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SALSA BENEDETTO 4CSA

Gian lorenzo
bernini

(Napoli, 7 dicembre
1598 – Roma, 28
novembre 1680), è
stato uno scultore,
urbanista,
architetto, pittore,
scenografo e
Il ratto di proserpina

COLLOCAZIONE: ROMA,
GALLERIA BORGHESE
DATA: 1621-1622
COMMITTENTE:
CARDINALE SCIPIONE
BORGHESE
AUTORE: GIAN LORENZO
Il “Ratto di Proserpina” Bernini, Il soggetto di quest’opera è tratto
da un passo delle Metamorfosi di Ovidio, nonostante la giovane età
dello scultore (appena ventenne), si mostra come un’opera
pienamente barocca, magnifica e dinamica, senza che venga
tralasciato alcun dettaglio. L’eccezionale realismo ed i particolari
che compongono questa scultura, dimostrano l’eccezionale abilità
del Bernini, e consacrano questo gruppo scultoreo uno dei più
popolari al mondo. Il Bernini non ha imposto un vero e proprio
punto di vista privilegiato per ammirare la scultura, infatti ,Il
risultato è una composizione spettacolare sotto ogni punto di vista,
un’opera imponente che lo spettatore non finisce mai di ammirare,
tanta è la finezza e la ricercatezza dell’esecuzione, la ricchezza di
particolari, la completezza delle figure che ci costringe a girarle intorno
L’opera rappresenta la
scena mitologica
riguardante il rapimento
di Proserpina da parte di
Plutone. Il Dio degli inferi
viene raffigurato in tutta
la sua potenza e fierezza,
nell’istante in cui afferra
Proserpina, che cerca di
Bernini pur usando il marmo
ha creato un movimento
dinamico in cui le figure si
avvolgono su loro stesse: la
fanciulla si dimena, scalcia,
con le gambe tenta di
sollevarsi per trovare una via
di fuga, le mani si agitano e
una colpisce il volto barbuto
del dio, che per trattenerla
affonda le proprie mani nella
coscia e nel fianco della
ragazza. L’artista rappresenta
il mito con estremo realismo
Altri particolari dell’opera,
molto realistici: lo sguardo
disperato di Proserpina, la sua
mano che schiaccia il volto di
Plutone, che ha un’espressione
feroce e compiaciuta, ed i due
puntini più bianchi nelle
pupille che ne determinano la
fermezza
Proserpina, d’intenti
invece, è coltae la
nell'attimo in
cui stasicurezza
gridandodella vittoria.
aiuto, disperata, alla
madre Cerere e alle compagne. Altro
particolare molto realistico: I suoi occhi
sgranati e gonfi di lacrime, di marmo, sia
di vergogna per la sua nudità profanata
dalla ferrea presa del rapitore, che per il
Di fianco al padrone c’è Cerbero, cane
a tre teste e guardiano degli inferi,
pronto a bloccare Proserpina da dietro
e, muovendo le tre teste in tre direzioni
diverse intimidisce chiunque voglia
aiutare la ragazza
Il mito del Ratto di Proserpina è raccontato da Ovidio nelle
Metamorfosi (libro V, vv. 341-437). Con queste parole ai vv.
391-396 Ovidio descrive l’innamoramento e il rapimento di
Proserpina da parte di Plutone

“Proserpina era lì nel bosco che


giocava e coglieva viole e candidi
gigli e con fanciullesco impegno ne
riempiva canestri e il grembo della
veste, sforzandosi di raccoglierne
più delle compagne. Quand’ecco fu
vista e in un sol colpo amata e
rapita da Dite: tanto fulminea fu
Si tratta di una delle più celebri favole della mitologia greco-romana:
Proserpina (o, in greco, Persefone) era la bella figlia di Cerere
(Demetra), dea delle messi. Di lei s’invaghì Plutone (Ade), il dio degli
inferi, che volle a tutti i costi farla sua. Così, mentre la giovane era
intenta a cogliere dei fiori da un prato, il signore dell’oltretomba la
rapì, portandola con sé nelle viscere della terra, e lasciando la madre,
disperata, a vagare per nove giorni e nove notti cercandola. Dopo aver
conosciuto, al decimo giorno, la sorte della figlia, Giove (Zeus), il re
dell’Olimpo, cercò di far sì che suo fratello Plutone restituisse
Proserpina alla madre. Tuttavia, la ragazza aveva già mangiato dei
chicchi di melograno, il cibo dei morti: per tale ragione, non poté fare
definitivamente ritorno nel mondo dei vivi. Ad ogni modo, Giove riuscì
a “mediare” un accordo, facendo sì che Proserpina potesse tornare
IL RATTO DI PROSERPINA; Affascinante e magnifica
scultura. Sono rimasto incantato da questa opera, nonostante
i personaggi siano scolpiti in marmo, sembrano vivi, per
quanto belli e perfetti. L’espressione dei volti e il movimento
dei corpi raccontano perfettamente la scena rappresentata
suscitando nell’osservatore emozioni forti. Sicuramente le
foto non rendono giustizia a questo magnifico capolavoro,
speriamo di poter ritornare presto ad ammirare tutte le opere
d’arte racchiuse nei musei e nelle gallerie.
Gian Lorenzo Bernini - Il Ratto di Proserpina

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