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STUDIO LEGALE CIARROCCHI

63824 ALTIDONA (FM) via Aprutina n. 70 – Tel. e Telefax 0734/931300


p.e.c. : nazzareno.ciarrocchi@ordineavvocatifermopec.it – Email: studiolegaleciarrocchi@hotmail.it
Codice Fiscale CRRNZR52C19F501N – Partita Iva 02160050445

CORTE DI APPELLO DI ANCONA


*

ATTO DI APPELLO
Il DOTT. ROMALDINI DANIEL (codice fiscale RMLDNL86P12H769N) residente in Montegranaro (FM),
rappresentato e difeso per procura stesa in separato foglio, dall’Avv. Nazzareno Ciarrocchi del Foro di Fermo,
con Studio Professionale sito in Altidona (FM) alla via Aprutina n. 70, (codice fiscale CRRNZR52C19F501N –
Fax: 0734 931620 – p.e.c.: nazzareno.ciarrocchi@ordineavvocatifermopec.it) il quale Avvocato dichiara di
voler ricevere le comunicazioni da parte della Cancelleria tramite fax al numero 0734 931300 ovvero tramite
mail al seguente indirizzo: studiolegaleciarrocchi@hotmail.it , propone
APPELLO
avverso la Sentenza N. 1701/2021 emessa dal Tribunale di Ancona, in composizione monocratica nella
persona del Giudice Dott.ssa Francesca Ercolini, in data 22.12.2021 e pubblicata in data 27.12.2021, mai
notificata, con la quale è stata decisa la causa rubricata con il N. 3689/2017 R.G., chiedendone l’integrale
riforma.

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A tal fine,
CITA

1) la Dott.ssa ABRAMI DANIELA, (c.f. BRMDNL65H63A252E) residente in Roma e nel domicilio eletto in
Roma, via Tommaso Campanella n. 11, presso e nello studio dei propri difensori Avv. Patrizia Titone
(pec: patriziatitone@ordineavvocatiroma.org) ed Avv. Enrica Desideri (pec:
enricadesideri@ordineavvocatiroma.org);
2) il Dott. IANNI ANTONIO, (c.f. NNINTN59S14A462A) residente in Roma e nel domicilio eletto in Roma,
via Tommaso Campanella n. 11, presso e nello studio dei propri difensori Avv. Patrizia Titone (pec:
patriziatitone@ordineavvocatiroma.org) ed Avv. Enrica Desideri (pec:
enricadesideri@ordineavvocatiroma.org);
3) il Dott. STORANI FEDERICO (c.f. STRFRC84S21G157P), residente in Osimo (AN) e nel domicilio eletto
di Osimo (AN) via Martorelli n. 2, presso e nello studio del proprio difensore Avv. Gianlorenzo
Pangrazi (pec: pangrazi@pec.lclegale.com);

a comparire dinanzi alla Corte d’Appello di Ancona, Sezione e Consigliere Istruttore designando, all'udienza
che ivi sarà tenuta il giorno 27 settembre 2022, ore di rito, con invito a costituirsi, nelle forme e nei termini
indicati dall'art. 166 c.p.c., nel termine di giorni venti (20) antecedenti all’udienza sopra indicata, ovvero di
quella differita d’ufficio, ai sensi dell'art.168-bis, ultimo comma, c.p.c., dal Giudice adito, con avvertimento

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che la costituzione oltre i suddetti termini comporterà le decadenze previste dagli artt. 38, 167 e 345 c.p.c.,
compresa quella dal diritto di proporre appello incidentale ai sensi dell'art. 343 c.p.c. e che, in caso di mancata
costituzione, si procederà in loro dichiarata contumacia, per ivi sentir accogliere le conclusioni così come più
appresso riportate.

*
Svolgimento del processo di primo grado:
Con atto di citazione notificato in data 19.5.17 i Dott.ri Abrami Daniela e Ianni Antonio, evocavano in giudizio
innanzi al Tribunale di Ancona i Dott.ri Romaldini Daniel e Storani Federico deducendo di aver sottoscritto
con la Dott.ssa Paola Teodori, proprietaria della omonima farmacia sita in Osimo, un preliminare di cessione
di ramo d’azienda con il quale essi attori si obbligavano ad acquistare, appunto, la Farmacia Teodori, la quale
aveva in corso una procedura di concordato preventivo in bianco, poi sfociata in omologazione di accordi di
ristrutturazione del debito ex art. 182 bis L.F.
Essi attori ricordavano come, conformemente agli accordi presi con la Dott.ssa Teodori, avessero iniziato a
gestire la Farmacia Teodori dal 2.4.14 provvedendo a rifornire la farmacia stessa attraverso il loro ingrosso e
assumendo tutti gli oneri della gestione.

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Nel settembre del 2014 i Dott.ri Ianni ed Abrami sottoscrivevano una scrittura privata con i Dott.ri Romaldini
Daniel e Storani Federico con la quale si regolava il subentro di questi ultimi due ai primi nel contratto con la
Dott.ssa Teodori.
Ricordavano, in particolare, come in tale scrittura venisse precisato come tutti gli incassi, le mutue e gli utili
della farmacia nel periodo che andava dal 28.4.14 sino al rilascio effettivo, fossero di pertinenza di essi attuali
gestori.
A seguito di omologazione degli accordi di ristrutturazione e susseguente adempimento degli stessi, in data
23.12.2014 veniva stipulato, a rogito del Notaio Alessandro Mori di Fermo, tra la Dott.ssa Paola Teodori ed i
Dott.ri Daniel Romaldini e Federico Storani, l’atto pubblico di compravendita della farmacia, trasferimento e
subentro che veniva successivamente assentito dalla Asur Marche e quindi, alla data del 31.1.2015 i Dott.ri
Ianni ed Abrami rilasciavano la Farmacia Teodori nel possesso dei nuovi proprietari che iniziavano, da quel
giorno la loro diretta gestione.
Con l’atto di citazione essi attori lamentavano come i Dott.ri Romaldini e Storani si fossero resi inadempienti
agli obblighi assunti con la scrittura privata 5.9.14 in quanto non avevano provveduto a pagare loro,
interamente, quanto loro spettante; più in particolare lamentavano come gli acquirenti non avessero
corrisposto loro gli utili derivanti dalla gestione della farmacia per il periodo 2.4.14 – 31.1.15, utili che non
potevano essere quelli risultanti dal bilancio che presentava poste perplesse e comunque costi non
attribuibili alla loro gestione.

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Ricorrevano perciò al tribunale anconetano chiedendo una condanna dei convenuti al pagamento della
somma di €. 180.754,05= a titolo di utili dovuti prodotti nel periodo di loro gestione.
*
Si costituiva in giudizio il Dott. Daniel Romaldini, col ministero defensoriale del sottoscritto avvocato, e quindi
anche il Dott. Federico Storani assistito da altro difensore, per contestare, anche ai sensi e per gli effetti
dell’art. 115 c.p.c., tutto quanto ex adverso dedotto, prodotto e richiesto, siccome infondato sia in fatto che
in diritto.
In primo luogo, si osservava ed eccepiva come i diritti affermati dai Dott.ri Ianni ed Abrami non potessero
trovare tutela alcuna da parte dell’ordinamento giuridico in quanto l’attività da loro svolta era attività vietata
dalla legge e segnatamente dalla L. 362/91.
Essi infatti non erano i titolari della Farmacia Teodori , titolarità che, sino alla vendita effettuata dalla Dott.ssa
Teodori alla Farmacia Romaldini del Dott. Romaldini Daniel & C. s.n.c., avvenuta in data 23.12.14 (rectius:
sino al provvedimento autorizzativo al subentro emesso dell’Asur Marche), faceva capo, per l’appunto, alla
Dott.ssa Paola Teodori.
Né essi risultavano autorizzati alla sostituzione della titolare Dott.ssa Teodori nella gestione della farmacia

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come previsto dall’art. 11 della L. 8.11.91 n. 362 norma questa di rilevanza pubblica che disciplina in modo
tassativo i casi di deroga al principio di inscindibilità tra titolarità e gestione della farmacia essendo quello
della farmacia un pubblico esercizio.
Si ricordava infatti come tale articolo prevedesse la possibilità di sostituzione temporanea del titolare nella
conduzione professionale della farmacia, previa autorizzazione dell’Asl, per una serie di motivi che, con
carattere della tassatività, erano così elencati: a) infermità; b) gravi motivi di famiglia; c) gravidanza; d)
adozione minori; e) servizio militare; f) chiamata funzioni pubbliche; g) ferie.
Quindi l’affermato e peraltro contestato diritto degli attori non poteva trovare tutela dall’ordinamento
giuridico in quanto maturato nell’ambito di attività contra ius.
*
Per quanto atteneva al merito della vicenda, ove fosse stata superata la pregiudiziale eccezione così come
sollevata, si osservava innanzitutto come, in forza della scrittura privata del 5.9.14, il Dott. Romaldini, insieme
al Dotto. Storani, si fosse impegnato, nei confronti dei Dott.ri Ianni ed Abrami:
a) al pagamento della somma di €. 29.000,00= che rappresentava gli esborsi fatti dai Dott.ri Ianni ed
Abrami in occasione dell’impegno assunto con la Dott.ssa Teodori, somma questa che veniva
puntualmente rimborsata;
b) al pagamento eventuale della somma di €. 286.000,00= condizionato all’effettivo prelievo di tale
somma dal conto dedicato; condizione che non si è mai avverata;

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c) al pagamento del controvalore delle merci l momento della presa in possesso della farmacia secondo
l’inventario delle rimanenze; pagamento che poi è stato effettuato nella misura di €. 57.000,00=.
Inoltre, all’art. 3) della ricordata scrittura, si prevedeva anche che la gestione in corso della Farmacia Teodori
dei Dott.ri Ianni ed Abrami continuasse.
Ma è evidente, si osservava, come si fosse in presenza di clausola di mero stile in quanto i Dott.ri Romaldini
e Storani non erano titolari di alcun diritto tale da poter disporre della gestione della farmacia la cui titolarità
era ancora in capo alla Dott.ssa Paola Teodori; quindi tale dichiarazione valeva esclusivamente come presa
d’atto di una situazione di fatto che non era stata da loro determinata e né da essi mutabile.
Peraltro, si osservava, di come gli sviluppi della vicenda avessero poi portato, come già ricordato, all’acquisto
da parte della snc Farmacia Romaldini della Farmacia Teodori e, poiché quest’ultima aveva subito, prima della
presentazione del concordato, il pignoramento dei crediti vantati nei confronti di Asur Marche, e la Asur
aveva deciso di non liquidare più tali crediti, anche quelli che successivamente, mano a mano, si andavano
accumulando e ben oltre il limite del pignoramento, nel marzo del 2015, allorché il Giudice dell’esecuzione
svincolò tali crediti, la Asur Marche versò il danaro accantonato nei conti della cessionaria Farmacia
Romaldini snc (che nel frattempo, come sopra ricordato, aveva acquistato la Farmacia Teodori) la quale

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estrapolò in base al prospetto riepilogativo delle somme liquidate, la somma di pertinenza della gestione
Ianni-Abrami che risultò essere pari ad €. 638.750,00= al netto dell’IVA e quindi redasse la lettera del 30.7.15
nella quale specificò il conteggio del dare e dell’avere, anche considerando pagamenti in precedenza
effettuati, a seguito del quale emerse un credito dei Dott.ri Ianni ed Abrami pari ad €. 40.758,00=, somma
questa che venne rimessa lo stesso 30.7.15 mediante bonifico bancario.
Tali conteggi non sono mai stati contestati dai destinatari né al momento della loro ricezione e né in sede
giudiziale allorché venne introdotto il giudizio innanzi al Tribunale di Ancona, e quindi la circostanza deve
essere ritenuta pacifica e comprovata ai sensi dell’art. 115 c.p.c..
Appariva evidente quindi come la domanda dei Dott.ri Romaldini e Storani volta al pagamento degli utili
ricavati dalla loro gestione della Farmacia Teodori, fosse del tutto infondata.
Infatti, eccepiva questa parte convenuta, che, oltre alla non tutelabilità di tale richiesta perché derivante da
rapporti contrattuali nulli, v’era da rilevare, innanzitutto, come essa avrebbe dovuto essere rivolta ad altro
soggetto e precisamente alla Dott.ssa Paola Teodori e non agli odierni convenuti; e comunque neppure ad
essi personalmente ma, semmai, alla Farmacia Romaldini del Dott. Romaldini Daniel & C. s.n.c. che risultava
essere la cessionaria della Farmacia Teodori.
Sussisteva perciò anche un evidente difetto di legittimazione passiva ad causam in capo ai due soggetti
convenuti e se ne sollevava formale eccezione peraltro rilevabile d’ufficio.
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Per quanto atteneva infine lo stretto merito della domanda, si osservava come parte attrice avesse affermato
che il bilancio al 31.12.14 della Farmacia Teodori non sarebbe stato veritiero in quanto contenente alcune
voci che non erano ad essa opponibili.
In particolare, si affermava come la voce di bilancio “Costo per compensi dei professionisti” indicato in €.
156.000,00= non fosse ad essa opponibile in quanto riguardava un costo improbabile che comunque avrebbe
dovuto rientrare nell’ipotesi di costi ammortizzabili e quindi non essere interamente compreso nel bilancio
del 2014 ma spalmato nel quinquennio.
Contestava, questa parte convenuta, tale affermazione in quanto appariva del tutto erronea.
Si doveva infatti ricordare come l’art. 109 (già 75) del TUIR avesse previsto, al comma 2, lett. b) come : “i
corrispettivi delle prestazioni di servizi si considerano conseguiti e le spese di acquisizione dei servizi si
considerano sostenute, alla data in cui le prestazioni sono ultimate..”.
I 156 mila euro rappresentavano i costi dei professionisti che avevano assistito la Dott.ssa Paola Teodori nella
presentazione e conclusione della procedura di accordi di ristrutturazione ex art. 186-bis L.F., prestazioni che
si erano concluse entro il 31.12.14 (v. le fatture dei tre professionisti in atti) e quindi legittimamente rientranti
nel bilancio di quell’anno della Farmacia Teodori secondo le previsioni di legge surricordate.

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Per quanto riguardava l’IVA indetraibile questa parte convenuta ignorava le ragioni di tale posta, ragioni che
avrebbero dovuto essere richieste al professionista che teneva la contabilità della Farmacia Teodori, potendo
solamente ipotizzare che tale importo potesse riferirsi all’Iva da pagare sui crediti Asur.
In ogni caso non appariva corretta l’operazione di revisione contabile fatta da controparte che peraltro
considerava l’intero anno solare mentre il rapporto di gestione della farmacia Teodori aveva avuto inizio il
28.4.14 e la scrittura privata con i Dott.ri Romaldini e Storani il 5.9.14 e quindi, a tutto voler concedere, il
tempo utile da considerare doveva essere, appunto, quello che andava va dal 5.9.14 al 31.1.15.
Ma neppure ciò appariva corretto in quanto i Dott.ri Ianni ed Abrami avevano già percepito tutti gli utili
prodotti della farmacia e fors’anche qualcosa in più del dovuto.
Occorreva infatti ricordare come, semplificando al massimo concetti che appartengono alla scienza contabile,
l’utile di esercizio doveva ritenersi individuabile nella differenza tra ricavi e costi.
In particolare, per quanto riguardava i ricavi, essi, nella gestione della farmacia, potevano essere classificati
sostanzialmente in due sottogruppi e precisamente: il c.d. “cassetto” (e cioè tutto quel danaro che veniva
giornalmente incassato a seguito di vendite di prodotti di banco) ed i crediti Asur (e cioè la vendita di
medicinali mutuati rimborsati poi dal SSN).
Nel caso di specie, come è stato già detto, il rimborso Asur è stato regolarmente considerato nei conteggi di
dare avere, mentre il c.d. “cassetto” e cioè i danari provenienti dalla vendita di prodotti di banco sono stati
integralmente e materialmente ritirati, giorno dopo giorno, dai Dott.ri Ianni ed Abrami e più in particolare
dal primo che era quello, peraltro il solo, che stabilmente era presente in farmacia.
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Pertanto, ciò che costituiva l’utile e cioè la differenza tra costi e ricavi era già stato percepito dagli attori che
quindi null’altro potevano pretendere.
C’era invece da dire, ma non era questo oggetto di res contenziosa, come i Dr.ri Ianni ed Abrami avessero
lasciato residui debiti nella loro gestione, debiti che erano stati evidenziati nel conteggio del 30.7.15.
Infine, circostanza questa contestata dalla parte convenuta, non rispondeva al vero che questa parte avesse
rifiutato il dialogo visto lo scambio di corrispondenze tra i rispettivi legali e la disponibilità manifestata.
Per tutto quanto sopra esposto e riferito, questa parte convenuta concludeva chiedendo l’accoglimento delle
pregiudiziali eccezioni e comunque la reiezione della domanda siccome infondata.
*
Nel giudizio così come introdotto, il Giudice adito provvedeva, su concorde istanza delle parti, a concedere i
termini ex art. 183, VI comma, c.p.c., all’esito dei quali il Giudice ammetteva soltanto la C.t.u., espletata la
quale, il sottoscritto avvocato, con note di udienza del 20.12.20, contestava l’incompletezza della perizia e
chiedeva che il C.t.u. venisse chiamato a chiarimenti sia sulla quantificazione del residuo merci e sia sui
pagamenti eseguiti dalla Farmacia Romaldini.
Il Giudice non dava seguito alcuno a tali richieste e fissava l’udienza di precisazione delle conclusioni nella

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quale, questa parte convenuta, così concludeva:
“Piaccia all’Ecc.mo Tribunale adito, contrariis rejectis,
in via pregiudiziale:
voler dichiarare che la domanda attrice non può trovare tutela nell’ordinamento giuridico in quanto
l’affermato diritto deriva da attività contraria alla legge e quindi rigettare la domanda attrice;
in via pregiudiziale subordinata:
voler dichiarare l’insussistenza della legitimatio ad causam da parte del convenuto Dott. Romaldini e
conseguentemente respingere la domanda attrice;
nel merito:
voler respingere la domanda attrice in quanto infondata sia in fatto che in diritto.
Il tutto con vittoria di spese e competenze di causa.
In via istruttoria:
si chiede che il C.t.u. venga chiamato a chiarimenti sulle osservazioni esposte nelle note difensive depositate
all’udienza del 15.12.20.”
*
La Sentenza
Con la sentenza che oggi si impugna, il Tribunale di Ancona, con evidente mal governo delle seppur
incomplete, contestate e perplesse risultanze istruttorie, accoglieva la domanda attrice e condannava i

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convenuti Dott.ri Daniel Romaldini e Federico Storani, in solido tra di loro, al pagamento della somma di €.
180.139,01= nonché al pagamento delle spese legali e delle spese di C.t.u.
In particolare, il Giudice di prime cure, così come sarà meglio illustrato nel prosieguo del presente atto,
respingeva l’eccezione di nullità del contratto sollevata da questa parte convenuta; respingeva l’eccezione di
difetto di legittimazione passiva ed accoglieva nel merito la domanda facendo riferimento alla disposta c.t.u.
le cui risposte sono state ritenute dal giudicante “esaustivamente motivate e condivise”.

§§§
Propone oggi appello avverso detta sentenza il Dott. Daniel Romaldini, contestandone integralmente le
motivazioni addotte da Giudice di prime cure siccome del tutto illogiche e contraddittorie e comunque
incomplete con palese vizio della sentenza di omessa pronuncia su di una circostanza del tutto rilevante.
Si chiede quindi che essa, previa immediata sospensione della propria efficacia esecutiva, venga
integralmente riformata col rigetto della domanda attrice in accoglimento delle conclusioni così come più
appresso riportate.
Il gravame proposto è fondato sui seguenti
MOTIVI

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I – Sulla nullità del contratto 5.9.2014.
In merito a tale eccezione sollevata da questa parte attrice, il Tribunale di Ancona, ha ritenuto del tutto
irrilevante la circostanza che la gestione della Farmacia Teodori fosse stata trasferita di fatto ai Dott.ri Ianni
ed Abrami, in assenza della specifica autorizzazione della Asur richiesta dall’art. 11 della L 362/91.
Il Tribunale di Ancona, infatti ha affermato come non può essere accolta l’eccezione preliminare di nullità del
contratto datato 5.9.2014 per illiceità della causa poiché la norma invocata attiene a formalità di ordine
amministrativo la cui violazione comporta un’eventuale violazione, appunto, amministrativa che non può
incidere sull’esistenza e la validità del contratto; richiama inoltre il giudicante, una massima datata che
peraltro non sembra per nulla pertinente con il caso trattato.
Ritiene questa difesa che la decisione assunta dal giudice anconetano non sia corretta e perciò la sentenza
vada modificata nel senso opposto.
Invero, giova qui ricordare come il citato articolo disponga che il titolare della farmacia, che ha la
responsabilità del regolare esercizio e della gestione dei beni patrimoniali della farmacia, può richiedere, con
domanda motivata, la sostituzione temporanea con altro farmacista per i seguenti specifici casi:
a ) per infermità;
b ) per gravi motivi di famiglia;
c ) per gravidanza, parto ed allattamento, nei termini e con le condizioni di cui alle norme sulla tutela della
maternità;

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d ) a seguito di adozione di minori e di affidamento familiare per i nove mesi successivi all'effettivo ingresso
del minore nella famiglia;
e ) per servizio militare;
f ) per chiamata a funzioni pubbliche elettive o per incarichi sindacali elettivi a livello nazionale;
g ) per ferie.
La giurisprudenza ha affermato come la sostituzione ex art. 11 L. n. 362/1991 non comporta un trasferimento
della concessione e costituisce solo uno strumento per ovviare a meri impedimenti materiali (e non giuridici)
all'esercizio dell'attività di conduzione professionale della farmacia, ma anche, che la titolarità e la gestione
della farmacia devono essere abbinate; pertanto, l'autorizzazione al trasferimento non può essere rilasciata
nel caso in cui con un contratto di affitto di azienda la gestione venga scissa dalla titolarità (T.A.R. Lazio Roma,
sez. II, 12/09/2019, n. 10894 - Redazione Giuffrè 2019).
Nel caso di specie di fatto la gestione della farmacia Teodori dall’aprile del 2014 sino al 31.1.15 si è scissa
dalla titolarità della stessa in quanto la prima è stata trasferita ai Dott.ri Ianni ed Abrami, mentre la seconda
è rimasta in capo alla Dott.ssa Teodori.
Inoltre, la gestione non è stata in alcun modo autorizzata dalla competente Asur Marche.

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Tali circostanze testimoniano una evidente violazione di legge con conseguente nullità del contratto.
Infatti, come sancito dalle disposizioni normative contenute negli artt. 1343 e 1418 del Codice civile, la causa
del contratto è illecita quando è contraria alle norme imperative, intendendosi, nel caso di specie, la
violazione dell’art. 11 della L. 8.11.91 n. 362, norma questa di rilevanza pubblica, e inferendo, tale illiceità
della causa, sulla validità del contratto.
Quindi nessuna tutela, in astratto, può essere invocata.
Per tali motivi la sentenza sul punto dovrà essere riformata ed affermata la nullità del contratto.
*
II – Sulla legittimazione passiva del Dott. Romaldini.
La sentenza impugnata liquida tale eccezione, rigettandola, con l’affermare che dal tenore della scrittura
privata 5.9.14, fonte dell’obbligazione dedotta da parte attrice, risulta evidente che gli impegni obbligatori
conseguenti a tale documento siano stati assunti dalle parti contendenti nel giudizio.
Anche tale affermazione risulta fallace.
Invero, anche richiamando le argomentazioni già svolte relativamente al primo motivo di questo appello, si
deve osservare come, almeno sino al 31.1.15 (data del rilascio da parte della Asur Marche dell’autorizzazione
al subentro in luogo della Dott.ssa Teodori della snc Farmacia Romaldini) la Farmacia Teodori era di proprietà
della Dott.ssa Paola Teodori che ne era anche titolare.

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Tanto è vero ciò che la conferma la si ha allorché, nel giudizio di primo grado, si è cercato di analizzare i bilanci
della Farmacia Teodori che facevano riferimento, appunto, al periodo 1.4.14 - 31.1.15 e cioè nel periodo in
cui la farmacia era ancora di proprietà della Dott.ssa Paola Teodori.
Poiché la scrittura 5.9.14 ricalcava, facendone espresso riferimento, la precedente scrittura privata intercorsa
tra la Dott.ssa Paola Teodori e gli attori, datata 2.4.14, era in quest’ultima che andava ravvisata la fonte
obbligatoria che individuava come soggetto obbligato al pagamento “di tutti gli incassi, le mutue e gli utili
della Farmacia” la Dott.ssa Paola Teodori.
Peraltro, a ben leggere l’art. 3) della scrittura 5.9.14, con corretta esegesi, non si può non convenire che il
primo periodo di esso costituisca una presa d’atto da parte dei Dott.ri Romaldini e Storani; presa d’atto della
circostanza che la gestione della farmacia sarebbe rimasta ai Dott.ri Ianni ed Abrami.
L’unico obbligo ricavabile dall’art. 3) riguarda quello di corrispondere ai cedenti il controvalore delle merci
rimanenze di magazzino.
Peraltro a conforto di ciò si può fare un ragionamento controfattuale, che è il seguente: a chi avrebbero
richiesto, i Dott.ri Ianni ed Abrami, il rimborso dei crediti Asur maturati nella loro gestione, sottoposti
anch’essi al vincolo del pignoramento, se, allo svincolo di esse, la Asur avesse deciso di pagarli alla Dott.ssa

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Teodori e non come avvenuto agli odierni convenuti ? Certamente la richiesta andava inoltrata alla Teodori
poiché non poteva essere altrimenti in quanto, in caso contrario, i Dott.ri Romaldini e Storani avrebbero
pagato per l’acquisto della farmacia un sovrapprezzo ingiusto.
Da ciò consegue che era la Dott.ssa Teodori il soggetto obbligato al pagamento degli incassi, delle mutue e
degli utili della farmacia maturate nel periodo di gestione Ianni-Abrami, anche perché i bilanci, da cui ricavare
gli utili aziendali, erano i bilanci della Dott.ssa Teodori.
Quindi sul punto la sentenza dovrà essere riformata affermando l’insussistenza di legittimazione passiva in
capo ai convenuti.
*

III – Sulla espletata c.t.u. su cui si è basato il Tribunale di Ancona per emettere la sentenza impugnata.
Il Giudice di prime cure, nel merito, ha ritenuto fondata la domanda attorea, incorrendo però in alcune errate
valutazioni fattuali e soprattutto, attingendo alla consulenza tecnica, già contestata nel corso del giudizio di
primo grado, in quanto incompleta, ed erronea sotto diversi aspetti.
Innanzitutto, per quanto riguarda le erronee valutazioni fattuali, si segnala come il primo giudicante (e prima
di esso il C.t.u.) abbia omesso di rilevare l’esatto adempimento da parte degli attori degli obblighi discendenti
dalle due scritture private, circostanza che non è vera in quanto, come è stato dimostrato, gli attori hanno
lasciato diverse pendenze insolute che sono state pagate dal Dott. Romaldini.

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Infatti, il Dott. Romaldini è dovuto intervenire per sanare il mancato versamento da parte dei Dott.ri Ianni ed
Ambrami delle trattenute previdenziali per i dipendenti (€. 68.000,00=), e per ravvedimento Inps pagato dal
Dr. Romaldini ma di competenza dei Dott.ri Ianni ed Abrami.
a) Sulla incompletezza della documentazione vagliata afferente il bilancio.
Ben precisa è stata la contestazione mossa da questa parte convenuta, oggi appellante, relativamente alla
ricostruzione del bilancio; tale contestazione riguarda il fatto che non è stato possibile neanche ricostruire
puntualmente i fatti di gestione del mese di gennaio 2015 per rielaborare la situazione contabile mancante,
in quanto non è risultato presente agli atti neanche il libro giornale di tale periodo e sul punto il C.t.u. non ha
fornito adeguata spiegazione.
Invero questa parte convenuta ha osservato come il C.t.u., dopo aver affermato che la ricostruzione del
risultato economico del mese di gennaio sarebbe stata possibile solo consultando il libro giornale delle
operazioni rilevate in tale mese (libro giornale non disponibile), ha provveduto a ricostruire il risultato con
metodi del tutto empirici sulla scorta di altri documenti a disposizione fra i quali nulla di contabile vi è che
indichi i movimenti finanziari, quali movimenti e prelevamenti di cassa e di banca.
L’incompletezza è altresì rilevata anche dal fatto che il C.t.u. e quindi anche il giudice, come già ricordato,

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non sembra aver considerato il costo (€. 68.000,00=) per trattenute dipendenti, e ravvedimento Inps pagato
dal Dr. Romaldini ma di competenza dei Dott.ri Ianni ed Abrami, costo che avrebbe certamente inciso
significativamente sulla quantificazione degli utili.
In definitiva il lavoro del C.t.u. si è basato su frammentari documenti, privi di valenza fiscale, senza
consultazione del libro giornale, e facendo una operazione meramente presuntiva, anzi doppiamente
presuntiva laddove ha presunto corretta la documentazione che ha reperito presso la Dott.ssa Teodori ed ha
presunto che da tale documentazione si potesse ricavare un bilancio del tutto mancante.
Entrando poi nello specifico della c.t.u., alla quale il giudice di prime cure esplicitamente fa riferimento e le
cui risultanza fa proprie, si deve ricordare come il consulente nominato, abbia concluso la propria
elaborazione nel modo che segue:
“Rinviando alla descrizione analitica esposta nei paragrafi, si riportano di seguito le conclusioni e gli esiti, le
quali coincidono con quelle della bozza inviata ai CTP:
- la situazione economico-patrimoniale della “Farmacia Teodori di Teodori Paola” al 31.12.14 è da valutarsi
corretta ai sensi dei principi contabili limitatamente all’integrale iscrizione nel 2014 dei compensi dovuti ai
professionisti per l’assistenza all’accordo di ristrutturazione del debito; non è invece possibile ritenere
formalmente corretta l’iscrizione del costo per Iva indetraibile, anche se la stessa non ha avuto l’effetto di
alterare il risultato economico in quanto corregge un’errata rilevazione di ricavi di segno opposto e di importo
identico;

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non è stato possibile esprimere un giudizio sulla situazione economico patrimoniale al 31.1.15 in quanto la
stessa non è presente nel fascicolo di causa, né è stata consegnata dalla dott.ssa Paola Teodori;
- il valore delle merci in magazzino al momento della cessazione della gestione dei dott.ri Abrami e Ianni
(31.1.15) è pari ad € 97.442,47;
- durante il loro periodo di gestione della farmacia (28.4.14 - 31.1.15), i dottori Abrami e Ianni hanno prodotto
un utile economico pari ad € 139.696,54.”
Conclusioni (e motivazioni) a cui ha espressamente aderito il giudice di prime cure trasferendole nella parte
motivazionale della propria sentenza e che questa parte ha contestato ed oggi contesta.
b) Sulla posta “costi dei Professionisti”
Innanzitutto giova osservare come il C.t.u., abbia affermato la correttezza contabile, nel bilancio della
Farmacia Teodori, della imputazione all’anno 2014 dei costi dei professionisti con ciò smentendo quanto
sostenuto da controparte che avrebbe voluto che tali costi fossero ammortizzati e spalmanti nel quinquennio
(si legge nell’elaborato peritale: “Da quanto appena esposto il sottoscritto conclude che la rilevazione
integrale nell’esercizio 2014 dei compensi dei professionisti che hanno collaborato all’accordo di
ristrutturazione del debito, omologato dal Tribunale di Ancona con camera di consiglio del 20.11.2014, è da

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ritenersi corretta alla luce dei principi contabili vigenti”).
A proposito dei costi dei professionisti il giudice di prime cure (con il C.t.u.) ritiene che tale voce non competa
agli attori in quanto, secondo il C.t.u medesimo, essi sono da attribuire alla gestione della Dott.ssa Teodori.
Ma tale affermazione appare erronea atteso che, come già ricordato, il rapporto contrattuale di maggior
rilevanza nella questione trattata, è quello che è intercorso tra la Dott.ssa Teodori e i Dott.ri Ianni ed Abrami
così come il bilancio a cui si fa riferimento è quello riferibile alla Farmacia Teodori.
Ebbene i costi sostenuti dai professionisti incaricati di portare a termine l’accordo di ristrutturazione non può
non riguardare anche i Dott.ri Ianni ed Abrami atteso che il perfezionamento di tale accordo costituiva
condizione affinché il contratto con i Dott.ri Romaldini e Storani avesse vigore.
Come si può quindi negare l’incidenza di tale attività, correttamente riportata in bilancio, anche nella sfera
degli interessi degli attori ?
Sul punto quindi la sentenza dovrà essere emendata con l’affermare che la voce di bilancio “costi per
professionisti” venga validamente considerata in quanto di competenza anche dei Dott.ri Ianni e Romaldini.
c) Sulla posta IVA indetraibile.
Si deve aggiungere, per quanto riguarda i bilanci della Farmacia Teodori riferiti al 31.12.14 e quindi al 31.1.15,
come, il C.t.u., dopo aver confermato l’esattezza della deduzione per l’IVA ventilata seppur
metodologicamente non corretta, (si legge, ancora, in tale documento: “In conclusione il sottoscritto riferisce
che la rilevazione del costo per Iva indetraibile non è corretto da un punto di vista meramente contabile, ma
ha avuto l’effetto di compensare l’errore nella rilevazione dei ricavi di esercizio rilevati con i corrispettivi;
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infatti, la somma algebrica dei due errori sopra descritti è uguale a zero, per cui nessuna variazione deve
essere apportata al risultato di esercizio”) e con ciò, di nuovo, smentendo gli assunti di parte attrice, abbia
affermato che: “a causa della carenza documentale descritta, tuttavia, non è stato oggettivamente possibile
esprimere un giudizio sulla correttezza del bilancio al 31.1.2015” lasciando quindi una rilevante incertezza sul
punto.
Ebbene, nonostante tale affermazione, il giudice di prime cure, con molta disinvoltura, ritiene comunque di
dar credito al consulente tecnico che, forzando la mano, giunge a conclusioni affatto scontate, basandosi su
presunzioni del tutto improbabili.
d) Sugli utili di bilancio.
Appare opportuno, a questo punto, soffermarci sul concetto di “utile” sia in generale che nello specifico caso
trattato, cosa che, sembra, il giudicante abbia omesso di trattare.
E’ evidente che per “utili” altro non può intendersi che quelli di bilancio ed il bilancio altro non può essere
che quello della Farmacia Teodori al 31.12.14 e quindi l’operazione di espunzione di una posta di bilancio
appare operazione non corretta.
Bisogna dire che benché, il C.t.u., abbia inserito, su sollecitazione del nostro C.t.p., una appendice alle proprie

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conclusioni (Il sottoscritto, pur rappresentando che la CTU disposta verte esclusivamente su elementi
economici (costi e ricavi) e non anche patrimoniali (incassi e pagamenti), come richiesto dà atto che dalla
situazione al 30.4.2014 risultano prelevamenti del titolari per complessivi € 521.223,18 e che al 31.12.2014
gli stessi risultano incrementati di € 4.442,00 e pari ad € 525.665,18), ha soltanto sfiorato un punto focale
della questione che risponde alla seguente domanda:
“Posto che i Dottori Ianni ed Abrami abbiano diritto a conseguire gli utili prodotti dalla loro gestione, in base
ai prelevamenti effettuati per cassa ed in base a quanto percepito dalle rimesse del Dott. Romaldini così come
documentate nella lettera 30.7.2015 (doc. 5 fascicolo di parte convenuta), tale ipotetico credito è stato
soddisfatto ed incassato dalle rimesse del Dott. Romaldini oppure no ?”
Ebbene se soltanto si rammenta come gli utili rappresentino la differenza tra ricavi e costi non v’è chi non
veda come dal punto di vista del conto patrimoniale (non trattato dal C.t.u. per sua stessa ammissione) non
possa sussistere alcun credito da parte degli attori nei confronti dei convenuti avendo infatti i primi ricevuto
dai secondi ogni avere sia per quanto riguarda il valore delle merci e sia per quanto riguarda i crediti maturati
nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale.
Questa parte convenuta, sollevando la relativa eccezione di avvenuto pagamento, ha comprovato
documentalmente (v. lettera 30.7.15 e bonifico di pari data mai contestati da parte attrice e quindi
circostanza ammessa e pacifica anche ai sensi dell’art. 115 c.p.c.) di aver provveduto al pagamento della
complessiva somma di €. 814.508,00= (con arrotondamenti delle cifre decimali), comprensiva:
a) quanto ad €. 57.000,00= per differenza valore merci marzo 2014/gennaio 2015;
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b) quanto ad €. 638.750,00= per crediti Asur maturati durante identico periodo;


c) quanto ad €. 10.000,00= per differenze stipendi a dipendenti;
d) quanto ad €. 68.000,00= per trattenute su stipendi a dipendenti;
e) quanto ad €. 40.758,00= versati con bonifico bancario.
Ammesso e non concesso che le quantificazioni fatte dal C.t.u. fossero corrette, l’importo complessivo
dovuto sarebbe pari ad €. 237.139,01 dato da:
a) utili prodotti dal 28.4.14 al 31.1.15 €. 139.696,54=
b) valore merci al 31.1.15 “ 97.442,47=
In considerazione che il c.d. “cassetto” è stato gestito direttamente e quotidianamente dal Dott. Ianni il quale,
giorno per giorno, ha ritirato le somme contanti riscosse e che l’altra fonte di reddito, costituita dai rimborsi
del SSN è stata interamente riversata in favore degli attori, si deve affermare in quanto del tutto comprovato,
come le rimesse effettuate dal Dr. Romaldini agli attori fossero addirittura superiori alle somme da costoro
richieste e che quindi nulla sarebbe più dovuto.
Come si è visto quindi, la c.t.u. espletata oltre ad essere monca in quanto omette di riferire l’elemento
decisivo e cioè se l’utile di bilancio risultava da poste diverse dai costi e dai ricavi e soprattutto se erano stati

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pagati tutti i costi e riversati tutti i ricavi di modo che l’obbligo di versamento degli utili risultasse essere stato
adempiuto, risulta anche erronea e comunque perplessa in più punti.
Erroneità della c.t.u. che si riflette sulla sentenza permeando di tali errori la sentenza stessa, che la fa propria,
e che quindi sul punto dovrà essere emendata nel senso che dovrà essere dichiarato che nulla è dovuto agli
attori oggi appellati avendo essi percepito ogni somma riscossa dal Dott. Romaldini che l’ha loro rimessa
defalcando i debiti lasciati insoddisfatti.
f) Sul valore delle merci di magazzino.
Per quanto riguarda il valore delle merci al 31.1.2015, il C.t.u. ha affermato come “”Nella documentazione
consegnata al sottoscritto dalla dott.ssa Teodori è presente una stampa, presumibilmente proveniente dal
software gestionale della farmacia, dell’inventario fisico delle giacenze di medicinali e altre merci presenti in
magazzino alla data del 31.1.2015 (all.18). Il documento, oltre ad indicare la giacenza delle merci, espone il
costo medio complessivo delle merci in magazzino: tale valore è pari ad € 97.442,47”
Tale affermazione appare del tutto apodittica e priva di qualsivoglia fondamento probatorio.
Sul punto non si può non fare proprie, trascrivendole nella loro interezza, le osservazioni del C.t.p. Dott. Avv.
Gianluigi Gentili (alle quali il C.t.u. non ha in alcun modo replicato o dato chiarimenti nella stesura definitiva
della relazione peritale) che così ha opinato le risultanze della bozza del C.t.u. trasmessa alle parti:
“Valore delle merci presenti in magazzino al momento della cessazione della gestione (31/1/2015)
Il CTU ha acquisito “una stampa, presumibilmente proveniente dal software della gestione delle Farmacia,
dell’inventario fisico delle giacenze di medicinali e altre merci presenti in magazzino al data del 31.1.2015”

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ed ha rettificato la situazione contabile inserendo il valore di cui a detto documento quale valore delle
rimanenze finali al 31/12/2014.
Si fa rilevare, in primis, che lo stesso CTU, nelle conclusioni, afferma “che non è stato possibile esprimere
un giudizio sulla situazione economico – patrimoniale al 31/1/2015 in quanto la stessa non è presente nel
fascicolo di causa, né è stata consegnata dalla dott.ssa Teodori.”
A quanto in precedenza osservato circa la mancanza del libro giornale e dei partitari, e quindi, di dettaglio
delle poste, documenti necessari ai fini delle verifiche formali e sostanziali, si aggiunge l’inutilizzabilità del
prospetto de quo, peraltro non verificato in contraddittorio e non sottoscritto dalle parti, per la determinazione
dell’utile della gestione Abrami Ianni.
In altri termini, si contesta il procedimento in quanto presuntivo e non utilizzabile quale strumento probatorio.
Né si ritiene, ad abundantiam, che potrebbe in alcun caso valere a superare l’obiezione della mancanza dei
partitari contabili il considerare che si tratta di bilanci redatti con i medesimi criteri; si tratterebbe, anche in
questo caso, di considerazione presuntiva, quindi non utilizzabile a fini probatori.”
Peraltro, giova aggiungere alle pur più che pertinenti critiche del nostro C.t.p., che tale documento, (doc. 18
allegato alla c.t.u.) reca l’intestazione “Farmacia Romaldini del Dr. Romaldini Daniel & C. snc” ed è datato
19.2.2015 e comunque riporta tre distinti parametri quali il “costo ditta” il “costo grossista” ed il “costo

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medio” i quali danno risultati differenti tra di loro ed il C.t.u. sul punto nulla ha specificato circa la scelta
operata e né ha segnalato l’evidente criticità e labilità di tale documentazione, rendendo del tutto incerta
l’interpretazione di tale documento al quale, si concorda con il nostro C.t.p., non si può attribuire alcuna
rilevanza probatoria di guisa che il valore attribuito alle merci da parte del C.t.u. appare più una sorta di
attribuzione presuntiva piuttosto che una risposta scientifica al quesito.
Per contro v’è da dire che a seguito dell’invio della lettera del 30.7.2015 nella quale si indicava il valore delle
merci in €. 57.000,00=, nessuna obiezione è stata mai mossa da parte degli attori, i quali ben sapevano che
tale era il valore reale delle merci.
§§§

Per tutto quanto sopra esposto, si confida nella integrale riforma della sentenza con accoglimento delle
seguenti

CONCLUSIONI

"Piaccia a’l'Ecc.ma Corte adita, contrariis rejectis, in totale riforma della impugnata sentenza voler:

in via immediata: voler sospendere l’efficacia esecutiva della sentenza impgnata;

in via pregiudiziale:
dichiarare che la domanda attrice non può trovare tutela nell’ordinamento giuridico in quanto l’affermato
diritto deriva da attività contraria alla legge e quindi rigettare la domanda attrice;
in via ulteriormente pregiudiziale:

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dichiarare l’insussistenza della legitimatio ad causam da parte del convenuto Dott. Romaldini e
conseguentemente respingere la domanda attrice;
nel merito:
voler respingere la domanda attrice in quanto infondata sia in fatto che in diritto, ordinando, se del caso e
con obbligo solidale a carico degli attori Dott.ri Ianni Antonio ed Abrami Daniela, la restituzione di ogni
eventuale somma che venisse appresa da questi ultimii a seguito della esecutività della sentenza.
Il tutto con vittoria di spese e competenze di causa del doppio grado del giudizio.
In via istruttoria:
si chiede che il C.t.u. venga chiamato a chiarimenti sulle osservazioni esposte nelle note difensive depositate
all’udienza del 15.12.20 del giudizio di primo grado, ovvero venga nominato nuovo C.t.u.”
*

ISTANZA DI SOSPENSIONE DELL’EFFICACIA ESECUTIVA DELLA SENTENZA

Questa parte appellante avanza istanza di sospensione dell’efficacia esecutività della sentenza, sussistendo i
“gravi e fondati motivi” previsti dalla norma.
Invero, sotto il profilo del danno, si evidenzia come ove tale esecuzione non fosse inibita, l’importo elevato

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di cui a condanna posto in esecuzione potrebbe certamente destabilizzare le finanze dell’appellante con
ricaduta negativa sui rapporti bancari in essere.
Sotto altro profilo, che il legislatore ha imposto al giudice di valutare, non sembra che la decisione impugnata,
possa ritenersi corretta in quanto viziata da numerosi errori in giudicando così come evidenziati nella parte
motiva del presente atto di appello che rende altamente probabile una sua riforma quand’anche parziale.
In conseguenza di ciò si chiede che Codesta Ecc.ma Corte, previa anticipazione della prima udienza di
comparizione, così come sarà richiesto con autonomo ricorso ex art. 283 c.p.c., voglia sospendere l’efficacia
esecutiva della sentenza impugnata.
*

DICHIARAZIONE DI VALORE

Ai fini dell’applicazione del contributo Unificato si dichiara che il valore della presente causa è di €.
180.139,01= scontando il c.u. di €. 1.138,50=
Con ossequio.
Altidona-Ancona, addì

Avv. Nazzareno Ciarrocchi

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