Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
(Carlo Cellucci) La Filosofia Della Matematica Del Novecento
(Carlo Cellucci) La Filosofia Della Matematica Del Novecento
Premessa
I
Filosofia e matematica
1. Lortodossia prevalente
1.1. Matematica contro filosofia della matematica
La filosofia della matematica un argomento antico e, secondo
lortodossia prevalente, dal 1884 stata un grande argomento.
Ma questa opinione contrasta con latteggiamento critico di molti
matematici nei suoi confronti.
Per esempio, Gowers afferma: Supponiamo che domani venga
pubblicato un articolo che dia un argomento nuovo e molto convincente
per una certa posizione di filosofia della matematica, e che esso
faccia s che molti filosofi abbandonino le loro vecchie credenze e
abbraccino un -ismo completamente nuovo. Quale effetto avrebbe sulla
matematica? Io affermo che non ne avrebbe quasi nessuno, questo
sviluppo passerebbe virtualmente inosservato1.
Questo atteggiamento critico deriva dal fatto che molti matematici
ritengono che la filosofia della matematica si occupi di questioni
irrilevanti per limpresa reale del fare matematica.
Per esempio, di nuovo Gowers afferma: Le questioni considerate
fondamentali dai filosofi sono questioni strane, esterne, che sembrano
non fare alcuna differenza per limpresa reale, interna del fare
matematica2.
1.2. Filosofia della matematica contro tradizione filosofica
La ragione per cui, secondo lortodossia prevalente, la filosofia della
matematica dal 1884 stata un grande argomento, che per essa la
filosofia della matematica nata con la pubblicazione delle Grundlagen
der Arithmetik di Frege.
Per esempio, Kenny afferma che la misura della grandezza di
Frege come filosofo della matematica sta nel fatto che la sua opera rese
1
2
10
II
La filosofia della matematica di ieri
1. Frege
1.1. Le motivazioni di Frege
Secondo Frege (1848-1925), il compito della filosofia della matematica
indagare il fondamento della certezza della matematica.
La necessit di una tale indagine deriva dal fatto che la matematica
si allontanata per qualche tempo dal rigore euclideo1. La mancanza
di rigore si accentu con la scoperta dellanalisi matematica, nella quale
parvero elevarsi difficolt gravi, quasi insormontabili, contro ogni
tentativo di esporre lanalisi in forma rigorosa2. Per porre rimedio a
questa situazione non basta una pura e semplice persuasione morale,
fondata sul gran numero di applicazioni riuscite3. Occorre unindagine
sui fondamenti della matematica
Unindagine del genere non necessaria per la geometria, perch il
suo fondamento stato definitivamente chiarito da Kant che,
chiamando le verit della geometria sintetiche e a priori, ha rivelato la
loro vera natura4. necessaria, invece, per laritmetica, sul cui
fondamento Kant si sbagliato. Si deve perci chiarire il concetto di
numero, a cominciare da quello di numero naturale perch, se non si
fatta completa luce sul fondamento stesso delledificio aritmetico,
riuscir ben pi difficile spiegare con perfetta chiarezza i numeri
negativi, frazionari e complessi5.
1.2. Il programma di Frege
Secondo Frege, il fondamento della certezza dellaritmetica la logica.
Laritmetica una branca della logica, perci non ha bisogno di
1
Frege 1961, p. 1.
Ibid.
3
Ibid.
4
Ivi, pp. 101-102.
5
Ivi, p. II.
2
Frege 1962, I, p. 1.
Frege 1961, p. 118.
8
Kant 1900, III, p. 33 (B 10-11).
9
Frege 1961, p. 4.
10
Ivi, p. 6.
11
Frege 1990, p. 103.
12
Ivi, p. 104.
7
non propriamente una logica dal momento che ci che naturale per
luno pu non esserlo per laltro. invece la scienza del pensiero,
inteso non come un processo della mente ma come ci che trova
espressione in una proposizione. Perci la logica strettamente legata al
linguaggio. Inoltre essa non descrittiva, non descrive come di fatto
pensiamo, ma normativa, ci dice come dobbiamo pensare se non
vogliamo contravvenire alla verit.
Non essendo descrittiva, la logica non si occupa di come arriviamo
a scoprire nuove verit nelle singole scienze, ma di come arriviamo a
giustificare verit gi trovate, cio a dar loro il pi solido fondamento,
inferendole da altre verit che stanno a fondamento. Perci la logica si
occupa delle leggi dellesser vero non dellesser vero in ambiti
particolari, che oggetto delle singole scienze, ma delle leggi pi
generali dellesser vero. Quanto alle verit logiche primitive, cio le
verit che stanno a fondamento, esse non possono essere giustificate
dalla logica ma ci sono date dallintuizione intellettuale.
Nel trattare la logica Frege nella sua prima opera, la
Begriffsschrift pubblicata nel 1879 innova rispetto alla tradizione
logica precedente. La principale innovazione che egli tratta un
concetto come una funzione unaria F ( x ) a due valori, 1 (= vero) e 0 (=
falso), tale che, per ogni a, F ( a ) = 1 se a cade sotto quel concetto,
F ( a ) = 0 altrimenti. Per esempio, il concetto di uomo la funzione
unaria F ( x ) tale che per ogni a, F ( a ) = 1 se a cade sotto il concetto di
uomo, F ( a ) = 0 altrimenti. Pi in generale, Frege tratta una relazione
n-aria come una funzione n-aria F ( x1 ,..., xn ) tale che, per ogni
a1 ,..., an , F (a1 ,..., an ) = 1 se a1 ,..., an stanno in quella relazione,
F (a1 ,..., an ) = 0 altrimenti. Cos egli supera le difficolt della tradizione
logica precedente nel trattare le relazioni.
1.4. Il debito di Frege verso Kant e Leibniz
Nel formulare il suo programma, Frege mutua le sue principali idee
sulla logica e sulla matematica da Kant, tranne due che egli mutua da
Leibniz.
1) Da Kant, Frege mutua lidea che la logica non la logica
naturale, la quale non propriamente una logica, perch ci che
naturale per luno pu essere innaturale per laltro13.
Kant, infatti, aveva detto che la logica naturale, o la logica della
ragione comune (sensus communis), non propriamente una logica, ma
13
14
26
38
49
10
61
Ivi p. 99.
Ivi, p. 102.
63
Leibniz 1965, VII, p. 355.
64
Frege 1969, p. 298.
65
Leibniz 1965, V, p. 343.
66
Ivi, VII, p. 355.
67
Frege 1990, p. 50.
62
11
68
12
75
13
Ibid.
Ibid., p. 135 (B 179-180).
81
Ivi, XI, p. 46.
82
Ivi, III, p. 135 (B 179).
83
Ivi, III, p. 37 (B 16).
84
Frege 1961, p. 73.
80
14
Ibid.
Ibid.
87
Ibid.
88
Ibid.
89
Ibid.
90
Ibid.
91
Hume 1978, p. 71.
92
Frege 1961, p. 85.
86
15
NxF ( x ) = NxG ( x ) F G ,
93
Ivi, p. 87.
16
che esprime w cade sotto ogni concetto F tale che 0 cade sotto F e, se x
cade sotto F, anche il successore y di x cade sotto F .
Con queste definizioni, da (HP) si possono dedurre gli assiomi
dellaritmetica di Peano. Questo risultato va sotto il nome di teorema
di Frege.
1.8. Il problema di Cesare
Tuttavia (HP) va incontro alla difficolt che esso non permette di
decidere se una proposizione della forma NxF ( x ) = q vera o falsa
quando q non ha la forma NxG ( x ) , per esempio quando q Giulio
Cesare. Infatti, per stabilire NxF ( x ) = q , occorrerebbe stabilire
G (NxG ( x ) = q F G ) , ma questo richiederebbe che si potesse
stabilire NxG ( x ) = q , il che darebbe luogo ad un rimando allinfinito.
Questa difficolt va sotto il nome di problema di Cesare. Essa
costituisce un serio problema per Frege perch, come abbiamo visto,
egli introduce (HP) allo scopo di dare un criterio per decidere se un
numerale lo stesso di un altro numerale. Non permettendo di decidere
se una proposizione della forma NxF ( x ) = q vera o falsa quando q
non ha la forma NxG ( x ) , (HP) non fornisce un tale criterio.
Per superare questa difficolt Frege considera la possibilit di dare
una definizione esplicita di NxF ( x ) . La definizione che egli d in
termini della nozione di estensione di un concetto F. Se indichiamo
lestensione di F con {x : F ( x )} , allora egli definisce NxF ( x ) come
{X : X
94
{X : X
F } = { X : X G} F G ,
17
Ivi, p. 85.
Ivi, p. 117.
97
Ivi, p. 80, nota.
98
Ivi, p. 117.
99
Ibid.
100
Kant 1900, XXIV, p. 911.
96
18
{x : F ( x )} = {x : G ( x )} x ( F ( x ) G ( x )) ,
19
106
Ivi, I, p. XXVI.
Ivi, I, p. 18, nota 1.
108
Ibid.
107
20
X ( y = {z : X ( z )} X ( x )) .
Dimostriamo innanzitutto:
(2)
y = {x : F ( x )} x ( x y F ( x )) ,
x y
109
x {x : F ( x )}
X ({
xz (: FF((zx))}= =X{(zz ))
( x))X ( x ))
: X( X
z )}
Ibid.
21
per
per (1)
(LF5)
F ( x) .
22
113
23
24
Ivi, p. 298.
Frege 1990, p. 104.
121
Frege 1969, p. 299.
122
Ivi, p. 300.
123
Frege 1961, p. 25.
120
25
26
129
27
135
Ivi, p. 173.
Ivi, p. 175.
137
Ivi, p. 162.
138
Hilbert 1928, p. 72.
139
Hilbert-Bernays 1968-70, I, p. 361.
140
Ivi, II, p. 224.
141
Ivi, II, p. 362.
136
28
29
30
Hilbert 1929, p. 7.
Hilbert 1970a, p. 155.
152
Hilbert 1929, pp. 7-8.
153
Ivi, p. 6.
154
Ibid.
155
Hilbert 1926, p. 180.
156
Hilbert 1970c, p. 297.
151
31
157
32
165
33
170
Ivi, p. 78.
Ivi, p. 79.
172
Hilbert 1970b, p. 159.
173
Hilbert 1970d, p. 295.
174
Hilbert 1931a, p. 488.
175
Hilbert 1970b, p. 157.
171
34
176
Ivi, p. 162.
Kant 1900, III, p. 16 (B XXVI).
178
Hilbert 1970c, p. 187.
179
Hilbert 1926, p. 190.
180
Kant 1900, III, p. 255 (B 385).
181
Ivi, III, p. 445 (B 702-703).
182
Hilbert 1928, p. 73.
183
Kant 1900, III, p. 255 (B 385).
177
35
184
36
Hilbert 1928, p. 85
Hilbert 1970b, p 174.
191
Kant 1900, III, p. 39 (B 19).
192
Ivi, III, p. 40 (B 20).
193
Hilbert 1931a, p. 486.
194
Kant 1900, III, p. 469 (B 741).
195
Hilbert 1970e, p. 387.
196
Kant 1900, III, p. 7 (A VII).
190
37
38
199
200
Ivi, III, p. 34
Ivi, II, p. 305.
39
201
202
40
41
42
211
43
215
44
Ivi, p. 109.
Ivi, p. 552.
222
Ivi, p. 109.
223
Hilbert 1928, p. 80.
221
45
224
46
Ibid.
Heyting 1962, p. 240.
231
Ivi, p. 239.
232
Brouwer 1975, p. 509.
233
Ivi, p. 510.
234
Ibid.
235
Ivi, p. 53.
230
47
236
48
49
250
50
259
51
due
successioni
fondamentali
r1 , r2 , r3 ,...
k nm ( rn + m sn + m < 2 ) .
52
f ( x) f ( y) < 2 ) .
Dunque una funzione continua una funzione il cui grafico dato una
curva che non presenta interruzioni n salti.
Il teorema di continuit asserisce allora che tutte le funzioni
definite ovunque sui numeri reali sono continue.
Tale teorema non vale nella matematica classica, nella quale
esistono funzioni definite ovunque e discontinue. Quindi il teorema di
continuit fornisce un esempio di teorema che vale nella matematica
intuizionista ma non in quella classica.
Viceversa, vi sono teoremi che valgono nella matematica classica
ma non in quella intuizionista. Un esempio dato dal teorema di
Bolzano-Weierstrass
Ne segue che la matematica intuizionista e la matematica classica
non sono confrontabili tra loro, nel senso che enti matematici
riconosciuti sia dalla matematica intuizionista sia da quella classica
soddisfano teoremi che per laltra scuola sono o falsi, o privi di senso,
o anche in un certo modo contraddittori267. La loro non confrontabilit
dipende dal fatto che la matematica intuizionista non applica il
principio del terzo escluso, ma ammette successioni che proseguono
allinfinito i cui termini sono scelti pi o meno liberamente, e viceversa
la matematica classica applica il principio del terzo escluso, ma si
limita a successioni infinite predeterminate per le quali ln-esimo
elemento fissato dallinizio per ogni n268.
3.10. I limiti del programma di Brouwer
Anche il programma di Brouwer di costruire un nuovo tipo di
matematica fallito, non perch egli non sia riuscito a realizzarlo, ma
perch la matematica intuizionista non costituisce una valida alternativa
alla matematica classica.
Una prova di ci data dal fatto che, nella matematica
intuizionista non esistono certi oggetti matematici che sono importanti
per la fisica, per esempio non esiste alcuna funzione definita ovunque
267
268
53
0 se x = 0
f ( x) =
, per ogni numero reale x.
1 se x 0
Tale funzione f discontinua nel punto x = 0 perch, come mostra la
seguente figura,
y
f(x)
0
269
270
Ivi, p. 558.
Ibid.
54
Cio
2- n se k nA( k ),
-k
2 se A( k ) k n m < kA( m ).
r1 , r2 , r3 ,... tale che, se vale nA( n ) , allora r1 , r2 , r3 ,...
55
271
Ivi, p. 483.
Ibid.
273
Ivi, p. 484.
274
Ibid.
272
56
prf T
Heyting 1956, p. 6.
57
III
La filosofia della matematica oggi
58
Hale-Wright 2001, p. 4.
Ivi, pp. 4-5.
3
Ivi, p. 14.
4
Ivi, p. 279.
2
59
Ivi, p. 280.
60
61
62
14
15
63
16
64
24
65
66
67
68
69
70
40
71
72
studio delle relazioni che gli oggetti appartenenti a certi insiemi hanno
in comune.
Per evitare questa difficolt Shapiro formula una teoria
assiomatica delle strutture che dovrebbe essere indipendente dalla teoria
degli insiemi. Ma essa del tutto simile alla teoria degli insiemi, e non
chiarisce alcuna questione n risolve alcun problema lasciato aperto da
questultima. Lo stesso Shapiro ammette che la gerarchia degli insiemi
e il regno delle strutture sono poco pi che varianti notazionali luno
dellaltra48. Perci tutto ci che pu essere detto di uno dei due
ambiti pu essere trasferito allaltro49. Ma allora il concetto di
struttura non indipendente da quello di insieme.
5. Lo strutturalismo incapace di dire sotto quali condizioni una
struttura esiste.
Secondo lo strutturalismo, la matematica lo studio deduttivo
delle strutture in quanto consiste nel formulare assiomi per una struttura
e nel dedurne le conseguenze logiche. Ma sotto quali condizione gli
assiomi sono non vuoti, cio esiste una struttura che li soddisfa? Per
Shapiro, la condizione che gli assiomi siano un gruppo di enunciati
coerente50.
Ma Shapiro non pu intendere coerente nel senso della nozione
sintattica di coerenza (Dagli assiomi non sono deducibili
contraddizioni). Infatti, una deduzione una successione di stringhe di
simboli, e la struttura delle stringhe di simboli isomorfa alla struttura
dei numeri naturali, perci la coerenza nel senso della nozione sintattica
di coerenza un fatto relativo alla struttura dei numeri naturali. Ma
allora, dire che la struttura dei numeri naturali esiste sotto la condizione
che dagli assiomi dellaritmetica di Peano del secondo ordine PA 2 non
siano deducibili contraddizioni, equivarrebbe a dire che la struttura dei
numeri naturali esiste sotto la condizione che la struttura dei numeri
naturali esista, il che darebbe luogo ad un circolo.
N Shapiro pu intendere coerente nel senso della nozione
semantica di coerenza (Gli assiomi hanno un modello). Infatti, dire
che una struttura che soddisfa gli assiomi esiste sotto la condizione che
gli assiomi siano coerenti nel senso della nozione semantica di
coerenza, equivarrebbe a dire che una struttura che soddisfa gli assiomi
esiste sotto la condizione che una struttura che soddisfa gli assiomi
esista, il che di nuovo darebbe luogo ad un circolo.
48
73
51
Ivi, p. 288.
Ibid.
53
Ibid.
54
Ivi, pp. 288-289.
52
74
75
76
Infatti, la teoria degli insiemi del secondo ordine di ZermeloFraenkel pi assioma di scelta ZFC2 non categorica. Ci segue dal
fatto che, come facile verificare, V un modello di ZFC2 se e solo
se un cardinale inaccessibile. Perci, se e ' sono cardinali
inaccessibili con ' , V e V ' saranno entrambi modelli di ZFC2
pur non essendo isomorfi tra loro.
2.5. Finzionalismo
Il finzionalismo sostiene che gli oggetti matematici sono finzioni nello
stesso senso in cui lo sono i personaggi di un romanzo, e che le
proposizioni matematiche sono vere nello stesso senso in cui lo sono
quelle di un romanzo. Nondimeno la matematica utile perch permette
di derivare conclusioni sul mondo fisico molto pi facilmente di quanto
si potrebbe farlo senza il suo aiuto.
Poich gli oggetti matematici sono finzioni, sarebbe molto strano
se la matematica, da sola, permettesse di dimostrare fatti sul mondo
fisico. Per essere sicuri che ci non accada, si deve dimostrare che la
matematica conservativa rispetto alla scienza fisica, cio che tutte le
conclusioni sul mondo fisico che possono ottenersi usando la
matematica potrebbero ottenersi, sebbene in modo pi prolisso, senza
far uso di essa, e quindi senza fare alcun riferimento ad enti matematici.
Questo pu essere effettivamente dimostrato, perch esistono alcune
strategie abbastanza generali che possono essere usate per depurare le
teorie fisiche di ogni riferimento ad enti matematici. Lesempio
paradigmatico costituito da una versione riscritta dei postulati della
fisica newtoniana in cui le variabili variano su punti spazio-temporali e
su regioni spazio-temporali, che sono oggetti concreti, e quindi non
sono oggetti matematici.
Il finzionalismo stato sostenuto da Field, ma le sue principali
idee risalgono a Vaihinger.
Secondo Field (1946), nella matematica abbiamo una buona
storia sui numeri naturali, unaltra buona storia sugli insiemi, e cos
via57. Una proposizione come 2+2=4 vera allincirca nello stesso
senso in cui la proposizione Oliver Twist abitava a Londra vera:
questultima vera solo nel senso che vera secondo una certa storia
ben nota, e la prima vera solo in quanto vera secondo la matematica
standard58. Perci credere che 2+2=4 significa credere che la
57
58
77
Ivi, p. 3.
Field 1980, p. 28.
61
Ivi, p. 13.
62
Ivi, pp. 10-11.
63
Ivi, p. X.
64
Field 1989, p. 26.
65
Field 1980, p. 14.
66
Field 1989, p. 18.
67
Ivi, p. 18, nota 11.
60
78
cui le variabili variano su punti spazio-temporali e su regioni spaziotemporali, che sono oggetti concreti e quindi non sono oggetti
matematici. Ma, per effettuare tale riscrittura, esso costretto ad
attribuire ai punti e alle regioni spazio-temporali propriet che non
appartengono ad oggetti concreti. Per esempio, costretto ad assumere
che un punto non pu essere mosso, scomposto o distrutto, che non ha
massa n estensione, che la sua esistenza non contingente, addirittura
che non ha un luogo ma esso stesso un luogo. Ma cos tratta i punti
come oggetti matematici piuttosto che come oggetti concreti. Pertanto,
mentre pretende di eliminare gli oggetti matematici, in realt il
finzionalismo introduce i punti e le regioni spazio-temporali come
oggetti dotati di propriet da oggetti matematici piuttosto che come
oggetti concreti.
Questo trova conferma nel fatto che la versione riscritta dei
postulati della fisica newtoniana implica che esiste una corrispondenza
biunivoca tra i punti dello spazio-tempo e le quadruple di numeri reali,
4
. Perci lo spazio ha la
cio che lo spazio-tempo isomorfo a
grandezza dellinsieme-potenza del continuo, ed esistono tanti oggetti
fisici quanti sono gli elementi del continuo. Dunque la versione riscritta
dei postulati della fisica newtoniana semplicemente sostituisce i numeri
reali con i punti dello spazio-tempo, e quindi non depura la fisica
newtoniana di ogni riferimento ad oggetti matematici ma incorpora la
matematica nella teoria dello spazio-tempo.
Secondo il finzionalismo, lobiezione contro luso dei numeri reali
non dovuta alla loro cardinalit o alle assunzioni strutturali che
tipicamente vengono fatte su di essi (per esempio, la completezza di
Cauchy) ma alla loro astrattezza68. Perci postulare uninfinit non
numerabile di enti fisici non costituisce una difficolt, n la costituisce
postulare che questi enti fisici obbediscano ad assunzioni strutturali
analoghe a quelle che i platonisti postulano per i numeri reali69. Ma
cos il finzionalismo ammette che la sua mossa solo un trucco. Esso
chiama enti fisici quelli che in realt sono enti matematici, e perci non
risolve il problema di evitare enti astratti.
Questo vale in generale per tutto il programma del finzionalismo
di depurare le teorie fisiche di ogni riferimento ad enti matematici. La
questione dove si fissa il confine tra lastratto e il fisico. Se, come nel
caso della versione riscritta dei postulati della fisica newtoniana, lo si
fissa in modo che il fisico comprenda lastratto, allora il problema
diventa banalmente solubile, ma la sua soluzione non dimostra affatto
68
69
79
80
81
77
Ivi, p. 184.
Ibid.
79
Ivi, p. 161.
80
Ivi, p. 201.
81
Ibid.
82
Ivi, p. 1.
83
Maddy 1984, p. 49.
84
Maddy 1997, p. 211.
85
Ivi, p. 210.
86
Ivi, p. 209.
78
82
83
88
84
93
Ivi, p. 204.
Ivi, p. 204-205.
95
Ivi, p. 205, nota 15.
94
85
Ivi, p. 232.
Ivi, p. 84.
98
Ivi, p. 214.
99
Ivi, p. 225.
100
Ivi, p. 28.
97
86
Ma Maddy non fornisce alcuna prova del fatto che problemi della
matematica ordinaria possano essere risolti per mezzo di principi
insiemistici relativi a livelli molto alti della gerarchia cumulativa. N
fornisce alcuna prova del fatto che la variet dei metodi di
dimostrazione adoperati nelle varie branche della matematica possa
trovare adeguati omologhi nei metodi di dimostrazione della teoria
degli insiemi. Perci le sue affermazioni sono mere petizioni di
principio.
2.7. Costruttivismo
Il costruttivismo sostiene che la matematica in senso proprio, o
matematica costruttiva, si occupa della descrizione precisa di
operazioni effettuabili finitamente che si riducono ad operazioni con i
numeri interi. La matematica costruttiva non contiene tutti i teoremi
della matematica classica ma, diversamente dalla matematica
intuizionista, non contiene nuovi oggetti, come le successioni di scelte,
che non hanno senso dal punto di vista della matematica classica. Essa
una parte propria della matematica classica, e precisamente quella parte
che pu essere sviluppata senza far uso del principio del terzo escluso
n delle leggi logiche che dipendono da esso. Perci la matematica
costruttiva non comporta labbandono della matematica classica, anzi in
essa la matematica classica pu essere usata come guida.
Certo, molti enunciati della matematica classica sono privi di
validit empirica, perch nella matematica costruttiva non ci interessano
propriet degli interi positivi che non hanno alcun significato descrittivo
per esseri finiti. Cos in essa, per dimostrare che esiste un numero intero
avente certe propriet, si deve indicare come trovarlo, mentre nella
matematica classica la spiegazione di esiste non fa riferimento ai
poteri di esseri finiti bens a quelli di un Dio. Ma nella matematica
classica vi sono anche enunciati che hanno validit empirica. Si tratta
allora di trovare versioni costruttive degli enunciati privi di validit
empirica, onde ricavarne quellinformazione numerica che la versione
originale non fornisce.
vero che anche gli enunciati A della matematica classica privi di
validit empirica possono conservare un valore nella matematica
costruttiva, riscrivendoli sotto forma di implicazioni della forma
TE A , dove TE il principio del terzo escluso. Ma la matematica
classica inutile per le applicazioni al mondo fisico, perch le uniche
sue parti applicabili sono quelle che hanno un contenuto costruttivo.
Il costruttivismo stato sostenuto soprattutto da Bishop, ma ad
esso hanno aderito anche da altri.
Secondo Bishop (1928-1983), la matematica propriamente detta, o
matematica costruttiva, si occupa della descrizione precisa di
operazioni astratte effettuabili finitamente che si riducono ad
87
operazioni con gli interi101. Essa non contiene tutti i teoremi della
matematica classica ma, diversamente dalla matematica intuizionista,
non contiene nuovi oggetti, come le successioni di scelte libere, che
rendono la matematica cos bizzarra che essa diventa inappetibile per i
matematici102. Perci la matematica costruttiva non comporta
labbandono della matematica classica, anzi in essa si pu usare la
matematica classica, almeno inizialmente, come guida103.
Certo, molti enunciati della matematica classica sono privi di
validit empirica104. Nella matematica costruttiva non ci interessano
propriet degli interi positivi che non hanno alcun significato descrittivo
per luomo finito. Quando uno dimostra che esiste un intero positivo
avente certe propriet, egli deve mostrare come trovarlo105. Invece la
spiegazione di esiste data dalla matematica classica richiede la
considerazione di un essere con poteri non finiti che lo si chiami Dio
o come altro si voglia in aggiunta ai poteri posseduti dagli esseri
finiti106. Ma nella matematica classica vi sono anche enunciati
matematici di immediata validit empirica, che dicono che certe
operazioni effettuabili produrranno certi risultati osservabili107. Si
tratta allora di cercare di trovare versioni costruttive degli enunciati che
sono privi di validit empirica, al fine di scoprire utile e incisiva
informazione numerica108.
vero che gli enunciati A della matematica classica privi di
validit empirica possono conservare un valore nella matematica
costruttiva riscrivendoli nella forma TE A , dove TE il principio
del terzo escluso. Cos la matematica classica continuerebbe
interamente come prima tranne che ogni teorema sarebbe scritto come
unimplicazione109. Ma la matematica classica inutile per le
applicazioni al mondo fisico, perch lunica ragione per cui la
matematica applicabile (in fisica) il suo contenuto costruttivo
intrinseco110.
Il costruttivismo ha un certo numero di difetti che lo rendono
inadeguato.
101
88
89
Lakatos 1976, p. 5.
Ivi, p. 127.
114
Ivi, p. 128.
115
Ivi, p. 92, nota 1.
113
90
91
92
129
93
94
Ivi, p. 110.
Ivi, p. 111.
137
Ivi, p. 110.
138
Ivi, p. 117.
139
Ibid.
140
Ibid.
141
Ivi, p. 133.
142
Ivi, p. 147.
143
Ivi, p. 146.
136
95
144
Ivi, p. 147.
96
97
98
Ivi, p. 1.
Ivi, p. 3
151
Ivi, p. 51.
152
Ivi, p. 5.
153
Ivi, p. 6.
154
Ivi, pp. 52-53.
155
Lakoff-Nez 1997, p. 84.
156
Lakoff-Nez 2000, p. 53.
157
Lakoff-Nez 1997, p. 84.
150
99
158
V. Cellucci 2003.
100
IV
La filosofia della matematica di domani
Beth 1959, p. X.
Ivi, p. 614.
101
102
Ivi, p. 37.
Locke 1975, p. 566
11
Frege1961, p. II.
10
103
104
105
Ibid.
Ibid.
20
Dummett 1998, p. 125.
21
V. Cellucci 2007.
22 Franks 1989, p. 68.
19
106
23 V. Cellucci 2007.
24 Hamming 1980, p. 87.
25
Hamming 1998, p. 645.
26
Hart 1996, p. 3.
107
27
V. Cellucci 2007.
George-Velleman 2002, p. 2.
29
Ibid.
28
108
Hart 1996, p. 2.
Ivi, p. 3.
109
32
33
V. Cellucci 2007.
Hamming 1980, p. 86.
110
V
I teoremi di incompletezza di Gdel
111
112
113
114
115
= 1 , perci A
= 0 . Ma, poich M un
= 1 , perci A
0.
116
M'
= 1 se e solo se
= 1.
117
f ( x1 ,..., xn , 0) = g ( x1 ,..., xn )
f ( x1 ,..., xn , y + 1) = h ( x1 ,..., xn , y , f ( x1 ,..., xn , y )).
PR5.
g ( x ) = I1 ( x ) = x e h ( x , y , z ) = S ( I 3 ( x , y , z )) = S ( z ) per ricorsione
primitiva:
x + 0 = x = I11 ( x )
3
x + ( y + 1) = ( x + y ) + 1 = S ( x + y ) = S ( I 3 ( x , y , x + y )).
2.2. La teoria PRA
Introduciamo una teoria del primo ordine PRA, detta aritmetica
ricorsiva primitiva, in cui si possono definire tutte le funzioni ricorsive
primitive e dimostrarne le propriet. (Lacronimo PRA sta per Primive
Recursive Arithmetic. Qui e in seguito usiamo acronimi corrispondenti
ad espressioni della lingua inglese per conformit alluso nella
letteratura).
Il linguaggio L PRA di PRA contiene come unici simboli non logici
la costante individuale 0 , una costante funzionale n-aria f per ogni
funzione ricorsiva primitiva n-aria f, e la costante relazionale binaria =
per leguaglianza.
Scriviamo 0, 1, 2, ... per i termini 0, S (0), S ( S (0)),... ,
rispettivamente, che vengono detti numerali. Inoltre scriviamo s t per
w( s + w = t ) ; x tA( x ) per x( x t A( x )) ; x1... xn tA( x ) per
x1... xn ( x1 t ... xn t A( x )) .
Gli assiomi non logici di PRA sono le chiusure universali delle
seguenti formule:
PRA1. Z ( x ) = 0 ,
118
PRA2. 0 S ( x ) ,
PRA3. S ( x ) = S ( y ) x = y ,
n
f ( x1 ,..., xn , 0) = g ( x1 ,..., xn )
PRA6.
PRA7.
A( x )
una
Si noti che PRA7 uno schema perch sta per infinite formule,
tante quante sono le formule A( x ) non contenenti quantificatori.
Sia PRA7 ' come PRA7 eccetto che A( x ) pu essere una formula
qualsiasi. Ovviamente anche PRA7 ' uno schema.
Chiamiamo aritmetica di Peano del primo ordine la teoria del
primo ordine PA il cui linguaggio L PRA e i cui assiomi non logici
sono le chiusure universali di PRA1-PRA6, PRA7 ' .
Chiamiamo modello standard per L PRA il modello N = ( , )
per
119
da
ci
si
ottiene
delleguaglianza
in
PRA
si
ha
PRA A
f ( k 1 ,..., k n ) p .
120
che
PRA A
m p.
Perci
individuali, f0 , f1 , f 2 ,...
n
le
sue
costanti
funzionali
n-arie,
vi
25
ci
i
fi
3
2 5
nel modo
Ri
i
2 3 5
2 3 5
finita
x +1
p0 0
x0 ,..., xn =
di
...
numeri
x
pn n +1
naturali
(i)
vi
fi ( t1 ,..., tn ) =
fi
sono
ci
, t1 ,..., tn
gi
stati
B =
n
Ri ( t1 ,..., tn )
(i)
, B
vi B =
n
Ri
BC =
; (iii)
, vi , B
nel modo
definiti;
(ii)
numero
il
x0 ,..., xn
, t1 ,..., tn
nel modo
, B , C
(ii)
; (iv)
C1 ,..., Cm
121
il numero di Gdel di . Se
= k , per semplicit
num( k ) = k ;
122
(3) una funzione ricorsiva primitiva binaria opp tale che, per ogni
enunciato A di L PRA , opp ( A , A ) = 1 e opp ( A , A ) = 1 .
4. Teoremi di incompletezza
4.1. Teorema del punto fisso
Il principale strumento per la dimostrazione dei teoremi di
incompletezza di Gdel e degli altri risultati limitativi il seguente
risultato, la cui denominazione di teorema del punto fisso si basa su
unanalogia con la matematica, nella quale si chiama punto fisso di una
funzione f un x tale che x = f ( x ) .
Teorema del punto fisso. Ad ogni formula A( y ) di L PRA
contenente come sua unica variabile individuale libera y si
pu associare un termine chiuso t tale che
PRA A t = A( t ) .
Infatti, sia f ( x ) la funzione sub( A( y ) , x ) . Sia t il termine
chiuso f ( f ) . Ora:
f ( f ) = sub( A( y ) ,
f ) = A( f ( f )) .
123
fisso
vero
in
k,
prfT ( k , x ( prfT ( x , t ) = 0) ) 0 ,
ma
Allora, per
perci,
per
la
T A prf T ( k , t ) 0 .
T A x ( prfT ( x , t ) = 0)
si ottiene in
Se
T G x ( prfT ( x , t ) = 0) ,
prfT ( k , x ( prf T ( x , t ) = 0) ) = 0 ,
ne
per
conclude
ogni
perci
che
si
ha
lenunciato
vero in N.
124
di
T,
x ( prf T ( x , t ) = 0)
vero
in
N,
perci
che T G x ( prf T ( x , t ) = 0) .
La condizione che N debba essere un modello di T soddisfatta se
T PRA o PA [V.2.2].
Tale condizione pu anche essere sostituita dalla seguente
condizione pi debole.
Diciamo che una teoria T il cui linguaggio L PRA -coerente se
e solo se non esiste alcuna formula A( x ) tale che T A xA( x ) e per
ogni numero naturale k, T A A( k ) ; -incoerente se non -coerente.
-coerenza implica coerenza. Sia T una teoria
sufficientemente potente. Se T -coerente, allora T
coerente.
Infatti, supponiamo che T sia -coerente ma incoerente. Allora,
per una A( x ) qualsiasi, T A xA( x ) e T A xA( x ) . Da T A xA( x )
segue che, per ogni numero naturale k, T A A( k ) . Quindi T incoerente. Contraddizione. Se ne conclude che T coerente.
Versione originaria del primo teorema di incompletezza di
Gdel. Sia T una teoria sufficientemente potente e RE. Se T
-coerente, allora lenunciato x ( prf T ( x , t ) = 0) dato dal
corollario del teorema del punto fisso vero in N ma
T G x ( prf T ( x , t ) = 0) e T G x ( prf T ( x , t ) = 0) .
Infatti, poich -coerenza implica coerenza, T coerente, perci
per il primo teorema di incompletezza di Gdel lenunciato
x ( prf T ( x , t ) = 0) vero in N ma T G x ( prf T ( x , t ) = 0) .
Supponiamo
che
T G x ( prf T ( x , t ) = 0) ,
T A x ( prfT ( x , t ) = 0) .
per
ogni
125
si
Poich
ha
che
funzioni
ricorsive
primitive
in
PRA
[V.2.3],
126
di
incompletezza di
Perci,
per
Gdel [V.4.2]
ogni
k,
funzioni
ricorsive
primitive
in
PRA
[V.2.3],
PRA A A x ( prfT ( x , A ) 0) .
127
TAt = A .
Poich
x ( prf T ( x , t ) = 0) ,
banalmente
si
ha
T A A x ( prfT ( x , A ) 0) .
T A A x ( prfT ( x , A ) 0) .
128
e con C ( x1 ) la formula:
prfT ( x1 , A ) 0 zw x1 (opp ( w, A ) 0 prf T ( z , w) = 0) .
Per le
w x2 (opp ( w, A ) 0 prf T ( x1 , w) = 0) .
allora C ( x1 ) , e quindi ( B ( x2 ) C ( x1 )) .
Caso 2. x2 x1 . Allora, per C ( x1 ) ,
(2)
w x1 (opp ( w, A ) 0 prf T ( x2 , w) = 0) .
129
T A ( xB ( x ) xC ( x )) ,
donde
cio
ossia
T A ConT .
e T G x ( prf T ( x , t ) = 0) .
Infatti, per il teorema del punto fisso [V.4.1], alla formula
x ( prf T ( x , y ) = 0) si pu associare un termine chiuso t tale che:
(1)
T A t = x ( prf T ( x , t ) = 0) .
130
[V.4.2]
si
applica
x ( prf T ( x , t ) = 0)
immutata
vero
in
x ( prf T ( x , y ) = 0) .
ma
Dunque
T G x ( prfT ( x , t ) = 0) .
delle
funzioni
ricorsive
primitive
T A prf T ( k , x ( prfT ( x , t ) = 0) ) 0 ,
in
da
PRA
cui
[V.2.3],
segue
che
[V.4.5] si ottiene
T A x ( prf T ( x , x ( prf T ( x , t ) = 0) ) 0)
T A x ( prf T ( x , t ) 0) ,
da cui si ottiene
131
da
cui
si
ottiene
per
la
legge
logica
( A A) A
segue
TA A,
cio
Gdel [V.4.2],
T G x ( prf T ( x , t ) = 0) .
Contraddizione. Se ne
132
133
k X se e solo se A( k ) vero in N.
(1)
t = A( t ) vero in N.
Sia
k = A( t ) . Poich
A( y )
definisce
TRUE( N )
in N,
134
(1) PRA A t = A( t ) .
Poich
A( y )
una
definizione
di
verit
per
T,
si
ha
135
PRA A t = A( t ) .
Sia k = A( t ) . Allora o T A A( t )
T A A( t ) ,
allora
k THM T ,
perci
oppure T G A( t ) . Se
PRA A A( k ) ,
cio
136
fi
la
funzione
proiezione
i-esima,
lenunciato
sar
(3)
per
composizione,
lenunciato
sar
(4)
ottiene da f j
enunciati
e f k , dove
saranno
(5a)
(5b)
qS ( s ) = f i ( e, S ( s )) = f k ( e, s, fi ( e, s )) = f k ( e, s, qs ) . Poich adeguato
per
fj
fk
B f k ( e, s, q s ) = q S ( s ) .
Da
(6a)
137
(5a)
si
ottiene
(7a)
B f i ( e, 0) = q0 .
Da
(6b)
(5b)
si
ottiene
(7b)
A( p ) .
Perci
per
(1)
138
sar
ricorsivo
linsieme
{ p : x( prf
PRA
139
X , Y , Z , ...
o semplicemente
Usiamo le lettere
X , Y , Z , ... (eventualmente con indici) per le variabili relazionali nn
arie V0 , V1 , V2 , ... .
Scriviamo XA per X A ; 1 ... n A per 1... n A , e
1 ... n A per 1... n A , dove 1 ,..., n sono variabili individuali
o relazionali.
In un linguaggio del secondo ordine L2 non occorre assumere che
tra le costanti relazionali n-arie sia compresa una costante relazionale
binaria = per leguaglianza perch si pu definire ( t1 = t2 ) come
1
X ( X ( t1 ) X ( t2 )) .
Le occorrenze libere di una variabile relazionale n-aria Vi n in una
formula sono definite come le occorrenze libere di una variabile
individuale vi in una formula, con in pi la seguente clausola: (v) le
n
140
L12. X A A[ X / ] ,
L13. A XA se X non occorre libera in A,
L14. x1 = y1 (... ( xn = yn ( X ( x1 ,..., xn ) X ( y1 ,..., yn )))...) ,
L15. X x1...xn ( X ( x1 ,..., xn ) A) se X non occorre libera in A,
L16. Tutte le generalizzazioni di una formula di una delle forme L1-L9,
L11-L15.
Le regole di deduzioni logiche di L2 consistono di ununica
regola, il modus ponens MP: Per ogni formula A e B di L2 , da A e
A B si pu inferire B.
Le nozioni di deduzione, deducibilit, dimostrazione,
dimostrabilit, legge logica sono definite come le nozioni
corrispondenti della logica del primo ordine [V.1.2].
141
la
seguente
( B[ X / R ])
clausola:
(XB )
(vi)
=1
se
solo
se
= 1 per ogni R Dn .
un
enunciato
di
A[ x1 / a 1 ,..., xn / a n , X 1 / R 1 , ..., X m / R m ]
L2 ( M )
dove
142
della
forma
a1 ,..., an D
M'
se e solo se
= 1.
143
Scriviamo
0, 1, 2, ...
per
termini
0, S (0), S ( S (0)),... ,
PA 1 . 0 S ( x ) ,
2
PA 2 . S ( x ) = S ( y ) x = y ,
2
PA 3 . X (0) x ( X ( x ) X ( S ( x )) xX ( x ) .
2
noti che, a differenza di PRA7 ' che uno schema, PA 3 una singola
formula.
L 2
il modello
Chiamiamo modello standard per
PA
PA 2
(0) = 0 e ( S ) = S .
2
Teorema. N un modello di PA 2 .
Infatti, chiaramente gli assiomi non logici di PA 2 sono veri in
2
N .
144
PA 2
A PA C . Perci THM
PA2
si ha che PA A C se e solo se
PA2
PA2
7.4. Categoricit di PA 2
Diciamo che una teoria del secondo ordine T categorica se e solo se
due modelli qualsiasi di T sono isomorfi.
Categoricit di PA 2 . Tutti i modelli di PA 2 sono isomorfi a
N 2 , perci PA 2 categorica.
Infatti, sia M = ( D, (D n )n =1,2,... , ') un modello qualsiasi di PA 2 ,
e siano '(0) = o e '( S ) = s . Poich M un modello di PA 2 , gli
assiomi non logici di PA 2 sono veri in M, perci per ogni a , b D e
per ogni E D si ha:
(1) o s ( a ) ,
(2) se s ( a ) = s ( b) , allora a = b ,
(3) se o E , e se c E allora s ( c) E per ogni c D , allora E = D .
145
h ( ( S )( m )) = '( S )( h ( m )) ,
per
ogni
m.
Infatti
h ( ( S )( m )) = h ( m + 1) = s ( h ( m )) = '( S )( h ( m )) .
Dunque h un isomorfismo di N 2 su M, e quindi M isomorfo a
N 2 . Poich M un modello qualsiasi di PA 2 , se ne conclude che tutti
i modelli di PA 2 sono isomorfi a N 2 e quindi sono isomorfi tra loro,
dunque PA 2 categorica.
7.5. Relazione tra enumerabilit ricorsiva e aritmeticit
Tra enumerabilit ricorsiva e aritmeticit sussiste la seguente relazione.
Enumerabilit ricorsiva implica aritmeticit. Sia X un
insieme di numeri naturali. Se X RE allora X aritmetico.
Infatti, supponiamo che X sia RE. Allora esiste una funzione di
verit ricorsiva primitiva f tale che per ogni p, p X se e solo se
x ( f ( x, p ) = 1) . Perci, per ogni p, p X se e solo se lenunciato
x ( f ( x, p ) = 1) vero in N. Ma allora la formula x ( f ( x, y ) = 1)
definisce X in N, e dunque X aritmetico.
L2
146
(1)
L2
2
PA2
PA 2
L2
non
neppure RE.
Corollario del teorema di incompletezza forte della logica del
secondo ordine. Non esiste alcun insieme di assiomi logici e
regole di deduzione logiche della logica del secondo ordine in
un linguaggio del secondo ordine L2 che sia aritmetico e tale
che tutti gli enunciati logicamente validi di L2 siano
dimostrabili per mezzo di quegli assiomi logici e regole di
deduzione logiche. A maggior ragione ci vale con RE al
posto di aritmetico.
Infatti, supponiamo che un tale insieme di assiomi logici e regole
di deduzione logiche esista. Allora tutti gli enunciati logicamente validi
di L2 sono dimostrabili nella teoria del secondo ordine T il cui
linguaggio L2 , il cui insieme di assiomi non logici vuoto e che
aritmetica. Poich T aritmetica, THM T aritmetico. Ma, per il
teorema di incompletezza forte della logica del secondo ordine, VAL 2
L
147
PA 2
148
N ,
PA G x ( prfT ( x , t ) = 0) .
ma
Perci
la
teoria
149
Cosaltro leggere
150
151
Bibliografia
Batitsky, Vadim (2002), Some Measurement-Theoretic Concerns about
Hales Reals by Abstraction, Philosophia Mathematica, vol. 10,
pp. 286-303.
Beth, Evert Willem (1959), The Foundations of Mathematics. A Study
in the Philosophy of Science, North-Holland, Amsterdam.
Bishop, Errett (1967), Foundations of Constructive Analysis, McGrawHill, New York.
Bishop, Errett (1970), Mathematics as a Numerical Language, in Akiko
Kino, John Myhill e Richard E. Vesley (a cura di) (1970),
Intuitionism and Proof Theory. Proceedings of the Summer
Conference at Buffalo N.Y. 1968, North-Holland, Amsterdam, pp.
53-71.
Bishop, Errett (1975), The Crisis in Contemporary Mathematics,
Historia Mathematica, vol. 2, pp. 507-517.
Bishop, Errett (1985), Schizophrenia in Contemporary Mathematics, in
M. Rosenblatt (a cura di), Errett Bishop: Reflections on Him and
His Research, Contemporary Mathematics, vol. 39, pp. 1-32.
Bishop, Errett (1986), Selected Papers, World Scientific Publishing,
Singapore.
Boolos, George S. (1998), Logic, Logic, and Logic, a cura di Richard
Jeffrey, Harvard University Press, Cambridge, MA.
Bourbaki, Nicolas (1962), Larchitecture des mathmatiques, in
Franois Le Lionnais, (a cura di), Les grands courants de la pense
mathmatique, Blanchard, Paris, pp. 35-47.
Brouwer, Luitzen Egbertus Jan (1975), Collected Works, vol. I:
Philosophy and the Foundations of Mathematics, a cura di Arend
Heyting, North-Holland, Amsterdam.
Brouwer, Luitzen Egbertus Jan (1981), Cambridge Lectures in
Intuitionism, a cura di Dirk van Dalen, Cambridge University Press,
Cambridge. [Trad. it. in Luitzen Egbertus Jan Brouwer, Lezioni
sullintuizionismo, Boringhieri, Torino 1983].
Brouwer, Luitzen Egbertus Jan (1992), Intuitionismus, a cura di Dirk
van
Dalen,
Bibliographisches
Institut-Wissenschaftsverlag,
Mannheim.
Brouwer, Luitzen Egbertus Jan (2004), Lettera a Van Dantzig
24.8.1949, in Mark Van Atten, On Brouwer, Wadsworth, Belmont,
CA, pp. 75-76.
Cellucci, Carlo (2003), Filosofia e matematica, Laterza, Roma-Bari.
Cellucci, Carlo (2005), Le ragioni della logica, Laterza, Roma-Bari.
Cellucci, Carlo (2007), Filosofia e conoscenza, Laterza, Roma-Bari.
152
153
154
155
156
157
158
Lautore
Carlo Cellucci (Santa Maria Capua Vetere, 1940), dopo aver insegnato
nelle Universit del Sussex (UK), di Siena e della Calabria, insegna
Logica presso la Facolt di Filosofia dellUniversit di Roma La
Sapienza. Ha pubblicato Teoria della dimostrazione (Boringhieri,
Torino 1978), Le ragioni della logica (Laterza, Bari-Roma 1998,
20054), Filosofia e matematica (Laterza, Roma-Bari 2002, 20032),
Filosofia e conoscenza (Laterza, Roma-Bari 2007). Ha curato La
filosofia della matematica (Laterza, Roma-Bari 1967), Il paradiso di
Cantor. Il dibattito sui fondamenti della teoria degli insiemi
(Bibliopolis, Napoli 1979).
159
Aristotele,
Batitsky, Vadim
Berkeley, George,
Bernays, Paul,
Beth, Evert Willem,
Bishop, Errett,
Bolzano, Bernard,
Boolos, George S.,
Bourbaki, Nicolas,
Brouwer, Luitzen Egbertus
Jan,
Cantor, Georg,
Cauchy, Augustin-Louis,
Cellucci, Carlo,
Church, Alonzo,
Dedekind, Julius Wilhelm
Richard,
Descartes, Ren
Detlefsen, Michael,
Dieudonn, Jean,
du Bois-Reymond, Emil,
Dummett, Michael,
Euclide,
Ewald, William,
Field, Hartry,
Fraenkel, Abraham Adolf,
Franks, John,
Frege, Gottlob,
George, Alexander,
Giaquinto, Marcus,
Gdel, Kurt,
Goldbach, Christian,
Gowers, William Timothy,
Hale, Bob,
Hamming, Richard Wesley,
Hart, W.D.,
Hermite, Charles,
Hersh, Reuben,
Heyting, Arend,
Hilbert, David,
Hinman, Peter G.,
Hobbes, Thomas,
Hume, David,
Ippocrate di Chio,
Jacquette, Dale,
Jeroslow, Robert G.,
Kant, Immanuel,
Kenny, Anthony,
Kitcher, Philip,
Kronecker, Leopold,
Lakatos, Imre,
Lakoff, George,
Leibniz, Gottfried Wilhelm,
Locke, John,
Maddy, Penelope,
Margaris, Angelo,
Menger, Karl,
Mill, John Stuart,
Murawski, Roman,
Newton, Isaac,
Nez, Rafael E.,
Parsons, Charles,
Pascal, Blaise,
Peano, Giuseppe,
Penrose, Roger,
Pitagora,
Platone,
Poincar, Henri,
Popper, Karl, Raimund,
Potter, Michael,
Proclo,
Putnam, Hilary,
160
161
Premessa
I.
Filosofia e matematica
1. Lortodossia prevalente
1.1. Matematica contro filosofia della matematica - 1.2.
Filosofia della matematica contro tradizione filosofica
2. Limiti dellortodossia prevalente
2.1. Limiti dellautonomia della filosofia della matematica 2.2. Limiti della polemica contro la tradizione filosofica
II.
162
III.
IV.
163
V.
164
165