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Alejandro Jodorowsky

Manuale pratico di psicomagia


(consigli per maneggiare la tua vita)

A1ejandro Jodorowski
Manuale di psicomagia
(consigli per maneggiare la tua vita)
Grijalbo
Manuale di psicomagia
I'rimera edizione in Cile: novembre di 2009
© 2009 Alejandro Jodorowsky
© 2009 Edizioni Siruela, S. A
© 2009 Random House Mondadori S.A.

Grazia 280, pesto 6, Santiago Chile Teléfono: 7828200 / fax: 782 8210
e-mail: editorial@rhm.cl www.rhm.cl Rimane proibito, dentro i limiti stabiliti nella legge e sotto
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mezzo o procedimento, già sia elettronico o meccanico, il trattamento informatico, l'affitto o
qualunque altra forma di cessione dell'opera senza l'autorizzazione previa e per iscritto di
Modulo in Cile / Printed né Chile Adaptación della facciata ed interno a questo formato: Amalia
Ruiz Jeria Stampato in Salesiani Stampatori S.A.

Indice
Manuale pratico di Psicomagia
Consigli psicomágici
(casi generali)


Introduzione
01. Svalutazione sessuale della donna
02. Timidezza femminile
03. Svalutazione sessuale dell'uomo
04. Eiaculazione precoce
05. Repulsione allo sperma
06. Desideri incestuosi
07. Simbiosi madre-figlia
08. Simbiosi madre-figlio
09. Simbiosi padre-figlio
10. Simbiosi padre-figlia
11. Madre invaditrice
12. Madri che criticano per telefono
13. Dolore per aborto
14. Nostalgia per un territorio
15. Prendere possesso di un territorio
16. Genitori disuniti
17. Eczema
18. Non essere affascinato da una mente più poderosa
19. Sfortuna
21. Claustrofobia
22. Bulimia
23. Anoressia
24. Vita fallita
25. Smettere di fumare
26. Assuefazione all'eroina
27. Alcolismo
28. Vivere con un tossicodipendente
29. Morte di un bebè
30. Nascere dopo un fratello morto
31. Restituire sentimenti altrui
32. Togliere la pena ad un bambino
33. Staccarsi da idee nocive
34. Assenza del padre, in una donna
35. Assenza del padre, in un uomo
36. Esprimere la rabbia soffocata
37. Segreti che angosciano
38. Genitori dominanti
39. Non sapere accarezzare
40. Abbandonare un linguaggio aggressivo
41. Artisti bloccati
42. Amenorrea
43. Gelosia amorosa
44. Gelosia malaticcia
45. Nevrosi di fallimento
46. Prendere forze davanti ad un cambiamento radicale
47. Non potere concentrarsi
48. Infanzia rubata
49. Malattie familiari
50. Togliersi le “etichette”
51. Difficoltà per rimanere incinta
52. Non trovare il partner
53. Verruche
54. Cleptomania
55. Attacchi di colpevolezza
56. Vigliaccheria virile
57. Impotenza
58. Balbuzie
59. Pigrizia mattutina
60. Recuperare la fede in sé stessi
61. Angoscia intellettuale
62. Abuso sessuale
63. Mal d’amore
64. Paura economica
65. Paura di invecchiare
66. Paura a svenire
67. Paura all'oscurità
68. Paura alla pazzia
69. Incantesimi per la paura
70. Problemi lavorativi
71. Freddezza
72. Predizioni negative
73. Insoddisfazione col suo proprio viso
74. Monotonia matrimoniale
75. Donna legata ad un amore del passato
76. Conservare l'amore e l'amicizia
77. Conflitti nel compagno
78. Pianti incomprensibili
79. Depressione senza motivo o angoscia continua , e Massaggio di
nascita
80. Rimedio per pessimisti 


Consigli psicomágici
(per la società)

Introduzione 

Scomparso politici 

Massacro di Tlatelolco 

Porto per la Bolivia 

Papisas a Roma 

Manifestazione per la pace 

Manifestazione contro la fame 

Muri ostili 

Guarigione collettiva 

Anti-olimpiade 

Unione mondiale
Consiglio psicomágico, per consultanti sani

Introduzione 

Oggetti inutili
Riunioni conflittuali 

Bruciare “definizioni”

Amicizie vampirizzanti 

Potere vaginale 

Poesia 

Consolare 

Mestieri immaginari 

Disentificazione

Farsi adulto 

Consiglio psicomágico (consultazioni individuali)

Introduzione 

Consulti 

Appendice, solo per futuri psicomaghi
(Indice tematico, di motivi, cause ed effetti)

MANUALE DI PSICOMAGIA
Consigli psicomágici (casi generali)
Introduzione
Dopo avere studiato e memorizzato i 78 arcani del Tarocco di Marsiglia,
firmai un contratto con me stesso:

“Una volta alla settimana, in qualunque caffè popolare, leggerò
gratuitamente il Tarocchi. Questo lo farò fino al fine della mia vita”.
Sto da 30 anni mantenendo questa promessa. Trasformai la lettura delle
carte in una forma di psicoanalisi sintetica che chiamai “Tarología”.
La finalità essenziale della Tarología non è indovinare il futuro bensì,
guidato per gli Arcani, interrogare il consultante sul suo passato per
aiutarlo a risolvere problemi presenti.

Arrivano al caffè dove leggo le carte, persone di tutte le età, nazionalità,
livelli economici e livello di consapevolezza. Non manca chi mi chiede
un consiglio, (in fondo è un permesso per realizzare quello che non osa),
o una predizione, (per quanto possibile positiva). Mi vedo obbligato
allora ad inquadrare la sua domanda.
-Trovo un uomo?

-Non posso dirti se trovi un uomo, ma posso dirti perché non lo trovi.

-Devo abbandonare mia moglie ed i miei figli per un'amante?

-Non posso dirti se devi o non devi fare tale cosa, ma posso dirti quali
sono le ragioni che hai per continuare a vivere con la tua famiglia e quali
sono le ragioni che hai per andartene con l'altra. Tu, soppesando i
vantaggi e inconvenienti di entrambi i comportamenti, devi scegliere
quello che più ti convenga.

Ogni predizione ed ogni consiglio sono tentativi di prese di potere,
tendenti a trasformare il consultante in suddito del “mago”.

Il consultante, smettendo di considerare il suo inconscio come un
nemico e perdendo la paura verso sé stesso, può scoprire i traumi che gli
provocano sofferenza. Quando questo succede, normalmente chiedono
che venga data loro una soluzione. “Bene, finalmente già so che sono
innamorato di mia mamma, la quale mi impedisce di formare una coppia
stabile, ora che cosa faccio?” “Mi tormentano desideri di compiere
fellatio ad uomini in età perché, quando era piccola, mio nonno mi
introdusse il suo membro nella bocca. Come liberarmi di questo? “
Constatando che sublimare l'impulso indesiderabile sia che fosse per
un'attività artistica o per un servizio sociale non eliminava i desideri
soffocati, inventai la Psicomagia.

La psicoanalisi è una tecnica che cura attraverso la parola.

Il consultante, a chi si chiama “paziente”, riposa su una sedia o su un
sofà, senza che in nessun momento lo psicoanalista si permetta di
toccarlo.

Per liberare il paziente dei suoi dolorosi sintomi gli è chiesto solo che
ricordi i suoi sonni, prenda nota dei suoi lapsus ed incidenti, sleghi la
sua lingua della volontà e dica senza freno quello che arriva alla mente.
Dopo lungo tempo di confusi monologhi, a volte riesce a rivivere un
ricordo che era infossato nelle profondità della sua memoria.
“Mi cambiarono la babysitter “, ” Mio fratello distrusse i miei polsi”,
“Mi obbligarono a vivere coi miei puzzolenti nonni”, “Sorpresi mio
padre fare l'amore con un uomo”, eccetera.

Lo psicoanalista crede che, una volta che il paziente scopre la causa dei
suoi sintomi, questi cessano... Ma non succede così!

Quando emerge un impulso dall'inconscio, possiamo liberarci di lui solo
realizzandolo. A tal fine la Psicomagia propone di agire, non solo
parlare. Il consultante, seguendo una strada inversa a quello della
psicoanalisi, invece di insegnare all'inconscio a parlare il linguaggio
razionale insegna alla ragione a maneggiare il linguaggio dell'inconscio,
composto non solo di parole ma anche di atti, immagini, suoni, odori,
sapori o sensazioni tattili. L'inconscio accetta la realizzazione simbolica,
metaforica. Per lui una fotografia non rappresenta soltanto, ma è la
persona ritratta, considera una parte come quel tutto, (gli stregoni
realizzano i loro incantesimi su capelli, unghie o pezzi di vestiti delle
sue possibili vittime); proietta le persone che popolano la sua memoria
su esseri reali o cose. 

Gli ideatori dello psicodramma si resero conto che una persona che
accetta di interpretare il ruolo di un parente provoca nel paziente
reazioni profonde, come se questo stesse davanti al personaggio reale.

Picchiare un cuscino produce il sollievo dalla collera contro un
prevaricatore...

Per ottenere un buon risultato, la persona che realizza l'atto deve
liberarsi, in una certa forma, della morale imposta dalla sua famiglia, la
società e la cultura.

Se fa questo potrà, senza paura di una punizione, accettare i suoi impulsi
interni, sempre amorali. Per esempio, se qualcuno vuole eliminare sua
sorella minore, perché attrae l'attenzione della madre, attacca una
fotografia della piccola in un melone e fa scoppiare il frutto a martellate,
il suo inconscio considera realizzato il crimine. Il consultante si sente
così liberato.

Se realizza nella Psicomagia che le persone che popolano il mondo
interiore non sono le stesse che popolano il mondo esteriore.

La magia tradizionale e la stregoneria lavorano col mondo esteriore
pensando di poter acquisire poteri soprannaturali per mezzo di rituali
superstiziosi, per avere influenza sulle cose, avvenimenti ed esseri.
La Psicomagia lavora con la memoria: nel caso citato sopra non si tenta
di eliminare la sorella in carne ed ossa, già trasformata in adulta, bensì di
provocare un cambiamento nella memoria, tanto dell'immagine
dell'essere odiato quando era bambina, quanto la sensazione di
impotenza e rabbia accumulata dal ragazzo che la odia. Per cambiare il
mondo è necessario cominciare a cambiare sé stessi. Le immagini che
conserviamo nella memoria vanno accompagnate da una percezione di
noi nel momento in cui avevamo quelle esperienze. Quando ricordiamo
ai genitori come si comportarono nella nostra infanzia, lo facciamo da
un punto di vista infantile. Viviamo accompagnati o dominati da un
gruppo di ego di differenti età. Tutte quante manifestazioni del passato.
La finalità della psicomagia, è trasformare il consultante nel suo proprio
guaritore, e far sì che si collochi nel suo ego adulto, ego che non può
occupare altro posto che non sia il presente.

Cominciai a proporre atti di psicomagia ai miei consultanti di Tarocco.

Furono creati "su misura", e corrispondendo al carattere e alla storia
della persona. Alcune di queste esperienze le raccontai nei miei libri
Psicomagia e La danza della realtà.

Ebbero un grande impatto. Le richieste di aiuto aumentarono in tale
forma che fui incapace di rispondere a tutte.

Ma alle persone alle quali ebbi tempo di consigliare loro degli atti, li
sollecitai affinché dopo averli realizzati mi inviassero una lettera
descrivendomi i risultati. Basandomi sugli atti che avevano avuto un
effetto risanatore, cominciai allora a creare consigli di psicomagia con
potenzialità di essere usati da una gran quantità di persone.
Questo libro di ricette è il prodotto di tanto lunga sperimentazione.

Per un buon risultato, è necessario che la persona che voglia praticare la
psicomagia abbia verso sé stessa un atteggiamento comprensivo.

I bambini, nel loro affanno di essere desiderati dai loro genitori, temono
di essere giudicati colpevoli di qualche mancanza. Per un piccolo che
dipende vitalmente dai suoi adulti, è terrificante risvegliare la loro
collera ed essere castigato. Per cui impara a negare quello che Freud
chiamò "perversità polimorfa": desideri sessuali infantili verso
qualunque oggetto, liberamente, prima che abbia agito la repressione.

Questa amoralità prima, innata, deve essere accettata quando si lavora
per eliminare gli effetti di un trauma.

Lo sperimentatore deve accettare i suoi desideri, siano incestuosi,
narcisisti, bisessuali, sadomasochisti, coprofagi o cannibali.
Dopo, realizzarli di forma metaforica. Sotto ad ogni malattia sta la
proibizione di fare qualcosa che desideriamo o l'ordine di fare qualcosa
che non desideriamo.

Ogni cura esige la disubbidienza a questa proibizione o quest’ordine.
E per disubbidire è necessario perdere la paura infantile di smettere di
essere amato; cioè, abbandonato. Questa paura provoca una mancanza di
coscienza: l'interessato non si rende conto di quello che è veramente,
tentando di essere quello che gli altri aspettano che egli sia. Se persiste
in quell'atteggiamento, trasforma la sua bellezza intima in malattia.
La salute si trova solo nella cosa autentica, non c'è bellezza senza
autenticità. Per arrivare a quello che siamo, dobbiamo eliminare quello
che non siamo. Essere quello che si è, è la felicità più grande.

Un atto psicomágico è più effettivo se il consultante compie i seguenti
requisiti:

1. Deve realizzare metaforicamente le predizioni.

Accompagnando i suoi ordini o proibizioni, i genitori registrano parole
nella memoria dei suoi figli che agiscono più tardi come predizioni; il
cervello ha tendenza a realizzarli.

Per esempio: "Se ti accarezzi il sesso, quando sarai grande sarai una
prostituta", "Se non pratichi lo stesso mestiere di tuo padre e tuo nonno,
morirai di fame", "Se non sei ubbidiente, quando sei grande ti
metteranno in prigione."…
Queste predizioni, arrivando all'età adulta, si trasformano in una
minaccia angosciosa.

La migliore maniera di liberarsi di esse, come il lettore vedrà leggendo
le ricette, è realizzarli in forma metaforica.
Cioè, invece di sfuggire alla minaccia, abbandonarsi a lei.

2. Deve fare qualcosa che non ha fatto mai.

La famiglia, in complicità con la società e la cultura, ci crea
innumerevoli abitudini: mangiamo uno stesso tipo di alimenti, abbiamo
un numero limitato di precetti, idee, sentimenti, gesti ed azioni.

Ci circondano le stesse cose.
Per guarire bisogna cambiare il punto di vista circa di sé stessi.
L’Io che soffre la malattia ha meno età di noi: è una costruzione mentale
preda nel passato. Liberandoci dal circolo vizioso delle nostre abitudini,
scopriamo una personalità più autentica e, per la stessa cosa, sana.
Carlos Castañeda fece sì che un gran imprenditore, suo discepolo, si
vestisse poveramente e vendesse giornali per le strade della sua città.
L'occultista G. I. Gurdjieff esigette da un alunno, fumatore ostinato, che
lasciasse il tabacco. Fintanto che non lo avesse fatto, gli proibì di venire
a trovarlo. L'alunno lottò per quattro anni contro la sua abitudine,
quando riuscì a vincerla, molto orgoglioso della sua impresa, si presentò
di fronte al Maestro. "Ho smesso di fumare!", Gurdjieff gli rispose:
"Ora fuma!"

L'antica magia nera usava amuleti confezionati con prodotti ripugnanti
(materie fecali, membri di cadaveri umani, veleni di animali),
considerando ogni ingrediente impuro di una sicura efficacia.
Per questo, i consigli di psicomagia includono a volte materie che sono
considerate sporche o promiscue per la maggioranza.

3. Deve comprendere che quanto più difficile sia realizzare l'atto,
più benefici otterrà per sè.

Per guarire o risolvere un problema si ha bisogno di una ferrea volontà.

Non poter fare quello che desideriamo né potere non fare quello che non
desideriamo, ci provoca una mancanza di autostima profonda, causa di
depressioni e malattie gravi. Il lottare instancabilmente per raggiungere
una meta che sembra impossibile sviluppa la nostra energia vitale.
Questo lo compresero molto bene i maghi medievali, creando ricettari
che proponevano atti impossibili da realizzare, come per esempio un
metodo per diventare invisibile. "Metti a bollire un paiolo di acqua santa
con legna di viti bianche. Sommergi dentro un gatto nero vivo,
lasciandolo cuocere fino a che le ossa si allontanino dalla carne.
Estrai quelle ossa con una stola di vescovo e collocala davanti ad una
piastra d’argento lucidato. Metti osso dietro osso del gatto scottato nella
bocca, fino a che la sua immagine sparisca dallo specchio d’argento."
Oppure un filtro per sedurre un uomo: "In un bicchiere modellato a
mano col fango in cui hai scavato il muso di un cinghiale, mescoli
sangue di cane con sangue di gatto più il suo sangue mestruale, aggreghi
una perla macinata e dai da bere al tuo amato dieci gocce di questo
beveraggio dissolte in un bicchiere di vino."

Nel primo consiglio, potremmo pensare che magari non si parla di
invisibilità materiale, ma chi si deve diventare trasparente è l'io
individuale dell'aspirante a stregone. Dopo tanto impegno in realizzare
qualcosa di tanto crudele e difficile, sfuma la personalità individuale ed
appare l'essere essenziale che è come essenza impersonale. Nel secondo
consiglio occorre immaginare che se la strega, per amore di un uomo,
riesce a trovare fango smosso da un cinghiale, assassinare un cane, ed un
gatto, e sacrificare denaro facendo in polvere una perla, sveglia in lei
una tale sicurezza in sé stessa da essere capace di sedurre un cieco
sordomuto.

Certe cure in posti lontani dichiarati miracolosi sono in gran parte
dovute al lungo e costoso viaggio che il malato deve fare per arrivarci.

4. Deve finire sempre l'atto in una forma positiva.

Aggiungere male al male non cambia niente.

Nelle pratiche del regime kosher ebraico, quando gli strumenti che
stanno in contatto con prodotti lattei entrano in contatto con la carne di
un animale, diventando impuri, si scava un buco nella terra e li si
seppellisce per un certo numero di giorni; dopo quel tempo vengono
estratti: la terra li ha purificati...

Ispirato da questo, molte volte ho raccomandato di seppellire oggetti,
vestiti, fotografie, che sono serviti per liberare vecchie sofferenze, ma ho
chiesto sempre che nel posto dove si sono depositati le cose "impure" si
pianti un alberello o un cespuglio floreale. Se raccomando ad un
consultante di lasciare uscire la sua rabbia accumulata per tanti anni
contro qualcuno rompendo la sua fotografia, o scalciando una tomba, o
per mezzo di un confronto scritto, etc., raccomando che unga la
fotografia con marmellata di rose, scriva sulla tomba con miele la parola
amore, invii alla persona a cui chiede la riparazione un mazzo di fiori, o
una scatola di cioccolatini, o una bottiglia di liquore. L'atto psicomágico
deve essere trasformatore: la sofferenza darà origine ad un fine gentile.
L'odio è un amore che non è riuscito ad essere corrisposto.

Leggendo questi consigli il consultante può pensare che è impossibile
realizzarli perché ci saranno testimoni fastidiosi o circostanze negative.

Ho constatato che, quando si comincia un atto psicomágico, si produce
una misteriosa relazione tra l’intenzione individuale ed il mondo
esterno.

Il luogo che si temeva improvvisamente essere invaso da curiosi, nel
momento dell'azione, si trova sisolato. Quello che sembrava impossibile
da trovare, ce l'offre un vicino, etc.
Un professore di scuola, lamentando uno squilibrio nervoso, mi chiese
un atto psicomágico. Gli raccomandai di imparare con un artista di circo
ad equilibrarsi su un cavo d’acciaio. Mi rispose che quello non era
possibile perché la sua scuola e la sua casa stavano in un villaggio del
sud della Francia, dove per lui era impossibile trovare un artista del
circo. Gli chiesi che smettesse di pensare all'atto come qualcosa di
impossibile e che fiduciosamente lasciasse che la realtà venisse in suo
aiuto.
Pochi giorni dopo scoprì che un suo alunno era figlio di un artista del
circo, equilibrista ritirato.

Trovò il suo professore ad un paio di chilometri di distanza.

In queste ricette, qualche volta consiglierò al consultante di cambiare
nome. Questo primo "regalo" concesso al neonato lo individualizza in
seno alla famiglia. La psiche infantile, come farebbe un animale
domestico, si identifica con i suoni col quale costantemente viene
attratta la sua attenzione. Finisce incorporandolo alla sua esistenza come
se fosse un organo o viscere in aggiunta. Nella maggioranza dei casi, nei
nomi si infila il desiderio familiare che gli antenati rinascano:
l'inconscio può mascherare solo questa presenza dai morti non solo
ripetendo il nome per intero (in molte famiglie il primogenito riceve lo
stesso nome di suo padre, suo nonno, suo bisnonno;
se è donna può ricevere un nome mascolinizzato che passa per esempio
da Francesco a Francesca, da Marcello a Marcella, da Bernardo a
Bernarda, etc.. Questo nome, se viene carico di una storia, a volte
segreta (suicidio, malattia venerea, pena in prigione, prostituzione,
incesto o vizio, magari di un nonno, una zia, un cugino), si fa veicolo di
sofferenze o di condotte che a poco a poco invadono la vita di chi l'ha
ricevuto.

Ci sono nomi che alleggeriscono e nomi che pesano. I primi agiscono
come talismani benefici. I secondi, sono detestati. Se una figlia riceve da
suo padre il nome di un’antica amante, rimane trasformata nella sua
fidanzata per tutta la vita. Se una madre che non ha risolto il nodo
incestuoso con suo padre dà al bambino il nome del nonno, il figlio,
carcerato nella trappola edipica, si vedrà spinto ad imitare l'antenato
ammirandolo e contemporaneamente detestandolo, per essere un rivale
invincibile.

Quelle persone che ricevono nomi che sono concetti sacri, Santa, Pura,
Incarnazione, etc., possono sentirli come ordini, soffrendo conflitti
sessuali. Quelli battezzati come angeli (Angelica) Raffaele, Gabriele,
Celeste, etc., possono sentirsi non incarnati.

Il Pasquale, Gesù, Emanuele, Cristiáno o Cristobal è possibile che
soffrano deliri di perfezione e a 33 anni abbiano angosce di morte,
incidenti, rovine economiche o malattie gravi. A volte i nomi dati sono
il prodotto del desiderio incosciente di risolvere situazioni dolorose.
Per esempio, se un uomo quando era bambino fu separato da sua madre,
chiamerà suo figlio Giovanni-Maria, realizzando in quel doppio nome il
suo desiderio di unirsi con lei. Se un piccolo muore, quello che lo segue
lo possono chiamare Renato, (del latino nato di nuovo, significa
"rinato"). Se un antenato fu detenuto, per avere commesso una truffa o
un furto, per vergogna della sua famiglia un discendente diretto può
essere battezzato come Innocenzo. Se una donna con fissazione
incestuosa si sposa con un uomo che ha lo stesso nome di suo padre, può
generare figli che soffriranno di confusione generazionale:

inconsciamente, vivendoli come figli di suo nonno, considereranno la
loro madre come una sorella, e ciò che provocherà loro immaturità.
Se dopo una bambina nasce un bambino il quale è battezzato col nome
di lei mascolinizzato, (Antonia seguita di Antonio, Francesca seguito di
Francesco, etc.), può denunciare che la nascita della bimba fu una
delusione e la giovane, considerandosi lo schema di un futuro uomo, può
vivere invischiata in un doloroso disprezzo di sé stessa, sentendosi
incompleta.

Un nome preso dalle stelle del cinema o della televisione, o di scrittori
famosi, impone una meta che esige la celebrità, ciò che può essere
angoscioso se non si tiene talento artistico. Se i genitori trasformano il
nome dei suoi figli in diminutivi, Lollo, Pepe, Rosy, Panchita, possono
fissarli per sempre all'infanzia. L'inconscio, per la sua natura collettiva,
nasconde significati nei nomi che l'individuo, senza conoscerli
coscientemente, soffre. I nomi dei santi inducono qualità, ma
trasmettono anche martirii. Alcune María possono venir ossessionate dal
desiderio di generare un bambino perfetto. Alcuni Giuseppe possono
avere difficoltà a soddisfare una donna.

Alla sacra Valeria tagliarono la testa: le donne che ricevono questo nome
possono tendere alla pazzia. Certe Mercedes, nome che discende dal
latino merces, salario, pagamento, possono essere inclini al commercio,
esercitato con onestà.

I nomi, nell'inconscio, funzionano come mantras, versi presi dalle opere
vediche ed usati come incantesimi. Queste parole, per la loro ripetizione
costante, originano vibrazioni che producono determinati effetti
nascosti. I bramini credono che ogni suono nel mondo fisico svegli un
suono corrispondente nei regni invisibili ed incita all'azione di una forza
o un'altra. Secondo essi, il suono di una parola è un efficace agente
magico e la principale chiave per stabilire la comunicazione con le entità
immortali. Per la persona che da quando nasce fino a che muore, ripete
ed ascolta ripetere il suo nome, questo funziona come un mantra.
Ma un suono ripetuto può essere benefico o dannoso. Nella maggioranza
dei casi il nome consolida un'individualità limitata. L'ego afferma "Sono
così e non altrimenti", perdendo fluidità, anchilosandosi.

I grandi adepti della Magia, come Éliphas Lévi, Aleister Crowley o
Henri Corneille-Agrippa, affermarono che l'essere umano aveva due
corpi, uno fisico ed un altro di luce, anche chiamato corpo energetico o
anima, quello che, per essere sacro, non poteva avere un nome
personale. Il nome che si pronuncia, unito come una sanguisuga al corpo
fisico, manifesta solo l'individualità illusoria della persona. Il corpo di
luce fa parte dell'impronunciabile nome di Dio. Il proposito di questi
maghi era sviluppare o ricordare il corpo di luce, integrandolo nella
coscienza quotidiana. Se si capisce l’equilibrio funzionale del corpo di
luce col corpo fisico, l'ego egoista rimane eliminato. La presa di
coscienza dell'essere essenziale apre la porta della libertà smettendo di
essere incatenato al suo nome in accumulo, se questo si vive in forma
dolorosa.

È possibile che il lettore si sorprenda nell'osservare che questo ricettario
non sia in ordine alfabetico o tematico, presentando i consigli in un
apparente disordine. Questo si deve al fatto che ho tentato creare un
libro che, a parte rispondere a consultazioni su temi precisi, possa
leggersi dritto, da principio alla fine, come se fosse un romanzo o un
trattato. Ogni volta che nella mia lunga attività come tarólogo analizzai i
problemi di un consultante, per molto attuali che fossero, finii sempre
scoprendo che le radici del suo male si trovavano nel terreno familiare.
L'infanzia ha influenza sulla vita intera: il trio madre-padre-figlio /a, se
non è equilibrato, creerà nell'individuo un destino seminato di multipli
fallimenti, depressioni e malattie. È per questo che le prime ricette o
consigli inizieranno il lettore agli aspetti basilari del suo albero
genealogico, dopo lo porteranno a spasso per tutta una gamma di
problemi psicologici, sessuali, emozionali e materiali, per finire con la
descrizione di un messaggio di nascita, cerimonia che cerca di dare
l'informazione di come la famiglia equilibrata debba essere e dove ogni
essere umano ha diritto a nascere.

Ogni malattia è accompagnata per una sofferenza spirituale.

Questi consigli non pretendono in nessun caso di sostituirsi ai
trattamenti medici, propongono solo soluzioni per lo sconforto
psicologico che nessuna pillola né intervento chirurgico possono
calmare.

I. SVALUTAZIONE SESSUALE DI LA DONNA



In questo mondo governato da uomini, molte donne crescono
complessate perché si dà un valore capitale al fallo, disdegnando il sesso
femminile fino al punto che si è arrivato a chiamalo fessura, (parola che,
tra le altre, il Dizionario della Reale Accademia Spagnola dà questa
definizione: "Fessura, apertura o crepa di un oggetto." In Messico si
chiama ascia).

Questa sottovalutazione che si fa del suo sesso, paragonandolo a un pene
castrato, produce in molte donne un sentimento di inferiorità.

Per agire con fiducia nella società, è molto efficace che la consultante
introduca nella sua vagina una o varie monete d’oro, secondo l'intensità
del complesso. Questo che manterrà in un segreto totale, le darà la
sicurezza di trasportare qualcosa di molto più prezioso di quello che si
trova sotto i pantaloni maschili.

A volte, la radice di questa sottovalutazione vaginale si deve al fatto che
gli uomini dell'albero genealogico della consultante, durante varie
generazioni, hanno disprezzato le donne e considerato la mestruazione
come un'impurità.

La consultante, per rivalutare questo processo biologico, deve dipingere
su un tessuto bianco o un cartoncino, del volume che vuole, un
autoritratto col suo sangue mestruale. I grandi tratti devono essere dati
con le dita, e per i dettagli fini usare un pennello. Finito il quadro lo si
lacca, si mette una cornice argentata, (colore lunare: la luna è un antico
simbolo della madre cosmica, femminilità assoluta), lo si colloca per un
tempo in un posto della casa dove sia visibile per tutti i visitatori e,
dopo, lo invia come regalo a suo padre.

Se il desiderio di affermazione sociale è intenso:

La consultante può dipingere col suo sangue mestruale un medaglione
per portarlo penzoloni visibilmente del collo. Se è arrivata già alla
menopausa, deve riuscire che un'amica più giovane le permetta di
affondare le dita nella sua vagina per inchiostrarli nel sangue e realizzare
il suo autoritratto.

Ad una donna che non si sentì mai riconosciuta dai suoi genitori, perché
questi aspettavano un bambino e non una bambina, la qual cosa le
provocava ogni mese confusioni psicologiche e forti dolori, le consigliai
con risultati molto buoni:

Durante i giorni della sua mestruazione, con quel sangue tingere il suo
viso ed uscire a passeggiare o visitare le sue amicizie e parenti.

(ad un'altra donna che si sentiva imbarazzata a fare questo, consigliai
che per un anno, ogni mese, si dipingesse con sangue mestruale un cuore
nel petto.)

2. TIMIDEZZA FEMMINILE

Molte bambine, impressionate per la forte personalità dei genitori
maschili, crescono con una timidezza che le ostacola ad alzare la voce, a
muoversi con libertà ed esprimere i suoi sentimenti.
Affinché si liberi da questa fastidiosa prigione psicologica, consiglio alla
consultante:

Assistere a corsi di danza del ventre, così recupera i suoi naturali
movimenti femminili, seguire corsi di canto, non per aver successo in
quell'arte bensì per fare discendere la sua voce dalla gola fino alla
regione delle sue ovaie. Finché l'impulso delle sue parole non sorge dal
suo ventre, agirà come una bambina e non come un’adulta. Ed inoltre
può iscriversi a un club di tiro, affinché impari a sparare con pistole,
carabine e, se è possibile, con una mitragliatrice. Questo le insegnerà ad
esprimere con sicurezza e forza i suoi pensieri ed emozioni.

A donne che nell'infanzia furono isolate dai loro genitori, orfane,
internate, educate dai nonni, adottate tardivamente, etc., ed la cui vita è
stata marcata da frasi come "Chi non lavora non mangia" o
"Guadagnerai il pane col sudore della tua fronte", quelle che provano
una sensazione di abbandono e si sentono che devono lottare sfinendosi
per guadagnarsi un posto nel mondo, senza mai sentirsi prospere e felici,
consiglio loro:

Comprare tre monete di oro e fare jogging portando una di esse nella
mano sinistra, un'altra nella mano destra e la terza dentro la bocca.
Finito il jogging, devono bagnare col loro sudore le tre monete, metterle
dentro un preservativo, introdurli nella vagina, vestirsi in forma attraente
e passeggiare per posti molto frequentati. Si sentiranno meglio che mai.

Ogni volta che si deprimono, dovranno ripetere questo atto.

3. SVALUTAZIONE SESSUALE DELL'UOMO

Un bambino, per sentirsi più tardi un adulto virile, è necessario che conti
sulla presenza di un padre che possa incorporare come archetipo.
Se questo non compie le sue funzioni paterne, assentandosi, negandolo,
competendo con lui o semplicemente comportandosi in maniera
indifferente, debole o malaticcia, il figlio crescerà timido o insicuro, e
costeranno degli sforzi enormi per imporsi nella società. Il suo inconscio
non ha l'informazione di ciò che è il sentire nel suo corpo il peso di un
sesso potente. Per emendare questo, raccomando:

Riunire vari biglietti da 500 euro, se non si hanno si potrà farseli
prestare, il più possibile. Devono essere avvolti (mettendoli alcuni sugli
altri, per formare un tubo) che manterremo unito con una gomma
elastica. Bisognerà ottenere anche due biglie grandi, oppure due palle
metalliche cinesi di rilassamento. Questi tre oggetti se li apporrà dentro
le sue mutande strette, il tubo simbolizzando un fallo e le palle di
metallo i testicoli. Con questo peso tra le gambe, realizzerà le sue attività
sociali e di seduzione, conservando nel più stretto secerno tale atto.
La sua timidezza svanirà. 

Può anche, in altre occasioni, con pittura vegetale commestibile, usata in
pasticceria, dipingersi i testicoli di rosso ed anche la pianta dei piedi.
Questo gli concederà una gran forza e sicurezza in sé stesso.

4. EIACULAZIONE PRECOCE
L'uomo, nella sua opinione sessuale, si situa tra la potenza e l'impotenza.
La donna si situa tra la soddisfazione o l'insoddisfazione.

Egli aspira alla soddisfazione di essere potente. Ella aspira al potere di
riuscire a dare la soddisfazione.

Quando, per problemi che maggiormente si pongono nell'infanzia, si
libera nell'uomo una sensazione di non potere soddisfare la donna -
quello che produce in lui una sensazione di fallimento - la cosa migliore
affinché risolva queste difficoltà, invece di cercare la potenza ed il
trionfo, è approfondire a quella sconfitta.

L'interessato deve utilizzare un cronometro e misurare esattamente la
durata abituale dei suoi coiti. Per esempio, potrebbero trascorrere otto o
sei secondi affinché l'eiaculazione si produca. Una volta fissato il tempo,
il consultante deve proporsi di superare il suo record e, con cautela
eiaculare nella metà di tempo: se sono sei secondi in tre; se sono otto, in
quattro.

Questo immergersi in maniera volontaria nel fallimento, obbligherà
l'inconscio a farlo fallire in quel tentativo di fallimento.

Una persona a chi diedi questo atto, arrivò al giorno dopo dicendomi con
dispiacere: "Fottei con mia moglie tentando di raggiungere l'orgasmo in
metà secondi rispetto all’abitudine. Mi affannai per mezz'ora, ma "non
potei eiaculare."

5. RIFIUTO DELLO SPERMA
Durante un workshop di meditazione, chiesi ai partecipanti maschili che
si concentrassero sul loro pene, e diventassero coscienti delle loro
sensazioni, riuscissero ad attraversare l'uretra fino ad arrivare ai loro
testicoli. Una volta chiesi loro che descrivessero quello che
contenevano. Ottenni alcuni risposte sorprendenti: Sento che sono pieni
di "escremento", "Una materia schifosa", "una gelatina velenosa."

Cercando le cause di questa spiacevole sensazione, trovai che la
maggioranza di coloro i quali sentivano così, erano figli di madri che
erano state ingannate, o picchiate contemporaneamente da uomini con
cui generarono bambini per i quali dovettero sacrificare la loro vita.
Hanno potuto soffrire aborti multipli, parti dolorosi, essere abbandonate,
il fatto è che lo sperma maschile si è trasformato in un pericolo odioso.
Il figlio, ascoltando questa opinione materna, cresce detestando il suo
seme.

Nessun archetipo è più poderoso di quello della madre. Così come è
grande l'amore che ci sveglia, così è grande il terrore che può ispirarci.
Per il nostro bambino interno ella è onnipotente. Tuttavia, c'è un unico
archetipo che ha più potere della madre: è la Vergine Maria, (o i suoi
derivati, come le varie sante). Benché non siamo credenti, il nostro
inconscio concede un potere magico alle sante.

Il consultante deve procurarsi una candela in una chiesa, sciogliere la
sua cera, che conserverà in un altro recipiente, masturbarsi
accompagnato da una fotografia di sua madre, versare il suo seme nel
bicchiere della candela e rovesciare la cera sciolta sulla materia vitale,
conservando la miccia. Dopo, una volta che la cera si sia raffreddata,
porterà questa candela ad un tempio, la collocherà ai piedi di una statua
o pittura della Vergine e la lascierà accesa affinché si consumi.

Dopo questo atto, il suo inconscio accetterà che il suo sperma è stato
pulito di ogni maledizione materna, purificato e benedetto.

6. DESIDERI INCESTUOSI
Un adulto cosciente è capace di separare i quattro linguaggi che lo fanno
comunicare col mondo: l'intellettuale, con le sue parole ed idee,
l'emozionale, coi suoi sentimenti, il sessuale, coi suoi desideri, ed il
corporale, con le sue azioni. Sa non mescolare l'amore per i suoi parenti
col desiderio sessuale né lascia che questo lo devii dei suoi impegni
sociali. Un bambino è diverso, si comporta come un tutto, dove gesti,
pensieri, sentimenti e desideri agiscono in un solo blocco, senza ubbidire
a limiti morali. I suoi impulsi sono emozionali contemporaneamente che
sessuali.

Se i genitori, non comprendendo questo, respingono certe azioni dei loro
figli per considerarli perversi, come per esempio che accarezzi il

pene di suo padre, o gratifichi il suo proprio sesso sfregandosi contro sua
madre, o che una bambina dica a suo padre che vuole essere la sua
fidanzata ed avere un figlio da lui, etc., conferiranno colpevolezza a
quelli gesti naturali, reprimendo l'impulso. Questo impulso (che è sano e
necessario nell'infanzia), se non soddisfatto, persisterà nell'adulto,
trasformandosi in un'ossessione incestuosa.

Conosco il caso di una ragazzina che, quando suo padre uscì

nudo del bagno ed ella le guardò con fascino il sesso, sua madre le diede
un forte schiaffo, creandole da maggiorenne, problemi per trovare

un compagno.

Alle persone così soffocate, nessun amante può soddisfarli.

Il desiderio di fare l'amore con la madre o il padre è rivelato loro nel

sonno, o in equivoci verbali, invece di chiamare per il loro nome

i loro consorti, li chiamano col nome del padre o della madre;

cercano il partner anziano, di preferenza dominante; o sposati e con

figli. Molte volte si uniscono con chi ha lo stesso nome dei

genitori; o hanno compagni che sono sempre inferiori ai loro genitori;

la suocera cucina meglio, ha meglio gusto ed eleganza; o il suocero è

più poderoso, ma intelligente, ma amoroso...

Per uscire da questa oppressiva situazione, raccomando di non lottare
contro quello desiderio di incesto, bensì riconoscerlo e realizzarlo
metaforicamente:

Deve prendersi in prestito un abito, (senza che la madre o il padre si
accorgano e, se è possibile, biancheria intima che preferibilmente essi
abbiano usato e non sia stata lavata. Desnudo/desnuda, faccia l'amore
col suo amante vestito con l'abito e la biancheria intima del suo madre/
padre. Nel momento dell'orgasmo, reale o falso, esclami non il nome del
suo compagno bensì quello di sua madre/padre. Realizzato il coito, lavi i
vestiti e li invii avvolta come un regalo anonimo al suo madre/padre,
aggiungendo una scatola di cioccolatini, per la madre, o una scatola di
sigarette, per il padre.

Questo stesso rito si può fare se è un desiderio che si presenta tra

fratelli. Se il consultante è omosessuale, gli consiglio di vestire
l’amante con vestiti di suo padre. Nel momento dell'orgasmo deve
gridare il più forte possibile il nome del suo genitore.

7. SIMBIOSI MADRE-FIGLIA
La madre il cui impulso narcisista non risolto, lei stessa è l'oggetto del
suo desiderio, le è stato trasformato in nodo, più tardi un impulso
infantile sano e necessario, che se represso, si trasforma in desiderio
patologico, e può trasformare sua figlia in un mero prolungamento del
suo ego. Vedendola come specchio non lo riconosce un'individualità.
Le ha insegnato a vedere il mondo con i suoi occhi. L’ha resa complice
delle sue intimità sessuali, l'ha portata a pettinarsi, truccarsi e vestirsi
come lei. (Conobbi il caso di una pittrice che pensava che la maggiore
distrazione per sua figlia fosse vederla e sentirla parlare per telefono per
ore con le sue amiche...) La consultante, dopo un confronto con sua
madre per farle comprendere il danno psicologico che le ha causato col
suo atteggiamento egocentrico, le proporrà il seguente atto: lei e sua
madre sceglieranno dei nastri, la figlia di un colore, la madre di un altro.
In piedi, e l'una di fronte all'altra, si legheranno mutuamente le caviglie
alle caviglie, la vita alla vita, i polsi ai polsi, il collo al collo.
La consultante dirà a sua madre: "Tu sei tu, io sono io" parole che la
madre dovrà ripetere. Quindi ognuna, con delle forbici, procederà a
tagliare il nastro del colore che abbia scelto e che abbia legato al suo
corpo ed al corpo della sua rivale. Una volta separate, entrambe
andranno verso un posto con terra fertile, un giardino, una piazza, un
parco o un bosco, vangheranno due buchi contigui e seppelliranno i loro
nastri senza mescolarli, ogni colore nella sua propria cavità, ed in
ognuno di essi pianteranno una pianta, una scelta per la consultante,
l'altra scelta per la madre.

Affinché la consultante si renda conto della maniera in cui è posseduta e
si liberi, le consiglio che ingrandisca una fotografia del viso di sua
madre che faccia una maschera ed apra un buco in ogni occhio e che
passeggi per la strada e visiti situazioni, amici ed anche parenti
indossando questa maschera. Così il suo cervello comprenderà che cosa
è quello che vedi attraverso gli occhi di sua madre. Quindi deve mettersi
davanti alla sua genitrice, togliersi la maschera, farla a pezzi ed
arrendersi dicendole: "Grazie per tutto quello che mi hai dato. Ora posso
essere me stessa."

8. SIMBIOSI MADRE-FIGLIO
Nelle società segnate dalla religione cristiana, l'uomo può aspirare ad
essere perfetto, la donna no. A lei è concesso solo come suprema qualità
quella di partorire un figlio perfetto. Certe donne, incapaci di trionfare
socialmente per loro stesse, avendo un figlio maschio l'allevano come se
fosse un prolungamento, impadronendosi della sua mente. Attraverso
lui, sentono acquisire la perfezione ed il potere che la società maschile
nega loro.
Per liberarsi di questa simbiosi: Il consultante, dopo un confronto con
sua madre per fargli comprendere il danno psicologico che gli ha
causato col suo atteggiamento possessivo, gli proporrà il seguente atto:
ella deve scegliere nastri di un colore che gli convenga. In piedi, egli,
attaccato di spalle al petto di sua madre, lascerà che leghi le caviglie a
quelli di lei, la sua vita a quella di lei, i suoi polsi ai polsi di lei, il suo
collo al collo di lei. Il consultante dirà a sua madre "Tu sei tu, io sono ",
parole che la madre dovrà ripetere. Quindi ella, con alcune forbici,
procederà a tagliare i nastri. Una volta che madre e figlio siano separati,
andranno verso un posto con terra fertile, un giardino, una piazza, un
parco o un bosco, vangheranno a quattro mani un buco e seppelliranno
la metà dei pezzi di nastro.

Ella pianterà lì un piccolo albero da frutta. Il consultante porterà l'altra
metà dei nastri ad un tempio, per depositarli ai piedi di una scultura o un
ritratto di un Cristo crocifisso.

9. SIMBIOSI PADRE-FIGLIO
Certi genitori egocentrici che vedono i loro figli come pericolosi
competitori, si specializzano, per così tenerli sempre sotto il loro
dominio, nell’ atterrirli col futuro dicendo che, se non riescono a
produrre economicamente quello che essi sono riusciti, se la passeranno
molto male. Inculcano in questa maniera obiettivi che sono i loro propri.
Mostrandosi insuperabili, li riempiono di ansietà, trasformandoli in
falliti che odiano il denaro e odiano se stessi perchè fragili e codardi.
Affinché escano dalla loro costante paralisi, consiglio a questi
consultanti:

Cambierà venti euro in monete da un centesimo, (avrà un rispettabile
pacchetto...). Andrà ad una piazza dove ci sia gente che stia dando da
mangiare ai piccioni. Si siederà vicino ad essi e, con calma, come se
fossero semi o briciole di pane, comincerà a lanciare monete a questi
uccelli. Quando avrà sparso per lo meno dieci pugni, ritornerà a piedi
verso dove abita, lasciando cadere dietro le monete come se fossero
orme, vuotando il sacco fino a che gli rimanga solo una moneta.
Farà che con lei un orecchino che si appenderà all'orecchio destro.
Andrà a vedere suo padre e, senza dargli spiegazioni, gli regalerà uno
specchio rotondo, (nel quale prima avrà orinato e dopo il lavaggio),
accompagnato da una scatola da scarpe ma che ora conterrà un fallo
artificiale di gran volume, e gli dirà: "È sano dare, ma è malato obbligare
a ricevere. Questo è tuo. Io ho il mio. Sarai nonno dei miei figli ed
opere, ma non padre di essi."

10. SIMBIOSI PADRE-FIGLIA

La consultante andrà a vedere suo padre vestita da uomo, portando sotto
biancheria intima femminile molto erotica. Di fronte a lui, si strapperà a
pezzi quell'abito, puoi aiutarti con un coltello, fino a mostrarti seminuda
e gridando non "sono un uomo fallito, non sono te, guardami, guardami
per la prima volta tale quale sono! Sei capace di non trasformarmi coi
tuoi sonni narcisisti? Riconoscimi, sono una donna! Se mi ami,
accompagnami a seppellire questi stracci e dopo lasciami libera.
" Se il padre si nega, trattandola da pazza o qualcosa di simile, deve
smettere di vederlo per tre anni.

Se accede, ovviamente ella già vestita con un abito di donna, devono
seppellire l'abito sconquassato e la biancheria intima provocante
accompagnati dalla riproduzione di un quadro che rappresenti Giove,
Geova o un dittatore, come Stalin o Pinochet. E pianteranno un roseto.

11. MADRE INVADENTE

Quando il padre è assente, (o è indifferente), la madre diventa invasiva.
Influenzata dal ruolo madre-padre o tutela i suoi figli o si sente
imprescindibile, non sopportando che abbiano vita privata. Quando un/
una consultante mi chiede un consiglio per liberarsi di sua madre, gli
rispondo che, per un istinto atavico, è impossibile eliminare la madre:

benché lasciamo per sempre di vederla, o sia morta, ella continua ad
agire dalle tenebre dal nostro inconscio. Questo sì, può limitare il suo
intervento:

Alla madre, sia viva o morta, (se è il caso la si tratterà come un idolo
sacro), le si dedica un piccolo angolo della casa dove si accomoderà un
tavolo a mo' di altare. Lì si pone, in una cornice argentata, una foto della
madre che deve rimanere coperta con un a grata, affinché il nostro
inconscio comprenda bene che l'abbiamo prigioniera. Davanti si metterà
una candela accesa, un bicchiere con un fiore ed una stecca di incenso.
Quando ceniamo in casa, collocheremo in un piccolo piatto davanti alla
fotografia-prigioniera un po' di cibo che ingeriamo, così il nostro
inconscio potrà dedurre che, posto che l'alimentiamo bene, ella non ci
divorerà. Il giorno dopo, quel cibo che abbiamo consacrato, e sentiamo
che la sua essenza è stata divorata dall'idolo, lo daremo preferibilmente
ad un animale oppure, se questo non è possibile, accumuleremo
quell'alimento in un recipiente ermetico e, ogni quaranta giorni, lo
seppelliremo già insieme ai fiori secchi che abbiamo consacrato. Il
consultante deve ripetere questo fino a che si siede libero
dell'invaditrice.

Ma se il /la consultante, riconoscendo i suoi desideri di assassinarla,

insiste nell’eliminare completamente sua madre, consiglio che ottenga
l’aiuto da due amici, donna ed uomo, affinché l'accompagnino ad un

posto deserto e l'aiutino a vangare una fossa. Mascherato e truccato

da sua madre, scarpe, vestiti e parrucca, deve coricarsi nel buco per
essere coperto in primo luogo con cioccolati con forma di monete di oro
e dopo con terra, lasciando solo all'aperto il suo viso. Deve rimanere
così fino a che sente che la madre che invade la sua mente si sia dissolta.
Una volta dissotterrato, deve gettare nella fossa l'abito e gli elementi con
cui si mascherava da sua madre, essere lavato dai suoi due amici con
acqua santa, mangiare sette monete di cioccolato ed orinare nella
"tomba" di sua madre.

Al lettore può sembrare eccessiva questa maniera di respingere una

madre, ma deve dare si racconta che la madre, completa, sana, a cui si
uniscono altri tipi di madri, incomplete, insane.

Potremmo dire che ci sono cinque tipi di madri:

1. Madri assassine

Non desiderano essere madri, vogliono solo assicurarsi di essere donne.

Possono provenire da famiglie dove si dà alla femmina un ruolo
secondario e si esalta il maschio. Ci sono legioni di donne nel mondo
che soffrono per esserlo: si aspettava un bambino e non una bambina;
per soddisfare il padre, la figlia si mascolinizza; da parte sua la madre le
inculca che è una disgrazia partorire e trasformarsi in schiava di una
prole non desiderata; etc.

Ella sente che, a parte il cervello, il suo corpo gli è proibito.
Vivendosi come un uomo frustrato, si nega il piacere vaginale ed in
nessun modo accetta di trasformarsi in madre.
Fa che l'inseminino, per dopo fallire.
Deve sapere di essere qualcuno che può.
Questo volere essere "qualcuno che può" occulta in fondo una rivalità
con il padre, ie nel contempo un'identificazione con l'immagine materna.
La gravidanza calma allo stesso tempo la sua sensazione di sterilità ed il
suo desiderio impotente di avere un fallo. L'odio per sé stessa, per
sentirsi castrata, la spingerà ad accoppiarsi con un uomo che odi sua
propria madre e, per lo stesso motivo, le donne in generale.

Come ci sono madri assassine, ci sono genitori assassini, che cercano un

sollievo passeggero alle loro tensioni sessuali, senza nessun desiderio di
procreare.

Quello che la donna rimanga incinta produce loro un insopportabile
disturbo.
2. Madri incantate

Vogliono che il loro ventre si gonfi, ma non desiderano partorire.
Infantili, approfittano della loro gravidanza per essere circondate di
tenerezza e curati come un bebè, cosa che è mancata loro. L’essere
incinta, convertite in centro dell'attenzione familiare, permette loro di
soddisfare le loro necessità affettive.

Per nove mesi si sentiranno felici, ma immediatamente dopo il parto
soffriranno una grave depressione e magari detestano il loro rampollo
per averle private delle attenzioni che ottenevano durante la gravidanza.
Possono produrre latte acido, provocatore di diarree.

Questo tipo di donna infantile si accoppierà con un uomo di simile
infantilismo: abituato a non essere amato, ha bisogno di una madre
incinta, proiettandosi egli stesso nel feto; ma proverà l'angoscia di
vedere nascere un figlio che, con indomabile gelosia, sentirà come un
fratello minore venuto a rubargli l'attenzione materna. Appena sa che la
donna è incinta, intraprende la fuga.

Un altro tipo di madre bloccata è il risultato di famiglie in cui varie
generazioni di donne hanno sacrificato le loro vite generando una gran
quantità di figli, alcune morendo nel parto. Cercherà un uomo che creda
di essere portatore di un seme assassino. Questo, durante il periodo della
gravidanza, si sentirà colpevole, arrivando a detestare sua moglie ed il
figlio che ella deve partorire. Man mano che i mesi avanzano, l'incinta
continuerà a sperimentare maggiore terrore, molte volte starà sul punto
di fallire, avrà bisogno di attenzioni intense, dovrà rimanere distesa per
mesi, etc. il Suo bimbo non sarà messaggero della vita bensì della morte.
Partorirà anestetizzata, in generale per parto cesareo.

Un altro tipo di madre bloccata si prodursi quando la donna scopre di
essere incinta. Per differenti ragioni, né suo figlio né il padre di suo
figlio concordano con le credenze ed i piani familiari. Può essere una
madre nubile, avere commesso un incesto, essere inseminata da un
uomo di razza differente, etc. Porta nel ventre il frutto di quello che
crede un peccato o un tradimento. Mentre è incinta si allontana dal suo
territorio o camuffa la pancia, e teme che la nascita del bimbo gli faccia
perdere l'amore dei suoi genitori e parenti.

Quando una madre bloccata dà a luce, sottilmente agisce come se suo
figlio non fosse nato completamente, tentando di ostacolare che sviluppi
la sua autonomia psichica; può farcela, ma questo sarà solo possibile
solo a prezzo di un'alterazione profonda dello sviluppo dell'infante.
Questo può trasformarsi in un bambino psicotico, un adolescente
schizofrenico o un adulto disadattato.
3. Madri secche
Sono disposte a partorire, ma si rifiutano di allevare il lattante che osò
separarsi dal loro corpo che non sa fare nient'altro che succhiare,
mordere e gridare , che le sollecita ad ogni istante, le distrae dalla loro
vita sessuale e non tiene in conto che sono individui indipendenti...
Ad uno dei miei seminari a Barcellona, ho assistito a un matrimonio con
una donna incinta di sei mesi.

Mi comunicarono che, di comune accordo, lei stava seguendo un
trattamento di iniezioni giornaliere per ostacolare che il latte si formasse
nei suoi seni. Gli sembrava schifoso l'atto di allattare... Ha aggiunto
alcune altre ragioni che sembrarono al marito molto giuste: non voleva
che il corpo fosse deformato, la vita era molto breve per sacrificarsi, non
poteva perdere tempo prezioso per la sua realizzazione come direttore di
un'impresa, portare un bambino appeso del petto la avrebbe fatta sentire
simile ad un animale, etc. Era evidente che per quella coppia la donna
rappresentava l'uomo intraprendente, il commerciante, il sostegno
economico della famiglia, lavorando fuori della casa. L'uomo
rappresentava la casalinga affezionata ai lavori casalinghi, preparare il
cibo o dare il biberon al bambino: un caso tipico di compagno con
l'identità sessuale mutata. Egli non conosce la virilità perché ha avuto un
padre debole o assente, ha una sete insaziabile di attenzione, accetta che
sua moglie sia madre ma non vuole che si distragga alimentando un
rivale. In ogni momento dovrà essere al centro, il suo figlio/figliaa avrà
un ruolo secondario. Tra tutti e due creeranno un alcolizzato, un
fumatore compulsivo, un drogato, un goloso insaziabile... Il latte
materno non lo sostituisce quello di un'altra donna né quello di nessun
altro animale. Se l'allattamento non dura il tempo necessario, il bambino
può avere difficoltà a parlare, soffrirà di attacchi di rabbia o malattie
croniche come dolori intestinali, asma, cefalee, ipertensione arteriale,
crisi tremende, fatica costante, sentirà durante tutta la sua vita la
mancanza dell'amore – che si manifesta in un periodo di allattamento
armonico - che è tanto necessario nell'infanzia.
4. Madri possessive
È assillante sull’uomo (imitazione dell'odio che sua madre sperimenta
verso il mondo maschile), questa donna considererà che il figlio è
esclusivamente suo. Può partorirlo con ritardo ed allattarlo più del
necessario. Invaderà la sua psiche ponendosi come onnisciente, lo
manterrà in ferrei limiti infantili, trasformandolo nel suo pubblico.
Il figlio, non riuscendo ad essere adulto, lotterà con angoscia, impotente,
per liberarsi di questa madre che a volte nei suoi incubi gli si presenta
come un ragno. Invecchierà facendo sì che la sua progenitrice lo veda,
ottenendo solo di essere preso come un specchio che sa ascoltare.
Il risultato di tale aberrazione si concretizza in progetti di suicidio, deliri
di persecuzione, sterilità, psicosi, nevrosi di fallimento.
5. Madri complete
Di mente e corpo sano, sessualità soddisfatta ed emozioni equilibrate, in
stretta collaborazione col loro compagno, partoriranno, allatteranno ed
alleveranno i loro figli in perfetto accordo con la Natura. Saranno
coscienti che il nuovo bambino non è né viscere né un suo organo, che è
nato come una necessità dell'universo venendo ad apportare nuove vie,
un passo in più nell'evoluzione che conduce l'essere umano verso
l'immortalità. Non inculcheranno loro caduchi modelli del passato ma
gli trasmetteranno solo i valori dei suoi antenati; si lasceranno guidare
dal bambino, considerandolo il loro maestro, dandogli quello che lui
indica di necessitare e non mettendo trappole familiari che potrebbero
paralizzarlo o deviarlo del suo essere essenziale. Queste madri non si
erigeranno mai in titolari uniche del bambino, lo condivideranno con il
loro compagno e col mondo. Non gli diranno "vedi qui" ma gli
mostreranno il maggiore numero di opzioni possibili, dandogli
l'opportunità di scegliere. Sapranno adattarsi alle necessità del bebè,
allattandolo i mesi che saranno necessari, sostenendolo con braccia
amorose e cullandolo con dolcezza: questa esperienza permette al
bambino nel torace di sentirsi reale, essere, quello che gli darà presto la
possibilità di fare e ricevere.

(Se il lettore ha sofferto alcuna delle quattro primi madri, può trovare
sollievo nel consiglio n.º 79, in "Massaggio di nascita.")

12. MADRI CHE CRITICANO PER TELEFONO



Ci sono madri che, vivendo separate dalle lor figlie, le chiamano spesso

per telefono. Soffrendo un’ossessione perfezionista, sviluppano un

spirito egocentrico. Sentendo che hanno ragione in tutto, proiettano nella
loro figlia i difetti che non possono accettare di loro stesse. Ogni volta
che comunicano con lei, non possono fare a meno di criticarla. Se a
questo si unisce che la vittima ha un padre assente e che conta solo
sull'amore materno, ogni parola graffiante la ferisce nell’ intimo.
In questo caso consiglio alla consultante:

Fabbricare un cuore, di sughero rosso e tenerlo di fianco al telefono.

(Deve proibire alla madre che la chiami sul cellulare.) Ogni volta

che riceva un'aggressione verbale di sua madre deve inchiodare una
freccia nel sughero. Quando il cuore sarà pieno, deve contare le frecce,
senza estrarle, e comprare una quantità uguale di cioccolatini avvolti in
carta rosso metallico. Se sono cinquanta frecce, saranno cinquanta
cioccolatini. Il cuore attraversato dalle frecce, circondato dai
cioccolatini, deve inviarlo per posta in una scatola regalo accompagnato
da un biglietto rosa dove abbia scritto: "Cara mamma: poichè ti amo, ti
perdono il dolore che mi causano le tue critiche."

13. DOLORE PER ABORTI

Per quanto un aborto sia giustificato, lascia orme dolorose nell’anima
della donna. Alla ferita organica si unisce lo shock dell’operazione che
ha sofferto senza la presenza dell'uomo che la fecondò.

L'aborto, nella nostra società maschile, che generalmente evita la sua

responsabilità, spetta principalmente alla donna ed il suo feto. Molte

volte, nella parte più recondita, la donna trascina una profonda pena per
quel figlio che non vedrà mai crescere. Affinché possa risolversi il
dolore ed la consultante si senta alleviata, consiglio questo atto:

Concentrandosi profondamente, la consultante deve scegliere un

piccolo frutto che rappresenterà il suo feto. Nuda, lo collocherà su

il suo ventre e lo coprirà con quattro giri di una benda colore carne

attorno al suo corpo. Piegandosi nella posizione in cui subì il suo

aborto, chiederà ad un uomo amato o un buon amico che, con un bisturi,

tagli a poco a poco la benda ed estragga il frutto. Durante questa
operazione metaforica, la consultante lascerà sorgere la sua pena ed la
sua collera, in forma di lamenti o pianto o insulti. Dopo, depositerà il
frutto in una bella scatola che lei stessa avrà decorato.
Subito, accompagnata dal suo complice, andrà ad un posto gradevole

per seppellire quella bara simbolica, portando nella bocca una pietra
nera (simbolo mortuario della pena accumulata). Vangherà la terra con le
sue mani, aiutata in questo compito dall'uomo, collaborazione che da
quello passato non ha ricevuto. Sputerà nel buco la sua pietra nera.
Egli che si sarà posto nella bocca un dolce rosso, la bacerà e lo lascerà
cadere sulla lingua come simbolo del rinascita della vita. Metteranno
una pianta nella piccola fossa e, se è possibile, faranno l'amore vicino a
lei. Se l'accompagnatore è solo un buon amico, andranno ad un caffè a
consumare qualcosa di gradevole.

Nel caso in cui la consultante abbia sofferto vari aborti,

aumenterà il numero di frutti e porterà nella bocca tante pietre nere

corrispondenti al numero, e così potrà in un solo atto realizzare questa
cerimonia funebre per tutte quelle vite sacrificate.

14. NOSTALGIA PER UN TERRITORIO

I traumi più dolorosi sono causati per la perdita di un essere

caro. Seguono come intensità quelli causati dalla perdita di

un territorio natale o proprio. Ascoltai in Cile un guaritrice mapuche

dire ad un turista nordamericano: "Non sei nessuno: sei un uomo senza

panorama". In un'altra occasione, mi venne a consultare una coppia di
francesi che molti anni dietro, essendo cresciuti e sposati in Algeria,
furono sloggiati da quel paese con la loro figlia di 4 anni, vedendosi
obbligati a rifarsi una vita a Parigi, città che considerarono sempre
fredda, estranea, spietata.

Per anni non cessarono di commentare davanti alla loro figlia: "Qui non
è vita: in Algeria eravamo felici, a Parigi non si può vivere."
Avendo compiuto 10 anni di età, la bambina, che fino al giorno prima
era in perfetta salute, all’alba era morta, senza causa apparente.

Quando ci si allontana da un posto di origine, per curare questa nostalgia

raccomando:

Il/la consultante deve chiedere che gli siano inviati dieci chili di terra del
posto che rimpiange. Ogni giorno, per mezz'ora, avendo collocato la

terra in un recipiente aperto, introdurrà i suoi piedi dentro la terra mentre

medita, legge o guarda la televisione. Ripeterà questi bagni ai piedi ogni
volta che avrà un attacco di nostalgia.

Raccomando anche a chi è emigrato, di viaggiare nel luogo dove

nacque e lì, o il più vicino possibile, piantare un albero.

15. PRENDERE POSSESSO DI UN TERRITORIO



Per segnare il loro territorio, gli animali orinano. Alcuni consultanti

che hanno cambiato casa o hanno inaugurato un ufficio o un luogo
commerciale, non si sentono a proprio agio e, per ragioni oscure, non si
ambientano al nuovo posto.

Per rendere l'ambiente favorevole e che appartenga a loro veramentee,
raccomando:

Orinare in un recipiente e, con un contagocce, percorrere il nuovo

territorio depositando tre gocce di quell'orina in ogni angolo dei

stanze.

16. GENITORI DISUNITI

Affinché il carattere di un bambino si formi equilibrato deve avere

convissuto con genitori che si capiscano intellettualmente, cioè,

che davanti a lui non esprimano concetti della vita contraddittori; che,

uniti emozionalmente, si trattino con rispetto, affetto ed ammirazione;
che si desiderino sessualmente mostrandosi soddisfatti in quel senso; e
che non lo facciano partecipe di angosce economiche, sicuri che sempre

potranno dargli quello che necessita senza che niente di essenziale gli
venga a mancare.

I figli/figlie di genitori che non si amano, che discutono continuamente,

che divorziano o che nascendo sono stati cresciuti presso zii o

nonni, sentono la loro personalità divisa, viene loro a mancare uno
scopo. Nonostante possano avere un buon livello economico vivono
come sprovvisti di protezione, senza potersi convincere che sono amati
dai loro compagni.

A questo tipo di consultanti, consiglio:

Tatuare sulla pianta del piede destro un sole (simbolo del padre cosmico)
e nella pianta del piede sinistro una luna (simbolo della madre cosmica).

Così, ogni volta che camminano, sentiranno il supporto parentale.

Si può anche, per avere l'esperienza dell'unità madre-padre,

passeggiare con degli auricolari. In quello situato nell'orecchio sinistro si
ascolterà una canzone interpretata da una donna, contemporaneamente

che, nella sinistra, si ascolterà una canzone interpretata da un

uomo.

Per quelli che sono stati abbandonati o scartati, consiglio:

Attaccare in una bottiglia di olio di oliva vergine una fotografia di sua

madre ed in una bottiglia di acquavite, una fotografia di suo padre,
(se non lo conoscono, il ritratto di un personaggio maschile che
ammirino). Ogni notte, prima di dormire, depositeranno in un piccolo
bicchiere di vino sette gocce di questo olio e sette gocce di questo
alcool, e lo berranno di un solo sorso. In questo modo l'inconscio sentirà
che si alimenta della presenza di madre-padre, e dopo un certo tempo la
sensazione di abbandono sparirà.

Per i consultanti con qualche talento artistico che sentono la sua

personalità scissa in due, consiglio:

Il/la consultante, aiutato da un amico di sesso contrario o da

un compagno, si deve fare truccare tutto il corpo: la metà destra

dorata e la metà sinistra argentata. Unendo così nel suo corpo i due

colori simboli del sole e della luna, deve disegnare o dipingere,
maneggiando le matite o pennelli, ora con una mano ora con l'altra, un
ritratto di sé stesso, sano e sorridente, nell'età infantile. Finito il ritratto,
e dopo averlo firmato col suo nome più i cognomi sia paterno che

materno, il consultante, ancora col corpo dipinto dorato e argentato,

deve inviarlo per computer alla maggiore quantità di amici e familiari.

Ad una consultante molto nervosa, che si lamentava di non riuscire ad
essere mai serena (agitazione prodotta perché i suoi genitori non
smettevano di litigare), ho consigliato:

Andare a trovare i suoi genitori portandosi alcuni metri di corda.

Dicendo loro “Non riuscirò mai a provare serenità se non vedo mettervi
di accordo", li metterà uno di fronte all’altro e li legherà, così, insieme.
Dopo averli osservati per un tempo necessario, fino a poter esprimere la
sua pena, angoscia di abbandono e rabbia contenute, taglierà la corda e
darà una parte a sua madre e l'altra a suo padre. Andranno tutti e tre in
un bosco, per seppellire i pezzi di corda, pianteranno insieme tre vasi da
fiori con i fiori, (una scelta per la madre, un'altra per il padre ed la

terza per la figlia).

17. ECZEMA

A volte, per cause di natura psicologica, si possono verificare problemi
cutanei. Sono in fondo, un sollecito di carezze non ottenute nell'infanzia.
Indicano che la persona che li soffre manca dell'attenzione di cui ha
bisogno da alcune delle persone amate, quello l’ha delusa. Queste
reazioni allergiche possono essere dovute a richieste o a

rifiuti. Ad un consultante che soffriva di un'eruzione nel suo fianco

sinistro domandai da che lato dormiva sua moglie: mi rispose alla

sua sinistra. Gli consigliai di riuscire affinché sua moglie dormisse alla
sua destra. Così fece. Le eruzioni sparirono dal fianco sinistro, ma

apparvero nel destro. Questo è un caso di rifiuto per carenza di

comunicazione adeguata: le rabbie ed i rancori che non si verbalizzano

possono trasformarsi in eczemi...
Per quanto riguarda la necessità di attenzione, mi consultò un celebre
guru francese che da poco tempo si era sposato con una discepola più
giovane di lui, sarebbe potuto essere sua figlia.
Lei era stata educata esclusivamente da sua madre (padre assente).
La signora, soffrendo per la partenza di sua figlia, oltre a vederla con un
compagno che per età era più naturale che fosse suo padre, e non
potendo esprimere la sua gelosia o la sua rabbia perché questo guru è un
uomo generoso ed impeccabile, creò un eczema sul palmo di entrambe
le mani.

Il maestro mi chiese un consiglio e raccomandai:

Il consultante e la sua giovane moglie, davanti alla madre di lei, devono
sputare abbondantemente in un po' di argilla verde in polvere e
mescolarla con la saliva fino a formare una pasta. Dopo, devono
applicarla alla madre sui palmi delle mani affetti.

Soddisfatta la domanda di riconoscimento e tenerezza da parte della
coppia, la madre guarì.

È buono per un/una consultante far sì che due persone care, (uomo e
donna), accedano, davanti a lui/lei, a formare con la sua saliva questa
pasta con argilla verde affinché, entrambi, l'applichino nella zona
dell'eczema o dell'eruzione.

18. NON ESSERE AFFASCINATO DA UNA MENTE PIÙ
PODEROSA
La mente umana, trovandosi di fronte ad un'altra mente più potente di
lei, ha tendenza a dimenticarsi di sé stessa, cedendo la sua volontà
davanti a chi a seconda è più forte. Per avanzare lungo il cammino della
Conoscenza, è necessario che sviluppiamo l'attenzione perdendo la
paura di osservarci, nonostante i nostri pensieri, sentimenti e desideri ci
ripugnino. Quando invece di concentrarci sul nostro avvenimento
soggettivo - con l'intenzione di liberarci di una personalità non autentica,
formata dalla famiglia, la società e la cultura – ci affasciniamo con l'ego
dell'altro, questo, approfittandosi della nostra debolezza psichica, ci
assorbe l'energia vitale.

Al/alla consultante che si trova così verso una persona, consiglio:

Portare in una tasca, avvolta in carta di alluminio, una costoletta di
maiale cruda. Ogni volta che sente che comincia a dimenticarsi di sé
stesso, metterà la mano nella tasca ed impugnerà il suo pacchetto
argentato. Questo atto assurdo di impugnare una costoletta di maiale lo
riporterà a sé stesso, liberandolo dell'influenza dell'invasore.

Ma se dopo avere incontrato questa persona dalla mente poderosa, e
nonostante la costoletta di maiale, si continuerà a sentire acchiappato
dalla sua influenza, scriva il nome della persona con inchiostro di china
su una carta assorbente, di questa modo:
ALFONSO
ALFONS
ALFON
ALFO
ALF
AL
AA
A lato si faccia la stessa cosa col cognome. Pieghi il foglio di carta in
quattro parti e lo bruci nella fiamma di una candela nera.

19. SFORTUNA
Se una raffica di cattive cose opprime il consultante, (convinto che ha
sfortuna), dopo avere investigato si sente colpevole per punirsi così, gli
consiglio che pratichi una "pulita" (ricetta dei guaritori messicani per
liberarsi delle influenze nocive).

Benché il consultante non creda in ciò, il suo inconscio accetterà questa
cura immaginaria come reale:

Mettere ad intiepidire due litri di acqua in una casseruola ed aggiungere
tre pugni di sale grosso. Prendere un mazzo di prezzemolo, inzupparlo
nella preparazione e passarlo per tutto il corpo, cominciando dal lato
sinistro. Ripetere due volte al giorno questa operazione: una volta di
mattina ed l’altra di sera. Ogni volta che termini il compito, mettere il
prezzemolo nella casseruola vuota, spruzzarlo con alcool e dargli fuoco.
Gettare le ceneri nel WC. Fare questo per sette giorni di seguito.

20. AGORAFOBIA
Quando la persona non riesce ad uscire da casa sua, angosciata per
un'irrazionale paura all'esterno, il suo inconscio identifica la casa con
l'interno del ventre materno. I sentimenti della madre incinta si
trasmettono al feto per rimanere incise nella sua memoria cellulare.
Se ella teme di partorirlo considerando il mondo esterno come
pericoloso, volendolo conservarlo per sempre nel suo ventre, il bambino
riceve l'ordine di non nascere, ordine che rimane presente per tutta la sua
vita, ed uscire in uno spazio esteso è nascere, disubbidendo i desideri
materni. La punizione, più che essere distrutto dal mondo esterno, sarà
smettere di essere amato dalla madre.

Consiglio al/la consultante angosciato di agorafobia:

Chiedere l'aiuto a otto compagni che lo vengano a cercare a casa sua.

Il/la consultante si infila senza vestiti dentro un sacco a pelo e provvisto
di un coltello molto affilato. I suoi aiutanti chiuderanno fermamente il
sacco e così, rinchiuso, lo porteranno verso una piazza pubblica.

Essendo depositato sul suolo, il consultante dovrà aprire col suo coltello
una lunga fessura nel sacco e, lentamente, cominciare ad uscire,
immaginando che sta nascendo. I suoi collaboratori, mentre egli sorge,
presi per mano, gireranno alla intorno a lui cantando una canzone da
gioco tondo infantile. Emergendo completamente, ogni compagno
rovescerà su "il neonato" un litro di acqua santa. Lo vestiranno con
vestiti nuovi, ed includendolo nel cerchio, lo faranno girare con loro otto
volte. Il consultante si libererà ed uscirà da quel circolo camminando
all'indietro. Dopo, gridando il suo nuovo nome, correrà facendo un giro
nella piazza.

Poi andranno tutti ad una caffetteria a bere una bibita ed a mangiare un
dolce. Il sacco a pelo ed il coltello, avvolto come un regalo, più una
scatola di cioccolatini, deve essere inviato dal consultante a sua madre.

Se lei è morta, deve andare a depositare il pacchetto vicino alla sua
tomba.

Questa è una lettera di una consultante spagnola:

"La domenica del 6 Luglio del 2006, alle 12.00, nella Piazza maggiore
di Valladolid, seguii alla lettera le sue indicazioni. Dentro il sacco ebbi il
panico, voglia di piangere e di gridare. Quando uscii dal sacco e
rovesciarono l'acqua sulla mia testa, lo spazio smise di atterrirmi. Corsi,
saltai, gridai con le braccia aperte per tutta la piazza, sentendo allegria...
Durante la settimana mi sono sentita "vivace" e mi rimane ancora un po'
di paura, ma sono uscita sola già due volte." Se il/la consultante non ha
amicizie né i mezzi per riunire otto persone, gli consiglio la cosa
seguente:

Durante la reclusione in casa sua, deve orinare sempre non nella tazza
bensì in un vasetto infantile. Quando avrà acquisito l'abitudine di usare
questo recipiente, ogni volta che cercherà di uscire all'esterno dovrà
portarlo in una borsa. Al minimo segno di angoscia, entrerà nella toilette
di un caffè ed orinerà nel suo vasetto che dopo vuoterà nella tazza.
Questo atto trasformerà il territorio esterno in territorio personale,
cessando così la sua angoscia.

21. CLAUSTROFOBIA
La paura di rimanere in posti chiusi è comune a tutti gli animali.
La perdita della libertà significa morire, o essere divorato. Nell'inconscio
della persona claustrofobica ci sono esperienze infantili, o di parenti
vicini ed antenati, di reclusioni dolorose o magari mortali. Se il/la
consultante è coraggioso e è disposto a sopportare per alcuni momenti la
sua angoscia, può essere guarito. A tal fine, invece di fuggire dal suo
panico, deve consegnarsi profondamente.
Gli consiglio:
In primo luogo, ottenere una bara. Dopo, accompagnato da sei persone
caritatevoli, (tre uomini e tre donne), pronte a realizzare un atto
terapeutico, a cui rivolgersi per accorrere da un luogo che sia vicino al
posto chiuso che l'angosci e rinchiudersi nudo in quella scatola, il cui
coperchio avrà un buco che gli permetta di respirare. Le sei persone
caricheranno la bara e la depositeranno in quel posto temuto.
Il consultante resisterà alla reclusione il più possibile, dopo chiederà che
tolgano il coperchio. Così le sei persone lo faranno e, senza tirarlo fuori
dalla bara, cominceranno a coprire il corpo con miele.

Dopo, lanciando grugniti confusi, cominceranno a leccare interamente la
cosa.

Finito questo, il consultante uscirà dalla sua reclusione. Si vestirà con
vestiti nuovi e darà calci contro i muri esclamando: "Niente può
rinchiudermi, la mia anima non ha limiti!." I posti chiusi, a partire da
quel momento, gli sembreranno ampi.

Se il/la consultante non ha amicizie e neanche i mezzi per riunire sei
persone, gli consiglio la cosa seguente:

Deve imparare a memoria un testo che, sviluppando la sua fiducia in una
Coscienza suprema, eterna ed infinita, libererà la sua psiche
dall'angoscia. Il/la consultante, sentendosi rinchiuso, si toglierà la scarpa
destra e, appoggiandola fortemente contro la sua testa, reciterà a voce
alta:

Senza principio, senza fine, radice di tutti i miei gesti, luce che
oltrepassa le mie ombre, alito che rianima alla polvere, compendio di
tutti i tempi, sono di te, ho fiducia in te, se ti accetto in me niente mi
rinchiude.

22. BULIMIA
La mente (col suo linguaggio delle idee), aspira alla conoscenza; il
cuore, col suo linguaggio dei sentimenti, aspira all'amore; il sesso, col
suo linguaggio dei desideri, aspira alla soddisfazione; il corpo, col suo
linguaggio delle necessità, aspira alla sicurezza. Questi quattro centri
energetici, che quando non si realizzano provocano nell'individuo ogni
tipo di nevrosi, sono in connessione tra di loro e possono essere
addestrati per comunicare tra di loro. A poco a poco l'intensità della sua
bulimia continuerà a decrescere.

Ricevetti questa richiesta di aiuto:
"Ho il colesterolo alto dall'ultima volta che mi separai sedici anni fa, e
non sono capace di seguire una dieta senza grasso. Può darmi un rimedio
di psicomagia?"
Risposi:

Compra in una macelleria un chilo di grasso di manzo, senza carne. La
passi per la griglia e mangi solo quello. Lo faccia un venerdì. Lo ripeta
fino a che completi quattro venerdì, 4 x 4 = 16, dopo il numero di anni
che è stato separata, mai più potrà mangiare grasso. Una volta che
finisce di mangiarsi il chilo di grasso, a colazione, pranzo, ora del tè e
cena, sfreghi la sua bocca con la fotografia della persona dalla quale si
separò.

Dopo il quarto venerdì seppellisca quella foto e pianti su lei un limone.

23. ANORESSIA
L'anoressia, mancanza anormale di voglia di mangiare, è una malattia in
cui la donna affetta, la percentuale in uomini è molto bassa, è convinta -
per una percezione distorta e delirante del suo proprio corpo - che è
grassa anche se il suo peso si trovi molto sotto il livello salutare. Per
quel motivo, riduce l'ingestione di alimenti e continua a diminuire
progressivamente di peso, fino a mettere quasi a rischio la sua vita. E la
famiglia della malata deve metterla sotto trattamento medico.

Tuttavia, per guarire bisogna voler guarire, ed in nessun modo
l'anoressica vuole mangiare con normalità, il suo delirio le fa respingere
ogni aiuto. In questo caso la psicomagia non è utilizzata per guarire la
malattia, attività che corrisponde alla medicina, bensì per fare che la
persona malata desideri di curarsi.

Volendo studiare la medicina mapuche, viaggiai nella città di Temuco,
nel sud del Cile, per assistere ad un machitún, rituale di guarigione, con
una gran congregazione di tribù attorno ad una pista dove si danno a un
gioco simile all’ hockey che chiamano "chueca". La pista fu inaugurata
per cinque machis (guaritrice capo tribù). Ebbi l'opportunità di
conversare con la più rispettata di esse. "Che cosa vuoi sapere?", mi
domandò. Gli risposi: "Voglio sapere come lei cura”.

"Perché la cosa prima è verificare chi è il padrone del malato."
"Il padrone?" "I malati hanno padrone. Se non l'hanno, muoiono
abbandonati. Io devo discutere coi suoi padroni il prezzo della cerimonia
di cura". Nel caso dell'anoressia, la malata, (che non desidera cominciare
la sua guarigione), deve essere preparata per questo dai suoi "padroni"
che qui sarebbero i suoi familiari, di preferenza sua madre e suo padre.
Soprattutto, si devono render conto di essere in larga parte responsabili
della malattia della figlia, o perché l'abbiano allontanata da casa o
perché abbiano inculcato una morale che esige una delirante purezza
(cioè, il rifiuto del piacere sessuale), o perché abbiano abusato di lei
quando era bambina, o perché la madre ha sofferto di obesità, o hanno
divorziato o uno di essi è morto prematuramente. Può aggiungersi a
questo che magari, assillandola con critiche o distruggendo la sua
autostima, l'hanno rinchiusa nel clan, facendole perdere così le sue
abilità sociali e comunicative con l'ambiente.

Questo odio per la carne ha le sue radici nelle concezioni religiose degli
antenati, dove la sessualità femminile era considerata una
manifestazione del demonio. Uno dei primi casi riconosciuti di anoressia
è quello della mistica e religiosa domenicana italiana Caterina da Siena,
1347 -1380 che a 7 anni, fece la promessa di dedicare la sua castità e la
sua vita a Dio. Da giovane entrò nell'ordine sottopeso, si rinchiuse nella
sua stanza e si maltrattò non mangiando. Morì poco più tardi. Il suo
prestigio si estese rapidamente tra le religiose: il digiuno era un mezzo
affinché lo spirito trionfasse sulla carne. Stare senza mangiare, senza
relazioni sessuali, fu considerato un segno di santità.
Queste assurde idee religiose si trasmettono, la maggioranza delle volte
in forma subdola, di generazione in generazione. Originano deliranti
desideri di perfezione, disprezzo al piacere sessuale, esaltazione della
purezza spirituale ed odio alla carne. L'anoressia non appare in famiglie
con poche risorse economiche. Non mangiare quando non si ha non è la
stessa cosa non mangiare quando si ha. La malata è circondata di
attenzioni, in un ambiente dove non appaiono gravi problemi economici.
Gli psicologi raccomandano situare la malata in un clima di
comprensione, gentilezza e buoni trattamenti affinché recuperi
gradualmente l'autostima e l'amore per la vita.

In un caso di anoressia, e con buoni risultati, osai consigliare un atto di
psicomagia completamente opposto ai metodi ufficiali:

Senza che la malata sapesse, mi riunii coi suoi genitori e li convinsi di
organizzare un avvenimento teatrale assumendo tre attori maschili,
apparentemente il più aggressivi possibile, per realizzare un falso
sequestro. La madre portò sua figlia a fare shopping. In mezzo alla
strada, due degli attori scesero da un'automobile, mentre il terzo faceva
da autista, e minacciarono le due donne con le pistole, obbligando la
figlia ad entrare nell'automobile, l'imbavagliarono, le coprirono la testa
con un sacco e, dopo avere girato per le strade della città per un'ora, la
portarono in una stanza oscura e ve la rinchiusero, con solo un vecchio e
sporco materasso ed un secchio per orinare e defecare.
Prima di lasciarla lì, la denudarono. Per tre giorni, in una ciotola per
cani, senza rivolgerle la parola offrirono il cibo a basse calorie di cui era 

dipendente nella sua lotta per ridurre peso.

Ogni volta nel cibo c’era un scarafaggio morto. Al quarto giorno

entrarono nella cella con una video camera e minacciarono di

violentarla se non si lasciasse filmare mentre pregava i suoi genitori
affinché pagassero il lauto riscatto che i suoi rapitori esigevano.
Due giorni dopo gli attori, comunicarono che il riscatto era stato pagato,
l'imbavagliarono, le coprirono la testa col sacco e la portarono di
idnietro, portandola a spasso ancora una volta per un'ora, per finalmente
depositarla, così nuda, sulla porta della sua casa.

Lo shock che questo falso rapimento produsse nella malata fece che lei

fosse nauseata del suo regime alimentare e del suo corpo scheletrico e
che iniziasse a ringraziare la sua famiglia per l'avere riunito tanto denaro
per il suo riscatto, dimenticando così i suoi rancori sentendosi amata.
Finalmente, fu accettato prontamente, e con il desiderio di curarsi, di
sottomettersi ad un regimealimentare sotto controllo medico.

24. VITA FALLITA

La consultante che mi l'inviò questa e-mail che, era ubriaca ad una festa
che finì in un’orgia, e rimase incinta di un sconosciuto:

"Secondo mia madre, non ho il diritto di esistere. Pertanto,

neanche il diritto di creare, né di concepire, né di portare a termine un
atto costruttivo. Il mio libro, collezione di fotografie di maestri spirituali,

non è stato pubblicato nonostante tutta l'energia spesa per in proporlo
agli editori. Ogni cosa io faccia, mia madre la tiene nascosta o la
distrugge: ha gettato i miei scritti alla spazzatura, così come il mio
dizionario filosofico; ha calpestato i miei negativi gridando che detesta
le mie fotografie. Mi eliminò dalla sua vita inviando questo messaggio a
una delle mie amiche: "Non voglio più sentire parlare di te."
Mentre vivevo con lei, io avevo solo il diritto di sparire oppure di
svolgere il ruolo di semplice marionetta che mi impose.

Crebbi con la colpevolezza costante di essere quello che sono.
Gli scrivo senza nessuna speranza. Credo che nessuno possa aiutarmi."

Ci sono persone che, per quanto frequentino ogni tipo di terapie, non

possono liberarsi dal sentire che sono falliti nel lavoro, nell'amore,

nella loro famiglia, nella loro opera. Hanno perso la speranza che
qualcuno riconosca ad essi qualche valore, la vita sembra loro
insopportabile ma, secondo loro, per vigliaccheria non hanno potuto
suicidarsi. È difficile convincere a parole una persona che si rifiuta
totalmente di ricevere qualunque consolazione: succede che hanno
smesso di amarsi e si disprezzano. Se il consultante si trova in questa
situazione, gli dico che, che la persona che crede essere, è impossibile da
curare: l’unica cosa che gli rimane di fare è morire, per dopo rinascere
come una persona nuova. Allora consiglio:

Il/la consultante, se non ha amici, assuma un paio di collaboratori

(una donna ed un uomo). Essi vadano in un posto gradevole fuori città,
scavino una fossa non molto profonda. La notte davanti a lui, leggano il
suo discorso funebre contando tutti i passaggi della sua vita; dopodichè
si denudi e si avvolga in un lenzuolo; si stenda nella fossa affinché i suoi
due collaboratori la coprano di terra, lasciando scoperto il suo viso per
potere respirare, e così, immobilizzato, si dovrà arrendere al nulla. Con
lo sguardo rivolto alle stelle, il consultante dovrebbe essere in grado di
lasciare andare tutto, fino a non avere più alcun interesse che lo leghi al
personaggio che fu.

Rimarrà nella fossa, circondata da dieci candele accese, per il maggior

tempo possibile; e quando sinceramente se lo sentirà dovrà dire: "Voglio

rinascere!." I suoi collaboratori lo dissotterreranno, lo laveranno con
acqua santa e gli consegneranno vestiti puliti, bianchi. Finendo di
vestirsi lascerà il suo nuovo nome affiori alla mente. Scriverà su un
pezzo di carta tipo pergamena il suo antico nome e, insieme ai vestiti
vecchi e le candele, lo seppellirà nella fossa. Ritornando in città, brucerà
un albero secco, (o un ramo secco) dove prima nel luogo della sepoltura,

avrà appuntato le foto di tutti i suoi parenti (nonni, genitori, zii e

fratelli). Se non ha fotografie di alcuni, deve appendere al loro posto

un disegno o il ritratto di un personaggio somigliante. Raccoglierà le

ceneri, le dissolverà in un litro di olio di oliva vergine, di sera

si infangherà tutto il corpo con quella pasta e si coricherà sul pavimento
a dormire. Appena sveglio si laverà insaponandosi e risciacquandosi
sette volte di seguito. Si vestirà con vestiti nuovi. Dopo, ammucchierà
tutti i sui vestiti vecchi e li regalerà ad un'istituzione di beneficenza.
Spruzzerà con acqua battesimale i piani, soffitti e pareti del luogo dove
abita.

Cambierà i mobili di posto. Comprerà nuove stoviglie e romperà a

martellate le vecchie. Sostituirà le sue tovaglie e posate. E, finalmente,

imprimerà biglietti da visita col suo nuovo nome.

Ecco anche quest’ altro domanda d’aiuto:

"Sono persa, senza lavoro, senza casa, vivo da alcuni amici

che stanno per stancarsi di me. La mia vita è una gran catena di

separazioni: mio padre si suicidò, con mia madre non parlo, sono
incapace di pagare i miei debiti e spendo compulsivamente il denaro.
Mi sposai con un sieropositivo per aiutarlo ed ora non vuole più
vedermi; sono bisessuale, cocainomane, le cose vanno sempre peggio;
presto o tardi finisce sempre che deludo la gente o loro deludono me io,
e questo mi condanna a una terribile solitudine. Prima insultavo a
meraviglia, ora nemmeno quello; sono molto triste, ho bisogno di aiuto,
sono una barca senza rotta né vento, ho terminato le riserve, l'amore è
una serie di passioni impossibili, ho paura, ho perso completamente
l'allegria di esistere. Come recuperarla?."

Risposi:

Lo mangi il più possibile. Quando avrai digerito e dovrai andare alla
toilette, defechi in un orinale infantile. Dopo, con quell'escremento
sfreghi il suo corpo nudo. Vestiti con vestiti sporchi e stracci, esci per la
strada a mendicare, così puzzolente, per tre ore e dopo vai a casa di tua

madre, esigendolo che ti lasci lavare. Porta in una borsa i vestiti puliti.

Quando esci lavata e ben vestita, lancia i vestiti puzzolenti in un

contenitore di spazzatura pubblico dicendo: "Spazzatura, torna
spazzatura.Vita, ritorna alla vita." Obbligati a ridere a crepapelle e vai a
casa di un amico (o dove tu abiti ora), portando un ramo di

rose. Se sei capace di fare questo, recupererai la gioia di esistere.

25. SMETTERE DI FUMARE

Quando si è preda di una dipendenza è impossibile scappare se

non si desidera farlo. E quando si desidera farlo, si necessita un enorme

forza di volontà per riuscirci. Il/la consultante, che sta cercando di
diminuire il più possibile la sua quantità giornaliera di sigarette, deve
fare per 22 giorni di seguito questo esercizio:

Dormirà ogni notte solo quattro ore. Collocando una stoviglia piena

di acqua ed un guanto da bagno vicino al suo letto, si coricherà a
mezzanotte accompagnato da una sveglia che deve suonare alle quattro
del mattino. Aprendo gli occhi, si coprirà fino alla testa col lenzuolo e,

tirando fuori il braccio da un fianco, prenderà il guanto di bagno,
bagnato, e lo sfregherà per tutto il corpo. Dopo, così coperto, lascerà che
la poca acqua che sia rimasto nella stoviglia evapori. Si alzerà e farà una
doccia fredda. Si sentirà pieno di una nuova energia. Con una piuma
grossa scriverà su un lato del suo pacchetto di sigarette “NO!" e
sull'altro lato "IO POSSO!." Mangerà in un ristorante giapponese e
conserverà gli stuzzicadenti di legno, li taglierà in pezzi della lunghezza
di una sigaretta e li metterà nel suo pacchetto, accompagnato da una
piccola bottiglia, piena di acqua santa. Ogni volta che avrà voglia di
fumare, tirerà fuori un pezzo di stuzzicadenti, lo bagnerà nell’ acqua
santa e lo succhierà fino a che gli passerò la voglia.
Se il vizio lo domina in tale modo che, nonostante questi sforzi, 

si sente incapace di abbandonarlo, deve dimostrare al suo inconscio
quanto dannosa è la sua abitudine, allora fabbricherà dei fantocci di cera
dei suoi due esseri più cari. In ogni fantoccio attaccherà alcuni capelli ed
unghie di essi. Ogni volta che fumerà, durante il giorno, traccerà una
riga in un libretto. Ritornando a casa sua, conterà le righe e dopo infilerà
spilli a capofitto nei suoi due fantocci. Un spillo per ogni

sigaretta fumata. Benché sia una persona razionale, esente da

superstizioni, questo atto di stregoneria sarà accettato dall'inconscio

come un danno reale ai suoi esseri amati. A poco a poco, prostrato da
gran senso di colpa, cesserà di fumare. Allora, dopo avere estratto gli

spilli e seppelliti in un vaso di fiori con una pianta che conserverà in 

casa sua, scioglierà ogni fantoccio trasformandolo in un cuore che
invierà in regalo ai suoi amati al centro di una scatola di cioccolatini.

26. ASSUEFAZIONE ALL'EROINA

Per liberarsi soltanto di tale necessità di iniettarsi questo calmante nel

sangue, si ha bisogno di una volontà sovrumana, cosa impossibile per la
ragione. È necessario usare un atto che colpevolizzi in tale maniera a
l’incosciente che, prigioniero di questa nefasta abitudine, non
comprenda soltanto,

ma che senta fino nel più profondo del suo spirito che rovinare sé

stesso è un tanto così un grave crimine quanto distruggere la vita di
qualcun’altro.

Raccomando al/la consultante che compri, per cominciare, dodici

uccelli in gabbia e dodici topi bianchi. Ogni volta che si inietta,

prima dovrà stringere nella sua mano destra un uccello e nella sua mano
sinistra un topo, pressando fino a rompere loro le ossa. In un vaso

trasparente ed ermetico conserverà quelli cadaveri che andranno

accumulando fino a che la sua coscienza, stufa di vederlo assassinare
esseri indifesi, gli impedirà di continuare ad iniettarsi.

27. ALCOLISMO

Liberare una persona devastta dall’ alcolismo è un lavoro di squadra

che conoscono molto bene i membri dell'associazione Alcolisti

Anonimi. (Il seguente atto di psicomagia pretende solo di migliorare la
relazione di una persona che vive con un/una alcolista. Vedere anche

caso n. 28).

È necessario, in un angolo della camera da letto, organizzare un altare
dove metteremo una statua della Vergine María con un bambino in
braccia. Insieme a lei, una bottiglia dell'alcool preferito dal/la
consultante colpito da questa dipendenza. Sulla bottiglia si attaccherà la
fotografia della madre del/la consultante. Ogni notte su quell'altare si
bruceranno due stecche di incenso, aggiungendo anche un bicchiere con
due rose fresche. Nel momento di coricarsi, l'accompagnatore della
persona fedele alla bibita gli farà un massaggio alla schiena e al petto col
liquore contenuto la bottiglia sull'altare. In questo modo il veleno agirà
come antidoto, acquisendo, oltre ad un significato sacro, la qualità di
equilibrare la mancanza di tenerezza materna nella precoce infanzia.
Così diminuirà la mancanza di autostima e colpevolezza del consultante,
migliorerà il suo comportamento verso chi gli fa i massaggi.

Come nel caso di bulimia, vedere il caso n.22, raccomando al paziente

di assumere un’infermiera e poppare dai suoi seni due volte al giorno,
una volta di mattina, a digiuno, ed un’altra di sera. A poco a poco
l’intensità della sua sete di alcool andrà decrescendo.

28. VIVERE CON UN TOSSICODIPENDENTE

Un alcolizzato, un morfinomane, un giocatore d’azzardo o qualunque
altro tipo di tossicodipendente a qualcosa, è incapace di amare con
normalità un'altra persona. L’amore sano è uno scambio equilibrato tra
due vincitori, ma i tossicodipendenti - ruotando intorno a se stessi -
stabiliscono nella coppia che essi sono "il vincitore" e chi li accompagna
"un perdente." Il tossicodipendente esige attenzioni e sacrifici, chiede
all’infinito, come i bambini, ma è incapace di dare.

Le persone che si legano ad essi non amano loro stesse.
È talmente bassa la loro autostima che credono di valere solo se si
sacrificano aiutando un altro.

Ma mentono a loro stesse dicendo che l'autodistruttivo è riconoscente e
che, quando sarà libero dalla sua dipendenza o vizio, li amerà. Essendo
stati bambini non amati dai genitori, riproducono quella sofferenza
infantile, tentando a tutti i costi di guadagnarsi un amore

che non verrà mai loro dato. Benché sappiano che stanno sprecando la
loro vita, motivate da una compassione che occulta un doloroso
desiderio di essere riconosciuti, sono incapaci di terminare questa insana
relazione.

Consiglio allora al/la consultante di dire alla persona tossicodipendente:

(Se è una donna:) "Tu sei malato. Non sono né tua moglie né la tua
amante bensì la tua infermiera. A partire da oggi starò sempre al tuo
fianco con una uniforme da infermiera. Così vestita ti accompagnerò da
tutte parti, sia al ristorante, al cinema, a fare acquisti, a casa di amici,
etc.." Il consultante rinchiuderà tutti i suoi vestiti in un baule e si vestirà
di infermiera portando appeso al collo un medaglione con la fotografia
della madre del tossicodipendente.
(Se è un uomo:) in questo caso, ogni volta che il consultante sta col
tossicodipendente, si vestirà da infermiere portando appeso al collo un
medaglione con la fotografia del padre di lei.

29. MORTE DI BEBÈ
"Dio dà, Dio toglie, santo sia Dio...!", "Non penseremo alla sua assenza,
ringraziamo per il tempo durante il quale rallegrò le nostre vite...", "La
goccia divina ritornò all'oceano originale...", La "sua anima si è dissolta
nella felice eternità...", "I morti non soffrono...", etc.
Ogni frase o idea che si dicono alcuni genitori che hanno perso un bebè,
per molto saggia che questa fosse, non li consolerà. Il fatto di seppellire
il corpo, o di cremarlo per dopo spargere le sue ceneri, è sentito
dal'inconscio come un ritorno alla materia, alla freddezza dell'oscurità
terrestre. Per completare la cerimonia di addio aggiungendo un sollievo
spirituale, consiglio alle persone in lutto:

Incorniciare una fotografia del bimbo/a deceduto e legarla a quattro o
più palloncini bianchi pieni di gas affinché volino via e si perda nel
cielo.

(Questa stessa cerimonia può essere realizzata con la fotografia di un
parente adulto o di un animale che sia stato la nostra mascotte.)

30. NASCERE DOPO UN FRATELLO MORTO


È importante sapere che la nostra nascita è stata un avvenimento atteso
augurato in seno alla famiglia e non da un’altra parte.

Se nasciamo dopo che un fratello o una sorella sia morta, e ci hanno
messo il nome del defunto, quello significa che siamo venuti a
rimpiazzare un altro, e questo ci obbliga a non potere essere noi stessi.
Senza rendercene conto, viviamo portandoci addosso un morto. Questo
diventa più evidente quando ci battezzano col nome del morto o come
Renato [nato di nuovo] o Renata. Oppure ci danno un'iniziale o una
sillaba del desaparecido: LUis si trasforma in LUciano, BErta in
BEatriz, ALejandro in ALberto o marziALe, MARTA in MARía o
RoberTA.

Quando il/la consultante diventa cosciente che non si sente di essere,
consiglio:

Prendere un chilo di pasta di mandorle e, alle dodici della notte, coricarsi
nudo e stendere la pasta come una seconda pelle sul petto ed il ventre.
Così, di spalle, riposare fino ad addormentarsi.

Quando si è svegli, dopo dieci minuti, un paio di ore o più, il tempo
della durata del sonno, deve modellare con la pasta un fantoccio che

rappresenti il bambino morto. Quindi deve dipingerlo con pigmenti
vegetali commestibili, metterlo in una scatola bella e portare la cosa in
regalo a sua madre, a suo padre o entrambi, dicendo che desidera
prendere un caffè o un tè con essi, con la richiesta che mangino un pezzo
del fantoccio, ( il/la consultante non toccherà boccone). Se essi fossero
morti, depositerà metà del fantoccio su una tomba e l'altra metà
sull'altra, dicendo: "Che i morti divorino i loro morti." Poi si cambierà
quello nome, non legalmente bensì per mezzo di un promemoria ,
chiedendo a suoi familiari ed amici che lo chiamino col nuovo nome.

Questo dobbiamo farlo anche se ci hanno messo il nome di un

parente morto in circostanze tragiche, come per esempio una nostra zia

che si sia suicidata.

Se ci rendiamo conto che abbiamo commesso l'errore di battezzare 

un figlio con un nome carico di problemi e decidessimo di

cambiarlo, dobbiamo fare attenzione a non provocare in lui una
scioglimento della personalità: il suo nome si è trasformato nel suo
territorio, toglierlo bruscamente è come lasciarlo senza domicilio fisso.
Per evitare questo, consiglio:

Mostrare al figlio un piccolo baule argentato (se è una bambina), o
dorato (se è un bambino), dicendolo: "Figlio Mio, gli uccellini vivono in
un nido, i nomi possono anche, come essi, avere un luogo dove essere
ospitati. Questo baule è il nido del tuo nome." I genitori devono aprire il
baule e tirare fuori un pezzo di carta tipo pergamena dove sia scritto il
nome di battesimo del bambino. "Qui può riposare il tuo nome,
rinchiuso così mai lo perderai. Potrai averlo nella tua stanza. È il nome
che ti conveniva perché eri piccolo. Ora che sei cresciuto ti regaliamo un
nuovo bel nome che ti darà poteri che corrispondono a quello che sei."

Devono offrire al bambino una piccola sbarra di marzapane dove, con
lettere di zucchero, sia scritto il nuovo nome. "In questa sbarra è scritto
tuo nuovo nome, mangiatela, così egli entrerà nel tuo corpo e sarà tuo
per sempre." Allo stesso tempo, unendo le loro voci, il padre e la madre
egli leggeranno il nuovo nome e spereranno che il bambino si mangi il
marzapane.

Allora, lo abbracceranno e si congratuleranno: "D’ora in poi ti
chiameremo così. Quando ti ricordi del tuo antico nome, devi solo aprire
quel baule e conversare con lui, dicendogli che lo vuoi e che non lo
dimentichi, quindi gli raccomandi che continui a dormire".

31. RESTITUIRE SENTIMENTI ALTRUI



I neuroni del cervello infantile, come specchi, hanno la qualità

di riflettere ed immagazzinare i sentimenti dei genitori. Cresciamo

sentendo sofferenze che non sono nostre. Anche, per un desiderio di

appartenere a loro e di essere amati da essi, riproduciamo malattie dei

nostri predecessori. Essi, invece, non riescono a vedere nostra la

individualità e ci trasformano nei loro prolungamenti. Il nome di

un bisnonno, ed anche il suo mestiere, può trasmettersi al nonno, al
padre ed al nipote, ed in quel nome è contenuto il destino che soffrì
quell’antenato. Molte volte una depressione, un fallimento, un tumore,
etc.,per adesione al clan, si trasmette da un parente ad un altro.
Per un caso di questo tipo, consiglio:

La prima cosa che il/la consultante deve dire è: "Questo male non è

mio, è del tale o del quale parente!." Subito ottenere una palla da bocce

(o più, secondo l'importanza del problema), e dipingerla di nero, se

fu un tumore o una depressione, di grigio, se fu un fallimento economico
o sentimentale, di verde oscuro, se fu una mancanza di autostima. Si
deve portare questa pesante palla sempre sulla schiena dentro uno
zainetto, eccetto quando uno si lava o dorma nel suo letto. Terminati
sette giorni inviare la palla, impacchettata come un regalo di nascita a
chi considera che quel sentimento o malattia invasiva ti appartiene.
L'accompagnerai con un bel mazzo di fiori ed un biglietto in cui verrà
scritto: "Questo te lo restituisco perché è tuo. Non fu mai mio."

Ad una celebre scultrice che aveva realizzato tutto quanto desiderava
nella la sua vita (prosperità successo, famiglia equilibrata),
l'angosciavano attacchi di malinconia che le provocavano il desiderio di
suicidarsi con un colpo in testa. Questo sentimento non era di lei bensì
di sua madre, una donna che non realizzò mai la sua vocazione artistica.
Le consigliai di scolpire una pistola di marmo, dipingerla di nero,
portarla nella sua borsetta per un mese lunare e nel momento delle sue
regole, inviarla in regalo a sua madre, accompagnata da una scatola di
cioccolatini a forma di cuore...

32. TOGLIERE LA PENA AD UN BAMBINO

A volte i genitori non possono soddisfare il desiderio dei loro figli

(per esempio, si vedono obbligati ad emigrare da un luogo che il piccolo

ama, o a causa del divorzio si è separato da uno dei suoi progenitori, o
non c’è il denaro sufficiente per regalargli quello che chiede, o muore un

nonno, etc.. ) Questo provoca una pena grande al bambino, potrà
rinchiudersi in sé stesso, perdere l'appetito, cessare di sorridere, etc.
Per risolvere queste situazioni, consiglio:
I genitori devono fabbricare un fantoccio che somigli al bambino,
provvisto di un viso esageratamente triste. Gli diranno: "Questa è la tua
pena. La portiamo a passeggiare. La porteremo al cinema, (o in un altro
posto che piaccia al dispiaciuto)." Il bambino dovrà andare col fantoccio
nelle sue braccia e farlo sedere al suo fianco mentre vede il film. Se
vanno in una gelateria, può sfregare col suo gelato la bocca del
fantoccio, etc. alla fine di un giorno ricco di divertimenti, per il bambino
che si è sempre trasportato la sua "pena", si legheranno al fantoccio tanti
palloncini gonfi di gas quanto necessario affinché, liberandolidoli, il
fantoccio si perderà nelle altezze del cielo. "Vedi? La tua pena va via
verso il cielo. Di lei si incaricheranno gli angeli. Ora tu puoi essere
contento."

33. STACCARSI DA IDEE NOCIVE


Il nostro cervello ha tendenza a realizzare predizioni. Quelle parole si
fissano nei nostri neuroni e si trasformano in ordini. I bambini si vanno
formando di accordo allo sguardo dei loro genitori. Se essi non li
vedono, e proiettano nei piccoli quello che desidererebbero che fossero,
senza accettare quello che sono veramente, questi crescono sentendosi
vuoti, plasmati da una forma di autocritica negativa, e quanto più si
ripetono le loro svalutazioni, tanto più le realizzeranno. Ai consultanti
che soffrono questo tipo di autocoscienza ("Sono un fallito", "non servo
a niente", "Gli uomini/le donne mi odiano", "Non sarò mai ricco", " mi
basta volere qualcosa per non ottenerlo", "Sono brutta", "non trionferò
nei miei studi", "Tutti mi tradiscono", etc, consiglio loro la cosa
seguente:

In un pezzo di carta che simuli pergamena scrivere tutte le autocritiche
dalle quali uno desidera liberarsi. Sigillare questa lista con una goccia
del tuo sangue e dopo seppellirla, in un vaso da fiori piantando dopo dei
fiori.

Io avevo lavorato per venti anni al mio primo romanzo, Il pappagallo di
sette lingue, credendo che non avrebbe mai meritato di essere
pubblicata.

Scrissi sulla carta pergamena "scrittore fallito" e lo seppellii. Dopo sei
mesi pubblicai il mio libro, al quale seguirono molti altri.

34. ASSENZA DEL PADRE
(in una donna) Per potere amare quando si arriva all'età adulta, è
assolutamente necessario che l'impulso incestuoso della bambina
acquisisca come obbiettivo la fusione col padre. Questo, all'interno del
suo inconscio, si trasformerà nel motore dei desideri. Se la relazione con
lui è inesistente, per morte prematura, abbandono o rifiuto della madre,
la donna adulta sente un vuoto nella sua libido, non riuscendo a stabilire
una relazione stabile. Affinché la simbiosi incestuosa si realizzi,
consiglio:

La consultante deve ottenere una fotografia di suo padre, arrotolarla
formando un tubo con l'immagine verso l’esterno, coprirla di miele ed
introdurla nella sua vagina, conservandola, tenuta immobile nel suo
letto, per tre ore. Quindi deve estrarla, salire fino alla terrazza
dell'edificio più alto della sua città e lanciare lontano il tubo della foto
paterna esclamando: - "Ora dissolviti tra gli uomini!."

Nel caso in cui la consultante non possa ottenere una fotografia di suo
padre - perché la madre lo odi e, volendolo dimenticare, non conservi
nessuna foto - consiglio:

Se sa il nome di lui, deve scriverlo in una zolla di zucchero ed
introdurselo nella vagina fino a che si dissolva. (Nel caso in cui il nome
sia conservato in gran segreto per la madre, deve scrivere nella zolla di
zucchero: "Papà").

35. ASSENZA DEL PADRE


(in un uomo) Affinché l'uomo possa sviluppare la sua virilità adulta,
forza di volontà, carattere intraprendente, sicurezza in sé stesso, capacità
di realizzazione, spirito protettivo, forza buona, deve essere stato amato
ed educato nell'infanzia da un padre con queste caratteristiche. Se la
relazione con lui è stata inesistente, (per morte prematura, assenza o
rifiuto), il figlio sente un vuoto nella sua libido, non riuscendo ad essere
indipendente, stabilendo relazioni dove si comporta di forma servile con
capi, amici o donne dominanti.

Affinché l'inconscio del consultante si senta sostenuto da un genitore, si
deve fare tatuare sul braccio destro il viso o il nome di suo padre. Se la
madre, per odio, ha spezzato le fotografie dell'assente o si rifiuta di
comunicare il suo nome, il consultante deve tatuarsi nel luogo indicato
un triangolo con un occhio (simbolo del Padre Eterno).

In tutti i casi, oltre al tatuaggio, deve introdurre nelle sue scarpe come se
fossero suole, fino a che si disfino, i quattro re di un mazzo di carte di
Tarocco, col dorso verso il basso e le figure guardando verso la pianta
del piede. Nella scarpa destra: primo il Re di Bastoni e, sopra, il Re di
Spade. Nella scarpa sinistra: primo il Re di Ori e, sopra, il Re di Coppe.
Questi quattro re, simboli del padre, apportano l'energia sessuale,
(Bastoni); l'energia intellettuale (Spade); l'energia fisica (Oro); e
l'energia emozionale (Coppe).
A parte questo, consiglio al consultante che cerchi un maestro, che sia
maggiore di età, ottenendo di avere lezioni gratuite in cambio di servizi
pratici.

36. ESPRIMERE LA RABBIA SOFFOCATA

Nel clima psicologico familiare nel quale si immerge il bambino dalla
sua nascita, si mischiano idee pazze con sentimenti deviati, desideri
frustrati ed azioni guidate da concezioni antiche che non coincidono con
i cambiamenti attuali. È inculcato al bambino/a che deve essere come i
suoi genitori ed gli altri parenti considerano la stessa cosa. Se non
obbedisce a queste norme, sarà considerato un traditore, un malato, uno
stupido, un "cattivo."

Vengono ordinate cose che egli non desidera, e gli sono negate le cose
che desidera.

Proibito di essere quello che è, e indotto ad essere quello che gli altri
vogliono che sia. Il bambino, davanti a questa dolorosa situazione - e
benché per ottenere amore si impegni in essere ubbidiente - soffre una
rabbia che reprime, molte volte seppellendola nell'inconscio. Cresce
credendo di essere stato amato e di non avere problemi. Tuttavia, può
costargli formare una famiglia gradevole, che fallisca in tutto quello che
si propone, che l'angoscino inspiegabili depressioni o che soffra
confusioni nervose o sviluppi manie. Un giorno si rende conto che vive
soffrendo. È la rabbia accumulata che non lo lascia godere della vita.
Consiglio al consultante che:

Innanzitutto, per fare affiorare la sua collera dalle profondità del suo
inconscio, si stenda di spalle sul suolo e cominci a scalciare, imitando
una crisi di rabbia infantile, gesticolando, dando tallonate e
permettendosi di vociferare lamenti ed insulti diretti a chi lo ha frustrato
o fatto del male.

La psiche dell'adulto tende a riprodurre le sue emozioni infantili. Se per
una paura infantile di non essere più amato, non osa prendere coscienza
degli errori dei suoi genitori, professori o compagni, diventando adulto
proietterà questi abominevoli comportamenti sugli esseri che crede di
amare, o sui suoi colleghi o sui capi chi gli faranno oggi quello che ieri
altri gli fecero. Una volta precisate i/le colpevoli, può procedere a
punirli, in forma metaforica, per finalmente sfogarsi.

Una donna che aveva divorziato e che era ancora piena di furia verso
suo ex marito, comprendendo che questa era una proiezione di suo padre
militare e schiacciante, attaccò la fotografia di loro due in una grande
anguria che spezzò a calci. I resti li divise in due parti, la metà la inviò al
suo ex marito e l'altra metà la depositò sulla tomba di suo padre.
Se il danno è stato grande da parte della madre, o di una zia, o una

nonna o una sorella, benché sia qualcosa di molto crudele, deve
comprare una gallina nera, batterla con una mazza di baseball fino a che
muoia, dopo cucinarla ed invitare la colpevole a cenare, dandole da
mangiare una zuppa o uno stufato di quella gallina bastonata. (Se
l'aggressore fosse morto, deve andare sulla sua tomba a prenderla a
calci, orinare o defecare su lei.)

Se è una persona importante, suo padre o il suo capo, deve andare al suo
posto di lavoro, al suo posto di ritiro o la sua tomba e bombardarlo con
una dozzina di uova crude.

Ad una consultante con desideri suicidi che aveva sofferto molto

tormento in una scuola religiosa, consigliai di andare di buon mattino
all'edificio e lanciare un uovo di struzzo contro la sua porta. Recuperò
l'allegria di vivere.

Se è un parente al quale si è perdonato già e che, in fondo, 

nonostante tutto quello che ci fece, lo volevamo, consiglio di andare al
cimitero con una spazzola, acqua e sapone e pulire la sua tomba. Quindi
profumarla e, infine, con un pennello inchiostrato in miele scrivere il
parola "Amore."

Molte volte l'odio è la reazione davanti ad un desiderio di essere amato o

di ammissione che non si ottenne. Tuttavia, decidere mentalmente di

perdonare, perché così ce l'hanno insegnato da bambini, inculcandoci

una difettosa interpretazione dei Vangeli, non ci guarisce. Si perdona

dopo un confronto, sia con la persona che ci ha danneggiati,

sia con un terapeuta che la rappresenta, sia con una fotografia o sulla sua
tomba (se ci fu la cremazione, nel posto dove si sparsero le ceneri).

Questi sono le condizioni del confronto:

1. Questo è quando ero bambino/a quello che mi facesti.

2. Questo è quello che a quel tempo sentii.

3. Questo fu quello che mi produsse.

4. Questo è quello che oggigiorno continuo a sentire e soffro.

5. E questa è la riparazione che ti chiedo.

Il consultante deve valutare il danno, esigendo una somma precisa di

denaro. Consiglio che si chiedano milioni. Se la persona, quando è reale,
si rifiuta di riconoscere il debito, bisogna smettere di vederla fino a che
si decida a farlo.

Non serve a niente chiedere "Voglio che mi abbracci e mi accetti",

"Voglio che chiedi scuse, etc. Quanto vale una vita dannata?

Quanto vale una nevrosi di fallimento? Quanto vale una costante
mancanza di autostima, una freddezza, una sistematica autodistruzione?
Ad uno dei miei figli, Cristobal, firmai un gran assegno metaforico per 3
milioni di dollari. Egli l'ha incorniciato ed appeso nel suo gabinetto di
consultazioni.
Per abbandonare definitivamente la rabbia contro i genitori, dopo

un coraggioso confronto, consiglio che il consultante bruci una

fotografia di ognuno di essi. Come antidoto deve prendere

un pizzico delle ceneri della fotografia del padre, dissolverli in un

bicchiere di vino e berlo. Un pizzico di ceneri della foto della madre
deve dissolverla in un bicchiere di latte e berlo.

37. SEGRETI CHE ANGOSCIANO

Ogni segreto nascosto si trasforma in un nodo patologico che lentamente

ma sicuramente invade l'inconscio e, da quella zona inimmaginabile,

comincia ad esercitare un'azione demolitrice nella psiche (nevrosi) ed
nel corpo (malattie). Nelle famiglie, questi segreti tendono a

emergere, riprodursi di generazione in generazione fino a che qualcuno

li confessa. Per esempio, se una nonna nasconde che fu violentata, tanto
sua figlia come la nipote potranno subire violenza, ripetendo l'antico

atto traumatico. L'unica maniera di finire con questo silenzio angoscioso

è, facendo provvista di energia, confessarlo al maggiore numero di
familiari ed amici. È probabile che tale confessione, quasi finita con la
complicità del clan che ostacola la rivelazione pubblica, coprendo il
segreto per salvare facciata e decenza, seppellendolo nella dimenticanza
o ignorandolo malgrado sia evidente agli occhi, provoca disordine nella

vita del/la consultante. Ma è meglio affrontare l'espulsione dal clan

che vivere prigioniero dello stesso, sopraffatto dai suoi pregiudizi e
mancanza di comprensione. Il migliore mezzo per rivelare un segreto è
per mezzo di un promemoria scritto a mano.

Ad una consultante sposata da venti anni con un eiaculatore

precoce il cui coito non durava più di quattro secondi, e che si evitava di
accarezzarla e le apriva bruscamente le gambe per realizzare il suo breve

amplesso, consigliai di inviare una lettera a tutta la sua famiglia,
descrivendo con dettagli l'atto sessuale che aveva dovuto soffrire durante
tanti anni e la sua decisione di chiedere il divorzio. La famiglia, per
tradizione e difendendo una stretta morale religiosa, si schierò con il
marito, accusandola di essere matta, depravata, di volerla

diseredare. Ella non indietreggiò e cominciò una nuovae soddisfacente
vita.

A consultanti omosessuali e lesbiche consiglio loro:

Se le loro famiglie non lo sanno, devono comunicare loro le loro
caratteristiche sessuali. Ai consultanti che mi obiettano "Mio padre è
homófobo, un perfetto maschilista.
Se gli dico che sono frocio, muore...", rispondo loro:
Non l'ammazzerai tu, bensì i suoi pregiudizi. Ma devo dirti, dopo

avere analizzato una moltitudine di alberi genealogici che i figli
realizzano quello che i suoi genitori reprimono. È molto probabile che
tuo padre abbia soffocato i suoi desideri omosessuali. Intuitivamente,
quello che gli confesserai egli lo sa" già.

38. GENITORI DOMINANTI

Alcuni genitori dominanti o possessivi creano nevrosi di fallimento

nei loro figli facendoli sentire in colpa di allontanarsi da essi per vivere
la loro propria vita. O, per paura di essere superati, di usare per
procedere ciò che essi insegnarono loro, o di nutrirsi di altre fonti. Se
essi non realizzarono una coppia unita da vero amore, faranno sì che i
loro figli si sentano colpevoli di unirsi per amore ad un compagno, o
colpevoli di avere successo dove essi non l'ebbero; cioè, di essere loro
stessi e di andare più lontano. In questi casi, consiglio al/la consultante:

Visitare il padre/madre/entrambi portando in regalo una gran borsa

piena di cioccolatini a forma di monete d’oro.
Chiederà che si siedano di fronte a lui, spargerà affettuosamente le
"monete" come una pioggia su di loro e dopo presenterà loro un
accordo, dicendo: "Con queste monete vi pago tutto quello che faceste
per me, tutto quello che mi deste. Se mi amate, firmate questo
contratto." In esso sarà scritta la cosa seguente: Essendo stati

pagati, autorizziamo nostro/a figlio/a ad usare tutto quanto a lui

insegnato, più quello che abbia imparato per suo conto, per esercitare il
suo talento nel mondo."

Il consultante incornicerà il suo accordo e l'appenderà in un posto dove

gli sia possibile vederlo ogni giorno.

39. NON SAPERE ACCAREZZARE

Per secoli si sono attribuiti al tatto buie intenzioni. Un padre

o una madre possono avere paura dei loro impulsi incestuosi o

omosessuali, ed accarezzare i loro figli con un amore mischiato a rifiuto

perché diffidano di se stessi o perché, sottovalutandosi, li sottovalutano.

Molti bambini soffrono mali psicologici perché i loro genitori non
seppero accarezzarli con la dovuta tenerezza. E, se questi non lo fecero,
fu perché a loro volta non conobbero un'autentica tenerezza da parte dei
loro propri genitori. Per potere accarezzare bene un essere, svegliando in
lui il suo Io essenziale, dobbiamo concentrare nelle nostre mani la forza
fisica, sessuale, emozionale e mentale, sentire in esse quello spazio
infinito ed il tempo eterno, l'amore incommensurabile che è radice della
materia, la grandiosa allegria della vita, e dopo toccarlo senza asprezza,
senza desideri sessuali subdoli, senza dimostrazione di potere,
con devozione, attenzione concentrata e bontà di madre-padre.

Per il/la consultante che non ha sviluppato la sensibilità necessaria,
consiglio:

Accarezzare ogni mattina per mezz'ora, tre mesi almeno, un oggetto
inanimato tentando di comunicargli vita. Può essere una roccia, un
piano, un manichino, una poltrona o un altro mobile, etc. prima di fare
questo, devono si devono sfregare per sette minuti le mani con un pezzo
di carne cruda che dopo si farà mangiare a un gatto o un cane, lavarle,
insaponarle e risciacquarle quattro volte di seguito. Poi ungerle con un
buon olio da massaggio e poi profumarle. Al termine del periodo di
tempo in cui si è accarezzato coscienziosamente l'oggetto, ci si renderà
conto che questo assorbe il caldo delle proprie mani, addolcisce i suoi
spigoli e l’inerzia, sembra acquisire un'anima. Se il consultante è capace
di sensibilizzare così la materia inanimata, potrà accarezzare un essere
umano, rivelandogli la ricchezza del contatto corporale tenero.

40. ABBANDONARE UN LINGUAGGIO AGGRESSIVO

È dovuto a delusioni soffocate, o magari per essere stato educato da
genitori che l'hanno criticato costantemente: altri per affermare la loro
superiorità, in ciascuna frase che dice lascia cadere parole aggressive.
Questa aggressività che è incosciente per la maggiore parte, la dirige non
solo a chi lo circonda, ma anche alla società che l'alberga. Infine,
al'umanità intera. Questo proviene da genitori che non seppero
riconoscere i valori di loro figlio/a e distrussero i suoi sforzi per ottenere
la minima ammirazione. La massima attività del sistema nervoso è
quella di enunciare parole, e queste parole sono intimamente legate al
corpo. Un linguaggio aggressivo, ritorna a chi l'usa come se fosse un
boomerang; colpisce la sua salute mentale e fisica, finendo per fargli
recidere i fili amichevoli coi suoi simili.

Consiglio allora al/la consultante:

Procurarsi miele di api nelle sue cellette. Ogni mattina, a digiuno, deve
succhiarne un pezzo. Succhiando il miele e masticando la cera, con la
bocca addolcita ripeterà tre volte: "Se dove non c'è amore semino amore,
otterrò amore." Quindi conserverà i resti di cera in un contenitore dorato.
Quando avrà formato una palla media di cera masticata, deve modellarla
dandole la forma di un cuore che, immerso in un bicchiere di vetro pieno
di acqua santa, collocherà nel centro del tavolo dove mangia.

41. ARTISTI BLOCCATI



Quando qualcuno sente una costante chiamata interna che gli chiede

realizzare un'opera artistica e, per quanto voglia obbedire non riesce a

cominciare, posseduto da un'incomprensibile paralisi spirituale o per

un'angosciosa pigrizia, può in realtà stare rispettando inconsciamente
un' ordine dei suoi genitori, per esempio se essi considerano

che gli artisti finiscono col morire di fame, oppure che una donna

che svolge un'attività artistica entra in contatto con gente di male

affare. Se il/la consultante nella sua infanzia ed adolescenza ha sentito
frasi come: "Tutti i poeti sono finocchi, tutti i musicisti sono

drogati, tutte le cantante o attrici sono alcune prostitute", e se

appartiene ad una famiglia che desidera che adotti il "sicuro ed
onorevole" lavoro di suo padre, o che si trasformi in una donna schiava

delle sue attività casalinghe, e se a quello si aggiunge che i suoi genitori
repressero i suoi desideri di essere un artista, (questo provoca senso di
colpa per fare ciò che essi non poterono), la persona si blocca...

Allora, consiglio:

Se è un/una consultante che desidera cominciare a scrivere un libro,

deve versare in un fiasco di inchiostro rosso alcune gocce della sua
urina, un poco della sua saliva ed un grammo del suo escremento, per
scrivere a mano le tre primi frasi o i versi del suo testo.

Se la consultante è lesbica, dovrà estendere sul pavimento una striscia

di carta di lunga quattro metri. Si procuri una ciotola con inchiostro
nero, nella quale avrà sputato sette volte ed aggiunto un grammo di
escremento ed alcune gocce di urina, ed un pennello il cui manico
introdurrà nella sua vagina.
Chinata sulla striscia di carta, con le gambe aperte e le ginocchia
arcuate, muovendo le sue anche ed avanzando di fianco, scriverà le
cinque prime parole del suo testo.

(Sia il foglio manoscritto con inchiostro rosso, che la striscia di carta,
devono essere inviate dopo al/ai familiari che disprezzarono il suo
talento.) (Questo stesso consiglio è valido per i pittori.)
Saliva, escremento ed orina: essendo prodotti dal suo corpo, per il
bambino sono manifestazioni creative.
Ma il piacere di giocare con essi è represso dai genitori.

42. AMENORREA
Il corpo umano, (in un piano differente da quello dell'attività psichica),
può avere condotte animali. Certe volte, nel decorso di un'analisi, la
presa di coscienza della causa di una turbamento, attraverso la parola,
non risulta effettiva. Bisogna ricorrere allora ad azioni non verbali che
indichino al corpo quale sia il suo funzionamento salutare.

Inspirato da un avvenimento che vidi quando era bambino, potei
consigliare ad una consultante un atto psicomágico che le restituì il suo
ciclo mestruale che si era bloccato. Un operaio che lavorava con mio
padre caricando della mercanzia in una carretta trainata da un asino, non
potè portare a termine i suoi compiti perché il suo testardo asino si
rifiutava di bere acqua e rimaneva immobile, senza volere uscire dal
recinto, disidratato. Venne al negozio di mio padre a lamentarsi. "Non so
che cosa fare. Cerco di obbligarlo a calmarsi, ma è molto ostinato e si
rifiuta di farlo." Un cliente di capelli canuti, sentendo questo, gli disse:
"È un errore volere obbligare i testardi a fare quello che non desiderano.
Anch’ io ho un asino. Mi permetta di portarlo affinché faccia compagnia
al suo." Con gran curiosità, mio padre, mi concesse il piacere di
accompagnarlo, assistei all'incontro tra i due animali. Vicino all'asino
capriccioso, il vecchio collocò il suo mettendogli davanti un secchio
pieno di acqua. Questo si mise a bere a grandi sorsi. Il vecchio collocò
un altro secchio di fronte all'asino assetato e questo, immediatamente,
imitando il suo compagno, si mise a bere.

Trattando l'organismo della mia consultante feci come con l'asino
ostinato, le proposi:

Comprare una bottiglia di sangue artificiale in un negozio di articoli per
cinema o teatro e, una volta in ciascun mese lunare, per quattro giorni,
simulasse di avere le regole introducendo parte di quel sangue nella sua
vagina e, indossando un tampone. Dopo avere fatto questo per quattro
mesi, ritornarono le sue regole normali.

43. GELOSIA AMOROSA



La gelosia amorosa è normale ed esprime la paura animale che

un/una rivale si impadronisca del nostro compagno. Per quanto si lotti

intellettualmente contro questo sentimento istintivo, accettando le buone

ragioni che criticano l'egoismo e sostenendo la fiducia o la

generosità, è impossibile convincere i centri emozionali e sessuali

della persona, affinché smettano di preoccuparsi quando il compagno
viaggia o si assenta per più tempo dal solito. Invece di tentare di
eliminare la gelosia, consiglio al/la consultante geloso di farne un uso
positivo:

Deve procurarsi un bel fiasco, trasparente, in cui, ogni volta

che sente gelosia, depositerà un euro (se non ha una buona posizione

economica), un biglietto da venti euro (se la sua condizione economia è
fiorente), o uno da cento euro, se ha una certa ricchezza. Quando vedrà
che le monete o i biglietti si sono accumulati, con essi deve comprare un
regalo all'essere amato.

44. GELOSIA MALATA

Quando la gelosia raggiunge il delirio ed il/la consultante desidera
liberarsi di quell'angosciosa furia che gli fa credere che il suo compagna/
o sia una persona che vuole sedurre tutto il mondo e che
l’unica cosa che desidera sia ingannarlo/a, gli si spiega che è lui/lei
proietta i suoi desideri omosessuali soffocati sulla sua compagna/o.
Seguendo la massima di Francois de La Rochefoucauld (1613-1680)
"La gelosia si alimenta di dubbi ed arrivano a diventare furiosi, o si
estinguono non appena si passa dal dubbio alla certezza", consiglio:

All'uomo geloso: con una fotografia del suo proprio viso, deve fare

una maschera per sua moglie. Dopo, deve osservare come quattro
uomini che ha assunto nell'ambiente del cinema porno, nudi,
accarezzano sua moglie, anche nuda. Così, vedendo il suo viso maschile
sul corpo di sua moglie, vedrà realizzati i suoi impulsi e terminerà la
gelosia.

Alla donna gelosa: in questo caso saranno donne le quattro assunte,

ed il suo compagno porterà una maschera fatta con la fotografia di lei.

45. NEVROSI DA FALLIMENTO

Il/la consultante... se ogni volta che intraprende un compito non lo porta
a termine; se ogni volta che trionfa in qualcosa si ingegna per convertire
questo trionfo in fallimento; se ogni volta che riesce a formare una
coppia di suo gusto finisce per provocare conflitti che portano alla
separazione; se insegue un incomprensibile sentimento di colpa; se
costantemente si sente discorde con sé stesso; se nonostante abbia
talento, per quanto ci provi non riesce a trionfare... ha una nevrosi di
fallimento. Questa si deve ad una, o a tutte, queste sei cause principali:

1. Essere stato un peso per la famiglia

Il/la figlio/a potrebbe essere nato in un momento in cui la situazione

economica dei genitori era drammatica, oppure potrebbe essere stato
generato per sbaglio, o arrivare in una famiglia troppo numerosa, o la
sua nascita obbligò la madre a sacrificare la sua realizzazione, o per sua
causa i suoi genitori (celibi), si sono visti obbligati a sposarsi, eccetera.
Il/la consultante, per liberarsi di questo deprimente sentimento, deve
procurarsi una grande valigia con rotelle e riempirla con ossa e carne per
cani comprati in una macelleria. La valigia carica deve pesare tanto
quanto pesa il suo corpo. Fatto questo, deve trascinarla durante tre
chilometri per una strada della sua città natale per finire col gettarla in
un fiume o in mare, o in mancanza seppellirla. Se vive troppo lontano e
gli è impossibile viaggiare fino a lì, può fare questo in una località la cui
prima lettera sia simile alla prima lettera della sua città natale: per
esempio, se nacque a Toledo, Spagna, può disfarsi della valigia in
Toulouse (Francia).

Dopo aver realizzato questo, deve invitare i suoi genitori a una
passeggiata in pallone aerostatico. Durante il viaggio, deve abbracciarli
e, senza spiegazione, dar loro una borsa con cioccolatini a forma di
monete di oro. Se i suoi genitori sono morti o divorziati, o se si rifiutano
di realizzare il viaggio, deve farlo in compagnia di due amici o due
terapeuti, uomo e donna,: egli porterà un ritratto di suo padre e di sua
madre.

2. Non essere stato quello che i genitori volevano che fosse
Desideravano un bambino e fu una bambina, o viceversa. La madre
voleva che lei somigliasse a lei e invece uscì somigliante al padre, o il
contrario. Aspettavano un rampollo silenzioso ed uscì urlatore:
"Piangesti tanto che, esausti che non ci lasciavi dormire, avevamo voglia
di ammazzarti." La trovavano brutta: "Nessuno vuole sposarsi con te."
Era capriccioso: "Fosti un bambino molto cattivo." Diventò obesa: "Noi
seguiamo una strada spirituale, ed a te l’unica cosa che interessava era
mangiare." Eccetera.

Se i genitori hanno fatto sapere alla consultante la loro delusione per
essere nata donna, (quando essi speravano di avere un bambino), a causa
di questo atteggiamento, che produce una mancanza di autostima, le
consiglio che li vada a trovare vestita da uomo e che tagli, in pezzi molto
piccoli, alcuni i suoi capelli e li attacchi sul suo viso, imitando una barba
incipiente. Deve dire: "Quello che avete sempre voluto: un uomo senza
pene, incompleto. Ma io non sono quello." Deve togliersi allora i vestiti
e mostrarsi nuda, dicendo: " È ora che mi vediate come sono: una donna
completa. Prendetemi nelle vostre braccia e chiedetemi scusa. Se non lo
fate, non mi rivedrete più."

Se i genitori hanno fatto sapere al consultante il suo scontento per essere
nato uomo, (quando essi speravano di avere una bambina), gli consiglio
che li vada a trovare vestito da donna e che chieda loro in prestito del
denaro per comprare un biglietto aereo per andare in Brasile, perché
vuole amputare il suo pene e cambiare sesso. Vedendoli costernati, deve
ridere dicendo che è un scherzo, benché necessario affinché si
rendessero conto che quello era quello che essi hanno desiderato durante
tutta la loro vita. Deve allora svestirsi e lanciar loro con forza quei vestiti
da donna, gridando "Basta! Guardatemi, ho i testicoli, ho il pene, sono
un uomo!"
Ad una consultante i cui genitori abbiano detto "Sei brutta!", consiglio di
fabbricare una maschera con la fotografia del viso di una stella del
cinema che consideri bella, indossandola al tramonto deve sedersi su una
panchina di una passeggiata pubblica, e restare immobile, con un
cartello appeso al collo che dica in maiuscole: "Sono bella ma ho
un'anima brutta".

Il giorno dopo deve ritornare nello stesso posto, ma con una maschera
fatta con una fotografia del suo viso truccato nel modo più brutto
possibile e con un cartello che dica: "Sono brutta ma ho un'anima bella."
Al terzo giorno deve ritornare con una maschera fatta con la fotografia
del suo viso tale quale ed un cartello che dica: "Smettete di giudicarmi:
non sono brutta né bella. Sono quello che sono. Chi vuole conoscermi?"
Togliendosi la maschera, deve conversare con le persone che gli si sono
avvicinate.

Per eliminare questo sentimento di non essere quello che deve essere, se
il/la consultante non conta sulla presenza o la collaborazione dei suoi
genitori, consiglio:

Farsi un abito come quelli che usano i membri il Ku-klux-klan, con
tunica e cappuccio occultando la testa, non bianco ma rosso.

Passeggiare così mascherato per luoghi della città molto frequentati e
visitare, se gli è possibile, familiari ed amici, agendo e conversando con
essi come se non si rendesse conto di essere vestito così. Di sera deve
togliersi questo travestimento, piegarlo accuratamente, urinare su lui,
avvolgerlo in una scatola da regalo ed inviarlo, in forma anonima, ai
suoi genitori.

3. Avere tradito le credenze familiari
Di generazione in generazione, derivanti da lontani antenati, si
trasmettono idee e credenze che costituiscono, la maggioranza delle
volte in forma incosciente, i comandamenti che mantengono la coerenza
della famiglia. Queste radici sono sempre di origine religiosa. Perfino
nei clan atei, c’è una morale che discende da libri sacri nascosti
nell'ombra... Affinché il clan sopravviva, si chiede al bambino che si
senta legato ai principi direttori della famiglia. Quindi quando cresce, se
cambia quelle idee e credenze che gli hanno inculcato in altre che gli
convengono più ora, la famiglia lo ripudierà. Questo, in maniera
incosciente, provoca una senso di colpa che lo conduce a punire se
stesso per l’insuccesso.

Il/la consultante deve conservare in uno zaino una Bibbia, Antico e
Nuovo Testamento, il Corano, Il capitale di Karl Marx e La mia battaglia
di Adolf Hitler. Deve caricarsi questo zaino con i cinque libri per tre
giorni, può toglierseli dalla schiena solo per dormire o lavarsi. Dopo
seppellirà i volumi in un grande vaso di fiori nel quale pianterà

un piccolo bonsái (albero artificiale). Il consultante deve lasciarlo
crescere liberamente, fu già martirizzato prima, (alcuni professionisti,
per venderli, modellano con filo di ferro i giovani germogli di un ramo
piantato e continuano a dare la forma per imitare, creare, un albero
"nano" al quale continuamente i suoi nuovi germogli verranno
manipolati...).

4. Essersi andato o tagliato con la famiglia

Una famiglia sana accetta di fare parte di una collettività, così come un
albero è parte di un bosco. Per lei, rifiutandosi di definire tutto il mondo
come negativo da uno solo dei suoi differenti aspetti,: riconosce sì che
c'è molta negatività in lui, ma collabora con gli altri per sradicarla, e
accetta anche l'arrivo di nuovi membri che apportano altre abitudini,
altre idee, altre credenze.

Invece, la famiglia nevrotica, incestuosa e narcisista, si considera in

guerra con gli altri: il mondo è negativo e bisogna proteggersi da lui;
quella casa si trasforma in un rifugio o in una fortezza; andare via
lontano dalla famiglia è privarla di un'energia difensiva; se ne avrà la
forza il clan lo considera: “Ti abbiamo dato la nostra energia, il nostro
tempo. Ora che tu vai, che cosa è di noi?", "Se ti abbiamo dato la vita è
perché, più tardi, tu ti occupassi di noi" o il "Nostro commercio lo fondò
tuo bisnonno, l'ereditò tuo nonno, e dopo io, tuo padre.
Tu devi continuarlo. Non puoi andarti a vivere la tua vita."

Per eliminare il senso di colpa che il consultante ha nascosto nel

suo inconscio per essersi allontanato da casa, cioè dal clan familiare,

deve convincere il suo inconscio di permettergli la libertà. Per ciò,

organizzerà un atto simbolico: si legherà alla vita l'estremo di una

lunga catena di due metri. All'altro estremo legherà il ritratto di suo

padre ed il ritratto di sua madre, ognuno in una lattina di conserve vuota.

Portando nelle mani un seghetto per tagliare il metallo, e trascinando sul
pavimento la catena e le fotografie rinchiuse, non potendo evitare il
rumore che faranno le lattine, si incamminerà per una strada transitata
verso l'ambulatorio di un psicoanalista freudiano, col quale avrà
concordato in anticipo un appuntamento , e che deve stare a tre
chilometri di distanza. Una volta alla presenza del terapeuta, gli chiederà
di tagliare la catena che con il seghetto.

Realizzato l'atto, seppellirà la catena piantandoci sopra lei un alberello

da frutta. Dopo, riempirà le due lattine coi ritratti con miele di acacia e

li depositerà in una scatola impermeabile che andrà a lanciare in un
fiume perché la corrente la porti via. Se nella sua città non c'è il fiume,
dovrà recarsi in una città dove ci sia.
5. Realizzare quello che i genitori desiderarono ma non poterono
ottenere

In ogni generazione, i nuovi membri della famiglia si vedono obbligati a
non essere quello che sono, (individui che sviluppano la loro coscienza,
obbedendo alle proposte del futuro), ed ad essere quello che il clan vuole
che siano, (individui che obbediscano ai limiti imposti dal passato,
sacrificando i loro sonni). I genitori così repressi provocano nei loro figli
un conflitto doloroso: "Vogliamo che ti realizzi che ottieni quello che noi
altri non abbiamo potuto ottenere, ma se così ci riesci, ci detronizzi, un
attentato ai principi del clan. Ti abbiamo amato perché sei come noi: se
ti differenzi smetteremo di amarti". Alcuni anni fa si inaugurò un film
(Shiné) in cui un pianista di talento, figlio di un pianista fallito, riesce a
trionfare: ottenendo il successo, sentendosi colpevole, diventa pazzo.

Il/la consultante deve andare, col viso dipinto di vernice dorata, a
visitare i suoi genitori portando loro come regalo due preziosi orologi da
polso, (uno da donna e l'altro da uomo), venti lingotti d’oro falsi, che
avrà scolpito in gesso, ed un accordo scritto a mano su carta tipo
pergamena.

In piedi davanti ad essi, prenderà le loro mani e dirà loro con molto
rispetto: "Mamma e papà: vi regalo questi orologi per manifestarvi
l'amore che ho avuto per voi tutto il tempo che ho vissuto. Consegno
anche ad ognuno dieci lingotti di oro, in pagamento per tutto ciò che mi
avete dato. Ed ora voglio che mi firmiate questo contratto che dice:
"Tutto quello che abbiamo insegnato a nostro figlio/a, per essere stato
pagato con oro e con amore, ha il diritto di utilizzarlo dove, quando e
come vuole, migliorandolo ed arricchendolo con altri insegnamenti ed
esperienze. Firmato col nostro sangue: I tuoi genitori." Subito deve
presentare loro una penna stilografica con inchiostro rosso affinché
firmino... Se essi fossero separati o morti, il/la consultante realizzerà
questo atto con due amici, uomo e donna, o due terapeuti.

6. Sessualità infantile soffocata

Certi genitori conservatori, placcati all'antica, considerano il piacere
sessuale come un peccato e puniscono i loro figli quando questi
mostrano curiosità sessuale o giocano con quelle parti che l'educazione
religiosa qualifica come "pudendas." Ad una bambina molto piccola che
toccò il pene di suo padre quando questo si alzava di mattina nudo, si
racconta che fu rimproverata dalla madre duramente. In un altro caso,
un bambino veniva obbligavano a mettersi guanti da pugilato quando si
coricava, per paura di che si masturbasse... Alcune madri, vedendo che i
loro figli si toccano il sesso, danno loro manate nelle mani dicendo con
schifo "Maiale!."
Questo provoca nei piccoli la colpevolizzazione del piacere sessuale che
più tardi si estende alla colpevolizzazione di qualunque piacere: tra cui,
quello di avere successo nei compiti che intraprende.

Il/la consultante deve andare vestito/a da bambino/a di 5 anni in un
sexy-shop accompagnato da due terapeuti,(un uomo e una donna).
L'uomo deve portare penzoloni una collana con una foto incorniciata del
viso del padre del/la consultante, e la donna una collana con una foto
incorniciata del viso della madre. I tre devono rinchiudersi in una cabina
per vedere, per tre ore, film pornografici che il "bambino/a" deve
scegliere ubbidendo alla sua curiosità. Dopo questa lunga proiezione,
vedendo l'ultimo film il/la consultante devi masturbarsi, dimenticando
ogni pudore, davanti ai due terapeuti, che, dopo che avrà raggiunto
l'orgasmo, l'abbracceranno, baciandolo/a sulle guance e gli diranno "Sei
un bambino/a bravo/a!". Dopo, andranno così vestiti in una sala da tè per
mangiare alcune torte. Il giorno dopo il/la consultante invierà il suo
travestimento di bambino/a ai suoi genitori, o andrà a depositarlo, di
persona sulle loro tombe.

(Quando un/una consultante si lamenta che non può finire mai quello
che comincia, o si angoscia pensando se potrà avere successo, domando
quale di queste sei cause responsabili di una nevrosi di fallimento ha
sofferto. Può essere che sia una, varie o tutte. Per ogni causa consiglio
un atto).

46. PRENDERE FORZE DAVANTI AD UN CAMBIAMENTO


RADICALE
Si può definire la vita con due parole: "Permanente provvisorietà".
Le crisi dell'economia mondiale, i problemi nel lavoro, del compagno o
la famiglia, i successi inaspettati, etc., costantemente provocano
cambiamenti nella nostra vita. A volte questi sono radicali e non ci
sentiamo preparati per affrontarli. Temiamo che la nostra insicurezza sia
percepita dagli altri. Come, allora, contemporaneamente dissimulare
questo e prendere forza? Consiglio a chi soffre tale situazione di:

Farsi ingessare una gamba e si presenti, dove gli sia richiesto,
zoppicando e con le stampelle, raccontando di un grave incidente dove si
è rotto una gamba.

Dopo un tempo ragionevole, si toglierà il gesso ma continuerà a
simulare di zoppicare. A poco a poco recupererà il suo camminare
normale. In quel momento sarà già completamente abituato alla nuova
situazione.

47. NON POTERE CONCENTRARSI



Quando una persona non è capace di concentrarsi, perché è sempre

angosciata da interessi multipli e salta da un'idea all’altra o di un

sentimento ad un altro, sta esprimendo che nell'infanzia non ha avuto
genitori che gli dedicassero l'attenzione necessaria. Quando ci
convertiamo in adulti, continuiamo facendo quello che ci fecero e non
dandoci ciò che non ci diedero nell'infanzia. In questo caso, il/la
consultante, ripetendo la situazione infantile, non si dà l'attenzione
necessaria e, pertanto, si nega di essere. Allora, consiglio:

Il/la consultante deve andare a piantare un albero il più vicino possibile
al posto dove nacque. Dopo, deve portarsi a casa dieci chili di terra di

quella zona per stenderla su un lenzuolo di plastica, inginocchiarsi

su questa terra ed affondare la testa in un recipiente pieno di acqua,

mantenendo la respirazione fino a che sente che annega: tirerà fuori la
testa quando lo prenderà un'angoscia mortale. Ripeterà questa
operazione sette volte di seguito. Tale atto lo realizzerà tutte le mattine a
digiuno per diciotto giorni. Depositerà la terra nativa in un vaso da fiori,
e pianterà in essa un cactus che abbia forma di una colonna, allungato.

48. INFANZIA RUBATA

Certi genitori tossici, immaturi, si comportano come figli dei loro

figli, lasciando che i piccoli in età molto precoce si facciano

partner dei loro problemi, consiglino loro, li incoraggino, etc. Agendo

in questa maniera infantile, trasformano i figli in adulti prima del tempo.

La pesante responsabilità che gettano sopra di loro, impedisce loro di
sviluppare l'attività più importante per un infante: potere giocare.
A causa di questo, crescono reprimendo una costante tristezza: non si
sanno divertire.

L’unica cosa che sanno fare è acquisire responsabilità, aiutando il
prossimo, ma dimenticandosi di loro stessi. Consiglio allora al/la
consultante:

Riunire una rispettabile quantità di denaro ed andare a un casinò,
cambiarlo con schede di piccolo importo e giocarli fino a perderli, non si
gioca per guadagnare, bensì per perdere. Se guadagna, deve continuare a
giocare. Se continua a giocare ed accumula una fortuna, deve continuare
nel casinò fino a che lo perde tutto. In questa maniera scoprirà
l’eccitazione data dall’agire senza una finalità pratica

49. MALATTIE FAMILIARI


Molte persone che soffrono malattie che hanno continuato a ripetersi
durante generazioni, li credono congenite. Dicono per esempio:

"Noi, Pérez, nasciamo col fegato debole." Oppure: Nella nostra famiglia
tutti soffriamo "disturbi cardiaci". La nonna muore di cancro al seno, ed
ugualmente la madre e la nipote. Il padre rutta continuamente e ha polipi
nel naso, ed il figlio presenta ugualmente questi due disturbi. Se un
bisnonno ritornò dalla trincea della guerra di 1914 coi polmoni rosi dai
gas, molti dei suoi discendenti soffriranno malattie polmonari.

Le famiglie registrate come clan, hanno vincoli ed interessi comuni che
devono proteggere. Appartenere alla tribù è avere la sicurezza di essere
amato e che niente ti manca. Se uno dei suoi membri commette
un'azione che compromette quell'unità, sarà punito con l'espulsione. (Nel
profondo dell’inconscio si mantiene la credenza primitiva che, in mezzo
alla natura aggressiva, l'escluso non può sopravvivere. L'esclusione si
vive come una condanna a morte. La maggiore punizione che può dare
la Chiesa è la scomunica. Questo desiderio inconscio di non essere
escluso dalla comunità, in famiglie dove l'espressione amorosa non si
manifesta chiaramente, si esprime in "malattie comuni" che indicano
chiaramente l'appartenenza al gruppo. Il cervello, evitando la sofferenza,
tra i due mali sceglie sempre il minore. (Questo fa sì che l'individuo
possa preferire di ammalarsi di una malattia a volte mortale, ma che lo
identifica come membro della famiglia, piuttosto di vivere nel terrore
atavico di essere abbandonato.) Così, consiglio al/la consultante che:

Scelga un oggetto qualunque che rappresenti la sua malattia, un libro
pesante, un album fotografico parente, una pietra, un animale
imbalsamato, etc., lo metta in una borsa che, per quaranta giorni, porterà
con sé ogni volta che esce da casa. Al termine di questo tempo, deve
andare alla tomba di un suo antenato più antico per depositare lì
quell'oggetto, rovesciando su di lui un piccolo fiasco di miele mentre
pronuncia queste parole:

Caro antenato, non ho bisogno della tua malattia per essere unito alla
tribù". Dopo, invierà per posta ad ogni membro della sua famiglia un
fiasco di miele simile al quello rovesciato sull'oggetto che rappresentava
la malattia familiare.
50. TOGLIERSI LE "ETICHETTE"

Nonostante le buone intenzioni, i nostri genitori ed educatori ci

aggiudicano definizioni negative. Queste perdurano per molti anni

impedendoci di svilupparci con piacere. In psicomagia chiameremo 

queste definizioni "etichette" perché si attaccano all'essere.
Affinché il/la consultante si liberi di esse, consiglio:

Scrivere su etichette adesive il maggior numero di definizioni 

ricevute. Per esempio: "Non hai orecchio per la musica",

"Sfruttata", "Egoista", "Debole", "Pagliaccia", "Non sai usare le

mani", "Grasso", "Debole", "Bugiardo", "Vanitosa", "Ingrato",

"Ladro", etc. si attaccheranno le etichette su tutto il corpo, molte di

esse sul viso, ed uscirà andando a spasso per il maggiore numero di ore.
Quando ritorna a casa sua, deve staccarsi le etichette, formare con esse
una palla ed andare a lanciarla al cassonetto della sua città, essendosi
prima accarezzato il corpo con le mani inzuppate di un gradevole
profumo.

51. DIFFICOLTÀ A RIMANERE INCINTA

Molte donne soffrono per il fatto che, nonostante non presentino

nessuna malformazione fisica, non riescono ad diventare madri.
Analizzando i loro alberi genealogici si può vedere che, inconsciamente,
rifiutano, temono o è loro proibito rimanere incinta. Qualche antenata

sacrificò la sua vita allevando una prole numerosa, o morì dando alla
luce, o ebbe parti terribilmente dolorosi, o fu sposata con un uomo che

detestò, o rimase vedova poco prima di partorire, etc. Questa angoscia di
essere madre si trasmette di generazione in generazione, fino ad
attecchire nell’inconscio della consultante. In più, se ella ha sofferto per
causa di sua madre, vorrà essere tutto tranne essere madre, perché
partorendo sentirà che si trasformerà nell'autrice dei suoi giorni. Come
per caso, formerà una coppia con un uomo che, odiando il carattere di
suo padre e non volendo trasformarsi nella stessa cosa, avrà anche
problemi di fertilità.

In aggiunta, in alcuni altri casi dove i suoi genitori, desiderando

avere un figlio invece di una figlia, l'abbiano educata come se fosse un

uomo fallito, proverà una tale angoscia di rimanere incinta

per paura di perdere l'affetto parentale, defraudandoli. Infine, essendo

primogenita, alcuni anni dopo ha visto nascere un/a fratellino/a che

viene a rubarle l'attenzione dei suoi genitori. La gelosia le fa odiare
quella gravidanza a tradimento di sua madre, e si giura, inconsciamente,
di non rimanere mai incinta. Si può seguire anche un'altra pista: alla
consultante, quando era bambina, fecero reprimere, colpevolizzandola, i
suoi impulsi incestuosi verso il padre. Innocentemente desiderava
(imitando sua madre) fabbricare con suo papà un figlio. Ora,
maggiorenne, la colpevolizzazione continua ad agire, in tal modo che
all'ombra del suo desiderio di essere madre c’è la minaccia del desiderio
di incesto con suo proprio padre.

Consiglio alla consultante che dopo avere visto le differenti motivazioni
della sua sterilità, si domandi quale di esse sia la causa - via razionale - e
realizzi un atto che inglobi tutte le possibilità, lasciando che il suo
inconscio scelga la via per avvicinarsi.

Deve, con un cuscino, mascherarsi da donna incinta di nove mesi.
Sarà vestita in maniera provocante, come se fosse una prostituta, e
porterà sulla testa un'acconciatura da sposa e nelle braccia una bambola.
L'accompagnerà suo marito o amante, portando sul petto la fotografia
del viso del padre della consultante. Chiederanno ad amici che
concedano loro il permesso di essere accompagnati dai loro figli, di
qualunque età possibile. Circondati così da bambini, porteranno a spasso
per una strada circolare trattenendosi in un caffè a prendere gelati e
torte. L'uomo che accompagna la falsa incinta, la imboccherà con il
gelato o la torta. I genitori dei bambini - che li hanno seguiti a prudente
distanza - glieli porteranno. Il compagno prenderà un taxi, e mentre
l'automobile li porta a casa, continueranno a lanciare dai finestrini
fotocopie formato passaporto, del viso di sua madre, ed lui, del viso di
suo proprio padre. Ognuno lancerà centocinquanta fotocopie. Il giorno
dopo, la consultante invierà a suo padre il velo da sposa e la bambola, in
un pacchetto-regalo. Dopo, lei ed il suo compagno seppelliranno l'abito
da prostituta e la falsa pancia piantando lì un albero da frutta.

In famiglie dove c'è una tradizione di donne celibi, una consultante, per
desiderio di appartenere al clan, può crescere temendo, ma
desiderandolo inconsciamente, di rimanere nubile. Quando si sposano,
vivono con l'angoscia di essere abbandonate, sentendosi incapaci di
avere figli. Vivono il loro albero genealogico come una maledizione.
Affinché guariscano, consiglio:

Trovare una donna che sia stata sposata da più di venti anni, alla quale si
chiederà che, collocandole una mano nella fronte, la benedica.

Dovrà ripetere questo con altre diciannove donne che siano sposate da
venti anni. Se riesce a fare questo, è possibile che abbia figli e la coppia
duri più di venti anni.

Se la consultante ha perso le sue ovaie e soffre con insistenza per i suoi
desideri di essere madre, consiglio:

Prendere un uovo di gallina fecondato ed introdurlo nella vagina fino a
che nasca il pulcino. ( Lo scrittore Guy di Maupassant scrisse un
racconto in cui una donna paralizzata nel letto, circondata da uova messe
da suo marito, vedendo nascere i pulcini covati per il caldo del suo
corpo, recuperò la sua autostima).
Ricevetti questa lettera da Valencia, (Spagna): "Andai a Parigi da chi mi
leggesse i Tarocchi. Gli commentai che stavo avendo problemi per
rimanere incinta. Mi diede un atto di psicomagia...

Con una maschera fatta con la foto del viso di mia madre, feci l'amore
col mio compagno mentre mi guardavo ad un specchio in mano. Nel
momento dell'eiaculazione mi tolsi la maschera e guardai nello specchio
il mio proprio viso. Dopo tre mesi che l'atto fu praticato, rimasi incinta."

52. NON TROVARE IL PARTNER
Nei trattati di magia e stregoneria, la maggioranza delle ricette sono
destinate a stregare una persona affinché ci ami. Un vecchio trattato
anonimo, Libro deii segreti di Magia, conservato nella Biblioteca
dell'Arsenale, a Parigi, offre questa ricetta medievale:

« Procurare una particella del corpo della persona che si vuole stregare,
(saliva, sangue, capelli, unghie), o qualunque oggetto intriso di lei, un
pezzo di vestiti, etc.. Aggiungere una particella identica della propria
persona. Avvolgere tutto in un nastro rosso sulla quale si avrà scritto il
proprio nome e quello dell'altra persona, scrivendoli col suo sangue,
raddoppiare il nastro in modo che i nomi si tocchino. Si rinchiuderà
quell'incantesimo nel corpo imbalsamato di un passero per sette giorni.
Poi lo trasporterà sotto la sua ascella altri sette giorni. Quindi getterà
tutto nel fuoco. Mentre l'incantesimo arde, andrà a trovare la persona che
ama. La troverà stregata. Si concederà ».

Quello che vuole dire è che, se dobbiamo realizzare un tanto complicato
incantesimo, è perché l'essere desiderato ci respinge o è un ideale
impossibile.

Ogni ossessione amorosa per una persona che non soddisferà mai i
nostri desideri, è lo scivolamento delle spinte incestuose infantili verso
nostra madre o nostro padre. Mentre desideriamo che ci si conceda,
facciamo i gli errori possibili affinché questo non succeda.

La maggioranza dei/delle solitari che si lamentano di non avere
opportunità di trovare un compagno, in fondo, a causa di differenti
traumi e conflitti, sta respingendo quell'unione. Per trovare bisogna
smettere di respingere e diventare disponibili, non verso un essere
determinato, bensì verso chi le forze universali desiderano unirci.
È necessario allora convincere l'inconscio che ci aiuti. Si può ottenere
questo seguendo due strade, una lenta, l'altra rapida. La lenta esige
un'analisi dell'albero genealogico ed un consultante coraggioso che non
tema affrontare ricordi dolorosi, per liberarsi della trappola incestuosa.
Durante il tragitto rapido che è quello della psicomagia, si deve solo
avere fede.

Consiglio al consultante che si leghi un nastro rosa nel pene

dove abbia scritto, con inchiostro verde: "Ho bisogno di una donna." La
consultante deve legarsi attorno alla vita un nastro azzurro celeste dove
abbia scritto con inchiostro rosso: "Ho bisogno di un uomo."

Il/la consultante, una volta alle sei della mattina, un'altra alle sei della

sera e l'ultima a mezzanotte, di fronte ad uno specchio, guardandosi
fissamente negli occhi, deve recitare gridando: "Che venga che venga
che nessuno lo/la fermi!".
Deve fare questo per tre giorni di seguito, senza slegare il nastro.

La guaritrice messicana Pachita, una sottile conoscitrice dell'anima

umana, mi consigliò un incantesimo che può far parte molto bene delle
mie ricette di psicomagia:

"Figlio caro, prendi un pezzo di ambra, se ti è possibile con un insetto

incrostato nel suo interno, e sostienilo nella tua mano sinistra chiusa.
Metti quella mano sul tuo cuore, chiudi gli occhi e concentrati sul tipo di

persona che desideri attrarre. Immaginatela con tutti i dettagli che puoi:

altezza, peso, colore degli occhi e capelli, interessi nella vita, attività

che ti piacerebbe svolgesse. Immaginati con questa persona, coricati
insieme in un letto.

Ora bacia l'ambra e collocalo in un fazzoletto di seta rosa, e

avvolgilo di modo sicuro. Portalo con te tutto il tempo durante i

prossimi sette giorni, dormendo con l'ambra sotto al cuscino. Ogni
mattina ripeti tutto, visualizzando e sostenendo la pietra, ma senza tirarla
fuori dal suo incarto. Verso il settimo giorno troverai qualcuno molto
simile alla persona che desideri trovare."

Se il/la consultante, vedendo una persona sconosciuta, ha ricevuto

la freccia e desidera ardentemente formare coppia con lei perché crede

che sia la donna o l'uomo della sua vita, ma non si sente capace di

conquistarla, vuol dire che le subdoli spinte edipiche stanno facendo
desiderare un amore impossibile. L'inconscio farà la cosa possibile
affinché il suo sogno romantico non si realizzi, obbligandolo ad agire
tanto goffamente che sarà respinto. Affinché ciò non succeda, l'inconscio
deve riuscire a darci una sicurezza totale in noi stessi ed 

nel nostro successo, mediante questa antica ricetta magica:

"Collocare su un tavolo di legno il cuore di un agnello. Mettere

su questo cuore una fotografia o un disegno della persona amata.

Formare con petali di rosa un fallo, (se è una donna, un ovale),
circondare il cuore dell'agnello ed il ritratto.
Con un ago, pungersi il dito anulare destro e lasciar cadere sette gocce
dal suo sangue sul ritratto. Con lo stesso ago, attraversare il ritratto ed il
cuore, mentre ripete cento volte il nome della persona che si desidera.

Una volta fatto questo, a mezzanotte, bruciare tutti gli elementi in un
falò, accesa all'aperto."

53. VERRUCHE

Le verruche sono un disturbo molto legato allo stato psicologico di chi
le soffre. Venne a consultarmi uno psicoanalista cileno che lavorava a
Parigi, perché gli era cresciuta una verruca grande sotto la pianta del suo
piede sinistro, e gli impediva di camminare. Il suo medico gli disse che
era necessario applicargli l’acido per più di un anno, per eliminarla. Gli
spiegai che alcuni studiosi del simbolismo del corpo umano collegano il
piede sinistro con la madre ed il destro col padre. Mi confessò che sua
madre, essendo stato abbandonata, l'allevò da sola, e tra loro si stabilì un
forte affetto. "Da quanto tempo non visita sua madre?" "Quattro anni!"
"Magari quella verruca che lo fa sentire a disagio a camminare, sia stata
prodotta per un sentimento di colpa: lei sta abbandonandola come fece
suo padre. Dovrebbe andare a trovarla." "Lo desidero, profondamente.
Ma mi è impossibile: ho impegni di lavoro ineludibili" .
Gli proposi: Fotocopiare varie volte una foto di sua madre. Con le
fotocopie, creare alcune suole ed introdurne una nella scarpa sinistra,
con la figura della madre verso la pianta del piede, nudo. Mantenerla lì
fino a quando comincia a cancellarsi per l'uso, ed allora deve sostituirla
con una nuova. Così fece. La sua verruca sparì dopo due settimane.

Ai consultanti che abbiano qualunque altro tipo di problemi psicologici,
consiglio: Sfregare le verruche con un pezzo di bistecca cruda dopo
lanciarlo ad un cane che passi per la strada. Per l'inconscio, il cane è un
animale protettivo. Eseguendo questa azione, il consultante deve
mormorare: "Portatele lontano da me."

La nonna del disegnatore francese Francois Boucq si curava le verruche
sfregandosele con una cipolla una volta al giorno per nove giorni; quindi
seppelliva la cipolla, e quando marciva questa le verruche sparivano.
Questa ricetta di saggezza popolare ed il mio consiglio, in una certa
senso, applicano tecniche simili: sfregando la verruca con un elemento
organico, carne cruda/cipolla, si provoca un assorbimento di essenza.
(Se non si crede in questa cosa, si può affermare che blocca il nostro
inconscio che considera reale ogni atto simbolico, quello è certo) .
L'elemento organico, così caricato, viene trasferito a un animale -
questo, mangiando la carne, distrugge alla verruca – o alla terra che
divora alla cipolla.

Gli sfregamenti devono realizzarsi non in forma difensiva o aggressiva,

bensì con delicatezza ed amicizia, come se fossero una carezza.
L'inconscio ci invia malattie come se fossero emissari, affinché,
eludendo il blocco morale che ostacola di riconoscere i nostri impulsi
basilari, trasmettano alla nostra parte razionali informazioni preziose.

Più che lottare contro una malattia, vedendola come un funesto

nemico, è meglio immaginarla come un'entità rispettabile che è

preferibile adottare e sedurre, ringraziandola che ci obblighi ad
occuparci del nostro corpo, liberandoci così di miraggi mentali in cui

ci immergiamo per non affrontare coraggiosamente traumi e

conflitti.

54. CLEPTOMANIA

Quando la persona che ruba, non per necessità materiale bensì per

impulsi irresistibili, decide di confessare il suo vizio ad un parente o a
un terapeuta, ha fatto già il primo passo per curarsi. Questo problema

nasce da qualche trauma infantile. Un bambino che, vedendo nascere un
fratello, manifesta il suo dispiacere per sentirsi diseredato dell'attenzione
materna ed è punito duramente per la sua gelosia naturale, può sentire
allora quel desidero di appropriarsi di oggetti altrui, motivato dal
desiderio di rubare l'affetto al suo rivale.
Consiglio allora al/la consultante che: Sporchi le sue mani con fango e
chieda ai suoi genitori, o in mancanza, a due persone amiche (donna e
uomo), che le lavino insaponandoli ripetute volte, risciacquandole con
acqua santa, e finire profumandole. Dopo, il consultante, portando vari
biglietti scritti in una tasca, visiterà un grande negozio o qualunque
punto vendita che l'attragga e, avendo scelto l'oggetto che desidera
rubare, collocherà vicino a lui, senza che nessuno si renda conto, uno dei
suoi biglietti. Su questi esse deve essere stampato:

"Sono_________(nome in diminutivo, per esempio: Pietrino,

Conchita, il bambino ladro. Avevo potuto rubare questo, ma non lo feci.
Ho trionfato. Amatemi".

5. ATTACCHI DI COLPEVOLEZZA
A volte, senza ragione apparente, alcune persone si sentono colpevoli
senza sapere di che cosa. Sicuramente devono essere impulsi soffocati
nell'infanzia. Non tutti stiamo disposti a seguire a fondo il consiglio
registrato nei tempi dell'antica Grecia "Conosci" te stesso, ci sono molte
cose che preferiamo lasciare nell'oscurità dell'inconscio.

Sentiamo di non avere problemi gravi e non vogliamo complicazioni
aprendo vecchie ferite per estrarre dolori inconsolabili. Per disfarsi in
maniera comoda di un irrazionale attacco di colpevolezza, propongo al/
la consultante, innanzitutto che:

Andare ad un spa o un stabilimento balneare a fare un bagno di fango,
lasciando scappare il suo cattivo umore mentre ringhia: "Non sono
colpevole di niente. Una sporcizia che non mi appartiene sta
sporcandomi l'anima. Basta. Mi pulisco, primo io e dopo tutto il mio
albero genealogico". Una volta lavato, asciugato, profumato e vestito
con vestiti puliti, deve ritornare a casa sua, mettersi in piede davanti a un
faretto acceso affinché questo proietti la sua ombra su un telo di plastica
steso al suolo.

Una persona amata, o un amico/a intimo, o in mancanza un terapeuta,
deve lavare accuratamente l'ombra con acqua, sapone ed una spazzola,
mentre egli rimane immobile, dopo asciugarla e profumarla. Il lenzuolo
di plastica deve essere conservato in una borsa nera, per tornare ad
essere usato in caso sopravvenga un nuovo attacco di colpevolezza.

Già sentendosi meglio, il consultante deve andare ad un cimitero
portando con lui un recipiente pieno di acqua, sapone, una spazzola ed
un vaporizzatore di profumo; pulire e profumare quattordici tombe, sette
di uomini e sette di donne, dicendo davanti ad ognuna di esse una parola
differente: "Padre", "Madre", "Nonna paterna", "Nonno paterno",
"Nonna materna", "Nonno materno", e dopo quattro volte "Bisnonna" e
quattro volte "Bisnonno."

A volte, senza volerlo, commettiamo errori, che sentiamo come debiti
morali, sentendoci incapaci di sistemare il danno che abbiamo fatto.

Consiglio in questo caso ai consultanti che, innanzitutto riconoscano il
loro obbligo , poi lo valutino e poi lo paghino.

Ad una donna algerina che soffriva incessantemente, sentendosi
colpevole perché, assistendo da lontano ad un'esplosione che assassinò i
suoi genitori, invece di dispiacersi per loro si mise a ridere, consiglio
investire la maggiore la maggior quantità di denaro possibile per
comprare dei gioielli, che dopo si recasse nella la città dove morirono i
suoi genitori portando quel tesoro, e che lo seppellisse in un posto il più
vicino possibile dell'esplosione.
56. VIGLIACCHERIA VIRILE

Generalmente la vigliaccheria ha la sua origine in un padre severo che
ha usato come metodo di educazione punire e terrorizzare il bambino,
minacciando di schiacciarlo. Tuttavia, il maggior terrore che possiamo
sperimentare nell'infanzia, unito al più gran amore, è la madre.
Ella, essendo la fonte della nostra vita, ci è presentata come una dea
onnipotente che può castrarci in qualunque momento. Un uomo che ha
paura si sente imbarazzato, "poco uomo", desiderando, inconsciamente,
di essere più forte di suo padre, per vincere il drago materno.
Consiglio al consultante che:

Per un anno, una volta ogni 28 giorni (mese lunare), vada ad un
supermercato, rubi una bistecca di vacca e la porti nascosto nelle
mutande, avvolgendo i suoi testicoli per assorbire la forza di quella
carne di femmina. Una volta nella sua casa deve arrostirlo, mangiarsi la
metà e, l'altra, darla ad un animale maschio, gatto o cane.

Per non accumulare senso di colpa, dopo ogni furto invierà una lettera
anonima al direttore del supermercato, col denaro esatto che costava la
bistecca.

57. IMPOTENZA

Alcuni uomini che hanno problemi di erezione, quando si coricano con
una donna reprimono una rabbia infantile contro la madre.

Ella non li ha viziati quando doveva farlo. Desiderano punirla. Questo
odio soffocato, poiché esprimerlo sveglierebbe il terrore ad essere
castrati da lei, si riversa nei confronti di qualunque donna che si presta
ad avere relazioni sessuali con loro. Il desiderio di vendicare
crudelmente la delusione infantile di non essere stati amati inibisce la
loro libido, conducendoli all'impotenza.

Affinché riesca la sua erezione, consiglio al consultante un atto che gli
permetta di realizzare in forma metaforica il suo sadismo:

Deve ottenere un frustino per frustare cavalli, un cuscino solido, un
barattolo pieno di sangue artificiale, o in mancanza, pittura rossa, ed un
pennello largo due centimetri. La sua amante, generoso complice, si
introdurrà nella vagina una foto arrotolata della madre del consultante, si
metterà davanti a lui dandogli la schiena, di ginocchio, con le mani
appoggiate al suolo. Di fianco a lei ci sarà il cuscino. Lanciando un
grido di rabbia, il consultante darà, assestandolo con la mano destra, una
forte fustata sul cuscino mentre con la mano sinistra, sostenendo il
pennello inchiostrato, traccerà una lunga linea rossa nella schiena della
donna. Continuerà ad esternare la sua ira, dando fustate e pennellate fino
a coprire il corpo femminile con i tratti rossi. Dopo, si metterà in piedi,
in un angolo di quella stanza. Lei, a quattro zampe, si metterà
nell'angolo opposto. Lui, volgarmente, minacciandola col frustino, le
griderà: "Vieni a succhiarmi il sesso, cagna!." Man mano che ella
avanza, con la lingua di fuori, come un animale, lui continuerà gli insulti
fino a che si realizzi la fellatio.

58. BALBUZIE

La balbuzie è prodotta dalla mancanza di un padre consapevole di
concedere a suo figlio, con vero affetto, una formazione morale e
spirituale che questo ha bisogno. Un padre infantile, narcisista, o
tirannico provocherà nel bambino un accumulo di energia soffocata -
perché non potrà essere stesso, obbligato com’è a sottomettersi
all'incapacità paterna - che colpirà la sua autostima come adulto,
sentendosi, per la sua balbuzie, sminuito e condannato ad un'infanzia
persistente.
Consiglio al consultante:

Cercare un uomo eterosessuale, un maestro, un guru o un terapeuta, di
un’età adeguata ad essere suo padre, che abbia generato figli, e che in
piedi di fronte a lui, lo prenda per i testicoli ed il pene e, con energia
profonda, gli trasmetta lì il suo potere virile. Mentre questo succede, il
consultante, con la voce sul collo, declamerà un qualunque poema.

Ricevetti questa e-mail:

Sto studiando Logopedia e la mia esposizione consiste nel collegare la
Psicomagia al lavoro di un logopedista, basandomi soprattutto sul
trattamento dell'individuo in tutta la sua complessità bio psico - sociale.
Ad ogni modo, non so come convincere un logopedista della forza che
può avere la metafora e il suo simbolismo. Ho saputo che lei ha guarito
un gran numero di balbuziente, tutti uomini. Potrebbe lei applicare la
psicomagia ad una tartagliona, ad un autistico, ad un bambino affetto da
mutismo?."

Risposi:

Non mi è ancora capitata una donna balbuziente, ma credo che,
abbracciandola con tutte le mie forze, appoggerebbe il mio cuore sul suo
fino a che palpitasse allo stesso ritmo. Quindi le farebbe gridare il
poema.

Sono entrato in contatto con un autistico che, seduto, immobile,
guardava sempre verso il suolo. Mi sono coricato di spalle fino a
collocarmi nell'area del suo sguardo. Vedendomi dentro il suo mondo ha
comunicato con me.

Una donna, in crisi autistica, era nuda nella sua vasca da bagno. Senza
svestirmi, né togliermi le scarpe, sono entrato nell'acqua, mi sono seduto
di fronte a lei e sono riuscito a far sì che comunicasse con me.

Ad un bambino affetto da mutismo, ho fatto sì che sua madre gli
sfregasse tutto il corpo con miele, di acacia o di castagno, perché sono
liquide, e che dopo gli togliesse il miele leccando tutto il corpo
mormorando una canzone da culla.

La metafora ed il simbolo devono concretarsi in azioni."

59. PIGRIZIA MATTUTINA


È un detto popolare che dice: "La pigrizia è la madre di tutti i vizi."
Detto che può diminuire in: "La pigrizia, è la madre".
Se il consultante è incapace di potersi alzare presto la mattina,
costandogli troppo incominciare il giorno, va ricercato in un'indisciplina
infantile, con ansie di una madre affettuosa. Cominciare il giorno
significa crescere, farsi adulto. Il letto è un sostituto del ventre materno
che non finisce mai la gravidanza. Siccome la sua indisciplina non gli
permetterà di sottomettersi ad una psicoanalisi, gli consiglio un atto
puramente pratico:

Prima di dormire si deve bere due litri di acqua. La voglia di orinare lo
sveglierà presto e l'obbligherà ad alzarsi. Se la pigrizia lo fa ancora
resistere, deve darsi semplicemente il permesso di orinare nel letto.
I disturbi che questo causerà, lo convinceranno ad alzarsi alla mattina
seguente a svuotare.

60. RECUPERARE LA FEDE IN SÉ STESSI
Ad alcuni consultanti, disperati, che credono che tutte le loro decisioni
siano state sbagliate e la sensazione di non potersi fidare del loro proprio
giudizio li atterrisce, consiglio loro di:

Per un mese, la mattina, devono uscire per la strada con degli occhiali
che abbiano cerchi di metallo invece di vetri. E così, ciechi, orientarsi
solo con un bastone bianco, devono girare per tre volte intorno
all’isolato.

61. ANGOSCIA INTELLETTUALE
Ai consultanti che si sentono prigionieri della loro mente, credendo che
tutte le parole siano bugie, considerandosi incapaci di esprimere i loro
sentimenti, consiglio:

Di fronte ad un specchio devono raparsi la testa e dopo, sul loro cranio
nudo, dipingere con smalto rosso un gran "No".

Ad un consultante spagnolo che mi scrisse chiedendo di aiutarlo ad
"uscire dalla testa" risposi: devi andare al negozio Fnac di Madrid nudo
ma coperto con un cappotto. Al terzo piano ci sarà un'amica ad aspettarti
con un altro cappotto.

Al primo piano, rapidamente, lancerai il tuo cappotto e salirai nudo le
scale gridando "Sono un intellettuale, imparo a morire!." Arrivando al
terzo piano ti coprirai col cappotto che ti sta aspettando e darai un bacio
con lingua alla ragazza. Se sei omosessuale, lo dai a un uomo o, in
mancanza, ad una signora di più di 70 anni."

62. ABUSO SESSUALE



Quando un padre abusa di una bambina non lo fa in forma violenta bensì
usando la seduzione, così da farle complice. La piccola non resiste
perché sente che quella è la maniera in cui suo padre le dimostra il suo
affetto e lei può dimostrargli il suo. Questo produce un legame sessuale,
una grande sofferenza e una profonda colpevolezza. Da maggiorenne,
nel campo sentimentale e sessuale, si vede subordinata ai desideri degli
uomini, e sebbene i suoi compagni la considerino un’eccellente amante,
lei può contare i suoi orgasmi sulle dita di una mano. Finge e fornisce
loro il piacere che essi desiderano, soprattutto perché quello garantisce
che non l'abbandoneranno. Questo riproduce la situazione infantile, dove
la piccola era oggetto di un piacere per il quale non era ancora pronta.

Nell'aspetto economico, la sua vita precaria ed instabile, imita la sua
dipendenza infantile. In sintesi, nonostante passino gli anni, continua ad
essere posseduta da suo padre. (Un abuso rimane stampato nella libido
della vittima di tale maniera che questa, in forma inconscia, nonostante
lo odi, desidera ripeterlo. Se si mantiene in gran segreto, può ripetersi
per varie generazioni. Ho visto alberi genealogici dove la nonna è stata
violata, poi sua figlia e poi sua nipote). Le maggiorenni che furono
sedotte dal padre, cercano amanti che lo rappresentino. Il piacere che
ebbero quando furono bambine non fu sessuale bensì sensuale. Rimane
loro nella mente di ricercare una sazietà che non sperimentarono
all'epoca, per cui continuano a riservare l'orgasmo per il padre. Questo le
ha possedute non solo carnalmente ma anche psichicamente.
Se la consultante vuole liberarsi, le consiglio di:

Accorra ad una chiesa a confessarsi con un curato, raccontandolo i
dettagli più crudi dell’ atto sessuale con suo padre. Deve esagerare ed
inventare al massimo, dicendo che suo padre la masturbava, leccava il
sesso, penetrazione vaginale ed anale, l'orinava nella bocca, le eiaculava
in viso, defecava sul ventre. Quando il sacerdote si scandalizza deve
dirgli con voce roca ed espressione demoniaca che è disposta a ripetere
l'esperienza con lui. Uscendo dalla chiesa deve andare in una pasticceria
e divorare sei dolci. Dopo, dovrà vestirsi dalla testa ai piedi con vestiti
nuovi e cambiare nome.

Se un fratello cinico, o qualunque altro parente, ha abusato di lei quando
era piccola ed ora si rifiuta di prestarsi ad un confronto, dicendo che
quelli sono falsi ricordi, la consultante, per liberarsi della sua rabbia di
vittima, deve inviargli per posta, in una borsa di plastica, alcuni testicoli
di toro macchiati di sangue che può essere artificiale.

Una consultante mi disse: "Mio padre abusò di me, ma è morto.

Come posso liberarmi di questo?" Le rispondo: "Prendere una catena
grossa lunga un metro, vai nella tua cucina e rompi tutti i piatti,
bicchieri, brocche, vassoi..., tutto." La donna, impressionata, mi dice:
"Incredibile! Le stoviglie che uso è l'unico lascito che mi lasciò mio
padre!."

"Rompi tutto, seppellisci i pezzi e sopra pianta un albero accompagnato
da un rampicante, così la relazione sana con tuo padre si realizzerà
nell'unione di quelli due vegetali."

Quando un bambino è stato vittima sessuale del padre, quando è adulto
possono sorgere emorroidi, mancanza di fiducia nella sua virilità,
difficoltà a concentrarsi, un costante sentimento di vigliaccheria,
difficoltà a maturare, timidezza con le donne, immagini omosessuali che
lo eccitano quando si masturba, etc. Per liberarsi di tutto questo, il
consultante deve realizzare il seguente atto:

Comprare un salame, della misura più grande possibile. Trapanando, lo
aprirà nel centro e per il lungo un buco che riempirà con latte
condensato.

Su una roccia piatta attaccherà, col suo proprio escremento, una
fotografia di suo padre. Collocherà così il salame preparato, che
prenderà ad accettate fino a farlo pezzi, lasciando uscire con urla tutta la
sua dolorosa rabbia. Invierà i resti per posta a suo padre, se questo fosse
già morto, li depositerà nella sua tomba. Seppellirà l'ascia e pianterà un
ulivo.

63. MAL D’AMORE
Il male d’amore non si cura con i consigli. La persona che soffre il
dolore di essere stata abbandonata o respinta da chi ama, inconsolabile,
non ascolta ragioni. Gli hanno spezzato il cuore. A che cosa vale dirle
che in realtà non soffre per chi crede di soffrire, ma proietta su quella
persona un abbandono infantile, la tristezza che - in un dato momento
della sua infanzia - ha avuto la sensazione di perdere l'amore di sua
madre. Il bambino, prima di sviluppare la sua individualità sente che fa
parte del suo progenitore, lei è il suo Io essenziale: se la perde, perde sé
stesso.

Questo affetto dipendente, quando è già adulto, lo proietta sulla donna
amata. Per liberarsi di questa frattura, e ricominciare la sua vita
emozionale, il malato deve fare un gran sforzo dicendosi: "Chi soffre
non sono io, è il mio bambino interiore." Così come quello che più ci
lega fisicamente all'infanzia sono le abitudini alimentari - gran parte di
quello che mangiamo ci unisce al passato -in caso di frattura amorosa
consiglio al consultante:

Cambiare radicalmente la sua dieta alimentare. Se è carnivoro si deve
diventare vegetariano, e se è vegetariano deve diventare carnivoro. Se
non vive in un posto col mare, deve andare tre giorni in una città dove
c’è per praticare jogging nella spiaggia, mettendo i piedi nell'acqua e
ripetendosi: "Dolore, non sei mio." Durante quel lasso di tempo porterà
sulla schiena, a tutte le ore, un cuore di vitella conservato in una borsa di
plastica accompagnata da una fotografia dell'amante che ha perso più
una fotografia di sua madre. Passati quei tre giorni, seppellirà il cuore e
pianterà sopra un melo.

(Questi stessi atti di psicomagia sono validi anche per una consultante
donna. Invece di utilizzare foto femminili, deve usare suoi equivalenti
maschili). Se nonostante questo il/la consultante continua ancora a
soffrire, riunendo tutta la sua volontà deve decidere cambiarsi da solo –
metaforicamente il cuore.

Nella sua camera da letto, a mezzanotte, con la finestra coperta da una
grossa tenda, si coricherà nudo/a sul pavimento, dentro un cerchio di
dodici candele accese. Attaccherà con miele sul suo cuore una foto della
sua amata/o, e sopra sette piatti da tè. Per un quarto d’ora presserà verso
il suo petto quella pila di piatti, come se se li volesse incorporare.
Dopo, con un piccolo martello comincerà a romperli uno ad uno, non
con un solo colpo bensì in forma progressiva, prima con colpi leggeri e
poi con uno finale che rompe il piatto. Questo lo ripeterà sette volte,
esprimendo con grida o pianto il suo dolore il più intensamente
possibile. Quando la fotografia verrà allo scoperto, verserà sopra un po'
di sangue artificiale, (precedentemente preparato con un lubrificante
sessuale tiepido a cui avrà aggiunto del colorante vegetale rosso).
Sentendo che la fotografia ha radici nel suo cuore, simulerà la lotta per
strapparla fino a che, con un'esclamazione di trionfo, estragga dal suo
petto. Stropiccerà la foto trasformandola in una palla.
Si ripulirà il sangue con uno straccio nel quale abbia fatto imprimere
l'immagine di una Vergine Santa, e dopo si sfregherà la regione del
cuore con mezzo limone. Metterà in una borsa la fotografia
accartocciata, il martello, i pezzi rotti dei piatti, il limone, il fiasco di
sangue falso e le candele, che avrà già spento. Conserverà lo straccio
sotto al materasso del letto. Si dipingerà il viso e le mani con trucco
argentato. Uscirà in strada e lancerà la borsa nel primo cassonetto di
spazzatura che trova. Dopo, così truccato/a, andrà in un bar a celebrare,
bevendo fino ad ubriacarsi.


64. PAURA ECONOMICA
Certe frasi fraintese dei Vangeli, come "Felici i poveri..." o "Perché è più
facile che passi un cammello per la cruna di un ago che un ricco nel
regno di Dio", consolano il potere dei benestanti e mantengono i più
bisognosi in una posizione di sottomissione. Le persone che hanno
problemi di denaro, debitori cronici, compratori compulsivi,
comportamenti fallimentari, sono possedute da convinzioni familiari che
furono loro inculcate nell'infanzia ("Perché conoscete già la grazia di
nostro Sig. Gesù Cristo che per amor vostro si fece povero...") che li
conducono all'auto sabotaggio, "non ho diritto", "non lo merito", "perché
io?", "Non valgo niente", mi sento colpevole" o "Il denaro è schifoso".

La società attuale funziona principalmente diffondendo tra i cittadini un
costante messaggio di terrore economico. Della paura a non aver niente
da mangiare o nessun posto per vivere, passa alla paura di ammalarsi,
invecchiare, essere aggredito, e di lì alla paura a non essere amato, alla
solitudine, a dissolversi nell’abbandono. Questa angoscia che tutto
venga a mancare produce una sete di consumo (benché sia a credito).
Ogni consumazione produce rifiuti, escrementi, e l'inconscio realizza un
accoppiamento tra i concetti di rifiuto e di ricchezza. Così, ai consultanti
che soffrono una malaticcia paura per motivi economici, consiglio loro
innanzitutto:

Vestirsi il più elegantemente possibile (spille da cravatta) occhiali di
marca, orologio vistoso, gioielli, un sigaro avana, etc., ed uscire in strada
a mendicare, chiedendo denaro agli autisti o alla gente che passa per la
strada mentre l'altra mano sostiene un cartone con scritto:

"Chiedete e vi sarà dato, San Matteo. Ho paura che mi manchi tutto."

Dopo, bisogna comprare quattro monete di oro, introdurle nell'ano e
mantenerle quattro giorni. Dopo, defecare in un orinale e riscattare le
quattro monete. Così, sporche, seppellirle in un vaso da fiori con fiori
che dovrà essere irrigato tutti i giorni. Inoltre, per quaranta notti, prima
di andare a dormire, deve riceversi un massaggio per tutto il corpo con
un biglietto di cinquecento euro che si sarà fatto prestare da uno dei suoi
genitori. Se sono morti o assenti, utilizzerà un biglietto proprio piegato
in due trattenendo una loro foto.

65. PAURA AD INVECCHIARE



La nostra società, sempre meno matura, esalta la gioventù e a

volte inculca il disprezzo per la vecchiaia. Verso i 60 anni, con la
pensione, si comincia ad escludere i cittadini dell'attività sociale.

Anticamente si comparava la vecchiaia maschile alla saggezza, oggi 

la si confonde con la decadenza. Per le donne, il problema è maggiore:

non sono solo escluse della saggezza, nelle tradizioni e racconti

popolari, quasi sempre una donna vecchia è una strega, ma anche nella

vita amorosa. Questo provoca una paura ancestrale: quella di essere
esclusi da quel clan della vita e, più ancora, quella di essere respinti da
tutto il mondo. Il/la consultante affetto da questa angoscia, basandoci su
un proverbio persiano ("Quello che hai intenzione di fare di notte, fallo
di prima mattina"), consiglio:

Affrontare la vecchiaia assumendo un truccatore professionale che
faccia un trucco iperrealista che lo rappresenti a novanta anni.

Con questo aspetto deve passeggiare un giorno intero, da mattina fino a
notte, così mascherato. Si siederà in un caffè, in una piazza pubblica,

converserà con gente giovane, etc. in questo modo vedrà la vita da un
altro punto di vista, rendendosi conto che quando invecchierà ci sarà un
posto per lui / lei.

66. PAURA A SVENIRE

Se il medico specialista conclude che le vertigini sono di origine

psicologico e la persona affetta non vuole intraprendere una psicoanalisi,

consiglio di praticare una nuova arte marziale chiamato Ukemi-do,

che contiene la parola "cadere" in giapponese. I bambini sperimentano
piacere in lasciarsi cadere, tuttavia gli adulti considerano che cadere sia
un’umiliazione. Nelle arti marziali si studiano sempre le cadute con

intenzione di non rimanere al suolo, bensì di rotolare e alzarsi il più

rapidamente possibile per proseguire il combattimento. "Cadere" va
sempre accompagnato da "alzarsi." È stato eliminato l'amore per il
suolo. Per vincere la sua nevrosi, propongo al/la consultante di:

Allontanare da sé ogni falsa dignità, deve abbandonarsi all’attrazione

della gravità e lasciarsi cadere per, rotolarsi con piacere al suolo, subito
dopo. Questo può farlo in qualunque posto: a casa sua, in quella dei suoi
parenti o amici, a una festa, a una riunione di lavoro, etc.

Dopo, potrà invitare il suo compagno a cadere, abbracciati in due; anche
i suoi amici, i suoi figli, i suoi genitori. Una famiglia intera, lasciandosi
cadere, otterrà un momento di allegria risanatore. Una volta tranquilli,
stesi al suolo, i caduti potranno intavolare pacifiche conversazioni.
Ho ricevuto questa richiesta d’aiuto:

"Dieci anni fa ebbi un attacco di ansia/pánico respiratorio. Non si è 

più ripetuto, ma da allora non ho potuto liberarmi dalla

paura che quell’esperienza che fu terribile per me, torni a succedere.
Che atto psicomagico mi raccomanda?"

Risposi: Corra a un supermercato in un momento di grande affluenza di

clienti e finga un attacco di ansietà/pánico lasciandosi cadere a terra.

Quando l'aiuteranno, chieda un bicchiere di latte dicendo che è l’unica
cosa che può calmarla. Non appena avrà bevuto il latte, sorrida e si
allontani correndo. Entri in un sex-shop, compri una rivista pornografica
e, seduto nella terrazza di un caffè, guardi ostenstatamente le procaci
immagini.

67. PAURA ALL'OSCURITÀ

Certe persone, quando sono sole, per paura dell'oscurità devono

dormire con la luce accesa. Questo terrore notturno proviene
dall'infanzia.

Se in qualche momento i genitori escono di sera ed il piccolo si

sveglia circondato da grandi ombre, sentendosi abbandonato,

indifeso, temendo l'imminente attacco di qualcosa di sconosciuto,
conserverà quello stress per molti anni della sua vita. A questi
consultanti spiego che le ombre che teme sono elementi soffocati della
sua personalità, che desiderano manifestarsi. Dopo, consiglio loro la
cosa seguente:

Devono immaginare che quelle ombre siano lunghe, come fibre che
vanno incrociandosi per formare un tessuto. Nel contempo, con lana
nera vera e propria ed aghi devono confezionarsi un gilet. (Se non sanno
farlo, impareranno a tessere, smettendo di pensare che sia un'attività
femminile: i marinai lo fanno.) Una volta finito il gilet lo indosseranno,

integrando altri capi d'abbigliamento neri, e truccheranno anche il viso e
le loro mani di nero. Così, facendo parte dell'oscurità, e

passeggiando per la casa nel buio, sentiranno che la notte si converte in

sua alleata. Questo li aiuterà - comprendendo che l'inconscio è un

alleato - per lasciare che gli aspetti soffocati della sua personalità si
esprimano.

68. PAURA A LA PAZZIA

La paura della pazzia porta chi la soffre fuori della realtà. Così, consiglio
al/la consultante:

Impadronirsi di un cappello foderato di placche di piombo ed usare
scarpe con suole di questo pesante metallo. Il peso del cappello e delle
scarpe, l'obbligherà ad essere presente in ogni passo che fa e in ogni
pensiero che avrà. Metterà sotto il cappello un sua fotografia, nella quale
sta facendo una smorfia di pazza, e passeggerà così. Dopo tre giorni,
seppellirà le scarpe ed il cappello, piantando sopra di essi un vaso di
fiori di lavanda. Di seguito, farà un rotolo con la foto e la invierà verso il
cielo legata a tre palloncini gonfi di gas.

69. INCANTESIMI PER LA PAURA
Attraverso la rete familiare (eredità psicologica dei genitori) zii, nonni e
bisnonni, il passato eserciterà sull'individuo l'azione di un freno,
invitandolo a ripetere le idee folli, le insoddisfazioni, i traumi, le
malattie, i divorzi, i tipi di morte, i terrori economici o i fallimenti.
Il/la consultante, se vuole sviluppare un livello di Coscienza più ampio
di quello dal suo clan, dovrà osservare le ripetizioni che lo minacciano o
che ha già riprodotto con la corrispondente dose di sofferenza e
angoscia. La sua ricerca della pace interna gli porterà ad accettare il
dolore emozionale e morale, indagando nella sua memoria gli errori e
abusi ai quali fu sottoposto. Questa importante introspezione verrà
coperta da differenti paure che colpiranno la sua lucidità, spingendolo a
rinchiudersi nell'Io limitato che lo integra al clan. Per ciò, dovrà
abbandonare la sua identificazione in quella personalità che gli è stata
inculcata dalla famiglia, la società e la cultura, e consegnarsi al suo
Essere Essenziale, in costante evoluzione.

Precisamente è questa consegna all'Essere Essenziale che conduce a
fidarsi dell'inconscio, non considerandolo un nemico bensì un alleato,
accettando che nel più profondo della sua oscurità c'è un punto brillante
ed onnipotente - unito all'energia universale e alla Coscienza divina -
che può chiamare Dio Interiore. Nel Vangelo di Luca, quando l'angelo
Gabriele si presenta davanti alla Vergine, dopo averla salutata la prima
cosa che fa è dirle "Non temere, perché hai trovato grazia davanti a
Dio...." Questo psicologicamente si può intendere nel senso che
Gabriele, (l'Essere Essenziale), fa che Maria, (l'Ego in stato di grazia -
unione con la totalità -) si dia all'azione trasmutatrice del Dio Interiore,
unica dimensione della psiche capace di vincere tutte le paure.

Nelle antiche tradizioni magiche si è data sempre una grande importanza
alla parola. Così, quando un mago lotta per combattere una malattia
recita incantesimi, e le religioni fanno uso di preghiere, discorsi a voce
alta, voti, mantras, etc. La costante ripetizione di certe parole sacre
unisce la mente, tirandola fuori dal circolo vizioso del suo continuo
dialogo interno. Una nuova idea, ripetuta con fede e volontà, può aprire
porte alla prigione mentale che provoca la necessaria mutazione
liberatoria.

Ogni volta che il/la consultante è angosciato da una paura, saranno
questi gli incantesimi psicomágici che deve ripetere ad alta voce:

Paura...di cambiare Per avanzare per il cammino della Cosapevolezza,
devo accettare la morte delle concezioni che ho di me stesso.

Paura... di desiderare L'energia sessuale è sacra. Lascio di negarmi a
me stesso e di occultarmi.

Paura... ad ammalarsi Le malattie del corpo sono maestre che possono
curare le mie malattie dell'anima.

Paura... d’invecchiare Il tempo è il mio alleato, mi apporta saggezza.

Paura... di fallire Tutto è fallimento perché niente è eterno. L'unico
trionfo vero è la realizzazione della mia Consapevolezza.

Paura... dell'umiliazione Se vinco il mio orgoglio, nessuno potrà
umiliarmi.

Paura... della notte La notte è sempre unita al giorno.

Paura... della povertà La creatività dell'Essere Essenziale è la mia
ricchezza.

Paura... della solitudine Se mi apro al mondo, tutto mi accompagna.

Paura... della violenza Dominerò la mia aggressività, smetterò di
proiettare la mia collera nel mondo.

Paura... di morire La morte è un'illusione dell'ego individuale.
L'universo del quale io fcio parte è eterno ed infinito. In una forma o in
un'altra, esisterò sempre.

Paura... di non potere comunicare Il Mio Dio Interno conosce tutti i
linguaggi.

Paura... a non potere sopportare la Verità Quello che la Verità
distrugge in me è la spazzatura, quello che non sono, i limiti impiantati
dalle trappole del passato. Smetterò di affermare il mio ego, mi
consegnerò al mio Essere Essenziale.

Paura... di non progredire Se mi identifico con l'universo, mi unisco
alla sua incessante espansione.

Paura... di non essere desiderato L'universo mi ha dato la forza di
nascere. La Consapevolezza divina mi desidera.

Paura... di non essere logico L'universo non ubbidisce a leggi logiche.
La "logica" del cervello umano è "follia" per l'universo.

Paura... di perdere la definizione La somma di tutte le definizioni è la
mia definizione. Perfino la non definizione mi definisce.

Paura... di perdere l'identità I limiti del mio ego sono solo utili per un
certo tempo, non devo agrapparmii ad essi credendo che siano la mia
identità. La mia mente, ubbidendo a progetti del futuro, lotterà per
espandersi, fino ad arrivare ad essere quello che è: Coscienza cosmica.

Paura... di perdere la seduzione Se mi libero dei miei desideri, la
seduzione mi sembrerà inutile.
Paura... di perdere le mie capacità il Mio Dio Interiore è
inestinguibile.

Paura... di perdere un combattimento Perdere un combattimento non
è perdere sé stesso.

Paura... che mi obblighino a tacere Se ho qualcosa da dire, lo dirò al
mondo; se non posso dirlo al mondo, lo dirò al mio paese; se non posso
dirlo al mio paese, lo dirò alla mia città; se non posso dirlo alla mia città,
lo dirò in casa mia; se non posso dirlo in casa mia, lo dirò a me stesso:
gli esseri umani formano un'unità. Quello che io dico a me stesso,
risuonerà nell'inconscio collettivo.

Paura... di essere rapinato Quello che possono rubarmi, non fu mai
mio. L'Essere Essenziale è permanente.

Paura... di essere deluso in amore la mia certezza emozionale è amare
senza chiedere di essere amato.

Paura... di venire sfigurato Se non mi identifico nel mio viso, mi
integro nell'impersonalità del mio indistruttibile Essere Essenziale.

Paura... di venire imprigionato possono imprigionarmi Solo il corpo, il
mio spirito è essenzialmente libero.

Paura... di essere sterile In ogni momento l'infinito mi insemina.
L'anima è mia figlia suprema.

Paura... di essere ferito, amputato o ridotto fisicamente Sono uno
spirito che ha un corpo e non un corpo che ha uno spirito. Anche se
perderò tutto il mio corpo, continuerò ad esistere in un'altra dimensione.

Paura... di essere invaso Sono infinito, l'universo è il mio corpo.

Paura... di essere violato Vessare la mia carne non è sporcare il mio
spirito.

Paura... del vuoto Se smetto di identificarmi col mio ego, il vuoto dove
temo di cadere, il mio Essere Essenziale cade in me.

70. PROBLEMI DI LAVORO La psicomagia non pretende di agire
sulle menti altrui, obbligandoli a realizzare atti che non desiderano:
quell'attività corrisponde alla magia, sia bianca che nera. Una cosa è
guarire sé stessi, un’altra è pretendere di cambiare agli altri senza prima
trasformare noi stessi. Per esempio:
Proteggersi da compagni invidiosi La magia ci consiglia portare
addosso un'immagine di Changó, il dio africano del fuoco, affinché
assorba i poteri dell'invidia e li trasformi a nostro favore. Invece la
psicomagia consiglia al/la consultante, che non può lavorare tranquillo
perché sente che il suo collega lo/la invidia, che provi ad accettare che il
mondo è quello che è, oltre a quello che egli crede che sia. L'invidia che
sente arrivare dagli altri, in realtà arriva metà dall'esterno e l’altra metà
dal suo interno. L'unica maniera per trasformarla è non riflettere
quell'invidia ma rispondere con amore. A tal fine:

In una maglietta indossata sotto la camicia, deve fare imprimere un gran
cuore sul petto e un gran cuore sulla schiena. Così, in mezzo ad un
sandwich di cuori, passeggerà immune in tanta brutta vibrazione. Se ha
collaboratori, procurerà che anche loro indossino quel tipo di maglietta,
mantenendolo in gran segreto. Semineranno amore ovunque camminino.

2. Proteggerci da un nemico nel lavoro La magia ci propone di
sottrarre e stregare qualche oggetto che quella persona abbia sempre sul
suo tavolo e che utilizza costantemente, recitando sullo stesso: "Tanto
quanto questo (nome dell'oggetto), (nome della persona), deve avere
bisogno di me, e legato/a a me deve rimanere." E finalmente
restituiremo l'oggetto sul tavolo di lavoro... Ma se usiamo la psicomagia,
prima di realizzare il consiglio, investighiamo sul passato del/la
consultante:

Chiederemo che faccia una lista dai nemici che ha avuto, dal più recenti
fino ad arrivare al più antico, è possibile che lo trovi a scuola che ha
frequentato, oppure nella sua famiglia incarnato in un/a fratello/sorella,
un parente oppure un patrigno. Comprenderà allora che i nemici esterni
sono in gran parte proiezioni dei nemici che conserva nella sua memoria.
Affinché l'inimicizia cessi, il/la consultante dovrà fare pensieri gradevoli
verso il "nemico."

Consiglio che per 15 giorni di seguito posizioni sul suo tavolo di lavoro,
in forma anonima, una rosa bianca.

3. Ottenere una promozione La magia ci propone di prendere la lingua
di un uccello e recitare su di essa: " Il tuo canto d’argento devi cantare,
per il mio futuro assicurare." Dopo, bruciarla in una candela argentata e
ripartire le ceneri sotto le sedie dove si metteranno a sedere gli
”sponsor”. È evidente che se siamo superstiziosi crederemo che la lingua
del povero uccello, (che abbiamo dovuto ammazzare), convertita in
molliccio fantasma, arriverà a fischiare una melodia nelle orecchie dei
capi che discutono la desiderata promozione descrivendo le nostre
eccellenti qualità... Da un punto di vista psicomágico, constateremo che
le promozioni hanno un aspetto politico: ci sarà in generale un capo che
ci propone di fronte ad un altro capo che difende un altro eletto. Ogni
partito lotta impiegando le sue forze. La sconfitta che è per noi un
fallimento sociale, erode la nostra autostima. Più importante di ottenere
la promozione è essere preparato a guadagnarla senza

cadere in eccessi di vanità o a perderla senza sentirsi complessato.

Il giorno dell'elezione, la candidata scriverà su un piccolo pezzo di

carta tipo pergamena con inchiostro rosso ed una goccia del suo sangue:
"Io valgo! Io posso!", l'arrotolerà e l'introdurrà nella sua vagina. Sia
come sia qualsiasi risultato, seppellirà questa carta in un vaso da fiori
con fiori e lo collocherà sul suo tavolo di lavoro.

Il giorno dell'elezione, il candidato circonderà il suo pene con un nastro

dorato, su cui avrà scritto con inchiostro rosso ed una goccia del suo
sangue: "Io valgo! Io posso!" Qualunque sarà il risultato, seppellirà la
carta tipo pergamena in un vaso da fiori con fiori e lo collocherà sul suo
tavolo da lavoro.

4. Vincere una causa lavorativa

La magia ci raccomanda di inviare al capo controverso una mosca morta

oltrepassata da uno spillo, dopo avere recitato: "Guarda il male che fai,

perché si rigira contro di te." Per la psicomagia questo è un atto
aggressivo che aggregherà solo odio all'odio. Una lite sul lavoro è un
tema spiacevole che può convertirsi in un pericolo serio per il nostro

cammino professionale. Se dopo il nostro confronto il capo non è

capace di perdonarci, ci renderà impossibile la vita lavorativa.
Il migliore consiglio è mantenersi a margine dei conflitti, ma se non lo

otteniamo, consiglio al/la consultante:

Inviare al concorrente una bottiglia di champagne accompagnata da un

ramo di rose bianche e la seguente missiva: "Lei ha le sue ragioni,

che comprendo, ed io ho le mie che spero che lei comprenda.

Chiunque sia il risultato di questo conflitto, la mia ammirazione per le
sue qualità umane e lavorative non cambierà".

5. Creare una buona impressione per un nuovo lavoro

Dobbiamo mantenerci distanti ma cordiali. La magia ci consiglia di
portare in una tasca, durante i primi giorni, un turchese.

Quando ci verrà domandata la nostra opinione su qualche tema spinoso,

toccheremo il turchese e risponderemo che non siamo ancora del tutto

sicuri per avere un’opinione su questo. In questo caso, la psicomagia
concorda con la magia, ma, non essendo superstiziosa, considera che
conferire poteri ad una pietra può accrescere il nostro orgoglio,
facendoci credere di avere un super potere. Consiglio allora al/la
consultante al posto del turchese:

In un tubo di plastica, nel quale abbiamo attaccato un'etichetta che

dica "non sono orgoglioso/a", porteremo un escremento di cane.
6. Ottenere che un capo smetta di criticarci La magia ci propone di
prendere un ragno morto e conservarlo in qualche posto sul tavolo del
capo, dove non possa trovarlo il personale di pulizia, dopo avere
recitato: "L'incomprensione di, (nome), si aggroviglierà, il mio punto di
vista comprenderà e di martirizzarmi cesserà." Questo atto converte chi
lo realizza in una persona vigliacca, perché per pigrizia di lavorare su sé
stessa cerca di cambiare la mente dell'altra persona. La psicomagia
propone che la persona interessata esamini che relazioni ebbe, durante la
sua infanzia, coi suoi genitori e maestri. È possibile che l'abbiano
criticata duramente. È possibile anche che, rendendosi conto che i suoi
errori attraevano l'attenzione, si sia impegnato in ripeterli, rimuginando
il suo rancore. Un rancore che sarà percepito intuitivamente da chi la
censura, e che fa aumentare i suoi rimproveri. Consiglio allora al/la
consultante di:

Ogni volta che riceve una critica del capo, depositerà in un salvadanaio
che avrà sul suo tavolo di lavoro un biglietto da cinque o dieci euro. Una
volta al mese, prenderà quel denaro accumulato ed uscirà a comprare
qualcosa che possa piacere al capo per lasciarla, anonimamente, nel suo
ufficio. In questo modo si impedirà di rimuginare rancori, rendendosi
più gradevole al suo capo che eliminerà il suo desiderio di critica.

7. Rendersi autonomi e creare la propria attività
La magia ci propone di avere un amuleto capace di fornirci molta
fortuna. Per esempio, prendere un ferro di cavallo e recitare davanti ad
esso: "Mandami fortuna propizia, concedimi la prosperità." Dopo,
dobbiamo appenderla a rovescio sulla porta del locale dove lavoriamo,
internamente. In una consultazione di psicomagia, benché al /la
consultante piaccia di non sentirsi legato all‘orario di altre persone e
potere usare il tempo che desideri per mangiare o riposare senza
qualcuno lo sfinisca, analizzeremo quale grado di incertezza economica
provoca l'assenza di un stipendio fisso in chi è disposto a diventare
autonomo.

In fondo all'inconscio, il carattere che abbiamo acquisito nell'infanzia
rimane vigente. Nella maggior parte delle famiglie non si abitua i figli a
maneggiare il denaro, né viene aperto loro un conto in banca, né
vengono premiati economicamente.
Diventando adulti, questi bambini resi dipendenti, per godere di un
stipendio sicuro continueranno a cercare lavori che la maggioranza delle
volte non li soddisferà. Non hanno imparato ad investire.
Assumere rischi li atterrisce. Uno dei principali lemmi del surrealismo è
“Lasciare il sicuro per l’incerto".La migliore maniera di trasformarsi in
un professionista autonomo è sviluppare la capacità di guadagnare
denaro, investire in primo luogo in piccole iniziative e attività,
assolutamente insicuri, originali e completamente stravaganti, riuscendo
a guadagnare il sostentamento giornaliero con quello che sembrava
impossibile producesse un centesimo. Se il/la consultante riesce a farlo,
ne verrà fortificato e sarà capace di arrischiarsi in commerci maggiori
senza necessità di inchiodare ferri di cavallo sulle sue porte, sapendo che
la buona fortuna non si riceve come una manna caduta del cielo, ma per
riuscirci bisogna essere capaci di seminarla mediante valorosi
investimenti. Esempi di piccoli nuovi attività:

1. Come i bambini armano fantocci e modelli di ogni tipo di
automobiline per dopo dipingerli, organizzare officine dove, come

meditazione, i partecipanti dipingano statuette di budda e divinità

orientali.

2. Collaborare con un veterinario per fare massaggi ai gatti.

3. Provvisto di un mazzi di erbe ed acqua santa, pulire dai residui
psicologici sofà e poltrone di psicoanalisti.

4. Proporre a persone mutilate corsi di ginnastica rieducativa

per i loro membri fantasma.

5. Spiegando che il cervello accetta il placebo, fare trattamenti

di agopuntura inchiodando gli aghi sull'ombra dei pazienti.

6. Vestito da monaco francescano, affermando che gli animali

domestici hanno anima, battezzare cani, gatti, pappagalli e topi bianchi

secondo il rito cristiano affinché possano entrare in paradiso.

7. Sfruttando che tutti i calvi conservano registrati nella loro

memoria la chioma persa, trasformarsi in parrucchiere e lavare e
pettinare i loro ciuffi invisibili.

Se il consultante riesce a guadagnare un po' di denaro con questo tipo di

mestieri stravaganti, sarà preparato per avere successo organizzando

un’attività seria ed indipendente.

71. FRIGIDITÀ

Nell'inconscio collettivo la mitologia rimane attiva e può agire, in forma
sottile, sopra la nostra realtà. Benché abbiamo dimenticato

il linguaggio dei simboli, questi hanno influenza sul nostro
comportamento.

Il pavone, per gli antichi cristiani, era simbolo di resurrezione,

perché avvicinandosi l'inverno perde le piume della coda ma, arrivando

la primavera, tornano a crescere. Con quella coda piena di "occhi" il
tacchino gira intorno alla femmina, affascinandola. Quelle piume sono
cariche di incantesimo sessuale... La donna vive la sua freddezza come
se qualcosa in lei fosse morto. Per questo motivo la sua carenza di
piacere è comparata al freddo dei cadaveri. Allora, consiglio alla
consultante di: Prima di realizzare l'unione sessuale, deve chiedere al
suo amante che le accarezzi il sesso con una piuma di pavone per
mezz'ora, dopodiché sentirà rinascere la sua capacità di godimento.
Quando sarà penetrata, e mentre l'uomo realizza i suoi movimenti
pelvici, ella deve scoppiargli, uno ad uno, un uovo crudo sulla testa
esclamando: "Prendi!" Se dopo avere gettato dieci uova non ha
raggiunto l’orgasmo, dovrà simularlo il più esageratamente possibile e
dopo, nei sette giorni a venire, di mattina svegliandosi e di sera prima di
dormire, ripeterà questa simulazione.

72. PREDIZIONI NEGATIVE

Come si è detto nel prologo di questo libro, i genitori registrano

parole minacciose nella memoria dei loro figli. Questi ordini di non

fare qualcosa, più tardi si trasformano in desiderio di farlo, perché il

cervello ha la tendenza a realizzare le predizioni. Ogni predizione agisce

come una maledizione. Se ad una bambina che gioca col suo sesso
dicono: "Smetti di farlo perché se no, quando sei più grande, ti
trasformerai in una prostituta", quando diventa adulta, l'impulso di
prostituirla la ossessiona. L’unica maniera di liberarsi di una predizione
è realizzarla metaforicamente. Ho qui alcuni esempi:

Ad una persona a cui leggono il Tarocchi, dicono: "Qualcuno vicino a te

morirà, e quello ti costerà molto denaro." Questa persona, ossessionata,

corre da me domandandomi che cosa fare. Consiglio:

Chiudi le finestre, getta insetticida e aspetta che muoia una

mosca. Quello significherà che qualcuno intorno a te "morrà" si è

realizzato. Prendi un biglietto da 5 euro, aggiungigli sei zeri per
trasformarlo in cinque milioni, avvolgici la mosca seppelliscila, così la
predizione "e quello ti costerà molto denaro" sarà realizzata e tu libero
dall'angoscia.

Una psicoanalista, figlia e nipote di psicoanalisti che quando era

bambina desiderava diventare ballerina ma che, più tardi, decise di
seguire quel mestiere familiare mi consultò perché, nonostante avere
molti pazienti, soffriva di una permanente angoscia economica. Ricordò
che sua madre le aveva ripetuto con insistenza: "La vita è molto dura,
figlia mia. Se quando sarai grande non eserciti lo stesso mestiere di tuo
padre e tuo nonno, finirai dormendo per strada, come quei mendicanti
ubriachi." Per liberarsi dalla predizione, realizzandola, le consigliai:
Per dieci giorni doveva ricevere i suoi pazienti mascherata da

accattona stracciona, col naso truccato di rosso, una bottiglia di vino

ed un pezzo di formaggio vicino a lei. La consultante temette che i suoi
pazienti pensassero che fosse pazza. Le risposi che bastava che dicesse
loro che stava realizzando un atto di psicomagia. Così fece, e dopo

quei dieci giorni cessarono le sue angosce.

73. INSODDISFAZIONE DEL PROPRIO VISO

Una moltitudine di persone ricorrono alla chirurgia per cambiare i loro
tratti facciali. Credono di farlo per motivi estetici. Tuttavia, questo

desidero di cambiamento occulta un problema più profondo di quello di
una semplice ricerca della bellezza. Se la persona non è soddisfatta del
suo viso, vuole dire che sua madre o suo padre o entrambi non lo sono
stati durante la sua infanzia.

Se i progenitori formano una coppia di narcisisti, ognuno di loro
desidererà che il rampollo assomigli ad uno di loro.
Può essere che la madre abbia generato suo figlio/a con un uomo che
non ama, disprezza o detesta.

Se il bambino esce somigliante a lei, l'amerà. Se nasce somigliante al
padre, si trasformerà in una madre emozionalmente fredda o
indifferente, con una aggressività a malapena occultata.

Se il padre o la madre non hanno risolto i loro impulsi incestuosi,

desidereranno che il discendente somigli al nonno o alla nonna che
amano.

Se non è così, non potranno dargli il suo affetto. Un figlio non è bello o
brutto in maniera astratta, basata su un qualunque canone estetico, è
bello per loro se presenta tratti simili a quelli del clan. Se tutti i parenti
hanno grandi nasi ed egli ne possiede uno piccolo, sarà considerato
brutto, cioè, simile ad un straniero. Chi soffre questa scomunica cresce,
carente di autostima, sentendosi interiormente vuoto, dovendo guardarsi

continuamente allo specchio degli altri per sapere chi è, ed in quello

scoprendo una pessima immagine di sé stesso si vede costretto a

occultarla e nasconderla. La sua personalità nevrotica nasce da
un'ingiustizia, un abuso, una ferita che gli hanno inferito nelle sue prime
tappe di sviluppo quando, chi lo generò, essendo stata sopraffatta dagli
uomini, gli trasmette il suo risentimento, il suo dolore, la sua rabbia e la
sua paura.

Un lettore mi inviò questo e-mail:

"Soffro una necessità continua di controllare lo stato del mio viso.

Quando mi guardo allo specchio, sento un'orribile tensione: è come se

rimanesse la mia immagine fissata nella mia mente, come una foto.
Questo ansioso malessere per il viso è molto scomodo, quasi non posso
fare vita sociale.
Sento anche che mi è molto difficile diventare adulto, ho 47 anni,
sempre ossessionato dal passare del tempo, con sensazioni di

spersonalizzazione. Ho provato ogni tipo di terapie, senza nessun buon

risultato. Mi aiuti."

Alle cause che abbiamo descritto, in questo caso potrebbe aggiungersi,

da un punto di vista freudiano, una determinazione o fissazione

della persona a profonda gratificazione nelle fasi infantili. Se la madre

odia gli uomini, l'interessato tenterà di rimanere bambino e mai
maturare, incapace di tollerare ed affrontare le sfide e fallimenti che l'età
adulta ed la vita impongono. Consiglio al consultante:

Mettere al suo specchio una lussuosa cornice dorata. Un truccatore di
cinema professionista deve prendere un calco del suo viso, affinché
fabbrichi dieci maschere iperrealiste, di cartapesta. Truccandosi il viso
dorato, indosserà una di quella maschere dalla mattina fino a notte,
togliendosela solo per mangiare o lavarsi. Prima di coricarsi,

di fronte allo specchio, ascoltando la registrazione di una musica che gli
sembri sublime, si toglierà la maschera ed introdurrà nella sua bocca una
pastiglia al sapore di violetta. Sempre guardandosi allo specchio,
collocherà la maschera dentro un orinale e le darà fuoco. Conserverà
accuratamente le ceneri in una scatola di metallo. Ripeterà questo atto
per dieci giorni di seguito. All’undicesimo giorno, uscirà in strada, al
lavoro, per fare acquisti o visite, con il viso truccato di colore dorato.
Invierà la scatola piena di ceneri a sua madre.

Se una donna ha questo problema, dovrà vedere se il disamore è di

suo padre o di sua madre, ed agire in accordo al trauma.

74. MONOTONIA MATRIMONIALE

Alcune donne sposate già da molto tempo sentono il desiderio di

fare l'amore con altri uomini, ma li reprimono perché la loro educazione

morale proibisce loro l'infedeltà. (La stessa cosa possono provarla i loro
mariti).

Consiglio allora:

Prenotare una stanza in hotel e dire al compagno: "Ho appuntamento con

il dentista, verrò più tardi". Andare a quella stanza riservata, vestirsi

con vestiti molto seducenti, stile prostituta, che avrà portato lì

preventivamente, e attendere. Arriverà un uomo sconosciuto, può essere
un operaio, un rockettaro, un soldato, etc. (In realtà, suo marito
mascherato.)

Senza dire una parola, faranno l'amore. Egli le darà del denaro ed andrà
via. Lei aspetterà un momento, dando tempo a suo marito di ritornare a
casa e lei tolga il travestimento, e la tornerà a vestirsi come d’abitudine.
Quando arriverà a casa sua, lui le domanderà: "Dove sei stata?"
Lei gli risponderà: " Te l’ho già detto: appuntamento dal dentista!"
Potranno ripetere questo atto cambiando ogni volta di travestimento.

75. DONNA LEGATA AD UN AMORE DEL PASSATO
Alcuni donne, nonostante siano separate dal loro amante, costa loro
molto cominciare un'altra volta una vita di coppia. Pur non amando
l'uomo che hanno lasciato, c'è qualcosa di misterioso che le lega ancora
a lui. Consiglio allora alla consultante :

Per sei giorni di seguito, per un'ora ciascuno giorno, deve portare nella
sua vagina la chiave di casa sua. Dopo avere realizzato per sei volte
questo atto, deve inviare quella chiave per posta al suo antico amante e
poi cambiare la serratura della porta di casa sua.

76. MANTENERE L'AMORE E L'AMICIZIA
È normale che una persona innamorata, o che ha il privilegio di contare
su un amico/a fedele e disinteressato, tema che per qualunque motivo il
vincolo emozionale si interrompa. Nelle delizie dell'amore e
dell'amicizia, appare sempre l'angoscia di smettere di essere amato o
desiderato... Questo proviene dalla tenera infanzia: per quanto le madri
si impegnino a soddisfare i richiami del loro bebè, in alcune occasioni si
trattengono dall’arrivare a soddisfarli. Il bambino, la maggioranza delle
volte, non piange per la fame ma per l'angoscia di credersi abbandonato.
Alcuni minuti per un adulto sono solo alcuni minuti, ma nell'infante
ciascun minuto sembra durare molte ore... Il/la consultante, nonostante
la ragione gli dica che non ci sono motivi per sentire che la relazione sia
in pericolo, riceve dei messaggi di insicurezza dall’inconscio.
Per calmarlo, deve realizzare uno o due dei seguenti atti raccomandati
dai maghi popolari che gli assicureranno che il legame di unione è
solido. (Tutti i dettagli che sembrano assurdi, per il loro carattere
cerimoniale, convinceranno l'inconscio che i legami amorosi o
amichevoli sono solidi):

"Pungersi il dito indice con un spillo e si lascino cadere gocce di sangue
su uno specchio. Con una piuma di gallina nera, scriva in una pergamena
il nome ed il cognome della persona il cui affetto desidera conservare. Il
sangue che ha appena estratto si farà le veci dell’inchiostro... Arrotoli
fermamente la carta tipo pergamena ad una candela rossa e la leghi con
un filo di colore verde. Bruci la candela un venerdì tra le dodici e le due
di mattina".
"Prendere un pugno d’erba e lo tenerlo in bocca, tra le labbra,

in modo che spunti un estremo. Mettersi guardando verso est e in

inginocchio. Pensi al suo amante o amica/o per alcuni momenti. Prenda
l’erba con la sua mano sinistra, la alzandola dire: "Insieme all’alba" .
Mettere l’erba di nuovo nella bocca. Girarsi verso ovest e

in ginocchio un'altra volta. Pensare alla persona cara, tenendo l'erba

con la mano destra in alto, dire: "Insieme" all'imbrunire”. Conservare

quell'erba e l'usarla in qualche cibo che ingeriranno insieme i due."

77. CONFLITTI DI COPPIA
Ripetutamente, gli individui imprigionati nella trappola del loro albero

genealogico tendono a replicare i loro genitori, cercando in modo

inconscio di rivivere le sofferenze dell'infanzia. Così, la figlia di un

padre spesso assente potrebbe innamorarsi di un uomo che vive

in una città lontana, o il figlio di una madre indifferente potrebbe cercare

solo donne incapaci di amare. Quando le altre persone non

corrispondono alle loro proiezioni nevrotiche, le evitano senza

interessarsi ad esse. Al contrario, se la nevrosi concorda...

immediatamente si sentono attratti. Entrambi gli "innamorati" fingono di
essere chi l'altro vuole che sia, per diventare reciprocamente
desiderabili. Ma c'è un momento in cui percepiscono le loro differenze e,
incapaci di tollerarle, entrano in conflitto. Che cosa è successo? Hanno
voluto trovare nell'altro quello che mancava loro.

Per esempio: lui mostra una certa scaltrezza intellettuale ed una
sessualità vigorosa, ma è bloccato nell'espressione delle sue emozioni e
non sa gestire la sua vita nel quotidiano. Lei, al contrario, può

facilmente organizzare la vita quotidiana ed esprimere i suoi sentimenti,
ma è frigida e soffre di incertezza intellettuale. Unendo le loro parti
realizzate - lui, l'intellettuale ed il sessuale ; lei, il materiale e
l'emozionale - si equilibrano. Ma mettendo in contatto i loro complessi-

lui, materiale ed emozionale; lei, inferiorità sessuale ed intellettuale – si
immergono in gravi lotte dove devono completare qualcosa dell'altro e
aspettare che l'altro completi qualcosa di essi. Non otterranno mai
un'intera soddisfazione. Il posto che occupano non è per due bensì per
uno solo. Avranno essenzialmente quattro classi di conflitti: lotta per
esistere, lotta per l’identità sessuale, lotta per la soddisfazione, lotta per
il potere.

I messicani hanno un detto: "Così com’è il rospo così è la

sassata", cioè, un problema grande richiede una soluzione ampia.

Se i consultanti che sono coinvolti in una delle quattro lotte sono

capaci di vedere senza paura, riconoscendo i legami nevrotici che li
uniscono, e comprendono che una coppia perfetta non nasce per
generazione spontanea, ma si ottiene applicandole la stessa energia che
si impiega per realizzare un'opera d'arte, consiglio loro di dedicare per
sei giorni di seguito una serie di atti psicomagici.

1. Lotta per esistere
"Siccome i miei genitori non mi diedero l'attenzione sufficiente né mi
stimarono, non ho potuto formare un mio Io. Non so chi sono né come
sono. Mi sento vuoto/a. Non trovo il senso della vita. Non valgo niente.
A te mi darò totalmente perché non sono degno/a di fingere di
approvarmi da solo/a. Sei l’unica cosa che esiste nel mio mondo. La mia
felicità sta nelle tue mani": alcuni sono una trappola vivente, adulto/a
con l’ansia di un bebè abbandonato in attesa che il suo compagno dica
loro "Tu esisti!" Questo essere che si sente vuoto si incontrerà con un
altro che si sente altrettanto vuoto. Se il primo è passivo: “Mi do a te! Tu
sarai me!"; il secondo è attivo: "Accetto: grazie a te colmerò la mia
esistenza sentendo che sono qualcuno! Mi trasformerò nel tuo ideale!."

Al principio uno adora e l'altro si lascia adorare. Gradualmente, l'umile
continuerà a manipolare l'orgoglioso fino a finire per dirigerlo. Ed un
giorno, avendo acquisito la sicurezza necessaria, demolirà il piedistallo
dell'idolo per farlo cadere. "Ora io sono tu, e tu sei io. E per questo
motivo ti disprezzo. Troverò un altro/a che meriti la mia ammirazione"
Se i consultanti sono in questa situazione, consiglio loro il seguente atto:

Lunedì: egli si vestirà da bambino, non più di 7 anni, e si comporterà e
parlerà come tale. Sua moglie interpreterà una signora matura, portando
appeso al collo un medaglione con la fotografia della madre di lui.

Tutto il giorno lo tratterà come un’amante donna tratterebbe suo figlio:
l'accarezzerà, gli farà di mangiare quello che gli piace, esalterà la sua
bellezza ed i suoi valori, l'accompagnerà mentre a fare le sue necessità,
lo porterà fuori a passeggiare. (così mascherati, giocherà con lui e
finalmente, sempre incarnando questi personaggi, dormiranno molto
insieme, senza fare l'amore).

Martedì: lei si vestirà da bambina, non più di 7 anni, e si comporterà e
parlerà come tale. Il suo uomo interpreterà un signore maturo, portando
appeso al collo un medaglione con la fotografia del padre di lei. Tutto il
giorno la tratterà come un amante uomo tratterebbe sua figlia:
l'accarezzerà, le farà da mangiare quello che le piace, esalterà la sua
bellezza ed i suoi valori, l'accompagnerà a fare le sue necessità, la tirerà
porterà fuori a passeggiare, così mascherati, giocherà con lei e
finalmente, sempre incarnando i due personaggi, dormiranno molto
insieme, senza fare l'amore.

Mercoledì: ambedue, vestiti di bambini, passeranno il giorno giocando e
facendo diavolerie, andranno per mano al cinema a vedere un film per
bambini, mangeranno solo dolci e finalmente, sempre incarnando i loro
personaggi, dormiranno molto insieme, teneramente, senza fare l'amore.

Giovedì: entrambi interpreteranno l’adulto. Lui, come donna, travestito
da sua madre ed lei, come uomo, vestita da suo padre passeranno

il giorno intero imitando questi personaggi, con tutti i loro errori e

limitazioni. Di sera dormiranno separati.

Venerdì: senza mascherarsi, durante tutto il giorno non si parleranno.

Condivideranno tempo e cibo in silenzio. Quando sarà notte si

svestiranno e si accarezzeranno. Lui adotterà una posizione seduta e lei
di fronte a lui l'abbraccerà. Il fallo penetrerà nella vagina. Così,
intimamente uniti, non si muoveranno. Unendo le loro voci reciteranno
il seguente testo, che avranno imparato a memoria: "Abbi fiducia in me.
Voglio che non mi giudichi mai e che non mi paragoni, che ti rendi
conto che sono único/a. e nel mio essere c'è in fondo qualcosa che non
imita nessuno, qualcosa che tu solo puoi vedere, perché io sono quello
che da sempre avevi atteso. Voglio che alla mia presenza riveli tutti i
tuoi segreti, perché io non conserverò niente nascosto per te. Ero morto/
a, e tu mi concedi di risorgere. Riconoscendomi hai rivelato a me
stesso/a, che mai tornerò ad essere quello che mi fecero credere che io
fossi. Come un solo fiore che si apre, continueremo insieme ad
espandere i limiti della nostra Coscienza".

Sabato: inviteranno familiari ed amici che li accompagnino a

celebrare il loro matrimonio, (o il loro nuovo matrimonio se già erano
sposati), e li riceveranno, uniti per i polsi con un paio di manette e

completamente nudi, comportandosi con naturalezza, come se

fossero vestiti. Sarà una cerimonia intima, dove una persona

scelta da entrambi in comune accordo, leggerà loro e farà firmare un
contratto di matrimonio con una goccia di sangue estratto del suo dito
anulare. [Il contratto è lo stesso raffigurato più avanti, alla fine del
paragrafo 4].

2. Lotta per l'identità sessuale

La donna sente un gran desiderio di conquistare la mascolinità. L’uomo,
di manifestare la sua femminilità. Lei simula una femminilità che non

conosce, perché ha avuto una madre virile. Lui simula una virilità che

non conosce, perché ha avuto un padre debole o assente. È stato educato

dalla madre, o la nonna, o da qualunque altro parente femminile.
Quando passa il tempo, si tolgono le maschere: la donna comincia ad
agire come un uomo e l'uomo come una donna. Quando lei fa quello che
le viene voglia, lui si rinchiude nella sua passività. Progressivamente lei
diventa frigida ed lui ha sempre più difficoltà nell’avere un'erezione.
Entrambi hanno perso il desiderio. Per funzionare bene, lei dovrebbe
perdere il rispetto per lui; ma lui, perdendo il rispetto, si ostina nella sua
impotenza.

Se i consultanti sono in questa situazione, consiglio loro il seguente atto:

Lunedì: lei si vestirà da bambina, non più di 7 anni, e si comporterà e
parlerà come tale. Lui interpreterà una signora matura, portando appeso
del collo un medaglione con la fotografia della madre di lei. Tutto il
giorno la tratterà come una signora virile tratterebbe sua figlia: poche
carezze, cibo rapido, critiche che svalutano la sua femminilità,
l'accompagnerà a fare le sue necessità, la porterà a giocare a bowling e
finalmente, così mascherati, dormiranno separati.

Martedì: lui si vestirà da bambino, non più di 7 anni, e si comporterà e
parlerà come tale. Sua moglie interpreterà un signore maturo, portando
appeso al collo un medaglione con la fotografia del padre di lui. Tutto il
giorno lo tratterà come un uomo femminile e debole tratterebbe suo
figlio: lo pettinerà affinché si veda bello, farà che l'aiuti a pulire la casa
ed a cucinare, gli insegnerà ad orinare seduto, lo porterà fuori a
passeggiare in una strada centrale, così mascherati, per ammirare le
vetrine, giocherà con lui alle bambole e finalmente, dormiranno molto
vicini, teneramente, senza fare l'amore.

Mercoledì: ambedue, vestiti egli di bambina ed ella da bambino,
passeranno il giorno giocando e facendo diavolerie, andranno della
mano al cinema a vedere un film infantile, mangeranno solo dolci e
finalmente, sempre incarnando i suoi personaggi, dormiranno molto
vicini, teneramente, senza fare l'amore.

Giovedì: ambedue interpreteranno gli adulti. Lui, come donna, vestito
con i vestiti di sua moglie e lei, come uomo, vestita con i vestiti di suo
marito passeranno il giorno intero imitandosi l'un l'altro, con tutti i loro
errori e limitazioni. Di sera dormiranno separati.

Venerdì: senza mascherarsi, durante tutto il giorno non si parleranno.

Condivideranno il tempo e il cibo in silenzio. Arrivando la notte, si
svestiranno e si accarezzeranno. Lei si metterà coccoloni, lui si
attaccherà alla sua schiena e la penetrerà. Così, intimamente uniti, non si
muoveranno.

Unendo le loro voci reciteranno il seguente testo che avranno imparato a
memoria: "Ringrazio per la tua esistenza. Voglio che per considerare il
mio corpo e il mio spirito come tuoi, ti concederai a me, con la speranza
che ci fonderemo in un orgasmo simultaneo, in un'opera comune. Voglio
che canalizzi la tua sacra animalità e trasformami nell'unico obiettivo di
lei. Voglio che senti, attraverso le mie imperfezioni, la bellezza della
perfezione divina, perché nelle nostre ovaie e testicoli risiede il progetto
di una umanità perfetta. Il piacere dei nostri abbracci si condenserà in
figli che saranno i nostri costruttori; consegnarci l'un l'altro permetterà
che innumerabili discendenti popolino le galassie. Tu, la totalità della
mia conoscenza ed il mio mistero. Tu, la cima luminosa del mio
piacere."

Sabato: inviteranno familiari e amici che li accompagnino a

celebrare il loro matrimonio, o il loro nuovo matrimonio se sono già
sposati, e li riceveranno, uniti per i polsi con un paio di manette e

completamente nudi, comportandosi con naturalezza, come se

fossero vestiti. Sarà una cerimonia intima, dove una persona

scelta da entrambi in comune accordo, leggerà loro e farà firmare un
contratto di matrimonio con una goccia di sangue estratto delle loro dita
anulare. [Il contratto è lo stesso raffigurato più avanti, alla fine del
paragrafo 4 ]

3. Lotta per la soddisfazione

Lei e lui credono che se non c'è fusione, non ci sia amore: "Voglio che
noi due ci trasformiamo in un assolo essere." Le loro madri non li hanno
allattati per un tempo sufficiente. Sono rimasti col desiderio di essere
lasciati loro succhiare latte fino a saziarsi. Sono pseudo-adulti che
vogliono essere detenuti materialmente ed emozionalmente. "Prenditi
cura di me. Evitami dolori e le sofferenze. Occupati della mia salute e
della mia comodità." In realtà non desiderano formare una coppia con
una donna o un uomo, bensì con una madre o un padre. Non tarda ad
apparire un altro bebè frustrato che desidera occultare la sua debolezza
facendosi passare per un adulto realizzato. "Non ho necessità di poppare,
per dimostrarlo mi sacrifico per te, io mi trasformerò in tuo madre-padre
ideale. Ti darò tutto ciò che vuoi, ma alla condizione che tu non cresca.
Ti proteggerò e curerò, ma nel momento in cui tu diventassi adulto/a,
cadrò in una profonda depressione perché avrò perso la mia funzione.
Mi sento esistere solo se mi occupo di te. Non cambiare." Esplode il
conflitto quando chi aveva il ruolo di bambino/a comincia ad esercitare
il ruolo di madre-padre. L'altro, spodestato, si debilita, si ammala, soffre
un incidente grave o si rovina. Man mano che uno cresce, l'altro
rimpicciolisce.

Queste persone sono un pozzo senza fondo, le loro richieste non hanno
fine. E chiedendo mostrano sempre di più all'altro che non è capace di
dar loro soddisfazione. Il quale, non potendo farlo, soffre: in fondo non
cerca che l'amino ma che lo ringrazino. Ma quello che chiede senza
cessare, come non riesce ad essere soddisfatto, non ringrazia mai. Se i
consultanti sono in questa situazione, consiglio loro il seguente atto:

Lunedì: durante tutto il giorno lei avrà bendato l'occhio destro, un

tappo nell'orecchio destro, il braccio destro immobilizzato e la gamba

destra saldamente legata alla gamba sinistra del suo compagno. Egli avrà

bendato l'occhio sinistro, un tappo nell'orecchio sinistro, il braccio
sinistro immobilizzo e la gamba sinistra saldamente legata alla gamba
destra del suo compagno. In questo modo dovranno cavarsela per
lavarsi, cucinare, mangiare, fare le loro necessità e lavori. Dormiranno
così legati.

Marte: sempre con lo stesso occhio e lo stesso orecchio coperti, lei
potrà solo andare da un posto ad un altro, in casa o per strada, a cavallo
sulla schiena di lui. Di sera faranno l'amore, lui sopra lei. Lei rimarrà
immobile, come se fosse morta.

Mercoledì: sempre con lo stesso occhio e lo stesso orecchio coperti, egli
potrà solo andare da un posto ad un altro, in casa o per strada, a cavallo
sulla schiena di lei. Di sera faranno l'amore, lui sopra lei. Lui rimarrà
immobile, come se fosse morto.

Giovedì: faranno insieme tre bagni. Il primo alle sei della mattina, il
secondo alle sei del pomeriggio e l'ultimo alle dodici della notte.

Ripeteranno anche questo le tre volte: in piedi nella vasca da bagno, si
verseranno sulla testa cinque litri di latte e uno di olio. Metteranno in un
sacco le 30 bottiglie vuote e prima che albeggi, vestiti da bebè, andranno
a seppellirle fuori città, piantando su di esse 30 iris.

Venerdì: durante tutto il giorno non si parleranno. Condivideranno il
tempo e i cibi in silenzio. Arrivando la notte, si svestiranno e si
accarezzeranno.

Mettendosi uno di fianco all’altro a letto, lui la penetrerà. Così,
intimamente uniti, non si muoveranno. Unendo le loro voci reciteranno
il seguente testo che avranno imparato a memoria: "Accetto quello che
sei. Le tue parole sono le mie parole, il tuo amore è il mio amore, il tuo
desiderio è il mio desiderio, la tua vita è la mia vita. Se tu non stai in me,
sono una pietra che cammina. Tutto il mio è un fiume che scivola verso
il tuo infinito mare. Da quando sono nato stavo cercandoti, eri il futuro
che dormiva nelle profondità del mio spirito. Ora trovandoti, ho
ritrovato me stesso. So che quando penso, tu mi pensi; quando sento, tu
sei il sentimento; quando desidero è perché tu desideri. Vivo solo
quando tu vivi in me."

Sabato: Inviteranno familiari e amici che li accompagnino a

celebrare il loro matrimonio, o il loro nuovo matrimonio se sono già
sposati, e li riceveranno, uniti per i polsi con un paio di manette e

completamente nudi, comportandosi con naturalezza, come se

fossero vestiti. Sarà una cerimonia intima, dove una persona

scelta da entrambi in comune accordo, leggerà loro e farà firmare un
contratto di matrimonio con una goccia di sangue estratto delle loro dita
anulare. [Il contratto è lo stesso raffigurato più avanti, alla fine del
paragrafo 4 ]
4. Lotta per il potere
Chi domina occupa il 90 percento di questa relazione. Ogni persona,
quando era giovane, non ha avuto l’opportunità di essere sé stesso/a ma
era obbligata ad essere ciò che il genitore dominante voleva che fosse.
Questa gente è cresciuta con un desiderio enorme di tiranneggiare
qualcun’altro. Se ottiene ciò, tuttavia, perdono interesse per la relazione
e scappano via. La persona che richiede la sottomissione, dice: “Mi
piacerebbe sottostare e far sì che tu mi guidi, senza alcuna resistenza. Tu
dai gli ordini, tu decidi, come facevano i miei genitori. Ma io non posso,
né voglio farlo. Sono certo/ che se lo facessi, poi tu mi disprezzerai.
Tuttavia, anche si ti fa infuriare, insisto per far valere la mia
indipendenza. Talvolta minaccerò il suicidio così capirai di lasciarmi
libero/a. Tuttavia, nonostante i tuoi insulti , non voglio separarmi da te.
Sto giocando un gioco crudele, creato da me stesso”.
Chi rimane in trappola e sottomesso da quell’altro, dice: “Essendo una
coppia, uno dei due deve sottostare ed io assumo il ruolo perché, durante
la mia infanzia, ho dovuto abbassare la testa. Con i miei genitori, non
potevo avere un’opinione né soddisfare i miei desideri né disobbedire.
Ora che ho trovato te, debole, codardo, approfitto della situazione e
tratterò te nello stesso modo in cui loro trattarono me”.
Questa persona “debole” è abitata da una spinta fortissima a comandare
qualcuno, un bel giorno. D’altro canto, quello che comanda è insicuro e
comanda solo perché così dimostra a sé stesso di essere forte. Quando il
dominato, piano piano si libera (dal timore di una separazione), partono
le concessioni e i ruoli si invertono. Per il consultante, dentro questo
conflitto, raccomando:
Lunedì: Lui, nel corso della giornata, con un simbolo attaccato al collo
che recita “Padrone” dà ordini alla partner: ragionevoli, assurdi oppure
odiosi. Lei, con un segno/simbolo attaccato al collo che recita
“Schiava”, obbedisce senza protestare. La notte, fanno sesso nel modo in
cui vuole lui.
Martedì: Lei, nel corso della giornata, con un simbolo attaccato al collo
che recita “Padrone” dà ordini al suo partner: ragionevoli, assurdi
oppure odiosi. Lui, con un segno/simbolo attaccato al collo che recita
“Schiavo”, obbedisce senza protestare. La notte, fanno sesso nel modo
in cui vuole lei.
Mercoledì: vanno a fare una passeggiata, scegliendo strade molto
affollate. Lui è seduto su una sedia a rotelle che lei spingerà.
Sprezzantemente la insulterà, urlandole ordini e lei senza dire una
parola, obbedirà.
Giovedì: Vanno a fare una passeggiata, scegliendo strade molto affollate.
Lei è seduta su una sedia a rotelle che lui spingerà. Sprezzantemente lo
insulterà, urlandogli ordini e lui senza dire una parola, obbedirà.
Venerdì: Nessuno dei due parlerà per tutto il giorno. Tempo e pasti
saranno condivisi in silenzio. La notte si svestiranno e accarezzeranno a
vicenda. Davanti a uno specchio a figura intera, lui penetra lei.
Intimamente collegati in questo modo, non si muoveranno. Unendo le
loro voci, reciteranno insieme a memoria il seguente testo: “Ogni cosa
va avanti, nascita, morte, trasformazione. Non siamo mai nello stesso
posto, non siamo mai la stessa cosa. Abbiamo trovato nel fugace, una
unione permanente, moderando i nostri desideri a favore della salute.
Eliminando le cose effimere di poco valore, abbiamo ottenuto la libertà.
Cessando di identificarci nelle nostre personalità, cosicché nulla possa
separarci dall’energia creativa, abbiamo raggiunto l’unione. Noi
moriremo l’uno nell’altro, e ritorneremo trasfigurati. Non avremo
barriere tra l’umano e il divino. Saremo tanto ciò che siamo, tanto ciò
che non siamo”.
Sabato: Inviteranno parenti e amici a celebrare il loro matrimonio ( o il
nuovo matrimonio se non sono sposati). Completamente nudi,
saluteranno gli ospiti, polsi ammanettati, ma comportandosi
naturalmente come se fossero vestiti. Ci sarà una cerimonia intima, alla
quale qualcuno scelto prima di comune accordo, leggerà a voce alta il
contratto di matrimonio, che i due firmeranno con le gocce di sangue dei
loro anulari.
Il contratto di matrimonio
Noi abbiamo costruito una relazione adulta, siamo una coppia adulta e siamo
equilibrati. Anche se esprimiamo idee differenti e convinzioni, comprendiamo il
valore del rispetto. Abbiamo sviluppato e continuiamo a sviluppare una benevola
comprensione per capirci in silenzio. Con il pretesto della parola amore, non
chiederemo mai all’altro di donarsi totalmente, tentando di trasformarlo in cibo che
riempie il nostro vuoto esistenziale. Eliminando l’infantile desiderio di fusione,
non forzeremo gli ostacoli verso il cuore dell’altro, cosicché lui o lei sarà in grado
di sviluppare ogni tipo di possibilità in amore: amore per sé stresso/a, per i propri
parenti, amici o per l’umanità intera, il pianeta, l’universo, l’energia divina in
questione. Saremo liberi da ogni inibizione o esacerbazione dei nostri desideri.
Faremo esperienza del piacere, libero da ogni senso di possesso. Svilupperemo
complicità e collaborazione, permettendoci di esplorarci a vicenda.
Economicamente indipendenti, condivideremo fatica e spazio, rispettando il nostro
spazio e tempo privato. In caso di bisogno, ci aiuteremo, avendo studiato il valore
della lealtà.

78. PIANTO INCOMPRENSIBILE


Ci sono persone, che all’interno del loro mondo, non provano voglia per
nulla. Anno buone relazioni, salute, denaro, ma senza saper perché,
diventano tristi e piangono. Il cervello in tenera età, può agire come uno
specchio emozionale: copia le sensazioni della madre, e più tardi quelle
del padre del nonno o qualche altro parente. Queste sensazioni si
collocano nel retro della memoria, e tendono molto spesso a risorgere.
Questa incomprensibile tristezza, non è nostra e possiamo in modo
simbolico, restituirla ai proprietari.
Il consultante prende un oggetto, si concentra su esso, lo bagna con le
proprie lacrime ( se non può piangere lo bagna con la saliva), e lo invia
al parente che ha riflesso, in un pacco regalo, accompagnandolo con un
biglietto con scritto: “Questo proviene da te. Non è mio”. Nel caso non
potesse scoprire da chi proviene questa tristezza invadente, mentre
piange o è depresso/a, si conforterà succhiando dal biberon del latte
zuccherato.
79. DEPRESSIONE SENZA MOTIVO, ANGOSCIA CONTINUA (e
massaggio di nascita)
All’inizio della gravidanza, la vita arriva come un’esplosione di felicità.
Se i genitori non hanno sviluppato un alto livello di coscienza, i loro
limiti spirituali e le imperfezioni fisiche, mischieranno dolori sinistri alla
felicità. L’embrione, dalla prima ora della sua creazione, assorbendo ciò
che costituisce il suo ambiente (contributi non solo materiali ma anche
psichici), fa suoi propri i traumi dei genitori.
Quando per motivi differenti, la donna incinta non vuole diventare
madre e invano tenta di eliminare il feto durante tutti i mesi di
gestazione perché si sente invasa, o spera di perderlo, o spera che il
bambino nasca morto, alla fine sperimenta un angosciato rifiuto durante
il parto. Nel frattempo, il nascituro riceve ordini di non esistere, di non
nascere ma di morire, di scomparire, registrati nelle sue cellule. La
maggior parte dei parti avvengono dolorosamente ( prematuri, in ritardo,
soffocando, strangolandosi, trasversalmente), e la creatura cresce senza
conoscere cosa sia l’essere attesi con amore o consegnati con gioia. Il
desiderio della madre di eliminare il bambino si trasforma in ordini.
L’inconscio del bambino gli/le fa provare all’infinito : “ Non hai diritto
di esistere. Non esisti. Dovresti scomparire”. L’esperienza sconvolgente
del bambino durante la gestazione, nascita , e allattamento proietta
un’inesplicabile sofferenza nella vita quotidiana. Chi è nato col forcipe
vive combattendo contro ostacoli immensi. Ogni realizzazione gli/le
costerà un tale dispendio di energie che sembrerà impossibile riuscire ad
aiutare se stessi, e all’infinito imploreranno l’aiuto altrui: aiuto che, una
volta ottenuto, causerà intenso disagio.
Il parto cesareo è deludente per il bambino. Lui/lei non riceve
l’amorevole carezza finale della vagina, non è venuto/a alla luce nel
modo che desiderava e nel modo in cui la madre desiderava metterlo alla
luce, ma piuttosto venendo estratto/a come se fosse un tumore. Più tardi,
per mancanza di fiducia, vivrà senza il potere di trovare l’affetto che
cerca. Sarà pronto/a per ottenere risultati favorevoli, ma dopo averli
ottenuti, si sentirà privato/a dei suoi diritti e soffrirà per continue
delusioni. Ha bisogno di ritornare al punto iniziale perché sente che
qualcosa è rimasto incompleto.
Il feto che, essendo vittima di una madre che vuole tenerlo per sempre
prigioniero nel suo grembo, non può adottare una buona posizione per il
parto e nasce podalico, sarà nella vita da adulto, disorientato con un
continuo senso di regressione, mettendo i suoi obiettivi in retrospettiva
affondando sempre più nella trappola familiare. Cercherà disperatamente
persone con personalità forti che forniranno il piano mancante che
desidera.
Il bambino nato prematuro, ancora non è pronto a lasciare l’utero, si
sente espulso. Il conflitto dei genitori hanno trasformato il suo corpo in
un campo di battaglia. La sua nascita rivelerà le dannose relazioni
famigliari. La donna all’inizio, non voleva restare incinta di quell’uomo,
ha concepito nel disgusto, sperando in un aborto spontaneo. Siccome
questo non è avvenuto, si vuole sbarazzare del feto il più velocemente
possibile. Il bambino cresce triste, sprofondato in uno stato di povertà
emozionale.
Se un bambino nasce in ritardo (a volte dopo dieci mesi), a causa di un
trauma fisico ed emozionale, il liquido amniotico è consumato e la
secchezza e il calore dell’utero, disidraterà la pelle del bambino. D’altro
canto, le settimane di gestazione supplementari avranno aumentato il
volume della testa del bambino, che renderà più difficile il parto, come
colpire un muro. L’adulto che ha sofferto questo tipo di parto, si sentirà
costantemente trattenuto, prigioniero di relazioni che non hanno
soluzione. Probabilmente sceglierà un modo difficile per vivere, non
restando mai in un luogo. Accuserà i partners delle relazioni affettive di
non aiutarlo/a e di impedire la sua realizzazione.
Ci sono molti modi in cui i parti difficili appaiono. Generalmente il
bambino viene accusato di causare queste difficoltà: “ Eri avvolto nel
cordone ombelicale; eri cresciuto troppo; eri girato; non volevi uscire;
hai deciso di nascere in ritardo”. Davvero, quando la madre è alterata dai
problemi famigliari, che l’hanno traumatizzati dalla sua nascita, è
proprio lei che causa l’agitazione del bambino o la passività. Dovrebbe
dire: “ io ho avvolto il cordone intorno a tuo collo perché volevo
eliminarti; sono io che ti ho fatto crescere troppo così non potevi uscire
perché avevo paura di diventare madre; io ti ho girato così saresti
sempre stato mio, tutto per me e non per il mondo; ti ho trattenuto oltre i
nove mesi perché avevo paura di non sapere come prendermi cura di te;
ti ho espulso prima del tempo perché non ero sicura di essere la madre di
cui avevi bisogno, né ero io sicura della mia scelta dell’uomo che mi ha
inseminato”. Nato stordito da sedativi o mezzo asfissiato o molto
dolorante per ore di sforzi, la gente che ha sofferto queste difficoltà,
proverà la mancanza di amore materno e continueranno a cercarlo per la
maggior parte delle loro vite. Il futuro è carico di minacciosi rischi
perché il futuro (durante il parto) è stato un’agonia. Questi adulti
ripongono le speranze di realizzazione nelle mani degli altri, tentando di
recitare il ruolo della vittima. Ogni cosa accadrà per ragioni indipendenti
dal loro volere. Hanno lottato duramente per uscire dal sesso materno.
Organizzano le loro vite in modo tale che diventino dei combattimenti:
essi si inventano le difficoltà; molti si aggrapperanno a un piccolo
territorio (una piccola stanza), dove possono sentire che l’esiguità li
proteggerà dalle devastazioni della vita. Veramente poche cose riescono
a soddisfarli; si sentono frustrati, brutti, cattivi, inutili, incapaci, non
amati. Si sentono come se al mondo non importasse che loro siano vivi o
morti. All’improvviso, pieni di impulsività, faranno dei tentativi
disperati - gli stessi che fecero per uscire dall’utero – immergendosi in
attività incessante., si ammazzeranno di lavoro non potendosi liberare di
quel sentimento di solitudine catastrofica. Sentendosi crudelmente
abbandonati, cercano qualcuno che li aiuti, chiedendo sciocchi rimedi
senza mai pensare che si possono aiutare da soli. Esigenti e,
contemporaneamente, ingrati, essi hanno perso la capacità di avere
fiducia. Non vogliono credere in niente e nemmeno in loro stessi.
Più verrà detto ai nati in queste modalità, che la felicità risiede in loro
stessi, più non la troveranno perché manca dell’informazione necessaria,
che è la somma di azioni non verbali ed esperienze.
Perché il consultante, possa ottenere queste informazioni liberatorie, è
necessario ricevere un massaggio di nascita ( una cerimonia psicomagica
dove le parole, impiegate come amuleti al servizio dei gesti, offre al
consultante l’informazione che la natura ha programmato per una
naturale gestazione, nascita o allattamento). È necessario che la
cerimonia venga condotta da terapeuti ( un uomo e una donna): la parola
terapeuta, è in accordo con l’etimologia Greca, e significa “servizio:
prendersi cura di qualcosa o qualcuno”, designa persone caritatevoli che
hanno la stessa cultura, etnia, classe socio-economica (del consultante),
e chi mette sé stesso al servizio di un essere umano, sapendo che curare
qualcun’altro è anche curare sé stesso.
Chiunque interpreterà il ruolo dei genitori dovrebbe incontrarsi
privatamente, prima di lavorare col consulente. Loro prima avranno fatto
un bagno per eliminare odori naturali e profumi. Avranno cura di non
assumere cibo che produca gas perché ogni odore forte potrebbe
distrarre il consultante, deviandolo verso proiezioni che impediranno un
contatto soddisfacente coi terapeuti: gli organi dei sentimenti emettono
informazioni subliminali al cervello, noi vediamo
quello che crediamo di vedere, noi odoriamo quello che crediamo di
odorare, noi ascoltiamo quello che crediamo di ascoltare. Un colore, un
odore, una forma che un suono può svegliare nelle nostre menti, ricordi,
correlazioni, eventi di enorme grandezza. Per questa stessa ragione, i
terapeuti non dovrebbero adornarsi (anelli, orologi, ciondoli, spille).
È anche necessario che loro non portino abiti che possano identificarli
con un stile, periodo di tempo, o una situazione economica: buoni o
cattivi. Preferenzialmente, gli uomini dovrebbero portare una camicia e
pantaloni bianchi, e la donna dovrebbe portare un largo, intero, semplice
vestito nero. Questi vestiti saranno stati lavati prima della cerimonia così
da non essere impregnati di odore forte. Lui e lei dovrebbero
abbracciarsi e mettere insieme i loro dorsi per un bel po’ di tempo,
sentendo il battito del cuore dell'altro e controllando il respiro finché
entrambi acquisiscono lo stesso ritmo. Cominceranno poi ad adattare le
loro voci, eliminando gli eco nasale o gutturale, reciprocamente
pronunceranno uno la sillaba A e l'altro la sillaba MOUR (AMOUR in
francese è AMORE), così che, con calma totale e prendendo come base
la zona del torace, arriveranno ad un tono in accordo, lo stesso usato per
calmare un bambino piccolo.

Il luogo dove il massaggio verrà fatto (dentro il quale si deve entrare a
piedi nudi) dovrebbe essere una stanza pulita arredata il meno possibile
e senza alcuni ornamenti o dipinti sui muri: nulla che possa distrarre
l'attenzione del consulente da sé stesso.
Preparati così, la coppia chiamerà il consultante. Il consulente prende le
mani del terapeuta maschio e dice: "Durante la durata della cerimonia, io
accetto, che tu [nome e cognome], rappresenti mio padre."

Il terapeuta risponde, con la stessa intonazione usato con un bambino
per spaventarlo: "Per la durata di questa cerimonia, io sarò tuo padre."
Il consulente prende le mani del terapeuta femmina e le dice: "Per la
durata di questa cerimonia, io accetto, che tu [nome e cognome],
rappresenti mia madre". La terapeuta risponde: "Per la durata di questa
cerimonia, io sarò tua madre".
Stando in piedi di fronte al consultante, ognuno con un cuscino ai loro
piedi così che il consulente possa prenderlo a pugni quando la rabbia
repressa sale, i terapeuti chiedono al consulente di dire loro tutto ciò che
il consulente prova verso di loro, esprimendo la sua ira, vergogna
disgusto, odio e bisogno di essere amato. Quando il consultante realizza
che queste lamentele non sono sufficienti per riparare la devastazione
emotiva, condannerà i genitori a morte. È importante per il consultante
non simulare l’uccisione con il fucile da caccia o un 'ascia, ma piuttosto
con autorità assoluta, il consultante ordinerà: "Come loro sono stati, non
meritano di vivere nella mia memoria! Che muoiano!" Pronunciando
queste parole, i terapeuti cadono giù, giacendo sul pavimento, di schiena
ad occhi chiusi. Il consultante, in ginocchio di fronte a loro dovrebbe
esprimere quello che sente (l'emozione). Quando i terapeuti dedurranno
che è stato espresso, dovranno dire al consultante queste parole, con una
voce seria, lenta, ed amichevole: "Il male che ti facevamo era
involontario, causato dal male che era stato fatto a noi. Se tu sei stato
capace di eliminarci, è perché in te c’è una forza capace di superare gli
ostacoli che ti impediscono di arrivare a te stesso. Al c'uccido, la Sua
vecchia individualità, un deformando forgia, quale noi imponemmo su
Lei, ha cominciato anche a morire. Lei fermerà essere a che Lei crede
che Lei è e veramente trasforma in chi Lei è. Noi gli demmo il piccolo
pezzo che noi potremmo dargli. Nonostante i nostri difetti, Lei nasca,
grazie a noi; grazie alla sofferenza noi mettemmo di fronte a Lei, Lei è
più forte, e Lei è arrivato a questo momento della libertà. Commetta un
atto di valore supremo: ci perdoni. Senza questo perdono, Lei non sarà
mai capace di abbandonare il Suo richiamo di bambino.

"Riconosca nel Suo cuore l'immensità del Suo amore. L'odio che Lei
aveva era solamente amore al quale Lei ha creduto non si fu mosso
avanti ed indietro. Ma noi, come Lei, a causa dei nostri genitori e nonni
si protesse emotivamente senza essere capace di emettere amore e
coscienza. E questo provoca la sofferenza: soffrendo di quell'ha afflitto
molte generazioni. Dopo averci uccisi, la tua vecchia individualità, uno
stampo alterato, che ti avevamo imposto. Ha iniziato a morire. Tu
smetterai di essere chi hai creduto di essere e ti trasformi in chi
veramente sei. Ti abbiamo dato quel poco che potevamo. Nonostante i
nostri difetti, tu sei nato, grazie a noi. Grazie alla sofferenza che ti
mettemmo davanti, tu sei più forte, e sei arrivato a questo momento di
libertà. Commetti un atto di valore supremo: perdonaci. Senza questo
perdono, non sarai mai capace di abbandonarti al richiamo del tuo
bambino.
"Riconosci nel tuo cuore l'immensità del tuo amore. L'odio che avevi era
solamente amore che hai creduto non fosse reciproco. Ma noi, come te, a
causa dei nostri genitori e nonni che ci proteggevano emotivamente
senza essere capaci di trasmettere amore e coscienza. E questo provoca
la sofferenza: soffrendo di ciò che ha afflitto molte generazioni. Lo
stesso che noi ora stiamo facendo con te, oltre al perdonare noi stessi,
abbiamo anche compassione per noi stessi. Essere privata dell'amore dei
nostri figli è una sofferenza profonda.
Anche, comprendendo il dolore che attraversa la tua famiglia, prendi
atto che, benché tu abbia tutte le ragioni, non volevamo come che ci
rivelassi i nostri limiti e la nostra mancanza di realizzazione.
Noi reagiamo con dolore, rabbia, e disincanto per non vedere che noi
eravamo come una pentola a pressione, piena di idee, sentimenti,
desideri, e necessità inibite. A causa di questa sofferenza che tu ci
provocasti, se provi pietà per la nostra vita frustrata, sarai anche capace
di chiederci perdono." Quando il consultante è capace di dire, "io ti
perdono ", seguito da "Perdonami", i terapeuti raccomanderanno, ora ci
" Ora possiamo rinascere così come ti piacerebbe che fossimo."
Il/la consultante, cominciando dal padre o la madre, deve alzarli e dire
loro come li concepisce positivamente.
Ogni persona si esprimerà in forma differente, per esempio: "Tu, mio
padre, durante tutta la mia infanzia starai presente, dandomi la
sensazione di sicurezza, preoccupandoti del mio sviluppo,
trasformandoti in alleato dei miei gusti e dei miei sonni, comunicandomi
la speranza che la vita ha finalità sublimi; voglio vederti in pace con te
stesso, con una mente aperta a nuove conoscenze, affrontando con
prodezza gli ostacoli, incoraggiandomi nella conquista dei miei valori,
sostenendomi quando mi sento debole e lasciandomi agire con libertà
quando mi sento capace.
Voglio che tu sia attento ed ti inorgoglisciti per i miei progressi, voglio
che non mi prometta cose che non potrai mai darmi, voglio che mi aiuti
a vincere la paura, voglio che sia giusto ma non autoritario; che mi
prenda nelle tue braccia con tenerezza, che accetti il lavoro di
insegnarmi quello che conosci, che non mi obblighi a fare qualcosa
esigendo obbedienza cieca, ma convincimi affettuosamente. Permettimi
che io possa assorbirti senza entrare in conflitti sentendoti derubato,
favoriscimi l’identificarmi con la cosa migliore di te, trasmettimi il tuo
livello di Coscienza, ma lascia che io cerchi di andare più lontano di te;
con allegria permettimi idealmente di sorpassarti.

Ma, soprattutto, voglio che ami te stesso affinché tu possa amare me."
Ogni consultante descriverà in forma differente il suo padre ideale.
Ugualmente, descriverà sua madre: "Tu, mia madre, voglio che,
soprattutto, a parte il volermi con tutta la tua anima, tu non sia una
prostituta domestica che vive i suoi compiti come una vittima. Voglio
che la tua tenerezza sia intrisa di allegria, che le attenzioni che mi dai
non siano un opprimente obbligo ma un piacere. Voglio che le tue
carezze non siano possessive, voglio che quello che mi dici della vita
non siano parole vuote, bensì il frutto delle tue esperienze di vita.
Voglio che tu sia presente in ogni momento importante della mia vita,
dandomi il tuo incondizionato appoggio; voglio che non mi critichi
negativamente ma, diventando cosciente dei miei errori, mostrami le
strade corrette, strade per le quali tu hai transitato; voglio che mi ami
senza considerarmi un tuo organo o viscere, voglio che non ti rinchiuda
in te stessa e non mi vedere come un specchio al tuo servizio.
Voglio che mi ascolti con attenzione, tollerando che non pensi tutto il
tempo come te, voglio che ti renda conto che il mondo che tu concepisci
può essere differente da quello che io concepisco; voglio che tu sia mia
complice e che mi appoggi, benché pensi che mi stia sbagliando, che mi
lasci vivere le mie esperienze benché siano errori, voglio che ti fidi di
me e che, a parte il tuo amore, offrimi la tua amicizia, smettendo di
conservare in gran segreto quello che ti angoscia. Voglio che comprenda
che nascendo ho smesso di essere tuo; starò sempre con te,
materialmente o spiritualmente, ma appartengo a me stesso".
Ora i terapeuti, mettendosi di fronte , chiederanno al consultante che
dica loro come vuole vederli uniti. Questo può dire, multiple cose:
"Voglio vedere uniti i vostri corpi con piacere e delicatezza, voglio
vedere che vi date baci che attecchiscono nelle vostre anime, voglio
sentirvi disposti ad aiutarvi nell'avversità ed a celebrare insieme i buoni
avvenimenti, voglio vedere tolleranza nelle vostre menti, voglio vedervi
liberi di pensare e credere quello che desiderate senza entrare in
conflitto, perché l'altro la pensa o crede in maniera differente, voglio che
di questi differenti pensieri e credenze formino un tutto complementare,
non voglio vedervi dibattere bensì conversare, per mettervi d’accordo in
verso una stessa meta, che l'amore reciproco, guidi le differenze.

Voglio che i vostri cuori vibrino di allegria celebrando l'esistenza
dell'altro, desiderando dargli senza chiedergli ma accettando il dono
quando è offerto dalla propria volontà, voglio che vi desideriate
naturalmente, senza inibire né forzare l'attrazione, accettando quel
desiderio come un dono divino. Voglio che tu sia per lei un amante, un
padre, un amico, un figlio, un maestro.

Voglio che tu sia per lui un'amante, una madre, un'amica, una figlia, una
maestra". Quando il consultante avrà descritto l'unione perfetta dei suoi
genitori, i terapeuti gli diranno: È arrivato il momento di darti la vita.
Che posizione vuoi che adottiamo per generarti?"
Il/la consultante sceglierà la posizione desiderata, distesi la madre sotto
e il padre sopra o viceversa, in piedi, etc.. I terapeuti, evitando

qualunque aspetto pornografico, con eleganza e delicatezza, imiteranno,

nella posizione suggerita, un orgasmo doppio pieno di felicità...
Il terapeuta dirà al consultante: Hai assistito al tuo concepimento. Fosti

concepito con piacere." Il terapeuta aggiungerà: "Ora, con piacere ti

installerai nel ventre di tua madre."

Il/la consultante è completamente nudo/a. I terapeuti cominciano a
fargli/le un massaggio energico, procurandolo la sensazione che il suo
corpo sia una massa amorfa. Mentre gli mormorano “Non c'è ego

in te, né forma, né nomi, né sesso; offrendoti alla vita, cedi la tua
identità, sparisci. Sei materia pura, frutto di una Coscienza universale",
poco a poco lo vanno collocando in posizione fetale. Quindi legano alla
vita un cordone che simbolizza il cordone ombelicale. Il consultante può
scegliere tra diversi materiali: un nastro di seta, un cordone rosso, un

tubo di plastica, una catena, se opta per questo ultima, deve prevedersi
uno strumento per tagliarla.

La terapeuta si denuda. Il terapeuta si prende cura del consultante, lo
colloca sul ventre di lei e, dopo avere legato l'altro estremo del cordone

alla vita della "madre", lo copre con un soffice e caldo tessuto. A partire

da questo momento, i terapeuti accarezzando il gonfiore che formato
dal/la consultante sotto il tessuto, come se fosse il ventre gonfio di una
madre incinta, descrivendogli le tappe della sua crescita di mese a mese,
gli/le parleranno con una voce amorevole e lenta per permettergli di
incorporare i concetti, permettendogli di essere con mente e corpo in uno
stato di profonda meditazione.
Primo mese
Lui - Primo mese.

Lei - Che cosa meravigliosa, avremo il/la bimbo/a che tanto abbiamo
desiderato!

(Queste parole, semplici ma essenziali, devono essere pronunciate

con un tono che esprima la felicità di generare il consultante come è. Un
gran numero di persone vive svalutandosi perché i suoi genitori
aspettavano un bambino e nacque bambina, o viceversa.)

Lui-Sembri essere solo un po' di materia, ma in te, come nel seme

di un gran albero, vibra la stessa forza che è capace di generare una

galassia.

Lei- Senti la potenza creativa che ti anima, datti all'estasi

giubilante che è l'essenza della materia. Assisti a questi momenti sacri

in cui la Coscienza universale si trasforma nella tua carne. Coscienza e

carne sono una stessa e sola cosa, non c'è separazione tra te e la sostanza

del Cosmo. Man mano che ti stai alimentando di me, mi vai fortificando.

Dai salute alle mie viscere, purifichi il mio sangue, ripulisci il mio
spirito da antiche sofferenze, mi estrai dal passato, mi sommergi nel
presente.

Lui - mi liberi dalla paura di perdere, mi infondi valore, mi inculchi la

forza necessaria per affrontare il futuro, mi dai la sicurezza necessaria

per convincermi che potrò sempre proteggervi, tu e tua madre. Man
mano che cresci costruisci noi.
Secondo mese

Lui- Secondo mese.

Lei - Senti come, in questa materia che sei e che si raddoppia sempre più
desideri di riempire il mondo, nasce un battito che viene dal più

profondo dell'universo. È apparso il tuo centro, attorno al quale stai
formando il tuo cuore, fonte da dove si espande l'amore divino.

La vita intera sta battendo intorno a te. Non sei più una massa amorfa.

Con sano appetito assorbi il nutrimento puro che ti do, pieno di di
speranza di creare un sangue sano, organi armoniosi, viscere

vigorose e sistemi di coscienza.

Lui - Cresci senza apprensione, fidati di noi, caro il nostro bambino: noi

ci siamo purificati per darti il meglio del nostro corpo e della nostra

anima.

Terzo mese

Lui - la Tua energia androgina si separa. Ora già sai se sei un uomo

o una donna. Noi accettiamo il sesso in cui hai scelto incarnarti.

Tu ubbidisci a forze universali che sanno quello che fanno. Questa
definizione è la radice della tua identità.

Lei - attraverso me cominci a comunicare col mondo. Ricevi

l’esterno così come me io lo ricevo. Dal tuo sangue, le tue vene, le tue
arterie, ascendi per il cordone ombelicale ed entri nella mia mente.

Lui - Sapendoti vulnerabile a quello che sente il corpo che ti

contiene ed ti alimenta, proteggo tua madre offrendole la calma, la

tranquillità, preservandola da emozioni negative, perché voglio che

il mondo che troverai nella sua mente non contenga elementi che ti

angoscino.
Lei - Figlio/a mio/a, il tuo spirito puro, entrando nel mio, mi ha guarito
dalle mie malattie, i miei metabolismi si sono equilibrati. Le sofferenze
che ebbi prima del tuo arrivo si sono trasformate in un terreno fertile al
quale tu gli hai dato un significato. Cresci! Quando nascerai, in
qualunque stato potrà essere il mondo, tu sarai un portatore di pace e
felicità per tutti.

Quarto mese
Lui - Aumenti di volume, l'energia divina assorbe tutto il tuo corpo,
diminuisce il volume della tua testa, si allungano le tue membra; prendi
coscienza di te stessa, della tua sacra forma, del perfetto equilibrio tra
quello che senti di essere e quello che sei.

Lei - Le Tue ossa si stanno solidificando. Vedendo prosperare lo
scheletro dentro la tua carne, comprendo che ti prepari per sostenere te
stesso/a, per proseguire per i tuoi propri sentieri. So perfettamente che
non sto creandoti ma sto ricevendoti. Così, piena di amore per te, do ad
ogni cellula del tuo corpo la possibilità di svilupparsi senza ostacoli.
Quinto mese
Lui - Diminuisce la velocità della tua crescita, usi la maggior parte

della tua energia per essere, conosci l'allegria che annida nel midollo
osseo; con piccoli e piacevoli movimenti delle tue membra,

annunci a tua madre che sei vivo che sei tu e non lei.

Lei - Ti sei liberato dalla mia mente. Stai sviluppando i tuoi propri

sensi. Senti i rumori che attraversano la carne di questo ventre dove ti

annidi. Il mondo che si aspetta, dicendoti che la tua nascita significherà
il principio di un meraviglioso cambiamento. Ed in questo insieme di
ritmi e suoni, ognuno con vita propria, con energia che si nutre tanto
quanto il mio sangue che ricevi, ti arrivano le nostre due voci, la mia e
quella di tuo padre, intrecciate con amore.
Lui e Lei - Non ci sentirai mai discutere, né litigare, né acquisire toni
aggressivi che non siano in armonia. Le nostre voci, unite come due
mani in preghiera, ti benedicono, ora e sempre.
Lui - Anche senza vedere, apri gli occhi, perché la tua memoria
ancestrale ti indica l'esistenza della luce. Sai che l'oscurità nella quale
galleggi è la divina vacuità che ti genera e con lei alleata avanzerai 

verso una chiarezza che ti richiama all'esterno. Ella è l'essenza della tua

materia: sei un essere di luce.
Lei - Anche il tuo olfatto si è formato. Nel tuo naso senti già la nostalgia
del puro aroma dell'ossigeno. Se io ti do la sostanza, è tuo padre che ti
fornisce l'aria. Quando fuori respirerai, inalerai l'alito

dell'inimmaginabile Dio. Alito divino che ci unisce e ti trasforma, 

noi, tutta l'umanità, e tutti gli esseri viventi, in un solo polmone, in una
sola Coscienza.
Lui - Se, col naso, percepisci la profondità del cosmo, con tua lingua
aspetti impazientemente tutti i gusti della Terra: salato, dolce, amaro
acido, ma soprattutto, il sublime gusto dell’acqua, un liquido
caritatevole che ti rivelerà la trasparenza della tua anima, l'adattabilità
della tua mente verso innumerabili forme , la pacifica forza della
penetrazione, che è amore dove ogni cosa si dissolve in un'estasi piena
di vita.
Lei - Le tue mani imparano ad aprirsi e chiudersi: che significa dire,
ricevere , e dare. Toccando, formano armoniosamente il cervello,
cosicché, prendendo possesso di te stesso, le tue sensazioni si apriranno
come fiori in primavera, dopo l’inverno.
Sesto mese
Lui (se il consultante è una donna) - Hai già ha la forma di una
persona. L'androgino originale si è trasformato in una donna. La tua
vagina, il tuo utero, le tue ovaie si sono sviluppati. Senti il tuo sesso, in
cui abita l'eternità. Sei portatrice di milioni di uova. Non solo stai
plasmando te stessa ma stai plasmando anche l'umanità futura.
Collegamento di una catena sacra che nasce nella coscienza divina, il tuo
sesso è un tempio, figlia mia.
Lei (se il consultante è un uomo) - Hai già ha la forma di una persona.
L'androgino originale si è trasformato in un uomo. Il tuo pene ed i tuoi
testicoli sono sviluppati. Senti il tuo sesso, in cui abita l'eternità. Lo
sperma è pronto nelle tue gonadi. Gli spermatozoi non sono permanenti
come l’uovo femminile che dura una vita; loro sono effimeri e si
moltiplicano continuamente. La vita è l'incontro tra l'eterno ed il fugace.
Non solo stai plasmando te stesso ma stai plasmando anche l'umanità
futura. Collegamento di una catena sacra che nasce nella coscienza
divina, il tuo sesso è un tempio, figlio mio.
Lui - E anche il tuo cervello è un tempio: hai ricevuto come eredità la
memoria totale, i tuoi neuroni contengono i sogni e le illusioni dei tuoi
miliardi di antenati...
Lei - e inoltre, portano il timbro di tutti i progetti del futuro: il momento
in cui muterai creando un nuovo cervello, il momento in cui svilupperai
la telepatia, il momento in cui potrai elevarti nell'aria con la forza della
tua mentale, il momento della grande migrazione verso una nuova
galassia, il momento in cui popolerai la totalità dell'universo.
Già tutto sta in te, figlio/a mio/a.
Settimo mese
Lei - la tua pelle, il tuo intero essere, strato dopo strato si è inspessito;
attraverso di lui, sei unito con la totalità. Non è una superficie che ti
separa dal mondo ma una frontiera aperta: senti i numerosi pori,
attraverso di loro dai e ricevi. Respiri nella coscienza divina; l'assorbi, la
digerisci, la respiri attraverso tutto il tuo corpo: sei un essere sacro.
Lui - Nelle punta delle tue dita, nei palmi delle tue mani e nella pianta
dei tuoi piedi si sono formate linee differenti da quelle degli altri esseri
umani; esse provano che sei unico, che vieni a portare al mondo
qualcosa che possiedi tu solo: la tua preziosa identità. Nessuno è stato
mai né sarà come te, ti iscriverai nell'eternità come un gioiello prezioso
ed unico.
Lei - Il tuo viso è ormai formato. È una finestra attraverso la quale
interiore ed esteriore comunicano e si uniscono. Dietro il tuo viso si
estende il passato, davanti al tuo viso si estende il futuro, nelle tue
espressioni si riflette quel presente che non è altro che la tua anima...
Lui - Per venire al mondo come sei e non come gli altri vogliono che tu
sia, hai bisogno di comunicare con me. Se, dal cordone ombelicale, sei
legato a tua madre, il cordone che mi lega a te è la mia voce.
Dimmi, sapendo di essere io un aspetto di te stesso, che cosa è ciò che
desideri che io ti dica, affinché il tuo sviluppo venga portato a termine in
forma perfetta. Chiedimi, esigi, ti sento con la totalità del mio essere...

(Il consultante chiede al "padre" ciò che avrebbe voluto che il padre
dicesse al momento in cui lui si stava formando. Il terapeuta dovrebbe
ripetere precisamente con una voce dolce e profonda, frase dopo frase
ciò che il consulente chiede di dire).
Ottavo mese
Lui - In quell'infinita pace in cui ti sviluppi, non sai se stai sognando da
sveglio/a o se dormi insieme a tua madre, entrambi uniti in un stesso
sonno. Attraverso il suo inconscio ricevi la conoscenza dei tuoi antenati,
non in forma di ricordi precisi, bensì come energie intense. E tu, con le
tue cellule nuove, sei capace di captare i progetti del futuro. Sei la
trasformazione, la discesa di un essere glorioso in un corpo mortale.
Lei - Non temere questa discesa: per sentire la tua grandezza divina,
devi passare con dolore dai piccoli organi terrestri ai grandi organi

cosmici. Quello che confondi con dolore al principio non sono altro che
le benefiche contraddizioni che aprono i limiti animali e ti concedono la

sublime espansione della tua Coscienza: senti il battito del tuo cuore, in
lui riposa il centro dell'universo. Nel tuo cervello si preparano mutazioni
che faranno di te il nostro Maestro.
Lui - Il tuo spirito si incarna in accordo con il piano universale, il tuo
corpo si sviluppa correttamente. Appaiono le tue zone sensibili.
L'energia sessuale si attiva, lo sviluppo dei nervi attorno alla tua bocca si
preparano a succhiare il capezzolo, sentimento sublime che si riassume
in una sola parola, base di tutto il tuo linguaggio: "grazie." L'energia
emozionale ti insegna a inghiottire, atto vitale che concede al tuo spirito
la sua attività essenziale: "ricevere." L'energia mentale si abitua a
sbadigliare, ti rilassi accettando i benefici del passato ed i progetti del
futuro, impari a "confidare."

L'energia materiale ti insegna ad afferrare, affinché esplori con
precauzione, ma senza paura, il tuo corpo, preparandoti a indagare
l'esterno, l'altro, il mondo. Nell'aprire e chiudere le tue mani ti rendi
conto che ogni cosa che tocchi ti è solo prestata, perfino quel corpo che
si sta formando, che un giorno lascerai andare con la stessa felicità con
cui oggi lo stai acquisendo. Amalo, perché è il veicolo della tua anima.
Lei - Ora che il tuo udito si è formato, senti questa musica,

assorbila, lasciala entrare nel tuo cuore che possa circolare nel torrente
del tuo flusso sanguigno.

(I terapeuti gli fanno ascoltare un musica corale, soave, in grado di
rilassare. Ambedue accarezzano alcuni minuti il rigonfiamento formato

per il/la consultante e vi imprimono movimenti delicati per fargli seguire
il ritmo musicale).
Nono mese
Lui - Continui a crescere, il tuo spazio è ridotto. Non ha quasi più
spazio per muoverti: non puoi distendere braccia e gambe; sei scomodo,
sofferente. Tuttavia, un’ondata di calore, energia vitale ti invade. Senti la
stabilità gioiosa del tuo apparato digestivo, sanamente formato; senti già
la potenza dei tuoi polmoni completi pronti ad ingerire il miracoloso
ossigeno; apri già nell'oscurità i tuoi occhi capaci di captare la desiderata
luce. Quell'allegria che vince il dolore si riassume in un tratto del tuo
viso: un sorriso. I movimenti ascendenti agli angoli delle tue labbra,
ricordano che in ogni momento il tuo spirito è imponderabile, che la tua
coscienza libera dal peso materiale, può alzarsi e viaggiare fino ai
confini dell'universo.
Lei - Sorridi, perché nonostante lo spazio ridotto in cui risiedi, ti
circonda un caldo gradevole, non hai mai fame, sei protetto/a dai suoni e
dalle luci forti, confortato dal suono costante del battito del mio cuore.
Tutto questo ti dice: "Tu sei tu ed io sono io". Da questo momento puoi
nascere, hai diritto ad essere quello che sei; sentire, vedere, udire,
toccare, piacere ed annusare senza limiti quello che la tua sacra curiosità
desideri conoscere e sperimentare; hai diritto di pensare quello che vuoi,
ad amare chi vuoi amare, a desiderare senza importi limiti, a realizzare
tutto quello per cui l'universo ti ha creato.
Lui - Mantieni nel tuo spirito questa continua preghiera: "Sono con te,
mi fido di te, sei la mia felicità."
Lei - Quando ti senti pronto, inizia a girarti fino a metterti a testa in giù.
Il momento di nascere lo deciderai tu. Io collaborerò con te non
opponendomi ai tuoi propositi. Tu dirigerai. Io ti seguirò. Tra tutti e due
realizzeremo un parto felice.

(Pazientemente, i terapeuti sperano che il/la consultante decida di
nascere. Se ha assorbito il messaggio dei nove mesi, non tarderà a
girare la testa verso il basso per cominciare ad emergere tra le braccia
dei terapeuti di fronte a lui/lei gli/le daranno la sensazione di uscire dal
sesso della madre. Mentre il consultante imita la nascita, anche la
terapeuta mima un forte orgasmo).
Lei - Distendi e riempi la mia vagina. Ti dò la luce con un piacere totale.
I miei petti si gonfiano e palpitano di piacere.

(Uscendo completamente da sotto il lenzuolo, il/la consultante è
ricevuto con tenerezza dal terapeuta uomo che lo prende e lo porge tra
le braccia della terapeuta donna. I due terapeuti esprimono una grande
felicità per avere ricevuto un figlio/a così bello/a. La "madre", con le
forbici, taglia il cordone ombelicale).
Lei - Sei il mio figlio/a ma sei anche figlio/a del mondo. Tagliando il
cordone ti concedo la totalità della tua vita, della quale diventi
responsabile.

Sei appena nato. Che nella tua memoria si fissi il ricordo di un latte
pieno di amore.

(La terapeuta versa latte condensato nel capezzolo di uno dei suoi seni e
permette che il consultante lo sugga, poppando. Compiuto questo rito, il
terapeuta gli domanda: "Come desideri chiamarti?". Se il/la
consultante, dopo avere analizzato il suo albero genealogico, ha
compreso che il nome che gli diedero era carico di significati negativi,
deve scegliere il suo nuovo nome. I terapeuti, terminata la cerimonia del
cambiamento di nome, devono lavare il consultante, trattandolo come se
fosse un bebè. Insaponarlo con molta attenzione, asciugarlo con
tenerezza ed aiutarlo a vestirsi con vestiti nuovi. Non deve conservare
nessun abbigliamento antico, né tanto meno un anello o un orologio.

Una volta vestito il/la consultante, i terapeuti lo prendono ognuno per
una mano ed escono con lui per la strada. Camminano
accompagnandolo come se fosse un bambino. Possono comprargli/le
una torta o un dolce. Poi devono salutarlo/la).
Lui e Lei - La cerimonia della tua seconda nascita è finita.

Smettiamo di personificare i tuoi genitori. Non ci seguire. Ora tu sei il
tuo proprio padre e la tua propria madre. Smetti di chiedere. Investi,
semina, sviluppa la tua Coscienza.

(Il consultante deve allontanarsi senza guardare all'indietro.)

80. RIMEDIO PER PESSIMISTI


Per guarirsi da qualunque malattia, innanzitutto bisogna voler guarire.
Se il malato non vuole, il medico non può. Per molto tempo mi sentii
incapace di aiutare quelli che si vantano che a loro niente piace,
affermando che il mondo merita solo di essere sputato. All'improvviso
trovai in un libro di Nietzsche: L'allegra scienza. Un poema dove il
filosofo, finita la sua pazienza ed il suo buon cuore, ascoltando i
pessimisti rinnegare, strillare e sputare, consiglia loro di divorarsi ogni
mattina un grosso rospo, affinché durante il resto del giorno, non trovino
schifoso più niente.

Mi sembra che sia un eccellente consiglio di psicomagia che,
ovviamente, non verrà accettato da chi ne ha bisogno. Una cosa è dare,
un'altra è obbligare a ricevere.

CONSIGLI PSICOMAGICI PER LA SOCIETÁ



Introduzione

Se gli atti psicomagici possono guarire gli individui, è possibile, e
necessario, creare atti che guariscano collettività intere. Compito
difficile perché per realizzarli devi raggiungere mentalità diverse, molte
volte antagonistiche, che li accettino di buon grado. La psicomagia
sociale deve essere apolitica, in nessun modo sacrilega, e neanche
distruttiva.

Gli atti devono solo non essere belli, per poter guarire ed espandere la
coscienza. Questa attività psicomágica-sociale dovrebbe essere
appoggiata dalle autorità governative. Ma, finché i governi non si
rendono conto che, le soluzioni politico economiche, il colonialismo, le
rivoluzioni, le guerre, non bastano per risolvere il caos autodistruttivo in
cui l'umanità si immerge sempre di più, dovranno essere individui
generosi, ad essere coscienti che è necessario un cambiamento spirituale,
che organizzino atti collettivi per guidare i paesi verso la pace, la
fratellanza e la gioia di vivere.

DISPERSI POLITICI

Un gruppo di donne cilene mi chiede un atto per fare riposare le anime
dai parenti di dispersi durante il regime di Augusto Pinochet, 1915
-2006, durante il governo 1970-1980, perché non hanno avuto una salma
per cui piangere o una sepoltura dove lasciare fiori.
Consiglio loro: Andare in un deserto, se non è possibile, in un terreno
incolto, e vangare scavando buchi il più profondi possibile. Metteranno
in fondo di ogni buco una gabbia con una colomba alla cui zampa avrà
arrotolato una piccola carta tipo pergamena nella quale hanno scritto:
"Libertà." Si metteranno in ginocchio vicino al buco e piangeranno il più
possibile per i dispersi.

Alcuni parenti scenderanno in fondo ai buchi, apriranno le gabbie e
lasceranno volare le colombe. Riempiranno poi le fosse, lasciando
dentro le gabbie un quarzo cristallo di rocca.

MASSACRO DI TLATELOLCO

Il direttore generale del Centro Culturale Universitario di Tlatelolco,
CCUT, mi chiede un atto che ripulisca il massacro di un centinaio di
studenti, commesso dall’esercito nella piazza di quel quartiere
residenziale a Città del Messico in1968. Il ricordo di tale assassinio
tormenta gli abitanti di quel ammasso di alti edifici.
Gli invio la seguente proposta: Attorno alla piazza nefasta, visualizzo un
centinaio di gruppi di mariachi che interpretano la canzone "La
frignona" all'unisono , la "frignona" è una povera donna alla quale
ammazzarono i figli e che, trasformata in fantasma, si lamenta.
Durante questa ouverture musicale, molti uomini vestiti di nero con una
maschera a teschio sul viso, spargeranno per tutta la superficie della
piazza una tappezzeria di minuscole palline di plastica rossa, che
simbolizzerà il sangue versato. Trasformata la piazza in una grande
rettangolare arena rossa, si ascolterà un'orchestra sinfonica, (per quanto
possibile, in diretta; in mancanza, registrata), che sona una sinfonia
sublime di un musicista messicano. Insieme alla sinfonia, grandi gruppi
di bambini studenti di entrambi i sessi, tra 7 e 9 anni, con scope
scoperanno le palline di plastica, cominciando da un lato della piazza
finendo di ammucchiarle all’altro estremo. Lì si troverà una grande
borsa di plastica trasparente della forma di essere umano, con le braccia
aperte in croce. Altri bambini continueranno a riempire la borsa con le
palline fino a che non si trasformerà in un enorme uomo rosso, disteso
nella piazza. Verranno poi legati almeno duemila palloncini bianchi
gonfiati con gas, che faranno alzare il "fantoccio rosso" fino a farlo
perdere nel cielo... Metteranno allora cinquecento donne madri con
gonne bianche lunghe a torso nudo che portano tra le braccia un bebè,
anche nudo. Si siederanno nella piazza, ora pulita, dando da poppare ai
figli. Arriveranno tre elicotteri militari che cominceranno a spargere una
pioggia di segnalibro bianchi stampati con poemi di origine
precolombiana, e messicani di differenti epoche che esaltino il senso
della vita.

Quando questa pioggia bianca avrà cessato e gli elicotteri saranno andati
via, verrà un aereo da turismo che scriverà col fumo nel cielo la parola
Speranza, mentre gli abitanti del quartiere appendono bandiere verdi in
tutte le finestre degli edifici.

(Il direttore generale del Centro Culturale Universitario Tla-telolco mi
risponde che non ha i fondi necessari per organizzare tale grandioso
atto).

UN PORTO PER LA BOLIVIA


In un'intervista privata con la signora Michelle Bachelet, presidentessa
del Cile dal 2006, le proposi che il nostro paese regalasse un porto alla
Bolivia senza chiedere niente in cambio. È deplorevole che quella
nazione non abbia uscita al mare.
Con questo atto disinteressato, il Cile darebbe un gran esempio a tutti i
paesi del mondo, insegnando loro non a competere ma a collaborare.

PAPI FEMMINA A ROMA


Perché l'autorità ecclesiastica è conferita a un uomo solitario,
(rappresentativo di un Dio Padre, escludendo una Dea Madre).
Consiglio, per protestare in forma pacifica: che mille o più donne
mascherate da Papesse, accorrano a chiedere la benedizione del Papa,
durante un'apparizione pubblica in Vaticano.

MANIFESTAZIONE PER LA PACE



Lungo il viale principale di una città degli Stati Uniti, si organizzerà una
manifestazione formata solo da madri di razza bianca e di razza nera.
Avranno scambiato i loro bimbi. Le donne bianche porteranno tra le
braccia bambini di razza nera. Le donne nere porteranno tra le braccia
bambini di razza bianca. Se è necessario, li allatteranno.

Tra le due lunghe file parallele delle donne, ci sarà una fila di uomini,
bianchi e neri, che portano cartelli con una sola parola: "PACE." Lettere
nere su fondo bianco per alcuni, lettere bianche su fondo nero per gli
altri.

MANIFESTAZIONE CONTRO LA FAME



In ogni centro commerciale di paese civilizzato, si organizzerà una
manifestazione, rigorosamente silenziosa, i cui partecipanti saranno
uomini e donne molto grassi . Ognuno dei manifestanti, esibirà una
fotografia di un bambino denutrito, quasi alle ossa.

MURI OSTILI

Ad entrambi i lati del lungo muro che separa il Messico dagli Stati Uniti,
o che separa Israele dalla Palestina, artisti di buona volontà dal mondo
intero dipingeranno grandi porte, di tutti gli stili, aperte senza ostacoli,
che danno accesso libero a bei paesaggi, bei cieli, belle città.
GUARIGIONE COLLETTIVA

L'istinto de gregge è essenziale per l'individuo per essere riconosciuto ed
integrato nella società. Un malato isolato tarda di più a guarire di uno
che riceve l'affetto della sua collettività. Tra i 613 comandamenti della
religione ebraica, il più importante è andare a visitare i malati. Persone
di buona volontà dovrebbero riunirsi per effettuare guarigioni collettive.
Misi in pratica un atto di psicomagia sociale in dicembre 2007, nel
teatro-circo Caupolicán, in Santiago del Cile.

Accorsero sei mila persone, sedute formando circoli attorno ad una
piccola piattaforma rettangolare, alle quali chiesi che si concentrassero
col pensiero per guarire un malato. Feci trattenere in mezzo alla
piattaforma, una donna di 40 anni che, per un cancro di tiroide ed alla
relativa operazione, era da 20 anni che aveva difficoltà a parlare: la sua
voce era come un filo acuto, quasi incomprensibile. Mi bastò dire :
"Siamo tutti guaritori" affinché le sei mila persone, tendessero le loro
mani verso la donna, inviandole un'energia risanatrice. Lei, piangendo
per l’emozione, ricevette questo impatto emozionale.

Per alcuni minuti fu al centro del mondo: si vide circondata da una
massa umana che le inviava la cura. Sapevamo che la sua famiglia ,
l'aveva obbligata a sposarsi con un uomo che lei non amava. Il cancro
cominciò quando partorì sua figlia. La ragazza, una giovane di 20 anni,
non aveva ascoltato mai la voce originaria di sua madre. In pochi minuti,
la donna sentì la voce, e la gioia di vivere. Cominciò a studiare canto.
La relazione con sua figlia migliorò notevolmente.

Consiglio che si riuniscano gruppi, col maggiore numero possibile di
individui e che, seduti in circolo, dirigano i palmi delle loro mani verso i
malati, desiderando che guariscano. In ogni sessione potranno dare
questo benefico trattamento a molti malati: bastano da cinque ad otto
minuti di attenzione amorosa affinché il paziente riceva, come un
prezioso regalo, l'energia elargita. Mentre i "guaritori" inviano le loro
"onde", gli uomini devono mormorare la sillaba a e le donne la sillaba
mour, > AMOUR

ANTI - OLIMPIADI
Le Olimpiadi Mondiali sono organizzate come le guerre, ogni nazione
cerca di vincere sulle altre, e i vincitori si sentono orgogliosi e superiori
e chi perde triste e vilipeso, prego affinché un giorno esista un governo
che comprenda che, un’Olimpiade, deve avere come meta il trionfo della
razza umana e non il trionfo di una nazione. Se un atleta, per esempio,
riesce a battere un record e si trasforma nel corridore più veloce della
storia, quella non è una prodezza che debba celebrare solo il suo paese
natale, ma anche il mondo intero. Gli sportivi non devono avere
nazionalità...

A questo paese cosciente propongo di creare un’Anti-Olimpiade
Mondiale, nella quale esseri umani di tutti gli angoli del pianeta ,
accorrano con l'intenzione di concedere i loro trionfi all'umanità intera.
In quello stadio non ci saranno bandiere, né uniformi regionali, né inni
nazionali. I premi, semplici corone di alloro, li presenteranno bambini e
bambine di tutte le razze, senza identificazione di nazionalità.

UNIONE MONDIALE

Utilizzando internet, la maggiore parte di abitanti del pianeta

deve mettersi d’accordo per cominciare a dipingere, (dalla strada
principale della capitale di un paese eletto a caso), con vernice plastica
ed indelebile una linea larga 22 centimetri di colore violetta. Questa
linea,

prolungata in lunghezza da persone di buona volontà che desiderino

l’unione mondiale, si estenderà facendo il giro del mondo. Il governo

di ogni nazione offrirà gratis la vernice. In prossimità di piccole
estensioni di acqua, la linea potrà correre lungo il perimetro; in caso di
fiumi, passerà per un ponte.

La linea, in forma simbolica, segnata su un tronco di tre metri,

attraverserà gli oceani per continuare dall’altra riva.

CONSIGLI PSICOMAGICI PER MANTENERE LA SALUTE


Introduzione

Nonostante sembri che siamo riusciti a vivere in equilibrio e sicurezza, il
territorio che abbiamo conquistato e che sentiamo inalterabile,
appartiene ad un mondo in continuo cambiamento ed espansione. Non
viviamo rinchiusi in una casa, su una strada, in una città, in un paese:

noi evolviamo su un pianeta che partecipa ad una danza cosmica.

Ci porta attraverso lo spazio intorno al sole a 30 km/secondo. Il sistema
solare viaggia attorno al centro della galassia a 220 km/secondo.

La Via Lattea viaggia verso la sua vicina Andromeda a 90 km/secondo.
Il gruppo composto dalla Via Lattea ed Andromeda si muove a 60 km/

secondo attratto dall'insieme della Vergine e del super ammasso formato
da Idra e di Centauri. Questi viaggiano verso un'altra grande
agglomerazione di decine di migliaia di galassie. E così e così fino ai
confini, dove il nostro universo è attratto da un universo ancora più
complesso e vasto, che a sua volta gira attorno ad un altro, formando un
pluriverso. In questa incommensurabile danza cosmica, tutto continua a
nascere, morire, trasformandosi. Come allora dare definizione? Man
mano che l'individuo sviluppa la sua coscienza, i vincoli tra i suoi
neuroni cerebrali si moltiplicano. Accettando l'unità della materia
comprendiamo che tutto è relazionato, e che l'universo è una totalità
dove niente agisce separatamente, possiamo concepire che quella
misteriosa energia che unisce i neuroni è anche capace di unire cervelli.
Potremmo chiamare queste unioni collettive egregore, (del greco
egrégoroi). Il mago e poeta occultista francese Eliphas Lévi (Alphonse-
Louis Constant,, 1810 -1875), li definisce come "spiriti di energia e
azione, principi delle anime". Avremmo un' egregora familiare,
un' egregora nazionale (simbolizzate da animali: l’Orso russo, l’Aquila
nordamericana, il Gallo francese, il Toro spagnolo, il Cervo cileno, etc),
ed un’egregora planetaria, prodotta per l'umanità intera. L'individuo è
effimero, la razza umana può essere immortale. Per passare dall' io al noi
e partecipare al progetto cosmico, un universo in evoluzione dove

ogni atomo sarà spirito, dovremo distaccandoci dagli ormeggi

mentali affinché niente di soggettivo possa separarci dall'energia
creativa.

Smettendo di "appartenere", di "identificarci", di "definirci", arriveremo
all'unione. Siamo un calice che contiene idee, ma non siamo quelle idee,
come nemmeno siamo i nostri sentimenti o i nostri desideri. Dovremmo
prendere quei pensieri-sentimenti-desideri, (inculcati dalla nostra
famiglia, dalla nostra società e dalla nostra cultura), come la materia
prima e sottometterli ad un processo che li faccia mutare, processo nel
quale dobbiamo morire noi stessi e tornare a rinascere, trasfigurati, non
essendo più un corpo che rinchiude uno spirito, ma uno spirito che
naviga da un corpo all’altro, fino ai confini della creazione. Non ci
definiremo come giovani o vecchi, donne o uomini, nessun diploma,
nessuna uniforme, nessun nome e nessuna nazionalità, limiteranno la
nostra impresa impersonale; sotto ad una maschera individuale godremo
della pace dell'anonimato, non avremo barriere tra l’umano e il divino,
conosceremo tutto l'Universo. Vivremo per tanti anni come l'Universo,
ci trasformeremo nella Coscienza dell'Universo, creeremo noi stessi
eternamente... La realizzazione del solo individuo è impossibile se non
si ha come meta di inglobare tutta la razza umana.

Dato lo scarso sviluppo di coscienza della nostra epoca, questi propositi
possono sembrare utopici. Tuttavia, senza una sublime finalità nella vita,
sarà difficile poter ottenere il necessario mutamento mentale.
Machiavelli, nel suo libro Il principe, raccomanda agli arcieri che
temono che le loro frecce non raggiungano il bersaglio, di mirare più in
là. Moderando i desideri personali, intensifichiamo la nostra
responsabilità sociale: non si può avere una guarigione soltanto
individuale, la malattia degli altri è la nostra malattia. Eliminando le
cose futili, lottiamo contro lo spreco che infetta la società consumista.
Vicino al profondo motto scritto nel templio greco “Conosci te stesso“
ne brillava un altro non meno profondo "Niente di troppo".

Staccarsi dagli oggetti inutili, relazioni parassitarie ed attività rapaci è
essenziale per la sopravvivenza dell'umanità.

Liberandoci dagli ormeggi mentali, eliminando idee pazze, (trasmesse
da religioni caduche), sentimenti che ci sono estranei, (copiati
nell'infanzia dalle emozioni conflittuali dei nostri genitori), desideri
instillati dall'industria, (l'insoddisfazione sessuale è alla base del
consumo senza misura), e necessità aventi come scopo ultimo null’altro
che far sembrare l’individuo più di quello che in realtà è, (motivate dalla
nevrosi sociale). Invece di ubbidire all'inerzia del passato che impone
che nulla cambi, tenteremo di far nascere il futuro, che provoca sia
l'espansione costante dell'universo, che l'espansione della nostra
coscienza. Una persona che ha realizzato il suo lavoro interiore,
(cicatrizzando le sue ferite emozionali, esaltando la tolleranza,
sviluppando l’ascolto degli altri, non lasciandosi imbrogliare dalla
propaganda commerciale e dai mezzi di comunicazione, seminando idee
positive), avendo imparato ad essere quello che è realmente, e non
quello che gli altri vogliono che si sia, (amando senza discriminazione,
creando sviluppando la sua ricettività, ed ad esistere senza
autodistruggersi, ringraziando per il tempo di esistenza che il cosmo gli
ha concesso), potrebbe arenarsi in un'atmosfera di felicità. Questo
sarebbe un errore: in un mondo dove tutto avanza e si espande, rimanere
immobili è come retrocedere. La Coscienza è illimitata, il suo sviluppo è
incessante e senza fine. È raccomandabile allora che una persona sana
realizzi di quando in quando, degli atti psicomagici.

OGGETTI INUTILI
Tutti gli oggetti che ci circondano hanno influenza sulla nostra vita in
maniera positiva o negativa. L'inconscio dà un significato simbolico alle
cose. Nel nostro spirito esse acquisiscono una forma di vita. Agiscono
come chiavi che aprono vecchi traumi, facendo emergere il dolore
nascosto o liberando forze risanatrici. Gli adepti alla magia nera hanno
utilizzato questo, in forma di superstizione, per fabbricare feticci sinistri
o talismani. Ogni oggetto in giro per la casa è accompagnato da ricordi
ed occupa uno spazio nella nostra mente, assorbendo o dando energia.
Gli oggetti senza utilità e senza significato profondo, regali che
conserviamo per compromesso, resti di un passato superato, decorazioni
per riempire posti vuoti, documenti datati, libri che non torneremo a
leggere, etc., assorbono la nostra energia vitale e la nostra capacità di
concentrazione, legandoci a periodi delle nostre vite che crediamo di
avere superato. Possiamo chiamare tutto questo: "spazzatura spirituale".
Affinché lo sviluppo della coscienza avvenga senza questi ostacoli,
consiglio al/la consultante: Prendere etichette adesive e dividerle in due
gruppi. In un gruppo "Sì!" e l'altro "No!". A mezzanotte di una domenica
il/la consultante passerà in rassegna nella stanza soggiorno, tutto quello
che contiene, mobili, quadri, libri, dischi, carte, vestiti, stoviglie, oggetti
da decorazione, collezioni, fotografie, diplomi, lenzuola, etc.. Man mano
che la notte trascorre ed arriva l'alba del lunedì, ci dedicheremo ad
attaccare etichette in tutto quello che vediamo: "Sì!" se è una cosa utile,
o "No!" se è qualcosa di inutile. (Potremmo trovare un oggetto che è
utile ma che proviene da un'epoca nella quale mi vivevo con un altro
compagno, o ereditato da un parente morto senza essersi realizzato, o un
regalo che lega ad un nodo incestuoso, etc. Dobbiamo allora mettere
un'etichetta con "No!").
Alla fine di questo compito, avendo fatto svolto le formalità necessarie
con le autorità preposte affinché li ritirino, dobbiamo ammucchiare per
strada tutti gli oggetti segnati con l'etichetta “No!". Sia come sia il
valore di queste cose inutili, non dobbiamo cercare di venderle. Se le
vendessimo, il denaro ricevuto ed i nuovi oggetti comprati con questo
denaro continuerebbero a legarci a quel passato tossico.

Riguardo agli oggetti utili ed essenziali rimasti, con l'etichetta "Sì!", il/la
consultante deve dire: "Grazie!". Raggrupperà poi queste etichette e
formerà una palla, che Metterà in fondo a un vaso di fiori e la coprirà
con della terra ed una bella pianta fiorita.

RIUNIONI CONFLITTUALI
Un proverbio Cinese dice: "In una discussione, il primo che si arrabbia
perde." Una leggenda Indù racconta che, la pace interna del Buddha era
tanto grande, che le frecce e pietre che i suoi nemici gli lanciavano
cadevano sul suo corpo trasformate in fiori... Il mondo è quello che è,
più di quello che noi crediamo che sia: il nostro atteggiamento lo
trasforma.

Al/la consultante deve assistere ad una riunione nella quale dovrà
affrontare opinioni avverse che scatenerebbero la sua collera, consiglio
questo: Alcuni minuti prima della riunione, metta un po' di miele nelle
orecchie e sfreghi, sempre col miele, le gengive. Questo farà sì che le
parole aggressive verranno ascoltate mischiate a una certa dolcezza e
che le parole dure che verranno pronunciate si ammorbidiscano. Inoltre,
per ricordare in ogni momento, che dovrà avanzare nella discussione con
passi misurati, deve profumare prima le suole delle sue scarpe con
essenza di lavanda.

BRUCIARE "DEFINIZIONI"
"Per raggiungere la Verità, è necessario staccarci dai credo che ci hanno
fornito e ricostruire nuovamente, dalle fondamenta, tutti i sistemi delle
nostre conoscenze", scrisse Cartesio. Malgrado viviamo in parte
tranquilli in un mondo in tumulto, se vogliamo sviluppare al massimo il
nostro spirito dobbiamo liberarci da idee, credenze, superstizioni e
giudizi che la famiglia e la società ci hanno inculcato nell'infanzia. Non
significa che tutte queste idee siano nocive: alcune possono essere vere.
Tuttavia, per molto giuste che siano, non devono imporsi nella nostra
coscienza come dogmi minaccianti. Le idee con cui ci hanno imbottiti
provocano comportamenti, sentimenti e desideri che, non essendo
genuinamente nostri, limitano lo sviluppo della nostra coscienza.

Il/la consultante deve sedersi nudo davanti ad una scrivania e scrivere su
fogli di carta tutte le idee che ha del mondo e di sé stesso.

Mischierà definizioni, precetti religiosi, ordini su ciò che bisogna fare e
su ciò che no, opinioni su politica, verità nascoste in in luoghi comuni :
( “Non devo fare”, "Penso, quindi esisto", "Se non sono buono andrò
all'inferno", "Non ho talento musicale", "Mia madre non si sbaglia mai
", "Tutti gli uomini sono mortali", "I fantasmi esistono", "Una donna
vergine partorì un bambino-Dio", eccetera).

Non appena il/la consultante avrà esaurito il numero di idee e credenze,
brucerà quei fogli scritti. Dopo, dissolverà le ceneri nel latte condensato
(elemento infantile ed appiccicoso). Con quella pasta si imbratterà la
testa, includendo il viso. Rimarrà così, seduto e facendosi aria con un
ventaglio, per mezz'ora. Poi farà una doccia, insaponando e
risciacquando la testa sette volte di seguito.

Uscirà a spasso per un'ora in strada indossando un berretto o un cappello
nuovi, anche se non è sua abitudine indossare tali capi d'abbigliamento.
Poi, regalerà questo cappello ad un bambino.

AMICIZIE VAMPIRIZZANTI
Molti individui che non hanno trovato una meta verso dove dirigere la
propria vita, hanno il bisogno di riempire il loro tempo, pensando che
sono nostri buoni amici, vanno a riempire il vuoto della loro esistenza
giornaliera con noi. Ci fanno sprecare molte ore raccontandoci
pettegolezzi o commentando le notizie o vantandosi a se stessi o
lamentandosi o invitandoci a pranzi e aperitivi, ma non sono mai capaci
di interessarsi a ciò che siamo o sentiamo profondamente. Ci usano
come specchi della loro superficialità. L’amicizia è creare insieme
qualcosa di positivo, non ammazzare il tempo insieme. Per il/la
consultante, che si sente socialmente intrappolato in questo tipo di
relazione: Deve ottenere una fotografia dei suoi "amici", attaccarci una
striscia di nastro adesivo nero sulla bocca e metterla dentro il frigorifero,
a faccia in giù. Il suo inconscio comprenderà il messaggio e a poco a
poco il consultante vedrà che, senza un grande sforzo, quelle relazioni si
andranno raffreddando.

POTERE VAGINALE
Quando la Dea Madre fu espulsa dalla cultura umana e cominciò il
regno del Dio Padre, cambiò il significato dei simboli fondamentali. Il
Sole femminile si trasformò in Sole maschile, e la Luna maschile in
Luna femminile. Al principio il Cielo era femminile e la Terra maschile.
Oggi, alle fondamenta del nostro inconscio, ogni volta che pensiamo al
cielo o all'aria, vediamo il Padre. Ed ogni volta che pensiamo alla Terra
o nell'Acqua, vediamo la Madre.

Certe donne sensibili che si sentono oppresse nel nostro mondo,
essenzialmente favorevole ai valori maschili, hanno a volte problemi a
respirare: lottano per respirare l’aria. Inconsciamente sembra per loro
pericoloso immettere aria nei polmoni perché questo, simbolizzando il
Padre, il Maschio, può, da dentro il loro corpo invaderle e schiavizzarle.
In che modo stanno lottando contro un potere, stabilito da quando esse
hanno avuto l’uso della ragione? Affinché respirino meglio, con allegria
e fiducia, consiglio alle donne che soffrono di questo sintomo, ed anche
a quelli che non lo soffrono, di realizzare la seguente meditazione:

Devono stendersi di schiena. Ripiegare le gambe in modo che i talloni si
avvicinino alle natiche, aprire al massimo le ginocchia e tentare di
respirare profondamente concentrandosi contemporaneamente sul naso e
sulla vagina. Usando la loro immaginazione, devono sentire che inspira
ed espira aria, contemporaneamente sia il naso che la vagina. A poco a
poco la sua sensazione, deve scendere verso il suo sesso, fino ad
immaginare che sta respirando quasi esclusivamente dalla vagina.

Questo esercizio darà fiducia in sé stessa, si sentirà proprietaria dell'aria,
e potrà affrontare gli uomini senza nessuna paura di essere invasa o
vilipesa.

POESIA
Noi non dobbiamo confondere le cose con le parole con cui si chiamano.
Lo psicologo nordamericano e linguista di origine polacca, Alfredo
Korzybsky (1879 -1950), creatore della semantica generale e della logica
non Aristoteliana, disse: "La parola cane non morde" e "La mappa non è
la terra". Le parole, non essendo la realtà ma piuttosto uno specchio
allacciato ad essa, non dovrebbero essere confuse con la verità che è
ineffabile e, per la sua complessità infinita, inconcepibile. Nomi,
definizioni, e mappe sono solamente guide approssimative. Questa
disabilità, causata da discorsi articolati, risulta essere una riproduzione
esatta della vita in un modo conscio o inconscio: colpendoci e
seminando dubbi e le ansie. Ognuno in qualche misura, comprende che
la verità è relativa e che ciò che è vero è occultato sotto innumerevoli
etichette. In qualche modo, noi siamo tutti i morsi dalla parola cane , e
noi tutti viviamo su mappe, mai su reali terre. La televisione e gli altri
media, nelle mani di interessi economici e politici inquinano la
presentazione degli eventi. Una cosa è cercare la verità impossibile,
un'altra è cercare l'autenticità. L'unico modo di trovare l'autenticità è
risvegliare la bellezza essenziale dentro di noi. Gli alchimisti medievali
chiamavano la bellezza "lo splendore della verità." La maggioranza delle
malattie che ci infliggono, proviene da una mancanza di coscienza. Non
c'è differenza tra la coscienza e la bellezza.

Sopravvivere in un mondo che volontariamente tiene i suoi abitanti in un
stato d'infanzia, è necessario per introdurre la bellezza nella nostra
lingua, che influenzerà i nostri sentimenti, desideri, ed azioni quotidiane.
Il miglior metodo per fare ciò, è la pratica della poesia. Questo non ha
niente a che fare con pubblicare libri o aspirare ad applausi o premi, ma
ha a che fare tutto con lo scrivere in segreto.

Il consultante, per un anno scriva un poema corto ogni notte. Deve
portarlo a termine. Deve prendere l'abitudine di accendere l’incenso,
(sempre con lo stesso aroma), ascoltando musica ispiratrice (sempre la
stessa musica), usando lo stesso quaderno e la stessa matita, e
profumando la suola dei piedi e i palmi delle mani con la stessa essenza.
Nudo e solo (senza animali o umani), il consultante si chiude in una
stanza, spegne la luce, illumina la pagina con una candela di cera
vergine, e, immaginando che l’ultimo momento della sua vita sia
arrivato, il consultante scriverà i sentimenti più sublimi.

In Cina molto prima del Buddismo, i cittadini furono abituati a scrivere
un poema, davanti al momento della morte.
Nel quinto secolo qualcuno condannato a morte scrisse: Quando la lama
nuda si avvicina alla mia testa esso sarà come decapitare una brezza
primaverile.
Un monaco che morì nell’anno 568, prima di morire scrisse:

La luce di lampo non dura da molto.

Imparando ogni notte a morire dolcemente, il giorno seguente ci
rianima per portare la bellezza nelle nostre vite.

CONFORTARE

Quando raggiungiamo un equilibrio spirituale e abbiamo superato la
nostra sofferenza, noi sentiamo la sofferenza di altri. Più che mai, noi
vediamo il dolore degli altri, la precarietà della vita.
Noi sappiamo lucidamente che tutto ciò che comincia, finisce. Questo ci
fa desiderare di confortare tutta l’umanità, ma è un ideale impossibile,
data la sua vastità.

Comunque, è possibile offrire piccoli, confortanti gesti. C'è un proverbio
Zen che dice: "Quando un fiore si apre, è primavera in tutto il mondo".

Usando minime quantità di medicine dissolte in molta acqua, la
guarigione si compie nell’omeopatia.
Io raccomando al consultante altruista, ogni volta che vede una persona
(conosciuta o ignota) oppressa da problemi o, al contrario, che si vanta
di qualche cosa, dia alla persona un piccolo foglietto sul quale è
stampata la frase seguente: “Anche questo passerà”.

MESTIERI IMMAGINARI
Secondo Freud, la felicità consiste nel realizzare un sogno dell’infanzia.
I bambini normalmente dicono: "Quando cresco sarò e farò la tal cosa."
Quei piani rimangono registrati nell'inconscio e tutta la vita ci
molestano, trasformati in desiderio di far qualcosa di straordinario ed
impossibile.

Sommersi dalla massa, desideriamo essere differenti, essere un'altra
persona dall'adulto in cui ci siamo trasformati.
Consiglio al/la consultante: stampare biglietti da visita col proprio nome
e il mestiere immaginario che rispecchia il suo ideale infantile.
Il poeta cileno Vicente Huidobro, 1893 -1948, si definiva come "Anti-
poeta e mago" . Seguendo questo consiglio, uno psicoanalista si
qualificò come "Pulitore di ombre". Altri consultanti hann stampato
sotto il loro nome, mestieri immaginari come "Professore di
invisibilità", "Ipnotizzatore di pietre", "Alzatore di morale",
"Fabbricante di ali", "Venditrice di vuoto", "Sommozzatore nel profondo
del sonno", "Liberatore di bonsái", “Apprendista di cadute verso l’alto",
eccetera.

DISIDENTIFICAZIONE
Il misterioso occultista Cagliostro (1743-1795) che ebbe gran successo

alla corte di Luigi XVI, si vantava, tra le varie cose, di poter

fabbricare oro, ingrossare perle e diamanti, conoscere un elisir che
allungava la vita e resuscitava i morti.
Affermava che erano più di tremila quattro cento anni che viveva sulla
terra. Per difendersi dalle accuse che gli erano state fatte trattandolo da
bugiardo, ciarlatano ed ipnotizzatore, scrisse alcune parole che rivelano
il suo alto livello di coscienza: "Io non sono di nessuna epoca né di
nessun luogo. Fuori dal tempo e dallo spazio, il mio essere spirituale
vive la sua eterna esistenza. Se affondo nel mio pensiero risalendo il
corso delle età, se tendo il mio spirito verso un’esistenza lontana da
quella che voi percepite, arrivo ad essere quello che desidero. Non vi
occupate della mia nazionalità, né del mio rango, né della mia
religione..." Qualcosa di simile si dice nella Bibbia a proposito del
sommo sacerdote, e re di Salem, Melquisedec. In Ebrei 7, 2-3 è descritto
come un "Re di pace, senza padre, senza madre, senza genealogia; che
né ha principio di giorni, né fine di vita, bensì è fatto simile al Figlio di
Dio." In una certa maniera, Cagliostro e Melquisedec mostrano la strada
per disidentificarsi dall'Io personale.

Il nostro cervello, probabilmente l'oggetto più complesso dell'universo,
trattiene migliaia di milioni di neuroni, dotati di un nucleo che funziona
come un apparato recettore-emittente in miniatura. Queste cellule si
uniscono ad altre, formando circuiti che si trasmettono l'informazione.

Ugualmente, una rete si tesse a poco a poco, in contatto coi nostri
familiari e le conoscenze ereditate.
Ereditiamo esperienze. Tuttavia, essendo queste esperienze limitate,
producono un mondo mentale che abbraccia molte poche connessioni,
una prigione dalla quale difficilmente possiamo scappare. Un bebè nasce
con la facoltà di parlare tutte le lingue esistenti. Nella culla lo si
trasforma in un essere monolingue.

Tuttavia, l'energia misteriosa che circola per le centinaia di migliaia di
milioni degli altri neuroni, cerca di creare nel nostro cervello una
struttura formata dalla totalità delle sue cellule, la mente grandiosa
dell'uomo futuro; così come cerca di unire tutte le coscienze che
popolano il nostro pianeta. Questa Coscienza, che attraverso le
successive mutazioni fa di noi il suo strumento d’azione, affronta la
volontà familiare-sociale-culturale, che nella maggioranza dei casi, per
accumulazione di idee, sentimenti, desideri e necessità ereditati,
contraria il progetto spirituale, e ci immerge in bassi livelli di Coscienza.

Il teosofo francese Louis Claude di Saint-Martin, 1743 -1803, scrisse:
"Che cosa accadde, Dio poderoso, quando ordinasti che la luce si
rovesciasse sugli esseri umani? Il principio di vita stava nell'inerzia; la
luce cadeva su di essi, ma non potevano sentirla; erano come dei
bambini assopiti in pieno giorno."
Già nel ventre della madre, il feto riceve l'ordine di imitare il modello
trasmesso dai suoi ascendenti. La famiglia non accetta la creatura pura e
semplice, venuta da "niente" senza un modello esterno. I figli vengono
limitati, obbligati a sottomettersi a piani, istruzioni ("Sarai questo o
quello, somiglierai al Tale", "Ubbidirai e diffonderai le nostre idee e
credenze", etc.. Il principale ostacolo che dobbiamo vincere per accedere
ad un alto livello di coscienza è l'Io personale, l’illusione creata dalla
famiglia, società e cultura. L'Essere essenziale, autentico, lotta con
questo Io, come l'angelo lotta con Jacob (Genesi 32, 24 -28).
In questa lotta, se si lascia "slegare", cioè perdere parte dei suoi limiti,
l'Io personale sorge trasfigurato, libero da piani, destini, proiezioni o
ripetizioni. Espellendo dal suo spirito le idee parassitarie, il genio si
illumina; eliminando la discriminazione, il santo trova la pace
emozionale; vincendo la paura di morire, l'eroe si realizza; dandosi ad
una disciplina ferrea, il campione riesce a trionfare.

Non è più solo l'imitazione dei suoi progenitori ed antenati.
Riconosce nella sua mente, nelle sue emozioni e desideri, nei suoi organi
e viscere la Coscienza divina. Abitando come Cagliostro, nell'eternità e
nell'infinito, niente sarà più meccanico, automatico. Idee stazionarie
manipolano questo essere umano, che sarà in grado di fermare il dialogo
interno, di vedere ogni evento col candore e la sorpresa da un bambino,
di aprire il suo cuore lasciando fiorire sentimenti sublimi, di soffiare
nelle ceneri di tutte le tradizioni con un alito stimolante. Il corpo,
impregnato di spirito, dopo una vita luminosa, restituisce al cosmo
l'energia che gli fosse prestata; la sua essenza impersonale sopravvive
alla morte individuale.

Una persona "normale", cioè, che vive in accordo con le limitazioni
della sua epoca, come succede alla maggioranza, avrà enormi difficoltà a
liberarsi da quella che crede essere la sua individualità. È possibile che
un fallimento, una malattia grave, una delusione politica, una rovina
economica o la perdita di un essere amato, lo sommerga in un'intensa
sofferenza tale, che l’Io personale sembri uno specchio rotto in mille
pezzi ed allora tutto perderà significato; ciò che si pensava esistere,
svanisce. Affronterà, molto di malavoglia, il dilemma della morte o la
ricostruzione di sé stesso. Le varie sette ricreano questo stato critico per
i loro seguaci: alcuni logge massoniche richiedono che il postulante
venga rinchiuso in una bara che contiene un ramo di acacia, (simbolo di
eternità), simboleggiando la sua morte, (e ciò che ha significato per lui
in un tempo passato). Quando uscirà dalla bara, sarà rinato, trasformato
in un nuovo essere.

L’Io personale col quale c'identifichiamo ha credenze, propositi,
desideri, etc., che imitano quelli della nostra famiglia e nostra società ma
non sono veramente autentici: continuiamo a vedete il mondo attraverso
gli occhi degli altri. Cagliostro, assumendo questo pseudonimo, non si
identificò con un nome o un cognome o con un’età o un’identità
sessuale ( non dichiarava di essere un “uomo” ma preferiva un “essere”),
o un credo religioso o politico e nemmeno una carriera professionale.
Era impossibile dargli una definizione. La gente dell’epoca lo definiva
un Mago. La verità è, che da un giorno all’altro, è impossibile
raggiungere questo stato di libertà, ma possiamo iniziare a prendere
coscienza dei nostri limiti.
Per fare ciò, è necessario vedere da un punto di vista differente,
differente dalla “normalità”. Innanzitutto, se uno desidera provocare un
cambiamento nel cervello, deve sviluppare di una spanna il suo livello di
attenzione: in realtà non vediamo, ascoltiamo, sentiamo completamente
ciò che percepiamo internamente ed esternamente. L’Io personale agisce
come degli occhiali deformanti: il mondo che ci lascia percepire è, in
larga misura, quello che gli hanno insegnato che è il mondo.

Per sviluppare la capacità di attenzione, il/la consultante deve:


Disegnare un cerchio nero della grandezza di una moneta di due euro su
una parete della sua casa. ( É necessario che sia un muro e non una
lavagna o qualcosa di simile. Simbolicamente la casa è lo specchio della
totalità dell' Io personale, non è così un mobile).
Al centro, questo circolo avrà un punto bianco, quasi impercettibile.
Tutti i giorni, in orario il più mattiniero possibile, il consultante si
siederà immobile di fronte a quel cerchio per 15 minuti, guardandolo
fissamente e cercando di non permettere che nessuna parola entri nella
sua mente. A poco a poco, se si concentra con impegno, vedrà sempre di
più chiaramente il punto bianco. Quando nella sua mente si farà il
silenzio ed il punto bianco sembrerà grande, avrà compiuto un gran
passo alla conquista del suo Essere essenziale. Ogni mattina, finita
questa breve meditazione, il consultante uscirà per strada per girare
intorno all’isolato, concentrato in una preghiera ambulatoria, ripetendo
mentalmente frasi divise in tre parti, ad ogni parte corrisponde uno dei
passi del consultante:
“Io - sono - di te. ”
“Io - confido - in te. ”
“Sei – la mia - salute.
Dopo avere realizzato questi esercizi per un tempo ragionevole, il

consultante, per iniziare la sua disidentificazione, un venerdì all'alba
indosserà una maschera fabbricata con la fotografia del suo proprio viso
e si appenderà al collo un cartello col quale rinuncerà al suo nome, per

esempio, se si chiama Juan González, sul cartello scriverà: "Io non Sono

JUAN GONZÁLEZ". Così mascherato, uscirà in strada e fino alle sei

del pomeriggio passeggerà, andando nel maggior numero di luoghi che
frequenta abitualmente, siano un bar o caffè, un ristorante, una

libreria, una strada con negozi, al cinema, a casa di parenti o

amici, etc. Alle sei del pomeriggio si chiuderà in casa sua, riporrà

la maschera del suo viso e il cartello che nega il suo nome in un luogo

appartato, si svestirà, chiuderà le finestre e le tende, staccherà

i telefoni, spegnerà la televisione ed il computer e rimarrà

lì senza fare niente, senza ascoltare musica né leggere, completamente

isolato dell'esterno. Nemmeno si dedicherà a pulire cose, riparare

oggetti né cambiare di posto ai mobili. Si proibirà di parlare a voce alta

con sé stesso, mantenendo un rigoroso silenzio. Mangerà molto poco e

solo cose crude, nulla di riscaldato, cucinato o zuccherato. Non berrà

caffè, tè, bibite o liquori. Non fumerà né si drogherà.
In questo modo, senza nessuna attività, si vedrà obbligato a vedere sé
stesso. Si coricherà per dormire a mezzanotte e, con l'aiuto di una
sveglia, si alzerà alle quattro del mattino, facendo colazione con
un'infusione e un frutto. Questa fondamentale esperienza, di confrontarsi
da solo con il suo limitato Io personale, dovrà cessare il lunedì alle sei
del pomeriggio.

Il giorno dopo di mattina, vestito con vestiti nuovi, uscirà e andrà

nei luoghi che visitò quando indossava il cartello e la maschera del suo
viso, e fino alle sei del pomeriggio passeggerà. Arrivando a casa sua
brucerà il cartello e la maschera ed unirà le ceneri in una busta che
porterà nella tasca interna della sua giacca, nel lato sinistro, ogni
qualvolta avrà una riunione importante.

Per continuare a sconfiggere l'identificazione con suo Io personale, il
consultante deciderà, una volta alla settimana preferibilmente, se è
uomo, il martedì, se è donna, il venerdì, di non pronunciare la parola Io.
Porterà nella sua tasca una penna stilografica con inchiostro rosso, ed
ogni volta che dirà “Io”, traccerà sul suo viso una riga rossa.

Se il consultante è una persona importante, per vincere il rischio

di prendersi troppo sul serio, una volta ogni tre mesi deve mascherarsi

da pagliaccio, sedersi in una piazza pubblica e regalare un rospo o una

rana di plastica a tutti i piccoli che gli si avvicineranno. Dirà loro

che quella rana è una principessa incantata, se chi la riceve è un
bambino, o che quel rospo è un principe incantato, se è una bambina.

DIVENTARE ADULTO
Nel Bibbia (Gen 2,24) è scritto: “Pertanto, l'uomo lascerà suo padre e
sua madre, si unirà a sua moglie, e saranno una sola carne”.
Nel vangelo di Matteo (Mt 10,37) Gesù Cristo dice: “Quello che ama il
padre o la madre più di a me, non è degno di me”. Il significato
psicologico di queste frasi fa riferimento alla necessità di compiere il
tuffo che ci porterà dall'infanzia allo stato adulto.
Il filosofo esoterico G. I. Gurdjieff, 1877 -1949, affermò che gli esseri
umani non nascono con un'anima completa bensì con un seme di anima,
che devono fare crescere durante le loro vite, cosa che esige un arduo
lavoro spirituale. Diceva: “Chi non realizza questo lavoro, vive come un
porco e muore come un cane”. Questo di nascere, con un elemento
sublime ma straniero conficcato nei nostri corpi, come un'oliva in un
martini, è difficile da accettare. Invece, sembra meno inquietante
pensare che nasciamo con una piccola coscienza, che dobbiamo
sviluppare - demolendo sempre di più i suoi limiti - fino a quando
coscienza e realtà avranno un'identica estensione. Invece di menzionare
porci e cani, diciamo : Chiunque non fa questo lavoro vivrà
infantilmente e morrà irrealizzato.

Quella è precisamente la finalità della Psicomagia: liberare il consultante
della gabbia psicologica nella quale la sua famiglia l'ha rinchiuso,
affinché non ripeta gli errori che limitarono i suoi predecessori.
La maggioranza di pianta di madri questi suoni nei loro bambini quando
loro li danno un ordine o consiglio. Compito estremamente difficile,
perché le tare che ci sono state trasmesse costituiscono la nostra
“individualità” – l’ego personale - che confondiamo col nostro Essere
essenziale. Questa individualità è costituita fondamentalmente di un
punto di vista infantile verso noi stessi e verso il mondo esterno, un
infantilismo che persiste fino alla maturità, dall’abitudine rigida di
chiamare i nostri genitori, non con i loro nomi propri, ma con i termini
“mamma e papà”.
La maggioranza delle madri inseriscono questi suoni nei loro figli
quando danno loro un ordine o un consiglio. Non dicono mai:
“te l'ordino io” o “te lo consiglio io”, bensì “te l'ordina mamma” o
“te lo consiglia papà”. È normale che i piccoli fino all'inizio della
pubertà abbiano bisogno di archetipi potenti, per cui chiamare i genitori
“mamma” o “papà” è assolutamente necessario. Se non lo facessero si
sentirebbero incompleti, senza protezione. Ma arrivando ai 13 anni (età
in cui le tribù primitive sottomettono i bambini a riti di iniziazione, nei
quali si staccano dai genitori per trasformarsi in adulti), questa abitudine
di essere guidati dai genitori deve venire abbandonata. Se non cessa,
l'individuo non si sentirà mai adulto.

La Psicomagia propone al / alla consultante la seguente cerimonia:


Il tredicesimo compleanno del bambino/a, verrà celebrato ad una
riunione di famiglia, durante la quale la madre offrirà un rettangolo di
marzapane sul quale la parola mamma è scritta con lo zucchero, e il
padre offrirà la stessa cosa con la parola papà scritta con lo zucchero.
Il bambino dovrà mangiarlo, poi i genitori diranno: “Sei entrato nel
nostro mondo di adulti. D’ora in poi , senza mancare di rispetto, dovrai
provare a trattarci non come simboli giganteschi ma come esseri simili a
te. Dovresti chiamarci con i nostri nomi”. Poi la madre darà al bambino
un bel regalo e chiederà al bambino di ringraziarla, usando il metodo
nuovo, dicendo: “Grazie, [il primo nome della madre]”. Il padre darà al
bambino un altro regalo e farà la stessa richiesta, e il bambino
d'accordo, dirà: “Grazie, [il primo nome del padre]”. I genitori
risponderanno: “D’ora in poi, se ci chiami Mamma o Papà, noi non ti
risponderemo. Se ci chiamerai con i nostri primi nomi, noi saremo
completamente alla tua disposizione”.
Se invece è un adulto che vuole liberarsi da queste due parole infantili,
profondamente conficcate nella mente:

Il consulente scriverà Mamma e Papà su una pietra che pesa almeno
1,36 Kg (tre libbre) e va lungo una strada (se possibile) sporca, un po’
fuori dal centro città. Si muoverà in avanti gettando lontano la pietra di
fronte a lui il più possibile, andando poi a prenderla e, facendo altri tre
passi, gettandola di nuovo il più lontano possibile. Questo dovrebbe
essere ripetuto per tre miglia.

Poi seppellirà la pietra dopo averla coperta con il miele.

CONSIGLI PSICOMAGICI
(Consulti individuali)
Il consiglio di Psicomagia nella prima parte di questo libro, può
essere applicato ad ogni problema sofferto come indicato nel titolo
del consulto; comunque, è necessario adattare le azioni, con dei
cambiamenti secondo il carattere di ciascuno individuo e alle
configurazioni dell'albero genealogico di ogni persona. Chiunque
desideri scavare in queste tecniche con lo scopo di prescrivere atti
ad altri o a sé stessi - io vi presento qui, alcuni dei numerosi consulti
che facevo nel 2007 e quelli al café a Parigi dove leggevo i Tarocchi
ogni mercoledì. Durante le mie sessioni di cinque ore, ogni incontro
individuale con ognuno delle trenta e più persone, durava non più di
otto minuti. I Tarocchi, usati come test psicologico, unito a
un'evoluzione intuitiva e definita acquisita grazie a più di trenta anni
di studio, mi permette di andare direttamente senza fatica al
problema essenziale del consultante, trovando dolcemente un varco
nel suo muro di difese. Generalmente, chiunque stia soffrendo non
desidera sapere perché sta soffrendo, ma vuole solamente liberarsi
del suo o suoi sintomi dolorosi. Malattie e sofferenza psicologica
sono causate essenzialmente da una mancanza di coscienza.
La causa della ferita è così dolorosa perché è nascosta nell'oscurità
dell'inconscio. Nel combattimento, i guerrieri lottano strenuamente
per uccidere il nemico. In una sessione di Tarocchi uno lotta
strenuamente per ritornare indietro. All'inizio delle mie letture,
questo combattimento qualche volta avviene usando molta violenza.

Racconto di questo atteggiamento che imparai dal mio insegnante di
meditazione Zen, Ejo Takata (1928/1997) nel mio libro Il Maestro e
le Maghe. Quando imparai che una cosa è dare e un’altra è
costringere qualcuno a ricevere, cominciai a proseguire con un
percorso dolce e compassionevole. Eliminai dal mio cuore ogni tipo
di discriminazione; espulsi dalla mia anima il giudice implacabile che
che impugnava una moralità basata sul mal interpretato e su mal
interpretati testi religiosi. Per la durata di queste consultazioni, me ne
dimenticavo, e mi concentravo totalmente sulla persona di fronte a
me. Aprii la mia mente, motivato solamente dal desiderio di essere
utile ed offrire un orecchio amorevole, per accettare ogni rifiuto con
gentilezza, considerandolo un'importante parte del processo di
guarigione.

La Psicomagia non è una disciplina scientifica; è una creazione
artistica di origine teatrale che tende a risvegliare la creatività del
consultante, trasformando il consultante nel suo proprio guaritore.
Questa attività di lunga durata fu utile anche per me, stavo aprendo a
poco a poco naturalmente, il cancello tra il mio intelletto e il mio
inconscio. Appena si rivelava la fonte del problema, senza il minimo
sforzo, arrivavo all'atto di Psicomagia, col relativo stupore del
cliente, perché, alla mia affermazione dell'atto, qualcosa di
apparentemente impossibile, surreale, o assurdo corrispondeva a
quello che stava sperimentando il consulente. Io dissi a un elegante
gentiluomo: “Stia vicino al suo giovane figlio. Lei dovrebbe invitarlo
a una corsa in motocicletta”. E lui mi disse di aver appena comprato
una motocicletta.

Consigliai a una donna di cavalcare su un cavallo e poi di strofinare il
sudore dell’animale su si sé, e lei mi disse lei possedere una scuola di
equitazione. In entrambe questi consulti, i consultanti sorrisero con
sollievo ascoltando l'atto che consigliavo. Questo era precisamente
quello che stavano cercando. Se tu lettore puoi identificarti col
problema del consultante, e l'atto che suggerisco ti risuona, puoi
farlo, adattandolo alla tua propria realtà. Se, per esempio, io parlo di
visitare una tomba, l'amata persona potrebbe essere in un luogo di
sepoltura o può essere stata cremata: l'atto non cambia, se è eseguito
in un luogo di sepoltura o dove furono cosparse le ceneri. A volte si
chiede qualcosa di molto difficile. Come chiedere ad un adulto di
trovare una donna che sta allattando che lo allatti? Anche se il
consultante spesso rifiuta questo atto, si deve insistere. Se una
persona è ostinata e ha fede, tutto quello che cerca arriverà.
Cambiando il proverbio: “Se la montagna non arriva a te, vai tu alla
montagna”, noi diciamo con fervore: “Io non sto andando alla
montagna, ma desidero con tutta la mia anima che la montagna venga
a me”. Lo psicologo Jacques Lacan (1901/1981), durante una lezione
disse ai suoi studenti: “In un momento di estasi creativa prima parla e
poi pensa”. Le comunicazioni dall'inconscio hanno la spontaneità dei
sogni. Loro non sono creati dall'intelletto. La persona che prescrive
un atto di psicomagico prima lo riceve dall'inconscio poi lo
suggerisce, proprio così nel momento in cui lui è dettato
dall'inconscio. Spiegazioni prodotte della mente razionale,
chiariscono degli aspetti dell'atto, ma non esauriscono il suo mistero.

Io chiedo ad ogni consultante, se lui o lei eseguiranno l'atto
suggerito, di spedirmi poi una scheda che mi racconta i dettagli
dell'esperienza ed il risultato ottenuto. Affinché il lettore veda come
si sviluppano questi incontri, trascrivo una lettera che descrive un
consulto che ebbe come risultato che una donna incinta, minacciata
dal suo medico che voleva praticarle un cesareo, partorì
normalmente, e con felicità. Noi andammo a trovarla il 10 ottobre
2007, mia moglie ed io, accompagnati da nostro figlio di quattro
anni. Da notare che mia moglie era incinta, e lei (la consultante) le
chiese: 

“Questo è il suo secondo? Il primo come si chiama?”
“Ethan”
“E al secondo, che nome darà?”
“Nathan.”
“Che errore! È troppo simile ad Ethan. Se vuole che suo figlio abbia
la sua propria individualità, scelga un altro nome. Perché viene a farsi
i Tarocchi?”
“Io partorirò le prossime due settimane. Mio figlio è a testa in giù.
Il mio dottore dice che sarà costretto a farlo nascere col taglio
cesareo. Mio marito che è un psicanalista ed io, sappiamo molto bene
perché accade questo. Io ho paura di riprovare lo stesso dolore atroce
del mio primo parto, noi volevamo fosse una bambina, non un
maschio. Io sento che mio marito sta cominciando a comportarsi
come mio padre ed anche il mio psicologo. Questa è una grande
consapevolezza ma non mi serve, praticamente per evitare il cesareo.
Cosa ne pensi, se con un atto di psicomagico, sia possibile provare a
portare alla posizione corretta il bambino? ”

Lei raccomandò il seguente atto:


“Ethan interpreta il ruolo del suo futuro fratello. Tu, mentre sei il
dottore, lo metti sul corpo nudo di sua madre, nella posizione fetale
con la testa in su. Guidando il bambino con i cioccolatini, giri il
bambino sullo stomaco, lentamente, delicatamente, finché la sua testa
è giù. Poi tu, signora, mimando la nascita, lo fai scivolare
leggermente tra le tue gambe. Prima di eseguire questo atto, trovi un
altro nome per tuo figlio.”

Io aspettai che mia moglie trovasse un altro nome da profondo dentro
di lei. Per tre giorni, lei cercò nomi molto simili, foneticamente, ad
Ethan. Nel quarto giorno, lo trovò: Luke!

Finalmente, eravamo in grado di eseguire l'atto: Ethan sembrava
felice d’interpretare il ruolo del suo futuro fratello.

Madre e figlio erano nudi. Io misi mio figlio sullo stomaco di sua
madre e cominciai a dargli i cioccolatini mentre lui delicatamente,
lentamente, con precauzione, cominciò a voltarsi. Lui rise e mangiò i
cioccolatini. Dopo quindici minuti, lui era nella posizione corretta
mentre mia moglie simulava un parto facile, piacevole, felice.
Noi salutammo nostro figlio: “Benvenuto al mondo, Luke!”
Mentre abbracciavamo e baciavamo nostro figlio che mangiò il suo
ultimo e nono cioccolatino.

Il miracolo! A poco a poco, il feto si girò, e quando il grande
momento arrivò, mia moglie partorì in serenità totale, senza
un' anestesia epidurale e senza il minimo problema. Il nostro dottore
e l'ostetrica si stupirono così tanto che rifiutarono di addebitarci i loro
servizi.

CONSULTI
In tutti gli esempi qui presentati, i consultanti che realizzarono gli atti
psicomágici ottennero il risultato atteso.

1. Una donna vive male le sue relazioni con gli uomini. Il suo
conflitto ha origine nell'immagine negativa che sua madre le ha dato
di essi.

Le consiglio di vestirsi interamente con vestiti di sua madre e dopo di
parlare al suo amante come se lei fosse sua madre, ripetendo tutti i
concetti negativi che ricevette nella sua infanzia. Lascerà scaturire
dalla sua bocca le parole piene di odio che ella gli inculcò. Dopo
avere insultato il suo compagno, strapperà a pezzi quei vestiti,
gridando: ”Non sono lei, io sono capace di amarti!”
Invierà in un pacchetto-regalo gli stracci a sua madre, intrisi di
abbondante miele.

2. Una donna giovane diventa estremamente nervosa quando guida
un' automobile, e per quel motivo si vede obbligata a farlo raramente.

Le consiglio di guidare vestita di bambina piccola, accompagnata dai
suoi genitori. Sua madre deve avere un pacchetto di cioccolatini e
metterne uno in bocca ogni cinque minuti, mentre suo padre, anche
lui ogni cinque minuti, deve mormorare: “Le donne guidano meglio
che gli uomini”.

3. Una donna senza figli che ha dimenticato la sua infanzia fino agli
8 anni, ha paura che le si sia sviluppato un cancro nell'utero. È
iniziato dopo che a sua madre, incinta di tre mesi, le fosse praticato
un aborto. Suo padre abbandonò la casa quando sua madre l'aveva
nell'utero già tre mesi. Le spiego che la sua nascita non fu desiderata.

Non avendo individualità si identificò con sua madre. Si sente come
posseduta dal feto sacrificato, e teme di materializzarlo sotto forma di
cancro.

Le consiglio di riempire una borsa rossa di caramelle e di andare a
distribuirle ai bambini di un orfanatrofio. Dopodiché portare nella
borsa rossa un coltello di cucina dipinto di nero, per sette giorni e poi
nasconderlo in qualche posto della casa di sua madre, senza che ella
lo sappia.

(La borsa rossa rappresenta i suoi desideri di vivere, e il coltello nero
i desideri di sua madre di abortirla, come fece con suo fratello. La
colpevolezza di avere disubbidito, nascendo, la induce a crearsi un
cancro, tumore che la rappresenta quando era nello stato fetale. Tutto
questo lo restituisce alla sua genitrice).
4. Una donna chiede perché da sola crea ostacoli, sempre. Attraverso
i Tarocchi, io le spiego che lei riproduce gli ostacoli che suo padre ha
inserito sulla sua via. Quelle difficoltà, in mancanza del suo affetto
(lui non voleva una ragazza ma una ragazzo) erano l'unica cosa che i
univa. La consultante confermò la lettura, rivelando che lei ancora
conservava le ceneri del padre in un'urna.

Le consiglio di vestirsi da uomo e andare a un partita di rugby, (sport
che suo padre amava e non la volle mai portarla), portando l'urna
mortuaria. Vedere tutta la partita e, alla fine, vuotare le ceneri di suo
padre sul sedile dove era seduta. Quindi deve seppellire l'abito da
uomo, piantandoci sopra un'orchidea.
5. Un uomo cieco dice non potere sopportare che sua madre lo tratti
come un bambino handicappato. Vuole che gli consigli un atto di
Psicomagia che l'aiuti ad esprimere la sua enorme rabbia.

Gli consiglio di presentarsi davanti a sua madre con un occhio di bue
in ogni mano, gridandole: “Guarda!” e dopo lanciare gli occhi verso
di lei, gridandole: “Mangiateli!” Dopodiché, mettere un disco di
musica rock a tutto volume, denudarsi, dicendolo tra le risate: “Lo
vedi , sono già un uomo!"
6. Una donna giovane non riesce a raggiungere l'orgasmo col suo
amante. In generale, ha paura degli uomini. Suo padre fu assassinato
a colpi di pistola, da mafiosi, a Palermo.

Le consiglio di iscriversi a un club di tiro. Quindi comprare una
pistola, con la quale il suo amante deve masturbarla fino a quando
raggiungerà un orgasmo.

Poi seppellirà l'arma accompagnandola con una fotografia di suo
padre ed un anello di matrimonio.
7. Un uomo maturo, piangendo, richiede un atto che lo porti fuori
dalla depressione, che soffre da più di venti anni. Sente che abusano
di lui la sua ex moglie, sua figlia, già maggiorenne, e sua madre
perché, malgrado gli chiedano costantemente del denaro, non
smettono di colpevolizzarlo per avere rovinato il suo matrimonio.

Gli consiglio di invitare a cena, a casa sua, la sua ex moglie, sua
figlia e sua madre. Sul tavolo ci saranno tre piatti di metallo, neri,
senza posate.

Metterà in ogni piatto un pollo arrosto intero. Tirerà fuori un martello
e a colpi distruggerà i tre polli, gridando con furia terrificante:
“Basta! Basta! Basta!” Di seguito presenterà loro tre vasi da fiore
pieni di terra, ordinando loro di seppellirci dentro i pezzi del proprio
pollo. Dopodiché, darà ad ognuna una pianta affinché la piantino nel
vaso da fiori. Dirà loro: “Fuori da qui: a partire da oggi, quando
vorrete cenare con me, dovrete invitarmi voi!”
8. Una donna domanda come può fare che suo padre smetta di
dipendere da lei. La obbliga ad occuparsi di tutte le gestioni col
mondo esterno mentre egli l'attende a casa, pulendo e cucinando.

Le spiego che sta vivendo non da figlia ma da moglie di suo padre,
una coppia dove lei ha il ruolo di uomo ed lui, il ruolo di donna.

Le consiglio che dica a suo padre di avere intenzione di regalargli un
paio di scarpe fatte a mano. Perciò deve prendergli le misure. Gli farà
mettere i piedi su un foglio di carta e disegnerà il suo contorno con
una matita. Darà quei disegni ad un mastro calzolaio affinché
confezioni un paio di scarpe da donna, con tacco alto. Una volta
finite le consegnerà a suo padre dicendogli: “Continuerò ad
occuparmi solo di te se usi queste scarpe, qui in casa e anche quando
esci per acquisti o visiti qualche amico. Se io sono il tuo uomo, tu
devi assumere il ruolo di mia moglie”.
9. Il consultante ha un problema con suo padre: lo disprezza perché è
sudicio. Si vergogna di dire alla sua fidanzata che suo padre è uno
“spazzacamino”.

Gli consiglio di incontrare la sua fidanzata vestito con i vestiti
sporchi di suo padre ed il viso macchiato di fuliggine. Non le parlerà
come se fosse lui, bensì agendo come se fosse suo padre: “Vengo a
dirle qualcosa a nome di mio figlio, che lui non ha osato confessare,
perché si vergogna. Non vuole che lei sappia che io sono un sporco
spazzacamino. Con gusto lascerei questo lavoro, ma ne ho bisogno
per pagargli gli studi.

Lui la ama profondamente. Devo dire che è un buon ragazzo,
studioso, intelligente, ed in fondo mi ama tanto quanto io amo lui.
Per finirla con questo problema, mi farebbe il favore di lavarmi?”

Allora chiederà alla sua fidanzata che lo svesta e lo lavi. Dopo,
vestito coi suoi propri vestiti (che ha portato in una borsa), andrà con
lei a presentala a suo padre.
10. Il consultante è un osteopata. Gli interessa lo sciamanesimo.
Sua madre ha un cancro al ginocchio destro. Lui crede che quel male
sia di origine psicologica. Quando morì suo marito, lei vestita nella
sua vedovanza, poiché gli uomini l'hanno delusa, ammette solo la
compagnia di suo figlio.

Non vuole farsi visitare dai medici. Esige che lui la curi. Egli non sa
come.

Gli consiglio di farle un'operazione chirurgica, placebo. Deve
comprare un polpo che colorerà di nero. Coprirà le finestre con tende
che non lascino filtrare la luce. Con la casa totalmente al buio,
accenderà una candela e molti bastoncini d’incenso. Coricherà sua
madre su un tappeto, le laverà il ginocchio con acqua santa.
Comprimerà fortemente il polpo contro il suo cancro, per lo meno
dieci minuti, e le dirà: “Questo è il tuo cancro, te lo estirpo”.
Prenderà un coltello senza lama e mimerà la rimozione del polpo-
cancro con grande difficoltà. Dovrà convincere sua madre, con la sua
performance, e in questo modo lei crederà che lui stia lottando
coraggiosamente, per sopprimere il tumore. Dopo una lotta intensa,
estirperà il polpo. Dopo, facendosi luce con la candela, andrà al
bagno, accompagnato da sua madre, e le mostrerà come getta il
"cancro" nella tazza. Ella dovrà azionare lo sciacquone.

Egli gli regalerà un profumo di marca, affinché ogni giorno lo
spruzzi sopra il suo ginocchio.
11. Una consultante, nativa di Barcellona, figlia di genitori molto
cattolici, soffre una paura permanente di essere assassinata.
Attraverso i Tarocchi le spiego che non è paura di essere assassinata
da un sconosciuto, bensì paura di sé stessa, a causa dei suoi desideri
sessuali. I suoi genitori l'hanno educata affinché diventasse suora,
desiderando un imene intatto e santo.

Le consiglio di passeggiare per La Rambla vestita di suora,
distribuendo a caso a ogni uomo una foto pornografica. (Le basterà
comprarne una sola in un sexy shop e fare molte fotocopie). Dopo
avere distribuito cento foto, invierà l'abito da suora ai suoi genitori,
accompagnato da una scatola di cento preservativi.
12. A una donna di 50 anni, costa molto chiedere, soprattutto ciò che
necessita a livello emozionale al suo compagno, con la quale è da
trenta anni sposata. Grazie ai Tarocchi ricorda che da piccola fu
internata in un ospedale per un anno, per una tubercolosi. Per tutto
quel tempo non fu visitata da nessun parente. Comprende che quella
è la causa della difficoltà che ha nell’esprimersi con il suo compagno.

Le consiglio di addentrarsi un giorno di mattina presto, per un falso
motivo qualunque, in una clinica privata. Spererà, distesa, che
vengano a visitarla. Esprimerà la sua pena di sentirsi abbandonata.
Quattro ore dopo arriverà suo marito portandole dei fiori, cioccolatini
e una bambola di pezza. Lui la bacerà, le metterà in bocca un
cioccolatino, la svestirà, lo sfregherà la bambola per tutto il corpo e
dopo faranno l'amore. Andranno dalla clinica ad un bar, per
ubriacarsi e festeggiare.
13. Una donna, nel suo lavoro, ha problemi con un capo molto
aggressivo. Vediamo che suo padre aggrediva verbalmente sua
madre. Si rende conto che ha intavolato sempre relazioni amorose
con uomini aggressivi che la mortificano e con i quali ella interrompe
le relazioni insultandoli, fino a che le sembrano insignificanti.

Le consiglio un atto che durerà due mesi e mezzo. Il primo giorno del
primo mese entrerà nell'ufficio del suo capo, quando egli è assente, e
depositerà sulla sua scrivania una piccola scatola di cioccolatini.

Quindici giorni più tardi farà la stessa cosa ma con una scatola di
cioccolatini più grande. Il primo giorno del secondo mese tornerà a
farlo con una scatola ancora più grande. Quindici giorni più tardi,
depositerà una scatola ancora più grande, sempre anonimamente.
Infine, a metà del terzo mese, depositando la scatola più grande di
tutte, si ingegnerà per essere sorpresa dal suo capo. Gli darà come
spiegazione: “Mi sono resa conto che il mio comportamento verso lei
era aggressivo”. A partire da quel momento egli la tratterà meglio.
14. Il consultante è un pilota di aeroplano, militare. Per un conflitto
bellico fu abbattuto e fatto prigioniero. Dopo il suo ritorno non ha
smesso di essere in conflitto coi suoi capi, perché crede che loro lo
disprezzano.

È un istruttore e non vuole cambiare mestiere, né ambiente. Vediamo
che suo padre era anche lui un pilota militare, si vantava sempre di
non essere mai stato fatto prigioniero. Si rende conto che, a causa del
suo contrattempo, sente di aver tradito indegnamente la fiducia che il
suo progenitore aveva depositato in lui.

Gli consiglio di affittare un aeroplano piccolo per portare tutta la sua
famiglia a fare una passeggiata: sua moglie, suo figlio e suo padre
che siederà alla sua destra.

Quindici minuti dopo il decollo, in pieno volo, suo padre dovrà
abbracciarlo, baciarlo sulla bocca e mettergli una medaglia sul petto.
Questo convincerà il suo inconscio che è riconosciuto da suo padre, e
migliorerà la sua situazione professionale.
15. Un giovane che, grazie a sua madre, ha studiato piano da
bambino e vive a Barcellona, lavora in qualcosa che non gli piace ma
che gli permette guadagnare molto denaro. Teme che, se si dedicasse
alla musica, morirà di fame. Vediamo che suo padre gli diceva: “Se
farai l’artista, non guadagnerai da mangiare, ti trasformerai in un
mendicante!”

Gli consiglio di andare per La Rambla con un piano elettrico e
suonare per ore vicino ad un cartello che dice: “Non sono un
mendicante. Non mi date denaro. Suono il piano per piacere”.
16. Una donna che soffre di herpes genitale da vent’anni vuole sapere
se ha causa psicologica e come curarlo. Vedendo i suoi Tarocchi, le
dico che quella malattia è la conseguenza di un abuso sessuale.
La consultante risponde che è la stessa cosa che le ha detto il suo
psicoanalista dopo quattro anni di lavoro. L'abuso, da parte di suo
padre, successe quando lei era ancora bebè.

Le consiglio di fare l’amore con suo marito con ogni delicatezza,
mascherata da bebè, succhiando un lecca-lecca mentre suo marito,
indossa una maglietta con il viso di suo padre stampato, ed il sesso
spalmato con marmellata di rose. Deve ripetere questa esperienza per
una settimana, per calmare e soddisfare la sua bambina interiore.
17. Un uomo giovane che non conobbe mai suo padre, è innamorato
di un uomo vecchio. Fu il suo amante per sei mesi, viveva con lui.
Il suo compagno, scoprendo che era infedele, lo espulse da casa,
cambiò la serratura e promise di non aprirgli la sua porta, mai più.
Questo lo rattrista. Come fare affinché lo accetti nuovamente?
Vediamo che tra un mese sarà il compleanno del suo ex amante.

Gli consiglio di ordinare due torte di anniversario: una grande e
un’ altra in miniatura. Su entrambe le torte ci sarò un “70” scritto con
lo zucchero, l'età dell'amato. Tre giorni prima del compleanno, andrà
a trovare il suo amico, portandogli la torta piccola. La lascerà
davanti alla porta con un biglietto sul quale avrà scritto: “Questa è
una copia ridotta della grande torta che ti porterò il giorno del tuo
compleanno. Il mio amore aumenta ogni giorno” Se farà così, il
giovane riceverà ciò che desidera.
18. I consultanti, un uomo e una donna, formano una coppia da
quindici anni. Cominciarono la relazione da molto giovani. Non
hanno figli e non abitano insieme. Lei, figlia unica, vive con suo
padre, vedovo; lui, figlio unico, vive con sua madre, vedova.
Si rendono conto che quello è il loro problema.

Consiglio loro, per liberarsi, di affittare molto segretamente un
piccolo appartamento. In quel nido d’amore, si incontreranno spesso.

Si faranno fare due medaglioni, lui con una foto di sua madre, lei con
una foto di suo padre. Quando faranno l'amore, lui porterà la
medaglia di lei con la foto di suo padre; ed ella la medaglia di lui con
la foto di sua madre. Terranno il conto di quante volte faranno
l'amore così. Dopo quaranta volte, lei seppellirà il suo medaglione in
un vaso da fiori con una pianta piena di fiori che regalerà a suo padre,
ed anche lui seppellirà il suo medaglione in un vaso da fiori con fiori,
che regalerà a sua madre.

Dopo questo diventerà facile per loro riuscire a vivere insieme.
Organizzeranno affinché, quando verrà il padre da lei verrà anche la
madre da lui.

Si rifiuteranno di riceverli separatamente.
19. Una donna vuole trovare l'amore e formare una coppia. Ma trova
sempre uomini che non si vogliono impegnare. È cosciente di essere
lei che fa tutto il possibile per cacciarli. Vediamo che sua madre,
ossessivamente religiosa, da quando la partorì ha vissuto da sola, non
riuscendo mai a trovare un compagno.

Le consiglio di andare in un negozio specializzato nella vendita di
articoli religiosi e comprare la statua per quanto possibile di taglia
umana, di un santo. Per esempio, di Padre Pio. Deve offrirla a sua
madre dicendolo: “Non ho potuto resistere al desiderio di comprarti
questo santo.”

(Con questo l'inconscio della consultante, vedendo la madre
accompagnata con un "uomo", vincerà la proibizione di realizzare
quello che sua madre non ha potuto realizzare).
20. Il padre del consultante, di 76 anni di età al momento della
lettura, un mese prima che questo nascesse, rimase paralizzato nella
parte inferiore del suo corpo. Sua madre, 69 anni, lo cura da allora.

Un fratello di 13 anni era morto di cancro un anno prima della nascita
del consultante. Il padre, sentendosi colpevole della morte di suo
figlio, (forse perché l’aveva desiderata), non vuole più vivere, e per
mezzo della sua paralisi si castra. La madre utilizza il consultante
come consolazione, sostituendolo al figlio al morto. Questo si sente
esaurito dal defunto e timoroso di essere sopraffatto da un cancro.

Gli consiglio d’imparare a fabbricare oggetti di stucco o plastica.

Con le sue proprie mani deve fabbricare lo scheletro di un bambino
di tredici anni. Suo fratello suonava la chitarra elettrica, voleva essere
musicista e tenere concerti. Caricando lo scheletro sulla sua schiena,
assisterà a un concerto di musica rock, si avvicinerà al palcoscenico e
depositerà come un'offerta, ai piedi del musicista, quelle false ossa.
Poi andrà a far visita a suo padre, farà suonare ad alto volume un
pezzo di musica rock e danzerà nudo di fronte a lui. Nel bel mezzo
della sua foga, prenderà suo padre tra le braccia, dicendogli:

“Danza con me, non con mio fratello!” Dopo questo, accetterà la sua
evidente omosessualità e trovandosi un amante, lo andrà a presentare
a suo padre e a sua madre.
21. Un uomo molto giovane con i capelli lunghi si siede di fronte a
me e non mi dice niente. Osservo che ha unghie molto lunghe nella
mano sinistra ed unghie molto corte nella mano destra. Leggendogli i
Tarocchi gli parlo della sua dualità. Sente la sua mano destra come
maschile ed la sua mano sinistra come femminile. Penso che sua
madre, attraverso di lui, voleva realizzare l'uomo perfetto che
desiderava essere. Mentre lui, attraverso a sua madre, vorrebbe
diventare la donna perfetta.

È immerso in un conflitto dove non riesce ad essere né donna né
uomo.

Gli consiglio di sedersi nella terrazza di un caffè, chiedere un liquore
alla menta, verde femminile, ed una granatina (rosso maschile), e
bevendo un piccolo sorso dell'uno e dell'altra, osservare gli uomini e
le donne che passano, concentrandosi unicamente con ogni libertà
sulla sua energia sessuale. Darsi la libertà di guardare, gli permetterà
di accettarsi così com’è.
22. Una consultante mi mostra una fotografia di sua madre, affinché
questa guarisca da una persistente ferita infettata che ha nella mano
sinistra. Le spiego che la mano sinistra può simbolizzare la madre di
sua madre. E che se il suo genitore non può guarire dall'infezione è
perché, benché sua madre sia morta, le continua a chiedere l'aiuto che
lei le dava nell'infanzia.

Le consiglio che sua madre vada al cimitero e sfreghi la sua mano
infettata, cosparsa di miele, sulla tomba di sua madre, la nonna della
consultante. Una volta realizzato l'atto, la ferita si cicatrizzò.
23. Un uomo, di aspetto rude, molto virile, senza volere specificare di
che natura, dice di avere problemi nella sua vita sessuale. Gli dico
che secondo le carte che ha scelto, penso che fu violato da suo padre
quando era bambino. Il consultante, esplodendo in pianto, mi dice:
“È un segreto che ho conservato per tanti anni...!” Suo padre era un
poliziotto.

Gli consiglio di vestirsi con un'uniforme simile a quello di suo padre.
Subito deve vestire da uomo sua moglie con i suoi vestiti, e
sodomizzarla. Poi deve bruciare l'uniforme ed i suoi vestiti, riunire le
ceneri e spargerli sulla porta di un commissariato.

24. La consultante, per avere avuto un padre che l'aggrediva
verbalmente dicendole: “Sei una cagna!”, non riesce a formare una
coppia. Sente una grande aggressività verso gli uomini.

Le consiglio di andare da un veterinario per ottenere alcune
mandibole di cane. Strappando loro i denti, deve farne un collare che
deve indossare ogni volta che esce da casa sua. Questo, permetterà di
esprimere la sua rabbia in forma simbolica, le cambierà
l'atteggiamento. Regalerà il collare all'uomo che gli piacerà.
25. Una donna si presenta con una giacca di cuoio troppo grande per
lei. Quando le domando a chi appartiene quel capo d'abbigliamento,
mi risponde che la comprò di seconda mano, ma che aveva
l'impressione che appartenesse a suo padre. Quando era bambina fu
tanto cattiva, indisciplinata ed irrispettosa che arrivò a minacciarlo
con un coltello.

Fu internata in un istituto correttivo. Non ha un mestiere. Vive
sentendosi colpevole. Vuole sapere come può perdonare sé stessa.

Le consiglio di seguire dei corsi per imparare a fare il pagliaccio, e
poi andare ad intrattenere i bambini malati negli ospedali.
26. Un uomo di origine haitiana, con pelle oscura ma non troppo, è
insoddisfatto del suo corpo, si sente discriminato, vuole cambiare
identità. È un musicista.

Gli consiglio di passeggiare per una strada centrale della città dove
vive, con il corpo dipinto del color carne pallida. Dopodiché, sedersi
nella terrazza di un caffè e suonare una melodia col suo flauto. Poi
deve ritornare a casa sua e coprire la sua pelle con un trucco di colore
nero oscuro. Deve fare lo stesso percorso, sedendosi un'altra volta nel
caffè e suonando un'altra volta la sua melodia. Infine, una terza volta,
deve ripetere tutto questo, senza trucco, presentandosi col suo colore
di pelle naturale.

27. Un uomo sposato è afflitto tutte le notti da violenti dolori nella
schiena.

Gli consiglio di chiedere a sua moglie di accarezzargli la schiena
sfregandosi la contemporaneamente con le grandi labbra del suo
sesso, mentre gli canta una ninna-nanna. (Dopo tre "massaggi
vaginali" i dolori sparirono.)
28. Una d consultante donna, è affetta da una grande collera, da cui
vuole liberarsi. Ebbe una madre dominante che, con rigida severità,
la obbligò ad usare un busto dai 5 ai 15 anni per una leggera scoliosi.
Per questo motivo, la consultante vive reprimendo la sua femminilità.

Le consiglio di comprare una mazza da baseball, un busto per
bambini ed una scatola di cioccolatini a forma di cuore. Quindi andrà
a trovare sua madre per dirle: “Siediti, ti faccio un show.” Le darà i
cioccolatini perché li mangi durante lo show, mentre lei batte
furiosamente con la mazza il busto, verbalizzando tutta la sofferenza
che conserva nella sua memoria. Subito deve lanciare il busto dalla
finestra, ritornare a casa sua, dipingere di colore dorato la mazza da
baseball ed appenderla ad una parete come ornamento.
29. Una madre ebrea nubile, senza nessuna ragione apparente, ha
un'enorme angoscia che muoia il suo unico figlio che ha appena
compiuto 13 anni. Attraverso i Tarocchi le dico che in realtà non ha
paura che suo figlio muoia, bensì che si trasformi in adulto; cioè che
cominci a realizzare la sua vita sessuale, quello che presto o tardi farà
sarò andare via con una donna, abbandonandola. La consultante
aggiunge che, dopo la nascita del figlio, non guadagna tanto denaro
come quando era una donna sola.

Le consiglio di organizzare un rituale per fare passare suo figlio
dell'infanzia all'età adulta. Deve organizzare che dieci uomini
partecipino. Si avvicineranno al giovane con un biglietto di cinquanta
euro in mano.

Uno di essi gli darà la sua banconota. Tutti, allora, scuoteranno il
giovane come se gli facessero espellere qualcosa del suo corpo.
Dopo, ad uno ad uno gli daranno la loro banconota, nuovamente
scuotendolo. E continueranno così fino a che gli avranno dato i dieci
biglietti. Allora si congratuleranno: “Sei già un uomo!”

Ora da sola con suo figlio, lei gli dirà: “Ti hanno dato cinquecento
euro, ti propongo un affare. Da parte mia aggiungerò altri
cinquecento euro. Così avrai di mille euro, li faremo fruttare
giocandoli in Borsa”.

30. Una donna vive sola con suo figlio di 6 anni. È separata dal padre
dal bambino che è un prospero commerciante. Dopo molte cause,
egli ha comprato loro un piccolo appartamento di quaranta metri
quadrati. Approfittando di aver effettuato questo acquisto, ha smesso
di passare gli alimenti. La consultante vuole sapere che cosa deve
fare per ottenere ciò che è giusto.

Le consiglio di scrivere una lettera al suo ex marito dicendogli: “Tuo
figlio ha 6 anni e ti ama molto. Sai che dobbiamo nutrirlo bene.

Penso che tu abbia gravi problemi di denaro, perché hai i nterrotto gli
alimenti. Siccome so che sei una brava persona, ti aiuto inviandoti
cinquanta euro al mese. Perdonami, ma è tutto quello che la mia
ristretta situazione economica mi permette di dare. Sei stato tanto
generoso con me e tuo figlio che desidero aiutarti fino a quando si
risolveranno i tuoi problemi”.
31. Una donna sa che la mediocre vita che sta vivendo non gli
corrisponde oramai più e che deve lasciare tutto e cominciare una
nuova tappa, ma per inerzia, paura o un assurdo sentimento di
responsabilità, non riesce a rompere i suoi legami, domanda come
decidersi a farlo.

Le consiglio di andare per La Rambla di Barcellona in sedia a rotelle
e, un'ora al giorno per sette giorni di seguito, piagnucolare
amaramente. Se le domandano perché si lamenta così, risponderà:
“Perché sono morta ieri!”

32. Un uomo chiede un consulto perché, ogni volta che fa l'amore,
dopo avere eiaculato, comincia a dolergli il pene. Nessun medico ha
trovato la causa di questo. Attraverso i Tarocchi vediamo che
nell'infanzia, sua madre, fanatica religiosa, gli disse sempre che
quando fosse stato grande doveva farsi prete.

Gli consiglio di andare a trovare sua madre vestito da prete e dirle:
“So già che devo abbandonare la vita sessuale e trasformarmi in un
curato. Ovviamente questo ti rallegra. Ma questo mi fa stare male.”

Allora si svestirà, si mostrerà nudo davanti a lei e le dirà: “Guarda
questo sesso che Dio mi diede, rispettalo e benedicilo, perché non
sono un prete ma l'uomo che ti darà dei nipoti”. Deve convincerla ad
accompagnarlo a seppellire quell'abito e a piantarci sopra un
alberello da frutta.

33. Un uomo mi consulta perché rimase rinchiuso in un bagno turco
col rischio di morire scottato. Dopo questo incidente vive
ossessionato da una strana angoscia. Attraverso i Tarocchi vediamo
che nacque di dieci mesi, con la pelle tutta bruciata per mancanza di
liquido amniótico. Come risultato di questo parto difficile, sua madre
fu malata per molti anni. Lo incolparono, per essere stato un bebè
troppo grande e che non poteva uscire. Questo gli ha provocato una
nevrosi di fallimento. L'incidente nel bagno turco gli ha fatto rivivere
la sua prima angoscia.

Gli consiglio di uscire per strada per andare a spasso camminando su
alti trampoli, vestito da bebè. Dirà alle persone che lo guardano:
“Sono un bebè grande, e questo mi rende felice!” Avanzerà regalando
dolci ai bambini.
34. Un uomo mi consulta perché, avendo la vocazione del guaritore,
ed avendo studiato tai-chi, do-in, agopuntura e reiki, non si decide ad
esercitare. Vediamo attraverso i Tarocchi che, non essendo stato
riconosciuto dai suoi genitori, fu un bebè abbandonato, non è ancora
capace di riconoscere sé stesso. Non ha fede.

Gli consiglio di andare a Lourdes, in Francia. Quando si troverà a
dieci chilometri dalla grotta, che si avvicini piangendo e raccogliendo
le sue lacrime in un bicchiere. Arrivando alla grotta, versando le sue
lacrime nella fonte sacra, deve implorare la Vergine: “Dammi la fede
in me stesso!”

35. Un uomo che sta scrivendo un'opera teatrale ha problemi per
finire il secondo atto. Si sente bloccato. Ogni volta che cerca di
avanzare, dopo aver scritto alcune pagine si vede obbligato a
romperle e gettarle nella spazzatura. Parallelamente al suo blocco
creativo ha problemi nel defecare, lo fa con difficoltà ogni tre giorni.
Grazie ai Tarocchi vediamo che è un problema infantile: sua madre si
lamentò sempre di non avere potuto generare un secondo figlio. Ogni
volta che era incinta, falliva. Il consultante si identifica con sua
madre, “fallendo” il suo atto secondo. Impedendosi di creare, si
impedisce di defecare.

Gli consiglio che quando evacua, si pulisca con le pagine bianche del
secondo atto. Poi scriverà qualunque cosa cominciando su quelle
pagine macchiate. Subito dovrà conservarle in una scatola di cuoio
che sigillerà con ceralacca rossa. Consegnerà questa scatola a sua
madre dicendole: “Voglio che me la conservi per nove mesi” .
Alla fine di quel periodo di tempo, recupererà la sua scatola e la
seppellirà piantandoci sopra due piante, una grande e l'altra piccola.
Se farà questo non avrà difficoltà a scrivere non solo il suo secondo
atto, ma anche tutti gli altri.
36. Una donna dubita delle sue possibilità di successo e della
realizzazione dei suoi progetti. Lo sguardo di suo padre la complessa,
perché lei non è un uomo. Conferisce troppo valore al potere
maschile.

Le consiglio di comprarsi un portafoglio molto femminile e dopo, in
un sexy-shop, acquisire un fallo grande che dovrà dipingere di colore
dorato. Andrà a spasso portando nel portafoglio quell'oggetto. Ogni
volta che si rinchiuderà ad orinare, prenderà il fallo nella mano e
utilizzandolo si farà il segno della croce, recitando: “Nostra madre
che stai nei cieli, sia fatta la tua volontà qui nella terra.”

Quindi conserverà il fallo nel portafoglio dicendo con autorità:
“Tranquillo, tu obbedisci a me!”

37. Una donna, lesbica, non può separarsi dalla madre dominante.

Le consiglio di mostrare delle manette a sua madre. Dopo, per gioco,
si ammanetti con lei. Così, polso vicino a polso, non si dovranno
separare per un giorno intero. Per quanto sua madre protesti, si infuri,
si disperi o pianga, non aprirà le manette. Alla fine della giornata, ,
chiederà a sua madre di aprire le manette, davanti a tutta la famiglia,
e in quel momento saluteranno la donna amata dalla consultante. Una
volta di fronte alla famiglia, portando un grande orologio da cucina,
lei e la sua amata annunceranno che si daranno un bacio che durerà
dieci minuti. Essi, guardando l'orologio, devono annunciare quando
saranno al termine del bacio. Completato ciò, le amanti
distribuiranno dolci di forma ovale, a tutti.

38. Un uomo robusto arriva accompagnato da un cane mastino che
tratta con molto affetto. È professore di kendo, arte marziale
giapponese del combattimento con spada. Dopo lunghi anni di
pratica ha ottenuto un settimo dan, ( un dan o grado, è una scala di
titoli che premiano la destrezza dell'apprendista). La sua grande
ambizione è ottenere l'ottavo dan che è il più alto. Perciò dovrà
andare in Giappone. La commissione ufficiale che concede questo
grado esige una qualità altissima ai partecipanti giapponesi, ma se
quello che lo richiede è uno straniero, le prove alle quali sarà
sottoposto, sono praticamente insormontabili. Mi chiede un atto di
Psicomagia per vincere un tale esame.

Gli consiglio di mettere in pratica le sue conoscenze e che, nella sua
sala di allenamento, divida in due il suo cane suo cane. Va via senza
dirmi una sola parola. Al capo di una settimana ritorna, come di
abitudine, accompagnato dal suo mastino. Mi ringrazia dicendo: “Mi
sono reso conto che durante tutti questi anni ho praticato il kendo
solo per il piacere di combattere, e non affinché mi dessero dei titoli
onorifici. Essendo svanito il mio desiderio di ottenere l'ottavo dan,
non devo assassinare questo povero cane."
39. Un uomo giovane, accompagnato dalla sua amata, si sente
prigioniero perché sua madre, ogni volta che egli si assenta, gli fa un
ricatto emozionale abbandonandosi a crisi di pianto. Lui desidera di
andare a vivere con la sua amata, ma non può separarsi da sua madre.
Vediamo che suo padre morì investito da un'automobile. Da allora,
figlio unico, ha vissuto accompagnando sua madre vedova. Ella lo
mantiene prigioniero per paura che l'incidente si riproduca.

Gli consiglio di parcheggiare la sua automobile di fronte a sua casa e
suonare insistentemente il clacson, fino a che sua madre si affaccerà
alla finestra. Si cospargerà allora con tre litri di sangue artificiale e si
coricherà sotto all'automobile, lasciando fuori la sua testa e le
braccia. Griderà: “Non sono mio padre, non morirò così siccome amo
una donna!” Deve alzarsi, entrare nel veicolo, nel cui interno starà
aspettandolo la sua amata e, insanguinato, comincerà a fare l'amore
con lei. Quindi scenderà dall'automobile con lei, entrerà in casa di
sua madre e la presenterà a lei dicendo: “Questa è la mia fidanzata,
benedici perché sposiamo!”

40. Un pianista, con voce e gesti infantili, vuole comporre canzoni
ma non riesce a sviluppare la sua creatività. Vediamo che a causa di
sua madre che odia gli uomini, per non farsi odiare da lei, si
comporta come un bambino asessuato. Deve comprendere che la
creatività è strettamente legata alla sua energia sessuale.

Gli consiglio di bruciare una fotografia di sua madre, prenda un
pizzico delle ceneri, scioglierlo in un bicchiere di latte e berlo.
Quindi deve masturbarsi battendo i tasti del piano col suo fallo,
eiaculare e spargere il suo sperma sui tasti.

41. Una donna i cui genitori discutevano sempre, non sa come
smettere con la sua aggressività verbale. Ogni volta che un uomo
tenta di sedurla, lo copre di insulti.

Le consiglio di comprare, in un negozio di articoli per fare scherzi,
alcuni denti di plastica e collocarli sui suoi. Andrà alla terrazza di un
caffè e, seduta davanti ad uno yogurt con miele, tirando fuori dalla
borsetta alcune tenaglie, intavolerà teatralmente una dolorosa lotta
per strapparsi i denti falsi. Con grandi sforzi e lamenti, li estrarrà.
Dopo, si accarezzerà le gengive, i denti, la lingua ed il palato con
miele e yogurt.

Subito passeggerà e bacerà il primo uomo che la guardi con simpatia.

42. Un uomo che possiede una bella voce e che sogna di dedicarsi al
teatro, non può farlo perché soffre una timidezza malaticcia che gli
impedisce di parlare in pubblico.

Gli consiglio di fabbricare un tubo di un metro e mezzo da lontano,
dipingerlo e verniciarlo, fino a trasformarlo in un bell’oggetto, e di
portarlo con sé ad un museo di arte moderna mascherato da angelo,
tunica bianca, chioma bionda ed un paio di ali. Lui chiederà poi a un
visitatore del museo che gli permetta di sussurrare qualcosa di molto
bello nel suo orecchio chiarendo che non è per soldi ma per coltivare
la sua arte. Col beneplacito del visitatore, lui metterà il tubo
all'orecchio del visitatore e reciterà a memoria un poema. Lui
dovrebbe ripetere questo con come molto visitatori come possibile.
Ripeterà questo col maggiore numero di persone possibili.
Alla fine della giornata, il consultante si sentirà accettato. Lui avrà
superato la sua timidezza.
45. Un consultante si sente depresso perché ha ricevuto una lettera di
insulti e minacce.

Gli consiglio di avvolgere la lettera in una bistecca cruda e gettarla in
un formicaio.

46. Un artista pittore ha l'impressione di non essere il personaggio
sociale che gli altri credono che sia. Sente che non ha niente da dire
che nessuno dei suoi quadri è sincero, che dipinge solo per vendere o
mietere applausi di gente snob. Odia il suo genere di vita. Vuole
trasformarsi in un uomo reale.

Gli consiglio di confezionare dieci maschere con dieci fotografie del
suo viso. Prima di indossarle, una sull'altra, si truccherà il viso come
se fosse una teschio. Andrà così mascherato in dieci posti che
normalmente frequenta. Ogni volta che arriverà in uno di quei posti,
si toglierà una maschera, la strapperà in piccoli pezzi che lancerà a
pioggia sulla testa di un bambino. Dopo aver spezzato nove
maschere, ritornerà a casa sua e spezzerà la decima davanti ad uno
specchio. Per un'ora contemplerà il suo viso a teschio. Quindi si
toglierà quel trucco, getterà i suoi quadri dalla finestra e cambierà il
suo nome.

Invierà una circolare a tutti i suoi conoscenti comunicando che il
pittore Tal dei Tali, (il suo nome), è morto e che l'essere umano Tal
dei Tali, (il suo nuovo nome), è nato.

47. Un uomo dice avere un trauma con sua madre. Lei lo ha
terrorizzato, dandogli colpi sulla testa con una rivista arrotolata.
Nonostante abbia 30 anni, lui continua ad avere paura. Gli domando
che tipo di riviste leggeva sua madre. Mi risponde: “Un giornale
sull'industria del bestiame. Lei avrebbe voluto avere una fattoria ed
allevare vacche”.

Gli consiglio di andare in un posto dove ci siano vacche. Ne sceglierà
una, la guarderà fissamente agli occhi, darà briglia sciolta al suo odio
e, insultandola con urla, le bombarderà la testa con una dozzina di
uova crude. Dopo, ben protette nella bambagia, in una bella scatola,
invierà a sua madre, per posta, dodici uova crude.

48. Una donna coreana sente che la sua vita ristagna da cinque anni,
quando si separò da suo marito. È stilista di moda e domanda che
cosa deve fare per evolvere.

Le consiglio di creare dei modelli doppi: per compagni eterosessuali,
omosessuali e lesbiche, anche per una donna ed il suo cane, una
madre e sua figlia, un nonno e suo nipote, due amici, etc. deve
passare dalla confezione dell’abito-solitudine, all’abito-duo, non
uguali bensì complementari.
49. Una donna si lamenta che ha un padre che disprezza le donne. Per
anni gli ha ripetuto: “Non posso digerire queste femmine tonte”. È
stanca di volere dimostrare a suo padre che è intelligente.

Vuole un atto che la liberi da lui, per poi essere in grado di fare
quello che vuole.

Le consiglio che nel primo giorno delle sue regole, inviti suo padre a
cenare. Alla fine della cena gli farà bere quattro gocce del suo sangue
mestruale sciolte in un bicchiere di cognac. Il secondo giorno delle
sue regole, scriverà su un foglio di carta quello che vuole fare,
l'arrotolerà nel suo tampone e lo introdurrà nella sua vagina. Dopo
alcune ore seppellirà quella carta in un vaso da fiori nel quale
collocherà una pianta con fiori. Il terzo giorno delle sue regole,
invierà quella pianta come regalo a suo padre.

50. Un uomo ha verruche nell'ano e problemi sentimentali col suo
amante che lo ha ingannato. Non si vuole separare da lui, ma si sente
incapace di perdonarlo. Vediamo che suo padre, già morto, non seppe
mai che egli era omosessuale.

Gli consiglio di andare al cimitero e sfregare il suo ano unto con
miele sulla tomba di suo padre, dicendo: “Papà, sono omosessuale,
benedicimi”. Subito deve comprare in una macelleria un membro di
toro con i testicoli, metterli in una borsa di plastica e legarla sui
genitali del suo amante. Con un coltello da cucina, esprimendo con
urla il suo dolore, la sua gelosia e la sua rabbia, taglierà la corda che
sostiene il pacchetto.

Getterà l'apparato genitale del toro al suolo e lo frantumerà a calci.

Dopo, lui e il suo amante si baceranno ed abbracceranno,
raccoglieranno i pezzi ed andranno a seppellirli, sigillando la
"tomba" con una bella e pesante pietra.

51. Un uomo vuole un atto che lo aiuti ad aprire il suo cuore: si sente
incapace di amare ma non vuole approfondire le ragioni psicologiche
che provocano questo pessimismo.

Gli consiglio di vestirsi da monaco buddista, dipingersi il viso di
colore azzurro, la mano destra di colore dorato e la sinistra di colore
argentato, e passeggiare così per un viale molto frequentato, con le
due mani appoggiate nel suo petto, recitando: “Voglio amare, posso
amare, devo amare, accettando i cambiamenti che amare produca in
me”, sorridendo a tutte le donne con le quali si incrocerà.

52. Un giovane ebreo desidera emanciparsi dalla sua famiglia, ma si
sente colpevole.

Gli consiglio di mettere dentro un Bibbia in ebraico tre biglietti da
cento euro ed una foto della sua famiglia. Andrà alla sinagoga,
lascerà lì il libro, mormorando: “ Vi pago per tutto quello che mi
avete dato, lascio qui questo e seguo liberamente la mia strada”.

53. Una donna di 40 anni vuole sapere perché l'impresa che ha
organizzato non funziona. Vediamo che ha un problema affettivo:
sente che il suo defunto marito vuole che ella fallisca perché è
scontento. Si sente prigioniera di lui.

Le consiglio di andare al cimitero dove è seppellito suo marito.
Porterà una fotografia di lui che attaccherà sulla tomba con la sua
saliva. Gli dirà: “Comprendo perché sei disgustato da me: non ti
piace che ti abbia fatto seppellire qui. Ti porterò dove vuoi riposare”.
Staccherà la fotografia e la porterà alla città natale del defunto. Andrà
al cimitero ed attaccherà con miele il ritratto sulla tomba di qualcuno
che abbia lo stesso nome o le iniziali di suo marito. Si sentirà
liberata.

54. Un giovane omosessuale, di aspetto attraente, si lamenta che non
può avere amanti. Ha perso la sua mano sinistra, e ciò lo complessa.

Gli consiglio che smetta di occultare la sua mano artificiale che è una
brutta imitazione. Deve dipingerla di argento e aggiungere in ogni
dito un anello vistoso. L'anello del dito di mezzo deve avere una
pietra rossa.

55. Una donna si sente prigioniera di una forza psichica. Non si fida
di nessun uomo. Fu violata da quattro amici quando aveva 17 anni.

Le consiglio di realizzare un atto con quattro terapeuti maschi. Dovrà
essere vestita come quando fu violata. I quattro uomini
l'attaccheranno tentando di colpirla, lei si difenderà. Quando sta per
essere vinta, con grande autorità lancerà un' ordine, come se si
rivolgesse a dei cani: "A terra!" Essi si sdraieranno e rimarranno
quieti.

Ella camminerà tra essi accarezzandosi i seni. Dirà loro: “Ora venite,
vi voglio!" Essi si alzeranno, ed accarezzandola teneramente, ognuno
le introdurrà in bocca un pezzo di salame. Ella, guardandoli negli
occhi, metterà loro in mano il denaro che corrisponde al prezzo che
avevano concordato per il loro intervento professionale, dicendo:

“Grazie di tutto.” Più tardi, seppellirà il suo abito dei 17 anni e vi
pianterà sopra un rampicante.

56. Un uomo che non ha mai avuto problemi economici,
appartenendo a una famiglia molto ricca, sente che non è ancorato
alla realtà. Si sente troppo visionario. Teme diventare pazzo. Vive a
Parigi. Gli consiglio di andare in un edificio che abbia non meno di
cinque piani e che dica alla portinaia che l'hanno inviato
dall'Università, della Facoltà di Architettura, affinché misuri le scale
con assoluta esattezza, perché deve pulirle. Darà una mancia alla
portinaia affinché gli permetta di farlo. In ginocchio, con un piumino,
pulirà tutti gli scalini dei cinque piani. Ripeterà la stessa cosa in altri
sei edifici, uno per settimana.

57. Un uomo ha problemi emozionali: è troppo aggressivo e
dominante con sua moglie. Si sente colpevole. Vediamo che quando
era bambino sua madre fu eccessivamente severa.

Gli consiglio di mettere del miele sui piedi di sua moglie e leccarli
interamente. Deve ripetere questa azione per sei notti di seguito.

58. Una donna, una poetessa, dice di non essere in grado di
riconoscere la sua anima. Soffre perché i suoi genitori, artisti di
teatro, volevano avere un figlio e non una figlia.

Gli consiglio di andare a trovare i suoi genitori vestita di uomo. Dire
loro che si siedano di fronte a lei perché vuole compiere una
metamorfosi davanti a loro. Seguendo il ritmo di una musica si
svestirà il più lentamente possibile.

Una volta nuda separerà le labbra del suo sesso e tirerà fuori della sua
vagina una piccola sfera di quarzo di cristallo di roccia. Quindi dirà
loro : “Guardate finalmente la mia anima”. Si porterà alla bocca la
pallina e l'inghiottirà. Farà che essi l'aiutino a vestirsi da donna.

59. Una donna vive angosciata dietro il suicidio di suo padre. Sua
madre, una donna con tendenze schizofreniche ed il carattere di un
orco, rendeva la vita impossibile a suo padre. Non potendo
sopportarla più, prese l'automobile, andò da casa, si trattenne vicino
ad un fiume ed inghiottì alcune pastiglie che gli procurarono la
morte. La consultante si sente colpevole di avere lasciato, senza
intervenire, che sua madre lo distruggesse moralmente.

Le consiglio che, in un fiasco con l'etichetta con una teschio, metta
alcune caramelle a pastiglia. Andrà in automobile al posto vicino al
fiume dove si suicidò suo padre. Inghiottirà tutte le pastiglie. Si
introdurrà poi il dito indice nella bocca fino a provocare il vomito.
Asciugherà le pastiglie e le metterà in un bel sacchetto. Le darà dopo
a sua madre, sapendo che le divorerà perché adora di caramella a
pastiglia. (Un mese più tardi ricevo una lettera dove mi dice:
"Quando vidi mia madre mangiare le pastiglie che io avevo vomitato,
sperimentai un brivido di vendetta ed una sensazione di liberazione
totale. Finalmente ho trovato la pace spirituale che mi mancava).
60. Un uomo che balbetta un po’ ha un dolore al muscolo della
mandibola, il massetere. Vediamo che, quando era bambino, suo
fratello minore soffrì una mastoidite, accaparrandosi l'attenzione dei
suoi genitori.

Egli , inconsciamente, riproduce questo dolore per attrarre
l'attenzione.

Gli consiglio, di mattina per sei giorni, di attaccare al lato dolorante
della mandibola un'etichetta di 2 x 5 cm dove ci sia scritto il nome di
suo fratello. La manterrà tutto il tempo, eseguendo le sue attività
lavorative. Se qualcuno gli domanda perché lo porta, risponderà: “Ho
un problema”, senza dare altre spiegazioni. Di sera si toglierà
l'etichetta e la seppellirà in un vaso da fiori nel quale avrà attaccato
una fotografia dei suoi genitori. In capo a una settimana, pianterà lì
della lavanda.

61. Un uomo dice avere una continua sfortuna: tutti gli affari che
tenta di realizzare non funzionano mai. Fu un bambino adottato. Suo
padre lo convinse ad entrare in marina durante la guerra a 17 anni.
Quando la rinunciò, cominciò la sua sfortuna. Vediamo che suo
padre, già morto, aveva il desiderio di essere un marinaio, con tutto
l’immaginario omosessuale che quello implica.

Gli consiglio di comprare il modellino di una nave da guerra, simile a
quello dove navigò per più tempo. Una volta armata l'imbarcazione,
egli, vestito con la sua uniforme da ufficiale di marina, dovrà andare
a visitare il cimitero dove è sepolto suo padre. Una volta lì, si toglierà
l'uniforme e la depositerà sulla tomba, accompagnato dalla barca in
miniatura e un fallo di plastica, dicendo: “Basta! Smettila di
maledirmi! Affinché tu realizzi i tuoi desideri, ti do un'uniforme, una
barca ed un fallo. Ora permettimi di realizzare quello che io
desidero!”

62. Un regista di cinema, (solo di cortometraggi), non riesce a
realizzare un film lungo metraggio. Questo blocco dura da già
venticinque anni. Vediamo che questo gli succede perché ha il
complesso di possedere un sesso piccolo.

Gli consiglio di contattare un artista di effetti speciali di cinema ed
incaricarlo di fabbricargli un pene di plastica di 50 cm, nel quale
possa introdurre il suo proprio membro. Dovrà calzare quel pene
posticcio, sistemandolo lungo la sua gamba destra, quando incontrerà
qualche produttore. Questo gli darà la fiducia in sé stesso per ottenere
che gli facciano produrre un lungometraggio.

63. Un uomo nel cui albero genealogico ci sono molti suicidi, tra cui
quello di suo padre, vuole avere relazioni armoniose con la sua
famiglia, (con le sette persone ancora vive), per guarire dalla
depressione.

Gli consiglio che veda da quei sette sopravvissuti portando una
pistola giocattolo lancia-acqua. Tirerà loro un getto sul viso, ridendo
come un ragazzaccio.
64. Una donna, cresciuta in una famiglia cattolica fanatica, dove gli
inculcarono che il sesso è un dovere matrimoniale ma mai un piacere,
non riesce a raggiungere l'orgasmo col suo amante. Parla sempre con
voce molto bassa, reprimendo il desiderio di insultare o magari anche
uccidere.

Le consiglio di fare l'amore col suo amante a mezzanotte e gridare
per cinque minuti come una bestia selvaggia imitando un orgasmo
cosmico, tanto intenso da svegliare tutti i suoi vicini. Allo stesso
tempo deve frantumare una Bibbia. Fatto questo, deve raccogliere i
fogli strappati, pressarli a forma di palla, spalmarla di miele e inviarla
a sua nonna materna.

65. Un uomo, ogni volta che investe denaro in un progetto, finisce
per perdere più di quello che guadagna. Suo padre, un operaio, è un
emigrante siciliano. Gli domando quanto denaro è disposto ad
investire nella cura di sé stesso. Mi risponde: “500 euro”.

Gli consiglio di comprare un berretto siciliano e indossarlo per sette
giorni, con una banconota da 500 euro sotto, sopra i capelli. Quindi
deve andare a trovare suo padre e regalargli il berretto ed la
banconota dicendogli: “Queste due cose sono tue”. Così gli restituirà
il suo concetto di denaro, e si libererà.

66. Ad una donna sanguinano le gengive da tre anni. Ricorda che sua
madre ebbe un problema simile. Vediamo che la consultante che non
è stato amata da suo padre, grazie a questa malattia si identifica con
sua madre, non esprimendo così i suoi desideri infantili incestuosi
verso di lui.

Le consiglio, portando nel suo reggiseno una fotografia di sua madre,
di andare a trovare suo padre e dirgli: “Abbracciami e baciami sulla
bocca!” Lui che l'ha sempre respinta, si rifiuterà di farlo. Allora lei,
prenderà la fotografia di sua madre, la sfregherà contro le sue
gengive sanguinanti e la getterà sul viso di suo padre dicendolo:
“Questa malattia è tua, te la restituisco!”

67. Una donna il cui padre si è suicidato con un colpo nella gola
quando lei aveva 11 anni, si relaziona sempre con uomini che
bruscamente smettono di amarla, e l'abbandonano.

Le consiglio di andare al cimitero con una pistola equipaggiata con
un silenziatore e sparare un colpo contro la tomba di suo padre.
Subito poi dirà: “Prendilo, estraggo dalla mia vita questo proiettile.

Te lo restituisco.” Lascerà allora la pistola e un fiasco con miele sulla
tomba.

68. Un uomo giovane, un chitarrista, sente di stare perdendo la sua
creatività, e contemporaneamente teme di perdere l'affetto di sua
madre, anche lei chitarrista, ma fallita. Vediamo che si condanna al
fallimento perché si sente colpevole di realizzare quello che sua
madre non riuscì a fare. Lei, inconsciamente, gli proibisce il
successo.

Gli consiglio di chiedere a sua madre che l'inviti a cena. Arriverà
all'appuntamento prima del previsto. Mentre lei cucina, lui si offrirà
di pulirle la chitarra. Si rinchiuderà in una stanza, si toglierà le
mutande e con esse sfregherà accuratamente la chitarra materna.
Conserverà il suo capo d'abbigliamento in una tasca e più tardi, senza
lavarlo, lo userà per sfregare la sua propria chitarra ogni volta che
darà un concerto. Di questa maniera avrà rubato a sua madre il
permesso del successo.
69. Una donna, per dare valore alla sua creatività femminile, ha
realizzato il consiglio psicomágico di passeggiare con sette monete
d’oro nella vagina. Avendole nascoste da qualche parte in casa sua,
dimenticò dove e non riusciva a trovarle.

Le consigliai di chiamare suo padre e convincerlo ad aiutarla a
cercare le monete, perché egli era stato la causa della sua mancanza
di autostima.

70. Un uomo, musicista, adora suonare il violoncello ma la sua
famiglia tutti quanti in affari, lo disprezzano perché guadagna molto
poco denaro.

Voleva che smettessero di prendersi gioco di lui crudelmente e lo
comprendessero.

Gli consiglio di invitare a cena tutti i suoi parenti. Deve comprare
prima un violoncello usato. Finita la cena, annuncerà: “Ed ora arriva
il dolce!” Porterà il violoncello, lo metterà sul tavolo e lo distruggerà
a martellate. Poi distribuirà i pezzi nei piatti di ogni invitato,
spruzzandoli con miele di acacia e dicendo: “Questo è quello che voi
volevate. Ora mangiavi i pezzi del mio sogno.” Tirerà fuori il suo
violoncello, salirà sul tavolo e si metterà a suonare il passaggio
musicale che più ama, lasciando che gli offesi vadano via. Taglierà la
sua relazione con essi. Continuerà solo con a quelli che saranno
rimasti.

71. Una signora non è felice del suo matrimonio. Vorebbe divorziare
ma qualcosa glielo impedisce. Vuole un atto che la aiuti a ritrovare il
suo equilibrio. Le domando qual è il paese che più le piacerebbe
visitare. Risponde la “Groenlandia!”

Le consiglio di andare ad un'agenzia di viaggi e comprare un
biglietto aereo per la Groenlandia. Senza avvisare suo marito, deve
andare via 15 giorni. Quindi ritornare. Durante la sua sparizione deve
coricarsi col primo uomo che le farà questa proposta.

72. Una donna di pelle bianca non poteva evitare di grattarsi il viso, a
volte fino a sanguinare. Vediamo che sua madre, sposata con un
uomo nero, lo ingannò con un uomo bianco.

Le consiglio di dipingersi tutto il viso con trucco nero, andare a
trovare sua madre e dirle: “Così mi hai voluto sempre vedere, perché
ti senti colpevole di avere ingannato tuo marito! Restituiscimi il mio
viso!” Dovrà portare a sua madre in bagno e obbligarla a lavarla.
Fatto questo, la convincerà a baciarle tutto il viso.

73. Un uomo vive con una donna che, soffrendo accessi di rabbia,
non cessa di insultarlo violentemente. Vediamo che il consultante fu
educato da una madre altrettanto rabbiosa che non cessava di
insultarlo.

Gli consiglio di scrivere su etichette adesive tutti gli insulti che gli
dirà per ventotto giorni. Poi, comprimere queste etichette fino a
formare una palla. Prendere per il collo sua moglie, sfregarle la bocca
con quella palla, gridandole “ ti amo !” e poi inviare per posta
l'impasto di etichette a sua madre.
74. Un uomo crede fermamente di essere stato vittima di un abuso
sessuale quando era bambino. Ma non ricorda niente. Molto spesso
sente che ha voglia di vomitare. Frena una tremenda collera contro
un uomo della sua famiglia. Quale?

Gli consiglio, nella sua camera da letto, mettere per terra una
fotografia di ogni parente maschio. (Ha due fratelli, un padre, tre zii,
un nonno.) Subito, come è molto probabile che gli abbiano fatto
inghiottire sperma, deve bere quattro litri di latte e sperare che gli
venga voglia di vomitare. Il suo corpo, indipendente della sua mente,
sceglierà di vomitare sulla foto del suo stupratore.

75. Una donna vuole riconciliarsi con suo padre. Questo, prima di
morire, le lasciò una lettera piena di rimproveri ed insulti.

Le consiglio di andare al cimitero e dare feroci frustate alla tomba di
suo padre, bruciare l’ sopra la lettera e, infine, scrivere lì con un
pennello unto in miele la parola “amore.”

76. Ad una donna, attrice e guida turistica, tutto sembra difficile.
Vuole ritrovare il piacere di essere viva. Sente che sua madre non le
ha dato mai niente.

Le consiglio di comprare otto uova di quaglia e cuocerle fino a che
diventino dure. Dopo, scriverà sopra il guscio di ognuna la parola
“Mamma”, inghiottendole senza masticare. Berrà due litri di latte e
vomiterà in un orinale infantile. Seppellirà il tutto in un vaso da fiori,
dove dopo pianterà un'ortensia. Subito invierà una lettera a sua madre
dicendole: “Molte grazie per avermi dato la vita.”

77. Una donna pensa che i suoi genitori non volevano che nascesse.
Non le diedero mai i mezzi per evolvere. Si lamenta: “Mi hanno
ammazzato in vita. Nessuno mi vede. Tutti mi disprezzano”.

Le consiglio di ordinare in un marmificio una lapide di marmo col
suo nome ed il suo anno di nascita, poi aggiungere una lineetta e
dopo scrivere un'altra volta il suo anno di nascita, per esempio,
"1985-1985", che simbolizzerà che morì quando nacque. Subito, per
sette giorni, uscirà per la strada con la lapide legata sulla sua schiena,
in modo tale che tutti i curiosi possano leggere l'iscrizione. Passato
questo tempo, con un martello ridurrà in polvere il marmo, lo
raccoglierà e rinchiuderà in un'urna mortuaria ed andrà a lanciarlo nel
mare.

78. Una donna soffre perché i suoi genitori criticano la sua vita
sessuale. Ogni volta che la sentono entusiasta per un uomo la trattano
da prostituta, ogni volta che li vedi, adotta un atteggiamento infantile.
Che cosa fare per imporsi di fronte ad essi?

Le consiglio che li inviti a cena in un ristorante. Lei arriverà tardi e
accompagnata da un amico mascherato da gorilla. Lo presenterà ai
suoi genitori come il suo fidanzato e dopo dirà loro: “Ho già pagato il
conto. Dovrete cenare senza me. Vado via subito perché muoio di
voglia di fottere con questa scimmia.” Andrà via, abbracciata al
grande animale.
79. Una donna sposata si sente troppo dominata da suo marito.

È convinta che gli uomini abbiano più potere delle donne.

Come farà a sentirsi superiore a lui?

Le consiglio che gli faccia bere un bicchiere di vino di grande qualità
dove abbia versato una goccia del suo sangue. Questo lo farà per
dieci giorni, ogni volta, la goccia di sangue sarà estratta da un dito
differente delle sue mani.

80. Una donna ha problemi di acidità di stomaco da quando sua
madre le raccontò che, a causa di insopportabili attacchi di vomito
quando era incinta di lei, aveva voluto abortire.

Le consiglio di bere ogni notte un litro di latte per dopo vomitarlo in
una caraffa, attraverso un imbuto. Farà questo per nove notti di
seguito.

Invierà a sua madre che è molto superstiziosa e crede nel potere degli
stregoni, questo recipiente nel sughero sigillato con ceralacca e
accompagnato da una lettera: “Questa caraffa contiene acqua
benedetta da uno sciamano. Se la seppellisci nel tuo giardino, tutte le
piante cresceranno molto rigogliose.”

81. Una donna ha enormi difficoltà a guadagnare denaro. Nella sua
famiglia, le donne sono state sottovalutate. I suoi nonni che erano
ricchi, per affermare il loro potere virile, diedero solo ai loro figli il
diritto di guadagnare il denaro lavorando. Le donne dovevano
dedicarsi alla casa, ricevendo uno stipendio settimanale dai loro
mariti.

Le consiglio di andare al cimitero per attaccare col miele, sulla tomba
di ognuno dei suoi due nonni, una banconota da cento euro dicendo:
“Questo è il denaro che mi hai obbligato a ricevere! Te lo restituisco!
Ora guadagno il mio, lavorando in ciò che mi piace!” Andrà via
senza voltarsi all'indietro.
82. Una donna, madre di quattro bambini, malgrado suo marito la
mantenga generosamente, vuole lasciare tutto, andare su un'isola
deserta e scrivere un romanzo. Sa che è un sogno, ma desidera
trovare un modo per realizzarlo.

Le consiglio che nella sua casa designi una stanza che sia
esclusivamente per lei, dove nessuno, né i suoi figli, né suo marito,
né la domestica possano entrare. Lì avrà soltanto un tavolo, una sedia
ed un grosso quaderno. Tutti i giorni, alle sei della mattina, si alzerà
per chiudersi un'ora in quella stanza a scrivere il suo romanzo, seduta
e coi piedi messi in un catino pieno di sabbia.

83. Una donna, senza nessuna cultura di psicoanalisi, si sente
confusa. Suo padre morì per un attacco di cuore quando aveva 12
anni. L'ha idealizzato. Un altro uomo non potrà mai occupare il suo
posto. Senza sapere perché, questo amore la fa sentire colpevole.

Le consiglio,( affinché si renda conto del suo desiderio incestuoso
soffocato). che vada in una chiesa a confessarsi. Durante la
confessione dirà al curato:

“Padre, sono qui perché mi sono innamorata di lei e desidero di fare
l'amore. Avremo un bambino bello come Gesù.” Quindi dovrà alzarsi
la gonna e orinare in quel posto. Le prometto che, se farà questo,
smetterà di sentirsi confusa.

84. Una donna si è sentita attratta da un uomo. Si sono visti molte
volte, senza mai fare l'amore. Questo è durato cinque anni. Pensa che
lui, essendo in modo insano timido e romantico, se lei gli proponesse
un rapporto sessuale, la giudicherà come donna facile ed impudica e
smetterà di incontrarla. Che cosa fare?

Le consiglio che compri un piccolo turchese, andare da lui e dirgli:
“Ho consultato un medium che mi ha detto che in un'altra vita
formavamo una coppia. Affinché recuperiamo la memoria, devo darti
questa pietra, ma unicamente passandola dalla mia bocca alla tua”.
Se lui accetta, quello bacio li porterà alla realtà. Se si nega, dovrà
dimenticarlo.
85. Una donna si accoppia sempre con uomini che l'abbandonano
dopo poco tempo. Vediamo che tende a riprodurre la relazione che
ebbe con suo padre.

Questo si suicidò a 50 anni, quando lei aveva appena compiuto15
anni. Sua madre occupò l’intero posto dello scomparso. Tra di loro
da sole hanno cresciuto i suoi due fratelli, oggi di 10 e 12 anni. Si
rende conto che, per essere fedele a suo padre, adotta la scusa che
cerca uomini che non mettano in pericolo la relazione che ha con sua
madre. Come liberarsi di questo?

Le consiglio di mettere in internet un annuncio, che dice che una
giovane di 29 anni, lei, cerca di avere un unico incontro focoso con
un uomo depresso sposato che abbia una figlia di 15 anni e due
bambini piccoli.

Quando quest'uomo di 50 anni apparirà, se rappresenta 50 anni, (lei
non dovrà verificare se è vero che ha una moglie, una figlia e due
figli), lo chiamerà Roberto, il nome di suo padre, e farà l'amore con
lui, mormorando durante tutto l'atto “Addio, addio, addio, addio....”

86. Un uomo magro, di bassa statura, con una scoliosi, si lamenta che
i suoi “vecchi” non si occuparono di lui. Suo padre è bibliotecario e il
suo madre lavora in un negozio di libri. Desidera diventare un grande
scrittore, ma teme di non stare all'altezza delle esigenze letterarie dei
suoi genitori, (entrambi scrittori falliti).

Gli consiglio di camminare con un zaino pieno di libri per cinque
chilometri. Quindi brucerà quei libri. Subito andrà a trovare i suoi
“vecchi” per mettere un pugno di cenere in una mano di suo padre e
un altro pugno in una mano di sua madre, dicendo: “Questi sono i
vostri libri morti. Io ne partorisco uno vivo”.

87. Una donna che lavora in un circo come pagliaccio. Non riesce a
farlo con felicità. Nonostante faccia ridere i bambini, si sente triste, le
manca qualcosa. Vediamo che si allontanò dalla sua famiglia quando
aveva 18 anni. Suo padre voleva che fosse un avvocato. Lei preferì la
vita circense e lui smise di parlarle per lungo tempo. Benché ora
ammetta di vederla, non ha mai chiesto di assistere a una delle sue
attività.

Le consiglio di andare a trovare suo padre, vestita di pagliaccio, e
dirgli: “Accetta che non sarò mai un avvocato. A causa delle tue
critiche non riesco a realizzare bene il mio lavoro. Ti chiedo di avere
la bontà di fare per me un piccolo sacrificio: voglio che tu venga a
vedere il mio numero, vestito e truccato di pagliaccio, e ti siederai in
un angolo della pista, affinché io sarò rassicurata mentre mi sostieni
col tuo amore”. Se riuscirà a convincerlo a fare questo, scoprirà
l'estasi dell’azione.

88. Una donna ha problemi di artrosi, considerati anormali essendo
lei giovane. Sua nonna materna aveva un’immensa carenza d’affetto,
perché era stata abbandonata in un orfanotrofio.

Lamentandosi che nessuno la voleva, schiavizzava la madre della
consultante, chiedendo continui massaggi nelle zone dove le sue ossa
si erano atrofizzate. La consultante crebbe pensando che sua nonna
riuscisse ad ottenere le cure e l'attenzione di sua madre grazie ad un
scheletro malato.

Per quel motivo, per attrarre anche lei l'attenzione materna, si è
creata l’artrosi.

Le consiglio di comprare uno scheletro di plastica, di altezza umana e
dormire con lui per sette giorni. Dopodiché, andare al cimitero e
depositarlo sulla tomba di sua nonna dicendo: “Ti restituisco le tue
ossa ed il tuo dolore”. (Dopo avere realizzato questo atto, le sue crisi
dolorose sparirono. Ritornarono brevemente quando discusse col suo
compagno e si sentì abbandonata) .
89. Una donna che canta molto bene , non può presentarsi in
pubblico perché non sopporta gli sguardi altrui. I suoi genitori non
sono interessati a quello che lei fa o non fa.

Le consiglio di cantare per mezzo di una bella bambola ventriloqua,
progettata da lei. Deve farlo per quattro volte. La quinta volta lo farà
senza bambola, ma vestita come lei. Quindi andrà a trovare i suoi
genitori, li convincerà a sedersi vicini, lasciandosi legare da lei.
Canterà loro, svestendosi a poco a poco, fino a rimanere nuda.
Estrarrà da una valigia la sua bambola, canterà attraverso di lei alcuni
pezzi e poi la farà parlare: “Sono la bambola che vostra figlia dovette
usare per potersi presentare in pubblico, perché, a causa del fatto che
voi non mostraste mai interesse per la sua arte, si sentiva invisibile”.
Lacererà la bambola, tornerà a vestirsi e slegherà i suoi genitori. Se
questi non si mostreranno commossi, dovrà smettere di vederli.

90. Una donna e un uomo che vivevano in concubinato e fumarono
marijuana per dieci anni, ora che si sono lasciati non riescono a
sentirsi più stabili. Sentono di aver perso il senso della realtà.

Consiglio loro di comprare a credito dei biglietti per viaggiare per il
mondo. In ogni città visitata, pianteranno per strada un grosso
chiodo.

91. Una donna che lavora come segretaria vuole cambiare mestiere.

Le piacerebbe fabbricare gioielli e lampade, ma non osa farlo perché
i suoi genitori le hanno sempre detto che no ha molto senso artistico.

Le consiglio di fabbricare una spilla, tentando di realizzarla il peggio
possibile, e una lampada altrettanto orribile. Deve dare la spilla a sua
madre e la lampada a suo padre, dicendo loro: “Ammirate gli oggetti
che posso fabbricare!” Con questo atto perderà il bisogno di essere
approvata da essi. Si sentirà libera di fare quello che vuole.

92. Un uomo ha complessi sociali. Desidera realizzarsi artisticamente
diventando scultore, ma non si concede il diritto di farlo. Appartiene
ad una famiglia di muratori, suo nonno e suo padre, e anche lui. 

Gli consiglio di ammucchiare in pila 20 mattoni, e poi distruggerli
sparando con un fucile. Poi seppellirà i pezzi insieme ad un'aquila di
stucco che egli avrà scolpito.
93. Una donna vive costantemente adirata perché sua madre a casa
comandava e suo padre non era il sufficientemente virile per metterla
nel suo posto.

Entrambi sono morti.

Le consiglio di andare in un negozio di giocattoli, con una grande
foto di lei quando era nella culla. Dovrà comprare la bambola più
grande che trova. Andrà al cimitero e depositerà quella fotografia
sulla tomba di suo padre, attaccandola con miele e dicendo: “Io ero
così quando aveva bisogno di un padre, ma tu eri un bambino, ti
amerò come se fossi stato mio fratello”. Subito dopo andrà sulla
tomba di sua madre e frusterà ferocemente la lapide con la bambola.
Quando avrà tirato fuori tutta la sua rabbia, le dirà: “Anche tu eri una
bambina. Fosti tiranna per occultare la tua debolezza.

Ti adotto come figlia.” Poi andrà a seppellire la bambola e vi pianterà
sopra una palma.

94. Un'attrice che diceva di essere eterosessuale, sente che c'è in lei
una grande forza maschile. Vediamo che suo padre aveva tendenze
omosessuali. Lei, per i suoi impulsi infantili incestuosi, si
mascolinizzò per piacergli. Ora da adulta, nonostante le innumerevoli
avventure, ha sempre rifiutato di mettersi in coppia. Che cosa fare per
decidersi a formare una famiglia?

Le consiglio di creare un monologo vestita da uomo incinto.

Deve spiegare al pubblico quello che un uomo sente aspettando un
bambino. Così unirà l'impulso infantile ai suoi desideri di amare e di
essere madre. Inviterà suo padre all'esordio.

95. Una donna parigina allevata dai nonni cattolici chi le hanno
inculcato che il piacere sessuale è un peccato, sente che gli è proibito
abitare il suo corpo e vive rifugiata solo nella sua testa.

Le consiglio che assuma un falegname affinché le fabbrichi una
canga (gogna). Così, con questo strumento di punizione cinese, che
imprigiona il collo e i polsi separando la testa e le mani dal corpo,
andrà alla cattedrale di Nótre Dame accompagnata da un amico
maschio, che sa cosa a lei piace. Di fronte alla statua della Vergine, il
suo accompagnatore le toglierà la canga che lei lascerà abbandonata
ai piedi del Santa. Chiederà allora al suo amico che l'accompagni in
una stanza prenotata in un hotel vicino. Una volta lì, bendandosi gli
occhi, gli proporrà di fare l'amore.
96. Una donna ha sofferto tutta la sua vita vedendo i suoi genitori
discutere ed insultarsi, o trascorrere molti giorni senza rivolgersi la
parola.

Le consiglio di andare a trovarli e dire loro che soffre perché li ha
visti separati per tutta la sua vita. Questo non le permette di formare
una coppia. Se vorranno un giorno diventare nonni, dovranno
mettersi uno di fronte all’altro e unire i loro piedi... Girando attorno
ad essi, li legherà con una corda. Mentre fa questo, esprimerà tutta
l'angoscia che ha sentito da bambina. Alla fine, dirà loro: "Io vi amo
così, uniti per sempre!” Andrà via, lasciando loro legati.

97. Un uomo dice sentire la sua famiglia come un'enorme roccia sulle
sue spalle. Sua sorella maggiore morì a causa di un cancro al seno;
suo padre che non parla mai, ha perso un occhio; sua madre soffre
attacchi di epilessia; e ci sono stati abusi sessuali. Vediamo che tutto
questo è stato provocato dal nonno paterno, agricoltore, che li
obbligava a portare gli stivali nella schiena penzoloni, per consumarli
il meno possibile e abbattere i costi della famiglia.

Gli consiglio di comprare un paio di stivali, defecarci dentro e dopo
andare a lanciarli sulla tomba del nonno esclamando: “A partire da
questo momento, mi libero di te!”

98. Una donna che zoppica vive posseduta per un'opprimente
tristezza. Ebbe la poliomielite all’età di un anno. I suoi genitori non
l'avevano vaccinata. Non si preoccuparono mai di lei. Appartenevano
a famiglie che, a causa di ogni tipo di problema, non conobbero la
gioia di vivere.

Le consiglio di cercare un albero secco e inchiodare sopra le foto dei
suoi parenti. Anche una di lei, bambina, con le sue stampelle. Brucerà
l'albero. Raccoglierà le sue ceneri che dissolverà in un litro di acqua
santa. Si ungerà tutto il corpo con questa pasta. Dormirà così. Si
laverà alla mattina seguente. La sua tristezza si sarà dissolta.

99. Una donna è molto infastidita perché da tre anni la sua vicina del
piano di sotto, produce rumori che gli risultano insopportabili, di
notte. Le domando cosa successe di importante tre anni fa. Risponde:
“Morì mia madre, una donna dominante e con un pessimo carattere.”
Vediamo che la vicina di sotto, una psichiatra, rappresenta l'archetipo
di quella madre invasiva. Madre che odiò ed amò, e che non vuole
lasciare andare via.

Le consiglio ogniqualvolta ascolterà un rumore fastidioso,
localizzando al suolo il punto da dove emerge, di mettere in quel
punto una fotografia di sua madre. La mattina seguente deve lasciare
scorrere questa fotografia, (alla quale ha attaccato un nastro nero),
sotto la porta della sua vicina. Continuerà a ripetere questo gesto,
mediante fotocopie, fino a che la vicina salirà a domandarle perché lo
fa. Essendo psichiatra, comprenderà il problema e smetterà di fare
rumori.
100. Una donna compirà 36 anni tra pochi giorni, si lamenta che la
sua vita non è stata facile: non ha compagno, non ha lavoro, non ha
famiglia, non ha beni materiali. Vuole un atto che le dia forza per
cominciare un nuovo ciclo.

Le consiglio, nel giorno del suo compleanno, di comprare 36 chiodi, i
più grandi che troverà. Portando il martello, andrà in un luogo dove
ci sia della terra dura. Inchioderà lì i 36 chiodi, in modo che formino
una stella a cinque punte, dopo ci defecherà sopra mentre mangia una
mela rossa.

101. Ricevo questa lettera proveniente di Buenos Aires, Argentina:

“Sono una lavoratrice impiegata in un'agenzia di viaggi, ora molto
depressa per una malattia. Mi hanno tolto tre carcinomi alla
mammella sinistra. Credo che uno dei motivi principali siano i
conflitti interni con mia madre. È una donna fredda, distante, per
nulla affettuosa, egoista, frivola, infantile. Che cosa mi consiglia?”

Le rispondo: sua madre è una donna fredda, distante, non affettuosa,
egoista, frivola, infantile. Si domandi perché. Sta incontrando un
tremendo problema che lei ebbe col suo proprio padre.
Probabilmente egli sperò che fosse un maschio e non una bambina, e
questo causò che la rampolla bambina iniziasse ad agire come un
uomo fallito. I seni si chiamano “mammelle”. Basta poco affinché si
trasformino in "mamma." Questo carcinoma non è suo, è di sua
madre. Denuncia il tuo odio e permettile di poppare. Dipinga di nero
una palla da bocce, e la porti dentro una borsa vicino al petto sinistro,
togliendola solo per lavarsi o dormire. Dopo un po’ di tempo, invierà
la pesante palla di acciaio a sua madre, con un biglietto che dice:
“Restituisco ciò che è tuo”. Subito dovrà trovare una donna che stia
allattando un bebè e chiederle che la lasci poppare una volta al giorno
per una settimana. Popperà con un cuscino sul ventre, mascherata da
donna incinta.

102. Ricevo questa lettera proveniente di Santiago del Cile, Cile:

“All’inizio di questo anno caddi in una depressione che mi affondò in
un'angoscia terribile... Sento che non ne posso più. Il mio corpo mi
pesa, vado in giro triste la maggior parte del tempo, cambio idea per
tutto il giorno, sono molto sensibile, percepisco il negativo che pensa
la gente. Le due cose che mi mantengono in vita sono lo scrivere o lo
stare col mio fidanzato”.

Le rispondo: per uscire dalla sua depressione, per sette venerdì di
seguito entrerà nuda nella vasca da bagno e, iniziando dai piedi,
lascerà che il suo fidanzato la copra con miele di acacia o di castagno
il corpo intero, capelli inclusi. Totalmente così coperta, lui dovrà
accarezzarle tutto il corpo, seni, sesso e ano compreso, anche la
pianta dei piedi, e dopo le leccherà il petto, lasciando una parte di
miele sul petto a forma di cuore. Le passerà un specchio affinché
veda questo cuore. Di seguito la laverà con acqua calda. Una volta
pulita e asciutta, si vestirà con vestiti nuovi (scarpe, vestito, mutande,
biancheria intima), e andrà con lui in una caffetteria a prendere un tè
con la torta. Non userà i vestiti nuovi il giorno dopo, li conserverà
per il prossimo venerdì.
Finendo questa serie di sette venerdì, dirà ai suoi amici e familiari
che la chiamino con un altro nome, nome che lei da sola deve
trovare, senza aiuto di nessuno. Dopo questo, userà i vestiti nuovi
quando ne avrà voglia.

103. Ricevo questa lettera proveniente di Guadalajara, Messico:
Le chiedo un consulto perché mia figlia maggiore di 20 anni stà
attraversando una forte crisi: sempre depressa, si infliggeva
automutilazioni, non voleva parlarmi o quando lo faceva, era con
molta aggressività. Provava anche una forte gelosia contro sua sorella
minore ed erano grida costanti in casa. Lei mi consigliò di mettere in
scena la morte di mia figlia minore. La coricai in mezzo alla sala,
vestita di bianco con un lenzuolo bianco, circondata da quattro ceri
bianchi e fiori dello stesso colore. Io, vestita di nero, chiamai mia
figlia maggiore, la quale era informata che stavamo per compiere un
atto, ma senza sapere dettagli. Vedendo la scena, si infuriò. Io, come
lei mi aveva indicato, le dissi: “Tua sorella è morta. È così che volevi
vederla?”

Rispose con rabbia: “Indubbiamente no! Per chi mi prendi?” Allora
dissi: “Allora rianimala!” Lei, piangendo, si avvicinò a sua sorella
per dirle: “Voglio che tu viva!” Dopo, prendendo le sue mani,
continuò a ripetere: “Vivi, per favore!” Sua sorella si risvegliò, e si
abbracciarono piangendo. Si era detto che se lei avesse accettato di
resuscitare sua sorella, io avrei dovuto invitarle entrambe a mangiare
al ristorante. Così feci. Noi tre ci prepariamo ed usciamo.
Curiosamente la cameriera che ci servì si avvicinò a mia figlia
maggiore, le regalò una rosa e le disse che la trovava molto bella.
Quando finimmo di cenare proposi di ritornare alla casa. Con mia
sorpresa, mia figlia maggiore invitò la piccola a continuare la festa,
cosicché per la prima volta uscirono insieme fino all'alba.

Il giorno dopo fummo insieme no tre a seppellire le candele e a
piantare sopra una pianta. Sono passati vari giorni e vedo mia figlia
sorridente ed vivace; la relazione con me migliorò radicalmente.
104. Ricevo questa lettera proveniente di Bilbao (Spagna):

Sono un ragazzo di 23 anni che le chiede un atto psicomagico prima
di Natale, 2005. La richiesta è per liberarmi da un continuo e
doloroso nodo nella gola. Quando le esposi il problema lei mi
domandò: “Hai sorelle?” Dissi tre, maggiori. Lei intuì che mi
avevano potuto educare con l'idea che i ragazzi non piangono.

Mi consigliò che mi vestissi di donna, coi vestiti di mia sorella che
meglio mi stanno, così vestito, piantarmi davanti ai miei genitori e
pianger …

Mia madre ha criticato sempre gli uomini che si vestono da donna ed
io, perfettamente programmato, non mi ero mai messo dei vestiti
femminili a meno che non fossi ubriaco o cercando di flirtare con una
ragazza... Rilevai poi un’altra paura: "Sarò gay? Se facendo questo
mi accorgo che mi piacciono i ragazzi?"

Il 3 marzo del 2006 mi misi i vestiti di mia sorella nel bagno, prima
di cena. E così, con la gonna, andai in soggiorno. Quando mi videro
rimasero sorpresi e sorridenti. Il primo commento fu: “Come sei
carina !” Non sentivo voglia di piangere bensì una trasparenza
assoluta davanti ai miei genitori. Dissi loro: “Questo è un atto
psicomagico, (loro avevano già sentito parlare di lei), ed ora dovrei
piangere, ma non ne ho voglia”.

Quello che feci fu parlare, dire loro che mi ero sentito molto solo da
piccolo, che non serbavo rancore che li amavo... Un momento
magico, liberatorio.

Nei giorni che seguirono ero dubbioso di tutto, credevo che non
avendo io pianto, non avesse funzionato, perfino sentii il dolore in
gola più acuto. Intuii anche che ciò mi aveva dimostrato in qualche
modo che se non avevo pianto era perché non avevo voluto piangere;
forse le mie lacrime non erano di tristezza, bensì di rabbia. Per mia
sorpresa, tutto maturò dentro me. Oggi, piango. Non tutti i giorni
come una Maddalena... Ma se c'è un momento nel quale ho bisogno
di piangere, io posso. All'inizio, un pochino, ma sempre più
facilmente ogni volta. Il nodo doloroso nella gola è sparito”.

105. Ricevo questa lettera proveniente di Parigi (Francia):

Venni a trovarla nel febbraio 2007 per un problema professionale.

Essendo uno dei migliori alunni della mia scuola di teatro, mi
sorprendeva di fallire in tutte le mie audizioni. Perché non potevo
avere successo e debuttare nella mia carriera di attore? Lei, dopo
avere letto i miei Tarocchi, mi fece delle domande su mio padre.
Raccontai che lui, già morto, era stato un attore mediocre, che visse
facendo piccole personaggi in serie televisive. Amareggiato, odiava
tutto il mondo, ed il suo sogno dorato era interpretare la parte del
protagonista in Il misantropo di Moliere. Personaggio che interpretai
molte volte alla mia scuola.

Lei mi suggerì di andare al cimitero dove era sepolto mio padre, per
depositare sulla sua tomba un mazzo di fiori e l'opera di

Moliere. Poi, tornando, indossare una parrucca bionda di capelli
lunghi più una corona di spine e benedire tutte le persone che trovassi
per strada e in metrò.
Ci vollero due mesi per trovare il coraggio necessario per fare questo. La
parrucca lunga fu facile da trovare ma la corona di spine la dovetti
ordinare a un fiorista specializzato.

Quando l'ebbi nelle mie mani, smisi di trovare buone scuse per ritardare
il momento. Alle nove della mattina presi il metro per dirigermi a un
cimitero dove non era mai andato per sei anni, sin dal funerale di mio
nonno: a quello di mio padre non ero andato. Il viaggio durò un'ora.
Dopo molti giri, trovai la tomba. Come convenuto, depositai la corona e
il libro, e gli dissi: “Il misantropo è il tuo sogno, non il mio. Te lo
restituisco. Ti amerò per sempre, ma non sono te. Smetterò di odiare il
mondo. Mi permetterò di trionfare dove tu hai fallito”. Mi misi la
parrucca, la corona di spine ed intrapresi il ritorno. Il mio cuore
cominciò a palpitare forte. La cosa più difficile stava cominciando.
Avevo bisogno almeno un quarto d’ora per arrivare al metrò.

Come lei mi chiese, cominciai a benedire la gente per strada. “La
benedico Signora, la benedico Signore”. Contrariamente a quello che
aveva immaginato, la gente non reagiva con aggressività. Alcuni
sembravano attoniti, ma molti mi risposero “Grazie”, senza prendersi
gioco di me. Una donna mi domandò chi fossi, dissi che ero il Salvatore
e risi. Alla paura e all'eccitazione si mischiò un certo giubilo. Un'altra
donna, dopo che la benedissi, mormorò: “Che la pace del Signore ti
accompagni”. Ho dovuto benedire alcune quaranta persone.
Entrando nel vagone del metrò, ad alta voce ripetei tre volte: “Vi
benedico tutti”. E mi sedetti tranquillo, sicuro di me stesso. Nessuno mi
disturbò.

Un mendicante che salì promise: "Dio mi restituirà cento volte il denaro
che ti darò”. Mi diede tutto il denaro che portava nelle tasche. Quando
uscii in superficie, togliendomi il travestimento, i miei occhi si
riempirono di lacrime... Seguendo i suoi consigli conservai per una
settimana, in un pacchetto, sotto il mio letto, la corona e la parrucca.
Quindi li seppellii e vi piantai un alloro.

I quindici giorni seguenti mi sentii stanco in modo anormale. Un mese
più tardi ottenni il mio primo grande ruolo in televisione. Interpreto

Francois Miterrand durante la sua gioventù, tra 1941 e1944... Sono
eccitato, angosciato, ma felice!”
106. Ricevo questa lettera proveniente di Buenos Aires, Argentina :

Durante il mio viaggio in Francia, le chiesi un atto psicomágico perché
ho la vitiligine, una malattia che depigmenta la pelle. (La stessa che ha
Michael Jackson.) Questa malattia si cura con un farmaco che si vende
a Cuba. Sebbene fossi andato già due volte a L'Avana per il trattamento,
qualche altra macchia usciva sempre, e questo che mi preoccupava
molto. Lei mi domandò quale fosse il problema della malattia.

Risposi che le macchie potevano crescere a poco a poco ed apparire altre
notizie. Mi domandò quale fosse il problema. Risposi che se la malattia
avesse preso il sopravvento, potevo arrivare a diventare completamente
albino.

Mi domandò cosa non funzionasse. Non seppi che cosa rispondere.

L'atto che mi consigliò consisteva nell’uscire in strada, vestito solo con
degli shorts e tutto il corpo dipinto di bianco. Doveva andare a spasso
per un lungo periodo di tempo, prendere un gelato al cioccolato bianco,
ed alla fine del percorso scattare una foto di me nudo e appenderla nel
soggiorno di casa mia. Questo avrei dovuto farlo con un'amante che mi
accompagnasse, e quello era realmente un problema.

Quando lei mi prescrisse l'atto, stavo passando per una carenza terribile
in campo amoroso... La settimana seguente, appena rientrato a Buenos
Aires, dove il clima caldo mi facilitava la realizzazione dell'atto, mi
trovai a chiamare al telefono il mio amore impossibile: una ragazza che
mi piaceva ed alla quale avevo dato il mio numero molti mesi prima.

Comprai il trucco, e mi preparai per ricoprirmi tutto il corpo. Cominciai
dal mio pene che ha una macchia bianca nella parte inferiore.
Immaginai, mentre mi dipingevo che la macchia crescesse e stesse
invadendo interamente.

La cosa non mi sembrò così strana: sono disegnatore di cartoon e passo
tutto il giorno a colorarli. Mi misi gli shorts ed uscii per la strada con la
mia amica. Sebbene fingessi bene di essere rilassato, ebbi voglia di fare
la passeggiata il più rapidamente possibile, come quando uno passa per
una strada vicino a un bidone di spazzatura e trattiene il respiro fino a
quando il cattivo odore sia passato. Evitai di rivolgermi alla ragazza, per
non farla vergognare, Mi resi conto che lei mi accettava e afferrò la ma
mano. Non era un problema e realizzai che mi accettava così com’ero.
Lì le cose incominciarono a cambiare. Non solo mi rilassai, ma compresi
l'importanza di avere fatto l'atto vicino a lei.

Un ubriaco mi salutò con urla ed io gli risposi allo stesso modo;

alcuni operai che pranzavano per strada, festeggiarono il mio passaggio
ed io il loro pranzo. Dopo, come apice, mi addentrai nella strada
principale pedonale la Florida, in centro, gremita da una folla di turisti
che vanno e vengono facendo acquisti. Passai sul lato dove una band
musicale suonava una musica del nord. Il chitarrista mi gridò: “Anch’io
voglio essere bianco!” Un uomo si informò su sapere se stessi facendo il
mio addio da celibato. Molti si dimostrarono disinteressati. Arrivando a
casa mia, la mia amica mi scattò la foto completamente nudo, che farò
incorniciare ed appenderò nel mio soggiorno.
Quindi feci un bagno per togliermi il trucco, aiutato dalla mia amica.
Vidi la pittura che svaniva e tornava il mio colore. Le macchie non si
vedevano ora come tumori albini in espansione, bensì come piccole isole
bianche dominate dalla gran massa di color pelle che li manteneva
riunite.

L'atto mi fece molto bene, stabilii con la mia amica una relazione di
profondo romanticismo, e non ho oramai più paura della vitiligine.

107. Ricevo una testimonianza firmata da un conosciuto cantante e
compositore francese, Arthur H (nato nel1966), figlio dell’ anche
conosciuto cantante e compositore Jacques Higelin, (nato nel1940):

Mio padre era un artista pieno di fantasia, di storie, di canzoni, ben
connesso al mondo immaginario di un bambino. Tuttavia, tormentato da
un passato torbido, si sentiva incapace di vivere una vita in famiglia
relativamente equilibrata. La forza centrifuga della violenza che veniva
dal suo profondo lo spingeva sempre di più verso incessanti scontri, in
una fuga costante da ciò che poteva dargli una sensazione di reclusione.
L'amore profondo che univa i miei genitori fece che la separazione fosse
lunga e dolorosa. Mia madre dovette staccarsi progressivamente,
affaticata dall’ eccesso di eterne assenze e ritorni, e promesse non
mantenute.

Fu in quell'epoca che cominciai ad aspettarlo, completamente intriso,
dell'angoscia di mia madre (fino a farla mia). A volte, mio padre, di
ritorno da una tournée di concerti, arrivava inaspettato, con un bel
regalo. Altre volte annunciava il suo arrivo, dando una data ed un'ora
precisa, ma non veniva o arrivava con un insopportabile ritardo.
Io passavo dall'eccitazione ed orgoglio, all'inquietudine, alla
rassegnazione, alla delusione, e in fine all'indifferenza mischiata ad una
profonda angoscia, pensando: “Magari è morto e nessuno lo sa”.

Quando finalmente arrivava, io, già preda a una specie di depressione,
non ero capace di sopportare l'energia di mio padre, e benché fossi felice
di vederlo, mi sentivo vuoto, impotente ad esprimere i miei sentimenti.
Da adulto, questa tristezza, nonostante mi avere appagato artisticamente,
non cessava di invadermi. Vivevo in uno stato di attesa costante,
desiderando di esistere davanti ai suoi occhi, per potere esistere nella
realtà. Non c'era differenza tra questi sentimenti e quelli di mia madre,
sempre inquieta e delusa aspettando i ritorni del suo amante lunatico e
indifferente, preparandosi inconsciamente a un futuro abbandono.

Alejandro mi propose un atto psicomágico: “Freud si sbagliò: non è
necessario ammazzare il padre, a che cosa serve un padre morto? bensì
assorbirlo, farlo vivere dentro di sé. Simbolicamente, solo una volta,
trasformati in tuo padre; e poiché come te è un musicista, un
personaggio pubblico, trasformati in lui davanti ai tuoi spettatori, in un
teatro.

Avendo incantato il pubblico, smetterai di vivere spossato dall'attesa;
non sarai più un bambino che soffre davanti ad un padre irraggiungibile,
insuperabile. Ti maschererai da lui e, cantando una delle sue canzoni,
dirai al tuo pubblico: “Sono Jacques Higelin!”

La mia prima reazione fu di rifiuto, come se io non avessi il diritto di
giocare con qualcosa di sacro. Ma a poco a poco questo atto mi sembrò
liberatorio. Quando arrivò il giorno prescelto, seguii alla lettera le
istruzioni di Alejandro. Prima di termine il mio concerto chiesi ai miei
musicisti che mi lasciassero solo in scena, tirai fuori una valigia che
aveva nascosto dietro un amplificatore, e la lanciai sul piano. Fece un
gran rumore. Dopo, in mezzo ad un profondo silenzio, dissi al pubblico:

“Ci sarà qualcuno nascosto dentro questa valigia!” Dopo, con ogni
sincerità, cantai la mia relazione con mio padre, le sue assenze, le attese
ed anche l'amore. Senza smettere di parlare mi svestii fino a rimanere
nudo davanti allo sguardo degli spettatori a bocca aperta. “Qui sto, nudo
davanti a voi, come nel giorno della mia nascita!” Aprii allora la valigia
e cominciai a tirar fuori i vestiti di mio padre che avevo sottratto da casa
sua. “Questi sono i vestiti con cui mio padre si presenta in scena:

il gran mammalucco, la cintura di chiodi, la giacca di velluto ricamata e
i vecchi sandali.” Era un ritratto molto intimo, tutti ridevano ed anch’io.
“Ora, con un atto di psicomagia mi trasformerò in mio padre.” Mi vestii
coi suoi vestiti e cominciai a cantare una delle sue canzoni più
conosciute. Come per rispetto davanti alla strana situazione, nel
pubblico si impose un silenzio rispettoso. Cantai molto concentrato,
con la sensazione di superare qualcosa che mi era proibito. Quando finii
la canzone, mi svestii, e ringraziai il pubblico per avere partecipato a
quel sogno. Cominciai a lanciar loro l'abito di mio padre e dopo il mio
abito di scena, rendendoli così partecipi della guarigione. Un'altra volta
nudo chiamai i miei musicisti, per interpretare il numero finale. Questa
volta fui interamente me stesso, sentendo un'allegria interna profonda.
I miei collaboratori si rallegrarono anche, sentendo che un'energia di
libertà ci circondava tutti.

Oggigiorno non mi aspetto niente da mio padre, non ho bisogno di
esistere davanti ai suoi occhi per esistere nella realtà, non ho bisogno
che lui mi ascolti per potermi esprimere. Sento che ancora nel mio
ventre c'è una certa rabbia, ma invece di reprimerla e rovesciarla contro
me stesso, posso lasciarla fluire, esprimerla e trasformarla per renderla
fertile, creatrice, concedendomi l'energia vitale e spingendomi verso il
mondo e verso gli altri. Ho deciso di perdonare i miei genitori, liberarmi
e liberarli dal carico negativo del passato, e scegliere di non vedere in
essi più che la vita e tutto l'amore che mi hanno trasmesso.

APPENDICE
( Solo per futuri psicomaghi )
La psicomagia, essendo il prodotto di un'intensa esperienza teatrale ed
artistica, è impossibile che possa essere esercitata da una persona che
non ha praticato un'arte. Si troveranno in lei elementi che assomigliano a
all’happening e alla performance, alla poesia, alla pittura e la scultura o
alle arti marziali. Altri grandi ispiratori di questa arte risanatrice sono
stati la magia tradizionale, lo sciamanismo e le tecniche dei guaritori
popolari. Chi decide di dedicarsi professionalmente ad impartire consigli
psicomágici, deve praticare prima i Tarocchi, come li insegno nel mio
libro La via dei Tarocchi, conoscere la storia del teatro, delle arti
plastiche, della magia, dello sciamanesimo, delle arti marziali. Leggendo
i grandi poeti deve sviluppare la sua sensibilità; conoscere le teorie
psicoanalitiche, approfondire la psicogenealogía e, soprattutto, lasciando
da parte qualunque dottrina religiosa, prepararsi, con la stessa passione
con cui lo fa un monaco buddista, a vincere l'attaccamento alla sua
individualità, formata dalla famiglia, la società e dalla cultura, vincendo
la discriminazione, procedendo in modo impersonale durante le
consultazioni... La creatività psicomágica non è innata, né può riuscire
da un giorno con l’altro, richiede molti anni di sforzi pazienti.

La preparazione di un psicomago può dividersi in tre tappe: essere
padrone di sé stesso nella vita quotidiana, sviluppare il suo livello di
Coscienza e costruirsi una morale di vita obiettiva.

Nella prima tappa, l'aspirante deve:

Imparare a fissare la sua attenzione ad un solo tema, un solo punto, una
sola azione.
Vincere la pigrizia.
Finire sempre quello che si è cominciato.
Indicare la cosa migliore possibile che uno possa fare.
Mai permettersi, anche in solitudine, atteggiamenti indegni del proprio
livello spirituale.
Eliminare ogni vizio, mania, gesto ripetuto.
Controllare le espressioni facciali, non fare smorfie.
Stare all'erta in ogni istante.
Sviluppare la generosità.
Sforzarsi di ascoltare agli altri.
Evitare di creare problemi.
Adattare la propria maniera di parlare al livello intellettuale di chi
ascolta.
Ringraziare coscientemente per ciascuno dono.
Esplorare le sue possibilità corporali.
Evitare di imporre un’opinione.
Non mentire né mentirsi.
Non compiacersi nel dolore o nella paura.
Aiutare il prossimo senza renderlo dipendente.
Non imitare né desiderare di essere imitato.
Non occupare troppo spazio.
Fare il minore rumore possibile.
Rispondere onestamente ad ogni domanda.
Non lasciarsi impressionare da personalità forti.
Non appropriarsi di niente e di nessuno.
Non ingannare, non sedurre, non seguire mode.
Mangiare solo il necessario, proteggere la propria salute.
Non parlare di problemi personali.
Non stabilire relazioni amichevoli inutili.
Essere puntuale, pulito ed ordinato.
Non invidiare oggetti ed successo.
Parlare lo stretto necessario, non essere esibizionista.
Non gesticolare inutilmente.
Non pensare mai ai benefici che produce la propria azione o opera.
Non minacciare.
Non accettare di lavorare per ciò che disgusta.
Non prostituirsi.
Mantenere sempre le promesse.
Rispettare i contratti.
Essere capace di dimenticarsi di sé stesso e mettersi nei panni dell'altro.
Non eliminare ma trasformare.
Mai fare una visita senza portare un regalo.
Non cambiare direzione a causa di critiche o lodi.
Perdonare i propri genitori e a chi ci ha fatto del male.
Lasciare arrivare allo spirito tutti i pensieri, sentimenti e desideri, per
mostruosi che siano, lasciarli passare, senza identificarsi con essi.
Aiutare agli altri ad aiutare se stessi.
Mai accettare un ingiusto “no” o “sì” .
Vincere le antipatie e trasformarle in benevolenza.
Vincere il proprio orgoglio e trasformarlo in dignità.
Vincere la collera e trasformarla in creatività.
Vincere l‘avarizia e trasformarla in amore per la bellezza .
Vincere l'invidia e trasformarla in amore per i valori degli altri.
Vincere l’odio e trasformarlo in generosità.
Vincere la mancanza di fede e trasformarla in amore per l'universo.
Affrontare gli incubi e vincerli.
Non permettersi nei sogni dei comportamenti non ammessi durante la
veglia.

Nella seconda tappa, l'aspirante deve: 

Riconoscere i giudizi soggettivi e non applicarli agli altri, come se
fossero verità obiettive.
Comprendere perché si vive e che cosa deve fare per cooperare coi
progetti dell'universo.
Non stare alla mercé del proprio corpo, sapendo che le impressioni dei
sensi possono essere ingannevoli.
Non permettere che le malattie colpiscano lo spirito né che l'inerzia, che
chiamano depressione, impedisca di svilupparsi.
Non inibire i propri desideri (insoddisfazione) né esacerbarli
(ossessione).
Non identificarsi con sentimenti negativi, assorbendo i legami con
persone, società e luoghi.
Attrazioni o repulsioni, paure, ansietà e rabbie accumulate che si sono
trasformate in odio.
Spazzare dalla mente i dialoghi interni, i sogni durante la veglia, la
suggestionabilità, il desiderio di attribuirsi valori altrui, gli egoismi
volgari e l'immaginazione tossica che lo diverte per far dimenticare di
essere mortale.
Smettere di accumulare con voracità impressioni o crearsi condotte
posticce plagiate da personalità importanti.
Risvegliare nello spirito la fede, fiducia e non mera credenza, la
speranza, sforzo corretto per esaudire quello che è non un desidero
nevrotico ma esaudire ciò che dovrebbe essere.
La carità (amore per l'umanità) quella che fu, quella che è e quella che
verrà.
Rispettare agli altri non per deviazioni narcisistiche della personalità,
che rispecchiano spot pubblicitari, diplomi, premi, corpi rimodellati,
voracità economica, decorazioni eccessive, bensì secondo il proprio
sviluppo interno.
Sviluppare armoniosamente i quattro centri: intellettuale, emozionale,
sessuale e corporale.
Non rifugiarsi in un solo centro o due, per reprimere i restanti,
stabilendo barriere interne dove i pensieri, emozioni, desideri e necessità
vivono con tempi ed intensità incompatibili.
Saper riposare, la mente in silenzio, il cuore non discriminando, il suo
sesso sentendosi soddisfatto ed il suo corpo con gratitudine per essere
vivo.
Eliminare abitudini e ripetizioni, seguendo i propri legittimi, non
copiando ciò che altri fanno né confrontandosi con essi in costante
competizione.
È impossibile conoscere gli esseri nella loro totalità e preoccuparsi di
verificare se le relazioni stabilite con essi seguono a progetti costruttivi,
smettere di agire per accumulare meriti.
Non fuggire ma affrontare volontariamente le proprie sofferenze
essere capaci di non sprecare l'energia mentale, emozionale, sessuale o
fisica.
Pensare sempre che ciò che si ottiene per sé stessi potrebbero desiderarlo
anche altri.
Mai convertire, per legami infantili, le bugie in superstizioni
rendersi conto che più importante di ciò che gli succede è come si
reagisce davanti ad esso.
Comprendere che il Conscio è libero solo quando agisce in unione con
la volontà dell’Inconscio.

Nella terza tappa, l'aspirante deve potere affermare sinceramente:



Quello che verrà, verrà e l'accetto.

Non guiderò le mie azioni per paura di punizioni infernali o per avidità
di premi celestiali.

Sarò quello che sono e non quello che gli altri vogliono che sia.

Accetterò le leggi conclamate dalla collettività, ma nella mia mente e nel
mio cuore rimarrò libero di pensare ed amare quello che desidero.

Quello che non sono, non lo sarò mai. Quello che sono in realtà, lo sarò
sempre.

Smetterò di affermare che la mia realizzazione sta nel futuro. È ora che
devo realizzarmi, facendo fruttare le mie potenzialità.

Se Dio non sta qui, non sta da nessuna parte. Se io non sto qui, non sto
da nessuna parte.

Non disprezzo il presente per un misterioso futuro.

Se ci sarà un oltre, non devo saperlo ora.

Quando verrà ciò che deve venire, se è un qualcosa, niente mi impedirà
di saperlo. Se è niente, anch’io sarò niente. Perché allora angosciarmi?

Mi staccherò dalle idee ignoranti formatesi per credenze figlie
dell'angoscia: non sono ciò che sto essendo, ciò che fui né quello che
sarò, vivrò decidendomi a pensare che se ora, domino il mio spirito,
raggiungerò la pace, in futuro, se sono cosciente, sarò capace di esistere
con felicità in qualunque dimensione.

Allora, senza preoccuparmi dell’oltre, godrò espandendo i limiti della
mia Coscienza, conoscendo tutto quello che mi sia possibile conoscere,
senza ristagnare per difendere limiti intellettuali, emozionali, sessuali o
materiali.

Per potere conoscere ed amare agli altri, imparerò a conoscere ed amare
me stesso.
Comprenderò che la cosa migliore che avrebbe p
mai potuto accadermi a questo mondo, fu nascere.

Comprenderò che quello che chiamo morire è una trasformazione
necessaria.

Comprenderò che quello che c'è nel mondo non definisce l'essenza del
mondo.

Un mucchio di spazzatura in un calice di oro non gli toglie qualità, lo
sporca solo momentaneamente.

C'è violenza nel calice, egoismo, fanatismo, ma il mondo non è ciò:
nonostante l'abbondanza di fatti negativi, è un paradiso basico, un
terreno che io devo pulire ed utilizzare in forma positiva. Estrarre la
spazzatura dal calice e al suo posto mettere un diamante.

L'esistenza è sacra. Io sono sacro.

Tutto quello che otterrò lo condividerò con gli altri.

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