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Kraus K.

, Gli ultimi giorni dell'umanit, 1996


Written by Agnelli Stefano Thursday, 17 July 2008 00:22 - Last Updated Saturday, 05 March 2011 03:15

Karl Kraus, Gli ultimi giorni dell'umanit. Tragedia in cinque atti con preludio ed epilogo , Milano, Adelphi, 1996, pp. 779, 19,00 Opera monumentale, concepita come rappresentazione teatrale, ma dalla difficile e laboriosa messa in scena tanto che conosco soltanto una pice veramente riuscita - il capolavoro di Kraus resta assai godibile come romanzo, anche se assai inconsueto. Ambientato in Austria durante la prima guerra mondiale testo capace di intrecciare, in un delirio allucinatorio, le voci dei viennesi in coda per il razionamento, quelle dei tanto odiati lettori beceri di giornali (che commentano ad alta voce), dei soldati al fronte con quelle degli alti ufficiali, dei potenti e persino con quella dei due imperatori dellalleanza ( Guglielmo II e Francesco Giuseppe ). Per ottenere questeffetto straniante, lautore si sposta di continuo, introducendo nuovi personaggi e aprendo sempre nuove scene, moltiplicandole allinfinito, tanto da renderne alcune soltanto con poche battute. Tutti i luoghi vengono toccati: dalle strade ai caff viennesi, dalle trincee ai quartieri generali e dalle abitazioni borghesi ai luoghi prediletti di villeggiatura. Quella di Karl Kraus fu una voce certamente fuori del coro, tra i pochi scrittori che seppero fornire una rappresentazione, allo stesso tempo tragica e farsesca, della guerra mentre questa era ancora in atto. Le centinaia di voci, tra le quali spicca quella di una giornalista piuttosto ciarliera e affatto intelligente, mostrano un campionario di attese, di reazioni e di brucianti delusioni, che

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Kraus K., Gli ultimi giorni dell'umanit, 1996


Written by Agnelli Stefano Thursday, 17 July 2008 00:22 - Last Updated Saturday, 05 March 2011 03:15

portarono Kraus sullorlo della follia. Ossessionato comera dai giornali, dal loro sparlare e contraddirsi in continuazione, lo scrittore segue fin in fondo le sue percezioni, che gli mostrano il reale come un insieme compulsivo in perenne movimento, e riesce a trasmettere al lettore la sensazione di trovarsi al centro di unenorme farsa. Tutto ci grazie alla comicit involontaria dei personaggi, indagati senza alcuna pietas o forma di rispetto, ma piuttosto assoluti e fuori da ogni tentativo di abbellimento, portatori inconsapevoli di stupidit. Personaggi che divengono comici nel momento in cui, come marionette, non mostrano alcuna consapevolezza dei motivi dellimmane tragedia di cui sono protagonisti, volontari ed involontari, al punto da renderla cruda e grottesca allo stesso tempo: una farsa appunto, una farsa dove aleggia suprema, come si detto, la stupidit umana. Il libro pi che mai attuale, non solo perch aveva previsto i regimi totalitari del Novecento, quando ancora non ve nera traccia, ma grazie alla sua capacit di mescolare, nella rappresentazione del reale, molteplici ingredienti, ottenendo come risultato unenorme massa multiforme di parole, che assomiglia moltissimo a quella presente oggi nel mondo in cui viviamo.

La scheda di Stefano Agnelli

2/2

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