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Trasduzione del segnale

Il suono
Possiamo definire il suono come una sensazione data dalla vibrazione di
un corpo in oscillazione. Affinché un suono si possa propagare, è
necessario che un mezzo lo trasporti; l'aria è uno di questi.
Il suono si propaga nell'aria mediante collisioni multiple tra particelle.
Consideriamo un altoparlante come sorgente sonora: il suo vibrare sposta
le particelle d'aria comprimendole prima (C) e dilatandole poi (R).

Così come avviene nel nostro organismo attraverso l’apparato uditivo,


anche negli apparecchi elettro-meccanici che, ad esempio, ogni giorno
utilizziamo per ascoltare o registrare musica, la trasduzione del segnale
assume un ruolo fondamentale. È quel complesso meccanismo che le
cellule, nel caso del corpo umano, e strumenti come microfoni e
altoparlanti compiono per tradurre un segnale affinché tale segnale possa
essere captato, trasportato e/o amplificato da altri strumenti (o da altre
cellule).
Analizziamo nello specifico ciò che avviene nella catena elettroacustica.
La catena elettroacustica
La catena elettroacustica è quell’insieme di trasduzioni di segnale che ci
permette di ascoltare un suono in un posto diverso da quello in cui è
stato generato e di modificarne l’energia.
Essa è sostanzialmente formata da una sorgente sonora, un microfono,
un amplificatore e un altoparlante.
Il microfono è un trasduttore di tipo elettro-acustico in grado di
convertire le onde di pressione sonora in segnali elettrici.
Esistono diversi tipi di microfono, ognuno con delle specifiche
caratteristiche e utilità. Prendiamo in esame i due microfoni più diffusi ed
utilizzati al mondo:
Il microfono dinamico è composto da una bobina cui è attaccato un
diaframma, entrambi ricoperti da un materiale conduttore.
Colpito dall'onda sonora il diaframma vibra in conseguenza di questa in
un campo magnetico generato da un apposito magnete. Il movimento del
diaframma, che si sposta dalla bobina al magnete, genera una corrente di
induzione. Il magnete produce quindi il campo nel quale il conduttore,
guidato dalle vibrazioni, lavora. In sostanza il campo magnetico attrae gli
elettroni presenti nell'avvolgimento tenendoli fermi; quando
l'avvolgimento si muove, gli elettroni rimangono fermi, trattenuti dal
campo magnetico: questo equivale allo scorrimento di una corrente
nell'avvolgimento. In questo modo il segnale elettrico generato ha la
stessa frequenza dell'onda acustica che ha investito il diaframma.
I microfoni dinamici hanno una frequenza di risonanza di circa 2,5 KHz e
sono molto resistenti anche a pressioni elevate, per questo motivo
vengono spesso utilizzati sul palco per la riproduzione di voce e chitarra.
Il microfono a condensatore invece possiede al suo interno un
condensatore. Il diaframma del microfono corrisponde a una delle due
piastre del condensatore che vibra in relazione all'onda acustica da cui
viene investito. Dato che il condensatore fa parte di un circuito
contenente una sorgente di forza elettromotrice constante, e la
vibrazione della piastra produce la variazione della distanza tra le due
piastre, si ha un cambiamento della tensione ai capi delle piastre con un
conseguente passaggio di corrente.
Il diaframma viene realizzato in mylar (un tipo di plastica) rivestito di uno
strato d'oro (eccellente conduttore). È necessaria l'applicazione di un
voltaggio extra per polarizzare inizialmente il condensatore, ossia la
phantom power che viene generalmente fornita dal mixer al quale il
microfono viene collegato.

Il microfono a condensatore presenta un diaframma molto sottile che


permette una buona riproduzione anche delle frequenze più alte. Risulta
molto delicato dunque poco adatto a situazioni live. Viene soprattutto
impiegato in studio.
Il segnale elettrico generato da un microfono deve essere correttamente
amplificato prima di arrivare ai diffusori. Ciò avviene grazie alla
preamplificazione. Il compito di un preamplificatore è quello di
aumentare l'ampiezza del segnale ossia il suo voltaggio. Ciò è espresso dal
guadagno che esprime in dB il rapporto tra la tensione di uscita e la
tensione di ingresso.
Una volta che la tensione del segnale è stata aumentata, avviene il
processo di amplificazione vero e proprio.
Quello che manca al segnale è la potenza (espressa in Watt), per questo
l'amplificatore finale aumenta la potenza del segnale; la misura di questo
aumento è data dal guadagno che esprime in dB il rapporto tra la potenza
di uscita e la potenza di ingresso.
Una volta amplificato il segnale, si passa all’ultima fase della catena
elettroacustica, costituita dalla presenta di uno o più altoparlanti.
L’altoparlante è quel dispositivo atto a trasformare l’energia elettrica in
energia acustica percepibile dall’Uomo.
Il tipo di altoparlante più diffuso è quello elettrodinamico. Il suo
funzionamento è simile a quello di un microfono dinamico, ma la
trasduzione del segnale avviene in ordine opposto. La bobina presente
nell’altoparlante viene attraversata dalla corrente, ciò causa un
movimento che si trasforma in energia acustica che viene dispersa
nell’aria dal diaframma.
Quest’ultimo è costituito da cellulosa ed ha la forma di un cono perlopiù
circolare. Maggiore è la grandezza del diaframma, più bassa sarà la
frequenza di risonanza dell’altoparlante, viceversa, più stretto sarà il
cono, più alta sarà la frequenza di risonanza. Per questo motivo gli
altoparlanti con coni grandi (detti woofer) sono impiegati per la
riproduzione di basse frequenze, mentre gli altoparlanti a coni stretti
(detti tweeter) sono destinati alla riproduzione di alte frequenze.

Un altro aspetto importante che riguarda la trasduzione del segnale è il


campionamento. Esso rappresenta la trasformazione del segnale
analogico (segnale elettrico e acustico) in segnale digitale.
Ciò avviene grazie a strumenti particolari come, ad esempio, le schede
audio. Dunque il campionamento preleva dei campioni dal segnale
analogico. Il ritmo costante con cui vengono prelevati i campioni viene
identificato con una frequenza detta frequenza di campionamento.

Ogni campione memorizzato rappresenta un'ampiezza del segnale


originario ad un determinato istante. Una volta campionato un suono, al
momento della riproduzione, viene utilizzato un circuito che ritrasforma
ogni campione nella corrispondente tensione elettrica; collegando il tutto
ad un amplificatore ed un altoparlante saremo in grado di ascoltare il
suono campionato in precedenza.
Tutte le tensioni intermedie tra un campione e l’altro (ormai perse) non
potranno in ogni modo creare disturbi o irregolarità nel suono udito, se,
considerando che il suono che l’orecchio umano percepisce ha frequenze
comprese tra 20Hz e 20KHz, si sfrutta il teorema di Nyquist, che afferma
che se si esegue il campionamento ad una frequenza pari almeno al
doppio della banda del segnale che si sta campionando, il passaggio
dall'analogico al digitale avviene senza perdita di informazione.
Ciò significa che, tornando dal digitale all'analogico, quando avremo
riconvertito i campioni in valori di tensione per ascoltarli in un
altoparlante, otterremo esattamente lo stesso suono che avevamo prima
del campionamento.

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