a"eva l'americano \\'hitney,
i'rorri'J in materia di orientamC'nti di fondo della linguistica: Go-
dei ha .'valulato Una di &ch"haye relativa
... 11" dala dell'incontro di S. con \\'hitney. Secondo s.,cbehaye (19
1
7.'})
, :'t lette c'Foque [negli anni di Lipsia;, Un Iivre a",,';t djfl '<all" doule
n',n'-' une profonde influence sur sa venscc et l'avail "rientL<'"
i.l b"tll"., l1irecti,m: nou, \"oulon:; l'ader de l'ou,'rage du san'critl_
"Le alllricain \\'hitney, Lil ,h, lungage (publi l'n 1875) '. Secondo
.les mols 'sa,," donle' indiquent '1u'ii plut6t 'une
c"njedure que d'une information donn';e l'nr Sa"ssure lui m(,me ':
inoltre, il Godei, non si<:uro chc i libri di \\'hitney fa_
'..es,ere> r:lmOre. a Lipsia: a pu ne le, connaltre '1
u
'un
1''''1 plus tard 0, Sn questo punto [orse possibile dissentire <la Godei.
\\'hitney (13z7 -"i giu, 13')4: cfr. su di lui H, H. Bender, s, v. in
l)irl;')11,,,,y 0/ AmeriCll" Biog,,,p"Y, \'01. 20, Londrn-:'->cw York 19]6,
e profilo di Terracini "N9.7]'Ul) Cm ben noto CoTIle san.
299
nell'ambiente t<.ldcsco, dove nel 1850 aveva perfe1.ionatn i
Buoi studi a Bedino COli Bopp ., a Upsia (appunto) con Rudolph
Roth: in c.ollabora1.ione cori Roth aveva approntato un'edizione del-
l'Atl,an'a Veda Samhila (Bedino ,856), 5<)gnita dallo Alpllabet;sches
Ve,::eiclmis de, Versa"fiinge de. Aillarva-Samh;td (o Indische Stlldien'
4, 1857). L'attivit indianistica di \Vb" generalmente appre1.mta
in ambiente tt'desw (dr. per es. H. Schwei1.er-Siedler in KZ, n. F.,
,,1873.269-72), ebbe un altu riconoscimento ufficial" col conf"ri-
mento del premiu Dopp assegnatogli nel 1870 dall'Accademia di fler-
lin. Infme, propriu negli anni in cui S. a Upsia, appare di \Vh.
A S,msc,il Gra",mar, Induding bollI IIIe Clas,;ml T.altguage, and
Ille OMe, Dialed. 4 l'.da and B'ah",ana (o Bibliothek indogenna-
!lischer Grammatihn., val. II, ed. Breitkopf e Hartc\, Lipsia 1879):
l'opera usc.i contemporaneamente nella traduzioue t.ed<.lsca fatta dal
ma<.lstro berliup!\e di S., Zimmer. ben sicuro, da un passo della
tesi gii menzinnato (Hec. 272), che S. conosceva la Sanscril G"am-
mar, 1;> quale, nell'ambiente tede-sco, in realt ofece rumore' ""l,'llii-
tamente per il suo originale orient;>mento metoduiogico: A. Hille-
brandt, recensendola favorevulmente (, Benenbcrger Beitrage.
5,1880.338-345), la definisce un, Markstein in der Geschichte der altin-
dischen Gmmmatik, lodandola perch, in ontrastu con i consueti
lavori comparatistici, vuoi essere ed una. Erforschung des Sprach-
zustande.<;, (p. 338). possibile credere che questo carattere sia
sfuf;:gito al teorico deUa
Nun abbiamo tracce (a parte la tC5timonianza di St'chehaye)
altrettanto sicure per. dire che S. cunosceva gi gli "Critti tf"Orid
di \\'llitney. Tuttavia ci si permetta di trattare anCOra la qu<.>stione.
I lavori teorici di \\"hitney (la loro indicazione defurmata in
varie fonti e tr;>ttazioni)
I. LaJlN,wge alld tlw Sludy of Lungu<lgr. Tl.:elli'e Lu/"res m' Iile
P'illriples of l_inguis/ic Scic"cc by W. D. 11". Londra 186, (con-
ferenze tenute nel
2. Life amI G'rowlh of L,mgu(lge, Londra 1875:
3. alld il, S/udy wilh Spui,,1 Rcff"IlU lo lite
l'n",i!)' of LaJ1gualics, Sae" L,cI","s by 11". D. 11'., LQIldm 1876,
2" cd., iyi 1880 (edizione ridotta di I),
1 noli $embra sia tradolio in tede,co (fu per milpi<unellte
recensito a \V. Clemm, l\Z 18,186",.1 H)-lS), Z appan'e, l'allIlo
della pubblicazione, in traduzione francese (L(I i'i" dII Pa-
rigi 11l7j! e l'anno upu in italiauo, nella trad. di F. [l'O,-idio
(:llilanu 1876) sia iu tees<.u (L,-bc" ""d lI'old.s/tl1l' drr SpJ-acl:c. Lip
300
1876) nelL'I trad. del maestro lipsiense di S., August Leskicn;
una cidahorazione di r, analoga a 3, fu approntata nel 1874 da Ju-
Jolly: Dic Sp",,"U'isse".<clr<Jfl. ll'. lJ. lV.'s Vo.leMmgen Ubf'
,Ne P.i"cipiell dc_ nrglcid,e."l(l, SfrrachfMscl"'''g. fiir das deul,c1w
}'"blih,,,,, bwrbei/cl ,md frlnilert ,"O" j. j. (.Monaco 1874, con Una
introd. su Wh. e le sue t<"Orie (pp. IIl-XVllJ). 1.0 stesso a'>no appare
I1r1 GGA 18 febbr_ 1874, 205-18, uu lungo articolo di Jolly su Wll.
'jrientHlista c linguista generale.
\? quasi innedibile che opere di tanta diffusione, di tale argo_
mento e di un autore che i maestri di S. e S. stesso COll05ce,'ano e
ammiravano siano restate ignote a quest'ultimo: per afftnnarlo,
uliretutto, dobbiamo anche rifiutare la testimonianza esplicita di
Certo, anche ,enza ammettere un rapporto con '''hitne}'
Lcorico, gli interes..i t<"Orici del giuvane S. paiono laql'amente pmvati:
ma nun azzardato dar fiducia a Sechelmye e ammettere che gi
dagli anni tedeschi nell'orientalista americano [autore della lingui_
'tica statica ave"ano trovato il loro centro di riferimento quegli
interessi per la teoria gl'nerale della lingua che nel 1894 Saussure
ira presenti al suo spirito. depuis longtemps .
,l. Parigi: T" scuola r I" Soc!".
A Parigi S. si nell'autunno 1880 (nel 1881 risulta abi-
tante in rue de 3). Compagno di Rtudi, tra gli altri, gli
Francis Dc Crue (in FdS 21). Frequenta le lezioni di Miche, 8rolal
" (dal febhr. 1881). all'Ecole des Hautes Etudes, quelle di iranico
di J. Oarmesteter, di sanscrito di A. Bergaigne (entrambi. nei loro
annuali, Illl po' freddi Ilei confronti del nno"o arrivato) e,
infine, le lezioni di filologia latina 'li Louis Ha,"et, che gi aveva
"Uc,tato la sila per S. e la rinnova caldamente nel suo
rJ.pl'urto del 1881 (Flellr" 1')65.39). Racconta Eduuard Favre: ,t'n
J""r, m'a-t'on dit, Iln l'rofess"ur aborciant llLl sujet dj Hudic par
invita celui-ci il. venir prendre sa pIace et, ce jour-lil., l'tu-
di;mt gene"oi5 iit la leon. (FdS 31): ill-'rufe5Sore era prubabiltnente
!-l,n'N. nc1 cui C',rso S. ebbe a parlare ili " cd m , vocali. e di velari
II'I,-,,,,--y [(16S'40). L'affennazione di S. T:lpidissima. Eral gli cede
,1 '''o corso di lezioni "lI'Eco!e: cun delibera unanime del 30 otto
S. ,-iene a z4 llnn. de confrellces dc go-
lh;'1"e et de ,-icll',,-haut allemanu. plSL 5,1884."111, Gauthiot in
FdS ,.;). Il corso 1m inizio il 5 1l0'-. phlret in FdS 43), In pratica,
" tratla "l!"inizio di un corso di lJemln.nico' (Gauthiot yo: :lleillet
;01
in FdS 75). La remunerazione {approvata nonostante qualche diffi-
colt frapposta dalla Corte' dei conti, poich S. avrebe dovulo
assumere _ e non assunse - la cittadioanza francese) inizial-
mente di 2000 franchi. In seguito, qnando il programma del CorSO
si amplia. e quando, dal ,888, S. figura come maltre de conIeren.
ces. sen:ea specificazioni, la remuneraziooe sale prima a poi a
3000 franchi (Fleury '965.40-41).
Si insistito pi volte sul numero e la qualiti degli allie\'i dei
corsi parigini (roIeillet 19'3 = FdS 76, r.Iuret 11)13 = FdS 43-44,
Gauthiot 1914 = FdS ')0-92). Eppure le stime anteriori sono infe-
riori a ci che risulta da pi recenti indagini (Flcury 1')65.53.67).
In nove anni gli allievi sono in compl"sso 112, cifra assai alta se si
tiene conto che pe, la prima volta si in...gna,(J. linguistka storica e
comparata in Ulla universit francese (Bcnveniste 1965.22) e che il
giovane docente, come vedremo, non si COlllentava di uditori, ma
esigeva da 10m lavori settimanali personali. Accanto al numero conta
la qualit. 40 sono gli stranieri: 16 tedeschi, 9 svizzeri (tra i quali i
linguisti e filologi H. Meylan, H. ;'.\iclleli, E. r.luret, G. de Blonar),
4 rumeni p.L Calloiano, )\. Demetrescu, J. Dianu O Diano, D. Evol-
"canu), 4 belgi (tra cui uno degli allie\'i pi promettenti, prematu-
ramente scomparso, F. Mhl. L. J. Parmentier, e l'indianista L. de
La VaUe-Poussin), russi (F. Bmun, I. Gold.teio). 2 uughere>;i
(Ch. Gerecz, I. Kont), 2 olandesi (G, H. Huet, A, G. \"an Bamel).
lo sveese A. Enander, l'austriaco J. Kirste_ Tm i francesi, accanto
a personalit segnalatcsi nd campo letterario, come il poeta Pierre
Quillard c :\.Iarce1 Schwob, e accanto a professori di liceo e numerosi
tlgl'gts delle universit. spiccano Ilna ventina di nomi di profC5sori
di linguistica, filologia dassic'a, celtologia, indianistica . .'ila,'istica:
E. M. Auouin, P. Bover (1887-91). Arsne Darmesteter (I881SZ),
H. G. Dottin .(1886-9;), E. Enlault. ,\. Jaco\} (1887-88), E. Ch.
L'mge, H. Lebgue, L. I.e!(er 1-'. Lejay, S. Uvi, H. Lichten-
ber-ger (138J-S41, F. Lot (18go'<)I), H. Pernot (1980'91), J .... _'
(1887-88).
l'na mellZione a parte esiguno G. E. GlIieyssc, che Irequenta dal
,887, e semhra esser ,tatQ l'alunno preferito da S., che ne piange
la perdita nel 1889, L, L Dmau. che, su proposta dello stesso S.,
dO\'e"" succeder!(li nell'insegnamento alla Elole des HautC5 Etu
e, (t q lu. 1<)03), :\.laurice Grammallt (che frequenta l"ultimo
anno). l'aul Pass)" (che fr&lllenta tra il 1885 " il li1871 e ,\ntoine
:\.Ieillet che, iscritto alla scuola dal IS85. frequenta le conferenze
dallS87 c che, nel 1889go, iI"eno mtenuto S. un congedo pcl moti"i
di -alute (o per recarsi in Lituana? [RedardJl, lo nel corso,
302
Che oosa. S, ha significato per la ",mb. linguistica. franccse c,
quindi, per la cultura mondiale, impu;sil)ile ire 'lIdlere
lO primo piano la sua capacit didattica.
Ses conlllrenccs, il Ics faisait l'EcGlo ,le. Hautes Etude.. S:, nature
,<'pugnait aUX lormulcs ""lo"noll"". ainsi qu'aux 'lu"rdl"s tml' !;C'uvent
riiscourtoi.cs du Inondo savant. (Dc Cmo in l'd" '7),
Il ... enscigna pendant une dl.aino tI'ann';"" ave.: Uri ':dat cl unc au-
tnritl! incompaml>lcs cl, ""rmi tant dc maltrl'S "mincnts, fllt l'un dcs "lu.
CIluts ct des plus ain,,'''. admirlons dans S"., l"IuIS l'infnrmalion
large et ""lide, la methode ligoureusc. le. VUe'S g"n"ralcs alli"e" au dtail
prei., la parole d'une darte, aisance et d'une <'I(gance sou\'ela'n".
Dep"i" trenle ans cou1<!s, il m'ell sou"ie"t eOmme dc l'une d.". plu. gran_
des jouissances que j'ni "prou\'cs cn ma vie (:duret in FdS
H-H)-
F. dc Saussure tait en un vrai maltle; pour cbe un maltrc, il
ne ",,/lit P"" dc r",,:iler devant des auditeul'5 un man"el correct et au eGU-
rant, il faut avoir une doctrine et lIne mthodc et pn!scntu lo. scicnce avec
"n accent personnel. Les ellscignements que 1'"ludiant re<:cvait dc F. dc
S. a"aient une valeur gnralc, il. prparaicnt t"""ail1,,r et
l'e.prit; ses lormuk's et sc. definitions se dans la memnire commI'
rlcs guides et d... modeJc". El il faisa;t aimer et sentir la. ",ience qu'il
guait; sa pcnsc dc poUe donnait .onvent son expos une imago
qu'on ne pou"at plu5 Derrire le dtail qu'il indiqualt, on dcvi_
Ilail tont un mnnde d'd""" gnralcs et d'impressions: il .utnblait
n'apporter jamas sOn <OUni une ,"rit touto faite: il avait soignen
prepar tout cc qu'il avait dire. mais il ne donnait li. "eS idcs un
aspect dfinitif qll'en parlant: et il arretait sa fonne au moment meme
oil il .'expcimait: l'au<liteur etait suspcndu lo cette pensc!e formation qui
se cr"'ait encore de"ant lui ct qni, a.u meme o elle 8e lormula.it
de la manie,." la plu. rigoureuse et la plu. saisissante, la,.""-it aUendre Une
formule piu. precise et plns saisissante eneore. Sa personne iaisa.it aimer
,,, on s'';tonnait dc ,"oh" cet ocil Lleu plcin dc mystere apercc,"oir
la realit;; une si rilfoun'use oxactitude: sa. voix hannonieu.e et voile
:,tait a"" faits grammaticau" kur secherl'SSe et Icur aprete: sa.
aristocratiqne et jenne, on ne pou"ait imaginer qno pcrsonne
lo. lingu;"ti'lue de vie (;'.Icillet in FaS 76-77).
Con gli allievi. S. intrattiene un rapporto diretto: da una lezione
all'altra essi devono svolgere. exercices pratiques., composer ...
< grammaire d'aprs un texte dtennin., iotcrprter tour li.
te,ur es textes., fare I exerdces de lecture. ccc. (rapporti di S. in
n"ury 1965.56,57,58,59 ecc.). Accade cosi che a trenta, quaranta
anni di distanza, gli allievi, anche non linguisti, serbino intatte le
memorie di quelle lezioni (Benveniste 1965.27).
303
Dal 1881 al 1887 i corsi '"ertono sul g('lticu e l'antico alto tede-
""O; nel 1887-88 il cors" si allarga alla grammatica compamta. del
greco e d.. l latin,,; l'anno dopo- si aggiunge il lituano, e le lezioni
diventano cosi, in pratica, <li linguistica indrn>uropca (Gauthiot in
FdS 'lo e Flemy H)G'i_'i]67).
Annualm.. nte S_ redigcva brevi rapporti sul sun insegnamento
(editi da Flellr)' ril.) dai quali traspar<': .Ia doctrine 'lui informait
sr' T,t'dag,)gie. 196;,..29). La dualit tra point de \'ue
phy,inlngique' c histnrique. esplicitamente ichi"rata e domina
gi nel primo corso del 18111 (Iil"ury 196).55). In queslo e nci SUCCl'S_
sivi l'ubiettivo ultimu faire ressurtir Ics tr"its distindifs du gothi-
que au mili'"u e la famille germaniqu<'. (ibid. 56). l:Ieoveniste (cil.
2<)) nnla come <curiosam.. nte moderna. l''''prcs.sion" , trait distinc-
tif o: in realt 5. aduvera appropriatamente gi nella tesi (s"l'ra 297)
earaetre di,tindif.. Henveniste stesso, del resto, richiama l'at-
tenzione sul rapporto conclusivo del S<.'cono corsLl parigino;
La res.emhlanee des dialccte_' .n't cntre eu", solt a"ce \'allenl.:l.nu moderne
c:l.chc un danger; le $<0"5 dos phras",; se l..i,,,,, assoz fadl"mc'nt de'iner pour
que le. particularit. granullaticale. chappcnt Il l'attention; dc l trop
scuvent une iMe cOlllu"" dc" formcs d do. rgl..... Le commellant doit
compn.er lui_me'me .'" gmllUl1Jlire <l'apr;,, un lede dknnim', dont il se
fora uno 101 de n.. pas sortir_ Aussi l'interprtatiou a-t-clle porte e"du.i
vement .ur les extrails, a.....' tcndus. du pome d'Olfrld_ A la lin de
l'ann<: seulernent, et une lois famlliari";s a,""e la grammaile d'OHrid, le.
lves on t mis en pn.'selleC du t",xte dc Tatien et de cdui d'l.idore. o
ils taient invits 11. .ll(nai"r chaq"c divergeuce d'av,-" lc dialecte cux
COllnu (Flcur}' 1965.57).
Commenta Bcnveniste (1965-30-] i);
Nou" disccrnons ioi. implicite, le prinoipe dc la deriptinn synchro_
nique appliqu.. 11. \1n etat de languc o" un !cxte donn; ccla suppose. id
encore, une dlinltion diffrenticllc dcs tat. de languc ou dc. dialcdes;
cda Implique oon,crsem..nt que lc. particularit. d'unc bn"".. 50nt cn
rel..tioo lc. unc. a'cc les ..utre. ct ne doi"cnt pas etre con.id"',," isol
mento Bi"n plus qu'!J. la grammairc compar':o Il i"anciennc nlOde - oil
l'on ne eompaIllit qU" dc. fnrme. disjoint"", en dcs eorre.pondanee. sans
coh.ion _ S. inltlait ."s tudi"nts la mthode dcscrlptlve, qu'il distin-
gu"lt dej de l"analyse hi.torlqne_
Probahllment.... proprio l'impegno di sperimentare lin-
guistica in nesso <:on problemi generali deve avere sottratto S. alla
crisi _ cui s' accennalo (sul'ra 296). certo non mancano positivi
interessi letterari nei corsi (ad esempio per il Hi/d.-brand.'1ied letto
304
nel 188)-84). ma pi spesso i rapporti si limitano a manifestare di-
'>appunto per li fatto ch.. non si riusciti ad affrontare, durante
l'anno. la lettura di testi letterari nordici (Fleury 191'5.61) o del Iit-
telhochdeutsch (in programma relativamente tardi, per il 1887-813:
Fleurr 1965.(5).
Gli interessi per la linguistja generale non erano peri> solamente
implicito presupposto d..lle nitide formule de'>critti"e, delle pene-
tranti analisi storiche, dell', accento p ..rsonale. dclle lezioni pari-
gine. Scriver Meiilet (1916_]3);
Jc n'ai iaml.is entcndu les OOUT5 de P.d,S. sur la lingu'.tique gnralc.
)!"is I" pcJl5<!e de F.d.S. s'tait fix"e tres tM.,. Les dootrines qu'il a
g-ncs dans ces conrs de linguistique gcin"r"le [a Ginevra] sont cellos dont
s'insplrall dcij!J. l'cns..ignclllcnt de grammaire comparee qu'i1 a donn vingt
all' l'hl' lut il. l'Ecolc dL'lI Hautes Etudes et que j'ai reu. Je le. rctron""
telks qll'il 5Ou,..nt possible de Ics d..vlner.
S..nonch'; nel 1885-86, due anni prima che Meillet comincia.sse a fle-
le le..ioni di Saus.sure, il corso lla Un carattere eccezionale;
la plupart des le.."" "yant d<ij suivl Ics c'llIfrences de l'"no.. dcmire.
il a <it possible d.. pollsser beaucoup plus loln que d'h"bitude, et dao.
un 't'n. plus ienlifiqne, l'etudc de la gramm"ire gothlque. Cette tude. ,
t'\ quclqne. l.. ons consa.crcs !J. des g"nralits sur la mthod" linguisti
que ct la 'ic du langage, a rempli tou! le premier .emestr" et une partle
d\1 .<'<'ond (In l'leurr 1965_6,).
.-\-"siste alle lezioni, tra gli altri, il futuro fonetista Paul Passy,
nelle cui EI"d.s ,<ur les change.r.enls l''u,,,iliquts cl Iwr earac/iTts
p,l/llla (Parigi 1890, in parto p. 227), giustamente apprezzate da
(i,,!ra 358), si visto. l'expos le plus lucide de la thorie
fOllclionnali.te des changements phontiques o (Martinet 1955.42).
Oltre che aUe lezioni alla S. si dedica alla Socit de
linguislique_ Iscritto e noto gi da tempo (supm Z9Z), S. p<U"tecipa
di l,el"SOna a\le " partire dal 4- dico 1880 (;'\]eillet in FdS 75).
ntlcnendo sbit" incarichi amministrativi (Benveniste 1965.24), e
liene cOlllunicazioni nelle sedute del 2Z genn. e z8 mag_ 1881, sulle
" ario-europennes en _ (Rec. 600), del 3 dic. 1881 'sur
i" phonti'lue du patois friboLtrgcois. (Ree. 600-01; presente a
questa, Y. in!.a. Balldr.uin), dci 4- febbr. .882, ancora sol patois di
Friburgo (Ree. 6(1). AI primo anno di soggiorno a Parigi risale la
1101" <li MSL 4,1881.432 (R,c.403) su 'Ayrr:I'1;<v<.lY < "Ay:II-I'E'/'-"'Y (in
r"PI'0rto cOn san""r_ man-ma ,pensiero o), Con la seduta del 16 dico
1882 L. Havet abbandon" la carica di s<-'Crtaire adjoint i e "iene
sostituito da Saussure.
305
Jnsqn' son dpa.rt de Paris, les pr""!I-verbaux des liauces out t
par lni, avec la lerme lgance qui lui MaH propre; mais ces procs-
verbaux n<." rappellent quc trop rarement lea observations par IcsqueUcs,
avoc une discrtion et nne conrtoisic exqnise, F.d.S. iudiquait les point
faibles des communicalions qn'il venait d'enlendre ou en marquait l'in-
trt (Meillct in FdS 75"76).
Nello slesso tempo S. fa da vero direttore dei. !II"moirt"S de la
Soci"t de linguislique' (MSL) sorvegliandone la redazione e Curan-
done la correzione col scrupolo, Le sedute della Socit",
presenti Emal, Bergaigne, Ha... "t, gli ospiti stranieri, sono l'ambiente
in clli si fonna lo stile della sellola saussuriana. Tra gli stranieri una
menzione speciale riclliede J. Bauouin de Courtenay, che si incon-
tr a pi riprese con S. cui fece conoscere anche gli saitli di H,
Kruszewski '.
J(Ul Ignacy (o, secondo i TUSS;, han Alek...ndrovif) B. de C, nacque
nel '845, nci pressi di Va..a,ia. dove studi perfezionandosi poi a Praga,
Jena, Berlino. Pietrobnrgo, Dal '874 fu pro/. a Kazan, dove gli fu allicvo,
infiuenzandolo, Kruszewski. B. si dedic soprattutto alla fonologia. Tra i
noti, Ire testi sau.suriani si rileriscono direttamente a lIaudouin dc Cour
tenay' ,) una lettera di S, a B.d.C. del '6 otto ,S89, parzialmente edita da
N. Slusareva '963.z8, che pam scritta dopo una lunga intelTllzione di ral'-
porti, conseguente alla. episWlofobia. di S.: je ne sais di E. Ben
veniste: Slu.are,a aveva letto si je pui. esprer que "ous arez gard
le souvenir de l'occasinn p<Jnr mai trs agreable que j"eos de vous rencnn-
trer Il. Paris il Y a scpt an.' (v. ;"fra): 2) nella prolusione del,llg, ai co,,;i
di Gine".. (SM 37, 5' nota 4', e Saussure NQ/ .. 66): Ce ne sont pas Ics
linguistcs camme Friedrich M;Hler, de l'Cni"e,,;it de Yienn,, qui emb"",-
sent 11. pen tons les idiomcs du globe, qui ont jamais lait fair", un pas
11. lo. connai..ance du mais l... nomo qu'on aurait citer dans ce
..ns seraient le. noms de romanistcs comme M. Gaston Paris. M. Paut Meyer
et "l. Schochardt. des noms de geTll1anistes, camme M. Hennann {'aul,
des noms de J'cole russe s'occupant spcialement dc russe et dc sla'e.
camme M. N, Haudouin de Coorten.. }' et Kruszcwski.; 3) negli appnnti
del '908 per una. rec. a Progra,,, ...es ,I ...tlhod.. di Sechehaye: Randouin
de Cnurtena\" et Kruszewski ont M plus pr" que peT50nne d'une "ue
thorique d; la langue: cela sans s"rtir de considrations linguistiques
pures; il. sont d'ailleurs ignQrs de la gn"ralil des sa"ants occidenta"",.
(SM 51).
Della conO'cenza tra il ginevrino e il linguista polacco la Slu...re,-a d1l.
un'altra attestazione, con uu Immm. di lettera di B.d.C. a J. Karlowitch
del 2' nov. ,88" in cui, in riferimento alla seduta in cui era stalo eletto
membro delL1. Soci"t, B. scrh'e che de Saussure y "tait galelllent .
Bcnveniste '964.129'30 ha fatto in proposit" varie importanti preci...
zioni: B. iu realt il '9 nov. '88, lo solo prescntat (da A. Chodzko c H.
Gaidoz) alla Socit e, come' assistant tmnger., preae parte alla sffiuta,
""",,nte Saussure; fu im'ece eletto socio il 3 dic, ,881, presente S. l"fSL
306
I dieci anni parigini sono anche .-elativamente fecondi di note e
memorie. talora assai brevi, ma tutte rappresentanti. ein Kabinetis_
stiick. (Wackemagel).
'884' Une loi ..ylllmique de la langue greeque ( lo. lex Saussure
sul tribraco, M/a>lg,. c,.-<IUX 737-411 = R,c. 464-76); lettera sui nomi
di parentela arii pubhl. in A. Girnud-Teulon, origine. du ma1'iage
el dc la famille, Ginevra 1884. 494'503 477-80); note in
:\15L 5,1884: !'i</ique libuji - palio.la,.e lobzati,Siido, F;rlU kaul-
ollemand morg, murgi (risp, 23z. 418, 449 = Rec. 404, 405, 406-0;).
I!l85 5 dico comunicazione sulla fex (Rec. 417-18).
1837: Comparali/s el superlorif. germaniqHes de la forme inferus,
infllnos (iII/f. Renier 383 sgg. = Rec. 481.89); comunicazione alla
Societ ('7 dic.) sull'affinit tra lat. e ant. alt. ted. 1101:: (Rec.
Go,): 8 gemI. e z apT. 1887 S .. r un poi'll de lo. des
ro".onntls eli (MSL 6,'889.Z46-S7 = Rec. 4
z0
-3
2
).
in queste dne prime sedute, e nelle snccessive del '7 dico ,88,.
7 gonn., 4 mar. e 4 no\". ,8112 B. offd alla Sedt pubblicazioni Sue e di M.
Krue\\"ski (una lista in BSL S.IBSI.LI). La ktt",a a implica
che S. cm gi noto nell'amhiente di &udouin. Questi, comullque,
ascolt l'analisi fonologica dci dialetto di Friburgo "'olta da S. il 3 die.
18S,; e S. ascolt il '7 dico lBlli e il 7 grnn. ,38z la comunic3.2ione di &n_
d"uiu 'sur di"e,," poinl:.' dc phontique sla"e"
La nozione di fonema, introdotta da A, Dnlriche-Desgenettes nel '873 e
noia att:rave"m L Havet a Sau""uTe, da qnesti fu trnsmes"" tmmite anzilut.
lo il M'm"i" (che, insieme ai la"ori di 13rugmann, e ben pi ohe questi, fu re-
(','nsito positivamente, speCie sotto 'li proiilo del metodo. da M. Kruszewski:
"'. KruSc,.,.kij, X""e.ilij" Dihyfjia t, oh/a.1i ario."".oj>ej,kago whlinna, Rua--
.kij lilologil'cskij ve.tnik. 4,,380,33'45) ai due studiosi sla\'i ITrubeckoi
[933>29, Jakobson '9('7.'4,17,'9), Xo" d'altra parte improbabile che il
l'''"l<c'' "e, TI"i1,i, P/lOnefi.."e. AII""a/i"".... Ei.. Kapild a... d.. PS\'-
COp"(melik (5trasburgo '8951 di Baudo"in possa avere rallorzato iII S.
la convinzi.-,ne (mv"isabile, come si i> detto, gi nel corso parigino del IS8,:
,.. "pra 304) circa la separazi<>ne di due discipline, una dei suolli, l'altra
delle entit diUen'nziali (da acc<'tta,,,, quindi, ma probo attenuato Lep<chy
',"".Uo,;;,) e .che una serie di st,ggerilllcnti (circa s,ntaglll"!ica e associa-
ti\'it:'. sistematicit1l. dei fatti linguistici ccc.) sia venuta" S, dalla iettnra
scritti di Kruszewski la tc'Si di laurea (rifiutat" dalle ri"iste tedesche,
e perci probabilmente tanto piil ammira'a da S.I) Ob., die LUlIla"..ech,_
1""1:. Kazan ,8S,. e forse lo Ol.,,, ",,"ki o '883; trn.d.
ted. di l', Pri":ipie,, de' Sprac'/li"'ickl",,C, .interm'tionale
Zeitschrift /fIr allgcnleine Sprachwis';"n'Chatt., '. 1884.ll,U, 2,'885'33-H,
).186(;'555.6". v. ;"!'" 3("), LI que.tioncstata pi che discus_
sa cnticamente, agitata per o minimizzare il deb'to dci praghesi
"erso i loro predecessori slavi a scapito o vantaggio del debito verso Saus-
SUre (Trub<.'Ckoj 1933.z43 sgg., Jakobson '953. Jakobson H}61,13'-33.
J"kobson '91''7: e dr. inoltre Vendrycs '9'>0'446, Hjdmslcv '951.(,0, Mar.
307
1888: cumunicuzi,-me sul gerundi," latino (14 l{e"l1. 1888 Ree.
(01).
181lg: il v,,1. \'1 di :\[SL, tonti,'n" noie, ill parte!:i cito perch
ri,al"nti ad anni anteriori. su liid"5. cXX,x::.v: ted.
).l}pov, "'P1ro1l, __cr. 'Iolld-.<. ,ul comparativo di
a6>?PWV, SI,) goto wl/w"" (Ree. 408'JY, Risalgono" '-juestu
__ tesso anno le di :\ISL 7,1892 (l'l" 7.l9j) numero. sei. ill
imlOt'uropeo, Su j",y\j<;. a. pruS5. simn. sull'II e sui lemm.
in u in a. pruss., su goto ,u &>c<"'v, b,u,Sa.., "Ept .: ."".p',
t,vt", X, iD per KS, l'S, su -IJ!LVO- per -O)J.V?-, su ,,-tt.
'P1l' per _pii:_ "J lit. Il,;,,,,,1. (= Ree. 4):;-463l E ,empre d.,] 188<)
sono alcune ,om<lnicazioni alla Sucit: 26 I-:enn. su particolari della
"ersificaziune umerica (Ree. 6(2). 9 febbr. su 8 gill. sull'ac_
cento Iituano (ricl"b. in ATST 8.18')4'--1-'5-48 = come prima
d'una serie di nnte in poi non terminate: :'leillet FdS 8,).
tind 1953.577, ilalmberg 195.pl, Storha 1957.94'95, Iklartli 1959.66
sgg., Cikobava 19;;9.8(,H7, l.c<lntev 1<)(,1, Cllinder 1<.>6'.13, Bcnvcniste
19b4.1'9-30, l'i>ani Lepschr Igw.f)<l-6zl.
Essa di csscrc ridi"""s"" a lond". S\'iluppando il confrontn
tra le posizioni saussuriane c le posizioni dci linguisti sla"i, av"iato
da H. G. Schogt per H.d.C.. per nru5'cws!<i da Jakobson
(19G7), chc litiene K <li gran lunga superiorc al suo m...."tro li.d.c. Oltre
gli cventuali suggerimenti singoli, S. rle,c a,-crC ricavato daila conoscenla
di R e di 1\ruszew,ki la coscicnza di non C""",,, il solu ad av'crtire l'im-
portanza d'una tooria gcn"",le dclla Iingoa o d'una tcoria della lingoistica.
La lottera in"iala il maggi(} 188, da nTUS'cwski a Da",louin in Francia
potrebbe, p<r dir osi. e."eco stata striUa da Saussorc. .-\nn\loziando al
maestru qud ehe sar poi lo Ot"k, n. scri,-e,,,,' ,"'on &.l quale sar il
titolo del mio la"mo; l'argomento comunqlle e il seguente: ,) acanlo ,,1-
l'"U\lalc sdell'a dena lingua no O<CCTTO un'allra. piu l\cner"lc, simile alla
fcnomenologia ddla lingua; ,) nn (inconscio) presentimento di tale sdcnza
pui> essere :",\'Ortito ne] grupp" di re<:cntc dcgli Jungg-rammatiker,
ma i principi da luw sbslenuti sono O inadatti a costruin'i 'uP"''' una sdcnza
di qucsto lipo oppure nnn ,ofticient'; 31 di talc scienza p""ibile tC'Nat"
solide basi ndla lingua stessa. (J. Haudouin de (ooncna\" Slkice ju.".
Val'sa,ia pp. cito in Jakobson ,,,677) A conferma
deU'opinionc qui C'P'CSS", S.. ,ia nel 18'>1 sia nel ,go8, in.i.tc soprattutto
sol fatto chc B. " K. hanno avnlo il prccipuo ment" di ave.c elaborato
una ,"nc tholiq\lc' d'in.icn'e. Ci della massima irrlp"rtanza. Alla
linguistica, K. "eni"a da una intensa "CuoIa di slodi filosofici comlottn
sotto la guida di )1. :iiI. Troicki , fanatico cult'ne d"l inglese da
Bacone a Loko a Humc el! a Mill. (Jakobson Ign7."), e da I.Iandouin
sappiamo che K. si lonno un pazicntc lavoro di lettura, rias-
sunto, rielaborazionc grandi cmpiristi del Sellettnlo. K. l"aocllo
di oongiunzionc tra la conoc.ionc struttorale di e lc grandi con-
ceziOlu lingoistichc dena fdo.bf,a curopea prima di Kaot.
308
,89I: in tre sedute della Socit S. tratta del oome ted. della
Vistola. dell'etimologia di Hexe e, infine, di talune uspirate surde.
come il Ih di Prllnis _largo., in cui si a,",ebbe le wn questa
nota, che riprcllde i prohlemi del JUmo;re, termina il periodo pari-
gino (SM 23, oota 1).
Pi di quanto Han appala dai titoli, le noIe parigine sooo domi-
nate da frequenti riferimenti c confronli col germanico {etimi di
Mjv, liidus, "l'ijw;, 'l'Pox't'6, <h<l!..,.. c con le lingne baltiche (Vl..l'-.i-
1:;"" 'l'-I3'lP,,", . .xx"",v, T,V!!., Specie il baltico occupa S.
negli ultimi anni parigini, cosI come nci primi di Ginevrn: egli rie--
labora la comunicazione sull'accento liluano e allo stesso argomento
dedica la relazione letta al X congressu internazional.. degli orien-
talisti nel setto 1894 (A<les I 89 e poi. Ansriger di IF 6,I896.r57-66).
Allituano dedicato anche il saggio per il voI. di IF 4,1894 in onore
di Leskien, Sur le no"';natij ptl<riei g,,;llj s;"guliN' de la
n,,'-'on c01l5o"an/;'!lIe e'l liluan;en (pp. 456-70 = Ree. 513-25). A
proposito delle indagini lituane, e certamente rammentando la let_
tem del 4 gena. 1894 (v. injru 322). Meillet scriveva:
F.d.S. l'edoulail pal'dessos tout de voir g!kher Ics qoestiolls de oe genTe
par des indieations partielles qui. ne quc SOl' des dtail. du sojct,
prsentcnt tout sons un joor faDJc . .Il n'y a pas dc v<'.il soientifique hor.
d'un systeme complet oil tOU8 les faits SOlIt mis leur place juste... (in
Fd5
Del resto era stato lo stesso S. a scrivere nel saggio sul nomina_
tivo (cit. p. 457 = Rer. 514)'
Avant tout on ne doit pas se dpartir de ce principe que la "uleur d'one
l<lrme est tout cntice dan. fe tcxte o on la pui"", c'cst_ diTe dans l'en-
.cmhle des cin:""tances morphologiqocs, phontiquc'S, orthographiquc., qui
l'cotourent et l'c'clairent.
Riechcggiano in queste parole le riflessioni intraprese dal tempo
del Mimoire e della tesi sulla differenzialit e sist<:'maticit delle
entiti< linguistiche e, fu",e, le discussioni con Baudouin e la lettura
dei Pri,,:ipiul di Kruszewski; noi sappiamo oggi che certo <:'Sse sono
un riflesso delle meditazioni dei primi anni gincvrini e vi scorgiamo
II gcrme vitale del Cours de linguisti'!"" ginirale.
Nel 1891, per motivi non del tutto chiari, S. decide di lasciare Pa_
rigi. Scrive F. De Cme (in FdS 18-19):
Le sentiment patriotique est aussi une rcligion. C'est aimi qo'au lno_
mont oil F.d.S. aHait aborder Ics grandes chili"" de Paris et ce! iIlusm
'09
de Fmnce. "il avait renr",c la l'erspective d'un si grand hOIl_
nenr, qui lni "tait assHr, afin dc conserver sa naliona.lit su!lSe.
Pi chiaramente, ,,,"ondo E. Fa\Te (FdS H-H) ,il anrait pu succder
711. uu Collge de France s'il se ft fait Fr:mais" senonch
ce savant ,;t"it re5te bien Genevois et bien patriote. e per questo
sarebbe tornato a Gin,,\'ra, do,",,' l'universit aveva. intanto creato
pcr lui una cattedm di linguistica infm). S. lascia Parigi. Nelle
Archiv..s nati"na!..s si cunSCrv<l. la motivazione (ispirata, sembra, da
Gaston Paris) con cui gli viene concessa la Legion d'onore o titre
tranger '.
l'>l. dc Sau"""re a"ait di une rputation bien tablie dc linguiste et
dc ph,ilologue quand, sur notre invilation. il est venn Pari. o il a aceept
1M fonetirmo dc rntlitre de confrenees il la Section d'histoire el de phil"..
logic d" l'Eeolc dc. Hautes Etudes. Il va neeupcr m.a.intcnant Genve
une ch'lire prole'''''ur "xl'rs ponr lui. En non' qoittaot, il emporte
l", rcgrots de toos se. et MM. Bral et Gaston Paris, rncm-
breo de t'In.titHt. se sonI fait Ics interpretes dc la J"'Il"L'c unaoime de l'Ecole
co c"prima,,[ le M-sir que M. dc SmlS$Ure, pal Sa norniuation dan. la Lgion
d'hooneur, emporto la pIeUVe palpable dc notre ".time et ":c notre recon_
naissancc (cit. in Fleury 1965.4'-42).
5. Ginel'm: 1';1Isei:1Ia",e!lto gli studi.
A Ginevra, S. comincia le lezioni ali"inilio del semestre d'inverno
del ,.'l'lI (S!ll 24 e 1I1uret in Fd5 44 e 47). Professore straordinario
dal If\91 al 16f)6, da quest'anno numinato ordinario di sanscrito
e lingue ind'leuwpee (De Cme e Favr" ili FdS '7 e 3')_ Alle incom-
benzc didattiche, di cui v. oltre. si somma quella di dire-ttore della
biblioteca della Facolt di lettere c scienze sociali, ed egli attende a
quest.) lavoro t regla"t l'acquisition de" li\Te" au jour le jour et
leur c1as,ement. (De Crue in FdS 18). Dal semestre del
1899 al semestre d'inverno 1')08 tieoe ogni anno un corso sulla fono-
logia del francese moderno e dal '90-01 ancl,e Un COrso di vemi.
ficaziooe francese (. tude de """ loi5 du sic1" nos jours.)
entrambi al Sminaire de franais moderne (SM 13 e 26). ).leI seme-
stre d'estate del 1904 Emile Reclard nella cattedra di lin-
gua e letteratura e tiene lIn corno sui N'belutIg.", dal r907
insegner anche linguistica generale (v. infro.).
Per 21 anni, fino alla morte, S. s,"olge annualmeote un corso com-
pleto cli sanscrilo_ Con grande cura prepara egli stesso gli esercizi
310
per gli che glieli riopediscono a casa cOHetti
per la lezione successiva:
de moino baoal que .a manire d'approciel no. lra,au". Remar_
'l"ait-il telle difficult spedale ,.it<'e, il se munt,-ait large d'''logcs malgr
"ne abondance de 'autes. :'Ilais nm'ers se produisait au!<Si. cnr certalne.
avai.nt le don dc lexaspe....r. Te! iour, aprs m"a'-oir dit _ ch"",,
bi.n rare - qu" n'a'-ais fait qu'une dans une longuc p"ge, il m'an_
nona d'un ton attri.t 'lu'il m'a"ait cependant maI,!u zero parce que,
dans un cas inadmissible, j'avai. confoodu un a brd avee 'Hl a long (Ou-
("ho""l 195"; D. segu, i corsi oegli anni '896--98).
Par l'autorite qu'il prit snr nous du premicr coup. ce maltre noos a
imp"sC une disciplioe que jusque-l - io parle pOlIr mon
<"mple - nous a"ions Je mc so",-iens qu'uo iour
il rendit un petit tra"ail de sanselit _ car il donnait la pdne dc nous
des ,,--'<ercises et dc corriger _ ou j'avai. confondu P"" mal d'"
l<lngs avcc dc Il brel. et oublie 1''''-'' m.a.l d" points oous de .< .ous de n.
li ,. a,'ait mis cetti! annotation, Je vous mettre CII garde di's 11. present
COlltre le .anstrit p"r 11 pcn p"";s (S<'chehaye In FdS 641.
S. Karcevskij, ebe i corsi di "anscrito nel IglI-Il, ha la-
s(iatu 40 l'P_ di <joesti esercizi tutti di mano di S. (S:\1 l6, nota 13).
Accanto al san.<;<:rito e ai gi ricordati corsi di funologia e
fica,ione francese, S. concentra il suo in,;eguamento soprattotto su
greco e latino e, in minor misura. speie nei primi anni, "ulle lingue
g<'nnaniche '. Anzitutto ragioni pedagogiche banno distolto S. dai
, All'inizio di ogni corso, <on pcdagogioo ottimismo, S. a.vvertiva gli
che egli da"a per gii!. IlOti latino, greco, inglese. fIallcese, t"desco,
it:lliaoo, cc qui. on le pcnsc bicn, ne manquait pas dc faire leuI souven!
perdre pied, (Duchosal '950). I temi dei corsi furono i segueuti (tra paren-
tesi la fonte o i nomi degli studenti di cui restano gti appunti depositati
Bibliothqne publique et uni'-ersitaire di Ginevra: SM 11)-'7):
9! Histoire des langues indo--curopenncs (SM '4. 39]; 189'-93 Phon<!-
tiquc grccque et latine. Hiatoire do verbe 24); '893--94
E'udea d'tymologie greeque et Le ,-erbe grcc (S\[ 24);
Etudes d'uo choi" d'inscriptions grocque. ahaIqu,,,,. Etudes
<le la ddinai.(}u grccquc ,[llalll'; 25); t89,;-gti Dia1c..:tc", gr{"Cs et in_
ocriptioua grecques areha;ques. Etudeo etimologiqoe. et grammatiealcs
'UI Instriptions pcrscs dea mis (Ball\'); ,S96-<}7 Lcc_
du lexique d'Hs}'<hi"s, avec tnde:s des fonnes importan!cs pour la
et la dialectol(}gie (Balll'): 1897-g8 Grammaire golique (Bally,
l'ueho""I): '898--9') Vieil allemaod (Balll'); Grammaire comparee do grcc
et du latin (BaIl)'. P. Bovet) , 1&Jg-1900 Aoglosaxon (BallY);.'9OQ-1901
Etu<le du dialecte homeriqoe et dcs priueipalcs questiono S'l' rattachant
ilovet]; 1901-0' (Balll'l; '90'-03 Liogui.tique
ph1'1<1e de l'Europe (andenne et moderne), ""ee une introductiun snr le.
obJcts dc la liuguistique g""graphique; '903-04 Dialcclolugie gre<que;
311
temi pi L>"nici trattati a Parigi, davanti a un uditorio di pi alto
li,-ello; e slllo dal 1897 in poi, quando anche a Ginevra comin"ia
a crearsi un gruppo di d'alta <]n"litil,'i mrsi si f"-lInO pi
specifici, vari e Appunto nel 11397 Ball)' chiede a S, <:li t.,nere
11 primo corso di gotico e chieder:" '1uattro anni pi tardi di svol-
gere un corso di lit>l<lnll (Dudwsal 1')5, Gli allievi sono pf>-
chissimi jGautier l'JI6)' Ball}', tra i pi [eddi, frequenta dal IS'H
al 1906 (SM 16); un anno l'unico alunnu di sanscrito iluchusaI.
il primo corso di gotico frequentato, oltre che da Bally, da '1'0_
jetti e Duchos<ll: ..Itri fedeli SOIlO A. Secll"haye, che frequenta dal
1891 al '93, e Y. Tojetti che fre'luenta i l'rimi cUl"5i e poi quelli di
gotico (Sechehaye in l'dS 61); negli ultimi anni, 3-<>sidui sono anche
L. Gautier, A. Ried1illger, P. F. Hegard. I pochi malllJscritti super_
stiti (S. stracciava normalmente gli appunti preparati per le
rivelano la cura minuzio"ll che anche a Ginevra S. ripone nell'illiie-
gnamento (:iR 26). nonostante la iniziale evidente diff"renza I elitre
$es auditoires dc Paris et ceux de Gellve ,.
Mais cela ne le dL'con,-ageait pas. La crale cn main ds ""n arrivce,
toujours debout, ne s'aldant jamais dc notes, il counait Ics granJ.s l:ahleanx
noirs de vocable. de toute. le. e.pece., de scolics ctonuanle,., et, .an. arret,
sane .retouroer, le regard parfois ..,rdu dali' le eiel par la haule fcu"tre.
donnail dc. d'une voix donce et monocorde. Le sui..,,, n'etait
pa.s toujours cho." Jacile. (Duchosal '930).
Come gi. allie"i francesi, cw;l i ginevrini sono colpiti dalla
nitidnZ<l dell'esposizione, sotto cui intravedono un metodo generale:
Donner une idee de votre [.cii. di S.l mode d'cxpositian est chase im-
p"""ihle, parce quc c'est chose Uluque: c'est une imagination seicntili-
que la plus U-.conde qu'on pui."" d'oil .'chappenl, comme eli gcrbcs,
Ics idccs cr(atrice.; c'cst ulle methodc la foi!; souple et se'rc.,.; C'L'St
.,. une ciade de vision 6lonllantc ... (BaIly '903 in Fd5 31.-33: cfr. anche
Bally '9'3, Sechehaye in Fd5 6'--63, S101 26'27).
1904-05 Anden eorrois (Bally); r903 Crammaire historique dc l'anglals
et de l'allcmand {nell'inverno S. a Napoli c Roma); ,g06,07 Crauunaire
historiqne de l'ailemand; 197-08 Grammaire hi.torique du grec et dn !atin
(Riediinger): 19a8--D9 Ct"3mmairc hislorique dn grec et du iatin (a...':: etude
plus speciale dulatin). Gotique cl vicu" ,",,,on, etudis comme intruduction
la grnmmaire des Iangues germaniqnes (A. Riedlinger, L. Ga.utier); '910-
Il JJrgcrmanisch. lntroductiau la gralllmaire hi.storique dc l'ailemand
et de l'a.nglai. (ltiedlingcr, Degallicr, Mme P. Lauler-Cantier); '9J<-1Z
Gotique (I{iedlinger). Elymalogie grecql1e et Ialine: Ics famillcs de mon
et le pruceds dc dri"ation (Briit5ch).
312
A parte I{li iml'eh'ni univcr>;itari, as.,olti con tantu 2elo, la vita
parrebbe .eorrere tranquilla: S. Facsch, d'un'alt"l \'C'C-
famiglia gine\Tina, e dal matrimonio 1m"cconr, HaY1l101ld c ]ac"
'1ues, D'inverno S. sta per l" piu in cilta, nella CaSa della Tcrtasse,
l'estate a 7Ilalagny, prc<;so Ye",oi:>:, T<"idenL-"l estiva
poi, dapprima quindi Idal 1903) pi regolarmente,
al Creux rlo G"nthod (D""id in l'dS 36 e S"-ussure Lel/rf, 94, 9')
c letto febl,r. 1903). A partire <lal 1O,j07, 'luakhe lettera c datata
da Yufflens sur Morges 107) dm'e i Fa,,"eh pussedevano il
ca-itello del' p"-ese (un torrione, secondo lo. leggenda, sarcboo quello
della regina Berta). I viaggi di cui si ha traccia Sono rari: ili Francia
c a Parigi nel 1893 (LolI'ts <)3), in Ilalia, dove soggiorna COn la moglie
a Xapoli nel dico 1905 e a l{oma dal genn. 1906, all'h6tel Pineio in
,ia Gregoriana (Lell,..<5 105-06). di nuovo a Parigi, in compagnia
della moglie e della cognata, nel 1900) (LeI/,ts in Inghilterra
c a Parigi nel 1')1J (lettera a Meillet dell'II otto H)II). Dopo il con-
gresso degli orientalisti dc1IS94 (v. r,ltre). i suoi rapporti con l'cstemo
,ono rari, filtrati attraverso una wrrispondelll.a lenta e irregolare,
S. stesso scherza sulla sua itjs1c/"p/'obit (Lollres 93), un e"empio
se ne ha nella lettera a dd z7 nov, 1')00:' fai '\Ine lettre com_
mence pour vous et 'lui n'est jamais partie. Ce "era pour bientOt.:
il bientt, il '28 otto 1902, data della successiva lettera. Oltre
'!eillet (le lettere a lui destinate sOno state edite da Benveniste nel
1')63), tra i corrispondenti vi Streitbcrg, che nel 1<)03 gli chiede
notizie sull'origine del Mlmuirc, e nc nascono i Sa""en;y" (v. sl'p,a
no. Il, che per Streitberg non ebbe da S. ma, dopo la morte del-
l'amico, da i\Ime Saussure (Streitoor!( 1914.203 no. I).
Si diradano anche, nel peri"do di Ginevra, le e
l'atti"it scientifica. lJn certo impegno richiede, nel 1.'l94, l'orga_
del X congresso degli orientalisti, che si tiene a Gine\Ta
nel settembre c in clli, 1'8, S, svolge la comunicazione sull'accento
lituano (lettera a l\leiHet del 4 genn. l8'J{, LOl/r", 94-9';, i\Ieillet
"-") = FolS 79,81-8l, B....lly in FdS 55, Ru. 603'''4)' A parti:r de
(elte date, Ics publications s'cspacent dc plus en plus.. " (i\leil_
let 1913). Soltanto nel 180)7 appate di nuovo una breve nota (IF
T 1897.216 = Ree. 539'41) di recensione a ]. Schmidt, Hr;l;h de,
So"a,,/cn/licu,i. s",adlU.'issenschajl/je/'_ (\\'eimar
lR(5). Xci 1898 publolica due is<:rizioni frigie in E. Chantre, Mj5-
'l,,,, .n Ca""adou (Parigi ,1l91l, 165 sgg. = Reo. 54Z-75). Una man-
cata del 1&)7-98 lo stenugramma di tre conferenze
'ulla teoria della sillaba tenute 3 un co,-,;o estivo dell'Universit e
trascritte da BaHy, che non riuscl a ottenere il consellSo alla pubbli-
313
cazione (Bal1y in FdS 56; e dr. CLG 6]). Alla Soci';t'" et
d'archologie di cui socio dal q. febbr. 1892 (Favre in FdS ]])
egli s"olge tre cmnunicazi,-,ni' 28 mar. 191, sul nome d'Oron in
epoca romana (. Joumal de Geni:ve. 7 apro 1901 = Re. 604"05;
edito con note di L. Gauchat in. lndicateur d'histoirc snisse., 1<;20,
286.g8): 1<)03. sni toponimi Jour, J",a (su cui di< notizie
a J. Loth. dr. ,Re"ue celtique. ,8,.g07.]4" = Ree. 60;), Genthod
ecc. (Origi"o d_ q",lque, df liwx I" d'liull ge"e,'oise, Bull.
de la Soc. <l'hi.,t. et d'arell. de Genve. p. = Ru. 603): 15
dic. 1904, sui Burgundi in territorio romanzo (Lu BurgoJJdes el fa
lo"gue b"'I:0ndr e>J pay. '''",a>! Ree. 606). ""egli ultimi no,'e anni
di vita S, pubblica ancora poche pagine: D'';''I'--o/.'.J<I', li Tp,=Mo:I'-""
Sir"lf, Ginevra !gOj. 503-14 Ree. 576-84). Su, les
compos/s lati"s d" Iypc agricOla (.lltlaJlges Hat'ft, Parigi 19<), 59-
71 = Ree. 585-94), Adjcctifs i'ldn-europns dI< type caecus ou"gle.
(Fest.dmjl j. W. Tlro",sen, Lipsia !912, = 595-')9) A
questi tre vanno aggiunti la rec, a P. ltramare, Hislo;re de; idle;
IMusopllique; d,m; l'rude (.Jounlal de Gen,c., 29 lu. T<)07) e la
voce .na",l1."s ncl Dicliotll",;rc /IOsloriq"., gl!ogra/,!Iiq"e el .Ialisliqlle
d" Cmlm. de '-m.d. pubI. par E. i\lottaz, 1<)11. I, pp. 54-56. Postuma,
a cura di P. E. appare l.a deslmclion d'AI;eMhes da". les
sa,:as .cand;naoe., des i.duclim15 et ,Ics nolcs de F. d. S .
o lndieateur d'hi"toire suisse., 1915.1-13.
Dcll'esiguit della. produzione saussuriana d<:>po il '8<)4 Meillet
nel necrologio dci maestro indica due motlvi: una sorta di mania
perfezionistica (. F_d.S. n'a plus cstim6 avoir ponss assez avant la
thorie d'allcnn fait lingnistique pour l'cxposer an public... Trop
soucie\!" de faire oeuvre dfinitivc, .i1 n'a rompu le que
pC'lIr publier des notcs as_ez brve'i...) e l'applicazione a sujets
nouveaux, en partie etrangers a la linguistique, comme le pome
cles Sibel,mgen. . ' (Fd5 78-79)' nn punta-chiave dell'interpre-
tazione della biografia e dei processo di formazione delle idee di S.
determinare il valure da riconoscere ai due nll'livi addotti dal Meil-
let.
l.'e,ame delle carte inedite ha confernmto che S. si intensamente
intl'ressato ai lbellmgen: sussistono (5)[ [no. A t") 150 fogli con
la scritta Nibe/!mgen, '4 quaderni e p'4(ine su Tristano; una nota
su lIna lettera <latata 190]. su un quaderno vi la data 19IO;
:Meillet (Ioe. cii.) p.ue acc"nnare a data anteriore al 190], non molto
lontana dal .894. tesi di S. che. un livre contenant les aventu-
res de Th"se, et seulement les aventures de Thi>sc, a t ii. la base
d'une des grandes branches de la legende hroique 'germaine' o,
314
ci che fu dovuto probabilmente. une circulation des mythologies
c1assiques vers le Nord par l'intenndiaire des marin""... et il pro-
pus des constellatl"llS' (SM '4 e 28). L'intensifica",i dei corsi germa-
nici a p'irtire dal 1898 (otto in dodici anu). il corso sni N'belungtnl
in supplenza di E. Redard, si legano a questi che tmpelano
del Te'Sto anche nella cumunicazione sui BnrgUlidi . l'OIi aumit
se demander quelle part l' Hdvtie burgonde peut avoir eue dans
la gense et la propagation dc li!. legende pique des NibdungBn O
(. Bull. cito = Ree. cit.).
Certamente, questi interessi contrastano con l'immngine tmdi-
zionale di S. come strenuo assertore della sep.'!mzione di linguistica
interna e linguistica esterna e della necessit di stndiare soltanto
la liugua o in se stes....'! e per se ., sci..a dal suo contesto socio-
storico. Senza volere per ora discutere la validit di questa immagine,
va delto che gi nel .8<)4, c proprio a l\leillet, S. seri"e' t c'est, en
dernire anal}'"." sculement le cie pittoresque d'une langue. eelni
qui fait qu'elle difire de tontes autres comme appartenant eer_
tain peuple ayant certaiuC5 origines, c'est ce cot" presque ethno-
g-raphique. qui conserve puur moi un intrt. (Lfllres (5). E dichiara
lln suo alunno gine''fino:
Le point faible de l'ouvral:e. en gnral excdlcnt, qu'ont pul>li MM.
I3ally et Scchehaye, est de laisser que F.d.s. a sl'par le cltangement
Iinguistique <XIndition. extrieure5 d'o il dpend... :\Iai. l'auteur
la prscnte prface a plu. d'une 1<Je. F.d.S. m'piiquer p.... de.
extricurrs non seulemcnt Ics ehangcmcnts linguistiquc., lll.:lis
la conservatkm de trait.. C'e.L ainsi qu'il altribuait lc prodigicu",
du litltanien li la longltc pcrsistance du paganisme d""" Ics
cont'L"'s dc parler lituanien. (Regard .g'9.10"").
Appunto in comke (che, Come vedremo, ha una sua con_
,ap"vole elaburazionl': teorica nella generale sau%uriana)
trova gillstifica:tione l'interesse di S. per fenomeni inerenti a'l nmt<;'Sto
culturale delle gem.aniche.
L''lltra indagine che impeg.la S. nei primi anni <leI secol" lo
stuio sngli anagmmmi. (5tarobinski 196,,). Dcll'argomento S.
dove"a avere parlato o scritto a :\Teillet gi 1n data anteriore al 2]
,etto '<)07, quando in una lettera ali'allie,'O parigino lo nngrilzia di
a"ergli promesso di leggere i quaderni sugli anilgr;ullmi <1n\crici "
gli spiega che sta estendendo i suoi studi da Omcro mI ilhri ,unbiti
h"guistici ariocuropei. L'ipotesi di S. che. accanlo "Ile ""te nurme
"'''triche, la versificazione nelle lingue arioenropee 11l1:ilichc ,rispetta
anche alcune fondamentali regole relative alla distribuzione degli
315
elementi fonici nei ve"i: l) gli elementi lonici devono essere di nu-
m<;ro pari alla fine di 6, 8 \Ce"i; ti" accade perche 2) le sequenze
dirone e tri[one si riecheggianu; 3) indipendentemente dalla ,-eri-
fica di I e 2, si pui'> ipotiaare che i poliloni (di- e trifoni) ripcoducano
nei versi i lonemi di una parola importante. (numi di divinit e
e sono quindi polifoni anagrammatici (ui/re, IlO-l:!). St>-
cundo S. tali norme si riscontcano nun solo in Omero e nel satnrnio
latino ma anche nel lIi/debrands/ied. e nei Veda (Lellno< I13). sic-
ch depuis les temps indo-europ&ns que celui qui compos.ait
un carmen a"ait se pR'occupe[" ainsi, d'une manire rijlu1lic, des
syllal.>cs qui entraient dans cc carmen. et des rimes qu'elles forma-
ient entre clles ou aveC un nom donn. l'out vfiles tait avant tout
un spcialiste en fait de phonmes... (Lefl,es 11.1)' L'interesse ri-
posto in questa ricerca pu misurarsi dal fatto che in pochi
dal 23 setto 1907 a11'8 genn. 1908, S. scrive al suo allievo
quattro lunghe lettere che, da sole, sfiorano la met d'una
spondenza protrattasi per 17 anni. Le lettere sull'argomento SI m-
tel'Tompono bruscamente nel gennaio 1908: forse della tosa i due stu-
diosi parlarono quando Meillet si lec a Ginevra nel In. Ig08 per le
onmanze al maestro. Dalle lettece di S. si desume che l'aIlie"o pari-
gino esita a rispondece fmnnlmente, e deve avere avuto.
nione negativa su tutta la ricerca. Certo che non c' traccIa esph-
cita di interesse per tali problemi dopo il 1908. Secondo R. Jakob-
son (confecenza inedita, Roma, gennaio 1967) gli studi di S. meri-
terebbero di es""ce intregcalmente pubblicati e vecificati.
Resta da chiedersi perch qneste e altre ricerchll posteriori al
1894 non abbiano mai visto la luce. Meillet, come si d una
cisposta in termini psicologistici: il desiderio di perlezione avrebbe
inibito Saussure. In cealt abbiamo forse a che fare con qualche
cosa di diverso. Le numerose attestazioni di allievi sia parigini sia.
ginevcini rivelano che S. esigeva anche dagli alunni la massima pre-
cisione. Benveniste ha colto felicemente il senso di ci:
Plus eneore qu'en toute autro discipline, l'apprentissage dc la rigueuc
etait indispcnsable en linguistique. Il fallait apprendle au", qu'une
langue est coru;titue d'un cerain nombte dlments d.ont
cbuun doit Mre reconnu cxactement; si 1'0n se contente d'approxlUUlotUln,
on en fau""" l'allal}"s". La base melne de la d.scription et dc la
sun est en j.u: une eorrespondance OU une cestituti<JU ne pcut Hre carrecte
si elle est fonde SUI des forme. mal tabli".. ou ngligemment roproduites. , .
La grammaire comparee d'alors n'lltait ... qu'un assemblage de corre-
spandano".. eotre Ics farmes pri""s l. toutes le$ langues
de lo. famille. S., an contralre, ne cm,fronte Ics dialectes que pour dgager
316
J<"S cacnetres propres 11. langue. .. fl restaUIe. l'individualit de
la bngne.. Cela inlplque que les particularits d'une bngne sont en
rdalion Ics unes avec les autres et OC doivcnt pas "tre cousidres isol_
ment. (Benveniste 1965.2&-29.30).
L'na visione troppo a lungo vulgata ha c'Jncepito la linguistica
strutturale in genero e saussuriana in particolare come Una linguistica
antifilologica. Vero il contrario. Si 1'0n se proposait de dctern:ti_
llec quel est le trait qui caractrise le mieu", la lingwstique du XXeme
siede en face de celle du sic1e pr&;dent, il faudcait cetenir.. , la
proCl"upation de celle-l de reculer jusqu'aux faits concret,; pour
dl'finir partir d'eu", les entits linguistiques. (Pcieto Ig64.
II
).
Se il <--alore delle entit linguistiche non determinato indicandone,
secondo la maniera della grammatica comparativa, i co"ispondenti
pi" meno simili esistenti in altri ambiti linguistici, ma invece
stabilito indi\'iduandone.la funzionalit e gli elementi cofunzional
all'interno dello stessu sistema, se, come Saussure scrive nella co--
munica;,ione sul nominativo lituano {Roe. 514 = Sur le nom. dI.
4571, .la "aleur d'une fOIIOe est tout entire dam; le texte o on la
pui""" c'est-dire dam; rensemble des drcostances morpholugiqucs,
phontiques, ortllOgrapbiques, qui )'entourent et l'dairent _, allora
l'impegno filologico (nel Clt!;<) di lingue mo,te) e l'approfondita in-
chiC5ta sul camp'J (nel caso di lingue vive) non sono pili un lusso,
ma sono IIna necessit vitale. intrinseca. Il "iaggio in Lituania, la
filologica della tesi di laneea, li gusto pec le ct pittoces-
'lue d'une languc, celui qui fait 'lu'elle diffre de toutes autres.
perdono il carattere di curiosit biografiche, si illuminano della luce
c'h, vi'?IIe dal concetto cacdinale dclla nuova linguistica: il concetto
di sistt'maticit delle entiti! che comporta il concetto
delb radiale peCuliarit sturica di ogni realt linguistica sia sul
pii\ll" del contenuto scmantic,", sia su quello dell'espressione. Dagli
'''1I1i di Lipsia in poi, sempce pi chiaramente S. deve avere avver-
trl" b vanit _ (Lellrcs d 'un approccio parceUare ai fatti lingui_
-tici. la necessit di ricominciace tutto da capo, alla luc" dd con-
'dto di sistema. G. l\founin (1966) ha mostrato che tale
''''\cetto rest sostanzialmente estraneo a Meillet. Saussutll, schiac_
(iato dal senso della. immensite du tra"ail_ a compiere pec in-
efficacemente la nuova linguistica (Lcllres 95). ali'allievo
!'RTigino sembnwa soltanto Iln uomo tOIIOentato da compleS5i iper-
"ritic:i In realt, avvertito e1l'eccezionale difrcolt del compitu,
e"i ,'era acdnto nel 1894 (v. i,ifTal, egli preferisce pcoiettaclo nel
i"ntano futur e considerarlu un compito co1lettivo. E cusi scrive
reco alla Krilik di Schmidt;
317
Quand on fen pour la prcmire foia une thorie de la. Iangue. un des
tnut premien principcs. est qne jalllili. Cl' aueun e..... "ne qui a
puur earactre de .e mouvoir da.ns uu d. l''''/I'U! (= entre tcrrl\el;
contemporaitl.), et non dan. un ""bm...1 p!uJniliqIUJ terme' sncces-
sils) ne pent ,W(lir plus qn'une validit de ha.sa.rd (Rec, 5+0).
Alla domanda posta da Godei (. quelle piace a tenne, an jnste,
la linguistiquc gnralc dans la carriere et l'activit scientiliqne de
F<I.S. 24]), pare dunquc che si debba rispondere riconfer-
mando quel che B.1.11y e Sechehaye scrivono in apertura della prefa-
zione al CLG:
Non. avons bicn SOllvent entendn Ferdinand dc Sanssnre dplorer l'in-
.uffi...nce prineipcs et des mthodes qui caradrioaient la linguisti-
que au milieu de laquclle son gnle ... gt'3ndi. ct toute sa "ie il a
opini1trmcnt Ics loi. directricu qui pnum>ient nr;enter sa pensc a tra-
ve", cc eh",," (CLG 71.
Non del tutto esatta e invece l'nffermazione immediatamente suc-
c,,"siva: Ce n'est qn'en 1906 que, recneillant la de
]oseph \Vertheimer l'Universit de G.:mve. il put faire connaltre
les ides pcrsonnelles qu'il ,,,'ait mTes pendant tant d'anl1"" .
In abbiamo di volta. in volta suttolineato, S. a\"(!\'a gi
reso pnbbliche, sin dai tempi del .\fin/aire e della tesi. una serie di
pnnti di vista. generali. A qua.nto gi si Cdetto. va l..1. testi-
monianta di Adrien Xaville. ecano della Fac01t di lettere e
sociali di Ginevra '. Essa si acconia con le altre manifesta7.ioni pllb-
Kdlo scritto .\"om'fllf r1a.l.lijic(JlioJJ des .<ci."c...
(parigi 1<)01). _\. Xa\"illc ridilbora intcgralm"nte nn suo scritto anterinre
(De lo cla><ijimliOIl de.l s,ie""s. Et"d, Gine,-ra_Ila..ilcil ucl
cap. \" p.\'chnlogiqucs), l'cl pa,agIalo B dcdieato alla
serh-e (l'P, ,03-'ob)
,La "Deiologil' cst la ""i,'nce dc de la "ie dos etres wnscil,nt;- sp-
cialement cll'S hO!1Hnl" - 'l' so,i.'l,'. Ellc doit ad",ottrc comm" d,,,,,,,',,. tnu_
tcs l.... condil;on. san. le.'!uolll" nou. no POU,'OM P'" non.
In dc sociale-. Qllcllc,; ,;ont ce. condition. > lc ne sais 'i la ""ienee Ics a
lt
l-ne d." l'l'l' c'est re"ist"ll"" de 'ignc"S par l'.-,;q,,':l,; k.
!'tre. assodc'cs "" lont cnnnnltrc les nn. nu" nntn'. h'urs ",,"tilll,nl;. lcnr.
pen.",'S. leur ,""iont.
F''rdinan,l <lc' Snnssurc insi.t .. sur l'importanee d'"ne sd"u,e I<<s
'I" 'il -','mi"/'fie <'l ,lunt l'<'bjet ""r"it I.... IDi. dc la cn'a-
lio,,- et dc la tl'allsformatiC'n dl' "t d,' l,'u,"" "Il'. La c'St
nn,' parti,_' '"",'I1ti..11c ,le la sod,'logi,', Comm,' 1'11.1, impnrtant dc'; "y-
.t1'111<S dc sign," le lang"ge eOIl"elltionnc1 rl,'s 11<>"'l11cs. l,l ''l'nce
smiol<lj(ique la l'h" a,'nnce;c' c"<,.t la ii"g''''I'q''c 01.1 dc"" l.i,; de la
318
bliche _del pensiero saussuriano, e Cnn ie note manoscritte che oggi
nel mostrare ehe S. raggiunse molto rapidamente alcune
idee fondamentali e, poi, pi lentamente e faticosament.. provvide
ad e!abomre i nessi reciproci. il tessnto delle argomentazioni giusti_
ficatIve, gli innumeri coroliari. sotto l'aspetto di queste elabora_
zioni che il pensiero sanssuriano resta sconosciuto prima dei eOnli'
ginevrini e altresi per quest'aspetto pn dirsi che le questioni teo-
riche hanno occupato con varia intensit lo spirito di Saussure. !Ifa,
ripetiamo. alcune idee cardinali dei pensiero saussuriano, l'idea dci
valore rolazionale. oppositivo delle entit lingnistiche. l'ide.'!, oon_
l'essa a qnesta. di sistema. la conseguente necessit di distingnere
una lillgnistica degli stati da una linguistica delle realizzaZ<.mi c delle
","olnzioni. sono idee precocemente raggiunte dal Ginevrino.
li [car5i di fingui51ica Gli ulli"'i """i.
1<itirato.i Wertbeimer (",pra 291). con atto di nomina dell'S dic.
19
0
6 la Facolt di lettere e scienze sociali di Ginevra affida a S. l'in_
"cgnamento di .linguistique gnrale et d'histoire et comparaison
langues indo-europennes , agginngendo allc f orc settimanali di
cumparata e sanscrito due oro di linguistica generale
(S.\( 34). Scrive in proposito Mnret (cr:Jnfermando Bali)' CLG il:
Bien qn'il ne Ics ait pas directement "borde. dans ses crits. l""
'ne, de l'w,lution et de la J'Srchnlogie dn langage snllieitaicnt
"ns <csse ce hant esprit 11. des profnndC5 et originai.... meditations. Ain.i.
lO"qu" le professenr Wertheluer peit sa nons fumcs henreux
'.io du lanJ\age. La et la IJ'orpl,ologi. traitent sonrt"ut des mots
du seI', dc. mot. )lais il y a certaine"' .. tlt aelion rcdpro:
'l n"'ts sur leur .cns et <tu sens 'ur l"" "'nt,; __onlnir '''parer tu-
dc> l unc ,l l' . l
e au.rc cc se'a,t ma leu,"" objets. Le. linguistes
a'''"d'i <mt ilU" ."plicatiolls purernent biologi,!ues (ph,""iolngi_
C1\ et cOIl,id,cnt n"ec raison la lingn;'lique une
"_I<'t\ce p<yeh'Jlngiql1e.
La lillguistique ""t. ou du ",oin3 telld de__enir de plus en plu., une
'Clcnc_' de l"is: cile Se distinguera toujou", 1'11.1' de l'histoirc
dn et de la grallun"ire.
l'ne autre ,nndition de la ,'le goeialc.. la Le d".
wl")'pC
n
ll'nl du lang"ge 5nppnse la contrainte
l llt,.> .<:icnee. socinlog;qu.s d"irablL'S. senle.
hn8u"'t,qno.emble s'approcher d'nne con.tituliou \"la;menl seienti_
n'l"t - e'est l'
319
se ch"-rger du de llngnistique generale
que S3u,"ure vaulut bien .
(in Fd5 45-46).
. ct t corsi (Fane e "lu-
Dea)i iscritti pi numerosi cl,c al prece en l ..
". . 't cl Hl 9 b. hsl:.o. cm-
'n F<l5 3T c 47). L. Gautier ha ri",-,stml O 1\ 4 .' . .
ret I er il rimo anno, tra cui A. Riculingcr (5"1 151. o seI con 1.(Il11S
quc p P I . umlici per il secondo corso,
Caille (Godei 195'j,Z3 nota c 5" 53), . E C _
.. " RicdlinITer. L. Gautier, F. B"uch;trcty (,;", 15), .
tra cm . ." ., , tra cui G. Degalher,
- [- d [ 5'3 '41 per l erzu uu",
stantlll Go c Tg". - , .,., ,_ [r. del 19'i9).
'--, , - [S\I l'i) E Com; an 10...0 _
F )osep11, "[me =c le laye .. .' . .. ..
cd 1 del ha lascmlo nn-
l'n assiduo alunno PanI-F. Rega ,r le . d l
' . u 93-H) I trl' cOrSI vanno a
portanti lcs!im,,[]lanze (Re!:ar HII. '. . d l g
[ 3 In 1907 dalla prima settllnana di nov. e 19
0
16 genn. '97 a ., [S'I "79' Go
- , l 28 alt 1910 al 4 lu. '9'1 "'5, ,7, , .- al 24 gItl. 1')09, a ..
del 1
9
59.
2
3-
Z
4). .,. " 5 tratta anzitutto di
Nel [>rimo cor',o, dI andamento ana lllco, . .
. . . d' r . t'. evolutIva
p"
onolo"ie, o50ia di L"ulplrys.%g",:, 1'01 l mgms lca .,
. ,., rt tra unlt,,- peree-
dei cambiamenti fonetici e analogici, del cappo o d- _ f
- [ r' so,gettiva.} e ra ICI, su
't dal parlante in sincroma ana ISl .
altre unit isolate dalla grammatica st_orica
. d' obleml della ncostruzIOne.
ti\'a') dell'etimologia popolare. el pr . r (
Sono argomenti relegati dagli editori nelle parti margma l ap-
""udici capitoli finali) del CLG. . d-
'- , l''' affronta subito c CCIsa-
Nel secondo con;o {1908-09 , m\'ece, ,. . d li
nte il problema del rapporto tra teoria dei segni .e _ e a
d in apertura le definizioni di sislema, umt, e
da qucsto co..pus di dcfinizioni fondamentalI
dnce l'csistenza di uue prospettil'e entro
l d
d' f tti linguistici: la escnzlOne smcromca e
('ollocare o stu IO el a ,. bi i
descrizione diacronica, di eni tratteggia 1 emu.:
- ,iflette la preoccupazIOne mam esta
n secono corso, msomma,
a Ricdlinger nel colloquio del I<} genn. 1909 (SM 2')'30):
1.:>. langue est uo s,"stl'me serrt', et la tht'ork doit etce nn an5';;
e la laugue. u.. e.t le poiut di/lidle, car cc n'cst ricn de poser 11 la
dc rautre des affinnation., des ,'ue5 sur lo. bngue; le lout est
le coordonner cn un srstme.
Durante lo ste,,"o colloquio. S. manifesta pi volte la sua inso,-
I il carattere non e m 1\
zione 'per l"andamento dc corso, per > t'on
delle sue ide.. , e presenta le lezioni dl'll'anno come. une prepara l
r
"llr on cours plIil050I'hiquc de lillgllisllqu
e
': [
" d'c' esso integra ne-
Il terzo corso va appunto in questa I",Zlon.
320
l'Ql'dioe deduttivo del secondo cor50 la ricchezza analitica del primo.
All'inizio "iene wiluppato il tema tles. Jaugucs., cio la linguistica
esterna. :t questa una vecchia impostazione di S.: gi ne! 18gI nelle
tre lezioni di prolusionl' ai corsi ginevrini, t'gli aveva sosteouto che
plus "lcmentaires phnoml'nes du lallgalle ne ,""wnt S<)uponn<!s ou
clairelllcnt 3perUS, classs et compri., ,i l'on ne rceourt en pretnre et
in;tance l'ludc des Ia.ngues. D'un autre cuI", vOIlloir
l"s Otl oobliant que ees laugues sont primor<lialement r,;gies p....
cerlains prind!"" qui 50nt rsums dans l'idee <lu lancag., est un tra'.ail
cnoere plus d"nu<' dc touto .igllificati<>n s.!ril'u'c, dc tOllln hpse sdenti_
n'lue vcritablc. San. ce."", par cen";quent, l'etu<le w"ncrale tlu latlgage
s'a1im<ntera dcs oLservations dc taute sorte qui RUfOnt ete filites rlans le
champ partieulier dc telle ou Ielle lan/lue... (N"I" 65).
'l'n'incessante dialettka lega studio generale e studio storico_de_
""ritli"o: ma didascalicamente il p,ius il rappresentato dalle .lan-
poich6 .l'cxercice de celte fanelion [il linguflggioj n'est abor_
dable qu<' Far l.. eot dcs langucs existantes. (ibid.). Qnesto
piano, per cui la teoria muove dalle tlangllcs. pcr attingere poi la
langlJe o nella ,l1a uoivl'rsallt c, infine, exercice et faculte du
hng:age che:z Ics individus o (Godei ap. Nvlu 65). il testamento
<1l'1la linguistica saussllriana. E'50, purtroppo, non emerge chiara_
"'ellte nel piano del CLG (v. CLG 9 n. II). Del re.to, gi n"gard
(191<}.IO_II) ossen'ava:
paint laib!e <le l'ouvrage, en g-enral exccllent, '1U"lOt publie MM,
Ball)" et Sechehay, est <le lo.i$S[)r eroire qu F.d.S. a spa"'; le ehangemeat
dcs couditi'ms onrieurs il tle!",nd et dc l'avoir ain"i prive
<I" realite et rduit une abstraction ,!1"ccssairument inexplkahla.
);el terzo cor50, COmuoque, dallo studio delle .!angllc,'
e';tratti i caratteri gencrllii della t langlle t, ma appena abbozzata
la lOnsiderazione della facolt d,,1 lingoaggio chez le. in<lividos o.
.:\ei l'olloqni con L. Gautier dci 6 mago 1')11, S. si dichiara ancora
Una "olta iosoddisfatto:
me troU\'e piace dcvant un dilemme: OU bica llxp<Jser le '"jt dan"
-''lI'' '3 et aVOuer t"es mes doutcs, qui ne peut con"erti!"
.'l" un eours qui doit "trc matierc;, eXamen. O" bien faire quelque cho,,",
dc mienx a<lapt,; un au<litoire <l'etu<liants qui ne sonI l'as lin_
)lais chaque pa.., je mc trouve nrr;;lC par d,," scrupul"". (SM
}"'.
la prcmire v"'it. (.. cio. la laol;Ue est distinete dc la pa_
u'le.) C t ce 'lui est esscntiel t, ossia .le problme des nnils., gli
32]
h"ari' ma per gillng<'re a uno. conclusione sicura,
nec('$[tri ,des l1Iois de mcditatioll cxcluslve e S.
g l sa . rdu<'s dans cles monCeaUX'
esita a ripn'nt're vecclue t notes ... pe . _ Il' a fO-
e recommenecr (le, longues rCCheTeh"" POUT la pubhcatlO p
- . t -t. 5urout avant '90"
P
O"ito cs sujets '1111 1ll OIl acrllr- , _,,_ ,'ne_
- ferma nel ma ,.
Q
uest'ultimo al"Cenno tW\'a l',ena con _ "
., -I "od di pi mtensa a eo-
dito in base al quale pui, rl,f"S' che l pefl o " r
.' . - . - i una com iuta teoria gene'rale dc a In!::ua
"IOne per la cl,lbulazullIe cl p ,. . Ii d- Gine-
si colloca tra il 1890 C il ")00. Nel 1891 \(> lezlolll maugura. .
, tr.l ""oluzlOne e atlone
vr" toccano i probk'l1l1 del rapporto, . r 'stica
linguistica (dl<.' visto cuUle ehtr:

linguistira. storira " hlologlu 37-39, _ c e a_ _ o .
'" , - . 1 t' a ,"entI anm
6
_, Hallv IIO'VI) parla <li ricerche gencrah 1 _. .,
'- '> - , - .. Il dC\[IlI.,en o
prillla., \111'1"c
o
al ,S'H circa: lkl .. genna,o
pri"ato pi illlportante l'('r Cl", la kttera ,l :'Iklllet.
. l' ur l'intonation '-a paraltre_ Mais
Le c"ntlllCnccment de mon artlC es.'ral 11.
. . l t dc h difficl1lt qu'il y a cn gene
je suis bi,'n de'goule de tont ce a, c ,.. dc lails de
. l' I lc scns commlln l'n ma Icre
<!crirl' scnkmcnt ,Il", Igncs ayan , , .6. ,',on log;q""
. l "'"emI" de a Cas" ca
langage. l'doccup,; .urtonl ueplll' I Is non. les
- t' d DllltS dc vue sons csqne
de ccs fails, dc la claSSIfica IOn es P . . . -l'il fan-
. ns cn plu. "- la lois l'immens,te du tra'al qu
lrait""s, jc \'0'-" de pl . . 'il ail en rdnisant chaque opra-
drait nOllr monlrcr an illlg",stc qu f, , ,_"
r . t I" s.,,. gran e van' c <Il
tioo 11 sa catgoric pn"'uc, et cn meme a
cc qu'on pcnt laire i\nalement eo ne d'llne langue,
"
oot cn dcmii're o.no.l\""", S<'nlement le cote plltorcsq 'rt""
, ' - partenallt ... ce
celni qni fail qn'clle diMore dc' toute. antrcs camme al' h h'quc qui
peuple al'ant "crtainc. origine., ccs.t Jet de 'pon-
conserve pour mai un intret, et preClscment l.e n al p us e lait arti-
...oir me livrcr 11 cette tudc sans aniere-pcnsce, et dc lOl1lr du P
culier tenant 11. un milieu parliculicr. .. la ncessit
,,__ l'ineplk ab.olne de la temlLllologle courantc,
..-uS cesse " ' .. d'ob,'et est la langne
I ., mttr et de montrcr POUT cela que e espece ,
tiC are" , . _ 'cn'aie pas depila
al "ienl gater man l'lai.ir histonque, qU01que l . .
cu g n r , ., r de la langue en generaI.
cher \'OCII que de ,,'avoir pas a 11l0>ccupe . _ assion
Cela fmira mal/lr nlOi par nn li.'re 0;1, 'an.
j'expliqnerai pourquoi il a l'a. nn scul temle e,:,p o?e l je I"avunll,
""q",' ,"accorde un seu. quelconque. Et ce n'cst qn ce. a
L
;,;,;,;
. -I point o;, le 1ava15'" .
qnc ie ponrrai reprendre mCn tra\ al an _ _ r rait 11. J)""van'
\'oill nn,' di.pusition. !","t-Hrc otup,de, e"p 'qne ication d'un
1 "i fait train..r plu. d un an la pubI
pourquoi par <'xcmp <' l" .' diffirnlt<', _ ""n. arriver
article qui ll'"fimit, nluen,'Hcrncnl,. aucunc . !ICS arcC qn'i\ fan-'
d'aiUcl1l"S 11. "iter Ics e"prcsslOll' loglquement O(ileu ,p ,
. , rlorme dcidment radicale (L<tt,.. 95""96 .
dralt pOlLr cc a une
322
Di questo lavoro di rforme dddment radicale o tentato tra
'93 e '94, r!'Stano poche note manosritte. Quella redatb in forma
pi definitiva la nota 9 (SM 36, Nolei 55-59; e v. ;lIj,a CLG 157,
lfigj, in cui si chiarisce perch la lingua una forma, non Una
sostanza. Qoesto chiarimento stato fondamentale, probabilmente,
nella biOl,'Talia intellettuale di Sanssllre. Esso propara il distacco dal
convenzionalismo whilne}'auo, che doveva averlo inizialIl)ente do-
minato: in effetti, la stesura del libro vagheggiato nella lettera a.
si deve essere interTlltta quando, dopo la morte di \\thitney
(17 giu.
18
94). l'American Philological Assoc;ation lo invita a pa.r_
alla commemorazione del linguista in occasione dci primo
congresso dei linguisti americani da tenersi alh fine del dic, 18g4
a Filadelfia. nov. S. scrive velocemente una settantina di pagine
]2): ma nemmeno questo lavoro fu terminato, e S. non mand
nemmeoo un messaggio in America (SM 3z). Le note restate (5;\1
43-4
6
e Noles 59-65) sono tuttavia preziose: vi si accetta l'idea di
\\1litnel', secondo cui la lingua una. institution humaine. (SM
43), ma si chiarisce che essa si caratterizza rispetto ad ogni altro tipo
di istituzione perch tra gli elementi in essa in gioco non vi alcun
.liell inteme., ossia ne.suna neceSsit. d'ordine logico o d'ordine
nalurale che li stringa insieme. Pcrci .le langage, non fond sur
cles rapports naturcls, ne peut tre corrig par la raison o. Secondo S.
il limite del convenzionalismo wllitne}oano e filosofico .ta nel cre_
derc che realt fonica e significazione siano qualcosa di dato, di
aft'errabile, fuori e prima del sistema linguistico, sicch tra l'una e
l"altra sarebbe poi possibile stabilire legami convenzionali. In realt,
prima di <:sscre messe in rapporto, le entit in gioco non hanno con_
si.lenza e individualit: une langue est (ormee par un certain
nombre d'objets extrieurs que l'esprit utilise Comme sign"". Ce
n'est qne dans la mesure exacte ou l'objet e:drienr est signe (est
comme signe) qu'il Iait partie dn langage un titre quel_
"'-'nque. (5.\1 43). L'espressione e la nozione. arbitrariet. del segno.
nOli compaiono esplicitamente in queste pagine, ma ne SOno la meta
{,- i"/n, 3z8-33).
La impossibilit. di determinare l'indh'idualit. di un'entit. lin-
gllist;ca snlla ba.e della Sua cunsistenza fonologica. (ossia, come
oggI diremmo, fonetica) il tema di Iondl) delle note mano5critte
del 1897 (.Voles 49-54) e delle coeve tre conferenze utilizzate in CLG
"3 "r:g. Il rilerimnnto al carattere oppositivo e differenziale de!le
lingui.tiche e alla conseguenote dualit fondamentale o deUa
lingua, la quale nasce sul terreno dell'aCcidentalit storica, ma fnn-
zicJIla scnza che conti nulla la storia aateriore (e l'una e l"altra. faccia
323
antinomiea dipendono dalla arbitrariet costituzionale dci segno
linguistico) comune nelle conversazioni pri\'ate in FdS 47,
Mcillet FdS 14, Sechehaye FdS 65):
Il lui ...nh'ait aussi dc dvclul'per de\'a"t nouS cette idee, qui l'a san'
cesse proccup d dant il a fait la del dc do sa pro"",e Cl} matirc
d'organi,ation et dc fonc!ionne1l\ent de. bngu"", ",,"oir quI' ce qui im_
porte, ce nc ."nt pa, bnl Ics eu"mem",, que les dif!reuc"" cntre
Ics sign"" qui 'Co",;tituent un jcu d" "aleun; oppositivcs.
Anche se di temi siffatti S, 5i era occupato anteriormente (nelle
noIe su \Yhitney si dice convinto" da molti anni. della' dualit
fondamentale. della linguistica [5,,1 45], un'e,pressione analoga,
proccup depui, longtemps . si legge nella lettda a IIIeillet dci
genn. 1894, ed entrambe le affermazioni sono, come s'e visto, ampia_
menle confermate). come Godel ha sostenuto, il periodo di maggiore,
pi intensa meditatione eerw.mente l'ultimo decennio dci secolo.
Tuttavia i corsi r\'elano ancora il persistere di oscillazioni, di
incertezze nel pensiero di Saus.<>ure (Regard 19r9_1I]. Vi un solo
modo di giustificarle' a.lla linguistica stato neces:>ario muto sewlo
per capire che cosa realmente (OSSI' l'arbitrariet del segno di cui S.
pa.rla, per far pr"pria la nozione di valore, per riscoprire la notione
di economia e il carattere discreto delle entit lingui,,-tiche sul pia.no
del contenuto e dell'espressione, per riproporsi il problema degli
uni,'usals o/ t'lHgl<oge c della. definizione esplicita dei requisiti d'una
teoria l1el1a des.crizione linguistica, Come Peirce, Kruszewski, Hau-
donin, :iI[arty e N"oreen, anche Saussure in anticipo di mezzo secolo
sul S\lO tempo: di un secolo, Se si tiene conto che le idee direttrici
del suo pensiero sono acquisite gi nei lavori degli anni di Lipsia.
t stato detto che pec uno sluioso una iattura. scoprire l'Ame-
rica., trovare qualcosa ehe in realt gi scuntato: ma dramma
maggiore l quello dei Vichinghi, , cio, scoprire l'America prima
del tempo. Saussure ha vissnto questo ramma, questa scissione
tra il senSo di o\"\'iet e tr\'ialit che prOlllana da una verit di (ondo,
una volta che sia acquisila. e il senSo penoso del suo i"Olamento nel-
e sviluppare tale veriti!..
L'impros;ion gnrale. est qu'il suffit du ,ens commun pout
faire "anouir tuus le. fantome, .. Or cette cOll\'inction n'est pas la n.:.trll,
Xou. sontmes aU contrair. convaincll quo quiconque pose
le pied sur le terrain de lo. peut se dire Gu'il e.t abandon par ton-
te. les analogies du ciol et de la torre..
:""gli ultimi anni ottiene qualche riconoscimento:
tedesca gli ancora ostile (Letl,.es IOS], tuttavia 1'.4bla,,1 di Hirt-
324
avvia la discuSo.ione sul il,umai.., anch<l oltre il
morto DUI"ltu il mi,Uo d' . .. Reno; colui che,
, re e. SUOI alhevi Memet li ,
capolavoro, l'lntrodu</ian'z 1 ,g "'--'lca II Suo
. ,l 14 u. '908 lo stesso i\reill t l'
gmevrini gli offrono nel c d" 'c e g l alunni
, orso un affettUOSa l'l'rimo . ,
lant';! di stndl (!\furet Dn C ,,_ _ . ma, una mlScel_
, , ruc, .L>4lly In Frrs 47 8
HjOS): nel 1')"9 gli ,inn, l' -4 ,l3, 51 c BaUy
e a nonUna a membro dell'A d
nese delle scienze c un a dr> cca emia da_
deJl'Illstitut de France po quella a membro corrispondente
'3 .' 48) Tuttav' __",lr'5 '20-21, De erue e ),Iuret in FdS
- la. SCnnlra Gautier nd I 16 .
'-L'c" solitaire., La Sua id.' ,9, cet homme .. , a
. mage ern,ere. e quella di un t 'c
1110 \'ieillissnot au mainti d- gen lwom_
, l'n 19ne un peu 101< port t d
r""Md .1n"t'ux l'" I ' . -, an ans san
'. . -, In SUc lanuell I
<l"s"rmals "" "il" 1<>_ _ -, e se re ermera
. . Ulnwmst" [96) ) ['n'i .
I wlh',!"i con ]{il'dlin'. .'."'. uc"rta tristezza domina
<IL"! r91! S. c ,:')), con Gautier (Si\[ 30). XeU'estate
a, ma", a sospP.ndere l'inse t
tira nel dei FaesciI V fin' . gnamen o, si ri_
, a u ens, teota ancora la . di .
sl",h. conlC la sinolo,,' Il Il ,Via nuo\'1
orse su c orme del ( t il
";<I:r,,,-,,, illfin(' finch <nnr _ 1 ra e o LopOld), si
, -_... a\Tlene a morte la sera d I f bb
1<113 de Lausannc. d 1 ._ I b c n e mio
e _I e br, 1')13 SCrIve:
honneurs onl ete rendus hier . '.
me'nelle de Fordinand d, S _ .. apr.sno,], la depouille
e all"'urc. L" erelUoUle" r G
il m'M,ene dans l'i,I' 'd '''n" enthod. Elle
. !Se ou, e\'ant une foole nOlnb .
lle'r. et prot"s . r"lIse, . - Luc'en Gau_
'" l''''ult<' des .... "ne alloclltion.. , Le doycn de
s """cnc..,; Soclales e l'l' . - ." d '
l'ror"""'"r :'ranris ne c . Ol\e"\lI" e
, o me. " rL'traee en,"itc la du d" I
"'l] c, le i"',tcUT Geor ,., fur . " Un . Sur la
g guer a prononee la pri.;re d'adicll
Q",11chc tempo <Iopo seri""\'a: .
. Il a"ait produit I" pln. beau livre d" .
ecnt, sem" d 'd'- gramm.alfe compare qu'on ait
es, .,.,5 et pos dc ferme. tho . .
b.. ux e"l""s et pourt t -l'' nes. nos sa marque Sur de nOm_
, an I n ,,,"alt pas rempli toute sa destinc.
-\ completarne il destino do\e\'a veuire la "
,I l"'"rio C-ilico d' d pubblIcaZione del CLG
, l ue gellerazioll! di r '- l' '
del suo e . IlIgUlst,. ampio e fecondo
,. _. p Oiilero eonllne uno second " _
'--'''''''n,a,> ",",x: l c \1e, qU1 _.e eonfond
, " n tre. (Bell\'eniste 19
6
3.
2
r).
I ., f V "",," , d Il -
-' -!D'le e a l'''guislica Ce'lerale di S""5sure,
CO'"e R E I
tom ar . d . ng (1')6635). .11' 's)"stCl1lt" n'e,t pas n
, mc e la tte de Sall""ure, Esso 'J . ,
lesto l'r\'o dell' lt' '. - I n,ultato, nm"sto del
u uno nordlllamento di acq - .. _
. 1l1S1110n, succes'ive,
325
327
a questa la nozione di sistema, altresi dominante nel
(.up,,, 297), nei corsi parigini, negli studi sul litoano (Ree. 5'4, e
v. mp,,, 30<)).
Le due acquisizioni hanno a.vuto pn!Coci riflessi sul piano del
metodo dell'indagine e dl:'l1a teoria di tale metodo. in forza di CEse
l'analisi di un'entit linguistica diventa ricerca del suo. caractre
distinctif. in rapporto alle altre entit coesistenti con essa (suP'"
297), e la descrizione d'ona lingua , anzitutto, .linguistita d'ono
stato., distinta dalla t:volntiva gi nelle lezioni parigine
del I882 (Sllpra 304) e poi nella recensione dci IB97 a Schmidt (.ufn'a
317-18).
Da questi> primo nucleo di idee discendono subito varie conse-
guenze: anzitutto un estremo impegno filolugico neIla descrizione di
una lingua, impegno che si traduce in una didattica accurata e se-
vera (mP'a 311, 316); nei confronti delle lingue vive, ci comporta
che alla conoscenza attraverso le schematizzazioni libresche si so-
stituisca la conoscenza diretta, concreta, attraverso l"indagine sul
campo ('l'P'4 299). L'idea di sistema, cbe porta a discriminare tra
linguistica statica ed evolutiva, porta insil:'me Il percepire la distin-
zione e il nesso sistema e realizzazione del sistema, e pa,,,ft.,
percezione che risale al viaggio in Lituania (51'P'" 29B) " che viene
poi rafforzata dall'incontro con Baudouin e dalla conoscenza di
Kruszewski (supra 306 e n. 6). Un corollario di qUl:'sta distinzione
l'altra tra studio fisiologico e studia. storico. del sistema fonematico
di una lingua, dichiarata gi. nel rapporto sul corso parigno del I8BI
(s"pra 304).
Il quadro teorica entro cui si collocano tnizialmcnte le nuove
idee il convenzionalismo di Whitney; il riferimento al quale
trasparente nel primo tentativo di sintesi delle vct1utl:' generali sulla
,\'il:' do langage. compiute da S. nel 18BS (supn. 30.5). Tnttavia
la concezione di \Vhitoey de,'e avcre lasciato relativamente insod-
disfatto S .. che anche dopo il 1883 non abbandona le riflcssioni volte
alla teoria generale, L'esigenza di qnesta, aliennata nella Iccel;lsione
a Schmidt del 1897 (w.pra JIB), ginstilicata gia nelle leziuni inaugu-
rali del f89I in cui, carne si detto (sup'a 3ZI), si sostiene la ne-
-:"ssaria complement=it di analisi particolari l:' teoria genl:'rale. Ed
in nome di questa esigenza che a S, ripugna il fattualismo della
linguistica positi\'istica a lui contelTlporanl:'a, pieno di inconsapevoli
asunzioni collegate alla terminologia che si adopera: l'esigenza di
llna ricostruzione dell'appiuato tenninologico (e quindi Cuncettuale)
Con cni la linguistica inqoadra i fenomeni presente fin dal tempo
<1cl!" tesi (s..pra z9B), ma soprattutto negli anni intorno al 1894
. veuto molto precoci. Ma prima
Il
r sono come SI . -.
alcune de e qua' , . .' rre ricordare l'insegnamento el plU
ancora di tali acqUlSIZIOru, QCco _. te ncl processo di ior-
.' '. risalendo ancora pIO a nlOO ..,
dIfetti maestri, e, .. tratti nati'" cl uoa per-
. anno fammen..... l l . _ .
mazione cl una teona, v I " arano da quelli obbletti-
. l tratti che ma scp
sonalit cos smg
o
are. . "ne vicende della sua for-
vamente riconoscibili nell'opera teonca e n
mazione. . t'ifica . come stato detto, uo'ere-
L'abito alla rifte.'Sione 'eleO 1 87'," e forse altres un'eredit fa_
. . (su.pr,. ,
dit famlbare per ,- tt con Pietct, il gusto per
'
" d,l precoce conta o . I
miliare irrobus 1 a .' goi campo dei dati on-
, ( pra 1891 la ncerca. m o . .
tOll' le. spl,ynx. su ' . _. . . in d ma al contrano,
I
:Kessun mlStlClSmo VI e "
damentali (spra 7.97 . . d' capire fino in fondo e
. ta le. fonnule solenni', I .
il bisogno di CVI re. . (;,pra 3
0
3). I:> cii> la radice
,
I
cose e di farle capire s .,
accuratam
en
e e, bi ,. ".le che ""rprende gi
. l tfc e pro ema ' ,
dell'atteggiamento dia e LO " ,nte al lalto che !"in-
, ) Infine se SI pon mc..
i snoi coetanei (sl'pra 290 . , +-.- " rato sistemko " delle
ettivamente Su n n ,
tuizi'me del carattere ogg rt oci,;sima della ""SU-
A l" re alla scope apre<:
entitillinguistiche pre mllna, teriore e qnasi infantile
I
e perfino ali ancora an ,.
li. 'O>l'UIS (supra 290 8 I 'o da chiedersi se l Idea
, 1 d langage. (sl'p,a 2 9 , C di
.systome gen ra n ., l l ia della vita intellettuale
, na sorta di en eecl .
di non SIa u, l' della sua meditazi"ne teor/ca
Saussure, un principiO finale, cn mine. o
. ' i stesse del suo mgegn . .
connatnrato alle ongm t 'b 'to alla lormatinne di
Di coloro chI:' direttamente con avere l.'Scrcitato l'in-
S .. l'ictet, come si detto (."pra 2B sc
ti
di Lipsia e Uerlino ha
. L'incontr') con I ocen
f1uenza magg
mre
. S' ",pinto de,minio delle tec-
tbitoadarea.uno d'd
certamente con n u l' }la in mancanZa I o-
, rati"a delle mgue. ,
niche dell'analiSI c"mpa "I '. Ascere a nessuno un
, , are posslbl l:' ncOnv .
cumenti pi preCISI, non P 'l di mal.'Stri soltanto ideali,
l/l a quello di Plcte o ' . I
ruolo paragona l e " tto Whitne\' (s"pra 299 sgg..
(
mpm 292)" suprat u - ,
come Hol'P per cUI , d' di avvi<:inare certamen e
, . o S ebbe mal tre mo u I
periodo pangm , ", B _"I ramlllentato, con H. Pau,
(P I questl(enO
n
Te , li
G. pans 5H ra 3'" . , > KrUSLewski (per l qua
H S
h har,lt e con Bandolllu c
P. 1'I1c"er, .' c nC '. . l' l o. qoi ont f"it [ain' un pas
- 61 ella scarna IHta' I CO or '1
supm 306 e n. ) , n, \" 66) ndla lezionc mallgUra e
lo. connaissance du langa:;e' (. .
dei corsi !;inc,-rini. ,..'.he di S va collo--
r acqui,lzlom teone , . .
Tra le prinlC e
r
llls"l-'e
v
o I , I d Il entlt
opp051tl\ a e rc\,'Zlolla C e C
cata la n,nionc della natura. (P , '971 e nella tesI sul
' t. .. nel l!cmol,e 51<'
lingUIstiche. prese
n
c 1;1"', cona panglnl (mp,/, 304) e.
l l ( I
npresa 1'01 nel
genitivo asso n O z97' . P 309) Complementanl
negli studi sul lituano pleillet in FdS Bz e m ,,, .
326
Il carattere correlativo d"", ,",.,' l' ,
v.... u' a lOglU.tica ribadito nlte-
riormente nel passo seguente:
A mesnre qo'on app,- f d-t I ..
. _ o on I a propos"c a l'lltude lingoi.ti.
qoe. se cle celle "<'rilci 'l0i rlonne. il ""mit inulile
de le <h"""moleT. s,oguherement" r"nechir: que I" Iien qU'Oll etal>lit entr
les choses pn'e"isl!', da". ce domaine "'t\' /l' c
les d<'te'fJllincr (X,,/rs 56). .. rs e "-'''""es, et sert 11.
00 n'a jamais le dmit de cOllsid",,,r on cbte di'
ri
e
t _ . u COlnn'" anlL'-
a or. e auo< autres et elevant ser";r de poilll dc d art. 0" en
uralt le dm,t s ,I }' avalt nn cole qui fut donne hon d . P, .
h
ors
de toute ... _ es autre. c cst-adll"C
Inai. il suffit d abstr":,,tlOn,. et .de g"n"ralisati"n de nolre part;
Ce cas (Xoles e lr poor ,"OlT qo Il n y en a pa. ou .eul qui soit dans
m,;"'e de loin, nl"i.. c<'la. a celle d'une' aulru
laogage doh-e ressembler
in.titlllion (X,'Ii> 59-60).
Il l'hiaril1lento del camttl're J d
. pc,u lare elle lslltuzlom hn"uls!t
JI beauconp pltl5' nspt'lto al con"l'nzlOnalL,mo eh '\'h:tne ,-
s, trm'a nel hlO"o ap t l },
" pnH o per a prdazl<Jn" al libro di linguis!'
,-agh<'ggiato Ilel IS'l3"'/+ : niente nella IiI1ITua una
rn;..a mente ., l-h' '" , za,
'.. _ e qua." "cos" di autonomamente sussistente come lin-
guIstiCi!, e lutto. \TI""ce, frutlo delle, actions '''mb,'"' ,
l' d [ '. v ee50U\"0_
e phYSlulogrques, psychiques, men!nle. lingua
ClOe. non e Il punto di incontro --', " '
. "e <"nnma O per ""n"cnzione tra
sostanza acustica cd una certa sostanza lO'-'ntnle (i : ..on-
una certa
l'etti .).
Le distinziuni della lingna non hanno gil t'li' h"
'tesse. e non nella natu ' .15 I CazlOne e e m se
, . ca del matl'nale a<'usllco" conccttl1nle in cn'
Sl mtroducono. l
, Di qui discende .necessit del massimo rigore formale nella teo-.
n'l de, fatt. hngulsttCI. Poich non questo un rlominio in cui vi
SIano cuse conSIderabili dall'uno dall'altro 'd"
. _. ' puno l \'15ta. ma
un dommlO tutto mtessuto di distin2ioni arbitr - _
.. . ane, OCCOrre un lavoro
prehmlOare 'il definizione di tali distinzioni primarie:
..t-a tMorie do la.ng_age aor" POUT l>lu. csseulicUe tache de Cc
n_o. premiercs. Il nons "St impo5Siblc d'accorder
, _ rnlt e ewr \lne theorie en se passanl de ce t""'ail de defi.
nltlOlI. qUOlque et'tle mani"re od'
le publi" linguistique (,Yofes e alt paro .... tiMaire ju.qo pre..'''t
Noi ritroviamo questa ciel de v011te nelle note dci 1893 e 1894,
abboni del libro di cui S. paria nella lettera a ;\{eillet del 1S<)4 e
dell'articolo su Whitney.
che essa diventa dominante, come appare dalla prima lettera a
Mcillet, appunto del 1894, e nella nota manoscritta, anch'essa del
1894, ripurtnta pii! oltre.
t appunto in questi anni che S. matura le idee pi originali,
quelle che 5ultanto con graode leoteutl sono state intese come le
idee centrali del pensiero sauS5uriano: !'idea della lingua come forma,
!'idea d"]la radicale relativit, arbitrariet, storicit dell'intera orga-
linguistica. In propusito. una testimonianza preziosa ci
stata lasciata da Sechehaye:
En plus d'une occasion il voulut bieu uons initi.". au travail dc sa pensee.
Il al>ord:l dan. des entrctien. familier. ces questiono de c.... pro-
theeotiqoes qn'il a trait,," plu. tard ... d(llls ses c"urs dc Iinguisti-
que g"nmle. Il loi arrivait aussi dc d"e1oppcT devant noua cdte ide,
qui l'a san. Cesse preoccup et dont il a fai( la clef de ,",n'l!e dc 5a pense
eo mati,;re d'organisatiun et de fonClionnement des langucs, 11. savoir qoe
ce qni importe. Ce ne sont pas lant Ics signcs euxmnu,s que I"" difI"ren-
ces entrc les signes qui con.titueot 00 jeu de va\curs opposili"". (Se"he-
haye in FdS 65).
Qudque. illu",in,," ont dit: Le langage c;;t one ehose toot 11. fait extra-
humaine. et en soi organi."e. couune serait une '-"g"tation parasite rpao-
due la .urface dc n"tre ""p<"Ce . D'autrcs: Le langage eH une chose
humaine, mai... lo. faon d'une (onctiou naturelle . \Vhitney a dito Le
langage ,.t Une ;,,,1;/,,/1,,,, humain"" Ccla a chang" l'axe dc la linguistique.
La suite tlira. croyons-nou.: C'est une in.titution ImOlaine, mais de
telle natore quc toute. le. aotr"" instituti"n. humaine., 51mf cdlt d. /'etl
'/"rt, ne Jl<'ovent que non. tromper Sor .a vbitabl" """,,nce. si nOli. nou.
lions il \enr analogie ".
Lcs autr". iru;tltutions, en effet. sont toot... fondee. (11. des degrc's di-
vem) .or lc. ral'porls "al"../s des choscs_ l'al" exemple. Ic dtoll d'une
nalion, 00 le sy.tenlC politique _ "'"mc la ",,,,le caprideuse qui !ixe notre
costume. qui ne peut un inst3l1t dc la donn':", d"" proportions du
corps humain.
Mai. le Iaugagc et l'""riture ne S<'nl pa, fondis sur un rapport naturel
des ehoses. 11 n')' a aocun rapport, aucuu mon\ent, entre un certain SCIO
silllant et la fonne tic la lettre S. et dc meme il n'est pas plus ditieile au
mot mw qu'au mot vacca de designer une vache.
C'est c", que Whitnc)' ne s'est jamais lasse de r"pter pour mieux [aire
-sentir que le langage est une iu.titutioo pore. SeulelU"nt cela preo,-e Leau-
coup plu., 11. sa"oir que le l(llIgage est uUe institution san, "Mio,,",,' (si l'on
y joint l'aItore] et qu'il semit prsomptueux de cToire qne l'hisloire du
328
329
Il curolla.riu estr"mo di que,ta sequenza di riflessioni ha un sin-
golar" carattere hcgcliano'.
A chilCune des thos"" qua nou,. "VOO5 considres comme une vrit,
nous sonuu,," arrh-s par t"nt de voie. diffteu\",; que nous avouuus ue
pas savoir celle 'luc l'un duit prefe,,,r. Il faudrait, pour _con'-c,,,,-
blcmcnt l"cnsemble dc nos proposition., adopter un pOlllt de depart !ixe
et bien dfllli. Mais tout ce 'lue notls tendon.' taLlir, c'cst qu'il c.t bux
d'admettre JinguiBtique un scul bit comme d<'tini cn soi. Il y a dnne
",'rilaLlcmcnt absence ncce..aire dc tnut point dc dpllrt, et si que1quc
lecteur "cut blcll sui",e attentiwlncnt notre pells"e d'un bout io. l'au1:rc
de ce volume, il rcconnaltrll, nOU' en sommes persu...-l"" 'lu'il <'tait pour
ainsi dire imp0,,"iLle de suivre un omre rigoureux l,Voi.. 56'57)'
Cfr. G. G. F, Hcgel, drll. sci",,, jilosofich. '"
trad, ital. di B. Croce, 4- cd" Bari 196), p. l (i l): La filosofia 1I0n, ha
vantaggio, del quale godono le altre scienze, di poter l
oggetti come immediatamente dati dalla e collie g1J.
amm<'..", nel punto di partenza e nel succe,:"'.vo, il metodo del
suo conoscere, Vero lo che la ftlosofia ha i su." oggettl >li comune con la
Ieligione.. Onde la filosofia pu Leu presupporre, anzi de,'e, IIna certa
conoscenza dci suoi oggetti, come anche un intere.,;amento per ess,. nOn
s'altro per questo, che la coscienza, nell'ordine del tempo, Se ne forma pn-
ma rappresenta.ioni che concetti; e lo spirito 5010 attraverso
le rappresentazioni e lavorando sopra questc, progredISce alla
pensante e al c,mcetto. :\Ia, nella .... ione pensante, 51 fa
manifcsta l'esigenza di mo.trare la necess,t del .uo coutenuto, c pro',are
l'essere e i caratteri dei suoi soggetti. Quella certa conoscenza, che pum..
se nc a"eva, appare percio insufficiente; cd inammissi,lrile il. fare il
correre presupposti ed asserzioni. )-10. si ha cosi parImcnt' la. d.
cominciare, poich un c'>minc3Inento, essendo quakosa cl lmmed,ato,
forma, " piuttosto lo, esso stesso, un presupposto" Xon solo rl probleIrul.
ma anche lo. soluzione propostane da Hegel parrebbern riecheggiate da S,:
Cirea il cominc3mento che la filo30fIa deve lare, sembra che anch'essa
in generale, Come le altre scien.e, prenda le mOSSe un pre,upposto
getth'o, cio che debba prendere ad oggetto del nn oggetto
colare: altre, lo spa.io, il numero e '-io. <licendo; essa, ti pen."'ero. Ma ,n elO
appunto consiste il libero atto del pensiero, nel colltlCars, nel punto nel
quale lo per se stesso c quindi produce c d a se Il sno oggetto, Inol-
tre, il punto di vista che appare qui carne immed,ato, deve dl"entare, den_
tro la scien.a, risultato, e propriamcnte risultato ulbrno, nel quale essa
attinge di nuovo il suo cominciarnent" c ritorna in st', In queSto u,odo la
/iloso6a si mostra come un circolo ritomante in s, il quale noo ha alcuu
cominciamento nel 'enSt> di altre scicnze; c05icch,; il cominciamento lo solo
in relazione col soggetto, come quello che si vu'>le liso!>."re a [,lo50[are,
non gi con la. scicnza come tale. O, cilt che lo stesso, Il concetto della
scienza., c cio il primo, devc es.er compre.o dalla scicnza stessa, Qucsto
lo appunto il 'uo unico fine, la sna opera c la sua mira.: giungere al concetto
del suo concetto, e co.l al ritorno iu s c al completo appagamcnto._
330
Il problema da dare alle tesi ddla linguistica
ha continuato acl agitarsi nella mente di S, fino agli ultimi anoi,
come emerge da un passo gi citato dei culloqni con ($U-
pm c dai mutamenti di piano dci trc cnrsi. t:. probabile che il
concepim"nl" di UDa sl'miologia (ome te'}ria gcncral" dci se,!:ni,
anteri,xc al '')01 (data di pubblicazione della Classif<tJliolls d..
di ;';-aville che riferisce ddla nuova scienza sa\1ssuriana:
sIlpra n. 8). e la formulazione, connessa a tale concepimento, del
primo principio., cio del principio dcll'arbitrariet, abhiano rap_
presentato per qualche anno una soluzione soddisfaccnte per S.,
come pro"a il fatto che Sn ci si fondano l'incipit c l'andamento del
secondo corso, E tuttavia, nel passaggio dal recondo al tcrzo corso,
li piano muta (sup,a 321), e soltanto nella lezi'l11e dcII') maggio 1')11,
onnai verso il tennine del terzo e uitimo cors;o, S, introduce i termini
signifirf e signifio.nt (S;\I 85), neeessari a formulare nel modo pi ri_
goro.o il principio dell'arbitrariet, esprn;to in altri termini appena
12 giorni prima (S:ll 82), e ricsposto nella fonna profonda
tanto nelle ultime due lezioni dd corso, il 30 giugno c il 4 luglio
(5:11 90---<]2). Soltanto al limite estremo del sub insegnamento, si fa
pienamente chiaro a S, che l'arbitrariet del segoQ im'este, storici2_
zandola radicalmente, non solo lo. facria significante, ma la st"ssa
[accia signilkata del segno e delle lingue, anche le
li<>11< hanno ,-alore linguistico wl" in funzione di d che le circonda
(5:11 91, n, I.'io e 151). e il mondo dci contenuti, non meno di quello
dei suoni, amo'[o, prima che vi intervenga l'ordinamento, arhi_
trario e perci. sistemico. (e perci!:> storico), della lingua (5:\1 91
15
2
). Soltanto alla fine, S. ha rinvcnuto il principio unil'icatorc della
teoria della lingua (o, almeno, solo alla fine ha ritenuto di poterlo
esporre ai suoi allievi) .
Secondo Ic due grandi tradizionali dci fenomeni lingui-
stici cii, che consentc di identificare una data entit COme
quella ee,ta determinata entit il significato il suono.
Yi sono innumerevoli rnmli di realizzare la parol'l. ;"essi",,',,', ma
Ic innuOl"ri diverse trovano la rag:ione del loro identi-
ficarsi nel latto che e;;pril!l')no un che;' .1.) stesso per
tutti" s,'condo l'antica assuuziou" aristtclica che alla hase di que--
punto di "jsta, La critica di questo punto <Ii ,-ista, lo. 5C'-'perta
di t1uttuazioni anche n(,l momlo d"i signifi<;ati, sospinge la
postbuppiana il suono, guida piir sicura. (seLOu<lo l'espres_
sinne di Pott) che nr,n i iluttuanti significati nello studio delle entit
linguistiche. Jlessil!lI'S! pui> avere una pluralitit indefinita di
ma sta di [atto che le ilt1lumeri rea!izzaziuni si sOluigliano fonicamente.
331
S. nmo"c dall'acuta delle ragioni di entrambi i
punti di vista, daU'accettazionc cio di qupsti due dati: le forme fo_
niche variano inefinitamentl.', i sen5i ,'ariano inefmitam..nte_ Tra
l'nna e l'altra articolazione di .11,,,1''''51 vi un abisso, nel qnale
po,suno ins..rirsi articolazioni intermedie in nnmero indefinito, cosi
come un abis,o "i tra l'uno e l'altro senso collegato a nna delle
possibili realizzaziuni <.iella parola, ed anche 'lui possono tm"arsi
11m)\-i sensi intermedi. D'altra parte, S. a,"v..rte che sensi
intermedi e form.. foniche intermedi.. possono inserirsi anche tr,,- i
sensi e i s\loni di parole che si C<)Ilsiderano di,",;rse. In altri termini,
ci che S. percepisce il carattere di continuit che pr..sentano le
manifestazioni concrete. gli atti concreti di pa,o/e. );"on un caso
che H. Schuchardt sia citato tra =loro ch.. hanno fatto progredire
la cono,cenza del linguaggi,. li se S. la 'l'-esse conosciuta, anebbe
potuto citare, come inpit delle sue riflessioni. l'Es/cliw di Croce,
Tuttavia. in questo mondo di sensi c articolazioni parimenti
fluttuanti in cui la continuit pam l'unia regola oggetti"amente
vigente, i parlanti di una comnnit intruclucuno discriminazioni c
id.. ntificazioni: la innnmere,'ole seri.. di digradanti articolazioni l"
sensi di Messi'lm:! viene ridotta ad unit e scissa dalle articolazioni
prossime (J[onsi,Jlr I, ad esempio, o .1fes <oe',r<.I ecc.) e dai sensi
proSSimi (oCari amici I o, ad ""'empio, o Spettabile pubblico'. ecc.).
La somiglianza o articolatoria e la O dis-
simiglianz.. psicologica e logica non ries<:ono a giustificare tali rag_
gruppamenti. ..... nura una volta (per qnanto cio possa scandolenar.e
i benpc115anti ddlo storicismo non meno che i benpensanti dello
strutturalismo) la rillessione di S, percorre .",.attamente la
via battuta da uno Schuchardt o, pi tardi, da Croce.
E tuttavia (etl in ci il principio della diverg..nza) tali raggrup_
panlenti sonu ben reali' Sn di essi si fonda ad ogni istante il no,tra
parlare, nel qnale tali complementari identificazioni e di--;crimina-
zioni operano concretamente, ellettualmente. Su che COS'I poggiano
dunque tali raggruppamenti!
Per un certu nunwro di anni (tra Parigi e i primi anni di Ginevra)
S, de,'e avere ritt'nuto valida la risposta convenzionalistiea, ,,hit-
ne)'ana: una cun,'enzionc. c solo una cOll,-enzione, regge la ridu-
zione a unit delle div..rse articolazioni e dei di"ersi sensi (ln'ero
la discriminazione di tali articolalioni e scn,i da sensi e articolaZIoni
prossimi dal pnnto di vista del suono o della psicologia). :\-1.. il .:on-
venzionalismo (a parte la sua dcbolezza dal punto di vista concreta-
mente storico, non si vede .dove e quando e per quali tramiti
si stringa mai il l'alto convenzionale) presenta una radicale debolczza
332
teorica: esso suppone gi identificati i termini dei -quali si dice che,
per convenzione, viene stabilita l'identit. La lingua, come meeca_
nislllo che presi l'de a identifica.:>:ioni e diversificazioni, precede ogui
com'enzione, per questo che, chi si fa a si trova
t abbandonato da tutte le analogie del cielo e tClTa .
La risposta estrema di S. centrata sulla teoria dell'arbitrariet.
Sia nella serie indefinita dei diversi prodotti fonici sia nella serie
indefinita dei diversi st'nsi, entrambe costituenti ne conti"
nui, il linguaggio discrimina eutit diverse, introducendO d..i limiti
entro i quali fenomeni psicologicamente o fonicamente diversi sono
identificati. La lingua il meccauismo che (al di qua della volollt
del singolo) presiede a tali identificazioni c i:liscriminaZlni.
on di articolazioni, di limiti che rf'ndooo <1iscontinu.. (oggi
si dice discreta) la massa delle realizzazioni foniche e la Ina"a delle
significaziooi. alla lingna. il parlante categorizza nna parti-
colare entit fonica come una o altra ..ntit significante e una parti-
colare realt perc.-tti"a o concettnale COme una o altra entit signi_
ficata, In tali categurizlazioni non c' nessun moti\"(; intrinseco alla
natura della sostanza fonicoacllstila o concettuale. [a; e (a:] sono
categorizzate come distinte manifestazioni di Ilna stessa ..ntit sim_
boleggiata con l'II in italiano o in dialetto napoletano, come distinte
manifestazioni <.ii due distint.. entit, simboleggiabili con (al ed fa;1
(oppnre con d e a) in francesc o in latino. Come S, ha \"isto Con cre-
sc,'nte chiarezza, l'analogo si ba per '1nanto riguarda le
(o scnsi) e i significati. 1:ua creaturina di sl'sso femminile e una di
SeSSO maschile sono ricundotte a nno stesso significato in tedesco
(o Kind.) o in greco {o ti'knon ol, mentre sono ricondotte a dne signi-
ficati divl.'rsi in italiano (o bambir.o oe. bambina.) o in latino (o puer.
e puella .).
Somiglianza e diversit fonicoacnstica ov\"ero concettuale e p"i-
cologica non spiegano il perche di tali id..ntificazioni e discrimina_
zioni. Queste. dunque. non appartengono al dominio del naturale,
del causato; ma al dominio dell'accid..ntalit storica, E,.,e sono, in
altri termini, arbitrarie.
Al sno linllo pi profondo (snlla legittimit di rintracciare tal..
lh'ell'J si sono ""pres.;i :\lartinet 1957,1t,,-'6 e Godei T9:'>9.]:!.), il
senSo dell'"rbi/r"i.-e dII sig"c que"to che cmerge non dalle tormen_
tate pagine 100-101 del eLG, ma dal cap. IV ddla seconda parte,
dedicato alla /j}lgl,isliq'" (CLG 1.';5-69): il segno lin!i'-'istico
lo arbitrario perche lo una combinazione (arbitraria, ma r ..rde inte_
resse il rUe,'arlo) di due [acce, ,ip,ifte e sigllifiallt. che, esse anzitutto,
sonu arbitrarie in quanto unificano (e discriminano <la altri) arbitra_
JJ3
senza riguardo a motivazioni d'ordine logico o naturali-
stico ecc., sensi disparati e disparati tipi di realizza>:ioni fomche.
DaU'arbitrariet discende la natura. sistemica. o dd segno lin_
guistico. La delimitazione dei segni, sganciata da motivazioni radi-
COlte nella sostanza concettuale o fonica, affidata al reciprocu deli-
mita,""i dei segni stpssi. E poiche tale delimitarsi non ha altra base
che 1'llSllS laqll"ndi di una comunit linguistica, il sistema linguistico
di natura radicalmente sociale in tutte le sue lacce, in quella scman-
tiea non meno che in quella fonematica e morfologica (Frei).
Dall'arbitrariet discende altresi una rinnovata rnetodologa della
descrizione dci segni, da condursi non pi in tennini fonicnacustici
O untologico_logico-psicologici. ma in termini di differenze fonicoau-
stiche e ontologico_logicn"psicologiche sfruttate in una data lingua
al fine di costituire possibili segni diversi. I principi di tale metodo-
logia 8"no soltanto abbozzati nel CLG: essi banno trovato pieno
sviluppo soltanto pi tardi, nelle ricercbe delle scuole glossematica,
francese e praghese, e nella costruzione di una semantica funzionale
ad opera degli studiosi s.vizzeri (Frei, Burger, Godei), di J..amb e
Prieto.
8. La f011..na del CLG nI'; diversi paesi.
Il CLG fu cito nel 1916 (J37 pp.) e, con altra paginazione ri_
masta poi immutata (33T pp_), nel 1922, 1931, TQ49, 1955, 19
62
.
Numerose recensioni (in genere piuttosto critiche) accolgouo la
prima edizione; Bour'don T917. Gautier 19J6, Grammont 19
1
7,
Jaberg T937.IZ3-36 (puhbL nel dico 1916), Jespcrsen 1917, Lommel
1921, Meillet 1916, !\leillet T917. Niedennann 1'.)16, Oltramare 1916,
Ronjat 1916, Sthuchardt 1917, Sechehaye r917, Terracini 1919,
Wackemagel 1916. Recensioni ha ancbe la seconda cd.' Abegg 1923,
Gombo 1925, Gregoire 1923, l.ommel 1922, Lommel 1924, Maran-
zeau 1923, Ublenbeck ]923. Numerose ancbe le traduzioni; giappo
nese (Gengogahu-ge"ron, trad. di H. Kobayasbi, Tokio 1928, 2" ed.,
ivi 1940 [coo una premeSSa biobibliografica, pp. 1-10J; 3" ed. 194
1
[con una ouova premessaJ. 4" ed. 1950); tedesca (Gnmdfrage.. IY
allgemeit'l'l Sprad,wissensohaft, Berlino-Lipsia 1931, trad. da H.
Lommel, con breve t'orwort in cui si dichiara il debito verso L. Gau-
tier, Bally, Sechehaye; recensita da Herman 193], Ammann 1934 b,
fmo al 1967 non riedita, ora in ristampa); russa i,Kllrs obUej li,,-
C'listihi, lIfosca 1933, trad. H. M. Suhotin, comm. R. ]. Sor, prefa-
zione di D. N. Vvedenskij, qui cito ome Vvedenskij 1933; primo
33+
numero della collana Jazykovedy zapada o, uon pi ristampata;
poco onosduta anche nell'Ovest europeo; -cfr. S1I-I 24, no. 3, 51u_
sare"a 1963.34}; spagnola (Curso de linguistica generai, trad_ ma<lo
Alonso, la cui prefazione qui dt. come Alonso '945, 'l" ed. 1955.
3" 1959, 4" 196]); inglese (Co..ru in Generai LinC<listics, New York_
Taranto-Londra '959, rist_ (:Ome paperback 1966, trad. di \V. Baskin,
con Translat",,'s [ ..troduc/io.. pp. XI-XII_; reco di H. Frei eFS ]7,
1960.72.73; traduce langue-parole-latlgage con langllaxe-speakitlg [an-
zich l'usuale spe,cJj],[Il11manJ larlg'Uuge; polacca (Kurs i(zyliOznaws_
[u'a ogOlnego, trad. di Krystina Kasprzyk, Varsavia 196r); unghe-
rese (v. infra 341); italiana...
Tutto cio, per, non basta a dare un'idea dell'ampia influenza
del CLG; giova piuttostn ricordare cbe, a partire dal 1930, I il Y a
peu de travaux de linguistique gnrale . qui ne CDmmencent pas
par un renvoi ao COllrs o (lIfalmberg 1954.9; e dr. Scchehaye 1940.1).
Certo, vi sono i silenzi: in opere nelle quali non si manca di citare
gli studiosi cui la linguistica debitrice di idee essenziali, si tace di
Saussure. ti. il caso del divulgativo libro di M. Pei (The Story of Lan_
guage, l" ed., Londra 195z, 2" ed., 1957) o, ad altro livello, degli
eccellenti manuali di H. A_ Gleason (An Inl1od"ction /D Descrip-
fit'e Lingt4istics, New York 1956) e eh. F. Hockett (A Course in Mo-
d,m Linguistics, New York 1958). In qualche caso (Carro\l 1953-
J
5)
il CLG citato tra i buoni manuali di iotroduzione alla linguistica:
un po' come citare l'Od'sua tra i manuali di tecnica della naviga_
zione. Ma la fortuna del CLG negli USA esiger pi oltre un pi am-
pio esame.
Di solito, un rinvio al CLG per dir cosi d'obbligo. Spesso si tratta
di semplici menzioni di talune famose distinzioni saussuriane, come
sinCl'onia-d'acrOl1ia, signifi-s'gniftant: cfr., il. puro
titolo d'cscmpio, Otto 1934.180, Hei'man 1936-31U,lI, BrondiIl
1943,92 sgg., Sturtevant 1947.3, Dieth 195.3,8,16. Porzig 1950.108,
Krona.sscr 1952.Z1, Carroll 1953.11,12,15, Baldingcr 1957.12,ZI, Am-
mer 1958.9 sgg., 46 sgg., 59, Schmidt 1963_6-10, Borgstrom 19
6
3.
4-5, Malmberg ]')63.8-9. Gi in qualcuno dei casi ora citati il riferi-
mento risulta criticamente pi impegnato; una pi approfondita
valutazione d'insieme estata tentata io numerosi scritti, trn i quali,
limitando la scelta ai l'ilI significativi per data, estensione, risonanza,
si possono ricordare (in ordiue cronologico) : BalJy 19O5, Havet 1908,
Bally 1913, Id. in Fds 51-57, 'Bral '9'3, )leillet 19]3, Streitberg
1914 (anteriori a CLG', e tuttavia. intenti a valutare nell'insieme l'o--
pera di S., anche negli aspetti metodologici poi espliciti nel CLG);
Gautier 1916, ]aberg 1937 (ma pubbl. 1916), lIIeillct 1916, \Vacker_
J"
nagel 1916. Grammont 1917. lesperseo t917: Meillet 1917, Schu-
ehardt 19Ii. Sechehaye 1917. Regard 1919.3-lI, Terracini l')19.
Lomme! Id. 1922, Id. 1924, lalwbson 1<)29.16 sgg.. Ipsen
1930.11-16. Pagliaro !930.86 sgg-., Weisgerber Mathesius 1933,
Trubeckoj 1933, ,"yedenskij 1933. Amman 19.H. Bilhler 19HIl-20,
lakobson 19]0.2]7. Alnnso 1945, Wagoer 1947.21. Wells 1947,
Sommerfe1t 1952. :\lalmberg 1954, Arells 1955.]88-42. \Vatermao
1956, TIirnbautll !'o'57, (Godel) S:\1 (1957). Redard 19.'i7. (jkobava
1959.1],6],84 sgg., ')]-9').12.1.160, Heinimann 1959, L'lImann 1<)59.2,
Hje1mslev ",6'-7, Collioder 1<)62. lako!Json 1<)6Z.29]-9{. Kuken_
hcim 1<)62.<)1-<)4, :'Ilalmberg 1<)6].8, Dem'eniste Ig63, Gipper 1963.
I], l'l, W sl;l; . 22 sg[:., 29 sgg., 46. laberg 1965.17-1<), 1965.
79-91, l:lennniste 19(,6.20-21. L!'pschy 1<)66.31-48.
Il precedente elenco, pi lacunoso che sCNrabbondante, attesta
come il CLG sia stato presente nn po' in tutti i paesi. Di si
tenta di dare qui di seguito un quadro piil deU<lgliatu.
il paese in l'infiu,,nza di S. stata pi l1ninrsal-
mente ricono,ciuta pleil\"t '9'3. Gaulhiot 1914. GramlllGnt 19]3
'5]-H. I<lll,,,nhcim r9r'iz.91 sgl'., 196j.24-2/l, e \'. S!lpra
j02). tlirdta, prufonda di S. ha p\a,mat" )ldl\l'l (.-\10nso
1945.28-29, )lartin"tl<]B577, il<oba"a 1<)59.84, Benwniste 1',1629],
lloldli 1<)65.40', Lepschy 1<)66.1]4-35), il che resta wro, nonostaot"
i giu,ti e aCUIi rilie,-i di :\lounin (1')66.26 sgg.) circa lo. scarsa compren-
sione da parte di :\1. della no,ione saus>uriana di ha }'Ia-
smato Gramnwnt (Grammont ,-gjj.9-lQ, '96'-')]1, il
quall', soprattutto p"ITi". ad ont,,- di pulemica, ha p.,tuto pr,,_
correre indiriz,i strutlllrali,ti"i (B. :\["Imberg, JI.G. in Studia lin-
guistica, 1,1947.52'55). Si s"gnalala una influenza
di S. sU P. Pas'y (,,,/',.,, .'lO'). lndirdtamenle. ma non mell'J profon-
damcnte. S. ha agito 5\1 H. Gal1thiot (P"rlcr de Parigi
1')0.1, p. 4. 1965,'7), su \"endr)'es (\"endr)'''s 1')2'0"
lortlanRahnl'r Ir)6'.]26, SUl1lll1erfelt ")6'.<]0, Cik"La,'a
sgg., 1')65.421), e ,u Uen\'enist" (Cil,oba,-a 1954.84 sgg.,
Lep.dlY 1466.134), ch" ha riple.'" lo. dd ,lli,,,oire
(sup,." "96) e "S. ha d"dicato studi [ondan\('nt,l!i (L le cit'lzioni nd-
abbre\'iazionil. :'\e:;:li scritti di _-\. ')'lartin"t i nferi-
nwnti e'pliciti a S. s',nn rari,'imi l' bre\'i, m" ";<l1uno ;<"tta
una lul:C' Sll e5;'''I1-l.i,,1i dd Cl.G. ""o.:nantlo un punto
fenll<'. (' sicuro nella complicala 510l'i" dell'e,;e;<esi ,aussuriana, g:li
Elilllf"/' dr /ill,;'"iMiq''' tin""'<'. anche 5e S. ,"-m vi citatc., sono il
di lin'l'"li'tica l'ii' radicalmente ,aussurian". e
336
Sau"sure ri\'ive in uno dei caratteri pi sil{llilicati"i del lavoro di
. egli pu'" rivolgersi in maniera autorevole agli struttu_
ralisti che ai cultOli di grammatica comparata tradizionale; un con_
tributo di ha la qllalitil, oggi semple pii! rara, di poter
essere assimilato con plofitto sia dai primi che dai seuJIldi. (Lep-
schl' 1966.129).
:\Ieillet, Grammont, \"endryes, Benven;ste.
S. agisce pi" m('no evidentemente in tutti i Iingmsti francesi. A
tit"lo d'esempio si ricordare: L. Te'.ui'::re (Tesnicre 19]9.
81-34. 1966"46), i cui Elme"ls de .yn/"xe (Pa.
rigi 1959) sono ispirati a idee saussuriane pii! di quanto non dicano
1<' esplicite me02icm; (dI. per es. p. 17 notai. G. :'Iounin (cfr. io par-
Iicolare G. :\JOllOin 196].21-24): Haudricnurt e luilland (Burger
'955 19 sgg.J. Dauzat ha rivendicato diritti di primogenitu", rispt<tto
il idee saussuriane (Lep-;chy 1966'7', no. 41). Critkhe ha formulato
Pichnn (19]7 e 1(41). rii particolare interesse sono quelle formulate
da Coben. il tutta"ia non a dichiamre il debito
de<:i,i\'o che tutta la linguistica moderna, an<:he materialista, ha
"e,-.;" S. (Cohen 1956.26, 75, &c), 16]). Come si vedl. soprattutto in
l'inlluell2a rii S. si ;, e,te,a fuori dal <:ampo linguistico.
GL\PM:<E. L'influenza di S. vi stata. immensa. (bui 1(,6].
.15', al <:he 101S" ha contribuito lo. prcesistente influen'a dell!>
idee di E. D. Poil"an'w, aiHe,'o tli Baudnuin (\' \" Ivano\', I.i,,-
"::):/j"o/y E. TJ. Pol',unor'u. \'la 7'3.1'1:;7.55-76: I.l'Cmte"
10,6,; I:: Ile"publikof'aH'WI{O E. n. Po/i,'allo,'a, \"10. 12:3,
1',6]<}6-48: l."p'<:hy 1466.1;3,,3 n'lta (5) e dell'in,egnamentl> di
H. E. Palmer ch",. indipendentemente da S. (jespersen
ilhistito sulla distinzione tra .Iangu'" e speec/ parole
-Iunga.!'e). (palm-er '')24.'''0). C"me si " vist". lo. trad. del CLG,
(,Itre ad stata la prima, ha a"ulo forlllna edite,ria!e.
ElROP.\ SETTE;:<TRl:<.\LE. L'intluenza di S. stata forle e sco_
i err". fn :':or\'egia, ,i c affermata attra"eIsr, l'0l'''m di Sommerfelt,
'4{li soci"lingui,ti<:i della conc"zione sau>surialUl
dr _\ Sommerldt. La /i"l{uistiquc sciwce . :'\o,-.;k Tid.'_
"<nh ["r Sprog-'-idenskap. 5.'9.)2.315-3'. Sommerfelt p"Hi",.
1."1"" ... q5-46i. e sue> Borgstroem 1('6].
I-.'il In S,e'i... le di Collinder (I<J621. lo. tradi-
'1"'11" da :':orecn (i,,/ra 3.';(> l"cilitatn l'e,ercitar;;! del-
lllll1u<"nla 'au!;suriana altra"e:;", ",5-4;5) "
...nch" di fif<>,;ofia hann', a",'ertito per temp;, l'inlp'Jr-
337
tanza del CLG (Regnll 19511.10, 140, 175, 18511-6, 1117). Soprattutto
in Danimarca (Birnbaum 1957.10) l'azione cli S. il stata sensibile;
beu noto come membro dell'Accademia {mpra 325). a lui hanno inteso
richiamarsi V. Brondal (194].90-97). del quale si per contestata
l'effettiva a.'''similazionc della sostanza del peosiero saussuriano {Frei
1955.50: e cfr. in efietti ad es. V. B., Lrs !,arliC5 d.. diswuo's, trad.
frane. Copenhag"n 1948, pp. 11-12, 76 sgg., 142 sgg.} e, con assai
dl\'ersa penetrazione, L. Hjelmsle\' {Hjelmslev 19z8, 1947.7z, 1951.
6z, 196'-7. Borgstroem 1949. Eg" 1949.2]-24, Wells 1951.564, Siert_
sema 1966.1-13, 54-57, 95,146, Cikoba\'a 1959.160 sgg., Coseliu
1962.176, Sommerfelt 1962.59,90) e i glossematisti (v. infm 344).
RUSSIA. La fortuna di S. stata assai contrastata. La prima no-
tizia delle idee saussuriane fu portata da S. Karccvskij che a Gine-
vra aveva seguito i corsi di S. a partire dal 1905: liu"i fs le/lres
nel 1914, nel 1917, tornato in patria, infonn i gio\'ani moscoviti
(R. Jakobson, K. S. Trubeckoj) della dottrina saussuriana, di cui
era e rest sempre imb"vuto e che espose prima all'Accademia delle
scienze di Mosca poi, come docente di linguistica, a Elterinoslav
(Dniepropetro\'sk), infine nei saggi di applicazione al russo (Vve-
denskij 19]].20, Stelling_Michalld 1956. Jal,obson 1956.9-10. Pospe_
lo\' 1957, Jakobson 1962.6]1). Anche dopo la dissoluzione del cir-
colo di Mosca le idee saussuriane continuarono a riscuotere una
certa attenzione, come provano, ad esempio. R. Sor, Ja"yk " abUes-
1.'0, Mosca 1926, O YolaSinov 19]0.60-65. 19]3 appaI"e fiualmente
la traduzione di Suhotin (v. supra). L'ampia prefazione di D. N.
Vvedenskij. pur insiste')do sul carattere'. borghese. dell'ideologia
a suo avviso implicita nel CLG. riconosce e sottolinea l'eccezionale
importanza dell'opera, alla cui ulteriore aperta discussione ha per
nociuto l'esclusivismo dei marristi {Cohen 19j1'>.29-30, Leroy 196j.
172-73), Solo dopo il 1950 circa (Birnbaum 1957.10) si sono a,"uti
nuovamente contributi di grande importanza d' Hudago", Cikoba\'a,
lirmuml,ij, Saumjan e altri. Slusareva 196] ne ha dato una prima
rassegna,
S"'ussure ;, stato al centro della disputa aperta da Abae\' 1965:
alle accuse (ooggetth"ismo nella cuncezion" della la"pu, formalismo.
antistoricismo nel sepaI"are sincronia e diacronia: Abae\' 1965,27-
28), hanno ribattuto, su un pianu di piiI generale assen50 al <
va. in linguistica A, 11. Gladkij e 1. 1. Re"zin {VJa 1f:].1965
H-59, 15:],1966,52-59), C su un plano pi spe<;ifico Ju. V. Rot_
destvenskij, () sou,(mennO'" slroel/ii jazyko""a"ija. VJa 14:3.1965-.
60-6<), a p, 6z (importanza di S. per tutta la linguistica), L. P. Zin-
338
der, O 1,,,,'o,,, "ja"ykot'dc"ii. VJa 157],1966.60-6f [p. 61: impor-
tanza di S. e Baudouin per la linguistica sincronka). A. ikoba-
"a 1966'f7-f9 (paragonaoo S. a. Kant e iilustrano !'importanza
della tra sincronia e dia<Ttmia) c, infinp, P. S, l';;uzne_
co,', EHe i 'YJ" 15:4,1<.166,62-74, che
mette acutmnenll' in P\'idenza l" componenti stnril'istkhe del p,'n-
.iero Stl.ussurianu ,'ontro aCCn"e di aotistoricismu e contro le
opinioni di pi d'uno strntturalista (p, 65 sgg.).
F: l'AEST DI U"(;l'o\ l''GLr;SE. Alle simpatie di S. per \qlit-
TU'}" non risponrl" oltre l'Atlantico niente d'analogo. Dci grandi
caposcllola della linguistica statunit"nse del ::'\n\"Oc,'nlo, Sa]'ir ple-
senta con,'ergl'nz" con S., ma ne i, so,tanzinl11wllte indi-
pendente (\Yartbnrg_UlIlIlllnn .\likus 10)63.11-1 z, \\'ein
196].. Pii, con'ple%o il rappurto con Bloomlie\d. Questi, n'cen_
sendo Sapir, elinisc" il CLG a theordic fnundation tn the ne",{'T
tren of linguistic studr' (Bloomflehl giudizio riLadito due
anni dopo recenwndo lo stes,o CLG (llloomtield ancor" dm'
anni "iii tardi BI. sottolinea il sua <dcbito. idl'ale. 'er."o Sarir e
Saussure (Bloumlicld l'Jl6.15]). lIla qllakhc anno dopo, in LlIlglfage,
il nome di S. colllparl' solo una volta (p. "J), in "'<.k di stnria delle
dottrine lingllistil'hl', c il CLG mann, nella hibliogratia, Co",incia
co.i quella edisse di S, caratteristica della linguistio:;l. postLlnom_
fieliana. In .\n",ric<l f.tcil. VS.-\] gen"ralmentc si rili,'ne clr" il !.'IJI-
guage di l.eonard BlGOlIlficid sia il piiI importante libro di lingui-
stica generale chc sia stato linora pubblicat" < (i{. Hall, L" li",;ui_
.<lira m",.,icalla d(ll 19'5 (Il 195u, < Hicerche linguistiche. 1.1<,.,0.
279) HockeU T952 si prcuccup<'l <li contestare che "si,ta 'l,mldw
influenza di S. sU Ulo"llIlil'ld, la cui autonomia da S. d,'m' ,"nlllfl<'-
mente "'urlll'.. (t;an'in '9.H..'ij-;Jf, \\'<'Ils I<J5".'i-'S, '\larti,"'t 1<'.';3,
577, Uenn'llistc IlJ54I.H, \\'alcrman J')L>J.'lJl.
Qualcoii3. di pi che una cOll\'ergerna occasionale ricunu"l:e llirrl_
baum 1'l5,IO. Sarebbe un errore ridurre l'atteggiamento statllni-
tens" a pure ragioni 5cio\"ini.tich". In C'lfdti vi i, tra i l'0stbloom-
fieldiani il timore i incorrere nel n,entalismo una \'olta chI' ci si
sposti dal terreno comportamentale e si parli <li /(IIJIJue. Giusta_
mente Co,,'rill 1')62,'1, ranlllwnt:a ch, per gli americani , la lin-
gua altro non che. the totality of ali utterances"in ali situation t
(l. S. Jhl/lI)d. iII Siruclr,ral Lillgu,.lic.<, Chicago 1951.l7,
e\". '''jr" CLG '7 n. 60).
);atnralmente, non va dimenticato che dagli CS.-\ "iene uno
dei migliori saggi d'insieme su S. (Wells 1947)' .\la un giudizio come
339
'luel1" di Watemmn (")56, 1963.(1) che definisce S. ,tlte greatest
theoretic'ian or Ihe ne\\" era' ecceziunale. Soltanto con il riaccen-
dl'r."i tlell'interes.-<c per ci l'hl' sta ,dietro, !'infinita molteplieit
degli llllrr<r>lres, per il mc<:canislllo della lingua che produce i sin_
goli "11,,,,,,,"s, dene nUU';l.111"nte P1"(',tat.... attenzione a S.' ne
esempiu Ch(llllsky 1')U4..'il. 59 sgK.. 86.
A l'arte il dei posthloomfieldiani, nei pacii anglusas-
ha limitato b pre""ll1.a rli anche il duro giudizio negativo
,Ii O;,::tlen e Hi<:han.ls 19lJ: S. un" irretito da ,sofismi
,'erbali. (4-.i c nota). ,ingenuo, (p. 5). inutilmente complicato.(ivi).
incapace di de,cri"ere il funzionamento del linguaggio (p. 232).
:\"11,, llni\'('l"l'it inglesi la l'r(,'f;elll'a di S. stata garantita in
'Illakhe mo<1o anzilutto da ,-\. Gardiner (Sommerfelt 1961.90, Ro-
hins !<}6.1.13. e dr. anche Gariner 1931.59-00. 6l. 68--q3, 106 sgg.,
Gartliner 1<).,'" t;anlim,., "JH)" Jones {"Jjo. YI,u3: Lepschy 1966.
'J.;l. '1uindi ,la l'irth (Il13.;50 sgg., 1956.13-'1: "u 1'_ dr_ Lepschr
1966.135 e 1+71. l;nn menzi,.'1lt' a p"rte esige l"lImann, ungherese
d'origine. ma onllai anglieizzatu, che ha largamente suhito l'influenza
di S. diffondcndo idee saussuri.1ne tl"a i romanisti ., i cultori di se-
nmntic.. (l'lImann 1949. Cllnmun 1953: cfr. inoltre .-\ntal 1963.19
sg/(" .'\1 sgg'., S"mmerl..lt l<)6z.9I, RO'iiella 1966.xXlX sgg.). anehe
5e gli 'ii " nSfie,,-ato chc non semp'" ha penet,ato a fondo il pcnsiero
saus"uriann (GodeI 19B, Fl'('j 1955.50-61).
Anco, pI marcatamente che in es.-\ la di Saussure
.. unnni raffurzata in Gran Bretagua grazie a studiosi
come lt H. \{obins (Grne",/ An IlIlrildwclnry SUM'ey,
Lonrlra pp. li!, 7.'\, H9, 37R), Ho M. W. Dixon (IFllal is
A Srw Approach lo L;"K"islio Drscriplion, Loudra 1<)65,
pp. 73-7S) e altri.
SVIZZERA. Xell:l stessa patria, la fortuna di S. stata a lungo
molto meno forte di quanto si putrebbe credere {Frei 19+9}. Pi
che un ambiente diffusamente &1ussu,iano, si a,'uta una serie di
singole rile,'anti personalit che hanno continuato, con va,io ac-
cento, l'opera dd maestm di Ginevra. Yanno mell7.i"nali anzitutto
Rally, del quale tuttavia si wno spesso segnalate le divergenze ,i-
spetto a S. (Segre 15-I6). l'insistenza sui "alori affettivi
della /angue e, C05.... cui lo stessu B. teneva (Ball\' 1<)0<). I.vll), l'ori-
ginalit. (Alonso 1945.29-3, Godei 19+7. Frei' 19+9.54, tikoba"a
1959.84 sgg., Wartburg-Ullmann 1962.l49, Segre 1963 cit., e ''I,
Bolelli 1965.391 sgg.), e. accantu a B., Sechehaye, forse pi vicino
all'intendimento delle dottrine sau5Suriane, specie in tema di arbi_
340
tmdel (Alonso 1945.3, Godel 1947, Frei 1949.55, G<:>del '956,59).
Entrambi costituiscono la di Ginevl'a t, filiazione dell'in_
segnamento sau.su"'ano (Sechchaye 1927, Grnnunont 193].I55, De_
voto '9Z8, F,ei '949, Godei 1961 ecc,) che essi hanno Ia,gamente
dilluw e gelosamente cnstodito. Innumerevoli le loro polemiche in
dif",.a di questo o 'lucI punto del CLG: contro il p,imo ,attacco.
di Doroszewski alla nozione di fonema (BaJly 1(33), contro le cri-
tiche di Wartburg e dei p'aghesi alla. separazione. di sincrc.nia e
diacronia (Ually 1937, Scch"haye 19.'19 e 1940, e cf... Alonso 1945,
19,26). contro Buysscns (Sechehaye 1944) ecc. L'intento apologetico
cede il pa%<>, uella genernzione pi giovane, all'impegno esegetico
accompagnato spesso da nO"it di vedute: cosi in Frei (Sollbe,ger
19B45-46, :IJ.,rlinet 1955.4S). che. tutta,ia, ....Itresi sceso in po-
lemica per chiarire e difendere assunti (drca l'arbit'a_
riet: 1941, F,.,i '950. Antal 1963.81;
circa la sinonimia: F,ei 1961.39). I contributi di R. GodeI all'escgesi e
all'approfondimento del pensiero saussuriano si citano quasi a ogni pa-
gina di queste note e del commentu. Infine, per la presenza di
S. nella Sua patria, non vanno dimenticati Karce\"skij (supra 338), A.
Burge, (1955, 1(61), saggi e attivit edito,iale di R Engle" gli stu-
dinsi svizzeri di lingua tedesca (in!." 342,
PA:ESI DELL'ESI EL'UOI'EO. In P,,!on;a (d",'e dal 1961 si dispone
d'una traduzione del CLG) la fortuna di S. legata a quella della
tradizione inaugurata da Baudollin e Krufizewski e all'atti"itil di
Witold Dorosze,rski (19]0, 1933, 1933b, 1958), specialmente int"res_
5,1to a uu'interp,etazione sociologica dei fenomeni semantici (Schaff
1965.17 sg!(.) e di J. liun'lo\\icz, che in sede storico.comparativa
riprende i pmi.lemi dd .lU"wire (sllpm 296) e in sede teorica qu'elli
del COIlrs. Come in Svezia, anche in Polonia l'ambiente filosofico
inte'essato alle posizioni sanssuriane, cent'ali nei lavori di A,
Scbafl. 1965 e l'}6+.
In e"l:!lailJ, il primo studioso impegnato e appro-
londimento della problenmtica 5<lllssu,iana stato Zoltin GomlxJcz.
che recensisce il CLG nel (Gombocz e Il> mette ampia_
mente a frutto nel suo tTattatello di semantica (jelenl,/all. Buda_
1926: cfr. Rosiello 1966.x....11 sgg.) e in :litri lavori (J. :-.relich.
G. Z. elllUke:e1c, Iilnleuyomat a magya' nyelv. 32,'936.6,5-86),
Xel1a stessa dire2ione si sonu mossi Laziczius (193'J, 1939 b, l<J45.
19
6
1.15, '74 sgg.), Fonagy (1'}37 e Zeidull ". Sy.I'III I, 5Z), Antal
(1963_1] sgg., 8I sgg.). Su criteri e prohlemi della tTad. di Uj,inClY
(F.d.S. IJ.J dllaldHV, "J'eh'lsulb., Budapest 1967) ch. E.
Hl
!JulgYllr [ordfldsa Kuliink'nymnat a magyar
nyl."1\'.
In Crcos!mlIcc!lili. ir aHa clillusinne del CLG l'n'parato
da stllllio,i _\nzitnt!o, da Ilna singolare per'<Onalitil, il filo-
sof" e 1I0mo l',,litico Thonlas G"lrigul" :\laS<1.ryk dw in Z,ik/"do"':
1"1:)1.'.1' (l'l'aga 1:'>85: tr",d. h'd.. IS86, l'n,,,,",, (illa "'-
<Telm l.ogi") formula una netta distinzione tra studi" statko c stu-
dio st"ril'o tldla pr<l,lrn'll" all"ll'rnglillwntu d"U';lI\<llug" di-
,anssurian" da parte ,ki .praghl',i. (Jnkob,"n 193.1.637,
,\lou"o sui cui ral'porti l'OH S. oltre, ri,'ordando
)'er ura i nmtribnti sa"""nriani di \', 1I1athl'sius (1'133) C Yadwk
(193()()'i-()6],
P.\ESI Il! LlXGl'A SI'.\GXOL,\. ,\nzitutto la eccdlente trad. c il
limpido l'f<;I"to di A. Alon"", risalenti al 1'14.';, quindi l'attivit c
gli studi di E, C<lscrin ehe multi anni h:> insegnato
:> hannu giul-ato l"lUUSl'cnza dell'opera i S., pur
gil1dkata l'arecl'hie risen'<' (D. Alonsn 1950.1<)-33. 599-(,03.
1IIencnd,'z Pidal I<)55.18, 20, B-37). Ll' inagini
[., l'rie!''. nl'i df """l":.:if, r.Aja
lQI'4. t""l. iwl I{"ma l'loR. n,p}lr"""nl;mo uno l'ilI acuti
trihnti allo "'il,,p1''' <l'lIn:1 S<'''''lTIrica (onfollu,' ..li, i,I.< ,Id (1.("
PAESI DI LlXGUA TEDESC.\. A p,ute Strcitbcrg 19'4, IlInk"r
Lommel, traduttore del CLG, coloro (hl" hanno ontribl1ito a diffondl're
l'op,'ra di S, nei di lingua sono stati i suoi critiri Wart-
bl1rg ha critica!" pi vulte la distinzione di sincronia e diacronia
(1931. H137, 193<). 196.): Alllmer (193--1) c /{ngger ("1-11. hannu
critinltu pareCl'hi punti dd Cf.G. Si sono inwcc a S. (e
a Hmnbc>ldt) L. c]. Tril'r 1<13l.
Ii--!, dr. inoltre Springer 1938.168. Quadri 195>.1.-\3-H. Hjelmskv
"'I61.47. "'<'in Il)63. li , .\nt,,1 1963.1<) 5gg.. 1<)6+J2). Sultanto
negli anni <Id sel'undo dopugucrra si <htiolllk ne'Ilc l1nh'crsit:, t ...le-
sdl<" il rispetto per le posizioni sal1s.-'llriaue' ('-. illfra
ITALIA. Per i linguisti italiani che. l'umc lJartoli, Battisti. llcr-
toldi, studiaH'llo a prima dl'l l'rimo contiitt" il
CO"" dr lillguisti'/I'" gh,t'rlll.. fu. una ri,ciazionc., oscurata.
per. dal faseino di GilIiroll e dall'opinione cl 'csser ri"dti a svin-
wlarsi. dal Cu"" superandolo. (e. Battisti, l"ill<'r;o) Da/vidi
Arch. glott. ital .19.1953.1'19, a pp. 1-, );on diffor1l1c l'atteg-
giamento di B. Terrarini, dalla lontana reccnsionc al CLG (Terra-
342
eini "II") ai sritti (19)9, 1<)42, 1949.z3-l4, 37. 40-43
<'<C. 1<'5,". IO, .';1. 26, .17. 411. 51, 6l), sin'he in 1111 lavoro di
lIna sua alli<'ya (e. li lillg""l;gio. i\'<1/""'. 51'''11'''". sla,idt,;
.Id}j'I/,' li"-,;,,i>li,''', Torino 1<)60), il nOlllc <Ii S. Oll1pare quattro volto:'
"""",'ial<> "Ila t<,,'ia ,!t,Ila sillaba, alla nOliolle di rapporto assoda.
l;n' "'1 al nom,' dd '["'''''1l'ini. il <]ual,' ha <'laborat" llllll n07.ione di
1inl:"" di""rsil da 'l<1<'ll" dd CLe (l'p. (;3. n. S.\, 197) . Hozzo l"
". il CH: a gimli?iu ,li \'. (1,,66.>98).
t'ritidl<' di i"piraLi,,'w son" slate mossc al C'LG. ai
tini ,li 111M ri<'!al",rll7i"ll<' di (t>ndmnl'n1<lli nozioni saussurialle, da
t;. Il,,,..,to ]/'51..\-IS) .-\. l'agliar" (1<).I0.1i6 sgg..
1<1'i7J>. I<IS. Jt,,-os. .I77-'S). l;, l''N0), T, Ik,Idli (I!H\l.
H)I':;.Ii. l'H;, piu llo:lrc"til a,ksiollc 'o non
alk ""llIzi,,,,i ,"'rtu ,li dd CLG puil ran'isl1",i in linguisti
,kIla COllW L. \\', Bl'lardi. 1II.
I.\ll'idi (\,<,r i 'l,,;,]i \'. <I/>I.'f.). r.;<ltcn,li contributi all'('s('gesi
SPIll' \"('I1l'ti ,la (;. Lq'sdw 1<)05. J<)66 ecc.) O
(;, (1"(>5). Il tradi<iol1alo statu d'animo. asau5'uriano. della
ihlliana parll'bb<" "rmai inninato (Lcroy 196j.I60-61 e
nota).
l'n <"Il'seellk interessc per il CLG si l'li'" anche tra
(l1,,"oli. wnw <Id "s. l;. lll'lia Yol!'c (CI'I'lw dd 1:"510, IO cd.. l\liIanu
1<]60. l'p. <)1-100 l' l',,;;illl) o F. Lomb"nli i'I(lUu,,/i sul-
l',,,,,,. Fin'nze I<)0S. pp. ti5-11il [= S"Il'l'dle iII /'''''' d
D<' homin<'. (dr. llerossi
Il '1",,,lro ,1<'11" fortuna di S. nei diversi paesi pni' intl"grarsi <'On
'lm'Il" <idla pr<'''''lIZa dci CLG nei diH",i indirizzi ddla linguistil'a.
,\ parte Bloomtid<l, la 1"<'sl'lIza <Ii S. stata minima tra i pustbloolll-
tiehliani: " per ora o';c'l1m se, an.'ora IIna nllla il1
l'ol 10m Imd,.,., uu'analu!:" prl'''''rizione di s"ri< Olllpiut" dai d"ims
ldani, l'i(, freqm'ull' il l'"nfr<>l1to l'on posiziolli saussuriane nci "",-i
indirizzi storil'stil'i, in akuni l'asi 1<)6;;,161'6l,
noti!, Coserin: 1{"sidlo 1<)66.56-60) si pPtuto parlare di "inte"i
Ha li! omp"llente c l'unti di "i5ta sturiistici. S. co-
111111lqoe 1l<'11 a studiosi come \\artbllrg (" . "1'1'1I), Xen-
duni, DCYoto, 'l'erracin; (De 1I1auro 19jj_J'0 sgg.).
A S, si rihiamano i rappresentanti ddl'indirizlo
Ycnclr)"<'s, Sommerldt (v. S1fpra e dr. _-\Ionso 1945.23-29).
343
Per J'atleggio.mellto ella linguistica d'ispirazione materialistica e
mandano. v. supra 337 (Cohen) oe ]]8-]9.
Di evidente e dichiarata derh'aziune saussuriana sonu' concetti
della glossematica C'Jme fonoa. e sistema di
v. SlIpra 338 e aggiungi "'ells 193r, Siertscma 1935.1-','\",
1959,160 sgg., \\'aterman 1963.8) sgg., Lepschy 1966.76-77.
Un problema non Sf.'mpEce e co,tituito dai rapporti tra S. c la
scuola di Praga . Spes,o, e Con intenti polemici contrasWnli, si
snttolineato che i praghesi, concependo ad esempio il fonema Cume
astrazione fonetica. (Siertscma 1']55.2). uppure anrlano in cerca di
un equivalente semantico del. significante zero. (JakuLwn '9]9; e
dr. Godel 1953.31 nota Il ecc., mostrano di essersi formati su un teI-
reno non samsuriano (Lepschy 1961.207 sgg., De :Mauro ")65.115, Le-
pschy 1966.54). E in effetti gli stcs-'<i l'ragh"si hanno accreditato la tesi
d'una loro indipendenza da Saussure, esaltando il primato che avrel.>_
bero avuto rispetto o. S. in una ""rie di concezioni (fonema, "inCIO-
nia e diacronia ecc.) vari studiosi slavi: anzitutto Haudouin e Krus-
zewski (v. s.. n. 6), inoltre P{)1ivanov ("UPM 3381, Furtllnatov
(Jakobson Ig29 = 1961.104, L. V. Scerba, F. F. Foyt,,,,alm' l< islo-
,ii Ilauk o "Ja Il:S.ly6].88---<JJ), Snrba (jakob.on 1929.11
nuta, lklardi 195<).67, Cikoha\"a 1959.' 18 sgg., Lt'ont'.. 1961.1Ill
.gg., Lepschy llj60.63 SIl'Il'.).
Xeosuno pu contestare lo. preS(lnza di queote ascendenze non SallS-
.urlane .(ma non perci eslranee a Saussure: basti dire che Daudou-
in e Krusze",.ki a loro a S. lo. nozione di fonema:
v. supya nota 6l. );on v';' dubbio d'altra parte dw avere con(}J;ciuto,
dapprima attraverso sl,pra 3381, le idee <\<.>1 maestro
gine"rino, ha avuto imporlall1.a decisiva per S. TruLeckoj e K
Jaknbsoll. In polemica con l,('J'schy 1961 e De )'lauro 196;;.115
(che viene con ci l'c,netto). E. Gareoni ha giustamente "lI"tenuto
(1966.1I sgg.) Che il collegamento tra la scuola di Praga .. l"inse-
gnamento di Saussure sia un Il p05/n,ori, piuttusto che
oggettivamente storico. essere inte"o. solu nd ''-'''50.
che di falto il terrcno culturale da cui nascono i praghe" no" "aU'i-
surianu, o non solamente sallssuriano. :'Ila non si l'u;' c non si
deve negare che nOn solo la determin,-,-zione di tutta una serie di
problemi particolari, ma anche certe (metodologicamcnle) primi-
tive assunzioni t....,riche e terminologirhe da Sallssllre .
Sulla stessa line,-,- si muo".. A. )'Iartinet (L" pllOlllogie Sy"d'rCltliqlu, el
ti"ullro"iqlU), in Plro'lO/ogi' der Gegt!"u"yt. l'ortrrige und Diskl<ssio"e..,
ed. J. Hamm, Graz-Vienna 1967, pp. 64-74)' Si Ics phonologues n'ont
pas suivi Saussure dans son identification de s}"5tme et dc synchro_
,4+
nie, ils ne sauraient en re"anche niel lenr dette envers celui qui,
avec la riguenI qne l'on ",,-it, a. affino la ncessit d'nne istinction
enlle Ics dcu", points de vue synch",niquc et diachro_
nique. Il peut, certcs, etrc difficile de ccrner avee exactitude Ics con-
tribntions d'un penseuI nu d'un chereheur au",
nlt"'rieurs de lo. sciencc. 'Mais ce qui sembl" assur"', e'est que l'in-
fiucnce d'antles savants '1,,'uo considre a jnste tilr" camme des
pionniers dc la n'aurait, ""-ns l'interventi"n dc s.aussure,
lamals abouti a la dlimitation Sllns entre synchronie et dia-
chronie... (p. 66),
In qnesta prospettiva. ialettica _ vanno visti i rappnrti con S.
di Jakobson (oltre Jakob50n 1962.6]1, cfr. Martinet in Handri_
conrt-Juilland 1949.IX, Bnrger 1955.l0 sgg.,
sia di Trubeekoj (Terracini 19]"', 194'-1<)3-212, 218-24,
Alonso 1945-14-15, Jakobsun ")49.X1><, XXVII!, Martinet 1955,18-19,
Burger T955.19 sJ;:g., Fidai 1955.28-2'), Coscrin
196z.149 sgS, Jakobson 19611.631, 'Sommerfelt 1962-<)0,
1966.60-6z}, dei praJ!:hesi in genere (aUa bib!. ora cit., aggiungere
Jakobson 1<)33, Grammont 1933.155, Tesnire 193'J-8]-84, V'In Wijk
'939.297, Alonso 1945.13-T6, 29, Hjelmsle" 1947.71, Martinet 1953.
577, Malmbcrg 1954.1O-lI, 17, Spang_Hanssen 1954.9], Catalan
Menndez Pidal 1,)55.28-29, 33-37, Greimas 1956, Stelling-Michand
'956.7, Waterman 1956, Watenoan 196].t)8, Garroni 1966. 11-18,
J. Vachek, TM Li1lg. School 0/ Prllgue, Londra 1966, pp. 4, 18--Z2,
107, T33, 160 sgg.).
L'influenza di S_ ravvisabile anche in studiosi che mal si inqua_
drano in un indirizzo di scuola come G. Guillaumc (Gni!-
laume T952.. Bennveniste ,,)62_9], Valin 1964.7) o lo stesso JespeI-
sen, ad onta elle sne e"identi incomp",osioni (Jespersen SrlecJed
U'ri/;ngs 389, Jespernen 1<)33.109 Gardiner 19J2.107, Sommer_
felt 1<)0".<)0). Del dato l'interesse di S. per lo. .linRUli viva_,
per la parole, si sunu cercati anche con posizioni assai
lontane, come <lucHe di Gilliron (Jacrl( '9_n.123-Z7, Terracini
1957.10, Iordan-Bahner 1962.l03-04, 223) e di Schuchardt (Iordan.
Bahner 1962.80).
Ai limiti tra linguistica ed altre discipline, idee saussuriane 50nO
state messe a fruttn nt'lIa psicologia del linguaggio (Delacroix 1930.
9, 5]-54, 19]0, Kainz 1<)4'-IO-II, 19-H, Kainz 1954]34,
Kainz 1965_IO_II, 21), Garvin 1944.54. Bresson 196].15, 27, Aju-
riaguerra .g66.n3; per i rapporti con KantoI, cfr. Garvin '944.54,
Kantor 1952.69, 162, 172), nella quale Osgoo (1966.204-05) si
rifatto alla distinziune tra la"c"e c pamlt per <lar base alla distin-
zione tra linguistica e psicolinguistica. I<lee saussuriane souo (ado-
345
perate con prufittu nclla glottOClidattica (Guberina 1961, Titone
1966,,13-44, /II. A. K. }Ialliday, A. ),[cIntosh, P. Strevens, TlJe Li..
C"islic Sciences and Language TcarMng, Londra 1<)6", 1,,8), nella
llHltematka dI'])" comunia-7.ione e fatti linguistici (Man_
delbrot '9.H7 sgg.. 13. Guiraml 1959.19, E1lis in Zeickell II.
Sysle"l 4R, 'Vein H163.S, I. I. Rcv2in, Jfodels o/ Language, Londra
H}66, p. in rartin'lare G. Hcrdan H)66.13 ha affermato: There
is a relatiOllship bctwccn t11i" book as an cxpositiun "f quan_
titati,c linguistics a",1 that classic 01 gcneral linguistic., de Saus-
sure',; COII,S dc fing. gt"., amI, insofar, my work may be d.,,;cribed
as t!w 'luantilicatiun 01 dc Sau"-sure's la"gue-para/e diclu:,tomy I
(dr. gi Henlan I<J56.So, Dc ){auru, SlalisliCIJ lillguislica, in Enl'i_
dop,dia il"l;,,,,a, App. IlI, volI., Uoma 196[). Idee di S. sono
passate anche in snciulogia (G. Braga, C"'JU",iCIJzione e sO>c1el, Mi-
lano 1'-)61, pp. l<JJ, 1'-)7 sgg.) c, a opera di Marcclll-fauss, in antro-
pologia (e. Lvi-Strauss, L'analyse 51ruclurale linguistiqlce et en
unlilropo/<J!{ie, Wurd. 1,1945.3J-53, p. H).
i\leno noto S. ai tilo!<ofi. Biihler ba ampiamente utilizzato e
il CLG (Lazil'Zius 1939.162-6;, LohlU,,-nn 1943, Garvin
194454, Laziczius 1945)' Couvergenze sono state ricercate tra S. e
Cassirer (Giilltcrt 19'5.9. Lerch '939.145). che per non cita mai S.
nelia PlJilasophie dcr sy",boliscllen Forme" e lo menzioua solo una volta
altrove (Cassirer 194-'i.10.j.l. Similmente, qualche possibilit di rac-
cordo stat,,- ccreata con Husserl (pos 1939.358-59, Vrban 1939.
50, Alonso 1945.8, Merle>lu-I'onty 1967.I19 sgg., Derossi 1965.33-
34), con Morris (Wein 1963.5-6), \Vittgenstciu (Verburg 1961, Wcin
'963S, De Mauro 1965.133 sgg., 152 sgg.), con lo stesso pur lontano
(Leroy Lepschy 1966_19_20) Croce, che cita S. solo
due volte sparse, V{ll. III, Bari 1'-)60, p. 395. Croce 1946.34)
e ignorava il CLG (che non possede.'a nella sua biblioteca), ma che
tuttavia avvccte vivacemente il problema dell'identit delle forme
linguistiche che per lui come per S. sono, s111 piano della mera occor-
renza concreta, assolutamente diverSI' le une dalle altre, c negli ul-
timi scritti si avvia a concepire la lingua nei suo n""SO con la vita
sociale (Dc Mauro 1965.1S6 sgg.).
Gi si pu constatare che il recupero del pensiero saussuriano
in tutta la sua autenticit va des-tando un crescente interesse per le
tesi di S. presso tutti coluru che sono a vario titolo impegnati nel-
l'analisi dclla realti linguistica. Non vale certo solo per gli autori,
n solo per il pur vasto ambito della psicolinguistica ci che di recente
stato :;critto: \\'e take it that De Saussure's classic distinction
between lal<g1le aud parole is necC'SSaI'Y if any sense is to be matlc ol
,%
an area a5 complex a5 language functioning. A description of il lao.
guage, in this sense. is a dcscription al the knafl'ledge o/ tke language
which has bcen intemaiized by a mature, idealized 'spea.ker-Hste-
ner'. (R. J, \\'ales, J. C. Marshall, The Organizatian o/ Li"guistie
Per/armance, in Psye/Jali"gllti,;s. Paper<, Edimburgo 1966, pp. 2'}-
80, a p. 29).
IO. La questione dei preC14rsari.
Un testo di eosi larga diffusione come il CLG non poteva non
incontrare sul suo cammino resistenze e attriti d'ogni genere. Uno
dei modi l'iii comuni, e impeccabili e irreprensibili,
con cui si manifestata l'ostilit nei confronti del CLG nndiCJ!.-
zione dci precursori l. Naturalmente, in l'iii d'uno degli studi che
si citeranno qui di seguito vi anche qualche cOSa di scientifica.
mente valido: vi l'intento, storicamente giustificato, di rinb'acciare
gli lluetaTeS che possano aver contato nella fonnazione di Saussure,
Le pagine che seguono sono quindi destinate a un duplice fine; da
una parte ricordare, attraverso l'analisi delle proposte di precor-
rimenti I, quanto larga sia stat,\ la malcelata opposizione al CLG;
dall'altra. approntare materiali a. quella estesa indagine sulla forma-
zione di di cui si sente viva l'urgenza (Lepschy 1966'48) Il cui,
sia nelle pagine precedenti (su Pictet, Whitney, BaudolIll e }{nl!;-
zewski: 288-89,299,306) sia qui -di seguito e neil'appendice (su No.
reen: 356-60) la presente ricerca. intende coutribuire.
il grammatico indiano del V o IV sec. a. C" con le
avrebbe offerto lo spunto pt'r elaborare la nozione di
segno zerO l a S. (CLG 2SS) e ad altri moderni, come Sweet ecc,
(W. S. AlIen, Pkrmeli,;s in Andenl I ..dia, Oxford 1953, p.I3 nota 4).
Ci stato asserito polemicamente da Collinder (196z.6-1I.1S) e pi
oggettivamente da Allen (19SS.IlZ). In effetti, un passo come Pal)..
VI 1 66-7 lopa vel, ammutolimento di v I attesta It>pa nel signifi_
cato di zero I, coufonnemente alla definizioue di lopa Come atiaT-
saua assenza I data in I l 60 (cfr. anche L. Renou, Term. grammo
du sanserit, Parigi 19S7, s. vv. laPa. lup-).
Sioiei vderes, Agostino, Sigieri, H. Gomperz (Robins 19Sr,26,
82-83, riecheggiato in Jakobson 1966.22-23) sarebbero precursori
della distinzione b'a signifiJ e signifianl e della teoria saussuriana
della duplicit del segno linguistico. Effettivamente in Crisippo
(SFF 2.48,18) si trova la coppia "'1!lC'.rIlO'l"lll-<ll']I-"'''Y6I'-EY''': a dire
il vero, come per tanti altri pretesi elcmenti stoici I, si tratta di
'"
una distinzione concettuale e terminologica gi aristotelica (dr. in
P&cl. 1457 a ori oppost-o ad cia-J;f'a, e in Rhel, !.t0.'i b 11 ':'I
significatu.) che la tradizione ha considerato. stoica.
(cosi COme si chiamano. humboldtiane. idee che sono. in realt,
lockiane c leibniziane). Da Aristotele, attra"..r= Crisippo. la di-
stinzione passa in Agostino (Robins cito e K. Barwick, Probleme
der sloischen Spr"cMehre ,,,,.1 Rhetorik. Berlino 1957. p. 8 sgg.).
quindi si ritr9vil nella logica medle,'ale. in specie nella dottrina dei
modi sir;niftcandi di Sigieri e, infine, in H. Gomperz. Questi (su cui
cfr. anche Ogden e Richard, 1923.274 sgg.). pril'llldoec"l a Berna
nel 19"0, autore di una Weltalll<challU"gs/e!lre (2 "olI.. Jenil 1905-
08J, il cui secondo voI. (cui accenna Jakobson) si intitola So%gie;
la na-ologia. di Gomperz si arti-cola in una scienza dei contenuti
dei segni (Semasi%gie) e in una scien2a della loro verit (.4/<11'0/0-
gie). I ,olurni di Gomperz mancano nella biblioteca Saussure. Non
si pu per escludere che S. non ne abbia tratto il suggerimento ter-
minologico in questione, sostituendo quindi, nei corni di linguistica,
a conupl e imagt acous/il{"" (CLG 100). signiftt e signifiont.
L'interpretazione banalmente convenzionalistiea del principio
saussuriano dell'arbitrariet (CLG la-o) ba fatto redere a una folla
di precursori: una reCl'nte lista in E. lQSeriU, .1" signe.
Zu. SPii/}.{ucilichtc cin" a.islole/js.hes Rq,.i/fts. Archi" f. d. Stu-
dium der Sprachen U. Lit. 1967. 81-112. Come
antecedente si anzitutto indicato .t'Jatone (Robins '95'.'0 sgg.,
Jakobson 1<)66.25), ma sarebbe stato giusto indicare anche Panne-
nidc, una parte liei sofisti, Demouito. Aristotele. gli stoici, in parte
gli stessi epkurei, Agostino (sp.-cie il passo di Con/- I, 8 caro a Witt-
genstein, Phil. Unlers. IJ ecc_: inolln, sono stti indicati: Leib-
niz (Perrot H)5312), e cio ( da credere) il III libro dei Z'''ouveaux
essays /'c"len<icmenllJ"main (Opera pl1i/osophica, ed. J. E. Erd-
mann, Berlino 1860, pp. 296-335), libro ch' ricalca l'analogo punto
di vista ,'Ii Locke (An Essay Con.c:......ing Ihe Know-
/edge, Opinion and Asscnl, 1. IlI, in particolare cap. lI. 8) "; Tur-
" Si a""erta luttavia che li rinvio a Leibniz COlll<' IMrieo dcll'acbi_
trarict in senso arislotdko per lo mcno discutibile, con Lockc e \"ico.
uibniz assertore d'una concezione della lingua come formazione storica
(anche nei suoi aspetti ""mantici), anche se in lui, Come in Vico, e di""nla-
mente che in Locke, Berkelcy e Hume, pu osserva:r5i il permanere di qual
chc rcsiduo uni.ersalistko (dr. il passo citam in De Mauro 1965,58 e, per
tutta la quesl;one, lo slc."" mio lav(Jw pp. 55-59). improbabilc ch" S.
abbia conosciuto direttamente i te-sti di Locke, Hume, Leibniz: non si
spit'gherehbe oJtrimenti il suo attribuire. ai ""nz'a1tra detenni-
348
goto Efym%gje, nella grande EN:yclopfdie (Ferrot 1953.T2): G.
Book, .-/11 /",",sligatirm 011 llie Ltlli'; 01 TIIO"g!ll, Londra 1854, pp. 25-
26 {$ti cui BeU\'enistc 1964"3'-32); A. ;\Ianzoni, Prose mi","i, 2&
ed.. Firenze 1923, p. 317 (cit. in Bolelli 1965.85); P. Valr)', ree.
all'Essai de stmall/jq"e di :\1. Bral (Oenvus II, 1453, ciL in Ben_
"eniste :\Iadvig (Jesperscn 1917): Wbitney (Jesper-
'cn 1917. Secheha)'e 1917.9. Delacroix 193.62, BolcHi 1965.152.
Jakoson 1966.25).
.\nticipuioni della sellli%gia preconizzata da S. sono state ad-
ditate nel l. VI del De diglli/ale et oI<gmnolj, scielllia."", (F. B. Opera
olllnia, Francoforte S. ;\1. 1665. <::011. 144-47) e in particolare neUa
dottrina dei cllaracleres no" no",i>lales: Hoc igitur plan!! statueo-
dum est, quicquid scindi possit in differentias sati. ad
notionum varietatem explicandam (modo differeutiae mae sensui
perceptibiles sint) fieri posse vchiculum cogitationum de homine in
homine. (cfr. Verburg 1952.203-08): inoltre nella sr:mio/ica di Locke
(\\'ein 1963.6} e di Cb. S. Peirce (\Vein 1963.6. 1966.23-
25) ".
Se Apel (1963.117 .gg.) Cerca di illuminare talune distinzioni
del De VII/gari E/al{. di Dante (/aculia, sermo, l'-"JlUi/a, fingt4a ydi""'a)
nazione idee aristoteliche, portoTealiste, rnzionaliste. Pi probabile che
egli ne abbia il .ncco attravf'l'So la conoscenza delle idee di
Kruslcwski (s"pra, nota 6).
Il l.o<:ke usa '"ll""u.>nx>\ nel paragrafo conclusi,'o dell'E""y (IV 21,4)
nel senso di dottrina dei segui" il suo compito di cOIl.idernre la na
lurn dei s.-gni di cui fa u.o lo spirito per !'intendimento d....Ue cosc. O per
lrasmett.... re ad altri le sne COno""enze . Contro l'opinione espre."", da N.
.\bbagnano nel sno altrove pregevole Dirionario di fI/o.ofta (s. V. u",io-
lica). occorre dire che la di Locke cosa assai diversa dalla
.Iogioa . E in realt Ullil delle tre grandi provincie sapere
umano (le aUre sono la fisica. e la pratica .) della quale la .logioa'
i soltanto una parte. E probabile che l'uso lnckiano sia nna determinazione
del 5Om;olio. in uso tra mO'dici; dr. f'fpn ""ienza dei sintomi.
in Galeno Op. XIV 689 J{lhn. Come accenna Abbagnano, Semiolik ap-
pace come titolo deUa terza parte d.l Nnoe, Q,ga"01l di J. H. Lambert
<,S..", Orga;wtl od" Geda"R,n i'b.. die Erfrub..ng Imd Beu;chn.. d05
.. una "-OlI 1rrlb".., " ..d Z '011.. Lipsia
:\fa gi quattordici ..uni prim.. s_ioli,,, appare nella synopsis del
di Baumgarten (ed. Bari 19J&, p. 53) come titolo del caput
Ili oosia come nome della scienza. de i g n i s
l'ulcre cogitatomm et dispo.itomm. (<>p. ,il. 58): senonche la pars allera
lIdl'opera. apparsa nel 1758, si arred, grosso modo, alla fine del caput
I. e il ...guito non si ebbe per la morte del B3umgarten (1763). Qued; co-
munque sembra attestare che il termine dovesse CSSl'1' in uso in ambiente
leibni'iano e wolffiano anche prima del umberto
349
valendosi della distinzione tra /41181 e parole, altri hanno cercato
la fonte di queste due nozioni Sll,ussuriane nella nozione di fait
!lOcial. di Durkheim {Dorosz"",."ki 1930, Doroszewski 1933.1.1_6,
Doroszewski 1933 b, Domszewski 1958.544 li. 3 [contra ?>teillet ap,
Doroszewski 1933.147 e op. Sornmerfelt 196z.37, 89""90J, MathesillS
op. Doroszewski 1933.147, Vvedenskij 1933.16-18, BlIdagov 1954.
II,I3, Kukenheim 1962.83) e nel riconoscimento del ruolo dell'in.
dividno proprio di Tarde (Delaeroi..'" 1930.66, Doroszewski 1933 b,
Doroszewski 1958.544 nota. 3,'S;\[ 282).
Per la contemporanea ammissione' e insil'me per la distinzione
di langue e parole, intese COme equivalenti a patrimonio collettivo.
e f nso individuale del patrimonio. si anche citato, COme antici_
patore, H. paul che nei Prinzipie1l der Sprac1lgeschichle (la ed.,
Hane 1880, 5" ed., Halle 1920) distingue tra Sprtulmsm e i"dilli_
duelle Spreclltatigkei/ (pp. 31 sgg., 286 5gg.), delinea in un modo che
si creduto analogo a quello di S, il circuito della parole (p. 14:
dove sar da osservare tra l'altro che Paul parla di Seele e Sanssure
di cerveal!), e parla di desllriptive Grammatik f, dl'fin"ndola per
eine Abstraktion (p. 404) nel 5e1lSO correntl', negativo dl'] tl'rmine
{AlollSO 1945.23 5gg., lordan-Bahner 1962.326, Wartburg-Ullmann
1962.41, Coseriu 196z.18, 282, e soprattutto Vvedenskij 1933.6 sgg.).
Similmentc stata menzionata la Sprac1lwissenschafl di Gabelentz
{1891.3-4) in cni si distinguono. Sprache als Erscheinung, als je-
weiliges Allsdrucksmittel fiir, den jeweiligen Gedanken. (= Rede =
parole) e Sprache als einheitiichl' Gesamtheit soJcher Ausdrucks_
mittd fUr jeden beliebigen Gedanken., als Gesamtheit derjenigen
Fahigkeiten nnd Neigungen, wekhe die Form derjenigen sachlichen
VorsteUungen, weJche den Stoff deI' Rede bl'Stimml'n., . (= Spra-
che = (Kainz 1941.20-Z1, Meier 1953-529, lordan-Bahner
1962-326, Coseriu 1962.z82 Rensch 1966.33-36). Hjelmslev (1928.
IIZ-13) OSServa in Gabelentz la distinzione tra Stoff-substance e Fornl-
forme: dr. anche E." K Zwimer, Gru1ldfr. der Phorwmelrie, za ed..
Bema-New York 1966, pp. 81, 101-<15, 166. Altro prl'cursore della
distinzione tra langue e parole si additato in F. N. Finck, Die Aut-
bau und Gliederung der Sprac!lwisumchuf/, Halle 1905 (Jaberg 1937.
128-3. Coseriu 1962.z82),
Un altro gruppo di precursori costituito da coloro che antici_
perebbero la distinzione di sincronia e diacronia: G. I. Ascoli (Terra_
cini 1929 e, piu sfumatamente, Terracini 1949, 134 sgg.), i gi ram-
mentati Baudouin (Jakob!lOn 1933.637, e supra n. 6), Masar}'k (ru-
pra 342), A. Comte (con la sua distinzione di sociologia statica e d-
namica: Schuchardt 1917 = Sc:huchardt 1922.3Z9-30) Gabelentz
350
(Rensch 1966_]6-38), Marty (Funke l')Z-1-_20-25, Wartburg_UlIlllann
1962_9. Coscriu 1962.282) che esige una pi aU...nta considerazione li.
11 Con A. Norecn, Anio>n Marty dh'ide la sorte d'una ""arsa atten-
zione: n,enzionato incidentalmente, SCnza sp"",,iali indicazioni. in Taglia-
vini ,g('J.::OI, e dci vari mannali di storia delle dottrine linguistiche :eolo
Arens lo ricorda, dando un cenno dclle sne idee. Pure, se si
tiene conto della ideak prussimit a Sau!lSure (nella cni biblioteca, comnn-
que, non c' tmccia delle opere di M.) e del lattn che ha avnto parte m>te-
vole nella formazione di R. Jakob.nn (pel' cortese notizia dello stclSO),
meriterebbe ""'-m:iol'e atteuzione (Otto '954-3, \-idns
Martr, s",zzero di origine (1847-'9'41; allievo di Brentan"" lu profes-
sore nella Deulsehe Universitiit di Praga dal 11180 al '913 e l, con Meinong
ed EhrenfeL., costltui la seuob (fil",ofica) di Praga. (dr. O""terrcicil
1923.500-52). La sna maggiorc. come l"Jrl Sp,dn, come il eLG,
ha a"uto romple,,"e ,'kende editoriali. il primo volum!', col tit. U..I-'"
""chl",g Z", G."ntllegung tler Gu",.",atih "ntl
I. B., appare ad Halle nel 1908, <lo,-e, ncl IglO, "ppare non il &econdo,
ma l'appendke al ",,",,"ndo voI., ZII' Spradrphilowpm. Die .Iogisde'
,Iono/isli.>ch ,,,,d Has".>Il..oritm. l'arte dci secondo volnme ha
visto la luce posi ",orlcm ad opera di O. Fnnke_
Secondo M.. la ,Spmchphilosophie. e quella p;j.rtc dclla Sprnchwls-
senschaft> che si ocenpa di alle aul das AlJgemeine nnd Gesctzmassige
an den spl'achlichen Erschcinungcn gerichteten Pro!>le",cn. il chc e pos-
sibile soltanto in nesso cnn la psicologia (p. 9)- E",.a si distingue in ,de-
scrittiva, e 'genetica' (p. 21), c tale distin2ione si estende alla sna parte
che, nello sLalo di "-'"l'dratez"" dcg-li studi sul significato, la pi ricca di
inter""",,nt, s"iluppi, c cio alla Scma.'iologic >: Dic Scn'asinlngie ..
seheidcn wir nalurgcllliL.... in einen deskripti\'en und Tcil u"d
es bcdarl keiner besonderen B<:merknng mehl', dass die Grundsahe rich-
tigcr wisscnschafllkher Mcthodik fordem, die deskripti"en Fragen im
allgemeinen von den gcnetischen zu trennen und ihl'e Ulsung nur soweit
miteinander ZII vel'binden. als die c,ne fur die andcl'e einc Hilfc nnd Vorar-
be,t liel"rt. (n ander Z"'cigen des \Vissens ist eine solche Treunnng der
deskripti"en nnd genetischctl T.:nt"",uchnngen tdIs 1>L'!"<.'its durehgedrun-
gen (ich el'innere an dic ;.'weiteiInng del' C,culugic in Gcognosie nnd Geo-
IClgic im engel'en Sinne, del' Hiol"l:ie in ."'natomie und l'hr.iologie usw.),
teila in der Durchfuhrung begriffcn , (p. . 11 primnto logico cd ef!dli,o
assegnato nlle riccrehe dcscrillh-" (p_ 52). Con un compl'ensiLiIc
d'nna pmblematica leibnizialIn (dr noLa gl c con un nnticipo impressio-
nante di temi chomskiani. M. conte..ta quindi che le diIJel'cnti strutture
semasiologichc delle lingue implichino (conlC Steinthal c llumboidt a,'e-
"ano credutol I"impossihilit di ricostruil'e un'unica logica. llni"er""lmente
'"alida per lutlo il pensiero umano (dr. p. 86 5gl:_l. l.e pp. 99-'203 sono dc-
dicate a respingcre l'equa. ione Forlll fonoa ""tema, Sioff contenuto
semantico, e si sostienc in,'"",,c la n"zione di ,Forrn al. Gcstaltgc-
bende, Bestimmende, W",-b'uIlore >. Essa ncllo studIo
del significa.to e dei mutamenti di signiftcnto c, pi in genere, per intendere
,die Sprachc., che definita curnc nna ,totalit organica. (anche
se lacuno"" '), nni,.ernalmente nmana, ma arbitraria (p. 3).
351
Un ultimo gruppo rappresentato da coloro cliC, prima o uegli
anni di hanno distinto tra fonica coucreta,
'singola, e caratteristiche funzionali dt'J1a realiz>:aziouc, tra suono
e funema, tra fonetica defunzionalizzata (la PhOllc,Jogie di S., la no-
stra pho,,6lique, pJwlIetirs, Irmelir;a) c la lonetica funuonale (la P1Io-
ll%gie dei praghesi, la nostra 1'/j01",min,
lo..elim luouio..ak). Oltre i linguisti slavi gi menziouati (Baudonin,
Kruszewld, Scerha, Fortunatov: su1',a n. 6, 344)' vanno ricordati:
J. Winteler che in Die keu",zu Mwula'l de. KanJons GlarlU,
Lipsia rB;6 (opera posscdnta da S. neUa sua bibliuteca) aveva diver-
sificato le distinzioni foniche ollegate n semantico-grnm-
matieali dalle distinzioni loniche senza tali collegamenti (Trubeckoj
1<)3}.z88, MalnlLerg 19.14.2l, Belardi 195966 sgg., Lepschy 1966.
60);
H. Sweet cbe in A Ha.idbook 01 Pho""lics, Odnrd 1877, p. IO}
sgg., aveva distinto tra una I broad trauscription l, limitantesi a
trascrivere con distinti grafemi suoni che I occurring in a given lan-'
guage are employed for distinguishing one word from another.,
e una' narrow " vOlta a rappresentare in modo grafi-
camente distinto anche suoni le cui differenze non servano a diversi-
ficare, in una data lingua, parole diverse; il principio (u assunto a
ha-'e del lavoro delia Phonctic Teachen;' Association (1886), che riunI.
oltre Sweet, 1-'. Passy (gi .. l1i"...o di S. sufwa }02), O. Jespersen,
W. Vii'tor. A. Lundell, elabor poi nel 1888 1'Intemational Phone-
tic Alphabet e (juindi, dal 1897, si denomin Association
']ue InternatiorHlle - APf (TAl' Pt'i"ciples ollill' !tfle,,,alional Phone-
lic A.socialiotf, Londra 1949, pp. 2-4 di copertina, p. 1);
O. Jespersen, i .Muuch <I" Lipsia-Berlino 1904, 2
ed. 191} in CLG 66 sgg.) si mosse sulla slessa linea.
In rapporto ai neogmmmatiei si giustamente sottolineato come
S. ne abbia assimilato le tcsi del carattere fortuito, non t spirituale t
e teleologico, dci mutamenti cile intervengono a modificare un si-
stema (1<ul,enheim '962.!l4, Alonso 1945,28 e Y. note 176 e sgg.
a CLG '19-U).
Infine, vanno ri""rdati coloro che ,ono stati i maggiori creditori
di Whitnev e Humboldt.
Dei rapporti di S. wn \\'hitney si gi discus.w a lungo in queste
note (.upra 299.}Z7): sccondo Sechehaye ('9r7.9) La pie du lallgage
al':"i su S. ancor giovanissimo; soprnttutto, dalla dottrina della isti-
tuzionalit della !iDRua, nei tennini con cui \\11. la espone, S. tra."5e
incentivo ad elabo;are la teoria dell'arbitrariet (Saussure, Notes
l<}j.j..60 e cfr. Jespersen '9'7, Jakobson 1966.26) e, come Whitney.
352
tl"I:;( stessa dottrina dell"istituzionalit (e poi dell'arbitrariet) de-
(in modo che non cessa di sorprendere i benp",nsanti) che l'in_
di"iduo uti singulus poteva aver., hen poca parte nel regolare tra-
sformare il funzionamento dell .. lingua, poich la convenzionalit
del codice comporta la superindh'idualit del codice (Dela-
ani" 193.62, Oerossi 1965.20-22). E tuttavia, come g;. rilevava
il Croce (il cui depurato d;llla valutazione negativa, sembra
<la serbare) il Whitney ritornava.. alla dottrina antica della pa-
n,la quale scK'\O o mezzo del pensiero umano. (Este-
liciI- come sCie..za delresp,essionB e linguistica generale. Teo,ia " 51o_
rir" /:i- ed., Bari 1945, p. H9). In eHetti, sc<:ondo Wh. (La lJita e lo
.,'lIlI/,po de/linguagg,o, trad. it., Milano 1876),. p<ima ahhiamo una
idea e dopo le facciamo un uome " COme si ,ede, il limite della
ria whitneyana della convenzionalit clle """'" si arresta dinanzi al
che concepito cume dato prelinguistko, logico_naturale,
co.icch la lingua scade a sistema di etichette, a mera nomenc1a-
tura, in cui l'arbitrariet opera solo sul piano deila fonna esteriore.
Se S. da un certo punto in poi evita di parlare di o;onven1.ionalit
(93) ci dovuto a queste implicazioni deila teoria whitneyanll.
della convenzionalit (Derossi 19(,.3.94---<)5), la quale, tuttavia, stata
per lui il primo passo versO il concepimento delia radicale arbitra_
rict della lingua.
tale arbitrariet viene intesa nell. sua reale portata, essa
sinonimo di radicale storicit di ugni sistemazion('- linguistica, nel
",n.o ch", ogni sistemazione non ha fuori di s, ma in s la norma
"nde rli,;ceme l'espt'rienza in significati e le follie in significanti.
C"'<J i: pertanto legata non alla struttura oggettiva delle Cose \I delle
rcah" a(usbelw, ma, adoperando queste come materie, principal_
mpnte wndi1.ionata dalla societ che, in funziOlle dei propri hiso_
IIn;, la ponl' e tiene in es."Cre. Peni" e'''a. la lingua, ratlicalmentc
",,:iale e storica. In que,;ta pro,petti\'a esc!;Clicn, pl'rdono il carat-
t"'e di ml'ffi curiosit i riscontri con Il' l'<Jsizinni pi antiche di \Yhit-
"c, l' dci neogr"mmatic-i, ossia C"" le filosofie dci lin:wa\';llin dell'etil
'-"111,-,"liell., le 'Iuali, c"me sappiamo. lungi dall'innovare sostan_
"';menle, riccheggianu le filosofie del dci tarrlu Seicent ..
'" ,:d (\crhuri!: 15'.413-'7, 4H-H, 46S'(J',I, De 1'.htlm
)"<;5-1;63) Le .-l''li,,,,,,,,,", .. i.,ti'!"u (l'arigi ,ll<)rJ) <li Vict"r
llene:,- che avrehLero me.'", S. in c"ntaU.. ) con le idce dITa
h ,:'.dettiLita dei l'TOcbsi reali c c"'I"'citi\"i Il,,ko),,,''' ")33.637- "il,
\1"1,",) l'H5.1O), poterono in realt -,,,hant,, conf"rtare S. "- perc<lr-
rcc,_ "na ,t",da cui. il gran<lc ..lat"re <li anlill"mic
eh., ljak"IJ-'on 1<]6J.z371 era altrimenti ani"to. fll realta, c"me
353
si " lllO'trato [,,,pra .89,BO). mp}Jorti n>ll le lilusolie dell'et
romantica" {;Oll I-legcl S. ebhe ,.in dagli anlli della prima giovinezza,
J>razic alla me<1;azium, di l'idet c, per oiUO tramite, della sua stes,a
prozia Albertine-Adriellue, "on i, quinrli improhahile che S. abhia
avuto realmente dinanzi a:-:li occhi la te"ria del segll" di Fr. S<:l1le-
gel [N'i",e 1<)0.6,,0) e rhe ahbia messo a fruttu le rice",be del-
l'bumbuldtiano Steinthal (Hjelmslev [9.8.112-1.1. Buy,;;cn, 1961 .6).
anrhe prohabile d1l' egli l,.,n.",Ce%<' "ln1("no l'opera fondament,1.le
di Steinthal, la dr, ila"plsiich/ichslru TY1'nulc' 5f'rach-
h",,", (ll..rlino lil60), rielahorata dal lingui,ta ,vizzero Franz
'Ieli (IKp-I<;03I, professore a nasilea. neH"edizione del 1!l93, che
l;gum come ,.,,1. 11 dell'Ab..is, de.. 5f>mr!lu:i;srnschafl di Steinthal e
(Aren,; 1<;55.217 ><gg...P5. 1963.136-37)'
In {l"est" uadro acquist.'uw prohahilit i riscontri con Hum-
buldt 1<.13:\, Trier 1934.IH, ]'or7.ig 195.396), L'opera
l'0stuma Ili Humbolt, die l'cJ'Sc!li"!e,,lIeil drs mensdllic!lell
Sf>r",/d-'<I"'" lmd i!irell Ei"jill.<S "',} dif J;el.<ligf Enlll.'icke/"ng dcs
.Hcnscilw/ic,chlrchls (l\erlinu 1:'136), con I" n""inne di, iUllere Spmcb-
form, (CVII-CX.VIl) a"rebb" fornito a l'idea del carattere amorfo
<lei pensiero fllori della forma datagli dai sij.(llilicati d'una lingua
(CLG 155 Alunsu 1945.9, 1<)61 .61; la di'tinlione
hgon-e"geia (p. LVlI) anticiperebbe quella langll"f>",o!e (Laziczius
1939, 1962 ..';2. lordan-Bahner 1<;6"4.6; >;l.'lo Verhaar 1964,
7+9 nota, giustamente, che 11 .. pero, rifiuta che dir 5p..<](lIe sia un
ergon, ,icch il ri:;cuntru piuttusto unu >;l.-ontro); l'On la distinziune
tra FOYI>l e Sioff 11'. LXI sgg,) anticiperebbe la distinzione tra f".....'
e (Coseriu 196. 171') e quella di bwgllf come
Olann 195') = 1<}63.24-:z6): cii conscguenla si pui) supporre che ab-
biano influito su lu 'ulisOlu '. ln noziune di sistematieit delle
entit;" linr,uisliche (pp. LlX e LXII Chum,ky 1964.(0). e la di,tin-
zione (p. XVIlI) tra lo studiu cumpa['ati"o e In ,tudio della lingua
come ull illlll'rlidl <"u,anllllenl1iingcndcll OrganislIllls' (\\'artburg-
UlImanll
" f)ina",i alla folla (]i prcc<>rrimenti e <Ii pr""orritori, 'i puo "ospet-
tace ,'hc ahhia ragio[1e H..L. \\'agnl"c {19;;.l1 quando ass-:ri;c', che S.
";l ..-deLratu moins l'aur a,oi. mi; \Il"; ,'ueS que pom
.;x"ir 'J"'tl'lllali,,-' '''''s unc' [(,mie tre" (],'II'" d," "<ltinn, qui. jU''1u' lui
,,'ai,'n' 11[1 P"U tl"ttantp, . ,,"OTI n..'la chc 1\11 paoso ""r condudere, con
H. l.""llintl,'r (l,,".!). d,,, S. l'un nwdiucr,. ripuilc',, di Luull" id"e altrui.
.\ li" a,.;C'l'I" ,Id "i ]1UU in ,'ario m"d". ili
lucl' il l'mcc,,,, di <l,']]" te'Si 'allssllrial1e l.I"lm. 3[<;-
25), ri<"l"'"o"dnle nella lurn prof"nda I,'ul'ra 3'5-3;). osser\'ando
35f
quanta circondat" mloTO che COme Noreell e Marty
fUrono "[cm, iN/Yfl 356-60), incomprensione che
11 se?"o dell rerte idee hanno a"uto o"P"lto alla media coeva
degh studI. \ 1 e anm'a I1n m<>do: pero, per rispondere. Da Crisippo a Finck,
n""'uno d, suno slatl adeht"li come pr""nrsori di S, Ila goduto
ddla dI c, talora, di "ere c proprie inllil1rie, che banno ac-
II CUi. Lna deSCrizione pur <cllernatica della furtun... del_
I opera d, S, non pul, presdn<lerc da qUl'Sto lil'o di reazioni.
, L.., ron"eZlOne deU'arbitrarict, intesa cOme mera immotivazione del
s'cmficato, (,., nota [37 a CUi 100). e stata variamenle accusala; ""53
L.':ghe '010 Una parte dclIa reaJl linguistica, e non il ""ncreto, poetico,
'[\'O _ImguagglO. dlC ,an',b"" im'ecc molivato e simbolico (Lerch 1939.
.19.';0'[9'331; essa Introduce surrettiziamenle la rcaJt extralingui_
(T'lchon I<H?"5-30, ]akuooon 19f16.... sgg.. [96. 653, Pichon [941):
nel. ,S. aH,;b"" mdel,italllente generalizzato ""ndizioni p<><:u-
han del SVIZzero Wlchon '937 cit,) e avrcb!>e pt'ceato di re-
markable of the nonnal procedure, del processo definitorio e.
'.nsomma: ilI na"'ct)". (Ogdeu e Hichards 1923.3, noIa 2). Tautolugieit,
Lontrad,h".]", . etwas nella deltnizione di "eguo a""erto"o tra li
e Richards Graur lin Z<'ho" U. .'>.".10'" 59), Nehri:g
l'h
o
.[, Otto La dIStinzione tra /allii'" e parole porta a Una COnce-
ZlOne hngua a;tralt.a. (:'ol'--'illet 19[6.33. Sehuchan:lt 1917. Bu-
dagov 19]")' Cr<'a eqUI""'" fatali,' (l'almer '934. t95), J>Sicologistica
Antal (19(,3.17 sgg.), matemaliz.zante secondn Sehu"hardt (cit.).
,deahstlca C"hen (.[931,.89'9(1), Jl'!,"ithistica scc'Jndu Pisani ([959.
1
0).
dl;tmZlone tra 'meronia e diacronia, quando non I; stala ritenuta
LOS;I 'cech[a e nsaput", I; stata respinta con le pii> "ariu moti'azioni (v
o. 176. a CLG 119). S., infine, sarebbe, oscuro; (BUhler 1934. [7). inca:
pace d[ spIegare come funziona il linguaggiu IOgden-Riehards 19
2
3"3'),
,til0t"?Jiear.:ente roZzo e gros.wlano, . (Pi-:ani .1966.298).
na raccolta dI ,,-""ert, dl\'enlab Po[ I"Cl com",,,,".. deli"antisau55uri-
'mo pu trova",i nella recensione di H. Sehuchardt aJ CLG, travasata. poi
nen" fI."go di L. Spilzer. HaJle 19
2
2J:
S: 'I pecca. Lh PSlColo.glSmo (;1 t-l'), di lontana.nza dal concreto (4
18
),
d[ a.nt.lStonC[Smo nel dl;tmgucre la "ncrunia daJla diacronia ("o) di _
!ematlSmn [ > ) d'. . [ . , , ma
. 4J4, l SOCIO "glSmo e rozz" positll."ismo nel concetto di dn _
m" , . - ero
J 20, 3-9-3" . ul astrattezza (jo8-87). LI! hu"n roUettore di simii"
ac..-u"" e S, Il aprior1"tico, le SUe tesi poggiaoo 'in der LUft;
md,ca COmPIlI, ma non dice ""me l'SeguiTli (1631. non considera l",
sua concttta cumple;;sit. 11<>3-(,(,), 10Rici,"anle nella teoria
.lell arL,trarlet" (1(,6.67), Il generico nel definire la cotile. fait "0_
'.Ial. 5ub15(,. lo, calli"a inBllenza dolla sociologia (167-n).
355
E SAUSSeRE
Xorcen, ignoto a varie storie della linguistica (cfr. ad. es. Leroy
1965, Boielli 1965 ecc.), stato additato da B. Collinder, suo allievo
(Hjelmslev 1944.14--'P), come precursore della fonologia prnghese
(Collinder 1938, Lepschy I<}66.7o-71) e come precur5'lre di Saussure
(Collinder 1962.6,13,14). Purtroppo Collinder ha mirato non alla
analisi delle teorie di N., ma a contestare L'originalit delle posizioni
saussllriane e pmghesi. Certo nella varia schiera dei t precursori
di Saussure, Noreen dei pochissimi che esigano una speciaLe at
tenzione.
Adolf Gotthard :Soreen (cfr. B. Bergmann, nceml. in t Svenska
Akademiens Handlinger. 1<}25z7-47, Lotz 1954), di tre anni pi
anziano di S. (Herresta '3.3.1854 - Artemorks 13.6.1925)' filQstJfie
dIX/or nel 1877 a Uppsala, iv! (dal '77) doceute e (dal '78) direttore
del seminario di lingue nordiche, nel 1879 si rec per perfezionarsi
in Germania, e soggiorn a Lipsia, stringendo "apporti con A. Les-
I,ien e il suo ambiente. Tornato in patria, nel 1887 divent pro!. di
lingue nordiche. Dupu la t<,si di laofl'a (Fryksdals",dle/s !judla"l,
L'ppsala 1"77), si specializz n<'l!o delle lingue gennaniche
settentrionali, e in l'articolar mudo dello svedese (cosi come 'Yhitney
si eIa dedicato all'ingle;;e e Saussure si edkhera alla fonologia fran
ccs<'). in una prospettiva siucronica e in nesso con problemi di lingui-
st<"a g<,nerale (a comme.nIO, si rammentin'J le parole di
nella prolusione gine\Tina del 'gl' Ce ne sont pas Ics linguistes.
qui il. peu pr:; tOlls le, idiomes du 'lui ont jarnaig
fait faire un pas il. la du mais les nonlS qu'on
aurnit dans ce scns sera.ient le> nOl1l$ de mmanisteS , de
,de;; noms de l'cole IlI<.... s'occopa"t specialE'l1\cnt
de rns.<e et de ,la,e. .' . 66). 'orcen tra i pochi,;simi (\'.
-SIIpt" nota .il a ricQnoscere il valore dellE' tcorie dci JUllwire .all'.'l1-
riano, S.. da parte sua, cita di 'oret'n l'Ailisl,,ndische ,,,,d alf>wrwe'
356
, I
gisd,e flnter lJeriiehsjcksidl/i;:ung des U"wrdiscflell (Halle
188
4: nedlta, come Altis/..tldische Gtanl"'., 1892, 190J, 1923) in llna
nota (MSL 6,1889.53 = Ree. 48): e presomihilmellte ne COlloSI;e Rio.
l'atteggiamento favorevole al sia i luvori di Il'ennanistica
nel G"'ndriss di Paul [Geseh. dcor nord. SJn'achen, Stmsbul'l\'o 188<,1)
e n<'lla S.. mm/llng i Bramle (Alts<hwedjs<he Gramm. mil Ei1l5cMu-5s
AIt(Jl4dniscllell, Ho.lle 1904). Conosce\'a K. le teorie generali di S.?
Un tramite potrebbe esser ,tato- l'unico alunno svedese di S. nel
periodo parigino, Anders A. Enander, celtis!a, che frequent i cor.i
nel e nf'll'85-86 (Flnur), 1<,165.46): ora, proprio nel 1885.80
S. tiene quelque ieons con"'1.cr<'S des gnliralits sur la m-
thode llnguistique et lo. vie du langagc. (Flnury 1965.62 e
lIiste 1965.33). t difficile che po'>S..1. nve:re messo a
frutto i cenni Rulla semiologia saussuriana divulgati da A.
nel 1<)01 (v. 5lIpr.. 318, nota 8). D'altra parte, se "ero che S. ib"TlOrava
lo svedese (notizia di K jakobson; ma per un gennanista un tl'-'to
sv<,d. non presenta eccessive difficolt), e prohabile che abbia ig-no-
Iato Vdrl SPtdk. :\aturalm<'nte, ;, ragionevole supporre che a S.
nun sia sfuggito Il lungu articolo di X. Uber tr.rd.
dallo svedese [O". $Jn'dkrikligk.el, 2- ed., Uppsala I888J a cum di A.
Johannson, IF 1,ISgZ'95'157, in cui si so.teneva, in polemica con
le predominanti DelailjorhulIgetl, l'utilit della linguistica generale
nella conclusione, si affermava che t die Sprache ist... wic Kleider
Wohnung und Werkzeuge, wesenlllcb ein Kunstprodukt... ,
,ich alterdings \'el"ndert, ",eil es benutz und dal-.ei abgenutz wird...
i]l. 156). S'aggiunga che il nome di S. manca sia tra i contributori
SIa nelle !abuJae gratu/atOtja8 delle due miscellanee in onore (di X.
(.\'o,diska L:ppsala 1904, e .."'-Qrdiska Or/llamn, L'ppsala 19
1
4).
Comunque, In mancanza di prove sicure attestanti la reciproca co-
noscenza in fatto di tcoria generale, le coincidenze tra le teorie di
: e:\ .vanno spiegate COllie sviluppi paralleli. A parte Fafksef)'mo_
(Stoccoll1'Ja l880) cbe, con la sua raccolta di mostri t, prelude
alla tesi i S. sulla Vo/ksctyltfologie, le coincidenze riguanlano soprat-
tuttu CLG e l'drt SPtt/k. La storia editoriale di quest'opera Ili
"'eredi bile comples,it (Lotz 1<}54). Qui interessa ricordare solo che
, r"-Sc. 1-5 (pp. I-46il) del I vul. appaiono a Lund nel 1903, insieme
al fase. 1 del IV voI.; nel 1905 appare il fase. l del III vol.: alla fine
'1d 1<)00 appare il/asc. 6 e ultimo del I voI.: tra 1<)07 e 1924 appai'JllO
l'uona pnrte degli altri fase. dei lo voli. di cui "opela dove'a cun_
,tnre. :-':cl 19z3, curata in realt dallo stesso N., avI'''''' una sintesi
'" tedesco. Eini.l!Jnmf: iiI die U'j5>c1l5cllafllid,e lJefrachtung der Spra_
ci". B/tiigc u.r Jletliode und dcr Grllmnlatik, \'om
357
Verfasscr genehmigte und durcl,gesehcnc C[}{of<;etlUng
T "le seine" schwE.'di5chen Wer]''''' V.s. "011 H. Pollak, Halle.
Cl -d'
sorpren'mte che in questo snitlo Sureen. che con trent anm an-
ticipo su tutti identilica perfettamente l'importanza di m,'un come
la rem".".chlidmllg de,- Spmc/if di J- Bauol1n de
burgo 1893. le EI"df.< s,,'- le (J,a"gcmenl.< 1f19o: d.
P. PasSI' rp. TH e alibi], e soprattutto l'opera dI UniCO studIOSO
che. :i. e gli 11'05-"" stare accanto. UI1/er.".d",,,grll
G",,,dlr,,,,,,,, !ln all"euuiWttl G'''/I1JJJalik ,.",{
Il' h ., - d"
voI. 1, Halle ]<)l'il [p. non citi nl a i il CLG. Ecco qUI l
seguito il pas,!, sul suono qualitati"amenle dterminato' (= 10-
nenm), definilo, impressinnant"'. da J.epsch)' (1966.71). e la ancOr
pi' impressionante. della linguistica.
..tt vissI, Irvalital\"1 belIUrndt Ijud i motsats rnnt etl annat dy-
likt mena vi vanHgen, kke eU nnder alla omstltndigheter identiskt
liko. lindo lltan vi t. c, rned dd ;.Ijudd en rnangd ljud-
varieteter, san aro hvaraodra s pass lika akusliskt oel. vanhgen 1I.lvcn
genetiskt sed!- aH de al de talande <>eh h6rande antingen icke alls .eller
lrnistune blott mcd stor s"righct till sin olikhet npplattas, <>ch hv,lkas
kvalilctsdifferens. om ock den skulle vara 16r Ilrat mitrkbar, i alla
icke avJlndes i sprilkligt .yfte, d"s. s!som barare ad n:lgon
lerens. l' grund daraI bn en drlik grupp al minimalt nUlra lJnd lampl.'-
gl'n betraktas slssom vamode inom sig o.lldeles homogen, <>chhvarJe
l' dindivid inom grupJ'<'n kan s;\.lnJlda utan olagenhet U. hara ""nuna. namrn
t. e. i.ljud(d)' _ som allts ar ett artnamn, icke ett egennarnn (1'.5.,
l, Lund '9"3 [non '905] pago i071
DA sprket v:lsentligen ar _ lilrsonl klader. boning och verlrtyg - en
Ironsprodukt. s;\. m:lste det I1'ir bctralrtelscn Irnnna erhjuda hka mnga
<>ch samma. hulvudsrnpunlrter s"m harje aunan slldan, m a-
t e r i a I e t s {det arnne, hvaraf konstl'rodukten Il'>rfltrdigat'l. l n n e-
h 4 II e l s (det arnne, som Iroostprodukten 10000taller. "Ucr bchan-
[Per un certo SUODO qualltati>amente detenninato. non
un suono identicamente uguale in ogni c;u;o... Inten<hamo mv,cc", per
esempio. per il suono i svedese moderno una 'luantit di n .-lanb che tra.
loro sono talmente simili. sia a.custicamenrr, sla geoet",amcnte, ch". o PC'-
niente o almeo" "oln <on grao difficolt n"ultano distinguibili per ,chI parla
o """olta, le differenzc qualitative. se p\,n' siano J'<'rceplbih all
in ogni ea$(> non sono slruttute a flUi linguislici, 'ale u dirc come
di qualche differenzs di signifi.cato, Su questa base un simile d.
distinti suoni miuimi pu giustameote esser co"siderato In se del
tutto omogeneo. ed ogni illdhidno Ionico nd gruppo puo eOS' lo
stC5S0 nome (per es, suono i'l sen"" incOl,,"enienti, UII nome che e un
1I0me di geuere, non Un nome p.-oprie>],
358
<'lIar.; den l1ppl:ift, som den haI' alt .10"" ,; iindamakt) och lo r m e n s
(det salt, hvarp uppgillcn mc.dclst <let bcgagn:lde materialet I6sts; struk_
turen, byggnads.<tilen). Dcssa lrcnne s)"nl'unl<ter bestamm" grammatiken.
hllt.udindelninl:.
l. t.jndlarau eller fonologicn. sOlnt"<:'dogllrlrdctlysiska
materia!d, 1l'"i1ket i lr.... ga om del primara och viktigasl" sprlret, tal.pr-
ket, ntgres al de artikutaradc spr:\ljUll., g.nom hvilka idinnehMlct
meddelas. Fonologien lr icke, sa.om stundum skett, fIIrvib<las mcd sin
narmastc hjalp,'etenskap fOlletiken " och .... naturligtvis annn skarpare
skild lrilo dcollas hjll"ctellSkap ''''KU''''.J<ell' .
,. Bctydelselaran cller sernologicn, som redagor Illl'
sprakets f'Sykiska innebill; ider Som genom spr4kljudcn me<ldelas
(lch poi. s.\ satt utgllra cl= bety<lelsc . Semologien iir unga atl "kilja
icke blott Ir.... n sin niirmaste hjalp,"teoskal' spr.... kfilosoften', utan alven
tien dci af psykologien, .om bandlar om IOr<'stiUlningama neh dc linnn
ho!:"e Illrnimmelsema, samt - <>ch de!!a Iran icke nOI!" kraltigt inskiirpa._
lugiken" llirau om begreppc" ssom s;\ d a n a loch icke blott
,,;\ vidt dc 14tt spr.l.kligt uttf)'ck) och um dcs.....s (men icke dc sprkliga
utlf}'ckeos) fIIthindel""r. Ty mot hvatje med bctrdelsc It'ln;cdt sprllkligt
uttT)'ck S"arar ingalunda eli ;;;r-,;kildt hegrt'pl', liksom annu mindre tvar-
1001. Och doek har en dylik mi""upptatlning daraI 161jande samman.
lolandnillll al dc hllda vetenskapcma !<1rekommit samt "isat .ig odcsdige"
lo",le for gnmmaliken och an mer far logiken; ungelar p;\ satuma salt
"m Ijudliiran fanne lidit men _ om nek i mimlrc grn.<l och lramfor allt
llllti,'r kortare tid - al forblandningen al ljud ocb bok.taf odI dell darp
Lcroende lolata cller partiella sanllnanbhndningen af l<>nologi och orto.
grafik
3 Formlatan eller morlologien, som redoglir IIIrdet sitrs
kilda satt, hvarp! ljudmaterialel i betydelsei nneh.... llet. tjanst lorma. till
.'prJklonner . Fonnlaran utlrr grammatikens centrala och "iktigaste del,
j"'adan den nelr ar skarpt skild lrn anora l'Clenskaper (V,S. I; pp. 50-51) .
:Puich la lingua in "oslau:l un prodotto a.rtiftciale. come vestiti,
case. amesi, essa deve oflrire all"analisi _altrettanti e altrcttali punti di
"'sla Come ogni altro prodotto artificiale, e cio quello del materiale (\'ale
a <hrc, ti!> di ,; fatto il pr"'lotto), quello cld cootenuto ('ate a dire, d
cbe il prodotto. rappresenta. o , tratta.; il compilo che esso dcve ....._
'"Inre.: il fiuel. e quello della lorma (la maniera in cui "iene a..olto il
uanpito con l'ausilio del materiale utili ato; la struttura. l"arcbilettura).
QUestI l'liuti di vi.,ta. determiuano le principali parti. ioni deUa gnm-
mat,r".
I La scirn.a dei suon; o lonolonia, si occupa
dd materiale fisico. ehe nella lingua primaria e pi importante, la parlata,
e e".,t'tutto da suoni '-ocali articolali, nmzie ai quali differenzialo il
Contenuto di idee. L:I. fonologia non pu. COme "aduto talora, ""...,r
"camLiala mn lo. sua pi 'importante In ,fonctica., e
35'
Se questi passi e concetti restarono ignoti a S non lo
. .. tutta la semologla.
probabilmente a HJe1mslev e, In ogm . _ .
d
' .. een del massimo interesse per chmnque sia oggI .ffipeilnato
l l'Or . l
nell'analisi delle forme del ,"oot"uuto scmantico (dr. m ta S!!USCI un
cenno di Malmberg 1966.53: Malmberg si sofferma anche Su un altro
sfortunato studioso svedes", Cari Svedelius, cbe in una disseT,tazione
del 1897 tent di costruire, in rapporto al francese. uua algebre de
. . , gi E Wcllandl"T in. Sven.ska dagbladet 29
la grammalTe " com . . .,.
3.1946, anche Mahnberg 1966.54 si cbiede se S,vedehus su
S.; ma altres c' da chiedersi quanto .soreeu agl su Svedehus, mftuen-
za ovviamente assai piiI probabile che non l'altra).
natunlmcnte ancor pi separata dalla seieu.a autiliaria di quc.'ta. la
acustica. , . be
La scienza dol significato o c
tratta del contenuto psichico dclla lingua' le ch: SUllO ml><\mnte
i suoni vocali o che su questa base costitoiscollO Il s,glllficato._
""mologia nOn devo soltanto csser accuratamente distlnta dalla so", l'n'l
importante disciplina ausiliaria, la filosona. dd ,ma ane!.'"
dalla pute della psicologia che tratta dcllc rapprc.ontallO", c d, aIIC": 1"0.
,
. t t' d' cosdenza e insicme allohe o soprattotto dalla .lng'c"",
e evab con enu l l ., ' . , essi abbiano trovato
la scienza d..i C(lOcetti m qnanto tah (e non lO quallto , ,
espressione lingui.tka) c delle loro relouioni (e non relaZlom
. . ,. ." I Infatti in nesson mooo pu dlrs' che uno -;>ec'
c.pre.slon, Ingms l< e , , d...
fico concetto cerrlsponda ad ogni espressione linguistica proVVISta ,,,/>:n,-,
ncato e ancor meno vero il contrario. Tuttayia qoesta falsa concez,one
e la conseguente confusione delle due scienze", S<Jno prodotte con
per la gramn,atka" all"or pi per la IO'wca: pi meno come la fon<,logla,
anche se in minor n,isura, ha sotterto dello scambio tra ..... c suono e
della conseguellte in.urgente conlosioll" di fonologia o ort.ogTafia. .' _ '(
3. La scienoa della forma m.orf,olog'a, che s,.<><:.
capa di descrivere in che modo il VIene plasnmto a 50rvl_ '
zio del contellOto siguilicath'o in forme La oc
cnpa il p05tO centrale c l'iii importante della gramlltll.tlca, poIch
la morfologia la gramlltll.tic" nettamente distinta dalle altre stIOIlZC].
360
ADDENDA
I. La b'-blioteca di SUlISSIOft.
Nel I92t Jacques e Rayrnond de S. depositarono alla Biblioth-
que publiqu" di Gine\'ra 465 volnmi e raccolte miscellanee, nume_
rati progressivamente, che, a parte uno scritto di Regard del t919
(n. 337). er,mo stati propriet di S. e re<:ano in parte note di suo
pngno. Vi predomina.no gli scritti di linguistica storko-comparati"a
indoenropca (326 nn. Su 465). mentre gli scritti di linguistica gene_
rai.. SOllO appena lO, cui possono aggiungersi akuni dei 26 nn. di
fonetica e fonologia. Ci troviamo dnnqne dinanzi alla b,blioteca di
'lO Iiogui>ta storico, dl'l qnale l'mergonu Con forte evidenza gli in.
teressi per la germanistica (bl'n 132 nn_, pi d'nn quarto dci totale)
C per il gntppo baltico (36 nll.), oltre ai pi comnni interessi per
greco. latino e antico indiano. Un discreto gruppo di opere e qualche
raccolta misceltaoea (23 nn.) riguardano specificamente i cicli di
l''r:gende dci diversi popoli inocuf<1pei, speck gemlanici; numerose
le trattazioni di metrica (13 nn.). Per piuttosto robusto
i] gruppo delle opere e delle raccolte miscellanee (in tutto 27) rda-
ti,-" alla fonologia storica e descrittiva, alla fonetica sperimentale,
alla grafemica. In questo gruppo spiccano laVOTi di Bandonin de
Courtenay (n. 2). gli St"d'-cs fr'ml the Yale Psyrhological Laboratory,
"al" "-IOZ {fonetica sperimentale}, P. Passy, Elrlde stjr les chaNge_
"""Is plum4liques (v. s"p'a 302, 305. 358 e v. n. tr6), E. Sil'vers,
Grlltld"'ge der Pho..elik, Lipsia 1881, J. 'Vintcler, Die
-'/'md"'1 e<:c, (v. suprra 352:),
Tra i pochi studi di linguistica gencrale si notano F. N. Finck,
D
le
Haupltyp= des Sprachbaus, Lipsia Jglo (manca invece Aulbau
,,,,d Gliedau"g: v. supra 350), saggi vari di \\bitn<>y (n. 165), V,
Elude Sltr l'analogie, Lilla 1883 (manca invece il lavoro sulle
linguistiche: Sllpra 353) e infine la traduzione tedesca del-
361
l'opcra fondaml'ntale di Kruswwski b'. ''llpm J07) si ""nrta et,..
n il nomc di l"szewski n il titolo (Prinzipicl" ecc.) f,;::ur"nn nd
catalogo l'nper" e,sendo "ppar'a a puntate ndla .ll1ter-
nationak 7..,itsehrift fiir aU.:<'mcine nel cata-
logo appare salo il titolo <idI:< rivista (nn. q(''5a mrrispondenti
alle annate in l'ui lo dd studiosu polacco):
Di Kruszew,l<i (e altri io prcsente anche un" d,
opu!<culi racculti- in una misce1Jan"" (n. J1), Tra i li!>ri di S, manCanO
anche i Pt'if!zipieo di H. Paul e la del Gabelt:ntz
(.upra 350). Certo le assenze non vanno sopravvalutate: bastI osser-
vare chc manCano nella di S. sia l'E.sai di
di Br,;"l sia Progra",,,,e et ",jlflOde. di Sech.'ha}'.. , due libri che S.
certo hcn conobbc, se nun altro per averne steso un abbozzo di rc-
censione (Bibliothquc pubI., l\h [r 3951.1(, e 39.11.21). Tuttavia,
l'assenza significa che S. nun riteneva Prinlipien C Sprac/''''I<5en-
schafl 0ptJro da avere sottomann.
'Z. Naruf!, SalfS.llre C /0 svede.e.
Com'cra da atlendere, nena biblioteca di S. presente l'AII-
islant/isc!le di N'oreen nelle od. del 18H{ c .IcI "J03 (nn. 43,
4
18
: '". supra :157). Dal catalogu non, risultano altri scritti di Xorecn.
Tottavia, a integrare quel che s' dotto circa la conoscenza dello
svedese da parte di S., si osservi che oella biblioteca di S. vi erann
diversi scritti in svccles.> (nn. 380, 110) nonell<' il Lehr-
gang der s"llwedisohm Sf'r<tclJe, Lipsia 1882, di E. Funk. O la. Gralll-
maire suedQise di A. Th. Paban. Pare dunque che S. potesse scnz'al-
tr,o leggere testi in svcdese,
3. W<lcllern"gd r lili .I..dio,i di li"gua I_dr-sea.
Lopold Gautior, che lu vicino a S. ",egli ultimi anni e ci ha dato
articoli e testimonianzo preziuse per conoscere il pensiero e la \'Ita
del maestro (v. {, 2<)0. 3", :lH, 325), possiede doe lettere che,
mentre egli frequentava l'universiti il G6ttingen, S. gli il
30 genn. e il 20 lu. '98, Entrambe rh-elano sollecltu:
dine con cui S, seguiva i giovani studiosi ,c. li senso d.
isolanU'nto di cui S, solIrl (\'. \'I_Vll c 325). La seconda, scritta
poeo dopo le celebrazioni del logliu 1908 (mpra 325), il
un me,saggiu augurale che a S. avevano indirizzato da Gttmgen
stodenti e studiosi, tra i quali Trautmann e \\'ackernagcl. S. scrl\'c:
362
I le ne pouvais Hre quc trh particulircment touch d'entendl't',
parmi Ics signataircs du tel,;gramme le nom e notre commun
ma[tre \\'ackemagd . il accopteTa ce nom [d.. Ula pari caOCl,Uato],
parce quc j'ai plns al'pris par ses ecrits qne par ceux d'aucun maitro
effeetif., Per valutare le parole di S'. si ricordi non sulo l'<-,<;cezionale
statura del grande indianista di Basilea, ma anche il fattu che que-
sti fu tra pochi"'"imi a menzionare in modO degno il ltUn",'ire (v.
supra n. 5 a pp. 295---<J6). AU'ammimzionc .di S. la riscontr" quella
di Wackemagel, risultante oltre che daIl'Al/ind;.che e
dalla ree. del 19'6 al eLG, anche da un artlculo del. Joumal de
Genve, (24 apro 1922), cit. da L. Gautier, Le .ileoce de SlIlI.mre,
Iourna.l de Genve. 22-23 apr, 1961, p, Ig.
n caso di WackcrMgel significativo e non isolato. In buona
parte la fortuna di S. nci paesi di lingua tedesca (a parte rare e re-
centi eccezioni) stata legata "Opmttutto a studiosi d"origine sviz_
:rera che hannu scritto in tcdlSco e spessu hanno insegnato in uni-
versit tedesche. il caso, oltre che di \\'ackcrnagel, di W. von
Wartburg (v. upra 342) u di Glinz n. 'Z19). del quale si ram_
menti anche Die inncre Form des Dmtscliell, Eu IIt"1te dfllisch,
Grammlllik, Berna 19F, che sin dall'introduzione rivela l'ispirazione
saussuriana. da ,augurare che lo scarno paragrafo dedica tu a S.
nei paesi di lingua tedeSl."a (sl4pra 342) possa apparire tra qualche
alUlo nient'altro cho la testimonianza d'una situaziune superata
anche dalla linguistica dell'Austria e delle due Germanie.
363
SUTE
III V. '''f,a 29') sgg.. 318. 3n 'gl:.
l'I Sn WertheimeT ", "'pra p<'r la su"Tessio".... 3"J.
(') Sui tre corsi ". "'p'a 319 sgg.
1'1 Si tralla delle edile a H. Godei, secondn la copia fatblne da
Sechehaye. in CF:; 12. 1954.49-7': le prime sette derinno da nn dossier
PAonologie. non ritrm'ato. risalenle forse al 18'l7 13): la nona il fram-
mento del libro abbozzato tra il ''l3 e il '94 (SM J('; ,,,p,a 312). lo noie
10-16 derivano dall'abbouo di articolo io memoria di \Vhitney che S,
concepi nell"cslatc e autnnno del 1894 (,,,pra la noia '7 la
elnsione della le"ion.... inaugurale ai corsi gioc'Tini l.... outa nel <1191; il gruppo
di note ''l-H (fondamentali p.... r remergorc dell.. idea dell'arhitrariet
semantica e del caratl.... re oppositi.-o e sistemico della realt ""mantica) /!
postenuTe al 'S94 (SM 37). le note 8, 18. 23 non sono databili. Tutto il
materiale di note m..noscritte autografe allinente alla linguistica generale
ora in cn,"" di pubblklzione nella colonna sesta (qni indicata con F
Engler) dell'cdizionc critir....
l') Sulla fr"'lnen= di Bally e Sechehay.. ai conti di Ginevra v. 312;
sul ,lfbnoire v. upra Z'l4 sgg.
('1 Alcune fonti ms "iste dagli edd. non ""no con...r.-atc alla Bibliotb/!_
qu.... pulJliqne .. t univeTIlita.ire di Gioevra. e in caso (ad es., i qUi<-
demi di P. Regard) uon sono state r"perite da R Engl",.; in com-
""nso SOIlO cunsen:ati, o SOllu stati ulilizzati da K di ap-
punti nun considerati dagli edd" come quelli di F. Bouehanly ed E. Con_
stamin. Tutto il manoscritto riprodotto udla gi citata edizione
critica di R Engler. Snlla con""rv"""ion,, lunti noie agli edd. "u
tre fonti dr. '5. Godei Godei 1<)60. CLG Eogl<r XI-Xli.
L'l Si tratta d....gli appunti 5ul eorso di dimolngia greca e lo.tina (191' nJ.
pr<"i da L Rrutsch, utili ..ali nell'Appendice C. CLG '59-60.
1'1 A. niedling"r sc'gni i corsi di lin/luis\ica slorica di S. negli anni
,'}07, ]()08-"9. IglO-li. '9<1-1' (",p,a 3" n. 7) c"<! i con<i di linguistica
gen"a!e del '9"7 " l'lOS-O'J (mpm 320). prendendo <li tnlti appunti
367
moli" <Lu""'; 9"1. Ef(1i S. ancho fU"ti drll"uni\"rrsil: dri
s,,,,; coUoqui vi i' un" t.acda nella /II1",,, d.11. F. dr S. ," "'l
,
'\ <o"""C"ala nella h,bhutrc:a. co"'-.' h gi",r", ('9 '909. .
,li Ghtt"'rll IS\l 'i '9"31,
l') l',,, "pporti di S<'chch"yt' ,- in/m n. 13. " cfr. S)[ 'li
PO] .\ c;n'1""nl'ann; di d;stan,,,. ;. forse p"_"ihilc di"lir.... dal g;Ildil;U
-1\ d l -- si pub-
dCKli <'dd. \wr parte dd secondo w,,,,, gl a '9.'1 _
l l' - t- di stuMnt, t.lIT< de hlicare c nd ]"T(> or< .nc' g l "ppun ,
""g.."'tiq", 1:,'".'mi< (l'I,,S-o(}j. IlJhor/"cl"", (d'"pre" d"
("FS,' '9'-, -"03_ Englrr (o"tiene t\ltln Il matenalc dI :
. ." .'1.' dd t d- - -i' Intern,
'\i.p",'lo dato alla matNi,. dagli c ,; una re c ,nn,
e un imlice hnal,' consc'ntn la ktt"ra ontinua delle varie lonll m. nella
Juro di-'p'''iziune.
llli E probabile the il suggerimento di dare un'antologi:l degli .appllnli
,'enllto a P. R,'gard, il qoale qualche anno dopo la pubblica.."ne dd
. l' t' I .tion de la
Ct.C scri'c"a: Quant au hvre ul-memc a "que . .
poslume dan5 .on en""rnl>le, OtllK Veut que se rinu,rdu br,nan:
qui a our"n" la tentati"" dc llally et s....,heha\"O..\ssnremcnt, ."
il. l'ont sellti mioux que versonne, le dcssein mo'mc qu'il. ont con,u et rea-
lisI' ".t nitiquall. 1:1l lhe qui a cntendu une l'art importante
de. l'. de S. sur lo. lingui5tique gen"...le et connu pluslcur-, dc"
d";'unwnt. sur le.quei. repose la publitation eprouve une
'I nt de. d.. dsiJ1usion 11. plu5 retrou"er le ,h"'.me e"qu's C l'cena ,
mait.e. Au l'n" dc' qudques Tedites, la publi,ation de. notes dc COUTS n a.u.
P"" ptu5 litl'le",cnt la. pens"" d" F. de S., ",."" pUlS-
sal,ce' aVeC son oTiginalit' Et le_ ,'ario.tiOl15 elles-m,'me. qu" le'5 ed,teurs
a"oir eraint de mettre a.u i"ur n'auraient-elle" p:l5 otrert un
inti'! 5ingulier' , (Regard '919.ll-"),
1"1 Il ttr7.0 {m." la ha", dell'opera, ma non dell"ordinamentO. ::-;el
, " l, '1 diseent' done!>!>e' corso si \'0. dall'an,,'i5; /allll'''', ITleuian " a qua c, , ,
rende"i conto dC'! carattere storimmente accidentak ddl or:
ganizm,ione dei 'ignifi,anti (' dei significati linglle, a,ll'a.Mh..
"spetti unh'crsali, comuni a tutte le lu"g,,',;, ossia ddla la"g". In
gellerale' dalia anali5i generale d<'11" Itmg<u si s;>.rehc 1'01 dovuto passa",
della _ex<'''UliOll' individuale ('.. ""l'm 3", e CLG 3" n., (,.",
,(u n, 3'7 n. 30). Partendo ill,'L,",e dall'idea che la. pTemin.' ,'ertte_
- l d I 1"h (S'I e da alITe dO"es5<' figuTare materialmpnte al pnmo pos o e I ro . ' .
analoghe assunzini (n. ('31, gli ,,'hL hann" .wn,'ulto
La. CllnSl'gut'tlza l'he nd CLC 5i paria anzit"tt" poI dI lalu1ll
pm!>le,ui dL'll.. ""iculi,'", e infine d<Il,' /''''0''''.\ l" cu; ''-'3 n.
.\d ogni mOl,ln, l:1i "'l'punti tiC'! t<"TzO corso sono la [onte principale dcl-
l'lntm<1u,ilJne (menn il cap. \. "d i P'i",iP" 1ft P/"",,'lvgir), della l'nOIa,
"'"md.. e quart" parte, e degli uilimi tiUI' capI'. della qUInta. l'art:.
primo (.or>;" ha fornito la bil-<,e alla terza par:e (hngUl'f1ca d, or
n;'''i e al cap. Hl della quinta parte (le ricllstrnZllJnl). li secondo corso
36<
stalo utiliuato COme 10nte complementare, ma In fonte-b;we di akuni
capiwli .:he, sacrificati nella trndizionale ,lettuTa, dci eLG. hanno in"cce
pro],,,bilmeute una importanza_ch.iave in Una pi autentica
del pensiero di S., Inttoduzione, cap. V (Element, interni cd esterni della
lingna; S. sottolinea la i m P" t t a n z a della Iingui.tica esterna, e non,
COlme cTede la ,'ulgata saussnrinna '. !"inutilit illegittimit della mede_
sima); Seconda parte, cap. 3 (Identit, realt, "alore, il vera ;ncipil del
discorso di S.), cap. Ii (:\Ieccanismo della lingua), cap. 7 (La grammatica. e
5ue .uddivisioni); Ter... parte, -e'al'. S (Unit, identit e realt diacroni_
che). {!l1inta parte. cap. , (Le due pro"pcttive della linguistica diacronica),
cap. , (LI. lingua pi antica ed il ptototipo).
1"1 In un l,woro cosI ddkato era forse inC\"itabile che gli edd. incorres-
sero in di varia natuTa dei quali oggi po"'ibilc cominciare
a rendersi conto grazie al minnzioso la,'oro ".""geti", di R. Godei e R. Engler.
Harissilll' i ca"; di svi.te VeTe e proprie prestate, per d,T co;;.I, a S, (CLG l]
n. 23, H2 n. 27]). Pi "J'<'sso gli cdd. hanno Tedatto il testo in modo tale
ch" son andale perdnte alcune sfumature prezi"'" r"n"isa.bili negli appunti
(CLG n. 2(" ,(, n. J2, 3" n. 40 n_ 8., 97 n. l'9, '07 n. t48, 153 n. '21).
PpUTC SOno .tate di,;simulate osc::illazioni roncettuali (CLG 25 n. 53, 97
"n, C "9, 'H n. 21') tenninologi.:he ([LG 19 n. 3R, 4t n. 87, 97
Il. 98 n. '30, 'or n. '-l0, '" n. '6.), Una ,'olta decise, di suturare passi
a",'h" distanti tTa r"co, em in<'vitab;le che Ilel testo figuTa...ero interpola_
2i..ni c' aggiunte di completalllento cusl COllie era inevitabile rondere espli-
cita quel che negl, appunli implicito per arri"are a un te.to grammati_
caln"""!e corretlo. Qua c l gli edd. non h<mno a'uto la mano del tnttl.>
[dicI', .. il pensiero di S. un po' forzato (CLCo 24 n. 32 n. 70, 66 n. t 'G,
'00 n '39,105 n. 'H, ,l> u, '6', "5 n, 129 n. '92, '3' n. '9J, 14
0
n. l')'', 'i2 n. 230). T..h-olta l" cc'nseguenze dcll",'oro di aceo.tamcnto"
sono pi gravi peT l'intdhg,,nza dell'autentico pensiero di S. (eLG
'5 o. 5', 'iJ n. " l, 99 n. '3:, '00 n, '3(', 103 n. '4j, "4 n. ,S31. Himan"l:_
l'iam'-",,Ii al limite ddl'arl>ittio si hanno in vari pllnti lCLG 30 n, 63, 30
Il, ('5, 34 n. /4, 97 Iln, uS " 119). Y,'T{l alterazioni, tal".... assai gra"i,
CO" introduzione di termni che S. ave"a e"ilato a Tagion ,-<>:luta, non mano
cano (CLG 63 n. "', 'IO n. Ij6, 1'5 Il. '6G, Il3 n. 18z, 140 n. r9l, '44
n, "0'1, q3 n. 201', 'j7 n. 2>8. f(,4 n_ 235, 166 n. 2.10. '7(' Il. Zj(', '77 n. '.'ii,
130 Il. ':j9, '98 n. z70, 302 u. JO'). Cn c"",,, di indeita .divinal.ione.
ddlC' ;nlen,;oni di S. la lamos:>. (rose rinal<- dd CUi (p. 3'i). molto
<1iftcile distinguere che CO!;,'" 1: 010"1110 ali'un" " all'altro e<lit"r" (\' l'<'r
qualche esempio nn. '16" "<)).
1"1 l'on ""'<lol'q". gli edd. si Tiferiscono, cC'me spicgan" meglio nclla
loro n"la a CT.G 33, a una diociplin<l 'qui etlldie I,.,; (hanl(em<'nt. ol...<iglli_
,; aggiungono nella ste'..... n<Ita. che dell<t SI'm.... ntica cosI intesa, us_
sia della. .emallti.adiacronka. S. ha dalo il principio fondamentale a p. ''''.1,
i" effettivamente molto imlJOrtanti j>C'r il sorgere della dial'runi..
slrutll:rnJe. Questa degli l'<1<1. lo l'unka accezione che .<"",mliqll' ave"a a
369
qnell'epoca (M.3lmberg IQ&6.18';). Se per con ""mantica si intende non
lo studio diacronico, m" ""che lo studio e lo studio geni."rale del
significati, va dctto che S. elabora. cOn lo. nozione di ,.,.bitmdct del.
e la conCCSM distinzione di significaz;one c significato, i principi 1>:lSllan dI
qnesto settore della linguistica Culi liRa lIi1i<.lezza che per decenni ha riscon-
tro solo in Noreen ['''P'I> e Malmherg IgG6.IS5, (94)'
1"1 V, CLG 36-39 e nn" e n. 30-5.
1101 Solo in anni <L'<:cnti il nobile proposito degli edd. ha p"tnt<> trm-are
nn segnit" nd f"tti c 1.. critica ba potuto <.Iistingucre tra omaestro o c osuoi
interpreti . Il problcma della ,'alidit" della red...ione del CLG, con tanta
franche.za c sensibilit posto dagli ctld.. fu ripreso, dopo l'apparizione del
C"",.,, da P. Regard, le cui critiche (,rrpra 3'5, 321 c Il. Il) <L'Starono
per isolate. Nel 193'. in occasione del congresso interna.io""le lingui:
stica a Gine,'ra. frr anwra nno degli rod. a metter snll'avviso gh stndlOsl
segnalando che in un passo del CLt; a prnpositu del fonema vi cm, a sno
lin', una o fautc dc rdaction. [v. n. II5); ma ancora una "olta l'an'erti-
ment" rest senza eco, C I(li studiosi e.:>lItinuarono a discutere dando per
scontata la fedclt c coeren,a della rro""ione (GodeI 1961.z9,) Si "<"nne
c",sl costitueudo ounri sorta di vulgata ideale. del saussurianesimo
a.;sorbito dal pensiero enropee (alOlen.:> per quanto riguarda a!culli nuclei
vitali dci Co..,,), scnza che si allrontasse il probleIllil- della ricostruzi,me (o
della rio.tituibilit) rigoruS(l della posizione saussuriana. (Lepschy
70); come a ...emo occasionc di confermare pi volte in il (LG
onon fu assimilato dai linguisti curopei nella sua totalit. Furono piut-
tosto .ingoli punti del CO",., .. tm\'are credito; e questi punti furono "''''ente
isolati dal contesto del pensicro san"suriano, .. ' (Lepschy IQ(, . Zoo-ZOI).
l singoli oprrnti. pos""no allcor oggi trovarsi esposti Ilei manuali staccati
l'nn dall'altro e dalla loro matrice (dr. ad es. Leroy 1965.77'94, e gli stessi
Lepschy 'Q6(,,42-53, Malmberg IQ66';;5-701.
5iffatto tipo di esposizione del pensiero di S. ha fatto il snu tempo. A
partire dal '939, on l'avvio della disputa sull'arbitrariet (v. n. 137\, si O-
mincia ad acquisire la coseienza del fatto che CLG ha irrigidito nn pensiero
la cui lorma cra prcsomibilmellte fiuttoante sia, forse. per ",gioni con_
cettuali profonde .ia, pi certamente. per e.,'ersi manifestato attra"e",,"
tutte l. imperfezioni cd esitazioni dclla lezione parlata. Nel '950, in un
articolo che per lungo tempo ",sta consegnato nellc pagine d'rrna rivista
mal nota [Eugl"r '964.31, Go\lel M. Lucidi rileva espressamente
qu<,.to carattere sfuggente dd 1"'5to del (LG c ne indie.a acutamentc l,' "arie
ragioni (Lucidi 1950,185 sgg,). Due anni pi tardi, allo scopo di "criticare il
""nso autcntico (sospellato giostamente divergcnte) di diffhl!tIa e oppos;_
liOll, Frei tenta per primo una ricognizione diretta dene fonti ms (Frei
)5', 19G .gg., Godei 1961.195). Ci si cominda a rende'r conm dell'",,-
tit di qrrd la,'u", di .utura e h'-eU..mento che gli rod. ",vevano dd re.to
cosi limpidamente dcnunciato.
};el1Y34 JI.Ialmberg n"n pone pi. 5010 qucsto problema, il problema dclle
370
disnepanze e oscillazioni per dir e"" .incronichc, inc,,-'T]ti al pensiero di
S. intorno al IglO c lorse dissimulate dagli rod.; insieme, pone il problema
della strati6cazionc dincmnica del testo, di....imulata dall'unitari.t dell'ar-
chitettura conferita dagli cdd. alla matma. Nello stesso fascicolo dei CFS in
cui appare l'articolo di le l>anchc'S ancienncs" nella copia
fattane da Sech"ha}..-" vengono riportate alla luce (v_ CLG 8 n_ 4). Gli ef_
letti non tardano a farsi sentire: le nltime due o tre pagine delrarticulo di
sulla doppia articolazionc e l'aritrarict" sembrano presupporre
la lettura delle NQ/., nn. 19-21 (v. n. 137 e clr. I>lartinet 1957). Il cllratore
delle Nole< R. Godcl che si as""me l'onere di ona e.plorazione minuta
delle flJnti manoscritte; nel giro di tre anni nasce l'opera che qnl indichiamo
cOn SM. Saussrrre si rivela in Una nnova luce (Heinimann (959), anzi talutti
aspetli ",ppaiono schiettamente nuovi. !\l di l delle novit singole sn cni .i
fermer questo commento alla tmd. del CLG, sta on rinno,'amento sostan-
ziale del nostro modo di metten:i in rapporto con Sau""ure. A contatto con i
problemi di formaziolle del testo e, prirna ancora. di fOrIDa.ione dello .tesso
pensicro saussuriano, l'architetto", unitaria imposta dagli edd. alla materia
si sgretola e crolla: Ile balza fnori, problematico, autentico, \'itale, il pen-
siero di Sansso"" libero da quel che di dogmatico, di gratoito, gli era stato
conferito, cOn le migliori intenzioni, dagli edd. (v, n. 65 ecc.). Il pensiero
di S. appare insomma per qoel cbe fu' non un insiemc di dogmi, ma la pa-
ziente csplorazione dci raccordi (ignorati aHallo dalla vulgata ideale.)
tra molteplici opoints de "ue., sc'Condo le fclici parole di Godei '96'.295.
Queste, a commento, meritano d'=re affiancalc dalle parole con cui
\\'ittgcnstein ap'" le sue Philoso<phis<M UtlleTSll<h"..gm. oDopo divCT!Ii
infdid tentath-i di riunire in un tutto cosi fatto i risultati a <ni ero pcrve-
nnto, mi ace"rsi che la cosa non mi ...rebbe mai riuscita, e che il meglio
"ho poteSSi seri"ere sarebbe rimasto sempre c soltanto allo stato di Os!ler-
'-uioni filosofiche; che non appena tcntavo di costringer... i miei pensicri in
l"la direzione facendo ,'iolcnza ",lIa loro naturale inclinazione, -,ubito questi
si dcfonnavano. _ E ci dipendeva senza dnbblO dalla natora della stcS'la.
riccrca, che ci co.tringe a pcrcunere una vasta regione di pensiero in lungo
e in largo e in tutle le direzioni. - Le osservazioni filosofiche contenute
in questlJ libro sono, per cosI dire, una raccolta di schizzi paesistiei, nati da
qucste iunghe e complicate scorribande. Gli stessi (o quasi gli stessi) pnnti
fUcuno an'icinati, sempre di nuov(}, da direzioni differenti, e ""nlple nuove
immagini furono scbizzate ... (Riu.che jilo,ojich., trad. ita;' di M. Trin-
Torino 'Q67. p. J).
Chi sa che la ovasta esplorata da Wittgeustein la medc.ima
esplorata da S. e che molti senticri si iocrociano, quando non coincidono
IY"rhurg 19b1, De Mauro 1965. 156, '68, 173, '84, ,oz, e \'. CL(>. 43 n. 90,
n. "Q. n. '5;, U3-l() n. ,86, '54 n. U3), intcnde benc che la sirniliarita
ddlc difficol13 incontrate nlOven<1fJ5i in uno spazi" culturale mal noto alla
lradizione di pen.iero e di scienza da all'inizio del )foveccnto, ""gge-
risce al ,"iennese c al Ginevrino la stessa alldatura, l" stcsso ometodo o,
dunque ben che le parole di \l'ittgoustein paian" rie<:hcggiare
3il
qudle scritte prima, in nna nom r""lam d" S.,
all'atto <l'aocingersi a scrh-ere , qud libro di linguistica
generale cui acccnna nel 18<14 a ;'.[eillot:
,C' dunqne realmente una n""cSMria a,ssenz" d'.,gni punto di partenza.,
e se quakhe lettore avr la bont! di con attenzione jl nostro pen-
siero da un capo all'altro del w.lume, riconoscer, ne siamo persuasi, che
era J"'r dir co.l impo"ihilc seguire un'oroine molto rigoro.o. Noi ci pcrmet_
teremo di rimetter tl'<' quattro volte la .te>.a idm ..,tto gli occhi del let,
tore, dal momente> che non e.isle in effetti nessun punto di partenza. pi
indicato di altri per fondare la dimostTa2ione. (No/e.,
tra gli altri problemi inerenti alla dimostrazione, gi in quegli
anni, e .empre pi nei S. si propose acntamente il problema del
comiociamento e dell'ordine da dare al1:l. materia, fino al punto da 5\'a.lu_
taTe del il merito delk .ingole a vantaggio esclusivo del-
l'ordine in cui "cnivano proposte e giustificate (,""'" 3'0, BO\' Molto pro-
habilmente al temp" del """o"do e terzo co,""" egli .-,"ere intravisto una
nh"iolle "alida, e come tale l.. jndira agli allievi (CLG 3'7 n_ ]05, 1;0
n. '>IGI. b soluzionc circa l'ordinamento della materia era per lui ancora
e .nln un'ipate_" <Ii la"orn, d'un l:>vorn la morte gli impedl di svolgere.
Di tatto, ancora negli anni ,lei tre corsi di linguistica generale, ,il Suo pen-
siero si e\'oh'",,-a in tutte le direzioni sc"za per c' mettersi in contraddi_
"one con !;e .t,,,",o', come scrivevano, di nuo"O con esatta P<'reezione, gli
,'cid, (CU; 9). O"", rotta d" S'l c dall"edi,ione Englt'r l'esteriore
{""a dci testa notn, Te.tlt"iti i ,punti, dena' ,"ulgata ideale. alloro "on-
1<"10 llati,-o, oltre ""qui.izion<' e.eg"'ica, nltre ogni in\'ito .inllole
n",,,'c riceIThe. qu"sto che no, ritro"ialllO, l'dio not" ;'l"tngra!e, negli
appunti dei colloqui, appunti di allievi che ora possiamo giudicart' It'_
<Idi alla VOCe dd maestro (CLG Englec Xl ,,0 rp"), infine o "'prattutt., in
quelle pagine CI.G tr"dite> in cui la sagacia degli edd. ha sa-
puto fl'lirementt' cnn<lcnsHe, mo\'endo dalle fonti manoscritte, le
sa""urianc, ritrm-i"mo la n",l,ilc dinamicita di pensiero. la capacit:. di su-
""ilart' nenve energie tii ,,-olgent:esi in <1irezioni feconrlamellte mol-
t<-plici- le qualit che affascinavano e trascina"ano gli allie,i.
["I seconda ",lizione dd {"LG apparve nd V'l', p"c 1,' correzioni
pii, nnte"oli ,'. CU; 4' n_ S'l, 4.'; n, 59 n_ 109, '3' n. T')3, n, .8(,.
l'or ull fa.tidio"" OTTore di stampa che compare dalla ""conda ed_ del
", n, '>;'_ Qu" e l restano ne! te'sto imperfe.ioni o oscurit '-arie,
spccic' u<'1'u",' dei prollOlni nittici c personali (CLG 10030 ep'- il riferito a
id,,' ,- ''>'1 ll1tin'o cl"- ils rifl'l'ile> a /,'i, :tr:ul. .\I"n",', p. 1(;3:: 'S. ultimo
ep" rll, r;[<rit.,,, c1m"gn,utll c'CL,). Clr, ,,"chc S'I <,0-'><'
[1.- La tl'T2a ed_ dd CLG appar"" nel 193' (effetto del congrc""" del-
l'_-\ja,l. la quarta. ha atleso didotto anni ,-edere la luce
i t"n,;,; poi si nel TO:;.'; appa", la 'Iu;nta cd,. l' ristampe 5i Innn(,
nq::1i anni "159, l'lI;.:, T?"5. P,'r le ha<1<1_ dd ('LG c l'eiati,-" ri.tar.lp" --.
mtf. 33-1, :\"d 1'I". pro550 l'cditnr,- HaT"''''''''';'' di \-\"ic'_,badeo.
eia ad apparire la fondamolllale idilirm "ilig"6 di Rudolf Engler (la pllll-
blica.ione prevede quattro !.-weicoJi),
1"1 Cenni di storia della lillguistica. schematici ma 1I0n quanto nel te.to
dato dagli c<ld_. furono forniti da S. in qualche nota m. (ad es., v,
n. ].) e soprattutto in le.ioni del II corso (SM 75: linguistica dal l816 al
.870 e ; .. "ggrll"""llli"M Rid/.mB), utili.1:zate dagli edd. anche in CLG
ogg., e nella prima lezione del teno corso (SM 77). Le collSdeTa2ioni Il'''
gative qui latte sulla grammatiea normativa tradizionale SODO da inte-
grare Cnn le va.luta.1:ioni positive del suo punto di vuta. cssenziamente sio-
cronico ennn.iate nene le.oni del terzo corso sulla rmguistlca !lta.tica ed
utiliuate dagli edd. in CLG llS-
1'1 Qui e altrove IIl/lBne reso cou IIOIg"4: per la traduzione di questo
termine--chiave del CLG nelle varie lingue v. n. 68,
1
11
1Gi in questo passo obje/ eusato neU'acee:cione tecnica della tradizione
scolastica, ossia equivale al greco e.si contrappone a "'Il/ire: ". CLG
.0 n. 40, 3'7 n, 305.
1"1 V. 5""'" n,l'I e CLG 1'8; per altre critiche di S. a tradizionali cale-
gori.u.ioni della grammatica d'origine aristotelica v. CLG 153, 185.88
e nn.
1"'1 11 testo d..to dagli edd. incomprensibile se .; pon mente al fatto
che nel r777 F. A'. 'Voli, diciottenne, non a"eva ancora scritto niente di si.
gnificativo. In re..lt., negli ..ppunti deUe .i legge: F, A. WoU,
en 1777, voulut etre nomm philologue. (9 D Engler): c ancor chiara-
mente, lIegli appunti di Constantin, si legge che. en 1777, eomme ,; tu
d i a n t, F. Wolr vonlut etre nomm philologue> (9 B Engler). Dagli
appunti si intende bene che S. voleva riferil1l all'episodio, ehe poteva fOl1l<l
a"er letto nell'opera del Sand}'s allora appena appal1la, reiativo a1I'inunatri-
colazione di W. a11'univ_ di Gottinga: egli ehiese di Iscriversi eome studente
di filologia (,,"diu'I<' "Mlolugiae}: il rettore rilutt e gli propoae la con.ueta
denominariolle di 51..diMIf' ma W., rompendG una .tradizione
secolaTe, tenne fermo nella sua richi""ta e nuscl a ottenere da allora in
poi, la dizie>ne ;llIdia.".< philologill& eOIraa5e nella nomeociatura universi.
taria uffidale (J- E. Sandra. A Hi;lary Dj CIIl..ical Seha/ar.Ilip, '" ed"
Xc'" York 19"8, rist. ''J58, \"01. 1I1, p. 5'; cfr. anche Mcillet
1"1 l n lun.ione dci testi la filologia, cosi COme studia. histoire littra.ire,
de. Itlncurs, d"" institution.., P" .tudiare anche le lingue. Qneste, tutta";a,
non .ono l', objd' (nel sen.., tecnico: CLG .0 n. dd .ue> otndio, che
Testa, i"'ece. la critica dei testi. La distinzione tra lingui.tica e filologia
era Ull tema la'-orito di 5. allche nelle con"eniazioni pri"ate: Il nGUa
a'-i,ait "ouvent. no"s autre. prolane" de ne eonlondre point.,. la vieilie
a,-ee la ling"i.liqut', rrtte seienee qui:> d"" 10'0 ..
IDe [rue in rdS la te'timonianza fedele, essa la.>;eerebbe sospet-
bre ehe sC<"nndo S. la disl"lZiane Ira considerazinne tilolCJllica c con.ide-
ra.ione linguistica dei fatti stia nel carattere si,tematico della
J7J
i fatti ... 10i." .. on sistema (,-, CLG 20 n. 'f0 e
Comunque, l'insistenza snl tema probabilmente uu residuo d...l
contrasto tra linguistica c filologi.., durato per tutto il primo Otto<:<'nto e
""nato, almeno in parte, con I"oper.. di G_ Curtiu. (G. Tllom....n, Hi.lo.ia d.
lo Iingi/I<lica, trad. dal d..ne...., M&<lrid 1945, p. 92-93, Ueillet '937.462-6],
L. Rocher, L., philologu.. clo,siqu", a u< d,buI, d. la gra",,,,ai.. C01npa.,
Revue de l'Universit de Bruxelles, tO, '958.25r-86, Leroy r965.3r-32:
per Curti. in particolare v. eLG ,6, n. ]r). Tuttavia. la distinzione tra
lieguistica e filologia non cc.",," di ri.ultare problemalica: da una parte si
osservi eh... proprio l'accettazione dell"impost3.2ione stmttorale impone
Ii.ll'analisi linguistica di raggi"ngere il lIla."limo di accuratezza filologica
(v_ <"pra 3161; d'altra part.c, si so.tenuto che la filologia , nel suo intrin.
seco, una. tra.d"zione, ()Iounin r963.243-451. Una stretta integrazione di
linguistica c filoiogia la critica semantioa di A. Pagliaro (Saggi di criliuJ
""'0"';"0, la ed .. Messina_Firenre r9.5], z' h<i r96', p. VII "gg., N",wi <dCgi
di etilica s.",otllico, i,i 1956, pp, 236'58). per la quale v. anehe eLCi 42
n. 8r.
[") Fric'<irich Wiihelm Rilschl (1l306-76) si dedic a studi plautini con
forti intere..i linguistici per la latinit arcaica, che fu tra i primi a espl"rarc.
l'O] Fr. Rupp (r79r-'867), alla fine di un soggiorno a Parigi, dove studi
san.erito, arabo penliano, pubblico l'opera coi si accenna uel tcsto: Obtr
da. Conj..galion'.lysl"" de. i" l...gleiclr.. ng ",il j ....... der
g.-i.c1risc1rcn, 10tci .. ""d gernu"'isdt,. Sp.ru;Ire, Franco_
s. r8r6, L'opera maggiore di Bopp la Ve.gl.idt"a. C.an"noti!r
d S",d, 3'''''tni.c1r.", Griu1risc1r.", Lat.illi;c1r<It. AII.lo.isc1ren
.",d D."I.<1rtn, lO ed., Berlino r833-52, 2' r857-63, 3" ,S68-70. Sulla que-
stione della posizione di Bopp uolla storia della linguistica. cfr. De Mauro
1965,60-62, 7l sgg. (1ua cOJll.a T, Bololli, o Saggi c studi linguistici. 6,
r966,107-08), e )'lonnin r967.r52-59, .68-75, Su questo punto in partieo-
I:u-e e su tutte le ,-;cende ddJa linguistica S. aveva opinioni pi articolate"
iumate di quanto non appaia dal testo, come risulta dalle fonti IllS per cni
dr, B 18-Z5 Engler;
.. On fait <later (ia iondatiun dc) la llnguistique clu prcmier ou",agc de
F. Bopp, n" sY.lrrm. d. la co",pa. ct/",. J.; la,,_
g'Ie", lati"" Crr<q". p".all' <I c"",a"I''', rSr6. Quoiqu' ..... llemand dc ),iayen-
ce, c'e"t .ortout 11. l'ari., ..li il pa"-... quatre aos (,SoS-rSu), (qu'il prparc
ce premicr travail). que Bopp lit connaissane" a,'cc eco langue. et a"ec
S<:hlcgcl, Humboldt. Ce qU'il Y avait de neuf dans cet ounag", ee Il'l'tait
pas (prcisment) que pour la premiere (iois> le sanscnt liit rdam et
applique comme un proch... parent d" gree d du latilJ: (sans doute c'est
. la lumi;,re du san.crit que Dopp a cceonuu lo. i"mille
mai.> ce n'est p,," Bopp qui a reconnu le premier (les aual,.gies du san_
scnt avec alltres languo" Le. premie", indianiste,
de'aient reconnaitre nceS5airernent cette parentt!. Il f"udrait dter. al<
point de vue dc celte reconnaissance, nn Fraoais (il Pondichry), le
374
i
(
l'. LoeurdoUl< (r767). qui sur une que lui avait [IO.c l'abb
Hanhlemy (helleu'ste) rpondit par un memoire adress<! 11. l'Acadmie <les
ln,;criptions: D'oi. uiet q'" da", la (il Y ail "n c'alld
"a,hy< de ",,,Is """''''''"5 aUeC I. erte cl <".Ialltl, lalin). W. 10ne., (orientali.te
anglai. tre. connu,) I786, dan" son ""jour dan" l"Inde, (9 ans, f '794')
connu comme un <les premie", philologues qui se soient ,,",cups du sanscrit,
fltune communication' li. l'Acadmic dc Calcutta Sur la langue sanS<".rite (oli
il <lite La langue sanscrite, quelle que soit son antiquil, est d'un" struc.
ture plus pariaite que I" grec et le latin" et il affinnc lenr parcnt). II
r:roupe en q"dqne. lignes Ics principau" descondant" dc l'indo-enropen
aul"nr du sanserit auqud il ne nonne que la situation dc irbre lpas ]>"")
dans la iamille. Parle dl'j. dn gothique et du celtique (riont on ne savait
(pre>que; nen!). :'olais ces quclquc"" (tentativ,," isolee., ces quelques)
<'ciai", :qni lombent juste,) ne vculent pas dire qu'en ,8'6 on snit arnve
(d'une ,nauire gnrale comprendre lo. val,,"r du sanscrit,) (Cc qui le
pwu"erait, c'est le) Milh,idale. od", allgem.ine Sp'adedundr (dc) Chri-
stophe Addung, description dc tootes le. langucs dn gl"be dont nn a,ait
connai"""uce san. aucune cr.tique (on tend"-noe ocientifique), le san.crit
figure iscnlement) panni le. langues asiatiques qui ne sont pas monoo}'l.
labiques, cc qui ne l'empkhe pas dc donner 26 l"'ge< de mo1-. du sanscnt
compars a,"cc des mols grees. latin. et allemands: <il rcconnalt de l'ana-
logie,) mais Il. aucUn moment il ne songc Ic plau dc oon ouvrage,
tel [lU tel idlome pour le dasser <lans une meme lamille. Le pre-
mief "olnrne de Adclung; est de '1106: (c'e.t la) date (qui cot) intereooante,
avant r8'61 Un catalogoeur d'une langue comme Addnng. quoique inf"nllc
de ce qn'avait dit Jones, ne sait "pereevoir (ane) une consc'quence (scrien.e>
d<!coolant de cette .imilitude. Cest pour lui une chose curieuse, cmharros-
sante'.' Ilscrnblait qlle, eelte similitude aperue, dit li""al,les (philologue....'
n'a"aient (plus) qu' laisser la piace (1l. l"etllnologlle et l'llistorien).
L'originalit de Bopp est grande (et elle ".t l, d'a"olr qu'une
"imilitu<le de langues n'est pas un iait qui ne re'garele '1ue I"lli.torien et
I"ctlln"loglle, mai. est un iait ,usceptible d'etrc luimcme etudie et analys) .
Son mo'rile o'c'St pilS d'a"oir de'<:ou,"ert la parent du ."nscnt ave'C d'au_
tre. langues d'Europe, (O" qui il apparticnt a nl\ group" plu. ,-,,-,te,) maiJI
d'a,'oir conll qu'il a""i! ulle matire <l"'u<!e dan. ics rdations exactes
<le langue parente 11. autre langue parente. Le phenomnc'dc la l1iversi!e des
idiome, da,,; leur p..reut llli apparalt eommc un proLlme diglle <l'etr"
o'tuditi p"ur luimme. Edairer une l,mgue par l"autre, ("xpliqner si pO$ibk
Ulle ionne par l'aulre,) voli Cc 'In '"n n',.'-ait fait: <qu'il y ait )
cxpLiquer qudqu" cho,e dans une langue, on ne s'en etait pas duute: les
iormeont qudque chose (dc donn qu'il faut apl'retl<lre> ".
['-'-1 Su '''illiam 10tle. (1146"79.11 v. lo. n, preced"nte, c dr. '\'aterman
1<'(,3'5-'(" 2'-
1"'1 Si a""erta che qui e altr'--'\'e per t:ra.,litteraIe il segno devanagarico
di palatale .onora S. ad"pe.... il segno C con pipa sovrapposta, sootituito in
J75
tm<1. col ""g"" j. l. partire dal IX congresSo degli oriental"t;
al'l'unto, a
lkrlllan '9.1' riml'w\"<'m a S. d; a"erc citato la fomla jan""" p.:-rd"S
'l"esta, a "\lO dire, _ i...t c'ine jilllgerc' Funn dc", LnkaliYs deren
hillc'n O'inn hat . In realt, j'"",.,w c Loe.;"tono in .an."'r'to, e
ja""""",, funna gi 'e<1icl'. ;, altre,,; la pi antica. dal punto di della
nonologi;, rdati"a Idr. ,\. Thumh, H. Haus<:hild. Ua"db",h tks :;""""i/,
Hdclelherg r, l. H 333 e 150). l nllne, ja"a.." ;, la
mt'nte l'i" <li fini che S. 'lui . propone,a.
l''') l. (;rill\l" "utore della Il''lnnnl<"ntale Dm/.rltr C,..",,_
", .. Iik [d,,,,,, l'rlll."he , ..le non. tede...a '. n". piuttosto. gerlllank" _l,
,-oL t, " ('d., G<'tlinga 1l!'9' 2' Nl .. lSu. ,oll. li-I\', i,'; ,8!>'3';'
Allgust Friedrich l'olt I,Bol'1I87)' noto P'" le Sue E{\'''lOlogistk. Fo,_
SC""I1f':CI' ""! ,,," Cd,;,le d" i"d"t<".moll;<dr" Sp'Of'hCIl, " cd.. l voli"
LClngo ebl", l'arIe rik''''lnt" ne'l dctrrm;nare i"abbando"'J degli
sClllnntid n d'nno s["di" aUento dt'Rli asl"'tti lonom'>rfo_
logici ,I,'lIe 'Q3:;_46l).
AdallJc't! i'lll", fond nd 'SSl I,Z " ""', ... la Zciu<;hrifl lur
eh"",le' Sl'mdll,>=hun;;:. 1937.463641; CLG 307.
Theooor Jknle'Y 11809-IS8,), orientali..ta c linguista, In prol,';;,,,e a
Gottinga.,
Thoodor Aull'I'eht detl.., paco dopn ..r (ili!,.,,). nll'edizi""e del
t""to vedico ancor "Mi londam..n!ale Hy""',,, du flic".da, l' cd ..
vc.ll.. Bonn ,R5'1'3. 2', h'i 'B77I.
l'OJ }ln" 1,8'3"(00), allicvo di Fr. rk>pp, cditore t'-"Sto n'dico
;11 tnghilt..rr", <\ll\'e .i ora trllsferito, lorturiato d.h-nlgatore della Iinguistiea
""prattutto eon le' L.a"rE' o" Il,, .'ir;<':'"'' "r Lo"glwC' (O"lord IS6'l tra
dc,tte in ,'ade lingue (in ;t,ll. da G. Milano r8(4).
l''l (ie"rg Curtius autor.. d.i londamentali CI-u"i''''-!:e ti"
griuM.c1,," Lip,ia '858.62, S" cd., ;"i ,S;-9, maest,..;> di l{.
Brngmann e di S., comdl",l a rendcr<' accctta ai filologi cla.,.iei la lingui-
stica mmparati"a {,<o n.
["I &hlcioher I,B'I'{o8), autC're del CmU!,"ltill"" d",
r"gl<ir!<f"t/,'" dcr i"r/"G"",,,"is.-h"/l Spr.,,IoCl'< ,. ed.. Wei"'ar
,861, el,llt' l'art.. londamcntale nella stori" dellll glottologia lLccoy '96;.33
$gg., Bolelli '965_>,0-36). Dalle Xulc< 59 F Engler) ti,"lla. pii' che
<la S, di.:p nclle Ic,ioni e >:Ii ed<l. rlportallo, il duro giudizio del gine.
"rinu _u Schl"idwr:
le (pour tnuts le. len\r'" un "njd dp rdic"ion phil"SOl'hi'lne,
que pendanl U!le' p"riode dc Cin'l"ant.O anso la ...tiq\1r, nc
c'n d"ehpi,,;e en ci,,'ric cn par'une
innon,ur"i.llc ,l'indi"idu;, n'ait ,'n I" ",l:"it,: dc
:, co qui <et ..a;re l'm" dominer d'Ull1'
l'art rt 1"'"'' l"i/, d'''utre ,'n '1,,"1 tc l"''''' !"il a une l"gitimil et
une rai""n d'Ctre dans l'en-emble dos s<ieno".; ,.mai_) un seeond sujet
376
d'lonnement (sera de w,ir quc) IOrs1Ju'en6n cctte scicllee se"l!>le
(triompher) de.a torpollr, ellc alJoutisse l'c"""; risible dc Schleicher, qui
cro"le 50IIS san f'Top,e ridicule. reI a t le pr""tige de Schleicher pour
a\"olr .implement .""y'; de dire quelque ch""" de generai SUr la lan!!ue,
qu'i1 semble que ce soit une figure ho," p.a.ir (encore anjnurd'bui) dana
l'histoire d"" tnd"" <llngui3tiqucs. et qu'on voit dcs lingui3te. prendre
dcs aiTs comiquem.. nt grav"". 10rsqu'i1 est question de cette gnmde figure. ;.
Par tout ce que nous pouvons contriMr. il est apparent qlle la plus
complHe mdioerit (ce 'lui n'exdut pas Ics prtentions}).,
(J:l1 La teoria dell'alternanza vocaliea neH'arloeuropeo ha
""ulo l" sua prima sistema2ione nel Mimoi" sauSlluriano (v. s..p.a 294"'96).
r"l Fricdrkh (hri"t;"n D;ez (1794-,S7&), autore ridIa CrammlJlik tkr
3 yoll" nonn .. il londatore della lingui-
stica roman.a, che. con la llng"i.tica gernlaniea, Il stata .elllpre conside-
rata da S. un .ettore di punta dcll'intera linguistica. V. CLG Z92, 297.
1"1 Questo pnnto di vista. espresso da S. gi nella le!ione inaugllT'll.le dci
co,", di Gine",a (". il passo dt. <upra 306 n 6), lu ..igoro.amente manife-
stato a.nche da K. Brug<nann e H. Osthof/ nella prefazione alle .'.forpltolo-
gi,d" [,"I<r'llrllt"'Ct11 all! dtm C.birl. d.. illio!:"",<t"isch"" SPrach,", l,
Lipsia 1878 (trad. in Bolem 1l}6j.'62-H).
1"1 Su Whitney V. 299-31, 327-28, 349, 35z-53, e V. CLG 26, lIO.
1"1 la violenta polemica ohe i capi ciel mo..imento neogram-
matico a"e"ano indirizzato contro le teorie ricostruttivee i metodi d'analisi
strutturale dc1 ginvane S. (v. ...pa 29S--97). questi serb sempre lln atteg-
giamento improntato al massimo rispetto pcr le persone e anche per talulle
direttrici di indagille della j""CCr-a",malikt Richl.."g. K, Brugmnnn (1849-
,8'9), docente a Lip.ia negli anni ie cui vi fu S., che ehbe occasione d'",,-
.eme avvidnllto (sup'a 293), lu pr<llessore nella atessa uni"emit dal 1882.
H. O"thof/ proles!>",e a Heide1berg, tenne anch'egli corsia
Lipsla negli anui in cui "i era S. (SUPM 293) e fu il piil rigido critico di S. e
(SltPM 295), W. Braune "<l E. Sie"cm furono direttori della l'iii 1m_
porlante ri"ista di gennanistiea. BcitrJige zur Gesc:hichte der deutsehee
Sprache und Literatur. insieme a I-/ennann Paul (,S46-1gZl1. autore di
uno clei maggiori l.."ti teo,ici del tempo, certo il l'Iii dlato, i F,i,,:ipirn
da Sp'Mhgrsc1l,rhle, Halle 18So. Oltre le lezioni di storia della linglla te-
des<:a di Braune, S, S<'gui a Lipsia anehe i comi di slavo e lituano di A,
Leskien ('84<)-'9'61, primo 'oslenitore del principio della regolarit dolle
""o\uzioni foneticbe 193). Per i rapporti delle teorie ""-,,'>Suriane con
l'anliteleologlsmo dei neog-cammatid ". _'''pr 35:.
1"1 Le preoccupazioni terminologid,e sollO una costante ndla biografia
intellettuale di S.' '" 'IIP.-<t 327; l'er ogni termine u"ato. S, si pre""cupa di
la llloliyazione: '011 ne eroirait a"olr "lfaire lln pr<lmoleur
du prindpe dc J .. sig'''' {Engler '9G6.39). In ",alta, "l'Punto
"ost'nitor" dd principio dell'a,bitrorict e, quindi, dellll n02;one di
3ii
lingua come forma determinata. proprio dalle articoLuioni arLitrnrie nella
sostanza fonica e semantica, S. sa bene che il punto di vi.ta. in cui ci.i col-
loca per considerare i fatti lingui.tici e e..enziale per configurarli come tali
Icomc entit. di O'Tem Come fenomeni meramente fonici o cono.d-
tivi o p.icologid ecc. (s ..p'a 329). D qui l'estrema atten2ione a tutto d
che co.tituis<:e il punto di vista: ali" 'co.e' ICLG 3' n. 68) non mellO
che alla terminologia (n, 133). E di qni anche un'estrema cautela tanto nel-
l'introdurrc 'luanto nell'e.pungere termini in uso' Per "rEaJtis",e in partico-
lare v. '''ira CI.G 40 ll. 83. Per altri tennini ...ussuriani discussi in questo
commento v. CLG 20 nn. 4" e 25 n. S3; 30 nn. da 63 a 68; 3" n. 70;
37 r.. 78; 40 n. 83; S5ll. 103; 63 n. III; 65 n_ lIS, 83n. '"2; 86n, '"3; 97
n, 128; 98n, '30; Ioon. '34, 101 n. 1.10; l03n. 14S; I09n. '55; "on. '56;
""n. 162; "7 n. If>I); 121 n. '78; 123 ll. 182; <28 n. '90; '40 n_ 199; 'H
n, 204; '45 n. 206; q 7 n, 21<; 158 n. 164 n, 236; 166 n. "40; '70
n. 2.. 7; '7' n. 248; n. "SO; '76 n. ""iS; 180 n. "S9; ,8S n. 266; 235
n. 282.
Coo.apevole della novit. dd problemi affrontati, S. non .010 non ripu_
dia innocenti animi.tiche ma, anzi, cerca di continuo para-
goni che chiaris<:ano concetti da lui giu.ta.mente sentiti come radical-
mente nuo,'"
La lingua una sinfonia. che e indipendente dagli eTTori di e.ecuzione
(CLG 36); c"me il gioco degli scac"hi, per giocarlo non importa sapere
che ha avuto origine in India e Persia (43; c v. n. '}o), ha regole che
sopravvivono alla singola mossa (135); tome l'alfabeto :'>lorse, che
indipendente dal funzionamento dell'apparato elettrico di trasmissione
(36); un contratto ("'4); a tennini seorpre complessi (.68):
un fiume che s<:orre sempre, senza so.la (1931; un vestito coperto di
toppe fatte. nel cOrso del tempo, con la .ua .tessa stolTa (235).
Solo per certi aspetti, la lingua pu paragonarsi a una pi;mta che trae
alimento dall'esterno (41): in realt., essa "aie per 'ua virtu intrinseca,
co.l come un arazzo quel che per l'opp<>sizione di colori, c i modi della
sua fattura nnn importano (56), tutto .ta nella combinazione dei pezzi,
come in ciascuna fase del gi"co degli (q')).
1."n .egno unisce un .ignificato c un significante in un nosso Len piu
reale di quello di anima e corpo 1'451. kn piu inscindibile di un cnmposto
chimico II""iI .ignificate. e significante sono come ,"c/o e "0''-0 d'una .tesso
fe.glio di carta ('57. '591. i segni sono come le increspature che si creano
sulla superfido dd lUi1re a contatto con l'aria 1156). L'identila di un'enlit,
linguistica quella di un pezzo negli scacchi non importa di che fatto.
rna wme fun2iona (1.13-54); e quella del treno delle 20.45 o duna .trada
.i rilit ma resta &empre la st", (ISI); e non l'identit d'un abito
che ti hanno rubato e che. se te ne restituiscono uoo egoale, ma di stoffa
nm"".... non pii, lo ste..., tuo di prima ('52); l'identit. dclle lettere
scrittura: l"importante che non si cnlondano tra loro (165). l'na pa",la
come una n10neta: non imporla se metallo o carta, importa il valore
nominale (160, '641.
l-no stalo di lingua immoto come il limite cui tcndono le s<:ric lo-
garitmiche: lo postuliamo, anchc.e non lo raggiungiamo (1'121; e la proie_
zione su un piann dato di un corpo, e il cOrp<l la diacronia (IS2); nna
s<:zi"",' tras,-ers;t!e, c la " la diacrooia (125): C'lIDe ogni sta-
di" '!<'J!:li scacchi indipendente dagij anteriori (125-27; per altro v. n, 1(2).
ln panora",a .i di.egna da fermi, da uno .tess<> punto di ,-i.ta: c co.I
rolo n,'fl'immo!>ilit. d'uno .tato pu darsi un quadro ddla lin'gua (117)'
I" lingua e pur sempre immersa nel tempo, pur sempre de.tinata a
mu""': chi vaghegJ!:ia Un3 liu(;\u" immutabile" come la gal1in3 che cov
I"um,) ,1"anatra: l'anat:ro<:eulo nacque c Si! ne and per i /atti suoi (IIIJ.
Fonte la lezione dapertura dci III cor-ao ottobre ")<0).
l-o: l'er S. ",,,/ih6 l'insieme di tUlti i fatti che. a livello del linguaggio
possono dirsi linguistici . Tale massa eteroclita (CLG sgg.)
c', in 'Iuanto tale. pn esser-e studiala da molteplici di!'Cipline; rispetto aUe
'1uali l>t Iioguislica si qualifica per"he il "un obju la la"E"". Spetta a C. H.
Borgstr6m "Hg 1 (cfr. anehc H. Frei, pmpus de ["idi/orial du IV, AL
5, '949. e la ri.posta di L. Hjelmsle,-, nonch, nello stesso sen.o, Hjelmslev
a"ere .nttolineato !"importanza della di.tinzione tra e
abjt!.
l)u".t'ultimo termine e usato qui da S. noi sen.o di linallU, di uo'atti_
,'ita ossia nel .en,o s<:olastico. per cui l"obie<i"''' , Cnme il aristo-
telic", il termine di nn'operazione c, nel caso dellob;ecl"m dnna scienza,
la materia del ,;apere in quanto essa sia appresa c cono.ciuta (. obiectum.
uperalionis terminat et perficit ipsam et est linis eiu, """ondo Tnmmaso
d'_\quinn, IJI 4 libros .."1. "'''E. re/ci I. I 2.1, ad z_: dr, anche
Duo. ScOlO, OPti, O.<o"ie".., Prol. q. 3. a. 2, n. 4; e, per il rapporto col
greco cfr. De 11 "0"" del dal. eia t.o,;,. de; e"si greci . Rend.
,\c"ad. Lincei., l'}65. pp. ,61, a p. 59)_ Tale senso restato \"i,o nella
tradizione lilosofica (Eisler ''}6I s. v.), Cosi, ad es.. J.
llen-ey ,;cri'-e alla fine del cap. "I della .ua Logi{ Itrad. ita1. A. "isalberghi,
Torin" 19-19, p. 175)
Il 1l0"'e oggollo sar ris<:r,-aw alla materia trattata misu,"" in cui
,'.'.a ,. ",ata prodotta c ordinata in forma .. per mezzo dell'indagine;
"ggetti sono gli "bim;"i dell'indagine. L'1lmbiguit. ch...i
polreblx' ris<:ontrare nel1"u"" del tornline oggetti' in questo seoso (poich
di "'gola la parola .i applica alle cose o pensate) .oltanto appa-
rent... , In(atti le cose esistono w"w oggetti per noi .oltanto in quanto siano
determinate preliminarmente quali ris\litali di indagine.,
11 n<","" con ",atih, e l'e'iden"" dei dne capitoli concoman" nel mostrare
che S. la la"IJ'" non gi la o'a su cui, a esdusione d'ogni altra. la
!ioguistiea de,'e e.ercitare la sua indagine, nta, ben Iobjec-
tll/", il fine delf"indagine linguistica la quale m',,'endo da tutto ci", che in
modo denominabile 'linguistico. e rielaborando riticamente la
consapeH,Iez'" soggettiva dei parlanti (CLG 253 sgg.I, de'-e pervenire
a ric"stnlire il sistema operante in una situazione
379
SlaTiea. La. totalit dd fatti qualificabili come Iinguislici lo. ","Ii;",. lo.
la"&,,,, COme sistcm.. fonnale l'"hjul.
:\aturalmente in diversi p,,-,"i obj1 ha il senso usuale di cosa., mate_
ria o: v. f><'T es. CLG
Per buona parte, gli equh'uci interpretati"i dd CLe ""no legati alla
mancata perceeione di questa distim,,;oIle; una volta inteso objd nd scnso
banak", doe nel sen.,o di m,tli"., L'd una volta di'nenticato, >me tanti al_
tri passi, l'esordio di questo secondo capitolo, .,i .attribuita a S. una vi.ion"
esclusi,,;,;tica della linguistica. che dOlTebhe tagliaTe i ponti ""li altre di-
scipHne IV. (Le 25 n. 51) c occuj'aPii dd sistema. soltanto dclla
" non invece dell'integcale universo di fatli linguistici em'" cui lo.
1""11"" '" re e per il lingu;,;la', si delennina..Cool, ad es., sccuc.,h> l(<igger
1941.163 l'opinione di S. sarebbe che. fiir dcn Spmchforsd1C'c knal:nt "s
nur damuf an, d,,-, \"crhiiltns deT dnzdnell Sprnche
unter sic'h feste"le!:en '. La linl(uistira di S. e, in","', aUeuta a ogni "<>rta di
c"nsideraoiom' (psiwlogea soci<Jlo.l(ira, fisiologica (' .tili.tical d"i fatti
linguistici, c .i pnne soltanl" il problema permanc'utc' di wminare la plu-
ralit delle con.ideraeioni di un finc spC<"ifico, la tieostru.iom' del
sistema di "aloti che fa di un'entit linguistica quella certa entit lin<;u,;tica.
Il ",ott" di H. jakobson l. r.ingullita sum: linguistici nihil a mc alienum
l'uta.) c.pressione di un punto di vista autenticamcnte """",urian,,, il
cui recupero si va attuando in settori diversi dcll'indal,';ne (pcr UlM inrlica-
.il,"c di questi, cfr. De U"ila NlOd"rnil ddla li"lIui.lira, in _U"'a_
naa lel/eraria Bo",pia>l' I967, '966, pp. "'2-165: e cfr. !ldllllann
19
6
6.xXIV-XXV " N. Halle. Prefau pp. IX-Xl, in Chnmsky
1966). V. anche CLG 40 n. 83_
1111 X"I CLG, hisloi.. sembra spe..", contrappnrsi a ducrif'lio" cd "'lui-
dunquc, a dia<k>oni". In CLG I16 si ""an.ano n.ene sulla utilie-
zabilit del teITIline hi.toiTr. che ben a. ragionc w"-,iderato rifcribile tanto
a un'evolnoione quanto a uno stato. In cffdti S. stesso avc"a ad0l""rato,
nella leeione inaugurale di Gine"ra, M.loi.. in senso !>en di"elSO:
Plus on tudie lo. langue, plus on ..,-rive sc pm!tlcr dc cc fail que 100li
dans lo. langue est hi'/oirr, c'cst--din' qu'dle ""t un objet histo-
rique "t non d'analj"Se abstraite. qu'clle se composo dc lail.< et non dc Ini"
qua tout cc qui o,gaJl;q", dans le langagc est l'Il r('alite et
compltcm"nt acddente!. (dI. in l'ngler 1966.36).
Qu,,"to passo da raccostare a. "n altro, antNiorc alI c"I';"
loi Se mou"ant entre termc's <ontcmporain.. n'a d,. Sens :"0._
rianti .Iore" ohligatoire . :-'1 3' !l.:I, cd
alle c"n,idcm.i"ni ",,<,Ile nnlio del ,<, \\'hitncy a di
ooc"sionali <,onvcrg"noe tra Irancese c "e",itico ('\",'Ie< 61_(,' c ]JI
Slll;.I. (,h,,'ti punii <1i "i>la, c in definith-a la concelo1le atl'i,I,.'n:oli<lka,
antiIClt'\Jlngi,:a ,lella non sono pii> 'hli abhandonati da. ,.;" "nche
.e sono slati jnqlladrali in lln"- ,ii\'c'r;;a ,'i.i<me dell.. sincr"ni" (". ;"J;.1 CI_li
e nn.).
38{)
l"] Il problema degli universali lingui.'ltid deri",," a da nral. I ...
idi... lal."t", d" ItI"lIag" Parigi .868, in parto pp. 7-8 IT. )[onnill '967.2'3-
19). Esso si riproposto soltanto di recente con altrettanta nettc..a: an._
tutto ncU'attiro!o di B. ed E. Agi..sk}', TA. Import,,"u "I La"II""J:r Unii:4'_
sals, W 3, restato per qualche tempo isolato. poi, sulla base
deUe posizioni teoriche di R. Jakobson e N. ChOlmky, sempre piu spesso
(cfr. Lepschy 196638, 7fi, 124-281. Clr. anchc Mounin l')63.'9'-223 e p.. ,_
si"', e ,-_ CLG 26 n. 56, CLG 79. '34-35, n. 199, CLG 263, n. 305,
(") Per l'importanza. che S. in fcrea dci suoi presupposti snU'arbitrariet.
dO"e,'a assegnare a questo compito, v. sup.... 3'9 sgg,
l"l Oniamente, S. si riierisre qui all'antlopologia in quanto disciplina
biologica, non all'antTOpologia cnltumle, sui cui rapporti con la linguistica..
specialmente intensi negli USA, cfr. jakobson 1953, Martinet 1953, H,
HoijCT, A"lh.op%gieal Li..gui'[iu, in Tund. ;Il E..rop......."d A",m",...
Li"Gr<isli 1930-1960, Utrecht-Anversa 1961, pp. 110-127, Leroy 19(;5.144-45,
1"1 questo il primo dei passi in cui Hjelmslev '943.37 8gg. addita la
prcsenza della nozione di I"nc"" COme. schema., ossia come. forllUl. pura.
(v. anchc (LG 36 n. 76, 56 n. lO], 164 n. 234 ecc., e CLG- 30 O. 65 per la
storia della questione): accanto a tale nozione, coesistono in S. le no';oni
di la"!:",, Colile norma di realizzazione, ossia forma materiale (CLG ]2 n. 70)
e la"!:,,. come "'''11' (uso) ossia come. insieme di abitudini vcrbali. (CLG
3i_ Il>). La p.-oblematica hjelmsle"iana, lrutto di una delle prime attelite
letture ,ritiche deWintero CI.G, stata ripresa. poi da Frei, da Coserin (v.
CLG 30 n. 65) e da A. Martinet (CLG 162 n. '3'). Sulle no. ioni hjelms!el'-
iane qui accennate v. Il. O1S.
[II) Funti del I sono L"\ seconda leeione del III cO"'o (4 nov. 1910:
S)l ii), la primale.ione della seconda parte dello st"""o corso (>5 apro 1911:
S'I S,), la pcima lezi<>ne dd Il corso (S)I66) d"e notc autografc,
una del (XOI4' 55 sgg.), utiliezata seguendo l'a",iso di Secheha.)'e
IS)1 <Ii). c un'altra che doveva essere la receusione a Scchebaye, P.oC'"''''
d ",,"tk,,J.. eco_. Gine"ra '<)08. La nota del che Bally avrebbe
voluto lasciar da parte, utilinata nel secondo cpv dci capitolo: .il re-
pr<''lenle peut-etle le nrnud d"" .ftexions dc F. dc S. (5M 136).
1"1 Y. (LG 20 n. 40.
["l Com
p
ha al/'rmaIO j"kob&on 1<'31' ,Qf,13i, S_ k grand rl'-
n'lateur dc< antinomie. lin!:u'sti,!u,,,,.: si tratta d'un I:"sto nati,'o
'90.3",1 ch,' p"i, ,'ss<'r _tato s<<!tanto rafforzato Inon ncato) dalla lettura
.'/J<I;'M"i<>/inC"i.lliqlles (Parigi 1896) di \"ictor Hcnry: lo. individua_
.io11e <::c'lle antinomie gi compiuta nellc .vol tla il 1891 e il 1894,
["I Il passo interessante per ",os!:rare come hanno proceduto gli edd.
a esplicare. talora alquanto fornndolo. il pensiero sau"uriano. S., contla-
riamente " quanto appare dal testo dcgli edd.. non IcS" il problema. del
infantile a quello dell'origine del linguaggio. Accennando a tenta_
ti"i di tlo"are l'obj"t intgral. partendo dall'analisi di questo o quel_
3&1
l'aspello della realt linguistica, cil:l il tentativo <li chi muove dall'anal;"i
del linguaggio infanlile 1'46 li poco soddislacente cnme gli altri.
Prosegue poi immediat..rnente mn la frase' Ain.i, quelque cot L'CC
La frase intermedia (. Xon, car c'est une idee trs L'CC.') viene da tott'al
tra lezione l'H 11 Engler) e lc parole ear. sono un'aggiunta
edd. latta 0.110 scopo di collegare il problema dellingu;,ggio infantile al pro-
blema delle origini dd linguaggio. Per altri cenni al linguaggio idantile
\". CLG 31 n. 6rI, 37, 106, 205, 231.
l") Questa te'i cin:a il origini lingoaggio cm stata
gi esposta da H. Pao!. a giustificaz-lone dell'atteggiamento negat;'o della
linguistica oltocellte'sca, IIna cui lipica manifesLazione iu, nd .86&, la de_
ddl;>. S"ci"t de lingoi.tiquc dc l'ar-is IMSL 1,186!!, p. l'') di non
accoglicr<' comunicaz;oni rdali"e al problema, Questo, tutta"ia, /: slato di
recentc ripreso: dr..'\' Tovar, Lillg"i,rics d"d J'rdit;/ory, W IO, 1954333-
350, ..... L,roiGOUIhan, l . g.'" d J" parol', 2 volL, Parigi 19(j.;G", c v-
inf'" nn.
1"1 11 testo ms da cui qllesta frase suona: POUT assigneT piace
il la lingoistiquo. il IIc faut P"'" prend,.., la languc par tous Se>; cot. Il est
"ident" qU'ainsi plusieur. scienee.. {'hysiologie, anthropo--
logie, grammairo, plli/ologic dc.) l'0.... rrol1t n'"eudiquer la latlgue OOU""" lellr
objc't. Cettc ""ic analytique n'a donc jamais abouti il rien '. Si "oti che in
questo c negli altri silnili passi degli appunti m. manca l'inciso' que nou.
separons nellement dc lo. lillguistiqoe . TaLc inciw eontr1Ulta con la tesi
di S. jpcr cui ". CtG 3> "gg.) s"condo cui lo. linguistica lIna parte della "".
minlogi.. e questa, a sua volt... /: una parte della psicologia soda/e. E con-
trasta cOn l'alll'ggianlonto di S., "i"amentc inter'-"SSato, in quanto liogui-
sta storico e teorico della lingua, a ,"ieine, d..lla fonetica
grafia, all'economia politica ecc, La preoccupazione di S., in qoosto 1'llSS{\
c altr<>.-e, /: qucl/a di dclermina.re "" c'/: c quale il fioe specifico della inda-
gille linguistica; e n n n gi quella. di chiudere le porte a scambi con altre
<liscipline, Tale preoceupa.ione gli /: slata in.-ece l'restata dagli editori.
l''J Per le questioni sollevate intorno al wtlcello sau""oriano di
v. CLG 30 n. 05. Pcr la ddi.niziotlc ndle IOllti ms "_ ,"f,,, CLG 30 D. fi4.
lUI Inizialmente, S. a"e"a ]l<'tlsatn altrimenti. III Xol .. 65 (e/ullqoe in 011
testo zisalcnte al ,891) seri"""a: ,Lanllue et lang..ge ne sont qu'une memc
choso; l'ull ""t la gnralisation de l'autre I (dT. Sl>( '4.'). La distin.ione
mallca ancora all'inizio del secondo corso 132).
l''J La ddl .. uaturnlit del linguaggio si colloca og}:i all'inter-
sezion" di settori d'indagine in rapido movimenlo. Ancora po.:hi auni fa
Il'1.5.5), del generc lIoono si collegava" 'luc11a dci protoanlropi
o arcantropi (pilocantropo, sin,,"tropo, atlantropo) c gli austtalopit,..-i, sn-
]l<'rala qualche inizia/c illcertozza, erano ritenuti p",ominidi (cosi ancora.
..\, Lcroi_Gourhan, C/i "omi,,; de/l" p'Mo'I, Milano 1961 [trad. dallranc.
l'arigi 1<)55]. pp. 50-52). Ma ncl 1959 i coningi Leakey scoprirono (C'ld(>way,
382
Tanganic"l "n nanio di all<lral"pitl'cO "",""'iato " utensiii: cio fa oggi
ri<c"cre che gli 'iano a",endellli doll'lIo'no 111. l'umn, .lI.,
,,,,,,Ir di Pl<is/(),.,a, Torino '9()I, p. 161_(;, ]'"ich .nutil et langag" ""nt
li,', neur,-.logiqn"Olent , c l'un cl rautre SOllt illdissociabk. tlans la .truc-
tur<' wcial, dc I lA. l.e.-oiGollrhan, Le t:r>/<' d /" p"lO/e, I: T.ch-
lli1'''.-t l,mBogr, Parigi p. ,f,j), la. po>sibilit;'. dd lint':uaggio
,-a rNrodatata alr"]XICa di appa'izionc ddl'anstr.llopH,..-o, cio 311a fim' del
pt'rio<lo tHziar;o, (lSSia a circa un m;lione di anni la (il ch<', ,ia delta a inlc_
I!raziolle di CLG Il. 50, '(,3. rt'nde in\pmi'onibil<' <,gni riccIca intesa a ipo
tiuart' la fo,ma ("he possono a\'Cre a"uto II.' lillguc d'ull'cpoca tanto ,.emota
l'i'l'dto alle prime di fingue). Talt' 'l'0ssibilit,,- I i.' confe'_
",,,ta dal falto chc, Coli r.-crezione dci lo\li f",ntali h,,,r Clli iufrll n. ;;-).
i ccntTi cerebrali di inlt'grazinllt' dd linguaggio \'Crbalt' SOOlO gi" sl'illlppati
nell'a",tralopiteco (LcroiGo"J'han. cp. m.; '.rq n. 451. Leserei.io ddL'\
/ac"it,,- <Id linguagl\io 'luindi <li "'>Ilota antichil;, " l,' S\\t' crollolo
Ialino tolt'\\no con le origin, dd gt'nere Il,,,,,.,.
.\ complicaTe u/lcriom,enle il l'rohlema .ono ""l'Ta'Ten\\ti gli studi,
SC'cnpre pi numcrosi e probanti, ,,,Ila comuni"az;o",' l'rosso altri gl'neri
dell"ordiuc dci l'limati e presso nltri ordini animali ICo)wO
S",,,,d.; aud Cc",,,,,mirali,,,,. e<l, a c. di \I" E. l.aO\on, W.::-:. Ta-
"ollla, \l"ashington C9M), dai 'lllaii r;"ulta che la capacit1l.'di
tra situazioni divers<' as&Jciando biullil'ocam<'nle cla..i di ,tati a classi di Se_
gnali (di nalura "aria: mimico"'i'i"a, non "ocale-auditi"a, "'lCalc_au,lith'"
''C,'.) COmun" anch" a molte altro spoc;,-' oItIC I"uomo. Il '1nale, quindi
in s il lilliluaggio da lasi a.... i arealehe <\el1'e,olu2ione. L'ad_
'lestramento sociale non riguarderebbe quindi tallto la capacit1l. del linlluag-
gio quanto il p"= di IIna particolare lingna. non la capacit di discri-
m;nare St'manticamente e comunicare, ma il ]XI""'-""'"' delle ']l<'ciali discri-
minazioni " degli specifici ""gnali di una determinata
1"'1 SlIi rnpporti tra S. e Whitncy v. n. 36. l.a tesi di Whitner, diseu"",,-
gl'... neU'ahbozzo di commemorazione di \\-h. nel IS94 (5M H, I6u-61! l'
Engler), ridi""""-.... nel secondo corso (161, B Engl<!l"). Essa era stat" esposta
dallo .tlldios<> americano sia in Lif' ,,,,d Cr"wliI cit .. p. 291, sia io La"/J""ge
",,,I Ih" Slndy of L""i;_ cit .. pp. I
l rapporti tra il linguaggio gestllale e linguaggi" ,'crbale oono stati COn-
,""piti rapporti di Succes..ione cronolugic.. gi <lo. X. "'-!arr e poi da
J ,an Gillneken, La ,"co".'lrucli"" Iypologiq,,' dts 1m""" ""harq"" ,u
l'In,,,,,,,,i. L',\ja 1939, s"Condo i quali l'uomo si s:>.rebbc servito soltanl"
di segnali gt'.tovi"oali lino a cpoehe relativamente recenti (]500 a. c.). la
tesi pri'-a di indizi a sostegno, cosi come ogoi altra enunziazione re1ati,a.
alle carattori,ticlle di 1""1;'" del parlare umano in fast: preistorica; dr,
lol",n <9.5&.75, '50, :\aturalmenle e- ben l'''ssibile una comunicazione gesto.
"i,uale non meno riccamente al'ticolata della au<l;ovueale, come il stato
pi "oll" a dallo "tudio tli G. \laller}", 5iC" LC"II""g,
IFirst .\nnoal lkport of Ille Burcan 01 Am<'r-ican Etllnology), :-;",," \'ork
Ima inl0r"",,i del genero "'JO" antichi. e percii.> ricol'dare la
383
chirunontia., \. R"<Jueno, Stop"rl.. ddla "ss-;" Dd!,_,!>I.
di ,,"Iir" ro" I. ",,,,,i, Pann.. '797), lino ai la"ori pi Tecenti di G. Cocchiara.,
del ff'Jlo, Torino 1932 (ricca bibl.l, 'l-l. Critchlc,',
of G.-,""., Londra '93", l'. \"uill",nc)', /.<> p.c,h et Jo> -'lK"" a'du.' q.o.
<m:< d. la l'H" e fino aUc ricerche sulla comnnica.ione l.ltt,lc
e d'-,,'a. e ,cinesica.. dc\ gruppo di E"ploralions. ('9S3-
1
9S9)'
dr. la raccolta aut"I,,!:i<a ExpI070Ii,,," in Co"""""i.Qli",., cd. E. Carpenter,
l>(. )jcLohan, Boston 1960, rid".ione itali..ua Firen.e 19
6
(,.
Per l'int"l:razionc tra segnal' gL"Slovi<oali c scgnali dr.
Zi1i" Co"-,id"Qr,,,., ,ohre eI IwC", ..j. de lo., C"lo" Bolotiu de filologia
del Cilel, '2, '960.2'5"48. Elle"cuaj. d. lo, lies'o, O" .1 Ur"g,u,y:
ibid., '3, '9r,1.75-'62. Xell'u.o soritto della lingua (a parte il CasO
fumetti, tomic' e simili) tale integHl.zione e nOrmalmente assente, con e!Iettl
notevoli soll'organizzazione dell'uso scritto slesso, in rapporlo all'ulO
parlato: \'. CJ.G 4' n. 86.
1"1 In attua.ione di quanto S. aflCTma in CLG lO (.11 compito della
linguistica sar ... cercare le forre che in modo pcrntancnle e.
sono in gioco in tutte lc linguc 'J, si pu scorgeTe qui lo. prima :od,<a_o.ne
di on uni"el>alo, Iinguistiw (v. CLG 20 n. 42). La fawll dI co.tJtu'Te
si-,tem; di signif,oati (discriminazioni tra le pO$LiIi signifieazioni) e signi_
ficanti (disc.rimina.-<ioni psichiche. L'" CLG 32, n. 70] di possibili realizza
.i"n; foniche) associali in sogni, anleriore al co.tituirsi ddle singole. lingue.
trascendentale rispetto ad C'5e (od .en.'" che, essendo anteriore a Clascuoa
partic<,bre lingua, tutta"ia non su...;,;te senza una qualche lingua). Tut-
ta";", taie lacolt condizionata daUa capacit di d,,-llorare tout un .y-
stme dc qui prefigurcnt certains aspecl.;; des slruclore. de
da..<, et relations. (d""e ..,hJnc est ... ce qui C'<t en une
action donn"e.), s"condo le indiea"io!'i di 1. Piaget, Le /a"gaco et I" ol'i-
MliD"" i"I<lleri"'Urs, p. 54, in Probl'",., d. Parigi '963.
pp. 51,6,.
1"1 XcI 1861 il chirurgo /r.1nces", l'. Br<><:"- mo,tr!> che un malalo a"e"a
perdoto la possihilit di parlare in consegoenza di una lesione alla
circon\'oluzione lrontale sini,tra (W Penfield, L Uol",cl-<, ,I ""-
""'i,"''' c;.,h.oox, Pacigi ,q('3, pp. Il'''1. 1... ocop,<ta nuovo cre-
dito agli studi sulie locali ..a.ioni cereLmli ddle lunz;oni .. (lgW,
la mappa delle aree corticali interessate all'interpretazionc, ldeazmne e
articolazione del linguaggio =""i pii> comple"-"" di quel che Bro<a non
pote.'"" supp<Jrre e, d"t; i mc.zl .. lui di'p<Jnihili, stato;lirc, in pralka,
e,l e,tese aree dell'emi.fero s;nistr-o sone. iPenheld, Ruberts,
np. <il., p. "gg.J, con inlcr\"Cnto di CL'IItri sukorticali iibid. 2>0 <ggl,
Clr. anchc limi" Fu"'''''''. Il cc'r.-en,," la ,<<1e della lingua, ",me S. Tlr
ete
pi ,-"lte (CLG 30, 3', 44 e v. i4m n.
l"] \' ;,,!ra nn. 60 e 6S.
["I Fonti sono tre lezioni dd terzo COt5U, la secon<1a (del no". 1910)
e dou lezioni del '5 u .S "l'c. ''). '-
3"
lUI Qoi e in seguito li w'cabolo non tradotto, ma riprodotto
.enza a<1attamenti O <alchi: v. inf"" n. 68.
Pn la sostan"" concettuale' del pass<>, si osren'i che un simile atteggia_
mento di partenza assonto anche da L. Dioomfield e dai postbloomfiel.
diani, per i quali tottavia la sola rc-"It: linguisticamente effettiva'" il com-
portamento linguistico individuale, la .erie degli atti di parole, mentre la
la"/Jue Ull puro. anangiamento. scientifico (Ga""in '9H.5354 e v,
",p'a 339).
[Oli Come oggi invece sappiamo, l'audizione Idr. .-\. TllOm:Itis, L'ou/l.
,I le Parigi '')63) ... hen lnngi dal poterni considerare come Un mcro
meccanismo ricetth'o, un'inerte regLst.-a2ione. Si \"Cda ad es. la conclusione
cui giunge G. A. )1i11er, La"Call" eJ co...... ""iculi"", Parigi 19_\6, p. III:
Pere""oir le discou!"!;, n'c't cbose pas.<ive et automati,!ue. Celui 'lui
pec,,,it a",u,ne une londion slectivc cn n'pondant Il certains aspecl.;; de
la ,ituation globalc et non d'aut,..",. Ii rcpond "o" stimuli .elon une orga-
nisation qu'illonr intp05U. El il Templa<e la stimuiation absente ou eontra-
dictoir" d'one maniere compatible aVe<:""-< blsoins et son e"perionce passee "
(ili V. "'pra n, 56.
1"1 II rimaneggiamento editoriale del tosto"'" '60 B Englec ha tolto
nilidH,a in CJ.G 25 alla definizione di la"cne c qui ali .. dcfini.ione di parole,
Xd JIl3 si legge' la la"glle est un enscmble de conventi"ns n'Jc"'5ares
l'ar le social pour pcrmetlre l'usagt de lo. laolllt du lanllage
che, ks (dfinilion). La facuIte du langage est on fait di<tinct
dc la langue, mais qui ne peut ,'e"ercer s,,", elle. PaT la un dsigne
l'a"t" <le l'indi,'idu sa laoulte au moycn de la conwntion sooiale'
qui e,t la <dfinition;' . l..a definizioue tuglIe uJl:ni dnbbio' e fuori
,tra<la chi; come Valin '964.23. rimprovera a S. di non avere chiamato
di"",,,,,,, la puro/e. Cosi sol" panialmente esalta l'a... di Belareli
in Lucidi 19(.>!J.""U: nel de San""u",,. la' parole' non lIi la 'OS ada.
ma il 'parlare' dell'indh-idoe. ..; v. CLG 3' n. 6].
["I Ecco le lonti ms di queslu pa",o di ''''idento importanza (22\1'240
La r<crpli,'e el roordi,,"lire, t'oila co ql<; fo.",. Wl dipoi
chez le> dilfents indi\'icJlIs, qui aTTive etre al'prhiuhlernzIlI conformo
c;", l''',, I" ",diuidll'. La languc E.<l on produit .""ial. On pcut se rcpTi-
cc prod"it d'unc laon l"'" illstc. Si nous pou"ioll' Ic dpt
d,', \"ocbales clan. un inr\i\'du, plaees dans on certain
ordre et da"-'e,"ent, nOU5 verrions l le Iien 5O<ial qui cOll,htoc la lanK\lc.
':etle parlic sociale est porement mentale, psyclli,!ue ("Qir (un) article
..)"c: ' L.. lanJl:ue a POUT sille 1" cen'"au seuI'. 'Un quilihre s'tablit
entre tou, Ics indi"idus 'I. eha'!ue indi"idu a en lui cc produit sodal 'I,,'c',t
b hngllo. Lang-ue est le tresor depos<=' en prenant Ce q"i est
dan, notre' elan.< le <ervcau d'un cnscmble d'indi\'idus dans "ne
llli'm" cDlllmunaul, COmpld dans lo. ma..e, phls ou moins cc,mpld dall'
cha'lu" indi"idu .
1..... 1 La <liotin,ione di la"I:'" e parole ha dialettico
385
13.
Idr. Frci I<}'.) lo. lintesa aoche quicomc .s<heola.: 43l
il sistema' dci rom;t; (naturalmente arbitrari, e padb d'ordme socul!c C
bairn: CLG 99 sgg.. 194 sgg,) entro cui si ,ollocano, i<!entilicand".! fun-
zionalmente [50 n. '17). le significazioni. e le rt"alin,,:'om falliche
del parlare. cio le ,igni!ica.;on; c le funi." atti dI 1',""(1<:
sistema rcgla la pa,-,./r, '-;gc 'Il di C'50.; c ,n CI n"ede la sua UIllUI. ragIone
d'cos.ere li "Uo; limiti, c cio le distinzioni Ira "n significato e un altr<>. tra
uoa. entit significante e "n'altra, Ilon dipendono da alcuna ca":", del,cr-
minante insita ndla "alura del monr]o e della mente" iu quella d<.', """\ll i;
cosicch pu di,,; che la f""E"< vi,-" c.clu.i'amente la .
Secondo Hjdm.le, 1959,tig) la distill7.ione la .these
prinlOrdiale, dci CLG. Cii> probabilmente wro in s.'n"" fin
dagli anni di Lip.ia. e del viaggi" in Lituania, S_ ha percepltu la. lb..ttnzlOne
tra considera.ia,ne relaziml:lle delle entit linguistiche e considor"z"-'T)I!
fisiologica, lra studio, str>rir-o. " "tmlio fisiologico. dei. suonr. ("'. !98.
3'7), anohe se la distinzione tenninologi,a tra la":u" e parale e ben
ni tarda (SM '4l). In .enSO logico l'affermazione di Hi"lmsle" "a non
,- '-bI' . d . colloquI con
wrretta, qualltu congiunta ad altre. La pou lCa>1ollC Cl. . .
,
'
,,'n IOne e efiettL-
R dr 30) cOllferma che per S.. ne 19", a I ,. , ,
,e ,nger ", ,'.' d,I soo sistema di linguistica generai"; d'altm
"amente la prima' eri"" < ,
parte, durallte il terw cO"'O, S, l'te.enttl l'. arbitraire dn s'gne '. c.ome
prim" prindpio. (CLG 10D sgg,). Tra le dlle cClS" non c''; c.nntrad,.b..one.
purche si intenda a fond" la noziOlle saussuriana di arb,trarlet del .egno.
Por questa, d'altro canto, nec"'sario partire dall'es:'me della
pa.o/e nella sua eonen'te>:.a. Soltanto attra"e"'o tale e....me r:s":amo
derei conto dellatto che, e..,nd", le significazioni e le fonie
.. .. ., .,. [CLG "0 _, I "".",a,nv ldent,fi-
di paTDI" reall ind,,,duah 'ITepetl" I L 5" : ' " .,
care (come nel parlare si fa ad ogni istante) due fome d''':",,: d, dl\crsa.
significazione come .la "tl,"sa l"'rola., a,"enle ID stesso s,gm.ficato. wl-
tanto" una condizione: ,,"sllmenclo come base lo.
realt:.. fonicoacuslica delle fonie o la l"'icologioa <Ielle SlglllficaZlDnl
(che "ul piano acustico e restano irrenxabilmentc cl"''''''''):
ma qnel che fonie e significazione "algono, il loro v a l o r Il mod.o di
dire K""'u di""rso da un momento all'altro dello .tesso d",corsD,
da un momenlU all'altro pile, CSse'rne la significazione, e la d,fferenza forneo-
,. . d n individuo a11'"lb'O'
acustica e cn..,;ce se SI passa. a u
l'identit tra le molteplici realinHioni possibile solo
esse rappresentino lo stesso val o"", CO$i due di,'e"", m<Jnete da franchI
SOIlO la. , stessa, nlOlleta, perch<' rappresentan" lo stesso valore (CLG 160);
.. lo st= anche
co.i l'e,prL,""" Ginevra-Parigi ddle 20,45 resta OgnI gIOrno _., .
se diverse ,."no le vetture, i v-iaggiatori (CLG '5')' I deUe forn."
sono i significanti di una lingua; i delle signilia'ioll1 I Sl.ll'll:-
lieati. Tali valori, non essendo d-e!erminati dalle fDlle o S,gnlfica'lOnt:
sono a r b i t r a r i sia dal punto di "isttl fonicoacuslieo sta dal punto. di
'. . - "'h . rocamente' fanno CIo
vista logieopsicologlco. EsSI SI ue "'u....no ...,ClP . I
. ,., .. nualche cosa. di
sistenla (CLG '55 sgg,), E -questo sIstema I vaon e -. I
386
dh'erso (dialetticamente l' traseendentalmente) dalle realiuazioni foniche
e signilicazionali (v. n. 231) dei singoli atti di t'a.olo.
Yarr la pena di aggiungere suhito che questo sistema di valori signi_
ficanti e significati pertanto non gi fonnata di materIali fonicoacllstid
o logicDpsicologici, ma esso appunto conforma in detenninate f i g u r e
tali maleriali. esso , in questo senso, forma (CLG 157). 'talo forma
astratta dal punto di vista de!)a concretez.a percettiv" (ma S, ha difficoltil.
a dichiararla tale. dopo un secol.. e me12D di l'S3ltaliolle del concreto:
i"ITa n. 70): concreta dal punto <li vista della coscienza dei parlanti, i
quali ad """lsi attengono nel parlare (CLG '44 sgg.). Ripetendo da questi
e solo da questi lo. sua validit, la Iingua COme fDona (proprio in quanto
ttll,,) radicalmente sociale (CLG I "gg.). I suoi carutteri formali si ap_
prezzano w)tanto in sincr<lnia; ma poich tali caratteri sono risultanti
da accidenti di vario ordine prodottisi nel CorSO del tempo (CLG Il3), lo.
lingua come forma altres! storica Ubid,).
Se lo. nostra interpretazione esatta (essa sar "erificata volta a volta
nelle note ai vari luoghi cittltij si comprende bene che cosa S. volesse dire
parlando di prima verit, e primo principio '. L'aTbitrariet del scl:no
ha il primato neli'o.d" >e.um, " il basamento SU eui poggia J'cdificiD <Iella
lingua COme forma, la regola fondamentale di ngni p,,",sibile gioco lingui_
stico; la distinzione tra lingua come form.a e pll'ol. c"me realilla>:ionc
sil:nificazionale e fouicoacu5tica la prima verit a cui si approda una
"olIa che si sia riconosciuto il carat tere radicalmente albitrano del segno.
per riconoscere tale carattere occorre. ri<lisccndere tino al eoncretD'
{PriNn) dei singoli, individuali, irrepetibili atti di PON/e. Ci significa che
il pri"s nella espo.;ilione non donebbe essere lo. l tesi primordiale' o il
primo principio" ma l'analisi del cDneretD, ""sia la discussiDne dell'inter.
IOgali,'o che leggiamo in 1759-'765 B Engler, e che si risolvo nel ohiedere
su che Lase i parlanti identificanD due atti che, dal punto di vista psicolo-
gicosemantico o fDnieo-acWitico, sono d\'crsi, In altri temtini. tut/a
questa interp""t,u:ione .. l'Satta, CLG avrebbe dovuto aprirsi con le pagine
'4'.'-50 c '50'52 snll'identit diacmnica e sincronica: continuare col rico-
noscimento del caratte,.., arbitrari" dci segno e percii> formale della lingua:
cOndude"'i, per lo. sua prima parte, cOn la distinzione metodologica tra il
con'idcrare un fenomeno lingui,tico in quante> rappre5<'nta Ull certo valOte
(lo"l':u.) " in qllanto manifesta.ione fe>nicoacustica o psicolngica (par%).
,\llr-dtti invece dalla materialit fatta da S. a Ried-
hngn circa 1" priorit <lella distin.ioJne tra l''''g''' e PiJ>u/" gli edd. han""
trdscinato aJl"inziD del CLG la ,!istinzione' scnla un conlc.. to, sen.a una
giustificazione che ""n fos,," lo. finalit di garantire l'antonomia ai linguisti
(". n. 5') e simili, e"Sa gratuita, ed i.' stata "uiamente combat-
Iuta e (rainte.a. Analgall1mte " stato frainteso il primo principin.
da ogl'i giustifica.inne (a parte Un
esempio didattico) e cDllncato in apertura della prima parte (,- eLG 99,
100). l'lltto questo commento "Drrcbbe contraddire ""anti hanno a..erito
cile le grandi tesi sau,,"llriane SDnO sospege in der Lult. (Hoggcr) ma
387
nella ""nUotic.. morrisiana c nella fi!O$Otia dcI_
I \httgenstcill cfr. lIer-dan 1956.80, EUis in lO. 51's/.m l. 4
8
,
\\elO r963.3 sRg.," " . .lUP'11- 346, i"frl1- n. 6(.
La sau""uriana rL'spinta COme da Cohen r956.
89--<)0 anche S. Timpauaro, sol malr;iaU",.o, 'Quademi
plac.cnUm' 5'28, '966.76-Y7, pp. 96'97, discusso in Dc Mauro, SI,ulI"'I1-_
Ilsm" id'l1-listl1-?, ,La Cultura, 5, t9"7. t 1)"r6).
1"I.La p"rc:" /, dunque, PC' S., tanto un'azi"nc c',mullicath'
a
quauto
il part,colatc rlsuitato, tI particolare mat"ria1c linguistico Utili2Zato nel_
l'a''''nc co.s! COmc adoperato in quell'atto comnnicath'o (v....p." n. (,3)_
Ane'lr "ggt, con Pncto r964, parliamo, per dL'signarc le duc facce dclla
di signilicazionc t e o ionia o: entrambi i termini .Soao n"mi""
"ClIO"'5 adoperati altr""] Come """t'"" u;. Si pu ril1lpn,vetare IL S. di n"n
al'e'e distintn termitw!ogicamente tra Sfmu1>halldl.mg e Sp'''chwr;k (per
:,:orrer". distin.hmc c precisazione di BUhler sgg,).
. la ,hstmzlOlIe e ,n questo p11SS(} conccttualnlente chiara c la indi.Un_
"One tcrrninologica cnDlun", in casi analoghi, in tutte lc lingue indoou_
ropce, ""nehe nelln terminologia lingui.tica. Yach"k 1939.Y5-96 sosti"ne
lIll'ece che'i tratta d'Un errore concettuale in quant" ,D (o le combinazioni
con .CUI <'cc. t) appartcrrebbc alla sIero. dcll", lallG"e. .Su questo punto il
l'cn5lero di S. oscillantc: CLG '73 n. '51.
]") La dkhiara.%ione di sapote positivi.tico: essa si ritIO"a aU'ini%io
dci di stK'logil1- K'''"al" di V. l'areto (I, t, r08-19). In realt., il
colloqUIO cn le cose o, il partire claJle c,,"c c non daUe parn!c t ecc. SUno
mlral'(gi prolessorali, o melafore poco Iclici. Dalla rete di .imboli verbali
graZIe a eui indi"iduiamo le nostrc non ci liberiamo mai: se non
ncl Scnso che possiamo abbandonare IIna l'articolare rete pcr un'altra, o
IllOdJfie.'rc qu<'Ua di cui disponiaffiQ, int<'g-randola, migliorandol
a
ccc. nel
r...to, nemmeno S.i liberi dalle parolc provato dalle difficolt, dillcu.,
",on" polemiche collegate al prohlellla di rcndcrc in H tcrzctto
1<InCIJ<-PlJI,-,I._JaJlgagl (p"ro dI> ste"<a proya altrc.i cbe il l,,,oro scicntifico
pu nordinare, in modo idoneo a fini tecn'id, gli u.i linKuistici cor-
Qui !li .eguita esaminiamo le Iraduzioni dcI tor7.CUo nelie vario
ho!?;ne.
li",,, ,langue" ka/,jlll o parole, (Kain2 '<)4
t
.
1
9,20).
""idel ,!angue o, 'Q parole. (Gardincr 193
2
.
lO
i).
CRECO: -:1,7,,,,<1. .langue., ).';-,'0-:.; olanga[(eo (l'ain.
.lil1C"'t 'langue o, <l""'''' Ma/io, la"l:agc_
l'arnie o (l'amz 19.1'.19-20).
la re'" dd tre h'rOlini sau,,"uriani risu!t"t" piuttosto pr<>_
blcmahCa.. Il preslito dal 1,,,,,<. ant., /<lIIfrllag" Il,, Corrent"mente piutto.to
II val",, dt 'idwlna o cbc nnu qucllo di attit" lingui.tica" " ba potuto
occorre riconoscere prima che Godei (SM) restaurasse il senso a.uten_
tico del pensiero SaU"SUnanO, d....i Rogger era difficilmente
evitabile (solo personalit geniali come potevano ricostruire
per intuito le basi ""lidc e profonde ddle tesi di S.). Tutto questo commento
vorr.... bbe contraddire quanti hanno preseutato c il pensiero di
S. un insieme di tesi che si succednno senza un n= logico, interno:
ma tnle quasi inuvitabile "" si prende a ba_" la ,vulgata.
del CLG, in cui i nessi <.Ielle varie tesi, qu.... i ne..i alla individuazione
dei quoJi S. ha dedicato la 'it.1., sono sconvolti doJla. di.loca.ione data
dagli edd. alle varie p.u-ti.
Era quasi inevitabile, dato tutto ci, cbe la traditione esegetica inter-
pretasse la distinzione tra lang". e pa'ol" come la distinzione tra due realt
sci..e e contmpp".te. due, cose. div.... rse (l'una nella societ, l'altra nel_
l'anima degli individui. o simili): ..oJvo poi a rimproverare a S. di esser
variamente colpevole (di idealismo secondo i nmterioJisti, di rO%lO
tivismo secnndo gli "pirituoJisti) -per questa ""parazione.
Cenni storici sulle questioni esegetiche e gli .vHuppi t""dci: Coseriu
1951 = r9(,2.18 'I:g., Spcnce r957 (dr. aoche Spence 1961). Slusareva
1963.35 sgg. (critichc nell'Ua",,)
Qui di lleguito.i dli la lJibL 'piil specificamente rel'ltiva alla distin.iolle:
Absil r925, Amman 1934.261-62 (carattere astratto deUa I.). 267-6M (diffi-
eoltli della distin.ione), Ealdingcl" '957.11 (I. virtuale colletti...", p_ indivi-
duoJe attualizz'ltu), 21 (la dllitinzione fonda quella tra scrnasiologia e sti-
listica), n.ally Bolelli 1949.>5-58. Er,indal r943.9' sgg. Budagov
'954.H (rimprovcra astrattczza della /.), C;kohava t959.97--99, Devoto
r95'.3-'t, Doro..e",ski '930, t'}jj" e b, (lonti della distinzione),
Gardiner 1<>6 sgg. (dil",,""- deUa distinzione contro i critici), Gar-
diner '935, Gill r953, Gipper r963.r9 sgg., Hcrman 1936.11, Jespcrscn
'I:g...,85 sgg. (critica molto negativa). r933.109 sgg. (id.), S._
lul.d W,Ui"gs 3R9 (id.), )espe",en r9"51', 11, ,6-"3, 125, Junkcr r9246
sgg., Kotinek '93(" La.ic,ius 1939 a e b, Lepschy '<}66.4S-46, Leroy 1965.85-
87, Lohmann 1943, Malmberg "H5.5-2t, t954lo-rl, 1963.8 .gg., Mll11er
Otto 1934.r79 sgg.. ragliaTO r952.48"6I, Pagliaro r957.377. roJmer
'954.195, Penttilil. 1938, J. L. Pic!'Son, Th,," Li"Cuislic p."bimts, SL 7,
Langu,-pa,ok? SL 17, r964.13-'5, Rogo
ger '94r.r73-113, Rogger r954 (COlltro la tesi den'attuw.a.ione), seerlla
1<157, Schlllidt 19(,3 (I. come potenzialit, p. come attualit), Scchehaye
'933, Sechehaye Spang-Han""en r954.94, Terrncini (astrat-
tezza), Tozi.J' 1\l62. Vasiliu '960, Vendrye. t<)l1 Verb"""
r9(,.1.7.,o sgg.. Vidos 1959.IORIO, Vinay-Darhelenet r958.28-3r, Volkov
'964, Wartburg-Ullmann r9(,'.4-6, 'Vaterman '03.6..t.
Per i prccursori della distinlone saussuriana v. np'a 349-50; si ag-
ciunga l'opinione di Pisani '95<;/.10 secondo H quale ]a distinzione deri-
verebbe. ,sutto lo. maschemtuna sociologlca o, da A. Schleicher e MIU<
Miille..
Per i paralleli dena di.tinzio-:me saussuriaua. in linguistica matematica
["l L';nterprt't.uione ddla lingua com....
S.' sC ne "edano ripresc ad es. in .\lartllet
ecc.
,codice. ri.oJe,
r96(,.29, Lepscby
dunque, a
r96&.jo-3 t
388 389
esser decisamenle individualo, nell'uso tecnico, come equivalente di
(dr. Palmer JespeTSCn '923_"-11, Gaminer '932.107 ccc.. fino
alla recente cli \V. H...,kin, 1IIa G. Lepschy, nel per altrO ,",curato
indice terminologieo quinquilingue in '966_207 sgg_, prupone
la"g'''lc
e
come an,biguo equivalente sia di Im'ii'" sia di 1""gaKe).. oscil-
lanti le tradd, di 1'''1'01< e 1""g"8'. per coi .i sono adoperali con ,-ano senso
c lorlu"a i ,ocaboli .,puch e ,pe"ki>lg. Spcl, vale pa'ol. $<!cond'l Garcliner
'932,107 (m"- v. ;"1'1'), Kainz "H,-'g-20. Sommerlclt '932_79, Carroll
1953_"_12, MalmLcrg '9('3.9; ma nello stesso Gardiner '935.347 sombra
"alere la"cage Iclr. Coscriu e '''''iia"e "aIe in Palmer
Jesper.en '925_ll-", La tr"du,iOO1e di \V. Baskin pre...nta on"
brillante. che si pu auspicare divenga definiti,'a: per la"go. si sceglie la,:-
cuage, per lal1gac" si "eglie ,perr:h o humalt .p".n, per parai. s, sceglie
.p,ohitlg il parlare., .
1T,\.L1A>;o: in italiano non prestlnta difficolt la re"" della COppI" 11'''11''-
la"gac., perfettamente ricalca!>il. con liuguo/iltguagg;a. La
in senso sau$Soriano, dci signilcnti dei due vocaboli urmai quasI generale:
soltanto alcuni filosofi della scienza" del lingoaggio, in!luenzati daUingl.
[mIguac. e pooo il giorno di cose linguistiche, pcr.islono nell"oso di
gio col significato. lingua' (dr.. da ultimo, la lrad. dell., pnJlo;ophls.},e
Un/er",e/ultlll'" di L, Wittgenstein. Torino '967. il cura di M, .Trtnehero,
pp, g, 'o sgg.), Fa diiflcolta in\'Cce la tnltiulione di pumlr. [I piu
equiyalente italiano , o.dament", parula. _-\1 di luori di contestI concretI,
la tradu.ione pu apparire plausibile: delle" ace.ioni di paTole elencate
ad eS. nel P,lil LaTO"'" a rnala peua una Ip"Tlrr la paml.) nan mal
resa tlal ,-ocabolo it_ pom/tI; c in un italiano di mole equi,-alonte
al Larou,,>e. l'or es. nello Zingarel]i. tuHo le accorioni di po,Dia possono
ro"dersi col Irane. parole, gi l'anali<i del due di.ionari ri,-ela ona dl-
noll'",o otldti,'o dei du" ,-ocabQli "olle loro '-arie "ccellom: delle
2' indicate nel LaTOu,"e SClltante> una Yleina a voeaboio l. mentre le
altre .0 SO,," ddne piuttosto a modo d'esprimersi, e'trinseca.i,,,,,, ver
baIe.; \'ice,-er,a. nell'analogo dizionario ilalianu gli esempi SClnO per met
'-ieini a I ,-ocaloolo . E, se si scende a unanalisi pi minuta. nlentre locu-
zioni it,liane in cui l'arnia ,-ale estrinsecazione '-erbaio. san" abb:l5tan.a
eccellonali (arcaiche Sr io IlO hw In I"a pal'oIl1 ;"Ir,,, , auliche- la fa,,,la
bi Sig,w..r, ;1 dcl/" par,'ln, s,nliburo"atiche, .M.d.... p",ola, d""
la pa.-ela1. c sonn inHce curre"ti impieghi di pamla nel sen;;o .tii
holo,. in franc6e la _'iluaziome esattamenll" in,-er'a_ In aarI term,m,
nc1h maggi"r parte dei (a,i l'italiano pa,-ola corri.<ponde non al Iranc_
p,-,,,,'Ir, ma al fr"ne. "",/. Qui;' l'e,-idente ddla diflcolta.: '" un t""to
in cui non si parli di ,,,01, f'M"" pu t>eno e"CC tradotto. pur forzando
alq\la"tu l'\lso (orrentc'. con l'a"",,,. n,a in !ln te.w in (Ili si parli anch" di
"",I, e nl'l qlLale dnnque appm;ri! anche t,u,.la nd ."en.o di tra-
durre t".-vie con ,',nn!a ,,'pone a e'l"i,-oei e\'identi. E qllesto il moll'-O por
cui la Iraduziono piil iUln,,:diata I",ala ad es, da Pagliara '9573' e Lep-
"Ch,- in 19r,,',j stata qoi ",artata, 1.0 altre gi adot-
390
tate O possibili sono; stampare P.... ROLA quandO Yalc P">'QI., " P a r o l a
quand" ,ale mol (G. Devoto, lettera. pri,a.ta del TZ lebbr_ ''l(]4), SCllu_
ziono discutihile nel presente testo per ragioni grafiche; tradurre. a.tto
linguistico' (cos, .\1. E_ Conte Sigma. IO. '91;6,45). pcnlendo per" l'am_
bj'alen." .di (v. s"p.a n. 6G); tradulTe (il) parlare, o up.essio".,
al nparo dalla diffleolt. ma dando luogo a lr;cuzioni
p".anti nel prim'l caso (e ridicolmente arcai,.anti, nel
plurale i e nel .econdo ri""hiando equivoci di natura.culturale,
d"to il leg3me in_<tanratosi, a livello colto, tr" osprrssin"e e la anCor vitaie
c(m(edone estetico-linguistica. ccocian,,_ Cansidera"do totte queste diffi_
wlt. specialmente in Una traduzione come la presente, londata sulla piu
punto.-,ie aderenza all"originale, si proferito trasportare di peso nel testo
'taliano il v<.cabalo lrance"e.
OU"OESI<: l'u.o altresi tJscillanle; 11'1'1 generalmente IGar-
dinC'r '93'10,), spraal, la"!:a/<, e pa'ol., e questo secondo ,"lom pu
e"C'T '''''' da ..d, IC;ardinor; ma cfr. l\ain.
p("_.,cco: laJlC". j:yk, longagr n'ou'a, pa.ole e ",awa j.d"o"tkot1Ja,
1I(-5S0 Im'gag. reso <on la pori/rasi rrleuaju d.jate!' "0,1' (\"'ooenskij
UIJ.l. l 2, Lel'schy in '966.21 l d invece come equivalente ja.yk).
pal",le .ono resi CUn jaq" e ret' (Y'-edenskij cit_, Yolkoy 19
6
4;
Lcp",),,, Clt. ecc_)_
l'''C,ltl. o naMa (cfr_. ad es.. nella trad. di .-\. _\Ion.o
l' 54 .gg-I SClno i puntuali corris!""ndcnti di lang"" langag. c parol.
la,-;" si tro'-a anche circtti/" d. lo in l'p, 53.54).
hmg". reso con .<prk, fa.cl. pu venir reso con 11'1. profe.
rihil .. ,ente con la specificazione tal saJ kaltk"l 10000m." o .imili, in quanto
por s pu rendere anche la "Ila!:. (l{egnll ,gjS_lO, B.
a.n mall"';"aa, Stucc.olm.a p, ", oltre Kain2 "Ht 19-
2
)_
pi ancnra che in inglese. in lede.ca la traduzione ,lei termini
''''';''"i,.ni si problematica, a liyello currente, il yoca.bolo
tra i ,-"lnri di e il ,",,,,abolo Ihd. tra i
d, disc.".,,_ DJ. ci" la nc-ccssita di introdurre uo terzo ter-
nlm(-" li,-ello tecnico e, insi"mo, la necessita.di preci<are gli usi correnti
d,O] ,-,>c"holi gi <.istenli_ Donde una pluralit di tentativi che ri,-dano
""';"!':I"a duna s"lt..i'lne generalmente Le"e accetla. La solnzinne della
di l-'lmrnd [p. '3 sJJ")1'_J stahiliz23.re Spraehe nel sonso di
l'{'n<k-", con ",.".<ch/,e". (. discor<o umano.) o pOMI.
d;l< .... p"ch," Ii! parlare.; la accettata pi o menn staLilmente
Jn lli'..:h_Bronner "Ho'3"r,. \\arth"rg_C1lmann Gipper ")"3.'91_
-II,,, prd,__ ri.ce rendc,c pa.)I. con n.h "))7.12.". Pcnttil"
1('3 \''-arlburg-l'lImann 196'-';): il che, unito alla bi_ o trhalen.a di
-'.. ..,.-:" a h'ello o;uale (Gipper indttc': "" ricorrere per chia-
(,)",po"i o derinti di '-ari'l "enere: Sprac!Jt,,,,, .
0" '. Spt'aclre (Hej-man IqJ"",. '-'t!O
"t' lan.o:\le '. "p'",h.-,kl '. -"pmd.. langal;e. (Truhockoi
''''3'I ..i' -langue" Gp'iicn. d", "kii.IJ. Sp"ch", 'parole.,
39'
Spraehe .\angage, (Purzig '950. '(8); (M..llvl.prlUlu (Ei"zd),;prae/u
.Iangue', Sp..ehlaM) parole', Spraeh(Jiiloigk.j/) Iangage' (Gipp""
1963,n sgg.),
USGHERESE: 10"C"" reso cnn nydu (. idioma. .), parole COli b.."id
(. discorso .), /o"floge con "yel1Jeul (E. Uirine"l', S""SSIU" mltg)'". fUI'di/ti.a
eU cit., p. 28,).
diffidlc non eondl1dere che. contro la .ua prolessione di nelle
cuoo " S.. eeollosi servito del ba.nce"", ha potut" pi age""llOcute da
bOffire lo. classica ttipartir,,,ne (in tal scn"" cfr, gi J{rollass<"r 1952.11}.
1"1 Sull'addestramento all"uSCI della lingua, pagine onnai c1allSichc c
profondamcnte sau5Suriane sono state scritte da L. Willgcnstein, nelle
P/'i/o.opl';.c", [;"Ie""c/"",gm, sgg.
Il problema dell'apprendiment<' inCantile della lingua matcrn"- stalo
appena sfiorato da S. ("_ ."pr" CLG '4 n. 49): oggi, e,iste su di rsso una
bibliografia stcrmin,,-ta, che pu in parte desumersi da opere di sintL..i come
G. Miller, L""coCr eI comm""icatiOII. Parigi 1956 (si leggono ,tuttora con
profitto le pp. anwra ispirate a un punto di ,;",ta associazionistico),
la se.ione L"'fI"aco Arqlli.ilioH, Eili"c"/li.m, ol1d L,u'I<'",ge ehm!ge (saggi
di 1. TI. CalToll, R. lak"bson, Halle, W. F. Lffipold, J. llerko e altri)
in P.yrhv/i>lc,,;,/in, !'Oew Yoek '96', p. 3J' 5gg., R. Titone, Lo f's;c"/i"C"i-
stica oggi, Zurigo 1964.
l"J Seenndo Hjelmsle>' 194',37 sgg. anche in questo passo sarebbe da.
riconoscere la della nozione di lingua come norma regolante ;
compnrtamenti linguhllici dei "ari gruppi sociali (\'. CLG 21. n.
Si noti cbe nelle fonti lllS del capoverso non ,-i alcun aecenllo alla.
scrittura ('63"26<) Englerl. 11 concello secondo cui la e conCre-
te7.2"- dei segni s",ebbero eomprovate dalla pos-<il>ili,"- di fissarli per iscritto
non dunque di 5.. ma un lentati>o, compiuto dagli edd.. di ,nteepre-
tarne il
Oggi, in un quadro epistemologico profon<l,,-mente d,,-erso da quello
in cui S, ha ""iluppato il suo il ci chiaro nei .uoi ter-
mini. S. ha mo.trato che di due lonie o di .lue si>:nificazioni
di".rse non P"" hasarsi e non si hasa su somiglianze foniche o
ma si londa l"ma e l'altra fonia l'una e l'altra .ignifi-
cazione come repliche di uno st.,..so tipo, rome ulili.zazioni, e
psicologicamente d,,'erse, di entit linguisticamente identiche; tale iMntitla,
pri>'a di giustifie"-2ioni flSioacustiehe o logico-p"icologidle, garantita solo
dal fatto di una determinata e cultura le .il:niflca.-
rioni sono raggruppate in certe cla..si piuttosto che in ,,-lire (.ipineati)
e le realizza.ioni in cerk cL1...i piut""10 che in .1.1tre (signifiennti),
essendo dun'lue l'introdu.ione delle' delimitazioni nella ma"" <lelk' signi-
fica.loni e delle funie una inteo<tu.ione arbitraria Inon mot"-a'a <101 cnrat-
teri Ilsiologici, acustici, psicologici, logici ecc. delle realt delimi'alcl, Tali
ddimitalioni sono dunque schemi astratti entro cui si collccano le ,ingole
concrde significa.ioni e fonie. ,-.. da , che tali asteal;,mi, propri" per ci.
operano elIetU,,"mente, concrdamcnte., nel regolare i cmnfl<'rta11lent
hnguistici ind-';duali. I
..!\d trarre questa <1uplice ronclu.ione (caratt<-re "'traIlo. delle eu,W,
,Il e loro. concreta, efficacia) S. si imbatte in una dimcoita epi.te_
n:"loglea c tennrnologicll legata ;11 'uo tempo. alla sua cultura. Le anah.i
,lo S,. SI .eollocan" sullo simulo della epistemologia kantiana, idealistica,
p""t,,:,st,ra.. In tale episk.","log;a l'as!ra.inne ,eine neRath-e AuClnerk"
.11>antl: ess,,: illimilatoeparato, o5<la il. Fal.dl' (11"!;"'I).
<" nclle plU rudllnentali interpretalioni posllivisliche. '1nalcosa ch,' non
ha la cogenla del . fatto. (Ei.ler v. Ab'I,,,M, .-/o.<I,,,"'ioll, o\t'hagn<ton
190' s. ,- a.I<Il:W'u). cin Wtliertc";, ul1vollkonllDl'lle.
de" lX'l(tilis, (Hegd, W'Tke, '", l'. il ,ivente .schl"clothin
honkrde, (Ei.ler, l'". ciII.).
11 mm'i:nento di ri'-ahllalion" d<"il'. astratto. ha radi"i comple"-,,' e
mollepitCl' tu "'-'<le hlosolic" ,'d el'istcmoiogica getlerale si puo in,li,'arc la
""'''l'erta dd ruolo tldle sin,lk,lidle """vcmionali et! a.'trall" eolO_
p'll'n. da posizioni di'-e...e, da Ch. K C"II, n,!,.,
1:-, ?laeh, ...,," hr/llm. Sk;:=m l'.'.""",!,,;:;, d.. f',,;._
"'''', Llp"a '905, c"-p. "II, E, Cassirer. Pili/"'''f'ilie ,I" F",._
': ed .. J ""li .. O"lord '95-1, 1. \Jewey, Lo;:i., l'lirc'T" of ll/qui<\"
);,'w 'ork "l'H ca, ., " c c P"" , .
. -J' . ,-arti,,!', "'" ""'.'''', Sc"""'IIe,""d
tnternatio"ale de rhil",ol'hie, '9.\0.20-4, c clr. le inOl>tlll're;,_
c' d,scu.. cilate ,la F. n"mnc, Il flr"po.<ili,mo j"cico, T"ti""
19,';3, .1" 3,1 In tale moto lilowllco u" ruolo ha [(inCOlto .\.
(<io. lo"I,'e s " L'I' . <,. .. '
, . ' . 'Un . , ccan,o al "o.oh, ..allno rlcordat! particolari
sello" 'Clentir"i: psicologia della peree.ione, geneli"", hann"
,,"."-an"'nte a solt"lin..ae': l'importanla prinH'rdi.1.1c d,'l pr,,_
<e,SI ast,aU,,, c dene enlit1t a,trattc.
, S. 'i.i.<cri,'e agli ,.,;ordi <1i qU'.,;I" pr.'l'rio l",r cio, prin>
,,,nh'h riferimenti epistcull,lr'gici e d'una
""'re'tt" da "nn part,' a ricono<cere ""Unlillca", il no" eoncr,'to
l<,nnak e, d.ull'lue, aSlrallo d..lle ,'ntil .. ICLi; "iii:
pMle, ""pan,a,o in una terminologia ed '!,i.tc,nnj,'lIia ili nli d.,-{",II,' "l'le
.oi" ,: IlCe.u."o, (l'eirc<'I, irreole. o ,Cal.o" eO.ltt'lln a ,'hi"'iee che l,'
(klb l''.'gua IW nulle"'.."t ahstrnil",;. (''-'J in quanto
elkUl\'o"wllle (CJ.G E, ,\t"..lacue il
n"n nnll '''''lanrble, .i .pi\1I1' a olin' ,',.c .. ,"<> "l'i<ilndle.,
l'''J l"l< <cn'a ah"lIu uno splritll:!li,ta (". i "",'\in"i riCe_
alla n"Il" c ,IdI,. l,m;:",' 0(;, JO
""I. u (,hj )".'r I,' .t""",, dilli,oh:, c,hl 1"'"110
d"ln unn intt l . .
" .' , l'n' n"'>ne (renu ins,,,ti,hcL'nt,'l d,'1
di .. , nll",ducendo ii rilerinlentn alla serilt\1ra, inc"i,t'.'Ok nellc- fonti.
l'l! l'Dilli di,
e paragmo stono quatlr<l l,'zinni: due (4 no". ".l'O e ,
''l'', '9") d i t, 3
e 'HO rOrso e due ,lei secondo (.. c '6 nm", 1908)' dr. S:tl
71, 10J.
393
l''J Certamente e il controllo del lun,h>namcuto
di "I:'Li allr" si,te"". 3t"tl'iologico s"n", per l'uomo, i n t e Tn i a
Dna -qualche storka, I,,,,lte" ugni lingua slorica, di'-eesamente dai
sistemi scmiulogid lIOll lingui,tici, i, cnstruita in mod" da rendere <cman-
tiu;tloile ogni p"ssihile esperienza umana lil cosiddetto
ine.p""'''' i' tal<- s"lu in a una SL1a Uliglime ","pr"",ionc, ossia
de'-c sempn, ,',SCI' signiflcat" in qualche modu perch se Ile pOSSil parlare).
("J S, dl"'" ,,,'cr p,'n.<Mo all.' semiul<>gia gi dagli anni anleriuri al
1<)00, Se ne parla ",,\'ille' nel 1<)01 ('-. 318 c n, 8\.
l'cr il tl'rmim- 'o, c n. 11_
P"r i rapporti c"n l'..irec y, n.G 100 li. 13<)
Su1l" umi"f"gill (la cui utilit ! lntestala da Bory;eaud-Br6cker-
L"hmann '9-13-'1) dr, l'rei 1<)"'33,Qr,. l'inh '<)3S">" sgg.. E. Buyssells,
re> laI'lJ"g" el le <li.'C<>IIl's. J:.'.<ni ,I, /i>lguisliq' fu"cliu",II, da>!' I, ".id"
dr III '''mi,'I"gir. l\ru"dles Spanl':_H"nssen '<)H103-l<,.,_ J-!jelm.lev
"16','07 (dle \'t'dc alluazioni <Ie'll" semiol"gia oltre che negli "tudi di
TI\1)'""e"s anche nc'lIc' rin'rdlC di etnologia .tn'U\1rale di P.
In mmp". le ricerche pi si.tt'nmtiche ed a,-anzate '"n" state s,-i-
111pl'ate da L. l'rieteo, i CDi dr.. do. i Pr;'<eif>" dr ,wvlogi., L'Aja
(trad. it"1.. j{"ma J<)(',I e _1J,,""g cl ,ig'In-1", Parigi 1<)66. Cfr. anche.
p"r una nnta interpreta2ionc' di quco.t" campo di slu,li, H. Rarthe. EI,-
",,>Ili di "",""Iu/:i", Ung!li,'lica e dell. lrad, 'dal frane_
(parigi Torin" '9(,r"
1"1 Dallco fonti mo, Tisulta che S. in'L'te sulla critica all" della
"uone (30' Sll!:_ ne ,-ed"n" le riprcs" in Hjcl_
msh',- '9'" ,49 sgg, (ri,alente al 19,131, lrisalente al '(160)-
La crilica i: re"tata in ombra per gli co,ld, del CLG. cosi come;' restata in
ombra in huona parle della che noli ne ha in_
teso la p<>rtnta e continua a r.'staTe arroceat" s\llia noulenda_
tori" d'origine ari.loteli<n iDe 1S/r,j.73 sgg.l: escompi di ci sono le
teorie semaotiche ,i" di S. l'llmann .i., di L. Antal IDc 19,,;;.170-'73:
l"llmann, 'o, anelle <"/'1'1I " Il. 1091. Si r"l'i",e bene, dunquc, come
mai la nn_ione di arl.itrari,-t!l dd n,'1 n_G sia restata t"nto a IDngo
oscurata da un ..""npio non /clicc' e. soprattulto. da un'interpretazione
banale' la nminne si I"nda suna ddl'ar1>itrari,-t. dci raggruppa_
n'd'ti delle signifICa>.i""i in significnli di'c"'ti, scoperta collegata alla cri-
tie;> eoncC'<lone <lella lingl1a COn'e nomelldatura. per cio v. pitl
ampiamenle "ltr,- CLG '100-101 e note.
l"! Fonti dd capitolo sono dh'erse 1c,ioni dcl "",ondo e terto corso:
"'3.
l") E questa di second" l!jc1""lc" l'- CLG
21 D. 451. Tulla,-ia, dc. CLG 79 dm-c;' latta deLila parte al fenomeno
dell'inec,ia degli f,,"alori come condi,ione della SlcuUuTa dei si-
stemi 10nct1l"-tiei. pokh<' lale condil-eonam,nl" non agisce in maniera
determini'lica, le di.tin,ioni poS!lono e".re e sono di\'erse
394
da lingua a lingua c lo studio della fonazione non d quindi il quadro de,
;i'!c" fone"",tici.
"col cpv successivo, in cui si delinea l'efficacia indiretta delle
foneriche sull'organi.zzazione dclla lingua, emecge, .econdo Iijelmslev, la
nozion" den" lingua come per cui v_ CLG In n. 159-
l''J l'eT il ricorso al t"rmine al fine di q\13.lific;:re la
e il .DO studio \' . "pm CLG 3' Il. 70_
l''J \". sllpm n. 6j_
l'O] Per l'intecpreta.ione della la"g... Come' modello), e, pi in genere.
pt'C l'DSC> dei motlclli in linguistica dr. GDiraud '9j9.",1, De Mauro, Moti.lli
.,,"'inlnei'i, L'arbitraridil u""",li'a, 'Lingua e 5t;le, I, '<)Ii6.)7-(}', a
pp, 3.-4' e I. I. Re\'zin, Jfotid. 01 Lang'mg._ trad. dal russo, Londra 1966_
1"1 Y. n. 63, CLG 3' n_ 67, '73 n. 25'-
1"1 Secnndo un'opinione dlffu.a, poich 13. parole .d"s stilnding 'Vcch_
.e1n<le; essa o nicht der Wisscnschaft sein kanu, (Br6cker
'943.381), In ccalt. nOn si vede perch la descri_ione scientifica debba occu-
parsi di realt. non oscillanti; essa se ne occuper. reperendo le costanti in
tali oscillazioni_ E le c05tanti della parole Don SOno le entit della lalig".,
ma wn" c"stanti della psicologia c della fisiologia c acustica_
Sulla Iinguhltica della parlli' dr. Buys;;ens '942, ('ikobava '959.111-2j,
Skalicka Per il primato della linguistica della (Jarol. (. ao <ommen_
eement la parole., '-. CLG '38), cfr. Secheharc Quadri 195.,84,
In "alia, A. Pagliaro ha attuato un'analisi o/l:getth-a e scientifica della
par,';, COn la sua critica .emantica. che dunque una ,"era e propria lingui_
stica della t''''ol. (Pagliato 1957.371-78)_
P.r la psicolinguhllica come linguistica della parol. (secondo Osgood)
". '''t",
1"1 l'cmle prin<:ipale del cap. una l'',ione del se""ndo corso, tenuta
nel no,- 1<)03 68-6<;1). Il titol" della le.ione, negli appunli di lliedlinger.
& n-",,<iO'l ,,,I,,i'"'' de.' eilo, .. d. la lil<g,,;',liqM. In effetti, il tit"lo del cap.
o,d,,, d"gli edd. non;' Ieli"e a 'IO';!:'" sarebbe ,tato meglio so.tituire li,,_
;;""'liq",.
Hiportiamo intcJ;ralment" gli appunti m. di Riedlingcr. fonte dci
l'rimi capo,""",i dd capitolo:
Il /aut mettre dc cote tout ce que nOUS appelon.
k Cut,: '"xt,'rne <le la lingui.tique, qui n'est pas directemellt re1alil "l'crga-
Ili,,,,c int<'rieuT dc la l"ngue,
- ')1\ a bit dc< o1Jjections cet emploi du terme la langue
m' peul !lre comparee . un ;,tre "i,"ant, est . tuut moment le produit
de c'n,x dc) 'lui cile dJpeDd! 0" peul cependant empIoyer cc mal sans
<li,e qu" la "'nguc _,.t un ;'tre parI, existant ell deho", de J'cspril, ind,;-
petldant, <Si on prdre'. on pcut au lieu de parler d'Qrgani"''' parleT de
>y't&mo Cda yant lll;eux et cda re,-;ent au Oonc _ "dMinition)_
linl:'nisllque externe = tout ce qui concerne la langue sang "ntrer dans
395
lO'
ft 1"".'" ""1"'1" "MI' U!l"l "1 "ub '''l"n'lIU11 .11 J"od
'HJ?lU'.l' '''Id. "1"",",.<1 "n. "I 1ad 'o"""llI 11 "'P "H_'P ...,,,.,,,
'5) "'" 0:'>-'11'1' '''''1''''''1 "un,p "nO.l1 1. """" "ls"nb 0\ "'pIlC:. -al'
o",d "lI",,'! .:>un. 9',1"1' -]l' "11"" :-""," ',11' ,,-.-ne
.:>un. ""'.. p.,!=,,'''S .11 al :lI;} PP -p.' "l .,d" "puo"". 1"1' ..:I!, "'""["1
_J",,1> '"IP'-;: ,tI", !uoF'[ '''H'' "P "l1"'JI uuo, IUm'l!.U" ..., _'un"l" '.(,"U
"11" "l" uSJ.oJ III [.'1' .:>Ut'l"'l "puo:J.>S "t ':>111" '''jlH1it,,,d 1"]1 11'''':.11''1
'''l''"!"''U1-0'nS]n:uH 03JUH "].'!lpJ",1 '01"15 lI' ""'lO""!t\ "1 0.1.1d
H""!> "'1' "l"dlJu!-,d l! '''l''IJI!<.I ':>""l"clU""''"'''\, "1(.'1' "Il""'" 'l' ,,,,,.'':>
l"OJ':>'UIlU !"\1UO OIlOl"!<.' uo."'1"l),[ "'''O, "lL,!plll" ",,,ci "'''"U
_op un oU'P.lcl .11""01'.U.1.1 '-'Id l'Il ""u """" "I I"J
"[-H)6' slll'.'!'''' 'Jl.) -Sfc 'u
91 '.' "ti". ." ._,
"nllu!l "11-'1' ('I11IDS """ ,,,,n tHl ulm,ldl!J 1"'1' IU,; -jfu[
'H }'.:S) 001"0 III 1-'1' 1"01"'1 .lnro onos I-'P !l\1t>ol I<oJ
"<)<)61 lUunOl'.:
"[1'1,,,,61 ''1'ml "11"!"")1 ''l'!''.l.\l'''H "'C-f"l"
'f,-h(" "-''''1'''1!.;) tol,th, .,,[",n.1 "l'l!" Cb'H"1 l''PU''!H '(.,''':1''''1 "I
,'u11!JUdm.l'"'''' "!-,0,"11 "I .11' .';1"1,,1110" .1ll.",lo) -lIl!< b""
U<$<I0'l"[ '(if'6,61 'lJl "'JI"I"lU'l,,,I.l.l "l1n, pd
" "l "1"1 IP -Jtlll!"''''''''''h'P
"",,Jp 1,\"lmu!-,d "I l"b ".""1 ,f J t, 'dd "ll" "l""UJ\UJ ,,!l! '(>1" 'U l'
:.\alsWp[n !P ""lIU!1 "11.11' "li .. '
'Sf:' 9' 'UU ',\" '1<,61 :i;I1'P".\ "l" :(00' 'O)fl ',< **) "1 11'
",:f'''''IJI'''''''n "11"'14"""/"1,] 11 'fc: 'II l,,-E,
:. l,L-I '.' . 's " rum .'lUOll1"!-'''l'''" "".1' "11"'1 !S 10"
-un"l'.'
nll"p ''lUI1!l!lI"."n 1-" .""",, lllllo Hl o) .,d" pp "_'ISIl!-,un.l ""''II "1
'll 'U '.\ .1 "'l" 'Il
.h '601 "1J r, '1'6 'U n <n:l '.' '"l''' ,c "'l IlU"!'''_' ,U1I" "'.1 -. 1'''''\1
_'>P""J' 0"1'....\.\".1 ,I 'eIPp Il "'''''".'H'' J."I "u'lJIJ1S\11 '1'1'" 'Ili
'9')['9,61 10a"U'O'>pll.\\ 'l' "11"1' '. \\0
,,"l1u"l ''''--lsa "I "'1' .1n:1""1 :pu." .'1
lUO "tI "Jtdn.lo.! ,p"b J"'{ Fl'd .1" UU 110"1' "-'UIl'lpI ""1' " ,\ Il '
:OUOll"onb "IPp 01"1' 011" 1)1<1 '.111:1.1t N b"1'J "" ..,,,
. ':'tJ"d lUO SJI "-'tdl1.,,1 SI,'"h sr<1 11''' "U '''' '.1_'''1''''''1''.1 "1 1,1
P"'" al "ub Spl Jn"cl' :".'l'''0''" 04""ni> ;<)'. '''l' "l"'"
l" "un " ". 1"P 'l'" "lI"P UIS'1 11 ' .. <I
"0) SJ/<'X ''l' ")1""
ouu",1.1 'l'p.' Hl! :luo1.01 011-'1' llundd" H:la" """l'''lo,b.ll''!.'''' Oll"" (. J'l",l
-duIl'\S 1" "nllull 1!"" .) _ l".'.S ,lun "lo ',,!,lu,.-'"'' P"
o) ." $IIOU"-'.l o "P "'l:lu "I ".-"L'<II''''': 1.. 1
'U ..'4'" .... !l' o,p.1 .I.'.} ':llls 01:) .,\ l",
'"
':l'llo l't 0,:J '.\
'l!1UJ1"" "'H.Up un '''';'-''''1 {OIINII o'",, un
Il 0pucl " ''l' "1"' 01"" .)'uo.) "JI11'l"0_1 " '" [U
Tl_" "l_'!l\l'p! 11' ""ll",lI
',ll_'!'l'lIIJJ'I" "'lo.-"od JUiPJO) !-''',1I.11".ltt!o.!M
.'" " l''';''Ju,,) J< ol,"",h 111",0>.'" lnb '\1 '''l1U"," os".!tJU otlo"lssn.
uo" '''1-' 'P'>'''> 'l' "lHu>nld "un,p "1".'-''' .. "lLlIu!1 "IPp OI"P"J
.lt"_l -['ll:Js <un"l'.: Jl1) o)"pmd l" !n) Hl .1U"!"'''1!' "I u'"
ons 1"1' !JO"I U"tI n_1!lSln:lltll un 'oUWldd""
[lill" ""1(1.) !P 0P"J.Jl u, n,u"l" !l!Jlo 01"" "'P
II' "l"nds ou" :'''''!,u''J 'S l"i> 'll"'" ui -u !-'l _'l !o, ,15S"o.!
OlS.lnl> lS" "1 l21 0lo.!puud '''n:lUII "un,P
O!;"'.'l ....l " 0'1" "lH">nl"Ulll,n"l' O'p"p)lJ<od 01l'1I
"'1 nl"I"J> .) <".l"JI'''. JJo.! os.cd ols""i> J\O 'l",undo.!e .) !" D 1..1
S"-[".')61
a'UJJl,l '/"'.P '''!l''' vlI'P "';'-1fv,,ii"!l1l '!,,,-.! u'''l0.)
("J\llu!l ",m Il' """ !p 'DlllIJW '0) "1"pJds Enllutl !]' "uollOU n[I"S
'H" 01"0 "P' ,c 'oLfr 3""y",,, l'I 'l'.''S 'o.!l"S 'I! '(I '1.6,
."g,';/J})/J '9'l"-'puI -0 'JlO '1Ivv""P1IVI n) nwouoln" u!'''-'dHdl
'!ltJlu'I ",m d""[Jed il' ....nq "lIll') 10<1 eli"
"u,,!un.tIlp "l'o!-,,xll! 0ll"l l/lIv,,,s.'I,") <lS<IU1!p l[ 0l"''' "1] "!-t'e'
"'11u".1 ''''P "11"1'
ll'J"'P"'I>;; 'H lI' "SS' U!PJfl ''''/J''''','. ,.,p "',Il',WJ,f
l"" ""!IVII "1'''.4s '>p ;j""I,nq'''t '!a "''l'SUH'
-na -\- 's :'lllls ",,'E: 'f9ti[ !-'''\l 'VI"'" v'I"II,II'P ':f"!1
".o,n;:,: ")!lUl' "'l.F!nJlU!l OU""F!UC'uo> 'e[ J.\l
"'''l''J ''''l''-'llnl1'11'l'' l" "UO!'!lpoJlU! "un .;xl
'''I_'!15!nllull a !t"POS-O,}ll'l,J<! "'1 ol-1,)(hh" l''S I..J
""'UlUI;" d '-UII
"9,10' '6S'lS' Dl:J '.\ "lund '-'lsonb n" lU"!'''>''PlslIOO h.J
". o "U01""1"[p "I c"ff61 r"t"U'p,..,.\
"1",}YllonlllU! 11' 0lundd" ".,,'] "llnS '(<>1- :11 ',\)
-S " "J!'''luH'' " (mns!"llull "O U OUJ.)lSd U[l'tq, "I)
ISOl "l IS ../ ".\0-'-1 Il,,,/"!.J/''''lI'l,'''J.l I[ '1",,1> pu
1l-10<Id", pnb lP "lU'''lIO$ "'1<1""'''1' "I '?lJd
l! 0I'UO:>:lS In"d ui OUJ"lul a 0""'1"" "lP"l" "'4
c, '1'-0"6161 "nllll!t "1I.1P ''''-''''''!l'o.' [-'"
onu"'l llU"lS.l l'OH'" ' ,,,["!od "ll.lU
ol,,,<i "un "'I "nllu!! "n"p llUJJ,,;o O!pnlS "'I s "pun,,,,, l"
Efo!')
''l'l'u,,,,uo op 10W ""lU"l-IOO"'i
''''l' n'I' SU1!U uond!-,=p la OJ10l'1[1
'U"Cl "-'WIS!'l sunp
!"l> -d"b!1"!nllull "I IIp ""--''''lU! 'P"/l u" '''1,,<111.1.11>
:.nbl,,"b " "0.1 !s <o"-"'l';;> :."b!l,,!nllU!1 op JOl-",d "OlI
corretta dopo l'intervento di Wackcmagel 1916.166. V. ,u!"a CLG 4'
n. '7 c 89.
Snlla lenteua dei mutamenti lonetici, nO" notati dalla grafia. cfr.
Menndez-Pidal 1956.5]"]]'
1"1 G. Deochamps (n. '86'). p<Jlig....do francese molto noto dalla fine
del secolo scorso, nel 1905. parlando all'Acadmie di P. E. M. lkrthelot
(,SZ7-1907). allerm" che io scienziat<1 si era. upp""to alla rO"ina della lingua
Irane",.e. pronnn'iato contro i tentativi di riforma ortografica
intrapresi dalle autorita francesi tra il 190' c il '95 (F. Brunot. Ch. 13ru-
neau, P.ie. d. hi,t. <k la l'anf., 4 ed., Parigi '956,
p. XXXIll c 47+ B Engier).
["l Per le fonti del paragrafo v. n. 9+ ro+).
l"l Sulla scrittura nelle fasi pi arcaiche dr. I. J. Gelb, A 51:od). <>f
W.iting. TI,. Fo,,,,da/io.. al Gram",,,talagy, Londra '95', M. ColI"". La
c'and. i"o'"lio" d, l'te,ilu,.. ] V',Il. Parigi Sllg.. Ch. F.
A Co..... i" Li"C";'ti<s, Ne", York ")58, pp. 539'5+9, lkJardi
1959.]9-45, R H. Robins. G.....lIl Li"l:"i'lirs, Londra '964. pp. "'-'25,
A. LeroiGourhan, L. gosl. d la p"rol. 2 voll . Parigi 1964-65, I. pp. 261-
]00, n. pp. 67-68, '39'61, Mounin 1')67.28-3', 35-47. 52-57. 71-SL
("] Per le fonti v. n. '-l4 (SM m41
(IO] Per le fonti del paragrafo v. s"pra n. 94 1041.
('001 Poich tra gran parte dci fonemi latini" gran parte ddle lettere
dell'alfabeto latino vi era una cnTTispon<lenza biuni,",,,,a (con l'eccezione
dei I:> fonemi vocalici e semivocalie re.i graficamente con 5 lettere soltaoto),
e poich tanto il sistema fonematico dell'italiano letterario .quanto l'orto-
grafia Sono re.tati pro...\mi al latino, le incongruenze tra grafia c lonia
sono in italiano abba"tanza rare. Ad esempio, si pu ricordare che l'arti-
cola.ionc [tn i: resa, a seconda dei contesti, cOn il grafema c (co"a) o col
digramma ci (cio<r-a); <l'altra parte. il gr-afoma C "ale ora :tJJ (e."a). ora
[k] (caro) ccc.
[101] NeUe vioende dolla fonologia italiana una patte di primn piano
ha avuto la tendenza a conformare la pIOnun.ia alla grafia: dr. De
SIMia ii?lg"isli<a <kU'/talia l'''ila, Bari 1963. pp. :>58-1';0.
[10l! Fonti del pa...gralo SOno dlIe accenni. nel secondo C-'JTSO, alla negli-
gen.a dei boppiani per la fonologia o all'intere""e. in'\"ece. dci neogramma_
tici (SM '04 e 751, una lezione del terlO corno Idic. '9IO; SM '04 e 79)
c, per il rapporto tra ci che S. chiamn. pJweitiqlU' e cii> che chiatna pha-
"oiogi. una nota ms di S. sto"",, (640 F Engler).
('01J :"ei paesi angiosassoni ph""olog)' usat" gi nel '811 da P. !.
DUp<Jnceau (Abercrombie 1967.1691. In Francia l'uso di phOMlagi. risali-
rebbe ad A. Dulriche,Dcsgenettes, Sur l., d'fler.el' "p.... d', d d'I. BSL
3:'4. '875'7'-76, e lu riprC!lO e generalillato da S. (". CLG 63 n. III).
Per il rapporto phollologi.-pil<mlli'ju" secondo S. dr. Dietb-Brunner 1950.8,
398
Oggi, in generale, con e sinli non ci si rife
risce piii aUo studio diacroniCO o sincronico di IIn sistema fonematico (tut-
tavia, spe<:ie neUa linguistica storica indoeuropea, continna ad avere qnalche
peso l'uso antiquato del tennlne reperibile in lavori di Meillet e dei suoi.
scolari: dr., ad es., in A. ]',feiliet, 1. Vendrl'''''' d. pa",..."i". <a",par'.
d" gu< ti du tali". 2. ed. Parigi 1948, p. 2&' La connail;sa.nce que l'on
a du p h On t i s m e du gl'cc et dn latin naturellement de la
faau dont les sons ont t not"'; c'est'dire que l'tude phontiquC' de
ccs langues doit commencer par l'examen de leur alphaJ,.,t.): piuttosto
ci si riferisce allo studio naturalistico (arlioolate>rio. uditivo. acustico)
delia parai. Lo studio fun.ional... sincIOnico e diacronico, degli aspetti
lonici delle lingue designato da ternrini come pk"""",;os o fOMlllal&a,
oppu"" rovesciando l'uso seguito in Francia da M. Grammont,
da e. negli s<:ntti in tedesco dci prnghesi, PnQtlalogi. (per tale
capo"olgimento n. TT5). III Italia. fa"tli(;lJ u.ate> generalmente in senso
uaturalistico, mentre lo ..rudio fu!lzionale sincronico o diacronico desi-
gnato da lo.."",<JIi&a (raro fan.mie,,) o da Nella tradu.ione si
rispettato l'uso """"",,riano, anche se' in contrasto con l'attuale uso in_
ternazionale e italiano.
['''l Fonti di queste> paragrafo e del successivo sono alcune del
terz'l corso (SM 104 e 79.80).
[101] ::-<ella rappresentazione grafica dei fenomeni lonici si sonO seguite
due strade dive"",: a) rappresentazioni analfabetiche, in cui", corea di dare
ronto con specifici simboli di ciascun movimento o modalit dell'articola-
zione (qnindi vi sara un simbolo per la sonorit, uno per la non sonorit,
uno per la vocalit, uno per la non vocalit. uno per la dentalit ecc.):
bl rappresentazioni alfabetiche. nelle quali si cerca di indicare con nn sim_
bolo speeifico ciascuna delle possibili combinazioni di movUnonti e moda-
lit dell'articolazione (vi sar qnindi nn simbol'; per la combinazi'lne ocelu-
sin ""nora dentale non nasale. un simbolo per la combinazione vocale
anteriore non nasale ecc.).
Al primo sistema si sono ispirati nell'Ottocento il Visibl. Spch di
A. Bell (da non confondore con le ricerche spettrograliche di R. K.
Poltor, G. A. K.,pp. Harriet C. Green, Visibl" Spuch, New York 1947),
la notazi"ne analJabetica di O. JL'Spcrsen (ripresa e utili.,ata in CLG 66
"gg., ma, per il resto, poco iortunata: Abercrombie 1967.TI4,174) AI se-
condo sistema si sono ispirati dive",i tentativi, da quelli.di Marey, Rou"",,_
loto F_ Teehmer (di cui clr. Zur "n'gI4ichend." <kr Slim..'" u"d
Sf"ack Pha..dik, Lipsia 18So, in paIt. pp, 55-58 e note). J. Pitmann.
allo Sianda.d AlphalMl di Lepsius (per que$t primi tentativi clr. da ultimo
H. W. Albright, Tk. lnl.rnal<m"1 Pholl.lic Alphnb.,: j/, BadC.-m".ds nnd
D"'dopmrnt, Intematiorn.\ 10umal of American Linguisti,,". Part III.,
'4' '. 1958, pp. '9""]7). Da uno di questi tentativi, il Ro... i& di H. SweC't
(Albright. op. ciI.. ]7-4Z), si svilupp, una volta fondata l'lnternational
Phonehc As..ociation, lo InrematioD.al Alphabet. ogiP di gran
399
lunga il pi ditlu'o .istema di trascrizione (Albright cit., .f7--b5, e cf. TAe
l',;".;ples of IAe l. l'A. An. being" Descrplion 01 1M l"u'''alio,,<Jl Plto
nelic AlpAobel, Londra 1948, list. N. Minissi, PTincipi di Irll.ruiriO'M,
Napuli ., d.).
l! pnnto di "ista di S. sni problemi della trascrizione appare oggi abba-
stanza discntibile: si a",-erta per dle, COme si vedr, le critiche SOnO schiet-
tamcntc .anssuriane, f;. semhra qni convinto che sia possibile arrivare a
una trascrizione' I"nelira (o, nei snoi termini. 'fonoJogica 'l ,senza
vo<:i " loodata "ulla previa analisi della, thaine parle' nei sn"i ,elcmenti.
"",ccc.,.sivi, e ""lIa dassilica.ione; su !>asi c soltanto fonctichc, di
tali segmenti_ Una convinzione g"ncre avrebbe fondamento se, contro
quel che a!tWI'C S. dimostra. i lenomcni fisioacustici a,"SSCw una qnalche
Intrins""a capacit e ragiono di raceugliemi in classi distinte e se nelle se-
qnenze fonithe '"' fossero limiti di uatura /isioae"stica. Ancora al tempo
delle tre conferenze di fonologia (v. CLG 63 sgg.) e, limitatamente al prO-
blent:l. <lolla trascri.ione. anCOra al tempo dui comi di linguistica generale,
S. deve a"ere dato un cert" credito a questo punto di vista (che ha conti-
nuato a trovare sostenitori in linguisti americaui postbloom/ieldiani con-
"inli, Blu-ch ecC., della possibilit. di scgrncntare la catena acu-
stica. senza alcun riferimento ai fonemi. in classificabili poi .u
"sdusivanJ<nte funetica in ,famiglie di suoni. O ,fonemi '1. Ma si
tratla d'un punto di viSla contraddetto e proprio daUe pagine
saussurian" suna natura ietrin...camente amorla ddla !IOStanza fonica:
v. (LG '55 sgg. e v. anche CLG 63 n. ilI. Appunta s\'llnppando qnesto
punto di vista san""uriano, si in.-ece giunti a concludere che una sogmeu-
ta.ivne eh" prcsdn,la da una pre'-ia analisi fonematica del parlato impos-
sibile o, pi esattamente, possibile. ma. conduce a risnltati variabili da
parole a a, per la stessa po'ol_, a scconda dell'articolatore che si
assUma a punto di riferimento per gindicare dei massimi e minimi che de-
finirebbero i segmenti (dr, la dimostrazione di ci in Belarili '959.124'1)');
analogamente. una classificazione di pezzi <Ii su basi puramente fisio-
logiche o ae".tiche porta ai risultati pi imprevedibili e, comunque, non
coincidenti con le "nit funzionaIi fonematiche tutta la questione cfr.
dII ultimo De Mauro '967). Ne deriva che classificare attraverso gralemi
le articol....ioni reperibili nelle o approda a risultati variabiii, oppure.
se un.. scgment....ione fatta con criteri fonematici, approda
sempre a risultati in qualche grado approssimativi e, quindi, cqui"oci:
dnto il modo di realizzare la parola Clllle di un dato soggetto in un dato
momento si potr trascrivere ['ka:ne] per rimarcare la lunghe""a della
[a], ['ka: + ne] per rimarcare il carattere o.1tresi 'l.Vanzato della st""""
articoiazione, ["k + a: + ne] per aggiungere notizie .ull'eventuale mede-
simo carattere <lei [k], ['k + a: + per aggiungere ll.nWra l'indicazione
della chiusura particolare dell'ie] ec-c. ""c. Il moltiplicarsi 'delle indicazioni
nOn adeguer ma; la innumerevole quantit di caratteristiche fonicoacu-
snche di un cencreto atto di paroI. Perci 0ll'lli trascrizione fonetica
sempre in qnakhc grado semplificante e quindi. in rapporto ..]la concreta
400
equi"''':a. a seconda delle finalit. d'una trascrizione
fonelica il margine di equivoco ridue,bile: appunto perci importante
sapere, perch e per ch, si trascrive. A. Martinet, savwar purk"'a
pur ki 1'<1 trilskri . Le pltilnetique., 1946.14-'7_ G. Hammar.t:tm,
of Spok." LIJII8"ag. by lVrill... Symbols, Miscellan= Pho-
netica,
Per una dive""'" interpretazione dena pooizione di S, v.
("LG 63 n. Il!.
f"'] S. pensa probabilmente a casi cOme quello delle affricate, notate
llell'alfabeto fonetico intemazionale Con [tn, [ttn, [pfJ, Cpp!] ecc.. delle
nasali ""r<le, notate [hm], [hnJ ecc. (dr. Th. clt.,
pp. 14_ 16).
fIO'] queste e le successive considerazioni di S., le propool:e
di riforma ortografica riaffiorano 'pe""", anche Ili. dove se ne avverte aSai
poco il bis<JgllO. il e"-'iO della g-rafia italiana cbe, ri.petto ad altre gmije
europ"". quasi fonologica (v. n. lOO), e tilttavia ooggetta nei
desideri e nelle prooe di qualche dotto) a periodiche rilorme. Si veda da nl-
timo E. Castellani, f}ril'grJjide. Studi linguistici italiani. 3,
Ig6.
P"") Y. SIsPrlJ n. I04.
(l.') N'clio. ed. del 1916 seguh'a a questo punto un'oaservazione snll'ave-
sliw {687 Engler). cbe gli edd, avevano ricavato da cenni molto .chematici
negli appunti di allievi; l'0Sgervazione fu criticata da Wllckemagel 1916.166
e e soppressa. quindi nell'ed. del
f"'l K. GtlJ"''''Oir8 Aisloriq"e de Iro"fO;se, 6 voli., l,
3' ed.. Copenhagen 19O1l (II_VI, 1930).
["'l Per le fonti di questo e dei successi"i paragrafi 'o. '-"1'0 n. I H.
II termine plronhne state usato per lo. prima volta dal fonetista fran-
CtSe .\. Dufriche-Desgenettes (su cni clr. SM 160) in una cemunicazione
ali", Sacit de linguistique de Paria <leI maggio IB73 SlIr l .. .. du
C""S0"',., "0'1J1,, (BSL 2;8, 1873.U:lll), riassunta nella, Rovue critiqu".
'. 18'3.368 da un anonimo secondo il quale .le mol p"a>ttme . , est beurnu-
triluv pour dsignrI d'une faon gnrale l... voyelles et le!! "Oll5On-
n""., II insieme a quello di Pho"ologie, torna in altri lavori di A.
Dulrihe-Degenettes (v. CCG ;,6 ". 103). Fu adottato da S. nel Mmoir.,
<'d usato in modo conforme al valore pi moderna di, lment d'un systme
phonC'logique o, qnelle que soit son II.rtlcnlation exacte, il est TCCOnnll
diffrent dc tout aut:te 1mento (5.'d e dr. Ru:. 114)
Xella recensione ai lavori di Brugmann e al Mi",oi.. I<ruuewaki ri-
prende il termine enll'l. base dell'uso del propone la distirrxioll"
tra. ""one. r, fonema" accettata poi da Baudonin de Courtenay (i'nsllC,t
ein" Tlreo,ie phollel;,cMr Alln""I;01I.... E,,, Kopi/d alli df:'J' P,yclropAo+
'''/ik. Suasburge 1895, p. 6 sgg.: inoltre v. 306. n. 6), secondo il quale
il fonema" ciue einheitliche, der phonetiscben 'Velt angeh1lrende Vomt&!l-
40'
Inng, welche mittelst psychischer V=hmelzung de.- durch die Ausprn_
che eines und desselben unte. erhaltenen EiudTiicke in der Seele entsteht
= psychischer Aeqnivalent des Sprachlautes. Mit der einheitlichen Vor-
stellung Phonem. verknllpft sich (llSSociert .ich) eine gewi.... Snmme ein-
zelner anthropophonischM" VOTStellnngen"
Il fonema dnnqne da B. de C. concepito come rappr"""ntazione
ehlca rica.ata per astrazione dai sn"ni linguistici. E, eflettivame"te, la
concezione di TrubctOkoj. E, da questo punw di ,ista, giu.io dire che si
ha una filiazione Kruszewski-Baudouiu.Trul>eckoj in cni S. ha parte rela-
tivamente scarsa lTrubcckoj sgg., Firth '934. Jones '950.VI e
2'3, Fischer ]!lrgensen '9.52.14 sg!l., Lcpsch)' '966.60-61 e note).
In efletti, S. ha approfondiw la nozione di elemento del
logico., contrassegnato nel con phoneme, fino a crmcepirlo come
nn elemento puramente differenriale e oppositiv", un puro lIehema farmale
privo di qualsiasi predsa conformazione fonica e, pertanto. n o n ricava
bile per "Strarione dalle rea1irrarioni fonicbe (v. ;"/'a). Di qui illluo rifiuto
di denominare tale elemento phO"4m,: oc'est parce qne Ics mohi de la laogne
.ont ponr nons d". images aconstiqnes qn'il faut eciter dc parler des . l'ho-
nemes' dont ilJl 'ont composes. (CLG 981. Di oon"eguenza S, e,"ita
tamente di parlare nei eorsi di pho""",, qnando ,"uole riferirsi alle. unit
irridudbili (CLG 180) del significante. Col termine pho""me egli ha invece"
inteso riferirsi alle entit reperibili nella parolo. nella realiZlllZione fonica:
la definizione di CLG 65 non i:Iscia dubbi in proposito
Questa inwrpretazione dell'atteggiamento sanssnriano concord" con il
rifinto di chiamare ph()1Jologie lo stndio !n""ionale degli, elementi irridu-
cibili. del significante (v. 5upza CLe 56 n. 2) e con l'attenzione con cn;
nello lezioni S. evita di usare phoniq"" in riferimeuto al sigoificante (CLG 145
nn. 1-04 e 206). r:ssa inoltre perfettamente solidale con la concezione della.
lingua come funna (CLG 1571 e con quella COlTCiativa. delle, entit concrete
della liogua' (cLG 144 sgg.), deUe quali non che un corollario, mentre di
entrambe premessa lo. concerione dell'arbitrariet. del segno intesa come
indipendenza dell'organizzazione dei significanti e dei significati d"i =t-
teri intrinseci della sostanza fonioa e della sostanza significaziouale ((I.G
99 sgg.).
Purtroppo il "elISO della posizioue llaussuriaoa non apparve ben chiaro
agli edd., i quali. commettendo l'enDre di non, prendre au srieux l'excln_
sive .prononce dans le troisieme cours .. coutre le terme phonhno I (SM
113), hanno introdtto questo termine in una serie di pnnti in cui S. non lo
aveva usato a ragi"n veduta, in qnanto parlava non di realinazioni foniche,
ma delle .mites irriuclibl (v. CLG 180, 164 n. 1-36. 198, 284), ""'; come
hauno introdotto indebitamente pho,,;que iu riferimento al significante
(eLG '44, '45, 1H, 166, 167. '76, 1-18). Si aggiunga che, contro le intenzioni
di S. la linguistica strutturale ha continuato .. u!laTe pho';.me (e analoghi
d'altrn lingue) per denomiuare le unit fnnzionali minime. E si comprend<'"r
il caos esegetico che si allora. prodnttn per decenni intorno alle formula_
zioni sau..uriane (v. CLG 65 n. "5) uon essendo stato inteso ne dai critici
402
n da molti segnaci bene intenzionati che ci che S. den"mina
ona entit materiale. non Jonnaie, reperibile non sul piano della lauC14.
ma ndle parol." e, insomma, l'antecedente del. segmento I di Pike (ed e
nn problema di Jonetica decidere se tale segmento minimu 5ia indivi,lnabile
snl piano pnramente fonetico. come Pike ritiene, o,vero non sia individna.
bile"" nou col snlTettizio riCOTSO a una previa analisi acnstioa. come pi
giustamente estato sostenuto da altri: v. CLG 56 n. 1051: mentre. d'altra
parte, ci che pres.wch" tntti chiamano phonhno corrisponde in S. alla
nnit irridudhile . puramente differenziale e !onnale.
OCCOIT." tuttavia riconoscere che S. ha pml"meno dato appiglio aU'cqui-
,oco (secondo Malmberg esli vi addirittnra restato impigliato)
col SnO "oncepire le nnit irridncihili e i significanti come. immagiui aCU-
stiche o: con ci, confonnemente alla opinione circa l'assoluta inatti-
t dell'apparato uditico (v. CLG 29 n. 61), egli 'olcva probabilmentc
insistere sul carattere non "",,cnti,o, ben.; puramente sc!lematico e f(>nnale
delle entit signifieanti. Ma il risultato stat" in realt un accrescersi degli
eqnivoci. data la riconoscinta natura esecutiva c, quindi, material". (non
f"rmale) della stessa percezione uditiva, cio data la molteplicit delle perce_
zioni uditive sussnnte nell'ambito del medesimo schema significante, e dato:>
ohe cOn a[o""/iq", S. designa a n c h e un lato della parolo lv. oltre n, uJ),
si e potuto tanto pi facilmente credere che S. concepisse il $ignificante
COme <lStra2ione (fonico-)acustica, come in.ieme degli dementi comuni a
pi (realizzazion_)perce:ziooi.
1"'1 Qnesto e i s"ccessivi paragrafi dci cap., nonch i capI'. sncccss;vi
dell'appendice, derivano dalla fnsione di due fonti distinte: un grnpp" di
kzi"ni all'inizio del primo corso ('906; 5)1.54 numeri 4.6) e gli .tenogranuni
di Ch. Bally presi alle tre conferenze del '897 snlla teoria della sillaba,
1954.11-17, forsc anche perch tratto in inganno dal non avCIe
,'aiutato che. parlando di S. intendeva riferirsi a tntt'altro che al
fonelUa (v. supta n. II I) ha avanzato dublJi sulla bont delill. reda2ione edi-
'orialc. ed ha insistito ginstamentc nel dire che per intendere ci che S.
pca.ava del fonema (nel lIos!To senga poshiaussuriano) maggior valore ha
CLG '('3-69. Mentre qnc.t'ultlma opinione semb,.. del tutto ac<::ettabile. i
dubbi snlla redaziooe non hanno ragi"n dessere. purche si intenda Pko".me
nel 'enso datogli da S. e chiarito alla n. III.
t"') Qui acous/iq"e vale o: il Y a deux cote" danll l'ade plm-
natoire: a) le cM articnlatoire (boilch<'", 1""'Tl:l:), b) le cote acon.tiquc (orei!.
le). (i15 B Engler). Altrove, cOme io CCC 9B, vale. relati'o
all'inlmagine psichica del s"ono. (S:U 253, s. \'. acousliqIU). ha
l'',"orito l'equin.co $Cgnolato al13 fine dcIi" n. III.
. D'altra parte, l'ambiguit in modo pi1l. pn,fondo c forse, se il
leCI!') lIn giudirio di valore, non negativo. In altri termini. della posizione
'au5Suriana forse possibile nn'interpretozione piu oomplc'sstL Si gi .e-
gnalata la fallacia dell'a."'unto. proprio di ];Ioch e altri postbloomfiel.
diani, di scgmentare la catena parlata in nnit articolatorie successive
403
(. prima di ogni analisi in lonemi. Tale in
non Il pos.ibile, a dir megli", po&sibile (nulla "ieta di spezzare in
un" " pii! punti il succedersi. continuo articolarioni), ma porta a mul-
tati a seennJa deU'articolator<! che si sceglie puuto di
mento (per la di cio dr, Bclarili 1959.n8 sgg,). Lo studio
f o n e t i C" di scgmenti corrispondenti ai f o n e m i presuppone l"anaLisi
fonematica: Un analista che sostenga di poter individuare in una ""'Inenza
nn'unit fonetica [n] senza tener cvnto dena sua e"cntnale funzione lingui-
stica, non s'accorge che l'idea del couvelgere di coefficienti articolatorii
verso nn'unit complessa gli Il suggerita unicamente da ci che "wiene sul
piano dclla lingua e U<1ll si pu parlare di convergenza verso unit se non
su questo piano. do,'c il fenomeno ha una sua ragion d'csscre; al di luori
sta lo. vow inarticolata. (Bclardi 1959.128). ro;on Il improbahile che S.
abbia S"olto questo stcsso ragionamento e, prnoccupato di trovare nn og_
getto di studio a ci che egli chiam.ava phollologi. (l" nostrn. lonetica: CLG
5& n. 103), io abbia indicato nelle unit loniche ed uditive che nella parole
siano c o r r i s p o n d e Il t i (detenninabili in hase) ai successivi 'elementi
irriducibili. dei significanti. Questa. "ostra ioterpretazione sembra sorretta
da pa""; degli appnnti come: Or cc n'cst pas le [cM] qui nous
est donn", mais le second. l'impresaion (acoustque,> psychique, (716 B
Engler), dove pare da sottolincare psyehiqutl, in rapporto a CLG 3' n. 69
stessa interpreta>:ione p<>trebbe dare un senso a!le asserzioni
di S. trascri.ioni che dovrebbero es.<;ere senza equivoci (CLG 56 n. I05)
Mentre ci, come si vista nella nota relativa, sarehbe impos..ibile per nna.
tras<:ri.ioue puramente lonetica, le I;rnscririoni della sequcn.a dei fonemi
(nel senso non saussuriano del tenniue) possono """"re e sono incquivoche,
fondate su nns corrispondenza hiunivoca tra gralemi e fonemi. E relativa-
meote inequfvoche possano e"""re anche trascrizioni cbe diano conto di tipi
di realizzazioni lonicoacustieh" in corrispondenza con i lonemi di una. lino
gna, do trascri.ioni fonetichc presupponcnti un'analisi fonematica. Se
questn il punto di ,.;sta saussnriano, Mia sua nitide."" non ha certo gio-
valo l'ambiguit di significati di """".Iiq"".
(lUI saull8uriana del primato dell'acusticit (senza che ne
fossero sceverate le amhiguit.) offrI a Jakobson (19'9 = 196L'3 n. 18) lo
spunto per riprendere la stessa tesi, sviluppata poi nella nata tooria. delle
di.li"di". I.m..... a base acn.ticouditiva_ C<.>n intendimenti diversi, l'im-
portanza storica, precorritrice, dena tesi sau..uriana sul primat<.> dell'a.cu-
eticit. stata sottolineata da Malmberg 1954.17'19. ZI . 11 riconosci-
mento di S. tanto pii! notevole in qn""to egli non i !avori di
fonetica acn.tica an';ati grnrie al suo risonatore (1856) da H. L. F. vOlI
Helmholtz. (Di. L.h.. "'" de" Tu_pfi"duIIg.", Braunsch....eig r863, O,.
th. S,"salio" 01 To"o, Londra-New York 15951, proseguite da L. Herm3.nn
(cfr. F. Trendelenhurg, in Monual of Pho"die.', L'Aia 1957, pP_ 19-21) e
Hugo Pipping.
[U'l Per quanto riguarda le cOIlSiderazioni sull'a.naJisi implicita nella
invenzione della serittum alfabetica cfr. (oltre l" hihl. dt. Mla n. 97) A,
Meillet, AP"'f" d'"". /ri,toi,e de 1.. la..gutl gw,'l"', l0 ed., Parigi '9'3, 7' ed.
h'i 1965, pp. 59'60, e soprnttntto A. Mellet. La long"e et 1"c,iI".., Scien-
tia. '3:90. 19'9.290"93, dove Il torse presente un'eco
sau..uriano (anche a parte CLG).
Per quanto concerne la definizionc di p"0I11m. """" Il confonne a quanto-
detta ."pra n. Hl. E, carne si Il h..i appunto partcndo da qUL"lta
definirione si Il svolta. quella che, se non lo intpedisse il dovero.'IO rispetto
pcr i partecipanti, si potrebbe definiru un.. commedia degii equiv<><:i. In
marl(ne alla relazione di Math-esius al secondo congresso dci linguisti
1933). W. Doroslewski attacc 'lu"'Ita definizione di
palesemente ritenendola da rifcrire alla. uniM irr"dnetibile., al fonema
nel sen"" non sallssuriano del tennine. Bally, dim""trando che l'equivoco
era stato gi. degli edd.. sce.e in campo gcner<.>!lamcnte a il mae-
stro (BalI)" '933.146): egli affennl> che qui S. aVO"a in vL,ta. non il pho,,''''''
unit hmoionMe, m.'\ le ,a.. , entit puramente fonetica, il che e esatto;
ma. invece di chiarire che vi era nn diverso USO terminologico proprio di
S'O cile chiamava pha".",el'cntit lonetica (c , unit." elemento irriduci-
bile. l'entit Innoionale di long".), Bally agl(unsc che il pas.,,, era dovuto
a uea fante de n'daction . In ....Mt non vi Il qni nessuna faute In
75' n Engler si legge inlatti: -la sOmme des in'pn...,.ion. acou_
stique ct des ades articulatoires, l'uniM cntendue et l'arMe, I"une condi-
tionnant l'autre . A peggiorare le cuse, con le intcnzioni. \Jally ag-
giung""a: 'An cou,--" dc l'onvrage du Maltre, nOlIS nou. remlons cOlnpte
de la ,'c'ritahlc d,'linition dII pII.; un '0" '1"i a "ne fOllct;on dan. lo. langm'.
(oncliuu dlcnnin';'" csscnt;cll<'m,'nt par son carnetere ,; ura, d
" n-ro p...r j',ntit. di lingua ch,' n" i ,-hi"miamo fOlle/II" le ch<' '010 per lo.
manomissione degli ...dd_ in CLG si vede chiamato talora lone,n.. : v. "p,a
n,II' c CLG '64 n. 235), non ci che S. chiamava phan;;m. Con la sua
difesa. R. av"naval'.-quivOl:o interpret.'\tivo chc cra stato gi di R. Jakob-
SOn, Questi. pcr, diversamente a" Bally che aveva a'-lIto a suotempo
sott'occhio i manoscritti, era autori ato" commetterlo 5UU"
base del testo di CLG. Su tal basc cgli ('9'9 = OS-,.,,,,-ava che dal
p.1.SS0 di CLG 65 si estraeva. come deftnitorio del fonema. il suo
esScr il pi piccolo elemento della scqlIenza fonica, da CLG il suo es_
.ere una combin"oione simultanca di tratti pertinenti, e da CLG 164 il 'nl)
<'"'cre "no. cntit 'oppositiva, negali"a, relativ" .
Ci si pu chiedere se non sia un di a lermarsi
a rile"are l'L'<)ui,,ooo di Jakbson -dato che, in fin dci conti, i due
ohe riconosce a cio egli clIiama pho"'m. (e eh" era autorizzato "-
ritenere che anche S. ch"''''''.....e pio/mb". dato l'' stato di CLG) SOllO propri
altre,;i di uniM im'<\uctible. ohe S. non chiama"a ma
che Il tuttavia lo. lcgittima genitrice, SlIl piano conocltuale, del di
Sapir, dei pragh<-si, di tutta la lingnistica pos!S.'\ussltriana, Pure, noi creo
<hamo che sia neeessario insistere fondendo i dlle c"ratteri
gi n'en.ionati (di cui uno solo, il primo, Il proprio anche di "i ohe S. chiama
405
pho"tm.) con il carattere di entit fonico-acu.tica proprio del plwOllm. di
Sau,,"ure, Jakobson approdava alla conceZIone di (e pi in gene....
di sigllilioante) come insieme dci caratteri lonico-acustici che, nelle realiz-
zazioni foniche, sono costanti per impedire le ""nfusioni con altri elementi
del sistema. Il fonema, e pi in gencre l'entit" signilicante, perde allora il
clll"attere di forma pura per assUmere il carattere di astrazione foue_
tica. .
Si pu forse aggiungere che l'equivocit dena nodone di phonlm. in S.
ha favorito .", altro equivoco: quello per cui si creduto che phi.lMlogi>! de-
signi in s. lo studio .ineroniCl' dci sistema di elementi diffcrcnziali minimi
(fonemi ln senso pos\:saussuriano). Si tratta d'un equivo<:o da cui non va
esente nemmcno E. Alarcos Llorach, Fonologi.. ,;spanota, z- ed., Madrid
r954, p. 23. Sc lo rileviamo perche talc equivoco pu aver avuto forse
qualchc parte nel produrre il capovolgimento di senso di phon%gi. nel
passaggio da S, ai praghesi (n. 103). Oltre che dall'ambiguo scnso di plw-
"olm. lequivoco pu esscr stalu agevolato dalla confusione tra la idiOCI'O"o
nidt dclla ionologia degli strutturalisti postsaossuri:ini, e la extratempora-
lit della phono/egi>! di S.. Ia ionol<Jgia si oolloca fuori del tempo', si legge
in CLG 56.
[IlO) La frase c Se ne trover... uu'aggiunta dogli edd., una deUe
molte intese a dare al CLG l'aria d'un compiuto manuale di linguistica
generale. 1 dati oompleti dello opere cito nella nota dcgli edd. sono: E.
Sieve.., G"''''<. d. Phu... , S ed., Lipsia 1901; O. Jcspersen, L4h,b""h d.
Phe... , cd. Lipsia 1913. S. ivi '93'; L. Roudet, Elimo..'. do pholll;",,"
gtn.al., Parigi '9'''.
Nello le.iuni S. afferma (709 B Engler): Grand progrs aetuellement,
(Vietor cn Allemagne; Paul Passy en France. (ovvero, 709 C. Engler:
Vietar (Allemagne). P. Passy en F:ranee: oot rform Ics id....). Gli edd.
avrebbero dunque potul:o utilmente oitare 'V. VWtor, EI""",nte de, P/w-
...Iih ls J)eu'.ch.", e..gii.<ch......,,1 F.a..zi5<is<h,., 7 ed., Lipsia e
soprattutto l'eccellente volumetto dell'allievo di S" P. Passy, Pdit. pile--
..tI;"'''. <ompo. de. p.i"<ipales lo. ..gUf), ....op.Ilnt., Lipsia I<JO', eni S,
sembra ..........i ispirato soprattutto per il ricouoscimento del ruolo primario
della cavit orale neUarticola,:ione (un po' oscural:o in CLG 68 I cpv,
pro netto in 777 B Engler).
[117] Per i dati precisi deU'opera di Jespersen v. <"P'(l. n. IIG. Malmberg
19S4.' afferma che nelle snccessive pagine 68--69 si ha nOli solo una vaga
idea, ma la prima sistematica del trattu pertinente. molto prohabile che
s t o r i c a m c n t e queste pagine siano state lette od abbianCl influito in
quanto pagine in cui si parlava degli. lmen\:s diffrentiels. delle unit
minime (oosi. auggestionato da Jakobson e ignorando GodeI. ancora Lepscby
'965.24 n. 7). cio dci tratti pertinenti del fonema nel senso postsauS$uriaIlo:
ma, pcr quanto si detto (."p.a lIn. III, "3, "5). in realtll., per S., tali
considerazioni riguardano gli elementi differenziali delle varie specie di
entit fonetiche.
406
[m1 Per le fonti del paragmlo, v. SN/'f''' n, 11 Sultapertura orale cfr.
Grammont '933.59.
[lIOl Questu e i succcseivi paragrafi del capitolo sono tralen.reselioni del
CLG attribnihili a uno solo degli edd.; in qnesto caso a Cb. Bally (SM: 97),
Tutto il capitolo importante per la moderna teoria della sillaba (Malm-
horg 1954.z3-27). I segmenti fonici (i plltmlmu nel senso saussuriano) vi-
,"on", per dir cosi, nella sillaba. Data una sequenza di foueml inglesi. Im/ la/
Iii IllIri lei Iii In! avremo due sequenze diverse a secondo che al tratti
di /ma, trein/ o di lmait reinl; nel primo caso si ha ... c Jtllly long., I
stroug., T voieeless ,; nel secondo caso si ha ai sherter allochrnne., I
",cal,., , Jully voiced " ossia si hauno variazioni. non pertinenti. dal
punto di vista pragbese che, ttrtta"ia, sul piano della norma danno preziosi.
indizi sulla struttnra sillahica. (e, <juindi, monematica), cosi come avviene
in italiano neUa lealizzazione di u,,'.. .. e ""a mi<.. e simili (clr. B. Malm_
berg. R.ma.ks ...... C....,ribuli.... lo 1M PTob/em of Iho Syl1lJhlo, SL
's. '96'.1'9; l'analisi spettrogralica., tipo V's'bI. Spee</t, ba ripreso oon nnovi
me"i danalisi le intuizioni ",usauriane: clr. Martinet 1955.23-24).
[m] S. pensava (883 B Engler) ad es, a H. Sweet. A H...,,/book of PIw-
Oxford 1877, A Prim". of PIw"eJju, 3" ed. OxJord 1<J06, A p.,;mn
vI Spoko" E"glish, Odoro 1890,
Da questa aHermazione di S. emerge un atteggiamento volto a cogliere,
anebe in fonetica, l',,",",n>:iale: cfr. Fuehla de Cha"",, 1948.100.
l"ll ,Per la redazione del paragrafo v. n. 119. Nell'ultimo cpv (.Si for-
mulata la teoria ece.'l la critica rivolta ad A, Meillct, l''lrod..<li'''' tli
i"i/"do ccc. 0\'feillet 1937), I- ed., Parigi '9"3, p, 98.
[m) Buona partc del paragrafo vieue dallo stenogramma di Bally (969-
0}8., 984--9<JO B ElIgler). Ci vale anche per i paragrafi successivi,
11 francese "'..I""" stato reso per lo piO. con ."""..I...lJZim,..
Il"] P.er la redazione v, S"PT" un. 119, 122.
Sulla teoria saussuriana della sillaba cfr. Vendryes 19Z1.64 sgg., Frei
'929102 sgg. Grammont '933.98 sgg., Dieth-Brunner 1950.376. Rosetti
'959.'3, L'lZiczius 1961.174 sgg.
Accanto all'usuale ""us""no 'consonal>te. (opposto a vocale.), S.
introduce <<,,,.on..nlz per designare gU elementi non sonantlci; poich al
francese <on.o""O l'italiano risponde eon <OIl'OIl.."te, come equivalente del
franco ;:oll.o".."le (dopo qualche duhbio per <osonanlo e .......""..",.) si Il
usato qui co"-sonanlo.
Su questi termini cfr. da ultimo Abercrombie 1967.79.80 n. 15 (che
dta. ""me "J1tecedeute di S., H. D. Darbighire, Roll;"'..;,.. PM/%gi<lU, Cam_
bridge 189S, p. '94 sgg., per il termine ..ds<tll .. ,,/).
Il''] V. 11II. "9, 122.
ll:tl V. tln. "9, 122.
l"'] V. un. 119, 122.
407
Il''l In S, vuole riferirsi a Brugmann (1059. 1061 B Engler).
l'tOl Dorante il terzo corso (SM 82, n. "4), neUa le.i<me dciI maggio.
S, il capitolo .econdo della parte, La langue o: dopo a"ere trattato
il cap. La langoe "pare do langage. (SM 81, n. III), utilizuto dagli
edd. come base deU'introduzione del CLG (p. z7 5gg.), egli p= al cap,
secondo, che propone di chiamare dapprima. Nature du .ignc lingoistique"
Nel .iClle ,une image acoostiqoe est associ';' 11. un concepe. (CLG 109." B
Engler). Due settimane pii! tardi, in appendice alla le.ione del '9 nuggio
(SM 85, n. 124), S. torna sul lieCondo capitolo propanendo un noO\'o titolo
e introducendo due nuovi termini. Il nuo,"" titolo ,La langue Cnmme sy-
.tme de signe (1083"084- n EDgler): esso n3.SCe, evidentemente, dal
fatto che, chiariti e discussi i due principi loudamentali e trattt.ne le con-
seguenze per qoant<) riguarda le entit della lingua (SM 83.84). S. deve avere
percepito con ehiale..a la possiLilit di proporre COme tema dci capitolo
oon pii! una generica ricerca .ulla ,natura del segno., ma una specifica
tesi .ulla interprdaziune della lingua COme sistema di segni, li nuo,-o titolo
.tato ignorato dagli edd,
Qoanto ai nuovi termini, .i tratta di due termini famosi, chiavi di ,'nlta
dell'estrema sistemazione concepita da S.: nne amlioration peut Hre
apportoo ees fnrmul"" [quelle della le.ione del 2 maggio] en employant
ees termes: .iCllifia>lt, .ignifi,}. (1084 B Engler). Che senso ha l'introduzione
di qU""ti termini? \'i si visto il ""-'co d'una coppia terminologica stoica
(v. 347), Essa in realt il sigillo, .ul piano tenninologico, della piena con_
sapevolez.a dell'autonomia della II1"Cuc. carne sistema l<lnna1e, dalla. na-
tura uditiva o acustica, concettuale psicologica o oggettuale delle sostanze
che essa organizza. Sig",jil e .ignifi"n: Sono gli. organizzatori., i ,discri-
minatarl. della ;"'slanza comunicata e della sostanza. comunicante. L'in-
troduzione dei doe tennini cio, ona conseguenza del plincipio della ra_
dicale arhitrarietO. del segno linguistico. Gli edd, hanno mescolato (timorosi
di perdere cosa) la vecchia e lo. nuova terminologia. E quakt>S.1. si
perduto; il .enso del possibile contrasto tra le due il nesso della
nuo"a terminulogia con il pi prufondo significato del principio dell'arbi_
trariet.
[mI Pcr lc origini aristoteliche dclla CC'ncezione della lingoa come nomen_
c1atura c pcr il 'uo perpetua"'i in et moderna attra,-erso lo. grammatica
razionalistica di Porto Reale cfr. D<l )Iauro '96;;.)8-47. 56-58, 7]S3. Dopo
S., la critic.a a qll ..ta conoezi"ne ribadita, tra i linguisti, s"prattotto
da L. Hjelmsle,- sin dal 19-13 (l1jelmsle, r961.49-53) c da ,\. ).Iartinet,
'966.15-17. Anche nella tradiziono fiiosofica la stc'S$! concezione, dopo eSSere
.tata oggctto di critiche tra Sei e Settecento (De )lalIr<l 1965.47 sgg.: Ilun si
pu esLludere che tali critiche, attra,'crso Krusze"'ski, pas,anl> '-""Ser giunte
in qoakhe modo a S,: v, >"pra 3(8), i, ..1. nell;Olloccnt", e nel ;\',,'-e.
cento h" tro"ato in L. Wittgenstcill il pi c""rente so'tenitore al tempo
del Tractalu, e pii! tardi. al tempo delle Philo,of>!I;,elle L'JlI"""h""IJ(lI, il
critico pii, ladicale, L'ultimo \"ittgell;tein ha sostenut" che lungi dall'esser
4()'
l'oggetto la base del'igniti<:ato delle parole. al contrario l'uso della parola
che cOlIseote di collegare tra loro esperienze percettivamente disparate
costituendo cosi, in amhiti e per motivi socialmente determinati, d che si
chiama. oggetto._ \Vittgenstein giunt" co"i assai vicino, nonostante la
ben di'-= posizione di partenza, alla concezione di Sa"9SUre (De lIIauro,
L.. dloiC Wi/tgen,tei", Hrs Placo in f!le al Semt:",/it:.i, Dordrecht
'967) Sarebl>e un errore crcdere ehe la portata di tale critica sia stata in.
tesa comunemente dai Iingui.ti. c Richards proponendo il
triangolo ..mantico. in cui il simbolo lonko collegnto (con ulla relo.ziolle
caU!<ale) a un concetto (/lIo..glll) " su" volta causalmente determinato dalla
cosa.' (reJern/) restano palesemente al di qua deUa critica di S., dl cui
mostrano di Ilon avere inteso il p"n.iero (CLG .01 n. 140). E, pur tra prof-
lerte di fedelt a S.. L:l1mann, accdtalldo il triangolo semantico di Ogdell
e Richards (Ullmanll mostra anch'egli di non avere assimilato
la sostanza dclla posizione saussuriana (Godei 1953. De Mauro 1965.171-73):
la sE!mantique d'UUmann appartient l're prsallssorienne. (Frd 1955_51),
Le conseguen... di qll""ta'-'incomp...,n",one-sono paragC>llahili a quelle del.
i"in"Olnprellsione circa la nozione di le lIne c le altre hanno grave_
mente menomato la possibilit di intendere lo. dottrina sauMllriana dell'arbi_
trariet del segno, della linglIa come lonna, del ,-alore. Sulla critlca salIS5U_
ri"na dr. altresi l\Iounin
li seguito del pa"'"l risulta dalla lusione di doe fonti diverse. Anzitutto
gii appunti dellale1ione del III corno: Ponr certains philologues, il semble
que le contenu de lo. langue. romene.. ses premiers tr"its, ne sai! qU'Ulle
nomenclature. ).lais mme en adrnettant cc Ca. oi! l'origine d. la langue
serait une nomenclature, on peut mnotrer en quoi consiote l'e1"ment lin_
gui5ti'lue. objtl. [disegni dell'albero. del ca"alloJ 11M" [arba; e'f"o,]. Il y
a bien deux termes; d'une part un objet, ho," du ODjet: d'autre part le nom,
1"autre terme - vocal 00 mental: arbo. peut tre pris dans C"" deux sens
rliflerents. (1085. 1(".11, '87, 1093. '090 B Engler). Qui. com. per ii se-
guito, gli appuoti hanno fornito l'impalcatu", del capitolo. importante
suttoline"re ci, dato il caraUere dI'gli appunti: si tralta, d i c h i ... r a t a.
tnente, di un discorso ad "."""ntlpl.illi,ilcuischemae:.perfino so la
lingua fosse Ulla nomendatura (anche se d n o n "J. risalterebhe il carat_
tere doppio del segno linguistico . Il di",orso i: dunque s"olto in una chiave
palesemente didattica: ci andr tenuto presente per valutare talune lor_
mulazioni succc....i"e,
L':,ltra lonle solo parziaimente adoperata dagli edd.. che l'hanno COn.
Jonsata in tre lrasi (. Questa conoedone _ aspetti ' . Essa suppone .. ,
alle parole., inline fa supporre esser ,-em '). lo. lunga nota aotografa
gil in parle edita (X,'I" 63 sgg.J sulla ba.e d, nn" copia. fattane da Seoheha}'e
ed ora riprodotta integralmente in CLG 1085-1091, 1950--1956 F Engler),
IlianlO qui di segoito lo. traduzione di qll,..to tcs.to:
Il problema della liug"" si pone alla n.aggior parte degli spiriti sotto
forma di una "e"'CIle/alura. Xd capitolo l" deli" vedia":'o Adamo
dare i nomi
4<)9
Per il capitolo s""i%gia: La ma.ggior P"J'1:e delle <:oncerloni che si
fanno, <:> per lo meno che i filosofi ci offrono del linguaggio fanno pensare
al nostro progenitore ,\damo che chiamava a s gli animali e a ciascuno
dava il nome.
Tre cose SOno invariabilmente assenti dai docnmenti che nll filosofo
crede esser quelli del linguaggio:
I. questa verit su cui nemmeno insist.aJll<), che il fondo
del linguaggio non Il ""stituito da nomi. E nn accidente qnando si trova
che il segno linguistico ""ni,ponde o. un oggetto definito dai sensi come
"" cav,,1I0. il fllo<o, il (piuttosto che a un'idea come pose .).
Quale che sia \'importanza di questo caso, non c' alculla ragione evidente,
tntt'altro, di prcnderlo come tipo dcllinguaggio. Senza dubbio si tratta
8010, in un certo senso, d'un errore nella scelta dell'esempio da parte di chi
la pensa cosL Ma vi e in ci, implicitamente, una certa tendenza che nOli
po"Siamo fingere di non vedere e neppure lasciar conere sn quel che sarebbe
in dcfinitiva Il linguaggio. e dal. una nomenclatura d'oggetti. Di ol'J(etti
dati prima di tutto.
,Prim.:l. di tutto r"ggetto, poi il seguo; dunque (ci ehe negheremo
sempre) base esteriore data al .eguo, e figurazione del linguaggio con qne-
sto rapporto:
,,-6-0
fuori d'ogni Conoscen2o. d'un rapporto effettivo come --A fondato So
nn oggetto.
Se un oggetto potesse, dove ci fosse possibile, essere il termine Sn cui
e fondato il seguo, la linguistica cesserebbe all'istante d'esser quello che
da cima a fondo; c eMi del resto lo spirito umo.nO, come e e"idente partendo
da qnesta discussione. l'o[a nen Il altro, abbiamo detto, che un'obiezione inci-
dentale questa che rivolgiamo aHa maniera tradizionale di considerare il
linguaggio quo.ndo lo ai vuoI trattare lilosolicamente_
, dannoso certamente che si cominci <XlI mescolarvi come elemento
primordiale questo dato degli d'Sigllllfi i quali n",n 'o; hanno parte
alcnna. Tuttavia in ci nOn c'e pi che un esempio mal scelto, e mettendo
al posto di f,)"o<; ;C"i. o Pf.rd qnalche cosa come .... ci ai"colloca al riparo
da questa tenta.ione di ricondurre la lingua a qualche cosa di esterno.
,Assai pi grave il secondo errore in cui cadono generalmente i filo-
sofi, e che consrste nell'immaginaro:
2. che, qnando "o oggetto sia stato designato una volta da nn nome,
si ba un tutto clle si trasmetter, Senza che si altri fenomeni.
Almeno. se si prc.dnce nn'alterazione, esso. pu pre"ede"'i solo dal lato del
nome, supponendosi che frll:,..i"'" diventi f'.n. Tuttavia lo stesso avviene
dal lato dell'idea. Ecco gi di che fare riJlettere sul matrimonio d'nn'idea c
"""ti! :====
mentre la vera raffigl,razione Il:
nomi
di un nome quando interviene questn fattnre imprevisto, assolutamente igrlO-
rata nel quadro filosofico, IL n:>lPO. Ma in. tutto d noo vi sarebbe ancora
n;ente di stupefacento, niente di caratteristicu. niente di specialmente pro
prin al linguaggio, se non "i che questi due tipi d'altera:<ione, e que-
sto primo genere di dissociazione gr.u:ie a cui \'idea lascia il segno, .ponta-
neamente, che questo si alteri o no. Le due cOSO restano ancora lino a que-
sto l'unto due entit'" separate .
.. cio che davve'ro caratteristico sono gli innumcrevoli casi in cni
l'alterazione del segno che cambia l'idea stessa ed in cui si vede di colpo
che "on c'era n",,"una <Iifferenza, di momento in momento, tra la somma delle
id"e distinte e la dci segni distintivi. Dne segui, p"r alterazione fo_
nClica, si confondono: l'iuea, in una misura detenninata (determinata dal-
l"in,ieme di altri elcmenti) si conIonder.
Cn segno si differenzia attraven;o lo stc",," pruccs-'W cieco' infallibi!.
mentc si collega un senso .. qnesta diffcrenn che Il appena nata. Ecco degli
L'Sernpi, nl.ll subito la totale d'un punto di vi.ta che
l''''t" dalla relazione di nna id"'" e d'un scgno Inori del tempo, fuori della tra-
smissine, che soltanto ci insegna, sperimentalmente, d che ""le il segno o.
P"l Sulla ,uccL"""iva .o.titu"ione di ootleepl e ;,,,"ge <u:olI;/iq"e COn si-
K,,;fi< e _';g>r;jill"l v. '''l''tI n. u8; pcr <u:ou;/iq'" v, CLG- 63 n. t", per ;'N"C.
". CLG 10J n. '45.
Solla rJefioizione saussuriana di segno v. la bibL a CLG 100'101 e nn.,
c dr. specificamente: \Veisgerber '927, 'Vei>gerber '928.3tO sgg., Bally
Lerch r939, Lohrnann "H3, Gardiner '9H, Brcker-Lohn'ann
"chring '950.1, Spang-Hanssen 1954.94 sgg., Otto 1954.8. F6nagy 1957
.\mmer [958.46 .gg., V,nayDarbelenet '95B.28.}[, Hjelmslev Il}6t'47,
Christen.cn '96' -3', '79'9', Graur in Zoiche.. u. Sy'lml 15'l. Gipper 1963.
2
9
sgg., [966"75.
Cnn sig,,' S. scmbra riferirsi qui (come mostr.. il cenno, sia pur pokmko,
a no",) a un'entit:1L certo piu piccola della [rase, probabilmente al vocabolo;
altro,-e lo stesso S. scrive p"r: Dans la "'gle. nou. nc p..rlnns pas par si-
gne' isols, mais par groupes de sillnes, par masses org"nis,",es qui sont
euc_'.mclne"" des signe. o (CLG 1771. Sicch a ragione Godel 1966_53-54 pn
aifermare che la dcfini.inne pu v"lcre per ol:ni entil'" linguisti""' (monerna.
'intagma. prop-JSizionc. i"'"d. A ",itare equi,","'; ),1. Lucidi, nel 'g.,;,>, pro-
pose di introdune il tennine ipo..."," pcr designare gli elementi funzionali
emorgenti dall"analisi <leI segue, inteso come il prodoU<> di un attu lingui-
stico complcsso (Lucidi ,g(,(,.67 .gg-).
_-\nche Bursscns .g60 h" sentit il big.ogno di precisare la definiziene
sauurian,,: segno linguistico s"rebbe il pi piccolo segmento che. sia per
pronun.ia sia per signifieazione, l'erIDette duc operazioni complementari:
as<ociare frasi per il resto differenti e opporre frasi per il testo simili.
Sullo slittament" di .<iC". da. segno. a, significante o v. CLG 99 n. 133
t"'l Sull'nso .anssuriano di psychiqu. v. CLG 3Z D. 70.
Sulla sucee..iva condanna del termine phanJ,,,,, v. CLG 63 n. ",.
Hl
1'''1 ii: uno dei p.'IS$i rivelano le "bbastanza gravi di
interventi apparentemente modesti dellli editori, Dalle fonti ms derivano le
soie due prime figure; la terla, col disegno ddJ'albero, aggiunta, e aggiunte
sono le in tutte le ne figure cesl come la frase _Questi due elementi
si richiamano l'un l'altro. (frase ch" tr:J.duce in parole le frecce) e l'uso di
per designare . Il risnltato del tutto eche il lettore hal'imprcss;one
wc """ondo s_ il significante si.. il vocal.Jolo, il significato sia l'immagine
d'nna c che I"uno richiami l'altro cosi come coloro che pen-
sano 1.. lingua cnme nomenelatu"'. Si sci'ola eosi agli antipodi della COnce-
lione saussunana. Cfr, SM 115.16.
[LUI e,idente in tutto il passo la preoccupazione, tipiC3 di S., di e"itare,
per il pol\Sihilc, ogni ncologismo tecnicistico: per questo atteggiamenlio.
cui il CLG deve f"rse qualche ambiguit superficiale, ma certo la mancanza
radicale d'ogni rnistificazione, v. n. 38, c cfr. S],I 13"-]3, Engler 1966. Pcr
l'atteggiamento sosta"'ialmente analogo d'un altro capostipite della sdenu
moderna si pu vedere om I"intdlil':ente studio di M. L. Altieri Biagi. Gali-
lea e I.. t..",;'wlogi.. Firenze 1965. fu sign. = <igniji"",
v. n. '55.
['MI V, CLG 97 n. l.a. Per i testi che possono a'ere offerto a S. qualche
suggerimento per l'introduzione due tennh v. 347--18.
Sig"ifil e signifianl (diversamente da quanto accade in italiano per si-
poifiralo, che qui usiamo C<juivalente di ,.iCnilil, ma che in realt
l'equivalente corrente del francese come participi 5OStaI\tivati,
uon ""evano tradizione in francese prima di S. ed hanno posto qualche pro-
blema di traduzinne nelle vme i traduttori di S. hannu fatto ricorso
a das Ba.irn"", e da. signifi.d e signijiu per il tedesco c l'in-
glese (lo spagnolo. che possiede un tradizionale sig"ijicado. Il in posizione
analoga all'italiano). incerto Se l'italiano, po..""dendo una parola corrente
come sig"ific..ra, buona per render senza sforzo il signifii saussuriano, sia
del tutto in vantagl(io. Qualche volta si ha l'imprC!LOione che, con la facile
equazione linguistica, si scarichi sulla uozione .aussuriana (tecuica e, come
'edremo, non troppo cquhoca) tutto quel che di _ vago, indefinibile. (Lu_
cidi '966.75) si connette alla parola corrente significata e, in altre linaue, a
parole come Si"", Bodeu!""g, m,a"ing, signific..lio" ccc.
[''') 'Premier principe prilll-3re: Le siane liuguistique est arbitraire.
Ainsi le concept 50eu. n''-'St Ii par a\lcnn ecc. (Illl, 1123. 'H-I B Engler).
SuUe fonti nu del p.:lragrafo dr: Engler 1959.1.a-31 c i"I'''.
[IN) Il periodo cnntauua la prima formulazione data da S. (v. n, 135)
con qnella data dopo avere introdotto i termini sig.. ifi.."f e sig"ifi' Cv.
s..pra n. 128 e SM 86 n, 12-1): .le lien unissant le signifiant au slgniJl est
radiealement arbitraire. (Ila Il Engler)... Radicalement" lo scomparso
nel te.to deali edd.: si tratta d'una !ormlllazione cui S. ha pensato
e ripensalo, difficilmente si pu immaginare che l'avverbio sia nsato come
un generico rafforzativo ple<>nastico. Piil legittimo supporre che esso abbia
senso pieno: il legame arbitrario radicitus, nelle 'ue stesse fondamenta,
412
,n quanto collega due entit parimenti ricavate meral un taglio arbitrario
nella SUlitanza acustica e signifie:uionale (v. n. 231).
[11'1 In riferimento a qUCllt;l, nozione di arbitrarietlo come mancanza di
motivazione dci significanti di due lingue diverse rispetto a nn signifi-
cato. che si presuma stabile e identico. si lo potuto aCCusare S. di incoerenza
(". CLG 1<" nn. 138 e 1-1') e Se ne potuto fare un epigono di coloro che
dal solisti, Platone c Aristotele (l! non solo dagli .toici) fino a Boale e P.
\al"l)' hannl) com:epito la lingua come una nomeuelatura, cio Come un
insieme di nomi ciascuno dei quali apposto eper convenzione.,
alle cose o ai loro equivalenti mentali identid per tutti.
("- 5IIP'" 3-1S). La fonte immediata di questa coucezione convenrionalistica
fu per S. quasi certamente W!>itney (v. s..Jwa 299): cfr. LaJlcw.. IJJld I/o.
SI"dy of"L....gl<ag. dt., pp. 3" (. Inner and esli<:ntial connexion bctween
idea "od ",.,rd ... tbere is none. in any language upon eartl, siccb il
segno arbitraI)' "nd conventional.). 71, '02. 133, '34.400 (e arbitrary
signs far thonght .), 0Ct:.; Lif. a..d Growl" (Jf L"Jlgl<age dt" pp. '9. "'l, 48,
.S., 288, Dal puntn di vista tenninologlco, da osservare che in 'Wb. a,bj-
"."'y .nettamente associato nei vari contesti a C01IV.,,/iO..aI: CaUle si
visto (,,,p ... 349). questo termine dal 18<14 in poi lo evitato da S., e con dcn..
moti""zioni tcoriche, in quanto egli giustamente avverte' che la conven-
zionalit i m p li c a necessariamente una concezione del significato e
del significante come due d a t i Bui quali opera secondariamente la con_
\"COlione umana per associ:LTli. In altri tennini, come si viBto (n'), il
con"eu.ionalismo non lede la concezione della linaua come Una nomen-
dalura. Di conseguenza. S. abbandona il termine co..venlio",'; come quali-
ficati\"f' dd segno: e per un certo periodo semhra incline a sostituire anche
l'altr'l della coppia whitneyana ora COn (symbol.) ..dlJ ..t
-13, r H e \', n. 140) ara con '''''''dii". Di tutto d ,.,. tenuto conto nel
l'uso di .. ,bil,air. nel CLG-. Non si pu attribuire ;io d .impliciltl<
a S. una concelione con,enzionalistica: tutto il CLG (v. up,.. nn. l2a e
1.>9 e CLG '35 sgg.) combatte proprio cant'o tale concelione. S. lo tornato
a "Sare .,bitmi" perch esprimeva bene l'insu""istenza di ragion;
!lalUrali o logiche e<:c. nel determinare gli ..'Iic..li della so.tanza acustica
e ;;emanlica. Tuttavia. nelle pagine 100 e IO' del CLG (si direb"" cbe a!cuni
hanno:, Ictio solo queste dlle pagiue) torna ad affiorare la no>.ione wbitneyana
di arbitrarictil. e. con essa. la concerione della lingua Come nomenclatura.
L'amLiguitil. del termine ...bit,ajr,. carico ancom del Sen.., whitneyano. pu
a'-ere giOcato una parte nel provocare in queste due pagine. cio nella le-
zione del, magl(io. uno slittarncnto indietro. verso concezioni da S, stesso
criticate e liquidate. Tuttavia. appare pitt probabile che S.. con l'esempio
di Sa"" e di """'I, e col richiamo alla concezione convenzionalistica dell'ar-
Litrariet, abhia voluto dare soltanto una idea i n p r i m a a p p r o s
simazione dell'arbitrariet .radiC3le. (v. n. t36) del ...gno, cosI
c'Jme. per dare una prima idea della dualit fondam"ntale del segno, egli
richiama agli alunni la concezion.. della lingua come n"'n"'ncla-
lur... (v CLG 97 e la n. 129).
413
Gi nel '950. Lucidi aVeva intuito che la questione accesasi su queste
due pagIne (v. '''1M n. 1]8) andava sdrammailizata: i. brani risentonu
di quella certa appmssirnazione che pervade tutta l'esposizioue del Co.....
COme conseguenza inevitabile della genesi del libro, nutoriamente nato da
lezioni urali e distribuito in pii:J. corsi uon destinati alla pubblicazione. Cosi
ad es. la proposiziune "le signin ' boeuf a pour signifiant b-6-f d'un cut
de la frontire et Qk-, (Ochs) de l'autre" ;, in.....tta rispetto agli s"iluppi
ulteriori delJ.iJ. te,oria saussuriana, in quanto. <'Ssendo il significato unica.
mente la contropartita del significante. non si pu parlare di un significato
, bueuI' in generale in contrapposizione cnntempor-aneamente ll.. signifi-
canti b-fi-f e Q-h-s. ma di un significato' bueuI' e di un significato' Ocbs',
Tuttavia. l"inesattezza in certu moo", estriu""ca. perch l'innegahile con-
traddizione con l'ulteriore sviluppo cl"lla te<>ria si ginstifica osser"andn che
questo modo improprio di esprimersi'" favorito dal fatto che il De Saussure
si serve ancora a qn<'Sto pnnto di definizioni prov"isorie (significato = COn-
cetto). (Lncidi 19(>6.49). Parole, qneste ultime. tantu pii! notevoli in quanto
scritte molti anni prima che l'analisi ei rns rivel"""e che l'infelice esempio
(I IZ4 B Engier) appartiene alla prima lezione di S. sull'argomento, anteriore
all'introduzione dei termini pi appropriati di "g"'fia"f e ,'c"ifil (,-. ,upra
n. 128).
[,..) Il cP" riflette con ledelt. le fonti "'" (fl25-II27 Il Englcr); con
nitidez7.a anche maggiore /lli appunti di Constantin (non utilizzati dagli
e-dd.) anuotauo: La pl:u:e hiranhique de eette vrit-l1l. <'St tOllt au som.
met. Ce n'<'St que peu . peu que l'on finit par reconnaltre combien laits
difllents aont qne de. ramifications. de. consquences voile. de cette
vrit--l. (11Z5-IJ27 E Engler). Il passo importante per almeno due
motivi: conforta nel ritenere che S. avesse trovato nel principio dell'arbi-
trariet il pri". della sUa si.temaziune dci. teoremi. della teoria lingni.
sfica (v. 33l e n. (5) : inoltre, a c'>nlenna della n. precedente. mostra che
con questa enunciazione S. ritene"a d avere compiuto llOlo un primo passo
sulla "ia dell'intendere a fondo il principio dell'arbitrariet. Ci c",mporta
che il senso plOlondo del principio dell'arbitrariet, per esplicita indicazione
dello stesso S.. si intende non gi guardando sol alla formulazione di
queste due pagine. ma a tuUo il CLG: si deve considerare anzitutto la dot-
trina della lingua come fonna (CLG '57. 16<); in secondo luogo, la con_
nessa dottrina secondo cui le distinzioni della lingua sono. indipendenti.
'('-. n. 1371 dalle caratteristiche intrinscche della sostanza semanti.a e deUa
sostanza acustica in cui le di.tinzioni sano introdotte. Tutta,ia. rer ginn-
gere a qll<'Sta COndllsione interprdati"a sono stati neces>ari bien des
dtours. durante le polemicbe legate- all'equi,'OCo e complicato dibattito
SII l'arbitraile du signe"
Storie della questione dell'arbitrario: Engler 196z, Lepschy 196. Engler
19
6
4. Lcmr 19G581-84. Dero"; 1965.70-103. L'interpretazione c<ID"enzio-
nalistica <lcll'arbitrarietil. sau""uriana - stata inizialmente la pi comunc,
dr. ]espen;en '9'7. Devoto 1928,'H, Amman 1<)34.263 sgg., Jaherg '937.
'33-34. Piehon 1937.25-30 (attribuisce a S. Ilna "eduta convenzionalistica,
414
intendendo che il segno sia con"enziona!e in rapporto all'oggetto; la critica,
penh tra ;;g"'fi,... f e .ig"ifi' vi invece una. union spirituell".; c addita
in <'Ssa una " ..ionaiizza.ione dell'esperienza nati"a del bilinguismo sviz-
lClO). Alcune t<'Si di Picbon fUIOOO rip"",e due anni pi lardi da Bem'c-
niste. in un arliwlo sulla Nalu.. d" liI'Cu/iq,u, apparso ue! primo
numero <li Acla linguistica. (Al: 1.1939.23-Z9 = Ben"eoiste '966.49-55).
Anche Benveniste iusiste nel dirc che il rapporto tra significante e significato
e necessariu. c non gi arbitIario; ma', a dilfereuza <li Piehon (il quale
dunque a torto rivendic poi un diritto di l'rimogenitura sulla qn<'Stione
deli"arbitIariel: Pichon 1941). Benveuiste sottolinea (e ben a r&gion"J
il contrastu tra il principio cpn""nzionalmenle inteso (e
sulla Mse delle sole l'l'. '00'-10' non pu inten<lorsi cbe cosI) e il r<'Stante
pellsiero sanssuriano. Questo. in -quanto critica il conHnzionalismo e la
e<>ncezione della lingua come uumendatnra, porta a condudere che non Il
concepibile un significato. aulonomo dai significanti. d'una determinata
linj(ua. Di non possibile assumCIe un significato hue.
c"me entit comune a due lingue di"erse c most:m,-e cosI che, essendo di_
'"Crse le fonne lonkhe dei significanti che nelle lingne de.ignano il pre-
sunto significato comnne, i stessi sono arbitrari. Gillstamente,
Ren"eniste .addita la sO$tanza del pens.iCIu saussuriano in CLG '155 sgg.,
nclla concezione della lingna com.. sistema di "alor; tclazionall e, quindi.
in quanto tali. inconlrontabili. L'articolo di Ben"eni.te apre lo. via auri_
tutto a una serie di critici chc attaccano S. attribuendogli una posizione
cnvenzionalistica e soslenendo la n o n arbitrnriet del segn,,: Lerch
1939, Rogger Boielli 1949.36-40 (sui cui eqlli,"oci
dr. Luddi 1966.56. 63-64). Bolinger '949. Alonso. ]akobson
1962.653. ]aknbson '966.,6 sgg. Altri. a ,"olte ""eudendo in campo per una
dilesa che , per dir eos1. troppo generosa (come nota"a gi nel 1950 L
u

cidi. taluni diIcllsori della posizione saussuriana difendono la "alidit del


con"enzionalismo) danno per $Contato cbe S. sia realmente Ull convenzio-
nalista: nall,. rlally. Sechehayc, F.... i 194'. L:lhnann 19.19.83 sgg.
(dr. p. 8.1: .Is there an,. inlrinsic reas<1I> fOI tbc e"istence in English of
a word signifying' arbor'l The an"",", is obvioll.ly: Yes. The reas<m lies
in the ""istellce in e"tra-lingui.tic reality 01 some feature "'hich bas to be
named. che i: <'Sattamente qnel che ne,r:a CLG '55 sgg.: ma sui limiti del
sa"""urismo di \:llmann \". ;"pra 340 c n. 129). "'atenllan
,\bcrcrombie 19(,7.1 .
Tra i critici. pu i quali pacilico che il segno motivato onomatopeka.
mente. e"tctica",ente. spiritualmente '-'Cc.. e i difensori. per cui i: altrettanto
pacifico che il seRu" i: arbitrario perch per lo ste5><o .ignificato tr<lYiamo
significanti diversi in lingue di"elSe. sta un manipolo ini.ial",ente 'paruto
di studi""i che si rendon!! conto di due esigenze: la prima l'e"igenza di
approfondire l'analisi inte'l'retativa del testo del CLG, di cui cominciano
ad a""'crti"'i le smagliature, le suture forzate. le giustapposizioni ambigue;
la "econda l'<'Sigenza di approlon<1ire nel .uo intrin.eco la nozione stessa
<Ii arbitr-ariet1l.. il! specie snl suo .-ersante semantico; se la fonematica
.15
ha progressivamente approfondito la. nozione saussuriana della. relazionalitlL
dei valori fonematici, all'epoca. del dibattito la. semantica., quando qualcuno
Se ne occupa, resta generalmente arroccata sulla. crede",,"" aristotelica. del-
l'universalit dei significati. 11 problematico intrecciarsi delle due 'esigenze
evidente in Buyssen.s '94' (p. 86: arbitrario vuoi dire che la scelta dci
Buoni non lo imposta dai suoni stessi), Sechehaye (lo cfr. gili. Sechehaye
'93,]4'), Borgeaud_Bllkker_Lohm.ann '94], Gardincl '944 (in p3..lt.
pp. 109-110]. Rosetti 194].13, Wells 194], Ege 1949, Lucidi 1950
'966). Devoto 19.';I.IZ"'5, Mandelbrot 1954.7 .gg. I \oNOri di Lucidi ed
Ege pongono decisamente l'esigenza di verificare sulle fonti il testo del CLG.
D'altra parle, l'approfondimento de,la nozione di lingua come forma pura,
e la nozione di forma del contenuto, due debiti della linguistica ve1"$O L.
Hjelrnslev, fanno luce sul carattere doppiamente arbitrario del segno e sul
carattere interamente relazionale del significato. di R. GodeI la ri_
sposta alla prima esigenza. E contemporaneamente, nei .Ca.hiers F. de
Saussure" l'articolo di A, M.artinct Arbilr"ire li"gu,.tiqlU e/ douhl. o.rli-
cu/o.ti<m (M..rtlnet 1957.105-.6), definisce nell'=D.2.i..le la soluzionc della
questione: C'est au lecteur CLG] 1>. dcuuvrir que l'attribution ' arbi-
traire' dc tel signifi..nt . tel signifi n'est qu'un aspcct d'une autonomie
linguistique dont une autre face comporte le eho", et l.. dlimitatiOl' des
signifis. En fait, l'indpendance de la langue vis-.vis de la ralit non
lingnistiqne Ile manifeste, plus encore que par le choix dcs signHiants, d:lllll
lo. faon dont elle interprete en ses proprca tennes cettc ralit. tahlis.'lant
en consultation aVeC ene sana do"te, mais sou"erainement, ce qu'on appcl-
Ialt ""s concepts et ce que nons nommerions plntM ses oppositions o.
tllOl Si a""erta chc nellc righe .nccessi,'e moyen d'el<ple,,-,ion e sy-
.tmes d'el<prcssion' non .nnn tratti dalle Innti ""', in cui si parla di osr-
stemcs autr... qu'arLitraires. (11'8 B Englel) c _. s)'stemes ..rLitrair....
B Engle,-). Nel passo, e ancora pi chiaramente nella. Innte ms, S.
suggerisce che uno dei compiti dell.. semiologia sar. qucllo di graduare i
vari sistemi a s""onda. della loro maggiore o minore arLitrariet: D).
s'arr!!:e,", la sminlogie? C'est difficile dire. Cette science verra son do-
maine s'etendre toujours da"antage. Le. signes, les gestes de politesse par
cxemple, y rentrerai"nt; ils sont un laogage en tant quiJs signifient quclqne
ehosc; ils sonI ;mpers<>nnels _ saut la nuance, mais on peut en dire autant
des signC$ de la langue - ne peu"cllt l<tre modifis pa. l'individu et se per-
ptuent en dchors d'CUl<o CI> sera une des Uches de la smiologie de marquer
Ics degrs et l... (1l31 B Engler).
Questo compito della semiologia qui appena aLbonato da S_ era in
realt gi. stato affrontato da Ch. S. Pcirce in scritti rimasti mal nnt, fino
alla pubblicuione dci ColI..I.J Pap",s, 6 voll_, Cambridge Mass, 1931-]5.
Nella sua ......,,,t;& (che egli ave,'a proposto nel .867 di chiamare U"i,'nsa1
R/Klo';c: Ogden e Richards 19,].8,,-). i .ig,,, sono distinti in icolt<, i"die..,
.y...boi> a seconda del gro.do minore o maggi(}rc di arLitrariet, Lo tesi di
Peilce sono state pi volte riprese da R. Jakohson, per nccentu""" la pre_
senza di clementi nOn simbolici ma iconici nei segni linguistici: cfr. da ul-
416
tim" Jakol>son uJ66. Z7 sgg. e la rnccolt:I di ""ggi JakoL,;nn 19'-"'. 7,
zi, agg., 68 sgg.
l"Ol Il termine .'ymbol. ern stato usato da S. ncl 18<}4 nella commemo_
razione di Whitncy: .0"" philosophes, des log-iciens, psycholnguC!l On!
pu nnus apprendre quel contmt fondament..l entre et le s}"m-
bole ;prima redazi"ne poi corretta: '"/" ulI.ymbol. ","u'"li<mltl.t /'tsp.iI],
cn particulior un syml>ole indpendallt qui la rcprsellte. t'ar symLole ind-
pendant, 1l0US entenclons Ics catcories dc SrnIL"IL", qUI ont cc caractre
{apilal dc n'avoiT aucunc '-'Spce dc licn visiblc avec l'"lJjd Il. et
de ne pln. pou"oir en dcpenllre mcme int!irect"mcnt dan. la dc leurs
de_,tin,-"'", (cit. ilI S.\t 45). [n seguitu egli preferisce lasciarln da parte pcr le
moti"azioni riportatc ncl del CLl, c risalcnti al """"ncl" corso 'ncl
prinl<> co,""" appare ancor.!. ulI" volt.1.). Tuttavia, come si io ,isto.
"P" non cra di pieno gradimenl.. por S., preoccupalo dcllo slittamcnto
<la unit a due facce o ... facc,a esterna dell'unitil. (CL(; <)<Il. Oi qui il
tentali,'o di innovazione che .i h:< in una nnta di data sco'
llusciuta (ma v. i"l'o.). il argomenta la not.1., pri\'atlJ di vita,
d"tto alla sua 5ubMa"c. ph,,,,iquc, non pi chc una ma""a amorla, ull
,J",. (e aggiunge: ola rclation d1.1 "en. au sme L'St arhitrairc" mentre il
vivo .,!>",: SlI[ 5')- Tuttavia, gi in questa nota S_ sottolinea l..
Ili trovare dci tennini che dClJgninn il sel:I\O nclla sila lntewalit.
"'n,a equivoci .littamenti verso una _",Ilanto delle dllc lacce. J>rnhahil-
IlIm!c, proprio la convinzione dell'inevitahilil di simile ri<chi" d'equivoco
Il,,,'C aVl'rlo risospinto, ,'opo il primo C01"$O ill cui .ill'" parc evitato
19'). "e1"$O sig... (e v. n. 155)-
l! riluto ""llssuriano di .,."",bole stato ,,-spramcnte critic."t" da Ogden
c Hichards 19:].5-"', n., che vi haunn additato unn ospecimun. della
,nai"ely, che a lnrn avviso
Su <-"",holo e ';{;". cfr_ l'rei '<;129.1]2 " soprattutto 1Juys.""ns 194,-83
il '1""le "","crva (elJntrn L"rcl! 1I)3'l) che il linf(uistico. pcr quanti
"al",i nnomaln]'eici o icnnki ,-i si "n!l'liano 'toll'\""'. io caratterizzatn dal-
l'e''''r" grammaticale, .nli,lale a lIn sis!cma, e rla d, nnn dallfl sua even_
sim1>olicit. " ic"nicit', ripete il "alure_
""I l'er il significatn di a,bilro.i.. Cla di""u,;,;i"ne di questo P""'''' cfr.
-"'t", nn. lJl;, IJ7, 1]11.
il"l Jespen;<'n (cfr. l,,,ntor (ritica la tosi di S. snUe
nnomatllpcichu. rimprnwra"du ad e'Si' di c"nfo"",-e sincronia c
di;['-'''oi". Oni"mentu. L'l. cnnl""i",,e ls,n l"nta"a da S. il '1"ale sempli.
ct'n,enk, ai fautori ddl" o r i!1 i n" onnmatop";", delle parolu ,,, pe"",ne
ci,,; che, tra.<;eumntlo l" ,ilIeroniG' O" n ollomatnpeica,
l''''i,,t!''no indietro nd tempn il mo"'enlo in cui una parola ""rchhe stata
".""mal"p"'ca], r"mmL'ula che, h"n "l ""nlrari .., """,,,i sl"-"'-'u l'n,,,le i" tui
" P'>tr,.. hl.e senrw.-re alcundlc d'onomal"!,,'ico, se I\C rit""'iamo le 1:I.,i
anlc'-;"ri, si rivdann altr""i no" ,,"omi'lopcichc_ .\ "lini le p.unle
ci,, ,bno d'"ri!:i .." realmente tOII"slm\s)lica o eh" lali pnssm,o semLrare
417
H. Saussure
in una tI"!a fase, sono una minoranza esillua ncl lessico. Ed anche 1'<'r
vul" quanto ".scr"'l Ilu;""s"n. "14'-/;5' an(h't...." doe, onno quel d,c S'mo
in quanto illlc'grate in Iln si,len", I(rammatic,Lle c in un .istema
particolare, entmmhi p,i"i d'aRgant'i wn l'"n"mat"p...a. Sulla tesi di S.
dr, an,'he Ik"',,i '<)"5.1
San'\lloc l'tmn,," n"Racc' d\<", in dat" col1dlhit;" linl'(uistkhe di lingua
,lcterminaia, in taltme l'at"le' c in talulle da,,'i di su.."i p".""no c';;S\"Te
"alori ("n",imh..li,'; ,tI {' ri';'I'"to che n"Il'org-anil-Za,;o",,, dci
""I(ni l;nguistid in lun>.i"n" p<lttic;l "n co'nn TU..lo pu c,"er taluta ,'"luta-
mente .. ,v signitiL'anti di cui l'alllute in",n,le s[rllttare l'a'T... rtilo
"aiuto, r"u..'im),..lit-oc dr., l'''r la ... a.li",i",;> ldtem!ura.u qllesti dlle argo_
menti, le pagit\e' di ['Ilnml1n "J5'}.>h(, .. Jn5, (;iit I.;,a",,,,ont '9J3, con
1<' '\le rkerche t' l1otni"ni "ulla r..ndka imIJTe'''i''a., c .ucc....i,am..nte
molti ,,11..i st",h..,i Il;>,,,,,, kntat.. di dare- "na dilllen,i"nc pancronic" a
qu"sto R'lI1t'n ,ii indaR';oi, ","'teHt',,,I,, ad ''S. t'he ;, "'''''i d..1 tipo si con-
netter..!,!", ]';,1,'" oli .pi, ... ,h,z"'. (,. "i dlao" come pir,-iJlo, m;IIuT,
"';"i",'1.', 1'rld, lilli.-) , ma;' ja,-ilt- U''''''T<' "",";>I.>li ,'un"'",-'i il1 qualche ",odo
alla "lgl1il;""<i""t' , pia"it">z;' , "'nza alt',,,,,, "tli....la>.i"ne [i] (""all, "'1,'l,
"o("aboli Ulll :i: con,,,,,,i a .i);(nillt'"zi"ni "PP',stc (1';/1, ;"fi"ifl t" COme
""";", kginni di 'li ["Ue le li"R"l(' in c"i al'p"iono l... arliml;ozi"ni
("he in n,""un ",,,ti,, ,i l"'""'an,, .l;>bilirc con"e"ioni con. gran_
della., pic,;o],',"". " .,imili.
L'mTit'l d,'ll" l'H'c,'denti u,",.i<l ..ra,j<'ni non impedisce che periodi-
camente i d"tti .i <k<Ht'hit\" ali... dist'ussi",'e <li simili E
c vengo"" s.-ritlt' per slabili,,' ",. i l':al,11ian;, tla Iln punt<> di ,i.ta
panCmnlco, si d,i"""vno o "O" si d,iamano l'JIl",a (che;;i ddamin" Emma
" stat" "'"i.an"'ut" al1cr,nai" <l'Il :'>lnrgt'n.lem in "n,," Su,," iirica]. Curi"",,"_
menle, o Inr3<' pt'r n"a. 5iul1oemia. pa.ncronit'a, I..rna in menlt" a k;;gere
questa bella letternlllra, "n aneddoto cbe si tacconta di 1Jch<'<l"tto Croce.
l'n giorno, ;> una si.':n"ra .t"piddla .-l,e gli chicde,',," !eziusamen,," c..m" !ii
chiamas.<c il delizi",,,. miei" d,c ttnneggia"a nd s"o studio, Il filosofo,
c"n aria scct'ata, risp'",e' E come si deve chi;>m;>rc? Gatto, 5i chiama .
P") F6nagy iu X.I,-M" ", S-""I"" 1.5l e t:uiraud 196&.>1) "J:g. crilit'ano
l'"".erto di S, l'oidu'- a l"ro ;>'Ti"", le inlt'rie.ioni sare!,h<'w con,"""zin_
nali, ma nou immotivat<o Pi t'orrell;>nlenlc, Vendryt's '9l'.IJ6 c }.
\Vackem"'-llc1, 1","-/c5,wgrll 'il,,,, Sy"fax, " ""II .. B.'-L,i1,a 19'{', L]u 51'(g. ",,\l<>-
Iin,,;>no ,he le interi",.inni son" ;>1 del "istema lin/ln-.tit"" Ci
e,idente dal punl" ,li visla sia 'i,-lIa ;;Irlltlura sia d...lIa consislt'oza 10'll'ma_
tic;>: da t't\tra",hi, ", ..Ili lon''''imholi in n,..,lk si pr.""ntan" mala-
mc'nlc in']uadrati nel nonoa.l" si;;t<',na fonematiw t',l ;. sl'<"SSU un problcma
rt'ndt'rli grafi,""m..nle pTnprio l'"'t b l"ro
l'UI Am'hc qllesto paragrafo nasce dalla I,,"ione ddle dll<' INioni di'l >
maggi" SJ n. "5) e dd Iq n. '2J\ pn,leriore, qu,,"la
nlti",a, ali 'intrn<lUli, ,,'e ,\Pila c"ppi;, (.,,,PTll n.
il prim" principio un prindpio st'mit>logiw ];eneralt', ,'ale,ol" lJt"r ogni
418
.orta di segni lOJ e Godei il "ccondo principio rignarda
il snl" .igninca.nte, ed .pecifico d"; sel'(ni a significanle acu.tico, ossia dd
del linguaggio verbale. l'er le questioni interptetative v. n. '45,
Il''l Il "ignificante del segno li"guiStico, """"ndo non una. immagine o
nel bal1alt', ma nna figum o luna classe di possibili configurazi"ni]
di .ostanza acustica (, '38 lJ Engler). organillato in m<><lo ,he le ;;Ue parti
si di,lochillO in '\1cc,,""ione; tali parti "ono, pcr S., sinlagmi ed con"
di !inglla, ossia, per ad"lt;>Te il termine di Frei, munt'mi, c ;;em_
brano ",scre i lonemi. Le fonti ms (TT6870 B e .oprattutto E Engl"r)
t",'mi.t'nno 'lue.ta interpretazione' .11. cc principe l d<'coulent n"mhrc
d'applical'on. li .aulu aox yeu"'. Si nou;; pouvon" dcooper les mots'da.rul .
It's phra,,,", c'cst une con'N]llenCC de Ce Il ""prime une des cull_
<Iitiot\. ;>u"-'luelleont assujt'lti.s IOU5 moyens dont di.po.e la Iingui-
stique. l'ar oppositi"n telle "'pece de "il':"e"5 (,igne. ,isuel. par excn,plt,)
'lui pcuvellt uHrir une complica\io" l'lusieu," dimension., l...ignc aeDU_
>li'lue "', p"nt olirir <I. c"n'plim\io". que dans l'''''pace 'lui .eront figurables
cian. une lig"e. 11 [;>ul 'Io" lous Ics <'lmenis 'In signe .e .ut'cedent, fa...ent
une cbaine . Il riferimento al "'-gmentare parole nelle Irasi. non lcia
tiul,bi" .,,1 falto che S.ta u."ndo -<;gll' c s;C";fi,,"f ndl'accc,iont' pill ampia
Ilei lermiui (,". ,,,p'a CLG 9S n. '30), c, d'altra l'arte, n 0.0 sta riferet\dnsi
alla successione delle. unit irridudbili., alla sncc"saione di lonemi nc1-
non sans.,uria.na del termi!!e ('.. CLG {,J 11. III]. In queslo st'n5O
cfr. Godei SM lO] sgg.
Generalmente, i1l'rincipi" saosslIriano .tato inteso ""mt' riferito anche
e ",'praUnlto alla .uccessionc di fUllami (nel .en,o non saossoriano dd
termine) cfr. ad es, Marline! '9fi6.2T (. Il carattere lineate <legli enunciati
.pi"l(a la oucccssh'it !li monemi e loneloi. In ta.1i "ucce""ioni l'nrdinu dci
Innemi ha vaJore dislintivo esatlamente cnme la sedta di un lonema o di
un altto. La ;;itua.io!!" un po' di""rsa. pcr le unit di prima artioola
.ione .). Nello Sl<'S$<l $Cnso il principio staln inteso da R. }akobson, $C_
condo il quale tale principio contraddice lo. definizione di funema cnme
a "et 01 enl1ClllTent distit\c\iv" feature UakoLson '956.60-1;', '96.07).
Xalutalmente, s, pu cnntestare a }akobsun che lo. dt'finizionc di pht""n",
data in ("LG 68 sgg" non riguarda il r"nema nel senso non ""u....uriano.
nd scnso di }akobson (v. CU; 65 n. e 66 n. "7), noo riguar<la cio
quel che S. chian,a unita irriducibile. e che uggi chiamiam" fonema .
:'>10. l'ubieli"ne d",,;"iva un'a.1tra. S, l'"ria di on principio che rcgola lo.
.truttnra dci significanti: oJle unit irridudbili. 1valga o no per que.te
una deflllizione che le concepisca come combina.ione di tratti distinti"i)
'"l'(li nOli pensa, dal momento che tali unita son" .l.menti <lei significante,
ma nOn signHicanti: p"r S_ non vi .ignificante 111. <Io,e non ,i signif't'atu,
nOn ,i significante re non come .eelu d'un "",.<0 """,antico, " le unit
;rridueihili. n o n hanno significato, nnn sono segni, ma elementi "usti_
tulivi di un segno, Il prin"ipio dclla lin"<1ril non va.1e per '"5.i, ma per i
s;""ificanti, .icch non pu esservi contraddizione Ira il principio e l'e''en-
419
tuale natura simnltanmmente comprn;ita delle unit Irriducibili, dei loneml
ncl nostro ""n50 moderno.
Sull'argOlnento dr. anche 1955 {il qnalaper altro ritiene
con jakobson, che CLG (,8-69 si rilerisca al fonema nel SenSO non saUMU-
riano: p. 24 n, 7), utile per altre questioni e altre critiche relath'e al ""-
condo priocipi" ""ns..uriano. spede in rapporto alla nozione di sintagma.
['''J Fonti di questo e del suce-es.'ivo paragrafo sono le lezioni della line
del del 19If. immediatamente .uecess;"e al gruppo di lezi,mi sulle
entita concrete della lingua,' sulle limitazioni dell'arbitrariet, suUa preci
sazione dci due principi di arbitrariet1< e linearit del segno &S-&6.
nn, lZ5-130), S. stesso (1175 li Engler) a,vertl;. gli alunni che questo capi-
tolo .ulla immutabilit e mutabilit del segno va collocato subito dop" il
capitolo sulla natura. del segno Iingu$tko. e l'indicazione Il stata accolta
dagli editori.
Questo capitolu si colloca in nna delle ."ne menu lette del CLG. "'hiae-
dato come tra le pagine sulla arbitrariet e quelle sulla distinzione di
sincronia e diacronia. le quali hanno polarizzato l'attenzione degli studiusi,
ipnotizzandolL Il senSo non convenlionalistico dell'arbitrarict sau""u-
riana, la prufonda co,cicnza. dclla neccssiti! storica dd segno. la coscienza..
insomma. della radicale storicit dei si,temi lingni>ltici trovano in qu""te
pagine poco lette la loro manilcstazion" pi" rigorosa. Leggendo queste
pagine si stenta a credero che S. 'iia stat,; esaltato o pilI sp"""o biasimata
tome patrono d'una anti,torica e virginale, d'una ,'ision" deUa
lingua come sistema statico, """,issa dalla vita sociale e dalla durata sta
rica. Eppure questo lant"'''''' il Saussure intoroo al quale si Il troppo
spesso battagliata.
li"] Le {"nti mS parlanl>. pi esa.ttamcnte. di origine d"" languC9'
(non. du ianga.ge.; 1'91 n Engler). Per l'atteggiamento di S. circa questo
v. CLG nn, 49 e 50. Alla fine del cp" si notino le parole .,"le
a dire rc,iste ad ogni sostituziolle arbitraria" si tratta d'UlI'aggiunta degli
edd., in cui a.bi/raite Il nsato ncl senso banale d capriecioso. dip"ndente
dall'arbitrio indi,.iduale', cio ncl senSo n o n ..n""nnano, e ci in un
cUlItesto in cui si sta parlando (v. la fine del cpv precedentc) proprio di arbi-
trariet. nel senso "ussunano.
[""] Si nnti che quc.to moti"o, collocato dagli edd. a.l quarto posto
(sia pure con raggiunta che esso prilne ,gli altri), nclle I<>"ti rns il primo
(12'6 n Engler).
{"'l l': il della neccssit. storica del ""gno su cui ha insi-
stito .opmttutto A. Pailliaro 195z.6o-6J.
['''l Se i significati riHeU=ero distinzioni oggetti"e preesistenti ad
s" i significanti 11ves",,,o una d"ta confortna.>!iolle pcr cause inerenti
alla "".tanza. "cuslica, se il legame tra i significati e i significanti diI"'ndesse
dalle analogie tra gli uni e gli altri, "". in""nulla.. i segni non lossero ra.dical-
mente arbitrari. l.. tradizione potrebbe atteggiarli in modo solo supcrfi-
420
cialmcnte diverso. ma i ....gni ncll11 loro struttura prolonda non anebbero
niente a che fare con la storia (cosi e probabile che si sia camminato in
modo dh",rso sulle p..l.. litte. sui ciottoli della Via e suUe moderne
strade aslaltate: ma si tratta di diverSit .uperficiale, che non incide sulla
meccanica londameutale dcI nlO'imento). Se i segni non arbitrari.
.arebbero naturali e. quindi, al di qua della storia. E, all'i'we,.,.", proprio
il fatto che le discriminazioni delle significazioni in significati, le distinzioni
delle lonie in ,ignificanti. le as.",ciazioni di signifioati e significanti siano
fenomeni poggianti su nk'flt'altro che Su scelte storiche, e cini: temporal_
mente, goograficamente, socialmente definite; p.roprio la radicale storicil.
dci segni li rende altrettanto radicalmente arbitrari.
Il'') l'er le fonti del parngrafo \'. suprn n, 14(); i due ultimi cpv di pa-
gina J lO sono deri"ati daile note autograle su Whitne}' (v, ./m nn, IS7.
138).
["'I E e.-identc dana nota al pa"'lU lo ",,,ncerto degli edd. di""".i al
ric<lllo'cimentu della dialettica che nella lingua si stabili.ce tra oontinuit
e tr"'formazione. Si '-eda anche l'atteggiamento di inc.omprensione di Rogger
5gg.
[1"1 S. rcnSll alla morlologia diacronica, aUa ....mantica diacronica ecc,
e. ("me appare dalle {onti rns, alla tcori11 di tali ""tlori di indagine
B Engler).
1'''1 Ahbiamu qui una dei documenti dci fatto che per S. lo studio d i n-
c r o n i c o "a condotto in neslO) con le considerazioni sulla. comple53iva.
[unziollalit del sistema. Riportiamo il ms nella fonnulazione, ignota agli
cdd, e specialmente ordinata, dei quaderni di COllstantin:
parl"ns pa.. de dcs signes camme nons "enons de le
[aire pour plus de darte. Cela nons lalt <:roite qu'i1 .'agit
S"u!cmelIt de de changement dans la lanne des mobl, de d-
formations des im11ges acoustiques, ou bien de changement de sens. Ce
.erait mauvais. Quels que soient les diflrents lacteurs dc l'altratioll et
Icur nature tout fait distinde. tous agissant dc eonccrt
ah"uti"Scnt l'alMratlon du rapport entre idc et signe, 011 du rapport
cntro signifia.ut et Il "aut peut-Hre mieu" dire: aD dplacemertt
du rapport entre ide et signe, E Englcr).
Ossia: per quanto distinti e accidcntali. i mutamenti di singole parti
dla in quanto operano su parti correlate s1st..maticamentc, al
agiscono, de conoert" b) prov""""o una diversa dislocatione del rappnrto
tra significanti e signifioati. O!lSia portano .. 1Ina. divcrsa con6gura:>:ione del
.i.lema. V_ CLG 119 n. '76.
Il''1 unO dei moltiluoghi in cui, anche nelle fonti rns, S;g'M slittato
pale"".meote 'er,;o il valore di sig..ifi....I: v. CLG 99 n. 133 e, p<:r
nel senso di .."I, CLG 26, 28, 33. 163. '64, .66 ecc.
["') L''''prcssiolle ,mati",e phoui'lue. anche qui degli edd. v. CLG
63 n. "L
421
('''l Il cp" eteriva dalle note del Whitner. Riportiamo il testo
(<<{oI sgg, F Engler) perch in esso " un "ccenno, cadulo nell'utilizzazione
degli edd., al niverso tarattel'<' ha la sturia dcII" Iin,::u" in rapporto alla
storia di altre iStituzioni che non sian" ra<liralmente arhitmrie:
L... aulres institutions, en efIet, sonr loutes foudC.. des degrk di-
vero sur l"" rapports Il''-turds, sur un.. entre et... chos c"mme
principe final. Far e"emple, le d.o't d'une nation, ou le s}'steme politique,
ou meme la mode de son ""stume, meme la eapricieuse mooe qui li"e notre
costume, qui Ile peut P"'" !;'c3ftL>1' un instant de la donne dL'S proportions
du corps humain. Il en rsulte 'lue tous les changements, toutes Ics innova-
tions , cominuent de dpendre du premier principe agissant daru; certe
mme !;l'hre, qui n'est situ nulle part ailleu", qu'au fond de rame hu-
maine. Mais le langage et l'<:riture ne sont pas fondes sur un rapport na-
turel des choses, C'est ce que \VI.itnc}' ne s'est ja""'-is 1'lSS de rOp;!ter
puur mieu" laire <entir que le langage est une institution pure. Seulement
cela preuve beaucoup plus, savoi; que le langage ""t une insHtutiou
5all' """/og'," Isi ron joint l'criture) et qu'il sera.it v'aiment prsomp
tuell" de noire que l'histoire du langage doive ressembler meme de loin,
aprs cela, cdle d'une autre institution. ("6I, 64 F l'ngle').
Sul "-,,rattere i.titllzionale della lil>gua si insistito da parte di B. Croce
sin dal r903 (Fi/osofia d.lla p,..lica, r" ed" Bari ['-108, 6", Bari ")50, pp, '48,
3;'-1-30), ma con altri intendimenti, ossia badando soprattutto al mpporto
tm l'esprime",i ind"'iduale e il coordinamento internoggetth'o dell'espri-
mer.i. In questa prospettiva (nella quale Croce riprende, tr3en,!ulo dal
Wold....ot di F. E. Jacoui, il par.lg"ne tra lingua e diritto, di cui i giuristi
storicisti si emno sen'ili nell'Ottocento) la lingua appare come un abito.,
un istituto . Lo .pnnto stat" ;i\'olto suprattutto da lingui.ti italiani
come l'H6.1.'5 sgg. e G. ])e'"oto, Studi di Mi/i5l;oa, Firenze r9jO,
pp. 3-53, Devoto r'-l,lr (cfr, P. Piovani, Mobj/jlti, si.lunoticill, i./I'tur;o"a
lilti ddla Utlgua del ,/iril/o, in Stlldi i" ono,c di A C. l,molo. ,,"tratto,
Milano 1'-161, De Mauro 196j.l5R-Go. ,6j-63). Da ultimo clr, G. De\'oto,
Il ""lodo comparativo. I. c,,,,"oli Iiocu;,lich. alt"a/i, relaziune pc, il X
Congr. internaz. dci linguisti (.>ll ag,_o sett, 1967, Bucarest), p, l) del-
l'estratto.
piu cina alla sostanza della posi';one .au55uriana la nozione
di significato come, usanza' (G.wra..,ch) "o.tenuta da Wittgenstein nelle
Philosoplli'c1u IJ,Jlr:r,uch,wlf'" (dr. 1)e Mauro, rif'5,169 sgg,),
(''') Per i luoghi di Whitney ". '''Prll{:.t.G 1<X1 n, ')7,
("'1 Circa le lingue. unive",ali. e sulle lingue. internazionali ausi-
liari' artif[dali, l'an'pia tTaUazione <li L. Coutural, L, Leau, Hi'foi., d.
i.. lallC'" ">li"""II., Parigi r907, illustra la storia dei tentati,'L pcr dibal-
tili ,ecenti, A,l.. dI< "i,<i"" Con".'s ',d""alio"..1 dc /i'lg"isl.., Parigi
I94'-1, pp. 93'r!z, 4"9"r6, 58,o;-{ooo, e per il loro esaurinii Ler"r 1965_'46_47.
f"'] Per \I" approfondimento del problema v. poco oltre e CLG '28.
("'l questo, .econ<in Hielmsle,' r'-lp.37 il pa""" .au..uriano che
422
illllst", pii! completamente il concetto della la"cm""sal1": ". CJ.G n. '15-
Tun" 'lUL'sta partL' <lei CLG, c torniamo con ci a quanto deU" .<lI!'r
n. q;', t,,"timunia della pwfund.a storidtll. della ";,,iono sau",uriana della
lingua nella sua totalit.
Il''1 Con'e ,letto nelle not" per il sing"ln stato s1 pu parlare
di du in 'luanto n'importe 'l"ell" p"sition
a pour singulier ,l'(otre affranchie dcs antcden!s. Ir484
l' queslo l'unico cOllcetto che si sia ritenut" saussuriano: in realt
in questn passo di CU; noi troviamn l'ulterior'<' del cOlleetto, "
il Senso t o t l e del paragone colliioco degli scacchi: une langue n'est
cnmparable 'lu' la "omplitc idee de la partie d'<:hees, eomportant la
fois des ch''''K'''''''I. et des i/m,. ('4R9 F E"gler), in 'luc",to ""lISO che
l'objpl della linguistica. !"'ul etre lu'sfolTi,!u,' ("1.85 F Engler). Quando
MRlmb.-rg [967..1 serl"e le lacteu, temps est eo<trn"linguistique. egli
il pensiero di S. in riferimento al singolo stato di laog..., "i1n aHa
nC'n alla .langue "ivante., che una realt tempornle, storica,
Il'''1 Fonte di questo e dei successi"; paragrafi il un gruppo di lerion;
<leila Ime del lerzo CQn;O (SU 86-88, nn, r)o-)") integrate con talnai ap-
punli del secolld" corso e'qualche nota aul"Crafa [0(,1,
1'''1 Wells '9473o)r crilica il punto di vista di S" affermando che anche
"'-.tr<>nomia, geologia e sluria politica pos-.ono essere studiate io sincrnn;"
e dia",onia; ma S. appllntndi quest'a",'iso (v. in specie CLG l cpv),
e intende soltanto stabilire un ",eno e un l'iu, da scienze in cui J. facto
il (alto'" tempO ignorato o secondario (n.a potrebbe c'SSere utilmente
introdotto, distinguendo considerazioni sinerouiche e dl3..loroniche), a .denze
di C(Se che hanno un valore, in cui d. farfo la di!tliozione si il imposta, a
SCienlC, Come la in cui la distin.ione indi.pen....bile, in quanto
;oltamo le differenze tra sostanze hanno un ..alnre, o55ia i ..alori consistono
unicamente in un sistem.. di differenze.
[\"1 Il paun inre".,;sante l'L'rrho! n'o.tra S, attentn non,s<,ltanto al di-
[,atlito suciologico tra [Jurkheim e Tarde (v. 350), ma anche (e in questo
caso "".<siamo dirlo con la sicurezza che "iene dRlla sua pe",onale esplidta
attL'<tazione) 0.1 diNUlitu tra la .cuola storica. e la scuola teorica.
ndl-"conomia politica del suo t<'!II)'o: si t",lla del ,lhfl,od.n./,,;t acce_
sosi dopo che nel 'RS3 Cnrl nttncc (cnn le U"I",,,duOIf"" iib...
d" .11<1hod. lirt So<j"lwi.s",ochafl'u ,,,,d li., Puliti,cI"" Od""u>J!;' '",be-
Mllde", Upsia [R!I]l la "cuoia storica eapeggiaU da Guslav vun &hmoller
(dr, l, A. Schumpder, H;stur-" of E,m",,,,;. A"aly.i., l'\cw York r955,
pp. S"9, :-:ell'amplissin'" letteratura del .u.thodc"s/Y<it difficile
indi"iduare le opere cui pu a"er "olot" riferirsi S.: nelle lezioni ([3'-+ B
ed E Engler) egli parla di ope"" non solo. rcc"uli. m... quI tendcnt
t,e seicn[iti'!ue.>: cio l"'trehbe fnr pensa.e tra l'altm al M"""al. Ji <co.
>lom'" politica di \'iIfrcd" r':ueto apparso nel '906 e tradotto in frances"
nel ''-10<). caratterizzato da un impianto makJllatieo. Per un altro acconno
42J
424
["'I V. SIlP'" n. 163.
1"'1 Bench" abLiano a,'uto tull 'altro ""ito, le rc"",ioni di L.
all'inscguamcnlO nNJl(rammatico di ,\" Meyc,...Liibke e",:"o
:\la quanrlo inc<Jmilla; a In",).',.'nl""" le lemllli di lmgUlstlca franc."S<>
. ,- te e nella l'nma met. jJ
P"] L'ultimo ""riodo nfldte ""ltan " In p.\r . . .
pensiero di S. nea,'abil. dalle lonti: avec l'cc"nonue pohtl'-lue un est
f " d ) notion de valeur - un n1Oiod", del{I" qu';",ec la
e a ,. _ n' e tudie
stique _ ct dc systo'e dc valeun<. I_ ecunumle poI 'qu . o
entre certain. valeu,--,; s"cialL'5' valeur dn travall, valenr du cap,taI
'318 E Ellglc,) La seconda parte del l'eriodo (o : nellc duc selenze...
ficm,lc 'l" degli edd., ....a a,hitrana dato il
che cOllt;elle (SM ,,{il.
425
del mio grande ma.,.tm Wilhclm :\Ieyer-LUbke, non un" ;ml1mgine dci
populo lrancese, O dello spirito f,.,.nce!kl della li"gua, ci lu "JJerta; in quelle
lezioni, .. mal ci si lasciava contemplare un feno"'eno nel suo stat" di quiete,
guardarlo in faccia: guardavamo sempre; suoi vicini o; slloi pce.kcessori;
gu:u-davamo sempre dietro le nostr" spalle.. , In rappurto a una data.furma
frd11cesc, il :.\eyer-Lf,bke citava lormc di portoghese antico, di berga<na.sco
moderno c "'!lCedOrllmenO, forme tedesche, celtiche e latine arcaiche. ,
(L. Spitzcr, CTil;c/J stilis/ic/J' ..mlU'Jj(:a $t<Jri.c/J. Bari '966, p. 74). L'esigenza
di una descrizione sineronica scientifica era nell'aria. Iiiel 19'0
K. von EUmaycr" iu uno aentto da.l titolo significativo (B... o/igm wj i .
dtsllripliv. in do> ,,,,,,,,"isd ..
SPl'O.ch';"''''d"jf. 2 voH., Halle a. S. '9'D, pp. 'IIJl.. condudeva: 'So
nlcinc ich denn, hicr sctze d"" '\\'eg ciner modernen, wissenschaftlich
<icsknpliven Gram",atik ein, - es gilt nUr JJ<.wusst alle historiachel1 Ziel..
IIl1d Hintergedankeu JJ<.iscite zu lassen, und die Wortfunkti"ncn
,ie syntaktisch sind _u IIl1tel"5l1chen. (p. ]f;). ,\ S. spettI>
realizzare qlle.ta oomllne esigenza, teovand"ne e d'mdone la prol"nda giu_
slil;cazione teorica (v. n. 1fi7)'
1"'1 \". CLG 13n. '9. La tiva!uta2i"ne della G'dllmmi'r di Porto !lealc
(. slata con caulela da Verbnrg 195'.33" 5gg. e di reccnte ",,"entuata
da X. Chomsky, LiIlIJ"i</ics, New York p. 33 sg,:;.: sottoll_
neapo Illi nellativi (l'restoric-it, unh'ersa!ismo aprioristico. conte_
n"'ismo) (ilillz '947,28 sgg., De Mauro 1965.57, '7' sgg., :lIloun'n Ig(q.
""-'8. V. CtG 153 nl1. 2'9, 22',
""l Almeno neU'aospicio di S, la nUDva statica dovrebbe risentire de].
dcgli diacronie;: in ci, eome osservava !clicemente Ven-
dr;-es '933"73. il reale superameDto di IIn'antitesi tra studi diacronici
e .incronic!. Tuttavia, l'accentuata rh'alutazione chnmskiana dclla gram-
mal!ca razionalistka prestonca fa intravedere la possibilit che, ancora
"olta ignorando S., la lin!,:uisliea tomi" dedicarsi a un;> statica .cn_a
slo,ja, eOn la illusione (dcnominata ipotesi <ti Iavoro'l chc le lingue ri-
nettano (sia pure a insondate profondita) regole c stnlttnre 1"Jl:ichc uni"er_
sali ipnale nella omcnte. ddl'nom".
l"'! ". $l<p'" n. '63.
Imi Ci tro"ian,o dinanzi a IIn"altra "IO... dell'esegesi e della proseCUzione
delle l",j 5aIlSSuri..ne. Qnaai tntti ooloro .000 intervenuti ncila di""u
si"nc si sono pronunziati' per il 5nperarnenlo o della oseparazione o di
,;nnoni;> e diacronia. 51 credUlo com,;nemente che la di'tinziuue si pooga.
S., i" M: l'oggello .1Inglla. ha uoa sincronia ed ha nna diacrouia,
"o,i come il .ignor Tale ha un cappello e un paio di guanti. Alla distinzione
inte>;!. si 50no mO"", obiozionl dal versante storici'beo e dal vernante
>!nltlllr;>listico: si ;, detto che nella s;ncronia sono presenti elementi di ...
cronici laccaismi, neologbm" affiornre di rtll""e tendenze, dcperire di parti
del >iMem,,). c si ;, d'altra parte detto chc a n e h c in diacroni.. opera il
",l<'m" e Holuzioni diacronich" sono dominatc daU'intenzi"nalili.
'59-60. e per nn'altra e<m5Ollanza con
a questioni economiche \'. CLG
Pareto v. n. 68.
. 'd '1 nl'SllO che lega arLitrariet.
li"] Il PM'" ",,,,tr,, con grande ",tI ez1.a , .
dci segnu c metodo d'analisi sincro"i"a. I<iperr:orriamo aucora
. ., ,- "',istico arLitrarlo rad,-
il c.ammino del pensiero sauSSUrlano; , segno mo .' .'
calment", in elltraml"" le sue componenti, signifICato c "gmfICanle. :1' con-
, , che deternuni J;,. l'artIColare ""nfiguraZlOne ..II un
segllcnza a .u.. . , 1 d,.
significante o di un signilit:l!o il c:sl c dI:
limitano altri significanti " co,,","lcntl con esso ncl . -
sstema. Va un l'unto di vista ci significa che tll t o 'l.
.. d Ila socict elle tle"e m "ta
d'un segno dipende, attraver.n ,l s,slcma, a . .
di' I ma c uindi dalle stonchc
in qncl certu mncio il c"mplc.sso e SI" e " q " .
della societ (i: la te,i del capi!"lo ..recedente, a torto da. ch,
concepisce 5. come un antistonci"ta). sicch il valore lIngtlldlCu radlcal.
mente sudale e radicalmcnte st"rico (o. se si pre!eri",e un
equivoco, contingen,ialc). Dal punto di visla del mct.odo d, mdaglOe, C1_
significa che per ,tudiare un ocgno nella sna realt. d, .c!':n", occorre con
sidcrarlo nel' mstem" da cui npe!C il suo valore. O:",tro quanto
Trubeckoj '9]],243 ""COlTe dunque ammettere <ti
."' . ni di ""leml"'" contmgcute.
5, sulla sincronla non <hpcnde ua pure rag'o ..
['''l V. CLG 20 n. 4', n, .62 e CLG 185; v, anche n. '99
1"'1 Le !unti m' ri""lano un','S,tazione ancOra maggiore di quant" non
nsulti dal testo ll<'gli ccld. ncl pr<J]X1ITC i due tcrn,lni statico. ed o evo
lllli,'''' (1338-'34' B Engler). .
Pcr un ampiiarnento della nozlune di di lingua' v. CLG '4'-H,
e dr. Frci ' .... '9.'9.3.
["O) Della coppia di tcrmini, di immen...1. lortuna 5...sollanto il
s""ondo coniato ,)'1 S .. esso si lcgge dappnma ,n un qua
, , 'l' il quaderno ...mh,-a
demo (SM 411, n. ") In cui compare anc]C Sd"'Q Qf!". .
postL";,,,e al (SM 47 n. ,(,). .
S. u.a di prdercnza idio.'Y"'''''Q"i,!'''' v. mf." n. 191 Per gli anl<"<:c-
denti della distinzionc sallssuria"" v- 350-5'-
.' 'm'CCC accidentali c non fanno tra
por a"cre sostennto che le ..,"lU"lOnl sono '" .. na _co=mm..tica dell.3.
ht: t to legato" a
loro si,tema. S... re. .. '" lista _ d'altra parte per
. . - . sarcl>be Ilnt'3tru Dra -
ewoluzio1lc . _ t -tano tendenze affioranti
"yere d," ndla stato di lingua. SI c,on T<lli
- . saTcbLc antistoriCo.
c tenden7-c languenti. l _.' l' ...nisti di l'raga. lakob
. . erta nel ''l>') da, gIovani mo_
La di>cus",,,ne e al' I nec.ione a.ntitelcolngica
k" T \x-ckoj ")'9 attaccanu a co
S(>n, Karccvs 'l. ru t "eh. le modiliche dd .istema .. ,-vengono
del.istcrna lfrmolog;c
o
) C",," cngon l' L stesso' la tesi deUa .ce-
. 'un.ione. della de SIS cma , atta<:ClLta.
In _.' (CLG 2o<l) nuovamellte
cit. delle trasj"rmu,,,m dol - i de,'ono porre' barriere
,
'
dove ai s01ltu,ne le non a .
nelle e 1<)29, , . A' n'-'ich da un canto
r" . a e analISI LUacrun LD, .--
\n5up.rnbili' tra ana IS' alncromc. " ,. 'n via di app:uizione o
. ,. ' Ialiti la COSCIenza dI "a l l ..
in "incron,a c e ne., par .' . ,. roniche sonO ineliminab.1i
t 'h conSldera.zlonl laC
in via di snperamen o, Slee 8 e d'altro canto la eonce-
dalla eonsiderazione sincronica (TU'

, diaeronia, pokh
I . l a adoperata ane"e In
zione del sist.ema v no le trasformazioni ... '929.18). In
in v;'ta del sIstema che av,engo t pHl. tradizionali3ta W,
h ' sopravvengono dal versan e
appoggio ai prag es.' . " scrJ.tti (W:utburg '93', 19.31, r939, Wart-
VOli \\'artbnrg che, In numer"", 'l:>adisc la neeossit del supenunento
burj!;tlllmann n. ." ., 'oni diacroniche nella
, il. Ila ne<:<'SSlt dI eonsl eraZl
soprattutto in",sten"O u _.. . ante van Wijk '937, 1939
, . e dal "ersante
descrilione .",cromea, 't' d' rico= alla norione
8 h 'nsiate invece sulla nece""' a l
a, 1939 b, 3
n
;;0 ,c. e l . " . ronica, Gli ate..i praghe"Si tornano pi1t volte
d' s,stcma ilI .ede d, anah" dlac . Tmka 193-1-
a:l'attacco della saussuTana: e paim.
e soprattutto Jakobsnn (dr, gil!. Jakoh"on 19>. ", 1 . rallegrarsi
. S S Te la sepn.rnzlOne sauS5unaua, .
193'-218, '933'-'31-3 .. upera " d'una vasta schiera dI
'n atto ,H,'rnmn" temI ""mulll
per il 1 :. 281 1<0 er 2"3 sgg_,
contrihut" ,\mman 73, ' gg, fI limlUrulkll
'. 19l1ll.9, Bu' ngov 1954.1 ,
'95
0
,2.';., sgg.. lJellV:lIl.t
e
'?5 . _ lO--lI lirmunij 1900, uro)'
'9SS. Vido. Llkoba,a 1
9
.,9: " nella critica
. i' lin,ui.Uehe nallona l S, I
'9(,5,8R-<}(> Intere scuoc . ,. ,_, H "nnndez Pidal 1955.
. "h,.pagnnILaa...... '. .
ddla dicot"mla. "aussunana. g. D" l convergere dell'h
3]-37). i rm".i (Slu,...,-",'a '9-1-5.
1
9 {e cfr.
, .. . i ripiegano seeon o no p.w
att:lcdll, l glnevnn ' , , . Da\lv 19" (polemizza con
)
. na ,hnnro-sa retlra a'. .
ancho pp. I> In" ehave "HO. Perflllo chi aV"erto!
1<)]1), 1
93
"-, Seeh - e hY 19
66
.44)' sente il bi-
ii valore della d,"tmltono "a"ssunana (cosi. L psc - t tt ral
e
che. come
l '1 'Et" -di una' d,acronIa' ru u
so!!:no di prn"petlare a p<'SSI" " t rospettandn 0.1_
, .' d l Co,,'''' S. a,'robbe non 'IS o, P . .
scmbra dI poter capITe a '. n attenzione' punti
d l 'n futuro r. esanllnarc co ,
n!tresi. come ricerca :I aCl' l ' , . " quei settori in cui il .-._
, ., Tl>" le' slranaiature' del SI.te""', C10C' sod
'l ""lu
l
l nn , n. _ . d]l sincru
uico
si ri,'ela meno
"te'ma .ta cambiau'!o e por l quali Il mo e o
di.lacente. 19(><1.+51. " t d'un certo grado
1 cl G anche que.ta ha ," o
Com" disr
ute
Sll .. 'd Il latu del ;l'Isai meno
rli c'lui"o,,", ili quc.tu caso, l'e'r, favutlto a o a
426
che in altri casi (ma ". n. ,S3). L'atteggiamento fondamentale di S.
ch', i'''pposizione ha .ineronia e di.:Icronia un'opposizione di polnts
nle.; essa. ha carattere md<>dologico, ril':llarda il riceroatore il suo
"jr: (nel .enSO chiarito in CLG :20 n. 40) e non l'inmeme dellc cose di cui
il rieeTcatore si occupa, la 'ua "'ali/re. Un ,iercatore .i hova gempre di-
"anzi un'epoca linguistica: in questa S. non solo '30, ma dice esplicitamente
(cd incredibile che lo si illa dimenticato) che ; chaque instante il [il
linguaggio] implique 11. la loi. nn ,"y.tme tabli et une "olution; chaque
momen.t, il e.t Une inslitution a"tue!!o et un produit du pa..sa.; e aggiunge:
Il .emble 11. premire vue trs .imple de di.tinguer ""tre ce sy.tme et
sOl! hi.toire. entre ee qu'iJ est et ce qu'il a t; en ralit.le rapport qui
unit ces deux choses est si hoi! qu'on a peine 11. le. sparer. (CLG 14),
:;., aceu"ato di dare dellc ind<:a.ioni campate per aria senza preoccuparsi
di chiarire come "erificarle (cosI Rogger '9-'" v. 351), in questo (come.
"""iamente, anche in altri e""i), si avviato egli stesso sulla strada della
attuazione. Le pagine su analogia ed evoluzione. (CLG 23'-37) verificano
la t".i ora e.po.ta: La langue ne e= d'interprte, et de decompose,
le-' unit"" qui lui sont donnes... Il faut chercher la caUSe de ce changement
dans la masse nonne des faeteun qui mena<;ent sans cesse l'analyse adop-
I<'e dan. un tat de Iangne. ('3z); quelle qlle soit )'ori!!:;ne de ces chang....
mcnlS d'interprtatlnn, iI.s "" rvlent toujPUl"$ pa' l'apparition de lorm""
"-l1ulugi'lue". (233): l'effet le plu. sensible et le plua imporla"t de l analogie
e.t dc 11. des ....ncien"e. fonnatioIlS, rrogulires et caduques.
d'autros plu. normales, eompo."" d'lmenls vivanl<I. San' doute le. ehose.
no 'w p""'",nt pas toujouro "ussi .implcment: l'action de la )angne est tra.
",-",,' d'''ne infinitI! d'h,;sitations, d';" peu pre., de demianaly&-'S. A aucun
lnnment un idi"'"e ne posse-de un "l-stme padaitement !ixe Q'units.
l'.HI. La dinamicit deUa .itualione d'Un idiama sottolineata di nuovo
in ,'LG >So "gg. S. dunque ben consapevole dell'''''igenza di punti di aqui.
li!>ri,. di sfrangiature in ogni idioma. La nozione di ",",ouomia. della iingua
la'r:be ... il tennine parrebbe l'n'Stato dagli edd. CLG n. >8 perfetta_
m,'nll' guadagn..t,,, nel CLe. Studi COme Frei "129, &Ono
rerfettamente in con tnle nozione nella misura in clli che
in un idioma. nella lingua in quanto in.ieme di abitudini ,ollettive (CLG
"'I, lIn.. pluralit di sistemaziani '945.
""-3", ("",serin '958). Non ha quindi ragione chi rimpro"era a S. di "vcre
,ra'ClLrilto che in una .ituazione linlluistica particolare "i scontrano tendenze
nel passato e tendemo anticip.'lnti (eome r<>ssiamo giudicare In
rifeimrnt", al p""" .. to) l'avnnire (v, anche CLG 247 20 '1'v).
quanto ri'l"uarda la sua conce.ione delle trasrormazioni linguistiche,
rri"' .. di ne'l"are che in S, aia gi pl"..,nte una ,i.iane strutturaie della dia-
'-rn"i,l, n,eor,," chiarire che in tale visione. quale si ;, configurata ad opera
,1<-i "ral:he.i, di \'an Wijk, di MartiIlct, coesistono due elementi diversi: .. )
il \Cleologi.mo (per cni i mutamenti a"""tlgono Con rngione . al fine di
migliore "', eomunqll", d'llna diversa Organil>.azione dal .istama);
t" l'antiatomi.mo (per eui i mlltalllellti "ongono considerati nel loro nesso
4-27
ha nom. plur. slava,
ail'esempio di dl{", dllo--
l''') V. s"p". n. '76.
["') Y. s"p'a n 176 I ..
_, _ ' . ..e espreSSIOnI agell", (tradotte per l
["," e risloma/a. arga"ina/a) qui pllre Sono da
gli edd_, ne! IllS SI lcgge sol,,' Cc f-' di- h ' "
l .. _ . . "Il.. ac rDmques ontils du moin5
e. C,tr,lctere de changcr le "}'Steme? A.t-on vouln . .
de r31'porls l'"utre' N" l '. passcr d un S}'_
me mais s . . nn" a modllieatlOll ne porte pas sur le
ur les elemcnts du systcme. (l4or-'-t0Z n Engler).
1"'1 t' t t f
Jp a ortolt est donn et Oli s'cn emp"rc; tat tat '
de, Dans eh",!ue "tal l'e"p't .' 'Ii "' t"'I',,/
,um._ On n' .. . '. Cl C une matlere d'mncie, s'y in_
r.. aU':lt acqUl" celte nuhon VAr grammaire tra'litionnel1
.osente da espcnenze ,hacranichc, ,. C!G ,,8 ,_ C
l'lupart <les philosoph _ . . - "9], et qu Ignorent :I,,!\Si lo.
es qUI trilltent de la langue men de I .
philo'''pbiquement. ('41)-'4
1
7 B F.ngler) Cf . 'h 'I P
gelti"i indoeurupei del tipo ca." c,', ",' ., ,anc e , S"ggIO sugh ag_
. . a n. '7 '
1"'1;\ l

.ene l mmon eventi (pa.;saggio di talune l'llali _'o
.i "ono incontrate' . ne antevoc.... lche alilecc.)
_ ID un nuovo s,sterno. accentuale; mehtre l'ace t l .
io mobIle ma condizionato dalla struttura fonematica del sint en o abno
tuale. l'accento italiano m"[,,le e non "'mdi"""ato' data all'ma accen-
l'mem..... tica imprevedibile lo. collocazi'lne deli'acc'en[<, Una
<ap'li..,,,, capUanlJ). (cfr. G"lntaN",
[I!I)Perl._ .
..OllOne ul. zero. v. CLt; '(,j o. 2j4_
_, llorman '1))1 rile"a una svisla di S.; "{(W,, non
s.rum. '{""""',l, e ........bbe quindi meglio ricorrere
""i, rill", Jn" ecc.
1"'1 L'esp,""".ione ",- , .
r.onc"ttoal _ ma/e"rf e.tranea al sistema terminologico_
, . d' e cu, tende S. (5.\1 1[2); in efletti. nclle fonti ms.i le"., P
'"SO'n av,," to - li ,.. ali
d'unc o -. UJou"" gure acoustique en regard d'une ide Il suffit
ppo.Jtlon et On pout a"oir (IHI-'4-t' 13 Englcr)..
lo"] Xel primo periodo del ' l '
.'" _ , cP' a proposIZIOne. ne peuven, _,_, "
dI" , u-
cbe "adi"ce, u;;el degli edd. (dr, 'H8 13 Engler),
al sistema non det .' petl'lero I S.' le alteruioni sono certo e.terne
ma e;:"lll
ate
da questo n causalmente n finalisticamente
in"ece :gnh a,' on SUI} contraccolpo .ul sistema., pare
e e per possibile t d' ,
al ,sulare C alterazi'loi in
""Ioma (v. "pra n. '7(').
[1"1 V, S"PT/J nn. 16) e )8.
[,..) Cfr. Godei Si\[ I '4 per n' r d ,
ha ,_l>' u ana '5] modo non felice con cui ,Ii edd
ntlo U.....IUato le fonti ms. .
_,ono. strumento d'""" "fuione e slori;,. e ...
realla hnguistic3, e bene ha fatto eh- l . '. pol;'tl\3 ,Iella
l''
''' - . la a'verbt" Illnro valore
e,n '9).11-13). u
reciproco, io quanto da un su cui incidono). De, duo
elementi, Boltanto il primo decisameote eltranoo a S., ma nnn il se<:ondo.
esemplare a tal fine lo. conclusione del saggio sugli aggettivi del tipo
C""<llS (R.c. 599). Ma EIOprattutto il CLG in proposito, assai chiaro: i
mutamenti nascono accidentalmente, ",m finalisticamente, cnlpiscono
un'entitll o.una classe d'cntitll ciecamente e nOn al fine <li passare a una
diversa organiz:<3..lione del sistema; ma, proprio perch la lingua, grazie
all'aoalogia, tende al sistema, i motamenti cnndizionano. il sistoma (112
lO cpv), il motamento d'on clemento pu lare D3!lt:erc un altro sistema
(UI 'l0 cpv, u'I)O cpv). L'esdu"'l",e del tdeologismo tanto forte qoant"
l'affermazione dell:.. s;,;tematicit deUe c o o 5 e g u e n z e d'ogni J><.nch
minimo mutamento: .10. valeuI d'un terme peut tIe modifie saos qu'on
touche ni son sens ni 10 se. soos, mais seolement par le lait que tel aolre
tenne voisin aura suPi one modifi<::ltion. (CLG 166). Cosicch giustamente
Bnrger 1955_20 sgg. pu a,;,.erire che se le critiche aila concezinoo sanssu-
riana dci mutamenti vaglianti colpire la assen"", ncl valutare tali mntamenti,
del riferimento al s,stema, tali. criti"he mancano il be=gl,o, poich tale
riferimento esplicito nel CLG e nello stesso paragone con gli e\letti siste-
matici d'ogni .ingola mossa nel gioco degli scacd (CLG 126); se in,'ece
vogliono colpire la te!<i dd <::lrattere fortuito delle consegueu... doi muta-
menti, le critiche si rivolgono 3- una teli effettivamente saussuriana, che,
carne Durger mostra, nOli facile smentire: per farlo, ,,"".ossario che i
lautori dei mutamenti finalistid attrihuiscano alla. lingua uno spirito, tor-
nando a posizioni Dtologkhe, Cootro le quali hanno buon gioco S. a ricon-
fermaIe che ola langlle ne prmdito rien. (CLG 127), e Frei a chiarire che
impossibile prevedere se e come una particolare innovaziooe verr accolta
(Frei 1929.125).
S., duoqoe, come coosape,",,1e d..-lla dinamicit delle s,tuazioni lingui_
stiche in una ccrta epoca, cosi consapcvole delle conseguenze che ogn,
mutamento ha 5ul piano del sistema. Come giustamente ha oss.,,'-ato Cl!-
mann t95<1_)6, it ili not the language that ;,. synchronilltie Or diachro-
Distic, but the approach to it, the method 01 investigation, the sdenc. of
Jangnage . Dal puoto di vista del metodo di indagine ed. esposizione non
si vede come si possa negare la duplicit della prospettiva siucronka e della
prospettiva diacronica; si vuole fo,-,;e sostenere che il valore di un'ontim
linguistica dipende dal valore che essa ha avoto in nna lase linguistica ano
teriore? E allora, a parle ogni altra obiezione, ebe valme avrebbero le nc')-.-
lormazioni? Oppure si vuole <lire cbe l'organizzazione sioeronka d'una
lingua detennina i luturi mutamenti! Ma allora COme mai da Uno .tesso
assetlo sistematico si passerebbe a idiomi d\'ersj? E p<rch, data Una lingua,
non oe sono prevediLili i futuri sviluppi l In realt, la linguistica n"" pUOI
rionnziare alla duplice prospettiva senza condannarsi da \.IP lato a
che il "alore d'un'eptit dipende d: gioco sincronico di coi essa p,HIC.
dall'altro a cadere in ona .-isione o aoimistka o falsamente deterministica
dei mutamenti linguistici. Le due prospetti"e metodologiche, rigorosa
con""guen.a della di arbitt:>.riet dp.l 5<'gno l\". CLG 116 n. lti7!.
4"
"( CLG
["'1 Il paragune. ('aro a \". - . . .
I
l
-come 11:\ """"rvatu Burger 1955.20. ch.. anche
153-'54 n. 223 mo, rit,' '". m"
5Ccondo S. "gnl mutamento ba cOIlscgm'n... per l mtero SlSt.. .
_ ,. . iderarc in mani,-'" anche
t'''] In realt .il sistema SI puo con" ,_.
_ _. dr' hi. dalo che .1e n-gole ,legu sc"alll
pi sincrome.a cbe 11 gIOco cg I se.ace . l'
. l \ . maniera curiosa, qualche infonna.i,,"c che potremmo c "amare
lng" \anO, m _ _ _ t se il re si mO;50,
d- r . - l,;sogner p<'t eS. In certe CITeQ!; anze
la,TOnlca oppure sapcrc se
e poi tornato a\ Suo posto, por d ..ci<lerc se l'n arroccare, . J l
d ' Slat" .p".tal.. alla mo..'" prccedente " no, per dcc" crc se. "

_ . endere al passaggio: "l'pure tener ..onto, ne, lI1a"
SI puo pr , . Nulla di simile ,'ale per la
delle mu""e che si lanno da nn arto punto ,n 1'01.
lingua. (Lel'schy 1')66-44-45)
["'l Il tit,-,Io dci paragnlfo dt'gli edd., CO!lI come i'attacco (14<>3-')4
.,. " 1e an'IDnti del secondo corSO
13 Engkr). Xci paragralo sono ut, ,"za , anc l ,.
(,. ,,,p.a n, '63 c '4<)8, '500 sgg. B En)\kr).
, - IDnto di rilerin,ento
l'''1 l'er il rin"io al ,sapero dci par ant, come l
ddl'analis' linguistica sinnoniea ". CLG 'S'-53 .
, . secon<lo S la eapac'ta,
<l',='r notat" che la .. . ._
. . ,. I . '.gmi secondo dat, moduh ana
""siti"amente verlficalale, t' pro, urre 51n - . " l' .
c- "l "" lue nrus""ttl'"e dc a ,nIlU'-
logici (CLG z33'34; c ", anche . -"u c , ,. .
stica diacroniea cfr. CLG '11'11"
1".' N l lesto Irancese si ha p,rspeclit'. pro,prcl;'" e ptrS
P
""!;'" ,,'Ira:
c . . d . Itri contesti entrambI
.preli
ve
; i vocaboli dulla prima copp,a s. ren ono li> a. tto
. l 'nte equivoco c s. pcr<:'u rnun
con 1"0""11;",,, ma <]u' era pa<'5Cm
e
' . -
. . " 'P ,,<liv, con ,.CSPrltw
o
.
l'agg. p.o"Pli'.". con " soo. er"
cLG ". ,-,o. La nozione di idio.incron;'"
lUll Sui due tennini v. '-o "7
lo ripre.o. da HjdmsleV 19
28
.'02 sgg.
1"'1 S Ilo. nozione sau$urio.na di legge cfr. Frci por una en-
u,. .. ,. ,'.' allc leggi dello. :lOCiet cfr. Wclls '947
tica all'attnbu210ne <h .mpera. . . ", .
S' r\'i tuttavia chc il alle legg' gIurId,ch
e
degh c-dd,
3D, osse .'.' l ("",2613 Englerl:
u i m. parlano solto.nto della. nohun de lo,. 111 gencra e .
dr. SM u6.
l'"] Il Cl'" 3" di CLG '3' " notevolmente
cl 11' d del 1916 all'cd. do! 192:2; indi.io di un quale"e disn.g
lO
cdd.
: :. m"",i"',lato prolondamente questa parte dcgli appunte nelle
c"e "annO ,.- . (1'15
, cCCijSive ('32-134) ,toute la demonstrat1on aI' '
pagIne su . h ents phoneti<]ues)
trans/onnations synt:axique. et morphologlqu,,", c angem
est d"" Miteu,.,;' (SM 116).
l'''l V. "pm n. 176.
- ,.-t '''rEsa da Hjelmsle"
l'''l L'idea di costruire una' pantroma, " ..... ari". __

'-11 2'9-<]5, cbe proponeva di distinguere pancroma, pans11lcro


'9
2
. IO , _ . 'd' d- . (cfr Sommerlelt
n;a, pandiacronia, idiocronia. idiosmeroma, l 'o .acroma .
430
'938 = 1962.59-(5). Pcr l'approccio paneronico cfr. l:llmann 1<)5<).258 "gg.;
pcr il prblema degli unh'ersali cfr. (LG 20 n. 42.
["'I li pamgralo utili.... esempi tratti dal .ocondo co,.,;o: v. n. 163.
L'c,;empio di dtp;I, uella locuzione eH d,pii d. spiegata non sincronica-
ma con riferimento al latino i" trallo da A. !fatdeld,
_l. lJarme.teter, A. TImmas, gh'hal d. I;> laug,,' b'an. '. v'
J,pil I.
'IO') Lo. basc del paragralo <lata da appunti del terzo corso,
l'''J V. CLG 3" n. 63, 3' nu. 65 e 67, n. BI.
1"'1 L'uso del termine hi.<lo.iq..tlOe.'1 opposto a degli
edd.. maneando nella lonte ms ("-'56 B Engler). in effetti, giustamente, S.
pare a"cr pensato da un certo punto in l'ui chc' storico. lo uno stato non
meno elle l'o,oluz;one d'uno .tato: ,'. CLG 116 e lo n. 41.
Distinguendo tra la di.parit '$l1pcrficiale e l'unit, prolonda , delle
lingue, S. pcn.a senza dubbio agli univc""li della linguistica,
pcr cui v. n. 42.
1""'J Il cap;t"lo deriva da una lezione dd terzo corso 88.B9).
1.
01
1 Clr, pcr ci Firth 1956.133, :'>Ialmhcrg '967.1 'gg.
["'] F..difficile stabIlire con p",,:isione a quale tipo di
pcnsava S.: lo,.,;e, come Sechehaye "ospella in una noI:.... m., il s'agit pro-
bahlcment <lc la con"ention qui co".istc consid,;rer le.. di.positi"ns lin"
gui.tiques de tous Ics individuo comme idenHquco, a1or:s qu'ello5 ne le .ont
l'as. (cit. iII s:'>r 89 n. 98).
l'n la nozione di stato di lingua c la <liffioolt di delimitare gli stati cfr.
Feci '')29.29-30, Firth '93j,5' n. I, Malmberg '967.
''''I Fonte del paragralo sono due le.ioni del 5 e 9 maggio.I9J1 (terzo
corso), riassunte in SM 83. Il Htolo del capitolo "uggerito da S, agli allievi
sUl>n""a: .Quelle'S sont k'S entitk concrtes qui composent la laugue1'
(1686 B Englet).
['''1 La lucuzione ,,,b.lana pk<miqut introdott,a dagli ood.: v. n. III.
Tutto il pa...o nelle fonti ms note agli edd. suona: 'Si nous p,enons la suite
dE sons, n''OSt linguislique que si elle ""t le "Upport matoriel dc l'idee. Une
langue inconnue n'est pas linguistique pour noU' [utilizzato nel 30 cpv].
mot materie!, paur nou est une ab.traction. Leo diffent!> concepts
!;oi., "''';'011] si on 1"3 dtache d'un "igne reprscntatif, cc sont d""
concepts <]ui. cunsidrs p'Jur eux.mmes, ne sont plus lingu;';liqu"". Il
l,,"t que le cunccpl ne ""it qlle 1(1 valeur d'une image acoustique. Le con-
cept dU"jent nne qualit de la acouslique. ('61)2--97 B Engler).
Ancor l'iii nitido emorge il pensiero dagli appunti corrispondenti di
COnstantin ('693--97 F Engler), ..l.insi, .i nous prenons eM malriel,
la ouite .ons, ellc ne .era linguisti<]ue quc si dle e.t considre cmnme
lE support matrid dc l'id-e; ma;s en luimeme, le cM!! matriel,
c'est une matire qui n'est pas Iingui.tique. matire qui pcut .eulement
431
l'tude de la parole, si l'enveloppe d.. mot nous r"pr"sente une
matir" qui n'est p3.S lnguistique, Une langue inconnue n'est pas lnguis-
tique pour nous. A ce poiut de ,""el, on pout dire qne le mot rnatriel,
c'est une ab.traction au point de vue lnguistique. Comme "bj..t concret,
i! ne lait partie de lo. lingui.tique. Il laut dire la meme dlooc de la lace
spiritnelle dn .igoe Iingnistique. Si l'on prend pour en",_mnu.'s les diffrents
eoncepl. CO les dtachant de lenr reprseut"teur, (d'un sigoe reprscntatif,)
c'est nne snite d'objets rs}'chologiqnes: "Dir, m.. Pau.l'orore
J'5ycbologiqne, on panrra dir... qne c'est nne nnit comple"e. Il faut qne le
concept ne soit qoe la valeur d'nne ima"e <aconstique) p,,,,r faire partie
de l'ordre Iingnistiqne. On bien. si on le !alt entrer dans l'ordre linguistiqne,
c'est nne abstraction. Le concept devieot nne qualit de In. snbstance acon-
stiqoe camme la sonnrit devient nne qnalit de lo. .ub.tanre concep-
tnelle .
Gli appunti surriportati si prestano ad altri due rilievi terminologid:
l'uso di ab.lraclirm per' c<>all. irreaie. (v, n. 70). e l'U!lO di TopTi..."lal..""
ternline tecnic.o che S. dC"e avere oaggiato in luogo di .ic"'jia"I, o di .ill""
slittato vcrso "ll"ifia"t, " che coincide curiosamcnte col temlnc ..pu,,-
lam." di Ch. S. Pei",e (jakobsn 1966.14).
l"'] l.o s,iluppo dcl paragone dcgli edd.: S. si limita a indicare i li
miti dci suo paragone, dicendo cbe, andle separati i due elementi del com-
posto, si sempre ne1]" .teuo ordine chimico.: mcntre separando gli
elementi della. acqua linguistica' si esce dalla linguistica stessa (169\1 B
Engler), Fu",," la sci...ione dell'atomo pennetterebbe oggi a S, di trovare
un paragone adeguato: scindendo l'atomo nelle Sne particelle elementari
si passa da un'entit che ha propriet chimiche (ossia e definibile organo-
letticamente, o per la aua valenza ccc.) a entit prive di propriet. chimiche
ed aventi solo propriet fi.icbe (massa, energia cinetica ecc.), le quali sono
_ si noti _ presenti comunque anche nell'entita chimica, ma non la qua_
lificano come tale.
l'''] L'espressione' chalne phonique I estmnea a S.: 'o. "p,a n. 204,
1"'] Ancora una volta Const:mtin d la versione pi limpida dcl pen-
siem di S.' ,An conua.ire, si on decompose l'eau lingnistique, on qnitle
l'ordre linguistique: on n'a plns d'entit Iinguistique. Ce n'est que pour
antant que .ubsiste l'asSOCiatiOD -qne noua !IOmme.s devant l'oLjet concret
Iingnistiqne. On n'a rien lait cncore sans delimiter cette entit nu ces nnit"'_
l.es delimitec est nne op<'ration non pnrement matrielle mai. ncessaire
on possible parce qu'i1 y a un elment rnatricl. Quand nOnS auroll!i dli-
mite, nou. pourrons .uhstituer le nom d',,,,i/" li. cclui d",lil'" (16w-1701
E Engler).
Le ,...ilh "a"..nriane sono rim.astc a lungo senza pi precisa denomi-
nazione. Frei '941.51 propose In denominazione di ",n"'m. (definito alloIa
sigoe dont le signifi:I1lt est indi"i. I) riLarI!ta .uccc"';,amcnte (Frci 1948.
69 n. Frei 1950.162 n. "': ,dont le signifiant est in,,,",,ble, ce.t--ire
n'est pas divisible en signi/iants plu. petito ,; Frei 195+'36). Nel 1960
.'
ha latlo propria lo. denominazione uegli EU;"."ls cnp. l 9 plar-
ti ....t 1(/,6.20). Cfr. Sollberger '953,
",dia tmdizione ddla linguistica dcgli US.... le ul\tll minimc coni.pon.
dNlti ai lUonemi sono;> .dette ",,,,phom,, (, minimum meaninglul elementa
in lIthrances" Hockett, A Cnll"', cit., p. 93).
Sulla lin..a di Lnddi propose invece la denominazione ipmr"'/I
(de. Ma Lnddi '966.7'-71). ripre... con sensi alquanto di'ergenti tra loro_
c "Sp,tlo al senso di l.ucidi da IklaTdi '9j9.10, GodeI 1966.62 (dr. ancbe
De 1965.32, 8,. ecc., e De Mauro ]g67)'
l'''] Anche qui, le ionti ma parlano della materia Ionica cbe ba il carat-
Icre ,Ii presentarsi" noi come una' chalne aeoustique '. 'ce qni entralne
le camctre temporcl, qui ""t dc n'avoir qu-une dimell!iion.
(l;,nj H Englcr).
Il concettn dall"u\tlma proposizione dci periodo Il'f)<<o nwdo
di S'O ma il terone .ignific/llinll5 non si trova nelle lonti che parlano della
neces,il. di ,associcr l'ide' a ci che si ode per l faire I"" eoupnr"" l:
per il 'iCGrso al signifieatn v. infIa n. 210.
[""! Foute del paragrafo UTIa lezione dci terzo ccrrsn (5M 83).
l"") Lo. prop""ta di rinunziale al sen.o nella delimitn.zione delle nnitll
l;ngu;>liche (mane'ni o modemi e lonemi) stata avanzata da B. Blneb.
A :;</ ''1 Po.llIllll.. for Phor'm,i, Anol}'",i., Lg 24, 1948,3-46. p. 5 sgg.: nOno-
.tante le evidenti critiche cui essa si presta (clr. Belardi 1959.127 sgg.,
l'. );acrt, Umiln dr /1;1 ",/hod.. SL 15.1961.51-54), l! stata
rip,esa da N. Chornskv. S.",anl;, CDn.id.,alio>J, i" GTa"'mar. in Mtll",nll
Il,,d LOllg"agr Sln,,;I,,"', ,Georgcto\vn Uni,. Seri"" on Lan-
and LinguistiCll' 1955.14'-jO, S}'"ladic 51'"<1"'.... L'Aja '957,
l'. e "iene considerata come teoricamente fondata da Martinet 1966,
3S-3<J, R. Jako"""n. C. G. Fant, Halle, h,limina,i,. la Sp.ooh A"aly.iJ:,
MIISS., 1963, p. Il. Oltre le menzionate critiche di Belardi e
Xaen, dr. l',ei '954, 1961 e De Mauro '96j.13.';-]9, 1967,
l'''] ."nche qni ,phonique. I! un'aggiunta dcgli editori: v. CLG 63
n. 1I1.
["'1 1\ paragralo deriva fondamentalment!: da nna lerione dd nov. 19"8.
durante il secondo corso. Per le oscillazioni delle idee di S. aul problema
ddk unit e dcUa.loto delimitazione v. SlI! 211 'gg.
l"'] Cfr. da ultimo A. Martinet. L. 11101, in du longag., Parigi
"l>'i. pp. 39-53.
["'I Clr. ad esempio G. Frcge, f fo"dam'''I; d.lI"ariln..lica. trnd. dal ted.
di L Geymonat, in Arilm,fi<a , logica, Torino 1948, p. nj: L. Wittgen-
slein, Traelal' IOl1ico-f>hilosof>bi<II'. ).3 (. Snlo la ploposlzione ba sen!lO;
'010 nella eonncs.,inne della proposizione un nome ha significato.: alqu:LIIto
di,en;a la ripre.... deU'a""erto di Frege nelle Phil. UIII.... ,,<h,,'lg... 37,
dm'e il contesto che da seoso ;, l'eqnivalente del .y.lh". sallilOuriano pi
che dClla Con altri .piriti, la stc.sa idea ritorna in B. Croce,
433
Es/eliclJ scienzlJ dr/I'e"p,-,..io"e e li11cuis1i'a c.ntrale, '" ed., Palermo
]93, S" ed., Bari 1945, p. 159: L'espressione i: un tutto il
nome e il veTho non ."ustona in e...a, ma sono astr;uioni foggiatc da noi
col distruggere la sola realt linguistica, ch'c 13 p r" p o i z i o n c. La
quale ultima da intendcTe, non gi al moda solito dellc
ma <ome organismo esl'Tess\'o di sc"so compiuto, che <oml'rende alla p"ri
una semplici."ima c'c1am""iune .. u" vast" pClCma.; p. 'G] Del ,..,sto.
l limiti delle sill"he, COme quelli delle parole, sono affatto arbitrari. e di-
stinti alla peggi" per us" empirico. Il parlaTe primitivo o il parlare dd_
l'uom" incolto c uu c o n t i n u o, da ogni cos"i,'nz" di
divisione del discorsa in parole sillabe, enti imlIl3ginari foggiati dalla
scnole .
Tra i liuguisti, con motiv"zi"ni l""niche, cfr. Lucidi '<]66.6g: .L'atto
linguistico coma "tto espr""';,o ha. la oua realiz..uione unicamente e spe-
cificamente nel sogno considerato nr,lla sua totalit, U"n in una o l'i" 1'0._
mai in una o pi pa,oie COme tali. :><on in quanto dellc pa-
role, ma in quanto proferenl1ulc realizza nelI:. sua compiutezza un atto
linguistico, chi parla oi esprime: non quindi nelle singolc parole proferite
in s e per s ma nolla <ompiutezza l'atto linguistieo realizzato Un '<'lino
ehe oignifiea el che stato espresso. L'allo linguistico, e solo o"''', conoti
di una o pilll'aTOle - e quando in una sola parola "iene realizzato,
Celllla di esseTc una parala - e l'uniU oignificativa per L'<cellen"'l, "lScet-
tibile quindi solo esso di realizza,..i in 'Un'entit cui possa il U'jme
di segno '. Questi pensieri di Lucidi trovano in parte riscontro In L. l'rido
19
6
4.
16
, ehe dcfinisce l'atto di porole ""mpliee eOme pr.odutto,e di Un .egno
cbe ha significato (Priero, diversamentc da Lucidi, ammctte la p<:>ssit>ilit
d'una analisi del significato in noemi).
1'''1 Il paragrafo deriva dal !IeCOndo corno (SM 67).
('''l Il capitolo deriva in larga parte doJle lezioni fatte al principin del
se<ondo corso (30 no" .. 3 dic. 1908) e dedicate alla. natura della lingua
considerata dal auo interno, (SM 68). Il capitolo dunque cronologica_
mente antcrioTe al precedente. :Ma antcri"Te altre.l loflioamente. E."o
pu consideranli lattacco ideale ddla redazionc finale del pensicro
!lau..uriano: nel colloquio eOn RiL'CIlinger del (, mago 1911 ]01, S.,
a proposito di qnel 'systcme de gnmetrie. chc dOVTebbe '-"""'rc " suo
avviso la t lingu;"tique gm!rale '. afferma che in tale sistema la 'premi",e
vrit<1, la .egllente, .la lanllue.,.t distincte de lo. parole . Questa affer-
mazione ha indubbiamente con"into gli edd. a port"re ncll'introduzione
del CLG la. distinzione Ma perch mai questa la prima
'erit.' Perch mai n.,,;essario di5tinguere la la"K"e dalla l Il
cap. III dcll'introduzione al CLG si limita ad illustrnre i vaotaggi ddla
distinzione: a quanto pace, """"" gioverebbe a garantire l'antonomia <Iella
lingnimca. Senonch dal punt" di vista generale della scienza (llon da
qnello dei profossorl di linguistica) la. distinzione. se l'unica sua mgione
_ta nel fine di garantire l'autonomia alla lingu;"tica. a--..",lulamcnte gra_
I
tuita. E tale appana a molti, fuor....iati dall'impianto che al CLG _tato
dato dagli editori. In realt, ragioni scientificamente valide della distin-
rione possono trovazsi in questo capitolo. Pill esattamente, """e si trovano
nella nC"""",t di dare risposta agli interrogativi che questo capitolo pone.
E anzitutto al l'timo, che, quiudi, pub conolderarsl COme uno dei pi effieaci
i"dpi' della linguistica sau...uriana: v, CLG ]0 n. 65.
("'l La fonnulazione di S. in realt piil lata: il problema generale
(e non mera.mcnte oincronieo) dellc ragioni che consentono di identificare
duc fatti come due manifestazioni di qualche cosa ehe p",""",nc identico.
Alla consapevolezza ri8essa. d'un linguista dell'Ottocento il problema. si
pTC!ICnta anzitutto nci onol tennini diacronici: che eo... che conscnte di
identificare il franeese ch"..d al latino ca/id... ? Questa domanda e la rela-
tiva discussione ""no _tate relegate dagli edd. a pp. 24'.1-50, mentre S. le
ha trattate in uesso con la qnelltione piil radicale dell'identit sincronica
(1759 sgg. B Engler), riduccndo il problema diacronico a qnello sincronico.
Questo consiste nello stabilire Su che baili identifichiamo (come pa'rlanti
" comc linguisti) due fenomcni come e.emplari. d'una ste$a entit, eome
due va""'''/' d'uno st"""o i11va.. iIJH' (Hjelms\e,' 1961.60 sgg.).
1"'1 Anche In qoesto capitolo l'intento di S. soprattutto d"t......n.s.
volto a. metterc in forse- n complesso di categorizzarioni e definizioni a
base ontologico'uuiversalistica che le Ir'ammatiche moderne hnnno eredi-
tato dalla tradizione aristotelico-rnrionalistica.
1"'1 L'esigenza d'una critica alle definizioni tradizionali delle pil"6'
e dellc altre 'categorie sinlattiche tu vivacemente _entita da S,
(colloquio con Riedliuger cito in SM z9l: la critica, avviata da S.,/: otata
ripresa da Glinz 1947 (che ha scelto a motto la frase del CLG subito segnente
questa nota), E. Bcnwniste, /." pM".. "omi"al<, BSL 46:1, 1950.19'36
(= 1966.51--(7), A. Pagliara, Logica e pam...alico, Ricerche linguiatiche.
1:1. 1950. '.]8, E. Coseriu, Logici.",o y antilogici'J1Io "'" la gramdlica, Man-
tcvidco '957, Benveniste 1<]66.6]-7-\, 16H sgg. Mi pormetto di rinviare
anche al lavoro Ace...afivo, Ir"".ilivo, i11lm"5ilit,o, Rendiconti dell'Acca-
demia nazionale dei Lincei. 14:5--6, 195<].23]-5H, e al succC!iSivo tentativo
F ..q......za e iunri""e dell'lUc..."ti," in C..eo, ibid., 15:5-6, 1960.T-22. Pur-
troppo questa direzione critica non ha l'atten2ionc della liuguistica,
che, prima di Chornsky, stata =n,ente inte,es,.ata all'analisi formale
d.,; contenuto (po' adoperare i tennini hjelmsleviani) e si detlicata piut-
tosto all'analisi dell'espressione. Il malinconico risultato chc"; va profi-
lando nella corrente chomskian" chc, rim.,..; da e""" in onore gli studi
sintattici, q"esli tornino a svolgCTSi secondo lc vecchie, equivoche e grot-
tesche eategorie, tra vcrbi che pa.'<Sano. c verbi che non P""""-no',
agenti e pazienti. ,,,"tauze, Recidenti. accidenti degli accidenti, qualit
sostanziali ccc. Il legame tm la dimenticallza critiche alla sinta..;
di tradizione rnzionalistica e la ripresa delie ","cchie Clltegorie sintattkhe
si riscontra ad es. in Chomsky riferendaoi alle tesi razionalisticha
dei portarealisti, afferma candidamente: On croit guoralement que ces
i35
!"i pont" a Ijuesto punto ull proLlenl:l. teorico drca il iritto di
Ijllcsl
e
e proprio q,,""le lrasl: confruntanul", n<>n ".c,amo \d'o.",-
,,,,,,ia' Il dirittn, cio la giu.tificazione teorica del confronto. "
m""te lo ,tcr.so diritto che si ha quando, con Peirce, si ammette che, dato
un sCj!l\n, i: sempre p=ibile trovarne "n altro chiar,:, ,ed .''''l'lidto:
il confronto tra nue segni di'"Crsi della stessa lingua m quanlo
in "na s"rie di occasioni. por ,'55cndo diversi i loro slRnifical, e.si
a individ"are le st,,,,,,,, situazi"ni (ul'''il'/;'') o, altrimenli detto, h"nn"
'igni',cazioni. Su questa stessa hase noi possi.mo confrontare
, \. l ila w.e ddl"c",stell"" di
appar"'nent; a lingue diH,"e. Il par ICO are, u . .
ide<>tichc signiflca"ini noi -possiamo tnndwlere che, seUe segnI
n' on f"ctnr wc caU
qualche ("0'''' di comune.' '" ,0111m <
p,,,.p,,r/.. Th" purl"'rt, .n con,jnen'd, ,-,,1sIS pro'<isi"llall>' ":' an "mor-
"h"u;; ma,"_ all uua<>ah'zed enlity, "'hich is ,klmed onlr by ,ts c"lemal
j"Tlf1;'''';" "<In">]>" il' lo (":>eh 01 t!le WC
",IJ'-5u-,l). Q"c.lo p,,,t"'l pnl. e""ere ,n
n,,,l,, mn<li di<",";' l'a la doli" ,mal", dulJl>lamo
"'egli"Te una Imda\ii"gua ddla fljdm.<le' /",-, cii. n,lotta. n'"
qui "d(,ltl"mo un, latino (non dire la
t'T,c, l'm "ella "'" n'-'n ammette cnme gra,nnlat'-
\
pr.-.p.... 'iticon. <'nl <'te ",'(li!""'. 00 le d,-c,l"ppornent "lteneur de la In-
/lu;.l]'l"" a rh.'l" 'l,,'dk. llllent sal" potte:" l'mliqu". A ma conn",".an"e,
il n'cn est tiell. lln, plul;,t, eli"" '''n! simplerncllt tombc!"" da'l' "oubli,
parce 'ltlc ccc.' (in P,-oUl",,, "" "",g"ge, Parigi [9(,('_ p. ,1;). \". anche CL(;
IlS n. l). IL
11'"1 L" frase, Qu'ou tbcrcbc. pont crdonner le. lait. dc son rt'SSOrh
dcfmita in S)! l "j ,une ;tlsertion., In realt essa der;,'abile da ISOI
li Enl'(lct.
1"'1 Viene ria!Tcrmatn '1"i, sul pia"o dell'anali,,; .intatti"". il principio
sau,,,,,jann lJiphtlluit (lIjelmslcvJ dcI .eguo nugulsticn e deUe
entit in cui es." si anali .... ()ridu 196(;"75)" neon ,.j sono categorie, en-
tit, d".-; del contelluto fuori dena loro ;nd;"iu""",,ionc sul piano della
rspn'S5ione: 11\;\ nemmc"" SQno inlli,"idu..bili c.. c'ntit, .egmenti
.ul piano della. mati/'re ph<>nique' ignorando" proponendcosi di fingere
di ignnrarc (alla Rloch) che = !I<.'gmentahile snlo riferendosi ad lo!-
slgnificatif., ,\nc"r pi1:l che nclla f"OIlulazione degli edd., nitido
il ppn<iN" d S, negli appunti degli .tudenti' .:><c pourrait-on pas pari""
d, Nnn, car il faut t(lujou.... dan. le Iangage llne matiere pho-
nioJ'w; celle-d ctant lin"i', il faudra toujours 1:1. d""nup<'r. C'est ains, que
.'"ffirmcnl le", ,,,,it,'., L'ide d'uniM JlCrait p"utetrc plus claire pour
'l,wl'1nc,-ull', si o" p"-rlait d'unit,:" significati'"""_ "als il faul sur
l,' h-rme: ""i',1. Aulroment, un cst e"po..<' se faire une idole lau""" et.
n,.i,.., qu'il y a nes lll<>l" nL.ta"t comIl1" unite. et au"quels s'ajoute llne
Co.t a" contraire la signification que l"" mnts dans
la I,,'nse. l'So. n lOnglerl. \', CLG I.H n. '4' n. 210, l,q, n. 26,.
[''''1 Per il rapporto t'a/"" ; : sigll;fi""lioll "'. le note ai cap.
"ncce....
['""J l'er funzionalista c per il paraRone e"n gli scacehi
a qu<'sla tnnamcn[.ale pagi"a ''''',"\lrb.na ",ann" accosl:ati dil'ersi para-
gra" deJlp. l'hil"sap"i""h, [Iller.'"rh,,,,c,,, di \\"itlgcnslein ad c,., 6 (fine), 3:5
(3 cp,J, IOS, V. n 16, CU; 'L 9", "'i-,6 on. ,Sti-18,. analngie tra
\\'iltgenstein c Saussure dr. in<>!tre De )f.. oIO '96:;.136. 163, '73, ,8-1.201.
1'''1 Fonte prindpale di qucsln e d.,.i 'ncces,i," paragrafi del capilolo
il gruppo delle lelioni fi"ali lId terZI> cono, fra. il ]0 giugno e il luglio
'9' I. .\ nn uditorio ormai rc1ati\'am"ntc addt"strato '9), S. pu ","-
"iar>i ad e.porre i punti pi ardui della sua. dottrina de!L:>. lingua.
t"'! Tra. i l',,-..i del CL(; q"esto forse fa pi dirclla amenfif:l. alla. sin-
gnlare ",""uione di X. Chom.ky, Asprrl5 ''l'' Th,,,,-,,, nf 5-,,"1""'. Cambridge,
.Mass., I<)()" l'p. ;-8, secnndu cui S. a",.-ebbe peccato di "na '"ie",
of language. dando la. i"',,-I{" of a ""'-Iu.,nce 01 ""pr"",/,,ns cn",-",pnnding
lo an amo'phnus .equellce <>f conoep!> o: Ula se qualche O","" S, "uole con
test"rP. prnprio Una ,imile immagine ridia iing""a. Su sunlo ameriC3DO,
',I siTenzio do; pnstLI(lomli'.'!di""i, Chornsk)' ha volte richia-
maI" l'attet\zi"lle "U !"., ("(l ha dichiarato cnn ,T"(i,ione il ne.SO tra le p"",-
4-'6
j'l: ,id d" ikke
J da "al k"a,v
j. 'le ",;5 po'
'" li,dii
Jla/"'a'I'
,,"" SO
m,tio
danese
inglc"'c
francesc
linlancl"""
tschin,o"e
ilaliano
lalino
,
cale I k!lOW il .wl, che;' l'equivalente metalinguistico della frase danese.
o che l'equivalente della lrase italiana; e analogamente non
possiamo dire, il latino '1. La. soluzione del problema d'una metalingua
simbolellgiante i significati di lingue diverse, la soluzione dei problema di
un alfabeto semantico internazionale. e dccisiva per le sorti future della
semantica funzionale (o noologia). Poich tale. alfabeto semantico intero
nazionale. pul> essere offerto daUinsieme delle tenninulogie ""ientifiche
(Dc Mauro 1967 71. e poich queste o sono decisamente latine (nomen_
datura botanica e similil " sano lafl(amente dominate da latinismi. ado_
periamo qui una simbulogia metalinguilltica di derivazione latina. [n ter_
mini motaling.,istid le sette frasi dh-entano:
Ad approlondire la diversit della, lorma. semantica. che il p"rparl riceve
nelle div= lingue sta il fatto che in ciascuna lingua esis;ono, accanto a
que1l3 indicata, lrasi aventi 13 possibilit di identiChe significazioni (ital_
;0 "O" "', "o.. lo ''', /';1[""''', far.., ecc.) e che la serie di tali fras1 dive",a
da lingua a lingua, cosi cOme diversi sono gli agganci paradigmatici propri
di cl""cun elemento delle sette IT....i. Wc thus S<.'C that the unlormed
pnrpnrt "l<iractable from a11 these linguistic chaills is formed dilferently
in each language. Each langua!:e lays down its """n boundaries uithin tbe
amorpbous 'thought_mass ' and str-esses diHerent factors in it in diHereot
armngements, puts thc centers of gravity in dillerent places and giv""
thcm diffcrent empb""e. _. a.;; th" same .and cali be put into dilIe_
rent molds, :md the ""me duud take On eVeT new shap,,", so also the same
purport ili formcd or struetured differently in dillerent languages. Purport
remaills, each time. sub:>ta.nce for a new formo and has no possible eltilltence
el<cept through being "ubstance lor one form or for m'lther. Wc thus re.
cognize in the linguistic cOllle"I, in its prne".., a specific for"" the ",mte'll-
fa...', whkh ili i'ldependent of. and smnds in arbitraI)' relation 10, the
pu.porl, nnd furms it into a """fm!-su1Jsla"ce. (Hjelmslev 196t.5
Z
). La
diversit del13 serie di .-.egni coesistenti con il segno indicato per ciMcuna.
delle .ette lingue poggia sulla diver;;it del '.<Y5f.", or content. per il quale
da dire lo st""",,: il sistema delle forme in cui si articola la lIl3S8a delle
pO'sibili e'perienze, il s;"tema dei significati propri dei monetni lessicali
e/o grammaticali. "3riabile da I::lgea a lingua. OSsia, dasculla IilllrUa
in 'III SIlO modo, se"""do un suo sistema di forme. riduce a so;;mnza di
Contenuto O"te"I-'"b.ta"e-<') le possibili esperienze. 'In this sense, $a.lI5--
sure ili dearly corrcct in di.tingui..hing between form and snh$tanC1! o
(Hjelm.sle" 1961.541.
EOO SCIO ID No,",
EGO AO(O) NON SCI(I"')
EGo NON SCI(O) PASSU"
EGO-NON"P.\CIO SCIRE
NON-SCIENS-(SU)M_F.GO_ID
NON SCIO
NON-SCIO
438
""0=
inglese
fraoeese
finlandeso
eschimese
ii.a.laIlo
latino
[""111 cpv deriva dal secondc> COTEi<> (1&30 n Engler). utile rammeo
h' ' -'o -on e.prime forse il pensiero finale di S.. ma t.Hlo perc lO un puu . II
nn nlomcnto di passaggio. Si tratta deU'espressione Iait . quelque
"
'" ' ,'o '"d", l'c>r,anizzazione del sistema hngulSiic.J appare sorte mys neult.. II , . ,
' ' fUori del quadro soc1ll1e m cu, s' colloca, c nOn puu non appanre .
e pi generalmente il funzionamento del linguaggio (S. .nel
ImIC'" una. sostituzione degli edd.) incnmprens,b,le d,
un (De Mauro '96.5.15' sgg.. 169 sgg.]. Dopo le
errioni del nesso lingua_sodet risalenti al 189-1- (s.e ne ha
::imi cp\' di CLG 1,,-13). la ",di"al. sneialit della lo
entra in oIllbm e l'interesae di S. si appunta Su pr"flenu di ..
della linguistica e sn altre question. Durante il secondo come
, I S toma a naffermare il ai rilevato alt,.,,'-e me :\1auro 1965.153 sgg., . .
carolltere dei fcnomeni semiologici; ma Ulla piena consacraztone
radicale socia1it1l. della lingua e del linguaggio si ha soltanto nene lezu>lIl
del maggio 19" (SM 85-86, OlI. US-U9) assunte a base del C3p. sulla mu-
tabilit e immutabilit del segno (CLG 104 sgg.).
1'''1 Nelle fonti ms il testo ,UOlliB: ,Ce qui est remarquable, .c'est ':lue
le soo-pense (ou lo. pen"",,-50n) implique d.... <1ivisiollS qui so.nt les umts
de. la linguistique. Son et pense ne peu\'ent $e ,eombme: que
. . d ux masses amorphes: l e3u et I a,r_ 51 la ces unlts. Compara,"on a"cc e
pression atmosphrique change, la suriacc dc .se dc.ompo"" CII une
successioll 'units; la vague (= ehalne intormdJa"e qUI .ne. pas
substance). Cette ondulation represente \'union, et pour dire l ac""u-
ple"'ent de la pense avec cette ehalne pholllJue, qui e.t allmrphe_
Lel1r ce>mbinaison produit une forme. Le teITain dc .la hngms.tlque e.t le
terrain quon pourrait appel"r dans un ""ns tre. brge le lernun commun,
des aTticnlations, c'est-li. dire de. Mli;;uli, des petits dallll 1<'5<Juels
la l'ton.e consdenc. (,'aleur l R[ouchardy: la leZlone val.u. .
iemlata da Constantin: ,832 E Engler;) par un sono Ho,s de c:'" art,cu. _
tlOn". de ces unit" C>n bien Oli fait de la pu:e (pen""e), ou b:
de la pllOlIologie (son) o (il testo di Ricdhnger clmto ili S:\t 7<]-1-1-. 01
che. natllralmentt", in . l'antecedente diretto
Il concetlo saussurlano d, lingua eume fonna
e dichiaralo della lillgua-schema <ii Hjelm.lev, v. CLG 21 n. A .na
volta tal. concutto ha un antecedente nella cortco,ione della
lingua. come, a currerione di Fischer )(}rgonsen '952.1 f, stato varIe volte
OS'." .. ato (v. 350). ,
l'er quanto riguarda il celebre paragone dcI foglio di carta,
",-, 1> lo commenta ""Itoline"ndone la ,"Iidil in ternlini p.,colo!>'c,:
" ,. . t di 5 l"potes,
Wartburg-l:lIlIUl.nn 1962.157 accostano al punlo 'VIS .. .
0_ ' "",' ".. tuttavia che mcntre neU'ipoles' SaplT-'Vhori Il
""P'T- C>. e!Is do
pellsiero non ha sussistonza al1tonoma fuuri dclla lingua e pertanto, _ en
divcl"5C l" lingue. divcrso dovreLbe ",,-.eTC da Un popolo all'altro ci
chiamiamo pensiero, nella concc,ione di S. si evitano qucste
" ,. he il pensiero lingu'stl- conseguenze in quanto 5. si hITUta a Ire c
.,9
C 3 m ': n t" a m o r I" hL"ri ddb li!!!,,,". '''!!''" n"" ''''(!a da' c>i.la
d,,-Ile Jj"I,",'" il' ''''zi io u" a""_'rt.. ,e ,!r-<:li
autun'''''i dltitti d'una ",i,'nz" ddl"- /""azi"n"I, (O'.i null ci<,' ,,i,t"
l'n ,no.md'J di pern,.i<mi, iJ,uifA,i "l<., indi("'mknl"m,nw <I"lle e
in ."d" <li p'i,',l ..gi'" in __ ii, (. dii'a'rm'a
alle te",i 'li \\"Ilorf.
[l"J l'or la n",;"n,." di arlilraric';' ,. "'t'cr CU; ,,'" r.n '37":0'.
L'uH;""" I<,Ht' ,k1 t'l'" i.' nn "'c-mpio <li nda,iom.: '''';'''1
l'''n,i,'r,, /on1i "Mc "Il'li dd ",", ,jai
quaderni di C,,'''tallli''i ',-rh'.m.." _\lai< h"
rdRt;,"" parO'(' que li<" ",t rarfait<-r.wnt arl,;t",irc' ]l r-:"I",rl.
In altti t"ffn;ni, l'arlJitra,i"t" r a d I e Rl e l.. la
<ld "al',ri ,;gllif.r .. nti ,. (dc'llli "l'lindi nell" <4"e'
la ..'.w"r pi(' n"1\atllecnlc in E E"gk' si d:c<'
ro 1"".' a,1..i\f"irt" il ,. au"ait " rf"tnindre' n'lll" id,,,: d, la
il y "urait Ili' d'ment al.",),.. n,la, It's "akur; Hr"icllt dm',.' '''''' C<"_
t"in,' m",!"" al'... ,lu".' . .\lai' pui"Ju'_ {'p co!JJtrat ",t parfaitelllollt arHtta;re,
le. ,prollt p"dait"nH'nt nl .. t;',, . :'\dla f(a.i'!JJp dp"H !..
prt'mo",,,- la r,'IRtil'ir ,'al"ri, ct "oil j)<Jurquoi', eosi
lo licn .' est a,Lit'Rire '.
l'''] T',., la m,iic"h' "";Rlit della lill,(\la ". -'''tra n. Hf, C ur.
not". 11 cI'\" '"{'<e.,in, all'origine d,lIa nOl.ir,ne di campo snllnnti'.o,:
Ullmann 19,9.7H .gX
l'''] V. "'Pl'a n. 224.
l'''J :,\plla prt'.ente tr"dulionc dd CLG, il n>cab'"ln Irance.., ,igm/ic,'/ivJl
e stato reSO cnn c ncl cmm"JJto quo.t tormine i lar_
gam"nte (nnno,tantc ',a "strancn al londo comune della lingua
italiana, o .ia q"indi un tecnic;,;mo) insit-me al .uo
accantn e In all'altra coppia sicnijicalo e siCnifico/i.,o. Tcadll_
ziOlle e usi terminolos,c d'1 dipen<1nno dall'''ccettazione dd1c
tesi esegetiche di Burger 1961 e dell" t<,,;i teorichc di Prieto fs"lIa
di,tin.i"ne tra .<;g"ifir, di signif,ca'.ioni qualo si colloca
nella e WH o .ig"'-'ico!im" concre-t". Indi,';duRle utilizUllinne .M
sig"ifii, lJnflicolnt't mpl'''rtn ">cial,, istit"ito da Un atto """,ico .'.
"dd (in S,\l ritonllto che Jig";fi(d!iPli " "".' f.-,"ero
sin..nim; di ,;gll;jir Il'"r R"\'Ntend" resi'tenza nel tc.li' c'are"a
cundu,n a""f<'n" che .1'imJ\ilil<' do" m"bI >CII.', srj;;lI'fica/i""
-,"e,," (cf'. andl(' . ". ';I:",};C{lIiv,,), ci" "he S. in'c'ndero
Q""5tt t"m,;,,; " il SO-';lIIJ','" ']lIi,,,li ;i ,'alorc "era il CfJIH'etto l',,,,n
p'r a'tra7.i"nt,. C all"ra "m <1''''lI'<J.nm ,dIR
}h"l:er l!1rq'S-H hn "'"st,al" cnn1{- \\On ,'i po"a ''-'''r <1uLIJ;o (be S.
,",-,1",,0 djqin];l1''t' nett"m<-Tlt" tm ";b'lI'jirllli"" ""1. li' Iconoo l" je<\e l'nf-
fer",a';"no del lI} ('C'le" utili"at" in Cf,, dn!:li ,'dd. La ,'alour.
Il','t r"' la . ".'14 f', Engln) tra
e 'i""'ji' la d; CL(; !Id (. L,, ,'ri"" et ',,-I/," pr,ntent
440
uJJ enscnlble de significations qui c.<>=pondent cn gro:l a cc1Jes des mot.s
franais et buona resa di 1888 li Englecl, poiclt per S,
ogni significante non pu avcre u n significato. lascia intravederc ehe,
J'''icll S. p3rla di _en.cmble de significatie>ns le slgnificationR. d'''na
parola $Ono c","" divcrsa dal suo sigl/ifi, Una che la.da qllalch"
signiticatioo
dubbio a H Englcr: _le signe est double: ------ 'l. il
syllabes
quale che forse ncl Il c"'so S. non avcva ancora chiarito a 5C sb.'lI9O
la di5tinzionc. d invecc cnnferma ullcrinrc. l\'oi Lenc chc le
yllaLes. per S. sono una realt. phonologiquc., non di Imlg''', ma di
parolo; e S. quindi nnn a caso parla dI "ngnilkatinn. In rapporto alI"
syllabes' anzich di concept. (terntiM chc noi II corso non ora ancora
stato &I,tituito da ,;glfjfii'. v. sl,pr" n. lz&l Sicch cnmc Dllrg"r ha ben
";5tO, per S. la slgnificatifJn. l'cquhajcntc della 10n"zifJne (fonia di
PrietfJ) , cio lo. del .,jc"ifir d'un fatL'l, a livcllo di pa'vl.,
ti 'f'SCcuzione.
tesi di Burgcr e stata da En.t:lcr 1/J663j
da Godcl ehc giustamcnte integra le considcra.ioni di Il,,r&,,c
con di Bally e scri\"c,.011 voit qu'A. Burg"r, tout erl
,ituant, commC BalI)', la signification dans le discours', en conoit tout
autrell1ent le 11IP\Xlrt la ,'alouT, Il rcjoint probablemont la cnneept;on
dc lui_memc; et sue cc pfJint, jc lui rcnds arme";.
Toutdoi., l'idc dc BaHy d';tre retenue: il ,'St qu<, dans
p"role, l"" signifis s'accordent la ralit du moment, il Y a p"ut-
,;trc avantage 11. appeler signification re qui r""idtc de cct nccord. ,. On
peut donc rceonnaltro une ,'oILur chncun d"s 1men\:s qui npparticnncnt
"u s''''lme d'une languc, r compris te'S ,cc'l"tn non nel
sau,;'uri ..no del termine, ma nd ""nso pii! moderno]. l'llc"nt dC. La .il(ni.
fication en r,,-'"aJJche ",t d'aLord unc proprit dc l',tnona'. Elle ne prOC<-<1<"
pas uniquoment des ,-aleu'" utUiS<!cs paur la composition du messo.gc.
du signiIi <1e ph,ase: eli" dp"nd allssi de la situation, des
reiRtions do' iuterloclltonrs, de lellr9 cOlllJrllln"" '. Come
si "ede, svil"ppando indip"ndcnt"mentc da Prieto le idoo in-
tc'1'fCtatc ""condo Burger, R. Godcl raAAiunge le st=c dclla
nnol<lgia di Prieto per quanto ril(uarda il rappnrto
Ila] deU'll1lalisi linguistica piO. S. viene incontro "-
""\"crtila dai logici piO. acuti: quell" P'" cui si vuoI dlstin-
g"ere tra il rikrimento concrC!o, un segI"', un o;>,gdtu par-
ticolare t-) il modo con cui Il .... gno T'mpo"" uIla nn.tra
sogKettiva "la quello sia altri possibili oggetti, Jl wgno
ha ri!erimellti di..-"rsi " .ecOllcla che "cnga riferit" alla ,tella
sta Om o una fanciulla chc rass" rcr .trn<l,,; ",Il"
prima (ircostall'-<l O?S><> pu unO .10..0 rilerimonto di altr> sc'gn<>
la del ",alli'lo, Tuttavia. la .<Irila dr! mallillo l'n <lei
r;lerimcnti cile l'Clle,.., non pu Il''cre c c<ln'l'",ra che; <lu"
SCK"i, in ddln Imo d;"ersa viuunlil rderellziale. qua"do si tra-
441
l' "a che. Jichi? leva mano, le"a' .). dove ancora si potrebbe saspet_
che Il le"11 ilerato abbia qualche significazione. Ma si hanno esempi
c"me Si l'lIcchiappo, JilllI. Ma l'hlli rhllO, So' """'/0 dII </Ila S/I'
in 'l''''''ti casi le sillabe iterate hanno una pura e semplice funzione
'''Wl St'gmcuti di significante a significato zero.
.''1 -"11m p",-.so essenziale a chiarire la nozione ddla lingua carne forma.
l'ucO!. <illIa lingua.schema Ji Hjelmsle": ". n, 45.
'. "I ","elle fOllti ms dd passo si parla di lmenls phoni')ues. o so.
n,,,,, " n"n di phonme.', termine qui e altrove introdotto dagli edd. a
lc unit funzionali: v. n. III.
1"" In italiano si pensi, ad es., all'estrema latitodine che, in fatto di
luoghi di articolazione', .i ha neHe realizzazioni del fonema /r/, analoga_
"H'nte a quanto avviene in francese; oppure alla pos'libilit di articolare
come sorda o son<Jra la Ijl in parole come pied., chi/l.' ecc.
i"'1 S. riprende qui, ampliandulo. il Cenno di CLG 45. Sullo studio se-
miologiw della scrittura l! stata richiamata l'attenzione da Vachek 1939
c.sapra:tutto, sin dal 1943. da Ilje!mslcv IHjelmslev 11)61.105, ivi anche
h,L!.I. Clr., per allre indicazioni bibl. sul tema, Lepschy '965.28-29 "nota.
1"'1 Per le fonti v. sup"" n. 224.
l'''] Anche in rapporto alla redazione di questo passo si osserva. ch..
ndle fonti ms manca l'aggcttivo phalliq". S. parla di des
e ,entre signifiants '. ossla tra classi di entita astratte: v. n. III.
l"lJ Secondo GodeI I [7) a partire <lane parole. diffreoces con-
. fino al lerminc del cp" si tratterebbe d'una inseniune degli
ed,!.; richiama la frase f'nale di CLG 121 cp\", egualmente inserita, Il.
suo an'ISO. dagli edd. In realt ">42"43 D Engler (appunti di Riedlinger)
n''',lra che la II11-,e La pro,"a che .. , una modificazi"ne, tro"a preciso
nSC'lOtru nelle fonti, in cui si legge: ,Com,ne pnur toute valeur dl'pcndant
,l.' fride"," sociaux ce n'''''t pas cc qui entre dalls un signelinguistique qui
PC.Ul donner Une idc de ce qu'est ce signe. Tout cela n'est que la matil!re
la "aleur pcut "arier sans que ces varient . La prcs<:nu
del. nelle fonti ms non soltanto filologicamente;
" ,c,Uta d un passo di nole"ole portata teorica: esso implica in " ..ce
'Iu,II", <trutturaJismo d' . .. ,. ,. "
l' . . lae<orucu e"e 0p"''''''e comune rilllpm"era a S.
'o! a\<Tc trascurato (". CLG "9 n. [7"').
. Il pass" ;, di jUandc importan,a te'<>rica. La combinazione di signi-
fi,_ante e Slgnificat . '. '1 ' . .
. o, e eu:.", I se g n o. una ...alla pOSlb"a; il segno ,
"',,". "na 'entit ,. ;Ira t,>le concretezza il risultalo duna. com_
p!c.,>" di si'1c'mazione in (e di collegamento di) classi ""tratte
doli. eoncre'!e ("uie .ignifLcazionL
Tca i segni .""istc un rappolto di opposizione, che S. tende a concepire
eun;. divcrso dal "'l'porto di differcnza (Frei '95'. '9(' sgg.).
ult'ma Irase del ep" (. la oola specie. , . ,) un'aggiunta degli edd.:
'94'1 B Engler.
11)30.15-16, Cikobava '959.
ricordato articolo di Bally
,","O
al gi
'940 .'93 sgg.
1'''1 A pmpo..ito di qUC!lt'ultiTTla frase, che riassume il pllnto di vista
di S., ma non ha esattll riscontro nelle fonti ms (,897 B Engler), Martinet
1955.47 nnta come eSSa non in'plichi che il campo di dispe",ione di on'en_
tit linguistica (Martinet si riferisce in fonema) abbia limite
solo nelle altre entit ddla la norma di lealizzazi"ne l! on limite
olteriore. La lingua, ci"l!. nnn soltanto delle caratteristiche dille-
renziali delle entit (a livello dei fonemi, non l! solt3nto nns\eme di cib
che l! fonologicamente pertinentel come Trubcckoj, Pri><dp." 1-15 ha.
creduto, ma !'insieme di tutto cii> che arbitrario, donqoe non solo dei
complessi differenziali, ma anche, a li"ello dei fonemi. dene cl""; di ,...rianti.
Es...... insomma, la .omma deUa lingua_schema c della lingua come nonna
di realiz1-a.ione di Hjelm.lev l", CLG 2, n. 45). Per idee allini cfr. gi
Coseriu 1<;152 1<;I"2.<}0 sgg.
['''1 Secondo Malmberll '954."'7 questo paragrafo e in partkollU'Il
le pp. 'U3-64 rappresentano il meglio del CLG-.
['''1 Sulla n!>zione di. zero" oltre Alleo 1955 e Haas 1957,34,4',46.
". 347. Preoccupato per la .legionc di fantasmi, suscitata dalla teoria.
sau",uriana del segno zelO (altri luoghi cL:u<sici: CLG 123-24, 11)1, 255).
Godd 11)53 chiarisce che il segno zero non l! assenza di seguo, ma l! segno
implicito, ossia un segne il coi significato emerge dai rapporti memoriali
e/o ,li.corsivi (per usarc la tenninol"gia di H. Frci) ed il cui significante
nou ammette realizzazione fonica.
JakoLson "H9.'4]-5' ha cercato la contropartit3 semantica del signi-
fieantc ZerO, ha ccrcato il significato zero. GodeI obietta che sul piano
dei si possono ''''cre .alt:...,to neutralizzazioni (Godel1953,3I, n. Il
Tutta"ia. a fa"ore della te.i di Jakobson si possono citare casi come.
ad e,,"empio. le clausole iterati"e ne! di"letto rOm3nesco: un esempio cela
ti\'amcnte illustre l! !"inizio deU.. SIOP"'/'" d. l'Amerioll di C. PascafeUa
__ ino ad stes.i rikrim"nli li propongono in modi dhersi. La distin
zione tm riferimento e nlOdo e contrassegnata da Saussure COn a)
(o un,,) e bl sicnifii. Prima di Sau""ur,, la avc"a gi ben colta
G. l'cegc clle io l',"', Si"" ,,,,d B.dro/wlIC, ,Zeitschrilt fUr PhilO5Ophie
und philosophi.che j_ritik, IlIo, '&9Z.25-50, p. z(o appunto tra
al n.dw/u"c c bJ Sill", ripremlendo problemi gi presenti in BolUUlo
ldr. It. Egidi, Oll/%ei" W"OSCC''''a "'/l/.mo/im. Ull sllJ:I1;O 5" G. Froge,
Homa '<;1('3. p. "3 .gl:.). Purtroppo la nitida distinzione di Frcge l! spesso
oscurata rla mtti"e re"" cooi C. Ogden. tmdiIeendo Il
T,a</IlI,,, di Witlgenstein, lende B.d.ul,mg con "'calli"J:, anzich con r8-
1"";"& o .i,nili, come giu.tamente propone G. E. :\(, "'nscombe, In/mtl.
al Tral/a/" Rnma '966. p. '3 lsimilnwnte L1. Egidi rende B.drur""g con
5igllijiC/O e Si"" con 'cll'O, mentre gioverebbe in,,,rtire i termini, secondo
l'u.o .aussuriano).
Sul nesso tra "(lI.", e si.tema dr.
IOZ-04. Christcnscn '1)!>1.'79.91, oltre
442
443
l'''J \'. n. 246.
Selle lonti ms S., in <1ubbio 5\1 tutta la questione (v. ill'-a Il (
si h''"lt" a li J' .)1,
, ... , '. ce Ce'mO '.Incutions comme 5'il "",",' piario: ZOI
:: Gh altrI CtiClnpi oono d<'gli edli.; O\'\'i gli ..nti
'-,',",{" mpp.llo, jor':Me la "'ano a quale""", Speuare ""a lancia ecc
,",. ,,'mbrano :L"crc ""'nsa.t " -, -
. r- . o a SIU ag.OI C"e dal pUlito di "ista oemanti
n:'i'''''entlno metafore cristalliZ7.ate e svootate) S l-' _ <.
l'," . . I n" " 11<' pass" aggIUnto
,',. n"n rlgorOS<l di Significa/itm (\', n. ')1). '
... ''''I l': ono punti <aperti. della ConceziOll
e
sallsauriana c dobbiaino
h,,,-,' gratJ agh edd chc . t '
,'i ,.,... ..' ,111 qlles o caso,lIon hauno fatto ..on tentati,'"
. <>._"nuhre lmcertezza in coi 'ersa," Saussure. Le ragiolli del]'jnoe
" ...'"., 'onn dirhiarate Cnn snffidcnte e"ide""a n . .
'."'."".-1.' . . alina partc, comb,nazlOn,
., ..ntagn" ""no s"ggelte a "aria.ione ndla "nllocazinnc degli ele-
l, ",.,t"t"., ,arm""nc dlpendente lia scelte libere donq"
'l'" ._Il" d \lna cert" este' . . "
allo l;,'<'ra' .' .. nSluue, e III part.culare le frasi, in quanto soggetti
, ,,' .;:1' scdta 111dl\'lduale, sembral\o appattunere al domiuio della
.. A,)on 6) 3'n 6,) D'Il
mi"' '.' . . a ra parte, non soltanto i singoli elemcnti
ma si"tagmi cOme il "'al/o, '''''atliN'' l a C<1"allo
" ,.l. ,",., d,ecc. al'part alI'" "
<]'... ... engono 1II,",,"tano me"'Driak hllllnD cio l'aria
,. alla I..",C"', E c' poi Oli fatto pi sottile: anche se un dato
puo <';;SUre S
" "'.' . con""Clllto a nn indi"idun, app...rtiene alla la.nguc
, S_lnlal:matloo: ad e3., aoch" se no" mai stato usato, il sostantivo
' ..01_','", in l ,-
,i .. ... . -, quan " rea ,""ato sccondo un certo. tvpe
.. ..l.ltl<:n, alla l""a,,, <l '-_ " -
,I, '\:':'I:L" '0' I n ." . . r.""ne, a erma S., ,d"n. la pil"""" il en scra
___ ,,'o Engler): l modeUi regolari, i tipi generali di frase appar_
., , a a lngn" In .t
.. ,. . ." qll,," o "'n,o, tutti i .intagmi po><ihili c')mprese
'''. sc,mbrano apparten"re alla lingna, '
U::" ',;'ru ,,",e,_' il r:tj.p<>rt. tr:L clm're c in
(0"1.> Icome e CblantO lezione del secondo corso' S)I ) bL' .
n.. l primo caso dellc nnits d'..,.,.,..iation. o . 7
2
a Iamo
, 'groupcs au SCl1S de [amill
nd .'!condo delle, units discu,--,.ivcs. o g es.,
I (, 8 ... roupes au geru; dc syntagmca .
. . ? 7 -9, IOd,ca l\rUgleWski come fonte dell';de,," d l d
pllce tIPO d, rapporti c
["'1 Hiprcndendo i tennini del secondo c (
c' _ '. orso .... n. Z46) F....i
l propone dI defin,re. disconlivi. i rapporti gintagmatici. Vale la
l','na d O""en'are chu nellc fonti ,li "dd tr . ..
. . o,arono, Senza utilizzarlo II
strlldure. per denotare ci cb . '
e ""'ll c.....mano cbatne de la
parole. (1986 B Englcr}: v. n. '59.
["'1 Frci '9'933 di cl fi -
.' _, .' propone e DIre. memoriali. i rapporti associa_
li, uso SI il termine pa."dig"'Mica assente in S., ma
da ras.a. m cui; paradigmi Oessionali 80nn citati COme
tlpl<l dI rapporti associath'i' dr ad es CLG esempi
. .. ., , r74+73"79,188. Sol nessn
ra:port. associativi e aintagmatici dr., tra gli altri, Vendr}'.,. 1933.
1
76
(_. OmLredanc '931.280, Spang-Hanssen '934.101-103 Le"-bv.
1("", .6-411 ' .....
H.5
1""1 Secondu Tesni"rc '939.174 da questo p:tsso che ha ori!:ine
fonologia praghcsc; per la qn""tionc dei rapporti di qUl'5ta con S. ,._
3H, e v. CLe 55 n. IO), 5(' n. r05, 103 n. 145, 119 u. '76.
['''t AnChe qui la lallg"e lo. torma pum, lo schema. di J-Ije!ms:ev:,
v. n. 45.
[""I Fonte dei p"ragrafi di qt1csto capitolu ",no una lezione fatta nel
'f}O<J dnrante il .eoondo corso lS)[ 7'-73 nn. e 75) e l<-zionC
e 3" fatte duraTlte il ten<, corso (S)l nn.
di tutto il -capitolo S. riprende i cenni (CLG ." e
,> ". n. 56 a Cl.G ,61 alla capaci'l di "rticolare. la ''''lan, ... funica c .i!!"l':
capacit che" alla !xl.c do! linguaggio. Tale _Iaonll': d'a>!Q"":
riatinn et de emmlination si manifesta co.tituirsi di !(tnppi' di pa-
ora, 'pc'cifi<:" S. Il Ellg\er, nC'n paato noi te.tu dcgli edd.),'
-con. ","onpc. no; intendiamo tanto il rapp,,,t. tra {,"'Ire,
1""1 questu il fenon,eno dcU"individuo.zWne fun.;o",\Ie, "
ulla ecnerale c:sieC01.a di """n",nia per la quale uoa parla dcCI; elenwnti
ridnndanli in una. certa fase linguistica vcneono 'unzionalizUlti. :;smnti-+
come distinti"i, in una f""" successiva. A Ih'el1o fonclTUltko, il casn dd
fenamcn' d; fancmati a.iun" di \aria.ntl combinatnrie: tali erann, ad es.,
nellatinn dd V sec, d. C., [tn e [kj (articola.iuni in comple-
mentare, di cui la prima appari"a '"'mpre e solo dinanzi a "ocali p;datine, '1
,lin",,,,:; ane quali non aI'P;ui"a ma.i [kJ); in italiano, In conseguenza di
,accidenti dianonid "ari I""ito in lkl di Ikll e Ikwl latini dinanli a li/
cd Ici, come in citi, cl", inchino; francesi.mi, ispanisn.i. arahismi adat!ati
con cio-, ci",_, chio; ripristino analogico di plurali in -chi; passaggio di la.t.
Ikiol, Il'ia} in ItJoI, ItIaj ecc.) l'articolazione occlusi,'a e l'articolazione
affricata hanno finito con il potere apparino st""s, contcsti fonenmticl,
sicch si sono crcate delle coppil< ntinime (/kil e ltli/, f'ltimltJij c l'tJI-
mitJi/, /Lrukal e IbrutIa/ ecc.), e la differenza tra le due articolazioni Il
di,'entata fonetica.nente rilevante.
A livello del lessico, fenonw"i di individllaziooc funzionalc si sono
nella rcccnte storia lingui.tica italiana, pcr es. nella differenziazi",...
scmantica di co/l"r" e ."/Iura, /tI- /'01110 C ii/'ollio C<;C. (dr. per questi c altri
casi Dc :\fauro, S'ori" linguislica d.tI'Ilalia ""ila cit .. pp. 3', l,S, ,(0),,'
Un caso e!,,"",ico di indi"iduazione funrionalc sta della parola
,,,isstl- messa. ne! latinn posteriore al V scc. d. C_: lo. formula finale del
.ervizio didno cristiano, 11., ",im. esI ricalcasa. una fom.ula /tI"Cea,
viene man'lata., con riferimento sottint""o all'eucaristia che, "l termine
della mc..a, vcniva appunto inviata agli infenni e 35senti dal rito.
Caduta qn""ta consuetudine, ma cnnse,..'ata religiosamente la. iormnla;
q"esta non fu pi compresa" il miss" da participio passato si ridete1'IIlinG
come soslantivo, dando luogo al v"""bolo femminile ",issa (dr. A. Paglial'O,
Allri saggi di crili.tI- 5e"'tI-"li,a, Messina_Firenze l'}6Z, pp. 1198z),
.. fUlllC 5uee"",iva "n'aggiunta degli edd, ('937 B Englcr), non del
t .. tto immotivata.
In questo stess<o ""nso, per cui le frasi appartengono alla depon_
gono altri dne dati di fatto rica,abili da CLG e confermati dalle lanti m.s:
I) in CLG 3' (= 258 A B C E Engler) si a/fcrma, per usare l'espressiune
registrata da Constantin, che. quand nous a"ans de"aut nans Une la.ngue
morte, son orga.nlsme L'St l bien qne pe,-,;onne ne lo. l'arie t: ora, chia.ro
che una lingua morta. ci si pre"""la. attraverso frasi, le quali, qnindi. a.p_
paiono come altra "osa. da.lla P"w/.; 2) ,n CLG 38 (= 258 Engler) si anerma
che la. comprendu le con,binai..-m" individuel1es, dpcndant dc la
volantI! de ceuJ< 'lui parlent " e le lonti c"mpletano combinaisons indh';.
p h r a se", dCpendallt de 1;1. "olont,; dc l'indh'idn et rpondant
sa pens"" individuelle. ('58 E Engler) . ossia, le lrasi e i sintagmi appar_
tengono alla p"rol. in ci che hanno di dipendente dalla vulant. indi,'i_
duale, e, quindi, non appartengano in tutta la loro realt alla
Le rn;cilhuioni del pensiero di S, su quc'Sto punto sona attenta,oente
anallulLle in SM Il>8-79, Come gi Wens 1947 19, cosi Go<le1 tentata
dI completare il pensiero di S., cogliendone, per dir ",,..i, la dir....ione lon_
damenlale di e,'aluzione. Qucsta, SCnza dnbb!o, l'iii che con la prima c"in_
cide c.on la sreonda dclle duc solnzioni che S. ha a"uto present;, la. solo_
zione per cui t u t t i i sintagmi, frasi comprese, appartengono. alla I.l"!:".
.en puissanoe', Godei (S:'II 178-79) cita la .0bSt'ryation prolonde, faite
au sujet de 1& an".1ugique', e cio un'affermaziooe dci prtnlo """,o;
Aiosi le,mot cJ<!Sto "" puissance dalls la langue, et sa reali_
sation est un lalt insigniliant en c"mparai""" de la posslbilit qui eJ<;,;te
de sa formation '. S, tende ad applicare qucsto stl'SSO pnnto di "ista ,pro_
londo, a tutti i sintagrni' Xous parlons uniquem"nt par syntagmes, et
le probable est qoe nous a\'O"" ces types dc syntagmcs da""
la tHe, ('''73 B ERgler). (L'applkazione sincrunica, non diacronica
come affenna Lyon. 1963.31-32, il quale coglie per altro giustamente la
connessIone con Chomsky). In efietti, non a caso diciamo. le frasi di un",
lingna ': le lrasi appartengono aUa lingua non menO dei loro singoli compo_
nenti, Il fatto che in esse, e l'i!! in frenere in sintagmi d'una notevole esten_
sione, si registri una libert di dh;po,i"ione non deve essere una re-
mora a C)ul'St'amrnis.,ione: come a li"ello dei monem; si possono offrire
scelte tra due sequen.e fonematicamente distinte, nla monematicaOlCnte
equi,'alenti (anomorli), ad eS, nel caso delle coppie italiane d..,o ldebbo,
1m 11m, """,,,,do 1""''''''%'0 ecc., cos; a livello dei sintagmi si possono offrire
scclte tTa duc sequen.. monematicamente distinte, ma sintagmaticamente
equivalenti. CosI. supponendo che le due frasi seguenti si;",' da""ero <'<iui
"alenti dal punto di vista ticl signif'eato (ci sarebbe provato"" tntte le
possiLil! significaziani dell'una louero proprie dell'altra e ,'kewr>il), i
1,a/,l/i , I. 50,,/1, sePlo arrivaI;. arr;""li 1'''I,/li I. sara"nO
due Irasi in rapport" all...sintagmatico. L'esplo,"..i"ne <Iella teoria lidla.
lrase in quanto la!to di lingua appena agli inizi per qnanto riguarda il
pian" del contenuto, con indipendenti studi di T".nii're, Prieto c
P,'r quanto riguarda il piano dell'<"prcssione essa io Slata "'iluppata negli
',-
liSA dai postbloornlieldiani: cfr. ad es. HockeU 1 C '
sgg., 307 sgg. ,. Clt . pp. 199
probailc che ['applica.zione degli studi a
1 b linguc possa riocr
vare qua. c e sorpresa, nel senso che anche in lingue come l'. .
nella <Ommu"is op...-o lruirebbero di grande n"'rt'. '.tallano, che
d f .. '1' l a slntagmatica a livello
, rasc, I numero dI frasi realmente allosintagmatkh ( ,
equivalenti dal punto di vista d.,l significatn ncl a e
si ri"elcr molto meno grande dl!ll'atteso,' enso l" su elnanto)
['''1 V o, 246.
1'''1 "ni rapport" ' ..
- , assOCIatIVI m<!moriali dr Frei 194' B 6
r.'idea dci campi "--S5OCi3tivi si . 1" f' .' resson 19 3,27
nve a... ruttnosa In scmantica ai lini
d'una considerazione strutturale del 1L....,ico: 'Veisgcrber
'94
0
, '''ar:burg.lillmann 196z"56, Lyons 19
6
3.37 sgg. '9'7, '9
28
, BaIIy
. La Icona dci I"ps.. , I....g..a pu considcra""i una co .
di S. [dr_ad es. !i, Fr.ud,
.. , L: "ma pp. I-55). Dopo gli studi di Junl: a.so_
c,a""m "er"ah (e G SI d' . '" d
.. .. 'es "I .or Associalio" trad ingl L cl
'918) COnsiderate non l'iii in una pruspetth'a tal: . ,,!Il ra
fisiologieo e normale, una lolla di stndi P.icOlo;':i co,:,e fat,"
VallZ" per i lingui.t' ", ' a55lma n c-
I, SI e accumu ata in qucsta di ....zionc (dr :'Ilill L
g"", <I dt e IX .. er, au_
li"", la I l ,.". . , pp. 236-
z
5') c'mfermando ad ab....d,z,,_
on, amenla" ,ntnlZlOne ehe s. a"e,"a ereditalo d l' .
Godcl l . d a snlszc-w"kl.
, "cor a che la serle rli assoqa.zioni fondatc su meri ri_
.",,,,nln lonematlcl (O>l5eigllnl>elll_<Ii.,,, ..I_j",,,tim,,,,1 l n 1 li
"n'aggiunta degli edd' ci non' _ t .. , c gra coap.175,
SOno una :' e In eramente esalto: anche"" gli esempi
dalle degh edd., l'idea londamontale di S., ehe, come risulta
1, a ermava' Il pourra y a,'oir . ,_ _
du 51 nili ,. ' '. associa lon "mploment au nom
g c. e,"gll.",."I, ' ....I,,lioll, apprenlissage, etc et d' t
onCare. On peut avoir simple " ,au r<.>s
""'.hMillell etc. (Z02/; B d ',:"age. auditi"e", bla.. (bleu).
utilizzato da,l' dd 11 ger). Lesempla blall-dll,dblaue.. stato
. 1 e . Ile a nota a p. '74 e a p. 23
8
.
[""I La lesi di 5 stala
Il nominativo essend'l c"ntraddetta da. ]akobson, se<:ondo il qoal...
nali (Jakobso'n '''6'' 0,' easo "cro, sarebbe il primo nei paradlgrnl fioSllio-
'-',49
[''''l Il l'a I h .
dcn-- d I ragra o a lont, molteplici: una lezione del I corso sulla dlp',.
l <Il
duc lezioni del 'ee eemcnto a contesto sintagmatico (5111 59, n.
nisme d'un l'l d "", o curso e '4 gennaio 19a9) sul nesso, nel. mca-
a e angne '. d, ra.ppotti ,int gm ti . ( ".
<iati"i (" ;,,{,,;1;1'ts) (5.'[ _. . a a <, o lSeu"h'..) e asso-
'intagmi ' T . ' -73 nn. 74 c 7
6
). una lezione del I1r Corso sui
'Ii' ull'''at.. In CL(; '7"'73 89 n, l ,_
U"I . . 43
fl pnmo e ,1 secondo ea.po' ..
odd. cun .,. 'erso SUno una tlp'ca sutura ereata dagli
,,,.enu 1U parto spurii ( d'ff'
la. solita eS' I crene"", phoniques et eunceptuelles.
n, '3r). Cara agli ed.d. quanto estranea a S.: 51\1 "3 e
P , "CUra prm'emen.a sanSlluriana: tale, ad es.. la
447
, ,. o\L'S<,,i;.ti,,;.') P'" n,i dr. H":;
l,,,''"';'''''' ",I"laril,', "l'''''''
H
1""1 l. LLIl;'"" 11-",,' ,Id '"]"- i: .-d,L (';'"J ]l
";'1 I l_l 1", .. lata '" nl1 ,-,,,-;,,,,, <''1LLin"-,,.'';, di"",, in n\"'\" ,,""ai '-'l'II<"It
o
,
. ' , . .
..Ile" "" "i"l"!:'"'' "'''.'/.' ,'", """lia"(" in ",,,I ; " '0 _'l'''<";li"''' I l'aree
, __\ , .., <\l ',<'''''0\'" , l'a,,.," 'l"" ",,01,_, ,,,,t un
'l''''' ... ",m\<' 1""1"'''''' I . ' - , _. . - _ \. ,\
\
"
, . "'.," ", hd,'1lr." JI li\1f;it'rl. h"",. l:: I p,,-
, "," h'" - " -.' _. '. ' ,.,
. , '",.'" 'I " ,-in" d,, ,l ,-,dnr,- <Id
1'",,,\,,1\<, " c., "",:'" ""., .\' '... .
""\\ ,,,In .lo,]\;> ,"111\\\" " """ ,,,,l'' ,1;tI l'rotl''I!'' ,Id "li"; ",n
a Il t" h ,. ,Ia\ '''\'1'''1'1'' tra la 1"",.liL I
, ' ' . ,.,,' ,s. ,0 .,,,,. "[',NI"".' "61
"""h, 1."''1"1\,,,,:01 ltl -' - ,
,k e,'5 ,'Il'""',,I. di.\' d !lCllj" ..' .. ,
. :-;i Il'''i i".oltrt' cl", .i" l"illfi/,il ,Id c'l'" """ns.',,'" (_l e.t l.. ull l'
n1ln
l'"
W'I,,<ralt"... " eia lt' l'rin'" trt" Iraei <ld qw ,,111>,,--
et .."", j:;mtuil" ,,tiluri l" pa,.'i,'"bn'. ndlult"nn 'l" d.d
, ., If" n",n<'T,'mc' t' alt".,.l com<" sI-.
['r,.,""'ta ".",.,,,,,,' rn" ' . ' d'
.. , l,., st'n' ,'ume ,Iic"i"",o .-]'" i ""'111'\\\' s"n" ",,"'postl ,
li,' . g"' .. " . , . . . ' _.' , dire che
10I\l'",i. 0".-1,.. "" vi ,""" ""''''''',; n,,'nnl"ll'\1lotl<", eo.L
i "''l'" '"""'l'''"ti <li m"n"\\';, '" ,'i '01'''' In..
lid,,'
1"'1 l'nnll' ,Id ,,,,,,' dI'" l,'zio"i ,1<'1 ee,n,,<1" w,.o ;'-;3,
"", "",,1,
1"'1 Xdt"nliimn q'" ,Id Irm'illm" ddl,' bnl..
iatloh;l" ,li ,.h,''',''''c e di N/wr"/.' ,.1<",1<.1"/("1"";
in 'iu"<lo ad o"la dd indeLiW " c1n:'r
o
eh..
un d,'l g'enore l"l "liml'l;t\" ttnn l}(\("" rdalmr:"-lone cll"lla
cld l" Il, 13" IonI<' nl' l"';9 n l'"rla
di "''''''<"'II, .'
1'<,,"" "lIr,' c",,,[';tr,- i,,,,lIre il h'l'min,' "flirti"", (h,' l'ren."
va"..' ""n "l'l'are n,l Ill" d,,'. tulta""', c .Im.r;tment<-
"dop,',ah> dII S., in 'i",'st" ,..,,,5<.', in altri pa.'i. ". tt. e": tLG 'H
B Engkr) e !:;'-' ('So, II En!,:ler\, Il tc'rmine " dU1\'iue ,Kncan",,,tt'
,l ine.. dir<' sia nun ha adoperat" '1"":1'"'' lIk'R-
....\lisle ]<,f" 19("'.9!, n1il Hen"t'niste" nd Ilill"o qn;tn<l" dle: d,e
]leI' il sishma, n"n adop"''' .'tn,cl,,", hen.i <y'(}"''' ,-, :"["') Sta
ehe S, ill"rmint' "",lo P'" rif",t;trl,' "', realt.
cnnle lo mi IIncor meglio d" nel 1<'510 di CU:, S, pmUosto
,ki dulJlJi Sll o,'",lnlrli,,", Hon'U MIlici"". D'al\ra parle assolnlan'.ente
f"ori .trada Kukl'ltlwim l".'.'H scrinttdO di S. ce qne le
It"rs d\\ XX' rdiendrn surlonl do M tht'orie c'es'. le nlOt
dc ,/fu,I"" " terZ<1 del s..,olo rent,,"imo ,ll'IIcl,,,, si
in n10di ","110 dillocl\\; c in n'i;\lra L"n n"..gWurc rispetto al unplt'll0
di S" non n.'o 'i\\";to una (dr,
cit,).
[",i",, <la <Il<' in tutti ; <l"i ms e (id ["Le; in cui
". ". !.,.,' il d..'Sig-na se"'pre il
""". ", "i,,;', IId"p"mto ndJ'lIcce,.ionc ,america"a '. piuttosto che
"d[',,,.-.',;o,,e ddlo stToluundi5mo europeo,
i"r F..l1le .. h'l "Ono tlue le,ion; del \c',.lO corso noi
or,., n, ",1.
font; "l' ("00 Il E11l(l.'r) 1'0"''''l'i" che ,; di
"' {",,,,',,,,, (s,'pa,,,,, ."dui". ,-,'/<'cli"/J) <li cui ::>.i ,hic<lc il quel point
l'-,i.'''' ' ,-"n", <:(,)\nu'. l\1l<' el]uil'ale\1ti italialli <ldl'es"mpio degli
",hl. ,i !,''l'''i a ,r/h' in /"'n,l/v, -"/I,, in """""'1111 e. in a tLltti i f"lsi
'I<"<'h',,';li,-i e lalsi ,liminuli"; '!t'gli e"igmisli,
1"'1 rdllt;va cfr. Dali)' L't,lti" l'idal
,,,,., Zaw:tdow>ki \\'arllJurg!"tl",:ml1 ''''''-'''), ,,,G],SI.
;nuica.i"ni ili l'llnl:mn sgll".
P< L,' <".id"ra,i""i ,ldt"ullim> 1m"" dd cP" e"uo di man" degli cd,l.
l'' "". 11 Engler <' S)I II tulto il n'sto del cosi
"itid,m"nT<' delil1<'ante una s\oricill'1\t,' ddb dinamicll linguistica.
ri'l"",' !tli IIp['1\nlims ddle I".i,,,,i,
.',: La ri,'C't" ling'\\e ]""<iClll<>l(idw p ,'''ntitlu;,\" c<'"
""," '.'," il co.. fwllt" 11';( il h,l""',,. grammaticale, ('(l il f""nec".. k,,,;,o.
.. , ,'''lat" r;preso ,hl Hall,'. UI/g, XirL cit .. 1'['. \l', l'''n WaTt-
l ure. I.,' d'-/I" I",grlll il"li",,". l'i",,,",, l'. <1] sgg, wnfrunta
i",,.-c' il fm""'''l'. pi CO" l'iiI gra",ma\icalt-. 1"'1'
altri <,,,[\i ",lIa earatl<'ri<ti,a <1e'll"iw.lbn" dr, n" )1"'1f", SI'Hi" dt ..
l'i' V' .. id l"'r Ilnll "al1\llI,iol1" ,lei tenlati"i di
i" f"nzion.. rt't"ricn-ielh'''tria: le <"n<ide,a'ioni <Ii ::>. e la
di ''-''"'omi,, li\ll(\listi.. dahorolta s"Il,' ormt" di S, da danne> il
'l",.<lr.. """,i,'n l'il' l''''ClSo;t <uujj lil",I<'gi"i ri'p"ttnsi dl'i f"tti d,,; ,,,"I<'di
"C"' -"'i ddb lilll("i<ti,;t scie"tili,'a
>-'! [-""1\i dd [',lrllgraj" ""no <I",' Ji;tinlt' l",io"i de'l ..."c,nd" corso,
S,l ,n, e l".
I\'r la ,-i<cC"" su11"u,o di in ne"'" CO" gra",wai'e ". CLG
n, 116.
""I Fonti <lel parlll(Tafo ""ne> di,,'r", lez.io,,; del .ccontl" c"""" S)I '
L'L. ;31 t' Inn, Dal pllnto tli ,'i<la dd 111o\"dl) ,tudi .inlat
ti"i l,' "_'ll'i,it'ra.ioni di S. sun" <Id 'tlaimo ";l1nrc: ..s"". ril're.e anche nel
eapn"l.. o in '.IS, coll'i'w\\u oHa radice il nlet"do contonu
tist"" .intll;;;;i tradi,iollal,'. e aneh.. le sintassi
c",ici';,.'tll' sto,;,1I,', L"'siJ("Il';' di m"o\"t're in "gni anali<i .in\altic"- dal rico-
llo,..-i";"llM rlelle <:1a".i 'li in<lici illdi"i,lulI!>ili .ul pialln ridia forma dd
l'c"!'r'_";i,'ne stata ad ... ,' dII H, Sp,ng.Hans.en in Acl" d ..
1'1 l li"g .. l';Higi "n'l, pp, }'9-<)1. a p. JQo. e J. \\"h31
H9
15.
mough, LIJ"guag" A Madu" Synlh'$f.., Londra 1956, p. ]90, Cfr. De
Fr"1u./t'1J f"I<';o", d.lI'auwlJlivo ." Cr= cito Vedi an<:h" n. 219
tml Fonte una le.ione del terzo <;<lrso: 83-84 (n. 120). Nella led,me,
anwr pi che nel testo fornito dagll edd.. lo visihile l'imbarazzo di S. nel
dovete adoperare il tennine abslrail per designare proudimenti e schemi
effettivamente presenti al parlante: v. n. 70.
l"'] In qu<'Sto tipico capil",l", di sutur:L gli edd. adoperano fonti dispa-
rate: una lezione dd primo corso (S)I 61, n. ]2), due le.i<>ni, piuttosto di_
stanti, del secondo con;o (S:M 70, n. 67, e 74, n. 8]), una le.ione del terzo
corso 78, n. IOO).
Sei succcssivi capp. di questa. parte gli edd, hanno utilizzato, distri_
buendole variamente, le le.ioni del primo corso successi"" all'Introduzione
ed ai P"ncipe< de pbonologi. 55-6], nn. f), T1-]8, 25, 26, 28, 3', ]a,
35-39]. Nel disegno ultimo di S. l'analisi dei fenomeni storicoe,olntivi
oovc"a non gi seguire, ma precedere la tratta.ione sulla lang". l" ""P-'"
nn. 12, 65). Indubbiamente, se gli edd. a"essero percorso questa strada,
terza, quarta e quinta parte del CLG sarebbero state piiT attent:unente
consideratc, e la vi.ione storiciuante della lingua elaborata da S. sarebbe
ri.ultata piu chiara ai lettori. Viceversa non solo non si avuta tale cOllsi-
dera.ione, ma anche sludiosi per solito ll5.ai fini sono giunti a pen<ace
affermare che lo. seconda meta del CLG non abbia im]1'Jrtanza o nc,,,iU,
speciali: dr, Jabcrg '9]7.1]6 e A. Yacvara, SlaTia. probl.",;. d.1l11
li"C"i'tica ,o",anza, "'apoli '966, p_ 212.
1"'1 V. n.26g, All'inizio dci primo paragrafo nelle fonti ms si legge', com..
al solita, '1i",,"1 e, come al s"lito. gli edd.. contro l'intenzione di S., hanno
introdotto il tennine pha"/",,, v. n. ']1. Risale tutta agli edd. la prima
frasu del .econdo paragrafo.
ImI Po""iamo interpretare i cambiamenti spontanei. come prrn:essi
di fonemati.zazione di varianti lihere e<l i cambiamenti eombinatorii'
cOme pr""e..; di ionemati..azione di "arianti combinat"rie.
1m] Il lesto dell'edizione del '916 lo ne l'est que dano... ' ("SI A.
Englerl: a pattire dall'ed. <lei '922 sj intr"dotto qui uno sbaglio di stampa
(.ne l'est pa. dans...) che altera completamente il senso della lrase
rendendola err,m.a.
["'1 \\"anburg-Uhnann 4' rimpTover& a S, questa I...... , v. n. 86.
1'''1 Xelle fonti ms non si parla di ,ig'" ma, correttamente, di '.1''''
bol. pho"mq,,' (5:'>t 112 n. 34).
tml Sul carattere. cicco , delle e,olu.ioni fonetiche secondo S. e sune
relalh'c polemiche v. n. ]ili.
['''1 V. n. ,69.
l"') Come slato os,ervato Ilierman '93') bizaJl non genericamenta
germanico ocddentale, ma saltant" e Hochdeutsch.
450
in qu,:to la Sl:ista non. di S., poichl! neUe fonti ma (2)56 B Engler)
non S, nomIna la lingua CUI appartengono j \'ocaholi in questione.
Anche nel dal latino all'italiano (ma assai piII raramente,
oalo il "aratlere <lO.ervativo del sistema fonematico toscano) s; hanno
casi dI rottura del legame grammaticalc in parole di tradi.ione diretta:
<osi, tla diJ""''' e drm,,,sliws si hanno dll,mlc e do"",,stico (con intervento
d'"na oivergente e"ohuione di da dllclia ;" ("9'"".) duef". si
hanno doccia e M-9".dolfo.
1"'1 La formula. dilfrenCl!S phonique , come al solito, estranea ai
ms (". n. I]').
i"'l Per le fonti Y. n. 26g.
,["" Sulla concezi<>ne saussuria"a deU'analogia dr. Frei '929.27, Dela-
Cf"''' '<13.265, 'Yartburg-t:llmann ]962.60. Inoltre V. "pra u. 151 per
II nwlo che l'analogia svolge nella formazione dei snt:l.gmi: ruolo ,,"Beozia1e
&l' " ,'onlo che per S. sintagroi 8Ono non .010 le parole., ma anche
le , Ila" " .icch l'analogia la fonte <Iella creativit della lingua, la via
altra\'Crso cni la lingua genera l'insieme teoricamente infinito delle frasi.
Giustamente S. intilola. le lezioni ...lat\'e: Am,logi", p'ituip. ghl"al dr.
,,-,'aliOll' de la I""C"" (SM 57), titolo utiliZlalo dagli edd. per il ]0 paragrafo
,h questo cap.. infT" 226.
''''] Y. n. '76.
F"".l Il termin.e hm,o"'i: non sembra tra":"si nei ms (1;,0 B Engler).
_"_o e felicemente ,ntrodOJUo dagli edd. per denolare l'equilihrio
II" le d'''e...e tendenze agenti sulla lingua: ed in tale acceoi"ne stato
tll1tiHlZato tra gli altri, da A. :\Iartil'let '955, che Ue ha latto un termiue-
ch,ave della mndema <oneeoion.. strutturale della realt Iingnistica,
1"'1 Per le fonti ". n. 20.
.. ... popolare ,., ulla ,as.t!l8ima lettera.tuT:L di origine
per cui dr. Cllmann '959.91. Per le polemiche antisau5Su
di lordan, Warthurg c l:Umann v. ;'if'" n. 286. Cfr. inoltre J. Orr,
.tl ",a/ag,: papllla"., .Re,. ling. rom" '8, 1954.'29-4' e J. "endrres,
O"' "'" cl)'nlolog...1"I,q', BSL 49' i, 1953,1-19. Da ultimo riprende la
oi S. Th. Hristea, Tipu,; d lim<>1ogir popul",J, Umba
I.aman;!,., 16, '967.237-5'.
. 1'''1 Cn caso italinnn di.TC"idc, Tacco.lato a dis_ e guida,,,, e prove-
nIente in realt dallo spagnolo <sc.. ido ,traseurate2Za . Gli esami uni-
"ersilari (il che darebbe ragione alla tesi della patologicit della
'ono di..,reta fonte di etimologie popolari difficilmente
IJl[, dal docente non attento: IIn buon numero di studenti di Iilologia clas
convinto che la "",";ell ... cosi detta per la deprceahile
<hsattenzione del poeta greco (qualloq". bo,,",.. .); molti ritengono che il
51c"ijicOllf. sia la pe"",na che oice qualcosa ceC.
l"'] Etimol"ltie popolari italiane con dcforma.zioui 5"nO <,,,gioi"'. <1a
451
lE,o,.e",,) "iJJC,dari.' ['(Jl\ a ci,,;:hia; oppure l'lIl pm)
da I" ,I"b rifmire cnn Tacwstulll"nlo a
1"'1 del '9'1; il l'a.,,o (l('io .\ Eni:ler) 'nona.a; L'll,nnl,,;:(le
pOl'uluiro e.t lln l'henumi'n" elle <lnnc ccc.,; rc parol"
da t,I a dio furono ..c a dall'",hl. del '9", >enzn ,lulohi" .in
"llc lingui.'tkhc' dell'cpoc". ch" l',,rtavano a
la lin!llla co"'c "" [<'M"t" di interi,.i"lll. al1eUlw.,
l'ol'"lar; ecC. ,,!"- il n'aIe lwn.iem di S. appuntn ']uell"
e dagli edll. Il \" a l !r1ell'etilllol"l;ln l'''l'0l:lre] quel']"" cho""
qui l'a''''r p""r "\cie",:, l'mlT q""i'l"" cc ."it une
calion eXlrell",mPnt particuliere de l'anal,,!:ie. (,(PiO B Engler). Cfr.
lonl:ln-O,.r '93T.IT3 Il. 19f,'."01 n, l. \\'arthur!l'-
L'lima"" "f",".' o,mlJattono l'opin;"ne di
1"'1 l'n le ("nti ,'. n, '('9, cfr, l'co,i IQ"J."''' .\ l'. 'H
si noli la <li,cussinne ';111 terminc lwr e\li l' n. l,,9
1'''1 Il capit',!o, di l\o[n'"lc l'urigine della prule\llatica
.u""ttr'tana l''. nn, .. f, e '''71.'' 1Il\ cc'ntone di diye"e lo,;un; dci
rnn;" I lO, nn. Iotl. G9, T') tra ol1i c'mcr!:" la le"ion" 511110. 'quest,ImI
ilt"s ;<!l,ntilt's. IS)[ (,,,) rhc j(li cdtL h""n" il\ due rdc'l:"ntl" qlll la
qn,.'t;,""' ddri<!'.'l1t; diacronic'a o l;"";at\<lu ;1' CLG '50 raltr;c
tale, tldl';lI"ntita .<;ncmn;e-:\ l::;)! '!91.
tldl" stalO' del I:rc"" l'rilllil'''' i, ","PIl,;alc lwr illll,trarc
1,-, ""'KNi<llle .atb'UTiatla dtna <liMI""i" l'''' ..pC'lt\ca: un "rolin" l'arliwl:l.re,
inilialml'ntl' iaciil'l,r<'l1te'. ,j"n\l" a (al1SC nnidc'lltali, ,. 'li u""-
"'''''1'k,,,, ,Id .i,;h'I1"" 5Inlag"'"tico " mor[",intalti, <1,,1
da"ico. al cui t.,.,,,inc sta bo ,mmp"r.,,- del aut''''''"''' del
.-\l1cora "n,-, ""II" occurre' chc'
cIi ". nlla itlll'li<'u uHan" la <1',,,,,, 'isi"nt orpnil';' .1"1 lcn",lll'.'nt
en,l"ti"i: ""I., la rig"p>!'a ,r"g:tli c""l"<"i(Onc nll<lIca
dd (,tmloiamcl1l;. \' >1. ITo
["'I Il titnl" lIi ""jon<' ,Id k,t" e. a p,'trtirl' del l'l,r,
e in le all.T Irc';";-"" (I q,mlr'me ",,,-1/(. In
rpalt. .i tratt" <li appcndici alla -' c O" n tl a t e r" a part<' ""nonchli
scc,,,,t!a e t,'rzn in un primo cmn(> .tate l'cn"ate comc.tena
c lIagli pdrL ohe illlltlag;na"allo di dei ";<1'1" sn scnttura
C fonol0l:ia (("LG ;4'95) una pr;m;' .c'Cond", del ro,t", 1<> 'chcllla r1,o[
prinl" c<>,,;;o (S)l ..\ un cerl<> punt", proh;,bilment" in ne"-"" ,'on
l"arhitEttLlr" data al maleriak qUs;;Ilr;ann !l. ('51, le pagine su ",,"It-
tl1ra e fonolol(ia stale' ingiobate ne!I'T"lc"ducl;o". e t"rta ("inemlli..,l
'1ltorta (diacron;a) parte 'Mc> clivent:lle 5ccon<la c' Ina !l'h edd.
hann" lrascurato di correggNe il titol" dclle appt'llllici (cfr. S)[ H,nl.
quant" riguarda tonti tre utilizz;l1\" IC'7.ioni del
pTitno co,,;;o (5)1 Tlol.
1"'1 la ", n. 7. Soc<>ndo )Ialkiel Ihl/'al S. in". in realt, gli
452
edd.) relega In appendice il discorso sull'etimologia perch tale settore dI
rioer-ca non ha autonomia. Sul generale sl,,/m metodclogco di questo ;m-
portante ramo dell'indagine linguistica cfr. Y, ltIa1kiel, Ely"'ology "nd
G."",.,] Li"gui.Uc., In Lingll,.lie Em.y. on (Ir. Oe<:asio.. 0/111. Nlnlh !fll.r,
Co,,!:" 0/ LiOlglli.<fs, W 18, Malkiel respinge inoltre llIIche la.
proposta. di Vendryes, PotIr "'" Jlym-<>l .Iat. dt, (v. Il. 28).
(lo>J N'ella concezione linale che S. ebbe dell'ordinamento da daro ai
teoremi della. Sua linguistica, le pagine su oles lanC'ues, dovevano ,,"ere
le prime: dal punto di vista didascalico, il lettore profano (e sappiamo
ql1anto questo contasse per S., per il quale lo. lingui.tica non doveva restare
una facoenda privata di quegli spedalisti che egli, del resto, assai poco sti-
ma,,,: CLG 21_22} e sopmUutto lo studente di linguistiea (e S. fu semPie
sen.iblle agli a9petti did"ttici: ."p.a 30), )U-I2, )2rJ avrebbero cosi atto
i conti, llII2itutto, con l'accidentalit storica che domina la. vita. delle lingue.
)Io"endo da questo p"nto di S. apre quindi il suo teno e ultiml)
coesl) con le le.ioni sulla plumlit delle forme di lingua, sull'lntrecciatai
e il frantuma,."i degli idiomi nello sp,,-,io e nel tempo, s"lloro muta.l'e (o pas
dc caJ<I.cth<:s pennanents ,: SM 8'), sul loro mpporto <on accidenti storici
esterni ccc. (SM n-81, IIn. 97-troJ. Parlendo da questa visione della con_
crdezm storica il lettore e lo studente sucbbero l'o! stati condotti a pren-
dere <osdenu d'una dimensione generale dei fenomeni linguistici, e dane
.languC'l' il discorso si sanblxl spostato sulla. o langlle' (v, ."p." )20).
QUC.'Ita organizzazione della materia stata sconvolta. dagli edd. per le n-
giD1li e nei modi gi esaminati (v. n. 65J. E, C"'me risultato ultimo di tal..
la. materia che doveva aprire il CIeG finita nelle dne
puti finali.
l'er le <""tali ti Jonkhe e psicbiche <ui accenna l'ultimo cpv v. n. 42,
t"'] V, n. 29r,
["'l V. n. 29r,
Per nn eommento' al <al'. dr, Amman 1934.27]-76.
l"'J Gli atlanti linguistici si sono poi andati moltiplkando. Per uua
intTodu<o1le minuta alla o verdadern montaila de estudios de g""gr-a1fa
li!lgOf'tica, lA. AloU$o) cfr. S, PoI', La dialuioTogie, 2 voll., Lovanio '930.
Cfr. inoltre VidOll t959.44-90; Malmbe.g '966.82-107: una nuova sintesi
inlroduttiva alla materia sta preparando C. Grassi.
L'inchiest" sui palo;. rom3.lldi cui .i riferisce S. a p. "n Il Glossa;,.
d.. paloi. de /a S,,;s>o ,omud., redatto da L. Gal1chat, l. Jeanjaquet, E,
Tappolet. E. Muret, P. Aebischer, O. Keller c albi, diretto prima da Gancbat,
poi da K. laberg. La raccolta del matcriale ebbe inizio nel r899'
l'''' P"r le fonti V. n. 291,
PeT il rapporto {:inamico tra force d'interCali""" ed ,e.prlt de do--
che., cfr. Frei '929.29'.
Sul problema del mpporto tm mntamento fonetico e prretiti cfr. la-
kobson Ig{>'.239.
+53
Alla fine del primo pangmfo, emprunt de phonme o sta per l1l1eUl-
pliclI oemprunt. dellll fonti ms: ", CLG 6] D. III. .
l'H] IlI..voro di J. Schmidt del 18]2. non del 1877, data ripetuta pill.
volte in ]058, ]059 B Engler.
1"'1 Gli edd. riuti1i=o qui lezioni gU slruttate del secondo COfSQ
(SM H. n. BI) e del primo CO"" (SM 6]. n. 41). Tutta la quinta parte 11
collettore degli spezzoni non utilizzati altrovlI: v. n.291.
Sulle due prospettive, v. CLG 119 e n. 176, 128. e cfr. Ullmanu 195938
l'''] Il titolo degli L'<ld.: nella. prima edi%ione si leggeva oet la laugue
primitive l, corretto pui iu prototype o (3108 Engler). .
Queste pagine derivano dalle le:<ioni del secondo cono (SM 15) dedi-
cate aUa storia della linguistica. da Bopp ai neogrammatici, pagine riaa-
Bunte dagli edd. bel primo cap. del\'Intro<1urione (CLG 13-19).
It"J SU Pictet v. w/m> a8l1--89 e CLG 306"'7'
l''.] La fonte data dal gruppo di lezioni del primo COI'110 su LII """1uIb
oJ," vIII.", (SM 6-1-65). In esse S. annuncia per la prima vllita
il t"ma d"Ua lingua come forma pura (v. n. 45): .La writable manInl
de Se reprs<'ntor lell lments phoniques d'one langue ce n'est pu de In
considrcr cemme deo sona ayant une valeur absoloe, mais avcc une valeut
purement oppositive, ...,lathe, ngative. La langue nn dem.ande qllll la.
diffrence. nana cette conatatation, il laudrait all",. beaucoup pl\l.!l loiD
et considrer toute ""I"or de la langue comme Opp05itiVII, et noO comme
positive, absolue o (SM (,5).
Ci troviamo 'din"""i a un p1es5o di cousiderazioni antiche o: pro..,,;
bilmentc, il pii mo nucleo delle riflO5SiOlli teoriche di S'O nate in margine
all'esperienza del Mimo;'., sotto la prellllione della polemica. con Ostholf.
a contatto con la ricerca. di Kruuewski " Balldouin (295"97. ]06-08), nel
tentati,.o di costringM'e i linguisti comparatisti a t capire quel che fanno ..
1"'1 Nelle foutl TI\.'! i ofatti oSOIlO 10 ...,alt doe o: il primo e il secondo.
Il terzo nggiunto come terzo latto dagli edd. 15M 1191, mentre Il UI aaltl
pillttostO la rond.izione generale del primo e secondo.
['H] In' tutto il capitolo gli rod. mescolano la le2ione del secondo cono
augli errori della linguistica postboppiana (v. ",p... D. %98) e la lezione
introduttivu. al tableau t delle famiglie linguistiche in cui S. in!iBte SDlla
sua tesi fondamentale della accid.. storica delle sistema.eioni Ilngui-
stiehe: t Il n'y a vas dc caractres permanentll, soustraits l'action dII
temps. {SM So}.
Su lingua lo raUa in S. cfr. Amman 1934.276-77.
A p. 309 riga -4 ocognato - marito della sorella o una .vista, presente
anche nei tu$, rer .cognato _ fratellO del mnritoo (= gl'. cfr. S)(
121.
l"'] Su questo tema in S. cfr_ Amman '934. l77-&> e UIlma.Do 195],
L'obiettivo delle critiche di S_ costituito da.lla pretesa di trarre ili&-
2icro; sulle caratteri.ticbe dello t spirito o genio' d'un popolo partendo
dar:a eon.idera2ioue di f.tti fonomorfologici. :'Ifa questo non vuoi dire che
la linG0istica debba ignorare che. proprio perch radicalmente legata. alla
contingenza storica, una lingua nOn vive se nOli in nesso con nna determi_
naI... societa. immersa nel divenire storico, secondo la mi di CI.,G 104-'3,
Il rico:"lscimento del principio deU'arbitrarieU, in qoanto esclude cbe
J"organiua2ione del parlare umallo ricalchi sul piano deU'espresslone e .sul
pian,) del contenuto struttu..., lonicoacustiche o psicologico...ntologiche
"aturRIi '. prccostituite, comporta ehe nella Iiugua tutto, signi6canti a
sia ."rretto da nient'altro ehe dal .ociale. Questo trova
un limite e una condizione solalUente nella necessita di garantirc e pczpc_
tuace nd tempo le distinzioni operate sul piano dei signilicanti e dei signi-
fic?ti, rispettando insieme \'esigcn2a di creativita, e cio la possibilit di
produrre un insieme infinito. di nuovi segni al meccani.mo dell'ana_
t-"" "'lfatta visionc della 1unzionalit della lingua, dcI suo esser
,"'tale e del suo effettivo ,ive..." impone alla lingui3tica di organiuare la
S\la indagine in nllS50 da un lato con la teoria gene'ale dei segni dall'altro
CO" le ricerche Sl)Ciop1licologiche, seeondo la ct.u.sificazione abbo2zata in
CLG Epper Uon ,' fenomeno che a livello del linguaggio COmune
.ia quali6cabile Come linguistico. Il qoale possa eSSere legittimamente
"""luso da.li'orizzonte d'indaginc della linguistica schiettamcnte ...ussunana:
Sorta di faUi linguistici materia della disciplina (CLG 20-22, 4D-431
proprio misura in coi ad essa incombe il fine di ricercare la. norme
de t o u t e 5 les autres tnanifest.ations do laugage, (CLG 25), 068;a la
liugu3. che forlna del parlare. l'cr tale interpretazione v. nn. 40, 51, 56,
(,5, S3, 129,1)7, 138, 150, t67, '76,,204, U5, 226, U7, 2)r.
l''') ....nche quest'ultimo capitolo tostr'uito con 5peZZOni di le2iOllI
dispar3te del terro corso (S;1.1 80-81, Iln. 10,5. 106, 1"9).
F"'l C"me ha rivelMo dapprima R. Godei (SM 119 e 181) l'ultimo cpv
CLG oondusion des diteul1l.: altrimenti detto, non risulta dagli
"Pl'''Dli ms che S. abbia pronunziato qllesta celebre frase '" tanto meRO
risulta, o,"";amcllte, che in essa cgli scorgesse. l'idea londamentale, del
Suo insegnamento. Secondll Jsbnrg '937.u8-30 so quest'ultima frase
poggi... l'autonomia. della linguistica nella concezione saussuriana; pure,
neU'''SSI'rzione di jaberg resta, a nostro avviso, un "",rgine d'equivoco che
potrebbe anche ...,nderla accettabile, Ur:a ineqlliv""" espressione di qUllllto
del significato di obj., e dell'iotera proposiziona lina.le si
puo Iro,"are in un brano come questo di Leroy: C' infine l'allermarione
che chil:lde il C",,,. e che ne esprime in <:erto senso il 500:<:0: "il ""lo e verO
oggdto della linguatica Il la lingua in s e per s". Ci che a.
conclusione di quella lunga 1Il.,dittuione che il CO",. th U"C"i.'ique gi-
"'.ale "iene de6nito come linguistica. per eccclletUa la .t....... cosa che in
precedenza. era stata chiamata linguistica intern" in oppomione a lingui-
stica esterna... L'atten2iolle priorita.ria data. al sistema gli faceva consl
derare secondari i feaolllCOi ...temi. (Leroy .'}65.90-')')' Se tutto cib ,
45.5
COme tm br""e si dira, discotibile dal punto di vista
corretta del pensiero di S., Lcroy pienamente nel verO quando sottolinea
,la funzione programmatica che quella lrase... ha avuto nello sviluppo
delle dottrine linguistiche dell'ultimo quamntennio, (p. 9'): cio ben
vero che buona parte della llngultiea di ispiratione strutturalistica. ha
creduto che rispettare S. significasse ignorare gli squilibri del sistema, la
dinamica sincronica, i condi.ionalDellti sociali, i lenomeni evolutivi, il nesso
tra qUO$ti e le "arie contingenze storiche, tutto il ftuttuare di fenomcn1
linguistici di cui e p e T C u i la. lingua. forma. L'aggiunta deU'ultim&
frase il sigillo d'una manipolazioue editoriale .degli appunti saussurill.lli
alla quale risale in parte la rcspoosabilit dell'atteggiamento esclusivistico
dello strutturalismo, specialmente in seno alle correnti postbloomfieldiaue
negli USA.
NeUo scrivcrc l'ultima I=e, gli edd. non hanuo certamente c""ato
.,iJ,ilo: gia Godei aveva accennato al fatto che essi hanno creduto di scri-
vere cosa c.onlorme al principio di CLG 25: ,il ("et se piacer de prime
lIborde snr le terrain dc la languc et la prendre POOT nonne de toutes l""
autrcs manifestations do langage . Ma S., come si pi volte rilevato
('''l'M u. 3031, IIOn intendeva affatto sanciTe con ci un atteggiamento
esclusivistico. La. la"g.. ;, norma. e forlll8. d'ona materia estremamente
etcrogenea e composita che tutta (eLG 20_2') rientra. nel legittimo dominio
della studio lin/{nistic.o. La. langu." dunque, ebj.1 specifico de11:l. lingui-
stica. non gia nel senso volgare di ,Gegcnstand. (Lommcl), di ,cosa
ni..a ncl senso di principio ordinatore delle conoscenze Iinl:uistiche (v. n. 40).
,Reveuon. au pian. Repreudons ce terme: lu laNglleS. n'a la.
tudier que le produit sodal, la langue, Mais ee produit sodal se manifeste
par une grande divcrsit dc Iangues (objct concret est donc ce prodult
sodal dpos dan. le cerveau de cbacuu). Mais ce qoi est donn, ce lIOnt
I.. langues. Il faot d'abord tudier les langues, une diversitl! delango...
Par observation de """ langu.", Or! tirera ce qui est IlnivelSe1. il aura a10ra
devant lui un enscmhle d'a!><tractions; ce sera l" Iangue, o noUS tudierons
ce qui .'observe dans les di!frentes langues, En troisime lieu, il restera
ll. s'occuper de l'individu. E"cution a une importaute, mais n'est pali
eSllentieUe. Il ne faut P"" dans tude phnomne genra.l et mca-
nisme d'e"cution individue!!e. (.P7-,P9 B Engler). Dalle molteplici lingne,
strumenti elaborati da corpi socia.li di defiuita storicitlo., al riconoscimento
""petti universali della tN:nica linguistica, considerata, al di l deUa
sua disp:uitlo. 'uper/iciclle" nella sua, nnit profonde t (CLG qo), al1&
rinnovata del eOt excutif. (CLG 30), dell'individuale
,excotion.: questo l"Umweg che S. propone alla linguistica.
456
SCRITTI CITATI IX FOR\IA ABBREVIATA
p.". altre in particolan! di scritti di S., v, mp."
nota " 'Nell'e1enco sono usate lo seguenti sigle di riviste: AI.' .Acta Iin.
guistie". BSL Bulletin de la Soeit de' linguistique de Parn" CFS
Cahil.'I'S 'Feroinand de Saussure 0, IF Indogermanisehe
lPS loumal de psrc<>logie normal.. et pathologique., KZ Zatsehrift
mr vergleiehcnde Sprachforschung., Lg .1..a.nl:'.'age., Nph. Neophilologus.,
PBB Paul und Braune's Beitr:lge Geschu;hte d.". deutr'ben Sprache
und Litcratur', TeLe. Travaux du Cerci.. linguistique de copenbaguo
TCLP .Travaux du Cerci.. linguistique de Frague., \'1" luy-
koznanijo.., VR I Vox Romanica., W Word., ZRPh Zeltschnft lllf
rowa.nische Philologie"
\. L Abaev, L;"pslileshij mode'"izm hah d.g.. ,,,""izl1Cij,, "a"k;" jazyhe.
\"10. 14:], 1965'''''-43
N. Abbagnano, Dizitml<';O di filosofia, Torino 1961
E..-\begg. ree. a CLG' Wissen und Leben. lo ago '9"3.9,g-2<>
D..-\bercrolllbie. EI ehl< of G...""al PhotlZli<s, Edimbulgo 1967
Th. Absil. SJ>1'ac1le , d Rede. Z.. de Sa..ss,,,"'s AlIg....einer Sprachwj';Im'
<cbjl., Npb IO, '86-93
1 de Ajuriaguerra, Sp..<h Diso,d"" in CMltlhood, in Brain l'"n<lu", 1966.
"7-3
W. S. Allen, Zero ,,"" Pa"j"i, iIn<lian Linguistica. ,6, 19S5.106-I3
A..\Ionso, F,6laco " la ed;citho esPai,ola, in F, d. S., CUTS". d. U"gii;slic..
g'''..al, Bllenos Aires l<J45. pp. 7-Jo
D. .--\Ionso, P""da esp""o/a.A"s"yO <k mllodos y Il,,,i/es oslilfs/icos, ,& ed"
)Ia<1rid \95, 2& ivi '1952 .
H. Ammann, l(,ili..M Wii,digu"g e".ic" H"uplgeda"he" VOlI F. d_ S .
Grundj'llge.. d"" Sp.adunsse,..chaf/., IF 52. 19J4.261-81
H..-\mmanll, rt!C. a F. d. S., Cr,mdf,,,g.., d.. allgem. Sp,,,chwissens,, IF
52, 19J4.304
K Ammel, Ei..juMunc i .. d'" Sprl1C"wi"onsdrajl, Halle o.. S, 1958
L. Antal, Questio..... aj lITe""i"g, L'Aja 1963
K. O. Apel. Dield d.. Sp,l1Che in deT Tradlio" du Il,,,,,,,,,;s,,,us va" D""le
/,;s Vi"" (. Archi\" f. Hegriffgescb. VHI), Bonn '963
H. Arens, Sp'orh:L-i<', ..sch"/I. De. Ca,,!, iht.. E"tu,idlu"g t'o" det .'!lItike
bis <... C'Ce""""I, Mono.oo '955
le Baldinger, Diii Smsa,u,logk V.", ..&h ,i".. Ob"blizks (. Akad.
dee Wl...,,,,,. re Bet1in. VortrAge und Scbrmen. Heft 61). Berli!,o
1957
Ch. BallI', in. loumal de Gen/we. 1S. III. 1908 (= FdS .lZ-3J)
Ch. BallI', T,oiU <k sly/istique fran,ai, 2 voli., Heidclberg '90<)
Cb. BallI', in .La 5Crnainc littraire., looo, l mar. '9'J 51-57)
Ch. BallI', F. th Sau"".. des /udes./inguisliq"... L,t'o" d'o..,'.,_
tUte d.. cou'" <le c/n/rl2k, I"" le "3 ocl. 1913, Ginevra 1913
(= U la..gage <I la aie, 3& ed.. Gine\'IIl '952, p!'. 147.60)
459
Cb. Bally, La"g". 01 pa'ok, Jl's 23, 1926.693-701
Ch. Bally, ap. 1I1athesius T933
Cb. Bally. Synch>olti. et diach>o"it", VR 2, 1937.345-52
Ch. Ba.Uy, Q..' I-CO q..'.." .ig"d, JPs 36, 1939.161'74
Ch. Bally, L'a,bil,ai.. d.. iiig". Va..,.t iiiXnijicaliOlI, Le lranais mo-
derne, 8, '94"93-206
Ch. Bally. S'I' la moliv"li"" d." sig''''; li"guiiiliq""., BSL 41, 194.75-88
(= Li"X"i'liq". x'n""I. eI li"guiiiliq... f,,,nfai , 'l" ed., Bema 1944.
197-2 '2)
Cb. Bally, v, V, Martin
W. Belardi, Elo",enli d. fOllOwgia gen.'aIG., Roma 1959
E, llenveniste, NIJJ"ro d" .iC'" liltg"i.Uq"", AL I, '939.23-29 {= 'g66."9
55'
E. Bcnveniste, Tenda"e ,'..n/eli "" 1i1'IiUi.liqru X'n',al., JPs 47-51,
'954.'3-45
E, Benvenllte, SI,,,,,/ I ... li"pi.liq"", in S.m cl "".X" dI' lerme ,.I,ue-.
l''... da'" I.. ci Geii /""""i".. 01 .ociale., a eli"": di R. Bastide, L'Aja
'962 [trad. itaI., U.i o .il:"ijiCQU lkll.,mi". ,sl,..II,,'a l, Milano 196,5,
pp. 27-351 (= 1966.919R)
E. Bcnveniste, S"u...... ap,s ..n d.mi_.uclo, CFS 'lO, 1963,7-'1 (= 1966.
3a'45)
E. Benvcniste, Doe..",.nl. po.. , l'lli.tai.. /. q""Iq"". nolia.... "".." ......
n.s, ,hmi. et prlsnll's pa, E. B., CFS 21,
E. Ilenveniste 1964 = Saussure L.U, 91, 126, 129'30
E. Bcnveniste, Fmiinand d. S"""..r. l l'E""I. /.. .. Et"d.., ,Ecolo
Pratique des Hautes Et. IV' sect. Annuaire 1964.65'
E. Benveniste, P,ob18....s d. linxui./iq"" X...lro>k, Parigi 1966
H, Bim1>aum, F. d. S. ocl> de" .p.4kv"...skAp.... Till roo-drsj../li
kd av ha... folkl, 'Filo!. medddande f. Ryska inst. v, ,5tockho1mS
h<igskola t I, 1957.7-10 (Iitogr.)
L. BloOlnfic1d, ree. a Sapir, Languag., ClassicaI ....kly' 15, Ia,14a'4l
L. Bloomfidd, ree. a CLG, .Modem Language JOllmaIl 8, 192.317-19
(= CFS 21, 196. 133.35)
L. Bloomldd, A Sol of PO;(,do>k.foJ' 1Jr.. Sci..."" of LIJ"ll"ago, Lg a, '9.6.153.
'.
Lo Bloomfield, LlJnxuog., New York 1933
T. Bolem, T'a storia. linXuaggio, AIOna 1949
T. Bolo11i, p." ..n" .Ioria de/la ,ic."ca li..g.. i.tica, Napoli '')1>5
D. L. Dolinger, T". Sign i. noI ;l'bil.a,y, I Boletin del lnstituto Caro y
Cuervo., 5,
W, Borgeaud. W. Br<:ker, J. Lohmann, D. la ..<>I.... d.. '''XIU, AL 3, 194'.
43
a
4"3
0
C. H. BoIgstl"Om, no T",,"niq"" of Li"xuislic D.scriPli"'ss, AL 5. 1945.
49"'14
C. H. &rgstrOm, 1nnfori"c i Sp'ocvidenskaP, 3' ed" Oslo-Ilergen-Lund
1963
460
B. Bollldon. ree, a CLG Re"ue philO5Ophiqua '. gano. 1917.91>-96
1"4i" F""ction. III: Sp.",,,, Larrg..aco "nd Commu.. icali,"", ed. E, C. CM_
terette, Los AlIgeles 1966
M. BreaI, Le Tempo, 25 febbl. 1913 = FdS 49-50
F. Bresson, La .icnificalion, in Pro/>U..... do p.ycl>0Iingui5liq..o, Parigi '963,
pp. 9'45
W. Brlleker, Ob.. dio P,i"tipion ..n." aI1X."'ei".. G.arnmatik, ZRPh 6),
1943.367.83
W. BIl:\cker, J. Lohmallll, l'om W...... d.. iip'adlich,.,. Z.ic,,"ns, t Lexis'
l. 1948.<t.j.-33
y, Brllnda!, Lingui.liq... I,..d,,'ak-, in l:.'wsis ao Ungu ...liqu. g,na"lo, Co
penhagen 1943
R. A. Bud,gov. 1:r ido.ii jarykon".nija (So'''1'''' i .o"1'...ia"i.lvo). Mosca
1954
K. Bbler, Dio Ariam<>lik d." Sp,achwienhafl, ,Kantstudien t 38,
1933 19--go
IL Bilhler, Spr"ehth.",.... Di. Darsf.lI..nxsf"nklion de, SP'(I&Jr.., Jena 1934
A. Burger, Phonbnatiq"o .1 dilJCJr.roni. A propo. d. la palalali.ation /.s
co".o"n ,om"", CFS 13, 1955.19-33
A. BUlgel, Sig"ificalion 1 dII '''ffix, <'''ba/ fr""",,'s _,_, CFS ,8.
196 1.5-15
E. L. Dumet. S" F. do, in Diction""i.. "i.loriqUt! el biacropMq'" d. la
Sui, Neuchatel 1930, 6 ...oll.
E. Duyssens, 1.4 "al".. d...iX"' /illg..iiiliq..., AL a, 1940-41.83.86
E. R<lY5.ells, L.. 1;"Il"i.liq.... rh F. d. S .. , Re...ue de. langnes vivan
tcs t, 46'55
E. Buyssens, Mise a" poinl d. q".lq".. "olio,,' fa'ldoJm... lal.. d. la pho"o-
IClii CFS 8, 1949.37.60
E. Burssens, DoXm. ou lilw xom."l. CFS IO, ")5'.47-50
E. Buyssens, L. sl."el"MI;...," et I",mlrai.. d" sip,., in OmaCi.. lui A/.
Gra'" = Studii Ceteeb'lri Lingvistice. II. 1960.403-16
E. Burssens, LiC"" /i"C"'>liq"., ,Re...ue beIge de pbilologio et d'bistoire I
3
8
, 1960.705'17
E. Huysscns, O'igin. d. la /i"l<"i<li-'lu, d. S""""", CFS !8, 1961.r7-33
J. B. Carroll, Th. SllIdy of L"np,ag. A S..mq of Li..g.. i,/ics a..d Re/al.d
Di.cip/;".. in America, Cambridge. Mass'O 1953
E, Cassirer, Sfr"el..rali.... i" M'od.", L"ngui,/ics, W l, 1945.99'120
D. Catala,lI Mcnllde. Pidal. La ,5<".1" linC'i/Mic" ..panola y ." ctn1cop&idn
dd 1'"I:IIa1''' Madrid 1955
N Chomsky, C"rrenl Is....s in L"ng"i.tic n,.o,y. in J. A. Fodor, J. J.
Kat., TJr.. 51"..1".. cf i" Phi/osophy of La"cu"lf',
Clills, N. J'O 1<)64
N. ChOlllSky, Carl..i"n U"gui.lic. A Chapler in l,," Hi./a,,!/ of Pali,"",,-
lislic Th,,,,ghl, New York 1966
1". E. Chtistensen, 0" Ih. N"I.... of A Philo.opJr.ical Auly.i.,
Copenhagen 1961
461
A. S: ukobava. jazyka ka-k prU1fll!Ul jazykont ....ij"'. Mosca 1959
A. Cikobava. J( oop.o,.. " pl4tjlJlJ. rtutJmj.....wrnnlJ..""j li"/ivi"iki, VJa 15 : 1.
1956.15,61
M. C<Jhen, l'o o<.ioloc d .. la"f:IJC Parigi 1956
B. Collioder. L"'utlek nd pho""IoCi.", ..... fil Ile/M du 'l' Congr. iot. t
li"C"i,'ies.I936. Copeohagen 1938. J22,z7
B. Collioder, Lu o.iCi"M dII MN<dIl.<>1lmM, Acta Societatis lingoi.tcae
Uppsaliensis n. 8. I, '962.1-15
E. Cosenu. Sineronl.., di!Kroni.. hislori.., Montevideo 1958
E. Co.eriD. del '.ngu"j. y lingUlsfi&t1. genQ'al. Ci..eo tsll#lio Madrid
1962
B. Cr""'e, SIIUIJ MIII'" 1'lIffi<.io dolI.. lingllistiu<, 'Quaderni della Critica. o
6, 1946,33-37 (= Lmllu di po.li, Bari 1950, pp. 247-5')
J. E. David, Gazetto do Lausano., l. 25 febbr. '9r3 (= FdS 35-39)
H. Delaclo,x. ., la pen.k. 2- ed., Parigi 1930
De Mauro, Sludi ilaliaoi di filo$ofi", dd/i"gll"'ffgio (I945-55), Rass. di filo-
sofia., 4, '955,3'-29
Dc Mauro, [>lI,odlltio".../I.. su'....,"'... 1_ ed.. Bari 191'i5 (2& ivi '966i
De Mauro, EU"'i" il Lingua e aBle. 2. 1967.131-51
G. Derossi, S.g"o 1 1I..... I."g..islici nd pen,iero di F. d. S. Tr1este 1965
G. Devoto, U"" "01" di U"!!";.I;,,,, g.o.."I La Cultura. 7, 1925.2.p--I9
G. Devoto. [ fond"",.nli bll" .to.ia lingul'lico. Firenze 1951
E, Didh, 1'ad4",.kum .l.. Phondill, Pho...Iih. G, .."dl"!!.,, fiir .l.., wi.-
",.h"ftlich .. 114 p.alllisch. Stlii..", der Sp,ad... , unter Mit>'irkung
von R. Brunner. Berna 1950
'V. Doroszew.ki. ,L.. nc el pMa/". (U.." P"gt! d.lhi.loi, .l.. idln
"iTales '" Un!!l4isliq ), .Othitka z prnc lilolog." 45. 1930.48;;-97
W. Doroszew.ki, Sociologi 1 lincui.liq... (D,uhh.l", et de Sa.....".-). in
.l.. 3" ConC'" i"leTnat. tk li"gui.te,. C...ft,. 35-29 aOl,1 I93I, Pa-
nf(1 1933. '46-48
W. Doro.,o",,,ki. QII"/q".. 'M'O.qlUs su, I.. appatl. de 14 ti la
Jjncui.liqll.: D..,khei>l' ti F. .l" Sal"'-,,,,,. JPs 30. 1933.82-9I
W. L1""1"'01",,,. r;ng"i.liq... el le. t/..d.. d. Ciog.apM"
d'lIirclat.,11I P,or:e.di"c' <'f V[II [nt. CO"!!" Ling., 0.10 1958. sgg.
H. Duchosal. L., Ceno""i, dlilo.... N"t d .o"on,its s..' IIn Iingul.l. d. gi-
ni.: F. d. 5 .. "Tribune do Gen;'''e. 27 dico 19.50
X. Ege, Le .icn. linIJ"isliq... ..I a'bi/'''i. TeLe 5, (= R.th.",ho.
Irucl...al.. I949. [IIltn'<lJ/i",IS da", I. diblll glo'/ihnalique ..
l'occa.;o" dII ci"Q"'l"twai.. d .11. La..", !ljtl""l.v. Copenhag;'n).
R. EISlor" ..ch d phil""ophisth." Btg'ijf.
b.a,b"I'( 40 ed., Derlino I927
J. ElIi . in Z.i'h." "".l Syst,,'" I. 48
1(. Englc'r. CLC ,,,,d 5M: eill' lIriti.ell. A"'Cab. d CO".. J. linCuisliqlf.
gh":.,,I. I, "Krntylo 4. '959."9"3'
n. Englel. TMo'i"i ..'liq,,. d'"" p'i"cip. ,"..,,;;.,,: l'Moilrair< dII ''-1'''.,
("FS ''l. '9[,'.5.66
462
R. Engler. Comp/,n.n/. oll...l>ilr..i'. CFS 21, 1964.25-31
R Engler, R.lfUJJ'Il"ts SIIr S., .on ..... , ... t.,....,..ologi CFS 22. 1966.
35-4
E. Favle, Alloc..lio.. dt lI-f. E. F. p.,mond. la st..nu dIO '47 Rv,jer l'9I:J,
in t BDUdin de la Socit d'bistoire et d'ar<;bologie' de Genve 0, 3:8,
'913,342"'16 = FdS 27-34
FdS (= FQ'd;n"nd tk 5"...."'.. (r8:i7-I913). ed. fuori comm. I. ed. Gine.
vra 1915. 2&, ivi 1962)
J. R. Firtb. TIol Word t PhonnnlJI, Le mllltre phontiqu.. , apr.-giu. 1934.
44-46
J. R. Firth. Th TedTtlilJU8 of S.",,,,,/ics, TransactiOIl9 of th.. PIlologlcal
Society 1935, pp. 36-72
J. R. Firth, L;"gwi,'ie An"ly.i ..nd Tr.."./,,''',", in Frw Rom"" jll1<ob.otO.
E....y. "" III. Occasi"" of Hi. Si",/;.11o Bi,lhd"y, L'Aja 1956, pp. '33-39
E. FisclTer JlIrgenseR, o.. filo D'fi"ili"" of Plton....il: C"legori's O" .. Disfri_
'mlim" Basi AL 7. 1952.8-39 .
:'0.(. Fleury, Nole 1 doe..",."I. '"' F. d. S. (r880-I89I), ,Ecole Pratique
de.. Hautes Etudes. IV ""dion. Annuair.. 1964-65', 1965.35.67
I. F6nagy. 0I>er di. Ei6",,,,t .l...p'lUhlich8tl Zo;chens (B"",h.."C'" ....
.." all.n St'''lfr"g.), Lingua o 6.1956-57.67-88
I. F6nagy. in Z.ich." I,nd Sy" ..... 1.52
H. Frei, L" c."m",alre <s fa..lts, P:Irigi-Ginovm-Londra 1919
H. Frei. Q..'..,-tc. qu'un dieIiOl.""i." d. ph,....., CFS I. 1941-43-56
H. Frei, RlJmljiealio" d.. sipu .l..". ,,, mi",o;re, CFS 1.
H. Frei. Nole .". 1""<>1y d sy"'ogmes, W 4. I!H8.65-70
H. Frei. LIJ linguj.Jique .......' ..r ....... li G."hJ. depili. 1939. AL 5, 1945-
49.54-56
H. Flei. Z'ro. <"idt el "Q'",il/mi. Zeits<:brift f. Phonetik, 4, 1950.161-91
H. Frei. S"....s..,. "0,,1,. Sa.." ....?, CFS 9, 1950,7-28
H. Frei, ree. a V. Brndal. Thoo,i. d8S p._po.iIi""s. ln/rod",;/ioll U". sO_
'nanliq... rat'o"ell., trad. pal P. N...."_t. Copcnhagen '950, CFS '3.
1955,45'50
H. Flei, La"!!". pa.ol.", diffi..nci<1lio". JPs 45. 195.1.137-57
H. Frei. Crit"'" tk d/limitol;o", W IO. 1954"36-45
H. F,ei, reco Il UllOlann, Pri"c;pl. CFS 13. 1955.5<>--UI
H. FIe!. D . CFS 18, 1961.35-5'
O. Funke. I",,". 5pr4'hfo.m .. ..... Ei"f"h""'B i" A. Ma'/y'. Sp,,,,,hp"iw
Rekhenberg l. B. 1924
G. VOl> der Gabelentz. Di.Sp,ocllw'ssc"",ha/f, ilo.. A';fgal>",. Mdlood." u>td
bisb'ig.n E,c.bnis'e, Lipsia I8gI
A. H. GaTdine<. Tio. Tbo'.v of Spud and Lo"g,,,,ge, 1& ed.. Londra T932
(rist. O"ford 1951. (960)
.-\. H. Gardinff. Th. Di.Ji.. Sp..ch' IJnd. '. in Alfi dd 3.
Cc,,!!r. i.II""OI. di /ing.. i./i, Firenzo 1935. pp. 345-53
.-\. H. Gardiner. D. 5a"""'.5 An"ly.i< of tho igOle I;"gui.liq". AL 4,
1944 107- IO
463
E. GllI'Toni, J"ITodruio". a Il Ci,l;ak li"gui$l;co di P'..g... Le Ii dtl Z9.
Milano 1966. pp. u-18
P. L. Garvin, R./.,."II../ Adjusl.m'''1 .."d Li"C""No 51'''<111'', AL 'I. l'lH.
53-60
R. Gauthiot, in Bulletin dc l'Assc><:iation de> et anciell.!l dc
l'Ecole Pmtique dcs Hauk J::":tudes, '9'4.49'55 '" Fd5 87-95
L. Gauticr, La /i"C"i.'iqU4 c''''.al4 d. F. d. 5... Gazette de Lausanne'
r] ago '9'6
L. Gcsehiere, P/.. idoy" 1'0'" la 1....b.,UI. Nph '1S, '96,.2"37
L. Gcschiere. La .1.."C.... ': co"da"",alio" 01< ..... Nph 46, 1962.2'-10
A. Gill, LJ di;H"'/I"" ",!t. IcIllg....1 p",o/e ." .....a"'lq... hl'lMi'l'u. in
SI#di ;" Ro",,,,,," PIJi/O/DCY "mi Fmuh Lil.'r>tu,. p,u.,,/.d la fohN
O". '953. pp. 90-'01
H. Gippcr. B""51ei". "" SP'ai:lJinhal'./o...h''''I. N...... Sp'""hb./,ach_
hl", ,,,, Au.'"".." ",il G.i" .... lfM Nalurwi$"".<h"/'. DUsseidorl 1963
H. Glinl. G"'hi.hl. und K,ilik dt, L.h,. 00" d." Sa/.gli.d.... i" d" d..d.
..""" C,a",,,,alik. Berna '947
R. Godei. eh. B411y. CFs 6.
R. GodeI. ree. a S. Ullmann. P"ci. h "",anliq"./.a"f., CFS l'. '953'49-50
R. Godei, La '1....1,,,,, d "c"" .h", .... 'FS Il, '953'3'-4' .
R. Gode!. ree. a A. Martinet, Etonom" de. chang. phrmll" CFS t'I, 195
6
.56-59
R. Godei. NOllv.allx do,,,,,,,."I. .a.......i.".: t edi... E. COMI,,"ti...
CFS '6.
R. Godei. [nv'''I.. dts ''''',,"rils tk F. d. 5. ....is Il l.. Bibl.. 1'1lb1. d
.. nio. d. G'n.v. CFS '7. '960.5-11
R. Godci. 1.'1'014 ...u....,;."n. de G."hl', in T,et<ds in E...op."" .."d A......
,i",,, Li"Guisti(' r910-1960. a cura di C. }iohrma.nn. A. So[llIl'ledeit,
J. Whatm.ough, Ut.recht-Anversa. '96" pp. 294-99
R. Godei, D. la lhori. du siG'" ....x ''''''''''' d" .y.t"'., CFS 22, 1<)66.S3-68
Z. Gombocz, ree. a F. d. S" CLG. Magyar Nyelv, 2', '925'4"3
M. Grammont. rce. a CLG Revue de. langues romancs". S'l. 19'7.402-10
:\1. Grammont. T.ai!t d, pbo"'liq" l' cd" Parigi '933. 2' ed., ivi 1939
AL Graur. in Z.i,;h.., ,,,,d 5)"'1'''' 1.59
A. Grlgo;re. reco Il eLG. Revue !>clge de philol. et d'hid." t9
2
3.
10
7-o
8
A. J. CrcOma. I.acl..../;# d .. sa....",i.",. Le frana.is moderne. 24. 1956.
'9'-
20
3
l'. Cuberina, La ....1"01/ .."dio-t'i,,,tll l'''tluro.global. et '!' ;'''plitrdio''.
d..", l'...,,ill''''''e></ d. la l'hotllliq.... Studia romani,,, et angU,.. Za-
gl'3biensia. Il. 1961.3-2o
G. Guillaume. L .. lane"" ' tll. ,", ../..11. pu .. " .y.I......' Cahien de
linguistique de l'Un;velliitl dc Qubec '. " Qucbee '952
P. Glliraud, 1'I'ublnJt / "'/hcdes d. la .Ialisli'!... /l''',.,..,,q.... Dordrecbt
1959
P. Gllil'3ud, L.. s.",.."tic... Milallo .<)66 (trad. it. di L.....m.."liq..... Parigi
19551
H. Gi\ntert. G,"",J/rog." d.. Sp'adwi...n../, ../I, Lipoia 19
2
5
%4
W. Ha.... Z ..o ,n Li"gui.ti. D4S.riPlio.., in 5/ruliis itl Li"g"is/i. A ""I)'.;.,
Odord '957. pp. 33-53
Z. S. Harrlo, ree. a Trnhetzlroy 1939. Lg "7, '941.345.49
P. Hartma.nn. Di. Sp,tU". aI. Fa,.".. L'Aji< 1959
P. Hartlrul.lln, TMor;. d", G"'''''''''lk, L'Ala '963
Sh. Hatiori, S4"""" no 1""1: .... lo G."cokal.i<elsw Genga Kenky o 32,
'957. 1-42
A. G. Haudricnurt. A.. G. Juilland, E.,..i pou, ..n. kislei" strucll,."l. dw
/,an,ais. Parigi 1949 (con prei. dl A. Martinet. pp. IX-XIV)
L. Havet. ree. a /I-f!l<Jnges d. Ii..glti./i'l.... off.ri. l M. F. d. S., Jo"rnal de
Gcnh'c, 16-23 n"v.. ,g08 (v. Fa-vre 19'3)
L. Heilmann, blt.od"lOII4, in Jakobs"n 1966.v'I-XXV
S. Heinimann, F. d. Sau..""., Co"....< <l. Jj"C. gn.' in n....r Sichl. lRPh
75.
G. Herdan, UJnll"ag. as Chei ""d Ch.." ... Gra':'ingen 1956
G. Hcrdan. 'l'" Aava....'" 1. "tory 07 L.....guog. a....."0... ana Chan..., Ber_
lino '966
H, Herman. Ice." F. d. S" G-T"nd/,ag..n d., SpracAwi...n,., trad. H. 1.<>mmel.
Philologische Wochenschrilt. 51, 193'.1388"390
K Hefman, Di. An/ii"g. <l... ",,,,,sohli.h.,, Sp.a'h 2 voll., Praga '936-38
F. Hintle. Z..", V.,h<iJ/nis der sprtUfolie/,... Fo,,,, , .," S..b.I..", Stu_
dia linguistica. 3. t94986.,06
L. Hjelmslev, P,i"p.. d. gran"',,,i.... C.".....I., Copenhagen 1928
L. Hjelmslev, La"gu. et paru/., CFS 2. (= Hjclmslev '959. 69-
",'
L. iljelmslev, ree." B. Collinder. hl'odl<klio" j .prdku.I.".kap....
'94', AL 4. 1944.'4-4' .
L. Hjclmslc\", P,ol.go....n.. lo a Th.o,y 0/ l.<J"guog. trad. dal dan.
".."dIMgg.Is Festskrift udgivet o.l Kobenhavns Un,_
"ersitet i anledning lU Universitcts Aarsfest. November r943, pp. 3-
'33: l' cd. ing!., trad. F. 1- Whitficld, Memoir 7 01 .Internat. Journal
of Amerie"" Linguistics . Baltimora '9531, 2' ed., Madisoo 1961
L. Hjelm.lev. S,,,,C/,,raI A"aly.i' <>1 Long"..g., ,Studia. linguistica. I,
'947'&<}-78 (= Hjelm.lev '959.27-35)
L. Hjelmslev, Mtlod "",khlrnogo .." ..Iiza " Ungvi'I;"'. AL 6, 195'.57-67
L. Hjelmslev. L" slTIJ/fficalion du lane..g., W IO, '954.,63-,88
L Hjelmolev. E...is /i"K"i;Iiq.... (TCLC 12). Copenhagen 1959 .
Ch. F Hockett, re<:. a TCLe 5. '949, <1nternationa\ Journa\ oi Amencan
Lingu;";tic 13, '952.86-99 .
I. lordan, Ein/uh"""g in di. G..chi.hI. IInd MtlJwd... d.. olllani;.ht. Sp,...,,_
" .........h../I. ill5 deutsche libertragen. erganrl lInd tcihvelse neubear_
beitet Von W. j3ahner. Berlino
G. Ipsen, Sp,,,,,"pkilo.ophie d., G.g.... warl. Berlino '930 _
H. hui, R.....I T,md. i.. }op....... Li..cu;.lics. In T"ds .n Modeno Lin.
CI<islics, '963, pp. ]8-55 ..
K. Jaberg. F ..din..nd d. S"",$W'.', Vo.I......' ... ;w.,. allf......... Sp,...h....
%5
..".tI,,>jl (o Sonntag>;blatt dt'S Bundcs o, 17/I2f'9,6.]1}O-<)5,
806,'0 =), .. Fors.hungM uHd E,lelmls", l" cd.,
Parigi-ZurigQ-Upsia '937
K. jaberg, Sp,achrlllss.",ehajlliche Fouch''''g." .md Er1eb"isse, l" ed.,'
l volI.. Zurigu 1965
R. jo.k<lboon, O hld,hosloD'';'" z"ho"u Il t<kologlek';'" kMsAoIlmd, o Casopis
pro moderol filologii I '"" = jakobson '961.1.2
n. jakoOO<ln. Qu.lI... so>ll I" milbod"" I. ",i'N" d Nn ... """'-
pl.I.1 praliq". d. la ... d'"". l''''g',, qNdco"q".?, in Premi" CDIl-
g'., 1"'''''olim,,,1 d. linguis"'. P'oposilio"', :Nimega '928. pp. 36-39 =
= ]ak<lb,,,,,n '961.3-6
R Jakob<on, R''''orqu'' su' 1''''01,,110'' pho"ologiqu. d. tJlsse co",po'" 'd
ali. do< oulr., .. ,101'<5, TCLP l. '9'9 = Jakohson
R. jakobson, PriJlpien da ","slorl,ch." PkUl'l),/ogi., TCLP 4, 193', 147.67
(trad. e rimancggian''''Ito in Troubetzkoy '949.3'5-]6) = Jal<ebson
196'.101-20
R. jakobson. La IiJlgul,lica di p,oga. La Cultura. 12, '933.633-4.
R. Jakobson, Su, la tMori. d... affiniles plro"oIogiqr>t:, .nt.. le, la"g...,. In
Acl" dI< 4' iJller"atiol1a/ de li"g"I'Io< le"" li Cop...hlS{J'" dII 2'}
"0,11 .." ," 5.p'....br. J9J6. Copenhagen 19311. pp. = Troubetz-
,\lo)" '949.35-165 = ]akobson 1962.Z34--J6
R. Jakoboon. Si,,,. ,ho. in Melaug... Clr. 8ally, Ginevra. '939. pp.
R. jakoboon, NO/6' aulooiog_aphiqlU' tU N. S. Tro,w.I,koy rOl1",,,,,,iq,,ks
par lt' l., in Troubetzkoy 1949. XV-XXIX
R. Jak"bson, ,:I" Apprai,al of A ..lh,opoJogy Tod"y,. a cura. di S. Tu,
L, C. Eiscle}'. L Rou"". C. F. Voegelin. Chicago 1953. pp. 3'0"1
R. jakobson. Trlif;l .45Puls 01 and T..'O Typ.. of Apha.<ie D"''''-
ba"ces. in R Jakobson, M_ Hallo, FlZndJ1m."roJ. of LaJllfUage. L'Aja
'956. p. 53-82
R. Jakoboon, S"g. K ..rcw.ki, CFS 1956.9-13
R. Jakob.on, Seleanl W'ili"g" J: Ph''''ological SllZdies, L'Aja 10)61
-R. Juoboon, A ..d'cche dz l'esse".. dII la"gag. in P,obll",,,. dII 1..,,-
gag., Parigi '966. pp. 22-38
R. ]akobson. S"Ggi di li"g",.li<a ge"er..k. Milano 1966
R. ]a1ooOO'on. Li",po,lan.a di J(r",,,,w.ki p.. fu sviluppo dell" liJlg"i'liC4
o Ricerche .lav;,;tiche I '9i>7 [1965]. 1-20
R. Jakobson, S. Karcevskij, N. S. Trubeckoj, in A</e$ dlZ P"'",ier Co,,!,l.
i"r.",alio"aI d. lingul.l.... < La Ha)'e, !.eiden s.... (ma '919), pp. 33'36
O. Jespersen, rcc. a CLe. o Nordisk Tidskrift lor Filo1<lgi. 6. '917.37-
4' (= J ....pe=n '933.108.15)
O. J....pe,...n. Lo"guage. ils N"lur., D.veL>p"It"/ a"d O,igin, ,a ed.. Londra
'9'z,. nst. 'ivi '949
0, Je'persctl. Ma"ki><d, Nllt'on l"divid....1 [rom a Lillg"iIlic Poi'" oj
Vi....., l" ed" 0.10 '925 (rist. Londra '946)
O. Jespersen, L'j"dio;du ,,/ la /i"/Jui"iq"., JPs 19n.j73 sgg.
(= Jespe,...n '933.II933)
466
O. jespersen, S.cW Pap,"' iII E't>glidl, F.."c1I a!ld G.r"'.....
Londra J933
0, Jespersell. SeI.ctd Wriiillgs, LondraTokyo a. d.
D. jon"". Th. P1wlteme. II. Na""'" ,,,od Vs<, Cambridge .9;50
H. F. J. Junker, Di. i..do(j_a";.,,,,. "nel die allgem""e Spraehwiss...
5<h..fl, in SI"nd ""d Aujg..bm der Spr..chun...... Feolschrft filr
Willre/m SI'eilberg, Heidclberg pp. 164
F. Kainz, P,y<:kologie de, Sp,,,,,h voll. 5: I. Gmndl"g'" der allg."""i.....
Stoccarda III. PS}'&lrologi. der
Sp'lUhvorga..g., Stoccarda 1954; V. I. Psy<lrologi. der Eincispraehm,
StoccaI"da 1965
J. R. Kantor, Ali Obili". p,ydology o[ Gt-..",,,,ar, moolllington (Ind.)
'95
1
L Kobalava. Ponologli. i,l'M'idall (Ptrnologiis ,aA'ilx.tn P. ..).
.Iberiul-ka\"k'asiuri enatmecniereba I, 14, 196489"9<)
F. l" di" P1rrmmt .... (Slr..lifiri_n(j der
Bed'''I.. ng), o S, 1960,65-7S
F. Kolmar_KuUeschitz. E'''ig. Bem..kullg.... ...", de .....,.'eoCMII Zeiclren-
..na (Slralifinm"'c d.. B.deulu"g) Phonetka> 6, '96
I
.
1
31-
6r
J. l'l. Koi'inek, EinG6 BtI,,,,,/rIuIICe.. iJb.. Sprac'" ,md Spru"'... TCLP 6,
1936.23-29
Il. Klonasser. H","dbud d.,. S"',a,;ologi J("rz' Ei,,[iJhtJlIIC .11 di. Gdi-
dlle. Problemlltik d Termill%gi. der B.tU"' g'leA... Heidelberg '952
L. Kukenbeim. E.q.. i Iri.lmq". d. la li"G"i.tiq frallf..i.. 1 d. ,15 rap-
pO'I' ae"" I.. li"pi.tiq". Cbtrak. Leiden 1962
J. von LaZ>cZitIS, Das .og""","I' 4l'i1l' Axiom der Spraclrwiss....da/l, AL
I, '939_,1;:167
J. \"on Lazicz.ius, Di. S<Mid",,,g ..g...-parol. i .. tUr in Pro
..edillg, o[ Ib. z..d [IIlem. COllgr. Pho'tWic Sci...,u 1938, GlUId 1939,
pp. 13.23
j. von Laric2ius. Ltr. d_finiliON dii. ,",01. CFS S. 194532-37
J. von Lazi<:.>:ius, der Pkr>IUlik. Berlino '961
_......... Leontev. 1. A. Bod"," de ..rl.N. i pele'burg'hj.. iRO/" rus.koj li"l-
"j'liki, YJa .0:4,
G. I.epschy. .'l,p.ui leorici di ..k""'e eo_m",i d.lla gioito/agi.. ermlemp"r..,,''',
o Ann. Scuola Nonn. Sup. di Pisa o 30, 196,,'87-267. 34. 1965. 231
2
95
G. Lepscb}', ANe...." su .l'..rbilr.. i,. d., 5ig.., l Ann. Scuola Norm. Sup.
di Pisa" 31.1962.65.102
G. Lepscby. Si"'IJgIII<Itiea linea,i/d. S. S. linguistici. 5. 1965.
21
-3
6
G. Lepschy. La linguislica .ltJlIlural. Torino 1966 (aggiorna e rifonde 1.<lp-
$Chy Igb1, Lepsr:hy '965.231 sgg.)
li. !.ereb, W.,... tU. spradlie1lnl Zeie/r6... oder Symbols, AL I,
145--6J
M. Leroy, B....dzllo Cr"". et le. /INd.5/i ..glZUIiqU'S Revoe Internat. dc
pbilosopbie. 7, 1953.342.62
M. Lercy, Profilo .torieo d.lla /"gui.lic.. modema, trad.tta!. di A. navies
467
Morpurgo, con a.gglunte e corre.tioni (L.. gt'muls cour..nls /k l.. ling"i.
sliqu' ...oa..."., Parigi-Bruxelles 1963). Bari 1965
]. Lohmann, K...I Bhl..s Drifl.s A"'i"",., AL 3.
H. Lomme!, ree. a. CLG GOtting. Gelehrt. Anzeig.
H. Lommel, ree. a. CLG Philologische Wochenschrift. r922.252-57
H. Lommel. ree. a CLG' ,Deutsche Literaturzeit . 45, "924.204-46
]. Lotz. PI.... a..d ..lio.. of No.....s Vi.1 Sp.dk, Studia linguistica.
8, 1954.82-9r
M. Lucidi. d. ,Ja.bitrai du sip. Lipo,",..a Cultura neola_
tlna.' IO, (= Lucidi 1966.47"76)
M. Lucidi, Saggi li"g..islici, Napoli 1966
J. Lyons. SITlUI..raJ S.... a'tli". A.. A ..aJysis of Pa.1 of l''. VocoJI>ulary of
Plalo, Oxford 1963
B. Malmberg. Di. Qua..lilw al< plum.tisch-phoMlogisch.. Bcgriff. E'fU a/lg
",.insp.achli<". SI"di Lund-Lipsia. 19H
B. Malmberg. SysIA.... cl m/I"od.. T.o;s /Iud.. tU Ii..guisliqu. g/"lral.,
Vetenskaps-sor;ieteten i Lund. !Hsbok., Lund 1945
B. Malmberg, TiZI f.dga.. om .priMI ysltn,h... Vetenskapssocie-
teten i Lund. rsbok . 1947.147-73
B. Malmberg, F. d. Sa".."" .1 la phonol"q"....<>dc...., CFS 12, 1954.9-28
B. Malmbe.g, Struttu.ol Li..guislics ""d H..",a" Com"'''"icaJio", Berlino_
Glttingen-Hcidelberg 1963
B. l'rlalmberg. L.s ..0"".11.< t."da..".s I la li"g"i.lique. Pa.rigi 1966
B' Syneh.o"i. cl diach.o"i., rapporlo al Xl... Co..g.i. ""I.."aJ.
d.. #nguisl.. (28 11.0111-2 ..pl.... b.e 1967). Bucarest 1967
B. :\Iandelbrot. SITUe/" .. /0".. <110 des lulu cl ,0", ....."i'''li,.... I \Vord_,
IO. 1954.1-27
J. Marouzca.u. rec. a CLG' Revue des tudes latin... I I. r922. 61-62
V. Martin, Ch. Bally, A/be.1 Sec".ha)'., CFS 6. 1947.63-67
A. Martinet. La doulJle a.I"'"lali/... U"gl<i.tiq.... TCLC 5.19"19.30-37
A. Martinet. Sirue/".al L;"II'';Slic;. in A"lhtapalagy Tod"y. A.. E"<')'c/<>-
p.di< Io",."(",,,. Chicago 1953. pp. 574-586
A. Martinet. E",,,o,,,i" ti.. <1>a"g....."1> p"""ltiq..... T.a.i/J tU phmwlogi'
dilt'hron"q" Berna 1955
A. MaItiuet. A.oilrai /i"C"isJiq"".1 do"ol. ",II:"lalio". CFS [5. 1957.105-16
A. Martlnet, EI.", ...1i di /i"li"isliea g.""al. (trad. ampliata. di EU",.nl. d.
/;"Ii"i.lique g'ntral., Parigi 19601, l" ed.. Bari r<]66 (2" iV> 19(7)
V. :"Iathe.ius. L" placo tI. /a U"g";sliq,,. fo"cliotJclie cl .1",e/"rlIl. tI""s I.
do[.lopp".d gO"trlIl tI.. J,,/k. li"lJ"i'liq..... in Aci" d.. 2' Co..g.i.
'"Jmonl. d. U..C"isl.s. G.niv. 2$-29 tu>ul 1931. Parigi 1933. pp. '45-46
G. F. Meie Ei" Blilrag .,or E.farseh""!: d Z ....a",."...hii..g. va" Sp.ar""
.",d D...k." .."d a... Efllwiekl.. ng.g'5Ct.",.i;sigk.ifOl' tUr .sprach.,
senachaftliche Zeitschrift de. Leipzig. GeseU-
srba.fts- und sprachwisscnschaftliche Reihe I 4-5, SI7 sglr.
A. Mei\let. F. d. S., BSL rS'61, I9-13.CLXI-CXXX" (= Littg"istiqlUl hi.lo-
.;q... et U"g. g'../ral., II. Parigi r936. pp. I74,S4) = FdS 69-8$
468
A. rec:. a CLG, B5L 20;64. 1916.32-36
A. Memet. rec:. a CLG. Revoe critique de philologie et dbi.to;", 183, 27
geon. '9"7.49""5"
A. Meillet, lrofrodouti<m a l'llud. eompaoaliv. dcs la"i"CS ;..do_I'O/'""_
(l" ed., Parigi 19(3), S" ed.. Parigi 1937
R. Mennde2 Pidal, Orlgi".' del ..pailol, 4" ed. Ma.drid 1956
MedeauPouty, S'Ii"; (trad. di Sig".s, parigi 1960). Milano 19
6
7
P. MiclAu. L. sig... <I"slcs fo"clio....d.. la"glIg', in Z.i,h." H. Sy.tom. III.
174"'94
F. Edwa,d Sapl. et I" 'y"IIIg,,,aliq,,., CFS Il. 1963.11-30
K. MOller. C""t.ibulio" lo Ilo. D;"cH$si"" "O""""';"C oLa"gue. a"d ,Pa.a.,
TeLC 5, 1949.87-94
G. Mounin. Lu prablin<es IMo.iq.... tI. la Iradw:lio", Parigi 1963
G. La ..alio" d. cltoz A..toi... M.il/cl La Iinguistique.,
2:1, '966, "7-29
G. Hi.JQirc d./a ling"i.liqw d OI'igi.... a.. xX- siide. Parigi 1967
E. Joumal de Genhe ,,,6 febbr. 19'3 = FdS 4""48
P. A,biJ,,,;.. tJ ... lil/KUi.liq"., .Studia linguistica. x.
'947.5-10
A. Xehring. n.-P"JlJI.m of LinK"i.lic SiC'" AL 6. 19S0.I-16
G. Nencioni. /d.ali,m" ....Ii;ona .,./la se,cma tUI /inguacCio. Fire""e 1946
Niedermann, ree. a CLG Zurrhe. Zeitung " ago 1916
H. Nusge, Die Sp,achthco.i. F.i.d,i," S<Melie/s, Heideloorg 196z
C. E. Ogdeu. r. A. Riehards, n. M.a.. i"e of !tl,a"i"K. A SIHdy 0/ /r.jI ..,IfC.
Q/ LlJnguag. "po" Thaughf a..d of Sci.""" af SymhoUsm. l'ed., Londra
1923 (lO". da. cui derivano le citazioni. 1949: trad. ital., " C. di L. Pav","
lini. Milano 1966)
T. I{. Oesterreich, Di. d."Ih. PhilQ.ophl. d.. XIX. ]ah.hu"a...Is .. nd d.,
C.ge..a'tlrl (Fn.tI'ih Vb'l'UJ'g' C,.."dri.. d.. C.seh. d.. Phiws . III T.,
n" .d.). Berlino 1924
A. Olt..UWlIe, La "s"""I,a" d .... gl"i., La sernaine litt",;re' 27 mago
1910).256-S9
.-\. Ombredane. Laphasi. et J'iIlJlJa.aUa" I la p.",.....pliciJ. Parigi 19S1
Cb. E. Osgood. C""I.:rI"al Co..lrc1 i" 5."(",,,,, UHd...<la"ding a"d CrcaJi"l'
in Brai" F"ncii""
E. Otto. C......dfrag." d.. Lin,,,'stik, IF 52,1934.177-95
E. Otto, .stlI"d ,,,,d A ufgab... d.. IJllg.....i..." Sp.azhwi......cha/I. Berlino
"954
A. Pagliara. Sa...",a.i" tIi aria...rap,,,, Roma '930
A. FaglilUo. II s"if"o viv."I. Salgi s..lI.. ling"a alt.i simboli. Napoli 195
2
.-\. Pa.gliaro. La paro/a. 1;'nmlIgi" Napoli "957
H. Palmer, ...l'H,o.a,,d,,,,, al< l'.OOI.,,,s of Englislo T.achi ..g. Tokyn 19
1
4
L. R. Palme., Th. Lati" Lang"agl'. Londra '9S4
H. Pa.ul, Pritlripl." d.. . ," ed. Halle 1880 (S". da. cui le
citazioni. iv! 1920)
A. Penttill, Einig. B......k.."g." iib" di, Uul....h'idu..g """ SPtI&M """
469
Rw. in dw 4' Congyi. inlermJJionQ/ de /inflli.I... Copenhagen-
1938. pp. 157-63
J. Perrot. L .. linguist;q Parigi 1953
E. Piehon, La 1;.. F.a"". P'ObUMM.1 mithoJ... ]Ps 34,
.'
E. Pkhem. S... Iipl' U..C..istiq.... Co...plku"rd l'a.licl. do M. B""v...;st
AL 2, 1940'41.5'-52
R. Pipping. O... nt1gra c...ndlada. i F. d. S.ja,..lasni"ca. aver ali....."
vrl."dap. ,Vetenskapssodeteten i Lund. rabok. 1946.17-28
V. Pisani. SlJfJgi di .furieo. Serilti se.lli. Torino 1959
V. P"'ani, ProftkJ 'lo.,CO fllIo /I"c,,;.I;eo 'llodorno Paideia.. 21, '9
66
.
2
97-
,",
W. -Porng. D W.. nd... d.. Sp.od. ""001...... Melhod"" ..nd E'C.bllis
d """' 11 Sp.ar.hwi.nnschojl, Berna 1950
H. ]. Po!!. Phhlo",lologi. et /;nC"i.l;que, Revue ;ncrnationaie de philo-
sophie. I, 1939.354.(>;5
S. Pospelov, O lingui.lilko... n....I.,i5et,. S. KarcevskoCo. V]a 6'4. 1957...6-
" L. Prido. p.incip d, "oologi. L'Aja 1964
M. V. A. Puebla de Chaves, P,obI.ona. d. jo"'liu "pi...."lo/. La Plata 19<18
B. Quadri. A"jgoh." ""d M.'hod." tk. ono...a.siol<>gi.elr"" Fors&lr,,"C. EiHl/
",'lwi</,I""Cg..e"icktl,,;1rtJ D..rsltllunc, Bema '952
G. Redard. F. d. S. p'OI.ni.... do IO ""guisliq.... ]oumal de Gen"". 23.
2
4
nov, 1957
P.-F. Regard. Co"t.ibwlio" d l'.,..d. d p.lposifio"5 don. I<J 10..C'" du N<m-
v."u T..fu ......" Parigi 1919
H. Regnll. S""'''''lik. Filo.ofi.ka och .p.dlw"ffl-5kaplig.. gl'U1lldj.dco. iliO'"
btlyd.I..lii.all, Stoceolma I958 '
R. H. Ren!ICh. F. d. 'S.....d GOMC l'O" der GuA'I'"b. Phoneti"",. '.l. 1966.
32-41
R. H. Roblns. Alld"'l a..a ,'f.dit1Jal G,o"'..."'icol Th",.y iII E"rop., wil"
Pa.'i"..l<.r Rejer."" lo Mod.." Lillgu;.lie Do&lri"., LondlIl '95
'
R. H. Robins. G,".."I L'"C"i5I'" i" ere,,' Brilai... T930.60, in T....J. i..
Mod. Li"lf., I963. II-37.
K. ROggeI, K.iIi".. 1'<>.,"" iibe. a. S.....su.. Co..,s CMbal, ZRPh
61,
K. Rogger. ree... Sechehaye 1940, ZRPh 1941.98.r06.
K. Rogger. L""C",-p..,ol .....t dio Aktuali.i"",,,C. ZRPh. 70, -I954.34
I
-75,
]. Ronjat, L. Co..... do li"CVi.tiq... d. F_d.S. ,]oumal de Genve. 26
giu. I9l/;.
A. Ro..tti. L ...0.1. Esq..i ... du... Ihlo'i. 20 ed. Copenhagen.
Bucarest '947
A. Rosettl. Su. I<J IMo.ie d. I" 5y/lobe. L'Aja 19.'i9
L. Rooiello. Lo .....0..1iC ...od"",, l'opero di s. Ullma,,". v. Uilmann

L RosieUo, SI,utlu,a. ,,",o ju...io.. ; dr/I,. lillgu... Firenze '966
470
]. Rudhardt. RlflOJrioll3 philosop"iqua a l'oaariOIl d .... ex..cice do l.adlU'-
liOJ<, CFS 21. 1964.55--85.
L. V. Sl:e-rba. RlI-lIs!lI' g/tU"i. o bi..IrJ."nom .. ...ntJ'" o.Inol...ii.
Pietroburgo 1912
L. V. SCerba. I. A. Bodu... <Lo Cou.Im",y i j.go ....."l....... v n..uk. o j<Ujke,
In hb.OIlIl.... abo.ly l'D r""ko...u j<>ryko<. Mosca 1957. pp. 85-96
A. Schafl. Sp.ru:u ,,"d Erke,,,,I ..is (tn.d. di I.rili .. po....."..i Varsa.via
1964). Vienna 1964
A. Schall. l ..t.odwiolUl ali" s....,,"I;,;a (dalla trad. ingl. di WsI'P do 'Ilma..lyki,
Varsa.via 19(0), Roma 196;;
W. Schmidt, Loxikalisd. ,,"d okt..ellc Bedml""g. Eill B.iI,ag ...... T".ori.
d.r lI'orlbodo,"UIlC, Berlino 1963
H. G. Schogt. Baud""i.. d. Co..rt.m"y ooia P"DllOlogical A ..aly.is. ,La III'
guistique.
H. Schuchardt. 1"e(:. a CLG Litero.turblatt lUI gennanische und roma-
nis<:he Philologie. 38,I9I7.1--g (= n..Co 5e"..(;/uJ.dI-B .,ner .. cura. di L.
Spitzer. l0 ed. Hall.. 1922. 2" ivi 1928. pp. '3'. 318-20. 32'1-3. 408-00},
4"-12. 418. 420. 434)
A. Sech..haye. Prog.amml' ti mitlrod.. a. /" lillC!'istiq... fMMiqus. P5YC"""
IDCi. dI' 10."1:011', Parigi-LipsiaGincvra 1<}O8.
A. S..ch..haye. u.s 1'.01>11"''''' iLI [a Ia..gu. " la lu",in. d' ..... lbiori. "o.wllll.!,
Rev. Philos. o 84. 1911.1-3.
A. Sechehaye, L'",oIo C"lt1Joi.. a. li..guisliq... cilliral.!. lF 4.19272I7-41.
A. Secbehaye. Le5 ... irogts li"C....liq...., ]Ps 27.193.337-366
A. Sechehaye. LIJ p"""l. ti la /0-""" ou "'.........1 ",.."voi. I "ppo.J or,.
"iqu. d. l'i..divid".1 et d...odal da"5 I. 10Ilcag.', ]P 30.1933.57-81
A. Sechebaye. Eualuli07l orgalliq'" ., dvol,";o" co.u;JlC""/i'U in MI/4Jlges
B,,"y. Ginevra '939. p. 19 sgg.
A. Sechebay". Lu Irai. Ii..Cui.liq.... 5"...",ri"""<,<, VR "'94.1-48
A. Sechehaye. Ch. Bally. H. F....'. Po..r l'a.bil'lIi,. d'lo 5iC"'. AL z. 194-0-4'.
165-6<)
A. Sechehaye, D.i# dljiJlilioll d.. PIwM"" a I" d_ft..ili07l d.l'.,,/ill d. lallg>U,
CFS 2.I9<lZ.4555
A. Sechehaye.""" a Buyssena 19f2. CFS 4.1944.65-6<)
C. Segre. Nola i,,/rod..lliva in Ch. BaIlV. Li"guislica g'J<#al l;nguistic
fra....... trnd. dal fra.nc . Milano 1963, pp. 11-35
B. Siertsema, A Sfwdy of GIO'5<ma1ics. C.ilical SU>'lJZY oj,'I. F.",<LJpomlal
Conuf'Is. L' Aja 1955
V. Slta1ika, Tu Nud jor IJ Li..gui"ie5 oj la parol., Uecueil linguistique
de Bratislava o /.1948.21-38
N. Sln......\"a, Q...IqouJ cDNridb..tim15 d"" linpi5W 50lJi0tiq.us d propo. tU.
idlcs do F.. d. Sau.s..re. CFS
E. Sollberge-r. Nole ....T ....m liJlC..istiqus. CFS 11.1953.45-46
A. SommeIfelt. Poiilli. do """ lfio<:h...Jl'q.... 5.V""hrOJlqIU ., pallCh.onq...
no /j"CMuliqw. ClnJralc Nomk Tids!!krilt for Sprogvldensk..p o 9,1938.
= Sommerielt
471
A. SommerMt, TeNd..,,=< ddudlu de /11 lilllU'st'q'U Dlogn8'
],1952.77- 84
A. Sommerfelt. Di=J",mi, and A6pOCI. af La"1t""C", L'Aja 1962
H. SpangHanssen. Ree""l Tlreories 0>1 1M of lire u"I:NOP SigN.
TeLe 9,1954.95-"99
:'i. e. W. Spence. A ..ir" :lre Probk... of lo IIJNgue and /a
Archivum linguistieum.
C. \V. Spenee. L""lIu, el yel "Cai". Nph 46,1962.192-201
O. Spr;ngeI", der The Germanic Review. I].
1938. 157-]4
J. Starobinaki, Le6 d. F.d.5.. tul ...tI' l'''' J.S., Mer_
CUIe de Frauce, 350. lebbr. 1964.243-62
S. Stelliug.Michaud, Noti.. bioC""plriq.... [Serge Karcev:skij] CFS 1''''956.5-7
W. StreitbcIg, F.d.S., .lndoge'mlanisches Jab,buch' 2, '914 (1915)'
23-'3
W. Streitbcrg, F.d.S.,. Indogermanisches Jahrl,uch. 2.19'4 ('915). 203-1]
E. H. Sturte"ant, A" ..<ti"" lo Ling.....tl' Se........, New Haven 1947
C. Taglio"'i"i, I"l>'od...io'" "Ua glollologia, 2 voll., Bologna 1963
B. A. Terradni. Iee. a CLG. Bollettino di filologia classica> 25,1919,73-78
B. A. Termein;, Paleo"tologia "'colio"" li"gui"ic" .Iema. in SiI/elle li...
guislica dedioa/a al/" ........"'ia di G. I. A<coli, Torino '929. pp. 649""55
B. A. Terraein;. II!(:. a Trubetzkoy 1939 Revista de filologia hispanica I
4.1942.173-80
B. A. Tenadni, G"i!l allo 51udio 11"gl<i.tica 5lorica, Roma '949
B. A. Terracini. POlli"e oPPu"li di li"{lUi.lico .Iorica, Firenze 1957
B. A. Termcini, Lingua libno. liberld li"guistica. all/1/i,,-
f/.. islica ;/orieo. Torino 1963
L. T"'lnire, Phone/ogi. el .n.ltmge de l""gu... TCLP 8"939.183-94
doll/odov "o konfn."eii .ja.ry1r .. Mosca 1962
Tlrt.... Mil",,&" /i"g..i.'iqlUs dUii5 a.. Premi.. Co"grs ik. Philologua
Slao... TCLP ',1929.5-29
R. L. /itIg'" ..Iere. M.lod%gia. didalUca. con la collab. di J. B.
Carroll, Zurigo 19(>6
T.."ds i" Mod""n Li"g.. isti... Ediltd i" 1M OCClUm of Ni"th I,l/"""IJI.
.. of Ling,,;"ls. Ly ChI. Mohrmann. F. Norman, A. Sommerfelt.
Utrecht 1963
J. TrieI. De"lkh. BeiUl"..g.joT<ch""g. in G.mltI"i,"h. FesI--
uMifl fur 0_ B,hgcl. r934, pp. '74-200
B. 1"mka. Sy".h'''''i. " d'ad.o,,;. " .lrukl"nll"{m juyko.pyl.., Casop;"
pro modernI filologii' 20,1934.62-64
S. Tmubct.:<koy [Trubeckoj], F.i..rlpcs < ph<maleci" trad. [da Trubct-
2koy 19391 di J. Cantlueau. I ed., Parigi ]949 (2" ivi '964). con ."oles
a'lllobiogroph . . pae R. Jakobson, pp. XV-XXIX
N. S. Trubcckoj, La ph<melogie IO<1..,lIe. JI'!; 3.1933.227-46
N. S. TrnheUkoy [Truheckoj]. GMI."d#ig. deT PJw.wlegie (= TCLP 7),
PIaga '939
c. C. t'hlenbeck. Iec. a CLG', :"<Iuseum., lu. 1923. col. 257
S. ClhuaIln. Word-'a..n aud Word- ....""i..g, .\rchi\"um linguistienm"
1.1949, ",6-39
S. t:lImaun, Tk. P.illciples el S...,onU,s, l" ed.. GlasgowOxiord 195
1

2" ed. (con aggiunte) ivi 1959


S. Ullmann, Desc"-ptiv. S,,,,olllie. ond Ling.. ;sti' Typelegy, W 9,1953.
225-40
S. ["llmano. S.mll"lie" A" /"Im''',rl,o'' /" rloc "l .Iho",,,g, O,,/ord
'9(': (trad. itaL. HologIla '9bl>. (on iotrod. di L. pp. ,"lI,xL"'l
\\". lIban. u"cuaj .,. .calidad. LfljiioStJfi" dell...guaj' .,. /". pri"dpim
d,I simboh.,no (trad. dall'mgl. La"g,,"ge "nd R,<I1ity. Londra 1939)
XI""ico 1952
1- \'achel<, Z..". P,ohl,,,, dO' geschti,b.,.,n Sprad>. TCLP 8, 193994-
I0
4
R. Valin. La ,olt.paralit" cr' I;nguislique his/or;q..' cl .n
,alliq..e d.. lo"cage, Quebt<: ]964
:'/. Valo;", F-d.5. Comptes nndus de l'AcaMmie des inscriptions> 1913
68-7" = Saussule L.ltres 126-28
E. Vasiliu, L....p. >, p..'ele l, "raJijica/ialt, Revue de linguistique.
5.1g(>o_27-32
1- Vendryes. L. ,a,acl.. sodal du I"ngog. ella Ifuc/.i". d. F.d.S., JPs ,S.
1921.6'7-24 = Vendryes '952.18-25
J. Vendryes. L. /''''I:"ge. lnl,ad"clion li..guisIlj'" l'h;.lo;,.. l' ed. Pa-
rigi 1921, 5" ed., Parigi '950
J. Vendryes, S"r les 16<"es de /a l'''g,,isliqu JPs 3.1933.172-84
= Vendryeo 1952.26.38
J. Vend!'}'"", 5.. , I" d<""minotict:l, BSL 48,1952.'-13
J. Vendryes. ClIoix d"ludes lingviSliques et celliqu.., Parigi 1952
J. V, M. Verhaar, Sp..ck, La"g.. and IN"'" Fo.m (501'" Li"g..
R...,orks e" Tlroughl}, io Pre,udi..gs ,,/Ih. 91h 1.. 1"""1. Crmgw;s of
L'ng.. ist. Cambridg Ma. .1962, L'Aja 1964, pp. 74
8
-755
P. A. VeIburg, T"r ... f"",/iettaliltil. E... !Ii.to,i.ch-Cl';I;,de .tudie """r de
opv"mttg... 4tJngllon<U de /"",'ies d" 1<1.<11, '952
P. A. Verburg, Rei .."lJ/1hpel-model bij F.d.S bij WiJlg,""';". in Wij5-
gm"l: per5p.. ap ..."olsd..pPij ... _I schap, Amsterdam 196',
pp. 227-34
B. E. Vid"", Ma"""k dili"{lUi.lica ."",a""a, trad.dall'olandese, Firenze 1959
J. P. Vinay. J. Dalbelenet, ''''''PII''' d.. fra""i.' et de l'o''gllli
Parigi 1958
A. G. Volkov. O leo..ti.t..kielr o...""attijaelr dlcholo",i!e.slloj gipal,z.,jazyka
i reti F. de Sa.j...a. Ve;;tnik M""kovskogu Lini,crsiteta. VH. 19::,
1964.40-53
V. ]l.Jar1r6i.m i fileso/ij" ja.ryAa. Leningrado 193
D. N. Vveden.kij. F. d. S. i ege .....fa" in F.d.S., H.... obfl.ej
UNgrtilr, Mosca '933, pp. 5-3"
J. Wackernagel, E." sclrlVtill.isch05 Wnk llbn Sp'a,lIwi.......'''aft, Sonn.
tagsblatt deI" Basler }/achrithten., 15 e 22 oH. /9,6.165-66.1]2
473
R.-L. Wagner. in/.adudio.. ol: la Ungulique Jra"faise, Gine\'rn 1947
W. "00 Wartburg, Das VO" desk.ipliv l'M Mslo,is.""
Sp.a."wiss...s.h"ft. Berichte ilber die Verhandlungoll dor Schsillcllen
Aka<.lern.ie der \V'Mens. 2U Leip:rig" PhiI.-hist. Kl. 83:/.1931,1-23
W. von Wartburg, B.I'fUh/U..g... iib.... di. Gliederu"g des iVarnchal"s ulld
di. Goslaltu"lf d., iVii'l..b""k.<, ZRPh 57.1937.296-312
\V. von Wartburg. B.lrachlunfi'" ab.. das Vahli/l ..i. "Oli hislo.iMr ,,!Id
desch.ipli".... Sp.fU"wiss....chafl. in de ii ..g. off.rls li C". BIJUy,
G,nevra 1939, pp. 3-I8 (plLl'Ziaimente n.t. in \V. v. Wartburg, VOli
Sp,ache ,...d M ....d, Bema 1956. pp. 159-'65)
W. VOli Wartburg, Einfiih.ung iII Probh""'liJl ..nd Me/bodik der Sp,a&h_
n.1sslm<."afl (1& ed.. Halle 1943), .. ",eite, unte. Mitwirknng VOli S. UlI-
manll verhfflserte und erweiterte Auflage, Tftbingoll 1<}62
J. T. Watennan, F.dS. Fo",... n"" of Modern S"uch..."I'<ln, ,Modem
Languag.. Joumal. 4o,1956.307-og
J. T. Watennan, Pcrsp""".. in Ungui./iC5. A .. A=u.d of 1M StKkground
of 1Ifmlo... Lincui.I";s, Chicago 1963
H. Wein, SP'lUhphil<J.ophi. der G.g... warl. E'n. Einfiih",..g i.. di....ro-
piii"h. ,,,,d a...mho..ili.h. Sp'lUhphilasophie d.. 20. j4hr""IUrIs,
L'Aja 1963
L. Weisgerber, Di. B.d'"lu..g.ld., _ .i.. Irl'Wl!C dn Sf",uhwi...nhjl),
GefInanischRomanische Monal:!lschrift. 15./927.17(.83
L. Wcisgerber. Vorsch/iig. zu, Mcllrade ..nd der 1I'0'lfo,,,,,,,,,g.
IF 46, [928.35-25
L. Wei.gerbeI, IOC.... F.d.S. G",,!ldf'll{fffl de, rdlge....ine" Sp.lJchlJlis;e.... ,
TouthoniJlta. 8.1932.2+8-49
R. S. Wel1f1, D. S4........ Sy<lo... of Ling..i.lic<, \V 3./947.1-31
R. S. WeDs, ree, a Reeh.,,1Jes .f"'dural 1949 (= TCLC 5), Lg 27,195l.
554-570
N. Van Wijk, U...f4ng Il ..d Aufgil/>' d"" dilUb<>"ische.. PIIOMlogU, in
14Kge. d. Ungo 01 de phil<>l. off""l. a j. Gi."ken. Parigi 1937, pp. 93-99
N. van Wijk. D. Sau......e .... d. Ph<nlOlogiscM .c/wol, in Albu'" plrilowg.
n. s"a.d.., Amsterdam 1939, pp. ')-1+
N, va" Wijk, LWudIJ dilUh.rm;/{IU dils phl..rnmnu 01 UI'4P"o-
..<>kg"'i',e;, TCLP 8,1939.297-3
L. Za",adowski. TM S<>--c..Ued M<>tiolJl'<>" in Lt.J"f1'<'{J'. in fu-
",edi..g. af 81h ermG'" U ..g.. Osio I958, pp. 42o-U
L. Zawadowski, Th. SoC..U.d Moliuali<". i .. Lt.J"lfUIl{f in Omagiu
l..i Iot"gu Iooda... Bucarest I958, pp. 927-37
Zoi.Mn u!ld S)'$1em d... Simulo., l"niiff...Ui."ung des lllllmolJli....t.t.n
Z ... .s.d.S. vt.ml 28.9 />i. 2.ro.r959 in E'fu"', l voD.,
Berlino 1961'I<}64
V. M, ZimlUnskij, O .inh...",i; i di..",,,,,,; " jazyhonl"..;i, VJa 7:5.1958.
43-52
V. M. Zirmunskij, O .oalm>.{....i .i..Ir..... '''-'I1o " .."Iu.. i i.tori/eshogo UunilJ
j".yk4, Mosca I960
474
IXDrCl

!ol U "9 '6.,
'gt

',' 's'" I"g ' .. 'ole.,y
l!'
'lt
ma,,,,,,, a
JP
....
'",.IO,..1<1", '"
'a]"q.I.l.' c'l1od,e
'0"' "1 '10'"V

'.' !l,," 'U 'a, 'o. '<n/"'!I'"
'.' ." 'lfl
'p" [q !,H '6!
'". PU01'""0J) Iv
'p, 0l"lP"1UE
'!'/"II
-'''I/'.U ',' .t. 'ilnll"tn1p "".m
'H ottJ",uieqnf ap '!"'lJV
'c!l'<>tnl1" '.\
1"9' ."
'a'" 'af. 'lfl 'go, 'tl '><) 'U
fff '1 .. 'rn 'rt,
'sr. 't6 '6 !OS
lIB. 19 '(ouon.)
'6<) 'U ',g, '06
'h nn"P ..ddE
'tg'"9> '61 "l"JNd"
'JlS. 6>
'n.nJ 'e:>n"!":Jul1
'.. 'u 's' 'g"," '"!l'Ploo"'loe
'yll 'o '6<>1 'to
'[01 '(uIDo"nlP
LL'
'Rt 'U 'Ho 'SB. [6
"Jl!l. 'O'l"1''1n:l''!1 ,nuo"nuu
tl 'u "1 l''IUV
'O'!1muBelut< odn "001'
e"!101U "UOl'EOJ, '.\
'I>' u 'li. '60' 'S".5,
'.'
. ".-0'. '99' "!I""O
""!P
.,,' 'A '99'

'!' ..' 'U ',g 'c,pio,o""1 1"1"""
JlS. >I[
'ouons 'c'Ja""od
... 'o g[,
'(",unISCI< '" oJ,,,n,"')
'=p>1 ' .. 'oap., 0llE
''''''[''''0.\ nU"".Ial]P.
'gh 'go. '06 '.6 '.uO!'''.IJII''
'zH "V "'''O]V
'6tf "a
'"mn]".
... :!Ou'"
'00 'E9"J.:lo
'gtttf 'oll!l>ollV
""'" 'toi: 'gg-lgl 'ouO],.ullnlSh
'90' 'o 'alc'1'un
O]lM.lo:>.. '""nJe

';nIJlll'tlJW"! 'A !tu 'f11 u
tOI ]101< '1l!.lp
!9l1 ',t '0 'zH '[1'.11 6<>,
_[OJ '!1u",","!qme:> F'P t'Hnl"'p!:>:le
'>0' 'gg '9l-,l 'Hl""'''''
e"'l"""" 1!Ju"walin
'" :W. t6. "JlJl< U. 'u 'plDIq!,
ono!, "md ,od !lOlp !so!pn,. 1P lmOll ]1,n1'''' a,.",S n! OUE1"'" 'D
]pmnb o '0.\ , 11' t ',"AD] 0lu.WmO' TI ..0.1 'q:n11n "'!IO,,\
"l ,od .. nos tp 01""1 Il up,nnlip o,nunI> ,od .. !W0" l'P ""iPU!.l
""u'I.q,"S ' .'noll op
00"'01 cm. o 610lu",ddn ollanh 'Ol"p""ndwo au"l' "lpm.1
'Oll1aunuo, l'P OIOD "II"
"" :>< 'a,nddo OJq'l ol""nb !P "It" DUO,"!"." " I
3IU31.V\1l 3",Hl " lJ.l10N T:iHl 3:>IONI
astra.ione, 23, 69, "5, 'l7, Il. 2D.l.
atlanti tIlguisUd, 245 sgg.
attiva (partel, .. ; v. ","",lUion".
audi%.one, o,, n. 6', '" ; v. immagine,
impresoione.
Aulreeht Th., H, n. 2g.
Bacone F., 308, 349.
Cb., 'g', 3" sgg.. l40, n. 5,
'3, '0, "5, "g, 231.
Barthes R n. 73.
Ballisti C., 342.
Baudollill de Courteoay J.I., 305, j06
sRg, 3"9, 3'6. F7, 3+4, 350, nS,
n. 'U.
Baunack Th., 'g3.
Belardi W., 34', n. 105, 113.
Iknloy Th., Il, n.g.
Denveniste E., 'g6, 'g8 sgg., ]U4,
3,6. n6. n. 138, 'Ig.
Iltt8oiglle, A., .g', ]0' sgg.
Berthelot T'. E. 37, n. 9S.
llipIa":Lril", ,ot.
Bloomfield L., 339, 343, n. 60.
Ik.IelH Tr., 342, n .6.
Bool. G. 349.
Bopp F., IO, ]7, 'o,, 2:14, ,63, 2go
sgg., 300, ]>6, n.6.
Borgstr<>em C. H., B7, 379.
Bralme W., 13. '93 SU'., n. 3i.
Breal M., '9', 30' 5gg., 305, 3"9 sgg.,
3'6, n. 4'.
n_a P., 20, n. Si.
BrOndal V., 338.
Bntg",ann K.. '3, 'go, '92 "8g.,
n. l;, l'i.
Brulsrh L., 4, Il. 7
BilhI K., 346, n. 6i.
BlIrger A., 334, 34', n. '76, '3'.
BlIl'S""IlS E., '97, n. '30.
Caille L., 4, 3.0.
ea,nllia"",nto lioguisUco, ,8 sgg.
go, \I-l- "8g., ,03_og. 241-4',
cambiamento foneticoa, 17', '7S-
85, la6-g4.
cambhuneoto gramm.aticale. li' .gg.
oampanilismo, '49'56.
can'po ."mantic", o. 229, '53; v.
rapportu a.sodalivo.
caratteri dell',mlt; linguistica, 14;.
Camap R., n. io.
catena della parole, 149, di .,,,,cettl,
21;; di nnit fonicl>e, 21;; fonica,
126; parlata, 33 sgg., 65, u6.
cavit boccale, 57 sgg.
cavit Il,,,ale. 57 ,g8.
"""'olio, '0. 21, 23, '4, '5. 35. n. 57,
,<.
<haI",,,,, v. ""ncalena.ione.
chiudonte. 67 .gg.
Chom.ky N., 3-10. H3, n. 40......, li3.
219, '2S
Cil!",ri"", tO.
dn."uito della />11,01" Y. parole.
classihca.ione dei fooenli. 59 sgg.;
<teno entit conore'e, '33-34, 166
'gg.; delle p.1Tole, 133.
dima, '79ao.
COdice; a4, n. 6S, 66.
Colle" 337.
Collindoc B., 337, 35t.
combinalorio (cambiamento fonetieo),
'76 sgg.
combinazione di fonemi, 66.gg.
comparativo (metodo), l' 'gg.
<-</mparazio"e, lO. la, 13. 101. un,
,6]. v. errorL
<-omposli, .63, '7'-il, 214, 2:15
Cornle A.. 350.
concatenazione (di fonemi), 71 58S-,
n. "'.
concetto, 21,84, aS, I2S, '39, 141.
concreto, '7, '5, [',g, 129, n. 70, 24-2.
con..rva%.ooe, ,06-01I, v. iuunuta-
bilit. ioerzia.
"",,,,,,,,..O<k, v. coll-sonantl.
consooanti, 60 5gg., U.
consooanti, 74 sgg., n. 12].
Co".tantin E., 28S. 320. n. '07.
cootinuit, 92, 93, 95.
<o>"rai1lll:, 3l9; v. ubittaletA, impo_
sizione, inilividuo, massa sociale.
con,'en1ioll., 19, a990, 96, 3'7. 3'9,
33' .gg., 35l, n. Ili.
coordinazione. v. lacoltil..
colde vocali, \'. glottide.
cosa (denomioata), 83.
'"'sci........ 21, 90"91:110, l2i, n. 189,
v. analogia.
Co..riu 1>., 34', 343, IL, 45, 'i6, n9.
'32.
cu;;tntIio"e, v.truttura.
creazione, 198, '99-'0'; v. analogia.
Crisippo, 341-48.
Crore B., 33', ]46, o. 214'
Cony A.. 296.
Curlino G ", '90,'9', 293, n. '4, 31.
dane.., ]', n. a
Darrnesteter J., 3nl.
declinazione. 162-6l; v. preposi.ioni.
defini%.ooe. '.j, 3'9, o. 68, v. tenni
nologia.
Dgalliel G., 4.
d.limita%.nne di enlt;, 116, ""7-3,
'37, .6S, n. 208, 210; di uno stato
,li lingna. I2t.
Della Volpe G., Hl-
denlale. 50 .gg.
"eriv.ti, '6l, 214; v. analogia.
Derossi G .. l43.
Deschamp;; G.; 37, o. 95
desori%.one, n. 41.
desinenza, 106, 254-S5.
Devoto G. 343, Il. 157.
Dewey J., Il. :ro.
diacronia, 100 sgg., 350, n. 41. 154.
<76; v. linguistica, prospettiva.
dial.lto, ]2, ]:15, 34S-4i
Di., F,. Che., 'l, n. 34.
dilleren.." Il', 143, 145, '49, 3"',
n. '6, '4',
dHfe,en'iale, '43, 3"'4.
dinamicit 5incronica, ,06, n. 1;6.
dinamico, 350.
discOIsiva, n. "4i; \'. rapporto a.so-
ciativo.
disco,.." '4\1.
distintivo. '97, 304, n. Hl
dittoogo, 77 'gg.
diversit delle lingue, "n, '3l]6,
'SlS6.
doppioni, laa"90.
Doro>;zc"'Ski W., 34', n. n5.
dualit dellA linguisUca, g8 .gg., l2l-
'4; v.
Duchusal H., 3'0, 31:1.
A., lO;, n. 10l.
III.
Dopon""au P. S. n. "03.
Dn.-kheill' E., .130.
Duvau L. l." 30'.
ebraico, v. semitlco.
economia lingoi.tica, .06, n. :76,
,8,; v. stalo.
economia politica, g8 "8g., 3'\1, Il. 165,
,M.
Ego N., Il. 138.
elemento fonologico, 157. n. 111; ""-
noro n. 234.
R., .a5, 3'5, 34<, n. 6, IO,
13, 16, ']T.
enut ... "atte, '66-68; cnnr:rete, 125,
,6i.
"].'Xa, P4; v. slato di lingua.
-enoTi dei pA,lant!, '8; della lifosnflll
circa il linguaggio, 104. n. 10\1,
'79; della IDnologia, [',g; della gmtn.
matica tradizionale, '01-<>', 1"'4,
'33, o. 179, dena lingoislie" com
parativa, n, '3, ,&, 37, 101'0',
'17, '9', 193, '5], '63: volgllri
circa il li."goaggio, ,6, v. nO'
meneh.tnra.
esclama%.one, 87, n. '4l.
eseeutivo, -n, '3.
e,eOll.ione, a], '6, .a, n. 63, 67,30S.
es..,ranto01; v. lingue artifioiali.
e.pirazione, 57
.spl"si"ne, 6; sgg.
de doti"., v. campanilismo.
esteriore, ...
esterna, v. linguistica.
esterni (fattori), ,a2, n. aj.
c'imologia, 229'30.
etimulogi" popolare, '09'11, o. ,83
etnografia:, '"
e'nologia, 31.
Ettmaj'er K. von, 17'.
"Vento dia.JOnicn, 10l, HOIl.
evolntiva v. linguistica.
eVl>lu.ione, .a, 2a-29, 100, v. dia-
cmoia.
facolt cla.silicatOlia, dei ""gni,
.0; del parlare, .0; di associa.ione
e coordinaziono, n, '3. n. '46, li-
cetti,"", ']; v. universali.
Feist S., ai4.
figura, n. 65, 14S.
filologia, 9'0, Il, 16, ,a, n. 24.
filologia compalaliva, '0.
filologia germanica, '3.
",ma".a. n, '9', 097.
fi.lo50fia, '''4, '3", H', ", err"ti.
fio,k l', N" 350.
Fird",i, 264.
_fi,ico la'f":llO, 1'<'<>00""'1. O" 23, bl.
fisiologia, '5, "5.
fisiologi<x> {"'POllu, pro",,,,,], ,,"
fona.ione, o:, :8, 53.
4", 53, 5.\, 57-58, S4, '14,
'H, '57, 307, B. '''1I;.
fooemati,a, ',i. ,,,.
fooetica, 44'45, '7' 35l, n. '03.
loola, n. 65, 67.
lo"ico, 'H, n. lI'"
>H'49, '37, 3",. no, o. 103'
(.i,tema), .gg.
forma: a] 101'1" a so.(aooa) '37. Q7'
48, ll3, 35', 300, Il. 6.\, v.
UlIll"U'; b) "6; <) !_
",,,,,Ilo temo) '5', ,6:.
r"rlttito, v. accideol"lilh.
fran..."" 3', 39 4',43,4], 48'49,
93, '0', '0.\, ,6<>,6" >0>, 3".
fr.se, "9, '5".\', '57, n. ,.\,; ". ann'
cr.azione, y."eratore. pa,mf.
Frege G" ". "'4, 031.
l'rei H" .\34, n. '6. '76.
Freud S., ". '53.
IrkaU,'o {o s]lira"'i), 6,
fronliora ,il1abioa, 73
luo.ione.
Coabelenu '.;. "u" <lor, HO, 36l.
G"Tdi"er ,\., llU.
Gam,,,) E., 341.
Gamhiol R, "', :9', 3]0.
GaUlier L, 4, 'go. .l':, P", F', .1';
(;eb'""'I!, ". '57.
00.
(l'roo'''.,,), 000, ", r"'J'
,iono.
go.
li"ll"ui'li':a, 3',
gormaniro. 3]. iO. 14', '76: 177. lO).
3"9, 3" ';:g.
H.
Gillicroll J., '43, 345.
Glo"""" Il. A., H5,
Glln. H., 360, n. '9'
sl".ssema, v. i'iOglossa.
gloUide,
480
{,,,,,lol Il.. 0"('. .,J.. l" .,..
;H. H', IO. ", '''. 'l". ':;'.
J3'. '34, '5'"
Gon,h.",. l., II l-
eon'l"''' II., 31",
,"OC"li,o, Il; '.,
". !,,,,,,,,mia. sori,lur.l.
9, n. "", '''-1, "-".6,;
<""'l'araI.. , ". ':<lmr,1r.ltiOl"'; "UC'"
i'"";' o i",lia"a, 'co,; ",-,ric;" "". ".
'luri;" I,uf:lli<li", <ii"a""oca.
W;""''''-'I",,lo.
(;';"01",,,,,1 )1.. ,l'''. 31';, H. 'l'.
gn'm, ,,,-''. lJ (,,;I. ,,,.
", ,,,,
Gri",,,, J'O " ..17. ". o',.
';ui'T-.... l'. E" 30'.
';uilb",",c l; .. )1.'.
00 .'.
H",et L. '95, 30' .. ,0,.
H"gel F.. :Sg .H" ""<., J54, ,O.
Hdh"",,,, 1... JH.
tic"," ,'., Hl, ,'- .'.
HeI'" t;.,
Htn Il .. >7l .. )"'0,.
1.., .H'. l'- ". ;1.
"],
Il,..-k.lt Ch. 1-".. l;'.
I h,i',c1",L;[n" ! I.,
11"'1t1".lolt II'. """. ',"
1{",,"r1 E. W'.
L" ... 7",
;'1o-n, ''', '3, 'I,. "" ,;'. I.,'
i,I'Mit . ,liac"""" ". " __ ; '. o, '-1'.
". ,,<; si"c",,';,';,. """'. l;' __..,.
". ns
ld'v"';L, 03.\; ' .. "la", li, l'' "".'.
i,li".i"cl"nia. "0.
i,li"""crouicn, lW, l" ,,,,.
il"""LCin" "'.n_ti,,,. 'l, 'I, " ..
11'. "O: H,b"lo, .'. c,; ll,I",\'."
,
in"""",';'l'-" '7,
i'",,,',,.,l.ili'.-, J"l " . "", ;"'9'.
L1"pl"';.,,,,". '-'? ..
i",I"-"";""o "9, ..
impro."l('''o ", '7. jJ, 5;'.
i","'l'''''''.
i"o.l;l'c"d""tc, ". '37.
itrdi"idllale, 18, 0l; v, ""toI.
indi"iduo, '9; v. paro/
indocurof"'O, l, ,0tI, 12, .7, .60,
>LO :75, '7S79.
."ranlil., t'. linguaggio,
infloil;' dol numero Mi 91.
ingle>p, 40 'gg., ,0J, '60.
inno'a.iono, "42 .gg., 250-S',
iolemionalit dei cambiamenti, '<>9'
;'d'''OI'''f, v. ioterocambio.
interielione, n, '4'.
ioteriore. 22,
ialer"o, Il. gl; ling1li,tk
iolo"cambio, "4956.
inl',itl\'o, ". rappoeto a.'Ciatlvo.
ipo"''''a, n, tlo, .,.0.
irriducibile, ". wlit lrriducibilo.
i>QllIM,a, v. W.Uo!>Jl.vo.;,.
I.titluione, ,8, t9, "4"S, 90""9', 94,
l"R, li. '57.
;uliano, lal, n. 100, '0', 107, 150,
'37, "H. 284, 05S.
)al'uhon R., lo'J, Ha, 3-H .gg., lS',
Il "S, 1]6, 2J4.
JC'I"'"en O., 56 'gg., 15:.
Jono, Il'., IO.
Jo;ol'l, F., 4.
JUllg C. (;., 251.
J n. "4".\, l'fl .gg.,
l':'. U', Il. 37.
Karoo",kij S.. l", nS, 34', 3H.
H" '93.
Kr"he H.. 074.
h:ll1>1'\\";ki M. H., 095, 306 .gg.,
3V9. 3'0, l27, 3#,349, 3S4, l6',
IO. ,ti. "9, '5l.
KiJbn .-\., n, 274, n. '9.
l(un-I"win I., .g6.
lal>bra, 5" ,gij.
!obbl,. <'<> 'gg.
l"biodeolal. [>I.
J. H., 149.
laringe, 57 sgg.
laler.. 6,.
Iali"o. '0'11, 'o,. 'OS, '<'<>,

!A"lph.;'iolog", ".
'Ii ... croniche, '" 'Sg., fooetiche,
16. SIIUSSfIU
Hl, generali, t5, '7; panotoniche,
JfS sll"g.; sincronkhe, "' 'n, '9'

l.eibnio G. W., 34a49.
Lepsehy G" l43, 34, n. 16, '45,
'76, ,87.
Lereb E., ll6.
l.eroy M., Il. 305.
Le.lcie" A., '3, '93 .gg. 3"', n. 31.
les.icOlog/a, '62.
1ok<>IOllico (tipo linguistico), '60'61.
lenera, 37.
letle,aria (Iingu.), >'. lingua.
lelleratUra, 3>, '7', 'l5 "gg.
libert di .<:eha Iingui.tica, gg, 96;
". paro/.
limlta?ione dell'arbilrario, 159.6.;
V. analugia, grammallcale.
U".arit del s;gniJiennte, 88, 126,
n. 144, '41
lingua (organo), S6 .gg.
linf:lla: ha sede nel cervello, '3,
'5, 15. n. S1' ha on,allere
'n, >3; ha carotiere l'sirhico '4,
n, "'-I; oggetlo dolla Ii"guislioa,
']'8, '9, '4, .8'10, ". oggetto, l!
di'li"la dal linguaggio, ,g, ". 61;
l! <li,llnla dalla 23, '4, ,8
30, 321, 350, n. 6.\; l! ntr
proootto dol POSSRlo, IS, B9;
nn p'odOIlO sociale, '9. '3, '4, g.,
ti. 6.j; un in.ieme di abitudini. di
con".noiooi. '9, '1, 95, Il. 63;
una ;'Iil".io"o _ialo, '3 '9,
'3,24, 2S sSg., 90, n. '6'; diverge
da .UTO i.tilulio,,; ,odali, "9, '1,
9' .gg., n. 157; nna istltu.ione
da alt,o
islitllrlooi '30' 00"
uoa "omondalnr., 81; unQ
"'odia, '3' un modello oollolli"o,
'9'3' "O .i.,ema di puri valori,
99, 136; Una lorma {non una .0_
>laoo'), '37, '41'48; B] lingua e
Cbi",a, l'; e n02lone, l'; e Slato,
3'-l2; politica, 31; scuola, l" I.t
leralllr., 32, '7', '38 sgg.; Indi
'-iduo. 87, ". parol<, massa sociale
89 .gg., g., 95, parol.; societ.
'6, 9,g6, n. 226; mentalil (Volks.
8,i,') n. l03, >'. m..a, Cl
48'
-
lellerarJa '1', 238 parlata
20, 32, n. 83, 92 _itt2, 9, lO, ]2,
35 &gg., D. 8], 9'; v. anche lingue,
lingui51ica.
linguaggio: A] "o"'prende e
pa,al<, "", n. S3; ma distinto
dalla lo"gur, n. 63: una fa<:oltA
naturale, ''', 20,Cls, n. 8] ori-
del lingu'llJlio, 18, 90, o. So,
Cl linguaggio infantile 18, '4,
'9,90, .BI, 203, n. 4".
lingue artiJki.li, 94'9S, '01, n. 159;
grammaticali, ,00-6', 20r, n. 2114;
160-61, 20'. n. 264;
"P"Clali, ]', n. 82.
lingui'lica: A] sua materia '5, n.
suooggelto, 9, 12, '1'21, 90, o. 305:
.uoi compili '5; sua uHlit, 16,
sna storia, 9-14, .00 sgg. n. 19;
H] della lingua e della pa.ol., ,8'30;
interna ed esterna, 31-34, 3'5,
n, 83: 'tatica, 100, "'3; evolu_
li"a, 100, 123, ]21: ltorica. U3,
v. stalo, sloria: sinoronica, 100
uo, ''''68; di.t.ronioa, 'OO'l2n,
169-219: Cl lingui'lica e .ltre
sden.e, 'S, IS, '6, 98. 1<4, 129,
Il. 40, 5', 164: fi,iologia, 16: fono-
logia e !@etica, 4S:
normali'a.8: 9'10, Il,
16, 18, n. 24: psicologia, .g, .6;
,en,iologia >6, 86; p'icologia ....
dak, 16, .6; sooiologia, 16; .lno_
grafia ed elnologia, IS, 3': anlro'
pologi., '5"6, .8: preistoria, 15;
cultura generale, .6: astronomi',
9S; e"""omia, "S, n. ,65, .66:
geologia, gB; giurl,prnd.nza, 9S:
scirn,,, politica, "S.
liquide, 6. 'l'g.
lituano, ;6, 2"S sgg., 3<>4. 309.
LocHe J.. ]08, 34S.
Lombardi F.,
Lncidi M., 343, n. 'o, 'lo, Il', 2'4
N., 349.
Il,, 331,n, .6, .." Ilg, .,6.
A., ;47.
)larst.ander C, J. S" ,,,6,
)lartinet A., ;os, 333, 336 H4,
n. 4S, '4, "9, ']8, 116, .;', .a,.
482
A" 35' sg,., 3Sa.
:'>lasaT}'k Tb. G., 342, 350.
massa sociale, 23, 89, 'ng.
materia della linguistfoa, '5, n. 40, 305.
Mathesiu. V., H2.
)la,,"s M., H6.
m<-ecanismn della lingua, ..6, tH-61;
del lingu.uio, 146, 201; liogui.
stlco, 13>, 200.
M.m.t A., ''', "4, 302, l'3, 314
sgg., 3", 325, ]36 H3.
memoria, '56, n. 24B.
metodo, v. comparativo, linguistica.
)Ieye. G., 29S.
MeyrI P., 306, l26.
ntigradoni, 241 .,g., 23l .,g.
Mill J. S., ;08.
)tillard'l G., '4S.
minimo sfnrro, .80-8.
nlOda, 94, 18].
modello, 29'30, n. 19.
modilk.,ion. linguistica, ,'. altera
razione, ramblamento, dinoronla,
e,"Olwione.
"'0"1,,,,,, n 0'.
)lOlle. H., .,,)
)loIel L., '9'.
mor(ologia, 16. sgg., 3'9.
mo,phl,n,. n. :07.
mntivarione 158.6.,
)lounin G., 3]7.
)lim.r II.
mUlahilil del segno, 89, 9"91.
na.aH, 60 sgg.
naturale 'l.game, carau"'), 19"0,
94, 99. 3.8, n. $4.
naturolismo, , .0.
:-"aville A. 26, 3,a"9, 33',
'44.
:\en<1oni G., 3-43, n. '57.
neogl'ammatloi, ", l.mggnt"''''lJtilr6,
110m., S3, 353..
nomenc1atura, 26, 8], 353,
n. 14, 109, '3'.
No,..,.n A., 29l, '94, lS6 Sgg,
"o"ege.., 3', n.
X)'rop K" '49.
60 sgg,
Ogdon C. K., HO, n...g; ". simbolo.
'], .2S, n. 40.
Olrhl!>.'rg B., '94.
Ultfomare P., 2go.
ondr ir.contive, v. 1l,U",th.."ie.
"noma,c.pea, 87, '12, n. 142.
opJYl'itl.-o, 'H, 326.
npl"',i,io". sinlagmalkn, 88: tra
<ogl1i, '46, n, .6, '4'.
",dio" leoria ]2t,
no h. ", 16, '3B, 6, .89,
30;,
n.,H". delle parole, 16'.68, "'1.
'-""'ali, r9, .0: v. apl''''10

nr;:,,,i,,,,o linguistiro, 3], n. 3B, S],
del linguaggio, ". liuguaggio.
<,rto.rafin, 46 sgg.
Ch. E., 345, Il. s.
'th.-.rr II., 13, 29] sSS., n. 3S, 31.
l'adiar', ,I., 343, Il. '4, 8., 149, 2'9,

p"l.t,.lo, (,o 'gS.
p:,bl'.-.
2?3
p")",,I.,,-o, 1<>6, '4l, '44, n. S9.
l';du.-r H. E" n,.
l'.nc,-',,;", 115 'gS, n. '9S.
p."'cr""i-:", "s sgg., n. '9S.
Pii,!;"i,
'H, n. z4B.
Idi q, .B, J.,
45. /;g, 89, 90, "S, 98, 'or,
107. 103, '0'), 'q, "S, ".5-26,
'30, 'l'. 'H, 'H, '40,
Q7, '50, ISS, 111, .49,
IL ..'"', .r'2, "1.
'H-3S.
"., n. 6S, '''5.
l'."i, G., ,6J, 300, 3'0, l'o.
l',uola lingui'tica, voo.bolo),
'.0. 'JS,
tm"o/<: " di'linta dalla lingua '3,
'4, 9S, .98 sggo, n. 6S, 6"
"pera '" Sl.li, '09: combina
zio,," ilibcra) di nnil, 24, 30, '5'.
IO. f'1, v. fra",: eSlerllarnento di
,,,,,,l>iu,,zi<>oi di nllit, .4: doeu
me,,,,, deila lingua, "'1; indh'i_
du,I,', 23, Il. 63: crea il diacrollico,
"8, .00, .0] sgg., n. S'; 1002.1000
483
.S, '30, 45, S]:
esccn.ione, .3, 30, n. 63, 61, 30S:
coslilUi"," Un ","""Uo un parlanti,
'" 'tl1(., a3: sludiata dalla lino
guistica della 5, 2R-30,
1l. 8', sna desiglla2io"" in "arie
lingne, n. 68.
parli del di'cor"", 'n, ,r,6-61, n. 218,
21".
parlioolarit dei latti dia"ronici,
.. gg.
pa"i,o (carattere), IO.
P",sy P., 30., l05, 3Sa. n.
PaulBo, 'l, 3.6, 350, n. 31, 83,
l'dro. Ch., 349, n. 10, '39, .<>4.
pensiero, '36 'l'g., n.21.
p<!rmnta.ione,
phnne/ics, Pbo"uik, tho"i/ifl'e, 44,
n. '0].
t'loom,logic, Pho,,"'ogie, ploo"o!of)', 44,
ti. '0].
Piag.l J., S6.
Pich"o E., 'l3.
PioleI .... , '64, .1], '14, .B7 sgg.,
].6,
Pi>3ui V., 343, 3SS, n. 65.
Planrt>, 9'
Poli'-anol.' E. n., 331.
PorI" Re"le, In4, n, '73.
porzione non.tica, 1]8; Inni"a, '3';"'"
...ooora, "'6.
po>i1l"o, '45,
1'0lt A. l'., ", n. 29.
Pmga (scnnla di). lO"OS, 344 sgg.,
Il, '16.
pr<'fi'Sil, 226 s.;:g.
prei,toria, .S: \". paleontologia.
preposi'ioni, 216 sgg.
preslilo linguislioo, 33, 4S.
Priolo L., l'1, 3]4, ]4', n. 6s, n,
'q, 'l'
prOttdim.nlo, 212.
pro"""..., .12.
prodnll\'ill, '01.
prodnllore di suoni, S, 'gg.
produzione di nuove unit, v. agglu-
tina.inne, analogia, creazione.
pronun.ia, 42.
prospelliva prospetlica .. r..t""'p"-t-
Uvn, UO sgg., 'S9 sgg., D. '90.
poiohl.... (pmoesso, 'SpellO, carattere),
2',22, '4, 29. 64, 70, n. "3.
pslcofi'Jco p. deUa pnr<>lr),
".
p'icoJillllUi>lka. n. 8L
psicologia, 168. 26, '37. 183,
l'9. 345, n. 6" v. mcmori., ,ig"l'
lioa,iooe.
psicologico. '6.
punlo di ,i<la. l?, 304, n. li6.
qU."!il.' ,;il1.bica, i6 .-ocalica.
76
radioale. ". lell1<l.
radice. ""4'2S, ..
rap(lOrto a.sodativo, '49, 'S"H,
'S4';5, 'Si. '64 sgg., 200;
,illl'/tlnalico, '49, 'S455.
'57, ,64 'SS.. ,07M. '00.
r"PI',,'..,nIOl1ono psiohica, 84.
r.,"o. l', 'i9, 2i' .gg.
reali" diacronica, Ilo-II, ,,5'19:
,incronico, 'H-H.
Redard L, 3'0.
R,ih, 24.
P. F.. 4, 3", l'S. ]20. 3U,
H. '6.
H., 13B.
reS'lI."il" dol fOIlNid,
47'4B, "3"14, li2.
el.li,o, '44, ]26, 329, 22S.
repr""JJalm" 204.
Rieh.rd,; I. A., l40, n. I2g; v. simbolo.
ricostru,ione n, '5, .66
gg., n. JOO.
Riedlingor A., 4. ll2, 320, n. g.
rima, 4B.
risona n,,, 1105.1., .gg.
,ison.tori, 57 sgg.
riti e rituali. 86, 92.
Ril.ehl Fr. W., g, '5.
Robins R. H.. 340.
Roudot L., 56.
Rou...au J. J., 203
rumore, S7.
moso, '44.
s.n.crito, '0, H, .7, 1&0, .l,o sgg
S.pir E. 3l;, o. 227.
S'U5,n.... A1bertineAdrienne Xecker
de, .B6, '87, '89, 354.
Marie de, 3 8S, 3'3.
scacchi, n6 1811 v. """,gonl.
Sre.b. L. V., 3H, 3S"
Scha1I A.,
Schlegel Fr. \>Qn, '87, .89, 3S4.
Schleichcr A., II, 12. '8', '92,
n32.
Schmidt J., '46, 2H, 2H. 3'3, 3'1-.8.
Schrader O., 2H.
Schnchardt H., 306,'326, 332. 345-
scrittura fonelica Idcog:allca, 38;
fonologica, 45'46, '54, n. IOS; In
go"ere, '0, n-H. 9S, 3.8.
n. iO, 9', 97, 'o,, 'JB, .iU._
bica, 38, 54'55; sistema di segnI;

Scchehare A., 4, 299, 306, ]11 'U,.
3:M, n. S, 9, 13, 65, '02.
segn"li ,isi.-i, 88, 95; ". ri'i e
rituali.
segno, <I] (<ignificanto) 21. 2S.
'36, 142, T43, 146. n. '33. IS51
"l (u"io"e di sisnificante e signifi-
cato) 16, 16, a3, 84. 85.86, 93. uS.
'39, T46, '55, H7, n. '30, 2Pl ,'.
;ltbitrariet.
.c"","'ic., :6, lI], 319, n. 140 "9.
:15, 'l'.
<m., n. 140.
'5 'Sg., M, 95, 3'S.
33', n. 7], "9, '39. '6', '10.-
semilico. 55, '4'-42, "71 sgg.
",mi,"""li. 63.
senso (o signlflca.lon.). 85, ilO,
n. '31.
",n"'riale doll'lmn",gl""
acu'tica). 8.
...."'0, '4.
Sie"e" E., '3, 5S, i5. 18, i9, 37
.ignificant., 83, 85. 86, 87, 89. 93,
125, '39, '46, 33', 333 sgg., 347-
...8; v. arbitrariel, linearita,
si.lema.
significalO. B3, 8S, 86, 87, 93, 125.
'39, '46, 33', 33l .gg., H?-48.
"S. ']I; v, arbltr:>riet, no_
menclatura, sistema.
.ignfficuioue. '0, '6, 13t, '39, '40.
14',331 'gg., n. 6?, 231; ". sen....
siI/Jonbi/4tnd, 75.
sillaba; .ue frontiera. 73 'U.: 'ua
".
perco"';one, '7, 6S; sua teoria. , ..
'gg. n. "9, 123; a=lo dI oil_
l.b 15,6, 88.
,imbolo, 8(j..81, D. '40.
simultaneit. 99.
sincronia, '00. 16gg., 350, '67,
'7"; ". Iingui.ti,"" .tato.
,ino"itai. '4"
.iol.1sma. Q9, 'S7, 2131 v. rapporlo.
164; v. rapporto.
<itlto',i. '6' <gg., ,64. 297"1:g.
,i"""I., "7 'gg.
.iHtn,", ,8, '04. '36, '38, lH.
'06. ]'6 sgg., n. 6S, 9'; v.
lh,gu.
i<tema fonematioo, 144.
.l.vo, '42.
Slu,."",, /'.-., 306.
">eiale (aspetto), 18, '3, 3341 v.
m."a.
societ, .6. 95"116, n. '26; v. arbi-
trariel.
sociulogia, .6. 319.
Summcrlelt A.. ]3i 'gg., 343.
U.
Sor P., 3l8.
so5l.m,a, '37, '48. 3'3. n. '04; con
celtu.le, n. '04; fonioa. 125, '36
m,teri.le. '44; v. arbitra_
,i'l:', articol""ionc, con<ello, fo-
fOlma. silullica.lone
,01l0u"it.l., 128. '14. 225'29.
.""de fonologica,
'pirilo di campanile, v.
spi,itu.lo, n. io.
SpH...r L., n.
sponl'oeo ,,6 'U.
.po;t.meolo del tra signi.
lica"le o significato. 92 'gg.
5[>,,,<1,,, '4.
5[>'d<hruwmd, ". >Iato.
stabm', 18, '82; v. i"""ut"bilil .
otali03, '00. 123, loo, 321.
olalo di lingu., 100, '''4. '08, 123
sgg., T", 204. 300, n. 176,
119
Steinthal H.,
atona8. 'ilo, .82-83, n. 4'.
storia Iingui.tic., '5, "l.
flOneiU okUa lingua. 90. 9"91,
D. r46, ISO; v. arbitr"riel, lingua.
'"
segno, signlfloante, si_
st.ma, wclcl, tempo.
Streilberg \V.. 285, '93, 3'3.
struttura, 2I3'I4, n. 259.
99: v. rapporto.
suffisso. 'S2. 227, 2:>8.
.u"no, 'i, ,g, B4, 114, "5, 136 .gg

suono larlng.le, 57.
S,.dollu< C. 356.
$"...1 Il.. 35>, n. 120.
Tarde G., ]So.
t.deSC<l, 40 sgg., 48 'Sg., 93,
l'O, ]'4 sgg.; v. Umlaul
teleologismo, '03'''4, o. 176; ". dia-
cronia.
tema (o radicale), 'S2'B, 226.
tempo; al (diacronico, storico)
95. 96, 98 sgg., 240 sgg., n. 129,
16.; (di di p,.,oIe)
54, v. linearit.
07 sgg.
tcrmine, '45, '52'53.
'4, 47, 84,
'48, 322'2], 3'7, n. 3B, 68, '33.
Tcrracini B. A., 342'43.
L., 337, n. 'H.
Timpanaro S., n. 6S.
lipo linguistico,
tipo .intacm'lico, '98, 200.
traduzione: Al del CLG in varie
337. 338, 34'. 342;
Bl di terml!,i sau"Uri.ni, ". 60,
68, ,2:>. 123, 134, '78.
tra",ri2ion. fonologica, Il. "3;
,.. sorillura fonologica.
Trier J., 34"
Trombelti A.,
Trubed<oj N. S., HB, 344, n. "',
'''7, 'i6, 23a; ... fonologia,
nia.
Turgot R. ] 34B49.
udilO, ... n. 6" II4; V.
imm.gine,
UUm.m, S., 340. n. 74, 129, 'i6.
]6, .0 103.
unHa irriducibile. n. tII; v. elemento,
fooema.
unita lillguis.tica, 83, 126. '"7-30,
'47. '30, 32I, n. '07; diacronica.
218; oignificatlva, '0.
'mi'""ale, ,3, 66. US '!',g., .35, o. 4',
S6; v. f.",,!L.
oralo.il.ko, .80 sgg.
\'.ohok J., 342.
Valry P., 349.
\'ulore, H6, '34-3S. 136'48,
333 .gg., n. 65, '3'; v. "ignific.-
lion.
,,,1,,0, 60
wlo palulino, 56 sgg.
Vend'l'" J., 336, n. '74
Vemer K '77, .g6.
vibr.nte, 6'-63'
"ibrione 1.,i"80u, S8 "88.
Vil'lor W., n. 06.
,'O<.H. 64.
v limologi. P'"
polare.
\'oloSl11O" \'. :\., 335.
V".Mn.l,i] D. :\., 335.
W.ckernagel J., 36.
Wartburg W. von, 34=, n. 1;6.
Weig.nd G., '45.
Weisll",ber L. 34'.
W<IJ."lk"",,, (teori. delle onde),
'gg.
Wells R., n. 251.
Wenkel G. 24S.
Wertheime, Jo, 3. '91, 3,S'9.
\V. D. J3. '9, 94, '97,
'99 ogg., 323 'gg., 3.7 H9,
352 .gg., n. 55, 137.
Whar! B. L., n. 217.
Wijk :\. v.n, n.;'6.
\Vintol.r J., )S'.
Willgen.tei" L., 3-16, n. 16, 6S, ti9,
9<>, 129, 157, ,q. 22J.
\\'011 F. A., 9, o. 'J.
zero, 106, 14], 166, ";, J47. I.. 'H,
Zimmer H., "91, lOO.
DEI.
ll1lrv'/ltziol/e di Tullio De :\Iauro
CORSO 1'1 Lll'Gt!ISTIc.'\ GEXER.\LE
1'1(/,';;0'" alllf l'dmlf
l'uf":;"'U ,TlI<, :,(""</,' .di:io...
P"I"';"'" 01/" la:"
in/redl/;;iOlle
v
3

1.
Il.
Sguardo alla delia
)'Iateria e compito della suoi :rapporti con le
scienze conne,;,sc
9
"
111. Oggetto della Iiuguistica
I. La liHgu:>; sua ddi.nuione 17
2. Posto della lingua tra ; latti di linguaggio ZI
l. 1'O$to ddl:> lingua tra i fatti umani. La semiologia 25
IV. della lingua e linguistica della parolg 28
V. Elementi interni ed esterni della lingua 31
VI. Rappresent...zione deUa lingua mediante la S(:rittura
I. lIi studiare l'argomento 35
2. della scrittura: cause del 3UO ascendente rispetto
ali. '''=a parlatI! 36
. 3 r sistemi di scrittura 38
4- Cause della dis<;ordanza tra I" grafia e la pronunzia 39
Effetti ddb di.cordanza -f0
VII. La fflno]ol!ia
I. Definizione
z. La scrittura fonologica
). Critica della testimonianza dell:r. scrittura
487
H
"
.'
Parle prima Principi generali
II. Immutabilit. e mutabilit del segno
I. Immutabilit.
2. )flltabilit
Le spede fonologiche
l, di fonema
2. L'apparato vocale e il suo lunuonamento
3, dei suoni secondo la loro boccale
I, Natura del segno linguistico
I. Segno, significato, significante
2. l'rimo prindpio: l'arbitrariet. del .seguo
3. Sccondo prindpio: carattere lineare del g,gnifll:ante
,"
lIIeccarusmo della lingua.
I. Le solidariet. sintagmatiche 154
2. Funzionamento simultaneo delle du" forme di raggruppa.-
mento 155
3. L'arbitrariet assoluta e l'arbitrariet relativa 158
Rapporti sintagmatiei e rapporti associativi
1. Delinizi"ni 149
a. I rapporti sintagmatici 150
3. I rapporti associativi 15:1
Identit, 'lealt, valori 131
Il valore linguistico
r. La lingua cOme pensiero organizzato nclla materia fonica 136
a. Il valore linguistico considerato nel suo aspetto concettuale 138
3. Il valore linguistico considerato nel BUO aspetto materiale 143
4. Il segno considerato nella sua. totallt 145
3. Difficolt praticbe della delimitazione u8
4. Conclusione U9
La grammatica e le sue suddivisioni
I. divisioni tradizionali 16:1
a. Divisioni razionali 164
VIII. Ruolo delle entit astratte in grammatica
VII.
,'1.
v.
III.
IV.
"
"88
"
"
"
"
"
,.
73
"
"77
19
"
.'
Principi di fonologia
IL Il fonema nella catena padata
I. Necessit. di studiare i suoni nella. catena parlata
2. L'implosione e l'esplosione
3. Combinazinni diverse delle esplosioni e delle implosioni
nella catena
4. Frontiera di sillaba e punto vocalico
5. Critica delle teorie della sillabazione'
6. Durata dell'implosione e dell'esplosione
7. I fonemi di apeltura quattro. Il dittongo. Questioni di grafia
Nota degli editori
Appendice
L
III. La linguistica statica e la linguistica e\'olutiva
I. Dualit interna di tutte le sden"e operanti sui valori
2. La dualit. interna e la storia della linguistica
3. La dualit. interna illustrata con esempi
4. La differen2a dei due ordini illustrata <:<ln paragoni
5. Le due linguistiche opposte nei loro metodi e nei loro principi
6. Legge sincronica. e legge diacronica.
7, C'6 un punto di vista pancronico/
8, 0mseguenze della confusione tra &incrocia e diacronia
9. Condusioni
.'
'00
,.,
,.,
'09
'" IlS:
..,
..,
Parle laIa Linguistica diacronica
1. Generalili..
II. {'ambiamenti fonetici
I. Loro regolarit assoluta
2. Condizioni <Id cambiamenti fonetici
3 QUt'Sti"ni di metodo
4 Cause d.i cambiamellti lonetid
5 L'azione dei cambiamenti fonetici illimitata
'1'
'13
'l'
'77
179
'"
Parte Linguistica sinclonica
I. Generalit
II, Le entit concrete della lingua
l. Entit ed unit. Delini2ioni
a. Metodo di delimitazione
'"
'"
"1
III. C'lll,eguenzc grammaticali deU'evoluzione fonetica
I. Rottura dc'l legame grammaticale
a. Of(u5Camento della composizione delle parole
3 :-on esistono doppioni fonetici
4. L'altemanza
5. Le leggi dell'alternanza
6. Alternanza lo legame grammaticale
,86
'"
,88
'9
'9'
'93
488 48.
quinta Questioni di linguistica retrospettiva. Conclu-
sioni
IV.
v.
VI.
\'11.
L'analngi"
l. lkliniz,cni ,'.I ''''''''l'i
'. l f<'"""meni """logici non &uno ;>'Il,l>ialllL'lltl
). L'analogia l'tincipi'' de'l!c creazioni lil1gU;\
c e\'uiulione
l, (""mc una innovazione analogica cntra nell:!. lingu:L
_. Le inllo'-azi,,,,i """logiche come "inlom" dei mutamcnti
di inte'rprctalionc
3- L'""al"gia prindpio ,li rinnoVal110nhl e di conserva.io"e
L'dim"lo!;i l'0l'0l..re
L'agltllllinazionc
I. l'dinizione
. ,\gslutina7.iono cd mlalng''''
195
"7
'"
'"
206
20<)
l. Le due prospettive della. linguistica diacronica
Il. La. lingua pi antica ed il prntotipo
III. Le rico5truzioni
I. Loro natura e fine
Grado e certezza deUe ricO!ltituzioni
IV. La te5timomanza della lingua in antropologia. e inprei-
stolja
I. Lingua e razza
2. Etnismo
3. Paleontologia Unguistica
4. Tipo linguistico e mentalit del gruppo sociale
'59
'"
,66
'68
'7'
'7'
'73
'7
6
VIIT. UniI;). identit:\ e realt diacrOllkhc ,,6
V. Famiglie di lingue e tipi linguistici
'79
Atl'mdici <ll/,' pllrli l<,r:<I <' qllllrta
NOTIZIE BIOGRAFICHE E CRITICHE SU F. DE S.-\t:SSURE
di Tullio De Mauro
III. della divel'1lit !:eogral.ca
I. Il tempo, causa essenziale
;\zinlle <Id tempo su un tC'nitmio continuo
J. I dialetti non Il,,nno confini naturali
4. Le lingue non hanno confini naturali
28
5
,88
292
'o,

"9
"5
334
343
347
l'orecn c Sau.sure ]56
,6'
XOTE di Tullio De )Iauro 36,
Scritti citati in forma abbreviata 457
Indice dei lwmi e delle materie 47,
I. La famigUa
2. Primi studi
3. Lipsia e il o
4. Parigi: la .cuola e lo. Socit,;
5. Ginevra: l'insegnamento e gli stlldi
6. I corsi di linguistica generale. Gli ultimi anni
7. La f<>rma2ioM della lil'lgui.tia generale di SauS1lurc
8. La. fortuna del CLG nei diver.i paesi
9. Pr....enza di Sa\lssure nei indirizzi della linguistica
IO. La que.tione dei precursori
,,6
'3'
delle sotto-unit
IY. Propagalione delle onde linglli.tid,e
I. La forza. d'illterscambio e lo spirito di campanile
Le du.. lorze ricondotte " un prilldpio unico
3. La differenziazione ill territori ""parati
A. Anali", so/:getti,"u e ,malisi oggettiva
B. L'anali.i snggcttinl c hl <1etenninazione
Co L'etilllologia
1. Ln iwr,lti. !in"n"
IL COIl'pHcazioni della geografica
I. C",-'Si3lcn.a ili pi lingue in uno stesso punto
LinSIHl l,ttcraria e iJioma locale
490

Potrebbero piacerti anche