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Manuale di sopravvivenza

per l'Analisi III


ovvero
Guida pratica
alla risoluzione degli esercizi
di Analisi III

Roberto Aloi
<prof3ta@email.it>

27 giugno 2005

Indice

Indice

1 Singolarit

1.1

Studio delle singolarit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1.2

Studio del punto all'innito

. . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1.3

Il calcolo dei residui . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2 Il calcolo degli integrali

2.1

Sommabilit di una funzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2.2

Integrali tra 0 e
2.2.1

2.3

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Funzioni pari

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2.2.2

Funzioni non pari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2.2.3

Integrali di funzioni trigonometriche iperboliche

. . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Integrali tra 0 e

3 Sviluppo in serie di Laurent

10

3.1

Funzioni razionali fratte

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

10

3.2

Funzioni irrazionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

12

4 Trasformata di Fourier
4.1

13

Il calcolo della trasformata di Fourier . . . . . . . . . . . . . .

5 Trasformata di Laplace
5.1

14

Risoluzione di sistemi di equazioni . . . . . . . . . . . . . . . .

6 Trasformata Zeta
6.1

14

16

Successioni denite per ricorrenza . . . . . . . . . . . . . . . .

7 Distribuzioni
7.1

13

16

18

Limiti nel senso delle distribuzioni . . . . . . . . . . . . . . . .


7.1.1

Il calcolo del limite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

7.1.2

Convergenza alla

di Dirac

. . . . . . . . . . . . . . .

18
18
19

INDICE
7.2

Trasformata di Fourier di una distribuzione . . . . . . . . . . .

20

7.2.1

TF di distribuzioni periodiche . . . . . . . . . . . . . .

20

7.2.2

TF di distribuzioni aperiodiche

. . . . . . . . . . . . .

20

7.3

Derivata nel senso delle distribuzioni

. . . . . . . . . . . . . .

21

7.4

Trasformata di Laplace per le distribuzioni . . . . . . . . . . .

21

7.5

Propriet delle distribuzioni

22

. . . . . . . . . . . . . . . . . . .

A Propriet della trasformata di Fourier

23

B Formule utili

25

C Scomposizione in fratti semplici

28

D Sviluppi notevoli

30

E Trigonometria

31

Nota dell'autore

Questo manuale non vuole in alcun modo sostituire, ma semplicemente integrare, dispense e libri di testo indicati dal Professore di Analisi III.
D'altra parte sar impossibile un utilizzo corretto di esso da parte dello studente che non ha ben assimilato i concetti del corso.
Il manuale vuole semplicemente fornire una tecnica generale per la risoluzione dei principali esercizi di Analisi III e servire da supporto per lo studente
durante le esercitazioni (in aula ed a casa) e l'esame scritto (ove ne consentito l'utilizzo).
L'intero manuale il frutto dell'unione e dell'elaborazione di formule, metodi
e tecniche estrapolati da libri, dispense, formulari, appunti e di ricerche sul
web.
Nonostante abbia fatto di tutto per realizzare un manuale privo di errori ed
imprecisioni, non , nella maniera pi assoluta, assicurata la correttezza dei
suoi contenuti.
L'autore non si ritiene responsabile di eventuali danni (sici e morali) provocati da un utilizzo (corretto o meno) di questo manuale.
Per la segnalazione di errori o imprecisioni, per consigli o proposte di ampliamento del manuale, scrivere a: prof3ta@email.it

Capitolo 1
Singolarit

1.1 Studio delle singolarit

Individuare le singolarit della funzione data (discontinuit, etc. . . ).

Limitarsi allo studio delle singolarit

Porre:

isolate.

l = lim |f (z)|
z>z0

Classicare tali singolarit, a seconda del valore di l, come:





Singolarit ttizia (l
Polo (l

R+
0)

= +)1

Singolarit essenziale (l @)

1.2 Studio del punto all'innito


Condizione necessaria per lo studio del punto all'innito di una funzione
che la funzione stessa sia olomorfa all'innito.
Ci, ovviamente, accade quando tutte le singolarit sono comprese in un
intorno di centro l'origine e raggio nito.
In questo caso, il punto all'innito per la funzione f (z) si comporter come
1
l'origine per la funzione g(w), con w =
. Baster, dunque, eettuare il
z

1 L'ordine

di un polo pu essere agevolmente vericato in virt del fatto che dovr


essere: limzz0 (z z0 )m f (z) = l 6= 0, dove m rappresenta proprio l'ordine del polo.
Ricordiamo anche che il grado di uno zero pu essere calcolato controllando il grado della
prima derivata della funzione ad essere non nulla.

1.3 Il calcolo dei residui


cambio di variabile:

z=

1
e studiare la singolarit come visto nella sezione
w

1.1.

1.3 Il calcolo dei residui

Polo del primo ordine .

Res(f (z), z0 ) = lim

zz0

dove

f (z) =

n(z)
,
d(z)

g(z) 6= 0.

Polo di ordine m.

Res(f (z), z0 ) =

1
lim D(m1) [(z z0 )m f (z)]
(m 1) zz0

Residuo all'innito.

Res(f (z), ) = a1 Res(

n(z)
d0 (z)

g(w)
, 0),
w2

dove

z=

1
w

Singolarit ttizia / non isolata.

Res(f (z), z0 ) = 0

Singolarit essenziale.

In questo caso si sfrutta un corollario del teorema dei residui , secondo


il quale:

Res(f, ) +

p
X

Res(f (z), zi ) = 0

i=1

2 L'ordine

di un polo coincide con la sua molteplicit.


residuo pu anche essere calcolato, ma in maniera molto pi complessa, mediante
lo sviluppo in serie di Laurent ed il prodotto delle serie secondo Cauchy. In questo manuale,
quest'ultimo caso non verr contemplato.
3 Tale

Capitolo 2
Il calcolo degli integrali

Prima ancora del calcolo dell'integrale di Analisi III, bisogna cercare di classicare l'integrale stesso, capendo se si tratta di un integrale di Lebesgue, di
un integrale improprio o se possibile calcolarlo solo in valore principale. A
tal scopo si analizza la funzione sotto il segno di integrale e se ne studia la
cosiddetta

sommabilit all'innito e nelle discontinuit.

2.1 Sommabilit di una funzione


f (x)

sommabile all'innito se

lim x f (x) = l R

x+
per

> 1.

f (x)

sommabile in

x0 R

se

lim |x x0 | f (x) = l R

xx0
per

0 < < 1.
Se la funzione dovesse risultare sommabile, l'integrale in questione, cal-

colato in valore principale, coincider con quello di Lebesgue.

2.2 Integrali tra 0 e +


1

Per il calcolo di questo tipo di integrali, si segua il seguente procedimento :

1 Questo

procedimento non pu essere adottato per il calcolo di integrali di funzioni


trigonometriche iperboliche, per il quale si veda la sezione 2.2.3

2.2 Integrali tra 0 e +

Studiare la sommabilit al nito (nelle eventuali discontinuit) ed all'innito della funzione sotto il segno di integrale, come spiegato nella
sezione 2.1.

Controllare l'eventuale parit della funzione suddetta. Se la funzione


risulta pari, passare alla sezione 2.2.1, altrimenti passare alla sezione
2.2.2.

2.2.1

Funzioni pari

Poich la funzione pari, varr la:

Passare dalla funzione

1
f (x)dx =
2

f (x)

f (x)dx
0

alla funzione

f (z),

tenendo conto del fatto

che:

Per le funzioni razionali fratte basta sostituire (brutalmente!) la


z alla x.

Nel caso delle funzioni trigonometriche


2 iz
considerare la funzione e
.

sin(z) e cos(z), bisogna

Calcolare i poli della f(z), che altro non sono che gli zeri del denomina-

tore della funzione stessa .

Scegliere come

dominio regolare

una semicirconferenza di raggio R, si-

tuata nel semipiano in cui Im(s) > 0, tale da far rientrare al suo interno
i punti singolari giacenti sullo stesso semipiano. Saltare le eventuali discontinuit presenti sull'asse delle ascisse. A questo proposito, si
consideri, come verso positivo della semicirconferenza quello antiorario
e ci si regoli di conseguenza per le altre curve (la curva deve chiudersi, dunque le eventuali discontinuit dovranno essere saltate in senso
orario).

Applicare il teorema dei residui:

Z
f (z)dz = 2i
+CR
2 Questo

p
X

Res(f, zi )

i=1

modo di procedere potrebbe portare a dover escludere una parte (quella reale
o quella immaginaria) del risultato ottenuto.
3 Se questi appartengono al campo nei numeri reali, essi costituiscono delle discontinuit
per la funzione.

2.2 Integrali tra 0 e +

al dominio regolare individuato.


Si noti che, qualora il dominio regolare

CR

non dovesse contenere pun-

ti singolari all'interno, sar possibile applicare il teorema di CauchyGoursat:

Z
f (z)dz = 0
+CR

Calcolare i vari integrali risultanti attraverso i due lemmi del cerchio


piccolo e del cerchio grande, riportati nell'appendice B.

2.2.2

Funzioni non pari


4

In questo caso possibile applicare uno dei due seguenti procedimenti :

Calcolare l'integrale utilizzando due opportune determinazioni (nel caso in cui la funzione sia di tipo esponenziale o logaritmico), quindi
eettuare una somma membro a membro dei due risultati ottenuti.
Se si sono scelte due determinazioni adeguate, rimarr il solo integrale
da calcolare, mentre gli altri termini si annulleranno a vicenda.

, cosicch l'integrale lunz(t) = tei sia uguale a quello

Considerare un settore circolare di ampiezza


go la semiretta di parametrizzazione
cercato.

2.2.3

Integrali di funzioni trigonometriche iperboliche

Le funzioni trigonometriche iperboliche costituiscono una categoria particolare di funzioni delle quali non possibile calcolare l'integrale tra

e +

nel modo tradizionale.


Ci si spiega con il fatto che, quando una funzione trigonometrica iperbolica
si trova al denominatore di una funzione fratta, le singolarit sono disposte
lungo tutto l'asse immaginario.
Quando ci si trova davanti a funzioni con queste caratteristiche, il modo
pi conveniente di calcolare l'integrale quello di considerare come

regolare

dominio

un rettangolo di base -R. . . R e di altezza tale che l'integrale lungo

il segmento superiore sia uguale a quello cercato.


Solitamente, ci possibile scegliendo, per il seno iperbolico, la retta intersecante la prima singolarit mentre, per il coseno iperbolico, la retta passante
tra la seconda e la terza singolarit.

4 Il

primo procedimento, pi intuitivo, d luogo a calcoli ben pi complessi rispetto al


secondo, con il quale, tuttavia, bisogna essere molto attenti.

2.3 Integrali tra 0 e 2

Gli integrali sui segmenti laterali andranno maggiorati e fatti tendere, cos,
a zero.

2.3 Integrali tra 0 e 2


Il calcolo di questi integrali risulta abbastanza agevole se si utilizzano i
risultati del

teorema dei residui.

Si proceda nella seguente maniera:

Calcolare il valore della funzione da integrare in 0 ed in 2 .


Qualora uno di questi valori non risulti appartenere ad

R,

studiare la

sommabilit della funzione, come spiegato nel paragrafo 2.1.

Sostituire alle funzioni trigonometriche le relazioni equivalenti presenti


nell'appendice E.

Eettuare il cambiamento di variabili

Calcolare i

poli

z = ei

d =

dz 5
iz

della funzione, ovvero gli zeri del denominatore della

funzione stessa.

ascissa = Re

ordinata

Disegnare il sistema di assi cartesiani con

Disegnare la circonferenza goniometrica (di raggio 1).

Identicare nel graco i poli della funzione, escludendo quelli esterni

= Imm.

alla circonferenza goniometrica.

Calcolare i

residui

nei punti rimasti (quelli interni alla circonferenza

goniometrica), come spiegato nel paragrafo 1.3.

L'integrale di partenza risulter uguale, per il

Z
f (z)dz = 2i

5 Chiaramente,

q
X

teorema dei residui a:

Res(f, zi )

i=1

a questo punto, l'integrale passa dall'integrale


,
dove

la
circonferenza
goniometrica.

R 2
0

a quello curvilineo

Capitolo 3
Sviluppo in serie di Laurent

In questo caso, solitamente vengono assegnati una funzione

f (z)

ed uno o

pi intervalli di denizione .
Si ricordi, in proposito, che

una funzione olomorfa2 denita in una corona circolare


sempre sviluppabile in serie di Laurent.

3.1 Funzioni razionali fratte


Sono le funzioni del tipo:

f (z) =

n(z)
d(z)

Si proceda nella seguente maniera:

Scomporre la funzione in fratti semplici

, come spiegato nell'appendice

C.

Considerare il primo intervallo assegnato.

Eettuare lo sviluppo in serie di Laurent per ognuno dei fratti semplici


ottenuti.

1 Qualora

dovesse esserer richiesto lo sviluppo in serie di Laurent in un intorno di innito, baster prendere in considerazione la g(w) = f ( z1 ) ed eettuare lo sviluppo per
quest'ultima funzione in un intorno opportuno dell'origine.
2 Una funzione derivabile in un punto z C si dice olomorfa. Una funzione derivabile
in tutto C si dice intera.
3 Ricordandosi che la scomposizione in fratti semplici pu essere eettuata solo quando
il grado del numeratore strettamente minore del grado del denominatore.

3.1 Funzioni razionali fratte

11

termini di primo grado,

Per i

si tenga a mente il fatto che la serie

geometrica

+
X

qn

n=0
converge al termine

1
1q

se la ragione q tale che

1 < q < 1.

Bisogner cercare, allora, di ricondursi, attraverso stratagemmi algebrici quali la messa in evidenza della

o di altri termini al denominatore,

il cambiamento di segno, il cambiamento di variabili, l'aggiunta e la


sottrazione di 1 al denominatore, di ottenere dei termini simili per
forma a:

con

1
1q

1 < q < 1.

Per i

termini di grado superiore al primo,


prodotto di Cauchy per le serie:

invece, si dovranno

sfruttare il

+
X

an

bn =

+ X
n
X

ak bnk

n=0 k=0

n=0

n=0
ed il

+
X

teorema di derivazione per serie:


D

" +
X

#
fn (x) =

n=0

+
X

D [fn (x)]

n=0

ricordandosi, ad esempio, che:


1
1
D
=
1+z
(1 + z)2
o che:


1
1
D
=
z1
(z 1)2

Ripetere il procedimento negli (ulteriori) altri intervalli assegnati.

3.2 Funzioni irrazionali

12

3.2 Funzioni irrazionali


In questo caso bisogner utilizzare gli sviluppi notevoli presenti nell'appendice D, sfruttando il prodotto di due serie secondo Cauchy (vedi paragrafo
3.1), ricorrendo al principio di identit dei polinomi e facendo attenzione ad
eventuali parit / disparit delle funzioni in gioco.

Capitolo 4
Trasformata di Fourier

La trasformata di Fourier viene denita come:

F [f (t), y] =

f (t)e2iyt dt

4.1 Il calcolo della trasformata di Fourier


Quando viene richiesto il calcolo della trasformata di Fourier di una generica
funzione

f (x), bisogna applicare la denzione stessa di trasformata di Fourier

e calcolare, dunque, l'integrale risultante.


Baster, dunque, applicare i procedimenti propri del calcolo degli integrali
riportati nella sezione 2.2, tenendo a mente le propriet di linearit dell'integrale, che potr, cos, essere eventualmente scomposto in due o pi integrali

pi semplici .
Per quanto riguarda la

parit

della funzione, si consideri che:

F [f (x)]

f (x)

reale e pari

f (x)

reale e dispari

reale e pari

F [f (x)]

immaginaria e dispari

L'individuare una funzione pari potrebbe semplicare di molto il calcolo


dell'integrale, permettendo di ricondursi al solo caso

y > 0.

Si consideri, nel calcolo di questi integrali, la possibilit (reale!) di utilizzare il

1 Si

lemma di Jordan, riportato in appendice B.

presti particolare attenzione anche al fatto che, talvolta, la scomposizione di un


integrale in due o pi integrali porta ad un cambiamento del tipo stesso dell'integrale (ad
esempio, da integrale di Lebesgue ad integrale calcolabile solo in valore principale)

Capitolo 5
Trasformata di Laplace

La trasformata di Laplace denita come:

L [f (t), s] = lim

T +

est f (t)dt

5.1 Risoluzione di sistemi di equazioni


Questa tipologia di esercizi consiste nella risoluzione di un problema di due
o pi equazioni, spesso accompagnate da delle cosiddette

condizioni iniziali.

Possono essere considerati due casi principali, a seconda del numero di


variabili coinvolte:

Problemi con una sola variabile

Problemi con due variabili

Si segua il seguente procedimento risolutivo:

Controllare le equazioni date. Spesso, alcune operazioni come il prodotto di ambo i membri per una costante o la somma (sottrazione) membro
a membro, possono profondamente ridurre la dicolt di calcolo.

Trasformare le equazioni secondo Laplace, utilizzando le apposite tabelle di trasformazione.

Sostituire le (eventuali) condizioni iniziali date agli opportuni termini .


Una volta trovate le soluzioni del problema, il valore di queste costanti
potr essere agevolmente calcolato.

1 Per

quanto concerne eventuali condizioni iniziali mancanti, si utilizzino delle arbitrarie


costanti del tipo a, b, c. . .

5.1 Risoluzione di sistemi di equazioni

15

Osservare il numero delle variabili coinvolte.

Caso

1 variabile:

Risolvere l'equazione nell'unica variabile, even-

tualmente scomponendo il polinomio ottenuto in fratti semplici,


come spiegato nell'appendice C.

Caso

2 variabili:

Risolvere il sistema con Cramer (vedi appendice

B), ricavando, cos, i due polinomi eventualmente da scomporre


in fratti semplici.

Antitrasformare, sempre per via tabellare, i polinomi ottenuti.

Vericare la correttezza delle soluzioni trovate, imponendo le condizioni


iniziali.

Capitolo 6
Trasformata Zeta

La trasformata Zeta denita come:

6.1 Successioni denite per ricorrenza


Solitamente, queste tipologie di esercizi consistono nella determinazione del
termine generale di una successione denita per ricorrenza da una data legge.

Per la risoluzione di questa tipologia di esercizi, seguire il seguente procedimento:

Porre:

an = y(t),

n t < (n + 1),

n N0

Ricondursi al problema (equivalente) che consiste nel risolvere in


un'opportuna equazione alle dierenze in y(t).

[0, +[

Ricordarsi, a questo

proposito, di convertire le condizioni iniziali, ponendo, ad esempio:

a0 y(t)

per

Porre:

Z = Z1 [y(t); z] =

+
X
y(n)
n=0

0t<1

zn

+
X
an
n=0

zn

Calcolare la trasformata zeta dell'equazione data considerando, ad esempio, che:

Z1 [y(t + 1); z] =

+
X
an+1
n=0

1 Questa

zn

+
X
an
=
= zZ a0 z
z n1
n=1

tipologia di esercizi pu anche essere risolta attraverso la trasformata di Laplace, ma in maniera molto pi complessa. Quest'ultimo caso non verr contemplato
all'interno di questo manuale.

6.1 Successioni denite per ricorrenza


+
X
an+2

Z1 [y(t + 2); z] =

+
X
an
=
= z 2 Z a0 z 2 a1 z 2
n2
z
n=2

zn

n=0

Z1 [1; z] =
Z1 [(2)n ; z] =

17

+
X
z
1
,
=
n
z
z

1
n=0
+
X
(2)n
n=0

zn

Risolvere in Z l'equazione ottenuta.

Poich la serie

|z| > 1

z
,
z+2

|z| > 2

+
X
an
n=0

zn

lo sviluppo in serie di Laurent di Z, possibile ricavare il termine


generale

an

come:

1
an =
2i
dove

Z
z (n+1)

dz =

p
X


Res

i=0

una circonferenza centrata in

z0

Z
z (n+1)


, zi

di raggio tale da risultare

interna alla corona circolare in cui si ha convergenza assoluta da parte

della serie di Laurent ed in cui la funzione somma risulta olomorfa .

2 In

pratica si pone il raggio della circonferenza maggiore del polo pi distante dal centro

Capitolo 7
Distribuzioni

Per le distribuzioni vale la seguente:

f (t)(t)dt

< f (t), (t) >=

7.1 Limiti nel senso delle distribuzioni


7.1.1

Il calcolo del limite

Bisogna considerare il fatto che:

D0

fn (t) f (t)

< fn (t), (t) > < f (t), (t) >,

D.

A questo punto si dovr calcolare il:

lim fn (t)1

n+
Quindi, baster provare che:

lim

n+

Z
fn (t)(t)dt =

lim fn (t)(t)dt

n+

Ovvero che sono vericate le ipotesi di Lebesgue del teorema del passaggio
al limite sotto il segno di integrale. Dunque, baster vericare il fatto che:

lim fn (t) = f (t)

n+
E, soprattutto, che:

g(t) : |fn (t)(t)| < g(t)


1 Solitamente

nullo!

7.1 Limiti nel senso delle distribuzioni


g(t)

Per trovare una funzione

f (x)

19

opportuna, baster studiare la funzione

ottenuta sostituendo alla n la x e rintracciarne il massimo attraverso lo

studio della derivata prima.


Quindi, baster porre:

g(t) = max(f (x))

7.1.2

Convergenza alla di Dirac

Talvolta, pu essere richiesto di dimostrare che una data successione di funzioni

n (t)

converga alla

di Dirac.

In questo caso, si ragioni nella seguente maniera:

Dovr essere:

lim

n (t)(t)dt =

n+

(t)(t)dt = (0)

Solitamente, in questi casi si scopre

(miracolosamente!) che:

n (t)dt = 1

Dunque, si potr giocare sul fatto che:

lim

n+

n (t)(0)dt =

n (t)(t)dt =

ovvero che:

n (t)[(t) (0)]dt = 0

lim

n+

Ma (quasi sicuramente), si scoprir che:

lim n (t)[(t) (0)]dt = 0

n+

Baster, dunque, vericare le ipotesi di Lebesgue per il passaggio al


limite sotto il segno di integrale per terminare l'esercizio.
Ci pu essere fatto ricorrendo al fatto che la n (t) una funzio
ne limitata e che la (t) C0 e, dunque, gode della propriet di
Lipschitzianit:

|n (t)| |(t) (0)| |n (t)| L |t| |n (t)| L


2 Solitamente

integrale in x.

1
n

si utilizzano delle opportune sostituzioni di variabili, per passare ad un

7.2 Trasformata di Fourier di una distribuzione

20

7.2 Trasformata di Fourier di una distribuzione


7.2.1

TF di distribuzioni periodiche

Per la risoluzione di questa tipologia di esercizi, si proceda nella seguente


maniera:

f (t) data, ricavandone il periodo

Disegnare il graco della distribuzione


T.

Fare attenzione al fatto che una distribuzione periodica sempre una


distribuzione temperata e, pertanto, ammette

sempre

una trasformata

di Fourier.

Porre:

F [f (t)] =

+
X

n
cn ( )
T
n=

in virt del fatto che:

+
X

f (t) =

nt

cn e2i T

n=

Calcolare i coecienti

cn 3

come:

1
cn =
T

7.2.2

nt

f (t)e2i T

TF di distribuzioni aperiodiche

Vale la seguente:

F [f (t)] =< f (t), F [(t), y]


Non vi sono, in questo senso, particolari dierenze rispetto al normale
metodo di calcolo della trasformata di Fourier per le funzioni.
Si ricordi, semplicemente, che:

F [(t)] = 1
3 Sovente,

il calcolo dei coecienti cn ci costringe ad imporre la condizione n 6= 0. In


questo caso andr calcolato a parte il valore del coeciente c0 .

7.3 Derivata nel senso delle distribuzioni

21

7.3 Derivata nel senso delle distribuzioni


Procedere nella seguente maniera per le distribuzioni

non periodiche:

Porre:

< f 0 (t), (t) >= < f (t), 0 (t) >

Calcolare quest'ultimo termine come:

< f (t), (t) >=

f (t)0 (t)dt

eventualmente ricorrendo alla formula di integrazione per parti (vedi


appendice B).

Considerare nulli i termini ottenuti del tipo

()

()

coerente-

mente con il concetto di distribuzione.

Sostituire gli eventuali integrali ottenuti del tipo

t(t)dt

c
a
con

c < t[a;b] (t), (t) >

Sostituire gli eventuali termini del tipo:

(t c), (t) >,

a(c),

a, c R

con

a <

in virt della propriet della traslata (vedi sezione

7.5).

A questo punto, risulta banale ricavare (eguagliando i membri) la

f 0 (t)

cercata (ma attenzione ai segni!).


Per quanto riguarda le distribuzioni periodiche, possibile, in maniera
molto agevole, passare dallo sviluppo in serie di Fourier alla derivata mediante
il teorema di derivazione per serie (vedi sezione 3.1)

7.4 Trasformata di Laplace per le distribuzioni


In questo caso si procede alla risoluzione del problema assegnato nel modo
tradizionale.
Tuttavia, bisogner tenere a mente che, se f(t) la distribuzione:

7.5 Propriet delle distribuzioni

22

Dn L (f (t)) = (1)n L [tn f (t), s]

L [f (n) (t), s] = sn L [f (t), s]

L [f (t a), s] = eas L [f (t), s]

L [eat f (t), s] = L [f (t), s a]

L [u(t), s] =

1
s

L [ n , s] = sn

7.5 Propriet delle distribuzioni


Talvolta pu rivelarsi molto utile l'utilizzo delle seguenti propriet:

Traslata di una distribuzione:

< f (c), (t) >=< f (t), (t + c) >,

cR

Prodotto di una distribuzione per una funzione:

< f (t), (t) >=< f (t), (t) >

Distribuzioni e serie:

+
X
n=0

fn (t) = f (t)

+
X
n=0

< fn (t), (t) >=< f (t), (t) >

Appendice A
Propriet della trasformata di
Fourier

La trasformata di Fourier denita come:

F [f (t), y]

f (t)e2iyt dt

Essa gode delle seguenti propriet:

Linearit
F [f (t) + g(t), y] = F [f (t), y] + F [g(t), y]

Trasformata della traslata


F [f (t h), y] = F [f (t), y]e2iyht

Traslata della trasformata


F [f (t), y h] = F [e2iht f (t), y]

Cambiamento di scala
h
yi
1
F f (t),
= F [f (tc), y]
|c|
c
Parit
f (x)
f (x)

F [f (x)] reale e pari


dispari F [f (x)] reale e dispari

reale e pari
reale e

24
Derivata della trasformata
dn
F [f (t), y] = (2i)n F [tn f (t), y]
n
dy
Trasformata della convoluzione
F [f (t) g(t), y] = F [f (t), y] F [g(t), y]

Trasformata aggiunta
F [f (t), y] = F [f (t), y]

Inversione
f (t) = F [F [f (t), y], t]

Appendice B
Formule utili

Esponenziale complesso
f (z) = ez = ex cos(y + isin(y))

Logaritmo complesso
f (z) = log(z) = ln|z| + iArg(z),

Arg(z) + 2

Potenza complessa
f (z) = z = elog(z) = e[ln|z|+iArg(z)]

Formula di De Moivre
z n = |z|n eiz = |z|n [cos(n) + isin(n)]

Formula della radice ennesima


p

Arg(z)+2k
n
n
z = n |z|ei
, 0<k <n1
Lemma del cerchio piccolo
Sia f(z) continua in un settore circolare di ampiezza

Z
f (z)dz =  i( )

lim
0

+

dove:

 = lim (z z0 )f (z) R
zz0

( ).

Allora:

26
Lemma del cerchio grande
Sia f(z) continua in un settore circolare di ampiezza

( ).

Allora:

Z
f (z)dz = R i( )

lim

R+

+R

dove:

R = lim zf (z) R
z+

Lemma di Jordan
Se:

lim f (z) = 0

z+

in un settore circolare di ampiezza minore di

e compreso, con > 0 ( < 0),

nel semipiano superiore (inferiore), allora:

Z
lim

R+

f (z)eiz dz = 0

+R

Risoluzione di un sistema di due equazioni con Cramer1


Sia dato il sistema:

x1 + y1 = f1
x2 + y2 = f2

Sar:



x1 y1

=
x2 y2


f1 y1


f2 y2
X=



x1 f1


x2 f2
Y=

1 Il

discorso pu essere facilmente generalizzato al caso di sistemi con pi di due


equazioni.

27

Qualora il

dovesse risultare pari a 0, bisogner calcolare il rango della

matrice dei coecienti e quello della matrice completa (osservando i minori


non nulli ed il loro ordine).
Anch il sistema sia possibile, i due ranghi dovranno essere uguali.
Quindi, si dovr imporre che il determinante della matrice completa sia nullo,
ottenendo nuove informazioni ed un nuovo sistema (solitamente, viene scartata l'ultima equazione dal sistema di partenza), questa volta risolvibile con
i sistemi tradizionali.

Formula di integrazione per parti


Z
Z
0
f (x)g (x)dx = f (x)g(x) f 0 (x)g(x)dx
Limiti
lim |eiz | = lim |eiRe(z) | |eIm(z) | = 1 0 = 0

z+

z+

Prodotto per serie secondo Cauchy2


+
X
n=0

an

+
X
n=0

bn =

+ X
n
X

ak bnk = A B

n=0 k=0

Formula di inversione generale (per il calcolo di integrali


attraverso la trasformata di Fourier)
Z +

f (t+
0 ) + f (t0 )
= v.p.
F [f (t), y]e2iyt0 dy 3
2

Formula per la risoluzione degli integrali del tipo:


Z +
Z +
x
1
( + 1)x
dx
=
dx =
(+1)
1 + x
+1 0
0
1 + x +1
Z +
Z +
1
D[x+1 ]
1
1
=
dx =
dt
+1 0
+1 0
1 + x +1
1 + t +1
2 Applicabile

3 Solitamente

se le due serie convergono.


si sceglie il punto t0 = 0

R +
0

x
dx
1+x

Appendice C
Scomposizione in fratti semplici

Supponiamo di avere una funzione F(s) razionale fratta del tipo:

F (s) =

a0 sm + a1 sm1 + + am
P (s)
=
Q(s)
b0 sn + b1 sn1 + + bn

Allora, sar possibile

scomporre in fratti semplici

m<n

la funzione F(s) nella

seguente maniera:

Trovare i poli della funzione F(s), ovvero gli zeri del denominatore Q(s).

Supponendo che gli zeri siano gli:

1
2

con molteplicit
con molteplicit

n1
n2

con molteplicit

nr

con

r
X

ni = n

i=1
scrivere laF (s)come:


A12
A1n1
A11
+
F (s) =
+
+ +
s 1 (s 1 )2
(s 1 )n1


A21
A22
A2n2
+
+
+ +
+ +
s 2 (s 2 )2
(s 2 )n2


Ar1
Ar2
Arnr
+
+
+ +
s r (s r )2
(s r )nr


29

Calcolare i

residui Aij

Aij =

come:

1
lim D(ni j) [(s i )ni F (s)]
(ni j)! si

con:

i = 1, 2, 3 . . . , r

j = 1, 2, . . . , ni

Nel caso in cui si ha a che fare esclusivamente con poli del primo ordine,
il tutto si riduce a:

F (s) =

A2
An
A1
+
+ +
s 1 s 2
s n

dove:

Ai = lim (s i )
si

P (s)
P (i )
= 0
Q(s)
Q (i )

Appendice D
Sviluppi notevoli

Si noti come nelle funzioni pari siano nulli tutti i coecienti del tipo
mentre in quelli dispari lo siano quelli del tipo

n=0
+
X

e z =
sin(z) =

con

+ n
X
z
n=0
+
X

ez =

a2k ,

n=0
+
X
n=0

n!
1 1
n! z n
(1)n

1 1
n! z n

(1)n 2n+1
z
(2n + 1)!

 
+
X
(1)n
1
1
=
sin
2n+1
z
(2n + 1)! z
n=0
cos(z) =
arctan(z) =

+
X
(1)n
n=0
+
X
n=0

(2n)!
(1)n

z 2n

z 2n+1
(2n + 1)

k Z.

a2k+1 ,

Appendice E
Trigonometria

sin =
cos =
sinh =
cosh =

ei ei
2i
ei + ei
2

e e
=
2
e + e
2

1
sin(i)
i

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