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Vetro

Il vetro ha origini antichissime ed è


prodotto fondendo ad elevate
temperature sabbie speciali con
l'aggiunta di soda.
Riciclare il vetro permette quindi di:
· ridurre le attività di cava,
· evitare la produzione dei residui
tossici della fusione,
· risparmiare energia.
In Italia il Consorzio che si occupa del
riciclo del vetro è il Co.Re.Ve.
(Consorzio Recupero Vetro).
Vetro

Una volta raccolti in modo differenziato, i


prodotti di vetro (bottiglie barattoli,
vasetti ecc.) vengono selezionati e ripuliti
da elementi estranei in impianti progettati
appositamente.
· Vetro piano
· Vetro di contenitori

Il vetro viene separato per colore (ad es.:


incolore, verde e marrone).
Quindi nelle vetrerie il vetro viene fuso e
rimodellato in nuovi oggetti.
L'igienicità del vetro permette, oltre al
riciclo, il riutilizzo.
Vetro
I numeri di Coreve

• Imballaggi in vetro: 24,00 €/tonnellata


• 2.336.000 tonnellate di materiale raccolto
• 2.069.000 tonnellate di materiale riciclato
• 77,6% tasso di riciclo
• 84 milioni di euro ricavo dei comuni
• 290 milioni risparmio smaltimento in euro
Alluminio

L'alluminio è uno dei materiali più


abbondanti in natura e possiede una serie
di caratteristiche che lo rendono
particolarmente adatto alla produzione di
imballaggi:

● è impermeabile,
● non lascia passare la luce,
● non altera il gusto del contenuto
● può essere riciclato un numero infinito di
volte senza perdere le sue qualità originali.

Il grande vantaggio del riciclo


dell'alluminio risiede nel risparmio
energetico: fino al 95% dell'energia
necessaria ad estrarre alluminio vergine
dai minerali (ad esempio la bauxite).
Alluminio

Le lattine, le bombolette spray e gli altri


contenitori in alluminio, dopo essere stati
gettati nei cassonetti, sono trasportati a
impianti dedicati al riciclaggio
dell'alluminio.
Dopo aver eliminato eventuali corpi
estranei, i rifiuti vengono fusi per ricavare
lingotti di alluminio puro.
I lingotti sono poi lavorati per ottenere
delle lamine da utilizzare per la
produzione di nuovi contenitori o altri
oggetti.
In Italia il C.I.A.L. è il consorzio che si
occupa dell'avvio al riciclaggio dei rifiuti in
alluminio.
Plastica

Il riciclaggio dei materiali plastici assume


un'importanza primaria se si considera
che la plastica è ottenuta attraverso la
raffinazione del petrolio.
L'esauribilità di questa risorsa e il suo alto
costo di estrazione rendono necessario
uno sforzo comune per aumentare
sensibilmente la quota di plastica
ottenuta dal processo di riciclaggio.
La famiglia di materiali plastici utilizzati
per gli imballaggi e per altri prodotti di
uso quotidiano è piuttosto ampia; per
riconoscerli è sufficiente individuare il
codice sull'etichetta o stampigliato a caldo
sul prodotto.
Plastica

PET (polietilentereftalato)
Questo polimero presenta:
· elevate proprietà meccaniche,
· buona tenacità,
· buona resistenza termica e chimica,
· ottima trasparenza e brillantezza.
Viene utilizzato per la produzione di:
· bottiglie per acqua e bibite,
· flaconi per detergenti domestici,
· vassoi e blister termoformati,
· film di supporto per termoaccoppiati
· fibre (per abbigliamento, arredamento, imbottiture,
cordami, uso geotessile, ecc.),
· film per effetti decorativi e arti grafiche;
· lastre fotografiche e radiografiche;
· nastri audio e video.
Il PET riciclato viene utilizzato per la produzione di
nuovi contenitori, oppure, nel campo di
applicazione delle fibre, si ottengono imbottiture,
maglioni, "pile", moquette, interni per auto, blister
e reggette.
Plastica
Schema impianto riciclo del PET

Imballaggi in plastica: un valore medio pari a 263,00


€/tonnellata
Raccolta differenziata Raccolta del rifiuto
dell’umido indifferenziato
RU
Raccolte differenziate
Eventuali
pretrattamenti
di selezione
Compostaggio Trattamenti
(selezione)

Incenerimento con
recupero energetico

Sistema produttivo/
mercato Discarica
Raccolta differenziata Raccolta del rifiuto
dell’umido indifferenziato
RU
60 40
Raccolte differenziate
Eventuali
pretrattamenti
di selezione
Compostaggio Trattamenti 6
(selezione)

6 19 Incenerimento con
recupero energetico

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Sistema
produttivo Discarica

Flussi relativi a sistema integrato


con mix di cicli di gestione dell’indiff.to
Un sistema di gestione dei rifiuti urbani può essere
realizzato con logiche e modalità tecniche diverse.

Un sistema è evidentemente tanto migliore quanto


più alta è la percentuale di materiali riciclati o
recuperati e quanto più bassa è la frazione che
viene smaltita in discarica.

Esistono dei limiti, essenzialmente economici ma


anche ambientali, al recupero di materiali ed
energia; analogamente, permane comunque la
necessità di discariche per i residui delle operazioni
di trattamento e recupero.
LA DISCARICA
Può essere considerata come un ecosistema o
come un bioreattore complesso

Consiste nella
sovrapposizione
di diversi strati di
rifiuti
LA DISCARICA
Il suo fondo viene impermeabilizzato per evitare la
dispersione del percolato ed il conseguente
inquinamento del suolo e della falda sottostante
LA DISCARICA

Risulta essere il metodo di smaltimento


meno costoso ma non per questo il più
efficace.

Si tenga conto dell’onere prodotto da


eventuali danni ambientali e dalla perdita
economica dovuta al mancato recupero della
risorsa rifiuto
LA DISCARICA
Non sfrutta le potenzialità di recupero del
rifiuto, ma è responsabile di notevoli danni
sull’ambiente, come:
Contaminazione delle acque sotterranee e
superficiali

Accumulo di sostanze pericolose nel suolo

Immissione in atmosfera di biogas o di gas


maleodoranti come l’acido solfidrico
GESTIONE DI UNA DISCARICA
Una discarica moderna deve essere realizzata secondo
una struttura a barriera geologica in modo da isolare
i rifiuti dal suolo e in grado di riutilizzare i biogas
prodotti come combustibile per generare energia.
Se la discarica è progettata e costruita correttamente,
i rifiuti devono comunque rimanere sotto
osservazione per almeno 30 anni dopo la sua
chiusura. Nel frattempo l'area è utilizzabile per altri
scopi (in genere il terreno superficiale viene utilizzato
per la piantumazione).
GESTIONE DI UNA DISCARICA
Il biogas è il prodotto finale della degradazione microbica della
materia organica in assenza d'aria (anaerobica) che si verifica
all'interno di una discarica. Il processo di degradazione si
svolge in diverse fasi, durante le quali la sostanza organica
viene prima ridotta in componenti minori e successivamente
trasformata in biogas, un gas composto prevalentemente di
metano ed anidride carbonica.
Il biogas è una fonte di energia pulita e rinnovabile.
1 tonnellata di rifiuti può arrivare a produrre, durante tutto il
processo di decomposizione, fino a 250 metri cubi di biogas.
Una corretta gestione prevede analisi settimanali sulla qualità
del biogas, ed analisi semestrali sulle emissioni dei motori
collegati ai gruppi elettrogeni.
INCENERIMENTO
L’incenerimento rappresenta una tecnica per lo
smaltimento dei rifiuti che consiste nella
ossidazione completa della parte combustibile dei
rifiuti. Il calore prodotto da questa combustione
può essere recuperato per produrre energia
elettrica ed energia termica.
Tale processo viene realizzato in appositi impianti
detti “Termovalorizzatori” e più precisamente
“Impianti di incenerimento con recupero
energetico”.
TERMOVALORIZZATORI
• Un termovalorizzatore è un inceneritore di rifiuti con recupero energetico, ovvero,
anziché limitarsi ad una distruzione termica dei rifiuti, si sfrutta il calore prodotto dalla
combustione degli stessi per produrre energia, che può essere elettrica e/o termica.
• Dunque la differenza sostanziale è che un semplice inceneritore distrugge i rifiuti,
mentre un termovalorizzatore oltre a distruggere i rifiuti, riutilizza il calore così generato
per produrre energia, riducendo la necessità di utilizzare altri impianti alimentati con
fonti non rinnovabili (petrolio, carbone e gas metano).
•  Il termovalorizzatore I moderni termovalorizzatori sono dotati di sistemi di controllo e
riduzione delle emissioni che ne fanno una realtà compatibile con le esigenze di tutela
ambientale: non è infatti difficile trovarne vicini a contesti urbani. I termovalorizzatori
non possono operare se non sono dotati di sistemi avanzati di trattamento fumi e
abbattimento delle emissioni, in linea con le leggi nazionali e le direttive dell’Unione
Europea. L'esperienza ed i dati registrati da enti pubblici di controllo presso i
termovalorizzatori regolarmente in funzione, permettono di affermare che i valori delle
emissioni sono effettivamente al di sotto dei limiti imposti dalla legge.
Sistemi impiantistici per il recupero
energetico
Per la parte di rifiuto
indifferenziata
residuale che contiene
potere calorifico (CDR)
alla discarica è
preferibile un
recupero energetico
(sia di energia che di
calore) effettuato oggi
con i
termovalorizzatori .
CDR
Il CDR è un Combustibile Derivato da Rifiuti (CDR)
ricavato dalla frazione secca dei rifiuti,
opportunamente trattata.
Il suo Potere Calorifico Inferiore (PCI) è maggiore di
quello del rifiuto tal-quale, poiché in esso non è
presente la frazione organica ricca di acqua.
Caratteristiche medie del CDR
PCI: 3400 kcal/kg - 3600 kcal/kg
Umidità: 15% - 25%
CICLO PRODUZIONE CDR
IMPIEGHI DEL CDR
• Impiego come combustibile nei cementifici;
• Può essere impiegato in co-combustione con i
combustibili convenzionali (Carbone)
• Impiego come combustibile in impianti
dedicati (appositamente progettati) per
ottenere un elevato recupero energetico.
LA TERMODISTRUZIONE

Fornisce un efficace tecnica per il


trattamento dei rifiuti, sfruttandone il
contenuto per produrre energia elettrica.

Genera, oltre che energia sottoforma di


calore, anche sostanze solide, liquide e
gassose il cui potere inquinante è molto alto.
L’impianto di incenerimento
Alimentazione
rifiuti

Produzione
vapore Depurazione
fumi

Produzione en.
elettrica

Accettazione Sistema di
rifiuti controllo

Incenerimento Rimozione
Stoccaggio scorie
rifiuti
CO2, H2O,
residui inquinanti

RIFIUTI
energia elettrica

turbina
combustione

vapore
abbattimento
inquinanti,
filtri
Fumi caldi Fumi
caldaia

forno recupero energetico depurazione fumi

rifiuti
Il “termovalorizzatore” di Brescia

Inceneritore di Brescia, con


~ 760 mila tonn./y, 510
milioni KWatt/h netti
(fabbisogno di 170 mila
famiglie)
Dei 398 impianti di termovalorizzazione presenti
in Europa, 53 sono italiani, (50 effettivamente
funzionanti), dotati di 102 linee e di una capacità
complessiva di trattamento pari a 7.123.316.
tonnellate/anno, pari a 21.693
tonnellate/giorno, con una capacità termica di
2.925 Megawatt ed una potenza elettrica di 783
Megawatt
EMISSIONI
Ogni inceneritore oltre a eliminare i rifiuti li genera (Primo principio
della termodinamica)

Emissioni gassose

Prodotti della combustione Ceneri di fondo (scorie)

Bottom e fly ashes (Ceneri leggere)


EMISSIONI
Suddivisione delle emissioni:

MACROINQUINANTI (Ossidi di zolfo, Ossidi di azoto, Gas inorganici, Ossidi di carbonio,


Sotanze Organiche Volatili, Particolato);

MICROINQUINANTI (Metalli Pesanti, Idrocarburi Aromatici, Idrocarburi Policiclici


Aromatici, Organoclorurati, Diossine Bromurate e Alogenate, Fenoli Alogenati,
Dibenzotiofeni Policlorurati, Benzeni Clorurati);

Bisogna ricordare che le emissioni di un inceneritore non interessano solamente il


comparto ambientale ARIA, ma anche l’ACQUA e SUOLO.
Prodotti della termovalorizzazione:
 Ceneri
 Scorie
 Diossine e furani
 Metalli pesanti (cadmio,piombo,mercurio )
 Idrocarburi
 Gas acidi ( HCl,HF )
 Anidridi solforiche ed ossido d’azoto
 polveri
DEPURAZIONE POST-COMBUSTIONE
Trattamento dei prodotti di risulta
Bottom and boiler ash (ceneri di fondo)

RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI

Costituiti da frazioni inerti e piccole quantità di materiale incombusto.

Le scorie vengono raccolte in una vasca di spegnimento (%U.≈25).

Limitata presenza OK!! (il processo)

Possono venir avviati ai cementifici o per realizzazioni stradali o infrastrutturali.


DEPURAZIONE POST-COMBUSTIONE
Trattamento dei prodotti di risulta
Fly ash

RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI


Polveri di combustione trasportate dai fumi (Ø < delle scorie).

Possono contenere metalli pesanti (Pb, Cd, Zn) e composti organici adsorbiti e
devono essere allocati in discarica o inertizzati e messi i discarica.

RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI


Ceneri
Si tratta di un residuo estremamente pericoloso, dal
momento che contengono rilevanti quantità di metalli
pesanti, come il piombo, lo zinco ed il cromo, insieme ad
una frazione organica, all’interno della quale è possibile
trovare diossine e furani. Lo smaltimento e la gestione di
questo materiale presenta dei problemi particolari,
perché gli inquinanti non si degradano e sono necessari
processi di inertizzazione piuttosto complessi . Uno di
questi si pone come obiettivo l’utilizzo delle ceneri per la
produzione di fibre tessili vetrose per isolamento.
DIOSSINE
Il termine diossina fa riferimento ad un gruppo di 210
composti chimici aromatici policlorurati divisi in
due famiglie simili per struttura, e formati da
elementi chimici quali carbonio, idrogeno, ossigeno
e cloro. Alcune diossine hanno struttura chimica
simile a quella della policlorodibenzo-diossina
(PCDD) mentre altre a quella del policlorodibenzo-
furano (PCDF). Solo alcuni composti hanno un
livello di tossicità rilevante. Sono sostanze inodori,
termostabili, fortemente liposolubili
Il bio-accumulo delle “diossine”
lungo la catena alimentare
EFFETTI SANITARI DELLE DIOSSINE
• Effetti neurocomportamentali: ridotta funzione cognitiva,
aumentato comportamento iperattivo, effetti avversi
sull’attenzione, aumentata depressione
• Alterata funzione del sistema immunitario
• Disturbi del sistema nervoso centrale
• Cloracne ed altre alterazioni epidermiche
• Disturbi della funzione epatica e renale
• Alterati livelli degli ormoni: tiroide, testosterone ed estrogeni
• Effetti sul sistema riproduttivo: ridotta fertilità
• Difetti alla nascita: ipospadia (malformazione delle vie
urinarie dell’uomo)
• Endometriosi: presenza di tessuto che riveste l’utero in sedi
differenti dalla cavità uterina.
FURANI
Recentemente, la US Food and Drug Administration (FDA) ha
pubblicato alcuni dati relativi alla presenza di furano negli alimenti.
Il furano è stato riscontrato in numerose derrate alimentari trasformate e
riscaldate in quantità che variano da irrilevanti a 125 microgrammi/kg.
Nell'ambito di esperimenti su animali, questo composto organico, molto
volatile e insolubile nell'acqua, è all'origine di tumori,
presumibilmente a causa del danneggiamento del materiale genetico
(tossicità genetica).
Pertanto, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC)
classifica il furano tra gli agenti potenzialmente cancerogeni per
l'uomo.
Resta da chiarire in che modo la sostanza entri nelle derrate alimentari.
METALLI PESANTI
Cadmio:
I composti del cadmio sono classificati come tossici con un
possibile rischio di effetti irreversibili sulla salute umana.
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stabilito per il
cadmio una dose settimanale tollerabile di pari a 7 µg/kg peso
corporeo
Mercurio:
Secondo alcune stime circa l’80% del mercurio immesso
nell’ambiente deriva da fonti naturali, il rimanente 20% deriva
dalla combustione di petrolio e carbone nelle centrali elettriche,
da inceneritori e da perdite in processi industriali .
L'OMS ha stabilito una dose pari a 5g/kg peso corporeo per il
mercurio dove non più di 3,3g possono essere mercurio metilato.
PIOMBO
I composti del piombo sono tossici per la salute e per l'ambiente; le
caratteristiche di stabilità chimica e di persistenza favoriscono la
contaminazione di tutti i comparti ambientali (acque, suolo,
vegetali, etc.) e l'accumulazione nella catena alimentare.
L'assorbimento del Pb, come di qualsiasi altro metallo, può
verificarsi tramite inalazione e ingestione. Il livello di fondo
presente nell'atmosfera è di 5 * 10 -5 µg/m 3 . La legislazione
italiana ha adottato per il Pb dell'aria il valore limite della CE di
2µg/m 3 come media aritmetica delle concentrazioni medie delle
24 ore rilevate in 1 anno (DPCM del 28 marzo 1983). La
concentrazione massima ammissibile nell'acqua destinata al
consumo umano è di 50µg/l (DPR n. 236 del 24 maggio 88, DL 152
del 11 maggio 99).
LA TERMODISTRUZIONE

I vantaggi

Massima riduzione in termini di volume e di


peso

Spazio ridotto dell’impianto rispetto a quello


richiesto dalla discarica

Recupero energetico
LA TERMODISTRUZIONE

Gli svantaggi

Necessità di una gestione impiantistica

Controllo degli effluenti gassosi

Smaltimento dei rifiuti solidi che derivano


dal processo di termodistruzione
IL COMPOST
IL COMPOSTAGGIO NATURALE

Il compostaggio naturale è un processo biologico di


tipo aerobico nel corso del quale i microrganismi
presenti nell’ambiente degradano i composti organici
dei residui animali e vegetali attraverso un processo
metabolico. Dopo alcuni mesi si ottiene una sostanza
organica ricca di humus utile per la fertilità del
terreno.
COMPOSTAGGIO CONTROLLATO

Si parla di compostaggio controllato quando ci si


riferisce a tecniche messe a punto per sfruttare e
ottimizzare ciò che in natura avviene spontaneamente.
La pratica compostaggio viene utilizzata per stabilizzare
biologicamente i residui organici convertendoli in un
prodotto finale:

• Contenente elementi nutritivi utili al terreno;


• Dotato di elevate proprietà fisiche;
•Igienicamente sicuro ed esente da semi vitali di erbe
infestanti.
Compostaggio
Il compostaggio è una tecnica attraverso la quale viene controllato, accelerato e migliorato il
processo naturale a cui va incontro qualsiasi sostanza organica in natura, per effetto della
degradazione microbica.
Si tratta infatti di un processo aerobico di decomposizione biologica della sostanza organica che
permette di ottenere un prodotto biologicamente stabile in cui la componente organica presenta
un elevato grado di evoluzione.
Il processo di compostaggio: dai materiali di partenza al
prodotto finale
FASI
MESOFILA Crescita della microflora presente

Produzione di calore ed Produzione di acidi organici e


aumento della temperatura diminuzione del pH

TERMOFILA Crescita della microflora termofila


T 60-70°c Uccisione di gran parte dei microrganismi
patogeni (zoopatogeni e fitopatogeni) ed i
semi delle piante infestanti presenti nei
materiali. Produzione di NH3 e aumento del
pH.

RAFFREDDAMENTO
Umificazione
e MATURAZIONE
Il compost, aggiunto ai terreni, svolge 3 azioni fondamentali:

• Fa da vettore al reintegro
degli
•elementi
Conferisce
sottratti
al terreno
dallele
coltivazioni;
caratteristiche
1. Azione chimica adatte alla decomposizione delle
sostanze organiche;
•Costituisce una riserva di
nutrimento per le colture;
•Rallenta (con azione adsorbente)
le migrazioni di contaminanti
nell’ambiente

• Potenzia la permeabilità dei terreni;


2. Azione • Evita l’erosione dei terreni;
• Trattiene l’umidità
fisica
Potenzia le colture nella capacità di
assimilazione dei componenti naturali
dal suolo;
Migliora la facoltà di assorbimento
3. Azione dell’azoto da parte delle piante
biologica (accellerando il livello di
mineralizzazione del terreno)
Inoltre la presenza di organismi non
patogeni conferisce al terreno una
particolare refrattarietà alla
colonizzazione di eventuali patogeni
(potere repressivo).
TECNOLOGIE DI COMPOSTAGGIO

Le tecnologie di compostaggio possono essere


raggruppate in tre gruppi generali:

• compostaggio in cumuli periodicamente


rivoltati;
• compostaggio in cumuli statici aerati ;
• compostaggio in bioreattori.
COMPOSTAGGIO IN CUMULI CON
RIVOLTAMENTO DEL
SUBSTRATO
Si attua disponendo la matrice di partenza in cumuli (andane) di
forma allungata, normalmente a sezione triangolare o
trapezoidale piuttosto stretta, che vengono movimentate o
rivoltate periodicamente. L’altezza delle andane varia a seconda
del substrato e della caratteristiche costruttive della macchina
rivoltatrice a disposizione.
Il rivoltamento consente:

•Il mescolamento dei materiale disgregando le


particelle, riducendone la pezzatura ed
aumentando la superficie di attacco dei
microrganismi;
• Il riformarsi della porosità della matrice;
•Il rilascio del calore accumulato, del vapore acqueo
e degli altri gas prodottisi nell’atmosfera interna al
cumulo;
• Ossigenazione del compost.
COMPOSTAGGIO IN CUMULI STATICI AERATI

Con questo metodo viene eliminata la necessità di un


rivoltamento del materiale poiché si rende
l’ossigenazione tramite la circolazione di aria
possibile
in appositi sistemi
a tubi diffusori forati.
COMPOSTAGGIO IN
BIOREATTORI

La tecnica di compostaggio definita “in-vessel”, si ha quando il processo


avviene in strutture di contenimento nelle quali si realizzano tecniche di
movimentazione ed areazione forzata delle matrici variamente
combinate.
Compost di qualità
• Il processo di compostaggio può riguardare
matrici organiche di rifiuti preselezionati: In
questo caso si ha la produzione di un
ammendante compostato da impiegare in
agricoltura o nelle attività di florovivaismo,
noto come Compost di qualità

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