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Carlo Goldoni La locandiera - Opere Teatrali -

La Locandiera
di Carlo Goldoni

Personaggi 1

ATTO PRIMO 2

Scena Prima 2

Scena Seconda 2

Scena Terza 3

Personaggi
Il Cavaliere di Ripafratta
Il Marchese di Forlipopoli
Il Conte d'Albafiorita
Mirandolina, locandiera
Ortensia comica
Dejanira comica
Fabrizio, cameriere di locanda
Servitore, del Cavaliere
Servitore, del Conte
La scena si rappresenta in Firenze, nella locanda di Mirandolina.

Pagina 1 di 3 Esercizio di formattazione 13/3/2022


Carlo Goldoni La locandiera - Opere Teatrali -

CONTE: Mirandolina ha bisogno di denari, e


ATTO PRIMO non di protezione.

MARCHESE: Denari?... non ne mancano.

Scena Prima CONTE: Io spendo uno zecchino il giorno,


signor Marchese, e la regalo
Sala di locanda. continuamente.
Il Marchese di Forlipopoli ed il Conte MARCHESE: Ed io quel che fo non lo dico.
d'Albafiorita
CONTE: Voi non lo dite, ma già si sa.
MARCHESE: Fra voi e me vi è qualche
differenza. MARCHESE: Non si sa tutto.

CONTE: Sulla locanda tanto vale il vostro CONTE: Sì! caro signor Marchese, si sa. I
denaro, quanto vale il mio. camerieri lo dicono. Tre paoletti il giorno.

MARCHESE: Ma se la locandiera usa a me MARCHESE: A proposito di camerieri; vi è quel


delle distinzioni, mi si convengono più che cameriere che ha nome Fabrizio, mi piace
a voi. poco. Parmi che la locandiera lo guardi
assai di buon occhio.
CONTE: Per qual ragione?
CONTE: Può essere che lo voglia sposare. Non
MARCHESE: Io sono il Marchese di Forlipopoli. sarebbe cosa mal fatta. Sono sei mesi che è
CONTE: Ed io sono il Conte d'Albafiorita. morto il di lei padre. Sola una giovane alla
testa di una locanda si troverà imbrogliata.
MARCHESE: Sì, Conte! Contea comprata. Per me, se si marita, le ho promesso
trecento scudi.
CONTE: Io ho comprata la contea, quando voi
avete venduto il marchesato. MARCHESE: Se si mariterà, io sono il suo
protettore, e farò io... E so io quello che
MARCHESE: Oh basta: son chi sono, e mi si
farò.
deve portar rispetto.
CONTE: Venite qui: facciamola da buoni amici.
CONTE: Chi ve lo perde il rispetto? Voi siete
Diamole trecento scudi per uno.
quello, che con troppa libertà parlando...
MARCHESE: Quel ch'io faccio, lo faccio
MARCHESE: Io sono in questa locanda, perché
segretamente, e non me ne vanto. Son chi
amo la locandiera. Tutti lo sanno, e tutti
sono. Chi è di là? (Chiama.)
devono rispettare una giovane che piace a
me. CONTE: (Spiantato! Povero e superbo!). (Da
sé.)
CONTE: Oh, questa è bella! Voi mi vorreste
impedire ch'io amassi Mirandolina? Perché
credete ch'io sia in Firenze? Perché credete
ch'io sia in questa locanda?
Scena Seconda
MARCHESE: Oh bene. Voi non farete niente.
Fabrizio e detti.
CONTE: Io no, e voi sì?
FABRIZIO: Mi comandi, signore. (Al Marchese.)
MARCHESE: Io sì, e voi no. Io son chi sono.
Mirandolina ha bisogno della mia MARCHESE: Signore? Chi ti ha insegnato la
protezione. creanza?

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Carlo Goldoni La locandiera - Opere Teatrali -

FABRIZIO: La perdoni. Fuor del suo paese non vogliono esser titoli
per farsi stimare, vogliono esser quattrini2).
CONTE: Ditemi: come sta la padroncina? (A
(Da sé, parte.)
Fabrizio.)

FABRIZIO: Sta bene, illustrissimo.

MARCHESE: È alzata dal letto?


Scena Terza
FABRIZIO: Illustrissimo sì.
Il Marchese ed il Conte.
MARCHESE: Asino.
MARCHESE: Voi credete di soverchiarmi con i
FABRIZIO: Perché, illustrissimo signore? regali, ma non farete niente. Il mio grado
val più di tutte le vostre monete.
MARCHESE: Che cos'è questo illustrissimo?
CONTE: Io non apprezzo quel che vale, ma
FABRIZIO: È il titolo che ho dato anche a
quello che si può spendere.
quell'altro Cavaliere.
MARCHESE: Spendete pure a rotta di collo.
MARCHESE: Tra lui e me vi è qualche
Mirandolina non fa stima di voi.
differenza.
CONTE: Con tutta la vostra gran nobiltà,
CONTE: Sentite? (A Fabrizio.)
credete voi di essere da lei stimato?
FABRIZIO: (Dice la verita. Ci è differenza: me Vogliono esser denari.
ne accorgo nei conti). (Piano al Conte.)
MARCHESE: Che denari? Vuol esser
MARCHESE: Di' alla padrona che venga da me, protezione. Esser buono in un incontro di
che le ho da parlare. far un piacere.

FABRIZIO: Eccellenza sì. Ho fallato questa CONTE: Sì, esser buono in un incontro di
volta? prestar cento doppie3.

MARCHESE: Va bene. Sono tre mesi che lo sai; MARCHESE: Farsi portar rispetto bisogna.
ma sei un impertinente.
CONTE: Quando non mancano denari, tutti
FABRIZIO: Come comanda, Eccellenza. rispettano

CONTE: Vuoi vedere la differenza che passa fra MARCHESE: Voi non sapete quel che vi dite.
il Marchese e me?
CONTE: L'intendo meglio di voi.
MARCHESE: Che vorreste dire?

CONTE: Tieni. Ti dono uno zecchino1. Fa che


anch'egli te ne doni un altro.

FABRIZIO: Grazie, illustrissimo. (Al Conte.)


Eccellenza... (Al Marchese.)

MARCHESE: Non getto il mio, come i pazzi.


Vattene.

FABRIZIO: Illustrissimo signore, il cielo la


benedica. (Al Conte.) Eccellenza. (Rifinito.
2
da sé, parte
1 3
Equivale a due scudi d’oro una doppia valeva tre scudi d'oro

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