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Esempio/prova d'esame 1 Giugno 2019, domande+risposte

Scienza Delle Finanze (Università Commerciale Luigi Bocconi)

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A.A. 2018/19
Simulazione seconda prova intermedia (durata 1h)
TESTO E SOLUZIONI

Domanda 1

a) Definite cosa si intende per stabilizzazione del consumo e in che modo l’assicurazione aiuta gli individui
a stabilizzare il consumo.
Supponete che nella popolazione esistano due tipi di individui, A e B. Gli individui di tipo A hanno un
reddito di 1000 e gli individui di tipo B hanno un reddito di 10000. Con una probabilità dell’80% gli
individui di tipo A si ammalano e il loro reddito si azzera. Con una probabilità del 10% gli individui di tipo
B si ammalano e il loro reddito si riduce a 9000.
b) Qual è il reddito atteso per gli individui di tipo A e di tipo B?
c) Supponiamo che gli individui possano assicurarsi contro la malattia. Quale dovrebbe essere il premio
assicurativo attuarialmente equo per ciascun gruppo e quale la rispettiva copertura acquistata?
Supponete ora che la compagnia assicurativa, che opera in un mercato perfettamente concorrenziale, non
sappia distinguere gli individui di tipo A e quelli di tipo B, ma sappia solo che gli individui di tipo A sono ¼
del totale della popolazione.
d) Quale premio offrirà la compagnia assicurativa?
e) Quale copertura assicurativa acquisteranno gli individui di tipo A e quelli di tipo B? Quale problema
emerge? Commentate il risultato.
f) Per quali ragioni lo Stato interviene nei mercati assicurativi?

Soluzione

a) Per stabilizzazione del consumo si intende la traslazione del consumo da periodi in cui il consumo è
elevato, e quindi ha una bassa utilità marginale (l’utilità marginale è decrescente), a periodi in cui è basso, e
quindi ha un’alta utilità marginale.
Quando gli individui stipulano una polizza assicurativa si impegnano a versare del denaro (premio) a
prescindere dall’effettivo stato del mondo futuro, in cambio di un vantaggio (risarcimento) che si riceverà
solo se l’esito dovesse rivelarsi avverso (ad esempio, qualora si verifichi un incidente). Quanto maggiore è il
premio pagato all’assicurazione, tanto maggiore sarà, in caso di esito avverso, il risarcimento che l’assicurato
riceverà da parte dell’assicuratore. Decidendo quanta assicurazione acquistare, gli individui possono così
trasferire i propri consumi da uno stato del mondo all’altro. In questo modo un contratto di assicurazione
modifica il reddito nei due stati del mondo riducendo la variabilità del reddito futuro.
b) Per l’individuo a, in assenza di assicurazione:
w=1000;
w-d=0
d=1000
mentre per l’individuo b si ha, in assenza di assicurazione:
w=10.000
w-d=9000
d=1000
Reddito atteso del tipo A = 1.000*0,2 + 0*0,8 = 200.
Reddito atteso del tipo B = 10.000*0,9 + 9.000*0,1 = 9.900.
c) Il premio unitario m è attuarialmente equo se è pari alla probabilità dell’evento negativo p, ossia m=p. Il
premio unitario m non è attuarialmente equo se m>p. Se il premio è attuarialmente equo, si dimostra che un
individuo avverso al rischio che massimizza la sua utilità attesa acquisterà una copertura assicurativa
completa, ossia b=d. Viceversa, se il premio non è attuarialmente equo lo stesso tipo di individuo acquisterà
una copertura assicurativa pari a b<d.
Dato che i premi sono attuarialmente equi, ovvero ma=0,8 e mb=0,1, entrambi gli individui acquisteranno
b=d, ovvero b=1000.
d) Nel caso la compagnia assicuratrice non sappia distinguere tra i due tipi di individui, offrirà un premio
unico tale da azzerare il profitto atteso (data l’assunzione di concorrenza perfetta). Quindi il premio sarà
uguale a

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m=(Na/N) pa + (Nb/N) pb

Quindi il premio sarà pari a m=(1/4) x 80%+(3/4) x 10%=20%+7,5%=27,5%.


e) Le scelte assicurative per i due gruppi di individui non si modificheranno se si raggiungerà un equilibrio
pooling in cui tutti gli individui acquisteranno copertura completa anche se il prezzo non è equo per tutti. In
questo caso, infatti, gli individui a basso rischio (tipo B) pagheranno un premio al rischio. Al contrario, la
scelta degli individui a basso rischio si modificherà se decideranno di non assicurarsi perché il premio medio
(0,275) risulterà più elevato rispetto alla probabilità che si verifichi l’evento negativo (0,1) (selezione
avversa).
Poiché m<pa gli individui ad alto rischio si assicureranno completamente, mentre gli individui a basso
rischio, dato che m>pb, potrebbero non avere interesse ad assicurarsi. Se ciò accadesse non si raggiungerà un
equilibrio pooling in cui tutti gli individui acquisteranno copertura completa anche se il prezzo non è equo
per tutti. Di conseguenza, la compagnia si troverà ad assicurare solo gli alti rischi e, per evitare perdite, dovrà
aumentare i premi. È questo il fallimento del mercato determinato dal problema della selezione avversa.
f) Lo Stato interviene perché il mercato dell’assicurazione può fallire se sono presenti asimmetrie
informative, come la selezione avversa. Le altre ragioni sono la presenza di esternalità e di costi
amministrativi più bassi rispetto alle assicurazioni private; la redistribuzione dai sani agli ammalati e il
paternalismo (gli Stati possono ritenere che le persone, lasciate a sé stesse, sceglierebbero di assicurarsi in
misura insufficiente).

Domanda 2

a) Perché l’invecchiamento della popolazione è un problema per il sistema pensionistico?


Considerate un lavoratore che lavora per 30 anni e va in pensione per 20 anni. La sua retribuzione è pari a
100 nei primi dieci anni di vita lavorativa, 110 nei secondi dieci anni e 121 negli ultimi dieci anni di lavoro.
L’aliquota contributiva è pari al 30%. Il sistema pensionistico è a ripartizione. La pensione viene calcolata
con metodo retributivo e retribuzione pensionabile pari alla media delle retribuzioni degli ultimi 5 anni
lavorativi (coefficiente di rendimento pari al 2%)
b) Calcolate la pensione a cui ha diritto il lavoratore.
Considerate due proposte alternative: i) aumentare il numero degli anni lavorativi considerati ai fini del
calcolo della pensione includendo gli ultimi 20 anni; ii) considerare tutte le retribuzioni della vita lavorativa.
Supponete per semplicità che le retribuzioni non siano rivalutate e che il numero di anni di lavoro sia sempre
pari a 30.
c) Calcolate la pensione a cui ha diritto il lavoratore nel caso i) e nel caso ii).
d) Quale delle due proposte è più conveniente per il lavoratore? Perché?

Soluzione

a) Il sistema pensionistico italiano è stato sottoposto a forte pressione a partire dagli anni Novanta a causa
dell’invecchiamento della popolazione dovuto all’aumento dell’aspettativa di vita e al calo della natalità.
L’invecchiamento della popolazione implica un sempre maggior numero di prestazioni pensionistiche da
pagare (e per un periodo temporale più lungo rispetto al passato a causa dell’allungamento della vita media
della popolazione) a cui però non corrisponde un aumento dell’occupazione e, quindi, un incremento della
contribuzione versata dai lavoratori. Pertanto, l’importo delle prestazioni erogate a favore dei pensionati è
maggiore dei contributi ricevuti e ciò determina uno squilibrio strutturale del sistema.
b) In un sistema a ripartizione di tipo retributivo basato sulla media delle retribuzioni degli ultimi 5 anni con
coefficiente di rendimento pari al 2% la pensione sarà pari a P = 2%x121x30 = 72,6.
c) Nel caso i), se si includono gli ultimi 20 anni la retribuzione pensionabile è pari a 115,5. Quindi P = 2% x
115,5 x 30 = 69,3.
Nel caso ii), la retribuzione pensionabile è pari alla media delle retribuzioni dell’intero periodo, quindi Rp =
(100x10 + 110x10 + 121x10)/30 = 110,3, da cui P = 2% x 110,3 x 30 = 66,2.
d) La pensione calcolata nel caso i) sarà più conveniente in quanto si basa su una retribuzione pensionabile
pari alla media delle retribuzioni degli ultimi 20 anni di lavoro che è maggiore della media di tutte le
retribuzioni in un contesto in cui le retribuzioni crescono ad un tasso costante del 10%.

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Domanda 3 (10 punti)

a) Definite i due principi fondamentali di tassazione applicati sulle vendite in contesto internazionale.
b) Ipotizzate un’impresa A, operante nel Paese 1, che venda un bene intermedio, che ha prodotto utilizzando
solo il lavoro, all’impresa B, operante anch’essa nel Paese 1, al prezzo, al netto dell’imposta, di 1000.
Utilizzando questo bene e il lavoro, l’impresa B produce un altro bene intermedio che esporta nel Paese 2 al
prezzo di 100, al netto dell’imposta. L’impresa C, che opera nel Paese 2, effettua l’importazione e rivende il
bene al consumatore del Paese 2 al prezzo di 200.
Sapendo che:
- in entrambi i Paesi viene applicata il metodo imposta da imposta;
- l’aliquota IVA vigente nel Paese 1 è del 10%, quella vigente nel Paese 2 è del 20%,
calcolate:
i) l’imposta versata da A, B e C;
ii) il gettito per i due Paesi
nel caso in cui l’IVA in contesto internazionale venga applicata con:
‐ il principio di destinazione con la presenza delle dogane;
‐ il principio di origine.

Soluzione

a)
1. Il principio di destinazione secondo il quale sui beni oggetto di scambio internazionale si applica
esclusivamente il regime fiscale (aliquota) del paese di destinazione dello scambio.
2. Il principio di origine secondo il quale sui beni oggetto di scambio internazionale si applica
esclusivamente il regime fiscale (aliquota) del paese di origine dello scambio.

b) Principio di destinazione

i) Imposta versata dalle singole imprese


L’impresa A ha
Iva a credito=0
Iva a debito=10% x 1000=100.
Iva da versare=100.

L’impresa B ha
Iva a credito=10 % x 1000=100.
Iva a debito=0 (l’esportazione non è imponibile perché si applica il principio di destinazione).
Iva da versare= -100.

L’impresa C versa 20% x 100=20 in dogana (si applica l’aliquota del Paese 2 poiché stiamo adottando il
principio di destinazione).
IVA a credito=20.
IVA a debito=20% x 200=40.
Iva da versare =40-20=20.

ii) Gettito per i singoli paesi


Il Paese 1 ottiene l’imposta versata dalle imprese A e B, ovvero 100-100=0. Il Paese 2 ottiene l’imposta
versata dall’impresa C, cioè 40 (20 in dogana+20 sulla vendita finale).

Principio di origine

i) Imposta versata dalle singole imprese

L’impresa A ha
Iva a credito=0
Iva a debito=10% x 1000=100.

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Iva da versare=100.

L’impresa B ha
Iva a credito=100.
Iva a debito=10% x 100 (l’esportazione è imponibile perché si applica principio di origine e l’aliquota del
Paese in cui il bene è prodotto).
Iva da versare=10 -100=-90.

L’impresa C ha:
IVA a credito=10 (pagata nel Paese 1).
IVA a debito=20% x 200=40.
L’Iva da versare è pari a 40-10=30.

ii) Gettito per i singoli paesi


Il Paese 1 ottiene l’imposta versata dalle imprese A e B, ovvero 100-90=10. Il Paese 2 ottiene l’imposta
versata dall’impresa C, cioè 30.

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