Eva Maria Levi,violinista ebrea,nata a Verona il 13 settembre 1921 e morta il 6 giugno 1944. Levi,una famiglia ebrea di Verona,colta e appassionata per la musica.Eva spesso si divertiva a suonare con suo fratello Enzo.La loro vita era tranquilla finché il 12 novembre 1943,a causa delle leggi razziali vennero catturati,portati al carcere di San Vittorie e infine ad Auschwitz. Con se riesce a portare solo il suo violino di madreperla.Viene inserita all’interno dell’orchestra che le dava dei benefici:poteva significare del cibo in più,un alloggio migliore..nel mentre,allietava le festicciole dei nazisti,che la sera festeggiavano e bevevano dopo aver compiuto le nefandezze durante il giorno. Suonava allegre marcette durante l’appello o ben peggio prima della morte degli sfortunati che si dirigevano alle camere a gas. Il suo violino le dava speranza,custodiva,inoltre,un messaggio di amore all’interno della cassarmonica:un pezzo di carta,di qualità scadente,su di esso è scritto ”Music Machfree”,la musica rende liberi,frase ripetuta sempre da suo fratello Enzo. Enzo venne liberato dal campo,riuscì a recuperare il violino di sua sorella ormai morta..lo portò da un liutaio,ma purtroppo non andò mai a recuperarlo perché poco dopo si suicido.Fu Carlo Alberto Carotti,musicista e amante degli strumenti a corde che finalmente si interessò al violino,decise di acquistarlo.Successivamente,scoprì a chi apparteneva.Esso venne importato nel museo civico di Cremona,ogni tanto utilizzato da grandi musicisti con lo scopo di dare messaggio di speranza. I prigionieri sopravvissuti,una volta liberati,non suonarono mai più a causa del trauma subito. Per non dimenticare.