Sei sulla pagina 1di 3

IL DESERTO DI MERHAN E LA CAROVANA KHAREBA

Il deserto noto come "Merhan" è abitato da una popolazione chiamata "Mehedi", organizzata in
tribù e villaggi semi-nomadi. Questo vasto deserto costituisce un punto cruciale di connessione tra il
continente orientale, dominato dall'Impero di Vistria e dal Regno di Gilthur, e quello occidentale,
dove gli stati con maggiore influenza sono l'Impero di Istiria e la Repubblica di Akhen.

Ai lati settentrionale e meridionali del deserto, vi sono diverse città portuali abitate da popolazioni
di etnia Mehedi. Tra questi spicca Helja, stato rinomato per il suo enorme patrimonio culturale e
uno dei più antichi di tutta Aosha

I villaggi Mehedi hanno riconosciuto le opportunità commerciali derivanti da un potenziale


attraversamento di Merhan e, da diversi decenni, si sono accordati per organizzare la carovana nota
come Khareba. Questa carovana attraversa la striscia centrale di terra che attraversa il deserto di
Merhan, denominata Nummah Shavah, lunga circa 3800 km. Coloro che desiderano unirsi alla
carovana devono pagare una quota considerevole, divisa tra i villaggi co-organizzatori.

Nonostante i cavalli impiegati per trainare i carri siano specifici di Merhan (e quindi siano razze di
cavalli più abituate rispetto ad altre alle condizioni ostili del deserto) e vengano somministrate loro
erbe medicinali e stupefacenti per aumentarne la resistenza, la lunghezza del viaggio impedisce alla
carovana di percorrere 3800 km nel deserto senza pause. Di conseguenza, la carovana fa tappa di
volta in volta presso i villaggi co-organizzatori, dove sia i cavalli che i viaggiatori possono riposare
e rifocillarsi. Queste soste possono anche comportare un ricambio di passeggeri.

La carovana attrae infatti diversi tipi di passeggeri. La maggior parte di questi sono proprio Mehedi,
i quali spesso sono costretti a viaggiare all'interno del deserto che loro stessi abitano, a causa del
costante peggioramento delle condizioni climatiche e ambientali (peggioramento che si è
intensificato in maniera rilevante negli ultimi 20 anni) oltre che sempre più frequenti attacchi di
banditi e predoni del deserto (due fattori questi, quello del peggioramento ambientale e del
brigantaggio, che sembrano influenzarsi reciprocamente); alcuni migrano quindi verso zone più
abitabili di Merhan (zone dove spesso si trovano quindi grandi agglomerati di villaggi o addirittura
città, formatisi e ingranditisi proprio a causa di questi sempre maggiori flussi migratori) o cercano
rifugio ad Akhen (in quanto Akhen rimane una delle più ricche potenze di Aosha). Vi sono anche
individui “non-Mehedi” che desiderano raggiungere le importanti città portuali ai lati di Merhan o
vogliono comunque arrivare ad Akhen per vie geograficamente più convenienti. Questi passeggeri
si collegano alla carovana principale attraverso mini-carovane, arrivando prima via mare in uno dei
porti citati e poi unendosi alla carovana principale presso uno dei villaggi di sosta.

I GUERRIERI NABETKA

La carovana è protetta dalla formidabile élite guerriera dei villaggi Mehedi, conosciuta come i
Nabetka. Fin dalla giovane età, i Nabetka sono sottoposti a un rigoroso addestramento che li
trasforma in alcuni dei guerrieri più forti e temibili del mondo. Questo addestramento non solo li
rende in grado di orientarsi in qualsiasi condizione ambientale o personale, ma li prepara anche ad
affrontare le dure condizioni del deserto.

Il compito principale dei Nabetka è garantire la sicurezza della carovana, proteggendo i passeggeri
da banditi e animali pericolosi. Fungono anche da guide, fornendo orientamento geografico e
consigli per la sopravvivenza nel deserto. Grazie alla loro esperienza, conoscono la posizione delle
oasi per rinfrescarsi e bere, la distanza tra i villaggi e quali piante siano nocive o sicure.
Poiché il loro ruolo principale è la protezione della carovana, i Nabetka si mantengono separati
dagli altri viaggiatori durante il pasto e il riposo. Si procacciano cibo e acqua cacciando
autonomamente per evitare rischi di avvelenamento. Durante il viaggio, rimangono estremamente
vigili e dormono poco per garantire la massima sicurezza del convoglio.

MEHEDI

I Mehedi sono gli abitanti del deserto di Merhan, organizzati principalmente in villaggi sparsi lungo
il territorio. La struttura sociopolitica dei villaggi Mehedi è estremamente variabile, con alcuni
villaggi caratterizzati da strutture matriarcali o patriarcali, altri gestiti in modo egualitario o retti da
un singolo capo o da un consiglio di anziani. Alcuni villaggi Mehedi hanno addirittura dato vita a
vere e proprie città, fenomeno che si è verificato specialmente alle estremità del deserto data anche
la vicinanza ad altre forme di organizzazione più gerarchizzate e statalizzate; tra queste città
spiccano in particolare Nabjela, Nibana, le città della la Valle del Serenta, le nazioni della Valle
degli Stati e Helja.

Negli ultimi tempi, si è osservata una maggiore gerarchizzazione delle tribù Mehedi e la nascita di
una sorta di confederazione tra di esse. Le tribù Mehedi si stanno sempre più organizzando sotto la
guida di uno sciamano eletto, il quale è considerato il rappresentante spirituale e culturale della
tribù. Lo sciamano eletto viene scelto dai membri più anziani della tribù per il suo contributo
spirituale, artistico, militare o economico.

Uno degli aspetti fondamentali della cultura Mehedi è la venerazione degli astri e la lettura dei
movimenti astrali, poiché vi è un forte collegamento tra il Tempo e i movimenti celesti. Gli astri
sono considerati fonte di venerazione e la lettura degli astri è una pratica riservata agli sciamani, che
possono predire il futuro e interpretare il volere astrale. Negli ultimi decenni è emersa la figura
dell’Alto Sciamano, il quale guida le confederazioni di villaggi Mehedi e indica la direzione
spirituale dell’intera civiltà.

L’Alto Sciamano attuale, Khaled Jarah Mehedi, ha contribuito significativamente a spingere i


Mehedi verso una maggiore apertura al mondo esterno e a promuovere l’unità e la condivisione di
fronte all’inevitabilità della fine. Nonostante ciò, persistono ancora numerose e importanti tribù
Mehedi legate a schemi sociali meno gerarchizzati.

Due principi fondamentali che accomunano però tutti i Mehedi sono i seguenti:

1) Majila: il legame con Merhan, la madre bianca: per un Mehedi abbandonare il proprio villaggio è
qualcosa di estremamente doloroso, equiparabile al trinciamento di un cordone ombelicale che
collega ogni Mehedi alla terra… abbandonare Merhan, il deserto, la madre bianca, significa
abbandonare se stessi e perdersi, frantumarsi

2) Nunkut: il divieto di spargere sangue: la madre è bianca, e tale deve rimanere… il deserto è
vivo, è lo stesso ventre da cui sono nati ed emersi i Mehedi e poi tutti gli uomini… insudiciare con
il sangue il bianco ventre di Merhan sangue significa compiere uno dei più odiosi sacrilegi mai
pensabili e tale atto può quindi portare persino all’espulsione dal proprio villaggio. Il divieto di
spargere sangue nel deserto riflette la sacralità del territorio e contribuisce a mantenere la pace tra i
Mehedi.
ULTERIORI INFORMAZIONI SU KHAREBA

o Ogni volta che un nuovo passeggero si unisce alla carovana, i Nabetka personalmente ne
controllano i bagagli, per accertarsi che non siano nascoste oggetti di dubbia provenienza o
funzione; non vi è il divieto di portare armi data anche la pericolosità stessa del viaggio, anche
se armi di dimensioni inusuali (come alabarde, spadoni o archi lunghi) sono visti con estremo
sospetto e controllate costantemente dai Nabetka.
o Questo significa che anche i tuoi bagagli sono stati controllati quando ti sei unito alla carovana e
che hai visto i Nabetka controllare i bagagli dei nuovi arrivati ogni volta che vi siete fermati a
uno dei villaggi di sosta; in particolare all’ultimo villaggio in cui siete stati e da cui siete partiti
questa mattina all’alba, Yendewé, vi è stato il maggior afflusso di nuovi arrivati e il controlli dei
bagagli sono stati effettuati da tutti e 30 i Nabetka; ci hanno impiegato circa due ore (sono
cominciati quindi assai prima dell’alba e hanno finito quando questa era appena spuntata)
o La Khareba impiega solitamente circa due mesi per attraversare tutto il deserto (un tempo assai
veloce per gli standard di Aosha)
o In questo viaggio la carovana consiste di 14 vagoni in legno, di cui 10 sono destinati al trasporto
di persone (e poiché ogni vagone ha una capienza di 9 persone, in tutto ci sono 90 persone
trasportate) e 4 invece sono destinati al trasporto di merci o oggetti e beni utili per il viaggio;
ogni vagone è scortato da 2 guerrieri Nabetka (tranne il vagone all’estermità anteriore e quello
all’estremità posteriore, che ne ha un altro, quindi in tutto 3 per entrambi), e ha ovviamente un
cocchiere

o Per garantirsi un costante approvvigionamento di cibo e acqua, su ogni vagone vi sono sacchi di
pelle o cuoio con cui gli alimenti vengono avvolti, per garantirne la protezione dall’umidità e
dagli insetti, oltre che giare di terracotta o altri recipienti che contribuivano a mantenere l’acqua
contenuta in esse fresca e protetta dall’evaporazione; perdere questi significa andare incontro a
morte certa

o In virtù del principio del Majila, pochi Mehedi sanno effettivamente viaggiare nel deserto; gli
unici sono appunto i Khareba in virtù del privilegio loro conferito e della funzione che devono
svolgere; viaggiare nel deserto di Merhan senza un Khareba che ti accompagni significa, anche
in questo caso, andare incontro a morte certa

Potrebbero piacerti anche