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La bohème

Opera in quattro quadri

Libretto di
Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
(Da Scènes de la vie de bohème di Henri Murger)

Musica di
Giacomo Puccini

PERSONAGGI

Rodolfo, poeta tenore


Schaunard, musicista baritono
Benoît, padrone di casa basso
Mimì soprano
Marcello, pittore baritono
Colline, filosofo basso
Alcindoro, consigliere di Stato basso
Musetta soprano
Parpignol, venditore ambulante tenore
Altro venditore ambulante tenore
Sergente dei Doganieri basso
[Un doganiere] [basso]
[Un ragazzo] [–]

Studenti, sartine, borghesi, bottegai e bottegaie, venditori ambulanti,


soldati, camerieri da caffè, ragazzi, ragazze, ecc.

Epoca, 1830 circa. A Parigi.

Prima rappresentazione assoluta:


Torino, Teatro Regio, 1° febbraio 1896

Nuova edizione riveduta sulle fonti originali, a cura di Francesco Degrada,


Casa Ricordi, Milano
... Pioggia o polvere, freddo o solleone, nulla arresta questi arditi avventurieri...
La loro esistenza è un’opera di genio di ogni giorno, un problema quotidiano che essi pervengono
sempre a risolvere con l’aiuto di audaci matematiche...
Quando il bisogno ve li costringe, astinenti come anacoreti – ma, se nelle loro mani cade un po’ di
fortuna, eccoli cavalcare in groppa alle più fantasiose matterìe, amando le più belle donne e le più
giovani, bevendo i vini migliori ed i più vecchi e non trovando mai abbastanza aperte le finestre onde
gettar quattrini; poi – l’ultimo scudo morto e sepolto – eccoli ancora desinare alla tavola rotonda del
caso ove la loro posata è sempre pronta; contrabbandieri di tutte le industrie che derivano dall’arte,
a caccia da mattina a sera di quell’animale feroce che si chiama: lo scudo.
La Bohème ha un parlare suo speciale, un gergo... Il suo vocabolario è l’inferno della retorica e il pa-
radiso del neologismo...
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..........................................................................................................................................................
Vita gaia e terribile!...

(H. Murger, prefazione alla Vie de bohème)*

* Gli autori del presente libretto, meglio che seguire a passo a passo il libro di Murger (anche per ragioni di op-
portunità teatrali e soprattutto musicali), hanno voluto ispirarsi alla sua essenza racchiusa in questa mirabile pre-
fazione.
Se stettero fedeli ai caratteri dei personaggi, se furono a volte quasi meticolosi nel riprodurre certi particolari di
ambiente, se nello svolgimento scenico si attennero al fare del Murger suddividendo il libretto in “quadri ben di-
stinti”, negli episodi drammatici e comici essi vollero procedere con quell’ampia libertà che – a torto o a ragione –
stimarono necessaria all’interpretazione scenica del libro più libero forse della moderna letteratura.
Però, in questo bizzarro libro se de’ diversi personaggi sono e balzano fuori vivi, veri e nettissimi i singoli caratteri,
s’incontra spesso che uno stesso carattere prenda diversi nomi, s’incarni quasi in due persone diverse.
Chi può non confondere nel delicato profilo di una sola donna quelli di Mimì e di Francine? Chi, quando legge
delle “manine” di Mimì più “bianche di quelle della dea dell’ozio” non pensa al manicotto di Francine?
Gli autori stimarono di dover rilevare una tale identità di caratteri. Parve ad essi che quelle due gaie, delicate e in-
felici creature rappresentassero nella commedia della Bohème un solo personaggio cui si potrebbe benissimo in
luogo dei nomi di Mimì e Francine dare quello di: Ideale.

G. G. - L. I.

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QUADRO PRIMO Rodolfo
Quelle sciocche foreste
che fan sotto la neve?
“Mimì era una graziosa ragazza che doveva
particolarmente simpatizzare e combinare cogli Marcello
ideali plastici e poetici di Rodolfo. Ventidue an- Rodolfo, io voglio dirti
ni; piccola; delicata... Il suo volto pareva un ab- un mio pensier profondo:
bozzo di figura aristocratica; i suoi lineamenti (soffiando sulle dita)
erano d’una finezza mirabile... ho un freddo cane.
Il sangue della gioventù scorreva caldo e vivace
nelle sue vene e coloriva di tinte rosee la sua Rodolfo
pelle trasparente dal candore vellutato della ca- (avvicinandosi a Marcello)
melia... Ed io, Marcel, non ti nascondo
Questa beltà malaticcia sedusse Rodolfo... Ma che non credo al sudor della fronte!
quello che più lo rese innamorato pazzo di ma-
damigella Mimì furono le sue manine che essa Marcello
sapeva, anche tra le faccende domestiche, ser- Ho diacciate
bare più bianche di quelle della dea dell’ozio.” le dita... quasi ancor le tenessi immollate,
giù in quella gran ghiacciaia che è il cuore di
[Musetta.
In soffitta (Lascia sfuggire un lungo sospirone, e tralascia
di dipingere, deponendo tavolozza e pennelli)
Ampia finestra dalla quale si scorge una distesa
di tetti coperti di neve. A sinistra un camino. Rodolfo
Una tavola, un armadietto, una piccola libreria, (subito)
quattro sedie, un cavalletto da pittore, un letto: L’amor è un caminetto che sciupa troppo...
libri sparsi, molti fasci di carte, due candelieri.
Uscio nel mezzo, altro a sinistra. Marcello
S’alza subito la tela. Rodolfo guarda medita- (pensieroso)
bondo fuori della finestra. Marcello lavora al ... e in fretta!
suo quadro: Il passaggio del Mar Rosso, colle
mani intirizzite dal freddo e che riscalda alitan- Rodolfo
... dove l’uomo è fascina...
dovi su di quando in quando, mutando, pel
gran gelo, spesso posizione. Marcello
Marcello ... e la donna è l’alare...
(seduto, continua a dipingere)
Rodolfo
Questo Mar Rosso mi ammollisce e assidera ... l’uno brucia in un soffio...
come se addosso mi piovesse in stille.
(Si allontana dal cavalletto per guardare il suo Marcello
quadro) ... e l’altro sta a guardare.
Per vendicarmi, affogo un Faraon!
(Torna al lavoro; a Rodolfo) Rodolfo
Che fai? Ma intanto qui si gela...
Rodolfo Marcello
(volgendosi un poco) ... e si muore d’inedia!
Nei cieli bigi
guardo fumar dai mille Rodolfo
comignoli Parigi Fuoco ci vuole...
(additando il camino senza fuoco)
e penso a quel poltrone Marcello
di un vecchio caminetto ingannatore Aspetta...
che vive in ozio come un gran signor! (afferrando una sedia e facendo atto di spezzar-
la)
Marcello sacrifichiam la sedia!
Le sue rendite oneste (Rodolfo impedisce con energia l’atto di Mar-
da un pezzo non riceve. cello)

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Rodolfo (Si apre con fracasso la porta in fondo ed entra
(con gioia, per un’idea che gli è balenata) Colline gelato, intirizzito, battendo i piedi, get-
Eureka! tando con ira sul tavolo un pacco di libri legato
(Corre al tavolo e di sotto ne leva un volumino- con un fazzoletto)
so scartafaccio)
Colline
Marcello Già dell’Apocalisse appariscono i segni.
Trovasti? In giorno di Vigilia non s’accettano pegni!...
(Si interrompe sorpreso, vedendo fuoco nel ca-
Rodolfo mino)
Sì! Aguzza Una fiammata!
l’ingegno. L’idea vampi in fiamma!
Marcello
Marcello (a Colline)
(additando il suo quadro) Zitto! Si dà il mio dramma...
Bruciamo il Mar Rosso?
Colline
Rodolfo ... al fuoco.
No. Puzza Lo trovo scintillante!
la tela dipinta. Il mio dramma,
l’ardente mio dramma ci scaldi. Rodolfo
Vivo!
Marcello (Il fuoco diminuisce)
(con comico spavento)
Vuoi leggerlo forse? Mi geli. Colline
Ma dura poco.
Rodolfo
No, in cener la carta si sfaldi Rodolfo
e l’estro rivoli a’ suoi cieli.
La brevità, gran pregio!
(con importanza)
Al secol gran danno minaccia!
Colline
È Roma in periglio!
(levando la sedia a Rodolfo)
Marcello Autore, a me la sedia!
(con esagerazione)
Gran cor! Marcello
Quest’intermezzi fan morir d’inedia! Presto.
Rodolfo
(dà a Marcello una parte dello scartafaccio) Rodolfo
A te l’atto primo. (prende un’altra parte dello scartafaccio)
Atto secondo.
Marcello
Qua! Marcello
(a Colline)
Rodolfo Non far susurro.
Straccia. (Rodolfo straccia lo scartafaccio e lo getta nel
camino: il fuoco si ravviva. Colline avvicina an-
Marcello cora più la sedia e si riscalda le mani: Rodolfo è
Accendi! in piedi presso ai due, col rimanente dello scar-
(Rodolfo batte un acciarino, accende una can- tafaccio)
dela e va al camino con Marcello: insieme dan-
no fuoco ad una parte dello scartafaccio butta- Colline
to sul focolare, poi entrambi prendono delle se- Pensier profondo.
die e seggono, riscaldandosi voluttuosamente)
Marcello
Rodolfo Giusto color.
Che lieto baglior!
Rodolfo
Marcello In quell’azzurro guizzo languente
Che lieto baglior! sfuma un’ardente scena d’amor!

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Colline Rodolfo, Marcello e Colline
Scoppietta un foglio. (con entusiasmo)
Le dovizie d’una fiera
Marcello il destin ci destinò.
Là c’eran baci!
Schaunard
Rodolfo (entra con aria di trionfo; gettando a terra alcu-
(getta sul fuoco il rimanente dello scartafaccio) ni scudi)
Tre atti or voglio d’un colpo udir! La banca di Francia
per voi si sbilancia!
Colline (I due garzoni partono. Colline, Rodolfo e Mar-
Tal degli audaci l’idea s’intègra. cello raccattano gli scudi)

Rodolfo, Marcello e Colline Colline


(applaudono entusiasticamente) Raccatta, raccatta...
Bello in allegra vampa svanir.
Marcello
(La fiamma diminuisce) (incredulo)
Son pezzi di latta...
Marcello
Oh! Dio... già s’abbassa la fiamma. Schaunard
(mostrando a Marcello uno scudo)
Colline Sei sordo? Sei lippo?
Che vano, che fragile dramma. Quest’uomo chi è?
Marcello Rodolfo
Già scricchiola, increspasi, muor! (inchinandosi)
(Il fuoco è spento) Luigi Filippo.
M’inchino al mio Re.
Marcello e Colline
Abbasso! Abbasso l’autor! Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline
(Dalla porta di mezzo entrano due garzoni, por- Sta Luigi Filippo ai nostri piè.
tando l’uno provviste di cibi, bottiglie di vino, si- (Depongono gli scudi sul tavolo)
gari, e l’altro un fascio di legna. Al rumore i tre
innanzi al camino si volgono e con grida di me- Schaunard
raviglia si slanciano sulle provviste portate dal (vorrebbe raccontare la sua fortuna, ma gli altri
garzone e le depongono sul tavolo: Colline non l’ascoltano: vanno e vengono affaccendati
prende la legna e la porta presso il caminetto) disponendo ogni cosa sul tavolo)
Or vi dirò: quest’oro... o meglio, argento...
ha la sua brava istoria...
Rodolfo
(sorpreso) Marcello
Legna! (ponendo la legna nel camino)
Riscaldiamo
Marcello il camino.
(sorpreso)
Sigari! Colline
Tanto freddo ha sofferto.
Colline
(sorpreso) Schaunard
Bordò! Un inglese, un signor, Lord o Milord
che sia, volea un musicista!
Rodolfo Marcello
(sorpreso) (gettando via i libri di Colline dal tavolo)
Legna! Via!
(Comincia a far sera) Prepariamo
la tavola!
Marcello
(sorpreso) Schaunard
Bordò! Io volo...

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Rodolfo Rodolfo
L’esca dov’è? Ottima carta!
Si mangia e si divora un’appendice!
Colline (Dispongono il giornale come una tovaglia: Ro-
Là. dolfo e Marcello avvicinano le quattro sedie al
tavolo, mentre Colline è sempre affaccendato
Marcello
coi piatti di vivande)
Qua.
(Colline e Marcello accendono un gran fuoco
Schaunard
nel camino)
Lorito allargò l’ali,
Schaunard Lorito il becco aprì,
E mi presento. un poco di prezzemolo,
M’accetta, (vedendo che nessuno gli bada, afferra Colline
gli domando... che gli passa vicino con un piatto)
da Socrate morì!
Colline
Arrosto freddo! Colline
(Colline e Marcello mettono a posto le vivande, Chi?
mentre Rodolfo accende l’altra candela)
Schaunard
Marcello (indispettito)
Pasticcio dolce! Che il diavolo vi porti tutti quanti!
(vedendo gli altri in atto di mettersi a mangiare
Schaunard il pasticcio freddo)
A quando le lezioni?... Ed or che fate?
Mi presento, No!
m’accetta e gli domando: (Con gesto solenne stende la mano sul pasticcio
a quando le lezioni?
ed impedisce agli amici di mangiarlo; poi leva le
Risponde:
vivande dal tavolo e le mette nel piccolo arma-
(imitando l’accento inglese)
Incominciam!... dio)
“Guardare!” e un pappagallo m’addita al Queste cibarie
[primo pian, sono la salmeria
poi soggiunge: “Voi suonare pei dì futuri
finché quello morire!” tenebrosi e oscuri.
E fu così: Pranzare in casa
Suonai tre lunghi dì... il dì della Vigilia
Allora usai l’incanto mentre il Quartier Latino le sue vie
di mia presenza bella... addobba di salsiccie e leccornie?
Affascinai l’ancella! Quando un olezzo di frittelle imbalsama
Gli propinai prezzemolo... le vecchie strade?
(Rodolfo, Marcello e Colline circondano ridendo
Rodolfo Schaunard)
Fulgida folgori la sala splendida! Là le ragazze cantano contente...

Marcello Rodolfo, Marcello e Colline


(mette le due candele accese sul tavolo) La vigilia di Natal!
Or le candele.
Schaunard
Colline ... ed han per eco ognuna uno studente!
Pasticcio dolce. (solenne)
Marcello Un po’ di religione, o miei signori!
Mangiar senza tovaglia! Si beva in casa, ma si pranzi fuor!
(Rodolfo chiude la porta a chiave, poi tutti van-
Rodolfo no intorno al tavolo e versano il vino)
(levando di tasca un giornale e spiegandolo)
Un’idea!... Benoît
(internamente; battendo due colpi alla porta)
Marcello e Colline Si può?...
Il Costituzional! (Tutti s’arrestano stupefatti)

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Marcello Colline
Chi è là? Tocchiamo!
(Tutti bevono)
Benoît
Benoît! Schaunard
Beva!
Marcello
Il padrone di casa! Rodolfo
(Depongono i bicchieri) Tocchiam!

Schaunard Benoît
Uscio sul muso! (depone il bicchiere e si volge nuovamente a
Marcello mostrandogli la carta)
Colline Quest’è l’ultimo trimestre...
(gridando verso la porta)
Non c’è nessuno! Marcello
(ingenuamente)
Schaunard N’ho piacere.
È chiuso!
Benoît
Benoît E quindi...
(interno)
Una parola. Schaunard
(interrompendolo)
Schaunard Ancora un sorso.
(dopo essersi consultato cogli amici, va ad apri-
Benoît
re la porta) Grazie.
Sola!
Rodolfo
Benoît (alzandosi)
(entra sorridente, mostrando una carta a Mar- Tocchiam!
cello)
Affitto! Colline
Tocchiam!
Marcello
(ricevendolo con grande cordialità) Rodolfo, Marcello (alzandosi), Schaunard (al-
Olà! zandosi) e Colline
Date una sedia. (toccando tutti il bicchiere di Benoît)
Alla sua salute!
Rodolfo (Rodolfo si siede e tutti bevono: Colline va a
Presto. prendere lo sgabello presso il cavalletto e si sie-
de ancor esso)
Benoît
(schermendosi) Benoît
Non occorre... vorrei... (riprendendo con Marcello)
A lei ne vengo,
Schaunard perché il trimestre scorso...
(insistendo con dolce violenza lo fa sedere) mi promise...
Segga.
Marcello
Marcello (mostrando a Benoît gli scudi che sono sul ta-
(offre a Benoît un bicchiere) volo)
Vuol bere? Promisi ed or mantengo.
Benoît Rodolfo
Grazie. (con stupore, piano a Marcello)
(Benoît, Rodolfo, Marcello e Schaunard seduti: Che fai!?
Colline in piedi)
Schaunard
Rodolfo (piano a Marcello)
Tocchiamo! Sei pazzo!!

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Marcello Rodolfo
(a Benoît, senza badare ai due) Briccone!
Ha visto? Or via
resti un momento in nostra compagnia. Marcello
(appoggiando i gomiti sulla tavola; con marcata (magnificando)
intenzione) Una quercia, un cannone, ...
Dica: quant’anni ha,
caro signor Benoît? Rodolfo
L’uomo ha buon gusto!
Benoît
Gl’anni? Per carità! Benoît
(ridendo)
Rodolfo Eh! Eh!
Su e giù la nostra età.
Marcello
Benoît ... il crin ricciuto e fulvo!
(protestando)
Di più! Molto di più. Schaunard
Briccon!
Colline
Ha detto su e giù. Marcello
(Mentre fanno chiacchierare Benoît, gli riempio- Ei gongolava arzillo e pettoruto.
no il bicchiere tosto che l’ha vuotato)
Benoît
Marcello (ringalluzzito)
(abbassando la voce e con tono di furberia) Son vecchio, ma robusto.
L’altra sera al Mabil... l’han colto
in peccato d’amor! Rodolfo, Schaunard e Colline
(con ironica gravità)
Benoît Ei gongolava arzuto e pettorillo.
(inquieto)
Io!? Marcello
E a lui cedea, la femminil virtù!
Marcello
... al Mabil... l’altra sera l’han colto. Benoît
Neghi! (in piena confidenza)
Timido in gioventù
Benoît
ora me ne ripago. Si sa!... È uno svago
Un caso.
qualche... donnetta allegra
Marcello (accenna a forme accentuate)
(lusingandolo) e un po’...
Bella donna! Non dico una balena
o un mappamondo
Benoît o un viso tondo
(mezzo brillo, subito) da luna piena!
Ah, molto. Ma magra, proprio magra, no, poi no!
Le donne magre son grattacapi
Schaunard e spesso sopracapi...
(gli batte una mano sulla spalla) e son piene di doglie,
Briccone! per esempio: mia moglie...

Rodolfo Marcello
Briccone! (dà un pugno sulla tavola e si alza: gli altri lo
imitano: Benoît li guarda sbalordito)
Colline Quest’uomo ha moglie
(fa lo stesso sull’altra spalla) e sconcie voglie
Seduttore! ha nel cor.

Schaunard Schaunard e Colline


Briccone! Orror!

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Rodolfo Marcello
E ammorba, e appesta (presentando uno specchio rotto a Colline)
la nostra onesta Là ci son beltà scese dal cielo.
magion! Or che sei ricco, bada alla decenza.
Orso, ravvìati il pelo!
Schaunard e Colline (Sveste il camiciotto da lavoro e indossa l’abito)
Fuor!
(Benoît, allibito, si alza e tenta inutilmente di Colline
parlare) Farò la conoscenza
la prima volta d’un barbitonsore.
Marcello Guidatemi al ridicolo
Si abbruci dello zucchero. oltraggio d’un rasoio.
Colline Andiam!...
Si discacci il reprobo.
Schaunard, poi Marcello, poi Schaunard,
Schaunard poi Colline
È la morale offesa che vi scaccia! (comicamente)
Andiam!
Benoît
(gridando) Rodolfo
Io di... io di... Io resto
(Circondano Benoît, e lo spingono poco a poco per terminar l’articolo
verso la porta) di fondo del Castoro.
Marcello, poi Colline, poi Rodolfo Marcello
Silenzio! Fa’ presto.
Benoît Rodolfo
(sempre più sbalordito) Cinque minuti. Conosco il mestier.
Miei signori...
Colline
Marcello, Schaunard e Colline T’aspetterem dabbasso dal portier.
Silenzio! Via, signore...
Marcello
Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline Se tardi udrai che coro!
(spingendo Benoît fuori della porta)
... via di qua! Rodolfo
(tutti sulla porta guardando verso il pianerottolo Cinque minuti.
della scala) (Prende dal tavolo un lume e va ad aprire l’u-
E buona sera a vostra signoria... scio: Marcello, Schaunard e Colline escono e
(ritornando nel mezzo della scena; ridendo) scendono la scala)
Ah! ah! ah! ah!
Schaunard
Marcello (nell’escire)
Ho pagato il trimestre! Taglia corta la coda al tuo Castor!
(Chiude l’uscio)
Marcello
Schaunard (di fuori)
Al Quartiere Latin ci attende Momus. Occhio alla scala, tienti
Marcello alla ringhiera.
Viva chi spende! Rodolfo
Schaunard (sul pianerottolo, presso l’uscio aperto alzando
Dividiamo il bottin! il lume)
(Si dividono gli scudi rimasti sul tavolo) Adagio.

Rodolfo Colline
Dividiam! (di fuori)
È buio pesto.
Colline (Le voci di Marcello, Schaunard e Colline si fan-
Dividiam! no sempre più lontane)

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Schaunard Rodolfo
Maledetto portier! (premuroso)
(Rumore d’uno che ruzzola) Si sente male?
Colline Mimì
(gridando) No... nulla.
Accidenti!
Rodolfo
Rodolfo Impallidisce!
Colline, sei morto? (Mimì tossisce.)
Colline Mimì
(lontano, dal basso della scala) Il respir... Quelle scale...
Non ancor! (Sviene e Rodolfo è appena a tempo di sorreg-
gerla ed adagiarla su di una sedia, mentre dalle
Marcello mani di Mimì cadono e candeliere e chiave)
(più lontano)
Vien presto! Rodolfo
(Rodolfo chiude l’uscio, depone il lume, sgom- (imbarazzato)
bra un angolo del tavolo, vi colloca calamaio e Ed ora come faccio?...
carta, poi siede e si mette a scrivere dopo avere (Va a prendere dell’acqua e ne spruzza il viso di
spento l’altro lume rimasto acceso – scrive, s’in- Mimì)
terrompe, pensa, ritorna a scrivere – s’inquieta, Così!
distrugge lo scritto e getta via la penna) (guardandola con grande interesse)
Rodolfo Che viso d’ammalata.
(sfiduciato) (Mimì rinviene)
Non sono in vena. Si sente meglio?
(Mimì bussa timidamente alla porta)
Mimì
Chi è là!?
Sì.
Mimì
(di fuori) Rodolfo
Scusi. Qui c’è tanto freddo. Segga vicino al fuoco...
(Mimì fa cenno di no)
Rodolfo Aspetti... un po’ di vino...
(alzandosi)
Una donna! Mimì
Grazie.
Mimì
Di grazia, mi s’è spento Rodolfo
il lume. (le dà il bicchiere e le versa da bere)
A lei.
Rodolfo
(corre ad aprire) Mimì
Ecco. Poco, poco.

Mimì Rodolfo
(sull’uscio, con un lume spento in mano ed una Così?
chiave)
Vorrebbe?... Mimì
Grazie.
Rodolfo (Beve)
S’accomodi un momento.
Rodolfo
Mimì (ammirandola)
Non occorre. (Che bella bambina!)

Rodolfo Mimì
(insistendo) (levandosi, cerca il suo candeliere)
La prego, entri. Ora permetta
(Mimì entra, ma subito è presa da soffocazione) che accenda il lume. È tutto passato.

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Rodolfo Mimì
Tanta fretta? ... importuna è la vicina...
(cerca la chiave sul pavimento, strisciando i pie-
Mimì di)
Sì.
(Rodolfo scorge a terra il candeliere, lo racco- Rodolfo
glie, accende e lo consegna a Mimì senza far Cosa dice! Ma le pare!
parola)
Mimì
Mimì Cerchi.
(s’avvia per uscire)
Grazie. Buona sera. Rodolfo
Cerco.
Rodolfo (urta nel tavolo, vi depone il suo candeliere e si
(l’accompagna fino all’uscio) mette a cercare la chiave brancicando le mani
Buona sera. sul pavimento)
(Mimì esce. Rodolfo ritorna subito al tavolo)
Mimì
Mimì Ove sarà?...
(interno)
Oh! Sventata, sventata, Rodolfo
(rientrando in scena, e fermandosi sul limitare (trova la chiave e lascia sfuggire una esclama-
della porta che rimane aperta) zione, poi subito pentito mette la chiave in ta-
la chiave della stanza sca)
dove l’ho lasciata? Ah!

Rodolfo Mimì
Non stia sull’uscio; il lume vacilla al vento. L’ha trovata?!
(Il lume di Mimì si spegne)
Rodolfo
Mimì No.
Oh Dio! Torni ad accenderlo.
Mimì
Rodolfo Mi parve...
(accorre con la sua candela, ma avvicinandosi
alla porta anche il suo lume si spegne: la came- Rodolfo
ra rimane buia) In verità.
Oh Dio!... Anche il mio s’è spento! Mimì
Mimì (cerca a tastoni)
Ah! Cerca?
(Avanzandosi a tentoni, incontra il tavolo e vi Rodolfo
depone il suo candeliere) (finge di cercare, ma guidato dalla voce e dai
E la chiave ove sarà? passi di Mimì, tenta avvicinarsi ad essa)
Rodolfo Cerco!
(si trova presso la porta e la chiude) (Mimì, china a terra, cerca sempre a tastoni: in
Buio pesto! questo momento Rodolfo si è avvicinato ed ab-
bassandosi esso pure, la sua mano incontra
Mimì quella di Mimì)
Disgraziata!
Mimì
Rodolfo (sorpresa)
Ove sarà? Ah!

Mimì Rodolfo
(ripete con grazia, avvicinandosi ancora cauta- (tenendo la mano di Mimì, con voce piena d’e-
mente) mozione)
Importuna è la vicina... Che gelida manina,
se la lasci riscaldar.
Rodolfo Cercar che giova? Al buio non si trova.
(si volge dalla parte ove ode la voce di Mimì) Ma per fortuna è una notte di luna,
Ma le pare?... e qui la luna l’abbiamo vicina.

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(Mimì vorrebbe ritirare la mano.) ma prego assai il Signor.
Aspetti, signorina, Vivo sola, soletta,
le dirò con due parole là in una bianca cameretta:
chi son, e che faccio, come vivo. Vuole? guardo sui tetti e in cielo,
(Mimì tace: Rodolfo lascia la mano di Mimì, la (si alza)
quale indietreggiando trova una sedia sulla ma quando vien lo sgelo
quale si lascia quasi cadere affranta dall’emo- il primo sole è mio,
zione) il primo bacio dell’aprile è mio!
Chi son? Sono un poeta. Il primo sole è mio!...
Che cosa faccio? Scrivo. Germoglia in un vaso una rosa...
E come vivo? Vivo!... Foglia a foglia la spio!
In povertà mia lieta Così gentil
scialo da gran signore il profumo d’un fior!
rime ed inni d’amore, Ma i fior ch’io faccio, ahimè!
per sogni e per chimere i fior ch’io faccio, ahimè, non hanno odore!
e per castelli in aria
Altro di me non le saprei narrare:
l’anima ho milionaria.
Talor dal mio forziere sono la sua vicina
ruban tutti i gioielli che la vien fuori d’ora a importunare.
due ladri, gli occhi belli.
Schaunard
V’entrâr con voi pur ora,
ed i miei sogni usati (dal cortile)
e i bei sogni miei Ehi! Rodolfo!
tosto si dileguâr!
Colline
Ma il furto non m’accora
(dal cortile)
poiché v’ha preso stanza
la speranza! Rodolfo!
Or che mi conoscete
Marcello
parlate voi. Deh! parlate. Chi siete?
(dal cortile)
Vi piaccia dir!
Olà. Non senti?!
Mimì (Alle grida degli amici, Rodolfo s’impazienta)
(è un po’ titubante, poi si decide a parlare; sem- Lumaca!
pre seduta)
Sì. Colline
Mi chiamano Mimì Poetucolo!
ma il mio nome è Lucia.
La storia mia Schaunard
è breve: a tela o a seta Accidenti
ricamo in casa e fuori... al pigro!
Son tranquilla e lieta (Sempre più impaziente, Rodolfo a tentoni si
ed è mio svago avvia alla finestra e l’apre, spingendosi un poco
far gigli e rose. fuori per rispondere agli amici che sono giù nel
Mi piaccion quelle cose cortile: dalla finestra aperta entrano i raggi lu-
che han sì dolce malìa, nari, rischiarando così la camera)
che parlano d’amor, di primavere,
che parlano di sogni e di chimere, Rodolfo
quelle cose che han nome poesia... (alla finestra)
Lei m’intende? Scrivo ancor tre righe a volo.

Rodolfo Mimì
(commosso) (avviandosi un poco verso la finestra)
Sì. Chi son?

Mimì Rodolfo
Mi chiamano Mimì, (rivolgendosi a Mimì)
il perché non so. Amici.
Sola mi fo
il pranzo da me stessa, Schaunard
non vado sempre a messa Sentirai le tue...

16
Marcello Rodolfo
Che te ne fai lì solo? Sei mia!

Rodolfo Mimì
Non son solo! Siamo in due. V’aspettan gli amici...
Andate da Momus! Tenete il posto,
ci saremo tosto... Rodolfo
(Rimane ancora alla finestra, onde assicurarsi Già mi mandi via?
che gli amici se ne vanno)
Mimì
Marcello, Schaunard e Colline (titubante)
Vorrei dir... ma non oso...
(allontanandosi)
Momus, Momus, Momus, Rodolfo
zitti e discreti andiamocene via. (con gentilezza)
Momus, Momus ... Di’!...
Marcello Mimì
(perdendosi) (con graziosa furberia)
... trovò la poesia!... Se venissi con voi?
Schaunard e Colline Rodolfo
(perdendosi) (sorpreso)
Momus, Momus, Momus! Che?... Mimì!
(Mimì si avvicina ancora più alla finestra, per (insinuante)
modo che i raggi lunari la illuminano. Volgen- Sarebbe così dolce restar qui.
dosi, Rodolfo scorge Mimì avvolta come da un C’è freddo fuori...
nimbo di luce, e la contempla, quasi estatico)
Mimì
Rodolfo (con grande abbandono)
O soave fanciulla, o dolce viso... Vi starò vicina!...

Marcello Rodolfo
(molto lontano, ma quasi gridando) E al ritorno?...
... trovò la poesia...
Mimì
Rodolfo (maliziosa)
Curioso!...
... di mite circonfuso alba lunar!
In te ravviso Rodolfo
il sogno ch’io vorrei sempre sognar! (aiuta amorosamente Mimì a mettersi lo scialle;
Fremon già nell’anima con molta grazia a Mimì)
le dolcezze estreme, Dammi il braccio, mia piccina...
(cingendo con le braccia Mimì)
fremon nell’anima Mimì
dolcezze estreme, (dà il braccio a Rodolfo)
nel bacio freme amor! Obbedisco, signor!
(S’avviano sottobraccio alla porta d’uscita)
Mimì
(assai commossa) Rodolfo
Ah! tu sol comandi, amore!... Che m’ami di’...
(quasi abbandonandosi) Mimì
Oh! Come dolci scendono (con abbandono)
le sue lusinghe al core, Io t’amo...
tu sol comandi, amor! (Escono)
(Rodolfo bacia Mimì)
Mimì e Rodolfo
Mimì (di fuori)
(svincolandosi) Amor! Amor! Amor!
No, per pietà! (Cala il sipario.)

17
QUADRO SECONDO La folla
(studenti, sartine, borghesi e popolo)
Ah! Quanta folla! Che chiasso! Su, corriam!
“... Gustavo Colline, il grande filosofo; Marcello, Stringiti a me! Date il passo...
il grande pittore; Rodolfo, il grande poeta; e
Schaunard, il grande musicista – come essi si
Dal caffè
chiamavano a vicenda – frequentavano regolar-
(gridando e chiamando i camerieri, che vanno e
mente il Caffè Momus dove erano soprannomi-
vengono affaccendati)
nati: I quattro Moschettieri: perché indivisibili.
Presto qua! Camerier! Un bicchier!
Essi giungevano infatti e giuocavano e se ne Corri! Birra! Da ber! Un caffè!
andavano sempre insieme e spesso senza paga- Olà!
re il conto e sempre con un ‘accordo’ degno del-
l’orchestra del Conservatorio.
La folla
Ah! Quanta folla ecc.
Madamigella Musetta era una bella ragazza di
Voglio una lancia!
venti anni...
Molta civetteria, un pochino di ambizione e nes-
Venditori
suna ortografia...
Fringuelli ecc.
Delizia delle cene del quartier Latino...
Latte di cocco! Giubbe! Carote!
Una perpetua alternativa di brougham bleu e di
omnibus, di via Breda e di quartier Latino.
La folla
O che volete? Di tanto in tanto ho bisogno di (allontanandosi)
respirare l’aria di questa vita. La mia folle esi- Quanta folla, su, partiam!
stenza è come una canzone; ciascuno de’ miei Datteri, ninnoli, aranci e fior!
amori è una strofa – ma Marcello ne è il ritor-
nello.” Schaunard
(dopo aver soffiato nel corno che ha contratta-
to a lungo con un venditore di ferravecchi)
Al Quartiere Latino Falso questo Re!
Pipa e corno quant’è?...
Un crocicchio di vie: nel largo vi prende forma (Paga. Rodolfo e Mimì, a braccio, attraversano
di piazzale: botteghe, venditori di ogni genere – la folla avviati al negozio della modista)
da un lato il Caffè Momus.
Colline
La vigilia di Natale (presso la rappezzatrice che gli ha cucito la fal-
da di un zimarrone)
Gran folla e diversa: Borghesi, Soldati, Fante- È un poco usato...
sche, Ragazzi, Bambine, Studenti, Sartine, Gen-
darmi ecc. Sul limitare delle loro botteghe i ven- Rodolfo
ditori gridano a squarciagola invitando la folla Andiam...
de’ compratori. Separati in quella gran calca di
gente si aggirano Rodolfo e Mimì da una parte, Mimì
Colline presso alla bottega di una rappezzatrice: Andiam per la cuffietta?
Schaunard ad una bottega di ferravecchi sta
comperando una pipa e un corno; Marcello Colline
spinto qua e là dal capriccio della gente. Parec- ... ma è serio e a buon mercato...
chi Borghesi ad un tavolo fuori del Caffè Mo- (Paga, poi distribuisce con giusto equilibrio i li-
mus. È sera. Le botteghe sono adorne di lam- bri dei quali è carico nelle molte tasche del zi-
pioncini: fanali accesi: un grande fanale illumina marrone)
l’ingresso al Caffè.
Rodolfo
Venditori e Monelli Tienti al mio braccio stretta...
(sul limitare delle loro botteghe; gridando)
Aranci, datteri, caldi i marroni. Mimì
Ninnoli, croci, torroni!... Panna montata! A te mi stringo...
(aggirandosi tra la folla ed offrendo la propria
merce) Mimì e Rodolfo
Caramelle! La crostata! Andiam!
Fringuelli, passeri! Fiori alle belle!... (Entrano in una bottega di modista)

18
Marcello Schaunard e Colline
(tutto solo in mezzo alla folla, con un involto Rodolfo?
sotto il braccio, occhieggiando le donnine che
la folla gli getta quasi fra le braccia) Marcello
Io pur mi sento in vena di gridar: Entrò da una modista.
Chi vuol, donnine allegre, un po’ d’amor!
Rodolfo
Venditori ambulanti (uscendo dalla modista insieme a Mimì)
Datteri! Trote! Vieni, gli amici aspettano.

Un venditore ambulante Venditori ambulanti


(attraversando la scena) Panna montata!
Prugne di Tours! (Marcello, Schaunard e Colline cercano se vi
fosse un tavolo libero fuori del Caffè all’aria
Marcello aperta; ma ve n’è uno solo ed è occupato da
(avvicinandosi ad una ragazza) onesti borghesi. I tre amici li fulminano con oc-
Facciamo insieme... facciamo a vendere e a chiate sprezzanti, poi entrano nel Caffè)
[comprar!...
Mimì
Il venditore ambulante (accennando ad una cuffietta che porta grazio-
Prugne di Tours! samente)
(Entra un gruppo di venditrici) Mi sta ben questa cuffietta rosa?

Marcello Monelli
Io do ad un soldo il vergine mio cuor! Latte di cocco!
(La ragazza si allontana ridendo)
Venditori ambulanti
Schaunard Oh! la crostata!
(va a gironzolare avanti al Caffè Momus, aspet- Panna montata!
tandovi gli amici: intanto armato della enorme
pipa e del corno da caccia guarda curiosamente Dal Caffè
la folla) Camerier!
Fra spintoni e pestate accorrendo Un bicchier!
affretta la folla e si diletta
nel provar gioie matte insoddisfatte. Rodolfo
Sei bruna e quel color ti dona.
Alcune venditrici
Ninnoli, spillette! Dal Caffè
Datteri e caramelle! Presto, olà!
Ratafià!
Monelli
Ah! Mimì
(ammirando la bacheca di una bottega)
Venditori ambulanti Bel vezzo di corallo!
Fiori alle belle!
Rodolfo
Colline Ho uno zio milionario. Se fa senno il buon Dio
(se ne viene al ritrovo, agitando trionfalmente voglio comprarti un vezzo assai più bel!
un vecchio libro) (Rodolfo e Mimì, in dolce colloquio, si avviano
Copia rara, anzi unica: verso il fondo della scena e si perdono nella fol-
la grammatica Runica! la. Ad una bottega del fondo un venditore
monta su di una seggiola, con grandi gesti, of-
Schaunard fre in vendita delle maglierie, dei berretti da
(giunge alle spalle di Colline, compassionando- notte ecc. Un gruppo di ragazzi accorre intorno
lo) alla bottega, e scoppia in allegre risate)
Uomo onesto!
[Donne]
Marcello [Qui mi sento soffocar...]
(arrivando al Caffè Momus grida a Schaunard e
Colline:) Monelli
A cena! Ah, ah, ah!...

19
Sartine e Studenti Mimì
(accorrendo nel fondo presso i monelli) Sei felice?
Ah, ah, ah!...
Marcello
Monelli, Sartine e Studenti (al cameriere)
Ah! ah! ah!... Vogliamo una cena prelibata.
Borghesi Rodolfo
Facciam coda alla gente! (appassionato)
Ragazze, state attente! Ah! sì, tanto!
Che chiasso! Quanta folla!
(avviandosi per via Mazzarino) Marcello
Pigliam via Mazzarino! Lesto!
Io soffoco, partiamo!
Vedi, il caffè è vicin! Schaunard
Andiam là da Momus!
Per molti!
(Entrano al Caffè.)
Venditori Rodolfo
(dalle botteghe) E tu?
Oh! la crostata! ecc.
Mimì
Monelli Sì, tanto!
(accorrendo ad altra bottega)
Oh! la crostata! ecc. Studenti e Sartine
Là da Momus!
Venditori ambulanti Andiam! Andiam!
Aranci, datteri, ninnoli, fior! (Entrano nel Caffè.)
Fringuelli, passeri, panna, torron!
Marcello, Schaunard e Colline
Borghesi (al cameriere, che corre frettoloso entro al
Ah!... Caffè, mentre un altro ne esce con tutto l’oc-
corrente per preparare la tavola)
(Molta gente entra da ogni parte e si aggira per
Lesto!
il piazzale, poi si raduna nel fondo. Colline,
Schaunard e Marcello escono dal Caffè portan- (Rodolfo e Mimì s’avviano al Caffè Momus)
do fuori una tavola: li segue un cameriere colle
seggiole: i borghesi al tavolo vicino infastiditi Parpignol (venditore ambulante)
dal baccano che fanno i tre amici dopo un po’ (interno, lontano)
di tempo s’alzano e se ne vanno. S’avanzano di Ecco i giocattoli di Parpignol!
nuovo Rodolfo e Mimì: questa osserva un grup-
po di studenti) Rodolfo
(si unisce agli amici e presenta loro Mimì)
Rodolfo Due posti.
(con dolce rimprovero)
Chi guardi?... Colline
Finalmente!
Colline
Odio il profano volgo Rodolfo
al par d’Orazio. Eccoci qui.
Questa è Mimì,
Mimì gaia fioraia.
Sei geloso?
Il suo venir completa
Rodolfo la bella compagnia,
All’uom felice sta il sospetto accanto. perché... perché son io il poeta,
essa la poesia.
Schaunard Dal mio cervel sbocciano i canti,
Ed io quando mi sazio dalle sue dita sbocciano i fior,
vo’ abbondanza dall’anime esultanti
di spazio... sboccia l’amor!

20
Marcello, Schaunard e Colline Schaunard
(ridendo) (c. s.)
Ah! ah! ah! ah! Vin del Reno!

Marcello Colline
(ironico) (c. s.)
Dio, che concetti rari! Vin da tavola!

Colline Schaunard
(solenne, accennando a Mimì) (c. s.)
Digna est intrari. Aragosta senza crosta!
(Bambine e ragazzi attorniano il carretto di Par-
Schaunard pignol gesticolando con gran vivacità: un grup-
(con autorità comica) po di mamme accorre in cerca dei ragazzi, e
Ingrediat si necessit. trovandoli intorno a Parpignol, si mettono a
sgridarli: l’una prende il figliolo per una mano,
Colline un’altra vuole condur via la propria bambina,
Io non do che un accessit! chi minaccia, chi sgrida: ma inutilmente, che
(Tutti siedono intorno al tavolo, mentre il came- bambine e ragazzi non vogliono andarsene)
riere ritorna)
Mamme
Parpignol (strillanti e minaccianti)
(vicinissimo; a voce spiegata) Ah, razza di furfanti indemoniati,
Ecco i giocattoli di Parpignol! che ci venite a fare in questo loco?
A casa, a letto, via, brutti sguaiati,
Colline gli scappellotti vi parranno poco!
(vedendo il cameriere gli grida con enfasi:) A casa, a letto,
razza di furfanti, a letto!
Salame...
(Una mamma prende per un orecchio un ragaz-
(Il cameriere presenta la lista delle vivande, che
zo il quale si mette a piagnucolare)
passa nelle mani dei quattro amici guardata con
una specie di ammirazione ed analizzata
Un ragazzo solo
profondamente. Da via Delfino sbocca un car-
(piagnucolando)
retto tutto a fronzoli e fiori, illuminato a pallon- Vo’ la tromba, il cavallin!
cini: chi lo spinge è Parpignol, il popolare vendi-
tore di giocattoli: una turba di ragazzi lo seguo- Rodolfo
no, saltellando allegramente, e circondano il E tu, Mimì, che vuoi?
carretto ammirando i giocattoli)
Mimì
Bambine e Ragazzi La crema.
(interno) (Le mamme, intenerite, si decidono a compera-
Parpignol, Parpignol!... re da Parpignol: i ragazzi saltano di gioia, im-
(Entrano) possessandosi dei giocattoli. Parpignol prende
Ecco Parpignol, Parpignol... giù per via Vecchia Commedia: i ragazzi e le
col carretto tutto fior! bambine allegramente lo seguono marciando e
Ecco Parpignol, Parpignol!... fingendo suonare gli strumenti infantili acqui-
Voglio la tromba, il cavallin... statigli)
il tambur, tamburel...
voglio il cannon, voglio il frustin... Schaunard
dei soldati i drappel. (con somma importanza al cameriere, che pren-
de nota di quanto gli viene ordinato)
Schaunard E gran sfarzo. C’è una dama!
(esaminando la carta ed ordinando ad alta voce
al cameriere) Bambine e Ragazzi
Cervo arrosto! Viva Parpignol, Parpignol!...
(interno)
Marcello Il tambur, tamburel,
(c. s.) (più lontano)
No, un tacchino! dei soldati i drappel!

21
Marcello Mimì, Rodolfo e Marcello
(come continuando il discorso) (alzandosi tutti)
Signorina Mimì, che dono raro E via i pensier, alti i bicchier!
le ha fatto il suo Rodolfo? Beviam!

Mimì Mimì, Rodolfo, Marcello, Schaunard e


(mostrando una cuffietta che toglie da un invol- Colline
to) Beviam!
Una cuffietta
a pizzi tutta rosa ricamata; Marcello
coi miei capelli bruni ben si fonde. (interrompendo perché ha veduto da lontano
Da tanto tempo tal cuffietta è cosa desiata! Musetta)
Ed egli ha letto quel che il core asconde. Ch’io beva del tossico!
Ora colui che legge dentro a un cuore (Si lascia cadere sulla sedia. All’angolo di via
sa l’amore ed è lettore. Mazzarino appare una bellissima signora dal fa-
re civettuolo ed allegro, dal sorriso provocante.
Schaunard Le vien dietro un vecchio signore pomposo, pie-
Esperto professore... no di pretensione negli abiti, nei modi, nella
persona)
Colline
(seguitando l’idea di Schaunard) Rodolfo, Schaunard e Colline
Che ha già diplomi e non son armi prime (con sorpresa vedendo Musetta)
le sue rime... Oh!

Schaunard Marcello
(interrompendo) Essa!
Tanto che sembra ver ciò ch’egli esprime!...
Rodolfo, Schaunard e Colline
Marcello Musetta!
(guardando Mimì)
O bella età d’inganni e d’utopie! Bottegaie
Si crede, spera e tutto bello appare! (vedendo Musetta)
To’! Lei! Sì! To’! Lei! Musetta! Tornata!
Siamo in auge! Che toeletta!
Rodolfo
La più divina delle poesie
Alcindoro
è quella, amico, che c’insegna amare!
(trafelato)
Come un facchino...
Mimì correr di qua... di là...
Amare è dolce ancora più del miele!... No! No! Non ci sta...
non ne posso più!...
Marcello
(stizzito) Musetta
Secondo il palato è miele o fiele! (con passi rapidi, guardando qua e là come in
cerca di qualcuno, mentre Alcindoro la segue,
Mimì sbuffando e stizzito; chiamandolo come un ca-
(sorpresa a Rodolfo) gnolino)
O Dio! l’ho offeso! Vien, Lulù!...
Rodolfo Schaunard
È in lutto, o mia Mimì. Quel brutto coso
mi par che sudi!
Schaunard e Colline (Musetta vede la tavolata degli amici innanzi al
(per cambiare discorso) Caffè Momus, ed indica ad Alcindoro di sedersi
Allegri e un toast!... al tavolo lasciato libero poco prima dai borghesi)

Marcello Alcindoro
(al cameriere) Come? Qui fuori?
Qua del liquor! Qui?!

22
Musetta Ma non ho sotto man
Siedi, Lulù! che questo pellican!
Aspetta.)
Alcindoro (gridando)
(siede irritato, alzando il bavero del suo pastra- Ehi! Camerier!
no; borbottando) (annusando un piatto, al cameriere che accorre
Tali nomignoli ad essa)
prego serbateli Ehi! Camerier! Questo piatto
al tu per tu! ha una puzza di rifritto!
(Un cameriere si avvicina e prepara la tavola)
(Getta il piatto a terra con forza; il cameriere ne
raccoglie i cocci)
Musetta
Non farmi il Barbablù!
(Siede anch’essa al tavolo, rivolta verso il Caffè) Alcindoro
(frenandola)
Colline No. Musetta...
(esaminando il vecchio) Zitto, zitto!
È il vizio contegnoso...
Musetta
Marcello (vedendo che Marcello non si volta)
(con disprezzo) (Non si volta!)
Colla casta Susanna.
Alcindoro
Mimì (con comica disperazione)
(a Rodolfo) Zitto! Zitto! Zitto!
È pur ben vestita! Modi! Garbo!

Rodolfo Musetta
Gli angeli vanno nudi. (Ah non si volta!)

Mimì Alcindoro
(con curiosità) A chi parli?...
La conosci? Chi è?
Colline
Marcello Questo pollo è un poema!
Domandatelo a me.
Il suo nome è Musetta; Musetta
cognome: Tentazione! (rabbiosa)
Per sua vocazione (Ora lo batto, lo batto!)
fa la rosa dei venti;
gira e muta soventi Alcindoro
d’amanti e d’amore, Con chi parli?...
e come la civetta
è uccello sanguinario; Musetta
il suo cibo ordinario
(seccata)
è il cuore... Mangia il cuore!
(con amarezza) Al cameriere!
Per questo io non ne ho più! Non seccar!
Passatemi il ragù.
Schaunard
Musetta Il vino è prelibato.
(colpita nel vedere che gli amici del tavolo vici-
no non la guardano) Musetta
(Marcello mi vide... Voglio fare il mio piacere...
e non mi guarda, il vile!
(sempre più stizzita) Alcindoro
Quel Schaunard che ride! Parla pian,
Mi fan tutti una bile! parla pian, parla pian!
Se potessi picchiar! (Prende la nota del cameriere e si mette ad or-
Se potessi graffiar! dinare la cena)

23
Musetta Mimì
... vo’ far quel che mi pare! Io t’amo tanto,
Non seccar! e son tutta tua!...

Sartine Colline
(attraversando la scena, si fermano un momen- E l’altro invan crudel...
to vedendo Musetta)
Guarda, guarda chi si vede, Mimì
proprio lei, Musetta! Ché mi parli di perdono?

Studenti Colline
(attraversando la scena; fra loro, in falsetto) ... finge di non capir, ma sugge miel...
Con quel vecchio che balbetta... Musetta
Ma il tuo cuore martella...
Sartine e Studenti
(c. s.) Alcindoro
... proprio lei, Musetta! Parla piano!
(ridendo)
Ah! ah! ah!... Musetta
... ma il tuo cuore martella!
Musetta
(Che sia geloso Alcindoro
di questa mummia?) Piano, piano!

Alcindoro Musetta
(interrompendo le sue ordinazioni, per calmare (sempre seduta, dirigendosi intenzionalmente a
Musetta che continua ad agitarsi) Marcello, il quale comincia ad agitarsi)
La convenienza... Quando me’n vo soletta per la via
il grado... la virtù... la gente sosta e mira!
E la bellezza mia tutta ricerca in me
Musetta da capo a piè!
(Vediam se mi resta
tanto poter Marcello
su lui da farlo cedere!) (agli amici con voce soffocata)
Legatemi alla seggiola!
Schaunard
La commedia è stupenda! Alcindoro
(sulle spine)
Musetta Quella gente che dirà?
(guardando Marcello a voce alta)
Musetta
Tu non mi guardi!
Ed assaporo allor la bramosia
Alcindoro sottil che da gl’occhi traspira
e dai palesi vezzi intender sa
(credendo che Musetta gli abbia rivolta la paro-
alle occulte beltà.
la, se ne compiace e le risponde gravemente:) (alzandosi)
Vedi bene che ordino!... Cosi l’effluvio del desio tutta m’aggira,
felice mi fa!
Schaunard
La commedia è stupenda! Alcindoro
(si avvicina a Musetta, cercando di farla tacere;
Colline borbottando)
Stupenda! Quel canto scurrile
mi muove la bile!
Rodolfo
Sappi per tuo governo Musetta
che non darei perdono in sempiterno. E tu che sai,
che memori e ti struggi,
Schaunard da me tanto rifuggi?
Essa all’un parla So ben: le angoscie tue non le vuoi dir,
perché l’altro intenda. so ben, ma ti senti morir!

24
Mimì (ad Alcindoro ribellandosi)
(a Rodolfo) Io voglio fare il mio piacere!
Io vedo ben Voglio far quel che mi par...
che quella poveretta non seccar!
tutta invaghita di Marcel,
tutta invaghita ell’è! Mimì
(Schaunard e Colline si alzano e si portano da Quell’infelice mi muove a pietà!
un lato osservando la scena con curiosità, men- (stringendosi a Rodolfo)
tre Rodolfo e Mimì rimangono soli seduti par- T’amo!
landosi con tenerezza. Marcello, sempre più Quell’infelice mi muove a pietà!...
nervoso, ha lasciato il suo posto; vorrebbe an- L’amor ingeneroso è tristo amor!...
darsene, ma non sa resistere alla voce di Muset-
ta) Colline
(Essa è bella, io non son cieco,
Alcindoro ma piaccionmi assai più
Quella gente che dirà? una pipa e un testo greco!)

Rodolfo Rodolfo
(a Mimì) (cingendo Mimì alla vita)
Marcello un dì l’amò. Mimì!
È fiacco amor quel che le offese
Schaunard vendicar non sa!...
Ah! Marcello cederà! Non risorge spento amor!
(Alcindoro tenta inutilmente di persuadere Mu-
setta a riprendere posto alla tavola, ove la cena Schaunard
è già pronta) (Quel bravaccio a momenti cederà!
Stupenda è la commedia!
Rodolfo Marcello cederà!)
La fraschetta l’abbandonò... (a Colline)
Se tal vaga persona
Colline ti trattasse a tu per tu,
Chi sa mai quel che avverrà! la tua scienza brontolona
manderesti a Belzebù!
Rodolfo
... per poi darsi a miglior vita. Musetta
Non seccar!
(Or convien liberarsi del vecchio!)
Schaunard (Simulando un forte dolore ad un piede, va di
Trovan dolce al pari il laccio... nuovo a sedersi)
Ahi!
Colline
Santi numi, in simil briga... Alcindoro
Che c’è?!
Schaunard
... chi lo tende e chi ci dà. Musetta
Qual dolore, qual bruciore!
Colline
... mai Colline intopperà! Alcindoro
Dove?
Alcindoro
Parla pian! Zitta, zitta! Musetta
Modi, garbo! Zitta, zitta! (mostrando il piede con civetteria)
Al piè!
Musetta (Alcindoro si china per slacciare la scarpa a Mu-
(Ah! Marcello smania, setta)
Marcello è vinto!)
(rivolta a Marcello) Marcello
So ben: le angoscie tue (commosso sommamente, avanzandosi)
non le vuoi dir, (Gioventù mia,
ah! ma ti senti morir. tu non sei morta

25
né di te morto è il sovvenir! Schaunard
Se tu battessi alla mia porta Così presto?
t’andrebbe il mio core ad aprir!) (Tamburi lontanissimi sulla scena)
Musetta Colline
(gridato) Chi l’ha richiesto?
Sciogli, slaccia, rompi, straccia,
te ne imploro... Schaunard
Laggiù c’è un calzolaio. (al cameriere)
Corri, presto! Vediam!
Ne voglio un altro paio. (Dopo guardato il conto lo passa agli amici. La
(strillando) Ritirata è lontanissima e andrà sempre avvici-
Ahi! Che fitta, nandosi poco a poco)
maledetta scarpa stretta!
Or la vedo... Rodolfo e Colline
(Si leva la scarpa e la pone sul tavolo) (osservando il conto)
Eccola qua. Caro!
(impazientandosi)
Corri, va’, corri! Rodolfo, Schaunard e Colline
Presto, va’! va’! (tastandosi le tasche vuote)
Alcindoro Fuori il danaro!
Imprudente!
Quella gente che dirà? Schaunard
(cercando trattenere Musetta) Colline, Rodolfo, e tu,
Ma il mio grado Marcel?
vuoi ch’io comprometta?
(Nasconde prontamente nel gilet la scarpa di Marcello
Musetta, poi si abbottona l’abito) Siamo all’asciutto!
Aspetta! Musetta! Vo.
Schaunard
Schaunard e Colline Come?
La commedia è stupenda!
Rodolfo
Mimì Ho trenta soldi in tutto!
Io vedo ben,
ell’è invaghita di Marcello! Monelli
(accorrendo da destra)
Rodolfo La Ritirata!
Io vedo ben,
la commedia è stupenda! Sartine e Studenti
(Alcindoro corre frettolosamente via. Musetta e (sortono frettolosamente dal Caffè Momus)
Marcello si abbracciano con grande entusia- La Ritirata!
smo)
Borghesi
Musetta (accorrendo da sinistra – la Ritirata essendo an-
Marcello! cor lontana, la gente corre da un lato all’altro
Marcello della scena, guardando da quale via si avanza-
Sirena! no i militari)
La Ritirata!
Schaunard
Siamo all’ultima scena! Marcello, Schaunard e Colline
(Un cameriere porta il conto) (allibiti)
Come!? Non ce n’è più?
Rodolfo
(con sorpresa, alzandosi assieme a Mimì) Schaunard
Il conto? (terribile)
Ma il mio tesoro ov’è?
Schaunard e Colline (Portano le mani alle tasche: sono vuote: nessu-
(con sorpresa) no sa spiegarsi la rapida scomparsa degli scudi
Il conto? di Schaunard: sorpresi si guardano l’un l’altro)

26
Monelli Ragazzi
(cercando orientarsi) Vuo’ veder la Ritirata!
S’avvicinan per di qua!
Mamme
Musetta Vuoi tacer, la vuoi finir!
(al cameriere)
Il mio conto date a me. Sartine, Studenti, Borghesi e Venditori
S’avvicinano di qua / là!
Sartine e Studenti Sì, di qua!
No! Di là! (La folla ha invaso tutta la scena: la Ritirata si
(Si aprono varie finestre; appajono a queste e avvicina sempre più dalla sinistra)
sui balconi alcune mamme coi loro ragazzi, ed
ansiosamente guardano da dove arriva la Ritira- Colline
ta) (fra loro, comicamente)
Paga il signor!
Monelli
(indecisi, indicando il lato opposto) Schaunard
S’avvicinan per di là! (c. s.)
Paga il signor!
Sartine e Studenti
Vien di qua! Monelli
Come sarà arrivata
Monelli la seguiremo al passo!
No! vien di là!
Marcello
Musetta (c. s.)
(al cameriere che le mostra il conto) Il signor!
Bene! (Il cameriere presenta i due conti uniti a Muset-
ta)
Borghesi e Venditori
(irrompono dal fondo facendosi strada fra la Musetta
folla) (ponendo i due conti riuniti sul tavolo al posto
Largo, largo! d’Alcindoro)
E dove s’è seduto
Ragazzi ritrovi il mio saluto!
(dalle finestre)
Voglio veder! Voglio sentir! Venditori
(ad un gruppo di borghesi che incontrano)
Musetta In quel rullio tu senti
Presto sommate la patria maestà!
quello con questo!
(Il cameriere unisce i due conti e ne fa la som- Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline
ma) E dove s’è seduto
ritrovi il suo saluto!
Mamme
(dalle finestre) Sartine, Studenti, Borghesi, Bottegaie ecc.
Lisetta, vuoi tacer! Largo, largo, eccoli qua!
Tonio, la vuoi finir!
Marcello
Ragazzi Giunge la Ritirata!
Mamma, voglio veder!
Papà, voglio sentir! Marcello e Colline
Che il vecchio non ci veda
Musetta fuggir colla sua preda!
Paga il signor che stava qui con me!
Sartine ecc.
Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline In fila!
(accennando dalla parte dove è andato Alcindo- (I bottegai e i venditori chiudono le loro botte-
ro; comicamente) ghe, e vengono in istrada. Tutti guardano verso
Paga il signor! sinistra: la Ritirata sta per sbucare nel crocic-

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chio: allora la folla si ritira e dividendosi forma (Musetta, non potendo camminare perché ha
due ali da sinistra al fondo a destra, mentre gli un solo piede calzato, è alzata a braccia da
amici, con Musetta e Mimì, fanno gruppo a Marcello e Colline, che rompono le fila degli
parte presso il Caffè) astanti, per seguire la Ritirata: la folla vedendo
Musetta portata trionfalmente ne prende prete-
Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline sto per farle clamorose ovazioni: Marcello e
Quella folla serrata Colline con Musetta si mettono in coda alla Riti-
il nascondiglio appresti! rata: li seguono Rodolfo e Mimì a braccetto e
(La Ritirata militare entra da sinistra: la precede Schaunard col suo corno imboccato: poi stu-
un gigantesco Tamburo Maggiore, che maneg- denti e sartine saltellando allegramente, poi ra-
gia con destrezza e solennità la sua canna di gazzi, borghesi, donne che prendono il passo di
comando, indicando la via a percorrere) marcia: tutta questa folla si allontana dal fondo
seguendo la Ritirata militare)
La Folla e i Venditori
(ammirando ed accennando) Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline
Ecco il tambur maggiore! Viva Musetta!
Più fier d’un antico guerrier! Cuor biricchin!
Il tambur maggior! Gloria ed onor,
onor e gloria
Mimì, Musetta, Rodolfo, Marcello, del Quartier Latin!
Schaunard e Colline
Lesti, lesti, lesti! La Folla e i Venditori
Tutto splendor!
La Folla e i Venditori Di Francia è il più bell’uom!
I Zappator! Il bel tambur maggior!
I Zappatori, olà! Eccolo là!
(La Ritirata attraversa la scena, dirigendosi verso Che guarda, passa, va!
il fondo a destra)
Ecco il tambur maggior! (Grido del coro internamente. Intanto Alcindoro
La Ritirata è qua! con un pajo di scarpe bene incartocciate ritorna
Il tambur maggior! verso il Caffè Momus cercando di Musetta: il
Pare un general! cameriere che è presso al tavolo prende il conto
Eccolo là! Il bel tambur maggior! lasciato da questa e cerimoniosamente lo pre-
La canna d’or, tutto splendor! senta ad Alcindoro, il quale vedendo la somma,
Che guarda, passa, va! non trovando più alcuno, cade su di una sedia,
stupefatto, allibito.)

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QUADRO TERZO All’alzarsi della tela la scena è immersa nella in-
certezza della luce della primissima alba. Seduti
avanti ad un braciere stanno sonnecchiando i
“La voce di Mimì aveva una sonorità che pene- doganieri. Dal Cabaré, ad intervalli, grida, cozzi
trava nel cuore di Rodolfo come i rintocchi di
di bicchieri, risate. Un doganiere esce dal Ca-
un’agonia...
baré con vino. La cancellata della barriera è
Egli però aveva per lei un amore geloso, fanta-
chiusa. Si alza la tela.
stico, bizzarro, isterico...
(Dietro la cancellata chiusa battendo i piedi dal
Venti volte furono sul punto di dividersi.
freddo e soffiandosi su le mani intirizzite stanno
Convien confessare che la loro esistenza era un
alcuni spazzaturai)
vero inferno.
Nondimeno, in mezzo alle tempeste delle loro Spazzaturai
liti, di comune accordo si soffermavano a ripren- Ohè, là, le guardie! Aprite!
der lena nella fresca oasi di una notte d’amore... (I doganieri rimangono immobili; gli spazzaturai
ma all’alba del domani una improvvisa battaglia picchiano colle loro scope e badili sulla cancella-
faceva fuggire spaventato l’amore. ta urlando)
Così – se fu vita – vissero giorni lieti alternati a Ohè, là!
molti pessimi nella continua attesa del divorzio... Quelli di Gentilly... Siam gli spazzini!
Musetta, per originaria malattia di famiglia o per (battendo i piedi)
materiale istinto, possedeva il genio dell’elegan- Fiocca la neve... Ohè, là! Qui s’agghiaccia!
za.
......................................................................... Un doganiere
......................................................................... (alzandosi assonnato e stirandosi le braccia)
Questa curiosa creatura dovette appena nata Vengo!
domandare uno specchio. (Va ad aprire; gli spazzaturai entrano e si allon-
Intelligente ed arguta, ribelle soprattutto a tanano per la rue d’Enfer. Il doganiere rinchiude
quanto sapesse di tirannia, non aveva che una la cancellata)
regola: il capriccio.
......................................................................... Voci
......................................................................... (interno; dal Cabaré: accompagnano il canto
Certo il solo uomo da lei veramente amato era battendo nei bicchieri)
Marcello – forse perché egli solo sapeva farla Chi nel ber trovò il piacer
soffrire – ma il lusso era per lei una condizione nel suo bicchier,
di salute.” d’una bocca nell’ardor,
......................................................................... trovò l’amor!

Musetta
La barriera d’Enfer (dal Cabaré)
Ah!...
Al di là della barriera, il boulevard esterno e, Se nel bicchiere sta il piacer
nell’estremo fondo, la route d’Orléans che si in giovin bocca sta l’amor!
perde lontana fra le alte case e la nebbia e bru-
ma del febbraio; al di qua, a sinistra, un Cabaré Voci
ed il piccolo largo della barriera, a destra il bou- (dal Cabaré)
levard d’Enfer; a sinistra quello di Saint Jacques. Trallerallè... trallerallè...
A destra pure la imboccatura di rue d’Enfer che Eva e Noè!
mette in pieno Quartier Latino. (Tutti danno in una risata clamorosa.)
Il Cabaré ha per insegna il quadro di Marcello
“Il passaggio del Mar Rosso”, ma sotto invece a Lattivendole
larghi caratteri vi è dipinto “Al porto di Marsi- (interno)
glia”. Ai lati della porta vi sono pure dipinti a Hopplà! Hopplà!
fresco un turco e uno zuavo con una enorme (Dal Corpo di Guardia esce il sergente dei doga-
corona d’alloro intorno al fez. Alla parete del nieri, il quale ordina di aprire la barriera)
Cabaré, che guarda verso la barriera, una fine-
stra a pian terreno donde esce luce. Doganiere
I platani che costeggiano il largo della barriera, Son già le lattivendole!
grigi, alti e in lunghi filari dal largo si dipartono (Tintinnio di campanelli di carrettieri. Schioc-
diagonalmente verso i due boulevards. Fra pla- care di fruste. Pel boulevard esterno passano
tano e platano sedili di marmo. È il febbraio, al dei carri, colle grandi lanterne di tela accese fra
finire; la neve è dappertutto. le ruote)

29
Carrettieri Sergente
(interno) Passi!
Hopplà! (Dalla barriera entra altra gente: chi da una par-
te, chi dall’altra si allontana: dall’Ospizio Maria
Lattivendole Teresa suona mattutino. È giorno fatto: giorno
(vicinissime) d’inverno, triste e caliginoso; dal Cabaré escono
Hopplà! alcune coppie che rincasano)
(La nebbia dirada e comincia a far giorno.)
Marcello
Lattivendole
(entrando in iscena a dorso di asinelli; ai doga- (esce dal Cabaré; sorpreso)
nieri, che controllano e lasciano passare) Mimì?!
Buon giorno!
(Si allontanano per vie diverse. Cessa di nevi- Mimì
care) Speravo di trovarvi qui.

Paesane Marcello
(entrano in scena con cesti a braccio; ai doga- È ver, siam qui da un mese
nieri) di quell’oste alle spese.
Burro e cacio. Polli ed ova. Musetta insegna il canto ai passeggieri,
(Pagano e s’avviano; dal crocicchio) io pingo quei guerrieri
Voi da che parte andate? sulla facciata.
A San Michele! (Mimì tossisce)
Ci troverem più tardi? È freddo. Entrate.
A mezzodì!
A mezzodì! Mimì
(Si allontanano per vie diverse. I doganieri ritira- C’è Rodolfo?
no le panche e il braciere. Mimì dalla rue d’En-
fer: entra guardando attentamente intorno cer- Marcello
cando di riconoscere la località, ma giunta al Sì.
primo platano la coglie un violento accesso di
tosse: poi rimessasi e veduto il sergente, gli si Mimì
avvicina)
Non posso entrar, no, no!
Mimì (scoppia in pianto)
(al sergente)
Sa dirmi, scusi, qual è l’osteria... Marcello
(non ricordandone il nome) Perché?
dove un pittor lavora?
Mimì
Sergente (disperata)
(indicando il Cabaré) O buon Marcello, aiuto! Aiuto!
Eccola.
Marcello
Mimì Cos’è avvenuto?
Grazie.
(Tossisce. Una fantesca esce dal Cabaré; Mimì le Mimì
si avvicina) Rodolfo, Rodolfo m’ama, Rodolfo m’ama
O buona donna, mi fate il favore... e mi fugge, il mio Rodolfo si strugge di gelosia.
di cercarmi il pittore Un passo, un detto, ...
Marcello? Ho da parlargli. Ho tanta fretta. un vezzo, un fior... lo mettono in sospetto.
Ditegli, piano, che Mimì l’aspetta... Onde corrucci ed ire.
(La fantesca rientra nel Cabaré)
Talor la notte fingo di dormire
Sergente e in me lo sento fiso
(ad uno che passa) spiarmi i sogni in viso.
Ehi! Quel paniere! Mi grida ad ogni istante:
non fai per me, ti prendi un altro amante,
Doganiere non fai per me!
(dopo aver visitato il paniere) Ahimè! Ahimè! In lui parla il rovello;
Vuoto! lo so, ma che rispondergli, Marcello?

30
Marcello golo del Cabaré di dove però quasi subito spor-
Quando s’è come voi non si vive in compagnia. ge curiosa la testa. Marcello va incontro a Ro-
dolfo)
Mimì
Dite ben, dite bene. Lasciarci conviene. Rodolfo
Aiutateci, aiutateci voi; noi s’è provato (esce dal Cabaré ed accorre verso Marcello)
più volte, ma invano. Marcello, finalmente!
Dite ben, dite ben, Qui niun ci sente!
lasciarci convien! Io voglio separarmi da Mimì.

Marcello Marcello
Son lieve a Musetta, ell’è lieve Sei volubil così?
a me perché ci amiamo in allegria...
Canti e risa, ecco il fior Rodolfo
d’invariabile amor! Già un’altra volta credetti morto il mio cor,
ma di quegl’occhi azzurri allo splendor
Mimì esso è risorto.
Fate voi per il meglio. Ora il tedio l’assal...

Marcello
Marcello
E gli vuoi rinnovare il funeral!
Sta ben, sta ben! Ora lo sveglio.
(Mimì, non potendo udire le parole, colto il mo-
mento opportuno, inosservata, riesce a ripararsi
Mimì
dietro a un platano presso al quale parlano i
Dorme?
due amici)
Marcello Rodolfo
È piombato qui (con dolore)
un’ora avanti l’alba, s’assopì Per sempre!
sopra una panca.
(Fa cenno a Mimì di guardare per la finestra Marcello
dentro il Cabaré) Cambia metro!
Guardate... Dei pazzi è l’amor tetro
(Mimì tossisce con insistenza) che lacrime distilla.
Se non ride e sfavilla
Marcello l’amore è fiacco e roco.
(compassionandola) Tu sei geloso.
Che tosse!
Rodolfo
Mimì Un poco.
Da ieri ho l’ossa rotte.
Fuggì da me stanotte Marcello
dicendomi: È finita. Collerico, lunatico, imbevuto
A giorno sono uscita di pregiudizi, noioso, cocciuto!
e me ne venni a questa
volta. Mimì
(fra sé)
Marcello Or lo fa incollerir. Me poveretta!...
(osservando Rodolfo nell’interno del Cabaré)
Si desta... Rodolfo
s’alza... mi cerca... viene... (con amarezza ironica)
Mimì è una civetta
Mimì che frascheggia con tutti.
Ch’ei non mi veda! (con grande ironia)
Un moscardino
Marcello di Viscontino
Or rincasate, le fa l’occhio di triglia.
Mimì, per carità! (con ironia crescente)
Non fate scene qua! Ella sgonnella e scopre la caviglia
(Marcello spinge dolcemente Mimì verso l’an- con un far promettente e lusinghier...

31
Marcello Rodolfo
Lo devo dir? Non mi sembri sincer. Mimì di serra è fiore.
Povertà l’ha sfiorita,
Rodolfo per richiamarla in vita
Ebbene no! Non lo son! Invan, invan nascondo non basta amor!
la mia vera tortura.
Amo Mimì sovra ogni cosa al mondo, Mimì
(Mimì è commossa) (angosciata)
io l’amo!... Ahimè! È finita!... O mia vita!...
Ma ho paura! Ma ho paura! Ahimè morir!
(Mimì, sorpresa, si avvicina ancora più, sempre
nascosta dietro gli alberi) Marcello
Oh qual pietà! Poveretta!
Rodolfo Povera Mimì!
(tristamente) (La tosse ed i singhiozzi violenti rivelano la pre-
Mimì è tanto malata. senza di Mimì)
Ogni dì più declina. Rodolfo
La povera piccina (accorrendo a Mimì)
è condannata. Che?! Mimì! Tu qui?
M’hai sentito?
Marcello
(temendo che Mimì possa udire, tenta di allon- Marcello
tanare Rodolfo) Ella dunque ascoltava?
Mimì?!
Rodolfo
Mimì Facile alla paura
(fra sé) per nulla io m’arrovello.
Che vuol dire? Vien là nel tepor!
(Vuol farla entrare nel Cabaré)
Rodolfo
Una terribil tosse Mimì
l’esil petto le scuote... No, quel tanfo mi soffoca!
già le smunte gote
di sangue ha rosse... Rodolfo
Ah Mimì!
Marcello (Stringe amorosamente fra le sue braccia Mimì
(agitato, accorgendosi che Mimì ode) e la accarezza. Dal Cabaré odesi Musetta ridere
Povera Mimì! sfacciatamente)

Mimì Marcello
(accorrendo alla finestra)
(piangendo)
Ahimè, morire! È Musetta
che ride.
Rodolfo Con chi ride? Ah, la civetta!
La mia stanza è una tana squallida... Imparerai!
il fuoco ho spento. (Entra impetuosamente nel Cabaré)
V’entra e l’aggira il vento Mimì
di tramontana! (svincolandosi da Rodolfo)
Essa canta e sorride, Addio.
e il rimorso m’assale.
Me, cagion del fatale Rodolfo
mal che l’uccide! (sorpreso)
Che! Vai?
Marcello
(vorrebbe allontanare Rodolfo) Mimì
Che far dunque? Donde lieta uscì
al tuo grido d’amore,
Mimì torna sola Mimì
(desolata) al solitario nido.
O mia vita! Ritorna un’altra volta

32
a intesser finti fior! Mimì
Addio, senza rancor! Niuno è solo l’april...
Ascolta, ascolta.
Le poche robe aduna che lasciai Rodolfo
sparse. Nel mio cassetto Si parla coi gigli e le rose...
stan chiusi quel cerchietto
d’or, e il libro di preghiere. Marcello
Involgi tutto quanto in un grembiale (fermandosi sulla porta del Cabaré rivolto a Mu-
e manderò il portiere... setta)
Bada!... sotto il guanciale Al mio venire
c’è la cuffietta rosa. hai mutato di colore.
Se vuoi, se vuoi serbarla a ricordo d’amor!
Addio, addio senza rancor... Musetta
(con attitudine di provocazione)
Rodolfo Quel signore mi diceva:
Dunque è proprio finita! Ama il ballo, signorina?
Te ne vai, te ne vai, la mia piccina.
Addio, sogni d’amor!... Marcello
Vana, frivola, civetta!
Mimì
Addio, dolce svegliare alla mattina... Musetta
Arrossendo rispondeva:
Rodolfo Ballerei sera e mattina...
Addio, sognante vita...

Mimì Mimì
(sorridendo) Esce dai nidi un cinguettio gentile...
Addio, rabbuffi e gelosie...
Rodolfo e Mimì
Rodolfo Al fiorir di primavera
... che un tuo sorriso acqueta... c’è compagno il sol!
Chiacchieran le fontane.
Mimì
Addio, sospetti, ... Marcello
Quel discorso asconde mire disoneste.
Rodolfo
... baci... Musetta
Voglio piena libertà!
Mimì
... pungenti amarezze... Marcello
(quasi avventandosi contro Musetta)
Rodolfo Io t’acconcio per le feste
... ch’io da vero poeta se ti colgo a incivettire!
rimavo con carezze.

Mimì e Rodolfo Musetta


Soli d’inverno è cosa da morire! Che mi canti? Che mi gridi?
Soli! Mentre a primavera All’altar non siamo uniti.
c’è compagno il sol...
(Nel Cabaré fracasso di piatti e bicchieri rotti) Marcello
Bada, sotto il mio cappello
Marcello non ci stan certi ornamenti...
(di dentro; concitato)
Che facevi, che dicevi? Musetta
Presso al fuoco a quel signore? Io detesto quegli amanti
che la fanno da (Ah! Ah! Ah!) mariti...
Musetta
(di dentro) Marcello
Che vuoi dir? Che vuoi dir? Io non faccio da zimbello
(Esce correndo) ai novizi intraprendenti.

33
Mimì e Rodolfo Marcello
La brezza della sera (dal mezzo della scena)
balsami stende sulle doglie umane. Vipera!
Vuoi che aspettiam
la primavera ancor? Musetta
(c. s.)
Musetta Rospo!
Fo all’amor con chi mi piace! (esce)

Marcello Marcello
Vana, frivola, civetta! Strega!
(Entra nel Cabaré.)
Musetta
Non ti garba? Mimì
Fo all’amor con chi mi piace! (avviandosi con Rodolfo)
Musetta se ne va! Sempre tua per la vita...

Marcello Rodolfo
Ve n’andate? Vi ringrazio: Ci lasceremo...
or son ricco divenuto.
Mimì
Musetta e Marcello Ci lasceremo alla stagion dei fior...
(ironica/o)
Vi saluto. Rodolfo
... alla stagion dei fior...
Musetta
Signor, addio Mimì
vi dico con piacer! (carezzevole)
Vorrei che eterno
Marcello durasse il verno.
Son servo e me ne vo! (Cala lentamente il sipario)

Musetta Mimì e Rodolfo


(s’allontana, correndo furibonda, poi a un tratto (interno, allontanandosi)
si sofferma e grida da lontano:) Ci lascerem alla stagion dei fior!
Pittore da bottega! (Sipario calato.)

34
QUADRO QUARTO Rodolfo
(trasalendo, smette di scrivere)
“In quell’epoca già da tempo gli amici erano L’hai vista?!
vedovi. (Si ricompone)
Musetta era ridiventata un personaggio quasi Oh guarda!...
officiale; da tre o quattro mesi Marcello non l’a-
veva incontrata. Marcello
Così pure Mimì; Rodolfo non ne aveva più sen- (smette il lavoro)
tito parlare che da sé medesimo quando era Era in carrozza
solo. vestita come una regina.
Un dì che Marcello di nascosto baciava un nastro
dimenticato da Musetta, vide Rodolfo che Rodolfo
nascondeva una cuffietta – la cuffietta rosa – (allegramente)
dimenticata da Mimì: Evviva.
Va bene, mormorò Marcello, egli è vile come Ne son contento.
me!
......................................................................... Marcello
......................................................................... (fra sé)
......................................................................... (Bugiardo, si strugge d’amor.)
.........................................................................
Vita gaia e terribile!...” Rodolfo
Lavoriam.
In soffitta
Marcello
Come nel Quadro primo. Lavoriam.
(S’alza il sipario. Marcello sta ancora dinanzi al (Riprendono il lavoro)
suo cavalletto, come Rodolfo sta seduto al suo
tavolo: vorrebbero persuadersi l’un l’altro che Rodolfo
lavorano indefessamente, mentre invece non
Che penna infame!
fanno che chiacchierare)
(Getta la penna)
Marcello
(continuando il discorso) Marcello
In un coupé? Che infame pennello!
(Getta il pennello. Rodolfo sempre seduto e
Rodolfo molto pensieroso. Marcello guarda fissamente il
Con pariglia e livree. suo quadro, poi di nascosto da Rodolfo estrae
Mi salutò ridendo: To’! Musetta! dalla tasca un nastro di seta e lo bacia)
Le dissi: e il cuor? “Non batte o non lo sento
grazie al velluto che il copre.” Rodolfo
(O Mimì, tu più non torni,
Marcello
o giorni belli,
(sforzandosi di ridere)
Ci ho gusto piccole mani, odorosi capelli...
davver! Collo di neve!
Ah! Mimì, mia breve gioventù.)
Rodolfo
(fra sé) Marcello
(Loiola, va’! Ti rodi e ridi.) (ripone il nastro ed osserva di nuovo il suo qua-
(Ripiglia il lavoro) dro)
(Io non so come sia
Marcello che il mio pennello lavori
Non batte? Bene! e impasti colori
(Dipinge a gran colpi di pennello) contro voglia mia.
Io pur vidi... Se pingere mi piace
Rodolfo o cieli o terre o inverni o primavere,
Musetta? egli mi traccia due pupille nere
e una bocca procace.
Marcello E n’esce di Musetta
Mimì! il viso ancor...)

35
Rodolfo Marcello
(dal cassetto del tavolo leva la cuffietta di Mimì) Questa è cuccagna
(E tu, cuffietta lieve da Berlingaccio.
che sotto il guancial partendo ascose,
tutta sai la nostra felicità, Schaunard
vien sul mio cuor, (pone il cappello di Colline sul tavolo e vi collo-
sul mio cuor morto, poich’è morto amor...) ca dentro una bottiglia d’acqua)
Or lo Sciampagna
Marcello mettiamo in ghiaccio!
(E n’esce di Musetta
il viso tutto vezzi e tutto frode. Rodolfo
Musetta intanto gode (a Marcello, offrendogli del pane)
e il mio cuor vile la chiama, Scelga, o Barone,
e aspetta il vil mio cuor...) trota o salmone?
(Rodolfo pone sul cuore la cuffietta, poi volen-
Marcello
do nascondere a Marcello la propria com-
(ringrazia, accetta, poi si volge a Schaunard e
mozione, si volge a lui e disinvolto gli chiede:)
gli presenta un altro boccone di pane)
Duca, una lingua
Rodolfo
di pappagallo?
Che ora sia?
Schaunard
Marcello
(gentilmente rifiuta: si versa un bicchiere d’ac-
(rimasto meditabondo, si scuote alle parole di qua, poi lo passa a Marcello)
Rodolfo e allegramente gli risponde:) Grazie, m’impingua.
L’ora del pranzo di ieri. Stasera ho un ballo.
(L’unico bicchiere passa da uno all’altro. Colline,
Rodolfo che ha divorato in gran fretta la sua pagnotta,
E Schaunard non torna? si alza)
(Entrano Schaunard e Colline: il primo porta
quattro pagnotte e l’altro un cartoccio) Rodolfo
(a Colline)
Schaunard Già sazio?
Eccoci.
Colline
Rodolfo (con importanza e gravità)
Ebben? Ho fretta.
Il Re m’aspetta.
Marcello
Ebben? Marcello
(Schaunard depone le pagnotte sul tavolo) C’è qualche trama!...
Marcello Rodolfo
(con sprezzo) Qualche mister!
Del pan!
Schaunard
Colline (si alza, s’avvicina a Colline, e gli dice con curio-
(apre il cartoccio e ne estrae un’aringa che pure sità comica:)
colloca sul tavolo) Qualche mister?
È un piatto degno di Demostene:
un’aringa... Marcello
Qualche mister?
Schaunard (Colline passeggia pavoneggiandosi con aria di
... salata. grande importanza)

Colline Colline
Il pranzo è in tavola. (con importanza)
(Siedono a tavola, fingendo d’assistere ad un Il Re mi chiama
lauto pranzo) al minister!

36
Schaunard, Marcello e Rodolfo Marcello
(circondano Colline e gli fanno grandi inchini) La danza
Bene!... con musica vocale!

Colline Colline
(con importanza) Si sgombrino le sale!
Però... vedrò... (Portano da un lato la tavola e le sedie e si di-
vedrò... Guizot! spongono a ballare; proponendo varie danze:)

Schaunard Colline
(a Marcello) Gavotta.
Porgimi il nappo!
Marcello
Marcello Minuetto.
(gli dà l’unico bicchiere)
Sì! Bevi, io pappo! Rodolfo
Pavanella.
Schaunard
(solenne, sale su di una sedia e leva in alto il Schaunard
bicchiere; con enfasi) (marcando la danza spagnuola)
Mi sia permesso al nobile consesso... Fandango.

Rodolfo e Colline Colline


(interrompendolo) Propongo la quadriglia.
Basta! (Gli altri approvano)

Marcello Rodolfo
Fiacco! (allegramente)
Mano alle dame.
Colline
Che decotto! Colline
Io detto!
Marcello (Finge d’essere in grandi faccende per disporre
Leva il tacco! la quadriglia)

Colline Schaunard
(prendendo il bicchiere a Schaunard) (improvvisando, batte il tempo con grande, co-
Dammi il gotto! mica importanza; sorridente)
Lallera, lallera, lallera là...
Schaunard
(fa cenno agli amici di lasciarlo continuare; ispi- Rodolfo
rato) (si avvicina a Marcello, gli fa un grande inchino
M’ispira irresistibile offrendogli la mano e gli dice galantemente:)
l’estro della romanza! Vezzosa damigella...

Rodolfo, Marcello e Colline Marcello


(urlando) (con modestia, imitando la voce femminile)
No!... Rispetti la modestia,
(con voce naturale)
Schaunard la prego.
(arrendevole)
Azione coreografica Schaunard
allora? Lallera, lallera, lallera là.

Rodolfo, Marcello e Colline Colline


Sì! Sì! (ordina le figurazioni)
(Applaudendo, circondano Schaunard e lo fan- Balancez!
no scendere dalla sedia) (Rodolfo e Marcello ballano la quadriglia)

37
Marcello Musetta
Lallera, lallera, lallera... (con voce strozzata)
C’è Mimì!
Schaunard C’è Mimì che mi segue e che sta male.
(provocante)
Prima c’è il Rond. Rodolfo
Ov’è?
Colline
(c. s.) Musetta
No! Nel far le scale
Bestia! più non si resse.
(Rodolfo e Marcello continuano a ballare) (Si vede, per l’uscio aperto, Mimì seduta sul più
Schaunard alto gradino della scala)
(con disprezzo esagerato)
Che modi da lacchè. Rodolfo
Ah!
Colline (Si precipita verso Mimì. Marcello accorre anche
(offeso) lui)
Se non erro
lei m’oltraggia. Schaunard
(prende la paletta del camino) (a Colline; ambedue portano innanzi il letto)
Snudi il ferro. Noi accostiamo
quel lettuccio.
Schaunard (Rodolfo e Marcello sorreggono Mimì condu-
(corre al camino ed afferra le molle) cendola verso il letto)
Pronti. Assaggia.
(mettendosi in posizione per battersi) Rodolfo
Il tuo sangue io voglio ber. Là. Da bere.
(Musetta accorre col bicchiere dell’acqua, e ne
Colline fa bere un sorso a Mimì)
(fa altrettanto)
Un di noi qui si sbudella. Mimì
(Rodolfo e Marcello cessano dal ballare, e si (con grande passione)
smascellano dalle risa) Rodolfo!
Schaunard Rodolfo
Apprestate una barella. (adagia Mimì sul letto)
Zitta, riposa.
Colline
Apprestate un cimiter.
(Schaunard e Colline si battono) Mimì
(abbraccia Rodolfo)
Rodolfo e Marcello O mio Rodolfo!
(allegramente) Mi vuoi qui con te?
Mentre incalza
la tenzone Rodolfo
gira e balza (appassionato)
Rigodone. Ah! Mia Mimì,
(Rodolfo e Marcello ballano intorno ai duellanti sempre! Sempre!
con pazza allegria. I colpi si moltiplicano. I duel- (Persuade Mimì a sdraiarsi sul letto e stende su
lanti fingono d’essere sempre più inferociti, bat- di lei la coperta, poi con grandi cure le accomo-
tono i piedi e gridano: là!, prendi!, a te!, para!, da il guanciale sotto la testa)
muori! La danza è al colmo. Rodolfo e Marcello
si danno ad una pazza allegria ridendo e gri- Musetta
dando. Si spalanca l’uscio ed entra Musetta in (trae in disparte gli altri, e dice loro sotto-
grande agitazione) voce:)
Intesi dire che Mimì, fuggita
Marcello dal Viscontino, era in fin di vita.
(scorgendola) Dove stia? Cerca, cerca... la veggo
Musetta! passar per via...
(Tutti attorniano con viva ansietà Musetta) trascinandosi a stento.

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Mi dice: “Più non reggo... Mimì
muoio! lo sento. Ho un po’ di tosse!
(Agitandosi, senz’accorgersi alza la voce) Ci sono avvezza.
Voglio morir con lui! Forse m’aspetta...” (Vedendo gli amici di Rodolfo li chiama per no-
me: essi accorrono premurosi presso di lei)
Marcello
Buon giorno, Marcello,
(a Musetta perché abbassi la voce)
Sst! Schaunard, Colline... buon giorno!
(sorridendo)
Mimì Tutti qui, tutti qui
Mi sento assai meglio... sorridenti a Mimì!

Musetta Rodolfo
(si porta a maggiore distanza da Mimì) Non parlar, non parlar.
“... M’accompagni, Musetta?...”
Mimì
Mimì Parlo pian,
... lascia ch’io guardi intorno.
non temere.
(con dolce sorriso)
Ah come si sta bene qui! (facendo cenno a Marcello di appressarsi)
(alzandosi un poco e riabbracciando Rodolfo) Marcello,
Si rinasce. date retta: è assai buona Musetta.
Ancor sento la vita qui...
No, tu non mi lasci più! Marcello
(porge la mano a Musetta)
Rodolfo Lo so... lo so!
Benedetta bocca... (Schaunard e Colline si allontanano tristamente:
Tu ancor mi parli! Schaunard siede al tavolo, col viso fra le mani:
Colline rimane pensieroso)
Musetta
(da parte agli altri tre)
Musetta
Che ci avete in casa?
(conduce Marcello lontano da Mimì, si toglie gli
Marcello orecchini e glieli porge dicendogli sottovoce:)
Nulla! A te, vendi, riporta
qualche cordial, manda un dottore...
Colline
Nulla! Rodolfo
Riposa.
Musetta
Non caffè? Non vino? Mimì
Tu non mi lasci?
Marcello
(con grande sconforto)
Nulla! Ah miseria! Rodolfo
No! No!
Schaunard (Mimì poco a poco si assopisce: Rodolfo prende
(osserva cautamente Mimì; tristamente a Colli- una scranna e siede presso al letto. Marcello fa
ne traendolo in disparte) per partire. Musetta lo arresta, e lo conduce più
Fra mezz’ora è morta. lontano da Mimì)
Mimì Musetta
Ho tanto freddo... Ascolta!
Se avessi un manicotto! Queste mie mani Forse è l’ultima volta
riscaldare non si potranno mai!
che ha espresso un desiderio, poveretta!
(tosse)
Pel manicotto io vo. Con te verrò.
Rodolfo
(prende nelle sue le mani di Mimì, riscaldando- Marcello
gliele) (affettuosamente)
Qui nelle mie! Taci, Sei buona, o mia Musetta...
il parlar ti stanca. (Musetta e Marcello partono frettolosi)

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Colline Rodolfo
(mentre Marcello e Musetta parlavano si è leva- Bella come un’aurora...
to il pastrano; con commozione crescente)
Vecchia zimarra, senti, Mimì
io resto al pian, tu ascendere Hai sbagliato il raffronto.
il sacro monte or devi. Volevi dir... bella come un tramonto.
Le mie grazie ricevi. “Mi chiamano Mimì...
Mai non curvasti il logoro (come eco)
dorso ai ricchi ed ai potenti. mi chiamano Mimì...
Passâr nelle tue tasche il perché... non so...”
come in antri tranquilli
filosofi e poeti. Rodolfo
Ora che i giorni lieti (carezzevole ed intenerito)
fuggîr, ti dico addio, Tornò al nido la rondine e cinguetta.
fedele amico mio, (Si leva di dove l’aveva riposta, sul cuore, la cuf-
addio, addio. fietta di Mimì e gliela porge)
(Fatto un involto del pastrano se lo pone sotto il
braccio e s’avvia: ma vedendo Schaunard si av- Mimì
vicina a lui, gli batte una spalla dicendogli trista- (gaiamente)
mente:) La mia cuffietta! La mia cuffietta...
Schaunard, ognuno per diversa via Ah!...
(Schaunard alza il capo) (Tende a Rodolfo la testa; questi le mette la cuf-
mettiamo insieme due atti di pietà; fietta. Mimì fa sedere presso a lei Rodolfo e ri-
(additando il pastrano) mane con la testa appoggiata al di lui petto)
io... questo! Te lo rammenti quando sono entrata
E tu... lasciali soli là. la prima volta, là?

Rodolfo
Schaunard
Se lo rammento!
(si leva in piedi; commosso)
Filosofo, ragioni!
(Guarda verso il letto.) Mimì
Il lume s’era spento...
È ver... Vo via!
(Schaunard guarda intorno e per giustificare la Rodolfo
sua partenza prende la bottiglia dell’acqua e Eri tanto turbata!
scende dietro Colline chiudendo con precauzio- Poi smarristi la chiave...
ne l’uscio. Mimì apre gli occhi, vede che sono
tutti partiti ed allunga la mano verso Rodolfo, Mimì
che gliela bacia amorosamente) E a cercarla
tastoni ti sei messo!...
Mimì
Sono andati? Rodolfo
(Rodolfo accenna di sì) E cerca... cerca...
Fingevo di dormire
perché volli con te sola restare. Mimì
Ho tante cose che ti voglio dire (graziosamente)
o una sola, ma grande come il mare, Mio bel signorino,
(rizzandosi un poco sul letto: Rodolfo si alza posso ben dirlo adesso...
e l’aiuta) lei la trovò... assai presto...
come il mare profonda ed infinita...
(mette le braccia al collo di Rodolfo.) Rodolfo
Sei il mio amor... e tutta la mia vita!... Aiutavo il destino...
Rodolfo Mimì
Ah! Mimì, (ricordando l’incontro suo con Rodolfo la sera
mia bella Mimì. della Vigilia di Natale)
Era buio, e il mio rossor non si vedeva...
Mimì “Che gelida manina...
(lascia cadere le braccia) Se la lasci riscaldar...”
Son bella ancora? Era buio

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e la man tu mi prendevi... Musetta
(è presa da uno spasimo di soffocazione e lascia (pronta, indicando Rodolfo)
ricadere il capo, sfinita) Sì.

Rodolfo Mimì
(spaventato la sorregge) (stende una mano a Rodolfo)
Oh Dio! Mimì! Tu! Spensierato!
(In questo momento Schaunard ritorna: al grido Grazie. Ma costerà.
di Rodolfo accorre presso Mimì) (Rodolfo scoppia in pianto)
Piangi? Sto bene...
Schaunard Pianger così perché?...
(entrando) Qui, amor... sempre con te...
Che avvien? (Mette le mani nel manicotto – poco a poco si
assopisce inclinando graziosamente la testa sul
Mimì manicotto, in atto di dormire)
(apre gli occhi e sorride per rassicurare Rodolfo Le mani... al caldo... e... dormire...
e Schaunard)
Nulla... Sto bene. Rodolfo
(rassicurato nel vedere che Mimì si è addormen-
Rodolfo tata, cautamente si allontana da essa e fatto
(la adagia sul cuscino) cenno agli altri di non far rumore, si avvicina a
Zitta per carità. Marcello)
Che ha detto
Mimì il medico?
Sì, sì, perdona,
or sarò buona... Marcello
(Musetta e Marcello entrano cautamente: Mu- Verrà!
setta porta un manicotto, Marcello una boccet-
ta) Musetta
(in questo frattempo ha messo a scaldare la
Musetta medicina portata da Marcello sul fornello a spi-
(a Rodolfo) rito, e mentre è tutta intenta a questa bisogna,
Dorme? quasi incoscientemente mormora una preghie-
ra)
Rodolfo Madonna benedetta
(avvicinandosi a Marcello) (Rodolfo, Marcello e Schaunard parlano assai
Riposa. sottovoce fra di loro: di tanto in tanto Rodolfo
fa qualche passo verso il letto, sorvegliando
Marcello Mimì, poi ritorna presso gli amici)
Ho veduto il dottore! fate la grazia a questa poveretta
Verrà; gli ho fatto fretta. che non debba morire.
Ecco il cordial!... (s’interrompe e fa cenno a Marcello, che si avvi-
(prende una lampada a spirito, la pone sulla ta- cina ad essa e mette un libro ritto sulla tavola,
vola e l’accende) formando paravento alla lampada)
Qui ci vuole un riparo
Mimì perché la fiamma sventola.
Chi parla? Così...
(ripiglia la preghiera)
Musetta E che possa guarire.
(si avvicina a Mimì e le porge il manicotto) Madonna santa, io sono
Io... Musetta. indegna di perdono
mentre invece Mimì
Mimì è un angelo del cielo.
(aiutata da Musetta si rizza sul letto, e con gioia (Rodolfo si avvicina a Musetta, mentre Schau-
quasi infantile prende il manicotto) nard camminando sulla punta dei piedi va ad
Oh come è bello e morbido. Non più, osservare Mimì: fa un gesto di dolore e ritorna
non più le mani allividite... Il tepore... presso Marcello)
le abbellirà...
(a Rodolfo) Rodolfo
Sei tu (sottovoce)
che me lo doni? Io spero ancora. Vi pare che sia grave?

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Musetta dello strano contegno di Marcello e Schaunard;
Non credo. con voce strozzata dallo sgomento)
Che vuol dire
Schaunard quell’andare e venire...
(con voce strozzata) (allibito fissando ora l’uno ora l’altro)
Marcello, è spirata! quel guardarmi così...
(Marcello si avvicina a sua volta al letto e se ne
scosta atterrito. Colline entra cautamente e de- Marcello
pone del danaro sulla tavola presso a Musetta. (non regge più, corre a Rodolfo ed abbraccian-
Un raggio di sole dalla finestra batte sul volto di dolo gli grida:)
Mimì; Rodolfo se ne avvede e cerca come porvi Coraggio...
riparo: Musetta gli indica la sua mantiglia: Ro-
dolfo la ringrazia con uno sguardo, prende la Rodolfo
mantiglia, sale su di una sedia e studia il modo (si precipita al letto di Mimì, la solleva e scuo-
di stenderla sulla finestra) tendola grida colla massima disperazione; pian-
gendo)
Colline Mimì!!!... Mimì!!!...
Musetta... a voi! (si getta sul corpo esanime di Mimì. Musetta,
(corre a Rodolfo per aiutarlo a stendere la man- spaventata, corre al letto, getta un grido ango-
tiglia e gli chiede notizie di Mimì) scioso, buttandosi ginocchioni e piangente ai
Come va?... piedi di Mimì dalla parte opposta di Rodolfo.
Schaunard si abbandona accasciato su di una
Rodolfo sedia, a sinistra della scena. Colline va ai piedi
Vedi?... È tranquilla. del letto, rimanendo atterrito per la rapidità
(volgendosi, vede Musetta che gli fa cenno es- della catastrofe. Marcello singhiozza, volgendo
sere pronta la medicina: scende dalla scranna, le spalle al proscenio. Cala lentamente il sipa-
ma nell’accorrere presso Musetta si accorge rio.)

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Giuseppe Giacosa, Giacomo Puccini e Luigi Illica. Foto realizzata dallo Studio Fotografico
Marcozzi di Milano (Milano, Museo Teatrale alla Scala).

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