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Che cos’è la complessità?

Le definizioni degli studenti:

 una cosa composta, formata da tante parti


 l’interazione fra le parti di un insieme
 l’organizzazione delle parti di un insieme
 qualcosa di difficile da scomporre o di non scomponibile
 qualcosa di non immediato: le parti di un insieme non
possono essere riconosciute come distinte
 qualcosa che può avere più interpretazioni, più letture
 un sistema: un sistema è necessariamente complesso
 la complessità dipende dall’evoluzione dei sistemi e aumenta
progressivamente con l’aumentare della velocità e della
quantità dell’informazione
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Introduzione: verso il pensiero complesso
Scienza classica idea di Verità oggettiva
 dicotomia semplice/complicato (accezione negativa di
“complicato”, complicazione da risolvere)
 idea di conoscenza perfetta e assoluta, trasparenza e
visibilità del Reale, astrazione universalistica
 separazione di mente/corpo e natura/storia

Scienza relativizzazione del sapere,


contemporanea verso il pensiero complesso
 principio di falsificabilità, dubbio come metodo, sapere
dinamico e sempre confutabile
 sapere contestualizzato e observer dependent
 interconnessione fra natura, biologia e fisica
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Complessità come parola-problema
Il concetto di complessità Complessità come
non è un elemento risolutivo parola- problema

Incertezza piuttosto che chiarezza

Pensiero multidimensionale

Ambiguità

Il pensiero della Considerazione di


complessità abbandona aspetti quali
la logica del progresso instabilità, crisi,
lineare e rassicurante differenziazione
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Complessità come metodo 1/2
Complicato: sistema del quale si possono
comprendere la struttura e i principi di
funzionamento. Può
Può essere semplificato.
DAL COMPLICATO
AL COMPLESSO
Complesso: sistema del quale si ha una
concezione globale, pur sapendo di non poterlo
comprendere nei suoi dettagli

 Necessità
Necessità di impostare un metodo che associ:
1. la descrizione dell’
dell’oggetto osservato
DEUTERO- 2. la descrizione della descrizione (la scelta
APPRENDIMENTO effettuata dall’
dall’osservatore)
 Necessità
Necessità di riorganizzare le modalità
modalità di
osservazione e dunque di apprendimento

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Complessità come metodo 2/2
Olismo:
Olismo: osservare il “tutto”
tutto” tralasciando i singoli
elementi
NÉ OLISMO NÉ
RIDUZIONISMO Riduzionismo: osservare gli elementi costitutivi di
un sistema senza consideralo nella sua “totalità”
totalità”

La semplicità
semplicità impone di scegliere se privilegiare la
CO-PRESENZA DI ricerca delle cause dell’
dell’ordine e dell’
dell’organizzazione
ORDINE, o la ricerca delle cause del disordine
DISORDINE E
ORGANIZZAZIONE “La complessità
complessità ci dimostra, soprattutto, che non
dobbiamo scegliere”
scegliere” (Edgar
(Edgar Morin)
Morin)

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Ordine, disordine, organizzazione
“Come accade che nel cosmo si sia avuto uno sviluppo
dell’organizzazione, dagli atomi alle molecole, alle
cellule, agli organismi pluricellulari, alle società, fino
alla mente umana che affronta questi problemi?

Poniamo il problema non più nei termini di


un’esclusione alternativa del disordine da una parte e
dell’ordine e dell’organizzazione dall’altra, ma di una
connessione.

D’ora in poi la genesi è indissociabile da una diaspora o


da una catastrofe, d’ora in poi vi è una relazione
cruciale fra l’irruzione del disordine, la costituzione
dell’ordine, lo sviluppo dell’organizzazione”
organizzazione
(Edgar Morin)

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Dall’ordine al disordine 1/3
Secondo principio della termodinamica
(Sadi Carnot, 1824 e Rudolf Calusius, 1850)

L’energia può essere scambiata in forza lavoro in una


sola direzione: da uno stato utilizzabile a uno stato meno
utilizzabile o inutilizzabile

Ogni trasformazione energetica implica una dispersione


dell’energia attraverso il passaggio da forme energetiche
più ordinate a forme energetiche meno ordinate

L’energia si disperde e si degrada irreversibilmente

La degradazione dell’energia corrisponde alla


degradazione dell’ordine e dell’organizzazione
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Dall’ordine al disordine 2/3
Entropia:
misura della dispersione dell’energia

misura del grado di misura del disordine


irreversibilità di un evento interno a un sistema

Un sistema fisico isolato, o chiuso, tende al


massimo grado di disordine e al completo
esaurimento delle proprie risorse

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Dall’ordine al disordine 3/3
Ipotizziamo di estendere i confini di un sistema
chiuso ai confini dell’Universo:

È necessario formulare un’ipotesi di


complementarietà fra fenomeni di disordine e
fenomeni di ordine e organizzazione.
(Ilya Prigogine, 1917 - 2003 )

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Dal disordine all’ordine 1/3

Grande esplosione che implica disintegrazione e


genesi dell’Universo

Processo metamorfico che implica trasformazioni


disintegratrici e creatrici

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Dal disordine all’ordine 2/3
L’idea di catastrofe è insita nel nostro Universo

L’Universo, dal cosmo alla società, produce ordine


e organizzazione nella turbolenza e nell’instabilità

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Dal disordine all’ordine 3/3
Disintegrandosi, il cosmo e la società si
organizzano

inadeguatezza della scienza classica

scienza contemporanea

Heinz von Foerster, 1960 Henri Atlan, 1970

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Ma allora, da dove nasce l’ordine?


 dal disordine o “catastrofe termica” o
dissipazione: aumento del grado di entropia
 dalle condizioni iniziali o relazioni interne che
specificano il processo costitutivo di un fenomeno:
organizzazione

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Le interazioni sono azioni reciproche


fra gli elementi di un sistema:
 presuppongono elementi che si possono incontrare
 presuppongono condizioni di incontro, cioè
dinamismo, disordine o turbolenza
 obbediscono a vincoli relativi alla natura degli
elementi (determinazioni legate alla struttura)
 possono diventare interrelazioni, cioè associazioni e
comunicazioni che producono organizzazione

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Anello tetralogico (Edgar Morin):

disordine
interazioni
incontri

organizzazione ordine

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Order from complexity 1/2
… riassumendo:

Il disordine produce ordine e organizzazione a


partire da vincoli iniziali

L’ordine e l’organizzazione producono disordine


a partire da trasformazioni

Tutto ciò che produce ordine produce anche,


irreversibilmente, disordine

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Order from complexity 2/2
La relazione fra ordine e disordine è:
UNA: unica nel rapporto fra genesi e distruzione

COMPLEMENTARE: tutto ciò che è fisico ha bisogno del


disordine per organizzarsi e ogni principio organizzatore
agisce producendo disordine

CONCORRENZIALE: disordine, da un lato, e


ordine/organizzazione, dall’altro, concorrono
contemporaneamente verso la dispersione di energia
ANTAGONISTICA: il disordine distrugge l’ordine
organizzazionale e l’organizzazione è volta a reprimere il
disordine

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Relativizzazione dei concetti
La relazione fra ordine e disordine implica
la necessità di relativizzare i concetti

nessun fenomeno è gli elementi sono


isolabile e connessi e relativizzati
autosufficiente gli uni agli altri

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La svolta observer dependent 1/2
Lo scienziato, o Interconnessione
osservatore, fra atto di osservare
specifica le modalità e fenomeno
di conoscenza osservato

osservatore astratto,
scienza classica certezze
oggettività

osservatore concreto:
scienza disordine e
colui che applica
contemporanea incertezza
l’incertezza su di sé

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La svolta observer dependent 2/2
Chi decide che cosa sono
l’ordine e il disordine?

conoscere
=
osservare
=
decidere

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Le 8 vie della complessità
1. Irriducibilità del caso e del disordine
2. Superamento dell’astrazione universalistica
3. Complicazione e rifiuto di visioni semplificatrici
4. Compresenza di complementarietà e antagonismo logico fra
ordine, disordine e organizzazione
5. Né olismo né riduzionismo: perseguire una visione sistemica
e trattare la realtà come Unitas Multiplex
6. Principio ologrammatico: ogni elemento di un sistema
contiene in sé la quasi totalità delle informazioni dell’insieme
(es. DNA, persone nel sociale)
7. Crisi dei concetti chiusi e “chiari”: chiaro ≠ vero, dimensione
possibilista e non univoca
8. Ritorno dell’osservatore: lo scienziato è nella realtà e la
realtà è in lui, “il sociologo è nella società e la società è in
lui” (E. Morin)
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