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Le proiezioni

“Noi siamo inconsapevoli del fatto che l’immagine proiettata


sulla retina è invertita rispetto al mondo fisico, non perché
l’immagine viene capovolta dal cervello o perché il bambino
impara a capovolgerla, ma perché l’immagine visiva del mondo
non è, in se stessa, né dritta né capovolta”. R. Arnheim.

Per stabilire posizione, orientamento e dimensioni di un oggetto


in modo univoco, è necessario ricorrere alla sua forma
geometrica che è invariante, e ad un riferimento esterno ad esso
che si assume fisso e si intende assoluto.

Le diverse costruzioni escogitate dal pensiero umano per


risolvere il problema della rappresentazione grafica
costituiscono i sistemi di proiezione.
L’occhio umano

Cornea
Retina

Cristallino

L’immagine vista dall’occhio umano viene elaborata dal


cervello e riposizionata così come osservata da un riferimento
fisso.
Il concetto di proiezione (I)
C- centro di proiezione
P- generico punto nello spazio

p- piano di proiezione

P’- proiezione (o immagine) di


P su p da C

La retta CPP’ prende il nome di


proiettante.

Il punto R, intersezione del


prolungamento di PQ su p,
prende il nome di traccia della
retta r.
Il concetto di proiezione (II)
Se il generico punto X si
allontana su r sino a tendere
all’infinito, allora la sua
proiezione X’ tenderà verso il
punto F (detto punto di fuga)
ottenuto dall’intersezione con
il piano p di una retta parallela
ad r condotta da C.

Il rapporto tra i segmenti


obiettivi (PQ/PR) è, in
generale, diverso dal rapporto
dei corrispondenti segmenti di
proiezione (P’Q’/P’R’). Tale
RP/RQ=RP’/RQ’ rapporto diviene costante se il
punto C diventa improprio.
RP/RP’=RQ/RQ’
Il concetto di proiezione
In base a ciò è allora possibile distinguere il modo di proiettare
in due sistemi:
Il sistema delle proiezioni convergenti (punto C proprio)
Il sistema delle proiezioni parallele (punto C improprio)

Il primo metodo è pienamente definito poiché la direzione delle


proiettanti è univocamente determinato.
Il secondo metodo è invece suscettibile di sviluppi poiché è
indeterminata la posizione del centro di proiezione. Esistono
tuttavia due sole possibilità:
 La direzione delle proiettanti è perpendicolare al piano di
proiezione; (proiezioni parallele ortogonali)
 La direzione delle proiettanti è obliqua rispetto al piano di
proiezione;(proiezioni parallele oblique)
Il sistema di riferimento
Per stabilire la posizione spaziale di un punto che si vuole
rappresentare è necessario stabilire un riferimento.

Si assume pertanto come riferimento


spaziale, il diedro trirettangolo che si
genera quando si considerano a due a
due i tre assi fra loro ortogonali di una
terna cartesiana.
I segmenti PP’’’, PP’’ e PP’
rappresentano le coordinate cartesiane
ortogonali (x, y, z) del generico punto P.

Le dimensioni di un segmento obiettivo (ad es. PQ) non sono


determinabili graficamente (lo sono analiticamente applicando il
teorema di Pitagora) a meno che esso non sia parallelo ad uno dei tre
semipiani di riferimento.
Il sistema di riferimento
Poiché lo scopo del disegno tecnico è quello di fornire graficamente
forma e dimensioni di un solido, altrimenti desumibili per via
analitica spesso in maniera assai complicata, sarà opportuno disporre
il solido (o per esso il parallelepipedo che lo inviluppa) con gli
spigoli paralleli ad uno degli assi della terna di riferimento.
Se nella proiezione parallela ortogonale si fa coincidere uno dei tre
semipiani di riferimento con il piano di proiezione (o di
rappresentazione o di disegno) si otterrà la cosiddetta doppia
proiezione ortogonale o del Monge.
Se nessuno dei piani di riferimento coincide con il piano di proiezione
si otterrà la cosiddetta proiezione assonometrica o assonometria
ortogonale.
Nelle proiezioni oblique, se si fa coincidere uno dei piani di
riferimento con il piano di rappresentazione si da origine alla
cosiddetta assonometria cavaliera ( o semplicemente cavaliera).
Quadro sinottico dei metodi di proiezione
Proiezioni centrali Proiezioni parallele
(coniche) (cilindriche)

Prospettive

Prospettiva frontale Prospettiva accidentale Prospettiva razionale


(ad un punto) (a due punti) (a tre punti)

Proiezioni ortogonali
Assonometrie
(ortografiche)

Assonometrie
ortogonali Assonometrie oblique

Isometrica Cavaliera Cavaliera


Dimetrica Trimetrica Planometrica
dimetrica isometrica
Il concetto di prospettività (I)
Sono gia stati introdotti i concetti di proiezione e sezione. Ciò posto,
si definisce prospettività (o proiettività) di centro C, la
corrispondenza biunivoca tra i punti di due piani e tali punti si
chiameranno omologhi (o corrispondenti).
D, D’; punti omologhi a, a’; piani omografici

LT; linea di terra

AA’; punti uniti

La prospettività si realizza con l’applicazione delle due operazioni


geometriche fondamentali: la proiezione e la sezione.
Il concetto di prospettività (II)
Sia b il piano parallelo ad a’ per C. Tutte le rette di a, parallele alla
LT, non hanno punti uniti su LT, ma in un punto all’infinito;
l’intersezione con le corrispondenti omologhe avverrà all’infinito e
queste saranno parallele alla LT.
 la retta MN oltre a non avere punto
unito non ha neanche proiezione reale
su a’ essendo le proiettanti dei suoi
punti parallele ad a’; essa prende il
nome di retta all’infinito di a’.

 le rette che passano per uno stesso


punto della NM (come le s e t) hanno
punti uniti diversi ma lo stesso punto
improprio.
Il concetto di omologia (I)
Una prospettività particolare è l’omologia piana che definisce la
corrispondenza che intercorre tra i punti di un piano quando sono
soddisfatte le seguenti condizioni:
ad ogni punto A corrisponde un solo punto A’
e viceversa (corrispondenza biunivoca);
 se A descrive una retta a anche A’ descrive
una retta a’ omologa di a;
 i punti omologhi A ed A’ sono allineati con il
punto O centro dell’omologia;
 rette omologhe si incontrano in un punto di
una retta fissa chiamata asse dell’omologia.

Poiché A ed A’ si possono pensare come proiezione di un punto A*


(situato in un piano diverso da quello contenente A ed A’) da due
diversi centri di proiezione, ne consegue che l’omologia piana è una
prospettività;
Il concetto di omologia (II)
In figura i punti A ed A’ sono omologhi, se pensati appartenenti a due
piani sovrapposti (bg); fissato l’uno, all’altro si perviene mediante
una doppia operazione di prospettività. Proiettando A (appartenente a b)
da C si ottiene A*; proiettando A* da C’ si ottiene A’ (appartenente a g);

 i punti della LT sono uniti e


rette omologhe si incontrano
sempre in un punto di questa che
risulta asse dell’omologia;
 il punto O è un punto fisso e
dunque centro dell’omologia;

 punti omologhi (come A ed A’)


sono allineati con il centro O;

Un’omologia è perfettamente individuata quando siano assegnati un centro O,


un’asse LT ed una coppia di punti omologhi allineati con O.
Casi particolari di omologia (I)
Omologia affine - Centro dell’omologia improprio ed asse proprio;
 è il caso di due piani ottenuti l’uno
dall’altro con proiettanti tra loro parallele
(proiezioni parallele);

 coppie di punti omologhi risulteranno


allineate su rette parallele;

Essendo i triangoli ASF e BVF simili (così come i rispettivi omologhi A’SF e
B’VF), si può scrivere:
E’ costante il rapporto tra le distanze di
AS SF A' S SF AS A' S
 e    due punti omologhi dall’intersezione
BV VF B'V VF BV B'V della loro congiungente con l’asse.

Analogamente dalla similitudine dei triangoli A’RS e ASZ si ricava:


E’ costante il rapporto delle distanze di due punti
AS A' S AS AZ
   omologhi dall’asse; esso prende il nome di
AZ A' R A' S A' R caratteristica; se pari ad 1 si avrà simmetria.
Casi particolari di omologia (II)
Omologia affine ortogonale- Centro dell’omologia improprio ed in
direzione normale all’asse dell’omologia che è proprio;

 in tal caso le proiettanti sono ortogonali


all’asse dell’omologia; (proiezioni parallele
ortogonali);

Omotetia- Centro dell’omologia proprio ed asse dell’omologia


improprio;

 in tal caso le proiettanti sono ortogonali


all’asse dell’omologia; (proiezioni parallele
ortogonali);
Le proiezioni

Gli elementi necessari per una proiezione sono:

- centro di vista, detto anche centro proiettante, che è un punto a distanza


finita o a distanza infinita, dal quale partono i raggi proiettanti;

- la figura obiettiva, che é l'oggetto da rappresentare posto idealmente nello


spazio rispetto ad un proprio sistema di riferimento;

- il piano di proiezione, o quadro, che é il piano, (quindi il foglio da disegno o


il monitor del PC), sul quale, ad opera dei raggi proiettanti, si forma
l'immagine;

- il raggio proiettante, che é la semiretta che dal centro di vista incide


sull'oggetto e lo proietta sul piano di rappresentazione; si parlerà dunque di
proiezioni centrali e parallele.
Proiezioni parallele ortogonali: metodo del Monge
In tale sistema si assumono tre piani di proiezione ortogonali tra
di loro facendo coincidere le loro intersezioni con gli assi del
diedro fondamentale di riferimento.

Mediante l’operazione di ribaltamento di 90° del piano p1 attorno alla linea di


terra (cioè sino alla sovrapposizione di p1 sul prolungamento di p2) e del piano
p3 intorno all’intersezione con p2 si ottiene ciò che prende il nome di
rappresentazione convenzionale.
Proiezioni parallele ortogonali: metodo del Monge
Rappresentazione del punto secondo il metodo del Monge.

- Conosciute due delle proiezioni di un punto è sempre possibile ricavare la


terza;
- Dopo il ribaltamento di un piano, le proiezioni di un punto si trovano sulla
stessa perpendicolare all’intersezione dei piani; (vale anche la relazione duale:
se due punti si trovano sulla medesima perpendicolare allora essi sono le
proiezione di un solo punto.
Proiezioni parallele ortogonali: metodo del Monge
Posizioni particolari di un punto nello spazio.

I punti P, Q ed S giacciono rispettivamente sui piani p1, p2, p3; in tal caso due delle
tre proiezioni del punto giacciono sulle intersezioni del piano considerato con gli
altri due.

Poiché la prospettività di centro C (improprio in tal caso) è una corrispondenza


biunivoca, vale anche l’affermazione duale: se le proiezioni di due punti si trovano
sull’intersezione di due dei tre piano coordinati, allora il punto apparterrà a
quell’unico piano che ammette tale intersezione.
Proiezioni parallele ortogonali: metodo del Monge
Rappresentazione di una retta in posizione generica nello spazio

Poiché una retta è costituita da un insieme di punti allineati allora, per ricavare le
sue proiezioni è sufficiente ricavare quelle di due soli punti di essa.
Proiezioni parallele ortogonali: metodo del Monge
Casi particolari di rette nello spazio

Retta parallela ad uno dei piani di


proiezione ed obliqua rispetto agli altri;

Retta parallela a due dei piani di


proiezione e dunque ortogonale al terzo;

Retta la cui traccia è su una delle


intersezioni dei piani coordinati;
Proiezioni parallele ortogonali: metodo del Monge
Rette incidenti e sghembe
Le rette r ed s sono incidenti in O. Le rette r ed s sono sghembe.
Proiezioni parallele ortogonali: metodo del Monge
Rappresentazione del piano (per definizione indefinito)
Poiché il piano è indefinito,
esso incontrerà almeno due dei
tre piani coordinati lungo due
(o tre rette) che prendono il
nome di tracce sul piano.
Pertanto: le tracce di un piano
sono due rette uscenti da uno
stesso punto della intersezione
dei due piani considerati.

Piano parallelo a p2. Piano parallelo a p1.


Proiezioni parallele ortogonali: metodo del Monge
La corrispondenza univoca che si stabilisce tra le entità geometriche
(punto, retta, piano) e le relative proiezioni consente di formulare
osservazioni di carattere generale applicando le quali è sempre
possibile stabilire, attraverso l’esame delle rispettive proiezioni, i
rapporti intercorrenti tra due o più entità geometriche.

 un punto appartiene ad una retta quando le proiezioni del punto appartengono


alle omonime proiezioni della retta;
 un punto appartiene ad un piano quando le proiezioni del punto appartengono
alle omonime proiezioni di una retta del piano;
 una retta appartiene ad un piano quando le tracce della retta appartengono alle
tracce omonime del piano;
 due rette sono parallele quando hanno le proiezioni omonime parallele;

 due piani sono paralleli quando hanno tutte le tracce omonime parallele;
Proiezioni parallele ortogonali: metodo del Monge
Ribaltamenti e vera forma
Se una figura geometrica non è disposta parallelamente ad alcuno dei piani
coordinati, tutti i diversi segmenti o linee curve che la compongono, subiranno
un raccorciamento che è funzione dell’angolo che il piano contenente la figura
obiettiva forma con il piano considerato.

 È possibile in tal caso applicare l’operazione geometrica di ribaltamento che


consiste nel far ruotare il piano contenente la figura obiettiva intorno alla sua
intersezione con il piano prescelto, fino alla coincidenza di questi.

Tale operazione si dimostra utile quando si debbano eseguire operazioni di misure


(distanze, angoli, superfici) o per risolvere questioni di appartenenza, intersezioni,
tangenze,…
Proiezioni parallele ortogonali: metodo del Monge
Ribaltamenti e vera forma

Il problema del ribaltamento può essere risolto anche attraverso i concetti della
omologia piana già visti durante il corso:
 le rette P’(P) e Q’(Q) sono parallele e normali alla traccia a1;
 ad un generico punto P’ corrisponde un solo punto (P);
 i punti P’ e (P), Q’ e (Q) sono allineati con un centro fisso (all’infinito)
 le rette r’ ed r si incontrano su una stessa retta fissa a1 che è asse dell’omologia.
Poiché l’asse è proprio ed il centro improprio ed in direzione normale all’asse
l’omologia è affine ortogonale.
Proiezioni parallele ortogonali: proiezioni ortogonali a più viste
Dato un qualunque oggetto del quale si
vogliano le proiezioni ortogonali, si dovrà:
 posizionarlo opportunamente in rapporto
ai piani di proiezione;
 in base alla conformazione dell’oggetto,
stabilire quale vista assumere come anteriore;
 in base alla complessità dell’oggetto,
stabilire quante viste utilizzare;
Proiezioni parallele ortogonali: le sei viste
Il piano di proiezione può essere comunque orientato rispetto
all’oggetto; tuttavia alcune viste sono più importanti di altre.
Queste viste principali sono le sei viste perpendicolari tra loro
prodotte dai sei piani di proiezione reciprocamente perpendicolari.
Proiezioni parallele ortogonali: i metodi del primo e terzo diedro
La scatola al cui interno si trova l’oggetto, può essere pensata di
vetro trasparente o a specchio (dalla parte interna); in corrispondenza
lo sviluppo del cubo darà origine a proiezioni diverse (regolate dalla
Norma UNI 3970/1986, ISO 128-82): le proiezioni secondo il
sistema europeo ed americano.

Oggetto tra osservatore e piano di proiezione Piano di proiezione tra osservatore e oggetto
Proiezioni parallele ortogonali: assonometria ortogonale
Le immagini ottenute con metodi proiettivi mostrano
contemporaneamente più facce dell’oggetto tali immagini hanno
diversi campi di applicazioni.

Mantenendosi nel caso generale, se non si fa coincidere nessuno dei


piani coordinati di riferimento dell’oggetto con il piano di
rappresentazione, si ottiene una rappresentazione dell’oggetto la
quale, non annullando nessuno dei tre assi cui si riferisce il solido
considerato darà dello stesso una rappresentazione tridimensionale
simile a quella che viene percepita.

I disegni assonometrici (ortogonali ed obliqui), fanno parte delle


proiezioni parallele e vengono utilizzati per gestire la documentazione
tecnica, per la vendita, nei manuali di manutenzione, ecc…);
Proiezioni parallele ortogonali: assonometria ortogonale
Fissata la posizione di un generico punto P
rispetto al riferimento Oxyz per mezzo
delle coordinate spaziali Px, Py, Pz, si
proietta il sistema da un punto improprio su
di un piano (quadro) che non gli appartiene,
ottenendo le proiezioni delle coordinate
spaziali.

La caratteristica dell’assonometria è che in


essa vengono proiettati oltre che l’entità
geometrica considerata, anche gli assi del
suo sistema di riferimento.

Nel caso generale dell’assonometria di un


solido, poiché i suoi spigoli, assunti
paralleli ai piani di riferimento non
risultano paralleli al quadro e subiranno
dunque una riduzione metrica, funzione
dell’angolo che lo spigolo considerato
forma con la sua proiezione sul quadro
Proiezioni parallele ortogonali: assonometria ortogonale
Sia dato il sistema di riferimento spaziale x,y,z di
centro O. Si definiscono assi assonometrici le
proiezioni x’, y’, z’ degli assi del riferimento; questi
determinano sul quadro tre punti X, Y, Z che sono le
loro tracce su p. Congiungendo tali punti con la
proiezione O’ di O, si determinano gli assi
assonometrici
Attraverso considerazioni geometriche si può
affermare quanto segue:
“tracciate su di un piano tre semirette arbitrarie x’,
y’, z’, uscenti da uno stesso punto e formanti a due a
due angoli ottusi, è possibile considerarli sempre
come proiezione da un centro improprio di un
sistema di assi mutuamente ortogonali.”
(generalizzazione del teorema di Pohlke).
Le coordinate spaziali x, y, z, quando proiettate, subiscono una variazione metrica che
sarà funzione degli angoli a, b, g, che gli assi coordinati formano con il quadro. Tali
rapporti, costanti, prendono il nome di rapporti di riduzione.
assonometrie isometriche, dimetriche e trimetriche
I disegni assonometrici, vengono classificati in base agli angoli tra i
tre spigoli principali contenenti gli assi assonometrici che
costituiscono la struttura di riferimento per gli oggetti da
rappresentare.
Esempi di costruzioni di assonometrie e prospettive
I metodi proiettivi: assonometrie oblique
Le assonometrie oblique rappresentano un tipo di disegno
illustrativo in cui i raggi proiettanti intersecano obliquamente il
piano assonometrico; le operazioni di disegno sono spesso laboriose
e per tale motivo il campo di interesse è abbastanza limitato.

Esistono diversi tipi di assonometrie oblique al variare dell’angolo di


incidenza dei raggi proiettanti con il piano di proiezione (tra 0° e
90°).

Tra tutte, quella di maggior interesse è ottenuta utilizzando un


angolo di 45°, chiamata assonometria obliqua cavaliera.

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I metodi proiettivi: assonometria obliqua cavaliera
In figura è riportato un confronto tra un oggetto rappresentato
mediante proiezione parallela ortogonale e obliqua
I metodi proiettivi: proiezioni prospettiche
Le proiezioni prospettiche sono quelle che consentono di realizzare
le rappresentazioni più realistiche.
Esercizio 1
Costruire le assonometria isometrica e cavaliera note le proiezioni
ortogonali
Esercizio 2
Costruire le proiezioni ortogonali nota l’assonometria
Esercizio 1 - Soluzione
Esercizio 2 - Soluzione

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