10
L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
5.1. Sussiste invece, a parere di questo Giudice, la probabile fondatezza della domanda
risarcitoria spiegata in via subordinata dagli eredi Maradona nei confronti del sig. Ceci.
5.2. Va preliminarmente effettuata una precisazione in relazione alla posizione
soggettiva tutelata nel presente procedimento. In relazione a tanto è da rilevare che la
difesa di parte ricorrente, pur nella a volte incoerenza delle argomentazioni in punto di
diritto effettuate (laddove, da un lato, appare arrogarsi un dubitabile diritto “ex lege”
di esprimere o negare ex abrupto un consenso in relazione allo sfruttamento del diritto
di immagine che il titolare de cuius ha ceduto in licenza in vita - cfr. Cassazione civile
sez. I, 19/07/2018, (ud. 08/06/2018, dep. 19/07/2018), n.19311 - e, dall’altro, fonda la
propria posizione soggettiva sulle aspettative di sfruttamento economico
dell’immagine di Maradona che proprio il contratto di licenza del 17.08.2020
riconosce loro) non pare porre in discussione nel presente processo (non chiedendone
un accertamento ma solo sfiorando l’argomento) una questione di validità o efficacia
del contratto di licenza che Maradona ebbe a concludere con il Ceci il 17.08.2020.
5.3. D’altra parte va osservato che, ai fini dell’esame nel merito della fondatezza delle
pretese azionate, appare del tutto ininfluente nel presente processo stabilire se gli eredi
di Maradona siano titolari, in via ereditaria o ex lege, del diritto di immagine del padre
in sé (qualora se ne predichi la trasmissione in via ereditaria ovvero per effetto delle
prerogative riconosciute dal combinato disposto dagli artt. 10 del Codice Civile e dagli
artt. 93, 96 e 97 della legge n. 633/1941) ovvero se la posizione sia quella di titolari di
aspettative creditorie patrimoniali e personali connaturate al corretto utilizzo
dell’immagine del padre il cui sfruttamento economico è stato concesso al Ceci ed
anzi, proprio in virtù di quel contratto del 17.08.2020, che riconosce loro quali
successori del padre di ottenere il 50% dei proventi di detto sfruttamento.
5.4. Ciò premesso, non vi è dubbio che il contratto che il sig. Ceci ebbe a stipulare con
la SSC Napoli sia altamente lesivo delle aspettative patrimoniali che gli istanti hanno
in relazione allo sfruttamento economico dell’immagine del noto calciatore Maradona.
5.5. È invero notorio che il nome di Maradona e la sua immagine (oltre che l’effige)
costituiscono un simbolo planetario del calcio riconosciuto e riconoscibile in tutto il
mondo il cui valore economico, specie in considerazione della notevole diffusione
dello sport del calcio nell’era moderna, appare di notevole portata, quasi inestimabile.
11
L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
5.6. Ciò posto, è altrettanto evidente che la condotta del sig. Ceci che, sulla base del
contratto stipulato con Maradona, ebbe a cedere in licenza la commercializzazione
dell’immagine di Maradona mediante la realizzazione di 6.000.00 maglie gara al
corrispettivo di appena € 22.500,00, appare altamente lesiva degli interessi degli istanti
al proficuo sfruttamento economico dell’immagine di Maradona, tenuto conto del fatto
che risulta dalla documentazione depositata da parte ricorrente (e comunque neanche
contestato dalla SSC Napoli) che le maglie in oggetto sono state messe sul mercato al
prezzo di € 150,00 cadauna (doc. 14 fasc. ric.) e sono risultate sold out
immediatamente dopo la loro messa in commercio (doc. 13 fasc. ric.) con la
conseguenza che la commercializzazione dell’immagine di Maradona ha reso nella
circostanza un ricavo lordo, quasi immediato, di circa € 900.000,00.
5.7. La cessione della licenza di commercializzazione dell’immagine di Maradona ad
un prezzo così irrisorio, tenuto conto delle aspettative di ricavo di tale operazione
commerciale e dell’importanza dell’immagine di Maradona, appare un grave danno
alle aspettative degli eredi anche in relazione alle pattuizioni contenute nel contratto
sottoscritto dal Maradona in data 17.08.2020, che riconoscevano al Licenziante il 50%
dei proventi delle iniziative e facevano obbligo di rendiconto al Ceci.
5.8. La condotta del Ceci appare ancor più grave se si considera che, ben prima della
stipula dell’accordo con la SSC Napoli, l’eredità di Maradona aveva intimato al Ceci
di non disporre dei diritti di immagine di Maradona senza il loro consenso e che risulta
che in data 29 novembre 2021 è stato emesso dal Tribunale Civile n. 74 di Buenos
Aires nell’ambito del procedimento n. 79035/2021 provvedimento cautelare con il
quale veniva inibito al Signor Stefano Ceci di cessare l’utilizzo, da parte propria o di
terzi, dell’immagine, della voce, del nome, dello pseudonimo di Diego Armando
Maradona (cfr. docc. 10 e 11 fasc. ric.).
5.9. Ne consegue che non può non individuarsi in capo al Ceci, anche in
considerazione della sua qualità imprenditoriale, la sussistenza di gravi indizi di
colpevolezza e dell’elemento soggettivo della consapevolezza di arrecare danno agli
eredi di Maradona mediante la stipula del contratto con la SSC Napoli e del danno
patrimoniale che si sarebbe ingenerato in capo ad essi, attesa la irrisorietà del
corrispettivo pattuito a fronte di ricavi lordi pari a circa € 900.000,00
12
L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
5.10. Alla luce delle superiori considerazioni, pertanto, così ricostruita la vicenda
sussiste un fumus di responsabilità in capo al Ceci Stefano anche quale legale
rappresentante della DIEZ FZE , il quale deve ritenersi civilmente responsabile ex art.
2043 c.c. del danno subìto dagli istanti a seguito della lamentata perdita economica,
dato che si configurano a suo carico, sulla base delle emergenze probatorie suindicate,
tutti gli elementi richiesti dalla legge per la responsabilità aquiliana: antigiuridicità del
fatto, in quanto la condotta del cedere a prezzo irrisorio i diritti di commercializzazione
dell’immagine di Maradona costituisce un chiaro abuso dei diritti di sfruttamento
riconosciuti; dolo del soggetto agente sub specie di consapevolezza di arrecare un
danno agli istanti; danno, consistito nella perdita dei profitti legittimamente sperati
dallo sfruttamento dell’immagine di Maradona; nesso di causalità tra la condotta
illecita ed il verificarsi dell’evento-perdita economica.
5.11. Non sussiste al contrario alcun indizio di colpevolezza in capo alla SSC Napoli
la quale, non è provato che abbia stipulato il contratto di licenza oggetto di
contestazione in mala fede ed anzi potendosi presumere le buona fede della società
che, sulla base di informazioni e documentazione fornita dal licenziante e del contratto
di cessione al Ceci, senza peraltro essere a conoscenza delle diffide ricevute dal Ceci,
ha confidato nella legittimità dell’operazione, dove la pur evidente sproporzione del
corrispettivo accettato dal Ceci non può costituire, in assenza di altri elementi, indice
presuntivo di una dolosa preordinazione e compartecipazione all’operazione lesiva
posta in essere dal Ceci.
5.12. Né la circostanza che i ricorrenti abbiano intimato anche alla SSC Napoli di non
eseguire il contratto già concluso può costituire in mala fede la società resistente, posto
che non le si può imputare di avere eseguito un contratto già concluso in conformità
alle pattuizioni ivi contenute (Cass. Sez. III^ 30/07/2004, n. 14605; Cass. Sez. I^
06/08/2008, n. 21250; Cass. Sez. U. 25/11/2008, n. 28056; Cass. Sez. I^ 22/01/2009,
n. 1618; Cass. Sez. III^ 10/11/2010, n. 22819).
5.13. Ciò detto con riferimento alle probabile fondatezza delle azioni di merito
proposte, va accolta la richiesta di inibitoria da ricondursi alla tutela atipica di cui
all’art. 700 c.p.c..
5.14. La richiesta, quale quella degli odierni ricorrenti di una c.d. inibitoria atipica, una
inibitoria, cioè, non prevista da specifiche disposizioni normative è ammissibile, se ed
13
L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
in quanto il rimedio inibitorio costituisca il mezzo necessario al fine della eliminazione
di una causa permanente di danno ingiusto in atto: ciò, in conformità al principio
generale di cui all'art. 24 Cost., che porta a ritenere ammissibile l'inibitoria atipica ogni
qual volta sia funzionale al soddisfacimento di interessi di rango costituzionale.
5.15. L’art. 700 c.p.c. stabilisce che “fuori dei casi regolati nelle precedenti sezioni di
questo capo, chi ha fondato motivo di temere che durante il tempo occorrente per far
valere il suo diritto in via ordinaria, questo sia minacciato da un pregiudizio imminente
e irreparabile, può chiedere con ricorso al giudice i provvedimenti d’urgenza che
appaiono, secondo le circostanze, più idonei ad assicurare provvisoriamente gli effetti
della decisione sul merito”.
5.16. È evidente che quando il pregiudizio paventato con il ricorso ex art. 700 c.p.c.
concerna diritti di credito, il requisito possa ritenersi integrato se vi sia un notevole
scarto tra il beneficio fruibile mediante l'immediato soddisfacimento ed i risultati
conseguibili attraverso i rimedi ordinari, in ragione della peculiare situazione, anche
economica, delle parti, dell'entità del credito o dell'attività svolta dalle parti ed alla loro
condotta (cfr. Trib. Novara, 24 agosto 2014, Tribunale Treviso, sez. II, 17/07/2018).
5.17. L’irreparabilità del pregiudizio che giustifica l'accoglimento del ricorso ex art.
700 c.p.c. va infatti intesa non solo nel senso di irreversibilità del danno alla situazione
soggettiva di cui si invoca la cautela, ma anche come insuscettibilità di tutela piena ed
effettiva della situazione medesima all’esito del giudizio di merito con conseguente
determinarsi di uno "scarto intollerabile" tra danno subito e danno risarcito (cfr. Trib.
Isernia, ord. 5 dicembre 2007; Trib. Torino, 22 dicembre 2000; negli stessi termini,
più di recente: Trib. Lamezia Terme, Sezione Unica Civile, ordinanza 25 marzo 2011)
ovvero quando travolga interessi o diritti ulteriori attinenti alla persona non
agevolmente risarcibili per equivalente.
5.18. Nel caso di specie il periculum si apprezza sul rilievo della concreta possibilità
che la condotta del sig. Ceci di utilizzate i propri diritti di sfruttamento dell’immagine
di Maradona in modo abusivo ed antieconomico e pertanto lesivo degli interessi degli
eredi di Maradona possa protrarsi e reiterarsi mediante la stipula di ulteriori accordi
simili a quello oggetto di indagine.
5.19. Il pericolo di reiterazione della condotta lesiva e di aggravarsi dei danni subiti
dagli eredi di Maradona appare ancor più evidente se si considera che il sig. Ceci non
14
L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
costituendosi si è sottratto al contradditorio processuale e che, in seguito alla denuncia
delle figlie di Maradona (Dalma e Gianina), il Signor Ceci, tra gli altri, risulta essere
indagato per “associazione illecita, frode ed elusione di incapaci”, in quanto accusato
unitamente ad una serie di altri soggetti, di frode e circonvenzione di incapaci ai danni
di Diego Armando Maradona (cfr. doc. 16-17 e doc. 18).
5.20. Ne consegue che, pur non essendovi i presupposti intervenire sulla
commercializzazione delle maglie oggetto del contratto impugnato (peraltro già
vendute), tenuto conto della buona fede della SSC Napoli, deve nondimeno emettersi
ordinanza inibitoria nei confronti di Stefano Ceci, in proprio e n.q. di legale
rappresentante della DIEZ FZE ordinandosi la cessazione immediata dell’ulteriore
utilizzo dell’immagine di Diego Armando Maradona onde evitare la reiterazione delle
condotte lesive tenute e la produzione di ulteriori danni in capo agli istanti.
6.1. Sussistono altresì i presupposti per accogliere l’ulteriore misura cautelare richiesta
di sequestro conservativo. Come noto, ai sensi dell'art. 671 c.p.c., il giudice, su istanza
del creditore che ha fondato timore di perdere la garanzia del proprio credito, può
autorizzare il sequestro conservativo di beni mobili o immobili del debitore o delle
somme e cose a lui dovute, nei limiti in cui la legge ne permette il pignoramento. Per
la concessione dell'invocato provvedimento cautelare è, peraltro, richiesta la
coesistenza dei due requisiti (cfr., per tutte, Cassazione civile, sez. lav., 03/02/1996, n.
927) del fumus boni juris e del periculum in mora, intesi, il primo, come dimostrazione
della verosimile esistenza del credito per cui si agisce, essendo infatti sufficiente, in
base ad un giudizio necessariamente sommario e prognostico, la probabile fondatezza
della pretesa creditoria e, il secondo, come timore di perdere la garanzia costituita dal
patrimonio del debitore.
6.2. Sotto il primo profilo, si è già detto che risulta configurabile un credito risarcitorio
in capo ai ricorrenti derivante dalla conclusione di un contratto lesivo delle aspettative
degli istanti in relazione allo sfruttamento economico dell’immagine di Maradona con
carattere di anomalia da parte del Ceci.
6.3. Sussiste inoltre certamente il periculum in mora che, per giurisprudenza costante
della Corte di Cassazione, può essere desunto tanto da elementi oggettivi, rappresentati
dalla capacità patrimoniale del debitore in relazione all'entità del credito, quanto
soggettivi, quali il comportamento del debitore che lasci fondatamente temere atti di
15
L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
depauperamento del suo patrimonio, (cfr. Cass. Sez. 2, Sentenza n. 2139 del
26/02/1998).
6.4. Nella fattispecie il comportamento abusivo del Ceci, unitamente alla sua mancata
costituzione in giudizio ed ai rapporti tra le parti che hanno originato i contenziosi
innanzi alla giurisdizione argentina, induce ad effettuare una prognosi di probabile
compimento di atti dismissivi della garanzia creditoria in disegno di continuità con la
condotta lesiva perpetrata, stante il costante orientamento della Suprema Corte, per cui
il periculum in mora può essere desunto, anche alternativamente (senza, quindi, che le
due categorie di presupposti debbano simultaneamente concorrere. Cfr. Cass. Civ. n.
2139/98), sia da elementi obbiettivi, attinenti alla consistenza qualitativa e quantitativa
del patrimonio del debitore in rapporto alla entità del credito, sia da elementi
soggettivi, riguardanti il suo comportamento (cfr. Cass. Civ. nn. 2081/2002, 6042/98,
6460/96) onde per la sussistenza del requisito del periculum è sufficiente anche una
semplice azione che, per la consistenza, contesto e tempistica con la quale sia
avvenuta, faccia presumere, come nel caso di specie, atti di sottrazione della garanzia
creditoria.
6.5. Può pertanto autorizzarsi l’invocato sequestro conservativo. Deve essere precisato
tuttavia che l’oggetto del sequestro conservativo si determina al momento della sua
esecuzione, mentre nel provvedimento che lo dispone deve indicarsi solo la somma
fino a concorrenza della quale il sequestro è autorizzato.
6.6. In ordine all'importo fino alla cui concorrenza autorizzare il sequestro, esso può
essere cautelativamente fissato in euro 150.000,00, somma pari al presumibile credito
risarcitorio dell’eredità derivante dal mancato introito da parte degli eredi della metà
(come spettante agli eredi per effetto del contratto di cessione finalizzata allo
sfruttamento dei propri diritti di immagine concluso da Diego Armando Maradona in
data 17.08.2020) del 33% del dei ricavi lordi dell’operazione di commercializzazione
delle maglie Maradona, che si ritiene percentuale maggiormente idonea a
rappresentare il corrispettivo del valore commerciale dell’immagine di Maradona e
che il Ceci ha abusivamente sottratto alle legittime aspettative degli istanti.
7.1. La regolamentazione delle spese del presente procedimento va riservata al merito,
trattandosi di istanza cautelare proposta in corso di causa.
P.Q.M.
16
L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).
Il Tribunale in composizione monocratica, pronunciando sul ricorso cautelare
proposto da Sebastian Baglietto, (c.f. BGLSFN67H05Z600R), nella sua qualità di
Amministratore Giudiziario della Successione ab intestato del Signor Diego Armando
Maradona, così provvede:
1) ORDINA a Ceci Stefano, c.f. CCESFN73E03F839O, in proprio e n.q. di
legale rappresentante della DIEZ FZE, con sede in Dubai 17 The Iridium
Building UMMSUQUEIM, Road Al Barsha, P.O. Box 391186 la
cessazione immediata di ogni ulteriore utilizzo dell’immagine di Diego
Armando Maradona;
2) AUTORIZZA Sebastian Baglietto, (c.f. BGLSFN67H05Z600R), nella
sua qualità di Amministratore Giudiziario della Successione ab intestato
del Signor Diego Armando Maradona al sequestro conservativo, ex art.
671 c.p.c., su tutti i beni e crediti di Ceci Stefano, c.f.
CCESFN73E03F839O, e della DIEZ FZE, con sede in Dubai 17 The
Iridium Building UMMSUQUEIM, Road Al Barsha, P.O. Box 391186
fino alla concorrenza della somma di € 150.000,00;
3) DICHIARA non doversi provvedere in merito alle spese del presente
procedimento
Napoli, lì 19/09/2022
Il Giudice
17
L’originale di questo provvedimento è un documento informatico sottoscritto con firma digitale (artt. 1, lett. s, 21
e 24 D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e depositato telematicamente nel fascicolo informatico ai sensi degli artt. 15 e 35,
co. I, D.M. 21 febbraio 2011, n. 44, come modificato dal D.M. 15 ottobre 2012 n. 209).