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SCHEDA DI APPROFONDIMENTO 3:

LE BUGIE SUI FONDI PENSIONE


BUGIA N.1: “CHI PENSA ALLA PENSIONE? rendimento minimo garantito. I mercati
SONO GIOVANE HO TEMPO!”. Nulla finanziari non sono certo privi di rischio, ma
di più sbagliato! Il costante aumento non dobbiamo dimenticare che l’orizzonte
dell’aspettativa di vita pone un problema di investimento ai fini previdenziali sarà
di rischio pensionistico! Secondo gli ultimi evidentemente di lungo periodo. Ad
dati disponibili (al 31/12/2019), gli aderenti esempio, se abbiamo appena iniziato a
alla previdenza complementare sono oltre lavorare, potremmo decidere di destinare
8 milioni, pari solo al 31,4% circa della forza i nostri risparmi previdenziali ad una linea
lavoro. Eppure l’aumento della speranza di di investimento con una percentuale di
vita fa crescere il livello di spesa previdenziale investimento azionario rilevante. Nel medio-
e questo comporta la necessità di avere lungo periodo, infatti, le azioni presentano
un sistema di welfare integrato che possa una redditività maggiore delle obbligazioni
garantire alla popolazione un adeguato e si ha abbastanza tempo per recuperare
tenore di vita al termine dell’attività eventuali rendimenti negativi (strumenti
lavorativa, per un periodo di quiescenza con rendimenti più alti presentano anche
sempre più lungo. Al giovane incurante e maggiori oscillazioni di valore). Se, invece,
dubbioso è necessario spiegare che il tema siamo prossimi alla pensione ecco che il
previdenziale, originato come problema nostro obiettivo cambia: avremo interesse
demografico, può essere risolto se cambiamo a preservare il capitale accumulato fino
modo di rappresentarlo: pensiamolo come a quel momento e sarà consigliabile una
un “salvadanaio consapevole”, solo così si linea di investimento garantita, poiché non
entra nell’ottica di costruire una pensione si avrebbe tempo di compensare eventuali
aggiuntiva o “di scorta”. perdite subìte.

BUGIA N.2: “LA BORSA È COME UNA BUGIA N.3: SERVE UNA PATENTE PER
ROULETTE, SE VERSO IL MIO TFR IL RISPARMIO PREVIDENZIALE? La
AI FONDI PENSIONE, LORO SE LO previdenza complementare può essere
GIOCANO AL CASINÒ”. vista come un “salvadanaio consapevole”
È proprio così? Evidentemente no. che accompagna l’aderente lungo la
Risulta necessario pensare al risparmio traiettoria demografica e cresce attraverso
previdenziale come una sorta di “salvadanaio l’investimento nei mercati finanziari.
consapevole”. La novità rispetto al L’adesione dovrebbe avvenire prima
salvadanaio così come l’abbiamo conosciuto possibile, per accumulare contributi durante
nella nostra infanzia è rappresenta un periodo che sia più lungo possibile,
dall’evoluzione che i mercati finanziari attraverso un percorso di “risparmio
operano sui nostri risparmi previdenziali. I intelligente”. Pensiamo, ad esempio,
contributi alla previdenza complementare ad un giovane iscritto alla previdenza
possono essere destinati a varie linee di complementare: ancorché non abbia
investimento, con diversi gradi di rischio: ancora iniziato la sua carriera lavorativa,
azionarie, bilanciate, obbligazionarie, a può contribuire da subito ai propri obiettivi

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previdenziali, magari grazie all’aiuto dei perché la previdenza obbligatoria ha


genitori, e allo stesso modo disporre di un sempre assicurato un tasso di sostituzione,
salvadanaio da utilizzare per necessità non calcolato sull’ultima retribuzione, piuttosto
previdenziali, quali ad esempio un corso di elevato, così che non è mai stato percepito
inglese all’estero. Semplicemente il giovane un forte “bisogno previdenziale”. Le recenti
studente potrà prelevare quanto necessario riforme del sistema pensionistico hanno
e poi, in un secondo momento, ripristinare modificato drammaticamente il quadro
le somme utilizzate, proprio come se fosse facendo diminuire in misura sensibile i tassi
un salvadanaio. Purtroppo l’impostazione di sostituzione.
storica del sistema previdenziale
obbligatorio del nostro paese non ha favorito
lo sviluppo di una cultura previdenziale,

Glossario TASSO DI SOSTITUZIONE: è il rapporto tra l’importo annuo della prima rata di pensione e
quello dell’ultima retribuzione (o reddito da lavoro nel caso dei lavoratori autonomi); è un indicatore di
quando varia il reddito del lavoratore nel passaggio dalla vita attiva al pensionamento.

Ecco perché oggi si avverte la necessità di pensare a un risparmio previdenziale fin da subito. Questo
richiede la conoscenza di tematiche finanziarie e previdenziali, almeno di base, che permettano a
tutti gli individui di radicare maggiore consapevolezza nelle proprie scelte finanziarie, che possa
concretizzarsi in un’attenta pianificazione pensionistica e nella creazione del salvadanaio prima
descritto.

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Ma quanto sono preparati i giovani studenti e lavoratori sul tema della previdenza?
Osserviamo alcuni dati tratti da un’indagine Censis del 2012 sul rapporto tra giovani e previdenza:

Indagini svolte più recentemente hanno confermato che i giovani avvertono l’incertezza del loro
futuro pensionistico: nell’ultima indagine Mefop (2019), in un quesito sulle principali preoccupazioni,
“pensioni inadeguate” è stato selezionato dal 49% degli intervistati tra i 18 e 34 anni, una quota
più che doppia rispetto a “perdita del lavoro” (19%), “mantenimento figli” (20%) e “acquisto casa”
(22%). Purtroppo la percezione del problema non si è ancora tradotta in un conseguente attivismo
sul fronte previdenziale.

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Il risultato è un tasso di adesione piuttosto basso, come evidenziato dal seguente grafico sui tassi di
adesione per fasce di età (dati riferiti al 2019):

Il grafico mostra come il tasso di partecipazione al di sotto dei 35 anni si attesti al 21,2% (contro il
tasso medio di adesione del 31,4%). Una misura che appare preoccupante e che evidenzia quanto
sia ampiamente sottovalutato il tema previdenziale tra i più giovani. Per il nostro paese risulta
importante investire nella diffusione della cultura previdenziale, ampliando le occasioni e i momenti
di formazione sia in materia finanziaria che previdenziale. Emerge la necessità di istituire una
“patente previdenziale” che assicuri ai giovani studenti e lavoratori tutti gli strumenti necessari per
poter accrescere la propria consapevolezza sul risparmio previdenziale.

BUGIA N.4: “MI HANNO DETTO CHE ANCHE I RISPARMI PER LA PENSIONE SONO
TASSATI, NON C’È NESSUNA CONVENIENZA!”.
Sappiamo che nel nostro paese il risparmio previdenziale è tassato, certo, ma qui ci interessa
capire se esiste o meno una convenienza fiscale e quindi sfatare la “bugia” analizzata.
Il regime fiscale applicato alla previdenza distingue tre momenti: il primo riguarda la fase della
contribuzione, il secondo quella dei rendimenti e il terzo quella delle prestazioni.
Nel nostro sistema la prima fase, quella della contribuzione, risulta esente da imposta e
riconosce una deducibilità dal reddito complessivo imponibile ai fini della tassazione personale
fino ad un massimo di 5.164,57 euro. Questo significa che la mia base imponibile viene

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abbattuta in misura pari a quanto decido di contribuire, dunque una minor base imponibile si
traduce in un reale risparmio di imposte dovute a livello personale.

La seconda fase riguarda quella dei rendimenti; con riferimento alla previdenza complementare,
la tassazione sui rendimenti maturati si attestava all’11%, oggi elevata al 20% a seguito delle
recenti modifiche fiscali.
L’ultima fase riguarda quella delle prestazioni, al momento del pensionamento la tassazione
dipende dalla propria storia previdenziale. La ritenuta a titolo di imposta è pari al 15% per
la quale interviene una riduzione dello 0,3% per ogni anno di permanenza nelle forme di
previdenza complementare dopo il quindicesimo. Lo “sconto” massimo ottenibile è pari al 6%
(corrispondente a 20 anni di permanenza nelle forme di previdenza complementare); portando
così il livello di tassazione sulla prestazione al 9%.
La scelta del nostro Paese è stata quella di adottare un modello di tassazione chiamato ETT
(Esente, Tassato, Tassato) con riferimento ai tre momenti sopra citati. In realtà il modello
più diffuso in Europa è quello EET per il quale i rendimenti non risultano tassati e questo
segue una logica ampiamente condivisibile. Detto questo, il sistema di tassazione in vigore
nel nostro paese al momento della prestazione risulta più favorevole rispetto agli altri paesi
europei soprattutto per chi può vantare una lunga adesione alla previdenza complementare.
Per renderci meglio conto della convenienza fiscale goduta tramite l’adesione alla previdenza
complementare, rispetto alla scelta di lasciare il TFR in azienda, risulta utile considerare una
semplice comparazione come questa:

FONTE: elaborazione dell'Autore

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BUGIA N.5: “SE VERSO A UN FONDO PENSIONE NON POTRÒ PIÙ AVERE LA
DISPONIBILITÀ DEI MIEI SOLDI IN CASO DI NECESSITÀ”.
Non è così. Non serve necessariamente aspettare l’età della pensione per poter usufruire di
quanto accantonato.
Ad esempio, pensiamo al salvadanaio previdenziale di un giovane studente, alimentato dai
risparmi dei genitori. Nel periodo universitario, il giovane desideroso di apprendere meglio le
lingue straniere decide di fare un viaggio studio. Ecco che il salvadanaio può adempiere a tale
necessità.
Ancora. Per motivi importanti, legati a consumi duraturi, acquisto di casa o spese mediche,
l’aderente al fondo pensione può fare domanda per ottenere un’anticipazione. Infatti in
qualsiasi momento, il lavoratore può richiedere un’anticipazione (fino al 75 % di quanto
maturato) sulla posizione maturata per spese sanitarie e, dopo otto anni dall’iscrizione, anche
per l’acquisto o la ristrutturazione della propria casa. Per tutte le altre motivazioni è possibile
nella misura pari al 30% di quanto maturato, trascorsi almeno otto anni dall’adesione.

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