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LEGGE DI GRIMM O I MUTAZIONE CONSONANTICA

La legge di Grimm o prima mutazione consonantica è stata messa a punto dallo stesso Grimm nella seconda
edizione della Deutesch Grammatik del 1822. Questa legge viene definita come un’isoglossa delle lingue
germaniche caratterizzata da tre fenomeni. La parola isoglossa è una parola che la filologia ha in comune
con il linguaggio meteorologico. In filologia, quando si parla di isoglossa, si fa riferimento ad una linea entro
la quale avviene un certo fenomeno fonetico che, al contrario, non avviene al di fuori. La prima mutazione
consonantica è un fenomeno pangermanico, ossia riguarda tutte le lingue germaniche, per cui è un fattore
che permette di caratterizzare un lessema come germanico. È un fenomeno predocumentario, cioè si è
realizzato prima di qualsivoglia forma di scrittura, runica o alfabetica. E infine, è un fenomeno
incondizionato, ossia è indipendente dalla posizione del fonema, dell’accento. Può avvenire in posizione
iniziale, intermedia o finale. Per spiegare questo fenomeno bisogna partire dallo schema consonantico
dell’indoeuropeo, senza tenere conto dell’ordine delle fricative perché l’unica fricativa dell’indoeuropeo
non è interessata a questo fenomeno. La legge di Grimm non agisce direttamente sulle consonanti
dell’indoeuropeo ma bensì su quello delle lingue centum. Nella cosiddetta area centum l’ordine
consonantico dell’indoeuropeo è caratterizzato dalla sparizione dell’ordine delle occlusive sorde e dalla
serie delle palatali. Dunque, fanno parte dell’area centum tutte quelle lingue che sostituiscono all’occlusiva
palatale sorda dell’indoeuropeo, l’occlusiva velare. La legge di Grimm si verifica in tre atti.

Il primo atto della legge di Grimm riguarda la fricativizzazione delle occlusive sorde. Si tratta di un
fenomeno subfonematico. Il motivo di questo fenomeno sfugge all’analisi storica. Questo primo atto della
legge di Grimm porta alla nascita di un nuovo ordine, ossia quello delle fricative, perché nel sistema
consonantico dell’indoeuropeo esisteva solo una fricativa /s/. Però, allo stesso tempo, comporta la
sparizione dell’ordine delle occlusive sorde. Possiamo osservare questo fenomeno, partendo sempre dal
fonema articolato del punto più esterno:

- /p/ occlusiva, labiale, sorda  /f/ fricativa, labiale sorda  ie. /por-/ - got. faran
- /t/ occlusiva, dentale, sorda  /θ/ fricativa, dentale sorda  ie. */tu:/ - got. /þū/
- /ḱ/ occlusiva, palatale, sorda  /k/ occlusiva, velare sorda  /h/ fricativa, velare, sorda  ie. */peḱu-/
- got. faihu
- /k/ occlusiva, velare, sorda  /h/ fricativa, velare, sorda  ie. */kap-/ - got. hafijan
- /kw/ occlusiva, labiovelare, sorda  /hw/ fricativa, labiovelare, sorda  ie. */kwod-/ - got. ƕa

La fricativizzazione delle occlusive sorde è un fenomeno incondizionato che presenta, però, un’area di
condizionamento. Grimm ha osservato, e si è limitato solo ad osservare, che quando un’occlusiva sorda è
preceduta da una fricativa, sia essa la fricativa /s/ dell’indoeuropeo o una qualsiasi altra fricativa del
germanico, non muta. In effetti, questo fenomeno si verifica in vari casi, ad esempio ie. */spew-/ - got.
Speiwan. Su questo tema la ricerca fino alla metà del secolo scorso è stata abbondante. Per spiegare la
mancata mutazione delle occlusive sorde a causa delle fricative precedenti bisogna ricorrere alla poesia
allitterante. L’allitterazione è uno strumento mnemo tecnico che aiuta a ricordare che veniva utilizzato
tanto in poesia quanto nel linguaggio giuridico. Dunque, è stato osservato che n sede allitterativa quando
c’è una fricativa sorda seguita da un’occlusiva sorda il suono si cristallizza in un unico suono che può
allitterare solo con un suono identico.

Dal momento che il latino non dispone di determinati grafemi, le singole tradizioni germaniche tendono a
risolvere i problemi grafematici in maniera logica: ad esempio, ricorrendo alle rune, oppure accoppiando
più grafemi latini.
Il secondo atto della legge di Grimm consiste nella desonorizzazione delle occlusive sonore. Questo perché,
il secondo atto di tale legge recupera le consonanti andate perdute attraverso il primo atto, sfruttando altre
consonanti dell’indoeuropeo. Per cui si verifica uno slittamento:

- /b/ occlusiva, labiale, sonora  /p/ occlusiva, labiale, sorda  ie. */skab-/ - got. skapijan
- /d/ occlusiva, dentale, sonora  /t/ occlusiva, dentale, sorda  ie. */dem-/ - an. timbra
- /ǵ/ occlusiva, palatale, sonora  /g/ occlusiva, velare, sonora  /k/ occlusiva, velare, sorda 
ie. */ǵen-/ - got. kuni
- /g/ occlusiva, velare, sonora  /k/ occlusiva, velare, sorda  ie. */gel-/ - got. *kalds
- /gw/ occlusiva, labiovelare, sonora  /kw/ occlusiva, labiovelare, sorda  ie. */gwem-/ - got. kiman

Il terzo atto della legge di Grimm consiste nella deaspirazione delle occlusive sonore aspirate. Si verificano
due mutamenti: prima l’occlusiva sonora aspirata si trasforma in una fricativa sonora e poi la fricativa
sonora si trasforma in una occlusiva sonora. In realtà, questo secondo cambiamento non è incondizionato
ma dipende dalla posizione del fonema. L’occlusivizzazione della fricativa avviene solo il fonema si trova in
posizione forte, ossia in posizione iniziale, dopo nasale e nella geminata. Dal momento che la serie delle
occlusive sonore aspirate non è presente nelle lingue storiche, per studiare questo fenomeno ci si è basati
sull’osservazione delle lingue indiane antiche.

- */bh/ > gc. */ƀ/ > */b/ in posizione “forte”  ie. */bher-/ - got. bairan
- */dh/ > gc. */ð/ > */d/ in posizione “forte”  ie. */bhendh/ - got. bindan
- */ǵh/ > ie. centum */gh/ > gc. */ǥ/ > */ǥ/ in ogni posizione  ie. */seǵhos-/ - got. sigis
- */gh/ > gc. */ǥ/ > */ǥ/ in ogni posizione  ie. */ghosti-/ - got. gasts
- */gwh/ > gc. */ǥw/
1. */g w/preceduta da nasale
2. */g/ seguita da vocale velare o consonante
3. */w/ seguita da vocale palatale o /a/

Dunque, in conclusione, possiamo dire che la legge di Grimm ridetermina il sistema delle occlusive a
quattro ordini. L’unica cosa che va perduta è la serie delle palatali.

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