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Figura 1 – Proiezione ortogonale di un
cubo
In altre parole, la proiezione è la vista di un oggetto riportato sul piano di
rappresentazione per mezzo di rette passanti per i punti più significativi: i
punti nei quali queste rette, o linee proiettanti, intersecano tale piano,
definiscono le proiezioni dell’oggetto.
Quando l’oggetto viene disposto con una faccia parallela al quadro, si parla
di proiezioni ortografiche.
Figura 3 – Metodo europeo o americano
Metodo europeo
Si ponga l’oggetto da rappresentare all’interno di una scatola a forma di
parallelepipedo, e si proiettino ortogonalmente tutti i punti secondo sei
direzioni perpendicolari tra loro sulle sei facce interne della scatola. Queste
proiezioni rappresentano dunque sei diverse viste del pezzo (fig.5).
Figura 5 – Le sei proiezioni di un oggetto posto
all’interno di un parallelepipedo
La denominazione unificata delle viste è la seguente:
• vista secondo A: vista anteriore o principale, spesso
denominata prospetto;
• vista secondo B: vista dall'alto o pianta;
• vista secondo C: vista da sinistra o fianco o profilo;
• vista secondo D: vista da destra;
• vista secondo E: vista dal basso;
• vista secondo F: vista posteriore.
Se sul foglio del disegno queste sei viste fossero disposte senza ordine e
senza indicazioni, sarebbe difficile capire come è fatto l’oggetto.
Figura 17a – Le tre proiezioni di un
punto su tre piani tra loro ortogonali
Effettuata la proiezione, si deve immaginare di tagliare il triedro lungo la
semiretta OC e di aprirlo, ribaltando i piani orizzontale e laterale sul piano
verticale.
B - Proiezioni di un segmento
La proiezione di un segmento AB è ottenuta riprendendo la costruzione
precedente e riferendosi ai punti A e B estremi del segmento (fig. 19a).
Unendo tra loro le proiezioni dei punti A1 e B1, A2 e B2, A3 e B3,
rispettivamente sui piani orizzontale, verticale e laterale, si otterranno le
proiezioni cercate in detti piani.
La figura 19a illustra il caso di proiezione di un segmento, perpendicolare
al piano orizzontale e parallelo ai piani verticale e laterale.
F - Proiezioni di solidi
Con le regole esposte è immediato estendere alla proiezione di un oggetto
solido quanto visto riguardo la proiezione di un punto, di un segmento e di
una figura piana, e quindi è possibile ottenere le proiezioni ortogonali di un
qualsivoglia oggetto: basta proiettare i vertici, o i contorni del pezzo,
e unire convenientemente le proiezioni ottenute.
In questo caso è fondamentale segnare tutte le linee in vista,
cioèquelle linee che rappresentano la proiezione di linee di contorno
esterno del pezzo, le proiezioni di spigoli (intersezioni di superficie piane o
di superficie non piane) e che sono visibili da chi osservi il pezzo dopo
averlo orientato rispetto ai piani di proiezione secondo i criteri già esposti.
Nella figura 42 è rappresentato un prisma retto a base triangolare e
in figura 43 una piramide a base esagonale: in entrambi i casi
compaiono nelle tre viste i contorni in vista degli oggetti.
Figura 43 – Proiezioni ortogonali di una
piramide a base esagonale
E’ evidente che chi osservi un pezzo da una certa posizione, non è in grado
di vedere contorni o spigoli nascosti al suo occhio, anche se si tratta di
contorni e spigoli reali.
Per necessità di chiarezza nella descrizione della forma del pezzo, spesso si
devono rappresentare anche questi contorni e spigoli non in vista; in tal
caso, per distinguerli da quelli in vista, si rappresentano con linee a tratti
mentre le linee in vista si rappresentano con linee continue grosse.
Nella figura 44 un ottaedro (somma di due piramidi) è collocato, rispetto
ai piani principali di proiezione, in modo che alcuni spigoli non sono in vista
e perciò sono rappresentati con linee a tratti.
Figura 45 – Proiezioni ortogonali di un prisma esagonale retto, con l’asse
parallelo al piano verticale e inclinato rispetto al piano orizzontale
Proiezione di oggetti
Regole di proiezione
In pratica, le tre viste di un solido sono legate tra loro, sul piano del
disegno, secondo le seguenti regole:
1) il prospetto e la pianta hanno la stessa lunghezzae sono poste
nella stessa striscia perpendicolare alla linea di terra; i punti corrispondenti
delle due proiezioni si trovano sulla stessa perpendicolare alla linea di terra
(fig. 46a).
Figura 46b – Il “trittico” di una
autovettura
Poiché l’oggetto può essere orientato in modo qualunque rispetto ai tre
piani di proiezione, è evidente che le proiezioni ortogonali di un qualsiasi
pezzo sono funzione dell’orientamento rispetto ai piani di proiezione.
Per raggiungere lo scopo di una rappresentazione che sia in grado di
fornire tutte le indicazioni sulla forma e sulle reali dimensioni
dell’oggetto, questo dovrebbe essere orientato in modo che il
maggior numero possibile di superfici che lo delimitano appaiano
proiettate in vera forma (fig. 47).
Se il pezzo è delimitato da superfici piane, va orientato in modo da
avere il maggior numero di superfici parallele ai piani di proiezione.
Di regola, poi, si orienta l’oggetto in modo che il prospetto risulti il più
rappresentativo possibile.
Figura 49 – Ogni vista deve essere posta nella posizione che le compete
Quando vi sono indicazioni complementari che permettano di
individuare completamente la forma dell'oggetto, si può anche
usare una sola vista, come nel caso di pezzi assialsimmetrici o alberi (fig.
50).
A questo riguardo si noti che una sola vista di per sé non identifica la
simmetria circolare del pezzo, poiché, come s’è visto, l’asse è solo traccia
del piano di simmetria. Per evitare ambiguità, la dimensione del pezzo sarà
caratterizzata dal segno Ø che ne individua la circolarità (si veda il Cap. 6 -
Quotatura).
Figura 52 – Più viste locali identiche possono essere rappresentate una
sola volta con gli opportuni richiami
Figura 54 – Disposizione del layout
delle viste
Metodo della linea a 45°
Un metodo semplice per la determinazione delle tre viste è quello
della linea a 45°. Se, ad esempio, si sono già ottenute il prospetto e la
vista in pianta di un oggetto, per ottenere la vista da sinistra si può
disegnare una linea a 45° rispetto al piano orizzontale, distante
opportunamente dalla vista in pianta (fig. 55).
Figura 55 – Metodo della linea a 45°
Dai punti in cui le proiezioni orizzontali della vista in pianta intersecano la
linea a 45° si tracciano delle linee verticali: l’intersezione di queste linee
con le orizzontali condotte dal prospetto portano al disegno della vista
laterale.
La stessa costruzione può essere usata per disegnare la vista in pianta
avendo a disposizione quella principale e laterale.
Utilizzando questa tecnica, si ha il vantaggio di non avere vincoli sulla
distanza dalla vista principale a quella laterale.
Proiezione di oggetti con superfici inclinate od oblique e viste
ausiliarie
Si definisce inclinata una superficie perpendicolare ad uno dei piani
di proiezione, ma inclinata rispetto ai due piani adiacenti;essa
apparirà in due delle tre viste in modo distorto, mentre in una appare
come una linea. Nell’esempio di figura 56 la vera lunghezza delle superfici
A e B appare solo nella vista principale (prospetto); nelle altre due viste le
dimensioni delle superfici appaiono ridotte, con un grado di riduzione
proporzionale all'angolo di inclinazione.
Si definisce obliqua una superficie che non è parallela a nessuno
dei tre piani di proiezione (fig. 58);per questo motivo, non può apparire
in alcuna vista con le sue reali forme.
Per ottenere la reale forma e dimensione di una superficie inclinata od
obliqua, bisogna o posizionare l’oggetto da rappresentare in
proiezioni ortogonali in modo che il piano su cui giace la
superficie sia parallelo a un piano di proiezione o ricorrere a viste
ausiliarie.
Col primo metodo (fig. 59a) si deve immaginare di ruotare l’oggetto
finché il piano π su cui giace la figura non sia sovrapposto ad uno dei tre
piani di proiezione.
Linee non in vista
Fatta eccezione per pezzi particolari, una rappresentazione completa
comprende usualmente numerose linee non in vista: ad esempio, quando
si disegnano oggetti con singolarità geometriche interne. Per
rappresentare l’interno di un pezzo si ricorre normalmente alle sezioni,
come si vedrà in seguito; è necessario però conoscere alcune semplici
regole per usare correttamente le linee reali non in vista. La linea da usarsi
è del tipo a tratti, che può avere spessore 1 o 0,5 (02.2 a tratti grossa o
02.1 a tratti fine).
Nelle figure 64a e 64b (slide seguente) sono riportati alcuni consigli per
l’uso corretto di tali linee in casi che si possono riscontrare in pratica e
che si possono cosi riassumere:
Per la comprensione dei disegni, è opportuno non far abbondante uso
delle linee a tratti per gli spigoli non in vista. In generale, basta
limitarsi a mettere in evidenza fori o scanalature passanti.
Figura 65 – Uso corretto delle linee a
tratti
Ordine gerarchico per rappresentare linee che si sovrappongono
E’ opportuno a questo punto ricordare l’ordine gerarchico che deve
vigere tra le linee unificate, nel caso in cui risultino sovrapposte. In questo
caso la linea più significativa prevale sulle altre, secondo il seguente ordine
Figura 66 – Tutti i solidi
assialsimmetrici devono avere un asse
Un caso particolare è rappresentato dal cerchio che ammette un numero
infinito di assi di simmetria, ma per convenzione se ne rappresentano due
ad angolo retto fra di loro; la stessa cosa viene fatta anche per altre figure
che ammettono più assi (fig. 67).
Quando si rappresenta un cerchio o un semicerchio, è opportuno
disegnare i due assi perpendicolari; non c'è assolutamente bisogno di
disegnare gli assi nel caso di raccordi(fig. 68).
Figura 71 – Rappresentazioni di
tangenze e intersezioni
Quando le superfici si intersecano tramite raccordi, gli spigoli di
intersezione non esistono; gli spigoli arrotondati si rappresentano con
piccoli archi (fig. 72), con un raggio eguale a quello del raccordo e con un
arco approssimativamente uguale ad 1/8 di cerchio.
Figura 72 – Rappresentazioni di
tangenze e intersezioni raccordate
Alcune intersezioni tipiche di solidi raccordati sono mostrati in figura 73; le
linee di intersezione avranno una forma differente se ci troviamo in
presenza di una superficie piana o arrotondata.
Figura 74 – Nella rappresentazione di raccordi è indispensabile l’indicazione
degli spigoli convenzionali
Le figure 75 e 76
mostrano i procedimenti per ottenere l’esatta collocazione dello spigolo
convenzionale.
Figura 75 – Procedimenti per ottenere l’esatta collocazione dello spigolo
convenzionale
Figura 77 – Rappresentazioni tipiche di
spigoli convenzionali
Altre particolarità di rappresentazione
La normativa sul disegno tecnico, oltre a stabilire dimensioni e forma di
linee, scrittura, fogli, ha regolamentato, come ora visto, la
rappresentazione degli oggetti.
Il disegno risultante e' perciò convenzionale, cioè non rappresentativo
del reale aspetto degli oggetti, ma attraverso un opportuno uso del segno
grafico indica aspetti particolari, lavorazioni, entità che consentano la
costruzione effettiva degli oggetti rappresentati.
Un’estensione di questo concetto porta ad elaborare delle norme che
modificano ancora la stessa rappresentazione già codificata,
aumentandone il grado di astrazione senza diminuirne tuttavia la
comprensibilità.
Nella tabella UNI ISO 128-34 sono impartite alcune regole e convenzioni
per l’esecuzione di disegni in vari casi particolari.
Superfici piane in vista ricavate su un corpo cilindrico o
troncoconico
Le superfici piane in vista ricavate su un corpo cilindrico o troncoconico
possono essere indicate con diagonali tracciate con linea continua fine
(01.1) come indicato in figura 78.
Figura 82 – Uso delle linee con zig-zag per la vista parziale di un oggetto
Figura 85 – Rappresentazione
semplificata di elementi ripetitivi
Analogamente, quando in un gruppo o un complessivo si ripetono elementi
uguali, si può rappresentarne solo uno, indicando la posizione degli altri
con gli assi relativi (fig. 86).
Le figure da 87 a 90
mostrano altri accorgimenti per evitare la ripetizione non necessaria di
particolari.
Figura 87 – Quando si abbiano particolari di forma speculare uno rispetto
all’altro, è sufficiente disegnarne uno con le opportune indicazioni
esplicative
Figura 89 – Un elemento a
sezione costante può essere rappresentato solo con le estremità
raccordate dalla linea d’asse
Figura 90 – Se, in un complessivo, da una delle viste si ricavano sufficienti
informazioni sui componenti, nelle altre viste questi possono essere
rappresentati in forma semplificata
Parti contigue di un pezzo accoppiato a quello principale
Accade talvolta che possa essere utile o necessario rappresentare
anche le parti contigue di un pezzo accoppiato a quello principale:
il disegno della parte contigua deve essere eseguito con linea mista due
punti e tratto lungo fine (05.1) e non deve mai sovrapporsi al disegno del
pezzo (fig. 91).