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Manuale Di Psicomagia
Manuale Di Psicomagia
SINOSSI:
Alejandro Jodorowsky raccolse, tra altre molte cose, nei suoi libri La danza della
realtà (Feltrinelli 2006) e Psicomagia (Feltrinelli, 1997-2013), la base teorica di questa
tecnica risanatrice creata e sviluppata proprio da lui. La sua parte pratica la troviamo
per la prima volta raccolta in Manuale di Psicomagia che, con più di 300 consigli,
pretende di aiutare tutte quelle persone che davanti a differenti problemi psicologici,
sessuali, emozionali o materiali, desiderano guarire, liberare o migliorare la propria
vita. Nel libro, questi consigli pratici c’insegnano a staccarci da idee nocive o
dall’influenza negativa che il passato familiare può esercitare su di noi; a migliorare
aspetti della nostra vita lavorativa o economica, della salute, della vita in compagnia o
in solitudine; ad affrontare il sentimento di abbandono, di odio, di gelosia, di
insicurezza, di fallimento, di pessimismo, di inferiorità, di abuso sessuale, di
vigliaccheria, di non essere stato voluto ecc. Infine, vari atti di psicomagia per
consultanti sani, ed altrettanti diretti alla società, precedono oltre cento consultazioni
individuali alle quali l’autore ha risposto, anche tramite i tarocchi.
Madri assassine
Madri aride
Madri stagnanti
Madri possessive
Togliersi le etichette
Confessare l’omosessualità
L’infanzia rubata
Superare l’oniomania
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Le persone che si legano ad essi non amano sé stesse. È tanto bassa la loro autostima
che credono di valere solo se si sacrificano aiutando un altro. Ma mentono a sé stesse
dicendo che l’autodistruttivo ringrazia e che, quando sarà guarito della sua
assuefazione o vizio, li amerà. In fondo, essendo stati bambini non amati dai genitori,
ripetono la sofferenza infantile, tentando a tutti i costi di guadagnarsi un amore che
non sarà loro mai dato. Benché sappiano che stanno sprecando la vita, motivate da
una compassione che nasconde un doloroso desiderio di essere riconoscenti, possono
essere incapaci di tagliare questa relazione folle. Consiglio allora al/la consultante di
dire alla persona fedele:
(Se è una donna:) “Tu sei malato. Non sono né tua moglie né il tuo amante bensì la tua
infermiera. A partire da oggi starò sempre al tuo fianco con un’uniforme di infermiera.
Così vestita ti accompagnerò a tutte parti, al ristorante, al cinema, a fare acquisti, a
casa di amici, etc..”La consultante rinchiuderà quindi tutti i suoi vestiti in un baule e si
vestirà di infermiera portando appeso del collo un medaglione con la fotografia della
madre del tossicodipendente.
(Se è un uomo:) in questo caso, ogni volta che il consultante sta col
tossicodipendente, si vestirà di infermiere portando appeso del collo un medaglione
con la fotografia del padre di lei.
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I primi agiscono come talismani benefici. I secondi, sono detestati. Se una figlia riceve
il nome di un’antica amante di suo padre, si converte nella sua fidanzata per tutta la
vita. Se una madre, che non ha risolto il nodo incestuoso con suo padre, dà al bambino
il nome del nonno, il figlio, carcerato nella trappola edipica, si vedrà spinto ad imitare
l’antenato ammirandolo e contemporaneamente detestandolo, per essere un rivale
invincibile. Quelle persone che ricevono nomi che sono concetti sacri, Santa, Pura,
Incarnazione, Immacolata, etc., possono sentirli come ordini, soffrendo conflitti
sessuali. Quelli battezzati come angeli (Angelica, Raffaele, Gabriele, Celeste, etc.,
possono sentirsi non incarnati. I Pasquale, Gesù, Emanuele, Cristian o Cristoforo molto
probabilmente soffriranno di deliri di perfezione e a 33 anni avranno angosce di morte,
incidenti, rovine economiche o malattie gravi.
Per esempio, se un uomo quando era bambino fu separato di sua madre, chiamerà suo
figlio Giuseppe-Maria, realizzando in quel doppio nome il desiderio di unirsi con la
mamma. Se un piccolo muore, a chi segue possono dare il nome Renato, del latino
renatus, che significa “rinato”. Se un antenato fu fermato, per vergogna della sua
famiglia, per avere commesso una truffa o un furto, un discendente diretto può essere
battezzatolo come Innocenzo. Se una donna con nodo incestuoso irrisolto si sposa con
un uomo che ha lo stesso nome che suo padre, può generare figli che soffrano una
confusione generazionale: inconsciamente, vedendosi come figli del nonno,
considereranno la madre come una sorella, cosa che provocherà immaturità. Una
bambina a cui segue un bambino che viene battezzato col nome di lei mascolinizzato
(Antonia seguita di Antonio) Francesca seguito di Francesco, etc., può denunciare che
la nascita della bimba fu una delusione e la giovane, considerandosi l’anteprima di un
futuro uomo, può vivere sommersa da un doloroso disprezzo verso sé stessa,
sentendosi incompleta.
Un nome preso di stelle del cinema o della televisione, da scrittori famosi, impone una
meta che esige la celebrità, che può essere angoscioso se non si possiede talento
artistico. Se i genitori trasformano il nome dei suoi figli in diminutivi, Lollo, Pepe, Rosi,
Panchita, possono bloccarli per sempre nell’infanzia.
L’inconscio, per sua natura collettiva, nasconde significati dei nomi che l’individuo,
senza conoscerli coscientemente, soffre. I nomi di santi inducono qualità, ma
trasmettono anche martirii. Alcune Maria possono essere possedute dal desiderio di
generare un bambino perfetto. Alcuni Giuseppe possono avere difficoltà a soddisfare
una donna. A snta Valeria la tagliarono la testa: le donne che ricevono questo nome
possono tendere alla pazzia. Certe Mercedes, nome che discende dal latino merce,
salario, pagamento, possono essere tentate per il commercio, esercitato con onestà.
I nomi, nell’inconscio, funzionano come mantra, versi presi delle opere vediche e usati
come incantesimi. Queste parole, per la loro ripetizione costante, originano vibrazioni
che producono determinati effetti nascosti. I bramini credono che ogni suono nel
mondo fisico sveglia un suono corrispondente nei regni invisibili ed incita all’azione di
una forza o un’altra. Secondo essi, il suono di una parola è un efficace agente magico
e la principale chiave per stabilire la comunicazione con le entità immortali. Per la
persona che da quando nasce fino a che muore ripete ed ascolta ripetere il suo nome,
questo funziona come un mantra. Ma un suono ripetuto può essere benefico o
dannoso. Nella maggioranza dei casi il nome consolida un’individualità limitata. L’ego
afferma “Sono così e non altrimenti”, perdendo fluidità, anchilosandosi.
I grandi adepti della Magia, come Éliphas Lévi, Aleister Crowley o Henri Corneille-
Agrippa, affermarono che l’essere umano possiede due corpi, uno fisico e l’altro di
luce, chiamato anche corpo energetico o anima, quello che, per essere sacro, non può
avere un nome personale. Il nome che si pronuncia, attaccato come una sanguisuga al
corpo fisico, manifesta solo l’individualità illusoria della persona. Il corpo di luce fa
parte dell’impronunciabile nome di Dio. Il proposito di questi maghi era sviluppare o
ricordare il corpo di luce, integrandolo nella coscienza quotidiana. Se si stabilisce un
equilibrio funzionale del corpo di luce col corpo fisico, l’ego egoista viene eliminato. La
presa di coscienza dell’Essere Essenziale apre la porta della libertà liberandolo dalle
catene del suo nome, se questo è vissuto in forma dolorosa.
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Anti-olimpiadi
Le Olimpiadi Mondiali sono organizzate come le guerre, ogni nazione cerca di vincere
le altre, i vincitori si sentono orgogliosi e superiori e i perdenti tristi e vilipesi, prego
affinché un giorno esista un governo che comprenda che un’Olimpiade deve avere
come meta il trionfo della razza umana e non il trionfo di una nazione. Se un atleta,
per esempio, riesce a battere un record e si trasforma nel corridore più rapido della
storia, quella non è una prodezza che debba celebrare solo il suo paese natale, ma
tutto il pianeta. Gli sportivi non devono avere nazionalità
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Di
che cosa hai paura?
“Nelle antiche tradizioni magiche si è dato sempre una gran importanza alla parola.
Così, quando un mago lotta per combattere una malattia recita incantesimi, e le
religioni fanno uso di preghiere, discorsi a voce alta, voti, mantra, etc. La costante
ripetizione di certe parole sacre unifica la mente, tirandola fuori dal circolo vizioso del
suo continuo dialogo interno. Una nuova idea, ripetuta con fede e volontà, può aprire
le porte nella prigione mentale provocando la necessaria mutazione liberaoria”
Ogni volta che una paura ti angoscia, Alejandro Jodorwsky propone che tu ripeta a
voce alta questi incantesimi psicomagici:
HO PAURA
Di Cambiare:
Di desiderare:
Di ammalarmi:
Di invecchiare:
Di fallire:
Dell’umiliazione:
Di perdere la seduzione:
Della notte:
Della povertà:
Della solitudine:
Della morte:
Della violenza:
Dominerò la mia propria aggressività, smetterò di proiettare la mia collera nel mondo.
*
Quello che la Verità distrugge in me è la scoria, quello che non sono, i limiti impiantati
dalla trappola del passato.
Di non progredire:
Di perdere la definizione:
Di perdere l’identità:
I limiti del mio ego sono solo utili per un certo tempo, non devo attaccarmi a essi
credendo che siano la mia identità.
La mia mente, ubbidendo ai progetti del futuro, lotterà per espandersi, fino ad arrivare
ad essere quello che è:
Coscienza cosmica.
Che mi derubino:
Di essere sfigurato:
mi integro nell’impersonalità
Di essere sterile:
Di essere imprigionato:
Di essere invaso:
Di essere violato:
Vessare la mia carne non è sporcare il mio spirito.
Di essere violato:
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Proverbio Cinese
Narra una leggenda indù che la pace interna del Buddha era tanto grande che le
frecce e le pietre che i suoi nemici gli lanciavano cadevano sul suo corpo trasformate
in fiori
Il mondo è quello che è, unito a quello che noi crediamo che sia: il nostro
atteggiamento lo trasforma. Se devi partecipare a una riunione nella quale dovrai
affrontare opinioni avverse che potrebbero scatenare la tua collera, ti consiglio:
Qualche istante prima della riunione, metti un po’ di miele nelle orecchie e sfrega,
sempre con miele, le gengive. Questo farà sì che le parole aggressive che ascolti siano
mischiate con una certa dolcezza e che le parole dure che desideri pronunciare si
ammorbidiscano. Inoltre, per ricordare in ogni momento che devi proseguire nella
discussione con passi misurati, devi profumare prima con essenza di lavanda le suole
delle tue scarpe.
MADRI ASSASSINE
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Non desiderano essere madri, vogliono solo assicurarsi di essere donne. Possono
provenire da famiglie dove si dà alla femmina un ruolo secondario e si esalta il
maschio. Ci sono legioni di donne nel mondo che soffrono il fatto di esserlo: si
aspettava un bambino e non una bambina; per soddisfare il padre, la figlia si
mascolinizza; da parte sua la madre le inculca che è una disgrazia partorire e
trasformarsi in schiava di una prole non desiderata ecc. Lei sente che, a parte il
cervello, il suo corpo le è proibito. Vivendosi come un uomo frustrato, si nega il piacere
vaginale e in nessun modo accetta di trasformarsi in madre. Fa l’inseminazione, per
poi fallire. Cosa che è necessaria per sapere di essere una che può. Questo volere
essere “una che può” nasconde, in fondo, una rivalità col padre, insieme a
un’identificazione con l’immagine materna. La gravidanza, allo stesso tempo, calma la
sua sensazione di sterilità e il suo desiderio impotente di avere un fallo. L’odio per sé
stessa, sentirsi castrata, la spingerà a trovare un compagno che odi la sua propria
madre e, per la stessa cosa, le donne in generale.
Poiché ci sono madri assassine, ci sono genitori assassini, che cercano un sollievo
passeggero alle proprie tensioni sessuali, senza nessun desiderio di procreare. Il fatto
che la donna resti incinta causa un fastidio insopportabile.
MADRI ARIDE
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Si uniscono a uomini con l’identità sessuale mutata. Non conoscono la virilità perché
hanno avuto un padre debole o assente. Hanno una sete insaziabile di attenzione.
Accetta che sua moglie sia madre, ma non vuole che si distragga alimentando un
rivale. In ogni momento deve essere il centro, suo figlio/a avrà un ruolo secondario.
Il latte materno non viene sostituito da quello di un’altra donna né da quello di un altro
animale. Se l’allattamento non dura il tempo necessario, il bambino può avere
difficoltà a parlare, soffrire di attacchi di rabbia o malattie croniche come dolori
intestinali, asma, cefalee, ipertensione arteriosa, crisi tremende, fatica costante, può
sentire durante tutta la sua vita la mancanza di quell’amore – manifestato nel periodo
di allattamento armonico – di cui tanto necessitò nell’infanzia.
MADRI STAGNANTI
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* Infantili, approfittano della gravidanza per essere circondate della tenerezza data al
bebè, cosa che mancò loro; diventando il centro dell’attenzione familiare, ciò permette
loro di soddisfare le proprie necessità affettive.
* Per nove mesi saranno felici, ma immediatamente dopo il parto soffriranno una
grave depressione e magari detesteranno il neonato per averle private delle attenzioni
che avevano durante la gravidanza.
* Questo tipo di donna infantile troverà un compagno con una simile infantilità.
Abituato a non essere amato, ha bisogno di una madre incinta, proiettandosi egli
stesso nel feto, ma con l’angoscia di vedere nascere un figlio che, con indomabile
gelosia, sentirà come un fratello minore venuto a rubargli l’attenzione materna.
Appena sa che la donna è incinta, organizza la fuga.
* Può essere una madre celibe, che ha subito un incesto, oppure è stata inseminata da
un uomo di razza differente. Porta nel ventre il frutto di quello che crede un peccato o
un tradimento.
* Durante la gravidanza si allontana dal suo territorio o nasconde la pancia, teme che
la nascita del bimbo le faccia perdere l’amore dei suoi genitori e parenti.
* Quando una madre stagnante partorisce, sottilmente agisce come se suo figlio non
fosse nato completamente, tentando di ostacolare che egli sviluppi la sua autonomia
psichica.
MADRI POSSESSIVE
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Prima di descrivere una madre possessiva, ripassiamo i cinque tipi di madri dalla
prospettiva della psicogenealogia di Alejandro Jodorowsky:
1. Quelle che vogliono sapere se sono capaci di restare incinte, per semplice curiosità,
senza ulteriore interesse.
2. Quelle che vogliono rimanere incinte, vivere l’esperienza della gravidanza, ma non
desiderano partorire il figlio.
3. Quelle che vogliono partorire e poi lasciarlo da parte. Non vogliono vivere la
maternità, e neanche avere latte materno.
4. Quelle che dopo aver partorito trasformano il figlio in loro proprietà. Madri invadenti,
possessive, consociate a un padre assente.
5. Per finire, abbiamo la madre buona, quella che offre il proprio figlio al mondo.
Per negazione dell’uomo (imitazione dell’odio che sua madre sperimenta verso il
mondo maschile), questa donna considererà il figlio esclusivamente suo.
Può partorirlo con ritardo e allattarlo più del necessario. Invaderà la sua psiche
proponendosi come onnisciente, lo manterrà in stretti limiti infantili, trasformandolo
nel suo pubblico.
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Imma
gine: Anna Geddes
Quali sono le caratteristiche di una madre completa e sana, dal punto di vista di
Alejandro Jodorowsky?
* Sessualità soddisfatta.
* Emozioni equilibrate.
* Non gli diranno “vedi qui”, ma gli mostreranno il maggiore numero di opzioni
possibili, dandogli l’opportunità di scegliere.
* Sapranno adattarsi alle necessità del bebè, allattandolo i mesi che sono necessari,
sostenendolo con braccia amorose e cullandolo con dolcezza: questa esperienza
permette al bambino di sentirsi reale, essere, quello che gli darà presto la possibilità di
fare e ricevere.
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“A volte i genitori non possono soddisfare desideri dei figli. Per esempio, si vedono
obbligati a emigrare verso un paese che il bambino non ama, o a causa del divorzio il
bambino viene separato da uno dei suoi progenitori, o non si possiede il denaro
sufficiente per comprargli quello che chiede, o muore un nonno, etc.. Questo provoca
una tristezza grande nel bambino, che può rinchiudersi in sé stesso, perdere
l’appetito, cessare di sorridere, etc. Per risolvere queste situazioni, consiglio che:
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La cosa prima che il/la consultante devi chiedersi è “Questo male non è mio, è
di questo o quel parente!.” Prendere una o più bocce,, in base all’entità del problema,
dipingerle di nero in caso di un tumore o una depressione; di grigio per un fallimento
economico o sentimentale; di verde oscuro per una mancanza di autostima. Questa
pesante palla deve portarsela sempre sulla schiena dentro una borsa, eccetto quando
si lava o dorme nel suo letto. Dopo sette giorni deve inviare la
palla, impacchettata come un regalo dinatale,al proprietario di quel sentimento
invasore o malattia. L’accompagnerà con un bel mazzo di fiori e un biglietto nei quali
abbia scritto: “Questo te lo restituisco perché è tuo. Non fu mai mio”.
A una celebre scultrice che aveva realizzato tutto quanto desiderava nella sua vita,
prosperità, successo, famiglia equilibrata, l’angosciavano attacchi di malinconia che le
provocavano il desiderio di suicidarsi sparandosi alla testa. Questo sentimento non era
suo bensì di sua madre, una donna che non realizzò mai la sua vocazione artistica. Le
consigliai di scolpire una pistola di marmo, dipingerla di nero, metterla nella borsetta
per un mese lunare e, durante delle sue mestruazioni, inviarla in regalo a sua madre,
insieme a una scatola di cioccolatini a forma di cuore…
Prima di realizzare l’unione sessuale, deve chiedere al suo amante che le accarezzi il
sesso con una piuma di pavone per mezz’ora,quindi sentirà rinascere la sua capacità
di piacere. Quando vienepenetrata, e mentre l’uomo compie i suoi movimenti
pelvici, lei devefargli scoppiare, uno ad uno, un uovo crudo sulla testa esclamando:
“Prendi!.” Se dopo aver rotto dieci uova non ha avuto il suo orgasmo, dovrà
simularlo il più esageratamente possibile e quindi, per sette giorni, di mattina
svegliandosi e di sera prima di dormire, ripeterà questa simulazione.
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Gli consiglio di mettere del miele sui piedi di sua moglie e leccarli completamente.
Deve ripetere questa azione sei notti successive.
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“Se ci rendiamo conto che abbiamo commesso l’errore di battezzare un figlio con un
nome carico di problemi e decidiamo di cambiarlo, dobbiamo fare attenzione a non
provocare in lui una dissoluzione della personalità: il suo nome è nel suo territorio,
toglierglielo bruscamente è come lasciarlo senza domicilio fisso. Per evitare questo,
consiglio:
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“Per quanto un aborto sia giustificato, lascia impronte dolorose nell’anima della donna.
Alla ferita organica si unisce l’operazione, che ha subito senza la presenza l’uomo che
la fecondò. L’aborto, nella nostra società governata dal maschio, che generalmente
evita la propria responsabilità, spetta principalmente alla donna e al suo feto. Molte
volte, nel profondo, la donna trascina una profonda pena per quel figlio che non vedrà
mai crescere. Affinché possa esprimersi il dolore e la consultante sentirsi alleviata,
consiglio questo atto:
Subito, accompagnata dal suo complice, andrà ad un posto gradevole per seppellire
quella bara simbolica, portando nella bocca una pietra nera (simbolo mortuario della
pena interiore). Scaverà la terra con le sue mani, aiutata in questo compito dall’uomo,
collaborazione che non ebbe nel passato. Sputerà nel buco la sua pietra nera. Egli che
si sarà messo nella bocca un dolce rosso, la bacerà e glielo passerà con la lingua, quel
simbolo di rinascita della vita. Metteranno una pianta nella piccola fossa e, se è
possibile, faranno l’amore lì vicino. Se l’accompagnatore è solo un buon amico,
andranno ad un caffè a consumare qualcosa di gradevole.
Nel caso in cui la consultante abbia sofferto vari aborti, aumenterà il numero di frutti e
porterà nella bocca tante pietre nere corrispondentemente, e così potrà in un solo atto
realizzare questa cerimonia funebre per tutte quelle vite sacrificate.
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“Un consultante si sente depresso perché ha ricevuto una lettera di insulti e minacce.
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Imma
gine di Martin Stranka
“In ogni generazione, i nuovi membri della famiglia si vedono obbligati a non essere
quello che sono, individui che sviluppano la propria consapevolezza, obbedendo a
proposte del futuro, e a essere quello che il clan vuole che siano, individui che
obbediscono ai limiti imposti dal passato, sacrificando i propri sonni. I genitori così
provocano nei figli soffocati un conflitto doloroso: vogliamo che ti realizzi e ottenga
quello che noi non abbiamo potuto ottenere, ma se così lo fai, ci detronizzi, attentando
ai principi del clan. Ti abbiamo amato perché sei come noi: se ti differenzi smetteremo
di amarti.
Il/la consultante deve andare, col viso dipinto d’oro, a visitare ai suoi genitori
portandogli come regalo due orologi da braccio, uno da donna e l’altro da uomo, venti
lingotti d’oro falsi, che avrà scolpito nel gesso, e un contratto scritto a mano in carta di
tipo pergamena. In piedi davanti a essi, li prenderà le mani e dirà loro con molto
rispetto:
-Mamma e papà: vi regalo questi orologi per manifestarvi l’amore che ho avuto per
tutto il tempo che ho vissuto. Vi consegno anche dieci lingotti di oro ciascuno, come
ricompensa per le molte cose che mi avete dato. E ora voglio che mi firmiate questo
contratto che dice:
Tutto quello che abbiamo insegnato al nostro figlio/a, per essere stato pagato con oro
e con amore, ha diritto di utilizzarlo dove, quando e come voglia, migliorandolo e
arricchendolo con altri insegnamenti ed esperienze. Firmato col nostro sangue: i tuoi
genitori.
Subito deve presentar loro una penna stilografica con inchiostro rosso affinché firmino.
Se fossero separati o morti, il/la consultante realizzerà l’atto con due amici, uomo e
donna, o due terapeuti.
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Per sogni soffocati e per essere stati educati da genitori che hanno criticato
costantemente agli altri per affermare la sua superiorità.
Questo proviene da genitori che non seppero riconoscere il valore del figlio/a e lo
distrussero con i loro sforzi per avere la sua ammirazione.
La massima attività del sistema nervoso è quella di enunciare parole, e queste parole
sono molto legate al corpo. Un linguaggio aggressivo, come se fosse un boomerang,
ritorna a chi lo usa colpendo la sua salute mentale e corporale, finendo per fargli
tagliare i legami amichevoli coi simili.
Prendi un pezzo di favo di api contenente miele. Ogni mattina, a digiuno, deve
succhiare un pezzo.
Succhiando il miele e masticando la cera, con la bocca addolcita ripeterai tre volte:
Quindi conserverai i resti di cera in un contenitore dorato. Quando avrai riunito una
palla media di cera masticata, deve modellarla dandole forma di cuore, che immerso
in un bicchiere di vetro pieno di acqua santa, collocherai nel centro del tavolo dove
mangi.
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Dice di sentire dentro di sé una grande inquietudine, una forza che non riesce a
maneggiare come dovrebbe. Aggiunge che ci sono situazioni, posti o esperienze nelle
quali riesce a collaborare con quella forza, benché nella maggioranza delle occasioni si
senta bloccata.
Per sbloccarti, se non vuoi pagare circa quattro anni da uno psicoanalista, iscriviti in un
club di tiro, con armi vere. Impara a sparare non solo con pistole ma anche con una
mitragliatrice.
Quando devi assistere a una riunione dove devi affermare la tua personalità per mezzo
della parola, lecca la canna alla rivoltella, che ti consiglio sempre di tenere sotto al
cuscino o penzoloni sulla testata del tuo letto. La tua lingua acquisirà la forza
necessaria.
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In primo luogo, prendere una bara. Dopo, accompagnato da sei persone caritatevoli,
tre uomini e tre donne, disposte a realizzare un atto terapeutico, recarsi in un posto
che sia prossimo a un posto chiuso angosciante e rinchiudersi nudo in quella bara il cui
coperchio avrà un buco che gli permetta di respirare. Le sei persone prenderanno la
bara e la depositeranno in quel posto spaventoso. Il consultante resisterà la reclusione
più che possa, poi chiederà che tolgano il coperchio. Così le sei persone lo faranno e,
senza tirarlo fuori dalla bara, cominceranno a coprire il corpo con miele. Quindi,
lanciando grugniti rauchi, cominceranno a leccare interamente il miele. Finito questo,
il consultante uscirà dalla sua reclusione. Si vestirà con vestiti nuovi e darà calci
contro i muri esclamando: “Niente può rinchiudermi, la mia anima non ha limiti!” I
posti chiusi, a partire da quel momento, gli sembreranno ampi.
Se il/la consultante non ha amicizie né i mezzi per riunire sei persone, gli consiglio la
cosa seguente:
Deve imparare a memoria un testo che, sviluppando la sua fiducia in una Coscienza
suprema, eterna ed infinita, libererà la sua psiche dell’angoscia. Il/la consultante,
sentendosi rinchiuso, si toglierà la scarpa destra e, appoggiandola fortemente contro
la sua testa, reciterà a voce alta:
Senza principio, senza fine, radice di tutti i miei gesti, luce che oltrepassa le mie
ombre, alito che rianima la polvere, compendio di tutti i tempi, sono tuo, ho fiducia in
te, se ti accetto in me niente mi rinchiude.
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In questi casi consiglio alla persona consultante che ogni volta che riceva una critica
del capo, depositi in un salvadanaio che avrà sul suo tavolo di lavoro un biglietto da
cinque o dieci euro. Una volta al mese, prenderà quel denaro accumulato ed uscirà a
comprare qualcosa che possa piacere al capo per lasciargliela, anonimamente, nel suo
ufficio. In questa maniera finirà di perpetrare rancori, facendosi più gradevole al suo
capo, che eliminerà i suoi desideri di criticare.
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Quando si è preda di un’assuefazione è impossibile evitarla se non si desidera farlo. E
quando si desidera farlo, si ha bisogno di un’enorme forza di volontà per riuscirci. Per
questo motivo il/la consultante, tentando di diminuire più possibile la quantità
giornaliera di sigarette, deve fare questo esercizio per 22 giorni di seguito:
Dormirà ogni notte solo quattro ore. Collocando un recipiente pieno d’acqua ed un
guanto da bagno vicino al suo letto, si coricherà a mezzanotte accompagnato da una
sveglia che deve suonare alle quattro del mattino. Aprendo gli occhi, si coprirà fino alla
testa col lenzuolo e, tirando fuori il braccio per un fianco, prenderà il guanto da bagno,
bagnato, e se lo sfregherà su tutto il corpo. Dopo, così coperto, lascerà che la poca
acqua avanzata evapori. Si alzerà e farà una doccia fredda. Si sentirà pieno di una
nuova energia. Con una penna grossa scriverà “Non” − su un lato del pacchetto di
sigarette! − e dall’altro lato “Io Posso!”. Mangerà in un ristorante giapponese e
conserverà le bacchette di legno, le taglierà in pezzi simili a una sigaretta e li metterà
nel suo pacchetto, insieme a una piccola bottiglia piena di acqua santa. Ogni volta che
abbia voglia di fumare, tirerà fuori un pezzo di legno, lo bagnerà con acqua santa e lo
succhierà fino a che passi la sua voglia.
Se il vizio lo domina tanto che, nonostante questi sforzi, si sente incapace di smettere,
deve dimostrare al suo inconscio quanto dannosa è la sua abitudine: fabbricherà
fantocci di cera delle sue due persone più care. Ad ogni fantoccio attaccherà capelli e
unghie di essi. Ogni volta che fuma, durante il giorno, traccerà una riga in un libretto.
Ritornando a casa sua, conterà le righe e quindi inchioderà spilli nella testa nei suoi
due fantocci. Uno spillo per ogni sigaretta fumata. Benché sia una persona razionale,
esente da superstizioni, questo atto di stregoneria sarà accettato dall’inconscio come
un danno reale ai suoi esseri amati. A poco a poco, colpito da una grande
colpevolezza, cesserà di fumare. Allora, dopo avere estratto gli spilli e averli seppelliti
in un vaso con una pianta fiorita che conserverà nella sua casa, scioglierà ogni
fantoccio trasformandolo in un cuore che invierà in regalo ai suoi amati, al centro di
una scatola di cioccolatini.
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«Ad alcune donne, nonostante si siano lasciate col partner, costa molto cominciare
una nuova relazione di coppia. Senza amare più l’uomo che hanno lasciato, c’è
qualcosa di misterioso che le lega ancora a lui. Consiglio allora alla consultante che:
Per sei giorni consecutivi, per un’ora al giorno, tenga nella vagina la sua chiave di
casa. Dopo avere realizzato sei volte questo atto, deve inviare quella chiave per posta
al suo vecchio amante e quindi cambiare la serratura di casa sua.»
«Una donna, cresciuta in una famiglia cattolica, dove le hanno inculcato che il sesso è
un dovere maritale ma mai un piacere, non riesce ad avere l’orgasmo col suo amante.
Parla sempre con voce molto bassa, come se reprimesse i suoi desideri di insultare o
addirittura di uccidere.
Le consiglio di fare l’amore a mezzanotte col suo amante e gridare per cinque minuti
come una bestia selvaggia imitando un orgasmo cosmico, tanto intenso che svegli
tutti i vicini. Nel frattempo deve distruggere una Bibbia. Fatto questo, deve raccogliere
i fogli strappati, dare loro la forma di una palla, ungerla di miele ed inviarla alla nonna
materna.»
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Si può definire la vita con due parole: “instabile permanenza”. La crisi dell’economia
mondiale, i problemi sul lavoro, col compagno o in famiglia, i successi inaspettati…
costantemente provocano cambiamenti nella nostra vita. A volte questi sono radicali e
non ci sentiamo preparati per affrontarli. Temiamo che la nostra insicurezza sia
percepita dagli altri. Come, allora, nascondersi e contemporaneamente raccogliere
forze?
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Benché con buone intenzioni, i nostri genitori ed educatori ci hanno definito
negativamente. Questo perdura per molti anni, impedendoci di svilupparci con
piacere. In psicomagia chiameremo queste definizioni “etichette”, perché si attaccano
all’individuo. Affinché il/la consultante si liberi di esse consiglio:
Scrivere su etichette adesive il maggiore numero di definizioni che gli abbiano dato.
Per esempio: “Non sei portato per la musica”, “Sfruttatore”, “Egoista”, “Debole”,
“Pagliaccio”, “Non sai usare le mani”, “Grasso”, “Debole”, “Bugiardo”, “Vanitosa”,
“Ingrato”, “Ladro” ecc. Si attaccherà le etichette su tutto il corpo, molte di esse sul
viso, e uscirà a passeggiare così per il maggiore numero di ore possibile. Quando
ritornerà a casa sua, deve staccarsi le etichette, formare con esse una palla ed andare
a gettarla nella discarica dalla sua città, avendo prima cosparso tutto il corpo con le
mani inzuppate di un gradevole profumo.
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Tutti gli oggetti che ci circondano influenzano la nostra vita in maniera positiva o
negativa. L’inconscio dà un significato simbolico ad ogni oggetto. Nel nostro spirito
essi diventano una forma di vita. Agiscono come chiavi che aprono vecchi traumi
facendo loro rovesciare il dolore soffocato, o liberano forze risanatrici. Gli adepti alla
magia nera utilizzano questo, in forma di superstizione, per fabbricare malvagi feticci
o talismani.
Ogni oggetto presente nella nostra casa è accompagnato da ricordi e occupa uno
spazio nella nostra mente, assorbendo o dando energia. Gli oggetti senza utilità e
senza significato profondo, regali che conserviamo per compromesso, resti di un
passato superato, decorazioni che riempiono spazi vuoti, documenti scaduti, libri che
non torneremo a leggere ecc. assorbono la nostra energia vitale e la nostra capacità di
concentrazione, legandoci a periodi della nostra vita che crediamo di avere
sorpassato. Tutto questo possiamo chiamarlo “spazzatura spirituale”.
Prendere etichette adesive e dividerle in due gruppi. In quelle di uno scriveremo “Sì!”
e in quelle dell’altro “No!”. A mezzanotte di una domenica dobbiamo percorrere tutto il
soggiorno ed esaminare tutto quello che contiene, mobili, quadri, libri, dischi, carte,
vestiti, stoviglie, oggetti di decorazione, collezioni, fotografie, diplomi, lenzuola ecc.
Man mano che la notte trascorre e arriva l’alba del lunedì, ci dedichiamo ad attaccare
etichette a tutto quello che vediamo: “Sì!”, se è una cosa utile, o “No! se è qualcosa di
inutile. (Potremmo trovare un oggetto che è utile ma che proviene da un periodo in
cui vivevo con un altro compagno, o che si è ereditato da un parente morto senza
realizzarsi, o è un regalo che ha un nodo incestuoso ecc. Dobbiamo allora mettere
un’etichetta con “No!”).
Alla fine di questo compito, dopo aver fatto gli accordi necessari con le autorità
competenti affinché lo ritirino, dobbiamo ammucchiare per strada tutti gli oggetti
designati con l‘etichetta “No!”. Qualunque sia il valore di queste cose inutili, non
dobbiamo cercare di venderle. Se le vendessimo, il denaro ricevuto e i nuovi oggetti
comprati con esso continuerebbero a legarci a quel passato tossico.
Riordinando gli oggetti restanti (utili o essenziali) con l’etichetta “Sì!”, il/la consultante
deve dire “Grazie!”. Raggruppare quindi queste etichette e formare una palla. Metterla
in un vaso da fiori, coprirla con della terra e una bella pianta fiorita.
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C’è un detto popolare che, secondo Alejandro Jodorowsky, può ridursi a: “L’ozio è
madre”.
Se il consultante è incapace di alzarsi presto di mattina, costandogli troppa fatica
incominciare la giornata, è carcerato in un’indisciplina infantile, con ansie di una
madre affettuosa. Cominciare il giorno significa crescere, farsi adulto. Il letto è un
sostituto del ventre materno che non finisce mai la gestazione.
“Prima di andare a dormire bevi due litri di acqua. La voglia di orinare ti sveglierà
presto e ti obbligherà ad alzarti.”
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Per segnare il territorio, gli animali urinano. Alcuni consultanti, che hanno cambiato
casa o inaugurato un ufficio o un negozio, non si sentono bene e, per ragioni ignote,
non si acclimatano al nuovo posto. Per far loro sentire che l’ambiente è favorevole, e
che in realtà appartiene loro, devono:
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Si può mantenere un segreto per un certo periodo, come una bugia sacra che ci “salvi
la vita”, utilizzandola come unico ponte possibile per continuare ad avanzare durante il
tragitto tracciato verso l’evoluzione dell’anima. Ma deve sempre arrivare il momento in
cui i segreti escono alla luce e si vive nella verità.
Alejandro Jodorowsky:
È meglio affrontare l’espulsione dal clan che esserne prigioniero, spossato per i suoi
pregiudizi e per la mancanza di comprensione.»
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Quando parliamo di abuso infantile, non ci riferiamo sempre all’abuso sessuale. Come
insegna Marianne Costa: «l’abuso è ciò che si oppone alla realizzazione. È un “troppo”,
o un “troppo poco”». Quando i genitori esigono dal piccolo che si comporti come un
adulto, lo caricano di responsabilità, dei loro problemi, gli sottraggono tempo e spazio
per giocare, gli impediscono di vivere la sua infanzia con pienezza, rubandogliela, e
commettendo a tutti gli effetti un abuso. Alejandro Jodorowsky spiega questo
argomento e dà un consiglio psicomagico per superare le difficoltà che ne derivano:
“Certi genitori tossici, immaturi, si comportano come figli dei propri figli, facendo in
modo che i figli fin da piccoli si facciano comproprietari dei loro problemi, gli diano
consigli, li incoraggino ecc. Agendo in questo modo infantile, trasformano i figli in
adulti prima del tempo. La pesante responsabilità che gettano sui figli, impedisce loro
di sviluppare l’attività più importante per un bambino: giocare. A causa di questo,
crescono sopprimendo una costante tristezza: non si sanno divertire. L’unica cosa che
sanno fare è acquisire responsabilità, aiutare il prossimo, ma dimenticandosi di sé
stessi. Consiglio allora al/alla consultante di:
Andare a fare spese può provocare un gran piacere al momento, ma dopo viene il
pentimento d’avere acquisito cose inutili, e da lì la depressione e l’ansietà, che
portano di nuovo ai negozi come forma di evasione. Così si entra in un circolo vizioso
dal quale è molto difficile uscire senza aiuto.
Benché la causa che provoca dipendenza dagli acquisti si ignori, gli specialisti in
questo tipo di confusione affermano che è un miscuglio di cause biologiche e sociali.
Una compulsione all’atto di scambio col venditore può parlarci di un fissaggio alla
carenza di scambio affettivo o di attenzione generale dal bambino. La figura di
attaccamento diventa il venditore, che viene cercato e cercato in modo compulsivo. Il
taglio emozionale è nato nella relazione padre-figlio.
− Idee pazze provenienti dai bisnonni, per esempio: prenota ora per le vacche
“deboli”, “chi più ha, più vale.”
Ecc.
Prepari una lista previa, così eviterà di comprare quello che non necessita o comprare
due volte lo stesso prodotto. Fissi una quantità da spendere, per non oltrepassare il
limite stabilito. Eviti di comprare in stato di depressione poiché sarà più difficile
controllarsi. Non si lasci trasportare dalla pubblicità. Vada al sodo e non osservi più di
quello che compra, se vuole comprare qualcosa che non pensava. Dimentichi delle
offerte che non necessita realmente.
Analizzando il suo albero genealogico potemmo vedere che sua madre rimase orfana
alla nascita. Neanche sua nonna conobbe la madre e in lei si proibì la maternità. Suo
padre, vedovo e amareggiato non la toccò mai, per paura della pulsione sessuale
incestuosa, e morì durante la sua adolescenza. Conobbe il contatto con la pelle
attraverso il mercato pellicciaio e siccome era qualcosa di tanto pregiato per lei,
quanto più caro valeva il prodotto, tanto più risuonava nei simboli che aveva
introiettato.
Delle ceneri risultanti dal falò, conserverebbe una cucchiaiata molto piccola: un po’ se
la berrebbe con latte e un’altra con un poco di vino, per fare l’effetto antidoto. Il resto
lo seppellirà e pianterebbe lì sotto un eucalipto.
Per 21 giorni, alla stessa ora in cui normalmente andava a comprare i prodotti di pelle,
comprerà 14 piccole bottiglie di acqua minerale per bagnare l’eucalipto e, dopo avere
fatto questo, farà da volontaria in un centro di bambini abbandonati, che
accarezzerebbe e ai quali darebbe tutto l’amore che gli mancò.
Ci sono madri che, separate dalle figlie, telefonano loro spesso. Soffrono di
un’ossessione perfezionista e sviluppano uno spirito egolatra. Sapendo di avere
ragione in tutto, proiettano sulle figlie i difetti che non possono accettare su sé stesse.
Ogni volta che comunicano con loro, non possono evitare di criticarle. Se a questo si
unisce il fatto che la vittima ha un padre assente e che conta solo sull’amore materno,
ogni parola graffiante la ferisce nell’intimo. In questo caso consiglio alla consultante di:
Fabbricare un cuore di sughero rosso e tenerlo di fianco al telefono. Deve evitare che
la madre la chiami dal cellulare. Ogni volta che riceve un’aggressione verbale dalla
madre deve inchiodare uno spillo nel sughero. Quando il cuore è pieno, deve contare
gli spilli, senza estrarli, e comprare una quantità uguale di cioccolatini avvolti in carta
stagnola rossa. Se sono cinquanta spilli, saranno cinquanta cioccolatini. Il cuore
attraversato dalle frecce, circondato dai cioccolatini, sarà inviato per posta in una
scatola regalo, accompagnato da un biglietto rosa dove avrà scritto: “Cara mamma:
poiché ti amo, ti perdono del dolore che mi causano le tue critiche.”
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Primo mese
Secondo mese
Terzo mese
Quarto mese
Quinto mese
Sesto mese
Settimo mese
Ottavo mese
Nono mese
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Padre: Sembri essere solo un poco di materia, ma in te, come nel seme di un gran
albero, vibra la stessa forza che è capace di generare una galassia.
Madre: Senti la potenza creatrice che ti anima, datti all’estasi gioiosa che è l’essenza
della materia. Assisti a questi momenti sacri in cui la coscienza universale si trasforma
nella tua carne. Coscienza e carne sono una sola cosa, non c’è separazione tra te e la
sostanza del Cosmo. Man mano che ti stai alimentando di me, mi fortifichi. Dai salute
alle mie viscere, purifichi il mio sangue, pulisci il mio spirito da antiche sofferenze, mi
estrai del passato, mi immergi nel presente.
Padre: Mi liberi della paura di perdere, mi infondi valore, mi inoculi la forza necessaria
per affrontare il futuro, mi dai la sicurezza necessaria per convincermi che potrò
sempre proteggervi, te e tua madre. Man mano che cresci ci costruisci.
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Questo testo è adattato dal “Manuale di Psicomagia” di Alejandro
Jodorowsky (ed. Siruela), ed è pensato per realizzare il massaggio di nascita.
Crediamo che possa essere utile per qualunque coppia che stia aspettando
un bebè. Accarezzate il ventre dicendogli queste parole durante il secondo
mese di gestazione:
Madre: Senti come, in quella materia che sei e che raddoppia una e un’altra volta con
desideri di riempire il mondo, nasce un battito che viene dal più profondo
dell’universo. È apparso il tuo centro, attorno al quale si sta formando il tuo cuore,
fonte dalla quale si sparge l’amore divino. La vita intera sta battendo intorno a te. Non
sei più una massa amorfa. Con sana voracità assorbi l’alimento puro che ti dò, per
creare, piena di speranza, un sangue sano, organi armoniosi, viscere vigorose e
sistemi coscienti.
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Padre: Poiché so che sei vulnerabile a quello che sente il corpo di tua made, che ti
contiene ed alimenta, proteggi tua madre offrendogli calma, tranquillità,
preservandola da emozioni negative, perché voglio che nel mondo della sua mente
non ci siano elementi che ti angoscino.
Madre: Figlio/figlia mio/a, il tuo spirito puro, entrando nel mio, mi ha guarito dalle mie
malattie, i miei metabolismi si sono equilibrati. Le sofferenze avute prima del tuo
arrivo si sono trasformate in un terreno fertile al quale hai dato un significato. Cresci!
Quando nascerai, in qualunque stato sia il mondo, tu sarai un portatore di pace e
felicità per tutti e tutte.
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Padre: Aumenti di volume, l’energia divina invade tutto il tuo corpo, diminuisce il
volume della tua testa, si allungano i tuoi arti; prendi coscienza di te stesso/stessa,
della tua sacra forma, del perfetto equilibrio tra quello che senti di essere e quello che
sei.
Madre: Le tue ossa si stanno solidificando. Al sentir fiorir lo scheletro dentro la tua
carne, capisco che ti prepari per sostenerti, per andare per i tuoi propri sentieri. So
perfettamente che non ti sto creando ma ricevendo. Così, piena di amore per te, dò a
ogni cellula del tuo corpo la possibilità di svilupparsi senza ostacoli.
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Questo testo è
adattato del “Manuale di Psicomagia” di Alejandro Jodorowsky, (ed. Siruela),
ed è pensato per realizzare il massaggio di nascita. Crediamo che possa
essere utile per qualunque coppia che stia aspettando un bebè. Accarezzate
il ventre dicendogli queste parole durante il quinto mese di gestazione:
Padre: Diminuisce la velocità con cui cresci, usi la maggior parte della tua energia per
sentirti, conosci l’allegria che annida nel midollo delle ossa; con piccoli e piacevoli
movimenti delle tue membra, annunci a tua madre che sei vivo/a che tu sei in lei. Ci
piace che ti muova tanto, è segnale che cresci pieno di allegria e vigore.
Madre: Ti sei liberato dalla mia mente. Stai sviluppando i tuoi propri sensi. Senti i
rumori che attraversano la carne di questo ventre che ti circonda. È il mondo che ti
aspetta, dicendoti che la tua nascita significherà il principio di un meraviglioso
cambiamento. E in questo insieme di ritmi e suoni, ognuno con vita propria, con
energia che si nutre tanto quanto il sangue che ricevi da me, ti arrivano le nostre due
voci, la mia e quella di tuo padre, intrecciate con amore.
Insieme: Non ci sentirai mai discutere, né litigare, né avere toni aggressivi, che non si
armonizzano.
Padre: Benché tu non veda, apri gli occhi, perché la tua memoria ancestrale ti indica
l’esistenza della luce. Sai che l’oscurità nella quale galleggi è la divina vacuità che ti
genera e con lei come alleata avanzerai verso una chiarezza che ti chiama
dall’esterno. Ella è l’essenza della tua materia: sei un essere di luce.
Madre: Anche il tuo olfatto si è formato. Nel tuo naso senti già la nostalgia dell’aroma
dell’ossigeno. Se io ti dò la materia, è tuo padre che ti offre l’aria. Quando fuori respiri,
inalerai l’alito dell’impensabile Dio. Alito divino che ci unisce e si converte in te, in noi,
tutta l’umanità, tutti gli esseri viventi, in un solo polmone, una sola Coscienza.
Padre: Se col naso percepisci la profondità del cosmo, nella tua lingua sperano
impazienti tutti i sapori della Terra.
Madre: Le tue mani imparano ad aprirsi e chiudersi, cioè, a ricevere e a dare. Esse,
toccando, stanno strutturando in forma armoniosa il tuo cervello affinché, prendendo
possesso di te stesso, i tuoi sensi si aprano come i fiori in primavera dopo l’inverno.
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L’androgino originale si è trasformato in donna. La tua vagina, il tuo utero, le tue ovaie
si sono sviluppate. Senti il tuo sesso, in esso abita l’eternità. Sei portatrice di milioni di
ovuli. Non solo ti stai formando tu, ma anche l’umanità futura. Anello di una sacra
catena che nasce nella Coscienza divina, il tuo sesso è un tempio, mia figlia. Ed è
anche un tempio il tuo cervello: hai ricevuto come eredità la memoria totale, i tuoi
neuroni trattengono i sogni e le speranze dei tuoi miliardi di antenati.
Madre: Porti il disegno di tutti i progetti del futuro, il momento in cui maturerai
creando un nuovo cervello, il momento in cui svilupperai la telepatia, il momento in cui
potrai elevarti nell’aria con la forza della tua mente, il momento della gran migrazione
verso una nuova galassia, il momento in cui popolerai la totalità dell’universo. Già
tutto sta in te, figlio mio/a.
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Madre: La tua pelle, strato su strato, si è inspessita, tu sei completo; attraverso lei, ti
unisci con la totalità. Non è una superficie che ti separa dal mondo, ma una frontiera
aperta: senti i tuoi innumerevoli pori, attraverso di essi dai e ricevi, respiri la Coscienza
divina, l’assorbi, la digerisci, la espiri da tutto il corpo: sei un essere sacro.
Padre: Nei polpastrelli delle tue dita, nelle palme delle tue mani e nella pianta dei tuoi
piedi si sono formate linee differenti a quelle degli altri esseri umani; esse provano che
sei unico, che vieni per portare al mondo qualcosa che solo tu possiedi: la tua preziosa
identità. Nessuno è stato mai né sarà come te, ti iscriverai nell’eternità come un
gioiello prezioso e unico.
Madre: Si è formato già il tuo viso ed è prezioso: è una finestra per la quale interno ed
esterno si comunicano e si uniscono. Dietro il tuo viso si estende il passato, davanti al
tuo viso si estende il futuro, nelle tue fattezze si riflette il presente che non è altro che
la tua anima.
Padre: Per venire al mondo come sei e non come gli altri vogliono che sia, devi
comunicare con me. Se per il cordone ombelicale sei relazionato con tua madre, il
cordone che a me ti unisce è la mia voce. Dimmi, sapendo che io sono un aspetto di te
stesso/a, cosa desideri che io ti dica affinché il tuo sviluppo dia un risultato positivo.
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Padre: In questa infinita pace in cui ti sviluppi, non sai se stai sognando sveglio/a o se
dormi insieme a tua madre, entrambi/e uniti/e in uno stesso sonno. Attraverso il suo
inconscio ricevi la conoscenza dei tuoi antenati, non in forma di ricordi precisi bensì
come intense energie. E tu, con le tue cellule nuove, sei capace di captare i progetti
del futuro. Sei la trasformazione, la discesa di un essere glorioso in un corpo mortale.
Madre: Non temere quella discesa: per sentire la tua grandezza divina devi passare
col dolore dei piccoli organismi terrestri ai grandi organi cosmici. Quello che confondi
in principio con dolore non sono altro che le benefiche contrazioni che aprono i limiti
animali e ti concedono la sublime espansione della tua Coscienza: senti il battito del
tuo cuore, in lui riposa il centro dell’universo. Nel tuo cervello si preparano mutazioni
che faranno di te il nostro Maestro.
L’energia emozionale si abitua a inghiottire, atto vitale che concede al tuo spirito la
sua attività essenziale: “ricevere”. L’energia mentale si abitua a sbadigliare, ti rilassi
accettando i benefici del passato ed i progetti del futuro, impari a “confidare”.
Madre: Ora che il tuo udito è formato, senti questa musica, assorbila, lasciala entrare
nel tuo cuore, che circoli nel torrente del tuo sangue.
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Padre: Hai continuato a crescere, il tuo spazio è diminuito, quasi non hai posto per
muoverti, non puoi allungare né le braccia né le gambe, ti senti scomodo/a, dolorante.
Tuttavia un’onda di energia vitale, calda, ti invade.
Senti la stabilità gioiosa del tuo apparato digerente, sanamente formato; senti già la
potenza dei tuoi polmoni completi pronti ad ingerire il miracoloso ossigeno; apri già
nell’oscurità i tuoi occhi capaci di captare la desiderata luce.
Quell’allegria che vince il dolore si riassume in un gesto del tuo viso: un sorriso.
Movimento ascendente della misura delle tue labbra che ricorda che in ogni momento
il tuo spirito è imponderabile, che la tua coscienza, libera dal peso materiale, può
alzarsi e viaggiare fino ai confini dell’universo.
Madre: Sorridi, perché nonostante lo spazio stretto in cui risiedi, sei circondato di un
caldo gradevole, non hai mai fame, sei protetto/a dai suoni forti e dalle luci brillanti. Ti
conforta il suono costante del battito del mio cuore; egli ti dice “Tu sei tu ed io io”.
A partire da ora puoi nascere, hai diritto ad essere quello che sei; a udire, vedere,
sentire, toccare, piacere ed annusare senza limiti quello che la tua sacra curiosità
desideri conoscere e sperimentare; hai diritto a pensare quello che vuoi, ad amare chi
ami, a desiderare senza porti limiti, a realizzare ciò per il quale l’universo ti ha creato.
Padre: Mantieni nel tuo spirito questa continua preghiera: “Sono tuo, mi fido di te, sei
la mia felicità” (ripetere).
Madre: Quando ti senti pronto, comincia a girare fino a metterti a testa in giù. Il
momento in cui deciderai di nascere, io collaborerò con te senza oppormi ai tuoi
propositi. Tu dirigerai. Io ti seguirò. Insieme realizzeremo un parto felice.