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Oggi grazie alle misure preventive e protettive l’ industria chimica è quella che di fatto ha meno incidenti.

L’analisi del rischio consta di tre fasi

-comunicazione del rischio

Il rischio deve essere comunicato ad operatori ed enti pubblici. La comunicazione serve anche a dare alla
comunità un senso reale del pericolo, che spesso è sopravvalutato.

-valutazione del rischio

Analisi quantitativa e qualitativa degli accadimenti che potrebbero portare ad un evento incidentale

-gestione del rischio

provvedimenti presi fattualmente per abbassare R, qualora questi risultasse troppo alto. Le decisioni sulla
gestione del rischio vengono prese collegialmente dai quadri, dati gli alti costi implicati

Valutazione del rischio

Le aziende in realtà valutano il rischio usando metodi leggermente diversi. La valutazione ha diverse fasi

-individuazione dei pericoli (qualitativa)

Consiste nell’individuare pericoli ed individuare qualitativamente i danni causati da un possibile evento


incidentale. L’operabilità dice nel dettaglio come deve essere usato l’impianto. Strumento qualitativo per
esprimere pericoli ed operabilità è l’HAZOP.

-stima della probabilità per l’accadimento degli eventi incidentali

consiste nella valutazione quantitativa della probabilità d’un evento incidentale. Per farlo si usano
strumenti quali FTA ed ETA

-valutazione delle conseguenze degli eventi

Questa fase riguarda la valutazione quantitativa dei danni d’un incidente, riguarda competenze diverse da
quelle dei chimici industriali

Oltre all’ HAZOP esistono degli ulteriori strumenti qualitativi per valutare il rischio.

Il “what if” consiste nel rispondere ad un elenco di domande che si può anche trovare in rete, esistono
what if per tutti i tipi di reattore ed impianti.

Scopo di queste domande è sapere per filo e per segno cosa succede nel reattore.

Esistono what if per tutti i tipi di reattore ed impianti. 1

Ad esempio posso chiedermi: se voglio far avvenire in un reattore continuo la reazione

𝐴+𝐵 →𝑅 𝐸𝑎 = 20𝐾𝑐𝑎𝑙 ∙ 𝑚𝑜𝑙−1 Δ𝐻 0 = −100𝐾𝑐𝑎𝑙 ∙ 𝑚𝑜𝑙−1


ma avviene anche la reazione collaterale

2𝐴 → 𝑆 𝐸𝑎 = 40𝐾𝑐𝑎𝑙 ∙ 𝑚𝑜𝑙−1 Δ𝐻 0 = −150𝐾𝑐𝑎𝑙 ∙ 𝑚𝑜𝑙 −1

1
L’hold up d’un reattore è la quantità di materia presente in ogni momento nel reattore
Cosa succede se si ferma l’agitazione? Si viene a creare un gradiente di [A], che renderebbe la formazione di
S cineticamente favorita. La formazione di S diventa più favorita cineticamente all’aumentare di [A]. Inoltre
così aumenterebbe q prodotto, T aumenta e si forma ancora più S (la cui formazione è caratterizzata da
maggiore Ea)

𝑣1 = 𝑘1 [𝐴][𝐵]

𝑣2 = 𝑘2 [𝐴]2

Anche se fornissimo troppo A si formerebbe troppo S, difatti in ambito industriale A e B non sarebbero mai
alimentati in rapporto stechiometrico.

Un ulteriore metodo qualitativo è la check list. Solitamente queste vengono preparate dalle aziende in
relazione ai propri impianti.

Le check list hanno diversi punti, che hanno lo scopo di capire se si è preparati per un evento incidentale. La
check list dunque è uno strumento con funzione di protezione, non di prevenzione.

L’ HAZOP analizza sistematicamente e schematicamente i pericoli ed i rischi associati al funzionamento


dell’impianto.

La redazione di un HAZOP semplificando consta di queste fasi

-scomposizione impianto negli elementi funzionali ed individuazione parametri da essi regolati

-esami di quali siano le deviazioni dai parametri di progetto e comprensione di quali siano i rischi associati a
questa deviazione . I parametri di progetto sono i parametri entro i quali un impianto funziona.

-si valutano cause ed azioni correttive relative alle possibili deviazioni

I casi vengono studiati attraverso parole chiave

-nessuno

-più di

-meno di

-parte di

-invece di
-ugualmente di

-prima di/dopo di

L’ HAZOP viene fatto a partire dai PID (o flow sheets). Fare un’HAZOP dura settimane o mesi (su un PID
completo)

Un’ HAZOP deve avere le seguenti colonne

Parametro Parole chiave Cause possibili Conseguenze Azioni correttive


(deviazione)

Facciamo un HAZOP semplificato su un serbatoio di liquido infiammabile. Tutte le apparecchiature sono


indicate da un codice in un PID. Il codice si ritrova poi nell’HAZOP

Il T1 ha un ‘cielo del reattore’: lo spazio sopra il reattore. Le cose indicate con la lettera I sono strumenti di
misura (indicatori). Quando un elemento fa misura e regolazione allora li si si indica con la C (controllori).
Il liquido esce da sotto e passa da una pompa , controllata da FC1 2 (l’elemento funzionale 1). FC1 usa un
sondino e valuta se la portata è compatibile con il corretto funzionamento dell’ impianto. Considererà un
intervallo, in prossimità dei cui estremi o oltre aprirà o chiuderà una valvola regolabile

La valvola è chiusa attraverso un segnale pneumatico, che si genera a partire da un segnale elettrico che
parte dal regolatore. La conversione tra i due tipi di segnale avviene grazie a un convertitore
elettropneumatico.

In questa linea compaiono altre tre valvole (v2, v3, v4), che sono valvole d’intercettazione: sono
normalmente aperte o normalmente chiuse. v2 è normalmente aperta, v3 è normalmente chiusa, serve a
svuotare il serbatoio all’ occorrenza. v1 serve a svuotare parzialmente il serbatoio ed è normalmente
chiusa.

PI-1 serve a misurare la pressione. Associato alla pompa di solito vi è anche un sistema che regola la
pressione.

Il liquido è prelevato in continuo: viene chiamato forzatamente dalla pompa. Mentre questo avviene il
serbatoio si depressurizza, ma il serbatoio non è progettato per reggere pressioni sotto un bar. Magari
posso andare fino a ± 0.03 bar, ma già arrivare a 0.97 bar sarebbe un evento critico

Come si fa a mantenere P? L’elemento funzionale P 3C1 (comprendente PCA-1H e PV-2) fa entrare N2.
Quando il serbatoio è quasi vuoto si chiama la cisterna che reintegra il liquido in modo tale da non far
scendere ulteriormente il livello: il prelievo dal serbatoio è continuo, il reintegro discontinuo.

Il reintegro causa aumenti di P dunque un’ulteriore elemento funzionale (PCA-1H e PV-1) manda del gas di
testa in torcia.

2
La pressione di P1 è costante, FC1 agisce su una valvola regolabile. I nomi degli elementi funzionali sono stati dati dal
prof, non sono scritti sul PID
3
Si usa P anziché F perché stiamo parlando di gas anziché di liquidi

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