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Cosè l’Iperpiressia?
Per prima cosa definiamo cos’è l’iperpiressia:
Iperpiressia consiste nell’innalzamento della temperatura corporea oltre i 39-40°C. (febbre molto
alta) non è considerata una malattia, ma un sintomo che può essere provocato da diversi tipi di
condizioni patologiche, quali, ad esempio, infezioni batteriche o virali.
Per assisstere il paziente con Iperpiressia dobbiamo tener presente quali sono gli obiettivi e gli
interventi assistenziali da intraprendere.
Gli interventi terapeutici e assistenziali nei confronti di un soggetto in stato febbrile segue due
direttrici:
1) Interventi volti ad agire sulle cause che hanno determinato l’insorgenza della febbre e sul quadro
sintomatologico (essenzialmente di ordine diagnostico e terapeutico e quindi di competenza medica
e infermieristica),
2) Prestazioni di natura assistenziale volte a favorire l’abbassamento della temperatura compito
dell’O.S.S.
Qual è il compito dell’OSS nella gestione dei regimi dietetici speciali? – Durante il trattamento
di forme patologiche, anche l’alimentazione ha la sua importanza e deve tenere conto della terapia
prescritta.
Per questo motivo si parla di regimi dietetici speciali in particolari stati patologici.
I regimi dietetici speciali per particolari patologie vengono prescritti dal medico. La dietista ha la
responsabilità della composizione delle diete, l’infermiere ne applica la prescrizione.
Possiamo avere numerosi tipi di diete che si rendono necessari in relazione ai quadri patologici dai
quali i degenti sono affetti e agli interventi diagnostici e terapeutici a cui sono sottoposti. Esistono
così diete ipo o iper caloriche per diabetici, per malati affetti da malattie renali, del fegato, del
pancreas ecc.., diete da adottare in particolari esami diagnostici.
Dieta idrica
Esclude ogni alimento.
Indicazioni:
Dopo alcuni interventi chirurgici. Su indicazione medica e infermieristica.
Modalità di attuazione:
Permette l’assunzione di acqua e alimenti liquidi di basso apporto nutritivo, come tè , camomilla,
acqua non gasata, con l’eventuale aggiunta di zucchero; da un punto di vista nutrizionale equivale
spesso al digiuno assoluto.
Dieta liquida
Esclude ogni alimento.
Indicazioni:
Dopo alcuni interventi chirurgici. Su indicazione medica e infermieristica.
Modalità di attuazione:
Comporta l’assunzione di alimenti che forniscono un certo apporto di calorie e in principio
nutritivi , ma di consistenza liquida ( es, latte parzialmente scremato , tè, camomilla, succhi di
frutta, brodo , brodi vegetali, acqua non gasata ) povera in nutrienti e calorie, spesso viene
addizionata con integratori alimentari (es. liofilizzati).
Dieta semiliquida
Indicazioni:
Dopo alcuni interventi chirurgici. Su indicazione medica e infermieristica. Per iniziare la ripresa
dell’alimentazione dopo un lungo periodo.
Modalità di attuazione:
Comporta l’assunzione di alimenti che forniscono un certo apporto di calorie , ma di consistenza
semiliquida ( es, latte parzialmente scremato , tè, camomilla, succhi di frutta, brodo di carne,
minestra, brodi vegetali, acqua non gasata, frutta cotta ) povera in nutrienti e calorie, anche questa
spesso viene addizionata con integratori alimentari (es. liofilizzati).
Dieta iposodica
Insufficienza cardiaca e renale, ipertensione. Edema. Altre indicazioni mediche o infermieristiche.
Ipertensione è una malattia caratterizzata dall’aumento della pressione sanguigna arteriosa, fattore
di rischio per malattie cardiovascolari, non sempre ha cause identificabili, ma è stato accertato che
l’alimentazione e l’esercizio fisico rivestono un ruolo primario nel miglioramento del quadro
clinico. La dieta deve mirare a controllare il peso corporeo, alcune volte è sufficiente perdere un po’
di peso per correggere l’ipertensione.
Modalità di attuazione:
Mangiare ad orari fissi e lentamente. Bere tra un pasto e l’altro.
Cibi consentiti:
latte, yogurt, ricotta, mozzarella. Pane e biscotti iposodici. Uova, carne e pesce fresco. Acqua priva
di sodio.
Cibi controindicati:
Sale da tavola. Cibi trattati con sale e conservati in scatola o in salamoia, o essiccati e affumicati.
Carni, pesce, ortaggi e frutta conservati in scatola (marmellate, salse, tonno, mandorle, nocciole,
ecc..). Pane biscotti, crackers salati. Crostini, insaccati. Pasticceria industriale. Glutammato di
sodio per brodo. Acqua gasata. Limitare il fumo e il caffè in quanto vasocostrittori.Evitare gli
alcolici che possono interferire con i farmaci antipertensivi.
La nutrizione enterale
La Nutrizione enterale è una forma di alimentazione che si riserva a pazienti che, pur mantenendo
l’integrità funzionale (completa o parziale) del tratto gastroenterico, non possono assumere gli
alimenti nel modo naturale.
Essa consiste nella somministrazione di nutrienti in forma liquida attraverso una sonda oppure per
via orale. La via orale è riservata a pazienti nei quali è mantenuta una completa integrità
dell’apparato digestivo per i quali è possibile l’ingestione di liquidi, ma che non sono in grado di
alimentarsi con cibi solidi (es. pazienti con stenosi esofagee).
Per posizionare il sondino si può ricorrere ad un accesso naturale (sonda nasogastrica,
nasoduodenale, nasodigiunale) oppure ad uno stoma artificiale aperto a livello faringeo, gastrico
o digiunale. La collocazione finale della punta della sonda posizionata attraverso queste vie è
sempre lo stomaco o il primo tratto dell’intestino. La Nutrizione enterale può essere totale, se
rappresenta l’unica forma di alimentazione del paziente, o suppletiva, se va ad integrare
un’assunzione non adeguata di normali alimenti.
Dunque la nutrizione enterale è un tipo di nutrizione, effettuata con nutrienti liquidi artificiali, che
vengono somministrati mediante un sondino nel tratto gastrointestinale.
SNG, Sondino naso gastrico, sondino introdotto per via orale, si tratta di un piccolo tubo di
gomma o in silicone, che viene introdotto da una narice e, passa attraverso il naso e la parte
posteriore dalla cavità orale arriva all’esofago per poi arrivare allo stomaco.
PEG, sonda introdotta tramite stomia digestiva direttamente nello stomaco gastrostomia. Viene
posizionata, tramite intervento chirurgico
direttamente nello stomaco praticando un foro nello stomaco.
PEJ, Sonda introdotta tramite una stomia digestiva, si permette di somministrare i nutrienti
direttamente nell’ intestino.
Procedure OSS: Come assistere un paziente con tracheostomia? Questo articolo relativo alla
sezione Procedure OSS si sofferma sulla problematica di gestione e assistenza di un paziente con
tracheostomia. Inizieremo da alcune definizioni semplici, utili anche per chi deve affrontare
concorsi pubblici (vi invitiamo ad esercitarvi con i nostri QUIZ PER CONCORSI OSS), fino ad
arrivare ad alcune indicazioni pratiche da attuare nella vita professionale di tutti i giorni. Buona
Lettura!!!
Uno dei compiti fondamentali dell’Oss è osservare il paziente, rilevare le sue risposte,
raccogliere le informazioni in modo da assicurarne il benessere.
Il paziente non ha necessità solo di cure fisiche ma si deve tener conto anche dell’aspetto
psicologico, l’Oss deve instaurare un rapporto con queste persone, sopratutto se hanno
disturbi mentali.
Tra le competenze dell’Operatore Socio Sanitario non c’è solo dunque conoscere le
tecniche di intervento delle patologie fisiche, ma anche di quelle psichiche e sociali.
• persone adulte con handicap gravi o con sofferenza psichica e/o precedente di malattia
mentale
• persone anziane
• nuclei familiari con persone a rischio o con portatori di handicap fisici e/o psichici;
minori allontanati dalla famiglia e collocati in strutture residenziali (comunità- alloggio;
istituti ecc.)
• relazione
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OSS-S
La legge 180 del 13 maggio 1978, meglio nota come legge Basaglia, dal nome dello
psichiatra veneto segna uno spartiacque nella concezione del disabile psichico.
Non si tratta solo di regole, ma di una riforma strutturale sul modo di rapportarsi con la
persona affetta da disturbi mentali: se prima avevamo emarginazione e contenimento ora
abbiamo integrazione, valorizzazione del paziente psichiatrico, che può godere adesso
del diritto alla salute e alla cura.
Ci sono poi i ritardi mentali e le demenze senili da citare, molto importanti perché
comportano vari disagi sul piano fisico.
L’OSS ha un ruolo rilevante proprio nel processo di osservazione dei comportamenti del
paziente, proprio perché trascorre molto tempo con lui e ne condivide la quotidianità.
Osservando, l’operatore, ha modo di imparare ed affinare la tecnica di relazione con il
soggetto.
Il tono della voce, lo scandire bene le parole e l’utilizzo di un lessico semplice sono
strumenti che aiuto ed agevolano l’interazione con il disabile. Quando poi ci si relaziona
con chi ha visioni e allucinazioni, la negazione assoluta è sbagliata: si cerca di far capire
al paziente che ciò che vede è conseguente al suo nervosismo.
Come avviene la formazione dell’Oss in ambito psicologico?
Durante i seminari nell’assistenza al paziente psichiatrico e disabile vengono affrontate
le seguenti tematiche:
• Individuare gli strumenti assistenziali necessari per la presa a carico del paziente con
disturbo psichico: osservazione, status clinico, relazione terapeutica;
• Distinguere gli elementi essenziali della psicosi e delle difficoltà relazionali che si
incontrano nella pratica professionale;