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WELFARE STATE

ORIGINI DEL WELFARE STATE

 A partire dalla seconda metà dell’800


 tempi e modi diversi, ma indubbia correlazione tra sviluppo del WS in uno Stato e la formazione della sua classe operaia
 Il WS nasce quasi sempre su iniziativa dei lavoratori e delle loro organizzazioni
 i primi istituiti nascono in Germania in periodo bismarckiano e erano istituti di categoria
 Il WS si afferma quando i rischi che un individuo sopporta vengono considerati come rischi sociali e non
solamente individuali
MODELLI DI WS

La storia nazionale di un paese e il suo legame con i primi istituti a tutela dei rischi sociali sono alla base delle diverse
tipologie di WS nei vari paesi.
DIFFERENZE:
 Atteggiamento delle nazioni sul concetto di uguaglianza
 Atteggiamento riguardo il concetto di lavoro
 Ruolo della famiglia
Criterio di distinzione principale: il formato della copertura, cioè le regole di accesso ai principali schemi di
protezione sociale
MODELLI DI WS II

Capito CHI può beneficiare della copertura, differenze possono emergere anche riguardo QUANTA copertura
offrire e COME offrirla
Esping-Andersen nel 1990 individua tre regimi base e enfatizza che nella determinazione di un modello di WS
bisogna tener in considerazione tre «attori» principali
1. Stato
2. Mercato del lavoro
3. Famiglia
Un modello di welfare si caratterizza dal modo in cui i tre attori interagiscono per tutelare i rischi sociali
MODELLI DI WS SECONDO ESPING-ANDERSEN

Tre forme principali di WS


1. Modello SOCIALDEMOCRATICO
2. Modello LIBERALE
3. Modello CORPORATIVO
Ai tre modelli la letteratura ha poi affiancato anche una quarta tipologia
4. Modello MEDITERRANEO
MODELLI DI WS SECONDO ESPING-ANDERSEN II

Non solo le caratteristiche dei modelli sono diversi ma diversi sono anche gli esiti a cui portano.
Gli esiti possono essere valutati secondo 3 dimensioni
1. DEMERCIFICAZIONE: quanto il WS riesca a tutelare il diritto al reddito indipendentemente dalla vendita
della propria forza lavoro
2. DESTRATIFICAZIONE: quanto il WS riesca a ridurre le differenze tra status occupazionali o classi sociali
3. DEFAMILIZAZZIONE: quanto il WS riesca ad attenuare la dipendenza dell’individuo dalla famiglia
MODELLO SOCIALDEMOCRATICO

CARATTERISTICHE
 Tutele universali quindi basate sulla cittadinanza
 Prestazioni ampie, diffuse e (generalmente) uguali per tutti
 Ruolo preminente dello Stato

Tipo di finanziamento: peso non trascurabile le imposte generali


MODELLO SOCIALDEMOCRATICO

ESITI
1. DEMERCIFICAZIONE: ALTA
Attenuazione della dipendenza degli individui dal mercato del lavoro
2. DESTRATIFICAZIONE: ALTA
Eguaglianza di trattamento per tutti i cittadini
3. DEFAMILIZAZZIONE: ALTA
Minima dipendenza dall’aiuto e dal sostegno familiare
MODELLO LIBERALE

CARATTERISTICHE
 Means testing: tutele vengono elargite in base a metodi di controllo delle condizioni economiche individuali
 Prestazioni minime e riferite solo a gravi rischi sociali
 Ruolo marginale dello Stato e ricorso prevalente al mercato
MODELLO LIBERALE

ESITI
1. DEMERCIFICAZIONE: BASSA
Forte dipendenza degli individui dal mercato del lavoro
2. DESTRATIFICAZIONE: BASSA
C’è un «WS per i poveri» (pubblico) e un «WS per i ricchi» (privato)
3. DEFAMILIZAZZIONE: MEDIA
La famiglia gioca un ruolo importante per il sostegno degli individui nelle fasce sociali deboli
MODELLO CORPORATIVO

CARATTERISTICHE
 Tutele pubbliche ma collegate alla posizione occupazionale
 Il beneficiario della tutela è il lavoratore non il cittadino
 Prestazioni legate ai contributi o alle retribuzioni
 Ruolo importante dello Stato che interviene laddove i bisogni non trovassero risposta individuale, familiare o
corporativa (ruolo di sussidiarietà)

Tipo di finanziamento: contributi sociali


MODELLO CORPORATIVO

ESITI
1. DEMERCIFICAZIONE: MEDIA
Attenuata la dipendenza degli individui dal mercato del lavoro, comunque importante e centrale
2. DESTRATIFICAZIONE: MEDIO/BASSA
Chi ha può permettersi contributi più ampi riesce ad avere tutele migliori
3. DEFAMILIZAZZIONE: BASSA
La dipendenza dal sostegno e dall’aiuto familiare è massima e si protrae a lungo
MODELLO MEDITERRANEO

Variante del sistema corporativo, in cui prevale ancora di più il ruolo della famiglia come ammortizzatore sociale
CARATTERISTICHE
 Centralità della famiglia
 Regolazione del mercato del lavoro fortemente dualistica
 Ritardo nella creazione di una rete di sicurezza base contro il rischio di povertà
CONFRONTO

Socialdemocratico Liberale Corporativo


Copertura Universale Marginale Occupazionale
Destinatari principali Cittadini Poveri Lavoratori
Gamma di prestazioni Elevata Media Limitata
Finanziamento Fiscale Fiscale Contributivo
Livello di Spesa Alto Basso Medio
Componente Consumi pubblici Programmi mirati Trasferimenti
predominante spesa
PRESTAZIONE DEL WS
1. Pensioni 4. Ammortizzatori Sociali
1. Pensioni di vecchiaia 1. Cassa integrazione
2. Pensioni di anzianità 2. Disoccupazione
3. Pensioni superstiti
3. Infortuni sul lavoro
2. Sanità
4. Malattia
1. Assistenza di base
5. Maternità
2. Spesa farmaceutica
3. Assistenza specialistica/ospedaliera 5. Istruzione
3. Assistenza 1. Scuola materna

1. Assistenza familiare 2. Istruzione obbligatoria


3. Istruzione secondaria
2. Pensione sociale
4. Istruzione universitaria
3. Sostegno diversamente abili
4. Sostegno invalidi civili
LA SPESA SANITARIA
INTERVENTO PRIVATO: IL RUOLO DELLE ASSICURAZIONI

Le assicurazioni giocano un ruolo fondamentale se la fornitura dei servizi sanitari è lasciata al mercato privato
L’assicurazione accetta di erogare una somma di denaro all’assicurato al manifestarsi di determinati eventi
sfavorevoli, a fronte del pagamento da parte di quest’ultimo di un premio assicurativo
Maggiore è il premio assicurativo maggiore è il grado di copertura degli eventi sfavorevoli
INTERVENTO PRIVATO: IL RUOLO DELLE ASSICURAZIONI
PREMIO EQUO: premio pari al valore atteso della perdita causata dall’evento sfavorevole

ESEMPIO:
Probabilità di ammalarsi 1/10.
Reddito da lavoro quando l’individuo non è ammalato: 50.000
Reddito da lavoro se l’individuo si ammala: 20.000

PREMIO EQUO:
REDDITO ATTESO

Immaginiamo un’assicurazione che a fronte di un premio equo rimborsa l’intero danno subito.
 Se l’individuo non si assicura
 si ammala  20.000
 non si ammala  50.000

 il valore atteso del reddito  50000 + 20000 = 47000

 Se l’individuo si assicuro (paga 3000 di premio equo)


 si ammala  47.000 (20.000 - 3.000 + 30.000)
 Non si ammala  47.000 (50.000 – 3.000 + 0)
 Reddito certo  47.000
È indifferente per l’individuo assicurarsi o no?
ATTITUDINE AL RISCHIO

Dipende dall’attitudine al rischio dell’individuo!


Se si accetta l’ipotesi dell’utilità marginale del reddito
decrescente, la funzione di utilità è concava

𝑈 <𝑈 <𝑈 <𝑈 <𝑈

Avversione al rischio: Preferenza per un reddito


certo rispetto a un reddito rischioso avente lo stesso
valore atteso.
ATTITUDINE AL RISCHIO

Propensione al rischio: Preferenza per un reddito


incerto rispetto a un reddito certo avente lo stesso
valore atteso.

Neutralità al rischio: Indifferenza tra un reddito


certo e un reddito incerto aventi lo stesso valore
atteso.
PREMIO AL RISCHIO

Premio di rischio: Massima somma di denaro che


un individuo avverso al rischio è disposto a pagare per
evitare il rischio.
Nell’esempio in figura, il reddito certo che assicura la
stessa utilità del reddito atteso di 20.000, è pari a
16.000.
In questo caso, l’individuo sarebbe disposto a pagare
un premio al rischio di 20.000-16.000=4000
MAGGIORE È L’AVVERSIONE AL RISCHIO DI UN
INDIVIDUO, MAGGIORE È IL PREMIO AL RISCHIO
CHE è DISPOSTO AD ACCETTARE
SELEZIONE AVVERSA

È nell’interesse dell’assicurazione assicurare più persone possibile così da coprire con buone probabilità i costi di
rimborso.
MA CHI SI ASSICURERÀ?
Se l’assicurazione fa pagare il premio equo (medio) senza poter distinguere tra soggetti con rischi diversi, rimarranno
sul mercato solo i soggetti con elevata probabilità di ammalarsi
L’assicurazione incorrerà nelle perdite che dovranno essere ripianate aumentando i premi
Ulteriori soggetti non si assicureranno e rimarranno nel mercato i più esposti al rischio… il processo continua fino al
non funzionamento del mercato
AZZARDO MORALE

COSA SUCCEDE UNA VOLTA ASSICURATI?


 Gli assicurati potrebbero intraprendere stili di vita meno salubri
 Gli assicurati potrebbero consumare eccessivamente servizi sanitari
perché l’assicurazione copre i costi
ALTRI PROBLEMI
 Ignoranza di ciò che si domanda
 Vaghi criteri sulla scelta del medico
 Difficoltà di apprezzarne la qualità (experience good)
OLTRE L’EFFICIENZA

L’intervento dello Stato può essere giustificato quindi dai fallimenti che caratterizzano il mercato dei servizi sanitari
A queste ragioni possono essere affiancate quelle di egalitarismo: l’assicurazione contro la malattia appartiene alla
sfera dei diritti primari
A seconda del peso che si danno alle varie posizioni si ottengono due sistemi «estremi»
1. Modello privatistico: ruolo centrale delle assicurazioni
2. Modello pubblico: tutti i cittadini possono usufruire indistintamente dei servizi sanitari
IL SISTEMA SANITARIO ITALIANO

 Introdotto dalla legge 833 nel 1978


 Ispirazione di tipo equitativo anche in accordo con la Costituzione Italiana (articolo 32: La Repubblica tutela la salute
come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività …)
 Modello pubblico: completo finanziamento pubblico e offerta pubblica preponderante
 La responsabilità del servizio sanitario ricade sulle Regioni
 Competenza esclusiva la programmazione e l’organizzazione dei servizi sanitari
 Lo Stato mantiene la funzione esclusiva riguardo le disposizioni generali per la tutela di salute pubblica
MODALITÀ DI FINANZIAMENTO

Il finanziamento è coperto da:


1. Tributi propri: tributi destinati ad un dato livello di governo (in questo caso regionale) e rispetto ai quali quel
livello di governo (Regioni) ha autonomia nello stabilire aliquote e base imponibile
 IRAP: Imposta Regionale sulle Attività Produttive
 Addizionale IRPEF: La Regione può decidere di variare l’aliquota base entro determinati limiti
2. Compartecipazione al gettito IVA. Forma di finanziamento di un livello inferiore di governo (Regioni) dato da
una quota del gettito di un tributo destinato ad livello di governo superiore (Stato)
MODALITÀ DI FINANZIAMENTO

3. Entrate proprie: ticket


 I ticket nascono principalmente come strumento di compartecipazione del costo per limitare fenomeni di azzardo morale
e sovra consumo ma sono diventati sempre più importanti per il finanziamento dei servizi
 Nel 2001 vennero aboliti per poi essere reintrodotti già nel 2002 dato l’aumento della spesa sanitaria
 Con la reintroduzione del ticket si è previso esplicitamente l’uso dei ticket come forma di finanziamento in caso di deficit
delle Regioni. Si è usciti dalla logica di contenimento del sovra consumo
CONSEGUENZA: forte eterogeneità nel prezzo dello stesso servizio fornito in Regioni diverse, rimarcando una forte
diseguaglianza territoriale di accesso alla sanità pubblica.
SUPER-TICKET - ATTENZIONE: DAL 2020 È ABOLITO

Possibilità delle Regioni di imporre un ticket per le visite specialistiche


 Alcune regioni applicano la tariffa fissa di 10€ (Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia)
 Poche hanno rinunciato ad applicarlo (Valle d’Aosta, Sardegna, province di Trento e di Bolzano)
 Altre hanno applicato il ST in base al reddito del fruitore (Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Veneto e Marche)
 Le restanti (Lombardia, Piemonte, Basilicata e Campania) lo hanno modulato in rapporto al costo della prestazione,
arrivando anche a 30€
SUPER-TICKET

PROBLEMI:
1. Ticket + Super-ticket può in alcuni casi portare il cittadino a pagare più rispetto alle tariffe del mercato privato
2. Quando il ST viene parametrato alla prestazione vengono introdotti meccanismi di mercato dove è il fallimento
del mercato stesso a giustificare l’intervento pubblico
3. Le tariffe applicate in alcune regioni rischiano di violare il principio di universalità del servizio sanitario nazionale
sancito nell’articolo 32 della Costituzione

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