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L’alimentazione

a gasogeno
di Maurizio Tabucchi

L’
alimentazione a gasogeno combustibile, in pratica una sorta na, dove bruciano la legna o il car-
(detto anche gassogeno) ci di gassificazione? bone, da piccole portate d’aria, ad
riporta ai tempi della secon- Il processo prevede reazioni chimi- alta velocità, mischiate al vapore
da guerra mondiale, quando le ri- che di incompleta combustione acqueo. La miscela che si genera
sorse mancavano, e soprattutto del carbonio (C) e degli idrocarburi (composta da ossidi di carbonio,
scarseggiava la benzina. Ma ci ri- (CnHm), con produzione di ossido azoto, idrogeno, e metano) va al
porta anche all’epoca che prece- di carbonio (CO), di biossido di car- carburatore attraverso una serie di
dette la guerra stessa, quando, a bonio (CO2), di idrogeno (H2) e di apparecchi secondari: depuratore,
causa di una folle campagna colo- metano (CH4). L’alimentazione del refrigeratore, essiccatore e separa-
nialista, l’Italia si trovò al centro di dispositivo produttore di gas può tore.
un attacco rivolto dalla Società variare dal carbone di legna all’an- L’inconveniente è dato tuttavia
delle nazioni, e - principalmente - tracite, dal carbone fossile alla dalla necessità di dover scaldare
da Gran Bretagna e Francia (peral- semplice legna, ma - ovviamente - preventivamente il motore, prima
tro colonialiste anch’esse): le san- il rendimento cambia in base al di passare al gasogeno, perché è
zioni economiche, un embargo combustibile impiegato. L’elemen- necessario che le camere di scop-
che la Società delle Nazioni pose in to principale dell’apparecchio, le pio raggiungano una temperatura
atto contro il Paese per avere inva- cui caratteristiche differiscono lie- elevata per accettare tale tipo di
so l’Etiopia. vemente nel caso sia progettato miscela. Il potere calorico di que-
Esistono ancora alcuni impianti a per il carbone o per la legna, è co- sto combustibile, caldo e gassoso,
gasogeno, veri reperti archeologi- stituto dal gasogeno vero e pro- è piuttosto povero e varia dalle
ci, che testimoniano un’epoca qua- prio, cioè dal produttore di gas di 950 alle 1.200 kcal/m3, mentre la
si sconosciuta ai più giovani, quasi distillazione formato da un forno carburazione si rivela assai appros-
dimenticata da coloro che l’hanno rivestito di materiale refrattario, simativa.
vissuta o che l’hanno sfiorata. dotato di una griglia sotto alla qua- I gas emessi non sono molto dissi-
le si deposita la cenere, e da un mili da quelli che la biomassa pro-
La tecnica contenitore per l’acqua (vaporiz- duce nella naturale bruciatura, an-
Come avviene che legno o carbo- zatore) posto sul fornello. Il gas si zi il potente gas serra metano così
ne bruciati si trasformino in gas ottiene facendo attraversare la zo- non si crea, ma forse numerosi me-

La rivista L'Auto Italiana dedicò spesso la copertina


all'alimentazione a gasogeno, sistema che stava
riscuotendo ampi consensi.

L'Alfa Romeo 6C 1750 Gran Sport del prof. Ferraguti nel corso di un rifornimento durante la Mille Miglia del 1933. I meccanici
La Fiorini era una della numerose aziende che versano benzina nel solo serbatoio supplementare anteriore, allo scopo di favorire la partenza a freddo, mentre un altro
fabbricavano impianti a gasogeno. meccanico è intento alla registrazione dei freni anteriori.

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Ancora uno scatto al posto di rifornimento. Ruote di scorta, bauletto e capote erano stati eliminati per
Particolare dell'impianto a gasogeno delle 6C 1750 Gran Sport. far posto al voluminoso congegno.

talli e inquinanti del legno, che in avveniva più per compressione, legna o carbone, l’impiego era ab-
natura si ossidano, alle alte tempe- bisognava installare un magnete, bastanza agevole.
rature (allo stesso modo di quanto sostituire tutto il complessivo di
avviene in un caminetto o in una alimentazione, pompa di iniezione La storia
stufa) possono generare gas noci- compresa, con un carburatore e Con il 1929, il governo fascista di
vi. relativo collettore, aumentare la ci- Benito Mussolini dà inizio al pro-
Se con i motori a benzina la con- lindrata da 11.500 a 12.517 cm3, getto per la conquista di un “pro-
versione non si rivelava particolar- portando l’alesaggio da 120 a 125 prio posto al sole” sull’esempio di
mente impegnativa, ben diversa mm, alleggerire le bielle e bilancia- Gran Bretagna, Francia e altri Paesi
era all’epoca la trasformazione per re l’albero motore per la maggior europei: la volontà del duce è quel-
i Diesel. L’adattamento di un moto- velocità di rotazione raggiunta, la di avviare una politica imperiali-
re Alfa Romeo F6-M317 aveva reso che passava da 1500 a 1750 giri/ sta, di conquistare terre ricche di
necessaria la riduzione del rappor- min, ridurre poi il rapporto al pon- risorse naturali, il sogno di ricostru-
to di compressione, la testa veniva te da 25/35 a 25/40 sostituendo la ire qualcosa che si ricolleghi al gran-
modificata con l’introduzione de- corona. Solo così il rendimento de impero romano, in grado di dare
gli alloggiamenti per le candele di non si abbassava molto e, a parte il potenza e prestigio al Paese.
accensione; poiché lo scoppio non frequente approvvigionamento di L’11 ottobre 1935 la Società delle
L'originale finto
baule di una
La Mille Miglia a gasogeno del professor Mario Ferraguti Balilla nasconde
il gasogeno.
Mario Ferraguti era il direttore dell’Istituto di Frutticoltura di Grottaros- strada con la sua 6C 1750, propose a Mussolini la sua intenzione di par-
sa (Roma) e ancora non sapeva che sarebbe stato protagonista di una tecipare alla Mille Miglia del 1933. Il permesso venne accordato e fu un
storia che fece epoca. grande successo; accompagnato dal comandante della Milizia Foresta-
Accadde che nel 1931, durante un colloquio con Benito Mussolini, Gia- le, Augusto Agostini, i due corsero in tuta bianca, proprio per dimostra-
como Acerbo (ministro dell’Agricoltura), Costanzo Ciano (ministro dei re che il gasogeno non provoca fumo e sporco, come i detrattori del
Trasporti), per valutare gli sviluppi su una forma di coltivazione intensi- sistema sostenevano. Sebbene partecipassero come normali concor-
va dei terreni, il duce rimase stupito da una macchina agricola alimen- renti, furono però costretti a partire in anticipo sulla prima vettura (la
tata né a benzina né a gasolio, ma a gasogeno. Chiese allora a Ferragu- Balilla Sport di Romoli-Mancini) e fuori classifica.
ti se il congegno avrebbe potuto muovere anche un’autovettura, ma Con stupore dello stesso Jano, il motore esprimeva ben 53 CV contro
Ciano cercò invano di dissuaderlo sostenendo che l’impianto, troppo gli 85 della versione normale, ma la velocità si rivelò elevata, tanto che
pesante, non sarebbe stato possibile installarlo su una vettura; Ferra- la media, sui 1.650 chilometri della gara, fu di 64,37 km/h, mentre sul
guti cominciò però a maturare la convinzione che ciò fosse invece rea- tratto Roma-Viterbo la media fu impressionante: ben 97 km/h.
lizzabile, tanto che ebbe il sopravvento sullo scetticismo di Ciano e il Con la sua 6C 1750 Gran Sport, Mario Ferraguti partecipò in seguito a
duce si convinse. Il professore si rivolse al fabbricante di Grottarossa molte altre corse, piazzandosi al 17° posto nella Targa Abruzzo. Nel
dei gasogeni Dux (in onore a Mussolini), ne ordinò uno di piccole di- 1934 partecipò al raid Roma-Budapest coprendo la distanza di 1.605
mensioni per alloggiarlo nientemeno sulla sua Alfa Romeo 6C 1750 chilometri in 26 ore e 15 minuti, alla media di 65 km/h. L’anno successi-
Gran Sport (nella foto in basso), praticamente un’auto biposto da com- vo, dopo aver dotato la 6C 1750 di una carrozzeria più aerodinamica, il
petizione, con la quale il professore (grande appassionato della Casa professore si pose l’impegno di proporre a livello internazionale il
del Portello) aveva già percorso ben 100 mila chilometri per le sue visi- gasogeno, percorrendo ben 6.300 chilometri in 110 ore e 31 minuti,
te alle coltivazioni, e fece alloggiare l’apparecchio nella coda, eliminan- raid che gli permise di attraversare dieci capitali europee. La sua ini-
do il piccolo bagagliaio, la capote, la ruota di scorta e il serbatoio della ziativa fu molto apprezzata all’estero, ben più di quanto lo fosse sta-
benzina. Si mise in contatto con Vittorio Jano, il progettista della 6C, il ta in Italia.
quale gli suggerì di provare preventivamente al banco motore e gaso-
geno; l’esito fu favorevole e Jano si mise al lavoro su un motore 1750
Gran Sport adattandolo alle esigenze del nuovo carburante. Il rappor-
to di compressione fu portato a 7,45:1 (dai precedenti 5:1) e il rapporto
della coppia conica al differenziale fu ridotto in relazione al maggior
peso della vettura. Inoltre, il condotto di aspirazione fu dotato di un de-
viatore che permetteva l’avviamento a benzina e, a motore ben caldo,
la conversione a gasogeno.
I primi collaudi si svolsero sull’autostrada Milano-Laghi e tanto Jano
quanto il professor Ferraguti erano ansiosi di valutare la velocità mas-
sima; e quando riuscirono a superare i 110 km/ora, Ferraguti non riuscì
a trattenere la gioia. E’ vero che dai circa 160 km/h previsti dall’auto di
serie, si era scesi di parecchio, ma è anche vero che il risultato, conside-
rando il peso maggiore e il rapporto al ponte, era comunque un suc-
cesso. Era talmente entusiasta il professore, che rientrato a Roma per

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Un gasogeno
Fiat montato
sull'autelaio di
un autocarro.

A destra il
disegno
esplicativo del
complesso
sistema di
alimentazione.

Anche in Nazioni delibera le san- attenuato da interessi economici,


Francia zioni contro l’Italia. ma intanto il 7 novembre le san-
usavano il Niente più armi, niente zioni sono ufficialmente decretate
gasogeno, la crediti, niente materie e il 18 dello stesso mese diventano
foto, da un
giornale
prime, non si importa- operative. In Italia si afferma un
dell'epoca, no più merci italiane. Ci concetto magico che servirà al re-
mostra una viene imputata l’ag- gime per inventarsi il nemico: au-
Berliet gressione all’Etiopia, tarchia.
alimentata Nazione indipendente, Vogliamo diventare autosufficien-
a legna. tale - si era sperato - da ti, il fai da te diventa il pretesto per
non suscitare reazioni stimolare l’orgoglio nazionale; gli
internazionali. Ma si era italiani sono chiamati tutti a rac-
sottovalutato il fatto colta dal fascismo a “consumare
che anche il Paese afri- Italia”. Il regime alimenta il mito
cano faceva parte dello dell’autarchia. Si sostituisce il tè
stesso organismo inter- con il carcadè, il carbone con la li-
nazionale, il quale non gnite, la lana con il lanital, si aboli-
aveva infatti tardato a sce il caffè “che fa male”, si recupe-
muoversi. rano gli stracci, la carta, si fa incetta
Sembrano provvedi- di pentole di rame, si sostituisce il
menti pesanti, ma non cuoio con impasti di vario genere
sarà così. Le maglie del- (tristemente famose le scarpe con
la rete delle sanzioni so- la suola di cartone dei nostri solda-
no inefficaci: Germania ti in Russia). Le donne usano scar-
e Stati Uniti non aderi- pe con suole di sughero (recente-
scono e altri Paesi non mente tornate di moda). I termini
le applicheranno con ri- stranieri non si possono più usare;
gore. Sarà un embargo addirittura il cognac cambia nome
e, su proposta di Gabriele d’An-
nunzio, diventa arzente, E sui muri
Alla fiera di spiccano i premonitori slogan a fir-
Padova, la ma del duce. Il più diffuso: “E’ l’ara-
A.A.V.S. tro che traccia il solco ma è la spa-
esponeva da che lo difende”. E l’altro: “Meglio
questa Fiat
508C abbinata un giorno da leoni che cento da
ad un pecore”; Mussolini ha in mano il
bruciatore per Paese.
l'alimentazione E la benzina? Ben più pesante dal
a gasogeno. punto di vista economico per i co-
sti di importazione, che non irre-
peribile, si tenterà di sostituirla con
una geniale trovata: il gasogeno.
Le “inique sanzioni”, secondo un al-
tro slogan, hanno vita breve. Nel
1935 sono già in discussione, nel
1936 cessano; il 15 luglio sono
abolite e Londra ritira l’Home Fle-
et, la flotta della Royal Navy, dal
Mediterraneo. Nei confronti del
sanzionismo, Mussolini tuona: “è
stata innalzata la bandiera bianca”.
Il fascismo sta attraversando un
momento d’oro, è l’era prenazista.
Per il duce, che apparentemente
ha vinto, sarebbe il momento di
mostrare saggezza. Ma sappiamo
che non andò così. 

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