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CORSO DI TECNOLOGIE

BIOMEDICHE (TB)
AREA DIAGNOSTICA
TB PER LA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI:
- MEDICINA NUCLEARE
MEDICINA NUCLEARE
• La medicina nucleare è quella branca della medicina che utilizza sostanze
radioattive (radiofarmaci) a scopo diagnostico, terapeutico e di ricerca
biomedica.
• Vengono infusi radiofarmaci e rilevata la risposta del radioattivo distribuito
negli organi interni al fine di desumere informazioni combinate di tipo
• Funzionale
• Morfologico
• A questo scopo vengono utilizzate apparecchiature per imaging diagnostico
quali:
• Gamma camera (convenzionale)
• SPECT CT (convenzionale)
• PET
PRINCIPI FISICI

• Interazione atomica di sostanza


radioattive
• Rappresentazione dell’atomo
• Composizione
• Livelli energetici elettroni quantizzati
• Eccitazione
RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE
• Nel passaggio da un livello energetico ad un altro
• Superiore: assorbe energia
• Inferiore: rilascia energia sotto forma di onda elettromagnetica
• Un atomo è stabile se il suo nucleo non subisce
trasformazioni spontanee. A condizione che esso non venga
bombardato con radiazioni tali da poter indurre delle
trasformazioni nucleari
• Esistono in natura anche atomi instabili, in cui il nucleo
subisce spontaneamente delle trasformazioni
• Tali trasformazioni nucleari spontanee vengono chiamate
decadimenti. I decadimenti nucleari sono sempre
accompagnati dall’emissione di qualche forma di radiazione;
per questo motivo gli elementi instabili vengono anche detti
radioattivi.
ELEMENTI RADIOATTIVI
• Il decadimento nucleare e un fenomeno probabilistico. Non e possibile determinare l’istante in
cui un dato nucleo instabile subirà una trasformazione, ma si puo descrivere quantitativamente
l’evoluzione temporale di un insieme molto grande di nuclei mediante la legge del decadimento
radioattivo.
• Si definisce vita media di una data specie nucleare, l’inverso della costante di decadimento: La
vita media indica il tempo medio che intercorre tra la produzione (sia essa naturale o artificiale) e
il decadimento di un dato nucleo radioattivo. Questo tempo varia sensibilmente da isotopo a
isotopo e puo assumere valori compresi tra frazioni di secondo e miliardi di anni.
• Un’altra quantita utilizzata frequentemente, strettamente correlata alla vita media, e il tempo di
dimezzamento o emivita, indicato con t1/2, che indica il tempo necessario ad avere un
dimezzamento del numero di nuclei radioattivi contenuti nel campione
• Si definisce attivita del campione il numero medio di decadimenti nucleari che avvengono in
esso nell’unita di tempo. In accordo con la definizione, l’attivita coincide con il tasso di
variazione Legge del decadimento
esponenziale
• L’unita di misura dell’attivita e il Becquerel (Bq). Un’attivita di 1 Bq corrisponde a una
trasformazione nucleare (disintegrazione) al secondo
• l’attività specifica è il rapporto fra radioattività e quantità del radiofarmaco effettivamente
presente nella preparazione es: MBq/nmole
TIPI DI DECADIMENTO

• Esistono vari tipi di decadimento nucleare.


• Il decadimento α consiste nell’espulsione spontanea di particelle α da parte di nuclei pesanti,
caratterizzati da un eccesso di protoni. Quella α e una particella pesante carica positivamente,
formata da due protoni e due neutroni, analogamente a un nucleo di elio-4 (4He). Alcuni esempi di
radionuclidi α-emettenti sono 226Ra, 222Rn e 210Po.
• I decadimenti β– e β+ consistono rispettivamente nell’emissione di un elettrone (e-) e di un
positrone (elettrone positivo, indicato con e+ o β+ da parte di un nucleo. Alcuni elementi che
subiscono decadimento β sono 89Sr (β–) e 18F (β+).
• Il decadimento γ consiste nell’emissione di un fotone da parte del nucleo in uno stato eccitato. I
fotoni emessi nel decadimento γ sono fisicamente indistinguibili dai fotoni (o piu comunemente
raggi) X, sebbene questi ultimi vengano prodotti da processi di diseccitazione degli elettroni
atomici anziche nucleari.
SORGENTI RADIOATTIVE NATURALI E
ARTIFICIALI
• Come detto in precedenza, gli isotopi radioattivi raggiungono la stabilita
mediante l’emissione di radiazioni.
• Tali isotopi possono essere naturalmente presenti nelle rocce, nell’atmosfera o
in acqua, oppure possono essere prodotti artificialmente. Nel primo caso,
vengono classificati come sorgenti naturali di radiazioni.
• Alcune sorgenti naturali di interesse sono:
• l’Uranio-238 (238U),
• il Potassio-40 (40K),
• il Radio-226 (226Ra) e il Radon-222 (222Rn).
• In particolare, il 222Rn sostituisce una delle principali fonti di rischio da radiazioni per la
popolazione, in quanto e un gas incolore e insapore che, emanandosi dal sottosuolo, puo
raggiungere concentrazioni elevate in scantinati e locali poco ventilati. Gli isotopi
radioattivi presenti nelle rocce vengono detti sorgenti primordiali di radiazione, in quanto
sono stati prodotti in eventi cosmici al momento della formazione della Terra.
• Altre radiazioni di tipo naturale sono le radiazioni cosmiche e le radiazioni cosmogeniche
(essenzialmente Trizio e Carbonio-14), prodotte dall’interazione delle radiazioni cosmiche
Z=protoni , N=Neutroni
con i nuclei stabili presenti nell’atmosfera.
RADIOFARMACI
• Le sorgenti naturali di radiazioni sono di scarso interesse in campo medico. I
radioisotopi naturali hanno vite medie troppo lunghe per poter essere utilizzati in modo
sicuro in campo terapeutico o diagnostico e, inoltre, e difficile ottenerli con i livelli di
purezza necessari per questo tipo di applicazione. E preferibile produrre artificialmente
i radioisotopi desiderati utilizzando acceleratori di particelle che permettono di attivare
in modo controllato i nuclei contenuti in un opportuno bersaglio.
• Per RADIOFARMACO si intende qualsiasi medicinale che, quando e pronto per l’uso a
scopo medico (diagnosi e/o terapia), include uno o più RADIONUCLIDI (nuclei RADIOFARMACO=RADIONUCLI
DE(RADIOISOTOPO) +COMPOST
radioattivi) incorporati. Proprio mediante l’impiego di radiofarmaci specifici, l’imaging
O
medico-nucleare permette di valutare aspetti funzionali e/o processi biochimico-
metabolici che si verificano a livello di organo, tessuto, e perfino cellulare; un
radiofarmaco e, in genere, costituito dalla combinazione di un radionuclide
(responsabile del segnale rilevabile dall’esterno del corpo) con un composto che
determina le proprieta biologiche della molecola.
RADIOFARMACI GAMMA EMITTENTI
• nella maggior parte dei radiofarmaci attualmente in uso il radionuclide ha semplicemente la funzione di consentire
(tramite la sua emissione γ o β+) la localizzazione scintigrafica della distribuzione del radiofarmaco stesso
all’interno del corpo oppure l’esplicarsi di una certa azione terapeutica (tramite la sua emissione β- o, piu
raramente, particelle α), mentre le caratteristiche di distribuzione e localizzazione in determinati distretti
dipendono dall’essere incorporato in una struttura molecolare piu complessa dotata di una sua propria
farmacocinetica e farmacodinamica (destino biologico).
• La maggior parte dei radionuclidi impiegati in medicina nucleare sono gamma-emittenti e il loro uso permette di
produrre immagini scintigrafiche planari o tomografiche per emissione di fotone singolo (Single Photon Emission
Computed Tomography, SPECT).
• I principali radionuclidi per applicazioni diagnostiche sono gli isotopi dello iodio, del tecnezio, dell’indio, del
gallio e del tallio
• Caratteristiche RADIOFARMACO:
• caratteristiche fisiche del radionuclide (numero di massa, tempo di dimezzamento, tipo di emissione della radioattivita),
• forma chimica (ad esempio, ioduro di sodio, NaI),
• la radioattivita alla data e ora specificata (con multipli del Becquerel, Bq, come unita base, ma spesso anche con i corrispondenti
sottomultipli del vecchio sistema basato sul Curie, Ci),
• l’attivita specifica (cioe il rapporto fra radioattivita e quantita del radiofarmaco effettivamente presente nella preparazione,
espressa raramente in milligrammi o suoi sotto-multipli, piu correttamente in moli: MBq/nmole oppure MBq/μg),
• la concentrazione radioattiva (ovvero il rapporto fra radioattivita e volume della soluzione del preparato, ad esempio: MBq/mL)
• e, infine, il volume totale della soluzione.
RADIOFARMACI POSITRONE EMITTENTI
• I radiofarmaci PET sono in genere piccole molecole con una attività biologica in cui un
atomo (o un gruppo di atomi) è stato sostituito artificialmente con un nuclide radioattivo.
• Positrone emittenti
• annichilazione positrone ed elettrone
• Utilizzati in PET (detezione 180° onde annichilazione, intensità e tempo…posizione)
• Criteri di scelta:
• Biochimici: deve essere possibile sostituire l’atomo radioattivo con un atomo comune della
molecole biologiche senza variarne sensibilmente il comportamento metabolico (o
comunque sfruttando la variazione per aumentare l’accumulo del tracciante nella zona di
interesse)
• Fisici: Tempo di emivita fisico compatibile con l’emivita biologico della molecola vettore
e con il tempo necessario alla marcatura (unione del radionuclide con la molecola stessa).
• Per questi motivi il radionuclide maggiormente prodotto e studiato per questi radiofarmaci
è il fluoro-18.
RIVELATORI DI RADIAZIONE GAMMA
• Tutti i metodi di rivelazione della radiazione ionizzante si
basano sulla misura di una grandezza influenzata
dall’interazione della radiazione con il rivelatore.
• Generalmente questa grandezza e una carica o una corrente
elettrica, ma puo essere anche calore, luce, un effetto
chimico, l’opacizzazione di una sostanza trasparente, la
trasformazione in un diverso tipo di radiazione.
• I principi fisici più utilizzati nei rivelatori di radiazione
sono la ionizzazione di un gas, la scintillazione provocata
in un materiale organico o inorganico, e la produzione di
coppie elettrone-lacuna in un semiconduttore.
GAMMA CAMERA
• La scintigrafia e una tecnica della medicina nucleare che permette la misura in vivo
della concentrazione locale di radiofarmaci che emettono raggi γ singoli.
• nella scintigrafia i fotoni vengono emessi in seguito al decadimento γ di un
radioisotopo presente all’interno del corpo stesso.
• Nel decadimento γ, un nucleo eccitato passa a uno stato a minore energia emettendo
una radiazione elettromagnetica sotto forma di un raggio γ.
• La stima della concentrazione locale dei radiofarmaci avviene dunque attraverso la
misura dell’intensita della radiazione gamma emessa nel decadimento della sostanza
radioattiva, che e legata alla densita di attivita locale ρ(x,y,z) del radioisotopo stesso.
• Quella che si ottiene sarà dunque un’immagine funzionale che fornisce informazioni
• sulla distribuzione spaziale
• e sull’intensita dei processi biologici, metabolici o molecolari che coinvolgono il radiofarmaco
utilizzato.
RILEVATORE GAMMA CAMERA
• Per l’imaging a emissione di singolo fotone esistono due modalita di
acquisizione: planare e tomografica 3D.
• Tramite la tecnica planare e possibile acquisire una singola proiezione della
distribuzione del radiofarmaco. Nella pratica clinica ci si riferisce a questa
tecnica con il nome di scintigrafia.
• Tramite una tomografia e invece possibile rilevare la distribuzione del
radiofarmaco in tre dimensioni, cioe visualizzarne la distribuzione su varie
sezioni (fette), a partire da un insieme di proiezioni planari acquisite a vari
angoli di rotazione attorno al paziente. La tecnica di imaging tomografico a
emissione di singolo fotone viene chiamata SPECT. Entrambe queste tecniche
di acquisizione sono utilizzate nella pratica clinica.
• Sebbene le tecniche di scintigrafia e SPECT siano diverse nella modalita di
acquisizione, il rivelatore utilizzato per i raggi gamma è lo stesso: la gamma-
GAMMA CAMERA CONVENZIONALE
• Nella sua forma convenzionale, una gamma-camera consiste in un collimatore, in una
lastra di un cristallo scintillatore accoppiato otticamente a un insieme di
fotomoltiplicatori, e in una elettronica di lettura e acquisizione dei dati.
• Tale assieme viene solitamente chiamato “testa di rivelazione” o testata
• Composta da:
• cristallo scintillatore (o piu semplimente “scintillatore”) e la parte attiva del processo di
rivelazione dei raggi γ. La caratteristica dei materiali scintillanti e quella di emettere
luce nel range del visibile (o vicino all’ultravioletto); quando lo scintillatore viene
colpito da radiazione γ (o X), promuove un elettrone dalla banda di valenza alla banda
di conduzione. Nella successiva diseccitazione l’elettrone ritorna nella banda di valenza
• Il fotorivelatore(Anger camera): Una volta che lo scintillatore ha prodotto il lampo di
luce, questo deve essere rivelato in modo tale da misurarne l’energia totale (che si
assume essere pari all’energia persa dal fotone incidente) e la posizione
dell’interazione. Il sistema di fotorivelazione della Anger camera consiste in un
insieme di fotomoltiplicatori disposti su una griglia regolare a base esagonale e
accoppiati otticamente al cristallo scintillatore attraverso opportune colle ottiche.
Fotomoltiplicazione mediante Dinodi: Moltiplicazione del numero di elettroni
accellerati da campi elettrici
GAMMA CAMERA CONVENZIONALE
• Processamento del segnale: I segnali provenienti dai singoli fotomoltiplicatori vengono poi
elaborati da un sistema elettronico e trasferiti a un computer per la loro successiva analisi.
Come gia menzionato, il valore dell’energia depositata dal raggio γ puo essere ottenuto dalla
somma dei segnali elettrici provenienti dai singoli fotomoltiplicatori. Tale informazione serve
inoltre come segnale di consenso per l’acquisizione, in quanto solo i segnali aventi
un’intensita superiore a un certo valore soglia sono considerati significativi e, dunque,
acquisiti.

• le coordinate x,y del punto di impatto del raggio γ nel cristallo possono essere determinate
dalla distribuzione spaziale dei segnali registrati. La localizzazione spaziale e infatti ottenuta
pesando la posizione dei fotomoltiplicatori coinvolti nell’evento, ciascuno con l’intensita del
segnale da esso prodotto e calcolando la media dei valori ottenuti. In pratica, si tratta di un
calcolo del “baricentro” o “centroide” della distribuzione di luce

• Risoluzione Energetica: La selezione degli eventi tramite finestra energetica serve a


selezionare solo quei fotoni emessi dalla sorgente γ di interesse e che non hanno subito
interazioni Compton nell’oggetto/paziente, in quanto questi porterebbero a una degradazione
della qualità dell’immagine per le ragioni illustrate in precedenza.

• Solitamente la scelta dei valori ottimali della finestra energetica avviene prima dell’inizio
dello studio, in base alle caratteristiche del radioisotopo utilizzato e del sistema di
rivelazione. A tal fine, il parametro caratteristico di una gamma-camera è la risoluzione
CARATTERISTICHE TECNICHE
• Le linee guida per la misurazione delle prestazioni di una gamma-camera sono ripor -tate nel
documento NEMA NU-1 2018 “Performance Measurements of Scintillation Cameras”.
• In particolare, la risoluzione spaziale intrinseca del rivelatore (Rr) e definita come FWHM (Full
Width at Half Maximum) dell’immagine ricostruita di una sorgente puntiforme.
• Il valore di Rr dipende dalle caratteristiche dello scintillatore e dal fotorivelatore. In generale, Rr
vale approssimativamente 3-5 mm e, in particolare, dipende dallo spessore del cristallo, dal numero
di fotomoltiplicatori per unita di superficie, dall’algoritmo di posizionamento utilizzato, e
dall’energia del raggio γ incidente.
• E importante sottolineare che la risoluzione spaziale migliora con l’aumentare dell’energia del γ
incidente e dunque dipende dal radioisotopo utilizzato.
• Per quanto riguarda lo spessore del cristallo, la risoluzione spaziale peggiora all’aumentare dello
spessore, a causa del maggiore allargamento della macchia luminosa che raggiunge i
fotomoltiplicatori. D’altro lato, lo spessore del cristallo scintillatore non può essere troppo ridotto:
infatti, esso influisce direttamente sull’efficienza di rivelazione
TIPI COLLIMATORI

• Selezione energetica dei fotoni (fotone


compton non porta informazioni)
• Collimatori a fori paralleli
• Collimatori Divergenti
• Collimatori pin hole
• Collimatori convergenti
Possono avere diverse geometrie
Circolari-Esagonali-Quadrati

FORI PARALLELI
• I tipi piu comuni di collimatori a fori paralleli sono classificati come:
• – LEHR (Low Energy, High-Resolution): si utilizzano con radioisotopi che emettono
raggi γ di bassa energia per ottenere un’elevata risoluzione spaziale sacrificando la
sensibilita;
• – LEHS (Low Energy, High-Sensitivity): si utilizzano con radioisotopi che emettono
raggi γ di bassa energia per ottenere un’elevata sensibilità sacrificando la
risoluzione spaziale;
• – LEAP o LEGP (Low Energy, All Purpose o General-Purpose): si utilizzano con
radioisotopi che emettono raggi γ di bassa energia per ottenere un compromesso
ottimale tra risoluzione spaziale ed efficienza;
• – LEUHRfan (Low Energy, Ultra High-Resolution Fan Beam): si utilizzano con
radioisotopi che emettono raggi γ di bassa energia per ottenere
un’elevatissima risoluzione spaziale sacrificando la sensibilita;
• – MEAP o MEGP (Medium Energy, All Purpose o General-Purpose): si utilizzano
con radioisotopi che emettono raggi γ di energia intermedia per ottenere un
compromesso ottimale tra risoluzione spaziale ed efficienza;
• – HEAP o HEGP (High Energy, All Purpose o General-Purpose): si utilizzano con
radioisotopi che emettono raggi γ di alta energia per ottenere un compromesso
COLLIMATORI CONVERGENTI O
DIVERGENTI
Per alcune particolari applicazioni può essere utile utilizzare collimatori che
hanno fori che, anziché essere tra loro paralleli, sono tracciati lungo direzioni
convergenti o divergenti.
• I collimatori a fori convergenti hanno la caratteristica di ingrandire
l’immagine dell’oggetto sul rivelatore. Si possono dunque utilizzare solo su
oggetti che hanno dimensioni inferiori a quelle del rivelatore. sono
intrinsecamente più efficienti di un collimatore a fori paralleli. In virtù
dell’aumento di efficienza e dell’ingrandimento dell’immagine, tali
collimatori possono essere utilizzati per ottenere un’immagine di oggetti
relativamente piccoli con aumentata sensibilità o con una migliore risoluzione
spaziale, a seconda dei parametri scelti per la costruzione del collimatore.
• D’altro lato, i collimatori a fori divergenti sono invece utilizzati in quei casi
dove si voglia ottenere un’immagine di un oggetto di dimensioni superiori a
quelle del rivelatore a disposizione.
COLLIMATORI PIN-HOLE

• Utilizzati nell’imaging ad alta risoluzione


• un’immagine dell’oggetto rovesciata e ingrandita o
rimpicciolita, a seconda della distanza oggetto-collimatore il
loro limite di applicazione consiste nel fatto che l’efficienza
cala molto rapidamente all’aumentare della distanza tra il
foro e l’oggetto.
• In figura confronto tra un collimatore a pin-hole e uno a fori
paralleli degli andamenti dell’efficienza (A), della
dimensione del campo di vista FOV (B) e della risoluzione
spaziale (C) in funzione della distanza d dell’oggetto dal
collimatore
SPECT
• I rivelatori fin qui descritti sono utilizzati per ottenere immagini di proiezione (cioe
planari) della distribuzione del radioisotopo. Un tomografo SPECT e un sistema di
imaging che consente la produzione di immagini che rappresentano la distribuzione del
radioisotopo in tre dimensioni.
• Cambiando l’angolazione del rivelatore (che utilizza ad esempio un collimatore a fori
paralleli) rispetto al paziente, e possibile ottenere un’immagine in cui sono evidenti dei
particolari precedentemente non visibili, perche coperti da altre strutture. Si ottiene
sempre un’immagine 2D, ma da una diversa angolazione. In una tomografia, le
informazioni ottenute misurando a vari angoli l’intensita della radiazione emessa
vengono opportunamente combinate, mediante un calcolatore, per ricostruire
l’immagine di una sezione del corpo del paziente. In una sezione, una data zona
dell’immagine ha un’intensita direttamente correlata alla concentrazione locale del
radioisotopo: ogni struttura presente nella sezionee visibile e non risulta mai coperta da
altre strutture. In breve, l’immagine sezione (o slice) non presenta i problemi di
SPECT
• Un’acquisizione tomografica si considera “completa” quando sono state acquisite le
proiezioni da un certo numero di posizioni angolari su un arco di almeno 180°. Si noti
infatti che dopo una rotazione di 180° le direzioni di volo dei raggi γ che vengono acquisite
sono le stesse dell’acquisizione a 0°, mentre ciò che cambia e il verso di propagazione
degli stessi.
• Un tomografo SPECT e solitamente costituito da una o piu teste, ciascuna accoppiata al
relativo collimatore, poste in rotazione attorno al paziente. Il sistema e collegato a un
computer che, in questo caso, deve controllare sia le operazioni di acquisizione dei dati che
il movimento di rotazione dei rivelatori stessi. Esistono due modi di rotazione solitamente
utilizzati in SPECT. Il primo e detto a rotazione continua, mentre l’altro e il cosiddetto
step-and-shoot. Nella modalità in rotazione continua i rivelatori sono ruotati a velocita
costante intorno al paziente e i dati sono poi raggruppati in un numero finito (tipicamente
64 o 128) di valori angolari (proiezioni). Nella modalita step-and-shoot il moto di rotazione
si ferma a varie posizioni angolari (corrispondenti agli angoli per i quali si vuole acquisire
una proiezione) e rimane fermo finche i dati non sono stati acquisiti per poi passare a un
angolo successivo.
• Maggiore e il numero delle teste utilizzate e maggiore sara la sensibilita dello strumento,
con un aumento che e proprio pari al numero di rivelatori utilizzati (una SPECT a tre teste
SPECT-CT
• Considera gli effetti di attenuazione dei raggi γ emessi dal corpo.
• Es. il radionuclide 99mTc, che risulta quello maggiormente utilizzato nelle tecniche a emissione di singolo
fotone, emette raggi γ con una energia di 140 keV. Questi hanno un coefficiente di attenuazione lineare
nell’acqua (μH2O) pari a circa 1,53 . 10-1 cm-1, ovvero il fascio viene dimezzato ad un cm di profondità
• Ad esempio, nell’attraversare il corpo umano (circa 40 cm di diametro) si puo avere un effetto di
attenuazione fino a un fattore di circa 450.
• Risulta dunque chiaro che, per ottenere la distribuzione dell’attività, cioè per poterne dare una stima quantitativa,
e necessario conoscere a priori la distribuzione dei coefficienti di attenuazione lineare per quella data energia
• Nelle moderne SPECT è ottenuto accoppiando al sistema SPECT un tomografo TC, ottenendo cosi uno
strumento di imaging multimodale detto SPECT/TC.
• In questo modo la correzione per attenuazione puo essere ottenuta direttamente dall’immagine TC, riscalando
opportunamente i valori dei coefficienti di attenuazione ottenuti all’energia dei raggi X della TC, ai valori di
energia dei raggi γ usati in SPECT.
• Il valore aggiunto dei sistemi SPECT/TC consiste nel poter fornire, assieme alle immagini funzionali SPECT,
anche le immagini sovrapponibili a ogni sezione ricostruita delle strutture anatomiche corrispondenti. Questo puo
aiutare notevolmente il processo di diagnosi fornendo informazioni morfologiche complementari che, vista la
risoluzione spaziale relativamente bassa e la natura intrinsecamente funzionale della tecnica SPECT, non erano
presenti nell’immagine a emissione.
CARATTERISTICHE TECNICHE
• Si tratta di gamma camere combinate con TC
• Qualità Modulo gamma camera per la detezione raggi gamma e beta
• FOV almeno 50x38cm
• Detettore con rilevatori a semiconduttore o scintillatori
• Collimatori LEHR, MEGP…
• Valore conteggio es 300 Kpcs
• Efficienza energetica, risoluzione spaziale
• Qualità Modulo TAC per RX:
• Elicoidale
• con detettore 32/64 strati,
• con algoritmi iterativi per riduzione dose
• Generatore mA,kV, kW
• Gli attuali rivelatori ottenuti con CdTe o CdZnTe hanno spessori compresi
tra 1 e 5 m; 5 mm e lo spessore piu comunemente utilizzato nei rivelatori
per SPECT in campo clinico.
• Tipicamente, la risoluzione ottenibile irraggiando il rivelatore con raggi γ
da 140 keV e intorno al 5% (FWHM).
• Come per una TAC è composta da una consolle di acquisizione, tavolo,
generatore ecc)
TEST INTERMEDIO
PET (POSITRON EMISSION TOMOGRAPHY)
• La tomografia a emissione di positroni o PET (da Positron Emission Tomography) e una
tecnica della medicina nucleare che permette la misura in vivo della concentrazione locale di
radiofarmaci che emettono positroni
• Come la SPECT È una tecnica di imaging in “emissione”.
• La sensibilita della PET e relativamente elevata, nell’ordine di 10-11-10-12 mol/L.
• La peculiarita cui e legato è costituita dalla radiazione che origina dall’evento di
annichilazione fra particella β+ e particella β-, che avviene dopo un certo percorso nella
materia (denominato positron range), rispetto al punto esatto di emissione del β+ stesso.
• Questa radiazione comporta l’emissione contemporanea di due raggi γ ad alta energia (511
keV) che si dipartono dal punto di annichilazione con un angolo di circa 180
• A differenza della SPECT, nella PET si utilizzano radioisotopi che emettono positroni a
seguito di un decadimento β+ (positroni)
• Questi nuclei raggiungono uno stato più stabile trasmutando un protone in un neutrone
attraverso un processo detto decadimento β+
SISTEMI DI RILEVAZIONE
• Il cuore del sistema PET e costituito da un insieme di rivelatori che
circondano il paziente.
• coppia di rivelatori disposti in posizioni diametralmente opposte
rispetto a quella del punto di annichilazione (ovvero del paziente).
L’acquisizione tomografica si ottiene registrando le LOR a vari angoli.
Analogamente al caso della SPECT, per ottenere informazioni
tomografiche.
• Somma energie elettrone e positrone=511KeV
• La rivelazione in coincidenza, che avviene all’interno di una finestra
temporale tipicamente di circa 10 ns (nanosecondi), definisce la linea di
risposta (Line- Of-Response o LOR) e, dunque, la direzione lungo la
quale e avvenuta l’annichilazione (collimazione elettronica)
• L’intersezione tra tutti i settori cosi determinati definisce il campo di
vista (FOV) del tomografo
PET 2D E 3D
• Lo spessore dei rilevatori determina lo spessore del corpo esaminato
• Per ottenere l’immagine di una sezione maggiore del corpo, questo puo essere
mosso lungo l’asse. Le versioni successive di sistemi PET sono costituite da
piu anelli di rivelatori, in modo tale da aumentare il campo di vista nella
direzione assiale.
• sistemi PET a più anelli sono classificati in due categorie: sistemi 2D e 3D.
• Nei sistemi 2D non sono ammesse coincidenze tra rivelatori appartenenti ad
anelli diversi, e i dati registrati appartengono tutti allo stesso piano. Ciò
semplifica molto il procedimento di ricostruzione delle immagini
• Nei sistemi 3D si ammettono invece coincidenze tra anelli diversi La gestione
di tali eventi è diventata possibile con l’avvento di algoritmi e risorse hardware
capaci delle maggiori richieste di calcolo per la ricostruzione delle immagini a
partire da dati 3D. La modalità 3D aumenta inoltre l’efficienza dello strumento
di una quantità circa pari al numero di anelli rispetto ai sistemi intrinsecamente
2D
RILEVATORI
• L’approccio solitamente usato nei rivelatori per PET e quello di suddividere lo scintillatore in piccoli
cristalli. La soluzione piu comunemente utilizzata e quella del cosiddetto block detector. Nella sua versione
originale veniva utilizzato un blocco di germanato di bismuto (BGO) suddiviso in elementi piu piccoli da
tagli longitudinali che divenivano sempre piu profondi con l’avvicinarsi al bordo del blocco stesso.
• Il BGO (ortogermanato di bismuto) è stato per molti anni il materiale di riferimento per la costruzione di
sistemi PET, proprio grazie al suo elevato coefficiente di attenuazione lineare (alta efficienza) e alla sua
elevata densità (alta frazione di interazioni per effetto fotoelettrico a 511 keV, pari al 44%). Tuttavia, la sua
bassa resa luminosa e il lungo tempo di decadimento ne limitano la risoluzione energetica e temporale. Il
BGO è comunque ancora utilizzato in alcuni sistemi commerciali. I più moderni sistemi PET oggi
utilizzano LSO, LYSO e GSO. Questi materiali possiedono buone proprietà di attenuazione dei raggi γ da
511 keV e una elevata velocità di decadimento che, uniti all’adeguata resa luminosa, ne permettono
l’utilizzo in sistemi ad alta efficienza e alta risoluzione spaziale
• Nelle versioni piu recenti vengono utilizzati materiali scintillanti diversi rispetto al BGO come LSO, LYSO
(Ortosilicato di Lutezio-Ittrio) o GSO (Ortosilicato di Gadolinio)
• Sezione di timing Conteggio del numero di coincidenze: il segnale attraversa dei discriminatori che
generano segnali temporali contenenti l’informazione sul tempo di arrivo del raggio γ.
Corrispondentemente, viene “aperta” una finestra temporale di circa 10 ns. Se durante questo intervallo
un secondo raggio γ colpisce un rivelatore opposto (ovvero appartenente a un arco di circonferenza opposto
come descritto in precedenza), viene registrata una coincidenza e il sistema acquisisce l’evento
SENSIBILITA’ E RISOLUZIONE
TOF PET
• Time of flight PET Nelle PET convenzionali è possibile solo conoscere la linea lungo la quale e avvenuta
l’annichilazione (LOR), ma non l’esatto punto in cui questa e avvenuta. Ogni punto della LOR avra dunque uguale
probabilità di aver generato tale evento. Un possibile modo per conoscere con maggiore precisione la posizione del
punto di annichilazione e quello di misurare la differenza temporale tra l’avvenuta rivelazione dei due γ nei
rispettivi rivelatori. Infatti, i raggi γ si muovono alla velocita della luce, ovvero 3 X 10^8 m/s ovvero 30 cm/ns.
• Ad esempio, mentre per un’annichilazione che avviene al centro di un tomografo i due γ sono rivelati
simultaneamente, per una che avviene a 15 cm di distanza dal centro si verifica una differenza temporale tra le due
rivelazioni di 1 ns.
• Ad esempio, con una risoluzione temporale di 500 picosecondi (ps) (FWHM) sarebbe possibile misurare il punto di
annichilazione del positrone con una precisione di 7,5 cm (FWHM). Tale tecnica e detta PET “a tempo di volo” o
A causa dell’incertezza DT nella misura temporale la
piu comunemente time-offlight PET o TOF-PET. Nelle PET standard tale differenza temporale e solitamente risolta posizione
con una precisione di qualche nanosecondo, non sufficiente a effettuare la misura del tempo di volo. In alcune PET del punto di emissione e ricavata con un errore DS =
piu recenti, con l’uso di scintillatori di breve tempo di decadimento (come LSO, LYSO o LaBr3) e attraverso DT ・ c/2
un’accurata progettazione dell’elettronica di processamento e acquisizione, e invece possibile raggiungere le
precisioni richieste per la TOF-PET.

• In alcune PET piu recenti, con l’uso di scintillatori di breve tempo di decadimento (come LSO, LYSO o LaBr3) e
attraverso un’accurata progettazione dell’elettronica di processamento e acquisizione, e invece possibile raggiungere
le precisioni richieste per la TOF-PET.
RILEVATORI PET
• Nella rivelazione dei raggi γ
• da annichilazione  PET
• da singoli fotoni emessi dai radioisotopi utilizzati nella SPECT
• Ha una maggiore energia dei raggi γ di annichilazione (511 keV)
• L’alta densità dei cristalli, con la conseguente riduzione dell’errore di parallasse
• Una breve costante di decadimento τ contribuisce alla riduzione della finestra
temporale di coincidenza, con la conseguente riduzione del rateo di eventi random
• Inoltre, un breve tempo di scintillazione e, dunque, un’ottima risoluzione
temporale per la rivelazione in coincidenza (≤600 ps) sono requisiti fondamentali
per l’utilizzo di uno scintillatore in sistemi PET a “tempo di volo”.(TOF)
RILEVATORI
Il BGO (ortogermanato di bismuto) e stato per molti anni
il materiale di riferimento per la costruzione di sistemi
PET, proprio grazie al suo elevato coefficiente di
attenuazione lineare (alta efficienza) e alla sua elevata
densita (alta frazione di interazioni per effetto fotoelettrico
a 511 keV, pari al 44%). Tuttavia, la sua bassa resa
luminosa e il lungo tempo di decadimento ne limitano la
risoluzione energetica e temporale. Il BGO e comunque
ancora utilizzato in alcuni sistemi commerciali.
I piu moderni sistemi PET oggi utilizzano LSO, LYSO e
GSO. Questi materiali possiedono buone proprieta di
attenuazione dei raggi γ da 511 keV e una elevata velocita
di decadimento che, uniti all’adeguata resa luminosa, ne
permettono l’utilizzo in sistemi ad alta efficienza e alta
risoluzione spaziale.
ARTEFATTI E LIMITAZIONI
• Fattori intrinseci: effetto range e deviazione angolare
• Fattori tecnologici: dimensione dei cristalli, codifica ed
errore di parallasse
• Effetto di volume parziale perdita proporzionalità tra
conteggi e immagine, si verifica per oggetti più piccoli
• Correzione per attenuazione: Nel caso della PET, tale
procedura risulta semplificata rispetto alla SPECT.
Infatti, il fattore di correzione non dipende anche dalla
posizione della sorgente lungo una LOR (come per la
SPECT), ma solo dai coefficienti di attenuazione lineare
lungo la LOR stessa.  PET CT
PET CT
• Questo strumento diagnostico è composto da un tomografo PET ad alta sensibilità e da un
tomografo TC multistrato a 32/64 fette….
• Alta definizione delle immagini TC multistrato con un determinato numero di fette unite alle
caratteristiche innovative della TOF PET permettono di ridurre drasticamente i tempi di
esecuzione dell’esame a circa 15 minuti (rispetto ai circa 40 minuti necessari in
precedenza).
• Questa caratteristica determina migliore comfort per il paziente nella esecuzione della
procedura diagnostica riduce drasticamente gli artefatti da movimento.
• Le proprietà della TOF PET permettono inoltre di ridurre la quantità di sostanza radioattiva
da somministrare al paziente (e quindi riduzione della dose) ottenendo immagini con
migliore risoluzione rispetto ai tomografi in uso in precedenza.
• possibilita di utilizzare le informazioni TC per la correzione delle limitazioni della PET, ad
esempio nel calcolo del SUV (Standardized Uptake Value) o per la correzione dell’effetto di
volume parziale (vedi paragrafo precedente).
PET CT
• la combinazione di uno scanner PET con un sistema per tomografia assiale
computerizzata (TC) ha notevoli vantaggi rispetto all’utilizzo delle due
tecniche separatamente. Il vantaggio principale consiste nell’ottenere quasi
simultaneamente immagini funzionali (dalla PET) e morfologiche (dalla TC).
Combinando i due strumenti in un unico sistema e possibile ottenere queste
informazioni senza muovere il paziente dalla sua posizione nel lettino. Le
informazioni cosi ottenute sono completamente sovrapponibili (fuse) e per
ogni punto del corpo si possono acquisire
• immagini morfologico-funzionali.
• Un’ulteriore importante aspetto dell’utilizzo della PET/TC e la possibilita di TC+PET
utilizzare le informazioni sui coefficienti di attenuazione ricavati tramite la
TC per effettuare la correzione per attenuazione dei dati PET.
• Con aumento del rapporto segnale rumore
• la TC puo fornire informazioni che completano il quadro clinico (ad esempio,
dimensioni di un tumore, visualizzazione di piccole lesioni altrimenti non
visibili in PET);
MODALITA’ ACQUISIZIONE

• La PET offre la possibilita di utilizzare diverse modalita di acquisizione effettuate sulla base del
quesito clinico e dei parametri che si desiderano ottenere, compatibilmente con la dotazione
hardware e software del tomografo. Possiamo schematicamente distinguerele seguenti modalita di
acquisizione:
• – segmentaria statica;
• – dinamica;
• – total body;
• – list mode;
• – gated.
SEGMENTAZIONE STATICA

• E utilizzata per lo studio di un segmento corporeo o di un solo


organo; in quanto caratterizzata da una singola acquisizione per
un tempo predeterminato, questa modalita e anche definita
“statica”
• Negli attuali tomografi PET/TC i limiti della scansione sono
individuati sulle immagini scout determinate con la TC sul
piano antero-posteriore e/o latero-laterale; la scansione
corrisponde al FOV assiale della PET (circa 15-18 cm, a
seconda dei modelli di tomografo)..
• Questa modalita di acquisizione e utilizzata frequentemente in
ambito cardiologico e neurologico;
ACQUISIZIONE DINAMICA

• Questa modalita di acquisizione si sviluppa temporalmente (percio e anche definita 4D) per la
durata del processo fisiologico o biologico in studio. Il protocollo di acquisizione e costituito da
una sequenza di frame con frequenza temporale variabile, definita con temporizzazione idonea a
descrivere la distribzione del tracciante a carico del tessuto/ organo che si vuole prendere in
esame.
• L’acquisizione dinamica per ottenere dati quantitativi assoluti e eseguita di norma in ambito
sperimentale, meno frequentemente nella routine clinica.
• La scansione corrisponde al FOV assiale della PET (circa 15-18 cm, a seconda dei modelli di
tomografo).
• Il numero di frame e la durata dell’acquisizione dipendono principalmente dalla cinetica del
radiofarmaco a livello dell’organo/tessuto in esame
ACQUISIZIONE TOTAL BODY

• Questa modalita di acquisizione trova impiego in quelle applicazioni cliniche


(tipicamente in ambito oncologico) dove si richiede un campo di esplorazione piu
ampio, che puo coprire praticamente il corpo intero. Durante l’acquisizione PET, il
lettino sul quale e posizionato il paziente scorre in senso assiale per steps successivi; a
ogni step viene acquisita una porzione del campo d’indagine corrispondente al FOV
assiale (bed) e l’esame si conclude con l’acquisizione di tutti i bed necessari a coprire
l’intero campo d’indagine. La durata dell’esame e data dalla somma dei tempi di
acquisizione di ogni singolo bed, per la cui determinazione ci si attiene agli stessi
criteri già espressi nel caso dell’acquisizione segmentaria.
• di norma parte dalla base cranica e termina inferiormente al bacino (circa 5-7 FOV, a
seconda dei modelli di tomografo e della statura del paziente).
AQUISIZIONE LIST MODE

• Acquisizione di sinogrammi lungo le LOR


• Memorizzazione ed elaborazione delle LOR (no frame) al termine rielabora
segnale complessivo sui dati grezzi (post elaborazione)
• Più complesso, necessaria molta capacità di memoria ed elaborazione
• Posso decidere impostazione di parametri al termine dell’acquisizione
GATED
• Sincronismo con movimenti respiratori e cardiaci attraverso acquisizione
• Respiro ed ECG
• Due sono le strategie che permettono la gestione di questa modalità:
• quello classico basato su una suddivisione predeterminata di frame
• e uno piu innovativo fondato sulla modalità list mode.

• Nel primo caso si decide a priori, in funzione della statistica di conteggio


che vogliamo ottenere, della frequenza del fenomeno (ad esempio, ciclo
cardiaco) oggetto dello studio e frame rate,
• Il secondo approccio (list mode) garantise una maggiore flessibilita, dato
che e in fase di post-processing che i diversi parametri del gating possono
essere definiti fino a ottenere il migliore risultato desiderato.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Sistema CT
• Sistema PET • Sistema hardware e software per 4D CT e gating
• • Sistema hardware e software per 4D PET e gating • Numero di file di detettori fisicamente presenti ≥ 32
• Il sistema CT deve essere “a spirale” multistrato con
• • Numero dei cristalli ≥ 11.000
numero di strati non inferiore a 64
• • Dimensione del singolo cristallo ≤ 6 mm x 6 mm x 25mm - • Spessore minimo del volume acquisito per singola rotazione
lunghezza x larghezza superiore a 19mm
• • Dimensione del campo di vista assiale fisico (FOV) maggiore di • Ridotto tempo di rotazione < 0,5 s
16 cm; • Tensione sul tubo radiogeno massima ≥ 135 keV
• Possibilità di acquisizioni CT in modalità Scout view,
• • Detettori PET di nuovissima generazione, caratterizzati da assiale e spirale e con presenza di mezzo di
cristalli di LYSO o LSO contrasto
• • Il tomografo PET deve essere costituito da almeno 3(tre) anelli • Spessore minimo dello strato CT inferiore a 1 mm
di rivelazione • Il FOV transassiale del sistema CT deve essere pari a quello
della PET ed almeno 50 cm
• • Modalità di acquisizione TOF (Time of Flight) con risoluzione
• Dotata di algoritmi iterativi per la riduzione della dose
temporale minore di 540ps
assorbita dal paziente
• • Campionamento spaziale degli eventi di coincidenza 2D e 3D • Dotata di software per la correzione di artefatti da protesi
• • Risoluzione spaziale trasversa (FWHM) inferiore a 4mm metalliche
• Software per il calcolo della dose assorbita dal paziente
• • Sensibilità NEMA (FDG) non inferiore a 5 cps/kBq
PET CT APPLICAZIONI

• Oncologia
• identificazione di tumori , identificazione di metastasi controllo della terapia
oncologica

• Cardiologia
• flusso cardiaco con 13N metabolismo con FDG
• Neurologia
• morbo di Alzheimer • epilessia • Parkinson
• Studi in vivo su animali
ESEMPIO DI COMPARAZIONE SISTEMI CT
PET
ESEMPIO
INSTALLAZIONE
MODALITA’ TRIPLE (SPECT-CT-PET)
PET MRI
• PERCHE’ SISTEMI IBRIDI CON RM?
• Enorme successo PET/TC: alta aspettativa per PET/RM
• La PET/TC è tecnicamente semplice, ma:
• – Al 90 % campo oncologico (whole body PET-CT) – Basso contrasto TC nei tessuti molli (brain)
• – Scanning sequenziale (rischio di artefatti da movimento)
• – Alta dose da radiazioni pet TC (70-80 % di tutto lo studio PET-TC)
• La PET- RM simultanea è una grande sfida tecnologica, ma ha il potenziale di diventare il sistema del
futuro (più versatile):
• – Offre una moltitudine di m.d.c. endogeni
• – Sensibilità picomolare
• – Ottimo contrasto tessuti molli
• – Indicazioni cliniche
• Neurologia: Alzheimer, epilessia, tumori,...
• Mammografia
• Pediatria
• Combinazione di PET e fMRI, spettroscopia RM, RM diffusion tensor
• – Correzioni per il movimento basate su RM (IN CONTEMPORANEA)
• – Minore dose da radiazioni (follow up)
SISTEMI IBRIDI PET/RM (PMT)
• I PMT sono sensibili ai campi magnetici: non sono utilizzabili •
Differenti approcci per risolvere il problema:
• – Fibre ottiche per portare la luce dallo scintillatore fino ai PM,
posti fuori dal campo magnetico (perdita segnale)
• – Magnete in due parti e rivelatore PET posizionato all’interno, con
collegamenti con fibre ottiche (perdita segnale)
• – Utilizzo di fotorivelatori a stato solido, magnetocompatibili, come
APD (compatti, potenzialmente economici, consentono espansione
FOV assiale)
• Problema critico: mutua interferenza tra PET e RM • Problema: far
stare l’inserto PET dentro al magnete…
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

• «Fondamenti di medicina nucleare - Tecniche e applicazioni» Duccio


Volterrani · Paola Anna Erba · Giuliano Mariani , Springer 2010
• www.ecri.org
TEST INTERMEDIO

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