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REPUBBLICA ITALIANA

IL TRIBUNALE ORDINARIO DI NAPOLI


SECONDA SEZIONE CIVILE

in persona del dr. Paolo Andrea Vassallo ha emesso la seguente


ORDINANZA
A SEGUITO DI UDIENZA TENUTASI
MEDIANTE TRATTAZIONE SCRITTA
ex art. 221, co. 4, D.L. decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34

nella causa civile ex artt. 669-bis/700-670-671 c.p.c. in corso di causa, iscritta al n.


15629 del R.G.A.C.C. dell’anno 2022, vertente
TRA
BAGLIETTO SEBATIAN JORGE, (c.f. BGLSFN67H05Z600R), nato in Argentina
il 5.6.1967, nella sua qualità di Amministratore Giudiziario della Successione ab
intestato del Signor Diego Armando Maradona (n. 48767/2020), nato a Lanús il 30
ottobre 1960 e deceduto in Tigre il 25 novembre 2020, di cui al provvedimento di
nomina del 16 dicembre 2020 reso nell’ambito del procedimento n. 22972/2020,
domiciliato in Roma alla Via Francesco Denza n. 27, presso lo studio dell'Avv.
Antonella Tomassini (cod. fisc. TMSNNL57M69H501L), che lo rappresenta e difende
in virtù di delega autenticata posta in calce al ricorso.
- RICORRENTE -
E
CECI STEFANO, c.f. CCESFN73E03F839O, in proprio e n.q. di legale
rappresentante della DIEZ FZE, con sede in Dubai 17 The Iridium Building
UMMSUQUEIM, Road Al Barsha, P.O. Box 391186.
- NON COSTITUITI -
SOC. SPORTIVA CALCIO NAPOLI SPA, (C.F. e P. IVA 04855461218) in
persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore Sig. Aurelio De Laurentiis,
con sede in Napoli Via del Maio di Porto n. 9, rappresentata e difesa nel presente
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L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
giudizio, anche disgiuntamente, dall’avv. Lorenzo De Sanctis (CF
DSNLNZ47H04H501H – fax 06-8088288 – pec lorenzodesanctis@
ordineavvocatiroma.org) del Foro di Roma e dall’avv. Francesco Cipriani Marinelli
(CF CPRFNC76M29F839L – fax 081-5516669 – pec francesco@pec.
avvciprianimarinelli.it) con studio in Napoli Via del Maio di Porto n. 9 presso il cui
studio ha eletto domicilio, come da procura in atti.
- RESISTENTE -

Premesso che, a seguito di apposito decreto, l’udienza del 16/09/2022 si è tenuta


secondo le modalità di trattazione scritta ex art. 221, co. 4, D.L. decreto-legge 19
maggio 2020, n. 34, mediante il deposito telematico di note di trattazione scritta.
Viste le note di trattazione scritta depositate dalle parti e provvedendo sulle istanze
proposte nelle note di trattazione scritta e negli atti depositati.

1.1. Il Dott. Sebastian Jorge, nella qualità di Amministratore Giudiziario della


Successione ab intestato del Signor Diego Armando Maradona, nato a Lanús il 30
ottobre 1960 e deceduto in Tigre il 25 novembre 2020, di cui al provvedimento di
nomina del 16 dicembre 2020 del Tribunale Argentino di La Plata, depositava innanzi
all’intestato Tribunale in data 20 luglio 2022 ricorso ex art. 702 bis c.p.c. con
contestuale istanza cautelare, con cui chiedeva l’accoglimento delle seguenti
conclusioni: “che la S.V. Ill.ma ordini che, ai sensi del combinato disposto degli artt.
669 bis/670, 671 e 702 bis c.p.c., Voglia: - in via preliminare e cautelare, emettere
decreto, anche inaudita altera parte qualora ritenuta di pregiudizio la convocazione
personale delle parti alla efficacia del provvedimento, ordinando la cessazione
immediata dell’utilizzo dell’immagine di Diego Armando Maradona in qualunque
forma ovvero emettere i provvedimenti necessari alla rimozione del pregiudizio di cui
in narrativa e di cui al contratto sottoscritto in data 15 ottobre 2021 tra il Signor Stefano
Ceci, c.f. CCESFN73E03F839O, in proprio e n.q. di legale rappresentante della DIEZ
FZE, con sede in Dubai 17 The Iridium Building UMMSUQUEIM, Road Al Barsha,
P.O. Box 391186, e la Società Sportiva Calcio Napoli S.p.a., in persona del legale
rappresentante pro tempore, c.f. 04855461218, con sede in Napoli in Via del Maio di
Porto n. 9 e contestualmente, disposti gli accertamenti necessari, Voglia autorizzare
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L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
l'immediato sequestro ex art. 670 e/o 671 c.p.c. di tutti i proventi derivanti dal contratto
di cui sopra e comunque in misura non inferiore a quella di euro 450.000,00 ovvero di
quella eventualmente diversa ritenuta di giustizia a titolo di credito vantato dagli Eredi
di Diego Armando Maradona nei confronti del Sig. Stefano Ceci, in proprio e nella
qualità di legale rappresentante della DIEZ FZE e della Società Sportiva Calcio Napoli
S.p.a., interessi e spese della presente procedura, nonché quello di tutte le maglie
oggetto del contratto impugnato. - In subordine, fissare udienza ex art. 669 sexies
c.p.c., indicando altresì i termini per la notificazione del ricorso e del pedissequo
decreto per consentire la comparizione personale delle parti ai fini dell’adozioni dei
chiesti provvedimenti cautelari; - in via gradata e nel merito, ove non siano ritenuti
sussistenti i presupposti delle ragioni in diritto sopra esposte, fissare la comparizione
delle parti in contraddittorio, assegnando ai resistenti termine per la loro costituzione,
nel contempo invitando il Signor Stefano Ceci, c.f. CCESFN73E03F839O, in proprio
e n.q. di legale rappresentante della DIEZ FZE, con sede in Dubai 17 The Iridium
Building UMMSUQUEIM, Road Al Barsha, P.O. Box 391186, la Società DIEZ FZE,
in per.na del leg.le rapp.te p.t., AE03772027, con sede in Dubai 17 The Iridium
Building UMMSUQUEIM, Road Al Barsha, P.O. Box 391186 e la Società Sportiva
Calcio Napoli S.p.a., in persona del legale rappresentante pro tempore, c.f.
04855461218, con sede in Napoli in Via del Maio di Porto n. 9, a costituirsi, ai sensi
e nelle forme stabilite dall’art. 702 bis, comma 4, c.p.c., nel predetto termine e
comunque non oltre dieci giorni prima dell’udienza che verrà fissata, ai sensi dell’art.
702 bis, comma 3, c.p.c., dal Giudice designando e a comparire in detta udienza
dinanzi lo stesso Giudice, con l’avvertimento che la costituzione oltre detto termine
implica le decadenze di cui all’art. 38, 167 e 702 bis, comma 4 e 5, c.p.c. e che in caso
di loro mancata costituzione si procederà in sua legittima e dichiaranda contumacia,
per ivi sentir accogliere le seguenti Conclusioni Voglia l’Ill.mo Tribunale adìto,
contrariis reiectis: - in via principale accertare e dichiarare ex articolo 2901 c.c. e ss.
la nullità, invalidità, inefficacia ed inopponibilità nei confronti degli odierni resistenti
del contratto come sopra meglio specificato, sottoscritto in data 15 ottobre 2021 tra il
Signor Stefano Ceci, c.f.CCESFN73E03F839O, n.q. di legale rappresentante della
DIEZ FZE, con sede in Dubai 17 The Iridium Building UMMSUQUEIM, Road Al
Barsha, P.O. Box 391186, e la Società Sportiva Calcio Napoli S.p.a., in persona del
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L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
legale rappresentante pro tempore, c.f.04855461218, con sede in Napoli in Via del
Maio di Porto n. 9 e per l'effetto condannarli alla restituzione dei proventi dallo stesso
derivanti nei confronti dell'odierno istante quantomeno fino a concorrenza della
somma di euro 450.000,00 ovvero di quella eventualmente diversa ritenuta di giustizia,
oltre agli interessi e le spese della presente procedura. - In via subordinata, accertare e
dichiarare la responsabilità ex art. 2043 c.c. dei resistenti per i danni derivanti
dall’illecita utilizzazione dei diritti di immagine dell’effigiato da commisurarsi in una
somma non inferiore alla metà del corrispettivo guadagno derivato ai resistenti per lo
sfruttamento economico dell’immagine di Diego Armando Maradona e pari ad euro
450.000,00, ovvero alla somma inferiore ritenuta di giustizia;”.
1.2. In data 20 luglio u.s., veniva emesso decreto con il quale il Giudice visto l’art. 702
bis c.p.c., fissava per la comparizione delle parti e per la trattazione del ricorso
l’udienza del 2.12.2022, assegnando alle parti convenute termine fino a dieci giorni
prima per la costituzione in giudizio ed a parte ricorrente di provvedere alla notifica
del ricorso e del decreto alle controparti almeno 30 giorni prima della data fissata per
la loro costituzione.
1.3. In pari data veniva emesso ulteriore decreto, con il quale il Presidente della
Sezione Feriale, visto il ricorso in corso di causa ex artt. 670-671 c.p.c. ed il decreto
del 20.7.2022 del G.U., disponeva l’assegnazione del suddetto procedimento alla
Dott.ssa Benedetta Ferone, fissando l’udienza del 23 agosto 2022 con termine per la
notifica sino al 10.8.2022 e termine alle controparti sino al 19.8.2022 per breve
memoria difensiva, nonché disponendo la celebrazione dell’udienza in forma cartolare
con termine sino a tre giorni prima per il deposito di sintetiche note scritte di udienza.
1.4. Rispettivamente in data 4.8.2022 ed 8.8.2022, il ricorrente provvedeva ad avviare
alla notifica a mezzo pec, nonché tramite Unep della Corte di Appello di Napoli, del
ricorso unitamente ai decreti di fissazione di udienza sopra richiamati corredati della
relative traduzioni asseverate, sia nei confronti della Società Sportiva Calcio Napoli
S.p.a. sia nei riguardi del Sig. Stefano Ceci in proprio e n.q. di leg.le rapp.te della DIEZ
FZE, entrambi aventi sede in Dubai.
1.5. In data 12.8.2022 la Società Sportiva Calcio Napoli S.p.a. si costituiva nell’ambito
del presente procedimento cautelare, chiedendo il rigetto della domanda cautelare,
riservando ogni diritto alla fase del merito.
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L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
1.6. In data 22 agosto u.s., all’esito dell’udienza celebrata ai sensi dell’art. 83 comma
7 lett. h) D.L. 18/2020 conv. in l. 27/2020 e successive modifiche, preso atto della
comparsa di costituzione della Società Sportiva Calcio Napoli S.p.a. e delle note di
trattazione scritta depositate da entrambe le parti, nonché rilevata la mancata
costituzione del Sig. Stefano Ceci , in proprio e nella qualità di legale rappresentante
della DIEZ FZE, il G.I. – Dott.ssa Benedetta Ferone – ritenuta necessaria la verifica
della corretta instaurazione del contraddittorio e rilevata l’insussistenza dei
presupposti per l’emanazione di un provvedimento inaudita altera parte, rinviava
all’udienza del 16.9.2022; conseguentemente, disponeva la trasmissione degli atti al
Presidente della Seconda Sezione civile per l’assegnazione al giudice tabellarmente
competente, assegnando altresì termine per il deposito di brevi note da depositarsi sino
a tre giorni prima dell’udienza da tenersi con modalità a trattazione scritta.
1.7. Con le note di trattazione scritta depositate in data 13/09/2022 la parte ricorrente
depositava la prova della avvenuta notifica, perfezionatasi in data 05/09/2022 a mani
del Sig. Stefano Ceci per il mezzo del Consolato Generale di Italia a Dubai.
1.8. Il sig. Stefano Ceci - anche n.q. di leg.le rapp.te della DIEZ FZE - non si costituiva
nel presente procedimento nonostante la rituale notifica.
2.1. La domanda cautelare va accolta nei limiti che seguono. Va premesso che la
domanda di merito proposta dall’eredità del noto calciatore Diego Armando Maradona
si sostanzia in una azione revocatoria ex art. 2901 c.c. del contratto, sottoscritto in data
15 ottobre 2021 tra il Signor Stefano Ceci, , n.q. di legale rappresentante della DIEZ
FZE, e la Società Sportiva Calcio Napoli S.p.a., proposta in via principale. In via
subordinata, l’eredità invoca una responsabilità ex art. 2043 c.c. dei resistenti per i
danni derivanti dall’illecita o abusiva utilizzazione dei diritti di immagine del de cuius
da commisurarsi in una somma che i ricorrenti indicano in € 450.000,00 ovvero alla
somma inferiore ritenuta di giustizia.
2.2. Per tutelare in via d’urgenza i diritti azionati nel merito l’eredità Maradona chiede
nel presente procedimento ordinarsi la cessazione immediata dell’utilizzazione
dell’immagine di Maradona, o altro provvedimento equipollente; nel contempo
autorizzando il sequestro ex art. 670 e/o 671 c.p.c., fino alla concorrenza di € 450.000,
a titolo di credito vantato dagli Eredi di Diego Armando Maradona nei confronti del
Sig. Stefano Ceci, in proprio e nella qualità di legale rappresentante della DIEZ FZE e
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e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
della Società Sportiva Calcio Napoli S.p.a. oltre al sequestro di tutte le maglie oggetto
del contratto impugnato.
2.3. I fatti che hanno dato origine alla presente domanda cautelare risultano dalla
documentazione in atti. In particolare risulta che in data 17.08.2020, Diego Armando
Maradona, ebbe a sottoscrivere un contratto avente ad oggetto la cessione finalizzata
allo sfruttamento dei propri diritti di immagine e del correlato sfruttamento economico
in favore del Signor Stefano Ceci, prevedendo in favore di Diego Armando Maradona
a titolo di corrispettivo della cessione del diritto di sfruttamento della propria
immagine una commissione pari al 50% dei profitti netti conseguiti per i “progetti
futuri realizzati”. La durata del contratto veniva prevista in anni 15, rinnovabili per
ulteriori anni 10 non derogabili, salvo i casi espressamente previsti per legge e che, nel
caso di decesso del cedente, il contratto in commento sarebbe rimasto vigente secondo
quanto previsto dal combinato disposto degli articoli 96 e 93, comma quattro, della
Legge n. 633/1941 (cfr. doc. 3 fasc. ric.).
2.4. Alla morte di Diego Armando Maradona, avvenuta in data 25 novembre 2020,
risultavano eredi ab intestato i Signori: Diego Armando Maradona Junior Sinagra,
Dalma Nera Maradona Villafane, Dinorah Gianinna Maradona Villafane, Jana
Maradona Sabalain e Diego Fernando Ojeda (cfr. doc. n. 4 fasc. ric.).
2.5. Risulta inoltre che, in data 3 maggio 2021, veniva comunicata da parte degli eredi
di Maradona al sig. Ceci, la risoluzione del contratto 17.08.2020, atteso
l’inadempimento posto in essere dal Signor Stefano Ceci nell’aver omesso di produrre
la rendicontazione trimestrale per i periodi dal 17 agosto al 17 novembre 2020 e dal
17 novembre al 17 febbraio 2021, mancando di corrispondere i proventi derivanti dallo
sfruttamento dell’immagine di Diego Armando Maradona (lamentando, inoltre, in
detta comunicazione, che all’epoca della sottoscrizione del contratto alcun
corrispettivo di prezzo veniva previsto a fronte della cessione del diritto allo
sfruttamento dei diritti di immagine di Diego Armando Maradona nonché la
compromissione della capacità di intendere e di volere doveva del Maradona, in
considerazione della circostanza che le di lui condizioni di salute risultavano precarie)
(cfr. doc. 5 fasc. ric.).
2.6. Risulta poi che in data 15 ottobre 2021 il Signor Stefano Ceci, quale legale
rappresentante della DIEZ FZE e la SS Calcio Napoli S.p.a., ebbero a concludere un
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co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
contratto di licenza di immagine avente ad oggetto la commercializzazione
dell’immagine di Maradona, così come stilizzata e creata dall’Arch. Giuseppe Klain,
al fine di riprodurla sulle maglie gara del Napoli utilizzate dai calciatori della prima
squadra (cfr. doc. 6 fasc. ric.); a fronte di tale sfruttamento, veniva previsto all’art. 3
del predetto contratto, “a titolo di corrispettivo globale, omnicomprensivo e
forfettario” che il Napoli versasse al Licenziante le seguenti somme: a) euro 10.000,00
per la concessione dell’immagine e per il relativo inserimento su un massimo di n.
2.000 maglie da gara di colore blu; b) euro 7.500,00 per la concessione dell’immagine
su massimo n. 2.000 maglie da gare di colore bianco; c) euro 5.000,00 per la
concessione dell’immagine su massimo n. 2.000 maglie da gara di colore azzurro;
altresì, in ipotesi di nuove ed ulteriori produzioni, le parti si sarebbero accordate sulle
relative condizioni.
2.7. In data 16.11.2021, gli eredi Maradona per mezzo del legale incaricato,
notificavano al sig. Ceci e della SSC Napoli a mezzo pec atto di diffida e messa in
mora, con cui, in considerazione dell’utilizzo indebito perpetrato ai danni degli aventi
causa del compianto Diego Armando Maradona, intimava la Società Sportiva Napoli
Calcio S.p.a. ed il Signor Stefano Ceci a provvedere alla rimozione immediata di tutte
le foto, le immagini, il nome e simili ritraenti l’effigiato (cfr. doc. 8 fasc. ric.).
3.1. Questi i fatti che hanno preceduto l’odierno giudizio, va preliminarmente
osservato come non possa trovare accoglimento l’eccezione preliminare di
inammissibilità del ricorso sullevata dalla conveuta “in relazione alla competenza
collegiale del giudizio di merito”, trattandosi di domanda azionata ex art. 2901 c.c. o,
in subordine, risarcitoria per la abusiva conclusione del contratto del 15 ottobre 2021
dove non appare dedotta in giudizio una questione di “appartenenza” dei diritti di
immagine ma unicamente di utilizzo illecito degli stessi.
3.2. Non si ignorano le tesi dottrinarie che sostengono che la competenza per materia
delle sezioni specializzate si estende a tutte le controversie sulla proprietà intellettuale,
e quindi anche sul diritto d'autore, ivi compresi i diritti connessi di cui agli artt. 96 e
segg. l.d.a.; tuttavia, nel caso concreto, il diritto prospettato come leso non è, a ben
vedere, l'immagine in sé, bensì il corretto utilizzo del relativo diritto di sfruttamento
da parte del Ceci. Invero, al di là della formulazione letterale delle difese della parte
ricorrente - laddove si fa riferimento alla astratta possibilità di trarre un utile
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co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
economico da un ipotetico consenso all’utilizzo dell’immagine, il cui rilascio si
porrebbe però in frontale e perciò illogico contrasto con il pregiudizio effettivamente
lamentato - oggetto del presente giudizio non è lo sfruttamento economico della sua
immagine (criterio utilizzabile a più ai fini della quantificazione del danno
patrimoniale), né tantomeno la contestazione dell'altrui diritto di sfruttamento dei
diritti di immagine, ma il risarcimento del danno derivato ai ricorrenti dall’abusivo
esercizio di quel diritto di sfruttamento per mezzo di una stipula di un contratto che,
sia pure all'interno di un'opera dell'ingegno, quale è indubbiamente la maglia stilizzata
per cui è causa (cfr. Cass. Sez. U., 21661/2009; Cass. 4186/2010, 10594/2012,
21424/2014), viene prospettato come lesivo delle posizioni e aspettative degli eredi
del licenziante e del titolare del diritto di immagine.
3.3. Si tratta in fin dei conti di una situazione analoga a quella intercettata dalla
consolidata giurisprudenza della Suprema Corte che, in relazione al D.Lgs. n. 168 del
2003, art. 3, come modificato dal D.L. n. 1 del 2012, art. 2 (convertito con
modificazioni dalla L. n. 27 del 2012), esclude la competenza delle sezioni
specializzate in materia di impresa, in favore di quella della sezione ordinaria, nel caso
di richiesta risarcitoria riconducibile alla concorrenza sleale cd. pura, nella quale cioè
non possa ravvisarsi un'interferenza - neppure indiretta - con l'esercizio di diritti di
proprietà industriale o del diritto d'autore, in quanto la prospettazione della parte è
rivolta a contestare non già la pacifica appartenenza dell'opera (o a conseguire una
valutazione incidentale circa la violazione dei diritti di privativa), ma esclusivamente
il suo utilizzo (Cass. 14171/2019, 11309/2017, 5656/2017, 21776/2016).
4.1. Ciò posto ed esaminando il fumus boni iuris delle pretesa cautelari azionate, deve
certamente escludersi che allo stato degli atti sia provato, anche per presunzioni,
l’elemento soggettivo in capo alla SSC Napoli necessario all’accoglimento della
domanda revocatoria, circostanza che, allo stato, assorbe ogni valutazione in merito
alla stessa esperibilità della azione revocatoria con riferimento all’atto impugnato ed
alla individuazione della natura della posizione creditizia degli istanti.
4.2. Come noto, l'azione revocatoria costituisce uno strumento di forte impatto
sull'autonomia privata a tutela delle ragioni creditorie. Tale funzione del rimedio
processuale in esame non può tuttavia comportare che il presupposto di operatività
della medesima azione ex art. 2901 c.c. sia fondato soltanto su una considerazione
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co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
oggettiva degli effetti dell'atto. In tanto l'azione revocatoria può operare quale mezzo
di conservazione della garanzia generica dell'obbligazione (art. 2740 c.c.), in quanto
venga contemperata l'esigenza di tutela dell'affidamento dei terzi nella conclusione
dell'atto.
La tutela di tale affidamento trova la sua ragion d'essere nello stato soggettivo di buona
fede che precipuamente viene identificato nell'assenza dell'elemento del consilium
fraudis: si tratta, in sostanza, di garantire l'operatività della tutela revocatoria solo in
quanto - ed a condizione che - essa sia in grado di rispettare la tutela dell'affidamento
del terzo circa la possibilità di obbligarsi con la stipulazione di un contratto alla cui
conclusione lo stesso è interessato.
4.3. Nel caso di specie, trattandosi di atto a titolo oneroso, in base al disposto dell'art.
2901 c.c., è necessaria la consapevolezza di stipulare un atto pregiudizievole per le
ragioni creditorie e tale onere probatorio grava su parte attrice.
4.4. Allorché l'atto di disposizione sia successivo al sorgere del credito, è necessaria e
sufficiente la consapevolezza di arrecare pregiudizio agli interessi del creditore (c.d.
scientia damni), essendo l'elemento soggettivo integrato dalla semplice conoscenza,
cui va equiparata la agevole conoscibilità, nel debitore di tale pregiudizio, a
prescindere dalla specifica conoscenza del credito per la cui tutela viene esperita
l'azione, e senza che assuma rilevanza l'intenzione del debitore di ledere la garanzia
patrimoniale generica del creditore (c.d. animus nocendi).
4.5. Con riferimento al terzo contraente di un atto a titolo oneroso, nel consolidato
orientamento della Suprema Corte, in tema di azione revocatoria, la consapevolezza
dell'evento dannoso da parte del terzo - prevista quale condizione dell'azione dall'art.
2901, comma primo, n. 2, cod. civ. - consiste nella generica conoscenza del pregiudizio
che l'atto posto in essere dal debitore può arrecare alle ragioni dei creditori, pur non
essendo necessaria la collusione tra terzo e debitore.
4.6. È ben vero che, il requisito della "scientia damni" (ma il ragionamento vale anche
per la dolosa preordinazione di cui al primo comma - cfr. Cass. civ., Sez. III, 23
settembre 2004, n. 19131) può essere provato per presunzioni (cfr. Cass. Sez. 2,
Sentenza n. 1068 del 18/01/2007; Cass. Sez. 3, Sentenza n. 3470 del 15/02/2007).
E tuttavia, osserva il Tribunale, ai sensi dell’art. 2729 c.c. le presunzioni semplici sono
lasciate alla prudenza del giudice, il quale non deve ammettere che presunzioni gravi,
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co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
precise e concordanti.
4.7. Orbene nel caso che occupa parte ricorrente adduce, quale unico elemento idoneo
a provare l’elemento del consilium fraudis in capo alla SSC Napoli, la “pressoché
gratuità sottesa al contratto in commento a fronte, invece, e come detto di stimati
incassi per l’affare pari a circa 900.000,00 euro”.
4.8. Ritiene il Tribunale - salvo quanto si dirà con riferimento al valore commerciale
dell’immagine del calciatore Diego Armando Maradona - che, pur ammettendo la
evidente sproporzione tra i ceduti (dal Ceci) diritti di licenza di immagine per la
riproduzione su 6.000,00 maglie gara del Napoli ed il corrispettivo pattuito in €
22.5000,00 complessivi, il dato non ha alcun valore inferente della sia pur generica
conoscenza, in capo alla società calcistica del pregiudizio che l'atto posto in essere dal
Ceci poteva arrecare alle ragioni dei creditori (financo della stessa presenza di una
situazione debitoria) ed, a maggior ragione di una preordinazione del contratto
riguardante le maglie Maradona alla fraudolenta sottrazione delle garanzie creditorie
degli eredi.
4.9. Il contratto impugnato ben si inserisce, con riferimento alla posizione della SSC
Napoli, nella logica commerciale della società calcistica di implementazione dello
sfruttamento economico del marchio SSC Napoli mediante l’acquisizione del diritto
di sfruttare (mediante il suo utilizzo sulle maglie gara) l’immagine del calciatore
storicamente simbolo della società stessa, dove la sola evidente convenienza
dell’affare non può far presumere una compartecipazione della SSC Napoli
all’operazione posta in essere del Ceci di lesione delle prerogative ereditarie dei
ricorrenti, in assenza di altri elementi atti a provare ciò. Va invero tenuto conto della
circostanza che, al momento della stipula dell’atto impugnato, la società resistente non
aveva ricevuto alcuna diffida in relazione al contratto stipulato da Diego Armando
Maradona in data 17.08.2020 con il Ceci ed alla legittimazione di quest’ultimo a
sfruttare di diritti di immagine dell’ex calciatore.
4.10. Quanto appena esposto non consente di ravvisare - ed anzi esclude - in capo alla
SSC Napoli l’elemento soggettivo necessario per l'accoglimento dell'esperita azione
revocatoria ex art. 2901 c.c. ciò che appare dirimente in relazione alla insussistenza
del fumus boni iuris in relazione alla domanda principale azionata.

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L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
5.1. Sussiste invece, a parere di questo Giudice, la probabile fondatezza della domanda
risarcitoria spiegata in via subordinata dagli eredi Maradona nei confronti del sig. Ceci.
5.2. Va preliminarmente effettuata una precisazione in relazione alla posizione
soggettiva tutelata nel presente procedimento. In relazione a tanto è da rilevare che la
difesa di parte ricorrente, pur nella a volte incoerenza delle argomentazioni in punto di
diritto effettuate (laddove, da un lato, appare arrogarsi un dubitabile diritto “ex lege”
di esprimere o negare ex abrupto un consenso in relazione allo sfruttamento del diritto
di immagine che il titolare de cuius ha ceduto in licenza in vita - cfr. Cassazione civile
sez. I, 19/07/2018, (ud. 08/06/2018, dep. 19/07/2018), n.19311 - e, dall’altro, fonda la
propria posizione soggettiva sulle aspettative di sfruttamento economico
dell’immagine di Maradona che proprio il contratto di licenza del 17.08.2020
riconosce loro) non pare porre in discussione nel presente processo (non chiedendone
un accertamento ma solo sfiorando l’argomento) una questione di validità o efficacia
del contratto di licenza che Maradona ebbe a concludere con il Ceci il 17.08.2020.
5.3. D’altra parte va osservato che, ai fini dell’esame nel merito della fondatezza delle
pretese azionate, appare del tutto ininfluente nel presente processo stabilire se gli eredi
di Maradona siano titolari, in via ereditaria o ex lege, del diritto di immagine del padre
in sé (qualora se ne predichi la trasmissione in via ereditaria ovvero per effetto delle
prerogative riconosciute dal combinato disposto dagli artt. 10 del Codice Civile e dagli
artt. 93, 96 e 97 della legge n. 633/1941) ovvero se la posizione sia quella di titolari di
aspettative creditorie patrimoniali e personali connaturate al corretto utilizzo
dell’immagine del padre il cui sfruttamento economico è stato concesso al Ceci ed
anzi, proprio in virtù di quel contratto del 17.08.2020, che riconosce loro quali
successori del padre di ottenere il 50% dei proventi di detto sfruttamento.
5.4. Ciò premesso, non vi è dubbio che il contratto che il sig. Ceci ebbe a stipulare con
la SSC Napoli sia altamente lesivo delle aspettative patrimoniali che gli istanti hanno
in relazione allo sfruttamento economico dell’immagine del noto calciatore Maradona.
5.5. È invero notorio che il nome di Maradona e la sua immagine (oltre che l’effige)
costituiscono un simbolo planetario del calcio riconosciuto e riconoscibile in tutto il
mondo il cui valore economico, specie in considerazione della notevole diffusione
dello sport del calcio nell’era moderna, appare di notevole portata, quasi inestimabile.

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L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
5.6. Ciò posto, è altrettanto evidente che la condotta del sig. Ceci che, sulla base del
contratto stipulato con Maradona, ebbe a cedere in licenza la commercializzazione
dell’immagine di Maradona mediante la realizzazione di 6.000.00 maglie gara al
corrispettivo di appena € 22.500,00, appare altamente lesiva degli interessi degli istanti
al proficuo sfruttamento economico dell’immagine di Maradona, tenuto conto del fatto
che risulta dalla documentazione depositata da parte ricorrente (e comunque neanche
contestato dalla SSC Napoli) che le maglie in oggetto sono state messe sul mercato al
prezzo di € 150,00 cadauna (doc. 14 fasc. ric.) e sono risultate sold out
immediatamente dopo la loro messa in commercio (doc. 13 fasc. ric.) con la
conseguenza che la commercializzazione dell’immagine di Maradona ha reso nella
circostanza un ricavo lordo, quasi immediato, di circa € 900.000,00.
5.7. La cessione della licenza di commercializzazione dell’immagine di Maradona ad
un prezzo così irrisorio, tenuto conto delle aspettative di ricavo di tale operazione
commerciale e dell’importanza dell’immagine di Maradona, appare un grave danno
alle aspettative degli eredi anche in relazione alle pattuizioni contenute nel contratto
sottoscritto dal Maradona in data 17.08.2020, che riconoscevano al Licenziante il 50%
dei proventi delle iniziative e facevano obbligo di rendiconto al Ceci.
5.8. La condotta del Ceci appare ancor più grave se si considera che, ben prima della
stipula dell’accordo con la SSC Napoli, l’eredità di Maradona aveva intimato al Ceci
di non disporre dei diritti di immagine di Maradona senza il loro consenso e che risulta
che in data 29 novembre 2021 è stato emesso dal Tribunale Civile n. 74 di Buenos
Aires nell’ambito del procedimento n. 79035/2021 provvedimento cautelare con il
quale veniva inibito al Signor Stefano Ceci di cessare l’utilizzo, da parte propria o di
terzi, dell’immagine, della voce, del nome, dello pseudonimo di Diego Armando
Maradona (cfr. docc. 10 e 11 fasc. ric.).
5.9. Ne consegue che non può non individuarsi in capo al Ceci, anche in
considerazione della sua qualità imprenditoriale, la sussistenza di gravi indizi di
colpevolezza e dell’elemento soggettivo della consapevolezza di arrecare danno agli
eredi di Maradona mediante la stipula del contratto con la SSC Napoli e del danno
patrimoniale che si sarebbe ingenerato in capo ad essi, attesa la irrisorietà del
corrispettivo pattuito a fronte di ricavi lordi pari a circa € 900.000,00

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L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
5.10. Alla luce delle superiori considerazioni, pertanto, così ricostruita la vicenda
sussiste un fumus di responsabilità in capo al Ceci Stefano anche quale legale
rappresentante della DIEZ FZE , il quale deve ritenersi civilmente responsabile ex art.
2043 c.c. del danno subìto dagli istanti a seguito della lamentata perdita economica,
dato che si configurano a suo carico, sulla base delle emergenze probatorie suindicate,
tutti gli elementi richiesti dalla legge per la responsabilità aquiliana: antigiuridicità del
fatto, in quanto la condotta del cedere a prezzo irrisorio i diritti di commercializzazione
dell’immagine di Maradona costituisce un chiaro abuso dei diritti di sfruttamento
riconosciuti; dolo del soggetto agente sub specie di consapevolezza di arrecare un
danno agli istanti; danno, consistito nella perdita dei profitti legittimamente sperati
dallo sfruttamento dell’immagine di Maradona; nesso di causalità tra la condotta
illecita ed il verificarsi dell’evento-perdita economica.
5.11. Non sussiste al contrario alcun indizio di colpevolezza in capo alla SSC Napoli
la quale, non è provato che abbia stipulato il contratto di licenza oggetto di
contestazione in mala fede ed anzi potendosi presumere le buona fede della società
che, sulla base di informazioni e documentazione fornita dal licenziante e del contratto
di cessione al Ceci, senza peraltro essere a conoscenza delle diffide ricevute dal Ceci,
ha confidato nella legittimità dell’operazione, dove la pur evidente sproporzione del
corrispettivo accettato dal Ceci non può costituire, in assenza di altri elementi, indice
presuntivo di una dolosa preordinazione e compartecipazione all’operazione lesiva
posta in essere dal Ceci.
5.12. Né la circostanza che i ricorrenti abbiano intimato anche alla SSC Napoli di non
eseguire il contratto già concluso può costituire in mala fede la società resistente, posto
che non le si può imputare di avere eseguito un contratto già concluso in conformità
alle pattuizioni ivi contenute (Cass. Sez. III^ 30/07/2004, n. 14605; Cass. Sez. I^
06/08/2008, n. 21250; Cass. Sez. U. 25/11/2008, n. 28056; Cass. Sez. I^ 22/01/2009,
n. 1618; Cass. Sez. III^ 10/11/2010, n. 22819).
5.13. Ciò detto con riferimento alle probabile fondatezza delle azioni di merito
proposte, va accolta la richiesta di inibitoria da ricondursi alla tutela atipica di cui
all’art. 700 c.p.c..
5.14. La richiesta, quale quella degli odierni ricorrenti di una c.d. inibitoria atipica, una
inibitoria, cioè, non prevista da specifiche disposizioni normative è ammissibile, se ed
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L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
in quanto il rimedio inibitorio costituisca il mezzo necessario al fine della eliminazione
di una causa permanente di danno ingiusto in atto: ciò, in conformità al principio
generale di cui all'art. 24 Cost., che porta a ritenere ammissibile l'inibitoria atipica ogni
qual volta sia funzionale al soddisfacimento di interessi di rango costituzionale.
5.15. L’art. 700 c.p.c. stabilisce che “fuori dei casi regolati nelle precedenti sezioni di
questo capo, chi ha fondato motivo di temere che durante il tempo occorrente per far
valere il suo diritto in via ordinaria, questo sia minacciato da un pregiudizio imminente
e irreparabile, può chiedere con ricorso al giudice i provvedimenti d’urgenza che
appaiono, secondo le circostanze, più idonei ad assicurare provvisoriamente gli effetti
della decisione sul merito”.
5.16. È evidente che quando il pregiudizio paventato con il ricorso ex art. 700 c.p.c.
concerna diritti di credito, il requisito possa ritenersi integrato se vi sia un notevole
scarto tra il beneficio fruibile mediante l'immediato soddisfacimento ed i risultati
conseguibili attraverso i rimedi ordinari, in ragione della peculiare situazione, anche
economica, delle parti, dell'entità del credito o dell'attività svolta dalle parti ed alla loro
condotta (cfr. Trib. Novara, 24 agosto 2014, Tribunale Treviso, sez. II, 17/07/2018).
5.17. L’irreparabilità del pregiudizio che giustifica l'accoglimento del ricorso ex art.
700 c.p.c. va infatti intesa non solo nel senso di irreversibilità del danno alla situazione
soggettiva di cui si invoca la cautela, ma anche come insuscettibilità di tutela piena ed
effettiva della situazione medesima all’esito del giudizio di merito con conseguente
determinarsi di uno "scarto intollerabile" tra danno subito e danno risarcito (cfr. Trib.
Isernia, ord. 5 dicembre 2007; Trib. Torino, 22 dicembre 2000; negli stessi termini,
più di recente: Trib. Lamezia Terme, Sezione Unica Civile, ordinanza 25 marzo 2011)
ovvero quando travolga interessi o diritti ulteriori attinenti alla persona non
agevolmente risarcibili per equivalente.
5.18. Nel caso di specie il periculum si apprezza sul rilievo della concreta possibilità
che la condotta del sig. Ceci di utilizzate i propri diritti di sfruttamento dell’immagine
di Maradona in modo abusivo ed antieconomico e pertanto lesivo degli interessi degli
eredi di Maradona possa protrarsi e reiterarsi mediante la stipula di ulteriori accordi
simili a quello oggetto di indagine.
5.19. Il pericolo di reiterazione della condotta lesiva e di aggravarsi dei danni subiti
dagli eredi di Maradona appare ancor più evidente se si considera che il sig. Ceci non
14
L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
costituendosi si è sottratto al contradditorio processuale e che, in seguito alla denuncia
delle figlie di Maradona (Dalma e Gianina), il Signor Ceci, tra gli altri, risulta essere
indagato per “associazione illecita, frode ed elusione di incapaci”, in quanto accusato
unitamente ad una serie di altri soggetti, di frode e circonvenzione di incapaci ai danni
di Diego Armando Maradona (cfr. doc. 16-17 e doc. 18).
5.20. Ne consegue che, pur non essendovi i presupposti intervenire sulla
commercializzazione delle maglie oggetto del contratto impugnato (peraltro già
vendute), tenuto conto della buona fede della SSC Napoli, deve nondimeno emettersi
ordinanza inibitoria nei confronti di Stefano Ceci, in proprio e n.q. di legale
rappresentante della DIEZ FZE ordinandosi la cessazione immediata dell’ulteriore
utilizzo dell’immagine di Diego Armando Maradona onde evitare la reiterazione delle
condotte lesive tenute e la produzione di ulteriori danni in capo agli istanti.
6.1. Sussistono altresì i presupposti per accogliere l’ulteriore misura cautelare richiesta
di sequestro conservativo. Come noto, ai sensi dell'art. 671 c.p.c., il giudice, su istanza
del creditore che ha fondato timore di perdere la garanzia del proprio credito, può
autorizzare il sequestro conservativo di beni mobili o immobili del debitore o delle
somme e cose a lui dovute, nei limiti in cui la legge ne permette il pignoramento. Per
la concessione dell'invocato provvedimento cautelare è, peraltro, richiesta la
coesistenza dei due requisiti (cfr., per tutte, Cassazione civile, sez. lav., 03/02/1996, n.
927) del fumus boni juris e del periculum in mora, intesi, il primo, come dimostrazione
della verosimile esistenza del credito per cui si agisce, essendo infatti sufficiente, in
base ad un giudizio necessariamente sommario e prognostico, la probabile fondatezza
della pretesa creditoria e, il secondo, come timore di perdere la garanzia costituita dal
patrimonio del debitore.
6.2. Sotto il primo profilo, si è già detto che risulta configurabile un credito risarcitorio
in capo ai ricorrenti derivante dalla conclusione di un contratto lesivo delle aspettative
degli istanti in relazione allo sfruttamento economico dell’immagine di Maradona con
carattere di anomalia da parte del Ceci.
6.3. Sussiste inoltre certamente il periculum in mora che, per giurisprudenza costante
della Corte di Cassazione, può essere desunto tanto da elementi oggettivi, rappresentati
dalla capacità patrimoniale del debitore in relazione all'entità del credito, quanto
soggettivi, quali il comportamento del debitore che lasci fondatamente temere atti di
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L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
depauperamento del suo patrimonio, (cfr. Cass. Sez. 2, Sentenza n. 2139 del
26/02/1998).
6.4. Nella fattispecie il comportamento abusivo del Ceci, unitamente alla sua mancata
costituzione in giudizio ed ai rapporti tra le parti che hanno originato i contenziosi
innanzi alla giurisdizione argentina, induce ad effettuare una prognosi di probabile
compimento di atti dismissivi della garanzia creditoria in disegno di continuità con la
condotta lesiva perpetrata, stante il costante orientamento della Suprema Corte, per cui
il periculum in mora può essere desunto, anche alternativamente (senza, quindi, che le
due categorie di presupposti debbano simultaneamente concorrere. Cfr. Cass. Civ. n.
2139/98), sia da elementi obbiettivi, attinenti alla consistenza qualitativa e quantitativa
del patrimonio del debitore in rapporto alla entità del credito, sia da elementi
soggettivi, riguardanti il suo comportamento (cfr. Cass. Civ. nn. 2081/2002, 6042/98,
6460/96) onde per la sussistenza del requisito del periculum è sufficiente anche una
semplice azione che, per la consistenza, contesto e tempistica con la quale sia
avvenuta, faccia presumere, come nel caso di specie, atti di sottrazione della garanzia
creditoria.
6.5. Può pertanto autorizzarsi l’invocato sequestro conservativo. Deve essere precisato
tuttavia che l’oggetto del sequestro conservativo si determina al momento della sua
esecuzione, mentre nel provvedimento che lo dispone deve indicarsi solo la somma
fino a concorrenza della quale il sequestro è autorizzato.
6.6. In ordine all'importo fino alla cui concorrenza autorizzare il sequestro, esso può
essere cautelativamente fissato in euro 150.000,00, somma pari al presumibile credito
risarcitorio dell’eredità derivante dal mancato introito da parte degli eredi della metà
(come spettante agli eredi per effetto del contratto di cessione finalizzata allo
sfruttamento dei propri diritti di immagine concluso da Diego Armando Maradona in
data 17.08.2020) del 33% del dei ricavi lordi dell’operazione di commercializzazione
delle maglie Maradona, che si ritiene percentuale maggiormente idonea a
rappresentare il corrispettivo del valore commerciale dell’immagine di Maradona e
che il Ceci ha abusivamente sottratto alle legittime aspettative degli istanti.
7.1. La regolamentazione delle spese del presente procedimento va riservata al merito,
trattandosi di istanza cautelare proposta in corso di causa.
P.Q.M.
16
L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
Il Tribunale in composizione monocratica, pronunciando sul ricorso cautelare
proposto da Sebastian Baglietto, (c.f. BGLSFN67H05Z600R), nella sua qualità di
Amministratore Giudiziario della Successione ab intestato del Signor Diego Armando
Maradona, così provvede:
1) ORDINA a Ceci Stefano, c.f. CCESFN73E03F839O, in proprio e n.q. di
legale rappresentante della DIEZ FZE, con sede in Dubai 17 The Iridium
Building UMMSUQUEIM, Road Al Barsha, P.O. Box 391186 la
cessazione immediata di ogni ulteriore utilizzo dell’immagine di Diego
Armando Maradona;
2) AUTORIZZA Sebastian Baglietto, (c.f. BGLSFN67H05Z600R), nella
sua qualità di Amministratore Giudiziario della Successione ab intestato
del Signor Diego Armando Maradona al sequestro conservativo, ex art.
671 c.p.c., su tutti i beni e crediti di Ceci Stefano, c.f.
CCESFN73E03F839O, e della DIEZ FZE, con sede in Dubai 17 The
Iridium Building UMMSUQUEIM, Road Al Barsha, P.O. Box 391186
fino alla concorrenza della somma di € 150.000,00;
3) DICHIARA non doversi provvedere in merito alle spese del presente
procedimento

Napoli, lì 19/09/2022
Il Giudice

dr. Paolo Andrea Vassallo

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L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).

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