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“TEORIE DELL’APPRENDIMENTO E

QUALITÀ DEI PROCESSI (PARTE II)”

PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO


Università Telematica Pegaso Teorie dell’apprendimento e qualità dei processi (parte II)

Indice

1 JEROME SEYMOUR BRUNER-------------------------------------------------------------------------------------------- 3


2 NOVACK ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 5
3 ELIO DAMIANO -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6
4 GOWIN --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 7
5 MORIN --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 8
6 HOWARD GARDNER -------------------------------------------------------------------------------------------------------- 9
7 D. GOLEMAN ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 10

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)

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1 Jerome Seymour Bruner


Bruner supera la teoria degli stadi evolutivi formulata dal Piaget in quanto li interpreta come
segmenti rigidi di sviluppo nell’ambito dei quali interagiscono processi di apprendimento e processi
di maturazione analizzati al fine di determinare comportamenti e schemi mentali.

Secondo il Bruner tale segmentazione, invece, limita una reale conoscenza dei processi di
pensiero infantili e dei percorsi di apprendimento.

Bruner sottolinea l’importanza del rapporto che il bambino ha con l’ambiente

Bruner individua tre tipi di rappresentazione che il soggetto sviluppa in rapporto


all’ambiente:

a) esecutiva

b) iconica

c) simbolica

Lo studioso pone in primo piano l’apprendimento del linguaggio.

Il rapporto che il bambino stabilisce con la madre rappresenta input fondamentale per
l’apprendimento del linguaggio e la costruzione di strutture e costrutti linguistici in quanto la madre
rappresenta per il bambino il contatto primario con l’ambiente che lo circonda.

Il bambino possiede dispositivi di apprendimento per il linguaggio (LAD:Linguage


Aquisition Device) che vengono attivati dall’ambiente linguistico (LASS: Linguage Aquisition
System Supporty)

La scuola deve attivare i dispositivi di apprendimento con sfondi integratori altamente


costruttivisti.

Il rapporto che il bambino stabilisce con la madre rappresenta input fondamentale per
l’apprendimento del linguaggio e la costruzione di strutture e costrutti linguistici in quanto la madre
rappresenta per il bambino il contatto primario con l’ambiente che lo circonda.

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Bruner, infatti, riprende e supera le teorie di Noam Chomsky sull’ apprendimento del
linguaggio.

Chomsky, esponente dell’innatismo, afferma che ciascun individuo possiede già alla nascita
un dispositivo per l’acquisizione del linguaggio o L.A.D. (Language Acquisition Device)

Bruner sottolinea la rilevanza dell’ambiente socio-culturale di appartenenza e afferma che il


L.A.D. non può esplicarsi senza un “Sistema di Supporto per l’Acquisizione del Linguaggio” o
L.A.S.S. (Language Acquisition Sistem Support)

Bruner afferma che l’apprendimento deve essere fondato sulla “scoperta” in quanto
sottolinea l’importanza della “motivazione”: il soggetto, sollecitato dagli stimoli ambientali, attiva
in modo naturale la “curiosità” che gli consente di conoscere ed elaborare, introiettandola, la realtà
che lo circonda.

Bruner introduce il concetto di “struttura” e si riferisce alle idee fondamentali di una


disciplina.

Per Bruner la categorizzazione costituisce un fenomeno corrispondente ad un


raggruppamento per equivalenza.

Ne “La ricerca del significato” l’Autore fa riferimento alla dimensione soggettiva


dell’individuo e al come egli attribuisce senso e significato a fatti e fenomeni.

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2 Novack

Novak propone il modello delle pappe concettuali rappresentative delle conoscenze, delle
narrazioni, dei fenomeni. Le mappe concettuali , infatti, sono rappresentative di reti concettuali
dove parole chiave sono connesse da parole legame: il pensiero reticolare viene così rappresentato
in rapporto al proprio contenuto.

Le mappe concettuali visualizzano le relazioni esistenti tra le idee.

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3 Elio Damiano

Damiano formula l’ipotesi secondo la quale “la conoscenza consiste nella costruzione e nell’
organizzazione di concetti”

“I concetti sono conoscenza organizzata secondo regole”

Il bambino elabora concetti fin dalla nascita, in modo naturale e, nel momento in cui
apprende, riorganizza i propri quadri concettuali.

Damiano individua così la “matrice cognitiva” del bambino

L’ Autore sottolinea l’importanza della scuola e della didattica nella costruzione ed


elaborazione, da parte del bambino, di reti concettuali

Elio Damiano individua le fasi di una “didattica per concetti”:

a) costruzione di una mappa concettuale di base

b) conversazione clinica

c) elaborazione della rete concettuale che va a definire l’ unità di


apprendimento.

d) La costruzione di una “mappa concettuale” consente di evidenziare le idee


“forti” relative all’ argomento scelto, nonché le “relazioni” e le “funzioni” presenti nel
quadro concettuale considerato.

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4 Gowin
Il modello a V di Gowin rappresenta il processo di apprendimento: al vertice della V
abbiamo un problema da cui scaturiscono domande focali. Le risposte sono sul versante concettuale
delle discipline. Sul versante metodologico v’è la mediazione didattica

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5 Morin

Il contributo di Morin ai Documenti di indirizzo (Indicazioni Nazionali) del M.I.U.R.


(Ministero Istruzione Università Ricerca) è relativo all’unità del sapere. Il reale è infatti unità
molteplice di prospettive: ogni reale viene osservato sulla linea del tempo, nello spazio, viene
misurato etc.

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6 Howard Gardner
Gardner individua forme molteplici di intelligenza e afferma che ciascun individuo presenta
uno stile cognitivo unico ed irripetibile, risultante dall’interazione tra i diversi gradi e forme delle
intelligenze possedute.

Lo studioso elabora così la Teoria delle “Intelligenze Multiple”.

Secondo Gardner la cultura riveste un ruolo fondamentale nella costruzione delle


“intelligenze”.

L’ Autore afferma che ad ogni intelligenza corrisponde una particolare forma di creatività.

La scuola deve sviluppare le intelligenze multiple degli allievi.

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7 D. Goleman
Secondo Daniel Goleman la personalità è costituita anche dall’intelligenza emozionale che
ha un ruolo significativo nei processi di sviluppo.

La gestione ed il controllo delle emozioni assume forte valenza anche nei processi di
apprendimento e nelle prestazioni cognitive.

L’opera principale di Daniel Goleman è “Emotional Intelligence”, testo mirato ad analizzare


il ruolo che hanno le emozioni nell’orientare i comportamenti dei soggetti e nella costruzione
dell’identità dei soggetti stessi.

L’ intelligenza emozionale contribuisce a determinare il “saper essere” del soggetto.

L’ Intelligenza Emozionale consente al soggetto di:

a) imparare a gestire le componenti delle emozioni personali e sociali;

b) acquisire maggiore consapevolezza delle emozioni e dei loro effetti;

c) rafforzare la fiducia in se stesso, l’identità e sviluppare potenziali e capacità;

d) gestire positivamente le emozioni e le energie;

e) approfondire le spinte motivazionali e gli obiettivi professionali;

f) potenziare la capacità di creare relazioni interpersonali empatiche attraverso i


canali della comunicazione;

g) ampliare le capacità di promuovere e guidare il cambiamento.

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