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L.B.G. IL CORROTTO DELLA PORTA ACCANTO Ileana Alesso LA VOLTA IN CUI LA PARTECIPAZIONE NON FANTASMA Luciano Bavestrelli e ;Mario de Renzio ENERGIA A MILANO. MA C UNA VERA POLITICA? Guido Martinotti TAV, NO TAV E UNA STORIA AMERICANA CHE INSEGNA QUALCOSA Riccardo Lo Schiavo LA CALDAIA DI BARBIE E IL RISPARMIO ENERGETICO Diana De Marchi QUANDO LA TOPONOMASTICA DIVENTA LOTTA POLITICA Massimo Cingolani BREVE STORIA DELLA RIFORMA DELLE PENSIONI Giovanni Agnesi VOLONTARIATO MILANESE, AVANTI C POSTO Valentino Ballabio PGT: MEGLIO MENO MA MEGLIO Rita Bramante I PALADINI DELLA VITA SLOW VIDEO PIETRO ICHINO: NUOVE NORME, OCCUPAZIONE E GIOVANI IMPRENDITORI COLONNA SONORA Francesco Guccini Nostra signora dellipocrisia
Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org
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tavolo Expo 2015 per le pari opportunit delle imprese femminili di Milano. Dal Tavolo Salute composto da due gruppi, altre proposte. Dal gruppo delle cosiddette Giardiniere, nato dal presupposto di Milano Giardino comune, il suggerimento di estendere i provvedimenti gi presi dalla Giunta in tema di traffico per prevenire malattie. Dal gruppo che invece ha posto lattenzione sui consultori emersa sia la proposta di una mappatura dei dati relativi alla attivit degli stessi per rilanciarli, sia la proposta per una campagna di informazione per far emergere le esigenze personali e familiari sui temi
della sessualit, della maternit, delle relazioni e del disagio. Dal Tavolo Salute stata espressa anche la proposta, sostenuta da Ilaria Li Vigni, di promuovere la costituzione del Comune di Milano come parte civile nei casi di violenza di genere. Dal Tavolo Spazi ha preso corpo la proposta di una Casa delle donne, corredata da una analisi su esperienze e statuti di Case delle donne di altre citt italiane ed europee, con lindicazione di una gestione da parte di una associazione di primo livello cos da garantire la partecipazione pi ampia possibile. Molto interesse e partecipazione si vista tra le amministratrici intervenute in ri-
scontro delle proposte fatte, la Vice Sindaco Maria Grazia Guida, le Assessore Chiara Bisconti, Lucia De Cesaris e Cristina Tajani. Presente anche Francesca Zajczyk delegata dal Sindaco per le pari opportunit e la consigliera Marilisa DAmico che coordinava gli interventi. E per rendere il senso dellincontro con una sola immagine, sceglierei quella della Assessora Bisconti che dallautorevole podio della Sala Alessi si rivolge alla donna che poco prima aveva illustrato la proposta del congedo parentale chiedendole con semplicit il suo numero di cellulare cos da mettersi subito allopera per realizzarlo.
www.arcipelagomilano.org lEnergy Manager alle corrette funzioni e responsabilit e darebbe al Comune la garanzia di raggiungimento dei risultati attesi. Ma lunica strada seria da percorrere e i cui benefici, anche in risparmio della spesa energetica nel tempo, non potranno mancare.
degli edifici e degli impianti, rilievo dei consumi e pagamento di bollette e fatture). Limpostazione di una nuova struttura organizzativa, coerente con lSGE, riporterebbe
TAV, NO TAV E UNA STORIA AMERICANA CHE INSEGNA QUALCOSA Guido Martinotti
Laspetto che pi mi irrita in questa disputa sulla TAV/NO TAV in Val di Susa lestrema semplificazione ideologica delle argomentazioni, dalluna e dallaltra parte. Il discorso simbarbarisce e si chiude in una ripetitivit di affermazioni che non aggiungono nulla neppure alla propria linea. Sentire il governatore Niki Vendola descrivere la TAV come buco nella montagna significa sentire qualcuno che vuol parlare solo a se stesso, perch chi non gi pi che convinto dopo unaffermazione del genere chiuder laudio. Dire come fa Guido Viale che in atto uno scontro di civilt, significa assegnare il ruolo di portatore di civilt alla societ ferroviaria (un po di logica! Almeno limitiamoci a parlare di visioni del mondo.) Ci pensano gi i sostenitori della TAV che presentano, loro s, la TAV come portatrice di civilt, e gli oppositori come barbari neo-romantici. Si sprecano paroloni che confondono invece di chiarire: la Civilt, lo Stato, la Nazione (tutte belle entit che prescindono dalle responsabilit storiche e politiche della situazione e distolgono lattenzione dallanalisi storica e politica, lunica che permette di capire cosa succede e di lavorare per una soluzione. Ho gi scritto settimana scorsa che il problema non in val di Susa, ma a Roma o anche, se vogliamo, a Milano: il problema che dopo anni di assoluta impunit lapparato tecnico-amministrativo preposto alle grandi opere pubbliche (e anche alle piccole) corrotto al punto che il pubblico non si fida pi delle assicurazioni di tecnici ed esperti, perch tutti sanno, o sospettano, che dietro a ogni iniziativa ci siano guadagni illeciti o ingiustificati e il pi totale disprezzo per lambiente e le comunit locali. Lo scontro tra diverse visioni del mondo si fa l, e per quanto difficile possa essere, la costruzione della nazione comincia dalla generalizzazione degli obblighi di contribuire, non dallo sventolio di bandiere. Si va dallo scontrino in su, non dai paroloni in gi. La nazione, dice Galli della Loggia (Corriere del 12 Marzo) esile: sfido, come si fa a stare tutti sulla stessa barca se alcuni remano e gli altri si sbafano le provviste? La Nazione non centra: centra una classe dirigente che da almeno ventanni saccheggia a man bassa le casse del paese lasciando unimpronta di devastazioni sul territorio, con la connivenza di buona parte dellopposizione e la distratta benevolenza dei terzini troppo occupati a bastonare una sinistra che non c pi. Larretratezza della nostra economia non pu essere imputata solo ai neoromantici, (che contribuiscono non poco a confondere le idee) ma ai potenti che con le loro devastazioni forniscono ai neoromantici carburante per le pi spinte farneticazioni, perch molte di queste trovano poi riscontri nella realt. In questo clima veramente torbido non c da stupirsi che prosperino le mafie di ogni genere e in ogni dove; e non illudiamoci che le mafie si mettano in moto solo quando c da fare gli appalti: assolutamente evidente che si muovono innanzitutto per creare le condizioni perch poi gli appalti si facciano. Laltra fonte dirritazione la continua insistenza su una distinzione che sempre pi si rivela astratta e fuorviante tra il mondo della politica, che sarebbe dominato dallarbitrio e dallapprossimazione e il mondo della tecnica che sarebbe invece dominato dalla razionalit e lesattezza. Ma le grandi imprese tecniche sono eminentemente politiche, non solo nel senso ovvio che ciascuna di esse alternativa ad altre opere e che queste scelte sono inevitabilmente e genuinamente politiche, ma nel senso che lo sono anche in un certo senso, geneticamente. Perch sono dei macrosistemi, come ricorda il sociologo francese Alain Gras, cio insiemi complessi di aspetti tecnici, ma anche economici e culturali. Un buon esempio la diffusione dellelettricit che richiede un complesso macrosistema che parte dalle dighe e arriva alle lampadine. Si veda, come buon esempio letterario, la splendida ricostruzione dellepoca vittoriana riportata da Victoria Glendinning, in Electricity (Arrow, Londra 1996). inutile ricordare limportanza culturale e anche ideologica delle ferrovie, dalla corsa tra il cavallo e la macchina, alla conquista del West, al Ballo Excelsior, al blindato di Trotskij il treno, ha sempre proiettato unimmagine di s al tempo stesso affascinante e minacciosa: le metafore per il drago di fuoco si sprecano a decine. Questo elemento culturale non un accessorio dello sviluppo tecnologico, ne una componente essenziale: le ferrovie, come ogni altro grande macrosistema sono investimenti di grande portata e questi investimenti non si riescono a fare se non si possono basare su un largo consenso. Non voglio augurare male a nessuno e non sono particolarmente portato alla Schadenfreude, del resto non sar l a vedere la fine di questa storia, ma forse qualche grande avventura ferroviaria del passato sarebbe utile ricordarla. Le Florida Keys sono un arcipelago di 170 piccole o piccolissime isole piatte (keys o cays) che si stendono dalla punta sudest della Florida fino alla maggiore isola che chiude larco e che si chiama Key West, e che si protende come un indice arcuato a invito verso Cuba, finendo esattamente allaltezza dellHavana da cui dista 169 km, 91 miglia nautiche, una distanza inferiore a quella tra Key West e Miami. unarea dei Caraibi che ha una lunga e complicata storia di conquiste, riconquiste e passaggi, perfettamente adatta al contrabbando, alla pirateria e a ogni altra intrapresa in cui utile avere a portata di mano un labirinto di acque infide e di passaggi noti solo a pochi esperti. Paesaggio splendido, ma non troppo raccomandabile, neppure dal punto di vista balneare se si vogliono evitare le temibili meduse filamentose Man o War, i cui tentacoli possono essere mortali e comunque dolorosissimi anche se secchi sulla spiaggia. La vicinanza con Cuba fa del porto di Key West un ottimo punto dapprodo per le merci dei Caraibi, ma poi, da Key West, per raggiungere il mercato americano occorre percorrere un tragitto di altre 100 e
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pi miglia nautiche, in pratica una giornata di navigazione, fino a Miami. Uno strano e straordinario esemplare di tycoon Henry Morrison Flagler che di fatto invent la Florida qual oggi decise a un certo punto di collegare Miami (citt praticamente da lui stesso fondata ex novo) con Key West allora un popoloso centro portuale, con una ferrovia. Dobbiamo immaginarci queste isole sperdute nel mare allo stato naturale, alcune quasi sommerse, altre separate da un braccio di mare profondo, o lungo parecchie miglia, tutte esposte a ogni forma di intemperie, senzacqua o riparo. Quando Flagler esponeva quella che veniva chiamata Flagler folly spiegava tranquillo come pensava di arrivare a Key West: semplicissimo. Costruite un arco di cemento, e poi un altro e ben presto vi troverete a Key West. Ci volevano milioni, ma Flagler li aveva perch ne aveva fatti talmente tanti con David Rockefeller e la Standard Oil che non avrebbe potuto spenderli in tutta la vita nonostante le molte ville e le tre mogli. Cos nel 1904 si butta nellimpresa e il 22 gennaio 1912, ormai vecchio e mezzo cieco, compie il viaggio inaugurale a bordo della sua carrozza personale, Rambler, con ghiaccio e champagne e arriva a Key West con il primo treno. La storia di Flagler (verso la cui seconda moglie Elizabeth Harkness, ho un debito postumo di gratitudine perch la fondazione della sua famiglia mi ha pagato due anni di studi e viaggi negli Stati Uniti) troppo straordinaria perch possa anche solo azzardarmi a sintetizzarla qui. La storia dellepica costruzione che dur otto anni e che incontr anche lopposizione dei pochi abitanti delle isole che temevano, come poi di fatto avvenne, un disastro, altrettanto interessante. Rinvio a Pat Paris, The Railroad that Died at Sea, Langley Press, Key West 1968 e ai vari siti, tutti molti ricchi, su Google, da uno dei quali traggo il racconto della conclusione. Alla met del 1935, circa cinquanta milioni di passeggeri avevano gi percorso il viaggio di 156 miglia attraverso le Florida Keys. Il 2 settembre 1935, Labor
Day, con un forte uragano diretto verso le Keys, una locomotiva e alcuni vagoni vennero assemblati per una gara contro il tempo. A Homestead, il macchinista decise di spostare la locomotiva verso la parte posteriore del treno per una via di fuga pi veloce dai flutti. Le onde si stavano gi rovesciando sui binari mentre il treno si avvicinava a Islamorada. Appena il treno si ferm, le famiglie cominciarono limbarco. La fermata a Homestead, tuttavia, si rivel fatale. In pochi minuti, allaltezza dellisolotto di Matecumbe (qualcosa che ha a che vedere con lo spagnolo matar) un aumento del mare di oltre 17 piedi travolse il treno e le poche case, spazzandone via la maggior parte verso il mare. Nei giorni a seguire, pi di cinquecento corpi sono stati trovati. Nessuno sapr mai il numero esatto di vittime in quel giorno. Dopo ventitr anni di servizio, le Ferrovie Henry Flagler sono morte in mare durante il grande uragano del 1935.. E questa la versione ufficiale: unimpresa titanica costata circa 50 milioni di dollari di allora, di tasca del tycoon che, questa la voce, nella sua eredit di 100 milioni aveva anche messo da parte. Ma lironia della sorte volle che anche prima delluragano, la ferrovia era riuscita s a connettere Key West con la terraferma, ma non riusc mai a trasformare Key West nel grande porto che Flagler aveva sognato, al contrario la ferrovia favor, oltre a un intenso turismo ludico (e alcolico) che permetteva di andare con pochi soldi fino a Cuba e ritornare con la valigia piena di rhum, anche una massiccia migrazione verso la terraferma. Anche questo uno sgarbo postumo al povero Flagler che era, come molti tycoons americani un puritano e un rigoroso teetotaler. La ferrovia che finiva nel mare si trasform in ferrovia che mor nel mare e fu sostituita in seguito da una splendida autostrada: la numero 1 del sistema autostradale americano interstate (http://www.ushighways.com/) che fa da controparte alla 101 che va da Olympia (nello stato di Washington) a Los
Angeles. Chi volesse farsi una gita americana veramente emozionante pu prendere unauto a Miami e dirigersi a Sud Est attraverso le Everglades per poi saltabeccare cha isola a isola costeggiando a tratti i ruderi di una sorta di strano acquedotto romano, arco dopo arco da cui ogni giorno pencolano decine di canne da pesca in attesa dei bei pesci, e di qualche occasionale pescecane, che si vedono brulicare nellacqua sottostante. Oggi Key West rimane solo una cittadina ex coloniale abbastanza carina, nonostante la folla di turisti del rhum che vengono a sbronzarsi in onore di Hemingway. Del quale rimangono la casa (ore di coda) e, dicono, i gatti con sette dita, o meglio i loro discendenti, una cinquantina di polydactil. Laltra popolazione animale che popola significativamente Key West sono le centinaia e forse migliaia di lussureggianti galli rosso-bruno di taglia XL che con le loro famiglie sciamano liberamente dovunque, solo ogni tanto pigramente scacciati (sci sci) da qualche abitante infastidito dalle raspate nel proprio giardinetto di casa. Sono gli eredi dei galli da combattimento portati l dai bucanieri caraibici per le lotte tra galli e appartengono a quella razza che durante la guerra chiamavamo Rodisland (Rhode Island) e che mia zia Gin era diventata bravissima a operare con forbici e ago da sarta sul tavolo da cucina, per liberarli dai calcoli nello stomaco che affliggono quella specie di pennuti. Mai nessuno era rimasto sotto (quei) ferri, ma certo nessuno poi morto di vecchiaia. Forse tra un barilotto di rhum, i gatti di Hemingway e i pollacchioni, che oggi devono essere stati rimpatriati (ai tempi della aviaria li avevano deportati fuori citt con grande scandalo degli animalisti e dei locali) si trover il tempo di andare a visitare il monumento dedicato dalla Contea di Monroe ai caduti della Flagler Eastern Extension (Florida East Coast Key West Extension) e di meditare su una delle pi grandi saghe della storia delle ferrovie.
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sua costruzione furono acquistati i locali del teatro di Santa Radegonda, che era ormai in disuso da qualche anno. Nel corso del 188283, il teatro fu demolito e al suo posto fu eretto ledificio della Centrale, che accoglieva al primo piano le caldaie a carbone e al piano terra le macchine alternative a vapore e le dinamo (1). E poi si dice lorgoglio meneghino. Quindi cento trenta anni fa si usava il carbone ma tu lettore, Il prossimo inverno, se dovessi scegliere compreresti la Caldaietta di Barbie ecologica o la nuova City car europea di moda a ciclo diesel, o entrambe? Non questione di caldaie o di autovetture ma di sviluppo e di ricerca. tutto interesse della collettivit che ci siano idee innovative che inducano nuova tecnologia e poi le aziende, sempre alla ricerca di marginalit e prestazioni economico finanziarie in crescita, si adegueranno e gli utenti compreranno le nuove macchine quelle del terzo millennio. Bisogna parlarne e trovare soluzioni senza danneggiare leconomia reale. La distillazione frazionata del petrolio grezzo genera dopo il processo di raffinazione: benzina, GPL, olefine, paraffine, cherosene, gasolio, olio combustibile, lubrificanti, cere, bitumi e coke. evidente che in una logica economica lottimizzazione dei profitti prevede limpiego totale di tutti i prodotti della raffinazione per il riscaldamento in citt, anche degli olii pesanti. Esiste un grande dibattito sullinquinamento che riemerge spesso sui mezzi di informazione quando superiamo la fatidica soglia di allarme del PM10, purtroppo troppo spesso a Milano. La serie storica dell anidride solforosa e del monossido di carbonio sono in trend calante a Milano dagli anni 50 in poi, il PM10 risulta risulta stabile dagli anni 80 (2). Quando andiamo in una concessionaria a comprare la macchina nuova quella pi bella o quando si rompe a gennaio la caldaia e abbiamo freddo, nessuno di noi pensa minimamente al PM10. Nel grafico di seguito vengono riportate le percentuali di emissioni di PM10 in relazione alla fonte generatrice. e le percentuali CO2 relative allanno 2008: dunque non sono solo auto e riscaldamento a causare linquinamento. Ma andiamo a vedere in particolare ci che ci tocca pi da vicino, e ci su cui siamo attori protagonisti nellutilizzo: le autovetture e i generatori di calore. Riassumo per
sommi capi i dati della citt di Milano relativi al riscaldamento perch non ci sono dati ufficiali ma si tratta di informazioni di contrabbando piuttosto affidabili. Milano 1.300.000 abitanti, circa 30.000 condomini di cui 7.000 serviti da impianto centralizzato alimentato a Gasolio, 1240 (3) alimentati con il teleriscaldamento e 20.000 riscaldati da impianti autonomi, la cosiddetta Caldaietta di Barbie. Esistono poi svariate migliaia di scaldabagni a gas. Dunque il panorama del riscaldamento piuttosto vario e variegato composto di fauna e flora tra loro in evidente competizione, un grande mercato su cui molti vivono e nessuno disponibile a cedere quote di mercato o innovare investendo. Ma serve parlarne per sviluppare soluzioni alternative e possibili, non arrendersi mai e coinvolgere produttori e manutentori oltre che utenti finali. In Italia nel 2011 sono state vendute circa 600.000 auto del segmento B, il 40% circa del mercato dellauto (1,7 mio/pz). Si stima un 10% su Milano quindi circa 60.000 pezzi anno. Un bel mercato! Qui c forse maggiore sensibilit al bello, alla tecnologia e al consumo dato laumento del costo dei carburanti da autotrazione, ma non basta. Chiudo con una frase da una canzone di Carosone: M'aggio affittato 'nu cammello (ecologico, va benissimo per girare in citt), m'aggio accattato 'nu turbante, 'nu turbante 'a Rinascente (quella della centrale a carbone), c'o pennacchio russo e bl (il PM10 non si vede). Breve rassegna dei generatori di calore e affini: Caldaiette: in Italia esiste un parco installato di 15,4 milioni di caldaiette (4), si sostituiscono circa 900.000 caldaie lanno e di queste solo l1,6% sono cambiate per ridurre linquinamento e il 10,5% per ridurre i consumi, il resto della sostituzione avviene per rottura etc etc. La caldaietta quel parallelepipedo bianco nel corridoio, in cucina, nel locale lavanderia o sul balcone e deve funzionare. Il mercato della caldaietta da lavoro ad aziende, agenti di commercio, centri assistenza. A Milano si stima si vendono circa 20.000 pezzi anno (si sostituisce [stima media] circa il 10% del parco installato dunque 200.000 pezzi). Una Caldaietta media a camera stagna di 24 kW (la turbo) emette orientativamente 5.000 g di CO2/ora e funziona circa 1/3 della
giornata a seconda della latitudine etc etc. Caldaie centralizzate: in Italia esiste un parco installato di 1.000.000 di caldaie centralizzate, nel 2009 si sono sostituite 19.200 caldaie (5) e di queste l8,9% alimentato a gasolio. Non conosco i numeri di Milano ma stimo almeno un 10% del totale e cio 170 pezzi/anno. Dunque se ne producono e se ne installano, e qui dovrebbe intervenire il legislatore a indirizzare le aziende produttrici a introdurre nuova tecnologia e togliere dal listino tali prodotti, ma se non si chiudono le porte i buoi scappano dalla stalla. Vale come sopra il criterio dei posti di lavoro. Impianti di teleriscaldamento: attualmente gli impianti di Teleriscaldamento realizzati e gestiti da A2A nella citt di Milano e nell'hinterland sono 12: Tecnocity - Sesto San Giovanni - Famagosta - Figino Cassano d'Adda - Bovisa (Palizzi) Novate Milanese - Santa Giulia (Citt 2000) - Silvio Pellico - Bensi Canavese - Linate. La situazione attuale di tutte le utenze allacciate alla rete di distribuzione del Teleriscaldamento ha portato a servire oltre 200.000 abitanti. La centrale di cogenerazione per il teleriscaldamento della zona Milano Est denominata "Canavese" situata nellarea della ex stazione gasometrica AEM, in via Cavriana 32, nei pressi di viale Forlanini. Limpianto stato inserito nellarea precedentemente occupata dal gasometro demolito. La centrale, realizzata nel 2007/2008, presenta il seguente schema di impianto: * un sistema di sfruttamento dellenergia geotermica contenuta nellacqua di falda, costituito da pompe di calore ad alta temperatura e di grande potenza; * una sezione di cogenerazione ad alta efficienza, costituita da motori alternativi a combustione interna o da turbine a gas; * serbatoi di accumulo termico per il disaccoppiamento tra la produzione di calore e lassorbimento termico della rete; * una sezione di integrazione e riserva, costituita da caldaie a metano. La parte pi innovativa del progetto la sezione a pompe di calore con acqua di falda che garantisce una consistente produzione termica con elevata efficienza, integrata dai contributi provenienti dalle sezioni. La rete di teleriscaldamento, attualmente in fase di progressiva realizzazione, interessa sostanzialmente i quartieri: Citt Studi, Argonne, Corsica, Lambrate.
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Delle emissioni da teleriscaldamento non si sa nulla. Si parla di motori a gas caldaie etc etc. Sarebbe auspicabile che A2A fornisse i dati della centrale e il differenziale tra le emissioni dei vecchi impianti centralizzati a gasolio e quanto erogano le centrali. Sarebbe interessante avere i dati relativi ai rendimenti della centrale rispetto ai bruciatori a gasolio del passato. Bruciatori: ce ne sono di varia forma colore misura e grado di inquinamento, un mercato antico di gente antica che ha garantito il calore nelle case degli italiani quando non si parlava di inquinamento. Nella citt di Milano se ne vendono circa 500 pezzo/anno (stima), di varia tipologia. un mercato che non muore perch ci sono sempre dei prodotti residui della raffinazione del petrolio che si vendono e generano guadagno e calore a chi li brucia. Scaldabagni: il mercato degli scaldabagni a gas in Italia si stima in circa 200.000 pezzi anno con un indice di sostituzione del 10% circa. Da una stima personale in citt a Milano si cambiano circa 4.000 pezzi anno. City car europea di moda: autovettura di produzione estera il cui modello base a ciclo Diesel consuma: (ciclo misto): 3,8 l/100 km e ha emissioni di CO2 pari a 99 g/km quando la media Lombardia 188
g/KM anno 2008 (Fonte: INEMAR ARPA LOMBARDIA). Se si stima un tragitto medio in citt al giorno di 20 km i grammi di C0 2 sono circa 1900. Se ne vendono circa 20.000/anno di cui 11.000 circa diesel e su Milano si stimano 1500 pz/anno (dati relativi a un solo marchio). Lessico famigliare: Caldaietta di Barbie: generatore di calore installato in casa, brucia sostanzialmente quanto metano o gpl vuoi, fatto salvo i vincoli di legge. Puoi anche litigare con la moglie sul consumo tanto decide lei. Spesso la modalit di installazione quantomeno esteticamente oscena. Impianto di teleriscaldamento: sito industriale con torri fumanti in periferia, da cui esce acqua calda che ti arriva in casa tramite tubi speciali e poi nei tuoi termosifoni e dovrebbe riscaldare, in realt dipende dalla stanza e dallesposizione del palazzo, se hanno fatto il collaudo sarebbe ecologica dicono la moglie ha freddo e ti martella: infine spendi in termosifone elettrico per avere la temperatura desiderata (della serie cornuti e mazziati) Bruciatore: grosso pezzo di ferro sagomato che brucia idrocarburi di vario genere residui della raffinazione del petrolio, genera calore consuma poco inquina tanto, nessuno li vuole sostituire e nessuno
dice che li ha da tempo immemorabile e risparmia un sacco di soldi. Scaldabagno: parallelepipedo di ferro bianco con serpentina interna produce acqua calda bruciando il metano o GPL, ce ne sono di antidiluviani che inquinano pi della vecchia Trabant, la macchina comunista che espelleva le nuvolette azzurre di azoto a pezzettoni, a Milano installato spesso sul balcone nei modi pi disparati e tendenzialmente fuori norma di legge. Ci sono poi quelli allinterno degli appartamenti spesso oltre la norma, andrebbero cambiati ieri laltro. City car europea di moda: autovettura alimentata a gasolio con filtro anti particolato serve per andare al bar parcheggiare in seconda fila e dire sono il pi fico in genere la usa la moglie, lamante . (1) http://www.storiadimilano.it/citta/mil anotecnica/elettricita/radegonda0.htm (2) http://www.codatu.org/wpcontent/uploads/D_Croci.pdf (3) http://www.a2acaloreservizi.eu/hom e/export/sites/default/a2a_caloreser vizi/impianti_reti/documenti/FOLDER _Ok_Folder_TLR.pdf (4) Cresme (5) Cresme
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il Parlamento e le forze sociali ma queste due forze sanno che dietro di loro ci sono i cittadini e ne dovranno tenere conto, insomma ha dovuto fare in fretta. Vediamo una breve storia della ristrutturazione previdenziale nel nostro paese o del chi tocca muore. Il primo Governo Berlusconi cadde anche a causa della riforma delle pensioni, pesantemente osteggiata dalla Lega. La Presidenza del Consiglio Dini nacque per portare a termine quel progetto e da allora non si contano gli aggiustamenti. Ma nessun governo sia di centrodestra sia di centrosinistra stato capace di risolvere i problemi che concorrono alla difficolt dello stato sociale, che si riflettono nella crisi del debito sovrano che oggi colpisce tutti i paesi dell'Unione. I sistemi di welfare sono stati messi in crisi non da scelte e non scelte politiche, ma dalla demografia. La piramide dell'et si rovesciata, la base cio la nuova generazione si riduce e la popolazione al di sopra dei 65 anni cresce rapidamente. Ricordiamoci che in Europa solo cento anni fa l'aspettativa di vita era di 50 anni, ora pi di 80. Ma torniamo alla riforma Dini del 1995 che segue un calendario applicativo al rallentatore nello smussare le disparit di trattamento. L'o-
biettivo un equilibrio di sistema, garantito quando la pensione che si riceve proporzionale ai contributi versati durante la vita lavorativa. Il vecchio retributivo pi generoso, perch lega l'importo della pensione ai livelli retributivi degli ultimi anni di lavoro, mentre il contributivo pi sostenibile, perch misura la rendita sulla base dei contributi versati. importante chiarire che il contributivo ipotizzato dal nuovo aggiustamento pro rata perch vale solo per il futuro e non modifica i risultati previdenziali degli anni lavorati fino al 2011. Ad esempio, chi ha iniziato a dedicarsi a unattivit nel 1975, con la riforma Dini avrebbe dovuto vedere il retributivo abbracciare l'intera vita lavorativa, con la nuova ipotesi in previsione dovrebbe fare i conti con il contributivo per gli anni dal 2012 in poi. Praticamente avrebbe questo tipo di trattamento per il 7% della propria carriera professionale. Un capitolo interessante riguarda gli immigrati, nonostante il parere dei leghisti. I contributi versati all'INPS dai lavoratori extracomunitari sono di circa 8 miliardi di euro. Un impatto previdenziale importante, relativo a circa 3 milioni di lavoratori, che equivale al 5,6 per cento del totale. Il dato conferma l'importanza dell'occupazione straniera in Italia,
che dar grandi benefici al sistema pensionistico. Ma non detto che in futuro abbiano la rendita: ipotizzando come dati i 65 di et e il sistema contributivo puro, perch gli extracomunitari lavorano da pochi anni, si pensa che nel 2025 sar pensionato uno straniero residente ogni 12,5, a fronte di una percentuale generale di un pensionato ogni 3,5, abitanti in Italia. Ci significa che per almeno 15 anni la distanza tra le due proporzioni rester alta e quindi il beneficio apportato dai lavoratori stranieri al sistema previdenziale italiano sar molto positivo. Comunque, se gli immigrati aiuteranno il sistema previdenziale, le loro condizioni di vita in cambio peggioreranno, infatti recenti studi evidenziano che lo stipendio di un immigrato circa il 33% del reddito di un italiano. Per due motivi: vengono pagati di meno e una parte del salario in nero. Per concludere, come sottolineato dal Presidente del Consiglio la riforma sar lapplicazione definitiva della Dini con leliminazione di disparit e privilegi: quello che mi domando, era necessario aspettare quasi 20 anni, praticamente una generazione, e il default del nostro paese?
www.arcipelagomilano.org tario oggi quello della disseminazione nel quotidiano e nelle comunit di relazioni buone e di esperienze di bene, esperienze, cio, che abbiano come contenuto la cura di s, degli altri, del lavoro e dellambiente in cui viviamo. Solo cos il volontariato potr tornare a nutrire la comunit.. Lo stesso De Rita (fondatore del CENSIS), il sociologo che ha trattato della societ mucillagine e senza desiderio percepisce che: Cresce nella societ quale risposta allattuale crisi economica un forte desiderio di comunit, o facciamo comunit o restiamo tutti soli. Un mondo quello del volontariato in continuo movimento che va oltre il Terzo settore e la sua struttura consolidata, ricerca spazi nuovi in cui il singolo cittadino si guarda attorno e si chiede: Con chi sto? Che faccio? Con chi parlo?. La dimensione ritorna alla sua origine pi primordiale, quasi di vicinanza, di capacit di stare assieme. Non ci sono pi grandi desideri progressisti e il vivere bene insieme diventa un valore legato anche agli spazi di convivenza di cui ci si sente responsabili.
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www.arcipelagomilano.org La giudica una idea interessante o un affronto alla intelligenza dei milanesi? E il Presidente della Triennale non ha nulla da dire?
RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Musica contemporanea
Sul Corriere della Sera di qualche giorno fa, in un bel pezzo intitolato Abbiamo perduto l'idea di bellezza: i barbari sono tra noi e spesso costruiscono edifici nei quali non abiterebbero Gian Antonio Stella citava un pi volte reiterato suggerimento di Salvatore Settis: Guardatevi intorno e cercate con gli occhi, ovunque siate, gli edifici che hanno pi di mezzo secolo: difficile trovarne uno davvero brutto. Poi fate il contrario: cercate con gli occhi, ovunque siate, gli edifici che hanno meno di una cinquantina di anni: difficile trovarne uno davvero bello. Ebbene, credo che la stessa cosa si possa dire per la musica colta, sostituendo alla cinquantina danni dellarchitettura gli ottanta - novanta della musica: ascoltate una musica scritta prima della prima guerra mondiale e una scritta dopo la seconda e - con le dovute ma rare eccezioni - farete le stesse identiche considerazioni (pi incerto sar il giudizio sulla musica scritta fra le due guerre). Dalla met del secolo scorso a oggi, un periodo che abbraccia ormai un paio di generazioni, la musica contemporanea non ha raggiunto quasi mai il cuore degli ascoltatori, o almeno quello della loro stragrande maggioranza. Bisognerebbe trarne delle conseguenze, esprimere qualche assennato giudizio sulla musica che stata prodotta da allora - e che si produce tuttora - cos come si fatto e si fa per larchitettura. Invece no, paradossale ma mentre la discussione intorno allarchitettura verte sostanzialmente sugli architetti, i giudizi relativi alla musica doggi non vertono sugli autori ma esclusivamente sugli ascoltatori. I quali non capiscono, non sono preparati, sono praticamente ottusi. E la cosa paradossale che gli stessi ascoltatori anzich dire non mi piace, non bella, non interessante dicono quasi sempre non me ne intendo abbastanza, non sono adeguatamente preparato, non la capisco, salvo applaudire comunque e con generosit per non apparir da meno. Ma perch - se mi perdonate lapprossimazione e se mi consentite di ignorare per un momento le ben note deformazioni indotte dal mercato - il valore di un romanzo dato dal numero dei suoi lettori, quello dellarte figurativa dal prezzo delle opere, quello degli spettacoli teatrali e cinematografici dal botteghino che li premia o li punisce, mentre - cos come larchitettura imposta al cittadino che dovr sorbirsela tutta la vita - la musica contemporanea viene dispensata a tradimento, infilata tra autori amati e apprezzati, come una gabella da pagare a una presupposta cultura con la C maiuscola? Scrivo queste righe sospinto dai pochi minuti in cui, prima di spegnere innervosito, mi sono imbattuto sul programma televisivo Classica - il canale 728 di Sky - in cui veniva intervistato il sessantacinquenne compositore palermitano Salvatore Sciarrino che spiegava come il pubblico non capisca le sue opere perch mentalmente pigro. Proprio cos. Daltronde se andate su Wikipedia a leggere la biografia di Sciarrino troverete che ci che caratterizza la sua musica la volont di indurre il fruitore a un diverso modo di ascoltare e a una nuova presa di coscienza della realt e di s. Non credo di aver mai chiesto a nessuno di indurmi ad ascoltare la musica diversamente da come voglio e da come mi piace ascoltarla,
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www.arcipelagomilano.org n di aiutarmi a prendere coscienza della realt (quale?) e di me stesso. Ho gi il mio da fare quanto a conoscere me stesso e la realt in cui vivo, e quando decido di recarmi a un concerto o di acquistare un CD non desidero essere istruito ma solo ascoltare buona musica, scritta da qualcuno che abbia qualcosa da dire, da un poeta che abbia il bisogno incontenibile di esprimersi, da un artista che sogni e mi faccia sognare. Che poi io sia ascoltatore pi o meno preparato o consapevole, e che dunque possa e sappia apprezzare e godere pi o meno ci che ascolto, solo affar mio e vorrei che nessuno se ne preoccupasse. Non ignoriamo le difficolt obiettive che le arti contemporanee incontrano sempre o quasi sempre a farsi comprendere e amare dal pubblico, ma forse una ragione non secondaria per cui la musica di oggi non ci piace larroganza con la quale viene proposta da autori che si considerano insegnanti o menti superiori con il compito di acculturarci. I veri musicisti, quelli che come diceva Hegel - scrivono musiche che elevano lanima al di sopra di se stessa e non si perdono nei noiosi meandri tecnici del linguaggio, sanno comunicare perfettamente con noi, con naturalezza e semplicit, senza paranoie; soprattutto non ci fanno sentire inadeguati e non ci costringono a compiere inutili sforzi per cercare di capirli. Musica per una settimana *mercoled 21 al Conservatorio (Societ dei Concerti) la Wrttembergische Philharmonie Reutlingen diretta dallo svedese Ola Rudner esegue il Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 in fa minore opera 82 di Franz Xaver Scharwenka (1850 1924) con il pianista Pasquale Iannone e la Sinfonia n. 7 in la maggiore opera 92 di Beethoven *mercoled 21 e gioved 22 alla Scala lorchestra Filarmonica, diretta da Semyon Bychkov, esegue la Verklrte Nacht opera 4 di Schnberg (versione per orchestra darchi) e la Sinfonia n. 2 in re maggiore opera 73 di Brahms *gioved 22, venerd 23 e domenica 25, allAuditorium, lOrchestra Verdi diretta da Zhang Xian in un programma che inizia con lOuverture del Rienzi di Wagner, al centro ha il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Beethoven (pianista Gianluca Cascioli) e si conclude con Sieben Lieder aus letzer Zeit (Sette canti dallultimo tempo) di Mahler *gioved 22 e sabato 24 al Teatro Dal Verme lOrchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Stanislav Kochanowsky esegue le Serenate opere 22 e 44 di Dvorak e il Concerto n. 2 per violino e orchestra opera 63 di Prokofev (violinista Alexander Kagan) *venerd 23 alla Scala la prima delle Nozze di Figaro dirette da Andrea Battistoni, con la regia di Giorgio Strehler ripresa da Marina Bianchi, scene di Ezio Frigerio e costumi di Franca Squarciapino (repliche il 25, il 28 e il 30) *sabato 24 e marted 27 alla Scala le due ultime repliche di Die Frau ohne Schatten (La donna senzombra) di Richard Strauss diretta da Marc Albrecht, regia di Claus Guth *domenica 25 (ore 11) alla Palazzina Liberty un programma dedicato alla musica di Bach per flauto traverso (Laura Pontecorvo) e cembalo (Rinaldo Alessandrini) *luned 26 alla Scala recital di canto di Mariella Devia che, accompagnata al pianoforte da Enrica Ciccarelli, esegue musiche di ChopinViardot, Ravel, Liszt e Schubert *luned 26 al Conservatorio (Serate Musicali) il pianista Freddy Kempf in un programma che prevede vari brani di Liszt e gli 8 Fantasiestcke opera 12 di Schumann *marted 27 al Conservatorio (Societ del Quartetto) il Quartetto Hagen esegue i Quartetti opera 18 n. 6 in si bemolle di Beethoven e K. 499 in re maggiore di Mozart nonch una trascrizione (di Muzio) per quartetto darchi di brani della Luisa Miller di Verdi *marted 27 nellAula Magna dellUniversit Statale concerto della pianista Giulia Rossini che esegue Les Adieux (Sonata opera 81a in mi bemolle maggiore) di Beethoven, il Carnevale di Vienna opera 26 di Schumann, lo Scherzo n. 3 opera 39 in do diesis minore e la Sonata n. 3 opera 58 in si minore di Chopin *mercoled 28 al Conservatorio (Societ dei Concerti) la Sudwestdeutsche Philaharmonie diretta da Vassilis Christopoulos esegue lOuverture tragica in re minore opera 81 di Brahms, il Concerto n. 3 in do minore opera 37 per pianoforte e orchestra di Beethoven (pianista Andrea Lucchesini) e la Sinfonia n. 4 in fa minore opera 36 di ajkovskij
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org XX giornata di primavera. Il fai riscopre litalia nascosta
Anche questanno torna lappuntamento con il FAI (Fondo Ambientale Italiano) per visitare beni, palazzi, monumenti, ville e spazi nascosti e aperti straordinariamente il weekend del 24 e 25 marzo. 670 beni culturali aperti in tutta Italia, da gustare grazie alle visite guidate fatte dai volontari del FAI, che da venti anni continuano questa tradizione ormai cara ai moltissimi appassionati darte che ogni anno si presentano numerosi per questa occasione. Alcuni sono piccoli gioielli sconosciuti, altri sono monumenti noti ma spesso chiusi al pubblico, altri ancora sono luoghi semplicemente ignorati dai percorsi darte tradizionali. Tante le occasioni e le cose da vedere, con alcune chicche davvero preziose, come lapertura straordinaria a Milano del Palazzo della Banca d'Italia, aperto al pubblico per la prima volta nella sua storia. Oltre al mirabile edificio di Brogli e Nava, sar possibile vedere gli arredi originali d'epoca e i capolavori di propriet della Banca: i dioscuri di Gi Pomodoro, capolavori di Balla, Guttuso, Hayez e tanti altri. E ancora i Laboratori Ansaldo, l'imponente struttura dove nascono gli spettacoli che andranno in scena sul palco del Teatro alla Scala (costumi, scenografie, falegnameria, sartorie ecc.) gi aperti con grandissimo successo nella Giornata FAI del 2006. Tra le attrazioni cittadine ricordiamo Palazzo Clerici (con gli straordinari soffitti affrescati dal Tiepolo), il Palazzo di Giustizia, opera simbolo dellarchitettura fascista, progettata da Piacentini e decorata da affreschi, mosaici e sculture di Marini, Carr, Melotti e Sironi. E ancora il
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www.arcipelagomilano.org nuovo Palazzo Lombardia, Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano, Palazzo Sormani e altri ancora. Per la Lombardia sono in programma tanti luoghi e tante attivit interessanti da fare e vedere. Un week end unico per scoprire, riscoprire e apprezzare i tanti luoghi darte che sono una parte importantissima, e spesso non considerata, del patrimonio artistico italiano. Tutte le informazioni su modalit, prenotazioni e orari sono sul sito www.giornatafai.it
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www.arcipelagomilano.org 1504 esposta in a Palazzo Reale), in cui la natura e la campagna sono descritte come luoghi ameni di delizia e gioia, popolate da pastori e contadini lieti. Italiani ma non solo. Importante dal punto di vista artistico fu anche larrivo a Venezia di artisti e opere del Nord Europa, con una diversa sensibilit per il paesaggio: una natura pi selvaggia e dura, a volte addirittura malinconica o iperdettagliata, come nel caso del disegno di Bregel dellAmbrosiana. E allora ecco concludere con lultimo Tiziano, in cui la materia e il mondo stesso sono fervore e movimento. Linvenzione del paesaggio, inaugurata da Giovanni Bellini e Giorgione e sviluppato in modo particolare da Tiziano pu dirsi completamente conclusa, lasciando alle generazioni a venire questa straordinaria e rivoluzionaria eredit.
Tiziano e la nascita del paesaggio moderno - Palazzo Reale fino al 20 maggio - orari: 9.30-19.30; lun. 14.30-19.30; gio. e sab. 9.30-22.30 - costi: Intero 9,00. Ridotto 7,50
Gustav Klimt - Disegni intorno al fregio di Beethoven fino al 6 maggio, Spazio Oberdan Orari: Marted e gioved: dalle 10.00 alle 22.00. Mercoled, venerd, sabato, domenica: dalle 10.00 alle 19.30 - Luned chiuso Ingressi: intero 8,00 , ridotto 6,00 / 7,00
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quell'epoca, tutti i padri e i mariti mandassero i figli e le mogli ad un mercato di prostituzione pubblica, e i legislatori ordinassero quel bel commercio. Cos scriveva Voltaire nel 1748, come ci ricorda Giulio Giorello nella ghiotta e tambureggiante prefazione al saggio di Paolo Brusasco, dedicato alla metropoli mesopotamica, dove viene accuratamente smontata la leggenda nera che per millenni ha avvolto quella splendida citt, che invece, aveva realizzato sin dal II millennio a.C. uno dei primi e pi grandi esperimenti di riuscita globalizzazione. Cos, quando Brusasco che insegna Archeologia del vicino Oriente nell'Universit di Genova - affronta l'emblematico episodio della Torre di Babele, ci offre un chiarimento esemplare per la percezione della vicenda, sottolineando come la differenziazione delle lingue non vada letta come un castigo divino, ma al contrario, come una risorsa umana, importante fattore di crescita della
conoscenza, che ha condotto a sviluppi del sapere non solo sul piano letterario ma anche su quello tecnico e scientifico. Al riguardo nel V capitolo del volume si descrive, con ricchezza di fonti e di riferimenti, quanto debbano a Babilonia l'aritmetica, la geometria e l'algebra, l'astronomia e la fisica, le scienze del vivente e l'ingegneria. Per non parlare di come i Babilonesi modellarono medicina ed etica medica, pervenute a un livello testimoniato dai preziosi manuali scritti dai celebri maghi caldei, la cui fama super i confini della Mesopotamia, raggiungendo la Grecia e persino Roma. Nella sua opera di demolizione dei pregiudizi, di matrice prevalentemente biblica, conseguenza della cattivit babilonese del VI sec. a.C., Brusasco propone un ritorno a Babilonia come rimedio contro tutte le forme di fondamentalismo storico, religioso ed epistemologico, cos come contro l'intolleranza e lo sciovinismo culturale che ci vede solo
figli dell'Ellade. A tal fine l'autore si avvale di un approccio fondato su molteplici discipline: dall'analisi dei testi, all'archeologia sul campo. Dalla mitologia comparata alla storia delle diverse are scientifiche. N manca una vibrata denuncia delle devastazioni del patrimonio archeologico di Babilonia: da quelle dei saccheggiatori del passato, agli improvvidi e volgari restauri imposti da Saddam Hussein, per non dire dello scempio prodotto dalle istallazioni militari nel perimetro dell'antica citt, volute dalle forze alleate anglo americane, che hanno controllato l'Iraq post Saddam. Vorremmo dunque concludere con Giulio Giorello che i distruttori possono anche prendersela con le torri, Gemelle o di Babele, o con i libri, che i nazisti bruciavano in piazza, ma noi vorremmo meritarci di essere eredi di quei Babilonesi che amavano sopra ogni altra cosa l'architettura, la scrittura e il linguaggio delle stelle. (Paolo Bonaccorsi)
TEATRO questa rubrica a cura di Emanuele Aldrovandi rubriche@arcipelagomilano.org Larte della commedia
di Eduardo De Filippo regia M. Sinisi in collaborazione con V. Continelli e M. Santeramo - scene e luci M. Campanale costumi G.d.F. Studio - direzione tecnica N. Cambione e G. Moschetta organizzazione A. Papeo con M. Altamura, V. Continelli, N. Conversano, S. Damato, N. Di Chio, G. Delle Fontane, P. Labianca, R. Lanzarone, M. Sinisi
Al Tieffe Menotti va in scena una delle commedie pi pirandelliane di De Filippo: non ci sono personaggi in cerca dautore, ma attori in cerca di autorit. Un attore vuole chiedere un piccolo aiuto a un prefetto, ma il dialogo si trasforma in un dibattito fra due diversi modi di intendere il teatro: quello di chi lo vive, come nel caso del capocomico Campese che gestisce una compagnia formata dai suoi familiari; e quello di chi dallalto di un incarico politico lo sovvenziona, lo giudica o semplicemente lo va a vedere. Ma in questo caso il prefetto, appena arrivato in citt, si rifiuta di presenziare allo spettacolo, negando cos quellaiuto nellattrarre il pubblico di cui gli attori, a cui appena bruciato il capannone/teatro, avrebbero bisogno per sopravvivere. Il capocomico fa intendere al prefetto che, a seguito del suo rifiuto, gli mander alcuni attori travestiti dalle persone che questi avrebbe dovuto incontrare, gettando lui e il suo segretario nuovi in citt e che per questo non conoscono nessuno nellincapacit di distinguere fra finzione e realt. Per quanto sia banale dirlo comunque vero che difficile fare Eduardo senza essere Eduardo. E senza essere neppure suo figlio, Luca De Filippo, che ha interpretato e sta interpretando quasi tutti i ruoli che sono stati del padre. Michele Sinisi raccoglie questa sfida con grande coraggio, calandosi nella parte del capocomico Campese, facendola propria, senza mai cercare di imitare Eduardo. Loperazione funziona appunto per questo, perch Sinisi porta in scena lautore dissociandolo dallattore, prende il testo e lo mette in scena da regista/attore come se fosse unopera a se stante, indipendente dallinterpretazione che ne dava Eduardo sul palco. La separazione dellautore dallattore fra laltro lunica possibilit oltre a unimprobabile eterno passaggio di consegne dai padri ai figli della famiglia De Filippo che i testi di Eduardo hanno di sopravvivere al passare del tempo. Il cast senza dubbio allaltezza del tipo di commedia, riesce a tenere alto il ritmo e a rendere interessanti anche i punti del testo forse un po troppo verbosi per il pubblico odierno. Le scene sono classiche e, in gran parte, di servizio allazione che si svolge principalmente attraverso i dialoghi fra i personaggi. Lintento educativo o di sensibilizzazione al teatro, per quanto condivisibile, non avr nessun tipo di effetto. difficile che lo avesse nel 1964, anno in cui stata scritta la commedia, ma non pu di certo averlo in unepoca come questa, se non altro perch chi lo andato a vedere probabilmente solo chi non ha bisogno di essere sensibilizzato al teatro. Resta comunque una commedia bella, divertente, acuta e recitata bene. E questo gi abbastanza. Teatro Tieffe Menotti dall8 al 18 marzo.
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In scena Al Teatro Elfo Puccini fino al 25 marzo Listruttoria di Peter Weiss, regia di Gigi Dallaglio.
Al Piccolo Teatro Strehler fino al 5 aprile Santa Giovanna dei macelli di Bertold Brecht, regia di Luca Ronconi. Al Teatro Out Off dal 19 al 25 marzo Idoli, scritto e diretto da Gabriele Di Luca.
Al Teatro Ringhiera dal 22 al 25 marzo Ave Maria per una gatta morta, scritto e diretto da Mimmo Sorrentino.
CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org 22 Festival del cinema Africano, dAsia e America Latina
Milano, 19 - 25 marzo 2012
Il Festival del Cinema Africano, dAsia e America Latina un appuntamento appassionante per gli amanti del cinema. La sua 22esima edizione stata inaugurata a Milano lo scorso luned 19 marzo, e continuer con un programma interessante fino a domenica 25. Come ogni anno, sono presenti le tradizionali sezioni Concorsi Finestre sul mondo, aperte ai lungometraggi di fiction e ai documentari di Africa, Asia e America Latina, e due concorsi riservati esclusivamente allAfrica: il Concorso per il Miglior Film Africano e il Concorso per il Miglior Cortometraggio Africano, aperto a fiction e documentari. Come sempre, le opere presentate al Festival vivono di grande attualit e di un ampio respiro, aggiungendo vigore alla gi innata abilit del cinema di far viaggiare. Viaggiare allinterno di diversit cinematografiche provenienti da mondi lontani, esplorare e conoscere culture e tradizioni di altri popoli e nello stesso tempo immergerci nella profondit di noi stessi coltivando e apprezzando leleganza del dubbio. Il dubbio, appunto, scatena domande, curiosit: fa sbocciare il desiderio di evadere dalla sensazione di paura che ci trattiene, per abbattere le barriere verso gli altri. Sottolineo allora la partecipazione dellAssociazione Il Razzismo una brutta storia che premier i film in concorso che affrontano in maniera critica e costruttiva i temi delle discriminazioni su base razziale, dei diritti di cittadinanza e delle migrazioni. Mercoled 21 marzo, al Cinema Palestrina, si terr la maratona dei film della sezione Il Razzismo una brutta storia: dalle 10.00 alle 19.00, in occasione della Giornata mondiale contro il razzismo. Paolo Schipani Per maggiori informazioni: http://www.festivalcinemaafricano.or g/index.php
La sorgente dellamore
di Radu Mihaileanu [La source des femmes, Belgio, Francia, Italia, 2011, 125] con Lela Bekhti, Hafsia Herzi, Biyouna, Sabrina Ouazani
La sorgente dell'amore, sorgente delle donne nel titolo originale, la fonte d'acqua, abbarbicata sulla cima di una montagna, da cui si rifornisce un intero villaggio del Nord Africa o della penisola arabica. Le donne che lo abitano, sono costrette da una secolare consuetudine a sopportare questo lavoro improbo che spesso ha conseguenze tragiche. Molte di loro, infatti, subiscono interruzioni di gravidanza a seguito di cadute o alleccessiva fatica di uno sforzo inadatto alle loro caratteristiche fisiche. Leila (Lela Bekhti), la pi audace e ribelle, stanca di questa feroce disuguaglianza, convince le sue compaesane timorose a mettere in atto un piano che somiglia molto a quello di Lisitrata, protagonista dell'omonima commedia di Aristofane. Lo sciopero dell'amore attuato da questo gruppo di eroine il simbolo di un coraggio rivoluzionario poich unica arma a disposizione delle donne per opporsi alla pi ferma e rigorosa tradizione e per combattere le pi dannose ottusit. La sorgente dell'amore rappresenta quindi il trionfo di questo nobile sentimento. Lamore del marito di Leila, appunto, e non un improbabile ravvedimento o una metamorfosi della popolazione maschile, permette la realizzazione dell'incantesimo finale. Mihaileanu, grazie ai canti berberi delle sue protagoniste, si serve nuovamente della musica come strumento di aggregazione e coesione. In questoccasione, per, il regista non riesce a dar vita a quegli espedienti che avevano reso Train de vie, Vai e vivrai e Il concerto delle perfette miscele di dramma e comicit. La sua scelta di privare il film di un contesto storico e politico lo ha forse limitato alla sfera fiabesca. Marco Santarpia In sala a Milano: Apollo, Eliseo
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