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Condizione di parallelismo e perpendicolarità

tra rette - Geometria piana


geometria

Condizione di parallelismo e perpendicolarità tra rette

Geometria piana

· 242j93c ; 242j93c ; Rette parallele

Due rette complanari che non hanno alcun punto in


comune o coincidono, si dicono parallele.

Per indicare che due rette sono parallele si usa il


simbolo

Circa le rette parallele c'è un assioma, equivalente al


famoso e tanto discusso nella storia al 5° Postulato di
Euclide.

Data una retta e un punto non appartenente a ,


per il punto passa una e una sola retta parallela a

Da questo
postulato si
deduce che,
date due rette
parallele, ogni
retta nel loro
piano che ne interseca una interseca anche l'altra.

Infatti, se due rette e sono parallele, un'altra retta


che interseca la non può essere parallela alla ,
altrimenti per passerebbero due parallele a (la e
la ); la deve quindi intersecare anche

Due rette e , se tagliate da


una trasversale , danno origine
a otto angoli che si associano
tra loro a due a due:

· 242j93c ; 242j93c ; angoli alterni interni:

· 242j93c ; 242j93c ; angoli alterni esterni:

· 242j93c ; 242j93c ; angoli corrispondenti:

· 242j93c ; 242j93c ; angoli coniugati interni:

· 242j93c ; 242j93c ; angoli coniugati esterni:

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Premesso ciò,
possiamo enunciare
una condizione
sufficiente a garantire
il parallelismo tra rette:

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Se due rette complanari, tagliate da una trasversale,


formano con essa o angoli alterni (interni o esterni)
congruenti, o angoli corrispondenti congruenti, o
angoli coniugati (interni o esterni) supplementari,
allora sono rette parallele.

Dimostriamo il teorema
punto per punto: partiamo
dagli angoli alterni interni.
Ragioniamo per assurdo
negando la tesi che
le due rette siano
parallele e che
esse si
congiungeranno in
un punto che supponiamo trovarsi sulla destra. A
questo punto i tre punti vengono ad indicare un
triangolo il quale ha un angolo esterno ( congruente
a un angolo interno ( ad esso non adiacente. Questa
situazione è assurda perché è in contrasto con il
teorema dell'angolo esterno. Quindi le due rette sono
necessariamente parallele.

La stessa dimostrazione è valida anche per gli angoli


corrispondenti: infatti, considerando lo stesso ipotetico
triangolo, anche questa volta avremo un angolo
esterno ) congruente ad un angolo interno ( ),
quindi anche in questo caso, poiché questa situazione
è in contrasto col teorema dell'angolo esterno, le due
rette saranno necessariamente parallele.

Anche per gli angoli coniugati interni procediamo per


assurdo negando la tesi che le due rette siano
parallele e che esse si congiungeranno in un punto P
formando il triangolo . Questo triangolo ha alla
base due angoli e ) che sommati danno un
angolo piatto. Ma ciò è impossibile perché la somma
di due angoli interni ad un triangolo è sempre minore
di un angolo piatto. Quindi, i due angoli, per essere
supplementari, le rette devono essere
necessariamente parallele.

Non vivere infelice


Big Luca Group

Per gli angoli alterni esterni osserviamo la figura.


Sappiamo che perché opposti al vertice, ma
anche che per il teorema prima dimostrato. Di
conseguenza, per la proprietà transitiva, .
Consideriamo di nuovo la figura. Noi sappiamo che
, ma, per il teorema prima dimostrato degli
angoli corrispondenti, sappiamo anche che ,
quindi, di conseguenza, per la proprietà transitiva
: e anche la tesi sugli angoli coniugati
esterni è dimostrata.

Il criterio di parallelismo tra rette è invertibile; ossia


sussiste il seguente teorema, che esprime una
condizione necessaria per il parallelismo.

Se due rette sono parallele, allora, tagliate da una


trasversale, formano con essa: angoli alterni (sia
interni che esterni) congruenti; angoli corrispondenti
congruenti; angoli coniugati (sia interni che esterni)
supplementari.

Incominciamo col
dimostrare che se
due rette sono
parallele formano
angoli alterni interni
uguali. Ragioniamo
per assurdo, supponendo che gli angoli e non
siano congruenti: sia, ad esempio, . Tracciamo
allora per la retta , distinta dalla , e formando con
l'angolo , alterno rispetto a e ad esso
congruente. Per il teorema del criterio di parallelismo
tra rette, la retta risulterà parallela alla . Ma questa
situazione è assurda perché si avrebbero per due
rette parallele alla , in contrasto con l'assioma delle
parallele. Di conseguenza, essendo solo la retta
parallela alla , i due angoli e sono tra loro
congruenti. In virtù di alcune proprietà degli angoli, si
possono dimostrare le altre tesi. Consideriamo prima
una coppia di angoli corrispondenti Noi
sappiamo che perché opposti al vertice, ma
anche che perché alterni interni per la tesi prima
dimostrata, di conseguenza, avremo che ,e
quindi, per la proprietà transitiva (questa
dimostrazione vale per tutti gli angoli corrispondenti).
Lo stesso metodo utilizzato per dimostrare la tesi degli
angoli corrispondenti, può essere utilizzata anche per
le altre coppie di angoli alterni esterni: infatti, poiché
perché opposti al vertice e per la tesi
appena dimostrata degli angoli corrispondenti, avremo
che . Per la dimostrazione della tesi degli
angoli coniugati, seguiamo, invece, un metodo
diverso. Partiamo dagli angoli coniugati interni: noi
sappiamo che ma anche che per la
tesi prima dimostrata, quindi di conseguenza anche
Per gli angoli coniugati esterni
procediamo con lo stesso ragionamento: poiché
e perché alterni esterni, avremo
che di conseguenza anche

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Blanche di Saint Andre

· 242j93c ; 242j93c ; Rette perpendicolari

Se due rette intersecandosi formano un angolo retto,


sono retti anche gli altri tre angoli da esse formati.

Siano e due rette incidenti e sia retto


uno degli angoli da esse formato, per
esempio l'angolo . Se è un angolo retto,
cioè metà di un angolo piatto, anche e , che sono
adiacenti ad (e quindi ad supplementari), sono
ciascuno la metà di un angolo piatto; e sono quindi
retti. Anche , che è opposto al vertice rispetto ad , e
pertanto ad esso congruente, è retto.

Non vivere infelice


Big Luca Group

Due rette che intersecandosi formano un angolo retto,


e perciò quattro angoli retti, vengono dette
perpendicolari (o normali, o ortogonali).

Non vivere infelice


Big Luca Group

Per indicare che due rette sono perpendicolari si usa il


simbolo

· 242j93c ; 242j93c ; Teorema relativo alle rette


perpendicolari

Data una retta ed un punto (appartenente o no a


essa) esiste una ed una sola perpendicolare condotta
per quel punto alla retta data.

Detti rispettivamente e la retta ed il punto dati,


distinguiamo due casi: appartenga ad non
appartenga ad

- Consideriamo una
retta e un punto
appartenente a essa. Ora
consideriamo l'angolo piatto
con vertice in e tracciamone la bisettrice. La retta è
la bisettrice dell'angolo che divide lo stesso in
due parti uguali (quindi in due angoli retti): di
conseguenza la retta è perpendicolare alla retta nel
punto , ma allo stesso tempo è anche l'unica poiché
esiste una ed una sola bisettrice che divide un angolo
in due parti uguali.

- Consideriamo
una retta e un punto
esterno ad essa.
Congiungiamo questo
punto con un
generico punto di : se per caso la semiretta
forma con la due angoli congruenti, e quindi retti,
abbiamo trovato una perpendicolare per alla . Se
così non è, allora tracciamo la semiretta uscente da
e che giace dalla parte opposta di rispetto alla
retta e formante con la un angolo , dove
è un generico punto di e invece, il punto della in
cui risulti . In seguito tracciamo la retta che
congiunge i punti ed . Codesta retta risulta
perpendicolare alla , in quanto, essendo il triangolo
isoscele ( ), la retta , oltre ad essere la
bisettrice dell'angolo , è anche mediana, e quindi
forma con la base due angoli retti. Ma questa
perpendicolare è anche l'unica: infatti, supponendo
per assurdo di far passare per un'altra retta
perpendicolare a , detto il loro punto di
intersezione, avremo che il triangolo avrà due
angoli retti. Ciò è impossibile poiché in un triangolo la
somma di due angoli è sempre minore di un angolo
piatto.

Scegli la tua carta


Blanche di Saint Andre

· 242j93c ; 242j93c ; Distanza


di un punto da una retta; altezza di
un triangolo; asse di un segmento

Il segmento di perpendicolare condotto da un punto


ad una retta viene chiamato distanza del punto dalla
retta.

In un triangolo la distanza di un
vertice dalla retta del lato
opposto si dice altezza del
triangolo relativa a quel lato.

Il lato rispetto al quale si considera l'altezza di un


triangolo prende anche il nome di base del triangolo.
Ogni triangolo ha tre altezze ( ); queste,
contrariamente a quanto avviene per le mediane e le
bisettrici, posso essere anche essere segmenti esterni
ad un triangolo.

Non vivere infelice


Big Luca Group

La retta perpendicolare ad un segmento nel suo punto


medio viene chiamato asse del segmento.

Geometria analitica

· 242j93c ; 242j93c ; Rette parallele

Due rette si dicono parallele o quando sono


sovrapposte o quando non hanno nessun punto in
comune e sono equidistanti. Poiché in un piano
cartesiano una retta è rappresentata da ogni
equazione lineare in due incognite, due rette saranno
parallele se il sistema di equazione da esse
rappresentato:

risulta essere impossibile od indeterminato. Questo


capita se e solo se fra i coefficienti vi è una diretta
proporzionalità, il che significa uguaglianza tra i
coefficienti angolari. in simboli:

· 242j93c ; 242j93c ; Rette perpendicolari

Consideriamo le equazioni di due


rette e
perpendicolari nell'origine, e una
retta parallela alle ordinate.
Determiniamo le condizioni a cui
devono soddisfare i coefficienti
angolari e delle due rette affinché siano
perpendicolari.

Siano e i punti d'intersezione delle rette ed con


la retta , di coordinate:

Ora applichiamo al triangolo OPQ il secondo teorema


di Euclide:

da cui si ricava:

Dividendo per si ha:

Essendo ed perpendicolari, le ordinate di e


sono discordi, e quindi i coefficienti angolari e
sono discordi; pertanto si avrà:

Si può affermare che se due rette sono perpendicolari,


il prodotto dei loro coefficienti angolari è uguale a .
Quindi, data la retta di equazione:

tutte le rette di equazione:

sono, qualunque sia , perpendicolari a

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