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S139/2

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Vanacore
Amalia
Amalia Vanacore Amalia Vanacore

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Corso di lingua e cultura greca
GRAMMATICA:
• 26 lezioni con trattazione chiara, sistematica e completa del sistema linguistico greco.
• Nozioni di grammatica storica.
• Nozioni relative a particolarità ed eccezioni. Corso di lingua e cultura greca
• 7 appendici utili per l’approfondimento della lingua.
esercizi 2
ESERCIZI 1 ed ESERCIZI 2:
• Esercizi d’ingresso (per una verifica immediata dei prerequisiti).
• Percorsi di lavoro organizzati in unità (15 nel I volume e 11 nel II).
• Nozioni sintattiche esposte in modo sintetico e chiaro.
• Numerosissimi esercizi di varie tipologie, scelti con gradualità e differenziati per livelli di difficoltà. ®
• Moltissime versioni (alcune anche con analisi guidata o guida alla traduzione), graduali e differenzia- digiWORLD
tutto compreso
te per livelli di difficoltà.
• Varie rubriche e schede linguistiche e lessicali (per uno studio della lingua a carattere etimologico e
Libro Misto
semantico). con contenuti digitali integrativi
• Inserti sull’uso del dizionario (per acquisire una corretta metodologia di consultazione). esercizi

2
• Letture antologiche organizzate per percorsi modulari e tutte con traduzione (per imparare a tradur-
re i testi d’autore).
• Interessanti dossier di approfondimento sui principali avvenimenti della storia greca e sulla cultura
degli antichi Greci nelle sue varie manifestazioni.
• Attività di recupero (con esercizi e versioni graduali).

DIGITAL BOOK (con contenuti digitali integrativi) grativi):


• Sintesi in slide di argomenti grammaticali.
• Esercizi interattivi.
• Versioni con tutor.
• Schede linguistiche e semantico-sintattiche di approfondimento.
• Ulteriori versioni di consolidamento e potenziamento.
• Altre letture antologiche (organizzate per percorsi modulari e tutte con traduzione).

DISPONIBILE ANCHE IN VERSIONE E-BOOK


Il volume può essere adottato anche nella sola versione digitale (e-book + contenuti digitali
integrativi), consultabile su PC, lettori e-book, tablet, lavagna interattiva (LIM).
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citare il codice ISBN 978-88-914-9002-5 Con l’acquisto di questo libro hai diritto a scaricare gra-
tuitamente, dal sito www.simonescuola.it, la versione
e-book del testo e tutti i materiali digitali integrativi: ap-
profondimenti, verifiche, esercitazioni pratiche.
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ISBN 978-88-914-2002-2
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(+ e-book e contenuti digitali integrativi)


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Sa+ <Ekkgmija*
ESERCIZI

I
II
AMALIA VANACORE

Sa+ <Ekkgmija*
Corso di lingua e cultura greca
ESERCIZI

SIMONE PER LA SCUOLA Ð NAPOLI

III
Sa+ <Ekkgmija*
Copyright # 2019 Simone s.r.l.
Via F. Russo 33/D
80123 Napoli

Tutti i diritti sono riservati.


EÁ vietata la riproduzione anche parziale
e con qualsiasi mezzo senza l'autorizzazione
scritta dell'editore.

Per citazioni e illustrazioni di competenza altrui, riprodotte in questo libro,


l'editore eÁ a disposizione degli aventi diritto. L'editore provvederaÁ, altresõÁ, alle
opportune correzioni nel caso di errori e/o omissioni a seguito della segnalazione
degli interessati.

Prima edizione gennaio 2019


S139_2
ISBN 978-88-914-2002-2

Ristampa
5 4 3 2 1 0 2024 2023 2022 2021 2020 2019

Coordinamento editoriale: Dario di Majo


Revisione scientifica del testo: prof.ssa Sofia Corvese
Grafica e copertina: Curvilinee
Impaginazione e Stampa: Arti Grafiche Cecom srl - Bracigliano (Sa)

IV
alla cara memoria
della nonna Michelina

V
VI
PREMESSA

I due volumi di esercizi di questo corso di lingua e cultura greca si


possono considerare dei veri e propri percorsi di lavoro organizzati in UnitaÁ
(15 nel primo volume e 11 nel secondo volume). L'articolazione di queste
unitaÁ permette al docente di programmare in modo graduale il lavoro di ogni
anno scolastico.
GiaÁ a partire dalla unitaÁ 2 vengono esposte a grandi linee le nozioni
sintattiche, utili fin dall'inizio alla comprensione e alla traduzione di un
testo.
Ogni unitaÁ eÁ corredata da numerosi esercizi, nei quali le difficoltaÁ au-
mentano progressivamente. Per quanto attiene alla tipologia delle esercita-
zioni, accanto alle verifiche definite ``tradizionali'' (esercizi di declinazione, di
coniugazione, di analisi e di traduzione), molte sono le prove strutturate e
semistrutturate (quesiti a scelta multipla o con risposta breve o a trattazione
sintetica o con risposte alternative del tipo ``vero''/``falso'', completamenti di
frasi, raggruppamenti tra gli elementi di una prima colonna e quelli di una
seconda colonna, esercizi di correzione di eventuali errori o di manipola-
zione). Sono presenti anche esercizi di traduzione dall'italiano, il cui fine non
eÁ quello di far acquisire agli allievi l'abilitaÁ traduttiva (che si consegue con la
traduzione dal greco), ma di fissare nella memoria forme e costrutti.
Come gli esercizi, anche le versioni contenute in ogni unitaÁ (per alcune
delle quali viene proposta un' ``Analisi guidata'' relativa alla comprensione
testuale e alla competenza linguistica) e quelle di ricapitolazione sono state
scelte con gradualitaÁ.
Numerose e di diversa tipologia sono le rubriche e le schede inserite nelle
varie unitaÁ e cosõÁ denominate:
Ð ``Scheda morfologica'' (per la conoscenza anticipata, rispetto al volume di
grammatica, di alcune nozioni morfologiche);
Р``Scheda sintattica'' (affinche l'acquisizione delle nozioni sintattiche sia
parallela a quella delle nozioni morfologiche);
Ð ``Repertorio lessicale'' e ``Ricerca lessicale'' (per l'acquisizione di un les-
sico di base, necessario per la conoscenza della lingua e un primo orien-
tamento di fronte ai testi);
Ð ``Laboratorio lessicale'' (per effettuare un percorso di lavoro basato sullo
studio etimologico e semantico di alcuni termini greci);

Premessa VII
Ð ``Uno sguardo al passato'' (per conoscere gli avvenimenti e i personaggi piuÁ
importanti della storia greca e della civiltaÁ dell'antica Grecia nelle sue varie
manifestazioni).

Per rendere piuÁ agevole la consultazione del dizionario (che sicuramente


non eÁ una operazione semplice), sono stati inseriti all'interno delle varie unitaÁ
gli inserti ``L'uso del vocabolario'', che offrono un valido aiuto per acquisire
una corretta metodologia di ricerca dei lemmi.
Nella parte iniziale del primo volume di esercizi sono contenuti vari
``Esercizi d'ingresso'' (riguardanti la struttura della frase e quella del periodo
della lingua italiana), che il docente potraÁ utilizzare nella ``fase dell'acco-
glienza'', per conoscere i prerequisiti in possesso dei discenti, necessari per lo
studio della lingua greca (e di ogni lingua).
In entrambi i volumi di esercizi, nella parte introduttiva di ogni unitaÁ, sono
indicati gli obiettivi che si intendono far conseguire agli alunni, affinche essi
possano accedere agevolmente all'unitaÁ successiva.
La sezione che segue quella degli esercizi eÁ costituita da letture antologi-
che, organizzate per percorsi modulari, che riguardano i generi letterari e gli
autori piuÁ rappresentativi della produzione letteraria della Grecia antica: tutti i
brani scelti sono stati tradotti in italiano. All'interno di questa sezione molto
interessanti sono le schede ``Testi a confronto'', utili per analizzare e con-
frontare passi di poesia o di prosa di argomento affine.
Dopo la sezione antologica sono degne di nota le appendici sui consigli
utili per la traduzione (primo volume) e sui proverbi e le sentenze (secondo
volume).
In ciascun volume sono stati individuati momenti finalizzati alle attivitaÁ di
recupero, relative a piuÁ unitaÁ, che sono da considerarsi una esigenza ormai
irrinunciabile per l'azione didattica e che permettono di organizzare verifiche
periodiche durante l'anno scolastico, dedicate al recupero degli alunni in dif-
ficoltaÁ.
Molto utili sono, infine, i due dizionari, quello greco-italiano (posto nella
sezione finale del primo volume) e quello italiano-greco (da cui eÁ corredata la
sezione finale di entrambi i volumi).
Le sezioni dei materiali digitali integrativi sono le seguenti:
Ð sintesi in slide dei contenuti morfosintattici (per ogni unitaÁ);
Ð esercizi interattivi (relativi alle attivitaÁ di recupero);
Ð versioni con tutor (relative alle attivitaÁ di recupero);
Ð schede linguistiche di approfondimento:
& la lingua greca e le sue espressioni;

& schede semantico-sintattiche;

Ð versioni di consolidamento e potenziamento;


Ð letture antologiche organizzate per percorsi modulari.
Castellammare di Stabia, gennaio 2019
AMALIA VANACORE

VIII PREMESSA
INDICE GENERALE

UnitaÁ 1 (il futuro primo attivo e medio: sigmatico, asigmatico, attico e dorico) pag. 1
^ Test di verifica dei prerequisiti ..................................... » 1
& Futuro sigmatico attivo e medio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2
^ Esercizi 1-3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: ut*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di ut*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2
^ Esercizio 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2
SCHEDA SINTATTICA:
le proposizioni finali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2
^ Esercizi 5-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3
SCHEDA MORFOLOGICA:
il futuro di ei$li* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4
^ Esercizio 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4
LABORATORIO LESSICALE: %ippo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
SCHEDA SINTATTICA:
l'uso dell'ottativo futuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
l'uso dell'infinito futuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
^ Esercizio 9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
& Futuro asigmatico o contratto attivo e medio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
^ Esercizi 10-13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
SCHEDA SINTATTICA:
il costrutto di le*kkx e l'infinito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6
^ Esercizio 14. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: a>cx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di a>cx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
^ Esercizio 15. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
LABORATORIO LESSICALE: rglai*mx e rg&la . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
^ Esercizio 16. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8
& Futuro attico attivo e medio e futuro dorico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8
L'USO DEL VOCABOLARIO: I verbi coniugati al futuro primo: come
risalire al presente indicativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8
^ Esercizi 17-23 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9
LABORATORIO LESSICALE: rx & la . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13
^ Esercizio 24. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: a$cx*m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13

Indice generale IX
LABORATORIO LESSICALE: a$cx*m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 13
^ Esercizio 25. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: mo*lo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14
^ Esercizi 26-27 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14
^ Versioni 1-12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15

UNITAÁ 2 (l'aoristo primo o debole attivo e medio) .................................. » 19


^ Test di verifica dei prerequisiti ..................................... » 19
& Aoristo debole sigmatico attivo e medio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 19
^ Esercizi 1-5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 19
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: a>qvx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 20
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di a>qvx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 20
^ Esercizio 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 21
LABORATORIO LESSICALE: rsqasia*, rsqaso*| e rsqasgco*| . . . . . . . . . . . . . . » 21
^ Esercizio 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 22
LABORATORIO LESSICALE: jt*jko| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 22
^ Esercizio 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 22
& Aoristo debole asigmatico attivo e medio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 23
L'USO DEL VOCABOLARIO: I verbi coniugati all'aoristo debole: come
risalire al presente indicativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 23
^ Esercizi 9-13. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 24
SCHEDA SINTATTICA:
le proposizioni temporali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 26
^ Esercizi 14-15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 27
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: cmx*lg . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 28
SCHEDA SINTATTICA:
i verbi impersonali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 28
^ Esercizio 16. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 29
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: a$lt*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 29
^ Esercizio 17. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 29
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: dei& . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 29
^ Esercizi 18-20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 30
^ Versioni 1-4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 31
UNO SGUARDO AL PASSATO: Le colonie greche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 32
^ Versioni 5-6 ............................................................ » 33
UNO SGUARDO AL PASSATO: TeÁseo ......................................... » 34
^ Versioni 7-12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 35
UNO SGUARDO AL PASSATO: Gli agoni sportivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 37
q Ricerca lessicale: Lo sport . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 39
^ Versione 13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 39
RECUPERO UNITAÁ 1-2 (esercizi interattivi - versione con tutor) . . . . . . . . . » 40

X INDICE GENERALE
UnitaÁ 3 (il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x - l'aoristo secondo o
forte attivo e medio) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 43
^ Test di verifica dei prerequisiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 44

& Terzo gruppo dei verbi in -x (T. P. = T. V. + suffisso nasale -m- /


-me- / -am-) - Aoristo forte attivo e medio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 44
^ Esercizi 1-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 44
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di ai$rha*molai . . . . . . . . . . . . » 46
^ Esercizio 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 46

& Quarto gruppo dei verbi in -x (T. P. = T. V. + suffisso -rj- / -irj-) -


Aoristo forte attivo e medio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 46
^ Esercizi 9-11. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 46
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di poie*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 47
LABORATORIO LESSICALE: poie*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 47
^ Esercizi 12-14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 48

& Quinto gruppo dei verbi in -x (T. V. oppure T. P. ampliato con -e-)
- Aoristo forte attivo e medio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 49
^ Esercizi 15-22 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 49
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: bai*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 52
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di bai*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 52
^ Esercizio 23. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 52
LABORATORIO LESSICALE: pot&| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 53
^ Esercizio 24. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 53
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: rtluoqa* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 53
LABORATORIO LESSICALE: bibki*om e bi*bko| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 54
^ Esercizio 25. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 54
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: uqg*m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 54
LABORATORIO LESSICALE: uqg*m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 54
^ Esercizio 26. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 55
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: lamha*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 55
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di lamha*mx . . . . . . . . . . . . . . . » 55
^ Esercizi 27-28 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 55
SCHEDA SINTATTICA:
i verbi con il doppio accusativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 56
^ Esercizio 29. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 57
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di cicmx*rjx . . . . . . . . . . . . . . » 57
LABORATORIO LESSICALE: cicmx*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 58
SCHEDA SINTATTICA:
i significati di o%si . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 58
^ Esercizi 30-31 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 59
SCHEDA SINTATTICA:
il complemento di materia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 60

Indice generale XI
il complemento di qualitaÁ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 60
^ Esercizi 32-34 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 60
^ Versioni 1-3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 61
UNO SGUARDO AL PASSATO: L'egemonia tebana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 61
^ Versioni 4-6 ............................................................ » 62
UNO SGUARDO AL PASSATO: Le liturgõÁe ................................... » 63
^ Versioni 7-8 ............................................................ » 64
UNO SGUARDO AL PASSATO: Le rappresentazioni teatrali .............. » 65
q Ricerca lessicale: Le rappresentazioni teatrali . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 66
^ Versioni 9-14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 66
UNO SGUARDO AL PASSATO: Laomedonte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 69

UNITAÁ 4 (l'aoristo terzo o fortissimo) ................................................. » 70


^ Test di verifica dei prerequisiti ..................................... » 70
& Aoristo fortissimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 70
^ Esercizi 1-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 70
LABORATORIO LESSICALE: heqlo*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 74
^ Esercizio 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 74
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: bi*o| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 74
LABORATORIO LESSICALE: bi*o| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 74
^ Esercizi 9-10. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 75
LABORATORIO LESSICALE: jime*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 76
^ Esercizio 11. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 76
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: doje*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 76
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di doje*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 76
^ Esercizio 12. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 76
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di hmz*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . . » 76
LABORATORIO LESSICALE: hmz*rjx e ha*maso| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 77
^ Esercizi 13-15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 77
SCHEDA SINTATTICA:
il dativo etico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 78
^ Esercizio 16. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 79
^ Versioni 1-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 79
UNO SGUARDO AL PASSATO: L'amministrazione della giustizia . . . . . . . » 81
q Ricerca lessicale: L'amministrazione della giustizia . . . . . . . . . . . » 84
^ Versioni 8-9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 84
UNO SGUARDO AL PASSATO: Ermes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 86
^ Versioni 10-11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 86

XII INDICE GENERALE


UNITAÁ 5 (l'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte - il futuro passivo
primo o debole e secondo o forte) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 88
^ Test di verifica dei prerequisiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 88
& Aoristo passivo debole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 89
^ Esercizi 1-3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 89
SCHEDA SINTATTICA:
le proposizioni causali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 89
^ Esercizio 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 90
LABORATORIO LESSICALE: jqt*psx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 91
^ Esercizio 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 91
LABORATORIO LESSICALE: jai*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 91
^ Esercizi 6-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 92
& Aoristo passivo forte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 93
L'USO DEL VOCABOLARIO: I verbi coniugati all'aoristo passivo: come
risalire al presente indicativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 93
^ Esercizi 8-10. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 94
SCHEDA SINTATTICA:
il genitivo di specificazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 95
^ Esercizio 11. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 95
LABORATORIO LESSICALE: rsemo*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 96
^ Esercizio 12. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 96
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: kalba*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 96
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di kalba*mx . . . . . . . . . . . . . . . » 96
^ Esercizio 13. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 96
& Futuro passivo debole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 96
^ Esercizi 14-17 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 96
LABORATORIO LESSICALE: le*ca| e leca*kx| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 98
^ Esercizio 18. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 98
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: kacva*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 98
^ Esercizio 19. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 98
& Futuro passivo forte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 99
^ Esercizi 20-26 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 99
LABORATORIO LESSICALE: ki*ho| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 101
^ Esercizio 27. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 102
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di stcva*mx . . . . . . . . . . . . . . . . » 102
^ Esercizi 28-29 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 102
^ Versioni 1-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 103
UNO SGUARDO AL PASSATO: Le Amazzoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 105
^ Versioni 8-10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 106
UNO SGUARDO AL PASSATO: Deucalione e Pirra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 107
^ Versioni 11-13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 107

Indice generale XIII


UNO SGUARDO AL PASSATO: La medicina ................................. pag. 108
q Ricerca lessicale: La medicina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 112
^ Versioni 14-16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 112
RECUPERO UNITAÁ 3-5 (esercizi interattivi - versione con tutor) . . . . . . . . . » 114

UNITAÁ 6 (il raddoppiamento - il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte


- il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte) . . . . . . . . . . . » 117
^ Test di verifica dei prerequisiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 117
& Perfetto attivo debole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 118
^ Esercizi 1-4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 118
SCHEDA SINTATTICA:
gli usi dell'infinito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 118
^ Esercizio 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 119
LABORATORIO LESSICALE: lijqo*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 120
^ Esercizio 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 120
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: kamha*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 120
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di kamha*mx . . . . . . . . . . . . . . . » 120
^ Esercizio 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 120
SCHEDA SINTATTICA:
il periodo ipotetico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 121
^ Esercizio 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 122
& Perfetto attivo forte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 123
L'USO DEL VOCABOLARIO: I verbi coniugati al perfetto: come risalire
al presente indicativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 123
^ Esercizi 9-15. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 124
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: kei*px . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 125
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di kei*px . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 125
^ Esercizio 16. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 126
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: jeket*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 126
^ Esercizio 17. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 126
& Piuccheperfetto attivo debole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 126
^ Esercizi 18-23 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 126
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: mt*n . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 127
^ Esercizi 24-25 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 127
& Piuccheperfetto attivo forte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 128
^ Esercizi 26-33 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 128
LABORATORIO LESSICALE: ux &| ............................................. » 131
^ Esercizio 34. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 131
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: t%dxq . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 131
LABORATORIO LESSICALE: t%dxq . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 132
^ Esercizio 35. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 132

XIV INDICE GENERALE


LABORATORIO LESSICALE: sqat&la . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 132
^ Esercizi 36-38 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 133
^ Versioni 1-2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 134
UNO SGUARDO AL PASSATO: Le divinita Á marine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 135
^ Versioni 3-4 ............................................................ » 135
UNO SGUARDO AL PASSATO: La guerra del Peloponneso ............... » 136
^ Versioni 5-16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 137
UNO SGUARDO AL PASSATO: Danao . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 142

UNITAÁ 7 (il perfetto attivo terzo o fortissimo - il piuccheperfetto attivo terzo o


fortissimo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 143
^ Test di verifica dei prerequisiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 143
& Perfetto attivo fortissimo e piuccheperfetto attivo fortissimo . . . . . . . . » 144
^ Esercizio 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 144
SCHEDA SINTATTICA:
le proposizioni concessive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 144
^ Esercizio 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 145
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: e>oija . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 145
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di ei>jx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 145
^ Esercizi 3-5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 145
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: pa*rvx e pa*ho| . . . . . . . . . . . . . . . . . » 146
LABORATORIO LESSICALE: pa*rvx e pa*ho| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 147
^ Esercizio 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 147
LABORATORIO LESSICALE: ua*qlajom . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 147
^ Esercizio 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 148
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: ei$li* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 148
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di ei$li* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 148
^ Esercizi 8-9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 148
LABORATORIO LESSICALE: rjope*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 149
SCHEDA SINTATTICA:
i verbi intransitivi in italiano e transitivi in greco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 149
^ Esercizio 10. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 150
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: se*ko| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 150
^ Esercizi 11-14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 150
^ Versioni 1-9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 152
UNO SGUARDO AL PASSATO: Le cerimonie funebri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 155
^ Versioni 10-14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 156
RECUPERO UNITAÁ 6-7 (esercizi interattivi - versione con tutor) . . . . . . . . . » 158

Indice generale XV
UNITAÁ 8 (il perfetto medio-passivo - il piuccheperfetto medio-passivo - il futuro
perfetto o secondo attivo e medio-passivo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 161
^ Test di verifica dei prerequisiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 161
& Perfetto medio-passivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 162
^ Esercizi 1-6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 162
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: ai'la . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 162
LABORATORIO LESSICALE: ai'la . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 163
^ Esercizio 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 163
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: le*ro| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 163
^ Esercizi 8-9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 163
& Piuccheperfetto medio-passivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 164
^ Esercizi 10-12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 164
SCHEDA SINTATTICA:
i significati di x<| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 165
^ Esercizi 13-16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 166
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: >idio| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 167
^ Esercizio 17. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 167
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: vei*q . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 167
LABORATORIO LESSICALE: vei*q . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 167
^ Esercizi 18-19 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 168
LABORATORIO LESSICALE: lajqo*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 169
^ Esercizio 20. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 169
& Futuro perfetto attivo e medio-passivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 170
^ Esercizi 21-25 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 170
SCHEDA SINTATTICA:
le proposizioni comparative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 171
^ Esercizio 26. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 172
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: ba*qbaqo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 172
^ Esercizio 27. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 173
LABORATORIO LESSICALE: a>kco| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 173
SCHEDA SINTATTICA:
i verba impediendi e recusandi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 174
^ Esercizio 28. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 174
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di g<ce*olai . . . . . . . . . . . . . . . . » 174
LABORATORIO LESSICALE: g<ce*olai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 174
^ Esercizi 29-30 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 175
^ Versioni 1-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 176
q Ricerca lessicale: Il corpo umano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 178
^ Versioni 8-9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 178
UNO SGUARDO AL PASSATO: Oratoria e retorica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 179
q Ricerca lessicale: Il linguaggio verbale ........................... » 180

XVI INDICE GENERALE


^ Versioni 10-13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 180
UNO SGUARDO AL PASSATO: Gli ne*moi e i ba * qbaqoi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 182
^ Versione 14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 182
UNO SGUARDO AL PASSATO: I Trenta Tiranni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 183
^ Versioni 15-17 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 183

UNITAÁ 9 (gli aggettivi verbali - i verbi politematici) ................................ » 185


^ Test di verifica dei prerequisiti ..................................... » 185
& Aggettivi verbali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 186
^ Esercizi 1-6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 186
LABORATORIO LESSICALE: pakaio*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 188
^ Esercizio 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 189
LABORATORIO LESSICALE: loqug* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 189
^ Esercizio 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 189
& Verbi politematici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 190
^ Esercizi 9-10. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 190
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di e$rhi*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 190
LABORATORIO LESSICALE: uac- . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 191
^ Esercizi 11-12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 191
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di sqe*vx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 191
LABORATORIO LESSICALE: dqo*lo| e sqe*vx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 191
^ Esercizi 13-14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 192
LABORATORIO LESSICALE: de*qla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 193
^ Esercizio 15. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 193
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: ko*co| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 193
LABORATORIO LESSICALE: ko*co| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 193
^ Esercizio 16. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 194
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: o<qa*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 194
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di o<qa*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 194
LABORATORIO LESSICALE: o$p- e o>lla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 195
^ Esercizio 17. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 195
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di e>qvolai . . . . . . . . . . . . . . . . » 195
^ Esercizio 18. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 195
LABORATORIO LESSICALE: g'paq . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 196
^ Esercizi 19-20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 196
SCHEDA SINTATTICA:
i significati di jai* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 197
^ Esercizio 21. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 197
^ Versioni 1-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 198
UNO SGUARDO AL PASSATO: L'amministrazione dello Stato . . . . . . . . . . . . » 200
q Ricerca lessicale: L'amministrazione dello Stato .................. » 204

Indice generale XVII


^ Versioni 8-13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 204
UNO SGUARDO AL PASSATO: Medea e Gia Á sone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 207
^ Versioni 14-17 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 208
RECUPERO UNITAÁ 8-9 (esercizi interattivi - versione con tutor) . . . . . . . . . » 211

UNITAÁ 10 (i verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente uguale al tema
verbale) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 215
^ Test di verifica dei prerequisiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 216
& Ei$li* e composti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 216
d Repertorio lessicale (composti di ei$li*) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 216
^ Esercizio 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 216
SCHEDA SINTATTICA:
le determinazioni di tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 217
^ Esercizio 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 219
LABORATORIO LESSICALE: o$ki*co| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 219
^ Esercizio 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 219
& Ei#li e composti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 220
d Repertorio lessicale (composti di ei#li) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 220
SCHEDA SINTATTICA:
le proposizioni avversative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 220
^ Esercizi 4-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 220
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: ei#li . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 222
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di ei#li . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 222
^ Esercizio 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 222
& Ugli*, jei&lai e composti, ja*hglai, g$li*, vqg* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 222
d Repertorio lessicale (composti di jei&lai) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 222
^ Esercizio 9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 222
SCHEDA SINTATTICA:
le proposizioni eccettuative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
^ Esercizio 10. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: et<qi*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di et<qi*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
^ Esercizio 11. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: dt*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di dt*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
^ Esercizio 12. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 224
& Verbi deponenti in -li con il tema verbale in -a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 224
^ Esercizio 13. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 224
SCHEDA SINTATTICA:
i verba curandi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 224
^ Esercizio 14. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 225

XVIII INDICE GENERALE


LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: pqo*como| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 225
^ Esercizio 15. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 225
LABORATORIO LESSICALE: pasg*q e pasqi*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 226
^ Esercizio 16. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 226
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: lilmg*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 226
LABORATORIO LESSICALE: lilmg*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 227
^ Esercizi 17-18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 227
^ Versioni 1-3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 228
UNO SGUARDO AL PASSATO: I Sette contro Tebe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 229
^ Versioni 4-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 230
q Ricerca lessicale: L'attivita Á psichica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 231
^ Versioni 8-14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 232
UNO SGUARDO AL PASSATO: La famiglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 234
q Ricerca lessicale: La famiglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 237
^ Versioni 15-16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 237
UNO SGUARDO AL PASSATO: La casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 238
q Ricerca lessicale: La casa .................................................. » 239

UNITAÁ 11 (i verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato - i
verbi in -li del secondo gruppo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 240
^ Test di verifica dei prerequisiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 241
& Presente e imperfetto attivo e medio passivo di di*dxli e composti » 241
d Repertorio lessicale (composti di di*dxli) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 241
^ Esercizio 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 241
SCHEDA SINTATTICA:
le proposizioni esclusive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 242
^ Esercizio 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 242
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: di*dxli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 242
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di di*dxli . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 242
& Presente e imperfetto attivo e medio-passivo di si*hgli e composti . » 242
d Repertorio lessicale (composti di si*hgli) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 242
^ Esercizi 3-5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 243
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: si*hgli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 243
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di si*hgli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 243
^ Esercizio 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 244
& Presente e imperfetto attivo e medio-passivo di %igli e composti . . . » 244
d Repertorio lessicale (composti di %igli) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 244
^ Esercizio 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 244
SCHEDA SINTATTICA:
i verba eveniendi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 245
^ Esercizio 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 245

Indice generale XIX


LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: %igli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 245
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di %igli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 245
& Presente e imperfetto attivo e medio-passivo di %irsgli e composti . » 246
d Repertorio lessicale (composti di %irsgli) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 246
^ Esercizio 9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 246
SCHEDA SINTATTICA:
i verba cavendi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 247
^ Esercizi 10-11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 247
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: %irsgli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 247
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di %irsgli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 247
LABORATORIO LESSICALE: rsa±- / rsg- . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 247
^ Esercizio 12. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 248
& Altri verbi in -li con il tema del presente raddoppiato . . . . . . . . . . . . . . » 248
^ Esercizi 13-14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 248
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: a<laqsa*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 248
& Aoristo e altri tempi di di*dxli, si*hgli, %igli ed %irsgli . . . . . . . . . . . . . » 249
^ Esercizi 15-19 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 249
SCHEDA SINTATTICA:
il genitivo ablativale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 252
^ Esercizi 20-22 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 252
LABORATORIO LESSICALE: o>qo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 254
^ Esercizio 23. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 254
LABORATORIO LESSICALE: savt*| e save*x| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 255
^ Esercizio 24. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 255
LABORATORIO LESSICALE: a$mg*q . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 256
^ Esercizio 25. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 256
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: uai*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 256
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di uai*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 256
^ Esercizio 26. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 256
LABORATORIO LESSICALE: wet*dx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 257
^ Esercizi 27-29 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 257
& Verbi in -li con il tema del presente in -mtli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 258
^ Esercizio 30. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 258
SCHEDA SINTATTICA:
i verba non dubitandi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 259
^ Esercizio 31. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 259
SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA: i significati di dei*jtli . . . . . . . . . . . . . . . . . » 259
^ Esercizi 32-34 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 259
& Verbi in -li con il tema del presente in -mmtli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 260
^ Esercizi 35-36 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 260
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: rt*llavo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 261

XX INDICE GENERALE
^ Esercizio 37. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 261
LABORATORIO LESSICALE: g#ho| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 262
^ Esercizio 38. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 262
LABORATORIO LESSICALE: lo*mo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 262
SCHEDA SINTATTICA:
il discorso indiretto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 264
^ Esercizio 39. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 265
LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI: ji*mdtmo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 265
^ Esercizio 40. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 266
SCHEDA SINTATTICA:
Gli usi di a>m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 266
^ Esercizio 41. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 267
^ Versioni 1-16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 267
UNO SGUARDO AL PASSATO: Deme Á tra, PerseÁfone e Ade . . . . . . . . . . . . . . . . » 274
^ Versione 17 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 275
UNO SGUARDO AL PASSATO: La vita militare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 275
q Ricerca lessicale: La vita militare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 278
^ Versioni 18-20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 279
q Ricerca lessicale: La navigazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 280
^ Versioni 21-24 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 280
UNO SGUARDO AL PASSATO: Pe Á rseo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 281
RECUPERO UNITAÁ 10-11 (esercizi interattivi - versione con tutor) ...... » 283

Versioni di ricapitolazione ......................... » 288

LETTURE ANTOLOGICHE .................................................. » 301

A) La satira (Luciano) ..................................................... » 302


& Luciano: cenni biografici e opere ........................................ » 302

& m dia*kocoi)
* Dialoghi degli deÁi (Hex .................................. » 304
1. Ermes e Maia ............................................................ » 304
2. PromeÁteo e Zeus ......................................................... » 306
TESTI A CONFRONTO: PromeÁteo discute con il coro delle Oceanine
(Eschilo, Prometeo incatenato, 226-276) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 307

* Dialoghi dei morti (Mejqijoi+ dia*kocoi) .............................. » 309


1. Menippo e Cerbero ...................................................... » 309
TESTI A CONFRONTO: Cerbero descritto da Dante (Inferno, VI, 13-
33) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 310
2. Ermes e Caronte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 311

Indice generale XXI


TESTI A CONFRONTO: Caronte descritto da Dante (Inferno, III, 82-
99) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 312
TESTI A CONFRONTO: Caronte descritto da Virgilio (Eneide, VI,
296-312) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 313
3. Aiace e Agamennone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 314
TESTI A CONFRONTO: Le ultime parole di Aiace (Sofocle, Aiace,
815-863) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 315
TESTI A CONFRONTO: Aiace ricordato da Ugo Foscolo (Dei Se-
polcri, 213-225) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 317

* Dialoghi marini ($Ema*kioi dia*kocoi) .................................. » 318


1. Poseidone e le NereÁidi ................................................... » 318
2. PanoÁpe e GaleÁne ......................................................... » 319
3. MenelaÁo e ProÁteo ........................................................ » 320
TESTI A CONFRONTO: ProÁteo descritto dalla ninfa Cirene (Virgilio,
Georgiche, IV, 387-410) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 321

B) La storiografia (Senofonte - Plutarco - Tucidide - Polibio) ....... » 322


& Senofonte: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 322
1. Socrate pronuncia la sua autodifesa (Apologia di Socrate, 12-17,
19-21, 24-26) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 324
TESTI A CONFRONTO: L'autodifesa di Socrate secondo Platone
(Apologia di Socrate, 33a-34b) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 326
2. Il discorso di Ciro morente ai figli e agli amici (Ciropedia, VIII, 7,
6-9; 17; 19-21; 23; 25-28) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 328
3. La battaglia tra Ateniesi e Spartani alle ArginuÁse (Elleniche, I, 6,
26-31; 33-35) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 330
TESTI A CONFRONTO: Socrate parla della battaglia delle ArginuÁse
(Platone, Apologia di Socrate, cap. XX) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 332
TESTI A CONFRONTO: CallicraÁtida, il comandante spartano alle
ArginuÁse (Cicerone, De officiis, I, 24, 84) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 332
4. La marcia dei Greci dopo la battaglia di Cunassa (Anabasi, IV, 5,
1-8; 12-18) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 332
5. «Ha*kassa, ha*kassa» (Anabasi, IV, 7, 21-27) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 335
& Plutarco: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 337
1. Il giovane Alessandro aspira alla gloria (Vita di Alessandro, 5, 1-8) » 338
2. La battaglia di Isso e la fuga di Dario (Vita di Alessandro, 33, 1-11) » 339
3. Cesare eÁ superiore a ogni altro generale romano (Vita di Cesare, 15,
1-5) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 340
4. Cesare attraversa il Rubicone (Vita di Cesare, 32, 1-8) ............ » 341
TESTI A CONFRONTO: Il passaggio del Rubicone descritto da Sve-
tonio (De Caesaris vita, 31-32) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 343

XXII INDICE GENERALE


TESTI A CONFRONTO: Il discorso di Cesare prima del passaggio del
Rubicone (Cesare, Commentariorum belli civilis libri, I, 7-8) . . pag. 343
5. L'uccisione di Cesare (Vita di Cesare, 66, 5-12) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 344
6. Gli avvenimenti che precedettero la congiura di Catilina (Vita di
Cicerone, 14, 1-8) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 346
TESTI A CONFRONTO: Catilina descritto da Sallustio (De coniura-
tione Catilinae, 5) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 348
TESTI A CONFRONTO: L'invettiva contro Catilina (Cicerone,
Oratio in Catilinam prima, I, 1-2) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 348
7. La morte di Cicerone (Vita di Cicerone, 48, 1-6) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 349
8. Bruto decide di suicidarsi (Vita di Bruto, 52, 1-8) .................. » 350
TESTI A CONFRONTO: Shakespeare descrive la morte di Bruto in un
passo del Giulio Cesare (atto V, scena V) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 351
& Tucidide: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 353
1. Pericle, un grande uomo politico (Storie, II, 65, 5-10) . . . . . . . . . . . . . . » 355
2. La peste di Atene (Storie, II, 47, 2-4; 48-50) ......................... » 355
TESTI A CONFRONTO: La peste di Atene descritta da Lucrezio (De
rerum natura, VI, 1141-1173, 1197-1229, 1250-1286) . . . . . . . . . » 357
3. La spedizione ateniese in Sicilia si rivela un disastro (Storie, VII, 75,
1-4) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 360
& Polibio: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 361
1. Il giuramento di Annibale (Storie, III, 11, 1-9) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 362
TESTI A CONFRONTO: Annibale giura odio eterno contro Roma
(Cornelio Nepote, Vita di Annibale, cap. II) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 363
2. Annibale attraversa le Alpi con il suo esercito (Storie, III, 54, 4-8;
55; 56, 1-2) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 364
TESTI A CONFRONTO: Il passaggio delle Alpi da parte di Annibale
nel racconto di Tito Livio (Storie, XXI, 36-37) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 366
3. Le tre forme di governo che si fondono nel sistema politico di
Roma (Storie, VI, 11, 11-13) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 367
4. La battaglia di Zama eÁ vinta dai Romani (Storie, XV, 12-14) .... » 367

C) L'oratoria (Demostene - Isocrate) ..................................... » 370


& Demostene: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 370
1. Bisogna intervenire contro Filippo (Prima Olintiaca, 2-6) . . . . . . . . . » 372
2. Filippo non eÁ invincibile (Prima Filippica, 2-18) .................... » 373
& Isocrate: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 376
1. Bisogna cessare di aspirare alla talassocrazia (Orazione per la pace,
XX, 63; XXI, 64-66) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 377

Indice generale XXIII


TESTI A CONFRONTO: Martin Luther King definisce la guerra «una
notte senza stelle» (Discorso pronunciato da M. L. King il 10
dicembre 1964, quando ricevette il ``Premio Nobel per la pace'') pag. 377
TESTI A CONFRONTO: Orazio loda Augusto per aver posto fine alle
guerre civili (Odi, IV, 15, 4-12, 17-20) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 378
TESTI A CONFRONTO: Tibullo rimpiange i tempi i tempi della pace
(Elegie, I, 10, 1-14) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 378
2. In Grecia manca la concordia interna tra gli Stati (Panatenaico,
LXV, 156-158) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 378
TESTI A CONFRONTO: Manzoni esorta gli Austriaci ad abbando-
nare il suolo italiano (Odi, Marzo 1821, 1-16, 41-48, 73-104) » 379
TESTI A CONFRONTO: L'esortazione di Machiavelli a liberare l'Ita-
lia dallo straniero (Il Principe, XXVI, I, 5-13; III, 4-7; VII, 3-4,
10-18) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 381

D) La poesia lirica (Mimnermo - Archiloco - Ipponatte - Saffo - Alceo


- Anacreonte) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 382
& Mimnermo: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 382
1. La fugacitaÁ della giovinezza e l'incubo della vecchiaia (fr. 1 W.) . » 383
TESTI A CONFRONTO: Il tema della fugacitaÁ della vita in Catullo
(Carme 5) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 383
TESTI A CONFRONTO: Le riflessioni di Leopardi sull'inesorabile
vecchiaia (Il tramonto della luna, 20-68) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 383
2. Gli uomini sono come le foglie (fr. 2 W.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 384
TESTI A CONFRONTO: La similitudine tra gli uomini e le foglie in
Omero (Iliade, VI, 146-149) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 385
& Archiloco: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 386
1. Archiloco guerriero e poeta (fr. 1 W.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 387
2. Lo scudo abbandonato (fr. 5 W.) ...................................... » 387
TESTI A CONFRONTO: Il tema dello scudo abbandonato in Orazio
(Carmina, 2, 7, 1-16) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 387
3. L'esortazione al proprio cuore (fr. 128 W.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 388
TESTI A CONFRONTO: Orazio esorta Dellio a serbare l'animo
sereno (Carmina, 2, 3, 1-8) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 388
4. Una invettiva contro Licambe (fr. 172 W.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 388
TESTI A CONFRONTO: Catullo si rivolge con violenza a Ravido, suo
rivale in amore (Carme 40) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 388
& Ipponatte: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 389
1. La preghiera ad Ermes (fr. 42 Dg.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 390
2. Il poeta vuole fare a pugni con BuÁpalo (fr. 121-122 Dg.) .......... » 390
& Saffo: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 391
1. L'invocazione ad Afrodite (fr. 1 V.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 392

XXIV INDICE GENERALE


2. La cosa piuÁ bella eÁ cioÁ che si ama (fr. 16 V.) ........................ pag. 392
3. La sintomatologia d'amore (fr. 31 V.) ................................ » 393
TESTI A CONFRONTO: Catullo dichiara il suo amore a Lesbia
(Carme 51, 1-12) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 394
& Alceo: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 395
1. Una nave in balõÁa della tempesta (fr. 208 a V.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 396
TESTI A CONFRONTO: L'allegoria della nave nella poesia di Orazio
(Carmina, 1, 14) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 396
2. Ora bisogna ubriacarsi (fr. 332 V.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 397
TESTI A CONFRONTO: Orazio esulta per la morte di Cleopatra
(Carmina, 1, 37, 1-4) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 397
TESTI A CONFRONTO: Per Esiodo il vino eÁ piuÁ buono durante
l'estate (Le opere e i giorni, 582-596) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 397
& Anacreonte: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 398
1. Dolorosa eÁ la vecchiaia e inevitabile la morte (fr. 36 G.) . . . . . . . . . . » 399
TESTI A CONFRONTO: Per la Sibilla la morte eÁ un viaggio senza
ritorno (Virgilio, Eneide, VI, 125-131) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 399
TESTI A CONFRONTO: Ai morti eÁ impossibile risalire dall'Ade
(Properzio, Elegie, IV, 11, 1-8) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 400
2. La puledra Tracia (fr. 78 G.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 400
TESTI A CONFRONTO: Orazio paragona Cloe ad una cerbiatta
(Carmina, 1, 23) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 400

E) Il teatro: la tragedia (Eschilo - Sofocle - Euripide) ............... » 401


& Eschilo: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 401
1. I figli di EÁdipo, EteÁocle e PolinõÁce, si uccidono in duello (Sette a
Tebe, 811-820) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 403
2. Agamennone ritorna in patria (Agamennone, 810-825) ............ » 403
& Sofocle: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 404
1. Per EÁdipo eÁ necessario scoprire l'assassino di Laio (Edipo re, 216-
243) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 406
2. Antigone affronta coraggiosamente la morte (Antigone, 891-928) » 406
& Euripide: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 408
1. Medea e GiaÁsone si incontrano per l'ultima volta (Medea, 1317-
1335, 1351-1364) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 412
2. La morte del piccolo Astianatte (Troiane, 740-765) ................ » 414
3. L'insana passione di Fedra (Ippolito coronato, 198-249) .......... » 415

F) Il teatro: la commedia (Aristofane) ................................. » 417


& Aristofane: cenni biografici e opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 417
1. Fidippide decide di percuotere il padre (Nuvole, 1399-1419) . . . . . . » 421

Indice generale XXV


2. Il governo dello Stato deve essere affidato alle donne (EcclesiazuÁse,
205-241) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 422

Appendice: Proverbi e sentenze .................................. » 424

DIZIONARIO d Dizionario italiano-greco ........................................... » 449

Nel digitale

SINTESI IN SLIDE
(in apertura di ogni unitaÁ)

ESERCIZI INTERATTIVI
(nelle sezioni del recupero)

VERSIONI CON TUTOR


(nelle sezioni del recupero)

LA LINGUA GRECA
E LE SUE ESPRESSIONI
(all'interno di ogni unitaÁ)

SCHEDE SEMANTICO-SINTATTICHE
(all'interno di ogni unitaÁ)

VERSIONI DI CONSOLIDAMENTO
E POTENZIAMENTO
(in aggiunta a quelle di ricapitolazione
contenute nel testo cartaceo)
LETTURE ANTOLOGICHE
(in aggiunta a quelle contenute nel testo
cartaceo)

XXVI INDICE GENERALE


UNITAÁ 1 Sintesi
LEZIO in slide
NE 16
d Il futuro primo attivo e medio:
sigmatico, asigmatico,
attico e dorico

OBIETTIVI

^ Conoscenze: ^ AbilitaÁ:
d Morfologia: > il futuro sigmatico e asigma- d riconoscimento del futuro sigmatico e asigmatico
tico attivo e medio di un attivo e medio di un verbo in -x
verbo in -x d riconoscimento del futuro attico attivo e medio e del
> il futuro attico attivo e me- futuro dorico
dio d riconoscimento del futuro di ei$li*
> il futuro dorico
d riconoscimento della proposizione finale
> i futuri anomali
> i futuri medi con significato d riconoscimento dell'ottativo futuro e dell'infinito fu-
attivo turo
> il futuro di ei$li* d capacitaÁ di coniugare il futuro primo attivo e medio di
d Sintassi: > la proposizione finale un verbo in -x e il futuro di ei$li*
> l'uso dell'ottativo futuro d memorizzazione e organizzazione delle conoscenze
> l'uso dell'infinito futuro lessicali
> il costrutto di le*kkx e l'infinito d capacitaÁ di svolgere esercizi di vario tipo
d Elementi di lessico: sostantivi e verbi di alta e d capacitaÁ di analizzare e tradurre frasi e brani di varia
media frequenza difficoltaÁ

d TEST DI VERIFICA DEI PREREQUISITI

Rispondi alle seguenti domande. 6. Qual eÁ il grado apofonico del tema verbale da
cui si forma il futuro dei verbi in consonante
1. Il futuro primo greco eÁ un tempo principale o muta soggetti ad apofonõÁa?
un tempo storico? 7. Quale futuro hanno i verbi il cui tema verbale
2. Quali azioni esso puoÁ esprimere? esce in liquida o in nasale?
3. Quali sono i suoi modi? 8. Ricordi qualche forma di futuro attico e di
4. Qual eÁ il suo suffisso temporale? futuro dorico?

5. Oltre al futuro sigmatico, quali altri tipi di 9. Ricordi alcuni futuri medi con significato at-
futuro primo conosci? tivo? Elencali.
10. Come eÁ definito il futuro di pi*mx e di ve*x?

Il futuro primo attivo e medio:


sigmatico, asigmatico, attico e dorico 1
FUTURO SIGMATICO ATTIVO E MEDIO

Es. n. 1 - Forma il futuro sigmatico dei seguenti verbi.


cqa*ux (io scrivo) - bariket*x (io regno) - a$kehet*x (io dico la veritaÁ) - a$ke*x (io macino) -
bke*px (io guardo) - ceka*x (io rido) - de*volai (io accolgo) - dgko*x (io rendo manifesto,
mostro)- dotko*x (io rendo schiavo) - dajqt*x (io piango) - i<jeset*x (io supplico) - ke*cx
(io dico, raccolgo) - o$qt*rrx (io scavo) - pei*hx (io persuado) - poie*x (io faccio) - sqe*px
(io volgo) - sqe*ux (io nutro) - pe*lpx (io mando) - lirho*x (io doÁ in affitto) - a<qlo*fx (io
adatto) - uomet*x (io uccido) - ba*psx (io immergo) - a>cx (io conduco).

Es. n. 2 - Coniuga il futuro sigmatico attivo e medio dei seguenti verbi.


a<qpa*fx (io rapisco) - bka*psx (io danneggio) - dix*jx (io inseguo) - ai$se*x (io chiedo).

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð rsema*neim - a<qpa*rerhai - ai$sg*rx - o< mijg*rxm - ha*wei| - jgqt*nolem - r{*romsai -
o$qci*resai - sa+ q<iwo*lema - sa*nx - sqewoi*lgm - ut*rese de*nz - paidet*rz - poig*roi| -
LA LINGUA GRECA... o$qt*noili - g< pe*lwotra - a>nz - g< jatrole*mg - jo*woiso - o< cekaro*lemo| - e$roi*lgm -
ut*x e>roimso - oi< a$jot*romse| - sot& e$a*romso| - e>rerhom - g< a$kei*wotra - a>noi - jat*rerhai -
a$kka*nei - ha*woi - rse*qnolem - e>rz - g< e$role*mg - a$kka*notri(m) - e>rerhai.
Ð essere per supplicare - colei che persuaderaÁ (compl. ogg.) - tu regnerai - io diroÁ la veritaÁ
- noi manifesteremo - essi si renderanno schiavi - egli accoglieraÁ - essere per scrivere - a
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA... colui che si volgeraÁ - coloro che chiederanno (sogg.) - di coloro che nutriranno - quelle
ut*x che si uccideranno (compl. ogg.) - essere per accogliere - loro due condurranno - a
colui che accoglieraÁ - voi due vi nutrirete - essere per danneggiare - colui che si
manifesteraÁ (compl. ogg.) - quelle che manderanno (sogg.) - essere per inseguire - a
quelle che manderanno per se - di quelli che supplicheranno - egli diraÁ - voi vi
raccoglierete.

Es. n. 4 - Volgi le seguenti voci verbali dal presente al futuro e viceversa, lasciando inalterati il modo,
la persona il numero e la diaÁtesi; poi traduci.
pe*lpx - utka*notri(m) - a$no*leha - hatla*folem - wet*rerhai - sot+| jat*romsa| -
r{*rei - ke*comsai - pirset*eim - oi< a$jot*romse| - poig*roiem - bke*pesai - rixpg*rese -
a<qloroi*lgm - sg&| kecot*rg|.

Le proposizioni finali
Nella lingua greca la proposizione finale, che appartiene al gruppo delle subordinate
complementari indirette, puoÁ avere sia la forma esplicita che quella implicita. Nella
forma esplicita si esprime con %ima, x<|, o%px| e il congiuntivo (se nella reggente vi eÁ un
S C H E D A tempo principale) o l'ottativo (se nella reggente vi eÁ un tempo storico) o il futuro
S I N T A T T I C A indicativo (qualunque sia il tempo della reggente); oppure con o % | e il congiuntivo,
l'ottativo o il futuro indicativo (relativa impropria con valore finale). La finale esplicita
negativa eÁ introdotta da %ima lg*, x<| lg*, o%px| lg*. )

2 UNITAÁ 1
Nella forma implicita la finale si esprime con il participio futuro e talvolta il participio
presente (spesso preceduto da x<|, cfr. lat.) o con l'infinito [dopo alcuni verbi come
ke*cx («io dico»), kei*px («io lascio»), de*olai («io prego»), ai$se*x («io chiedo»), ecc.].
Talvolta, sempre per la forma implicita, si usa anche pqo*| (ei$|) e l'accusativo dell'in-
finito sostantivato o e%meja (posposta), t<pe*q e il genitivo dell'infinito sostantivato o e$pi*
e il dativo dell'infinito sostantivato:
^ <O meami*a| paidet*esai, %ima a$caho+| poki*sg| ci*cmgsai.
Iuvenis instituõÆtur, ut bonus civis fiat.
Il giovane eÁ educato, affinche diventi un buon cittadino.
<O meami*a| e$paidet*eso, o%px| a$caho+| poki*sg| ci*cmoiso.
Iuvenis instituebatur, ut bonus civis fieÆret.
Il giovane era educato, affinche diventasse un buon cittadino.
Oi< rsqasix & sai paqerjeta*fomso (x<|) pokelg*romse|.
Milites se parabant pugnaturi.
I soldati si preparavano per combattere.
Deo*leha t<lx
& m sa+| g<lese*qa| oi$ji*a| utka*rreim.
Vi preghiamo di custodire le nostre case.
<G sx& m pokeli*xm rsqasia+ e>qvesai pqo+| so+ sg+m vx*qam dotkot&m (t<pe+q sot& sg+m
vxqam dotkot&m, e$pi+ s{
* & sg+m vx*qam dotkot&m, sot& sg+m vx*qam dotkot&m e%meja).
L'esercito dei nemici viene per rendere schiavo il paese.

Es. n. 5 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il futuro e poi
d individuando le proposizioni finali; quindi traduci.
1. Ei$ oi< a>kkoi rixpg*rotrim, jai+ e$le+ sot& ko*cot pat*erhai ot$j a$macja*rotrim. - 2. Ot$
lo*mom sot+| a<laqsa*momsa|, a$kka+ jai+ sot+| sx & m a<laqsgla*sxm ai$si*ot| g< po*ki|
joka*rei. - 3. <O <Gqo*doso| o< rtccqauet+| ke*cei o%si oi< Pe*qrai leca*kgm rsqasia+m ei$|
sg+m <Ekka*da g#com, at$sg+m dotketro*lemoi. - 4. Sot+| vqgrsa+ le+m ke*comsa|, jaja+ de+
pqa*ssomsa| ot$j e$paime*rolem. - 5. At$soi+ ke*cotrim o%si ot%pose sai&| e$pihtli*ai|
ei>notrim, a$kk$ at$sai&| x<| a$mdqeio*sasa e$mamsix*rotrim. - 6. <O Ne*qng| e>kpife pa&ram
sg+m <Ekka*da jasadotkx*rerhai. - 7. Oi< poke*lioi pokkot+| rsqasix*sa| ei$| sg+m
g<lese*qam vx*qam a$pe*rsekkom, sa+| oi$ji*a| jai+ sa+ i<eqa+ jat*romsa|. - 8. Sg+m po*kim jai+
sa+| ctmai&ja| jai+ sa+ se*jma r{*rolem, ei$ sg+m e$ketheqi*am utka*nolem. - 9. Pokkoi+
a>mhqxpoi ot$j e$pilekot&msai, o%px| at$soi&| e>rsai a= bot*komsai. - 10. Oi< $Ahgmai&oi soi&|
Rpaqsia*sai| pqe*rbei| sima+| pe*lpotrim, o%pka ai$sg*romsa|.

Es. n. 6 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo i participi presenti dai participi futuri; poi traduci.
d

1. =O| a/m sot&so poiz&, at$s{ & e$pisilg*rx. - 2. Oi< a>mhqxpoi jaqseqoi+ peimg*rotri jai+
diwgrotri jai sakka pamsa lovhg*rotrim e<jo*mse|. - 3. Ot$j e$paime*rolai so+m vqgrsa+
* + > *
le+m ke*comsa, jaja+ de+ pqa*ssomsa. - 4. <O Jqoi&ro| ei$| Rpa*qsgm a$cce*kot| rtllavi*a|
degrole*mot| e>pelpem. - 5. Oi< poke*lioi ei$| sg+m vx*qam e$me*bakkom, x<| sa+| oi$ji*a|
jasajowo*lemoi jai+ pa*msa sa+ vqg*lasa a<qparo*lemoi. - 6. Oi< g<le*seqoi pqo*comoi
mo*lot| gt<qi*rjomso, oi'| sot+| t<bqirsa+| joka*rotrim. - 7. <G paidei*a pokka+ sx &m
pakaix & m a$mdqx & m pqa*nei| hatlarsa+| dgkx*rei. - 8. <Ippe*a| pe*lpxlem e$pi+ so+m ko*uom,
rjewole*mot| pot& ei$rim oi< poke*lioi. - 9. Pa*msa r{*rx, ei$ e$ketheqi*am sg&| pasqi*do|
utka*nx. - 10. Oi< a>mhqxpoi vqgrsoi+ ti<ot+| si*jsotrim, at$sot+| paidetro*lemoi.

Il futuro primo attivo e medio:


sigmatico, asigmatico, attico e dorico 3
Es. n. 7 - Trasforma nei seguenti periodi le proposizioni finali da implicite in esplicite; poi traduci
d d come nell'esempio.
Oi< rsqasix & sai paqarjeta*fomsai pokelg*romse|. ?
Oi< rsqasix & sai paqarjeta*fomsai, %ima pokelx
& rim.
I soldati si preparano per combattere.
1. <O rsqasgco+| ei$| sg+m sx & m pokeli*xm vx*qam rsqasix*sa| a$porse*kkei, sa+| oi$ji*a|
jat*romsa|.
2. Oi< poki&sai rsqasix*sa| a$mdqei*ot| e>pelpom, soi&| rtlla*voi| boghg*romsa|.
3. Oi< cexqcoi+ sg+m cg&m e$qca*fomsai, pqo+| so+ pokkot+| jaqpot+| rtkke*ceim.
4. <O Ne*qng| lajqa+m rsqasia+m rtme*kecem, e$pi+ s{ & sot+| <Ekkgmijot+| dot*kot| poiei&m.
5. Oi opki&sai amdqeix| elavomso, sgm sg&| pasqi*do| e$ketheqi*am utka*nomse|.
< < $ * $ * +

Il futuro di ei$li*

Numeri
Indicativo Ottativo
SCHEDA e persone
MORFOLOGICA
SING. 1 e>r-o-lai («io saroÁ», lat. ero) e$r-oi*-lgm («io sarei per essere, che io fossi
per essere»)
2 e>r-z (< *e$r-e-rai) e>r-oi-o (< *e$r-oi-ro)
3 e>r-sai (< *e$r-e-sai) e>r-oi-so
DUALE 2 e>r-e-rhom e>r-oi-rhom
3 e>r-e-rhom e$r-oi*-rhgm
PLUR. 1 e$r-o*-leha e$r-oi*-leha
2 e>r-e-rhe e>r-oi-rhe
3 e>r-o-msai e>r-oi-mso

Infinito Participio
e>r-e-rhai M. e$r-o*-lemo| («che saraÁ», lat. futurus)
(«essere per essere», lat. fore) F. e$r-o-le*mg
N. e$r-o*-lemom

Es. n. 8 - Analizza le seguenti frasi, individuando le voci verbali espresse con il futuro e distinguendo
d quelle di forma attiva da quelle di forma media; poi traduci.
1. Cexqco*| si| a$pohmg*rjxm soi&| ti<oi&| e>kecem. «$Acqo+m t<li&m jasakei*wx. e$a+m at$so+m
rja*psgse, hgratqo*m sima a$pojakt*wese.» Oi< de+ ti<oi+ hgratqo+m ot$v et<qi*rjotrim,
a$kk$ o< a$cqo+| pokkapkari*ot| jaqpot+| ue*qei. - 2. At>qiom lajqa+m e$pirsokg+m
cqa*wolem jai+ s{ & a$deku{& pe*lwolem. - 3. <Tpo+ sx & m jemx & m e$kpi*dxm paqano*leha sz&
a$bebai*{ st*vz a>cam pirset*eim. - 4. Oi< o<pki&sai jai+ oi< ctlmg&se| sg+m pasqi*da pqoht*lx|
utka*notrim. - 5. At>qiom e$m sz& pakai*rsqy e$ro*leha jai+ ctlmaro*leha. - 6. $Em s{ &
rsadi*{ sg+m sx& m pai*dxm savtsg&sa hatla*rolem. - 7. Moli*fx sot+| vqgrsot+| la*qstqa|
ot>pose wet*rerhai. - 8. Soi&| dijai*oi| a>qvotrim oi< a$qvo*lemoi ot$j a>jomse|
t<pajot*romsai. - 9. Oi< q<g*soqe| e$m sz& e$jjkgri*y ke*cotrim, x<| so+m dg&lom pei*romse|. -
10. <O Rxjqa*sg| soi&| rtmot&ri (da rt*m + ei$li*) dieke*ceso, x<| pqo+| sg+m a$qesg+m at$sot+|

4 UNITAÁ 1
paidet*rxm. - 11. Oi< $Ahgmai&oi paqerjeta*fomso, x<| pokelg*romse|. - 12. Oi<
rsqasix& sai a>mdqa| e>pelpom, oi= ai$sg*roiem a>kkom rsqasgco*m jai+ pokkot+| %ippot| .

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo maschile %ippo|, -ot («cavallo») derivano in italiano alcuni vocaboli, per lo piuÁ composti:
± ippiatrõÁa ± ippocastano ± ippogrõÁfo ± ippotrainato
± ippica ± ippoÁdromo ± ippologõÁa
± ippico ± ippofagõÁa ± ippoÁmane
± ippocampo ± ippoÁfilo ± ippopotamo
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

L'uso dell'ottativo futuro


L'ottativo futuro si usa come ottativo obliquo unicamente quando eÁ in dipendenza da
S C H E D A un tempo storico ed esprime un'azione posteriore a quella della reggente:
SINTATTICA
^ >Gkpifom o%si oi< rt*llavoi t<li&m boghg*roiem.
Speravo che gli alleati sarebbero accorsi in nostro aiuto.

L'uso dell'infinito futuro


Sia in greco che in latino l'infinito futuro viene usato nelle proposizioni infinitive, nel
caso in cui l'azione in esse espressa sia posteriore a quella della reggente:
^ $Olmt*olem a$ei+ g<lese*qam po*kim sot+| rsqasix*sa| a$mdqei*ot| et$kocg*reim.
Iuramus semper nostram urbem milites strenuos celebraturam esse.
Giuriamo che sempre la nostra cittaÁ celebreraÁ i soldati valorosi.

Es. n. 9 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Nessuno ci persuaderaÁ che eÁ necessario combattere. - 2. I cittadini onesti saranno


degni di lode. - 3. Gli Ateniesi mandavano ambasciatori a Delfi per interrogare (part.
fut.) l'oracolo di Apollo. - 4. L'arconte ordineraÁ solo cose utili alla cittaÁ. - 5. I giovani
frequentavano i sofisti per istruirsi sulla dialettica. - 6. Voi, o soldati valorosi, salverete
la vostra patria. - 7. Il poeta Tirteo nelle sue elegie cantava che l'esercito degli Spartani
avrebbe vinto i Messeni. - 8. Socrate educava i giovani affinche giovassero alla cittaÁ.

FUTURO ASIGMATICO O CONTRATTO ATTIVO E MEDIO

Es. n. 10 - Forma il futuro asigmatico dei seguenti verbi.


de*qx (io scortico) - e$cei*qx (io sveglio) - a%kkolai (io salto) - a$lt*mx (io difendo,
allontano) - a$cce*kkx (io annuncio) - ai>qx (io sollevo) - ba*kkx (io getto) - jahai*qx (io
purifico) - jeqdai*mx (io guadagno) - laqst*qolai (io rendo testimonianza) - jsei*mx (io
uccido) - le*mx (io rimango, aspetto) - oi$jsei*qx (io ho compassione di) - pkt*mx (io lavo)

Il futuro primo attivo e medio:


sigmatico, asigmatico, attico e dorico 5
- me*lx (io distribuisco, conduco al pascolo) - rglai*mx (io indico) - rpei*qx (io semino) -
sei*mx (io tendo) - se*kkx (io compio) - t<uai*mx (io tesso) - uhei*qx (io corrompo,
distruggo) - uai*mx (io mostro).

Es. n. 11 - Coniuga il futuro asigmatico attivo e medio dei seguenti verbi.


jqi*mx (io distinguo, scelgo, giudico) - rse*kkx (io armo, invio).

Es. n. 12 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð jqimot&leha - a/m rpeqoi&em - rsekoi*g - sg&| semot*rg| - jqimoi& - oi< laqstqot*lemoi -
bakei&rhai - ai< bakot&rai - laqstqoi&o - o< a$ccekx & - oi< jqimot&mse| - bakei&m -
& m - deqx
rpeqot&ri(m) - uheqoi&rhe - a$pojqimei&rhe - a$ccekot*leha - a$ccekei&som - t<uamoi*g -
oi< uheqot*lemoi - g< bakotle*mg - et$htmoi&lem - uheqot&m - namei&m - oi< rpeqot*mse| -
so+m ruakot&msa - jkimei&se - et$htmei&rhom - rglamei&m - rpeqot&msai - semoi*rhgm -
namei&se - sai&| jkimot*rai|.
Ð tu annuncerai - a quelle che testimonieranno - io solleveroÁ - egli salteraÁ - di colui che
purificheraÁ - a coloro che getteranno - di quelle che giudicheranno - voi vi
sveglierete - essere per mostrarsi - voi due rimarrete - essere per inviare - di colui che
aspetteraÁ - essere per compiere - quelle che tesseranno (compl. ogg.) - a coloro che
mostreranno - di colei che si rovineraÁ - loro due testimonieranno - io rimarroÁ - tu
avrai compassione - noi ci sveglieremo - colui che difenderaÁ (sogg.) - essi si
purificheranno - egli non semineraÁ.

Es. n. 13 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo le proposizioni finali implicite da quelle esplicite;
d poi traduci.
1. Oi< lahgsai+ bke*potri pqo+| so+m dida*rjakom, x<| a$jotro*lemoi hatlarsot+| ko*cot|.
- 2. Oi< ba*qbaqoi g>kpifom sa+ dqepamguo*qa a%qlasa le*cam uo*bom e$lbakei&m soi&|
%Ekkgrim. - 3. Oi< o<pki&sai sot+| at$solo*kot| e$di*xjom, x<| a$pojsemot&mse|. - 4. Oi= a>cam
e$pihtlg*rotrim, ot'soi jai+ sa+ e$ka*virsa a$pobakot&rim. - 5. Oi< dijarsai+ sa+ sx& m pokisx&m
a$dijg*lasa rjkgqx & | diajqimot&rim. - 6. <O Hqa*rtkko| ei$| $Ahg*ma| e>pkei, sa+ jaima+
e$naccekx& m jai+ mat&| sima| ai$sg*rxm. - 7. Sg&| o$qcg&| le+m a$pevo*lemoi jeqdamei&se, lg+ de+
a$pevo*lemoi lxqamei&se. - 8. <O bariket+| jg*qtja* sima ei$| sg+m po*kim a$porse*kkei, sg+m
mi*jgm soi&| poki*sai| a$ccekot&msa. - 9. <O rsqasgco+| so+m poke*liom e$di*xjem, x<|
a$pojsemx & m. - 10. <O Daqei&o| o< bariket+| soi&| rsqasix*sai| e>kecem. «Et>boiam sg+m
mg&rom uheqot&lem jai+ sot+| oi$jg*soqa| jsemot&lem.» - 11. Ot$dei+| g<lx & m e$pilekei&sai,
o%px| sot+| pokeli*ot| x<| ja*kkirsa a$ltmot*leha. - 12. Ei$ lg+ sa+ lijqa+ utka*nese, sa+
lei*foma a$pobakei&se. - 13. Lg*pose ke*ce. «>Ecxc$ ot$ ruakot&lai.» g>. «Ot$dei+| e$le+
ruakei&.» - 14. Jihaqi*feim le+m jai+ y>deim lamha*meim ot$ botko*leha, po*kim de+ et# poiei&m.

Il costrutto di le*kkx e l'infinito


Il verbo le*kkx assume il significato di «io sto per ..., sto sul punto di ..., ho intenzione di
S C H E D A ...», quando eÁ seguõÁto o dall'infinito presente o dall'infinito futuro (cfr. in lat.
S I N T A T T I C A perifrastica attiva):

^ <O q<g*sxq e>lekkem a$coqet*eim (a$coqet*reim).


Orator contionem habiturus erat.
L'oratore stava sul punto di parlare in pubblico.

6 UNITAÁ 1
Es. n. 14 - Analizza le seguenti frasi, individuando i costrutti espressi con le*kkx e l'infinito; poi
d sottolinea le voci verbali espresse con il futuro contratto; quindi traduci.
1. <O st*qammo|, sot+| ui*kot| pkotsi*fxm, e<atso+m pkotsiei&. - 2. <Tpe+q sg&| pasqi*do|
le*kkolem la*verhai jai+ sot+| pokeli*ot| mijg*rolem. - 3. Oi< ba*qbaqoi pqorg*qvomso,
LA LINGUA GRECA... sot+| a$mhqx*pot| jsemot&mse| jai+ sot+| a$cqot+| uheqot&mse|. - 4. <O sx & m $Ahgmai*xm
a>cx dg&lo| pokka*ji| soi&| i<rsoqijoi&| uamei&sai paqapkg*rio| ei#mai soi&| a$derpo*soi|
rja*uerim. - 5. Oi< poke*lioi e$pi+ sg+m <Ekka*da rsqaset*rerhai jai+ sg+m rsqasia+m a>ceim
e>lekkom. - 6. Ot$j e$a*rolem vqgrsot+| a>mdqa| pa*rveim jaja*, a$kka+ at$soi&| boghei&m
peiqaro*leha. - 7. Oi< a>qvomse| ei$| sg+m po*kim pqerbetsg+m e>pelpom, sg+m sg&| la*vg|
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
seketsg+m a$ccekot&msa. - 8. Si*| sa+ di*jaia jqimei& a>leimom sot& rouot&; - 9. Oi< poke*lioi
a>cx g>kpifom sg+m la*vgm rtma*weim jai+ sa+| jx*la| jat*reim. - 10. $Em s{ & m a$mhqx*pxm bi*{
& sx
& | sa+| kt*pa| t<peqbakot&rim.
ai< g<domai+ vakepx
Es. n. 15 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate e indicandone il valore
d sintattico; poi traduci.
1. Oi< %Ekkgme| e$hat*lafom o%si o< bariket+| ot>se a>kkom pe*lpoi, a= vqg+ pqa*sseim
rglamot&msa, ot$s$ at$so+| uai*moiso. - 2. %Ode o< sx & m e$ug*bxm o%qjo| g#m. «Sa+ o%pka jai+
$
sa+ i<eqa+ ot jasairvtmx & , otde+ so+m paqarsa*sgm e$cjasakei*wx, t<pe+q de+ o<ri*xm jai+
$
lo*mo| jai+ lesa+ pokkx & m a$ltmx& .» - 3. >Amhqxpo*| si|, pkot*rio| x > m, e$pg*ccekke pa*msa
sa+ e<atsot& vqg*lasa soi&| pe*mgri melei&rhai. - 4. $Ej sx & m ko*cxm rot jqimot&le*m re. - 5.
Ke*comso*| simo| pokkot+| sot+| pokeli*ot| ei#mai, Rpaqsia*sg| si| e>kecem. «Jako*m e$rsim,
pkei*oma| ca+q a$pojsemot&lem.» - 6. %Ose at$s{ & so+m sot& paido+| ha*masom a$ccekot&rim, o<
pasg+q jkat*resai. - 7. Vqg+ g<la&| sat&sa rjopei&m, o%px| g< g<lese*qa uiki*a pkei&rsom
vqo*mom rtllemei&. - 8. $Aei+ sa$kghe+| ke*comse|, ot$ ruakei&se* pose. - 9. Ei$ lg+ sat&sa
le*kkese poig*reim, x # poki&sai, g<lei&| sg+m t<lese*qam vx*qam diauheqot&lem. - 10. Oi<
t<le*seqoi e$mo*lifom ot$je*si sot+| pokeli*ot| uamei&rhai.

LABORATORIO LESSICALE

Alla radice rgl- del verbo rglai*mx («io do il segnale, ordino, faccio conoscere, manifesto, indico») e del
sostantivo neutro rg&la, -aso| («segno, indizio, presagio, insegna») si ricollegano numerosi vocaboli
greci, per lo piuÁ sostantivi:
± rgl-ai*a (insegna, vessillo, immagine) ± rgl-ei&om (segno, segnale, indizio, insegna, im-
± rgl-aio-uo*qo| (vessillifero, alfiere) pronta, presagio, prova, argomento)
± rg*l-amri| (segnalazione) ± rgl-eio-rjo*po| (indovino, osservatore di pre-
± rgl-amsg*qiom (sigillo) sagi)
± rgl-amsijo*| (che indica, significativo) ± rgl-eio*x (io segno, contrassegno)
± rgl-amso*| (notato, distinto) ± rgl-ei*xri| (designazione, indicazione)
± rgl-ari*a (segnalazione) ± rgl-eixso*| (segnalato)
± rgl-eio-cqa*uo| (stenografo)
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.
Anche in italiano notiamo vari termini derivanti dalla radice rgl-:
± metasemõÁa ± semaforista ± semaÁntico ± semioÁtica
± polisemaÁntico ± semaforo ± semiografõÁa ± semioÁtico
± polisemõÁa ± semanteÁma ± semiologõÁa
± sema ± semaÁntica ± semioÁlogo
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Il futuro primo attivo e medio:


sigmatico, asigmatico, attico e dorico 7
Es. n. 16 - Analizza e traduci le seguenti frasi.
d
1. Veniamo, o cittadini, per annunciarvi una notizia molto dolorosa. - 2. PoicheÂ
l'esercito dei nemici si avvicina, noi abbiamo intenzione di respingerlo. - 3. L'inizio
della battaglia saraÁ segnalato dal trombettiere. - 4. La patria non saraÁ mai disonorata
dagli uomini nobili. - 5. Siete e sarete sempre onesti; le passioni, percioÁ, non
rovineranno il vostro animo. - 6. Dalle nostre parole voi ci giudicherete. - 7. Non ho
intenzione di dire la veritaÁ a voi, che dite sempre bugie. - 8. Sappiamo che nessuno di
noi sfuggiraÁ alla punizione.

FUTURO ATTICO ATTIVO E MEDIO E FUTURO DORICO

temporale (-re-/-ro-) e della desinenza, si ottiene


il tema, a cui si aggiunge -x:
^ ht*-rei|, «tu sacrificherai» ? ht*-x, «io sa-
I verbi coniugati al futuro primo: come crifico»
risalire al presente indicativo EÁ utile tenere presente il seguente schema, in cui
sono registrati i vari mutamenti fonetici del tema
Se bisogna tradurre una voce verbale coniugata
verbale relativi alla formazione del futuro primo
al futuro primo sigmatico si risale alla prima
sigmatico:
persona singolare del presente indicativo nel
seguente modo: dopo l'eliminazione del suffisso

Futuro Presente Esempi

± in gutturale (-jx, -cx, -vx) sg*n-x ? sg*j-x, «io liquefaccio»


a>n-x ? a>c-x, «io conduco»
in -nx e%n-x ? e>v-x, «io ho»
± in -rrx (-ssx, < gutturale + j) utka*n-x ? utka*rr-x (-ss-x), «io custodisco»
± in -fx (< c oppure d µ j, raramente) rua*n-x ? rua*f-x, «io sgozzo»

± in labiale (-px, -bx, -ux) bke*w-x ? bke*p-x, «io guardo»


sqi*w-x ? sqi*b-x, «io trito»
in -wx hqe*w-x ? sqe*u-x, «io nutro»
± in -psx (< gutturale + j) bka*w-x ? bka*ps-x, «io danneggio»

± in vocale kt*-r-x ? kt*-x, «io sciolgo»


a$dijg*-r-x ? a$dije*-x, «io sono ingiusto»
± in dittongo paidet*-r-x ? paidet*-x, «io educo»
± in dentale (-sx, -dx, -hx) a$mt*-r-x ? a$mt*s-x, «io porto a termine»
y>-r-x ? y>d-x, «io canto»
in -rx bqi*-r-x ? bqi*h-x, «io sono carico»
± in nasale + dentale (-mdx) rpei*-r-x ? rpe*md-x, «io faccio libagioni»
± in -fx (< c oppure d µ j) e$kpi*-r-x ? e$kpi*f-x, «io spero»
± in -rrx (-ssx, < gutturale + j, ra- pka*-r-x ? pka*rr-x (ss-x), «io plasmo»
ramente) )

8 UNITAÁ 1
Per tradurre una voce verbale coniugata al sona singolare del presente indicativo, sia percheÂ
futuro primo asigmatico (o contratto), proprio questo tipo di futuro presenta una flessione iden-
dei verbi con il tema in liquida e in nasale, si risale tica a quella del presente indicativo dei verbi
alla prima persona singolare del presente indica- contratti in -e*x (e tra le due flessioni si potrebbe
tivo, isolando il tema con l'eliminazione della creare confusione), sia perche il suffisso tempo-
desinenza e del suffisso temporale; al tema, si rale -e*re-/-e*ro-, utilizzato in origine, si eÁ modi-
aggiunge poi -x: ficato con la caduta del -r- intervocalico e la
^ melot&-lem (<*mel-ero-lem), «noi distri- contrazione delle due vocali rimaste. Si consiglia,
buimmo» ? me*l-x, «io distribuisco» quindi, di tenere presente il seguente schema:

Tuttavia, non eÁ semplice risalire alla prima per-

Futuro Presente Esempi


in -kx
& ± in -kkx (<*k-j-x) & (<*bak-er-x) ? ba*kk-x, «io lancio»
bak-x

in -aqx
& ± in -ai*qx (<*aq-j-x) & (<*jahaq-er-x) ? jahai*q-x, «io ripulisco»
jahaq-x
± in -qx & (<*deq-er-x) ? de*q-x, «io scortico»
deq-x
in -eqx
&
± in -ei*qx (<*eq-j-x) a$ceq-x
& (<*a$ceq-er-x) ? a$cei*q-x, «io raccolgo»

in -iqx
& ± in -i°*qx (<*i±q-j-x) oi$jsiq-x
& (<*oijsiq-er-x) ? oi$jsi*q-x, «io compiango»

in -tqx
& ± in -t°*qx (<*t±q-j-x) & (<*rtq-er-x) ? rt*q-x, «io trascino»
rtq-x

in -amx
& ± in -ai*mx (<*am-j-x) & (<*jam-er-x) ? jai*m-x, «io uccido»
jam-x
± in -mx & (<*lem-er-x) ? le*m-x, «io rimango»
lem-x
in -emx
&
± in -ei*mx (<*em-j-x) & (<*jsem-er-x) ? jsei*m-x, «io uccido»
jsem-x

in -imx
& ± in -i°*mx (<*i±m-j-x) & (<*jkim-er-x) ? jki*m-x, «io inclino»
jkim-x

in -tmx
& ± in -t°*mx (<*t±m-j-x) & (<*pktm-er-x) ? pkt*m-x, «io lavo»
pktm-x

in -elx
& ± in -lx & (<*mel-er-x) ? me*l-x, «io distribuisco»
mel-x

Es. n. 17 - Forma il futuro dei seguenti verbi.


poqi*fx (io fornisco) - jai*x (io brucio) - lajaqi*fx (io stimo beato) - badi*fx (io
cammino) - jkai*x (io piango) - joli*fx (io porto) - koci*folai (io calcolo) - uet*cx (io
fuggo) - moli*fx (io credo) - pai*fx (io scherzo).

Es. n. 18 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


& ri(m) - o< molix
Ð ai< joliot&rai - hetrei&rhe - bibx & m - jkatrot&lai - bibx
& - vaqiot&lai -
moliei&m - uetnot*leha - oi< poqiot&mse| - uetnoi&rhe - e$lbiba&se - o< hetrot*lemo| -
pketrot*leha - jolix & - g< jatrotle*mg - uetnei&rhai - joliot&msai - wguiot&ri(m) - g<
bibx & ra - jatrot*leha - joliei&.
Ð a colui che calcoleraÁ - essere per fornire - tu brucerai - egli cammineraÁ - di coloro
che crederanno - di colei che porteraÁ - a coloro che scherzeranno - essere per
bruciare - voi due piangerete - colui che bruceraÁ (compl. ogg.) - essi piangeranno -

Il futuro primo attivo e medio:


sigmatico, asigmatico, attico e dorico 9
coloro che porteranno (sogg.) - essere per fuggire - di quelle che piangeranno -
coloro che fuggiranno (sogg.) - coloro che calcoleranno (compl. ogg.).

Es. n. 19 - Completa il seguente schema, annotando per ciascuna voce verbale tutti i dati richiesti.
L'esercizio eÁ avviato.

Suffisso
Voce Tema Modo e Persona e
temporale e DiaÁtesi Traduzione
verbale verbale tempo numero
desinenza
mijg*rolem mija- -ro-lem indicativo prima persona attiva «noi vinceremo»
futuro plurale
rixpg*rotri(m)
dotketro*lemoi
jat*romsa|
utka*noise
e$paime*rolai
a<qparo*lemo|
dgkx*rei
a$pojakt*wx
ctlmaro*leha
hatla*rei|
wet*rerhai
ai$sg*roiem
e$lbakei&m
a$pojsemx
&m
uheqot&lem
a$pobakei&se
jqimei&som
uetnot&msai
diauheqoi*g
a$popketrei&sai

Es. n. 20 - Indica per ciascuno dei seguenti verbi la prima persona singolare del futuro indicativo
attivo e medio (quando eÁ possibile), poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.

1. jo*psx jo*wx, io percuoteroÁ jo*wolai, io mi percuoteroÁ


2. uike*x
3. wgui*fx
4. a$kka*rrx
5. rua*kkx

10 UNITAÁ 1
6. jai*mx
7. ai$rvt*mx
8. e<kjt*x
9. rsema*fx
10. utka*rrx
11. ja*lmx
12. a$cei*qx
13. seke*x
14. he*x

Es. n. 21 - Scegli la traduzione corretta tra quelle proposte.

1. a$comiot&msai 2. badix &


& essi combattono & io camminero Á
& essi combatteranno & io cammino
& essi combattevano & che io cammini

3. so+m a$ccekot&msa 4. e$pihtlg*rotri(m)


& colui che annuncia & a coloro che desiderano
& coloro che annunceranno & essi desiderano
& colui che annunceraÁ & essi desidereranno

5. diauheqot&lem 6. dgkx*rei
& noi distruggeremo & tu manifesterai
& noi distruggiamo & tu manifesti
& noi corrompiamo & egli manifestera
Á
7. oi< pokelg*romse| 8. boghg*reim
& coloro che combatteranno & essere per correre
& coloro che combattono & essere per correre in aiuto
& coloro che combatterono & correre in aiuto

Es. n. 22 - Scegli la risposta esatta tra quelle proposte.

1. Il termine le*cam eÁ & accusativo maschile singolare


& nominativo neutro singolare
& nominativo e accusativo neutro singolare
2. La forma z' eÁ & una voce dell'imperfetto di ei$li*
& pronome relativo
& articolo
3. Nel sintagma e$m sz& at$sz& & is
g<le*qy, at$so*| equivale a & ipse
& idem

Il futuro primo attivo e medio:


sigmatico, asigmatico, attico e dorico 11
4. Le proposizioni interrogati- & una particella interrogativa
ve dirette semplici possono & un pronome, un aggettivo o un avverbio interro-
essere introdotte da gativo
& un pronome, un aggettivo, un avverbio interro-
gativo o una particella interrogativa
5. La voce verbale e>rolai eÁ & futuro medio di ei>jx
& futuro di ei$li*
& futuro medio di y>dx
6. La voce verbale a$dijot&msa| & nominativo maschile plurale
eÁ participio presente & accusativo maschile plurale
& accusativo femminile plurale
7. Le proposizioni consecutive & sempre all'indicativo
hanno il verbo & sempre all'infinito
& all'indicativo o all'infinito
8. Le proposizioni oggettive & o%si
sono introdotte da & x% rse
& o%px|
9. Il sostantivo jqa*so| ha il & -o|
tema in & -e|
& -a|
10. La voce verbale a$pe*jqtpsom & imperfetto, terza persona plurale
eÁ & participio presente, nominativo maschile singo-
lare
& participio presente, nominativo e accusativo neu-
tro singolare

Es. n. 23 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il futuro attico e il
d futuro dorico; poi traduci.
1. Oi< poke*lioi, sg&| g<lese*qa| leca*kg| rsqasia&| e$peqvole*mg|, save*x| uetnot&msai. -
2. Ei$ o< a>melo| g<li&m a$msipmetrei&sai, ot$j a$popketrot*leha. - 3. >Gdg e<rpe*qa e$rsi+ jai+
ei$| sg+m oi$ji*am badix& . - 4. <Glei&| a$cxmiot&leha, so+ rx& la r{*rolem jai+ rt+m soi&| heoi&|
sx & m pokeli*xm pokkot+| diauheqot&lem. - 5. <O $Ake*namdqo| sx & m sot+| pokkot+|
& m pefx
$ + * > *
ei| sgm $Ariam diabiba&m elekkem. - 6. Cicmxrjolem osi sx % & m bqosx & m ot$dei+| so+m
ha*masom uetnei&sai. - 7. <Glei&| e$mha*de g<le*qa| pe*mse lemot&lem jai+ ot$ uetnot*leha. -
8. Oi< a>mhqxpoi peqi+ sg&| do*ng| jai+ sg&| a$qvg&| a$cxmiot&msai. - 9. $Ecx+ moli*fx o%si
ot$dei*| roi e$mamsi*a wguiei&sai. - 10. %Ode o< sx & m $Ahgmai*xm dijarsx & m o%qjo| g#m.
«Jasa+ sot+| mo*lot| jai+ rt+m dijaiosa*sz cmx*lz wguiot&lai.» - 11. Sg+m a$kg*heiam
ke*comse|, ot>pose ruakot*leha jai+ ug*lgm jakoja$cahi*a| e%nolem. - 12. Ktpgqo*m e$rsi
so+ keco*lemom. «Ei$ e>volem vqg*lasa, e%nolem ui*kot|.»

12 UNITAÁ 1
LABORATORIO LESSICALE

Al sostantivo neutro rx& la, -aso| («corpo, cadavere, vita, persona») si ricollegano etimologicamente
alcuni vocaboli greci:
± rxl-arje*x (io esercito il corpo) ± rxlaso*-sg| (corporeitaÁ)
± rxlas-i*fx (io rivesto di un corpo) ± rxlaso-uho*qo| (che guasta il corpo)
± rxlas-ijo*| (riguardante il corpo, corporeo) ± rxlaso-utg*| (di natura corporea, materiale)
± rxla*s-iom (piccolo corpo, corpicino) ± rxlaso-ut*kan (guardia del corpo)
± rxlas-ei&om (corpuscolo) ± rxlaso*-x (io do corpo)
± rxlaso-eidg*| (corporeo, materiale, organico)
± rxlaso-poie*x (io rivesto di un corpo, personi-
fico, rafforzo)
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.

Da rx& la derivano in italiano:


± citosoÁma ± eterosoÁmo ± somatico ± somatologõÁa
± cromosoÁma ± leptosoÁmico ± somatizzare ± somatologico
± cromosomatico ± psicosomatico ± somatizzazione
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 24 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni finali e oggettive; poi traduci.
d
1. %Xqa e$rsi+ botket*erhai, o%px| x<| ja*kkirsa a$cxmiot&leha. - 2. Ei$ oi< a>meloi sai&|
matri+m a$msipmetrot&msai, la*sgm o< jtbeqmg*sg| e$j sot& kile*mo| a$popketrei&sai. -
LA LINGUA GRECA...
3. Lajaqiot&lem sot+| ce*qomsa| jah$ o%rom sx & m e$pihtlix & m e$ket*heqoi* ei$rim. - 4. %Orsi|
a$cx*m so+m o%qjom lg+ a$posekei&, sot&som e$pi*oqjom moliei&|. - 5. $Epirsoka+| peqi+ sg&| e$lg&| poqei*a|
rsekx & roi. - 6. Ai< sg&| po*kex| paqhe*moi sz& hey& dx & qa joliot&rim. - 7. <O pasg+q soi&| pairi+
paqarjeta*fei o%ra oi>esai at$soi&| vqg*rila e>rerhai pqo+| so+m bi*om. - 8. >Omse|
uikolahei&|, sg+m peqi+ sx & m a$mhqx*pxm jai+ hex & m a$kg*heiam e$nesx & lem. - 9. $Ecjqasg+|
' m et$dojilg*rei|, a$kka+ lg+ di$ x
e>rz, e$a+m moli*fz| ei#mai je*qdg e$jei&ma di$ x ' m et$poqg*rei|. -
#
10. Rt+m heoi&|, x pai&, so+m a$cx & ma t<polemei&| jai+ jsg*rz le*ca o>mola jai+ leca*kgm dt*malim.
LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo maschile a$cx*m, -x & mo| («piazza, circo, assemblea, lotta, giochi, combattimento, gara,
processo, pericolo») derivano i seguenti termini greci:
± a$cxm-i*a (lotta, gara, angoscia) ± a$cxm-irlo*| (lotta, gara)
± a$cxm-ia*x (io gareggio, lotto, sono in ansia) ± a$cxm-irsg*| (lottatore, atleta, combattente, attore)
± a$cxm-i*folai (io lotto, gareggio, combatto) ± a$cxm-irsijo*| (che riguarda la lotta, agonistico,
± a$cxm-ijo*| (che riguarda la lotta) battagliero)
± a$cx*m-io| (delle gare) ± a$cxmo-hese*x (io organizzo i giochi pubblici)
± a$cx*m-irla (lotta, gara, contesa, premio della gara) ± a$cxmo-he*sg| (organizzatore o presidente dei gio-
chi pubblici)
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.

Anche in italiano vi sono alcuni vocaboli derivanti da a$cx*m:


± agoÁne ± agonismo ± antagonismo ± protagonista
± agognare ± agonistica ± antagonista
± agonale ± agonistico ± antagonistico
± agonõÁa ± agonizzare ± protagonismo
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Il futuro primo attivo e medio:


sigmatico, asigmatico, attico e dorico 13
Es. n. 25 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il futuro; poi traduci.
d
1. Sx & m pokeli*xm pkgriafo*msxm, oi< poki&sai pa*msa sa+ e<atsx & m e$m s{& at$s{ & so*p{
a$pojqt*pseim e>lekkom. - 2. Oi< sg&| po*kex| ui*koi soi&| poki*sai| ot$ sa+ g%dirsa, a$kka+ sa+
a>qirsa rtlbotket*rotrim. - 3. Oi< a$mdqei&oi sx & m rsqasixsx& m q<y&om sx & m so+m bi*om
& m deikx
LA LINGUA GRECA...
mo*lo| $em sai&| la*vai| r{*rotrim. - 4. Dg&ko*m e$rsim o%si g< at$sg+ cmx*lg peqi+ sx & m at$sx &m
pqacla*sxm ot$j a$ei+ e>rsai soi&| a$mhqx*poi|. - 5. 'Xm raug+| e>rsai g< a$mdqei*a, t<po+
pa*msxm pokisx & m hatla*romsai. - 6. Oi< Caka*sai, oi< sot& Jeksijot& ce*mot| o>mse|,
ke*comsai sa+ sg&| Et$qx*pg| e>rvasa jasarvei&m (occuparono). - 7. At$soi+ he*kotri* le
ei#mai rsqasgco+m ja$cx+ rsqasgco+| e>rolai. - 8. <O a>mhqxpo| o< pokkot+| e$vhqot+| e$m s{ &
bi*{ e>vxm, e$m sz& a$ma*cjz ot$de*ma ui*kom et<qg*rei. - 9. <Glei&| sat&sa t<li&m ke*colem, %ima
cicmx*rjgse e$m oi%oi| jimdt*moi| g< oi$ji*a e$rsi*m. - 10. <O bariket+| pqx & som jasa+ mo*lom Dii+
e>hte jai+ e>lekke ht*eim e>peisa jai+ soi&| a>kkoi| heoi&|.

Es. n. 26 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il futuro; poi individua
d d le proposizioni subordinate; quindi traduci.
1. Jai+ g#m le+m o%se oi< Kajedailo*mioi e$pelekot&mso o%px| a>nioi ei#em g<cei&rhai, mt&m de+
pokt+ la&kkom pqaclaset*omsai o%px| a>qnotrim g/ o%px| a>nioi sot*sot e>romsai. (da
SENOFONTE) - 2. <O Sirraue*qmg| soi&| rsqasix*sai| e>kecem. «%Gnx jai+ a$pa*nx t<la&| ei$|
sg+m <Ekka*da.» (da SENOFONTE) - 3. <Tlei&| ot#m sot*s{ vqx*lemoi kocirl{ & jai+ sg&| e$lg&|
pqoro*dot jasauqomei&se jai+ e$kpi*fese t<la&| pa&ram sg+m <Ekka*da sat*sz sz& dtma*lei
jasarvg*reim. (da ISOCRATE) - 4. <O Nemoux & m e>kecem. «Veiqi*rouo| le+m e$pi+ sa+ pkoi&a
rse*kkesai, g<lei&| de+ a$malemot&lem.» (da SENOFONTE) - 5. Ot$de*pose uobg*rolai ot$de+
uetnot&lai pqo+ sx & m jajx ' m cicmx*rjx o%si jaja* e$rsim. (da PLATONE) - 6. Mt&m Ð e>ug
& m, x
(disse) o Paqlemixm Ð otj a$jimdt*mx| loi dojot&lem e$piveiqg*reim s{
< * $ & e>qc{, o%si ot$v
'
oio*m e$rsim a>ceim so+m rsqaso+m e$m lesx*p{ dia+ sot& posalot&. (da ARRIANO) - 7. >Esi de+
paido+| sot& Ja*sxmo|, oi< rt*llavoi sx & m <Qxlai*xm e>pqarrom o%px| lehe*notri sg&| e$m
<Qxlz pokiseia|. (da PLUTARCO) - 8. <O Uoji*xm g>kpife sg+m at$sx
* * & m sa*nim ot$ lemei&m,
a$kka+ sa+| mat&| ntlperei&rhai pqo+| a$kkg*ka|. (da TUCIDICE) - 9. %Xpx| jqa*sirsoi
uamei&rhe sx & m e$pi+ soi&| a%qlarim, uikomiji*am soi&| pefoi&| e$lba*kkese. (da SENOFONTE) -
10. <O dg&lo| de*ja pqe*rbei| e$j pa*msxm $Ahgmai*xm pe*lpei paqa+ so+m $Ake*namdqom,
a$paccekkot&msa| o%si e$pame*qvesai rx & o| e$n $Ikktqix& m jai+ Sqibakkx& m. (da ARRIANO)

Es. n. 27 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Stimeremo beato solo l'uomo libero dalle passioni. - 2. Il nostro comandante credeva
che i nemici non avrebbero fatto passare l'esercito attraverso il fiume. - 3. I genitori,
che non educano bene i propri figli in gioventuÁ, piangeranno nella vecchiaia. - 4. Il
nostro esercito navigheraÁ verso l'isola per conquistarla. - 5. Non fuggiremo dal
villaggio, ma aspetteremo i nemici. - 6. Il re diceva al popolo: «Stiamo sul punto di
vincere la guerra.» - 7. Il padre prepareraÁ tutte le cose utili per i figli. - 8. Per la tua
salvezza ti impediremo di partecipare all'assemblea.

14 UNITAÁ 1
VERSIONI

§
d s 1. Il noce e i viandanti s

Jaqt*a si|, e$m o<d{


& i<rsale*mg, jaqpo+m e>ueqe pokt*m. Oi< de+ paqodi&sai ki*hoi| jai+
ba*jkoi| jase*jkxm dia+ sa+ ja*qta. <G de+ oi$jsqo+m e>ug. «#X a$hki*a e$cx*, o%si, ot=| s{
&
jaqp{ & lot et$uqai*mx, t<po+ sot*sxm deima+| a$msikalba*mx va*qisa|.»
Sot+| a$vaqi*rsot| jai+ jajot*qcot|, sot+| a$msi+ a$cahx & m jaja+ a$msidido*msa|, o<
lt&ho| e$ke*cnei.
(da ESOPO)

Nux quaedam, in via sita, multos fructus ferebat. Viatores autem saxis et baculis
eam percutiebant ut inglandes excuteÆrent. Tum illa flebili voce ait: «Heu me miseram,
quod ab iis, quos fructibus meis oblecto, gratias graves recipio.»
Fabula vituperabit ingratos et maleficos, qui pro bonis mala dant.

§
d
s 2. I fiumi e il mare s

Posaloi+ rtmg*qvomso e$pi+ so+ at$so+ jai+ sg+m ha*karram jaszsix & mso, ke*comse| at$sz&.
«Dia+ si* g<la&|, ei$reqvole*mot| ei$| sa+ t%dasa* rot jai+ t<pa*qvomsa| posi*lot| jai+ cktjei&|,
a$peqca*fz a<kltqot+| jai+ a$po*sot|;» <G de+ ha*karra, i$dot&ra (avendo visto) o%si at$sg&|
jasale*luomsai, pqo+| e$jei*mot| ke*cei. «Lg+ e>qverhe jai+ ot%sx| ot$ cemg*rerhe a<klt-
qoi*.»
Ot'so| o< lt&ho| paqirsy& sot+| a$jai*qx| ai$sixle*mot| sima+| jai+ paq$ at$sx & m la&kkom
$xuekotle*mot|.
(da ESOPO)

FlumõÆna ad eandem rem conveniebant et mare reprehendebant dicentes: «Cur nos,


in aquas tuas influentes, qui ad bibendum apti et dulces sumus, in salsos neque ad
bibendum aptos convertis?» Mare, cum flumõÆna obiurgantia vidisset, ad ea: «NolõÅte Ð
inquit Ð ad me venire, itaÆque salsi fieri non poterõÆtis.»
Haec fabula ad illos attõÆnet qui aliquos incommode accusant, etiamsi ab eis
maioribus beneficiis afficiuntur.

§
d s 3. Un sogno che non diventa realtaÁ s

$Amg*q si| sx & m a$po*qxm jai+ pemivqx& m bot*stqom jai+ le*ki e$m a$ccei*{ pkgri*om sot&
so*pot e$m {' e$ja*hetdem ei#vem. <O de+ mtjso*| pose jah$ e<atso+m e$ko*cifem, soiat&sa ke*cxm.
«Pxkg*rx so+ bot*stqom jai+ so+ le*ki, jai+ a$coqa*rolai ai#ca| de*ja, ai%sime| a$pocemmg*-
rotri* loi pokka+| e<se*qa|, jai+ e$nxmg*rolai bot&| e<jaso*m, jai+ dia+ sot*sxm a$qot*qa|
jasarpeqx & , jai+ a$po+ sot& je*qdot| a$umeio+| t<pa*qnolai.
Jai+ oi$ji*am e$ceqx & sqix*qouom, jai+ sesqx*qouom, jai+ dot*kot| e$nxmg*rolai. <G de+
ctmg* lot pai&da cemmg*resai a>qqema, jai+ jakx & sot&som Pa*cjakom, jai+ paidet*rx x<|
+ > $
dei&, jai eipeq alekot&msa sot&som hearolai, sat*sz sz& q<a*bd{ ot%sx| st*wx.» Jai+ dia+
*
at$sg&| a$peqirje*psx| jqot*ei so+ a$ccei&om, jai+ so+ bot*stqom jai+ so+ le*ki e$jvei&sai.

§
d s 4. OdõÁsseo eÁ disposto ad accettare ogni decisione di Zeus s

Ecx+ hatla*fx oi%am et$wtvi*am o< $Odtrret+| jai+ ha*qro| e$mdei*jmtsai (dimostra),

Il futuro primo attivo e medio:


sigmatico, asigmatico, attico e dorico 15
ot$ s{ & he{ & leluo*lemo| e$m sai&| ntluoqai&| ot$de+ sz& st*vz dioqcifo*lemo| e$m sai&|
dtrpqaci*ai|. Jai* loi dojei& ot'so| e$m sat*sai| sg&| st*vg| lesabokai&| cicmo*lemo| pqo+|
so+m heo+m ai$ei+ ke*ceim. «Ei$ barike*a le, x
# Fet&, $Ihajgri*xm ei#mai he*kei|, ja$cx+ bot*kolai.
bariket*rx d$ ot$v x<| >Eveso| ot$d$ x<| Raqdama*pakko|.
He*kei| le ei#mai mataco*m; Ja$cx+ bot*kolai. mataco+| de+ e>rolai Ai>amso|
o<rix*seqo|. He*kei| kilo*m le t<polei&mai (che io sopporti); Oi>rx (sopporteroÁ) jai+
sot&som, a$kka+ sx & m e$lx
& m e<sai*qxm e$cjqase*rseqom. Psxvet&rai* le (che io sia un
mendicante) he*kei|; Ot$j a$mai*molai. psxvet*rx de+ >Iqot et$jokx*seqom, jai+ stpso*-
lemo| ja*jirsa jai+ bakko*lemo| t<po+ sx & m e$lx& m e$vhqx
& m a$me*nolai. Pa*kim, e$a+m rt+
e$he*kz|, e$cx+ bariket*rx jai+ rsqaset*rx pa*kim, e$a+m rt* le jeket*z|, jai+ pket*rx pa*kim,
e$a*m roi dojz&.»
(da FAVORINO)

§
d s 5. Un comandante ateniese parla ai cittadini s

«Oi< Pe*qrai e$pi+ sg+m <Ekka*da rsqaset*rerhai le*kkotrim. Dio+ g<lei&| o<pkisx & m se jai+
ctlmgsx & m pokkg + m rsqasia + m rtkke * nolem. Soi&| de+ <
o pki* sai| hx* qaja|, $ rpi*da|,
a
* * * <
jmgli&da|, joqtha|, doqasa paqarjetarolem. Oi lem pokelioi em oki*c{ pkgria*rot-
+ * $ $
rim, x<| sa+ g<le*seqa a<qparo*lemoi jai+ sg+m pasqi*da biaro*lemoi. $Ea+m d$ e$pe*qvxmsai, g<
g<lese*qa rsqasia+ t<pe+q sg&| vx*qa| jai+ sx & m ctmaijx & m jai+ sx & m pai*dxm pqojimdtmet*rei.
$Em uqomsi*di peqi+ sg&| rxsgqi*a| ot$j e$ro*leha, a$kk$ e>rsi pokkg+ e$kpi*|, x # poki&sai,
sg+m sx & m rsqasixsx & m $
a +
qesg m g< la |
& &sx m deimx& m $
a pakka * neim jai + sg+ m pasqi * da r{* reim. Oi<
+ < > *
caq opki&sai oiomsai denerhai sgm sx + * * + $
& m baqbaqxm uakacca jai ei| utcgm sqeweim. Rt+m + *
de+ soi&| heoi&| g< mi*jg leh$ g<lx & m e>rsai.»

Guida alla traduzione


o
Il I periodo della versione n. 5 eÁ costituito da una sola proposizione (Oi< Pe*qrai ...
lekkotrim), in cui si nota il costrutto di le*kkx + infinito. Anche il IIo e il IIIo periodo sono formati
*
da un'unica proposizione (g<lei&| ... rtkke*nolem, Soi&| ... paqarjeta*rolem). Nel IVo periodo la
principale (Oi< le+m poke*lioi ... pkgria*rotrim) regge due finali implicite espresse con x<| e il
participio futuro (x<| a<qparo*lemoi jai+ ... biaro*lemoi). Il Vo eÁ un periodo ipotetico di 2o tipo o
dell'eventualitaÁ, di cui la protasi eÁ espressa con e$a*m e il congiuntivo ($Ea+m d$ e$pe*qvxmsai, «qualora
sopraggiungano») e l'apodosi con l'indicativo futuro (pqojimdtmet*rei). Nel VIo periodo, dopo la
principale ($Em uqomsi*di ... e$ro*lea), notiamo una coordinata introdotta dalla congiunzione
avversativa a$kka* (a$kk' e>rsi ... e$kpi*|), che, a sua volta, regge due soggettive con il verbo all'infinito
futuro (a$pakka*neim, r{*reim). Il VIIo periodo eÁ costituito da tre proposizioni: la principale (Oi< ca+q
... oi>omsai) e due infinitive rette da essa, con il verbo all'infinito futuro (de*nerhai, sqe*weim).
L'ultimo periodo, infine, eÁ formato da una sola proposizione (Rt+m de+ ... e>rsai).

§
d
6. Bisogna amare il proprio prossimo s
s

Oi< e$hmijoi+ ke*cotrim. «So+m pkgri*om rot a$capg*rei| jai+ so+m e$vhqo*m rot lirg*rei|.»
$Ecx+ de+ t<li&m ke*cx. «Sot+| e$vhqot+| t<lx & m a$capa&se jai+ t<pe+q sx& m dixjo*msxm t<la&|
* %
pqoretverhe, ima sot& Pasqo| tlx + < & m sot& em soi&| otqamoi&| tioi ci*cmgrhe. At$so+| e$pi+
$ $ < +
sot+| a$cahot+| jai+ sot+| pomgqot+| so+m g%kiom a$mase*kkei jai+ e$pi+ sot+| dijai*ot| jai+ sot+|
a$di*jot| bqe*vei.
Ei$ ca+q sot+| a$capx& msa| t<la&| a$capg*rese, si*ma lirho+m e%nese; Ot$ ca+q oi< e$hmijoi+ so+
at$so+ poiot&rim; Ei$ sot+| a$dekuot+| t<lx & m a$rpa*rerhe, si* peqirro+m poig*rese; Ot$ jai+ oi<

16 UNITAÁ 1
e$hmijoi+ so+ at$so+ poiot&rim; >Ererhe ot#m se*keioi, x<| o< Pasg+q t<lx
& m o< e$m soi&| ot$qamoi&|
$
se*keio*| ersim.»
(dagli EVANGELI)

§
d s 7. La vecchia e il lupo s

Kt*jo| kilx*ssxm sqoug+m e$fg*sei. $Em de+ so*p{ simi+ paidi*ot jkai*omso| a$jot*ei jai+
cqao+| at$s{ & kecot*rg|. «Ei$ ot$ kg*nei| jkai*xm, x # pai&, s{
& kt*j{ re pqorqi*wx.» <O de+
kt*jo|, oi$o*lemo| o%si g< cqat&| a$kghet*ei, pokkg+m x% qam pqore*lemem. <X| de+ e<rpe*qa g#m,
a$jot*ei pa*kim sg&| cqao+| so+ paidi*om jokajetot*rg| jai+ kecot*rg|. «Ei$ o< kt*jo| det&qo
e>qvesai, x# se*jmom, at$so+m uomet*rolem.» Sat&sa a$jot*xm, o< kt*jo| e$poqet*eso ke*cxm.
«$Em satsz sz& e$pat*kei a>kka le+m ke*cotrim, a>kka de+ pqa*ssotrim.»
*
<O lt&ho| pqo+| sot+| a$mhqx*pot| e$rsi+m oi%sime| sa+ e>qca soi&| ko*coi| ot$v o%loia
e>votrim.
(da ESOPO)

Analisi guidata
d COMPRENSIONE TESTUALE
1. Che cosa dice dapprima la vecchia al bambino?
2. Che cosa pensa il lupo dopo le prime parole della vecchia?
3. Quali parole rivolge la vecchia al bambino verso sera?
4. Che cosa dice il lupo allontanandosi?
5. A quali uomini eÁ rivolta la favola?
d COMPETENZA LINGUISTICA
1. Quali participi riesci a individuare nel brano? Elencali e analizzali.
2. Vi sono dei futuri? Individuali e analizzali.
3. Quali sono i complementi di stato in luogo espressi con e$m e il dativo?
4. La proposizione o%si ... a$kghet*ei (r. 3) eÁ oggettiva o soggettiva? Implicita o esplicita?
5. Il pronome oi%sime| (r. 7) introduce una proposizione relativa o interrogativa?

§
d s 8. Il leone e l'asino selvatico s

Ke*xm jai+ o>macqo| e$hg*qetom, o< le+m ke*xm sz& e<atsot& dtma*lei, o< de+ o>macqo| sz& e$m
pori+ savtsg&si pirset*xm. Sx & m f{*xm hgqetole*mxm, o< de+ ke*xm leqi*fei jai+ sqei&| loi*qa|
poiei& jai+ ke*cei. «Sg+m le+m li*am x<| pqx& so| kg*wolai (prenderoÁ), bariket+| ca*q ei$li, sg+m
+ * < $ $ * <
de detseqam x| en irot& joimxmo|, g de+ sqi*sg loi&qa le*ca jajo*m roi poig*rei, ei$ uet*ceim
lg+ hekg*rei|.»
<O lt&ho| dgkoi& o%si dei& e%jarsom e$m pa&ri sg+m e<atsot& i$rvt+m lesqei&m jai+ soi&|
dtmasxse*qoi| e<atsot& lg+ rtma*pseim lgde+ joimxmei&m.
(da ESOPO)

§
d s 9. La paidei*a s

<G paidei*a sot+| meami*a|, oi= pei*romsai at$sz&, leca*ka e>qca dida*nei sx
& m pakaix
&m
a$mdqx& m jai+ sa+| at$sx
& m wtva+| pokkoi&| rxuqort*mg| jorlg*lari jasajorlg*rei.

Il futuro primo attivo e medio:


sigmatico, asigmatico, attico e dorico 17
<G de+ paidei*a s{& meami*y ke*cei. «Rt+m e$loi+ sa+ di*jaia jqimei&| jai+ sg&| jajokoci*a|
$aue*nz. sot+| heot+| heqapet*rei| jai+ sot+| comei&| silg*rei|. sot+| pqerbtse*qot| ai$de*rz,
soi&| mo*loi| pei*rz, di*jaia pqa*nei|, o<lo*moiam dix*nei|. ot$ lo*mom sot+| a<laqsa*momsa|
joka*rei|, a$kka+ jai+ sot+| le*kkomsa| a<laqsa*meim jxkt*rei|. Sat&sa ca*q e$rsim o< sg&|
wtvg&| jo*rlo|.»

§
dd
s 10. L'anarchia eÁ peggiore della tirannide s

Sa+ f{ & a, sg+m stqammi*da vakepx & | ue*qomsa, pqo+| so+m Di*a pqe*rbei| sima+| e>pelpem,
+
sgm sx $ $
& m stqammxm apakkacgm aisg*romsa|. <O de+ Fet+| jg*qtja e>rsekkem, jgqt*nomsa
* +
pa*msa sa+ f{ & a e$ket*heqa ei#mai pqa*sseim o% si bot*koiso. So*se de+ sa+ f{& a e$rji*qsa jai+ z#de
jai+ g%kkeso jai+ so+m Di*a e$pz*mei.
Jai+ et$ht+| o< ke*xm sa+ f{& a a$rheme*rseqa jasg*rhiem, g< de+ a$kx*pgn sa+| o>qmiha|, o< de+
kt*jo| sa+ poi*lmia, o< de+ ai>kotqo| sot+| lt*a|, g< de+ a$qa*vmg sa+| lti*a|, ot$demo+| sot+|
mo*lot| deilai*momso|. Se*ko| de+ sa+ sapeima+ f{ & a so+m Di*a i<je*sete barike*a sima+ pe*lpeim,
$akk$ o< heo+| a$pejqi*meso. «>Evese o% si e$pehtlei&se.»

§
dd s 11. Il filosofo Diogene s

<O Dioce*mg|, o< o$molarso*saso| sx & m jtmijx&m


uikoro*uxm, e>kece jasa+ ut*rim sot+| a$mhqx*pot|
dei&m fg&m. at$so+| ca*q, o<po*ra e$rsi+ poktda*pama,
sat&sa e$utka*sseso jai+ e$mo*life jai+ bkabeqa+
e>rerhai.
%Ora de+ q<ydi*x| e>rsim e$pijotqei&m s{ & rx*lasi
jai+ pqo+| kilo+m jai+ pqo+| veilx & ma, ot$j g$le*kei
ot$de+m sot*sxm, a$kka+ jai+ sot+| so*pot| z<qei&so sot+|
t<cieimosa*sot| jai+ o%rot| e$mo*life pqoruoqosa*-
sot| e>rerhai at$s{ & e<ja*rsz x% qy. Jai+ de+ e$pele-
$ <
kei&so, opx| etpoqgrei sg&| ijamg&| sqoug&| jai+ lg+
% *
m at<so+m e$pikei*wei sa+ a$macjai&a.
Matthieu Despagnandelle, Diogene il Cinico. Versailles
(Francia), Reggia.
(da DIOGENE LAERZIO)

§
dd
s 12. Alcuni consigli ad un giovane sovrano s

Ui*kot| jsx & lg+ pa*msa| sot+| botkole*mot|, a$kka+ sot+| sg&| rg&| ut*rex| a$ni*ot|
o>msa|, lgde+ e$jei*mot| leh$ x ' m g%dirsa rtmdiasqi*wei|, a$kka+ leh$ x ' m a>qirsa sg+m po*kim
dioijg*rei|. Sa+| dojilari*a| sx & m roi rtmo*msxm (da rt*m µ ei$li*) a$jqibei&| poiot&. pa*mse|
ca+q oi< lg* roi pkgria*fomse| o%loio*m re soi&| ui*koi| ei#mai moliot&rim. Pirsot+| de+ g<cot& lg+
sot+| a%pam o% si a/m ke*cz| g/ poiz&| e$paimot&msa|, a$kka+ sot+| soi&| a<laqsamole*moi| (neutro
plur.) e$pisilx& msa|.
Soi&| le+m et# uqomot&ri sg+m paqqgri*am pa*qeve, sot+| de+ se*vmz jokajet*omsa| jai+
sot+| les$ et$moi*a| heqapet*omsa| dio*qa, %ima lg+ oi< pomgqoi+ pkei*x e>paimom sx & m vqgrsx &m
e>vxrim. Sot+| de+ ko*cot| sot+| peqi+ a$kkg*kxm a>jote jai+ a%la sot+| ke*comsa|, o<poi&oi*
ei$rim, cmxqi*feim peiqx & . $Irvtqai&| de+ fgli*ai| sot+| diaba*kkomsa| jo*kafe.

18 UNITAÁ 1
UNITAÁ 2 Sintesi
LEZIO in slide
NE 17
d L'aoristo primo o debole
attivo e medio

OBIETTIVI

^ Conoscenze: ^ AbilitaÁ:
d Morfologia: > l'aoristo debole sigmatico attivo d riconoscimento dell'aoristo debole sigmatico e
e medio di un verbo in -x asigmatico attivo e medio di un verbo in -x
> l'aoristo debole asigmatico at- d riconoscimento della proposizione temporale e
tivo e medio di un verbo in -x dei verbi impersonali
d Sintassi: > la proposizione temporale d capacitaÁ di coniugare l'aoristo debole attivo e
> i verbi impersonali medio di un verbo in -x
d Elementi di lessico: sostantivi e verbi di alta e d memorizzazione e organizzazione delle conoscen-
media frequenza ze lessicali
d capacitaÁ di svolgere esercizi di vario tipo
d capacitaÁ di analizzare e tradurre frasi e brani di
varia difficoltaÁ

d TEST DI VERIFICA DEI PREREQUISITI

Rispondi alle seguenti domande. 4. Quali sono i modi dell'aoristo?


5. Come si distingue l'aoristo debole?
1. L'aoristo eÁ un tempo principale o un tempo
storico? 6. Qual eÁ il suffisso temporale dell'aoristo debole
sigmatico?
2. Quale azione esprime l'aoristo all'indicativo?
3. Quali sono le tre diaÁtesi e i tre tipi dell'aoristo?

AORISTO DEBOLE SIGMATICO ATTIVO E MEDIO


Es. n. 1 - Forma l'aoristo debole sigmatico dei seguenti verbi.
a$nio*x (io reputo degno) - dajqt*x (io piango) - bariket*x (io regno) - joka*fx (io
punisco) - ha*psx (io seppellisco) - y>dx (io canto) - moe*x (io penso) - uobe*x (io
spavento) - ctlma*fx (io esercito) - o$qt*rrx (io scavo) - pei*hx (io persuado) - uke*cx (io
brucio) - botket*x (io consiglio) - dix*jx (io inseguo) - jake*x (io chiamo) - rpet*dx (io
mi affretto) - lirho*x (io doÁ in affitto) - pme*x (io soffio) - rse*ux (io incorono).

L'aoristo primo o debole


attivo e medio 19
Es. n. 2 - Coniuga l'aoristo debole sigmatico attivo e medio dei seguenti verbi.
a>qvx (io comando; m. a>qvolai, io comincio) - dija*fx (io giudico) - sqe*ux (io nutro).

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð e$di*xna| - g$qna*lgm - g$co*qetram - bqe*naiem - g< a$qnale*mg - pirset*rxri(m) -
rtmebot*ketre(m) - a/m pat*raili - a>qnai| - y>raio - rpei&rai - dix & nai - sot+|
jke*wamsa| - o< cqa*wa| - e$de*namso - a$coqetra*sx - o< pat*ra| - s{ & dix*namsi - e$ce*kara
- o< mijg*ra| - e$sqewa*lgm - a/m cqa*waiso - s{& sqe*wamsi - cqa*wz| - e$si*lgra| - lirhx & rai
- g$ni*xra - e>metre(m) - a/m mijg*raili - ai>merom - jke*wxlai - lirhx*rarhai - e>hawe(m).
Ð coloro che iniziarono (compl. ogg.) - egli persuase - tu cantasti - di colui che seppellõÁ
- colei che persuase (sogg.) - avendo comandato (nom. masch. sing.) - a quelle che si
esercitarono - egli avrebbe giudicato per se - esercita tu - a colui che si punõÁ - aver
spaventato - voi cominciaste - scaviamo noi - voi avreste potuto punire - aver
inseguito - di quelle che piansero - essi si sarebbero incoronati - a quelli che si
affrettarono - aver cantato.

Es. n. 4 - Scegli la traduzione corretta tra quelle proposte.


1. e$je*ketre(m) 2. e>qqiwam
& egli comando Á & essi gettavano
& egli comandava & essi si gettavano
& essi comandarono & essi gettarono
3. o< dqa*ra| 4. oi< pket*ramse|
& colei che fece & coloro che navigarono
& colui che fece & coloro che soffiarono
& colui che fa & coloro che lavarono
5. g$cxmi*raso 6. g$qna*lgm
& egli gareggera Á & io cominciai
& egli gareggiava & egli comincio Á
& egli gareggioÁ & cominciare
< *
7. ai ktrarai 8. a/m mijg*railem
& quelle che scioglieranno & io potrei vincere
& quelle che sciolsero & noi vinceremo
& quelle che hanno intenzione di sciogliere & noi potremmo vincere

Es. n. 5 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con l'aoristo; poi traduci.
d

1. <O $Ake*namdqo| lesa+ sg+m la*vgm kalpqo*sasa sot+| mejqot+| e>hawem. - 2. <O Ne*qng|
o<do+m dia+ sg&| haka*rrg| e$poig*raso pkoi*oi|, so+m <Ekkg*rpomsom fet*na| (avendo
LA LINGUA GRECA... aggiogato). - 3. Oi< Pekopommg*rioi jai+ oi< rt*llavoi, sot& he*qot| e$picicmole*mot, ei$| sg+m
a>qvx $Assijg+m e$rsqa*setram. - 4. <O Helirsojkg&| e>kecem at$sot+| sot+| heot+| a/m jxkt&rai
so+m Ne*qngm bariket*ramsa a%la sg&| $Ari*a| jai+ sg&| Et$qx*pg|. - 5. Oi< $Ahgmai&oi jai+ oi<
Pekopommg*rioi sot& poke*lot Pekopommgriajot& g>qnamso, sa+| sqia*jomsa e$sx &m
rpomda+| kt*ramse|. - 6. <O Fet+| so+m <Eqlg&m pqo+| sg+m Jaktwx+ e>pelwem, jeket*romsa
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
so+m $Odtrre*a ei$| $Iha*jgm a$pope*lwai. - 7. Oi< i<ppei&| pqx & soi g#qnam sot& diabai*meim
a>qvx .
so+m posalo*m. - 8. <O Dioce*mg| e>kecem «Oi< le+m a>kkoi jt*me| sot+| e$vhqot+| da*jmotrim,
e$cx+ de+ sot+| ui*kot|, %ima r{*rx.» - 9. <O Kexmi*da| jai+ oi< rt+m at$s{
& sqiajo*rioi t<pe+q

20 UNITAÁ 2
sg&| <Ekka*do| et# jai+ jakx & | g$cxmi*ramso. - 10. Oi< pqo*comoi lesa+ pokkx & m jai+ leca*kxm
jimdt*mxm sot&so so+ ce*qa| t<li&m e$jsg*ramso. - 11. Ot$dei+| a>met e$cjqasei*a| so+ e<atsot&
rx & la jakx & | a/m dioijg*reie jai+ sot+| ui*kot| jai+ sa+| po*kei| x$uekg*reiem. - 12. >Gdg
raux & | <
t &m e$dg*kxra, x
li # dijarsai*, o%si o< Rxjqa*sg| pa*msxm sx & m uikoro*uxm o<
roux*saso*| e$rsim - 13. Oi< $Isakix & sai Pthaco*qam so+m uiko*rouom, at$sx & m ne*mom o>msa,
e>hawam jai+ e>si mt&m silx & rim. - 14. Uika*qctqo*| si| a%param sg+m ot$ri*am at<sot& e>m simi
so*p{ jasx*qtnem.

Es. n. 6 - Analizza le seguenti frasi, individuando i genitivi assoluti e i participi congiunti; poi traduci.
d

1. <O veilx+m diejx*ktre pqa&nai a= oi< rsqasgcoi+ e$je*ketram. - 2. <O $Ake*namdqo| so+m
Jkei&som e$uo*metrem, o%si so+m Ui*kippom e$paime*rai e$so*klgrem. - 3. Ke*cotri so+m
Jai*raqa, sg+m sot& Polpgi^ot jeuakg+m bke*wamsa, dajqt&rai. - 4. <O $Ake*namdqo| o<
sot& Uiki*ppot dx*deja e>sg jai+ o$jsx+ lg&ma| e$bari*ketrem. - 5. <O Ot$qamo+| pqx & so|
pamso+| sot& jo*rlot e$dtma*rsetrem, sg+m de+ Cg&m cg*la| (avendo sposato), sot+|
<Ejaso*cveiqa| e$se*jmxrem. - 6. Oi< $Avaioi+ so+m $Arsta*majsa so+m sot& %Ejsoqo| a$po+
sx & m e>qqiwam. - 7. <O Fet+| a$camajsg*ra| e$jeqat*mxrem so+m Uae*somsa, o=| pqo+|
& m seivx
sa+| e$jboka+| sot& mt&m Pa*dot jakotle*mot posalot& e>perem (cadde). - 8. Oi< poke*lioi,
pqo+| sa+ sei*vg sa+| jki*laja| e$qeira*lemoi, sg+m a$jqo*pokim jase*veim e>rpetram. - 9. Sg&|
Kgsot&| jeketra*rg|, o< $Apo*kkxm jai+ g< >Aqseli| pa*msa sa+ sg&| Mio*bg| se*jma
e$uo*metram. - 10. Oi< %Ekkgme| e$m sz& $Aqabi*y e$hg*qetram a$cqi*ot| o>mot|, oi= pokt+
ha&ssom sx & m %ippxm e>sqevom. - 11. Sot& Oi$di*podo| so+ ai>micla kt*ramso| jai+ sg&|
Ruicco+| a$po+ sg&| pe*sqa| e<atsg+m q<iwa*rg|, o< Oi$di*pot| sx & m Hgbx & m g#qnem. - 12. <O
$Epaleimx*mda| e>mdonom e$poi*grem sg+m la*vgm sg+m e$m Lamsimei*y, e$m z', sot+|
Kajedailomi*ot| mijg*ra|, at$so+| e$seket*sgrem.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo femminile rsqasia*, -a&| e dal sostantivo maschile rsqaso*|, -ot&, che hanno lo stesso
significato («esercito, forze militari, moltitudine»), derivano, oltre al sostantivo maschile rsqasgco*|, -ot&
(«condottiero di un esercito, generale, comandante, stratego»), anche altri vocaboli greci, per lo piuÁ
sostantivi e verbi:
± rsqas-a*qvg| (comandante di un esercito) ± rsqas-gcijo*| (del generale, adatto a comandare)
± rsqas-ei*a (spedizione militare, impresa militare, ± rsqas-g*ciom (tenda del generale)
servizio militare) ± rsqas-ix*sg| (soldato, guerriero)
± rsqa*s-etla (spedizione militare, esercito, forze ± rsqas-ixsijo*| (del soldato, militare, bellicoso)
militari) ± rsqaso-koce*x (io raccolgo un esercito)
± rsqa*s-etri| (spedizione militare) ± rsqaso-koci*a (leva)
± rsqas-etsijo*| (adatto alla vita militare, bellicoso) ± rsqaso-pedei*a (accampamento)
± rsqas-et*x (io milito, faccio una spedizione mili- ± rsqaso-pedet*x (io mi accampo)
tare, conduco una spedizione militare) ± rsqaso*-pedom (accampamento)
± rsqas-gce*x (io sono stratego, comando l'esercito) ± rsqaso-ut*kan (prefetto militare)
± rsqas-g*cgla (strategia di guerra, stratagemma) ± rsqaso*-x (io sto in campo, mi accampo)
± rsqas-gci*a (comando dell'esercito, carica di stra- )
tego, perizia nell'arte militare, tattica)

L'aoristo primo o debole


attivo e medio 21
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.

I vocaboli italiani derivanti da rsqasia* e rsqaso*| sono:


± strateÁga o strateÁgo ± strategicamente
± stratagemma ± strategico
± strategõÁa ± stratocrazõÁa
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 7 - Analizza le seguenti frasi, individuando le voci verbali espresse con l'aoristo e distinguendo
d quelle di forma attiva da quelle di forma media; poi traduci.
1. <O Kt*ramdqo| lesa+ sat&sa, a<hqoi*ra| jt*jk{ sot+| rtlla*vot|, e$je*ketre peqi+ sx &m
ai$vlakx*sxm botket*erhai. - 2. Pat*rarhe a<laqsa*momse| ei$| sg+m t<lese*qam pasqi*da. -
3. Pqx & som rjewx*leha peqi+ sg&| ei$qg*mg| si* a/m e$m s{ & paqo*msi (da paqa* µ ei$li*)
botkoileha gli&m cicmerhai. - 4. Ai stqammide| gjlaram e$m sz& Ra*l{ jasa+ Poktjqa*sg
* < * < * >
la*kirsa jai+ so+m a$dekuo+m at$sot&. - 5. <O $Ioba*sg| e$pe*sane Bekkeqouo*msz Vi*laiqam
uomet&rai, moli*fxm at$so+m t<po+ sot& hgqi*ot diauhaqg*rerhai (sarebbe stato ucciso). - 6.
Oi< Stqqgmoi*, <Qxlai*oi| pokelot&mse|, rtmhg*ja| poigra*lemoi, o<lg*qot| paq$ at$sx &m
e$ka*lbamom. - 7. <O Mola&|, e$p$ et$moi*y jai+ va*qisi sot& dg*lot pokisetra*lemo|, et$ht+|
e$pevei*qei sg+m po*kim poig&rai dijaiose*qam. - 8. Oi< e$m Dg*k{ oi$jot&mse| s{ & $Apo*kkxmi
i<eqo+m %idqtram. - 9. Ot$j e>mersi (da e$m µ ei$li*) mt&m t<li&m poqi*rarhai dt*malim sg+m e$jei*m{
paqasanole*mgm. - 10. <O Jai&raq, diasqi*wa| vqo*mom ot$ pokt+m paqa+ s{ & Mijolg*dz,
a$popke*xm t<po+ sx & m peiqasx & m a<ki*rjesai.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo maschile jt*jko|, -ot («circolo, cerchio, ruota, occhio, anello, cerchia fortificata, circo,
orbita») derivano numerosi termini italiani:
± aciclico ± ciclista ± ciclopista ± motocicletta
± anaciclico ± cicloÁdromo ± ciclostile ± motociclismo
± anticiclone ± ciclomotore ± emiciclo ± motociclista
± bicicletta ± ciclone ± encõÁclica ± motociclo
± ciclaÁbile ± ciclonico ± enciclopedõÁa ± riciclare
± ciclico ± ciclope ± enciclopedico ± riciclaggio
± ciclismo ± ciclopico ± epiciclo ± triciclo
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 8 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Paride, avendo rapito Elena, navigoÁ verso Troia. - 2. Il generale, udito cioÁ, mandoÁ un
messaggero all'accampamento dei nemici. - 3. Si dice che Antigone seppellõÁ di nascosto
(kamha*mx + partic. predic.) il corpo del fratello PolinõÁce, avendolo rubato. - 4. I barbari
anticamente fecero delle spedizioni contro il nostro paese. - 5. Zeus, avendo generato
EÁracle, lo rese immortale per il valore. - 6. Si tramanda che EÁdipo uccise invo-
lontariamente Laio, il proprio padre. - 7. Ciro sperava che, avendo organizzato una
spedizione militare contro il fratello, avrebbe regnato sull'Asia. - 8. Il comandante,
avendo vinto nella battaglia navale, assedioÁ il porto dei nemici con molte navi.

22 UNITAÁ 2
AORISTO DEBOLE ASIGMATICO ATTIVO E MEDIO

che possono fornire un pratico aiuto per risalire


da una voce verbale coniugata all'aoristo debole
alla prima persona singolare del presente indica-
I verbi coniugati all'aoristo debole: come tivo, in quanto sono registrati i vari mutamenti
risalire al presente indicativo fonetici relativi alla formazione di questo tipo di
aoristo:
Si consiglia di consultare i seguenti due schemi,

1. Verbi con l'aoristo debole asigmatico

Aoristo Presente Esempi

± in gutturale (-jx, -cx, -vx) e>-sgna ? sg*j-x, «io faccio liquefare»


g#na ? a>c-x, «io conduco»
in -na g#cna ? a>cv-x, «io soffoco»
± in -rrx (-ssx, < gutturale + j) e$-ut*kana ? utka*rr-x (ss-x), «io custodisco»
± in -fx (< c oppure d µ j, raramente) e>-ruana ? rua*f-x, «io sgozzo»

± in labiale (-px, -bx, -ux) e>-bkewa ? bke*p-x, «io guardo»


e>-sqiwa ? sqi*b-x, «io trito»
in -wa e>-hqewa ? sqe*u-x, «io nutro»
± in -psx (< gutturale + j) e>-bkawa ? bka*ps-x, «io danneggio»

± in vocale e>-ht-ra ? ht*-x, «io sacrifico»


e$-poi*g-ra ? poie*-x, «io faccio»
± in dittongo e$-pai*det-ra ? paidet*-x, «io educo»
± in dentale (-sx, -dx, -hx) g>mt-ra ? a$mt*s-x, «io porto a termine»
z#-ra ? y>d-x, «io canto»
in -ra e>-bqi-ra ? bqi*h-x, «io sono carico»
± in nasale + dentale (-mdx) e>-rpei-ra ? rpe*md-x, «io faccio libagioni»
± in -fx (< c oppure d µ j) g>kpi-ra ? e$kpi*f-x, «io spero»
± in -rrx (-ssx, < gutturale + j, ra- e>-pka-ra ? pka*rr-x (ss-x), «io plasmo» )
ramente)

c
AryÁballos (vasetto per olii
profumati) protocorinzio
proveniente da Cuma. Napoli,
Museo Archeologico Nazionale.

L'aoristo primo o debole


attivo e medio 23
2. Verbi con l'aoristo debole asigmatico

Aoristo Presente Esempi


in -gka ± in -akkx (<*k-j-x) e>-rugk-a ? rua*kk-x, «io abbatto»

in -eika ± in -e*kkx (<*ek-j-x) g>cceik-a ? a$cce*kk-x, «io annuncio»

in -aqa/-gqa ± in -ai*qx (<*aq-j-x) e$-ja*haq-a/e$-ja*hgq-a ? jahai*q-x, «io ripulisco»


± in -qx e>-deiq-a ? de*q-x, «io scortico»
in -eiqa
± in -ei*qx (<*eq-j-x) g>ceiq-a ? a$cei*q-x, «io raccolgo»

in -iqa ± in -i°*qx (<*i±q-j-x) > jsiq-a ? oi$jsi*q-x, «io compiango»


{

in -tqa ± in -t°*qx (<*t±q-j-x) e>-rtq-a ? rt*q-x, «io trascino»

in -ama/-gma ± in -ai*mx (<*am-j-x) e$-rg*lam-a/e$-rg*lgm-a ? rglai*m-x, «io segnalo»


± in -mx e>-leim-a ? le*m-x, «io rimango»
in -eima
± in -ei*mx (<*em-j-x) e>-seim-a ? sei*m-x, «io tendo»

in -ima ± in -i°*mx (<*i±m-j-x) e>-jkim-a ? jki*m-x, «io inclino»

in -tma ± in -t°*mx (<*t±m-j-x) e>-pktm-a ? pkt*m-x, «io lavo»

in -eila ± in -lx e>-meil-a ? me*l-x, «io distribuisco»

Es. n. 9 - Forma l'aoristo debole asigmatico dei seguenti verbi.


e$cei*qx (io sveglio) - ai$rvt*molai (io mi vergogno) - sei*mx (io tendo) - t<uai*mx (io tesso)
- le*mx (io rimango, attendo) - a$cce*kkx (io annuncio) - me*lx (io distribuisco, conduco
al pascolo) - rpei*qx (io semino) - pkt*mx (io lavo) - rglai*mx (io indico, doÁ il segnale).

Es. n. 10 - Coniuga l'aoristo debole asigmatico attivo e medio dei seguenti verbi.
rse*kkx (io invio) - jsei*mx (io uccido).

Es. n. 11 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð a/m a$cce*kaili - sei&mom - e$se*jlgqa - e>seimam - sx & m rseikarx & m - a$ccei*kz| -
z$rvtma*lgm - rsei&kai - sot& rpei*qamso| - ai$rvt*marhai - g#qe(m) - peqa*marhai -
rug&kom - o< a$ccei*ka| - sei*mxlai - rug*kxlem - oi< sei*mamse| - e$je*qdama| - a/m
ai$rvt*maiem - rpei*qgse - sei*mai - et$ht&mai - o< oi$jsei*qa| - sg+m sei*maram - a#qai - sot+|
jqi*mamsa| - e$pe*rseike(m).
Ð egli diede il segnale - di colui che uccise - tu ti vergognasti - egli invioÁ per se - di
coloro che annunciarono - noi distribuimmo - voi avreste potuto svegliarvi - aver
tessuto - tendi tu - vergognatevi voi - a quelli che annunciarono - a quelle che
distribuirono - coloro che uccisero (sogg.) - avendo seminato (nom. femm. sing.) -
essendo rimasti (nom.) - io avrei potuto tendere.

24 UNITAÁ 2
Es. n. 12 - Completa il seguente schema, annotando per ciascuna voce verbale tutti i dati richiesti.
L'esercizio eÁ avviato.

Suffisso
Voce Tema Modo e Persona e
temporale e DiaÁtesi Traduzione
verbale verbale tempo numero
desinenza
e$je*ketram jeket- -ra-m indicativo terza persona attiva «essi esortarono»
aoristo plurale
e>hawe(m)
e$poig*raso
e$rsqa*setra
jxkt&rai
ht*ramse|
g$cxmira*leha
rtcjakera*lemo|
a$persei*kase
e>jkima|
pat*rarhai
a$jot*rara
> jire(m)
{
uomet*rgrhe
e>ugma
rpei&qom
rug*kaiem
e$je*qdamam
jkatrai*sgm
utka*naiso
saqa*nxmsai
rtma*wase

Es. n. 13 - Traduci le seguenti voci verbali espresse con l'aoristo, poi indica accanto a ciascuna di esse la
corrispondente forma dell'imperfetto e del futuro con la relativa traduzione. L'esercizio eÁ
avviato.

1. e$stqa*mmetre(m) egli fu tiranno e$stqa*mmete(m), egli era tiranno stqammet*rei, egli saraÁ tiranno
2. e$je*ketra|
3. e>kalwa
4. e$mijg*ralem
5. e$jqi*marhe
6. e>ugmam

L'aoristo primo o debole


attivo e medio 25
7. e$utkana*sgm
8. e$bke*wx
9. e$vqgra*lgm
10. g$cei*qaso

Le proposizioni temporali
Per introdurre le proposizioni temporali, che appartengono al gruppo delle subordinate
S C H E D A complementari indirette (o avverbiali), per quanto riguarda la forma esplicita, si usano
SINTATTICA
in greco le seguenti congiunzioni:
Ð o%se, o<po*se, g<mi*ja («quando», «ogni volta che», lat. cum),
Ð x<| («quando», «appena», «non appena», lat. ut, ubi, ubi primum, simul ac),
Ð x<| sa*virsa, e$pei+ sa*virsa («appena che», «non appena»),
Ð e$pei*, e$peidg*, e$peida*m («dopo che», lat. postquam),
Ð e$n ot', a$u$ ot' («da quando», lat. ex quo),
' («mentre», lat. dum),
Ð e$m {
Ð e%x| («per tutto il tempo che», «finche», lat. donec, quoad),
Ð e>rse, le*vqi, le*vqi ot' («finche»),
Ð pqi*m («prima che», lat. antequam, priusquam).
Per quanto riguarda i modi, si usano di solito:
Ð l'indicativo di tutti i tempi per esprimere oggettivitaÁ;
Ð il congiuntivo con a>m (in dipendenza da tempi principali) o l'ottativo obliquo (in
dipendenza da tempi storici) per esprimere eventualitaÁ o azione ripetuta.
& m pokeli*xm rsqasia+ e$cct*seqom g#m.
^ %Ose sat&sa e$ci*cmeso, g< sx
Cum haec fiebant, hostium exercitus propius erat.
Quando accadevano queste cose, l'esercito dei nemici era abbastanza vicino.
<X| sa*virsa o< rsqasgco+| a/m ke*cz, pa*mse| oi< rsqasix
& sai a$jot*otrim.
Ubi primum dux loquõÆtur, omnes milites audiunt.
Appena il comandante parla, tutti i soldati ascoltano.
<O bariket*|, e%x| o< po*kelo| g#m, soi&| rtlla*voi| paqe*lemem.
Rex, donec bellum erat, erga socios in fide manebat.
Il re, finche la guerra durava, rimaneva fedele agli alleati.
# m, le*ca| uo*bo| sot+| poki*sa| e>pkgrrem.
<Opo*se sat&sa g
Cum haec fiebant, magnus timor cives movebat.
Ogni volta che accadevano questi fatti, un grande timore turbava i cittadini.
Per quanto attiene alla forma implicita, le proposizioni temporali si esprimono con:
Ð il participio congiunto (cfr. lat.),
Ð il genitivo assoluto (cfr. lat. ablativo assoluto), )

26 UNITAÁ 2
Ð pqo+ sot& («prima di») e l'infinito sostantivato,
Ð e$m s{
& («mentre») e l'infinito sostantivato,
Ð pqi*m («prima che») con l'accusativo e l'infinito.
^ Sat&sa poig*ra|, a$pg&khem.
Cum hoc fecisset, abõÆit.
Dopo aver fatto cioÁ, se ne andoÁ.

Oi< poke*lioi e>uetcom, pqi+m sg+m sx


& m $Ahgmai*xm rsqasia+m e$khei&m.
Hostes fugeÅrunt, anteÆquam Atheniensium exercitus perveniret.
I nemici fuggirono, prima che l'esercito degli Ateniesi giungesse.

Es. n. 14 - Scegli la risposta esatta tra quelle proposte.

1. Qual eÁ la prima persona singolare del futuro indicativo & rpa*rx


attivo di rpa*x? & rpa*rei
& rpa*rei|

2. Qual eÁ la terza persona plurale dell'aoristo indicativo & paqejeket*rarhe


medio di paqajeket*x? & paqejeket*raso
& paqejeket*ramso

3. Che cosa significa la voce verbale pi*olai? & io berroÁ


& io bevo
& che io beva

4. Qual eÁ la terza persona singolare del futuro indicativo & uheqot&lem


attivo di uhei*qx? & uheqei&
& uheqx
&

5. Qual eÁ il nominativo singolare femminile del participio & a$jot*rara


aoristo attivo di a$jot*x? & a$jot*rarai
& a$jot*raram

6. Che cosa significa la voce verbale rsekei&|? & tu mandi


& egli manderaÁ
& tu manderai

7. Qual eÁ il futuro infinito medio di bke*px? & bke*weim


& bke*peim
& bke*werhai

8. Qual eÁ la seconda persona singolare dell'aoristo indi- & e$si*lgre(m)


cativo attivo di sila*x? & e$si*lgra
& e$si*lgra|

9. Qual eÁ la prima persona singolare dell'ottativo aoristo & saqanoi*lgm


medio di saqa*rrx? & saqanai*lgm
& saqanai*leha

L'aoristo primo o debole


attivo e medio 27
10. Qual eÁ il nominativo singolare maschile del participio & utka*nxm
futuro medio di utka*rrx? & utkano*lemo|
& utkanole*mg

11. Che cosa significa la voce verbale uet*nolai? & io fuggo


& che io fugga
& io fuggiroÁ

12. Che cosa significa la voce verbale e$de*namso? & essi accettarono
& essi accetteranno
& essi furono accettati

Es. n. 15 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate; poi traduci.


d
1. So+m $Apo*kkxma jai+ so+m Poreidx & ma ke*cotri seivi*rai >Ikiom. so+ de+ ot$v ot%sx| e>vei.
a$kk$ o< Kaole*dxm sg+m po*kim e$sei*virem. - 2. <O Helirsojkg&| pqo+| so+m Et$qtbia*dgm, o=|
LA LINGUA GRECA...
a$me*seimem at$s{& sg+m bajsgqi*am, e>kecem. «Pa*sanom le*m, a>jotrom de*.» - 3. Li*kxm o<
cmx*lg Jqosxmiasg|, sat&qom e$pi+ sx
* &m x> lxm a$qa*lemo|, e$m $Oktlpi*y dia+ le*rot sot& rsadi*ot
at$so+m e>ueqem. - 4. <O $Odtrret*|, cmx*lgm e>vxm, rt+m soi&| e<sai*qoi| lovko+m a$pont*ma|
jai+ ptqx*ra|, so+m Jt*jkxpa jahet*domsa e$st*ukxrem. - 5. #X nei&me, soi&| Kajedai-
lomi*oi| a>cceikom o%si sz&de jei*leha (noi giacciamo), soi&| e$jei*mxm moli*loi| peira*lemoi.
- 6. <O Kt*ramdqo| e$rg*lgmem ei$| sa+| mat&| ei$rbai*meim, pa*msa paqarjetara*lemo|. -
7. <G q<x*lg lesa+ le+m sg&| uqomg*rex| x$ue*kgrem (aor. gnomico), a>met de+ sat*sg|
pokka*ji| sot+| e>vomsa| e>bkawem (aor. gnomico). - 8. <O $Igrot&|, sot+| dx*deja
a$porso*kot| rtcjakera*lemo|, at$sot+| a$pe*rseike sg+m sot& Heot& barikei*am jgqt*rreim.
- 9. <O $Ake*namdqo|, o%se so+m Daqei&om e$mi*jgre jai+ sg+m sx & m Peqrx & m a$qvg+m
jasejsg*raso, soi&| %Ekkgrim e$pe*rseike heo+m at<so+m wgui*rarhai. - 10. <O <Gqajkg&|,
sot+| a>hkot| e$piseke*ra|, sg+m cg&m jai+ sg+m ha*karram pokkx & m hgqi*xm e$ja*hgqem. -
11. $Epeidg+ oi< pqe*rbei| soi&| poki*sai| sg+m g'rram a$pg*cceikam, leca*kg a$htli*a pa*msa|
e>pkgnem. - 12. Ei> si di*jaiom jai+ a$caho+m e>vei| a$poug*marhai, a$po*ugmai.

I verbi impersonali
I verbi impersonali possono distinguersi in due categorie: la prima comprende verbi
che indicano un avvenimento non riferito ad alcun soggetto, la seconda, invece, verbi di cui
SCHEDA
S I N T A T T I C A non si indica precisamente il soggetto, ma lo si lascia indistinto.
Ð Ia categoria
Della prima categoria fanno parte i cosiddetti verbi meteorologici (come t%ei, «piove»;
& , «tuona»; mi*uei, «nevica»):
bqomsy
^ $Emi*ose e$m e$jei*mz sz& vx*qy mi*uei.
Talvolta in quella regione nevica.
Talora l'avvenimento meteorologico viene attribuito a qualche divinitaÁ, per cui il
verbo diventa personale:
^ <O Fet+| t%ei.
Zeus fa piovere.
A questa prima categoria appartengono anche verbi che significano «essere lecito»,
)

28 UNITAÁ 2
«essere possibile», «essere necessario», «convenire», «accadere», «sembrare» (come vqg*, «eÁ
necessario»; dei&, «bisogna, occorre»; e>nersim, «eÁ lecito»; pqe*pei, «conviene»; rtlbai*mei,
«accade»; dojei&, e>oijem, «sembra»), i quali si costruiscono con l'infinito o con l'accusativo e
l'infinito:
^ Oi< rsqasix & sai e$botket*omso o% si vqg+ poig
& rai.
I soldati si consigliavano su cioÁ che fosse necessario fare.
Ð IIa categoria
I verbi di questa categoria sono usati alla 3a persona singolare passiva (come ke*cesai,
«si dice»; ue*qesai, «si tramanda»; o<lokocei&sai, «si eÁ d'accordo»), o alla 3a persona plurale
attiva [come uari*(m), «dicono»; ke*cotri(m), «dicono»; ue*qotri(m), «tramandano»]; dopo
di essi si trova una proposizione soggettiva o oggettiva:
^ Ke*cesai (ke*cotri) sg+m la*vgm deimg+m e>rerhai.
Si dice (dicono) che la battaglia saraÁ terribile.

Es. n. 16 - Analizza le seguenti frasi, individuando le voci verbali espresse con i modi finiti dell'aoristo
d e le proposizioni temporali; poi traduci.
1. Soi&| ui*koi| rtmebotketra*leha. g<li&m ca+q paqejeket*ramso sg&| e>qido| pat*rarhai.
- 2. Lg+ rtma*wgse la*vgm, %ima lg+ o< poke*lio| t<la&| bia*rgsai. - 3. <G rsqasia*, so+m sg&|
ra*kpicco| uho*ccom a$jot*rara, soi&| pokeli*oi| sg+m la*vgm rtmg&wem jai+ at$sot+|
LA LINGUA GRECA...
a$lt*mx g$lt*maso. - 4. <O Ne*qng|, jai*peq pokkg+m rsqasia+m paqarjetara*lemo|, sg+m <Ekka*da
ot$ jasersqe*waso. - 5. Wguirale*mot sot& dg*lot, oi< a>qvomse| sa+| rpomda+| e$de*namso.
- 6. Ai< paqhe*moi, sz& hey& ht*rarai, so+ i<eqo+m jasakei*wotrim. - 7. Sa+| vei&qa|
a$masei*mamse|, oi< poki&sai so+m Liksia*dgm jai+ sot+| a>kkot| e$mme*a rsqasgcot+|
e$veiqoso*mgram. - 8. <O Ro*kxm e$m Jt*pq{ e$seket*sgrem, soi&| ui*koi| e$pisa*na| at<sot&
sa+ o$rsa& ei$| Rakali&ma a$pojoli*rai. - 9. <O Ui*kippo|, pkei*ori la*vai| sot+| Hqy&ja|
mijg*ra|, at$soi&| pqore*sane soi&| Lajedo*ri uo*qot| sekei&m. - 10. Oi< $Ahgmai&oi soi&|
Hgbai*oi| e$pgccei*kamso joimz& les$ at$sx & m e$pi+ sot+| Kajedailomi*ot| rsqaset*erhai.

Es. n. 17 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo le voci verbali espresse con l'aoristo da quelle
d espresse con il presente e con l'imperfetto; poi traduci.
1. Si* jxkt*ei g<la&| pqoret*verhai peqi+ sg&| mi*jg|; - 2. Oi< poki&sai sa+ vqg*lasa e$j sx &m
a$cqx & m rtmg&com jai+ sg+m a$coqa+m ei>rx a$merjet*aram, e>peisa e$pi+ sx & m seivx & m o%pka
e$uai*meso. - 3. Pa&ram jajopa*heiam jai+ le*qilmam t<polei*ma|, o< $Ammi*ba| e$m o$jsx+ lgri+
LA LINGUA GRECA...
dei& jasa+ jqa*so| sg+m po*kim ei#kem (prese). - 4. <O rsqasgco*|, sat&sa pqa*na|, sot+|
rsqasix*sa| pqohtlose*qot| e$poi*gre pqo+| so+ jimdtmet*eim jai+ at$so+| pokka+ sx &m
* * $ * $ + * $
vqgrilxm jaseiqcaraso. - 5. Ei dg sime| epi satsai| sai&| aqesai&| etdojilgram, $ *
g<cot&lai ja$loi+ pqorg*jeim sg&| at$sg&| do*ng| e$jei*moi| stcva*meim. - 6. Sot& $Arsta*cot
a$rhemg*ramso|, o< Jt&qo| ot$de*pose so+m pa*ppom a$pe*keipem ot$de+ jkai*xm pose+
e$pat*eso. - 7. Mo*lo| si| soi&| $Ahgmai*oi| e$rsi*m, e$peida+m sg&| hexqi*a| a>qnxmsai, e$m
s{& vqo*m{ sot*s{ sg+m po*kim jahaqet*eim. - 8. Jkat*dio| Jai&raq e$seket*sgre sqi-
rjai*deja e>sg jai+ lg&ma| o$jsx+ bariket*ra|. - 9. Di*dxli t<li&m botket*rarhai ei>se
bot*kerhe pokelei&m ei>se ui*koi ei#mai. - 10. <O Jkeole*mg|, sx & m Rpaqsiasx & m bariket*|,
e$pi+ so+ >Aqco| e$poqet*eso, x<| jasa+ jqa*so| e$m s{ & de*omsi sg+m po*kim ai<qg*rxm.

L'aoristo primo o debole


attivo e medio 29
Es. n. 18 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con l'aoristo; poi traduci.
d d

1. $Aqvi*dalo|, o< bariket+| sx & m Kajedailomi*xm, o%rpeq g<cei&so e$no*dot sat*sg|,


ntcjake*ra| sot+| rsqasgcot+| sx & m po*kexm parx & m, soia*de e>kecem. (da TUCIDIDE) -
2. Uikaqctqot|, epeidg okgm sgm atsot& otriam e$ngqct*qife jai+ vqtrot&m bx
* $ + % + < $ * & kom
ei$qca*feso, e$m jqtps{ & so*p{ jasx*qtrre jai+ rtcjasx*qtrrem e$jei& sg+m wtvg+m e<atsot&
jai+ so+m mot&m, jai+ jah' g<le*qam g>qveso, %ima at$so+m bke*poiso. (da ESOPO) - 3. Re*, x #
* * < * $ + + $ + #
Paqi, jeketei o Fet|, epeidg jako| atso| ei jai rouo| peqi sx + + + $
& m eqxsijx *
& m, dijarai
e$m sai&| heai&| g%si| at$sx & m g< jakki*rsg. (da LUCIANO) - 4. Oi< rsqasgcoi+ paqa+ sg+m
ce*utqam sot& Si*cqgso| posalot& pe*lwai jeket*otri utkajg*m, x<| Sirraue*qmg|
bot*kesai at$sg+m kt*eim. (da SENOFONTE) - 5. <O e$lo+| pasg+q Je*uako| e$m sat*sz cz& e>sg
sqia*jomsa { > jgre jai+ ot$demi+ px*pose ot>se g<lei&| ot>se e$jei&mo| di*jgm e$dijara*leha. (da
LISIA) - 6. <O Ra*lio| o< mat*aqvo| pqoht*lx| e>pqanem o%peq o< Jt&qo| e$dei&so. e>vxm ca+q
so+ e<atsot& matsijo+m rt+m s{ & sot& Jt*qot peqie*pketrem ei$| Jikiji*am. (da SENOFONTE) -
7. Oi< $Aqcei&oi, epei+ g>jotram sot+| Kajedailomi*ot| o>msa| o>pirhem, e$rsqe*uomso
$
dqo*l{ pa*kim jai+ e$j sot& rsatqx*laso| e$ne*pipsom. (da SENOFONTE) - 8. Oi< Hgbai&oi
e$mo*liram, pe*lwamse| pqe*rbei| pqo+| so+m Peqrx & m barike*a, pkeomejsg&rai a/m si e$m
$ejei*m{. (da SENOFONTE) - 9. Oi< $Ahgmai&oi de*ja sx & m mex& m pqot>pelwam pket&rai ei$|
so+m le*cam kile*ma jai+ jgqt&nai o%si oi< $Ahgmai&oi g%jotrim. (da TUCIDIDE) - 10. Botket*ot
le+m bqade*x|, e$pise*kei de+ save*x| sa+ do*namsa. <Gcot& jqa*sirsom ei#mai paqa+ le+m sx &m
hex $ * +
& m etstviam, paqa d' glx < $
& m atsx $ *
& m etbotkiam. (da ISOCRATE)

Es. n. 19 - Assembla correttamente le proposizioni della colonna di sinistra con quelle della colonna di
d d destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. <O Pka*sxm ke*cei a. ot=| d$ a/m jsg*rz, lg+ savt+ a$po-
doji*lafe. 1. b.
2. %Gnx, b. so*se sa$mhqx*peia jakx & | e%neim,
o%sam g/ oi< uiko*rouoi bariket*-
rxrim g/ oi< barikei&| uikoro-
ug*rxrim.
3. Ui*kot| lg+ savt+ jsx
&, c. soi&| rsqasix*sai| ot$ q<y*diom g#m
dia+ sg&| t%kg| pqoe*qverhai.
4. $Emsat&ha e$pipi*psei vix+m a>pkgso|, d. e$peida+m diapqa*nxlai a= de*o-
lai.
5. Jasadtrale*mot sot& g<ki*ot, e. x% rse jai+ sa+ o%pka jai+ sot+|
a$mhqx*pot| a$pojqt*wai.
Es. n. 20 - Analizza e traduci le seguenti frasi.
d

1. Enea, avendo sollevato il padre sulle spalle, lo portoÁ attraverso l'esercito dei nemici.
- 2. Si dice che Apollo scorticoÁ Marsia, dopo averlo vinto nella (peqi* + gen.) musica. -
3. Pochi soldati, che non avevano obbedito agli ordini del comandante, erano biasimati
dai cittadini. - 4. Il contadino, avendo arato e seminato la terra, avraÁ buoni frutti. - 5.
Quegli uomini, mentre i ladri li inseguivano (gen. assol.), fuggivano nel modo piuÁ
veloce possibile. - 6. La natura impone (aor. gnomico) una misura alle passioni degli
uomini. - 7. Gli Ateniesi, dopo che vinsero a Maratona, innalzarono nuovi templi. - 8.
Il comandante ordinoÁ che tutti i soldati rimanessero sulle navi.

30 UNITAÁ 2
VERSIONI

§
d s 1. Il cinghiale e la volpe s

'T| a>cqio|, e<rsx+| (stando) paqa* si de*mdqom, sot+| o$do*msa| g$jo*ma. $Akx*pejo| de+
at$so+m e$qxsx*rg| sg+m ai$si*am, dia+ si*, lg*se jtmgcot& lg*se jimdt*mot o>mso|, sot+| o$do*msa|
hg*cei, e>ug (disse). «$Akk$ ot$ lasai*x| sot&so poix & . e$a+m ca+q ji*mdtmo*| le jasakalba*mz,
ot$ so*se peqi+ so+ a$joma&m a$rjokg*rolai, e$soi*loi| de+ ot#ri vqg*rolai.»
<O ko*co| dida*rjei o%si dei& pqo+ sx & m jimdt*mxm sa+| paqarjeta+| poiei&rhai.
(da ESOPO)

Aper, apud arboÆrem stans, dentes acuebat. Vulpi, ab eo quaerenti quare dentes
acueÆret, quamvis nec venator nec periculum esset, ille respondit: «Sed hoc facio non sine
iusta causa: nam, si periculum me deprehendat, tum ad eos acuendos tempus non teram,
at illis paratis utar.»
Fabula docet ante pericula consilia praevidenda esse.

§
d s 2. Il pastore e il cane s

La*mdqa| ei>rx pqo*basa poilg+m ei$ra*cxm, kt*jom e>lekke rtcjkei&rai, ei$ lg+ jt*xm,
i$dx+m (avendo visto) sot&som, pqo+| so+m poile*ma ei#pem (disse). «Px
& |, sa+ pqo*basa rx& rai
he*kxm, so*mde so+m kt*jom sz& poi*lmz rtmeira*cei|;»
<O lt&ho| dida*rjei o%si leci*rsgm bka*bgm jai+ ha*masom pqorue*qei g< sx & m jajx &m
rtmotria.*
(da ESOPO)

Pastor, in stabuÆlum oves agens, cum eis lupum clausurus erat, nisi canis, cum eum
vidisset, pastori dixit: «Quid? Oves incolumes esse vis et cum grege hunc lupum
includis?»
Fabula docet malorum usum maximum detrimentum et mortem afferre.

§
d s 3. I contrasti tra Ciro e Artaserse s

Oi< sot& Daqei*ot ti<oi+ dt*o e$ci*cmomso, o< $Aqsane*qng| jai+ o< Jt&qo|. $Epei+ de+ o<
Daqei&o| e$seket*sgrem, o< $Aqsane*qng| e$bari*ketem. <O de+ Sirraue*qmg| o< rasqa*pg| so+m
Jt&qom pqo+| so+m a$dekuo+m so+m $Aqsane*qngm die*bakke jai+ e>kecem. «<O Jt&qo*| roi
e$pibotket*ei jai+ a$msi* rot bariket&rai e$he*kei.»
Ot%sx so+m $Aqsane*qngm e>peihem, o=| so+m a$dekuo+m rtmeka*lbamem. a$kk$ g< lg*sgq so+m
Jt&qom e$nzsei&so jai+ pa*kim e$pi+ sg+m a$qvg+m e$pe*pelpem, g'| o< Daqei&o| at$so+m rasqa*pgm
e$poi*grem. <O de*, x<| a$pg&khem (giunse), e$botket*eso, o%px| lg*pose e>si jimdtmet*rei jai+
a$msi+ sot& $Aqsane*qnot bariket*rei. Rsqasia+m de+ g%hqoifem, x<| e$pi+ so+m a$dekuo+m rsqa-
setro*lemo|.

§
d s 4. Le colonie greche in Sicilia s

<Ekkg*mxm de+ pqx & soi Vakjidei&|, e$n Et$boi*a| pket*ramse| lesa+ Hotjke*ot|
oi$jirsot&, a$poiji*am Ma*nom {> jiram jai+ $Apo*kkxmo| $Aqvgce*sot bxlo*m, o%rsi| e$rsi+m
mt&m enx sg&| pokex|, idqtramso, e$u$ {
> * < * ' , o%sam e$j Rijeki*a| hexqoi+ pke*xrim, pqx
& som
ht*otrim.

L'aoristo primo o debole


attivo e medio 31
Rtqajot*ra| de+ sot& e$vole*mot e>sot| (durante l'anno seguente) $Aqvi*a| sx &m
<Gqajkeidx & m e$j Joqi*mhot {
> jirem, Rijekot+| e$neka*ra| pqx & som e$j sg&| mg*rot, e$m z' mt&m
ot$je*si peqijktfole*mz g< po*ki| g< e$mso*| e$rsim. t%rseqom de+ vqo*m{ jai+ g< e>nx
pqorseivifole*mg pokta*mhqxpo| e$ci*cmeso. Ce*kam de+ $Amsi*uglo| e$j <Qo*dot jai+
>Emsilo| e$j Jqg*sg| e$poi*jot| a$caco*mse| (avendo condotto) joimz& e>jsiram, e>sei
pe*lps{ jai+ serraqajors{ & lesa+ Rtqajotrx & m oi>jirim. Jai+ sz& po*kei a$po+ sot& Ce*ka
> $
posalot& sotmola eci*cmeso.

UNO SGUARDO AL PASSATO

Le colonie greche zazione''; essa fu determinata da molteplici


cause: la scarsa fertilitaÁ del suolo greco, l'incre-

Q uando i Dori, intorno al 1000 a.C., pe-


netrarono nella penisola greca, alcuni
gruppi di Ioni e di Eoli, che giaÁ dimoravano in
mento demografico, i contrasti tra i diversi
gruppi sociali. Questa seconda colonizzazione
interessoÁ non solo le coste dell'Asia Minore, ma
Grecia, andarono a stabilirsi sulle coste egee anche quelle del Ponto Eusino (l'attuale mar
dell'Asia Minore e sulle isole antistanti. A questo Nero) e alcune zone dell'Africa e dell'Italia Me-
movimento migratorio, chiamato ``prima colo- ridionale (che fu poi denominata Magna Grae-
nizzazione'', parteciparono in un secondo tempo cia). Le colonie (a$poiji*ai) piuÁ importanti
anche i Dori; esso portoÁ, nella zona microasia- fondate in Italia furono: Cuma, Pitecusa (Ischia),
tica, alla formazione di una regione affine alla Posidonia (Paestum), Taranto, Sibari, Crotone,
Grecia continentale, divisa in tre parti: Eolide a Reggio, Metaponto, Zancle (Messina) e Catania.
nord, Ionia al centro, Doride a sud. Le colonie I Greci che, come coloni (e>poijoi, a>poijoi), si
piuÁ importanti furono: Smirne, EÁfeso, Mileto e stabilirono nelle nuove cittaÁ, sorte sulle coste
Alicarnasso (nella Ionia). meridionali della penisola italica e della Sicilia,
Tra l'VIII e il VI sec. a.C. vi fu una nuova vennero chiamati rispettivamente Italioti e Sice-
ondata migratoria, chiamata ``seconda coloniz- lioti.

m
Metaponto (Matera), Tempio di Era.

32 UNITAÁ 2
§
d s 5. BuceÁfalo, il cavallo di Alessandro s
<O $Ake*namdqo| lesa+ sg+m la*vgm po*kei| e>jsirem. sg+m le+m Mi*jaiam, sg&| mi*jg| sg&|
jas$ $Imdx & m e$px*mtlom, x$mo*larem, sg+m de+ Botjeuaki*am ei$| sot& %ippot sot& Botje-
ua*kot sg+m lmg*lgm, o=| t<po+ jala*sot jai+ g<kiji*a| at$sot& (lõÁ) e$seket*sgrem.
<O ca+q %ippo| a$lui+ sqia*jomsa e>sg g#m, pokka+ pqo*rhem s{ & $Akena*mdq{ rtc-
*
jimdtmetra|. Ats{ $ + # $
& boo| jeuakg gm, eu$ os{ kecotrim osi so omola e>ueqem. Oi< de+
+ % * % + >
ke*cotrim o%si le*ka| g#m jai+ e$pi+ sg&| jeuakg&| ketjo+m rg&la ei#vem. $Epei+ ot'so| o< %ippo| e$m
sz& sx
& m $Imdx & m vx*qy s{& $Akena*mdq{ e$peuai*meso, o< bariket+| pqoejg*qtne sot+| sg&|
vx*qa| oi$jg*soqa| so+m %ippom et$ht+| a$pa*ceim.

§
dd
s 6. TeÁseo e il Minotauro s

<O Ai$cet*|, o=| sx & m $Ahgmx & m e$bari*ketem, so+m ti<o+m sot& Li*mxo|, sot& sx & m Jqgsx &m
barike*x|, e$uo*metrem. Sot& de+ Li*mxo| et$nale*mot, o< Fet+| sz& $Assijz& leca*ka jaja+
e>pelwem. Oi< dg+ $Ahgmai&oi s{ & e$m Dekuoi&| he{ & e$vqg*ramso. <O de+ heo+| e$je*ketre di*ja|
s{& Li* m{ *
si meim, =
a | /
a m ai $ *
sg rz. <O de+ <
e +
psa jot* qot| jai+ e<psa+ jo*qa| di$ e$sx & m e$mme*a
+
boqam s{ * $ % /
& Limxsatq{ aisei&, ex| am ejei&mo| fz&. $
%Ose de+ so+ sqi*som o< Li*mx| so+m darlo+m a$pz&sgrem, o< Hgret+| o< sot& Ai$ce*x|
a$popkei& ei$| sg+m Jqg*sgm, e$kpi*fxm sot+| di+| e<psa+ r{*reim. Jai+ s{ & pasqi+ e>kecem. «$Ea+m
rx& | oi>jade a$pomorsg*rx, a$msi+ sx & m leka*mxm i<rsi*xm, a= mt&m ai>qolai, ketjoi&|
vqg*rolai.» $Em sz& Jqg*sz o< Limx*satqo|, o=| sat*qot le+m pqo*rxpom, a$mdqo+| de+
rx& la ei#vem, e$m kabtqi*ms{ e$utka*sseso. <O Hgret+| ot#m sg+m $Aqia*dmgm, sg+m sot&
Li*mxo| htcase*qa, e$pejakei&so.
<G de+ jqt*ua at$s{ & le*cam li*som e$po*qifem. o< Hgret+| so+ se*qa| e$uo*mete jai*, s{ & li*s{
vqx*lemo|, e$j sot& kabtqi*mhot e$r{*feso. Rt+m de+ sz& $Aqia*dmz uet*cxm, t<pirvmei&sai
at$sg+m ctmai&ja ei$| $Ahg*ma| a$pa*nerhai. $Akk$ e$m Ma*n{ sz& mg*r{ at$sg+m jahet*dotram
jasakei*pei jai+ ei$| sg+m e<atsot& pasqi*da a$popkei&. $Epikamha*mesai de+ sa+ ketja+ i<rsi*a
ai>qerhai, o< de+ Ai$cet*|, sg+m mat&m jasapke*otram o<qx & m, jasa+ pe*sqa| ei$| sg+m ha*karram
e<atso+m jase*qqiwem.

Guida alla traduzione


o
Il I periodo della versione n. 6 risulta di due proposizioni, una principale (<O Ai$cet*| ...
e$uo*metrem) e l'altra relativa propria che da essa dipende (o=| ... e$bari*ketem). La principale del IIo
periodo (o< Fet+| ... e>pelwem) eÁ preceduta da una causale implicita espressa con il genitivo assoluto
(Sot& de+ ... et$nale*mot). Il IIIo periodo eÁ formato da una sola proposizione (Oi< dg+ $Agmai&oi ...
e$vqg*ramso). Nel IVo periodo la principale (<O de+ ... e$je*ketre) regge l'infinitva (di*ja| ... si*meim), da
cui dipende la relativa costruita con a>m e il congiuntivo aoristo (a=| a/m ai$sg*rz): a>m esprime l'idea
dell'eventualitaÁ. Il Vo periodo consta di due proposizioni: una principale (<O de+ ... ai$sei&) e l'altra
temporale esplicita espressa con e%x| a>m e il congiuntivo (e%x| a/m ... fz&): anche qui la particella a>m eÁ
usata per esprimere eventualitaÁ. PiuÁ complesso eÁ il periodo successivo, il VIo, formato da una
temporale esplicita (%Ose de+ ... a$pz&sgrem), la principale (o< Hgret+| ... a$popkei&), una causale
implicita (e$kpi*fxm) espressa con il participio congiunto e dipendente dalla principale, un'oggettiva
con il verbo all'infinito futuro (r{*reim) e retta dalla causale precedente. Nel VIIo periodo, oltre alla
principale (Jai+ ... e>kecem), notiamo un periodo ipotetico di 2o tipo o dell'eventualitaÁ, di cui la
protasi eÁ espressa con e$a*m e il congiuntivo aoristo (e$a+m ... a$pomorsg*rx, «qualora io ritorni») e
l'apodosi con l'indicativo futuro (vqg*rolai); dalla protasi dipende, infine, la relativa propria (a= ...
ai>qolai). Due sono le proposizioni dell'VIIIo periodo: la principale ($Em sz& Jqg*sz ... e$utka*sseso) e

L'aoristo primo o debole


attivo e medio 33
una relativa propria da essa dipendente (o=| ... ei#vem). Brevissimo eÁ il IXo periodo, in quanto risulta
di una sola proposizione (<O Hgret+| ... e$pejakei&so). Nel Xo periodo notiamo quattro proposizioni:
la principale (<G de+ ... e$po*qifem), due coordinate ad essa (o< Hgret+| ... e$uo*mete jai* ... e$r{*feso) e
una modale implicita, dipendente dalla seconda coordinata ed espressa con il participio congiunto
(s{& li*s{ vqx*lemo|). L'XIo periodo inizia con una temporale implicita espressa con il participio
congiunto (Rt+m de+ ... uet*cxm), seguita dalla principale (t<pirvei&sai), da cui dipende una infinitiva
oggettiva (at$sg+m ... a$pa*nerhai). Nel XIIo periodo oltre alla principale ($Akk' e$m ... jasakei*pei) e ad
una coordinata (jai+ ... a$popkei&), si nota il participio congiunto jahet*dotram (riferito ad at$sg*m),
che si puoÁ rendere con una proposizione relativa («che dorme») o con una proposizione temporale
(«mentre dorme»). L'ultimo periodo eÁ formato da cinque proposizioni: la principale ($Epikamha*-
mesai de*), una infinitiva da essa dipendente (ketja+ ... ai>qerhai), una coordinata alla principale (o<
de+ Ai$cet*| ... jase*qqiwem), una causale-temporale implicita, espressa con il participio congiunto
dipendente dalla coordinata (o<qx & m) e una infinitiva oggettiva espressa con il participio predicativo
dell'oggetto (jasapke*otram riferito a sg+m mat&m).

UNO SGUARDO AL PASSATO

TeÁseo

T eÁseo (Heret*|) eÁ uno degli eroi greci piuÁ


importanti, poiche varie sono le imprese a
lui attribuite. Egli era figlio del re di Atene, Egeo,
e di Etra, la quale era stata anche amata dal dio
Poseidone: questo eÁ il motivo per cui all'eroe
veniva riconosciuta anche una paternitaÁ divina.
TeÁseo, insieme con gli altri giovani, fu inviato
dagli Ateniesi come tributo umano al Mino-
tauro, (Limx*satqo|), il mostro metaÁ uomo e
metaÁ toro che si trovava nell'isola di Creta, e che
era figlio di PasõÁfae, la moglie del re cretese
Minosse (Li*mx|). Il giovane, grazie all'aiuto di
Arianna ($Aqia*dmg), la figlia di Minosse, riuscõÁ a
sconfiggere e ad uccidere il Minotauro.
Durante il viaggio di ritorno da Creta, dopo m
Particolare di una coppa attica con figure rosse su fondo nero,
aver abbandonato sull'isola di Nasso Arianna, che rappresenta TeÁseo che uccide il Minotauro, mentre Atena
che era fuggita dalla patria e lo aveva seguito, gli offre la sua assistenza. Madrid, Museo Archeologico
Nazionale.
TeÁseo dimenticoÁ la raccomandazione del padre
di issare le vele bianche, segno del successo Come re, TeÁseo eÁ ricordato per l'unificazione
dell'impresa, al posto di quelle vele nere con le dei vari villaggi sparsi nell'Attica nell'unica cittaÁ
quali era partito: Egeo, alla vista delle vele nere, di Atene: tale unificazione eÁ nota con il nome di
segnale di lutto, si uccise gettandosi nel mare, che «sinecismo». Quando i vari signori dell'Attica si
da lui prese il nome, e TeÁseo divenne re di Atene. ribellarono al predominio di Atene, TeÁseo si
Successivamente l'eroe prese parte alla lotta rifugioÁ nell'isola di Sciro, presso il re LicomeÁde,
contro le Amazzoni, alla spedizione degli Argo- dal quale fu ucciso a tradimento. L'ateniese
nauti per la conquista del vello d'oro, alla discesa Cimone conquistoÁ l'isola di Sciro nel 468 a.C.; fu
agli Inferi, insieme con l'amico PirõÁtoo, per rapire allora che le spoglie dell'eroe furono traslate ad
PerseÁfone, la moglie di Plutone, re dell'Ade. Atene ed onorate dai cittadini.

34 UNITAÁ 2
§
dd s 7. Clelias
<Qxlai&oi, Stqqgmoi&| pokelot&mse|, poigra*lemoi rtmhg*ja|, e>doram (diedero) at$-
soi&| o<lg*qot| sx & m et$cemersa*sxm a$mdqx & m htcase*qa| paqhe*mot|. ai$ de+ o<lgqet*otrai
g#khom (giunsero) e$pi+ so+m Ht*bqim posalo+m kotro*lemai.
Li*a de+ e$n at$sx& m Jkoiki*a pqot>sqewem a<pa*ra| a$madg*rarhai sot+| visxmi*rjot|
peqi+ sa| jeuaka| jai+ diamg*narhai so+ q<et&la sot& posalot& di*mai| bahei*ai| dt*rpoqom.
+ +
$Epei+ de+ diemg*namso, <Qxlai&oi sg+m le+m a$qesg+m at$sx & m jai+ sg+m a$mdqei&am e$hat*laram,
a$me*pelwam de+ at$sa+| Stqqgmoi&|, so+ pirso+m sx & m rtmhgjx & m utka*rromse|.
Poqri*ma|, o< sx & m Stqqgmx & m bariket*|, a$me*jqime sa+| jo*qa| si*| e$rsim at$sxm g<
sot&so pqa&nai pei*rara. Jkoiki*a, pqokabot&ra (prevenendo) sa+| a>kka|, x<loko*cgrem.
Poqri*ma| de*, hatla*ra| so+ a$mdqei&om sg&| jo*qg|, %ippom at$sz& e$dxqg*raso jai+ sa+|
paqhe*mot| pa*ra| soi&| <Qxlai*oi| a$pe*pelwem.
(da PLUTARCO)

§
dd
s 8. Gli deÁi premiano il sacrificio di Alcestis
Jai+ lg+m t<peqapohmg*rjeim ce lo*moi e$he*kotrim oi< e$qx & mse|, ot$ lo*mom oi< a>mdqe|,
a$kka+ jai+ ai< ctmai&je|. Sot*sot de+ jai+ g< Peki*ot htca*sgq >Akjgrsi| i<jamg+m laqstqi*am
paqe*vesai t<pe+q sot&de sot& ko*cot ei$| sot+| %Ekkgma|, e$hekg*rara lo*mg t<pe+q sot& at<sg&|
a$mdqo+| a$pohamei&m (morire), o>msxm at$s{ & pasqo*| se jai+ lgsqo*|, ot=| e$jei*mg sorot&som
t<peqeba*keso (superoÁ) sz& uiki*y dia+ so+m e>qxsa, x % rse a$podei&nai (da mostrare) at$sot+|
a$kkosqi*ot| o>msa| s{ & ti<ei& jai+ o$mo*lasi lo*mom pqorg*jomsa|.
Jai+ sot&s$ e$qcarale*mg, so+ e>qcom ot%sx jako+m e>donem e$qca*rarhai ot$ lo*mom
$amhqx*poi| a$kka+ jai+ heoi&|, x % rse e>doram (concessero) sot&so ce*qa| oi< heoi*, e$n %Aidot
$amei&mai (tornare indietro) pa*kim sg+m wtvg*m. ot%sx jai+ heoi+ sg+m peqi+ so+m e>qxsa rpot-
dg*m se jai+ a$qesg+m la*kirsa silx & rim.
(da PLATONE)

§
dd s 9. Frisso ed Elles
S{ & Uqi*n{ jai+ sz& %Ekkz, se*jmoi| ot#ri sot& $Aha*lamso|, sot& sx & m Boixsx &m
barikex|, jai sg&| Meuekg|, oi comei&| etmotrsasoi gram. Oi caq comei&| sa sejma et#
* + * < $ * # < + + *
e$pai*detram. $Akk$ o< pasg+q a>kkgm ctmai&ja g>ceso vaqierse*qam ot#ram, $Imx+ ja-
kotle*mgm. <G de+ lgsqtia+ soi&| pairi+ dtrlemersa*sg e$ci*cmeso jai+ at$sot+| la*rsici
e>pkgrrem. Jai+ dg+ jai*, o%se uobeqx*saso| kilo+| sg+m vx*qam e>bkawem, g< $Imx*, g= soi&|
pairi+m e$pebot*ketrem, sot+| a$cce*kot| t<po+ sot& $Aha*lamso| ei$| Dekuot+| peluhe*msa|
(mandati) vqg*larim e>peire wetdg& lamsei&a a$pacce*kkeim.
Oi< de+ ei#pom (dissero) dei&m uomet&rai so+m oi$jsqo*sasom Uqi*nom, %ima g< vx*qa rxhei*g
(fosse salva). Oi< de+ dtrstve*rsasoi pai&de| e$j sg&| vx*qa| e$pe*uetcom, x<| sx & m jajx
&m
a$pakkano*lemoi. $Epi+ de+ jqiot& vqtrola*kkot, o=m o< <Eqlg&| e>pelwem, di$ a$e*qo| ue-
qo*lemoi sg+m pasqi*da a$pe*keipom.
<G dg+ %Ekkg jase*pipsem ei$| sg+m ha*karram, g= a$p$ e$jei*mg| <Ekkg*rpomso|
$xmola*feso. <O de+ Uqi*no|, e$pei+ ei$| sg+m Jokji*da rx & | a$ui*jeso (giunse), so+m jqio+m s{&
Dii+ rxsg&qi e>htre jai+ e$j de*mdqot so+ vqtro*lakkom a$mg&wem, o= t<po+ dqa*jomso|
e$utka*sseso.

L'aoristo primo o debole


attivo e medio 35
Analisi guidata
d COMPRENSIONE TESTUALE
1. Di chi erano figli Frisso ed Elle?
2. Come si chiamava la loro matrigna?
3. Che cosa tramoÁ ella contro i due ragazzi?
4. Come essi riuscirono a fuggire dalla loro patria?
5. Come morõÁ Elle?
6. Che cosa fece Frisso giunto nella Colchide?
d COMPETENZA LINGUISTICA
1. Quali superlativi sono contenuti nel brano?
2. La voce verbale e$utka*sseso (r. 15) ha valore attivo o passivo?
3. Quali aoristi riesci a individuare nel brano? Analizzali.
4. Quale valore sintattico ha il participio a$pakkano*lemoi (r. 10) preceduto da x<|?

§
dd s 10. Ciro e Lisandro s

<O Jt&qo| ke*cesai s{ & Ktra*mdq{ so+m e$m Ra*qderi paqa*deirom e$pidei&nai (inf. aor.
debole di e$pidei*jmtli, io mostro). $Epei+ de+ o< Kt*ramdqo| at$so+m e$hat*lafem, x<| jaka+
le+m sa+ de*mdqa ei>g o$qhoi+ de+ oi< sx & m de*mdqxm rsi*voi, o$rlai+ de+ pokkai+ jai+ g<dei&ai. «$Akk$
$ecx* - e>ug (disse) -, x # Jt&qe, pa*msa le+m sat&sa e$pi+ s{& ja*kkei hatla*fx, pokt+ de+ la&kkom
hatla*fx so+m jasalesqg*ramsa jai+ mei*lamsa sot*sxm e%jarsa.» <O de+ Jt&qo|, sot&so
a$jot*ra|, e>kecem. «Sat&sa pa*msa, x # Kt*ramdqe, e$cx+ at$so+| jai+ diele*sqgra jai+ e>meila
jai+ e>rpeiqa.»
<O de+ Kt*ramdqo|, ei$| at$so+m a$pobke*wa|. «Si* ke*cei| - e>ug -, x # Jt&qe; #G ca+q rt+
* $ * < . * *
sai&| rai&| veqri sotsxm si eutsetra|;» Jai o Jt&qo| «Kecx lgpose deipmg&rai, pqi+m
+ +
i<dqx& rai g/ sx
& m pokelijx & m g/ sx& m cexqcijx & m e>qcxm si lekesx & m.»

§
dd
s 11. Il metodo storiografico di Plutarco s

Ot>se i<rsoqi*a| cqa*uolem, a$kka+ bi*ot|, ot>se sai&| e$piuamersa*sai| pqa*neri pa*msx|
e>mersi dg*kxri| a$qesg&| g/ jaji*a|, a$kka+ pqa&cla bqavt+ pokka*ji| jai+ q<g&la jai+ paidia*
si| e>luarim g>hot| e$poi*gre la&kkom g/ la*vai ltqio*mejqoi jai+ paqasa*nei| ai< le*cirsai
jai+ pokioqji*ai po*kexm.
%Xrpeq ot#m oi< fxcqa*uoi sa+| o<loio*sgsa| a$po+ sot& pqorx*pot jai+ sx & m peqi+ sg+m
' #
& m, oi| e$luai*mesai so+ gho|, a$makalba*motrim, ot%sx| g<lei&| e$he*kolem fgsei&m sa+
o>wim ei$dx
sg&| wtvg&| rglei&a jai+ dia+ sot*sxm ei$dopoiei&m so+m e<ja*rsot bi*om, e$a*ramse| e<se*qoi| sa+
lece*hg jai+ sot+| a$cx & ma|.
(da PLUTARCO)

36 UNITAÁ 2
§
dd s 12. Diogene si reca ai giochi Istmici s

$Irhli*xm o>msxm, o< Dioce*mg| ei$| so+m $Irhlo+m g'jem. Pokkoi+ de+ jaseuqo*motm at$sot&,
x<| dot*kot o>mso|. $Akka+ o< Dioce*mg| rseuamot&sai jai+ rseuamxra*lemo| peqipasei&. Oi<
d$ a$hkgsai+ g$ni*xram so+m paqamolot&msa fgliot&m, o%si lo*mom oi< a$cx & ma mijg*ramse|
rseuamoi&mso.
<O de*. «$Ecx* - e>ug (disse) - ot$j o$ki*coi| a$msacxmirsai&| e$mamsiot&lai, o$qcz& se jai+
e$pihtli*y, kt*pz se jai+ g<domz&. Ot$dei+| d$ ot>se sx & m <Ekkg*mxm ot>se sx
& m baqba*qxm a/m
a$nioi& e$le+ fgliot&m. Po*seqo| ot#m a>nio*| e$rsi rseuamot&rhai, o< sa+| pomgqi*a| mijx & m, g/ o<
la*kirsa q<x*lz jai+ savtsg&si t<peqe*vxm;»

UNO SGUARDO AL PASSATO

Gli agoni sportivi

N ell'antica Grecia la dimostrazione dell'ec-


cellenza era uno dei principali obiettivi
dell'esistenza. La ricerca della gloria, infatti,
ebbe un ruolo molto importante nell'etaÁ eroica
ed arcaica, quella definita omerica, ma anche
successivamente continuoÁ ad affermarsi la con-
cezione dell'agone e della competitivitaÁ: nac-
quero allora le gare sportive, che avevano un
valore educativo, politico e religioso.
Gli agoni sportivi (a$cx & me|) piuÁ antichi e piuÁ m
Olimpia, palestra dove gli atleti si esercitavano per partecipare
importanti furono i giochi Olimpici ($Okt*lpia), agli agoni Olimpici.
detti anche Olimpiadi: essi divennero anche il
punto di riferimento per il calendario greco, in
quanto gli avvenimenti storici furono ricordati in giorno si svolgevano cerimonie religiose, al
base al computo delle Olimpiadi, partendo dalla termine delle quali vi era una solenne ecatombe
prima gara avvenuta nel 776 a.C. Gli agoni davanti all'altare di Zeus. Nel quinto giorno,
olimpici si svolgevano ad Olimpia, nell'Elide, dopo una imponente processione, si svolgeva la
ogni quattro anni, ed erano dedicati a Zeus cerimonia dell'incoronazione degli atleti vinci-
Olimpio. Sull'origine di questi giochi circolavano tori, seguita da un banchetto e offerte di rin-
varie tradizioni mitiche: quella piuÁ famosa ne graziamento.
attribuiva ad Eracle l'istituzione e la prima Gli agoni sportivi, distribuiti tra il secondo e il
organizzazione. Gli impianti sportivi furono quarto giorno erano: 1) corsa a piedi (dqo*lo|)
inizialmente limitati allo stadio e all'ippodromo, di duecento o quattrocento metri; 2) oplitodro-
a cui si aggiunsero successivamente il ginnasio e la mõÁa, o corsa di opliti in armi; 3) lotta (pa*kg); 4)
palestra. pugilato (ptclg*); 5) pancrazio (pacjqa*siom) o
I giochi duravano cinque giorni. Nel primo si lotta libera, che consisteva in una gara di lotta e
pronunciava un solenne giuramento davanti pugilato; 6) corsa dei carri, con due cavalli
all'altare di Zeus, per cui atleti ed allenatori si (bighe) o quattro cavalli (quadrighe), su un per-
impegnavano a rispettare lealmente le regole, corso di dieci Km.; 7) salto in lungo (a%kla); 8)
mentre i giudici delle gare giuravano che avreb- lancio del giavellotto (a$jo*msiri|); 9) lancio del
bero giudicato con imparzialitaÁ. Nel terzo
)

L'aoristo primo o debole


attivo e medio 37
m
Particolare di un piatto etrusco con figure bianche su fondo
nero, che rappresenta un atleta vincitore negli agoni sportivi,
che viene incoronato. Parigi, Museo del Louvre.

quelli di Delfi, di Nemea e dell'istmo di Corinto.


Gli agoni di Delfi (Dekuoi*) erano detti anche
Pitici e si svolgevano in onore di Apollo. I giochi
Nemei (Me*lea) erano dedicati, come quelli di
Olimpia, a Zeus; i giochi in onore di Poseidone
(Poreidai&a), infine, si celebravano sull'istmo di
Corinto.
La caratteristica di queste gare era la periodi-
m
Policleto, DiaduÁmenos [atleta che si pone intorno al capo la citaÁ: gli agoni Nemei, come quelli Olimpici, si
benda della vittoria (copia romana)]. Atene, Museo svolgevano ogni quattro anni; quelli Delfici e
Archeologico Nazionale.
dell'istmo di Corinto avevano luogo ogni due
anni. Tutti erano detti panellenici, poiche vi
partecipavano tutti i Greci e, in questo modo, si
disco (dirjoboki*a); 10) corsa dei cavalli (i<p- rafforzava anche lo spirito di nazionalitaÁ. I vin-
podqoli*a). La lotta, la corsa a piedi, il lancio citori erano onorati solennemente, i loro nomi
del disco, quello del giavellotto e il salto in lungo erano incisi su iscrizioni onorarie e le loro lodi
costituivano il peÁntathlon (pe*msahkom, «cinque erano cantate dai poeti. Il premio offerto era una
gare»). La corsa delle quadrighe dava inizio ai corona di olivo o di alloro o di quercia o di pino,
giochi, mentre la corsa degli opliti in armi li il cui valore era chiaramente simbolico.
chiudeva. Vi erano anche altre gare particolari Le gare che si svolgevano durante i giochi
riservate ai ragazzi tra i dodici e i diciotto anni. panellenici erano, oltre che di atletica e di ip-
Oltre ai giochi olimpici, famosi erano anche pica, anche di musica.

38 UNITAÁ 2
Rl
Lo sport o< dqo*lo|, -ot, corsa so+ se*hqippom, -ot, quadriga
o< dqolet*|, -e*x|, corridore so+ a%kla, -aso|, salto
so+ a#hkom, -ot, premio della g< pa*kg, -g|, lotta o< pgdgsg*|, -ot&, saltatore
gara, gara o< pakairsg*|, -ot&, lottatore g< dirjoboki*a, -a|, lancio del
Ricerca o< a# hko|, -ot, gara
lessicale so+ pe*msahkom, -ot, peÁnta- disco
o< a$cx*m, -x & mo|, gara, agone thlon, cinque gare o< dirjobo*ko|, -ot, discobolo,
sportivo g< ptclg*, -g&|, pugilato lanciatore del disco
o< a$cxmohe*sg|, -ot, organiz- o< pt*jsg|, -ot, pugile g< a$jo*msiri|, -ex|, lancio del
zatore, arbitro della gara so+ pacjqa*siom, -ot, pancra- giavellotto
o< a$hkghg*|, -ot&, atleta zio, gara di lotta e pugilato o< a$jomsirsg*|, -ot&, lanciatore
o< ctlmarsg*|, -ot&, allenatore g< i<ppodqoli*a, -a|, corsa dei del giavellotto
o< e$pirsa*sg|, -ot, sovrinten- cavalli, corsa dei carri
dente ai giochi so+ fet&co|, -ot|, biga

§
dd
s 13. La battaglia di GaugameÁla s

$Em sat*sz la*vz o< Paqlemi*xm [Parmenione (generale di Alessandro Magno)] paqa+
som $Ake*namdqom rsqasix*sgm sima+ rpotdz& pe*lpei a$ccekot&msa o%si e$m a$cx
+ & mi g< rsqasia+
ntme*vesai jai+ boghei&m dei&.
<X| sat&sa s{ & $Akena*mdq{ e$ngcce*khg
(furono annunciate), at$so+| sot& le+m dix*-
jeim a$pesqa*peso, e$pirsqe*wa| de+ rt+m sz&
sx& m rtlla*vxm %ipp{ e$pi+ so+ sx& m baqba*qxm
+ * #
deniom dqol{ gcem. Pqx & sa de+ soi&| sx&m
pokeli*xm i<ppet&ri uet*cotrim, jai+ soi&|
Paqhtai*oi| jai+ e$mi*oi| sx & m $Imdx& m jai+
soi&| pkei*rsoi| jai+ jqasi*rsoi| Pe*qrai| e$l-
ba*kkei. At%sg de+ g< i<ppolavi*a sot& pamso+|
e>qcot jaqseqxsa*sg ntme*rsg (fu).
(da ARRIANO)

In hac pugna Parmenio ad Alexan-


drum militem quendam propeÆre misit, qui
exercitum in re incerta esse et auxilio opus
esse nuntiaret.
Ubi primum haec Alexandro nuntiata
sunt, ille hostes inseÆqui destõÆtit et, signis
versis, cum sociorum equitatu in Persarum
dexterum cornu propeÆre se movit. Primum
autem in hostium equites fugientes et
Parthos et alõÆquos Indos et plerosque fortis-
simosque Persas incõÆdit.
Hoc proelium equestre totõÅus pugnae
maximum fuit.

c
I cosiddetti ``Bronzi di Riace'' (V sec. a.C.). Reggio Calabria,
Museo Nazionale della Magna Grecia.

L'aoristo primo o debole


attivo e medio 39
RECUPERO UNITA Á 1-2
(esercizi interattivi - versione con tutor)

Es. n. 1 - Coniuga il futuro attivo e medio e l'aoristo attivo e medio dei seguenti verbi.
sqe*px (io volgo) - a$cce*kkx (io annuncio).

Es. n. 2 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


cemg*romsai - a>nx - diabix*rei| - r{*rerhai - pi*olai - bakei&m - poig*rolai -
paqautka*nei - bke*werhe - sa*nxm - jkatrei&rhe - jke*woi| - rtkke*nesai - et<qg*rolem
- ve*olai - cmx*rz - jkimoi*g| - dotket*rx - rtllavgro*leha - uheqot&msai - jamei&rhai -
g< hawole*mg - a$pakka*neim - rsekoi&lem - badiei&| - perot&lai - jeqdamoi&em - siloqg*rese
- dida*noi - q<iwoi*sgm - o$qciot*lemo| - pmetrot*leha.

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


e$ce*mmgra - e$sa*qana| - e>bkewe(m) - g>jotram - sot& kt*ramso| - ug*maio - g$kpi*rasom -
bke*wz| - sa*nai - g$cxmi*ramso - jeket&rom - pkt*mase - hqe*wxlem - sei*maili - e$jsg*ramso
- soklg&rai - e$de*naso - rsei*kxri(m) - e$jkei*ralem - a/m pat*rai| - o< ha*wa| - oi<
poigra*lemoi - e>rpeiqam - e$saqana*lgm - a/m mijg*railem - a$pe*rseike(m) - e$bka*waso -
e$rglgma*leha - wgui*rarhai - pqa*ngrhe - sot& bariket*ramso| - g$cei*qamso.

Es. n. 4 - Volgi le voci verbali dell'es. n. 2 dal futuro al presente, lasciando inalterati il modo, la
persona, il numero e la diaÁtesi; poi traduci.

Es. n. 5 - Volgi le voci verbali dell'es. n. 3 dall'aoristo al presente, lasciando inalterati il modo, la
persona, il numero e la diaÁtesi; poi traduci.

Es. n. 6 - Scegli la traduzione corretta tra quelle proposte.


1. dgkx*rei 2. bakot&lem
& egli mostrera
Á & voi lancerete
ESERCIZIO
INTERATTIVO & egli mostro
Á & noi lanceremo
& tu mostrerai & essi lanceranno

3. g>cceikam 4. o< pqa*na|


& egli annuncio
Á & colui che fece
& essi annunciavano & colei che fece
& essi annunciarono & coloro che fecero

5. silg*reim 6. jkat&rai
& onorare & aver pianto
& essere per onorare & piangere
& essi onoreranno & essere per piangere

7. saqa*ngse 8. jolix
&
& che egli abbia sconvolto & io porto
& che noi abbiamo sconvolto & io portero
Á
& che voi abbiate sconvolto & io portavo

40 RECUPERO UNITAÁ 1-2


9. ve*olai 10. g$kpira*sgm
& io versero
Á & voi speraste
& io verso & voi due speraste
& io versavo & loro due sperarono

Es. n. 7 - Completa le seguenti frasi, inserendo le desinenze corrette; poi traduci.


1. Oi< rsqasix & mo| e$picicmole*mot, e$pat*r
& sai, sot& veilx lavo*lemoi jai+ ei$|
sg+m po*kim e>baimom.
2. <O rsqasgco*|, mijg*ra sot+| pqe*rbei| ei$| sot+| poki*sa| e>pelpem.
3. Ke*cotri so+m barike*a e$ka*r ei$| so+m vqgrlo+m sot& Dio*|.
& m rtlla*vxm vx*qam ot$ pokt+m vqo*mom
4. $Ekpi*folem sot+| pokeli*ot| sg+m sx
a<qpa*r .
5. Oi< ba*qbaqoi e$pkgri*afom, x<| sg+m g<lese*qam poki*m diauheqot&ms .
6. Ei$ sot&som joka*re # a>mdqe| dijarsai*, sg+m pasqi*da utka*nese.
,x

Es. n. 8 - Completa le seguenti frasi, coniugando il verbo in parentesi nel modo, tempo, persona,
numero e diaÁtesi richiesti; poi traduci.

1. <O %Ejsxq, le*kkxm (inf. fut. di a$cxmi*folai)


ESERCIZIO
INTERATTIVO
& $Avikkei&. `#X $Avikket& Ð e>ug Ð, mt&m g/ at$so+| e$m sz& lomolavi*a perot&lai g/ re+
s{
(ind. fut., I pers. sing. att. di jsei*mx) .
2. Vqgrilx*sasoi lesa+ sx & m o%pkxm (ind. fut., I pers. pl. di ei$li*)
jai*, pokelei&m a$macjafo*lemoi, cemmaio*seqom t<pe+q sg&| e$ketheqi*a| (ind. fut., I
pers. pl. di la*volai) .
3. Oi< g<le*seqoi pqo*comoi e$m sz& la*vz ot%sx| a$mdqei*x| (ind. aor., III pers. pl. di
a$cxmi*folai) ,x% rse (ind. aor., III pers. pl. att.
di mija*x) .
4. $Emsat&ha oi< %Ekkgme| g<le*qa| sqei&| (ind. aor., III pers. pl. att. di le*mx)
jai+ pokka+ ei#vom. sesa*qsz d' g<le*qy ei$| so+ pedi*om jase*baimom.
5. Se*ko| o< Pt*qqo| soi&| Jaqvgdomi*oi| so+m po*kelom (ind. aor., III pers. sing. att. di
a$pacce*kkx) jai+ e$j sg&| Sa*qamso| (ind. aor., III pers. sing. att.
di e$jpke*x) .
6. Lesa+ sg+m e$m Laqahx & mi la*vgm, oi< $Ahgmai&oi $Ahg*mafe Ueidippi*dgm (ind. aor., III
pers. pl. att. di pe*lpx) , sg+m mi*jgm (part. fut. att., acc. masch.
sing. di rglai*mx) .

Recupero unitaÁ 1-2 41


Es. n. 9 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il futuro primo e
l'aoristo debole; poi individua le proposizioni subordinate; quindi traduci.
1. <O $Ake*namdqo| so+ sot& Daqei*ot rx & la e$m sai&| barikijai&| hg*jai| ha*wai
e$je*ketrem, jaha*peq jai+ oi< a>kkoi oi< pqo+ sot& Daqei*ot barikei&|. - 2. Jasauqomg*ram-
se| s{ & pkg*hei, et$ht+| sot+| pokeli*ot| e$jqa*sgram jai+ sg+m at$sx & m rsqasia+m e$di*xjom. -
3. >Ecxce tli&m lecaka sejlgqia sotsxm paqenolai, ot kocot|, a$kka+ o= t<lei&| sila&se,
< * * * * $ *
e>qca. - 4. Cicmx*rjolem o%si o< a>mhqxpo|, o=| sz& o$qhz& o<d{ & jqg*resai, sg+m a$qesg+m
jsg*resai. - 5. Dei& so+m le*kkomsa et# cexqcg*reim sot+| e$qcarsg&qa| jai+ pqoht*lot|
paqarjeta*feim jai+ he*komsa| pei*herhai. - 6. $Ellemx & sai&| rpomdai&| a=| o+ bariket+|
jasape*lpei jai+ soi&| wgui*rlari soi&| sx & m $Ahgmai*xm jai+ sx & m rtlla*vxm. - 7. <O
%Ippaqvo|, o< sot& Peirirsqa*sot pai&| pqerbt*saso|, sa+ sot& <Olg*qot e>pg ei$| sa+|
$Ahg*ma| pqx & so| e$jo*lirem. - 8. Oi< Kajedailo*mioi sg+m sx & m $Ahgmai*xm po*kim a$uami*rai
e$bot*komso jai+ g$qx*sgram so+m heo*m, o=| a$pejqi*maso dei&m at$sot+| sg+m joimg+m e<rsi*am sg&|
<Ekka*do| lg+ jimei&m. - 9. Jai+ det&qo t<li&m pe*lwx mat&| se jai+ a>mdqa|, oi= rtllavot&msai
jai+ o<do+m g<cg*romsai. - 10. >Amhqxpo*| si| t<po+ sx & m e$jei*mot rtccemx & m e$dix*jeso. kt*jot
$
ats{ $ $ $
& apamsg*ramso|, epi+ de*mdqot ame*baimem.

Analizza e traduci le seguenti versioni.

s 1. Un esule troiano esorta i soldati greci a seguirlo s

Dei&, x# a>mdqe|, sg&| <Ekka*do| ot$de+m peqi+ pkei*omo| poiei&rhai. $Ajot*x de* sima|
VERSIONE ot$de+m t<li&m ke*comsa|. <Tpirvmot&lai de+ t<li&m e$le+ a$po+ motlgmi*a| lirhouoqa+m leca*kgm
& m. jai+ a>nx t<la&| ei$| sg+m Sq{a*da, e>mhem jai* ei$li utca*|, jai+
CON TUTOR
paqe*neim e<ja*rs{ t<lx
t<pa*qnei t<li&m g< e$lg+ po*ki|. oi< poki&sai e$jo*mse| ca*q le de*nomsai.
<Gcg*rolai de+ at$so+| e$cx+ jai+ e>mhem pokka+ vqg*lasa kg*werhe. >Elpeiqo| de* ei$li
sg&| Ai$oki*do| jai+ sg&| Uqtci*a| jai+ sg&| Sq{a*do| jai+ sg&| sot& Uaqmaba*fot a$qvg&|
pa*rg|. e$cx+ ca+q e$jei&he e>qvolai jai+ e$m at$sz& vx*qy rt+m s{ & Jkea*qv{ rtmersqaset-
ra*lgm.
(da SENOFONTE)

s 2. L'origine dei Sabelli s

Pokelot&mse| oi< Rabi&moi pokt+m vqo*mom pqo+| sot+| $Olbqijot*|, et>namso, jaha*peq
sx& m <Ekkg*mxm sime*|, sa+ cemo*lema (le cose nate) s{ & e>sei sot*s{ jahieqx & rai.
*
Mijgramse|, de sx + * + + * + +
& m cemolemxm (delle cose nate) sa lem jasehtram, sa de jahieqxram. *
$Auoqi*a| de+ ot>rg|, o< vqgrloko*co| g>cceikem x<| e$vqg&m jahieqx & rai jai+ sa+ se*jma.
Oi< de+ e$poi*gram sot&so jai+ sot+| cemole*mot| (nati) so*se pai&da| s{ & >Aqei e$pe-
ug*liram, g<bx & msa| d' e>rseikam ei$| a$poiji*am, g<cg*raso de+ sat&qo|. $Em de+ sz& cz& sx&m
$Opijx & m e$jei*mot jasajkimole*mot, sot+| >Opijot+| e$jdix*namse|, e$ja*hiram at$so*hi jai+
so+m sat&qom e$ruaci*aram s{ & >Aqei, o=| at$so+m paqg*cceikem g<celo*ma jasa+ sg+m sx &m
la*msexm apo*uarim. Atsoi+ a$po+ sx
$ $ & m come*xm Rabi*mxm Rabe*kkioi pqoracoqet*omsai.
(da STRABONE)

42 RECUPERO UNITAÁ 1-2


UNITAÁ 3 Sintesi
LEZIO in slide
NE 18
d Il terzo, il quarto e il quinto
gruppo dei verbi in -x
d L'aoristo secondo o forte attivo
e medio

OBIETTIVI

^ Conoscenze: ^ AbilitaÁ:
d Morfologia: > i verbi in -x con il tema del presente d riconoscimento dei verbi in -x con il tema del
ampliato con il suffisso nasale presente ampliato con il suffisso nasale e con il
> i verbi in -x con il tema del presente suffisso -rj- / -irj-
ampliato con il suffisso -rj- / -irj- d riconoscimento dei verbi in -x con il tema del
> i verbi in -x con il tema del presente presente o il tema verbale ampliato con -e-
o il tema verbale ampliato con -e- d riconoscimento dell'aoristo secondo attivo e
> l'aoristo secondo o forte attivo e medio
medio
d riconoscimento dei significati di o%si
> l'aoristo forte con raddoppiamento
> i verbi piuÁ comuni che hanno d riconoscimento del complemento di materia e
l'aoristo forte del complemento di qualitaÁ
d Sintassi: > i significati di o%si d riconoscimento dei verbi con il doppio accusa-
> il complemento di materia e il comple- tivo
mento di qualitaÁ d capacitaÁ di coniugare l'aoristo forte attivo e
> i verbi con il doppio accusativo medio di un verbo in -x
d Elementi di lessico: sostantivi e verbi di alta e media d memorizzazione e organizzazione delle cono-
frequenza scenze lessicali
d capacitaÁ di svolgere esercizi di vario tipo
d capacitaÁ di analizzare e tradurre frasi e brani di
varia difficoltaÁ

c
Isola di Egina, Tempio di Atena
Afaia.

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 43
d TEST DI VERIFICA DEI PREREQUISITI

Rispondi alle seguenti domande.

1. Sai indicare il tema verbale dei seguenti verbi 4. Quali diaÁtesi ha l'aoristo forte?
del terzo gruppo: dt*mx, bai*mx, pi*mx, se*lmx, 5. Perche l'aoristo forte eÁ detto anche radicale?
at$na*mx, lamha*mx, kalba*mx e stcva*mx?
6. Quali gruppi di radici hanno l'aoristo forte?
2. Ricordi alcuni verbi del quarto gruppo? Elen-
cali, distinguendo quelli con il suffisso -rj- da 7. Oltre ad et<qe*, quali altre forme ossitone ricordi
quelli con il suffisso -irj-. dell'imperativo aoristo forte?

3. Ricordi il tema verbale dei seguenti verbi del 8. Perche g>cacom eÁ considerata una delle poche
quinto gruppo: doje*x, bot*kolai, la*volai, forme di aoristo forte raddoppiato?
le*mx e o$uei*kx?

TERZO GRUPPO DEI VERBI IN -x (T. P. = T. V. + SUFFISSO NASALE -m-/-me-/-am-)


AORISTO FORTE ATTIVO E MEDIO

Es. n. 1 - Forma l'aoristo forte dei seguenti verbi.


ai$rhamolai (io percepisco) - sicca*mx (io tocco) - ja*lmx (io mi stanco) - o$kirha*mx (io
sdrucciolo) - lamha*mx (io imparo) - pi*mx (io bevo) - kamha*mx (io sto nascosto) -
daqha*mx (io dormo) - i<jme*olai (io vengo, giungo).

Es. n. 2 - Coniuga l'aoristo forte attivo e medio dei seguenti verbi.


se*lmx (io taglio) - kalba*mx (io prendo, afferro).

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð jalot&lai - e>baimom - dg*nesai - e>baimem - selx & - e>jalom - si*rei| - e>daje| - oi<
bai*momse| - a/m ja*loi| - si&rai - a/m se*loiem - selei&m - e>pimom - e>bgrem - e$kat*mei| -
dt*rei - uhi*rolem - g%laqse| - g>katmem - at$ng*romsai - bkarsg*rei| - pi*olai - %inesai -
g>rhot - e>piom - o< ai$rho*lemo| - kg*rei| - e>pie| - t<porvg*rolai - kg*werhai -
a<laqsg*resai - sx& m ai$rhole*mxm - a/m bka*rsoi - g< kabot&ra - daqhg*resai - a<laqsei&m
- e>dqahem - e%adem - a$pg*vheso - hi*nx - o$kirhg*reim - o$ukg*rei - a$pgvho*lgm - a$ui*nz -
x# ukem - lahg*rolai - hicei&m - pet*resai - e$pt*hot - lahg*roiso - oi< hico*mse| - a/m
la*hoi| - o< kavx*m - e>kave| - kg*wolai.
Ð aver spinto - egli berraÁ - essere per tagliare - tu spingesti - io androÁ (bai*mx) - egli
immerse - coloro che prevengono (compl. ogg.) - tu farai andare - voi espiaste -
essere giunti - a coloro che espieranno - noi tagliammo - tu promettesti - egli si
accorse - tu sei debitore - quelle che prometteranno (sogg.) - essi sbagliavano - io mi
accorsi - tu accrescesti - essi dormiranno - essere sul punto di germogliare
(bkarsa*mx) - egli saraÁ odioso - aver sbagliato - noi due accresciamo - egli fiutava -
voi due sarete debitori - io ero odioso.

44 UNITAÁ 3
Es. n. 4 - Traduci le seguenti voci verbali; volgile, poi, dal singolare al plurale e viceversa, lasciando
inalterati il modo, il tempo, la persona e la diaÁtesi.
oi< stvo*mse| - a<laqsg*rolai - o< a$uijo*lemo| - ai$rha*momsai - e$bari*ketrem - pei*rese -
e>kipe(m) - sot& a<laqsa*momso| - a>qnxmsai - oi< ai<qg*romse| - a$cxmiot&lai - si*rei - o<
jasakabx*m - e>pime| - a$paccei*kase - ci*cmerhe - e$pokelg*ralem - e$jg*qtne(m) - g>qvomso
- e$da*jqtre(m) - a/m la*hoili - z>rhomso - e$botko*lgm - uai*mesai - e$ut*cese.

Es. n. 5 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo le voci verbali espresse con l'aoristo debole da
d quelle espresse con l'aoristo forte; poi traduci.
1. Sat&sa diapqana*lemo|, o< $Ake*namdqo| ei$| Lajedomi*am e>baime jai+ s{ & Dii+ s{&
$Oktlpi*{ e>htrem. - 2. La*sgm sot+| mo*lot| cqa*wolem, e$a+m (se) pqx & soi at$soi+
paqabai*mxlem. - 3. $Em %Aidot oi< jajot&qcoi di*jgm sx & m a$dijgla*sxm si*rotrim, x<| o<
Sa*msako| sg+m at<sot& t%bqim si*mei. - 4. <O $Arxpo+| posalo+| dia+ sg+m q<og+m ot$ q<ydi*x|
diabaso+| g#m, o%se oi< Hgbai&oi at$so+m diabg&mai (attraversarlo) e$bot*komso. - 5. %Ora peqi+
sot& Jt*qot e$ptho*leha, sat&sa digcg*rarhai peiqaro*leha. - 6. <O i$asqo*|, e$a+m vqz&, jai+
jat*rei jai+ selei&. - 7. Oi< sqia*jomsa st*qammoi, e$pei+ sat&sa z>rhomso, et$ht+| rt+m soi&|
Kajxmijoi&| jai+ rt+m soi&| i<ppet&ri jai+ soi&| o<pki*sai| e$bog*hotm. - 8. Oi< %Ekkgme| e$pi+ so+
o>qo|, {' Hg*vg| o>mola g#m, a$maba*mse| (essendo saliti) jai+ so+m Et>neimom po*msom
heara*lemoi, t<u$ g<domg&| le*ca e$bo*gram. « Ha*karra, ha*karra.» - 9. <O Rxjqa*sg|
ei#pem (disse). «Jasa+ sg&| cg&| sot+| x<| a$kghx & | dijarsa+| et<qg*rx (fut. di et<qi*rjx).» -
10. $Apo+ sg&| uqomg*rex| sqi*a sat&sa rtlbai*mei. so+ et# koci*ferhai, so+ et# ke*ceim jai+ so+
pqa*rreim a= dei&. - 11. Lesa+ sa+ e$m Pt*k{ oi< $Ahgmai&oi, sz& mi*jz e$paiqo*lemoi, soi&|
Kajedailomi*oi| rtlbg&mai (accordarsi con) ot$j g>hekom. - 12. Oi< Pe*qrai so+ Rot*miom
peqie*pkeom, sot+| $Ahgmai*ot| uha*rai botko*lemoi, ei$| so+ a>rst a$uijo*lemoi.

Es. n. 6 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con l'aoristo forte; poi
d indica il valore sintattico dei participi congiunti; quindi traduci.
1. Sg&| mi*jg| stvo*mse|, oi$o*leha jai+ sot& e$pai*mot set*nerhai. - 2. Oi< $Ahgmai&oi sot+|
pokisijot+| le*ca dtmale*mot| (potenti) e$j sg&| po*kex| e$ng*katmom. jai+ so+m Heli-
rsojke*a e$ng*karam. <O de+ ei$| so+m sx & m Peqrx & m barike*a e>utcem. - 3. <O Ne*qng|, so+m
<Ekkgrpomsom fetna| (avendo aggiogato), epi+ sg+m <Ekka*da dia+ sg&| Hqy*jg| e$ka&m
* * $
e>lekkem, %ima sot+| $Ahgmai*ot| sx & m jajx & m ei$| sot+| Pe*qra| sei*raiso. - 4. <Tli&m e$m sz&
poqei*y pokka+ jaja+ rtme*baimem. - 5. <G Et$qtdi*jg g< sot& $Oque*x| ctmg+ t<po+ o>uex|
dgvhei&ra (essendo stata morsa) e$seket*sgrem. - 6. <O $Aqvilg*dg| sg+m po*kim jasa-
kalba*merhai ot$j z>rheso. at$so+| ca+q e$m sz& sot& e$da*uot| jo*mei sima+ diacqa*uxm
e$st*cvamem. - 7. <O bariket*|, x<| sg&| e$pibotkg&| z>rheso, sot+| rtmxlo*sa| jokarse*om
ei#mai (che si dovesse punire) e>jqimem. - 8. <G g<lese*qa rsqasia*, sot+| pokeli*ot|
pkgria*feim a$jot*rara, so+m posalo+m diabai*mei (pres. storico). - 9. <O e$lo+| pasg+q t<po+
sx & m ui*kxm e$pei*rhg (fu persuaso) ei$| sat*sgm sg+m cg&m a$uije*rhai. - 10. $Auijole*m{ ei$|
$Oktlpi*am so+ sot& $Akueiot& t%dxq pokt+ jai+ g%dirsom i<dei&m (vedere) e$rsim.

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 45
Es. n. 7 - Correggi gli errori contenuti nelle seguenti frasi e riscrivile nella forma corretta, poi traduci,
d d come nell'esempio.
<G heqa*paima, sz& derpoi*mg| jeketra*rg|, so+m sqa*pefam soi&| ne*moi| paqe-
rjet*afom. ?
<G heqa*paima, sg&| derpoi*mg| jeketoa*rg|, sg+m sqa*pefam soi&| ne*moi| paqe-
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA... rjet*afem.
ai$rha*molai L'ancella, per ordine della padrona (avendolo ordinato la padrona), preparava la
mensa per gli ospiti.
1. <O La*qjekko|, Rtqajot*ra| pokioqjx & m, t<po+ sx
& m sot& $Aqvilg*dot lgvamg*lasxm
g<rrx*lemoi, ot$je*si soi&| sei*veri pqorba*kkeim e$ha*qrei.
2. Oi< rsqasgcoi*, e$pei+ sat&sa z>rhomso, et$ht+| e$bog*hotm rt+m sai&| i<ppet&ri jai+ sai&|
o<pki*sai|.
3. Jai+ et$ht*| e$matla*vgram oi< $Ahgmai&oi jai+ oi< Kajedailomi*oi, e$mi*jgram de+ o<
Kajedailomi*oi, g<cotle*mot s{ & $Acgra*mdot.
4. $Epei sotso oi pokioqjotlemoi x<loko*cgram, et$ht+| oi< Kajedailo*mioi e$pat*raso
+ * < *
pokelot&mse| jai+ ot$je*si sg+m po*kim e$pokio*qjeram.
5. <O Hqa*rtkko|, ei#| x / m sx
& m rsqasgcx & m, ei$| $Ahg*ma| e>pketram, sat&sa e$naccekx&m
jai+ rsqasia+m jai+ mat&| ai$sg*rxm.

Es. n. 8 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Spesso noi, temendo i pericoli futuri, dimentichiamo (kamha*molai + gen.) quelli


presenti. - 2. Bevemmo in onore dei vincitori delle gare. - 3. Quelli che giungevano
vedevano uno spettacolo terribile. - 4. O scolari, che cosa volete apprendere da me? - 5. Lo
straniero si trovoÁ per caso ad arrivare (stcva*mx + il part. pres.), quando scorse
(ai$rha*molai) l'esercito dei nemici. - 6. Se ($Ea*m) sorprenderemo (congiunt. di
jasakalba*mx) qualcuno a rubare (part.), subito lo cattureremo (rtkkalba*mx). - 7.
Chiunque sbagli verso gli deÁi pagheraÁ il giusto fio. - 8. Forse che non veniste a sapere
(ai$rha*molai) da lui le cose che accadevano? - 9. Quel poeta piaceraÁ (a$mda*mx) sempre ai
suoi concittadini. - 10. I nemici pensavano che avrebbero prevenuto il nostro esercito
giungendo sulla collina.

QUARTO GRUPPO DEI VERBI IN -x (T. P. = T. V. + SUFFISSO -rj-/-irj-)


AORISTO FORTE ATTIVO E MEDIO
Es. n. 9 - Forma l'aoristo forte dei seguenti verbi.
bkx*rjx (io vado, vengo) - hmz*rjx (io muoio) - pa*rvx (io provo un sentimento,
soffro) - et<qi*rjx (io trovo).

Es. n. 10 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð e$pipqa*rjolem - hamei&m - et<qe* - g$qe*rjot - a>qresai - a<kx*rolai - a$mg*kirjem -
a$qe*rolai - e$ci*cmxrje(m) - g< cmxrole*mg - lmg*rei| - sot+| a$podidqa*rjomsa| -
cgqa*rei| - hamei&rhai - so+m cicmx*rjomsa - oi< hamot*lemoi - dida*rjesom -
et<qi*rjolem - sot+| hmz*rjomsa| - e$cg*qare(m) - i<ka*rjz - g< pa*rvotra - sg&|
hmzrjot*rg| - o< et<qg*rxm - e>loke| - o< sqx*ra| - dida*nx - oi< g<ba*rjomse| -
rseqgro*leha - oi< a$qaqi*rjomse| - oi< hamo*mse| - s{
& pa*rvomsi - sisqx*rjotri(m) - so+

46 UNITAÁ 3
leht*rjom - dida*neim - g< rseqi*rjotra - lokot&lai - o< hamx*m - a/m pa*hoi| - et%qolem -
hamot&lai - a/m pa*hoiem - cmx*rerhai - e>pahem - e>vame|.
Ð coloro che insegneranno (compl. ogg.) - essere sul punto di trovare - io spendevo
(a$maki*rjx) - non piacere (a$qe*rjx) - colui che eÁ preso (a<ki*rjolai, compl. ogg.) - che
io piaccia - egli spese - essere preso - di colui che spenderaÁ - essi invecchiavano - egli era
preso - coloro che insegnano (sogg.) - voi invecchiate - quelle che giungeranno a
pubertaÁ (compl. ogg.) - voi due placherete - essere trovato - voi insegnerete - tu potresti
trovare - voi ferite - colui che piacque (sogg.) - di colui che trovoÁ - tu ti ubriacasti -
essere placati - essi erano privati - noi trovammo - di quelle che sono placate - di coloro
che invecchiano - aver privato - essi piacciono - egli andraÁ (bkx*rjx) - di quelle che
soffrirono - essere sul punto di invecchiare - insegnare - di quello che feriraÁ - tu farai
ricordare - ferire - a coloro che morirono - aver ferito - essi gridano (ka*rjx) - voi due
farete ricordare - essere per morire - soffrire (inf. aor.) - tu gridasti - di quelli che
soffrono - colei che adattoÁ (sogg.) - essi si ricorderanno - quelli che mangeranno
(bibqx*rjx, compl. ogg.) - io non fuggiroÁ di nascosto - a colui che soffrõÁ - voi due
mangiaste - aver sofferto - di colui che adatteraÁ - essere sul punto di ricordarsi - voi
potreste ferire - essi vendevano (pipqa*rjx) - quelle che fuggono di nascosto (compl.
ogg.) - egli abbevereraÁ - che tu ti ferisca.

Es. n. 11 - Analizza le seguenti frasi, indicando il valore sintattico dei participi; poi traduci.
d
1. Jai*peq sesqxle*mo| (ferito), he*kx pokelei&m jai+ mija&m. - 2. <O $Acgri*kao| a$po-
hmg*rjxm sot+| ui*kot| e$je*ketre lgdeli*am ei$jo*ma e<atsot& poig*rarhai. - 3. Sot+| heot+|
a$qesz& jai+ dijaiort*mz i<karo*leha. - 4. Lg+ vakepg*mz| loi a$kka+ rt*ccmxhi (riconosci) a=
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA... e>dqara. - 5. <O <Gqo*doso| sot+| poki*sa| sa+| e<atsot& i<rsoqi*a| a$macmx & mai (leggessero)
poie*x e$bot*keso. - 6. Oi< a>mhqxpoi oi< pokkot+| e$vhqot+| e$m s{ & bi*{ e>vomse|, e$m sz& a$ma*cjz
ot$de*ma ui*kom et<qg*rotrim. - 7. <O rsqasgco*|, sot+| mejqot+| rtmacacx*m, e>hawem. -
8. Oi< a$cahoi+ ti<oi+ sot+| pase*qa| ceqa*rjomsa| a$ei+ hqe*wotrim. - 9. Lesa+ sg+m la*vgm
o$ki*coi a>mdqe| fx& mse| e$kalba*momso, ai< de+ ctmai&je| pa&rai. - 10. <O bi*o| pokka+ sot+|
a$mhqx*pot| e$di*danem (aor. gnomico).

LABORATORIO LESSICALE

Al tema poie- del verbo poie*x («io faccio, costruisco, foggio, creo, genero, compio, stimo, compongo,
rappresento») si ricollegano etimologicamente i seguenti termini greci:
± poi*g-la (opera, lavoro, poema) ± poig-sijo*| (fattivo, produttore, produttivo, in-
± poi*g-ri| (produzione, opera poetica) gegnoso, poetico)
± poig-sg*| (autore, creatore, poeta, scrittore) ± poig-so*| (fatto, costruito, adottato)
± poig-sijet*x (io immagino, adorno poetica- ± poig*-sqia (autrice, poetessa)
mente)
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.

Ritroviamo il tema poie- anche in vari vocaboli italiani:


± antipoetico ± poeta ± poetica ± poieÁsi
± ematopoieÂsi ± poetare ± poeticitaÁ
± poema ± poetessa ± poetico
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 47
Es. n. 12 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci dei verbi in -x che appartengono al quarto
d gruppo; poi traduci.
1. <G de*rpoima so+m dot&kom jai+ sg+m at$sot& ctmai&ja pqahg&mai (fossero venduti)
e$je*ketrem. - 2. Hakg&| o< uiko*rouo|, e$qxsghei*| (interrogato intorno a) pose si*
roux*saso*m e$rsim, a$pejqi*maso. «<O vqo*mo|. sa+ le+m g>dg et'qem, sa+ de+ et<qg*rei.» - 3. Ai<
Lot&rai sx & m o$lla*sxm jai+ sg&| jihaq{di*a| Ha*ltqim e$rse*qgram. - 4. <O le+m >Ijaqo|, ei$|
sg+m ha*karram perx*m, a$pe*hamem, o< de+ Dai*dako| ei$| sg+m Rijeki*am dier{ & raso. - 5. <G
%Gqa dt*o dqa*jomsa|, so+m <Gqajke*a bqe*uo| o>msa a$makx*romsa|, a$pe*rseikem. -
6. Dio*mtro| o< heo+| sg+m sg&| a$lpe*kot utsei*am sot+| a$mhqx*pot| e$di*danem. - 7. <Apa*msxm
sx& m deimx & m (neutro) a$malmgrhe*mse| (ricordandovi di), so+m sot*sxm ai>siom silxqg*rase.
- 8. Oi< a$cahoi+ jai+ rouoi+ a>mhqxpoi cgqa*rjotrim a$ei+ pokka+ didarjo*lemoi. - 9. Sat&sa
a$jot*ra|, o< pai&| e>vamem jai+ ot$de*ma ko*com et'qem. - 10. $G a$qirseqa* rot lg+ cmx*sx
(sappia) si* g< denia* rot poiei&.

Es. n. 13 - Assembla correttamente le proposizioni della colonna di sinistra con quelle della colonna di
d d destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. <O Jai&raq so+m Ja*rjam ei%kjtre rt+m a. x<| ei$| sa+ pketqa+ ba*wxm. 1. b.
bi*y pokkz&,
2. <O sx & m Jeksx& m rsqasgco+| e$pi+ so+m b. sg&| veiqo+| at$sot& kabo*le-
Ot$ake*qiom sg+m la*vaiqam e>ueqem, mo|.
3. Pqo*seqom e$pirjo*pei sz& cmx*lz pa&m c. pokioqjg*ra| e=n jai+ ei>jori
g<le*qa| jai+ dzx*ra| sg+m mg&-
rom.
4. <O Liksia*dg| a$pe*pkei o$pi*rx, d. e$pei+ g>jotre so+m barike*a e$m
Jikiji*y o>msa.
5. <O $Abqojo*la| paqa+ so+m Jt&qom a$pg*- e. o si a/m le*kkz| ke*ceim.
%
katmem,

Es. n. 14 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Essendo presa Troia, solo Enea e pochi suoi compagni si salvarono. - 2. In quella
battaglia molti cavalieri erano feriti. - 3.
Molte cose sono scoperte (et<qi*rjx) dagli
uomini attraverso lo studio della natura. - 4.
Vi insegneroÁ cioÁ che volete. - 5. La donna era
privata di entrambi i figli. - 6. Lo schiavo era
venduto dal padrone. - 7. Il maestro ci
insegnoÁ molte cose. - 8. L'atleta non puoÁ
(dt*masai) correre, poiche eÁ ferito. - 9. Stando
sul punto di morte, il padre chiamoÁ a se i
figli. - 10. Penso che tu ti salverai.

c
Particolare di un epõÁnetron (conocchia) proveniente da Atene
(V sec. a.C.), che rappresenta Bellerofonte e la Chimera.
Atene, Museo Archeologico Nazionale.

48 UNITAÁ 3
QUINTO GRUPPO DEI VERBI IN -x (T. V. OPPURE T. P. AMPLIATO CON -e-)
AORISTO FORTE ATTIVO E MEDIO

Es. n. 15 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð vai*qeim - oi< dojot&mse| - a$keng*rei| - borjg*rx - lemei& - e$ca*lotm - e$dojot&lem -
e$botko*lgm - dei& - e>hekom - e>meila| - a$keng&rai - e>lekkem - e$bo*rjgram - hekg*roi - oi<
le*momse| - vaiqg*rolem - calei&m - do*nei| - lekkg*rese - e$le*molem - g$bot*komso -
le*kkeim - calx & - a/m hekg*raili - e$cg*hgre(m) - e$pilekg*rerhai - melx & - g$ke*ngra -
< * # $
vai&qe - g calotlemg - xrai - gvholgm - edegra| - ghekgre(m) - oi lavot*lemoi - o<
* $ * $ * <
cghg*ra| - x > rx - bot*kz - deg*reim - lavot*leha - do*nz| - x$hg*rei| - e$lavo*lgm -
a$vhe*rerhai - g>qeso - jahet&dom - oi$vg*resai - e$lei*malem - oi< oi$vgro*lemoi - deg&rai -
jahetdg*rolem - {$o*lgm - o< o$ueikg*ra| - la*verhai - oi< x > ramse| - le*mese - o$ueikg*rei
- oi< do*namse| - e$lave*ramso - e$pilekg*resai - e$le*kkgra| - oi< lemot&mse| - cghg*reim -
botkg*rerhai - o< oi$o*lemo| - x > uekom.
Ð di colui che sta per amare - tu sembravi - ella prendeva marito - colui che si
rallegreraÁ (cghe*x, sogg.) - tu prenderai marito - io presi moglie - noi allontaneremo
(a$ke*nx) - essi sembrarono - aver bisogno - noi vogliamo (bot*kolai) - essere sul
punto di morire - essere per rallegrarsi - colui che rimase (compl. ogg.) - tu eri
addolorato (a>vholai) - bisogna - voi due combatteste - a coloro che sembreranno -
tu vuoi (he*kx) - esse presero marito - egli allontanoÁ - quelli che combatteranno
(sogg.) - egli saraÁ addolorato - tu farai pascolare - egli credeva (oi>olai) - essere per
volere (he*kx) - essi avranno bisogno - io feci pascolare - essere per combattere - tu
spingevi (x$he*x) - a coloro che si rallegreranno - essere per sembrare - essi
distribuirono - di coloro che si allontanano - voi due spingerete - essi vollero
(he*kx) - essere sembrato - coloro che sono addolorati (compl. ogg.) - essere a
cuore - essi erano nutriti (bo*rjx) - era a cuore - essi stavano per andar via
(oi>volai) - essere per essere spinto - di colui che volle (bot*kolai) - di coloro che
pregheranno (de*olai) - a quelle che rimarranno - egli combatte - essi si
rallegrarono (vai*qx) - noi siamo spinti - essi vollero (bot*kolai) - a quelle che
pregano - voi due rimanete - colei che eÁ spinta (compl. ogg.) - di colui che volle
(he*kx) - tu domandasti (e>qolai) - a quelle che dormiranno (jahet*dx) - noi saremo
debitori (o$uei*kx) - tu andavi via - coloro che credettero (sogg.) - essere per
distribuire - coloro che andranno via (compl. ogg.) - tu sei debitore.

Es. n. 16 - Completa il seguente schema, annotando per ciascuna voce verbale i dati richiesti.
L'esercizio eÁ avviato.

Vocale
Voce Tema Modo e Persona e
tematica e DiaÁtesi Traduzione
verbale verbale tempo numero
desinenza
e$la*holem lah- -o-lem indicativo prima persona attiva «noi imparammo»
aoristo plurale
g>cacom
ka*bese
e$ce*motso

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 49
a$pohamei&m
e>utce|
ki*pgsom
e<rpo*lgm
ei#pe(m)
z$rho*leha
et%qese
se*joi
jsamo*msxm
pahot&ra
e$pt*hot
jamoi*rhgm
ka*vxri(m)
sa*loiem
dqalx*m
sqape*rhai
e>rvese
sqa*uoiso

Es. n. 17 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð a$ca*cxri(m) - ka*vz - oi< laho*mse| - jqacei&m - e>hakem - sz& kipole*mz - a/m ut*coi| -
soi&| perot&ri(m) - sx & m sqapo*msxm - sg&| sqapole*mg| - sejei&m - kipe*rhai - soi&|
utcot&ri(m) - kipot& - e>sejom - a/m ki*poiso - g$ca*cese - ki*pxlai - e$ki*polem - oi<
pero*mse| - pthot& - a/m pe*roili - g< sejot&ra - pqo*bake(m) - o< stvx*m - e>kabom -
e>kave(m) - o< a$cacx*m - a/m la*hoi| - a$poutcei&m.
Ð voi conduceste - io lasciai per me - egli condusse - noi due fuggimmo - colei che
fuggõÁ (sogg.) - a colui che diventoÁ - egli si accorse - essi si informarono - di quelle
che sbagliarono - di coloro che stettero nascosti - tu diventasti - voi due soffriste -
trova tu - coloro che si volsero (sogg.) - aver lasciato - egli morõÁ - tu ti saresti
informato - noi ci stancammo - quelle che ottennero in sorte (compl. ogg.) - di
coloro che si informarono - di colei che imparoÁ - essendosi informato (nomin.) - a
colui che si volse - fuggite voi.

Es. n. 18 - Volgi le seguenti voci verbali dal presente indicativo all'aoristo indicativo e viceversa,
lasciando inalterati la persona, il numero e la diaÁtesi; poi traduci.
peqie*bakom - a$ui*jeso - jase*vx - e>lahe(m) - z>rhomso - e>kipe| - pqoa*cei| - pi*psolem -
e>cqawe(m) - a$pe*hamom - a<laqsa*mx - e$da*jqtra - e$kipe*rhgm - sqeuo*leha - ba*kkei.

50 UNITAÁ 3
Es. n. 19 - Scegli la traduzione corretta tra quelle proposte.

1. e$khe* & egli venne 2. g>cace(m) & egli condusse


& egli veniva & egli conduceva
& vieni tu & essi condussero

3. e>bake| & tu lanciavi 4. et'qom & io trovavo


& tu lanciasti & io trovai
& egli lancioÁ & essi trovavano

5. e$ki*polem & noi lasciavamo 6. kabe* & prendi tu


& noi lasciamo & egli prendeva
& noi lasciammo & tu prendevi

7. sqa*uese & voi nutriste 8. e$sqapo*leha & noi ci volgemmo


& voi nutrivate & noi ci volgiamo
& nutrite voi & che noi ci volgiamo

9. la*hxri(m) & essi imparano 10. e$ut*cese & fuggite voi


& essi impararono & voi fuggivate
& che essi imparino & voi fuggiste

Es. n. 20 - Completa le seguenti frasi secondo le indicazioni fornite, poi traduci.


d

1. Sot& Jo*dqot (part. pres., genit. masch. sing. di bariket*x) ,


soi&| Pekopommgri*oi| e>donem e$pi+ sg+m po*kim g<lx
& m (infin. pres. att. di rsqa-
set*x) .
2. <O <Ie*qxm ot$de+ (part. aor. att., nomin. masch. sing. di utcadet*x)
ot$de+ ot$de*ma sx
& m pokisx
& m (part. aor. att., nomin. masch. sing. di kt-
pe*x) , e>sg pemsg*jomsa jai+ se*rraqa e$bari*ketrem.
3. Oi< peksarsai+ pqo+| sg+m sx
& m pokeli*xm rsqasia+m (indic. fut. m., 3a pers. pl. di
he*x) jai+ oi< o<pki&sai at$soi&| (indic. fut., 3a pers. pl. di
e%polai) .
4. Pqerbei*am x<| barike*a so+m le*cam (indic. aor. att., 1a pers. pl. di a$po-
rse*kkx) , at$so+m (part. fut. att., acc. femmin. sing. di dida*-
rjx) x<| ot>se di*jaio*m e$rsim ot>se rtlue*qom li*am po*kim sx
&m
<Ekkg*mxm jtqi*am (infin. pres. di ei$li*) .
5. $Em a$cq{
& (part. pres. att., nomin. masch. sing. di me*lx)
ai$po*ko|, paidi*om (indic. aor. att., 3a pers. sing. di et<qi*rjx)
t<po+ lia&| sx
& m ai$cx
& m sqeuo*lemom.

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 51
Es. n. 21 - Correggi la traduzione delle seguenti frasi.
d

1. Sg&| Sqoi*a| a<kirjole*mg|, oi< le+m a>kkoi pa*mse| a>qctqom g/ vqtro+m e>kabom, o<
Ai$mei*a| de*, so+m pase*qa a$qa*lemo| e$pi+ sot+| x
> lot|, e>utcem.
Essendo stata presa Troia, mentre tutti gli altri prendevano argento oppure oro,
Enea, invece, avendo sollevato il padre sulle spalle, fuggiva.
& m baqba*qxm oi< le+m e$sisqx*rjomso t<po+ sx
2. Sx & m <Ekkg*mxm, oi< de+ a$pe*hamom.
Alcuni dei barbari erano stati feriti dai Greci, altri morirono.
3. Oi< %Ekkgme| la*ka g>vhomso o%si oi< rt*llavoi a$sa*jsx| e>uetcom.
I Greci si sdegnavano molto per il fatto che i nemici fuggirono disordinatamente.
4. <O Nemoux & m g>cace pqo+| sot+| pokeli*ot| so+ g%lirt sot& rsqaset*laso|, so+ de+ g%lirt
jase*kipe so+ rsqaso*pedom utka*sseim.
Senofonte conduceva contro i nemici metaÁ dell'esercito, l'altra metaÁ, invece, la
lasciava a custodire l'accampamento.
& m $Ahgmai*xm dtmarsei*am jai+ sg+m a$qvg+m a%param e>rve
5. <O Hgret+| paqe*kabe sg+m sx
lo*mo|.
TeÁseo ha ricevuto il dominio degli Ateniesi ed ha avuto da solo tutto il potere.

Es. n. 22 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci dei verbi in -x che appartengono al quinto
d gruppo; poi traduci.
1. Ctmg* si| a$ui*jeso pqo+| so+m st*qammom Saqjt*miom, bi*bkot| e$mme*a e>votra, a$pel-
pokg&rai he*kotra. - 2. Oi#lai sot+| lahgsa+| s{ & didarja*k{ ot$de+m a$kghe+| ke*ceim. -
LA LINGUA GRECA... 3. <O >Epauo|, sx $
& m Aictpsixm bariketxm, sgm Le*luim sg+m sot& Mei*kot htcase*qa
* * +
bai*mx calei& (pres. storico). - 4. Rt*lpara g< Ai>ctpso| - x<| ue*qesai - so+ pakaio+m ei$| dx*deja
le*qg dieme*leso. - 5. Ke*cesai o%si s{ & Rxjqa*sei sg&| sx & m pokisx & m paidei*a| a$ei+ e$le*kgrem.
- 6. $Ecx+ le+m oi$vg*rolai, t<lei&| de+ ei$| a$ei+ e$m sat*sz sz& oi$ji*y dialemei&se. - 7. Oi< g<le*seqoi
rsqasix & sai g>kpifom sot+| pokeli*ot| a$pxhg*reim. - 8. =O| lijqa+ deg*resai, ot'so|
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
pkot*rio| e>rsai. - 9. <O %Ejsxq pqo+| sg+m ctmai&ja e>kecem. «<O po*kelo| pa&ri soi&|
bai*mx a$mdqa*ri le*kei, e$loi+ de+ la*kirsa.» - 10. <O Helirsojkg&| e>kecem. «Dei& sot+| %Ekkgma|
pqo+| sot+| baqba*qot| bai*meim jai+ la*verhai jai+ e$j sg&| <Ekka*do| sot+| pokeli*ot|
a$px& rai.»

Es. n. 23 - Analizza le seguenti frasi, indicando il valore sintattico dei participi; poi traduci.
d

1. <O #Aci|, e$qole*mot simo+| po*roi oi< Kajedailo*mioi* ei$rim, a$pejqi*maso. «Pokkoi* roi
do*notrim ei#mai, e$a+m at$sot+| lavole*mot| o<qy&|.» - 2. Ai< heqa*paimai, sg&| derpoi*mg|
jeketra*rg|, sg+m sqa*pefam soi&| ne*moi| e>lekkom paqarjeta*feim. - 3. <O rsqasgco+| sot+|
i<ppe*a| pe*qam sot& posalot& e>sarrem, o%px| a$ruakx & | la*voimso. - 4. <O Jt&qo| a$cceko*m
sima po*da| x$jt+m pqo+| so+m Jtana*qgm e>lekke pe*lpeim jai+ at$s{ & e$pirse*kkeim e$pi+ so+
rsqaso*pedom g%jeim. - 5. Oi< $Aqcei&oi, ot$j e$he*komse| la*verhai jai+ cicmx*rjomse|
uqotqa+m paqerjetarle*mgm (che era stata allestita una spedizione) e$u$ e<atsot*|, ei$| sg+m
ei$qg*mgm pqo*htloi g#ram. - 6. Ai< $Ixmijai+ po*kei|, e$ket*heqai ei#mai botko*lemai, a%la de+ so+m
Sirraue*qmgm uobot*lemai, ei$| Kajedai*loma pqe*rbei| e>pelpom. - 7. So+ de+ rx & la
hamei&sai, g< de+ wtvg+ ei$| so+m ot$qamo+m a$ha*maso| oi$vg*resai. - 8. <O Rxjqa*sg| sot&
derlxsgqi*ot a$podqa&mai (fuggire dal) ot$j e$bot*keso, sot+| sg&| po*kex| mo*lot|

52 UNITAÁ 3
paqabai*mxm. - 9. Ke*cesai o%si ot$ pa&ri soi&| a$mhqx*poi| sat$sa+ dojei&. - 10. <O Diomt*rio|
stqammx & m so+m bi*om diese*kere jai+ so+m ti<o+m e$m sai&| at$sai&| silai&|, e$m ai'| at$so+| g#m,
jase*kipem.

LABORATORIO LESSICALE

Il sostantivo maschile pot&|, podo*| («piede») deriva dalla radice indoeruopea *ped- / pod-, a cui si
ricollegano molti altri vocaboli greci:
± ped-a*x (io incateno) ± pef-et*x (io vado a piedi)
± pe*d-g (catena per i piedi) ± pef-ijo*| (pedestre)
± ped-g*sg| (uomo con catene ai piedi) ± pefo-lave*x io combatto a piedi)
± ped-iajo*| (campestre) ± pef-o*| (pedone, terrestre)
± ped-ia*| (cg&) (pianura) ± pod-a*cqa (laccio per i piedi, podaÁgra)
± ped-iet*| (abitante della pianura) ± pod-acqa*x (io ho male ai piedi, ho la podaÁgra)
± ped-imo*| (pianeggiante) ± pod-i*fx (io lego i piedi)
± ped-i*om (pianura) ± podo-jst*pg (danzatrice)
± pe*d-om (suolo) ± pod-o*sg| (fornito di piedi)
± pe*f-a (pianta del piede) ± pod-x*jg| (dai piedi veloci)
± pe*f-aqvo| (comandante di fanteria)
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.
La radice indoeuropea *ped-/pod- si ritrova in vari vocaboli italiani:
± pedestre ± pedõÁssequo ± peduncolato ± podio
± pedina ± pedonale ± peduncolo ± podismo
± pedinamento ± pedone ± piede ± podista
± pedinare ± peduncolare ± podaÁgra ± podistico
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 24 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo le proposizioni subordinate in esplicite e implicite;


d poi traduci.
1. Cicmx*rjolem o%si pokkoi+ ci*cmomsai oi< t<pe+q sg&| <Ekka*do| pqojimdtmet*ramse| jai+
a$pohamo*mse|. - 2. <O Nemoux & m e$uobei&so lg+ e$u$ a<qpacg+m sqa*poiso so+ rsqa*setla. -
3. Sot& barike*x| pqo+| so+m Kexmi*dam cqa*wamso|. «Sa+ o%pka jasa*he| (deponi)», o< de+
LA LINGUA GRECA...
rtluoqa* Kexmi*da| a$mse*cqawem. «Kabe*.» - 4. <O Jo*mxm, sz& matlavi*y mijg*ra|, sot+| le+m
Kajedailomi*ot| e$j sg&| a$qvg&| e$ne*bakem, sot+| d$ %Ekkgma| g$kethe*qxrem. - 5. Poiot&
peqi+ pkei*omo| do*nam jakg+m g/ pkot&som le*cam soi&| pairi+ jasakipei&m. - 6. $Em
Pkasaiai&| g< sx & m Peqrx & m rsqasia*, sx & m Kajedailomi*xm mijgra*msxm, ei$| so+ rsqa-
so*pedom jase*utcem. - 7. <O dida*rjako| sot&so so+ bibki*om g<li&m jase*kipe utka*sseim. -
8. <O Uqi*no| ke*cesai dia+ sa+| a$po+ sg&| lgsqtia&| e$pibotka+| e$j sg&| <Ekka*do| utcei&m. -
9. %Ose o< Ne*qng| e$j sx & m Heqloptkx & m e$pi+ sg+m sx
& m Uxje*xm vx*qam pqog&cem, oi<
Uxjei&| sa+| po*kei| a<pa*ra| e$ne*kipom. - 10. Oi< <Qxlai&oi e$m Ja*mmai|, sx & m i<ppe*xm
Jaqvgdomi*xm at$sot+| jtjkxra*msxm, ei$| utcg+m e$sqa*pomso. - 11. <O g<celx*m, so+
rglei&om sx& m leh$ at<sot& a<qpa*ra|, ei$| sot+| pokeli*ot| e>qqiwem. - 12. Sx & m pokisx &m
< $ $
rsariafo*msxm, pa&ra g po*ki| saqa*rresai jai+ epi+ sg+m rtluoqa+m elpi*psei.

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 53
LABORATORIO LESSICALE

Al sostantivo neutro bibki*om, ot («carta, lettera, scrittura, scritto, tavoletta, pergamena, libro») e al
sostantivo maschile bi*bko|, -ot («corteccia del papiro, scritto, libro») si ricollegano, per quanto attiene
all'etimologia, vari vocaboli greci, per lo piuÁ sostantivi:
± bibk-a*qiom (libretto) ± bibk-io-ja*pgko| (libraio, rivenditore di libri)
± bibk-ei*diom (libretto) ± bibk-io-pxkei&om (libreria)
± bibk-iajo*| (dotto, con erudizione libraria) ± bibk-io-px*kg| (libraio)
± bibk-io-cqaui*a (trascrizione di libri) ± bibk-io-uo*qo| (corriere, tabellario)
± bibk-io-cqa*uo| (copista, trascrittore di libri) ± bibk-io-ut*kan (bibliotecario, archivista)
± bibk-io-hg*jg (scrigno per libri, biblioteca)
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.
Tra i vocaboli italiani derivanti da bibki*om e bi*bko| ricordiamo:
± bibbia ± bibliografico ± bibliomanõÁa ± biobibliografõÁa
± biblico ± biblioÁgrafo ± bibliomanzõÁa ± microbibliografõÁa
± bibliofilõÁa ± bibliologõÁa ± biblioteca
± biblioÁfilo ± biblioÁlogo ± bibliotecario
± bibliografõÁa ± biblioÁmane ± biblioteconomõÁa
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 25 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo le voci dei verbi in -x in base ai vari gruppi a cui essi
d appartengono; poi traduci.
1. <O rsqasgco+| le+m et$ht+| a$pe*hamem, oi< de+ les$ at$sot& o>mse| ei$| sg+m po*kim e>utcom. -
2. Jako*m e$rsi so+ lgde+m ei$| sot+| ui*kot| a<laqsei&m. - 3. <O Rxjqa*sg| la*ka et$veqx & | jai+
et$jo*kx| so+ ua*qlajom e$ne*piem. - 4. <O Jt&qo| e$pi+ so+m a$dekuo+m <Ekkg*mxm o<pki*sa|
LA LINGUA GRECA...
uqg*m ltqi*ot| g>cacem. - 5. $Epi+ pokt+m vqo*mom a$moli*a jai+ a$sani*a sg+m Rpa*qsgm jase*rvem. -
6. <O Dio*mtro|, a$lpe*kot et<qesg+| cemo*lemo|, %Gqa| lami*am at$s{ & e$lbakot*rg|,
uqemx & m jemo*|, Ai>ctpsom jai+ Rtqi*am peqipkama&sai. - 7. Oi< $Ahgmai&oi, e$pei+ sat&sa
z>rhomso, et$ht+| rt+m soi&| i<ppet&ri jai+ soi&| o<pki*sai| e$bog*hotm. - 8. Pgket+| o< Ai$ajot&
g$ca*ceso ctmai&ja He*sim sg+m Meqe*x|. - 9. $Epei+ o< Nemoux+m a$ui*jeso, o< $Apo*kkxm
a$pe*ugmem at$s{ & heoi&| oi'| e>dei ht*eim. - 10. Oi< g<le*seqoi pqo*comoi, oi< e$m Laqahx & mi
$amdqijx * * *
& | soi&| baqbaqoi| pokelgramse|, lecirsgm sg&| atsx < $
& m aqesg&| lmglortmgm*
e$ki*pomso.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo femminile uqg*m, uqemo*| («diaframma, petto, viscere, cuore, animo, mente, senno») vari
vocaboli italiani, tra i quali:
± frenastenõÁa ± freneticamente ± frenocoÁmio ± frenoÁsi
± frenastenico ± frenetico ± frenoÁlogo ± schizofrenõÁa
± frenesõÁa ± freniatrõÁa ± frenopatõÁa ± schizofrenico
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

54 UNITAÁ 3
Es. n. 26 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo le voci verbali espresse con l'aoristo debole da
d quelle espresse con l'aoristo forte; poi traduci.
1. <Tli&m jai+ sg+m ei$qg*mgm jai+ so+m po*kelom ue*qx. t<lei&| d$ o<po*seqa ai<qei&rhe ka*bese. -
2. <O <Ippojqa*sg| o< i$asqo*|, pokka+| mo*rot| i$ara*lemo|, at$so+| morg*ra| a$pe*hamem. -
LA LINGUA GRECA... 3. <O Peqijkg&|, dtmaso+| jai+ vqgla*sxm diauamx & | a$dxqo*saso| x > m, so+ pkg&ho|
lamha*mx e$kethe*qx| jase*rvem. - 4. <O Fet*|, so+m Pqolghe*a e$| sg+m Rjthi*am a$cacx*m, e$pi+ sot&
Jatja*rot a$mersat*qxrem. - 5. $Epei+ oi< rsqasix & sai e$pi+ so+ a>jqom a$ui*jomso,
$emsat&ha dajqt*omse| a$kkg*kot| peqie*bakom. - 6. $Epei+ o< Rxjqa*sg| so+ dijarsg*qiom
a$pe*kipe jai+ z>rheso sot+| ui*kot| dajqt*omsa|. «Si* - ei#pem - mt&m dajqt*ese;» - 7.
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
Ot'soi oi< lahgsai+ dojot&ri ruo*dqa lahei&m dei&rhai. - 8. <O Jo*mxm sg+m po*kim ei$| sg+m
lamha*mx at$sg+m do*nam g>cacem e$n g'rpeq e$ne*perem. - 9. Sot& Jollo*dot bariket*omso|, mo*ro|
koilx*dg| sg+m $Isaki*am jase*rve jai+ pokkg+ uhoqa+ t<poftci*xm jai+ a$mhqx*pxm
e$ce*meso. - 10. Oi< <Qxlai&oi paqa+ sx & m <Ekkg*mxm lgvama+| jai+ o>qcama pokioqjgsija+
>elahom. - 11. <G $Aqvi*dali|, Jkea*da sot& barike*x| htca*sgq. «Jako*m e$rsim - e>ug
(disse) - sai&| Kajai*mai| lesa+ sx & m a$mdqx& m a$pohamei&m g/ les$ at$sx
& m fg&m.» - 12. <O
le+m bariket+| e$m sz& la*vz a$pe*hamem, oi< de+ les$ at$sot& o>mse| ei$| sg+m po*kim e>utcom -
13. <O >Ijaqo| dia+ so+ sot& g<ki*ot ha*kpo| sa+| jgqi*ma| pse*qtca| a$pe*bakem. - 14. Oi<
Rpaqsia&sai sot+| Lerrgmi*ot| ot$j e$pat*ramso pokioqjot&mse|, pqi+m e$j sg&| vx*qa|
at$sot+| e$ne*bakom.

Es. n. 27 - Assembla correttamente le proposizioni della colonna di sinistra con quelle della colonna di
d d destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. Rakpicjsg*| si|, a<kirjo*lemo*| pose a. %ima lg+ oi< poke*lioi ei$| at$sg+m 1. c.
& m pokeli*xm, e>kecem.
t<po+ sx ei$rba*koiem.
2. <O rsqasgco+| sg+m sg&| vx*qa| ut- b. oi< rsqasix
& sai ei$| sg+m utcg+m
kajg+m ot$ jase*kipem, *
sqapoimso.
3. <O sg&| Ai$ct*psot bariket+| lesa+ # a>mdqe|, ot$
c. «Lg+ jsei*mese* le, x
sg&| at<sot& rsqasia&| e$mi*jgre ca+q t<li&m bka*bgm paqe*rvom, o=|
pkg+m sot& vakjot& sot*sot ot$de+m
a>kko e>vx.»
4. <O rsqasgco+| e$uobei&so lg+ d. o< Ji*lxm soi&| poki*sai| ui*ko|
e$ce*meso.
& sg+m po*kim utka*sseim,
5. S{ e. jai+ x<| sa*virsa e$dot*kxre sot+|
pokeli*ot|.

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 55
Es. n. 28 - Assembla correttamente le proposizioni della colonna di sinistra con quelle della colonna di
d d destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. <G Lai&a, g< pqerbtsa*sg sx & m sot& a. e$pei+ o< Jakkijqasi*da|, ei$| sg+m
$
>Askamso| htcase*qxm, em a>msq{ ha*karram a$poperx*m, g$uami*- 1. c.
sg&| Jtkkg*mg| so+m <Eqlg&m e>sijsem, raso e$n a$mhqx*pxm.
2. <O Rxjqa*sg| g<cei&so b. so+m Pqo*nemom, kabo*msa o%si
pkei*rsot|, paqaceme*rhai.
3. <G utcg+ sx & m pkei*rsxm Pekopom- & Dii+ cglale*mg.
c. s{
mgri*xm ei| Vi*om e$ce*meso,
$
4. <O Jke*aqvo| e$ke*ceso d. sot+| a$mhqx*pot| paidetole*-
mot| ot$ lo*mom at$sot+| et$dai*-
loma| ei#mai, a$kka+ jai+ sot+|
a>kkot| a$mhqx*pot| jai+ sa+|
po*kei| et$dai*loma| dt*marhai
(inf. pres. di dt*malai) poiei&m.
5. <O Jt&qo| e$je*ketre e. i<jamo+| ei#mai uqomsi*feim, o%px|
g< rsqasia+ e>voi sa+ e$pisg*deia,
jai+ sat&sa paqarjeta*feim.

I verbi con il doppio accusativo


Tra i verbi che reggono due accusativi ricordiamo quelli che significano:
SCHEDA
S I N T A T T I C A ± «chiamare», «eleggere», «scegliere», «credere», «stimare», «ritenere», «reputare»,
«nominare» (come jake*x, `io chiamo»; ai<qe*olai, «io eleggo, scelgo»; moli*fx, «io
credo, ritengo»):
^ <O pasg+q sot+| pai&da| (c. ogg.) a$cahot+| (c. predic. dell'ogg.) e$memoli*jei.
Il padre aveva stimato i figli onesti.
± «insegnare» (come dida*rjx e paidet*x, «io insegno»):
^ Sa+ cqa*llasa so+m pai&da dida*rjx.
Insegno l'alfabeto al fanciullo.
± «persuadere» (come pei*hx e a$mapei*hx, «io persuado»):
^ Sat&sa re ot$j e$he*kx pei*heim.
Non voglio persuaderti di queste cose.
± «interrogare» (come e>qolai, ai$se*x ed e$qxsa*x, «io interrogo»):
^ <G htca*sgq so+m pase*qa sa+ cemo*lema ai$sei&.
La figlia interroga il padre sulle cose accadute.
± «accusare» (come ai$sia*olai, «io accuso»):
^ Si*ma so+m sot& barike*x| ha*masom ai$sia*rz;
Chi accuserai della morte del re? )

56 UNITAÁ 3
± «fare» (come poie*x, dqa*x, «io faccio»):
^ Ot$ dei& sot+| poki*sa| jajo+m poiei&m.
Non si deve fare del male ai concittadini.
± «rubare», «celare», «privare» (come jke*psx, «io rubo; jqt*psx, «io celo, nascondo»):
^ Sg+m lgse*qa so+m sot& a$dekuot& ha*masom jqt*pseim le*kkx.
Ho intenzione di celare a mia madre la morte del fratello.
± «vestire», «svestire», «spogliare» (come dt*x, «io vesto»; e$jdt*x, «io spoglio»):
^ <O rsqasix*sg| lesa+ sg+m mi*jgm sa+ o%pka so+m poke*liom e$jdt*ei.
Il soldato, dopo la vittoria, spoglia il nemico delle armi.

Es. n. 29 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con l'aoristo indicativo; poi
d d individua le proposizioni subordinate; infine traduci.

1. <X| o< $Ake*namdqo| ei$| Peqre*pokim a$ui*jeso, po*ho| jasakalba*mei at$so+m ja-
sapket&rai jasa+ so+m Et$uqa*sgm e$pi+ sg+m ha*karram sg+m Peqrijg+m jai+ sot& posalot&
i$dei&m (vedere) sa+| e$jboka+| sa+| ei$| so+m po*msom. - 2. Jai+ o< pai&| e$nekhx+m (dopo essere
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA... uscito) g'jem, a>cxm so+ ua*qlajom sesqille*mom (tritato) e$m jt*kiji. i$dx+m de+ (avendo
cicmx*rjx visto) o< Rxjqa*sg| so+m a>mhqxpom. «#X be*ksirse, e>ug (disse), rt+ ca+q sot*sxm e$pi-
rsg*lxm, si* vqg+ poiei&m;» - 3. Ot'so| o< bariket*|, pokka+| sx & m i<eqotqcix& m a$lekotle*ma|
jasalahx*m, a=| o< lgsqopa*sxq at$sot& Polpi*kio| Mola&| e$poi*grem, rtmacacx+m ei$|
e$jjkgri*am so+ pkg&ho| sa+ hei&a re*beim pa*kim at$sot+| e$je*ketrem. - 4. Oi< Caka*sai sot&
Jeksijot& ce*mot| o>mse| ke*comsai sg+m at<sx & m cg&m a$pokipo*mse|, ot$j ot#ram at$sa*qjg
sqe*ueim a%pamsa|, e$pi+ sg+m cg&| e<se*qa| fg*sgrim o<qlg&rai. - 5. %Ippaqjo| o< sx &m
* / * #
Peirirsqasot xm pai&| pqerbtsaso| gm jai rouxsaso| sx + * * .
& m $Ahgmaixm otso|'
pqx & so| sa+ sot& <Olg*qot e>pg ei$| sa+| $Ahg*ma| e$jo*lire jai+ sot+| q<awxdot+| at$sa+ y>deim
g$ma*cjarem. - 6. Rvedo*m si e>cxce at$so+ sot&so ke*cx ei#mai rxuqort*mgm, so+ cicmx*rjeim
e<atso*m, jai+ rtlue*qolai s{ & e$m Dekuoi&| cqa*llasi. - 7. <O <Qxlt*ko|, e$peidg+ die*jqime
sot+| jqei*rrot| a$po+ sx & m g<rro*mxm, e$molohe*sei lesa+ sot&so jai+ die*sarrem a= vqg+
pqa*rreim e<jase*qot|, %ima lg+ rsaria*foiem. - 8. $Ecx*, x # $Ahgmai&oi, e$peidg+ e>done* loi
cg&lai, ei$| sg+m oi$ji*am ctmai&ja g$caco*lgm jai+ ot%sx| e$poi*otm x % rse at$sg+m pqa*rreim o% si
#
a/m e$he*kz. - 9. Utcg+ gm a$ma+ so+ botketsg*qiom at$si*ja jai+ a$ma+ sg+m po*kim o%kgm, jai+
e$sqx*hgra*m (furono feriti) sime| sx & m botketsx & m e$m s{ & de s{ & hoqt*b{ jai+ a$pe*hamom
e%seqoi. - 10. <O rsqasgco+| e$pele*keso ot$ lo*mom sot& bi*y veiqot&rhai sot+| e$mamsi*ot|,
a$kka+ jai+ sot& pqyo*sgsi pqora*cerhai. jai+ pokka*ji| pqogco*qete soi&| rsqasix*sai|
sot+| a<kirjole*mot| lg+ x<| a$di*jot| siloqei&rhai.

c
Particolare di un'anfora con figure rosse su
fondo nero (firmata da Eutimide), che
rappresenta la vestizione di un oplita. Monaco
di Baviera, Collezioni Statali di Oggetti Antichi.

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 57
LABORATORIO LESSICALE

Il tema verbale cmx- di cicmx*rjx («io imparo, conosco, riconosco, capisco, mi accorgo, penso, giudico»)
si ritrova in numerosi vocaboli greci:
± cmx & -la (intelletto, opinione) ± cmx*-qilo| (noto, conosciuto)
± cmx-laset*x (io discerno, riconosco) ± cmx*-qiri| (conoscenza)
± cmx*-lg (intelletto, ragione, opinione, sentenza) ± cmx*-qirla (contrassegno)
± cmx-lijo*| (sentenzioso, gnomico) ± cmx-qirsg*| (colui che prende conoscenza)
± cmx-lo-koci*a (raccolta di sentenze) ± cmx & -ri| (nozione, conoscenza, inchiesta)
± cmx-lort*mg (acume nel giudizio) ± cmx-rsg*q (testimone)
± cmx*-lxm (conoscitore, orologio solare) ± cmx*-rsg| (conoscitore)
± cmx-qi*fx (io faccio conoscere) ± cmx-rsijo*| (capace di conoscere)
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.
Lo stesso tema cmx- eÁ presente in vari vocaboli italiani:
± agnosticismo ± diagnostico ± paragnoÁsta ± radiodiaÁgnosi
± agnostico ± gnome ± proÁgnosi ± radiodiagnostica
± diaÁgnosi ± gnomico ± pro(g)nosticare ± radiodiagnostico
± diagnoÁsta ± gnoseologõÁa ± pro(g)nostico
± diagnostica ± gnoseologico ± psicodiagnostica
± diagnosticare ± gnosi ± psicodiagnostico
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

I significati di o%si
La congiunzione o%si puoÁ avere i seguenti significati:
SCHEDA
SINTATTICA ± dichiarativo («che»),
± interrogativo indiretto («perche», «per quale motivo»),
± causale («poiche», «perche»).
& sai ot$j at$so*lokoi ei#em.
^ <O rsqasgco+| a$pejqi*maso o%si oi< rsqasix
Il comandante rispose che i soldati non erano disertori.

$Ehe*kx ke*ceim o%si g%rtvo*| ei$li.


Voglio dire per quale motivo sono tranquillo.

Jkai*olem o%si cicmx*rjolem t<la&| ai$rvqot+| ei#mai.


Piangiamo poiche sappiamo che voi siete disonesti.
%Osi davanti ad un superlativo ha il significato di «quanto piuÁ» (cfr. lat. quam +
superlativo):
^ Botko*leha le*meim o%si pkei&rsom vqo*mom.
Vogliamo aspettare per quanto piuÁ tempo possibile.

58 UNITAÁ 3
Es. n. 30 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo le voci dei verbi in -x in base ai vari gruppi a cui essi
d d appartengono; poi traduci.
1. <O a$mg+q o< t<bqi*fxm ei$| re+ jai+ ei$| sg+m rg+m ctmai&ja stcva*mei x / m e$vhqo+| g<li+m. (da
LISIA) - 2. $Apohmg*rjomso| Jt*qot, pa*mse| oi< peqi+ at$so+m ui*koi jai+ rtmsqa*pefoi
a$pe*mhgrjom, lavo*lemoi t<pe+q at$sot&. (da SENOFONTE) - 3. Et<qi*rjolem sot+| %Ekkgma|
dia+ sg+m <Eke*mgm rsqasei*am e$pi+ sot+| baqba*qot| poiot&msa|. (da ISOCRATE) -
4. Pqorg*jei, x # dijarsai*, pa&rim t<li&m siloqei&m t<pe+q sx & m a$mhqx*pxm oi= a$pe*hmgrjom,
a%se o>mse| et#moi s{ & dg*l{. (da LISIA) - 5. $Ama*cjg e$rsi+ sot+| Likgri*ot| pqohtlo-
sa*tsot| ei#mai ei$| so+m po*kelom dia+ so+ pkei&rsa jaja+ pa*rveim (dia+ so+ ... pa*rveim =
poiche sopportano) t<po+ sx & m baqba*qxm. (da SENOFONTE) - 6. Ai< a$kx*peje| e$pi+ so+m
Lai*amdqom posalo+m rtmghqoi*fomso, he*jotrai pi*meim. dia+ so+ q<oifgdo+m ue*qerhai
t%dxq (poiche l'acqua scorreva com impeto) ot$j e$so*klxm ei$re*qverhai. (da ESOPO) -
7. <O Da*umi| kt*jot de*qla leca*kot kabx*m, o=m sat&qo*| pose pqo+ sx & m box &m
lavo*lemo| soi&| je*qari die*uheiqem, peqie*seime s{ & rx*lasi. (da LONGO SOFISTA) -
8. #Aci| a$pameue*qeso le+m ei$| Kajedai*loma e>si fx & m, e$jei& de+ savt+ e$seket*sa jai+
$est*cvame relmosa*sg| saug&| sx & m Kajedailomi*xm. (da SENOFONTE) - 9. $Amsi*como| de+ o<
Uiki*ppot bariket*xm Lajedo*mxm, peqi+ Uqtci*am lavo*lemo| Reket*j{ jai+ Ktrila*v{,
sqat*lari pokkoi&| peqipi*psxm e$seket*sa. (da LUCIANO) - 10. Pqo+| e<rpe*qam oi< $Ahg-
mai&oi gt$ki*fomso pqo+| ko*u{. sz& de+ t<rseqai*y e$poqet*omso jai+ jase*baimom e$| vxqi*om,
botko*lemoi kalba*meim sa+ e$dx*dila e$j sot& vx*qot. (da TUCIDIDE) - 11. Jasa+ so+m at$so+m
vqo*mom oi< $Ahgmai&oi le+m e$mi*jxm sz& matlavi*y, oi< Kajedailo*mioi de+ so+ pkg&ho| sx &m
* $ * <
pokelixm alaqsomse|, dieuheiqomso. (da LISIA) - 12. Oi Rjthai euhamom sot+|
* * >
Pe*qra|, e$pi+ sg+m ce*utqam a$uijmot*lemoi. (da ERODOTO)

Es. n. 31 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con l'aoristo forte;
d d individua poi le proposizioni subordinate; quindi traduci.
1. Jo*mxm ot$ lo*mom sa+ sei*vg sg&| pasqi*do| a$mx*qhxrem, a$kka+ jai+ sg+m po*kim ei$| sg+m
at$sg+m do*nam pqog*cacem e$n g'rpeq e$ne*perem. (da ISOCRATE) - 2. $Edo*jei dg+ soi&|
rsqasgcoi&| ot$j a$ruake+| ei#mai diarjgmot&m, a$kka+ rtmacacei&m so+ rsqa*setla pa*kim.
(da SENOFONTE) - 3. Et<qi*rjx ca+q sat*sgm lo*mgm a/m cemole*mgm jai+ sx & m lekko*msxm
jimdt*mxm a$posqopg+m jai+ sx & m paqo * msxm jajx& m a$ pakkacg* m, /
g m $
e *
hekg rxlem e$jei*mgm
$ < $
dglojqasi*am amakabei&m, g=m Ro*kxm o dglosijx*saso| cemo*lemo| emolohe*sgrem. (da
ISOCRATE) - 4. Lesa+ de+ sat&sa ot$ pokkai&| g<le*qai| t%rseqom g#khem e$n $Ahgmx &m
Htlova*qg|, e>vxm mat&| o$ki*ca|. jai+ et$ht+| e$matla*vgram at#hi| Kajedailo*mioi jai+
$Ahgmai&oi, e$mi*jgram de+ Kajedailo*mioi g<cotle*mot $Acgramdqi*dot. (da SENOFONTE) -
5. $Em de+ Dekuoi&| x<| ei$rg&khom sa*virsa ei$| so+ le*caqom oi< Ktdoi*, vqgro*lemoi s{ & he{&,
g< Pthi*a ei#pe sa*de. (da ERODOTO) - 6. Oi#lai sg+m <Olg*qot poi*grim lei*fx kabei&m do*nam,
o%si jakx & | sot+| lavole*mot| e$pi+ sot+| baqba*qot| e$cjxlia*fei. (da ISOCRATE) -
7. $Ahgma&| e$rsi+m a>cakla e$m sz& mt&m a$jqopo*kei, so*se de+ o$molafole*mz po*kei. ke*cotri
de+ at$so+ perei&m e$j sot& ot$qamot&. (da PAUSANIA) - 8. <O Leme*kao|, e$pei+ e>lahe sg+m et$mg+m
jemg+m sg&| <Eke*mg| sg&| ctmaijo*|, so+m $Acale*lmoma so+m a$dekuo+m paqakabx*m, g#khe
pqo+| so+m barike*a so+m <Qada*lamhtm. (da LUCIANO) - 9. <O Pqo*nemo| e$peht*lei
ceme*rhai a$mg+q sa+ leca*ka pqa*rreim i<jamo*|. (da SENOFONTE) - 10. $Emhtlei&rhe ot#m o%si
Mijo*uglo| jai+ $Aqirsoua*mg| a>jqisoi a$pe*hamom. ot$dei| ca+q ei#dem e$jei*mot| lesa+ sg+m
rt*kkgwim. (da LISIA)

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 59
Il complemento di materia
GRECO: a$po*, e$j (e$n) e il genitivo
SCHEDA aggettivo corrispondente
SINTATTICA
LATINO: e (ex) e l'ablativo
aggettivo corrispondente
^ Pasqi+ ot$j moli*rlasa e$j vqtrot& (vqtra&), a$kka+ lo*mom a$cahoi+ pai&de| g#ram.
Patri non nummi ex auro (aurei), sed solum boni liberi erant.
Il padre non possedeva monete d'oro, ma solo buoni figli.

Il complemento di qualitaÁ
GRECO: genitivo
LATINO: genitivo (preferibilmente per le qualitaÁ morali)
ablativo (preferibilmente per le qualitaÁ fisiche)
^ <O rsqasgco+| leca*kot mot& a$mg*q e$rsim.
Dux magni ingenii vir est.
Il comandante eÁ un uomo di grande intelligenza.

Es. n. 32 - Volgi dall'aoristo indicativo al presente indicativo i predicati delle frasi 1, 4 e 5


d d dell'esercizio n. 31; poi traduci di nuovo, come nell'esempio.
Oi< poke*lioi sg+m la*vgm e$mi*jgram jai+ sg+m a$jqo*pokim jase*kabom. ?
Oi< poke*lioi sg+m la*vgm mijx & ri jai+ sg+m a$jqo*pokim jasakalba*motrim.
I nemici vincono la battaglia e si impadroniscono dell'acropoli.

Es. n. 33 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Promisi molte cose, ma non feci nulla. - 2. La madre trovoÁ la figlia morente. - 3. Le
fanciulle ricevettero in dono un anello d'argento. - 4. I nemici, essendosi volti in fuga,
andavano verso il mare. - 5. Il fanciullo era di grande intelligenza, ma non capõÁ
(lamha*mx) le parole del padre. - 6. Pompeo abbandonoÁ il paese, non appena si
annuncioÁ che Cesare avanzava. - 7. Sappiamo che i Greci nei tempi antichi si volsero
alla pirateria. - 8. Gli abitanti della cittaÁ fuggirono subito verso i monti.

Es. n. 34 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Sembra che il popolo corra in piazza per ascoltare gli oratori. - 2. Rallegratevi, o
cittadini, perche a nessuno degli alleati siamo debitori della nostra vittoria. - 3. Sia a
noi che a voi sembrano giuste le stesse cose. - 4. Sembrava che i pesci costituissero
(fossero) l'unico cibo per gli abitanti di quel villaggio. - 5. Combattemmo sempre con
valore contro i nemici della patria. - 6. Ciro distribuõÁ ai soldati le ricchezze che trovoÁ in
quella regione. - 7. Bisogna che tutti i cittadini si addolorino per questa sconfitta. - 8.
Vogliamo combattere subito contro i nemici senza indugiare (ot$ + part. pres. di
le*kkx). - 9. Gli abitanti di quella regione hanno bisogno di grano. - 10. Dormiremo
(jahet*dx) tranquillamente se non faremo nessun male.

60 UNITAÁ 3
VERSIONI

§
d s 1. La capra e il capraio s

Ai#ca a$porsa&ram (che si era allontanata dal) a$ce*kg| e$pama*ceim ai$po*ko| e$peiqa&so
pqo+| sa+| koipa*|. <X| de*, uxmai&| jai+ rtqicloi&| vqx*lemo|, ot$de+m la&kkom g>mtem, ki*hom
bakx+m jai+ sot& je*qx| stvx*m, e$dei&so s{& derpo*sz lg+ jaseipei&m. <G de*. «$Amot*rsase»
ei#pem «ai$po*kxm, so+ je*qa| jqa*nei, ja/m e$cx+ rixpg*rx.»
Ot%sx ki*am et$g*hei| oi< sa+ pqo*dgka jqt*pseim e$he*komse|.
(da ESOPO)

Caprarius capram a grege longius errantem cum relõÆquis congregare conabatur.


Cum autem vocibus et fistuÆlae sonis nihil perficeÆret, lapide icto et eius cornu percusso,
eam orabat ne apud dominum rem deferret. Illa autem: «Stultissime caprariorum ±
inquit ±, cornu rem clamabit, etiamsi ego taceam.»
Sic maxime insaniunt qui manifesta celare volunt.

§
d
s 2. Il pastore e le api s

$Em joi*kz dqti~ le*ki jaseiqca*fomso le*kirrai. Poilg+m de* si|, at$sai&| e$qcafole*mai|
peqistvx*m, a$ueke*rhai pqozqei&so sot& le*kiso|. ai< de*, a>kkohem a>kkai peqiirsa*lemai,
> hotm soi&| je*msqoi|. Jai+ seketsai&om o< poilg*m. «>Apeili (Vado via)» e>ug
at$so+m x
«lgde+m deo*lemo|, ei$ dei& leki*rrai| peqistvei&m.»
(da ESOPO)

Apes in cava quercu mellificabant. Pastor quidam, cum illis mellificantibus


occurrisset, mel auferre voluit. Illae autem, huc atque illuc circumvolantes, aculeis eum
compunxeÅrunt. Tum demum pastor: «Abeo ± inquit ±, quia melle mihi opus non est, si
apibus occurreÆre necesse est.»

§
d s 3. Due grandi generali: Epaminonda e PeloÁpida s

<G sx & m Hgbai*xm po*ki| leci*rsg e$ce*meso. Pa*mse| a/m o<lokocg*raiem o%si jai+ rsqa-
sgcoi* sime| sg+m po*kim leci*rsgm e$poi*gram. sx & m de+ g<celo*mxm jai+ rsqasgcx & m o< Peko-
pi*da| jai+ o< $Epaleimx*mda| a>qirsoi e$ce*momso.
<O le+m sot& ko*vot g<cei&so, o< de+ e$rsqasg*cei. so*se oi< Hgbai&oi sg+m e$m Ket*jsqoi|
la*vgm e$mi*jgram, so*se ei$| sg+m sx
& m Kajedailomi*xm vx*qam, a$po*qhgsom molifole*mgm,
at$soi+ ei$re*bakom, so*se pokka+ jai+ jaka+ e>qca diepqa*namso. Lerrg*mgm jas{*jiram,
sot+| de+ $Aqja*da| at$somo*lot| e$poi*gram, paqa+ de+ pa&rim e>mdonoi g#ram.

UNO SGUARDO AL PASSATO

L'egemonia tebana Tebani sconfissero gli Spartani. Questi ultimi,


dopo la sconfitta, non considerarono piuÁ gli

L 'egemonia di Tebe ebbe inizio dopo la bat-


taglia di Leuttra (371 a.C.), nella quale i
Ateniesi come nemici, ma come probabili alleati;
gli Ateniesi, a loro volta, comprendendo che la
)

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 61
sconfitta di Sparta avrebbe reso piuÁ facile un'e-
gemonia di Tebe, si mostrarono disponibili a un
dialogo con gli Spartani.
L'egemonia tebana duroÁ appena nove anni
(371-362 a.C.) e fu il risultato della guida mili-
tare di due personalitaÁ eccezionali: PeloÁpida
(Pekopi*da|) ed Epaminonda ($Epaleimx*mda|).
Per indebolire maggiormente Sparta, i Tebani
avanzarono nel Peloponneso, favorendo la co-
stituzione di una lega arcadica contro Sparta, e
allestirono una flotta, che inviarono a Bisanzio,
scalo importante per controllare i rifornimenti
provenienti dal Mar Nero.
La spedizione ebbe un esito favorevole, come
anche il piano di conquista di tutta la Tessaglia,
per realizzare il quale, peroÁ, PeloÁpida morõÁ co-
raggiosamente in combattimento. Gli Ateniesi,
per aiutare gli Spartani, avevano inviato IfõÁcrate
sull'istmo di Corinto, creando cosõÁ un impedi-
mento al ritorno dei Tebani invasori del Pe-
loponneso. L'impresa di IfõÁcrate fallõÁ, ma gli
Ateniesi aiutarono di nuovo gli Spartani nello
scontro che avvenne a Mantinea, in Arcadia (362
a.C.); la vittoria fu raggiunta a fatica dai Tebani,
ma nel combattimento Epaminonda morõÁ. La
battaglia di Mantinea fu uno scontro tra potenze
ormai esauste e lacerate da continui conflitti;
essa chiuse con una pace generale il lungo pe-
riodo di lotte per l'imperialismo, ma lascioÁ le
cittaÁ greche completamente prostrate.
c
Peter Scheemakers, Epaminonda (copia in marmo). Stowe
House (presso Londra), Tempio dell'Antica VirtuÁ.

§
dd
s 4. Alessandro riceve il comando della spedizione
contro i Persiani s
Ke*cotri so+m Ui*kippom e$pi+ a>qvomso| Pthodg*lot $Ahg*mgri seketsg&rai. So+m de+
$Ake*namdqom, sot& Uiki*ppot pai&da o>msa, sg+m barikei*am paqakabo*msa, ei$| sg+m Peko-
po*mmgrom paqekhei&m. so*se de+ so+m $Ake*namdqom a$lui+ sa+ ei>jorim e>sg ei#mai. $Emsat&ha
sot+| %Ekkgma| rtmacaco*msa, o%roi e$mso+| sg&| Pekopommg*rot g#ram, paq$ at$sx & m sg+m
<gcelomi*am sg&| e$pi+ sot+| Pe*qra| rsqasia&| ai$sei&m, jai+ ai$sg*ramsa paq$ e<ja*rsxm pkg+m
sx& m Kajedailomi*xm at$sg+m kabei&m.
Sot+| de+ Kajedailomi*ot| a$pojqi*marhai lg+ ei#mai* ruiri pa*sqiom a>kkoi| a$jokot-
hei&m, a$kk$ at$sot+| a>kkxm e$ngcei*rhai. $Akka+ sot+| $Ahgmai*ot| ce a$pomei&lai pkei*oma|
e>si sila+| s{
& $Akena*mdq{ g/ s{ & Uiki*pp{.

62 UNITAÁ 3
§
dd s 5. L'eccessiva severitaÁ di un padre s

$Amg*q si| pai&da| e<psa+ ei#vem. Sot*sxm de+ o< mex*saso| jaja+ pokka+ sot+| a>kkot|
ei$qca*feso. <O de+ pasg+q sa+ pqx & sa at$so+m e$peiqa&so paidet*eim jai+ ko*coi| q<thli*feim.
e$pei+ de+ at$so+ so+ paidi*om ot$j e$pei*heso, o< pasg*q, rtkkabx+m jai+ sx+ vei&qe o$pi*rx
peqiacacx*m, pqo+| sot+| dijarsa+| g>cacem. $Emsat&ha o%ra o< ti<o+| e$so*klgre pa*msa
a$jqibx & | jasgco*qgre jai+ paqa+ sx & m dijarsx & m so+m meami*rjom a$pojsei&mai z>sei. Oi< de+
dijarsai+ a$luose*qot| e$pi+ so+m $Aqsane*qngm so+m sx & m Peqrx & m barike*a g>cacom.
Sot& pasqo+| sat$sa+ ke*comso|, o< bariket+| t<pokabx+m e>kecem. «Ei#sa soklg*rei| soi&|
o$uhakloi&| soi&| reatsot& so+m ti<o+m a$pohmg*rjomsa t<polei&mai;» <O de+ pasg*q. «$Ecx+
soklg*rx, e$pei+ jai+ e$m s{ & jg*p{, o%sam sx & m hqidajimx & m sa+| e$jut*rei| sa+| pijqa+|
$apojkx + $
& jai auaiqx < * $
& , g lgsgq atsx $ $
& m otdem ktpei&sai, akka+ la&kkom ha*kkei jai+ lei*fxm
+
jai+ cktji*xm ci*cmesai.»

§
dd
s 6. Le prime imprese di Temistocle s

Paqakabx+m sg+m a$qvg*m, x<| oi< poki&sai lecakopqepe*rseqom sa+| keisotqci*a|


e$keisot*qcgram, et$ht+| le+m e$pevei*qei sot+| poki*sa| e$lbiba*feim ei$| sa+| sqig*qei| jai+ sg+m
po*kim e>peihem e$jkipo*msa| x<| pqorxsa*sx sg&| <Ekka*do| a$pamsa&m s{ & baqba*q{ jasa+
ha*karram.
$Emirsale*mxm (opponendosi) de+ pokkx & m, e$ng*cace pokkg+m rsqasia+m ei$| sa+ Se*lpg
lesa+ Kajedailomi*xm, x<| at$so*hi pqojimdtmet*rxm sg&| Herraki*a|. e$pei+ d$ a$mevx*qg-
ram e$jei&hem a>pqajsoi jai+ Herrakx & m barikei& pqorcemole*mxm, e$lg*dife sa+ le*vqi
Boixsi*a|, la&kkom g>dg s{ & Helirsojkei& pqorei&vom oi< $Ahgmai&oi peqi+ sg&| haka*rrg|
(riguardo alla sua strategia marittima) jai+ pe*lpesai lesa+ mex & m e$p$ $Aqseli*riom sa+
+ *
rsema utkanxm.
(da PLUTARCO)

UNO SGUARDO AL PASSATO

Le liturgõÁe

U na delle caratteristiche dell'organizzazio-


ne finanziaria in Atene era l'obbligo delle
liturgie, che gravava sui cittadini piuÁ ricchi.
La liturgõÁa (keisotqci*a) consisteva in un pub-
blico servizio o incarico da sostenere a proprie
spese. Tali servizi si distinguevano in ordinari, se
ricorrevano annualmente, e straordinari. Delle m
liturgie ordinarie le piuÁ importanti erano la co- La nave ``OlympiaÂs'', costruita in base al modello di un'antica
trireme ateniese con il finanziamento della Marina Militare
regõÁa, voqgci*a (il coreÁgo si assumeva il compito Greca. Atene, Palazzo Faliro.
di istruire e mantenere a sue spese il coro dram-
matico), la ginnasiarchõÁa, ctlmariaqvi*a (il gin- banchetto in occasione di qualche solennitaÁ re-
nasiarca provvedeva ad esercitare una squadra ligiosa).
della propria tribuÁ per gli esercizi ginnici), l'of- Delle liturgie straordinarie la piuÁ gravosa era
ferta di un pubblico convito, e<rsi*ari| (un ricco la trierarchõÁa, sqigqaqvi*a: in tempo di guerra
ateniese era obbligato a offrire un pubblico ogni cittadino ricco doveva allestire una trireme,
)

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 63
della quale veniva fornito lo scafo e l'albero trireme) aveva l'obbligo di mantenere la nave e
maestro, mentre il trierarca (il comandante della la ciurma.

§
dd
Á seo e di EÁracle nei riguardi dell'Ellade
s 7. I benefici di Te s

Hgret+| jai+ <Gqajkg&| ot$ lo*mom o%pkoi| e$jorlg*ramso paqapkgri*oi|, a$kka+ jai+
soi&| e$pisgdet*larim e$vqg*ramso soi&| at$soi&|. $En a$dekux & m ca+q cecomo*se| (nati), o< le+m
$ej Dio*|, o< d$ e$j Poreidx $ + + + $
& mo|, adekua| jai sa| epihtlia| e>rvom.
*
Rtme*bg (accadde che) de+ so+m le+m o$molarsose*qot| jai+ lei*fot|, so+m d$ x$ueki-
lxse*qot| jai+ soi&| %Ekkgrim oi$jeiose*qot| poig*rarhai sot+| jimdt*mot|. s{ & le+m ca+q
Et$qtrhet+| pqore*sarrem sa+ lg&ka sa+ sx & m <Erpeqi*dxm e$mecjei&m (di portargli) jai+ so+m
Je*qbeqom a$macacei&m jai+ soiot*sot| a>kkot| po*mot|, e$n x ' m g>lekkem ot$ sot+| a>kkot|
$xuekg*reim, a$kk$ at$so+| jimdtmet*reim. o< d$ at$so+| at<sot& jt*qio| x / m pqozqei&so sot*sot|
sx $ $ '
& m acx*mxm en xm g>lekkem g/ sx & m <Ekkg*mxm g/ sg&| atsot& pasqi*do| et$eqce*sg|
<
cemg*rerhai.
(da ISOCRATE)
c
Particolare di
un sarcofago
con
bassorilievi,
che
rappresenta
alcune fatiche
di EÁracle.
Roma, Museo
Nazionale
Romano.

§
dd
s 8. Licurgo e DioÁniso s

<O Dio*mtro| sg&| a$lpe*kot et<qesg+| cemo*lemo|, sg&| %Gqa| sg+m lami*am at$s{ &
e$lbakot*rg|, Ai>ctpsom jai+ Rtqi*am peqipkama&sai. So+ de+ pqx & som o< Pqxset*|, o< sx
&m
Ai$ctpsi*xm bariket*|, at$so+m t<pede*naso, at#hi| de+ e$pi+ sot+| $Imdot+| dia+ sg&| Hqy*jg|
g$pei*ceso. <O de+ Ktjot&qco|, sx & m $Gdx*mxm bariket*xm, oi= Rsqtlo*ma so+m posalo+m
paqoijot&rim, pqx & so| t<bqi*ra| at$so+m e$ne*bakem. <O de+ Dio*mtro| ei$| sg+m ha*karram
pqo+| sg+m He*sim sg+m sot& Mgqe*x| jase*utce jai+ s{ & Ktjot*qc{ sg+m lami*am e$mepoi*grem.
<O de+ Ktjot&qco|, lelgmx*| (impazzito), Dqt*amsa so+m pai&da peke*jei pkg*na|
a$pe*jseimem, a$lpe*kot jkg&la jo*pseim moli*fxm. a$kka+ e$pei+ at$so+m g$jqxsgqi*arem,
e$rxuqo*mgrem. Sg&| de+ cg&| a$ja*qpot lemot*rg|, o< heo+| e>vqgrem at$sg+m jaqpouoqg*reim,
ei$ o< Ktjot&qco| hamasxhz& (fosse stato ucciso). Oi< de+ $Gdx & me|, sat&sa a$jot*ramse|, ei$|
so+ Paccai&om o>qo| at$so+m a$pg*cacom. e$jei& de+ o< Ktjot&qco| a$pe*hamem.

64 UNITAÁ 3
UNO SGUARDO AL PASSATO

Le rappresentazioni teatrali

A l dio DioÁniso erano dedicate in Atene feste


solenni: le Grandi DionõÁsie in primavera e
le LeneÁe in autunno. Tali feste, con il passare del
tempo, si modificarono e assunsero la forma di
rappresentazioni drammatiche (dqa*lasa): il ca-
po del coro, che intonava il canto in onore del dio,
si distaccoÁ da esso e divenne il primo attore, al
quale si contrappose un secondo attore. Nacquero m
Epidauro, teatro greco.
tra i due dei dialoghi commentati dal coro e in
questo modo presero forma i drammi, che si
distinsero in due specie: l'uno solenne, legato alla
mitologia e alla poesia epica, con avvenimenti
luttuosi e personaggi eroici, la tragedia (sqac{-
di*a); l'altro legato alla vita quotidiana e burlesco,
la commedia (jxl{di*a). Le rappresentazioni tea-
trali ateniesi conservarono sempre il loro antico
carattere religioso, a cui potevano partecipare
tutti i cittadini.
Mediante un concorso, gli organizzatori delle
tragedie sceglievano le opere di tre poeti, cia-
scuno dei quali presentava una tetralogõÁa (tre
tragedie e un dramma satiresco, cosõÁ detto percheÂ
il coro era formato da satiri); gli organizzatori
delle commedie, poi, sceglievano cinque opere di
cinque poeti diversi. Il poeta la cui opera era
maggiormente gradita al pubblico riceveva come
premio una corona d'edera.
Le spese per la rappresentazione erano soste-
nute sia dal coreÁgo, voqgco*| (che allestiva il
coro) che dall'impresario (che si occupava della
manutenzione del teatro) e dallo Stato (che re-
tribuiva gli attori).
Il coro (voqo*|), che cantava e danzava, era
formato da ventiquattro coreÁuti nella commedia,
quindici nella tragedia.
I drammi originariamente erano rappresentati
nelle piazze, successivamente furono costruiti dei
teatri (he*asqa) veri e propri: su uno sfondo, che
era costituito da una collina, si costruiva una
gradinata semicircolare, la caÁvea (joi&kom), ta-
gliata, poi, in senso orizzontale, da corridoi e, in
senso verticale, da scalette; essa era riservata agli m
Ricostruzione della pianta del teatro greco di Delfi.
spettatori (heasai*). Ai piedi della gradinata si )

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 65
svolgevano le danze del coro intorno all'altare di
DioÁniso, in una piattaforma circolare detta or-
chestra (o$qvg*rsqa); gli attori (t<pojqisai*) reci-
tavano inizialmente presso il coro, in seguito la
loro recitazione si svolgeva davanti a uno sfon-
do, la scena (rjemg*), che inizialmente era una
tenda. Questa struttura primitiva si trasformoÁ in
un vero e proprio edificio, che all'interno fun-
geva da spogliatoio ed era ubicato di fronte alla
caÁvea; sulla parte anteriore aveva una pedana,
che costituiva il palcoscenico (kocei&om). La fac-
ciata della rjemg* era utilizzata come elemento
fondamentale della scenografia. Gli attori non
erano piuÁ di tre e rivestivano ruoli sia maschili
che femminili. Avevano particolari calzari e por-
tavano sul volto una grande maschera (pqo*rx-
pom), caricaturale per le commedie, seria per le
tragedie.
I piuÁ importanti tragediografi furono Eschilo,
Sofocle ed Euripide; i piuÁ famosi commediografi
furono Aristofane (per la commedia antica) e
Menandro (per la commedia nuova).

c
Testa di Menandro (copia romana). Rodi, Museo Archeologico.

Rl
Le rappresentazioni o< voqgco*|, -ot&, coreÁgo, finan- rappresentazione
ziatore e istruttore del coro g< he*a, -a|, spettacolo, rappre-
teatrali o< heasg*|, -ot&, spettatore sentazione
so+ he*ala, -aso|, spettacolo, g< rjgmg*, -g&|, scena so+ he*asqom, -ot, teatro
Ricerca
lessicale rappresentazione so+ pqo*rxpom, -ot; so+ pqorx- o< a$cx*m, -x& mo|, concorso tea-
g< vxl{di*a, -a|, commedia pei&om, -ot, maschera, volto trale, gara
g< sqac{di*a, -a|, tragedia g< e$rhg*|, -g&so|, vestito, co- so+ dqa&la, -aso|, rappresenta-
o< t<pojqisg*|, -ot&, attore stume di scena zione teatrale
o< pqxsacxmirsg*|, -ot&, primo o< jo*hoqmo|, -ot, coturno (cal- so+ joi&kom, -ot, caÁvea
attore, protagonista zatura alta usata dagli attori g< rjemg*, -g&|, scena
o< voqo*|, -ot&, coro di tragedia) so+ kocei&om, -ot, palcoscenico
so+ he*ala, -aso|, spettacolo,

§
dd
s 9. AgesilaÁo e gli Acarnani s

$Acgri*kao| e$| sg+m cg&m sx & m $Ajaqma*mxm e$me*bakem, sx


& m de+ a$mautco*msxm ei$| sa+
>oqg, at$so+| ot$j o$nei&am sg+m e$pidqolg+m e$poig*raso, a$kk$ e$| sa+ pka*cia sg&| vx*qa|
pe*lpxm e$je*ketrem e$j q<ifx & m a$marpa&m sa+ de*mdqa.
Oi< de+ $Ajaqma&me| jasauqomg*ramse| at$sot& sg&| bqadtsg&so| jai+ sg&| peqi+ sa+
de*mdqa a$rvoki*a| e$j sx & m o$qx& m jase*bgram (scesero) pqo+| sa+| po*kei| sa+| jasa+ so+
pedi*om, o< de+ e<jaso+m e<ng*jomsa rsa*dia o$ki*c{ le*qei sg&| mtjso+| diadqalx*m (avendo

66 UNITAÁ 3
attraversato di corsa), a$qvole*mg| e%x jasakabx+m e$m s{ & pedi*{ sot+| $Ajaqma&ma|,
$
pokkg+m kei*am rtmacacx*m, ame*fetnem (si mise in marcia).

§
dd s 10. PolõÁcrate ed AmaÁsi s

<O >Alari|, o< sg&| Ai$ct*psot bariket*|, sg+m sot& Poktjqa*sot| sot& sg&| Ra*lot
stqa*mmot dt*malim hatla*ra|, sa*de e>cqawem. « #X Pokt*jqase|, g%dirso*m e$rsi ptm-
ha*merhai a>mdqa ui*kom pa*msa et$stvei&m. <G le+m rsqasia* rot sot+| jqasi*rsot| poke-
li*ot| x<| sa*virsa e$mi*jgrem, sot+| d$ g<ssgle*mot| jasedot*kxrem. $Aqvg+m de+ bebai*am
e>veim dojei&|, ja*kkirsom ot#m bi*om a/m f{*g|. oi< ca+q hgratqoi* rot e$jpkgqx*lemoi* ei$rim.
$Akka+ le*cirso*| e$rsim o< sx & m uho*mo|, oi= soi&| jqei*ssorim e>si e$vhi*ome*| ei$rim. =O de+
& m hex
ui*ksasom jai+ pkei*rsot a>niom e>vei|, sot&so soi&| heoi&| ht&rom».
<O de+ Poktjqa*sg| ruqaci&da, g=m ei#ve poktsekersa*sgm, ei$| sg+m ha*karram a$pe*q-
qiwem. Lesa+ d$ ot$ pokt+m vqo*mom a<kiet*| si| s{ & stqa*mm{ i$vht&m le*cirsom e$dxqg*raso
jai+ sot&so se*lmomse| oi< heqa*pomse| e$m sz& carsqi+ sg+m ruqaci&da et'qom. <O de+ >Alari|,
so+ pqa&cla a$jot*ra|, e>pelwem ei$| Ra*lom jg*qtja ke*nomsa so+m sg&| Ai$ct*psot barike*a
sg+m uiki*am diakt*eim bot*kerhai, o%si o< Poktjqa*sg| ot$j et# le*kkoi seketsg*reim. t%rseqom
ca+q o< st*qammo| ai>rvirsa e$seket*sgrem.

Analisi guidata
d COMPRENSIONE TESTUALE
1. Di quale paese era re AmaÁsi?
2. Chi era PolõÁcrate?
3. Quale contenuto aveva la lettera che AmaÁsi scrisse a PolõÁcrate?
4. Che cosa accadde in seguito?
d COMPETENZA LINGUISTICA
1. Quali forme di comparativo e di superlativo sono presenti nel testo?
2. Quali sono i verbi del terzo, quarto e quinto gruppo?
3. Qual eÁ il valore sintattico dei participi hatla*ra| (r. 2), se*lmomse| (r. 10), a$jot*ra| (r. 11) e
ke*nomsa (r. 11)?
4. Quali proposizioni relative si possono individuare?
5. Quale tipo di proposizione eÁ so+m ... bot*kerhai (r. 11)?

§
dd s 11. Roma e gli Etruschi s

Lesa+ de+ sg+m sg&| <Qx*lg| jsi*rim Dgla*qaso| a$uijmei&sai kao+m a>cxm e$j Joqi*mhot,
jai+ denale*mxm at$so+m Saqjtmgisx & m (i Tarquini), cemmy& Kotjot*lxma e$n e$pivxqi*a|
ctmaijo*|. Cemo*lemo| de+ >Acj{ Laqji*{ s{ & m <Qxlai*xm ui*ko|, e$bari*ketrem
& barikei& sx
ot'so| jai+ lesxmola*rhg (cambioÁ il suo nome in quello di) Ket*jio| Saqjt*mio|
Pqi*rjo|. $Ejo*rlgre d$ ot#m sg+m Stqqgmi*am jai+ at$so+| jai+ o< pasg+q pqo*seqom, o< le+m
et$poqi*y dgliotqcx & m sx& m rtmajokothgra*msxm oi>johem, o< de+ sai&| e$j sg&| <Qx*lg|
$auoqlai&|.
Ke*cesai de+ jai+ o< hqialbijo+| jo*rlo| jai+ t<pasijo+| jai+ a<pkx
& | o< sx
& m a$qvo*msxm e$j

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 67
Saqjtmi*xm det&qo lesemevhg&mai [sia stato trasportato (a Roma)] jai+ q<a*bdoi jai+
peke*jei| jai+ ra*kpicce| jai+ i<eqopoii*ai jai+ lamsijg+ jai+ lotrijg*, o%rz dglori*y vqx
& msai
<Qxlai&oi.
(da STRABONE)

§
dd s 12. FarnabaÁzo si lamenta del trattamento
riservatogli dai LacedeÁmoni s
Lesa+ de+ sot&so g>qnaso ko*cot o< Uaqma*bafo|. «#X $Acgri*kae jai+ pa*mse| oi<
paqo*mse| (part. pres. di paqa* µ ei$li*) Kajedailo*mioi, e$cx+ t<li&m, o%se soi&| $Ahgmai*oi|
e$pokelei&se, ui*ko| jai+ rt*llavo| e$cemo*lgm, jai+ so+ le+m matsijo+m so+ t<le*seqom, vqg*lasa
paqe*vxm, i$rvtqo*m e$poi*otm, e$m de+ sz& cz& at$so+| a$po+ sot& %ippot lavo*lemo| leh$ t<lx & m ei$|
sg+m ha*kassam jasedi*xjom sot+| pokeli*ot|.
Soiot&so| de+ cemo*lemo| mt&m ot%sx dia*jeilai (mi trovo in una condizione tale) t<u$
t<lx& m x<| ot$de+ dei&pmom e>vx e$m sz& e$latsot& vx*qy. =A de* loi o< pasg+q jai+ oi$jg*lasa jaka+
jai+ paqadei*rot|, jai+ de*mdqxm jai+ hgqi*xm lersot*|, jase*kipem, e$u$ oi'| gt$uqaimo*lgm,
sat&sa pa*msa o<qx & sa+ le+m jasajejolle*ma (abbattute) sa+ de+ jasajejatle*ma (bru-
ciate).
(da SENOFONTE)

§
dd s 13. MeÁnone il Tessalo s

Le*mxm o< Hessako+| dg&ko| g#m e$pihtlx & m i$rvtqx & | pkotsei&m jai+ a>qveim, o%px| pkei*x
kalba*moi, e$pihtlx & m de+ sila & rhai, %i ma pkei * x jeqdai * moi. <O de+ soi&| le*cirsa (avv.)
* * # $ *
dtmalemoi| uiko| eimai ebotkeso, ima adijx % $ & m (part. con valore concess.) di*jgm lg+
didoi*g.
$Epi+ de+ so+ jaseqca*ferhai (infin. sost. con valore finale) x ' m e$pihtloi*g, {
> eso sg+m
rtmsolxsa*sgm o<do+m dia+ sot& e$pioqjei&m se jai+ sot& wet*derhai jai+ sot& e$napasa&m ei#mai.
<O de+ e$mo*life so+ a<pkot&m jai+ so+ a$kghe+| so+ at$so+ s{ & g$kihi*{ ei#mai. Uameqo+| d$ g#m ot$de*ma
* + ' * #
rseqcxm jai { uiko| eimai kecoi, sots{ epibotket*eim e$bot*keso. Pokeli*ot de+ ot$demo+|
* * $
jasece*ka, a$ei+ de+ dieke*ceso x<| (come se) pa*msxm sx & m rtmo*msxm jasacekx & m (prendesse
in giro).
(da SENOFONTE)

Manifestum erat Menonem Thessalum se divõÆtem esse cupeÆre et imperare, ut plura


sibi pararet, atque honorari quo maiora lucra habeÅret. Illis qui maxime valebant amicus
esse cupiebat, ne poenam daret, quamvis iniuriam alicui inferret.
Putabat vero, ut quae cupeÆret consequeretur, iter brevissimum per periuria, falsa et
dolos esse. Existimabat praetereÆa simplicitatem et verum eadem ac stultitiam esse.
Manifestum erat eum nemõÆnem diligeÆre et cui se amicum esse diceÆret, insidiari. Nullum
inimicum irridebat, sed semper colloquebatur quasi illos, quibus familiariter uteretur,
irrideÅret.

§
dd s 14. Laomedonte s

<O $Apo*kkxm jai+ o< Poreidx & m, sg+m sot& Kaole*domso| t%bqim peiqa&rai he*komse|,
$amhqx*poi| ei$jarhe*mse| (avendo assunto un aspetto simile), at$s{ & t<pe*rvomso e$pi+
lirh{ & so+ Pe*qcalom seiviei&m. $Ejei&mo| de+ soi&| seivi*rari so+m lirho+m ot$j a$pedi*dot. Dia+
sot&so o< $Apo*kkxm le+m koilo+m e>pelwem, o< Poreidx & m de+ jg&so|, o= sot+| e$m s{
& pedi*{

68 UNITAÁ 3
a$mhqx*pot| rtmg*qpafem. Vqgrlx & m de+ keco*msxm sx& m rtluoqx& m a$pakkacg+m e>rerhai,
$ea+m o< Kaole*dxm <Grio*mgm, sg+m at<sot& htcase*qa, boqa+m s{ & jg*sei pqohz& (avesse
esposto), ot'so| sot&so e>pqarrem, sai&| pkgri*om sg&| haka*rrg| pe*sqai| pqoraqsg*ra|.
Sat&sa de+ i$dx*m, o< <Gqajkg&| t<pe*rveso so+ jg&so| uomet*reim, ei$ sa+| %ippot| paqa+
sot& Kaole*domso| kg*wesai, a=| o< Fet+| at$s{ & e>dxjem (aveva donato). Sot& de+
Kaole*domso| ei$po*mso| sot&so pqa*neim, o< <Gqajkg&| so+ jg&so| e>jseimem. >Epeisa de+
sot& Kaole*domso| so+m lirho+m ot$ botkole*mot a$podido*mai, o< <Gqajkg&| at$so+m
a$pe*jseimem.
(da APOLLODORO)

UNO SGUARDO AL PASSATO

Laomedonte

L aomedonte (Kaole*dxm), figlio di Ilo ed


EurõÁdice, fu uno dei primi re di Troia. Ebbe
diversi figli, tra cui Priamo.
Per costruire le mura della cittaÁ, chiese aiuto ad
Apollo e Poseidone, alla fine, peroÁ, si rifiutoÁ di
pagare la ricompensa pattuita e cioÁ fu causa di
diverse calamitaÁ per la regione. Poseidone invioÁ
anche un mostro marino, che EÁracle, corso in
aiuto di Laomedonte, uccise tempestivamente.
In seguito, peroÁ, poiche il re di Troia non gli
aveva voluto donare i cavalli divini promessigli,
EÁracle tornoÁ alla testa di un esercito, conquistoÁ
Troia, uccise Laomedonte e mise sul trono Pria-
mo.
La tomba di Laomedonte, secondo un'antica m
tradizione, si trovava a Troia davanti alle Porte Particolare di un piatto che rappresenta EÁracle mentre sta per
uccidere Laomedonte. Valle Sabbia in Gavardo (Bs), Museo
Scee, e un oracolo aveva predetto che la cittaÁ Civico Archeologico.
sarebbe stata salva finche la tomba rimanesse
intatta.

Il terzo, il quarto e il quinto gruppo dei verbi in -x d


L'aoristo secondo o forte attivo e medio 69
UNITAÁ 4 Sintesi
LEZIO in slide
NE 19
d L'aoristo terzo o fortissimo

OBIETTIVI

^ Conoscenze: ^ AbilitaÁ:
d Morfologia: > l'aoristo terzo o fortissimo d riconoscimento dell'aoristo fortissimo
> gli aoristi fortissimi piuÁ comuni d riconoscimento del dativo etico
> i verbi con l'aoristo debole e d capacitaÁ di coniugare le forme piuÁ comuni di
l'aoristo fortissimo aoristo fortissimo
> gli aoristi fortissimi con diaÁtesi
d memorizzazione e organizzazione delle cono-
media
scenze lessicali
d Sintassi: > il dativo etico
d capacitaÁ di svolgere esercizi di vario tipo
d Elementi di lessico: sostantivi, aggettivi e verbi di
d capacitaÁ di analizzare e tradurre frasi e brani di
alta e media frequenza
varia difficoltaÁ

d TEST DI VERIFICA DEI PREREQUISITI

Rispondi alle seguenti domande. 4. Sai indicare alcuni degli aoristi fortissimi piuÁ
comuni?
1. Perche l'aoristo terzo eÁ definito fortissimo e 5. Quando un verbo ha sia l'aoristo debole che
anche radicale tematico? l'aoristo fortissimo, quali valori hanno rispet-
2. Qual eÁ la formazione di questo aoristo? tivamente la prima e la seconda forma?
3. Qual eÁ la sua diaÁtesi piuÁ usata in attico? 6. Ricordi alcuni aoristi fortissimi con diaÁtesi
media? Elencali.

AORISTO FORTISSIMO

Es. n. 1 - Forma l'aoristo fortissimo dei seguenti verbi.


bai*mx (io vado) - bio*x (io vivo) - a<ki*rjolai (io sono preso) - cicmx*rjx (io conosco) -
dt*x (io mi immergo) - uha*mx (io prevengo) - ut*x (io genero, nasco) - pe*solai (io
volo).

70 UNITAÁ 4
Es. n. 2 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.
Ð a/m uhai*g - e<a*kx - uhg&mai - cgqa&mai - a/m dqai*g - bg&mai - e>psg - bai&som - e>skg - bg&hi
- o< dqa*| - skg*sx - dqa&hi - ai< psa*lemai - sx & m dt*msxm - cmx& se - sg&| ba*rg| - ut&mai -
e<a*kxm - cmx & ri(m) - e$bi*x| - soi&| cmot&ri(m) - sot& ba*mso| - a/m cmoi&em - oi< a<ko*mse| -
bz& - a$podqa&mai - e$bi*x - ut&hi - e>cmxram - sai&| cmot*rai| - e>utse - cmx & hi.
Ð di colui che andoÁ - a quelle che furono prese - previeni tu - loro due conobbero -
colei che conobbe (compl. ogg.) - ella voloÁ - tu andasti - di coloro che vissero - a
colui che conobbe - essere andato - colui che si immerse (sogg.) - essendo state prese
(nomin.) - andate voi - io nacqui - essi avrebbero potuto conoscere - di quelle che
andarono - essendo vissuto (nomin.) - egli nacque - colui che prevenne (compl.
ogg.) - di coloro che nacquero - a quelle che vissero - voi due nasceste.

Es. n. 3 - Traduci le seguenti voci verbali di aoristo indicativo; indica, poi, per ciascuna di esse la
corrispondente forma di presente indicativo con la relativa traduzione. L'esercizio eÁ
avviato.

1. e>utce(m) egli fuggõÁ uet*cei, egli fugge

2. e>sqauom
(3a pers. pl.)

3. e>ut|

4. e>uhgm

5. e>bqxram

6. e>cmx

7. e>rpeira

8. e>bglem

9. e<a*kx|

10. e>hamom
(1a pers. sing.)

11. e>pketra|

12. e>lahe(m)

13. e$ug*mase

14. e>bkewam

15. e$jt*qralem

L'aoristo terzo o fortissimo 71


Es. n. 4 - Traduci le seguenti voci verbali; indica, poi, per ciascuna di esse la corrispondente forma
del presente con la relativa traduzione. L'esercizio eÁ avviato.

1. g$qx*sgre(m) egli interrogoÁ e$qxsy&, egli interroga


2. jake*ra|
3. paho*msa|
4. ceme*rhai
5. e>romsai
6. kt*reim
7. ut*cxri(m)
8. a$pojqi*marhai
9. g#khe(m)
10. a$paccei&kai (inf.)
11. e$pe*sana|
12. e%nx
13. ce*moiso
14. cmo*mse|
15. lahx*m
16. e$meqcara*lemoi
17. uqa*rxm
18. e$utka*ssolem
19. e>bgse
20. e$rjg*pseso

Es. n. 5 - Indica ``vero'' (V) o ``falso'' (F) per ciascuna delle seguenti affermazioni.
VERO FALSO

1. Bg&hi eÁ la seconda persona singolare dell'imperativo aoristo di bai*mx. &


V &
F
2. Doje*x significa soltanto «io credo». &
V &
F
3. Il tema verbale di dt*x eÁ dt-. &
V &
F
4. <Aki*rjolai significa «io sono preso». &
V &
F
5. Kab-/kgb- eÁ il tema verbale apofonico di kalba*mx. &
V &
F
6. Il tema del presente di a<laqsa*mx eÁ a<laqs-. &
V &
F
7. Hanno l'aoristo debole asigmatico solo i verbi con il tema in liquida
(k e q). &
V &
F

72 UNITAÁ 4
8. >Ekeipom eÁ l'aoristo forte di kei*px. &
V &
F
9. Jqi*mz| eÁ la seconda persona singolare del congiuntivo aoristo
attivo di jqi*mx. &
V &
F
10. Et'qom eÁ l'imperfetto di et<qi*rjx. &
V &
F
11. Kabe*rhai eÁ l'infinito aoristo forte medio di kalba*mx. &
V &
F
12. La forma radicale raddoppiata da cui si forma l'aoristo forte g>cacom
eÁ a$cac-. &
V &
F
13. Cmoi&se eÁ la seconda persona plurale dell'imperativo aoristo fortissimo
di cicmx*rjx. &
V &
F
14. $Ebi*xm eÁ l'aoristo fortissimo di bio*x. &
V &
F

Es. n. 6 - Volgi le seguenti voci verbali dal singolare al plurale e viceversa, lasciando inalterati il
modo, il tempo, la persona e la diaÁtesi; poi traduci.
e>uhgram - e$je*ketre(m) - e>ut - e$bi*xm - e>cmx| - e$sqa*uolem - o< cmot*| - sg&| ba*rg| -
e$jqi*marhe - e$saqana*lgm - s{
& cqa*womsi - e$se*kera| - a/m paidet*raimso - dqa&hi.

Es. n. 7 - Completa le seguenti frasi secondo le indicazioni fornite, poi traduci.


d

1. Sot*sot sot& poke*lot lg&jo| le*ca (ind. aoristo fortiss., 3a pers. sing. di pqo-
bai*mx) , jai+ e$m at$s{
& (ind. aor. fortiss., 3a pers. sing. di rtl-
bai*mx) pahg*lasa ceme*rhai sz& <Ekka*di oi'a ot$v e%seqa e$m >ir{
vqo*m{.

2. %Ora ei#pom oi< $Ahgmai&oi jai+ oi< Kajedailo*mioi, g/ le*kkomse| (inf. fut. att. di
pokele*x) g/ e$m at$s{
& poke*l{ g>dg (part. pres., nom. masch.
pl. di ei$li*) , vakepo+m g#m e$loi+ sg+m at$sg+m a$jqi*beiam sx
& m ko*cxm
(inf. aor. deb. att. di dialmglomet*x) .

3. <O Peqijkg&| o< Namhi*ppot, jas$ e$jei&mom so+m vqo*mom pqx & m $Ahgmai*xm, (inf.
& so| sx
pres. att. di ke*cx) se jai+ pqa*rreim dtmasx*saso|, paqz*mei
& | lg+ ei>jeim soi&| Pekopommgri*oi|.
heqlx

4. Sx & m <Qxlai*xm ot$j o$ki*coi pqodg*kot| hama*sot| (ind. aor. forte medio, 3a pers. pl.
di ai<qe*x) , g/ e$m poke*l{ sg&| sx
& m a>kkxm rxsgqi*a| e%mejem, g/
e$m ei$qg*mz va*qim sg&| sx & m pqacla*sxm a$ruakei*a|.
& m joimx

5. Oi< Jaqvgdo*mioi ot$de+m sx


& m lekko*msxm (ind. aor. fortiss., 3a pers. pl. di cicmx*rjx)
. $En at$sg&| de+ sg&| pqe*rbexm e$lua*rex| o$sseto*lemoi, ei$| pam-
sodapa+| oi$lxca+| jai+ hqg*mot| (ind. aor. forte, 3a pers. pl. di e$lpi*psx)
.

L'aoristo terzo o fortissimo 73


LABORATORIO LESSICALE

Dall'aggettivo di prima classe heqlo*|, -g*, -o*m («caldo, ardente, focoso») derivano numerosi vocaboli
italiani, per lo piuÁ composti:
± atermico ± termale ± termoelettrico ± termoprotettivo
± diatermico ± terme ± termogeÁnesi ± termoreattore
± elettrotermico ± termico ± termoisolante ± termos
± esotermico ± termocinetica ± termologõÁa ± termosfera
± idrotermale ± termocoibente ± termomagnetismo ± termosifone
± ipertermõÁa ± termocompressore ± termometro ± termoÁstato
± ipotermõÁa ± termocoperta ± termominerale
± isotermico ± termodinamica ± termonucleare
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 8 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con l'aoristo fortissimo; poi
d traduci.

1. <O rsqasgco+| jai+ oi< rsqasix & sai, sat&sa poiot&mse|, sot+| pokeli*ot| e>uhgram. - 2. Oi<
be*ksirsa ut*mse| t<po+ sx & m ui*kxm rse*qcomsai jai+ et$jkex & | so+m bi*om dia*cotrim. - 3. $Em
sz& matlavi*y e$m Rakali&mi le*qo| le*m si sx & m Peqrijx & m mex & m jase*dt, ai< de+ koipai+ ei$|
LA LINGUA GRECA...
bi*o| + * > < $
som <Ekkgrpomsom eutcom. - 4. Oi %Ekkgme|, epeidg pkoi&a i<jama+ paqei&mai (infin. pres.
+
di paqa* + ei$li*) e$do*jei, a$maba*mse|, g<le*qam jai+ mt*jsa e>pkeom. - 5. <O Jt&qo| ke*cesai
ei#do| le+m ja*kkirso|, wtvg+m de+ uikamhqxpo*saso| jai+ uikosilo*saso| ut&mai. - 6. <O
$Ammi*ba| sa+| >Akpei| pqx & so| sx & m a$mhqx*pxm sx & m ot$j Et$qxpai*xm rt+m sz& rsqasiy&
die*bg. - 7. <O uomet*|, jasa+ sot+| sx & m $Ahgmai*xm mo*lot|, e$a+m a<k{ & , hama*s{ fgliot&sai.
- 8. <O $Ake*namdqo|, e$pi+ so+m %ippom a$maba*|, soi&| rsqasix*sai| e$je*ketre sot+|
pokeli*ot| dix*jeim. - 9. <O Dai*dako|, pse*qtca| pqorhg*sot| poig*ra|, lesa+ sot&
$Ija*qot sot& se*jmot e$ne*psg. - 10. Oi< poke*lioi, cmo*mse| ot$je*si dtmaso+m at<soi&| ei#mai
sg+m vx*qam jasarvei&m, a$pevx*qgram. - 11. Oi< rsqasgcoi*, ot=| a/m pqodo*sa| cmx & rim,
sot*sot| s{ & hama * s{ silxqot &rim. - 12. <O <Gqajkg &| ke* cesai jasabg &mai $
ei | %Aidot e$pi+
so+m Je*qbeqom jt*ma. - 13. <O Dioce*mg|, t<po* simo| uakajqot& koidoqot*lemo|, e>kecem.
«Re+ le+m ot$v t<bqi*fx, sa+| de+ sqi*va| rot& e$paimx & , o%si jajo+m jqami*om e>utcom.@ - 14. <O
Dio*mtro|, botko*lemo| a$po+ sg&| cg&| $Ija*qot ei$| sg+m Ma*nom diajoli*ferhai, Stqqgmx &m
kzrsijg+m sqig*qg e$lirhx*raso.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo maschile bi*o|, -ot («vita, dimora, mezzi per vivere, sostanze») derivano vari termini greci,
per lo piuÁ composti:
± bio-cqaui*a (biografia) ± bio-sg* (vita, mezzi di sussistenza)
± bio-do*sg| (datore di vita) ± bio-sijo*| (della vita, vitale)
± bio-ha*klo| (florido, robusto) ± bi*o-so| (vita, mezzi di sussistenza)
± bio-ko*co| (che rappresenta la vita) ± bio-sqo*uo| (che mantiene la vita)
± bio-rseqg*| (mancante dei mezzi di sussistenza) ± bio-uho*qo| (che distrugge la vita, fatale)
± bio-sei*a (modo di vivere) ± bio*-x (io vivo, trascorro la vita)
± bio*-setla (genere di vita) )

74 UNITAÁ 4
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.
Moltissimi sono i vocaboli italiani che derivano da bi*o|, tra i quali:
± abiogeÁnesi ± biochimica ± biologõÁa ± cenobõÁta
± aeroÁbico ± bioclimatologõÁa ± bioÁlogo ± criobiologõÁa
± aerobioÁsi ± biodegradabile ± bioÁma ± cronobiologõÁa
± agrobiologõÁa ± bioelettronica ± biomassa ± idrobiologõÁa
± allobiologõÁa ± bioetica ± bioÁnica ± macrobioÁtica
± anabioÁsi ± biofilõÁa ± biopsõÁa ± microÁbio o mõÁcrobo
± anfõÁbio ± biogeÁnesi ± bioscopõÁa ± microbiologõÁa
± antibiotico ± biogenetico ± biosfera ± necrobioÁsi
± autobiografõÁa ± biogeografõÁa ± biosõÁntesi ± simbioÁsi
± autobiografico ± biografõÁa ± biotecnologõÁa ± talassobiologõÁa
± biobibliografico ± biografico ± bioÁtico
± biocenoÁsi ± biografo ± cenoÁbio
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 9 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con l'aoristo fortissimo; poi
d traduci.
1. Lg+ a$podqx & lem, a$kk$ a$mdqei*x| lavx*leha. - 2. $Em sz& matlavi*y le*qo| si sx & m mex
&m
jasedt. - 3. So sot& Daqeiot rsqasopedom etht| eakx jai g ctmg jai g lgsgq jai g<
* + * * $ + < * + < + + < * +
a$dekug+ jai+ ti<o+| sot& Daqei*ot mg*pio|. - 4. Oi< Je*ksai sg&| mtjso+| so+ Japisx*kiom
a$me*bgram kaho*mse| ot$ lo*mom sot+| ut*kaja| a$kka+ jai+ sot+| jt*ma|. - 5. Oi< e$m sz& <Qx*lz
sg+m g'ssam cmo*mse|, oi< le+m e>uetcom, oi< de+ rt+m se*jmoi| jai+ ctmaini+m ei$| so+ Japisx*kiom
a$me*sqevom. - 6. Sot*sxm lg+ cemole*mxm, ot$j et$dai*lome| e$ro*leha. - 7. <O Pka*sxm e$m
$Oktlpi*y a$cmx & rim a$mhqx*poi| rtmerjg*mxrem, jai+ at$so+| at$soi&| a$cmx+| x > m. - 8. Oi<
<gle*seqoi e>cmxram sot+| pokeli*ot| e$cct+| o>msa|. - 9. Oi< sx & m Peqrx <
& m ippei&|, so+m
posalo+m e$pidiaba*mse|, ei$| sa+| sx & m Herrakx & m >ika| e$me*bakkom. - 10. <O Sgke*lavo| e$j
sot& $Odtrre*x| jai+ sg&| Pgmeko*pg| e>ut, pqi+m so+m $Odtrre*a ei$| Sqoi*am bg&mai.

Es. n. 10 - Analizza le seguenti frasi, individuando i participi e indicando il loro valore sintattico; poi
d traduci.
1. Oi< %Ekkgme|, sot& uo*bot at$sot+| jimg*ramso|, so+ o>qo| a$maba*mse| sot+| baqba*qot|
e>uhgram. - 2. Oi< lahgsai+ e>kahom so+m dida*rjakom a$podqa*mse| jai+ e>bgram ei$| sg+m
po*kim. - 3. Oi< $Ahgmai&oi, ai$rho*lemoi so+m Li*mdaqom e$p$ at$sot+| pkei&m le*kkomsa,
mtjso+| a$pe*dqaram. - 4. <G Ji*qjg s{ & $Odtrrei& e>kecem o%si ot$ pqo*seqom ei$| sg+m
pasqi*da a$ui*noiso pqi+m ei$| %Aidot jasabai*g s{ & Seiqeri*y rtlbotketro*lemo|. - 5.
$Ecx+ t<li&m sat&sa ke*cx, %ima cmx
& se $
e m %
oioi| *
jimdt moi| g< po*ki| e$rsi*m. - 6. <O Rilxmi*dg|,
e$qxsghei+| (interrogato) po*rom vqo*mom bi{*g, e>kecem. «Vqo*mom le+m o$ki*com, e>sg de+
pokka*.» - 7. <O $Aqsa*bafo| e$m Pkasaiai&|, cmot+| o%px| so+ pqa&cla a$pobg*resai, e$j sg&|
la*vg| a$pe*dqa. - 8. >Amhqxpo*| si|, o$qcifo*lemo|, ot$j a/m et# sa+ o>msa cmoi*g. - 9. <O
Nemoux & m, sg+m sot& Pqone*mot e$pirsokg+m a$macmot*|, s{ & Rxjqa*sei peqi+ sg&| lesa+ sot&
Jt*qot rsqasei*a| a$mejoimx*raso. - 10. At$so+| o< rsqasgco*|, rsokg+m a$podt*|, sa+ o%pka
e>kabe jai+ soi&| a>kkoi| paqg*cceikem. - 11. $Em soi&| pakaioi&| vqo*moi| pokka+ e>hmg ei$|

L'aoristo terzo o fortissimo 75


sg+m $Isaki*am die*bgram. - 12. <G Ltsikg*mg, g< sg&| Ke*rbot mg*rot po*ki|, t<po+ sg&| sx
&m
$Ahgmai*xm rsqasia&| e<a*kx.

LABORATORIO LESSICALE

Dal verbo jime*x («io muovo, turbo, spingo») derivano in italiano i seguenti vocaboli:
± acinetico ± cineÁfilo ± cinematografico ± cinetica
± cineamatore ± cinema ± cinematografo ± cinetico
± cineasta ± cinematica ± cinepresa ± elettrocinetica
± cinefilõÁa ± cinematografõÁa ± cinesiterapõÁa ± termocinetica
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 11 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate sia esplicite che
d implicite; poi traduci.

1. <G lxqi*a la*kirsa a$dekug+ sg&| pomgqi*a| e>ut. - 2. Oi< Pe*qrai, o<ra*ji| e$so*klgram
sot+| sg&| $Ari*a| o%qot| t<peqbg&mai, ot$ lo*mom t<pe+q sg&| a$qvg&|, a$kka+ jai+ peqi+ rux &m
LA LINGUA GRECA... at$sx& m e$jimdt*metram. - 3. <O g%kio| jasadt+| ei$| sg+m cg&m sot+| fx& msa| et$uqai*mei. - 4.
doje*x Jasa+ sg+m la*vgm sg+m e$m Pkasaiai&| o< $Aqsa*bafo| se*rraqa| sx & m Peqrx & m ltqia*da|
e>vxm a$pe*dqa. - 5. <O Da&si|, Et>boiam t<u$ e<atsot& poigra*lemo|, pokkz& dtma*lei ei$| sg+m
$Assijg+m a$pe*bg jai+ e$po*qhei. - 6. $Apodqa*msxm t<po+ mt*jsa sx & m pkei*rsxm rtlla*vxm
e$j sx& m sa* nexm +
dia +
so sx & m *
pokeli xm pkg
&ho|, <
oi <
g *
le seqoi rsqasix& sai e$mi*jxm. - 7. $Em
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
< $
sz& la*vz, x| dojei&, jai+ ape*hamo*m sime| sx& m baqba*qxm jai+ %ippoi ei$| ei>jori e<a*kxram. -
doje*x 8. <O <Oquet+| dia+ so+m e>qxsa so+m pqo+| sg+m ctmai&ja ei$| %Aidot paqado*nx|
jasabg&mai e$so*klgrem. - 9. <O rsqasgco+| so+ a%qla a$pe*kipem, sg+m a$rpi*da jai+ so+m
ja*mdtm e$jdt*|. - 10. Oi< uiko*rouoi ot$ sg+m at$sg+m cmx*lgm e>rvom peqi+ sg&| a$qesg&|.

Es. n. 12 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate sia esplicite che
d d implicite; poi traduci.
1. $Epeidg+ g< bog+ pkei*xm e$ci*cmeso jai+ e$cct*seqom jai+ pa*mse| e>heom dqo*l{ e$pi+ sot+| a$ei+
box & msa| jai+ pokk{ & lei*fxm e$ci*cmeso g< bog+ o%r{ pkei*ot| e$ci*cmomso, o< rsqasgco+|
paqebog*hei, a$maba+| e$u$ %ippom jai+ sot+| i<ppe*a| a$makabx*m. - 2. %Ex| r{*fesai so+
rja*uo|, so*se vqg+ jai+ mat*sgm jai+ jtbeqmg*sgm pqoht*lot| ei#mai. e$peida+m d$ g< ha*kassa
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
hmz*rjx t<pe*qrvz, la*saio| g< rpotdg*. - 3. <O <Ie*qan e$ce*meso e$m sz& Laqiamdtmx & m cz& di*jaio|
a$mg+q jai+ e$piuamg*|. Ot'so| i<eqa+ Dg*lgsqo| i<dqt*raso jai+ pkei*rsot| at$sg&| jaqpot+|
e>kabem. - 4. Ot%sx| g#ram cemmai&oi oi< so*se bariket*omse|, x % rse pqozqot&mso a$pohmg*-
rjeim t<pe+q sg&| sx & m a$qvole*mxm rxsgqi*a| la&kkom g/ fx & mse| e<se*qam lesakka*nai sima+
vx*qam. - 5. Ueqejt*dg| o< Rt*qio| so+m bi*om a$mhqx*pxm jase*rsqewem, sot& pamso+| at$s{ &
rx*laso| t<po+ uheiqx & m a$ makxhe * mso|. - 6. $Em sz
& rsg* kz +
sa +
le m sx& m cqalla * sxm
dtma*leha (possiamo) a$macmx & mai, sa+ de+ ot$ dtma*leha. - 7. Cmo*mse| oi< $Ahgmai&oi sg+m
a$ma*cjgm, e$me*bgram at$soi+ ei$| sa+| mat&| jai+ matlavg*ramse| Vabqi*ot g<cotle*mot
e$mi*jgram. - 8. Ei$| sg+m $Ahgmai*xm po*kim e$napimai*x| e$re*perem (sogg. sott. la peste) jai+
so+ pqx & som e$m s{
& Peiqaiei& g%waso sx & m a$mhqx*pxm, t%rseqom de+ jai+ ei$| sg+m a>mx po*kim
a$ui*jeso jai+ e>hmzrjom pokk{ & la&kkom g>dg. - 9. Ot$j e>rsim et<qei&m bi*om a>ktpom ot$demi*.
pa*mse| ca+q so+m bi*om ktpx & m lerso+m et<qi*rjotrim. - 10. Oi< Ki*bte|, o%sam at$soi&|

76 UNITAÁ 4
bariket+| a$poha*mz, so+ le+m rx& la jasoqt*ssotrim, sg+m de+ jeuakg+m a$pojo*wamse|, e$m
& a$masihe*ari (ind. pres. attivo, 3a persona pl. di a$ma-si*hgli).
i<eq{

LABORATORIO LESSICALE

Dalla radice ham- (hmg- per metaÁtesi e allungamento della vocale radicale) del verbo hmz*rjx («io muoio,
sono ucciso, vengo meno») e del sostantivo maschile ha*maso| («morte, pena di morte») derivano vari
vocaboli greci, tra cui:
± ham-a*rilo| (mortale, mortifero) ± ham-asx*dg| (annunciatore di morte)
± ham-asa*x, ham-asia*x (io desidero morire) ± ham-a*sxri| (condanna a morte, uccisione)
± ham-asijo*| (che concerne la morte, mortale) ± hmg-so-cemg*| (nato da mortali)
± ham-aso*ei| (mortale, mortifero) ± hmg-so-eidg*| simile ad un mortale)
± ham-aso*mde (verso la morte) ± hmg-so*| (mortale)
± ham-aso-uo*qo| (che reca la morte)
± ham-aso*x (io faccio morire, condanno a morte,
uccido)
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.
Dalla stessa radice derivano anche vari vocaboli italiani:
± eutanasõÁa ± tanatofoÁbico ± tanatologico ± tanatoscoÁpico
± tanatofobõÁa ± tanatologõÁa ± tanatoscopõÁa ± tanatoÁsi
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 13 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con l'aoristo fortissimo;
d d quindi traduci.
1. Oi< de+ $Okt*mhioi, x<| ei#dom sot+| peksarsa+| pqohe*omsa|, a$marsqe*wamse|
a$pevx*qotm g%rtvoi jai+ die*bgram pa*kim so+m posalo*m. (da SENOFONTE) - 2. Dt*o e$rsi+
sx& m Dekuijx & m cqalla*sxm sa+ la*kirs' a$macjaio*sasa pqo+| so+m bi*om. so+ ``cmx & hi
ratso+m'' jai+ so+ ``lgde+m a>cam''. (da PLUTARCO) - 3. <O de+ Kt*ramdqo|, a>cxm so+ apo+ $
Uxje*xm jai+ $Oqvolemot& jai+ sx & m jas' e$jei&ma vxqi*xm rsqa*setla, e>uhg so+m
Patrami*am e$m s{ & <Akia*qs{ cemo*lemo|. (da SENOFONTE) - 4. Ot%sx rtme*bg sa+ le+m
koipa+ o>qmea a$cqet*erhai t<po+ sx & m a$mhqx*pxm jai+ jaserhi*erhai, lo*mgm de+ sg+m
vekido*ma paqa+ sot+| a$mhqx*pot| ei#mai jai+ e$m sai&| at$sx & m oi$ji*ai| a$de*x| meorro-
poiei&rhai. (da ESOPO) - 5. Rouojkg&| o< sqac{dopoio*|, e$pi+ se*kei sot& bi*ot jqimo*lemo|
paqamoi*a| t<po+ $Ioux & mso| sot& ti<e*o|, a$me*cmx soi&| dijarsai&| Oi$di*potm so+m e$pi+
Jokxm{ & . (da LUCIANO) - 6. <Eqlg&|, botko*lemo| cmx & mai ei$ g< Seiqeri*ot lamsijg+
a$kghg*| e$rsim, e>jkewe sa+| at$sot& bot&| jai+ e$n a$cqoiji*a| g'jem x<| at$so+m ei$| a>rst, e>vxm
sg+m at$sg+m loqug+m s{ & a$mhqx*p{. (da ESOPO) - 7. Oi< %Ekkgme| ei#vom t<pe+q denix &m
vxqi*om x<| vakepx*sasom jai+ e$n a$qirseqa&| posalo*m sima. dia+ sot&sot e>dei diabg&mai.
(da SENOFONTE) - 8. Pqx & som le+m Hgret*|, i$dx+m sg+m <Eke*mgm g>dg diaue*qotram sx &m
a>kkxm s{ & ja* kkei, >
e cmx de+ $
ot j >
a niom #
ei mai fg
&m >
a met sg
&| pqo + | $
e *
jei mgm $
oi *
jeio sgso|. (da
ISOCRATE)

L'aoristo terzo o fortissimo 77


Es. n. 14 - Assembla correttamente le frasi della colonna di sinistra con quelle della colonna di destra,
d d poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. <O Ne*qng| e$je*ketem a. oi'| o< pasg+q jase*kipem. 1. b.

2. >Epeisa so+m Jke*aqvom paqe- b. o$qt*rreim dix*qtva et#qo| x


% rse dt*o
ja*kere rt*lbotkom, sqig*qei| pkei&m o<lot&.
3. $Apg&khe rt+m soi&| hgratqoi&| c. e$peidg+ e$jqa*sgram, pokkot+| vqo*-
mot| a$luirbgsg*ramse| t<pe+q at$sg&|.

4. Sz& i$di*y a$qesz& joimg+m sg+m d. o%| ce jai+ at$s{


& jai+ soi&| a>kkoi| e$do*jei
e$ketheqi*am e$jsg*ramso, pqosilg*rarhai la*kirsa sx & m <Ek-
kg*mxm.
5. Oi< Kajedailo*mioi lo*ki| ja- e. e$m sz& matlavi*y soiot*sot| at<sot+|
sei&vom sg+m g<celomi*am, paqarvo*mse| jai+ pokt+ pkei&rsom sx
&m
jimdt*mxm lesarvo*mse|.

Es. n. 15 - Trasforma i participi congiunti attivi contenuti nelle seguenti frasi in proposizioni
d d temporali esplicite; poi traduci come nell'esempio.
Oi< ba*qbaqoi, laho*mse| sot+| $Ahgmai*ot| pkgria*feim, mtjso+| a$pe*dqaram. ?
Oi< ba*qbaqoi, e$peidg+ e>lahom sot+| $Ahgmai*ot| pkgria*feim, mtjso+| a$pe*dqaram.
I barbari, avendo saputo (dopo che seppero) che gli Ateniesi si avvicinavano,
fuggirono di notte.
1. <O $Ake*namdqo|, ei$| >Ikiom a$maba*|, sz& $Ahgmy& e>htre jai+ soi&| g>qxrim e>rpeirem.
2. Sg+m vx*qam e$pirjopot&mse|, et<qi*rjolem at$sg+m oi$jotle*mgm se jai+ cexqcotle*mgm.
& som at$so+| poilg&mi e$peqx*sa
3. Sot& $Odtrre*x| ei$| $Iha*jgm morsot&mso|, so+ pqx
> *
sotmola sg&| mgrot.
4. <O Jt&qo|, sat*sa| sa+| vx*qa| pqorbakx*m, ot=| e<x*qa sot+| a$qi*rsot|, sot*sot|
a>qvomsa| e$poi*ei.
5. <O La*qjekko|, Rtqajot*ra| pokioqjx & m, t<po+ sx
& m sot& $Aqvilg*dot lgvamgla*sxm
g<rrx*lemo|, ot$je*si soi&| sei*veri pqorba*kkeim e$ha*qrei.

Il dativo etico
S C H E D A Sia in latino che in greco il dativo etico esprime sollecitudine o interessamento e si usa
SINTATTICA
con i pronomi personali:
^ Si* g<li&m poiei&se;
Quid nobis agõÆtis?
Che cosa ci fate?

78 UNITAÁ 4
Es. n. 16 - Analizza e traduci le seguenti frasi.
d

1. Il comandante fece andare il suo esercito verso la pianura e vi andoÁ egli stesso. -
2. OdõÁsseo, durante il ritorno ad Itaca, sopportoÁ molti mali. - 3. Lo stratega comandoÁ
ai soldati di indossare le armi. - 4. Il padre disse al figlio: «Che cosa mi fai?» - 5. Il
giovane, prevenendo la fiera, si immerse nel fiume e (vi) fece immergere anche il
fratello. - 6. Molte delle navi nemiche affondarono in quella battaglia. - 7. Egli non eÁ
per natura atto a correre pericoli. - 8. Quell'uomo, vissuto onestamente, eÁ lodato dagli
amici. - 9. Ciro, montato a cavallo, si lancioÁ verso i nemici. - 10. Dopo la vittoria dei
nemici molti dei nostri furono presi.

VERSIONI

§
d
1. Anche gli uomini famosi
s
amavano scherzare con i fanciulli s

Ke*cotri so+m <Gqajkg& sa+| e$m soi&| a>hkoi| rpotda+| sai&| paidiai&| diamapat*eim.
pamt de+ ruo*dqa o< sot& Dio+| jai+ sg&| $Akjlg*mg| lesa+ paidi*xm e>paifem. Jai+ o<
*
Rxjqa*sg| pose+ t<po+ sot& $Akjibia*dot jasekg*uhg (fu sorpreso) lesa+ sot& Kalpqo-
jke*ot| e>si mgpi*ot pai*fxm.
<O de+ $Acgri*kao| lesa+ sot& ti<ot& paido+| o>mso| %ippetem jai* pose pqo+| so+m
ceka*ramsa ei#pem (disse). «Mt&m le+m rix*pa, o%sam de+ pasg+q at$so+| ce*mz, so*se e$na-
coqet*rei|.» Jai+ de+ $Aqvt*sa| o< Saqamsi&mo|, pokisijo+| jai+ uiko*rouo| a$mg+q ce-
mo*lemo|, pokkot+| oi$je*sa| e>vxm, soi&| at$sx & m paidi*oi| pa*mt ruo*dqa e$se*qpeso, lesa+
sx .
& m oi$josqi*bxm pai*fxm la*kirsa de+ e$m soi&| rtlpori*oi| at$soi&| se*qperhai e$ui*kei.

c
Gruppo
bronzeo
proveniente
da capo
Artemision,
che
rappresenta
un fanciullo
che sprona un
cavallo.
Atene, Museo
Archeologico
Nazionale.

L'aoristo terzo o fortissimo 79


§
d s 2. Ciro offre sacrifici agli deÁi s

<O de+ Jt&qo| e>hte pqx & som le+m Dii+ barikei&, e>peisa de+ jai+ soi&| a>kkoi| heoi&| jai+
z$sei&so %ikex| jai+ et$lemei&| o>msa| g<celo*ma| ceme*rhai sz& rsqasiy& jai+ paqarsa*sa|
a$cahot+| jai+ rtlla*vot| jai+ rtlbot*kot| sx & m a$cahx & m.
Rtlpaqeja*kei de+ jai+ g%qxa| cg&| Lgdi*a| oi$jg*soqa| jai+ jgdelo*ma|. $Epei+ d$
e$jakkie*qgre* se jai+ a$hqo*om g#m at$s{& so+ rsqa*setla pqo+| soi&| o<qi*oi|, so*se dg+ oi$xmoi&|
vqgra*lemo| ai$ri*oi| e$me*bakem ei$| sg+m pokeli*am. $Epei+ de+ sa*virsa die*bg sa+ o%qia, e$jei&
at# jai+ Cg&m i<ka*rjeso voai&| jai+ heot+| htri*ai| jai+ g%qxa| $Arrtqi*a| oi$jg*soqa|
gt$lemi*feso. Sat&sa de+ poig*ra|, at#hi| Dii+ pasq{*{ e>htem, jai+ ei> si| a>kko| hex &m
a$meuai*meso, ot$demo+| g$le*kei.
(da SENOFONTE)

§
d
s 3. Zeus e gli uomini s

<O Fet*|, sot+| a$mhqx*pot| pka*ra|, s{ & <Eqlz& e$je*ketre mot&m at$soi&| e$cve*ai.
ja$jei&mo|, le*sqom >irom poig*ra|, e<ja*rs{ e$me*veem. Rtme*bg ot#m sot+| le+m lijqoutei&|, sot&
le*sqot pkgqxle*mot|, uqomi*lot| ceme*rhai, sot+| de+ lajqot*|, a%se sot& posot& lg+
e$uijole*mot ei$| pa&m so+ rx& la, a$kka+ le*vqi sx
& m coma*sxm, a$uqomerse*qot| ceme*rhai.
+ > $
Pqo| amdqa etlecehg s{* & rxlasi, jasa+ wtvg+m d$ a$ko*cirsom o< ko*co| et>jaiqo|.
*
(da ESOPO)

§
d s 4. I MaceÁdoni si impadroniscono dei familiari
e dei beni di Dario s
So+ sot& Daqei*ot rsqaso*pedom et$ht+| e<a*kx jai+ g< lg*sgq jai+ g< ctmg+ jai+ g< a$dekug+
jai+ ti<o+| mg*pio| jai+ htcase*qe| dt*o sot& Daqei*ot jai+ a>kkai ctmai&je| sx & m Peqrx &m
o<losi*lxm ot$ pokkai+ e<a*kxram.
Oi< ca+q a>kkoi Pe*qrai sa+| ctmai&ja| rux & m rt+m sz& a>kkz jasarjetz& ei$| Dalarjo+m
$ersakjo*se| e>stvom (avevano inviato per caso). $Epei+ jai+ o< Daqei&o| sa+ sx & m vqgla*sxm
pokka+ jai+ o%ra a>kka leca*k{ barikei& rsqasetole*m{ e$rsi*m ei$| Dalarjo+m e>pelwem, e$m
s{& rsqasope*d{ ot$ pkei*oma g/ sqirvi*kia sa*kamsa e<a*kx. $Akka+ jai+ sa+ e$m Dalarj{ &
o$ki*com t%rseqom t<po+ sot& Paqlemi*xmo|, o=m o< $Ake*namdqo| e>rseikem, e<a*kx. Sot&so de+ so+
se*ko| e$jei*mz sz& la*vz e$ce*meso.

§
d s 5. Il lupo e la capra s

Kt*jo|, ai#ca e$pi* simo| jqglmot& melole*mgm heara*lemo|, e$peidg+ at$sg&| e$uije*rhai
otj g$dt*maso (non poteva), at$sz& paqz*mei jasxse*qx jasabg&mai, ke*cxm x<| jai+
$
keilx & me| paq$ at$s{ & ei$ri jai+ g< po*a uaidqose*qa. <G de+ pqo+| at$so*m. «$Akk$ ot$j Ð e>ug
(disse) Ð e$le+ e$pi+ molg+m jakei&|, at$so+| de+ sqoug&| a$poqei&|.»
Ot%sx jai+ sx & m a$mhqx*pxm oi< pomgqoi*, o%sam jasa+ sx & m rtmesx & m pomgqet*xmsai,
a$mo*mgsoi sx& m sevmarla*sxm ci*cmomsai.
(da ESOPO)

§
d
s 6. Alcune calamitaÁ naturali s

Sot& d$ e$picicmole*mot he*qot| Pekopommg*rioi jai+ oi< nt*llavoi le*vqi le+m sot&
$Irhlot& g#khom (andarono), x<| e$| sg+m $Assijg+m e$rbakot&mse|, >Acido| sot& $Aqvida*lot

80 UNITAÁ 4
g<cotle*mot Kajedailomi*xm barike*x|, reirlx & m de+ cemole*mxm pokkx& m, a$pesqa*pomso
$ $ $
pa*kim jai+ otj ece*meso erbokg*.
Jai+ peqi+ sot*sot| sot+| vqo*mot|, sx & m reirlx & m jasevo*msxm, sg&| Et$boi*a| g<
ha*karra, jtlasxhei&ra (essendosi formate grandi ondate), e$pg&khe (inondoÁ) sg&|
po*kex| le*qo| si, Ð jai+ ha*karra mt&m e$rsi+ pqo*seqom ot#ra cg& Ð jai+ a$mhqx*pot|
die*uheiqem o%roi lg+ e$dt*mamso (potevano) uhg&mai pqo+| sa+ lese*xqa a$madqalo*mse|
(part. aor. forte, nom. masch. pl. di a$masqe*vx).
(da TUCIDIDE)

§
dd
s 7. Ciro e la madre discutono sulla giustizia s

<O Jt&qo| pai&| x > m, sg&| lgsqo+| e$qxsgra*rg| px & | a/m sg+m dijaiort*mgm la*hoi, ei#pem
. #
(disse) «$Akk$ x lg&seq, a$jqibx #
& | sat&sa oida (so), o< ca+q dida*rjako*| le x<| g>dg
a$jqibot&msa sg+m dijaiort*mgm jai+ a>kkoi| e$je*ketre dija*feim jai+ soi*mtm e$pi+ liy& pose
di*jz pkgca+| e>kabom, x<| ot$j o$qhx & | dija*ra|. <G de+ di*jg soiat*sg g#m. pai&| le*ca| lijqo+m
visx& ma e>vxm, pai&da lijqo+m le*cam visx & ma e>vomsa e$jdt*ra|, at$so+m le+m so+m visx & ma
e<atsot& e$me*dtrem, so+m de+ visx & ma $
e *
jei mot $
e *
me dt.
$Ecx+ ot#m dija*fxm, e>cmxm beksi*om ei#mai a$luose*qoi| e<ja*seqom so+m a<qlo*ssomsa
visx& ma e>veim. $Em de+ sot*s{ o< dida*rjako*| le e>paire jai+ e>kenem o%si, o<po*se le+m peqi+ sot&
a<qlo*ssomso| visx & mo| g< jqi*ri| ei>gm, ot%sx de*oi poiei&m, o<po*se de+ de*oi cmx
& mai pose*qot o<
visx+m ei>g, sot&so rjepse*om ei#mai (si doveva considerare con attenzione). si*| jsg*ri|
dijai*a e$rsi*m.»

UNO SGUARDO AL PASSATO

L'amministrazione della giustizia ruolo della causa per la sua trattazione in giu-
dizio; presidenza del tribunale, al fine di dirigere
il dibattito.
Il potere giudiziario
Nel diritto attico le azioni giudiziarie erano

G iaÁ durante l'etaÁ di Omero, nell'antica Gre-


cia si svolgevano dei processi, durante i
quali gli anziani assumevano la funzione di giu-
distinte in ordinarie (pubbliche e private) e stra-
ordinarie (solo pubbliche). Le azioni ordinarie
pubbliche erano definite cqauai*, mentre quelle
dici ed entrambe le parti in causa sostenevano da ordinarie private erano chiamate di*jai.
se le proprie ragioni. Successivamente i logoÁgrafi Di fatto nell'Atene del periodo classico il ti-
(scrittori di discorsi), essendo esperti di leggi, tolare del potere giudiziario era il popolo, che lo
scrivevano discorsi, che poi leggevano durante il esercitava tramite l'ElieÁa (<Gkai*a), la grande
dibattimento sia gli accusatori che gli accusati. corte di giustizia, che aveva la competenza di
Il processo (a$cx*m) attico, normalmente, era di giudicare in tutti i processi civili e nella maggior
tipo accusatorio, nel senso che i tribunali riceve- parte di quelli penali. Essa era formata da seimila
vano l'autoritaÁ di giudicare non dal magistrato, cittadini, con funzione di giudici (dijarsai*)
ma dalla iniziativa di un cittadino. In etaÁ clas- popolari, detti eliasti, che venivano scelti a sorte
sica, le competenze del magistrato erano quattro: ogni anno tra quelli che avessero compiuto i
accoglimento dell'istanza e della controistanza trent'anni, fossero nel pieno possesso dei diritti
delle parti; assistenza delle parti in fase di istrut- politici e avessero dichiarato la loro disponibilitaÁ
toria, mediante la raccolta delle prove prodotte in proposito. Gli eliasti sedevano nelle dieci corti
sia dall'attore che dal convenuto; iscrizione a giudicanti (dijarsg*qia), che erano le dieci se-
)

L'aoristo terzo o fortissimo 81


zioni in cui era suddiviso il tribunale
dell'ElieÁa; essi, in base a una norma
introdotta da Pericle, percepivano una
indennitaÁ giornaliera di un oÁbolo, che
successivamente fu portata a due oÁboli e,
sotto l'arcontato di Cleone, a tre.
Questa indennitaÁ non era allettante
per i ricchi commercianti e per gli
aristocratici, ma attirava la piccola
borghesia e gli operai, che vedevano
in essa un guadagno, se non abbon-
dante, almeno sicuro e sufficiente per i
loro bisogni giornalieri.
Tuttavia, talvolta poteva accadere
che un cittadino volesse intentare un'a-
zione giudiziaria contro un altro citta-
dino davanti alla EcclesõÁa ($Ejjkgri*a), m
Atene, resti archeologici dell'ElieÁa.
che votava a favore o contro l'accusa;
in caso di approvazione, la causa ve-
niva allora trasmessa alla sezione competente zioni statali, come alto tradimento, attivitaÁ sov-
della ElieÁa. Se peroÁ l'accusa era particolarmente versive, reati contro la pubblica amministrazio-
grave, la stessa EcclesõÁa esprimeva il proprio ne), ma la loro funzione giudiziaria riguardava
giudizio. anche alcune cause civili. I cosiddetti ``Quaran-
Il tribunale dell'AreoÁpago, a sua volta, aveva ta'', infine, costituivano una magistratura colle-
una funzione giudiziaria limitata e relativa a giale di origine molto antica, con competenza
pochi reati, soprattutto quelli di omicidio volon- giurisdizionale nelle controversie in materia di
tario. Questo tribunale era formato dagli ex ar- proprietaÁ e di possesso.
conti ed era presieduto dall'arconte re.
Oltre alla ElieÁa, alla EcclesõÁa e all'AreoÁpago,
Il processo
varie magistrature avevano competenze giurisdi-
zionali, anche se limitate. All'arconte epoÁnimo Per quanto riguarda la struttura del processo,
competevano le cause civili concernenti il diritto l'atto che segnava l'inizio di un'azione giudiziaria
di famiglia; all'arconte re venivano presentate le era costituito da una citazione orale che l'accu-
accuse di omicidio e di empietaÁ; all'arconte po- satore (attore, dix*jxm) faceva all'accusato (con-
lemarco spettava la giurisdizione sui meteÁci (gli venuto, uet*cxm), di solito alla presenza di uno o
stranieri che risiedevano in Attica) e sugli schiavi due testimoni. Quindi aveva inizio l'istruttoria
affrancati; erano di competenza degli strateghi (i (a$ma*jqiri|), in cui attore e convenuto com-
generali) i reati militari commessi da coloro che parivano davanti al magistrato e confermavano
facevano parte dell'esercito e della marina. I con giuramento le dichiarazioni precedentemente
magistrati detti gli ``Undici'' avevano la giuri- depositate.
sdizione nelle cause amministrative e in quelle Durante l'istruttoria venivano raccolti tutti gli
contro i malfattori comuni (ladri, scassinatori); elementi necessari per il giudizio, che non veniva
essi avevano, inoltre, funzioni di polizia, quali la emesso dal magistrato, il quale aveva solo il
custodia delle carceri e l'organizzazione delle compito di assistere le parti nella produzione e
esecuzioni capitali. nella conservazione delle prove, per poi trasmet-
I sei arconti tesmoteÁti avevano competenze so- terle al tribunale della ElieÁa. Secondo la testimo-
prattutto in materia di diritto pubblico (cioeÁ in nianza di Aristotele, erano gli arconti TesmoteÁti a
riferimento ai reati che minacciavano le istitu- costituire le singole corti di eliasti, a fissarne le
)

82 UNITAÁ 4
date per le udienze e a presiederle.
Oltre alle prove (sejlg*qia), si rac-
coglievano anche i nomi dei testi-
moni (la*qstqe|), che erano am-
messi in numero illimitato, purcheÂ
avessero il diritto di testimoniare.
In genere non potevano testimo-
niare ne i bambini ne le donne ne gli
schiavi, con qualche rara eccezione
per le ultime due categorie.
Terminata l'istruttoria, si fissava
il luogo del processo e la data del
dibattimento e si costituiva il col-
legio giudicante in base alla tipo-
logia della causa, per cui il magi-
strato che presiedeva la sezione del
tribunale designava dieci giudici m
(uno per tribuÁ), ai quali venivano Atene, collina dell'AreoÁpago.
assegnati particolari compiti.
All'inizio del processo l'araldo (jg & qtn) annun- la dea diede in favore di Oreste, il figlio di
ciava la causa e subito dopo il cancelliere (cqal- Agamennone accusato di matricidio, dopo che il
laset*|) leggeva l'istanza e la controistanza delle numero dei voti per la condanna era risultato
parti. Quindi iniziava il dibattimento, nel quale si uguale al numero dei voti per l'assoluzione.
vagliavano le prove, si ascoltavano i testimoni e Per alcuni reati la legge prescriveva giaÁ una
poi attore e convenuto salivano ognuno su una pena determinata, mentre per altri erano i giurati
pedana (bg & la) per parlare. Il primo a sostenere la stessi che dovevano stabilirla: in questi casi essi
propria tesi era l'accusatore, in seguito parlava procedevano a due votazioni, una per stabilire se
l'accusato per esporre la sua autodifesa: il diritto l'imputato fosse colpevole o meno; l'altro, in caso
attico, infatti, non prevedeva ne la figura del di condanna, per decidere quale dovesse essere la
pubblico ministero ne quella dell'avvocato difen- pena. I giurati, tuttavia, non avevano la possibi-
sore. Se invece, come accadeva normalmente, le litaÁ di stabilire la pena di propria iniziativa, ma
parti in causa non avevano capacitaÁ oratorie e dovevano scegliere tra la pena proposta dall'ac-
conoscenze retoriche adeguate, allora esse si li- cusatore e quella che l'accusato affermava di me-
mitavano a pronunciare il discorso scritto per ritare.
loro, a pagamento, da un logoÁgrafo. La decisione del tribunale dell'ElieÁa, cioeÁ la
Il tempo per le arringhe dipendeva dalla com- sentenza (wg*uirla) era sempre definitiva, per
plessitaÁ delle cause e dal fatto che entrambe le cui non erano ammessi ulteriori gradi di giudizio.
parti avevano anche il diritto di replica. In ogni
caso il processo doveva concludersi con la sen-
Le pene
tenza nel corso di una giornata.
Terminato il dibattimento, i giurati procede- Per quanto attiene alle pene, esse si possono
vano a una votazione segreta, deponendo in raggruppare in alcune tipologie: pena capitale,
un'urna un ciottolo, nero per la condanna (jasa*- esilio, pene pecuniarie, detenzione e perdita dei
cmxri|), bianco per l'assoluzione (a$po*ktri|). diritti connessi con la cittadinanza.
L'accusato veniva condannato se i ciottoli neri La pena capitale (ha*maso|) era prevista per i
erano piuÁ numerosi di quelli bianchi; in caso di crimini piuÁ gravi, come l'omicidio volontario,
paritaÁ dei voti, l'accusato era assolto con il co- ma anche per reati meno gravi, come alcuni tipi
siddetto ``voto di Atena'', in ricordo del voto che di furto. L'esilio (utcg*) veniva comminato come
)

L'aoristo terzo o fortissimo 83


alternativa alla pena capitale, nel caso in cui il criminali arrestati e in attesa di processo e i
colpevole di omicidio volontario lasciasse l'At- condannati a morte in attesa di esecuzione.
tica prima della sentenza, o come pena per il Con il termine a$sili*a si indicava la perdita dei
colpevole di omicidio involontario; poteva essere diritti civili per cui si era reso indegno della
perpetuo e con la confisca dei beni, oppure condizione di cittadino; essa poteva essere totale
temporaneo e senza provvedimenti a carico del o parziale e perpetua o temporanea. L'atimõÁa
patrimonio dell'esiliato. Le pene pecuniarie era- totale perpetua era riservata a chi aspirava alla
no di varia entitaÁ, a seconda della graviyaÁ del instaurazione della tirannide, quella parziale per-
reato commesso. La detenzione (derlxsg*qiom) petua agli scialacquatori del patrimonio, quella
non era compresa tra le pene comminate ai con- parziale temporanea ai debitori dello Stato tem-
dannati, ma aveva il valore della custodia cau- poraneamente insolventi.
telare, poiche si trattenevano in carcere solo i

Rl
L'amministrazione o< uet*cxm, -omso|, accusato, imputato
g< a$pokoci*a, -a|, difesa
della giustizia g< a$ma*jqiri|, -ex|, istruttoria
g< di*jg, -g|, giustizia, azione giudiziaria so+ sejlg*qiom, -ot, prova
Ricerca
lessicale g< he*li|, -irso|, diritto, legge o< la*qst|, -tqo|, testimone
o< mo*lo|, -ot, legge g< laqstqi*a, -a|, testimonianza
o< jqisg*|, -ot&, giudice o< kococqa*uo|, -ot, logoÁgrafo, colui che scrive
o< dijarsg*|, -ot&, giudice discorsi di accusa o di difesa
o< cqallaset*|, -e*x|, cancelliere o< utcx*m, -o*mso|, chi eÁ stato assolto
so+ dijarsg*qiom, -ot, tribunale g< a$po*ktri|, -ex|, assoluzione
so+ bg&la, -aso|, tribuna, palco o< ai>sio|, -ot, colpevole
o< a$cx*m, -x& mo|, processo g< jasa*cmxri|, -ex|, condanna
g< fg*sgri|, -ex|, inchiesta giudiziaria g< ba*ramo|, -ot, tortura
g< vqi*ri|, -ex|, giudizio, sentenza, processo g< fgli*a, -a|, pena
so+ wg*uirla, -aso|, sentenza g< a$sili*a, -a|, perdita dei diritti civili
g< ai$si*a, -a|, causa della lite, accusa o< ha*maso|, -ot, condanna a morte, morte
g< cqaug*, -g&|, atto di accusa, azione giudizia so+ derlxsg*qiom, -ot, carcere
pubblica g< utcg*, -g&|, esilio
o< dix*jxm, -omso|, accusatore, chi intenta una so+ e>jsirla, -aso|, pena pecuniaria, multa
causa

§
dd s 8. L'esercito dei Galli arriva a Roma s

Oi< <Qxlai&oi, sg+m g'rram cmo*mse|, oi< le+m sg+m po*kim e$jkilpa*momse| e>uetcom, oi< de+
rt+m ctmaini+ jai+ se*jmoi| ei$| so+ Japisx*kiom a$me*sqevom. Lo*moi d$ o$cdog*jomsa a>mdqe|,
ot=| oi< le+m i<eqe*a| ei#mai ke*cotrim, oi< de+ sot+| sx
& m <Qxlai*xm pqx*sot| jah$ g<kiji*am jai+
pkot&som jai+ ce*mo|, ieqa+| g/ poktsekersa*sa| rsoka+| e$mdt*mse|, e$m sz& a$coqy& e$pi+ sx
< &m
e$keuamsi*mxm di*uqxm e$jahi*fomso, sg+m st*vgm pqorle*momse|.
<Akot*rg| sg&| po*kex|, oi< Caka*sai la*kirsa e$hatla*fomso, bke*pomse| e$jei*mot|
sot+| a>mdqa| jai+ soklg*ra| si| e<mi* paqe*rsgm (si avvicinoÁ) jai*, sg&| sot& a$mdqo+| t<pg*mg|
a<wa*lemo|, sat*sgm bahei&am ot#ram jasg&cem. <O de+ sz& bajsgqi*y sg+m jeuakg+m e$jei*mot
e$pa*sane jai+ o< ba*qbaqo|, sg+m la*vaiqam rpara*lemo|, so+m a>mdqa jase*jseimem. Ot%sx|
oi< ba*qbaqoi jai+ sot+| koipot+| a$mz*qotm.
(da PLUTARCO)

84 UNITAÁ 4
§
dd s 9. Ermes e i due taglialegna s

Ntketo*lemo*| si| paqa* sima posalo+m so+m oi$jei&om pe*kejtm a$pe*bakem. $Algvamx &m
soi*mtm paqa+ sg+m o>vhgm jahi*ra|, x$dt*qeso. <O de+ <Eqlg&|, lahx+m sg+m ai$si*am jai+ so+m
a>mhqxpom oi$jsei*qa|, ei$| so+m posalo+m jasadt*|, vqtrot&m pe*kejtm a$mg*mecje (riportoÁ
in superficie) jai+ g>qeso ei$ ot'so*| e$rsim o=m a$pe*bakem.
Sot& de+ lg+ sot&som ei#mai ei$po*mso| (avendo detto), at#hi| jasaba*|, a$qctqot&m
pe*kejtm a$mejo*lirem. Sot& de+ lgde+ sot&som ei#mai so+m oi$jei&om ei$po*mso|, e$j sqi*sot
jasaba*|, e$jei&mom so+m oi$jei&om a$mg*mecjem. Sot& de+ sot&som a$kghx & | so+m e<atsot& pe*kejtm
ei#mai ei$po*mso|, o< <Eqlg&|, at$sot& sg+m dijaiort*mgm a$podena*lemo|, a%pamsa| sa+|
peke*jei| at$s{ & e$dxqg*raso.
<O de ntketo*lemo|, pqo+| sot+| e<sai*qot| paqacemo*lemo|, at$soi&| sa+ rtlba*msa
+
e>kenem. sx & m e<sai*qxm si| sa+ >ira diapqa*narhai e$botket*raso jai*, pqo+| so+m posalo+m
paqacemo*lemo| jai+ sg+m oi$jei*am a$ni*mgm e$nepi*sgde| ei$| so+ q<et&la jasabakx*m, e>jkaiem.
<O de+ <Eqlg&|, sg+m ai$si*am ja$jei*mot sot& hqg*mot lahx*m, jasaba*|, o<loi*x| vqtrg&m
a$ni*mgm a$mg*mecje jai+ g>qeso ei$ sat*sgm a$pe*bakem. <O de+ rt+m g<domz& e>kenem. «Mai+ g%de
a$kghx & | e$rsi*m.» <O de+ heo*|, sg+m sorat*sgm a$mai*deiam lirg*ra|, ot$ lo*mom e$jei*mgm
jase*rvem, a$kk$ ot$de+ sg+m oi$jei&am peqe*rvem.

Guida alla traduzione


o
Il I periodo della versione n. 9 consta di una sola proposizione il cui soggetto eÁ Ntketo*lemo*|
si|: il participio ntketo*lemo| ha valore sostantivato. Nel IIo periodo notiamo, oltre alla principale
(x$dt*qeso), una causale implicita ed una temporale anch'essa implicita, entrambe espresse con il
participio congiunto (a$lgvamx & m, jahi*ra|). Il IIIo periodo risulta di sette proposizioni: la principale
(<O de+ <Eqlg&| ... a$mg*mecje) eÁ preceduta da tre proposizioni secondarie, di cui due sono implicite e di
natura causale-temporale, coordinate tra loro mediante la congiunzione jai* ed espresse con
participi congiunti (lahx+m ... jai+ ... oi$jsei*qa|), la terza, sempre espressa con il participio congiunto
(jasadt*|) eÁ una temporale implicita; segue una proposizione coordinata alla principale mediante
la congiunzione jai* (jai+ g>qeso), da cui dipende un'interrogativa indiretta (ei$ ot'so*| e$rsim), che
regge, a sua volta, una relativa propria (o=m a$pe*bakem). La principale del IVo periodo (a$mejo*lirem) eÁ
preceduta da una causale-temporale implicita espressa con il genitivo assoluto (Sot& ... ei$po*mso|) e
da una temporale implicita costruita con il participio congiunto (jasaba*|); dalla causale-tem-
porale implicita dipende, a sua volta, l'oggettiva (lg+ ... ei#mai). Identica eÁ la struttura del periodo
successivo, il Vo: una causale-temporale implicita (Sot& ... ei$po*mso|), che regge un'oggettiva (lgde+
... ei#mai), una temporale implicita (jasaba*|) e la principale (a$mg*mecjem). Quattro sono le pro-
posizioni del VIo periodo: la principale (o< <Eqlg&| e$dxqg*raso), una causale-temporale implicita
espressa con il genitivo assoluto (Sot& ei$po*mso|) da cui dipende un'oggettiva (sot&som ... ei#mai), una
causale implicita costruita con il participio congiunto (a$podena*lemo|). Nel VIIo periodo sono
presenti, oltre alla principale (<O ... ntketo*lemo| ... e>kenem): una temporale implicita espressa con il
participio congiunto (paqacemo*lemo|), una coordinata alla principale (si| ... diapqa*narhai
e$botket*raso), due temporali implicite coordinate tra loro mediante la congiunzione jai*
(paqacemo*lemo|, jasabakx*m) e un'altra coordinata alla principale (jai* ... e>jkaiem). Nell'VIIIo
periodo notiamo cinque proposizioni: una causale-temporale implicita e una temporale implicita
costruite con il participio congiunto (lahx*m, jasaba*|), la principale (<O de+ <Eqlg&| ... a$mg*mecje) e
una coordinata ad essa (jai+ g>qeso), da cui dipende una interrogativa indiretta (ei$ ... a$pe*bakem).
Due proposizioni costituiscono il penultimo periodo, entrambe principali (<O de+ ... e>kenem, «Mai+
g%de ... e$rsi*m»). L'ultimo periodo risulta di tre proposizioni: una causale implicita espressa con il
particpio congiunto (lirg*ra|), la principale (<O de+ heo*| ... jase*rvem) e una coordinata ad essa
(ot$de+ ... paqe*rvem).

L'aoristo terzo o fortissimo 85


UNO SGUARDO AL PASSATO

Ermes

I l dio Ermes (<Eqlg&|), identificato a Roma con


Mercurio, fu figlio di Zeus e di Maia. Il giorno
stesso della sua nascita, diede prova di ingegno
precoce: dopo essersi liberato dalle bende di
neonato, si recoÁ in Tessaglia per rubare i buoi di
Admeto, che Apollo custodiva come bovaro.
Tornato sul monte CilleÁne, nell'Arcadia me-
ridionale, dove era nato in una caverna, serven-
dosi di un guscio di tartaruga e degli intestini di
due buoi, costruõÁ la prima lira.
Apollo, scoperto il furto dei buoi, che erano
stati portati a Pilo, nel Peloponneso, e nascosti in
una caverna, fece intervenire Zeus, il quale
costrinse Ermes a restituire gli animali rubati:
nel momento della restituzione, Apollo, tuttavia,
decise di scambiare i buoi con la lira, dal cui suono
era stato conquistato. Successivamente donoÁ ad
Ermes una verga d'oro, il caduÁceo, in cambio del
flauto che il giovane dio aveva costruito dopo la
lira. Da quel momento il caduÁceo divenne uno
degli attributi del dio, insieme con i sandali alati e
il peÁtaso, un largo cappello.
Zeus nominoÁ Ermes suo araldo personale e
messaggero degli deÁi.
Noto come dio del commercio e dei ladri e
come protettore dei viaggiatori e dei pastori,
Ermes fu anche psicopompo, cioeÁ accompagna-
m
tore delle anime dei morti negli Inferi. Prassitele, Ermes con DioÁniso bambino. Olimpia, Museo.

§
dd
s 10. Un bugiardo punito s

$Amg+q pe*mg| morx & m gt>naso soi&| heoi&| e<jaso+m bo*a| seke*reim, ei$ peqirx*reiam
at$so*m. Oi< de*, a$po*peiqam at$sot& poig*rarhai botko*lemoi, q<ai^rai sa*virsa at$so+m
paqerjet*aram. Ja$jei&mo| e$namarsa*| [alzatosi (dal letto)], e$peidg+ a$kghimx & m box&m
$gpo*qei, rseasi*mot| e<jaso+m pka*ra|, e$pi* simo| bxlot& jase*jatrem ei$px*m (dicendo).
# dai*lome|.»
«$Ape*vese sg+m et$vg*m, x
Oi< de+ heoi*, botko*lemoi at$so+m joka*rai, o>maq at$s{ & e>pelwam, paqaimot&mse|
e$khei&m (andare) ei$| so+m ai$ciako*m. e$jei& ca+q et<qg*rei dqavla+| viki*a|. Jai+ o%|,
peqivaqg+| cemo*lemo|, dqolai&o| g'jem e$pi+ sg+m g$io*ma. >Emha dg+ kzrsai&| peqiperx*m,
a$pg*vhg (fu portato via) jai+ t<p$ at$sx& m pxkot*lemo| et'qe dqavla+| viki*a|.
<O ko*co| et>jaiqo| pqo+| a>mdqa wetdoko*com.
(da ESOPO)

86 UNITAÁ 4
§
dd s 11. Diogene e Dioxippo s

Dix*nippo| $Oktlpiomi*jg| a$hkgsg*|, o< $Ahgmai&o|, ei$rg*katmem e$| sa+| $Ahg*ma|


jasa+ so+m mo*lom sx & m a$hkgsx
& m. Rtme*qqei soi*mtm sa+ pkg*hg, jai+ a>kko| a$kkavo*hem
e$jjqelammt*lemo| (chi aggrappandosi ad un luogo, chi ad un altro) e$hex & mso at$so*m. e$m
de+ soi&| jai+ ctmg+ ja*kkei diapqe*potra a$pg*msgre sz& he*y. $Idx+m (avendo visto) de+ at$sg+m
o< Dix*nippo| paqavqg&la g<rrg*hg sot& ja*kkot| (fu vinto dalla bellezza) jai+ diese*kerem
a$pobke*pxm sg+m ctmai&ja jai+ e$pirsqeuo*lemo| jai+ e$| pokka+| so+ pqo*rxpom a$kka*rrxm
vqo*a|.
$Ej dg+ sot*sxm pokkoi&| e$ce*meso jasa*uxqo| lg+ a$qcx & | i$dx+m sg+m ctmai&ja.
La*kirsa de+ at$sot& so+ pa*ho| jase*cmx Dioce*mg| o< Rimxpet+| jai+ pqo+| sot+| pkgri*om.
«<Oqa&se» ei#pe (disse) «so+m a$hkgsg+m t<lx & m so+m le*cam t<po+ paidi*rjg| e$jsqavgkifo*le-
mom.»
(da ELIANO)

Analisi guidata
d COMPRENSIONE TESTUALE
1. Chi era Dioxippo?
2. Perche si era recato ad Atene?
3. Da che cosa fu colpito?
4. Chi era Diogene?
5. Che cosa disse Diogene a coloro che gli erano accanto?
d COMPETENZA LINGUISTICA
1. La voce verbale jase*cmx (r. 9) eÁ aoristo fortissimo di quale verbo?
2. $E| sa+| $Ahg*ma| (r. 1) eÁ un complemento di stato in luogo o moto a luogo?
3. <Tpo+ paidi*rjg| (r. 10) eÁ complemento di agente o causa efficiente?
4. Qual eÁ la funzione sintattica dei participi diapqe*potra (r. 4), a$pobke*pxm (r. 6) ed e$pirsqe-
uo*lemo| (r. 6)?

c
Gaetano Gandolfi,
Alessandro e Diogene
(1792). Collezione privata.

L'aoristo terzo o fortissimo 87


UNITAÁ 5 Sintesi
LEZIO in slide
NE 20
d L'aoristo passivo primo
o debole e secondo o forte
d Il futuro passivo primo
o debole e secondo o forte

OBIETTIVI
^ Conoscenze: ^ AbilitaÁ:
d Morfologia: > l'aoristo passivo primo o debole d riconoscimento dell'aoristo passivo debole e forte
> i particolari significati dell'aori- d riconoscimento del futuro passivo debole e forte
sto passivo debole d riconoscimento del genitivo di specificazione
> l'aoristo passivo secondo o forte
d riconoscimento della proposizione causale
> i verbi piuÁ comuni che hanno
l'aoristo passivo forte d capacitaÁ di coniugare l'aoristo passivo debole e
> il futuro passivo primo o debole forte e il futuro passivo debole e forte di un verbo
> i particolari significati del futuro in -x
passivo debole d memorizzazione e organizzazione delle conoscen-
> il futuro passivo secondo o forte ze lessicali
d Sintassi: > il genitivo di specificazione d capacitaÁ di svolgere esercizi di vario tipo
> la proposizione causale d capacitaÁ di analizzare e tradurre frasi e brani di
d Elementi di lessico: aggettivi e verbi di alta e varia difficoltaÁ
media frequenza

d TEST DI VERIFICA DEI PREREQUISITI

Rispondi alle seguenti domande. 5. Oltre al significato passivo, l'aoristo passivo


primo puoÁ avere anche significato riflessivo o
1. Quali desinenze presenta la flessione dell'aori- attivo?
sto passivo? 6. I verbi soggetti ad apofonõÁa quale grado del
2. Quali sono gli unici tempi del verbo greco per tema verbale utilizzano per la formazione
cui si distingue la diaÁtesi passiva da quella dell'aoristo passivo forte?
attiva e media? 7. Come si formano il futuro passivo debole e
3. Come si formano l'aoristo passivo debole e quello forte?
quello forte? 8. Qual eÁ il significato di uamhg*rolai (fut. pass.
4. Quale fenomeno fonetico presentano i verbi debole di uai*mx) e di uamg*rolai (fut. pass.
ba*kkx e jake*x nella formazione dell'aoristo forte di uai*mx)?
passivo?

88 UNITAÁ 5
AORISTO PASSIVO DEBOLE

Es. n. 1 - Forma l'aoristo passivo debole dei seguenti verbi.


moli*fx (io credo) - kei*px (io lascio) - r{*fx (io salvo) - sqe*px (io volgo) - sila*x (io
onoro) - sa*rrx (io ordino) - pei*hx (io persuado) - jqi*mx (io giudico, discerno) - jkai*x
(io piango) - jeket*x (io esorto, comando) - jake*x (io chiamo) - dgko*x (io rendo
manifesto, mostro) - ba*kkx (io getto) - ai$me*x (io lodo) - a$dije*x (io commetto
ingiustizia, offendo) - joka*fx (io punisco) - a$cce*kkx (io annuncio).

Es. n. 2 - Coniuga l'aoristo passivo debole dei seguenti verbi.


mija*x (io vinco) - hatla*fx (io ammiro).

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð sg&| a$macjarhei*rg| - a/m et$uqamhei&em - e$jki*hgm - cmxrhg&mai - e$bkg*hgram - rx*hgsi
- oi< jokarhe*mse| - sekerhx & ri(m) - e$r{*hgm - so+m kevhe*msa - o< wetrhei*| - s{ &
peluhe*msi - sai&| sauhei*rai| - jeketrhg*sx - e$sa*hgm - a$qhx & lem - e$jxkt*hgm -
peluhg&mai - e$sa*uhg - jeketrhz& - sot+| a$macjarhe*msa| - sot& hatlarhe*mso| - a/m
paidethei*g - e$jkg*hgram - sx & m a$ccekhe*msxm - a$macjarhg&mai - sahx & - jkghx
& ri(m)
- g$cce*khgram - g$macja*rhg| - e$hatla*rhglem - peirhg&se - e$paidet*hg - soi&|
peirhei&ri(m) - a$ccekhg&mai.
Ð essendo stati conosciuti (nomin. del part.) - a coloro che furono vinti - di quelle che
furono offese - essendo stata gettata (acc. del part.) - a quelle che furono punite - sii
educato tu - che noi fossimo onorati - coloro che furono esortati (sogg.) - essere
stato persuaso - egli sarebbe stato educato - di colei che fu costretta - essendo stato
salvato (nomin. del part.) - essi furono giudicati - noi fummo chiamati - egli fu
annunciato - colui che fu persuaso (sogg.) - quelle che furono salvate (compl. ogg.) -
io fui costretto - noi fummo puniti - voi due foste educati - tu saresti stato costretto -
essere stato educato.

Le proposizioni causali
Le proposizioni causali, che appartengono al gruppo delle subordinate complementari
S C H E D A indirette (o avverbiali), possono avere in greco forma esplicita o implicita.
SINTATTICA
La causale esplicita eÁ introdotta da x<|, o%si, dio*si («poicheÂ, percheÂ, per il fatto che»), e$pei*,
e$peidg* («poicheÂ, percheÂ, dal momento che»), o%se, o<po*se («poicheÂ, percheÂ, giaccheÂ, dal
momento che») [cfr. lat. quod, quia, quoniam, cum + cong., quandoquõÆdem, siquõÆdem],
in unione con l'indicativo (in dipendenza da un tempo principale o storico, se la causa eÁ
oggettiva) o l'ottativo obliquo (in dipendenza da un tempo storico o quando la causa eÁ
soggettiva). La negazione eÁ ot$, quando la causa eÁ oggettiva, cioeÁ presentata come un dato
di fatto, eÁ lg*, quando la causa eÁ soggettiva, cioeÁ enunciata come un pensiero di altri:
^ Di*jaio*| e$rsim, o%si ot$de*ma e$napasy&.
Iustus est, quod neminem decõÆpit.
EÁ giusto, poiche non inganna nessuno. )

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 89
>Elekke le*meim, e$pei+ sg+m pasqi*da rse*qcoi.
Mansurus erat, quia patriam amabat.
Aveva intenzione di rimanere, dal momento che amava la patria.
Talvolta la causale esplicita puoÁ essere introdotta da un pronome relativo (relativa
impropria con valore causale) in unione con l'indicativo (se la causa eÁ oggettiva,
indipendentemente dal tempo della reggente), l'ottativo obliquo (quando la causa eÁ
soggettiva o quando nella reggente vi eÁ un tempo storico):
^ $Epai*mot a>nio| ei#, o=| sat&sa ke*cei|.
Laude dignus es, qui haec dicas.
Sei degno di lode, poiche (tu che) dici tali cose.
La causale implicita si esprime con:
Ð dia+ so*, e$j sot&, e$pi+ s{
& in unione con un infinito sostantivato,
Ð il participio predicativo del soggetto, dopo i verbi che indicano sentimenti
dell'animo,
Ð a%se in unione con il participio congiunto (per la causale oggettiva),
Ð x<| e il participio congiunto (per la causale soggettiva),
Ð il participio congiunto (cfr. lat.),
Ð il genitivo assoluto (cfr. lat. ablativo assoluto):
^ Sat&sa poiei&|, dia+ so+ sg+m a$kg*heiam ot$ cicmx*rjeim (a%se sg+m a$kg*heiam ot$
cicmx*rjxm).
Fai queste cose, poiche non conosci la veritaÁ.
Vai*qolem t<po+ t<lx
& m silx*lemoi.
Proviamo gioia, per essere onorati da voi.
Sot& jimdt*mot leca*kot o>mso|, a$ma*cjg g<li&m la*verhai.
Dal momento che il pericolo eÁ grande, eÁ necessario per noi combattere.
Ot$ uikei& at$sot*|, x<| pokeli*ot| o>msa|.
Non li ama, poiche (secondo lui) sono nemici.

Es. n. 4 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con l'aoristo passivo; poi
d traduci.
1. <O $Apo*kkxm t<po+ sot& Dio+| poilg+m ci*cmerhai g$macja*rhg jai+ sa+ sot& barike*x|
$Adlg*sot poi*lmia utka*rreim. - 2. Diomt*rio| o< mex*seqo|, de*ja e$miatsot+| a>qna| sx &m
* < + * < * * $ *
Rtqajorixm, tpo Diomo| gssghei|, sg&| stqammido| aperseqghg. - 3. Leca| uobo| * *
so+m barike*a e>vei lg+ ai< rtmhg&jai t<po+ sx
& m pokeli*xm kthx & rim. - 4. Oi< pqe*rbei| s{&
rsqasgc{ & a$pejqi*mamso o%si sg+m ei$qg*mgm poigro*lemoi peluhei*gram. - 5. <O
$Acgri*kao|, sot+| rtlla*vot| rtcjake*ra|, ot$ sg+m a$kg*heiam e>jqtwem, a$kka+ at$soi&|
sa+ t<po+ sot& jg*qtjo| a$ccekhe*msa e$dg*kxrem. - 6. Ke*cotrim o%si o< Jo*mxm, e$m sz&
matlavi*y sz& peqi+ so+m <Ekkg*rpomsom mijghei*| (part. congiunto con val. causale),
oi>jade a$uije*rhai jaszrvt*mhg. - 7. Oi< Hgbai&oi s{ & Oi$di*podi e>kecom. «So+ ai>micla t<po*
rot kthg*sx, jai+ g<lei&| barike*a re ai<qg*rolem.» - 8. <O Jke*aqvo| e$do*jei t<po+ sot&
Jt*qot la*kirsa sx & m <Ekkg*mxm pqosilghg&mai. - 9. Cemole*mg| rsa*rex| e$m sz& po*kei, oi=
e$m derloi&| g#ram a$pe*dqaram pqi+m jqihg&mai. - 10. <O %Guairso| ke*cesai e$j sot&

90 UNITAÁ 5
ot$qamot& t<po+ sot& Dio+| o$qcirhe*mso| q<iuhg&mai. - 11. Jasakthei*rg| sg&| stqammi*do|
$Ahg*mgrim, o< $Iraco*qa|, o< sot& Seira*mdqot, jai+ o< Jkeirhe*mg| pqo+| a$kkg*kot|
e$rsari*afom. - 12. Cemmaio*sasoi a>mdqe| e$m sz& la*vz, g= peqi+ Ja*mmam t<po+ sx
& m <Qxlai*xm
jai+ sx
& m Jaqvgdomi * xm $
e *
peseke rhg, $
e *
la vomso.

LABORATORIO LESSICALE

Dal verbo jqt*psx («io nascondo, celo, resto nascosto», T. V. jqtu-/jqtb-) derivano alcuni vocaboli
italiani:
± anticrittogaÁmico ± criptico ± criptogramma
± apoÁcrifo ± criptografõÁa ± criptoportico
± cripta ± criptografico ± crittoÁgama
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 5 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con l'aoristo passivo;
d individua, poi, le proposizioni subordinate; quindi traduci.
1. Oi< g<le*seqoi rsqasix& sai a$pe*hamom ot'peq e$sa*vhgram la*verhai. - 2. <Ippolavi*a|
cemole*mg|, oi< <Qxlai&oi, t<po+ sx & m Kibt*xm jtjkxhe*mse| (part. congiunto con valore
causale), ei$| so+ rsqaso*pedom e>utcom. - 3. Oi< Lg&doi e$j sg&| Et$qx*pg| a$mevx*qgram,
jai+ matri+ jai+ pef{& rsqas{ & t<po+ sx & m <Ekkg*mxm mijghe*mse| (part. congiunto con val.
temporale o causale). - 4. Pa&ra g< po*ki| jasejat*hg jai+ ai< oi$ji*ai jai+ sa#kka pa*msa
pkg+m sg&| a>jqa|. - 5. Pa*mse| lesa+ pokkx & m dajqt*xm sot+| dijarsa+| i<je*setom, %ima x<|
la*kirsa e$keghei&em. - 6. <O Dglorhe*mg| pose+ e>kecem. « %Xrpeq so+ rx & la sg&| wtvg&|
rseqghe+m pi*psei, ot%sx jai+ g< a$qvg*, lg+ o>msxm sx& m mo*lxm, jasakt*esai.» - 7. >Aqsi t<po+
rot& pokka*ji| e$dgkx*hg oi%oi mo*loi a$cahot+| jai+ dijai*ot| sot+| poki*sa| poiot&rim. -
8. <Tpo+ sx & m Rpaqsiasx& m pqo+ sg&| e$m Heqlopt*kai| la*vg| sa+ rx*lasa la*ka g$rjg*hg. -
9. <O Rxjqa*sg| e>kecem. «Mt&m t<u$ g<lx & m rtmevxqg*hg so+ a$dijei&m la&kkom ai$rvqo+m ei#mai
sot& adijei&rhai.» - 10. <O sot& $Acale*lmomo| sa*uo| t<po+ sg&| $Gke*jsqa| e$jorlg*hg.
$

LABORATORIO LESSICALE

Dalla radice jat- del verbo jai*x («io accendo, brucio, infiammo») derivano i seguenti vocaboli greci, per
lo piuÁ sostantivi:
± jat&-la (ardore, vampa) ± jat-rsijo*| (caustico, combustibile)
± jat*-rilo| (combustibile) ± jat-rso*| (bruciato)
± jat&-ri| (bruciatura, cauterizzazione) ± jat*-rola (infiammazione, calore, febbre)
± jat&-ro| (calore eccessivo) ± jat-sg*q (bruciatore, ferro rovente)
± jat-ro*x (io brucio, sono consumato dal fuoco) ± jat-sgqia*fx (io brucio con ferro rovente, mar-
± jat-rsgqo*| (ardente) chio)
± jat*-rsg| (bruciatore ± jat-sg*qiom (ferro rovente, marchio)
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto. )

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 91
La radice jat- si ritrova in vari vocaboli italiani:
± caÁustica ± cauteÁrio ± elettrocauteÁrio ± termocauteÁrio
± causticare ± cauterizzare ± galvanocauteÁrio
± causticazione ± cauterizzazione ± ipocaÁuto
± caÁustico ± criocauteÁrio ± olocaÁusto
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 6 - Assembla correttamente le proposizioni della colonna di sinistra con quelle della colonna di
d d destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. <O pasg+q paqe*vei pa*msa sa+ vqg*- a. o<pgki*jo| a>mhqxpo*| e$rsim. 1. c.
lasa,
2. Pokka*ji| e$j sot& pqorx*pot cicmx*- b. lg+ ai< rtmhg&jai t<po+ sot& sx
&m
rjolem pokeli*xm rsqasgcot& kthei&em.
3. Oi< rsqasix
& sai e>utcom, c. %ima sot+| ui*kot| r{*fz.

4. <O bariket+| e$uobei&so d. x<| z$rha*meso at$sot+| lgje*si


poqet*erhai botkole*mot|.
5. <O Nemoux & m soi&| rsqasix*sai| e$va- e. t<po+ sx
& m pokeli*xm mijghe*mse|.
ke*paimem,
Es. n. 7 - Analizza e traduci le seguenti frasi.
d

1. Lo scultore greco Fidia fu sommamente ammirato. - 2. Egli fu scelto come capo


supremo dell'esercito. - 3. Dopo quella battaglia le donne, i vecchi ed i bambini furono
condotti sull'acropoli. - 4. Quei fanciulli furono ben
allevati dai genitori. - 5. I nostri soldati furono schierati
nell'ala destra, gli alleati nella sinistra. - 6. Dopo
l'uccisione della madre, Oreste fu giudicato dagli deÁi
sull'acropoli. - 7. I migliori cittadini furono esiliati dal
tiranno. - 8. I corpi dei soldati uccisi dai nemici furono
subito sepolti.

b
Doidalsas, Afrodite accovacciata (copia romana di un originale del III sec. a.C.).
Rodi, Museo Archeologico.

92 UNITAÁ 5
AORISTO PASSIVO FORTE

I verbi coniugati all'aoristo passivo: come


risalire al presente indicativo

Per risalire alla prima persona singolare del presente indicativo, si propongono due schemi, utili
dal punto di vista pratico, se bisogna tradurre una voce verbale coniugata all'aoristo passivo:

1. Verbi con l'aoristo passivo debole

Aoristo Presente Esempi

± in vocale e$-st*-hg-m ? ht*-x, «io sacrifico»


in -hgm ± in dittongo e$-paidet*-hg-m ? paidet*-x, «io educo»

± in gutturale (-jx, -cx, -vx) e$-sg*v-hg-m ? sg*j-x, «io liquefaccio»


e$-uke*v-hg-m ? uke*c-x, «io infiammo»
in -vhgm e$-wt*v-hg-m ? wt*v-x, «io soffio»
± in -rrx (-ssx, < gutturale + j) e$-saqa*v-hg-m ? saqa*rr-x, «io sconvolgo»
± in -fx (< c oppure d + j, raramente) e$-rua*v-hg-m ? rua*f-x, «io sgozzo»

± in labiale (-px, -bx, -ux) e$-kei*u-hg-m ? kei*p-x, «io lascio»


e$-sqi*u-hg-m ? sqi*b-x, «io trito»
in -uhgm e$-hqe*u-hg-m ? sqe*u-x, «io nutro»
± in -psx (< gutturale + j) e$-qqi*u-hg-m ? q<i*ps-x, «io getto»

± in dentale (-sx, -dx, -hx) g$mt*r-hg-m ? a$mt*s-x, «io porto a termine»


z>r-hg-m ? y>d-x, «io canto»
e$-pei*r-hg-m ? pei*h-x, «io persuado»
in -rhgm ± in nasale + dentale (-mdx) e$-rpei*r-hg-m ? rpe*md-x, «io faccio libagioni»
± in -fx (< c oppure d + j) e$-joli*r-hg-m ? joli*f-x, «io porto»
± in -rrx (-ssx, < gutturale + j, ra- e$-pka*r-hg-m ? pka*rr-x, «io plasmo»
ramente)

± in -ai*mx (<*am-j-x) e$-rgla*m-hg-m ? rglai*m-x, «io segnalo»


± in -ei*mx (<*em-j-x) e$-jsa*m-hg-m ? jsei*m-x, «io uccido»
in -mhgm ± in -i°*mx (<*i±m-j-x) x$qi*m-hg-m ? o$qi*m-x, «io eccito»
± in -t°*mx (<*t±m-j-x) z$rvt*m-hg-m ? ai$rvt*m-x, «io disonoro»

± in -ai*qx (<*aq-j-x) e$-jaha*q-hg-m ? jahai*q-x, «io pulisco»


in -qhgm ± in -ei*qx (<*eq-j-x) g$ce*q-hg-m ? a$cei*q-x, «io raccolgo»
± in -t°*qx (<*t±q-j-x) e$-ut*q-hg-m ? ut*q-x, «io bagno»

± in -kkx (<*k-j-x) e$-rsa*k-hg-m ? rse*kk-x, «io mando»


in -khgm

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 93
2. Verbi con l'aoristo passivo forte

Aoristo Presente Esempi

± in gutturale (-jx, -cx, -vx) e$-pka*j-g-m ? pke*j-x, «io intreccio»


e$-pmi*c-g-m ? pmi*c-x, «io soffoco»
in -jgm/-cgm/-vgm e$-wt*v-g-m ? wt*v-x, «io soffio»
± in -rrx (-ssx, < gutturale + j) x$qt*c-g-m ? o$qt*rr-x, «io scavo»
± in -fx (< c oppure d + j) g<qpa*c-g-m ? a<qpa*f-x, «io rapisco»

± in labiale (-px, -bx, -ux) e$-sqa*p-g-m ? sqe*p-x, «io volgo»


e$-sqi*b-g-m ? sqi*b-x, «io consumo»
in -pgm/-bgm/-ugm e$-sqa*u-g-m ? sqe*u-x, «io nutro»
± in -psx (< gutturale + j) e$-st*p-g-m ? st*ps-x, «io colpisco»

± in -ai*mx (<*am-j-x) e$-ua*m-g-m ? uai*m-x, «io mostro»


in -mgm ± in -i°*mx (<*i±m-j-x) e$-jki*m-g-m ? jki*m-x, «io inclino»

± in -qx e$-da*q-g-m ? de*q-x, «io scortico»


± in -ai*qx (<*aq-j-x) e$va*q-g-m ? vai*q-x, «io gioisco»
in -qgm ± in -ei*qx (<*eq-j-x) e$-ja*q-g-m ? jei*q-x, «io taglio»
± in -t°*qx (<*t±q-j-x) e$-ut*q-g-m ? ut*q-x, «io bagno»

in -kgm ± in -kkx (<*k-j-x) e$-rsa*k-g-m ? rse*kk-x, «io mando»

Es. n. 8 - Forma l'aoristo passivo forte dei seguenti verbi.


bke*px (io guardo) - a$kka*rrx (io muto) - ha*psx (io seppellisco) - jo*psx (io taglio) -
jqt*psx (io nascondo) - rpei*qx (io semino) - rua*kkx (io abbatto) - sqe*px (io volgo) -
uhei*qx (io distruggo). - sa*rrx (io ordino).

Es. n. 9 - Coniuga l'aoristo passivo forte dei seguenti verbi.


cqa*ux (io scrivo) - ba*psx (io immergo).

Es. n. 10 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð sg&| q<iuei*rg| - so+m bkabe*msa - sot+| q<iue*msa| - s{ & saue*msi - rua*kghi - sx &m
cqaue*msxm (neutro) - sauz&| - sot& pkaje*mso| (neutro) - oi< ruake*mse| - daqx & ri(m) -
o< rsakei*| - sqibx & lem - rapg*sx - e$sa*cglem - oi< sqape*mse| - ua*mghi - sot&
cqaue*mso| (neutro) - sx & m jkapeirx& m - soi&| sauei&ri(m) - bka*bghi - ai< uamei&rai -
sqibg&mai - sg&| a$pojopei*rg| - a/m ruakei*g| - o< e$jpkacei*| - e$rsqa*ugse - g<
a$pakkacei&ra - e$va*qg - a/m cqauei&em - e$da*qgram - e$bka*bgm.
Ð essendo state inviate (nomin. del part.) - voi due foste nascosti - io fui danneggiato -
essendo stata rubata (nom. del part.) - a quelli che furono schierati - essi furono
guardati - essendo stato danneggiato (nomin. del part.) - di coloro che furono
nascosti - di quelle che furono guardate - a quelli che furono seppelliti - quelle che
furono danneggiate (sogg.) - sii seppellito tu - colui che fu colpito (compl. ogg.) -

94 UNITAÁ 5
essi furono schierati - che voi non siate colpiti - a coloro che furono scorticati - voi
due foste inviati - essi sarebbero stati guardati - egli fu inviato - essendo stato scritto
(nom. del part. neutro).

Il genitivo di specificazione
Il genitivo di specificazione in greco, come in latino, puoÁ essere di vari tipi:
SCHEDA
SINTATTICA ± epesegetico o esplicativo o dichiarativo, quando specifica un nome di concetto gene-
rico:
^ so+ sot& q<o*dot a>mho|
(il fiore della rosa, lat. rosae flos)
± soggettivo, quando indica il soggetto dell'azione espressa dal sostantivo che lo regge:
^ g< sx
& m rsqasixsx& m utcg*
[la fuga dei soldati (= i soldati fuggono), lat. militum fuga (= milites fugiunt)]
± oggettivo, quando indica l'oggetto dell'azione espressa dal sostantivo che lo regge:
^ o< sot& jimdt*mot uo*bo|
[il timore del pericolo (= noi temiamo il pericolo), lat. periculi metus (= nos
periculum timemus)]
± possessivo o di appartenenza, quando indica un possesso:
^ o< sot& Dio+| mex*|
(il tempio di Zeus, lat. Iovis templum)
o< $Ake*namdqo| o< sot& Uiki*ppot
(Alessandro figlio di Filippo, lat. Alexander Philippi filius)
g< sx
& m $Ahgmai*xm vx*qa
(il paese degli Ateniesi, lat. Atheniensium regio)

Es. n. 11 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo le voci verbali espresse con l'aoristo attivo da quelle
d espresse con l'aoristo passivo; poi traduci.
1. Pa&ra g< sx & m baqba*qxm dt*mali| s{ & poke*l{ jasejo*pg jai+ dieuha*qg. - 2. Sx &m
$Ahgmai*xm oi< pkei&rsoi e$m sai&| kasoli*ai| t<po+ mo*rot dieuha*qgram. - 3. Pa*mse| oi<
& m baqba*qxm e$m sat*sz sz& la*vz jasejo*pgram. - 4. Sx
i<ppei&| sx & m $Ahgmai*xm matsijai&|
jai+ pefijai&| dtma*lerim ei$| Rtqajot*ra| pketra*msxm, g< po*ki| dieuha*qg. - 5. <X|
g<le*qa e$ce*meso, so+ sx & m pokeli*xm rsqaso*pedom a$mdqx & m e>qglom e$ua*mg. - 6. Sot&
<Gqajke*ot| paido+| o>mso|, g< %Gqa dt*o dqa*jomsa| e$pi+ sg+m at$sot& et$mg+m e>pelwem, so+
bqe*uo| diauhaqg&mai he*kotra. - 7. Ke*cotrim o%si o< $Avikket+| e$m soi&| sg&| Rstco+|
t%darim t<po+ sg&| lgsqo+| e$ba*ug, dio*si at$sg+ so+m ti<o+m a>sqxsom poiei&m e$bot*keso. - 8. Sx &m
<Ekkg*mxm ei$| so+m rsemo+m $Irhlo+m rtkkece*msxm, o< $Ake*namdqo| g<celx+m sot& rsqa-
set*laso| a$mgcoqet*hg. - 9. Sx & m pokeli*xm ei$| utcg+m sqape*msxm, oi< le+m e>utcom, oi< de+
jasejo*pgram. - 10. <O Pemhet+| ke*cesai t<po+ ctmaijx & m lameirx & m jasaruacg&mai. -
11. <O Pka*sxm e$m sz& $Ajadgli*y, e>mha pkei&rsom vqo*mom uikoroux & m diese*kerem,
$esa*ug. - 12. Oi< sot& $Odtrre*x| e<sai&qoi ei$| rt&| t<po+ sg&| Ji*qjg| lesgkka*cgram. - 13. <O
Ro*kxm, sot+| mo*lot| cqa*wa|, a$po+ sg&| pasqi*do| a$pgkka*cg. - 14. Sot& jimdt*mot

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 95
leci*rsot cemole*mot, o< $Acale*lmxm jai+ o< $Avikket+| pqo+| a$kkg*kot| digkka*cgram.
pqo*seqom d$ ot$dei+| at$sot+| diakka*nai oi'o| g#m.

LABORATORIO LESSICALE

Dall'aggettivo della prima classe rsemo*|, -g*, -o*m («stretto») derivano in italiano:
± broncostenoÁsi ± stenocardõÁa ± stenografare ± stenoÁsi
± cardiostenoÁsi ± stenodattilografõÁa ± stenografõÁa
± laringostenoÁsi ± stenodattilografo ± stenografo
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 12 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo le voci verbali espresse con l'aoristo passivo debole
d da quelle espresse con l'aoristo passivo forte; poi traduci.

1. >Emioi ke*cotri t<po+ Peqia*mdqot Hqartbot*k{ s{ & Likgri*xm stqa*mm{ pkoi&om


e>luoqsom a$porsakg&mai. - 2. >Aniom jai+ Pt*qqot sot& $Gpeiqx*sot lmgrhg*mai, a$mdqo+|
LA LINGUA GRECA... lesa+ $Ake*namdqom sa+ det*seqa e$m rsqasgci*ai| rvo*mso|. - 3. Hatlarhg&mai >Alarim
kalba*mx ke*cotri paqa+ soi&| %Ekkgri dia+ sg+m e$piei*jeiam. - 4. <O Rouojkg&| e$ce*meso so+ ce*mo|
$Ahgmai&o| jai+ s{ & bi*{ jai+ sz& poig*rei peqiuamg*|, jakx & | s$ e$paidet*hg jai+ e$m sz&
$ * $ * <
etpoqiy esqaug. - 5. Oi pkei&rsoi sx & m pokisx & m jasa sgm la*vgm at$sg+m e>perom, g< de+
+ +
po*ki| diaqpacei&ra jaserja*ug. - 6. Hotjtdi*dg| o< rtccqauet+| e$seket*sgrem e$m sz&
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
Hqy*jz jai+ e>mioi ke*cotrim o%si e$jei& e$sa*ug. - 7. Ke*cesai o< Ai$cet*|, htlo+m kabx*m , q<&iwai
kalba*mx jasa+ sg&| pe*sqa| at<so+m jai+ diauhaqg&mai. - 8. #Gm si jktdx*miom e$m sz& haka*rrz,
jimghe*mso| a$po+ sx & m o$qx
& m pmet*laso|. - 9. Et$qipi*dg| o< poigsg+| e$m Rakali&mi
e$cemmg*hg. - 10. >Ekauo|, jtmgce*sa| uet*cotra, t<p$ a$lpe*k{ e$jqt*bg.

Es. n. 13 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d
1. Dopo la sconfitta furono cambiate tutte le alleanze. - 2. Tra tutti gli scultori greci fu
ammirato anche Policleto. - 3. I nostri soldati, pur essendo pochi (gen. assol.), non
furono piegati (sqe*px) dalle forze navali dei barbari. - 4. Si dice che le leggi degli
Spartani furono scritte da Licurgo. - 5. Agamennone fu eletto (pqojqi*mx) capo
supremo della guerra contro Troia, poiche era ammirato da tutti. - 6. Dicono che la dea
Persefone, figlia di Demetra, fu rapita da Plutone, mentre raccoglieva (part. pres.) fiori
in un prato. - 7. Niobe, essendosi recata presso il padre Tantalo, fu trasformata da
Zeus in pietra. - 8. I cavalieri siracusani furono inviati a Catania dal tiranno Dionigi.

FUTURO PASSIVO DEBOLE

Es. n. 14 - Forma il futuro passivo debole dei seguenti verbi.


seke*x (io compio) - ai$me*x (io lodo) - ba*kkx (io lancio) - cicmx*rjx (io conosco) -
dija*fx (io giudico) - dotko*x (io rendo schiavo) - moli*fx (io ritengo) - paidet*x (io
educo) - pqa*rrx (io faccio) - rglai*mx (io indico) - uai*mx (io mostro) - jki*mx (io
piego).

96 UNITAÁ 5
Es. n. 15 - Coniuga il futuro passivo debole dei seguenti verbi.
ceka*x (io rido, derido) - joli*fx (io porto).

Es. n. 16 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð a$nixhg*romsai - hqeuhg*rolai - a$jotrhg*rolai - jasakthg*resai - a/m e$qxsg-
hg*roimso - hatlarhg*rerhai - r{hgro*leha - sai&| bkghgrole*mai| - a$jotrhg*rz - a/
m g<ssghgroi*leha - keiuhg*romsai - a/m r{hg*roio - jkatrhg*resai - uamhg*romsai -
jkghg*rerhe - silghg*rerhai - a/m pqavhg*roiso - oi< e$pisavhgro*lemoi - dijarhg*-
rerhai - a$msisavhg*rolai.
Ð noi saremo annunciati - essi saranno portati - voi sarete resi schiavi - io saroÁ
liberato - a coloro che saranno sollevati - loro due saranno disonorati - di colei che
sta per essere seppellita - a quelle che saranno condotte - egli sarebbe sul punto di
essere conosciuto - tu sarai indicato - di colei che saraÁ amata - essere per essere
educato - voi due sarete giudicati - essere per essere fatto - io saroÁ conosciuto - egli
saraÁ amato - quelle che saranno rese schiave (sogg.) - essere per essere mostrato -
egli saraÁ ascoltato.

Es. n. 17 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate sia esplicite che
d implicite; poi traduci.
1. %Oroi ei$| so+ botketsg*qiom ei$rg*qvomso jqihgro*lemoi, a<pa*msxm ha*maso| jase-
cicmx*rjeso. - 2. Ei$ t<lese*qa po*ki| t<po+ sx & m pokeli*xm a$maqparhg*resai, px & | r{-
hg*rerhe; - 3. Ot$de*m e$rsim e$mhat&sa o= t<u$ t<lx & m $
ot cmxrhg * resai. - 4. Laja * qioi oi<
ei$qgmgpoioi*, o%si at$soi+ ti<oi+ Heot& jkghg*romsai. - 5. Oi< g<le*seqoi pai&de| t<po+ sx & m se
mt&m a$mhqx*pxm jai+ sx & m e>peisa leca*kx| hatlarhg*romsai. - 6. Oi< ba*qbaqoi, mat&|
i<jama+| ot$v o<qx& mse|, a$me*kpirsoi g#ram r{hg*rerhai. - 7. Moli*fx o%si oi< pqodo*sai
dijai*x| silxqghg*romsai. - 8. Lesa+ sg+m la*vgm t<po+ sx & m mijgsx & m pokka+ rua*cia soi&|
heoi&| sthg*resai. - 9. Oi< dijarsai+ e>kecom o%si oi< la*qstqe| e$qxsghg*roimso. - 10. Lg+
pqo*kece o= le*kkei| pqa*sseim. a$stvg*ra| ca+q cekarhg*rz.
c
Maschera funeraria in
oro (attribuita ad
Agamennone),
proveniente dal Tesoro
di Atreo a Micene.
Atene, Museo
Archeologico Nazionale.

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 97
LABORATORIO LESSICALE

Hanno un rapporto etimologico con l'aggettivo di seconda classe le*ca|, leca*kg, le*ca («grande,
spazioso, largo, esteso, di etaÁ matura, lungo, elevato, forte, importante»), oltre all'avverbio leca*kx|
(«grandemente, molto»), anche altri vocaboli greci, per lo piuÁ composti:
± leca*-htlo| (magnanimo) ± lecako-poie*x (io faccio grandi opere)
*
± leca-jkeg| (illustre, glorioso) ± lecako*-poki| (grande cittaÁ)
± lecak-ei&o| (illustre, magnifico) ± lecako-pqaci*a (grande impresa)
± lecak-eio*sg| (magnificenza, eccellenza) ± lecako*-rsemo| (di grande forza, robusto)
± lecak-gcoqi*a (magniloquenza) ± lecako*-sevmo| (di grande arte)
± lecak-g*sxq (magnanimo, ardimentoso, orgoglio- ± lecako*-uiko| (che ha grandi amici)
so) ± lecako*-uqome*x (io sono orgoglioso, sono su-
± lecak-i*folai (io sono orgoglioso, sono superbo) perbo)
± lecako*-bio| (di vita gloriosa) ± lecako*-uqxm (generoso, coraggioso, nobile)
± lecako-cmx*lxm (magnanimo) ± lecako*-utg*| (di nobile natura, di nobile indole,
± lecako-cqaui*a (pittura grandiosa) dignitoso)
± lecako-doni*a (grande stima di seÂ) ± lecako-wtve*x (io sono generoso)
± lecako-dxqi*a (munificenza, liberalitaÁ) ± lecak-x*mtlo| (di grande nome, glorioso)
± lecako-eqco*| (che fa grandi cose) ± le*ca-qom (megaron, sala per gli uomini, abita-
± lecako-jqa*sxq (che domina ampiamente) zione, dimora)
± lecako*-moia (altezza di mente, sommo ingegno) ± le*ce-ho| (grandezza, statura, importanza)
± lecako-pa*heia (pazienza)
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.
Dei numerosi vocaboli italiani che derivano da le*ca| elenchiamo i piuÁ ricorrenti:
± epatomegalõÁa ± megafono ± megaloÁmane ± meÁgaton
± megacardõÁa ± megalõÁte ± megalomanõÁa
± megaciclo ± megalitico ± megaloÁpoli
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 18 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il futuro passivo; poi
d traduci.
1. $Aei+ pirsethg*rz ei$ a$kghet*ei|. oi< ca+q a>mhqxpoi lg+ a$kghet*omse| ot>pose pi-
rsethg*romsai. - 2. <O a$qesg&| jai+ e$pirsg*lg| hgratqot+| e>vxm ot>pose rseqghg*resai. -
3. $Em { ' le*sq{ lesqei&se, jai+ t<lei&| a$msilesqghg*rerhe. - 4. Oi< sx & m a$mhqx*pxm
LA LINGUA GRECA...
kacva*mx et$eqce*sai a$hama*sxm silx & m t<u$ g<lx& m a$nixhg*romsai. - 5. <O Dglorhe*mg| a$ei+ t<po+
pa*msxm hatlarhg*resai jai*, leca*kg| silg&| kavx*m , a>qirso| q<g*sxq molirhg*resai - 6.
$Emi*ose fglixhg*romsai* sime| ot$de+m a$dijg*ramse|. - 7. <O soi&| a>uqori pirset*ra| at$so+|
a>uqxm molirhg*resai. - 8. Oi< $Ahgmai&oi e$wgui*ramso so+m $Aqlo*diom jai+ so+m
$Aqirsocei*soma sg&| po*kex| et$eqce*sa| jkghg*rerhai. - 9. Ke*cotri so+m Patrami*am,
le*kkomsa e$m sz& o<d{& rtkkguhg*rerhai, pqo+| so+ sg&| $Ahgma&| i<eqo+m dqo*l{ vxqg&rai. -
10. $Epei+ oi< pqe*rbei| sat&sa ei$| sg+m po*kim a$pg*cceikam, pa*mse| a$mdqapodirhg*rerhai
{> omso.

Es. n. 19 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Il re proclamoÁ che la patria sarebbe stata salvata. - 2. La madre sperava che sarebbe
stata salvata dai figli. - 3. Agatocle diceva che i Cartaginesi sarebbero stati vinti
facilmente. - 4. CircondaÁti dai nostri, i Medi temevano che sarebbero stati sconfitti

98 UNITAÁ 5
(ottat. fut. pass.). - 5. Il servo promise che la casa del suo padrone sarebbe stata
custodita. - 6. Se direte cose sciocche, non sarete ascoltati da nessuno. - 7. La figlia
promette alla padrona morente che da lei saranno allevati i fratelli orfani. - 8. Coloro
che ammirano i disonesti saranno ritenuti disonesti.

FUTURO PASSIVO FORTE

Es. n. 20 - Forma il futuro passivo forte dei seguenti verbi.


cqa*ux (io scrivo) - jke*psx (io rubo) - jo*psx (io batto) - lai*molai (io impazzisco) -
rsqe*ux (io volto) - sqe*px (io volgo) - uhei*qx (io corrompo, distruggo) - lilmg*rjolai
(io mi ricordo).

Es. n. 21 - Coniuga il futuro passivo forte dei seguenti verbi.


sqe*ux (io nutro) - a$kka*rrx (io muto).

Es. n. 22 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð ai< uamgro*lemai - sa+| uamgrole*ma| - jqtbgro*leha - sx
& m ruakgrole*mxm - sa+
q<augro*lema - sot& uhaqgrole*mot - rjaug*rolai - bkghg*rerhe - sajg*romsai -
a$macqaug*rerhai - sa+ a$kkacgro*lema - diauhaqg*rz - rsqaug*romsai - a/m
uamg*roirhe - pkajg*rerhai - diauhaqg*rolai - o< sqaugro*lemo| - a/m a$kkacg*-
roimso.
Ð di colei che saraÁ ingannata - a coloro che saranno sepolti - tu saresti sul punto di
essere ingannato - a colei che saraÁ nutrita - essere per essere scritto - egli saraÁ
mutato - essere per essere danneggiato - coloro che sono sul punto di essere battuti
(compl. ogg.) - a quelle che saranno ingannate - di colui che saraÁ corrotto - voi
sarete guardati - di coloro che saranno mutati - colei che appariraÁ (sogg.) - tu sarai
ingannato - colui che saraÁ lanciato (compl. ogg.) - io saroÁ battuto - loro due
appariranno - noi saremo mandati.

Es. n. 23 - Completa il seguente schema, annotando per ciascuna voce verbale tutti i dati richiesti.
L'esercizio eÁ avviato.

Suffisso
Voce Tema temporale Modo e Persona e nu-
DiaÁtesi Traduzione
verbale verbale e desi- tempo mero
nenza
e$utka*vhgm utkaj- -hg-m indicativo prima persona passiva «io fui custodito»
aoristo singolare
paidethg*resai paidet- -hg-re-sai indicativo terza persona passiva «egli saraÁ educato»
futuro singolare
jqihgro*lemoi
hatlarhg*rz
e$r{*hgram

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 99
jolirhx
& lem
uikghg*rerhai
jqi*hgsi
ruakg*rolai
sekerhg&mai
uamg*roiso
paidethei&ra
cqaug*rerhai
lmgrhx
& ri(m)
cmxrhg*rerhe
pqacei*g
sacgroi*rhgm
e$pei*rhg|
bkabei*|
jqtug*sxm
q<iuhei&em
a$ccekhg*rerhe
e$uobg*hgm
uhaqgroi*leha

Es. n. 24 - Indica ``vero'' (V) o ``falso'' (F) per ciascuna delle seguenti affermazioni.
VERO FALSO

1. L'infinito aoristo fortissimo di dt*x eÁ dt&rai. &


V &
F
2. La prima persona singolare dell'indicativo aoristo passivo di sqe*ux
eÁ e>sqauom. &
V &
F
3. La terza persona plurale dell'ottativo futuro passivo di jqi*mx eÁ
jqihg*roimso. &
V &
F
4. La seconda persona plurale dell'imperativo aoristo fortissimo di
bai*mx eÁ bg&se. &
V &
F
5. La terza persona singolare del congiuntivo aoristo fortissimo di
cicmx*rjx eÁ cmx
& ri(m). &
V &
F
6. La prima persona singolare dell'indicativo aoristo passivo di
bke*px eÁ e$bke*uhgm. &
V &
F
7. La seconda persona singolare dell'indicativo futuro passivo di
sila*x eÁ silghg*roio. &
V &
F
8. L'infinito aoristo passivo di bka*psx eÁ bkabg&mai. &
V &
F

100 UNITAÁ 5
Es. n. 25 - Scegli la traduzione corretta tra quelle proposte.

1. hatlarhg*romsai 2. e$ua*mg
& essi saranno ammirati & io apparvi
& essi ammireranno & egli apparve
& essi furono ammirati & tu apparisti

3. jqihg&mai 4. jqtbgro*leha
& essere per essere giudicato & noi saremo nascosti
& essere stato giudicato & noi fummo nascosti
& aver giudicato & noi nasconderemo

5. mijghei*| 6. r{hg*rerhai
& essendo stata vinta & essere per salvare
& avendo vinto & essere stato salvato
& essendo stato vinto & essere per essere salvato

Es. n. 26 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il futuro passivo; poi
d traduci.
1. Lesa+ sg+m e$m Rakali&mi matlavi*am, o< Ne*qng| sg+m rsqasia+m ei$| so+m <Ekkg*rpomsom
a$pe*rseikem. e$uobei&so ca+q lg+ ai< ce*utqai t<po+ sx & m <Ekkg*mxm diakthei&em. - 2. <G mg&ro|
pqo*seqom o$molafole*mg Rijami*a, ei#sa Rijeki*a e$jkg*hg. - 3. At$so+| jai+ e$a+m o< a>qirso|
rsqasgco+| z#, ot$j o< a>qirso| a>mhqxpo| soi&| a>kkoi| uamg*resai, so+m htlo+m ca+q x % rpeq
ki*hom e>vei. - 4. Ei$ g<lei&| sx& m <Ekkg*mxm oi< a>qirsoi a$ei+ e$ro*leha, g< g<lese*qa po*ki|
ot$de*pose t<po+ sx & m rtluoqx & m jai+ sx & m jimdt*mxm a$kkacg*resai. - 5. Oi< uiko*rouoi
e>kecom so+m sg&| roui*a| jaqpo+m ot>pose uhaqg*rerhai. - 6. $Ejei&mo| o< a>mhqxpo| jajo*|
e$rsim. pokkoi+ ui*koi t<p$ at$sot& e$bka*bgram jai+ bka*psomsai jai+ bkabg*romsai. - 7. <X|
g<lei&| t<po+ sx
& m pase*qxm jakx & | e$sqa*uglem, ot%sx sa+ se*jma t<u$ g<lx & m jakx & | sqa-
ug*romsai. - 8. <O rsqasgco*|, pqx & so| la*vgm rtma*wa|, kalpqx $
& | acxmira*lemo| die-
uha*qg. - 9. Oi< rsqasix & sai e>kecom o%si e$m sot*s{ s{ & poke*l{ rt+m soi&| heoi&| ot$j a/m
ruakg*roimso. - 10. Oi< $Ahgmai&oi, so+m koilo+m diautco*mse|, g>kpifom lgdemi+ a>kk{
morg*lasi* pose e>si diauhaqg*rerhai. - 11. %Ose g< sx & m a$mhqx*pxm wtvg+ sot& rx*laso|
a$pakkacg*resai, ei$| a$ei+ bix*resai. - 12. <O $Ioba*sg| e$mo*life so+m Bekkeqouo*msgm t<po+
sg&| Vilai*qa| diauhaqg*rerhai. - 13. <O cexqco*|, uobot*lemo| lg+ uhaqg*roiso o<
ri&so|, rtmg*ceiqem at$so+m ei$| ngqo+m so*pom. - 14. Oi< rsqasgcoi+ e$botket*omso rt+m soi&|
rtlla*voi|, o%px| sauei*gram oi< sx & m <Ekkg*mxm mejqoi*.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo maschile ki*ho|, -ot («pietra, sasso, marmo») derivano vari termini italiani:

± calcolõÁte ± litõÁasi ± litografõÁa ± monolitico


± criolõÁte ± litoceramica ± litosfera ± neolitico
± eneolitico ± litoÁdomo ± litoteca ± paleolitico
± fotolitografõÁa ± litoÁfago ± megalõÁte
± litantraÁce ± litogeÁnesi ± mesolitico
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 101
Es. n. 27 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo le voci verbali espresse con l'aoristo passivo da
d d quelle espresse con il futuro passivo; poi traduci.
1. <O Jqoi&ro|, e$pideina*lemo| (part. aor. medio di e$pidei*jmtli) sg+m sg&| barikei*a|
et$dailomi*am jai+ so+ pkg&ho| sx & m e$hmx
& m, e$botkg*hg e$qxsg&rai $Ama*vaqrim, o>msa pqe-
rbt*sasom sx & m rouirsx & m, si*ma moli*fei sx & m o>msxm a$mdqeio*sasom. - 2. <O rsqasgco*|, o=|
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
$apohmg*rjeim e>lekkem, t<po+ sx <
& m atsot& rsqasixsx & m e$r{*hg. - 3. Oi< Jaqvgdo*mioi, g<ssg-
stcva*mx he*mse| t<po+ Ce*kxmo|, e$pi+ sorot&so jasepka*cgram x % rse sa+| mt*jsa| a%pamsa| diacqt-
pmei&m utka*ssomsa| sg+m po*kim. - 4. <O Le*mxm, pqi+m dg&kom ei#mai si* poig*rotrim oi< a>kkoi
rsqasix & sai, so+ e<atsot& rsqa*setla rtme*kecem. - 5. $Ecx+ o%px| cicmx*rjx jai+ e$paidet*hgm,
ot%sx jai+ poix & , jai+ dia+ sat&sa ai$mehg*rolai t<po+ sx & m ui*kxm. - 6. Oi< Kajedailo*mioi
e$ne*bgram jai+ rtmstvo*mse| s{ & Jt*q{ sg+m sx & m Rpaqsiasx & m ei$| at$so+m et>moiam
$apg*cceikam. - 7. So+ rsqasgcei&m sa+ a>kka e$a*rx jai+ sot&s$ e$cx+ jqi*mx jai+ oi< a>qirsoi
rsqasgcoi+ jqi*motrim, jakx & | cmx & mai so+m e$vhqo*m. - 8. %Ose e$j sx & mde po*mxm kthg*rolai,
pokka+ dx & qa soi&| heoi&| a$mahg*rx (offriroÁ). - 9. $Em sz& pasqi*y cz&, ot' e$paidet*hg|,
saug*rz, %ima oi< ui*koi rot sila&m re dt*mxmsai (possano). - 10. Lesa+ so+m po*kelom oi<
g<le*seqoi pai&de| pokk{ & jqei*ssome| uamg*romsai jai+ g< po*ki| sx & m jajx& m a$pakkacg*resai.

Es. n. 28 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con l'aoristo passivo e il
d d futuro passivo; poi traduci.
1. Jolirhg&mai le+m de+ so+m sat&qom sot&som ke*cotrim e$| Pekopo*mmgrom e$j Jqg*sg| jai+
<Gqajkei& sx & m dx*deja jokotle*mxm e%ma jai+ sot&som ceme*rhai so+m a#hkom. (da PAUSANIA) -
2. Oi< Sqia*jomsa, ot$je*si moli*fomse| a$ruakg& rui*ri sa+ pqa*clasa, e$botkg*hgram $Eket-
ri&ma kabei&m. (da SENOFONTE) - 3. Lg+ jqi*mese, %ima lg+ jqihg&se. e$m { ' ca+q jqi*lasi jqi*mese
jqihg*rese, jai+ e$m { ' le*sq{ lesqei&se lesqghg*resai t<li&m. (da MATTEO) - 4. Ot$de+m
x$uekg*rei| ratso+m silx & m pomgqo+m a>mdqa, at$so+m de+ st*psxm pke*om x$uekghg*rz. (da
ESOPO) - 5. Jasaba+| a$po+ sot& %ippot, o< Jt&qo| pqorg&khem x<| uikg*rxm so+m Jtana*qgm
jasa+ so+m mo*lom, o< de+ Jtana*qg| jase*bg le+m a$po+ sot& %ippot, a$persqa*ug de+ jai+ ot$ le+m
e$ui*kgrem, dajqt*xm de+ uameqo+| g#m. (da SENOFONTE) - 6. Pelwa*rg| de+ e$jei*mg| (cioeÁ
Ifigenia), $Acale*lmxm e>lekke rua*feim, >Aqseli| de+ at$sg+m a<qpa*rara, e>kauo| a$ms'
at$sg&| paqa+ s{ & bxl{ & e$ua*mg. (da APOLLODORO) - 7. Cmai&o| Polpg*io| t<po+ sx & m <Qxlai*xm
$gcapg*hg sorot&som o%rom o< pasg+q at$sot& e$lirg*hg. (da PLUTARCO) - 8. %Orsi| t<wx*rei
e<atso+m sapeimxhg*resai jai+ o%rsi| sapeimx*rei e<atso+m t<wxhg*resai. (da MATTEO) -
9. %Orom ai< a>kkai ai< jasa+ so+ rx & la g<domai+ a$polaqai*momsai, sorot&som uamg*romsai ai<
peqi sot| kocot| epihtliai jai g<domai*. (da PLATONE) - 10. <O $Akjibia*dg|, botko*lemo|
+ + * $ * +
lesa+ sx& m rsqasixsx & m a$popkei&m oi>jade, a$mg*vhg et$ht+| e$pi+ Ra*lot. e$jei&hem de*, kabx+m
sx & m ei>jorim, e>pketre sg&| Jaqi*a| ei$| so+m Jeqalijo+m jo*kpom. (da SENOFONTE)
& m mex

Es. n. 29 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Dal comandante saranno inviati all'accampamento dei nemici alcuni ambasciatori


per chiedere la pace. - 2. Crediamo che coloro i quali ascoltano i cattivi consigli
saranno sempre danneggiati. - 3. I traditori saranno seppelliti senza onori. - 4. Molte
corone di rose saranno intrecciate dalle fanciulle. - 5. Solo gli sciocchi saranno
ingannati da colui che non dice mai la veritaÁ. - 6. Ritengo che la guerra non saraÁ vinta
da voi, ma dai nemici. - 7. Se combatterete valorosamente, la battaglia saraÁ vinta da
voi. - 8. Quel popolo presto saraÁ liberato dalla schiavituÁ.

102 UNITAÁ 5
VERSIONI

§
d s1. Il corvo malato s
Jo*qan morx & m sz& lgsqi+ e>kecem. «Lg&seq, soi&| heoi&| et>vot jai+ lg+ hqg*mei.» <G de+
.
t<pokabot&ra «Si*| re, x # se*jmom, sx& m hex& m e$keg*rei; Si*mo| ca+q jqe*a| t<po+ rot& ce ot$j
e$jka*pg;»
Ot%sx| oi< pokkot+| e$vhqot+| e$m bi*{ e>vomse| ot$de*ma ui*kom e$m a$ma*cjz et<qg*rotrim.
(da ESOPO)

§
d s 2. Zeus ed Ermes s

Fet+| <Eqlg&m pqore*sane pa&ri soi&| sevmi*sai| wet*dot| ua*qlajom e$cvei&m. <O de*,
sot&so sqi*wa| jai+ le*sqom poig*ra| >irom, e<ja*rs{ e$me*veem. $Epei+ de*, lo*mot sot& rjtse*x|
t<pokeiuhe*mso|, pokt+ jaseke*keipso (era rimasta) ua*qlajom, o%kgm kabx+m sg+m htei*am,
e$me*veem at$s{
& . Ja$j sot*sot rtme*bg sot+| sevmi*sa| a%pamsa| wet*derhai, la*kirsa de+
pa*msxm sot+| rjtse*a|.
<O lt&ho| pqo+| wetdoko*cot| sevmi*sa|.
(da ESOPO)

Iuppiter Mercurium iussit omnibus opificibus mendacii partem infundeÆre. Tunc


ille, cum eam confecisset, cuique parem portionem infudit. Sed, cum Mercurius sutoris
tantum oblõÅtus esset et cum mendacii magna pars superesset, eam totam quae in
mortario continebatur illi infudit. Quare accõÆdit ut omnes opifõÆces mendacia diceÆrent,
sutores autem maiora quam ceteÆri.
Fabula ad opifõÆces mendaces apta est.

§
d
s 3. L'usignolo e la rondine s

$Agdo*mi rtmebot*kete vekidx+m soi&| a$mhqx*poi| ei#mai o<lx*qouom jai+ rt*moijom, x<|
at$sg*. <G de+ ei#pem. «Ot$ he*kx sg+m kt*pgm sx & m pakaix
& m lot rtluoqx & m lelmg&rhai
(ricordare) jai+ dia+ sot&so sa+| e$qg*lot| oi$jx
& .»
<O lt&ho| dgkoi& so+m ktpghe*msa e>j simo| st*vg| jai+ so+m so*pom uet*ceim e$he*keim,
e>mha g< kt*pg rtme*bg.
(da ESOPO)

Hirundo lusciniam hortabatur ut hominum amica et socia esset, sicut ipsa faciebat.
Luscinia autem: «Pristinorum meorum malorum dolorem renovare nolo, quare in
desertis locis moror.»
Fabula docet eum qui alõÆqua calamitate affectus sit, locum ipsum, in quo dolor
accideÆrit, fugeÆre velle.

§
dd s 4. ProtesilaÁo e LaodamõÁa s

$Amavhe*mse| (sogg. sott. gli Achei) de+ a$po+ sg&| Seme*dot, pqore*pkeom Sqoi*y jai+
pe*lpotrim $Odtrre*a jai+ Leme*kaom sg+m <Eke*mgm jai+ sa+ vqg*lasa a$paisot&msa|.
Rtmahqoifole*mg| de+ paqa+ soi&| Sqxri+m e$jjkgri*a|, ot$ lo*mom <Eke*mgm ot$j a$pedi*dotm
(imperf. di a$po-di*dxli), a$kka+ jai+ sot*sot| jsei*meim g>hekom.
Oi< de+ %Ekkgme|, a$vho*lemoi e$pi+ sz& sx
& m baqba*qxm jasauqomg*rei, a$makabo*mse|

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 103
sg+m pamopki*am, e>pkeom e$p$ at$sot*|. Sx & m de+ <Ekkg*mxm pqx & so| a$pe*bg sg&| mex+|
$ $
(sbarcoÁ) Pqxseri*kao| jai*, jsei*ma| otj oki*cot| sx & m baqba*qxm, t<u$ %Ejsoqo| hmz*-
rjei. Sot*sot g< ctmg+ Kaoda*leia jai+ lesa+ ha*masom g>qa jai*, poig*rara ei>dxkom
Pqxserika*{ paqapkg*riom, sot*s{ pqorxli*kei.
<Eqlg&| de*, e$kegra*msxm hex
& m, a$mg*cace Pqxseri*kaom e$n %Aidot. Kaoda*leia de*,
moli*rara at$so+m e$j Sqoi*a| e>qverhai, so*se le+m e$va*qg, pa*kim de+ e$pamavhe*mso| ei$|
%Aidot, e<atsg+m e$uo*metrem.
(da APOLLODORO)

Analisi guidata
d COMPRENSIONE TESTUALE
1. Per quale scopo OdõÁsseo e MenelaÁo furono mandati a Troia?
2. Quale fu la successiva decisione dei Troiani e dei Greci?
3. Chi era ProtesilaÁo e da chi fu ucciso?
4. Come si comportoÁ LaodamõÁa dopo la morte dello sposo?
d COMPETENZA LINGUISTICA
1. Quali voci verbali di aoristo passivo si possono individuare nel brano?
2. Quale tipo di costrutto eÁ Rtmahqoifole*mg| ... e$jjkeri*a| (r. 3)?
3. Qual eÁ il valore sintattico dei participi a$vho*lemoi (r. 5), a$makabo*mse| (r. 5), jsei*ma| (r. 7),
poig*rara (r. 8) e moli*rara (r. 11)?
4. La proposizione at$so+m ... e>qverhai (r. 11) eÁ una oggettiva o una soggettiva?

§
dd
s 5. Le conquiste di Ciro s

Jt&qo| paqakabx+m jai+ sa+ e$m sz& $Ari*y e>hmg at$so*mola o>msa, o<qlghei+| rt+m o$ki*cz
Peqrx & m rsqasiy&, e<jo*msxm le+m g<cg*raso Lg*dxm, e<jo*msxm de+ <Tqjami*xm, jasersqe*-
waso de+ Rt*qot|, $Arrtqi*ot|, $Aqabi*ot|, Jappado*ja|, Uqt*ca| a$luose*qot|,
Ktdot*|, Ja&qa|, Uoi*mija|, Babtkxmi*ot|, g#qne de+ Bajsqi*xm jai+ $Imdx & m jai+ Jiki*jxm,
x<rat*sx| de+ Rajx & m jai+ Paukaco*mxm jai+ Laqiadtmx & m jai+ a>kkxm de+ palpo*kkxm
e$hmx& m, x' m ot$d$ a/m sa+ o$mo*lasa e>voi si| ei$pei&m (dire), e$pg&qne de+ jai+ <Ekkg*mxm sx & m e$m sz&
$Ari*y, jasaba+| d$ e$pi+ ha*karram jai+ Jtpqi*xm jai+ Ai$ctpsi*xm.
Jai+ soi*mtm sx & m e$hmx& m sot*sxm g#qnem ot>se at$s{ & o<lockx*rrxm o>msxm ot>se
a$kkg*koi| jai+ o%lx| e$dtma*rhg (poteÂ) e$uije*rhai le+m e$pi+ sorat*sgm cg&m s{ & e<atsot& uo*b{,
x% rse jasapkg&nai pa*msa| jai+ lgde*ma e$piveiqei&m at$s{ &.
(da SENOFONTE)

§
dd s 6. Dario si prepara ad invadere la Grecia s

Sot& Daqei*ot jeket*ramso|, e$pi+ sot+| %Ekkgma| rsqasia+ paqerjeta*rhg jai+


rso*ko| le*ca| e$m soi&| sg&| $Ari*a| kile*ri rtmeke*cg. Pqi+m de+ so+m po*kelom e$juamhg&mai,
paqa+ sot& Daqei*ot jg*qtje| a$persa*kgram cg&m jai+ t%dxq ai$sg*romse| sot+| %Ekkgma|.
& m <Ekkg*mxm pkei&rsoi save*x| t<pg*jooi e$ce*momso, vxqi+| sx
Oi< sx & m $Ahgmai*xm jai+
sx& m Pkasaie*xm jai+ sx & m Kajedailomi*xm, oi= at$si*ja ei$| so+m po*kelom paqerjeta*ramso.
<O Daqei&o| g>kpifem at$sot+| t<po+ sot& e<atsot& rso*kot q<y&om ei$| utcg+m sqapg*rerhai jai+
e$mo*lifem o%si jai+ a>kkai po*kei| mijghg*roimso.

104 UNITAÁ 5
Guida alla traduzione

Il Io periodo della versione n. 6 ha la principale (e$pi+ sot+| ... paqarjeta*rhg) ed una


coordinata ad essa (jai+ rso*ko| ... rtmeke*cg) precedute da una causale-temporale implicita co-
struita con il genitivo assoluto (Sot& ... jeket*ramso|). Il IIo periodo eÁ introdotto da una temporale
implicita espressa con pqi*m e l'infinito (Pqi+m de+ ... e$juamg&mai), segue la principale (paqa+ sot& ...
a$persa*kgram), da cui dipende una finale implicita costruita con il participio futuro (cg&m jai+ ...
ai$sg*romse| sot+| %Ekkgma|). Due sono le proposizioni del IIIo periodo: la principale (Oi< sx & m ...
e$ce*momso ... Kajedailomi*xm) e una relativa propria che da essa dipende (oi= ... paqerjeta*ramso). Il
IVo ed ultimo periodo consta, infine, di quattro proposizioni cosõÁ strutturate: dalla principale (<O
Daqei&o| g>kpifem) dipende un'oggettiva con il verbo all'infinito futuro (at$sot+| ... sqapg*rerhai),
dalla coordinata alla principale (jai+ ... e$mo*lifem) dipende un'oggettiva espressa con o%si e l'ottativo
obliquo (o%si ... mijghg*roimso).

§
dd s 7. EÁracle conquista la cintura di Ippolita s

>Emasom a>hkom <Gqajkei& e$pe*sane (sogg. sott. EurõÁsteo) fxrsg&qa joli*feim so+m
<Ippokt*sg|. At%sg e$bari*kete sx & m $Alafo*mxm, ai= jas{*jotm peqi+ so+m Heqlx*domsa
posalo*m, e>hmo| le*ca sa+ jasa+ po*kelom. g>rjotm ca+q a$mdqi*am jai*, ei> pose licei&rai
(essendosi unite a degli uomini) cemmg*raiem, sa+ hg*kea e>sqeuom.
Ei#ve de+ <Ippokt*sg so+m >Aqeo| fxrsg&qa, rt*lbokom sot& pqxset*eim a<parx & m. $Epi+
sot&som som fxrsg&qa <Gqajkg&| epelpeso kabei&m (inf. con val. finale) at$so*m,
+ $ *
e$pihtlot*rg| sg&| Et$qtrhe*x| htcasqo+| $Adlg*sg|. <Gqajkg&|, sg+m le+m <Ippokt*sgm
jsei*ma|, so+m fxrsg&qa a$uaiqei&sai, pqo+| de+ sa+| koipa+| (sott. Amazzoni) a$cxmira*lemo|,
a$popkei&. Joli*ra| de+ so+m fxrsg&qa ei$| Ltjg*ma|, e>dxjem (la diede) Et$qtrhei&.
(da APOLLODORO)

UNO SGUARDO AL PASSATO

Le Amazzoni come armi archi, frecce, asce e giavellotti.


Poiche dalla loro organizzazione sociale erano

L e Amazzoni ($Alafo*mg|), discendenti se-


condo una tradizione mitica dal dio Ares,
erano un leggendario popolo costituito da donne
esclusi completamente gli uomini, le Amazzoni,
spinte dalla necessitaÁ della riproduzione, due vol-
te l'anno si recavano ai confini del loro paese, per
guerriere, che abitavano sulla costa meridionale accoppiarsi con gli uomini delle vicine tribuÁ;
del mar Nero. trattenevano poi presso di se solo le figlie nate da
Esse, pur essendo delle donne bellissime, assu- queste unioni; se, invece, nascevano dei maschi,
mevano un comportamento tipicamente ma- essi venivano uccisi, o affidati ai padri, o resi
schile, in quanto si dedicavano alla guerra e alla inabili, dal momento che venivano fratturate loro
politica. La loro comunitaÁ era governata da due le gambe e le braccia.
regine, delle quali una si occupava degli affari Secondo una versione del mito, le giovani
interni, l'altra deteneva il potere militare e Amazzoni sarebbero state mutilate di uno o di
provvedeva alla difesa dagli attacchi nemici. In entrambi i seni, per meglio utilizzare l'arco,
guerra esse erano abili cavallerizze, si protegge- tuttavia, nelle arti figurative, esse sono sempre
vano con scudi a forma di mezzaluna e usavano rappresentate con i seni intatti. )

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 105
La prima regina di quel popolo fu AntõÁope, che
si innamoroÁ di TeÁseo, leggendario re degli Ate-
niesi, e gli diede un figlio, Ippolito. Alcuni mi-
tografi, tuttavia, sostengono che non fu Antiope
ad innamorarsi di TeÁseo, ma fu TeÁseo a rapirla,
per cui le Amazzoni fecero poi una scorreria
punitiva in Attica, per vendicare il ratto della loro
regina e punire TeÁseo. Il loro attacco fu respinto e
la vittoria degli Ateniesi venne successivamente
celebrata come la prima azione militare con la
quale Atene respinse invasori stranieri.
Famosa regina delle Amazzoni fu anche Ippo-
lita, che aveva ricevuto dal padre Ares una bel-
lissima cintura. Una delle imprese di EÁracle fu di
impadronirsi di questa cintura: egli riuscõÁ nel suo
intento uccidendo Ippolita. Secondo un'altra tra-
dizione mitica, EÁracle l'avrebbe fatta prigioniera
e l'avrebbe data in sposa a TeÁseo, il quale da lei, e
non da Antiope, avrebbe avuto Ippolito.
Degna di ricordo eÁ, infine, Pentesilea, che si
recoÁ a Troia in soccorso di Priamo dopo la morte
di Ettore; lõÁ fu uccisa da Achille, il quale, mentre
m
vibrava il colpo mortale, fu colpito dall'amore per Statuetta in bronzo che rappresenta un'amazzone pronta per la
lei. battaglia. Londra, National Gallery.

§
dd
s 8. Il fiume Alfeo s

$Akueio+| posalo*| e$rsi sg&| $Aqjadi*a| jasa+ Pi&ram sg&| $Oktlpi*a|. e$jakei&so de+ so+
pqo*seqom Mt*jsilo|. >Epeisa de+ e$jakei&so Rst*lugko| a$po+ Rstlug*kot sot& >Aqex|
paido*|. Ot'so| ca*q, so+m ti<o+m so+m ui*kippom $Akjlai*xma a$pobakx+m jai+ a$htli*y
rtrvehei*|, e<atso+m e>qqiwem ei$| posalo+m Mt*jsilom, o=| a$p$ at$sot& Rst*lugko| le-
sxmola*rhg.
>Epeisa de+ e$jkg*hg $Akueio+| di$ ai$si*am soiat*sgm. $Akueio*|, ei'| sx
& m so+ ce*mo| a$u$
<Gki*ot jasaco*msxm, a$likkghei+| s{ & a$deku{ & peqi+ a$qvg&|, a$mei&ke at$so+m jai*, t<po+
Poimx & m (dee della vendetta) e$katmo*lemo|, e>bakem e<atso+m ei$| posalo+m Mt*jsilom, o=|
$ap$ at$sot& $Akueio+| lesxmola*rhg.
(da PLUTARCO)

§
dd s 9. Catone contro gli IbeÁri s

Vqo*m{ d$ t%rseqom, o%se <Qxlai&oi Jeksoi&| se soi&| peqi+ Pa*dom e$poke*lotm jai+
Uiki*pp{ s{ & Lajedo*mi, e$mexse*qiram at#hi| at$sot+| oi< >Ibgqe|.
Jai+ at$soi&| e$pe*luhgram e$j <Qx*lg| rsqasgcoi+ sot&de sot& poke*lot Relpqx*mio*|
se Sotdisamo+| jai+ La&qjo| >Ekotio|, lesa+ d$ e$jei*mot| Limot*jio| jai*, e$pi+ sot*s{
lei*fomo| e>si sg&| jimg*rex| cicmole*mg|, lesa+ pke*omo| dtma*lex| e$pe*luhg Ja*sxm,
/ m e>si pa*lpam, at$rsgqo+| de+ jai+ uiko*pomo|, rtme*rei se cmx*lg| jai+ dei-
me*o| le+m x

106 UNITAÁ 5
mo*sgsi ko*cxm a$qipqepg*|, x
% rse at$so+m e$pi+ soi&| ko*coi| e$ja*kotm oi< <Qxlai&oi Dg-
lorhe*mg, ptmhamo*lemoi so+m a>qirsom e$m soi&| %Ekkgri q<g*soqa cecemg&rhai (fosse stato)
Dglorhe*mg.

§
dd s 10. Deucalione e Pirra s

$Epei+ Fet+| so+ vakjot&m ce*mo| a$uami*rai g$he*kgrem, o< Detjaki*xm lesa+ sg&| Pt*qqa|
ei$| ka*qmaja ei$re*bg. Fet+| de*, a$p$ ot$qamot& pokt+m t<eso+m ve*a|, sa+ pkei&rsa sg&| <Ekka*do|
le*qg jase*jktrem, x % rse pa*msa| sot+| a$mhqx*pot| diauhaqg&mai, o$ki*cxm vxqi*|, oi= ei$| sa+
>oqg sa+ pkgri*om e>utcom.
<O de+ Detjaki*xm rt+m sz& Pt*qqy e$u$ g<le*qa| e$mme*a e$m sz& ka*qmaji dia+ sg&|
haka*rrg| ue*qesai. >Epeisa s{ & Paqmarr{ & pqori*rvei jai*, sx & m o>lbqxm pat&kam
kabo*msxm, e$j sg&| ka*qmajo| e$jba*|, Dii+ ht*ei. Fet+| de+ at$so+m e$pe*sqewem ai<qei&rhai o% si
bot*kesai jai+ o< Detjaki*xm ai<qei&sai sot+| a$mhqx*pot| ceme*rhai. Dio+| jeket*ramso|,
t<pe+q sg&| jeuakg&| ki*hot| e>bakkom. ot=| le+m o< Detjaki*xm e>bakem a>mdqe|, ot=| de+ g<
Pt*qqa e>bake ctmai&je| e$ce*momso.
(da APOLLODORO)

UNO SGUARDO AL PASSATO

Deucalione e Pirra

D eucalione, figlio di PromeÁteo e di ClõÁmene,


sposoÁ la cugina Pirra, figlia di EpimeÁteo
(fratello di PromeÁteo) e di Pandora.
Un giorno Zeus, per punire gli uomini di
quella etaÁ, detta del bronzo, che erano diventati
malvagi e pieni di vizi, invioÁ sulla terra un di-
luvio: tutti morirono, tranne Deucalione e Pirra,
gli unici ritenuti onesti dal dio. Essi, infatti,
opportunamente consigliati da Zeus, avevano m
costruito un'arca, nella quale galleggiarono sulle Peter Paul Rubens, Deucalione e Pirra (1636). Madrid, Museo
Nazionale del Prado.
onde e approdarono sui monti della Tessaglia.
Quando il diluvio cessoÁ, Zeus invioÁ presso che le ossa della madre erano le pietre della terra,
Deucalione e Pirra il messaggero degli deÁi Er- madre di tutti gli uomini, e, ubbidendo al co-
mes, per esaudire un desiderio dei due sposi. mando di Zeus, i due sposi gettarono delle pietre
Deucalione disse che desiderava avere dei com- dietro le loro spalle: quelle gettate da Deucalione
pagni e Zeus ordinoÁ a lui e alla moglie di gettare si trasformarono in uomini, quelle gettate da
le ossa della loro madre dietro le spalle. Pirra divennero donne. CosõÁ la terra si ripopoloÁ e
A quelle parole, Pirra rimase terrorizzata, ma il genere umano fu salvato.
Deucalione non si spaventoÁ, poiche aveva capito

§
dd s 11. I Chiusini chiedono aiuto a Roma contro i Galli s

Oi< Caka*sai, pqo+| po*kim Stqqgmi*da Jkot*riom rsqaset*ramse|, e$pokio*qjotm. Oi<


de+ Jkotri&moi, e$pi+ sot+| <Qxlai*ot| jasautco*mse|, paq$ at$sx & m pqe*rbea| jai+

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 107
cqa*llasa pqo+| sot+| Caka*sa| z$sg*ramso. Sqei&| ot#m a>mdqe| sot& sx & m Uabi*xm ce*mot|,
$ $ $
etdo*jiloi jai+ leca*ka| sila+| em sz& po*kei e>vomse|, ersa*kgram.
Oi< de+ Caka*sai, dia+ so+ sg&| <Qx*lg| o>mola, sot*sot| uikamhqx*px| e$de*namso jai*,
sg&| pqo+| sa+ sei*vg la*vg| patra*lemoi, ei$| ko*cot| rtmg*qvomso. Oi< de+ sx & m <Qxlai*xm
pqe*rbei| e$ptmha*momso dia+ si* sg+m sx & m Jkotri*mxm po*kim pokioqjg*raiem jai+ o< sx &m
Cakasx & m bariket + | >
e kecem . «Oi < Jkotri&moi lame* mse| <
g la
& | $
a dijot
&rim, $
a kk$ %
o lx|, sx
&m
* < * $
<Qxlai*xm jeketomsxm, g poki| sg&| pokioqji*a| apakkacgresai.» *

§
dd
s 12. Un tragico episodio di caccia s

Beki*ssa|, e$pei+ jasarparhe*msa e$j sot& %ippot t<po+ ke*omso| ei#de (vide) Ba*rhgm so+m
ui*kom, Ð a%la de+ e>stvom hgqx & mse| Ð jai+ g>dg o< ke*xm, peqipkajei+| at$s{& , soi&| o>mtnim
at$si*ja e$rpa*qarrem, jasapgdg*ra| jai+ at$so+| e$pipi*psei ja*hopim s{ & hgqi*{ jai+ pe-
qie*rpa, pqo+| e<atso+m paqont*mxm jai+ dia+ sx & m o$do*msxm lesant+ diei*qxm sot+| dajst*-
kot| jai+ so+m Ba*rhgm, x<| oi'o*m se g#m, t<penekei&m (sottrarre) peiqx*lemo| sot& dg*claso|.
<O de+ ke*xm e$pi+ so+m Beki*ssam a$persqa*ug jai+ rtlpkajei+| a$pe*jseime ja$jei&mom. o<
de+ a$pohmg*rjxm sorot&som e>uhg pasa*na| s{ & a$jima*jz so+m ke*omsa ei$| so+ rse*qmom,
% rse a%la pa*mse| a$pe*hamom.
x
(da LUCIANO)

§
ddd s 13. Un medico inesperto s

$Iasqo*| si| a>sevmo| g#m. Ot'so| de+ a$qqx*rs{ paqajokothx & m, pa*msxm sx& m i$asqx&m
keco*msxm at$s{ & lg+ jimdtmet*eim, ot'so| lo*mo| e>kecem at$s{ & pa*msa sa+ e<atsot&
e<soila*rai. «Sg+m at>qiom ca+q ot$v t<peqbg*rz.» Sat&sa ei$px*m, t<pevx*qgrem.
Lesa+ de+ vqo*mom sima+ o< morx& m a$marsa*|, x$vqo+| jai+ lo*ki| e$ba*difem. <O de+ i$asqo*|,
$
ats{ .
& rtmamsg*ra|, e>ug «Vai&qe, px & | oi< ja*sx e>votrim;» Ja$jei&mo|. «<Gqelot&rim, so+
sg&| Kg*hg| t%dxq pi*omse|. Pqo+ de+ o$ki*cot o< Ha*maso| jai+ o< %Aidg| pa*msa| sot+|
i$asqot+| g$pei*kotm, o%si sot+| morot&msa| a$pohmg*rjeim ot$j e$x & ri jai+ pa*msa| jasec-
qa*uomso. Jai* re cqa*wai e>lekkom, a$kk$ e$cx*, at$soi&| pqorperx+m jai+ dtrxpg*ra|,
e$nxlora*lgm lg+ a$kghg& i$asqo*m re ei#mai, a$kka+ la*sgm diabkghg&mai.»
(da ESOPO)

UNO SGUARDO AL PASSATO

La medicina la quale Podalirio e Macaone, i due medici figli


di Asclepio, seguirono l'esercito dei Greci.
L'evoluzione della medicina Asclepio ($Arjkgpio*|) nei poemi omerici era
un re che regnava in una cittaÁ della Tessaglia;

N ell'antica Grecia la medicina (i$asqijg*)


era, in origine, legata alla magia, al mito e
alla sfera del sacro. Una fonte importante
secondo il mito, tuttavia, era figlio di Apollo,
considerato la divinitaÁ guaritrice per eccellenza.
Il culto di Asclepio risale al VI secolo a.C.,
riguardo alla sua evoluzione eÁ costituita da quando egli era giaÁ celebrato come dio guari-
una sezione di storia della medicina inserita in tore, e si amplioÁ nel corso del V secolo a.C.
un'ampia raccolta enciclopedica, il cui autore fu Insieme con lui erano celebrate anche le figlie,
Celso, scrittore latino vissuto tra il I secolo a.C. PanaceÁa (Pama*jeia, «colei che tutto sana») e
e il I secolo d.C. Egli traccia una storia dell'arte IgeÁa (<Tci*eia, «buona salute»), personificazione
medica a partire dalla guerra di Troia, durante del perfetto stato di salute. )

108 UNITAÁ 5
In varie cittaÁ greche sorsero santuari dedicati
ad Asclepio, ma quello piuÁ famoso si trovava a
Epidauro, nel Peloponneso, ed era costituito da
un complesso di edifici: il tempio vero e proprio,
altari, sacelli, fontane per le abluzioni di puri-
ficazione, porticati, dormitori per i pellegrini. Di
questo santuario, in cui si svolgevano periodi-
camente anche delle gare con corse di cavalli,
musica ed esercizi ginnici, attualmente riman-
gono solo alcuni frammenti e le fondamenta, ma
a Epidauro sono state trovate iscrizioni che
ricordano le guarigioni attribuite al dio. Secon-
do la leggenda, ogni nuovo santuario di Asclepio
era fondato con l'arrivo di un serpente, che era
l'animale a lui sacro e il personaggio piuÁ impor-
tante del santuario, perche si riteneva che, se
esso avesse leccato gli occhi di un cieco, ne
avrebbe curato la cecitaÁ.
Nei santuari di Asclepio i sacerdoti-medici,
dopo aver espletato i riti sacrificali, con la col-
laborazione di infermiere-sacerdotesse, condu-
cevano i pellegrini-pazienti al dormitorio, dove
essi, dopo aver assunto delle sostanze ipnotiche, m
si sistemavano su giacigli posti sul pavimento e lõÁ Statua in bronzo di Asclepio. Roma, Musei Capitolini.
trascorrevano la notte, sperando che il dio sul corpo umano, sulle malattie e sulle terapie. Si
apparisse loro in sogno, per guarirli diretta- tramanda che i medici dell'epoca omerica fos-
mente o per suggerire loro un rimedio oppor- sero essenzialmente traumatologi e curassero le
tuno. Al mattino gli infermi erano accompagnati ferite con ferri e medicamenti.
da infermiere-sacerdotesse presso i sacerdoti, a Probabilmente la maggior parte degli inter-
cui raccontavano il loro sogno in modo detta- venti avveniva senza che ai pazienti fossero
gliato; i sacerdoti interpretavano i sogni e somministrati anestetici, tuttavia non eÁ impro-
prescrivevano la cura adatta ad ogni malato. babile che per gli interventi piuÁ lunghi e dolorosi
In realtaÁ si trattava di una ``medicina sacra'' a venisse data loro una pozione ricavata dal succo
carattere oracolare, che alcuni guardavano con del papavero e usata come narcotico.
sospetto. Possiamo supporre che nella maggior In epoca classica, poi, come attestano le fonti
parte dei casi i pazienti fossero afflitti da ma- letterarie, era usata la mandragora, o mandra-
lattie psicosomatiche e che essi, fiduciosi nel- gola, un'erba con fiori bianchi e grosse radici,
l'aiuto del dio, suggestionati dal luogo e dai riti che serviva a procurare la narcosi. Oltre ai
sacri, subissero quasi un ``effetto placebo'' e medici (i$asqoi*) militari, vi erano anche quelli
recuperassero la salute. Coloro che erano guariti sportivi, che offrivano la loro opera presso le
offrivano al dio un compenso in denaro, come palestre, e i medici ambulanti, che si spostavano
ringraziamento, o degli ex voto, che avevano la di cittaÁ in cittaÁ, visitavano gli ammalati (morg-
forma della parte del corpo malata e poi guarita. qoi*), praticavano interventi e vendevano medi-
Questa ``medicina sacra'' non entroÁ mai in cine (ua*qlaja) di solito da essi stessi preparate,
concorrenza con la ``medicina scientifica'', che che servivano come cura (heqapei*a) per le varie
intanto cominciava a diffondersi. Molto proba- malattie (morg*lasa, mo*roi).
bilmente la medicina greca ricevette da quella Celso, dopo aver parlato dei figli di Asclepio,
dell'Egitto e della Mesopotamia molte nozioni afferma che inizialmente la medicina era consi-
)

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 109
derata come una parte della filosofia. Tra i divina, in quanto nessuna patologia poteva avere
filosofi-medici, oltre a Talete, Anassimandro e cause non naturali.
Anassimene, si ricordano: Empedocle, che rea- Il metodo specifico del medico, secondo Ippo-
lizzoÁ un'approfondita indagine sulla respirazio- crate, consisteva in tre momenti fondamentali:
ne e sul cuore; Pitagora, che si interessoÁ so- l'anamnesi (a$ma*lmgri|), cioeÁ la ricostruzione di
prattutto della dieta (di*aisa); Alcmeone, disce- ogni patologia del paziente; la diagnosi (dia*cmx-
polo di Pitagora, che svolse delle ricerche sugli ri|), cioeÁ il riconoscimento del tipo di malattia
organi di senso, sulle vene e sulle arterie e fu il attraverso i suoi sintomi; la prognosi (pqo*cmx-
primo a effettuare la dissezione di un cadavere. ri|), cioeÁ la previsione del decorso di una
La piuÁ importante scuola di medicina nacque malattia, dalla quale dipende la relativa terapia.
a Crotone, ma vi furono anche altre scuole fa- Come per alcuni filosofi-medici precedenti,
mose a Locri, a Cos, a Rodi e a Cnido. anche per Ippocrate la buona salute dipendeva
dall'equilibrio dei quattro umori principali che
esistevano nel corpo umano (bile gialla, bile nera,
La medicina ippocratica
sangue e flegma), la cui armonia era legata al-
Il primo nome degno di rilievo nel campo della l'ambiente naturale, alle condizioni igieniche e
medicina eÁ quello di Ippocrate (<Ippojqa*sg|), meteorologiche, alle abitudini di vita e alla dieta.
nato a Cos nel 460 a.C. Egli, nipote e figlio di L'attivitaÁ dei medici della scuola ippocratica
medici, ebbe come maestro il padre; compõÁ vari consisteva sia in studi teorici, sia in esperimenti
viaggi in Grecia e in Egitto; insegnoÁ a lungo nella clinici, sia in osservazioni minuziose dei sintomi
sua isola natale, dando un notevole impulso alla patologici.
scuola di medicina che lõÁ esisteva. Sotto il suo
nome eÁ stato tramandato un Corpus detto Hip-
La medicina post-ippocratica
pocraticum, in cui sono contenuti vari trattati, tra
i quali degno di nota eÁ lo scritto Sul morbo sacro, Nel panorama della storia della medicina,
cioeÁ sulla epilessia, definita una malattia come le dopo Ippocrate merita di essere ricordato il
altre, ma con particolari sintomi. filosofo Aristotele, vissuto nel IV secolo a.C., il
A Ippocrate eÁ stato attribuito anche un testo quale, pur non essenso medico, pose le basi
famosissimo, il Giuramento di Ippocrate, pro- dell'anatomia comparata e della fisiologia.
babilmente non scritto da lui, ma nato all'interno Durante il periodo ellenistico due grandi
della scuola di Cos alla quale apparteneva. In medici furono attivi ad Alessandria nel III secolo
questo testo si leggono le condizioni alle quali a.C., Erofilo ed Erasistrato. Erofilo eÁ considerato
l'aspirante medico deve sottostare se vuole eser- il fondatore dell'anatomia scientifica, in quanto,
citare la sua professione. Egli, innanzitutto, deve attraverso la dissezione dei cadaveri, studioÁ il
considerare il proprio maestro come un padre e cervello, il sistema nervoso, i vasi sanguigni,
fornirgli i mezzi di sussistenza in caso di necessitaÁ; l'anatomia dell'occhio, il fegato, il pancreas e il
deve considerare come fratelli i figli del maestro e duodeno. Erasistrato, biologo e fisiologo, studioÁ
insegnare loro gratuitamente l'arte della medi- il funzionamento del cuore, la circolazione del
cina. Deve impegnarsi a non divulgare i segreti sangue, le vene e le arterie, la trachea. Il culmine
della sua arte, a non praticare aborti, a rispettare i della medicina greca antica fu raggiunto con
pazienti, a non propinare loro dei veleni. Galeno, che visse nel II secolo d.C. e studioÁ le
Con Ippocrate la medicina divenne una vera e varie ossa e i sistemi muscolare, nervoso e
propria scienza, basata su metodi specifici e vascolare. Ottime furono le sue conoscenze
autonomi rispetto alla religione e alla filosofia. anatomiche e chirurgiche, sviluppate con gli
Il futuro medico doveva apprendere nozioni di interventi di dissezione sulle scimmie. Scrisse
vario tipo (di anatomia, di fisiologia, terapeutiche varie opere, in cui venivano esposte nozioni di
e farmacologiche), basandosi sulla convinzione patologia, terapeutica, diagnostica e anatomia.
che nessuna malattia dovesse essere considerata Rilevante fu il contributo di Galeno nel campo
)

110 UNITAÁ 5
della farmacologia e dei principi attivi di piante e
minerali.

La carriera del medico


Per quanto attiene alla carriera del medico,
dopo l'insegnamento paterno, chi voleva prose-
guire negli studi cercava come maestro un famoso
luminare, presso il quale svolgeva un apprendi-
stato non breve. Accanto ai medici generici, che si
occupavano delle malattie nel loro complesso, vi
erano anche specialisti, come il chirurgo, l'oculi-
sta, il dentista e il ginecologo. Non mancavano le
donne medico (per lo piuÁ ginecologhe), provviste
di una seria formazione professionale. Vi era, poi,
la figura del veterinario, specializzato nella cura
degli animali.
Per molti secoli il mestiere di medico fu
un'attivitaÁ itinerante, per cui sia i generici che
m
gli specialisti mutavano spesso la propria sede, Moneta su cui eÁ rappresentato Asclepio. Roma, Musei
per ottenere incarichi economicamente piuÁ red- Capitolini.
ditizi. Con il passare del tempo molte cittaÁ
cominciarono a offrire ai medici, in aggiunta ai riduzioni di fratture ossee, interventi odontoia-
consueti guadagni, anche dei privilegi, per fare in trici, trapanazioni del cranio, operazioni delle
modo che essi rimanessero legati allo stesso luogo vene varicose, rimozioni di calcoli, cauterizza-
per un periodo relativamente lungo. A partire zioni delle ferite e dei vasi sanguigni, suture,
dalla fine del III secolo a.C. nelle iscrizioni viene indagini dell'intestino retto, interventi ginecolo-
menzionato un archiatra (a$qviasqo*|), cioeÁ il gici, estrazioni di punte di frecce, aggiunte di
primo medico, che nei grandi centri era affiancato protesi in legno e in metallo, interventi oculistici.
da altri colleghi. Vari erano i medicamenti (ua*qlaja) tratti dal
In genere i medici si recavano a domicilio; mondo vegetale, animale e minerale. Molti
molti, tuttavia, visitavano e curavano i malati in medicamenti, come i colliri, erano impastati con
un ambulatorio (i$asqei&om), dove disponevano di eccipienti come il grasso e la cera; tra i compo-
un assistente, il quale li aiutava negli interventi e nenti di base dei colliri vi erano il solfato di calcio
nella preparazione delle medicine. e il solfato di potassio, adatti a curare le infiam-
mazioni e le secrezioni degli occhi. Per il trat-
tamento delle ferite aperte si usavano l'ossido, il
Gli strumenti medici e le medicine
solfato e l'allume di rame in polvere o come un-
Gli scavi archeologici hanno restituito una guento. Come antisettici e battericidi venivano
grande quantitaÁ di strumenti medici (i$asqija*) in utilizzati il miele di api e la mirra; quest'ultima
metallo, soprattutto in bronzo: bisturi di varie aveva anche proprietaÁ astringenti e cicatrizzanti
dimensioni, sonde, aghi, coltellini e cucchiai dai ed era anche adatta alla cura delle affezioni della
bordi taglienti, leve ortopediche, seghe per ampu- pelle, delle ulcerazioni e dei disturbi digestivi.
tazioni, uncini, pinzette, tenaglie odontoiatriche, Molto famosa era una medicina detta teriaÁca (o
cateteri, trapani. In base alla varietaÁ degli stru- triaÁca, hgqiajg*), usata come antidoto contro il
menti ritrovati e secondo la testimonianza delle morso dei serpenti velenosi e come rimedio per
fonti letterarie, dobbiamo ritenere che gli inter- moltissime malattie. Molto elaborata doveva
venti chirurgici (veiqirloi*) fossero di vario tipo: essere la sua preparazione, dal momento che
)

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 111
Galeno afferma che per essa occorrevano circa nera) era utilizzato come purgativo, ma alcuni
sessanta ingredienti triturati e mescolati con il medici preferivano non somministrarlo, poicheÂ
miele. Tra le piante miracolose, che si trovavano esso aveva proprietaÁ tossiche e incideva notevol-
in vari medicamenti, vi erano il silfio, l'aloe e mente sulla funzione respiratoria e su quella
l'elleboro bianco e nero. Il silfio era usato come cardiaca.
medicamento in odontoiatria. Dall'aloe si rica- Tra le terapie (heqapei&ai), oltre ai medica-
vava una resina tonificante, disinfettante e menti, vi erano anche la dieta, il riposo, i bagni, i
purgativa. L'elleboro, nelle due varietaÁ (bianca e salassi e i clisteri.

Rl
La medicina g< heqapei*a, -a|, cura
so+ ua*qlajom, -ot, medicina, farmaco
g< i$asqijg*, -g&|, medicina g< hgqiajg*, -g&|, teriaÁca o triaÁca (antidoto
o< i$asqo*|, -ot&, medico contro il veleno dei serpenti)
Ricerca o< a$qviasqo*|, -ot&, archiatra, primo medico
lessicale g< di*aisa, -a|, dieta
so+ i$asqei&om, -ot, ambulatorio o< vetqirlo*|, -ot&, intervento chirurgico
g< mo*ro|, -ot, malattia sa+ i$asqija*, -x
& m, strumenti medici
so+ mo*rgla, -aso|, malattia o< $Arjkgpio*|, -ot&, Asclepio
o< morgqo*|, -ot&, malato g< Pama*jeia, -a|, PanaceÁa
g< a$ma*lmgri|, -ex|, anamnesi g< <Tci*eia, -a|, IgeÁa
g< dia*cmxri|, -ex|, diagnosi o< <Ippojqa*sg|, -ot|, Ippocrate
g< pqo*cmxri|, -ex|, prognosi

§
ddd s 14. Milziade guida i Greci alla vittoria s

$Enai*umg| o< sot& Daqei*ot rso*ko| a$po+ Et$boi*a| ei$| Laqahx & ma jasgca*ceso jai+ e$m
s{& pedi*{ e$ua*mg. Sx & m ot#m Kajedailomi*xm lekko*msxm jai+ e>si sa+| e<atsx & m sa*nei|
rtkkeco*msxm, oi< $Ahgmai&oi jai+ oi< Pkasaiei&| lo*moi paqesa*namso.
$Apakkace*mso| de+ sot& pqx*sot uo*bot, oi< sx & m $Ahgmai*xm de*ja rsqasgcoi+ ei$| sg+m
sot& pokela*qvot rjgmg+m rtmeke*cgram. Oi< d$ g<li*rei| at$sx & m e$dei*laimom lg+ pamsa*pari
diauhaqei&em jai+ rtmebot*ketom rsqaug&mai. <O de+ Liksia*dg| soia*de e>kecem. « >Ecxce
lemx & , x<| sg+m sg&| pasqi*do| e$ketheqi*am r{*rxm.» Jai+ pqo+| so+m poke*laqvom rsqauei*|.
«$Amg+q a>qirso| ua*mghi. je*ketrom ei$| sg+m la*vgm paqasa*narhai.»
$Ej sg&| sot& Liksia*dot cmx*lg| jai+ o< poke*laqvo| e>cmx k{ & om ei#mai la*verhai jai+
ot%sx| o< Liksia*dg| sg+m sg&| la*vg| rsqasgci*am paqe*kabem. Ei$| le+m so+ denio+m je*qa| o<
poke*laqvo| jase*rsg (si pose), e$pi+ de+ sot& et$xmt*lot oi< Pkasaiei&| e$sa*vhgram. <G ot#m
ua*kacn g%rtvo| pqoe*baimem, e$peidg+ de+ rsa*dia* sima pqoe*bgram, e$pi+ sot+| pokeli*ot|
e>dqalom (corsero). Ot'soi de*, e$peidg+ e>cmxram o%si oi< %Ekkgme| pqorbai&em, jai+ at$soi+
paqesa*namso. lami*am de+ sg+m pqohtli*am at$sx & m e>jqimom, a%se ot>h$ %ippot| ot>se
sonet*lasa e$vo*msxm.
<X| de+ oi< ba*qbaqoi e<x*qxm sot+| %Ekkgma| sqe*vomsa|, e$msat&ha so+ le+m at$sx &m
le*rom pqoht*lx| e$la*veso, sa+ de+ je*qasa e$sqa*pg jai+ a$pe*dqa lg+ a<koi*g. Oi< de+
$Ahgmai&oi sot*sot| a$podidqa*rjeim ei>xm jai+ se*ko| jai+ so+ le*rom e$mi*jgram. <O de+
Liksia*dg|, sg&| pasqi*do| rxsg*q, leci*rsai| silai&| e$silg*hg.

112 UNITAÁ 5
§
ddd s 15. Il lungo sonno di EpimeÁnide s

<O $Epilemi*dg|, so+ ce*mo| Jqg*|, paqa+ sot& pasqo+| ei$| so+m a$cqo+m e$pi+ so+ pqo*basom
peluhei*|, sg&| o<dot& e$jjki*ma|, t<p$ a>msq{ simi+ e<psa+ jai+ pemsg*jomsa e>sg jasejoilg*hg.
Lesa+ sat&sa a$meceqhei*|, so+ pqo*basom e$fg*sei, moli*fxm e$p$ o$ki*com jejoilg&rhai
(aver dormito). <X| de+ ot$v et%qirjem, ei$| so+m a$cqo+m paqece*meso jai+ pa*msa
lesarjetarhe*msa jai+ sg+m jsg&rim t<u$ e<se*qot kguhei&ram e<x*qa, pa*kim de+ ei$| a>rst
diapoqeto*lemo| g'jem. Ja$jei& de*, ei$| sg+m e<atsot& oi$ji*am ei$reqvo*lemo|, peqie*stve soi&|
ptmhamole*moi| si*| ei>g. So+ se*ko| so+m mex*seqom a$dekuo+m et<qx*m, ce*qomsa so*se g>dg
o>msa, pa&ram sg+m a$kg*heiam paq$ e$jei*mot e>lahem.

§
ddd
s 16. Un sogno di Ecuba s

<O Pqi*alo|, o< sot& $Iki*ot bariket*|, sg+m <Eja*bgm e>cglem. at$sz& de+ pqx& so| o< %Ejsxq
cemma&sai. Detse*qot de+ bqe*uot| le*kkomso| cemma&rhai, sz& <Eja*bz jah$ t%pmot| e>done
dako+m dia*ptqom sejei&m, sot&som de+ pa&ram sg+m po*kim e$pime*lerhai jai+ jai*eim. <O de+
Pqi*alo|, so+m o>meiqom paqa+ sg&| <Eja*bg| lahx*m, Ai>rajom so+m ti<o+m lesepe*lwaso, o=|
o$meiqojqi*sg| g#m, paqa+ sot& lgsqopa*soqo| Le*qopo| didavhei*|.
Ot'so| ot#m, ei$px+m (avendo detto) so+m pai&da sg+m sg&| pasqi*do| a$px*keiam cemg*-
rerhai, e$je*ketrem at$so+m e$jhei&mai (di esporre). <O de+ Pqi*alo|, x<| so+ bqe*uo| e$cemmg*hg,
oi$je*sz simi+ di*dxrim ei$| >Idgm joli*rai (con valore finale). <O de+ oi$je*sg| sot&so e$poi*grem
jai+ so+ bqe*uo| pe*mh$ g<le*qa| t<po+ a>qjsot e$sqa*ug.
>Epeisa de+ o< oi$je*sg|, so+ bqe*uo| r{fo*lemom et<qx*m, a$maiqei&sai jai+ >idiom pai&da
sqe*uei, Pa*qim o$mola*fxm. <O de+ Pa*qi|, meami*rjo| cemo*lemo|, at#hi| $Ake*namdqo| ja*kkei
jai+ q<x*lz sx & m a>kkxm diaue*qxm pqoxmola*rhg jai+ les$ ot$ pokt+ sot+| come*a| a$met&qem.

Guida alla traduzione


Il brano di versione n. 16 eÁ composto di periodi alquanto brevi. Nel Io, oltre alla principale
(<O Pqi*alo| ... e>cglem), c'eÁ soltanto un'altra proposizione coordinata ad essa (at$sz& de+ ...
cemma&sai). Il IIo periodo consta di cinque proposizioni: una secondaria temporale implicita
espressa con il genitivo assoluto (Detse*qot ... le*kkomso| cemma&rhai: da notare il costrutto di
le*kkx + infinito), la principale (sz& <Eja*bz ... e>done: doje*x eÁ costruito impersonalmente), tre
infinitive che da essa dipendono, coordinate tra loro (dako+m ... sejei&m, sot&som de+ ... e$pime*lerai jai+
jai*eim) e di valore soggettivo. La principale del IIIo periodo (<O de+ Pqi*alo| ... lesepe*lwaso) eÁ
preceduta da una secondaria di valore temporale-causale costruita con il participio congiunto
(lahx*m), che regge una relativa propria (o=| ... g#m), da cui, a sua volta, dipende un participio
congiunto (didavhei*|) con valore causale. Il periodo seguente, il IVo, inizia con una temporale
implicita espressa con il participio congiunto (ei$px*m), da cui dipende un'infinitiva di valore
oggettivo (so+m pai&da ... cemg*rerhai), segue la principale (Ot'so| ... e$je*ketrem), e c'eÁ, infine,
un'altra infinitiva che da essa dipende (e$jhei&mai). Il Vo periodo si articola solo in tre proposizioni:
una temporale esplicita iniziale introdotta da x<| (x<| ... e$cemmg*hg), la principale (<O de+
Pqi*alo| ... di*dxrim) ed un'infinitiva con valore finale (joli*rai) da essa retta. Ancora piuÁ lineare eÁ
il VIo periodo, che consta della principale (<O de+ ... e$poi*grem) e di una coordinata ad essa mediante
la congiunzione jai* (jai+ so+ ... e$sqa*ug). Quattro sono le proposizioni di cui risulta il VIIo periodo:
un participio congiunto con valore temporale (et<qx*m), la principale (o< oi$je*sg| ... a$maiqei&sai), una
coordinata ad essa (jai+ ... sqe*uei), una subordinata implicita di valore temporale-modale
(o$mola*fxm) espressa con il participio congiunto. Nell'ultimo periodo notiamo: una temporale
implicita costruita con il participio congiunto (cemo*lemo|), la principale (<O de+ Pa*qi| ... at#hi|
$Ake*namdqo| ... pqoxmola*rhg), che regge un participio congiunto con valore causale (diaue*qxm),
ed una coordinata alla principale (jai+ ... a$met&qem).

L'aoristo passivo primo o debole e secondo o forte d


Il futuro passivo primo o debole e secondo o forte 113
RECUPERO UNITA Á 3-5
(esercizi interattivi - versione con tutor)

Es. n. 1 - Coniuga l'aoristo forte attivo e medio dei seguenti verbi.


si*jsx (io genero) - et<qi*rjx (io trovo).

Es. n. 2 - Coniuga l'aoristo passivo e il futuro passivo dei seguenti verbi.


joka*fx (io punisco) - uhei*qx (io rovino).

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


e$ng*cace(m) - a$pobakx*m - sa+ cemo*lema - s{ & dqalo*msi - e<rpo*leha - e>rvom - e$ka*berhe -
sz& kahotrz - kahe - ekei&m - g perot&ra - oi< ptho*lemoi - ki*pxri(m) - ei#pe| - g$me*cjese -
* * < <
z$rho*lgm - e$se*jomso - i$de* - a/m ha*moi - sqape*rhai - sot& sqauole*mot - utcoi*sgm -
ka*vese - e>pahe| - e$pe*rolem - a/m ja*loiem - pqahot& - ja*moiso - et<qe* - lahei&m - oi<
a$pokipo*mse| - g#khe| - e>lokom - e$rvo*lgm - st*vgse.

Es. n. 4 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


e>dqa| - e$bg*sgm - e>cmx - e>dtlem - dqa&se - bg&se - cmx& ri(m) - dt*z| - a/m dqai&som - bai&em -
cmoi*gm - sg&| dt*rg| - e>bqx| - e>utram - dqa&se - bg&hi - cmx & mai - e<a*kxm - e>uhglem -
rjkg&mai - e>psgm - skg&mai - cmo*msxm - dt*sx - dqa&mai - g< cmot&ra - e>skg| - e$qqt*gram -
e$uhi*lgm - bg&mai - o< dqa*| - sot& ba*mso| - e$bi*xm - a/m skai&em.

Es. n. 5 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


g$kka*cg| - e$ba*ug - hamasxhg*rolai - lmgrhgro*leha - e$ua*mgm - cqaug&som - a/m
daqei&lem - ai$mehg*rz - rsqaug*rerhom - e$la*mgram - cqauei&em - jqtug&mai - o< bkabei*| -
sot& uikghgrole*mot - a/m a$jtrhei&em - g< pkacei&ra - sqa*ughi - e$sa*cgse - a$carhg*romsai
- paidethg&mai - sahg*rerhe - peirhg*rerhai - a/m pkthei&se - e$ua*mhg - g$qa*rhg| -
jqihg*roimso - z$rvt*mhgm - e$botkg*hgram - r{hx & ri(m) - e$de*qvhg - e$wet*rhglem - sg&|
uobghei*rg| - rsakg*rolai.

Es. n. 6 - Volgi le voci verbali dell'es. n. 3 dall'aoristo al presente, lasciando inalterati il modo, la
persona, il numero e la diaÁtesi; poi traduci.

Es. n. 7 - Distingui le voci verbali dell'esercizio n. 5 in due gruppi: quelle espresse con l'aoristo
passivo e quelle espresse con il futuro passivo. Volgi, poi, quelle del primo gruppo
dall'aoristo passivo al presente attivo, lasciando inalterati il modo, la persona e il numero;
quindi traduci.

Es. n. 8 - Scegli la traduzione corretta tra quelle proposte.

1. so+m posalo+m die*bg| 2. %ima ut*coiem


ESERCIZIO & attraversavi il fiume & affinche fuggisse
INTERATTIVO & attraversasti il fiume & affinche fuggissi
& attraversoÁ il fiume & affinche fuggissero

114 RECUPERO UNITAÁ 3-5


3. ot$j e$uobg*hgram 4. a$pohamo*mso| sot& pasqo*|
& non ebbero paura & essendo morto il padre
& non ebbi paura & mentre moriva il padre
& non avevano paura & prima della morte del padre

5. %ima lg+ cemx*leha 6. t<po+ sx& m ui*kxm g$macja*rhg


& cosõÁ che non diventiamo & fui costretto dagli amici
& affinche diventiamo & fu costretto dagli amici
& affinche non diventiamo & era costretto dagli amici

7. pqi+m jqihg&mai 8. g<li&m uamg*resai


& prima di essere giudicati & ci appariranno
& dopo essere stati giudicati & ci apparve
& prima che giudicassero & ci apparira Á
9. jakx& | sqaug*romsai 10. sat&sa e>cmxlem
& saraÁ nutrito bene & conoscemmo queste cose
& saranno nutriti bene & conoscevamo queste cose
& saranno nutriti male & conosciamo queste cose

11. bako*mse| e>uhgram 12. s{ & a$deku{ & rtmstvo*mse|


& fummo i primi a colpire & mentre incontravano il fratello
& fu il primo a colpire & avendo incontrato il fratello
& furono i primi a colpire & con l'intenzione di incontrare il fratello

Es. n. 9 - Assembla correttamente i vocaboli della colonna di sinistra con quelli della colonna di
destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. <O $Epaleimx*mda| so+ rsqa*setla a. ceme*rhai soi&| $Ahgmai*oi| jai+ soi&|
ESERCIZIO pqorg*cacem, Pekopommgri*oi| diauoqa+m ei$| so+ 1. c.
INTERATTIVO
pokelei&m.
2. Lesa+ sat&sa et$ht+| rtme*bg b. ei#do| le+m ja*kkirso|, wtvg+m de+
uikamhqxpo*saso| jai+ uikola-
he*rsaso| jai+ uikosilx*saso|.
3. <O Jt&qo| ke*cesai c. moli*fxm diauheqei&m o%kom so+ sx &m
pokeli*xm rsqa*setla.
4. Ke*cotri pa&ram sg+m t%kgm ukevhg&- d. si* botket*roiem peqi+ sg&| ei$qg*-
mai mg|.
5. Oi< poki&sai e$botkg*hgram vqg&rhai e. ptqi+ t<po+ sx & m rsakhe*msi.
& m hex
s{
& he{&

Es. n. 10 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con l'aoristo forte, l'aoristo
fortissimo, l'aoristo passivo e il futuro passivo; poi individua le proposizioni subordinate;
quindi traduci.
1. $Apohamot*rg| Et$qtdi*jg|, sg&| sot& $Oque*x| ctmaijo*|, o< $Oquet+| jasg&khem ei$|
%Aidot, at$sg+m a$macacei&m he*kxm. - 2. <O <Gqajkg&| sa+ a$hkg*lasa pa*msa e$mi*jgrem,
lgdemo+| soklg*ramso| at$s{ & rtcjqihg&mai. - 3. <G Rijeki*a, a$po+ sot& rvg*laso|
*
Sqimajqia jkghei&ra, parx & m mg*rxm jqasi*rsg t<pa*qvei. - 4. Cicmx*jolem o%si oi<
& m sx
$Ahgmai&oi ke*cotri sot+| pqx*sot| a$mhqx*pot| e$j sg&| $Assijg&| a$maut&mai. - 5. Oi<

Recupero unitaÁ 3-5 115


poki&sai sat&sa paho*mse| ot$j g>mecjam, a$kka*, mtjso+| rtrjetara*lemoi, ei$| so+ o>qo|
{> vomso. - 6. <O Pka*sxm e$m sz& $Ajadglei*y e$sa*ug, e>mha so+m pkei&rsom vqo*mom
uikoroux & m diese*kerem. - 7. Oi< rsqasix& sai, a$ht*lx| e>vomse|, ei$| sg+m e<rpe*qam pt&q
a$me*jatram, e$pi+ de+ sa+ o%pka pokkoi+ ot$j g#khom, a$mepat*omso de+ o%pot e%jarso|
e$st*cvamem x> m. - 8. %Oroi ei$| so+ botketsg*qiom ei$rg&khom jqihgro*lemoi, a<pa*msxm o<
ha*maso| jasecicmx*rjeso. - 9. Sa+ peqi+ e$le+ la*kirsa cmxrhg*resai jai+ lmglei&o*m lot
pokt+ ja*kkiom sx & m vakjx& m a$mahgla*sxm jasakeiuhg*resai. - 10. Lamsetole*mg| simo+|
lgsqo+| peqi+ sot& e<atsg&| paido+| mgpi*ot o>mso|, oi< la*msei| pqoei&pom o%si a$po+ jo*qajo|
a$maiqehg*resai.

Analizza e traduci le seguenti versioni.

s 1. Romani e Cartaginesi combattono presso il Ticino s

<O $Ammi*ba|, e$pi+ so+m posalo+m $Gqidamo+m so+m mt&m Pa*dom keco*lemom e$khx*m, e>mha
oi< <Qxlai&oi soi&| Jeksoi&| soi&| Boioi&| jakotle*moi| e$poke*lotm, e$rsqasope*detrem. <O de+
sx& m <Qxlai*xm t%paso| Po*pkio| Joqmg*kio| Rjipi*xm, soi&| Jaqvgdomi*oi| e$m $Ibgqi*y
pokelx & m, e$pei+ sg&| sot& $Ammi*bot e$rbokg&| sg&| ei$| sg+m $Isaki*am e$pt*heso, so+m a$dekuo+m
Cma*]iom Joqmg*kiom Rjipi*xma e$pi+ soi&| e$m $Ibgqi*y pqa*clari jasakipx*m, ei$| Stqqgmi*am
die*pketrem, o%hem o<det*xm jai+ rtlla*vot| o%rot| dt*maiso a$cei*qxm, e$pi+ so+m Pa*dom so+m
$Ammi*bam e>uharem.
So+m de+ La*kkiom jai+ so+m $Asi*kiom, oi= soi&| Boioi&| e$poke*lotm, ei$| <Qx*lgm e>pelwem,
x<| (con valore causale) ot$ de*om at$sot*|, t<pa*sot paqo*mso|, e>si rsqasgcei&m. At$so+| de+
sg+m rsqasia+m paqakabx*m, ei$| la*vgm pqo+| so+m $Ammi*bam e$ne*sarrem. Jai+ cemole*mg|
a$jqoboki*a| se jai+ i<ppolavi*a|, oi< <Qxlai&oi, t<po+ sx & m Kibt*xm jtjkxhe*mse|, ei$| so+
rsqaso*pedom e>utcom jai*, mtjso+| e$picemole*mg|, ei$| Pkajemsi*am e>bgram.
(da APPIANO)

s 2. Pericle e Cimone s

Lesa+ de+ sg+m e$m Rakali&mi matlavi*am e$pi+ Pthodx*qot a>qvomso| o< pqo+|
VERSIONE Pekopommgri*ot| e$me*rsg (fu imminente) po*kelo|, e$m { ' jasajkeirhei+| o< sx &m
CON TUTOR
$Ahgmai*xm dg&lo| e$m s{ & a>rsei jai+ rtmehirhei+| e$m sai&| rsqasei*ai| lirhouoqei&m, sa+
le+m e<jx+m sa+ de+ a>jxm pqozqei&so sg+m pokisei*am dioijei&m at$so*|. $Epoi*gre de+ jai+
lirhouo*qa sa+ dijarsg*qia Peqijkg&| pqx & so|, a$msidglacxcx & m pqo+| sg+m Ji*lxmo|
et$poqi*am.
<O ca+q Ji*lxm, a%se stqammijg+m (principesca) e>vxm ot$ri*am, pqx & som le+m sa+|
+ * $ *
joima| kzsotqcia| ekzsotqcei kalpqx >
& |, epeisa sx & m dglosx& m esqeue pokkot*|. e$ng&m
>
ca+q s{ & botkole*m{ sx & m Kajiadx & m jah' e<ja*rsgm sg+m g<le*qam e$kho*msi paq' at$so+m
e>veim sa+ le*sqia. e>si de+ sa+ vxqi*a pa*msa a>uqajsa g#m, o%px| e$nz& s{ & botkole*m{ sg&|
$opx*qa| a$pokat*eim.
(da ARISTOTELE)

116 RECUPERO UNITAÁ 3-5


UNITAÁ 6 Sintesi
LEZIO in slide
NE 21
d Il raddoppiamento
d Il perfetto attivo primo o
debole e secondo o forte
d Il piuccheperfetto attivo primo
o debole e secondo o forte

OBIETTIVI
^ Conoscenze: ^ AbilitaÁ:
d Morfologia: > il raddoppiamento d riconoscimento del raddoppiamento e del per-
> il raddoppiamento attico fetto attivo debole e forte
> il perfetto attivo primo o debole d riconoscimento del piuccheperfetto attivo debole
> il perfetto attivo secondo o e forte
forte d riconoscimento dei diversi usi dell'infinito
> i significati del perfetto attivo
d riconoscimento dei vari tipi di periodo ipotetico
> il piuccheperfetto attivo primo o
debole d capacitaÁ di coniugare il perfetto attivo debole e
> il piuccheperfetto attivo secondo o forte e il piuccheperfetto attivo debole e forte di
forte un verbo in -x
d Sintassi: > gli usi dell'infinito d memorizzazione e organizzazione delle conoscen-
> il periodo ipotetico ze lessicali
d Elementi di lessico: sostantivi, aggettivi e verbi di d capacitaÁ di svolgere esercizi di vario tipo
media e alta frequenza d capacitaÁ di analizzare e tradurre frasi e brani di
varia difficoltaÁ

d TEST DI VERIFICA DEI PREREQUISITI

Rispondi alle seguenti domande. 7. Come si formano il perfetto attivo debole e


quello forte?
1. Di quale tempo il raddoppiamento eÁ una 8. Qual eÁ il significato dei seguenti perfetti:
caratteristica costante? pe*uacja, pe*ugma, pe*peija, pe*poiha?
2. In che cosa consiste? 9. Il piuccheperfetto eÁ un tempo storico o
3. Quali verbi hanno il raddoppiamento per la principale?
formazione del perfetto? 10. Da quale tema si forma?
4. In quali verbi esso eÁ sostituito dall'aumento 11. Quali diaÁtesi ha questo tempo?
temporale?
12. Come si formano il piuccheperfetto attivo
5. Quali verbi hanno come raddoppiamento ei$-? debole e quello forte?
6. Che cosa ricordi del raddoppiamento attico e di
quello che riguarda i verbi composti?

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 117
PERFETTO ATTIVO DEBOLE

Es. n. 1 - Forma il perfetto attivo debole dei seguenti verbi.


e$a*x (io lascio) - a$rje*x (io esercito) - a<qlo*fx (io adatto) - ba*kkx (io getto) - bariket*x
(io regno) - diaseke*x (io compio) - r{*fx (io salvo) - ht*x (io sacrifico) - jake*x (io
chiamo) - joli*fx (io porto) - pai*fx (io scherzo) - pkt*mx (io lavo) - rpei*qx (io semino)
- rse*kkx (io invio) - vai*mx (io sto a bocca aperta).

Es. n. 2 - Coniuga il perfetto attivo debole dei seguenti verbi.


a$nio*x (io ritengo degno) - hatla*fx (io ammiro, mi meraviglio) - jqi*mx (io giudico).

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð je*jkgja| - a/m e$rpotda*joiem - sai&| jejkgjti*ai| - sx & m g<qlojtix & m - bebkgje*sx -
soi&m kektjo*soim - a/m jejkg*joili - oi< bebkgjo*se| - sx & m g<qpajo*sxm - e$rpotda*-
jarim - so+m i<jesetjo*sa - sa+| seseketsgjo*sa| - seht*jari(m) - a/m pepai*joiem -
lelirgje*mai - sx & m sehtjo*sxm - peuqomsi*jgsom - jevoqet*jz - sot& e$fgkxjo*so| -
seht*jz| - bebariketje*sx - ai< g<qpajti&ai - sg&| rer{jti*a| - peuqo*mgja -
& e$rpajo*si - oi< e$rpotdajo*se| - t<ciaje*mai
leli*rgja| - pepoig*jx - i<je*setje(m) - s{
- pepai*jalem - a/m g$macja*joi - be*bkgja| - jevxqgje*mai - g< g$qirsgjti&a -
pepai*jxlem - g$macja*jz - o< bebariketjx*| - e>rpaqja| - re*r{ja.
Ð a coloro che hanno chiamato - aver rubato - coloro che hanno chiamato (compl. ogg.)
- che essi abbiano lanciato - tu avresti sacrificato - che io abbia odiato - essi avrebbero
lanciato - di quelle che hanno supplicato - aver costretto - a colui che ha incoronato -
a quelle che hanno inviato - essi hanno generato - coloro che hanno fatto (sogg.) - di
colui che ha salvato - colei che ha educato (compl. ogg.) - voi due avete onorato - aver
inviato - noi abbiamo portato - egli ha salvato - tu hai incoronato.

Es. n. 4 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali, poi indica per ciascuna di esse la prima persona
singolare del presente indicativo.
memo*lija - je*jqija - e$qqt*gja - pe*uqaja - g>kpija - pe*peija - de*dqaja - jevx*qgja -
se*saja - be*bkgja - g%qloja - e>ruakja - e>rpaqja - g>ccekja - se*htja - pe*utja -
je*jatja - i<je*setja - peuqo*mgja - g$qx*sgja.

Gli usi dell'infinito


In greco l'infinito puoÁ avere innanzitutto le funzioni sintattiche di complemento
S C H E D A oggetto, di soggetto e di sostantivo, per cui eÁ definito rispettivamente oggettivo,
SINTATTICA
soggettivo e sostantivato:
^ Bot*komsai la*verhai (inf. oggettivo).
Vogliono combattere.
Vqg+ sat&sa pqa*rreim (inf. soggettivo).
Bisogna fare queste cose.
So+ paidet*eim (inf. sostantivato) vakepo*m e$rsim.
L'educare (= L'educazione) eÁ una cosa difficile. )

118 UNITAÁ 6
L'infinito, inoltre, puoÁ assumere anche i seguenti valori:

Ð infinito finale, dopo i verbi che significano «affidare», «scegliere», «mandare»,


«consegnare», «permettere» (come e$pisqe*px, «io affido»; ai<qe*olai, «io scelgo»;
pe*lpx, «io mando»; e$a*x, «io permetto»):
^ $Episqe*px roi+ sg+m e$pirsokg+m ue*qeim.
Affido a te la lettera da portare.

Ð infinito consecutivo, dopo alcuni aggettivi (come i<jamo*|, «capace»; deimo*|,


«abile»; a>nio|, «degno»; q<y*dio|, «facile»; vakepo*|, «difficile»; jako*|, «bello» e
simili):
^ Sot&so ot$ q<y*dio*m e$rsim pqa*rreim.
CioÁ non eÁ facile a farsi.

Ð infinito imperativo, che ricorre anche nelle disposizioni di legge:


^ Lgde+ jakei&m so+m ui*kom o>kbiom.
Non chiamare il tuo amico felice.

Ð infinito assoluto, usato come inciso in un periodo:


^ <X| e$loi+ dojei&m, sot&so ai$rvqo*m e$rsim.
A quanto mi sembra, cioÁ eÁ vergognoso.

Ð infinito esclamativo, che si usa per esprimere meraviglia:


^ <Tla&| sa*de pahei&m.
Proprio voi subite queste cose!

Es. n. 5 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il perfetto attivo; poi
d traduci.
1. Oi< poke*lioi e$pixqjgjo*se| sa+| rpomda+| paqa+ sot+| o%qjot| kekt*jarim. - 2. Ei> si|
bke*poi sa+ a>mhg ngqa+ o>msa jai+ sg+m baug+m a$pobebkgjo*sa, dg&ko*m e$rsim o%si at$s{ &
>aloqua do*nei. - 3. <O $Apokko*dxqo| jai+ oi< a>kkoi, o<qx + * $
& mse| som Rxjqasg asqelex| *
le*meim pi*momsa* se jai+ pepxjo*sa so+ jx*meiom, e$cjaktwa*lemoi e>jkaiom. - 4. <O
$Acgri*kao| sot+| le+m jakx & msa| ot>px et$dai*loma|, sot+| d$ et$jkex
& | fx & | seseketsg-
josa| gdg lajaqiot| emolifem. - 5. Ei si| gla&| gmacjaje la&kkom g pe*peijem, ot$j
* > * $ * > < $ * /
a>rlemoi sat&sa poiei&m e$he*kolem. - 6. Oi< poke*lioi, ei$| sg+m vx*qam e$lbako*mse|, sa+|
oi$ji*a| se jasajejat*jari jai+ sa+ pqo*basa digqpa*jarim. - 7. <O bariket+| sx & m at<s{&
rtrsqasetrale*mxm sot+| le+m a$qi*rsot| pepkot*sijem, soi&| de+ pokkoi&| lirho+m jai+
sqoug+m paqerjet*ajem. - 8. #X a>mdqe|, sot+| le+m a>kkot| pokka*ji| rer{jo*se| (part.
con val. concessivo), sa+ d$ t<le*seqa pqa*clasa mt&m a$lekei&se. - 9. Sg+m sx & m $OktmWi*xm
pqerbei*am a$jot*ramse|, oi< $Ahgmai&oi at$soi&| boghei&m jejqi*jarim. - 10. Oi< ba*qbaqoi,
t<po+ so+ lijqo+m sei&vo| jai+ sa+| pt*ka| a$majevxqgjo*se|, e$pei+ oi< g<le*seqoi rsqasix & sai
ot$je*si at$soi&| e$pevei*qotm, g<rtvi*am ei#vom.

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 119
LABORATORIO LESSICALE

Dall'aggettivo della prima classe lijqo*|, -a*, -o*m («piccolo, basso, breve, umile») derivano molti vocaboli
italiani:
± amicroÁbico ± mõÁcrobo ± microelettronica ± microonda
± biomicroscopõÁa ± microceÁfalo ± microfilm ± microrganismo
± microanalisi ± microchirurgõÁa ± microfonista ± microscopico
± microbicõÁda ± microcircuito ± microfono ± microscopio
± microÁbico ± microcõÁto ± microfotografõÁa ± microsisma
± microbiologõÁa ± micrococco ± microfotografico ± microstruttura
± microbiologico ± microcosmo ± micron
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 6 - Analizza le seguenti frasi, individuando gli infiniti e indicando i loro vari valori; poi traduci.
d

1. Oi< e$m Laqahx & mi memijgjo*se| t<po+ pa*msxm sx & m <Ekkg*mxm e$silx& mso. - 2. Ai< pa*kai
po*kei| e$pi+ soi&| leci*rsoi| a$dijg*lari fgli*am ha*masom pepoig*jarim. - 3. Si*| ot$j a/m
LA LINGUA GRECA... o<lokocoi*g sot+| %Ekkgma| pokka+ gt<qgje*mai oi'| jai+ mt&m e>si vqx*leha; - 4. <O
kamha*mx Dioce*mg|, heara*lemo*| pose paidi*om sai&| veqri+ pi*mom, sg+m jost*kgm sg&| pg*qa|
e$ne*qqiwe ke*cxm. «Sot&so paidi*om, x<| e$loi+ dojei&m, et$sekei*y le memi*jgjem». - 5. Ai$ei+
jejqi*jalem a$hkixsa*sgm sg+m po*kim, e$m z' oi< poki&sai soi&| mo*loi| lg+ pei*hxmsai. - 6. Sot&
$Akena*mdqot e$m Babtkxmi*y seseketsgjo*so|, peqi+ sg&| a$qvg&| leca*kg sx & m rsqasgcx &m
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
e>qi| g#m. - 7. Oi< cexqcoi+ oi< et# e$rpaqjo*se| pokkot+| jaqpot+| rtkke*neim e$kpi*fotrim. -
kamha*mx 8. Moli*folem o%si oi< pokka+ jejimdtmetjo*se| t<pe+q sg&| joimg&| rxsgqi*a| leci*rsg|
va*qiso| a>nioi* ei$rim. - 9. Oi< Kajedailo*mioi e>kecom sot+| sot& Ktjot*qcot mo*lot| pqo+|
a$mdqei*am sot+| poki*sa| pepaidetje*mai. - 10. Oi< jqisai+ e>kecom so+m Rxjqa*sgm
pepeije*mai sot+| me*ot| at<s{ & la&kkom g/ soi&| comet&ri pei*herhai. - 11. <Glei&| uameqoi*
$erlem pokka+ a$caha+ sg+m g<lese*qam po*kim pepoigjo*se|. - 12. Dei& o<lokocei&m so+m
%Olgqom soi&| e<atsot& poig*lari sot+| %Ekkgma| pepaidetje*mai. - 13. So+ ctmaijo*|
simo| ua*rla ke*cesai pqo+ sg&| e$m Rakali*mi matlavi*a| soi&| %Ekkgri uamg&mai. - 14. <O
Pqolghet*| so+ pt&q e$j sot& ot$qamot& e>kahe jke*psxm jai+ soi&| a$mhqx*poi| e>dxjem
(diede).

Es. n. 7 - Assembla correttamente i vocaboli della colonna di sinistra con quelli della colonna di
d d destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. Uobot&lai a. sot+| q<g*soqa| sa+ di*jaia le+m e$rpot-
daje*mai ke*ceim, pqa*sseim de+ ot$- 1. b.
dalx & |.
2. #X jqisa*, ei$ a$di*jx| je*jqija|, b. lg+ sg&| oi>jade o<dot& e$pikahx*leha.

3. Pa*mse| o<lokocot&rim c. pokka+ jai+ ai$rvqa+ jeqdx


& m e%meja
pepoig*jase.
4. <O Dioce*mg| e$hat*lafe d. ot$v g%rtvo| e>rz.

5. <Tlei&| de+ pkotrix*seqoi pa*m- e. so+m %Olgqom soi&| e<atsot& poig*lari


sxm o>mse|, sg+m <Ekka*da pepaidetje*mai.

120 UNITAÁ 6
Il periodo ipotetico
Il periodo ipotetico eÁ formato da due proposizioni: una subordinata complementare
S C H E D A indiretta condizionale, che eÁ detta proÁtasi (e che, in quanto ipotetica, indica la
SINTATTICA
condizione), l'altra reggente, chiamata apoÁdosi (che indica la conseguenza della proÁ-
tasi). La negazione nella proÁtasi eÁ sempre espressa con lg*, nella apoÁdosi con lg* o con
ot$ (solo nel periodo ipotetico di terzo o di quarto tipo).
Nella lingua greca vi sono quattro tipi di periodo ipotetico: della realtaÁ o della
obiettivitaÁ, dell'eventualitaÁ, della possibilitaÁ, dell'irrealtaÁ o dell'impossibilitaÁ.

± Periodo ipotetico della realtaÁ o dell'obiettivitaÁ (1o tipo)


In questo primo tipo l'apoÁdosi eÁ necessariamente la conseguenza della proÁtasi (cfr.
lat. periodo ipotetico di 1o tipo). Esso si esprime nella proÁtasi con ei$ e l'indicativo,
nell'apoÁdosi di solito con l'indicativo, ma anche con tutti i modi delle proposizioni
principali:
^ Ei$ dojei& roi, dtma*leha oi>verhai.
Si tibi videtur, abire possuÆmus.
Se a te sembra opportuno, possiamo andare via.

± Periodo ipotetico dell'eventualitaÁ (2o tipo)


Il secondo tipo prospetta nella proÁtasi un'ipotesi eventualmente possibile. La proÁtasi si
esprime con e$a*m, g>m, a>m e il congiuntivo di tutti i tempi, l'apoÁdosi viene espressa con
l'indicativo dei tempi principali (generalmente presente o futuro):
^ $Ea+m sot&so ke*cgse, a<laqsa*mese.
Qualora voi diciate cioÁ, sbagliate.

± Periodo ipotetico della possibilitaÁ (3o tipo)


Nella proÁtasi del terzo tipo l'ipotesi si ritiene possibile (cfr. lat. periodo ipotetico di
2o tipo). Questo periodo ipotetico si esprime nella proÁtasi con ei$ e l'ottativo,
nell'apoÁdosi con a>m e l'ottativo:
^ Ei$ bot*koimso, sat&sa a/m pqa*rroiem.
Si velint, haec faciant.
Se essi volessero (ed eÁ possibile che lo vogliano), potrebbero fare queste cose.

± Periodo ipotetico dell'irrealtaÁ o della impossibilitaÁ (4o tipo)


Per quanto concerne il quarto tipo, nella proÁtasi eÁ contenuta una condizione irreale,
impossibile, per cui anche la conseguenza enunciata nell'apoÁdosi non eÁ verificabile
nella realtaÁ (cfr. lat. periodo ipotetico di 4o tipo). Nella proÁtasi si ha ei$ e l'indicativo
imperfetto (per l'irrealtaÁ nel presente), aoristo (per l'irrealtaÁ nel passato),
nell'apoÁdosi a>m e l'indicativo imperfetto (per l'irrealtaÁ nel presente), aoristo (per
l'irrealtaÁ nel passato):
^ Ei$ dijai*x| e>dqarem, g%rtvo| a/m g#m.
Si iuste se gessisset, tranquillus esset.
Se egli avesse agito (ma non lo ha fatto) con giustizia, sarebbe tranquillo. )

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 121
± Periodi ipotetici misti
Oltre ai quattro fondamentali tipi di periodo ipotetico, in greco si usano anche
periodi ipotetici misti, con la proÁtasi di un tipo e l'apoÁdosi di un altro; essi derivano
spesso da effetti retorici particolari:
^ Ei$ sg+m a$kg*heiam cicmx*rjoi| (proÁtasi di 3o tipo), ot$ sat&sa a/m e$poi*gra| (apoÁdosi
di 4o tipo).
Se tu conoscessi la veritaÁ, non avresti fatto queste cose.

± ProÁtasi espressa in forma implicita


Una forma di proÁtasi possibile espressa in forma implicita eÁ costituita dal participio
congiunto (cfr. lat.) o dal genitivo assoluto (cfr. in lat. ablativo assoluto):
^ At$soi*, sat&sa pqa*rromse|, a<laqsa*moiem a>m.
Essi, se facessero (lett. facendo) queste cose, sbaglierebbero.
± Periodi ipotetici dipendenti
Sono definiti dipendenti i periodi ipotetici con apoÁdosi dipendente da un'altra
proposizione.
Per quanto riguarda la proÁtasi, essa rimane inalterata, se dipende da un tempo
principale. Se, invece, essa dipende da un tempo storico, non subisce mutamenti, se il
periodo ipotetico eÁ di terzo o quarto tipo; si puoÁ esprimere con l'ottativo obliquo, se
il periodo ipotetico eÁ di primo o di secondo tipo.
Per quanto attiene all'apoÁdosi, se essa eÁ introdotta da verbi che si costruiscono con
l'infinito o il participio, viene espressa con l'infinito o il participio, uniti alla
particella a>m se il periodo ipotetico eÁ di terzo o quarto tipo. Se, invece, l'apoÁdosi eÁ
introdotta da verbi che si costruiscono con x<| o o%si e un modo finito, essa non
subisce mutamenti, quando eÁ in dipendenza da un tempo principale; puoÁ essere
espressa con l'ottativo obliquo, se dipende da un tempo storico:
^ Moli*folem o%si, ei$ sot&so ke*cese, a<laqsa*mese (periodo ipotetico di 1o tipo).
Pensiamo che, se voi dite cioÁ, commettete un errore.
$Emoli*folem x<|, ei$ sot&so e$pqa*nase, a/m g<la*qsese (periodo ipotetico di 4o tipo).
Pensavamo che, se voi aveste fatto cioÁ, avreste commesso un errore.

Es. n. 8 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Chi ha chiamato la padrona? - 2. Ho sacrificato molte vittime agli deÁi, per chiedere
la vittoria. - 3. Egli, avendo perduto tutti i suoi beni, lascia la patria. - 4. Le cose che hai
annunciato non turbano per nulla il nostro animo. - 5. I contadini raccolgono solo se
hanno seminato. - 6. La guerra ha distrutto la nostra cittaÁ e le nostre case. - 7. Il nemico
ha saccheggiato il tempio della dea. - 8. O giudici, se avete giudicato ingiustamente,
non sarete tranquilli. - 9. Noi ti abbiamo ritenuto un uomo onesto. - 10. Hanno
chiamato, ma tu non hai risposto.

122 UNITAÁ 6
PERFETTO ATTIVO FORTE

e>-rpei-ja-|, TEMA: rpemd- ? PRESENTE INDI-


CATIVO: rpe*md-x, «io offro libagioni»

Ð nei temi in liquida, l'aggiunta del suffisso tem-


I verbi coniugati al perfetto: come risalire porale generalmente non produce mutamenti:
al presente indicativo
^ e$rua*kjari, «essi hanno fatto cadere»,
e$-ruak-ja-ri, TEMA: ruak- ? PRESENTE IN-
Per risalire alla prima persona singolare del DICATIVO: rua * kk-x (¶*ruak-j-x), «io fac-
presente indicativo di una voce verbale coniugata cio cadere»
al perfetto eÁ opportuno seguire il seguente Ð nei temi in nasale, quest'ultima si elimina o
procedimento per ottenere il tema del verbo: diventa c:
Ð si toglie il raddoppiamento; ^ je*jqira|, «tu hai giudicato»,
Ð si toglie il suffisso temporale (-ja-/-a-); je*-jqi-ja-|, TEMA: jqim- ? PRESENTE INDI-
Ð si toglie la desinenza. CATIVO: jqi*m-x, «io giudico»
^ kekt*jalem, «noi abbiamo sciolto», Ð per alcuni verbi nel perfetto debole si utilizza
ke*-kt-ja-lem, TEMA: kt- ? PRESENTE INDI-
un tema con metaÁtesi quantitativa:
CATIVO: kt*-x, «io sciolgo»
^ bebkg*jari, «essi hanno lanciato»,
ce*cqaua|, «tu hai scritto», be-bkg*-ja-ri, TEMA: bka-/bkg- < bak- ?
ce*-cqau-a-|, TEMA: cqau- ? PRESENTE INDI-
PRESENTE INDICATIVO: ba* kk-x (<*bak-j-x),
* u-x, «io scrivo»
CATIVO: cqa
«io lancio»
Bisogna ricordare che davanti al suffisso tempo- Per i verbi che hanno il perfetto forte bisogna
rale il tema in dittongo non subisce mutamenti, ricordare che talvolta il tema:
mentre nel tema in vocale la vocale finale
generalmente si allunga: Ð non subisce mutamenti:
^ jejeket*jase, «voi avete comandato», ^ jejqt*ualem, «noi abbiamo nascosto»,
je-jeket*-ja-se, TEMA: jeket- ? PRESENTE je-jqt*u-a-lem, TEMA: jqtu- ? PRESENTE
INDICATIVO: jeket*-x, «io comando» INDICATIVO: jqt*ps-x (<*jqtu-j-x), «io na-
scondo»
memi*jgja|, «tu hai vinto»,
me-mijg-ja-|, TEMA: mija- ? PRESENTE INDI- Ð presenta l'aspirazione della consonante muta
CATIVO: mija* -x, «io vinco» finale:
^ pe*pqava|, «tu hai fatto»,
Per i verbi che hanno il perfetto debole bisogna
pe*-pqav-a-|, TEMA: pqac- ? PRESENTE INDI-
tenere presente che:
* rr-x (<*pqac-j-o), «io faccio»
CATIVO: pqa
Ð nei temi in dentale, quest'ultima cade senza
lasciare traccia: Ð presenta l'apofonõÁa della vocale interna:
^ kekoi*pase, «voi avete lasciato»,
^ memoli*jase, «voi avete pensato»,
ke-koi*p-a-se, TEMA: kip-/keip-/koip- ? PRE-
me-moli-ja-se, TEMA: molid- ? PRESENTE
SENTE INDICATIVO: kei*p-x, «io lascio»
INDICATIVO: moli*f-x (<*molid-j-x), «io pen-
so» Ð presenta sia l'aspirazione che l'apofonõÁa:
Ð nei temi in m + dentale, la nasale e la dentale si ^ jejko*uari, «essi hanno rubato»,
elidono, determinando l'allungamento di je-jko*u-a-ri, TEMA: jkap-/jkep-/jkop- ?
compenso della vocale precedente: PRESENTE INDICATIVO: jkeps-x (<*jkep-j-x),
«io rubo»
^ e>rpeija|, «tu hai offerto libagioni»,

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 123
Es. n. 9 - Forma il perfetto attivo forte dei seguenti verbi.
kei*px (io lascio) - a>cx (io conduco) - bka*psx (io danneggio) - jqa*fx (io grido) -
jsei*mx (io uccido) - ke*cx (io raccolgo, dico) - pe*lpx (io mando) - pqa*rrx (io faccio) -
pei*hx (io persuado) - sqe*ux (io nutro) - uai*mx (io mostro) - dix*jx (io inseguo).

Es. n. 10 - Coniuga il perfetto attivo forte dei seguenti verbi.


uet*cx (io fuggo) - sqe*px (io volgo).

Es. n. 11 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð se*sava| - peut*kave(m) - sot& sesqouo*so| - ei$kovg*sx - sg&| jevgmti*a| - e$rja*ugse -
a/m g>voili - pepolue*mai - a/m g>voiem - ai< dedixvti&ai - pepoi*hz| - sx
& m jejgqtvo*sxm
- e>jsomem - jejgqt*voisom - g$kkave*mai - g< ei$kovti&a - g$kka*vase - pepoi*Wari(m) -
g>vxlem - sesqo*uari(m) - o< bebqihx*| - a/m e$jso*moiem - ei>kove(m) - sai&| bebkauti*ai|
& peugmo*si - sot+| rergpo*sa| - e$qqiue*mai - jejqa*cari(m) - oi<
- g>vx - pe*poiha| - s{
e$rsqouo*se| - sesqo*uz.

Ð che essi abbiano inseguito - aver custodito - coloro che hanno persuaso (sogg.) - a
coloro che hanno ucciso - che egli abbia raccolto - di quelle che sono apparse - aver
gridato - a colui che ha raccolto - che tu abbia condotto - essi hanno inseguito -
avendo unto (part. masch. nom. sing.) - a quelle che hanno nutrito - coloro che
hanno gridato (compl. ogg.) - colei che ha ucciso (compl. ogg.) - colui che ha
persuaso (sogg.) - egli ha nutrito - io ho gettato - noi abbiamo raccolto.

Es. n. 12 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali, poi indica per ciascuna di esse la prima persona
singolare del presente indicativo.
le*lava - ce*cqaua - re*rgpa - peut*kava - e>rsqoua - pe*poiha - je*joua - e>qqiua - g#va
- e>rjaua - e>jsoma - a$kg*kiua - dedi*xva - ei>kova - pe*pkgca - g>kkava - be*bqiha.

Es. n. 13 - Dei seguenti verbi indica prima il significato, poi la prima persona singolare dell'indicativo
aoristo attivo, aoristo passivo e perfetto attivo. L'esercizio eÁ avviato.
1. sqe*ux io nutro e>hqewa/e>sqauom e$hqe*uhgm/e$sqa*ugm se*sqoua/se*sqaua
2. jai*x
3. a$pokt*x
4. a$pakka*rrx
5. leqi*fx
6. lesqe*x
7. oi$jodole*x
8. o<lokoce*x
9. x$he*x
10. vq{*fx
11. utka*rrx
12. t<pokei*px
13. a$mia*x
14. rseqe*x
15. pqoba*kkx

124 UNITAÁ 6
Es. n. 14 - Indica ``vero'' (V) o ``falso'' (F) per ciascuna delle seguenti affermazioni.
VERO FALSO

1. La voce verbale ce*come (indicativo perfetto forte di ci*cmolai)


significa «egli eÁ stato». &
V &
F

2. Pe*polue eÁ la seconda pers. sing. dell'imperativo perfetto forte di pe*lpx. &


V &
F

3. >Ersqoua (indicativo perfetto forte di rsqe*ux) si forma dal tema


verbale rsqau-. &
V &
F

4. La voce verbale e$cg*ceqja (indicativo perfetto debole di e$cei*qx) si


forma con il raddoppiamento attico. &
V &
F

5. Per la formazione del perfetto attivo si usano le desinenze principali attive. &
V &
F

6. >Ecmxja| eÁ la seconda persona singolare dell'indicativo perfetto


debole di cicmx*rjx. &
V &
F

7. Il raddoppiamento eÁ limitato solo all'indicativo del perfetto. &


V &
F

8. La voce verbale lmgrhg*rolai (indicativo futuro passivo debole di


lilmg*rjolai) ha valore attivo e significa «io mi ricorderoÁ». &
V &
F

9. $Euha*qgm eÁ la prima persona singolare dell'indicativo aoristo passivo


forte di uhei*qx. &
V &
F

10. $Edeg*hgm (indicativo aoristo passivo debole di de*olai) significa


«io fui pregato». &
V &
F

11. Nella voce verbale e$bkg*hgm (indicativo aoristo passivo debole di


ba*kkx) si nota il fenomeno della metaÁtesi quantitativa. &
V &
F

12. $Ecmx*rhgm eÁ la prima persona singolare dell'indicativo aoristo


passivo debole di cicmx*rjx. &
V &
F

Es. n. 15 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il perfetto attivo; poi
d traduci.

1. <O Be*rro| a$pejsomx+| so+m pase*qa so+m e<atsot& pokt+m vqo*mom e$ka*mhamem. -
2. Pokkoi+ i$di*xm jeqdx & m e%mejem pokka+ jajx & | pepqa*varim. oi< le+m jejko*uari, oi< de+
LA LINGUA GRECA... a$pejso*marim. - 3. Oi< sqia*jomsa st*qammoi a$pejso*marim e$m o$ki*coi| lgri+ pkei*oma|
kei*px $Ahgmai*ot| g/ oi< Pekopommg*rioi de*ja e>sg. - 4. Oi< Kajedailo*mioi e$pi+ Je*qjtqam
rsqaset*eim so+m mat*aqvom Lma*rippom jejeket*jari jai+ a>cceko*m sima ei$| Je*qjtqam
pepo*luari so+m po*kelom a$ccekot&msa. - 5. <O Miji*a|, x<| o< Hotjtdi*dg| rtcce*cqauem,
sg+m sot& rso*kot a$qvg+m ai<qei&rhai ot$j e$bot*keso. - 6. Lmglomet*olem sx & m t<pe+q sg&|
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
* * + $
pasqido| seseketsgjosxm jai sg&| aqesg&| gm jasakekoiparim . - 7. Pkgriara*rg| sg&|
= *
kei*px sot& Ne*qnot rsqasia&|, oi< Pkasaiei&| ei$| sg+m Pekopo*mmgrom peuet*carim. - 8. $Ajg-
jo*alem sot+| pokeli*ot| sz& g<lese*qy po*kei pkgria*feim at$sg+m jasarsqewole*mot|. - 9.
<O Pekopi*da|, kalpqo+m oi#jom paqakabx*m, soi&| deole*moi| boghei&m x % qlgrem, %ima
' # '
uai*moiso vqg*lasa ei$kgvx+| xm dot&ko| ot$j gm. - 10. Sz& t<rseqai*y gjom oi< a>ccekoi,
ke*comse| o%si oi< sx& m pokeli*xm i<ppei&| sa+ a>jqa kekoi*poiem. - 11. <O $Apo*kkxm, sa+|
< *
atsot& boa| fgsx & m jai+ lahx+m <Eqlg&m so+m sg&| Lai*a| at$sa+| jejkoue*mai, pqo+| sg+m

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 125
Lai&am paqaci*cmesai jai+ so+m <Eqlg&m ai$sia&sai. - 12. Ke*cotri so+m Jqoi&rom ei$|
Kajedai*loma pqe*rbei| pepolue*mai peqi+ sg&| rtllavi*a| e$pi+ so+m Jt&qom.

Es. n. 16 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo le voci verbali espresse con il perfetto attivo debole
d da quelle espresse con il perfetto attivo forte; poi traduci.
1. Oi< poke*lioi sot+| poki*sa| ei$| so+ sei&vo| jasapeuetco*sa| e$pokio*qjotm. - 2. Pokkai+
sg&| <Ekka*do| po*kei| a$poi*jot| ei$| sg+m Kibt*gm jai+ ei$| sg+m Rijeki*am pepo*luarim. -
3. %Ejarso| a$caho+| poki*sg| sg+m at<sot& cmx*lgm soi&| sg&| po*kex| mo*loi| t<pose*savem.
LA LINGUA GRECA...
jeket*x - 4. Jejqaco*sxm sx & m g<lese*qxm rsqasixsx & m e$m s{
& pedi*{, oi< rt*llavoi boghot&rim. -
5. <O Dglorhe*mg| soi&| $Ahgmai*oi| e>kecem «$Ecx+ t<li&m pokka+ a$caha+ paqerjet*aja.
.
sot&so la*kirsa sg+m po*kim et# e$poi*gra, o%si sot+| Hgbai*ot| t<li&m dig*kkava.» -
6. $Ajgjo*ase a= g<li&m o< a>cceko| a$pg*ccekje jai+ a= jeje*ketjem . - 7. Ke*cesai o<
Pqolghet*|, e$n ot$qamot& so+ pt&q jejkoux*|, soi&| a$mhqx*poi| e$pacacei&m. - 8. Soi&|
$Ahgmai*oi| e>ho| g#m sesqoue*mai dglori*y sot+| pai&da| sx & m t<pe+q sg&| pasqi*do|
seketsgra*msxm. - 9. Oi< a>qjsoi rergpo*sxm mejqx & m ot>pose a%psomsai. - 10. <O
$Ake*namdqo| pa&ram sg+m $Ari*am jasersqoue*mai ke*cesai.

Es. n. 17 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Tuo padre ha ottenuto in sorte una grande ricchezza. - 2. I nemici si sono rifugiati
nell'accampamento, mentre i nostri soldati li inseguivano (gen. assol.). - 3. Dicono che
Sofocle abbia scritto piuÁ di cento drammi. - 4. O giudice, hai sempre custodito le nostre
leggi: cerca di farlo anche ora. - 5. I Greci a Salamina hanno messo in fuga (ei$| utcg+m
sqe*px) la flotta dei Persiani. - 6. Forse che gli uomini onesti hanno mai danneggiato
volontariamente gli altri? - 7. Il re ha visto ed ha ascoltato ogni cosa: ora giudicheraÁ. -
8. EÁ giusto che egli sia punito, poiche ha rubato. - 9. Il lottatore prima della gara ha
unto il corpo con l'olio. - 10. Il traditore, inseguito, si eÁ rifugiato nel tempio.

PIUCCHEPERFETTO ATTIVO DEBOLE


Es. n. 18 - Forma il piuccheperfetto attivo debole dei seguenti verbi.
r{*fx (io salvo) - y>dx (io canto) - dqa*x (io faccio) - botket*x (io delibero) - jorle*x
(io abbellisco) - jqi*mx (io giudico) - sila*x (io onoro) - sokla*x (io oso) - jimdtmet*x (io
corro un pericolo) - moli*fx (io ritengo) - a$cce*kkx (io annuncio).

Es. n. 19 - Coniuga il piuccheperfetto attivo debole dei seguenti verbi.


rpei*qx (io semino) - hgqa*x (io vado a caccia) - uomet*x (io uccido).

Es. n. 20 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð e$dedqa*jese - e$uha*qjei| - e$beboghg*jeram - g$qxsg*jei| - e$jejorlg*jei -
e$peuikg*jeim - e$peuqomg*jelem - e$sehgqa*jeram - g$pamsg*jelem - e$pepaidet*jese -
diebebkg*jei - e$memijg*jei| - e$jejqi*jelem.
Ð essi avevano corso un pericolo - noi avevamo annunciato - loro due avevano ucciso
- egli aveva salvato - voi avevate abbellito - egli aveva giudicato - voi due avevate
odiato - essi avevano onorato - tu avevi deliberato - egli aveva fatto una spedizione -
io avevo vinto.

126 UNITAÁ 6
Es. n. 21 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali, poi indica per ciascuna di esse la prima persona
singolare del presente indicativo.
e$rergla*cjeim - g>qjeim - dieuha*qjeim - e$sehatla*jeim - e$dedgkx*jeim - e$peutset*jeim -
e$sesoklg*jeim - e$jejqi*jeim - e$bebkg*jeim - e$jejoli*jeim - e$dedqa*jeim - e$pepaidet*jeim -
e$jejimdtmet*jeim.

Es. n. 22 - Completa le seguenti frasi con le indicazioni fornite, poi traduci.


d

1. Oi< pokioqjot*lemoi ot$ lo*mom so*na, a$kka+ jai+ ki*hot| e$j sx


& m seivx
& m (indic. perf.
att. di ba*kkx) .
2. <O Jt&qo| e>kece so+m pase*qa sat&sa (inf. perf. att. di e$pirse*kkx)
jai+ pa*msa (inf. fut. att. di poie*x) .
3. Jt*kxm (ind. piucch. att. di cale*x) htcase*qa Heace*mot|, o=|
jas$ e$jei&mom so+m vqo*mom e$stqa*mmei Leca*qxm.

4. Jai+ (part. perf. att., nom. pl. masch. di cgqa*rjx) , pokka+ e>si
lamha*molem.
5. <O Helirsojkg&| sot+| %Ekkgma| (ind. piucch. att. di jxkt*x)
sa+| ceut*qa| sa+| e$m <Ekkgrpo*ms{ kt&rai.

Es. n. 23 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il piuccheperfetto
d attivo; poi traduci.
1. <G sx & m pokeli*xm rsqasia+ dia+ mt*jsa pa*msa sa+ de*mdqa je*jatjem, a= oi< cexqcoi+ jai+
sa+ at$sx& m se*jma e$peutset*jeram. - 2. <O $Aqsane*qng| so+m Uaqma*bafom a$persa*kjei
pa*ra| sa+| e$pi+ sz& haka*ssz po*kei| jasarsqewo*lemom. - 3. Ei$ at$so+| sg+m a$kg*heiam
LA LINGUA GRECA...
mt*n e>kene peqi+ x ' m paqerjeta*jei, e$ket*heqo| g#m. - 4. <O Vei*qxm o< sx & m Jemsat*qxm
roux*saso| so+m $Avikke*a pokka+| se*vma| e$pepaidet*jei. - 5. <O $Ammi*ba|, o=| sot+| le+m
e<atsot& i<ppei&| jasa+ pqo*rxpom, sot+| de+ Moladijot+| i<ppei&| a$u$ e<jase*qot sot&
je*qaso| pqo+| jt*jkxrim g<soila*jei, soi&| pokeli*oi| a$pg*msa. - 6. Ei$ lesa+ sat&sa o<
rsqasgco+| ei$| sg+m la*vgm e>pelwem jai+ sot+| rsqasix*sa| ot=| a$po+ sx & m rtlla*vxm
$ghqoi*jei, a/m e$mi*jgrem. - 7. %Osi se*rraqa se*kg e$poi*grem $Ahgmai*xm a<pa*msxm o< Ro*kxm
dedg*kxjem o< $Aqirsose*kg| e$m `` $Ahgmai*xm Pokisei*y ''. - 8. Oi< poke*lioi sot+| mex+|
e>uheiqam, ot=| oi< poki&sai pokkoi&| a$mahg*larim e$jejorlg*jeram. - 9. Oi< poki&sai soi&|
heoi&| e>htram, o%si sg+m sx & m Peqrx & m dtmarsei*am jasekekt*jeram. - 10. <O Uxji*xm s{ &
.
dg*l{ e>kecem «$Ecx+ le+m lo*ma sa+ a$caha+ t<li&m rtmebebotket*jeim, t<lei&| de* loi ot$
pepirset*jase.»

Es. n. 24 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il piuccheperfetto
d attivo; poi traduci.
1. <Tlei&| lx & m sot+| deimot+| pokeli*ot| e$memijg*jese; - 2. $Epei+ e$m e$jei*mz uobeqy& la*vz g<
g<lese*qa rsqasia+ e$memijg*jei, g<li&m pokkg+ e$kpi+| g#m. - 3. Oi< pqe*rbei|, ot=| o< rsqasgco+|
ei$| so+ sx & m pokeli*xm rsqaso*pedom e$rsa*kjei, pa*mse| e$uomet*hgram. - 4. Jt&qo| o< sx &m
Peqrx & m bariket + | +
so m $Aqsapa* sgm di$ at$ sot
& >
et moiam jai + pirso * sgsa $
e *
sesilg jei. -
5. $Ejei*mz sz& g<le*qy o< rsqasgco+| dia+ sg+m a$qesg+m pa*msxm a>qirsom e$jei&mom so+m

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 127
rsqasix*sgm e$jejqi*jei. - 6. Lesa+ sg+m la*vgm oi< poki&sai pqodori*a| pokkot+|
rsqasix*sa| e$jejqi*jeram. - 7. <O bariket+| g$coqet*jei, o%se oi< pqe*rbei| sa+| sot&
pkg*hot| boa+| g>jotram. - 8. S{ & Jt*q{ g>dg o< pasg+q jai+ g< lg*sgq e$seseketsg*jeram. -
9. Ai< Reiqg&me| so+m $Odtrre*a ot$j e>rugkam. g< ca+q Ji*qjg at$s{ & | so+m ji*mdtmom a/m
& px
e$piut*coi a$pepeua*cjei. - 10. <O Stqsai&o|, o=m oi< $Ahgmai&oi soi&| Kajedailomi*oi|
g<celo*ma e$persa*kjeram, dia+ sg&| sx & m poigla*sxm dtma*lex| sz& Rpa*qsz sg&| mi*jg|
ai>sio| g#m.

Es. n. 25 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d d

1. Il contadino curava diligentemente i molti pini, querce e platani, che aveva piantato
nel suo giardino. - 2. Se allora fossero stati puniti i cittadini che avevano fatto del male
alla cittaÁ, ora essa sarebbe salva. - 3. Agamennone sacrificoÁ la figlia Ifigenia, come gli
aveva consigliato l'indovino. - 4. Il figlio del contadino, come gli era sembrato
opportuno, aveva piantato nel suo prato molti fiori. - 5. I nostri soldati avevano
preparato e avevano organizzato ogni cosa per l'attacco dei nemici. - 6. Il legislatore
con le sue leggi aveva reso i cittadini migliori e la loro vita piuÁ sicura. - 7. In quella cittaÁ
molti uomini erano stati onorati piuÁ per le ricchezze che per le opere. - 8. Nessuno di
noi aveva voluto correre pericolo e combattere contro nemici cosõÁ numerosi. - 9. Il sole
era giaÁ tramontato, quando l'esercito ritornava verso l'accampamento. - 10. I nemici
avevano catturato il re, ma non avevano osato ucciderlo.

PIUCCHEPERFETTO ATTIVO FORTE

Es. n. 26 - Forma il piuccheperfetto attivo forte dei seguenti verbi.


dix*jx (io inseguo) - cqa*ux (io scrivo) - jo*psx (io taglio, ferisco) - kei*px (io lascio) -
saqa*rrx (io sconvolgo) - pke*jx (io intreccio) - rglai*mx (io indico) - uai*mx (io
mostro) - a>cx (io conduco).

Es. n. 27 - Coniuga il piuccheperfetto attivo forte dei seguenti verbi.


o$qt*rrx (io scavo) - q<i*psx (io scaglio).

Es. n. 28 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð e$rja*uei - e$rsqo*uese - e$pepoi*hei| - e$pepo*luelem - g$kgki*ueim - e$peug*mesom -
e$qqi*ueram - e$sesaqa*velem - e$sesa*vese - e$jso*meram - g$kka*veim - e$pepoihe*sgm -
e$kekoi*pese - e$bebka*uei|.
Ð io avevo mandato - egli aveva scavato - loro due avevano lasciato - egli aveva unto -
voi due avevate inseguito - essi avevano indicato - io avevo intrecciato - voi due
avevate scagliato - noi avevamo scritto - egli aveva sconvolto - tu avevi persuaso.

128 UNITAÁ 6
Es. n. 29 - Completa il seguente schema, annotando per ciascuna voce verbale i dati richiesti.
L'esercizio eÁ avviato.

Suffisso
Voce Raddop- Tema Persona Tradu-
Aumento temporale e Modo e tempo DiaÁtesi
verbale piamento verbale e numero zione
desinenza
je*jatja| _ je- jat- -ja-| indicativo seconda per- attiva «tu hai
perfetto sona singolare bruciato»
e$cecqa*ueim sillabico ce- cqau- -ei-m indicativo prima persona attiva «io avevo
e$- piuccheperfetto singolare scritto»
e$jejqt*uei
e$cg*qeja
e$jejo*ueilem
se*saje(m)
e$rpa*jeise
seslg*jari(m)
pepket*jxlem
e$sesilg*jeram
peut*joiem
bebkgje*mai
je*jkgje(m)
memijgjx*|
ceco*moise
e$uha*qjeilem
dedt*joilem
dedidavti&a
pepomhe*sxm
e$peuacje*sgm
peuetce*mai
e>jsomsa|

Es. n. 30 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali, poi indica per ciascuna di esse la prima persona
singolare del presente indicativo.
e$rsqo*ueim - e$pepqa*veim - x$qxqt*veim - e$cecqa*ueim - e$sesa*ueim - e$sesaqa*veim -
e$pepoi*heim - e$peutka*veim - e$kekoi*peim - e$dedix*veim - e$bebka*ueim.
Es. n. 31 - Coniuga i seguenti verbi nel tempo, modo, persona, numero e diaÁtesi richiesti; poi traduci.
L'esercizio eÁ avviato.
1. pqa*rrx perf. ind., III pers. sing., att. pe*pqave(m) egli ha fatto
2. jqt*psx fut. I ott., I pers. sing., att.
3. bka*psx aor. inf., att.
4. si*jsx pres. ind., II pers. pl., medio-pass.

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 129
5. kalba*mx imperf. ind., I pers. pl., att.
6. pa*rvx aor. ind., III pers. duale, att.
7. stcva*mx perf. cong., II pers. pl., att.
8. rsqe*ux imperf. ind., III pers. sing., medio-pass.
9. ba*kkx fut. I ind., II pers. duale, att.
10. r{*fx aor. ind., I pers. sing., pass.
11. sei*mx fut. ind., I pers. pl., pass.
12. he*kx imperf. ind., III pers. sing., att.
13. cicmx*rjx aor. cong., II pers. sing., att.
14. hmz*rjx aor. ind., III pers. pl., att.
15. le*kkx pres. ott., I pers. sing., att.
16. sisqx*rjx perf. inf., att.
17. dix*jx piucchep. ind., II pers. pl., att.
18. a<laqsa*mx aor. ott., I pers. sing., att.
19. a$lt*mx fut. I ott., I pers. pl., att.
20. cemma*x aor. imper., II pers. sing., att.
21. jki*mx aor. ind., I pers. pl., pass.
22. uhei*qx fut. I ind., III pers. sing., att.
23. jsei*mx imperf. ind., II pers. pl., medio-pass.
24. jtjko*x piuccheperf. ind., I pers. pl., att.
25. jai*x perf. ott., II pers. sing., att.
26. saqa*rrx pres. imper., II pers. pl., medio-pass.
27. a$cce*kkx fut. ind., I pers. sing., pass.
28. a$kka*rrx aor. imper., III pers. pl., pass.

Es. n. 32 - Volgi le seguenti voci verbali dal singolare al plurale e viceversa, lasciando inalterati il
modo, il tempo, la persona e la diaÁtesi; poi traduci.
e$peuikg*jei| - e$seht*jelem - e$qqt*gja - o< jejolijx*| - seslg*jxrim - g>ccekja -
jejkg*joili - cecqa*uxlem - e$rsqo*uase - ke*koipa| - e$pepqa*vese - g< e$cgceqjti&a -
ceco*mase - ei$kg*voi| - sx & m cecqauo*msxm - oi< pepoigjo*se| - a$pepeua*cjeim -
$ememijg*jese - e$pepoi*jeram - e$jejqi*jei.

Es. n. 33 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate esplicite; poi traduci.
d

1. <O rsqasgco*| jasa+ ux & | , sonosx& m jai+ o<pkisx


& m sa+| mat&| e$lpkg*ra| (avendo
riempito), sz& mg*r{ e$pe*pkei ei$| g=m oi< poke*lioi e$peuet*ceram. - 2. Oi< $Ahgmai&oi
& m Kajedailomi*xm barike*a e>pelwam, e$pei+ g>dg o< ri&so| at$sot+|
pqe*rbei| paqa+ so+m sx

130 UNITAÁ 6
e$pekekoi*pei. - 3. <O Daqei&o| pe*qam sot& posalot& sot+| i<ppe*a| e$sesa*vei, o%px| g< sg&|
rsqasia&| e>jsari| a$ruakx & | ce*moiso. - 4. <O bariket+| pqo+ sx & m seivx& m sg&| po*kex|
pkei*rsot| rsqasix*sa| diesesa*vei. - 5. $Em e$jei*mz sz& la*vz o< $Aqsane*qng|, o%si so+m
Jt&qom e$jso*mei, g>dg memijgje*mai e$mo*lifem. - 6. Oi< cexqcoi+ pokt+m ri&som e$m soi&| e<atsx
&m
a$cqoi&| ei$ko*veram. - 7. At$soi+ sot+| e<sai*qot| pa*msa e$jejko*ueram jai+ dio+
e$fglix*hgram. - 8. <O a>mhqxpo| g>dg sat&sa sot+| a$dekuot+| e$pepoi*hei, o%se g< lg*sgq
at$sot+| e$je*ketrem e$jei&mom so+m pomgqo+m utka*sserhai. - 9. %Ose oi< rt*llavoi
a$uijmot&mso, g>dg oi< poke*lioi sa+| g<lese*qa| sa*nei| e$sesaqa*veram. - 10. %Ose oi<
Pe*qrai ei$| sg+m $Assijg+m e$pkgri*afom, oi< $Ahgmai&oi sg+m po*kim jasekekoi*peram.

LABORATORIO LESSICALE

& |, uxso*| («luce, luce del giorno, fiaccola») derivano molti vocaboli italiani,
Dal sostantivo neutro ux
tutti composti:
± fotoallergõÁa ± fotofobõÁa ± fotogramma ± fotosfera
± fotocellula ± fotogeÁnesi ± fotoincisione ± fotosintesi
± fotocomposizione ± fotografare ± fotolitografõÁa ± fotostatico
± fotocopia ± fotografõÁa ± fotoÁmetro ± fototelegrafõÁa
± fotocopiatrice ± fotografico ± fotomontaggio ± fototerapõÁa
± fotoelettrico ± fotografo ± fotoraÁma ± fotovoltaÁico
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 34 - Analizza le seguenti frasi, distinguendo le voci verbali espresse con il piuccheperfetto attivo
d debole da quelle espresse con il piuccheperfetto attivo forte; poi traduci.

1. Oi< rsqasix & sai g$jgjo*eram sot& rsqasgcot& ke*comso| sot+| pokeli*ot| a$popeuetce*-
mai. - 2. <O bariket+| lesa+ sg+m la*vgm pqe*rbei| peqi+ sg&| ei$qg*mg| e$pepo*luei. - 3. Oi<
Racotmsi&moi, t<po+ sot& $Ammi*ba mijghe*mse|, sa+ e<atsx& m vqg*lasa ei$| so+ pt&q e$qqi*ueram.
LA LINGUA GRECA...
t%dxq - 4. Peiri*rsqaso| o< st*qammo| so+m Ro*kxma a$ei+ e$sesilg*jei jai+ sot+| at$sot& mo*lot|
e$peutka*vei. - 5. Oi< pai&de| g$jgjo*eram sot& didarja*kot ke*comso| sa+ sot& <Olg*qot e>pg
pokka+ jai+ jaka+ lahg*lasa ei$| so+m bi*om pqorue*qeim. - 6. $Epei+ oi< poke*lioi sot+|
g<lese*qot| rsqasgcot+| rtmeikg*ueram, g<lei&| e$m pokkz& a$poqi*y g#lem. - 7. Oi< $Ahgmai&oi,
e$peidg+ sot+| baqba*qot| die*uheiqam, sg+m sx & m <Ekkg*mxm pa*msxm e$ketheqi*am
e$rer{*jeram. - 8. <O $Akjibia*dg|, x<| e>kecom oi< $Ahgmai&oi, ei$| so+m sx & m Peqrx &m
barike*a e$peuet*cei. - 9. <X| o< Pka*sxm e>kecem, o< Helirsojkg&| sot+| $Ahgmai*ot|
matba*sa| jai+ hakarri*ot| e$pepoig*jei. - 10. Oi< poke*lioi, e$pei+ z>rhomso so+ o>qo|
e$vo*lemom, e$cqgco*qeram jai+ dia+ mtjso+| ptqa+ pokka+ e$jejat*jeram. - 11. Oi< Pe*qrai
g>dg a$pepepket*jeram, o%se oi< Kajedailo*mioi ei$| Laqahx & ma e$bog*hotm. - 12. Oi< peqi+
so+m Jakki*biom e$pi+ sot+| Lamsime*a| a$cce*kot| sima+| e$pepo*lueram boghei&m jeket*-
romsa| jai+ cg&m jai+ t%dxq ai$sg*romsa|. - 13. Ai< ce*utqai ai< e$m <Ekkgrpo*ms{ t<po+
veilx & mo| dierpa*rhgram. - 14. Pokkoi+ %Ekkgme|, sg&| Pthi*a| vqgra*rg|, x<qlg*hgra*m
pose x<| sg+m Kibt*gm soi&| Jtqgmai*oi| rtmoijg*romse|.

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 131
LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo neutro t%dxq, t%daso| («acqua, pioggia, liquido») derivano numerosissimi vocaboli
italiani, per lo piuÁ composti:

± anidrõÁde ± idrato ± idrogenare ± idroscaÁlo


± carboidraÁto ± idraulica ± idroÁgeno ± idroscopio
± clessõÁdra ± idraulico ± idroÁlisi ± idrosfera
± cloridrico ± idrico ± idrologõÁa ± idrosolubile
± deidratazione ± idrocarburo ± idrologico ± idroÁssido
± disidratare ± idrocultura ± idromassaggio ± idrostatica
± disidratazione ± idrodinamica ± idrometrõÁa ± idroterapõÁa
± geoidrologõÁa ± idroelettrico ± idroÁmetro ± idrotermale
± idratante ± idroÁfilo ± idropinoterapõÁa ± idrovolante
± idratare ± idroÁfobo ± idropisõÁa ± idruÁro
± idratazione ± idroÁforo ± idrorepellente
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 35 - Analizza le seguenti frasi, individuando i periodi ipotetici e gli infiniti con i relativi valori;
d d poi traduci.

1. $Ea+m sa+ paqekgktho*sa (le cose passate) lmglomet*z|, a$lei*mxm cemg*rei jai+ peqi+ sx &m
lekko*msxm botket*rei. - 2. Ei$ so+ a$pohmg*rjeim lgdeli*a ai>rhgri*| e$rsim, a$kk$ oi'om
t%pmo|, e$peida*m si| jahet*dxm lgd$ o>maq lgde+m o<qy&, hatla*riom je*qdo| a/m ei>g o<
ha*maso|. - 3. Oi< poigsai+ dia+ sot& sx & m uoqli*ccxm uho*ccot sa+| g<lx & m leqi*lma|
a$pesesqo*ueram jai+ g<la&| et$ht*lot| e$pepoig*jeram. - 4. <O Sirraue*qmg|, a$msi+ sot& sg+m
ei$qg*mgm pqa*sseim, rsqa*setla pokt+ paqa+ sot& barike*x|, pqo+| { ' pqo*rhem ei#vem (e>vx
* $ * <
ha val. intransit.), baimeim ejejeketjei. - 5. Oi cexqcoi pqx + & som so+m a$cqo+m dia+ sx&m
box .
& m a$qgqo*jeram jai+ so+m ri&som e$rpa*qjeram he*qot| x % qy de+ sa+| rsa*vta| soi&|
dqepa*moi| e$seslg*jeram. - 6. $Epeidg+ pokka+ oi< pkot*rioi dqx & ri paqa+ so+m bi*om, t<po+
sg&| stvg| pkgcgromsai. - 7. $Evxqei o bariket|, pokka sqat*lasa kabx*m, e$pi+ sot+|
* * * < * +
pokeli*ot|, e>vxm leh$ e<atsot& sot+| rseuami*sgm a$cx & ma memijgjo*sa|. - 8. Oi< sqia*jomsa
st*qammoi, pqo+| sot+| sg&| po*kex| mo*lot|, ha*masom Hgqale*mot jase*jqimam, o%si sz&
at$sx & m t%bqei e$mamsiot&rhai e$sesoklg*jei. - 9. <Ieqa+ e$kai*a, g=m at$sg+ g< $Ahgma&
e$peutset*jei, e$m sx & m a$jqopo*kei g#m jai+ pa*mse| oi< poki&sai at$sg+m e$hat*lafom.
& m $Ahgmx
- 10. <O $Ake*namdqo| $Akena*mdqeiam sg+m po*kim sg&| $Ari*a| e$lpo*qiom e$jejsi*jei jai+ g<
po*ki| so+ sot& $Akena*mdqot o>mola le*ca e$pepoig*jei.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo neutro sqat&la, -aso| («ferita, sconfitta») derivano in italiano:


± postraumatico ± traumatico ± traumatizzare ± traumatologico
± trauma ± traumatismo ± traumatologia ± traumatoÁlogo
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

132 UNITAÁ 6
Es. n. 36 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il perfetto e il
d d piuccheperfetto attivi; poi traduci.
1. Pokkai+ jai+ jakai+ e$kpi*de| rxseqi*a| a/m ei#em soi&| %Ekkgrim. Oi< le+m ca+q %Ekkgme|
e$lpedot&ri sot+| sx & m o>qjot|, oi< de+ poke*lioi e$pixqjg*jari* se jai+ sa+| rpomda+|
& m hex
paqa+ sot+| o>qjot| kekt*jarim. (da SENOFONTE) - 2. <O $Epaleimx*mda| g>jotre sot+|
$Ahgmai*ot| jasa+ cg&m le+m poqet*erhai a$pecmxje*mai, jasa+ ha*karram de+ paqa-
rjeta*ferhai, x<| boghg*romsa| soi&| $Aqja*ri dia+ Kajedai*lomo|. (da SENOFONTE) - 3.
Ot$ do*nx jajx & | pepomhe*mai dia+ e>vhqam sx & m pokisx & m, a$kka+ dia+ jaji*am sg&| po*kex|.
(da LISIA) - 4. $Amsi+ e$ketheqi*a| oi< Kajedailo*mioi dipkg&m dotkei*am soi&| Joqimhi*oi|
paqervg*jeram. (da SENOFONTE) - 5. <O %Guairso|, ei$ jai+ vxko*|, a$kk' o%lx| vqg*rilo*|
e$rsim, sevmi*sg| a>qirso| x > m, jai+ jasajejo*rlgje so+m ot$qamo+m jai+ sg+m $Auqodi*sgm
ceca*lgjem. (da LUCIANO) - 6. <O $Ake*namdqo| rt+m soi&| at<sot& rsqasix*sai| ei$kg*uei
pa&ram sg+m oi$jotle*mgm, g'| at$sojqa*sxq e$ceco*mei. (da PLUTARCO) - 7. Sa+ le+m rx*lasa
pe*utjem at>nerhai soi&| rtlle*sqoi| po*moi|, g< de+ wtvg+ soi&| rpotdai*oi| ko*coi|. (da
ISOCRATE) - 8. <O Coqci*a| ke*cei le+m e$cjx*liom cecqaue*mai peqi+ sg&| <Eke*mg|, stcva*mei
d' a$pokoci*am pepoigjx+| t<pe+q sx & m pqacla*sxm at$sg&|. (da ISOCRATE) - 9. Ke*kghe* re,
x# Rx*jqase|, o%si jai+ oi< q<aw{doi+ pa*mse| cicmx*rjotri pa*msa sa+ e>pg sot& <Olg*qot;
(da SENOFONTE) - 10. Pokka+| matlavi*a| at$soi+ rt*llavoi g<li&m o>mse| memijg*jase jai+
pokka+| mat&| ei$kg*uase jai+ pokka*ji| a$g*rrgsoi ceco*mase, g<lx & m $Ahgmai*xm g<cot-
le*mxm. (da SENOFONTE)

Es. n. 37 - Correggi gli errori contenuti nelle seguenti frasi e riscrivile nella forma corretta; poi traduci,
d d come nell'esempio.
%Ose oi< poke*lioi ei$| sa+| vx*qam e$pkgri*afem, g>dg oi< poki&sai sg+m po*kim
jasekekoi*pese. ?
%Ose oi< poke*lioi ei$| sg+m vx*qam e$pkgri*afom, g>dg oi< poki&sai sg+m po*kim ja-
sekekoi*peram.
Quando i nemici si avvicinavano alla regione, i cittadini avevano giaÁ lasciato la
cittaÁ.

1. Oi< $Ahgmai&oi, sg& sot& Helirsojke*ot| botkz& pepeihx*se|, sg*m po*kim jasakekoi*-
pari jai+ ei$| sa+| mat&| a$popeuet*carim.
2. <O $Aqirsose*kg| o< uiko*rouo|, e$qxsghei+| si* e$rsim o< e$kpi*|. «sg&| e$cqgcoqo*so| ±
ei#pem ± e$mt*pmiom.»
3. <O Ui*kippo| o< bariket*|, pokka+| po*kei| sg&| $Ekka*do| dieuhaqjo*|, e$ka*lbamom.
4. Si*| ot$j a/m o<lokocoi*g o>si oi< rsqasix & sai oi< e$m Laqahx & mi memijejo*se| t<po+
pa*msxm sx & m a$mhqx*pxm e$si*lxm;
& m pokeli*xm rsqasia+ e$memijg*jei|, at$soi&| pokkg+ e$kpi+| g#m.
5. $Epei+ e$m e$jei*mz la*vz g$ sx

Es. n. 38 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d d

1. Il generale non aveva mai ingannato i soldati e non aveva mai voluto nascondere
niente ai suoi concittadini. - 2. Avvicinandosi i nemici, al popolo era venuta a mancare
(e$pikei*px + acc.) ogni speranza di salvezza. - 3. Serse aveva raccolto un grande esercito
per combattere contro i Greci. - 4. La cattiva notizia aveva sconvolto l'animo di tutti e

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 133
aveva reso i cittadini pieni di timore. - 5. I fanciulli si erano lasciati subito persuadere e
avevano agito con onestaÁ. - 6. Corremmo un grave pericolo, poiche l'esercito dei
nemici aveva giaÁ conquistato la cittaÁ. - 7. Intorno a questo argomento (pron. neutro)
avevano scritto molti. - 8. Pausania, dopo che si era rifugiato nel tempio di Atena, morõÁ
per fame, essendo state chiuse le porte (gen. ass.). - 9. Il padrone aveva giaÁ distrutto
tutti i suoi averi, quando chiese aiuto agli amici. - 10. La capra Amaltea, come alcuni
tramandano, aveva nutrito Zeus nell'isola di Creta.

VERSIONI

§
d s 1. Un coraggioso ateniese s

Ne*qng| o< Peqrx & m bariket*|, lesa+ pemsg*jomsa ltqia*dxm $Aqseliri*{ pqoroq-
lira|, soi&| ecvxqioi| po*kelom jasg*cceikem. Oi< d$ $Ahgmai&oi, ot=| g< deimg+ a$cceki*a
* $ *
diesesaqa*vei, jasa*rjopom so+m $Acgri*kaom so+m sot& Helirsojke*ot| a$dekuo+m
e>pelwam. <O de*, ei$| sot+| baqba*qot| paqacemo*lemo|, e$m s{ & rvg*lasi Peqrij{ & so+m
Laqdo*miom, e%ma sx & m sot& Ne*qnot rxlasoutka*jxm a$pe*jseimem, e$jei&mom so+m barike*a
ei#mai t<pokabx*m.
>Epeisa de+ pqo+| so+m Ne*qngm de*rlio| g>vhg. le*kkomso| de+ sot& barike*x| e$pi+ s{
& sot&
*
<Gkiot bxl{ * < * $ $ * + + $
& hteim, o $Acgrikao| ei| sgm ervaqam sgm deniam vei&qa emeseime jai+ sg+m
+ *
kt*pgm a$rsema*jsx| t<pe*leimem. So*se sx & m derlx & m g$ketheqx*hg, a$kka+ o< Ne*qng| at$so+m
uqotqei&rhai pqore*sanem.

§
d s 2. TeÁseo ed EÁracle s

Peqi+ sot& Hgre*x| ja*kkirsom sot&so e>vx ei$pei&m, o%si jasa+ so+m at$so+m vqo*mom s{ &
<Gqajkei& cemo*lemo|, sg+m at<sot& do*nam pqo+| sg+m
e$jei*mot e$ma*likkom jase*rsgrem (pose). At$soi+ ca+q ot$
lo*mom o%pkoi| paqapkgri*oi| e$jorlg*ramso, a$kka+ jai+
soi&| at$soi&| e$pisgdet*larim e$vqg*ramso, pqa*clasa sz&
rtccemei*y pqe*pomsa poiot&mse|.
$En a$dekux& m ca+q cecomo*se|, o< le+m e$j sot& Dio*|, o<
d$ e$j sot& Poreidx & mo|, a$dekua+| jai+ sa+| e$pihtli*a|
>ervom. Lo*moi ca+q ot'soi sx & m pqocecemgle*mxm t<pe+q
sot& bi*ot sot& sx & m a$mhqx*pxm a$hkgsai+ jase*rsgram
(divennero). Rtme*bg de+ so+m le+m o$molarsose*qot| jai+
lei*fot|, so+m d$ x$uekilxse*qot| jai+ soi&| %Ekkgrim
oi$jeiose*qot| sot+| jimdt*mot| poig*rarhai.
(da ISOCRATE)

b
Il cosiddetto ``Ercole Farnese''. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.

134 UNITAÁ 6
UNO SGUARDO AL PASSATO

Le divinitaÁ marine

I l dio greco che proteggeva i naviganti era


Poseidone (Poreidx & m), identificato a Roma
con Nettuno, figlio di Crono e di Rea e fratello
di Zeus. Si credeva che egli, padrone del mare,
comandasse alle onde e provocasse le tempeste
marine.
Il dio gareggioÁ con Atena per il possesso della
cittaÁ di Atene: egli, con un colpo di tridente, fece
scaturire un pozzo di acqua salata sull'acropoli,
mentre la dea piantoÁ nello stesso luogo un olivo.
Gli deÁi dell'Olimpo decisero in favore di Atena.
Tra i figli di Poseidone si ricordano il ciclope
Polifemo e PeÁgaso, il cavallo alato. Nelle arti
figurative il dio eÁ rappresentato armato di un
tridente, arma dei pescatori di tonno, su un m
carro trascinato da animali mostruosi e circon- Moneta su cui eÁ rappresentato Poseidone.
dato da delfini, pesci ed altre creature marine.
Un'altra divinitaÁ importante del mare era ProÁ- DivinitaÁ marine erano anche le NereÁidi
teo (Pqxset*|) che, secondo la tradizione, gui- (Mgqei*de|), figlie di Nereo e DoÁride, fra le quali
dava le foche, i delfini e gli altri animali marini che le piuÁ famose erano Teti, la madre di Achille,
appartenevano a Poseidone. Egli possedeva il Galatea, amata dal ciclope Polifemo, e AnfitrõÁte,
dono della profezia, ma, non volendo fornire la sposa di Poseidone. Secondo la tradizione,
informazioni agli uomini che lo interrogavano, esse abitavano in un palazzo ubicato in fondo al
usava il suo potere di trasformarsi in vari aspetti, mare, sedevano su troni d'oro e dedicavano il
diventando animale, acqua e fuoco. loro tempo a tessere, filare e cantare.

§
dd
s 3. DiodoÁro e Grillo s

Weuirale*mxm sx & m $Ahgmai*xm soi&| Kajedailomi*oi| boghei&m, o< de+ Nemoux & m, x<|
< $
Dioce*mg| o Kae*qsio| em s{ $ <
& atsot& bi*{ ce*cqauem, sot+| pai&da| e>pelwem tpe+q sx &m
Kajedailomi*xm rsqasetrole*mot|. At$sx & m o< le+m ot#m Dio*dxqo|, ot$de+m e$piuame+|
pqa*na|, e$j sg&| la*vg| a$mar{*fesai, o< de+ Cqt*kko|, i$rvtqx & | a$cxmira*lemo|, e$se-
ket*sgrem.
Sgmijat&sa de+ o< Nemoux & m ke*cesai ht*eim rse*uamom e$pi+ sg&| jeuakg&| e>vxm.
$apaccekhe*mso| de+ t<po* simo| at$s{ & sot& hama*sot sot& paido*|, a$perseuamx*raso,
e>peisa de+ a$jot*ra| so+m Cqt*kkom cemmai*x| seseketsgje*mai, pa*kim e$rseuamx*raso.
>Emioi de+ ke*cotrim at$so+m ot$de+ dajqt&rai, a$kka+ bog&rai. «Ot$j g$cmo*otm at$so+m hmgso+m
cecemmgje*mai.»

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 135
§
dd s 4. Gli Ateniesi combattono presso il fiume EgospoÁtami s

Oi< $Ahgmai&oi ei$| so+m Ai$co+| posalo+m a$msi*om sg&| Kalwa*vot e$pepket*jeram Ð o<
d$ <Ekkg*rpomso| sat*sz (avv.) rsadi*ot| ei$| pemsejai*deja die*vei Ð jai+ x<| ei$|
matlavi*am paqesa*namso. $Epei+ d$ ot$j o< Kt*ramdqo| a$msamg&cace jai+ sg&| g<le*qa| o$we+
g#m, at$soi+ a$pepepket*jeram jai+ t<rse*qy g<le*qy pa*kim pqo+| so+m Ai$co+| posalo+m
e>pketram. jai+ ot%sx se*rraqa| g<le*qa| e$poi*gram.
$Epei+ d$ g<le*qa pelpsg+ g#m, o< de+ Kt*ramdqo| o< sx & m Kajedailomi*xm rsqasgco+|
ei#pem soi&| jasarjo*poi|, e$pa+m sot+| $Ahgmai*ot| sx & m mex& m e$jbebgjo*sa| jasi*dxri
(avessero visto) jai+ jasa+ sg+m Veqro*mgrom e$rjedarle*mot| (si erano sparsi), so*se paq$
at<so+m a$popkei&m jai+ jasa+ le*rom sot& pkot& a$rpi*da a#qai. Sat&sa ot#m oi< jasa*rjopoi
e$poi*gram, o< de+ Kt*ramdqo| et$ht+| e$rg*lgme jai+ paqa+ sz& cz& sa+| sx & m $Ahgmai*xm mat&|
e>kabem.
(da SENOFONTE)

UNO SGUARDO AL PASSATO

La guerra del Peloponneso

L a guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) fu


considerata sempre un grave errore com-
messo dagli Ateniesi: gli uomini politici che la
consigliarono furono ricordati come i maggiori
responsabili della decadenza di Atene. Le ostilitaÁ
tra Sparta e Atene ebbero inizio nel 431 a.C. e,
mentre gli Ateniesi realizzarono in un primo
tempo vittoriose incursioni sul mare, gli Spartani
riuscirono a controllare la terraferma. Lo scop-
pio di una grave pestilenza (430 a.C.) provocoÁ in
Atene conseguenze disastrose, tra le quali la
morte di Pericle (Peqijkg & |), il cui governo fu
uno dei piuÁ splendidi della storia ateniese. Gli
aristocratici, con a capo Nicia, erano favorevoli
alla cessazione del conflitto, mentre i democra-
tici, che avevano in Cleone il loro principale
esponente, spingevano a continuare le ostilitaÁ.
Dopo lo scontro presso AnfõÁpoli, in Tracia (dove
morirono sul campo di battaglia sia Cleone,
comandante dell'esercito ateniese, che BraÁsida, m
Particolare di un mosaico pavimentale che rappresenta
generale spartano), fu stipulata la pace di Nicia Alcibiade. Sparta, Museo Archeologico.
(421 a.C.).
Successivamente, vi fu in Atene l'ascesa poli- di Sparta. La flotta ateniese salpoÁ nel 415 a.C.
tica di Alcibiade ($Akjibia*dg|), che sostenne verso la Sicilia, dove la spedizione si concluse
l'opportunitaÁ di un intervento militare in Sicilia; con una completa disfatta per Atene (413 a.C.).
l'occasione per intervenire fu trovata nell'ap- Nella fase finale della guerra intervennero
pello rivolto ad Atene dalla cittaÁ siciliana di anche i Persiani, che fornirono abbondanti aiuti
Segesta, in lotta con Selinunte e Siracusa, alleate agli Spartani. Nel 406 a.C., al largo delle isole
)

136 UNITAÁ 6
ArginuÁse, gli Ateniesi ottennero un'importante miglia da Atene (per cui la terza e ultima fase del
vittoria navale, ma nell'anno successivo (405 conflitto fu chiamata anche ``guerra di Decelea'')
a.C.) subirono una terribile disfatta ad EgospoÁ- e, in seguito, cominciarono l'assedio di Atene,
tami, sui Dardanelli. Gli Spartani, poi, occupa- che, dopo mesi di accanita resistenza, fu costretta
rono Decelea, importante nodo stradale a tre a capitolare (404 a.C.).

§
dd
s 5. Il persiano AbradaÁta muore in battaglia s

<O Jt&qo| lesa+ sg+m la*vgm sx & m t<pgqesx & m sima| jake*ra| e>kecem. «<Tlx & m si| so+m
* < * * + % $ +
$Abqadasam exqajem; Hatlafx caq osi atso| otdalot& uai*mesai.» Sx$ & m de+
t<pgqesx .
& m si| a$pejqi*maso «Ot$ fz&, a$kk$ e$m sz& la*vz a$pe*hamem, ei$| sot+| Ai$ctpsi*ot|
so+ a%qla e$lbakx*m. oi< d$ a>kkoi pkg+m sx & m at$sot& e<sai*qxm e$ne*jkimam, e$pei+ so+ sx
&m
Ai$ctppi*xm rsi&uo| ei#dom.
Mt&m de+ ke*cotrim o%si g< at$sot& ctmg+ so+m mejqo+m pqo+| so+m Pajsxko+m posalo+m
pqorjejo*lijem jai+ oi< le+m heqa*pomse| e$pi+ ko*uot hg*jgm s{ & seseketsgjo*si
o$qt*rrotrim, g< de+ ctmg+ valai+ jahi*fei jejorlgjti&a oi| o< a$mg+q ei#vem, sg+m at$sot&
'
jeuakg+m e$pi+ soi&| co*marim e>votra.» <O de+ Jt&qo|, sat&sa a$jot*ra|, pokt+ e$rse*manem.
(da SENOFONTE)

§
dd s 6. I benefici della pace s

<O po*kelo| g<la&| pemerse*qot| e$poi*gre jai+ pokkot+| leca*kot| jimdt*mot| t<po-
le*meim g$ma*cjare jai+ pqo+| pa*msa| sot+| %Ekkgma| diabe*bkgjem. ei$ de+ g<lei&| sg+m
ei$qg*mgm poigro*leha, sg+m g<lese*qam po*kim, g=m bebka*ualem, pa*kim leca*kgm poig*rolem,
lesa+ pokkg&| g<rtvi*a| jai+ a>met jimdt*mxm jai+ saqavg&|.
So+m de+ g<le*seqom bi*om, o=m pokt+m vqo*mom a>met et$dailomi*a| g>valem, pa*kim
et$dai*loma a>nolem, a$dex & | cexqcot&mse| jai+ dia+ sg&| haka*rrg| pke*omse| jai+ sai&|
a>kkai| e$qcari*ai| e$piveiqot&mse|, a=| dia+ so+m po*kelom e$jkekoi*palem. Jai+ de+ sot+|
pai&da| jai+ sa+| ctmai&ja| et$dai*loma| e%nolem jai+ sa+| oi$ji*a| lersa+| ui*kxm.

§
dd s 7. L'aspetto fisico di Alessandro Magno s

Sg+m le+m ot#m i$de*am (l'aspetto) sot& rx*laso| oi< Ktri*ppeioi la*kirsa sx &m
$amdqia*msxm e$luai*motrim, t<u$ ot' lo*mot jai+ at$so+| g$ni*ot pka*rrerhai. Jai+ ca+q o=
la*kirsa pokkoi+ sx & m diado*vxm t%rseqom jai+ sx & m ui*kxm a$pelilot&mso, sg*m s$ a$ma*sarim
sot& at$ve*mo| ei$| et$x*mtlom g<rtvz& (lievemente) jejkile*mot jai+ sg+m t<cqo*sgsa sx &m
o$lla*sxm, diasesg*qgjem a$jqibx & | o< sevmi*sg|.
$Apekkg&| de*, cqa*uxm at$so+m jeqatmouo*qom, ot$j e$lilg*raso sg+m vqo*am, a$kka+
uaioseqom jai+ pepimxle*mom (piuttosto bruno e scuro) e$poi*grem. #Gm de+ ketjo*|, x
* %|
. < $ $
uarim g de+ ketjo*sg| epeuoi*mirem atsot& peqi+ so+ rsg&ho| la*kirsa jai+ so+ pqo*rxpom.
Sot& de+ vqxso+| g%dirsom (un gradevolissimo profumo) a$pe*pmei jai+ so+ rso*la jasei&vem
et$xdi*a jai+ sg+m ra*qja pa&ram, x% rse pkgqot&rhai sot+| visxmi*rjot|. $Ake*namdqom d$ g<
heqlo*sg| sot& rx*laso| jai+ posijo+m jai+ htloeidg& paqei&vem.
(da PLUTARCO)

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 137
§
dd s 8. Il re AgesilaÁo organizza delle gare ad EÁfeso s

%Ala s{ & e>aqi o< $Acgri*kao| o< sx & m Kajedailomi*xm bariket+| pa&m so+ rsqa*setla
ei$| >Euerom rtmg*vei. At$so+ de+ a$rjg&rai botko*lemo|, a#hka pqot>hgje (propose) jai+
sai&| i<ppijai&| sa*nerim, g%si| jqa*sirsa i<ppet*oi, jai+ sai&| o<pkisijai&|, g%si| a$qi*rsg rx*lasa
ei>g, jai+ soi&| peksarsai&| jai+ sono*sai|, oi%sime| jqa*sirsoi sa+ pqorg*jomsa e>qca (nelle
mansioni loro pertinenti) uai*moimso.
$Ej sot*sot de+ paqg&m (da paqa* + ei$li*) o<qa&m sa+ le+m ctlma*ria sx & m a$mdqx
&m
ctlmafole*mxm lersa*, so+m de+ i<ppo*dqolom i<ppe*xm i<ppafole*mxm, sot+| de+ a$jomsirsa+|
jai+ sot+| sono*sa| e$pi+ rso*vom i<e*msa| (che scagliavano frecce). <O de+ $Acgri*kao| jai+ sg+m
po*kim, e$m z' g#m, sg&| he*a| a$ni*am e$pepoig*jei.
(da SENOFONTE)

§
dd
s 9. Massinissa s

<O Larama*rrg|, o=| sg&| Kibt*g| e>sg e<ng*jomsa e$piuamg+| e$bebariket*jei jai+ sg+m
pqo+| sot+| <Qxlai*ot| uiki*am e$sesgqg*jei, e>hame pai&da| de*ja jasakipx*m, ot=| e$m sai&|
diahg*jai| e$cecqa*uei bot*kerhai sot+| <Qxlai*ot| e$pisqopet*erhai.
<O de+ jai+ jasa+ sg+m sot& rx*laso| et$somi*am diaue*qxm jai+ jaqseqi*y jai+ po*moi| e$j
paido+| rtmg*hg| g#m. %Okgm de+ sg+m g<le*qam ot$j a$ji*mgso| e>leme, le*vqi mtjso+| sai&|
po*mxm leke*sai| e$mgleqet*xm, e$pi+ de+ so+m %ippom e$pibai*mxm rtmevx & | g<le*qam jai+ mt*jsa,
jai+ sai&| i<ppari*ai| vqx*lemo| ot$j e>jalmem. Sx & m +
de <
ti x
& m <
e *
ja rs{ a$cqo+m ltqio*pkehqom
$epe*kipem.
(da DIODORO SICULO)

§
dd
s 10. Il ricordo degli eroi caduti nella battaglia di LamõÁa s
Vakepo*m e$rsi sot+| e$m soi&| soiot*soi| pa*heri o>msa| paqalthei&rhai. sa+ ca+q pe*mhg
otse ko*coi| ot>se mo*loi| joili*fesai, a$kk$ g< e<ja*rsot ut*ri| jai+ g< uiki*a pqo+| sot+|
>
seketsg*ramsa| so+m sot& ktpei&rhai o<qirlo+m e>vei. Vqg+ de+ o%lx| haqqei&m jai+ sg&| kt*pg|
paqaiqei&m jai+ lelmg&rhai lg+ lo*mom sot& sx & m seseketsgjo*sxm hama*sot, a$kka+ jai+ sg&|
a$qesg&| g=m jasakekoi*parim. Jakg+ ca+q jai+ paqa*dono| g< sx & m a$mdqx & m so*klg g#m e$m
e$jei*mz sz& la*vz.
Ei$ ca+q hqg*mxm a>nia pepo*mharim, a$kk$ at$soi+ e$pai*mxm leca*kxm a>nia pe-
poig*jarim. Ei$ de+ cg*qx| lg+ lese*rvom, a$kk$ a$cg*qasom et$doni*am ei$kg*uarim jai+ et$-
dai*lome| ceco*marim. %Oroi ca+q at$sx & m a>paide| seseketsg*jarim, oi< (con val. dimostr.)
paqa+ sx & m <Ekkg*mxm a$ha*masoi e>romsai, o%roi de+ pai&da| jasakekoi*parim, g< sg&|
pasqi*do| et>moia at$soi&| sx & m pai*dxm e$pi*sqopo| e>rsai.
(da IPERIDE)

Difficile est consolari eos qui in huiuscemodi calamitatibus sunt: luctus enim
neque orationibus neque legibus leniuntur, sed uniuscuiusque natura et erga extinctos
amor lugendi finem facit.
Necesse est, tamen, animos recipeÆre et dolorem mitigare et recordari non tantum
de morte illorum qui perieÅrunt, sed etiam de virtute quam reliqueÅrunt. Praeclara, enim,
et incredibilis virorum alacritas in illa pugna fuit.
Etsi, enim, fletibus digna passi sunt, tamen illi magnis laudibus digna feceÅrunt.
Etsi senectutis particõÆpes non fueÅrunt, tamen gloriam, quae numquam senescit, con-
secuÅti sunt, et beati facti sunt.
Qui, enim, eorum sine liberis perieÅrunt, ii apud Graecos immortales erunt, qui
vero liberos reliqueÅrunt, iis patriae benevolentia liberorum tutela erit.

138 UNITAÁ 6
§
ddd s 11. Filippo il MaceÁdone s

<O Ui*kippo| ei>jori jai+ se*rraqa e>sg sx & m Lajedo*mxm bebari*ketjem. e$kavi*rsai|
de+ a$uoqlai&| vqgra*lemo|, leci*rsgm dt*malim sx & m jasa+ sg+m Et$qx*pgm jaserjet*aje
jai*, paqeikgux+| sg+m Lajedomi*am soi&| $Ikktqioi&| dotket*otram, pokkx & m jai+ le-
ca*kxm e$hmx & m jai+ *
po kexm jtqi* am pepoi * gjem. Dia+ de+ sg+ m $
i di* am $
a +
qesg m sg+m sg&|
* < * <
<Ekkado| aparg| gcelomi*am paqei*kguem, ejotri*x| sx < <
& m pokexm tposarrole*mxm.
*
Sot+| de+ $Ikktqiot+| jai+ sot+| Pai*oma| jai+ sot+| Hqy&ja| jai+ sot+| Rjt*ha|
jasapokelg*ra|, ei$| sg+m sx & m Peqrx & m barikei*am e$pibe*bkgje jasakt&rai. Sa+| de+
dtma*lei| ei$| sg+m $Ari*am diabiba*ra|, sa+| <Ekkgmija+| po*kei| g$kethe*qxje jai+ so-
rat*sa| dtma*lei| a$poke*koipem, x % rse so+m at$sot& ti<o+m $Ake*namdqom lg+ pqordei&rhai
* $ + *
rtllavxm ei| sgm jasaktrim sg&| sx & m Peqrx & m g<celomi*a|. Sat&sa de+ ot$ dia+ st*vgm,
a$kka+ dia+ sg+m i$di*am a$qesg+m pe*pqavem. (da DIODORO SICULO)

Analisi guidata
d COMPRENSIONE TESTUALE
1. Per quanti anni Filippo regnoÁ in Macedonia?
2. A quale popolo era assoggettata la Macedonia prima che Filippo la rendesse indipendente?
3. Dopo essere divenuto re dei Macedoni, su quale paese Filippo estese la sua egemonia?
4. Contro quali popoli combatteÁ successivamente?
5. ConseguõÁ tanti successi grazie all'intervento del fato o per il suo valore?
d COMPETENZA LINGUISTICA
1. Sono presenti nel brano dei perfetti e piuccheperfetti? Dopo averli individuati, analizzali.
2. Quale valore ha il participio vqgra*lemo| (r. 2)?
& m po*kexm t<posar-
3. Con quale proposizione subordinata si puoÁ tradurre il genitivo assoluto sx
role*mxm (r. 5)?
4. Quale valore ha l'infinito jasakt&rai (r. 7)?
5. Quale proposizione viene introdotta da x % rse (r. 9)?

§
ddd s 12. Aristide il Giusto s

Oi< $Ahgmai&oi lesa+ sg+m la*vgm sg+m e$m Laqahx & mi so+m $Aqirsei*dgm e$nxrsqa*jifom
s{& at$sot& uho*m{, x<| d$ e>kecom stqammi*do| uo*b{. <O d$ e$norsqajirlo+| e$sx & m de*ja
lesama*rsari| g#m. soiot&so de+ so+ cemo*lemom g#m. e%jarso| o>rsqajom kabx+m e>cqauem o=m
sx& m pokisx & m lesarsg&rai (esiliare) e$bot*keso jai+ ei$| e%ma sg&| a$coqa&| so*pom e>ueqem. Oi<
d$ a>qvomse| so+ rt*lpam sx & m o$rsqa*jxm pkg&ho| digqi*hlotm. ei$ ca+q e<najirviki*xm
e$ka*rrome| oi< cqa*wamse| g#ram, a$sekg+| o< e$norsqajirlo+| g#m.
Cqawole*mxm ot#m so*se sx & m o$rsqa*jxm, ke*cotri* sima sx & m a$cqalla*sxm s{ &
$Aqirsei*dz so+ o>rsqajom do*msa (avendo consegnato), x<| e<mi+ sx & m stvo * msxm, paqa-
jakei&m o%px| «$Aqirsei*dgm» e$ccqa*uoi. Hatla*ramso| de+ sot& $Aqirsei*dot jai+
pthole*mot ei$ o< $Aqirsei*dg| si jajo+m at$so+m pepoig*joi, o< a>mhqxpo| e>kecem. «$Ecx+
so+m $Aqirsei*dgm ot$ cicmx*rjx, ot$de+m jajo*m le pepoi*gjem, a$kk$ e$movkot&lai ``so+m
Di*jaiom'' pamsavot& a$jot*xm.» <O le+m $Aqirsei*dg| ot$de+m a$pejqi*maso, so+ de+ at<sot&
o>mola s{ & o$rsqa*j{ e$me*cqawem. (da PLUTARCO)

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 139
§
ddd s 13. Epaminonda muore gloriosamente s

<O $Epaleimx*mda| e>si fx & m ei$| sg+m paqelbokg+m a$pgme*vhg [fu portato via (dalla
battaglia)] jai* rtcjkghe*msxm i$asqx & m simxm, at$soi+ e>kecom o%si, o%sam e$j sot& at$sot&
hx*qajo| so+ do*qt e$naiqehz&, o< ha*maso| e>rsai. <O de+ $Epaleimx*mda| et$wtvosa*sgm sg+m
sot& bi*ot jasarsqoug+m e$poig*raso. pqx & som ca+q so+m t<parpirsg+m pqorjakera*lemo|,
$epgqx*sgrem ei$ sg+m a$rpi*da diare*r{jem. Sot& de+ ug*ramso| (avendo egli detto «sõÁ»),
pa*kim e$pgqx*sgre po*seqoi memijg*jarim. Sot& de+ a$pouaimole*mot o%si oi< Boixsoi+
memijg*jarim, e>kecem. «%Xqa seketsa&m e$rsim» jai+ so+ do*qt e$jrpa*rai pqore*sanem.
$Amabogra*msxm de+ sx & m paqo*msxm (da paqa* µ ei$li*) jai+ at$sx & m simo| ei$po*mso|
(avendo detto) so+m $Epaleimx*mdam a>sejmom seketsa&m jai+ dajqt*omso|, at$so+| ei#pem
(disse). «La+ Di*a, a$kka+ jasakei*px dt*x htcase*qa|, sg*m se e$m Ket*jsqoi| mi*jgm jai+ sg+m
e$m Lamsimei*y.» Jai+ sot& do*qaso| e$naiqehe*mso| a>met saqavg&| e$ne*pmetrem.

§
ddd
s 14. Il timore e la disperazione dopo una disfatta s

$Epeidg+ oi< a>ccekoi sa+ peqi+ Rijeki*am cemo*lema ei$| sa+| $Ahg*ma| g$cce*kjeram, oi<
$Ahgmai&oi e$pi+ pokt+ g$pi*rsotm jai+ soi&| rsqasix*sai| e$n at$sot& e>qcot diapeuetco*ri jai+
raux & | a$cce*kkotrim ot%sx so+ pqa&cla e>veim. $Epeidg+ de+ e>cmxram, vakepoi+ le+m g#ram
soi&| q<g*soqrim, oi= ei$| so+m e>jpkotm e$jejeket*jeram, x % rpeq ot$j at$soi+ wguira*lemoi,
x$qci*fomso de+ jai+ soi&| la*mseri jai+ pa&ri soi&| a>kkoi|, oi= g$kpi*jeram x<| oi< $Ahgmai&oi sg+m
Rijeki*am kg*womsai.
Pa*msa de+ pamsavo*hem at$sot+| e$kt*pei jai+ uo*bo| se jai+ jasa*pkgni| leci*rsg g#m. <G
ca+q g'rra e$rseqg*jei sg+m po*kim o<pkisx & m se pokkx & m jai+ i<ppe*xm jai+ g<kiji*a|, oi%am ot$v
e<se*qam t<pa*qvotram e<x*qxm. %Ala de+ mat&| i<jama+| e$m soi&| mexroi*joi| ot$v o<qx & mse|
ot$de+ vqg*lasa e$m s{ & joim{ & , e$baqt*momso jai+ a$me*kpirsoi g#ram e$m s{ & paqo*msi
r{hg*rerhai.
(da TUCIDIDE)

§
ddd
s 15. Il tiranno IppoÁcrate s

Ke*cesai x<| <Ippojqa*sg| o< sx & m Cek{*xm st*qammo|,


memijgjx*| pose sot+| Rtqajori*ot| e$m la*vz, ei$| so+ sot& Dio+|
i<eqo+m e$rsqasope*detrem. sot&so de+ i<eqo+m ot$ pokkg+m o<do+m sg&|
e$jei*mxm po*kex| a$pe*vei jai+ $Oktlpiei&om jakei&sai. <O de+
<Ippojqa*sg| jase*kabem at$so*m se so+m i<eqe*a jai+ a>kkot| sima+|
sx & m Rtqajori*xm e$j sot& i<eqot& a$mahg*lasa vqtra& jai+ so+ sot&
Dio+| i<la*siom e$jjoli*fomsa|.
<O de+ st*qammo| sot&soi| ot%sx| e$pepkg*vhg, x % rse soi&|
<ieqort*koi| e$je*ketrem ei$| sg+m po*kim a$pekhei&m (inf. aor. di
a$pe*qvolai). At$so+| de+ sx & m a$mahgla*sxm a$pe*rveso, moli*fxm
dei&m so+m soiot&som po*kelom a$maiqot&msa lgde+m ei$| so+ hei&om
e$nalaqsa*meim jai+ a%la botko*lemo| sot+| sx & m Rtqajori*xm
a>qvomsa| pqo+| sot+| dglojqasotle*mot| sx & m Rijekixsx &m
* . $ * + $
diabakkeim emolife caq atsot| pkeomejsijx + & |, akk$ ot$
$
dglosijx & | ot$de+ dijai*x| pokisetole*mot|.
(da ELIANO)
b
Kritios e Nesiotes, I tirannicidi Armodio e Aristogitone (copia romana). Napoli,
Museo Archeologico Nazionale.

140 UNITAÁ 6
Guida alla traduzione
Il brano n. 15 risulta di quattro periodi. Il Io periodo inizia con la proposizione principale
(Ke*cesai), che regge una soggettiva introdotta da x<| e con il verbo all'indicativo (x<| <Ippojqa*sg|
... e$rsqasope*detrem); dalla principale dipende il participio congiunto con valore temporale
(memijgjx*|); seguono, dopo il punto in alto, due principali coordinate tra loro (sot&so de+ ... a$pe*vei
jai+ ... jakei&sai). Il IIo periodo eÁ articolato in due proposizioni: la principale (<O de+ ... jase*kabem) e
una relativa, da essa dipendente, espressa con il participio attributivo (e$jjoli*fomsa|). Nel IIIo
periodo notiamo, dopo la principale (<O de+ st*qammo| ... a$pepkg*vhg), una consecutiva retta da essa
ed espressa con x % rse e l'indicativo (x % rse ... e$je*ketrem) e un'infinitiva dipendente dalla conse-
cutiva (apekhei&m). Abbastanza complesso eÁ il IVo periodo, in cui, dopo la principale (At$so+| ...
$
a$pe*rveso), incontriamo un participio congiunto con valore causale (moli*fxm), da cui dipende
un'infinitiva oggettiva (dei&m), che introduce, a sua volta, un'infinitiva soggettiva (e$nalaqsa*meim);
da quest'ultima dipende il participio attributivo con valore relativo (so+m ... a$maiqot&msa); c'eÁ, poi,
un'altra causale, coordinata a quella precedente mediante la congiunzione jai* ed espressa
anch'essa con il participio congiunto (jai+ ... botko*lemo|): da quest'ultima dipende l'infinito
oggettivo che segue (diaba*kkeim), da cui, a sua volta, dipende il participio con valore sostantivato-
relativo (sot+| dglojqasotle*mot|); dopo il punto in alto c'eÁ un'altra principale (e$mo*life), che
regge il participio predicativo dell'oggetto (pokisetole*mot|), che funge da proposizione oggettiva.

§
ddd
s 16. Il tempio di Apollo Lykios s

<O Damao+| so+ sot& $Apo*kkxmo| Ktji*ot i<dqt*raso e$p$ ai$si*y soiat*sz. <O de*, ei$| so+
>Aqco| paqacemo*lemo|, pqo+| Ceka*moqa so+m sg&| po*kex| barike*a peqi+ sg&| a$qvg&|
g$luirbg*sei. <Qghe*msxm de+ pokkx & m paq$ a$luose*qxm e$pi+ sot& dg*lot jai+ sot& Ceka*moqo|
'
do*namso| ot$v grrom di*jaia ke*ceim, o< dg&lo| t<peqe*heso (propose) ei$| sg+m e$piot&ram
jqi*meim.
$Aqvole*mg| de+ g<le*qa|, kt*jo| si| ei$| box& m a$ce*kgm pqo+ sot& sei*vot| melole*mgm
ei$rpi*psei, pqorperx+m de+ pqo+| sat&qom sx & m g<celo*ma e$la*veso. Paqi*rsasai (viene
& m box
in mente) soi&| $Aqcei*oi| so+m Damao+m s{ & kt*j{ ei$ja*rai, o%si ot>se so+ hgqi*om sot&so soi&|
$amhqx*poi| rt*msqouo*m e$rsim ot>se o< Damao+| ei$| e$jei&mom so+m vqo*mom ruiri*m. $Epei+ de+ o<
kt*jo| so+m sat&qom jaseiqca*raso, dia+ sot&so o< Damao+| sg+m a$qvg+m e>rvem. Ot%sx dg+
moli*fxm so+m $Apo*kkxma e$pi+ sg+m a$ce*kgm so+m kt*jom e$pacacei&m, mao+m sot& $Apo*kkxmo|
Ktji*ot i<dqt*raso.
(da PAUSANIA)

c
Frammento
marmoreo
proveniente
dal santuario
di Apollo Pizio
(presso
Atene) con
una iscrizione
nella quale
viene
ricordato
l'arcontato di
Pisistrato,
figlio di Ippia.
Atene, Museo
Epigrafico.

Il raddoppiamento d Il perfetto attivo primo o debole e secondo o forte d


Il piuccheperfetto attivo primo o debole e secondo o forte 141
UNO SGUARDO AL PASSATO

Danao

D anao (Damao*|) era uno dei figli di Belo e


Anchinoe e, attraverso il ramo paterno,
discendeva da Poseidone. Suo padre gli aveva
donato la Libia, ma, avvertito da un oracolo, egli
fuggõÁ ad Argo con le sue cinquanta figlie.
Re della cittaÁ era Gelanore, con il quale Danao
sostenne una gara oratoria davanti al popolo:
mentre essa si svolgeva, uscõÁ dalla foresta un lupo,
che assalõÁ una mandria e uccise un toro. Questo
avvenimento sembroÁ quasi un prodigio agli abi-
tanti di Argo, che videro nel lupo, venuto da
lontano, quasi il riflesso di Danao: percioÁ lo
preferirono a Gelanore e lo elessero re della cittaÁ.
Danao, allora, per ricordare il fatto, eresse un
santuario ad Apollo Licio (da kt*jo|, «lupo»).
Dopo un certo tempo, arrivarono ad Argo i
cinquanta figli di Egitto, fratello di Danao, i quali
pregarono lo zio di dimenticare alcuni precedenti
contrasti e gli chiesero in mogli le cinquanta figlie.
Danao acconsentõÁ alle nozze ma non dimenticoÁ le
offese ricevute.
Dopo il banchetto nuziale, infatti, si fece pro-
mettere dalle figlie che avrebbero ucciso i mariti.
Tutte ubbidirono, tranne Ipermestra, che rispar-
mioÁ Linceo.
Le quarantanove fanciulle assassine contras-
sero, poi, un nuovo matrimonio con giovani ar-
givi, ma furono successivamente uccise da Lin-
ceo, il quale vendicoÁ cosõÁ i fratelli. EÁ tradizione
che nell'Ade esse, come punizione, fossero con-
dannate per l'eternitaÁ a sforzarsi di riempire di
acqua vasi bucati.

c
Prassitele, Apollo Licio (copia romana del I sec. a.C.).
Parigi, Museo del Louvre.

142 UNITAÁ 6
UNITAÁ 7 Sintesi
LEZIO in slide
NE 22
d Il perfetto attivo terzo
o fortissimo
d Il piuccheperfetto attivo terzo
o fortissimo

OBIETTIVI

^ Conoscenze: ^ AbilitaÁ:
d Morfologia: > i perfetti fortissimi d riconoscimento dei perfetti e piuccheperfetti for-
> i piuccheperfetti fortissimi tissimi
> le forme difettive di perfetti e d riconoscimento della proposizione concessiva
piuccheperfetti fortissimi d riconoscimento dei verbi intransitivi in italiano e
d Sintassi: > la proposizione concessiva transitivi in greco
> i verbi intransitivi in italiano e tran- d capacitaÁ di coniugare le forme piuÁ comuni di
sitivi in greco perfetto attivo fortissimo e piuccheperfetto at-
d Elementi di lessico: sostantivi e verbi di alta e tivo fortissimo
media frequenza d memorizzazione e organizzazione delle conoscen-
ze lessicali
d capacitaÁ di svolgere esercizi di vario tipo
d capacitaÁ di tradurre frasi e brani di varia difficoltaÁ

d TEST DI VERIFICA DEI PREREQUISITI

Rispondi alle seguenti domande. 3. Quali sono le radici in vocale che hanno la
suddetta forma di perfetto?
1. Perche il perfetto fortissimo eÁ detto anche 4. E le radici in consonante?
atematico o radicale o misto?
2. Come si formano il perfetto e il piuccheperfetto
fortissimi?

Il perfetto attivo terzo o fortissimo d


Il piuccheperfetto attivo terzo o fortissimo 143
PERFETTO ATTIVO FORTISSIMO E PIUCCHEPERFETTO
ATTIVO FORTISSIMO

Es. n. 1 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð sz& bebx*rz - ei$dei&em - sg&| ei$dti*a| - >irlem - so+ e$oijo*| - ei$dx & lem - e$oije*mai -
#
de*doije(m) - e$de*disom - e$be*baram - dedi*ari(m) - oide(m) - o< ei$dx*| - e$oi*joili -
seska*mai - ei$dx& - z>derha - pe*peirhi - g< seskgti&a - be*balem - e$se*hmaram - e>oija| -
je*jqavhi - ai< bebx & rai - de*dihi - oi< ei$do*se| - se*skahi - e$de*diram - e${*jei| - bebz&| -
seska&ri(m) - e$bebg*jeim - dedie*mai - >irari(m) - sot& sehmex & so| - ai< dediti&ai - o< cecx*|
- e$sehmg*jeim - beba*mai - oi< sehmex & se| - ei>rerhai - ceca*ari(m) - ei$de*mai - sehma*sx -
>irhi - o< bebgjx*| - se*hmahi - ei>rolai - oi#rha - bebx &.
Ð essi saprebbero - a colui che teme - di colui che sa - voi somigliate - io saprei - tu
temevi - che egli sappia - quelle che sono simili (sogg.) - io saproÁ - di colei che
somiglia - essi sanno - essere simile - noi temevamo - io so - egli eÁ simile - temere - di
coloro che hanno sofferto - di colui che eÁ morto - essi erano andati - colei che ha
sofferto (compl. ogg.) - essi sarebbero morti - loro due temono - colei che eÁ andata
(sogg.) - noi somigliamo - voi temete - coloro che sanno (compl. ogg.) - egli eÁ morto
- voi avete sofferto - sapere - essere andato - io ho sofferto - egli teme - essi erano
morti - che tu sia andato - aver sofferto - noi sapevamo - essi sono morti - egli eÁ
andato - tu hai gridato.

Le proposizioni concessive
Le proposizioni concessive, che appartengono al gruppo delle subordinate comple-
S C H E D A mentari indirette (o avverbiali), se esplicite, sono introdotte in greco da ei$ jai*, e$a+m jai*,
S I N T A T T I C A «se anche» (cfr. lat. etsi, tametsi, etiamsi); jai+ ei$, jai+ e$a*m, ja
> m (< jai+ e$a*m), «anche se»
(cfr. lat. etsi, tametsi, etiamsi); jai*peq, «sebbene» (cfr. lat. quamquam, quamvis,
tametsi, licet, ut, cum + cong.), con i modi e i tempi usati nella proÁtasi dei vari tipi di
periodo ipotetico:
Ð indicativo (per una concessiva reale),
Ð congiuntivo (per una concessiva eventuale),
Ð ottativo (per una concessiva possibile),
Ð indicativo imperfetto (per una concessiva irreale nel presente),
Ð indicativo aoristo (per una concessiva irreale nel passato).
La negazione eÁ lg*.
Oltre alla forma esplicita, la concessiva puoÁ essere espressa anche nella forma implicita
con il participio congiunto (cfr. lat.), spesso introdotto da jai*peq, il genitivo assoluto
(cfr. lat. ablativo assoluto) e, talvolta, l'accusativo assoluto:
^ >Amdqe| pomgqoi+ dtrstvot&rim, jai+ e$a+m et$stvx
& rim.
Homines improÆbi miseri sunt, etiamsi prospera fortuna utantur.
Gli uomini malvagi sono infelici, anche se siano eventualmente fortunati.
Lirei& at$so+m (jai*peq) a$dekuo+m o>msa.
Lo odia, sebbene sia suo fratello.

144 UNITAÁ 7
Es. n. 2 - Volgi le seguenti voci verbali dal singolare al plurale e viceversa, lasciando inalterati il
modo, il tempo, la persona e la diaÁtesi; poi traduci.

be*balem - sehmai*g| - e$bebg*jeim - e$ceco*mei| - sot& sehmgjo*so| - dedi*ari(m) - e$oi*jase -


ei$dei&lem - e$rsa*kjei - et<qe* - oi#rha - de*dtja - z>dese - e>kabe| - e>cmx| - e$va*qgm - e>dt -
LA LINGUA GRECA... cmx & se - e$uhi*lgm - dqai&em - jkghx & lem - x$qci*rhgse - o< jqihei*| - silghg*roio - g<
e>oija pepsxjti&a.

SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
ei>jx

Es. n. 3 - Completa i seguenti sintagmi, scegliendo l'alternativa corretta; poi traduci. L'esercizio eÁ
avviato.

1. o< a$dekuo+| (e$dedoi*jei/e$dedoi*jei|) e$dedoi*jei il fratello temeva


2. o< rsqasgco+| (se*hmgja/se*hmgje)
3. oi< pai&de| (e$utka*vhgm/e$utka*vhgram)
4. e$cx+ (lmgrhg*rolai/lmgrhg*resai)
5. oi< rsqasix
& sai (memi*jgja|/memijg*jari)
6. sx+ a$mhqx*px (cecqa*uasom/cecqa*uari)
7. oi< poke*lioi (e$me*pipsom/e$me*pipse)
8. e$cx+ (silx
& lai/sila&rhe)
9. g<lei&| (joliot&msai/joliot&leha)
10. t<lei&| (hetroi*leha/het*roirhe)
11. at$soi+ (e$pai*detra/e$pai*detram)
12. rt+ (e$saqa*naso/e$saqa*nx)
13. o< pasg+q (z>rhomso/z>rheso)
14. g<lei&| (e>cmxlem/e>cmxram)
15. at$soi+ (e$bka*bgm/e$bka*bgram)
16. e$cx+ (ai$rvtmhg*rolai/ai$rvtmhg*resai)
17. rt+ (je*jkgja|/je*jkgja)
18. t<lei&| (e$ceco*meise/e$ceco*meiram)
19. o< derpo*sg| (se*skgja/se*skgje)
20. sa+ se*jma (e$oi*jari/e$oi*jase)

Il perfetto attivo terzo o fortissimo d


Il piuccheperfetto attivo terzo o fortissimo 145
Es. n. 4 - Trasforma i seguenti genitivi assoluti (che esprimono una proposizione subordinata
implicita) in una proposizione subordinata esplicita, secondo le indicazioni fornite; poi
traduci. L'esercizio eÁ avviato.

& m a$mhqx*pxm molifo*msxm (? prop. causale)


1. sx e$pei+ oi+ a>mhqxpoi moli*fotri
poiche gli uomini ritengono
2. a$mabogra*msxm sx
& m ui*kxm (? prop. temporale)

3. sot& pasqo+| ei$po*mso| (? prop. causale)

4. cqauole*mxm sx
& m bibki*xm (? prop. temporale)

5. at$sx
& m ptmhamole*mxm (? prop. temporale)

6. sot& rsqasgcot& a$rhemg*ramso| (? prop. conces-


siva)

& m pokeli*xm uetco*msxm (? prop. causale)


7. sx

8. weuirale*mxm sx
& m pokisx
& m (? prop. concessiva)

9. le*kkomso| sot& barike*x| ht*eim (? prop. tempo-


rale)

10. memijgjti*a| sg&| rsqasia&| (? prop. concessiva)

Es. n. 5 - Completa le seguenti frasi secondo le indicazioni fornite, poi traduci.


d

1. Ot'soi e>kecom o%si o< Jt&qo| le+m (3a pers. sing. dell'indic. piucch. di hmz*rjx)
, o< $Aqiai&o| de+ e$m s{
& rsahl{& (3a pers. sing. dell'indic.
LA LINGUA GRECA...
pa*rvx e pa*ho|
piucch. di uet*cx) lesa+ sx& m a>kkxm baqba*qxm.
2. (1a pers. pl. di oi#da) o%si o< Ktjot&qco| lamei+| so+m
at<sot& pai&da peke*jei pkg*na| (3a pers. sing. dell'indic. aor. att. di a$pojsei*-
mx) .
* < $
3. Poktbio| o Lecakopokisg| au$ %ippot (3a pers. sing. dell'indic. aor. di jasa-
*
pi*psx) jai*, e$j sot*sot morg*ra| jai+ a>kcg pahx*m ,
(3a pers. sing. dell'indic. aor. di a$pohmg*rjx) e$sx
&m
dt*o jai+ o$cdog*jomsa.

146 UNITAÁ 7
4. <O Pt*qqo|, e$piuame*rsaso| e$m rsqasgcoi&| (part. aor., nom. masch. sing. di
ci*cmolai) jai+ uo*bom pokt+m soi&| <Qxlai*oi| e$lba-
kx+m jai+ pe*lps{ e>sei sg+m $Isaki*am (part. aor. att., nom. masch. sing. di kei*px)
, ot$ pokk{ & t%rseqom e$m >Aqcei a$pe*hamem.
5. <O Dglorhe*mg| pqo+| jke*psgm eipo*msa (che aveva detto:). «Ot$j (1a pers. sing. del
$
piucch. di oi#da) o%si ro*m e$rsim.», «Ot$de+ sot&so ± e>ug ± o%si ot$j
ro*m e$rsim (2a pers. sing. del piucch. di oi#da) ;»

LABORATORIO LESSICALE

Dal verbo pa*rvx («io provo un sentimento, soffro», T. V. pah- / pemh- / pomh-) e dal sostantivo neutro
pa*ho|, -ot| («cioÁ che si prova, sofferenza, passione, pietaÁ, dolore») derivano molti vocaboli italiani:
± allergopatõÁa ± empatõÁa ± omeopatõÁa ± patologico
± angiopatõÁa ± encefalopatõÁa ± pateÁma ± patoÁlogo
± antipatõÁa ± epatopatõÁa ± patetico ± psicopatõÁa
± apatõÁa ± gastropatõÁa ± patofobõÁa ± simpatõÁa
± cardiopatõÁa ± miopatõÁa ± patoÁgeno ± simpatico
± dermopatõÁa ± neuropatõÁa ± patologõÁa ± telepatõÁa
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 6 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il perfetto attivo
d fortissimo; poi traduci.
1. Ke*cotri sg+m la*vgm pa*mt i$rvtqa+m cecome*mai jai* e$m at$sz& pokkot+| sx & m cmxqi*lxm
sehma*mai. - 2. <O rsqasgco*|, sg+m sx & m rsqasixsx & m e$jjkgri*am rtmacacx*m, pqx & som
e$da*jqtem e<rsx & |, ei#sa jaqseqo+m ko*com e$poig*raso. - 3. Oi#da o%si et$rebg*| si|
a>mhqxpo|, o%sam soi&| heoi&| ht*z, jai+ e$a+m lijqa+ jai+ o$ki*ca ht*z, rxsgqi*a| a$p$ at$sx &m
stcva*mei. - 4. $Ejei&moi oi< a>mhqxpoi, jajoi+ o>mse|, e$de*diram ot$ lo*mom sot+| a>kkot|
a$mhqx*pot|, a$kka+ jai+ sot+| heot+| pa*msa o<qx & msa|. - 5. <Gcot&leha sot+| heot+| pa*msa
sa* se o>msa jai+ sa+ le*kkomsa ei$de*mai. - 6. <O Rxjqa*sg| pqo+| sot+| dijarsa+| soiat&sa
e>ug. «So+ so+m ha*masom dedie*mai ot$de+m a>kko e$rsi+m g/ so+ dojei&m rouo+m ei#mai lg+ o>msa.» -
7. Oi< pakaioi+ e>kecom sg+m Pekopo*mmgrom ut*kk{ pkasa*mot so+ rvg&la ei$je*mai. - 8. <O
pasg+q ot$j z>dei so+m ti<o+m dia+ ua*qlajom g>dg sehmgjo*sa. - 9. Pokkoi+ oi>omsai pkei&rsa
ei$de*mai, jai*peq ot$de+m ei$do*se|. - 10. Oi< a$mdqei&oi rsqasix & sai g<de*x| t<pe+q sg&| pasqi*do|
a/m sehmai&em. - 11. Ot>pose, x # poki&sai, sot+| a$jot*eim lg+ botkole*mot| pei*rese. - 12. #X
a>mdqe|, sot+| et$stvei&m dojot&msa| pqo+ sot& hama*sot lg+ fgkot&se.

LABORATORIO LESSICALE
Dal sostantivo neutro ua*qlajom, -ot («droga, farmaco, medicamento, veleno») derivano in italiano:
± farmaceutica ± farmacista ± farmacopeÁa
± farmaceutico ± farmaco ± farmacoterapõÁa
± farmacia ± farmacologõÁa ± psicofarmaco
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Il perfetto attivo terzo o fortissimo d


Il piuccheperfetto attivo terzo o fortissimo 147
Es. n. 7 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il perfetto e il
d piuccheperfetto attivi fortissimi; poi traduci.

1. Oi< a>mhqxpoi dedi*ari so+m ha*masom, et# ei$do*se| o%si jajo*m e$rsim. - 2. Ot$ q<y*dio*m e$rsi
rixpa&m jai+ ue*qeim sa+| paqersx*ra| (presenti) st*va|. - 3. Oi< $Ahgmai&oi soi&| e$m e$jei*m{
LA LINGUA GRECA... s{ & poke*l{ sehmex & ri jako+m lmg&la e$poi*gram. - 4. $Epijqasg*rotri pa*mse| oi<
ei$li* >amhqxpoi oi= sa+| sg&| st*vg| lesaboka+| seska*mai ei>romsai. - 5. Oi< le+m so+ o%kom ei$do*se|
jai+ so+ le*qo| a/m ei$dei&em, oi< de+ so+ le*qo| lo*mom ei$do*se| so+ o%kom ot$j >irarim. - 6. #X
rsqasix & sai, o%px| jai+ t<lei&| ei$dg&se ei$| oi'om a$cx & ma e>qverhe, e$cx*, rsqasgco+| x / m jai+
$ < * < + < * $
eidx|, tli&m digcgrolai. - 7. Oi heoi ijamoi eiri jai sot| lecakot| savt lijqot+|
* + + * +
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
poiei&m jai+ sot+| lijqot+| seskgx & sa| q<ydi*x| r{*feim, ja/m e$m deimoi&| x # rim. - 8. Pa*mse|
ei$li* so+m barike*a jai+ so*se pqort*lmotm, jai*peq ei$do*se| dei&m at$so+m a$pohmg*rjeim. - 9. Et#
>irse, x# a>mdqe|, o%si sqei&| paqa+ pa&ri soi&| a$mhqx*poi| pokisei&ai* ei$rim. g< stqammi*| se jai+
g< o$kicaqvi*a jai+ g< dglojqasi*a. - 10. %Ose o< po*kelo| soi&| $Ahgmai*oi| vei*qxm e$ce*meso,
o< Peqijkg&| g>dg e$sehmg*jei. - 11. Dioce*mg| o< uiko*rouo| x % rpeq peme*rsaso| e$bi*x, ot%sx
se*hmgjem. - 12. <O $Acgri*kao|, paqo+m at$s{ & pokkoi $
& cahoi&| (dat. neutro) vqg&rhai,
| a
o%lx| t<p$ ot$demo+| sot*sxm e$jqasg*hg, o%si z>dei sa+ jsg*lasa e$ugle*qia ei#mai.

Es. n. 8 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate; poi traduci.


d

1. Pokka+ le+m at<soi&| rtmz*deram e>qca kalpqa*, pokka+ de+ soi&| pasqa*rim, e>| se sot+|
Lajedo*ma| jai+ sot+| >Ibgqa| jai+ e$| $Amsi*ovom so+m Le*cam, e>macvo| jai+ peqi+ at$sg+m
$Isaki*am. - 2. Po*kelom d$ ot$de*ma a>kkom ot%sx| e$pi*uobom e$pi+ sai&| ht*qai| at<soi&|
z>deram. - 3. Pa*mse| >irari sot+| Rtqajori*ot| la*kirsa sa+| sot& Et$qipi*dot sqac{di*a|
sehatlaje*mai. - 4. Oi< jqisai+ ai$six & msai so+m Rxjqa*sgm pepeije*mai sot+| me*ot| e<ats{&
la&kkom g/ soi&| comet&ri pei*herhai. - 5. <O $Aqirsei*dg|, pokka+ jai+ leca*ka sg+m po*kim
a$caha+ pepoigjx*|, peme*rsaso| se*hmgjem. - 6. Diomt*rio| o< det*seqo| sg+m sx & m Rtqa-
* * * * $ * + * < *
jorixm pokim kilerim lecirsoi| ejejorlgjei jai seivo| twgkosasom atsz& peqie- $
bebkg*jei. - 7. Oi< $Ahgmai&oi, e>aqo| a$qvole*mot, mat&| sqia*jomsa ei$| sg+m Pekopo*mmg-
rom e>pelwam. - 8. <G po*ki| g<lx & m so+ pakaio+m t<po+ sx
& m stqa*mmxm jasedotkx*hg. - 9. Oi<
poki&sai, sg&| g%rrg| a$ccekhei*rg|, ei$| sg+m a$coqa+m g$ce*qhgram. - 10. S{ & rsqasgc{ &
a$cce*kkesai o%si oi< poke*lioi pokkot+| sx & m rsqasixsx & m a$pejso*marim.

Es. n. 9 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate; poi traduci.


d

1. <O $Amsx*mio| sg+m sot& Jasiki*ma jeuakg+m ei$| so+ a>rst pe*lpei, o%px| oi< poki&sai lgde+m
e>si dedi*xrim. - 2. Ba*qja| o< Jaqvgdo*mio| pqo+| so+m $Ammi*bam e>kecem. «Rt+ le+m mija&m
oi#da|, mi*jz de+ vqg&rhai ot$j oi#da|.» - 3. %Orsi| e%seqom a>mhqxpom de*diem, sot&som vqg+
dot&kom jakei&rhai. - 4. <O Rxjqa*sg| e>kecem o%si oi< o$qhx & | uikorouot&mse| a$pohmg*rjeim
lekesx & ri jai+ so sehmamai atsoi&| gjirsa uobeqom ersim. - 5. So+ a$dijei&m jai+ so+ he{
+ * $ % * $ & jai+
a$mhqx*p{ a$peihei&m, o%si jajo+m jai+ ai$rvqo*m e$rsim e$cx+ oi#da. - 6. <G e$m e$jei*mz sz& po*kei
pokisei*a stqammi*di e$oije*mai e$do*jei. - 7. Oi< a$mo*gsoi so+m ha*masom dedi*arim, ot$
rjopot&mse|, a$kka+ moli*fomse| at$so+m le*cirsom sx & m jajx & m ei#mai. - 8. Et# >irlem so+m
poke*liom sg+m g<lese*qam po*kim pokioqjot&msa, a$kka+ ot$de+m poiei&m dtma*leha
(possiamo). - 9. Rt*, pa*msa ei$dx*|, jai+ g<la&| sg+m roui*am dida*rjeim (inf. con val.
iussivo). - 10. Oi< %Ekkgme| oi< lesa+ sot& Jt*qot, o%si z>deram so+m Jt&qom ot$ sehmex & sa,
e$hat*lafom o%si e$jei&mo| ot$dalot& uai*moiso.

148 UNITAÁ 7
LABORATORIO LESSICALE

Dal verbo rjope*x («guardare, osservare, contemplare, considerare, cercare di ottenere») derivano alcuni
vocaboli italiani, tutti composti:
± anemoscoÁpio ± demoscopõÁa ± episcopo ± periscoÁpio
± baroscoÁpio ± diascopõÁa ± macroscopico ± stetoscoÁpio
± bioscopõÁa ± endoscopõÁa ± microscopico ± telescopio
± citoscopõÁa ± episcopale ± oroscopo
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

I verbi intransitivi in italiano e transitivi in greco


Ad alcuni verbi che in italiano sono intransitivi corrispondono, in greco, verbi
S C H E D A transitivi seguiti dall'accusativo.
SINTATTICA
Questi i principali:
± verbi che significano «giovare» e «nuocere» (come x$ueke*x, «io giovo a»;
et$eqcese*x, «io benefico, arreco benefici a»; jajotqce*x, «io nuoccio a»;
a$dije*x, «io offendo, faccio ingiustizia a»):
^ Oi< rt*llavoi ot$de+m g<la&| x$ue*kotm.
Gli alleati non ci giovavano per nulla.
± verbi con l'accezione di «fare bene a», «fare male a», «dire bene di», «dire male
di» (come et# poie*x, «io faccio bene a»; jajx
& | poie*x, «faccio male a»; et# ke*cx,
«dico bene di»; jajx *
& | kecx, «dico male di»):
#
^ Sg+m po*kim et pepoi*gja|.
Tu hai fatto del bene alla cittaÁ.
± verbi che significano «sfuggire a», «restare nascosto a» (come uet*cx e
a$podidqa*rjx, «io sfuggo a»; kamha*mei le, «mi sfugge»):
^ $Oki*coi sot+| pokeli*ot| e>utcom.
Pochi riuscirono a sfuggire ai nemici.
± verbi che hanno il significato di «credere in», «giurare su» (come moli*fx, «io
credo in»; o$lmt*x, «io giuro su»):
^ Sot+| heot+| moli*fx.
Credo negli deÁi.
± verbi la cui accezione eÁ «vergognarsi di» (come ai$rvt*molai, «io mi vergogno di»):
^ Sa+ ai$rvqa+ ot$j ai$rvt*mesai.
Egli non si vergogna delle cose disoneste.
± verbi che significano «guardarsi da» (come utka*ssolai, «io sto attento a, mi
guardo da»):
^ #X ne*me, e$jei*mot| sot+| a$mhqx*pot| utka*ssot.
GuaÁrdati, o straniero, da quegli uomini.
± verbi con il significato di «mancare a» (come e$pikei*px, «io vengo meno a,manco a»):
^ <O vqo*mo| le e$pike*koipem.
Mi eÁ mancato il tempo.

Il perfetto attivo terzo o fortissimo d


Il piuccheperfetto attivo terzo o fortissimo 149
Es. n. 10 - Analizza le seguenti frasi, individuando i participi e indicando il loro valore sintattico; poi
d d traduci.
1. Oi< $Ahgmai&oi t<po+ pa*msxm g$nix*hgram ceme*rhai sg&| <Ekka*do| g<celo*me|, jai+ leh$ x 'm
e$jimdt*metram, jai+ pqo+| ot=| e$poke*lotm, jai+ sot& poke*lot se*ko| e$poiot&mso. -
2. Lgde*pose lgde+m ai$rvqo+m poig*ra| e>kpife kg*reim. jai+ ca+q a/m sot+| a>kkot| ka*hz|,
LA LINGUA GRECA...
se*ko| reats{ & rtmeidg*rei|. - 3. $Epi+ Jo*dqot bariket*omso| soi&| Pekopommgri*oi|, cemole*mg|
a$uoqi*a| jasa+ sg+m vx*qam at$sx & m, e>done rsqaset*eim e$pi+ sg+m po*kim g<lx & m jai+
jasamei*larhai sg+m vx*qam. jai+ ei$| Dekuot+| a$porsei*kamse|, so+m heo+m e$pgqx*sxm ei$
sa+| $Ahg*ma| kg*womsai. - 4. $Apojqimale*mot at$sot& paqqgrixde*rseqom, o< st*qammo|,
pqorjo*wa| soi&| q<ghei&rim jai+ jasalelwa*lemo| o%si dia+ uho*mom e$bkarug*lgrem,
pqore*sane soi&| t<pgqe*sai| paqavqg&la a$pa*ceim at$so+m ei$| sa+| kasoli*a|. - 5. <X| o<
$Amsi*pasqo| jai+ oi< rt+m at$s{ & g$cce*kkomso pqoreqvo*lemoi e$pi+ sa+| $Ahg*ma|, oi< le+m
peqi+ so+m Dglorhe*mgm uha*ramse| t<peng&khom e$j sg&| po*kex|, o< de+ dg&lo| at$sx &m
ha*masom jase*cmx, sot& Dgla*dot cqa*wamso|. - 6. <G sot& Jt*qot barikei*a pqo+| le+m e%x
sz& $Eqthqy& haka*rrz, pqo+| de+ e<rpe*qam Jt*pq{ jai+ Ai$ct*ps{, pqo+| de+ lerglbqi*am sz&
Ai$hiopi*y, pqo+| de+ a>qjsom s{ & Et$nei*m{ po*ms{ joimot&sai. - 7. Oi< a>qvomse| e$m pokkz&
a$poqi*y ei$ri*m, ot$j ei$do*se| po*roi rsqasix & sai sehma&ri jai+ dedio*se| lg+ oi< poke*lioi so+m
posalo+m diabebx & rim. - 8. <O $Aqi * rsippo|, t<po+ Diomtri*ot sot& stqa*mmot e$qxsghei+|
dia+ si* oi< le+m pkot*rioi e$pi+ sa+| sx& m uikoro*uxm ht*qa| ot$j e>qvomsai, oi< de+ uiko*rouoi
e$pi+ sa+| sx& m pkotri*xm e>qvomsai, a$pejqi*maso. «%Osi oi< le+m ot$j >irarim x ' m de*omsai, oi<
de+ >irarim.»

Es. n. 11 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il perfetto e il
d d piuccheperfetto fortissimi; poi traduci.
1. <O $Aco*qaso| ot>se paqejkg*hg ot>se paqece*meso ot>se oi#de sot& pqa*claso| ot$de*m.
(da LISIA) - 2. >Irhi sg+m le+m e$j sx& m pqa*nexm e$lpeiqi*am ot#ram ruakeqa*m, sg+m d' e$j sot&
uikorouei&m paidei*am bebai*am. (da DEMOSTENE) - 3. Peqi+ de+ sg&| g<le*qa| e$jei*mg| jai+
x% qa| ot$dei+| oi#dem, ot$de+ oi< a>ccekoi sx& m ot$qamx
& m ot$de+ o< ti<o*|, a$kka+ o< pasg+q lo*mo|.
(da MATTEO) - 4. Oi< %Ekkgme| e$hat*lafom o%si ot$dalot& o< Jt&qo| uai*moiso. ot$ ca+q
z>deram at$so+m sehmgjo*sa. (da SENOFONTE) - 5. Oi#rha jai+ rt*, { # Jalbt*rg, o%si ot$ so+
$
vqtrot&m rjg&psqo*m ersi so+ sg+m barikei*am diar{ $
& fom, akk' oi< pirsoi+ ui*koi ei$ri+
rjg&psqom a$kghe*rsasom jai+ a$ruake*rsasom soi&| bariket&rim. (da SENOFONTE) - 6. <O
Jkex*mtlo| s{ & $Aqvida*l{ ei#pem. `>Gdg >irlem o%si le+m e$pilekz&. et# de+ >irsx, x #
% < * $ < *
$Aqvi*dale, osi jai+ glei&| peiqaroleha epilekei&rhai x| lgpose rt epi+ sz& gleseqy+ $ < *
uiki*y ai$rvtmhz&|.@ (da SENOFONTE) - 7. Vqg+ so+m a>mhqxpom ot$ lo*mom ei$de*mai e<atso+m
hmgso+m o>msa, a$kka+ jai+ o%si ke*kave hmgso+m bi*om. (da PLUTARCO) - 8. <O ot#m Jke*aqvo|
pe*lpei Kt*jiom so+m Rtqajo*riom e$pi+ so+m ko*uom jai+ jeket*ei jasidei&m sa+ t<pe+q sot&
ko*uot jai+ a$paccei&kai si* oi#dem. (da SENOFONTE) - 9. Oi< pqa*namse| sg+m a$po*rsarim
e>uarjom rsqa*setla e$j sg&| Lajedomi*a| sot& $Amsipa*sqot cecome*mai e$m s{ &
rsqasoped{, irvtqifomso d' atsom $Akenamdqom sehmamai. (da ARRIANO) - 10. Et#
* $ * $ + * *
# Rilxmi*dg, o%si oi< st*qammoi a$pojsei*motrim ot=| sx
d' >irhi, x & m pokisx & m dedi*arim. (da
LISIA)

150 UNITAÁ 7
Es. n. 12 - Assembla correttamente le proposizioni della colonna di sinistra con quelle della colonna di
d d destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. Oi< Stq$q<gmoi+ sg+m e$pi+ sot+| <Qx- a. di$ ot=| ot$ lo*mom e$kethe*qam sg+m
lai*ot| e>karim e$poig*ramso, po*kim sg*mde oi$jot&lem, a$kka+ jai+
et$dai*loma jai+ pokkx & m e$hmx
& m a>q- 1. c.
votram.
2. Leci*rsg parx& m bog*heia* e$rsim g< b. a%la jai+ q<gsoqijx
& | e$parjx
& m.
paqa+ sx
& m & m et>moia,
hex
3. Fg*mxm o< $Ekea*sg| diajg*joe sot& c. peirhe*mse| t<po+ sx
& m dtmasx
& m sg&|
Paqlemi*dot. ke*cei de+ o< $Aqirso- po*kex|, x<| sx
& m Rabi*mxm rtrsqa-
se*kg| setrole*mxm rui*ri.
4. $Aqirsose*kg| o< Rsaceiqi*sg|, o< Mi- d. oi= ot%sx peimx& ri vqgla*sxm x% rse
jola*vot, rtmebi*x $Alt*msy s{ & poiot&ri pokt+ deimo*seqa sx& $ po-
m a
sx& m Lajedo*mxm barikei& i$asqot& *
qxsasxm.
jai+ ui*kot vqei*y. pqo+| sg+m he*rim
sot+| lahgsa+| rtmect*lmafem,
5. Ai$rha*molai stqa*mmot| sima*|, e. at$so+m sg&| diakejsijg&| et<qesg+m ce-
me*rhai, x % rpeq so+m $Elpedojke*a
sg&| q<gsoqijg&|.

Es. n. 13 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d d

1. Volesse il cielo che tu sopportassi con coraggio le avversitaÁ. - 2. L'esercito, sebbene


sapesse che la battaglia sarebbe stata difficile, desiderava affrontare i nemici. - 3.
Socrate diceva: «Io non so nulla, una sola cosa so: di non sapere nulla.» - 4. Il re aveva
ordinato di costruire un monumento ai soldati morti in quella battaglia. - 5. Nessuno
di noi sa veramente che cosa sia la morte. - 6. Noi vogliamo che voi sappiate tutto cioÁ
che accade. - 7. Se sei costretto a correre pericoli, scegli (ai$qe*olai) di morire
valorosamente. - 8. Sappiamo di essere invisi ai nostri concittadini.

Es. n. 14 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d d

1. Si addice (e>oije + acc.) agli uomini onesti non approvare le azioni degli uomini
disonesti. - 2. Sapevamo che quel giovane era morto combattendo per la patria. -
3. Essi hanno l'apparenza di chi non sa nulla. - 4. Una fanciulla tale pensare (infin.
esclam.) queste cose! - 5. Se temi sempre gli altri, non sarai mai un uomo libero. - 6. I
saggi dicevano che spesso morire eÁ meglio che vivere. - 7. Gli Spartani rispettavano e
temevano i vecchi. - 8. Non eÁ giusto che egli ritenga di sapere le cose che non sa.

Il perfetto attivo terzo o fortissimo d


Il piuccheperfetto attivo terzo o fortissimo 151
VERSIONI

§
d s 1. La precocitaÁ di Temistocle s

<O Helirsojkg&| e>si pai&| x / m o<lokocei&sai uoqa&| lerso+| ei#mai jai+ sz& le+m ut*rei
rtmeso|, sz& de pqoaiqerei pokisijo+| jai+ lecakopqa*clxm. e$m ca+q sai&| a$me*reri jai+
* + *
rvokai&|, a$po+ sx & m lahgla*sxm cicmo*lemo| (part. con val. concessivo), ot$j e>paifem ot$d$
e$qqyht*lei jaha*peq oi< pokkoi+ pai&de|, a$kk$ et<qi*rjeso ko*cot| sima+| lekesx & m jai+ pqo+|
e<atso+m rtmsarro*lemo|.
Oi< de+ ko*coi jasgcoqi*a g/ rtmgcoqi*a simo+| sx & m e<sai*qxm g#ram. %Ohem o<
* + + $ * * .
didarjako| pqo| atsom eixhei keceim «Rt, pai&, otdem lijqo+| a>mhqxpo| e>rei, a$kka+
$ * $ +
le*ca| sa+ a$caha+ g/ sa+ jaja*.»
(da PLUTARCO)

Themistocles agnoscõÆtur adhuc puer impetus plenus atque naturaÅ intelligens,


magnorumque operum atque rerum publicarum studiosus fuisse. In horis enim ad
quietem et otium aptis, quamvis studiis intermissis, non ludebat neque se oblectabat ut
ceteÆri pueri, sed deprehendebatur aliquas orationes componens et secum meditans.
Orationes ad accusandum vel ad defendendum aliquem sodalem opera ficta erant.
Quare magister ei diceÆre solebat: «Puer, nihil mediocris homo eris, sed clarus vir in
bonis aut malis perficiendis.»

§
d s 2. L'asino e il cavallo s

<O ne*mo| $Ahgmai&o| %ippom jai+ o>mom e>vei. Rt+m de+ at$soi&| ei$| Jo*qimhom poqet*esai.
Sa de+ hgqi*a deima+ uoqsi*a ri*sot jai+ posot& ue*qei. <O de+ o>mo| s{
+ & %ipp{ ke*cei. «Ot$ so+
.
vakepo+m uoqsi*om a/m ue*qoili. Lg+ >irhi jajo+| esai&qo| ue*qe (orsuÁ), sot& uoqsi*ot o$ki*com
<
ka*lbame, %ima lg+ diauhei*qxlai. So+m pirso+m ui*kom lg+ jasa*keipe, a$kk$ e$j sot& o$ke*hqot
at$so+m r{& fe.» $Akk$ o< le+m %ippo| pei*herhai ot$ bot*kesai, o< d$ o>mo| soi&| po*moi|
diauhei*qesai. <O ot#m ne*mo| s{ & %ipp{ jai+ so+ sot& o>mot uoqsi*om e$lba*kkei. <O d$ %ippo|
ke*cei. «Oi>loi, mt&m so+ vakepo+m uoqsi*om o%kom ue*qx.»
$Ej sot& lt*hot pokka+ a/m lamha*moilem, la*kirsa de*. ot$ vqg+ e<sai*qot| e$m soi&|
po*moi| jai+ soi&| jimdt*moi| jasakei*peim.
(da ESOPO)

§
dd
s 3. Gaio Crassinio muore eroicamente in battaglia s

At$so+| (Cesare) sg+m ua*kacca jimei&m le*kkxm, pqx & som o<qy& sx& m sania*qvxm a>mdqa
at$s{& pirso+m jai+ poke*lxm e>lpeiqom jai+ ot$de+m dedio*sa sot+| t<u$ at<s{ & e$pihaqrt*momsa
jai+ ei$| sg+m sg&| a$kjg&| a%likkam pqorjakot*lemom. $Omolarsi+ de+ sot&som pqoracoqet*-
ra| e>kecem. «Si* e$kpi*folem, x # Ca*ie Jqarri*mie, jai+ px & | si ha*qrot| e>volem;»
<O de+ Jqarri*mio| sg+m denia+m e$jsei*ma| jai+ le*ca bog*ra|. «Mijg*rolem - e>ug -
kalpqx # Jai&raq. e$le+ de+ g/ fx
& |, x & msa sg*leqom g/ sehmgjo*sa e$paime*rei|.» Sat&sa ei$px*m
(avendo detto), pqx & so| soi&| pokeli*oi| dqo*l{ e$me*bakkem, sot+| peqi+ e<atso+m e<jaso+m
jai+ ei>jori rsqasix*sa| rtmepirpara*lemo|. Sot+| de+ pqx*sot| diajo*wa|, dia+ sot&
rso*laso| ni*uei pkgcei+| a$majo*psesai, x % rse jai+ sg+m ai$vlg+m t<pe+q so+ i$mi*om a$marvei&m.
(da PLUTARCO)

152 UNITAÁ 7
§
dd s 4. Salmoneo eÁ punito da Zeus s

<O Raklxmet+| de+ so+ pqx & som peqi+ Herraki*am jas{*jei, at#hi| de+ ei$| #Gkim
paqacemo*lemo|, e$jei& po*kim sima+ e>jsirem. <Tbqirsg+| de+ x & Dii+ e$nirot&rhai
/ m jai+ s{
he*kxm, dia+ sg+m a$re*beiam e$joka*rhg.
<O ca+q e>kece pa*msa se ei$de*mai, sot*| se heot+| jai+ sot+| a$mhqx*pot| ot$ dedie*mai,
<eatso*m se Di*a ei#mai, jai+ sa+| e$jei*mot htri*a| a$ueko*lemo| (avendo impedito), e<ats{ &
ht*eim pqore*sarrem. <O de+ bt*qra| e$n a%qlaso| e$ngqsgle*ma| (pendenti) lesa+ kebg*sxm
vakjx & m rt*qxm e>kece bqomsa&m jai+ ei$| ot$qamo+m ai$hole*ma| kalpa*da| ba*kkxm e>kecem
a$rsqa*pseim. <O de+ Fet*|, at$so+m jeqatmx*ra|, sg+m jsirhei&ram t<p$ at$sot& po*kim jai+ sot+|
oi$jg*soqa| pa*msa| g$ua*mirem.
(da APOLLODORO)

Analisi guidata
d COMPRENSIONE TESTUALE
1. Dove abitava Salmoneo?
2. Che cosa egli diceva con tracotanza?
3. In quale modo Zeus lo punõÁ?
d COMPETENZA LINGUISTICA
1. Quali voci verbali espresse con l'aoristo passivo e il perfetto attivo fortissimo si possono
individuare nel testo?
2. Qual eÁ il valore sintattico dei participi paqacemo*lemo| (r. 2) e jeqatmx*ra| (r. 8)?
3. Quali proposizioni subordinate sono introdotte da e>kece (r. 4)?
4. Il participio he*kxm (r. 3) eÁ congiunto o sostantivato?

§
dd
s 5. Antigone, sorella di EteÁocle e PolinõÁce s

Sx & m $Eseojke*ot| jai+ Poktmei*jot| e$pi+ sai&| pt*kai| laverale*mxm jai+


& m a>dekux
a$kkg*kot| uometra*msxm, o< Jqe*xm, o=| lesa+ so+m sot& $Eseojke*ot| ha*masom sx & m Hgbx &m
$ebari*ketem, pa&ri soi&| a$rsoi&| e$jg*qtrre lgde*ma sot+| sx& m pokelixm mejqot| hapseim.
* + *
.
«<O Poktmei*jg| - e>ug - a>hapso| e>rsx a<qpacg+m soi&| ctwi+m e$cx+ at$so+m q<i*wx. Dio+ o<
ha*maso| fgli*a e>rsx pa&ri soi&| so+m mejqo+m ha*wotrim.»
<G de+ $Amsico*mg, g< sot& Poktmei*jot| a$dekug*, s{ & stqa*mm{ e>kecem. «Sot+| sx &m
hex& m a$cqa*uot| mo*lot| a$ei+ peut*kava jai+ dia+ pamso+| utka*nx.» Jai+ so+ rx& la so+ sot&
e<atsg&| a$dekuot& sa*u{ e>jqtpsem. So*se dg+ o< Jqe*xm e$je*ketre sg+m $Amsico*mgm fx & ram
saug&mai.

§
dd s 6. Achille s

<O Pgket+| g#m ti<o+| sot& Ai$ajot&, sot& Ai$ci*mg| sg&| mg*rot barike*x|. Sot& a$dekuot&
uomet+| cemo*lemo|, jasa+ cg&m e$pkama&so. %Trseqom de*, hmgso+| a$mg+q x / m at$so+| He*sim,
sg+m a$ha*masom sot& Mgqe*x| htcase*qa, ctmai&ja a>cesai. $Ej de+ sg&| Hesi*do| ci*cmesai s{ &
Pgkei& pai&|, o=m oi< comei&| $Avikke*a jakot&rim.
<O de*, a$mg+q cemo*lemo|, do*nam leci*rsgm jsa&sai. Sg&| ca+q lgsqo+| a$jot*rg|, lesa+

Il perfetto attivo terzo o fortissimo d


Il piuccheperfetto attivo terzo o fortissimo 153
sx& m $Avaix & m e$pi+ sg+m Sqoi*am pkei&, %ima silai&| jorlg&sai. <Tpo+ de+ sot& $Acale*lmomo|
$asilarhei*|, ot$je*si ei$| la*vgm x<qla&so. $Akk$ o< %Ejsxq so+m Pa*sqojkom, o=m o< $Avikket+|
la*kirsa g$ca*pa, e$uo*metrem. $Irvtqx & | de+ o$qcirhei*|, o< $Avikket+| e$lgvama&so o%px| so+m
sot& e<sai*qot uome*a silxqg*roiso.
<G de+ He*si| sot& <Guai*rsot e$dei&so a>kka o%pka s{ & ti<{& poiei&m jai+ e>peisa at$sg+ pqo+|
so+m ti<o+m e>ueqem. <O de+ %Ejsxq t<po+ sot& $Avikke*x| g<ssg*hg, a$kka+ les$ o$ki*com o<
$Avikket+| at$so*|, t<po+ sot& $Apo*kkxmo| sonethei*|, so+m bi*om seketsy&.

b
Particolare di un sarcofago proveniente dalla
Collezione Borghese, che rappresenta Achille.
Parigi, Museo del Louvre.

§
dd s 7. La fondazione di Roma s

<O <Qxlt*ko|, sg+m <Qx*lgm jsi*fxm, sa*uqom s{ & Pakasi*{ peqie*bakkem, lg* sime| sx &m
peqioi*jxm atsot& sg+m pqoai*qerim jxkt*oiem. <O de+ <Qe*lo| o< at$sot& a$dekuo*|, sg+m
$
et$stvi*am at$s{ & uhomx& m, soi&| e$qcafole*moi| e$bkarug*lei. a$pe*uaime ca+q sg+m sa*uqom
rsemg+m ei#mai jai+ sg+m po*kim e$piruakg& ei#mai, sx & m pokeli*xm at$sg+m q<ydi*x| t<peqbai-
mo*msxm.
<O de+ <Qxlt*ko| e>kecem. «Pa&ri soi&| poki*sai| paqaccekx & a$lt*merhai so+m t<peq-
bai*meim epiveiqot&msa.» <O de <Qelo|, pakim soi&| eqcafolemoi| o$meidi*fxm, sg+m sa*uqom
$ + * * $ *
t<peqg*kkeso. Je*keq si|, ei'| sx& m e$qcafole*mxm, e>kecem. «$Ecx+ de+ jasa+ so+ sot& barike*x|
pqo*rsacla so+m t<peqpgdx & msa a$ltmot&lai.» Sat&sa ke*cxm, pqo+| sg+m sot& <Qe*lot je-
uakg+m so+ rjauei&om a$me*seime jai+ at$so+m a$pe*jseimem.
(da PLUTARCO)

154 UNITAÁ 7
§
dd s 8. I leprotti e le rane s

Kacxoi* sime| rtmg*qvomso* pose jai+ so+m e<atsx & m bi*om pqo+| a$kkg*kot|
a$pejkai*omso, o%si e$mo*lifom sx & m f{*xm deiko*sasoi ei#mai. t<po+ ca+q sx
& m a$mhqx*pxm jai+
sx& m a$esx
& m jai+ pokkx & m a>kkxm hgqi*xm a$maki*rjomsai. At$soi+ de*, ai$rvtmo*lemoi, a$po-
hamei&m a$mdqeio*sasa g>hekom la&kkom g/ dia+ sot& bi*ot sqe*leim.
Dqo*l{ ot#m pqo+| sg+m e$cct+| ki*lmgm e>sqevom, sot+| basqa*vot| ei$| sg+m ki*lmgm
a<kkole*mot| e<x*qxm jai+ dg+ sot& dqo*lot e$pei&vom. <O de+ at$sx & m roux*saso| e>kecem.
«Ot$je*si a$ma*cjg e$rsi+ mt&m g>dg a$pohamei&m, g<lx
& m ca+q e%seqa f{& a deiko*seqa* e$rsim.»

§
ddd
s 9. Socrate discute sulla immortalitaÁ dell'anima s

Lesa+ so+m ha*masom s{ & mejq{ & pqorg*jei diakt*erhai. <G de+ wtvg+ ei$| %Aidot pqo+|
so+m a$caho+m heo+m e>qvesai, oi', e$a+m s{
& he{ & ui*kom si z#, at$si*ja jai+ e$cx+ poqet*rolai. $Ejei&
de+ at$sz& pqorg*jei lajaqi*y se ei#mai jai+ e$kethe*qy uo*bxm jai+ deimx & m e$pihtlix
& m jai+
$amhqxpei*xm jajx $
& m jai+ acqi*xm derposx $ <
& m. Ei de+ g wtvg+ lg*pose diauhei*qesai, vqg+ di$
o%kot sot& bi*ot at$sg+m paidet*eim.
Jai+ o< ji*mdtmo| deimo+| a/m ei>g, ei> si| sg&| paidei*a| lg+ uqomsi*foi. $Apoutcg+ ca+q jai+
rxsgqi*a sx & m jajx & m sz& wtvz& ot$j e>rsai pkg+m sot& x<| beksi*rsgm ci*cmerhai (inf.
sostant.). At%sg d$ a$qi*rsg leke*sg sot& hama*sot a/m ei>g. ei$| %Aidot ca+q ueqole*mg, g<
wtvg+ ot$de+m pkg+m sg&| paidei*a| e>vei.
(da PLATONE)

UNO SGUARDO AL PASSATO

Le cerimonie funebri

N ella Grecia antica si chiudevano al defunto


gli occhi e la bocca, dopo avervi intro-
dotte tre monete, destinate a Caronte (Va*qxm), il
nocchiero infernale che con la sua barca tra-
ghettava nell'Ade i morti sul fiume Acheronte.
Il cadavere, dopo essere stato unto con oli
profumati, veniva collocato su un letto alto,
circondato da corone di fiori, intorno al quale le
donne di casa, battendosi il petto e il volto,
elevavano il lamento funebre; successivamente
esse furono sostituite da donne pagate per tale
compito.
Dopo l'esposizione, il cadavere (mejqo*|),
deposto in una bara scoperta, veniva portato
alla tomba, per lo piuÁ di notte alla luce delle m
torce, da familiari, amici e suonatori di flauto, Paul Gustave DoreÂ, Caronte (incisione della Divina Commedia).
tutti vestiti di nero. Effettuata la cremazione, la pira si spegneva con
Se il corpo veniva cremato, era collocato su una apersioni di vino e le ceneri, deposte in un'urna,
pira, una catasta di legno unta con oli e profumi. erano conservate nella tomba di famiglia. Tal-
)

Il perfetto attivo terzo o fortissimo d


Il piuccheperfetto attivo terzo o fortissimo 155
volta, dopo il funerale, i familiari e gli amici del
defunto partecipavano ad un banchetto funebre,
durante il quale si sacrificavano animali dome-
stici e si facevano offerte agli deÁi dell'oltretomba,
versando sul suolo latte, miele e acqua.

c
Stele funeraria su sui eÁ rappresentata la padrona con uno schiavo.
Monaco di Baviera, Gliptoteca.

§
ddd s 10. Socrate discute sulla gratitudine s

<O Rxjqa*sg|, jake*ra| pose+ so+m Kalpqojke*a so+m pqerbt*sasom at<sot& ti<o*m,
e>kecem. «Ei$pe+ loi, x # pai&, oi#rha* sima| a$mhqx*pot| a$vaqi*rsot| jakotle*mot|;» <O de+
meamirjo| apejqimaso. «Jai+ la*ka.»
* $ *
<O de+ Rxjqa*sg| t<pokabx*m. «Jasalela*hgja| - e>ug - ot#m sot+| a$mhqx*pot|, oi=
sot>mola sot&so a$pojakot&rim;» Jai+ o< ti<o*|. «>Ecxce oi#da sot+| et# paho*msa|, o%sam,
dtma*lemoi (part. pres. di dt*malai) va*qim a$podot&mai (restituire un favore), lg+
a$podx & rim (non lo facciano), a$vaqi*rsot| jakei&rhai.»
«Ot$jot&m e>oije* roi e$m soi&| a$di*joi| sot+| a$vaqi*rsot| jasakoci*ferhai;» «>Eloice
e>oijem.» «Jai+ dojei& roi so+ a$vaqirsei&m pqo+| le+m sot+| ui*kot| a>dijom ei#mai, pqo+| de+
sot+| pokeli*ot| di*jaiom, x % rpeq so+ a$mdqapodi*ferhai sot+| le+m ui*kot| a>dijo*m e$rsim,
sot+| de+ pokeli*ot| di*jaiom;» «Dojei& loi a>dijom ei#mai so+m a>mhqxpom, o%|, et# pahx+m ei>se
t<po+ ui*kot ei>se t<po+ pokeli*ot, lg+ peiqa&sai va*qim a$podot&mai.»

§
ddd s11. Il comportamento dei cani da caccia s
Sg&| i$vmet*rex| pokkoi+ sqo*poi e$j sx & m jtmx& m ei$rim. oi< le+m ca*q, e$peida+m sa+ >ivmg
ka*bxrim (scorgono), poqet*omsai a$rg*lx| x % rse lg+ cicmx*rjerhai o% si i$vmet*otrim, oi< de+
sa+ x# sa lo*mom diajimot&rim, sg+m de+ ot$qa*m g<rtvz& e>votrim, oi< de+ sa+ x # sa a$ji*mgsa
e>votrim, a>jqam de+ ot$qa+m rei*otrim. Pokkoi+ le+m ot$de+m poiot&rim, lamijx & | de+
+ + > < % + $ $ + $
peqiueqolemoi peqi sa ivmg tkajsot&rim, ose de ei| atsa eirpipsotrim, auqo*mx|
* * $
sa+| ai$rhg*rei| jasapasx & mse|.
Oi< de*, pokkoi&| jt*jkoi| vqx*lemoi, e$j sot& pqo*rx sa+ >ivmg t<pokalba*motri jai+ so+m
kacx & paqakei*potrim, o<ra*ji| de+ sa+ >ivmg e$pisqe*votrim, ei$ja*fotrim, so+m de+ kacx &
pqooqx*lemoi sqe*lotri jai+ ot$j e$pe*qvomsai pqi+m a/m >idxrim (prima di aver visto)
t<pojimot&msa.
(da SENOFONTE)

156 UNITAÁ 7
§
ddd s 12. Il dubbio di Senofonte s
<O Nemoux & m e$peht*lei rsqasgco+| ceme*rhai. z>dei ca+q ot%sx jai+ sg+m silg+m lei*fx
e<ats{ & pqo+| sot+| ui*kot| cemg*rerhai jai+ ei$| sg+m po*kim so+ at<sot& o>mola lei&fom
a$ui*nerhai, a$cahot& (neutro) simo| de+ ai>sio| sz& rsqasiy& cemg*rerhai.
<Opo*se de+ e$mhtloi&so o%si a>dgko*m e$rsi pamsi+ a$mhqx*p{ o%pz so+ le*kkom e%nei, dia+ de+
sot&so ji*mdtmo| ei>g jai+ sg+m pqoeiqcarle*mgm (part. perf. m.-p. di pqoeqca*folai) do*nam
a$pobakei&m, g$poqei&so. At$s{ & de+ a$poqotle*m{ e>donem ei$jo+| ei#mai et$ht+| soi&| heoi&|
a$majoimx & rai jai+ s{ & Dii+ e>htrem. Ot%sx de+ at$s{ & ht*omsi o< heo+| diauamx & | e$rg*laime
lg*se sg&| a$qvg&| pqordei&rhai, lg*se, ei$ oi< rsqasix & sai at$so+m rsqasgco+m ai<qoi&mso,
a$pode*verhai.

§
ddd
s 13. Gli splendidi inizi del regno di Alessandro Magno s

$Em o$ki*c{ vqo*m{ leca*ka| pqa*nei| $Ake*namdqo| jaseiqca*raso jai+ dia+ sg+m i$di*am
rt*meri*m se jai+ a$mdqei*am t<peqeba*keso s{ & lece*hei sx & m e>qcxm pa*msa| sot+| sz& lmg*lz
paqadedole*mot| (consegnati) barikei&|. $Em e>seri ca+q dx*deja jasarsqewa*lemo| sg&|
le+m Et$qx*pg| ot$j o$ki*ca, sg+m de+ $Ari*am rvedo+m a%param, x<| e>oijem, peqibo*gsom e>rve
sg+m do*nam jai+ soi&| pakaioi&| g%qxri jai+ g<lihe*oi| i$ra*fotram.
$Ake*namdqo| ot#m cecomx+| jasa+ pase*qa le+m a$u$ <Gqajke*ot|, jasa+ de+ lgse*qa
sx& m Ai$ajidx & m, oi$jei*am e>rve sg+m ut*rim jai+ sg+m a$qesg+m sg&| sx
& m pqoco*mxm et$doni*a|.
$Ep$ a>qvomso| $Ahg*mgrim Et$aime*sot <Qxlai&oi jase*rsgram (elessero) t<pa*sot|
Ket*jiom jai+ Ca*]iom Lai*miom (Menio), e$pi+ de+ sot*sxm $Ake*namdqo| diadena*lemo| sg+m
barikei*am, pqx & som le+m sot+| uomei&| sot& pasqo+| sg&| a<qlofot*rg| silxqi*a| g$ni*xre.
lesa+ de+ sat&sa sg&| saug&| sot& come*x| e$pile*keiam poigra*lemo|, jase*rsgre sa+ jasa+ sg+m
a$qvg+m (istituõÁ l'ordinamento del regno) pokt+ ja*kkiom g/ (in maniera assai migliore di
quanto) pa*mse| pqoredo*jgram.
Me*o| ca+q x / m pamsekx & | jai+ dia+ sg+m g<kiji*am t<po* simxm jasauqomot*lemo|,
pqx & som le+m sa+ pkg*hg oi$jei*oi| ko*coi| paqersg*raso (dispose) pqo+| et>moiam. >Epeisa
sx& m de+ rsqasixsx & m ptjma+| poigra*lemo| e$nopkiri*a|, leke*sa| se jai+ ctlmari*a|
$
pokelija|, etpeihg& jaserjet*are sg+m dt*malim.
*
(da DIODORO SICULO)

§
ddd
s 14. Il tebano LeontõÁade ordina di arrestare IsmenõÁa s
Keomsia*dg| o< poke*laqvo| sa*de e>kecem. «#X a>mdqe|, oi< Kajedailo*mioi sg+m
a$jqo*pokim jase*votrim, a$kka+ lgde+m a$htlei&se. uari+ (dicono) ca+q oi< poke*lioi ot$demi+
g%jeim, o%rsi| lg+ sot& poke*lot e$qy&. $Ecx+ de*, sot& mo*lot jeket*omso| e$nei&mai (che eÁ lecito)
pokela*qv{ a>mhqxpo*m sima kabei&m, ei$ at$so+| dojei& hama*sot a>nia poiei&m, kalba*mx
sotsomi+ $Irlgmi*am x<| pokelopoiot&msa. Jai+ t<lei&|, x # kovacoi*, kabo*mse| sot&som,
a$paca*cese e>mha t<li&m jeket*esai.»
Oi< ot#m so+ pqa&cla ei$do*se| jai+ paqo*mse| (da paqa* + ei$li*) e$pei*homso jai+ at$so+m
rtmeka*lbamom. sx & m de+ lg+ ei$do*sxm, e$mamsi*xm soi&| peqi+ so+m Keomsia*dgm o>msxm, oi< le+m
e>nx sg&| po*kex| et$ht+| e>uetcom, dei*ramse| lg+ a$poha*moiem, oi< de+ pqx & som oi>jade
a$pevx*qgram.

Il perfetto attivo terzo o fortissimo d


Il piuccheperfetto attivo terzo o fortissimo 157
RECUPERO UNITA Á 6-7
(esercizi interattivi - versione con tutor)
Es. n. 1 - Coniuga il perfetto attivo dei seguenti verbi.
jake*x (io chiamo) - a>cx (io conduco).

Es. n. 2 - Coniuga il piuccheperfetto attivo dei seguenti verbi.


jtjko*x (io cingo) - uhei*qx (io distruggo).

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


e$cg*qeqja| - memi*jgja - e>uhaje(m) - e$sesilg*jeram - e$rsa*kjeim - dedix*vese -
jejat*jalem - bebkg*jari(m) - o< seslgjx*| - e$rpei*jei - je*vgma - ei>kova| - sg&|
e$uhaqjti*a| - peuacje*mai - cecqa*uz| - e$dedida*veilem - sesa*joise - peuet*cgse -
pe*peije(m) - a/m sesaqa*voili - e$kekoi*peisom - e$kgka*jxri(m) - ceco*moiem -
e$jejeket*jeiram - e$jejqi*jeise - sot+| pepqavo*sa| - die*cmxje(m) - e$rso*qceim -
ei$kg*ueiram - kekghe*mai - e$jsesekg*joi| - sg+m a$jgjoti&am - e$pepei*jei| - sesavo*msxm -
sot& peutjo*so| - sesqo*uxlem.

Es. n. 4 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


o< dedix*| - e$oi*jalem - oi#de(m) - sot& cecx& so| - e$oi*jase - >irse - dedie*mai - ei$de*mai - z>dei|
- o pepsx| - o eoijti&a - eidei&em - edediei - a/m seskai*gm - sg&| ei$dti*a| - ei$dei*g - e${*jei -
< * < $ $ $ *
g#rlem - sg&| cecti*a| - g< dediti&a - se*skahi - ei$je*mai - ei$dx & ri(m) - z>dei - >irsxram -
e$de*diram - de*dise - seska&ri(m) - a/m hehmai&lem - o< seskgx*| - se*hmasom - sot& bebx & so| -
$ededi*eim - ei$dg&se - sehma*sx - beba*mai - bebx *
& ri(m) - sehmai&em - bebgja|.

Es. n. 5 - Dei verbi sottoelencati indica prima il significato, poi la prima persona singolare dei
seguenti tempi: futuro attivo, aoristo attivo, aoristo passivo, futuro passivo, perfetto attivo,
piuccheperfetto attivo. L'esercizio eÁ avviato.
1. ba*kkx & , e>bakom, e$bkg*hgm, bkghg*rolai, be*bkgja, e$bebkg*jeim
io getto, bakx
2. saqa*rrx
3. pei*hx
4. sila*x
5. cqa*ux
6. pqa*rrx
7. rse*kkx
8. kei*px
9. sqe*ux
10. jki*mx
11. jqi*mx
12. ut*x
13. sqe*px
14. e>vx

158 RECUPERO UNITAÁ 6-7


Es. n. 6 - Volgi le voci verbali dell'esercizio n. 3 rispettivamente dal perfetto attivo al presente attivo
e dal piuccheperfetto attivo all'imperfetto attivo, lasciando inalterati il modo, la persona e
il numero; poi traduci.

Es. n. 7 - Scegli la traduzione corretta tra quelle proposte.


1. io ho insegnato 2. tu sai
ESERCIZIO & dedi*dava & oi#da
INTERATTIVO & e$di*dana & oi#rha
& dida*nx & oi#de(m)

3. egli aveva conosciuto 4. essi temevano


& e > cmxje(m) & e$de*dilem
& e$cmx * jei & e$de*dise
& e$ci*cmxrje(m) & e$de*diram

5. colui che ha onorato 6. coloro che sono simili


& oi< sesilgjo*se| & oi< e$oijo*se|
& g< sesilgjti&a & o< e$oijx*|
& o< sesilgjx*| & ai< e$oijti&ai

Es. n. 8 - Assembla correttamente i vocaboli della colonna di sinistra con quelli della colonna di
destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. Ei$ sg+m a$kg*heiam ei$dei&em, a. o>lx| t<po+ sot& pasqo+| ot$j e$jo- 1. b.
ESERCIZIO ka*feso.
INTERATTIVO
2. <O po*kelo| g<la&| pemerse*qot| b. sat&sa pqa*rroiem a>m.
pepoi*gje
3. <O $Irojqa*sg| ke*cesai c. pqe*rbei| ei$| sa+| po*kei| sg&| $Ari*a|
e$rsa*kjei.
& a$deku{
4. <O pai&|, sat&sa s{ & pe- d. jai+ pokkot+| leca*kot| jimdt*mot|
poigjx*|, t<pole*meim g$ma*cjajem.
5. <O sx & m Peqrx & m bariket*|, pqi+m e. pa*msa so+m vqo*mom soi&| baqba*-
e$pi+ sg+m <Ekka*da rsqaset*erhai, qoi| pokelx& m diasesekeje*mai.

Es. n. 9 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il perfetto e il
piuccheperfetto attivi; individua, poi, le proposizioni subordinate; quindi traduci.
1. Sa+ cemo*lema g$jot*rase jai+ t<li&m oi< la*qstqe| lelaqstqg*jarim. - 2. <O dot&ko|, sot&
derpo*sot jeket*ramso|, ke*ktje sot+| %ippot| x<| paqarjeta*rxm ei$| so+m po*qom ei$| sg+m
po*kim. - 3. $Epijqasg*rei o%rsi| sa+| sg&| st*vg| lesaboka+| seska*mai ei>resai. - 4. Jakx &|
ei$do*se|, x# poki&sai, pa*msa sa+ t<le*seqa e$m t<lese*qai| veqri+m o>msa, pqo+| sot+| e$mamsi*ot|
a$mdqei*x| a$pamsg*rase. - 5. <Glei&| t<la&| jajo+m ot$de+m e$poig*ralem, i<eqx & m de+ jai+
htrix & m lesarvg*jalem t<li&m jai+ leh' t<lx & m jejimdtmet*jalem. - 6. Oi< poke*lioi, ei$| sg+m
vx*qam g<lx & m e$kho*mse|, jai+ de*mdqa jejo*uari jai+ oi$ji*a| jejat*jarim. - 7. $Epei+ mt+n
$ececo*mei jai+ lesa+ dei&pmom pqo+| so+m t%pmom e$sqa*pomso, g< rekg*mg pkg*qg| g#m. - 8. Oi<
%Ekkgme| la*ka g>vhomso o%si sot+| pokeli*ot| hqartse*qot| e$pepoig*jeram. - 9. <O
rsqasgco+| rsqasix*sa| pe*polue a$ccekot&msa| o%si oi< poke*lioi pa&ram sg+m vx*qam

Recupero unitaÁ 6-7 159


jejo*uarim. - 10. <O Rxjqa*sg| o< uiko*rouo| g$cei&so sot+| heot+| pa*msa ei$de*mai, sa* se
keco*lema jai+ sa+ pqasso*lema.

Analizza e traduci le seguenti versioni.

s 1. Il pomo della discordia s

<G He*si| le+m g>dg jai+ o< Peket+| a$pekgkt*heram e$| so+m ha*kalom t<po+ sg&|
VERSIONE $Aluisqi*sg| jai+ sot& Poreidx & mo| paqapeluhe*mse|. <G >Eqi| de*, e$m sorot*s{ kahot&ra
CON TUTOR
pa*msa|, e$me*bakem e$| so+ rtlpo*riom lg&ko*m si pa*cjakom, vqtrot&m o%kom. e$pececqa*uei
de+ `g< jakg+ kabe*sx@. Jtkimdot*lemom de+ sot&so x % rpeq e$nepi*sgde| g'jem e>mha %Gqa se
jai+ $Auqodi*sg jai+ $Ahgma& jasejki*momso.
Ja$peidg+ o< <Eqlg&| a$meko*lemo| e$peke*naso sa+ cecqalle*ma (le cose scritte), pa*mse|
e$rix*pgram. Si* ca+q e>dei poiei&m, e$jei*mxm paqotrx & m; Ai< de+ a$msepoiot&mso e<ja*rsg jai+
at<sg&| ei#mai so+ lg&kom g$ni*otm, jai+ ei$ lg* ce o< Fet+| die*rsgrem at$sa+| (le avesse separate),
jai+ a>vqi veiqx & m a/m so+ pqa&cla pqotvx*qgrem (sarebbe arrivato). $Akk' e$jei&mo| e>kecem.
`At$so+| le+m ot$ jqimx & peqi+ sot*sot, a>pise (andate via) de+ e$| sg+m >Idgm paqa+ so+m
Pqia*lot pai&da, o=| oi#de* se diacmx & mai so+ ja*kkiom, uiko*jako| x > m. ot$j a/m e$jei&mo|
jqi*mai jajx & |.@
(da LUCIANO)

s 2. Alcune vicende della guerra del Peloponneso s

$Em Ha*r{ de+ jasa+ so+m jaiqo+m sot&som rsa*rex| cemole*mg|, e$jpi*psotrim oi<
Kajxmirsai+ jai+ o< Ka*jxm a<qlorsg+| $Eseo*mijo|. Jasaisiahei+| de+ sat&sa pqa*nai rt+m
Sirraue*qmei, Parippi*da| o< Ka*jxm e>utcem e$j Rpa*qsg|. e$pi+ de+ so+ matsijo*m, o= e$jei&mo|
g<hqoi*jei a$po+ sx
& m rtlla*vxm, e$nepe*luhg Jqasgrippi*da|, jai+ paqe*kabem e$m Vi*{.
Peqi+ de+ sot*sot| sot+| vqo*mot| Hqart*kkot e$m $Ahg*mai| o>mso|, #Aci| e$j
Dejekei*a|, pqomolg+m poiot*lemo| pqo+| at$sa+ sa+ sei*vg g#khe sx & m $Ahgmai*xm.
Hqa*rtkko| de, e$nacacx+m $Ahgmai*ot| jai+ sot+| a>kkot| sot+| e$m sz& po*kei o>msa|,
a%pamsa| paqe*sane paqa+ so+ Kt*jeiom ctlma*riom, x<| lavot*lemo|, a/m pqori*xrim [se
(gli Spartani, sogg. sott.) si
avvicinassero]. $Idx+m de+ sat&-
sa, #Aci| a$pg*cace save*x|.
(da SENOFONTE)

b
Crotone, Tempio di Era Lacinia (stampa
francese del XVIII sec.).

160 RECUPERO UNITAÁ 6-7


UNITAÁ 8 Sintesi
LEZIO in slide
NE 23
d Il perfetto medio-passivo
d Il piuccheperfetto medio-passivo
d Il futuro perfetto o secondo attivo
e medio-passivo

OBIETTIVI

^ Conoscenze: ^ AbilitaÁ:
d Morfologia: > il perfetto medio-passivo d riconoscimento del perfetto e del piuccheperfetto medio-
> il piuccheperfetto medio- passivi
passivo d riconoscimento del futuro perfetto o secondo attivo e
> il futuro perfetto attivo medio-passivo
> il futuro perfetto medio- d distinzione tra i vari significati di x<|
passivo
d riconoscimento della proposizione comparativa
d Sintassi: > i significati di x<|
d riconoscimento delle proposizioni introdotte dai vari
> la proposizione comparativa
verba impediendi
> i verba impediendi
d capacitaÁ di coniugare il perfetto medio-passivo e il
d Elementi di lessico: sostantivi e aggettivi
piuccheperfetto medio-passivo di un verbo in -x
di alta e media frequenza
d capacitaÁ di coniugare il futuro perfetto attivo e medio-
passivo di un verbo in -x
d memorizzazione e organizzazione delle conoscenze les-
sicali
d capacitaÁ di svolgere esercizi di vario tipo
d capacitaÁ di analizzare e tradurre frasi e brani di varia
difficoltaÁ

d TEST DI VERIFICA DEI PREREQUISITI

Rispondi alle seguenti domande. 4. Da quale tema si forma il futuro perfetto?


5. Quale tipo di azione esso esprime?
1. Come si formano il perfetto e il piuccheperfetto
6. Qual eÁ la formazione del futuro perfetto attivo?
medio-passivi?
7. Come si formano i due futuri perfetti sehmg*nx
2. Che cosa sono le forme perifrastiche?
ed ei>nx?
3. In quali voci verbali del perfetto e del piuc-
8. Quali sono le due formazioni del futuro per-
cheperfetto medio-passivi si usano le forme
fetto medio-passivo?
perifrastiche?

Il perfetto medio-passivo d Il piuccheperfetto medio-passivo d


Il futuro perfetto o secondo attivo e medio-passivo 161
PERFETTO MEDIO-PASSIVO

Es. n. 1 - Forma il perfetto medio-passivo dei seguenti verbi.


joli*fx (io porto) - vqi*x (io ungo) - kei*px (io lascio) - sqe*ux (io nutro) - rjeta*fx (io
preparo) - poqhe*x (io saccheggio) - pkgqo*x (io riempio) - mija*x (io vinco) - jqi*mx (io
giudico) - jorle*x (io abbellisco) - jke*psx (io rubo) - jeket*x (io comando, esorto) -
e$ketheqo*x (io libero) - bke*px (io guardo) - a>qvx (io sono a capo) - a$pasa*x (io
inganno).

Es. n. 2 - Coniuga il perfetto medio-passivo dei seguenti verbi.


uike*x (io amo) - sqe*px (io volgo).

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


& m jejqile*mxm - a/m bebkalle*moi ei#lem - g>kpirhom - g$kka*cleha -
Ð g>kpirsai - sx
# rim - bebkgle*mo| x
g$kpirle*moi x # - e$rsakle*mo| z# - jejgqtcle*moi ei$ri*m -
dieuhaqsai - sgm sesapeimxlemgm - be*bkauhe - be*bkgmsai - se*hqawai - sot&
* + *
z$rvtlle*mot - e$rsakle*moi ei$ri*m - jejolle*mx ei#som - sese*kersai - jejsg&rhai -
pepkg*qxrhe - e$rseuamx & rhai - o< g$rjgle*mo| - rerei&rhai - a/m jevqirle*mo| ei>g -
pe*pketrai - de*dqamsai - o< dedele*mo| - cece*karlai.

Ð essere stato comandato - a coloro che si sono unti - noi saremmo stati lasciati - che
essi siano stati portati - colei che si eÁ nutrita (compl. ogg.) - loro due sono stati vinti
- coloro che sono stati liberati (compl. ogg.) - essere stato preparato - che tu sia
stato nutrito - egli sarebbe stato giudicato - di colei che si eÁ liberata - a colui che eÁ
stato esortato - colui che eÁ stato vinto (sogg.) - voi siete stati giudicati - essi si sono
abbelliti - io sono stato liberato - tu sei stato ingannato.

Es. n. 4 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali, poi indica per ciascuna di esse la prima persona
singolare del presente indicativo attivo.
e>rsqallai - { > jirlai - se*salai - pe*pkgclai - jasaje*jkilai - je*jatrlai - jahz*qglai
- %idqtlai - se*htlai - se*hqtllai - g%rrglai - g%cglai - e>rsaklai - be*bkglai - re*reirlai
- je*jkglai - je*jkeirlai - de*delai - z>derlai - seht*lxlai - pepo*hglai.

Es. n. 5 - Volgi dall'indicativo perfetto medio-passivo all'indicativo perfetto attivo le voci verbali
dell'esercizio n. 4.

Es. n. 6 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il perfetto medio-
d passivo; poi traduci.
1. Pei*holai o%si oi< le+m st*qammoi sx& m leci*rsxm a$cahx & m e$ka*virsa lese*votrim, sx & m de+
leci*rsxm jajx & m sa+ pkei&rsa je*jsgmsai. - 2. Dei& sot+| a$mhqx*pot| soi&| mo*loi| e$m oi'|
LA LINGUA GRECA...
sehqalle*moi ei$ri* pei*herhai. - 3. Oi< rsqasix & sai diarxhe*mse|, e$pi+ sot+| paqarjet-
ai'la arle*mot| %ippot| a$mapgdg*ramse|, a$pe*utcom. - 4. Mo*life pai&da| jakx & | pepaidet-
le*mot| le*cirsom jo*rlom pasqi*. - 5. <O t%paso|, ai%laso| a$cahot& x > m, lesa+ sg+m g'rram
e>kecem. «Leca*kz la*vz memijg*leha jai+ so+ rsqaso*pedom die*uhaqsai jai+ o< e%seqo|
t%paso| seseket*sgjem.» - 6. <O Bqe*mmo| e$pi+ sg+m sx & m <Qxlai*xm po*kim so+ rsqa*setla

162 UNITAÁ 8
g>cace jai*, sa+| pt*ka| a$me{cle*ma| et<qx*m, do*kom e>deirem. - 7. Ke*cotri <Qo*dom sg+m
mg&rom pa*kai t<po+ sg&| haka*rrg| jejqt*uhai. - 8. <O sot& Dio+| a$dekuo+| Pkot*sxm
jejkgle*mo| e$m %Aidot (sott. oi$ji*y) e$bari*ketem. - 9. Oi< poki&sai jajx & | sehqalle*moi
jai+ sot+| mo*lot| a$jqibx & | cecqalle* mot| paqabai * meim soklg * rotrim. - 10. <O heo*|,
vqtrot& jai+ e$ke*uamso| pepoigle*mo|, sz& le+m deniy& Mi*jgm ue*qei, sz& de+ a$qirseqy& veiqi+
rjg&psqom pa&ri soi&| lesa*kkoi| cecktlle*mom.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo neutro ai'la, ai%laso| («sangue, omicidio, stirpe») derivano numerosi vocaboli italiani:

± anemõÁa ± ematoÁma ± emorragico ± ischemõÁa


± anemico ± ematopatõÁa ± emostaÁsi ± leucemõÁa
± antiemorragico ± emodiaÁlisi ± emostatico ± setticemõÁa
± azotemõÁa ± emofilõÁa ± emoteca ± talassemõÁa
± emangioÁma ± emoglobõÁna ± emotorace ± uremõÁa
± ematico ± emopatologõÁa ± emotrasfusione ± uricemõÁa
± ematologõÁa ± emorragõÁa ± glicemõÁa
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 7 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate; poi traduci.


d
1. Ei$ jai+ lg+ ei>hirlai ke*ceim e$m pokkoi&|, ke*nx. - 2. <Gli&m rtlba*mei q<ydi*x| lamha*meim a=
soi&| a>kkoi| vakepx & | et<qgle*ma ei$ri*m. - 3. Oi< %Ekkgme| a%la sz& g<le*qy o<qx & rim i<ppe*a|
pe*qam sot& posalot& e$nxpkirle*mot| jai+ pefot+| e$pi+ sai&| o>vhai| paqasesacle*mot|. -
LA LINGUA GRECA...
le*ro| 4. <O rsqasix*sg| g'jem ei$| sg+m carse*qa sesqxle*mo| jai+ pa*msa sa+ cecemgle*ma
a$pg*cceikem. - 5. Oi< sx & m pokeli*xm i<ppei&| pokkot+| sx & m g<lese*qxm ei$| a<qpacg+m
e$rpaqle*mot| a$pe*jseimam. - 6. %Oroi sg+m po*kim pokka+ a$caha+ ei$qcarle*moi ei$ri*m,
di*jaio*m e$rsi sot*soi| paq$ t<lx & m va*qim joli*rarhai e$m sz& a$coqy& le*rz . - 7. Dei&, x #
dijarsai*, t<la&| pa*msa sa+ pepqacle*ma lahei&m, %ima dijai*x| jqi*mgse. - 8. Lg+ mo*life
rouo+| ei#mai, e$a+m pokka+ bibki*a rtmeikecle*mo| z#|. - 9. <O pai&| s{ & Rxjqa*sei so+
ua*qlajom e$m jt*kiji sesqille*mom e>ueqem. - 10. Oi< Rekimot*msioi so+ sg&| Rijeki*a| le*qo|
pqo+| sg+m Kibt*gm sesqalle*mom jasei&vom. - 11. <O $Ammi*ba|, g$ccekle*mg| sg&| sot&
a$dekuot& g%rrg|, e>kecem. «Sg+m sg&| po*kex| lot st*vgm cicmx*rjx.» - 12. Oi< a>ccekoi,
pqo+| so+m sx & m pokeli*xm rsqasgco+m peluhe*mse|, pa*msa sa+ e<atsoi&| jejeketrle*ma
e>kecom. - 13. $Gcce*khg o%si oi< rsqasix & sai sz& matlavi*y g<ssgle*moi ei#em jai+ o< mat*aqvo|
sehmai*g. - 14. Ngqamhei*rg| sg&| ki*lmg|, e$m z' e$me*lomso, oi< ba*sqavoi ei$| e<se*qam
e$pe*fetom.

Il perfetto medio-passivo d Il piuccheperfetto medio-passivo d


Il futuro perfetto o secondo attivo e medio-passivo 163
Es. n. 8 - Assembla correttamente le proposizioni principali della colonna di sinistra con le
d d proposizioni subordinate della colonna di destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. Sz& de+ t<rseqai*y g<le*qy o< $Ake*nam- a. e$a+m heo+| he*kz. 1. d.
dqo| sot+| mejqot+| lecakopqe-
px& | e>hawem,
2. Ot$de+m ja*kkio*m e$rsi sot& bi*ot, b. sx & m <Ekkg*mxm sima+| e$m sat*sz sz&
vx*qy a$mahg*lasa poktsekg& cqa*l-
larim <Ekkgmijoi&| jasacecqal-
le*ma jasakipei&m.
3. <O Jalbt*rg| at$si*ja dia+ sot&so c. o%sam sx & m a$pokektle*mo|
& m leqilmx
so+ a$di*jgla e$la*mg, z#.
4. Lthokocot&ri d. jai*peq sesqxle*mo| at$so*|.

5. Oi< pqodo*sai dijai*x| silxqg- / m ot$de+ pqo*seqom uqemg*qg|.


e. x
hg*romsai,

Es. n. 9 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Molti generali della nostra cittaÁ sono stati sepolti in terra straniera. - 2. Quella cittaÁ
non eÁ stata distrutta da un esercito nemico ma dalle discordie. - 3. Tutto eÁ stato da noi
preparato per la guerra. - 4. Il prigioniero eÁ stato interrogato ed ha rivelato il piano dei
nemici. - 5. I cittadini che si sono fidati dei barbari sono stati sottomessi. - 6. Dopo che
il generale eÁ stato colpito, l'esercito eÁ fuggito verso l'accampamento. - 7. Non eÁ giusto
che voi vi siate fidati di loro. - 8. Siamo convinti che quell'uomo sia stato giudicato
ingiustamente. - 9. I nostri concittadini credevano di essersi liberati di tutti i pericoli. -
10. Amate la terra in cui siete stati allevati!

PIUCCHEPERFETTO MEDIO-PASSIVO
Es. n. 10 - Forma il piuccheperfetto medio-passivo dei seguenti verbi.
kei*px (io lascio) - pe*lpx (io mando) - jorle*x (io abbellisco) - vqi*x (io ungo) - rei*x (io
scuoto) - o$mola*fx (io chiamo) - ke*cx (io dico, raccolgo) - jo*psx (io percuoto, batto,
taglio) - ht*x (io sacrifico) - e<kjt*x (io tiro) - ba*kkx (io getto) - a$capa*x (io amo).

Es. n. 11 - Coniuga il piuccheperfetto medio-passivo dei seguenti verbi.


paidet*x (io educo) - sa*rrx (io ordino).

Es. n. 12 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð e$je*jsgso - e$sesa*clgm - e$jejoli*rleha - e$pe*uamhe - e$rer{*rlgm - g$cce*klgm -
e$uhaqle*moi g#ram - ei$ke*cleha - e$peut*kajso - g$ca*pgmso - e$jejo*rlgso -
e$pe*uqaro - sesaqacle*moi g#ram - e$sesi*lgmso - paqerjet*arso.
Ð egli era stato seppellito - tu ti eri voÁlto - egli era stato lasciato - essi si erano unti -
voi due eravate stati chiamati - io ero stato esortato - voi eravate stati istruiti - ella si
era preparata - tu eri stato mandato - loro due erano stati turbati - noi eravamo stati
custoditi - essi si erano preparati.

164 UNITAÁ 8
I significati di x<|
La congiunzione proclitica x<| puoÁ introdurre alcune proposizioni subordinate, assu-
S C H E D A mendo vari significati:
SINTATTICA
Ð «affinche» (se introduce una finale),
Ð «poiche» (se introduce una causale),
Ð «appena che», «ogni volta che» (se introduce una temporale),
Ð «cosõÁ che» (se introduce una consecutiva, spesso in correlazione con ot%sx),
Ð «che» (se introduce una oggettiva o una soggettiva),
Ð «come», «in che modo» (se introduce una interrogativa),
Ð «come se» (con il participio, se introduce una causale soggettiva o una comparativa
ipotetica).
^ Oi< pai&de| paidet*omsai, x<| a$cahoi+ poki&sai ci*cmxmsai.
I fanciulli sono educati, affinche diventino buoni cittadini.
# m, t<po+ pa*msxm e$rse*qceso.
<X| a$caho+| g
Poiche era buono, era amato da tutti.
<X| o< bariket+| g$co*qetem, pa*mse| g<de*x| g>jotom.
Appena il re prendeva la parola, tutti lo ascoltavano volentieri.
Oi< rsqasix & sai ot%sx| a$mdqei&oi g#ram, x<| sg+m pasqi*da e>r{fom.
I soldati furono cosõÁ valorosi che salvarono la patria.
<O dg&lo| ke*cei x<| g< rsqasia+ a$mdqei*x| ot$ la*vesai.
Il popolo dice che l'esercito non combatte valorosamente.
<O pai&| e>kecem x<| o< pasg+q pqa*ssoi.
Il figlio diceva come agisse il padre.
<G de*rpoima vai*qei, x<| pkotri*a ot#ra.
La padrona si rallegra, poiche (pensa che) eÁ ricca (come se fosse ricca).
<X|, con il significato di «come!», spesso introduce una proposizione esclamativa:
^ <X| vqgrso+| o< a$dekuo*| e$rsim.
Come il fratello eÁ onesto!
La congiunzione x<|, oltre ad essere usata in espressioni avverbiali, puoÁ, infine, avere i
seguenti valori e significati:
Ð comparativo: «come»,
Ð relativo: «in relazione a»,
Ð approssimativo: «circa» (con i numerali),
Ð locativo: «verso», «contro».
^ >Ebaimom x<| sa*virsa.
Vennero quanto piuÁ velocemente possibile.
<X| e$pi+ pokt+ sg+m a$kg*heiam ke*cotrim.
Per lo piuÁ dicono la veritaÁ. )

Il perfetto medio-passivo d Il piuccheperfetto medio-passivo d


Il futuro perfetto o secondo attivo e medio-passivo 165
$Emi*ose pqa*ssese x<| e$vhqoi*.
Talvolta vi comportate come nemici.
<G po*ki|, x<| so+ le*ceho|, e>mdono*| e$rsim.
La cittaÁ, in relazione alla grandezza, eÁ famosa.
Pai&de| x<| ei>jori sot&so ke*cotrim.
Circa venti fanciulli dicono cioÁ.
Oi< Kajedailo*mioi x<| so+m sx & m barike*a a$cce*kkot| rse*kkeim le*kkotrim.
& m Peqrx
Gli Spartani stanno per mandare ambasciatori al re dei Persiani.

Es. n. 13 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali, poi indica per ciascuna di esse la prima persona
singolare del presente indicativo attivo.
e$pepai*clgm - e$jejo*llgm - paqg*clgm - x<pki*rlgm - e$kekt*lgm - e$rua*klgm -
e$peutka*clgm - e$jevxqi*rlgm - g>clgm - x<qi*rlgm - e$pepa*rlgm - e$pepkg*clgm -
g$capg*lgm - e$pepei*rlgm - g$cce*klgm - e$peua*rlgm.

Es. n. 14 - Traduci le seguenti voci verbali; poi volgile dal singolare al plurale e viceversa, lasciando
inalterati il modo, il tempo, la persona e la diaÁtesi.
oi< kabo*mse| - ei$kg*uari(m) - a$podi*dosai - so+ kalbamo*lemom - a>qnese - e>cmxram -
ai$rha*mxmsai - sa+ rtmsesacle*ma - e>oije(m) - e$uaimo*lgm - ce*cqapsai - oi#da| - sx
&m
jejkgle*mxm - g$di*jglai - meme*lgmsai - o< lamsetra*lemo| - a/m diautkavhei*g - s{ &
le*momsi - oi< a$uaiqehe*mse| - g< jakt*wara.

Es. n. 15 - Scegli la traduzione corretta tra quelle proposte.

1. z#rlem 2. pepeirle*moi
& noi vedevamo & che sono stati persuasi
& noi avevamo saputo & che furono persuasi
& noi sapevamo & che sono persuasi

3. e>rsakhe 4. ei$de*mai
& voi siete stati mandati & vedere
& voi foste mandati & aver saputo
& voi eravate stati mandati & sapere

5. e$oi*jari(m) 6. de*doija|
& sono simili & tu temi
& sono stati simili & tu hai temuto
& furono simili & tu temesti

7. e$cqg*coqa 8. ce*come(m)
& io sono stato destato & egli eÁ
& io ho destato & egli eÁ stato
& io mi sono destato & egli fu

9. sesi*lgsai 10. cecqalle*mo| g#m


& eÁ stato onorato & eÁ stato scritto
& era stato onorato & era stato scritto
& eÁ onorato & fu scritto

166 UNITAÁ 8
Es. n. 16 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il piuccheperfetto
d medio-passivo; poi traduci.

1. Oi< peqi+ so+m Jt&qom, >idioi a>mhqxpoi, x<pkirle*moi g#ram soi&| at$soi&| s{ & Jt*q{ o%pkoi|.
$ + < + *
- 2. <O Jt&qo|, epei g rsqasia paqesesajso ats{ $ * >
& , soi&| rtllavoi| ekecem. - 3. <G sx &m
Rtqajori*xm po*ki| sei*vei t<wgkosa*s{ peqi{jodo*lgso. - 4. Oi< poki&sai so+m jke*psgm
LA LINGUA GRECA...
>idio| pqo+| sot+| dijarsa+| g>cacom jai+ o%ra at$s{ & (dat. di agente) e$seso*klgso jasgco*qgram.
- 5. <O $Acgrikao| pkeirsot| jai aqirsot| ui*kot| a$ma+ pa&ram sg+m cg&m e$je*jsgso. - 6.
* * + $ *
Mex+| le*cirso| vqtr{ & jai+ a$qctqi*{ jejorle*mo| e$m sz& po*kei sz& %Gqy jaserjet*arso. -
7. <X| o< rsqasgco+| sot& ko*cot e$pe*patso, oi< rsqasix & sai ei$| so+ rsqaso*pedom e>baimom.
- 8. $Epeidg+ o< Jai&raq jasgcce*kkeso lesa+ sg&| rsqasia&| e$pi+ sg+m <Qx*lgm e$kat*meim,
leca*kg saqavg+ e$m sz& po*kei g#m. - 9. <X| sat&sa e$pe*pqajso, o< sx & m Rpaqsiasx&m
rsqasgco+| et$ht+| ei$| Kajedai*loma e$poqet*eso. - 10. Oi< %Ekkgme| jasa+ sa*nei| jai+ sa+
e>hmg jejorlgle*moi g#ram jai+ ot%sx| e%jarsoi e$la*vomso. - 11. <O bariket*|, e$pei+
e$se*htso, e$je*ketre la*vgm rtlba*kkeim. - 12. >Eqi| ei$| so+ rtlpo*riom lg&ko*m si vqtrot&m
o%kom e$me*bakem, e$m { ' e$ce*cqapso. «<G jakki*rsg kabe*sx.»

Es. n. 17 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate e distinguendo quelle


d esplicite da quelle implicite; poi traduci.

1. Soiat&sa a$jot*omse|, e$pepei*rleha so+m sg&| g<lese*qa| po*kex| ji*mdtmom le*cam ei#mai.
- 2. Pokkoi+ rsqasix & sai pepelle*moi g#ram, oi= sg+m sx & m pokeli*xm vx*qam bka*woiem. - 3.
LA LINGUA GRECA...
Sa+ sot& pasqo+| jsg*lasa pokt+m vqo*mom tpo+ sx < & m htcase*qxm peutkacle*ma g#ram,
vei*q e>peisa jke*psg| si| at$sa+ e$jejko*uei. - 4. <O $Ake*namdqo| e$pe*peirso sg+m at<sot&
rsqasia+m jimdtmet*reim jai+ sg+m la*vgm uobeqa+m e>rerhai. - 5. <O pai&| t<po+ sot& pasqo+|
ei>hirso sg+m cg&m rse*qceim jai+ sot+| pqerbtse*qot| sila&m. - 6. Oi< mo*loi e$m rsg*kz e$m sz&
a$coqy& cecqalle*moi g#ram, %ima pa*mse| oi< poki&sai a$macicmx*rjoiem. - 7. <O Ja*dlo|
ke*cesai, e$peidg+ t<po+ sot& pasqo+| e$pi+ sg+m Et$qx*pg| sg&| a$dekug&| fg*sgrim a$pe*rsakso,
Hg*ba| jsi*rai. - 8. <O $Acgri*kao| uobeqo+| uai*merhai ei>hirso, ut*rei pqa&o| x > m. - 9. Ai<
sx #
& m Kajedailomi*xm mg&e| a%parai sesacle*mai gram, x<| pqo+| peqi*pkotm paqerjeta-
rle*mai. - 10. <Tpo+ sot& Jkea*qvot leca*kg rsqasia+ z>hqoirso s{ & Jt*q{ s{ & mexse*q{
$epibotket*omsi s{ $
& adeku{ + $ * < + $ +
& jai ehekomsi tpo vei&qa atsom poiei&rhai.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo femminile vei*q, veiqo*| («mano, braccio, potenza, dignitaÁ, schiera») derivano in italiano
alcuni vocaboli, tutti composti:

± cardiochirurgõÁa ± chiromanzõÁa ± chirurgico ± neurochirurgo


± cardiochirurgo ± chiroterapeÁuta ± chirurgo
± chiroÁgrafo ± chiroterapõÁa ± microchirurgõÁa
± chiromante ± chirurgõÁa ± neurochirurgõÁa
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Il perfetto medio-passivo d Il piuccheperfetto medio-passivo d


Il futuro perfetto o secondo attivo e medio-passivo 167
Es. n. 18 - Assembla correttamente i vocaboli della colonna di sinistra con quelli della colonna di
d d destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. Oi< rsqasix
& sai sa+ paqgccekle*- a. o%si ai< sx
& m Pekopommgri*xm mg&e|
ma e>pqassom pokkz& rpotdz&, a$mgcle*mai ei#em ei$| Jt*fijom. 1. e.
2. <O Pka*sxm sot+| bqavtko*cot| b. jai+ e${*jei pa*msa e$neiqcarle*moi|.
e$paimei&, ke*cxm
3. <O $Akjibia*dg| e$pt*heso c. a$kka+ jai+ so+ le*kkom, x<| e>oijem, g>dg
pqoeikgux*|, sg+m dt*malim rtmse-
sacle*mgm ei#vem.
4. $Em sorot*s{ jaj{ & sx
& m <Qx- d. at$sot+| deimoi&| a$jomsirsai&| e$oi-
laixm omsxm, otj ekahem o< ji*m-
* > $ > je*mai.
dtmo| so+m Ua*biom,
5. %Tkg jai+ de*mdqa pamsoi&a e$pe- e. a$jot*ramse| sat&sa.
ut*jei jai+ ka*vama e$bebkarsg*jei

Es. n. 19 - Analizza e traduci le seguenti frasi; sostituisci, poi, i perfetti con i piuccheperfetti; quindi
d d traduci di nuovo, come nell'esempio.
<O bariket+| sg+m vx*qam pepoi*gje pokkx & m jai+ leca*kxm e$hmx& m jtqi*am.
Il re ha reso la regione padrona di molti e grandi popoli. ?
<O bariket+| sg+m vx*qam e$pepoig*jei pokkx& m jai+ leca*kxm e$hmx& m jtqi*am.
Il re aveva reso la regione padrona di molti e grandi popoli.

1. <O po*kelo| dia+ lajqot& vqo*mot a<pa*msxm g<la&|


a$perse*qgjem, pemerse*qot| pepoi*gje jai+ pqo+|
sot+| %Ekkgma| diabe*bkgjem.
2. Paqa+ at$soi&| a$mhqx*poi| ot$dei+| se*htjem e$rse-
uamxle*mo|, ot$de+ jase*rpeijem.
3. Lesa+ sg+m la*vgm o< $Ammi*ba|, hex*lemo| sx &m
ui*kxm sot+| a$qi*rsot| ai$vlakx*sot|, deda*jqt-
jem.
4. Mo*life pirso+m ui*kom e$jei&mom, ot' sg+m et>moiam e$m
soi&| jimdt*moi| jai+ e$m sai&| rtluoqai&| e>cmxja|.
5. Oi< Hessakoi+ so+m Ui*kippom jejxkt*jari Lac-
mgri*am seivi*feim.

b
Johann Balthasar Probst, Achille fa strage dei nemici sul fiume
Scamandro (miniatura del XVIII sec.). S. Francisco (USA), Museo delle
Belle Arti.

168 UNITAÁ 8
LABORATORIO LESSICALE

Numerosi sono i vocaboli greci che derivano dall'aggettivo di prima classe lajqo*|, -a*, -o*m («lungo, alto,
profondo, ampio, grande, distante, abbondante, esteso»), tra i quali vari sostantivi e aggettivi:
± lajq-ai*xm (che vive a lungo, secolare, longevo) ± lajqo-ko*co| (che parla a lungo, prolisso, verboso)
± lajq-a*m (lontano, da lontano, a lungo) ± lajqo-poie*x (io allungo)
*
± lajq-gcoqex (io parlo prolissamente) ± lajqo-pomi*a (lunga fatica)
*
± lajqo-bio| (di lunga vita, longevo) ± lajqo-poqi*a (lungo cammino)
± lajqo-bi*xri| (longevitaÁ, lunga vita) ± lajqo-rjekg*| (con lunghe gambe)
± lajqo-bo*ko| (che scaglia lontano) ± lajqo*-sg| (lunghezza)
± lajqo-da*jstko| (dalle lunghe dita) ± lajqo-somi*a (estensione)
± lajq-odi*a (lungo cammino) ± lajqo-tpmi*a (lungo sonno)
± lajqo-g*leqo| (di lunga vita) ± lajqo-utg*| (elevato, slanciato)
± lajqo*-hem (da lontano, da molto tempo) ± lajqo*-veiq (dalle lunghe mani)
± lajqo-htli*a (pazienza, costanza) ± lajqo-vqo*mio| (che vive a lungo)
± lajqo-je*uako| (dalla lunga testa, macroceÁfalo) ± lajq-t*mx (io prolungo, allungo)
± lajqo-koci*a (lungo discorso, prolissitaÁ) ± la*jqx-ri| (allungamento, esposizione prolissa)
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.

Tra i molti vocaboli italiani derivanti da lajqo*| citiamo i seguenti:


± macroanalisi ± macroceÁfalo ± macroeconomico ± macromolecola
± macrobioÁtica ± macrocõÁto ± macrofotografõÁa ± macroscopico
± macrobioÁtico ± macrocosmico ± macrografõÁa ± macrosisma
± macrocardõÁa ± macrocosmo ± macrografico ± macrostruttura
± macrocefalõÁa ± macroeconomõÁa ± macrologõÁa
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 20 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. I nemici erano stati allontanati dal nostro esercito. - 2. Quel fanciullo era stato
sempre ammirato dai coetanei, poiche (x<|) era buono. - 3. Eravamo stati tutti privati
della libertaÁ. - 4. L'esercito nemico, secondo una falsa notizia, era stato vinto. - 5. I
colpevoli erano stati giudicati molto severamente. - 6. Si dice che quel generale fosse
stato corrotto (pei*hx) con de-
naro. - 7. Era stato preparato
un grande banchetto dai servi. -
8. La vittoria era stata subito
annunciata e noi eravamo stati
liberati dalla paura. - 9. Omero,
come si diceva, era stato seppel-
lito a Smirne. - 10. Dopo la
battaglia navale erano stati rac-
colti i naufraghi.

c
Creta, Palazzo di Cnosso: parte dell'ala nord
ricostruita dall'archeologo inglese
Sir Arthur Evans.

Il perfetto medio-passivo d Il piuccheperfetto medio-passivo d


Il futuro perfetto o secondo attivo e medio-passivo 169
FUTURO PERFETTO ATTIVO E MEDIO-PASSIVO

Es. n. 21 - Forma il futuro perfetto attivo dei seguenti verbi.


hmz*rjx (io muoio) - uhei*qx (io corrompo, distruggo) - sqe*px (io volgo) - poie*x (io
faccio) - mija*x (io vinco) - jake*x (io chiamo) - cqa*ux (io scrivo) - ba*kkx (io getto) -
a$cce*kkx (io annuncio).

Es. n. 22 - Forma il futuro perfetto medio-passivo dei seguenti verbi.


uomet*x (io uccido) - uike*x (io amo) - sqe*ux (io nutro) - rpei*qx (io semino) - pqa*rrx
(io faccio) - pe*lpx (io mando) - paidet*x (io educo) - kt*x (io sciolgo) - kei*px (io
lascio) - e$ketheqo*x (io libero).

Es. n. 23 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð a/m sesqa*woimso - a/m sesa*noiso - bebkgjti&ai e>romsai - e$uhaqle*mo| e$roi*lgm -
sehmg*nolem - dedg*rz - sesilg*rolai - jejqijx+| e>roio - sehmg*notrim -
pepqano*leha - jejkg*rolai - o< kektro*lemo| - seseivirle*mai e>romsai - pepqa*nolai
- jejsg*rerhai - pepolux+| e>rolai - pepoig*rerhai - g$ccekjx+| e>rsai - pepqavo*se|
e>rerhe - peuomet*rerhe - sesa*nz - cecqa*wesai - sehmg*nei|.

Ð noi saremo stati lasciati - egli saraÁ stato educato - noi saremo stati chiamati -
egli avraÁ lanciato - io avroÁ raccolto - voi sarete stati chiamati - loro due saranno
stati vinti - egli saraÁ stato liberato - essi saranno stati educati - voi due avrete
sciolto - tu avrai distrutto - egli avraÁ scritto - voi avrete liberato - io avroÁ
educato - tu avrai fatto - essi saranno morti.

Es. n. 24 - Completa il seguente schema, annotando per ciascuna voce verbale i dati richiesti.
L'esercizio eÁ avviato.

Suffisso
Voce Raddop- Tema Persona
Aumento temporale Modo e tempo DiaÁtesi Traduzione
verbale piamento verbale e numero
e/o desinenza

ke*keipsai Ð ke- keip- -sai indicativo terza persona medio- «egli eÁ stato
perfetto singolare passiva lasciato»
e$dedetkx*lgm sillabico de- dotko- -lgm indicativo prima persona medio- «io ero stato
e$- piuccheperfetto singolare passiva assoggettato»
e$je*jowo
peutkacle*-
moi g#ram
e$rsqalle*mg
pepeirle*mai
ei$ri*(m)
peuarle*mo|
#
x
g$ccekle*mg ei>g
e$sesilg*leha

170 UNITAÁ 8
sehmg*nei
e$uhaqle*mo|
e>rolai
peuikg*romsai
e>rsakhe
sesqa*werhai
jejolirole*mo|
je*jkgmsai
ei$kglle*moi
# ri(m)
x
pepqacle*mai
ei#em

Es. n. 25 - Completa le seguenti frasi secondo le indicazioni fornite, poi traduci.


d

1. <O Pekopi*da| e>kecem o%si oi< $Aqcei&oi jai+ oi< $Aqja*de| la*vz t<po+ sx & m Kajedailo-
mi*xm (3 pers. plur. dell'ottat. perfetto medio-passivo di mija*x)
a .
2. Oi< Kajedailo*mioi, so+ vqgrsg*qiom (nom. masch. pl., partic. perf. att. di a$jot*x)
, e$poig*ramso o%qjot| peqi+ nemi*a| jai+ rtlla-
*
via| soi&| Ktdoi&|.
3. <O $Acgri*kao| ei$| sg+m $Aqjadi*am (3a pers. sing. del piucchep. att. di e$lba*kkx)
jai+ ot$dei+| at$s{
& dzot&msi sg+m vx*qam (3a
pers. sing. del piucchep. di e$he*kx) la*verhai.
4. Sz& at$sz& wg*u{, x # dijarsai*, sot*| se a>kkot| jorlixse*qot| poig*rese g/ mt&m, jai+
paqa+ sx & m a$dijot*msxm di*jgm (2a pers. plur. dell'indic. futuro perfetto attivo di
kalba*mx) .
+ #
5. $Eam sat&sa poig&se, x amdqe| dijarsai*, di*jaia e$cx+ (1a pers. sing. dell'indic. futuro
>
perfetto attivo di pa*rvx) t<u$ t<lx
& m, at$so*| se jai+
oi< e$latsot& ti<ei&|.

Le proposizioni comparative
Le proposizioni comparative, che appartengono al gruppo delle subordinate com-
S C H E D A plementari indirette (o avverbiali), possono essere reali o ipotetiche. Le comparative
SINTATTICA
reali espresse in forma esplicita, se indicano uguaglianza, sono introdotte in greco da
x<|, x% rpeq, o%px|, jaha*peq, «come» [cfr. lat. ut (spesso in correlazione con x % |, ot%sx,
x' de, «cosõÁ», cfr. lat. ita)]; oi'om, «in quale modo» [cfr. lat. ut (spesso in correlazione
con soi&om, «in tale modo», cfr. lat. ita)]; o%rom, o%r{, «quanto» [cfr. lat. quantum
(spesso in correlazione con so*rom, sorot*s{, «tanto», cfr. lat. tantum)]. Se indicano
maggioranza o minoranza, sono introdotte da g>, «che, rispetto a quanto» (cfr. lat.
quam). )
Il perfetto medio-passivo d Il piuccheperfetto medio-passivo d
Il futuro perfetto o secondo attivo e medio-passivo 171
I modi usati sono:
Ð indicativo, per indicare un fatto reale;
Ð congiuntivo con a>m oppure ottativo obliquo, per indicare eventualitaÁ rispettiva-
mente nel presente o nel passato;
Ð ottativo con a>m, per indicare possibilitaÁ nel presente;
Ð indicativo dei tempi storici con a>m, per indicare irrealtaÁ o possibilitaÁ nel passato.
^ Ot%sx ke*colem, o%px| dtma*leha.
Ita dicõÆmus, ut possuÆmus.
Parliamo cosõÁ come possiamo.
%Or{ di*jaia a/m pqa*rrgse, sorot*s{ g<lei&| uikg*rolem t<la&|.
Quo magis iusta facõÆtis, eo magis vos diligemus.
Quanto piuÁ compite azioni giuste, tanto piuÁ noi vi ameremo.
Sqe*votri x<| a>m si| sqe*voi peqi+ mi*jg|.
Currunt eodem modo quo currant ut vincant.
Corrono come si correrebbe per la vittoria.
#Gcom bi*om et$dailome*rseqom g= x% | si| a/m {
> eso.
Vivebant felicius quam credeÆres.
Vivevano piuÁ felicemente di quanto si sarebbe potuto pensare.

La proposizione comparativa ipotetica nella forma esplicita eÁ introdotta da oi'om (a/m)


ei$, x<| (a>m) ei$, x
% rpeq (a>m) ei$, jaha*peq (a>m) ei$, «come se» (cfr. lat. tamquam si, velut
si), in unione con l'ottativo (per indicare possibilitaÁ) o l'indicativo dei tempi storici (per
indicare irrealtaÁ); nella forma implicita si usano (a>m), x % rpeq (a>m), jaha*peq (a>m) in
unione con il participio (cfr. lat. tamquam + participio congiunto):
^ $Eva*qgm, x<| a/m ei> si| a$dekuo+m de*qjoiso.
Gavisus sum, tamquam si quis fratrem videÅret.
Mi rallegrai come (avverrebbe) se qualcuno vedesse il fratello.
At$so+m e>rseqcom, x
% rpeq pase*qa o>msa.
Eum amabam, velut si pater esset.
Lo amavo come se fosse mio padre.

Es. n. 26 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate esplicite; poi traduci.
d

1. #X dijarsai*, e$a+m sat&sa poig&se, t<u$ t<lx & m e$cx+ pepeirle*mo| e>rolai, at$so*| se jai+ oi<
les$ elot&. - 2. <Tli&m uiko| (con val. predic.) ot$dei+| kekei*wesai, a$kka+ jai+ oi< pqo*rhem
$ *
o>mse| poke*lioi e>romsai. - 3. <Glei&| ot%sx pqa*nolem, o%px| oi< g<le*seqoi poke*lioi
LA LINGUA GRECA...
ba*qbaqo| pepqavo*se| e>romsai. - 4. <O pai&| so+m ce*qomsa e$re*beso, x % rpeq a/m ei$ pasg+q g#m. - 5. <O
* < *
pasgq, x| botkolemo| (prop. compar. ipot.) pokka ats{ + $ & ke*ceim, so+m ti<o+m e>qverhai
e$je*ketrem. - 6. Pa*msa sa+ a$caha+ jejsgro*leha, o%se sg+m sx & m a$cahx & m uiki*am
jejsgro*leha. - 7. Oi< g<le*seqoi rsqasix & sai g>dg sesa*nomsai, pqi+m sot+| pokeli*ot|
g%jeim. - 8. Pthaco*qa| o< Ra*lio| pqx & so| e$m soi&| %Ekkgrim e$so*klgre ke*ceim o%si at<s{ &
so+ le+m rx& la sehmg*nesai, g< de+ wtvg+ a$ha*maso| oi$vg*resai. - 9. %Orsi| sot+| come*a| jai+

172 UNITAÁ 8
sot+| ce*qomsa| ot$ silg*rei, a>uqxm jai+ pomgqo+| jai+ ba*qbaqo| jejkg*resai. - 10. Sa+
& m a$mdqei*xm a$mhqx*pxm o$mo*lasa e$m sai&| g<lx
sx & m wtvai&| a$macecqa*wesai.

Es. n. 27 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il futuro perfetto; poi
d traduci.
1. Moli*fx o%si o< dida*rjako| sesilxqgjx+| e>rsai sot+| a$joka*rsot| lahgsa*|. - 2. Rot&
a$pekho*mso|, ot$dei*| loi ui*ko| kekei*wesai. - 3. $Ea+m sa+ soi&| stqa*mmoi| e$mamsi*a
wgui*rgrhe, x # dijarsai*, moli*fx o%si pa*msa jakx & | pepqa*nesai. - 4. La*sgm oi< mo*loi
cecqa*womsai, ei$ oi< poki&sai at$sot+| paqabg*romsai. - 5. Pa*mse| g<lei&| ot$ silg*rolem
sot+| poki*sa|, oi= sot+| me*ot| jajopoiei&m pepeijo*se| e>romsai. - 6. Oi< heoi+ pa*msa| sot+|
a$mhqx*pot| fglix*rotrim, oi= sg+m e<atsx & m po*kim jajx & | pepoigjo*se| e>romsai. - 7. $Ea+m
soi&| ui*koi| jimdtmet*otri boghg*rgse, e>qcom ja*kkirsom pepoigjo*se| e>rerhe. - 8.
Sot&so pqa*rrese jai+ t<po+ pa*msxm sesilg*rerhe. - 9. $Ejei&mo| o< uiko*rouo|, x<| jai+
pokkoi+ a>kkoi, e$mo*life jai+ a$qesz& jai+ roui*y sg+m et$dailomi*am jejsg*rerhai. - 10. Dg&ko*m
e$rsim o%si oi< a>mhqxpoi e$m s{ & bi*{ ot$de+m sg&| a$qesg&| be*ksiom jejsg*romsai. - 11. $Ea+m
e$jei&mo|, jai*peq vxko+| e%seqom po*da x > m, sat&sa pqa*nz, e<atso+m a>kkx| se jai+ sg+m po*kim
diarerxjx| ersai. - 12. Lesa sgm e$m Ja*mmai| la*vgm oi< pokkoi+ e$mo*lifom sg+m sx
+ > + + &m
<Qxlai*xm dt*malim jasakekt*rerhai. - 13. <G peqi+ Ja*mma| cemole*mg la*vg sx &m
<Qxlai*xm jai+ sx & m Jaqvgdomi*xm cemmaiosa*sot| a>mdqa| e>rvem, jai+ sot+| mijx & msa|
jai+ sot+| g<rrghe*msa|. - 14. <G Dglg*sgq, Peqreuo*mgm sg+m htcase*qa rt+m pokk{ & a>kcei
fgsot&ra, pamsavot& cg&| pkama&rhai ke*cesai.

LABORATORIO LESSICALE

Hanno un rapporto etimologico con il sostantivo neutro a>kco|, -ot| («dolore, sofferenza, pena,
afflizione, molestia») i seguenti vocaboli greci:
± a$kce-imo*| (doloroso, penoso, che reca dolore, ± a$kcg-dx*m (dolore, sofferenza)
difficile, che soffre) ± a>kcg-la (dolore)
± a$kce-ri*-dxqo| (che apporta dolore) ± a$kcg-qo*| (doloroso)
± a$kce-ri*-htlo| (che affligge l'animo) ± a>kcg-ri| (dolore, sofferenza)
± a$kce*-x (io sento dolore, sono malato, soffro, ± a$kc-t*mx (io addoloro, affliggo, faccio soffrire)
sono afflitto, sono turbato)
dDei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.
Tra i molti termini italiani che derivano da a>kco|, i piuÁ ricorrenti sono i seguenti:
± algesõÁa ± antaÁlgico ± nevralgõÁa ± otalgõÁa
± algofobõÁa ± cardialgõÁa ± nevralgico ± sciatalgõÁa
± algologõÁa ± cefalgõÁa ± nostalgõÁa
± algoÁlogo ± gastralgõÁa ± nostalgico
± analgeÁsico ± lombalgõÁa ± odontalgõÁa
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Il perfetto medio-passivo d Il piuccheperfetto medio-passivo d


Il futuro perfetto o secondo attivo e medio-passivo 173
I verba impediendi e recusandi
Le proposizioni introdotte dai verba impediendi e recusandi, che hanno il significato
S C H E D A di «impedire» (come jokt*x), di «essere di ostacolo» (come e$lpodi*fx), sono com-
SINTATTICA
prese nel gruppo delle subordinate completive volitive e si costruiscono con lg* e
l'infinito (in dipendenza da una reggente affermativa, cfr. lat. ne o quomõÆnus e il
congiuntivo), con lg+ ot$ e l'infinito (in dipendenza da una reggente negativa, cfr. lat.
quomõÆnus o quin e il congiuntivo). In particolare jokt*x puoÁ essere seguõÁto anche dal
participio predicativo:
^ Oi< ui*koi jxkt*rotri lg+ at$so+m sot&so poiei&m (jokt*rotrim at$so+m sot&so poiot&msa).
Amici impedient quomõÆnus ille hoc faciat.
Gli amici gli impediranno di fare cioÁ.

Es. n. 28 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate; poi traduci.


d d
1. Pa*mse| oi< poki&sai, sg+m a$kg*heiam e$cmxjo*se|, ei#pom o%si o< bariket+| roui*y e>mdono|
ei>g. - 2. $Ea+m soi&| a$dekuoi&| jimdtmet*otri boghg*rolem, e>qcom be*ksirsom pepoigjo*se|
e$ro*leha. - 3. $Aei+ oi< g<le*seqoi pqo*comoi jai+ oi< Kajedailo*mioi uikosi*lx| pqo+|
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA... a$kkg*kot| ei#vom jai+ dia+ sot&so >irx| a$luo*seqoi jajx & | e>pqanam. - 4. <O $Ake*namdqo|
g<ce*olai e>rse le+m ua*o| g#m a$ma+ jqa*so| sot+| pokeli*ot| e$di*xjem. x<| de+ rtmerjo*safem, e$| so+
e>lpakim a$mesqe*peso x<| e$pi+ so+ rsqaso*pedom, so+ le*msoi a%qla so+ Daqei*ot e>kabe jai+
sg+m a$rpi*da jai+ so+ so*nom. - 5. <O Hgret*|, i$dx+m (avendo visto) sg+m <Eke*mgm ot>sx le+m
a$jla*fotram, g>dg de+ sx & m a>kkxm diaue*qotram, sorot&som sot& ja*kkot| g<rrg*hg, x % rse,
<tpaqvot*rg| at$s{ + * * + * $ *
& jai pasqido| lecirsg| jai barikeia| aruakersasg|, gcgralemo|< *
ot$j a>niom ei#mai fg&m a>met sg&| pqo+| e$jei*mgm oi$jeio*sgso|, bi*y at$sg+m e>kabem.

LABORATORIO LESSICALE

Dal tema verbale g<ce- del verbo g<ce*olai («io precedo, sono guida, mostro la strada, comando, governo,
penso, reputo, giudico») derivano i seguenti termini greci:
± g<ce-lo*meia (conduttrice, signora, regina) ± g<ce-lx*m (conduttore, guida, scorta, comandan-
± g<ce-lo*metla (guida) te, capo, signore)
± g<ce-lomet*| (conduttore, guida, scorta, coman- ± g<ce*-sg| (guida, comandante, capo)
dante, capo, signore) ± g<cg-ka*fx (io conduco)
± g<ce-lomet*x (io vado avanti, precedo, guido, ± g%cg-la (condotta, direzione, volontaÁ)
mostro la strada, conduco, comando) ± g%cg-ri| (condotta, direzione, comando)
± g<ce-lomi*a (il condurre, guida, direzione, auto- ± g<cg-sg*q (conduttore, guida)
ritaÁ, comando, egemonia, potere assoluto, magi- ± g<cg-sijo*| (adatto a guidare)
stratura) ± g<cg*-sxq (condottiero, guida, capo)
d Dei termini precedenti memorizza quelli evidenziati in neretto.
Anche in italiano troviamo alcuni vocaboli derivanti da g<ce*olai:
± egeÁmone ± egemoÁnico ± egemonizzare
± egemonõÁa ± egemonismo ± eguÁmeno
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

174 UNITAÁ 8
Es. n. 29 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il perfetto e il
d d piuccheperfetto medio-passivi e con il futuro perfetto; poi traduci.
1. $Amaaba+| ot#m Bekkeqouo*msg| e$pi+ so+m Pg*carom, o=m ei#vem %ippom e$j Ledot*rg|
psgmo+m cecemmgle*mom jai+ Poreidx & mo|, a$qhei+| ei$| t%wo| a$po+ sot*sot, jaseso*netre
sg+m Vi*laiqam. (da APOLLODORO) - 2. $Ej sot*sot d' e$matla*vgram oi< le+m e$m sa*nei, oi< de+
$Ahgmai&oi sai&| matri+ dierpaqle*mai| e$matla*vgram, e>peisa e>utcom. (da SENOFONTE) -
3. Ja*kkirsa (con val. avv.) ke*cesai jai+ keke*nesai o%si so+ le+m x$ue*kilo*m e$rsi jako*m, so+
de+ bkabeqo*m e$rsim ai$rvqo*m. (da PLATONE) - 4. Oi#rha o%si g< a$qvg* rot jasakekt*resai, ei$
lg+ g< rsqasia+ e%nei sa+ e$pisg*deia. (da SENOFONTE) - 5. <O $Aqsapa*sg| so+m a$jima*jgm ei#ve
vqtrot&m jai+ rsqepso+m e$uo*qei jai+ we*kia. e$sesi*sgso ca+q t<po+ Jt*qot di' et>moia*m se jai+
pirso*sgsa. (da SENOFONTE) - 6. Oi< Hgbai&oi et$ht+| le+m lesa+ sg+m la*vgm e>pelwam ei$|
$Ahg*ma| a>ccekom e$rseuamxle*mom jai+ sg&| mi*jg| so+ le*ceho| e>uqafom. (da SENOFONTE)
- 7. $Epece*cqapso o< sot& Jt*qot sa*uo| Peqrijoi&| cqa*llari jai+ e$dg*kot Peqrirsi+
sa*de. `#X a>mhqxpe, e$cx+ Jt&qo*| ei$li o< sg&| $Ari*a| bariket*ra|.@ (da ARRIANO) - 8.
Jke*aqve jai+ Pqo*neme jai+ oi< a>kkoi paqo*mse| %Ekkgme|, ot$j >irse o% si poiei&se. Ei$ ca+q
a$kkg*koi| la*vgm rtma*wese, moli*fese e$m sz&de sz& g<le*qy e$le* jasajejo*werhai. (da
SENOFONTE) - 9. <O $Amsx*mio| e>kabe sa+ bibki*a sot& Jai*raqo|, e$m oi'| g#m
a$macecqalle*ma t<polmg*lasa sx & m jejqile*mxm jai+ dedocle*mxm. (da PLUTARCO) - 10.
Oi Lecaqei&|, cg&m lem otj evomse| ot$de+ kile*ma| ot$d' a$qctqei&a, pe*sqa| de+
< + $ >
cexqcot&mse|, leci*rsot| oi>jot| sx & m <Ekkg*mxm je*jsgmsai. (da ISOCRATE)

Es. n. 30 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d d

1. Nessuno ti impediraÁ di parlare: parla e tutto saraÁ fatto (fut. perf. m.-p.) come
desideri. - 2. Quando io saroÁ morto, anche i
miei discorsi svaniranno (pat*olai) con me.
- 3. Il ricordo degli uomini buoni rimarraÁ
(fut. perf. m.-p. di kei*px) (per) sempre in
noi. - 4. Se avremo attaccato subito
battaglia, io credo che l'esercito dei nemici
oggi saraÁ vinto. - 5. Il nome del nostro
salvatore saraÁ pronunciato (fut. perf. m.-p.
di jake*x) da noi. - 6. Parlano come
parlerebbero degli uomini sciocchi. - 7.
Quando giungeraÁ il nemico, i nostri si
saranno giaÁ schierati. - 8. Eterna saraÁ la
fama di colui che saraÁ morto per la patria. -
9. Se non avrai stretto (poie*x) alleanza con
me, combatterai da solo. - 10. Se avremo
agito bene, tutti ci loderanno.

c
Particolare di una leÁkythos (vaso per olio) attica con figure
rosse su fondo bianco (V sec. a.C.), che rappresenta Ermes
psicopompo. Monaco di Baviera, Collezioni Statali di Oggetti
Antichi.

Il perfetto medio-passivo d Il piuccheperfetto medio-passivo d


Il futuro perfetto o secondo attivo e medio-passivo 175
VERSIONI

§
d s 1. L'arguzia di Catone il Vecchio e di Temistocle s

Ja*sxm o< pqerbt*seqo|, peqi+ sg&| ctmaijojqasi*a| diakeco*lemo|, ei#pem. «Pa*mse|


oi< a>mhqxpoi sx & m ctmaijx & m a>qvotrim, g<lei&| de+ pa*msxm sx& m a$mhqx*pxm, ai< de+ ctmai&je|
<glx & m.»
Sot&so ot#m e$rsi jai+ e=m e$j sx & m sot& Helirsojke*ot| a$pouhecla*sxm g<li&m
lesemgmecle*mxm. $Ejei&mo| ca*q, sot& ti<ot& pokka+ dia+ sg&| lgsqo+| at$s{ & e$pisa*rromso|.
«#X ct*mai,» ei#pem «oi< le+m $Ahgmai&oi sx & m <Ekkg*mxm a>qvotrim, e$cx+ de+ sx & m $Ahgmai*xm,
rt+ de+ e$lot&, o< de+ ti<o+| rot&, x% rse sg&| e$notri*a| ueide*rhx, di$ g=m sx & m <Ekkg*mxm (genit.
partit.) pkei&rsom dt*masai (ha il maggior potere), a$mo*gso| x > m (partic. con valore
concess.).»
(da PLUTARCO)

Cato Maior, cum de mulierum imperio dissereÆret, ait: «Omnes homines mulie-
ribus, nos omnibus hominibus, mulieres nobis impeÆrant.»
Haec igõÆtur est Themistoclis sententia inter eas quae ad nos translatae sunt. Ille
enim, cum filius multa ab eo per matrem imperio postularet, ait: «Mulier, Athenienses
Graecis impeÆrant, ego Atheniensibus, tu mihi, filius tibi: quare potentiaÅ suaÅ moderate
utatur, quaÅ inter Graecos maximum imperium habet, quamvis stultus sit.»

§
d
s 2. Le imprese di TeÁseo s

<O Hgret+| o< $Ahgmai&o| sx & m jajot*qcxm jqa*sirso| e$mamsi*o| g#m. pokkot+| ca+q
pqo+| ha*masom g>cacem. Pqx & so| le+m o< Ri*mi| t<p$ at$sot& e$uomet*hg, e>peisa de+ e$m s{
&
pkgri*om sot& $Irhlot& pedi*{ deimo+m hgqi*om die*uheiqem. So+ ca+q hgqi*om pokka*ji| ot$de+
sx& m a$mhqx*pxm e$uei*deso. <O de+ Hgret+| so+ f{ & om e$m a>msq{ soi&| so*noi| e>bakem.
>Epeisa de+ at$so+| det*seqom jajo+m a>mhqxpom e$jo*karem, o=| o< Rjei*qxm
x$mola*feso. <O ot#m Rjei*qxm t<po+ sot& e$rhkot& $Ahgmai*ot e$kg*uhg jai+ a$p$ a>jqot ei$|
so+m po*msom e$bkg*hg. Ei#sa de+ g$cce*khg jai+ o< Pqojqot*rsg|, o< sx & m jajot*qcxm le*cirso|,
<tpo+ sot& Hgre*x| uomethg&mai. Ot%sx| o< Hgret+| soi&| leca*koi| jai+ e$rhkoi&| e>qcoi|
pokkot+| a$mhqx*pot| e>r{rem. jai+ mt&m sa+ at$sot& e>qca a/m hatla*foiso.

§
d s 3. Oreste vendica la morte del padre s

$Epei+ o< $Acale*lmxm e$m Ltjg*mz t<po+ sot& Ai$ci*rhot jai+ sg&| Jktsailmg*rsqa|
$euomet*hg, o< $Oqe*rsg| o< sot& $Acale*lmomo| t<po+ sg&| $Gke*jsqa| sg&| e<atsot& a$dekug&|
ei$| sg+m Uxji*da t<peng*vhg, %ima e$j sot& uo*mot r{hei*g. $Em de+ sz& Uxji*di so+m Ptka*dgm
e$cmx*qire jai+ at$s{& ui*ko| e$ce*meso.
<O de+ $Oqe*rsg| t<po+ sot& $Apo*kkxmo| e$jeket*rhg ei$| Ltjg*mgm a$majolirhg&mai
jai+ paqa+ sot& Ai$ci*rhot jai+ sg&| Jktsailmg*rsqa| di*jgm kabei&m. Rt+m de+ s{ & Ptka*dz
ei| Ltjgmgm poqethei|, o $Oqersg| sot| sot& pasqo| uomea| apejseime jai*, t<po+
$ * * < * + + * $ *
sx & m $Eqimt*xm ei#sa dixvhei*|, e$m $Ahg*mai| t<po+ sot& $Aqei*ot pa*cot e$dija*rhg jai+ sg&|
ai$si*a| a$pekt*hg.

176 UNITAÁ 8
Analisi guidata
d COMPRENSIONE TESTUALE
1. Ci era Oreste?
2. Di chi egli divenne amico dopo che si recoÁ nella Focide?
3. Che cosa gli ordinoÁ Apollo?
4. Dove egli fu giudicato, dopo aver vendicato la morte del padre?
d COMPETENZA LINGUISTICA
1. Quali complementi di luogo si possono individuare nel testo?
2. Quali sono le voci verbali espresse con l'aoristo passivo?
3. $Epei* (r. 1) introduce una proposizione causale o temporale?
4. La proposizione %ima ... r{hei*g (r. 3) eÁ una finale esplicita o implicita?
5. Qual eÁ il valore sintattico del participio poqethei*| (r. 7)?

§
dd s 4. Alessandro attraversa il GraÁnico s

%Ose o< $Ake*namdqo| e$pi+ so+m Cqa*mijom posalo+m rt+m sz& at<sot& rsqasiy& rtm-
sesacle*mz paqece*meso, o< Paqlemi*xm at$s{ & e>kecem. «#X bariket&, e$loi+ dojei& a$rua-
ke*rseqom ei#mai g<la&| paqerjeta*rhai jai+ e$pi+ sz& sot& posalot& o>vhz soi&| pokeli*oi|
a$msisesa*vhai, lg+ de+ at$so+m diabai*meim.»
<O de+ $Ake*namdqo|, jasa+ sot& Paqlemi*xmo| a$camajsg*ra|, so+m posalo+m dia-
bai*meim e$je*ketre ke*cxm. «Ei$ oi< poke*lioi i<ppei&| paqerjetarle*moi ei$ri+m g<la&| jxkt&rai,
oi< le+m g<le*seqoi at$soi&| a$msisesa*vhxm, rt+ de+ sot+| g<lese*qot| haqqt*meim paqerjet*aro
(imperat. perf. m.-p.).» Sat&sa de+ e$pqa*vhg jai+ o< $Ake*namdqo| q<ydi*x| so+m posalo+m
die*baimem.

§
dd s 5. Esortazione alla pace s
<O q<g*sxq e$m sz& e$jjkgri*y e>kecem. «Paq$ e$kpi*da t<po+ sx & m pokeli*xm g<rrg*leha jai+
oi< mijx & mse| g<li&m deima+ pqorsesa*varim. Uo*b{ le+m e$jpepkg*cleha, pa*msa de+
sesa*qajsai. <G ca+q pasqi*|, g= g<la&| se*sqouem, le*cirsa be*bkapsai jai+ jajx & | g<
g<lese*qa po*ki| pe*pqacem, o%si sx & m jah$ g<le*qam e$mdeg*| e$rsim.
Oi< de+ rt*llavoi, ot=| pepeirle*mot| ei>volem, g<la&| jasakekoi*parim. Pokkot+| le*m,
oi= {> omso dei&m jimdtmet*eim, cz& jejqt*ualem, a>kkoi de+ e$m a$kkosqi*y vx*qy sehqalle*moi
ei$ri*m. Rtmeike*cleha mt&m, %ima so+ sz& po*kei rt*lueqom fgsg*rolem. sg+m ei$qg*mgm poiei&rhai
g$macja*rleha. Vqg+ d$ t<la&| e$piveiqei&m sai&| e$qcari*ai|, ai= dia+ so+m po*kelom e$jke-
koi*pase. Lg+ a$camajsei&se, a$kka+ haqqei&se. e$a+m de+ sx & m mt&m jajx & m a$pakkacg+m et%qx-
lem, a$ruakx & | jai+ a$dex
& | sg+m po*kim oi$jg*rolem.»

§
dd
s 6. Il re Serse invia una lettera di risposta a Pausania s

<O Patrami*a| o< sx& m Kajedailomi*xm g<celx+m s{& Ne*qnz s{


& sx
& m Peqrx
& m barikei&
$epirsokg+m e>pelwem, e$m z' e$ce*cqapso. «Sot*rde ai$vlakx*sot| a$pope*lpx, %ima roi

Il perfetto medio-passivo d Il piuccheperfetto medio-passivo d


Il futuro perfetto o secondo attivo e medio-passivo 177
vaqi*rxlai, rt+ ca+q peqi+ sg&| a$qvg&| sg&| Rpa*qsg| jai+ sg&| a>kkg| <Ekka*do| e$loi+
rtmebotket*rx. $Epi+ ha*karram ot#m a>mdqa sima+ pe*lwei|, di$ ot' peqi+ sg&| pqa*nex|
diakeno*leha.»
<O de+ Ne*qng| g<de*x| sg+m sot& Patrami*ot cmx*lgm e$de*naso jai+ so+m $Aqsa*bafom
e>pelwem e$pirsokg+m ue*qomsa e$m z' e$ce*cqapso. «%Osi sot+| rtccemei&| lot e>r{ra|,
vaqiot&lai* roi. soi&| de+ ko*coi| e$m sz& e$pirsokz& rot cecqalle*moi| pe*peirlai. s{ &
$Aqsaba*f{ diake*vhgsi, { ' la*kirsa e$cx+ pirset*x. At$s{
& de+ e$pise*sqoua diapqa*narhai
lesa+ rot& a= dei&.»

§
dd
s 7. Un uomo e un satiro s

>Amhqxpo*| si| pqo+| ra*stqom uiki*am e$poiei&so. Veilx & mo| de+ jasakabo*mso| jai+
* * < > + *
wtvot| cemolemot, o amhqxpo|, sa| veiqa| pqorueqxm s{ * & rso*lasi, e$pe*pmei. Sot& de+
rast*qot sg+m ai$si*am e$qole*mot di$ g=m sot&so pqa*rrei, o< a>mhqxpo| e>kece sa+| vei*qa| dia+
so+ jqt*o| heqlai*meim.
%Trseqom de+ at$soi&| sg&| sqape*fg| paqasehei*rg| (imbandita) jai+ sot& pqorua-
cg*laso| heqlot& ruo*dqa o>mso|, o< a>mhqxpo| so+ e>derla pqore*ueqe jai+ e$ut*ra.
Ptmhamole*mot de+ pa*kim sot& rast*qot si* sot&so poiei&, o< a>mhqxpo| e>uarje so+ e>derla
jasawt*veim, e$pei+ ki*am heqlo+m g#m. Ja$jei&mo| pqo+| at$so+m e>kecem. «$Akka+ sz& rot& uiki*y
a$posa*rrolai (rinuncio alla ...), o%si e$j sot& at$sot& rso*laso| so+ heqlo+m jai+ so+ wtvqo+m
e$ni*g| (tu emetti).»

Rl
Il corpo umano g< jo*lg, -g|, chioma so+ mx & som, -ot, dorso
g< hqi*n, sqivo*|, capello o< bqavi*xm, -omo|, braccio
so+ rx& la, -aso|, corpo so+ pqo*rxpom, -ot, volto o< pg& vt|, -ex|, avambraccio
g< ra*qn, raqjo*|, carne g< q<i*|, q<imo*|, naso g< vei*q, veiqo*|, mano
Ricerca g< uke*w, ukebo*|, vena
lessicale g< cma*ho|, -ot, mascella o< o>mtn, -tvo|, unghia
so+ ai'la, -aso|, sangue g< paqeia* -a&|, guancia o< da*jstko|, -ot, dito
so+ o$rsot&m, -ot&, osso so+ ot#|, x$so*|, orecchio so+ rje*ko|, -ot|, gamba
g< vqx*|, vqxso*|, pelle so+ rso*la, -aso|, bocca o< lgqo*|, -ot&, coscia
so+ met&qom, -ot, nervo so+ vei&ko|, -ot|, labbro so+ co*mt, -aso|, ginocchio
so+ ja*qa, -aso|, capo g< ckx*rra (-ssa), -g|, lingua o< pot*|, podo*|, piede
g< jeuakg*, -g&|, testa, capo o< o$dot*|, -o*mso|, dente g< carsg*q, carsqo*|, ventre
o< e$cje*uako|, -ot, cervello so+ ce*meiom, -ot, mento g< pketqa*, -a&| , fianco
o< o$uhaklo*|, -ot&; so+ o>lla, o< at$vg*m, -e*mo|, nuca, collo g< jaqdi*a, -a|, cuore
-aso|, occhio o< x# lo|, -ot, spalla so+ g' paq, -aso|, fegato
so+ bke*uaqom, -ot, palpebra so+ rse*qmom, -ot, sterno o< rpkg*m, rpkgmo*|, milza
g< vo*qg, -g|, pupilla so+ rsg&ho|, -ot|, petto sa+ rpka*cvma, -xm, visceri
so+ le*sxpom, -ot, fronte

§
dd s 8. Il suicidio di Cleopatra s

Oi< le+m ke*cotri sg+m a$rpi*da jolirhg&mai rt+m soi&| rt*joi| jai+ soi&| hqi*oi| a>mxhem
e$pijaktuhei&ram Ð ot%sx ca+q g< Jkeopa*sqa jeket&rai ke*cesai Ð. <X| de+ g< ctmg+ ei#dem
(vide), so+m bqavi*oma ctlmx*rara s{ & dg*clasi paqei&vem. Oi< de+ ua*rjotri sg+m a$rpi*da e$m
<tdqi*y sgqei&rhai, sg&| de+ Jkeopa*sqa| at$sg+m g$kaja*sz simi+ vqtrz& e$jjakotle*mg| jai+
diacqiaimot*rg|, o<qlg*raram s{ & bqavi*omi e$lut*mai.
Ot$dei+| de+ so+ a$kghe+| cicmx*rjei, e$pei+ e$ke*vhg jai+ sg+m Jkeopa*sqam e$m jmgrsi*di

178 UNITAÁ 8
joi*kz ua*qlajom uoqei&m, sg+m de+ jmgrsi*da e$m sz& jo*lz jqt*pseim. pkg+m ot>se jgki+| sot&
rx*laso| ot>se a>kko uaqla*jot rglei&om e$ng*mhgrem.

§
ddd s 9. Una favola narrata da Demostene s

Dglorhe*mot| sot& q<g*soqo*| pose dglgcoqot&mso|, oi< $Ahgmai&oi ot$ pa*mt so+m mot&m
soi&| at$sot& ko*coi| pqorei&vom. <O de+ q<g*sxq, patra*lemo| dglgcoqx & m, lt&hom digcg*-
raso. «>Amhqxpo*| si| o>mom e$lirhx*raso jai+ e$j sot& a>rsex| ei$| Le*caqa e$poqet*eso. <O
sot& o>mot derpo*sg| at$s{ & g$jokot*hei. So+ de+ sot& g<ki*ot jat&la deimo+m g#m jai+ a>lux t<po+
sg+m sot& o>mot rjia+m t<podt*erhai e$peht*lotm, o< le+m lirhx*ra| ke*cxm o%si so+m o>mom ot$
sg+m rjia+m lirhx*rai, o< de+ lirhxra*lemo| o%si so+m o>mom jai+ sg+m rjia+m lirhx*raiso.»
<X| ot#m o< Dglorhe*mg| e$rix*pgrem, oi< $Ahgmai&oi e$pilekx & | a$jot*ramse| g$qx*sgram
po*seqo| mijg*rai. $Akk$ o< q<g*sxq e$htlx*hg jai+ e$bo*grem. «#X heoi*, oi< $Ahgmai&oi la&kkom
a$niot&rim q<g*soqo| lthokocot&mso| g/ sa+ de*omsa rtlbotket*omso| a$jot*eim.»

UNO SGUARDO AL PASSATO


b
Polyeuktos, Demostene
Oratoria e retorica (copia romana di un
originale del III sec. a.C.).
Copenaghen, Gliptoteca di

I l ko*co|, la parola, per gli antichi Greci, che Carlsberg.

erano naturalmente inclini al colloquio ed


alle relazioni sociali, acquistoÁ una importanza
sempre maggiore a partire dall'inizio del V sec.
a.C., quando nacquero i governi democratici e i
cittadini godevano del diritto di esprimere libe-
ramente la loro opinione (i$rgcoqi*a).
I primi trattati di eloquenza, secondo la tra-
dizione, furono scritti proprio nel V sec. a.C. da
due siracusani, Corace e Tisia. In Atene, tuttavia,
l'attivitaÁ oratoria si era sviluppata giaÁ nel VI sec.
a.C. con Solone, poeta e legislatore, e Pisistrato,
tiranno della cittaÁ. Successivamente la tradizione
di eloquenza continuoÁ con alcuni uomini politici,
come Temistocle e Pericle, e l'arte del «ben par-
lare» si perfezionoÁ ad opera dei Sofisti, i quali
educavano i giovani alla vita politica attraverso
il sapiente uso della parola; i piuÁ famosi di essi
furono Gorgia, ProÁdico, ProtaÁgora e Ippia. strativa, che comprendeva i discorsi di occasione
Nella cittaÁ di Atene la retorica (q<gsoqijg*) si nelle pubbliche cerimonie.
sviluppoÁ in modo particolare, poiche l'eloquenza In particolare, per quanto riguarda l'oratoria
veniva esercitata in varie occasioni: c'era innan- giudiziaria, bisogna ricordare che secondo la pro-
zitutto un'oratoria politica, esercitata dai citta- cedura ateniese l'accusato era obbligato a difen-
dini che nell'assemblea godevano della libertaÁ di dersi da seÂ, in quanto non esisteva la figura
parola; importante era, poi, l'eloquenza giudi- dell'avvocato difensore. Non tutti i cittadini, tut-
ziaria, esercitata nei processi; la terza forma di tavia, erano in grado di diventare avvocati di se
oratoria era quella epidittica, detta anche dimo- )

Il perfetto medio-passivo d Il piuccheperfetto medio-passivo d


Il futuro perfetto o secondo attivo e medio-passivo 179
stessi e ricorrevano, pertanto, ad esperti, i lo- duzione logografica, sia per le cause pubbliche che
gografi, che scrivevano per loro dei discorsi da per quelle private. Altri oratori (q<g*soqe|) famosi,
pronunciare davanti ai giudici. Uno dei maggiori che nei loro discorsi ci hanno lasciato una preziosa
esponenti dell'oratoria giudiziaria del V-IV sec. documentazione sulla vita ateniese di quei tempi,
a.C. fu Lisia, del quale molto ampia fu la pro- furono Demostene, IsoÁcrate, IperõÁde ed EÁschine.

Rl
Il linguaggio g< q<gsoqei*a, -a|, eloquenza, -ot, lode
arte oratoria g< ricg*, -g&|; g< rixpg*, -g&|,
verbale g< q<g*sqa, -a|, patto, oracolo, silenzio
facoltaÁ di parlare g< paqai*meri|, -ex|, esorta-
Ricerca g< ckx & rra (-ssa), -g|, lingua
lessicale o< dia*koco|, -ot, dialogo zione
g< dia*kejso|, -ot, lingua, dia- g< o<lokoci*a, -a|, accordo so+ e$qx*sgla, -aso|, domanda
letto g< t<po*rveri|, -ex|, promessa g< a$po*jqiri|, -ex|, risposta
so+ a$po*uhecla, -aso|, detto g< e>qi|, -ido|, contesa g< et$vg*, -g&|, preghiera
so+ q<g&la, -aso|, parola, detto g< a$peikg*, -g&|, minaccia g< dig*cgri|, -ex|, narrazione
g< q<g& ri|, -ex|, parola, motto, g< koidoqi*a, -a|, insulto g< a$kg*heia, -a|, veritaÁ
detto so+ o>meido|, -ot|, rimprovero so+ wet&do|, -ot|, bugia
o< ko*co|, -ot, parola, discorso o< e>paimo|, -ot; so+ e$cjx*liom,

§
ddd
s 10. Uno stratagemma di CleoÁmene, re degli Spartani s

Po*kelo| soi&| $Aqcei*oi| t<po+ Jkeole*mot| sot& sx & m Kajedailomi*xm barike*x|


e$rjet*arso. Soiot*sxm de+ t<po+ sx & m pokeli*xm dqxle*mxm, soi&| $Aqcei*oi| a$jqibg+|
utkajg+ g#m. pa*msa sa+ paqacce*klasa, a= o< Jkeole*mg| sz& rsqasiy& e$rg*laimem, jai+ at$soi+
sa+ >ira dqa&m e$rpot*dafom. <Opkifole*mxm de+ sx & m Kajedailomi*xm, jai+ oi< $Aqcei&oi
x<pkirle*moi g#ram. sarrole*mxm, jai+ at$soi+ a$msisesacle*moi g#ram. a$mapatole*mxm,
a$mapepatole*moi g#ram jai+ at$soi*.
<O de+ Jkeole*mg| ka*hqy paqg*cceikem, o%sam jgqt*nz a$qirsopoiei&rhai, o<pki*ra-
rhai. <O le+m e$jg*qtnem, oi< de+ $Aqcei&oi pqo+| a>qirsom e$sqa*pomso. <O de+ Jkeole*mg|
e$msat&ha, sot+| e<atsot& rsqasix*sa| x<pkirle*mot| e$pacacx*m, a$o*pkot| jai+ a$pqo-
rdojg*sot| sot+| $Aqcei*ot| e$mi*jgrem.

§
ddd s 11. Una donna coraggiosa s

Hqy&je*| sime|, e$jjo*wamse| sg+m oi$ji*am sg&| Silojkei*a|, ctmaijo+| rx*uqomo| jai+
$emdo*not, sa+ vqg*lasa dig*qpafom. <O de+ at$sx & m g<celx+m sg+m ctmai&ja a$me*jqimem ei> pot
vqtri*om jai+ a$qctqi*om jejqtlle*mom e>voi. <G de+ e>veim x<loko*cgre jai*, ei$| so+m jg&pom
e$jei*mot| a$cacot&ra jai+ uqe*aq dei*nara (avendo mostrato), e$msat&ha e>kenem, sg&|
po*kex| a<kirjole*mg|, sa+ sx & m vqgla*sxm silix*sasa jasabakei&m.
Jasarjepsole*mxm de+ sx & m Hqyjx & m so+m so*pom, g< ctmg*, e$no*pirhem cemole*mg jai+
kihot| epelbakot&ra, pokkot| apejseimem. <X| de+ pqo+| so+m $Ake*namdqom t<po+ sx
* $ + $ * &m
Hqyjx & m dedele*mg a$mg*vhg, cemmai*x| soi&| a>cotrim ei%peso.
>Epeisa, sot& barike*x| e$qxsg*ramso| g%si| sx & m ctmaijx& m ei>g, e>kecem. «<G a$dekug*
ei$li sot& Heace*mot| sot& pqo+| so+m Ui*kippom t<pe+q sg&| sx & m <Ekkg*mxm e$ketheqi*a|
paqasanale*mot jai+ e$m Vaiqomei*y pero*mso|.» <O d$ $Ake*namdqo|, sg+m ctmai&ja
hatla*ra|, at$sg+m e$kethe*qam lesa+ sx & m se*jmxm a$pe*qverhai e$je*ketrem.
(da PLUTARCO)

180 UNITAÁ 8
Guida alla traduzione
o
Il I periodo della versione n. 11 consta di due proposizioni: la principale (Hqy&je*| sime| ...
dig*qpafom) e una subordinata temporale espressa con il participio congiunto (e$jjo*wamse|). Due
sono le proposizioni del IIo periodo: dalla principale (<O de+ ... a$me*jqimem) dipende l'interrogativa
indiretta (ei$ ... e>voi) con il verbo all'ottativo obliquo. Nel IIIo periodo, piuÁ complesso, vi sono sette
proposizioni: dalla principale (<G de+ ... x<loko*cgre) dipende un'infinitiva (e>veim); seguono due
participi congiunti con valore temporale e coordinati tra loro (a$cacot&ra jai+ ... dei*nara); c'eÁ, poi,
una coordinata alla principale (jai+ ... e$msat&ha e>kenem), che regge un'oggettiva (sa+ sx & m ... jasa-
bakei&m), da cui dipende, infine, una temporale implicita costruita con il genitivo assoluto
(sg&| ... a<kirjole*mg|). Delle quattro proposizioni che costituiscono il IVo periodo, la prima eÁ una
subordinata di natura temporale espressa con il genitivo assoluto (Jasarjepsole*mxm de+ sx &m
Hqyjx & m); la seconda, anch'essa di natura temporale, eÁ espressa con il participio congiunto
(cemole*mg); la terza eÁ una subordinata modale implicita costruita con il participio congiunto
(e$pelbakot&ra); la quarta ed ultima eÁ la principale (g< ctmg+ ... a$pe*jseimem). Nel Vo periodo, oltre
alla principale (cemmai*x| ... ei%peso), c'eÁ una temporale esplicita introdotta da x<| (<X| de+ ...
a$mg*vhg). Il VIo periodo inizia con un genitivo assoluto con valore temporale (sot& ... e$qx-
sg*ramso|), da cui dipende un'interrogativa indiretta (g%si| ... ei>g) con il verbo all'ottativo obliquo;
segue la principale (e>kecem), che introduce un discorso diretto formato, a sua volta, dalla
principale (g< a$dekug* ei$li sot& Heace*mot|) e da due participi con valore attributivo-relativo che da
essa dipendono (paqasanale*mot jai+ ... pero*mso|). Il periodo conclusivo si articola in tre
proposizioni: una causale implicita espressa con il participio congiunto (hatla*ra|), la principale
(<O d' $Ake*namdqo| ... e$je*ketrem) e un'infinitiva da essa dipendente (at$sg+m ... a$pe*qverhai).

§
ddd
s 12. Un sogno di Senofonte s

<O Nemoux & m, e$pei+ e$m a$poqi*y g#m, rt+m soi&| a>kkoi| e$ktpei&so jai+ jahet*deim ot$j
e$dt*maso (poteva). Lijqo+m d$ t%pmot kavx+m o>maq ei#dem (fece un sogno). At$s{ & ot#m e>done
bqomsg&| cemole*mg| ei$| sg+m pasq{*am oi$ji*am rjgpso+| perei&m jai+ e$j sot*sot at$sg+m
pa&ram ka*lperhai.
Peqi*uobo| d$ et$ht+| a$mgce*qhg jai+ so+ o>maq a$caho+m pz& e>jqimem, o%si, e$m po*moi| jai+
jimdt*moi| x > m, ux& | le*ca e$j sot& Dio+| i$dei&m (vedere) e>donem, pz& de+ jai+ e$uobei&so, o%si so+
pt&q jt*jk{ ka*lperhai e$do*jei, lg+ e$j sg&| vx*qa| ot$ dt*maiso (non potesse) a$pe*qverhai,
a$kk$ t<po* simxm a$poqix & m pa*msohem ei>qcoiso. <Opoi&o*m si le*msoi so+ soiot&som o>maq
jqiseom (deve essere giudicato) e$j sx
* & m rtlba*msxm sx & m lesa+ so+ o>maq rjopei&m e>nersim.

§
ddd s 13. I Geti, un popolo di barbari s

Oi< Ce*sai ot$j a$pohmg*rjeim a$kka+ so+m seketsg*ramsa g%jeim paqa+ Fa*klonim so+m
dai*loma moli*fotrim. Paqa+ de+ so+m Fa*klonim dia+ pemsesgqi*do| (ogni quattro anni) so+m
s{& jkg*q{ kavo*msa a>ccekom a$pope*lpotrim, e$mseika*lemoi x ' m e<ja*rsose de*xmsai.
' .
Jasa+ e>ho| ba*qbaqom pe*lpotri de+ xde oi< le+m at$sx & m savhe*mse| a$jo*msia sqi*a
e>votrim, a>kkoi de+ sot& a$popelpole*mot sa+| vei&qa| jai+ sot+| po*da| kabo*mse| jai+ at$so+m
a>qamse|, ei$| sa+| ko*cva| lese*xqom q<i*psotrim. $Ea+m le+m o< dtrstvg+| x<| sa*virsa
hama*sot st*vz, o< heo+| %ikex| at$soi&| dojei& ei#mai, e$a+m de+ lg+ a$poha*mz, at$so+m so+m
a>ccekom ai$six& msai, a>mdqa jajo+m ei#mai ke*comse|. Sot&som de+ ai$siara*lemoi, a>kkom
$apope*lpotrim.

Il perfetto medio-passivo d Il piuccheperfetto medio-passivo d


Il futuro perfetto o secondo attivo e medio-passivo 181
UNO SGUARDO AL PASSATO

Gli ne*moi e i ba*qbaqoi

P er gli antichi abitanti dell'Ellade una prima


discriminante nello status di a>mhqxpo| era
quella che separava gli uomini liberi, gli e$ket*-
heqoi, dagli schiavi, i dot&koi. Questi ultimi era-
no, infatti, proprietaÁ di un altro uomo o di una
collettivitaÁ, e il loro obbligo era quello di servire
i padroni. Tutti coloro che non fossero schiavi
erano considerati liberi ed erano, a loro volta,
divisi in due categorie: i poki&sai e gli ne*moi.
I poki&sai, ovvero i cittadini, erano coloro che
avevano il diritto di cittadinanza per discendenza,
gli ne*moi (stranieri, ospiti) erano coloro che abita-
vano in cittaÁ senza godere del diritto di cittadi-
nanza. Sia i cittadini che gli stranieri erano liberi,
m
nel senso che godevano di autonomia nell'intrec- Particolare di una pelõÁke (coppa) attica con figure rosse su fondo
ciare rapporti personali ed economici, ma solo i nero (V sec. a.C.) proveniente da Gela, che rappresenta lo
scambio di doni tra Diomede e Glauco come segno di ospitalitaÁ.
poki&sai, tuttavia, erano membri dell'$Ejjkgri*a Gela, Museo Archeologico Regionale.
(che era il piuÁ importante organismo dello Stato) e
potevano partecipare alla vita politica e alle guerre. diversi dai Greci, dagli %Ekkgme|, non soltanto da un
Gli ne*moi, pur non godendo degli stessi diritti dei punto di vista politico, ma anche da un punto di vista
poki&sai, erano, tuttavia, tutelati dalla legge non culturale ed etnico, non condividendo con l'<Ekkemi-
scritta dell'ospitalitaÁ, cioeÁ della nemi*a: la persona jo*m, cioeÁ con l'intera comunitaÁ greca, ne la forma di
dell'ospite era considerata sacra e chi offriva ospi- governo, ne la lingua, ne i costumi, ne la religione.
talitaÁ doveva fornire alloggio e vitto. Tutto cioÁ Il termine ba*qbaqo| eÁ onomatopeico, essendo
rappresentava una testimonianza del legame tra le formato dalla duplicazione della sillaba baq (baq-
varie famiglie piuÁ prestigiose delle diverse cittaÁ. baq): esso, alle orecchie di coloro che parlavano la
Mentre gli ne*moi erano gli stranieri greci, i ba*q- lingua greca, risultava essere il suono ricorrente piuÁ
baqoi erano gli stranieri non greci, cioeÁ tutti coloro spesso nei linguaggi stranieri.
che parlavano una lingua non greca e che erano

§
ddd s 14. Dionigi il Giovane s

Diomt*rio| o< mex*seqo|, de*ja e$miatsot+| sx & m Rtqajotri*xm a>qna| jai+ t<po+ sot&
Di*xmo| g<rrghei*|, sg&| stqammi*do| a$perseqg*hg jai+ e$j sg&| Rijeki*a| e$utcadet*hg.
Lesa+ d$ a>kkot| de*ja e$miatsot+| sg&| po*kex| at#hi| e$jqa*sgrem. Sx & m de+ pokisx& m oi< le+m
$em sz& po*kei le*momse|, s{ $ $
& stqa*mm{ otde*pose epieijei& o>msi, so*se d$ tpo+ sx < &m
rtluoqx & m a$pacqixhe*msi e$dot*ketom, oi< de+ be*ksirsoi utcadethe*mse|, sg+m e<atsx &m
po*kim bkabei&ram jai+ sg+m e$ketheqi*am diauhaqei&ram o<qx & mse|, s{& <Ije*sz (Icete) s{& sx &m
Keomsi*mxm dtmarset*omsi e<atsot+| e$sesqo*ueram.
<O de*, a$nio*kocom dt*malim paqarjeta*ra|, e$pi+ so+m Diomt*riom e$rsqa*setrem, o%px|
ai Rtqajot&rai e$ketheqxhg*romsai. Lesa+ d$ ot$ pokt+m vqo*mom o< Diomt*rio|, jqt*ua
<
sg&| po*kex| e$pi+ lia&| mex+| e$jvxqg*ra| vqg*lasa o$ki*ca e>vxm, ei$| Jo*qimhom e$peqaix*hg.
$Ejei& de*, t<po+ pa*msxm jasauqomot*lemo|, e$m a$poqi*y so+ sot& bi*ot koipo+m dig&cem.

182 UNITAÁ 8
UNO SGUARDO AL PASSATO

I Trenta Tiranni

I l periodo in cui governarono in Atene i co-


siddetti ``Trenta Tiranni'' (Sqia*jomsa St*-
qammoi), oligarchi filospartani, fu caratterizzato
da numerose violenze ed angherie. Essi presero il
potere alla fine della guerra del Peloponneso e
ressero la cittaÁ di Atene per circa un anno (404-
403 a.C.), servendosi dell'appoggio del coman-
dante spartano Lisandro (Kt*ramdqo|) e dichia- m
rando che il loro compito sarebbe stato quello di Atene, collina della Pnice con la piattaforma (in primo piano)
dalla quale i Trenta Tiranni, come gli altri politici ateniesi,
restaurare la costituzione patria. parlavano all'assemblea dei cittadini.
Helmut Berve, nella sua Storia Greca, li de-
scrive a fosche tinte, affermando che essi «si sicura la loro posizione, arrivarono a chiedere a
valsero della loro posizione per decretare misure Lisandro un armosta, che occupoÁ l'acropoli con
di violenza, che neppure apparentemente serviva- settecento uomini. Poco tempo dopo, quando essi
no a restituire i vecchi ordinamenti, ma miravano si divisero in due gruppi, uno moderato al seguito
con tutta evidenza a fondare un regime tirannico. di TeraÁmene e l'altro radicale diretto da Crizia,
Essi abolirono le leggi esistenti, vietarono l'attivi- questi riuscõÁ ad avere il sopravvento con l'aiuto del
taÁ di moderni maestri di retorica [...] Dopo aver comandante spartano. Allora il regno dell'arbitrio
condannato a morte con crescente mancanza di pote sfogarsi indisturbato, decretando confische,
scrupoli centinaia di democratici, per rendere proscrizioni ed esecuzioni in massa».

§
ddd
s 15. L'oratore Lisia ricorda i soldati ateniesi
caduti per la patria s
& m a$mdqx
$Ejei*mxm de+ sx & m a>niom jai+ i$di*y jai+ dglori*y lelmg&rhai, oi= uet*comse| sg+m
dotkei*am jai+ peqi+ sot& dijai*ot lavo*lemoi jai+ t<pe+q sg&| dglojqasi*a| rsaria*ramse|,
pa*msa| pokeli*ot| jejsgle*moi ei$| so+m Peiqaia& jasg&khom (ind. aor. forte di
jase*qvolai), ot$v t<po+ mo*lot a$macjarhe*mse|, a$kk$ t<po+ sg&| ut*rex| peirhe*mse|, sg+m
pakaia+m a$qesg+m sx & m pqoco*mxm lilgra*lemoi, sai&| at<sx & m wtvai&| joimg+m sg+m po*kim jai+
soi&| a>kkoi| jsgra*lemoi.
Ha*masom les$ e$ketheqi*a| ai<qot&lemoi g/ bi*om lesa+ dotkei*a|, ot$v g'rrom sai&|
rtluoqai&| ai$rvtmo*lemoi g/ soi&| e$vhqoi&| o$qcifo*lemoi, la&kkom e$botkg*hgram e$m sz& cz&
at<sx& m a$pohmg*rjeim g/ fg&m sg+m a$kkosqi*am oi$jot&mse|, rtlla*vot| le+m o%qjot| jai+
rtmhg*ja| e>vomse|.
(da LISIA)

§
ddd
s 16. La saggia decisione di AgaÁtocle s

<O $Acahojkg&|, t<po+ sx& m Jaqvgdomi*xm sz& la*vz sz& peqi+ $Ile*qam g<rrgle*mo| jai+ so+
pkei&rsom jai+ jqa*sirsom sg&| dtma*lex| a$pobebkgjx*|, ei$| sa+| Rtqajot*ra| rtme*utcem.
<O de*, o<qx
& m sot+| rtlla*vot| a%pamsa| lesabebkgle*mot| jai+ baqba*qot| a<pa*rg|

Il perfetto medio-passivo d Il piuccheperfetto medio-passivo d


Il futuro perfetto o secondo attivo e medio-passivo 183
rvedo*m sg&| Rijeki*a| jtqiet*omsa| jai+ sai&| se pefijai&| jai+ matsijai&| dtma*leri pokt+
pqoe*vomsa|, pqa&nim a$me*kpirsom e$peseke*raso.
<O ca+q i<jamg+m sg&| po*kex| utkajg+m a$pokipei&m diemog*raso, sx & m de+ rsqasixsx&m
sot+| et$he*sot| e$pike*nai jai+ lesa+ sot*sxm e$pi+ sg+m Kibt*gm e$pipket&rai. Sot&so ca+q
pqa*na|, g>kpife sot+| e$m sz& Jaqvgdo*mi poktvqomi*{ e$m ei$qg*mz sesqtugjo*sa| q<ydi*x|
jqasg*reim.

§
ddd
s 17. DamoÁne e Finzia s

Sot& Diomtri*ot stqammet*omso|, Uimsi*a| si| s{ & stqa*mm{ e$pibebotketjx*|, sg&|


silxqi*a| stcva*meim le*kkxm, paqa+ sot& Diomtri*ot vqo*mom z$sg*raso ei$| so+ peqi+ sx &m
i$di*xm a= bot*kesai dioijg&rai (inf. sostant. con valore finale). e>ugrem (disse) e$cctgsg+m
sot& hama*sot sx & m ui*kxm e%ma dx*reim (che avrebbe consegnato). >Epeisa de+ o< Uimsi*a|
sima+ sx & m cmxqi* lxm, Da*lxma o>mola, pqoejake*raso.
Sot& de stqa*mmot hatla*fomso|, oi< le+m sg+m t<peqbokg+m sg&| pqo+| so+m ui*kom
+
et$moi*a| e$pz*motm, oi< de+ lami*am jaseci*cmxrjom. %Apa| o< dg&lo| ot#m pqo+| sg+m se-
sacle*mgm x % qam rtme*dqalem (ind. aor. di rtmsqe*vx), o$wo*lemo| (per vedere) ei$ o<
Uimsi*a| sg+m pi*rsim utka*nei. >Gdg de+ sg&| x % qa| rtcjkeiot*rg|, pa*mse| a$peci*cmxrjom,
o< de+ Uimsi*a| a$mekpi*rsx| dqo*l{ g#khem (ind. aor. di e>qvolai), sot& Da*lxmo| pqo+| sg+m
a$ma*cjgm (supplizio) a$pacole*mot. Sg&| de+ uiki*a| a%pari hatlarsg&| uamei*rg|, o<
Diomt*rio| sg&| silxqi*a| so+m Uimsi*am a$pe*ktre jai+ sot+| a>mdqa| paqeja*kere sqi*som
e<atso+m ei$| sg+m uiki*am pqorkabe*rhai.

Guida alla traduzione


o
Il I periodo della versione n. 17 eÁ introdotto da un genitivo assoluto con valore temporale
(Sot& ... stqammet*omso|); seguono due participi congiunti, entrambi con valore causale
(e$pibebotketjx*| ... le*kkxm); dalla principale (Uimsi*a| si| ... z$sg*raso) dipende, poi, un infinito
sostantivato con valore finale (ei$| so+ ... dioijg&rai), che, a sua volta, regge una relativa propria (a=
bot*kesai); dopo il punto in alto, c'eÁ un'altra principale (e>ugrem), da cui dipende un'oggettiva con
il verbo all'infinito futuro (e$cctgsg+m ... dx*reim). Il IIo periodo eÁ formato solo dalla principale
(>Epeisa ... pqoejake*raso). Nel IIIo periodo abbiamo tre proposizioni: una temporale implicita
espressa con il genitivo assoluto (Sot& de+ ... hatla*fomso|), e due principali introdotte dalle
particelle correlative le*m e de* (oi< le+m ... e$pz*motm, oi< de+ ... jaseci*cmxrjom). Delle tre proposizioni
di cui consta il IVo periodo, la prima eÁ la principale (%Apa| o< dg&lo| ... rtme*dqalem), la seconda eÁ
una finale implicita costruita con il participio futuro (o$wo*lemo|), la terza, infine, eÁ un'inter-
rogativa indiretta, retta dalla finale e introdotta da ei$ (ei$ ... utka*nei). Il Vo periodo eÁ cosõÁ
articolato: la principale (pa*mse| a$peci*cmxrjom), da cui dipende un genitivo assoluto con valore
causale (>Gdg de+ ... rtcjkeiot*rg|), un'altra principale coordinata alla precedente mediante la
particella de* (o< de+ ... g#khem), una temporale implicita espressa con un genitivo assoluto (sot&
Da*lxmo| ... a$pocole*mot). Quattro sono le proposizioni del VIo ed ultimo periodo: una causale
implicita costruita con il genitivo assoluto (Sg&| de+ ... uamei*rg|), la principale e la coordinata ad
essa mediante la congiunzione jai* (o< Diomt*rio| ... a$pe*ktre jai+ ... paqeja*kere) e un'infinitiva
(pqorkabe*rhai) retta dalla seconda principale.

184 UNITAÁ 8
UNITAÁ 9 Sintesi
LEZIO in slide
NE 24
d Gli aggettivi verbali
d I verbi politematici

OBIETTIVI

^ Conoscenze: ^ AbilitaÁ:
d Morfologia: > la prima e la seconda forma degli d riconoscimento dei suffissi usati per la forma-
aggettivi verbali zione degli aggettivi verbali
> la formazione degli aggettivi ver- d riconoscimento dei vari temi dei verbi politema-
bali tici
> i verbi politematici d distinzione tra i diversi significati di jai*
d Sintassi: > i significati di jai* d memorizzazione e organizzazione delle conoscen-
d Elementi di lessico: sostantivi, aggettivi e verbi di ze lessicali
alta e media frequenza d capacitaÁ di svolgere esercizi di vario tipo
d capacitaÁ di analizzare e tradurre frasi e brani di
varia difficoltaÁ

d TEST DI VERIFICA DEI PREREQUISITI

Rispondi alle seguenti domande. 6. Quanti e quali sono in greco i verbi politematici?
7. Qual eÁ il futuro di ai<qe*x, e$rhi*x, o<qa*x e
1. Quanti aggettivi verbali si usano in greco? sqe*vx? Sai indicare da quali temi esso si forma?
2. Quali sono i suffissi usati per la loro forma- 8. Qual eÁ l'aoristo forte di e>qvolai, o<qa*x, ue*qx e
zione? ke*cx? Indica da quali temi esso si forma.
3. Che tipo di azione indicano gli aggettivi verbali 9. Qual eÁ il perfetto attivo e medio-passivo di
con il suffisso -so*|? ai<qe*x, e$rhi*x e ue*qx? Quali sono i rispettivi
4. E quelli con il suffisso -se*o|? temi utilizzati?
5. Qual eÁ il tema usato per la formazione degli 10. Quali sono i temi apofonici di e>qvolai, e$rhi*x,
aggettivi verbali? o<qa*x e ue*qx?

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 185
AGGETTIVI VERBALI
Es. n. 1 - Forma gli aggettivi verbali dei seguenti verbi.
sila*x (io onoro) - sqe*px (io volgo) - rse*qcx (io amo) - rjeta*fx (io preparo) -
rja*psx (io scavo) - pqa*rrx (io faccio) - moli*fx (io penso) - jqi*mx (io giudico) - fgse*x
(io cerco) - dix*jx (io inseguo) - ba*kkx (io lancio) - a$rje*x (io esercito).

Es. n. 2 - Traduci i seguenti aggettivi verbali; indica, poi, per ciascuno di essi la prima persona
singolare del presente indicativo del verbo da cui essi derivano. L'esercizio eÁ avviato.

1. o< jolirse*o| colui che deve essere portato joli*fx


2. so+ cqapso*m
3. oi< fgkxse*oi
4. sa+ pqajsa*
5. g< molirse*a
6. fgsgsg*
7. ai< a$jotrse*ai
8. ctlmarse*om (e$rsi*)
9. sa+ uhaqsa*
10. o<qasai*
11. o< e$paimgse*o|
12. uetjse*om (e$rsi*)
13. hatlarso*|
14. e$pilekgse*om (e$rsi*)
15. paidetsg*
16. dixjso*|
17. ai<qese*om (e$rsi*)
18. g< a$capgse*a
19. so+ poigse*om
20. heqapetse*om (e$rsi*)

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð o< dixjse*o| - g< molirse*a - paidetsg* - sqepso*| - so+ a$jotrse*om - o< cmxrse*o| - g<
ai<qese*a - ai$rvtmse*om - ai<qeso*| - pmetrse*om - dgkxso*| - hatlarsg* - o<qasg* - so+
pqajse*om - so+ bkgso*m - pqajso*| - o< uikgse*o| - molirso*| - g< jkgse*a - uikgsg* -
fgkxso*| - so+ hatlarse*om - bkgso*| - kocirse*om - g< hease*a - peirse*om - o<qaso*| -
pqajsg* - so+ diaktso*m - uikgso*| - so+ sekerse*om.

186 UNITAÁ 9
Ð colui che deve essere educato (sogg.) - a colei che deve essere inseguita - di coloro
che devono essere onorati - la cosa che deve essere mostrata (neutro) - corruttibile
(acc. femm.) - preparata (acc.) - onorabile (nom. femm.) - la cosa cercata (neutro) -
si deve rimanere - colui che deve essere ammirato (compl. ogg.) - nutrito (acc.
masch.) - colei che deve essere onorata (sogg.) - si deve ubbidire - chiamato (acc.
masch.) - lanciata (nom.) - colui che deve essere amato (compl. ogg.) - colei che
deve essere inseguita (sogg.) - bisogna scavare - amabile (nom. masch.) - la cosa
fatta (neutro) - inseguito (nom. masch.) - amata (acc.) - si deve compiere.

Es. n. 4 - Scegli la risposta esatta tra quelle proposte.

1. Il perfetto medio-passivo di sqe*px eÁ 2. Il perfetto medio-passivo di jkei*x eÁ


& e> rsqallai & je*jkatrlai
& se*sqallai & jeje*ketrlai
& se*hqallai & je*jkeirlai

3. Il perfetto attivo di kalba*mx eÁ 4. Il perfetto attivo di pa*rvx eÁ


& ei>kgua & pe*poiha
& ei>kova & pe*poqha
& ei>kgva & pe*pomha

5. Il futuro perfetto ha 6. L'aggettivo verbale uhaqso*| si forma


& solo la dia Á tesi attiva dal
& la diaÁ tesi attiva e quella medio-passiva & T.V. di grado zero di uhei*qx
& solo la dia Á tesi medio-passiva & T.V. di grado medio di uhei*qx
& T.V. di grado forte di uhei*qx

7. L'aggettivo verbale silgse*o| significa 8. La voce verbale pepqa*nolai eÁ


& che deve onorare & futuro passivo di pqa*rrx
& onorato & futuro primo medio di pqa*rrx
& che deve essere onorato & futuro secondo medio-passivo di
pqa*rrx
Es. n. 5 - Abbina con ciascuno dei seguenti sostantivi il sintagma adeguato (formato dall'aggettivo
verbale e dal verbo ei$li*), scegliendolo tra quelli proposti; poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.

ctlmarse*om e$rsi* - uetjse*a e$rsi* - heqapetse*oi ei$ri* - paidetse*oi g#ram -


utkajse*o| e$rsi* - cqapse*om g#m - pose*o| e$rsi* - slgse*a g#m - pelpse*oi g#ram -
rpaqse*o| e$rsi* - silgse*a e$rsi* - dixjse*a e$rsi*
1. oi< heoi+ heqapetse*oi ei$ri* gli deÁi devono essere venerati /
bisogna venerare gli deÁi
2. o< oi#jo|

3. g% t%kg

4. g< pasqi+|

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 187
5. so+ rx
& la

6. oi< pai&de|

7. g< jokajei*a

8. so+ bibki*om

9. g< rxuqort*mg

10. oi< a>ccekoi

11. o< a$cqo+|

12. o< oi#mo|

Es. n. 6 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando gli aggettivi verbali; poi traduci.
d

1. Oi< jajoi+ poki&sai so+m uometse*om pqodo*sgm e>jqtwam. - 2. <Gli&m dojei& rjepse*om
ei#mai, o%px| x<| a$ruake*rsasa lemot&lem. - 3. Soi&| se*jmoi| fgsgse*oi ei$ri+ dida*rjakoi, oi=
sz& e$lpeiqi*y a>qirsoi* ei$rim. - 4. <Tli&m lekesgse*om e$rsi+m ot$ so+ dojei&m, a$kka+ so+ ei#mai
a$cahot*|. - 5. Pa*mse| oi< pakaioi+ e>kecom o%si Pissajo+| o< Ltsikgmai&o| roui*y
hatlarso+| ei>g. - 6. Poqetse*om e$loi* e$rsim $Ahg*mafe jai+ lemese*om. - 7. So+ sg&| Ruicco+|
ai>micla ktso+m g#m. o< ca+q Oi$di*pot| e>ktrem. - 8. <O $Aqirsose*kg| ke*cei molirse*om ei#mai
so+m a>mhqxpom ut*rei pokisijo+m f{ & om. - 9. $Epilekgse*om o%px| oi< %ippoi sqe*uxmsai, x<|
po*mot| t<poue*qeim dt*mxmsai (possano). - 10. Pa*mse| >irarim o%si o< a=k| e$m s{ & t%dasi
* $ * $ + + $ $
diaktso| ersim. - 11. Eihirseom ersi sot| pai&da| sakghg& aei keceim. - 12. Oi< heoi+
$ + *
at$soi+ ot$v o<qasoi*, a$kka+ lo*mom m{& hexqgsoi* ei$rim. - 13. Sa+ a$mahg*lasa mtjso+| e$j sot&
i<eqot& t<po+ sx& m kzrsx& m jejkelle*ma g#m. - 14. Paqa+ soi&| $Ahgmai*oi| mo*lo| g#m sot+| sx &m
e$m poke*loi| seketsgra*msxm ti<ot+| dglori*y sqe*uerhai jai+ paidet*erhai.

LABORATORIO LESSICALE

Dall'aggettivo di prima classe pakaio*|, -a*, -o*m («vecchio, antico») derivano in italiano:

± paleaÁntropo ± paleografõÁa ± paleontoÁlogo ± paletnologico


± paleantropologõÁa ± paleografico ± paleopiteÁco ± paletnoÁlogo
± paleobotanica ± paleolitico ± paleozoÁico
± paleocristiano ± paleontologõÁa ± paletnologõÁa
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

188 UNITAÁ 9
Es. n. 7 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando gli aggettivi verbali; poi traduci.
d

1. So+ le+m wet&do| uetjse*om, so+ d$ a$kghe+| e$paimgse*om e$rsi*m. - 2. <X| mat&m e$j lia&|
a$cjt*qa|, ot%sx bi*om e$j lia&| e$kpi*do| o<qlirse*om. - 3. Uetjse*om e$rsi+ pa&ram loqug+m
jokajei*a|, jai+ sg+m peqi+ e<atso+m jai+ sg+m peqi+ sot+| a>kkot|. - 4. #X a>mdqe| rsqasix & sai,
sg+m poqei*am, x<| e>oijem, pefz& poiese*om. ot$ ca+q e>rsi pkoi&a. - 5. Ei$ botko*leha
et$dai*lome| ei#mai, rxuqort*mg pa&rim g<li&m a$rjgse*a jai+ dixjse*a e$rsi*m. - 6. Ot$de+m sg&|
pasqi*do| ui*kseqo*m e$rsim. dio*peq so+ sg&| pasqi*do| o>mola pa&ri silgse*om e$rsi*m. - 7. Ei$
bot*kerhe t<li&m sot+| heot+| %ikex| ei#mai, oi< heoi+ t<li&m heqapetse*oi ei$ri*m. - 8. Oi< Rsxijoi+
o<qaso+m so+ rjo*so| ei#mai e$mo*lifom. - 9. Rxuqort*mg pa&rim g<li&m a$rjgse*a jai+ dixjse*a
e$rsi*m. - 10. Pa*msa sa+ sx & m a$mhqx*pxm vqg*lasa uhaqsa* e$rsim, g< de+ lo*mg a$qesg+
a$ha*maso|.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo femminile loqug*, -g&| («forma, figura, bellezza, statura, apparenza, gesticolazione»)
derivano alcuni vocaboli greci:
± loqua*-fx (io gesticolo) ± loquo*-x (io rappresento, do forma)
*
± loqug-ei| (ben formato, bello) ± lo*qux-la (forma, figura)
*
± loquo-eidg| (formale) ± lo*qux-ri| (formazione, conformazione)
± loquo-rjo*po| (osservatore delle forme) ± loqux-sijo*| (che daÁ forma, formativo)
d Dei precedenti termini memorizza quelli evidenziati in neretto.
Da loqug* derivano anche numerosi vocaboli italiani:
± allelomorfismo ± eteromorfismo ± morfeÁma ± polimorfismo
± allelomoÁrfo ± eteromoÁrfo ± morfofoneÁma ± polimoÁrfo
± amoÁrfo ± geomorfologõÁa ± morfogeÁnesi ± pseudomoÁrfo
± anamoÁrfico ± idiomoÁrfo ± morfologõÁa ± smorfia
± antropomorfismo ± isomorfismo ± morfologico ± smorfioso
± antropomoÁrfo ± isomoÁrfo ± morfosintassi ± teomoÁrfo
± brachimoÁrfo ± metamorfismo ± morfosintattico ± zoomoÁrfo
± dimorfismo ± metamoÁrfosi ± neomorfoÁsi
± dimoÁrfo ± monomoÁrfo ± omeomorfismo
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 8 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Al re sembra opportuno che l'esercito debba marciare verso l'accampamento. - 2.


Egli sa tutto intorno alle cose fatte dal figlio. - 3. Se vuoi essere felice, non devi cercare
molte ricchezze. - 4. Da nessuno di voi devono essere dette o fatte cose disoneste. - 5.
Dobbiamo rimandare l'araldo al re. - 6. L'onestaÁ di quell'uomo eÁ ammirevole e percioÁ
egli deve essere ammirato da tutti. - 7. Dobbiamo inviare un ambasciatore all'ac-
campamento dei nemici. - 8. Non sappiamo nulla intorno alle cose dette da voi.

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 189
VERBI POLITEMATICI

Es. n. 9 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð oi< e<ko*mse| - z%qotm - e%koiem - z<qe*hgm - ei#dem - ai<qese*o| - oi< i$do*mse| - o>wz -
ai<qehg*rhai - o< o<qx & m - o< z<qgjx*| - >idxri(m) - e<x*qalai - ai<qei&m - i$dei&m - ai<qg*reim -
>owolai - o< ai<qg*rxm - e<ke*rhai - x > uhg| - i$de*sx - e<kei&m - o>werhai - e$ue*qese -
z%qgje(m) - i$de* - e$mg*move(m) - g< i$dole*mg - o$uhg*rz - o< oi$ro*lemo| - e$mevhg*resai -
ai<qgroi*lgm - x# llai - oi>roi| - oi< e$mecjo*mse| - g< i$dot&ra - g$me*vhgram - i$doi*lgm - sot&
$emevhe*mso| - ue*qerhai - e$ket*rz - e$mecjei&m - e>qverhai - oi< o$wo*lemoi.
Ð che deve essere preso (nom. masch.) - tu prenderai (ai<qe*x) - colui che disse (compl.
ogg.) - di quelle che vedevano - presa (acc.) - a colui che andraÁ (e>qvolai) - tu sei stato
preso - io andavo - essere per prendere - egli andoÁ - tu dicesti - essi presero - coloro
che vanno (compl. ogg.) - quelle che hanno visto (compl. ogg.) - va' tu - essi
mangiavano - egli prendeva - noi andammo - tu hai mangiato - essi sono andati - tu
mangerai - io ho preso - coloro che hanno mangiato (sogg.) - voi andreste - colui che
eÁ andato (compl. ogg.) - noi abbiamo mangiato - egli saraÁ portato (ue*qx) - colui che
mangioÁ (compl. ogg.) - mangiate voi - egli fu preso - noi avremmo mangiato - colui
che prende (compl. ogg.) - essi hanno detto - mangiare - io sono stato detto - voi foste
detti - essere per essere visto - egli mangiava - essere per essere detto - colei che disse
(compl. ogg.) - che io prenda - aver detto - egli avrebbe detto - colei che vede (compl.
ogg.) - tu sarai detto - colui che vide (sogg.) - aver visto - detta (nom.).

Es. n. 10 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð e>khoili - e$khe* - o< e$mecjx*m - e<x*qaja| - oi< e$kho*mse| - ua*cxri(m) - o< e$kgkthx*| -
oi$rhg*rz - g$qvo*lgm - g#khe(m) - e>desai - ua*cese - o< e$qvo*lemo| - sot& uaco*mso| -
e$kg*kthe(m) - dqalei&rhai - e$dg*doja| - g>rhiom - g< ei$qgjti&a - e$derse*o| - q<ghg&mai - o<
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA... dqalx*m - e>derhai - dedqalgje*mai - oi< sqe*vomse| - ei>qgsai - e>uacom - q<ghg*rz -
e$rhi*x e>sqevom - oi< dqalo*mse| - g$de*rhg - dqa*lz - sqejse*om - ei>poi| - dedqa*lgja| - sai&|
ei$pot*rai| - so+ q<ghe*m - ei$pe* - dqalot&lai - ei$qg*jalem - q<gso*| - ei#pe|.
Ð egli vide - aver portato - voi due vedeste - tu andrai - egli vedeva - visto (nom.
masch.) - essi portarono - di coloro che andarono - di' tu - noi mangiavamo - io
dissi - coloro che corrono (compl. ogg.) - tu hai visto - colei che correraÁ (compl.
ogg.) - a coloro che videro - io correvo - di colei che prenderaÁ - voi foste visti - essere
per correre - tu portasti - essi porteranno - che io abbia corso - vedere - tu corresti -
quelle che hanno corso (sogg.) - essi portavano - noi abbiamo corso - io porteroÁ -
correte voi - essere per portare - voi due avete portato - a coloro che presero - colui
che porteraÁ (sogg.) - essi mangiarono - portata (acc.) - coloro che saranno portati
(compl. ogg.) - essi correvano - di colui che portoÁ - egli disse - essi furono portati -
io mangiai - che essi abbiano detto - voi correste - vedi tu - che egli sia andato - di
colui che ha detto - aver mangiato - essi sono stati visti - voi due siete andati - che
essi abbiano mangiato - voi due avete detto - portare - essi avrebbero corso - io ho
portato.

190 UNITAÁ 9
LABORATORIO LESSICALE

Dalla radice uac- (cfr. e$rhi*x, «io mangio») derivano in italiano:


± aerofagõÁa ± esofagõÁte ± geofagõÁa ± polifagõÁa
± afagõÁa ± esofago ± litoÁfago ± sarcofago
± antropofagõÁa ± fagocitare ± monofagõÁa ± zoofagõÁa
± antropoÁfago ± fagocitoÁsi ± necrofagõÁa
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 11 - Indica ``vero'' (V) o ``falso'' (F) per ciascuna delle seguenti affermazioni.
VERO FALSO
1. Uno dei temi del verbo e$rhi*x eÁ e$kth-/e$keth-. &
V &
F
2. Dal tema e$q(e)- si forma il futuro e$qx & del verbo ke*cx. &
V &
F
3. La coniugazione dei verbi politematici eÁ definita suppletivistica. &
V &
F
4. $Eket*rolai eÁ il futuro di e>qvolai. &
V &
F
5. La voce verbale ei'kom eÁ l'aoristo forte di e>qvolai. &
V &
F
6. Dal tema sqev-/hqej- del verbo sqe*vx si formano tutti i tempi. &
V &
F
7. La voce verbale e>uacom significa «io mangiai». &
V &
F
8. Dal tema (F)i$d- si forma l'aoristo forte ei#dom del verbo o<qa*x. &
V &
F
9. La voce verbale dqalot&lai eÁ il futuro medio del verbo ue*qx. &
V &
F
10. Oi$rso*| eÁ uno dei due aggettivi verbali del verbo ue*qx. &
V &
F
11. Le voci verbali ei#pa ed ei#pom sono rispettivamente l'aoristo debole
e l'aoristo forte del verbo ugli*. &
V &
F
12. $Emg*mova eÁ il perfetto debole del verbo ue*qx. &
V &
F
13. Ei>qglai eÁ il perfetto medio-passivo di ai<qe*x. &
V &
F
14. <Ex*qaja eÁ il perfetto attivo del verbo o<qa*x e significa «io ho visto». &
V &
F

Es. n. 12 - Volgi i seguenti sintagmi dal singolare al plurale e viceversa, poi traduci.
e$j sx& m sqatla*sxm - at$soi+ e$kg*uhgram - pqo+| so+m posalo*m - at$so+| dieuhei*qeso - ot$j
e$he*kotri sqe*jeim - lesa+ sat&sa - oi< a>mhqxpoi z$rha*momso - o< pqoretna*lemo| - sot+|
pa*rvomsa| - at$sx & m sg+m mg&rom - lg+ o>mso| e$mamsi*ot at$s{& - g<lei&| ei>polem - e$m s{
&
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA... a$pei*q{ vqo*m{ - at$so+| a$ui*jeso - t<po+ sx& m pqoco*mxm - dia+ sg&| po*kex| sg&| g<lese*qa| -
sqe*vx peqi+ t<lx & m Jaqvgdomi*xm rsqasgcoi* - ot$j e>kabe| - t<lei&| ei$kg*uase - so+
& m - oi< sx
<oqaso*m - sot+| heot+| heqapetse*om e$rsi*m.

LABORATORIO LESSICALE

Dal tema apofonico dqal(e)- / dqol- del sostantivo maschile dqo*lo|, -ot («corsa, gara di corsa») e del
verbo sqe*vx («io corro») derivano i seguenti vocaboli italiani:
± aeroÁdromo ± dromedario ± motoÁdromo ± sõÁndrome
± autoÁdromo ± dromoÁgrafo ± motoveloÁdromo ± veloÁdromo
± cinoÁdromo ± ippoÁdromo ± proÁdromo
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 191
Es. n. 13 - Abbina ciascuna delle seguenti proposizioni subordinate con la funzione sintattica corretta,
scegliendola tra quelle proposte; poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.

condizionale - temporale - completiva volitiva dopo i verbi di timore - interrogativa


indiretta semplice - finale - oggettiva - temporale - finale - causale - relativa -
soggettiva - consecutiva - completiva volitiva dopo i verba impediendi - concessiva -
temporale - comparativa ipotetica - relativa - consecutiva

% px| oi< pai&de| sqe*uxmsai


1. x finale affinche i figli siano nutriti
2. ei$ sat&sa pqa*rreim botko*leha
3. %ima roi vaqi*rxlai
4. x<| sa*virsa o< q<g*sxq e$rix*pgre
5. x<| a/m ei$ so+m a$dekuo+m de*qjoiso
6. (ke*cei) ei$ ui*ko| loi ei#
7. oi= sot+| mo*lot| rtccqa*uotri
8. (ot%sx|) x
% rse pa*msa poiei&|
9. e$peida+m e$jei& ce*mxlai
10. e$a+m jai+ lg+ bot*kxmsai
11. (ke*cotrim) o%si o< bariket+| se*hmgje
12. (ke*cesai) so+m st*qammom pomgqo+m ei#mai
13. (ot%sx|) x
% rse pa*msa| la*verhai
14. a= t<li&m paqacce*kkomsai
15. pqi+m sot+| pokeli*ot| e$khei&m
16. dio*si sat&sa cicmx*rjei|
17. (jxkt*rei) lg+ at$sot+| sot&so poiei&m
18. (deilai*mx) lg+ ot$ oi< ui*koi e>qvxmsai

Es. n. 14 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali dei verbi politematici; poi traduci.
d d

1. Didt*lxm a$dekux & m o< e%seqo| e$seket*sgrem. rvokarsijo+| (uno sciocco) ot#m s{ & fx& msi
pqorekhx # . $ < $
& m eipem «Rt+ ape*hame| g/ o adekuo*| rot;» - 2. Uiki*ppot cqa*wamso|, o%se ei$|
sg+m sx & m Kajedailomi*xm vx*qam paqece*meso, po*seqom bot*koimso ui*kom e$khei&m g/
poke*liom at$so*m, a$pejqi*mamso. «Ot$de*seqom.» - 3. <O Rxjqa*sg| pqoei*keso a$pohamei&m
soi&| sg&| po*kex| mo*loi| e$lle*mxm g/ fg&m paqamolx & m. - 4. Oi< %Ekkgme|, sot+| baqba*qot|
i$do*mse|, hgqx & m de*qlari jejaktlle*mot|, ei$| sa+ pkoi&a e>dqalom sa+| vei&qa| a$ma-
sei*mamse|. - 5. >Aleimom peqi+ sx & m lekko*msxm botket*rei, e$a+m sa+ paqekgktho*sa
lmglometz|. - 6. <O Jqomo| o sot& Dio+| pasg+q ke*cesai sot+| e<atsot& pai&da| uacei&m. -
* * <
7. Ke*cotrim so+m $Aqi*oma so+m poigsg+m e$pi+ dekui&mo| ei$| Sai*maqom e$mevhg&mai. - 8. Oi<
sot& <Gqajke*ot| e>jcomoi, ei$| sg+m Pekopo*mmgrom jasekho*mse|, >Aqco| jai+ a>kka|

192 UNITAÁ 9
po*kei| jase*rvom. - 9. <O rsqasgco*|, sqatlasi*am poke*liom lesa+ sx & m o%pkxm fx & msa
rtkkabx*m, ei$| sg+m e<atsot& sqig*qg lesg*mecjem. - 10. Soi&| Kajedailomi*oi| soi&| e$m
Heqlopt*kai| lavole*moi| t<po+ sot& la*msex| pqoei*qgso o%si pa*mse| perot&msai. - 11. Oi<
%Ekkgme|, e$pei+ ei$| sg+m ha*karram g#khom, g>kpifom ei$| sg+m pasqi*da a$ui*nerhai jai+ sot+|
come*a| jai+ sot+| pai&da| o>werhai. - 12. Lesa+ de+ so+m sot& Jakkijqasi*dot ha*masom oi<
Kajedailo*mioi mat*aqvom so+m Kt*ramdqom pa*kim ei%komso. - 13. Oi< pai&de|, a%se pai&de|
o>mse|, a$ei+ save*x| ceka*romsai jai+ jkat*romsai. - 14. La*vg| cemole*mg|, oi< Je*ksoi
g<rrg*hgram jai+ e$pqerbet*ramso rpomdx & m deo*lemoi.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo neutro de*qla, -aso| («pelle») derivano in italiano:


± derma ± dermatoÁlogo ± ectoderma ± esoderma
± dermatõÁte ± deÁrmico ± endoderma ± mesoderma
± dermatologõÁa ± dermopatõÁa ± epidermico ± pachiderma
± dermatologico ± echinoderma ± epidermide
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 15 - Analizza le seguenti frasi, indicando i vari temi dei verbi politematici in esse presenti; poi
d d traduci.
1. <O $Acgri*kao|, o%se g#khem at$s{ & e$pirsokg+ paqa+ sot& barike*x|, g=m Pe*qrg| si|
g>mecjem, sat*sgm ot$j e$de*naso. - 2. Ko*co| e$rsi+ o%si o< g<le*seqo| bariket*|, e$no+m (pur
essendogli possibile) sg+m ei$qg*mgm e>veim a>met ai$rvt*mg|, ei%keso pokelei&m. - 3. <O
LA LINGUA GRECA...
ko*co| jajot&qco| jke*wa| z<qe*hg jai+ e$fglix*hg. - 4. %Osi so+ o%kom pqo+ sx & m e$rsim, e$j
& m leqx
sx& m ei$qgle*mxm jai+ e$j sx
& m t%rseqom q<ghgrole*mxm dg&ko*m e$rsim. - 5. $Epirje*warhe sa+|
jt*jk{ sx & m joqtua+| x<| hatla*riai o<qa&m pa&rai* ei$rim. - 6. <O $Odtrret*|, sot+|
& m o$qx
dx*deja a$qi*rsot| e<sai*qot| e$neko*lemo|, pqo+| so+ sot& Poktug*lot a>msqom x<qlg*hg. - 7.
<G Sqoi*a lesa+ de*ja e>sg ai<qehg&mai ke*cesai, z<qgle*mg de+ jasejat*hg. - 8. Oi< lesa+ sg+m
e$m $Aqcimot*rai| matlavi*am e$j sg&| haka*rrg| ot$j a$maiqehe*mse| e$m $Ahg*mai|
jemosaui*ot e>stvom. - 9. Ot>px e<x*qaja| o%si sa+ sx & m ri*sxm g%dirsa, e$a*m si| s{& rx*lasi
$ $ <
pqorue*qz pqi+m epihtlei&m, agdg& uai*mesai; - 10. <O $Arjkgpio*|, tp$ $Apo*kkxmo| sot&
pasqo+| pqo+| Vei*qxma so+m Je*msatqom e$mevhei*|, t<po+ sot*sot sg+m i$asqijg+m e$dida*vhg.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo maschile ko*co|, -ot («parola, ragione, sentenza, racconto, fama, discorso, tema,
intelligenza, spiegazione, opinione») derivano numerosissimi vocaboli italiani, tutti composti:

± allergologõÁa ± apologõÁa ± biologo ± criminologo


± alogico ± archeologõÁa ± cardiologõÁa ± cronologõÁa
± analogõÁa ± archeologo ± cardiologo ± cronologico
± analogo ± astrologõÁa ± catalogo ± decalogo
± antologõÁa ± astrologo ± cosmologõÁa ± deontologõÁa
± antropologõÁa ± biologõÁa ± criminologõÁa ± dermatologõÁa
)

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 193
± dermatologo ± geologo ± metodologõÁa ± radiologo
± dialogo ± gerontologõÁa ± mineralogõÁa ± sillogismo
± dietologõÁa ± ginecologõÁa ± mitologõÁa ± simbologõÁa
± dietologo ± ginecologo ± mitologico ± sintomatologõÁa
± ecologõÁa ± glottologõÁa ± monologo ± sismologõÁa
± ecologico ± glottologo ± morfologõÁa ± sociologõÁa
± endocrinologõÁa ± grafologõÁa ± morfologico ± sociologo
± endocrinologo ± grafologo ± neologismo ± tautologõÁa
± epilogo ± ideologõÁa ± neurologõÁa ± tecnologõÁa
± etimologõÁa ± ideologo ± neurologo ± tecnologico
± etimologico ± illogico ± omologo ± teologõÁa
± etnologõÁa ± immunologõÁa ± oncologõÁa ± teologo
± etologõÁa ± istologõÁa ± oncologo ± termologõÁa
± eziologõÁa ± logaritmo ± ontologõÁa ± traumatologõÁa
± filologõÁa ± logica ± ornitologõÁa ± trilogõÁa
± filologo ± logico ± paleontologõÁa ± urologõÁa
± fisiologõÁa ± logistica ± papirologõÁa ± vulcanologõÁa
± fisiologico ± logopedõÁa ± patologõÁa ± vulcanologo
± fonologõÁa ± logopedista ± prologo ± zoologõÁa
± fraseologico ± logorreÁa ± psicologõÁa
± genealogõÁa ± meteorologõÁa ± psicologo
± geologõÁa ± meteorologo ± radiologia
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 16 - Analizza le seguenti frasi, indicando i vari temi dei verbi politematici in esse presenti;
d d individua, poi, i participi, indicando il loro valore sintattico; quindi traduci.
1. <O <Gqajkg&|, e>si me*o| x > m, lece*hei jai+ q<x*lz pa*msxm g<kijixsx & m dig*mecjem. - 2.
$ + $ % $
Otdei| otpose eqei& osi ecx, sot| %Ekkgma| pqodot| (tradendo), sg+m sx
> * + * & m baqba*qxm
LA LINGUA GRECA...
.
uiki*am ei<ko*lgm. - 3. $Ecx+ peqi+ sot& pqa*claso| ei>qgja ei$ de* si| sx & m paqo*msxm e>vei si
o<qa*x rtmeipei&m loi, a$maba+| kece*sx. - 4. Oi< <Qxlai&oi ei$| Jaqvgdo*ma pqe*rbei| e>pelpom, oi'|
ei>qgso so+m $Ammi*bam paqa+ sx & m Jaqvgdomi*xm e$naisei&m, x<| ei$| sa+| rtmhg*ja|
a<laqsa*momsa. - 5. Oi< poigsai+ peqi+ sx & m hex& m soiot*sot| ko*cot| ei$qg*jarim, oi%ot|
ot$dei+| ei$pei&m a/m soklg*rai. - 6. Oi< poki&sai, x<| sot+| pokeli*ot| pqordqalo*msa| ei#dom,
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
e$jpkace*mse| e$j sg&| po*kex| e>utcom. - 7. <O Sicqa*mg|, x<| so+m pase*qa se jai+ sg+m
o<qa*x lgse*qa jai+ sot+| a$dekuot+| jai+ sg+m at<sot& ctmai&ja ai$vlakx*sot| ei#dem , e$da*jqtrem. -
8. <O Fet+| pqo+| so+m %Guairsom ei#pem. «Sg+m jeuakg*m lot ei$| dt*o di*eke, so+m pe*kejtm
jasemecjx*m.» - 9. <O sot& Pt*qqot i$asqo+| pqo+| so+m Uabqi*jiom e$pirsokg+m e>cqauem,
e$paccekko*lemo| uaqla*joi| so+m Pt*qqom a$maiqg*reim, ei$ va*qi| at$s{ & t<p$ e$jei*mot
o<lokocghei*g. - 10. <O $Aqsaba*sg| ke*cesai, e$peidg+ so+m Jt&qom pepsxjo*sa ei#dem, a$po+
sot& %ippot jasapgdg*ra|, at$s{ & peqiperei&m. - 11. <O sx & m Peqrx& m bariket*|, sg+m po*kim
pokioqjx $ $ <
& m, otde*mi sqo*p{ edt*maso (poteva) ekei&m. - 12. <Tpo+ sx & m pokeli*xm pokkai+
ctmai&je| jai+ pokkoi+ pai&de| z<qgle*moi ei$ri*m.

194 UNITAÁ 9
LABORATORIO LESSICALE

Dalla radice o$p- (cfr. o<qa*x) e dal sostantivo neutro o>lla, -aso| («occhio, aspetto, volto») derivano in
italiano i seguenti vocaboli:
± ametropõÁa ± ciclopico ± miopõÁa ± presbiopõÁa
± autopsõÁa ± diottrõÁa ± ortoÁttica ± sinossi
± biopsõÁa ± glaucoÁpide ± ottica ± sinoÁttico
± ciclope ± ipermetropõÁa ± ottico
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 17 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate; poi traduci.


d d
1. Sat*sgm sg+m la*vgm, o%rai dg+ baqba*qxm a$mdqx & m la*vai e$ce*momso, jqi*mx
i$rvtqosa*sgm ceme*rhai, jai+ dg+ jai+ ptmha*molai ot%sx sot&so cemo*lemom. - 2. Oi<
sqia*jomsa pqx & som ot=| pa*mse| z>deram e$m sz& dglojqasi*y a$po+ rtjouamsi*a| fx & msa|
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
$ <
jai+ soi&| jakoi&| jacahoi&| baqei&| o>msa|, rtkkalba*momse| tpg&com hama*sot. - 3. $Em s{ &
e>qvolai paqo*msi di*jaio*| ei$li ei$pei&m a= oi< pase*qe| g<li&m e$pe*rjgpsom a$pacce*kkeim soi&|
keipole*moi| (ai superstiti), ei> si pa*rvoiem, g<mi*ja jimdtmet*eim e>lekkom. - 4. <O heo+|
(cioeÁ Apollo) e>vqgre jolirhg&mai so+m <Gqajke*a lesa+ sg&| pokelijg&| diarjetg&| ei$| sg+m
Oi>sgm, jasarjeta*rai de+ pkgri*om at$sot& ptqa+m et$lece*hg. - 5. Ktri*a| o< Jeua*kot
Rtqajori*xm le+m g#m come*xm, e$cemmg*hg de+ $Ahg*mgri lesoijot&msi s{ & pasqi+ jai+
* $ * * + #
rtmepaidethg soi&| epiuamersasoi| $Ahgmaixm. - 6. $Epei gkhom ei| Kajedai*loma oi<
$
e$jpepsxjo*se| <Qxdi*xm t<po+ sot& dg*lot, e$di*darjom x<| ot$j a>niom ei>g peqii]dei&m
$Ahgmai*ot| <Qo*dom jasarsqewale*mot|. - 7. %Apamse| oi< so*se bariket*omse|, e$no+m
at$soi&| kalba*meim e$m sai&| at<sx & m po*keri ctmai&ja| sa+| pqxsetot*ra|, t<peqido*mse|
#
sot+| oi>joi ca*lot|, gkhom <Eke*mgm lmgrset*romse|. - 8. <O $Acahojkg&|, o<qx & m sot+|
rtlla*vot| a%pamsa| lesabebkgle*mot| jai+ sot+| baqba*qot| pkg+m Rtqajotrx &m
a<pa*rg| rvedo+m Rijeki*a| jtqiet*omsa| jai+ pokt+ pqoe*vomsa| sai&| se pefijai&| jai+
matsijai&| dtma*lerim, pqa&nim a$me*kpirsom e$peseke*raso.

Es. n. 18 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando gli aggettivi verbali; indica, poi, il valore sintattico
d d dei participi; quindi traduci.
1. <O Jqoi&ro| rpeqvhei+| ei#pem. «#X nei&me $Ahgmai&e, g< g<lese*qa et$dailomi*a ot%sx roi
a$pe*qqipsai e$| so+ lgde*m, x% rse ot$de+ i$dixsx & m a$mdqx & m a$ni*ot| g<la&| e$poi*gra|;» - 2. <G
+
Poqji*a, kabot&ra lavai*qiom, solgm emekabe s{$ * & lgq{ & bahei&am, x % rse q<t*rim ai%laso|
.
pokkg+m ceme*rhai. - 3. <O Helirsojkg&| morg*ra| seketsy& so+m bi*om ke*cotri de* sime| jai+
e<jot*riom uaqla*j{ a$pohamei&m at$so*m, a$dt*masom moli*ramsa ei#mai e$piseke*rai s{ &
= < * + $ * + *
barikei& a tperveso. - 4. <O Hgret| ejokare som Rjeiqxma som oijot&msa sg&| Le- + $
caqi*do| sa+| o$molafole*ma| a$p$ e$jei*mot Rjeiqxmi*da| pe*sqa|. - 5. Lesa+ sot&so, e$peidg+
e$do*jei s{
& Miji*y jai+ s{ & Dglorhe*mei i<jamx & | paqarjet*arhai, jai+ g< a$ma*rsari| g>dg
sot& rsqasetlaso| sqisz gleqy apo sg&| matlavi*a| e$ci*cmeso. - 6. <O rsqasgco*|,
* * < * $ +
pepairle*mo| pqo+| so+ g'paq, e>kecem. «#X rsqasix & sai, mt&m sg+m poqei*am, x<| e>oijem,
pefz& poigse*om.@ - 7. So+ sot& pe*ka| a>vho| a$jqibx & | e$pirjopx & m, so+ reatsot& q<y&om
oi>rei|. - 8. So+ le+m wet&do| uetjse*om, so+ d$ a$kghe+| e$paimgse*om e$rsi*m. - 9. Soi&|
a$mhqx*poi| ot$ so+ fg&m peqi+ pkei*rsot poigse*om, a$kka+ so+ et# fg&m. - 10. Ei$ s{ & rx*lasi
dtmaso+| ei#mai bot*kei, so+ rx & la* roi po*moi| ctlmarse*om e$rsi*m. - 11. <O ke*cxm g/ lg*px
pot& uikorouei&m t<pa*qveim x % qam g/ paqekgkthe*mai sg+m x % qam, o%loio*| e$rsi s{ & ke*comsi

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 195
pqo+| et$dailomi*am g/ lg+ paqei&mai sg+m x % qam g/ lgje*si ei#mai. - 12. <O $Aqvilg*dg|,
e$pirsa*mso| (essendosi presentato) at$s{& rsqasix*sot jai+ jeket*omso| a$jokothei&m pqo+|
La*qjekkom, ot$j e$bot*keso pqi+m g/ seke*rai so+ pqo*bkgla. o< d$ o$qcirhei+| jai+
rpara*lemo| so+ ni*uo|, at$so+m a$mei&kem.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo neutro g ' paq, -aso| («fegato, cuore») derivano in italiano i seguenti vocaboli, tutti
afferenti al campo della medicina:

± eparõÁna ± epatõÁte ± epatologõÁa ± epatoÁsi


± epatalgõÁa ± epatobiliare ± epatopatõÁa ± epatoterapõÁa
± epatico ± epatomegalõÁa ± epatoscopõÁa ± gastroepatõÁte
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 19 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando gli aggettivi verbali; individua, poi, le voci dei verbi
d d politematici; quindi traduci.
1. $Em Ke*rb{ e$m a>krei Mtlux & m e>rsim o<qa&m he*ala ja*kkirsom sot*sxm a= oi< a>mhqxpoi
e>cqauom. ei$jo*ma cqapsg*m, i<rsoqi*am e>qxso|. (da LONGO SOFISTA) - 2. Oi< $Ahgmai&oi,
uobot*lemoi sg+m q<x*lgm sx & m Kajedailomi*xm, moli*fomse| o%si e>qvoimso e$pi+ rua&|,
g<cot&mso jqa*sirsom ei#mai a$maseivi*feim sa+ sei*vg. (da SENOFONTE) - 3. $Ej Kajedai*lomo|
Hgqale*mot| pqe*rbei| e$pame*ueqom sa+ peqi+ ei$qg*mg| ei$| sa+| $Ahg*ma|. Pokt+| o>vko|,
uobot*lemo| lg+ a>pqajsoi g%joiem, peqievei&so at$sot*|. (da SENOFONTE) - 4. Soi&| se*jmoi|
fgsgse*om e$rsi+ didarja*kot| oi% ei$ri jai+ soi&| bi*oi| a$dia*bkgsoi jai+ soi&| sqo*poi|
a$mepi*kgpsoi jai+ sai&| e$lpeiqi*ai| a>qirsoi. (da PLATONE) - 5. Oi< uiko*rouoi g<cot&msai
sx& m a$diauo*qxm ot$de+m ai<qeso+m jai+ ot$de+m uetjso*m, a$kka+ lo*mom ai<qeso+m so+ a$caho+m
jai+ lo*mom uetjso+m so+ jajo*m. (da PLATONE) - 6. Ai< le+m Mt*luai, sat&sa ei$pot&rai, sz&
mtjsi+ rtmapg&khom. cemole*mg| de+ g<le*qa|, a$mapgdg*ra| o< Da*umi| peqivaqg+| g>katme
q<oi*f{ pokk{ & sa+| ai#ca| ei$| sg+m molg*m. (da LONGO SOFISTA) - 7. Sx & m a$mhqx*pxm
a$ko*cirsoi* ei$rim o%roi sx
& m le+m a$macjai*xm o$kicxqot&rim, sa+ de+ pqo+| g<domg+m la&kkom
ai<qot&msai. (da ESOPO) - 8. $Idx+m de+ sot+| o>vkot| o< $Igrot&|, a$me*bg ei$| so+ o>qo|. jai+
jahi*ramso| at$sot& pqorg&khom at$s{ & oi< lahgsai+ at$sot&. (da MATTEO) - 9. <Gli&m pa*msa
poigse*a ei$ri*m, x<| lg*pose e$pi+ soi&| baqba*qoi| cemx*leha, a$kka+ la&kkom e$jei&moi e$u'
g<li&m. (da SENOFONTE) - 10. %Xrpeq oi< pqo*comoi sa+ jaka+ sx & m e>qcxm e$bot*komso
e$pisgdet*eim, ot%sx jai+ sa+ pomgqa+ pqozqot&mso joka*feim. (da LICURGO)

Es. n. 20 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Il padre sopportoÁ coraggiosamente la morte del figlio. - 2. Nessuno vide mai


quell'uomo piangere (part. predic. dell'ogg.). - 3. Il soldato era stato ferito al petto
mentre correva (part.). - 4. Egli era cosõÁ colpito che non era capace di correre. - 5. So
che in quella assemblea furono dette molte cose sbagliate (part. neutro). - 6. Andai a
casa del mio amico, ma non lo trovai. - 7. Non vedremo mai un uomo che abbia avuto
(dat. di possesso) la vita sempre felice. - 8. Desideriamo la pace, ma combattiamo
coraggiosamente, poiche non sopporteremo mai una sconfitta.

196 UNITAÁ 9
I significati di jai*
La congiunzione jai* puoÁ assumere vari significati:
S C H E D A Ð «e», «anche»,
SINTATTICA
Ð «e allora», «ed ecco»,
Ð «orsuÁ», «suvvia»,
Ð «ma»,
Ð «egualmente» (spesso in unione con x<|),
Ð «anzi», «persino», «per di piuÁ»,
Ð «o», «oppure» (con i numerali),
Ð «molto», «assai» (in unione con un aggettivo o un avverbio),
Ð «sebbene», «benche» (spesso in unione con un participio),
Ð «come», «nello stesso modo» (in unione con o< at$so*|),
Ð «e ... e», «sia ... sia», «non solo ... ma anche»,
Ð «specialmente», «soprattutto» (in unione con a>kkx| se),
Ð «giaÁ da molto tempo» (in unione con pa*kai).
^ >Gdg mt+n g#m jai+ ei$| so+ a>rst e$poqeto*lgm.
Era giaÁ notte, ed ecco che mi incamminai verso la cittaÁ.
Jai+ ke*ce.
OrsuÁ, parla!
<O ko*co| vakepo*| e$rsi jai+ x$ue*kilo|.
Il discorso eÁ difficile, ma utile.
At$so+m jai+ la*kirsa rse*qcolem.
Lo amiamo moltissimo.
Oi< rsqasix & sai, jai+ uet*ceim botko*lemoi, o%lx| e$la*vomso.
I soldati, sebbene volessero fuggire, tuttavia combatterono.
Ot$ sg+m at$sg+m e$ketheqi*am e>volem jai+ so*se.
Non abbiamo piuÁ la stessa libertaÁ di allora.
>Akkx| se jai+ e$cx+ t<li&m pirset*x.
Soprattutto io mi fido di voi.
Jai+ pa*kai sg+m ei$qg*mgm kt*eim e$he*kotrim.
GiaÁ da molto tempo vogliono violare il trattato di pace.

Es. n. 21 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d d

1. Al comandante sembrava opportuno che i soldati dovessero marciare anche


attraverso la pianura. - 2. Gli uomini, se vogliono essere felici, non devono cercare cose
inconoscibili. - 3. Dobbiamo sopportare per necessitaÁ sia la buona che la cattiva sorte:
questa eÁ la nostra vita. - 4. Non conosco ne le cose fatte ne le cose dette da quegli
uomini malvagi. - 5. PeÁrseo non doveva guardare Medusa, ma doveva ucciderla. - 6.
Tuo padre deve essere lodato da noi tutti, poiche eÁ un cittadino molto onesto. - 7. Si
dice che il filosofo Anassagora non fu mai visto ridere. - 8. Sappiamo bene che il
disonore e la vergogna divorano (e$rhi*x) il nostro animo.

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 197
VERSIONI

§
d
s 1. L'amore verso la patria eÁ simile
a quello verso il padre s
Ot$de+m sg&| pasqi*do| ckt*jio*m e$rsim. ot$de+m relmo*seqo*m se jai+ ot$de+ la&kkom
heqapetse*om. %Ora ca+q hei&a jai+ relma+ moli*fotrim oi< a>mhqxpoi, sot*sxm g< pasqi+|
dida*rjako| jai+ ai$si*a e$rsi*m. Oi< le+m pokkoi+ sx & m a>kkxm po*kexm kalpqo*sgsa| jai+
poktsekei*a| jasarjetx & m hatla*fotrim, pa*mse| de+ sg+m pasqi*da rse*qcotrim. Sx & m de+
pai*dxm oi< di*jaioi so+ at$so+ sot&so pqa*ssotri jai+ sx & m pase*qxm oi< vqgrsoi*. <O ca+q
jako+| ja$caho+| me*o| ot$de*ma a>kkom sot& pasqo+| pqosily& jai+ o< vqgrso+| pasg+q sot&
e<atsot& paido+| ot$j a$lekei&.
So+ ot#m sg&| pasqi*do| o>mola soi&| a$mhqx*poi| oi$jeio*sasom pa*msxm, x<| so+ sot&
pasqo+| o>mola soi&| pairi*m e$rsim. Ei$ de* si| s{
& pasqi+ sg+m dijai*am silg+m a$pome*lei, x
% rpeq
jai+ o< mo*lo| jai+ g< ut*ri| jeket*otrim, sg+m pasqi*da at$so+| pqorgjo*msx| pqosilg*rei. jai+
ca+q o< pasg+q at$so+| sg&| pasqi*do| jsg&la* e$rsim.

§
d s 2. Non si ottiene nulla senza fatica s

Sx& m o>msxm a$cahx & m jai+ jakx & m (neutro) ot$de+m a>met e$pilekei*a| jai+ po*mot soi&|
a$mhqx*poi| oi< heoi+ dxqot&msai. ei$ ca+q e$he*kei| sot+| heot+| a$cahot+| ei$| re+ ei#mai, sot+|
heot*| roi heqapetse*om e$rsi*m, ei$ de+ t<po+ sx & m ui*kxm a$capa&rhai bot*kei, sot+| ui*kot|
et$eqcgse*om, ei$ de+ t<po* simo| po*kex| sila&rhai e$pihtlei&|, sg+m po*kim x$uekgse*om, ei$ de+
t<po+ pa*rg| sg&| <Ekka*do| hatla*ferhai a$nioi&|, sg+m <Ekka*da et# poiei&m peiqase*om.
Ei$ de+ bot*kei sg+m cg&m a$uho*mot| jaqpot+| ue*qeim, sg+m cg&m heqapetse*om e$rsi*m, ei$ de+
a$po+ borjgla*sxm oi>ei dei&m pkotsi*ferhai, sx & m borjgla*sxm e$pilekgse*om, ei$ de+ dia+
< > + + $
pokelot oqly&| atnerhai jai sot| evhqot| veiqot&rhai bot*kei, sa+| pokelija+| se*vma|
* +
paqa+ sx & m e$lpei*qxm lahgse*om.
(da SENOFONTE)

§
d s 3. Il figliuol prodigo s

>Amhqxpo*| si| dt*o ti<ot+| ei#vem jai+ o< mex*seqo| s{ & pasqi+ ei#pem. «Pa*seq, so+
e$pi*bakkom sg&| oi$ji*a| le*qo| loi do*| (dammi).» Les$ ot$ pokka+| g<le*qa|, pa*msa
rtmacacx*m, o< mex*seqo| ti<o+| ei$| vx*qam lajqa+m a$pedg*lgre jai+ e$jei& sg+m ot$ri*am
dierjo*qpirem.
Pa*msa de+ dapamg*ra| jai+ pqo+| so+m pase*qa e$pamekhx*m, ei#pem. «Pa*seq, ruo*dqa
g%laqsom jai+ ot$j e>si jkghg&mai ti<o*| rot a>nio*| ei$li.» <O de+ pasg+q pqo+| sot+| at<sot&
dot*kot| ei#pem. «Rsokg+m savt+ e$neme*cjase jai+ at$so+m e$mdt*rase. at$so+| mejqo+| g#m jai+
e>fgrem, a$pokxkx+| (perduto) g#m jai+ et<qe*hg.»
(dagli EVANGELI)

§
d
s 4. Il coraggio delle donne spartane s

<O Pt*qqo| $Gpeiqx*sg| e$pi+ Kajedai*loma e$rsqa*setrem. Sg&| la*vg| i$rvtqa&| pqo+
sg&| po*kex| cemole*mg|, oi< Ka*jxme| a$mavxqg*ramse| e$botket*ramso sot+| pai&da| jai+

198 UNITAÁ 9
sa+| ctmai&ja| ei$| Jqg*sgm t<pejhe*rhai (porre al sicuro), at$soi+ de+ le*vqi sg&| mi*jg| g/ sot&
hama*sot jimdtmet*eim. <G $Aqvi*dali| g< Jkea*da (gen. dorico) sot& barike*x| htca*sgq sz&
cmx*lz a$msei&pe (si oppose) jai*. «Jako*m - e>ug - sai&| Kajai*mai| lesa+ sx & m a$mdqx &m
a$pohamei&m g/ les$ at$sx & m fg&m.»
Jai+ de+ ai< ctmai&je| pqo+| at<sa+| sa+ sot& poke*lot e>qca e$mei*lamso. e$sa*uqetom,
x> qtssom, o%pka pqore*ueqom, do*qasa e>hgcom, sot+| sisqxrjole*mot| e$heqa*petom, x % rse
< * $ * +
jai+ oi Kajxme| etsokloseqoi pqo| som acx+ $ $ * +
& ma ecemomso, sgm sx & m ctmaijx $
& m amdqi*am
o<qx*mse|, jai+ sg+m sot& Pt*qqot rsqasia+m a$pejqot*ramso.
(da PLUTARCO)

§
d s 5. Zeus e il serpente s
Sot& Dio+| ca*lot| poiot&mso|, pa*msa sa+ f{ & a a$pe*mecjam dx & qa, e%jarsom jasa+ sg+m
oi$jei*am dt*malim. >Oui| de+ e>qpxm, q<o*dom kabx+m e$m s{ & rso*lasi, a$me*bg. $Idx+m de+ at$so+m
o< Fet+| e>ug. «Sx & m a>kkxm a<pa*msxm sa+ dx & qa kalba*mx, a$po+ de+ sot& rot& rso*laso|
kalba*mx ot$d$ o%kx|.»
<O lt&ho| dgkoi& o%si sx
& m pomgqx & m ai< va*qise| uobeqai* ei$rim.
(da ESOPO)

Cum Iuppiter nuptias suas celebraret, cuncta animalia, quodque pro viribus
suis, dona obtuleÅrunt. Anguis, proreÆpens et rosam ore ferens, ascendit. Iuppiter, autem,
cum eum adspexisset ait: «Aliorum omnium dona accipio, sed ab ore tuo nihil sumo.»
Fabula docet improborum gratias timendas.

§
dd s 6. L'imperatore Tito distrugge la cittaÁ di Gerusalemme s

<O Si*so| ei>rx paqekhx+m sa+ s$ a>kka sg+m po*kim dia+ sot+| pt*qcot| a$pehat*larem,
ot| oi< st*qammoi jasa+ uqemobka*beiam a$pe*kipom. Jasidx+m ot#m so* se marso+m at$sx
= &m
t%wo| jai+ so+ e<ja*rsg| pe*sqa| le*ceho| jai+ sg+m sg&| a<qlomi*a| a$jqi*beiam jai+ so+ et#qo|
jai+ sg+m a$ma*sarim. «Rt+m he{& - ei#pem - e$pokelg*ralem jai+ o< heo+| g#m o< sx & mde sx &m
e$qtla*sxm sot+| $Iotdai*ot| jahekx*m, e$pei+ ai< sx& m a$mhqx*pxm vei&qe| g/ ai< lgvamai+ si*
pqo+| sot*sot| pt*qcot| dt*mamsai (possono);»
So*se le+m pokka+ soiat&sa pqo+| sot+| ui*kot| dieke*vhg, sot+| de+ sx & m stqa*mmxm
derlx*sa|, oi= e$m soi&| uqotqi*oi| jasekg*uhgram, a$mg*jem (lascioÁ liberi). At#hi| de+ sg+m
a>kkgm po*kim a$uami*fxm (part. con val. concessivo) jai+ sa+ sei*vg jasarja*psxm (part.
con val. concessivo), sot*sot| sot+| pt*qcot| jase*kipem, lmglei&om sg&| at$sot& st*vg|
ei#mai (inf. con val. finale).
(da GIUSEPPE FLAVIO)

§
dd
s 7. I doveri di chi governa uno Stato s

Rjepse*om si* sx& m bariketo*msxm jai+ sx & m a$qvo*msxm e>cqom e$rsi*m. moli*fx de+ pa*msa|
/am o<lokocg&rai at$soi&| pqorg*jeim po*kim dtrstvot&ram pat&rai jai+ jakx & | pqa*ssotram
diautka*nai jai+ e$j lijqa&| leca*kgm poig&rai. Sa+ ca+q a>kka sa+ cicmo*lema jasa+ e<ja*rsgm
sg+m g<le*qam sot*sxm e%meja pqajse*om e$rsi*m.
Jai+ e$cx+ oi#lai e$jei&mo uameqo+m ei#mai, o%si dei& sot+| peqi+ sot*sxm botketole*mot| lg+
q<ahtlei&m lgd$ a$lekei&m, a$kka+ at$soi&| rjopgse*om e$rsi+m o%px| uqomilx*seqom sx & m a>kkxm
%enotrim. x<| ca+q soi&| a$hkgsai&| so+ rx & la ctlmafeim pqorgjei, otsx soi&| bariket*otri
* * %
sg+m wtvg+m ctlmarse*om e$rsi*m.

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 199
UNO SGUARDO AL PASSATO

L'amministrazione dello Stato


L'amministrazione statale ateniese

D ella piuÁ antica costituzione ateniese cono-


sciamo molto poco e in queste notizie si
mescolano storia e leggenda. Certamente, in ori-
gine, a capo dello Stato vi fu un re, che succes-
sivamente fu sostituito con un arconte, al quale
furono conferiti tutti i poteri. La durata dell'ar-
contato fu poi ridotta a dieci anni e in seguito a
un solo anno e gli arconti (a>qvomse|) divennero
due: l'arconte re, che aveva funzioni religiose, e
l'arconte epoÁnimo, che dava il nome all'anno e si
occupava della pubblica amministrazione. I due
arconti potevano anche sorvegliarsi a vicenda,
per impedire che uno di loro potesse acquistare
una grande supremazia.
Quando gli arconti, tutti scelti tra gli aristo-
cratici, divennero nove, l'arconte epoÁnimo otten-
ne poteri piuÁ ampi, poiche toccava a lui distri-
buire le cariche pubbliche, stabilire i tributi e
presiedere i tribunali nelle cause civili. Il terzo
arconte era chiamato polemarco ed era il capo
dell'esercito in guerra. Gli altri sei arconti, de-
finiti tesmoteÁti, erano preposti alla promulgazio-
ne delle leggi, avevano il compito di renderle
esecutive e, come giudici, presiedevano i tribu-
nali.
m
Accanto agli arconti, vi era l'EcclesõÁa ($Ejjkg- Busto di Solone (copia romana del I sec. a.C.). Napoli, Museo
ri*a), l'assemblea del popolo, formata da tutti i Archeologico Nazionale.

cittadini maschi di condizione libera, che aveva la


facoltaÁ di eleggere gli arconti e di decidere in i pentacosiomedimni, che corrispondevano ai
merito alla pace e alla guerra. grandi proprietari terrieri aristocratici, con una
Nell'anno 621 a.C. l'incarico di preparare una rendita annua di 500 medimni (il medimno
vera e propria legislazione fu dato a Dracone, che corrispondeva a circa mezzo quintale) di frumen-
stabilõÁ norme molto severe specialmente in rela- to; alla seconda classe appartenevano i triacosio-
zione ai delitti di sangue. Il secondo legislatore fu medimni o cavalieri, che costituivano la media
Solone, eletto arconte nel 594 a.C. Egli era un aristocrazia e i ricchi commercianti e potevano
aristocratico moderato, il quale diede un nuovo mantenere un cavallo, in quanto la loro rendita
ordinamento allo Stato, che, anche se non poteva annua era di 300 medimni; della terza classe
definirsi ancora democratico, costituõÁ un passo facevano parte i zeugõÁti, ovvero gli artigiani e i
importante nel processo verso la democrazia. contadini medio-piccoli, che possedevano una
Solone divise i cittadini in quattro classi, a se- coppia di buoi per arare il campo e una rendita
conda del censo: alla prima classe appartenevano annua di 150-200 medimni; gli appartenenti alla
)

200 UNITAÁ 9
quarta classe erano i teti, cittadini di condizione
libera, ma nullatenenti, che lavoravano per lo piuÁ
come braccianti e disponevano di una rendita
annua inferiore a 150-200 medimni.
Gli appartenenti alla prima classe potevano
aspirare all'arcontato e svolgere ruoli di alto
comando nella cavalleria o tra gli oplõÁti (soldati
della fanteria pesante); quelli che appartenevano
alla seconda classe militavano anch'essi nella
cavalleria e nella fanteria oplitica; quelli della
terza classe militavano solo tra gli oplõÁti; gli
appartenenti alla quarta classe svolgevano il
servizio militare tra i peltaÁsti (soldati della
fanteria leggera) e i marinai della flotta.
In base alla costituzione di Solone gli organi
dell'amministrazione dello Stato erano quattro:
l'arcontato, l'AreoÁpago, la BuleÁ e l'ElieÁa. I nove
arconti conservavano le stesse competenze che
avevano in precedenza ed erano eletti annual-
mente dalla EcclesõÁa. Trascorso il periodo della
carica, essi avevano l'obbligo di rendere conto del
loro operato all'AreoÁpago (>Aqeio| pa*co|, lett.
«colle di Marte», che era il luogo dove si riuniva
quest'organo), che doveva dare la sua approva- m
Busto di Clistene.
zione o, in caso contrario, prendere dei provvedi-
menti contro gli arconti che non avevano fatto con aveva il diritto di convocare la BuleÁ al completo e
onestaÁ il loro dovere. L'AreoÁpago, i cui membri l'EcclesõÁa.
erano gli areopagõÁti, era formato dagli ex arconti Quest'ultimo organo, che si riuniva quaranta
ed era dapprima un tribunale in cui si giudicava volte ogni anno, aveva potere decisionale, in
intorno agli omicidi, poi Solone stabilõÁ che esso quanto poteva approvare o respingere le proposte
esercitasse il controllo sull'amministrazione dello della BuleÁ ed, inoltre, eleggeva gli arconti. Alle
Stato e sulla esecuzione delle leggi. riunioni potevano partecipare solo i cittadini
La BuleÁ (Botkg*) era un consiglio che prendeva maschi (ma non gli stranieri), che godessero la
deliberazioni di carattere generale ed era compo- piena cittadinanza, la quale era conferita a coloro
sto di quattrocento membri, detti buleÁuti, i quali che fossero nati da padre e madre ateniesi,
erano scelti dalle quattro tribuÁ in cui era divisa la avessero compiuto il diciottesimo anno di etaÁ e
cittadinanza e dovevano aver compiuto trent'an- non fossero colpiti da atimõÁa (perdita dei diritti
ni di etaÁ. La BuleÁ, a cui potevano partecipare gli politici). Nell'assemblea gli ecclesiasti delibera-
appartenenti alle prime tre classi, era divisa in vano intorno a tutte le questioni piuÁ importanti
dieci sezioni, dette pritaneÁi, i cui membri, i prõÁ- della cittaÁ: amministrazione dello Stato, difesa
tani, erano mantenuti a spese dello Stato. Ogni militare del territorio, finanza pubblica.
pritaneÁo, a turno, aveva la presidenza della BuleÁ L'ElieÁa (<Gkiai*a), a cui potevano partecipare
per 35-36 giorni ogni anno (cioeÁ per una pritanõÁa) gli appartenenti a tutte e quattro le classi, era un
e si occupava delle questioni all'ordine del gior- tribunale popolare, cioeÁ una corte di giustizia
no, guidava i dibattiti all'interno del consiglio ed composta di seimila giudici popolari, detti eliasti,
elaborava le proposte da presentare all'EcclesõÁa. eletti annualmente. Gli eliasti avevano il diritto di
Gestiva, inoltre, le relazioni estere, verificava il giudicare in tutti i processi civili e nella maggior
bilancio dello Stato, sorvegliava i lavori pubblici, parte di quelli penali. )

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 201
un'apposita urna delle fave nere o bianche, a
seconda che si disapprovasse o si approvasse
qualcosa.

L'amministrazione statale spartana

A Sparta vi erano tre classi sociali: gli Spar-


tiaÁti (discendenti dei Dori conquistatori del
Peloponneso), che godevano di tutti i diritti civili
e politici; i PerieÁci (cioeÁ gli abitanti dei dintorni),
che erano esclusi dai diritti politici, ma pagavano
i tributi e partecipavano alle guerre; gli IloÁti (cioeÁ
m
Á strakon cosiddetto ``di Cimone'' (486 a.C. o 461 a.C.),
i catturati, i discendenti degli originari abitanti
O
risalente alla votazione relativa all'ostracismo di Cimone. del paese, ridotti in schiavituÁ dai Dori), che erano
Atene, Museo dell'AgoraÁ. privi di ogni diritto ed erano considerati come
A Solone si deve anche il decreto della sisactõÁa servi della gleba.
(reira*vheia), cioeÁ della cancellazione dei debiti Gli Spartani furono sempre retti da una mo-
che i cittadini piuÁ poveri avevano contratto. Nel- narchia oligarchica, cioeÁ coadiuvata da un ri-
l'amministrazione della giustizia Solone rese stretto gruppo di uomini scelti all'interno di
meno severo il codice di Dracone, sostituendo famiglie aristocratiche. Quando Licurgo nel IX
talvolta alla pena di morte l'atimõÁa, cioeÁ la per- secolo a.C. prese le redini del governo ed ebbe il
dita dei diritti civili. compito di creare una nuova legislazione, trovoÁ
Il terzo legislatore ateniese fu ClõÁstene, eletto istituzioni giaÁ radicate nella vita pubblica e pri-
arconte nel 508 a.C., il quale favorõÁ le rivendica- vata e, basandosi su di esse, fissoÁ il nuovo or-
zioni popolari, allargando la vita democratica del dinamento dello Stato, in cui si distinguevano i
popolo. seguenti organi: due re, la GherusõÁa, l'Apella e gli
Innanzitutto egli abolõÁ le quattro tribuÁ tradizio- eÁfori.
nali e ne costituõÁ dieci nuove, ciascuna divisa in A capo dello Stato vi erano due re (barikei&|),
dieci demi o distretti. I membri della BuleÁ diven- che costituivano una diarchõÁa, cioeÁ un governo a
nero cinquecento, cinquanta per ogni tribuÁ. due, con compiti specificamente militari; in caso
Ai meteÁci, cioeÁ ai cittadini stranieri residenti in di guerra uno di loro rimaneva in patria, mentre
Atene, poteva essere concessa la cittadinanza, ma l'altro assumeva il comando dell'esercito. La ca-
solo su deliberazione dell'EcclesõÁa ed esclusiva- rica di re era ricoperta, per diritto ereditario, dai
mente in casi eccezionali. discendenti di due nobili e antiche famiglie. Oltre
Con la costituzione di ClõÁstene fu creato, inol- a condurre l'esercito in guerra, i re avevano anche
tre, l'istituto dell'ostracismo: quando un cittadino il compito di presiedere alle cerimonie religiose e
diventava pericoloso per la vita democratica, i di svolgere la funzione di giudici nei processi ci-
partecipanti all'EcclesõÁa si riunivano e decidevano vili. Partecipavano, inoltre, alle sedute della Ghe-
se egli dovesse essere esiliato: la votazione av- rusõÁa, erano mantenuti a spese pubbliche e a loro
veniva mediante pezzi di coccio (o>rsqaja), sui spettava una parte considerevole del bottino di
quali si scriveva il nome dell'esiliando, che veniva guerra.
espulso dalla cittaÁ per dieci anni, se i voti della La GherusõÁa (Ceqotri*a) era una delle due
espulsione risultavano maggioritari. assemblee dello Stato spartano. Era un consiglio
Un'altra modifica, sempre a carattere demo- formato da trenta anziani (ce*qomse|), di etaÁ su-
cratico, introdotta da ClõÁstene fu la chirotonõÁa periore ai sessant'anni, scelti nell'ambito delle
(veiqosomi*a), cioeÁ la votazione per alzata di famiglie aristocratiche piuÁ note. Essi rimanevano
mano, e il voto segreto per le deliberazioni po- in carica a vita, senza essere sottoposti ad alcun
litiche o giudiziarie, che consisteva nel mettere in controllo. La GherusõÁa esercitava il potere giu-
)

202 UNITAÁ 9
diziario circa i reati piuÁ gravi, che prevedevano
l'esilio, la morte o la perdita dei diritti civili;
sceglieva, inoltre, le proposte da sottoporre al
giudizio dell'Apella.
L'altra assemblea era l'Apella ($Ape*kka), un
consiglio formato dagli SpartiaÁti, che votava per
acclamazione le proposte della GherusõÁa e ne
eleggeva i membri. Aveva, inoltre, il potere di
eleggere gli eÁfori, cioeÁ i magistrati, e aveva la
facoltaÁ di deliberare sulla pace e sulla guerra e di
esprimere il proprio parere sulle leggi.
Gli eÁfori (e>uoqoi) erano cinque magistrati,
eletti ogni anno dall'Apella, che esercitavano il
potere esecutivo, vigilando sull'amministrazione
dello Stato. Essi guidavano, inoltre, i lavori del-
l'Apella e della GherusõÁa, avendo il diritto di
convocarle entrambe; coordinavano i due re nelle
operazioni militari, avevano funzione di control-
lo e di giudizio sull'operato dei membri delle due m
assemblee e persino degli stessi re; esaminavano Merry-Joseph Blondel, Licurgo. Amiens (Francia), Museo della
Piccardia.
preventivamente le proposte degli ambasciatori
stranieri, prima di decidere se sottoporle o meno
al giudizio dell'Apella; provvedevano, in caso di coloro che possiedono un determinato censo»),
guerra, all'allestimento dell'esercito e alle dispo- oligarchia (o$kicaqvi*a, «governo dei pochi»),
sizioni relative alle operazioni militari. Per democrazia, tirannide (stqammi*|). Lo stesso Pla-
quanto riguarda le competenze giudiziarie, agli tone, tuttavia, nelle Leggi cambia opinione, di-
eÁfori spettavano quelle relative ai processi chiarando che la migliore forma di costituzione
riguardanti questioni finanziarie e amministrati- gli appare quella in cui si fondono monarchia e
ve. Essi avevano anche poteri di polizia, che democrazia.
permettevano loro di deporre o imprigionare i Aristotele poi, nella Politica, non risparmia le
membri dell'Apella e della GherusõÁa e persino gli sue critiche a Platone e, prendendo in esame le
stessi re, e, infine, erano responsabili dell'ammi- varie forme di governo, le distingue in due
nistrazione del tesoro pubblico. gruppi, quelle buone e quelle cattive: monarchia,
aristocrazia, politeÁia da una parte; tirannide,
oligarchia, democrazia dall'altra. Per Aristotele
Le tre forme di governo
l'oligarchia non eÁ il «governo dei pochi», ma il

L 'oratore Isocrate afferma che le tre forme di


governo sperimentate nei vari stati [(mo-
narchia (lomaqvi*a, «governo di uno solo»), ari-
«governo dei poveri», equivalente alla demago-
gia (dglacoci*a, «governo del popolo guidato
dai demagoghi»). Lo Stato migliore eÁ, pertanto,
stocrazia (a$qirsojqasi*a), «governo dei nobili») la pokisei*a, «la democrazia di un ceto medio»,
e democrazia (dglojqasi*a, «governo del popo- lontana da ogni eccesso e che poggia sul consenso
lo»)] sono tutte positive, a patto che a reggere di una estesa classe media, alla quale apparten-
l'amministrazione dello Stato ci siano uomini gono i cittadini forniti di un certo censo e dediti
onesti e capaci. alle attivitaÁ liberali.
Platone, a sua volta, nella Repubblica afferma Polibio, infine, nel quarto libro delle Storie
che lo Stato ideale eÁ quello aristocratico e che, a formula due teorie sullo sviluppo e sulla natura
causa dell'ingiustizia, esso si deteriora e si tra- degli Stati. La prima eÁ nota con il nome di
sforma in timocrazia (silojqasi*a, «governo di a$majt*jkxri| («evoluzione ciclica») e consiste
)

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 203
nel ritenere inevitabile la dissoluzione di uno teoria polibiana ipotizza, come forma di Stato
Stato, dopo che si sia esaurito il suo ciclo, a perfetto, quella che si basa su un tipo di co-
causa del seme della degenerazione insito in stituzione mista, in cui il potere dei re, quello
qualunque forma di governo: la monarchia de- degli aristocratici e quello del popolo coesistono
genera in tirannide, l'aristocrazia in oligarchia, in perfetto equilibrio: cioÁ si realizza, secondo lo
la democrazia in demagogia o in oclocrazia. La storico, a Roma, in cui i consoli, il Senato e i
storia di ogni Stato, quindi, passa attraverso comizi esprimono rispettivamente i tre poteri in
varie tappe e, dopo aver raggiunto il punto piuÁ fusione perfetta.
alto, ritorna al punto di partenza. La seconda

Rl
L'amministrazione dello Stato o< a>qvxm, -omso|, capo, principe, coman-
dante, arconte, magistrato ateniese
g< lomaqvi*a, -a|, monarchia, governo di uno o< a>qvxm bariket*|, arconte re
solo o< a>qvxm e$px*mtlo|, arconte eponimo
Ricerca g< barikei*a, -a|, regno
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o< bariket*|, -e*x|, re oi< a>qvomse| herlohe*sai, arconti tesmoteÁti
g< stqammi*|, -i*do|, tirannide g< $Ejjkgri*a, -a|, EcclesõÁa, assemblea popo-
g< a$qirsojqasi*a, -a|, aristocrazia, governo lare
dei nobili o< >Aqeio| pa*co|, AreoÁpago, colle di Ares in
g< o$kicaqvi*a, -a|, oligarchia, governo dei Atene
pochi g< Botkg*, -g&|, BuleÁ, consiglio ateniese, de-
g< silojqasi*a, -a|, timocrazia, governo di cisione, parere
coloro che sono in possesso di un determi- g< pqtsamei*a, -a|, pritanõÁa (carica di presie-
nato censo dere a turno la BuleÁ)
g< dglojqasi*a, -a|, democrazia, governo del g< <Gkiai*a, -a|, ElieÁa, tribunale popolare ate-
popolo niese
g< dglacoci*a, -a|, demagogia, governo del o< e>uoqo|, -ot, eÁforo (magistrato spartano
popolo guidato dai demagoghi con compito di ispettore)
g< o$vkojqasi*a, -a|, oclocrazia, governo della g< Ceqotri*a, -a|, GhesusõÁa, consiglio degli
massa anziani a Sparta
g< a$maqvi*a, -a|, anarchia, mancanza di g< $Ape*kka, -a|, assemblea popolare spartana
governo (in cui si riunivano solo gli SpartiaÁti)
g< et$moli*a, -a|, buon governo, buone leggi

§
dd
s 8. Il dio DioÁniso e il re Mida s

<O Dio*mtro*| pose rt+m pokkoi&| Rast*qoi| jai+ Ba*jvai| e$m sz& Uqtci*y a$lui+ so+m
Slx & kom dig&cem. <Gle*qa| le+m e$hg*qetom, e<rpe*qa| d$ e$p$ a>jqot sot& Slx*kot rtmeke*-
comso jai+ jahgt&dom. <O de+ Rikgmo*|, ei'| sx & m Rast*qxm, sot+| sg&| vx*qa| o%qot|
t<peqe*baime* pose. dot&koi d$ at$so+m t<po+ de*mdq{ t<wgk{ & gt'qom jai+ ei$| Li*dam g>cacom, o=|
sg&| Uqtci*a| e$bari*ketem.
De*ja le+m g<le*qa| o< Rikgmo+| paqa+ s{ & barikei& e>lemem, x<| heot& e<sai*q{ pqorg*jei,
sz& d$ e<mdeja*sz ei$| so+m Dio*mtrom pa*kim a$ui*jeso jai+ o< Li*da| a%l$ at$s{ & g#khem. <O de+
heo+| a$msi+ sg&| sot& Rikgmot& rxsgqi*a| s{ & Li*dy paqe*rve vqz*feim a= e$he*kei. <O d$ e>vqzfe
vqtrxhg*rerhai (che diventassero d'oro) e%jarsa x ' m hicca*mei.

204 UNITAÁ 9
$Epeidg+ d$ ot#m jasa+ sot& Slx*kot jase*baimem, jaqpo+m ei'kem, o=| at$si*ja e$vqtrx*hg,
ki*hom d$ e>kabem, o=| at$si*ja lese*bakem. $Epeidg+ d$ oi>joi g#m, oi< dot&koi at$s{ & jako+m
dei&pmom paqerjet*aram, a$kka*, a%la sot& ri*sot e>hicem, at$si*ja e%jarsa e$vqtrx*hg. Le*ca
a>q$ {> lxfe jai+ se*ko| pqo+| so+m heo+m e>dqalem. <O de+ Dio*mtro| sot+| Rast*qot| pqo+| so+m
Pajsxko+m posalo+m e$je*ketrem at$so+m a>ceim jai+ e$msat&ha kot&rai. $Ejei& de+ o< bariket+|
t<po+ sx & m Rast*qxm e$kot*hg jai+ sot& dx*qot e$kt*hg.

§
dd
s 9. Scipione e alcune spie di Cartagine s

<O Rjipi*xm, sqix & m jasarjo*pxm Jaqvgdomi*xm rtkkguhe*msxm, <Qxlai*xm mo*lot


jeket*omso| sot+| sx & m pokeli*xm jasarjo*pot| a$maiqei&rhai, sot&so ot$j e$poi*grem,
$
pqoresane d$ atsoi&| sg+m rsqasia+m a%param peqiekhei&m.
*
Oi< de+ i$do*mse| <Qxlai*ot| sot+| le+m a$jomsi*fomsa|, sot+| de+ ba*kkomsa|, sot+| d$ o%pka
e$pirjeta*fomsa|, sot+| de+ pgdx & msa|, sot+| de+ ni*ug a$jomx
& msa|, pa*kim e$pi+ so+m Rjipi*xma
g>vhgram, o=| at$soi&| ei#pem. «Pqo+| so+m t<la&| pe*lwamsa a$paccei*kase a= e$hea&rhe.» Oi< de+
e$pamekho*mse| jai+ s{ & $Ammi*by jai+ soi&| a>kkoi| Jaqvgdomi*oi| a$paccei*kamse| a= e<xqa*-
+
jeram, jai sz& sx & m <Qxlai*xm paqarjetz& jai+ sz& sot& Rjipi*xmo| lecakowtvi*y at$sot+|
e$ne*pkgnam.

c
Busto di Publio Cornelio Scipione
soprannominato ``Africano''.
Mosca, Museo PusÏkin delle Belle
Arti.

§
dd s 10. Il valore della regina Artemisia s

<G $Aqseliri*a s{ & Ne*qnz peqi+ Rakali&ma rtmematla*vei. Oi< de+ %Ekkgme| sot+|
Pe*qra| g>dg uet*comsa| e$di*xjom. <G de+ g>dg jasakalbamole*mg soi&| le+m e$piba*sai|
pqore*sane sg&| mex+| sa+ rglei&a sa+ Peqrija+ a$uekei&m, s{ & de+ jtbeqmg*sz ei$| sg+m mat&m
Peqrijg+m sg+m pqopke*otram e$lbakei&m.
Oi< de+ %Ekkgme|, sat&sa o<qx& mse|, oi$ghe*mse| sx& m rtllavi*dxm mex & m li*am ei#mai,
$ $ $
sat*sgm apokipo*mse|, epi+ sa+| a>kka| esqa*pomso. <G de+ $Aqseliri*a, so+m ji*mdtmom
e$jutcot&ra, ei$| sg+m Jaqi*am a$popke*otra { > veso. <O Ne*qng| o< bariket+| ke*cesai, sg+m
le+m $Aqseliri*am cemmai*x| a$cxmifole*mgm, sot+| de+ a>mdqa| a$cemmx & m, a$mabog&rai.
& | o<qx
«#X Fet&, sot+| le+m a>mdqa| ctmai&ja|, sa+| de+ ctmai&ja| a>mdqa| e$poi*gra|.»

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 205
Analisi guidata
d COMPRENSIONE TESTUALE
1. Di chi era alleata la regina Artemisia?
2. A quale famosa battaglia si riferisce il brano?
3. Da chi erano inseguiti i Persiani?
4. Che cosa ordinoÁ Artemisia al nocchiero della sua nave?
5. Cosa pensarono i Greci?
6. Che cosa affermoÁ Serse dopo aver osservato il comportamento di Artemisia?
d COMPETENZA LINGUISTICA
1. Le voci verbali a$uekei&m (r. 3) ed e$lbakei&m (r. 4) derivano dallo stesso tema verbale?
2. Qual eÁ il valore sintattico dei participi sot+| ... uet*comsa| (r. 1), o<qx
& mse| (r. 5) e a$pokipo*mse| (r.
6)?
3. Il verbo ke*cx (r. 7) eÁ costruito personalmente o impersonalmente?
4. La proposizione li*am ei#mai (r. 5) eÁ una oggettiva o una soggettiva?

§
dd s 11. Creso non ascolta i consigli di SaÁndani s

Sot& Jqoi*rot paqarjetafole*mot e$pi+ sot+| Pe*qra| rsqaset*erhai, sx & m Ktdx &m
si| sot>mola Ra*mdami| at$s{ & sa*de rtmebot*ketrem. «$Ep$ a>mdqa| rsqaset*erhai
paqarjeta*fz, x # bariket&, oi= rjtsi*ma| le+m a$mantqi*da|, rjtsi*mgm de+ sg+m o%kgm e$rhg&sa
uoqot&rim, ot$ de+ o%ra e$he*kotrim, a$kk$ o%ra e>votri risot&msai, vx*qam sqavei&am e>vomse|.
Ot$ de+ oi#mom pi*motrim, ot$ de+ rt&ja ot$de+ a>kko si a$caho+m sqx*cotrim. Ei$ le+m ot#m
mijg*rei|, si* at$sot+| a$uaiqg*rei| oi'| lgde*m e$rsim; $Ea+m de+ mijghz&|, la*he o%ra a$caha+
a$pobakei&|. Sx & m ca+q g<lese*qxm a$cahx & m cetra*lemoi, peqie*nomsai (li desidereranno)
otde apxhei&rhai dtmgromsai (potranno). $Ecx+ ot#m soi&| heoi&| va*qim e>vx, o%si oi<
$ + $ *
Pe*qrai e$pi+ sot+| Ktdot+| rsqaset*erhai ot$j e$posqt*motrim.» Sot& sat&sa ke*comso|
(genit. assol. con valore concessivo), so+m Jqoi&rom ot$j e>peirem.
(da ERODOTO)

§
dd
s 12. Troiani, Focesi e Siculi abitano l'antica Sicilia s

$Iki*ot t<po+ sx & m $Avaix & m a<kirjole*mot, sx & m Sqx*xm sime*|, at$sot+| soi&| pkoi*oi|
diautco*mse|, pqo+| sg+m Rijeki*am a$uijmot&msai jai+ o%loqoi soi&| Rijamoi&| oi$jg*ramse|,
nt*lpamse| >Ektloi e$jkg*hgram. Ai< de+ at$sx & m po*kei| >Eqtn se jai+ >Ecersa g#ram.
At$soi&| de+ pqortm{ & jgram sx& m Uxje * xm sime+ | sx& m a$po+ Sqoi*a| pqx & som ei$| Kibt*gm
veilx > $ + * *
& mi, epeisa ei| sgm Rijekiam jasemevhemsxm (sbattuti).
Oi< de+ Rijekoi+ e$j sg&| $Isaki*a| - e$msat&ha ca+q { > jotm - ei$| sg+m Rijeki*am die*bgram,
sot+| >Opija| e$pi+ rvedix & m uet*comse|, x<| ke*cesai. Jai+ de+ mt&m oi< Rijekoi+ e$m sz& $Isaki*y
ei$ri*m. g< de+ vx*qa a$po+ sot& $Isakot&, barike*x| simo+| sx & m Rijekx & m sot>mola sot&so
e>vomso|, ot%sx| $Isaki*a e$pxmola*rhg.
(da TUCIDIDE)

206 UNITAÁ 9
§
ddd s 13. Medea aiuta Gia Á sone
nella conquista del vello d'oro s

$Ecjahoqlirhei*rg| de+ sg&| mex*|, g'je pqo+| Ai$g*sgm $Ia*rxm jai*, sa+ e$pisace*msa t<po+
Peki*ot ke*cxm, paqeja*kei dot&mai (di dare) so+ de*qa| at$s{ & . o< de+ dx*reim (di darglielo)
<tpe*rveso, e$a+m sot+| vakjo*poda| sat*qot| lo*mo| jasafet*nz (aggiogasse), oi= vakjot&|
le+m ei#vom po*da|, pt&q de+ e$j rsola*sxm e$ut*rxm. At$s{ & e$pe*sarre jai+ rpei*qeim
dqa*jomso| o$do*msa|.
Lg*deia, g< htca*sgq Ai$g*sot, at$sot& e>qxsa >irvei jai*, dedoijti&a lg+ t<po+ sx &m
sat*qxm diauhaqz&, jqt*ua sot& pasqo+| rtmeqcg*reim at$s{ & pqo+| sg+m jasa*fetnim sx &m
* $ * + + * $ $ + $ *
satqxm epgcceikaso jai so deqa| ecveiqiei&m, eam olorz (avesse giurato) atsgm eneim $ + %
ctmai&ja jai+ ei$| <Ekka*da a$ca*cgsai.
$Olo*ramso| de+ $Ia*romo| (Dopo che GiaÁsone giuroÁ), at$s{ & ua*qlajom di*dxrim
(diede), { ' e$je*ketre vqi&rai sg*m se a$rpi*da jai+ so+ do*qt jai+ so+ rx & la. sot&so ca+q
vqirhe*msa, e>kece pqo+| li*am g<le*qam lg*s' a/m t<po+ ptqo+| a$dijghg*rerhai lg*se t<po+
ridg*qot.
(da APOLLODORO)

UNO SGUARDO AL PASSATO

Medea e GiaÁsone

M edea (Lg*deia) era figlia di Eeta, re della


Colchide, e della oceanina Idea o, secon-
do un'altra tradizione mitica, di EÁcate, dea degli
Inferi.
Determinante nella sua vita fu l'incontro con
GiaÁsone ($Ia*rxm), l'eroe che guidava la spedi-
zione degli Argonauti alla conquista del vello
d'oro. GiaÁsone, giunto nella Colchide, si inna-
moroÁ di Medea ed ella, esperta di magia, lo aiutoÁ
a superare le difficili prove imposte al giovane da
Eeta, in cambio della consegna del vello d'oro;
gli fornõÁ, infatti, un unguento, che rendeva in-
vulnerabile chi lo possedeva, e le armi infallibili,
grazie alle quali GiaÁsone riuscõÁ ad aggiogare due
tori che eruttavano fiamme.
Medea aiutoÁ successivamente lo straniero nello
scontro con i guerrieri nati dai denti seminati di
un drago. Tuttavia, nonostante l'eroe fosse riu-
scito vincitore, Eeta non mantenne la promessa e
si rifiutoÁ di consegnare il vello d'oro. Medea,
allora, condusse GiaÁsone al recinto sacro dove
era custodito il vello d'oro e dove, come guar-
diano, si trovava un drago immortale nato dal m
Pierre Franqueville, GiaÁsone. Firenze, Museo del Bargello.
sangue di Tifone, un mostro ucciso da Zeus. Ella )

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 207
b
Ercole Grandi, La nave degli
Argonauti. Padova, Pinacoteca.

ricorse, ancora una volta, agli incantesimi e GiaÁ- Medea, bandita dalla cittaÁ insieme con i figli,
sone riuscõÁ ad impadronirsi del vello. meditoÁ la sua vendetta: donoÁ a CreuÁsa un peplo
La giovane maga fuggõÁ poi dalla Colchide in- ed una corona che, appena indossati, avvolsero
sieme con GiaÁsone e si rese complice anche del- con fiamme la giovane donna, causando la morte
l'uccisione del fratello Apsirto. Giunse, poi, in- a lei e al padre, il quale cercava di salvarla. Suc-
sieme con l'eroe a Corinto, dove visse tranquil- cessivamente uccise i figli, per infliggere a GiaÁ-
lamente con lui e gli diede anche due figli, finche sone una punizione terribile, l'annientamento,
Creonte, il re di Corinto, propose a GiaÁsone la cioeÁ, della sua stirpe.
mano della figlia CreuÁsa.

§
ddd s 14. EÁracle uccide il leone di NeÁmea s

<O <Gqajkg&| ei$| Si*qtmha g#khe jai+ so+ pqorsasso*lemom t<po+ sot& Et$qtrhe*x|
$ese*kei. Pqx & som ot#m at$s{& e$pe*sane sg+m sot& Mele*ot ke*omso| doqa+m joli*feim. sot&so
f{ & om, e$j sot& Stux & mo| cecemmgle*mom, a>sqxsom g#m.
<O de+ <Gqajkg&|, e$pi+ so+m ke*omsa poqeto*lemo|, ei$| Jkexma+| g#khe jai+ paqa+ a$mdqi+
veqmg*sz Loko*qv{ nemi*fesai. At$s{ & de+ i<eqei&om ht*eim he*komsi e>ug ei$| g<le*qam
sqiajorsg+m sgqei&m jai*, a/m a$po+ sg&| hg*qa| rx & | e$pame*khz, Dii~ Rxsg&qi ht*eim, e$a+m de+
$apoha*mz, so*se at<s{ < % $ *
& x| gqxi emacifeim.
<O de*, ei$| sg+m Mele*am a$uijo*lemo| jai+ so+m ke*omsa larset*ra|, pqx & som e$so*netem.
<X| de+ a>sqxsom o>msa e>lahem, so+ q<o*pakom a$maseima*lemo|, e$di*xjem. Sot& de+ ke*omso| ei$|
a$lui*rsolom rpg*kaiom rtlutco*mso|, o< <Gqajkg&| sg+m e<se*qam ei>rodom a$p{jodo*lgrem,
dia+ de+ sg&| e<se*qa| s{ & hgqi*{ e$peirg&khe jai*, s{ & sqavg*k{ sg+m vei&qa peqihei*| (avendogli
messo la mano intorno), jaservem acvxm, ex| e>pminem. $Epi+ de+ sx
* > % &m x> lxm he*lemo|
(avendolo posto), ei$| Ltjg*ma| e$jo*lifem.
(da APOLLODORO)

208 UNITAÁ 9
Hercules Tiryntha perveÅnit et Eurysthei iussum effecit. Primum igõÆtur iusseÆrat sibi
Nemeaei leonis pellem ferri: hoc animal, a Typhone genõÆtum, vulnerari non poteÆrat.
Hercules, contra leonem profectus, Cleonem perveÅnit et apud pauperem hominem
nomine Molorcum hospitio usus est. Ei, qui hostiam immolaturus erat, suasit ut eam usque
ad tricesimum diem servaret: si a venatione incolumis redisset, Iovi servatori illam
immolaret; si autem perisset, tunc sibi ut servatori tribueÆret.
Hercules, cum Nemeam pervenisset et leonem quaesivisset, primum sagittaÅ eum iecit.
Ubi cognovit eum vulnerari non posse, clavaÅ sublataÅ, insecutus est. Cum autem leo in
cavernam, duos exitus habentem, confugisset, Hercules alteÆrum obstruxit, per alteÆrum
feram adortus est et, cum collum manibus cinxisset, adstrictam retinuit quoad ei spiritum
eripuit. Postea eam humeris sublatam Mycenas tulit.

c
Frammento di un
monumento
funerario, che
rappresenta EÁracle
mentre combatte
contro il leone di
NeÁmea. Colonia,
Museo Romano-
Germanico.

§
ddd s 15. Alcuni famosi detti di Aristotele s

<O $Aqirsose*kg| sqix & m e>ug (diceva) dei&m paidei*y, ut*rex|, lahg*rex|, a$rjg*rex|.
Sgm paideiam ekecem em le+m sai&| et$stvi*ai| ei#mai jo*rlom, e$m de+ sai&| a$stvi*ai|
+ * > $
jasautcg*m. Sx & m come*xm sot+| paidet*ramsa| e$msilose*qot| ei#mai sx & m lo*mom cem-
.
mgra*msxm sot+| le+m ca+q so+ fg&m, sot+| de+ so+ jakx & | fg&m paqarve*rhai.
Pqo+| so+m jatvx*lemom x<| a$po+ leca*kg| po*kex| ei>g (di appartenere a una grande
cittaÁ). «Ot$ sot&so, e>ug, lekesgse*om e$rsi*m, a$kk$ ei> si| leca*kg| pasqi*do| a>nio*| e$rsim.»

Gli aggettivi verbali d


I verbi politematici 209
$Eqxsghei+| si* e$rsi ui*ko|, e>ug. «Li*a wtvg+ dt*o rx*larim e$moijot&ra.» Sx & m a$mhqx*pxm
e>kece sot+| le+m ot%sx uei*derhai x| aei+ fgrole*mot|, sot+| de+ ot%sx| amaki*rjeim x<|
< $ $
at$si*ja sehmgnole*mot|.
Pqo+| so+m ai$siara*lemom x<| ei>g lg+ a$cah{ & e>qamom dedxjx*| (per aver dato del
denaro a un malvagio). «Ot$ s{ & a$mhqx*p{, e>ug, e>dxja (ho dato), a$kka+ s{ & a$mhqx-
pi*m{». $Eqxsghei+| px & | e$ m soi
& | ui* koi| pqorueqoi * leha (ci dovremmo comportare
con...) e>ug. «<X| a/m et$nai*leha (vorremmo) at$sot+| g<li&m pqorue*qerhai.» Sg+m
dijaiort*mgm e>ug a$qesg+m wtvg&| jai+ ja*kkirsom e$uo*diom s{ & cg*qy sg+m paidei*am.
(da DIOGENE LAERZIO)

§
ddd s 16. EÁracle cattura il cane Cerbero s

Dxde*jasom jai+ seketsai&om e>qcom e$ce*meso g< sot& Jeqbe*qot a$pacxcg*, sot& %Aidot
jtmo*|. <O de+ Je*qbeqo| sqei&| le+m jtmx & m jeuaka+| ei#vem,
rx & la d$ i$rvtqo+m jai+ e$pi+ s{ & mx*s{ pokka+| e$vidmx &m
jeuaka*|, hat&la i$dei&m. <O d$ <Gqajkg&|, ei$| Sai*maqom sg&|
Kajxmijg&| paqacemo*lemo|, e>mha so+ %Aidot rso*la e$rsi*m,
jase*baimem. <X| de+ ai< wtvai+ at$so+m ei#dom, pa&rai pkg+m sot&
Lekea*cqot e>utcom. <O d$ <Gqajkg&| so+m Pkot*sxma so+m
Je*qbeqom z>sgrem jai+ o< Pkot*sxm at$s{ & e$pe*sqewem a>ceim
a>met o%pkxm jqasg*ramsi.
Hx*qaji a>qa lo*mom jai+ s{ & ke*omso| de*qlasi o<pki-
& jtmi+ e$pa*kaiem. Jai*peq, e$m s{
rhei*|, s{ & pakai*eim, ei$| so+m
a$qirseqo+m po*da dajmo*lemo|, a$ei+ la&kkom sai&| veqri+ so+m
hg&qa a$pg&cve jai+ se*ko|, a%se i$rvt*i peqix*m (da peqi* µ ei$li*),
e$da*lare jai+ e%perhai g$ma*cjarem. <O de+ sot& g%qxo|
derpo*sg| (Euristeo) s{ & jtmi+ ot%sx| e$uobg*hg, x % rs$ at$si*ja
at$so+m jase*pelwem. <O d$ <Gqajkg&| lesa+ sat&sa sg&|
ai$rvqa&| dotkei*a| e$ket*heqo| g#m.

§
ddd
s 17. La morte di Catilina s

Jasiki*mam de+ e$| dirltqi*ot| se a$cei*qamsa jai+ sot*sxm


sesaqsglo*qiom o<pki*ramsa g>dg jai+ e$| Cakasi*am e$pi+ a>kkgm
paqarjetg+m a$pio*msa (part. pres., acc. masch. sing. da
a$po* + ei#li) $Amsx*mio| o< e%seqo| t%paso| t<p$ $Akpei*oi|
jasakabx*m, ot$ dtrveqx & | e$jqa*sgrem a$mdqo+| e$lpkg*jsx|
$akko*josom e>qcom e$pi+ mot&m kabo*mso|.
Ot$ lg+m o% ce Jasiki*ma| ot$d$ a>kko| ot$dei+| sx &m
rtmo*msxm (part. pres., genit. masch. pl. da rt*m + ei$li*)
e$piuamx & m utcei&m g$ni*xrem, a$kk$ ei$rdqalo*mse| e$| sot+|
m pokeli * ot| $
a *
px komso (furono uccisi). 'Xde le+m g< Jasiki*ma e$pama*rsari|, paq$ o$ki*com
Statua di EÁracle
in bronzo. e| ervasom ekhot&ra jimdtmot sz& pokei, diekt*eso. Jai+ o< Jije*qxm, a%parim e$pi+ ko*cot
$ > $ * *
Parigi, Museo dtma * lei lo*mz cmx*qilo| x > m, so*se jai+ e$pi+ e>qc{ dia+ rso*laso| g#m jai+ rxsg+q e$do*jei
del Louvre.
peqiuamx & | a$pokktle*mz sz& pasqi*di (per la patria che andava in rovina) ceme*rhai,
va*qise*| se g#ram at$s{ & paqa+ sg+m e$jjkgri*am jai+ et$ugli*ai poiji*kai. Ja*sxmo| d$ at$so+m
jai+ pase*qa sg&| pasqi*do| pqoracoqet*ramso|, e$pebo*grem o< dg&lo|.
(da APPIANO)

210 UNITAÁ 9
RECUPERO UNITA Á 8-9
(esercizi interattivi - versione con tutor)

Es. n. 1 - Coniuga il perfetto e il piuccheperfetto medio-passivi dei seguenti verbi.


poie*x (io faccio) - saqa*rrx (io turbo) - jqt*psx (io nascondo).

Es. n. 2 - Coniuga il perfetto e il piuccheperfetto medio-passivi dei seguenti verbi.


moli*fx (io credo) - jqi*mx (io giudico) - rse*kkx (io mando).

Es. n. 3 - Forma gli aggettivi verbali dei seguenti verbi; poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. kt*x ktso*|, sciolto, solubile ktse*o|, che deve essere sciolto
2. cqa*ux
3. dix*jx
4. a$qe*rjx
5. jake*x
6. poie*x
7. sg*jx
8. sqe*px
9. vqi*x
10. lilmg*rjx
11. ba*psx
12. e$cei*qx
13. e$kpi*fx
14. joli*fx
15. jqi*mx
16. jqt*psx
17. x$he*x
18. ke*cx
19. rglai*mx
20. rjeta*fx
21. sa*rrx
22. uai*mx
23. kalba*mx
24. pi*mx
25. cicmx*rjx
26. et<qi*rjx

Recupero unitaÁ 8-9 211


Es. n. 4 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.
dedot*kxmsai - pe*pqaclai - e>rsqawai - pe*uamrx - g>ccekhom - kekeille*mai g#ram -
pepeirle*mo| z#| - ei$ka*lleha - peptrle*moi x # ri(m) - e$memoli*rlgm - sesilgjti&a e>rz -
peuarle*mg ei>g - g$cce*khai - je*jkgrhe - jejatrle*moi ei#em - ei>fx - e$euhaqle*mo| e>rsai -
pepqa*vhai - e>rsqawx - e$sesi*lgmso - e$pepei*rhgm - pepoig*rerhai - memoli*resai -
e$pepai*detso - g>ccekro - sesilgjo*se| e>roimso - peuikg*rerhe - kekgwo*lemo| -
g$ccekle*moi e$ro*leha - bebka*wz.

Es. n. 5 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


ai<qg*rei| - g$qvo*lgm - e$qx & - e$x*qxm - e>sqeve| - e$ue*qolem - e$kgkt*hei| - ai<qehg*resai -
e$ket*romsai - q<ghg*romsai - oi#de(m) - oi>rese - ua*cxri(m) - z%qgja| - g#khe(m) - e>uacom -
z<qe*hg - e<x*qaja| - g>mecja - ei#pa| - ue*qe - e$kgkt*halem - e$dgdo*jase - o>wz -
dqalot&lai - e>hqenam - g$me*vhg - >idese - g>rhiom - ei#pe| - ei>qgje(m) - x > uhgram -
g>mecjom - ai<qg*roio - i$de* - e$qqg*hglem - e$dgdo*jeim - ei>dolem - dedqalg*jari(m) -
oi$rhg*resai - e<x*qalai - e$dqa*lese - e$mg*meclai - z<qg*leha - g>qvot - a/m q<ghg*rerhe - >idz|
- dqa*le - oi$ i$do*mse| - o< e$mevhei*| - dedqa*lgje(m) - e$ue*qomso - dqa*loili - e<koi*lgm -
e$mevhx& lem - a/m o$uhei&em - e<x*qa - a/m ua*coi - dqa*lgse.

Es. n. 6 - Volgi le voci verbali dell'esercizio n. 5 dal singolare al plurale e viceversa, lasciando
inalterati il modo, il tempo. la persona e la diaÁtesi; poi traduci.

Es. n. 7 - Scegli la traduzione corretta tra quelle proposte.


1. e$cmx*rlgm 2. dedot*kxmsai
ESERCIZIO & io ero stato conosciuto & essi si assoggettano
INTERATTIVO & io ero conosciuto & essi si sono assoggettati
& io sono stato conosciuto & essi si erano assoggettati

3. pe*peirai 4. sesilgjo*se| e>rerhe


& tu ti eri persuaso & voi avrete onorato
& tu ti persuadi & voi sarete stati onorati
& tu ti sei persuaso & essi avranno onorato

5. peuarle*mg e>rsai 6. jatrso*|


& ella sara
Á mostrata & che deve essere bruciato
& ella sara
Á stata mostrata & bruciata
& ella mostreraÁ & bruciato

7. utkajsg* 8. paidetse*o|
& custodita & educato
& custodito & che deve essere educato
& che deve essere custodita & che deve essere educata

9. e>dolai 10. ei#pe|


& io mangiavo & tu dicesti
& io mangio & egli disse
& io mangeroÁ & io dissi

212 RECUPERO UNITAÁ 8-9


11. e$mg*move(m) 12. hqejse*om e$rsi*(m)
& egli aveva portato & si correva
& egli ha portato & si corre
& egli portava & si deve correre

13. e$kgkt*heilem > uhgram


14. x
& noi eravamo andati & essi sono stati visti
& voi eravate andati & essi furono visti
& noi andavamo & essi erano visti

Es. n. 8 - Completa le seguenti frasi coniugando il verbo in parentesi nel modo, tempo, persona,
numero e diaÁtesi richiesti; poi traduci.
1. $Ejei&mo| o< rsqasix*sg|, x<| jai+ pokkoi+ a>kkoi, e$mo*life sz& a$qesz& sg+m do*nam (inf.
ESERCIZIO
INTERATTIVO
fut. perf. di jsa*olai) .
<
2. Ai sx & m $Ahgmaixm mg&e| (ind. piucchep., III pers. pl. medio-pass- di sa*rrx)
*
, x<| pqo+| sg+m matlavi*am (part. perf. medio-
pass., nom. femm. pl. di paqarjeta*fx) .
3. Oi#da o%si mt&m t<li&m (agg. verb. in -se*om di uet*cx µ ind. pres., III pers. sing. di ei$li*)
, e$pei+ g< t<lese*qa po*ki| e$m leca*koi| jim-
$
dt*moi| ersi*m).
4. Ke*cotrim o%si o< rsqasgco*|, poke*liom fx & msa rtkkabx*m, ei$| sg+m e<atsot& sqig*qg
(ind. perf., III pers. sing. att. di lesaue*qx) .
5. Ot$dei+| t<lx& m ot>pose (ind. fut., III pers. sing. att. di ke*cx nel significato di
«dire») o%si e$cx+ sg+m sx
& m pomgqx & m uiki*am (ind.
aor., I pers. sing. med. di ai<qe*x) .
6. Oi< rsqasix & sai, x<| sot+| pokeli*ot| (part. aor., acc. masch. pl. di pqor-
*
sqevx) (ind. aor., III pers. pl. att. di o<qa*x)
, e$jpkace*mse| e$j sot& rsqasope*dot e>utcom.

Es. n. 9 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali espresse con il perfetto e il
piuccheperfetto medio-passivi e con il futuro perfetto; individua, poi, gli aggettivi verbali e
le voci dei verbi politematici; quindi indica il valore sintattico delle proposizioni
subordinate; infine traduci.
1. <G cqat&| s{ & paidi*{ ei#pem. `$Ea+m o< kt*jo| det&qo e>khz, x # se*jmom, at$so+m
uomet*rolem.@ - 2. Ei$ d' a$macjai&om ei>g a$dijei&m g/ a$dijei&rhai, la&kkom a$dijei&rhai
e<koi*lgm a>m. - 3. >Eloice ot#m dojei& sa+ jaka+ jai+ s'acaha+ a$rjgsa+ ei#mai, ot$v g%jirsa de+
sg+m rxuqort*mgm - 4. Pa*msa e$m sz& sx & m lmg*lz cecqa*wesai, o%ra oi< st*qammoi
& m pokisx
som dg&lom gdijgram. - 5. $Eam sat&sa poig&se, t<u' t<lx
+ $ * + & m e$cx+ at$so+| di*jaia pepomhx+|
#
e>rolai jai+ oi< ti<ei&|. - 6. Sot+| ui*kot|, x pai&de|, et$eqcese*om, sx & m borjgla*sxm
e$pilekgse*om, sg+m po*kim x$uekgse*om e$rsi*m. - 7. Cemole*mg| leca*kg| uhoqa*|, soi&|
Kajedailomi*oi| g< jasa+ sg+m ha*karram utcg+ a$peje*jopso. - 8. Kektle*mxm sx &m
rpomdx & m, oi< poke*lioi paqerjeta*fomso x<| a$mdqei*x| pokelg*romse|. - 9. Oi< jg*qtje|
ei$| sg+m po*kim g#khom jai+ g>ccekom o%si oi< $Ahgmai&oi e$m sz& la*vz g<rrgle*moi ei#em. - 10. Oi<
poigsai+ e>kecom o%si o< Fet+| t<po+ sz& $Alakhei*y sz& ai$ci+ e$se*hqapso. - 11. Oi< a>ccekoi soi&|

Recupero unitaÁ 8-9 213


$Ahgmai*oi| e$rsakle*moi g#ram, %ima lg+ rt+m soi&| Hgbai*oi| sg+m ei$qg*mgm pqa*ssoiem. -
12. Ke*cotrim e$m s{& paqadei*r{ s{ & barikij{ & sot& Jt*qot sa*uom ei#mai jai+ peqi+ at$so+m
a>kro| de*mdqxm pamsoi*xm peutset&rhai. - 13. <O vqgrlo+| ei$qg*jei so+m Daqei&om t<po+
sot& $Akena*mdqot mijghg*rerhai. - 14. Oi< a>ccekoi g>cceikam sot+| pokkot+| sx &m
rsqasixsx & m $Ahgmai*xm e$m soi&| o>qerim ei$kg&uhai.
& m sx

Analizza e traduci le seguenti versioni.

s 1. Una difficile marcia nella neve s

$Ekei*pomso de+ sx & m rsqasixsx & m oi% se dieuhaqle*moi t<po+ sg&| vio*mo| sot+|
$ouhaklot+| oi% se t<po+ sot& wt*vot| sot+| dajst*kot| sx & m podx & m a$porergpo*se|. #Gm
de+ soi&| le+m o$uhakloi&| e$pijot*qgla sg&| vio*mo| ei> si| le*kam e>vxm pqo+ sx & m o$uhaklx &m
e$poqet*eso, sx & m de+ podx & m ei> si| jimoi&so jai+ lgde*pose g<rtvi*am e>voi.
%Oroi de+ t<podedele*moi e$joilx & mso, ei$redt*omso ei$| sot+| po*da| oi< i<la*mse| jai+ sa+
t<podg*lasa peqiepg*cmtmso (si congelavano). Dia+ sa+| soiat*sa| ot#m a$ma*cja| t<pe-
kei*pomso* sime| sx & m rsqasixsx & m. jai+ i$do*mse| le*kam si vxqi*om, dia+ so+ e$jkekoipe*mai
at$so*hem sg+m vio*ma, z>jafom sesgje*mai. jai+ e$sesg*jei dia+ jqg*mgm sima*, g= pkgri*om g#m
a$sli*fotra e$m ma*pz. $Emsat&ha e$jsqapo*lemoi e$ja*hgmso jai+ ot$j e>uaram (si sedettero
e si rifiutarono) poqet*erhai.
(da SENOFONTE)

s 2. Alessandro si abbandona a un sonno profondo s

Ke*cotrim $Ake*namdqom e$m sz& mtjsi+ sz& pqo+ sg&| e$m $Aqbg*koi| la*vg| t%pm{ bahei&
VERSIONE jqasghg&mai paqa+ so+ ei$xho*|, x% rse hatla*feim sot+| g<celo*ma| o>qhqot pqorekho*mso|.
CON TUTOR
Jai+ ke*cotri paq' at$sx & m e$nemecjei&m paqa*ccekla pqx & som a$qirsopoiei&rhai sot+|
rsqasix*sa|.
>Epeisa, sot& jaiqot& e$pei*comso|, ei$rekho*msa Paqlemi*xma jai+ pqorsa*msa (es-
sendosi messo davanti) sz& jki*mz di+| g/ sqi+| sot>mola at$sot& uhe*cnarhai. jai+ e$ceqhe*mso|
sot& $Akena*mdqot ot%sx|, at$so+m e$qe*rhai si* t%pmom jahet*doi sot& memijgjo*so|, ot$ sot&
le*kkomso| a$cxmiei&rhai
so+m le*cirsom sx & m a$cx*-
mxm. So+m d' $Ake*namdqom
ei$pei&m leidia*ramsa. `Si*
ca*q; Ot$j g>dg roi memijg-
je*mai dojot&lem, a$pgk-
kacle*moi sot& pkama&rhai
jai+ sot& dix*jeim e$m pokkz&
jai+ dieuhaqle*mz vx*qy
utcolavot&msa Daqei&om;@
(da PLUTARCO)

b
Charles Laplante, Alessandro
Magno con Aristotele, suo
maestro (illustrazione inserita
in un testo francese del 1866).

214 RECUPERO UNITAÁ 8-9


UNITAÁ 10 Sintesi
LEZIO in slide
N
d I verbi in -li del primo gruppo E 25
con il tema del presente
uguale al tema verbale

OBIETTIVI

^ Conoscenze: ^ AbilitaÁ:
d Morfologia: > i verbi in -li del primo gruppo d riconoscimento dei verbi in -li del primo gruppo
con il tema del presente uguale al con il T. P. uguale al T. V.
tema verbale d distinzione tra le diverse determinazioni di tempo
d Sintassi: > le determinazioni di tempo d riconoscimento delle proposizioni avversativa ed
> la proposizione avversativa eccettuativa
> la proposizione eccettuativa d riconoscimento delle proposizioni dipendenti dai
> i verba curandi verba curandi
d Elementi di lessico: sostantivi, verbi composti di d capacitaÁ di coniugare i verbi in -li del primo
ei$li*, ei#li e jei&lai di alta e media frequenza, gruppo con il T. P. uguale al T. V.
d memorizzazione e organizzazione delle conoscen-
ze lessicali
d capacitaÁ di svolgere esercizi di vario tipo
d capacitaÁ di analizzare e tradurre frasi e brani di
varia difficoltaÁ

c
StoaÁ di Attalo,
porticato che era
ubicato nell'AgoraÁ
di Atene.
Completamente
ricostruita,
attualmente ospita
il Museo
dell'AgoraÁ.

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente


uguale al tema verbale 215
d TEST DI VERIFICA DEI PREREQUISITI

Rispondi alle seguenti domande. 10. Quali sono i suoi tempi e i suoi principali
significati?
1. Come eÁ detta la coniugazione dei verbi in -li? 11. Da quali verbi esso eÁ spesso sostituito?
2. In quali tempi essi differiscono dai verbi in -x? 12. Qual eÁ la radice apofonica di ugli*?
3. In quanti gruppi sono di solito distinti? 13. Quali sono i suoi tempi e le sue voci enclitiche?
4. Quali sono i piuÁ comuni verbi in -li del primo 14. EÁ apofonica la radice di jei&lai? E quella di
gruppo, che hanno il tema del presente uguale g'lai?
al tema verbale?
15. Quali sono i tempi di questi ultimi due verbi?
5. Qual eÁ la radice apofonica di ei$li*?
16. Quali sono le poche voci usate di g$li*?
6. Quali sono i suoi tempi e i suoi principali si-
gnificati? 17. Che cosa era originariamente il verbo imperso-
nale vqg*? A quale espressione latina corri-
7. Da quale verbo eÁ sostituito negli altri tempi? sponde?
8. Dal punto di vista dell'accentazione come si 18. Quali sono i verbi deponenti in -li con il tema
definiscono le voci del presente indicativo di del presente uguale al tema verbale bisillabico
ei$li* (tranne la seconda persona singolare)? in -a? Scrivi accanto ad ognuno di essi il
9. Qual eÁ la radice apofonica di ei#li? significato.

Ei$li* E COMPOSTI
Repertorio lessicale
d a>p-eili (io sono lontano da, sono sono tra); le*sersim (con val. d peqi*-eili (io sono superiore a,
assente, sono privo di) impers., riguarda, tocca, spetta, sto intorno, circondo, soprav-
d e>m-eili (io sono dentro, sono tra, interessa a) vivo)
sono in mezzo a); sa+ e$mo*msa d pa*q-eili (io sono presente, sono d pqo*r-eili (io sono presso, sono
(part. n. pl., cioÁ che eÁ possibile) presso, assisto); pa*qersim (con presente); sa+ pqoro*msa (part. n.
d e>n-eili (io ho origine da, derivo val. impers., eÁ lecito); sa+ pa- pl., le proprietaÁ)
da); e>nersim (con val. impers., eÁ qo*msa (part. n. plur., le circo- d rt*m-eili (io sono insieme, abito
lecito) stanze presenti, le cose presenti, il con, favorisco); oi< rtmo*mse| (part.
d e>p-eili (io sono sopra, sovrasto) presente); oi< paqo*mse| (part. masch. pl., i compagni)
d le*s-eili (io sono partecipe di, masch. pl., i presenti)

Es. n. 1 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð lesg&ram - e>rerhai - e>mirhi - oi< paqero*lemoi - a$pe*rerhai - g#ram - e>rse - a/m ei>g -
x# ri(m) - e$no*m - rtme*rsai - ai< ot#rai - o< e$ro*lemo| - a>pihi - g#rsom - x
# lem - oi< o>mse| -
e$roi*leha - ei$ri*(m) - e>nersim - oi< a$po*mse| - paqot&rim - a/m paqei*gm - e>rolai - sx &m
o>msxm - e>roio - ei# - g#rha - ei#mai - e$rso*m - rtmeroi*lgm - e$nei&mai - rtme*rsx - >irhi - a/m
ei>gm - x# - pa*qeiri(m).
Ð che tu sia - essi potrebbero essere - a colei che eÁ - di coloro che saranno - di colui che
eÁ - voi due eravate - essere - voi due siete - noi saremo - essendo lontano (part. nom.
masch.) - essere per essere - eÁ lecito - tu eri lontano - essi saranno - a coloro che
sono - io sono dentro - egli era - essi avranno origine - io fui - a quelle che sono
presenti - a colei che eÁ assente - che voi siate lontani - di coloro che sono - coloro

216 UNITAÁ 10
che sono intorno (sogg.) - che io sia superiore - essendo presente (part. nom.
masch.) - di coloro che sono sopra - a quelli che sono insieme - essere intorno - tu
sei - essere assente - essendo superiori (part. nom. femm.) - essere partecipe - sii
presente tu - voi due potreste essere superiori.

Le determinazioni di tempo
Ð «al tempo di»
SCHEDA GRECO: e$pi* e il genitivo
SINTATTICA
LATINO: temporõÆbus, aetate e il genitivo
r $Epi+ sot& Jai*raqo|, ei$| $Ari*am e>bglem.
Caesaris aetate, in Asiam ivõÆmus.
Al tempo di Cesare, andammo in Asia.
Ð «verso»
GRECO: jasa*, a$lui*, peqi*, t<po*, pqo*| e l'accusativo
LATINO: ad, circa, circõÆter, sub e l'accusativo
r 'Gje peqi+ e<rpe*qam.
VeneÆrat sub vesperum.
Era venuto verso sera.
Ð «in quanto tempo», «entro quanto tempo»
GRECO: e$m e il dativo
e$mso*| e il genitivo
LATINO: ablativo
intra e l'accusativo
r $Em sqiri+m g<le*qai| oi< poke*lioi sg+m vx*qam e$ka*lbamom.
Tribus diebus hostes regionem expugnabant.
Entro tre giorni i nemici conquistavano la regione.
Ð «da quanto tempo», «quanto tempo fa»
GRECO: a$po*, e$j e il genitivo
accusativo del numerale ordinale accresciuto di un'unitaÁ (se l'azione iniziata eÁ
ancora in atto)
accusativo del numerale ordinale e dei pronomi o%de, ot'so| ed e$jei&mo| (se
l'azione si eÁ giaÁ conclusa)
LATINO: iam e l'accusativo del numerale ordinale accresciuto di un'unitaÁ (se l'azione
iniziata eÁ ancora in atto)
abhinc e l'accusativo del numerale cardinale (se l'azione si eÁ giaÁ conclusa)
r Se*saqsom lg& ma e$m po*kei le*mx.
Iam quartum mensem in urbe maneo.
Da tre mesi rimango in cittaÁ.
Se*saqsom e>so| sot&so ei$| po*kim e>bgm.
Quattuor annos abhinc in urbem me contuÆli.
Andai in cittaÁ quattro anni fa. )
I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente
uguale al tema verbale 217
Ð «per quando», «fino a quando»
GRECO: ei$|, e$pi* e l'accusativo
LATINO: in, usque ad e l'accusativo

r Ei$| so+ e>aq e$mha*de lemot&lem.


Usque ad ver hic manebõÆmus.
Fino alla primavera rimarremo qui.
Ð «quanto tempo prima»
GRECO: dativo del numerale cardinale seguõÁto da pqo* e il genitivo
LATINO: ablativo seguõÁto da ante
accusativo preceduto da ante
ablativo o accusativo con ante frapposto fra il numerale e il sostantivo
r Dtoi&m g<le*qaim pqo+ sg&| la*vg| o< rsqasgco+| sot+| rsqasix*sa| rtmeja*kerem.
Duobus diebus ante pugnam imperator milites convocavit.
Due giorni prima della battaglia il comandante convocoÁ i soldati.
Ð «quanto tempo dopo»
GRECO: dativo del numerale cardinale seguõÁto da t%rseqom e il genitivo o lesa* e
l'accusativo
LATINO: ablativo seguõÁto da post
accusativo preceduto da post
ablativo o accusativo con post frapposto tra il numerale e il sostantivo
r Dtoi&m g<le*qaim t%rseqom sg&| la*vg| sot+| mejqot+| e$ha*walem.
Duobus diebus post pugnam mortuos sepelivõÆmus.
Due giorni dopo la battaglia seppellimmo i morti.
Ð «quante volte in un determinato tempo»
GRECO: genitivo preceduto dall'avverbio numerale
LATINO: in e l'ablativo preceduto dall'avverbio numerale

r Sqi+| g<le*qa| sz& hey& e>htem.


Ter in die deae sacra faciebat.
Tre volte al giorno offriva sacrifici alla dea.
Ð «fra quanto tempo», «di qui a quanto tempo»
GRECO: lesa* e l'accusativo
LATINO:post, ad e l'accusativo
r Lesa+ pe*mse g<le*qa| e%soiloi e$ro*leha.
Ad quinque dies parati erõÆmus.
Tra cinque giorni saremo pronti.
Ð «ogni quanto tempo»
GRECO: paqa* e l'accusativo del numerale ordinale
dia* e il genitivo del numerale ordinale
LATINO: ablativo del numerale ordinale accresciuto di un'unita
Á e del pronome quisque
r Paqa+ e%jsom lg & ma ei$| so+m a$cqo+m e>baimom.
Septimo quoque mense in agrum ibant.
Ogni sei mesi andavano in campagna.

218 UNITAÁ 10
Es. n. 2 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali di ei$li* e dei suoi composti;
d individua, poi, le proposizioni subordinate; quindi traduci.
1. Pokkoi+ dojot&ri rouoi+ ei#mai lg+ o>mse| (part. con val. concessivo). - 2. %Apa| ko*co|
la*saio| jai+ jemo+| uai*mesai, a/m a$pz& sa+ pqa*clasa. - 3. Ei> si| a$caho+| rsqasgco+| g/
jtbeqmg*sg| bot*koiso uai*merhai, lg+ x > m (part. con val. concess.), si* at$s{ & a/m
* / $ * $
rtlbaimoi; - 4. <Gli&m am eneig ej sx & m okicxm fg&m. - 5. Dei& som uikom eteqcesei&m ± x<|
$ * + * $
o< Jkeo*botko| ke*cei ±, o%px| la&kkom ui*ko| z#, so+m d$ e$vhqo+m ui*kom dei& poiei&m. - 6. #X
a>mhqxpe, e$a+m et# uqomz&|, sa+ pa*msa et$dai*lxm e>rz. - 7. <O Jqisi*a| e$m Herraki*y rtmg&m
a$mhqx*poi| a$moli*y la&kkom g/ dijaiort*mz vqxle*moi|. - 8. <O Jt&qo| dia+ pa*hot| soi&|
sx& m <Ekkg*mxm rsqasgcoi&| e>kecem o%si g< o<do+| pqo+| so+m barike*a ei$| Babtkx & ma e>roiso.
- 9. Sx & m a$mog*sxm e$rsi+m sa+ paqo*msa a$uei&mai (tralasciare) jai+ sa+ a$po*msa dia+ sg+m
e$pihtli*am dix*jeim. - 10. $Ekpi*fx pa*msa e$loi+ a>qirsa e>rerhai. - 11. Oi< deikoi+ a>mdqe| e$m
la*vz a$qihlo+m ot$j e>votrim, a$kk$ a>peiri ja/m paqx & rim. - 12. <Glei&| le+m g#lem o%peq t<lei&|
e$rse, t<lei&| d$ e>rerhe o%peq g<lei&| e$rlem.

LABORATORIO LESSICALE

Tra i termini greci derivanti dall'aggettivo di prima classe o$ki*co|, -g, -om («piccolo, breve, corto, esiguo,
poco considerevole, debole, scarso, poco») i piuÁ ricorrenti sono:
± o$kic-a*ji| (raramente) ± o$kico-pomi*a (ignavia)
± o$kic-amdqi*a (scarsezza) ± o$kico-pqa*clxm (che si occupa poco o di poco)
± o$kic-aqve*x (io faccio parte della oligarchia) ± o$kico-rhemg*| (con poco vigore, stanco)
± o$kic-aqvi*a (oligarchia) ± o$kico*-sg| (piccolezza, scarsezza)
± o$kic-aqvijo*| (oligarchico) ± o$kico-sili*a (poco onore)
± o$kico-mi*a (poca feconditaÁ) ± o$kico-ua*co| (che mangia poco)
± o$kico*-fxo| (di corta vita) ± o$kico-uiki*a (scarsezza di amici)
± o$kico*-jaqpo| (che daÁ pochi frutti) ± o$kico-vqo*mio| (di breve tempo, di corta durata)
± o$kico-ka*ko| (che parla poco) ± o$kico*-x (io rimpicciolisco, diminuisco)
± o$kico-lahg*| (poco istruito) ± o$kic-xqe*x (io non curo, trascuro)
± o$kico*-pai| (che ha pochi figli) ± o$kic-xqi*a (noncuranza)
± o$kico-poie*x (io riduco a poco)

d Dei precedenti termini memorizza quelli evidenziati in neretto.

Da o$ki*co| derivano anche alcuni vocaboli italiani:


± oligaÁrca ± oligoceÁne ± oligofrenõÁa ± oliguÁria
± oligarchõÁa ± oligocrazõÁa ± oligofreÁnico
± oligarchico ± oligoemõÁa ± oligominerale
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. Quattro giorni dopo la battaglia i nostri, che erano dentro la rocca, si prepararono a
ricevere i nemici. - 2. Non eÁ lecito che voi diciate queste cose. - 3. I figli erano presso il

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente


uguale al tema verbale 219
letto del re morente. - 4. Spetta al padre (ei$li* + genit. di pertinenza) fare cioÁ. - 5.
Speriamo che entro pochi giorni la cittaÁ dei nemici saraÁ nostra. - 6. Io credo che sia
lecito combattere. - 7. Andai in cittaÁ cinque giorni fa. - 8. Andremo a casa del nostro
amico verso sera.

Ei#li E COMPOSTI

Repertorio lessicale
d a$msi-pqo*r-eili (io marcio con- d e>p-eili (io sopraggiungo, mi av- d peqi*-eili (io vado intorno, giro
tro) vicino a, assalgo) per, vago)
d a>p-eili (io me ne vado, parto, mi d ja*s-eili (io vado giuÁ, scendo d pqo*-eili (io vado avanti, pro-
allontano) verso, ritorno in) cedo verso)
d ei>r-eili (io entro in) d le*s-eili (io seguo, inseguo, aspi- d pqo*r-eili (io vado verso, mi ac-
d e>n-eili (io esco da, vado fuori) ro a) costo a, mi presento, vado con-
d e$p-a*m-eili (io ritorno in, salgo d pa*q-eili (io passo accanto, tra- tro)
verso) lascio, sorpasso, entro in)

Le proposizioni avversative
In greco le proposizioni avversative, che appartengono al gruppo delle subordinate
S C H E D A complementari indirette (o avverbiali), si possono esprimere con una relativa impro-
SINTATTICA
pria (cfr. lat.), il genitivo assoluto (cfr. lat. ablativo assoluto), il participio congiunto
(cfr. lat.):
^ $Emoli*folem at$so+m pomgqo+m ei#mai, o=m mt&m cicmx*rjolem a$caho+m a>mhqxpom ei#mai.
Existimabamus illum esse improbum, quem nunc sciamus hominem bonum esse.
Credevamo che egli fosse malvagio, mentre ora sappiamo che egli eÁ un uomo buono.
Pa*msxm t<lx& m uobotle*mxm, e$cx+ lo*mo| la*volai.
Vobis omnibus timentibus, ego unus pugno.
Mentre tutti voi temete, io solo combatto.

Es. n. 4 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð oi< e$irio*mse| - sg&| ei$riot*rg| - lesa+ sx & m pqoio*msxm - z#ram - e>neili - >isom -
e$pami*ari(m) - >igse - paqie*mai - peqi*eiri(m) - i$se*om - lesi*ari(m) - sot& i$o*mso| -
pqo*rise - g< e$piot&ra - pa*qeiri(m) - i$e*mai - >isx - >ise - >iari(m) - >ioi| - a/m >ioili - >iz -
ei#ri(m) - z>sgm - g< i$ot&ra - z#a - a>pihi - >ix - ei#.

Ð essi entrano - andate voi - tu uscirai - voi due andrete - andando (part. nom. masch.
sing.) - tu vai - allontanarsi - va' avanti tu - andare - essi andarono - voglia il cielo
che egli sopraggiunga - andate giuÁ voi - di colui che va - a quelle che vagano - voi
passavate vicino - a coloro che marciano contro - tu passi accanto - egli potrebbe
andare giuÁ - essi ritornavano - di colui che entra.

220 UNITAÁ 10
Es. n. 5 - Scegli la traduzione corretta tra quelle proposte.
1. >ixlem & che noi andiamo 2. >irsx & sappia egli
& noi andiamo & vada egli
& che noi siamo & sia egli
3. z#ram & essi dicevano 4. g#lem & noi andavamo
& essi andavano & noi eravamo
& essi erano & noi sapevamo
5. z>eirha & tu sai 6. e>rsom & siate voi due
& tu eri & sappiate voi due
& tu andavi & andate voi due
7. z#lem & noi eravamo 8. e>rse & voi siete
& che noi siamo & siate voi
& noi andavamo & che voi siate
9. ei$de*mai & essere 10. >iari(m) & essi sanno
& sapere & essi vanno
& andare & essi sono

Es. n. 6 - Trasforma i seguenti participi congiunti (che esprimono una proposizione subordinata
implicita) in una proposizione subordinata esplicita, secondo le indicazioni fornite; poi
traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. i$x*m (? prop. temporale) o%se ei#ri
quando va
2. petro*lemoi (? prop. finale)

3. kabo*mse| (? prop. temporale)

4. ai$rhamo*lemo| (? prop. causale)

5. uobot*lemoi (? prop. concessiva)

6. cicmx*rjomse| (? prop. avversativa)

7. bka*wxm (? prop. finale)

8. a$cce*kkomse| (? prop. condizionale)

9. i<jo*lemo| (? prop. temporale)

10. utco*mse| (? prop. concessiva)

11. utka*rrxm (? prop. condizionale)

12. bkabe*mse| (? prop. causale)

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente


uguale al tema verbale 221
Es. n. 7 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali di ei#li e dei suoi composti; poi
d d traduci.
1. $En e$jei*mg| sg&| po*kex| soi&| poki*sai| a$dt*masom g#m e$nie*mai. - 2. Sot& hama*sot
e$pio*mso| e$pi+ so+m a>mhqxpom, so+ le+m at$sot& hmgso+m a$pohmg*rjei, so+ d$ a$ha*masom
LA LINGUA GRECA... oi>vesai a$pio*m. - 3. Sx & m Lg*dxm e$pio*msxm, oi< $Ahgmai&oi diamoghe*mse| sg+m po*kim
ei#li e$jkipei&m, ei$| sa+| mat&| ei$rba*mse|, matsijoi+ e$ce*momso. - 4. At$so+| ei$| vei&qa| s{& Jt*q{
i$e*mai ot$j g>hekem, pqi+m g< ctmg+ at$so+m e>peirem. - 5. <O bariket+| soi&| rsqasix*sai| ei#pem.
«$Epi+ sot+| pokeli*ot| a$mdqei*x| >ixlem.» - 6. Soi&| pqo+| sg+m rsoa+m i$ot&rim, g=m Poiji*kgm
o$mola*fotrim, e>rsim <Eqlg&| vakjot&| $Acoqai&o| jakot*lemo|. - 7. <O rsqasgco*|, ei$|
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
Dekuot+| i$x*m, so+m heo+m g$qx*sa px & | sot+| pokeli*ot| a/m mijg*reiem. - 8. <Gmi*ja so+ sot&
ei#li $Aqsaneqnot rsqasetla gdg epzei, so+ <Ekkgmijo+m e>si e$m s{
* * > $ * & at$s{& le*mom rt+m soi&| e>si
pqoriot&ri rtmesa*sseso. - 9. <G Dglg*sgq g< hea+ mtjso+| jai+ g<le*qa| lesa+ kalpa*dxm,
sg+m Peqreuo*mgm fgsot&ra, jasa+ pa&ram sg+m cg&m peqiz*ei. - 10. <O Jkeo*botko| ke*cei.
«$Ej sg&| oi$ji*a| lg+ e>nihi, pqi+m a/m fgsg*rz| si* le*kkei| pqa*neim, jai*, o%sam pa*kim ei$ri*z|,
uqo*msife si* e>pqana|.»

Es. n. 8 - Trasforma le proposizioni subordinate delle frasi 2, 3, 7 e 9 dell'esercizio n. 7 da implicite


d d in esplicite; poi traduci di nuovo, come nell'esempio, usando in italiano delle proposizioni
esplicite.
Oi< poki&sai sot+| pokeli*ot| ei#dom jai*, deimx & | pkace*mse|, e$j sg&| po*kex| e>utcom. ?
Oi< poki&sai sot+| pokeli*ot| ei#dom jai*, dio*si deimx& | pepkgcle*moi g#ram, e$j sg&| po*kex|
e>utcom.
I cittadini videro i nemici e, poiche erano stati terribilmente colpiti, fuggirono dalla cittaÁ.

Ugli*, jei&lai E COMPOSTI, ja*hglai, g$li*, vqg*


Repertorio lessicale
d a$ma*-jeilai (io sono offerto, cio, sovrasto, incombo su) mi trovo innanzi, sono esposto,
sono consacrato) d peqi*-jeilai (io giaccio intorno, mi protendo)
d dia*-jeilai (io mi trovo in una porto intorno a me, sono cinto d t<po*-jeilai (io giaccio sotto,
certa situazione, sono disposto) da) soggiaccio, sono soggetto, sono
d e$pi*-jeilai (io sto sopra, minac- d pqo*-jeilai (io giaccio innanzi, sottoposto)

Es. n. 9 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð e$vqg&m - jahx& lai - vqg&mai - g# - ja*hgsai - g$li* - e$ja*hgmso - vqz& - e$jahg*rhgm - rt+m
s{& jahgle*m{ - oi< jeiro*lemoi - a/m vqei*g - t<pojeiro*leha - a/m je*oimso - sg&|
jeile*mg| - sg&| jahgle*mg| - ug&som - a$mejei*lgm - a/m uai&em - ux & ri(m) - e>jeiro - g<
ua&ra - ja*hgro - o< jei*lemo| - ux & - jei&rhai - uari*(m) - je*xlai - t<po*jeimsai - jei&rai
- e>uaram - sot& ua*mso| - ua*se - jei*rhx - e>ugrha - ua*mai - e$pi*jeisai - ua*hi -
jei*romsai - a/m uai*g - uz*|.
Ð di' tu - essi giacevano - noi diciamo (ugli*) - giaccia egli - di coloro che dicono - essi
sono disposti - voi potreste dire - giacere - voi state intorno (peqi*jeilai) - di colei
che dice - egli potrebbe giacere - essere sottoposto - che essi dicano - colei che giace

222 UNITAÁ 10
(compl. ogg.) - era necessario - sta' seduto tu - di coloro che minacciano (e$pi*jeilai)
- voi dicevate - a coloro che giaceranno - essendo necessario - quelle che saranno
sottoposte (compl. ogg., t<po*jeilai) - essere per giacere - che egli sia seduto - voi
incombete - essi potrebbero star seduti - che sia necessario - egli giace - voi due
stavate seduti - io dicevo (g$li*) - potrebbe essere necessario - a coloro che stanno
seduti - essere necessario - io sono seduto - tu dici.

Le proposizioni eccettuative
Le proposizioni eccettuative, che appartengono al gruppo delle subordinate comple-
S C H E D A mentari indirette (o avverbiali), nella lingua greca possono essere introdotte da pkg+m
S I N T A T T I C A e$a*m (cfr. lat. nisi, nisi forte, nisi vero) in unione con il congiuntivo, oppure da ei$ lg*
(cfr. lat. nisi, nisi forte, nisi vero) in unione con l'indicativo (se nella reggente vi eÁ un
tempo principale) o l'ottativo (se nella reggente vi eÁ un tempo storico):
^ Ot$ uikg*rz g<li&m, pkg+m e$a+m ci*cmz a$mg+q a$mdqei&o|.
Non amabeÆris a nobis, nisi vir audax fis.
Non sarai amato da noi, a meno che tu non diventi un uomo coraggioso.

Es. n. 10 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali di ja*hglai, ugli*, vqg*, jei&lai e
d d composti; poi traduci.
1. Oi< pqe*rbei| e$ja*hgmso e$m Lajedomi*y sqei&| o%kot| lg&ma|, e%x| g#khe Ui*kippo| e$j
Hqy*jg|. - 2. $Eloi+ ot$j e>nersi sa+ q<g*lasa a= uz&| a$jot*eim. - 3. Pa*msa e$m soi&| sx & m hex &m
LA LINGUA GRECA... co*mari jei&sai. - 4. Oi< g<le*seqoi rsqasix & sai soi&| ut*kanim a$lui+ pt&q jahgle*moi|
et<qi*rjx e$me*stvom. - 5. <O Jaqx*mda| soi&| <Qgci*moi| mo*lom e>hgjem (stabilõÁ). sot+| e$m poke*l{ sa*nim
kipo*msa| sqei&| g<le*qa| e$m sz& a$coqy& e$m e$rhg&si ctmaijei*y jahg&rhai. - 6. $Epei+ o< Jt&qo|
et'qe sg+m ctmai&ja jahgle*mgm jai+ so+m mejqo+m jei*lemom, e$da*jqtrem e$pi+ s{ & pa*hei. - 7. So+
a$jqxsg*qiom Rot*miom e$m peka*c{ $Ai$cai*{ sg&| $Assijg&| pqo*jeisai. - 8. <O Dioce*mg|
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
e$di*darje so+m Nemia*dgm so+m pqia*lemom (part. pres. di pqi*alai) at$so*m, ua*rjxm vqg&mai
et<qi*rjx at<s{ & pei*herhai, ei$ jai+ dot&ko| ei>g. - 9. <O Jke*aqvo| e>ug x<| vqei*g so+m rsqasix*sgm
la&kkom g/ so+m a>qvomsa so+m poke*liom uobei&rhai. - 10. <O Pqosaco*qa| ugri*. «Pa*msxm
vqgla*sxm le*sqom e$rsi+m o< a>mhqxso|, sx & m le+m o>msxm, x<| e>rsim, sx
& m de+ lg+ o>msxm, x<| ot$j
e>rsim.»

Es. n. 11 - Analizza le seguenti frasi, individuando i participi e indicando il loro valore sintattico; poi
d d traduci.

1. <O $Igrot&|. «>Auese (lasciate che) Ð e>ug Ð sa+ paidi*a e>qverhai pqo*| le.» - 2. Vqg+
o%si sg+m wtvg+m ot>se paqot&ram ot>se a$pot&ram o<qx & lem. - 3. <G Leroposali*a a$po+ sot&
LA LINGUA GRECA... jei&rhai lesant+ sot& Et$uqa*sot jai+ sot& Si*cqgso| x$mo*larsai. - 4. <O Jt&qo| sz& sqi*sz
dt*x g<le*qy e$pi+ sot& a%qlaso| jahg*lemo| sg+m poqei*am e$poiei&so. - 5. Dglorhe*mg| o< q<g*sxq
e>ug sg+m sx & m $Oktmhi*xm rxsgqi*am sg+m sx& m $Ahgmai*xm a$rua*keiam ei#mai. - 6. %Osi
Hakg&| o< uiko*rouo| e>ug so+m ha*masom ot$de+m sot& fg&m diaue*qeim, sx & m paqo*msxm si|.
«Rt+ ot#m ± g# ± dia+ si* ot$j a$pohmg*rjei|;». <O de+ Hakg&| a$pejqi*maso. «%Osi ot$de+m
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
diaue*qei.» - 7. $Em %Aidot sqei&| dijarsai*, o< Li*mx| se jai+ o< Ai>ajo| jai+ o< <Qa-
dt*x da*lamht|, e$ja*hgmso. - 8. <G Pa*mseia valai+ e$ja*hgso, sg+m sot& $Abqada*sot sot&
a$mdqo+| jeuakg+m e$pi+ soi&| co*marim e>votra. - 9. Vqg+ sot+| jqei*ssot| sx & m g<sso*mxm
a>qveim. - 10. <O <Eqlg&|, e$m rpaqca*moi| e$pi+ sot& ki*jmot jei*lemo|, e$jdt+| ei$| Pieqi*am

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente


uguale al tema verbale 223
paqeci*cmeso jai+ e>jkepse sa+| bo*a|, a=| o< $Apo*kkxm e>melem. - 11. <O sot+| a$rhemei&|
a$dijx
& m e$jsi*mei jaja+ a= pqo*seqom pepoi*gjem. - 12. $Acahot+| jai+ vqgri*lot| ui*kot|
jsa&rhai pa*msxm (neutro) g%dirso*m e$rsim.

Es. n. 12 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d d

1. Vorresti star seduto in questo posto? - 2. Gli antichi dicevano (ugli*) che
l'agricoltura eÁ la madre di tutte le arti. - 3. Entravano nella sala del banchetto alcuni
suonatori di cetra. - 4. Mentre io vi ho detto chi sono, voi non volete dirmi nulla. - 5.
Gli atleti, entrati nella palestra, si esercitavano al suono del flauto. - 6. Mentre
sopraggiungevano i nostri, l'esercito dei nemici tornoÁ indietro. - 7. EÁ necessario che i
soldati siano sottoposti (t<pojei&lai) al comandante. - 8. Dobbiamo badare Ð diceva
(g$li*) la madre al figlio Ð che tu non commetta nulla di male.

VERBI DEPONENTI IN -li CON IL TEMA VERBALE IN -a

Es. n. 13 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.

Ð a$carhg*resai - ei$| sot+| e$pirsale*mot| - dt*masai - sg&| a$carole*mg| - sx &m


e$pirsgrole*mxm - a$ca*rerhai - dtmg*rerhai - g$pirsg*hgram - jqelarhg&mai -
g$ca*rhg - oi< dtmgro*lemoi - a$ca*rolai - o< e$pirsa*lemo| - e$dtmg*hglem - oi<
a$caro*lemoi - dtmghg&mai - e$jqela*rhg - e>qasai - dtmghz& - g$qa*raso - e$pirsg*rz -
pqi*aro - e$qarhg*rerhai - o< jqelarhei*| - g$qa*rhg - o< jqelgro*lemo| - e$pqi*aso -
dedt*mgrai - sot& pqiale*mot - jqelg*romsai - sa+| pqiale*ma|.

Ð tu ammiri - egli potraÁ - ammirare (a>calai) - potere - voi due ammirerete - essi
possono - noi compriamo (pqi*alai) - io comprai - di coloro che ammirano - a
coloro che possono - essere per ammirare - egli comproÁ - essi sanno (e$pi*rsalai) - a
colui che potraÁ - coloro che sanno (compl. ogg.) - a colei che ama (e>qalai) - tu
potesti - di colei che sapraÁ - essere per sapere - tu amasti - egli pende (jqe*lalai) -
amare - di coloro che amano - tu pendi - colui che amoÁ (sogg.) - noi sapremo -
pendere - sapere - voi due penderete - a colei che compra - quelli che pendono
(sogg.) - di colei che penderaÁ - comprare - essi ammireranno.

I verba curandi
Le proposizioni dipendenti dai verba curandi [che significano «provvedere», «curare»,
S C H E D A «occuparsi di» (come e$pileke*olai); «preoccuparsi di», «cercare», «darsi pensiero che»
SINTATTICA * *
(come uqomsifx); «procurare che» (come rjopex); «darsi da fare» (come pqacla-
set*olai); «fare in modo che» (come pqa*rrx); «adoperarsi», «sforzarsi» (come rpot-
da*fx); «fare di tutto» (come lgvama*x)] appartengono al gruppo delle subordinate
completive volitive e sono introdotte, nella forma esplicita, dalle congiunzioni o%px|, x<|
(cfr. lat. ut), seguite dall'indicativo futuro oppure dal congiuntivo (con o senza a>m, dopo
un tempo principale) o dall'ottativo obliquo (dopo un tempo storico). La negazione eÁ
lg*. )

224 UNITAÁ 10
Nella forma implicita queste proposizioni si possono costruire con l'infinito, l'accu-
sativo e l'infinito, il participio predicativo:
^ Uqomsi*fx o%px| pqa*nei| a$ni*a| e$latsot& pqa*nx.
Curo ut res me dignas faciam.
Mi preoccupo di fare azioni degne di me.
$Erpot*danem x<| sa+ se*jma pei*hoi.
Conabatur ut filius persuadeÅret.
Si sforzava di persuadere i figli.
<O pasg+q e$pilekei&sai sot+| pai&da| et# paidet*erhai.
Pater curat ut liberi bene instituantur.
Il padre si prende cura che i figli siano educati bene.

Es. n. 14 - Completa le seguenti frasi secondo le indicazioni fornite, poi traduci.


d
1. Vqt*rg| o< i<eqet+| sot& $Apo*kkxmo|, (part. aor. att., nom. masch. sing. di a$jot*x)
sa+| sot& $Acale*lmomo| a$peika*|, e>deire jai+ ricz&
LA LINGUA GRECA... (imperf., 3a pers. sing. di a>peili) .
pqo*como|

2. Soi&| rsqasix*sai| t<pirvmei&so o< $Amani*bio|, ei$ (ott. aor., 3a pers. pl. di a$uijme*olai)
e>nx sot& Po*msot, leca*kgm lirhouoqa+m at$soi&|
(infin. fut. di ei$li*) .

3. Ecx+ ot>se jahet*deim dt*malai, ot>se (infin. pres. di jasa*jeilai)


, e>si o<qx
& m e$m oi%oi| jimdt*moi| (indic. pres., 1a
pers. pl. di ei$li*) .

4. Oi< ba*qbaqoi, o<qx


& mse| le+m sot+| e<atsx& m i<ppe*a| (part. pres., acc. masch. pl. di
uet*cx) , o<qx & mse| de+ o<pki*sa| (part. pres., acc.
masch. pl. di pqo*reili ¶ pqo*| µ ei#li) , sa+ a>jqa sa+ t<pe+q
sot& posalot& e$jkei*potrim.

5. Roi+ pqorg*jei e$m s{


& paqo*msi jai+ so+m koipo+m vqo*mom (infin. pres. di e$pileke*olai)
jai+ sg+m wtvg+m a$rjei&m, o%px| a>nio| (indic. fut., 2a
pers. sing. di ei$li*) jai+ sot& pasqo+| jai+ sx
& m a>kkxm pqoco*mxm.

Es. n. 15 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci dei verbi deponenti in -li con il tema
d d verbale in -a; poi traduci.
1. <G e$mi*xm a$mhqx*pxm wtvg+ e$j pkeomeni*a| jqelale*mg lo*mom sot& je*qdot| uqomsi*fei.
- 2. Soi&| a$mhqx*poi| ot$de+m rtlue*qei pkotsei&m, e$a+m s{ & pkot*s{ lg+ e$pi*rsxmsai
vqg&rhai. - 3. <O $Aqi*rsippo|, pqoracaco*mso| simo+| at$s{ & so+m ti<o+m paidet&rai,
pemsajori*a| dqavla+| z>sgrem. Sot& de+ ei$po*mso|. «Sorot*sot (gen. di prezzo) a$m-

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente


uguale al tema verbale 225
dqa*podom dt*malai pqi*arhai», o< $Aqi*rsippo|. «Pqi*aro Ð e>ug Ð jai+ dt*o
a$mdqa*poda e%nei|.» - 4. Lg+ dt*marhai ue*qeim so+ jajo+m soi&| a$mhqx*poi| le*ca jajo*m
e$rsim. - 5. <O sx& m <Qxlai*xm dg&lo| sg+m Joqmgki*am ot$de+m g'ssom sx & m pai*dxm g/ sot&
pasqo+| g$ca*rhg. - 6. Oi< Kajedailo*mioi e$wgui*ramso pokelgse*om ei#mai, uobot*lemoi
sot+| $Ahgmai*ot| lg+ e$pi+ lei&fom dtmghx & rim, o<qx & mse| at$soi&| sa+ pokka+ sg&| <Ekka*do|
t<povei*qia o>msa. - 7. >Aqirso| i$asqo*| e$rsim o< sa+ dtmasa+ jai+ sa+ lg+ dtmasa+ dtma*lemo|
diajqi&mai. - 8. Oi< rouirsai+ lo*moi e$pgcce*kkomso dt*marhai a>kkot| jakot+| ja$cahot+|
poig&rai. - 9. <O soi&| ui*koi| o$qhx
& | vqg&rhai e$pirsa*lemo| le*cirsa vqg*lasa jejsg&rhai
dojei&. - 10. Lg+ pa*msa e$pi*rsarhai pqohtlot&, %ima lg+ pa*msxm a$lahg+| ce*mz.

LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo maschile pasg*q, pasqo*| («padre») e dal sostantivo femminile pasqi*|, -i*do| («patria»)
derivano numerosi termini italiani:
± antipatriottico ± padronanza ± patriarcato ± patrizio
± compatriota ± padrone ± patricõÁda ± patrocinare
± espatriare ± paternale ± patricõÁdio ± patrocinatore
± espaÁtrio ± paternalismo ± patrimonio ± patrocõÁnio
± impadronirsi ± paternitaÁ ± patrio ± patronõÁmico
± padre ± paterno ± patriota ± patrono
± padrigno ± patria ± patriottismo ± rimpatriare
± padrino ± patriarca ± patrõÁstica ± spadroneggiare
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 16 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate; poi traduci.


d d
1. So+ sg&| g<lese*qa| pqaclasei*a| >idiom jai+ so+ hatla*riom sx & m jah$ g<la&| jaiqx & m sot&s$
e>rsim o%si dei& dia+ sg&| i<rsoqi*a| t<po+ li*am rt*mowim a$cacei&m soi&| e$mstcva*motri so+m
veiqirlo+m sg&| st*vg|. - 2. Po*kexm le+m ot#m sg+m Ai$cimgsx & m a$qirset&rai* ugrim o<
LA LINGUA GRECA...
lilmg*rjx <Gqo*doso|, s{ & Helirsojkei& de+ jai*peq a>jomse| t<po+ uho*mot so+ pqxsei&om a$pe*doram
(assegnarono) a%pamse|. - 3. <O bariket*|, lilmgrjo*lemo| a>mhqxpo| x > m, jai*peq t<po+
sqatla*sxm jajx & la diajei*lemo|, ot$ pqo*seqom e$pi+ rjgmg+m g#khem g/ i$dei&m sot+|
& | so+ rx
mejqot+| e$mso+| sot& rsasope*dot rtcjejolirle*mot|. - 4. <O Jt&qo| e$peiqa&so rtmeqco+|
soi&| ui*koi| jqa*sirso| ei#mai sot*sot o%sot ai$rha*moiso e%jarsom e$pihtlot&msa. - 5.
Ltjgmx & m e$m soi&| e$qeipi*oi| jqg*mg se* e$rsi jakotle*mg Peqrei*a jai+ $Asqe*x| jai+ sx &m
pai*dxm t<po*caia oi$jodolg*lasa, e>msa oi< hgratqoi* ruiri sx & m vqgla*sxm g#ram. - 6.
$Epei+ <Ie*qxm o< st*qammo| ei$| so+m e$m $Oktlpi*y a$cx & ma %ippot| e>pelwem, o< Helirsojkg&|
e>kece vqg&mai sg+m sot& stqa*mmot rjgmg+m diarpa&m jai+ sot+| at$sot& %ippot| e$j sot&
rsadi*ot e$jba*kkeim. - 7. Jasa+ sot+| sx & m Peqrx& m mo*lot| o< ti<o+| ot$j e$ja*hgso sg&|
lgsqo| paqotrg|. - 8. <O rsqasgco| etht| sot| rsqasix*sa| rtmeja*kere jai+ at$soi&|
+ * + $ + +
ei#pem x<| sa*virsa e$j sot& rsqasope*dot a$piei&mai.

226 UNITAÁ 10
LABORATORIO LESSICALE

Dal tema lma-/lmg- di lilmg*rjx («io faccio ricordare, rammento») derivano vari termini greci, per lo
piuÁ sostantivi e aggettivi:
± a$ma*-lmg-ri| (reminiscenza, ricordo) ± lmg-lo*metla (ricordo, memoria)
± a$ma-lmg-rsijo*| (di pronta memoria) ± lmg*-lo*metri| (ricordo)
± lma*-olai (io penso, mi ricordo) ± lmg-lometsijo*| (dotato di memoria)
± lme-i*a (ricordanza, memoria) ± lmg-lomet*x (io ricordo)
± lmg*-la (monumento, ricordo) ± lmg-lomijo*| (della memoria)
± lmg-lei&om (ricordo, monumento) ± lmg-lort*mg (pensiero, memoria)
± lmg*-lg (memoria, ricordo) ± Lmg-lort*mg (MnemoÁsine (madre delle Muse))
± lmg-lo*meio| (della memoria) ± lmg*-lxm (memore)
± lmg&-rsi| (pensiero, menzione, memoria)
d Dei precedenti termini memorizza quelli evidenziati in neretto.
Anche in italiano ritroviamo il medesimo tema lmg- in alcuni vocaboli:
± amnesõÁa ± anaÁmnesi ± mnemoÁnica ± mnemoÁnico
± amnistõÁa ± anamneÁstico ± mnemonicamente ± mnemotecnica
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 17 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci dei verbi in -li del primo gruppo con il
d d tema del presente uguale al tema verbale; poi traduci.
1. <O Jt&qo| et$ht+| rtmeja*kerem at$sx & m sot+| a>qvomsa| jai+ ei#pem at$soi&| a$pie*mai e$j
sot& rsqaset*laso| x<| sa*virsa. (da SENOFONTE) - 2. Uari+m at$so+m so+m Ui*kippom
relmt*merhai t<po+ sx & m rsqasixsx & m jai+ e$pi+ sz& rsqasgcijz& se*vmz jai+ e$pi+ sz& jasa+ sa+|
la*va| a$mdqei*y. (da DIODORO SICULO) - 3. Ke*cx e$jei*mot| sot+| a$mhqx*pot| ei#mai ot$
lo*mom sx & m wtvx & m g<lese*qxm pase*qa|, a$kka+ jai+ sg&| e$ketheqi*a| sg&| g<lese*qa|. (da
& m sx
PLATONE) - 4. <Glei&| $Ahgmai&oi e$he*kolem la*verhai leh' t<lx & m Hgbai*xm e$pi+ sot+|
Kajedailomi*ot|, o%sam oi< Kajedailo*mioi >ixrim e$u' t<la&|. (da SENOFONTE) - 5. Ot$jot&m
a/m uai*g| a$caha+ ei#mai roui*am se jai+ t<ci*eiam jai+ pkot&som, jaja+ de+ sa+ e$mamsi*a; (da
PLATONE) - 6. <O $Ake*namdqo| soi&| rsqasix*sai| e>kecem o%si g< la*vg ei>g at$soi&| pqo+|
sot+| mijxle*mot| jai+ o< heo+| rt+m at$soi&| la*voiso. (da ARRIANO) - 7. Oi< $Ahgmai&oi, x<|
ot$j e$dt*mamso sz& la*vz diapqa*rrerhai sg+m mi*jgm, e>peira*m sima| sx & m Btfamsi*xm
pqodido*mai sg+m po*kim. (da TUCIDIDE) - 8. $Epei+ Daqei&o| t<px*psetem g>dg seketsg+m ei#mai
sot& bi*ot, e$bot*keso sx+ se*jmx paqei&mai. (da SENOFONTE) - 9. %Apamse| oi< paqio*mse|
paqa+ so+ bg&la ua*rjotri sot+| e$lot+| ko*cot| ei#mai a$ni*ot| rpotdg&| peqi+ sot*sxm a= a/m
le*kkxri rtlbotket*eim. (da ISOCRATE) - 10. Si* a>kko dt*malai poiei&m ce*qxm jai+ vxko+| ei$
lg+ t<lmei&m so+m heo*m; (da EPITTETO)

Es. n. 18 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d d

1. Tu annunzi grandi azioni, ma non puoi compierle. - 2. So (e$pi*rsalai) che un buon


magistrato giova molto alla nostra cittaÁ. - 3. Sebbene incombesse (e$pi*jeilai) su di lei la
(pena di) morte, Antigone seppellõÁ il fratello Polinice. - 4. La donna era seduta a terra e
piangeva. - 5. Se potessi, sfuggirei a questi mali. - 6. Ammireremo (a>calai) sempre i
versi di quel grande poeta. - 7. Non voglio comprare (pqi*alai) vino, a meno che non
sia ottimo. - 8. In quella casa c'era (jei&lai) una grande statua.

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente


uguale al tema verbale 227
VERSIONI

§
dd s 1. EÁracle cattura la cerva di Cerinea s

Sqi*som a#hkom e$pe*sanem (sogg. sott.: Euristeo) at$s{ & (a quello, cioeÁ ad EÁracle) sg+m
sg&| Jeqtmeia| ekauom ei| Ltjg*ma| e>lpmotm e$mecjei&m.
* > $
#Gm de+ g< e>kauo| e$m Oi$mo*z, vqtro*jeqx|, $Aqse*lido|
i<eqa*. dio+ ot$ botko*lemo| at$sg+m <Gqajkg&| a$mekei&m,
rtmedi*xnem o%kom e$miatso*m. $Epei+ de+ so+ hgqi*om rtme*ut-
cem ei$| o>qo| so+ keco*lemom $Aqseli*riom jy$jei&hem e$pi+
posalo+m Ka*dxma, sot&som diabai*meim le*kkotram sonet*-
ra|, rtme*kabe jai*, he*lemo| (avendola posta) e$pi+ sx &m
x > lxm, dia+ sg&| $Aqjadi*a| g$pei*ceso.
Lesa+ $Apo*kkxmo| de+ >Aqseli| rtmstvot&ra [essen-
dosi incontrata per caso (con EÁracle)] a$uzqei&so jai+ so+
i<eqo+m f{& om at$sg&| jsei*mamsa jasele*lueso. <O de*, t<po-
silgralemo| sg+m a$ma*cjgm, e$pqa*t]me sg+m o$qcg+m sg&| heot&,
*
so+ de+ hgqi*om e$joli*rhg e>lpmotm ei$| Ltjg*ma|.
m (da APOLLODORO)
Particolare di
un'anfora
attica con
figure nere su §
dd
s 2. Nel ventre di una balena s
fondo rosso
(VI sec. a.C.) $Epei+ e>mdom g#lem, so+ le+m pqx & som rjo*so| g#m jai+ ot$de+m e<xqx & lem, t%rseqom de+
proveniente
da Vulci, che
at$sot& (la balena) a$mavamo*mso|, jt*so| le*ca ei>dolem jai+ pa*msz pkast+ i<jamo+m
rappresenta ltqia*mdq{ po*kei e$moijei&m. >Ejeimso d$ e$m le*r{ jai+ lijqoi+ i$vht*e|, jai+ a>kka pokka+
EÁracle che
cattura la
hgqi*a rtcjejolle*ma, jai+ pkoi*xm i<rsi*a, jai+ a>cjtqai, jai+ a$mhqx*pxm o$rse*a, jai+
cerva di uoqsi*a.
Cerinea, alla
presenza di Jasa+ de+ le*rom jai+ cg& jai+ ko*uoi g#ram, x<| e$loi+ dojei&, e$j sg&| i$kt*o| g=m jase*piem.
Atena (a $Epi+ d$ at$sg&| t%kg jai+ de*mdqa pamsoi&a e$peut*jei jai+ ka*vama e$bebkarsg*jei.
sinistra) e
ArteÁmide (a Peqi*lesqom de+ sg&| cg&| rsa*dioi diajo*rioi jai+ serraqa*jomsa, g#m de+ i$dei&m jai+ o>qmea
destra). sa+ haka*rria, ka*qot| jai+ a$kjto*ma|, e$pi+ sx
& m de*mdqxm meosset*omsa.
Londra,
British
(da LUCIANO)
Museum.

§
dd s 3. I Sette marciano contro Tebe s

<O Poktmei*jg| o< sot& Oi$di*podo| ja*kkirsom dx & qom sz& $Eqiut*kz, sz& $Aluiaqa*ot
sot& la*msex| ctmaiji*, e$dxqg*raso, o%px| so+m a>mdqa pei*heim peiq{ & so rt*llavom at$s{ &
ei#mai. Sg&| de+ $Eqiut*kg| so+m a>mdqa peira*rg| sg&| rsqasei*a| lese*veim, oi< e<psa+ g<celo*me|
rsqa*setla g>hqoifom.
$Epeidg+ de+ so+ rsqa*setla e%soilom g#m, at$soi+ e$pi+ sa+| Hg*ba| e$poqet*hgram. Sx & m de+
* * = < + # * <
sai&| sg&| pokex| ptkai|, ai epsa gram, pkgriaramsxm, o $Eseojkg&|, o sx < & m Hgbx &m
bariket+| jai+ sot& Poktmei*jot| a$dekuo*|, >irot| g<celo*ma| at$soi&| a$mse*sanem.
$Em sz& la*vz oi< Hgbai&oi uet*comse| t<po+ sx& m sot& Poktmei*jot| e<sai*qxm le*vqi sx &m
seivx & m e$dix*vhgram. $Emsat&ha o< Japamet+| jki*laja g%qpafe jai+ ei$| so+ sei&vo|
a$me*baimem. <O de+ Fet+| at$so+m e$jeqat*mxre jai+ so*se g< sqopg+ g< sg&| sx & m e<psa+ rsqasia&|
e$ci*cmeso. <O de+ $Eseojkg&| jai+ o< Poktmei*jg|, lomolavot&mse| peqi+ sg&| barikei*a|,
a$kkg*kot| e$uo*metram.

228 UNITAÁ 10
Analisi guidata
d COMPRENSIONE TESTUALE
1. Ci era Polinice?
2. Per quale scopo egli invioÁ un bellissimo dono a ErifõÁle?
3. Chi era EteÁocle?
4. In quale modo Zeus provocoÁ la morte di Cappaneo?
5. Come morirono EteÁocle e Polinice?
d COMPETENZA LINGUISTICA
1. Quali complementi sono espressi nel brano con il genitivo e il dativo preceduti da preposizione?
2. Quali sono le voci verbali espresse con l'aoristo attivo?
3. Che tipo di costrutto eÁ Sg&| ... peira*rg| (r. 3)? EÁ rintracciabile nel testo un altro costrutto dello
stesso tipo?
4. Qual eÁ il valore sintattico dei participi uet*comse| (r. 8) e lomolavot&mse| (r. 11)?
5. Quali proposizioni subordinate si possono individuare?

UNO SGUARDO AL PASSATO

I Sette contro Tebe

I Sette duci che parteciparono alla spedizione


militare contro Tebe, secondo la tradizione,
erano: Adrasto, il capo supremo, PolinõÁce, An-
fiaraÁo, Capaneo, Ippomedonte, Partenopeo e Ti-
deo.
PolinõÁce (Poktmei*jg|) era uno dei figli di
EÁdipo; su di lui e sul fratello EteÁocle ($Eseojkg& |)
gravava la maledizione del padre, il quale aveva
loro predetto che non sarebbero vissuti in pace e
che sarebbero stati nemici persino in morte.
Andato EÁdipo in esilio e rimasti padroni della
cittaÁ di Tebe, i due fratelli decisero, in un primo
tempo, di dividersi il potere regnando alternati-
vamente. EteÁocle tenne il potere per primo ma,
terminato l'anno del suo regno, non volle
restituirlo al fratello e lo scaccioÁ dalla patria.
PolinõÁce si recoÁ, quindi, ad Argo, presso il re
m
Adrasto, il quale gli diede in moglie una delle Rilievo che rappresenta Capaneo. Roma, Museo di Villa Albani.
figlie e gli promise che lo avrebbe aiutato a
riconquistare il regno di Tebe. L'indovino
AnfiaraÁo, prevedendo l'esito infelice della spedi- )

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente


uguale al tema verbale 229
b zione, cercoÁ di dissuadere Adrasto dal parteci-
Giambattista Tiepolo,
EteÁocle e Polinice (1725- parvi. Allora PolinõÁce offrõÁ ad ErifõÁle, moglie di
1730). Vienna, Museo AnfiaraÁo, una bellissima collana, chiedendole, in
Storico-Artistico.
cambio, di persuadere il marito a favorire la
spedizione ed a parteciparvi. Tuttavia, prima di
muovere contro Tebe, PolinõÁce invioÁ un'amba-
sceria al fratello, perche rispettasse i patti. EteÁo-
cle rifiutoÁ, per cui l'esercito degli Argivi di Adra-
sto attaccoÁ la cittaÁ.
EteÁocle mise a guardia di ciascuna delle sette
porte di Tebe i suoi piuÁ valenti soldati, poiche i
nemici avevano attaccato battaglia proprio da-
vanti alle porte. Nel corso del combattimento gli
Argivi, in un primo tempo, prevalsero ed in-
seguirono i Tebani fino alle mura, che uno dei
Sette, Capaneo, tentoÁ di scalare, ma fu fulminato
da Zeus. A questo punto gli Argivi si diedero alla
fuga, mentre EteÁocle e PolinõÁce si scontrarono in
un duello corpo a corpo e si uccisero a vicenda.

§
dd s 4. doni dei Persiani al loro re s

Soi&| Pe*qrai| mo*lo| ot'so*| e$rsi la*kirsa pa*msxm t<p$ at$sx & m utkasso*lemo|. o%sam
o< bariket+| ei$| Pe*qra| e$kat*mz, pa*mse| at$s{ & , jasa+ sg+m e<atsot& dt*malim e%jarso|,
dx & qa pqorjoli*fotrim. Oi< de+ Pe*qrai, e$m cexqci*y o>mse| jai+ peqi+ cg&m pomot*lemoi jai+
at$sotqcoi+ peutjo*se| (part. perf. con valore di presente), ot$de+m sx & m t<bqirle*mxm
ot$de+ sx& m a> cam poktsekx& m pqorue * qotrim, $
a kk$ g/ bot
&| /
g oi #| g/ ri
& som g/ oi#mom.
S{ * < + <
& de barikei& paqekatmomsi sat&sa tpo ejarsot pqojeisai. Oi de+ sot*sxm e>si
+ * * <
e$mdee*rseqoi so+m bi*om (acc. di relaz.) jai+ ca*ka jai+ uoi*mija| jai+ stqo+m at$s{ & pqor-
ue*qotrim jai+ sqxjsa+ x<qai&a jai+ sa+| a>kka| a$paqva+| sx & m e$pivxqi*xm.
(da ELIANO)

§
dd s 5. I preparativi di Alessandro
prima della battaglia di AÁ rbela s

<O $Ake*namdqo| peqi+ o%kxm e$m $Aqbe*koi| e>lekke jimdtmet*eim pqo+| e<jaso+m
ltqia*da| Peqrx & m, o%se pqorcemo*lemoi oi< ui*koi sx & m rsqasixsx & m jasgco*qotm. Oi< de+
e>uaram sa*de. «#X $Ake*namdqe, e$m sai&| rjgmai&| diakakot&mse| oi< rsqasix & sai
rtmsi*hemsai (sono d'accordo) lgde+m sx & m kaut*qxm ei$| so+ barikijo+m a$moi*reim, a$kk$
at$soi+ jeqdamei&m.»
<O de+ $Ake*namdqo| leidia*ra|. «$Acaha* Ð ugri* Ð a$cce*kkese. a$jot*x ca+q
a$mdqx & m diakocirlot+| mija&m ot$ uet*ceim botkole*mxm.» Jai+ pqoreqvo*lemoi at$s{ &
pokkoi+ sx & m rsqasixsx & m >
e kecom . «#X bariket&, *
ha qqei jai+ +
so sx
& m *
pokeli xm &ho| +
pkg lg
uobot&.»
(da PLUTARCO)

230 UNITAÁ 10
§
dd s 6. La giusta punizione di un omicida s

>Amhqxpo*| si| a$pojsei*ma|, t<po+ sx & m at$sot& (di quello, cioeÁ dell'uomo ucciso)
rtccemx & m e$dix*jeso. Cemo*lemo| de+ jasa+ so+m Mei&kom posalo*m, kt*jot at$s{ &
a$pamsg*ramso|, uobghei+| a$me*bg e$pi* si de*mdqom s{ & posal{ & paqajei*lemom ja$jei&
e$jqt*pseso. Heara*lemo| de+ e$msat&ha e>vim jas$ at$sot& e$qvo*lemom, ei$| so+m posalo+m
e<atso+m jahg&jem (si lancioÁ). e$m de+ sot*s{ t<podena*lemo| at$so+m jqojo*deiko|
jasehoimg*raso.
<O ko*co| dgkoi& o%si soi&| e$mace*ri sx
& m a$mhqx*pxm ot>se cg&| ot>se a$e*qo| ot>se t%daso|
rsoivei&om a$ruake*| e$rsim.
(da ESOPO)

§
ddd
s 7. Le ultime parole di Ciro s

>Emioi* uari x<| o< Jt&qo| hmz*rjxm sa*de dia+ pa*hot| ei#pem. «So+ e$lo+m rx #
& la, x
% * >
pai&de|, osam seketsgrx Ð eug Ð, lgs$ em vqtr{ * $ * $ $ *
& lgs$ em aqctq{ hg&se (ponete),
a$kka+ sz& cz& x<| sa*virsa a$po*dose (restituitelo). g>dg ca+q g< wtvg+ e$jkei*peim loi
uai*mesai. Ei$ ot#m si| t<lx & m denia&| sg&| e$lg&| dia+ sg+m e$pihtli*am a%warhai bot*kesai,
pqori*sx. Epi+ de+ so+ lmg&la so+ e$lo+m pa*msa| sot+| Pe*qra| paqajakei&se rtmgrhgro-
le*mot| e$loi*, o%si e$m s{ & a$ruakei& e>nx pa*rg| sakaipxqi*a| e>rolai.
<Oporoi d$ am ekhxrim, sot*sot| a$pope*lpese et# poig*ramse|, o<po*ra e$pi+ t<li&m
* / >
mo*lo| e$rsi*m. Jai+ vai*qese, x # ui*koi pai&de|, jai+ pa*mse| oi< paqo*mse| jai+ oi< a$po*mse|
ui*koi, vai*qese.» Sat&sa ei$px+m jai+ pa*msa| denixra*lemo|, e$jakt*waso jai+ ot%sx|
e$seket*sgrem, sqia*jomsa e>sg bariket*ra|.

Rl
L'attivitaÁ psichica g< uqo*mgri|, -ex|, pensiero, o< ko*co|, -ot, ragione, discor-
intelligenza so
g< uqomsi*|, -i*do|, pensiero, g< do*na, -g|, opinione, gloria
o< mot&|, mot&, mente, intelli- riflessione so+ do*cla, -aso|, opinione,
Ricerca
lessicale genza g< cmxlort*mg, -g|, acume nel decreto
g< uqg*m, -emo*|, mente, senno giudizio g< e$pirsg*lg, -g|, scienza, co-
g< wtvg*, -g&|, anima, soffio g< rt*meri|, -ex|, comprensio- noscenza, esperienza
vitale ne, intelligenza g< cmx & ri|, -ex|, conoscenza,
g< a$pa*heia, -a|, assenza di g< rtmei*dgri|, -ex|, coscienza nozione, inchiesta
emozioni, apatia morale, intelligenza g< cmx*qiri|, -ex|, conoscenza
so+ pa*ho|, -ot|, emozione, sof- g< cmx*lg, -g|, intelletto, opi- g< i$de*a, -a|, immaginazione,
ferenza nione, ragione, sentenza idea
so+ pe*mho|, -ot|, afflizione g< ai>rhgri|, -ex|, percezione g< lmg*lg, -g|, memoria
o< htlo*|, -ot&, animo, corag- so+ cmx & la, -aso|, intelletto, so+ lmg*la, -aso|, ricordo, mo-
gio opinione numento
o< uo*bo|, -ot, paura, timore g< uikoroui*a, -a|, filosofia g< a$ma*lmgri|, -ex|, remini-
g< e$kpi*|, -i*do|, speranza g< roui*a, -a|, sapienza, sag- scenza
g< e$pihtli*a, -a|, desiderio gezza g< a$lmgri*a, -a|, dimentican-
g< a>moia, -a|, stoltezza so+ ro*uirla, -aso|, argomen- za
g< pqo*moia, -a|, previdenza to sottile, sofisma

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente


uguale al tema verbale 231
§
ddd s 8. La generositaÁ di Cimone s

Ji*lxm o< $Ahgmai&o| e$m soi&| a$cqoi&| jai+ soi&| jg*poi| ot$de*ma sx& m jaqpx & m ut*kaja
jahi*rsg (poneva), o%px| oi< botko*lemoi sx & m pokisx& m ei$rio*mse| o$pxqi*fxmsai jai+
kalba*mxrim, ei$ sx & m e$m soi&| vxqi*oi| simo+| de*oimso. <O de+ sg+m at<sot& oi$ji*am joimg+m
a%pari paqei&vem jai+ dei&pmom a$ei+ et$seke+| pokkoi&| a$mhqx*poi| paqarjeta*ferhai
e$je*kete jai+ sot+| a$po*qot| pqorio*msa| sx & m $Ahgmai*xm ei$rio*msa| deipmei&m. Sot+| de+
jah$ e<ja*rsgm g<le*qam si deole*mot| e$heqa*petem.
Jai* uari x<| at$so+| soi&| meami*rjoi| dido*mai pqore*sassem, o<po*se at$sx & m si|
pqore*khoi si deo*lemo|. Pokkoi+ de+ ke*cotri so+m Ji*lxma jai+ ei$| sg+m sx & m pemg*sxm
saug+m ei$rue*qeim (contribuiva), o<po*se de+ sx & m pokisx& m sima jajx & | g$luierle*mom
> $
(vestito) idoi, ats{ $ * * +
& atsija jeketeim siri (con alcuni) sx *
& m meamirjxm sx & m at$s{&
a$jokothot*msxm lesaluie*mmtrhai (scambiare il vestito).

§
ddd s 9. Le vane promesse del bugiardo s

$Amg*q si| pe*mg| morx & m jai+ a$pohmg*rjeim jimdtmet*xm, e$peidg+ oi< i$asqoi+ lgdeli*am
rxsgqi*am at$s{ & ei#mai e>kecom, sx & m hex & m e$dei&so jai+ t<pirvmei&so e<jaso+m bo*a| at$soi&|
sthg*rerhai, ei$ sg+m t<ci*eiam at$s{ & pa* kim paqe*voiem.
Sg&| de ctmaijo| ajotrarg| jai e$qxsgra*rg|. «Pot& sat&sa e>rsai;», e$jei&mo|
+ + $ * +
e>kecem. «#X ct*mai, rix*pa lg+ oi< heoi* rot a$jot*rxrim. sat&sa t<pirvmot&lai, %ima sg&|
mo*rot a$pakkacx & , e$peida+m de+ t<cia*mx, soi&| heoi&| o<lokocg*rx le ot$j e>veim a= e$pg*cceika
ht*reim jai+ leca*kgm e$kpi*da rtccmx*lg| stcva*meim e>vx.» <G de+ ctmg+ a$msike*cei. «Jai+ ei$
pa*kim morg*rei|;» <O de+ a$mg+q a$pejqi*maso. « >Akkoi| heoi&|, oi% le ot$ cicmx*rjotrim,
pqoret*nolai.»

§
ddd s 10. Alessandro Magno ad Ilio s

<O $Ake*namdqo|, ei$| >Ikiom a$maba*|, sz& $Ahgmy& e$seht*jei jai+ soi&| g%qxri rpei&rai
e$jejeket*jei. At$so+| de+ lesa+ sx& m e<sai*qxm, sg+m sot& $Avikke*x| rsg*kgm a$keiwa*lemo|,
x% rpeq e>ho| g#m, e$jei*mgm e$rseuamx*jei, so+m $Avikke*a lajaqi*ra|, o%si jai+ fx & m ui*kot
pirsot& jai+ seketsg*ra| leca*kot jg*qtjo| e>stvem.
>Epeisa de*, e$m s{ & hea&rhai sa+ jasa+ sg+m po*kim, e$qole*mot simo+| at$so+m ei$ sg+m sot&
Pa*qido| kt*qam i$dei&m bot*koiso, e$ka*virsa e$jei*mg| uqomsi*feim e>ug, sg+m de+ sot&
$Avikke*x| jiha*qam fgsei&m, z' e$jei&mo| sa+ jke*a jai+ sa+| pqa*nei| sx & m a$cahx & m a$mdqx &m
t%lmei.
(da PLUTARCO)

§
ddd s Á gide, re di Sparta
11. Uno stratagemma di A s

#Aci| o< bariket*|, sx & m Pekopommgri*xm soi&| Kajedailomi*oi| pokelot*msxm, sot+|


pokeli*ot| uobg&rai botko*lemo|, at$solo*kot| e>pelwem a$ccekot&msa| x<| leca*kg
rtllavi*a sz& lekkot*rz mtjsi+ soi&| Kajedailomi*oi| a$ui*nesai.
Dia+ le+m o%kg| sg&| g<le*qa| sa+ sx
& m jsgmx& m rso*lasa e>dgrem, mtjso+| de+ a$qvole*mg|
e>ktrem, x% rse sa+ jsg*mg peimx & msa, a$ +
po sx
& m derlx & m kthe*msa, po*am kalba*momsa,
$amerji*qsa jai+ e$uqta*sseso jai+ wo*uom pokt+m g>ceiqe. jai+ ai< sx & m o$qx
& m ua*qacce|
rtmepg*votm.
Sot+| de+ rsqasix*sa| a>kkom a$kkavot& rjedarhe*msa| (sparpagliatisi) e$je*ketre

232 UNITAÁ 10
dipka& jai+ sqipka& ptqa+ a$majat&rai. Oi< de+ Pekopommg*rioi, s{& sg&| jqatcg&| pkg*hei jai+
s{ $
& sot& wo*uot lece*hei uemajirhe*mse|, atsi*ja uet*comse| { > vomso.

§
ddd
s 12. Il re dell'Armenia viene catturato da Ciro s

<O sg&| $Aqlemi*a| bariket*|, x<| sot& a$cce*kot sa+ paqa+ sot& Jt*qot g>jotrem,
e$nepka*cg jai+ a$poqx & m poi& sqa*poiso e$pi+ ko*uom sima+ jase*utcem. <O de+ Jt&qo|, sat&sa
i$dx*m, pqo+| so+m $Aqle*miom jg*qtja pe*lwa| x ' de g>qeso. «Ei$pe* loi Ð e>ug Ð x
# $Aqle*mie,
* * $
poseqom botkei, atsot& lemxm, s{ * & kil{ +
& jai s{ & diwei laverhai, g ei| so+ i$ro*pedom
* * / $
jasaba+| g<li&m diala*verhai.» <O $Aqle*mio| a$pejqi*maso. «Ot$dese*qoi| la*verhai
bot*kolai.»
Pa*kim de+ o< Jt&qo| jg*qtja pe*lwa| g$qx*sa. «Si* ot#m e$msat&ha ja*hgrai jai+ ot$
jasabai*mei|; Ot$de+m a$poqei&m re dei&. e>nersi ca*q roi e$pi+ di*jgm (a rendere le tue ragioni)
jasabai*meim.» «Si*| de* Ð e>ug o< $Aqle*mio| Ð o< dija*fxm e>rsai;» Jai+ o< Jt&qo|. «$Ecx*,
{ ' o< heo+| e>dxje (lo concesse).» $Emsat&ha dg+ o< $Aqle*mio|, sg+m a$ma*cjgm cicmx*rjxm,
jase*baimem jai+ o< Jt&qo|, jai+ e$jei&mom jai+ sot+| a>kkot| rt+m at$s{ & kabx*m, e$rsqaso-
pedet*raso.

§
ddd
s 13. Le ultime parole di Pericle s

>Omso| g>dg pqo+| s{ & seketsa&m sot& Peqijke*ot|, peqijahg*lemoi oi< be*ksirsoi sx &m
pokisx + < *
& m jai oi peqiomse| sx * + $ * $
& m uikxm sa| atsot& pqanei| amelesqot&mso jai so sx+ + &m
sqopai*xm pkg&ho|. e$mme*a ca+q g#m a= mijx& m t<pe+q sg&| po*kex| e>rsgrem (innalzoÁ).
Sat&sa de+ at$soi+ pqo+| a$kkg*kot| dieke*comso. <O de+ Peqijkg&| e>jeiso, pa&ri so+m mot&m
pqore*vxm, jai+ uhecna*lemo| ei$| le*rom e>ug hatla*feim o%si sat&sa at$sot& e$paimot&ri jai+
lmglomet*otrim, a= jai+ pqo+| sg+m st*vgm joima* e$rsi jai+ g>dg pokkoi+ rsqasgcoi+
pepoig*jarim, so+ de+ ja*kkirsom jai+ le*cirsom ot$ ke*cotri. «Ot$dei+| ca*q Ð e>ug Ð sx &m
$ + * < *
$Ahgmai*xm di$ ele lekam ilasiom peqiebakeso.» *

§
ddd
s 14. Coriolano incontra la madre Veturia s

Sat&s$ ei$pot&ra e>q$q<iwem e<atsg+m valai+ jai+ peqipke*nara sai&| veqri+m a$luose*qai|
sot+| po*da| sot& Laqji*ot jaseui*kgrem, perot*rg| d$ at$sg&|, ai< le+m ctmai&je| a$me-
bo*gram a%la pa&rai jxjtso+m o$nt+m jai+ lajqo*m, oi< de+ e$m s{ & rtmedqi*{ paqo*mse|
$ $ $ $ $
Otokotrjxm otj gmervomso sgm agheiam sg&| owex|, akk$ apersqa*ugram.
* * + * > $
At$so+| d$ o< La*qjio| a$mako*lemo| e$j sot& di*uqot jai+ peqiperx+m sz& lgsqi+
a$mi*rsgrim (risolleva) at$sg+m a$po+ sg&| cg&| o$ki*com e$lpme*otram jai+ peqibakx+m jai+ pokka+
e$jve*a| da*jqta ei#pe. «Mijy&|, x # lg&seq, ot$j et$stvg& mi*jgm ot>se reatsz& ot>s$ e$loi*. sg+m
le+m ca+q pasqi*da re*rxja|, e$le+ de+ so+m et$rebg& jai+ uiko*rsoqcom ti<o+m a$pokx*keja| (hai
perduto).»
Sat&s$ ei$px+m e$pi+ sg+m rjgmg+m a$pz*ei, jeket*ra| a$jokothei&m sg*m se lgse*qa jai+ sg+m
ctmai&ja jai+ sa+ paidi*a , e>mha so+m koipo+m sg&| g<le*qa| vqo*mom rjopot*lemo| rt+m
at$sai&| o% si vqg+ pqa*sseim diese*kerem. >Epeih$ ai< le+m ctmai&je| ei$| sg+m po*kim a$pz*eram,
o< de+ La*qjio| e$m e$jjkgri*y sa+| ai$si*a| a$pe*dxje (spiegoÁ) soi&| paqot&ri di$ a=| e>lekke
kt*eim so+m po*kelom.
(da DIONIGI DI ALICARNASSO)

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente


uguale al tema verbale 233
UNO SGUARDO AL PASSATO

La famiglia complesso e scandito da rituali ben definiti. La


fanciulla, all'etaÁ di quindici anni circa, era pro-
Il matrimonio messa a un uomo che, in genere, era piuÁ anziano di

I l matrimonio (ca*lo|) per gli antichi Greci era lei e che la chiedeva in moglie al padre o al fratello
uno dei momenti piuÁ importanti della vita. Il di lei, nel caso in cui il padre fosse morto. Il ma-
fine fondamentale di esso era la procreazione di trimonio, per essere considerato valido, almeno a
figli legittimi, soprattutto maschi, che perpetuas- partire dal V secolo a.C., doveva avvenire tra due
sero la famiglia (oi#jo|). Sposarsi era sentito quasi cittadini ateniesi; solo in questo modo, infatti,
come un dovere; ad Atene non era obbligatorio potevano essere generati figli legittimi.
per legge, tuttavia i celibi non godevano di buona Il ca*lo| era preceduto dalla promessa di ma-
fama; a Sparta, come sembra, il celibato era trimonio (e$cct*gri|), una cerimonia durante la
persino punito. Nei tempi piuÁ antichi il matrimo- quale vi era lo scambio di una promessa tra l'a-
nio aveva il carattere di un rapimento, come viene spirante sposo e il futuro suocero oppure, in man-
testimoniato nei poemi omerici; infatti, colui che canza del padre della sposa, un fratello maggiore,
desiderava sposare una donna la rapiva e succes- un nonno, uno zio o un tutore. In tale occasione,
sivamente pagava al padre di lei, quasi come se la alla presenza di testimoni, era redatto un con-
comprasse, il prezzo per l'acquisto, cioeÁ i doni tratto, in cui, veniva anche stabilita la dote (ueq-
nuziali (e%dma, terre o bestiame), che costituivano mg*) della sposa (case, terreni, schiavi, bestiame,
una specie di dote, versata al suocero come pegno denaro). La dote rimaneva proprietaÁ della sposa,
del matrimonio. Con il passare del tempo ad ma era data in usufrutto allo sposo, che rispon-
Atene si diffuse l'uso, pienamente attestato in etaÁ deva dell'amministrazione e della conservazione
classica, secondo il quale era il padre che dei beni della moglie.
assegnava alla figlia una dote, per cui, da oggetto La cerimonia delle nozze durava tre giorni. Nel
quasi comprato dal marito, la donna si trasformoÁ primo giorno il padre della sposa faceva offerte
in una vera moglie. agli deÁi protettori delle due famiglie, poi presen-
Il matrimonio ateniese prevedeva un iter molto tava la sposa ai parenti dello sposo. Dopo un
)

m
Particolare di un epõÁnetron (conocchia) proveniente da Eretria, che rappresenta i preparativi nuziali. Atene, Museo Archeologico
Nazionale.

234 UNITAÁ 10
sposo rimaneva a guardia della porta, affincheÂ
nessuno disturbasse gli sposi.
Il terzo giorno, cioeÁ quello dopo la prima notte
di coabitazione, la sposa riceveva doni inviati dal
padre e dai parenti (vestiti, calzature, oggetti vari)
e per la prima volta dopo le nozze si mostrava
senza velo. Poi lo sposo offriva un banchetto al
quale partecipavano i membri della sua famiglia.
Il divorzio (g< sot& ca*lot dia*ktri|) poteva
avvenire per volontaÁ del marito o della moglie o di
terzi. L'uomo non aveva bisogno di particolari
motivi per chiedere lo scioglimento del matrimo-
nio, pur essendo tenuto alla restituzione della
dote; in genere, egli chiedeva il divorzio o per la
sterilitaÁ della moglie o per un suo adulterio.
Anche la donna aveva il diritto di divorziare o per
maltrattamenti o per percosse.
m
Particolare di un vaso in ceramica, che rappresenta I figli
l'abbigliamento di una sposa. Mosca, Museo PusÏkin delle Belle

P
Arti. er quanto riguarda i figli (pai&de|), i maschi
e le femmine non erano benvenuti allo
sacrificio a Zeus e ad Era, i genitori della sposa la stesso modo nella famiglia greca, poiche le
conducevano sull'acropoli, dove si offriva un femmine erano ritenute improduttive. Esse,
altro sacrificio ad Atena, alla quale la fanciulla di infatti, non potevano essere utilizzate in guerra
solito offriva una ciocca di capelli e i suoi ed erano poco adatte al duro lavoro dei campi.
giocattoli. In seguito gli sposi facevano un bagno Questo era il motivo per cui particolarmente i
di purificazione con l'acqua attinta dalla fonte neonati di sesso femminile venivano esposti, cioeÁ
Calliroe. venivano abbandonati poco dopo la nascita in
Nel secondo giorno nella casa della sposa, luoghi solitari, dove morivano ben presto o era-
ornata a feste con ghirlande di fiori, avveniva il no sbranati dagli animali selvatici, a meno che
banchetto nuziale (hoi*mg calijg*), offerto dal qualcuno non li raccogliesse e li allevasse. A
padrone di casa. Ad esso la sposa partecipava Sparta poi, se un neonato era di buona salute e di
velata, dopo essere stata preparata dalla accom- aspetto robusto, veniva allevato; se invece era
pagnatrice della sposa (mtluet*sqia), che l'assi- gracile o deforme, veniva gettato in un precipicio
steva durante tutto lo svolgimento della cerimo- del mote Taigeto.
nia. La sera, terminato il banchetto, aveva luogo il
corteo (polpg*) nuziale, formato da parenti e
La vita in famiglia
amici, che, al lume delle torce, accompagnavano
e la condizione della donna
la sposa verso la casa del marito, intonando
l'imeneo (t<le*maio|), il canto nuziale. Sulla soglia
della nuova casa, ella era accolta dalla suocera e,
in segno di abbondanza, le venivano versati sul
D opo la nascita di un bambino si poneva
sulla porta d'ingresso di una casa un
ramoscello di ulivo o una benda di lana, a
capo fichi, datteri e alcune monete; in seguito, seconda che si trattasse di un maschio o di una
dopo aver mangiato una mela cotogna, era con- femmina. Tra il quinto e il settimo giorno dopo il
dotta dalla suocera nella camera nuziale (ha*ka- parto, il neonato, alla presenza dei membri della
lo|). Intanto un coro, formato da ragazzi e famiglia, veniva portato di corsa intorno al
ragazze, intonava l'epitalaÁmio (e$pihaka*lio|), il focolare domestico e con l'acqua lustrale aveva
canto nuziale presso il taÁlamo, e un amico dello luogo la purificazione del piccolo e della madre.
)

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente


uguale al tema verbale 235
scimento dei figli dopo la nascita; egli. infatti,
aveva poteri molto ampi: era titolare e ammini-
stratore del patrimonio familiare, aveva autoritaÁ
su tutti i membri del proprio oi#jo|, tranne che
sui figli maschi divenuti maggiorenni.
Viveva molto poco in famiglia e trascorreva le
ore libere dagli impegni di lavoro in piazza o
nelle terme, discutendo di affari o di politica con
gli amici. Talvolta giocava a dadi oppure pra-
ticava la caccia nei boschi o sui monti.
Pur essendo monogamica, la societaÁ greca in
generale, e quella ateniese in particolare, am-
metteva che il marito (a$mg*q) avesse anche altre
donne oltre alla moglie (ctmg*) legittima, che,
invece, aveva una posizione ben diversa. A lei,
infatti, era richiesto di generare e curare figli
legittimi, possibilmente maschi, e di ammini-
strare la vita domestica con oculatezza, inse-
gnando alle figlie a tessere e a filare la lana e
dirigendo il lavoro della servituÁ. Le donne usci-
vano raramente e mai da sole; quando, infatti, si
recavano a fare acquisti o a visitare le amiche,
erano accompagnate dalle ancelle. Non erano
ammesse a partecipare ai banchetti degli uomini
m
Particolare di una oinochoÁe (vaso per versare il vino nelle
e a conversare con gli estranei, eventuali ospiti e
coppe) attica con sfondo bianco (V sec. a.C.), che rappresenta amici dei parenti, erano, anzi, confinate nel
una donna impegnata nella filatura. Londra, British Museum.
gineceo (ctmaijei&om), la parte della casa a loro
riservata. Le uniche donne alle quali fosse
Grazie a questo rito il neonato veniva accettato consentito frequentare compagnie maschili di-
dal padre ed entrava a far parte della famiglia verse dal marito e dai parenti erano le cortigiane
(oi#jo|) e nel decimo giorno dopo la nascita e le prostitute. Una donna onesta poteva, inol-
riceveva il nome; poi, durante un banchetto il tre, partecipare alle festivitaÁ religiose, ai matri-
padre presentava il figlio ai membri della sua moni e ai funerali, ma sempre accompagnata dal
famiglia. marito.
Tra i doveri dei figli, soprattutto dei maschi, Diversa era la condizione della donna sparta-
c'era quello di provvedere alle necessitaÁ dei na, per la quale era necessario solo che fosse
genitori, assistendoli nella vecchiaia e, alla loro sana e robusta, per poter generare figli maschi
morte, di compiere tutti i riti relativi al funerale e capaci di diventare forti soldati. Ella, quindi,
alla sepoltura. Un altro dovere era quello di praticava esercizi ginnici all'aperto, vestita in
trattare i genitori con rispetto e deferenza. Un modo succinto, e si occupava di tutti gli aspetti
figlio considerato indegno per colpe gravi poteva della vita quotidiana, dal momento che il marito
essere espulso dalla famiglia con un annuncio era costantemente impegnato in attivitaÁ militari.
pubblico tramite un araldo: tutta la cittaÁ in
questo modo veniva a conoscenza di questa
espulsione, che era una sorta di diseredazione e,
probabilmente, comportava anche il disconosci-
mento della paternitaÁ legittima.
Al capofamiglia non spettava solo il ricono-

236 UNITAÁ 10
Rl
La famiglia g< lgsqtia*, -a&|, matrigna
o< ti<o*|, -ot&, figlio
g< e$cct*gri|, -ex|, promessa di matrimonio g< htca*sgq, -asqo*|, figlia
o< calo*|, -ot, matrimonio o<, g< pai&|, paido*|, figlio, figlia, fanciullo,
Ricerca o< mt*luio|, -ot, sposo
lessicale fanciulla
g< mt*lug, -g|, sposa sa+ se*jma, -xm, figli
g< ueqmg*, -g&|, dote della sposa so+ paidi*om, -ot, bambino, bambina
g< mtluet*sqia, -a|, accompagnatrice della g< a$dekug*, -g&|, sorella
sposa o< a$dekuo*|, -ot&, fratello
sa+ e%dma, -xm, doni nuziali o< pa*ppo|, -ot, nonno
g< polpg*, -g&|, corteo (nuziale che accompa- g< sg*hg, -g|, nonna
gnava la sposa nella nuova casa) o< e<jtqo*|, -ot&, suocero
o< t<le*maio|, -ot, imeneo, canto nuziale g< e<jtqa*, -a&|, suocera
o< ha*kalo|, -ot, camera nuziale o< calbqo*|, -ot&, genero
o< e$pihaka*lio|, -ot, canto nuziale presso il g< mto*|, -ot&, nuora
taÁlamo o< hei&o|, -ot, zio (sia materno che paterno)
g< hoi*mg (-g|) calijg*, banchetto nuziale g< sghi*|, -i*do|, zia (sia materna che paterna)
g< sot& ca*lot dia*ktri| (-ex|), divorzio g< a$dekuidg*, -g&|, nipote (figlio di fratello o
o< oi#jo|, -ot, casa, famiglia sorella)
o< a$mg*q, a$mdqo*|, marito, uomo o< a$dekuido*|, -ot&, nipote (figlio di fratello o
o< cale*sg|, -ot, marito sorella)
g< ctmg*, -aijo*|, moglie, donna o< a$mewio*|, -ot&, cugino
g< calesg*, -g&|, moglie o< dag*q, -e*qo|, cognato
oi< comei&|, -e*xm, genitori oi< pqorg*jomse|, -o*msxm, congiunti, parenti
o< sojet*|, -e*x|, genitore (padre o madre)
o< pasg*q, pasqo*|, padre
g< lg*sgq, lgsqo*|, madre

§
ddd s 15. Spartaco muore in battaglia s

Sot&so so+m Rpa*qsajom a$px*kere (rovinoÁ) so+ jaso*qhxla, uqomg*laso| e$picemo-


le*mot soi&| dqape*sai|. ot$je*si ca+q g$ni*otm utcolavei&m ot$d$ e$pei*homso soi&| a>qvotrim,
a$kk$ g>dg jah$ o<do+m o>msa| e$m soi&| o%pkoi| peqirvo*mse|, g$ma*cjaram at#hi| o$pi*rx dia+
sg&| Ketjami*a| a>ceim e$pi+ sot+| <Qxlai*ot|, ei$| sat$so+ s{ & Jqa*rr{ rpet*domse| (af-
frettandosi a fare cioÁ che anche Crasso desiderava). >Gdg ca+q o< Polpg*io| pqorix+m
a$pgcce*kkeso. jai+ dg+ a$qvaiqeria*fomse|, ot$j o$ki*coi e>kecom sg+m mi*jgm e$jei*m{ sot&
poke*lot pqorg*jeim. e$kho*msa ca+q et$ht+| lavei&rhai jai+ jasakt*reim so+m po*kelom.
$Epeico*lemo| ot#m diacxmi*rarhai jai+ paqarsqasopedet*ra| soi&| pokeli*oi|
x> qtsse sa*uqom, pqo+| g=m e$jpgdx & mse| oi< dot&koi pqorela*vomso soi&| e$qcafole*moi|.
$Aei+ de+ pkeio*mxm e<jase*qxhem e$jboghot*msxm, o<qx & m sg+m a$ma*cjgm, o< Rpa*qsajo| a%pam
paqesane so rsqasetla. $Em sz& lavz atso| ersx+| (stando ritto) jai+ jtjkxhei+| t<po+
* + * * $ + <
pokkx & m a$ltmo*lemo| jasejo*pg.
(da PLUTARCO)

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente


uguale al tema verbale 237
§
ddd s 16. Platone e alcuni ospiti s

<O Pka*sxm e$m $Oktlpi*y a$cmx & rim a$mhqx*poi| rtmerjg*mgrem jai+ at$so+| a$cmx+|
at$soi&| x > m. Ot%sx de+ at$sot+| e>hekne sz& rtmotri*y rtmersix*lemo| at$soi&| a$uekx & | jai+
rtmdigleqet*xm, x % rse sot+| ne*mot| sz& sot& a$mdqo+| rtmstvi*y t<peqgrhg&mai. <O de+
Pka*sxm ot>se sg&| $Ajadgli*a| ot>se sot& Rxjqa*sot| e$lmg*rhg, a$kka+ sot&so at$soi&|
a$pe*ugmem, o%si Pka*sxm jakei&sai.
$Epei+ d$ ot'soi ei$| sa+| $Ahg*ma| g#khom, la*ka uikouqo*mx| e$m oi$ji*y t<pede*naso. Jai+
oi< ne*moi ei#pom. «>Ace, x # Pka*sxm, so+m o<lx*mtlo*m rot, so+m sot& Rxjqa*sot| o<likgsg*m,
g<li&m e$pi*deinom.» <O de+ g$qe*la leidia*ra|. «$Akk$ e$cx* Ð e>ug Ð at$so+| e$jei&mo| ei$li*.» Oi<
de+ e$nepka*cgram, o%si so+m a>mdqa leh$ e<atsx & m e>vomse| so+m sorot&som g$cmo*gram, a$st*ux|
$ * $
atsot& rtccemolemot atsoi&| jai deinamso| o%si dt*masai jai+ a>met sx
+ * & m rtmg*hxm ko*cxm
sot+| rtmo*msa| veiqot&rhai.

UNO SGUARDO AL PASSATO

La casa epoca classica, ne un luogo di riposo, ne un


simbolo di prestigio. Essa serviva essenzialmente

L 'ateniese del V-IV sec. a.C. trascorreva la


maggior parte del suo tempo nella piazza,
nelle terme, in palestra, in teatro, nello stadio,
per dormire o per organizzarvi banchetti; inoltre
le donne vi erano tenute al riparo dagli occhi
indiscreti.
sotto i portici: percioÁ la casa (oi$ji*a) non fu, in Vitruvio (scrittore ed architetto romano del
periodo augusteo) afferma che la casa greca fu in
un primo periodo di dimensioni modeste e
costruita con muri di mattoni di argilla. Le pa-
reti interne erano affrescate, il tetto (rse*cg) era
di tegole o di fango seccato al sole, il pavimento
(e>dauo|) di ciottoli, le porte (ht*qai) di legno.
Erano annesse anche una stalla (rsahlo*|) e una
cella per il portinaio.
Con il passare dei secoli, specie in epoca el-
lenistica, la casa divenne piuÁ luminosa nelle rifi-
niture: mosaici per i pavimenti, colonne e statue
marmoree per i porticati, giardini con vasche. Le
finestre (htqi*de|), tuttavia, erano sempre poche
e piccole.
Quanto agli ambienti, l'antica casa greca era
suddivisa in tre parti: at$kg*, ctmaijxmi&si| e a$m-
dqxmi&si|.
L'at$kg* era l'atrio o cortile interno, dove si
trovava l'altare di Zeus, protettore della casa. A
questo ambiente si accedeva dalla porta d'in-
gresso e, nelle case piuÁ ricche, esso era circondato
anche da un colonnato con pavimento a mosai-
co. Dall'at$kg* si accedeva alla sala dei banchetti
(do*lo|), equivalente al le*caqom del palazzo
m omerico. Al di laÁ di questa casa erano ubicate le
Scultura che rappresenta una donna seduta su un hqo*mo|. camere da letto (ha*kaloi). )

238 UNITAÁ 10
L'a$mdqxmi&si| e la ctmaijxmi&si| erano rispet- cinghie, che fungevano da molle e su cui si ap-
tivamente la zona della casa riservata agli uo- poggiavano materassi e coperte.
mini e quella riservata alle donne: questi due Varie erano le sedie: il di*uqo| (sgabello a quat-
appartamenti potevano trovarsi entrambi al tro gambe), il jkirlo*| (sedia con spalliera incli-
piano terra, separati da una porta, ma spesso nata), il hqo*mo| (seggiolone talvolta con brac-
quello riservato alle donne era ubicato al piano cioli) e la jahe*dqa (sedia con schienale).
superiore. La ctmaijxmi&si| comprendeva la ca- L'arredamento era completato da tavole (sqa*-
mera nuziale della padrona di casa, stanze per le pefai, a tre o a quattro gambe e da casse (hg & jai),
ancelle e per le figlie nubili e una stanza di sog- che talvolta fungevano anche da sedili.
giorno. Per il riscaldamento si usavano gli stessi bra-
Ai lati dell'at$kg* erano ubicate la cucina (o$pma*- cieri (e$rva*qai) sui quali si cuocevano le vivande;
miom) e la dispensa (a$pohg*jg), le camere per gli per l'illuminazione vi erano lampade ad olio
ospiti e per la servituÁ. Le camere erano alquanto (kalpa*de|), che erano preferite alle fiaccole di
buie per l'esiguitaÁ delle finestre. materiale resinoso.
L'arredamento era molto semplice e limitato I servizi igienici si trovavano solo in pochissime
agli oggetti piuÁ utili. Il letto (jki*mg), era costituito case, mentre la maggior parte dei cittadini si
da un telaio di legno, al quale erano fissate delle serviva di bagni pubblici.

Rl
La casa
g< oi$ji*a, -a|, casa
o< oi#jo|, -ot, casa
g< rse*cg, -g|, tetto
Ricerca
lessicale g< ht*qa, -a|, porta
g< htqi*|, -i*do|, finestra
so+ e>dauo|, -ot|, pavimento, suolo
g< at$kg*, -g&|, cortile interno, atrio
g< a$mdqxmi&si|, -ido|, zona riservata agli uo-
mini
g< ctmaijxmi&si|, -ido|, zona riservata alle
donne
so+ le*caqom, -ot, sala dei banchetti del pa-
lazzo omerico
o< do*lo|, -ot, sala dei banchetti
g< e<rsi*a, -a|, focolare domestico
o< ha*kalo|, -ot, camera da letto
so+ o$psa*miom, -ot, cucina
g< a$pohg*jg, -g|, dispensa
o< rsahlo*|, -ot&, stalla
g< jki*mg, -g|, letto
g< sqa*pefa, -g|, tavola
o< jkirlo*|, -ot&, sedia con spallina inclinata
o< di*uqo|, -ot, sgabello a quattro gambe
g< jahe*dqa, -a|, sedia con schienale
o< hqo*mo|, -ot, seggiolone talvolta con brac-
ciuoli
g< e%dqa, -a|, sedia
g< hg*jg, -g|, cassa m
g< e$rva*qa, -a|, braciere Stele funeraria proveniente da Atene, cosiddetta ``di
Santippo'' (V sec. a.C.), su cui eÁ rappresentato il
g< kalpa*|, -a*do|, lampada ad olio, fiaccola defunto seduto su un jkirlo*|. Londra, British Museum.

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente


uguale al tema verbale 239
UNITAÁ 11 Sintesi
LEZIO in slide
NE 26
d I verbi in -li del primo gruppo
con il tema del presente raddoppiato
d I verbi in -li del secondo gruppo

OBIETTIVI

^ Conoscenze: ^ AbilitaÁ:
d Morfologia: > i verbi in -li del primo gruppo d riconoscimento dei verbi in -li del primo gruppo con
con il tema del presente rad- il T. P. raddoppiato e del secondo gruppo con il T. P.
doppiato ampliato con il suffisso -mt-/-mmt-
> i verbi in -li con il tema del d riconoscimento del genitivo ablativale e della pro-
presente ampliato con il suf- posizione esclusiva
fisso -mt-/-mmt- (secondo grup- d riconoscimento delle proposizioni dipendenti dai
po) verba eveniendi, dai verba cavendi e dai verba non
d Sintassi: > il genitivo ablativale dubitandi
> la proposizione esclusiva d riconoscimento del discorso indiretto
> i verba eveniendi
d distinzione tra i diversi usi di a>m
> i verba cavendi
> i verba non dubitandi d capacitaÁ di coniugare i verbi in -li del primo gruppo
> il discorso indiretto con il T. P. raddoppiato e quelli del secondo gruppo
> gli usi di a>m d memorizzazione e organizzazione delle conoscenze
d Elementi di lessico: verbi composti di di*dxli, lessicali
si*hgli, %igli e %irsgli di alta e media fre- d capacitaÁ di svolgere esercizi di vario tipo
quenza d capacitaÁ di analizzare e tradurre frasi e brani di varia
difficoltaÁ

b
Metopa proveniente dal santuario di Era presso il Sele (VI
sec. a.C.), su cui eÁ rappresentato EÁracle che uccide Alcioneo.
Paestum, Museo Archeologico Nazionale.

240 UNITAÁ 11
d TEST DI VERIFICA DEI PREREQUISITI

Rispondi alle seguenti domande. 6. Come sono definiti gli aoristi fortissimi di
di*dxli, si*hgli ed %igli?
1. Quali sono il tema verbale e il tema del presente 7. Quale differenza di significato vi eÁ tra e>rsgra
di di*dxli, si*hgli, %igli ed %irsgli? ed e>rsgm?
2. In che cosa consiste il raddoppiamento del 8. Ricordi il tema verbale e il significato dei se-
tema del presente per i suddetti quattro verbi? guenti verbi: di*dgli, o$mi*mgli, pi*lpkgli e pi*l-
3. Ricordi il futuro attivo e medio, il perfetto pqgli?
attivo e l'aoristo passivo di di*dxli ed %igli? 9. Quali sono i due suffissi nasali che si usano per
4. Sai indicare il futuro attivo, l'aoristo attivo, il la formazione del tema del presente dei verbi in
futuro passivo e il piuccheperfetto attivo di -li del secondo gruppo?
si*hgli ed %irsgli? 10. In quale diaÁtesi i suddetti verbi presentano
5. Il verbo %irsgli ha anche un futuro perfetto? l'apofonõÁa nella coniugazione del presente e
dell'imperfetto?

PRESENTE E IMPERFETTO ATTIVO E MEDIO-PASSIVO DI di*dxli


E COMPOSTI
Repertorio lessicale
d a$msi-di*dxli (io doÁ in contrac- d e$j-di*dxli (io affido, pubblico, prendo come testimone)
cambio) partorisco); m. e$j-di*dolai (io doÁ d lesa-di*dxli (io rendo parte-
d a$po-di*dxli (io rendo, restitui- in matrimonio) cipe)
sco, consegno, pago, attribuisco, d e$m-di*dxli (io consegno, cedo, d paqa-di*dxli (io consegno, af-
pubblico); m. a$po-di*dolai, io offro, mostro); m. e$m-di*dolai fido, tramando, permetto, con-
vendo) (io cedo, mi arrendo) cedo)
d dia-di*dxli (io distribuisco, tra- d e$pi-di*dxli (io doÁ in piuÁ, ag- d pqo-di*dxli (io doÁ in anticipo,
smetto, diffondo, mi diffondo) giungo, consegno, cresco, pro- tradisco)
gredisco); m. e$pi-di*dolai (io doÁ,

Es. n. 1 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð g< didot&ra - pqodido*mai - did{& | - e$jdi*dxli - a/m didoi*gm - dido*ari(m) - a/m e$pididoi*g
- a/m didoi&em - dido*sx - dido*mai - didx & se - rt+m s{ & dido*msi - a$podi*dxri(m) -
$emdidx& som - lesadidot - edidot| - enedidot - pqotdi*dose - a$msidi*dosai - oi<
* $ * $ *
dido*lemoi - e$pidi*dorhai - di*dx| - diadi*domsai - paqadidoi*lgm - pqodi*doro -
paqadido*rhxm - sg&| paqadidole*mg| - did{ & - e$jdidx*leha - e$dido*lgm - e$dido*sgm -
$epedido*leha - di*dolai - e$nedi*doso.
Ð io doÁ in cambio - da' tu in piuÁ - tu dai - io potrei consegnare (paqadi*dxli) - dare - a
coloro che danno in cambio - che egli dia - tu potresti dare - tradire - dia egli - che
noi diamo - di colui che daÁ - a colei che restituisce - coloro che danno (compl. ogg.)
- egli offriva (e$mdi*dxli) - egli si consegna (m. di di*dxli) - siano distribuiti essi - tu ti
offri (m. di di*dxli) - noi davamo - dia egli in matrimonio (m. di e$jdi*dxli) - essi
progrediscono (e$pidi*dxli) - tu davi - affõÁdati tu (m. di di*dxli) - che essi vendano
(m. di a$podi*dxli) - ella si affidava (m. di di*dxli) - voi vendevate (m. di
a$podi*dxli) - noi potremmo essere traditi - di coloro che sono dati in cambio - a
colei che eÁ tradita - noi ci arrendevamo (m. di e$mdi*dxli).

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 241
Le proposizioni esclusive
Le proposizioni esclusive, che appartengono al gruppo delle subordinate complemen-
S C H E D A tari indirette (o avverbiali), si possono esprimere in greco con un aggettivo o un
SINTATTICA
avverbio di senso negativo (cfr. lat.), una proposizione coordinata negativa (cfr. lat.), il
genitivo assoluto (cfr. lat. ablativo assoluto), il participio congiunto preceduto da una
negazione (cfr. lat.), a>met («senza») e il genitivo di un sostantivo (cfr. lat. sine e
l'ablativo di un sostantivo):
^ Bot*kolai la*verhai a$jimdt*mx| (a$ji*mdtmo|, a>met jimdt*mxm).
Sine periculis pugnare volo.
Voglio combattere senza correre alcun rischio.
$Ape*qvolai ot$de+m a$jot*xm.
AbeÆo nihil audiens.
Me ne vado senza ascoltare nulla.

Es. n. 2 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali di di*dxli e composti; poi traduci.
d d

1. <O a>mhqxpo| htcase*qa ctmai&ja a$cah{ & a$mdqi+ e$di*dot . - 2. Oi< Pe*qrai i$rvtqx &|
e$jo*kafom sot+| va*qim a$podido*mai lg+ botkole*mot|. - 3. Pqo+| so+m Rxjqa*sgm Ai$rvi*mot
LA LINGUA GRECA... ei$po*mso|. «Pe*mg| ei$li+ jai+ a>kko ot$de+m e>vx, e$latso+m de* roi di*dxli», o< Rxjqa*sg|
di*dxli ei#pem. «#Aq$ ot#m ot$j ai$rha*mz sa+ le*cirsa* loi didot*|;» - 4. <O dt*o visx & ma| e>vxm s{ & lg+
e>vomsi lesadido*sx. - 5. <O Kaole*dxm s{ & $Apo*kkxmi jai+ s{ & Poreidx & mi, oi= so+
Pe*qcalom e$sei*viram, lirho+m ot$j a$pedi*dot. - 6. #Aqa o<lokocg*rolem s{ & <Aqirsose*kei
ke*comsi. «Soi&| le+m a>qveim, soi&| de+ a>qverhai ut*rei de*dosai.»; - 7. <O Ro*kxm s{ & sa+
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
>Irhlia mijg*ramsi dqavla+| e<jaso+m di*dorhai e>sanem. - 8. <O sa+ sg&| po*kex| pomgqoi&|
di*dxli paqadidot+| sg+m po*kim o<lot& jai+ sot+| poki*sa| a$pokei& (manderaÁ in rovina). - 9. Paq$
e>hmeri* sirim e>ho| e>rsi so+m pase*qa e$jdi*dorhai sg+m htcase*qa { ' a/m bot*kgsai a$mdqi*. -
10. Soi&| comet&rim, soi&| leci*rsoi| et$eqce*sai|, va*qim a$podi*dot, a$mh$ x' m roi e$di*doram. -
11. Et$ht+| didx .
& lem o< ca+q et$ht+| didot+| di+| dido*mai ke*cesai. - 12. Soi&| a$hkgsai&|
mijg*rari rse*uamoi a$po+ e$kai*a| e$di*domso.

PRESENTE E IMPERFETTO ATTIVO E MEDIO-PASSIVO DI si*hgli


E COMPOSTI

Repertorio lessicale
d a$ma-si*hgli (io pongo sopra, at- d dia-si*hgli (io dispongo, ordino, e$pi-si*helai (io aspiro a, assal-
tribuisco, affido, sospendo, con- stabilisco); m. dia-si*helai (io go)
sacro, faccio un'offerta); m. a$ma- metto in vendita, divulgo) d jasa-si*hgli (io metto giuÁ, de-
si*helai (io carico, riferisco) d e$j-si*hgli (io metto fuori, espon- pongo, pongo da parte); m.
d a$msi-si*hgli (io contrappongo, go, propongo); m. e$j-si*helai (io jasa-si*helai (io metto da parte
paragono, sostituisco, mi oppon- esporto, espongo) per me, faccio cessare)
go) d e$m-si*hgli (io pongo dentro, pon- d lesa-si*hgli (io frappongo, tra-
d a$po-si*hgli (io depongo, ripon- go sopra, infondo) sporto, cambio)
go, metto da parte); m. a$po- d e$pi-si*hgli (io pongo sopra, im-
pongo, sacrifico, aggiungo); m.
si*helai (io depongo, differisco) )

242 UNITAÁ 11
d paqa-jasa-si*hgli (io depongo d pqor-si*hgli (io pongo presso, mi procuro, faccio un accordo
presso, affido a); m. paqa-jasa- accosto, assegno, impongo, affi- con)
si*helai (io ho fiducia di, confido do, attribuisco, aggiungo); m. d t<peq-si*hgli (io pongo sopra,
in) pqor-si*helai (io mi accosto a, pongo a capo, propongo, espon-
d paqa-si*hgli (io pongo davanti, mi associo a) go); m. t<peq-si*helai (io circum-
offro, pongo vicino, metto a con- d pqo-si*hgli (io pongo innanzi, navigo, vinco, supero, differisco,
fronto, appresto); m. paqa-si*he- espongo, propongo, preferisco); ometto)
lai (io appresto per me, affido) m. pqo-si*helai (io mi appresto, d t<po-si*hgli (io pongo sotto, sot-
d paq-em-si*hgli (io pongo tra, in- imbandisco, ordino, preferisco) tometto, sottopongo, offro, pon-
serisco) d rtm-si*hgli (io metto insieme, go come base, premetto); m.
d peqi-si*hgli(iomettointorno,cin- riunisco, raccolgo, macchino, t<po-si*helai (io consiglio, ordi-
go); m. peqi-si*helai (io indosso) confronto); m. rtm-si*helai (io no, insegno, penso)

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð e$pesi*herhe - e$mesi*hemso - diasihx & ri(m) - a/m jasasihei*sgm - sihe*mai - a$masi*hese -
sihe*ari(m) - rtmsihe*mai - g< sihei&ra - a$posihx & - e$si*hei| - a/m e$pisihei*gm - t<peqe-
si*helem - si*herai - sihe*sx - diasihe*rhx - paqemsi*hemsai - e$si*hero - pqosi*hese - sx &m
sihe*msxm - sihz& - peqisihg&rhe - si*hgri(m) - a/m lesasihei*leha - si*hero - a/m sihei&so -
a$masi*herhai - sot& sihele*mot.
Ð porre sopra (e$pisi*hgli e t<peqsi*hgli) - essi infondono (si*hgli ed e$msi*hgli) - di colui
che pone - tu cingeresti (peqisi*hgli) - metti tu insieme - porre - a coloro che si
offrono (si*hgli e paqasi*hgli) - che essi pongano - tu mettevi intorno - che noi
innalziamo - sottoporre - tu poni - egli contrappone - essi ponevano - che tu ti
ponga - di coloro che seppelliscono (si*hgli) - voi indossate (m. di peqisi*hgli) - egli
eÁ seppellito (si*hgli) - io mi pongo - essi potrebbero accordarsi (m. di rtmsi*hgli) -
porsi - indossa tu - essi si accordavano - coloro che si sottopongono (compl. ogg.) -
di colei che si pone - aspirare a (m. di e$pisi*hgli) - egli si poneva - io aggiungevo
(pqorsi*hgli ed e$pisi*hgli) - tu indossavi.

Es. n. 4 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali; poi volgile dal presente indicativo all'imperfetto
indicativo, lasciando inalterati la persona, il numero e la diaÁtesi.
si*hgri(m) - di*dolai - si*herai - si*herhom (3a pers.) - di*dosai - di*dolem - si*hg| - di*dosom
(3a pers.) - si*helem - di*dorhom (2a pers.) - si*herhe - dido*ari(m) - di*domsai - di*dx| -
si*hemsai - si*hgli - di*dxri(m) - dido*leha - sihe*ari(m) - di*dxli - si*helai - di*dose - si*hese
- si*hesom (2a pers.) - si*hesai.

Es. n. 5 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali di si*hgli e composti; poi traduci.
d d

1. Uameqo*m e$rsi sg+m a$qesg+m lo*mgm sot+| a$mhqx*pot| et$dai*loma| sihe*mai . - 2. Oi<
Lajedo*me|, vakepx & | ue*qomse| o%si $Ake*namdqo| Peqrijg+m e$rhg&sa peqiesi*heso,
LA LINGUA GRECA... poktm vqomom sgm oqcg+m a$pejqt*psomso. - 3. Lg*pose, x
+ * + $ # pai&de|, sg+m g<domg+m sz& a$qesz&
si*hgli t<peqsi*hese. - 4. Lg+ e$m ko*c{ sihx*leha sg+m uktaqi*am sx & m pokka+ jai+ a$vqei&a
kakot*msxm. - 5. <G a$qesg+ sai&| pqa*nerim et$ht+| so+m heasg+m ot%sx diasi*hgrim x % rh$ a%la
+ > +
sa eqca hatlarhg&mai jai sot| dqx + <
& msa| lilghg&mai. - 6. Otpos$ am o mot&m e>vxm
> /
rtllavi*am rtmsihei&so soi&| a$ei+ lesaba*kkotrim. - 7. Oi< Rouirsai* sime| g<cot&mso sot+|
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
sihele*mot| sot+| mo*lot| ei#mai sot+| a$rhemei&|. - 8. Oi< pakaioi+ soi&| seseketsgjo*rim
si*hgli o$boko+m ei$| so+ rso*la s{ & Va*qxmi lirho+m jasesi*heram. - 9. $Epeida+m oi< pai&de| sa+

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 243
cqa*llasa la*hxrim, oi< dida*rjakoi at$soi&| sa+ sx & m poig*lasa paqasihe*arim. -
& m poigsx
10. Soi&| a>vqgrsa pqobkg*lasa pqosihei&rim ot$j a$pojqi*merhai dei&. - 11. <G cexqci*a
pokt+ a/m e$pididoi*gm, ei> si| a#hka soi&| sg+m cg&m e$qcafole*moi| pqosihei*g. - 12. <O rouo+|
sa+ vqg*lasa e>rvasom sx & m a$cahx& m si*hgrim. - 13. <G roui*a ai$ei+ t<po+ sx
& m rxuqo*mxm
a>qirsom jsg&la je*jqisai jai+ jqihg*resai. - 14. <O Lihqida*sg| o$jsx+ e$pi+ soi&| e<ng*jomsa
e>serim e$bi*x jai+ sot*sxm e<psa+ jai+ pemsg*jomsa e>serim e$bari*ketrem.

Es. n. 6 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. I nemici deposero (imperf. di si*hgli) subito le armi senza volerlo (a>jxm). - 2.


Venivano posti davanti al padrone diversi cibi. - 3. Non consegnatevi nelle mani dei
nemici. - 4. Il comandante pagava il fio (di*jgm di*dxli) delle sue turpi azioni. - 5. Il
contadino lavorava e i prodotti (part. n. m.-p. di e$jdi*dxli) della terra crescevano
(e$pidi*dxli). - 6. Suppongo (si*hgli) che il mercante deponga sulla nave molte merci. -
7. Le fanciulle offrivano (a$masi*hgli) molte corone di fiori alla dea. - 8. Lo straniero ci
diede come contraccambio (imperf. di a$msidi*dxli) sei dracme.

PRESENTE E IMPERFETTO ATTIVO E MEDIO-PASSIVO DI i%gli


E COMPOSTI

Repertorio lessicale
d a$m-i*gli (io mando su, sollevo, contro, getto, mando, propongo, scaglio, proferisco, trascuro, con-
produco, muovo, lascio andare, concedo, affido, mi abbandono); cedo)
abbandono, permetto, smetto); m. e$u-i*elai (io raccomando, co- d pqor-i*gli (io mando verso, fac-
m. a$m-i*elai (io denudo, scortico) mando, aspiro a) cio avvicinare a, accolgo); m.
d a$u-i*gli (io getto, mando fuori, d leh-i*gli (io lascio andare, lascio pqor-i*elai (io accolgo, accetto,
mando via, scaccio, abbandono, libero, abbandono, smetto, per- approvo)
assolvo, trascuro); m. a$u-i*elai dono, permetto, cedo, trascuro); d rtm-i*gli (io metto insieme, per-
(io mi libero di, mi allontano da) m. leh-i*elai (io rinunzio a) cepisco, comprendo); m. rtm-
d di-i^gli (io getto attraverso, fac- d paq-i*gli (io lascio da parte, tra- i*elai (io mi metto d'accordo
cio passare, congedo) scuro, non mi curo di, passo sotto con)
d ei$r-i*gli (io mando dentro, in- silenzio, lascio andare, indeboli- d t<u-i*gli (io mando giuÁ, abbasso,
troduco); m. ei$r-i*elai (io entro) sco, permetto, affido, introdu- sottopongo, sobillo, ammaino,
d e$m-i*gli (io introduco, spingo, in- co); m. paq-i*elai (io accolgo, lascio andare, cedo); m. t<u-i*elai
fondo, mi scaglio, getto dentro) chiedo perdono, permetto, tra- (io pongo sotto di me, cedo, de-
d e$n-i*gli (io mando via, mando scuro) sisto, tralascio, ammaino)
fuori, spingo, sbocco); m. e$n- d pqo-i^gli (io mando avanti, spin-
i*elai (io scaccio) go avanti, abbandono, concedo,
d e$u-i*gli (io invio verso, invio faccio partire; m. pqo-i^elai, io

Es. n. 7 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð rtmi*erhe - pqori*elem - a$ui*ese - so+ i<e*lemom - i<x & ri(m) - %iero - a/m t<uiei&lem - %iei -
paqie*mai - oi< i<e*lemoi - %iesom - %ig| - i<a&ri(m) - a/m i<ei&em - e$ui*erhai - %ielai - pqorix& -
%ierhe - i<e*mai - %iese - ei$rix*leha - a/m i<ei&mso - pqori*eso - a/m paqiei&o - sot& i<e*mso| -
a$uie*leha - i<g&sai - sg&| lehiele*mg| - %ieram - lehie*rhxm.

244 UNITAÁ 11
Ð essi lanciano (a$ui*gli ed e$ui*gli) - voi due introducete (ei$ri*gli ed e$mi*gli) - egli
potrebbe inviare contro - essi mandavano - noi inviamo - tu potresti comprendere -
noi eravamo inviati - che io mandi - essi potrebbero accogliere (m. di paqi*gli e
pqori*gli) - sboccare - comprendi tu - mandino essi - di colui che scaccia - che voi
mandiate dentro - a colei che abbandona (a$mi*gli e lehi*gli) - tu aspiri a (m. di %igli e
di e$ui*gli) - egli si scagliava - che tu sia inviato - di quelle che aspirano - mandare -
scaglia tu - tu comprendevi - rinunziare a (m. di lehi*gli) - essere inviato.

I verba eveniendi
I verba eveniendi, che hanno il significato di «avvenire», «accadere» (come rtlbai*mei,
S C H E D A «accade», cfr. lat. accõÆdit, eveÆnit), introducono delle subordinate completive dichia-
S I N T A T T I C A rative, che si costruiscono in greco con l'infinito, con l'accusativo e l'infinito, con x
% rse
(cfr. lat. ut) seguõÁto dall'infinito:
^ Rtme*bg sg+m g<lese*qam rsqasia+m mija&m.
AccõÆdit ut exercitus noster vinceÆret.
Accadde che il nostro esercito vincesse.

Es. n. 8 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali di %igli e composti; poi traduci.
d

1. Oi< pkei&rsoi posaloi+ ei$| sg+m ha*karram sa+ t%dasa e$nia&rim . - 2. <O a>uqxm e$ui*esai
sx& m vqgla*sxm la&kkom g/ sg&| rtme*rex|. - 3. <O $Acgri*kao| o%pot { > eso sg+m pasqi*da si
LA LINGUA GRECA... x$uekg*reim, po*mxm se jai+ jimdt*mxm ot$v t<ui*eso. - 4. <O a$caho+| dida*rjako| ot$demo+|
%igli po*mot t<ui*esai, x<| oi< pai&de| sa+ de*omsa lamha*mxrim. - 5. Ei>he, x # meami*ai, t<lei&|
lg*pose sa+ de*omsa a$uiei&se. - 6. $Em <Qx*lz oi< jajot&qcoi a$po+ pe*sqa| simo+| %iemso. - 7. So+
do*ng| jai+ vqgla*sxm a>cam e$ui*erhai jasa+ so+m Pka*sxma o>meido*| e$rsim. - 8. <O
Peqijkg&| pose soi&| poki*sai| e>kecem. «Sai&| jas$ oi$ji*am rtluoqai&| e$jpepkgcle*moi
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
(part. con val. concess.), sx & m joimx & m lg+ a$ui*erhe.» - 9. <G >Aqseli| ot>pos$ a/m la*sgm so+
%igli be*ko| a$po+ sot& so*not a$uiei*g. - 10. Jai+ a>kka f{ & a uxmg+m jai+ uho*ccot| %igrim, ko*cot de+
jai+ ckx*rrg| lo*m{ s{ & a$mhqx*p{ le*sersim. - 11. Oi< sot+| a$dekuot+| paqie*mse|
paqapkg*rioi* ei$ri soi&| sg+m e<atsx & m cg&m kei*potri jai+ sg+m a$kkosqi*am cexqcot&rim. -
12. Oi< lehie*mse| sa+ e$m veqri+m o>msa di$ e$kpi*da leifo*mxm a>uqome*| ei$rim.
c
Particolare della
cosiddetta ``coppa
di Arkesilas'' (VI
sec. a.C.)
proveniente da
Vulci, che
rappresenta
ArcesilaÁo, re di
Cirene. Parigi,
Biblioteca Nazionale
di Francia.

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 245
PRESENTE E IMPERFETTO ATTIVO E MEDIO-PASSIVO DI i%rsgli
E COMPOSTI

Repertorio lessicale
d a$mh-i*rsgli (io contrappongo, d e$u-i*rsgli (io colloco sopra, col- lai (io mi circondo di, sto in-
paragono); m. a$mh-i*rsalai (io loco dietro, colloco presso, col- torno, sto vicino, circondo, asse-
mi oppongo a, resisto) loco contro, dispongo, stabilisco, dio, minaccio, mi trasferisco,
d a$m-i*rsgli (io innalzo, sollevo, istituisco, impongo, metto a capo sfuggo a)
sveglio, scaccio, distruggo); m. di); m. e$u-i*rsalai (io mi pre- d pqo-i^rsgli (io pongo innanzi,
a$m-i*rsalai (io mi alzo, mi sve- sento, appaio, sono a capo di, mi prepongo, metto a capo); m.
glio, parto) avvicino, sopraggiungo, sovra- pqo-i^rsalai (io mi metto in-
d a$u-i*rsgli (io separo, allontano, sto) nanzi, mi metto a capo di, eleggo)
spingo alla ribellione, depongo); d jah-i*rsgli (io rendo, mostro, d pqor-i*rsgli (io pongo verso,
m. a$u-i*rsalai (io mi separo, mi pongo, colloco, stabilisco, eleg- pongo contro, pongo presso, ar-
allontano da, mi ribello a) go, costituisco); m. jah-i*rsalai resto); m. pqor-i*rsalai (io mi
d di-i^rsgli (io separo, distinguo, (io mi metto, mi colloco, mi tro- pongo presso, sto presso, mi op-
divido); m. di-i^rsalai (io mi se- vo) pongo a, mi presento)
paro, mi allontano da, mi tengo d leh-i*rsgli (io cambio, sposto, d rtm-i*rsgli (io metto insieme, riu-
in disparte, differisco, sono in trasporto, libero, sciolgo); m. nisco,raccolgo,organizzo, tramo,
discordia) leh-i*rsalai (io mi sposto, mi contraggo, presento, mostro); m.
d e$m-i*rsgli (io colloco in, colloco trasferisco) rtm-i*rsalai (io organizzo per
sopra, colloco tra, innalzo, sono d paq-i*rsgli (io pongo vicino, me, intraprendo, affronto, co-
presente, sovrasto, mi oppongo); presento, persuado, infondo, pa- struisco)
m. e$m-i*rsalai (io comincio, in- ragono); m. paq-i*rsalai (io so- d t<u-i*rsgli (io colloco sotto); m.
traprendo) vrasto, sto accanto, sono immi- t<u-i*rsalai (io mi sottopongo a,
d e$n-i*rsgli (io metto fuori, aÁl- nente, mi accosto, aiuto, mi sot- mi impegno, mi oppongo, mi
tero); m. e$n-i*rsalai (io mi al- tometto a) presento)
lontano, mi ritiro da, cedo il d peqi-i^rsgli (io colloco intorno,
posto a) trasferisco, muto); m. peqi-i^rsa-

Es. n. 9 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð e$nirsg&rhom - a/m i<rsai*lgm - a$uirsa*leha - %irsarai - sg&| paqirsale*mg| - o< i<rsa*| -
jahirsai&mso - %irsarhai - paqirsa*rhx - jahi*rsgli - %irsgm - paqirsx & ri(m) -
rtmirsarhai - irsz& - oi irsalemoi - rtmirsarhe - irsaro - am irsai&em - e$ui*rsg -
* < < < * * % / <
%irsasom - pqoirsa*mai - i<rsz&| - ei$| sot+| i<rsa*msa| - i<rsa*sgm - %irsamsai - a$mhi*rsalem
- i<rsa*sxm.
Ð noi potremmo porre intorno - che egli metta insieme - di colui che trattiene (i%rsgli)
- noi collochiamo dritto - voi due eleggete (jahi*rsgli ed %irsgli) - egli potrebbe
innalzare (a$mi*rsgli ed %irsgli) - mettere a capo (e$ui*rsgli e pqoi^rsgli) - voi due
affrontavate (m. di rtmi*rsgli) - egli colloca - a coloro che pongono vicino -
collocarsi - poni tu - di colei che contrappone - essi si ergono (m. di %irsgli) - egli si
colloca - voi vi ribellate (m. di a$ui*rsgli) - che essi si separino (m. di dii^rsgli) - egli
potrebbe ritirarsi (m. di e$ni*rsgli) - a colei che si colloca - a quelli che si
trasferiscono (m. di lehi*rsgli) - essi collocavano - porsi accanto (m. di paqi*rsgli) -
essi si arrestavano (m. di %irsgli) - tu cambiavi.

246 UNITAÁ 11
I verba cavendi
I verba cavendi significano «guardarsi da» (come utka*rrolai, cfr. lat. caveo),
S C H E D A «evitare di» (come et$kabe*olai) e da essi dipendono proposizioni subordinate com-
SINTATTICA
pletive volitive, costruite con lg*, x<| lg*, o%px| lg* (cfr. lat. ne) e il futuro indicativo
oppure il congiuntivo (in dipendenza da un tempo principale), l'ottativo (in dipendenza
da un tempo storico):
^ Utka*rromsai lg+ ei$| so+ a>rst bai*mxrim.
Cavent ne in urbem eant.
Si guardano dall'andare in cittaÁ.

Es. n. 10 - Volgi dal singolare al plurale le seguenti voci verbali, lasciando inalterati il modo, il tempo,
la persona e la diaÁtesi; poi traduci.
%iesai - %irsarai - %irsg| - %irsaro (imperat.) - i<e*rhx - i<rsz&| - %iei - i<rsa*lgm - i<rsg&sai - i<e*sx
- %irsgri(m) - %igri(m) - %ig| - %ierai - %irsalai - %igli - i<z&| - a/m i<ei*g - o< i<ei*| - a/m i<ei&o - i<e*lgm -
%irsaro (imperf.) - g< i<rsa&ra - a/m i<rsai*g - %irsgm - %ieso - o< i<rsa*lemo| - i<x &.

Es. n. 11 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci verbali di %irsgli e composti; poi traduci.
d

1. Oi< molohe*sai a$cahot+| mo*lot| soi&| poki*sai| %irsaram . - 2. Rsg*kg %irsg e$m s{& pedi*{
paqa+ so+m posalo*m. - 3. Lesa+ sat&sa pokkoi+ a$mi*rsamso, ke*comse| o%si de*oi so+m
LA LINGUA GRECA... Nemoux & msa a>qveim. - 4. <G dglojqasi*a ei$| sg+m stqammi*da lehi*rsarhai uikei& jai+ e$j
%irsgli sg&| acam e$ketheqi*a| g< a$cqixsa*sg dotkei*a ci*cmesai. - 5. $Em soi&| jimdt*moi| oi< a>qirsoi
>
soi&| pqa*clarim e<jo*mse| e$uirsa*rhxm. - 6. $Em Rpa*qsz oi< a$qesz& sx & m a>kkxm
pqoe*vomse| e>uoqoi jahi*rsamso. - 7. <O Pkot*saqvo| e$m soi&| paqakkg*koi| jakot-
le*moi| bi*oi| <Qxlai*ot| %Ekkgrim a$mhi*rsgri jai+ paqaba*kkei. - 8. Oi< %Ekkgme|, o%pot g<
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
sx& m pokeli*xm sqopg+ ce*moiso, sqo*paiom %irsaram. - 9. <O Kt*ramdqo| sot+| Hgbai*ot|
%irsgli e>peihe sx & m $Ahgmai*xm a$ui*rsarhai. - 10. Oi< pase*qe| soi&| ti<oi&| a$cahot+| jai+ rx*-
uqoma| didarja*kot| peqii]rsa*msxm. - 11. Paqa+ soi&| Kajedailomi*oi| oi< mex*seqoi
soi&| pqerbtse*qoi| sg&| o<dot& e$ni*rsamso. - 12. Ot$j a$ei+ o< dg&lo| sot+| a$qi*rsot| sg&|
po*kex| pqoi^rsgrim.

LABORATORIO LESSICALE

Il T.V. rsa±-/rsg- di %irsgli («io colloco, sto») eÁ alla base di numerosi vocaboli greci, tra i quali i piuÁ
ricorrenti sono:
± rsa-ria*fx (io sono dissidente, pro- ± rsa-ri*lx| (in modo fermo)
muovo una sedizione) ± rsa*-ri| (collocazione, posizione, con-
± rsa-ria*qvg| (capo di una sedizione) dizione, partito, sedizione, rivolta)
± rsa-ri*aqvo| (capo di una sedizione) ± rsa-rix*dg| (sedizioso)
± rsa-riarsg*| (ribelle, sedizioso) ± rsa-rixsei*a (stato di sedizione)
± rsa-riarsijo*| (sedizioso) ± rsa-rix*sg| (fazioso, partigiano)
± rsa-riarsijx & | (faziosamente, sedizio- ± rsa-rixsijo*| (sedizioso, ribelle)
samente) ± rsa-si*fx (io pongo, colloco)
± rsa*-rilo| (che arresta, fermo, stabile) ± rsa-sijo*| (atto a porre)
d Dei precedenti termini memorizza quelli evidenziati in neretto. )

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 247
Dal T.V. rsa±-/rsg- derivano anche moltissimi vocaboli italiani:
± antistante ± destabilizzare ± ostacolare ± sottostare ± stanziare
± arrestare ± distante ± ostacolo ± sovrastante ± stare
± astante ± distanza ± prestabilire ± sovrastare ± stasi
± benestante ± distanziare ± restare ± stabile ± statica
± circostante ± distare ± retrostante ± stabilimento ± staticitaÁ
± circostanza ± equidistante ± sostanza ± stabilire ± statico
± constare ± equidistanza ± sostare ± stabilitaÁ ± stato
± contrastare ± equidistare ± sosta ± stabilizzare ± stazionario
± costanza ± incostanza ± sottostante ± stanza ± stazione
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 12 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d

1. L'esercito giungeva all'accampamento all'inizio del mese (i<rsale*mot sot& lgmo*|). -


2. Poniti agli altri come esempio. - 3. Quelli che erano con il re si lanciarono (imperf. m.
di %igli) sui fanti dei nemici. - 4. Tutti aspiriamo (m. di %igli) a diventare saggi. - 5. Stando
immobile, osservava gli amici. - 6. Accadde che il nostro esercito collocasse un grande
trofeo. - 7. I fanciulli emettevano (i%rsgli) alte grida. - 8. Dalla torre gli arcieri
lanciavano molti dardi.

ALTRI VERBI IN -li CON IL TEMA DEL PRESENTE RADDOPPIATO


Es. n. 13 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.
Ð o< pilpka*| - e$lpi*lpkarhai - sa+ pilpqa*lema - pkg*rei| - o$mi*mgri(m) - o<
e$lpilpka*lemo| - o$mg*rx - e$pkg*rhg - pilpqg&se - a/m pilpqai&em - g< pilpqa&ra -
o$mima*mai - e$lpqg&rai - e>pkgra - pe*pqgja - pilpka*mai - pi*lpqase - o$mi*mg -
e$mepqg*rhgram - pi*lpkgri(m) - pilpka&ri(m) - g< o$mimale*mg - e$me*pkgre(m) -
pqgrhg*rerhai - pilpkg&som - x$mg*raso - a/m pilpkai&se - pi*lpkg - sg&| o$mima*rg| -
x$mg*hg| - o$mi*mg|.
Ð noi gioviamo (o$mi*mgli) - essi riempiranno - colei che gioveraÁ (compl. ogg.) -
riempire (pi*lpkgli) - voi giovaste - di colei che riempõÁ - colui che giova (sogg.) - a
colei che brucioÁ (pi*lpqgli) - voi due riempirete - aver bruciato - voi riempiste - egli
presta (ji*vqgli) - che essi brucino - di coloro che prestano - essi legano (di*dgli) - a
colui che ha bruciato - voi potreste bruciare - tu prendi in prestito (ji*vqglai) - io
bruciavo - essi giovavano - essere per essere bruciato - colei che riempie (sogg.).

Es. n. 14 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci dei verbi in -li con il tema del presente
d raddoppiato; poi traduci.
1. <G roui*a g<la&| jai+ g<lese*qot| pai&da| a$ei+ o$mg*rei. - 2. <O rsqasgco+| so+m at<sot& bi*om
leci*rsxm pqa*nexm e$lpe*pkgjem. - 3. <O q<g*sxq sa+ g<le*seqa x # sa pokkx& m ko*cxm
$elpi*lpkgrim a$kka+ sa+| g<lese*qa| wtva+| ot$ hicca*mei. - 4. Oi< sx & m pokeli*xm rsqasix & sai
LA LINGUA GRECA...
a<laqsa*mx a$mavxqot&mse| sa+| oi$ji*a| se jai+ sa+ i<eqa+ e$me*pqgram. - 5. Oi< sg&| ctmaijo+| o$uhakloi+

248 UNITAÁ 11
dajqt*xm e$mepkg*rhgram. - 6. <O a$caho+| o$mg*resai jai+ at$so+| sa+ jaka+ pqa*ssxm jai+
sot+| a>kkot| x$uekg*rei. - 7. Ot$j a$qjei& sa+| rsoa+| e$lpepkgje*mai cqalla*sxm, sot&s$
e>rsi mo*lxm, dei& de+ la&kkom sa+| wtva+| sot& dijai*ot pepkgrle*ma| e>veim. - 8. >Ersi jai+
lijq{ & dx*q{ sot+| pemole*mot| o$mima*mai. - 9. Oi< rouirsai+, ot$v a<laqsa*momse| ,
e$mo*lifom a$kghg& a$qesg+m ei#mai so+ sa+| e$pihtli*a| e$lpilpka*mai. - 10. Uet&ce, x# pai&,
sot*sot| oi= diabokx # sa* rot e$lpilpka&rim.
& m sa+ x

AORISTO E ALTRI TEMPI DI di*dxli, si*hgli, %igli ED i%rsgli

Es. n. 15 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð a/m ei'mso - g%rerhai - g< e$uersx & ra - rsg*resai - se*heija| - e$dedx*jei - ei'lai -
e%rsgje(m) - esehei*lgm - edo*hg| - pqodo*rhx - e<rsgje*mai - he*rhai - a$podx*rei| -
$ $
a$msihg*rolai - e>dosom - peqisehg&mai - dohg*rerhai - a$porsahg*resai - e>heram -
a$po*do| - g'jem - oi< do*lemoi - e>rsg| - dx
& ri(m) - e$rsa*hg - diahx& lem - z'| - pqorsg&se -
/am ei%sgm - o< dedole*mo| - sot& he*mso| - a$pe*doso - a/m e$mdoi*g - e<rsa&ri(m) - a/m hei&em -
e>hot - a/m rsai&lem - d{ & - he*se - paqadx & sai - e$he*leha - ei'ro - a/m e<rsg*joi| -
e%rsgja| - e<rsg*jei - hei&mai - o< dot*| - e>rsgre(m) - pqorhot&.
Ð egli stette - essi stanno (pf. di %irsgli) - io starei (ott. pf. di %irsgli) - colei che pose
(sogg.) - essi stavano (ppf. di %irsgli) - sta' tu (imper. aor.) - io collocheroÁ - tu
ponesti - di colui che sta (part. pf. di %irsgli) - essi si unirono (m. di rtmi*rsgli) - essi
daranno per se - voi due stareste (ott. pf. di %irsgli) - a colei che si daraÁ - tu fosti
collocato - egli fu mandato avanti (pqoi^gli) - noi saremo accolti (pqori*gli) - io ho
dato - essi hanno restituito (a$podi*dxli) - tu avevi collocato - date voi (imper. aor.) -
tu avresti dato in cambio (a$msidi*dxli) - voi due foste traditi (pqodi*dxli) - voi due
mandaste - di coloro che diedero - essi porranno per se - voi avete posto - a colei che
ha posto altrove (lesasi*hgli) - che essi abbiano dato - tu sarai posto - voi due
avevate posto - essere per porre - egli aggiungeva (pqorsi*hgli) - voi due poneste - io
avrei posto innanzi (pqosi*hgli) - manda tu (imper. aor.) - di coloro che mandarono
via (a$ui*gli) - di colei che pose - voi manderete - di coloro che porranno - voi due
avete mandato - essere sul punto di mandare - voi due sarete collocati accanto
(paqi*rsgli) - io mandai - essere per collocare - coloro che invieranno verso (compl.
ogg., e$ui*gli) - essi accettarono (m. di pqori*gli) - di colei che ha trascurato
(paqi*gli) - essi avevano mandato.

Es. n. 16 - Coniuga i seguenti verbi nel tempo, modo, persona, numero e diaÁtesi richiesti; poi traduci.
L'esercizio eÁ avviato.
1. di*dxli imperf. ind., III pers. pl., att. e$di*doram essi davano
pres. imper., II pers. sing., att.
pres. inf., medio-pass.
pres. ott., III pers. sing., medio-pass.
fut. ind., I pers. pl., att.
aor. ind., I pers. sing., att.
aor. cong., II pers. pl., att.

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 249
perf. ind., II pers. sing., att.
aor. ind., III pers. pl., pass.

2. si*hgli pres. ind., III pers. duale, att.


pres. cong., I pers. pl., medio-pass.
piucchep. ind., III pers. sing., att.
imperf. ind., II pers. pl., medio-pass.
aor. ind., II pers. duale, att.
aor. ott., I pers. sing., att.
fut. ind., III pers. sing., att.
fut. ind., II pers. sing., pass.
aor. ind., I pers. pl., pass.

3. %igli imperf. ind., III pers. pl., medio-pass.


pres. imper., II pers. pl., att.
pres. ott., I pers. sing., medio-pass.
pres. inf., att.
fut. ind., III pers. sing., att.
fut. ind., I pers. pl., pass.
aor. cong., II pers. sing., att.
aor. imper., II pers. duale, att.
perf. ind., I pers. sing., medio-pass.

4. %irsgli pres. cong., III pers. pl., att.


pres. inf., medio-pass.
imperf. ind., II pers. pl., medio-pass.
fut. ind., I pers. pl., att.
fut. ind., III pers. sing., pass.
aor. ott., I pers. sing., att.
aor. inf., att.
aor. ind., II pers. sing., pass.
perf. ind., I pers. pl., att.

Es. n. 17 - Indica ``vero'' (V) o ``falso'' (F) per ciascuna delle seguenti affermazioni.
VERO FALSO

1. L'infinito aoristo attivo di %igli eÁ ei'mai. &


V &
F
2. Je*jqilai eÁ il perfetto medio-passivo di jki*mx. &
V &
F
3. >Eperom eÁ l'aoristo debole di pi*psx. &
V &
F
4. La radice verbale di ugli* eÁ ua-/ug-. &
V &
F
5. $Esihe*lgm eÁ l'imperfetto medio-passivo di si*hgli. &
V &
F

250 UNITAÁ 11
6. Pi*lpkgli e pi*lpqgli sono verbi in -li con il tema del presente
raddoppiato. &
V &
F
7. Pe*peija eÁ il perfetto forte di pei*hx. &
V &
F
8. %Ersgja, perfetto fortissimo di %irsgli, ha valore di presente intransi-
tivo. &
V &
F
9. Il participio aoristo medio di si*hgli eÁ sihe*lemo|. &
V &
F
10. Doje*x significa «io credo» e «io sembro». &
V &
F
11. Pi*olai eÁ il futuro senza suffisso temporale di pi*mx. &
V &
F
12. Bebkg*rolai eÁ il futuro passivo di ba*kkx. &
V &
F
13. De*dia eÁ il perfetto fortissimo di dei*dx. &
V &
F
14. $Esqa*ugm eÁ l'aoristo passivo forte di sqe*ux. &
V &
F

Es. n. 18 - Indica ``vero'' (V) o ``falso'' (F) per ciascuna delle seguenti affermazioni.
VERO FALSO

1. Ei<po*lgm eÁ l'aoristo di e%polai. &


V &
F
2. Il verbo pqa*rrx ha due perfetti: pe*pqava (con valore transitivo) e
pe*pqaca (con valore intransitivo). &
V &
F
& eÁ il futuro attivo asigmatico di uhei*qx.
3. Uheqx &
V &
F
4. >Eqalai eÁ un verbo in -li del primo gruppo con il T. V. in -a. &
V &
F
5. >Ekabom eÁ l'aoristo debole attivo di kalba*mx. &
V &
F
6. Il presente indicativo ei#li ha per lo piuÁ il valore di futuro primo. &
V &
F
7. Dt*malai significa «io posso». &
V &
F
8. L'infinito presente attivo di %igli eÁ i<e*mai. &
V &
F
9. Il piuccheperfetto attivo di di*dxli eÁ e$dedx*jeim. &
V &
F
10. >Ecmxm eÁ l'aoristo forte di cicmx*rjx. &
V &
F
11. Il tema verbale di di*dxli eÁ dido-/didx-. &
V &
F
12. >Edxja eÁ il perfetto di di*dxli. &
V &
F
13. Sehg*rolai eÁ il futuro medio di si*hgli. &
V &
F
14. L'imperfetto attivo di %irsgli eÁ %irsgm. &
V &
F

Es. n. 19 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali; volgile, poi, dal singolare al plurale e viceversa,
lasciando inalterati il modo, il tempo, la persona e la diaÁtesi.
jaserha*hg - e>hgje(m) - e>dxja - a$pe*deine(m) - jasaua*coiem - jahersa&ri(m) - de*dosai
- t<pe*rsg - e$ngcce*khg - e$pkg*rhgram - oi< dido*mse| - sot+| pqojahgle*mot| - a/m
a$porsai*g| - dt*masai - so+m a$pohamo*msa - e$mepi*lpqaram - sg&| peluhei*rg| -
pqorsi*hgri(m) - e<xqx& lem - t<pe*hgje(m).

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 251
Il genitivo ablativale
Il genitivo ablativale, cioeÁ corrispondente per lo piuÁ all'ablativo latino, si trova con i
S C H E D A verbi che indicano:
SINTATTICA
± privazione, impedimento, liberazione (come rseqe*x, «io privo»; jxkt*x, «io
impedisco»; e$ketheqo*x, «io libero»):

^ <G po*ki| sot& jimdt*mot g$ketheqx*hg.


La cittaÁ fu liberata dal pericolo.

± allontanamento, separazione (come a>peili, «io sono lontano da»; a$pe*vx, «io tengo
lontano, allontano da»; a$pakka*rrx, «io allontano da»; a$pe*volai, «io mi tengo
lontano da»; a$pakka*rrolai, «io mi allontano da»):
& m e<sai*qxm e$he*kx a$pe*verhai.
^ $Ejei*mxm sx
Voglio tenermi lontano da quei compagni.

± inizio, fine, interruzione (come a>qvolai, «io comincio»; pat*x, «io faccio cessare»;
pat*olai, «io smetto di»):
^ Lesa+ sat&sa o< q<g*sxq sot& ko*cot (ke*cxm, part. predic.) e$pat*raso.
Dopo queste cose l'oratore smise di parlare.

± comparazione (come peqici*cmolai, «io sono superiore a»; diaue*qx, «io mi distinguo
da»):
^ <O rsqasgco+| a$mdqei*y pa*msxm sx
& m a>kkxm die*ueqem.
Il comandante si distingueva da tutti gli altri per valore.

± origine, discendenza, provenienza (come e$jci*cmolai, «io provengo, discendo da»;


ei$li*, «io sono nato, sono discendente da»):
^ <O meami*a| ce*mot| a$cahx
& m a$mhqx*pxm e$neci*cmeso.
Il giovane discendeva da una stirpe di uomini onesti.

± dominio, superioritaÁ, inferioritaÁ (come jqase*x, «io domino su, sono padrone di»;
bariket*x, «io regno su»; a$pokei*polai, g<rra*olai, «io sono inferiore a»; a>qvx, «io
comando su, sono a capo di»):
^ <O ti<o+| sot& pasqo+| ot$v g<rra
& so.
Il figlio non era inferiore al padre.

Es. n. 20 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali; trasformale, poi, in modo da volgere gli aoristi in
imperfetti, i futuri in presenti, i perfetti in aoristi e gli aoristi passivi in futuri passivi,
lasciando inalterati il modo, la persona, il numero e la diaÁtesi.
e$sqa*uolem - dx*rei - ei>kgva| - e$bka*bg - e>cmx| - hg*resai - e>dqalom - peua*cjase -
e$sa*uglem - e>heram - be*bkglai - e>domso - ai<qg*rx - g$kka*cg| - et<qg*romsai - e$sa*cgram -
jejqi*jari(m) - rsekei&se - jqt*womsai - e$sa*qane(m).

252 UNITAÁ 11
Es. n. 21 - Trasforma i seguenti genitivi assoluti in una proposizione causale esplicita, in una
proposizione temporale esplicita e in una proposizione concessiva esplicita; poi traduci.
L'esercizio eÁ avviato.
1. jeket*ramso| a) e$pei+ o< rsqasgco+| e$jejeket*jei, poiche il comandante aveva ordinato
sot&
b) e$peidg+ o< rsqasgco+| e$je*ketre, dopo che il comandante ordinoÁ
rsqasgcot&
c) ei$ jai+ o< rsqasgco+| jeket*rai, anche se il comandante avesse ordinato

2. ke*comso| sot&
a>qvomso|

3. a$maba*rg| sg&|
rsqasia&|

4. jahgle*mot
sot& barike*x|

5. e<rsx*sxm sx
&m
rsqasixsx &m

6. rjedarhe*msxm
& m pokeli*xm
sx

Es. n. 22 - Analizza le seguenti frasi, individuando i participi e indicando il loro valore sintattico; poi
d d traduci.
1. 'O $Ammi*ba|, pkei*rsot| sx & m Jeksibg*qxm jai+ sx
& m Kibt*xm jai+ sx & m e<se*qxm e$hmx&m
+ + $
jai sa em sz& $Ibgqiy s{ * *
& $Ardqotby s{ $
& adeku{ * +
& paqadot|, sa Ptqgmai&a oqg >
die*baimem. - 2. $Ecx*, ei$| sg+m $Isaki*am e$lbakx*m, t<lx & m ot$demo*| px haqqot&mso|,
sesqajo*ria a>rsg a$me*rsgra. - 3. <O Mola&| ei$| le+m et$se*keiam jai+ rxuqort*mgm dia+ sx &m
* + * * $ + + + + *
molxm sgm pokim rtmersgrem, ei| de sgm peqi sa rtlbokaia dijaiortmgm tpgcaceso. * < *
- 4. Lesa+ sg+m sg&| Sqoi*a| a%kxrim, a>qamse| oi< %Ekkgme| jahxqli*rhgram e$m sz&
Veqqomg*r{ sg&| Hqy*jg|. e>mha uamei+| o< $Avikket+| e$pe*rve sot+| $Avaiot+| sg&|
a$macxcg&|, ai$sx & m sg+m pai&da sot& Pqia*lot Poktne*mgm ce*qa| at<s{ & dohg&mai. - 5. >Gdg
sot& veilx & mo| e$mersx & so|, jasakabo*mso| sot& Hqartbot*kot lesa+ sx & m utca*dxm
Utkg+m jai+ jasa+ sg+m rsqasia*m, g=m e$ng*cacom, oi< sqia*jomsa jajx & | a$povxqg*ramse|,
e>cmxram sx & m a>kkxm sa+ o%pka paqeke*rhai jai+ Hgqale*mgm diauhei&qai.

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 253
LABORATORIO LESSICALE

Al sostantivo neutro o>qo|, -ot| («monte, altura») si ricollegano etimologicamente i seguenti vocaboli
greci:
± $Oqei-a*de| (ninfe dei monti) ± o$qei-mo*| (montuoso)
± o$qei-ba*sg| (che va sui monti) ± o>qei-o| (montano)
± o$qei-base*x (io vado sui monti) ± o$qei-sg*| (montanaro, montano)
± o$qei-cemg*| (nato sui monti) ± o$qei-sqeug*| (nutrito sui monti)
± o$qei-dqo*lo| (che corre per i monti) ± o$qei-st*po| (che lavora sui monti)
± o$qei-jo*| (che abita i monti, montanaro) ± o$qo-pe*diom (piano fra monti)
± o$qei-mo*lo| (abitante dei monti, montanaro) ± o$qo-ut*kan (custode dei monti)
d Dei precedenti termini memorizza quelli evidenziati in neretto.
Da o>qo| derivano in italiano:
± orogeÁnesi ± orografõÁa ± oroidrografõÁa ± oroÁnimo
± orogeneÁtico ± orograÁfico ± oronimõÁa

d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 23 - Analizza le seguenti frasi, individuando le voci dei verbi in -li; poi traduci.
d d

& m pokeli*xm i<ppei&| rt*lpamse| pkg+m de*ja a$pe*rsgram pqo+| sot+| $Ahgmai*ot|. -
1. Oi< sx
2. <O $Ake*namdqo|, rsa+| e$pi+ sot& bg*laso|, x$mei*dife soi&| rsqasix*sai|, ke*cxm o%si oi<
Lajedo*me| vxqi+| sot& $Akena*mdqot ot$demo+| a>nioi ei#em. - 3. >Emioi sx & m rtlla*vxm
a$uersg*jarim. e$a+m lg+ e$pi+ at$sot+| rsqaset*rgse, a>kkai po*kei| e$m bqavei& a$uersg*notrim.
- 4. Sqi*a e$rsi+m e$n x ' m g< pokisei*a rtme*rsgjem. o< a>qvxm, o< dijarsg*|, o< i$dix*sg|. -
5. Pokka*ji| ai< rtluoqai+ sot+| a$mhqx*pot| rxuqomerse*qot| jase*rsgram (aor.
gnomico). - 6. Ei$ sot+| a>kkot| paidet*eim bot*kei, sg+m reatsot& rxuqort*mgm pa-
qa*deicla soi&| a>kkoi| save*x| jasarsg*hi. - 7. Lxq{ & simi ti<o+| e$cemmg*hg. ptm-
$
hamole*mot simo+| atsot& poi&om o>mola s{ <
& ti{ .
& hg*resai «So+ e$lo*m ± e>ug ± o>mola e%nei
ja$cx+ a>met o$mo*laso| lemx & .» - 8. <O Helirsojkg&| soi&| $Ahgmai*oi| rtmebot*ketre lg+
sot+| sx& m Kajedailomi*xm a$cce*kot| a$uei&mai. - 9. Oi< %Ekkgme| pa*msa e>pqarrom, o%px|
soi&| baqba*qoi| uo*bom e$mhei&em. - 10. <Gqa*jkeiso| o< uiko*rouo| ke*cei sa+ pa*msa e$j
ptqo+| rtmersa*mai jai+ ei$| sot&so a$makt*erhai. - 11. So+ t<po+ soi&| de*mdqerim e<rsa*mai
pokka*ji| ot$j a$ruake*| e$rsim. - 12. <O Le*mippo|, so+m o$boko+m ot$j e>vxm s{ & Va*qxmi
$apodot&mai, at$s{ > . + $ < $
& ekecem «<Tpeq elot& o <Eqlg&| roi apodosx, o| le roi& paqe*dxjem.»
* %
- 13. Pa*msa poigse*om o%px| g<
wtvg+ a$po+ sx& m a$dijix & m a$pakka*-
nesai. - 14. <O Pka*sxm o$qcirhei*|
pose pqo+| a>kkom sima+ e>kecem.
«Jo*karo*m lot so+m pai&da. e$cx+
ca+q ot$v oi'o*| ei$li dia+ so+ x$qci*-
rhai.»

b
DioÁbolo argenteo proveniente da Turi: sul
recto eÁ rappresentata la testa della dea Atena
con elmo, sul verso eÁ raffigurato un toro.

254 UNITAÁ 11
LABORATORIO LESSICALE

Dall'aggettivo di seconda classe savt*|, -ei&a, -t* («celere, veloce, rapido, pronto, agile») derivano, oltre
all'avverbio save*x| («velocemente»), anche altri vocaboli greci:
± sa*v-a (subito, velocemente) ± savt-peihg*| (facile a persuadersi)
± sa*v-o| (celeritaÁ, rapiditaÁ, sveltezza) ± savt*-poqo| (veloce)
± savt-ba*sg| (veloce) ± savt*-pot| (dai piedi veloci, rapido)
± savt-cqa*uo| (che scrive velocemente) ± savt-sg*| (celeritaÁ, velocitaÁ)
± savt-dqo*lo| (che corre velocemente) ± savt*-uxmo| (che parla brevemente)
± savt-eqco*| (che opera velocemente) ± savt*-veiq (svelto di mano)
± savt*-mx (io accelero, affretto)
d Dei precedenti termini memorizza quelli evidenziati in neretto.
A savt*| si ricollegano etimologicamente i seguenti vocaboli italiani:
± tacheometrõÁa ± tachicardõÁa ± tachigraÁfico ± tachipneÁa
± tacheomeÁtrico ± tachicaÁrdico ± tachõÁgrafo
± tacheoÁmetro ± tachigrafõÁa ± tachõÁmetro
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 24 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate e distinguendole in


d d esplicite e implicite; poi traduci.
1. Ot$dei*|, a>mhqxpo*m sima jajo+m et# sqe*uxm, vqgrso*m pose a/m hei*g. - 2. >Edei sot+|
$Ahgmai*ot| lesa+ so+m Pekopommgriajo+m po*kelom soi&| Kajedailomi*oi| pa*ra| sa+|
mat&| pkg+m dx*deja paqadot&mai. - 3. <O Pqotri*a|, t<po+ sx & m <Qxlai*xm ai$sghei+| so+m
$Ammi*bam e$jdot&mai, ot$j e$ne*dxjem. - 4. Oi< pqo*rhem rt*llavoi o>mse| g<la&| pqo-
dedx*jari jai+ a$pokekoi*parim. - 5. Oi< jajot&qcoi soi&| dijarsai&| paqadido*rhxm, %ima
di*jgm sx & m a$dijgla*sxm dx & rim. - 6. Ei$ oi<
a>qirsoi a>qvomse| sg&| po*kex| pqorsahg*-
romsai, sa+ joima+ et# diasehg*resai. - 7. <O
rsqasgco+| ke*cei o%si oi< ai$vla*kxsoi e$ket*-
heqoi a$uese*oi ei$ri*m. - 8. Oi< a>qvomse| ot$j
e$uei&ram sot+| ai$vlakx*sot| a$uei&mai a$kk$
e$je*ketram a$podo*rhai. - 9. Oi< $Ahgmai&oi,
pqx & som sa+| paq$ e<atsoi&| dtmarsei*a|
e$jbako*mse|, dglojqasi*am jasersg*ram-
so, g<cot*lemoi sg+m pa*msxm e$ketheqi*am
o<lo*moiam leci*rsgm ei#mai. - 10. Oi< mo*loi oi<
jahersx & se| ot$ lesarsahg*romsai. oi< ca+q
vqgrsoi+ poki&sai, x # a>mdqe| , sa+ jahersg-
josa pqaclasa r{*fotrim.
* *

c
Metopa del Partenone, su cui eÁ rappresentata la lotta tra
un Centauro e un Lapita. Londra, British Museum.

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 255
LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo maschile a$mg*q, a$mdqo*| («uomo, sposo, marito») derivano molti termini greci, per lo piuÁ
composti:
± a$mdq-acahe*x (io agisco da uomo valoroso, mi ± a$mdq-irsi* (da uomo, in modo virile)
comporto da uomo virtuoso) ± a$mdqo-ce*meia (discendenza maschile)
± a$mdq-acahi*a (coraggio, valore, virtuÁ, lealtaÁ) ± a$mdqo-da*la| (che doma gli uomini)
± a$mdqa-podi*fx (io riduco in schiavituÁ) ± a$mdqo-hmg*| (omicida)
± a$mdqa-podirsg*| (schiavista) ± a$mdqo-jso*mo| (che uccide gli uomini)
± a$mdqa*-podom (schiavo) ± a$mdqo-la*vo| (che combatte gli uomini, belli-
± a$mdq-ei*a (virilitaÁ, coraggio, fortezza, valore) coso)
± a$mdq-ei&o| (da uomo, virile, maschile) ± a$mdqo-ruacei&om (massacro di uomini)
± a$mdq-ia*| (statua) ± a$mdqo*-sg| (virilitaÁ, forza virile)
± a$mdq-i*fx (io rendo forte come un uomo) ± a$mdqo-uho*qo| (funesto agli uomini)
± a$mdq-ijo*| (da uomo, virile, coraggioso) ± a$mdq-x*m (appartamento degli uomini, sala riser-
vata agli uomini)
d Dei precedenti termini memorizza quelli evidenziati in neretto.
Da a$mg*q derivano anche alcuni vocaboli italiani:
± androceÁo ± androÁgeno ± androÁgino ± androne
± androÁctono ± androginõÁa ± androÁide ± androsteroÁne
± androfobõÁa ± androgõÁnico ± andrologõÁa ± ginandromorfismo
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 25 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci dei verbi in -li; poi traduci.
d d

1. $Epice*cqapsai sz& sot& Liksia*dot jo*qthi sz& e$m $Oktlpi*y. «<O Liksia*dg| s{ & Dii+
a$me*hgjem.» - 2. <O <Eqlg&| t<po+ sot& Dio+| ei$| $Xctci*am mg&rom pqo+| so+m $Odtrre*a
LA LINGUA GRECA... pqorei*hg. - 3. <O Peqi*amdqo|, e$qxsghei+| dia+ si* sg&| a$qvg&| ot$j a$porsai*g, a$pejqi*maso.
uai*mx «%Osi s{ & jas$ a$ma*cjgm a>qvomsi jai+ so+ e<jo*msa a$porsg&mai ji*mdtmom ue*qei.» - 4. Do*se
le+m e$rhi*eim s{
& peimx & msi, do*se d$ e$jpi*meim s{ & diwx & msi. - 5. Sx & m <Ekkgmijx & m po*kexm, x<|
* *
uaimesai , pqxsg g sx < & m $Ahgmaixm kecesai molot| herhai jai pokiseiam jasarsg*ra-
* * * * + *
rhai. - 6. $Amanaco*qa| o< uiko*rouo| pqx & so| sz& t%kz mot&m e$pe*rsgrem. - 7. <O
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA...
Poktjqa*sg| so+ ui*ksasom ei$| sg+m ha*karram lehg&jem, %ima so+m sx & m hex & m uho*mom
uai*mx t<pejut*coi. - 8. $Epei+ o< Pt*qqo| s{ & Uabqiji * { sot + | ai$ vlakx * sot| a$ * dxjem, oi<
pe
<Qxlai&oi sorot*sot| %Ekkgma| a$uei&ram, o%roi <Qxlai&oi a$uei*hgram. - 9. <O Ro*kxm, soi&|
$Ahgmai*oi| sot+| mo*lot| hei*|, a$po+ sg&| pasqi*do| a$pgkka*cg. - 10. <O Nemoux & m cqa*uei.
«Dojot&ri loi jai+ Dqa*jxm jai+ Ro*kxm pokkot+| sx & m mo*lxm e$pi+ dijaiort*mg|
didarjaki*y hei&mai.» - 11. Oi< Lajedo*me|, e$m s{ & paqatsi*ja a$jot*ramse| sx & m ko*cxm
e$jpepkgcle*moi, ricz& e>lemom pqo+| s{ & bg*lasi, ot$de* si| g$jokot*hgre s{ & barikei&
a$pakkarrole*m{. - 12. <O Jt&qo| paqg*cceike s{ & Jkea*qv{ g%jeim kabo*msi o%rom
rsqa*setla ats{ $ #
& gm.

Es. n. 26 - Analizza le seguenti frasi, individuando le proposizioni subordinate e distinguendole in


d d esplicite e implicite; poi traduci.
1. Ke*cotrim so+m $Ake*namdqom s{ & Mea*qv{ jai+ soi&| a>kkoi| g<celo*ri paqaccei&kai sa+
a$lui+ so+m pkot&m, o%px| e>rsai e$| sqi*sgm g<le*qam. Sz& de+ t<rseqai*y kot*rarhai at#hi| jai+

256 UNITAÁ 11
ht&rai sa+ sesacle*ma. - 2. <O Kexrhe*mg|, o<qx & m sg+m <Ekka*da pa&ram sesapeimxle*mgm
jai+ g>dg jaseuhaqle*mgm t<po+ sx & m dxqodojot*msxm paqa+ sot& Uiki*ppot jai+ sot&
$Akena*mdqot, e$di*dot e<atso+m sz& pasqi*di. - 3. Jasa+ sg+m Rijeki*am Diomt*rio|, o< sx &m
Rtqajori*xm st*qammo|, a$pokektle*mo| sx & m pqo + | +
sot | Jaqvgdomi * ot| *
poke lxm,
pokkg+m ei$qg*mgm jai+ rvokg+m ei#vem. - 4. Sot+| pqx*sot| uari+ sx & m a$mhqx*pxm, lgdemo+|
sx& m pqo+| bi*om vqgri*lxm et<qgle*mot, e$pipo*mx| dia*ceim ctlmot+| le+m e$rhg&so| o>msa|,
oi$jg*rex| de+ jai+ ptqo+| a$g*hei|. - 5. Ei$ sg+m ei$qg*mgm poigro*leha jai+ soiot*sot| g<la&|
at$sot+| paqarvg*rolem, oi%ot| ai< joimai+ rtmhg&jai pqorsa*rrotrim, lesa+ pokkg&| le+m
a$ruakei*a| sg+m po*kim oi$jg*rolem, jah$ e<ja*rsgm de+ sg+m g<le*qam pqo+| et$poqi*am
e$pidx*rolem. - 6. Oi#lai pa*msa| a/m o<lokocg&rai pqorg*jeim soi&| bariket&ri po*kim
dtrstvot&ram pat&rai jai+ jakx & | pqa*rrotram diautka*nai jai+ leca*kgm e$j lijqa&|
poig&rai. - 7. Ot$j oi#da e>cxce ei> si dei& ko*cxm, o%pot at$sa+ sa+ e>qca dei*jmtri so+
jqa*sirsom. - 8. <Tla&| ot$ wet*dolai. cicmx*rjx o%si, ei$ lg+ oi< rt*llavoi paqece*momso, oi<
$Ahgmai&oi a$px*komso. - 9. $Ecx*, ei$ le+m sx & m e$kpi*dxm li*a si| t<li&m e$rsi rxhg&mai
pokelot&msa|, rtlbotket*x lg+ paqadido*mai sa+ o%pka. ei$ de+ lgdeli*a rxsgqi*a| e$rsi+m
e$kpi*|, rtlbotket*x uet*ceim. - 10. Ot$de+ ei$ pa*mse| e>khoiem Pe*qrai, pkg*hei ce ot$v
t<peqbakoi*leh$ a/m sot+| pokeli*ot|.

LABORATORIO LESSICALE

Alla radice wetd- del verbo wet*dx («io inganno, smentisco»; passivo, «io sono ingannato, resto deluso,
mi inganno, sbaglio»; medio, «io dico il falso, inganno, illudo, manco di fede») sono da ricollegare, per
quanto riguarda l'etimologia, numerosi vocaboli greci, tra i quali i piuÁ ricorrenti sono:
± wetd-acceki*a (falsa notizia) ± wetdo-ko*co| (che dice il falso)
± wetd-eqci*a (fatto simulato) ± wetdo-laqstqe*x (io testimonio il falso)
± wetd-g*| (mendace, bugiardo) ± wetdo-pa*sxq (falso padre)
± wetdo-cqaue*x (io disegno male) ± wetdo-poie*x (io falsifico, inganno)
± wetdo-dida*rjako| (falso maestro) ± wetd-oqje*x (io giuro il falso)
± wetdo-doni*a (falsa opinione) ± wetd-o| (menzogna, bugia, inganno)
± wetdo*-heo| (falso dio) ± wetdo*-uglo| (fallace, che annuncia il falso)
± wetdo-jkgri*a (falsa testimonianza) ± wetd-xlo*sg| (spergiuro)
± wetdo-koce*x (io dico il falso) ± wetd-x*mtlo| (sotto falso nome, pseudonimo)
± wetdo-kocijo*| (falso, fallace) ± wet*r-sg| (bugiardo)
d Dei precedenti termini memorizza quelli evidenziati in neretto.

Anche vari vocaboli italiani derivano dalla radice wetd-:


± pseudoÁgrafo ± pseudomorfoÁsi ± pseudoÁnimo ± pseudoscientifico
± pseudologõÁa ± pseudonimõÁa ± pseudoriflessivo
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 27 - Assembla correttamente le proposizioni principali della colonna di sinistra con le


d d proposizioni subordinate della colonna di destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
1. Diomt*rio| o< pqerbt*seqo| et$ht+| a. sot& Paqlemi*xmo| r{*feim rtl-
e>cgle sg+m sot& <Eqlojqa*sot| ht- botket*omso|. 1. b.
case*qa,

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 257
2. At$so+| pqx& so| o< rsqasgco+| e$ka*l- b. ei$| sg+m a$qvg+m jasarsa*|.
bame sa+ o%pka jai+ soi&| a>kkoi| pa-
qg*cceikem,
3. <O Jke*aqvo| pa*mt uikijx & | s{
& Sir- c. sot+| sg+m pasqi*da pqodedx-
raue*qmei die*jeiso jai+ a$pg*ccekkem jo*sa|.
4. <O $Ake*namdqo| sa+ bari*keia sa+ d. rseuamxra*lemo| jai+ a$podt*|.
Peqrija+ e$me*pqgrem,
5. Oi< dijarsai+ ot$j a$ug*rotrim a>met e. a= e$jei&mo| e>kecem.
fgli*a|

Es. n. 28 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d d

1. Le tue parole riempirono di gioia il mio animo. - 2. Il prigioniero fu legato e


condotto nell'accampamento. - 3. I nostri si accostarono (m. di pqorsi*hgli) subito ai
nemici e li vinsero. - 4. Lo schiavo fu lasciato libero (a$mi*gli) dal padrone. - 5. Non mi
sono opposto (m. di a$mhi*rsgli) a voi in questa decisione. - 6. L'esercito assedieraÁ (m. di
peqii^rsgli) la cittaÁ e la prenderaÁ in pochi giorni. - 7. Il nemico brucioÁ tutte le case della
nostra cittaÁ. - 8. Sia a noi che a voi giova fare cioÁ.

Es. n. 29 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d d

1. I re dei due popoli si accordarono (m. di rtmi*gli) e la guerra cessoÁ. - 2. I cittadini che
tradiranno (pqodi*dxli) la patria saranno severamente puniti. - 3. L'auriga si pose (m. di
e$pisi*hgli) subito sul carro. - 4. I fanciulli si sono raccolti (m. di rtmi*rsgli) nella piazza. -
5. Vogliamo restituirgli (a$podi*dxli) tutti i suoi beni. - 6. Il re daraÁ in matrimonio (m. di
e$jdi*dxli) la figlia. - 7. I soldati resistevano (m. di a$mhi*rsgli) per lungo tempo, poi
abbandonarono (a$mi*gli) la lotta. - 8. Ho intenzione di rinunziare (le*kkx + inf. fut. di
lehi*gli) a tutto, tranne che alla libertaÁ.

VERBI IN -li CON IL TEMA DEL PRESENTE IN -mtli


Es. n. 30 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.
Ð deijmt*gsai - fetcmt*ari(m) - leicmt*xlem - a/m deijmt*oi - q<gcmt*mai - e$fet*cmtso -
e$dei*jmt| - a>cmtri(m) - e$fet*cmtram - pg*cmtro - deijmt*z| - e>ana| - g< leicmtle*mg -
pgcmt*sx - dei*jmtrhai - a>neim - e$li*cg| - o$lot&lai - o< deijmt*| - o>kxka| - pg*neim -
e$ft*cgm - a/m deijmt*oimso - e>deine(m) - x$ko*lgm - le*leiclai - dei*jmt| - o$ke*rei - e>{ca -
e$a*vhg - e$fetna*lgm - q<acg*rerhai - x
> kera| - leivhg*rg - dei*nei| - e>qqgne(m) - de*deiva|.
Ð tu rompi - di colui che manda in rovina - mostrarsi - che essi aprano - egli si mostrava
- essi mescolavano - egli mostra - giura tu - io aggiogheroÁ - essere per aprire - tu
giurerai - essi ruppero - voi due mostrerete - essi stanno confitti (perf. att. di
pg*cmtli) - tu ti sei mostrato - essi hanno aperto - di colui che andraÁ in rovina - tu
fosti mostrato - essere per essere aggiogato - egli ha mescolato - a coloro che
giurarono - di colei che ha spezzato - io sono andato in rovina - di coloro che ruppero
- noi potremmo aprire - essere stato giurato.

258 UNITAÁ 11
I verba non dubitandi
I verbi che nella lingua greca hanno il significato di «non dubitare» (come ot$j e$m-
S C H E D A doia*fx, ot$j a$luicmoe*x), «sapere con certezza» (come a$jqibx
& | e$pi*rsalai, a$jqibx
&|
SINTATTICA # %
oida) si costruiscono con osi e una subordinata completiva dichiarativa, con l'accu-
sativo e l'infinito, con il participio predicativo:
^ Ot$j e$mdoia*fx at$so+m a$mdqei&om ei#mai.
Non dubito quin ille audax sit.
Non dubito che egli sia coraggioso.

Es. n. 31 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci dei verbi con il tema del presente in -mtli;
d d poi traduci.
1. Oi< a$lui+ so+m Kexmi*dam, e$m rsem{ & vxqi*{ la*verhai a$macjarhe*mse|, ha*qro| jai+
a$mdqei*am e$dei*namso. e$msat&ha d$ a$lui+ sot+| sqiajori*ot| a$pe*hamom. - 2. <G sx &m
Kajedailomi*xm pokisei*a t<po+ pokkx & m $
e pzmei&so, %
o si $
e j lomaqvi* a| +
jai $
o kicaqvi* a| jai+
SCHEDA
SEMANTICO-SINTATTICA... dglojqasi*a| e$le*leijso. - 3. $Em sz& e$m Cqami*j{ la*vz oi< Lajedo*me| pqx & som soi&|
dei*jmtli Pe*qrai| rtme*leinam. - 4. Dglorhe*mg| o< q<g*sxq e$m sz& e$m Vaiqxmei*y la*vz ot$de+m jako+m
e>qcom a$podeina*lemo|, sg+m sa*nim kipx+m { > veso. - 5. $Ecjqase*ri rtlleicmt*mse| jai+
at$soi+ e$cjqase*rseqoi a$pobg*rerhe. - 6. Oi< a>mhqxpoi, pkeio*mxm jai+ leifo*mxm e$pi-
htlot&mse| (part. con val. condiz.), jai+ sa+ t<pa*qvomsa a$pokkt*arim. - 7. Oi< a>mhqxpoi
jas$ a$qva+| t<po+ sx& m hgqi*xm a$px*kktmso dia+ so+ at$sx & m a$rhemerse*qot| ei#mai (inf. sost.
con val. caus.). - 8. $Amanaco*qa| o uiko*rouo| e>kecem. «Ot$de+m vqg&la ci*cmesai ot$de+
<
a$po*kktsai, a$kka+ pa*msa a$po+ o>msxm vqgla*sxm rtllei*cmtsai* se jai+ diajqi*mesai.» - 9.
Oi%sime| dijaiort*mgm e$pideijmt*oimso, sot*sot| o< Jt&qo| pkotrixse*qot| e$poi*ei. -
10. #X rsqasix & sai, e>qcoi| sg+m a$qesg+m a$podeijmtx*leha.

Es. n. 32 - Analizza le seguenti frasi, individuando le voci dei verbi in -li; poi traduci.
d d

1. Ai< de+ la*vaiqai t<po+ sx


& m pokeli*xm e$qqa*cgram, g< de+ g<lese*qa a$qesg+ ot$ q<acg*resai. -
2. $Eam soi&| pokelioi| vei&qa| lei*nxlem, a$podei*nolem pqo*htloi o>mse|. pokkavot&
+ *
dedei*valem oi'oi* e$rlem. - 3. Sot& Jqoi*rot jeket*ramso|, oi< heqa*pomse| s{ & Ro*kxmi sa+
sot& barike*x| vqg*lasa e$pedei*jmtram. - 4. %Orsi| o$lmt*msi lgde+m pei*hesai, at$so+m jai+
q<ydi*x| e$pioqjei&m e$pi*rsasai. - 5. <O $Ia*rxm, soi&| sg&| Lgdei*a| botket*lari pirset*xm,
sot+| jakjo*poda| sat*qot| fetcmt*mai e$so*klgrem. - 6. Dei& sa+| sx & m pkotri*xm vei&qa|
soi&| a$po*qoi| jai+ o$quamoi&| a$moivhg&mai. - 7. <O $Amsirhe*mg|, ei$po*mso| simo+| o%si o<
po*kelo| sot+| pe*mgsa| a$pokei&. «Pokkot+| ot#m ± e>ug ± jai+ poig*rei.» - 8. Oi< poki&sai
x> loram pa*mse| soi&| sot& Ro*kxmo| mo*loi| vqg*rerhai. - 9. Oi< St*qoi, jaha*peq digcei&sai
o< $Aqqiamo*|, ot$v e%soiloi g#ram s{ & $Akena*mdq{ sa+| pt*ka| a$moi&nai. - 10. Oi<
Kairsqtco*me|, e$pi+ sg+m ha*karram e$kho*mse|, sa+ sx & m $Odtrre*x| e<sai*qxm rja*ug ki*hoi|
jase*anam.

Es. n. 33 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci dei verbi in -li del primo gruppo con il
d d tema del presente raddoppiato; poi traduci.
1. $Em Rakali&mi de+ sot&so le+m $Aqse*lido*| e$rsim i<eqo*m, sot&so de+ sqo*paiom e>rsgjem a$po+
sg&| mi*jg| g=m Helirsojkg&| o< Meojke*ot| ai>sio| e$ce*meso ceme*rhai soi&| %Ekkgrim. (da
PAUSANIA) - 2. %Ex| le+m ot#m Peqijkg&| pqoersg*jei sot& dg*lot, beksi*x sa+ jasa+ sg+m

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 259
pokisei*am g#m, seketsg*ramso| de+ Peqijke*ot|, pokt+ vei*qx. (da ARISTOTELE) - 3. Jai+ sa+
le+m o$mo*lasa pqo+| sot+| oi$jei*ot| e<ja*rsot sx & m sehmex*sxm a$pe*doram. pqoei&pam de+
sai&| ctmaini+ lg+ poiei&m jqatcg*m. (da SENOFONTE) - 4. <G Jktsailmg*rsqa jasarjeta*fei
doki*x| so+m sot& $Acale*lmomo| ha*masom, o%si di*jgm e$pisihe*mai bot*kesai sg&| $Iuicemei*a|.
(da APOLLODORO) - 5. <G pqerbei*a sx & m $Ahgmai*xm paq' $Ake*namdqom a$uijmei&sai,
deole*mg rtmajokothei&m jai+ dido*mai sot+| ai$vlakx*sot|. (da ARRIANO) - 6. Sx & m <Ek-
kgmijx & m <
oi ua * rjomse| bot * kerhai paidet * eim sot+ | pai &da|, $
e peida+ m <
oi &de| sa+
pai
keco*lema rtmix & rim, et$ht+| pe*lpotrim ei$| didarja*kot|. (da SENOFONTE) - 7. >Irx|
Et$ht*mot| e$qei& o%si sa+ le+m dt*o le*qg sg&| paqajasahg*jg| a$pe*dxjem, so+ de+ sqi*som
le*qo| a$perse*qgrem. (da ISOCRATE) - 8. Oi< Kajedailo*mioi e>rsaram a$luose*qxhem sg&|
o<dot& a$qna*lemoi a$po+ sx & m ptkx & m sg&| po*kex| e>vomse| sa+ do*qasa, hex*lemoi sot+|
e$nio*msa|. (da SENOFONTE) - 9. %Osam g< e$jjkeri*a jahirsg&sai, e$peida+m peqi+ oi$jodoli*a|
oi< poki&sai rtlbotket*xrim, sot+| oi$jodo*lot| lesape*lpomsai rtlbot*kot|. (da
PLATONE) - 10. <Tlei&| lilmg*rjese sx & m e$lx & m jajx & m jai+ lg+ a$di*jx| sg+m wg&uom
sihg&rhe, lg+ a$mig&se at$so+m a$di*jx| e$jpi*pseim e$j sg&| vx*qa|, t<pe+q g'| e$cx+ jimdt*mot|
jimdtmet*x ot>se jajx & m ai>sio| ci*cmolai, a$kka+ a$cahx & m. (da LISIA)

Es. n. 34 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d d

1. Essi manderanno in rovina gli altri e andranno in rovina essi stessi. - 2. Non
dubitiamo che tu sia un uomo onesto. - 3. I nemici uccisero le sentinelle e aprirono le
porte della cittaÁ. - 4. Sappiamo con certezza che a te sono aperte (perf. att. di
a$moi*cmtli) tutte le strade. - 5. L'esercito dei nemici entroÁ nel tempio e distrusse
(o>kktli) una bella statua di Zeus. - 6. Solo gli sciocchi sono soliti mescolare il bene con
il male. - 7. Mostrami il tuo valore ed io ti stimeroÁ uomo degno della mia amicizia. - 8.
Hanno giurato delle cose, ma ne fanno altre.

VERBI IN -li CON IL TEMA DEL PRESENTE IN -mmtli

Es. n. 35 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


Ð vqx*rei| - rbe*reim - a/m pesammt*oili - o< jeqammt*| - o< rbemmt*lemo| - pesa*rei| -
jeqa*mmtlem - a/m rsqxmmtoi*leha - jqelarse*a - e%mmtlai - joqe*mmtrhai - e$fx*mmt - o<
rjeda*rxm - e$je*qara| - e$pe*sare(m) - e>rbg - jqela*mmt - rberso*| - rsqx*rx -
jqelarhg*resai - e$rjeda*rhg - e>qqxlai - je*jqarlai - o< g$luierle*mo| - e$rsqx*hg| -
q<xrhg*romsai - e>rbere(m) - q<xrhg&mai - e$rbe*rhgm - e>qqxra - rjedarhg*rerhai -
rsqxso*|.
Ð di coloro che si stendono - tu ti saziavi - voi due stendete - mischia tu - essi si
disperdevano - tu mischi - voi due spegnerete - egli stendeva - mischiarsi - colui che
appende (compl. ogg.) - tu colorerai - egli si spense - colui che rinforzoÁ (sogg.) - di
coloro che si stesero - essere sul punto di saziarsi - io dispersi - tu spegnesti - essi
stenderanno - aver spento - tu hai mischiato - essi sono stati rinforzati - tu sei forte
(perf. m. di q<x*mmtli) - colei che stese (compl. ogg.) - voi due sarete dispersi - essere
sul punto di essere cinto - essere stato spento - egli saraÁ rinforzato - disperso (agg.
verb. nom. masch.) - da mischiarsi (agg. verb. neutro) - egli fu appeso.

260 UNITAÁ 11
Es. n. 36 - Completa le seguenti frasi secondo le indicazioni fornite, poi traduci.
d

1. <X| oi< Lg&doi lesa+ sx& m rtlla*vxm rsqasetra*lemoi soi&| Pe*qrai| (imperf. att., 3a
pers. pl. di rtlli*cmtli) , oi< le*m sime| at$sx
& m e$la*vomso, oi< de+
LA LINGUA GRECA... pkei&rsoi (indic. aor., 3a pers. pl. di uet*cx) .
rt*llavo|
2. Px & | le+m a/m hmgso*| si| (ottat. pres., 3a pers. sing. di sokla*x)
lo*mo| g%jeim ei$| so+ rsqaso*pedom; Px
& | d$ a/m
at$so+| sg+m ht*qam (ott. pres. att., 3 pers. sing. di a$moi*cmtli)
a ;
3. <O Jije*qxm e>kecem o%si sot+| sot& Polpgi*ot a$mdqia*msa| (part. pres. att., nom.
masch. sing. di %irsgli) o< Jai&raq sot+| at<sot& (indic.
pres. att., 3a pers. sing. di pg*cmtli) .
4. <O Daqei&o|, x<| ei#de so+ et$x*mtlom je*qa| (part. pres. medio-pass., acc. neutro sing.
di a$poqqg*cmtli) , et$ht+| e$pi+ sot& a%qlaso| rt+m soi&| pqx*soi|
(indic. aor., 3a pers. sing. di uet*cx) .
5. Oi< ba*qbaqoi e$jkx*petom sot+| pokeli*ot| (part. pres. medio-passivo, acc. masch.
pl. di a$porjeda*mmtli) jai+ sg&| mtjso+| sot+| pqo*rx
rjgmot&msa| (imperf. medio-pass., 3 pers. pl. di peiqa*x)
a

jajotqcei&m.

Es. n. 37 - Analizza le seguenti frasi, individuando prima le voci dei verbi in -li, poi le proposizioni
d d subordinate esplicite; quindi traduci.

1. Oi< de+ pqe*rbei| e$pei+ g'jom oi>jade jai+ a$pg*cceikam sat&sa ei$| sg+m po*kim, a$htli*a
e$me*pere pa&rim. {> omso ca+q a$mdqapodirhg*rerhai jai*, e%x| a/m pe*lpxrim e<se*qot|
pqe*rbei|, pokkot+| s{ & kil{ & a$pokei&rhai. - 2. <Gle*qy sqi*sz g/ sesa*qsz, jeket*ramso|
sot& barike*x|, oi< heqa*pomse| so+m rsqasgco+m peqig&com jasa+ sot+| hgratqot+| jai+
e$pedei*jmtram pa*msa sa+ leca*ka se jai+ sa+ o>kbia. - 3. <O Pqolghet*|, e$n t%daso| jai+
cg&| a$mhqx*pot| pka*ra|, e>dxjem at$soi&| jai+ pt&q, ka*hqy Dio*|, e$m ma*qhgji jqt*wa|. -
4. Lesa+ sg+m la*vgm jasa+ sa+ g>hg e>hawam oi< %Ekkgme| sot+| mejqot*|, ot=| de+ lg+
et%qirjom, jemosa*uiom at$soi&| e$poi*gram le*ca jai+ rseua*mot| e$pe*heram. - 5. <O
$Avikket+| e>kecem o%si so+m Pa*sqojkom ot$ pqo*seqom ha*wei, pqi+m a/m di*jgm e$pihz& s{ &
$apojsei*mamsi. - 6. >Allxm e>vqgre sg+m a$pakkacg+m sg&| rtluoqa&|, e$a+m $Amdqole*da g<
Jarriepei*a| htca*sgq pqosehz& s{ & jg*sei boqa*. - 7. Pa*mse| oi< comei&| e$kpi*fotri sot+|
pai&da| at<soi&| va*qim a$ni*am a$podx*reim. - 8. >Emioi sx & m rtccecqauo*sxm sa+| jas$
* * + $ * <
$Ammibam pqanei|, botkolemoi sa| aisia| tpodeijmt*mai, di$ a=| <Qxlai*oi| jai+
*
Jaqvgdomi*oi| o< po*kelo| e$me*rsg, pqx*sgm a$pouai*motri sg+m Faja*mhg| pokioqji*am
t<po+ Jaqvgdomi*xm. - 9. Pqi*alo| o< bariket*|, sot+| %ippot| fet*na|, jakot+| pe*pkot|
jai+ pokka+ sa*kamsa vqtrot& ei$| so+ a%qla e$me*hgjem. - 10. <O $Avikket*|, e$pei+ so+m
%Ejsoqa a$pe*jseimem, dg*ra| e$j sot& a%qlaso| so+ rx & la at$sot&, ei'kje dia+ sot& pedi*ot,
e$pideijmt*lemo| o%si ot$ uei*desai sot& e$vhqot& ot>se fx & mso| ot>se seketsg*ramso|.

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 261
LABORATORIO LESSICALE

Dal sostantivo neutro g#ho|, -ot| («dimora, sede, consuetudine, uso, costume, istituzione, carattere,
modo di agire») derivano i seguenti termini greci:
± g$h-ake*o| (solito, abituato, consueto) ± g$ho-koce*x (io imito i costumi, rappresento il
± g$h-a*| (abituato, pratico, familiare) carattere)
± g$h-ijo*| (che riguarda i costumi, morale, etico) ± g$ho-poie*x (io formo il carattere, descrivo il ca-
± g$h-ijo*sg| (moralitaÁ) rattere)
± g$ho-cqaue*x (io descrivo i costumi, dipingo il
carattere)
d Dei precedenti termini memorizza quelli evidenziati in neretto.

Da g#ho| derivano anche alcuni vocaboli italiani:


± bioetica ± eticitaÁ ± etologõÁa ± etoÁlogo
± etica ± etico ± etoloÁgico ± etopeÁa
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

Es. n. 38 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci dei verbi con il tema del presente in -mmtli;
d d poi traduci.
1. S{& derpo*sz o< le+m jki*mgm rsqx*mmtrim, o< de+ sqa*pefam jorlei&. - 2. <G rakala*mdqa
ke*cesai, dia+ sot& ptqo+| badi*fotra, so+ pt&q jasarbemmt*mai. - 3. #X Fet& pa*seq, rt* le
e$piqqx*mmt, se*qa| a$po+ sot& ot$qamot& pe*lwa|. - 4. Oi< rsqasix & sai sa+ ptqa+ ja-
se*rberam. #Gm de+ pokt+ rjo*so|, o%se sa+ ptqa+ tpo+ sx < & m rsqasixsx & m jaserbe*rhg. -
5. Dt*rjoko| i$asqo*|, o%se si| ei#pem ot$v oi'o*| se ei#mai jei&rhai ot$de+ badi*feim. «Ot$de*m
roi ± e>ug ± ke*keipsai g/ jqelarhg&mai. e>qqxro.» - 6. Lgje*si diarjeda*mmtrhe, x #
rsqasix . < + *
& sai oi caq pokelioi* sima| sx < + *
& m jah$ aqpacgm dierjedarlemxm jasersqxram. *
- 7. Ai< pt*kai a$mapesa*mmtmsai. jki*mg roi, x # ne*me, rsqxhg*resai. - 8. Oi< morot&mse|
uaqla*joi| q<xrhg*romsai. dei& e$pilekei&rhai o%px| so+ rx & la e$qqxle*mom e>rsai. - 9. <O
<Gqajkg&|, som Jihaiqxmeiom keomsa lomo| apojseima|, so+ at$sot& de*qla g$luie*raso.
+ * * * $ *
- 10. Ke*cesai g< sot& Pthaco*qot wtvg*, ei$| %Aidot jasekhot&ra, sg+m sot& <Olg*qot
wtvg+m a$po+ de*mdqot jqelale*mgm i$dei&m, a$mh$ x ' m peqi+ sx & m ei#pem.
& m hex

LABORATORIO LESSICALE

Si ricollegano etimologicamente all'aggettivo di prima classe lo*mo|, -g, -om («solo, unico, solitario,
isolato, privo») moltissimi vocaboli greci, tra i quali si notano vari composti:
± lom-a*dgm (isolatamente) ± lom-a*| (solo, isolato, solitario, monade)
± lom-a*fx (io vivo da solo) ± lom-arsg*qiom (dimora solitaria, monastero)
± lo*m-amdqo| (di un solo marito) ± lom-avg* (monaca)
± lom-aqve*x (io regno da solo) ± lom-avijo*| (monastico)
± lom-aqvi*a (monarchia, comando assoluto, si- ± lom-avo*| (unico, monaco)
gnoria di uno solo) ± lom-g*leqo| (della durata di un solo giorno)
± lom-aqvijo*| (monarchico) ± lom-i*o| (solitario, selvaggio) )

262 UNITAÁ 11
± lo*m-ippo| (cavallo a solo, cavallo da sella o da ± lomo-la*vo| (che combatte da solo, duellante)
corsa) ± lomo-leqg*| (di una sola parte, semplice)
± lomo-cali*a (monogamia) ± lomo*-pai| (figlio unico)
± lomo*-calo| (monogamo) ± lomo*-pot| (con un solo piede)
± lomo-da*jstko| (con un solo dito) ± lomo*-sejmo| (con un solo figlio)
± lomo-jqasi*a (comando assoluto, potere di uno ± lomo-somi*a (uniformitaÁ di tono, monotonia)
solo) ± lom-o*uhaklo| (con un solo occhio)
± lomo-lave*x (io combatto da solo, combatto in ± lomo*-veiq (con una sola mano)
duello) ± lomo*-x (io lascio solo, abbandono, separo)
± lomo-lavi*a (monomachõÁa, duello, combatti- ± lo*m-x| (solamente, soltanto)
mento a corpo a corpo)
d Dei precedenti termini memorizza quelli evidenziati in neretto.

Anche in italiano ritroviamo numerosissimi vocaboli derivanti da lo*mo|, tra i quali:


± antimonarchico ± monocellulare ± monografico
± monaca ± monoÁcolo ± monogramma ± monoteistico
± monacazione ± monocolore ± monolitico ± monotematico
± monachesimo ± monocultura ± monoÁlogo ± monotonõÁa
± monaco ± monocromatico ± monoÁmio ± monotono
± moÁnade ± monocromõÁa ± monomolecolare ± monoÁtrofo
± monarca ± monodõÁa ± monopartitismo ± monovalente
± monarchõÁa ± monofagõÁa ± monopoÁlio ± monozigoÁte
± monarchico ± monogamõÁa ± monosõÁllabo
± monastero ± monoÁgamo ± monoÁssido
± monastico ± monografõÁa ± monoteismo
d Con l'aiuto del dizionario italiano, indica il significato dei termini evidenziati in neretto.

c
DioÁbolo
argenteo
proveniente
da Taranto:
sul recto eÁ
rappresentata
la testa della
dea Atena con
elmo, sul
verso eÁ
raffigurato
EÁracle che
combatte con
il leone di
NeÁmea.

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 263
Il discorso indiretto
In greco, come in italiano e in latino, i discorsi o i pensieri di una terza persona possono
S C H E D A essere riferiti come realmente sono stati enunciati o in forma subordinata, cioeÁ in
SINTATTICA
dipendenza da verbi che significano «dire», «pensare», «rispondere», «comandare»,
«richiedere»: nel primo caso si ha il discorso diretto (oratio recta), nel secondo caso il
discorso indiretto (oratio obliqua), il cui uso in greco eÁ molto piuÁ limitato rispetto al
latino e all'italiano.
Le proposizioni principali nel discorso indiretto si esprimono nel modo seguente:
Ð Le enunciative sono espresse con o%si (x<|) e gli stessi modi e tempi del discorso
diretto (frequente eÁ l'ottativo obliquo, in dipendenza da un tempo storico) o con
l'infinito o con l'accusativo e l'infinito.
In latino si ha l'accusativo e l'infinito:
^ Oratio recta Oratio obliqua
Oi< heoi* pa*msa cicmx*rjotrim. Oi< uiko*rouoi ke*cotrim o%si oi< heoi+ pa*msa cic-
Dei omnia sciunt. mx*rjotrim (sot+| heot+| pa*msa cicmx*rjeim).
Gli deÁi conoscono tutto. Philosophi dicunt deos omnia scire.
I filosofi dicono che gli deÁi conoscono tutto.

Oi< heoi+ pa*msa e$ci*cmxrjom. Oi< uiko*rouoi e>kecom o%si oi< heoi+ pa*msa cic-
Dei omnia sciebant. mx*rjoiem (sot+| heot+| pa*msa cicmx*rjeim).
Gli deÁi conoscevano tutto. Philosophi dicebant deos omnia scire.
I filosofi dicevano che gli deÁi conoscevano tutto.
Ð Le volitive (le proposizioni, cioeÁ, che esprimono un comando, un desiderio,
un'esortazione) si esprimono con l'infinito o con l'accusativo e l'infinito.
In latino si ha di norma ut, ne e il congiuntivo:
^ Oratio recta Oratio obliqua
<O pasg+q soi&| ti<oi&| ke*cei. `Sat&sa lg+ pqa*s- <O pasg+q soi&| ti<oi&| ke*cei lg+ sat&sa pqa*sseim.
sese.» Pater liberis dicit: ne haec faciant.
Pater liberis dicit: «Haec nolõÅte faceÆre.» Il padre dice ai figli di non fare queste cose.
Il padre dice ai figli: «Non fate queste cose.»

<O pasg+q soi&| ti<oi&| e>kecem. `Sat&sa lg+ pqa*s- <O pasg+q soi&| ti<oi&| e>kecem lg+ sat&sa pqa*sseim.
sese.» Pater liberis dicebat: ne haec faceÆrent.
Pater liberis dicebat: «Haec nolõÅte faceÆre.» Il padre diceva ai figli di non fare queste cose.
Il padre diceva ai figli: «Non fate queste cose.»
Ð Le interrogative reali dirette diventano indirette e hanno il verbo per lo piuÁ
all'indicativo o, in dipendenza da un tempo storico, all'ottativo obliquo.
In latino si ha il congiuntivo:
^ Oratio recta Oratio obliqua
* *
Si kecotrim; Ot$dei+| a$cmoei& si* ke*cotrim.
Quid dicunt? Nemo ignorat quid dicant.
Che cosa dicono? Nessuno ignora che cosa dicano.
Si* oi< rsqasix
& sai e>pqassom; <O rsqasgco+| sot+| rsqasix*sa| e$pg*qeso si* pqa*s-
Quid milites faciebant? soiem.
Che cosa facevano i soldati? Dux e militibus quaerebat quid faceÆrent.
Il comandante chiedeva ai soldati che cosa facessero.
)

264 UNITAÁ 11
Ð Le interrogative retoriche si esprimono allo stesso modo del discorso diretto, anche
con l'ottativo obliquo in dipendenza da un tempo storico.
In latino si ha l'accusativo e l'infinito:
^ Oratio recta Oratio obliqua
#Aqa lg+ ejei&mo| o< a>mhqxpo| pomgqo*| loi
$ $ .
<O ui*ko| eqxsy& a# qa lg+ e$jei&mo| o< a>mhqxpo|
dojei&; pomgqo+| at<s{
& dojei&;
Num ille improÆbus mihi videtur? Amicus rogat: num illum hominem improÆbum sibi
Forse che quell'uomo mi sembra malvagio? videri?
L'amico chiede: forse che quell'uomo gli sembra
malvagio?

#Aqa lg+ e$jei&mo| o< a>mhqxpo| pomgqo*| loi <O ui*ko| g$qx*sa. a
# qa lg+ e$jei&mo| o< a>mhqxpo|
e$do*jei; pomgqo+| at<s{& dojoi*g;
Num ille improÆbus mihi videbatur? Amicus rogabat: num illum hominem improÆbum
Forse che quell'uomo mi sembrava malva- sibi videri?
gio? L'amico chiedeva: forse che quell'uomo gli sem-
brava malvagio?

Le proposizioni subordinate nel discorso indiretto sono espresse negli stessi tempi e
modi che hanno nel discorso diretto, tuttavia la proposizione relativa si puoÁ esprimere
anche con l'accusativo e l'infinito.
In latino le subordinate che nel discorso diretto sono espresse con il modo indicativo
passano nel discorso indiretto al congiuntivo, per il fenomeno dell'attrazione modale.
Tutte le altre conservano il tempo e il modo del discorso diretto:
^ Oratio recta Oratio obliqua
Pokkoi+ a>mhqxpoi g#ram oi= so+m barike*a Pa*mse| e>kecom o%si at$so+| uai*g ei#mai pokkot+|
e$re*bomso. a$mhqx*pot|, ot=| a/m so+m barike*a re*berhai.
Multi homines erant qui regem coleÆrent. Omnes dicebant eum adfirmare multos homines
Vi erano molti uomini che veneravano il re. esse qui regem coleÆrent.
Tutti dicevano che egli affermava che vi erano
molti uomini che veneravano il re.

$Epeidg+ rt+ sg+m a$kg*heiam ke*cei|, jai+ e$cx+ Pa*mse| moli*fotrim, e$peidg+ rt+ sg+m a$kg*heiam ke*-
sat$so+ poig*rx. cei|, jai+ e$le+ sat$so+ poig*reim.
Quia verum dicis, etiam ego idem faciam. Omnes putant, quia verum dicas, etiam me idem
Poiche tu dici la veritaÁ, anch'io faroÁ la stessa facturum esse.
cosa. Tutti pensano che, poiche tu dici la veritaÁ, anch'io
faroÁ la stessa cosa.

Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci dei verbi con il tema del presente in -mmtli;
Es. n. 39 - poi traduci.
d
1. So+ pacjqa*siom e$j ptclg&| jai+ pa*kg| le*lijsai. - 2. Sg+m a$kg*heia*m roi dei*nx, a$kka+
a>jxm. - 3. Oi< <Olgqijoi+ g%qxe| pqo+ sot& poke*lot vakjot&m hx*qaja jai+ jmgli&da| jai+
jo*qtm g$luie*ramso. - 4. So+ le+m t%dxq so+ pt&q jasarbe*mmtrim, so+ d$ e>kaiom sg+m uko*ca
LA LINGUA GRECA...
ji*mdtmo| at$na*mei jai+ e$piqqx*mmtrim. - 5. <O pasg+q s{ & e>kecem. «<Glei&| t<pe*q rot sot+| heot+|
& ti<{
& m pokka*ji| a$malmgrhz&|. vai&qe jai+ e>qqxro.» - 6. Sot&
et$vo*leha, %ima t<ciai*mz| jai+ g<lx
Diomtri*ot jeket*ramso|, t<pe+q sg&| sot& Dalojke*ot| jeuakg&| ni*uo| e$j sqivo+|
e$jqela*rhg. - 7. Pa*mse| oi< ri&soi, ei$ jai+ g%dirsoi* ei$rim, matri*am soi&| jejoqerle*moi|
poqi*fotrim. - 8. Sqoug+ sg+m sg&| sqoug&| e$pihtli*am, a$qct*qiom de+ sg+m uikaqctqi*am ot$

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 265
rbe*mmtrim. - 9. <O Helirsojkg&|, dei*ra| lg+ g< sx & m <Ekkg*mxm rsqasia+ diarjedarhei*g,
e$m Rakali&mi le*meim rtmebot*ketrem i$di*{ jimdt*m{ . - 10. Oi< g<le*seqoi mo*loi e$pile*komsai
o%px| lg+ soiot&soi e>romsai oi< poki&sai, oi'oi a$caha+ lesa+ jajx & m jeqammt*mai. - 11. Ot>se
pt&q ptqi+ ot>se o$qcg+ o$qcz& a/m rbemmt*oiso. - 12. Sa+| sot& sei*vot| pt*ka| e$qqx*ralem, ai<
mt&m sg&| rxsgqi*a| e$kpi*de| q<xrhg*romsai.

Es. n. 40 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci dei verbi in -li del secondo gruppo; quindi
d d traduci.
1. Sx & m pqacla*sxm di' a$maqvi*a| ueqole*mxm ei$| lei*foma| saqava*|, a$podei*jmtsai
dijsa*sxq o< Ja*likko| t<po+ sg&| botkg&| a>jomsi s{ & dg*l{. (da PLUTARCO) - 2. <Gcot&lai,
x# a>mdqe|, le dei&m e$pideijt*mai x<| $Eqasorhe*mg| sg+m ctmai&ja sg+m e$lg+m die*uheiqe jai+
sot+| pai&da| sot+| e$lot+| z>rvtme jai+ e$le+ at$so+m t%bqifem ei$| sg+m oi$ji*am sg+m e$lg+m ei$rix*m.
(da LISIA) - 3. <O $Odtrret+| sai&| jo*qai| e>lekke li*nerhai. (da OMERO) - 4. Lg+ at$so+|
o>kxlai g> si* loi e$j sx & m leca*qxm jeilg*kiom e$rhko+m o>kgsai. (da OMERO) - 5. Lg+
moli*fese e$jei*m{ sa+ paqo*msa pqa*clasa pepgce*mai a$ha*masa. (da DEMOSTENE) - 6. So+m
Nemoux & msa t<lei&| x$mg*rase ot$j e<ko*lemoi. (da SENOFONTE) - 7. #X a>mhqxpe, so+m ai$ei+
jasa+ cg&| rjo*som ei<le*mo|. (da SOFOCLE) - 8. Oi< poke*lioi e$poqet*omso e$rjedarle*moi e$m
s{& pedi*{ jah' a<qpacg*m. (da SENOFONTE)

Gli usi di a>m


La particella a>m puoÁ avere vari usi sia nelle proposizioni principali che in quelle
SCHEDA subordinate.
SINTATTICA
Nelle proposizioni principali si trova con:
Ð l'ottativo presente o aoristo (possibilitaÁ nel presente),
Ð l'imperfetto o l'indicativo aoristo (possibilitaÁ nel passato oppure irrealtaÁ nel pre-
sente o nel passato),
Ð l'imperfetto o l'indicativo aoristo (azione iterativa).
^ Sat&sa a/m ke*coili (possibilitaÁ nel presente).
Io potrei dire queste cose.
Sat&sa a/m e>pqassom (possibilitaÁ nel passato).
Io avrei potuto fare queste cose.
/Am e$ke*colem, ei$ sg+m a$kg*heiam e$cicmx*rjolem (irrealtaÁ nel presente).
Parleremmo, se conoscessimo la veritaÁ.
Sot&so si*| a/m e>kecem; (irrealtaÁ nel passato).
Chi avrebbe detto cioÁ?
>Edqalem a>m (azione iterativa).
Correva spesso. )

266 UNITAÁ 11
Nelle proposizioni subordinate eÁ usata:
Ð nelle relative, temporali e finali espresse con il congiuntivo (eventualitaÁ),
Ð con il participio o l'infinito (possibilitaÁ o irrealtaÁ):
^ Oi< rsqasix& sai a$mdqei*x| la*vomsai, o%px| a/m sg+m pasqi*da r{*fxrim (eventualitaÁ).
I soldati combattono coraggiosamente, per poter salvare la patria.
Moli*folem at$sot+| a$cahot+| pai&da| a/m ei#mai (possibilitaÁ).
Crediamo che essi potrebbero essere buoni figli.

Es. n. 41 - Analizza e traduci le seguenti frasi.


d d

1. L'amico chiedeva al vecchio se avesse accumulato (vx*mmtli) molte ricchezze. - 2.


Dopo quella sconfitta nel cuore del generale fu spento ogni desiderio di vivere. - 3. La
padrona indossoÁ (a$luie*mmtli) il mantello e si recoÁ con le ancelle al tempio. - 4. Noi
pensiamo che, poiche tu sei forte (perf. m. di q<x*mmtli), vivrai ancora per molto tempo.
- 5. Sopraggiunta la notte, nella cittaÁ si era spenta ogni luce. - 6. Si diceva che il
generale affermasse che l'esercito nemico sarebbe stato subito disperso. - 7. Penso che,
per vivere bene, non sia necessario accumulare molto denaro. - 8. La nostra cavalleria,
inseguita dai nemici, si disperse nella selva. - 9. Sappiamo che le nostre parole
rinforzeranno il vostro animo. - 10. Vi stimeremo uomini degni della nostra amicizia,
se ci mostrerete la vostra onestaÁ.

VERSIONI

§
d
s 1. Il fanciullo e la fortuna s

& g< St*vg e$bo*a. «$Ama*rsa


$Ecct+| uqe*aso| pai&| si| e$joila&so. $Epirsa&ra de+ at$s{
jai apekhem emset&hem lgpx jasx sot& uqeaso| perz| jai+ e$le+ sg+m St*vgm jasa-
+ > $ * * * *
le*lwxmsai pa*mse|.»
<O lt&ho| dgkoi& o%si pokka*ji| ruakko*lemoi peqipi*psolem jimdt*moi| jai+ leluo*-
leha sg+m st*vgm.
(da ESOPO)

Puer quidam apud puteÆum dormiebat. Fortuna, autem, cum eum adisset, clamabat:
«Surge et hinc discede ne forte in puteÆum cadas et omnes me, Fortunam, accusent.»
Fabula docet nos saepe, errantes, in pericula incideÆre et fortunam accusare.

§
dd s 2. I differenti costumi di due popoli s

Sa+ peqi+ sot+| vqglasirlot+| e>hg beksi*x paqa+ soi&| <Qxlai*oi| g/ paqa+ soi&|
Jaqvgdomi*oi| e$rsi*m. Paqa+ soi&| le+m ca+q ot$de+m sx & m pqo+| so+ je*qdo| a$mgjo*msxm
ai$rvqo+m moli*fesai, paqa+ soi&| d$ otde+m ai>rvio*m ersim sot& dxqodojei&rhai jai+ a$po+ sx
$ $ &m
lg+ jahgjo*msxm pkeomejsei&m.
Oi< ca+q <Qxlai&oi jah$ o%rom e$m jak{ & so+m a$po+ sx
& m vqgrsx & m vqglasirlo+m si*hemsai,
jasa+ sorot&so e$m o$mei*dei sg+m e$j sx& m a$peiqgle*mxm (che proviene dalle azioni vietate)

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 267
pkeomeni*am poiot&msai. Rglei&om de+ sot&so. paqa+ le+m soi&| Jaqvgdomi*oi| oi< poki&sai
dx& qa uameqx & | dido*mse| sa+| a$qva+| kalba*motrim, paqa+ de+ soi&| <Qxlai*oi| peqi+ sot&so
pqo*rsilom ha*maso*| e$rsim. %Ohem, paq$ a$luoi&| sx & m sg&| a$qesg&| a>hkxm e$mamsi*xm
sihele*mxm, ei$jo*| e$rsi jai+ sg+m paqarjetg+m pqo+| sat&sa (per procurarsi questi premi)
a$mo*loiom ei#mai.
(da POLIBIO)

§
ddd
s 3. Anco Marzio s

Lesa+ sg+m sot& <Orsiki*ot St*kkot seketsg+m g< lerobari*keio| a$qvg*, t<po+ sg&| botkg&|
(Senato) a$podeivhei&ra, jasa+ sot+| pasqi*ot| e$hirlot+| barike*a sg&| po*kex| >Acjom
La*qjiom ai<qei&sai. Ot'so| o< bariket+| pokka+| sx & m i<eqotqcix & m a$lekotle*ma| jasa-
lahx*m, a=| o< lgsqopa*sxq at$sot& Polpi*kio| Mola&| jasersg*raso, pokelirsa*| se jai+
pkeome*jsa| sot&| pkei*rsot| <Qxlai*xm cecomo*sa| o<qx & m jai+ ot$je*si sg+m cg&m x<| pqo*-
seqom e$qcafole*mot|, so+ pkg&ho| ei$| e$jjkgri*am rtmacacx*m, sa+ hei&a pa*kim re*beim
at$sot+| g$ni*ot, x
% rpeq e$pi+ Moly& diese*kotm re*bomse|.
Sg+m de+ sg&| pokisei*a| a$cxcg+m sg+m t<po+ Mola& soi&| <Qxlai*oi| jasarsahei&ram
e$paimx& m x<| jakg+m jai+ rx*uqoma jai+ sa+| jah$ g<le*qam e<ja*rs{ et$poqi*a| paqe*votram,
pakim at$sg+m a$mamex*rarhai paqeja*kei cexqci*ai| se jai+ jsgmosqoui*ai| jai+ sai&|
*
a>kkai| e$qcari*ai|, o%rai| lgde+m a$di*jgla pqorg&m.

§
ddd s 4. Publio Cornelio Scipione l'Africano s

<G pqx*sg sot& Popki*ot (Publio Cornelio Scipione l'Africano) pqa&ni| e$pi*rglo|
cecome jah$ o=m jaiqo+m o< pasg+q at$sot& pqo+| so+m $Ammi*bam peqi+ so+m Pa*dom jakot*lemom
*
posalo+m sg+m i<ppolavi*am rtmersg*raso. So*se ca*q, e<psajaide*jasom e>so| e>vxm jai+
pqx & som ei$| t%paihqom e$nekgkthx*|, rtmheara*lemo| e$m s{ & jimdt*m{ so+m pase*qa t<po+
sx & m i<ppe*xm peqieikglle*mom jai+ e$piruakx
& m pokeli*xm lesa+ dtoi&m g/ sqix & | sesqxle*mom,
sa+| a$qva+| at$so+| e$peba*keso paqajakei&m sot+| leh$ at<sot& s{ & pasqi+ boghg &rai.
Sx& m de+ pokeli*xm dia+ so+ pkg&ho| e$pi+ poro+m jasoqqxdot*msxm, at$so+| dojei& ei$|
sot+| peqijevtle*mot| paqabo*kx| jai+ soklgqx & | ei$reka*rai. Lesa+ de+ sat&sa oi< le+m
poke*lioi jasapkace*mse| die*rsgram, o< de+ Po*pkio| (Publio, padre dell'Africano),
a$mekpi*rsx| rxhei*|, pqx & so| at$so+| so+m ti<o+m rxsg&qa pqoreux*mgre pa*msxm a$jot-
o*msxm.

§
ddd
s 5. ArteÁmide muta in cerva IfigenõÁa s

$Amavhe*msxm sx & m <Ekkg*mxm a$p$ >Aqcot| jai+ ei$| At$ki*da paqacemole*mxm,


a>pkoia so+m rso*kom jasei&vem. Ja*kva| de+ o< la*msi| e>ug at$sot+| ot$j a>kkx| dt*marhai
& m sot& $Acale*lmomo| htcase*qxm g< jqasirset*otra ja*kkei rua*ciom sz&
pkei&m, ei$ lg+ sx
$Aqse*lidi paqarsz&, dia+ so+ lgmi*eim sg+m hea+m s{ & $Acale*lmomi. at$so+| ca*q, e>kauom
bakx*m, ei#pem. «Ot$de+ g< >Aqseli| ot%sx| e$so*netrem a>m.»
Sot& de+ vqgrlot& sot*sot cemole*mot, o< $Acale*lmxm, pqo+| sg+m Jktsailmg*rsqam
sg+m at<sot& ctmai&ja so+m $Odtrre*a pe*lwa|, sg+m $Iuice*meiam z>sei, ke*cxm t<pervg&rhai s{
&
$Avikkei& at$sg+m ctmai&ja lirho+m sg&| rsqasei*a| dx*reim. Pelwa*rg| de+ sg+m jo*qgm
e$jei*mg|, o< $Acale*lmxm, s{ & bxl{ & paqarsg*ra|, rua*feim e>lekkem. <G de+ >Aqseli|,
at$sg+m a<qpa*rara, ei$| Sat*qot| i<e*qeiam e<atsg&| jase*rsgrem, e>kauom s{ & bxl{& a$ms$
at$sg&| paqarsg*rara. x<| de+ e>mioi ke*cotrim, a$ha*masom at$sg+m e$poi*grem.
(da APOLLODORO)

268 UNITAÁ 11
§
ddd s 6. I figli di EÁracle perseguitati da EurõÁsteo s

Sot& <Gqajke*ot| ei$| sot+| heot+| lesarsa*mso|, oi< at$sot& pai&de|, so+m Et$qtrhe*a
utco*mse|, pqo+| so+m Jg*tja paqece*momso. $Epei+ de*, sot& Et$qtrhe*x| e$naisot&mso|
e$jei*mot| e$jdido*mai jai+ po*kelom a$peikot&mso|, at$so+| e$dedx*jei, oi< pai&de|, Sqavi&ma
jasakipo*mse|, dia+ sg&| <Ekka*do| e>utcom.
Dixjo*lemoi de+ ei$| $Ahg*ma| g#khom jai*, jaherhe*mse| e$pi+ so+m e$ke*ot bxlo*m, g$ni*otm
boghei&rhai. Oi< de+ $Ahgmai&oi, at$sot+| pqo+| so+m Et$qtrhe*a ot$j e$jdido*mse|, po*kelom
t<pe*rsgram jai+ sot+| at$sot& pai&da|, so+m $Ake*namdqom, so+m Et$qt*biom, so+m Le*msoqa,
so+m Peqilg*dgm a$pe*jseimam. At$so+m de+ Et$qtrhe*a e$u$ a%qlaso| uet*comsa jai+ g>dg
paqippet*omsa sa+| Rjeiqxmi*da| pe*sqa| o< %Tkko| (uno dei figli di Eracle) dix*na|
jsei*mei jai*, sg+m at$sot& jeuakg+m a$poselx*m, sz& $Akjlg*mz (madre di Eracle) di*dxrim.
(da APOLLODORO)

§
ddd
s 7. Elena tende un'insidia agli eroi greci s

<X| mt+n e$ce*meso jai+ t%pmo| pa*msa| jasei&vem, oi< le+m %Ekkgme| a$po+ sg&| Seme*dot
pqore*pkeom, o< de+ Ri*mxm at$soi&| a$po+ sot& $Avikke*x| sa*uot ptqro+m g'psem. <G de+
<Eke*mg, peqi+ so+m %ippom e$khot&ra, sa+| uxma+| e<ja*rsg| sx & m lilotle*mg, sot+|
& m ctmaijx
a$qirse*a| e$ja*kei. Sot& de+ $Amsi*jkot t<pajot&rai he*komso|, o< $Odtrret+| so+ at$sot&
rso*la sz& veiqi+ jase*jkeirem.
<X| d$ oi< a>mdqe| oi< e$m s{
& %ipp{ e$mo*liram sot+| pokeli*ot| joila&rhai, rt+m soi&|
o%pkoi| e$j sot& %ippot e$nz*eram. Jai+ pqx & so| o< $Evi*xm a$uakko*lemo| a$pe*hamem, oi< de+
< $ $
koipoi, reiqy& eatsot&| enawamse|, epi sa+ sei*vg jase*bgram jai*, sa+| sg&| po*kex| pt*ka|
* * +
a$moi*namse|, sot+| a$po+ Seme*dot jasapket*ramsa| t<pede*namso.

§
ddd
s 8. Epaminonda, grande condottiero s

$Epeidg*, sx & m Kajedailomi*xm e$pirsqasetole*mxm, soi&| Hgbai*oi| vqgrloi+


a$meue*qomso, x ' m oi< le+m sg+m g'ssam, oi< de+ sg+m mi*jgm e>uqafom, o< $Epaleimx*mda| o<
a$caho+| rsqasgco+| e$je*kete sot+| le+m e$pi+ deniy& sot& bg*laso| hei&mai, sot&| de+ e$p$
a$qirseqy&.
Sehe*msxm de+ pa*msxm, at$so+| a$marsa+| soi&| rsqasix*sai| ei#pem. «$Ea+m le+m
$ehekg*rgse soi&| a>qvotri pei*herhai jai+ pqo+| sot+| pokeli*ot| a$mdqei*x| vxqei&m, ot'soi
t<li&m oi< vqgrloi* ei$rim.» Jai+ sot+| beksi*oma| e>deinem. >Epeisa de*. «$Ea+m de+ pqo+| so+m
ji*mdtmom a$podeikia*rgse, e$jei&moi t<li&m oi< vqgrloi* ei$rim.» Jai+ sot+| vei*qoma| e>deinem.

§
ddd s 9. Ettore e Achille s

<O %Ejsxq s{ & $Avikkei& le*kkxm a$cxmiei&rhai e>ug. «#X $Avikket&, mt&m g/ at$so+|
a$pokot&lai g/ a$pokx & re. >Olmtli de+ so+ ro+m rx & la lg+ ktlamei&rhai, e$a+m o< Fet+| e$loi+ sg+m
mi*jgm did{ & , $
a +
kka sa + +
le m %
o pka rot rtkg * ra|, a$majqelx & lmglei&a sg&| mi*jg| o>msa, so+ de+
rx & la s{ & r{ & pasqi apodxrx. Ei loi olokocei&|, satso+ jai+ rt+ o>lorom e$loi*.»
+ $ * > < $
Ot$ le*msoi o< $Avikket+| e$pei*rhg, a$kk$ e$pei+ so+m %Ejsoqa a$pe*jseimem, so+ at$sot&
rx & la, e$j sot& a%qlaso| dg*ra|, dia+ sot& pedi*ot ei'kjem, e$pideijmt*lemo| o%si sot& e$vhqot&
ot>se fx & mso| ot>se seketsg*ramso| uei*desai. Jai+ o< %Ejsxq ot>se sa+ sx & m ui*kxm da*jqta
ot>se sot+| molifole*mot| e$macirlot+| ot$j a/m e>rvem, ei$ oi< heoi+ lg+ e$je*ketram so+m
$Avikke*a s{ & pasqi+ Pqia*l{ so+ rx & la a$podido*mai, x<| a$ni*x| sg&| et$jkei*a| hauhei*g.

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 269
c
Pittura
parietale della
cosiddetta
``Tomba dei
tori'' (VI sec.
a.C.), che
rappresenta
Achille che
tende un
agguato a
Troilo.
Tarquinia,
Necropoli.

§
ddd s 10. L'origine dei combattimenti tra galli s

Lesa+ sg+m jasa+ sx& m Peqrx & m mi*jgm oi< $Ahgmai&oi mo*lom e>hemso a$kejsqto*ma|
* $
dgloriy em s{ & heasq{ lia&| gleqa| sot& e>sot| a$cxmi*ferhai. Po*hem de+ o%de o< mo*lo| sg+m
* < *
a$qvg+m e>kabem, e$qx &.
%Ose de+ o< Helirsojkg&| e$pi+ sot+| baqba*qot| sg+m pokisijg+m dt*malim e$ng&cem,
a$kejsqto*ma| sima+| lavole*mot| e$hea*raso. sg+m de+ rsqasia+m e$pe*rsgre jai+ pqo+| sot+|
rsqasix*sa| e>ug. «$Akk$ ot'soi ot>se t<pe+q sg&| pasqi*do|, ot>se t<pe+q sx
& m pasq{*xm hex& m,
ot>se t<pe+q sg&| do*ng|, ot>se t<pe+q sg&| e$ketheqi*a|, ot>se t<pe+q sx & m *
pai dxm jajo-
pahot&rim, a$kk$ e<ja*seqo| t<pe+q sot& lg+ g<rrghg&mai, t<pe+q sot& lg+ ei#nai.@ %Apeq ot#m
ei$px*m, sot+| $Ahgmai*ot| e$pe*qqxrem. So+ soi*mtm at$soi&| rt*mhgla so*se ei$| sg+m a$qesg+m
cemo*lemom diautka*rreim jai+ ei$| sa+ o%loia e>qca t<po*lmgrim e$botkg*hg.
(da ELIANO)

§
ddd s 11. Priamo si reca alla tenda di Achille s

<O Fet*|, sz& dxdeja*sz g<le*qy e$keg*ra|, so+m Pqi*alom e$je*ketre so+ a%qla fet&nai,
%ima, poktsekg& kt*sqa dot*|, so+m $Avikke*a pei*hoi so+m %Ejsoqa a$podot&mai. <O de+

270 UNITAÁ 11
Pqi*alo|, sot+| %ippot| fet*na|, kalpqot+| pe*pkot| jai+ de*ja vqtrot& sa*kamsa ei$| so+
a%qla e$me*hgjem.
>Epeisa de+ e$m jqasg&qi oi#mom e$je*qare jai+ s{ & Dii+ sa*de et>naso. «#X Fet& pa*seq, rt*
le e$piqqx*mmt a$po+ sot& ot$qamot& se*qa| pe*lwa|.» Jai+ le*ca| a$eso+| e$j denia&| e$ua*mg. <O
de+ e$piqqxrhei+| e$pi+ so+ a%qla a$mabai*mei.
<O de+ <Eqlg&|, t<po+ sot& Dio+| a$porsakei*|, pqo+| sg+m sot& $Avikke*x| rjgmg+m at$so+m
<gcei&so. $Epei+ de+ sg+m sg&| at$kg&| ht*qam q<ydi*x| a$me*{nem, pqo+| so+m >Oktlpom g$uami*rhg.
<O de+ Pqi*alo|, sx & m sot& $Avikke*x| coma*sxm a<wa*lemo|, lesa+ pokkx & m dajqt*xm
a$podot&mai so+m ti<o+m i<je*setem.

Guida alla traduzione


Il Io periodo della versione n. 11 inizia con un participio congiunto con valore causale
(e$keg*ra|), c'eÁ, poi, la principale (<O Fet+| ... e$je*ketre) da cui dipende un'infinitiva (fet&nai), che
regge una finale esplicita con il verbo all'ottativo obliquo (i%ma ... pei*hoi); dalla finale dipendono,
inoltre, sia un participio congiunto con valore temporale (dot*|), che un'infinitiva con valore finale
(a$podot&mai). Nel IIo periodo abbiamo soltanto due proposizioni: la principale (<O de+
Pqi*alo| ... e$me*hgjem) ed una temporale implicita espressa con il participio congiunto (fet*na|).
Il IIIo periodo eÁ anch'esso molto lineare: ha inizio con la principale e una coordinata a essa
(e$je*qare jai+ ... et>naso), segue, dopo il punto in alto, un'altra principale con il verbo
all'imperativo (#X Fet& ... e$piqqx*mmt), da cui dipende un participio congiunto con valore modale
(pe*lwa|). Brevissimi sono i periodi IVo e Vo formati l'uno dalla sola principale (Jai+ le*ca| ...
e$ua*mg), l'altro dalla principale (<O de+ ... a$mabai*mei) e da una subordinata, che da essa dipende, di
naturale temporale-causale ed espressa con il participio congiunto (e$piqqxrhei*|). Le due
proposizioni del VIo periodo sono: la principale (<O de+ <Eqlg&| ... g<cei&so) ed una temporale
implicita costruita con il participio congiunto (a$porsakei*|). Anche nel VIIo periodo abbiamo due
proposizioni: una temporale esplicita introdotta da e$pei* ($Epei+ ... a$me*{nem) e la principale
(g$uami*rhg). L'ultimo periodo si articola in tre proposizioni: una modale-temporale implicita
espressa con il participio congiunto (a<wa*lemo|), la principale (<O de+ Pqi*alo| ... i<je*setem) ed
un'infinitiva con valore finale che da essa dipende (a$podot&mai).

m
Particolare di un vaso del V sec. a.C., che rappresenta Priamo mentre supplica Achille di restituirgli il corpo di Ettore e
gli offre i doni del riscatto. Vienna, Museo Austriaco.

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 271
§
ddd s 12. Il mutamento dei costumi persiani s

$Akka+ lg+m jai+ hqtpsijx*seqoi pokt+ mt&m g/ e$pi+ Jt*qot ei$ri*m (sogg. sott.: i Persiani).
So*se le+m ca+q e>si sz& e$j Peqrx & m (propria dei Persiani) paidei*y jai+ e$cjqasei*y e$vqx & mso,
sz& de+ Lg*dxm rsokz& jai+ a<bqo*sgsi. mt&m de+ sg+m le+m e$j Peqrx & m jaqseqi*am peqioqx & rim
a$porbemmtle*mgm, sg+m de+ sx & m Lg * dxm lakaji * am diar{ * fomsai.
Raugmi*rai de+ bot*kolai jai+ sg+m hqt*wim at$sx & m. $Ejei*moi| ca+q pqx& som le+m sa+|
et$ma+| ot$ lo*mom a$qjei& lakajx & | t<porsqx*mmtrhai , a$kk$ g>dg jai+ sx & m jkimx& m sot+|
po*da| e$pi+ sapi*dxm sihe*arim, o%px| lg+ a$mseqei*dz so+ da*pedom, a$kk$ t<pei*jxrim [cedano
(per la morbidezza)] ai< sa*pide|. Jai+ lg+m e$jpx*lasa g/m le+m x<| pkei&rsa e>vxrim, sot*s{
jakkxpi*fomsai. g/m d$ e$n a$di*jot uameqx & | z# lelgvamgle*ma, ot$de+m sot&so ai$rvt*momsai.
$ $ < $
pokt caq gtngsai em atsoi&| g adijia se jai+ ai$rvqoje*qdeia.
+ + > *
(da SENOFONTE)

§
ddd
s 13. La benevolenza di Scipione verso i prigionieri s

<O Rjipi*xm, doqia*kxsom e$m $Ibgqi*y po*kim Oi>mtrram kabx*m, x<| oi< kautqacxcoi+
paqhe*mom g>cacom ja*kko| t<pequtx & | e>votram, so+m at$sg&| pase*qa a$mafgsg*ra|, at$s{
&
sg+m htcase*qa e$vaqi*raso. $Amhqx*pxm simx+m ot#m dx & qa pqorjolira*msxm, o< de+
Rjipi*xm sat&sa rtmedxqg*raso (mise questi insieme con gli altri), ug*ra| sz& jo*qz
e$pidido*mai (di darli in dote).
%Orai de+ jai+ a>kkai ctmai&je| sx & m et# cecomo*sxm g/ htcase*qe| g/ pai&de| x% qam
e>vomse| e<a*kxram, sat*sai| dt*o <Qxlai*xm rxuqomersa*sot| e$j sx & m pqerbtse*qxm
e$pe*rsgrem, oi= heqapetsg&qe| jai+ sg+m voqgci*am (approvvigionamento) soi&| ai$vlakx*-
soi| jasa+ sg+m a$ni*am at$sx
& m e>melom. <G de+ sot& Rjipi*xmo| rxuqort*mg pokka+| po*kei|
$Ibgqija+| soi&| <Qxlai*oi| ui*ka| jai+ rtlla*vot| e<jot*ra| e$poi*grem.
(da POLIENO)

§
ddd s 14. Il legislatore Caronda s

Vaqx*mda|, o< soi&| Hotqi*oi| sot+| mo*lot| seheijx*|, mo*lom e$sehei*jei, e$a*m si|
c
o%pkom e>vxm ei$| sg+m a$coqa*m paqace*mgsai,
Busto di ha*masom fgli*am e$pisi*herhai. Pqoraccekhe*m-
Caronda.
sxm de+ pokeli*xm e$pi+ sg&| vx*qa|, o< Vaqx*mda|
ni*uo| e>vxm e$poqet*eso. ai$umidi*ot de+ rsa*rex|
jai+ saqavg&| jasa+ sg+m a$coqa+m cemole*mg|,
at$so*|, sot& mo*lot ot$ lilmgrjo*lemo|, lesa+ sot&
ni*uot| ei$| sg+m a$coqa+m paqg&m.
Sx& m de+ i$dixsx& m simo| jasamog*ramso| jai+
ke*comso| o%si so+m >idiom mo*lom jasake*ktjem o<
seheijx*|, a$mebo*grem. «La+ Di*a, ot$ jasakt*rx,
a$kka+ jt*qiom poig*rx.» Jai*, so+ ni*uo| rpara*-
lemo|, at$so+| ha*masom e<ats{ & fgli*am e$pe*hg-
jem. >Emioi de sx + & m rtccqaue*xm sg+m pqa&nim
sat*sgm peqisihe*ari s{ & Diojkei&, s{
& soi&| Rt-
qajori*oi| sot+| mo*lot| seheijo*si.

272 UNITAÁ 11
Analisi guidata
d COMPRENSIONE TESTUALE
1. Chi era Caronda?
2. Che cosa aveva stabilito in una delle sue leggi?
3. Perche egli si recoÁ armato in piazza?
4. Di che cosa lo accusava uno dei cittadini?
5. Quale punizione Caronda inflisse a se stesso?
d COMPETENZA LINGUISTICA
1. Vi sono nel brano voci dei verbi in -li? Dopo averle individuate, analizzale.
2. Con quale proposizione secondaria si puoÁ tradurre il genitivo assoluto pqoraccekhe*msxm ...
pokeli*xm (r. 3)?
3. Qual eÁ il valore sintattico dei participi e>vxm (r. 5), lilmgrjo*lemo| (r. 7), o< seheijx*| (r. 10),
rpara*lemo| (r. 12) e s{ & ... seheijo*si (r. 15)?

§
ddd s 15. Il coraggio di Muzio Scevola s

Lot*jio| o< <Qxlai&o| a$mg+q botko*lemo| di$ oi$jei*a| at$solokg*rex| so+m Stqqgmx &m
barike*a a$mekei&m, a$luiera*lemo| Stqqgmijg+m rsokg+m jai+ stqqgmi*fxm sz& uxmz&,
ei$rg&khem pqo+| Stqqgmot*|.
Uxqahei+| de+ e$peidg+ e>lekke sg&| so*klg| t<pe*veim di*jgm, sg&| paqajeile*mg| e$rva*qa|
pt&q e$vot*rg|, t<peqe*rve sg+m denia+m jai*, ukecole*mg| sg&| veiqo*|, ei<rsg*jei diakeco*lemo|
s{ & barikei& a$sqe*ps{ s{& pqorx*p{. x<| de+ e$hatla*feso. «Lgdalx & |, e>ug, hatla*rz|.
sqiajo*rioi ca+q <Qxlai&oi, sg+m o<loi*am e$loi+ a$qesg+m e>vomse|, a$ma+ so+ ro+m peqipokot&ri
rsqaso*pedom, so+m ro+m e$pisgdeto*lemoi ha*masom.» $En ot' rtme*bg uobghe*msa so+m
barike*a pqo+| <Qxlai*ot| rpei*rarhai.
(da POLIENO)

§
ddd s 16. Il rapimento di PerseÁfone s

Pkot*sxm de*, Peqreuo*mg| e$qarhei*|, Dio+| rtmeqcot&mso|, g%qparem at$sg+m jqt*ua.


Dglg*sgq de*, lahot&ra o%si Pkot*sxm at$sg+m g%qparem, o$qcifole*mg heoi&|, jase*kipem
ot$qamo+m jai+ g'jem ei$| $Eketri&ma, e>peisa pqo+| Jekeo*m, so+m bariket*omsa so*se
$Eketrimi*xm.
Sqipsoke*l{ de*, s{ & pqerbtse*q{ sx & m Jekeot& pai*dxm, Dglg*sgq, di*uqom jasa-
*
rjetarara psgmx & m dqajomsxm, som ptqo+m e>dxjem, {
* + ' sg+m o%kgm oi$jotle*mgm di'
ot$qamot& ai$qo*lemo| jase*rpeiqem.
Dio+| de+ Pkot*sxmi sg+m Jo*qgm a$mape*lwai jeket*ramso|, o< Pkot*sxm, %ima lg+ pokt+m
vqo*mom paqa+ sz& lgsqi+ jasalei*mz, q<oia&| e>dojem at$sz& uacei&m jo*jjom.
Peqreuo*mg de+ jah' e%jarsom e$miatso+m so+ le+m sqi*som lesa+ Pkot*sxmo| g$macja*rhg
lemeim, so+ de+ koipo+m paqa+ soi&| heoi&|.
*
(da APOLLODORO)

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 273
UNO SGUARDO AL PASSATO

DemeÁtra, PerseÁfone e Ade

L a dea PerseÁfone (Peqreuo*mg), identificata


a Roma con Proserpina, detta anche Kore,
prima di diventare la regina degli Inferi, viveva
sulla terra e, mentre era intenta a raccogliere
fiori e a giocare con le compagne in una pianura
della Sicilia, fu rapita da Ade (%Aidg|). Que-
st'ultimo, chiamato anche Plutone (Pkot*sxm),
era fratello di Zeus e Poseidone e figlio di Crono
e Rea ed era il signore del regno dei morti.
Dopo il rapimento, la madre della fanciulla, la
dea delle meÁssi e dei campi DemeÁtra (Dglg*sgq),
identificata a Roma con Cerere, attraversoÁ tutta
la Grecia per rintracciare la figlia; ella, come una
donna in lutto, sprofondoÁ in un immenso dolore e m
Particolare di un bassorilievo proveniente da Locri, che
in un ostinato silenzio; la sua affannosa ricerca rappresenta PerseÁfone. Reggio Calabria, Museo della Magna
duroÁ nove giorni, finche il dio Elio, il Sole, le Grecia.

riveloÁ la veritaÁ sul rapimento. Da quel momento non spuntarono piuÁ, gli alberi divennero impro-
DemeÁtra non volle piuÁ tornare sull'Olimpo, i fiori duttivi e l'erba secca. )

m m
Busto di Ade (copia romana). Roma, Museo Nazionale Romano. Busto di DemeÁtra (copia romana). Roma, Museo Nazionale
Romano.

274 UNITAÁ 11
Alla fine Zeus ordinoÁ ad Ade di restituire Per- sbocciarono i fiori. Il mito di DemeÁtra e PerseÁ-
seÁfone alla madre. Poiche cioÁ non era piuÁ pos- fone, che per gli antichi Greci rappresentava
sibile, in quanto ella aveva mangiato un chicco di l'alternanza delle stagioni e i cicli della vegeta-
melagrana, che la legava eternamente al regno dei zione, veniva ricordato ogni anno durante le
morti, Zeus allora decise che PerseÁfone sarebbe feste religiose di Eleusi, che duravano nove
rimasta sulla terra con DemeÁtra per sei mesi giorni. Ad Eleusi si celebravano anche i misteri,
dell'anno, mentre per altri sei mesi la sua dimora detti appunto Eleusini; essi erano legati al culto
sarebbe stata il regno degli Inferi. Su questa di DemeÁtra e si svolgevano nel luogo dove gli
divisione dei mesi non tutti gli autori concordano: antichi credevano che PerseÁfone fosse stata ra-
secondo alcuni, infatti, Kore rimaneva con Plu- pita. Si narrava che solo agli iniziati fosse ri-
tone solo 1/3 dell'anno. velato il senso di una vita eterna e il significato
Dopo l'accordo tra Zeus e Ade, la terra ri- del legame tra la vita e la morte.
prese vita, di nuovo maturarono le meÁssi e

§
ddd
s 17. FarnabaÁzo affronta le truppe dei Greci s

Oi< de+ poke*lioi t<pe*lemom, moli*fomse| jako+m e>veim so+ vxqi*om. $Epei+ d$ e$pkgri*afom,
a$kaka*namse| oi< %Ekkgme| peksarsai+ e>heom e$pi+ sot+| pokeli*ot|, pqi*m sima jeket*eim oi<
de+ poke*lioi a$msi*oi x
% qlgram, oi% h$ i<ppei&| jai+ so+ rsi&uo| sx & m. jai+ sqe*pomsai
& m Bihtmx
sot+| peksarsa*|.
$Akk$ e$pei+ t<pgmsi*afem g< ua*kacn sx & m o<pkisx& m savt+ poqetole*mg jai+ a%la g<
ra*kpicn e$uhe*cnaso jai+ e$paia*mifom jai+ lesa+ sat&sa g$ka*kafom jai+ a%la sa+ do*qasa
jahi*eram, e$msat&ha ot$je*si e$de*namso oi< poke*lioi, a$kka+ e>uetcom. Jai+ Silari*xm le+m
e>vxm sot+| i<ppe*a| e$uei*peso jai+ a$pejsei*mtram o%rotrpeq e$dt*mamso.
(da SENOFONTE)

UNO SGUARDO AL PASSATO

La vita militare

L'evoluzione dell'organizzazione militare

L a vita militare costituiva certamente un


aspetto fondamentale del mondo greco an-
tico, come viene dimostrato dal fatto che, sia ad
Atene che a Sparta, di norma la militanza nel-
l'esercito era collegata al possesso della citta-
dinanza e quindi dei diritti civili e politici.
L'organizzazione militare subõÁ vari mutamenti
nel corso dei secoli, passando dalla fase del duel-
lo tra singoli combattenti all'azione coordinata
dei membri della collettivitaÁ. Nei tempi piuÁ an- m
tichi, quelli della societaÁ omerica, tutti i cittadini Opliti ateniesi.

erano considerati soldati (rsqasix & sai) ed erano religioso e militare del suo popolo e, a differenza
inviati a combattere a tutte le etaÁ. Il re era il capo degli altri soldati, combatteva su una biga gui-
)

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 275
di remunerare il servizio militare
prestato in tempo di guerra: la
paga dei soldati oscillava tra i
quattro e i sei oÁboli.
I pentacosiomedimni e i cava-
lieri (che costituivano la prima e
la seconda classe dei cittadini in
base alla costituzione di Solone)
fornivano all'esercito la fanteria
pesante, cioeÁ gli opliti, e la caval-
leria, equipaggiandosi a proprie
spese. Anche gli zeugiti (che fa-
cevano parte della terza classe)
prestavano servizio come opliti e
si equipaggiavano a proprie spe-
se; i teti, invece (che costituivano
la quarta e ultima classe), com-
m battevano nella fanteria leggera e
Frammento di un bassorilievo che rappresenta una trireme.
come marinai ed erano armati a
spese dello Stato.
data da un auriga. Il duello era considerato mol- Ogni battaglione formato dalle tribuÁ era agli
to piuÁ importante rispetto al combattimento tra ordini di un tassiarco (sani*aqvo|), che nomina-
due eserciti. Con l'affermarsi della po*ki|, all'eroe va i locaghi (kovacoi*), cioeÁ i comandanti che
omerico, dotato di forza e valore eccezionali, si guidavano le singole compagnie (ko*voi), ognuna
sostituõÁ un esercito (rsqasia*) di cittadini impe- delle quali era formata da cento uomini. La ca-
gnati in un'azione collettiva e coordinata. valleria era divisa in due contingenti, comandati
Il combattimento (la*vg) in formazione si ciascuno da un ipparco (i%ppaqvo|). A capo di
affermoÁ a partire dalla metaÁ del VII secolo a.C. tutto l'esercito vi fu per un lungo periodo l'ar-
con la falange (ua*kacn) oplitica, uno schiera- conte polemarco; nel periodo classico il coman-
mento su otto file, in cui i soldati erano muniti di do supremo fu ricoperto da dieci strateghi (rsqa-
un grande scudo, che copriva non solo il soldato sgcoi*). Durante il periodo ellenistico si diffuse
che lo portava, ma anche il commilitone che si l'uso di arruolare soldati mercenari, che serviva-
trovava alla sua sinistra. no a integrare l'esercito permanente nazionale.
L'organizzazione militare ateniese Potevano essere arruolati, soprattutto nella flot-
ta, anche i meteÁci (cioeÁ gli stranieri residenti ad

A d Atene il servizio militare era un diritto-


dovere di tutti coloro che possedevano la
cittadinanza. Il cittadino ateniese svolgeva il vero
Atene), ma cioÁ avveniva generalmente solo in
caso di conflitti estesi e rischiosi.
Il combattimento corpo a corpo era affidato
e proprio servizio militare dai diciotto ai qua- agli opliti (o<pki&sai), i fanti forniti di armatura
rant'anni, mentre fino a sessant'anni veniva con- pesante (elmo, corazza, scudo ovale di grandi
siderato un soldato di riserva e poteva essere dimensioni, schinieri, spada e lancia), che avan-
richiamato per servizi di guardia. Nell'arco di zavano in file serrate. I fanti con armatura leg-
tempo compreso tra i diciotto e i quarant'anni gera (lancia, piccolo scudo rotondo e altre armi
era compreso anche il periodo della efebõÁa (e$ug- difensive leggere) detti peltasti (peksarsai*), seÇ-
bei*a), cioeÁ dell'addestramento militare, in cui il guivano gli opliti e avevano il compito di difen-
giovane, definito efeÁbo (e>uebo|) per due anni derli alle spalee e ai fianchi, mentre i cavalieri
(dai diciotto ai venti) veniva addestrato per lo (i<ppei&|, forniti di lancia, spada e armi difensive
piuÁ in zone di frontiera. La po*ki| aveva l'obbligo leggere) si schieravano ai fianchi degli opliti ed
)

276 UNITAÁ 11
erano per lo piuÁ un corpo di parata. Vi erano,
infine, gli arcieri (sono*sai), forniti di arco e
frecce, che costituivano un corpo speciale e spes-
so erano soldati mercenari.
La flotta (matsijo*m) da guerra ateniese, il cui
comandante era il navarco (mat*aqvo|), era co-
stituita da triremi, navi da combattimento usate
dagli antichi Greci a partire dal V secolo a.C. La
trireme (sqig*qg|) era una nave di legno di pino,
fornita non solo di vela, ma anche di remi, per
acquisire una maggiore velocitaÁ; inoltre, aveva
una forma piuÁ slanciata e le fiancate piuÁ basse e
piuÁ strette rispetto a quelle di una nave mercan-
tile.
I rematori (e$qe*sai) erano circa duecento e
venivano disposti su tre ordini di banco per lato,
in modo da rendere libera la manovra del remo ad
ogni rematore. I soldati di marina (mat&sai) erano
scelti tra i teti e gli abitanti delle isole dell'Egeo;
essi erano circa ottanta e venivano disposti in m
Alcuni pezzi dell'armatura pesante di un oplita: schinieri, elmo
corsie al di sopra dei rematori. Il timoniere e punta di lancia (V sec. a.C.). Monaco di Baviera, Collezioni
(jtbeqmg*sg|), stando a poppa, dirigeva la nave; Statali di Oggetti Antichi.

la prua era alta e munita di un rostro (q<tcvo|),


uno sperone di bronzo con il quale si speronavano contavano l'autocontrollo, la disciplina, l'obbe-
le navi nemiche. L'allestimento di una trireme dienza e il sacrificio.
comportava una spesa gravosa per il bilancio L'esercito spartano era formato per la maggior
dello Stato, per cui era richiesto l'aiuto economi- parte da SpartiaÁti (cittadini che godevano di tutti
co dei cittadini piuÁ facoltosi, perche vi contri- i diritti civili e politici) e da PerieÁci (cittadini che
buissero con i propri mezzi: questo era l'istituto abitavano nei dintorni della cittaÁ, erano esclusi
della trierarchõÁa (sqigqaqvi*a). dai diritti politici, ma pagavano i tributi e pren-
Per quanto riguarda lo svolgimento di una devano parte alle guerre). Infatti, a causa della
battaglia navale (matlavi*a), le tattiche di com- carenza degli SpartiaÁti, che costituivano la mi-
battimento piuÁ usate erano: speronare e affonda- noranza della popolazione, durante le guerre lo
re una nave nemica; o colpirla in punti vitali, Stato spartano fece ricorso ai PerieÁci, meno ad-
come i remi, per immobilizzarla e catturarla; o destrati rispetto agli SpartiaÁti, ma necessari.
abbordarla per consentire l'arrembaggio, talvolta Sempre a causa della carenza di uomini, furono
effettuato non solo dai soldati di marina, ma introdotte nell'esercito anche unitaÁ separate di
anche dagli opliti presenti a bordo. IloÁti (cittadini ridotti in schiavituÁ e privi di ogni
diritto), arruolati con la promessa della libertaÁ e
L'organizzazione militare spartana adibiti ai servizi piuÁ duri e faticosi.
Uno dei due re esercitava il comando supremo
P er quanto riguarda il sistema militare usato
a Sparta, i cittadini spartani a pieno diritto,
gli SpartiaÁti, cominciavano il loro addestramento
dell'esercito, che era diviso in cinque battaglioni
(loi&qai), ciascuno formato da quattrocento a
novecento uomini e suddiviso in compagnie (ko*-
all'etaÁ di sette anni, mentre erano obbligati al
voi), guidate dai locaghi (kovacoi*). A sua volta,
servizio militare dai venti ai sessant'anni. Come
ogni compagnia era divisa in quattro manipoli,
nel modello di combattimento oplitico ateniese,
detti pentecostõÁe (pemsgjorst*e|, di cinquanta
cosõÁ nella comunitaÁ degli SpartiaÁti non avevano
soldati ciascuno), agli ordini di altrettanti uffi-
importanza il valore e le gesta individuali, ma )

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 277
ciali (pemsgjomsg & qe|). Le pentecostõÁe erano ri-
partite in reparti definiti enomotõÁe (e$mxlosi*ai),
composti di un minimo di venticinque uomini
fino a un massimo di trentasei, guidati dagli
enomotarchi (e$mxlo*saqvoi). L'esercito sparta-
no era formato da una fanteria pesante, la
falangle degli opliti, in cui combattevano gli
appartenenti alle prime due classi (SpartiaÁti e
PerieÁci), e da una fanteria leggera, composta di
PerieÁci o alleati. I cavalieri avevano poca im-
portanza e, come gli arcieri, erano per lo piuÁ
soldati mercenari.
Sparta, pur essendo, a differenza di Atene, una
potenza militare di terra, possedeva anche una
notevole flotta, formata in gran parte dalle navi
degli alleati.

b
Guerriero spartano.

Rl
La vita militare oi< peksarsai*, -x & m, peltasti (soldati di fanteria
leggera)
g< rsqasia*, -a&|, esercito o< ko*vo|, -ot, compagnia di fanteria
o< rsqaso*|, -ot&, esercito, flotta g< loi&qa, -a|, battaglione di fanteria (a Spar-
Ricerca so+ denio+m (je*qa|), ala destra
lessicale ta), parte, sorte
so+ et$x*mtlom (je*qa|), ala sinistra g< pemsgjorst*|, -t*o|, pentecostõÁa (manipolo
o< rsqasgco*|, -ot&, comandante supremo, stra- di 50 soldati a Sparta)
tega g< e$mxlosi*a, -a|, enomotõÁa (piccolo reparto
o< sani*aqvo|, -ot, tassiarco (comandante di di fanteria a Sparta)
un battaglione di fanteria) oi< i<ppoba*sai, -x & m, cavalieri
o< kovaco*|, -ot&, locago (comandante di una oi< i<ppei&|, -e*xm, cavalieri
compagnia di fanteria) oi< sono*sai, -x & m, arcieri
o< pe*faqvo|, -ot, pezarco (comandante della oi< ruemdomg&sai, -x & m, frombolieri
fanteria) oi< ne*moi, -xm, mercenari
o< pemsgjomsg*q, -g&qo|, comandante di una oi< rt*llavoi, -xm, alleati
pentecostõÁa (a Sparta) o< rsqasix*sg|, -ot, soldato
o< e$mxlo*saqvo|, -ot, enomotarco (coman- o< at$so*loko|, -ot, disertore
dante di una enomotõÁa a Sparta) o< o%lgqo|, -ot, ostaggio
o< %ippaqvo|, -ot, ipparco, comandante della o< ai$vla*kxso|, -ot, prigioniero di guerra
cavalleria oi< poke*lioi, -xm, nemici
oi< pefoi*, -x
& m, fanti o< po*kelo|, -ot, guerra
oi< o<pki&sai, -x& m, opliti (soldati di fanteria g< la*vg, -g|, battaglia
pesante) g< pqorbokg*, -g&|, assalto )

278 UNITAÁ 11
g< pokioqji*a, -a|, assedio g< jmgli*|, -i&do|, schiniere (di bronzo)
g< e$pi*heri|, -ex|, attacco so+ ni*uo|, -ot|, spada lunga (a due tagli)
g< a$lt*ma, -g|, difesa g< la*vaiqa, -a|, spada corta (a un solo ta-
g< a$mavx*qgri|, -ex|, ritirata glio), pugnale
g< mi*jg, -g|, vittoria so+ do*qt, -aso|, lancia
g< g'rra, -g|, sconfitta g< ko*cvg, -g|, lancia
ai< rpomdai*, -x & m, tregua so+ so*nom, -ot, arco
g< rtmhg*jg, -g|, trattato di pace so+ so*netla, -laso|, freccia
g< lgvamg*, -g&|, macchina da guerra o< e>uebo|, -ot, efeÁbo
g< kei*a, -a|, bottino g< e$ugbei*a, -a|, efebõÁa
so+ sqo*paiom, -ot, trofeo so+ matsijo*m, -ot&; sa+ matsija*, -x& m, flotta
so+ rsqaso*pedom, -ot, accampamento g< sqig*qg|, -ot|, trireme
sa+ o%pka -xm, armi g< sqigqaqvi*a, -a|, trierarchõÁa (obbligo di ar-
g< jo*qt|, -tho|, elmo (di bronzo) mamento di una trireme)
so+ jqa*mo|, -ot|, elmo (di bronzo) so+ q<t*cvo|, -ot|, rostro
o< hx*qan, -ajo|, torace, corazza (prima di o< mat*aqvo|, -ot, ammiraglio, capo supremo
bronzo, poi anche in lino pressato e cuoio) della flotta
g< a$rpi*|, -i*do|, scudo ovale (di grandi di- oi< mat&sai, -x & m, soldati di marina, marinai
mensioni e pesante) oi< e$qe*sai, -x
& m, rematori
g< pe*ksg, -g|, (scudo rotondo, piccolo e leg- g< matlavi*a, -a|, battaglia navale
gero)

§
ddd
Á o dopo la battaglia di Cheronea s
s 18. Le decisioni di Agesila

$Acgri*kao|, jai*peq t<po+ sqatla*sxm pokkx & m jajx& | so+ rx


& la diajei*lemo| (pur
essendo mal ridotto nel corpo), ot$ pqo*seqom e$pi+ rjgmg+m a$pg&khem g/ uoqa*dgm
e$mevhg&mai pqo+| sg+m ua*kacca jai+ sot+| mejqot+| i$dei&m e$mso+| sx & m o%pkxm rtcjejo-
lirle*mot|.
%Oroi le*msoi sx& m pokeli*xm ei$| so+ i<eqo+m jase*utcom, pa*msa| e$je*ketrem a$uehg&mai.
%Ala d$ gle*qy, botko*lemo| e$neke*cnai (mettere alla prova) sot+| Hgbai*ot| o<
<
$Acgri*kao|, ei$ dialavot&msai (se fossero disposti a combattere nuovamente), rseua-
mot&rhai le+m e$je*ketre sot+| rsqasix*sa|, at$kei&m de+ sot+| at$kgsa*|, i<rsa*mai de+ jai+
jorlei&m sqo*paiom x<| memijgjo*sa|. <X| de+ e>pelwam oi< poke*lioi mejqx & m a$mai*qerim
ai$sot&mse|, e$rpei*raso jai+ ei$| Dekuot+| a$pejoli*rhg.
(da PLUTARCO)

§
ddd s 19. Socrate parla dell'importanza dell'educazione s

<O Rxjqa*sg|, e$qxsx*lemo| po*seqom g< a$mdqei*a didajso+m (una qualitaÁ che si puoÁ
insegnare) g/ utrijo+m ei>g, e>kecem. «Oi#lai o%si, x
% rpeq rx & la rx*laso| i$rvtqo*seqom pqo+|
sot+| po*mot| ut*esai, ot%sx jai+ wtvg+ wtvg&| e$qqxlemerse*qa pqo+| sa+ deima+ ut*rei
ci*cmesai. <Oqx & ca+q sot+| sqeuole*mot| e$m soi&| at$soi&| mo*loi| jai+ soi&| e>heri pokt+ so*klz
a$kkg*kxm diaue*qomsa|. Moli*fx de+ pa&ram ut*rim pqo+| sg+m a$mdqei*am lahg*rei jai+
leke*sz at$na*merhai.
Dg&kom ca+q o%si oi< Rjt*hai jai+ oi< Hqy&je| kabo*mse| a$rpi*da| jai+ do*qasa ot$j a/m
soklg*raiem pqo+| sot+| Kajedailomi*ot| la*verhai. uameqo+m d$ o%si oi< Kajedailo*mioi
ot>se e$pi+ sot+| Hqy&ja| pe*ksai| jai+ a$jomsi*oi| ot>se e$pi+ sot+| Rjt*ha| so*noi| a/m e$he*koiem
a$cxmi*ferhai. $Ej de+ sot*sxm dg&ko*m e$rsim o%si vqg+ pa*msa| sot+| a$mhqx*pot|, jai+ sot+|
et$uterse*qot| sg+m ut*rim, e$m oi'| a$nio*kocoi a/m bot*kxmsai ceme*rhai, sat&sa jai+ lekesa&m
jai+ lamha*meim.»

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 279
§
ddd s 20. I preparativi per una battaglia navale s

Oi< $Ahgmai&oi e$m Paqi*{ e$pt*homso o%si o< Kajedailo*mio| La*mdaqo| e$m Jtfi*j{ ei>g
jai+ o< Uaqma*bafo|, at$sot& rt*llavo|, lesa+ sot& pefot&. At$soi+ ot#m sat*sgm sg+m g<le*qam
at$sot& (avv. di luogo) e>leimam, sz& de+ t<rseqai*y o< $Akjibia*dg|, e$jjkgri*am poig*ra|, soi&|
rsqasix*sai| paqejeket*eso o%si a$ma*cjg ei>g jai+ matlavei&m jai+ pefolavei&m.
Sz& de+ pqoseqai*y, e$peidg+ x<qlg*ramso, sa+ pkoi&a pa*msa paq$ e<atso+m rtmg*hqoirem,
%ima lgdei+| soi&| pokeli*oi| so+ sx & m pkg&ho| e$naccei&kai, e$pejg*qtne* se o=| ei$| so+
& m mex
pe*qam diapke*xm a/m a<ki*rjgsai, sot*s{ ha*masom sg+m fgli*am. Lesa+ de+ sg+m e$jjkgri*am,
x<| e$pi+ matlavi*am paqarjetara*lemo|, e$pi+ sg+m Jt*fijom a$mgca*ceso.

Rl
La navigazione o< matba*sg|, -ot, navigante, marinaio
o< jtbeqmg*sg|, -ot, pilota, timoniere
o< pkot&|, -ot&, navigazione g< mataqvi*a, -a|, comando di una nave
o< peqi*pkot|, -ot, circumnavigazione o< mat*aqvo|, -ot, comandante di una nave
Ricerca g< mat&|, mex*|, nave
lessicale o< kilg*m, -e*mo|, porto
so+ pkoi&om, -ot, nave, nave da carico g< ha*karra, -g|, mare
so+ rja*uo|, -ot|, scafo, nave o< o%qlo|, -ot, ancoraggio
g< rvedi*a, -a|, zattera, barca o< mat*kovo|, -om, adatto all'ancoraggio
g< pq{*qa, -a|, prua g< mataci*a, -a|, naufragio
g< pqt*lma, -g|, poppa o< mataco*|, -ot&, naufrago
g< a>cjtqa, -a|, aÁncora so+ mat&kom, -ot, nolo, prezzo del trasporto per
so+ i<rsi*om, -ot, vela mare
o< i<rso*|, -ot&, albero della nave g< matpgci*a, -a|, costruzione di navi
o< ja*kx|, -x, gomena so+ matpg*ciom, -ot, cantiere navale
g< jx*pg, -g|, remo g< matri*a, -a|, mal di mare, nausea
o< e$qe*sg|, -ot, rematore

§
ddd s 21. Alcune leggi di Licurgo s

Bot*kolai de+ jai+ a=| barikei& pqo+| sg+m po*kim rtmhg*ja| o< Ktjot&qco| e$poi*gre
digcg*rarhai. lo*mg ca+q dg+ at%sg a$qvg+ diasekei& oi%apeq e$n a$qvg&| jasersa*hg.
>Ehgje ca+q ht*eim le+m barike*a pqo+ sg&| po*kex| sa+ dglo*ria a%pamsa, x<| a$po+ heot&
o>msa (per la sua origine divina), jai+ rsqasia+m o%poi a/m g< po*ki| e$jpe*lpz g<cei&rhai.
>Edxje de+ jai+ ce*qa| a$po+ sx & m htole*mxm kalba*meim jai+ cg&m se e$m pokkai&| sx &m
peqioi*jxm po*kexm a$pe*deinem (assegnoÁ) e$nai*qesom sorat*sgm, x % rse lg*s$ e$mdei&rhai sx
&m
lesqi*xm lg*se pkot*s{ t<peque*qeim. %Opx| de+ jai+ oi< barikei&| e>nx rjgmoi&em, rjgmg+m
at$soi&| dglori*am a$pe*deinem, jai+ diloiqi*y ce e$pi+ s{
& dei*pm{ e$si*lgrem, ot$v %ima dipka*ria
$ $
jasaua*coiem, akk$ %ima jai+ apo+ sot&de silg&rai e>voiem (avessero di che onorare
qualcuno), ei> sima bot*koimso.
(da SENOFONTE)

§
ddd
s 22. Le accuse contro gli strateghi e gli oratori s

Ot$ ca*q e$rsim o<loi*x| deimo*m, ei> si| e>kabem (sott.: denaro), a$kk$ ei$ o%hem [se (lo ha
preso) da chi] lg+ dei&, ot$de* c$ o<loi*x| a$dijot&rim oi< i$dix
& sai oi< kabo*mse| so+ vqtri*om jai+
oi< q<g*soqe| jai+ oi< rsqasgcoi*. Dia+ si*; %Osi soi&| le+m i$dix*sai| %Aqpako| e>dxjem
utka*sseim so+ vqtri*om, oi< de+ rsqasgcoi+ jai+ oi< q<g*soqe| pqa*nexm e%meja ei$kg*uarim.

280 UNITAÁ 11
Oi< de+ mo*loi soi&| le+m a$dijot&rim a<pka&, soi&| de+ dxqodojot&rim dejapka& sa+
$oukg*lasa pqorsa*rrotrim, a$podido*mai de+ ha*masom e>rsim (eÁ possibile infliggere la pena
di morte) e$j sx & m mo*lxm sot*soi| lo*moi|. ot%sx jai+ fgli*ai paq$ t<lx& m jahersa&ri jas$
at$sx& m deimo*seqai.
%Opeq ca+q jai+ e$m s{ & dg*l{ ei#pom, pokka+ t<lei&|, x # a>mdqe| dijarsai*, di*dose
e<jo*mse| soi&| rsqasgcoi&| jai+ soi&| q<g*soqrim x$uekei&rhai (affinche ne possano godere),
ot$ de+ e$j sx & m mo*lxm at$soi&| de*dosai sot&so, a$kka+ sg&| t<lese*qa| pqao*sgso| jai+
uikamhqxpi*a|, e=m lo*mom paqautka*rromse|, o%px| di$ t<la&| jai+ lg+ jah$ t<lx & m e>rsai so+
kalbamo*lemom (il denaro ricevuto).
(da IPERIDE)

§
ddd s 23. Le lodi di Agamennone s

$Acale*lmxm sgkijat*sgm e>rve silg*m, g'| ei> si| lei*fx fgsoi&, ot$de*pose a/m et<qei&m
dtmghei*g. Lo*mo| ca+q a<pa*rg| sg&| <Ekka*do| g$nix*hg ceme*rhai rsqasgco+| jai+ ot$deli*am
t<peqbokg+m ke*koipe sg&| peqi+ at<so+m do*ng| soi&| a>kkx| px| silghei&rim.
Sat*sgm de+ kabx+m sg+m dt*malim, ot$deli*am sx & m <Ekkgmi*dxm po*kexm e$kt*pgrem,
a$kka+ paqakabx+m sot+| %Ekkgma| e$m poke*l{ jai+ saqavai&| jai+ pokkoi&| jajoi&| o>msa|,
sot*sxm le+m at$sot+| a$pg*kkanem, ei$| o<lo*sgsa de+ jase*rsgrem, rsqaso*pedo*m se
rtrsg*ra|, e$pi+ sot+| baqba*qot| g>cacem. Sot*sot de+ ja*kkiom ot$de+m jai+ soi&| %Ekkgrim
x$uekilx*seqom ot$dei+| uamg*resai pqa*na|, ot>se sx & m jas$ e$jei&mom so+m vqo*mom
et$dojilgra*msxm ot>se sx & m t%rseqom e$picemole*mxm.
(da ISOCRATE)

§
ddd s 24. PeÁrseo e AndroÁmeda s

Paqacemo*lemo| de+ ei$| Ai$hiopi*am, g'| e$bari*kete Jguet*|, et'qe (sogg. sott. PeÁrseo)
sg+m sot*sot htcase*qa $Amdqole*dam paqajeile*mgm boqa+m hakarri*{ jg*sei. Jarrie*-
peia ca*q, g< Jgue*x| ctmg*, Mgqgi*rim g>qire peqi+ ja*kkot| jai+ parx & m ei#mai jqei*rrxm
gt>vgrem. o%hem ai< Mgqgi*de| g$lg*miram jai+ Poreidx & m, at$ sai
& | rtmoqcirhei * |, pkg*lltqa*m
$
se epi+ sg+m vx*qam e>pelwe jai+ jg&so|.
>Allxmo| de+ vqg*ramso| sg+m a$pakkacg+m sg&| rtluoqa&|, e$a+m g< Jarriepei*a|
htca*sgq $Amdqole*da pqosehz& s{ & jg*sei boqa*, sot&so o< Jeuet+| e>pqanem, a$macjarhei+|
t<po+ sx& m Ai$hio*pxm, jai+ pe*sqy sg+m htcase*qa pqore*dgrem.
Sat*sgm heara*lemo| o< Peqret+| jai+ e$qarhei*|, Jguei& t<pe*rveso a$maiqg*reim so+
jg&so|, ei$ le*kkei rxhei&ram at$s{ & ctmai&ja dx*reim. $Epi+ sot*soi| cemole*mxm o%qjxm,
t<porsa+| so+ jg&so| e>jseime jai+ sg+m $Amdqole*dam e>ktrem.
(da APOLLODORO)

UNO SGUARDO AL PASSATO

PeÁrseo to da un oracolo che sarebbe stato ucciso da un


nipote, rinchiuse la figlia DaÁnae (Dama*g) in una

P eÁrseo (Peqret*|), come EÁracle, fu uno degli


eroi mitici piuÁ famosi nell'antica Grecia. Il
nonno dell'eroe, Acrisio, essendogli stato predet-
camera sotterranea, affinche non avesse nessun
contatto con un uomo.
Zeus, tuttavia, sotto forma di pioggia d'oro,
)

I verbi in -li del primo gruppo con il tema del presente raddoppiato d
I verbi in -li del secondo gruppo 281
penetroÁ attraverso il tetto e sedusse DaÁnae, che
riuscõÁ a nascondere per un certo tempo il piccolo
PeÁrseo, nato da quella unione. Venuto a cono-
scenza della nascita del nipote, Acrisio rinchiuse
la figlia con il neonato in una cassa di legno, che
fece gettare in mare.
I due, approdati all'isola di SeÁrifo, furono ospi-
tati da un pescatore, Ditti. Dopo alcuni anni, il
tiranno dell'isola, Polidette, ordinoÁ a PeÁrseo di
portargli la testa di una delle GoÁrgoni, che erano
tre mostruose sorelle, figlie di due divinitaÁ ma-
rine, e abitavano nell'estremo Occidente. Esse
avevano le mani di bronzo, le ali d'oro, la bocca
con grosse zanne, la testa circondata da serpenti e
lo sguardo che pietrificava chiunque le guardasse.
Le prime due, Steno ed EurõÁale, erano immortali,
solo la terza, Medusa, poteva essere uccisa
essendo mortale.
PeÁrseo decise di affrontare la GoÁrgone, altri-
menti Polidette avrebbe fatto violenza a DaÁnae.
Con l'aiuto di Atena riuscõÁ a tagliarle la testa e, per
evitare che lo sguardo di Medusa lo pietrificasse,
si servõÁ dello scudo a mo' di specchio. m
Affresco parietale proveniente da Pompei, che rappresenta
Ritornando dalla sua impresa con la testa della PeÁrseo e AndroÁmeda. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.
mostruosa creatura nella bisaccia, l'eroe incontroÁ
AndroÁmeda ($Amdqole*da), una fanciulla con- Ritornato a SeÁrifo, dove Polidette perseguitava
dannata ad essere legata ad uno scoglio per DaÁnae, l'eroe, servendosi della testa di Medusa,
espiare le colpe della madre. Innamoratosi della pietrificoÁ il tiranno e salvoÁ la madre. La dea Ate-
fanciulla, PerseÁo uccise il mostro marino che na, avendo ricevuto da PeÁrseo la testa mostruosa,
minacciava di divorarla, la liberoÁ e la fece sua la pose nella parte centrale del proprio scudo.
sposa.

282 UNITAÁ 11
RECUPERO UNITA Á 10-11
(esercizi interattivi - versione con tutor)

Es. n. 1 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


ei# - >irhi - g#ram - e>rolai - ei#li - ugri*(m) - ua*hi - je*gsai - ja*hgrai - g#| - g#rha - ei#ri(m) -
z>eirha - ux & lem - e>ug - a/m je*oiso - jahg*rhxram - ei#lem - e>rse - >ise - z#lem - uz&| -
>eualem - jei&msai - o< jahg*lemo| - pqiai*lgm - x > m - g#m - >ixlem - g< i$ot&ra - uai*g| - o< ua*| -
a/m uai&em - e$jei*lgm - e$ja*hgrhe - e>roio - o< e$ro*lemo| - >ixri(m) - a/m >ioli - ua*se - jei&lai -
e$jei*leha - jei&ro - jei*resai - a>calai - dt*marai - e$qx & msai - jqelai&so - o< laqma*lemo| -
<g jeile*mg - a/m jei*roimso - e$pi*rsasai.

Es. n. 2 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


dido*ari(m) - dido*leha - si*hg| - sihe*rhx - %igri(m) - sot& i<rsa*mso| - dx*rolem - do*| - did{ &
- a/m didoi&em - didx & lem - dx*resai - e$se*hg| - e>dxja| - hz& - di*dose - o<
& lai - sihei&o - i<rsx
didot*| - a/m didoi&rhe - %iei| - a/m i<rsai*g - hg*rx - ei%hg - dx & ri(m) - o< hei*| - di*doro -
$edi*dot| - e$si*heram - %ierhe - %irsarhe - hgroi*leha - e>domso - g'je(m) - e$di*doso - sihx & -
sihei&lem - %irsg - %irsamsai - o< g<ro*lemo| - rsahg*roio - hx & lai - si*hei - si*herai - e$si*hei -
%irsg| - rsg*rotri(m) - a/m sihei&em - a/m ei%g - e>rsgm - rsz&|.

Es. n. 3 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali.


e$sihe*leha - i<x & ri(m) - %iese - g< i<ei&ra - i<rsai&mso - rsg*rz - a/m doi&lem - ei'ro - de*dxja| -
%iemsai - i<g&sai - i<rsz& - sot& i<rsale*mot - %irsaso - sehg*resai - a/m hei*leha - ei%lgm - i<ei*lgm -
i<e*rhx - %irsaram - o< dohei*| - e$rsa*hglem - a/m hei&em - g< rsa&ra - e$de*doro - e$do*hgm -
rsa*hgsi - dohg*romsai - do*rhe - e>hgja - hot& - e%se - rsa*msxm - e<rsx & ri(m) - x' msai -
rsg&hi - ededxjeim - dedorai - sehgjalem - ersalem - eirsgjei - ersa&ri(m) - sot& e<le*mot
$ * * * % < * <
- a/m rsai&lem - dedole*moi ei$ri*(m) - a/m sehg*joi - o< e<rsx*| - e<rsg*nei| - dedx*joilem -
se*heirai - e%rsahi.

Es. n. 4 - Analizza e traduci le seguenti voci verbali, distinguendo quelle attive da quelle medio-
passive; poi traduci.
a>cmt| - e$jeqa*mmtm - dei*jmtrai - ei>qctri(m) - a>cmtmsai - e%mmt*ari(m) - ei>qcmt*oirhe -
fetcmt*oilem - a$moi*cmtsai - fxmmt*gsom - e<mmt*z - jeqa*mmtli - e$psa*qmtro - joqe*mmtse -
e$fet*cmtlem - lei*cmt - o>kktmsai - jqelammt*mai - rsqxmmt*z - e$dei*jmtram - rsqx*mmt -
x> kktse - joqe*mmtro - o$kkt*xlai - uqacmt*mai - x$kkt*lgm - o< o$lmt*| - pesammt*sx
$epg*cmt - o< fxmmt*lemo| - a/m rsqxmmt*oiem - q<gcmt*xri(m) - q<gcmt*rhxm - q<xmmt*oilem -
jqela*mmtrhai - rbe*mmtse - vqx*mmtsai - e$rjeda*mmt| - sg&| leicmt*rg| - a/m o$kkt*oirhe -
psa*qmtrai - sot& vxmmt*mso| - g>cmtlem - ei$qcmt*sgm - o>kktrhai - e<mmt*leha - a/m
q<xmmt*oiso.

Es. n. 5 - Volgi le voci verbali dell'esercizio n. 2 dal singolare al plurale e viceversa, lasciando
inalterati il modo, il tempo, la persona e la diaÁtesi; poi traduci.

Recupero unitaÁ 10-11 283


Es. n. 6 - Volgi le voci verbali dell'esercizio n. 3 dal singolare al plurale e viceversa, lasciando
inalterati il modo, il tempo, la persona e la diaÁtesi; poi traduci.

Es. n. 7 - Scegli la traduzione corretta tra quelle proposte.


1. che tu sia 2. essi vanno
ESERCIZIO & z# & >iari(m)
INTERATTIVO & z#| & ei#ri(m)
& z# se & ei#li

3. di' tu 4. che egli giaccia


& ua*sx & je*xlai
& ua*se & je*gsai
& ua*hi & je*xmsai

5. voi state seduti 6. colui che saraÁ


& ja*hgrhe & oi< e$ro*lemoi
& ja*hgrai & g< e$role*mg
& ja*hgmsai & o< e$ro*lemo|

7. andare 8. noi dicevamo


& ei#mai & e> ualem
& i$e*mai & e> uaram
& ua*mai & e> uase
9. io giacevo 10. essi erano
& e > jeiro & g # rha
& e$jei*leha & g # ram
& e$jei*lgm & z # ram

Es. n. 8 - Scegli la traduzione corretta tra quelle proposte.


1. di*dx| 2. %irsalem
ESERCIZIO & che tu dia & essi collocavano
INTERATTIVO & egli da
Á & noi collocavamo
& tu dai & voi collocavate

3. a/m sihei*g 4. leicmt*mai


& egli potrebbe porre & essere per mescolare
& io potrei porre & mescolare
& tu potresti porre & avere mescolato

5. a/m dejmt*oiso 6. e>dose


& tu potresti mostrarti & voi deste
& essi potrebbero mostrarsi & voi davate
& egli potrebbe mostrarsi & voi darete

7. e$di*doram 8. he*|
& voi davate & colloca tu
& egli dava & poni tu
& essi davano & dai tu

284 RECUPERO UNITAÁ 10-11


9. si*herhai 10. q<x*mmt
& essere posto & tu rinforzavi
& essere dato & tu rinforzi
& essere mandato & rinforza tu

11. e%rsgja| 12. rsg&se


& egli sta & state voi
& tu stai & stai tu
& io sto & voi stavate

13. o>kktmsai 14. %ierhai


& egli va in rovina & essere posto
& essi mandano in rovina & essere mandato
& essi vanno in rovina & essere collocato

Es. n. 9 - Assembla correttamente i vocaboli della colonna di sinistra con quelli della colonna di
destra, poi traduci. L'esercizio eÁ avviato.
& sai e$mo*lifom so+m rsqa-
1. Oi< rsqasix a. o%px| pqa*nei| a$ni*a| g<lx
& m at$- 1. c.
ESERCIZIO sgcom uobgsijo+m ei#mai,
+ sx *
& m pqarrxlem.
INTERATTIVO
2. Oi< pai&de| s{
& pasqi+ e>kecom b. dio*peq utka*ssolai lg+ ei$| sg+m
po*kim >ix.
3. Vqg+ o%si uqomsi*folem c. o=m mt&m cicmx*rjotrim a$mdqei&om
ei#mai.
4. Moli*fese, e$peidg+ t<lei&| ei$| sg+m d. lesa+ pe*mse g<le*qa| e<soi*lot|
$Ari*am le*kkese i$e*mai, e>rerhai.
5. $Epi*rsalai e$m sz& po*kei pokkot+| e. jai+ e$le+ sat$so+ poig*reim.
jimdt*mot| ei#mai.

Es. n. 10 - Completa le seguenti frasi, coniugando il verbo in parentesi nel modo, tempo, persona,
numero e diaÁtesi richiesti; poi traduci.

ESERCIZIO 1. <O $Acgri*kao|, cicmx*rjxm o%si soi&| pokeli*oi| ot>px (ott. pres., III pers. sing. di
INTERATTIVO
pa*qeili ¶ paqa* µ ei$li*) so+ pefo*m, at$s{ & de+ ot$de+m
sx& m paqerjetarlemxm (ott. pres., III pers. sing. di apeili ¶ apo* µ ei$li*)
* > $
, jaiqo+m g<cg*raso la*vgm rtma*wai, ei$ (ott. pres., III pers.
sing. di dt*malai) .
2. (Part. pres. nom. masch. pl. di e$pi*rsalai) at<soi&| so+m
ha*masom le*kkomsa (inf. fut. di ei$li*) e$j sx& m (part. pres.,
gen. masch. pl. di peqi*eili ¶ peqi* µ eili) # so+ o>qo|, oi<
* < * % * # $ + *
Kajedailomioi qxlg| orom lecirsom eivom ei| sot| baqbaqot| (ind. imperf., III
pers. pl. att. di e$pidei*jmtli) .
3. <O Fet*|, e$keg*ra| so+m Pqi*alom, e$je*ketre so+ a%qla (inf. aor. att. di fet*cmtli)
, %ima, poktsekg& kt*sqa (part. aor., nom. masch.

Recupero unitaÁ 10-11 285


sing. att. di di*dxli) , so+m $Avikke*a pei*hoi so+m %Ejsoqa
(inf. aor. att. di a$podi*dxli) .
4. Oi< <Qxlai&oi ptqi+ le+m ot#m ot$j (ind. aor. att., III pers. pl. di di*dxli)
so+m mejqo+m sot& Motla&, dt*o de+ poigra*lemoi
kihi*ma| roqot*|, t<po+ so+ $Ia*mojkom (ind. aor. att., III pers. pl. di si*hgli)
, sg+m de+ e<se*qam e>votram so+ rx & la, sg+m de+ e<se*qam sa+|
i<eqa+| bi*bkot| a=| e$cqa*waso at$so+|.
5. Vqg+ sot+| heot+| (inf. pres. di ei$li*) jai+ a$cahx &m
dxsg&qa| jai+ e>nx pamso+| uho*mot (inf. perf. di %irsgli) .

Es. n. 11 - Analizza le seguenti frasi, sottolineando le voci dei verbi in -li; individua, poi, le
proposizioni subordinate; quindi traduci.
1. <O Daqei&o| et$ht+| z>sere so+ so*nom, kabx+m de+ at$so+ jai+ e$pihei+| o$Èrso ii * m, a>mx ei$| so+m
# .
ot$qamo+m a$ug&je jai+ sot&so eipem `#X Fet&, ce*moiso* loi sot+| $Ahgmai*ot| si*rarhai.@ -
2. $Epei+ g< Lamda*mg paqerjeta*feso x<| a$piot&ra pa*kim pqo+| so+m a>mdqa, o< $Arsta*cg|
dei&sai at$sg&| so+m Jt&qom jasakipei&m. - 3. <G lg*sgq so+m pai&da digqx*sa po*seqom
bot*koiso le*meim g/ a$pie*mai, o< de+ ot$j e$le*kkgrem, a$kka+ savt+ ei#pem o%si le*meim bot*koiso.
- 4. Jai+ le*ca| a$eso+| e$n denia&| e$ua*mg. e>mha dg+ e$piqqxrhei*|, a$mabai*mei e$pi+ so+ a%qla
at$so*| se jai+ o< jg&qtn. - 5. Ei> si| ot#m t<lx & m denia&| sg&| e$lg&| bot*kesai a>warhai,
pqori*sx. - 6. >Em simi rtmdei*pm{ paqg&ram Rilxmi*dg| o< Jei&o| jai+ Patrami*a| o<
Kajedailo*mio|, o=| so*se sot& sx & m Peqrx & m barike*x| ne*mo| g#m. - 7. Lesa+ sat*sgm de+ sg+m
et$vg+m x<| e>htram, jasajoilghe*mse| e$m at$s{ & s{& i<eq{& , oi< meami*ai ot$je*si a$me*rsgram. -
< #
8. Jai+ tlei&|, x amdqe| $Ahgmai&oi, Ð epi*rsarhe caq a= dei& poig&rai Ð t<po+ sot*sot lg+
> $ +
a$mapeirhg&se. - 9. Cemole*mg| de+ e>qido| a$luoi&m peqi+ sg&| vx*qa|, diakt*ra| o< Fet+|
jqisa+| e>dxje heot+| sot+| dx*deja. - 10. <G Lajaqi*a, g< sot& <Gqajke*ot| htca*sgq,
a$porua*nara e<atsg*m, soi&| $Ahgmai*oi| e>dxje s{ & poke*l{ jqasg&rai jai+ sz& pgcz&, g=
e>rsi e$m s{& Laqahx & mi, a$u' at<sg&| so+ o>mola.

Analizza e traduci le seguenti versioni.

s 1. Zeus e la volpe s

<O Fet*|, a$cara*lemo| a$kx*pejo| so+ rtmeso+m sx & m uqemx & m jai+ so+ poiji*kom, so+
VERSIONE bari*keiom at$sz& sx& m a$ko*cxm f{*xm e$mevei*qirem. Botko*lemo| de+ cmx & mai ei$, sg+m st*vgm
CON TUTOR
lesakka*nara, leseba*keso jai+ sg+m e%nim, ueqole*mg| at$sg&| e$m uoqei*{, ja*mhaqom paqa+
sg+m o>wim a$ug&jem. <G de+ lg+ dtmale*mg a$msirvei&m, e$peidg+ peqii*psaso, sot& uoqei*ot
a$mapgdg*rara, a$jo*rlx| rtkkabei&m at$so+m e$peiqa&so. Jai+ o< Fet*|, a$camajsg*ra| jas'
at$sg&|, pa*kim at$sg+m ei$| sg+m a$qvai*am sa*nim a$pojase*rsgrem.
<O ko*co| dgkoi& o%si oi< uat&koi sx & m a$mhqx*pxm, ja/m sa+ pqorvg*lasa kalpqo*seqa
a$maka*bxrim, sg+m ut*rim ot$ lesasi*hemsai.
(da ESOPO)

286 RECUPERO UNITAÁ 10-11


s 2. La saggezza dei Romani s

Sa+ de+ <Qxlai*xm lece*hei se jai+ et$stvi*y dig*mecje di' et$botki*am jai+ vqo*mom, e>| se
sg+m peqi*jsgrim at$sx & m a$qesz& jai+ ueqepomi*y jai+ sakaipxqi*y pa*msa| t<peqg&ram, ot>se
sai&| et$pqaci*ai| e$paiqo*lemoi le*vqi bebai*x| e$jqa*sgram, ot>se rtrsekko*lemoi sai&|
rtluoqai&|. Sx & m <Qxlai*xm ce jai+ dt*o ltqia*de| a$mdqx & m e$mi*ose lia&| g<le*qa| e$m
* $ *
pokel{ apxkktmso.
Jai+ peqi+ sg&| po*kex| at$sg&| pokka*ji| e$jimdt*metom, jai+ kiloi* se jai+ koiloi+
rtmevei&| jai+ rsa*rei|, o<lot& pa*msa e$pipi*psomsa, ot$j a$pe*rsgram sg&| uikosili*a|, e%x|,
e<psajori*oi| e>seri jajopahot&mse*| se jai+ jimdtmet*omse| a$cvxla*kx|, sg+m a$qvg+m e$|
so*de pqog*cacom jai+ sg&| et$stvi*a| x > mamso dia+ sg+m et$botki*am. Jai+ sa*de pokkoi+ le+m
<Ekkgmxm, pokkoi de <Qxlaixm rtme*cqawam.
* + + *
(da APPIANO)

m
Epidauro (Peloponneso), resti del santuario dedicato ad Asclepio.

Recupero unitaÁ 10-11 287


VERSIONI DI
RICAPITOLAZIONE

§
dd s 1. Caracalla a Troia si comporta da folle s

<O $Amsomi&mo| (Caracalla) e$| >Ikiom g'jem. Pa*msa de+ sa+ sg&| po*kex| kei*wama
e$pekhx*m, e$pi+ so+m sot& $Avikke*x| sa*uom g'jem, rseua*moi| se jai+ a>mheri jorlg*ra|, so+m
$Avikke*a e$lilei&so. At$s{ & m a$pekethe*qxm si|, Ug&rso| o>mola, ui*ksaso| g#m. Ot'so|
& de+ sx
de+ e$m $Iki*{ e$seket*sgrem, x<| le*m sime| e>kecom uaqla*j{ a$maiqehei*|, x<| de+ e%seqoi
e>uarjom mo*r{ diauhaqei*|.
So+m de+ sot*sot me*jtm jolirhg&mai, nt*kxm se pokkx & m ptqa+m a$hqoirhg&mai
e$je*ketem. at$so+m de+ e$m le*r{ e$pihei+| jai+ pamsodapa+ f{ & a jasarua*na|, t<ug&wem.
uia*kgm de+ e>vxm jai+ rpe*mdxm, soi&| a$me*loi| et>veso.

§
dd s 2. La saggezza del tiranno Pisistrato s

<O Peiri*rsqaso| sg+m po*kim (Atene) lesqi*x| jai+ la&kkom pokisijx & | g/ stqammidx &|
di{*jei. e$m ca+q soi&| a>kkoi| uika*mhqxpo| jai+ pqa&o| jai+ soi&| a<laqsa*motri
rtccmxlomijo+| g#m. Soi&| de+ a$po*qoi| vqg*lasa pqo+| sa+| e$qcari*a| e$da*meifem, x % rse
$ +
atsot| cexqcot&msa| diasqeuerhai. *
Sot&so d$ e$poi*ei, %ima lg+ e$m s{ & a>rsei, a$kka+ jasa+ sg+m vx*qam dierpaqle*moi
diasqi*boiem, lg*se, sx & m lesqi*xm et$poqot&mse|, rvoka*foiem sx& m joimx& m e$pilekei&rhai. <O
de+ a$ei+ sg+m g<rtvi*am paqerjet*afe jai+ e$sg*qei, dio+ pokka*ji| sot&so e$ke*ceso x<| g< sot&
Peirirsqa*sot stqammi+| o< bi*o| o< e$pi+ sot& Jqo*mot ei>g. t%rseqom de+ dia+ sg+m t%bqim sx
& m sot&
Peirirsqa*sot ti<x & m g< a$ +
qvg pokk{ & sqavtse* qa #
g m.

§
dd s 3. Semiramide diventa regina dell'Assiria s

Pokkoi+ poigsai+ Reli*qalim sg+m $Arrtqi*am a>kkoi a>kkx| y>dotrim. <G de+ sx &m
ctmaijx & m x< qaiosa * sg #
g m, $
ei +
jai s{
& ja * kkei $
a ueke* rseqom $
e vqg
&so. Pqo+ | +
de +
so m sx
&m
* $ * + + % *
$Arrtqixm barikea auijolemg, jasa so sg&| xqa| jkeo| jkgsg, ode, sz& ctmaiji+
* * %
e$mstvx*m, at$sg&| g$qa*rhg. <G de+ e$j sot& barike*x| z>sgre sg+m bari*keiom rsokg+m dx & qom
kabei&m jai+ pe*mse g<le*qa| sg&| $Ari*a| a>qnai.
$Epei+ de+ o< bariket+| e$pi+ sot& hqo*mot at$sg+m e$ja*hirem jai+ dia+ veiqo+| jai+ cmx*lg|

VERSIONI DI
288 RICAPITOLAZIONE
pa*msa ei#vem, g< Reli*qali| soi&| doqtuo*qoi| pqore*sanem at$so+m so+m barike*a jsei&mai. jai+
ot%sx sg+m sx& m $Arrtqi*xm a$qvg+m jase*kabem.
(da ELIANO)

§
dd
s 4. Cornelia, figlia di Scipione l'Africano s

<G Joqmgki*a ke*cesai sa+| rtluoqa+| et$cemx & | jai+ lecakowt*vx| e$mecjei&m. peqi+
ca+q sx& m i<eqx & m, e$m oi'| oi< at$sg&| ti<oi+ a$mzqe*hgram, e>kecem o%si oi< at$sx & m mejqoi+ a$ni*ot|
sauot| evoiem. <G de peqi+ sot| jakotlemot| Lirgmot| diesqibem, ot$de+m sg&|
* > + + * + *
rtmg*hot| diai*sg| lesakka*nara.
#Gm de+ jai+ pokt*uiko| jai+ dia+ uikonemi*am et$sqa*pefo|, a$ei+ le+m <Ekkg*mxm jai+
uikoko*cxm peqi+ at$sg+m o>msxm, a<pa*msxm de+ sx & m barike*xm jai+ devole*mxm paq$ at$sg&|
dx& qa jai+ $
ei | at$ sg+ m pelpo * msxm. <G de+ Joqmgki * a soi&| a$uijmotle*moi| jai+ soi&| rtmot&rim
<gdi*rsg g#m, jai+ hatlarixsa*sg sx & m paidxm a$da*jqtso| lmglomet*rara jai+ at$sx
* &m
pa*hg jai+ pqa*nei| soi&| ptmhamole*moi| e$ngcotle*mg.
(da PLUTARCO)

§
dd
s 5. Il re Pirro e un cane fedele s

Pt*qqo| o< bariket*|, o<det*xm, jtmi+ uqotqot&msi so+ rx & la peuometle*mot e$me*stve
+ * * < * $ *
jai ptholemo| sqisgm gleqam ejeimgm arisom s{> + #
& jtmi eimai jai+ at$so+m paqale*meim jai+
so+ rx & la lg+ apokipei&m, so+m le+m mejqo+m ha*wai e$je*ketrem, so+m de+ jt*ma leh$ e<atsot&
$
e$jo*lirem.
$Oki*cai| de+ t%rseqom g<le*qai| e$ne*sari| sx & m rsqasixsx & m jai+ pa*qodo| g#m jai+
paqg&m o< jt*xm g<rtvi*am e>vxm. <O de*, e$pei+ sot+| sot& derpo*sot uome*a| ei#dem, lesa+ uxmg&|
jai+ htlot& e$p$ at$sot+| e$ne*dqalem jai+ jahtka*jsei pqo+| so+m Pt*qqom pokka*ji|
lesarsqeuo*lemo|, x % rse ot$ lo*mom e$jei*m{ di$ t<powi*a| a$kka+ jai+ soi&| a>kkoi| sot+|
a$mhqx*pot| ceme*rhai. At$soi+ de+ et$ht+| rtkkguhe*mse| jai+ a$majqimo*lemoi, so+m uo*mom
o<lokocg*ramse|, e$joka*rhgram.
(da ELIANO)

§
dd
s 6. La crudeltaÁ di Caligola s

<O Cai&o| o< sot& Ceqlamijot& jai+ sg&| $Acqippi*mg| pai&| (o=m jai+ Ceqlamijo+m jai+
Jakkico*kam e$pxmo*lafom) jai+ maot+| e<ats{ & jai+ htri*a| x<| he{
& ci*cmerhai e$je*ketrem.
Ai$sot*lemo| de* si, x$qci*feso jai+ at#hi| e$lgmi*a x<| lg+ ai$sot*lemo|.
At$so+| de+ e$pi* sima| pqa*nei| o$nt+| e$ue*qeso jai+ mxhe*rsasa e$mi*a| lesajevei*qirso.
Sa+ de+ vqg*lasa jai+ a$ueide*rsasa a$mg*kirje jai+ q<tpaqx*sasa g$qctqoko*cei, soi&| se
at$so+m hxpet*otri jai+ soi&| paqqgriafole*moi| jai+ g>vheso o<loi*x| jai+ g%deso. Jai+
pokkot+| le+m leca*ka a$dijg*ramsa| e$jo*karem, pokkot+| de+ lgde+m g$dijgjo*sa|
a$pe*jseimem jai+ sx & m e<sai*qxm sot+| le+m t<peqejoka*jetem, sot+| de+ t<peqt*bqifem.

§
dd
s 7. L'imperatore Tito s

<O Si*so| dt*o e>sg jai+ lg&ma| dt*o g<le*qa| se ei>jori lesa+ sg+m at$saqvi*am e>fgrem, so+
de+ rt*lpam e$p$ e$mme*a jai+ sqia*jomsa e>seri jai+ lgri+ pe*mse jai+ g<le*qai| pe*mse jai+ ei>jorim
e>fgrem. <O ot#m, jas$ a$qva+| dia+ sa+| rsa*rei| jai+ sot+| poke*lot| cemo*lemo|, lesa+ sat&sa
e$m s{
& poktvqomi*{ et$eqceri*ai| kalpqt*merhai e$bot*keso. $Epieijx & | de+ a>qna|, e$m a$jlz&
sg&| do*ng| a$pe*hamem.

Versioni di ricapitolazione 289


<O de+ Si*so| e$m sz& at<sot& g<celomi*y sx
& m botketsx& m ot$de*ma a$pe*jseimem, pa*msa
<
(tutti i privilegi) sa+ tpo+ sx $
& m pqo*seqom atsojqaso*qxm dohe*msa siri+ bebaix & m. Peqi+ de+
sa+ vqg*lasa a$jqibg+| g#m jai+ ot$ la*sgm a$mg*kirjem. ot$de*ma le*msoi pose+ dia+ sat&sa
e$jo*karem. $Aoi*dilo| de+ e$jei*mg uxmg* e$rsi sot& Si*sot ei$po*mso|. «Rg*leqom ot$j e$ba-
ri*ketra, e$pei+ ot$de*ma et$gqce*sgra.»

§
dd
s 8. Annibale considera le sue imprese
superiori a quelle di Alessandro s
«>Ecxce lesa+ o$ki*cxm ei$| sg+m $Ibgqi*am e$noqlg*ra|, so+ pqx & som t%paqjo| s{ &
a$deku{ & x> m, leci*rsxm g$nix*hgm jai+ a>qirso| e$jqi*hgm. Jai+ sot*| se Jeksi*bgqa| ei'kom
jai+ Cakasx & m e$jqa*sgra sx& m e<rpeqi*xm, jai+ sa+ leca*ka o>qg sa+ peqi+ so+m $Gqidamo+m
a%pamsa jase*dqalom jai+ a$marsa*sot| sorat*sa| po*kei| e$poi*gra.
Sg+m de+ pedimg+m $Isaki*am e$veiqxra*lgm jai+ le*vqi sx & m <Qx*lg| pqoarsei*xm g#khom
jai+ sorot*sot| lia&| g<le*qa| a$pe*jseima, x % rse sot+| at$sx & m dajstki*ot| ledi*lmoi|
a$polesqg&rai. Sat&sa ot#m pa*msa e>pqana ot>se sot& >Allxmo| ti<o+| o$molafo*lemo|
ot>se heo+| ei#mai pqorpoiot*lemo|, a$kk$ a>mhqxpo| ei#mai o<lokocx & m, rsqasgcoi&| se soi&|
rtmesxsa*soi| a$msenesafo*lemo| jai+ rsqasix*sai| soi&| lavilxsa*soi| rtlpkejo*lemo|,
ot$ sot+| Lg*dot| jai+ sot+| $Aqlemi*ot| jasacxmifo*lemo| t<pouet*comsa| pqi+m dix*jeim
sima*.»
(da LUCIANO)

§
dd s 9. TeÁseo e il sinecismo s

Lesa+ de+ sg+m Ai$ce*x| seketsg*m, rtm{*jire (sogg. sott. Teseo) sot+| sg+m $Assijg+m
jasoijot&msa| ei$| e=m a>rst jai+ lia&| po*kex| e%ma dg&lom a$pe*ugme, se*x| rpoqa*da| o>msa|
jai+ dtramajkg*sot| pqo+| so+ joimo+m pa*msxm rtlue*qom, e>rsi d$ o%se (talvolta) jai+
diaueqole*mot| a$kkg*koi| jai+ pokelot&msa|.
>Epeihe ot#m jasa+ dg*lot| jai+ ce*mg, oi< le+m i$dix
& sai jai+ pe*mgse| e$mede*vomso savt+
paqa*jkgrim at$sot&, soi&| de+ dtmasoi&| a$bari*ketsom pokisei*am pqot>seime jai+ dglo-
jqasi*am, at$s{& lo*mom a>qvomsi poke*lot jai+ mo*lxm ut*kaji vqgrole*mgm [che avrebbe
avuto (il verbo eÁ usato con il doppio dativo)]. <O de+ Hgret+| sot+| le+m sat&sa e>peihem, oi<
de+ sg+m dt*malim at$sot& dedio*se|, leca*kgm ot'ram g>dg, jai+ sg+m so*klam, e$bot*komso
peiho*lemoi la&kkom g/ biafo*lemoi sat&sa rtcvxqei&m.

§
dd s 10. Il fiume Scamandro s
Rja*lamdqo| posalo*| e$rsi sg&| Sq{a*do|. e$jakei&so de+ pqo*seqom Na*mho|,
lesxmola*rhg de+ di$ ai$si*am soiat*sgm. Rja*lamdqo|, Joqt*bamso| jai+ Dglodi*jg|
pai&|, sx& m sg&| <Qe*a| ltrsgqi*xm sekotle*mxm, ai$umidi*x| heara*lemo| sg+m heo+m e$llamg+|
e$ce*meso jai*, leh$ o<qlg&| e$pi+ Na*mhom so+m posalo+m e$mevhei*|, e<atso+m ei$| sot&som e>bakem,
o=| a$p$ at$sot& Rja*lamdqo| lesxmola*rhg.
Cemma&sai d$ e$m at$s{ & bosa*mg rei&rsqo| jakotle*mg, paqapkg*rio| e$qebi*mh{,
jo*jjot| d$ e>vei reiole*mot|, o%hem sg+m pqorgcoqi*am e>kabem. sat*sgm oi< jase*vomse| ot>se
uamsari*am ot>se heo+m o$uhe*msa uobot&msai. Paqa*jeisai d$ at$s{ & o>qo| >Idg, so+ pqo*-
seqom d$ e$jakei&so Ca*qcaqom.
(da PLUTARCO)

VERSIONI DI
290 RICAPITOLAZIONE
§
dd s 11. EndimioÁne, re della luna s

<O $Emdtli*xm g<la&| heara*lemo| jai+ a$po+ sg&| rsokg&| ei$ja*ra|. «#Aqa %Ekkgme| ±
e>ug ± t<lei&|, x# ne*moi, e$rse*;» Rtlugra*msxm de+ g<lx & m, at$so*|. «Px & | ot#m ± ei#pem ±
a$ui*jerhe sorot&som a$e*qa diekho*mse|;» Jai+ g<lei&| so+ pa&m at$s{ & digcot*leha.
>Epeisa d$ at$so+| a$qna*lemo| so+ jah$ e<atso+m g<li&m dienz*ei, x<| a>mhqxpo| x > m,
> $ + < * * $
sotmola $Emdtli*xm, apo sg&| gleseqa| cg&| jahetdxm amaqparhei*g pose jai+ aui- + $
jo*lemo| sg&| vx*qa| bariket*reie. >Ekece de+ sg+m cg&m e$jei*mgm sg+m g<li&m ja*sx uaimole*mgm
sg+m Rekg*mgm ei#mai, a$kka+ haqqei&m se jai+ lgde*ma ji*mdtmom t<uoqa&rhai paqejeket*eso.
pa*msa ca+q x ' m deo*leha g<li&m paqe*rerhai.
(da LUCIANO)

§
dd s 12. Una donna si sforza di allontanare il marito
dal vizio dell'ubriachezza s
Ctmg* si| a>mdqa le*htrom ei#vem. Sot& de+ pa*hot| at$so+m a$pakka*nai he*kotra,
soio*mde si roui*fesai. jejaqxle*mom ca+q at$so+m t<po+ sg&| le*hg| paqasgqg*rara, e$pi+ sx&m
x> lxm a>qara jai+ e$pi+ so+ pokta*mdqiom a$pemecjot&ra, jase*heso jai+ a$pg&khem.
<Gmi*ja d$ at$so+m g>dg a$mamg*ueim e$rsova*raso, pqoekhot&ra, sg+m sot& poktamdqi*ot
ht*qam e>jopsem. $Ejei*mot de+ ug*ramso|. «Si*| o< sg+m ht*qam jo*psxm;», g< ctmg+ a$pejqi*-
maso. «<O soi&| mejqoi&| sa+ risi*a (offerte votive) joli*fxm.» Ja$jei&mo|. «Lg* loi uacei&m ±
e>ug ± a$kka+ piei&m, x # be*ksirse, la&kkom pqore*mecje. ktpei&| ca*q le bqx*rex| a$kka+ lg+
po*rex| lmglomet*xm.» <G de+ so+ rsg&ho| jasa*nara. «Oi>loi sz& dtrsgm{ & ± ugri*m ±,
$ + + $ + * > .
otdem caq otde rouiralemg xmgra rt caq, ameq, ot lomom otj epaidet*hg|, a$kka+
+ * > $ * $ $
jai+ vei*qxm reatsot& ce*coma|.»

§
dd
s 13. Il contadino e la serpe s

Ce*qxm si| cexqco*|, veilx & mo| x% qy o>uim et<qx+m t<po+ jqt*ot| pepgco*sa, sot&som
e$keg*ra| jai+ kabx*m, t<po+ jo*kpom e>heso. Heqlamhei+| de+ e$jei&mo| jai+ a$makabx+m sg+m
i$di*am ut*rim, e>pkgne so+m et$eqce*sgm jai+ a$mei&kem. Hmz*rjxm de+ e>kecem. «Di*jaia pa*rvx,
so+m pomgqo+m oi$jsei*qa|.»
<O ko*co| dgkoi& o%si a$lesa*hesoi* ei$rim ai< pomgqi*ai, ja/m sa+ le*cirsa uikamhqx-
pet*xmsai.
(da ESOPO)

§
dd s 14. La fondazione di Alessandria s

$Ake*namdqo| ei$| Pgkot*riom utkajg+m ei$rg*cace jai+ e$| <Gkiot*pokim z>ei, e$m deniy&
e>vxm so+m posalo+m so+m Mei&kom, e$jei&hem de+ diaba+| so+m po*qom g'jem e$| Le*luim. jai+ ht*ei
e$jei& soi&| se a>kkoi| heoi&| jai+ s{ & >Apidi jai+ a$cx& ma e$poi*gre ctlmijo*m se jai+ lotrijo*m.
g'jom de+ at$s{ & oi< a$lui+ sat&sa sevmi&sai e$j <Ekka*do| oi< dojilx*sasoi.
$Ej de+ Le*luio| jase*pkei jasa+ so+m posalo+m e$pi+ ha*karram sot*| se t<parpirsa+|
e$pi+ sx& m mex & m kabx+m jai+ sot+| sono*sa| jai+ sot+| $Acqia&ma| jai+ sx & m i<ppe*xm sg+m
+
barikijgm >ikgm sgm sx + < + + $
& m esai*qxm. $Ekhxm de e| Jamxbom jai+ jasa sg+m ki*lmgm sg+m
* +
La*qeiam peqipket*ra|, a$mabai*mei o%pot mt&m $Akena*mdqeia { > jirsai, $Akena*mdqot
e$px*mtlo|. Jai+ e>donem at$s{ & o< vx& qo| ja*kkirso| jsi*rai e$m at$s{
& po*kim jai+ ceme*rhai a/m
et$dai*loma sg+m po*kim. Po*ho| ot#m kalba*mei at$so+m sot& e>qcot jai+ at$so+| sa+ rglei&a. sz&
po*kei e>hgjem.
(da ARRIANO)

Versioni di ricapitolazione 291


§
dd s 15. Pirro eÁ sconfitto dai Cartaginesi s

Pqerbei*a sx & m Rtqajotri*xm ei$| Rijeki*am so+m Pt*qqom a$pg*cacem. oi< ca+q
Jaqvgdo*mioi diaba*mse| sa+| sx & m po*kexm <Ekkgmi*da| a$marsa*sot| e$poi*otm, Rtqajot*-
rai| de+ pokioqjot&mse| pqoreja*hgmso. =A ot#m sx & m pqe*rbexm o< Pt*qqo| a$jot*xm, ei$|
sg+m Rijeki*am diaba*|, sot+| Jaqvgdomi*ot| g$ma*cjare Rtqajotrx & m a$pamarsg&mai.
+ + *
Jaja de uqomgra| soi&| Jaqvgdomi*oi|, oi= sx & m sose baqbaqxm haka*rrg| e>lpei-
* *
#
qoi gram, St*qioi Uoi*mije| so+ a$qvai&om o>mse|, sot*sxm e$mamsi*a e$bot*ketre matlavg&rai
soi&| $Gpeiqx*sai| vqx*lemo|, oi= lgde+ a<kot*rg| $Iki*ot a<kri+m g$pi*rsamso* px vqg&rhai.
Laqstqei& de+ jai+ sot& <Olg*qot e>po| e$m $Odtrrei*y. «Oi= ot$j >irari ha*karram a$me*qe| (=
a>mdqe|).» So*se de+ o< Pt*qqo|, x<| g<rrg*hg, sai&| matri+ sai&| koipai&| ei$| Sa*qamsa
a$mg*ceso.
(da PAUSANIA)

§
dd s 16. L'elogio di Alessandro s

$Eseket*sa le+m dg+ $Ake*namdqo| sz& sesa*qsz jai+ deja*sz jai+ e<jasorsz& $Oktlpia*di
e$pi+ <Gcgri*ot a>qvomso| $Ahg*mgrim. e$bi*x de+ dt*o jai+ sqia*jomsa e>sg jai+ sot& sqi*sot
lg&ma| e$pe*kabem o$jsx*, x<| ke*cei $Aqirso*botko|.
$Ebari*ketre de+ dx*deja e>sg jai+ o$jsx+ lg&ma|, so* se rx & la ja*kkirso| jai+
uikopomx*saso| cemo*lemo| jai+ a$mdqeio*saso| jai+ uikosilo*saso| jai+ uikojimdtmo*-
saso| jai+ sot& hei*ot e$pileke*rsaso|. g<domx & m le+m sot& rx*laso| e$cjqase*rsaso|,
& m de+ sx
sx& m de+ sg&| cmx*lg| e$pai*mot lo*mot a$pkgrso*saso|, vqgla*sxm de+ e$| le+m g<doma+| sa+|
at<sot& ueidxko*saso|, e$| de+ et$poii*am sx& m pe*ka| a$uhomx*saso|.
(da APPIANO)

§
dd
s 17. Alessandro e i suoi soldati
si battono contro un granchio s
Jasepket*ralem e$m e$jei*mz sz& mg*r{, ot$ lajqa+m de+ ot>rg| sg&| cg&|. $Enekho*msxm de+
g<lx
& m a$po+ sx& m pkoi*xm jai+ e$jpeqipasot*msxm e$pi+ sg+m o>vham sg&| haka*rrg|, et%qolem
jaqji*mom e$nekho*msa sot& t%daso| e$pi+ sg+m ngqa*m. #Gm de+ so+ le*ceho| at$sot& #irom
hx*qajo|, oi< de+ e$lpqo*rhioi po*de| oi< keco*lemoi di*vakoi so+ lg&jo| a$ma+ o$qcti*a| lia&|
e%jarso|.
$Ido*mse| de+ at$so+m jai+ kabo*mse| do*qasa, a$mei*kolem at$so+m lesa+ bi*a|. Ri*dgqo| ca+q
ot$v ei$rg*qveso ei$| so+m o>rsqajom at$sot&. soi&| ca+q e$lpqorhi*oi| pori+m rtme*sqibe sa+
do*qasa g<lx & m. $Ameko*mse| de+ sot&som jai+ a$popst*namse|, et%qolem e$mso+| sot& o$rsqa*jot
at$sot& laqcaqi*sa| leca*kg| silg&| a$ni*ot|.
(dal ROMANZO DI ALESSANDRO)

§
ddd s 18. Il giorno successivo alla conquista di Babilonia s

$Epei+ g<le*qa e$ce*meso jai+ z>rhomso oi< sa+| a>jqa| e>vomse| e<akxjti&a*m se sg+m po*kim
jai+ so+m barike*a sehmgjo*sa, paqadido*ari jai+ sa+| a>jqa|. <O de+ Jt&qo| sa+| le+m a>jqa|
et$ht+| paqeka*lbame jai+ uqotqa*qvot| se jai+ uqotqot+| ei$| sat*sa| a$me*pelpem, sot+|
de+ sehmgjo*sa| ha*pseim e$ug&je soi&| pqorg*jotrim. sot+| de+ jg*qtja| jgqt*rreim
e$je*ketem a$poue*qeim sa+ o%pka pa*msa| sot+| Babtkxmi*ot|. o%pot de+ kguhg*roiso
o%pka e$m oi$ji*y, pqogco*qetem x<| pa*mse| oi< e>mdom a$pohamoi&mso.

VERSIONI DI
292 RICAPITOLAZIONE
Oi< le+m dg+ Babtkx*mioi a$pe*ueqom sa+ o%pka, o< de+ Jt&qo| sat&sa le+m ei$| sa+| a>jqa|
jase*heso, x<| ei>g e%soila, ei> si* pose de*oi vqg&rhai. $Epei+ de+ sat&s$ e$pe*pqajso, sot+|
la*cot| jake*ra| e$je*ketrem, x<| doqiakx*sot sg&| po*kex| ot>rg|, a$jqohi*mia soi&| heoi&|
e$nekei&m.
(da SENOFONTE)

§
ddd
s 19. Gli Ateniesi e gli ambasciatori Spartani s

Oi< Kajedailo*mioi sat&sa (cioeÁ la notizia dell'invasione dell'Attica da parte dei


Romani) ptho*lemoi, dei*ramse| $Ahg*mafe pqe*rbei| sima+| e>pelwam, sx & m $Ahgmai*xm
deo*lemoi, o%px| pai&da| le+m jai+ ctmai&ja| ei$| Rpa*qsgm a$porsei*kxrim, soi&| de+
pqerbtse*qoi| sqoua+| paq$ at$sx & m kalba*mxrim. i$rvtqa+ ca+q peqi+ so+m dg&lom a$poqi*a
g#m, g= x
> kkt jai+ sg+m vx*qam jai+ sg+m po*kim.
Oi< de+ $Ahgmai&oi, sx & m pqe*rbexm a$jot*ramse|, sot& $Aqirsei*dot wg*uirla cqa*-
wamso|, hatlarsg+m a$po*jqirim a$pejqi*mamso. e>ugram ca+q soi&| le+m pokeli*oi| rtc-
cmx*lgm e>veim, ei$ pa*msa pkot*sot jai+ vqgla*sxm x > mia moli*foiem, x ' m jqei&ssom ot$de+m
>irarim, soi&| de+ Kajedailomi*oi| o$qci*ferhai, o%si sg+m pemi*am jai+ sg+m a$poqi*am sg+m mt&m
paqot&ram soi&| $Ahgmai*oi| lo*mom o<qx & rim, sg&| de+ a$qesg&| jai+ sg&| uikosili*a| a$lmg-
lomot&rim, e$pi+ risi*oi| t<pe+q sg&| <Ekka*do| a$cxmi*ferhai paqajakot&mse|.
(da PLUTARCO)

§
ddd s 20. L'arguzia di Cimone s

Ke*cesai <Qoira*jgm sima+ ba*qbaqom a$porsa*sgm sot& sx & m Peqrx & m barike*x| ei$|
$Ahg*ma| lesa+ vqgla*sxm pokkx .
& m e$khei&m t<po+ de+ sx& m rtjouamsx & m rpaqarro*lemom,
pqo+| so+m Ji*lxma jasautcei&m jai+ paqa+ sg+m at$sot& at>keiom uia*ka| dt*o hei&mai, sg+m le+m
a$qctqei*xm Daqeijx & m e$lpkgra*lemom, sg+m de+ vqtrx & m.
Ke*cesai de+ so+m Ji*lxma, sat&sa i$do*msa jai+ leidia*ramsa, sot& a$mhqx*pot pthe*rhai,
po*seqom Ji*lxma lirhxso+m g/ ui*kom e>veim ai<qei&sai, sot& de+ baqba*qot ug*ramso|.
«Ui*kom e>veim ai<qot&lai.», «Ot$jot&m Ð ua*mai Ð sat&sa lesa+ reatsot& joli*fxm a>pihi,
at$soi&| ca+q vqg*rolai o%sam de*xlai ui*ko| cemo*lemo|.»
(da PLUTARCO)

§
ddd s 21. La straordinaria personalitaÁ di Orfeo s

$Epi+ sorot&so pqoe*bg o< $Oquet+| sz& do*nz x% rse dojei&m sz& lek{di*y he*kceim sa* se
* + + * + + * $
hgqia jai sa demdqa. Peqi de paideiam arvokghei+| jai+ sa+ peqi+ sg&| heokoci*a|
lthokocot*lema lahx*m, a$pedg*lgre le+m ei$| Ai>ctpsom ja$jei& pokka+ pqorepilahx*m,
le*cirso| e$ce*meso sx& m <Ekkg*mxm e>m se sai&| heokoci*ai| jai+ sai&| sekesai&| jai+ poig*lari
jai+ lek{di*ai|.
Rtmersqaset*raso de+ jai+ soi&| $Aqcomat*sai| jai+ dia+ so+m e>qxsa so+m pqo+| sg+m
ctmai&ja jasabg&mai le+m ei$| %Aidot paqado*nx| e$so*klgrem, sg+m de+ Peqreuo*mgm dia+
sg&| et$lekei*a| wtvacxcg*ra|, e>peire rtmeqcg&rai sai&| e$pihtli*ai| jai+ rtcvxqg&rai sg+m
ctmai&ja at$sot& seseketsgjti&am a$macacei&m e$n %Aidot.
(da DIODORO SICULO)

§
ddd s 22. I Greci evitano lo scontro s

Oi< le+m Jaqdot&voi, e$jkipo*mse| sa+| oi$ji*a|, e>uetcom e$pi+ sa+ o>qg. Sa+ de+ e$pisg*deia
pokka+ g#m kalba*meim, a$kk$ ot$de+m e>ueqom oi< %Ekkgme|, ot$de+ sot+| a$mhqx*pot| e$di*xjom.

Versioni di ricapitolazione 293


sa+ le*msoi e$pisg*deia o%s{ si| e$pistcva*moi e$ka*lbamem. a$ma*cjg ca+q g#m. Oi< de+
Jaqdot&voi ot>se jakot*msxm t<pg*jotom ot>se a>kko uikijo+m ot$de+m e$poi*otm. $Epei+ de+ oi<
seketsai&oi sx& m <Ekkg*mxm jase*baimom ei$| sa+| jx*la| a$po+ sot& a>jqot g>dg rjosai&oi,
so*se dg+ rtkkece*mse| sime+| sx & m Jaqdot*vxm soi&| seketsai*oi| e$pesi*hemso jai+ a$pe*-
jseima*m sima|.
Ei$ le*msoi so*se pkei*ot| rtmeke*cgram, e$jimdt*metrem a/m diauhaqg&mai pokt+ sot&
rsqaset*laso|. Jai+ sat*sgm le+m sg+m mt*jsa ot%sx| e$m sai&| jx*lai| gt$ki*rhgram. oi< de+
Jaqdot&voi ptqa+ pokka+ e>jaiom jt*jk{ e$pi+ sx & m o$qe*xm. %Ala de+ sz& g<le*qy soi&|
rsqasgcoi&| sx & m <Ekkg*mxm e>done sx & m se t<poftci*xm sa+ a$macjai&a jai+ dtmasx*sasa
e>vomsa| poqet*erhai, jasakipo*msa| sa#kka.
(da SENOFONTE)

§
ddd s 23. Dario giura vendetta contro gli Ateniesi s

Ke*cotri so+m Daqei&om, x<| e$pt*heso Ra*qdei| a<kot*ra| t<po+ sx& m $Ahgmai*xm jai+ sx &m
$Ix*mxm e$lpepqg&rhai, sx & m le+m $Ix*mxm ot$de*ma ko*com poig*rarhai, et# ei$do*sa o%si
sot*sot| q<ydi*x| silxqg*resai, peqi+ de+ sx & m $Ahgmai*xm la&kkom jimghe*msa e$qxsg*rai
oi%sime| ei#em. $Ajot*ra| de+ e$j sg&| <Ekka*do| g'jeim soi&| >Ixri rtllavg*romsa|, pokt+
x$qci*rhg.
Et$ht+| ot#m so+ so*nom z>serem, kabx+m de+ at$so+ jai+ o$]irso+m e$pihei*|, a>mx ei$| so+m
ot$qamo+m a$ug&je jai+ sot&so poix & m e>ug, x<| ke*cotrim. «#X Fet&, ce*moiso* loi sot+|
.
$Ahgmai*ot| si*rarhai at$sot+| ca+q o$kkt*mai jai+ rjedammt*mai bot*kolai.» Ke*cotri de+
x<| pqore*sane lesa+ sat&sa e<mi+ sx & m heqapo*msxm, o%se at$s{ & dei&pmom pqot>jeiso, sqi+|
e<ja*rsose ei$pei&m. «#X de*rposa, sx & m $Ahgmai* xm *
le lmgro.»

§
ddd s 24. Gli austeri costumi di Catone il Vecchio s

S{& Ja*sxmi pokkg+ le+m a$po+ sot& ko*cot (a causa dell'eloquenza) dt*mali| (stima)
gt>ngso jai+ <Qxlai&om at$so+m oi< pokkoi+ Dglorhe*mgm pqorgco*qetom, o< de+ bi*o| la&kkom
o$molarso+| g#m at$sot& jai+ peqibo*gso|.
<G le+m ca+q e$m s{ & ke*ceim deimo*sg| (abilitaÁ) pqot>jeiso (costituiva) soi&| me*oi|
a$cx*mirla joimo+m g>dg jai+ peqirpot*darsom, o< a$mg+q de+ sg+m pa*sqiom at$sotqci*am
t<pole*mxm jai+ dei&pmom a$ueke+| jai+ kisg+m e$rhg&sa jai+ dglosijg+m a$rpafo*lemo| oi>jgrim
rpa*mio| g#m, g>dg so*se sg&| pokisei*a| so+ jahaqo+m t<po+ lece*hot| ot$ utkarrot*rg|, a$kka+
s{& jqasei&m (dominando) pokkx & m a$mhqx*pxm paqadei*clasa bi*xm pamsodapx &m
<tpodevole*mg|.
Ei$jo*sx| ot#m e$hat*lafom so+m Ja*sxma, sot+| le+m a>kkot| t<po+ sx & m po*mxm hqato-
le*mot| jai+ lakarrole*mot| t<po+ sx & m g<domx & m o<qx
& mse|, e$jei&mom (quello, cioeÁ Catone) de+
t<p$ a$luoi&m a$g*rrgsom, ot$ lo*mom e%x| e>si me*o| jai+ uiko*silo| g#m, a$kka+ jai+ ce*qomsa jai+
pokio+m g>dg. $Erhg&sa le+m ca+q ot$de*pose* ugri (sogg. sott. Catone) uoqg&rai poktse-
kerse*qam e<jaso+m dqavlx & m, piei&m de+ jai+ rsqasgcx & m so+m at$so+m oi#mom soi&| e$qca*sai| jai+
sot&so dia+ sg+m po*kim, o%px| i$rvt*oi so+ rx & la pqo+| sa+| rsqasei*a|.
(da PLUTARCO)

§
ddd
s 25. Alcuni detti di Zenone s

Fg*mxm Jisiet+| e>kece lgde+m ei#mai sg&| oi$g*rex| a$kkosqix*seqom (piuÁ dannoso del
pregiudizio) pqo+| jasa*kgwim sx & m, lgdemo+| h$ g<la&| ot%sx| ei#mai e$mdeei&| x<|
& m e$pirsglx
.
vqo*mot. $Eqxsghei+| si* e$rsi ui*ko| «>Akko| e$cx*.», e>ug.

VERSIONI DI
294 RICAPITOLAZIONE
Dot&kom e$pi+ jkopz&, uari*m, e$larsi*cot. sot& d$ ei$po*mso|. «Ei%laqso* (era fatale) loi
jke*wai.», «Ei%laqso jai+ daqg&mai.», e>ug. Pqo+| uktaqot&m leiqa*jiom. «Dia+ sot&so, ei#pe,
dt*o x# sa e>volem, rso*la de+ e%m, %ima pkei*oma le+m a$jot*xlem, g%rroma de+ ke*cxlem.»
$Em rtlpori*{ jasajei*lemo| ricz& sg+m ai$si*am g$qxsg*hg. e>ug ot#m s{ & e$cjake*ramsi
a$paccei&kai pqo+| so+m barike*a o%si paqg&m si| rixpa&m e$pirsa*lemo|. g#ram de+ oi<
e$qxsg*ramse| paqa+ Psokelai*ot pqe*rbei| a$uijo*lemoi jai+ botko*lemoi lahei&m si*
ei>poiem paq$ at$sot& pqo+| barike*a. >Ekece* se jqei&rrom ei#mai soi&| pori+m o$kirhei&m g/ sz&
ckx*ssz. #Gm de+ jaqseqijx*saso| jai+ kiso*saso|, a<pt*q{ sqouz& vqx*lemo| jai+ sqi*bxmi
keps{ &.
(da DIOGENE LAERZIO)

§
ddd s 26. Teti si preoccupa per la sorte di Achille s

<X| e$ce*mmgre He*si| e$j Pgke*x| bqe*uo|, a$ha*masom he*kotra poig&rai sot&so,
jqt*ua Pgke*x| ei$| so+ pt&q e$cjqt*wara sg&| mtjso+| e>uheiqem o= g#m at$s{ & hmgso+m
pasq{ & om, leh$ g< *
le qam +
de >
e vqiem $
a lbqori * y.
Pgket+| de*, e$pisgqg*ra| jai+ a$rpai*qomsa so+m pai&da i$dx+m e$pi+ sot& ptqo*|, e$bo*gre.
jai+ He*si|, jxkthei&ra sg+m pqoai*qerim sekeix & rai, mg*piom so+m pai&da a$pokipot&ra pqo+|
Mgqgi*da|, { > veso. Joli*fei de+ so+m pai&da pqo+| Vei*qxma Pgket*|. <O de*, kabx+m at$so*m,
e>sqeue rpka*cvmoi| keo*msxm jai+ rtx & m a$cqi*xm jai+ a>qjsxm ltekoi&| jai+ x$mo*larem
$Avikke*a (pqo*seqom le+m g#m o>mola at$s{ & Kict*qxm).
<X| de ecemeso emmaesg| $Avikket|, Ja*kvamso| ke*comso| ot$ dt*marhai vxqi+|
+ $ * $ + *
at$sot& Sqoi*am ai<qehg&mai, He*si|, pqoeidti&a o%si dei& rsqaseto*lemom at$so+m a$poke*rhai,
jqt*wara e$rhg&si ctmaijei*y, x<| paqhe*mom paqe*heso paqa+ Ktjolg*dei e$m Rjt*q{.
(da APOLLODORO)

§
ddd
s 27. Il leone innamorato s

Ke*xm, e$qarhei+| cexqcot& htcasqo*|, sat*sgm e$lmgrset*raso. <O de*, lg+ e$jdot&mai
hgqi*{ sg+m htcase*qa t<pole*mxm, lgde+ a$qmg*rarhai dia+ uo*bom dtma*lemo|, soiot&so*m si
e$pemo*grem. $Epeidg+ rtmevx & | at$s{
& o< ke*xm e$pe*jeiso, e>kecem x<| mtlui*om le+m at$so+m
a>niom sg&| htcasqo+| dojila*fei. lg+ a>kkx| de+ at$s{ & dt*marhai e$jdot&mai, e$a+m lg+ sot*|
o$do*msa| e$ne*kz jai+ sot+| o>mtva| e$jse*lz. sot*sot| ca+q dedoije*mai sg+m jo*qgm. Sot& de+
q<ydi*x| dia+ so+m e>qxsa e<ja*seqa t<polei*mamso|, o< cexqco+| jasauqomg*ra| at$sot&, x<|
paqece*meso pqo+| at$so*m, q<opa*koi| at$so+m pai*xm e$ng*karem.
Ot%sx| oi< q<ydi*x| soi&| e$vhqoi&| pirset*omse|, o%sam sx & m i$di*xm pkeomejsgla*sxm
e<atsot+| a$poctlmx*rxrim, et$a*kxsoi sot*soi| ci*momsai, pqo*seqom uobeqoi+ jahersg-
jo*se|.
(da ESOPO)

§
ddd s 28. Veturia parla al figlio Coriolano s

«Ei$ a$porsai*g| sx
& m o%pkxm, g%nei roi so+ peqi+ sg&| jaho*dot wg*uirla ueqo*lemom t<u$
<glx
& m otj ei| lajqa*m, a$caha+ le+m dg+ sat&sa t<pa*qnei roi diakkarrole*m{ (se ti
$ $
riconcilierai). le*momsi (se persisterai) d$ e$pi+ sg&| o$qcg&| jai+ lg+ diaktole*m{ (non de-
porrai) so+ li&ro| pqo+| g<la&|, pokka+ jai+ vakepa*, e$n x ' m e$cx+ dt*o le*cirsa jai+
uameqx*sasa e$qx &.

Versioni di ricapitolazione 295


Pqx & som le+m (sott. ti diroÁ) o%si a$dtma*sot pqa*claso| pomgqo+m e>qxsa (il disegno)
e>vei|, po*kex| sg&| <Qxlai*xm jahekei&m sg+m i$rvt+m jai+ sat&sa soi&| Ot$okot*rjxm o%pkoi|.
e>peisa de+ o%si roi jasoqhx*ramsi* se jai+ lg+ stvo*msi pa*msxm a$mhqx*pxm t<pa*qnei
dtrstversa*s{ moli*ferhai.
<Qxlai*oi|, x<| oi#rha jai+ rt*, pokkg+ le*m e$rsi meo*sg| e$pivx*qio|, g'|, ei$ so+ rsaria*fom
e$naiqehei*g (verraÁ placata), ot$ lo*mom Ot$okt&rjoi ot$ jqasg*rotrim, a$kk$ ot$d$ a>kko sx &m
+ +
jasa sgm $Isaki*am ehmx $ $ * + <
& m otdem. Pokkg d$ g Kasi*mxm jai+ sx > *
& m akkxm rtllavxm jai+
a$poi*jxm sg&| po*kex| i$rvt*|, g=m pa&ram e$pi*jotqom g%neim pqorde*vot (aspeÁttati pure).
rsqasgcoi* se oi'o| rt+ (simili a te) jai+ pqerbt*seqoi jai+ me*oi, sorot&soi so+ pkg&ho|
o%roipeq a<pa*rai| ot$j ei$ri+ sai&| a>kkai| po*kerim.
Leci*rsg de+ parx & m (sott. eÁ) bog*heia jai+ sa+| e$m soi&| deimoi&| e$kpi*da| ot$de*poh$
<glx& m wetralemg rtlpa*rg| se a$lei*mxm a$mhqxpi*mg| i$rvt*o| g< paqa+ sx
* & m hex & m et>moia,
di$ ot=| ot$ lo*mom e$kethe*qam sg+m po*kim sg*md$ oi$jot&lem, a$kka+ jai+ et$dai*loma jai+
pokkx & m e$hmx & m a>qvotram.»
(da DIONIGI DI ALICARNASSO)

§
ddd
s 29. La strage degli abitanti di Selinunte s

Sx & m Rekimotmsi*xm ei$| sg+m a$coqa+m rtmdqalo*msxm, ot'soi le+m e$msat&ha la-
vo*lemoi, pa*mse| a$mzqe*hgram, oi< de+ Jaqjgdo*mioi, jah$ o%kgm sg+m po*kim rjedarhe*mse|,
sg+m le+m e$m sai&| oi$ji*ai| et$dailomi*am rtmg*qparam, sa+ de+ sx & m e$cjasakeiuhe*msxm
rx*lasa e$m sai&| oi$ji*ai| rtcjase*jaiom, sx& m d$ ei$| sa+| o<dot+| biafole*mxm ot>se ut*rim,
ot>h$ g<kiji*am ot$ diajqi*momse|, o<loi*x| pai&da|, mgpi*ot|, ctmai&ja|, pqerbt*sa| e$uo*-
metom, ot$deli*am rtlpa*heiam kalba*momse|.
Sot+| de+ mejqot*|, jasa+ so+ pa*sqiom e>ho|, g$jqxsgqi*afom. sime+| le+m sa+| vei&qa|
a$hqo*a| soi&| rx*lari peqie*ueqom, sime+| de+ sa+| jeuaka+| e$pi+ sx & m ratmi*xm a$ma-
pei*qamse| e>ueqom.
(da DIODORO SICULO)

§
ddd s 30. L'imperatore Tiberio s

%Ose o< At>cotrso| a$pebi*x, o< Sibe*qio| sg+m lomaqvi*am diede*naso. At$so+| de+
et$pasqi*dg| g#m jai+ e$pepai*detso, sg+m de+ cmx*lgm poijikx*saso|, sot+| ko*cot| sz&
pqoaiqe*rei e$mamsi*ot| poiot*lemo|. x ' m ca+q e$bot*keso sa$mamsi*a e>kecem, a>kka le+m e$m
uqeri+ jet*hxm, a>kka de+ ke*cxm, jai+ o$qci*ferhai pqorpoiot*lemo| e$m oi'| ot$j x$qci*feso,
jai+ e$piei*jeiam rvglasifo*lemo| e$m oi'| e$htlot&so.
<O de+ so+m e>vhirsom x<| oi$jeio*sasom e<x*qa jai+ s{ & uiksa*s{ x<| a$kkosqixsa*s{
. #
pqoreue*qeso soi&| ca+q a>kkoi| dg&kom eimai so+ atsot& uqo*mgla ot$j g$ni*ot, sot&so
<
pqorg*jeim s{ & at$saqvot&msi uqomx & m, ei>se ot#m si| g$mamsiot&so oi'| e>kecem ei>se lg+m
rtmz*mei e$lirg*raso. At$so+| de+ x<| at$sojqa*sxq se*x| ei$| sa+ rsqaso*peda jai+ ei$| sa+ e>hmg
pa*msa at$si*ja a$cce*kot| e$pe*rseikem, lg+ ke*cxm at$sojqa*sxq ei#mai. Sa+ de+ sg&| a$qvg&|
a%pamsa dioijx & m, lgde+m at$sg&| dei&rhai e>kecem.

§
ddd
s 31. L'onere della guerra contro Veio viene affidato ai Fabi s

Rtmavhei*rg| lesa+ sot&so sg&| botkg&| t<po+ sx & m t<pa*sxm jai+ rje*wex| cemole*mg|
si*ma vqg+ pokelei&m soi&| Ot$iemsamoi&| sqo*pom, g< mijx & ra (prevalente) g#m cmx*lg
+ > $ + <
rsqasetla rtmersgjo| (regolare) eveim epi soi&| oqioi|, o dia+ utkajg&| e%nei sg+m vx*qam
* * =
ai$ei+ le*mom e$m soi&| o%pkoi|. $Ekt*pei de+ at$sot+| g% s$ ei$| sot+| uqotqot+| dapa*mg pokkg+

VERSIONI DI
296 RICAPITOLAZIONE
ruo*dqa e$role*mg jai+ e>si la&kkom g< sx
& m a$porsakgrole*mxm uqotqx & m jasacqaug+ si*ma
sqo*pom a/m ce*moiso.
$Adglomot*rg| de+ sg&| botkg&| e$p$ a$luose*qoi| sot*soi|, rtcjake*ramse| oi< dt*o
Ua*bioi sot+| lese*vomsa| sot& ruese*qot ce*mot| jai+ botketra*lemoi les$ at$sx & m,
t<pe*rvomso sz& botkz& sot&so so+ jimdt*metla at$soi+ peqi+ pa*msxm e<jo*mse| t<polemei&m,
peka*sa| se sot+| e<atsx & m e$paco*lemoi jai+ se*keri soi&| i$di*oi| (a proprie spese), o%rom a/m
* <
vqomom o pokelo| diale*mz, rsqaseto*lemoi.
*
$Acarhe*msxm de+ at$sot+| a<pa*msxm sot& cemmai*ot (per la nobiltaÁ) sg&| pqohtli*a|,
jkeimoi+ jai+ peqibo*gsoi jas$ o%kgm sg+m po*kim o>mse|, e$nz*ram a$makabo*mse| sa+ o%pka rt+m
et$vai&| jai+ htri*ai|. <Gcei&so de+ at$sx & m La*qjo| Ua*bio|, o< s{ & paqekho*msi (nel
precedente...) t<paset*ra| e>sei, sesqajirviki*ot| la*kirsa e$paco*lemo|, x ' m so+ le+m pkei&om
pekasx + < * # $
& m se jai esaiqxm gm, ej de sot& Uabixm cemot| en jai sqiajorioi a>mdqe|.
+ * * = + *
(da DIONIGI DI ALICARNASSO)

§
ddd s 32. EmpeÁdocle viene considerato un dio s
<O $Elpedojkg&| htri*am rtmese*kei. sx & m de+ ui*kxm sime+| rtmeje*jkgmso, e$m oi'| jai+ o<
#
Patrami*a|. Eisa de+ lesa+ sg+m et$xvi*am oi< a>kkoi vxqirhe*mse| a$mepat*omso, oi< le+m t<po+
soi&| de*mdqoi|, oi< de+ o%pz bot*koimso, at$so+| d$ e$pi+ sot& so*pot e$u$ ot'peq jaseje*jkiso
e>leimem.
<X| d$ g<le*qa| cemghei*rg| e$name*rsgram, o< $Elpedojkg&| lo*mo| ot$v gt<qe*hg.
Fgsotle*mot de+ at$sot& jai+ sx & m a$majqimole*mxm jai+ uarjo*msxm lg+ ei$de*mai, ei'|
& m oi$jesx
si| e>kece le*rxm mtjsx & m uxmg&| t<peqlece*hot| a$jot&rai pqorjakotle*mg| so+m $Elpe-
dojke*a, e>peisa de+ ux & | ot$qa*miom jai+ kalpa*dxm ue*cco| e<xqaje*mai, a>kko de+ lgde*m.
Sx& m de+ ui*kxm e$pi+ s{ & cemole*m{ e$jpkace*msxm, o< Patrami*a| jasaba+| e>pelwe*
sima| fgsg*romsa|. t%rseqom de+ e$jx*kte poktpqaclomei&m, ua*rjxm et$vg&| a>nia rtlbe-
bgje*mai jai+ at$s{ & ht*eim dei&m jaha*peq ei$ cecomo*si he{ &.

§
ddd s 33. La saggezza di Filippo il MaceÁdone s

<O Ui*kippo| dtoi&m pomgqoi&m jqisg+| cemo*lemo|, e$je*ketre so+m le+m e$j sg&|
Lajedomi*a| uet*ceim, so+m d$ e%seqom dix*jeim. Pqo+| de+ Ui*kxma so+m Hgbai&om et$eqce*sgm
at$sot& cemo*lemom jai+ ne*mom, o<pgmi*ja e$m Hg*bai| dig&cem o<lgqet*xm, t%rseqom de+ paq$
at$sot& lgdeli*am dxqea+m pqordevo*lemom, ei#pem. «Lg* le a$uaiqot& so+ a$mi*jgsom (l'in-
vincibilitaÁ), et$eqceri*a| jai+ va*qiso| g<rrx*lemom.»
<Ippa*qvot de+ sot& Et$boe*x| a$pohamo*mso|, dg&ko| g#m baqe*x| ue*qxm. ei$po*mso| de*
simo|. «$Akka+ lg+m x<qai&o| x / m e$jei&mo| a$pose*hmgjem.», o< Ui*kippo| e>ug. «<Eats{
& ce,
$eloi+ de+ save*x|. e>uhg ca+q seketsg&rai pqi+m g/ paq$ e$lot& va*qim a$ni*am sg&| uiki*a|
a$pokabei&m.» At$so+| de* pose e>kecem o%si dei& jai+ sot+| a$cahot+| jai+ sot+| pomgqot+|
ui*kot| jsa&rhai, ei#sa soi&| le+m vqg&rhai soi&| d$ a$povqg&rhai.
(da PLUTARCO)

§
ddd s 34. La dolorosa decisione di Eretteo s

Uari+ so+m Et>lokpom, so+m sot& Poreidx& mo| jai+ sg&| Vio*mg|, lesa+ sx & m peqi+
& m Hqyjx
sg&| $Assijg&| a$luirbesot&msa e$khei&m, so+m de+ $Eqevhe*a jas$ e$jei*mot| sot+| vqo*mot|
bariket*omsa jai+ ctmai&ja Pqanihe*am sg+m sot& Jguirot& htcase*qa e>vomsa. Leca*kot
de+ rsqasope*dot ei$| sg+m vx*qam at$soi&| ei$rba*kkeim le*kkomso|, o< $Eqevhet*|, ei$|

Versioni di ricapitolazione 297


Dekuot+| e$qvo*lemo|, sot& $Apo*kkxmo| e$pt*heso si* poix & m paqa+ sx& m pokeli*xm a/m mi*jgm
ka*boi.
Vqg*ramso| d$ at$s{& sot& heot&, ei$ sg+m htcase*qa ht*reiem, sx
& m pokeli*xm jqasg*reim,
o< de+ peiho*lemo| sot&so e>pqanem jai*, sot+| e$pirsqasetole*mot| e$j sg&| vx*qa| e$jbakx*m,
sg&| mi*jg| e>stvem. Dio+ ot#m a>m si| so+m Et$qipi*dgm dijai*x| e$paime*reiem, o%si jai+ sot&som
so+m lt&hom poig&rai (narrare nei suoi versi) pqoei*keso, g<cot*lemo| soi&| poki*sai|
paqa*deicla sa+| e$jei*mxm pqa*nei| ci*cmerhai jai*, pqo+| sat*sa| a$pobke*pomsa|, sot+|
poki*sa| sg+m pasqi*da uikei&m e$hi*ferhai.

§
ddd s 35. Le lodi di AgesilaÁo s

Oi#da le+m o%si sg&| $Acgrika*ot a$qesg&| se jai+ do*ng| ot$ q<y*diom e>paimom cqa*wai,
o%lx| d$ e$cveiqgse*om. %Ora ce lg+m e$m sz& barikei*y diepqa*naso mt&m digcg*rolai. a$po+
ca+q sx& m e>qcxm jai+ sot+| sqo*pot| at$sot& ja*kkirsa (ottimamente) moli*fx jasadg*kot|
e>rerhai.
/ m e>stve sg&| barikei*a|. a>qsi de+ o>mso| at$sot& e$m sz&
$Acgri*kao| soi*mtm e>si le+m me*o| x
$aqvz&, e$ngcce*khg bariket+| o< Peqrx & m a$hqoi*fxm jai+ matsijo+m jai+ pefo+m pokt+
< $ .
rsqa*setla x| epi+ sot+| %Ekkgma| botketole*mxm de+ peqi+ sot*sxm Kajedailomi*xm jai+
sx& m rtlla*vxm, $Acgri*kao| t<pe*rsg e$a+m dx & rim at$s{
& sqia*jomsa le+m Rpaqsiasx & m,
dirviki*ot| de+ meodalx*dei|, ei$| e<najirviki*ot| de+ so+ rt*msacla sx & m rtlla*vxm, dia-
bg*rerhai ei$| sg+m $Ari*am jai+ peiqa*rerhai ei$qg*mgm poig&rai g>, a/m pokelei&m bot*kgsai o<
ba*qbaqo|, a$rvoki*am at$s{ & paqe*neim sot& rsqaset*eim e$pi+ sot+| %Ekkgma|.
(da SENOFONTE)

§
ddd s 36. Gli Etiopi e gli IttioÁfagi s

$E| sot*sot| dg+ sot+| a>mdqa| (cioeÁ gli Etiopi) x<| a$ui*jomso oi< $Ivhtoua*coi,
dido*mse| sa+ dx & qa s{& barikei& at$sx & m e>kecom sa*de. «Bariket+| o< Peqrx & m Jalbt*rg|,
botko*lemo| ui*ko| jai+ nei&mo*| roi ceme*rhai, g<le*a| se a$pe*pelwem e$| ko*cot| (a
colloquio) roi e$khei&m, jeket*xm jai+ dx & qa sat&sa* roi dido*mai.»
<O de+ Ai$hi*ow lahx+m o%si jaso*psai (come spie) g%joiem, ke*cei pqo+| at$sot+| soia*de.
«Ot>se o< Peqrx & m bariket+| t<le*a| e>pelwe dx & qa ue*qomsa|, pqosilx & m pokkot& e$loi+
nei&mo| ceme*rhai, ot>se tlei&| ke*cese akghg& Ð g%jese ca+q jaso*psai sg&| e$lg&| a$qvg&| Ð,
< $
ot>se e$jei&mo| a$mg*q e$rsi di*jaio|. ei$ ca+q g#m di*jaio|, ot>s$ a/m e$peht*lgre vx*qg| a>kkg| g/
sg&| e<atsot&, ot>s$ a/m e$| dotkort*mgm a$mhqx*pot| g#cem, t<p$ x ' m lgde+m g$di*jgsai (non ha
ricevuto alcun torto).»
(da ERODOTO)

§
ddd
s 37. Plutarco non scrive storie ma biografie s

So+m $Akena*mdqot sot& barike*x| bi*om jai+ so+m Jai*raqo|, t<u$ ot' jasekt*hg
Polpg*]io|, e$m sot*s{ s{ & bibki*{ cqa*uomse|, dia+ so+ pkg&ho| sx & m t<pojeile*mxm (da
trattare) pqa*nexm ot$de+m a>kko pqoeqot&lem g/ paqaisgro*leha (che pregare) sot+|
a$macimx*rjomsa|, e$a+m lg+ pa*msa e$neiqcarle*mx| a$pacce*kkxlem, a$kk$ e$pise*lmomse|
(riassumendo) sa+ pkei&rsa, lg+ rtjouamsei&m (di non accusarci).
Ot>se ca+q i<rsoqi*a| cqa*uolem a$kka+ bi*ot|, ot>se sai&| e$piuamersa*sai| pqa*neri
pa*msx| e>mersi dg*kxri| a$qesg&| g/ jaji*a|, a$kka+ pqa&cla bqavt+ pokka*ji| jai+ q<g&la jai+
paidia* si| e>luarim g>hot| e$poi*gre (manifestano un carattere) la&kkom g/ la*vai jai+
pokioqji*ai po*kexm.

VERSIONI DI
298 RICAPITOLAZIONE
%Xrpeq ot#m oi< f{cqa*uoi sa+| o<loio*sgsa| a$po+ sot& pqorx*pot jai+ sx & m peqi+ sg+m
o>wim ei$dx ' $ # $
& m (dagli occhi), oi| eluai*mesai so+ gho|, amakalba*motrim (ritraggono),
e$ka*virsa sx & m koipx& m leqx& m uqomsi*fomse|, ot%sx| g<li&m dei& la&kkom e$mdt*erhai (fare
attenzione) ei$| sa+ sg&| wtvg&| rglei&a, e$a*ramsa| (lasciando) e<se*qoi| sa+ lece*hg jai+ sot+|
a$cx& ma|.
(da PLUTARCO)

§
ddd s 38. I saggi presso gli Indiani s

Meme*lgmsai de+ oi< pa*mse| $Imdoi+ e$| e<psa+ la*kirsa ce*mg. $Em le+m at$soi&| oi< ro-
uirsai* ei$rim, pkg*hei le+m lei*ot| sx & m a>kkxm, do*nz de+ jai+ silz& ceqaqx*sasoi. Ot>se ca*q
si s{& rx* lasi e$ qca* ferhai $
a *
ma cjg ruim pqo*rjeisai (incombe), ot>se pomot&rim e$| so+
* $ * > $ * $
joimom. Otde si akko amacjg| epei&mai [(si dice che) incomba] soi&| rouirsai&|, o%si lg+
(se non) ht*eim sa+| htri*a| soi&| heoi&| t<pe+q sot& joimot& $Imdx & m. jai+ o%rsi| de+ i$di*y ht*ei,
e$ngcgsg+| at$s{ & sg&| htri*a| sx & m si| rouirsx & m sot*sxm ci*mesai.
Ei$ri+ de+ jai+ lamsijg&| ot'soi lo*moi $Imdx & m dag*lome|, ot$de+ e$uei&sai (eÁ permesso)
a>kk{ lamset*erhai, o%si lg+ (se non) rou{ & a$mdqi*. Lamset*otri de+ o%ra t<pe+q
[pronunziano tanti oracoli quanti (sono necessari) riguardo alle...] sx & m x<qx & m sot&
e>sot| jai+ ei> si| so+ joimo+m rtluoqa+ jasakalba*moi. %Orsi| de+ a<la*qsoi e$| sqi+|
lamsetra*lemo|, sot*s{ de+ a>kko le+m jajo+m (sott. si dice che) ci*merhai ot$de*m, rixpa&m
de+ ei#mai e$pa*macje| [eÁ fatto (a lui) obbligo] sot& koipot& (per l'avvenire).
(da ARRIANO)

§
ddd
s 39. Ciro eÁ come un buon padre s
Jt&qo| le+m ot#m ot%sx| ei#pem. a$me*rsg d$ e$p$ at$s{ & Vqtra*msa| jai+ ei#pem x ' de.
#
«$Akka+ pokka*ji| le+m dg*, x a>mdqe|, jai+ a>kkose jasemo*gra o%si a>qvxm a$caho+| ot$de+m
diaue*qei pasqo+| a$cahot&. oi% se ca+q pase*qe| pqomoot&ri sx & m pai*dxm, o%px| lg*pose
at$sot+| sa$caha+ e$pikei*wei (vengano a mancare), Jt&qo*| se dojei& loi mt&m rtlbotket*eim
' m la*kirs$ a/m et$dailomot&mse| diasekoi&lem (le cose grazie alle quali soprat-
g<li&m a$u$ x
tutto potremmo vivere felici). o= de* loi dojei& e$mdee*rseqom g/ x<| e$vqg&m dgkx
& rai, sot&so
e$cx+ peiqa*rolai sot+| lg+ ei$do*sa| dida*nai.
$Emmog*rase ca+q dg+ si*| a/m po*ki| pokeli*a t<po+ lg+ peihole*mxm a<koi*g; Si*| d$ a/m
uiki*a t<po+ lg+ peihole*mxm diautkavhei*g; Poi&om d$ a/m a$peihot*msxm rsqa*setla mi*jg|
st*voi;»
(da SENOFONTE)

§
ddd
s 40. Attilio Regolo affronta coraggiosamente la morte s

Oi< Jaqvgdo*mioi <Qg*cotkom, so+m sx & m <Qxlai*xm rsqasgco+m e<akxjo*sa, pqo+| sg+m
<Qx*lgm rt+m pqe*rberi* sirim e$ne*pelpom, oi$o*lemoi, rtmeqcot&mso| at$sot&, lesqi*am sima+
sot& poke*lot kt*rim et<qg*reim. <O de+ <Qg*cotko|, e$khx*m, sot+| <Qxlai*ot| e$je*ketre sa+|
diakkaca+| lg+ de*verhai, g>dg ei$| so+ a$me*kpirsom sx & m pokeli*xm a$uicle*mxm.
< #
Oi otm <Qxlai&oi, atso+m gcarhe*mse| sot+| le+m pqe*rbei| a$pe*pelpom, at$so+m de+
$ $
jase*veim e$bot*komso. <O de+ ei#pem e$m sz& po*kei at<s{
& ot$ lemese*om ei#mai, poke*lot mo*l{
e<se*qoi| dotket*eim g$macjarle*mo|, jai+ e<jot*rio| soi&| sx & m Jaqvgdomi*xm pqe*rberim
ei%peso. Pqo+| de+ sot+| pokeli*ot| a$uijo*lemo|, pokkai&| ai$ji*ai| ai$jirhei+| e$seket*sgrem.

VERSIONI DI CONSOLIDAMENTO E POTENZIAMENTO

Versioni di ricapitolazione 299


m
Lisippo, Eros che incorda il suo arco (copia romana). Roma, Musei Capitolini.

VERSIONI DI
300 RICAPITOLAZIONE
LETTURE
ANTOLOGICHE

301
d
A LA SATIRA
Luciano

Il siriaco Luciano di SamoÁsata (120-180 d.C.) fu scrittore sati-


LUCIANO rico, sofista e conferenziere itinerante. Da ragazzo, come egli
(120-180- d.C.) stesso afferma nel Sogno, fu affidato ad uno zio scultore, per
cenni biografici e opere imparare le tecniche della statuaria, ma fu bastonato e ri-
mandato a casa, per aver rotto una lastra di marmo. Durante la
notte sognoÁ di essere al cospetto della Statuaria e della Paideia
(cioeÁ l'Eloquenza), che gli prospettavano ciascuna la propria
utilitaÁ, e Luciano scelse la Paideia.
Avendo appreso il greco e la retorica, comincioÁ l'attivitaÁ di
oratore vagante, tipica della ``Seconda Sofistica'': numerosi, in-
fatti, furono i suoi viaggi in Asia Minore, Grecia, Gallia, Roma
ed Egitto. Successivamente si convertõÁ alla filosofia, mentre negli
ultimi anni della sua vita ritornoÁ alla retorica e ricoprõÁ la carica di
funzionario imperiale in Egitto.
Il corpus delle opere di Luciano consta di 82 scritti, di cui
alcuni spurii. La forma da lui prediletta eÁ il dialogo: ricordiamo
innanzitutto i Dialoghi degli deÁi, i Dialoghi dei morti, i Dialoghi
marini e i Dialoghi delle cortigiane, nei quali si incontrano
personaggi del mondo celeste ed infernale, divinitaÁ marine e note
cortigiane dell'antichitaÁ. Altri dialoghi sono: il PromeÁteo (nel
quale il titano cerca di schermirsi dalle accuse di Zeus), il Ca-
ronte (in cui il nocchiero degli Inferi guarda con soddisfazione,
da un luogo elevato, i travagli dei miseri mortali), il Concilio
degli deÁi, lo Zeus tragedo, lo Zeus accecato.
Nei Dialoghi dei morti spesso compare la figura del filosofo
m cinico Menippo di GaÁdara, il quale eÁ il protagonista anche di
William Faithorne, Luciano di SamoÁsata
(incisione del XVII sec.).
altri scritti, come l'Icaromenippo (in cui il filosofo sale in cielo
come un secondo Icaro) e il Menippo (in cui egli scende nell'Ade
per interrogare Tiresia).
Tra gli scritti retorici uno dei piuÁ famosi eÁ il giaÁ ricordato Sogno; sono da citare
anche il Due volte accusato (in cui l'autore si difende dalle accuse di abbandono da
parte della Retorica e da parte del Dialogo) e l'Apologia (difesa di se stesso composta
negli ultimi anni di vita).

LETTURE
302 ANTOLOGICHE
Oltre alle esercitazioni retoriche (come il Tirannicida, l'Elogio della mosca e il
Diseredato), sono degni di nota anche gli scritti filosofici, che offrono una satira pun-
gente della degenerazione dei filosofi (come il Simposio, il Pescatore, la Vendita delle
vite all'asta) e alcuni opuscoli non satirici: il Nigrino (in cui Luciano racconta il suo
incontro con il filosofo neoplatonico Nigrino) e quello Sulla morte di Peregrino (sulla
fine di un filosofo cinico che morõÁ sul rogo).
Singolare eÁ l'opera dal titolo Storia vera, in cui si narra un fantasioso viaggio sulla
luna. Fra gli scritti non autentici vi eÁ il romanzo Lucio o l'asino, con una struttura
narrativa quasi identica a quella delle Metamorfosi dello scrittore latino Apuleio: un
uomo, che vuole trasformarsi in uccello, diventa invece un asino per lo scambio di due
magiche ampolle e, dopo varie vicende, mangia delle rose e ridiventa uomo.

c
Olimpia, resti
del Tempio di
Zeus, dove era
posta la statua
crisoelefantina
del dio, opera
di Fidia.

A - LA SATIRA 303
DIALOGHI DEGLI DEÁI (Hex
& m dia*kocoi)

1. Ermes e Maia
(EQLOT JAI LAIAR)
Ermes parla con la madre Maia e si lamenta con lei dei numerosi compiti che deve
assolvere: eÁ tormentato in modo particolare dai messaggi che Zeus lo costringe a consegnare
alle varie donne da lui amate. Maia conforta il figlio e lo esorta all'ubbidienza, affermando
che gli amanti sono spesso iracondi.
[1.] EQLGR. >Ersi ca*q si|, x # lg&seq, e$m ot$qam{ & [1.] ERMES. C'eÁ, o madre, in cielo un dio piuÁ infelice di me?
+ $ * $
heo| ahkixseqo| elot&; MAIA. Non dire, o Ermes, una cosa simile.
LAIA. Lg+ ke*ce, x # <Eqlg&, soiot&som lgde*m. ERMES. Perche non dovrei dirla, io che ho tanti compiti,
EQLGR. Si* lg+ ke*cx, o=| sorat&sa pqa*clasa e>vx affaticandomi da solo, e sono diviso tra tanti incarichi? Al-
lo*mo| ja*lmxm jai+ pqo+| sorat*sa| t<pgqeri*a| dia- 5 l'alba, infatti, non appena mi sono alzato, devo spazzare la
rpx*lemo|; %Exhem le+m ca+q e$namarsa*msa rai*qeim so+ sala del banchetto e, dopo aver disposto i cuscini sul letto
rtlpo*riom dei& jai+ diarsqx*ramsa sg+m jkiri*am et$he- tricliniare e aver rimesso ciascuna cosa a posto, devo assistere
si*ramsa* se e%jarsa paqersa*mai s{ & Dii+ jai+ diaue*qeim Zeus e riferire i suoi messaggi, facendo il corriere su e giuÁ, poi,
sa+| a$cceki*a| sa+| paq$ at$sot& a>mx jai+ ja*sx g<leqo- essendo tornato, ancora pieno di polvere, devo servire l'am-
dqolot&msa, jai+ e$pamekho*msa e>si jejomile*mom paqa- 10 brosia; prima che arrivasse questo coppiere comprato di re-
sihe*mai sg+m a$lbqori*am. pqi+m de+ so+m mex*mgsom sot&som cente, io versavo anche il nettare. Ma la cosa piuÁ molesta di
oi$movo*om g%jeim, jai+ so+ me*jsaq e$cx+ e$me*veom. So+ de+ tutte eÁ che solo io, rispetto a (tutti) gli altri, non dormo di
pa*msxm deimo*sasom, o%si lgde+ mtjso+| jahet*dx lo*mo| notte, ma anche allora debbo condurre le anime a Plutone,
sx & m a>kkxm, a$kka+ dei& le jai+ so*se s{ & Pkot*sxmi essere accompagnatore dei morti e assistere in tribunale. Non
wtvacxcei&m jai+ mejqopolpo+m ei#mai jai+ paqersa*mai 15 sono sufficienti, infatti, i lavori giornalieri, (come) essere nelle
s{ & dijarsgqi*{. ot$ ca+q i<jama* loi sa+ sg&| g<le*qa| e>qca, palestre, fare l'araldo nelle assemblee, insegnare ai retori, ma
e$m pakai*rsqai| ei#mai ja$m sai&| e$jjkgri*ai| jgqt*sseim (devo) occuparmi anche delle cose che riguardano i morti,
jai+ q<g*soqa| e$jdida*rjeim, a$kk$ e>si jai+ mejqija+ rtm- dopo essermi diviso in due. [2.] Eppure i figli di Leda sono nel
diapqa*sseim leleqirle*mom. [2.] Jai*soi sa+ le+m sg&| cielo o nell'Ade un giorno per ciascuno, mentre io sono co-
Kg*da| se*jma paq$ g<le*qam e<ja*seqo| e$m ot$qam{ & g/ e$m 20 stretto ogni giorno a fare questo e quello, e anche i figli di
%Aidot ei$ri*m, e$loi+ de+ jah$ e<ja*rsgm g<le*qam ja$jei&ma Alcmena e di SeÁmele, nati da donne infelici, sono tranquilli
jai+ sat&sa poiei&m a$macjai&om, jai+ oi< le+m $Akjlg*mg| jai+ senza preoccupazioni, mentre io, nato da Maia, figlia di
Rele*kg| e$j ctmaijx & m dtrsg*mxm cemo*lemoi et$xvot&m- Atlante, sono il loro servitore. E anche ora, essendo tornato da
sai a$uqo*mside|, o< de+ Lai*a| sg&| $Askamsi*do| diajo- poco da Sidone, (dove vive) la figlia di Cadmo, presso la quale
mot&lai at$soi&|. Jai+ mt&m a>qsi g%jomsa* le a$po+ Ridx & mo| 25 (Zeus) mi ha mandato per vedere che cosa fa la fanciulla, senza

2. e$lot&: compl. di paragone. - 3. Lg+ ke*ce: imperativo 13. o%si: con val. dichiarativo. - mtjso*|: compl. di tempo. -
negativo. - 4.-6. Si* ... ke*cx ... diarpx*lemo|;: interroga- 14.-15. La voce impersonale dei& regge un'infinitiva sog-
tiva diretta; ke*cx eÁ cong. dubitativo. - 6.-11. Dalla voce gettiva, di cui eÁ sogg. le; i predicati, poi, sono gli infiniti
impersonale dei& dipende un'infinitiva soggettiva, i cui wtvacxcei&m, ei#mai e paqersa*mai (inf. perf. fortissimo di
predicati sono rai*qeim, paqersa*mai (inf. perf. fortissimo paq-i*rsgli). - 17. ja$m: crasi = jai+ e$m. - 19. leleqirle*mom:
di paq-i*rsgli), diaue*qeim e paqasihe*mai; il sogg. sott. eÁ part. perf. medio-pass. di leqi*fx, che concorda con le
le, con cui concordano i participi e$namarsa*msa (part. sott. - 19-20. sa+ ... se*jma: CaÁstore e PolluÁce, i gemelli figli
aor. fortissimo di e$n-am-i*rsgli), diarsqx*ramsa (part. di Leda e protettori dei naviganti. - 21. ja$jei&ma: crasi =
aor. debole di dia-rsqx*mmtli), et$hesi*ramsa, g<leqodqo- jai+ e$jei&ma. - 22. a$macjai&om: sott. e$rsi*. - 22.-23. oi< ...
lot&msa, e$pamekho*msa (part. aor. forte di e$p-am-e*qvolai), cemo*lemoi: part. sostantivato che si riferisce ad EÁracle e
e jejomile*mom (part. perf. medio-pass. di jomi*x). Tutti DioÁniso. - 24. o< de+ Lai*a|: sott. cemo*lemo|; Lai*a| eÁ gen.
questi participi hanno valore temporale, tranne g<leqo- di origine. - 25.-29. Ermes si eÁ recato a Sidone, ove, per
dqolot&msa (valore modale) e jejomile*mom (valore attri- ordine di Zeus, ha sorvegliato Europa, l'amica del dio,
butivo). - 11.-12. pqi+m ... g%jeim: prop. temporale implicita sorella, e non figlia, di Cadmo. Poi, eÁ andato ad Argo, per
introdotta da pqi*m; oi$movo*om: si riferisce a Ganimede. - controllare la mortale Danae, che, sedotta da Zeus sotto

LETTURE
304 ANTOLOGICHE
paqa+ sg&| Ja*dlot htcasqo*|, e$u$ g=m pe*polue* le riprendere fiato, sono stato mandato di nuovo ad Argo, per
o$wo*lemom o% si pqa*ssei g< pai&|, lgde+ a$mapmet*ramsa controllare Danae, e successivamente di lõÁ in Beozia; (Zeus)
pe*poluem at#hi| e$| so+ >Aqco| e$pirjewo*lemom sg+m dice: «Passando, da' uno sguardo ad Antiope.» Insomma non
Dama*gm, ei#s$ e$jei&hem e$| Boixsi*am, ugri*m. `$Ekhx+m e$m resisto piuÁ. Se in veritaÁ fosse possibile, deciderei volentieri di
paqo*d{, sg+m >Amsio*pgm i$de*.@ Jai+ o%kx| a$pgco*qetja 30 essere venduto, come sulla terra desiderano gli schiavi che
g>dg. Ei$ cot&m dtmaso+m g#m, g<de*x| a/m g$ni*xra pepqa&- sono trattati male.
rhai, x% rpeq oi< e$m cz& jajx & | dotket*omse|. MAIA. Lascia andare queste cose, o figlio: tu che sei gio-
LAIA. >Ea sat&sa, x # se*jmom. vqg+ ca+q pa*msa t<pg- vane, infatti, devi essere in tutto al servizio di tuo padre. E ora,
qesei&m s{& pasqi+ meami*am o>msa. Jai+ mt&m x % rpeq e$pe*l- come ti eÁ stato comandato, corri ad Argo, poi in Beozia, per
uhg|, ro*bei e$| >Aqco|, ei#sa e$| sg+m Boixsi*am, lg+ jai+ 35 non essere bastonato se ti attardi: gli innamorati, infatti, sono
pkgca+| bqadt*mxm ka*bz|. o$nt*vokoi ca+q oi< e$qx & mse|. inclini alla collera.

forma di pioggia d'oro, generoÁ PeÁrseo. - 26.-27. e$u$ ... g< due gemelli, Anfione e Zeto. - $Ekhx*m: part. aor. forte di
pai&|: l'acc. le eÁ compl. ogg. di pe*polue (ind. perfetto e>qvolai. - 30. i$de*: imperat. aor. forte di o<qa*x. - 31. Ei$ ...
forte di pe*lpx) e con esso concorda il part. futuro g# m ... a/m g$ni*xra: periodo ipot. della irrealtaÁ. - pepqa&-
o$wo*lemom (pres.: o<qa*x) con valore finale, da cui dipende rhai: inf. perf. medio-passivo di pipqa*rjx. - 32. oi< ...
l'interrogativa indiretta o% si pqa*ssei. - 28. e$pirjewo*le- dotket*omse|: part. sostantivato. - 34. o>msa: part. che
mom: part. futuro (pres.: e$pi-rje*psolai) con valore finale. concorda con re sott., soggetto dell'infinitiva soggettiva
- 29. Qui Luciano passa dal discorso indiretto a quello retta da vqg*. - 35.-36. lg+ ... ka*bz|: prop. finale negativa. -
diretto; Antiope, figlia di Nitteo, re di Tebe, ebbe da Zeus 36. bqadt*mxm: part. congiunto con val. condizionale.

c
Ermes (incisione del XV sec.).
Londra, British Museum.

A - LA SATIRA 305
2. PromeÁteo e Zeus
(PQOLGHEXR JAI DIOR)
Zeus ha fatto inchiodare il titano PromeÁteo su una rupe del Caucaso e un avvoltoio gli
divora il fegato, che rinasce continuamente. PromeÁteo eÁ costretto a subire questa pena
poicheÂ, secondo il parere del re degli deÁi, si eÁ reso colpevole di gravi delitti: ha plasmato gli
uomini dalla creta, ha rubato il fuoco agli deÁi e lo ha donato agli uomini, ha raggirato Zeus
imbandendogli ossa rivestite di grasso. Nel dialogo il dio lo minaccia, ma poi gli promette la
liberazione in cambio di un saggio consiglio.
[1.] PQOLGHETR. Kt&ro*m le, x # Fet&. deima+ ca+q [1.] PROMEÁTEO. Liberami, Zeus: ho giaÁ sopportato
g>dg pe*pomha. sofferenze terribili.
FETR. Kt*rx re, uz*|, o=m e$vqg&m baqtse*qa| pe*da| ZEUS. Dovrei liberarti, dici. Ma tu dovresti avere catene
e>vomsa jai+ so+m Jat*jarom o%kom t<pe+q jeuakg&| e$pi- piuÁ pesanti e l'intero Caucaso sulla testa, con sedici avvol-
jei*lemom t<po+ e<jjai*deja ctpx & m lg+ lo*mom jei*qerhai 5 toi, che non solo ti divorino il fegato, ma ti cavino anche gli
so+ g'paq, a$kka+ jai+ sot+| o$uhaklot+| o$qt*sserhai, a$mh$ occhi, in cambio delle belle creature che ci hai plasmato, gli
x' m soiat&h$ g<li&m f{& a sot+| a$mhqx*pot| e>pkara| jai+ so+ uomini, e dell'aver rubato il fuoco e creato le donne! E dei
pt&q e>jkewa| jai+ ctmai&ja| e$dgliot*qcgra|; =A le+m raggiri che mi hai fatto nella distribuzione delle carni, im-
ca+q e$le+ e$ngpa*sgra| e$m sz& molz& sx & m jqex & m o$rsa& bandendomi ossa rivestite di grasso e serbando per te le
pilekz& jejaktlle*ma paqahei+| jai+ sg+m a$lei*mx sx &m 10 parti migliori, cosa si dovrebbe dire?
loiqx & m reats{ & utka*ssxm, si* vqg+ ke*ceim; PROMEÁTEO. Non ho dunque pagato un fio sufficiente,
PQOLGHETR. Ot>jotm i<jamg+m g>dg sg+m di*jgm restando inchiodato per tanto tempo al Caucaso e nutrendo
e$jse*sija sorot&som vqo*mom s{ & Jatja*r{ pqorgkx- col mio fegato l'aquila, il piuÁ maledetto degli uccelli?
le*mo| so+m ja*jirsa o$qme*xm a$pokot*lemom ai$eso+m sqe*- ZEUS. Questa non eÁ neanche una minima parte di cioÁ che
uxm s{ & g%pasi; 15 devi soffrire.
FETR. Ot$de+ pokkorsglo*qiom sot&so x ' m re dei& pa- PROMEÁTEO. Eppure non mi libererai senza ri-
hei&m. compensa, ma ti riveleroÁ una cosa davvero importante,
PQOLGHETR. Jai+ lg+m ot$j a$lirhi* le kt*rei|, Zeus.
a$kka* roi lgmt*rx si, x # Fet&, pa*mt a$macjai&om. [2.] ZEUS. Tu mi vuoi prendere in giro con dei bei di-
[2.] FETR. Jasaroui*fz le, x # Pqolghet&. 20 scorsi, PromeÁteo.
PQOLGHETR. Jai+ si* pke*om e%nx; Ot$ ca+q a$cmog*- PROMEÁTEO. E che vantaggio ne avroÁ? In futuro non ti
rei| at#hi| e>mha o< Jat*jaro*| e$rsim, ot$de+ a$poqg*rei| scorderai dov'eÁ il Caucaso e non ti mancheranno le catene,
derlx & m, e$a*m si sevma*fxm a<ki*rjxlai. se verroÁ sorpreso a macchinare qualcosa.
FETR. Ei$pe+ pqo*seqom, o%msima lirho+m a$posi*rei| ZEUS. Di' prima quale ricompensa cosõÁ importante per
a$macjai&om g<li&m o>msa. 25 noi pagherai.
PQOLGHETR. /Gm ei>px e$u$ o% si badi*fei| mt&m, PROMEÁTEO. Se ti diroÁ lo scopo per cui ora sei in viag-

1. Kt&rom: imperativo aor. debole di kt*x. - deima*: offrendogli solo ossa coperte di grasso. - =A ... e$le+
neutro sostantivato. - 2. pe*pomha: ind. perfetto forte di e$ngpa*sgra|: il verbo regge due accusativi. - jejaktl-
pa*rvx. - 3. Kt*rx: cong. aor. dubitativo. - uz*|: prop. le*ma: part. perf. medio-pass. di jakt*psx. - paqahei*|:
incidentale. - 3.-6. o=m ... o$qt*sserhai: o%m eÁ soggetto del- part. aor. fortissimo di paqa-si*hgli. - a$lei*mx =
l'infinitiva soggettiva retta da e$vqg&m (imperfetto di vqg*, a$lei*moma. - 13. e$jse*sija: ind. perfetto debole di e$j-
con valore potenziale), della quale sono predicati gli si*mx. - sorot&som vqo*mom: acc. di tempo continuato. -
infiniti jei*qerhai ed o$qt*sserhai; con o%m concordano i pqorgkxle*mo|: part. perf. medio-pass. di pqor-gko*x. -
participi e>vomsa ed e$pijei*lemom; so+ g'paq eÁ acc. di 14. o$qme*xm: gen. partitivo retto dall'avverbio di grado
relazione, come anche sot+| o$uhaklot*|. - 6-7. a$mh$ x ' m: superlativo ja*jirsa. - a$pokot*lemom: part. fut. di a$p-
equivale ad a$msi+ sot*sxm a%. - 7. g<li&m: dat. etico. - o*kktli. - 16. x ' m = sot*sxm (gen. partitivo) a%. - pahei&m: inf.
e>pkara|: ind. aor. debole di pka*rrx. - sot+| a$mhqx*pot|: aor. forte di pa*rvx. - 20. Jasaroui*fz: seconda persona
apposizione di f{ & a. - 8. e$dgliot*qcgra|: ind. aor. debole sing. del pres. ind. medio. - 21. pke*om: comparativo di
di dgliotqce*x. - 8.-11. Dopo la vittoria degli deÁi sui pokt*. - e%nx: ind. futuro di e>vx. - 23. sevma*fxm: part.
Titani, PromeÁteo dovette sacrificare un toro a Zeus, ma lo predicativo. - 24. a$posi*rei|: ind. fut. di a$po-si*mx. - 26.
ingannoÁ, tenendo per se la parte migliore dell'animale e e$u$ o% si badi*fei| mt&m: interrogativa indiretta introdotta da

LETTURE
306 ANTOLOGICHE
a$nio*pirso| e>rolai* roi jai+ peqi+ sx & m t<pokoi*pxm lam- gio, saroÁ per te degno di fede anche quando ti prediroÁ il
seto*lemo|; resto?
FETR. Px & | ca+q ot>; ZEUS. Come no?
PQOLGHETR.Paqa+ sg+m He*sim, rtmero*lemo| at$sz&. 30 PROMEÁTEO. Vai da Teti per giacere con lei.
FETR. Sotsi+ le+m e>cmx|. si* d$ ot#m so+ e$pi+ sot*s{; Dojei&| ZEUS. Questo lo sai; e che cosa accadraÁ in seguito? Mi
ca*q si e$qei&m. sembra che dirai qualcosa di importante.
PQOLGHETR. Lgde*m, x # Fet&, joimxmg*rz| sz& PROMEÁTEO. Non unirti alla NereÁide, Zeus: se resteraÁ
Mgqgi^di. g/m ca+q at%sg jtouoqg*rz e$j rot&, so+ sevhe+m >ira incinta di te, il figlio che daraÁ alla luce ti faraÁ le stesse cose
e$qca*resai* re oi'a jai+ rt+ e>dqara|. 35 che hai fatto tu.
FETR. Sot&so uz*|, e$jperei&rhai* le sg&| a$qvg&|; ZEUS. Dici questo, che saroÁ scacciato dal mio dominio?
PQOLGHETR. Lg+ ce*moiso, x # Fet&. Pkg+m soiot&so* si PROMEÁTEO. Che non accada, Zeus. Se non che l'u-
<g li*ni| at$sg&| a$peikei&. nione con lei minaccia qualcosa del genere.
FETR. Vaiqe*sx soicaqot&m g< He*si|. re+ de+ o< %Guai- ZEUS. Addio, dunque, a Teti; quanto a te, grazie a queste
rso| e$pi+ sot*soi| ktra*sx. 40 notizie Efesto ti liberi.

g/m (= e$a*m) ei>px. - 27.-28. jai+ ... lamseto*lemo|: il part. ha fatto a suo padre Saturno, cioeÁ lo detronizzeraÁ. - g>m (=
valore condizionale. - 30. Paqa+ ... at$sz&: eÁ sott. badi*fei| e e$a*m) regge il cong. aor. jtouoqg*rz. - sevhe*m: part. aor.
rtmero*lemo| (part. fut. di rt*m-eili) ha valore finale. Teti, pass. (con valore sostantivato) di si*jsx. - e$qca*resai:
dea del mare, eÁ la madre di Achille. - 31. e>cmx|: ind. aor. costruito con due accusativi - 36. Sot&so: prolettico
fortissimo di cicmx*rjx. - si* ... sot*s{: sott. e$rsi*. - 31-32. dell'inf. fut. e$jperei&rhai (pres.: e$j-pi*psx), che regge il
Dojei&| ... e$qei&m: costruzione personale di doje*x; e$qei&m eÁ gen. - 37. Lg+ ce*moiso: ottativo aor. forte desiderativo. -
inf. fut. dal tema e$q- (pres.: ke*cx). - 33. joimxmg*rz|: 39. Vaiqe*sx: imperativo pres., terza persona sing. - 40.
cong. aor. con val. esortativo negativo. - 33.-35. Se Teti e$pi+ sot*soi|: compl. di causa.
avraÁ un figlio da Zeus, questi faraÁ al dio quel che egli ha

c TESTI A CONFRONTO b
PromeÁteo discute con il coro delle Oceanine
(Eschilo, Prometeo Incatenato, 226-276)
PQ. Â...Ã =O d$ ot#m e$qxsa&s$ ai$si*am jah$ g%msima PROMEÁTEO. [...] Quanto a cioÁ che chiedevate, per quale
ai$ji*fesai* le, sot&so dg+ raugmix &. motivo, cioeÁ, (Zeus) mi oltraggia, (ve) lo spiegheroÁ. Non
%Opx| sa*virsa so+m pasq{ & om e$| hqo*mom appena si insedioÁ sul trono del padre (Crono), subito distribuõÁ
jahe*fes$, et$ht+| dai*lori me*lei ce*qa alle diverse divinitaÁ vari doni e regolava il (suo) potere, ma
a>kkoirim a>kka jai+ diersoivi*feso 230 non ebbe considerazione alcuna degli infelici mortali, anzi
a$qvg*m, bqosx & m de+ sx
& m sakaipx*qxm ko*com aveva intenzione di distruggerne tutta la stirpe, per crearne
ot$j e>rvem ot$de*m$, a$kk$ ai$rsx*ra| ce*mo| una completamente nuova. E nessuno si opponeva a queste
so+ pa&m e>vqzfem a>kko uist&rai me*om. cose tranne me. Io ebbi il coraggio (di oppormi): liberai i
Jai+ soi&rim ot$dei+| a$mse*baime pkg+m e$lot&. mortali dalla discesa nell'Ade dopo essere stati sterminati.
$Ecx+ d$ e$so*klgr$ . e$nektra*lgm bqosot+| 235 PercioÁ sono affaticato da tali pene, dolorose a sopportarsi,
so+ lg+ diaqqairhe*msa| ei$| %Aidot lokei&m. miserabili a vedersi; io che ebbi commiserazione dei mortali,
S{ & soi soiai&rde pglomai&ri ja*lpsolai, non fui ritenuto io stesso degno di ottenerla e senza pietaÁ sono
pa*rveim le+m a$kceimai&rim, oi$jsqai&rim d$ i$dei&m. punito, spettacolo disonorante per Zeus.
hmgsot+| d$ e$m oi>js{ pqohe*lemo|, sot*sot stvei&m CORO. Chi, o Prometeo, non si affligge con te per i tuoi
ot$j g$nix*hgm at$so*|, a$kka+ mgkex &| 240 dolori, ha il cuore di ferro ed eÁ fatto di pietra: io, infatti, non
x> d$ e$qqt*hlirlai, Fgmi+ dtrjkeg+| he*a. avrei voluto assistere a questo spettacolo ed avendovi assi-
VO. Ridgqo*uqxm se ja$j pe*sqa| ei$qcarle*mo| stito, ne sono stato straziato nel cuore.
o%rsi|, Pqolghet&, roi&rim ot$ rtmarvaky&
lo*vhoi|. e$cx+ ca+q ot>s$ a/m ei$ridei&m sa*de
e>vqzfom ei$ridot&ra* s$ g$kct*mhgm je*aq. 245

A - LA SATIRA 307
PQ. Jai+ lg+m ui*koi| e$keimo+| ei$roqa&m e$cx*. PROMEÁTEO. E in veritaÁ per gli amici io sono miserabile a
VO. Lg* pot* si pqot*bg| sx & mde jai+ peqaise*qx; vedersi.
PQ. Hmgsot*| c$ e>patra lg+ pqode*qjerhai lo*qom. CORO. Non andasti forse oltre le azioni dette in prece-
VO. So+ poi&om et<qx+m sg&rde ua*qlajom mo*rot; denza?
PQ. Stuka+| e$m at$soi&| e$kpi*da| jas{*jira. 250 PROMEÁTEO. Certo, impedii ai mortali di prevedere il
VO. Le*c$ x$ue*kgla sot&s$ e$dxqg*rx bqosoi&|. (loro) destino.
PQ. Pqo+| soi&rde le*msoi pt&q e$cx* ruim x > para. CORO. Quale rimedio trovasti per questo male?
VO. Jai+ mt&m ukocxpo+m pt&q e>votr$ e$ug*leqoi; PROMEÁTEO. Posi in loro cieche speranze.
PQ. $Au$ ot' ce pokka+| e$vlahg*romsai se*vma|. CORO. Questo grande giovamento donasti ai mortali.
VO. Soioi&rde dg* re Fet+| e$p$ ai$sia*larim ... 255 PROMEÁTEO. Oltre a cioÁ, tuttavia, io donai loro il fuoco.
PQ. Ai$ji*fesai* ce jot$dalz& vaky& jajx & m. CORO. E ora gli effimeri (uomini) possiedono il fiam-
VO. Ot$d$ e>rsim a>hkot se*qla roi pqojei*lemom; meggiante fuoco?
PQ. Ot$j a>kko c$ ot$de*m, pkg+m o%sam jei*m{ dojz&. PROMEÁTEO. E certo da esso impareranno molte arti.
VO. Do*nei de+ px & |; Si*| e$kpi*|; Ot$v o<qy&| o%si CORO. Per tali motivi, dunque, Zeus ti ...
g%laqse|; <X| d$ g%laqse|, ot>s$ e$loi+ ke*ceim 260 PROMEÁTEO. Certo, (mi) oltraggia e non attenua affatto i
jah$ g<domg+m roi* s$ a>kco|. $Akka+ sat&sa le+m mali.
lehx & lem, a>hkot d$ e>jktrim fg*sei sima*. CORO. E non vi eÁ un termine stabilito per la tua prova?
PQ. $Ekauqo*m, o%rsi| pgla*sxm e>nx po*da PROMEÁTEO. Nessun altro (termine), se non quando
e>vei, paqaimei&m mothesei&m se sot+| jajx &| sembri opportuno a lui.
pqa*rromsa|. et# de+ sat&sa pa*ms$ g$pirsa*lgm. 265 CORO. Ma come (gli) sembreraÁ opportuno? Quale spe-
<Ejx+m e<jx+m g%laqsom, ot$j a$qmg*rolai. ranza (c'eÁ)? Non vedi che hai sbagliato? Che tu abbia sba-
hmgsoi&| a$qg*cxm at$so+| gt<qo*lgm po*mot|. gliato per me non eÁ un piacere dirlo e per te eÁ un dolore. Ma
Ot$ lg*m si poimai&| c$ {$o*lgm soi*airi* le lasciamo da parte queste considerazioni, cerca, piuttosto,
jasirvmamei&rhai pqo+| pe*sqai| pedaqri*oi|, una qualche liberazione dalla prova.
stvo*ms$ e$qg*lot sot&d$ a$cei*somo| pa*cot. 270 PROMEÁTEO. EÁ facile, per chi ha il piede al di fuori delle
Jai* loi sa+ le+m paqo*msa lg+ dt*qerh$ a>vg, sventure, consigliare e ammonire coloro che si trovano in
pe*doi de+ ba&rai sa+| pqoreqpot*ra| st*va| difficoltaÁ: ben sapevo tutto cioÁ. Volontariamente, volonta-
a$jot*rah$, x<| la*hgse dia+ se*kot| so+ pa&m. riamente ho sbagliato, non lo negheroÁ; per portare aiuto ai
Pi*herhe* loi, pi*herhe, rtlpomg*rase mortali, io stesso mi procurai dolori. Non pensavo, tuttavia,
s{ & mt&m locot&msi. Sat$sa* soi pkamxle*mg 275 di dovermi consumare in tali pene su rocce scoscese, avendo
pqo+| a>kkos$ a>kkom pglomg+ pqorifa*mei. avuto in sorte questo monte solitario e desolato. E non ad-
doloratevi per le mie presenti sventure, ma scendete a terra e
ascoltate il (mio) destino futuro, sõÁ da apprendere tutto fino
alla fine. Ascoltatemi, ascoltatemi, commiserate colui che ora
soffre. La sventura, aggirandosi in diversi luoghi, ora si posa
sull'uno e ora sull'altro.

b
Nicolas-SeÂbastien Adam, PromeÁteo
incatenato. Parigi, Museo del Louvre.

LETTURE
308 ANTOLOGICHE
DIALOGHI DEI MORTI (Mejqijoi+ dia*kocoi)

1. Menippo e Cerbero
(LEMIPPOT JAI JEQBEQOT)
Esortato dal filosofo cinico Menippo, Cerbero, il cane infernale guardiano degli Inferi,
racconta in che modo Socrate, dopo la morte, eÁ giunto nell'Ade: essendosi affacciato al-
l'imboccatura dell'oscuro regno, ha cominciato a piangere come un bambino, invocando i figli
e dando di se un'immagine completamente diversa da quella che mostrava quando era in vita.
Cerbero conclude affermando che tutti si comportano in questo modo, ad eccezione dei filosofi
Menippo e Diogene, i quali, arrivando nell'Ade spontaneamente, hanno riso delle altre anime.
[1.] LEMIPPOR. #X Je*qbeqe ± rtccemg+| ca*q ei$li* [1.] MENIPPO. O Cerbero Ð sono, infatti, tuo parente,
roi jt*xm jai+ at$so+| x > m ± ei$pe* loi pqo+| sg&| Rstco*|, essendo un cane anch'io Ð, dimmi in nome dello Stige co-
oi'o| g#m o< Rxjqa*sg|, o<po*se jasz*ei paq$ t<la&|. ei$jo+| de* m'era Socrate quando venne giuÁ da voi: eÁ chiaro che tu, poicheÂ
re heo+m o>msa lg+ t<kajsei&m lo*mom, a$kka+ jai+ a$mhqx- sei un dio, non sai solo abbaiare, ma anche esprimerti con voce
pi*mx| uhe*ccerhai o<po*s$ e$he*koi|. 5 umana, quando vuoi.
JEQBEQOR. Po*qqxhem le*m, x # Le*mippe, pamsa*- CERBERO. Di lontano, Menippo, pareva proprio che
parim e$do*jei a$sqe*ps{ s{ & pqorx*p{ pqorie*mai jai+ ot$ venisse avanti con volto sereno, sia perche dava l'impressione
pa*mt dedie*mai so+m ha*masom dojx & m jai+ sot&so e$lug&mai di non temere affatto la morte, sia perche voleva dimostrarlo
soi&| e>nx sot& rsoli*ot e<rsx & rim e$he*kxm, e$pei+ de+ ja- a quelli che sostavano fuori dall'imboccatura (dell'Ade); ma
se*jtwem ei>rx sot& va*rlaso| jai+ ei#de so+m fo*uom, ja$cx+ 10 quando piegoÁ la testa verso l'interno del baratro e vide il buio
e>si diale*kkomsa at$so+m dajx+m jase*rpara sot& podo*|, e io, azzannandolo mentre era ancora indeciso, lo trascinai
x% rpeq sa+ bqe*ug e$jx*jtem jai+ sa+ e<atsot& paidi*a giuÁ per un piede, piagnucolava come i bambini appena nati,
x$dt*qeso jai+ pamsoi&o| e$ci*meso. gemeva per i figlioletti e le tentava tutte.
Â2.Ã LEMIPPOR. Ot$jot&m rouirsg+| o< a>mhqxpo| [2.] MENIPPO. Allora, il nostro uomo era buono solo a
g#m jai+ ot$j a$kghx & | jaseuqo*mei sot& pqa*claso|. 15 fare il sofista e non disprezzava la morte sul serio.
JEQBEQOR. Ot>j, a$kk$ e$pei*peq a$macjai&om at$so+ CERBERO. No, ma quando vide che questa era inevita-
e<x*qa, jasehqart*meso x<| dg&hem ot$j a>jxm peiro*le- bile, si mise a fare il coraggioso, realmente con l'intenzione
mo| o= pa*msx| e>dei pahei&m, x<| hatla*rxmsai oi< heasai*. di subire cioÁ che in ogni modo bisognava subire, affinche lo
Jai+ o%kx| peqi+ pa*msxm ce sx & m soiot*sxm ei$pei&m a/m guardassero con ammirazione quelli che stavano a vedere.
e>voili, e%x| sot& rsoli*ot soklgqoi+ jai+ a$mdqei&oi, sa+ de+ 20 Insomma, di tutti quelli fatti come lui, potrei dire che sono
e>mdohem e>kecvo| a$jqibg*|. coraggiosi e forti fino all'ingresso del baratro, ma cioÁ che c'eÁ
LEMIPPOR. $Ecx+ de+ px & | roi jasekgkthe*mai dentro costituisce la prova vera.
e>dona; MENIPPO. E io, come ti eÁ parso che sia venuto giuÁ?
JEQBEQOR. Lo*mo|, x # Le*mippe, a$ni*x| sot& ce*- CERBERO. Il solo in modo degno della razza, Menippo,
mot|, jai Diocemg| pqo rot&, lg+ a$macjafo*lemoi ei$-
+ * + 25 e anche Diogene prima di te; siete venuti qui dentro ne co-
rz*eise lgd$ x$hot*lemoi, a$kk$ e$hekot*rioi, cekx & mse|, stretti ne spinti, ma spontaneamente, ridendo e sbeffeg-
oi$lx*feim paqaccei*kamse| a%parim. giando tutti.

2. jt*xm: Menippo eÁ un filosofo cinico («cinico» deriva crasi = jai+ e$cx*. - 11. diale*kkomsa: part. congiunto con
da jt*xm, «cane») e percioÁ si ritiene parente di Cerbero, il valore temporale. - dajx*m: part. aor. forte di da*jmx,
cane infernale. - x > m: part. con valore causale. - sg&| congiunto con valore modale. - 12. e$jx*jtem: imperf. che
Rstco*|: lo Stige eÁ uno dei fiumi infernali. - 3. oi'o| g#m: indica un'azione in corso di svolgimento, come il
prop. interrogativa indiretta introdotta da ei$pe*. - o<po*se successivo x$dt*qeso. - 15. jaseuqo*mei: regge il gen. - 17.
jasz*ei: prop. temporale; jasz*ei eÁ imperfetto di ja*s-eili e<x*qa: imperf. di o<qa*x. - x<| ... peiro*lemo|: part. futuro di
(ei#li). - ei$jo*|: sott. e$rsi*. - 4. o>msa: part. con valore pa*rvx, congiunto con valore finale. - 18. e>dei: imperf.
causale. - 5. o<po*s$ e$he*koi|: prop. temporale iterativa. - 7. impersonale che regge pahei&m (inf. aor. forte di pa*rvx). -
pqorie*mai: inf. di pqo*r-eili (ei#li). - 8. e$lug&mai: inf. 22. jasekgkthe*mai: inf. perf. forte di jas-e*qvolai. - 25.
aoristo debole asigmatico di e$l-uai*mx. - 9. soi&| ... ei$rz*eise: imperf. di e>r-eili (ei#li). - 26. x$hot*lemoi: part.
e<rsx& rim: part. perfetto fortissimo di %irsgli, con valore congiunto con valore causale, come il precedente a$mac-
relativo-sostantivato. - 9-10. e$pei+ ... jase*jtwem (ind. aor. jafo*lemoi. - cekx & mse|: part. congiunto con valore
debole di jasa-jt*psx): prop. temporale. - 10. ja$cx*: modale, come il successivo paqaccei*kamse|.

A - LA SATIRA 309
c TESTI A CONFRONTO b
Cerbero descritto da Dante
(Inferno, VI, 13-33)

Cerbero, fiera crudele e diversa (1)


con tre gole caninamente latra
sopra la gente (2) che quivi eÁ sommersa. 15
Gli occhi ha vermigli, la barba unta e atra (3),
e 'l ventre largo, e unghiate le mani,
graffia li spiriti, iscoia e disquatra.
Urlar li fa la pioggia come cani;
de l'un de' lati fanno a l'altro schermo (4): 20
volgonsi spesso i miseri profani (5).
Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo (6),
le bocche aperse e mostrocci le sanne:
non avea membro che tenesse fermo.
Lo duca mio (7) distese le sue spanne (8), 25
prese la terra, e con piene le pugna (9)
la gittoÁ dentro a le bramose canne (10).
Qual eÁ quel cane ch' abbaiando agugna, (11)
e si racqueta poi che 'l pasto morde,
che solo a divorarlo intende e pugna (12), 30
cotai si fecer quelle facce lorde
de lo demonio Cerbero, che 'ntrona (13)
l'anime sõÁ, ch'esser vorrebber sorde.

c
Gustave DoreÂ, Cerbero
(illustrazione della Divina
Commedia).

(1) diversa: strana.


(2) gente: i golosi.
(3) atra: scura.
(4) de l'un de' lati fanno a l'altro schermo: sono distesi su un fianco, per fare con l'uno riparo dalla pioggia all'altro fianco.
(5) profani: peccatori.
(6) il gran vermo: la creatura ripugnante.
(7) Lo duca mio: la mia guida, cioeÁ Virgilio.
(8) spanne: mani aperte.
(9) con piene le pugna: con i pugni pieni.
(10) a le bramose canne: all'avida gola.
(11) agugna: chiede.
(12) intende e pugna: eÁ intento e si affatica.
(13) 'ntrona: assorda.

LETTURE
310 ANTOLOGICHE
2. Ermes e Caronte
(EQLOT JAI VAQXMOR)
Il dialogo si svolge tra Caronte, il nocchiero infernale che traghetta le anime dei morti e
riceve da essi l'obolo di ricompensa, ed Ermes, il dio che accompagna le anime nell'Ade. Ermes
chiede che gli sia consegnato quello che gli spetta per alcuni acquisti fatti per incarico di Caronte,
ma il nocchiero risponde che non puoÁ saldare il debito, in quanto, non essendoci guerra, sono
poco numerosi i defunti che scendono nell'Ade. Ermes, a sua volta, afferma con sarcasmo che,
mentre anticamente i morti scendevano negli Inferi pieni di ferite, poiche erano valorosi
guerrieri, ora scendono solo persone consumate dai loro vizi o avvelenate dai loro parenti.

[1.] EQLGR. Kocirx*leha, x # poqhlet&, ei$ dojei&, [1] ERMES. Se ti sembra opportuno, nocchiero, facciamo il
<opo*ra loi o$uei*kei| g>dg, o%px| lg+ at#hi| e$qi*fxle*m si conto di quanto mi devi giaÁ, cosõÁ non staremo a litigare un'altra
peqi+ at$sx & m. volta per questo.
VAQXM. Kocirx*leha, x # <Eqlg&. a>leimom ca+q CARONTE. Facciamo pure il conto, Ermes: meglio, infatti,
x<qi*rhai jai+ a$pqaclome*rseqom. 5 definirlo e avremo meno noie.
EQLGR. >Acjtqam e$mseikale*m{ e$jo*lira pe*mse ERMES. Mi avevi ordinato un'ancora e te ne ho portata una
dqavlx & m. del valore di cinque dracme.
VAQXM. Pokkot& ke*cei|. CARONTE. Dici molto.
EQLGR. Mg+ so+m $Ai]dxme*a, sx & m pe*mse x$mgra*lgm ERMES.PerAidoneo(cioeÁ Ades)!L'hocomprataiopercinque
jai+ sqopxsg&qa dt*o o$bokx & m. 10 dracme e ho comprato un anello di cuoio da due oboli.
VAQXM. Si*hei pe*mse dqavla+| jai+ o$bokot+| dt*o. CARONTE. Metti cinque dracme e due oboli.
EQLGR. Jai+ a$je*rsqam t<pe+q sot& i<rsi*ot. pe*mse ERMES. Poi un ago per la vela: io ho sborsato cinque oboli
o$bokot+| e$cx+ jase*bakom. per i remi.
VAQXM. Jai+ sot*sot| pqorsi*hei. CARONTE. Mettici anche questi.
EQLGR. Jai+ jgqo+m x<| e$pipka*rai sot& rjauidi*ot 15 ERMES. E cera per chiudere le falle della barca, chiodi e
sa+ a$me{co*sa jai+ g%kot| se jai+ jak{*diom, a$u$ ot' sg+m corda, con cui facesti il cavo dell'antenna, tutto per due dracme.
t<pe*qam e$poi*gra|, dt*o dqavlx & m a%pamsa. CARONTE. Bene! Queste cose le hai comprate al prezzo
VAQXM. Et# ce. jai+ a>nia sat&sa x$mg*rx. giusto.
EQLGR. Sat&sa* e$rsim, ei$ lg* si a>kko g<la&| die*kahem ERMES. EÁ tutto, se non ci eÁ sfuggito qualcos'altro nel conto.
e$m s{& kocirl{ & . Po*se d$ ot#m sat&sa a$podx*reim ug*|; 20 Allora, quando pensi di pagarmi?
VAQXM. Mt&m le*m, x # <Eqlg&, a$dt*masom, g/m de+ CARONTE. Per ora, Ermes, non eÁ possibile; ma, se una
koilo| si| g pokelo| jasape*lwz a$hqo*ot| sima*|,
* / * pestilenza o una guerra ci manderanno giuÁ qualche grosso
e$me*rsai so*se a$pojeqda&mai, paqakocifo*lemom e$m s{ & mucchio, allora saraÁ possibile guadagnare, truffando nella
pkg*hei sa+ poqhlei&a. ressa sui noli.
Â2.Ã EQLGR. Mt&m ot#m e$cx+ jahedot&lai sa+ ja*ji- 25 [2.] ERMES. Allora, per adesso staroÁ seduto qui, augu-
rsa et$vo*lemo| ceme*rhai, x<| a/m a$po+ sot*sxm a$po- randomi che capitino le cose peggiori, per poter essere pagato
ka*boili; da questi?
VAQXM. Ot$j e>rsim a>kkx|, x # <Eqlg&. Mt&m de+ o$ki*- CARONTE. Non si puoÁ fare altro, Ermes. Come vedi, ora
coi, x<| o<qy&|, a$uijmot&msai g<li&m. ei$qg*mg ca*q. ne arrivano pochi da noi: c'eÁ la pace.
EQLGR. >Aleimom ot%sx|, ei$ jai+ g<li&m paqasei*- 30 ERMES. Meglio cosõÁ, anche se mi porti il debito per le
moiso t<po+ rot& so+ o>ukgla. Pkg+m a$kk$ oi< le+m pakaioi*, lunghe. Ma tu, Caronte, sai com'erano quelli di una volta,
x# Va*qxm, oi#rha oi'oi paqeci*cmomso, a$mdqei&oi a%pam- quando arrivavano, tutti forti e per lo piuÁ pieni di sangue e
se|, ai%laso| a$ma*pke{ jai+ sqatlasi*ai oi< pokkoi*. mt&m coperti di ferite; adesso, invece, uno muore di veleno per mano
de+ g/ uaqla*j{ si| t<po+ sot& paido+| a$pohamx+m g/ t<po+ del figlio o della moglie, oppure con il ventre e le gambe gonfie
sg&| ctmaijo+| g/ t<po+ sqtug&| e$n{dgjx+| sg+m carse*qa 35 per la vita troppo comoda, tutti pallidi, spauriti, in nulla simili
jai+ sa+ rje*kg, x$vqoi+ a%pamse| jai+ a$cemmei&|, ot$de+ a quelli. La maggior parte di essi, poi, come pare, sono venuti
o%loioi e$jei*moi|. Oi< de+ pkei&rsoi at$sx & m dia+ vqg*lasa qui, insidiandosi a vicenda a causa delle ricchezze.
g%jotrim e$pibotket*omse| a$kkg*koi|, x<| e$oi*jarim. CARONTE. Queste ricchezze, infatti, sono la cosa piuÁ de-
VAQXM. Pa*mt ca+q peqipo*hgsa* e$rsi sat&sa. siderata!
EQLGR. Ot$jot&m ot$d$ e$cx+ do*naili a/m a<laqsa*meim 40 ERMES. Allora sembrerebbe che neanch'io sbagli, se chie-
pijqx & | a$paisx & m sa+ o$ueiko*lema paqa+ rot&. dessi bruscamente quanto mi eÁ da te dovuto.

A - LA SATIRA 311
c TESTI A CONFRONTO b
Caronte descritto da Dante
(Inferno, III, 82-99)

Ed ecco verso noi venir per nave


un vecchio, bianco per antico pelo (1)
gridando: «Guai a voi, anime prave (2)!
Non isperate mai veder lo cielo: 85
i' vegno per menarvi a l'altra riva,
ne le tenebre eterne, in caldo e 'n gelo.
E tu che se' costõÁ, anima viva,
paÁrtiti da cotesti che son morti».
Ma poi che vide ch'io non mi partiva, 90
disse: «Per altra via, per altri porti
verrai a piaggia, non qui, per passare:
piuÁ lieve legno convien che ti porti».
E 'l duca (3) lui: «CaroÁn, non ti crucciare:
vuolsi cosõÁ colaÁ dove si puote 95
cioÁ che si vuole, e piuÁ non dimandare».
Quinci (4) fur quete le lanose (5) gote
al nocchier della livida palude (6),
che 'ntorno a gli occhi avea di fiamme rote.

c
Affresco
parietale, che
rappresenta
Caronte che
conduce i
defunti alle
porte
dell'Ade.
Tarquinia,
Necropoli.

(1) bianco per antico pelo: con una barba bianca e lunga.
(2) prave: perverse.
(3) 'l duca: la guida, cioeÁ Virgilio.
(4) quinci: in seguito.
(5) lanose: ispide.
(6) della livida palude: dell'Acheronte, il fiume infernale.

LETTURE
312 ANTOLOGICHE
c TESTI A CONFRONTO b
Caronte descritto da Virgilio
(Eneide, VI, 296-312)
Turbidus hic caeno vastaque voragine gurges Il gorgo, torbido qui di fango, ribolle in una vasta voragine ed
aestuat atque omnem Cocyto eructat harenam. erutta tutta la sabbia nel Cocito. Caronte, orrendo traghettatore,
Portitor has horrendus aquas et flumina servat guarda queste acque e il fiume, egli che eÁ terribilmente squallido:
terribili squalore Charon, cui plurima mento a lui scende dal mento una lunga barba incolta, gli occhi sono di
canities inculta iacet, stant lumina flamma, 300 fiamma, sordido dalle spalle gli pende un mantello annodato. Egli
sordidus ex umeris nodo dependet amictus. stesso spinge con un palo la barca e governa le vele e trasporta i
Ipse ratem conto subõÆgit velisque ministrat corpi nel suo livido scafo, ormai molto vecchio, ma la vecchiaia eÁ
et ferruginea subvectat corpora cumba, cruda e salda a lui che eÁ un dio. Tutta una folla (di anime), ri-
iam senior, sed cruda deo viridisque senectus. versandosi sulle rive, accorreva in questo luogo: donne e uomini,
Huc omnis turba, ad ripas effusa, ruebat: 305 corpi senza vita di forti eroi, fanciulli e fanciulle nubili, giovani
matres atque viri defunctaque corpora vita messi sul rogo davanti agli occhi dei genitori; tanto numerose le
magnanimum heroum, pueri innuptaeque puellae foglie, nei boschi, cadono volteggiando al primo freddo autunnale,
impositique rogis iuvenes ante ora parentum; o tanto numerosi uccelli si addensano a terra dal cielo profondo,
quam multa in silvis autumni frigoÆre primo quando la fredda stagione li mette in fuga al di laÁ del mare e li
lapsa cadunt folia, aut ad terram gurgõÆte ab alto 310 spinge verso terre assolate.
quam multae glomerantur aves, ubi frigidus annus
trans pontum fugat et terris immittit aprõÅcis.

c
Michelangelo,
particolare del
Giudizio Universale,
che rappresenta
Caronte e la sua barca
infernale. Roma,
Musei Vaticani,
Cappella Sistina.

A - LA SATIRA 313
3. Aiace e Agamennone
(AIAMSOR JAI ACALELMOMOR)
OdõÁsseo, sceso nell'Ade, tenta di riconciliarsi con Aiace Telamonio. Come narra, infatti,
Omero nel libro XI dell'Odissea, OdõÁsseo incontra, tra le altre anime, anche quella di Aiace,
con il quale aveva gareggiato per il possesso delle armi di Achille e le aveva ottenute. L'eroe
di Itaca tenta una riconciliazione, ma invano. Luciano immagina, allora, un dialogo tra
Aiace ed Agamennone, il quale cerca di difendere OdõÁsseo, che non eÁ ritenuto da lui re-
sponsabile della pazzia e del suicidio di Aiace, in quanto ha agito per desiderio di gloria e con
la protezione degli deÁi. Aiace risponde che egli non puoÁ fare a meno di odiare OdõÁsseo,
l'unico che ha osato contendere con lui per il possesso delle armi di Achille, pur ammettendo
che l'eroe eÁ stato protetto dagli deÁi e in particolare da Atena.

[1.] ACALELMXM. Ei$ rt+ lamei*|, x # Ai#am, reat- [1.] AGAMENNONE. Se tu, Aiace, essendo impazzito, ti sei
$ $ <
so+m euo*metra|, ele*kkgra| de+ jai+ gla&| a%pamsa|, si* ucciso e stavi anche per uccidere tutti noi, perche dai la colpa a
ai$siy& so+m $Odtrre*a jai+ pq{*gm ot>se pqore*bkewa| OdõÁsseo e poco fa, quando eÁ venuto per avere un responso, non
at$so*m, o<po*se g'je lamsetro*lemo|, ot>se pqoreipei&m l'hai neanche guardato in faccia e non hai ritenuto degno di un
g$ni*xra| a>mdqa rtrsqasix*sgm jai+ e<sai&qom, a$kk$ t<pe- 5 saluto un eroe che ha combattuto insieme con te, un amico, anzi,
qopsijx & | leca*ka bai*mxm paqg&khe|; gli sei passato vicino, avanzando superbamente e con aria
AIAR. Ei$jo*sx|, x # $Aca*lelmom. at$so+| ca*q loi sg&| sprezzante?
lami*a| ai>sio| jase*rsg lo*mo| a$msenesarhei+| e$pi+ soi&| AIACE. Naturalmente, o Agamennone, poiche eÁ stato lui il
o%pkoi|. responsabile della mia pazzia, l'unico che ha conteso con me per
ACALELMXM. $Gni*xra| de+ a$mamsacx*mirso| ei#- 10 le armi.
mai jai+ a$jomisi+ jqasei&m a<pa*msxm; AGAMENNONE. Pretendevi di non avere antagonisti e di
AIAR. Mai*, sa* ce soiat&sa. oi$jei*a ca*q loi g#m g< vincere tutti senza contese?
pamopki*a sot& a$mewiot& ce ot#ra. Jai+ t<lei&| oi< a>kkoi, AIACE. SõÁ, proprio cosõÁ: l'armatura era della famiglia in
pokt+ a$lei*mot| o>mse|, a$pei*parhe so+m a$cx & ma jai+ pa- quanto apparteneva a mio cugino. Voi tutti, pur essendo molto
qevxqg*rase* loi sx & m a>hkxm, o< de+ Kae*qsot, o=m e$cx+ 15 migliori di lui, rinunciaste alla gara e mi cedeste il premio; il
pokka*ji| e>rxra jimdtmet*omsa jasajejo*uhai t<po+ figlio di Laerte, invece, che io tante volte avevo salvato, mentre
sx & m Uqtcx & m, a$lei*mxm g$ni*ot ei#mai jai+ e$pisgdeio*seqo| correva il rischio di essere ucciso dai Frigi, pretendeva di essermi
>eveim sa+ o%pka. migliore (di me) e piuÁ degno di possedere le armi.
Â2.Ã ACALELMXM. Ai$six & soicaqot&m, x # cemmai&e, [2.] AGAMENNONE. Ma allora, o mio caro, accusa Teti, la
sg+m He*sim, g= de*om roi+ sg+m jkgqomoli*am paqadot&mai 20 quale, pur dovendo assegnare l'ereditaÁ delle armi a te, che eri
sx & m o%pkxm rtccemei& ce o>msi, ue*qotra e$| so+ joimo+m parente, portando le armi, le ha messe in palio.
jase*heso at$sa*. AIACE. No, non Teti, ma OdõÁsseo, l'unico che le abbia re-
AIAR. Ot>j, a$kka+ so+m $Odtrre*a, o=| a$msepoig*hg clamate per seÂ.
lo*mo|. AGAMENNONE. Bisogna perdonare, Aiace, se, da uomo
ACALELMXM. Rtccmx*lg, x # Ai#am, ei$ a>mhqxpo| 25 com'era, desideroÁ la gloria, una cosa dolcissima per la quale
x/ m x$qe*vhg do*ng|, g<di*rsot pqa*claso|, t<pe+q ot' jai+ anche ciascuno di noi affrontava i pericoli; poiche ti ha vinto, e

1. lamei*|: part. aor. pass. di lai*molai. - 2. e$le*kkgra|: causale. - 14. o>mse|: part. congiunto con valore concessi-
sott. uomet*eim. - 3. ai$siy&: 2a persona sing. del pres. ind. di vo. - a$pei*parhe: ind. aor. debole di a$po-ke*cx. - 15. loi:
ai$sia*olai. - 4. o<po*se g'je: prop. temporale. - lamsetro*- dat. di vantaggio retto da paqevxqg*rase. - sx & m a>hkxm:
lemo|: part. fut., congiunto con valore finale. - 5. a>mdqa: gen. di allontanamento. - 19. Ai$six & : 2a pers. sing.
eÁ retto da pqoreipei&m (pres.: pqor-ke*cx). - 6. leca*ka: dell'imperat. pres. di ai$sia*olai. - 20. de*om: acc. assoluto
acc. avverbiale. - 8. jase*rsg: ind. aor. fortissimo di jah- con valore concessivo. - paqadot&mai: inf. aor. fortissimo
i*rsgli. - a$msenesarhei*|: part. aor. pass., congiunto con di paqa-di*dxli. - 21. o>msi: part. congiunto con valore
valore causale, di a$ms-en-esa*fx. - 11. a<pa*msxm: gen. retto causale, concordato con roi*. - 22. jase*heso: ind. aor.
da jqasei&m. - 12. sa* ce soiat&sa: sott. g$ni*xra. - 13. sot& fortissimo medio di jasa-si*hgli. - 25. Rtccmx*lg: sott.
a$mewiot&: Telamone, padre di Aiace, e Peleo, padre di dei& ei#mai. - 26. x$qe*vhg: ind. aor. pass. di o$qe*colai. -
Achille, erano fratelli. - ot#ra: part. congiunto con valore do*ng|: gen. retto da x$qe*vhg. - g<di*rsot pqa*claso|:

LETTURE
314 ANTOLOGICHE
g<lx& m e%jarso| jimdt*mot| t<pe*lemem, e$pei+ jai+ e$jqa*sgre* per di piuÁ con dei Troiani come giudici.
rot jai+ sat&sa e$pi+ Sqxri+ dijarsai&|. AIACE. So io chi eÁ quella che mi ha fatto perdere; ma degli deÁi
AIAR. Oi#da e$cx*, g%si| lot jasedi*jarem. a$kk$ ot$ non si puoÁ dire nulla. OdõÁsseo, peroÁ, non sarei proprio capace di
he*li| ke*ceim si peqi+ sx & m. So+m d$ ot#m $Odtrre*a lg+ 30 non odiarlo, o Agamennone, neanche se me lo comandasse
& m hex
ot$vi+ lirei&m ot$j a/m dtmai*lgm, x # $Aca*lelmom, ot$d$ ei$ Atena in persona.
at$sg* loi g< $Ahgma& sot&s$ e$pisa*ssoi.

apposizione di do*ng|. - 28. e$pi+ ... dijarsai&|: compl. di indiretta. Aiace allude ad Atena. - 30. he*li|: sott. e$rsi*. -
causa. - 29. g%si| ... jasedi*jarem: prop. interrogativa 30-31. lg+ ... dtmai*lgm: ottat. pres. potenziale di dt*malai.

c
Frammento di coperchio di
una lekaÁne (vassoio) attica
con figure rosse su fondo
nero (V sec. a.C.), su cui eÁ
rappresentato Agamennone
con lo scettro. Taranto,
Museo Archeologico
Nazionale.

c TESTI A CONFRONTO b
Le ultime parole di Aiace
(Sofocle, Aiace, 815-863)
AI. <O le+m ruacet+| e%rsgjem z' solx*saso| 815 AIACE. La spada sta qui e potrebbe essere piuÁ che
ce*mois$ a>m, ei> s{
& jai+ koci*ferhai rvokg*, mai tagliente. Se c'eÁ tempo anche per pensare, (ri-
dx& qom le+m a$mdqo+| %Ejsoqo| ne*mxm e$loi+ corderoÁ) che essa eÁ dono di Ettore, tra i miei ospiti il
la*kirsa lirghe*mso|, e$vhi*rsot h$ o<qa&m. piuÁ odiato e il piuÁ odioso alla vista. EÁ ben fissa nella
Pe*pgce d$ e$m cz& pokeli*y sz& Sq{a*di, terra nemica della Troade, affilata da poco sulla
ridgqobqx & si hgca*mz megjomg*|. 820 cote (1) che corrode il ferro: l'ho conficcata io in
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

(1) cote: pietra per affilare.

A - LA SATIRA 315
b
Particolare da un cratere (vaso in cui si
mescolava vino con acqua) etrusco
proveniente da Vulci (IV sec. a.C.), che
rappresenta il suicidio di Aiace. Londra,
British Museum.

e>pgna d$ at$so+m et# peqirsei*ka| e$cx*, maniera accurata, (per renderla) molto benigna
et$mot*rsasom s{ & d$ a$mdqi+ dia+ sa*vot| hamei&m. verso di me (lett.: verso quest'uomo) da farmi mo-
Ot%sx le+m et$rjetot&lem. e$j de+ sx & mde* loi rire rapidamente. CosõÁ noi siamo pronti; per cui tu
rt+ pqx & so|, x # Fet&, jai+ ca+q ei$jo*|, a>qjerom. per primo, o Zeus, poiche eÁ giusto, soccorrimi.
Ai$sg*rolai de* r$ ot$ lajqo+m ce*qa| kavei&m. 825 Voglio chiedere un dono non grande: manda per noi
Pe*lwom sim$ g<li&m a>ccekom, jajg+m ua*sim un messaggero, che porti a Teucro la cattiva notizia,
Set*jq{ ue*qomsa, pqx & so| x % | le barsa*rz che sia il primo a sollevarmi, dopo che io sia caduto
pepsx & sa s{ & de peqi+ meoqqa*ms{ ni*uei, su questa spada bagnata del mio sangue, e che io,
jai+ lg+ pqo+| e$vhqx & m sot jasopsethei+| pa*qo| osservato prima da qualcuno dei miei nemici, non
q<iuhx & jtri + m pqo * bkgso| oi$xmoi&| h$ e%kxq. 830 sia gettato in preda a cani e avvoltoi. Di questo, o
Sorat&sa* r$, x # Fet&, pqorsqe*px, jakx & d$ a%la Zeus, ti prego, e invoco anche Ermes, sotterraneo
polpai&om <Eqlg&m vho*miom et# le joili*rai, accompagnatore di anime, di farmi addormentare
nt+m a$ruady*rs{ jai+ savei& pgdg*lasi nella morte dolcemente, dopo aver aperto il fianco
pketqa+m diaqqg*namsa s{ & de uarca*m{. con un balzo veloce e senza spasimi su questa spada.
Jakx & d$ $
a qxcot + | sa+ | $
a * se paqhe*mot|
ei 835 Invoco, poi, le vergini eterne, che vedono sempre
a$ei* h$ o<qx*ra| pa*msa sa$m bqosoi&| pa*hg, tutti i travagli dei mortali, le Erinni venerande dai
relma+| $Eqimt&| samt*poda|, lahei&m e$le+ lunghi passi, affinche sappiano come io muoio in-
pqo+| sx & m $Asqeidx & m x<| dio*kktlai sa*ka|. felice, per opera degli Atridi. E come vedono me
Jai* rua| jajot+| ja*jirsa jai+ pamxke*hqot| (morire), portino via nel modo piuÁ orribile quei
ntmaqpa*reiam, x % rpeq ei$roqx & r$ e$le*. 840 malvagi maledetti. Andate, o veloci Erinni vendi-
>Is$, x# savei&ai poi*miloi* s$ $Eqimt*e|, catrici, non risparmiate l'intero esercito (greco) e
cet*erhe, lg+ uei*derhe pamdg*lot rsqasot&. gustate (il suo sangue). E tu, o Sole, che percorri con
Rt+ d$, x # so+m ai$pt+m ot$qamo+m diuqgkasx &m il carro l'alto cielo, quando vedrai la mia terra natia,
%Gkie, pasq{*am sg+m e$lg+m o%sam vho*ma trattenendo la briglia dorata, annuncia le mie
>idz|, e$pirvx+m vqtro*mxsom g<mi*am 845 sventure e il mio destino di morte al mio vecchio
a>cceikom a>sa| sa+| e$la+| lo*qom s$ e$lo+m padre e alla mia infelice madre. O infelice madre,
ce*qomsi pasqi+ sz& se dtrsg*m{ sqou{ &. quando sapraÁ questa notizia, leveraÁ un grande ge-
#G pot sa*kaima, sg*md$ o%sam jkt*z ua*sim, mito per tutta la cittaÁ. Ma non giova lamentarsi su

LETTURE
316 ANTOLOGICHE
g%rei le*cam jxjtso+m e$m pa*rz po*kei. queste cose invano; bisogna agire con una certa ra-
$Akk$ ot$de+m e>qcom sat&sa hqgmei&rhai la*sgm. 850 piditaÁ. O Morte, Morte, ora vieni e guardami; tut-
a$kk$ a$qjse*om so+ pqa&cla rt+m sa*vei simi*. tavia anche laggiuÁ (negli Inferi) ti parleroÁ e staroÁ con
#X Ha*mase Ha*mase, mt&m l$ e$pi*rjewai lokx*m. te. A te, invece, o luce splendente di questo giorno, e
jai*soi re+ le+m ja$jei& pqoratdg*rx ntmx*m. a te, carro del sole, voglio rivolgere la parola per
Re+ d$, x# uaemmg&| g<le*qa| so+ mt&m re*ka|, l'ultima volta, infatti in seguito non (potroÁ farlo)
jai som diuqetsg+m %Gkiom pqoremme*px,
+ + 855 piuÁ. O luce, o sacra pianura della mia terra, Sala-
pamt*rsasom dg+ jot>pos$ at#hi| t%rseqom. mina, o focolare dei miei antenati, o splendida
#X ue*cco|, x # cg&| i<eqo+m oi$jei*a| pe*dom Atene, stirpe fraterna, fonti, fiumi e campi troiani, o
Rakali&mo|, x # pasq{ & om e<rsi*a| ba*hqom, mio nutrimento, io parlo a voi, vi saluto; a voi Aiace
jkeimai* s$ $Ahg&mai, jai+ so+ rt*msqouom ce*mo|, rivolge queste ultime parole, il resto lo diroÁ nell'Ade
jqg&mai* se posaloi* h$ oi%de, jai+ sa+ Sqxija+ 860 ai morti.
pedi*a pqoratdx & , vai*qes$, x# sqoug&| e$loi*.
sot&h$ t<li+m Ai>a| sot>po| t%rsasom hqoei&,
sa+ d$ a>kk$ e$m %Aidot soi&| ja*sx lthg*rolai.

c TESTI A CONFRONTO b
Aiace ricordato da Ugo Foscolo
(Dei Sepolcri, 213-225)

Felice te (1) che il regno ampio de' venti (2)


Ippolito, a' tuoi verdi anni correvi!
E se il piloto ti drizzoÁ l'antenna (3) 215
oltre l'isole egeÁe, d'antichi fatti
certo udisti suonar dell'Ellesponto (4)
i liti, e la marea mugghiar portando
alle prode reteÁe (5) l'armi d'Achille
sovra l'ossa d'Aiace: a' generosi 220
giusta di glorie dispensiera eÁ morte;
ne senno astuto (6), ne favor di regi (7)
all'Itaco (8) le spoglie ardue serbava,
che alla poppa raminga le ritolse
l'onda incitata dagli inferni Dei (9). 225

(1) Felice te: il poeta si rivolge ad Ippolito Pindemonte.


(2) il regno ampio de' venti: il mare.
(3) l'antenna: la nave.
(4) Ellesponto: attuale stretto dei Dardanelli.
(5) alle prode reteÁe: sulle spiagge del promontorio ReteÁo, dove era sepolto Aiace Telamonio.
(6) ne senno astuto: si riferisce a OdõÁsseo.
(7) ne favor di regi: si riferisce ad Agamennone.
(8) all'Itaco: a OdõÁsseo, re di Itaca.
(9) inferni Dei: gli deÁi degli Inferi.

A - LA SATIRA 317
DIALOGHI MARINI ($Ema*kioi dia*kocoi)

1. Poseidone e le NereÁidi
(POREIDXMOR JAI MGQEIDXM)
Poseidone conversa con le NereÁidi, divinitaÁ marine, figlie di Nereo e DoÁride, che abitano
in un palazzo in fondo al mare. Nel corso del dialogo viene ricordato il mito di Frisso ed Elle,
figli di NefeÁle e di Atamante, il quale, per consiglio della sua seconda moglie Ino, volle
sacrificare i suoi figli a Zeus. Il dio, tuttavia, mandoÁ ai due bimbi un ariete alato dal vello
d'oro, che li portasse in salvo. Nel corso del viaggio Elle cadde in mare (che da lei si chiamoÁ
Ellesponto), ma suo fratello giunse sano e salvo in CoÁlchide. Poseidone, nel corso di questo
dialogo, ordina alle NereÁidi di sollevare il cadavere di Elle e portarlo nella TroÁade, affinche sia
seppellito. AnfitrõÁte, una delle NereÁidi e sposa di Poseidone, afferma che eÁ preferibile per la
fanciulla essere sepolta nel mare che da lei porta il nome. Poseidone, tuttavia, crede che sia una
consolazione, per Elle, essere sepolta nella sua terra natia e aggiunge che tra non molto anche
Ino cadraÁ in mare, ma bisogneraÁ salvarla, per fare un favore a DioÁniso, di cui Ino eÁ nutrice.
[1.] POREIDXM. So+ le+m rsemo+m sot&so, e>mha g< pai&| [1.] POSEIDONE. Questo stretto, dove la fanciulla fu
jasgme*vhg, <Ekkg*rpomso| a$p$ at$sg&| jakei*rhx. so+m de+ sbalzata giuÁ, sia chiamato dal suo nome Ellesponto; voi,
mejqo+m t<lei|, x # Mgqei^de|, paqakabot&rai sz& Sq{a*di NereÁidi, raccogliete il cadavere e portatelo nella TroÁade,
pqoreme*cjase, x<| sauei*g t<po+ sx & m e$pivxqi*xm. perche vi sia seppellito dagli abitanti del luogo.
ALUISQISG. Lgdalx & |, x # Po*reidom, a$kk$ e$m- 5 ANFITRIÁTE. Niente affatto, Poseidone, sia invece sepolta
sat&ha e$m s{ & e$pxmt*l{ peka*cei seha*uhx. e$keot&lem qui, nel mare che porta il suo nome; infatti, ne abbiamo pietaÁ,
ca+q at$sg+m oi>jsirsa t<po+ sg&| lgsqtia&| pepomhti&am. perche ha subõÁto da parte della matrigna la sorte piuÁ com-
POREIDXM. Sot&so le*m, x # $Aluisqi*sg, ot$ he*li|. passionevole.
ot$de+ a>kkx| jako+m e$msat&ha* pot jei&rhai t<po+ sz& wa*l- POSEIDONE. Questo, AnfitrõÁte, non eÁ lecito; d'altra parte
l{ at$sg*m, a$kk$, o%peq e>ugm, e$m sz& Sq{a*di g/ e$m sz& 10 non eÁ neanche bello che ella giaccia qui, sotto la sabbia, ma,
Veqqomg*r{ seha*wesai. $Ejei&mo de+ paqalt*hiom ot$ come ho detto, saraÁ sepolta nella TroÁade o nel Chersoneso.
lijqo+m e>rsai at$sz&, o%si les$ o$ki*com sa+ at$sa+ jai+ g< $Imx+ SaraÁ per lei una non piccola consolazione il fatto che tra non
pei*resai jai+ e$lperei&sai t<po+ sot& $Aha*lamso| dixjo- molto anche Ino subiraÁ la stessa sorte e, inseguita da Ata-
le*mg ei$| so+ pe*kaco| a$p$ a>jqot sot& Jihaiqx & mo|, jah$ mante, cadraÁ in mare con il figlio in braccio dalla cima del
o%peq jahg*jei e$pi+ sg+m ha*karram, e>votra jai+ so+m ti<o+m 15 Citerone, nel punto in cui si stende fino al mare. Ma biso-
e$pi+ sg&| a$cja*kg|. $Akka+ ja$jei*mgm rx & rai deg*rei gneraÁ salvare anche lei, facendo un favore a Dioniso: Ino,
vaqirale*mot| s{ & Diomt*r{. sqouo+| ca+q at$sot& jai+ infatti, eÁ la sua nutrice e balia.
si*shg g< $Imx*. [2.] ANFITRIÁTE. Non si dovrebbe, poiche eÁ cosõÁ malva-
[2.] ALUISQISG. Ot$j e$vqg&m ot%sx pomgqa+m gia.
ot#ram. 20 POSEIDONE. Ma non eÁ il caso di procurare un dispiacere
POREIDXM. $Akka+ s{ & Diomt*r{ a$vaqirsei&m, x # a DioÁniso, AnfitrõÁte.
$Aluisqi*sg, ot$j a>niom. NEREÁIDI. Com'eÁ dunque accaduto che costei eÁ precipitata
MGQEIDER. At%sg de+ a>qa si* pahot&ra jase*perem in mare (cadendo) dall'ariete, mentre il fratello Frisso cavalca
a$po+ sot& jqiot&, o< a$dekuo+| de+ o< Uqi*no| a$ruakx &| con sicurezza?
o$vei&sai; 25 POSEIDONE. EÁ naturale: lui, infatti, eÁ giovane e in grado
POREIDXM. Ei$jo*sx|. meami*a| ca+q jai+ dt*masai di resistere al movimento, lei invece, per inesperienza, dopo
a$mse*veim pqo+| sg+m uoqa*m, g< de+ t<p$ a$ghei*a| e$piba&ra essere salita sulla singolare cavalcatura e aver guardato al
o$vg*laso| paqado*not jai+ a$pidot&ra e$| ba*ho| a$vame*|, baratro che si apriva sotto, essendo rimasta stupita e sbi-
e$jpkacei&ra jai+ s{ & ha*lbei a%la rtrvehei&ra jai+ gottita nello stesso tempo ed essendo stata colta da vertigini
i$kiccia*rara pqo+| so+ ruodqo+m sg&| psg*rex| a$jqasg+| 30 per l'impeto del volo, non riuscõÁ piuÁ a tenere le corna del-
e$ce*meso sx & m jeqa*sxm sot& jqiot&, x ' m se*x| e$pei*kgpso, l'ariete, alle quali si era attaccata fino a quel momento, e
jai+ jase*perem ei$| so+ pe*kaco|. cadde in mare.
MGQEIDER. Ot$jot&m e$vqg&m sg+m lgse*qa sg+m Meue*- NEREÁIDI. Sicche sarebbe stato conveniente che la madre
kgm boghg&rai pipsot*rz. NefeÁle accorresse in suo aiuto mentre cadeva.
POREIDXM. $Evqg&m. a$kk$ g< Loi&qa sg&| Meue*kg| 35 POSEIDONE. Lo sarebbe stato; ma la Moira eÁ molto piuÁ
pokk{ & dtmasxse*qa. potente di NefeÁle.

LETTURE
318 ANTOLOGICHE
2. PanoÁpe e GaleÁne
(PAMOPGR JAI CAKGMGR)
Il dialogo si svolge tra due NereÁidi, PanoÁpe e GaleÁne. La prima, che eÁ stata invitata al
banchetto per le nozze di Peleo e Teti, narra che la Discordia, offesa per non essere stata
invitata, ha lanciato, nel bel mezzo del banchetto, un pomo d'oro, destinato alla piuÁ bella tra
le dee Pallade, Era ed Afrodite. Nato un contrasto fra le tre, Zeus le manda presso Paride, sul
monte Ida: saraÁ lui giudice del dissidio.

[1.] PAMOPG. Ei#de|, x # Cakg*mg, vhe+| oi'a e$poi*grem g< [1.] PANOÁPE. Hai visto, o GaleÁne, che cosa ha fatto ieri
>Eqi| paqa+ so+ dei&pmom e$m Hessaki*y, dio*si lg+ jai+ at$sg+ Eride durante il pranzo in Tessaglia, non essendo stata
e$jkg*hg ei$| so+ rtlpo*riom; anch'ella invitata al banchetto?
CAKGMG. Ot$ rtmeirsix*lgm t<li&m e>cxce. o< ca+q GALEÁNE. Io non ero a pranzo con voi; Poseidone, in-
Poreidx & m e$je*ketre* le, x # Pamo*pg, a$jt*lamsom e$m 5 fatti, mi aveva ordinato, o PanoÁpe, di controllare, nel
sorots{ utkasseim so pekaco|. Si* d$ ot#m e$poi*grem g<
* * + * frattempo, che il mare (fosse) calmo, che cosa dunque ha
>Eqi| lg+ paqot&ra; fatto Eride, se non era presente?
PAMOPG. <G He*si| le+m g>dg jai+ o< Pgket+| a$pekg- PANOÁPE. Teti e Peleo si erano ormai ritirati nella ca-
kt*heram e$| so+m ha*kalom t<po+ sg&| $Aluisqi*sg| jai+ sot& mera nuziale accompagnati da AnfitrõÁte e da Poseidone,
Poreidx & mo| paqapeluhe*mse|, g< >Eqi| de+ e$m sorot*s{ 10 frattanto, nascosta a tutti Рe pote (farlo) facilmente
kahot&ra pa*msa| Рe$dtmg*hg de+ q<ydi*x|, sx & m le+m pimo*m- perche alcuni bevevano, altri applaudivano, mentre pre-
sxm, e$mi*xm de+ jqosot*msxm g/ s{ & $Apo*kkxmi jihaqi*fomsi g/ stavano attenzione ad Apollo, che suonava la cetra, o alle
sai&| Lot*rai| y$dot*rai| pqorevo*msxm so+m mot&m Ð e$me*- Muse, che cantavano Ð, gettoÁ nella sala del banchetto una
bakem e$| so+ ntlpo*riom lg&ko*m si pa*cjakom, vqtrot&m bellissima mela, tutta d'oro, o GaleÁne, (sulla quale) era
o%kom, x # Cakg*mg. e$pece*cqapso de*. «g< jakg+ kabe*sx.» 15 stato scritto: «La prenda la (piuÁ) bella.» Rotolando, essa
Jtkimdot*lemom de+ sot&so x % rpeq e$nepi*sgde| g'jem e>mha arrivoÁ, come a bella posta, dove erano distese Era, Afrodite
%Gqa se jai+ $Auqodi*sg jai+ $Ahgma& jasejki*momso. [2.] e Atena. [2.] E dopo che Ermes la raccolse e lesse quello che
Ja$peidg+ o< <Eqlg&| a$meko*lemo| e$peke*naso sa+ cecqal- c'era scritto, noi NereÁidi tacemmo. Che cosa, infatti, bi-
le*ma, ai< le+m Mgqgi*de| g<lei&| a$perixpg*ralem. Si* ca+q e>dei sognava fare se erano presenti quelle? Esse erano in con-
poiei&m e$jei*mxm paqotrx & m; Ai< de+ a$msepoiot&mso e<ja*rsg 20 trasto tra loro (e) ciascuna di esse riteneva giusto che la
jai+ at<sg&| ei#mai so+ lg&kom g$ni*otm, jai+ ei$ lg* ce o< Fet+| mela fosse sua, e, se Zeus non le avesse separate, sarebbero
die*rsgrem at$sa*|, jai+ a>vqi veiqx & m a/m so+ pqa&cla venute perfino alle mani. Egli, tuttavia, benche esse lo ri-
pqot$vx*qgrem. $Akk$ e$jei&mo|. `At$so+| le+m ot$ jqimx & , ugri*, tenessero degno di giudicare, disse: «Intorno a questa
peqi+ sot*sot, Ð jai*soi e$jei&mai at$so+m dija*rai g$ni*otm Ð faccenda non giudicheroÁ io, andate sull'Ida presso il figlio
a>pise de+ e$| sg+m >Idgm paqa+ so+m Pqia*lot pai&da, o=| oi#de* 25 di Priamo, che sa distinguere il piuÁ bello dal meno bello,
se diacmx & mai so+ ja*kkiom uiko*jako| x > m, jai+ ot$j a/m perche eÁ amante della bellezza, e non potrebbe giudicare
e$jei&mo| jqi*mai jajx & |.@ male.»

1. Ei#de|: ind. aor. forte di o<qa*x. - vhe+| ... e$poi*grem: vo*msxm: gen. assoluto con valore temporale. - 15. e$pe-
interr. indiretta. - 2.-3. dio*si lg+ ... e$jkg*hg: prop. causale ce*cqapso: piucchep. medio-passivo di e$pi-cqa*ux. -
negativa; e$jkg*hg eÁ ind. aor. pass. di jake*x. - 5.- kabe*sx: imperat. aor. di kalba*mx. - 18. Ja$peidg*: crasi
6. a$jt*lamsom ... so+ pe*kaco|: prop. infinitiva retta da = jai+ e$peidg*. - a$meko*lemo|: part. aor. forte medio di a$m-
e$je*ketre. - 7. paqot&ra: part. pres. di pa*q-eili (ei$li*), aiqe*x, congiunto con valore temporale. - sa+ cecqal-
congiunto con valore condizionale. - 8. a$pekgkt*heram: le*ma: part. perf. medio-pass. di cqa*ux, con valore
piucchep. di a$p-e*qvolai. - 10. paqapeluhe*mse|: part. relativo-sostantivato. - 21. at<sg&|: gen. di possesso. - 21-
aor. pass. di paqa-pe*lpx, con valore attributivo-relativo. 23. ei$ lg* ce ... pqot$vx*qgrem: periodo ipotetico della
- 11. kahot&ra: part. aor. forte di kamha*mx, che regge irrealtaÁ; die*rsgrem eÁ ind. aor. debole transitivo di di-
l'acc. - e$dtmg*hg: ind. aor. pass., con significato attivo, di i*rsgli, pqot$vx*qgrem eÁ crasi = pqo-evx*qgrem. - 25. a>pi-
dt*malai. - sx & m ... pimo*msxm: gen. assoluto con valore se: imperat. pres. di a>p-eili (ei#li). - 26. diacmx & mai: inf.
causale, come il successivo e$mi*xm ... jqosot*msxm. - 12. s{ & aor. fortissimo di dia-cicmx*rjx. - x > m: part. congiunto con
... jihaqi*fomsi: part. con valore relativo, come il valore causale. - 26.-27. a/m ... jqi*mai: ottat. potenziale. -
successivo sai&| ... y$dot*rai|. - 13. (e$mi*xm) ... pqore- 29. a$pi*arim: ind. pres. di a>p-eili (ei#li), con valore di

A - LA SATIRA 319
CAKGMG. Si* ot#m ai< heai*, x # Pamo*pg; GALEÁNE. Che cosa, dunque, (faranno) le dee, o PanoÁpe?
* # $ * $ +
PAMOPG. Sgleqom, oilai, apiarim e| sgm >Idgm, jai * PANO Á PE. Oggi, credo, andranno sull'Ida e qualcuno
si| g%nei lesa+ lijqo+m a$pacce*kkxm g<li&m sg+m jqasot&ram. 30 arriveraÁ fra poco ad annunciarci la vincitrice.
CAKGMG. >Gdg roi* ugli, ot$j a>kkg jqasg*rei sg&| GALEÁNE. Io te lo dico giaÁ, non vinceraÁ nessun'altra se eÁ
$Auqodi*sg| a$cxmifole*mg|, g/m lg+ pa*mt o< diaisgsg+| in gara Afrodite, a meno che l'arbitro (non sia) molto
a$lbktx*ssz. miope.

futuro. - 30. g%nei: ind. fut. di g%jx. - lesa+ lijqo*m: sott. sostantivato. - 31-32. sg&| $Auqodi*sg| a$cxmifole*mg|:
vqo*mom. - a$pacce*kkxm: part. pres., congiunto con valore gen. assoluto con valore condizionale. - 32. g>m: equivale
finale. - sg+m jqasot&ram: part. con valore relativo- ad e$a*m.

3. MenelaÁo e ProÁteo
(LEMEKAOT JAI PQXSEXR)
Conversano tra loro MenelaÁo e ProÁteo, un dio del mare che abita non lontano dalla foce
del Nilo e guida al pascolo le foche e gli altri animali marini. Egli possiede il dono della
profezia, ma non vuole fornire informazioni sul futuro agli uomini che lo interrogano, per
cui, per sottrarsi ad essi, si trasforma in vari aspetti. MenelaÁo afferma di meravigliarsi non
tanto del fatto che ProÁteo diventi acqua, essendo un dio marino, o albero o leone, ma del
fatto che egli si trasformi in fuoco. ProÁteo gli risponde di essere come il polipo, il quale,
accostandosi allo scoglio, vi aderisce con i tentacoli e muta il suo colore imitando quello
dello scoglio.

[1.] LEMEKAOR. $Akka+ t%dxq le*m re ci*cmerhai, x # [1.] MENELAÁO. Che tu diventi acqua, ProÁteo, non eÁ
Pqxset&, ot$j a$pi*hamom, e$ma*kio*m ce o>msa, jai+ de*mdqom e>si incredibile, dato che sei una creatura marina, che diventi
uoqgso*m, jai+ ei$| ke*omsa de+ ei> px| a$kkacei*g|, o%lx| ot$de+ albero eÁ ancora ammissibile, e se in qualche modo ti tra-
sot&so e>nx pi*rsex|. ei$ de+ jai+ pt&q ci*cmerhai dtmaso+m e$m sformassi in leone, si potrebbe dare credito anche a questo;
sz& haka*rrz oi$jot&msa* re, sot&so pa*mt hatla*fx jai+ 5 ma che tu, abitando in mare, possa anche diventare fuoco,
a$pirsx &. di questo mi meraviglio davvero e sono incredulo.
PQXSETR. Lg+ hatla*rz|, x # Leme*kae. ci*cmolai ca*q. PROÁTEO. Non meravigliartene, MenelaÁo: lo divento,
LEMEKAOR. Eidom jai+ at$so*|. a$kka* loi dojei&| Ð
# infatti.
ei$qg*resai ca+q pqo+| re* Ð cogsei*am sima+ pqora*ceim s{ & MENELAÁO. L'ho visto anch'io; ma ti diroÁ, a me pare
pqa*clasi jai+ sot+| o$uhaklot+| e$napasa&m sx & m o<qx*msxm 10 che tu aggiunga al fatto una qualche magia e inganni gli
at$so+| ot$de+m soiot&so cicmo*lemo|. occhi degli spettatori senza diventare niente del genere.
Â2.Ã PQXSETR. Jai+ si*| a/m g< a$pa*sg e$pi+ sx & m ot%sx| [2.] PROÁTEO. E quale sarebbe l'inganno per fatti cosõÁ
e$maqcx & m ce*moiso; Ot$j a$me{cle*moi| soi&| o$uhakloi&| evidenti? Non hai visto con occhi ben aperti in quante cose
ei#de| ei$| o%ra lesepoi*gra e$latso*m; Ei$ de+ a$pirsei&| jai+ so+ mi sono mutato? Se non ci credi e il fatto ti sembra men-
pqa&cla* roi wetde+| ei#mai dojei&, jai+ uamsari*a si| pqo+ 15 dace e un fantasma che ti sta davanti agli occhi, avvicina a
sx & m o$uhaklx & m i<rsale*mg, e$peida+m pt&q ce*mxlai, pqo- me la mano, caro, quando divento fuoco; saprai, infatti, se
re*mecje* loi, x # cemmai&e, sg+m vei&qa. ei>rz ca*q, ei$ o<qx
& lai mi si vede soltanto cosõÁ o se in quel momento mi eÁ possibile
lo*mom g/ jai+ so+ jai*eim so*se loi pqo*rersim. anche bruciare.
LEMEKAOR. Ot$j a$ruakg+| g< pei&qa, x # Pqxset&. MENELAÁO. La prova non eÁ sicura, ProÁteo.
PQXSETR. Rt+ de* loi, x # Leme*kae, dojei&| ot$de+ 20 PROÁTEO. Mi sembra che tu, MenelaÁo, non abbia mai
pokt*poda e<xqaje*mai px*pose ot$de+ a= pa*rvei o< i$vht&| visto un polipo e non sappia che cosa capita a questo pesce.
ot'so| ei$de*mai. MENELAÁO. Ho sõÁ visto un polipo, ma quello che gli
LEMEKAOR. $Akka+ so+m le+m pokt*poda ei#dom, a= de+ capita vorrei apprenderlo volentieri da te.
parvei, g<de*x| a/m la*hoili paqa+ rot&.
* [3.] PROÁTEO. A qualsiasi scoglio, dopo essersi acco-
[3.] PQXSETR. <Opoi*y a/m pe*sqy pqorekhx+m a<qlo*rz 25 stato, adatti le articolazioni e, rimanendo attaccato, ade-
sa+| jost*ka| jai+ pqorut+| e>vgsai jasa+ sa+| pkejsa*ma|, risca con i tentacoli, si fa uguale ad esso e muta il suo
e$jei*mz o%loiom e$qca*fesai e<atso+m jai+ lesaba*kkei sg+m colore, imitando quello dello scoglio, allo scopo di na-

LETTURE
320 ANTOLOGICHE
vqo*am lilot*lemo| sg+m pe*sqam, x<| a/m ka*hoi sot+| a<kie*a| scondersi ai pescatori, poiche in virtuÁ di questa proprietaÁ
lg+ diakka*ssxm lgde+ e$pi*rglo| x
/ m dia+ sot&so, a$kk$ e$oijx+| non si distingue dallo scoglio e non risalta, ma eÁ simile ad
& ki*h{.
s{ 30 esso.
LEMEKAOR. Uari+ sat&sa. so+ de+ ro+m pokk{ & paqa- MENELAÁO. CosõÁ dicono; ma il tuo caso eÁ molto piuÁ
dono*seqom, x # Pqxset&. straordinario, ProÁteo.
PQXSETR. Ot$j oi#da, x # Leme*kae, { ' simi a/m a>kk{ PROÁTEO. Non so a chi altro potresti credere, MenelaÁo,
* < $ $
pirsetreia|, soi&| eatsot& ouhakloi&| apirsx & m. se non credi ai tuoi stessi occhi.
LEMEKAOR. Ei#dom. a$kka+ so+ pqa&cla seqa*rsiom, o< 35 MENELAÁO. Ho visto, sõÁ, ma il fatto eÁ prodigioso, che
at$so+| pt&q jai+ t%dxq. uno stesso individuo sia acqua e fuoco insieme.
b
Particolare di un vaso attico del V sec.
a.C., che rappresenta MenelaÁo che
ritrova Elena. Boston (USA), Museo delle
Belle Arti.

c TESTI A CONFRONTO b
ProÁteo descritto dalla ninfa Cirene
(Virgilio, Georgiche, IV, 387-410)
«Est in Carpathio Neptuni gurgõÆte vates «Vi eÁ nel gorgo Carpazio di Nettuno un vate, il ceruleo ProÁteo,
caeruleus Proteus, magnum qui piscibus aequor che attraversa la vasta distesa del mare su un carro aggiogato a
et iuncto bipedum curru metitur equorum. bipedi cavalli. Egli ora rivede i porti di Emazia e la natia
Hic nunc Emathiae portus patriamque revisit 390 Pallene; anche noi ninfe lo veneriamo e lo stesso vecchio
Pallenen; hunc et nymphae veneramur et ipse Nereo. L'indovino, infatti, conosce tutto, cioÁ che eÁ, cioÁ che fu,
grandaevus Nereus; novit namque omnia vates, cioÁ che saraÁ, perche cosõÁ sembroÁ giusto a Nettuno, i cui smi-
quae sint, quae fuerint, quae mox ventura trahantur; surati armenti e le repellenti foche egli (ProÁteo) conduce al
quippe ita Neptuno visum est, immania cuius pascolo sotto i gorghi. Tu devi catturarlo, o figlio, prima con
armenta et turpis pascit sub gurgõÆte phocas. 395 lacci, perche riveli tutto il motivo della malattia (delle api) e
Hic, tibi nate, prius vinclis capiendus, ut omnem renda propizio il successo. Egli, infatti, non daraÁ consigli
expediat morbi causam eventusque secundet. senza violenza, ne lo piegherai con preghiere; catturalo e usa
Nam sine vi non ulla dabit praecepta, neque illum con lui estrema violenza e catene; di fronte a cioÁ alla fine gli
orando flectes; vim duram et vincula capto inganni si dissolveranno vani. Io stessa, quando il Sole ac-
tende; doli circum haec demum frangentur inanes. 400 cenderaÁ gli ardori del meriggio, quando le erbe sono assetate e
Ipsa ego te, medios cum Sol accenderit aestus, l'ombra eÁ ormai piuÁ gradita al bestiame, (ti) condurroÁ nel-
cum sitiunt herbae et pecori iam gratior umbra est, l'appartata sede del vecchio, dove si ritira stanco dalle onde,
in secreta senis ducam, quo fessus ab undis perche tu lo aggredisca facilmente, mentre giace nel sonno.
se recõÆpit, facile ut somno adgrediare iacentem. Ma appena lo terrai stretto con le mani e le catene, allora vari
Verum ubi correptum manibus vinclisque tenebis, 405 aspetti e sembianze di fiere (ti) inganneranno. DiverraÁ im-
tum variae eludent species atque ora ferarum. provvisamente ispido cinghiale e tigre feroce e squamoso
Fiet enim subito sus horridus atraque tigris drago e leonessa dalla fulva criniera, o emetteraÁ un acre cre-
squamosusque draco et fulva cervice leaena, pitio di fiamma e cosõÁ sfuggiraÁ alle catene, o svaniraÁ dissol-
aut acrem flammae sonitum dabit atque ita vinclis vendosi in onde sottili [...]»
excidet aut in aquas tenuis dilapsus abibit [...]» 410

A - LA SATIRA 321
d
B LA STORIOGRAFIA
Senofonte
Plutarco
Tucidide
Polibio

Senofonte nacque ad Atene tra il 440 e il 430 a.C. e in gioventuÁ


SENOFONTE fu discepolo di Socrate. Quando nel 401 a.C. il tebano Prosseno
(440-430 a.C.-?) organizzoÁ, per conto di Ciro il Giovane, la spedizione in Persia,
cenni biografici e opere Senofonte fu il comandante dei diecimila mercenari greci che
rientrarono in patria dopo la battaglia di Cunassa. In seguito
Senofonte, seguendo il re spartano AgesilaÁo, prese parte alla
battaglia di Coronea contro i Tebani e gli Ateniesi (394 a.C.) e,
mandato in esilio dai suoi concittadini, ricevette come dono dagli
Spartani un fondo a Scillunte, nei pressi di Olimpia, dove visse
per alcuni anni. Ignoti sono la data e il luogo della sua morte.
Tra le opere di Senofonte si ricorda innanzitutto l'Anabasi,
in cui egli narra in sette libri gli avvenimenti relativi alla spedi-
zione in Persia di Ciro il Giovane, il quale, reclutato un esercito
di circa 13.000 mercenari greci, marcioÁ contro il fratello Arta-
serse II, re di Persia, con l'intento di privarlo del trono. L'e-
sercito, partito da Sardi, attraversoÁ la Siria e la Mesopotamia e,
giunto a Cunassa, nei pressi di Babilonia, fu sconfitto (401 a.C.).
Morto Ciro in battaglia e appreso il tradimento del satrapo
Tissaferne, i mercenari greci cercarono di ritornare in patria,
guidati da Senofonte, il quale aveva partecipato alla spedizione
senza alcun incarico ufficiale. Il viaggio di ritorno fu denso di
pericoli e di difficoltaÁ, ma alla fine i Greci riuscirono a rientrare
in Grecia.
Oltre all'Anabasi, tra le altre opere di Senofonte se ne ri-
cordano alcune di carattere storico (le Elleniche, in sette libri; la
Ciropedia, in otto libri; l'Agesilao e il Gerone), altre di carattere
m
Busto di Senofonte. Alessandria d'Egitto,
filosofico (l'Apologia di Socrate, i Memorabili di Socrate, in
Biblioteca. quattro libri; il Simposio). Nelle Elleniche, l'opera storica piuÁ
ampia di Senofonte, sono narrati gli avvenimenti storici dal-
l'autunno del 411 a.C. (dove arrivano le Storie di Tucidide) alla
battaglia di Mantinea del 362 a.C., in cui gli Spartani e gli Ateniesi furono vinti dai
Tebani. Gli avvenimenti piuÁ importanti sono quelli relativi all'ultima parte della guerra
del Peloponneso (combattuta tra Sparta e Atene), alla sconfitta di Atene e alla su-

LETTURE
322 ANTOLOGICHE
m
Itinerario della spedizione dei ``Diecimila'' (secondo il Boucher).

premazia spartana, alla tirannia dei Trenta in Atene e alla loro caduta, all'alleanza tra
Spartani e Ateniesi, alla riscossa tebana.
Nella Ciropedia (``Educazione di Ciro'') Senofonte racconta la biografia di Ciro il
Vecchio, fondatore dell'impero persiano nel VI sec. a.C.
L'Agesilao eÁ un'opera monografica, in cui eÁ contenuto l'elogio del re spartano.
Il Gerone eÁ un dialogo tra il tiranno Gerone di Siracusa e il poeta Simonide sulla
tirannide.
Nell'Apologia di Socrate, scritta probabilmente nei dieci anni successivi al processo
svolto contro il filosofo nel 339 a.C., viene riportata, come rifacimento di un racconto
di Ermogene (discepolo di Socrate e presente al processo), l'autodifesa che Socrate
pronuncioÁ davanti ai giudici.
Nei Memorabili di Socrate sono esposti alcuni dialoghi socratici ed episodi relativi
alla vita del filosofo.
Il Simposio eÁ un'opera in cui Senofonte vuole rendere omaggio alla memoria del
maestro, rievocando una festa immaginaria, tenuta nella casa di Callia, per celebrare la
vittoria di Autolico nelle gare Panatenee.
Si ricorda, infine, uno scritto minore di natura politica, la Costituzione degli
Spartani, in cui l'autore esamina la costituzione del legislatore Licurgo e loda gli antichi
costumi degli abitanti di Sparta.

B - LA STORIOGRAFIA 323
1. Socrate pronuncia la sua autodifesa
(Senofonte, Apologia di Socrate, 12-17, 19-21, 24-26)
Socrate si difende innanzitutto dall'accusa di introdurre nuove divinitaÁ, affermando di
sentire una voce divina che gli consiglia cosa bisogna fare. A Delfi lo stesso oracolo di Apollo
ha dichiarato Ð come dice Socrate Ð che il filosofo eÁ il piuÁ giusto e il piuÁ saggio degli
uomini. Egli, infatti, non eÁ schiavo dei desideri del corpo, non accetta doni, cerca conti-
nuamente il bene, riceve da molti gratitudine. Come potrebbe, dunque, corrompere i gio-
vani? In realtaÁ i giovani ascoltano piuÁ lui che i propri genitori, poiche sanno che Socrate eÁ
stimato nel bene piuÁ grande degli uomini, quello cioeÁ dell'educazione. Dopo la sentenza,
infine, il filosofo afferma di non stimare se stesso meno di quanto si stimasse prima della
condanna, dal momento che non si sente colpevole di nessuno dei delitti per i quali eÁ stato
perseguito: egli si meraviglia del fatto che sia stato condannato alla pena capitale ed eÁ sicuro
di aver reso un buon servizio a quelli che hanno conversato con lui.

[12.] «Jaima* ce lg+m dailo*mia px & | a/m e$cx+ ei$rue*- [12.] «E come, dunque, io potrei introdurre nuove divinitaÁ, se
qoili ke*cxm o%si heot& loi uxmg+ uai*mesai rglai*motra dico che una voce divina si fa sentire a me, per indicarmi cioÁ che
o% si vqg+ poiei&m; Jai+ ca+q oi< uho*ccoi| oi$xmx & m jai+ oi< devo fare? Coloro, infatti, che interpretano come presagi i gridi
ug*lai| a$mhqx*pxm vqx*lemoi uxmai&| dg*pot sejlai*- degli uccelli o le parole umane, formano Ð non eÁ vero? Ð le
qomsai. Bqomsa+| de+ a$luike*nei si| g/ lg+ uxmei&m g/ lg+ loro congetture a seguito di voci. Si contesteraÁ che il tuono sia
le*cirsom oi$xmirsg*qiom ei#mai; <G de+ Pthoi& e$m s{ & sqi*- una voce o un presagio di grandissima importanza? E la sa-
podi i<e*qeia ot$ jai+ at$sg+ uxmz& sa+ paqa+ sot& heot& cerdotessa che siede a Delfi sul tripode non trasmetta anch'ella
diacce*kkei; [13.] $Akka+ le*msoi jai+ so+ pqoeide*mai ce con la voce gli oracoli del dio (Apollo)? [13.] SõÁ, certo, che il dio
so+m heo+m so+ le*kkom jai+ so+ pqorglai*meim { ' bot*kesai, conosca l'avvenire e lo riveli a chi gli piace, tutti lo pensano e lo
jai+ sot&so, x% rpeq e$cx* ugli, ot%sx pa*mse| jai+ ke*cotri dicono cosõÁ come faccio io stesso. Ma mentre essi nominano chi
jai+ moli*fotrim. $Akk$ oi< le+m oi$xmot*| se jai+ ug*la| jai+ li avverte ``uccelli'', ``parole'', ``incontri fortuiti'', ``indovini'', io
rtlbo*kot| se jai+ la*msei| o$mola*fotri sot+| pqorg- lo chiamo un ``segno divino'' e ritengo, usando questo nome, di
lai*momsa| ei#mai, e$cx+ de+ sot&so dailo*miom jakx & jai+ esprimermi con maggiore veritaÁ e pietaÁ di coloro i quali at-
oi#lai ot%sx| o$mola*fxm jai+ a$kghe*rseqa jai+ o<rix*seqa tribuiscono agli uccelli il potere che appartiene agli deÁi. Ed ecco
ke*ceim sx & m soi&| o>qmirim a$masihe*msxm sg+m sx & m hex &m qui la prova che io non mento, recando ingiuria alla divinitaÁ: ho
dt*malim. %X| ce lg+m ot$ wet*dolai jasa+ sot& heot& jai+ rivelato a molti dei miei amici gli avvertimenti che avevo rice-
sot&s$ e>vx sejlg*qiom. jai+ ca+q sx & m ui*kxm pokkoi&| dg+ vuti da essa, senza essere stato mai convinto di menzogna a
e$naccei*ka| sa+ sot& heot& rtlbotket*lasa ot$depx*pose questo riguardo.» [14.] Sentendo queste parole, i giudici pro-
wetra*lemo| e$ua*mgm.» [14.] $Epei+ de+ sat&sa a$jot*om- ruppero in esclamazioni rumorose: alcuni non credevano alle
se| oi< dijarsai+ e$hoqt*botm, oi< le+m a$pirsot&mse| soi&| affermazioni di Socrate, altri erano gelosi del fatto che egli ot-
kecole*moi|, oi< de+ jai+ uhomot&mse|, ei$ jai+ paqa+ hex &m tenesse anche dagli deÁi favori maggiori di loro. Socrate allora
leifo*mxm g/ at$soi+ stcva*moi, pa*kim ei$pei&m so+m Rxjqa*- riprese: «Andiamo, ascoltate ancora un'altra cosa, perche chi
sgm. «>Ace dg+ a$jot*rase jai+ a>kka, %ima e>si la&kkom oi< tra voi lo desidera, creda ancora meno nel favore di cui mi
botko*lemoi t<lx & m a$pirsx& ri s{ & e$le+ sesilg&rhai t<po+ hanno onorato gli deÁi. Una volta che Cherefonte, a Delfi, in-
dailo*mxm. Vaiqeux & mso| ca*q pose e$peqxsx & mso| e$m terrogoÁ l'oracolo riguardo a me, in presenza di numerosi te-
Dekuoi&| peqi+ e$lot& pokkx & m paqo*msxm a$mei&kem o< stimoni, Apollo rispose che nessuno era piuÁ disinteressato ne piuÁ
$Apo*kkxm lgde*ma ei#mai a$mhqx*pxm e$lot& lg*se e$ket- giusto ne piuÁ saggio di me.» [15.] Dal momento che i giudici,
heqix*seqom lg*se dijaio*seqom lg*se rxuqome*rseqom.» sentite queste parole, proruppero, naturalmente, in esclama-
[15.] <X| d$ at# sat&s$ a$jot*ramse| oi< dijarsai+ e>si zioni ancora piuÁ numerose, Socrate continuoÁ: «Pertanto, o
la&kkom ei$jo*sx| e$hoqt*botm, at#hi| ei$pei&m so+m Rx- giudici, il dio, per voce dell'oracolo, si eÁ espresso sul conto di
jqa*sgm. «$Akka+ lei*fx le*m, x # a>mdqe|, ei#pem o< heo+| e$m Licurgo, il legislatore di Sparta, con parole piuÁ lusinghiere che
vqgrloi&| peqi+ Ktjot*qcot sot& Kajedailomi*oi| mo- sul conto mio. Si racconta, infatti, che gli disse, quando Licurgo
lohesg*ramso| g/ peqi+ e$lot&. Ke*cesai ca+q ei$| so+m mao+m entroÁ nel suo tempio: ``Io mi domando se debbo chiamarti un
ei$rio*msa pqoreipei&m at$so*m. ``Uqomsi*fx po*seqa heo*m dio o un uomo.'' Quanto a me, senza paragonarmi a un dio, egli
re ei>px g/ a>mhqxpom.'' $Ele+ de+ he{ & le+m ot$j ei>jarem, ha tuttavia giudicato che io sono di molto superiore al resto
a$mhqx*pxm de+ pokk{ & pqoe*jqimem t<peque*qeim. %Olx| degli uomini. Ma voi non fidatevi con leggerezza del dio in
de+ t<lei&| lgde+ sat&s$ ei$jz& pirset*rgse s{ & he{ & , a$kka+ queste cose, ma esaminate uno per uno gli elogi che egli ha

LETTURE
324 ANTOLOGICHE
jah$ e=m e%jarsom e$pirjopei&se x ' m ei#pem o< heo*|. pronunciato nei miei riguardi. [16.] Chi dunque, a vostra co-
* + + $ * '
[16.] Sima lem caq epirsarhe gssom e$lot& dotket*om- noscenza, eÁ meno schiavo di me dei desideri del corpo? Chi degli
sa sai&| sot& rx*laso| e$pihtli*ai|; Si*ma de+ a$mhqx*pxm uomini eÁ piuÁ disinteressato di me, che non accetto da nessuno neÂ
e$ketheqix*seqom, o=| paq$ ot$demo+| ot>se dx & qa ot>se doni ne ricompensa? Chi dunque voi stimereste a ragione piuÁ
lirho+m de*volai; Dijaio*seqom de+ si*ma a/m ei$jo*sx| mo- giusto di un uomo che si eÁ adattato cosõÁ bene a cioÁ che possiede che
li*raise sot& pqo+| sa+ paqo*msa rtmgqlorle*mot, x<| sx &m non ha nessun bisogno di aggiungervi beni altrui? Come ci si
a$kkosqi*xm lgdemo+| pqordei&rhai; Rouo+m de+ px & | ot$j potrebbe ragionevolmente rifiutare di chiamarmi un uomo sag-
a>m si| ei$jo*sx| a>mdqa ug*reiem ei#mai o=| e$n o%sotpeq gio, io che, dal momento in cui ho cominciato a comprendere
ntmie*mai sa+ keco*lema g$qna*lgm ot$px*pose die*keipom quello che si diceva, non ho mai cessato, secondo le mie possibi-
jai+ fgsx & m jai+ lamha*mxm o% si e$dtma*lgm a$caho*m; litaÁ, di cercare e di apprendere cioÁ che eÁ bene? [17.] Dell'efficacia
[17.] <X| de+ ot$ la*sgm e$po*motm ot$ dojei& t<li&m jai+ sa*de dei miei sforzi non vedete voi la prova in questo, e cioeÁ che molti
sejlg*qia ei#mai, so+ pokkot+| le+m poki*sa| sx & m a$qesg&| dei miei concittadini, fra quelli che vogliono raggiungere la virtuÁ,
e$uiele*mxm, pokkot+| de+ ne*mxm, e$j pa*msxm pqoaiqei&- e anche molti stranieri scelgono me, a preferenza di ogni altro, per
rhai e$loi+ ntmei&mai; $Ejei*mot de+ si* ug*rolem ai>siom essere miei discepoli? Come spiegare che tutti sanno che io non
ei#mai, sot& pa*msa| ei$de*mai o%si e$cx+ g%jirs$ a/m e>voili potrei assolutamente dare in cambio denaro e che tuttavia molti
vqg*lasa a$msidido*mai, o%lx| pokkot+| e$pihtlei&m e$loi* si desiderano farmi doni? E che nessuno mi chiede di essergli rico-
dxqei&rhai; So+ d$ e$le+ le+m lgd$ t<u$ e<mo+| a$paisei&rhai noscente dei suoi benefici, mentre molti confessano di dovermi
et$eqceri*a|, e$loi+ de+ pokkot+| o<lokocei&m va*qisa| o$uei*- gratitudine? [...] [19.] E me, che mi comporto cosõÁ, Meleto, tu
keim; Â...Ã [19.] $Akk$ o%lx| rt* le uz*|, x # Le*kgse, accusi di corrompere i giovani? Noi, tuttavia, sappiamo bene Ð
soiat&sa e$pisgdet*omsa sot+| me*ot| diauhei*qeim; Jai*soi non eÁ vero? Ð come sono i giovani corrotti. Dimmi dunque se
e$pirsa*leha le+m dg*pot si*me| ei$ri+ me*xm diauhoqai*. rt+ conosci un giovane che la mia influenza abbia reso da pio empio,
de+ ei$pe+ ei> sima oi#rha t<p$ e$lot& cecemgle*mom g/ e$n et$- da moderato violento, da temperante prodigo, da sobrio ubriaco,
rebot&| a$mo*riom g/ e$j rx*uqomo| t<bqirsg+m g/ e$n et$- da laborioso pigro, o infine schiavo di qualunque altro miserabile
diai*sot poktda*pamom g/ e$j lesqiopo*sot oi$moukt*a g/ piacere.» [20.] «Per Zeus Ð rispose Meleto Ð io so quelli che tu
e$j uikopo*mot lakajo+m g/ a>kkg| pomgqa&| g<domg&| g<s- hai persuaso ad ubbidire a te piuttosto che ai loro genitori.» «Te
sgle*mom.» [20.] «$Akka+ mai+ la+ Di*$, e>ug o< Le*kgso|, lo concedo Ð replicoÁ Socrate Ð, almeno se si tratta del-
e$jei*mot| oi#da ot=| rt+ pe*peija| roi+ pei*herhai la&kkom g/ l'educazione, perche essi sanno che io mi sono interessato alla
soi&| ceimale*moi|.» «<Olokocx & , ua*mai so+m Rxjqa*sgm, cosa. Ora, quando eÁ in questione la salute, gli uomini ascoltano i
peqi* ce paidei*a|. sot&so ca+q >irarim e$loi+ lelekgjo*|. medici piuttosto che i loro genitori. Nelle assemblee del popolo
Peqi+ de+ t<ciei*a| soi&| i$asqoi&| la&kkom oi< a>mhqxpoi tutti gli Ateniesi Ð non eÁ vero? Ð ascoltano gli oratori piuÁ sensati
pei*homsai g/ soi&| comet&ri. jai+ e$m sai&| e$jjkgri*ai| ce piuttosto che i loro congiunti. Non scegliete voi dunque, come
pa*mse| dg*pot oi< $Ahgmai&oi soi&| uqomilx*sasa ke*cotri strateghi, a preferenza dei vostri padri e dei vostri fratelli, e anche,
pei*homsai la&kkom g/ soi&| pqorg*jotrim. Ot$ ca+q dg+ jai+ per Zeus, a preferenza di voi stessi, quelli che voi ritenete abbiano
rsqasgcot+| ai<qei&rhe jai+ pqo+ pase*qxm jai+ pqo+ la migliore intelligenza delle cose della guerra?» «SõÁ, Socrate Ð
a$dekux & m, jai+ mai+ la+ Di*a ce t<lei&| pqo+ t<lx & m at$sx & m ot=| disse Meleto Ð, cioÁ eÁ a nostro vantaggio ed eÁ la consuetudine.»
a/m g<cg&rhe peqi+ sx & m pokelijx & m uqomilxsa*sot| ei#mai;» [21.] «Non ti sembra dunque Ð riprese Socrate Ð strano anche
«Ot%sx ca*q, ua*mai so+m Le*kgsom, x # Rx*jqase|, jai+ questo, e cioeÁ che coloro i quali dimostrano le piuÁ alte capacitaÁ
rtlueqei jai molifesai.» [21.] «Otjotm, ei$pei&m so+m
* + * > negli altri campi non sono soltanto considerati alla pari degli altri,
Rxjqa*sgm, hatlarso+m jai+ sot&so* roi dojei& ei#mai, so+ e$m ma sono anche piuÁ onorati di loro, mentre io, perche da alcuni
le+m sai&| a>kkai| pqa*neri lg+ lo*mom i$roloiqi*a| stcva*- sono stimato il piuÁ capace nel bene piuÁ grande degli uomini, vo-
meim sot+| jqasi*rsot|, a$kka+ jai+ pqosesilg&rhai, e$le+ de*, glio dire nell'educazione, incontro per questo motivo da parte tua
o%si peqi+ sot& leci*rsot a$cahot& a$mhqx*poi|, peqi+ pai- un'accusa capitale?» [...] [24.] Una volta pronunciata la sen-
dei*a|, be*ksirso| ei#mai t<po* simxm pqojqi*molai, sot*sot tenza, Socrate dichiaroÁ: «Ebbene, o giudici, quelli che hanno fatto
e%meja hama*sot t$po+ rot& dix*jerhai;» [...] [24.] <X| de+ la lezione ai testimoni, dicendo loro che bisognava, spergiurando,
se*ko| ei#vem g< di*jg, ei$pei&m at$so*m. «$Akk$, x # a>mdqe|, sot+| addurre contro di me false testimonianze, e quelli che si sono
le+m dida*rjomsa| sot+| la*qstqa| x<| vqg+ e$pioqjot&msa| lasciati subornare da loro devono necessariamente avere consa-
jasawetdolaqstqei&m e$lot& jai+ sot+| peihole*mot| pevolezza di aver commesso una grande empietaÁ e una grande
sot*soi| a$ma*cjg e$rsi+ pokkg+m e<atsoi&| rtmeide*mai a$re*- ingiustizia. Ma perche a me converrebbe stimarmi ora meno di
beiam jai+ a$diji*am. e$loi+ de+ si* pqorg*jei mt&m lei&om quanto mi stimavo prima della condanna, dal momento che non
uqomei&m g/ pqi+m jasajqihg&mai, lgde+m e$kecvhe*msi x<| sono stato convinto di nessuno dei delitti per i quali sono stato
pepoi*gja* si x ' m e$cqa*wamso* le; Ot$de+ ca+q e>cxce a$msi+ perseguito? Non sono stato mai visto, infatti, mentre trascuravo
Dio+| jai+ %Gqa| jai+ sx & m rt+m sot*soi| hex & m ot>se ht*xm Zeus, Era e gli deÁi che sono loro associati, ne sacrificare a divinitaÁ
siri+ jaimoi&| dai*lorim ot>se o$lmt+| ot>se o$mola*fxm nuove ne giurare per loro ne nominare altri deÁi. [25.] E i giovani,
a>kkot| heot+| a$mape*ugma. [25.] Sot*| ce lg+m me*ot| come potrei corromperli abituandoli ad una vita di resistenza e di

B - LA STORIOGRAFIA 325
px & | a/m diauhei*qoili jaqseqi*am jai+ et$se*keiam pqo- frugalitaÁ? Quanto ai delitti che si puniscono con la morte, e cioeÁ
rehi*fxm; $Eu$ oi'| ce lg+m e>qcoi| jei&sai ha*maso| g< fgli*a, saccheggio di oggetti sacri, ruberie con effrazione, asservimento
i<eqortki*y, soivxqtvi*y, a$mdqapodi*rei, po*kex| pqo- di uomini liberi, tradimento verso la cittaÁ, gli stessi miei avversari
dori*y, ot$d$ at$soi+ oi< a$msi*dijoi sot*sxm pqa&nai* si jas$ non me ne imputano nessuno. PercioÁ mi domando con stupore
e$lot& uarim. %Xrse hatlarso+m e>loice dojei& ei#mai o%px| come eÁ potuto sembrarvi che io agissi in maniera da meritare la
pose+ e$ua*mg t<li&m sot& hama*sot e>qcom a>niom e$loi+ ei$q- morte. [26.] Ma certo, neppure perche io muoio ingiustamente,
carle*mom. [26.] $Akk$ ot$de+ le*msoi o%si a$di*jx| a$po- debbo percioÁ essere meno fiero; la vergogna, infatti, non eÁ per me,
hmz*rjx, dia+ sot&so lei&om uqomgse*om. ot$ ca+q e$loi+ a$kka+ ma per coloro che mi hanno condannato. Io ho per di piuÁ una
soi&| jasacmot&ri sot&so ai$rvqo*m e$rsim. Paqalthei&sai consolazione, eÁ il ricordo di Palamede, della sua morte quasi
d$ e>si le jai+ Pakalg*dg| o< paqapkgri*x| e$loi+ seket- simile alla mia. Tuttavia, egli fornisce ancora il tema di canti
sg*ra|. >Esi ca+q jai+ mt&m pokt+ jakki*ot| t%lmot| paqe*- molto piuÁ belli di quanto non faccia OdõÁsseo, autore ingiusto
vesai $Odtrre*x| sot& a$di*jx| a$pojsei*mamso| at$so*m. della sua morte. Anche per me, io lo so, sia l'avvenire che il
oi#d$ o%si jai+ e$loi+ laqstqg*resai t<po* se sot& e$pio*mso| jai+ passato porteranno testimonianza che non ho mai fatto torto a
t<po+ sot& paqekgktho*so| vqo*mot o%si g$di*jgra le+m ot$- nessuno, ne pervertito chicchessia, ma che, al contrario, ho reso
de*ma px*pose ot$de+ pomgqo*seqom e$poi*gra, et$gqce*sotm servizio a quelli che conversavano con me, insegnando loro
de+ sot+| e$loi+ diakecole*mot| pqoi&ja dida*rjxm o%si gratuitamente tutto il bene che potevo.»
e$dtma*lgm a$caho*m.»

c
Testa di Socrate.
Parigi, Museo del
Louvre.

c TESTI A CONFRONTO b
L'autodifesa di Socrate secondo Platone
(Apologia di Socrate, 33a-34b)

`Â...Ã $Akk' e$cx+ dia+ pamso+| sot& bi*ot dglori*y se, ei> pot* si «[...] Ma io, durante tutta la mia vita, cosõÁ in pubblico, se mai
e>pqana, soiot&so| uamot&lai, jai+ i$di*y o< at$so+| ot'so|, ot$demi+ qualcosa vi ho fatto, appariroÁ tale, e tale anche in privato: uno
px*pose ntcvxqg*ra| ot$de+m paqa+ so+ di*jaiom ot>se a>kk{ che non ha mai concesso niente a nessuno contro il giusto, ne ad
ot>se sot*sxm ot$demi*, ot=| oi< diaba*kkomse| e$le* uarim e$lot+| altri ne ad alcuno di questi che i miei calunniatori chiamano miei
lahgsa+| ei#mai. $Ecx+ de+ dida*rjako| le+m ot$demo+| px*pos' discepoli. Io non sono stato mai maestro di nessuno; e se qual-
e$cemo*lgm. ei$ de* si*| lot ke*comso| jai+ sa+ e$latsot& pqa*s- cuno desidera udirmi, allorche parlo e attendo ai fatti miei,
somso| e$pihtlei& a$jot*eim, ei>se mex*seqo| ei>se pqerbt*seqo|, giovane o vecchio che sia, io non l'ho mai conteso a nessuno; neÂ
ot$demi+ px*pose e$uho*mgra, ot$de+ vqg*lasa le+m kalba*mxm per danaro discorro, e senza, no; ma mi presto egualmente al
diake*colai, lg+ kalba*mxm de+ ot>, a$kk' o<loi*x| jai+ pkotri*{ ricco e al povero perche m'interroghi, e risponda, se preferisce

LETTURE
326 ANTOLOGICHE
jai+ pe*mgsi paqe*vx e$latso+m e$qxsa&m, jai+ e$a*m si| bot*kgsai udire cioÁ che dico io. E ove di questi qualcuno diventi buono o
a$pojqimo*lemo| a$jot*eim x > m a/m ke*cx. Jai+ sot*sxm e$cx+ ei>se no, non eÁ giusto che se ne addossi la causa a me, perche io a
si| vqgrso+| ci*cmesai ei>se lg*, ot$j a/m dijai*x| sg+m ai$si*am nessun di loro ho mai promesso d'insegnare ne ho mai insegnato
t<pe*voili, x ' m lg*se t<pervo*lgm lgdemi+ lgde+m px*pose la*- nulla. E se c'eÁ chi afferma di avere appreso o udito da me in
hgla lg*se e$di*dana. ei$ de* si*| ugri paq' e$lot& px*pose* si privato qualcosa che non tutti gli altri anche, sappiate bene che
lahei&m g/ a$jot&rai i$di*y o% si lg+ jai+ oi< a>kkoi pa*mse|, et# >irse non dice il vero [...] Giacche certo, se io dei giovani taluni li
o%si ot$j a$kghg& ke*cei Â...Ã Ei$ ca+q dg+ e>cxce sx & m me*xm sot+| le+m corrompo e altri ne ho corrotti, bisognava pure che, se alcuni di
diauhei*qx, sot+| de+ die*uhaqja, vqg&m dg*pot, ei>se sime+| essi, divenuti vecchi, avessero compreso che, mentre erano
at$sx & m pqerbt*seqoi cemo*lemoi e>cmxram o%si me*oi| ot#rim giovani, io avevo consigliato loro qualcosa di malefico, ora
at$soi&| e$cx+ jajo+m px*pose* si ntmebot*ketra, mtmi+ at$sot+| venissero quassuÁ di persona ad accusarmi e vendicarsi; e se non
a$mabai*momsa| e$lot& jasgcoqei&m jai+ silxqei&rhai. ei$ de+ lg+ volevano essi, alcuni dei loro parenti, padri, fratelli e altri con-
at$soi+ g>hekom, sx & m oi$jei*xm sima+| sx & m e$jei*mxm, pase*qa| jai+ giunti, posto che davvero a taluni dei loro avessi fatto del male,
a$dekuot+| jai+ a>kkot| sot+| pqorg*jomsa|, ei>peq t<p' e$lot& si bisognava che ora se ne ricordassero e si vendicassero. E sõÁ che
jajo+m e$pepo*mheram at$sx & m oi< oi$jei&oi, mt&m lelmg&rhai jai+ ve ne sono molti qui presenti che io vedo [...] Ma, cittadini,
silxqei&rhai. Pa*msx| de+ pa*qeirim at$sx & m pokkoi+ e$msathoi&, troverete proprio il contrario: tutti pronti a venire in soccorso a
ot=| e$cx+ o<qx& Â...Ã $Akka+ sot*sot pa&m sot$mamsi*om et<qg*rese, x # me, al corruttore, a colui che ha fatto male ai loro congiunti,
>amdqe|, pa*msa| e$loi+ boghei&m e<soi*lot| s{ & diauhei*qomsi, s{ & come affermano Meleto ed Anito. E forse che i corrotti stessi mi
jaja+ e$qcafole*m{ sot+| oi$jei*ot| at$sx & m, x% | uari Le*kgso| vengano in soccorso, puoÁ esserci una ragione; ma i non corrotti,
jai+ >Amtso|. At$soi+ le+m ca+q oi< dieuhaqle*moi sa*v' a/m ko*- uomini giaÁ anziani e parenti di quelli, che altra ragione po-
com e>voiem boghot&mse|. oi< de+ a$dia*uhaqsoi, pqerbt*seqoi trebbero avere per venirmi in aiuto, se non quella retta e giusta:
g>dg a>mdqe|, oi< sot*sxm pqorg*jomse|, si*ma a>kkom e>votri la coscienza, cioeÁ, che Meleto dice il falso ed io dico la ve-
ko*com boghot&mse| e$loi+ a$kk' g/ so+m o$qho*m se jai+ di*jaiom, ritaÁ? [...]»
o%si ntmi*rari Lekg*s{ le+m wetdole*m{, e$loi+ de+ a$kghet*om-
si; Â...Ã@

c
Jacques-Louis
David, La
morte di
Socrate. New
York,
Metropolitan
Museum of
Art.

B - LA STORIOGRAFIA 327
2. Il discorso di Ciro morente ai figli e agli amici
(Senofonte, Ciropedia, VIII, 7, 6-9; 17; 19-21; 23; 25-28)
Ciro il Vecchio, sentendo la morte vicina, rivolge ai figli e agli amici le sue ultime parole:
li esorta a trattarlo, dopo la morte, come un uomo felice in quanto, in ogni momento della
vita, egli ritiene di aver raggiunto gli obiettivi prefissati e realizzato i suoi desideri. Ha visto
gli amici felici per opera sua e i nemici ridotti in schiavituÁ, tuttavia, timoroso dell'avvenire,
non eÁ stato mai superbo. Egli mette in evidenza di amare i due figli allo stesso modo, tuttavia
egli dichiara suo successore il primogenito, che eÁ piuÁ anziano ed ha maggiore esperienza.
Dopo aver esortato i figli ad onorarsi l'un l'altro, comincia a parlare dell'anima, affermando
che essa, una volta che si sia separata dal corpo, allora trova la luce perfetta, anche se non eÁ
mai visibile, incontra il divino, si libera di ogni legame. Consiglia ai figlioli di rispettare gli
deÁi e la totalitaÁ del genere umano, e di essere giusti. Dichiara poi di desiderare che il suo
corpo non sia posto ne nell'oro ne nell'argento, ma che esso sia restituito alla terra, che
produce e nutre tutto cioÁ che eÁ bello e buono. Esorta, infine, ad avvicinarsi a lui tutti coloro
che lo vogliono, per toccargli la mano destra o per fissare per l'ultima volta gli occhi sul suo
viso.

[6.] «Pai&de| e$loi+ jai+ pa*mse| oi< paqo*mse| ui*koi, e$loi+ [6.] «Figli miei, e voi tutti amici miei qui presenti, mi eÁ vicina
le+m sot& bi*ot se*ko| g>dg pa*qersim. e$j pokkx & m sot&so ormai la fine della vita; molti indizi me ne danno la certezza;
raux & | cicmx*rjx. t<la&| de+ vqg*, o%sam seketsg*rx, x<| quando saroÁ morto, bisogneraÁ che voi, in parole e in azioni, mi
peqi+ et$dai*lomo| e$lot& jai+ ke*ceim poiei&m pa*msa. $Ecx+ trattiate sempre come un uomo felice. Infatti, quando ero fan-
ca+q pai&| se x / m sa+ e$m pairi+ molifo*lema jaka+ dojx & ciullo, credo di aver raccolto il frutto di cioÁ che da fanciulli si
jejaqpx & rhai, e$pei* se g%bgra, sa+ e$m meami*rjoi|, se*keio*| ritiene bello; dopo che divenni giovane, quello che ci si puoÁ at-
se a$mg+q cemo*lemo| sa+ e$m a$mdqa*ri. rt+m s{ & vqo*m{ se tendere dall'adolescenza; quando fui uomo maturo, quello del-
pqoi]o*msi a$ei+ rtmatnamole*mgm e$picicmx*rjeim e$do*jotm l'etaÁ matura. Con il procedere del tempo, mi sembrava di osser-
jai+ sg+m e$lg+m dt*malim, x % rse jai+ sot$lo+m cg&qa| vare che anche la mia forza si accrescesse di giorno in giorno,
ot$depx*pose z$rho*lgm sg&| e$lg&| meo*sgso| a$rheme*rseqom sicche mai mi sono accorto che anche la mia vecchiaia diventava
cicmo*lemom, jai+ ot>s$ e$piveiqg*ra| ot>s$ e$pihtlg*ra| oi#da piuÁ debole della mia giovinezza, e non so in quale delle mie im-
o%sot g$st*vgra. [7.] Jai+ sot+| le+m ui*kot| e$pei&dom di$ prese o delle mie aspirazioni io non sia riuscito, o avendola in-
e$lot& et$dai*loma| cemole*mot|, sot+| de+ pokeli*ot| t<p$ trapresa o avendola desiderata. [7.] E i miei amici giunsi a vederli
e$lot& dotkxhe*msa|. jai+ sg+m pasqi*da pqo*rhem i$dix- felici per opera mia, i miei nemici ridotti da me in schiavituÁ; e la
set*otram e$m sz& $Ari*y mt&m pqosesilgle*mgm jasakei*px. patria, precedentemente all'ultimo rango nell'Asia, la lascio ora
x' m s$ e$jsgra*lgm ot$de+m o% si ot$ dierxra*lgm. Jai+ so+m le+m al sommo della gloria; delle mie conquiste non ce n'eÁ nessuna che
paqekho*msa vqo*mom e>pqassom ot%sx| x % rpeq gt$vo*lgm. io non abbia realmente conservata. E mentre nel tempo passato
uo*bo| de* loi rtlpaqolaqsx & m lg* si e$m s{& e$pio*msi riuscivo nelle mie imprese cosõÁ come desideravo, pure il terrore
vqo*m{ g/ >idoili g/ a$jot*raili g/ pa*hoili vakepo*m, ot$j ei>a che mi accompagnava o di vedere o di sentire o di subire qualche
seke*x| le le*ca uqomei&m ot$d$ et$uqai*merhai e$jpepsa- disavventura non consentiva affatto che io insuperbissi ne mi
le*mx|. [8.] Mt&m d$ g/m seketsg*rx, jasakei*px le+m t<la&|, rallegrassi con piena espansione dell'animo. [8.] Ora, se io
x# pai&de|, fx & msa| ot%rpeq e>dora*m loi oi< heoi+ ceme*rhai. muoio, lascio in piena vita voi, figli, che gli deÁi mi hanno dato,
jasakei*px de+ pasqi*da jai+ ui*kot| et$dailomot&msa|. lascio in piena felicitaÁ patria e amici; [9.] percioÁ, come non potrei
[9.] x % rse px& | ot$j a/m e$cx+ dijai*x| lajaqifo*lemo| so+m io a giusta ragione essere giudicato felice e ottenere l'immortalitaÁ
a$ei+ vqo*mom lmg*lg| stcva*moili; Dei& de+ jai+ sg+m bari- del ricordo? Ma bisogna anche che vi lasci ormai il regno, ma-
kei*am le g>dg raugmi*ramsa jasakipei&m, x<| a/m lg+ a$l- nifestando la mia intenzione riguardo ad esso, perche la sua
ui*koco| cemole*mg pqa*clasa t<li&m paqa*rvz. $Ecx+ ot#m contestazione non possa crearvi dei problemi. Ora, io certamente
uikx & le+m a$luose*qot| t<la&| o<loi*x|, x # pai&de|. so+ de+ vi amo tutti e due ugualmente, figli miei, ma la prioritaÁ nel
< $
pqobotket*eim jai+ so+ gcei&rhai eu$ o% si a/m jaiqo+| dojz& Consiglio e la direzione nei casi in cui l'opportunitaÁ sembri vo-
ei#mai, sot&so pqorsa*ssx s{ & pqose*q{ cemole*m{ jai+ lerlo, questo io l'affido al primogenito, il quale, com'eÁ naturale,
pkeio*mxm jasa+ so+ ei$jo+| e$lpei*q{ Â...Ã [17.] $Akka+ pqo+| possiede una maggiore esperienza [...] [17.] Su, dunque, figli
hex & m pasq{*xm, x # pai&de|, sila&se a$kkg*kot|, ei> si jai+ miei, in nome degli deÁi ancestrali, onoratevi l'un l'altro, se in
sot& e$loi+ vaqi*ferhai le*kei t<li&m. ot$ ca+q dg*pot sot&so* ce qualche modo sta a voi a cuore di farmi ancora cosa gradita; voi
raux & | dojei&se ei$de*mai x<| ot$de+m e>si e$cx+ e>rolai, senza dubbio non potete credere di sapere chiaramente questo,

LETTURE
328 ANTOLOGICHE
e$peida+m sot& a$mhqxpi*mot bi*ot seketsg*rx. ot$de+ ca+q che cioeÁ io non saroÁ piuÁ nulla, una volta che avroÁ terminato la mia
mt&m soi sg*m c$ e$lg+m wtvg+m e<xqa&se, a$kk$ oi'| diepqa*sseso, vita umana; neppure finora vedevate la mia anima, ma scoprivate
sot*soi| at$sg+m x<| ot#ram jaseuxqa&se Â...Ã [19.] Ot>soi che essa esisteva da quelle azioni che essa andava compiendo [...]
e>cxce, x # pai&de|, ot$de+ sot&so px*pose e$pei*rhgm x<| g< [19.] Per conto mio, figli miei, non ho mai avuto neppure questa
wtvg+ e%x| le+m a/m e$m hmgs{ & rx*lasi z#, fz&, o%sam de+ sot*sot convinzione, che l'anima, finche sia in un corpo mortale, viva,
a$pakkacz&, se*hmgjem. o<qx & ca+q o%si jai+ sa+ hmgsa+ rx*- mentre, quando si sia allontanata da esso, sia morta, perche io
lasa o%rom a/m e$m at$soi&| vqo*mom z# g< wtvg*, fx & msa pa- constato che l'anima, per tutto il tempo in cui eÁ in essi, daÁ ai corpi
qe*vesai. [20.] Ot$de* ce o%px| a>uqxm e>rsai g< wtvg*, mortali la vita. [20.] E neppure di questo sono stato mai con-
e$peida+m sot& a>uqomo| rx*laso| di*va ce*mgsai, ot$de+ vinto, che l'anima saraÁ priva di luce, una volta che si separi dalle
sot&so pe*peirlai. a$kk$ o%sam a>jqaso| jai+ jahaqo+| o< tenebre di un corpo; al contrario, quando lo spirito si liberi nella
mot&| e$jjqihz&, so*se jai+ uqomilx*sasom ei$jo+| at$so+m sua purezza, senza mescolanza, allora esso trova, naturalmente,
ei#mai. Diaktole*mot de+ a$mhqx*pot dg&ka* e$rsim e%jarsa la luce perfetta. E quando l'uomo si dissolve, si vede ciascun
a$pio*msa pqo+| so+ o<lo*utkom pkg+m sg&| wtvg&|. at%sg de+ elemento ritornare alla comune origine, ad eccezione dell'anima:
lo*mg ot>se paqot&ra ot>se a$piot&ra o<qa&sai. [21.] $Em- essa sola non eÁ visibile, ne quando eÁ presente ne quando se ne va.
mog*rase d$, e>ug, o%si e$cct*seqom le+m sx & m a$mhqxpi*mxm [21.] Considerate ancora Ð disse Ciro Ð che nessuna delle cose
hama*s{ ot$de*m e$rsim t%pmot. g< de+ sot& a$mhqx*pot wtvg+ umane si avvicina piuÁ della morte al sonno: allora l'anima del-
so*se dg*pot heiosa*sg jasauai*mesai jai+ so*se si sx &m l'uomo si mostra a contatto con il divino, allora ha come un
lekko*msxm pqooqy&. so*se ca*q, x<| e>oije, la*kirsa e$ket- presentimento dell'avvenire, allora, infatti, come sembra, si li-
heqot&sai Â...Ã [23.] Lesa+ le*msoi heot+| jai+ a$mhqx*pxm bera soprattutto (dai legami del corpo) [...] [23.] Tuttavia, dopo
so+ pa&m ce*mo| so+ a$ei+ e$picicmo*lemom ai$dei&rhe. ot$ ca+q e$m gli deÁi, rispettate anche la totalitaÁ del genere umano che si succede
rjo*s{ t<la&| oi< heoi+ a$pojqt*psomsai, a$kk$ e$luamg& pa&rim di mano in mano, perche gli deÁi non vi tengono nascosti nella
a$ma*cjg a$ei+ fg&m sa+ t<le*seqa e>qca. a= g/m le+m jahaqa+ jai+ tenebra, ma eÁ necessario che le vostre azioni vivano sempre ma-
e>nx sx & m a$di*jxm uai*mgsai, dtmasot+| t<la&| e$m pa&rim nifeste a tutti; e se queste saranno visibilmente pure ed esenti da
a$mhqx*poi| a$madei*nei. ei$ de+ ei$| a$kkg*kot| a>dijo*m si ingiustizie, mostreranno voi potenti davanti a tutti gli uomini;
uqomg*rese, e$j pa*msxm a$mhqx*pxm so+ a$nio*pirsoi ei#mai ma, se concepirete qualche iniquitaÁ l'uno verso l'altro, perderete
a$pobakei&se. ot$dei+| ca+q a/m e>si pirset&rai dt*maiso t<li&m, tutto il vostro credito presso il mondo intero, perche nessuno,
ot$d$ ei$ pa*mt pqohtloi&so, i$dx+m a$dijot*lemom so+m la*ki- neppure se fosse molto ben disposto, potrebbe avere piuÁ fiducia in
rsa uiki*y pqorg*jomsa Â...Ã [25.] Jai+ sot*sxm le+m >irx| voi, se vedesse vittima di una iniquitaÁ chi eÁ soprattutto legato da
g>dg a>ki|. So+ d$ e$lo+m rx # pai&de|, o%sam seketsg*rx,
& la, x amicizia [...] [25.] E di cioÁ ormai vi eÁ abbastanza certezza. Il mio
lg*se e$m vqtr{ & hg&se lg*se e$m a$qct*q{ lgde+ e$m a>kk{ corpo, figli miei, quando saroÁ morto, non ponetelo ne nell'oro neÂ
c
Particolare di un rilievo del VI sec.
a.C., che rappresenta una sfilata
di dignitari persiani. Persepoli,
Palazzo Reale.

B - LA STORIOGRAFIA 329
lgdemi*, a$kka+ sz& cz& x<| sa*virsa a$po*dose. si* ca+q sot*sot nell'argento ne in nient'altro, ma affrettatevi a restituirlo alla
lajaqix*seqom sot& cz& leivhg&mai, g= pa*msa le+m sa+ jaka*, terra; che cosa c'eÁ, infatti, di piuÁ felice di questo, dell'essere, cioeÁ,
pa*msa de+ sa$caha+ ut*ei se jai+ sqe*uei; $Ecx+ de+ jai+ a>kkx| mescolato alla terra, che produce e nutre tutto cioÁ che eÁ bello e
uika*mhqxpo| e$cemo*lgm jai+ mt&m g<de*x| a>m loi dojx & tutto cioÁ che eÁ buono? Io fui, per di piuÁ, amico degli uomini, e ora
joimxmg&rai sot& et$eqcesot&mso| a$mhqx*pot|. [26.] $Ak- mi sembra che avrei piacere di incorporarmi nell'elemento be-
ka+ ca+q g>dg, e>ug, e$jkei*peim loi uai*mesai g< wtvg+ o%hem- nefattore di essi. [26.] Ma ecco che ormai Ð disse Ciro Ð mi
peq, x<| e>oijem, pa&rim a>qvesai a$pokei*potra. Ei> si| ot#m sembra che l'anima si allontani da quelle parti da cui per tutti, a
t<lx& m g/ denia&| bot*kesai sg&| e$lg&| a%warhai g/ o>lla quanto sembra, comincia ad allontanarsi. PercioÁ, se qualcuno di
sot$lo+m fx & mso| e>si pqoridei&m e$he*kei, pqori*sx. o%sam d$ voi vuole toccarmi la mano destra oppure intende fissare gli occhi
e$cx+ e$cjakt*wxlai, ai$sot&lai t<la&|, x # pai&de|, lgdei+| e>s$ sul mio viso, mentre sono ancora in vita, si avvicini; ma quando io
a$mhqx*pxm sot$lo+m rx & la i$de*sx, lgd$ at$soi+ t<lei&|. [27.] mi saroÁ coperto il volto, vi prego, figli miei, nessuno al mondo
Pe*qra| le*msoi pa*msa| jai+ sot+| rtlla*vot| e$pi+ so+ guardi piuÁ la mia spoglia mortale, neppure voi. [27.] Invitate,
lmg&la sot$lo+m paqajakei&se rtmgrhgrole*mot| e$loi+ o%si peroÁ, tutti i Persiani e gli alleati a venire alla mia tomba, affincheÂ
e$m s{ & a$ruakei& g>dg e>rolai, x<| lgde+m a/m e>si jajo+m partecipino della mia gioia di essere ormai al sicuro, in modo da
pahei&m, lg*se g/m lesa+ sot& hei*ot ce*mxlai lg*se g/m lgde+m non poter piuÁ soffrire nessun male, ne se io mi troveroÁ insieme con
e>si x# . o<po*roi d$ a/m e>khxrim, sot*sot| et# poig*ramse| la divinitaÁ, ne se io non saroÁ piuÁ niente; non rimandate mai in-
<opo*ra e$p$ a$mdqi+ et$dai*lomi moli*fesai a$pope*lpese. dietro quelli che verranno, senza averli colmati di tutte le cortesie
[28.] Jai+ sot&so, e>ug, le*lmgrhe* lot seketsai&om, sot+| abituali in memoria di un uomo felice. [28.] Di me Ð disse Ð
ui*kot| et$eqcesot&mse| jai+ sot+| e$vhqot+| dtmg*rerhe ricordate questa parola suprema: se fate del bene ai vostri amici,
joka*feim. Jai+ vai*qese, x # ui*koi pai&de|, jai+ sz& lgsqi+ sarete in condizione anche di punire i vostri nemici. Addio, miei
a$pacce*kkese x<| paq$ e$lot&. jai+ pa*mse| de+ oi< paqo*mse| cari figli, andate a dire addio da parte mia a vostra madre; addio
jai+ oi< a$po*mse| ui*koi vai*qese.» Sat&s$ ei$px+m jai+ pa*msa| anche a voi, amici miei tutti presenti e assenti.» Dette queste
denixra*lemo| rtmejakt*waso jai+ ot%sx| e$seket*sgrem. parole e tesa a tutti una mano amica, si coprõÁ il capo e cosõÁ morõÁ.

3. La battaglia tra Ateniesi e Spartani alle ArginuÁse


(Senofonte, Elleniche, I, 6, 26-31; 33-35)
In questo brano si narra la battaglia delle ArginuÁse (406 a.C.), il maggior combatti-
mento navale della guerra del Peloponneso, nel quale si fronteggiarono ingenti forze sia
spartane che ateniesi. CallicraÁtida, il comandante della flotta spartana, avendo visto i fuochi
degli Ateniesi, prese il largo e si diresse verso le ArginuÁse. Le navi ateniesi mossero contro di
lui con l'ala sinistra: le navi spartane erano tutte disposte su una sola linea. La battaglia duroÁ
a lungo. Quando CallicraÁtida, caduto in mare, fu scomparso, i Peloponnesiaci si diedero alla
fuga, mentre gli Ateniesi tornarono alle ArginuÁse. Gli strateghi di Atene, allora, decisero che
una parte della loro flotta andasse ad attaccare le navi spartane ancorate davanti a Mitilene,
ma la flotta ateniese fu fermata da una tempesta.

[26.] <O de+ Jakkijqasi*da| a$jot*xm sg+m bog*heiam g>dg [26.] CallicraÁtida, quando apprese che la flotta di soccorso
e$m Ra*l{ ot#ram, at$sot& le+m jase*kipe pemsg*jomsa mat&| era giaÁ a Samo, lascioÁ sul posto (cioeÁ a Mitilene) cinquanta navi
jai+ a>qvomsa $Eseo*mijom, sai&| de+ ei>jori jai+ e<jaso+m al comando di Eteonico e con le centoventi, che gli rimanevano,
a$mavhei+| e$deipmopoiei&so sg&| Ke*rbot e$pi+ sz& Lake*y prese il largo e arrivoÁ per il pasto della sera al capo Malea,
a>jqy. [27.] sz& d$ at$sz& g<le*qy e>stvom jai+ oi< $Ahgmai&oi nell'isola di Lesbo. [27.] Lo stesso giorno gli Ateniesi si trova-
deipmopoiot*lemoi e$m sai&| $Aqcimot*rai|. at'sai d$ ei$ri+m rono per il pranzo alle isole ArginuÁse, che sono di fronte a Mi-
a$msi*om sg&| Ltsikg*mg|. [28.] Sg&| de+ mtjso+| i$dx+m sa+ tilene. [28.] Avendo visto di notte i loro fuochi e avendogli ri-
ptqa*, jai* simxm at$s{ & e$nacceika*msxm o%si oi< $Ahgmai&oi ferito che erano gli Ateniesi, prese il largo verso mezzanotte, per
ei#em, a$mg*ceso peqi+ le*ra| mt*jsa|, x<| e$napimai*x| pqo- piombare su di essi all'improvviso; ma una grande pioggia, che
rpe*roi. t%dxq d$ e$picemo*lemom pokt+ jai+ bqomsai+ die- sopravvenne, e tuoni glielo impedirono. Dopo che essa fu ces-
jx*ktram sg+m a$macxcg*m. $Epei+ de+ a$me*rvem, a%la sz& sata, allo spuntar del giorno egli si diresse verso le ArginuÁse.
g<le*qy e>pkei e$pi+ sa+| $Aqcimot*ra|. [29.] Oi< d$ $Ahgmai&oi [29.] E gli Ateniesi mossero contro di lui verso l'alto mare con
a$msamg*comso ei$| so+ pe*kaco| s{ & et$xmt*l{, paqase- l'ala sinistra, schierati nell'ordine seguente: Aristocrate, che
sacle*moi x ' de. $Aqirsojqa*sg| le+m so+ et$x*mtlom e>vxm teneva la sinistra, era in testa con quindici navi; poi veniva
g<cei&so pemsejai*deja matri*m, lesa+ de+ sat&sa Diole*dxm Diomedonte con altre quindici; in appoggio ad Aristocrate si

LETTURE
330 ANTOLOGICHE
e<se*qai| pemsejai*deja. e$pese*sajso de+ $Aqirsojqa*sei trovava Pericle; in appoggio a Diomedonte Erasinide; a fianco
le+m Peqijkg&|, Diole*domsi de+ $Eqarimi*dg|. paqa+ de+ di Diomedonte (erano schierate) le dieci navi dei Samii su una
Diole*domsa oi< Ra*lioi de*ja matri+m e$pi+ lia&| sesacle*moi. sola fila, comandate da un cittadino di Samo, Ippeo; vicino a lui
e$rsqasg*cei de+ at$sx & m Ra*lio| <Ippet*|. e$vo*lemai de+ ai< le dieci navi dei tassiarchi, anch'esse su una sola fila; dietro di
sx& m sania*qvxm de*ja, jai+ at$sai+ e$pi+ lia&|. e$pi+ de+ sat*sai| queste (vi erano) le tre navi dei navarchi e quello che poteva
ai< sx & m mata*qvxm sqei&|, jai+ ei> sime| a>kkai g#ram rtl- esserci ancora dei vascelli alleati. [30.] Teneva l'ala destra
lavide|. [30.] So+ de+ denio+m je*qa| Pqxso*lavo| ei#ve
* Protomaco con quindici navi; accanto a lui (c'era) Trasillo con
pemsejai*deja matri*m. paqa+ d$ at$so+m Hqa*rtkko| e<se*- altre quindici; dietro Protomaco si era schierato Lisia con un
qai| pemsejai*deja. e$pese*sajso de+ Pqxsola*v{ le+m uguale numero di navi; dietro Trasillo (si trovava) Aristogene.
Ktri*a|, e>vxm sa+| >ira| mat&|, Hqart*kk{ d$ $Aqirsoce*- [31.] Gli Ateniesi avevano assunto questa formazione per evi-
mg|. [31.] Ot%sx d$ e$sa*vhgram, %ima lg+ die*jpkotm di- tare una rottura della loro linea, perche le loro navi erano meno
doi&em. vei&qom ca+q e>pkeom. Ai< de+ sx & m Kajedailomi*xm veloci. Le navi spartane, di fronte ad essi, erano tutte disposte su
a$msisesacle*mai g#ram a%parai e$pi+ lia&| x<| pqo+| die*j- una sola linea e si trovavano in questo modo pronte alle ma-
pkotm jai+ peqi*pkotm paqerjetarle*mai, dia+ so+ be*ksiom novre di rottura e di aggiramento, perche erano piuÁ veloci.
pkei&m. ei#ve de+ so+ denio+m je*qa| Jakkijqasi*da| Â...Ã [33.] CallicraÁtida teneva l'ala destra [...] [33.] Allora si ingaggioÁ una
Lesa+ de+ sat&sa e$matla*vgram vqo*mom pokt*m, pqx & som battaglia navale, che duroÁ lungo tempo, dapprima in ordine
le+m a<hqo*ai, e>peisa de+ dierjedarle*mai. $Epei+ de+ Jak- serrato, poi in ordine sparso. Ma quando CallicraÁtida, caduto in
kijqasi*da| se e$lbakot*rg| sg&| mex+| a$poperx+m ei$| sg+m mare nel momento in cui la sua nave abbordava il nemico, fu
ha*kassam g$uami*rhg Pqxso*lavo*| se jai+ oi< les$ at$sot& scomparso nelle onde e Protomaco e quelli che erano con lui
s{& deni{ & so+ et$x*mtlom e$mi*jgram, e$mset&hem utcg+ sx &m ebbero, nell'ala destra, vinto l'ala sinistra avversaria, allora i
Pekopommgri*xm e$ce*meso ei$| Vi*om pkei*rsxm, simx & m de+ Peloponnesiaci si misero a fuggire, la maggior parte verso Chio,
jai+ ei$| Ux*jaiam. oi< de+ $Ahgmai&oi pa*kim ei$| sa+| $Aqci- un certo numero anche verso Focea. Gli Ateniesi ritornarono
mot*ra| jase*pketram. [34.] $Apx*komso de+ sx & m le+m alle ArginuÁse. [34.] Andarono perdute, degli Ateniesi, venti-
$Ahgmai*xm mg&e| pe*mse jai+ ei>jorim at$soi&| a$mdqa*rim cinque navi con i loro equipaggi, tranne alcuni uomini tra-
e$jso+| o$ki*cxm sx & m pqo+| sg+m cg&m pqoremevhe*msxm, sx &m sportati dal mare verso la terra; dei Peloponnesiaci (andarono
de+ Pekopommgri*xm Kajxmijai+ le+m e$mme*a, sx & m parx &m perdute) nove navi spartane su un totale di dieci; degli altri
ot$rx & m de*ja, sx & m d$ a>kkxm rtlla*vxm pkei*ot| g/ e<ng*- alleati piuÁ di sessanta. [35.] Gli strateghi ateniesi decisero, tra le
jomsa. [35.] >Edone de+ jai+ soi&| sx & m $Ahgmai*xm rsqa- altre cose, che con quarantasette navi Teramene e TrasibuÁlo,
sgcoi&| e<psa+ le+m jai+ sessaqa*jomsa matri+ Hgqale*mgm se che erano trierarchi, e alcuni dei tassiarchi si portassero in
jai+ Hqart*botkom sqigqa*qvot| o>msa| jai+ sx & m sania*q- soccorso delle navi sinistrate e dei loro equipaggi e che il resto
vxm sima+| pkei&m e$pi+ sa+| jasadedtjti*a| mat&| jai+ sot+| della flotta andasse ad attaccare le navi ancorate sotto il co-
e$p$ at$sx & m a$mhqx*pot|, sai&| de+ a>kkai| e$pi+ sa+| les$ mando di Eteonico, davanti a Mitilene. Queste erano le loro
$Eseomi*jot sz& Ltsikg*mz e$uoqlot*ra|. Sat&sa de+ bot- intenzioni, ma furono fermati dal vento e da una tempesta che
kole*mot| poiei&m a>melo| jai+ veilx+m diejx*ktrem at$sot+| sopravvenne con forza; cosõÁ, dopo aver levato un trofeo, re-
le*ca| cemo*lemo|. sqo*paiom de+ rsg*ramse| at$sot& gt$ki*- starono sul posto.
fomso.

Spartani
CallicraÁtida (su una sola fila) Trasonda (?)

ALA SINISTRA ALA DESTRA

Samii Tassiarchi
Aristocrate Diomedonte (10 navi) (10 navi) Trasillo Protomaco
COSTA D'ASIA
MARE APERTO

Navarchi (su una sola fila)


(15 navi) (15 navi) alleati (15 navi) (15 navi)
(3 navi) (?)
Pericle Erasinide Aristogene Lisia
(15 navi) (15 navi) Isole ArginuÁse (15 navi) (15 navi)

Ateniesi

Schema dello schieramento degli Spartani e degli Ateniesi durante la battaglia delle ArginuÁse.

B - LA STORIOGRAFIA 331
c TESTI A CONFRONTO b
Socrate parla della battaglia delle ArginuÁse
(Platone, Apologia di Socrate, cap. XX)

`$Ecx+ ca*q, x# $Ahgmai&oi, a>kkgm le+m a$qvg+m ot$deli*am «Io, o Ateniesi, nella cittaÁ non esercitai nessun'altra magi-
px*pose g#qna e$m sz& po*kei, e$bot*ketra de*. jai+ e>stvem g<lx &m stratura, ma feci parte della BuleÁ; e la nostra tribuÁ Antiochide si
g< utkg+ $Amsiovi+| pqtsamet*otra, o%se t<lei&| sot+| de*ja trovoÁ a tenere la pritania (1), quando voi voleste giudicare tutti
rsqasgcot+| sot+| ot$j a$mekole*mot| sot+| e$j sg&| matlavi*a| insieme i dieci strateghi che non avevano raccolto i naufraghi
e$bot*kerhe a<hqo*ot| jqi*meim, paqamo*lx|, x<| e$m s{ & t<rse*q{ nella battaglia navale (delle ArginuÁse), e illegalmente (faceste
vqo*m{ pa&rim t<li&m e>donem. So*s$ e$cx+ lo*mo| sx& m pqtsa*mexm cioÁ), come successivamente a tutti voi sembroÁ chiaro. Allora io
g$mamsix*hgm t<li&m lgde+m poiei&m paqa+ sot+| mo*lot| jai+ solo tra i pritani mi opposi a voi nel non (voler) fare nulla contro
e$mamsi*a e$wguira*lgm. jai+ e<soi*lxm o>msxm e$mdeijmt*mai le le leggi e votai contro; e sebbene gli oratori fossero presenti per
jai+ a$pa*ceim sx& m q<gso*qxm, jai+ t<lx & m jeketo*msxm jai+ denunciarmi e trascinarmi via e voi li incoraggiaste con le vostre
box*msxm, lesa+ sot& mo*lot jai+ sot& dijai*ot { > lgm la&kko*m le grida, io ritenni di dovere con la legge e con la giustizia espormi
dei&m diajimdtmet*eim g/ leh$ t<lx& m ceme*rhai lg+ di*jaia bot- al pericolo piuttosto che, temendo il carcere o la morte, unirmi a
ketole*mxm, uobghe*msa derlo+m g/ ha*masom.@ voi disposti a deliberare cose ingiuste.»

(1) la pritanõÁa: dieci tribu


Á di Atene tenevano, l'una dopo l'altra, secondo un ordine determinato dalla sorte e per 35
giorni, la pritanõÁa, cioeÁ la presidenza della BuleÁ o Consiglio dei Cinquecento.

c TESTI A CONFRONTO b
CallicraÁtida, il comandante spartano alle ArginuÁse
(Cicerone, De officiis, I, 24, 84)

Inventi autem multi sunt, qui non modo pecuniam, sed Si trovarono anche molti che erano pronti a sacrificare per la
etiam vitam profundeÆre pro patria parati essent, idem patria non solo il denaro, ma anche la vita, ma non volevano
gloriae iacturam ne minimam quidem faceÆre vellent, ne re rischiare neppure in minima parte la gloria, sebbene fosse la patria
publica quidem postulante; ut Callicratidas, qui, cum a richiederlo; cosõÁ CallicraÁtida, che, essendo comandante degli
Lacedaemoniorum dux fuisset Peloponnesiaco bello Spartani durante la guerra del Peloponneso, e pur avendo com-
multaque fecisset egregie, vertit ad extremum omnia, cum piuto egregie azioni, alla fine rovinoÁ tutto, quando non ascoltoÁ il
consilio non paruit eorum, qui classem ab Arginusis re- consiglio di coloro che ritenevano che si dovesse allontanare la
movendam nec cum Atheniensibus dimicandum puta- flotta (spartana) dalle ArginuÁse e non si dovesse combattere con
bant; quibus ille respondit Lacedaemonios classe illa gli Ateniesi; a costoro egli rispose che gli Spartani, anche se
amissa aliam parare posse, se fugeÆre sine suo dedecoÆre avessero perduto quella flotta, potevano procurarsene un'altra,
non posse. ma che egli non poteva fuggire senza suo disonore.

4. La marcia dei Greci dopo la battaglia di Cunassa


(Senofonte, Anabasi, IV, 5, 1- 8; 12-18)
Dopo la sconfitta di Cunassa, i Greci, guidati da Senofonte, si mettono in marcia per
sfuggire all'inseguimento dei nemici. Durante il cammino alcuni uomini e animali perdono
la vita a causa della neve, altri soffrono terribilmente per la fame, altri ancora sono ab-
bandonati, poiche hanno perso la vista per il bagliore della neve. Improvvisamente i nemici
attaccano, ma i Greci della retroguardia si lanciano contro di loro con un terribile grido e
riescono ad impaurirli e respingerli.

LETTURE
332 ANTOLOGICHE
[1.] Sz& d$ t<rseqai*y e$do*jei poqetse*om ei#mai o%pz [1.] Il giorno seguente fu deciso di mettersi in marcia il piuÁ
dtmaimso sa*virsa pqi+m g/ rtkkecg&mai so+ rsqa*setla
* presto possibile, prima che l'esercito nemico si riordinasse e
pa*kim jai+ jasakabei&m sa+ rsema*. Rtrjetara*lemoi d$ occupasse i valichi. Dopo aver preparato i bagagli, partirono
et$ht+| e$poqet*omso dia+ vio*mo| pokkg&| g<celo*ma| e>vom- immediatamente, avanzando con numerose guide attraverso la
se| pokkot*|. jai+ at$hgleqo+m t<peqbako*mse| so+ a>jqom coltre profonda di neve. Prima di sera valicarono la cima su cui
e$u$ { ' e>lekkem e$pisi*herhai Siqi*bafo| jasersqasope- Tiribazo aveva intenzione di attaccarli e stabilirono il campo.
detramso. [2.] $Emset&hem d$ e$poqet*hgram rsahlot+|
* [2.] Di qui percorsero tre tappe in regioni disabitate per quindici
e$qg*lot| sqei&| paqara*cca| pemsejai*deja e$pi+ so+m parasanghe fino al fiume Eufrate e lo attraversarono senza ba-
Et$uqa*sgm posalo*m jai+ die*baimom at$so+m bqevo*lemoi gnarsi al di sopra dell'ombelico; si diceva che le sorgenti non
pqo+| so+m o$luako*m. e$ke*comso d$ ot$d$ ai< pgcai+ pqo*rx fossero distanti da quel punto. [3.] Di qui percorsero, attraverso
ei#mai. [3.] $Emset&hem e$poqet*omso dia+ vio*mo| pokkg&| un territorio pianeggiante e un'alta coltre di neve, tre tappe per
jai+ pedi*ot rsahlot+| sqei&| paqara*cca| pe*mse. <O de+ cinque parasanghe. Il terzo giorno di marcia fu particolarmente
sqi*so| e$ce*meso vakepo+| jai+ a>melo| boqqa&| e$mamsi*o| sofferto: la tramontana soffiava in fronte, bruciando com-
e>pmei pamsa*parim a$pojai*xm pa*msa jai+ pgcmt+| sot+| pletamente ogni cosa e intirizzendo gli uomini. [4.] Allora un
a$mhqx*pot|. [4.] >Emha dg+ sx & m la*msex*m si| ei#pe indovino suggerõÁ di offrire un sacrificio al vento e cosõÁ fu fatto; e
ruacia*rarhai s{ & a$me*l{ jai+ ruacia*fesai. jai+ pa&ri tutti poterono constatare come d'improvviso scemoÁ l'intensitaÁ
dg+ peqiuamx & | e>done kg&nai so+ vakepo+m sot& pmet*la- delle raffiche. La profonditaÁ della neve, poi, era di un braccio,
so|. #Gm de+ sg&| vio*mo| so+ ba*ho| o$qcta*. x % rse jai+ sx &m per cui molti animali e molti servi, nonche una trentina di sol-
t<poftci*xm jai+ sx & m a$mdqapo*dxm pokka+ a$px*keso jai+ dati, persero la vita. [5.] Trascorrevano la notte tenendo acceso
sx & m rsqasixsx & m x<| sqia*jomsa. [5.] Diece*momso de+ sg+m il fuoco. Nelle soste di tappa si trovava sempre molta legna e
mt*jsa pt&q jai*omse|. nt*ka d$ g#m e$m s{ & rsahl{ & pokka*. nondimeno quelli che arrivavano per ultimi ne rimanevano
< $ $ #
oi de+ owe+ pqorio*mse| nt*ka otj eivom. Oi otm pa*kai < # privi. Chi arrivava per primo e accendeva il fuoco non per-
g%jomse| jai+ so+ pt&q jai*omse| ot$ pqori*eram pqo+| so+ metteva a chi arrivava dopo di accostarsi alla vampa, se non
pt&q sot+| o$wi*fomsa|, ei$ lg+ lesadoi&em at$soi&| ptqot+| g/ dessero in cambio del frumento o qualche altro bene comme-
a>kko si ei> si e>voiem bqxso*m. [6.] >Emha dg+ lesedi*doram stibile. [6.] CosõÁ barattavano le sostanze di cui ciascuno di-
a$kkg*koi| x ' m ei#vom e%jarsoi. >Emha de+ so+ pt&q e$jai*eso sponeva. Dove si accendeva il fuoco, poiche la neve fondeva, si
diasgjole*mg| sg&| vio*mo| bo*hqoi e$ci*cmomso leca*koi aprivano grosse cavitaÁ fino al suolo, attraverso le quali era
e>rse e$pi+ so+ da*pedom. ot' dg+ paqg&m lesqei&m so+ ba*ho| possibile misurare la profonditaÁ della neve. [7.] Di qui per tutto
sg&| vio*mo|. [7.] $Emset&hem de+ sg+m e$piot&ram g<le*qam il giorno seguente marciarono in mezzo alla neve e molti uomini
o%kgm e$poqet*omso dia+ vio*mo| jai+ pokkoi+ sx & m a$mhqx*- furono colti da una fame divorante. Senofonte, che guidava la
pxm e$botkili*aram. Nemoux & m d$ o$pirhoutkajx & m jai+ retroguardia e incontrava gli uomini che stramazzavano al
jasakalba*mxm sot+| pi*psomsa| sx & m a$mhqx*pxm g$cmo*ei suolo, non riusciva a rendersi conto di che cosa soffrissero.
o% si so+ pa*ho| ei>g. [8.] $Epeidg+ de+ ei#pe* si| at$s{ & sx&m [8.] Ma quando un tale, che aveva esperienza della cosa, gli
e$lpei*qxm o%si raux & ri ja>m si ua*cxrim a$ma-
& | botkilix disse che evidentemente essi soffrivano di bulimia e che, se
rsg*romsai, peqix+m e$pi+ sa+ t<poft*cia, ei> pot* si o<q{*g avessero ingurgitato qualcosa, si sarebbero rialzati in piedi,
bqxso*m, diedi*dot jai+ die*pelpe dido*msa| sot+| dtma- ispezionoÁ le salmerie per vedere di trovare da qualche parte delle
le*mot| paqasqe*veim soi&| botkilix & rim. $Epeidg+ de* si cibarie e ne distribuõÁ personalmente o ne fece distribuire da color

[1.] Sz& t<rseqai*y: compl. di tempo determinato. - e>done. - a$px*keso: pres.: a$p-o*kktli. - [5.] jai*omse|: part.
poqetse*om: aggettivo verbale che indica necessitaÁ dell'a- congiunto con valore modale-temporale. - oi< ... pqorio*m-
zione. - pqi+m g/ rtkkgcg
& mai (pres.: rtk-ke*cx) ... jasaka- se| (pres.: pqo*| + ei#li): part. sostantivato, come i suc-
bei&m (pres.: jasa-kalba*mx): proposizioni temporali coor- cessivi oi< ... g%jomse| e (oi<) ... jai*omse|. - [6.] diasgjole*-
dinate tra loro. - Rtrjetara*lemoi (pres.: rt-rjeta*fx): mg| sg&| vio*mo|: genitivo assoluto con valore causale. -
part. congiunto con valore temporale. - dia+ vio*mo|: paqg&m: introduce l'infinitiva soggettiva lesqei&m. - [7.] sg+m
compl. di moto per luogo. - t<peqbako*mse| (pres.: t<peq- e$piot&ram (part. attributivo) g<le*qam o%kgm: acc. di tempo
ba*kkx): part. congiunto con valore temporale. - e>lekkem continuato. - o$pirhoutkajx & m jai+ jasakalba*mxm: par-
e$pisi*herhai: il costrutto di lekkx + infinito indica ticipi congiunti con valore relativo. - sot+| pi*psomsa|:
un'azione che sta per compiersi. - [2.] e$pi+ so+m ... posalo*m: part. sostantivato. - o% si so+ pa*ho| ei>g: propos. dubitativa
compl. di moto a luogo. - bqevo*lemoi: part. congiunto costruita con l'ottativo obliquo. - [8.] $Epeidg*: introduce
con valore modale. - e$ke*comso ... ai< pgcai*: costruzione una proposizione temporale. - peqix*m (pres.: peqi* + ei#li):
personale. - [3.] a$pojai*xm: part. congiunto con valore part. congiunto con valore modale. - ei> ... o<q{*g: prop.
modale, come il successivo pgcmt*| (pres.: pg*cmtli). - [4.] interrogativa indiretta. - dido*msa|: part. con valore finale.
kg& nai so+ vakepo*m: prop. infinitiva soggettiva retta da - sot+| dtmale*mot|: part. sostantivato. - $Epeidg*: intro-

B - LA STORIOGRAFIA 333
e$lua*coiem, a$mi*rsamso jai+ e$poqet*omso Â...Ã [12.] $E- che erano in grado di muoversi fra gli affamati. E dopo che
uei*pomso de+ sx & m pokeli*xm rtmeikecle*moi sime+| jai+ sa+ avevano ingurgitato qualcosa, si rialzavano e riprendevano la
lg+ dtma*lema sx & m t<poftci*xm g%qpafom jai+ a$kkg*koi| marcia [...] [12.] Gruppi compatti di nemici incalzavano alle
e$la*vomso peqi+ at$sx & m. $Ekei*pomso de+ sx & m rsqasixsx &m spalle e catturavano le bestie che non potevano proseguire, e se
oi% se dieuhaqle*moi t<po+ sg&| vio*mo| sot+| o$uhaklot+| oi% le contendevano fra loro. E furono abbandonati sul posto i
se t<po+ sot& wt*vot| sot+| dajst*kot| sx & m podx & m a$po- soldati che avevano perso la vista per il bagliore della neve e
rergpo*se|. [13.] #Gm de+ soi&| le+m o$uhakloi&| e$pi- quelli a cui per il gelo si erano incancrenite le dita dei piedi.
jot*qgla sg&| vio*mo| ei> si| le*kam si e>vxm pqo+ sx &m [13.] Si proteggevano gli occhi dalla neve, tenendo su di essi una
o$uhaklx & m e$poqet*eso, sx & m de+ podx & m ei> si| jimoi&so jai+ pezza nera durante la marcia; si difendevano i piedi muovendosi
lgde*pose g<rtvi*am e>voi jai+ ei$| sg+m mt*jsa t<pokt*oiso. continuamente senza mai fermarsi e sciogliendo i calzari du-
[14.] o%roi de+ t<podedele*moi e$joilx & mso, ei$redt*omso ei$| rante la notte; [14.] a quelli che dormivano calzati, i legacci
sot+| po*da| oi< i<la*mse| jai+ sa+ t<podg*lasa peqiepg*c- penetravano nella carne dei piedi e le suole si congelavano.
mtmso. jai+ ca+q g#ram, e$peidg+ e$pe*kipe sa+ a$qvai&a t<po- PoicheÂ, infatti, avevano abbandonato le vecchie calzature, si
dg*lasa, jaqba*simai pepoigle*mai e$j sx & m meoda*qsxm trattava di sandali ricavati da buoi appena scorticati. [15.] Im-
box & m. [15.] Dia+ sa+| soiat*sa| ot#m a$ma*cja| t<pe- pacciati da tutte queste difficoltaÁ, alcuni soldati erano rimasti
kei*pomso* sime| sx & m rsqasixsx & m. jai+ i$do*mse| le*kam si indietro; e avvistato uno spiazzo scuro, perche di lõÁ si era ritirata
vxqi*om dia so ejkekoipemai at$so*hem sg+m vio*ma z>ja-
+ + $ * la neve, supposero che si fosse sciolta: e la neve si era sciolta a
fom sesgje*mai. jai+ e$sesg*jei dia+ jqg*mgm sima+ g= pkgri*om causa di una sorgente vicina, che esalava vapori nella vallata. In
g#m a$sli*fotra e$m ma*pz. $Emsat&h$ e$jsqapo*lemoi e$ja*- quella direzione volsero i loro passi, si sedettero e si rifiutarono
hgmso jai+ ot$j e>uaram poqet*erhai. [16.] <O de+ Nemo- di proseguire. [16.] Non appena se ne accorse, Senofonte, che
ux & m e>vxm sot+| o$pirhout*kaja| x<| z>rheso, e$dei&so guidava la retroguardia, li supplicoÁ in ogni modo di non fer-
at$sx & m pa*rz se*vmz jai+ lgvamz& lg+ a$pokei*perhai, ke*- marsi, dicendo che li incalzavano molti nemici, che si erano
cxm o%si e%pomsai pokkoi+ poke*lioi rtmeikecle*moi jai+ raggruppati, e alla fine inveiva con furia. Quelli lo esortarono a
seketsx & m e$vake*paimem. Oi< de+ rua*sseim e$je*ketom. ot$de+ sgozzarli: non potevano, infatti, muovere un passo. [17.] Allora
ca+q a/m dt*marhai poqethg&mai. [17.] $Emsat&ha e>done Senofonte capõÁ che la risorsa migliore consisteva nell'incutere
jqa*sirsom ei#mai sot+| e<pole*mot| pokeli*ot| uobg&rai, paura ai nemici, se qualcuno potesse, in modo che non attac-
ei> si| dt*maiso, lg+ e$pipe*roiem soi&| ja*lmotri. Jai+ g#m cassero quei soldati che erano in difficoltaÁ. Era ormai scesa
le+m rjo*so| g>dg, oi< de+ pqorz&ram pokk{ & hoqt*b{ a$lui+ l'oscuritaÁ e i nemici si avvicinavano in un confuso fracasso, dato
x' m ei#vom diaueqo*lemoi. [18.] >Emha dg+ oi< le+m o$pi- che continuavano a contendersi cioÁ di cui si erano impadroniti.
rhout*kaje| a%se t<ciai*momse| e$namarsa*mse| e>dqalom [18.] Allora gli uomini della retroguardia, poiche stavano bene,
ei$| sot+| pokeli*ot|. oi< de+ ja*lmomse| a$majqaco*mse| si levarono in piedi e si lanciarono di corsa contro i nemici,
o%rom e$dt*mamso le*cirsom sa+| a$rpi*da| pqo+| sa+ do*qasa mentre gli infermi, levando un grido con tutto il fiato possibile,
e>jqotram. Oi< de+ poke*lioi dei*ramse| g'jam at<sot+| percossero gli scudi con le lance. I nemici furono colti dal panico
jasa+ sg&| vio*mo| ei$| sg+m ma*pgm jai+ ot$dei+| e$si ot$dalot& e si precipitarono attraverso la neve verso la vallata e nessuno
e$uhe*cnaso. piuÁ produsse rumore in alcun luogo.

duce una temporale. - [12.] rtmeikecle*moi (pres.: rtk- [15.] i$do*mse| (pres.: o<qa*x): part. congiunto con valore
ke*cx): part. attributivo. - sa+ ... dtma*lema: part. sostanti- temporale-causale. - dia+ so+ e$jkekoipe*mai ... sg+m vio*ma:
vato. - sx & m t<poftci*xm: gen. partitivo, come il successivo prop. causale implicita, espressa con l'infinito sostantiva-
sx & m rsqasixsx & m. - oi< ... dieuhaqle*moi (pres.: dia- to. - e$jsqapo*lemoi: part. congiunto con valore temporale.
uhei*qx): part. sostantivato, come il successivo oi< ... - [16.] e>vxm: part. congiunto con valore relativo. - x<|
a$porergpo*se| (pres.: a$po-rg*px). - t<po+ sg&| vio*mo|: z>rheso: prop. temporale. - lg+ a$pokei*perhai: prop.
comp. di causa efficiente, come il successivo t<po+ sot& completiva retta da e$dei&so. - ke*cxm: part. congiunto con
wt*vot|. - sot+| o$uhaklot*|: acc. di relazione, come il valore modale. - seketsx & m: part. predicativo. - a/m dt*-
successivo sot+| dajst*kot|. - [13.] #Gm ... e$pijot*qgla marhai: eÁ sott. un verbum dicendi. - [17.] jqa*sirsom
(apodosi) ... ei> si| ... e$poqet*eso (protasi): periodo ei#mai: infinitiva soggettiva retta da e>done. - lg+ e$pipe*-
ipotetico di 1o tipo. - soi&| ... o$uhakloi&|: dat. di possesso. roiem: prop. completiva retta dal verbum timendi uo-
- e>vxm: part. congiunto con valore modale. - ei> si| jimoi&so bg&rai. - x' m: attrazione del pronome relativo. - [18.] a%se
jai+ ... e>voi jai+ ... t<pokt*oiso: sono tre protasi, coordinate t<ciai*momse|: prop. causale implicita espressa con a%se e il
tra loro, di 3o tipo, mentre eÁ sottintesa l'apodosi g#m ... part. congiunto. - e$namarsa*mse| (pres.: e$n-am-i*rsgli):
e$pijot*qgla di 1o tipo: quindi il periodo ipotetico eÁ misto. part. cong. con valore temporale. - oi< ... ja*lmomse|: part.
- [14.] t<podedele*moi (pres.: t<po-de*x): part. congiunto sostantivato. - a$majqaco*mse| (pres.: jqa*fx): part. con-
con valore modale. - e$peidg*: introduce una propos. giunto con valore temporale o modale. - dei*ramse|: part.
causale. - pepoigle*mai (pres.: poie*x): part. attributivo. - congiunto con valore causale.

LETTURE
334 ANTOLOGICHE
m
Adrien Guignet, La battaglia di Cunassa. Parigi, Museo del Louvre.

5. «Ha*kassa, ha*kassa»
(Senofonte, Anabasi, IV, 7, 21-27)
I Greci, guidati da Senofonte, arrivano sul monte Teches e i soldati dell'avanguardia
lanciano un grido, che diventa sempre piuÁ forte, quanto piuÁ cresce il numero di quelli che
sopraggiungono. Senofonte, che si trova nella retroguardia, pensando che stia accadendo
qualcosa di grave, monta a cavallo, corre in aiuto di coloro che gridano e ode queste parole:
«Il mare, il mare». Quando tutti sono giunti sulla sommitaÁ del monte, si abbracciano l'un
l'altro e poi costruiscono un tumulo con pietre, bastoni e scudi. La guida, dopo aver ricevuto
abbondanti doni e aver mostrato ai soldati la via da percorrere, viene rimandata indietro.

[21.] Jai+ a$uijmot&msai e$pi+ so+ o>qo| sz& pe*lpsz g<le*qy. [21.] E il quinto giorno arrivano sul monte: il nome del monte
o>mola de+ s{ & o>qei g#m Hg*vg|. $Epei+ oi< pqx& soi e$ce*momso era Theches. Appena i primi furono sul monte, si levoÁ un grande
e$pi+ sot& o>qot|, jqatcg+ pokkg+ e$ce*meso. [22.] $Ajot*ra| grido. [22.] Senofonte e quelli della retroguardia, avendolo
de+ o< Nemoux & m jai+ oi< o$pirhout*kaje| {$g*hgram e>lpqo- sentito, pensarono che davanti altri nemici li attaccassero,
rhem a>kkot| e$pisi*herhai pokeli*ot|. ei%pomso ca+q o>pi- poiche dietro seguivano gli abitanti provenienti dal paese bru-
rhem oi< e$j sg&| jaiole*mg| vx*qa|, jai+ at$sx & m oi< o$pi- ciato e la retroguardia aveva ucciso alcuni di essi e ne aveva fatti
rhout*kaje| a$pe*jseima*m se* sima| jai+ e$fx*cqgram e$me*- prigionieri altri, tesa un'imboscata, e aveva preso circa venti
dqam poigra*lemoi jai+ ce*qqa e>kabom dareix & m box&m scudi di vimini ricoperti di pelli bovine non conciate, ancora

[21.] sg& ... g<le*qy: dat. di tempo. - s{


& o>qei: dat. di part. congiunto con valore temporale. - sima|: pronome
possesso. - Hg*vg|: il monte Teches probabilmente eÁ da indefinito, regge il gen. partitivo at$sx& m. - poigra*lemoi:
collocarsi vicino al colle di Vavough, ad un'altezza di part. congiunto con valore temporale. - ce*qqa: arma di
circa 2.300 m.: da esso si vede perfettamente il mare. - difesa dei Persiani. - box& m: gen. pl. contratto < boe*xm. -
$Epei*: introduce una prop. temporale. - [22.] $Ajot*ra|: x$lobo*eia: grammaticalmente concorda con ce*qqa, ma

B - LA STORIOGRAFIA 335
x$lobo*eia a$lui+ sa+ ei>jorim. [23.] $Epeidg+ de+ bog+ pkei*xm folte di pelo. [23.] Poiche il grido diventava piuÁ intenso e vicino,
se e$ci*cmeso jai+ e$cct*seqom jai+ oi< a$ei+ e$pio*mse| e>heom e coloro che sopraggiungevano successivamente avanzavano di
dqo*l{ e$pi+ sot+| a$ei+ box & msa| jai+ pokk{ & lei*fxm e$ci*c- corsa verso coloro che non cessavano di gridare, e il grido di-
meso g< bog+ o%r{ dg+ pkei*ot| e$ci*cmomso, e$do*jei dg+ lei&fo*m ventava molto piuÁ alto quanto piuÁ cresceva il loro numero, a
si ei#mai s{
& Nemoux & msi, [24.] jai+ a$maba+| e$u$ %ippom jai+ Senofonte parve che accadesse qualcosa di piuÁ grave (di un at-
Kt*jiom jai+ sot+| i<ppe*a| a$makabx+m paqebog*hei. jai+ tacco nemico); [24.] saltato poi a cavallo e presi con se Licio e i
sa*va dg+ a$jot*otri box*msxm sx & m rsqasixsx & m «ha*- suoi cavalieri, corse in aiuto; ed ecco che subito sentono i soldati
kassa, ha*kassa» jai+ paqecctx*msxm. >Emha dg+ e>heom gridare: «il mare, il mare» e la parola correva di bocca in bocca.
pa*mse| jai+ oi< o$pirhout*kaje| jai+ sa+ t<poft*cia g$kat*- Tutti allora corsero, anche gli uomini della retroguardia, e ve-
meso jai+ oi< %ippoi. [25.] $Epei+ de+ a$ui*jomso pa*mse| e$pi+ so+ nivano spinti di corsa bestie da soma e cavalli. [25.] Quando
a>jqom, e$msat&ha dg+ peqie*bakkom a$kkg*kot| jai+ rsqa- tutti furono giunti sulla sommitaÁ del monte, allora si ab-
sgcot+| jai+ kovacot+| dajqt*omse|. Jai+ e$napi*mg|, o%sot bracciavano tra loro, abbracciavano anche gli strateghi e i lo-
dg+ paqecctg*ramso|, oi< rsqasix & sai ue*qotri ki*hot| jai+ caghi, piangendo. E improvvisamente, senza che si sapesse chi
poiot&ri jokxmo+m le*cam. [26.] $Emsat&ha a$mesi*heram avesse dato l'ordine, i soldati portano pietre e fanno un grande
deqla*sxm pkg&ho| x$loboei*xm jai+ bajsgqi*a| jai+ sa+ mucchio. [26.] Qui posero una grande quantitaÁ di pelli di bue
ai$vla*kxsa ce*qqa, jai+ o< g<celx+m at$so*| se jase*selme sa+ non conciate, bastoni e gli scudi di vimini che avevano preso e la
ce*qqa jai+ soi&| a>kkoi| diejeket*eso. [27.] Lesa+ sat&sa stessa guida tagliava gli scudi dall'alto in basso e invitava gli altri
so+m g<celo*ma oi< %Ekkgme| a$pope*lpotri dx & qa do*mse| a fare altrettanto. [27.] Dopo di cioÁ, i Greci rimandano indietro
a$po+ joimot& %ippom jai+ uia*kgm a$qctqa&m jai+ rjetg+m la guida, dopo averle dato in dono un cavallo, una coppa d'ar-
Peqrijg+m jai+ daqeijot+| de*ja. z>sei de+ la*kirsa sot+| gento, un vestito persiano e dieci darici, prendendoli dal bottino
dajstki*ot| jai+ e>kabe pokkot+| paqa+ sx & m rsqasixsx & m. comune; chiedeva soprattutto gli anelli e ne prese molti dai
Jx*lgm de+ dei*na| at$soi&| ot' rjgmg*rotri jai+ sg+m o<do+m, soldati. MostroÁ loro un villaggio, dove avrebbero potuto ac-
g=m poqet*romsai ei$| La*jqxma|, e$pei+ e<rpe*qa e$ce*meso, camparsi, e la via che avrebbero dovuto percorrere per recarsi
{> veso sg&| mtjso+| a$pix*m. nel paese dei Macroni, poi, dopo che venne la sera, se ne andoÁ e
scomparve nella notte.

logicamente si riferisce a box & m. - [23.] $Epeidg*: introduce jomso: pres.: a$u-ijme*olai. - o%sot (= ot'simo|) ... paqec-
una proposizione causale. - e$cct*seqom: comparativo av- ctg*ramso|: genit. assoluto con valore concessivo. -
verbiale. - dqo*l{: dat. di modo. - e$pi+ sot+| ... box & msa|: [26.] a$mesi*heram: pres.: a$ma-si*hgli. - ai$vla*kxsa: cfr.
part. con valore sostantivato. - se ... jai+ ... jai+ ... jai*: serie ai$vlg*, «lancia», e a<ki*rjolai, «io sono preso». - [27.] do*m-
di congiunzioni coordinative, con cui l'autore esprime la se| (pres.: di*dxli): part. congiunto con valore temporale. -
trepida ansia dei soldati. - pokk{ & : dat. di misura, come il a$po+ joimot&: compl. di provenienza. - daqeijot*|: il
successivo o%r{. - [24.] a$maba*| (pres.: a$ma-bai*mx): part. daqeijo*| era una moneta d'oro del valore di venti dracme
congiunto con valore temporale, come il successivo ed era cosõÁ chiamata poiche su di essa era impressa la testa
a$makabx*m (pres.: a$ma-kalba*mx). - box*msxm: part. pre- di Dario. - dajstki*ot|: i Greci di libera condizione
dicativo di a$jot*otri, come il successivo paqecctx*msxm. portavano al dito un anello, il cui castone serviva anche
- ha*kassa, ha*kassa: la descrizione della vista lontana del da sigillo. - dei*na|: part. congiunto con valore temporale. -
mare eÁ una delle piuÁ note dell'Anabasi: dopo tanti pericoli e$pei+ ... e$ce*meso: prop. temporale. - sg&| mtjso*|: gen. di
e sofferenze, ai Greci, che sono nati e vissuti presso il tempo. - a$pix*m: (pres.: a$po* + ei#li) part. congiunto con
mare, quest'ultimo sembra identificarsi quasi con la pa- valore temporale.
tria. - [25.] $Epei*: introduce una prop. temporale. - a$ui*-

b
Bernard Granville Baker, Il
grido dei Greci «Ha*kassa,
ha*kassa@ (illustrazione tratta
da un'edizione inglese del
1901 dell'Anabasi).

LETTURE
336 ANTOLOGICHE
Plutarco, nato a Cheronea, in Beozia, nel 46 d.C., si recoÁ molto
PLUTARCO giovane ad Atene, dove studioÁ nell'Accademia. Tornato a Che-
(46-127 d.C.) ronea, dopo un soggiorno in Egitto, ebbe l'incarico di una mis-
cenni biografici e opere sione politica da svolgere a Roma, dove per lungo tempo si de-
dicoÁ all'insegnamento della filosofia. Dopo il rientro in patria,
dove trascorse il resto della vita, ebbe alcune cariche pubbliche e
fu anche sacerdote del tempio di Apollo a Delfi. MorõÁ proba-
bilmente nel 127 d.C.
Tra le opere di Plutarco a noi giunte, citiamo innanzitutto le Vite Parallele e gli
opuscoli denominati Moralia; sono da ricordare, tuttavia, anche altri scritti di argo-
mento vario. Le Vite Parallele sono costituite da ventitreÁ coppie di biografie e da quattro
vite singole. Le ventitreÁ coppie riguardano le biografie di personaggi greci e romani
messi a confronto. Lo schema narrativo eÁ costante: vi si espongono dapprima crono-
logicamente gli avvenimenti piuÁ notevoli della vita di un personaggio greco, di cui sono
messi in evidenza le qualitaÁ morali e le azioni, seguono poi gli avvenimenti di un
personaggio romano e alla fine vi eÁ un raffronto, mediante il quale l'autore vuole
dimostrare che sia i Greci che i Romani, pur in circostanze e paesi diversi, hanno
affrontato con lo stesso coraggio i pericoli della vita, diventando esempio per i posteri.
I settantotto opuscoli definiti Moralia sono di argomento filosofico, pedagogico e
morale. I piuÁ degni di nota sono: De anima (Sull'anima), De virtute morali (Sulla virtuÁ
morale), De tranquillitate animi (Sulla tranquillitaÁ dell'animo), De cohibenda ira (Sulla
necessitaÁ di frenare l'ira), De liberis educandis (Sull'educazione dei figli).
Oltre agli scritti di argomento politico [come i Praecepta gerendae reipublicae
(Precetti relativi all'amministrazione dello Stato)] e a quelli di argomento filologico-
letterario [come il De vita et poesi Homeri (Sulla vita e la poesia di Omero)], ne
ricordiamo, infine, alcuni di argomento teologico: De Iside et Osiride (Su Iside e Osi-
ride), De deo Socratis (Sul demone di Socrate), De Pythiae oraculis (Sugli oracoli della
Pizia).

m
Busto di Plutarco. Delfi, Museo Archeologico.

B - LA STORIOGRAFIA 337
1. Il giovane Alessandro aspira alla gloria
(Plutarco, Vita di Alessandro, 5, 1-8)
Alessandro, quando era ancora molto giovane, ricevette, in assenza del padre Filippo,
alcuni messi dei Persiani e li affascinoÁ con i suoi discorsi. Quando veniva a conoscenza di
qualche impresa paterna, confessava agli amici che il suo timore era quello che il padre non
gli avrebbe permesso di compiere qualche splendida azione. Non desiderava il lusso o il
denaro, ma aspirava solo alla gloria. Tra tutti i suoi pedagoghi i piuÁ importanti erano
Leonida e Lisimaco.

[1.] Sot+| de+ paqa+ sot& Peqrx & m barike*x| pqe*rbei| [1.] Una volta, in assenza di Filippo, (Alessandro) ricevette
g%jomsa|, a$podglot&mso| Uiki*ppot, nemi*fxm jai+ cemo*- alcuni messaggeri giunti da parte del re dei Persiani e, in-
lemo| rtmg*hg|, ot%sx| e$veiqx*raso sz& uikouqort*mz jai+ trattenendoli con la sua amabilitaÁ e col non rivolgere loro
s{& lgde+m e$qx*sgla paidijo+m e$qxsg&rai lgde+ lijqo*m, nessuna domanda sciocca o banale, [2.] ma informandosi
Â2.Ã a$kk$ o<dx & m se lg*jg jai+ poqei*a| sg&| a>mx sqo*pom della lunghezza delle strade e del modo di viaggiare nel-
e$jptmha*merhai, jai+ peqi+ at$sot& barike*x| o<poi&o| ei>g l'interno dell'Asia e circa lo stesso re, come si comportava in
pqo+| sot+| poke*lot|, Â3.Ã jai+ si*| g< Peqrx & m a$kjg+ jai+ guerra [3.] e quale era la forza e la potenza dei Persiani, li
dt*mali|, x % rse hatla*feim e$jei*mot| jai+ sg+m kecole*mgm affascinoÁ a tal punto che essi ne rimasero ammirati e ritennero
Uiki*ppot deimo*sgsa lgde+m g<cei&rhai pqo+| sg+m sot& pai- che la celebrata abilitaÁ di Filippo non fosse niente a paragone
do+| o<qlg+m jai+ lecakopqaclort*mgm. Â4.Ã <Ora*ji| cot&m dell'impostazione di pensiero e dell'alto sentire del figlio.
a$paccekhei*g Ui*kippo| g/ po*kim e>mdonom z<qgjx+| g/ la*- [4.] Ogni volta che sentiva annunziare che Filippo aveva
vgm sima+ peqibo*gsom memijgjx*|, ot$ pa*mt uaidqo+| g#m conquistato una cittaÁ famosa o aveva vinto una celebre bat-
a$jot*xm, a$kka+ pqo+| sot+| g<kijix*sa| e>kecem. «#X pai&de|, taglia, non dimostrava molta gioia e ai coetanei diceva:
pa*msa pqokg*wesai o< pasg*q, e$loi+ d$ ot$de+m a$pokei*wei «Amici, mio padre si prenderaÁ tutto e non mi lasceraÁ la pos-
leh$ t<lx & m e>qcom a$podei*narhai le*ca jai+ kalpqo*m.» sibilitaÁ di compiere con voi qualche impresa importante e
[5.] Ot$ ca+q g<domg+m fgkx & m ot$de+ pkot&som, a$kk$ a$qesg+m splendida.» [5.] Egli infatti non aspirava a piaceri o ricchezze,

b
Formella con
bassorilievo, che
rappresenta
Alessandro Magno
che si libra in volo.
Fidenza (Parma), torre
del Duomo.

LETTURE
338 ANTOLOGICHE
jai+ do*nam, e$mo*lifem, o%r{ pkei*oma kg*wesai paqa+ sot& ma a virtuÁ e fama, e pensava che quanto piuÁ ricevesse dal
pasqo*|, e$ka*ssoma jasoqhx*reim di$ at<sot&. Â6.Ã Dio+ soi&| padre, tanto meno avrebbe guadagnato da solo. [6.] PercioÁ,
pqa*clarim at$nole*moi| jasamaki*rjerhai sa+| pqa*nei| ritenendo che con queste azioni di conquista gli si riducevano
ei$| e$jei&mom g<cot*lemo|, e$bot*keso lg+ vqg*lasa lgde+ le possibilitaÁ di compiere nuove imprese a tutto vantaggio del
sqtua+| jai+ a$pokat*rei|, a$kk$ a$cx & ma| jai+ poke*lot| jai+ padre, egli voleva ricevere un regno che non gli offrisse de-
uikosili*a| e>votram a$qvg+m paqakabei&m. Â7.Ã Pokkoi+ le+m naro, lussi, guadagni, ma lotte, guerre, gloria. [7.] Si prende-
ot#m peqi+ sg+m e$pile*keiam x<| ei$jo+| g#ram at$sot& sqouei&| vano cura di lui, come eÁ logico, molte persone: tutori, maestri,
jai+ paidacxcoi+ jai+ dida*rjakoi keco*lemoi, pa&ri d$ pedagoghi; su tutti sovraintendeva LeoÁnida, uomo austero di
e$ueirsg*jei Kexmi*da|, a$mg+q so* s$ g#ho| at$rsgqo+| jai+ carattere, parente di Olimpiade (la madre di Alessandro), che
rtccemg+| $Oktlpia*do|, at$so+| le+m ot$ uet*cxm so+ sg&| non rifuggiva dal titolo di pedagogo, che indica una funzione
paidacxci*a| o>mola, jako+m e>qcom e$vot*rg| jai+ kal- nobile e bella, ma dagli altri era definito l'educatore e il tutore
pqo*m, t<po+ de+ sx
& m a>kkxm dia+ so+ a$ni*xla jai+ sg+m oi$jeio*- di Alessandro, sia per la sua dignitaÁ che per la sua parentela.
sgsa sqouet+| $Akena*mdqot jai+ jahgcgsg+| jakot*le- [8.] Tuttavia, chi aveva funzione e nome di pedagogo era Li-
mo|. Â8.Ã <O de+ so+ rvg&la sot& paidacxcot& jai+ sg+m pqo- simaco, originario dell'Acarnania, che non aveva alcuna ca-
rgcoqi*am t<popoiot*lemo| g#m Ktri*lavo|, so+ ce*mo| $A- ratteristica particolare, ma, poiche chiamava se stesso Fenice,
jaqma*m, a>kko le+m ot$de+m e>vxm a$rsei&om, o%si d$ e<atso+m le+m Alessandro Achille e Filippo Peleo, era tenuto in considera-
x$mo*lafe Uoi*mija, so+m d$ $Ake*namdqom $Avikke*a, Pgke*a zione e aveva il secondo posto.
de+ so+m Ui*kippom, g$capa&so jai+ detse*qam ei#ve vx*qam.

2. La battaglia di Isso e la fuga di Dario


(Plutarco, Vita di Alessandro, 33, 1-11)
Nella battaglia di Isso, avvenuta nel 333 a.C., la falange dei Macedoni riesce a terro-
rizzare i nemici giaÁ prima dello scontro frontale: i soldati persiani, vedendo avanzare l'a-
vanguardia di Alessandro, si danno subito alla fuga e sono spinti dal re macedone verso il
centro del loro schieramento, dove si trova, su un carro, Dario. Quest'ultimo non riesce piuÁ
a portare il carro fuori dalla mischia, poiche le ruote sono ostacolate dai numerosi cadaveri;
il re persiano, allora, fugge, dopo aver abbandonato il carro, su una cavalla, mentre Ales-
sandro apprende la lieta notizia che i nemici sono stati sconfitti e sono tutti in fuga.

[1.] So*se de+ soi&| Hessakoi&| pkei&rsa diakevhei+| jai+ [1.] In quel momento, dopo aver a lungo parlato ai Tessali e
soi&| a>kkoi| %Ekkgrim, x<| e$pe*qqxram at$so+m box & mse| agli altri Greci, quando, gridando, lo esortarono a condurli
a>ceim e$pi+ sot+| baqba*qot|, so+ ntrso+m ei$| sg+m a$qirseqa+m contro i barbari, Alessandro, passata la lancia nella sinistra,
lesakabx*m, sz& deniy& paqeja*kei sot+| heot*|, x<| Jakki- con la destra alzata invocoÁ gli deÁi, come dice Callistene, pre-
rhe*mg| ugri*m e$petvo*lemo|, ei>peq o>msx| Dio*hem e$rsi+ gandoli affinche venissero in aiuto ai Greci, se egli veramente
cecomx*|, a$lt&mai jai+ rtmepiqqx & rai sot+| %Ekkgma|. era figlio di Zeus, e dessero loro forza. [2.] L'indovino Ari-
Â2.Ã <O de+ la*msi| $Aqi*rsamdqo|, vkami*da ketjg+m e>vxm standro, che indossava un mantello bianco e una corona
jai+ vqtrot&m rse*uamom, e$pedei*jmtso paqippet*xm a$eso+m d'oro, passando a cavallo tra le file, indicava un'aquila, che si
t<pe+q jeuakg&| $Akena*mdqot rtmepaixqot*lemom jai+ librava sulla testa di Alessandro e che con il suo volo si diri-
jasetht*momsa sg+m psg&rim o>qhiom e$pi+ sot+| pokeli*ot|, geva in linea retta verso i nemici, [3.] cosicche molto coraggio
Â3.Ã x% rse pokt+ le+m ha*qro| e$cceme*rhai soi&| o<qx & rim, e$j ne venne a coloro che vedevano e dal coraggio e dalle reci-
de+ sot& haqqei&m jai+ paqajakei&m a$kkg*kot| dqo*l{ soi&| proche esortazioni la falange, come un'onda, avanzoÁ di corsa
i<ppet&rim i<ele*moi| e$pi+ sot+| pokeli*ot| e$pijtlai*meim sg+m dietro i cavalieri, che si avventavano contro i nemici. [4.] Ma
ua*kacca. Â4.Ã Pqi+m de+ rtllei&nai sot+| pqx*sot|, e$ne*- prima che l'avanguardia macedone venisse a contatto, i bar-
jkimam oi< ba*qbaqoi jai+ dixclo+| g#m pokt*|, ei$| sa+ le*ra bari piegarono in fuga e ci fu un frenetico inseguimento,
rtmekat*momso| $Akena*mdqot so+ mijx*lemom, o%pot Da- mentre Alessandro spingeva i vinti verso il centro, laÁ dove era
qei&o| g#m. Â5.Ã Po*qqxhem ca+q at$so+m jasei&de, dia+ sx &m Dario. [5.] Lo aveva visto, infatti, apparire da lontano tra gli
pqosesacle*mxm e$m ba*hei sg&| barikijg&| >ikg| e$juame*msa, uomini dello squadrone reale, schierati in profonditaÁ dinanzi a
jako+m a>mdqa jai+ le*cam e$u$ a%qlaso| t<wgkot& bebx & sa, lui: un uomo grande e bello in piedi sull'alto cocchio, protetto
pokkoi&| i<ppet&ri jai+ kalpqoi&| jasapeuqacle*mom, et# da molti splendidi cavalieri, disposti in buon ordine attorno al
la*ka rtmerpeiqale*moi| peqi+ so+ a%qla jai+ paqasesac- suo carro e pronti a sostenere l'assalto dei nemici. [6.] Ma
le*moi| de*verhai sot+| pokeli*ot|. Â6.Ã $Akka+ deimo+| o$- l'apparizione di Alessandro ormai vicino, tremendo a vedersi,

B - LA STORIOGRAFIA 339
uhei+| e$cct*hem $Ake*namdqo| jai+ sot+| uet*comsa| e$lbakx+m che sospingeva i fuggiaschi contro quelli che ancora resi-
ei$| sot+| le*momsa|, e$ne*pkgne jai+ dierje*dare so+ pkei&- stevano, turboÁ e scompiglioÁ la maggior parte (dei nemici).
rsom. Â7.Ã Oi< d$ a>qirsoi jai+ cemmaio*sasoi pqo+ sot& bari- [7.] I piuÁ valorosi e i piuÁ nobili, uccisi dinanzi al loro re, ca-
ke*x| uometo*lemoi jai+ jas$ a$kkg*kxm pi*psomse|, e$lpo- dendo gli uni sugli altri, ritardavano l'inseguimento, percheÂ
dx+m sg&| dix*nex| g#ram, e$lpkejo*lemoi jai+ peqirpai*- negli estremi spasimi si avviluppavano tra loro e con i cavalli.
qomse| at<soi&| jai+ %ippoi|. Â8.Ã Daqei&o| de*, sx & m deimx &m [8.] Dario, con questo tremendo spettacolo negli occhi, men-
a<pa*msxm e$m o$uhakloi&| o>msxm, jai+ sx & m pqosesacle*mxm tre l'esercito schierato a sua difesa rifluiva verso di lui, percheÂ
dtma*lexm e$qeipole*mxm ei$| at$so*m, x<| ot$j g#m a$porsqe*- non poteva piuÁ voltare il carro e portarlo fuori di lõÁ facilmente,
wai so+ a%qla jai+ dieneka*rai q<y*diom, a$kk$ oi% se sqovoi+ ma le ruote bruttate di sangue si impigliavano nei cosõÁ nu-
rtmei*vomso psx*lari peutqle*moi sorot*soi|, oi% h$ %ippoi merosi caduti e i cavalli, circondati e quasi immersi nella
jasakalbamo*lemoi jai+ a$pojqtpso*lemoi s{ & pkg*hei sx &m massa dei cadaveri, si impennavano e spaventavano l'auriga,
mejqx & m, e$ng*kkomso jai+ rtmesa*qassom so+m g<mi*ovom, lascioÁ il carro e le armi e, montato su una cavalla, che, a
a$pokei*pei le+m so+ a%qla jai+ sa+ o%pka, hg*keiam d$ x% | uari quanto dicono, aveva di recente partorito, fuggõÁ. [9.] Ma non
meoso*jom %ippom peqiba+| e>utcem. Â9.Ã Ot$ lg+m so*se c$ a/m sarebbe riuscito allora a sfuggire, se non fossero giunti altri
e$do*jei diautcei&m, ei$ lg+ pa*kim g'jom e%seqoi paqa+ sot& cavalieri inviati da Parmenione a richiamare Alessandro,
Paqlemi*xmo| i<ppei&| lesajakot&mse| $Ake*namdqom, x<| perche dalla loro parte c'era ancora un grosso gruppo di ne-
rtmersx*rg| e>si pokkg&| dtma*lex| e$jei& jai+ sx & m poke- mici che non si arrendevano. [10.] In generale incolpano
li*xm ot$j e$mdido*msxm. Â10.Ã %Okx| ca+q ai$six & msai Paq- Parmenione di essere stato in quella battaglia lento e inattivo o
lemi*xma jas$ e$jei*mgm sg+m la*vgm mxhqo+m ceme*rhai jai+ che la vecchiaia gli avesse tolto il coraggio o che invece, come
dt*reqcom, ei>se sot& cg*qx| g>dg si paqakt*omso| sg&| dice Callistene, invidiasse e mal sopportasse l'arroganza e il
so*klg|, ei>se sg+m e$notri*am jai+ so+m o>cjom, x<| Jak- fasto del potere di Alessandro. [11.] Pertanto il re, allora ir-
kirhe*mg| ugri*, sg&| $Akena*mdqot dtma*lex| baqtmo*le- ritato per questa chiamata, non disse ai soldati il vero, ma
mom jai+ pqoruhomot&msa. Â11.Ã So*se d$ ot#m o< bariket+| diede il segnale di raccolta come se volesse interrompere la
a$miahei+| sz& lesape*lwei, soi&| le+m rsqasix*sai| ot$j strage, perche giaÁ era calato il buio; e, dirigendosi verso la
e>uqare so+ a$kghe*|, a$kk$ x<| a>dgm e>vxm sot& uomet*eim jai+ parte in pericolo, durante il percorso sentõÁ dire che i nemici
rjo*sot| o>mso|, a$ma*jkgrim e$rg*lamem. e$kat*mxm de+ pqo+| erano completamente sconfitti e in fuga.
so+ jimdtmet&om le*qo|, g>jotre jah$ o<do+m g<ssg&rhai pam-
sa*pari jai+ uet*ceim sot+| pokeli*ot|.

3. Cesare eÁ superiore a ogni altro generale romano


(Plutarco, Vita di Cesare, 15, 1-5)
Plutarco loda Cesare, affermando che egli fu superiore ad ogni altro stratega romano,
sia per l'estensione dei territori conquistati, sia per il numero dei nemici sconfitti, sia per la
generositaÁ dimostrata nei riguardi dei vinti, sia per i favori nei riguardi dei commilitoni, sia
per il numero delle battaglie combattute. In meno di dieci anni, infatti, conquistoÁ piuÁ di
ottocento cittaÁ della Gallia e assoggettoÁ trecento popoli.

[1.] Soiat&sa le+m ot#m ke*cesai ceme*rhai sa+ pqo+ sx &m [1.] Questi, a quanto si dice, furono i fatti precedenti l'im-
Cakasijx & m. Â2.Ã <O de+ sx & m poke*lxm ot=| e$poke*lgre presa di Gallia. [2.] Il periodo delle guerre che (Cesare) com-
lesa+ sat&sa jai+ sx & m rsqaseix& m ai'| g<leqx*raso sg+m batte in seguito e delle spedizioni con le quali assoggettoÁ la
Jeksijg+m vqo*mo|, x % rpeq a>kkgm a$qvg+m kabo*mso| at$sot& Transalpina, quasi che egli avesse iniziato un sistema di potere
jai+ jasarsa*mso| ei$| e<se*qam sima+ bi*ot jai+ pqacla*sxm nuovo e si fosse messo in una diversa strada di vita e di azioni
jaimx & m o<do*m, ot$j e>rsim o%sot sx & m la*kirsa sehatla- nuove, lo riveloÁ come combattente e stratega inferiore a nes-
rle*mxm e$u$ g<celomi*y jai+ leci*rsxm cecomo*sxm a$pokei*- suno di quelli che furono soprattutto ammirati per le capacitaÁ
pomsa pokelirsg+m jai+ rsqasgka*sgm a$pe*deinem at$so*m. strategiche o di quelli che furono grandissimi. [3.] Se uno
Â3.Ã a$kk$ ei>se Uabi*ot| jai+ Rjipi*xma| jai+ Lese*kkot| confrontasse i Fabii, gli Scipioni, i Metelli o quelli che esi-
jai+ sot+| jas$ at$so+m g/ lijqo+m e>lpqorhem at$sot&, Rt*k- stettero ai tempi suoi o poco prima, come Silla e Mario e i due
kam jai+ La*qiom a$luose*qot| se Ketjot*kkot|, g/ jai+ Luculli o anche lo stesso Pompeo, la cui fama fioriva allora
Polpg*]iom at$so*m, ot' jke*o| t<potqa*miom g>mhei so*se sino alle stelle per ogni virtuÁ bellica, [4.] le azioni di Cesare
pamsoi*a| peqi+ po*kelom a$qesg&|, paqaba*koi si|, Â4.Ã ai< risulterebbero superiori: all'uno fu superiore per la difficoltaÁ
Jai*raqo| t<peqba*kkotri pqa*nei|, so+m le+m vakepo*sgsi dei luoghi nei quali combatteÂ, all'altro per la estensione delle
so*pxm e$m oi'| e$poke*lgre, so+m de+ lece*hei vx*qa| g=m terre che conquistoÁ, all'altro per numero e forza dei nemici che

LETTURE
340 ANTOLOGICHE
pqorejsg*raso, so+m de+ pkg*hei jai+ bi*y pokeli*xm ot=| superoÁ, all'altro ancora per la stranezza e la difficoltaÁ dei co-
e$mi*jgre, so+m d$ a$sopi*ai| jai+ a$pirsi*ai| g$hx
& m a= jahx- stumi con i quali venne a contatto, e a quell'altro per la mitezza
li*kgre, so+m d$ e$pieijei*y jai+ pqyo*sgsi pqo+| sot+| a<ki- e la condiscendenza nei riguardi dei vinti, all'altro per i do-
rjole*mot|, so+m de+ dx*qoi| jai+ va*qiri pqo+| sot+| rt- nativi e i favori nei riguardi dei commilitoni, [5.] a tutti poi per
rsqasetole*mot|. Â5.Ã pa*msa| de+ s{ & pkei*rsa| lelavg&- il numero delle battaglie combattute e il numero degli avversari
rhai la*va| jai+ pkei*rsot| a$mzqgje*mai sx & m a$msisa- eliminati. Infatti, pur non avendo combattuto in Gallia nem-
vhe*msxm. >Esg ca+q ot$de+ de*ja pokelg*ra| peqi+ Cakasi*am, meno dieci anni, egli conquistoÁ a forza piuÁ di ottocento cittaÁ,
po*kei| le+m t<pe+q o$jsajori*a| jasa+ jqa*so| ei'kem, e>hmg d$ assoggettoÁ trecento popoli e, schierandosi in tempi diversi
e$veiqx*raso sqiajo*ria, ltqia*ri de+ paqasana*lemo| contro tre milioni di uomini, ne uccise un milione in battaglia e
jasa+ le*qo| sqiajori*ai|, e<jaso+m le+m e$m veqri+ die*uhei- altrettanti ne fece prigionieri.
qem, a>kka| de+ sorat*sa| e$fx*cqgrem.

c
Busto di
Gaio Giulio Cesare
(44-30 a.C.).
Roma, Musei Vaticani.

4. Cesare attraversa il Rubicone


(Plutarco, Vita di Cesare, 32, 1-8)
Nel 50 a.C. Cesare riceve l'ordine dal Senato di ritornare in Italia senza esercito,
tuttavia teme che, facendo cioÁ, possa essere messo da parte o persino arrestato. Decide,
allora, di attraversare con la tredicesima legione il Rubicone, pur sapendo che un generale
romano che ritorna da una guerra, arrivato al Rubicone, deve lasciare il comando del-
l'esercito e che, in caso contrario, egli eÁ dichiarato ``nemico pubblico'' di Roma. Di qui nasce
la sua incertezza e varie sono le riflessioni sull'audacia del suo gesto. Alla fine, tuttavia,
pronunzia la celebre frase «Il dado sia tratto» e attraversa il fiume di corsa.

B - LA STORIOGRAFIA 341
[1.] #Gram le+m ot#m peqi+ at$so+m ot$ pkei*ot| i<ppe*xm [1.] Cesare non aveva allora intorno a se piuÁ di trecento
sqiajori*xm jai+ pemsajirviki*xm o<pkisx & m. so+ ca+q a>kko cavalieri e cinquemila fanti, perche aveva lasciato al di laÁ delle
rsqa*setla pe*qam >Akpexm a$pokekeille*mom e>lekkom Alpi il resto del suo esercito, che ufficiali mandati a questo
a>neim oi< peluhe*mse|. Â2.Ã <Oqx & m de+ sg+m a$qvg+m x ' m e$mi*- scopo dovevano riportargli. [2.] Vedendo, comunque, che
rsaso pqacla*sxm jai+ sg+m e>uodom ot$ poktveiqi*a| l'impresa a cui si accingeva al momento di avvio non com-
deole*mgm e$m s{ & paqo*msi, la&kkom de+ ha*lbei se so*klg| portava subito l'utilizzo di molti uomini quanto piuttosto ri-
jai+ sa*vei jaiqot& jasakgpse*am ot#ram (e$jpkg*neim ca+q chiedeva rapiditaÁ di esecuzione e straordinaria audacia
a$pirsot*lemo| q<y&om g/ bia*rerhai lesa+ paqarjetg&| e$- (avrebbe, infatti, spaventato piuÁ facilmente i nemici piom-
pekhx*m), Â3.Ã sot+| le+m g<celo*ma| jai+ sania*qvot| e$je*- bando su di essi all'improvviso che volendo piegarli con la
ketre lavai*qa| e>vomsa| a>met sx & m a>kkxm o%pkxm ja- forza, dopo aver fatto grandi preparativi); [3.] ordinoÁ dunque
sarvei&m $Aqi*limom sg&| Jeksijg&| leca*kgm po*kim, x<| e$m- ai suoi tribuni militari di prendere soltanto le loro spade e,
de*vesai la*kirsa ueirale*mot| uo*mot jai+ saqavg&|, senza altre armi, andare ad occupare Rimini, grande cittaÁ della
<Oqsgri*{ de+ sg+m dt*malim paqe*dxjem. Â4.Ã At$so+| de+ sg+m Gallia, evitando, per quanto fosse possibile, di uccidere e di
le+m g<le*qam dig&cem e$m uameq{ & lomola*voi| e$uersx+| causare tumulto, sotto il comando di Ortensio. [4.] Quanto a
ctlmafole*moi| jai+ hex*lemo|. lijqo+m de+ pqo+ e<rpe*qa| lui, trascorse la giornata in pubblico e assistette da spettatore
heqapet*ra| so+ rx & la jai+ paqekhx+m ei$| so+m a$mdqx & ma ad esercizi di gladiatori; poco prima del crepuscolo fece un
jai+ rtccemo*lemo| bqave*a soi&| paqajejkgle*moi| e$pi+ so+ bagno, poi entroÁ nella camera da pranzo, dove trascorse alcuni
dei&pmom, g>dg rtrjosa*fomso| e$name*rsg, sot+| le+m a>k- istanti con quelli che aveva invitato a pranzo, ma, quando si
kot| uikouqomghei+| jai+ jeket*ra| peqile*meim at$so+m x<| fece buio, si alzoÁ, dopo aver salutato gli altri convitati e averli
e$pameketro*lemom, o$ki*coi| de+ sx & m ui*kxm pqoei*qgso lg+ pregati di aspettarlo, dicendo che sarebbe ritornato. Prece-
jasa+ so+ at$so+ pa*msa|, a>kkom d$ a>kkz dix*jeim. Â5.Ã At$- dentemente aveva detto a pochi dei suoi amici di seguirlo, non
so+| de+ sx& m lirhi*xm fetcx & m e$piba+| e<mo*|, g>katmem e<se*- tutti insieme, ma uno per una via un altro per un'altra. [5.] Egli
qam sima+ pqx & som <
o *
do m, ei#sa pqo+| so+ $Aqi*limom e$pi- stesso montoÁ allora su una delle vetture da nolo ed entroÁ
rsqe*wa|, x<| g#khem e$pi+ so+m dioqi*fomsa sg+m e$mso+| >Ak- dapprima in un'altra strada, poi si diresse verso Rimini.
pexm Cakasi*am a$po+ sg&| a>kkg| $Isaki*a| posalo*m Quando arrivoÁ al fiume, che separa dal resto dell'Italia la
(<Qotbi*jxm jakei&sai) jai+ kocirlo+| at$so+m ei$rz*ei, la&k- Gallia Cisalpina e che si chiama Rubicone e si mise a riflettere,
kom e$cci*fomsa s{ & deim{ & jai+ peqiueqo*lemom s{ & lece*hei mentre si avvicinava di piuÁ al pericolo e si sentiva turbato dalla
sx& m soklxle*mxm, e>rveso dqo*lot. Â6.Ã jai+ sg+m poqei*am grandezza dell'audacia della sua impresa, fermoÁ la corsa.
e$pirsg*ra|, pokka+ le+m at$so+| e$m e<ats{ & dig*mecje ricz& [6.] Durante questa sosta, consideroÁ silenziosamente tra seÂ
sg+m cmx*lgm e$p$ a$luo*seqa lesakalba*mxm jai+ sqopa+| diverse soluzioni, passando da un partito ad un altro, e cambioÁ
e>rvem at$s{ & so*se so+ bot*ketla pkei*rsa|. Â7.Ã pokka+ de+ allora opinione piuÁ volte. [7.] Ne discusse a lungo con quelli dei
jai+ sx & m ui*kxm soi&| paqot&rim, x ' m g#m jai+ Pokki*xm suoi amici che erano lõÁ, fra i quali si trovava anche Asinio

[1.] #Gram ... at$so*m: verso la fine del 50 a.C. Cesare mo|. - heqapet*ra|: part. congiunto con valore temporale,
aveva chiamato a Ravenna solo la tredicesima legione, come i successivi paqekhx*m (pres.: paq-e*qvolai) e
poiche aveva intenzione di non scontrarsi definitivamente rtccemo*lemo| (pres.: rtc-ci*cmolai). - paqajejkgle*moi|
con Pompeo e con il Senato. - a$pokekeille*mom (pres.: a$po- (pres.: paqa-jake*x): part. sostantivato. - rtrjosa*fom-
kei*px): part. attributivo. - e>lekkom a>neim: le*kkx + inf. so|: gen. assoluto impersonale con valore temporale. - x<|
futuro indica un'azione che sta sul punto di essere com- e$pameketro*lemom (pres.: e$p-am-e*qvolai): part. futuro,
piuta. - oi< peluhe*mse|: part. sostantivato. - [2.] <Oqx & m: congiunto con valore comparativo-ipotetico. - [5.] e$piba*|
part. congiunto con valore causale. - x ' m: relativo attratto (pres.: e$pi-bai*mx): part. congiunto con valore temporale. -
nel caso di pqacla*sxm. - deole*mgm: part. predicativo x<|: introduce una proposizione temporale. - <Qotbi*jxm:
dell'oggetto dipendente da o<qx & m, come il successivo era un fiume che dalla Romagna sfociava nell'Adriatico,
ot#ram. - jasakgpse*am: agg. verbale di jasa-kalba*mx. corrispondente oggi o al Fiumicino o al Pisciatello. -
- e$jpkg*neim ... e$pekhx*m: concetto parentetico, retto da un e$cci*fomsa: part. congiunto con valore temporale, come il
verbo di «pensare» sottinteso. - e$jpkg*neim: pres.: e$j- successivo peqiueqo*lemom. - sx & m soklxle*mxm: part.
pkg*rrx. - a$pirsot*lemo|: part. congiunto con valore sostantivato. - [6.] e$pirsg*ra| (pres.: e$u-i*rsgli): part.
temporale. - e$pekhx*m (pres.: e$p-e*qvolai): part. congiunto congiunto con valore temporale. - pokka*: neutro sostan-
con valore ipotetico. - [3.] jasarvei&m: pres.: jas-e*vx. - tivato. - dig*mecje: pres.: dia-ue*qx. - lesakalba*mxm:
$Aqi*limom: Rimini era la prima cittaÁ dell'Italia a sud del part. congiunto con valore temporale o modale. - at$s{ &:
Rubicone. - ueirale*mot|: part. congiunto con valore dat. di vantaggio. - [7.] sx & m ui*kxm: gen. partitivo. - soi&|
modale. - <Oqsgri*{: Quinto Ortensio, figlio del celebre paqot&rim: part. sostantivato. - Pokki*xm $Ari*mio|: Asinio
oratore Quinto Ortensio Ortalo. - [4.] g<le*qam: era il 10 Pollione, luogotenente di Cesare, fu scrittore di tragedie,
gennaio del 49 a.C. - e$uersx*| (pres.: e$u-i*rsgli): part. oratore e storico. Virgilio gli dedicoÁ la quarta ecloga. -
congiunto con valore modale come il successivo hex*le- [8.] x% rpeq a$uei*| (pres.: a$u-i*gli): part. congiunto con

LETTURE
342 ANTOLOGICHE
$Ari*mio|, rtmdigpo*qgrem, a$makocifo*lemo| g<ki*jxm ja- Pollione, immaginando tutti i mali di cui il passaggio del fiume
jx & m a>qnei pa&rim a$mhqx*poi| g< dia*bari|, o%rom se ko*com sarebbe stato causa per l'umanitaÁ e tutti i giudizi che ne
at$sg&| soi&| at#hi| a$pokei*wotrim. Â8.Ã Se*ko| de+ lesa+ avrebbero dato i posteri. [8.] Alla fine, cedendo ad un impulso,
htlot& simo| x % rpeq a$uei+| e<atso+m e$j sot& kocirlot& pqo+| come se rinunziasse alla riflessione per gettarsi nell'avvenire,
so+ le*kkom jai+ sot&so dg+ so+ joimo+m soi&| ei$| st*va| e$l- pronunzioÁ queste parole, che sono l'ordinario preludio per
bai*motrim a$po*qot| jai+ so*kla| pqooi*liom t<peipx*m. coloro che si dispongono a compiere imprese difficili e audaci:
«$Ameqqi*uhx jt*bo|», x % qlgre pqo+| sg+m dia*barim. jai+ «Il dado sia tratto», e si lancioÁ per attraversare il fiume. E,
dqo*l{ so+ koipo+m g>dg vqx*lemo|, ei$re*pere pqo+ g<le*qa| d'allora in poi correndo, piomboÁ prima del giorno su Rimini e
ei$| so+ $Aqi*limom jai+ jase*rvem. la occupoÁ.

valore comparativo-ipotetico. - soi&| ... e$lbai*motrim: part. a$ma-qqi*psx) jt*bo|: espressione propria dei giocatori di
relativo-sostantivato. - t<peipx*m (pres.: t<po-ke*cx): part. dadi. - so+ koipo*m: sott. sg&| o<dot&. - pqo+ g<le*qa|: all'alba
congiunto con valore temporale. - $Ameqqi*uhx (pres.: dell'11 o 12 gennaio del 49 a.C.

c TESTI A CONFRONTO b
Il passaggio del Rubicone descritto da Svetonio
(De Caesaris vita, 31-32)
[...] Dein post solis occasum, mulis e proximo pi- [...] Poi, dopo il tramonto del sole, aggiogati ad un carro i muli di un
strõÅno ad vehiculum iunctis, occultissimum iter mo- vicino mulino, partõÁ in gran segreto con una piccola scorta; e, dopo che si
dõÆco comitatu ingressus est; et cum luminibus extinctis spensero le fiaccole, smarrõÁ la strada e vagoÁ a lungo, finche all'alba,
decessisset via, diu errabundus, tandem, ad lucem trovata una guida, riuscõÁ a raggiungere a piedi la meta, attraverso sentieri
duce reperto, per angustissimos tramites pedibus molto stretti. Raggiunte le coorti presso il fiume Rubicone, che segnava
evasit. Consecutusque cohortis ad Rubiconem flu- il confine della sua provincia, si fermoÁ per poco tempo e, considerando
men, qui provinciae eius finis erat, paulum constõÆtit ac l'impresa cosõÁ grande che stava per intraprendere, si rivolse a quelli che
repuÆtans quantum moliretur, conversus ad proximos: gli erano piuÁ vicini: «Possiamo ancora Ð disse Ð tornare indietro, ma,
«Etiam nunc» inquit «regreÆdi possuÆmus; quod si se attraverseremo il ponticello, dovremo risolvere ogni cosa con le
ponticulum transierimus, omnia armis agenda erunt.» armi.» Mentre esitava, gli si mostroÁ un tale prodigio: un uomo di
Cunctanti ostentum tale factum est: quidam eximia straordinaria corporatura e bellezza apparve improvvisamente, seduto
magnitudine et forma in proximo sedens repente ap- poco distante, mentre cantava al suono di una zampogna. Dopo che
paruit, harundine canens. Ad quem audiendum cum accorsero, per ascoltarlo, oltre ai pastori, anche numerosi soldati dai
praeter pastores plurimi etiam ex stationibus milites posti di guardia e fra quelli (alcuni) trombettieri, (l'uomo), strappata ad
concurrissent interque eos et aeneatores, rapta ab uno uno di loro la tromba, si slancioÁ nel fiume e, suonando, con tutto il fiato
tuba, prosiluÆit ad flumen et, ingenti spiritu classicum che aveva, una marcia di guerra, si diresse verso l'altra riva. Allora
exorsus, pertendit ad alteram ripam. Tunc Caesar: Cesare disse: «Andiamo dove ci chiamano i segni degli deÁi e l'iniquitaÁ
«Eatur» inquit «quo deorum ostenta et inimicorum degli avversari. Il dado sia tratto.»
iniquitas vocat. Iacta alea esto.»

c TESTI A CONFRONTO b
Il discorso di Cesare prima del passaggio del Rubicone
(Cesare, Commentariorum belli civilis libri, I, 7-8)
Quibus rebus cognõÆtis Caesar apud milites contio- Conosciuti questi fatti, Cesare parla ai soldati. Ricorda le offese
natur. Omnium temporum iniurias inimicorum in se ricevute in ogni tempo dai suoi avversari, si lamenta del fatto che
commemorat; a quibus deductum ac depravatum Pompeo sia stato da essi fuorviato e sobillato per invidia e gelosia
Pompeium querõÆtur invidia atque obtrectatione laudis della sua lode, mentre egli lo aveva sempre favorito nell'acquistare le
suae, cuius ipse honori et dignitati semper faveÆrit cariche pubbliche e ne era stato sostenitore [...] Esorta (i soldati) a

B - LA STORIOGRAFIA 343
adiutorque fueÆrit [...] Hortatur, cuius imperatoris difendere dagli avversari la dignitaÁ e l'onore del comandante, sotto la
ductu IX annis rem publicam felicissime gesseÆrint cui guida per nove anni hanno servito con molta gloria lo Stato,
plurimaque proelia secunda feceÆrint, omnem Galliam hanno combattuto vittoriosamente moltissime battaglie e hanno im-
Germaniamque pacaveÆrint, ut eius existimationem posto la pace alla Gallia e alla Germania. I soldati della 13a legione,
dignitatemque ab inimicis defendant. Conclamant che era presente ± l'aveva, infatti, richiamata all'inizio della contesa,
legionis XIII, quae adeÆrat, milites ± hanc enim initio le altre non erano ancora giunte ± gridano di essere pronti a vendicare
tumultus evocaveÆrat, reliquae nondum conveneÆrant ± le offese fatte al loro comandante e ai tribuni della plebe.
sese paratos esse imperatoris sui tribunorumque plebis Conosciuta la volontaÁ dei soldati, Cesare parte per Rimini con
iniurias defendeÆre. quella legione, e lõÁ incontra i tribuni della plebe, che si erano rifugiati
CognõÆta militum voluntate Ariminum cum ea le- presso di lui. Richiama dai quartieri invernali le altre legioni e ordina
gione proficiscõÆtur, ibique tribunos plebis, qui ad eum loro di seguirlo [...]
confugeÆrant, conveÆnit. Reliquas legiones ex hibernis
evoÆcat et subseÆqui iubet [...]

c
Moneta aurea:
sul recto eÁ
rappresentato
Giulio Cesare
incoronato, sul
verso vi eÁ la
rappresentazione
dei fasci di
verghe (simbolo
dell'imperium) e
di un Gallo in
catene.

5. L'uccisione di Cesare
(Plutarco, Vita di Cesare, 66, 5-12)
Quando, nel giorno delle Idi di marzo del 44 a.C., Cesare entra in Senato, alcuni dei
complici di Bruto (il capo dei congiurati) si pongono dietro lo scanno di Cesare, gli altri si
uniscono a Tillio Cimbro, che supplica in favore del fratello mandato in esilio. Poi Tillio,
come segnale dell'attacco, afferra la toga di Cesare, il quale viene colpito per primo da
Casca, ma voltatosi ne afferra il pugnale. In seguito tutti i congiurati sfoderano la spada e
colpiscono Cesare, che si dibatte come una belva; quando, tuttavia, egli vede Bruto levare la
spada, si copre la testa con la toga e si lascia cadere ai piedi della statua di Pompeo.
[5.] Ei$rio*mso| de+ Jai*raqo| g< botkg+ le+m t<pename*rsg [5.] Quando Cesare entroÁ, i senatori per deferenza si leva-
heqapet*otra, sx & m de+ peqi+ Bqot&som oi< le+m e$no*pirhem rono in piedi, mentre alcuni dei complici di Bruto si ponevano
so+m di*uqom at$sot& peqie*rsgram, oi< d$ a$pg*msgram, x<| dg+ in cerchio dietro lo scanno di Cesare, gli altri, poi, gli anda-
Sikki*{ Ji*lbq{ peqi+ a$dekuot& utca*do| e$mstcva*momsi rono incontro, per unire le loro preghiere a quelle di Tillio

[5.] Ei$rio*mso| ... Jai*raqo|: genit. assoluto con valore Cesare, che gli aveva concesso il perdono per aver
temporale. - heqapet*otra: part. congiunto con valore combattuto dalla parte di Pompeo nella battaglia di
finale. - sx& m ... peqi+ Bqot&som: gen. partitivo. M. Giuno FarsaÁlo. - so+m di*uqom: eÁ retto da peqie*rsgram. - x<| ...
Bruto fu governatore della Cisalpina nel 46 a.C. e poi rtmdegro*lemoi: part. congiunto con valore finale. -
pretore nel 44 a.C. Fu uno dei capi della congiura contro Sikki*{ Ji*lbq{: L. Tillio Cimbro era stato dapprima

LETTURE
344 ANTOLOGICHE
rtmdegro*lemoi jai+ rtmede*omso le*vqi sot& di*uqot pa- Cimbro, il quale intercedeva per suo fratello esiliato, e lo
qajokothot&mse|. Â6.Ã <X| de+ jahi*ra| diejqot*eso sa+| supplicarono tutti insieme, accompagnandolo fino al suo po-
deg*rei| jai+ pqorjeile*mxm biaio*seqom g$cama*jsei pqo+| sto. [6.] Dal momento che Cesare, sedutosi, continuava a re-
e%jarsom, o< le+m Si*kkio| sg+m sg*bemmom at$sot& sai&| veqri+m spingere le loro sollecitazioni e, poiche essi insistevano piuÁ
a$luose*qai| rtkkabx+m a$po+ sot& sqavg*kot jasg&cem. vivacemente, manifestava a ciascuno di loro il suo malcon-
o%peq g#m rt*mhgla sg&| e$piveiqg*rex|. Â7.Ã Pqx & so| de+ tento, allora Tillio, afferrata la sua toga con entrambe le mani,
Ja*rja| ni*uei pai*ei paqa+ so+m at$ve*ma pkgcg+m ot$ ha- gliela tiroÁ giuÁ dal collo: e questo fu il segnale dell'attacco.
masguo*qom ot$de+ bahei&am, a$kk$, x<| ei$jo*|, e$m a$qvz& [7.] Casca, per primo, lo colpisce al collo con una ferita neÂ
soklg*laso| leca*kot saqavhei*|, x % rse jai+ so+m Jai*raqa mortale ne profonda; senza dubbio egli fu turbato all'inizio di
lesarsqaue*msa sot& e$cveiqidi*ot kabe*rhai jai+ jasa- un'impresa cosõÁ grande e cosõÁ audace, sicche Cesare, voltatosi,
rvei&m. Â8.Ã %Ala de* px| e$neux*mgram o< le+m pkgcei+| afferroÁ il pugnale e lo tenne nella sua mano. [8.] Essi escla-
<Qxlai]rsi*. «Liaqx*sase Ja*rja, si* poiei&|;», o< de+ pkg*- marono tutti e due quasi nello stesso tempo, il ferito in latino:
na| <Ekkgmirsi+ pqo+| so+m a$dekuo*m. «$Adekue*, bog*hei.» «Maledetto Casca, che fai?», e l'aggressore in greco a suo
Â9.Ã Soiat*sg| de+ sg&| a$qvg&| cemole*mg|, sot+| le+m ot$de+m fratello: «Fratello, aiutami!» [9.] Questo fu il principio. Quelli
rtmeido*sa| e>jpkgni| ei#ve jai+ uqi*jg pqo+| sa+ dqx*lema, che non erano nel complotto furono presi da un brivido di
lg*se uet*ceim lg+s$ a$lt*meim, a$kka+ lgde+ uxmg+m e$jba*kkeim spavento, vedendo cioÁ che avveniva, e non osarono ne fuggire
soklx & msa|. Â10.à Sx & m de+ paqerjetarle*mxm e$pi+ so+m ne difendere Cesare e neppure proferire una parola. [10.] Ma,
uo*mom e<ja*rsot ctlmo+m a$podei*namso| so+ ni*uo|, e$m jt*- quando quelli che si erano armati per l'uccisione, tirarono
jk{ peqievo*lemo| jai+ pqo+| o% si sqe*weie sg+m o>wim ciascuno la loro spada nuda, Cesare, circondato da tutte le
pkgcai&| a$pamsx & m jai+ ridg*q{ ueqole*m{ jai+ jasa+ parti e incontrando, dovunque volgesse lo sguardo, solo colpi
pqorx*pot jai+ jas$ o$uhaklx & m, diekatmo*lemo| x % rpeq e ferro tesogli contro il volto e contro gli occhi, come una
hgqi*om e$meikei&so sai&| pa*msxm veqri*m. Â11.Ã a%pamsa| belva si dibatteva trafitto tra le mani di tutti; [11.] tutti, in-
ca+q e>dei jasa*qnarhai jai+ cet*rarhai sot& uo*mot. Dio+ fatti, dovevano prendere parte al sacrificio e gustare del-
jai+ Bqot&so| at$s{ & pkgcg+m e$me*bake li*am ei$| so+m bot- l'uccisione. PercioÁ anche Bruto gli portoÁ un colpo solo al-
bx & ma. Â12.Ã Ke*cesai d$ t<po* simxm x<| a>qa pqo+| sot+| l'inguine. [12.] Narrano alcuni che Cesare, mentre si di-
a>kkot| a$polavo*lemo| jai+ diaue*qxm det&qo ja$jei& so+ fendeva, come era naturale, contro gli altri e si gettava di qua e
rx & la jai+ jejqacx*|, o%se Bqot&som ei#dem e$rparle*mom so+ di laÁ e gridava, quando vide Bruto levare la spada nuda, tiroÁ la
ni*uo|, e$ueikjt*raso jasa+ sg&| jeuakg&| so+ i<la*siom jai+ toga sulla testa e si lascioÁ cadere, spinto dal caso e dagli uc-
paqg&jem e<atso*m, ei>s$ a$po+ st*vg| ei>h$ t<po+ sx & m jsei- cisori, presso il piedistallo sul quale si levava la statua di
mo*msxm a$pxrhei*|, pqo+| sg+m ba*rim e$u$ g'| o< Polpgi^ot Pompeo.
be*bgjem a$mdqia*|.

seguace di Cesare, poi gli era diventato nemico a causa sot+| ... rtmeido*sa|: part. di oi#da (perfetto 3ë di o<qa*x),
dell'esilio del fratello. - [6.] <X|: introduce una proposi- con valore sostantivato, come i successivi sa+ dqx*lema e
zione causale. - jahi*ra|: part. congiunto con valore (sot+|) soklx & msa|. - e>jpkgni| ... jai+ uqi*jg: endiadi,
temporale. - diejqot*eso: imperfetto che esprime un'azio- percioÁ il predicato eÁ al singolare. - [10.] Sx & m ...
ne iterativa. - pqorjeile*mxm (sott. e$jei*mxm): gen. assoluto paqerjetarle*mxm (pres.: paqa-rjeta*fx): gen. partitivo
con valore causale. - rtkkabx*m (pres.: rtk-kalba*mx): con valore sostantivato. - e$pi+ so+m uo*mom: compl. di fine. -
part. congiunto con valore temporale. - o%peq: nesso e<ja*rsot ... a$podei*namso|: gen. assoluto con valore
relativo. - [7.] Ja*rja|: P. Servilio Casca Longo, collabo- temporale. - peqievo*lemo|: part. congiunto con valore
ratore di Cesare e tribuno designato per il 43 a.C., morõÁ causale, come il successivo a$pamsx & m. - sqe*weie: ottativo
nella battaglia di Filippi, a fianco dei congiurati Bruto e che indica un'azione iterativa. - a$pamsx & m: regge il dativo.
Cassio. - pai*ei: pres. storico che sottolinea la dramma- - e$meikei&so: imperf. di e$m-eike*x, verbo di uso tardo. -
ticitaÁ della scena. - pkgcg*m: acc. dell'oggetto interno. - x<| [11.] e>dei: impers., regge le infinitive soggettive coordi-
ei$jo*|: sott. e$rsi*. - saqavhei*| (pres.: saqa*rrx): part. nate tra loro a%pamsa| ... jasa*qnarhai (pres.: jas-
congiunto con valore causale. - x % rse: introduce le due a*qvolai) e cet*rarhai. - [12.] x<|: con valore dichiarati-
prop. consecutive implicite e coordinate tra loro so+m vo. - a$polavo*lemo|: part. congiunto con valore tempo-
Jai*raqa ... kabe*rhai (pres.: kalba*mx) jai+ jasarvei&m rale, come i successivi diaue*qxm e jejqacx*| (part. perf.
(pres.: jas-e*vx). - sot& e$cveiqidi*ot: gen. retto da di jqa*fx, con valore di presente). - ja$jei&: crasi = jai+ e$jei&.
kabe*rhai. - [8.] o< ... pkgcei*| (pres.: pkg*rrx): part. - e$rparle*mom: part. perf. medio di rpa*x, predicativo
sostantivato. - <Qxlai]rsi*: avverbio. - pqo+| so+m a$dekuo*m: dell'oggetto. - paqg&jem: aor. di paq-i*gli. - a$pxrhei*|
eÁ C. Servilio Casca Longo, anch'egli partecipe della (pres.: a$p-xhe*x): part. congiunto con valore temporale o
congiura. - [9.] Soiat*sg| ... cemole*mg|: gen. assoluto causale. - be*bgjem: perf. di bai*mx, con valore intransitivo.
con valore temporale. - sg&| a$qvg&|: eÁ sott. e$piveiqg*rex|. -

B - LA STORIOGRAFIA 345
m
Vincenzo Camuccini, La morte di Cesare. Napoli, Museo di Capodimonte.

6. Gli avvenimenti che precedettero la congiura di Catilina


(Plutarco, Vita di Cicerone, 14, 1-8)
Catilina e gli altri congiurati, che erano soprattutto antichi soldati di Silla, decisero di
mettere in pratica il loro piano contro lo Stato prima che Pompeo tornasse a Roma. Catilina
presentoÁ per la seconda volta la sua candidatura al consolato (63 a.C.), mentre qualche
denuncia contro di lui arrivava alle orecchie di Cicerone, che allora era console. Citato da
Cicerone davanti al Senato, Catilina affermoÁ che egli non faceva nulla di straordinario, se
voleva dare una testa ad un corpo forte e grande, alludendo alla plebe. Intanto il popolo si
riunõÁ nei comizi e ancora una volta respinse la candidatura di Catilina.

[1.] <G de+ peqi+ so+m Jasiki*mam rtmxlori*a, psg*nara jai+ [1.] Intanto Catilina e gli altri congiurati, dapprima inti-
jasadei*rara sg+m a$qvg*m, at#hi| a$meha*qqei jai+ rtmg&com miditi e spauriti, riprendevano coraggio, si riunivano e si
a$kkg*kot| jai+ paqeja*kotm et$soklo*seqom a%pserhai sx &m esortavano a vicenda a iniziare l'impresa con maggiore au-
pqacla*sxm pqi+m e$pamekhei&m Polpg*]iom, g>dg keco*lemom dacia, prima del ritorno di Pompeo, che, si diceva, ritornava
t<porsqe*ueim lesa+ sg&| dtma*lex|. Â2.Ã La*kirsa de+ so+m ormai con il suo esercito. [2.] Spingevano Catilina (all'im-
Jasiki*mam e$ngqe*hifom oi< Rt*kka pa*kai rsqasix & sai, dia- presa) soprattutto gli antichi soldati di Silla, sparsi at-
peutjo*se| le+m o%kg| sg&| $Isaki*a|, pkei&rsoi de+ jai+ lavi- traverso tutta l'Italia, ma i piuÁ numerosi e i piuÁ bellicosi si
lx*sasoi sai&| Stqqgmi*rim e$cjaserpaqle*moi po*kerim, a<q- trovavano disseminati tra le cittaÁ dell'Etruria e sognavano di
paca+| pa*kim jai+ diauoqg*rei| pkot*sxm e<soi*lxm o$mei- riprendere i loro saccheggi e dividersi le ricchezze che si of-
qopokot&mse|. Â3.Ã Ot'soi ca+q g<celo*ma La*kkiom e>vomse|, frivano a loro. [3.] Essi, avendo per capo Manlio, uno di
a>mdqa sx & m e$piuamx & | t<po+ Rt*kky rsqasetrale*mxm, quelli che avevano militato brillantemente sotto Silla, si
rtmi*rsamso s{ & Jasiki*my jai+ paqg&ram ei$| <Qx*lgm rtmaq- univano a Catilina ed erano presenti a Roma, per appoggiare
vaiqeria*romse|. <Tpasei*am ca+q at#hi| lesz*ei bebot- la sua candidatura. Egli, infatti, si presentava per la seconda

LETTURE
346 ANTOLOGICHE
ketle*mo| a$mekei&m so+m Jije*qxma peqi+ at$so+m so+m sx &m volta al consolato, deciso ad uccidere Cicerone nel tumulto
a$qvaiqerix & m ho*qtbom. Â4.Ã $Edo*jei de+ jai+ so+ dailo*miom stesso delle elezioni. [4.] La divinitaÁ stessa sembrava presa-
pqorglai*meim sa+ pqarro*lema reirloi&| jai+ jeqatmoi&| gire quello che si tramava con terremoti, fulmini e appari-
jai+ ua*rlarim. Ai< d$ a$p$ a$mhqx*pxm lgmt*rei| a$kghei&| zioni. Gli atti di denuncia che venivano dagli uomini erano
le+m g#ram, ot>px d$ ei$| e>kecvom a$povqx & rai jas$ a$mdqo+| veri, ma non ancora sufficienti contro un uomo in vista e
e$mdo*not jai+ dtmale*mot le*ca sot& Jasiki*ma. Â5.Ã Dio+ molto potente qual era Catilina. [5.] PercioÁ Cicerone fece
sg+m g<le*qam sx & m a$qvaiqerix& m t<peqhe*lemo| o< Jije*qxm differire il giorno dei comizi, citoÁ Catilina davanti al Senato e
e$ja*kei so+m Jasiki*mam ei$| sg+m rt*cjkgsom jai+ peqi+ sx &m lo interrogoÁ sulle dicerie che correvano. [6.] Catilina, pen-
kecole*mxm a$me*jqimem. Â6.Ã <O de+ pokkot+| oi$o*lemo| sando che nel Senato molti fossero coloro che aspiravano ad
ei#mai sot+| pqacla*sxm jaimx & m e$uiele*mot| e$m sz& botkz& una rivoluzione e volendo nello stesso tempo mettersi in
jai+ a%la soi&| rtmxlo*sai| e$mdeijmt*lemo|, a$pejqi*maso mostra agli occhi dei congiurati, rispose a Cicerone con fu-
s{ & Jije*qxmi lamijg+m a$po*jqirim. «Si* ca+q» e>ug rore: «Che cosa, dunque, faccio io di straordinario Ð disse,
«pqa*ssx deimo*m, ei$, dtoi&m rxla*sxm o>msxm, sot& le+m Ð se, vedendo due corpi, l'uno scarno e consunto, ma con
i$rvmot& jai+ jaseuhimgjo*so|, e>vomso| de+ jeuakg*m, sot& una testa, l'altro senza testa, ma vigoroso e grande, voglio
d$ a$jeua*kot le*m, i$rvtqot& de+ jai+ leca*kot, sot*s{ fornire una testa a quest'ultimo?» [7.] Queste parole enig-
jeuakg+m at$so+| e$pisi*hgli;» [7.] Sot*sxm ei>| se sg+m matiche, che facevano allusione alla plebe e al Senato, rad-
botkg+m jai+ so+m dg&lom z$micle*mxm t<p$ at$sot&, la&kkom o< doppiarono i timori di Cicerone. Egli rivestõÁ una corazza e
Jije*qxm e>deire jai+ sehxqajirle*mom at$so+m oi% se tutti i nobili e molti giovani lo scortavano, mentre scendeva
dtmasoi+ pa*mse| a$po+ sg&| oi$ji*a| jai+ sx & m me*xm pokkoi+ dalla sua casa al Campo di Marte. [8.] Egli aveva di pro-
jasg*cacom ei$| so+ pedi*om. Â8.Ã Sot& de+ hx*qajo| e$pi*sgde| posito slegato la toga dalle spalle, per lasciare intravedere la
t<pe*uaime* si paqakt*ra| e$j sx &m x > lxm sot& visx & mo|, corazza e mostrare il pericolo a quelli che lo vedessero. Il
e$mdeijmt*lemo| soi&| o<qx & ri so+m ji*mdtmom. Oi< d$ popolo, sdegnato, si strinse intorno a lui e alla fine, con il suo
g$cama*jsotm jai+ rtmersqe*uomso peqi+ at$so*m. jai+ se*ko| voto, respinse di nuovo Catilina ed elesse consoli Silano e
e$m sai&| wg*uoi| so+m le+m Jasiki*mam at#hi| e$ne*bakom, Murena.
ei%komso de+ Rikamo+m t%pasom jai+ Lotqg*mam.

m
Cesare Maccari, Cicerone pronuncia in Senato la prima Catilinaria. Roma, Palazzo Madama.

B - LA STORIOGRAFIA 347
c TESTI A CONFRONTO b
Catilina descritto da Sallustio
(De coniuratione Catilinae, 5)
[...] L. Catilina, nobili genere natus, fuit magna vi et [...] Lucio Catilina, di nobile stirpe, fu di grande vigore d'animo e
animi et corpoÆris, sed ingenio malo pravoque. Huic ab di corpo, ma di indole malvagia e viziosa. Gli piacquero, fin dalla
adulescentia bella intestina, caedes, rapinae, discordia prima giovinezza, guerre intestine, stragi, rapine, discordie civili, e
civilis grata fueÅre, ibique iuventutem suam exercuÆit. in esse spese l'etaÁ giovanile. Il suo corpo era resistente alla fame, al
Corpus patiens inediae, algoÅris, vigiliae supra quam cui- gelo, alle veglie, oltre ogni immaginazione. Il suo animo era te-
quam credibile est. Animus audax, subdolus, varius, merario, subdolo, mutevole, simulatore e dissimulatore di qualsiasi
cuius rei lubet simulator ac dissimulator, alieni adpeÆtens, cosa, avido delle cose altrui, prodigo delle proprie, ardente nei de-
sui profusus, ardens in cupiditatibus; satis eloquentiae, sideri; egli era abbastanza abile nel parlare, per nulla saggio. Il suo
sapientiae parum. Vastus animus inmoderata, in- spirito vasto aspirava sempre a cose smisurate, incredibili, troppo
credibilia, nimis alta semper cupiebat. Hunc post domi- alte. Dopo la dominazione di Silla, lo aveva invaso una sfrenata
nationem L. Sullae lubõÅdo maxuma invaserat rei publicae cupidigia di impadronirsi dello Stato, senza tenere in alcun conto i
capiundae; neque id quibus modis adsequeretur, dum sibi mezzi con i quali ottenere cioÁ, pur di procurarsi il potere assoluto.
regnum pararet, quicquam pensi habebat. Agitabatur Sempre di piuÁ, di giorno in giorno, il suo animo fiero era agitato dalla
magis magisque in dies animus ferox inopia rei familiaris povertaÁ del patrimonio e dalla consapevolezza dei delitti, entrambe
et conscientia sceleÆrum, quae utraque iis artibus auxerat, accresciute dai vizi che prima ho ricordato. Lo incitavano, inoltre, i
quas supra memoravi. Incitabant praeterea corrupti ci- costumi di una cittaÁ corrotta, tormentati da due mali pessimi e tra
vitatis mores, quos pessuma ac divorsa inter se mala, lu- loro discordi, il lusso e l'aviditaÁ.
xuria atque avaritia, vexabant.

c TESTI A CONFRONTO b
L'invettiva contro Catilina
(Cicerone, Oratio in Catilinam prima, I, 1-2)
Quo usque tandem abuteÅre, Catilina, patientia Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza? Per quanto
nostra? Quam diu etiam furor iste tuus nos eludet? tempo ancora codesto tuo folle comportamento si prenderaÁ gioco di
Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? noi? Fino a che punto si scateneraÁ la tua audacia senza freni? Non ti
Nihilne te nocturnum praesidium Palati, nihil ur- hanno scosso ne il presidio notturno sul Palatino, ne le ronde in cittaÁ, neÂ
bis vigiliae, nihil timor populi, nihil concursus il timore del popolo, ne il contemporaneo accorrere di tutti i buoni
bonorum omnium, nihil hic munitissimus habendi cittadini, ne questo luogo (1) ben fortificato per la seduta del Senato, neÂ
senatus locus, nihil horum ora voltusque moveÅ- il volto e l'aspetto di questi (cioeÁ: dei presenti)? Non ti accorgi che i tuoi
runt? PateÅre tua consilia non sentis? Constrictam piani sono palesi? Non vedi che la tua congiura eÁ tenuta sotto controllo,
iam horum omnium scientia teneri coniurationem essendo conosciuta da tutti questi? Chi di noi credi che possa ignorare
non vides? Quid proxima, quid superiore nocte che cosa hai fatto la notte scorsa e quella precedente (2), dove sei stato,
egeÆris, ubi fueÆris, quos convocaveÆris, quid consili chi hai convocato, che decisione hai preso?
cepeÆris quem nostrum ignorare arbitraris? Che tempi! Che costumi! Il Senato comprende queste cose, il console
O tempoÆra! o mores! Senatus haec intellegit, le vede, costui, tuttavia, eÁ in vita. EÁ in vita? Anzi, viene anche in Senato, eÁ
consul videt; hic tamen vivit. Vivit? Immo vero partecipe delle decisioni di Stato, indica e destina alla morte con lo
etiam in senatum venit, fit publici consili partõÆ- sguardo ognuno di noi. A noi, invece, uomini coraggiosi, sembra di
ceps, notat et designat oculis ad caedem unum- compiere il nostro dovere verso lo Stato, se evitiamo la follia e le armi di
quemque nostrum. Nos autem, fortes viri, sati- costui. A morte, Catilina, bisognava giaÁ da tempo condurti per ordine
sfaceÆre rei publicae videmur, si istõÅus furorem ac del console, contro di te bisognava rivolgere la rovina che tu giaÁ da un
tela vitamus. Ad mortem te, Catilina, duci iussu pezzo stai macchinando contro tutti noi.
consulis iam pridem oportebat, in te conferri pe-
stem, quam tu in nos omnis iam diu machinaris.
___________________________________________________________

(1) questo luogo: il tempio di Giove Statore ai piedi del Palatino.


(2) la notte scorsa e quella precedente: le notti tra il 7 e l'8 e tra il 6 e il 7 novembre del 63 a. C.

LETTURE
348 ANTOLOGICHE
7. La morte di Cicerone
(Plutarco, Vita di Cicerone, 48, 1-6)
Nel 43 a.C. i sicari inviati da Antonio per uccidere Cicerone si recano nella sua villa di
Formia, dove non trovano, tuttavia, la loro vittima: un liberto, chiamato Filologo, rivela che
Cicerone si eÁ diretto verso il mare. Quando sente arrivare i sicari, Cicerone ordina ai servi di
deporre la lettiga ed eÁ sgozzato dal centurione Erennio, mentre tende in avanti il collo dalla
lettiga. Come ha ordinato Antonio, gli vengono tagliate le mani e la testa.
[1.] $Em sot*s{ d$ oi< ruacei&| e$pg&khom, e<jasomsa*qvg| [1.] Ma proprio in questo momento (cioeÁ mentre i servi
<Eqe*mmio| jai+ Popi*kkio| viki*aqvo|, { ' pasqojsomi*a| portavano in lettiga Cicerone verso il mare) sopravvennero i
pose+ di*jgm uet*comsi rtmei&pem o< Jije*qxm, e>vomse| sicari: erano il centurione Erennio e il tribuno militare Po-
t<pgqe*sa|. Â2.Ã $Epei+ de+ sa+| ht*qa| jejkeirle*ma| et<- pillio, che Cicerone aveva una volta difeso in un'accusa di
qo*mse| e$ne*jowam, ot$ uaimole*mot sot& Jije*qxmo| ot$de+ parricidio, e con loro una truppa di aiutanti. [2.] Dopo che,
sx& m e>mdom ei$de*mai uarjo*msxm, ke*cesai meami*rjom sima*, avendo trovato le porte chiuse, le ebbero sfondate, poicheÂ
sehqalle*mom le+m t<po+ sot& Jije*qxmo| e$m cqa*llarim Cicerone non compariva da nessuna parte e coloro che sta-
e$ketheqi*oi| jai+ lahg*larim, a$peket*heqom de+ Joi^msot vano in casa dicevano di non sapere dove egli fosse, si dice
sot& a$dekuot&, Uiko*kocom sot>mola, uqa*rai s{ & vikia*qv{ che un adolescente, istruito da Cicerone nelle lettere e nelle
so+ uoqei&om jolifo*lemom dia+ sx & m jasaut*sxm jai+ rt- scienze, chiamato Filologo, liberto di Quinto, suo fratello,
rji*xm peqipa*sxm e$pi+ sg+m ha*karram. Â3.Ã <O le+m ot#m vi- dicesse al tribuno che la sua lettiga, attraverso viali alberati e
ki*aqvo| o$ki*cot| a$makabx+m leh$ e<atsot& peqie*hei pqo+| ombrosi, era portata verso il mare. [3.] Il tribuno, prendendo
sg+m e>nodom, sot& d$ <Eqemmi*ot dqo*l{ ueqole*mot dia+ sx &m con se alcuni uomini, si precipitoÁ facendo un giro per arrivare
peqipa*sxm o< Jije*qxm z>rheso jai+ sot+| oi$je*sa| e$je*ket- all'uscita; ma, mentre Erennio percorreva i viali di corsa,
rem e$msat&ha jasahe*rhai so+ uoqei&om. Â4.Ã At$so+| d$ Cicerone lo sentõÁ arrivare e ordinoÁ ai servi di deporre lõÁ la
x% rpeq ei$x*hei sz& a$qirseqy& veiqi+ sx& m cemei*xm a<pso*lemo|, lettiga. [4.] Egli, toccandosi con la mano sinistra, come era
a$seme+| e$mex*qa soi&| ruacet&rim, at$vlot& jai+ jo*lg| a$ma*- solito, il mento, guardoÁ fisso i sicari, coperto di polvere, con
pkex| jai+ rtmsesgjx+| t<po+ uqomsi*dxm so+ pqo*rxpom, la barba lunga e il viso contratto per l'angoscia, sicche la
x% rse sot+| pkei*rsot| e$cjakt*warhai sot& <Eqemmi*ot maggior parte dei soldati si coprirono gli occhi, mentre
rua*fomso| at$so*m. Â5.Ã $Erua*cg de+ so+m sqa*vgkom e$j sot& Erennio lo sgozzava. [5.] Fu sgozzato mentre tendeva in
uoqei*ot pqosei*ma|, e>so| e$jei&mo cecomx+| e<ngjorso+m jai+ avanti il collo dalla lettiga, all'etaÁ di sessantaquattro anni.
se*saqsom. Â6.Ã Sg+m de+ jeuakg+m a$pe*jowam at$sot& jai+ sa+| [6.] Seguendo l'ordine di Antonio, gli tagliarono la testa e le
vei&qa|, $Amsxmi*ot jeket*ramso|, ai'| sot+| Uikippijot+| mani, con le quali aveva scritto le Filippiche. CosõÁ, infatti,
e>cqawem. Ot%sx ca+q o< Jije*qxm sot+| jas$ $Amsxmi*ot Cicerone aveva intitolato i suoi discorsi contro Antonio e
ko*cot| e$pe*cqawem jai+ le*vqi mt&m Uikippijoi+ jakot&msai. fino ad oggi sono detti Filippiche.

[1.] e$pg&khom: pres.: e$p-e*qvolai. - { ' : dativo retto da tivo regge sia il gen. at$vlot& che il gen. jo*lg|. - rtmsesgjx*|:
rtmei&pem. - uet*comsi: part. congiunto con valore tempo- pres.: rtm-sg*jx. - so+ pqo*rxpom: acc. di relazione. - sot&
rale, che concorda con { ' ; l'espressione di*jgm uet*ceim <Eqemmi*ot rua*fomso|: gen. assoluto con valore temporale.
appartiene al linguaggio giudiziario e significa «essere - [5.] $Erua*cg: pres.: rua*fx. - pqosei*ma|: part. congiunto
accusato». - [2.] $Epei+ ... e$ne*jowam: prop. temporale. - con valore temporale. - e>so| ... se*saqsom: quando, il 7
jejkeirle*ma|: part. perf. medio-pass. di jkei*x, riferito a dicembre del 43 a.C., Cicerone fu ucciso, mancava circa un
ht*qa|. - et<qo*mse| (pres.: et<qi*rjx): part. congiunto con mese al compimento del suo sessantaquattresimo anno,
valore temporale. - uaimole*mot sot& Jije*qxmo|: gen. essendo egli nato il 3 gennaio del 106 a.C. - [6.] Sg+m ...
assoluto con valore causale, come il successivo sx & m ... jeuakg+m ... jai+ sa+| vei&qa|: Seneca il Vecchio tramanda
uarjo*msxm. - sehqalle*mom (pres.: sqe*ux): part. con una testimonianza di Livio, secondo la quale la testa e le
valore attributivo-relativo. - sot>mola (= so+ o>mola): acc. mani di Cicerone furono riportate ad Antonio e per ordine
di relazione. - uqa*rai: retto da ke*cesai, predicato di una suo furono poste sui Rostri, la tribuna sulla quale egli aveva
prop. soggettiva. - s{ & vikia*qv{: eÁ il tribuno militare pronunciato le sue orazioni. - $Amsomi*ot jeket*ramso|:
Popillio. - [3.] a$makabx*m (pres.: a$ma-kalba*mx): part. gen. assoluto con valore causale. - sot+| Uikippijot*|: sott.
congiunto con valore temporale. - sot& ... <Eqemmi*ot ... ko*cot|; qui l'autore fa riferimento alle quattordici
ueqole*mot (part. con valore attributivo-relativo): gen. orazioni pronunciate da Cicerone negli anni 44-43 a.C.
retto da z>rheso (pres. ai$rha*molai). - jasahe*rhai: pres.: contro il triumviro Antonio, dette Filippiche per analogia
jasa-si*hgli. - [4.] a<pso*lemo|: part. congiunto con valore con le orazioni pronunciate da Demostene contro il re di
temporale, regge il gen. sx & m cemei*xm. - a$ma*pkex|: l'agget- Macedonia Filippo II.

B - LA STORIOGRAFIA 349
b
Busto di Cicerone. Roma, Musei Capitolini.

8. Bruto decide di suicidarsi


(Plutarco, Vita di Bruto, 52, 1-8)
Dopo la sconfitta ricevuta nella battaglia di Filippi (42 a.C.), combattuta contro Ot-
taviano e Antonio, Bruto decide di togliersi la vita. Chiede prima al suo servitore Clito di
aiutarlo, ma Clito scoppia a piangere; poi chiede l'aiuto dello scudiero Dardanio, ma inu-
tilmente; alla fine si rivolge a Volumnio, suo compagno di studi, affinche voglia impugnare
la spada insieme con lui. Dopo il rifiuto di Volumnio, Bruto stringe la destra a tutti, com-
miserando le sorti della patria, ma dichiarandosi piuÁ felice dei vincitori, per il fatto che
lasceraÁ una fama immortale. Stratone, infine, lo aiuta a suicidarsi.

[1.] Pqoi]ot*rg| de+ sg&| mtjso*|, a$pojki*ma| x<| e>stve [1.] La notte avanzava, quando Bruto, seduto com'era, si
jahefo*lemo|, pqo+| oi$je*sgm e<atsot& Jkei&som e$ka*kei. Rix- chinoÁ verso Clito, uno dei suoi servitori, e gli parloÁ. Clito non
px & mso| de+ sot& Jkei*sot jai+ dajqt*omso|, at#hi| e$pirpa- rispose niente e si mise a piangere. Allora Bruto prese da
ra*lemo| so+m t<parpirsg+m Da*qdamom, i$di*y sima+| at$s{ & parte il suo scudiero Dardanio ed ebbe con lui una conver-
pqore*ueqe ko*cot|. [2.] Se*ko| de+ so+m Bokot*lmiom at$- sazione particolare. [2.] Alla fine si rivolse a Volumnio stesso
so+m <Ekkgmirsi+ sx & m ko*cxm jai+ sg&| a$rjg*rex| t<peli*lmg- in greco, per ricordargli i discorsi e le teorie filosofiche, e lo
rjem. jai+ paqeja*kei sz& veiqi+ rtmeua*warhai sot& ni*uot| pregoÁ di impugnare con la mano la spada insieme con lui e di
at$s{ & jai+ rtmepeqei&rai sg+m pkgcg*m. [3.] Sot& de+ Bo- dare consistenza al colpo. [3.] Poiche Volumnio si rifiutoÁ e gli
kotlmi*ot dixrale*mot jai+ sx & m a>kkxm o<loi*x| e$vo*msxm, altri pensavano allo stesso modo, avendo qualcuno opinato
ei$po*mso| de* simo| x<| dei& lg+ le*meim, a$kka+ uet*ceim, e$na- che non bisognava attendere, ma fuggire: «Si deve certo
marsa*|. «Pa*mt le+m ot#m» e>ug «uetjse*om. a$kk$ ot$ dia+ sx &m fuggire, disse, ma non con i piedi, bensõÁ con le mani.»
podx & m, a$kka+ dia+ sx & m.» [4.] $Elbakx+m de+ sg+m
& m veiqx [4.] Stretta la destra a ciascuno con molta serenitaÁ, riprese:
denia+m e<ja*rs{ la*ka uaidqo*|, g%derhai le+m e>ug leca*kgm «Provo una grande gioia nel vedere che nessuno dei miei
g<domg*m, o%si sx & m ui*kxm at$so+m ot$dei+| e$wet*raso, sz& st*vz amici ha ingannato la mia fiducia, ma accuso la sorte per la

LETTURE
350 ANTOLOGICHE
d$ e$cjakei&m t<pe+q sg&| pasqi*do|. Â5.Ã e<atso+m de+ sx& m memi- condizione della patria; [5.] io mi credo piuÁ felice dei vincitori,
jgjo*sxm lajaqix*seqom moli*feim, ot$j e$vhe+| ot$de+ pqx*gm nonsolamente fino adun passato recente, maanche ora, percheÂ
lo*mom, a$kka+ jai+ mt&m a$pokei*pomsa do*nam a$qesg&|, g=m ot>h$ lascio una fama di virtuÁ, che quelli che hanno vinto non can-
o%pkoi| ot>se vqg*larim a$pakei*wotrim oi< jejqasgjo*se|, celleranno ne con le loro armi ne con le loro ricchezze, siccheÂ
x<| lg+ dojei&m o%si dijai*ot| a>mdqa| a>dijoi jai+ jajoi+ non si creda che essi, ingiusti, avendo trionfato su uomini giusti
vqgrsot+| a$poke*ramse| ot$ pqorgjo*msx| a>qvotrim. Â6.Ã e, malvagi, (avendo trionfato) su uomini onesti, dominano in
Deghei+| de+ jai+ paqajake*ra| r{*feim e<atsot*|, a$mevx*- modo indegno.» [6.] Poi, dopo averli pregati e scongiurati di
qgrem a$pxse*qx lesa+ dtei&m g/ sqix & m, e$m oi'| g#m jai+ salvarsi, si ritiroÁ in disparte insieme con due o tre amici, fra i
Rsqa*sxm o< a$po+ ko*cxm q<gsoqijx & m cecomx+| at$s{ & rtmg*- quali c'era anche Stratone, che era divenuto suo amico intimo
hg|. Â7.Ã Jai+ sot&som e>ccirsa paqarsgra*lemo| e<ats{ & jai+ dopo i suoi studi di retorica. [7.] E dopo averlo fatto mettere
so+ ni*uo| ctlmo+m e$pi+ sg&| kabg&| sai&| veqri+m a$luose*qai| accanto a lui, presa con ambedue le mani la spada nuda per
e$qei*ra| jai+ peqiperx*m, e$seket*sgrem. Â8.Ã Oi< de* uarim ot$j l'elsa e gettandosi su di essa morõÁ. [8.] Altri dicono che non fu
at$so*m, a$kka+ so+m Rsqa*sxma, pokka+ pa*mt sot& Bqot*sot lui, ma Stratone, il quale, su sue ripetute insistenze, tenne la
deghe*mso|, a$porsqe*wamsa sg+m o>wim, t<porsg&rai so+ ni*uo|. spada sotto di lui, volgendo indietro gli occhi, e che Bruto,
e$jei&mom de+ q<t*lz pqorbako*msa so+ rse*qmom jai+ dix*ramsa, gettandosi impetuosamente su di essa, si trafisse il petto e morõÁ
rtmso*lx| a$pohamei&m. cosõÁ quasi sul colpo.

c TESTI A CONFRONTO b
Shakespeare descrive la morte di Bruto in un passo del Giulio Cesare
(atto V, scena V)
SCENA V - Un'altra parte del campo [Entrano Bruto, Dardanio, Clito, Stratone e Volumnio].
BRUTO Venite, poveri resti di amici e riposate su questa rupe.
CLITO Statilio ha mostrato la fiaccola accesa; ma, signore, non eÁ tornato: egli eÁ stato preso oppure ucciso.
BRUTO Siedi, Clito: uccidere eÁ la parola d'ordine; eÁ un'azione di moda. Ascolta, Clito.
[Bisbigliano]
CLITO Come, io, signore? No, no, per tutto il mondo.
BRUTO Silenzio, allora, non una parola.
CLITO Piuttosto uccideroÁ me stesso.
BRUTO Ascolta, Dardanio.
[Bisbigliano]
DARDANIO DovroÁ compiere io tale azione?
CLITO O Dardanio!
DARDANIO O Clito!
CLITO Quale cattiva richiesta ha fatto Bruto?
DARDANIO Di ucciderlo, Clito. Guarda, egli pensa.
CLITO Ora quella nobile coppa eÁ piena di dolore, in modo che trabocca fino agli occhi.
BRUTO Vieni qua, buon Volumnio, ascolta una parola.
VOLUMNIO Che cosa dice il mio signore?
BRUTO Questo, Volumnio: lo spettro di Cesare mi eÁ apparso di notte in due distinte occasioni, a Sardi una
volta, e questa scorsa notte, qua nei campi di Filippi. So che la mia ora eÁ giunta.
VOLUMNIO Non eÁ cosõÁ, signore.
BRUTO No, sono sicuro di sõÁ, Volumnio. Tu vedi il mondo come va, Volumnio;
[Allarmi in lontananza]
i nostri nemici ci hanno incalzati fin sull'orlo dell'abisso; eÁ piuÁ nobile saltarvi dentro da noi che
aspettare d'esservi sospinti da loro. Buon Volumnio, tu sai che noi andammo a scuola insieme: per
quel nostro stesso antico amore, ti prego, tieni tu l'elsa della mia spada, mentre io mi ci getto sopra.
VOLUMNIO Questo non eÁ il compito di un amico, signore.
[Ancora allarmi]
CLITO Fuggite, fuggite, signore; non bisogna indugiare qui.
BRUTO Addio a voi, e a voi, e a voi, Volumnio. Stratone, tutto questo tempo tu hai dormito; addio anche a te,
Stratone. Compatrioti, il mio cuore si rallegra che mai, in tutta la vita, io abbia trovato un uomo che

B - LA STORIOGRAFIA 351
non mi fosse fedele. Io avroÁ gloria per questa giornata di sconfitta, piuÁ di quella che Ottavio e Marco
Antonio non otterranno con questa infame vittoria. CosõÁ, addio subito a tutti; che la lingua di Bruto
ha quasi finito la storia della sua vita; la notte pende sui miei occhi; le mie ossa vorrebbero riposare,
esse, che non hanno lavorato che per giungere a questa ora.
[Allarme. Si grida dentro: «Fuggi, fuggi, fuggi!»]
CLITO Fuggite, signore, fuggite.
BRUTO Via! Vi seguiroÁ.
[Escono Clito, Dardanio, Volumnio]
Ti prego, Stratone, rimani presso il tuo signore: tu sei un giovane degno di stima; la tua vita ha avuto
qualche sapore di onore; tieni dunque la mia spada e volgi il volto, mentre io mi ci getto sopra. Vuoi
tu farlo, Stratone?
STRATONE Datemi prima la mano: addio, signore.
BRUTO Addio, buon Stratone. Cesare, ora riposa in pace: io non ti uccisi per metaÁ cosõÁ volentieri.
[Si getta sulla spada e muore]

b
Busto di Marco Giunio Bruto.
Roma, Museo Nazionale
Romano.

LETTURE
352 ANTOLOGICHE
Tucidide nacque ad Atene nel 455 o 454 a.C. ed ereditoÁ dal
TUCIDIDE padre Oloro alcune miniere d'oro presso il monte Pangeo. Le
(455/454-402/399 a.C.) disponibilitaÁ finanziarie gli permisero di ricevere una buona
cenni biografici e opere educazione alla scuola dei piuÁ celebri sofisti e di compiere vari
viaggi. Strinse rapporti con uomini politici importanti suoi
contemporanei, come Pericle.
Egli stesso ci informa che all'inizio della guerra del Pelo-
ponneso (431 a.C.), combattuta tra Ateniesi e Spartani, aveva
circa vent'anni. Nel 430 a.C. fu colpito dalla peste che si era
diffusa ad Atene, ma riuscõÁ a salvarsi. Eletto stratega nel 424
a.C., fu accusato di tradimento da Cleone (che era succeduto a
Pericle nel governo della cittaÁ di Atene), per non aver impedito al
generale spartano Brasida di occupare Amfipoli, importante
centro della Tracia. Tornato in patria, fu processato nel 423 a.C.
e condannato a venti anni di esilio. Nel 404 a.C. beneficioÁ di un
decreto di amnistia emanato dal governo ateniese e poteÁ tornare
ad Atene, dove si dedicoÁ piuÁ agevolmente alla sua attivitaÁ sto-
riografica. Secondo alcuni sarebbe morto in Tracia, secondo altri
sarebbe stato assassinato durante le lotte civili che, terminata la
guerra del Peloponneso, insanguinarono Atene tra il 402 e il 399
a.C.
L'opera storica di Tucidide eÁ divisa in otto libri: questa di-
visione non fu fatta da lui, ma dai grammatici alessandrini, che
denominarono l'opera con il titolo generico di Storie. Nel libro I
vi eÁ un proemio di 22 capitoli, nei quali viene tracciata la storia
della Grecia negli anni antecedenti alla guerra del Peloponneso
(la cosiddetta Archeologia) e viene delineato il criterio metodo-
m logico dello storico; subito dopo sono enunciate le cause occa-
Busto di Tucidide (copia romana). Toronto sionali del conflitto, cioeÁ le ostilitaÁ tra Corinto e CorcõÁra e tra
(Canada), Royal Ontario Museum.
Corinto e Atene, e viene messo in evidenza il deteriorarsi dei
rapporti tra Sparta e Atene. Prima di descrivere l'inizio delle
ostilitaÁ tra le due cittaÁ (431 a.C.), vi eÁ una lunga digressione sugli anni successivi alla
vittoria sui Persiani, durante i quali gli Ateniesi posero le basi del loro imperialismo.
Nel II libro vi eÁ la descrizione degli avvenimenti relativi ai primi tre anni della
guerra: l'invasione dell'Attica da parte dei Peloponnesiaci, la peste di Atene e la morte di
Pericle.
Il libro III abbraccia la narrazione di altri tre anni di guerra; gli avvenimenti piuÁ
importanti sono: la rivolta degli abitanti di Lesbo, duramente repressa dagli Ateniesi; la
distruzione di Platea da parte degli Spartani; le atrocitaÁ commesse a CorcõÁra dal partito
democratico, appoggiato da Atene, contro gli oligarchici.
Nel libro IV Tucidide descrive le vicende di altri tre anni di guerra (425-423 a.C.):
la seconda invasione dell'Attica da parte dei Peloponnesiaci; la sconfitta navale degli
Spartani nell'isola di Sfacteria ad opera di Cleone; lo spostamento del fronte in Tracia
per decisione del comandante spartano Brasida, che conquista Amfipoli.
Nel libro V sono narrati altri sette anni di guerra, fino al 416 a.C. Gli avvenimenti
salienti sono i seguenti: morte di Cleone e di Brasida; pace di Nicia (421 a.C.); ripresa
delle ostilitaÁ; ambasceria degli Ateniesi agli abitanti dell'isola di Melo, per indurli ad
un'alleanza; risposta negativa dei Melii, distruzione dell'isola, massacro e deportazione
degli abitanti.
Nei libri VI e VII eÁ descritta la spedizione in Sicilia (415-413 a.C.) contro Siracusa:

B - LA STORIOGRAFIA 353
le operazioni sono in un primo tempo favorevoli agli Ateniesi, finche gli Spartani non
affidano al loro generale Gilippo l'incarico di portare aiuto a Siracusa. Gli Ateniesi,
sconfitti per terra e per mare, sono costretti a ritirarsi e sono massacrati presso il fiume
Assinaro; i comandanti ateniesi Nicia e Demostene sono catturati e giustiziati, mentre i
pochi soldati superstiti sono gettati nelle cave di pietra, le latomõÁe.
Il libro VIII narra gli avvenimenti fino al 411 a.C., tra i quali sono da ricordare: il
tentativo di alleanza tra Sparta e la Persia; il colpo di stato oligarchico dei Quattrocento,
che abbatteÁ la democrazia ateniese; il governo piuÁ moderato dei Quattromila.
L'incompiutezza delle Storie (che si interrompono all'anno 411 a.C. e non narrano
gli avvenimenti fino al 404 a.C., anno della fine della guerra) eÁ dovuta o all'improvvisa
morte di Tucidide o alla perdita dell'ultima parte dell'opera.

c
Siracusa,
latomõÁa dei
Cappuccini.

LETTURE
354 ANTOLOGICHE
1. Pericle, un grande uomo politico
(Tucidide, Storie, II, 65, 5-10)
Secondo l'opinione dello storico, Pericle guidoÁ la cittaÁ di Atene con sicurezza e mo-
derazione. La disastrosa conclusione della guerra del Peloponneso eÁ da attribuire ai suoi
successori, troppo ambiziosi e corruttibili. Pericle, invece, morto di peste nel 429 a.C., due
anni dopo l'inizio della guerra, era riuscito a tenere a freno il popolo senza opprimerlo,
inducendo al timore quelli che erano arroganti e alla fiducia quelli che temevano senza
ragione.

[5.] %Orom se ca+q vqo*mom pqot*rsg sg&| po*kex| e$m [5.] Per tutto il tempo, infatti, in cui (Pericle) fu a capo della cittaÁ
sz& ei$qg*mz, lesqi*x| e$ngcei&so jai+ a$ruakx & | dieut*ka- in tempo di pace, la guidoÁ con moderazione, la tuteloÁ con sicurezza
nem at$sg*m, jai+ e$ce*meso e$p$ e$jei*mot leci*rsg, e$peidg* ed essa, sotto la sua guida, divenne grandissima; quando poi
se o< po*kelo| jase*rsg, o< de+ uai*mesai jai+ e$m sot*s{ scoppioÁ la guerra, eÁ evidente che anche in questo caso egli ne seppe
pqocmot+| sg+m dt*malim. Â6.Ã $Epebi*x de dt*o e>sg jai+ valutare prima la potenza. [6.] Visse ancora due anni e sei mesi e,
e=n lg&ma|. jai+ e$peidg+ a$pe*hamem, e$pi+ pke*om e>si dopo che venne a mancare, ancor piuÁ fu riconosciuta la sua pre-
e$cmx*rhg g< pqo*moia at$sot& g< e$| so+m po*kelom. Â7.Ã <O veggenza riguardo al conflitto. [7.] Egli, infatti, aveva affermato
le+m ca+q g<rtva*fomsa*| se jai+ so+ matsijo+m heqapet*- che avrebbero avuto la vittoria rimanendo tranquilli, pre-
omsa| jai+ a$qvg+m lg+ e$pijsxle*mot| e$m s{ & poke*l{ occupandosi dell'efficienza della flotta, non cercando di ampliare
lgde+ sz& po*kei jimdtmet*omsa| e>ug peqie*rerhai. oi< de+ l'impero durante la guerra e non facendo correre rischi alla cittaÁ;
sat&sa* se pa*msa e$| sot$mamsi*om e>pqanam jai+ a>kka ma essi (i suoi successori) seguirono una politica opposta e com-
e>nx sot& poke*lot dojot&msa ei#mai jasa+ sa+| i$di*a| pirono altre imprese, che sembravano del tutto estranee alla
uikosili*a| jai+ >idia je*qdg jajx & | e>| se rua&| at$sot+| guerra, e, per ambizioni personali e privati guadagni, ammini-
jai+ sot+| ntlla*vot| e$poki*setram, a= jasoqhot*lema strarono male se stessi e gli alleati; imprese che, se avevano suc-
le+m soi&| i$dix*sai| silg+ jai+ x$ueki*a la&kkom g#m, rua- cesso, arrecavano vantaggi e onori per lo piuÁ a privati, ma, se
ke*msa de+ sz& po*kei e$| so+m po*kelom bka*bg jahi*rsaso. fallivano, rappresentavano per la cittaÁ un danno ai fini della
Â8.Ã Ai>siom d$ g#m o%si e$jei&mo| le+m dtmaso+| x / m s{
& se guerra. [8.] La ragione di cioÁ sta nel fatto che egli, potente per la
a$nix*lasi jai+ sz& cmx*lz vqgla*sxm se diauamx &| stima di cui godeva e per l'intelligenza, mostratosi chiaramente
a$dxqo*saso| cemo*lemo| jasei&ve so+ pkg&ho| e$kethe*- incorruttibile con il denaro, teneva a freno il popolo senza op-
qx|, jai+ ot$j g>ceso la&kkom t<p$ at$sot& g/ at$so+| g#ce, primerlo e non era guidato da esso piuÁ di quanto egli stesso lo
dia+ so+ lg+ jsx*lemo| e$n ot$ pqorgjo*msxm sg+m dt*malim guidasse, perche non diceva niente per compiacerlo, non cercando
pqo+| g<domg*m si ke*ceim, a$kk$ e>vxm e$p$ a$nix*rei jai+ di acquistare potere con mezzi non giusti, ma potendo anche, per
pqo+| o$qcg*m si a$mseipei&m. Â9.Ã <Opo*se cot&m ai>rhoiso* la sua reputazione, opporsi con durezza. [9.] Quando poi vedeva i
si at$sot+| paqa+ jaiqo+m t%bqei haqrot&msa|, ke*cxm cittadini eccessivamente sicuri di se per arroganza in un momento
jase*pkgrrem e$pi+ so+ uobei&rhai, jai+ dedio*sa| at# non opportuno, con la sua parola li sbigottiva e li induceva alla
a$ko*cx| a$msijahi*rsg pa*kim e$pi+ so+ haqrei&m. $Eci*cme- paura; se invece erano pieni di timore senza ragione, li riportava
so* se ko*c{ le+m dglojqasi*a, e>qc{ de+ t<po+ sot& pqx &- nuovamente alla fiducia. CosõÁ, di nome, vigeva la democrazia, ma,
sot a$mdqo+| a$qvg*. Â10.Ã Oi< de+ t%rseqom >iroi la&kkom di fatto, si aveva il governo del primo cittadino. [10.] I suoi suc-
at$soi+ pqo+| a$kkg*kot| o>mse| jai+ o$qeco*lemoi sot& cessori, invece, essendo equivalenti l'uno all'altro e aspirando
pqx & so| e%jarso| ci*cmerhai e$sqa*pomso jah$ g<doma+| ciascuno a primeggiare, permisero al popolo di occuparsi anche
s{& dg*l{ jai+ sa+ pqa*clasa e$mdido*mai. della politica in base al suo capriccio.

2. La peste di Atene
(Tucidide, Storie, II, 47, 2-4; 48-50)
Poco dopo l'inizio della guerra del Peloponneso, una grave epidemia di peste, favorita
dal caldo estivo e dalle precarie condizioni igieniche, si diffuse nella cittaÁ di Atene (430-429
a.C.), mentre era occupata dalle truppe spartane guidate dal re Archidamo. Non erano di
aiuto ne i medici, che curavano una malattia fino ad allora sconosciuta, ne le suppliche agli
deÁi. Dapprima furono colpiti gli abitanti del Pireo, poi il contagio si diffuse nella parte alta
della cittaÁ. I primi sintomi del male erano vampe di calore alla testa, infiammazione agli
occhi, faringe e lingua sanguinolenta. Sopraggiungevano poi raucedine, tosse e vomito. Il

B - LA STORIOGRAFIA 355
corpo dei malati appariva livido, con piccole ulcere, mentre le viscere bruciavano. Talvolta
venivano colpite anche le estremitaÁ delle mani e dei piedi, per cui alcuni sopravvissuti
rimasero privi di queste parti. L'insonnia e l'ardente sete rendevano la malattia ancora piuÁ
insopportabile, mentre per alcuni appena guariti sopraggiungeva anche una strana amnesia.

[47, 2.] Sot& de+ he*qot| et$ht+| a$qvole*mot Pekopom- [47, 2.] Subito all'inizio dell'estate i Peloponnesiaci e i loro
mg*rioi jai+ oi< nt*llavoi sa+ dt*o le*qg x % rpeq jai+ so+ alleati invasero l'Attica con i due terzi del loro esercito, come
pqx & som e$re*bakom e$| sg+m $Assijg*m (g<cei&so de+ $Aqvi*da- avevano fatto anche prima (li guidava Archidamo, figlio di
lo| o< Fetnida*lot Kajedailomi*xm bariket*|), jai+ ja- Zeuxidamo, re dei Lacedemoni), e, dopo essersi accampati,
hefo*lemoi e$dz*otm sg+m cg&m. Â3.Ã Jai+ o>msxm at$sx & m ot$ iniziarono il saccheggio del territorio. [3.] Mentre si trovavano
pokka*| px g<le*qa| e$m sz& $Assijz& g< mo*ro| pqx & som g>qnaso inAtticadanonmoltigiorni,lapestecomincioÁ amanifestarsiper
ceme*rhai soi&| $Ahgmai*oi|, keco*lemom le+m jai+ pqo*seqom la prima volta fra gli Ateniesi; si diceva che fosse scoppiata anche
pokkavo*re e$cjasarjg&wai jai+ peqi+ Kg&lmom jai+ e$m a>k- prima, nei pressi di Lemno e in altre localitaÁ, ma non si ricordava
koi| vxqi*oi|, ot$ le*msoi sorot&so*| ce koilo+| ot$de+ uhoqa+ che si fosse mai manifestata in nessun luogo una pestilenza tanto
ot%sx| a$mhqx*pxm ot$dalot& e$lmglomet*eso ceme*rhai. Â4.à vasta ne una tale perdita di vite umane. [4.] Infatti, neppure i
Ot>se ca+q i$asqoi+ g>qjotm so+ pqx & som heqapet*omse| medici erano di aiuto, a causa della loro ignoranza, perche cu-
a$cmoi*y, a$kk$ at$soi+ la*kirsa e>hmzrjom o%r{ jai+ la*kirsa ravanolamalattiaperlaprimavolta,eanziessistessisoprattutto
pqorz&ram, ot>se a>kkg a$mhqxpei*a se*vmg ot$deli*a. o%ra se morivano, quanto piuÁ si avvicinavano ai malati, e nessuna altra
pqo+| i<eqoi&| i<je*setram g/ lamsei*oi| jai+ soi&| soiot*soi| arte umana era efficace; le suppliche che si facevano nei templi o
e$vqg*ramso, pa*msa a$mxuekg& g#m, seketsx & mse*| se at$sx &m gli oracoli e altri simili riti erano del tutto inutili; e alla fine
a$pe*rsgram t<po+ sot& jajot& mijx*lemoi. Â48, 1.Ã >Gqnaso rinunciarono a questi espedienti, vinti dal male. [48, 1.]
de+ so+ le+m pqx & som, x<| ke*cesai, e$n Ai$hiopi*a| sg&| t<pe+q Dapprima, a quanto si dice, ebbe inizio in Etiopia, nella parte al
Ai$ct*psot, e>peisa de+ jai+ e$| Ai>ctpsom jai+ Kibt*gm ja- di laÁ dell'Egitto, e poi si diffuse anche in Egitto e in Libia e nella
se*bg jai+ e$| sg+m barike*x| cg&m sg+m pokkg*m. Â2.Ã $E| de+ sg+m maggior partedella terradelRe.[2.] NellacittaÁ di AtenepiomboÁ
$Ahgmai*xm po*kim e$napimai*x| e$re*pere jai+ so+ pqx & som e$m all'improvviso e dapprima attaccoÁ gli abitanti della zona del
s{& Peiqaiei& g%waso sx & m a$mhqx*pxm, x % rse jai+ e$ke*vhg t<p$ Pireo, cosõÁ che da parte loro fu detto che i Peloponnesiaci ave-
at$sx & m x<| oi< Pekopommg*rioi ua*qlaja e$rbebkg*joiem e$| vano gettato veleni nei pozzi; infatti, laggiuÁ non c'erano ancora
sa+ uqe*asa. jqg&mai ca+q ot>px g#ram at$so*hi. %Trseqom de+ fontane. Successivamente giunse anche nella parte alta della
jai+ e$| sg+m a>mx po*kim a$ui*jeso, jai+ e>hmzrjom pokk{ & cittaÁ e giaÁ morivano in numero molto piuÁ grande. [3.] Dunque
la&kkom g>dg. Â3.Ã Kece*sx le+m ot#m peqi+ at$sot& x<| e%jarso| ora ciascuno, o medico o cittadino privato, parli pure riguardo
cicmx*rjei jai+ i$asqo+| jai+ i$dix*sg|, a$u$ o%sot ei$jo+| g#m ad essa, a seconda di quanto ne sa, da che cosa eÁ probabile che
ceme*rhai at$so*, jai+ sa+| ai$si*a| a%rsima| moli*fei sorat*sg| abbia avuto origine e quali ritiene che siano le cause di un cosõÁ
lesabokg&| i<jama+| ei#mai dt*malim e$| so+ lesarsg&rai grave sconvolgimento e che siano capaci di avere la forza di
rvei&m. e$cx+ de+ oi'o*m se e$ci*cmeso ke*nx, jai+ a$u$ x ' m a>m si| provocare il cambiamento; io, invece, diroÁ in che modo si ma-
rjopx & m, ei> pose jai+ at#hi| e$pipe*roi, la*kirs$ a/m e>voi si nifestoÁ e i sintomi, dall'osservazione dei quali, se mai dovesse
pqoeidx+| lg+ a$cmoei&m, sat&sa dgkx*rx at$so*| se morg*ra| accadere di nuovo, qualcuno sarebbe in grado di riconoscere il
jai+ at$so+| i$dx+m a>kkot| pa*rvomsa|. Â49, 1.Ã So+ le+m ca+q male, sapendone giaÁ qualche cosa; li riferiroÁ, essendo stato
e>so|, x<| x<lokocei&so, e$j pa*msxm la*kirsa dg+ e$jei&mo ammalato io stesso e avendo visto di persona altri che ne sof-
a>morom e$| sa+| a>kka| a$rhemei*a| e$st*cvamem o>m. ei$ de* si| frivano. [49, 1.] Quell'anno, come tutti riconoscevano con-
jai+ pqot*jalme* si, e$| sot&so pa*msa a$pejqi*hg. Â2.Ã Sot+| cordemente, era stato eccezionalmente immune da altre ma-
de+ a>kkot| a$p$ ot$delia&| pqoua*rex|, a$kk$ e$nai*umg| lattie; ma se qualcuno era giaÁ affetto da qualche cosa, tutti i
t<ciei&| o>msa| pqx & som le+m sg&| jeuakg&| he*qlai i$rvtqai+ jai+ malanni si risolvevano in peste. [2.] Gli altri, invece, senza
sx& m o$uhaklx & m e$qthg*lasa jai+ uko*cxri| e$ka*lbame, jai+ nessuna causa apparente, ma all'improvviso, mentre erano sani,
sa+ e$mso*|, g% se ua*qtcn jai+ g< ckx & rra, et$ht+| ai<lasx*dg g#m venivano colti da violente vampe di calore alla testa, da arros-
jai+ pmet&la a>sopom jai+ dtrx & de| g$ui*ei. Â3.Ã e>peisa e$n samento e infiammazione degli occhi, mentre le parti interne, la
at$sx & m psaqlo+| jai+ bqa*cvo| e$peci*cmeso jai+ e$m ot$ faringe e la lingua, divenivano subito sanguinolente ed esala-
pokk{ & vqo*m{ jase*baimem e$| sa+ rsg*hg o< po*mo| lesa+ vano un alito anormale e maleodorante. [3.] Poi, da questi sin-
bgvo+| i$rvtqot&. jai+ o<po*se e$| sg+m jaqdi*am rsgqi*neiem, tomi sopraggiungevano starnuti e raucedine e in breve tempo il
a$me*rsqeue* se at$sg+m jai+ a$pojaha*qrei| vokg&| pa&rai, male scendeva nel petto con una forte tosse; quando poi pene-
o%rai t<po+ i$asqx & m x$molarle*mai ei$ri+m e$pz&ram, jai+ at'sai, travanellostomaco,losconvolgevaenederivavanotuttiivomiti
lesa+ sakaipxqi*a| leca*kg|. Â4.Ã Kt*cn se soi&| pke*orim di bile, quanti ne sono nominati dai medici, accompagnati da
e$me*pipse jemg*, rparlo+m e$mdidot&ra i$rvtqo*m, soi&| le+m una grande sofferenza; [4.] ai piuÁ sopraggiunsero spasmi di
lesa+ sat&sa kxug*ramsa, soi&| de+ jai+ pokk{ & t%rseqom. Â5.Ã vomito a vuoto, che causavano convulsioni violente, verifica-
Jai+ so+ le+m e>nxhem a<psole*m{ rx & la ot>s$ a>cam heqlo+m g#m tesi per alcuni dopo questi sintomi, per altri anche molto tempo

LETTURE
356 ANTOLOGICHE
ot>se vkxqo*m, a$kk$ t<pe*qthqom, pekismo*m, uktjsai*mai| dopo. [5.] A chi lo toccava dall'esterno, il corpo non appariva
lijqai&| jai+ e%kjerim e$ngmhgjo*|. sa+ de+ e$mso+| ot%sx| molto caldo ne pallido, ma rossastro, livido, coperto di piccole
e$ja*eso, x % rse lg*se sx & m pa*mt kepsx & m i<lasi*xm jai+ rim- pustole e di ulcere; ma le viscere, invece, bruciavano cosõÁ che
do*mxm sa+| e$piboka+| lgd$ a>kko si g/ ctlmoi+ a$me*verhai, essi non sopportavano di essere coperti di vesti leggere o di
g%dirsa* se a/m e$| t%dxq wtvqo+m rua&| at$sot+| q<i*pseim. Jai+ lenzuoli fini, non potevano stare altro che nudi e si sarebbero
pokkoi+ sot&so sx & m g$lekgle*mxm a$mhqx*pxm jai+ e>dqaram gettati molto volentieri nell'acqua gelida. Molti degli ammalati
e$| uqe*asa, sz& di*wz a$pat*rs{ ntmevo*lemoi. jai+ e$m s{ & trascurati lo fecero, gettandosi nelle cisterne, spinti da una sete
o<loi*{ jaheirsg*jei so* se pke*om jai+ e>karrom poso*m. Â6.Ã inestinguibile; e il bere di piuÁ o di meno era lo stesso. [6.] E
Jai+ g< a$poqi*a sot& lg+ g$rtva*feim jai+ g< a$cqtpmi*a e$pe*- l'impossibilitaÁ di riposare e l'insonnia li affliggevano conti-
jeiso dia+ pamso*|. Jai+ so+ rx & la, o%rompeq vqo*mom jai+ g< nuamente. Il corpo, per tutto il tempo in cui la malattia era in
mo*ro| a$jla*foi, ot$j e$laqai*meso, a$kk$ a$msei&ve paqa+ fase acuta, non deperiva, ma resisteva inaspettatamente alla
do*nam sz& sakaipxqi*y, x % rse g/ dieuhei*qomso oi< pkei&rsoi sofferenza, cosõÁ che i piuÁ morivano dopo nove o sette giorni, a
e$masai&oi jai+ e<bdolai&oi t<po+ sot& e$mso+| jat*laso|, e>si causa del calore interno, avendo ancora un po' di forza, oppure,
e>vomse*| si dtma*lex|, g/ ei$ diaut*coiem, e$pijasio*mso| sot& se scampavano, penetrando la malattia nell'intestino, so-
morg*laso| e$| sg+m joiki*am jai+ e<kjx*rex*| se at$sz& i$rvt- praggiungendo in esso una violenta ulcerazione e verificandosi
qa&| e$ccicmole*mg| jai+ diaqqoi*a| a%la a$jqa*sot e$pipi- contemporaneamente una diarrea violenta, i piuÁ morivano in
psot*rg|, oi< pokkoi+ t%rseqom di$ at$sg+m a$rhemei*y die- seguito ad essa per debolezza. [7.] Infatti il male passava at-
uhei*qomso. Â7.Ã Dienz*ei ca+q dia+ pamso+| sot& rx*laso| traverso tutto il corpo, iniziando dall'alto, stabilitosi dapprima
a>mxhem a$qna*lemom so+ e$m sz& jeuakz& pqx & som i<dqthe+m nella testa e, se qualcuno si salvava da cose piuÁ gravi, l'am-
jajo*m, jai+ ei> si| e$j sx & m leci*rsxm peqice*moiso, sx & m ce malarsi delle estremitaÁ era un sintomo di esso. [8.] Colpiva,
a$jqxsgqi*xm a$msi*kgwi| at$sot& e$perg*laimem. Â8.Ã Ja- infatti, anche gli organi sessuali e le punte delle mani e dei piedi
se*rjgpse ca+q e$| ai$doi&a jai+ e$| a>jqa| vei&qa| jai+ po*da|, e molti scamparono privati di queste parti; alcuni rimasero
jai+ pokkoi+ rseqirjo*lemoi sot*sxm die*uetcom, ei$ri+ d$ oi= privi anche degli occhi. Alcuni, appena guariti furono colti da
jai+ sx & m o$uhaklx & m. Sot*| de+ jai+ kg*hg e$ka*lbame pa- un'amnesia di tutte le cose allo stesso modo e non ricono-
qatsi*ja a$marsa*msa| sx & m pa*msxm o<loi*x| jai+ g$cmo*gram scevano ne se stessi ne i loro familiari. [50, 1.] Il carattere
rua&| se at$sot+| jai+ sot+| e$pisgdei*ot|. Â50, 1.Ã Cemo*lemom della malattia era superiore a qualunque ragionamento ed essa
ca+q jqei&rrom ko*cot so+ ei#do| sg&| mo*rot sa* se a>kka si abbatte su ciascuno in maniera piuÁ terribile di quanto sop-
vakepxse*qx| g/ jasa+ sg+m a$mhqxpei*am ut*rim pqore*pi- portasse la natura umana e in questo soprattutto si riveloÁ come
psem e<ja*rs{ jai+ e$m s{ & de e$dg*kxre la*kirsa a>kko si o/m g/ una malattia diversa da quelle comuni: infatti gli uccelli e i
sx& m ntmsqo*uxm si. sa+ ca+q o>qmea jai+ sesqa*poda o%ra quadrupedi che si nutrono di carne umana, benche ci fossero
a$mhqx*pxm a%psesai, pokkx & m a$sa*uxm cicmole*mxm, g/ ot$ molti cadaveri insepolti, non li toccavano o, se ne assaggiavano,
pqorz*ei g/ cetra*lema dieuhei*qeso. Â2.Ã Sejlg*qiom de*. morivano. [2.] Questa ne eÁ la prova: la sparizione di tali uccelli
sx& m le+m soiot*sxm o$qmi*hxm e$pi*keiwi| raug+| e$ce*meso, jai+ divenne chiara e non se ne vedevano ne altrove ne presso un
ot$v e<xqx & mso ot>se a>kkx| ot>se peqi+ soiot&som ot$de*m. oi< cadavere; i cani, poi, offrivano una piuÁ chiara possibilitaÁ di
de+ jt*me| la&kkom ai>rhgrim paqei&vom sot& a$pobai*momso| osservazione di cioÁ che accadeva, per il fatto che vivono insieme
dia+ so+ ntmdiaisa&rhai. all'uomo.

c TESTI A CONFRONTO b
La peste di Atene descritta da Lucrezio
(De rerum natura, VI, 1141-1173, 1197-1229, 1250-1286)

Nam penõÆtus veniens Aegypti finibus ortus, Sorta e venuta dalle estreme regioni dell'Egitto,
aera permensus multum camposque natantis, varcando gran tratto di cielo e fluttuando sulle pianure,
incubuit tandem populo Pandionis omni. infine (l'epidemia) gravoÁ sopra tutta la gente di Pandione (1).
Inde catervatim morbo mortique dabantur. E allora cadevano a mucchi in preda al contagio e alla morte.
Principio caput incensum fervore gerebant 1145 Dapprima avevano il capo bruciante di un grande ardore,
et duplices oculos suffusa luce rubentis. gli occhi iniettati di sangue per un bagliore diffuso.
Sudabant etiam fauces intrinsecus atrae E la livida gola internamente sudava sangue,

(1) Pandione: era uno dei mitici re di Atene.

B - LA STORIOGRAFIA 357
sanguine et ulceribus vocis via saepta coibat cosparsa di ulcere si chiudeva alla via della voce,
atque animi interpres manabat lingua cruore e la lingua, interprete dell'animo, stillava sangue,
debilitata malis, motu gravis, aspera tactu. 1150 fiaccata dal male, inerte e ruvida al tatto.
Inde ubi per fauces pectus complerat et ipsum Quando poi il violento contagio attraverso la gola
morbida vis in cor maestum confluxeÆrat aegris, invadeva il petto e affluiva per intero al cuore dolente dei malati,
omnia tum vero vitai claustra lababant. allora, in veritaÁ, tutte le barriere della vita vacillavano.
Spiritus ore foras taetrum volvebat odorem, L'alito effondeva dalla bocca un orribile lezzo,
rancida quo perolent proiecta cadavera ritu. 1155 come quello che emanano i marci cadaveri non sepolti.
Atque animi prorsum vires totõÅus et omne Le forze dell'animo intero e tutta la fibra
languebat corpus leti iam limine in ipso. del corpo languiva sulla soglia stessa della morte.
Intolerabilibusque malis erat anxius angor Agli atroci dolori era assidua compagna un'ansiosa
assidue comes et gemitu commixta querella. angoscia e un pianto mischiato a continui lamenti.
Singultusque frequens noctem per saepe diemque 1160 E spesso un singulto continuo di giorno e di notte,
corripeÆre assidue nervos et membra coactans costringendoli a contrarre assiduamente i nervi e le membra,
dissoluebat eos, defessos ante, fatõÅgans. tormentava e sfiniva gli infermi giaÁ prima spossati.
Nec nimio cuiquam posses ardore tueri Ne avresti potuto notare alla superficie del corpo
corporis in summo summam fervesceÆre partem, la parte esteriore bruciare di ardore eccessivo,
sed potius tepidum manibus proponeÆre tactum 1165 ma piuttosto offrire alle mani un tiepido tatto
et simul ulceribus quasi inustis omne rubeÅre e insieme tutto il corpo arrossato da ulcere simili a ustioni,
corpus, ut est per membra sacer dum diditur ignis. come quando il fuoco sacro si sparge su tutte le membra.
Intima pars hominum vero flagrabat ad ossa, Ma l'intima parte dell'uomo ardeva fino al fondo delle ossa,
flagrabat stomacho flamma ut fornacibus intus. una fiamma bruciava nello stomaco come dentro un forno.
Nil adeo posses cuiquam leve tenueque membris 1170 Non potevano giovare alle membra dei malati vesti leggere e
verteÆre in utilitatem, at ventum et frigoÆra semper. sottili,
In fluvios partim gelidos ardentia morbo ma essi cercavano sempre vento e frescura.
membra dabant nudum iacientes corpus in undas [...] Alcuni, arsi dalla febbre, abbandonavano il corpo
Octavoque fere candenti lumine solis ai gelidi fiumi, le nude membra distese nelle onde [...]
aut etiam nona reddebant lampade vitam. Di solito all'ottavo apparire della chiara luce del sole,
Quorum siquis, ut est, vitarat funeÆra leti, o al nono splendore del giorno, esalavano l'ultimo respiro.
ulceribus taetris et nigra proluvie alvi 1200 E se qualcuno di loro, come accade, aveva evitato la morte,
posterõÆus tamen hunc tabes letumque manebat, per le orribili piaghe e il nero profluvio del ventre
aut etiam multus capitis cum saepe dolore anche per lui rimaneva piuÁ tardi la consunzione e la morte,
corruptus sanguis expletis naribus ibat: o anche sgorgava sovente, con dolori di capo,
huc hominis totae vires corpusque fluebat. grande quantitaÁ di sangue corrotto dalle narici piene:
Profluvium porro qui taetri sanguõÆnis acre 1205 qui fluivano tutte le forze e la fibra dell'uomo.
exieÆrat, tamen in nervos huic morbus et artus E inoltre chi fosse scampato a quell'acre profluvio
ibat et in partis genitalis corpoÆris ipsas. di orribile sangue, a lui il morbo scendeva
Et gravõÆter partim metuentes limõÆna leti nei nervi, negli arti e persino negli organi genitali.
vivebant ferro privati parte virili, Alcuni, atterriti di giungere alle soglie della morte,
et manibus sine nonnulli pedibusque manebant 1210 vivevano mutilando col ferro gli organi virili,
in vita tamen, et perdebant lumõÆna partim: altri, amputati delle mani e dei piedi, tuttavia rimanevano
usque adeo mortis metus his incesseÆrat acer. in vita e altri perdevano il lume della vista.
Atque etiam quosdam cepeÅre oblivia rerum A tal punto il timore intenso della morte era penetrato in questi.
cunctarum, neque se possent cognoscere ut ipsi. E anche certi furono presi dall'oblio di ogni cosa,
Multaque humi cum inhumata iaceÅrent corpoÆra supra1215 cosõÁ da non poter riconoscere nemmeno se stessi.
corporibus, tamen alituum genus atque ferarum Benche molti cadaveri insepolti giacessero gli uni sugli altri,
aut procul absiliebat, ut acrem exiret odorem, le razze degli uccelli e delle bestie selvagge
aut, ubi gustarat, languebat morte propinqua. balzavano lontano da essi per fuggirne il fetore,
Nec tamen omnõÅno temeÆre illis solibus ulla oppure, dopo averne gustato, languivano di una prossima morte.
comparebat avis, nec tristia saecla ferarum 1220 Del resto per nulla in quei giorni gli uccelli osavano
exibant silvis. Languebant pleraque morbo mostrarsi, o le feroci famiglie delle belve uscivano
et moriebantur. Cum primis fida canum vis dai covi silvestri. Languivano i piuÁ in preda al morbo
strata viis animam ponebat in omnibus aegre; e morivano. Soprattutto la fedele muta dei cani
extorquebat enim vitam vis morbida membris. esalava miseramente l'anima, distesa per tutte le strade;

LETTURE
358 ANTOLOGICHE
Incomitata rapi certabant funeÆra vasta. 1225 la violenza del male strappava la vita alle membra.
Nec ratio remedi communis certa dabatur; Funerali desolati e deserti si susseguivano.
nam quod ali dedeÆrat vitalis aeris auras Ne era data una forma sicura di comune rimedio;
volveÆre in ore liceÅre et caeli templa tueri, infatti cioÁ che a uno aveva permesso di respirare
hoc aliis erat exitio letumque parabat [...] il soffio vitale dell'aria e guardare gli spazi del cielo,
Nec poteÆrat quisquam reperiri, quem neque morbus1250 cioÁ stesso era rovina di altri e ne causava la morte [...]
nec mors nec luctus temptaret tempoÆre tali. Ne poteva trovarsi nessuno che in questo frangente
Praeterea iam pastor et armentarius omnis non fosse toccato dal male, dalla morte o dal lutto.
et robustus item curvi moderator aratri Inoltre giaÁ il pastore e il guardiano di armenti
languebat, penitusque casa contrusa iacebant e il robusto guidatore del ricurvo aratro
corpoÆra paupertate et morbo dedõÆta morti. 1255 languivano e dentro la modesta capanna giacevano a mucchi
Exanimis pueris super exanimata parentum i corpi consegnati alla morte dalla miseria e dal male.
corpoÆra nonnumquam posses retroque videÅre Non di rado avresti osservato gli esanimi corpi
matribus et patribus natos super edeÆre vitam. dei padri giacere sugli esanimi corpi dei figli,
Nec minimam partem ex agris is maeror in urbem e al contrario i figli spirare sulle madri e sui padri.
confluxit, languens quem contuÆlit agricolarum 1260 Il contagio in gran parte si diffuse dai campi
copia conveniens ex omni morbida parte. nella grande cittaÁ, portato da una folla indebolita
Omnia complebant loca tectaque; quo magis aestu di contadini affluiti da tutte le zone giaÁ infette.
confertos ita acervatim mors accumulabat. Riempivano ogni luogo, ogni asilo, e in tal modo la morte
Multa siti prostrata viam per proque voluta piuÁ facilmente ammucchiava la folla ondeggiante.
corpoÆra silanos ad aquarum strata iacebant 1265 Molti, prostrati per la sete, giacevano
interclusa anima nimia ab dulcedine aquarum, riversi e distesi accanto agli sbocchi delle fonti,
multaque per populi passim loca prompta viasque il respiro mozzato dalla dolcezza eccessiva dei sorsi
languida semanimo cum corpoÆre membra videÅres e molti ne avresti visti qua e laÁ per le strade
horrida paedore et pannis cooperta perire e nei pubblici luoghi abbattuti coi corpi morenti
corpoÆris inluvie, pelli super ossibus una, 1270 e squallidi e lerci perire, coperti di cenci
ulceribus taetris prope iam sordeque sepulta. e lordure del corpo; sulle ossa soltanto la pelle
Omnia denõÆque sancta deum deluÅbra replerat quasi tutta sepolta da orribili piaghe e marciume.
corporibus mors exanimis onerataque passim La morte aveva riempito persino i santuari degli deÁi
cuncta cadaveribus caelestum templa manebant, di corpi inerti e tutti i templi delle divinitaÁ
hospitibus loca quae complerant aedituentes. 1275 restavano ingombri di cadaveri sparsi e ammucchiati,
Nec iam religio divum nec numõÆna magni luoghi che i custodi avevano affollato di ospiti.
pendebantur enim: praesens dolor exsuperabat. Non piuÁ si teneva in onore, infatti, il culto divino
Nec mos ille sepulturae remanebat in urbe, e il potere dei numi: il dolore presente vinceva.
quo prius hic populus semper consuerat humari; Ne piuÁ vigeva in cittaÁ quel costume di funebri riti,
perturbatus enim totus trepidabat, et unus 1280 che da sempre abituava le genti a inumare pietose gli estinti;
quisque suum pro re compostum maestus humabat. infatti tutti si affannavano in preda al disordine
Multaque res subõÆta et paupertas horrida suasit. e ognuno angosciato inumava i suoi cari composti come poteva.
Namque suos consanguineos aliena rogorum La miseria e l'evento improvviso indussero a orribili azioni.
insuper exstructa ingenti clamore locabant Con alto clamore ponevano i loro congiunti
subdebantque faces, multo cum sanguõÆne saepe 1285 sulle grandi cataste erette per il rogo di altri,
rixantes potius quam corpoÆra desererentur. appiccandovi il fuoco e spesso lottando fra loro
in zuffe cruente piuttosto che abbandonare i cadaveri.
c
Michiel Sweerts, La peste di Atene
(1652-1654). Los Angeles (USA),
County Museum of Art.

B - LA STORIOGRAFIA 359
3. La spedizione ateniese in Sicilia si rivela un disastro
(Tucidide, Storie, VII, 75, 1-4)
Dopo alcuni successi, la spedizione in Sicilia si riveloÁ ben presto un disastro: in breve
tempo gli Ateniesi, dopo una grave sconfitta navale, iniziarono la ritirata in modo di-
sordinato. Abbandonavano l'accampamento dopo aver perduto tutte le navi; i cadaveri
giacevano insepolti, mentre quelli che erano feriti o ammalati invocavano i compagni di
condurli con seÂ, ma poi venivano lasciati indietro tra lacrime e lamenti.

[75, 1.] Lesa+ de+ sot&so, e$peidg+ e$do*jei s{ & Miji*y jai+ s{& [75, 1.] In seguito, quando sembroÁ a Nicia e a Demostene di
Dglorhe*mei i<jamx & | paqerjeta*rhai, jai+ g< a$ma*rsari| essersi preparati sufficientemente, avvenne finalmente la par-
g>dg sot& rsqaset*laso| sqi*sz g<le*qy a$po+ sg&| matlavi*a| tenza dell'esercito, nel terzo giorno dopo la battaglia navale.
e$ci*cmeso. Â2.Ã Deimo+m ot#m g#m ot$ jah$ e=m lo*mom sx &m [2.] La situazione era terribile non da un solo punto di vista, sia
pqacla*sxm, o%si sa*| se mat&| a$pokxkejo*se| pa*ra| perche si ritiravano dopo aver perduto tutte le navi, essendo in
a$pevx*qotm jai+ a$msi+ leca*kg| e$kpi*do| jai+ at$soi+ jai+ g< pericolo essi stessi e la cittaÁ, invece delle loro grandi speranze,
po*ki| jimdtmet*omse|, a$kka+ jai+ e$m sz& a$pokei*wei sot& sia percheÂ, mentre abbandonavano l'accampamento, accadeva
rsqasope*dot ntme*baime sz& se o>wei e<ja*rs{ a$kceima+ jai+ che alla vista e alla mente di ciascuno si offrisse un doloroso
sz& cmx*lz ai$rhe*rhai. Â3.à Sx & m se ca+q mejqx & m a$sa*uxm spettacolo. [3.] Poiche i cadaveri erano insepolti, quando
o>msxm, o<po*se si| >idoi sima+ sx & m e$pisgdei*xm jei*lemom, e$| qualcuno vedeva uno dei suoi amici giacere morto, era assalito
kt*pgm lesa+ uo*bot jahi*rsaso, jai+ oi< fx & mse| jasakei- dal dolore e dalla paura, mentre quelli che venivano abban-
po*lemoi sqatlasi*ai se jai+ a$rhemei&| pokt+ sx & m sehmex*- donati vivi, feriti e ammalati, erano per i vivi molto piuÁ com-
sxm soi&| fx & ri ktpgqo*seqoi g#ram jai+ sx & m a$pokxko*sxm passionevoli e molto piuÁ degni di commiserazione dei morti.
a$hkix*seqoi. Â4.Ã Pqo+| ca+q a$msiboki*am jai+ o$koutqlo+m [4.] Abbandonandosi alle suppliche e ai lamenti, suscitavano in
sqapo*lemoi e$| a$poqi*am jahi*rsaram, a>ceim se rua&| loro imbarazzo, pregandoli di portarli con seÂ, invocandoli uno
a$niot&mse| jai+ e%ma e%jarsom e$pibox*lemoi, ei> sima* pot* si| per uno con grida, se vedevano da qualche parte qualcuno dei
>idoi g/ e<sai*qxm g/ oi$jei*xm, sx& m se ntrjg*mxm g>dg a$pio*msxm compagni o dei parenti, aggrappandosi ai compagni di tenda
e$jjqelammt*lemoi jai+ e$pajokothot&mse| e$| o%rom dt*- mentre giaÁ si allontanavano, seguendoli finche potevano; se poi
maimso, ei> s{ de+ pqoki*poi g< q<x*lg jai+ so+ rx & la, ot$j a>met a qualcuno venivano meno il coraggio o la forza fisica, erano
o$ki*cxm e$piheiarlx & m jai+ oi$lxcg&| t<pokeipo*lemoi, x % rse lasciati indietro, non senza molti lamenti e invocazioni agli deÁi,
da*jqtri pa&m so+ rsqa*setla pkgrhe+m jai+ a$poqi*y soiat*sz cosõÁ che l'esercito, pieno di lacrime e di un tale disagio, non
lg+ q<ydi*x| a$uoqla&rhai, jai*peq e$j pokeli*a| se jai+ lei*fx partiva volentieri, anche se da una terra nemica, avendo giaÁ
g/ jasa+ da*jqta sa+ le+m pepomho*sa| g>dg, sa+ de+ peqi+ sx &m sofferto sventure tali per cui le lacrime non bastavano e te-
e$m a$uamei& dedio*sa| lg+ pa*hxrim. mendo che ne avrebbero sofferte altre nell'oscuro avvenire.

c
Modello di
una trireme.
Atene, Museo
dell'Acropoli.

LETTURE
360 ANTOLOGICHE
Polibio, nato a Megalopoli, in Arcadia, tra il 205 e il 203 a.C., fu
POLIBIO avviato dal padre alla carriera politica. Nel 169 a.C. divenne
(205/203-126 a.C.) comandante della cavalleria della Lega Achea: gli Achei erano
cenni biografici e opere stati dapprima alleati dei Romani, ma, dopo che il re di Mace-
donia, Perseo, fu sconfitto dal console Emilio Paolo, all'interno
della Lega si formarono due correnti, una filoromana e una fi-
lomacedone.
Fu allora che Polibio fu denunciato dalla corrente filoro-
mana come fautore dei Macedoni e fu condotto come ostaggio a
Roma. Qui, tuttavia, fu accolto in casa di Emilio Paolo e divenne
consigliere di suo figlio, Publio Scipione Emiliano. In questo
periodo ebbe la possibilitaÁ di entrare nel ``Circolo degli Sci-
pioni'', un gruppo di intellettuali filoellenici, e di analizzare la
societaÁ e la costituzione di Roma.
Nel 150 a.C. gli fu concesso di tornare in Grecia, ma con-
tinuoÁ a considerare Roma come una seconda patria. Quando, nel
146 a.C., Scipione Emiliano lo invitoÁ a partecipare alla terza
guerra punica, egli assistette alla distruzione di Cartagine. Nello
stesso anno la Lega Achea si sollevoÁ ancora contro Roma, per cui
la cittaÁ di Corinto fu rasa al suolo. Polibio, in quella occasione,
fece opera di mediazione tra Romani e Greci, affinche i suoi
antichi amici imponessero mitigate condizioni di pace. Con
m
Scipione Emiliano egli partecipoÁ anche all'assedio della cittaÁ
Statua di Polibio. Vienna, rampa sinistra del spagnola di Numanzia (133 a.C.) e, tornato definitivamente in
Parlamento.
patria, vi morõÁ nel 126 a.C.
Oltre ad alcune opere minori, Polibio scrisse un'ampia
opera storica, intitolata Storie, composta da quaranta libri. A noi sono giunti interi i
primi cinque (in cui sono narrate le vicende dal 264 a.C. al 216 a.C., cioeÁ dall'inizio
della prima guerra punica alla battaglia di Canne) e vari passi dei libri VI-XVIII, mentre
degli altri si conservano brevi citazioni.
Nelle intenzioni dello storiografo, l'opera eÁ pragmatica, universale e apodittica, nel
senso che vi sono narrati avvenimenti politici e militari, senza dare spazio ai racconti
fantasiosi; i fatti storici narrati riguardano tutta la terra allora conosciuta; l'attenzione
viene fermata sulle cause degli avvenimenti, che vengono scientificamente dimostrate.
Polibio afferma che vi eÁ un'evoluzione ciclica delle forme di governo, che dege-
nerano dalla monarchia nella tirannide; da quest'ultima si passa poi all'aristocrazia,
che, corrompendosi, daÁ origine all'oligarchia; esauritasi la forma oligarchica, nasce
quella democratica, che degenera nella oclocrazia.
Degna di nota eÁ anche la concezione della costituzione mista, che lo storiografo
considera la migliore forma di governo e che ritiene sia stata realizzata a Roma: il
governo monarchico, quello aristocratico e quello democratico, infatti, si armonizzano
tra loro attraverso i rispettivi poteri conferiti ai consoli, al Senato e ai comizi.

B - LA STORIOGRAFIA 361
1. Il giuramento di Annibale
(Polibio, Storie, III, 11, 1-9)
Annibale, vinto dai Romani alla fine della seconda guerra punica, soggiornava presso
Antioco, il re di Siria. I Romani, allora, resero Antioco sospettoso nei riguardi di Annibale, il
quale, essendosi presentata l'occasione di giustificarsi presso il suo ospite, gli disse che il suo
odio nei riguardi dei Romani risaliva a molti anni prima. Gli riferõÁ, infatti, che, quando egli
aveva nove anni, suo padre Amilcare si preparava a passare in Spagna con l'esercito: durante
il sacrificio prima della partenza, Amilcare chiese al figlio se volesse partire con lui; avendo il
fanciullo accettato, il padre lo condusse presso l'altare e gli fece giurare che non sarebbe
stato mai benevolo verso i Romani. Concludendo il suo discorso, Annibale disse ad Antioco
che, finche fosse stato ostile ai Romani, avrebbe avuto in lui un fidato collaboratore.

[11, 1.] Jah$ ot=| ca+q jaiqot+| jasapokelghei+| $Am- [11, 1.] Nel tempo in cui Annibale, vinto dai Romani, lascioÁ
mi*ba| t<po+ <Qxlai*xm se*ko| e$j sg&| pasqi*do| e$nevx*qgre definitivamente la sua patria e soggiornava presso Antioco, al-
jai+ paq$ $Amsio*v{ die*sqibem, so*se <Qxlai&oi rtmhex- lora i Romani, che cominciavano a comprendere i propositi
qot&mse| g>dg sg+m Ai$sxkx & m e$pibokg+m e$nape*rseikam aggressivi degli Etoli, inviarono ambasciatori ad Antioco, non
pqerbetsa+| pqo+| $Amsi*ovom, botko*lemoi lg+ kamha*meim volendo che sfuggissero loro le intenzioni del re. [2.] Gli am-
rua&| sg+m sot& barike*x| pqoai*qerim. Â2.Ã Oi< de+ pqe*- basciatori, vedendo che Antioco era favorevole agli Etoli ed era
rbei|, o<qx & mse| so+m $Amsi*ovom pqore*vomsa soi&| Ai$sx- propenso a fare la guerra ai Romani, si misero ad adulare An-
koi&| jai+ pqo*htlom o>msa pokelei&m <Qxlai*oi|, e$heqa*- nibale, cercando di metterlo in sospetto ad Antioco, cosa che
petom so+m $Ammi*bam, rpotda*fomse| ei$| t<powi*am e$l- non mancoÁ di accadere. [3.] Passando il tempo ed essendo il re
bakei&m pqo+| so+m $Amsi*ovom, o= jai+ rtme*bg ceme*rhai. sempre piuÁ sospettoso nei riguardi di Annibale, si presentoÁ
Â3.Ã Pqobai*momso| ca+q sot& vqo*mot jai+ sot& barike*x| l'occasione di discutere sul sospetto che si era insinuato tra loro.
t<po*psx| e>vomso| a$ei+ jai+ la&kkom pqo+| so+m $Ammi*bam, [4.] A questo punto Annibale, dopo aver addotto numerose
e$ce*meso* si| jaiqo+| x<| e$pi+ ko*com a$vhg&mai sg+m t<poi- giustificazioni, trovandosi a corto di argomenti, arrivoÁ fi-
jotqotle*mgm a$sopi*am e$m at$soi&|. Â4.Ã $Em { ' jai+ pkei*ot| nalmente a questo. [5.] Disse che, nel momento in cui suo padre
a$pokocirlot+| poigra*lemo|, $Ammi*ba| se*ko| e$pi+ so+ si preparava a passare in Spagna con le sue truppe, egli allora
soiot&so jasg*msgrem, dtrvqgrsot*lemo| soi&| ko*coi|. aveva nove anni e stava in piedi presso l'altare, mentre il padre
Â5.Ã >Eug ca*q, jah$ o=m jaiqo+m o< pasg+q at$sot& sg+m ei$| offriva un sacrificio. [6.] Quando, dopo aver sacrificato con
$Ibgqi*am e>nodom le*kkoi rsqaset*erhai lesa+ sx & m dtma*- buoni auspici, ebbe versato le libagioni in onore degli deÁi e
lexm, e>sg le+m e>veim e$mme*a, ht*omso| d$ at$sot& s{ & Dii+ compiuto tutto cioÁ che era di rito, Amilcare ordinoÁ che tutti gli
paqersa*mai paqa+ so+m bxlo*m. Â6.Ã $Epei+ de+ jakkie- altri, i quali assistevano al sacrificio, si allontanassero un poco;
qg*ra| jasarpei*rai soi&| heoi&| jai+ poig*rai sa+ moli- poi, chiamato il figlio, gli domandoÁ con benevolenza se volesse
fo*lema, sot+| le+m a>kkot| sot+| peqi+ sg+m htri*am a$po- partire insieme con lui per la spedizione. [7.] Avendo (Annibale)
rsg&mai jeket&rai lijqo*m, at$so+m de+ pqorjakera*lemom accettato con gioia e anzi pregandolo insistentemente alla ma-
e$qe*rhai uikouqo*mx| ei$ bot*kesai rtmenoqla&m e$pi+ sg+m niera dei fanciulli, (suo padre), presolo per la destra, lo condusse
rsqasei*am. Â7.Ã $Arle*mx| de+ jasamet*ramso| at$sot& jai* presso l'altare e gli fece giurare, toccando le vittime, che mai
si jai+ pqoranix*ramso| paidijx & |, kabo*lemom sg&| de- avrebbe avuto sentimenti benevoli per i Romani. [8.] (Anni-
nia&|, pqoracacei&m at$so+m pqo+| so+m bxlo+m jai+ jeket*eim, bale) pregava dunque Antioco, messo chiaramente al corrente
a<wa*lemom sx & m i<eqx & m, o$lmt*mai lgde*pose <Qxlai*oi| et$- di questi fatti, di stare tranquillo e di avere fiducia, ritenendo
mog*reim. Â8.à Sat&s$ ot#m ei$do*sa raux & | g$ni*ot so+m $Am- che, finche avesse meditato qualche cosa di ostile contro i Ro-
si*ovom, e%x| le+m a>m si dtrveqe+| botket*gsai jasa+ <Qx- mani, avrebbe avuto in lui un collaboratore fidatissimo. [9.] Ma
lai*xm, haqqei&m jai+ pirset*eim, at$so+m rtmeqco+m e%neim il giorno in cui avesse concluso con loro una tregua o un'al-
moli*fomsa a$kghimx*sasom. Â9.Ã $Epa+m de+ diakt*rei| g/ leanza, allora non c'era bisogno di calunnia, ma doveva diffi-
uiki*am rtmsi*hgsai pqo+| at$sot*|, so*se lg+ pqordei&rhai dare e guardarsi da lui. Egli, infatti, avrebbe fatto ai Romani
diabokg&|, a$kk$ a$pirsei&m jai+ utka*sserhai. Pa&m ca*q si qualunque cosa di cui fosse stato capace.
pqa&nai jas$ at$sx & m o= dtmaso+| ei>g.

LETTURE
362 ANTOLOGICHE
c TESTI A CONFRONTO b

Annibale giura odio eterno contro Roma


(Cornelio Nepote, Vita di Annibale, cap. II)

[...] «Pater meus ± inquit ± Hamilcar, pueruÆlo me, [...] (Annibale) disse (ad Antioco): «Mio padre Amilcare, quando
utpote non amplius novem annos nato, in Hispaniam io ero ancora fanciullo, in quanto non avevo piuÁ di nove anni, sul
imperator proficiscens Carthagine, Iovi optimo maximo punto di partire come generale da Cartagine per la Spagna, sacrificoÁ
hostias immolavit. Quae divina res dum conficiebatur, delle vittime a Giove Ottimo Massimo. Mentre si compiva questa
quaesivit a me vellemne secum in castra proficisci. Id sacra cerimonia, mi chiese se volessi partire con lui per la guerra.
cum libenter accepissem atque ab eo peteÆre coepissem ne Avendo io accettato cioÁ volentieri e avendo cominciato a chiedergli
dubitaret duceÆre, tum ille: ``Faciam ± inquit ± si mihi se esitasse a condurmi, egli allora: ``Se mi farai ± disse ± la promessa
fidem, quam postuÆlo, dedeÆris.'' Simul me ad aram ad- che ti chiedo, lo faroÁ.'' Nello stesso tempo mi condusse verso l'al-
duxit, apud quam sacrificare institueÆrat, eamque, ceteris tare, presso il quale aveva cominciato a sacrificare e, dopo aver
remotis, tenentem iurare iussit, numquam me in amicitia allontanato tutti gli altri, mi ordinoÁ, mentre io lo toccavo, di giurare
cum Romanis fore. Id ego iusiurandum patri datum che non sarei mai stato in amicizia con i Romani. Io ho mantenuto
usque ad hanc aetatem ita conservavi, ut nemini dubium questo giuramento fatto a mio padre fino a questa etaÁ, sicche nes-
esse debeat, quin relõÆquo tempore eadem mente sim fu- suno deve avere il dubbio che io non sia della medesima opinione
turus. Quare si quid amice de Romanis cogitabis, non anche in futuro. PercioÁ, se tu penserai a qualche cosa di amichevole
imprudenter feceÆris, si me celaris; cum quidem bellum riguardo ai Romani, non agirai imprudentemente, se me lo na-
parabis, te ipsum frustrabeÆris, si non me in eo principem sconderai; ma quando preparerai la guerra (contro di essi), ti in-
posueÆris.» gannerai, se non mi porrai a capo di essa.»

m
Claudio Francesco Beaumont, Annibale giura odio contro i Romani (1766). ChambeÂry (Francia), Museo delle Belle Arti.

B - LA STORIOGRAFIA 363
2. Annibale attraversa le Alpi con il suo esercito
(Polibio, Storie, III, 54, 4-8; 55; 56,1-2)
Annibale, dopo la scalata delle Alpi, inizia la discesa dal versante opposto, per condurre
le sue truppe in Italia. Oltre alla difficoltaÁ del passaggio, stretto e impraticabile, gli uomini e
gli animali vengono sorpresi da una grande nevicata: sulla neve dell'inverno precedente cade
quella recente che eÁ molle e poco profonda. Pertanto, quando viene toccato lo strato infe-
riore, che eÁ gelato, gli uomini slittano lungo il terreno in pendio, mentre le bestie, cadendo,
rimangono prigioniere del ghiaccio insieme con i bagagli. Annibale decide, allora, di ac-
camparsi sulla cresta e fa scavare la roccia per creare un nuovo passaggio, attraverso il quale
fa passare prima gli animali e poi gli uomini. Entro tre giorni l'esercito riesce a raggiungere la
pianura, dopo aver subõÁto numerose perdite non solo di soldati, ma anche di cavalli e bestie
da soma.

[54, 4.] Sz& d$ e$pat*qiom a$mafet*na|, e$mg*qveso sg&| ja- [54, 4.] Il giorno successivo, tolto il campo, (Annibale)
saba*rex|. $Em z' pokeli*oi| le+m ot$je*si peqie*stve pkg+m inizioÁ la discesa. E in questa non incontroÁ piuÁ nemici, ad
sx& m ka*hqy jajopoiot*msxm, t<po+ de+ sx & m so*pxm jai+ sg&| eccezione di alcuni che lo assalirono di nascosto, ma per lo
vio*mo| ot$ pokk{ & kei*pomsa| a$pe*bake sx & m jasa+ sg+m stato del terreno e per la neve perdette uomini non molto
a$ma*barim uhaqe*msxm. Â5.à Ot>rg| ca+q rsemg&| jai+ jasx- inferiori di numero a quelli periti nella salita. [5.] Poiche il
ueqot&| sg&| jasaba*rex|, sg&| de+ vio*mo| a>dgkom poiot*rg| passaggio era stretto ed in pendio e poiche la neve rendeva
e<ja*rsoi| sg+m e$pi*barim, pa&m so+ paqapero+m sg&| o<dot& jai+ invisibile il cammino per ciascuno, tutto cioÁ che si al-
ruake+m e$ue*qeso jasa+ sx & m jqglmx & m. Â6.Ã Ot$ lg+m a$kka+ lontanava dalla via e scivolava era trasportato nei precipizi.
sat*sgm le+m t<pe*ueqom sg+m sakaipxqi*am, a%se rtmg*hei| [6.] Nondimeno gli uomini sopportavano questo disagio, in
o>mse| g>dg soi&| soiot*soi| jajoi&|. Â7.Ã a%la de+ s{ & pa- quanto erano ormai abituati a simili difficoltaÁ. [7.] Ma,
qaceme*rhai pqo+| soiot&som so*pom, o=m ot>se soi&| hgqi*oi| quando essi arrivarono ad un luogo tale che non era possi-
ot>se soi&| t<poftci*oi| dtmaso+m g#m paqekhei&m dia+ sg+m bile ne agli elefanti ne alle bestie da soma avanzare a causa
rsemo*sgsa, rvedo+m e$pi+ sqi*a g<lirsa*dia sg&| a$poqqx & co| della sua strettezza, perche allora si era allargata ancora di
jai+ pqo+ sot& le+m ot>rg|, so*se de+ jai+ la&kkom e>si pqo- piuÁ la frana per una lunghezza di quasi uno stadio e mezzo
rua*sx| a$peqqxcti*a|, e$msat&ha pa*kim a$htlg&rai jai+ (cioeÁ circa 180 m.), frana che giaÁ prima esisteva, a quel
diasqapg&mai rtme*bg so+ pkg&ho|. Â8.Ã So+ le+m ot#m pqx & som punto accadde che i soldati si perdettero di coraggio e fu-
e$peba*keso peqiekhei&m sa+| dtrvxqi*a| o< sx & m Jaqvgdo- rono presi dallo sgomento. [8.] Il generale dei Cartaginesi
mi*xm rsqasgco*|. e$picemole*mg| de+ vio*mo| jai+ sat*sgm pensoÁ dapprima di aggirare questa difficoltaÁ, ma, essendo
a$dt*masom poiot*rg| sg+m poqei*am, a$pe*rsg sg&| e$pibokg&|. sopraggiunta la neve e rendendo ugualmente impraticabile
Â55, 1.Ã So+ ca+q rtlbai&mom >idiom g#m jai+ paqgkkacle*mom. questo passaggio, rinuncioÁ al suo progetto. [55, 1.] Quel che
$Epi+ ca+q sg+m pqot]pa*qvotram vio*ma jai+ dialelemgjti&am accadeva era particolare e straordinario. Sulla neve sotto-
e$j sot& pqo*seqom veilx & mo| a>qsi sg&| e$p$ e>sot| pepsx- stante e che restava dell'inverno precedente, essendo re-
jti*a|, sat*sgm le+m et$dia*jopsom ei#mai rtme*baime jai+ dia+ centemente caduta quella di quell'anno, avveniva che questa
so+ pqo*ruasom ot#ram a<pakg+m t<pa*qveim jai+ dia+ so+ lg- fosse facile a fendersi, sia percheÂ, essendo recente, era molle,
de*px ba*ho| e>veim. Â2.à <Opo*se de+ sat*sgm diapasg*ramse| sia perche non era ancora profonda. [2.] Ma quando, dopo
e$pi+ sg+m t<poja*sx jai+ rtmersgjti&am e$pibai&em, ot$je*si averla calpestata, avveniva che marciassero sullo strato in-
die*jopsom, a$kk$ e$pe*pkeom o$kirha*momse| a$luose*qoi| a%la feriore, che era gelato, non riuscivano piuÁ a fenderla, ma
soi&| pori*m, jaha*peq e$pi+ sz& cz& rtlbai*mei soi&| dia+ sx &m slittavano, scivolando con ambedue i piedi contemporanea-
a$jqopg*kxm poqetole*moi|. Â3.Ã So+ de+ rtmenajokothot&m mente, come capita a coloro i quali sulla terra camminano su
sot*soi| e>si dtrveqe*rseqom t<pg&qvem. Â4.Ã Oi< le+m ca+q a>m- un terreno fangoso. [3.] Quello che ne seguiva era ancora
dqe|, ot$ dtma*lemoi sg+m ja*sx vio*ma diajo*pseim, o<po*se piuÁ penoso. [4.] Gli uomini, infatti, non potendo fendere la
pero*mse| botkghei&em g/ soi&| co*marim g/ sai&| veqri+ pqo- neve sottostante, quando, una volta caduti, volevano pun-
reneqei*rarhai pqo+| sg+m e$nama*rsarim, so*se jai+ la&kkom tellarsi o con le ginocchia o con le mani, per rialzarsi, allora
e$pe*pkeom a%la pa&ri soi&| e$qei*rlarim, e$pi+ pokt+ jasa- ancora piuÁ slittavano con tutti i loro sostegni, perche il ter-
ueqx & m o>msxm sx& m vxqi*xm. Â5.Ã sa+ d$ t<poft*cia die*jopsem, reno era molto in pendio. [5.] Ma le bestie, quando cade-
%ose pe*roi, sg+m ja*sx vio*ma jasa+ sg+m diama*rsarim, dia- vano, rompevano la neve sottostante nello sforzo di rialzarsi
jo*wamsa d$ e>leme lesa+ sx & m uoqsi*xm oi'om jasapepgco*sa e, dopo averla rotta, rimanevano sul posto insieme con i loro
dia* se so+ ba* qo| jai+ dia+ so+ pg& cla sg& | pqot] paqvot* - bagagli, come prese dal ghiaccio, sia a causa del carico che a
rg| vio* mo|. Â6.Ã %Ohem a$ porsa+ | sg& | soiat* sg| e$ kpi* do| causa del congelamento della neve precedente. [6.] PercioÁ,

LETTURE
364 ANTOLOGICHE
m
Francisco Goya, Annibale contempla per la prima volta l'Italia dalle Alpi (1771). Cudillero (Spagna), Fondazione Selgas-Fagalde.

e$rsqasope*detre peqi+ sg+m q<a*vim, dialgra*lemo| sg+m e$p$ abbandonando tale speranza, (Annibale) si accampoÁ intorno
at$sz& vio*ma, jai+ lesa+ sat&sa, paqarsg*ra| sa+ pkg*hg, so+m alla cresta, dopo aver fatto spalare la neve che si trovava su
jqglmo+m e$n{jodo*lei lesa+ pokkg&| sakaipxqi*a|. Â7.Ã Soi&| di essa e, dopo di cioÁ, avendo persuaso la moltitudine dei
le+m ot#m t<poftci*oi| jai+ soi&| %ippoi| i<jamg+m e$poi*gre pa*- suoi, faceva scavare la roccia con molta fatica. [7.] Si fece in
qodom e$m g<le*qy liy&. Dio+ jai+ sat&sa le+m et$he*x| diacacx+m una sola giornata un passaggio sufficiente per le bestie e i
jai+ jasarsqasopedet*ra| peqi+ sot+| e$juet*comsa| g>dg cavalli; poi, fattili subito passare e accampatosi in luoghi
sg+m vio*ma so*pot|, diaug&je pqo+| sa+| mola*|, Â8.Ã sot+| de+ ormai liberi dalla neve, li lascioÁ liberi di andare ai pascoli;
Mola*da| a$ma+ le*qo| pqog&ce pqo+| sg+m oi$jodoli*am jai+ [8.] poi mandoÁ i Numidi a continuare il lavoro e a stento in
lo*ki| e$m g<le*qai| sqiri+ jajopahg*ra| dig*cace sa+ hgqi*a. tre giorni, dopo aver sofferto molto, fece passare gli elefanti,
Jai+ sa*de rtme*baime jajx & | t<po+ sot& kilot& diasehei&rhai. i quali si trovavano in cattive condizioni a causa della fame.
Â9.Ã sx & m ca+q >Akpexm sa+ le+m a>jqa jai+ sa+ pqo+| sa+| [9.] Le alture delle Alpi, infatti, e tutti i punti che toccano la
t<peqboka+| a$mg*jomsa seke*x| a>demdqa jai+ wika+ pa*ms$ sommitaÁ sono completamente spogli di vegetazione e nudi,
e>rsi dia+ so+ rtmevx & | e$pile*meim sg+m vio*ma jai+ he*qot| jai+ perche la neve vi rimane continuamente sia d'estate che d'in-
veilx & mo|, sa + d$ <
t po+ le*rgm sg+m paqx*qeiam e$n a$luoi&m soi&m verno, mentre i luoghi a mezza costa sono coperti da ambedue i
leqoi&m t<kouo*qa jai+ demdqouo*qa jai+ so+ o%kom oi$jg*rila* lati da foreste ed alberi e sono completamente abitabili. [56,
e$rsim. Â56, 1.Ã $Ammi*ba| de*, rtmahqoi*ra| o<lot& pa&ram sg+m 1.] Annibale, concentrate tutte le sue forze, continuoÁ a scen-
dt*malim, jase*baimem jai+ sqisai&o| a$po+ sx & m pqoeiqgle*- dere e il terzo giorno dopo la sua partenza, compiuta la discesa
mxm jqglmx & m diamt*ra|, g%waso sx & m e$pipe*dxm, Â2.Ã pok- dai precipizi di cui parlammo, raggiunse la pianura,
kot+| le+m a$pokxkejx+| sx & m rsqasixsx & m t<po* se sx& m po- [2.] avendo perduto molti soldati non solo a causa dei nemici,
keli*xm jai+ sx & m posalx & m e$m sz& jaho*kot poqei*y, pokkot+| ma anche a causa dei fiumi nel corso di tutto il viaggio, molti
d$ t<po+ sx& m jqglmx & m jai+ sx & m dtrvxqix & m jasa+ sa+| >Ak- anche per i precipizi e le difficoltaÁ incontrate sulle Alpi, non
pei|, ot$ lo*mom a>mdqa|, e>si de+ pkei*ot| %ippot| jai+ t<po- soltanto uomini, ma in numero piuÁ grande ancora cavalli e
ft*cia. bestie da soma.

B - LA STORIOGRAFIA 365
c TESTI A CONFRONTO b
Il passaggio delle Alpi da parte di Annibale nel racconto di Tito Livio
(Storie, XXI, 36-37)
Ventum deinde ad multo angustiorem rupem atque Si giunse poi ad una rupe molto piuÁ stretta e cosõÁ a picco che a stento i soldati
ita rectis saxis, ut aegre expeditus miles tempta- armati alla leggera potevano calarsi giuÁ tentoni e afferrandosi con le mani ai
bundus manibusque retõÆnens virgulta ac stirpes virgulti e agli arbusti che spuntavano lõÁ attorno. Il luogo, giaÁ prima scosceso
circa eminentes demitteÆre sese posset. Natura locus per sua natura, a causa di una frana recente era diventato un precipizio di
iam ante praeceps recenti lapsu terrae in pedum circa mille piedi di altezza. LõÁ, essendosi fermati i cavalieri, come se fossero
mille admoÆdum altitudinem abruptus erat. Ibi cum giunti alla fine della marcia, ad Annibale, ansioso di sapere il motivo che
velut ad finem viae equites constitissent, miranti faceva fermare l'esercito, venne data la notizia che c'era una rupe oltre la
Hannibali, quae res moraretur agmen, nuntiatur quale non si poteva passare. AndoÁ quindi egli stesso ad esaminare il luogo.
rupem inviam esse. Digressus deinde ipse ad locum Non ebbe dubbi che bisognava far deviare l'esercito, anche se con un lungo
visendum. Haud dubia res visa, quin per invia circa giro, attraverso i luoghi lõÁ intorno, inaccessibili e non battuti in precedenza.
nec trita antea quamvis longo ambitu circumdu- Ma poi quella via risultoÁ impraticabile; infatti, poiche sopra la precedente
ceret agmen. Ea vero via insuperabilis fuit; nam neve non ancora disciolta c'era uno strato non molto spesso di neve fresca, i
cum super veteÆrem nivem intactam nova modicae piedi dei soldati, che entravano a camminarvi sopra, trovavano un facile
altitudinis esset, molli nec praealtae facile pedes punto d'appoggio sulla neve molle e non molto profonda; non appena, tut-
ingredientium insistebant; ut vero tot hominum tavia, per il camminarvi di tanti uomini e bestie da carico, essa si fu sciolta, i
iumentorumque incessu dilapsa est, per nudam soldati dovevano avanzare attraverso il sottostante strato di ghiaccio messo
infra glaciem fluentemque tabem liquescentis nivis allo scoperto e attraverso la poltiglia sempre piuÁ liquida della neve che si
ingrediebantur. Taetra ibi luctatio erat via lubrõÆca, scioglieva. Qui orribile era lo sforzo a causa della strada sdrucciolevole,
glacie non recipiente vestigium et in prono citius poiche il ghiaccio non offriva appoggio alle piante dei piedi e inoltre, es-
pedes fallente, ut, seu manibus in adsurgendo seu sendo in pendõÁo, piuttosto facilmente faceva scivolare i piedi, cosiccheÂ, sia
genu se adiuvissent, ipsis adminiculis prolapsis che nel rialzarsi i soldati si fossero aiutati con le mani sia che si fossero
iteÆrum corruerent; nec stirpes circa radicesve, ad appoggiati alle ginocchia, essendo scivolati anche questi sostegni, essi ca-
quas pede aut manu quisquam enõÅti posset, erant; devano di nuovo e non vi erano intorno piantine o radici alle quali ci si
ita in levi tantum glacie tabidaque nive voluta- potesse appoggiare con il piede o con la mano; cosõÁ essi si lasciavano
bantur. Iumenta tamen etiam secabant interdum sdrucciolare soltanto sul ghiaccio liscio e sulla neve liquefatta. Le bestie da
infimam ingredientia nivem, et prolapsa iactandis soma, tuttavia, anche scalfivano talvolta, nel passarvi sopra, la neve ghiac-
gravius in conitendo ungulis penõÆtus perfringebant, ciata sottostante e, se scivolate, agitando con maggior violenza gli zoccoli
ut pleraque velut pedica capta haereÅrent in dura et nel tentativo di rialzarsi, la rompevano in profonditaÁ, cosicche per lo piuÁ,
alte concreta glacie. Tandem nequõÅquam iumentis come prese nei lacci, rimanevano fisse nel ghiaccio duro e dal profondo
atque hominibus fatigatis castra in iugo posõÆta, spessore. Finalmente, dopo che inutilmente bestie e uomini si affaticarono,
aegerrime ad id ipsum loco purgato; tantum nivis l'accampamento fu posto sul valico, dopo aver per questo ripulito il terreno
fodiendum atque egerendum fuit. Inde ad rupem con grandissimo sforzo; tanta era la neve che si dovette spalare e portare via.
muniendam, per quam unam via esse poteÆrat, mi- Poi i soldati furono condotti a rendere praticabile la rupe, attraverso la quale
lites ducti, cum caedendum esset saxum, arboribus soltanto poteva esserci passaggio; poiche la roccia doveva essere spezzata,
circa inmanibus deiectis detruncatisque struem in- dopo aver abbattuto e fatto a pezzi i giganteschi alberi che si trovavano lõÁ
gentem lignorum faciunt eamque, cum et vis venti attorno, ammassarono una enorme quantitaÁ di legna e, poiche si era levato un
apta faciendo igni coorta esset, succendunt arden- forte vento adatto a far divampare il fuoco, la incendiarono e fecero sgre-
tiaque saxa infuso aceto putrefaciunt. Ita torridam tolare le rocce infuocate, versandovi sopra dell'aceto. E cosõÁ con picconi di
incendio rupem ferro pandunt molliuntque an- ferro resero accessibile la roccia, fortemente riscaldata dalle fiamme, e re-
fractibus modicis clivos, ut non iumenta solum, sed sero piuÁ dolci i pendõÁi con curve non troppo accentuate, affinche si potessero
elephanti etiam deduci possent. Quadriduum circa far discendere non solo le bestie da soma, ma anche gli elefanti. Quattro
rupem consumptum iumentis prope fame ab- giorni furono spesi a lavorare attorno alla rupe, quando le bestie da soma
sumptis; nuda enim fere cacumõÆna sunt, et si quid erano giaÁ quasi ridotte allo stremo dalla fame; le vette sono, infatti, quasi
est pabuli, obruunt nives. Inferiora valles aprico- spoglie di vegetazione e, se vi eÁ qualche tratto di pascolo, lo ricoprono le
sque quosdam colles habent rivosque prope silvas nevi. PiuÁ giuÁ ci sono valli, alcuni colli soleggiati e ruscelli, che lambiscono
et iam humano cultu digniora loca. Ibi iumenta in foreste e luoghi ormai piuÁ adatti a che vi vivano gli uomini. Qui le bestie
pabulum missa, et quies muniendo fessis homini- furono mandate nei pascoli e agli uomini, che si erano stancati nel rendere
bus data. Triduo inde ad planum descensum, iam et praticabile la rupe, fu concesso il riposo. Nei tre giorni seguenti si scese alla
locis mollioribus et accolarum ingeniis. pianura, essendo ormai piuÁ agevoli i luoghi e piuÁ miti le indoli degli abitanti.

LETTURE
366 ANTOLOGICHE
3. Le tre forme di governo che si fondono
nel sistema politico di Roma
(Polibio, Storie, VI, 11, 11-13)
La migliore costituzione conosciuta in quei tempi eÁ per Polibio quella romana, nella
quale sono armonizzate la forma di governo monarchico (nel potere dei consoli), quella di
governo aristocratico (nel potere del Senato) e quella di governo democratico (nel potere dei
comizi).
[11.] #Gm le+m dg+ sqi*a le*qg sa+ jqasot&msa sg&| [11.] Le componenti dello Stato, dunque, che avevano il potere (a
pokisei*a|, a%peq ei#pa pqo*seqom a%pamsa. ot%sx| de+ Roma) erano tre, come ho detto prima; tutti i settori dell'ammini-
pa*msa jasa+ le*qo| >irx| jai+ pqepo*msx| rtmese*sajso strazione erano singolarmente ordinati e regolati da queste (com-
jai+ di{jei&so dia+ sot*sxm, x % rse lgde*ma pos$ a/m ei$pei&m ponenti) in modo cosõÁ equo e conveniente che nessuno, neppure fra
dt*marhai bebai*x| lgde+ sx & m e$cvxqi*xm po*seq$ a$qi- gli stessi cittadini, avrebbe potuto affermare con certezza se questo
rsojqasijo+m so+ poki*setla rt*lpam g/ dglojqasijo+m sistema politico fosse nel suo complesso aristocratico, democratico
g/ lomaqvijo*m. Â12.Ã Jai+ sot&s$ ei$jo+| g#m pa*rveim. %Ose o monarchico. [12.] Ed eÁ naturale che fosse cosõÁ. Se, infatti, si fosse
le+m ca+q ei$| sg+m sx & m t<pa*sxm a$semi*railem e$notri*am, valutato il potere dei consoli, esso sarebbe apparso assolutamente
sekei*x| lomaqvijo+m e$uai*mes$ ei#mai jai+ barikijo*m, monarchico e regio; se, invece, si fosse considerato quello del Se-
o%se d$ ei$| sg+m sg&| rtcjkg*sot, pa*kim a$qirsojqasijo*m. nato, esso sarebbe apparso aristocratico; se qualcuno, poi, avesse
jai+ lg+m ei$ sg+m sx & m pokkx & m e$notri*am hexqoi*g si|, osservato il potere del popolo, esso sarebbe sembrato del tutto de-
e$do*jei raux & | ei#mai dglojqasijo*m. Â13.Ã 'Xm d$ e%ja- mocratico. [13.] Ciascuna di queste componenti aveva le sue
rsom ei#do| leqx & m sg&| pokisei*a| e$pejqa*sei, jai+ so*se competenze nell'amministrazione dello Stato e, ad eccezione di
jai+ mt&m e>si pkg+m o$ki*cxm simx & m sat&s$ e$rsi*m. qualche modifica, esse sono le medesime di allora anche ora.

4. La battaglia di Zama eÁ vinta dai Romani


(Polibio, Storie, XV, 12-14)
Quando Annibale e Scipione si furono schierati l'uno di fronte all'altro, per combattere
la battaglia decisiva della seconda guerra punica (202 a.C.), il generale cartaginese diede
ordine a quelli che guidavano gli elefanti di attaccare. Gli elefanti si sbandarono e nella
confusione Lelio, che comandava la cavalleria romana, passando all'attacco, costrinse i
cavalieri cartaginesi a battere in ritirata. I fuggiaschi furono inseguiti da Lelio e dal re
Massinissa, alleato dei Romani. Intanto entrambe le falangi avanzarono l'una contro l'altra
e subito alcuni fanti cartaginesi furono costretti alla ritirata: nella confusione generale essi
uccisero non solo molti avversari ma anche molti alleati. Poiche lo spazio che si trovava tra
gli eserciti rimasti in campo era pieno di sangue e di cadaveri, Scipione ordinoÁ di condurre i
feriti in fondo allo schieramento, poi impartõÁ ai suoi fanti l'ordine di avanzare attraverso i
cadaveri. Dopo lo scontro, la battaglia rimase incerta per molto tempo; alla fine Massinissa e
Lelio si lanciarono di nuovo all'inseguimento dei cavalieri nemici. Pochissimi tra i Carta-
ginesi riuscirono a fuggire: oltre ventimila furono fatti prigionieri e altrettanti caddero in
combattimento.

[12, 1.] $Epeidg+ d$ e<jase*qoi| g#m et$sqepg& sa+ pqo+| so+m [12, 1.] Quando entrambi i contendenti ebbero tutto
ji*mdtmom, pa*kai sx & m Moladijx & m i<ppe*xm pqo+| a$kkg*kot| pronto per la battaglia, poiche giaÁ da tempo i cavalieri numidi
a$jqobokifole*mxm, so*se paqg*cceike soi&| e$pi+ sx & m e$ke- avevano cominciato a compiere delle scaramucce tra loro,
ua*msxm $Ammi*ba| poiei&rhai sg+m e>uodom e$pi+ sot+| t<pe- Annibale diede ordine a quanti guidavano gli elefanti di
mamsi*ot|. [2.] %Ala de+ s{ & pamsavo*hem sa+| ra*kpicca| muovere l'attacco contro i nemici. [2.] Ma non appena da
jai+ sa+| btja*ma| a$mabog&rai sima+ le+m diasaqavhe*msa ogni parte risuonarono le trombe e i corni, alcune bestie
sx& m hgqi*xm e$n at$sg&| x% qlgre paki*rrtsa jasa+ sx & m be- spaventate si slanciarono subito all'indietro contro i Numidi,
boghgjo*sxm soi&| Jaqvgdomi*oi| Mola*dxm. [3.] sx & m peqi+ che erano accorsi in aiuto dei Cartaginesi. [3.] PercioÁ l'ala
so+m Laramma*ram save*x| e$wikx*hg so+ kaio+m je*qa| sx &m sinistra cartaginese venne rapidamente sguarnita da Massi-

B - LA STORIOGRAFIA 367
Jaqvgdomi*xm. Sa+ de+ koipa+ rtlpero*msa soi&| sx & m <Qx- nissa. Le altre bestie, scagliatesi contro i veÁliti romani nello
lai*xm cqoruola*voi| e$m s{ & lesant+ vxqi*{ sx & m paqa- spazio intermedio tra i due eserciti schierati, subirono molti
sa*nexm pokka+ le+m e>parve jaja*, pokka+ d$ e$poi*ei sot+| danni, ma ne infersero pure agli avversari, [4.] fintanto che,
t<pemamsi*ot|, [4.] e%x| o%sot peuobgle*ma sa+ le+m dia+ sx &m spaventate, alcune andarono a finire tra gli intervalli dei
diarsgla*sxm e$ne*pere, denale*mxm at$sa+ sx & m <Qxlai*xm manipoli. I Romani le ricevettero allora senza subire danno,
a$ruakx & | jasa+ sg+m sot& rsqasgcot& pqo*moiam, sa+ d$ e$pi+ come aveva previsto il comandante. Le altre bestie, invece,
so+ denio+m le*qo| paqautco*msa dia+ sx & m i<ppe*xm rtma- che erano fuggite verso l'ala destra, colpite dai dardi della
jomsifo*lema se*ko| ei$| so+m e>nx so*pom sx & m rsqasope*dxm cavalleria, si precipitarono infine in un punto lontano dagli
e$ne*perem, [5.] o%se dg+ jai+ Kai*kio| a%la sz& peqi+ sot+| eserciti. [5.] Nel frattempo Lelio, passando all'attacco, nel
e$ke*uamsa| saqavz& rtlbakx+m g$ma*cjare utcei&m sot+| momento in cui gli elefanti provocavano confusione, costrinse
sx & m Jaqvgdomi*xm i<ppei&| pqosqopa*dgm. [6.] Ot'so| le+m i cavalieri cartaginesi a battere in precipitosa ritirata.
ot#m e$pe*jeiso soi&| uet*cotrim e$jht*lx|. so+ d$ o%loiom [6.] Lelio allora inseguõÁ coraggiosamente i fuggiaschi e al-
e$poi*ei jai+ Laramma*ra|. [7.] Jasa+ de+ so+m jaiqo+m sot&- trettanto fece anche Massinissa. [7.] Frattanto entrambe le
som ai< ua*kacce| a$luo*seqai ba*dgm a$kkg*kai| jai+ roba- falangi avanzarono l'una contro l'altra con passo lento e con
qx & | e$pz*eram, pkg+m sx & m e$j sg&| $Isaki*a| les$ $Ammi*bot fierezza, tranne gli uomini che erano arrivati dall'Italia in-
paqacecomo*sxm. ot'soi d$ e>lemom, e$pe*vomse| so+m e$n sieme con Annibale. Costoro rimasero fermi, bloccati nella
a$qvg&| so*pom. [8.] $Epeidg+ d$ e$cct+| g#ram a$kkg*kxm, oi< le+m loro posizione iniziale. [8.] Quando furono gli uni accanto
<Qxlai&oi jasa+ sa+ pa*sqia rtmakaka*namse| jai+ rtlwo- agli altri, i Romani secondo l'usanza patria, alzando il grido
ug*ramse| soi&| ni*ueri sot+| htqeot+| pqore*bakkom soi&| di battaglia e facendo rumore con gli scudi percossi dalle
t<pemamsi*oi|, [9.] oi< de+ lirhouo*qoi sx & m Jaqvgdomi*xm spade, attaccarono gli avversari, [9.] mentre i mercenari dei
a$dia*jqisom e$poi*otm sg+m uxmg+m jai+ paqgkkacle*mgm. ot$ Cartaginesi emettevano suoni indistinti e confusi. Come dice
ca+q pa*msxm g#m jasa+ so+m poigsg+m o< at$so+| hqot&| `ot$d$ >ia il poeta (Omero), infatti, non avevano tutti una stessa voce,
cg&qt|, a>kkg d$ a>kkxm ckx & rra, pokt*jkgsoi d$ e>ram a>m- «ne unica era la favella, ma c'era chi aveva una lingua e chi ne
dqe|@, jaha*peq a$qsi*x| e$ngqihlgra*lgm. [13, 1.] Pa*rg| aveva un'altra, ed erano genti di molti paesi», come abbiamo
d$ ot>rg| e$j veiqo+| jai+ jas$ a>mdqa sg&| la*vg| dia+ so+ lg+ detto nell'elenco di poco fa. [13, 1.] Svolgendosi tutta la
do*qari lgde+ ni*ueri vqg&rhai sot+| a$cxmifole*mot|, sz& le+m battaglia da vicino e corpo a corpo, poiche i contendenti non
et$veqei*y jai+ so*klz pqoei&vom oi< lirhouo*qoi sa+| a$qva*|, facevano uso ne di lance ne di spade, all'inizio prevalsero per
jai+ pokkot+| jasesqatla*sifom sx & m <Qxlai*xm, [2.] s{ & de+ il loro coraggio e l'ardimento i mercenari e ferirono molti
sg&| rtmsa*nex| a$jqibei& jai+ s{ & jahopkirl{ & pirset*omse| Romani. [2.] Ma, fidando nella perfezione del loro schiera-
oi< <Qxlai*xm la&kkom e$pe*baimom ei$| so+ pqo*rhem. [3.] %Ala mento e nel loro armamento, i Romani si spinsero maggior-
de+ soi&| le+m <Qxlai*oi| e<pole*mxm jai+ paqajakot*msxm mente in avanti. [3.] Contemporaneamente, mentre quelli che
sx & m jaso*pim, soi&| de+ lirhouo*qoi| sx & m Jaqvgdomi*xm ot$ si trovavano alle spalle dei Romani li seguivano e li incita-
rtmeccifo*msxm ot$de+ paqaboghot*msxm, a$kk$ a$podei- vano, al contrario i Cartaginesi non si avvicinarono ai mer-
kix*msxm sai&| wtvai&|, [4.] pe*qa| e$me*jkimam oi< ba*qbaqoi cenari e non portarono loro aiuto, ma furono colti nell'animo
jai*, do*namse| e$cjasakei*perhai pqouamx & | t<po+ sx &m da timore. [4.] Alla fine i barbari ripiegarono indietro e, ri-
i$di*xm, e$pipero*mse| jasa+ sg+m a$povx*qgrim ei$| sot+| e$ue- tenendo di essere stati apertamente abbandonati dai propri
rsx & sa| e>jseimom sot*sot|. [5.] =O jai+ pokkot+| g$ma*cjare compagni, si scagliarono nella loro ritirata contro quelli che si
sx & m Jaqvgdomi*xm a$mdqxdx & | a$pohamei&m. uometo*lemoi presentavano loro davanti e si misero a ucciderli. [5.] Tutto
ca+q t<po+ sx & m lirhouo*qxm, e$la*vomso paqa+ sg+m at<sx &m questo costrinse molti Cartaginesi a morire da valorosi. Ve-
pqoai*qerim a%la pqo*| se sot+| i$di*ot| jai+ pqo+| sot+| nendo massacrati infatti dai mercenari, i Cartaginesi, contro
<Qxlai*ot|. [6.] Poiot*lemoi de+ so+m ji*mdtmom e$jrsasijx &| la loro volontaÁ, combatterono contemporaneamente contro i
jai+ paqgkkacle*mx| ot$j o$ki*cot| die*uheiqam jai+ sx &m propri alleati e contro i Romani. [6.] E, ingaggiando la lotta
i$di*xm jai+ sx & m t<pemamsi*xm. [7.] Jai+ dg+ s{ & soiot*s{ con spirito bellicoso e in modo imprevedibile, uccisero molti
sqo*p{ rtme*veam e$pipero*mse| sa+| sx & m a$rsa*sxm rg- propri alleati e anche molti avversari. [7.] CosõÁ, spintisi al-
lai*a|. oi< le*msoi sx & m pqicji*pxm g<celo*me| rtmheara*- l'attacco, suscitarono confusione tra i manipoli degli astati.
lemoi so+ cecomo+| e$pe*rsgram sa+| at<sx & m sa*nei|. [8.] Sx &m Allora gli ufficiali dei prõÁncipi, visto l'accaduto, bloccarono le
de+ lirhouo*qxm jai+ sx & m Jaqvgdomi*xm so+ pkei&rsom le*- proprie formazioni. [8.] La maggior parte dei mercenari e dei
qo| so+ le+m t<u$ at<sx & m, so+ d$ t<po+ sx & m a$rsa*sxm at$sot& Cartaginesi fu massacrata, un po' per mano propria un po'
jasejo*pg. [9.] Sot+| de+ diar{fole*mot| jai+ uet*comsa| per mano degli astati, proprio lõÁ. [9.] Annibale allora non
ot$j ei>are jasalicg&mai sai&| dtma*lerim $Ammi*ba|, a$kka+ permise che coloro i quali si erano salvati ed erano in fuga si
pqobake*rhai paqaccei*ka| soi&| e$pirsa*sai| e$jx*ktre lg+ mischiassero con le sue armate, ma, impartito ai soldati posti
paqade*narhai sot+| e$cci*fomsa|. [10.] %Ohem g$macja*- in fondo l'ordine di puntare contro le lance, impedõÁ che ve-
rhgram ot'soi le+m poiei&rhai sg+m a$povx*qgrim e$pi+ sa+ nissero accolti quelli che si avvicinavano. [10.] Per questo i
je*qasa jai+ sa+| e$j sot*sxm et$qtvxqi*a|, [14, 1.] cemole*- fuggiaschi furono costretti a battere in ritirata verso le ali e

LETTURE
368 ANTOLOGICHE
mot de+ sot& lesant+ so*pot sx & m jasakeipole*mxm rsqa- verso l'ampia zona libera che si trovava al di laÁ di esse. [14,
sope*dxm pkg*qot| ai%laso|, uo*mot, mejqx & m, pokkg+m 1.] Gli ostacoli determinati da quella rotta procurarono no-
a$poqi*am paqei&ve s{ & sx& m <Qxlai*xm rsqasgc{ & so+ sg&| tevole difficoltaÁ al comandante romano, perche lo spazio che
sqopg&| e$lpo*diom. [2.] o% se ca+q sx & m mejqx & m o>kirho|, x<| si trovava tra gli eserciti rimasti in campo era pieno di sangue,
a/m ai<lout*qsxm jai+ rxqgdo+m pepsxjo*sxm, g% se sx &m di strage e di cadaveri. [2.] Infatti la scivolositaÁ dei cadaveri,
vt*dgm e$qqille*mxm o%pkxm o<lot& soi&| psx*larim a$koci*a dovuta al fatto che erano cosparsi di sangue ed erano caduti a
dtrveqg& sg+m di*odom e>lekke poig*reim soi&| e$m sa*nei mucchi, nonche il disordine delle armi gettate alla rinfusa in
diapoqetole*moi|. [3.] Ot$ lg+m a$kka+ sot+| le+m sqatla- mezzo ai caduti, avrebbero reso disagevole il cammino di
si*a| ei$| sot$pi*rx sg&| paqasa*nex| jolira*lemo|, sot+| d$ quelli che avanzavano schierati. [3.] Publio, tuttavia, impartõÁ
e$pidix*jomsa| sx & m a$rsa*sxm a$majakera*lemo| dia+ sg&| l'ordine di condurre i feriti in fondo all'esercito schierato e,
ra*kpicco|, sot+| le+m at$sot& pqo+ sg&| la*vg| jasa+ le*rot| richiamati con un segnale di tromba quegli astati che si erano
sot+| pokeli*ot| e$pe*rsgre, [4.] sot+| de+ pqi*cjipa| jai+ mossi all'inseguimento, li fece fermare proprio lõÁ, sul fronte di
sqiaqi*ot| ptjmx*ra| e$u$ e<ja*seqom so+ je*qa| pqoa*ceim battaglia, opposti al centro dello schieramento nemico.
paqg*cceike dia+ sx & m mejqx & m. [5.] $Epeidg+ d$ t<peqba*mse| [4.] Poi, fatti stringere i prõÁncipi e i triari su ciascuna delle due
e$n >irot soi&| a$rsa*soi| e$ce*momso, rtme*bakom ai< ua*kacce| ali, ordinoÁ loro di avanzare attraverso i cadaveri. [5.]
a$kkg*kai| lesa+ sg&| leci*rsg| o<qlg&| jai+ pqohtli*a|. [6.] Quando, superati gli ostacoli, prõÁncipi e triari si ritrovarono in
>Omsxm de+ jai+ s{ & pkg*hei jai+ soi&| uqomg*lari jai+ sai&| linea con gli astati, le falangi si scontrarono tra loro con
a$qesai&| jai+ soi&| jahopkirloi&| paqapkgri*xm a$luo- grandissimo impeto e animositaÁ. [6.] Dal momento che
se*qxm, a>jqisom e$pi+ pokt+ rtme*baime ceme*rhai sg+m la*vgm, erano entrambe simili per numero, per spirito, per coraggio e
e$m at$sai&| sai&| vx*qai| e$mapohmgrjo*msxm sx & m a$mdqx &m per armamento, la battaglia rimase incerta per molto tempo,
dia+ uikosili*am, [7.] e%x| oi< peqi+ so+m Laramma*ram jai+ mentre gli uomini morivano coraggiosamente sul po-
Kai*kiom a$po+ sot& dix*claso| sx & m i<ppe*xm a$maja*lpsom- sto. [7.] Alla fine, tuttavia, Massinissa e Lelio, tornati dal-
se| jai+ dailomi*x| ei$| de*omsa jaiqo+m rtmg&wam. [8.] 'Xm l'inseguimento dei cavalieri, attaccarono in modo provvi-
pqorpero*msxm soi&| peqi+ so+m $Ammi*bam jaso*pim oi< le+m denziale al momento giusto. [8.] Come essi piombarono alle
pkei&rsoi jasejo*pgram e$m sz& sa*nei, sx & m de+ pqo+| utcg+m spalle degli uomini di Annibale, la maggior parte dei nemici fu
o<qlgra*msxm o$ki*coi le+m seke*x| die*utcom, a%se sx & m i<p- fatta a pezzi mentre era ancora schierata. Pochissimi, inoltre,
pe*xm e$m veqri+m o>msxm jai+ sx & m so*pxm e$pipe*dxm t<paq- tra quanti si erano dati alla fuga, riuscirono a fuggire, poiche i
vo*msxm. [9.] >Eperom de+ sx & m le+m <Qxlai*xm t<pe+q sot+| cavalieri erano nelle vicinanze e la zona era pianeg-
viki*ot| pemsajori*ot|, sx & m de+ Jaqvgdomi*xm t<pe+q di- giante. [9.] Caddero piuÁ di millecinquecento Romani. I
rltqi*ot|, ai$vla*kxsoi d$ e<a*kxram ot$ pokt+ sot*sxm Cartaginesi uccisi, invece, furono oltre ventimila e quelli presi
e$ka*ssot|. prigionieri furono in numero non molto inferiore a quello dei
morti.
c
Sebastien Slodtz, Annibale (1704). Parigi,
Museo del Louvre.

B - LA STORIOGRAFIA 369
d
C L'ORATORIA
Demostene
Isocrate

Demostene, considerato il piuÁ grande oratore greco, nacque nel


DEMOSTENE 384 a.C. nel demo attico di Peania; suo padre era un ricco ar-
(384-322 a.C.) maiuolo e sua madre una donna di origine scitica.
cenni biografici e opere Dopo che rimase orfano all'etaÁ di sette anni, ebbe come
tutori due cugini, Afobo e Demofonte, e un amico di famiglia,
Terippide, che dilapidarono gran parte del suo patrimonio. Re-
cuperoÁ i resti dei suoi beni, intentando un processo ai tutori, e
corresse poi un difetto di pronunzia, per cui veniva so-
prannominato ba*ssako| («bleso»), tenendo un sassolino in
bocca.
Svolse dapprima l'attivitaÁ di logografo, con la quale scrisse
discorsi per la difesa di altri, poi si dedicoÁ all'oratoria politica.
Intanto Filippo II, re di Macedonia, si spingeva verso l'Elle-
sponto con l'intento di ampliare il suo regno: Demostene lo
considerava un barbaro, nemico acerrimo della Grecia e per
questo motivo scrisse le Filippiche e le Olintiache. Nel 346 a.C.
l'oratore fu inviato a Filippo, per trattare la pace detta ``di Fi-
locrate'', pace che il re macedone non rispettoÁ. Demostene, al-
lora, incoraggioÁ le cittaÁ greche a stringersi in una lega anti-
macedone. Nel 340 a.C. Filippo superoÁ le Termopili e nel 338
a.C. sconfisse i Greci nella battaglia di Cheronea.
Morto Filippo nel 336 a.C., il figlio Alessandro proseguõÁ la
politica espansionistica del padre, compõÁ altre conquiste nella
penisola greca, occupoÁ e rase al suolo Tebe. Mentre il re mace-
done compiva una spedizione in India, il suo cassiere, Arpalo,
dilapidato il tesoro del sovrano, fuggõÁ con un'ingente somma di
m
Busto di Demostene (copia romana del II denaro da Babilonia ad Atene. Demostene lo fece arrestare e
sec. d.C. di un originale ellenistico). Parigi, ordinoÁ di depositare il denaro sull'acropoli; Arpalo, tuttavia,
Museo del Louvre.
riuscõÁ a fuggire con la metaÁ della somma, mentre l'oratore fu
accusato di essersi lasciato corrompere e fu condannato ad una multa. Non avendo la
possibilitaÁ di pagarla, fu arrestato, ma riuscõÁ a fuggire e tornoÁ ad Atene solo nel 323
a.C., dopo la morte di Alessandro.
Quando nel 322 a.C. gli Ateniesi furono sconfitti nella battaglia di Crannon dal

LETTURE
370 ANTOLOGICHE
generale di Alessandro, Antipatro, quest'ultimo ordinoÁ che gli venisse consegnato De-
mostene. L'oratore si rifugioÁ nel tempio di Poseidone a Calauria e lõÁ preferõÁ darsi la
morte con il veleno, piuttosto che cadere nelle mani dei nemici.
Di Demostene abbiamo 61 discorsi, non tutti genuini, e 6 lettere, anch'esse non
tutte autentiche. Tra le piuÁ importanti orazioni, oltre alle giaÁ citate quattro Filippiche e
tre Olintiache, ricordiamo: Sulla cattiva ambasceria (in cui attacca l'oratore Eschine,
filomacedone), Sulla corona (scritta in risposta ad un'accusa di Eschine), Sulla pace (in
cui si insiste sulla necessitaÁ di non compromettere la pace con Filippo), l'Epitaffio
(composta per i caduti di Cheronea), Per la libertaÁ dei Rodii (scritta per spingere Atene
ad appoggiare il partito democratico di Rodi contro quello oligarchico).

c
Jean-Jules-Antoine
Lecomte du NouyÈ,
Demostene si esercita
nell'oratoria.
Collezione privata.

C - L'ORATORIA 371
1. Bisogna intervenire contro Filippo
(Demostene, Prima Olintiaca, 2-6)
Demostene scrisse tre orazioni dette Olintiache, per spingere gli Ateniesi ad aiutare gli
abitanti di Olinto contro Filippo il Macedone: l'oratore esorta i suoi concittadini a inter-
venire efficacemente e tempestivamente per salvare la cittaÁ di Olinto dall'assedio di Filippo,
anche sacrificando il denaro della cassa comune. In questo brano, che costituisce la parte
iniziale del primo discorso, l'oratore esorta Atene a deliberare per l'allestimento di un
contingente di intervento, perche Filippo, abile e spregiudicato, non ottenga subito qualche
vantaggio. Gli Ateniesi, pertanto, devono destarsi, versando denaro e partecipando di-
rettamente alle operazioni di guerra.

[2.] <O le+m ot#m paqx+m jaiqo+| x # a>mdqe| $Ahgmai&oi [2.] L'attuale circostanza, dunque, Ateniesi, per poco non si
$ + + $
lomom otvi kecei uxmgm auiei|, o%si sx
* * * & m pqacla*sxm mette a parlare, per dire che voi stessi dovete prendere di-
t<li&m e$jei*mxm at$soi&| a$msikgpse*om e$rsi*m, ei>peq t<pe+q rettamente in pugno la situazione, se avete a cuore la salvezza;
rxsgqi*a| at$sx & m uqomsi*fese. g<lei&| d$ ot$j oi#d$ o%msima* noi, invece, non so bene quale atteggiamento abbiamo. La mia
loi dojot&lem e>veim sqo*pom pqo+| at$sa*. >Ersi dg+ sa* c$ proposta eÁ di deliberare, ormai, la formazione di un contin-
e$loi+ dojot&msa, wgui*rarhai le+m g>dg sg+m bog*heiam jai+ gente d'intervento e di prepararci al piuÁ presto ad intervenire di
paqarjeta*rarhai sg+m savi*rsgm, o%px| e$mhe*mde bog- qui (e non fate lo sbaglio di prima) e di inviare contempora-
hg*rese (jai+ lg+ pa*hgse sat$so+m o%peq jai+ pqo*seqom), neamente un'ambasceria, che dica questo e segua da vicino gli
pqerbei*am de+ pe*lpeim, g%si| sat&s$ e$qei& jai+ paqe*rsai soi&| avvenimenti. [3.] Giacche il timore principale eÁ che costui,
pqa*clarim. [3.] x<| e>rsi la*kirsa sot&so de*o|, lg+ pa- essendo un uomo spregiudicato e abile nel servirsi delle situa-
mot&qco| x / m jai+ deimo+| a>mhqxpo| pqa*clari vqg&rhai, zioni, ora facendo concessioni, ora minacciando (e avrebbe
sa+ le+m ei>jxm, g<mi*j$ a/m st*vz&, sa+ d$ a$peikx& m (a$nio*pirso| tutto il diritto di essere creduto), ora calunniando noi e la
d$ a/m ei$jo*sx| uai*moiso), sa+ d$ g<la&| diaba*kkxm jai+ sg+m nostra lontananza dalle operazioni, modifichi la situazione in
a$potri*am sg+m g<lese*qam, sqe*wgsai jai+ paqarpa*rgsai* proprio favore ed ottenga grandi vantaggi. [4.] Tuttavia,
si sx & m o%kxm pqacla*sxm. [4.] Ot$ lg+m a$kk$ e$pieijx #
&| x Ateniesi, proprio quell'elemento che piuÁ di ogni altro rende
a>mdqe| $Ahgmai&oi sot&h$ o= dtrlavx*saso*m e$rsi sx & m Ui- Filippo temibile, eÁ anche il piuÁ favorevole per noi: il fatto che
ki*ppot pqacla*sxm jai+ be*ksirsom t<li&m. so+ ca+q ei#mai lui solo sia padrone incontrastato di tutto, della diplomazia
pa*msxm e$jei&mom e%m$ o>msa jt*qiom, jai+ q<gsx & m jai+ a$poq- palese e di quella segreta, che sia contemporaneamente stra-
qg*sxm, jai+ a%la rsqasgco+m jai+ derpo*sgm jai+ sali*am, tego, padrone e tesoriere, che dovunque sia sempre presente
jai+ pamsavot& at$so+m paqei&mai s{ & rsqaset*lasi, pqo+| con il suo esercito, mentre rappresenta un grande vantaggio per
le+m so+ sa+ sot& poke*lot savt+ jai+ jasa+ jaiqo+m pqa*sse- la rapiditaÁ e tempestivitaÁ delle operazioni militari, eÁ contro-
rhai pokk{ & pqoe*vei, pqo+| de+ sa+| jasakkaca*|, a=| a/m producente nelle composizioni pacifiche, che egli vorrebbe
e$jei&mo| poig*rais$ a>rlemo| pqo+| $Oktmhi*ot|, e$mamsi*x| realizzare ora con gli abitanti di Olinto. [5.] Poiche agli Olinti
e>vei. [5.] Dg&kom ca*q e$rsi soi&| $Oktmhi*oi|, o%si mt&m ot$ eÁ chiaro che ormai essi combattono non per la gloria o per un
peqi+ do*ng| ot$d$ t<pe+q le*qot| vx*qa| pokelot&rim, a$kk$ territorio conteso, ma per la distruzione e l'asservimento della
a$marsa*rex| jai+ a$mdqapodirlot& sg&| pasqi*do|, jai+ patria; e sanno bene che cosa lui abbia inflitto agli Amfipoli-
>irarim a% s$ $Aluipokisx & m e$poi*gre sot+| paqado*msa| tani, che gli consegnarono la cittaÁ, o agli abitanti di Pidna, che
at$s{ & sg+m po*kim jai+ Ptdmai*xm sot+| t<podenale*mot|. gli aprirono le porte. E in generale, credo, i regimi tirannici
jai+ o%kx| a>pirsom oi#lai sai&| pokisei*ai| g< stqammi*|, sono guardati con sospetto dagli Stati costituzionali, specie
a>kkx| se ja/m o%loqom vx*qam e>vxri. [6.] Sat&s$ ot#m quando si tratta di Stati confinanti. [6.] Ebbene, consapevoli
e$cmxjo*sa| t<la&| x # a>mdqe| $Ahgmai&oi jai+ sa>kk$ a= pqo- di tutto questo, Ateniesi, e fatte tutte le dovute considerazioni,
rg*jei pa*ms$ e$mhtlotle*mot| ugli+ dei&m e$hekg&rai jai+ voi dovete prendere una decisione, destarvi e dedicarvi a questa
paqontmhg&mai jai+ s{ & poke*l{ pqore*veim ei>peq pose+ guerra come non mai, versando di buon grado il denaro, par-
jai+ mt&m, vqg*las$ ei$rue*qomsa| pqoht*lx| jai+ at$sot+| tecipando direttamente alle operazioni, non tralasciando nulla.
e$nio*msa| jai+ lgde+m e$kkei*pomsa|. Ot$de+ ca+q ko*co| ot$de+ Non c'eÁ piuÁ ragionamento o sofisma che vi autorizzi a non
rjg&wi| e>h$ t<li&m sot& lg+ sa+ de*omsa poiei&m e$he*keim t<po- compiere il vostro dovere.
kei*pesai.

LETTURE
372 ANTOLOGICHE
2. Filippo non eÁ invincibile
(Demostene, Prima Filippica, 2-18)
Contro Filippo II di Macedonia Demostene scrisse quattro famose orazioni, definite
Filippiche. Nella Prima Filippica l'oratore descrive i progressi fatti dal re macedone per
portare avanti il suo piano espansionistico ed esorta i concittadini a riordinare militarmente
lo stato ateniese. Nella Seconda e Terza Filippica il conflitto con Filippo si manifesta ine-
vitabile e si mette in evidenza la debolezza della cittaÁ di Atene, che eÁ stata inetta a reprimerlo.
Nella Quarta Filippica Demostene esorta gli Ateniesi a sedare i conflitti interni e a mandare
ambasciatori al re di Persia, per chiedere un'alleanza contro la Macedonia. In questo brano,
che si puoÁ considerare l'esordio della Prima Filippica, si mette in evidenza l'inerzia di Atene,
esortata ad essere sempre pronta e vigile. Filippo puoÁ sembrare invincibile, ma in realtaÁ egli eÁ
riuscito a farsi molti amici e alleati, senza i quali potrebbe essere sconfitto, perdendo la sua
naturale arroganza, che lo spinge a insultare e minacciare. Pertanto eÁ necessario preparare
cinquanta triremi, oltre a navi speciali e imbarcazioni per i rifornimenti.

[2.] Pqx & som le+m ot#m ot$j a$htlgse*om x # a>mdqe| $Ahgmai&oi [2.] Innanzi tutto, Ateniesi, non conviene scoraggiarsi
* $ $
soi&| paqot&ri pqaclarim, otd$ ei pamt uat*kx| e>veim dojei&m.
* per l'attuale situazione, anche se appare del tutto negativa:
=O ca*q e$rsi vei*qirsom at$sx & m e$j sot& paqekgktho*so| vqo*- proprio quello che piuÁ ha nociuto per il passato, piuÁ con-
mot, sot&so pqo+| sa+ le*kkomsa be*ksirsom t<pa*qvei. Si* ot#m forta per l'avvenire. Cosa? Che la situazione sia brutta per
e$rsi sot&so; %Osi ot$de+m x # a>mdqe| $Ahgmai&oi sx & m deo*msxm la vostra inerzia: se, infatti, cosõÁ stessero le cose e tuttavia
poiot*msxm t<lx & m jajx & | sa+ pqa*clas$ e>vei. e$pei* soi, ei$ pa*mh$ voi faceste il vostro dovere, non ci sarebbero davvero spe-
a= pqorg&je pqasso*msxm ot%sx| ei#vem, ot$d$ a/m e$kpi+| g#m at$sa+ ranze. [3.] In secondo luogo bisogna che noi ci ri-
beksi*x ceme*rhai. [3.] >Epeis$ e$mhtlgse*om jai+ paq$ a>kkxm cordiamo, sia quelli che l'hanno sentito dire da altri, sia
a$jot*otrim jai+ soi&| ei$do*rim at$soi&| a$malilmzrjole*moi|, quelli che l'hanno visto e se lo ricordano, quale poderoso
g<ki*jgm pos$ e$vo*msxm dt*malim Kajedailomi*xm, e$n ot' vqo*mo| apparato bellico spartano, non molto tempo fa, voi avete
ot$ pokt*|, x<| jakx & | jai+ pqorgjo*msx| ot$de+m a$ma*niom t<lei&| affrontato, agendo splendidamente e in modo del tutto
e$pqa*nase sg&| po*kex|, a$kk$ t<pelei*mah$ t<pe+q sx & m dijai*xm degno della cittaÁ, combattendo in difesa dei vostri diritti.
so+m pqo+| e$jei*mot| po*kelom. Si*mo| ot#m e%meja sat&sa ke*cx; Perche dico questo? Affinche voi sappiate, Ateniesi, e os-
%Im$ ei$dg&s$ x# a>mdqe| $Ahgmai&oi jai+ hea*rgrhe, o%si ot$de+m ot>se serviate che, quando siete vigili, nulla eÁ temibile per voi;
utkassole*moi| t<li&m e$rsi uobeqo*m, ot>s$, a/m o$kicxqg&se, ma, in caso contrario, le vostre aspirazioni restano deluse:
soiot&som oi'om a/m t<lei&| bot*koirhe, paqadei*clari vqx*lemoi valgano come esempio la forza che allora avevano gli
sz& so*se q<x*lz sx & m Kajedailomi*xm, g'| e$jqasei&s$ e$j sot& Spartani, che pure voi sconfiggeste con il vostro impegno, e
pqore*veim soi&| pqa*clari so+m mot&m, jai+ sz& mt&m t%bqei sot*- le sopraffazioni di costui, che ci provocano agitazione,
sot, di$ g=m saqasso*leh$ e$j sot& lgde+m uqomsi*feim x ' m e$vqg&m. perche non ci preoccupiamo di cioÁ che dovremmo. [4.] Se
[4.] Ei$ de* si| t<lx &mx # a>mdqe| $Ahgmai&oi dtrpoke*lgsom oi>esai poi qualcuno di voi, Ateniesi, ritiene che Filippo sia in-
so+m Ui*kippom ei#mai, rjopx & m so* se pkg&ho| sg&| t<paqvot*rg| vincibile, osservando l'imponenza del suo esercito e la
at$s{ & dtma*lex| jai+ so+ sa+ vxqi*a pa*ms$ a$pokxke*mai sz& po*kei, perdita da parte nostra di tutte le nostre piazzeforti, certo
o$qhx & | le+m oi>esai, kocira*rhx le*msoi sot&h$, o%si ei>vole*m poh$ ragiona rettamente; consideri, peroÁ, questo: che un tempo
g<lei&| x # a>mdqe| $Ahgmai&oi Pt*dmam jai+ Posei*daiam jai+ noi, o Ateniesi, avevamo Pidna, Potidea e Metone e tutta la
Lehx*mgm jai+ pa*msa so+m so*pom sot&som oi$jei&om jt*jk{, jai+ zona lõÁ intorno era nostra, e molti popoli, che ora sono dalla
pokka+ sx & m les$ e$jei*mot mt&m o>msxm e$hmx & m at$somolot*lema sua parte, erano liberi e autonomi e preferivano essere in
jai+ e$ket*heq$ t<pg&qvem jai+ la&kkom g<li&m e$bot*kes$ e>veim oi$- buoni rapporti con noi piuttosto che con lui. [5.] Se dun-
jei*x| g/ e$jei*m{. [5.] Ei$ soi*mtm o< Ui*kippo| so*se sat*sgm e>rve que in quell'epoca Filippo avesse avuto chiaro che senza
sg+m cmx*lgm, x<| vakepo+m pokelei&m e$rsim $Ahgmai*oi| e>votri alleati sarebbe stato difficile combattere contro gli Ate-
sorat&s$ e$piseivi*rlasa sg&| at<sot& vx*qa| e>qglom o>msa niesi, che minacciavano il suo territorio con tali fortifica-
rtlla*vxm, ot$de+m a/m x ' m mtmi+ pepoi*gjem e>pqanem ot$de+ so- zioni, nulla di quello che ha fatto avrebbe realizzato e non
rat*sgm e$jsg*raso dt*malim. $Akk$ ei#dem x # a>mdqe| $Ahgmai&oi avrebbe la forza di cui dispone. Ma lui sapeva bene una
sot&so jakx & | $
e jei & mo|, %
o si sat &sa *
le m $
e rsim a%pamsa sa+ vxqi*$ cosa, Ateniesi: che tutte quelle posizioni strategiche sono,
a#hka sot& poke*lot jei*lem$ e$m le*r{, ut*rei d$ t<pa*qvei soi&| per cosõÁ dire, a disposizione, come premio del conflitto, e
paqot&ri sa+ sx & m a$po*msxm, jai+ soi&| e$he*kotri pomei&m jai+ che i beni di chi eÁ assente e non se ne cura appartengono
jimdtmet*eim sa+ sx & m a$lekot*msxm. [6.] Jai+ ca*q soi sat*sz naturalmente a chi eÁ presente e vigile e affronta le fatiche e i
vqgra*lemo| sz& cmx*lz pa*msa jase*rsqapsai jai+ e>vei, sa+ le+m pericoli. [6.] E infatti, proprio sulla base di questa con-

C - L'ORATORIA 373
x<| a/m e<kx*m si| e>voi poke*l{, sa+ de+ rt*llava jai+ ui*ka cezione, ha realizzato tutte le sue conquiste, in parte
poigra*lemo|. jai+ ca+q rtllavei&m jai+ pqore*veim so+m mot&m combattendo, in parte procurandosi amici e alleati: ov-
sot*soi| e$he*kotrim a%pamse|, ot=| a/m o<qx & ri paqerjetarle*- viamente perche chiunque preferisce parteggiare e allearsi
mot| jai+ pqa*sseim e$he*komsa| a= vqg*. [7.] /Am soi*mtm x # con quelli che vede preparati e pronti a compiere le mosse
a>mdqe| $Ahgmai&oi jai+ t<lei&| e$pi+ sg&| soiat*sg| e$hekg*rgse giuste. [7.] Se dunque, o Ateniesi, anche voi voleste, al-
ceme*rhai cmx*lg| mt&m, e$peidg*peq ot$ pqo*seqom, jai+ e%jarso| meno ora, fare vostra questa concezione e ciascuno di voi
t<lx & m, ot' dei& jai+ dt*mais$ a/m paqarvei&m at<so+m vqg*rilom sz& fosse pronto ad agire, senza tergiversare, laÁ dove gli spetta
po*kei, pa&ram a$uei+| sg+m ei$qxmei*am e%soilo| pqa*sseim t<pa*qnz, e puoÁ rendersi utile alla cittaÁ, chi eÁ ricco, versando tributi,
o< le+m vqg*las$ e>vxm ei$rue*qeim, o< d$ e$m g<kiji*y rsqaset*erhai, chi eÁ giovane, arruolandosi, in una parola, se vorrete es-
rtmeko*msi d$ a<pkx & |, a/m t<lx
& m at$sx
& m e$hekg*rgse ceme*rhai jai+ sere padroni di voi stessi e smetterla di vagheggiare cia-
pat*rgrh$ at$so+| le+m ot$de+m e%jarso| poig*reim e$kpi*fxm, so+m scuno che il proprio vicino sopperisca alla nostra inerzia,
de+ pkgri*om pa*mh$ t<pe+q at$sot& pqa*neim, jai+ sa+ t<le*seq$ at$sx &m non solo, se dio vuole, potrete recuperare cioÁ che eÁ vostro,
joliei&rh$, a/m heo+| he*kz, jai+ sa+ jaseqqyhtlgle*ma pa*kim ma riavrete cioÁ che avete lasciato perdere per inerzia e
a$makg*werhe, ja$jei&mom silxqg*rerhe. [8.] Lg+ ca+q x<| he{ & punirete quello. [8.] Non crediate, infatti, che la sua po-
moli*fes$ e$jei*m{ sa+ paqo*msa pepgce*mai pqa*clas$ a$ha*masa, sizione attuale sia consolidata per l'eternitaÁ, come se si
a$kka+ jai+ lirei& si| e$jei&mom jai+ de*diem x # a>mdqe| $Ahgmai&oi jai+ trattasse di un dio: anzi, c'eÁ chi lo odia e lo teme, Ateniesi,
uhomei&, jai+ sx & m pamt mt&m dojotmsxm oi$jei*x| e>veim. jai+
* * e lo invidia, persino tra quelli che ora sembrano a lui piuÁ
a%pamh$ o%ra peq ja$m a>kkoi| siri+m a$mhqx*poi| e>mi, sat&sa ja$m devoti: del resto quello che si verifica tra gli altri, si dovraÁ
soi&| les$ e$jei*mot vqg+ moli*feim e$mei&mai. Jase*psgve le*msoi pensare che si verifichi anche tra i suoi; ma tutto questo,
pa*msa sat&sa mt&m, ot$j e>voms$ a$porsqoug+m dia+ sg+m t<lese*qam per ora, resta fermo, non avendo uno sbocco a causa della
bqadtsg&sa jai+ q<yhtli*am. g=m a$pohe*rhai ugli+ dei&m g>dg. [9.] vostra inerzia, della quale appunto io dico che dobbiamo
<Oqa&se ca+q x # a>mdqe| $Ahgmai&oi so+ pqa&cla, oi' pqoekg*kthem liberarci. [9.] Guardate, Ateniesi, a che grado di impu-
a$rekcei*a| a%mhqxpo|, o=| ot$d$ ai%qerim t<li&m di*dxri sot& denza eÁ giunto: nemmeno vi lascia la scelta se agire o
pqa*sseim g/ a>ceim g<rtvi*am, a$kk$ a$peikei& jai+ ko*cot| t<peqg- restare inerti, ma minaccia e insulta, come dicono, e non eÁ
ua*mot|, x % | uari, ke*cei, jai+ ot$v oi'o*| e$rsim e>vxm a= jase*- capace di essere soddisfatto di cioÁ che ha giaÁ preso, ma si
rsqapsai le*meim e$pi+ sot*sxm, a$kk$ a$ei* si pqorpeqiba*kkesai, espande in continuazione e tutt'intorno ci accerchia,
jai+ jt*jk{ pamsavz& le*kkomsa| g<la&| jai+ jahgle*mot| peqi- mentre noi, inerti, esitiamo. [10.] Ma quando, Ateniesi,
rsoivi*fesai. [10.] Po*s$ ot#m x # a>mdqe| $Ahgmai&oi, po*h$ a= vqg+ quando farete il vostro dovere? Cosa aspettate? «Per Zeus,
pqa*nese; $Epeida+m si* ce*mgsai; «$Epeida+m mg+ Di*$ a$ma*cjg si| quando vi sia la necessitaÁ!» E cioÁ che avviene ora come
z#.» Mt&m de+ si* vqg+ sa+ cicmo*lem$ g<cei&rhai; $Ecx+ le+m ca+q oi>olai altro si deve definire? Giacche secondo me la piuÁ pressante
soi&| e$kethe*qoi| leci*rsgm a$ma*cjgm sg+m t<pe+q sx & m pqacla*sxm necessitaÁ eÁ per i liberi la vergogna per le proprie azioni. O
ai$rvt*mgm ei#mai. /G bot*kerh$, ei$pe* loi, peqio*mse| at<sx &m forse preferite andare in giro chiedendovi: «Si dice qual-
ptmha*merhai. «Ke*cesai* si jaimo*m;» Ce*moiso ca+q a>m si jai- cosa di nuovo?» E puoÁ esserci niente di piuÁ inaudito di un
mo*seqom g/ Lajedx+m a$mg+q $Ahgmai*ot| jasapokelx & m jai+ sa+ macedone che sconfigge gli Ateniesi e comanda in Grecia?
sx & m <Ekkg*mxm dioijx & m; «Se*hmgje Ui*kippo|;» «Ot$ la+ Di*$, «EÁ morto Filippo?» «No, per Zeus, ma eÁ ammala-
a$kk$ a$rhemei&.» [11.] Si* d$ t<li&m diaue*qei; Jai+ ca+q a/m ot'so*| si to.» [11.] Ma che v'importa? Anche se muore, subito
pa*hz, save*x| t<lei&| e%seqom Ui*kippom poig*rese, a>mpeq ot%sx creerete un altro Filippo, se continuate ad impegnarvi
pqore*vgse soi&| pqa*clari so+m mot&m. ot$de+ ca+q ot'so| paqa+ come fate ora, poiche lui non tanto per la sua forza eÁ
sg+m at<sot& q<x*lgm sorot&som e$pgt*ngsai, o%rom paqa+ sg+m cresciuto a tal punto, quanto per la nostra negli-
g<lese*qam a$le*keiam. [12.] Jai*soi jai+ sot&so. ei> si pa*hoi jai+ genza. [12.] E ancora questo bisogna osservare: se anche
sa+ sg&| st*vg| g<li&m, g%peq a$ei+ be*ksiom g/ g<lei&| g<lx & m at$sx &m morisse e la sorte, che si daÁ cura di noi piuÁ di noi stessi, ci
e$pilekot*leha, jai+ sot&s$ e$neqca*raiso, >irh$ o%si pkgri*om le+m regalasse anche questo, sappiate che, solo se sarete intenti
o>mse|, a%parim a/m soi&| pqa*clari sesaqacle*moi| e$pirsa*mse| e vigili sulla nuova situazione che si creerebbe, potrete
o%px| bot*kerhe dioijg*rairhe, x<| de+ mt&m e>vese, ot$de+ di- imporvi; se invece continuerete come ora, nemmeno se le
do*msxm sx & m jaiqx & m $Alui*pokim de*narhai dt*mairh$ a>m, circostanze vi mettessero in mano Amfipoli, sareste in
a$pgqsgle*moi jai+ sai&| paqarjetai&| jai+ sai&| cmx*lai|. [13.] grado di prenderla in consegna, straniati come siete, po-
<X| le+m ot#m dei& sa+ pqorg*jomsa poiei&m e$he*komsa| t<pa*qveim liticamente e militarmente. [13.] Che dunque si debba
a%pamsa| e<soi*lx|, x<| e$cmxjo*sxm t<lx & m jai+ pepeirle*mxm essere tutti pronti a fare il proprio dovere, non diroÁ oltre:
pat*olai ke*cxm. so+m de+ sqo*pom sg&| paqarjetg&|, g=m a$pak- penso che l'abbiate compreso e ne siate convinti. Quanto
ka*nai a/m sx & m soiot*sxm pqacla*sxm g<la&| oi>olai, jai+ so+ al modo della preparazione che, io penso, vi puoÁ risol-
pkg&ho| o%rom, jai+ po*qot| ot%rsima| vqgla*sxm, jai+ sa>kk$ x<| levare da una tale situazione, all'entitaÁ, alle risorse fi-
a>m loi be*ksirsa jai+ sa*virsa dojei& paqarjetarhg&mai, jai+ nanziarie e a tutto il resto, come io penso che si possa
dg+ peiqa*rolai ke*ceim, deghei+| t<lx &m x # a>mdqe| $Ahgmai&oi meglio procurare ed al piuÁ presto, questo cercheroÁ di dire;
sorot&som. [14.] $Epeida+m a%pams$ a$jot*rgse, jqi*mase, lg+ chiedendovi peroÁ una cosa, o Ateniesi: [14.] giudicate

LETTURE
374 ANTOLOGICHE
pqo*seqom pqokalba*mese. lgd$ a/m e$n a$qvg&| dojx & simi jaimg+m quando avete finito di ascoltare, non anticipate il giudizio.
paqarjetg+m ke*ceim, a$maba*kkeim le sa+ pqa*clah$ g<cei*rhx. E se da principio parraÁ a qualcuno che io proponga misure
Ot$ ca+q oi< «savt+» jai+ «sg*leqom» ei$po*mse| la*kirs$ ei$| de*om inaudite, non creda che io voglio creare ritardi. Non parla,
ke*cotrim (ot$ ca+q a/m sa* c$ g>dg cecemgle*ma sz& mtmi+ boghei*y infatti, a proposito chi dice «da subito», «da oggi» (i no-
jxkt&rai dtmghei*glem), [15.] a$kk$ o=| a/m dei*nz, si*| poqi- stri mezzi attuali non ci consentono di sovvertire la si-
rhei&ra paqarjetg+ jai+ po*rg jai+ po*hem dialei&mai dtmg*- tuazione a nostro favore), [15.] ma chi sappia mostrare
resai, e%x| a/m g/ diaktrx*leha peirhe*mse| so+m po*kelom g/ quale apparato bellico e quanto grande e come preparato
peqicemx*leha sx & m e$vhqx & m. ot%sx ca+q ot$je*si sot& koipot& possa restare in piedi, o fino ad una conclusione concor-
pa*rvoilem a/m jajx & |. Oi#lai soi*mtm e$cx+ sat&sa ke*ceim e>veim, data del conflitto o fino alla vittoria: cosõÁ non subiremo
lg+ jxkt*xm ei> si| a>kko| e$pacce*kkesai* si. <G le+m ot#m t<po*- piuÁ sconfitte. Ebbene qualcosa del genere credo di poter
rveri| ot%sx leca*kg, so+ de+ pqa&cl$ g>dg so+m e>kecvom dx*rei. dire, ben lieto naturalmente se altri fanno altre proposte.
jqisai+ d$ t<lei&| e>rerhe. [16.] Pqx & som le+m soi*mtm x# a>mdqe| Prometto molto, come vedete: la concreta esposizione saraÁ
$Ahgmai&oi sqig*qei| pemsg*jomsa paqarjeta*rarhai ugli+ il banco di prova, giudici sarete voi. [16.] Innanzi tutto,
dei&m, ei#s$ at$sot+| ot%sx sa+| cmx*la| e>veim, x<|, e$a*m si de*z, Ateniesi, bisogna preparare cinquanta triremi, quindi es-
pketrse*om ei$| sat*sa| at$soi&| e$lba&rim. Pqo+| de+ sot*soi| soi&| sere pronti, se necessario, ad imbarcarci noi su di esse.
g<li*reri sx & m i<ppe*xm i<ppacxcot+| sqig*qei| jai+ pkoi&$ i<jama+ Inoltre propongo di tener pronte per la metaÁ della caval-
et$sqepi*rai jeket*x. [17.] Sat&sa le+m oi#lai dei&m t<pa*qveim e$pi+ leria navi speciali e imbarcazioni per i rifornimenti. [17.]
sa+| e$nai*umg| sat*sa| a$po+ sg&| oi$jei*a| vx*qa| at$sot& rsqa- Questo contingente deve essere pronto, nell'eventualitaÁ di
sei*a| ei$| Pt*ka| jai+ Veqqo*mgrom jai+ >Oktmhom jai+ o%poi sortite improvvise, come queste, alle Termopili, nel
bot*kesai. dei& ca+q e$jei*m{ sot&s$ e$m sz& cmx*lz paqarsg&rai, x<| Chersoneso, ad Olinto, dovunque egli voglia. Bisogna che
t<lei&| e$j sg&| a$lekei*a| sat*sg| sg&| a>cam, x % rpeq ei$| Et>boiam egli si convinca che voi potete emergere da questa immane
jai+ pqo*seqo*m pose* uarim ei$| <Aki*aqsom jai+ sa+ seketsai&a inerzia come quando interveniste in Eubea e prima, di-
pq{*gm ei$| Pt*ka|, >irx| a/m o<qlg*raise. [18.] ot>soi pamsekx & |, cono, ad Aliarto e da ultimo, poco fa, alle Termo-
ot$d$ ei$ lg+ poig*rais$ a/m sot&so, x<| e>cxce* ugli dei&m, et$ja- pili. [18.] Se anche in parte realizzerete quello che pro-
sauqo*mgso*m e$rsim, %im$ g/ dia+ so+m uo*bom ei$dx+| et$sqepei&| t<la&| pongo, non saraÁ inutile: o avraÁ timore, sapendovi all'erta
(ei>resai ca+q a$jqibx & |. ei$ri+m ca*q, ei$ri+m oi< pa*ms$ e$nac- (e lo sapraÁ dettagliatamente, perche ci sono, sõÁ, fin troppi
ce*kkomse| ejei*m{ paq$ g<lx
$ & m at$sx& m pkei*ot| sot& de*omso|) araldi che gli fanno il resoconto di tutte le nostre cose) e se
g<rtvi*am e>vz, g/ paqidx+m sat&s$ a$ut*kajso| kguhz&, lgdemo+| ne staraÁ tranquillo; oppure non vi prenderaÁ sul serio e saraÁ
o>mso| e$lpodx+m pkei&m e$pi+ sg+m e$jei*mot vx*qam t<li&m, e$a+m e$md{ & colto di sorpresa, perche nulla potraÁ impedirvi di attaccare
jaiqo*m. il suo territorio, se si presenteraÁ l'opportunitaÁ.

c
Testa di Filippo II di Macedonia.
Copenaghen, Gliptoteca di Carlsberg.

C - L'ORATORIA 375
Isocrate nacque nel 436 a.C. nel demo attico di Erchia. Fu di-
ISOCRATE scepolo dei sofisti e conobbe anche Socrate. Caduto in rovina il
(436-338 a.C.) patrimonio familiare, egli fu costretto a svolgere l'attivitaÁ di
cenni biografici e opere logografo. Intorno al 390 a.C. aprõÁ ad Atene una scuola di re-
torica, nella quale insegnoÁ per oltre un cinquantennio. Durante
la sua lunga vita scrisse vari discorsi, ma fu dall'attivitaÁ di retore
che ricavoÁ lauti compensi. MorõÁ all'etaÁ di 98 anni, nel 338 a.C.
Il corpus di Isocrate che possediamo contiene 21 orazioni e
9 lettere, delle quali alcune non autentiche. Fra le orazioni di
carattere politico ricordiamo: il Panegirico (in cui si loda la cittaÁ
di Atene per la sua cultura e civiltaÁ e si esortano gli Ateniesi a
vagheggiare il ritorno ad un governo democratico e ad un ideale
panellenico, per opporsi ai nemici di sempre, i Persiani),
l'Olimpico (in cui si esortano i Greci alla concordia), l'Areopa-
gitico (in cui l'oratore esorta gli Ateniesi a ritornare all'antica
costituzione), il Filippo (in cui Isocrate si augura che Filippo di
Macedonia possa unificare i Greci, guidandoli alla conquista
dell'impero persiano), il Panatenaico (in cui sono contenuti gli
stessi temi del Panegirico), Sulla pace (in cui si afferma che bi-
sogna rinunziare ad ogni forma di imperialismo). Oltre ad alcuni
discorsi giudiziari eÁ degno di nota anche l'Elena, un discorso che
appartiene al genere epidittico, cioeÁ dimostrativo, in cui eÁ con-
tenuto l'elogio della donna.
m
Busto di Isocrate (copia romana del III sec.
d.C.). Mosca, Museo PusÏkin delle Belle Arti.

b
Frontespizio di una edizione
dell'Opera Omnia di Isocrate
pubblicata nel 1570.

LETTURE
376 ANTOLOGICHE
1. Bisogna cessare di aspirare alla talassocrazia
(Isocrate, Orazione per la pace, XX, 63; XXI, 64-66)
PietaÁ, saggezza e giustizia, afferma Isocrate, sono necessarie all'uomo per avere suc-
cesso: di esse l'oratore ha giaÁ parlato abbondantemente. Ora, invece, egli vuole suggerire in
qual modo si possa divenire pii, saggi e giusti, ma eÁ consapevole che la proposta che si
accinge a fare sembreraÁ davvero strana. Gli Ateniesi amministreranno meglio la cittaÁ e
riusciranno meglio in ogni impresa, se cesseranno di aspirare al dominio sul mare, che ha
distrutto la democrazia ed eÁ stato la causa di tanti mali, anche se eÁ stato bramato e conteso
con le armi: tale dominio non eÁ giusto ne possibile ne conveniente.

[XX, 63.] =A le+m ot#m t<pa*qveim dei& soi&| le*kkotrim et$- [XX, 63.] Di quelle qualitaÁ che debbono possedere coloro
dailomg*reim, sg*m s$ et$re*beiam jai+ sg+m rxuqort*mgm jai+ che desiderano avere successo, la pietaÁ, la saggezza, la giu-
sg+m dijaiort*mgm jai+ sg+m a>kkgm a$qesg*m, o$ki*c{ pqo*seqom stizia e ogni altra virtuÁ, abbiamo parlato poco tempo fa; sul
ei$qg*jalem. x<| d$ a/m sa*virsa pqo+| so+ soiot&soi ceme*rhai come potremmo essere educati a divenire tali (cioeÁ pii, saggi
paidethei&lem, a$kghe+| le*m e$rsi so+ q<ghgro*lemom, >irx| d$ e giusti), risponde a veritaÁ cioÁ che io mi accingo a dire, ma
a/m a$jot*rarim t<li&m deimo+m ei#mai do*neie jai+ paqa+ pokt+ sg&| forse a voi, quando l'avrete udito, sembreraÁ essere strano e
sx & m a>kkxm e$ngkkacle*mom diamoi*a|. [XXI, 64.] $Ecx+ ca+q di gran lunga diverso dal pensiero degli altri. [XXI, 64.] Io,
g<cot&lai jai+ sg+m po*kim g<la&| a>leimom oi$jg*reim jai+ bek- infatti, ritengo che noi amministreremo meglio la (nostra)
si*ot| at$sot+| e>rerhai jai+ pqo+| a<pa*ra| sa+| pqa*nei| cittaÁ e noi stessi saremo migliori e progrediremo in tutte le
e$pidx*reim, g/m patrx*leha sg&| a$qvg&| sg&| jasa+ ha*kassam imprese, se desistiamo dall'aspirare all'impero sul mare. EÁ
e$pihtlot&mse|. At%sg ca*q e$rsim g< jai+ mt&m ei$| saqavg+m questo, infatti, che anche ora ci ha trascinato nel disordine,
g<la&| jahirsa&ra jai+ sg+m dglojqasi*am e$jei*mgm jasakt*- che ha distrutto quella democrazia, con la quale vivendo i
rara, leh$ g'| oi< pqo*comoi fx & mse| et$dailome*rsasoi sx &m nostri progenitori erano i piuÁ felici tra i Greci, che eÁ causa di
<Ekkg*mxm g#ram, jai+ rvedo+m a<pa*msxm ai$si*a sx & m jajx & m, quasi tutti i mali che noi stessi soffriamo e procacciamo agli
x' m at$soi* s$ e>volem jai+ soi&| a>kkoi| paqe*volem. [65.] Oi#da altri. [65.] Io so bene che eÁ difficile sembrare dire qualcosa
le+m ot#m, o%si vakepo*m e$rsi dtmarsei*a| t<po+ pa*msxm e$qx- di tollerabile, parlando male di un dominio, che eÁ stato da
le*mg| jai+ peqilavg*sot cecemgle*mg| jasgcoqot&msa do- tutti bramato e conteso con le armi. Tuttavia, poiche avete
jei&m a$mejso*m si ke*ceim. %Olx| d$ e$peidg* peq t<pelei*mase sopportato anche gli altri (miei) discorsi, che sono sõÁ veri,
jai+ sot+| a>kkot| ko*cot|, a$kghei&| le+m o>msa|, uikapevhg*- ma che possono suscitare lo sdegno, vi prego di sopportare
loma| de*, jai+ sot&som t<lx & m a$marve*rhai de*olai, [66.] jai+ anche questo discorso, [66.] e di non accusarmi di una
lg+ jasacmx & mai* lot soiat*sgm lami*am, x<| a>q$ e$cx+ pqoei- pazzia tale da essermi proposto di discutere con voi intorno
ko*lgm a/m diakevhg&mai pqo+| t<la&| peqi+ pqacla*sxm ot%sx ad argomenti cosõÁ lontani dall'opinione comune, se non
paqado*nxm, ei$ lg* si ke*ceim a$kghe+| ei#vom peqi+ at$sx & m. Mt&m avessi da dire intorno a cioÁ qualcosa di vero. Ora io credo
d$ oi#lai pa&ri uameqo+m poig*reim, x<| ot>se dijai*a| a$qvg&| che renderoÁ manifesto a tutti che noi aspiriamo a una si-
e$pihtlot&lem ot>se ceme*rhai dtmasg&| ot>se rtlueqot*rg| gnoria che non eÁ giusta ne tale da potersi acquistare ne a voi
g<li&m. conveniente.

c TESTI A CONFRONTO b
Martin Luther King definisce la guerra «una notte senza stelle»
(Discorso pronunciato da M. L. King il 10 dicembre 1964,
quando ricevette il ``Premio Nobel per la pace'')

«[...] CiviltaÁ e violenza sono concetti antitetici [...] Prima o poi tutti i popoli del mondo dovranno
scoprire un modo di vivere insieme in pace e trasformare quindi quest'incombente elegia funebre
cosmica in salmo creativo di fratellanza [...] Io accetto questo riconoscimento oggi con [...] una
intrepida fiducia nel futuro del genere umano [...] Rifiuto di accettare l'opinione che l'essere
umano sia cosõÁ tragicamente vincolato alla notte senza stelle [...] della guerra [...] Rifiuto di
accettare la cinica convinzione che un paese dopo l'altro scenderanno la spirale militaristica della
scala che conduce all'inferno della distruzione termonucleare [...]»

C - L'ORATORIA 377
c TESTI A CONFRONTO b
Orazio loda Augusto per aver posto fine alle guerre civili
(Odi, IV, 15, 4-12, 17-20)
[...] Tua, Caesar, aetas, [...] Il tuo secolo, o Cesare, ha restituito ai campi le
fruges et agris rettuÆlit ubeÆres 5 messi rigogliose, ha ridato al nostro Giove le insegne
et signa nostro restituit Iovi strappate ai templi superbi dei Parti e, cessate le guerre,
derepta Parthorum superbis ha chiuso il tempio di Giano Quirino e ha imposto un
postibus et vacuum duellis freno alla licenza, che va oltre il retto costume, e ha
Ianum Quirini clausit et ordinem bandito i vizi e ha fatto rinascere le antiche arti, [...]
rectum evaganti frena licentiae 10 Durante tutto il tempo in cui Cesare saraÁ custode dello
iniecit emovitque culpas Stato, non il furore della guerra civile o la violenza
et veteÆres revocavit artis, [...] turberaÁ la tranquillitaÁ, non l'ira, che affila le spade e
Custode rerum Caesare non furor rende nemiche le misere cittaÁ [...]
civilis, aut vis exõÆget otium,
non ira, quae procuÅdit enses
et miseras inimõÅcat urbes [...] 20

c TESTI A CONFRONTO b
Tibullo rimpiange i tempi della pace
(Elegie, I, 10, 1-14)
Quis fuit, horrendos primus qui protuÆlit enses? Chi fu colui che inventoÁ per primo le terribili spade? Quanto
Quam ferus et ferreus ille fuit! feroce e veramente dal cuore di ferro egli fu! Allora nacquero
Tum caedes hominum generi, tum proelia nata, stragi per il genere umano, allora nacquero guerre, allora si aprõÁ
tum brevior dirae mortis aperta via est. una via piuÁ breve per la terribile morte. O forse quell'infelice
An nihil ille miser meruit, nos ad mala nostra 5 non ebbe alcuna colpa, e noi volgiamo a nostra rovina cioÁ che
vertõÆmus, in saevas quod dedit ille feras? egli ci fornõÁ contro le fiere crudeli? Questa eÁ la colpa dell'oro
DivõÆtis hoc vitium est auri, nec bella fueÅrunt, che rende ricchi, e non vi furono guerre quando una coppa di
fagõÆnus adstabat cum scyphus ante dapes. faggio stava dinanzi alle vivande. Non vi erano rocche, non vi
Non arces, non vallus erat, somnumque petebat erano trincee, e il pastore cercava tranquillo il sonno tra le pe-
securus varias dux gregis inter oves. 10 core variopinte. Fossi io vissuto allora, non avrei conosciuto le
Tunc mihi vita foret, volgi nec tristia nossem tristi armi del volgo ne avrei udito la tromba di guerra con il
arma nec audissem corde micante tubam; cuore palpitante; ora sono trascinato alla guerra, e forse giaÁ
nunc ad bella trahor, et iam quis forsõÆtan hostis qualche nemico porta i dardi che si conficcheranno nel mio
haesura in nostro tela gerit lateÆre [...] fianco [...]

2. In Grecia manca la concordia interna tra gli Stati


(Isocrate, Panatenaico, LXV, 156-158)
Le cittaÁ di Sparta e Atene, afferma Isocrate, combatterono insieme contro il nemico
persiano e lo vinsero, ma poi giunsero a tal punto di pazzia da stipulare con lui una pace
perpetua e iniziarono a farsi guerra a vicenda: in tal modo hanno rovinato non solo se stesse
ma anche gli altri Greci.
[LXV, 156.] Poig*rolai de+ sg+m a$qvg+m sx & m kevhgrole*- [LXV, 156.] InizieroÁ il mio discorso, spiacevole forse per
mxm a$jot&rai le+m >irx| siri+m a$gdg&, q<ghg&mai d$ ot$j a$rt*l- alcuni da ascoltare, ma non inutile da dire. Se, infatti, qual-
uoqom. Ei$ ca*q si| uai*g sx+ po*kee sot*sx pkei*rsxm a$cahx &m cuno dicesse che queste due cittaÁ (cioeÁ Sparta e Atene) sono

LETTURE
378 ANTOLOGICHE
ai$si*a| cecemg&rhai soi&| %Ekkgri jai+ leci*rsxm jajx & m lesa+ state causa per i Greci dei beni piuÁ grandi e, dopo la spedi-
sg+m Ne*qnot rsqasei*am, ot$j e>rsim o%px| ot$j a$kghg& do*- zione di Serse, dei piuÁ grandi mali, sembrerebbe senz'altro
neiem a/m ke*ceim soi&| ei$do*ri si peqi+ sx & m so*se cecemgle*- dire la veritaÁ a coloro che conoscono qualcosa degli avveni-
mxm. [157.] $Gcxmi*ramso* se ca*q x<| dtmaso+m a>qirsa menti di quel tempo. [157.] Esse, infatti, combatterono nel
pqo+| sg+m e$jei*mot dt*malim, sat&sa* se pqa*narai, pqorg&jom miglior modo possibile contro il potente esercito di quello
at$sai&| jai+ peqi+ sx & m e$vole*mxm botket*rarhai jakx & |, ei$| (cioeÁ di Serse), ma, avendo fatto questo, mentre sarebbe stato
sot&s$ g#khom ot$j a$moi*a| a$kka+ lami*a|, x% rse pqo+| le+m so+m opportuno per loro prendere buone decisioni anche intorno a
e$pirsqaset*ramsa jai+ botkghe*msa sx+ le+m po*kee sot*sx quello che restava, giunsero a tale punto non di stoltezza, ma
pamsa*parim a$mekei&m, sot+| d$ a>kkot| %Ekkgma| jasa- di pazzia che con colui che aveva portato una spedizione
dotkx*rarhai, Â158.Ã pqo+| le+m so+m soiot&som, jqasg*ra- contro (la Grecia) e che aveva voluto distruggere com-
rai q<ydi*x| a/m at$sot& jai+ jasa+ cg&m jai+ jasa+ ha*kassam, pletamente queste due cittaÁ (cioeÁ Sparta e Atene) e asservire
ei$qg*mgm ei$| a%pamsa rtmecqa*wamso so+m vqo*mom x % rpeq gli altri Greci, [158.] con un uomo tale (cioeÁ Serse), dopo
pqo+| et$eqce*sgm cecemgle*mom, uhomg*rarai de+ sai&| a$qe- averlo vinto facilmente per terra e per mare, stipularono una
sai&| sai&| at<sx& m, ei$| po*kelom jasarsa&rai pqo+| a$kkg*ka| pace perpetua, come se fosse stato un benefattore, e, invi-
jai+ uikomeiji*am, ot$ pqo*seqom e$pat*ramso rua&| s$ at$sa+| diando reciprocamente le loro virtuÁ, si misero in guerra e in
a$pokkt*otrai jai+ sot+| a>kkot| %Ekkgma|, pqi+m jt*qiom gara l'una contro l'altra, senza cessare di rovinare se stesse e
e$poi*gram so+m joimo+m e$vhqo+m sg*m se po*kim sg+m g<lese*qam gli altri Greci, prima di aver reso il comune nemico padrone di
ei$| sot+| e$rva*sot| jasarsg&rai jimdt*mot| dia+ sg&| dtma*- gettare negli estremi pericoli sia la nostra cittaÁ, attraverso la
lex| sg&| Kajedailomi*xm, jai+ pa*kim sg+m e$jei*mxm dia+ sg&| potenza degli Spartani, sia, a sua volta, la cittaÁ di quelli, at-
po*kex| sg&| g<lese*qa|. traverso la nostra cittaÁ.

c TESTI A CONFRONTO b
Manzoni esorta gli Austriaci ad abbandonare il suolo italiano
(Odi, Marzo 1821, 1-16, 41-48, 73-104)

SoffermaÁti sull'arida (1) sponda,


voÁlti i guardi al varcato Ticino,
tutti assorti nel novo destino,
certi in cor dell'antica virtuÁ, (2)
han giurato: non fia (3) che quest'onda 5
scorra piuÁ tra due rive straniere;
non fia loco ove sorgan barriere
tra l'Italia e l'Italia, mai piuÁ!

L'han giurato: altri forti a quel giuro


rispondean da fraterne contrade, 10
affilando nell'ombra le spade (4)
che or levate scintillano al sol.
GiaÁ le destre hanno stretto le destre;
giaÁ le sacre parole (5) son porte:
o compagni sul letto di morte, 15
o fratelli su libero suol [...]

(1) arida: sabbiosa. Scoppiati i moti rivoluzionari del Piemonte nel mese di marzo 1821, accordi segreti tra i liberali
lombardi e i rivoluzionari piemontesi fanno sperare il passaggio del Ticino da parte dell'esercito dei Savoia, al fine di
liberare la Lombardia dagli Austriaci. Nella fantasia del poeta il fatto eÁ giaÁ avvenuto, ma in realtaÁ avverraÁ solo nel 1848,
quando l'intesa tra casa Savoia e il mondo liberale lombardo diventeraÁ reale.
(2) virtuÁ: valore.
(3) fia: avverraÁ.
(4) affilando nell'ombra le spade: preparandosi all'azione nel segreto delle cospirazioni.
(5) le sacre parole: il giuramento.

C - L'ORATORIA 379
O stranieri (6), nel proprio retaggio (7)
torna Italia, e il suo suolo riprende;
o stranieri, strappate le tende
da una terra che madre non v'eÁ.
Non vedete che tutta si scote, 45
dal Cenisio alla balza di Scilla?
Non sentite che infida vacilla
sotto il peso de' barbari pieÁ? [...]

Cara Italia! dovunque il dolente


grido uscõÁ del tuo lungo servaggio (8),
dove ancor dell'umano lignaggio (9) 75
ogni speme deserta non eÁ; (10)
dove giaÁ libertade eÁ fiorita,
dove ancor nel segreto matura,
dove ha lacrime un'alta sventura,
non c'eÁ cor che non batta per te. 80
Quante volte sull'Alpe spiasti
l'apparir d'un amico stendardo!
Quante volte intendesti (11) lo sguardo
ne' deserti del duplice mar! (12)
Ecco alfin dal tuo seno sboccati, 85
stretti intorno a' tuoi santi colori,
forti, armati de' propri dolori,
i tuoi figli son sorti a pugnar.
Oggi, o forti, sui volti baleni
il furor delle menti segrete: 90
per l'Italia si pugna, vincete!
Il suo fato sui brandi vi sta (13).
O risorta per voi la vedremo
al convito de' popoli assisa,
o piuÁ serva, piuÁ vil, piuÁ derisa 95
sotto l'orrida verga (14) staraÁ.

Oh giornate del nostro riscatto!


Oh dolente per sempre colui
che da lunge, dal labbro d'altrui,
come un uomo straniero, le udraÁ! 100
Che a' suoi figli narrandole un giorno,
dovraÁ dir sospirando: io non c'era;
che la santa vittrice bandiera
salutata quel dõÁ non avraÁ.

(6) O stranieri: O Austriaci.


(7) nel proprio retaggio: nei suoi diritti.
(8) servaggio: servituÁ.
(9) lignaggio: genere.
(10) ogni speme deserta non eÁ: ogni speranza non eÁ abbandonata.
(11) intendesti: tendesti.
(12) del duplice mar: del Tirreno e dell'Adriatico.
(13) Il suo fato sui brandi vi sta: Il destino dell'Italia dipende dalle vostre spade, cioeÁ dal vostro valore.
(14) l'orrida verga: il terribile bastone austriaco.

LETTURE
380 ANTOLOGICHE
c TESTI A CONFRONTO b
L'esortazione di Machiavelli a liberare l'Italia dallo straniero
(Il Principe, XXVI, I, 5-13; III, 4-7; VII, 3-4, 10-18)

[...] E se, come io dissi, era necessario, volendo vedere la virtuÁ di MoiseÁ, che il populo d'Israel fussi
stiavo (1) in Egitto, et a conoscere la grandezza dello animo di Ciro (2) ch' e' Persi fussino oppressati
da' Medi (3), e la eccellenzia di TeÁseo (4), che li Ateniensi fussino dispersi; cosõÁ al presente, volendo
conoscere la virtuÁ d'uno spirito italiano, era necessario che la Italia si riducessi nel termine che ell'
eÁ di presente (5), e che la fussi piuÁ stiava (6) che li Ebrei, piuÁ serva ch' e' Persi, piuÁ dispersa che li
Ateniesi, senza capo, senza ordine, battuta, spogliata [...] Ne ci si vede al presente in quale lei possa
piuÁ sperare che nella illustre casa vostra (7), quale con la sua fortuna e virtuÁ, favorita da Dio e dalla
Chiesa, della quale eÁ ora principe (8), possa farsi capo di questa redenzione [...] Non si debba,
adunque, lasciare passare questa occasione, accioÁ che (9) l'Italia, dopo tanto tempo, vegga un suo
redentore [...] A ognuno puzza (10) questo barbaro dominio. Pigli, adunque, la illustre casa vostra
questo assunto (11) con quello animo e con quella speranza che si pigliano le imprese giuste; accioÁ
che, sotto la sua insegna, e questa patria ne sia nobilitata, e sotto li sua auspizii si verifichi quel
detto del Petrarca:

VirtuÁ contro a furore


prenderaÁ l'arme; e fia (12) el combatter corto:
che l'antico valore
nelli italici cor non eÁ ancor morto (13).

(1) fussi stiavo: fosse schiavo.


(2) Ciro: Ciro il Vecchio, primo re dei Persiani.
(3) ch' e' Persi fussino oppressati da' Medi: che i Persiani fossero oppressi dai Medi.
(4) Teseo: leggendario re di Atene.
(5) che la Italia si riducessi nel termine che ell'eÁ di presente: che l'Italia si riducesse nelle attuali condizioni (di servituÁ).
(6) e che la fussi piuÁ stiava: e che essa fosse piuÁ schiava.
(7) Ne ci si vede al presente in quale lei possa piuÁ sperare che nella illustre casa vostra: Ne oggi vi eÁ nessun altro in cui
l'Italia possa porre le sue speranze, se non la vostra casa. Machiavelli si rivolge a Lorenzo dei Medici, a cui eÁ dedicata
l'opera, affinche egli diventi il principe unificatore degli Stati italiani del Cinquecento. L'Italia, infatti, negli anni in cui
viene scritto Il Principe, sta attraversando uno dei periodi piuÁ turbolenti della sua storia: i vari signori muovono l'uno
contro l'altro, per lo piuÁ con eserciti mercenari, per il possesso di contrade e cittaÁ, servendosi dei mutevoli favori della
Chiesa, dell'Impero, della Francia e della Spagna.
(8) della quale eÁ ora principe: la famiglia dei Medici aveva allora nel papato Leone X.
(9) accioÁ che: affincheÂ.
(10) puzza: pesa.
(11) assunto: compito.
(12) fia: saraÁ.
(13) VirtuÁ contra furor... non eÁ ancor morto: sono questi i vv. 13-16 della famosa canzone di Petrarca Italia mia.

C - L'ORATORIA 381
d
D LA POESIA
LIRICA
Mimnermo
Archiloco
Ipponate
Saffo
Alceo
Anacreonte

Mimnermo nacque da una famiglia aristocratica a Colofone o a


MIMNERMO Smirne, nella Ionia, nel 630 a.C. e, secondo una ipotesi corrente,
(VII sec. a.C.) fu un flautista ed amoÁ una donna chiamata NannoÁ, alla quale
cenni biografici e opere dedicoÁ un libro di elegie (di carmi, cioeÁ, accompagnati dal
flauto).
Della sua produzione poetica, della quale oggi noi posse-
diamo circa 20 frammenti, gli antichi conoscevano due raccolte
di elegie: NannoÁ (dal nome della flautista da lui amata) e Smir-
neide, in cui erano narrate alcune delle vi-
cende della guerra combattuta dagli Smirnei
contro i Lidii.
La poesia elegiaca, recitata con l'ac-
compagnamento del flauto, era originaria-
mente usata per la lamentazione funebre e
l'esortazione militare; in seguito essa di-
venne veicolo di opinioni politiche, moti
dell'animo e interpretazioni esistenziali.
Il tema fondamentale delle elegie di
Mimnermo eÁ l'amore, che non puoÁ essere
goduto pienamente, poiche effimera eÁ la
giovinezza. A quello dell'amore, quindi, eÁ
legato il tema della fugacitaÁ del tempo e
della vecchiaia, che incombe triste sul de-
stino degli uomini con le sue infelicitaÁ del
decadimento, che rendono preferibile la
morte. Il senso della precarietaÁ umana de-
termina un accorato pessimismo, per cui il
poeta si augura di morire a sessant'anni,
prima di soffrire malattie e affanni.

b
Carta geografica della Ionia (Asia Minore) con l'indicazione
di Colofone, patria di Mimnermo, ubicata sulla strada che
collegava Efeso con Smirne.

LETTURE
382 ANTOLOGICHE
1. La fugacitaÁ della giovinezza e l'incubo della vecchiaia
(Mimnermo, fr. 1 W.)
Malinconiche sono le riflessioni del poeta sulla fugacitaÁ della giovinezza e sulla inevi-
tabile presenza della vecchiaia, alla quale eÁ preferibile la morte. Gli deÁi, infatti, hanno reso
penosa la vecchiaia, poiche gli uomini non possono piuÁ godere dell'amore, diventano
spregevoli e sono consumati dagli affanni.

Si*| de+ bi*o|, si* de+ seqpmo+m a>seq vqtrg&| $Auqodi*sg|; Quale la vita, quale il piacere senza l'aurea Afrodite?
Sehmai*gm, o%se loi lgje*si sat&sa le*koi, Che io possa morire, quando non mi stessero piuÁ a cuore
jqtpsadi*g uiko*sg| jai+ lei*kiva dx & qa jai+ et$mg*, queste cose, cioeÁ l'amore segreto, i dolci doni e il letto,
oi'$ g%bg| a>mhea ci*mesai a<qpake*a quali sono i fiori della giovinezza desiderabili per gli uo-
a$mdqa*rim g$de+ ctmaini*m. e$pei+ d$ o$dtmgqo+m e$pe*khz 5 mini e per le donne; ma quando sopraggiunga, dolorosa,
cg&qa|, o% s$ ai$rvqo+m o<lx & | jai+ jajo+m a>mdqa sihei&, la vecchiaia, che rende l'uomo turpe e spregevole nello
ai$ei* lim uqe*ma| a$lui+ jajai+ sei*qotri le*qilmai, stesso tempo, sempre lo consumano nell'animo tristi af-
ot$d$ at$ca+| pqoroqx & m se*qpesai g$eki*ot, fanni, ne si rallegra di vedere i raggi del sole, ma diventa
a$kk$ e$vhqo+| le+m pairi*m, a$si*larso| de+ ctmaini*m. odioso per i fanciulli, spregevole per le donne: cosõÁ penosa
ot%sx| a$qcake*om cg&qa| e>hgje heo*|. 10 il dio rese la vecchiaia.

c TESTI A CONFRONTO b
Il tema della fugacitaÁ della vita in Catullo
(Carme 5)

Vivamus, mea Lesbia, atque amemus, Viviamo, Lesbia mia, ed amiamoci,


rumoresque senum severiorum e i brontolii dei vecchi troppo austeri
omnes unõÅus aestimemus assis. valutiamoli, tutti insieme, un soldo.
Soles occideÆre et redire possunt: Il sole puoÁ tramontare e tornare,
nobis cum semel occõÆdit brevis lux, 5 ma noi, quand'eÁ tramontata la nostra breve luce,
nox est perpetua una dormienda. dobbiamo dormire una sola notte perpetua.
Da mi basia mille, deinde centum, Dammi mille baci, e poi cento,
dein mille alteÆra, dein secunda centum, poi altri mille e altri cento,
deinde usque alteÆra mille, deinde centum. poi ancora altri mille e altri cento.
Dein, cum milia multa fecerõÆmus, 10 Quando poi ne avremo fatti molte migliaia,
conturbabimus illa ne sciamus, li confonderemo per non sapere piuÁ il loro numero,
aut nequis malus invideÅre possit, e per evitare che qualche malvagio possa invidiarceli,
cum tantum sciat esse basiorum. conoscendo un numero cosõÁ enorme di baci.

c TESTI A CONFRONTO b
Le riflessioni di Leopardi sull'inesorabile vecchiaia
(Il tramonto della luna, 20-68)

[...] Tal si dilegua, e tale 20


lascia l'etaÁ mortale
la giovinezza. In fuga
van l'ombre e le sembianze
dei dilettosi inganni; e vengon meno
le lontane speranze, 25

D - LA POESIA LIRICA 383


ove s'appoggia la mortal natura.
Abbandonata, oscura
resta la vita. In lei porgendo il guardo,
cerca il confuso viatore invano
del cammin lungo che avanzar si sente 30
meta o ragione; e vede
che a se l'umana sede,
esso a lei veramente eÁ fatto estrano.

Troppo felice e lieta


nostra misera sorte 35
parve lassuÁ, se il giovanile stato,
dove ogni ben di mille pene eÁ frutto,
durasse tutto della vita il corso.
Troppo mite decreto
quel che sentenzia ogni animale a morte, 40
s'anco mezza la via
lor non si desse in pria
della terribil morte assai piuÁ dura.
D'intelletti immortali
degno trovato, estremo 45
di tutti i mali, ritrovaÁr gli eterni
la vecchiezza, ove fosse
incolume il desio, la speme estinta,
secche le fonti del piacer, le pene
maggiori sempre, e non piuÁ dato il bene. 50

Voi, collinette e piagge,


caduto lo splendor che all'occidente
inargentava della notte il velo,
orfane ancor gran tempo
non resterete; che dall'altra parte 55
tosto vedrete il cielo
imbiancar novamente, e sorger l'alba:
alla qual poscia seguitando il sole,
e folgorando intorno
con sue fiamme possenti, 60
di lucidi torrenti
inonderaÁ con voi gli eterei campi.
Ma la vita mortal, poi che la bella
giovinezza sparõÁ, non si colora
d'altra luce giammai, ne d'altra aurora. 65
Vedova eÁ insino al fine; ed alla notte
che l'altre etadi oscura,
segno poser gli Dei la sepoltura.

2. Gli uomini sono come le foglie


(Mimnermo, fr. 2 W.)
Gli uomini sono paragonati alle foglie, che hanno breve vita: allo stesso modo i mortali
godono per poco tempo della giovinezza, poiche ben presto sono in agguato la vecchiaia e la
morte, che in ogni caso eÁ preferibile all'ultimo periodo della vita. Durante la vecchiaia,

LETTURE
384 ANTOLOGICHE
infatti, o si soffre per la rovina della casa e per la povertaÁ, o per la mancanza di figli, o per
qualche grave malattia.

<Glei&| d$, oi'a* se ut*kka ut*ei pokta*mhelo| x % qg Noi, come le foglie, che la fiorita stagione di primavera
e>aqo|, o%s$ ai#w$ at$cz&| at>nesai g$eki*ot, fa germogliare, non appena sono fatte crescere dai raggi
soi&r$ >ijekoi pg*vtiom e$pi+ vqo*mom a>mherim g%bg| del sole, ad esse simili godiamo per breve tempo dei fiori
seqpo*leha, pqo+| hex & m ei$do*se| ot>se jajo+m della giovinezza, non conoscendo ne male ne bene da parte
ot>s$ a$caho*m. Jg&qe| de+ paqersg*jari le*kaimai, 5 degli deÁi; ma le nere Chere ci sono accanto, l'una con il
g< le+m e>votra se*ko| cg*qao| a$qcake*ot, termine della dolorosa vecchiaia, l'altra con quello della
g< d$ e<se*qg hama*soio. li*mtmha de+ ci*mesai g%bg| morte; dura un attimo il frutto della giovinezza, per quanto
jaqpo*|, o%rom s$ e$pi+ cg&m ji*dmasai g$e*kio|. tempo il sole si diffonde sulla terra. E quando questo ter-
At$sa+q e$pg+m dg+ sot&so se*ko| paqalei*wesai x % qg|, mine di tempo sia trascorso, allora eÁ preferibile essere
at$si*ja dg+ sehma*mai be*ksiom g/ bi*oso|. 10 morti che vivere; molti, infatti, sono i mali nell'animo:
pokka+ ca+q e$m htl{ & jaja+ ci*mesai. a>kkose oi#jo| talvolta la casa va in rovina e sopraggiungono le vicende
sqtvot&sai, pemig| d$ e>qc$ o$dtmgqa+ pe*kei.
* dolorose della povertaÁ; un altro soffre per la mancanza dei
a>kko| d$ at# pai*dxm e$pidet*esai, x ' m se la*kirsa figli e, desiderando sommamente questi, scende sottoterra
i<lei*qxm jasa+ cg&| e>qvesai ei$| $Ai^dgm. nell'Ade; un altro ancora ha una malattia che gli consuma
a>kko| mot&rom e>vei htlouho*qom. ot$de* si*| e$rsim 15 la vita; non vi eÁ nessuno degli uomini, al quale Zeus non dia
a$mhqx*pxm { ' Fet+| lg+ jaja+ pokka+ didoi&. molti mali.

c TESTI A CONFRONTO b
La similitudine tra gli uomini e le foglie in Omero
(Iliade, VI, 146-149)
Oi%g peq ut*kkxm cemeg*, soi*g de+ jai+ a$mdqx & m. Com'eÁ la stirpe delle foglie, cosõÁ anche la stirpe degli uomini.
Ut*kka sa+ le*m s$ a>melo| vala*di| ve*ei, a>kka de* h$ t%kg Le foglie, alcune le getta a terra il vento, altre la selva
sgkeho*xra ut*ei, e>aqo| d$ e$pici*cmesai x % qg. fiorente le nutre e giunge la stagione di primavera;
= | a$mdqx
x & m cemeg+ g< le+m ut*ei g< d$ a$poke*cei. cosõÁ le stirpi degli uomini: l'una nasce, l'altra svanisce.

c
Immagine di Omero (incisione
dell'edizione dell'Iliade tradotta da
Vincenzo Monti, 1825).

D - LA POESIA LIRICA 385


Archiloco nacque a Paro e visse nel VII sec. a.C. Fu soldato
ARCHILOCO mercenario e morõÁ probabilmente in battaglia. AmoÁ una fan-
(VII sec. a.C.) ciulla che egli chiama NeobuÁle, il cui padre, Licambe, venuto
cenni biografici e opere meno alla promessa di dargliela in moglie, fu ingiuriato aspra-
mente dal poeta: secondo la leggenda fu cosõÁ grande la vergogna
che Licambe si sarebbe impiccato con NeobuÁle.
Archiloco compose elegie, epigrammi e giambi. La poesia
giambica, diversa dall'elegia e originariamente recitata con l'ac-
compagnamento di uno strumento musicale simile ad un'arpa, fu
preferita dal poeta per il suo tono mordace, polemico e ag-
gressivo. Di lui ci restano 275 frammenti, in cui si rivela anti-
conformista, spontaneo, realista, spesso autobiografico e vio-
lento nei riguardi di coloro che hanno commesso ingiustizie
contro di lui o l'hanno tradito.
Contrassegno della condizione umana, nei versi archilochei,
eÁ la precarietaÁ, che non consente di prevedere il futuro: i valori
tradizionali della poesia epica (valore in combattimento, onore,
gloria, cercata anche con la morte sul campo di battaglia) ri-
sultano svuotati, per cui l'uomo deve conoscere il ritmo del de-
stino, i mezzi per poter fronteggiare gli eventi sia tristi che lieti,
senza eccessi di esaltazione o disperazione, e per poter gustare
ogni attimo della vita. Gli uomini devono esporsi al pericolo
quando eÁ necessario, ma devono anche salvaguardare la propria
vita, per cui non eÁ piuÁ un disonore, come lo era per i guerrieri
omerici, abbandonare lo scudo in battaglia.
Accanto al tema del vino, che spesso appare come conforto
alle asperitaÁ della vita militare, la tematica erotica eÁ un altro
m degli aspetti fondamentali della poesia archilochea: nella storia
Busto di Archiloco (copia romana). Mosca,
Museo PusÏkin delle Belle Arti.
dell'amore frustrato per NeobuÁle il motivo della vendetta ha una
funzione importante, ma non mancano tenere immagini, usate
dal poeta per descrivere la fanciulla amata.

b
Isola di Taso, resti
archeologici dell'AgoraÁ.
In questa isola, ubicata
nel mar Egeo, fu fondata
una colonia dal padre di
Archiloco.

LETTURE
386 ANTOLOGICHE
1. Archiloco guerriero e poeta
(Archiloco, fr. 1 W.)
In questo frammento Archiloco definisce le due piuÁ importanti attivitaÁ della sua vita:
quella del poeta, ispirato dalle Muse, e quella del guerriero. Egli eÁ soldato, tuttavia, non
come gli eroi dell'epica omerica, in quanto nella vita militare cerca i mezzi di sussistenza,
ed eÁ poeta non come Omero, poiche non canta nobili gesta, ma canti ispiratigli dal suo
animo.

Ei$li+ d$ e$cx+ heqa*pxm le+m $Emtaki*oio a>majso| Io sono scudiero del signore Enialio (dio della guerra
jai+ Lotre*xm e$qaso+m dx & qom e$pirsa*lemo|. identificato con Ares) e conosco l'amabile dono delle
Muse (cioeÁ la poesia).

2. Lo scudo abbandonato
(Archiloco, fr. 5 W.)
Il poeta afferma di aver abbandonato lo scudo, durante un combattimento contro i Sai,
per fuggire piuÁ facilmente. La scelta di abbandonare lo scudo, quindi il posto di combat-
timento, si inquadra in una nuova concezione della guerra rispetto a quella del mondo
omerico: il soldato, specialmente quando eÁ mercenario, non combatte piuÁ per la gloria e la
fama e, quando lo impone l'andamento sfavorevole di una battaglia, fugge per salvare la
vita.

$Arpi*di le+m Rai^xm si| a$ca*kkesai, g=m paqa+ ha*lm{ Qualcuno dei Sai va fiero del mio scudo, che, arma
e>mso| a$lx*lgsom, ja*kkipom ot$j e$he*kxm. perfetta, io abbandonai, non volendo, presso un cespu-
at$so+m d$ e$nera*xra. Si* loi le*kei a$rpi+| e$jei*mg; glio: ma io mi salvai. Che m'importa di quello scudo?
$Eqqe*sx. e$nat&si| jsg*rolai ot$ jaji*x. Vada alla malora: in seguito ne acquisteroÁ uno non peg-
giore.

c TESTI A CONFRONTO b
Il tema dello scudo abbandonato in Orazio
(Carmina, 2, 7, 1-16)
O saepe mecum tempus in ultimum Chi ha restituito con pieni diritti ai patrii Penati e al
deducte Bruto militiae duce, cielo d'Italia te, o Pompeo, spesso sospinto con me,
quis te redonavit Quiritem sotto il comando di Bruto, fino all'estremo pericolo?
dis patriis Italoque caelo, Te, il piuÁ caro dei miei compagni, con il quale spesso
Pompei, meorum prime sodalium 5 bevendo abbreviai le lunghe giornate, inghirlandato i
cum quo morantem saepe diem mero capelli, lucidi di unguento di Siria? Con te io provai
fregi coronatus nitentis Filippi e la veloce fuga, abbandonato senza gloria lo
malobaÆthro Syrio capillos? scudo, quando fu infranto il valore e quelli che (prima)
Tecum Philippos et celeÆrem fugam minacciavano toccarono col mento il suolo insangui-
sensi relicta non bene parmuÆla, 10 nato. Ma attraverso i nemici, me pauroso sollevoÁ d'un
cum fracta virtus et minaces tratto Mercurio entro la nebbia; te il flutto, riassorbito
turpe solum tetigeÅre mento. dai gorghi tempestosi, spinse di nuovo nella battaglia
Sed me per hostis Mercurius celer [...]
denso paventem sustuÆlit aere;
te rursus in bellum resorbens 15
unda fretis tulit aestuosis [...]

D - LA POESIA LIRICA 387


3. L'esortazione al proprio cuore
(Archiloco, fr. 128 W.)
Commossa eÁ l'esortazione che il poeta fa al proprio cuore, affinche si difenda dalla
malvagitaÁ dei nemici, non esultando se vittorioso, ne piangendo se sconfitto, ma affrontando
in modo equilibrato tutte le vicende della vita.
Htle*, ht*l$, a$lgva*moiri jg*derim jtjx*leme, O cuore, cuore, sconvolto da mali senza rimedio, su, in piedi,
a$ma*det, dtrlemx & m d$ a$ke*neo pqorbakx+m e$mamsi*om e difenditi lanciando il petto contro i nemici, stando saldamente
rse*qmom e$mdo*joirim e$vhqx & m pkgri*om jasarsahei+| piantato negli scontri con i nemici vicino a loro; non esultare
a$ruake*x|. jai+ lg*se mije*xm a$lua*dgm a$ca*kkeo, pubblicamente, se vinci; non piangere, se sei stato vinto, crol-
lgde+ mijghei+| e$m oi>j{ jasaperx+m o$dt*qeo, 5 lando a terra in casa; ma gioisci delle gioie e affliggiti per i mali,
a$kka+ vaqsoi&ri*m se vai&qe jai+ jajoi&rim a$rva*ka peroÁ non troppo, sii consapevole di quale ritmo governa gli
lg+ ki*gm, ci*mxrje d$ oi'o| q<trlo+| a$mhqx*pot| e>vei. uomini.

c TESTI A CONFRONTO b
Orazio esorta Dellio a serbare l'animo sereno
(Carmina, 2, 3, 1-8)
Aequam memento rebus in arduis RicoÁrdati, o Dellio, di conservare nelle avversitaÁ
servare mentem, non secus in bonis l'animo sereno e libero ugualmente da una gioia
ab insolenti temperatam sfrenata, tu sei destinato a morire, sia che triste tu
laetitia, moriture Delli, trascorra tutta la vita, sia che, adagiato in un prato
seu maestus omni tempoÆre vixeÆris, 5 lontano, nei giorni festivi, ti ristori con il Falerno di
seu te in remoto gramõÆne per dies piuÁ antica data [...]
festos reclinatum bearis
interiore nota Falerni [...]

4. Una invettiva contro Licambe


(Archiloco, fr. 172 W.)
Il poeta si rivolge a Licambe, che non ha mantenuto la promessa di concedergli in
moglie la figlia NeobuÁle: certamente qualcuno gli ha sconvolto il senno e per questo motivo eÁ
diventato oggetto di scherno per i suoi concittadini.
Pa*seq Ktja*lba, poi&om e$uqa*rx so*de; Padre Licambe, che cosa hai meditato? Chi ti ha stra-
Si*| ra+| paqg*eiqe uqe*ma| volto il senno, che precedentemente avevi saldo? Ma ora
z'| so+ pqi+m g$qg*qgrha; Mt&m de+ dg+ pokt+| sei oggetto di molto riso per i tuoi concittadini.
a$rsoi&ri uai*meai ce*kx|.

c TESTI A CONFRONTO b
Catullo si rivolge con violenza a Ravido, suo rivale in amore
(Carme 40)
Quaenam te mala mens, miselle Ravide, Quale infelice pensiero, povero Ravido,
agit praecipõÆtem in meos iambos? ti spinge a precipizio contro i miei versi?
Quis deus tibi non bene advocatus Quale dio non opportunamente invocato
vecordem parat excitare rixam? ti esorta a provocare una folle contesa?
An ut pervenias in ora vulgi? 5 Forse per andare sulla bocca di tutti?
Quid vis? Qua lubet esse notus optas? Che cosa vuoi? Ti fa piacere essere noto in qualunque modo?
Eris, quandoquõÆdem meos amores Lo sarai, dal momento che il mio amore
cum longa voluisti amare poena. hai voluto amare ad ogni costo.

LETTURE
388 ANTOLOGICHE
Ipponatte nacque ad Efeso intorno alla metaÁ del VI sec. a.C.,
IPPONATTE probabilmente da una nobile famiglia. AndoÁ in esilio a Clazo-
(VI sec. a.C.) mene, quando la sua cittaÁ natale fu occupata dal tiranno Ate-
cenni biografici e opere nagora, e lõÁ conobbe forse l'amarezza della povertaÁ.
Dai frammenti autobiografici si apprende che ebbe una lite
con due scultori, BuÁpalo e Atenide, i quali lo avevano raffigurato
in modo caricaturale: secondo una leggenda i due artisti furono
attaccati cosõÁ violentemente dalle invettive del poeta che furono
costretti ad impiccarsi. Sono ignoti il luogo e la data della sua
morte. Secondo alcuni la causa della povertaÁ, di cui parla in
alcuni frammenti, non fu l'esilio, ma il fatto che il patrimonio di
famiglia fu dissipato da un suo avo.
Delle due raccolte del poeta che gli antichi conoscevano,
possediamo quasi 200 versi appartenenti a circa 80 frammenti,
in cui prevale il metro giambico. Ipponatte, come Archiloco, eÁ
aggressivo e polemico, ma i suoi versi sono originali e pieni di
umorismo e realismo; talvolta si mostra misogino e spesso,
realizzando la parodia della poesia epica, usa termini volgari: per
tutti questi motivi da alcuni critici viene considerato come un
precursore della poesia comica.
m
Per molto tempo, per l'immagine che si ricava dai suoi versi,
Guillaume RouilleÂ, immagine di Ipponatte egli eÁ stato definito poeta plebeo e pitocco, protagonista di una
(incisione tratta dal testo Promptuarii
Iconum Insigniorum).
vita picaresca. In realtaÁ l'ambiente che Ipponatte colloca sullo
sfondo delle sue poesie eÁ una societaÁ costituita da emarginati e
diseredati, in cui prevalgono sesso e violenza, risse e minacce.
Recentemente, tuttavia, si eÁ giunti alla conclusione che la sua
poesia non sia altro che il ``gioco'' di un poeta raffinato, ari-
stocratico e anticonformista e la parodia di una nuova classe
emergente, quella dei mercanti. L'arte di Ipponatte, infatti, non
si risolve unicamente nella dimensione dell'invettiva e della co-
micitaÁ, ma alcuni critici lo individuano anche come un moralista,
che si serve della rappresentazione di una vita abietta, per con-
futarla, esasperando i caratteri e le situazioni fino al limite del
paradosso.

c
Carta geografica con l'indicazione di
Clazomene, cittaÁ della Ionia (Asia
Minore) in cui Ipponatte trascorse il
suo esilio.

D - LA POESIA LIRICA 389


1. La preghiera ad Ermes
(Ipponatte, fr. 42 Dg.)
Ipponatte, come nessun poeta aveva osato fare prima di lui, si rivolge in tono confi-
denziale e ironico al dio Ermes, chiedendogli un mantello, una piccola tunica, dei sandali,
delle pantofole ed un'elevata somma di denaro.

<Eqlg&, ui*k$ <Eqlg&, Laiadet&, Jtkkg*mie, Ermes, caro Ermes, figlio di Maia, Cillenio, ti supplico,
e$pet*volai* soi, ja*qsa ca+q jajx & | q<icx
& poiche sono terribilmente intirizzito dal freddo e batto i
jai+ balbakt*fx denti: da' un mantello a Ipponatte, una tunichetta, dei san-
do+| vkai&mam <Ippx*majsi jai+ jtparri*rjom daletti, delle pantofoline e sessanta stateri d'oro di un'altra
jai+ ralbaki*rja ja$rjeqi*rja jai+ vqtrot& 5 casa.
rsasg&qa| e<ng*jomsa sot$se*qot soi*vot.

b
Jean-Baptiste Pigalle, Ermes (1753).
Parigi, Museo del Louvre.

2. Il poeta vuole fare a pugni con BuÁpalo


(Ipponatte, fr. 121-122 Dg.)
Ipponatte chiede ai presenti di tenergli il mantello, poiche vuole fare a pugni con lo
scultore BuÁpalo: eÁ sicuro di vincere, poiche si ritiene piuÁ abile dell'avversario.

Ka*bese* leo sai$la*sia, jo*wx Botpa*kot so+m o$uhaklo*m. Prendete il mio mantello, voglio dare un pugno nel-
a$luide*nio| ca*q ei$li jot$j a<laqsa*mx jo*psxm. l'occhio a BuÁpalo; infatti sono ambidestro e non sbaglio
nel colpire.

LETTURE
390 ANTOLOGICHE
Saffo nacque nel 612 a.C. circa nell'isola di Lesbo e fu di nobili
SAFFO origini. Ebbe tre fratelli, uno dei quali, Carasso, commerciante di
(VII-VI sec. a. C.) vini, dilapidoÁ gran parte delle sue sostanze a causa di una cor-
cenni biografici e opere tigiana. SposoÁ un certo Cercila, da cui ebbe una figlia, Cleide,
alla quale fu posto lo stesso nome della nonna materna.
Quando la poetessa parla di seÂ, si definisce di pelle bruna e
piccola di statura; per Alceo, invece, ella eÁ divina e per Platone eÁ
molto bella. Una diffusa tradizione, dovuta alla commedia at-
tica, voleva che Saffo fosse morta gettandosi dalla rupe di Leu-
cade, poiche il giovane Faone aveva respinto il suo amore. Pur
tenendosi lontana dalla vita politica, fu coinvolta negli scon-
volgimenti politici che turbarono la sua patria e fu costretta,
insieme con la sua famiglia, ad andare esule in Sicilia. In alcuni
frammenti ella rimpiange la giovinezza; da cioÁ si eÁ dedotto che
Saffo fosse giunta ad un'etaÁ avanzata, essendo ritornata a Lesbo
dopo l'esilio.
I filologi alessandrini distribuirono la produzione della
poetessa in 9 libri: noi oggi ne possediamo 213 frammenti, che ci
sono pervenuti o grazie a ritrovamenti papiracei o per tradizione
indiretta.
Ella dirigeva a Mitilene, capitale dell'isola di Lesbo, un
tiaso, una comunitaÁ di fanciulle a sfondo religioso e culturale,
devota alla dea Afrodite. Questa istituzione aveva una funzione
pedagogica, poicheÂ, accanto alla pratica del culto per Afrodite,
m
veniva realizzata la formazione artistico-culturale e sociale delle
Affresco proveniente da Pompei, che fanciulle, che imparavano a coltivare la danza, la musica, la
rappresenta una donna con tavolette cerate
e uno stilo, cosiddetta ``Saffo''. Napoli,
poesia e si preparavano alla vita adulta e al matrimonio at-
Museo Archeologico Nazionale. traverso esperienze omosessuali: nella Grecia arcaica, infatti, era
ritenuta molto importante la funzione formativa del rapporto
omoerotico, inteso come fase propedeutica all'amore etero-
sessuale. Saffo, quindi, non deve essere giudicata con falsi moralismi, ma come una
raffinata educatrice, poiche eÁ chiaro che l'eros omosessuale tra lei e le fanciulle affi-
datele rientrava in una realtaÁ sociale considerata normale a quei tempi.
Nella produzione poetica di Saffo si possono individuare due grossi gruppi di
frammenti: nel primo sono compresi per lo piuÁ epitalami, componimenti cantati nelle
nozze di una fanciulla dalle sue compagne. Nelle poesie del secondo gruppo, auto-
biografiche, il motivo fondamentale eÁ quello dell'amore: talvolta la poetessa si rivolge
ad alcune fanciulle, che hanno abbandonato il tiaso e che ella ricorda con struggente
nostalgia; talvolta descrive la sintomatologia della passione amorosa; talvolta il ricordo
dell'amore perduto si fonde con qualche suggestiva descrizione paesaggistica; talvolta le
emozioni intense vissute nel passato e ricordate coincidono con quelle presenti. In alcuni
frammenti viene anche approfondita la psicologia del sentimento amoroso come nessun
poeta precedente aveva fatto.

D - LA POESIA LIRICA 391


1. L'invocazione ad Afrodite
(Saffo, fr. 1 V.)
La poetessa invoca l'intervento della dea Afrodite (che giaÁ precedentemente le ha dato il
suo aiuto), fiduciosa che saraÁ esaudita. L'oggetto del loro colloquio eÁ un'altra donna, di cui
non si conosce il nome, ma che ha offeso Saffo, disprezzando il suo sentimento d'amore. La
poetessa ricorda un precedente colloquio con la dea, venuta a confortarla: le due donne
sembrano essere sullo stesso piano e la loro complicitaÁ si nota soprattutto nella parte cen-
trale dell'ode, in cui viene descritta l'epifania di Afrodite, la quale, scesa dal cielo sul suo
carro tirato da passeri, si rivolge sorridente a colei che la invoca, promettendole di capo-
volgere l'attuale situazione. Confortata dal ricordo, che le offre la quasi certezza di una
nuova epifania della dea, Saffo rivolge ad Afrodite una seconda invocazione, che si ricollega,
con una cosiddetta struttura ad anello, a quella iniziale.

Poijiko*hqom$ a$hama*s$ $Auqo*disa, O immortale Afrodite dal trono va-


pai& Di*o| doko*pkoje, ki*rrolai* re, riopinto, figlia di Zeus orditrice di in-
lg* l$ a>rairi lgd$ o$mi*airi da*lma, ganni, ti prego, o signora, non domare
po*smia, ht&lom, con dolori e tormenti il mio cuore, ma
a$kka+ sti*d$ e>kh$, ai> posa ja$se*qxsa 5 vieni qui, se mai qualche volta, udendo
sa+| e>la| at>da| a$i*oira pg*koi la mia voce di lontano, mi ascoltasti e,
e>jkte|, pa*sqo| de+ do*lom ki*poira lasciata l'aurea casa del padre, venisti
vqt*riom g#khe| dopo aver aggiogato il carro; bei pas-
a>ql$ t$pardet*naira. ja*koi de* r$ a#com seri veloci ti portavano sulla terra nera,
x> jee| rsqot&hoi peqi+ ca&| lekai*ma| 10 battendo fitte le ali, dal cielo attraverso
pt*jma di*mmemse| pse*q$ a$p$ x$qa*mx ai>he- l'etere; subito giunsero e tu, o beata,
qo| dia+ le*rrx. sorridendo con l'immortale volto, mi
ai#wa d$ e$ni*jomso. rt+ d$, x # la*jaiqa, chiedesti che cosa di nuovo io soffrissi,
leidiai*rair$ a$hama*s{ pqorx*p{ perche di nuovo ti chiamassi, che cosa
g>qe$ o>ssi dgt#se pe*pomha jx > ssi 15 soprattutto nel mio folle animo io de-
dgt#se ja*kglli siderassi che mi accadesse. «Chi di
jx > ssi loi la*kirsa he*kx ce*merhai nuovo io debbo persuadermi a con-
laimo*ky ht*l{. `Si*ma dgt#se pei*hxl$ durre al tuo amore? Chi, o Saffo, ti fa
[a>w] a>cgm e$| ra+m uiko*sasa; Si*| r$, x # torto? CheÂ, se fugge, presto inseguiraÁ,
Wa*pu$, a$di*jgri; 20 se non accetta doni, ne daraÁ, se non
Jai+ ca+q ai$ uet*cei, save*x|, dix*nei, ama, presto ameraÁ, sebbene non lo
ai$ de+ dx& qa lg+ de*jes$, a$kka+ dx*rei, voglia.» Vieni a me anche ora, liberami
ai$ de+ lg+ ui*kei, save*x| uikg*rei dai tormentosi affanni e tutto cioÁ che il
jxt*j e$he*koira.@ mio cuore desidera che per me si
>Ekhe loi jai+ mt&m, vake*pam de+ kt&rom 25 compia, coÁmpilo tu, sii tu stessa la mia
e$j leqi*lmam, o>rra de* loi se*kerrai alleata.
ht&lo| i$le*qqei, se*kerom, rt+ d$ at>sa
rt*llavo| e>rro.

2. La cosa piuÁ bella eÁ cioÁ che si ama


(Saffo, fr. 16 V.)
In quest'ode Saffo indica nell'eros il valore supremo della vita, che non consiste in una
schiera di cavalieri o di fanti o di navi, ma in cioÁ che si ama. Ella cerca la conferma della
propria scelta ricordando il comportamento di Elena, la piuÁ bella tra le donne, che lascioÁ il
nobile sposo MenelaÁo, i genitori e la figlia, pur di seguire Paride, l'uomo da lei amato. Dal
passato del mito la poetessa torna poi al presente, ricordando Anattoria, la fanciulla da lei

LETTURE
392 ANTOLOGICHE
amata, dal volto splendente e dal passo pieno di grazia: a questo punto, secondo la tecnica
della composizione anulare, ritornano le immagini iniziali, per cui Saffo preferirebbe rive-
dere Anattoria, piuttosto che i carri di Lidia e i fanti che combattono con armature scin-
tillanti, simbolo di a$qesg* guerriera.

[O]i$ le+m i$ppg*xm rsqo*som, oi$ de+ pe*rdxm, Alcuni dicono che una schiera di cavalieri,
oi$ de+ ma*xm uai&r$ e$p[i+] ca&m le*kai[m]am altri di fanti, altri di navi sulla nera terra sia la
Âe>]llemai ja*kkirsom, e>cx de+ jg&m$ o>s- cosa piuÁ bella, io invece dico che eÁ cioÁ che uno
sx si| e>qasai. ama; ed eÁ molto facile rendere comprensibile
ad ognuno cioÁ, poiche colei che di gran lunga
[pa*]cvt d$ et>laqe| rt*mesom po*grai 5 superoÁ gli esseri umani in bellezza, Elena,
[p]a*msi s[o]t&s$, a$ ca+q po*kt peqrje*hoira avendo abbandonato il nobilissimo sposo,
ja*kko| [a$mh]qx*pxm $Eke*ma [so+]m a>mdqa navigando andoÁ a Troia e non ebbe alcuna
so+m [pama*q]irsom preoccupazione ne della figlia ne dei cari ge-
nitori, ma Afrodite travolse lei innamorata [...]
jakk[i*poi]r$ e>ba $| Sqoi^am pke*oi[ra] Ed ora mi fa ricordare di Anattoria che eÁ lon-
jxt$d[e+ pa]i&do| ot$de+ ui*kxm so[j]g*xm 10 tana, di lei vorrei vedere l'amabile incedere e lo
pa*[lpam] e$lma*rhg, a$kka+ paqa*cac$ at>sam splendente fulgore nel volto piuttosto che i
[Jt*pqi| e>qai]ram carri dei Lidi e i fanti che combattono in armi.
c
[...]alpsom ca+q[...] Antonio Canova,
Saffo. Venezia,
[...] jot*uxrs[...]og [...]m Museo Correr.
[...]le mt&m $Amajsoqi*[a| o$]me*lmai- 15
[r$ ot$] paqeoi*ra|,
[sa&]| je bokkoi*lam e>qaso*m se ba&la
ja$la*qtvla ka*lpqom >idgm pqorx*px
g/ sa+ Kt*dxm a>qlasa ja$m o>pkoiri
[perdol]a*vemsa|. 20

3. La sintomatologia d'amore
(Saffo, fr. 31 V.)
Questa lirica, comunemente celebre come ``Ode della gelosia'', ai critici antichi sem-
brava composta per le nozze della fanciulla in essa citata, per cui le parole di Saffo sarebbero
delle considerazioni sulla felicitaÁ dell'uomo, che contempla la ragazza. Ormai questa ipotesi
non eÁ piuÁ seguita, in quanto, mentre l'uomo appare possedere una serenitaÁ simile a quella
degli deÁi, la poetessa sembra tormentata dal pensiero del distacco dalla fanciulla, che sta per
abbandonare il tiaso. I sentimenti provati da Saffo sono cosõÁ violenti, che provocano in lei
effetti psicosomatici: la voce viene meno, un fuoco pervade le membra, gli occhi si anneb-
biano, le orecchie ronzano, un sudore freddo inonda il corpo, un tremore la sconvolge, il
volto si copre di un verde pallore ed ella si sente venir meno.

Uai*mesai* loi jg&mo| >iro| he*oirim Mi sembra essere simile agli deÁi quell'uomo
e>llem$ x> mgq, o>ssi| e$ma*msio*| soi che siede davanti a te e ti ascolta, mentre parli
i$rda*mei jai+ pka*riom a#dt uxmei*- dolcemente e ridi amorosamente, e cioÁ dav-
ra| t$pajot*ei vero mi sconvolge il cuore nel petto; appena,
jai+ cekai*ra| i$le*qoem, so* l$ g# la+m 5 infatti, ti vedo, non mi rimane un fil di voce,
ma la lingua mi si spezza, subito un fuoco
jaqdi*am e$m rsg*herim e$pso*airem. sottile mi corre sotto la pelle, nulla vedo con gli
x$| ca+q e>| r$ >idx bqo*ve$ x > | le ux*mg- occhi, le orecchie rombano, il sudore mi
r$ ot$de+m e>s$ ei>jei, inonda, un tremito mi prende tutta, sono piuÁ
a$kka+ ja+l le+m ckx & rra e>ace, ke*psom verde dell'erba e poco lontana dal morire

D - LA POESIA LIRICA 393


d$ at>sija vq{ & pt&q t$padedqo*lajem, 10 sembro a me stessa, ma tutto si puoÁ soppor-
o$ppa*serri d$ ot$de+m o>qgll$, e$pibqo*- tare, poiche [...]
leiri d$ a>jotai,

ja+d de* l$ >idqx| jajve*esai, sqo*lo| de+


pai&ram a>cqei, vkxqose*qa de+ poi*a|
e>lli, sehma*jgm d$ o$ki*cx $ppidet*g| 15
uai*mol$ e>l$ at>s[y]
a$kka+ pa+m so*klasom, e$pei+ jai+ pe*mgsa Â...Ã

b
Virginie Ancelot, Saffo. Lodz (Polonia),
Museo Sztuki dell'Arte Moderna.

c TESTI A CONFRONTO b
Catullo dichiara il suo amore a Lesbia
(Carme 51, 1-12)

Ille mi par esse deo videtur, Quello mi sembra simile a un dio, quello, se eÁ lecito,
ille, si fas est, superare divos, sembra superare gli deÁi, che ti siede di fronte e di quando
qui sedens adversus identõÆdem te in quando ti guarda e ti ascolta, mentre ridi dolcemente e
spectat et audit cioÁ a me misero toglie tutti i sensi: infatti, non appena ti
dulce ridentem, misero quod omnis 5 scorgo, Lesbia, non mi rimane un fil di voce nella bocca.
erõÆpit sensus mihi: nam simul te, Ma si frange la lingua, una sottile fiamma corre sotto le
Lesbia, aspexi, nihil est super mi membra, del proprio ronzio risuonano le orecchie, si ri-
vocis in ore. coprono di una duplice notte gli occhi [...]
Lingua sed torpet, tenuis sub artus
flamma demaÅnat, sonitu suopte 10
tintinant aures, gemõÆna teguntur
lumõÆna nocte [...]

LETTURE
394 ANTOLOGICHE
Alceo nacque verso il 630 a.C. a Mitilene, nell'isola di Lesbo.
ALCEO Visse, al pari di Saffo, in un ambiente aristocratico, ma, di-
(VII-VI sec. a.C.) versamente dalla poetessa sua conterranea, partecipoÁ attiva-
cenni biografici e opere mente alla vita politica. I suoi fratelli rovesciarono la tirannide di
Melancro, al quale succedette Mirsilo; morto quest'ultimo, salõÁ
al potere Pittaco, che, essendo ostile agli aristocratici, mandoÁ in
esilio Alceo. Il poeta, giaÁ esule sotto i due precedenti tiranni, erroÁ
attraverso l'Oriente e giunse anche in Sicilia; tuttavia, per volere
dello stesso Pittaco, ritornoÁ in patria, dove visse arrivando alla
vecchiaia.
Alceo compose inni e carmi erotici, simposiaci e politici: dei
10 libri conosciuti dagli antichi, ci restano soltanto 450 fram-
menti, che provengono da papiri o dalla tradizione indiretta. In
alcuni di essi il poeta rivolge violenti attacchi contro i suoi nemici
e specialmente contro il tiranno Pittaco. La tradizione antica
definisce Pittaco un reggitore moderato e saggio; Alceo, tuttavia,
scaglia contro di lui terribili invettive, con le quali lo accusa di
aver tradito gli alleati. Non manca il tema della vita militare,
retaggio di una lunga tradizione, accanto a quello delle discordie
civili: lo Stato travagliato dalle lotte interne viene paragonato ad
una nave in tempesta.
Negli inni sono trattati argomenti mitico-religiosi: in essi il
poeta narra alcuni miti, riprendendo vari motivi della poesia
m epica. Il leitmotiv puoÁ essere considerato, tuttavia, il vino, in cui
Immagine di Alceo, proveniente
dall'archivio del ``Progetto Gutenberg''. si dissolvono le preoccupazioni e si trova ristoro e conforto: la
vita eÁ fugace, l'esistenza eÁ breve, le gioie presto svaniscono,
percioÁ il poeta invita a bere, mescendo una tazza di vino dietro
l'altra. Quando muore Mirsilo, il poeta esultante invita a bere
fino all'ubriachezza. Nei carmi conviviali la gioia del bere si
manifesta nelle varie stagioni dell'anno: sia in inverno, quando il
convito si svolge al calore del fuoco, sia in estate nei campi as-
solati.

c
Sir Lawrence Alma-Tadema, Saffo e Alceo
(1881). Baltimora (USA), Walters Art
Museum.

D - LA POESIA LIRICA 395


1. Una nave in balõÁa della tempesta
(Alceo, fr. 208 a V.)
Celebre eÁ questo frammento, composto al tempo della rivolta scatenata da Mirsilo:
Mitilene, con una metafora diventata un topos della poesia successiva, eÁ paragonata ad una
nave in tempesta, che sta per essere travolta dalla furia del mare. L'immagine della nave
travolta dalla bufera eÁ molto efficace per descrivere le condizioni della patria, condotta alla
rovina dalle discordie civili.

$Artmme*sglli sa+m a$me*lxm rsa*rim Non comprendo la direzione dei venti, un'onda
so+ le+m ca+q e>mhem jt&la jtki*mdesai, rotola da questa parte, un'altra da quella, noi siamo
so+ d$ e>mhem, a>lle| d$ o/m so+ le*rrom portati nel mezzo insieme con la nave nera, stremati
ma&]i uoqg*leha rt+m lekai*my dalla grande tempesta; l'acqua della stiva, infatti, su-
pera la base dell'albero, la vela ormai eÁ strappata e vi
vei*lxmi lo*vhemse| leca*k{ la*ka. 5 sono attraverso di essa lunghi squarci, si allentano le
pe+q le+m ca+q a>msko| i$rsope*dam e>vei, sartie, i timoni [...]
kai&uo| de+ pa+m fa*dgkom g>dg,
jai+ ka*jide| le*cakai ja+s at#so,

vo*kairi d$ a>cjtkai, sa+ d$ o$g*]ia Â...Ã

c TESTI A CONFRONTO b
L'allegoria della nave nella poesia di Orazio
(Carmina, 1, 14)
O navis, refeÆrent in mare te novi Altre onde, o nave, in mare ti riporteranno. Che fai?
fluctus. O quid agis? FortõÆter occupa TieÂniti stretta al porto. Non vedi come gemono il
portum. Nonne vides, ut fianco privo di remi e l'albero rotto dal rapido Li-
nudum remigio latus beccio e le antenne? E come senza funi a stento possa
et malus celeÆri saucius Africo 5 resistere la carena ai flutti troppo agitati? Non piuÁ sane
antemnaeque gemant ac sine funibus hai le vele ne deÁi che tu possa invocare, se ti sorprende
vix durare carinae ancora il fortunale. Sebbene tu sia costruita con i pini
possint imperiosius del Ponto e sia nata da una selva famosa, vanteresti
aequor? Non tibi sunt inteÆgra lintea, inutilmente la tua origine e il tuo nome, nessuna fi-
non di, quos iteÆrum pressa voces malo. 10 ducia l'impaurito pilota ripone nella poppa dipinta.
Quamvis Pontica pinus, Tu, se non vuoi diventare ludibrio dei veÁnti, stai at-
silvae filia nobilis, tenta. Tu, che poco fa fosti motivo di grande ap-
iactes et genus et nomen inutile, prensione e sei ora motivo di nostalgia e pre-
nil pictis timidus navõÆta puppibus occupazione non lieve, fuggi il mare che si addentra
fidit. Tu nisi ventis 15 tra le lucenti Cicladi.
debes ludibrium, cave.
Nuper sollicitum quae mihi taedium,
nunc desiderium curaque non levis,
interfusa nitentis
vites aequoÆra Cycladas. 20

LETTURE
396 ANTOLOGICHE
2. Ora bisogna ubriacarsi
(Alceo, fr. 332 V.)
Alceo e quelli del suo partito cospirarono contro Mirsilo, per impedirgli di assumere il
potere, ma non vi riuscirono e furono esiliati. Poi, lontano dalla patria, il poeta apprese la
gradita notizia della morte del tiranno. Questo frammento esprime l'esultanza del poeta, il
quale vuole celebrare la scomparsa di Mirsilo con un brindisi.

Mt&m vqg& leht*rhgm jai* sima pqo+| bi*am Ora bisogna ubriacarsi e bisogna che ognuno
px*mgm, e$pei+ dg+ ja*shame Lt*qriko|. beva a forza, poiche Mirsilo eÁ morto.

c TESTI A CONFRONTO b
Orazio esulta per la morte di Cleopatra
(Carmina, 1, 37, 1-4)
Nunc est bibendum, nunc pede libero Ora, o compagni, bisogna bere, ora bisogna battere
pulsanda tellus, nunc Saliaribus con piede sfrenato la terra, ora sarebbe ormai tempo di
ornare pulvõÅnar deorum imbandire il banchetto di ringraziamento agli deÁi con
tempus erat dapibus, sodales [...] vivande degne dei Salii [...]

c TESTI A CONFRONTO b
Per Esiodo il vino eÁ piuÁ buono durante l'estate
(Le opere e i giorni, 582-596)
#Glo| de+ rjo*ktlo*| s$ a$mhei& jai+ g$ve*sa se*ssin Quando il cardo fiorisce e la cicala canora, posata sul-
demdqe*{ e$uefo*lemo| kictqg+m jasavet*es$ a$oidg+m l'albero, versa l'acuto canto continuo di sotto le ali, nel
ptjmo+m t<po+ pseqt*cxm, he*qeo| jalasx*deo| x % qz, tempo dell'estate faticosa, allora molto pingui son le capre
sg&lo| pio*sasai* s$ ai#ce| jai+ oi#mo| a>qirso|, 585 e piuÁ buono eÁ il vino, molto lascive le donne e molto fiacchi
lavko*sasai de+ ctmai&je|, a$uatqo*sasoi de* soi a>mdqe| gli uomini, poiche Sirio inaridisce la testa e le ginocchia e
ei$ri*m, e$pei+ jeuakg+m jai+ cot*masa Rei*qio| a>fei, la pelle eÁ secca per la calura. Io abbia allora l'ombra di una
at$ake*o| de* se vqx+| t<po+ jat*laso|. a$kka+ so*s$ g>dg rupe e vino di Tracia e dolce pane e latte di capre, che non
ei>g pesqai*g se rjig+ jai+ Bi*bkimo| oi#mo|, allattano piuÁ, e carne di giovenca allevata nel bosco, che
la*fa s$ a$lokcai*g ca*ka s$ ai$cx & m rbemmtlema*xm, 590 non ha ancora partorito, e di capretti di primo parto;
jai+ boo+| t<koua*coio jqe*a| lg* px sesojti*g| (possa) inoltre io bere sopra (a tutto questo) vino nero,
pqxsoco*mxm s$ e$qi*uxm. e$pi+ d$ ai>hopa pime*lem oi#mom, sdraiato all'ombra, sazio nel cuore di cibo, il viso rivolto al
e$m rjiz& e$fo*lemom, jejoqgle*mom g#soq e$dxdg&|, vivido soffio di Zefiro, e da una fonte eterna, fluente e non
a$msi*om a$jqae*o| Feut*qot sqe*wamsa pqo*rxpa torbida, attingere tre parti d'acqua e versarvene una di
jqg*mg| s$ ai$ema*ot jai+ a$poqqt*sot, g% s$ a$ho*kxso|, 595 vino.
sqi+| t%daso| pqove*eim, so+ de+ se*sqasom i<e*lem oi>mot.

c
Vari tipi di crateri (vasi in cui si
mescolava vino con acqua) usati nella
Grecia antica.

D - LA POESIA LIRICA 397


Anacreonte, nato a Teo, in terra ionica, nel 570 a.C. circa, fu
ANACREONTE costretto, a causa dell'invasione persiana del 545 a.C., a fuggire
(VI-V sec. a.C.) dalla propria patria, per recarsi in Tracia. Successivamente andoÁ
cenni biografici e opere in giro di corte in corte, ospitato da alcuni tiranni di quel pe-
riodo: fu, infatti, presso Policrate a Samo, Ipparco ad Atene,
Echecratide in Tessaglia. Non partecipoÁ alla vita politica, poicheÂ
egli aspirava ad un'esistenza serena e tranquilla; morõÁ in etaÁ
avanzata e fu sepolto a Teo.
L'opera complessiva di Anacreonte oscillava tra 5 e 10 libri:
di essi possediamo circa 200 frammenti. Oltre ad elegie ed epi-
grammi scrisse anche giambi; nelle sue invettive ha come mo-
dello Archiloco, ma senza l'eccessiva violenza dell'espressione.
Il leitmotiv della sua poesia eÁ l'amore, cantato peroÁ senza
eccessivo tormento o pena, ma come godimento sensuale. Un
altro topos eÁ quello della fugacitaÁ della giovinezza, sopportata
con rassegnazione e spesso senza pessimismo.
Abbastanza ricorrente eÁ in Anacreonte anche il tema del
vino, che egli invita a bere abbondantemente, a piccoli sorsi, in
mezzo a bei canti. Anche se il poeta eÁ affascinato dalla bellezza
femminile, non eÁ insensibile all'amore efebico e all'avvenenza dei
m ragazzi.
Immagine di Anacreonte, proveniente
dall'archivio del ``Progetto Gutenberg''.

m
Teo, OdeÁon (piccolo teatro in cui si svolgevano gare musicali). Teo, ubicata nella Ionia (Asia Minore), era la patria di Anacreonte.

LETTURE
398 ANTOLOGICHE
1. Dolorosa eÁ la vecchiaia e inevitabile la morte
(Anacreonte, fr. 36 G.)
Dolente ma rassegnata eÁ la consapevolezza di Anacreonte di essere ormai vecchio e di
non avere ancora molto tempo da vivere. Accanto al rimpianto della giovinezza vi eÁ la
constatazione di un evento ineludibile, la morte: eÁ inevitabile, infatti, la discesa nell'Ade ed eÁ
preclusa, a chi vi scende, ogni possibilitaÁ di risalita.

Pokioi+ le+m g<li&m g>dg Canute ormai ho le tempie e bianca la testa,


jqo*sauoi ja*qg se ketjo*m, non c'eÁ piuÁ l'amabile giovinezza e i denti sono
vaqi*erra d$ ot$je*s$ g%bg deboli: della dolce vita non mi rimane piuÁ
pa*qa, cgqa*keoi d$ o$do*mse|. molto tempo. Per questo io singhiozzo, te-
cktjeqot& d$ ot$je*si pokko+| 5 mendo spesso il Tartaro, poiche eÁ pauroso il
bio*sot vqo*mo| ke*keipsai. recesso dell'Ade e dolorosa eÁ la discesa in esso:
Dia+ sat&s$ a$marsakt*fx eÁ destino, infatti, per chi vi scende non tornare
hala+ Sa*qsaqom dedoijx*|. su.
$Ai*dex ca*q e$rsi deimo+|
ltvo*|, a$qcake*g d$ e$| at$so+m 10
ja*sodo|. jai+ ca+q e$soi&lom
jasaba*msi lg+ a$mabg&mai.

c TESTI A CONFRONTO b
Per la Sibilla la morte eÁ un viaggio senza ritorno
(Virgilio, Eneide, VI, 125-131)
[...] «Sate sanguõÆne divom, 125 [...] «O Troiano figlio di Anchise, rampollo del sangue
Tros Anchisiade, facilis descensus Averno; degli deÁi, scendere eÁ facile nell'Averno; giorno e notte
noctes atque dies patet atri ianua Ditis; eÁ aperta la porta del fosco Dite; ma volgere i passi
sed revocare gradum superasque evadeÆre ad auras, indietro, tornare alle superne sedi, questa eÁ l'impresa,
hoc opus, hic labor est. Pauci, quos aequos amavit questa eÁ la fatica. Pochi, che il giusto Giove predilesse
Iuppiter aut ardens evexit ad aetheÆra virtus 130 o che sublime virtuÁ sollevoÁ al cielo, generati da deÁi,
dis genõÆti potueÅre [...]» poterono fare cioÁ [...]»
c
Andrea del Castagno, La
Sibilla Cumana (1450).
Firenze, Cenacolo di
Sant'Apollonia.

D - LA POESIA LIRICA 399


c TESTI A CONFRONTO b
Ai morti eÁ impossibile risalire dall'Ade
(Properzio, Elegie, IV, 11, 1-8)
DesõÆne, Paulle (1), meum lacrimis urgeÅre sepulcrum: Non insistere, Paolo, sulla mia tomba in pianto: l'oscura
pandõÆtur ad nullas ianua nigra preces; porta non si apre a nessuna preghiera; quando i morti hanno
cum semel infernas intrarunt funeÆra leges, assunto le leggi infernali, si erge una porta di inflessibile ac-
non exorato stant adamante viae. ciaio. Ascolti pure le tue preghiere il dio dell'oscuro regno,
Te licet orantem fuscae deus audiat aulae: 5 sorde rive nondimeno berranno le tue lacrime. I voti com-
nempe tuas lacrimas litoÆra surda bibent. muovono i celesti; ma quando il nocchiero (Caronte) ha avuto
Vota movent supeÆros: ubi portõÆtor aera receÅpit, la mercede, su erbose tombe squallida una porta si chiude [...]
obseÆrat herbosos lurida porta rogos [...]

2. La puledra Tracia
(Anacreonte, fr. 78 G.)
In questo frammento si nota un giocoso disimpegno in amore da parte del poeta, il
quale vive il sentimento amoroso senza drammaticitaÁ, come un gioco. Egli si rivolge ad una
fanciulla, che lo provoca con lo sguardo, ma poi si mostra ritrosa, definendola ``puledra
Tracia''. Tutta la lirica eÁ basata sull'accostamento donna-cavalla, mentre il linguaggio eÁ
caratterizzato da varie metafore: come una puledra, che saltella libera nei prati, ha bisogno
di un abile cavaliere, che sia in grado di metterle il morso, cosõÁ la fanciulla ha bisogno di un
uomo, che riesca a conquistarla e domarla.
Px & ke Hqzji*g, si* dg* le kono+m o>llari bke*potra O puledra Tracia, perche mai, guardandomi di traverso
mgkex & | uet*cei|, doje*ei| de* l$ ot$de+m ei$de*mai rouo*m; con gli occhi, fuggi ostinatamente e credi che io non sia
>Irhi soi, jakx & | le+m a>m soi so+m vakimo+m e$lba*koili, buono a nulla? Sappi allora che io saprei metterti bene il
g<mi*a| d$ e>vxm rsqe*uoili r$ a$lui+ se*qlasa dqo*lot. morso e, tenendo le redini, ti farei girare intorno alle mete
Mt&m de+ keilx & ma*| se bo*rjeai jot&ua* se rjiqsx & ra pai*fei|. 5 dello stadio. Ora, invece, tu pascoli i prati e, saltellando
denio+m ca+q i<ppopei*qgm ot$j e>vei| e$pelba*sgm. leggera, scherzi: non hai, infatti, come cavaliere un abile
esperto di cavalli.

c TESTI A CONFRONTO b
Orazio paragona Cloe ad una cerbiatta
(Carmina, 1, 23)
Vitas inuleÆo me similis, Chloe, Cloe, tu mi fuggi come una cerbiatta, che sugli
quaerenti pavõÆdam montibus aviis impervi monti la sua trepida madre vada cer-
matrem non sine vano cando con timore vano del vento e del bosco.
aurarum et siluae metu. Poiche sia che l'arrivo della primavera abbia
Nam seu mobilibus veris inhorruÆit 5 agitato le mobili foglie, sia che le verdi lucertole
adventus foliis seu virõÆdes rubum abbiano scosso un rovo, trema in cuore e nelle
dimoveÅre lacertae, ginocchia. Eppure non t'inseguo, per ucciderti
et corde et genibus tremit. come selvaggia tigre o leone di Getulia: smetti
Atqui non ego te tigris ut aspeÆra dunque di seguire tua madre, essendo ormai
Gaetulusve leo frangeÆre perseÆquor: 10 matura per un uomo.
tandem desõÆne matrem
tempestiva sequi viro.

(1) Paulle: eÁ Emilio Paolo Lepido, che fu console nel 34 a.C. A lui si rivolge l'ombra della moglie Cornelia (figlia di P.
Cornelio Scipione), per consolarlo della propria morte.

LETTURE
400 ANTOLOGICHE
d
E IL TEATRO:
LA TRAGEDIA
Eschilo
Sofocle
Euripide

Eschilo nacque nel 525 a.C. nel demo ateniese di Eleusi dalla
ESCHILO nobile famiglia degli Eupatridi. Nel 499 a.C. partecipoÁ al primo
(525-456 a.C.) concorso drammatico e nel 490 a.C. combatteÁ, durante la prima
cenni biografici e opere guerra persiana, nella battaglia di Maratona, nella quale morõÁ
suo fratello Cinegiro. Successivamente partecipoÁ anche alla
battaglia di Salamina (480 a.C.). Durante la sua vita compõÁ vari
viaggi: in particolare si ricorda quello a Siracusa del 476 a.C.
RiportoÁ in tutto 28 vittorie nei concorsi tragici, di cui 13 in vita.
Sulla sua morte si tramanda una leggenda, secondo la quale il
poeta sarebbe stato ucciso da una testuggine, lasciata cadere giuÁ
da un'aquila. Sappiamo con certezza, tuttavia, che egli morõÁ nel
456 a.C. a Gela e lõÁ in suo onore fu eretto anche un monumento.
Eschilo portoÁ il numero degli attori della tragedia da uno a
due, perfezionoÁ le maschere ed arricchõÁ l'abbigliamento e lo
scenario. Le sue tragedie, tranne quella dei Persiani, si ispirano
agli antichi miti tebani, argivi e del ciclo troiano. I grammatici
alessandrini gli attribuirono 89 tragedie: a noi ne sono pervenute
solo 7: i Persiani, i Sette a Tebe, le Supplici, il Prometeo inca-
tenato e la trilogia(1) dell'Orestea (di cui fanno parte l'Aga-
mennone, le Coefore e le Eumenidi).
I Persiani sono l'unica tragedia storica che ci eÁ stata tra-
mandata; essa eÁ ambientata a Susa, capitale dell'impero per-
siano: i vecchi Persiani del coro sono preoccupati per Serse, il
giovane re che ha condotto la seconda spedizione militare contro
la Grecia. Non meno angosciata eÁ la regina Atossa, madre di
Serse e vedova di Dario. Ma ecco giungere un messo, che an-
nuncia la sconfitta della flotta persiana a Salamina. Atossa
chiede al messo notizie del figlio e viene a sapere che eÁ vivo.
m
Improvvisamente appare l'ombra di Dario, il quale condanna la
Busto di Eschilo. Roma, Musei Capitolini. condotta di Serse e dice che la rovina dei Persiani eÁ stata causata
dalla superbia, dall'arroganza e dalla mancanza di moderazione

(1) trilogia: eÁ un insieme di tre tragedie.

E - IL TEATRO: LA TRAGEDIA 401


di suo figlio. A questo punto giunge sulla scena Serse, logoro e abbattuto, ed ha inizio un
dialogo lamentevole tra lui e il coro.
Nei Sette a Tebe il tema trattato eÁ l'odio sorto tra i due fratelli EteÁocle e PolinõÁce,
figli di EÁdipo, per il possesso della cittaÁ di Tebe. PolinõÁce, scacciato dal fratello, si allea
con gli Argivi e muove all'assalto di Tebe attraverso le sette porte. Arriva presso EteÁocle
un messaggero, il quale descrive le armature dei sette duci argivi e il loro schieramento:
EteÁocle, allora, contrappone a ciascuno di essi un guerriero tebano e poi affronta egli
stesso il fratello all'ultima porta. Ritorna poi il messo, per riferire che i due fratelli sono
entrambi morti e che EteÁocle saraÁ sepolto, mentre PolinõÁce saraÁ dato in pasto agli
avvoltoi.
Nelle Supplici viene trattato il mito delle cinquanta figlie del re Danao, le quali si
sottraggono alle nozze con i loro cugini, i figli di Egitto, e giungono ad Argo con il
padre, chiedendo protezione al re del luogo, Pelasgo. Quest'ultimo accoglie le giovani
supplici, ma sopraggiunge un messo di Egitto, per ordinare alle fanciulle di tornare in
patria. Pelasgo scaccia il messaggero, mentre le Danaidi rivolgono agli deÁi una preghiera
di ringraziamento, per essere scampate al pericolo.
La scena del Prometeo incatenato eÁ una zona montuosa della Scizia, dove il titano eÁ
stato incatenato da Efesto ed eÁ confortato dal coro delle Oceanine. PromeÁteo, come
narra lui stesso, ha sottratto il fuoco agli deÁi, donandolo agli uomini, per cui eÁ stato
condannato ad un tremendo supplizio: a lui, incatenato a una rupe, un'aquila divora il
fegato, che ricresce immediatamente, per cui il tormento dura ininterrottamente. Ecco
che giunge Io, mutata da Zeus in giovenca, che narra a PromeÁteo le sue sciagure; poi
arriva Ermes, che cerca di conoscere il segreto che riguarda la fine di Zeus e promette in
cambio al titano il perdono da parte del re degli deÁi. PromeÁteo, tuttavia, eÁ irremovibile e
preferisce precipitare nel baratro, insieme con la rupe a cui eÁ incatenato.
L'Orestea eÁ l'unica trilogia intera da noi posseduta.
Nell'Agamennone, la prima tragedia dell'Orestea, viene rappresentato il ritorno
del re di Argo da Ilio in patria. Mentre il coro dei vecchi rievoca le vicende della guerra
di Troia, giunge l'araldo, per annunciare che sta per arrivare Agamennone. Que-
st'ultimo, che reca con se Cassandra, figlia di Priamo e sua preda di guerra, viene
accolto dalla moglie Clitemnestra, la quale finge di essere contenta. Cassandra, intanto,
annuncia un imminente delitto: poco dopo, infatti, si odono dall'interno della reggia
delle grida, che rivelano l'uccisione del re e di Cassandra da parte di Clitemnestra e del
suo nuovo compagno, Egisto. La regina, alla fine, appare sulla scena con le mani piene
di sangue e cerca di giustificare il suo gesto.
Il titolo della seconda tragedia dell'Orestea, le Coefore, deriva dal coro delle an-
celle di Clitemnestra, che portano libagioni sulla tomba del re. Oreste, figlio di Aga-
mennone, torna in patria per vendicare l'uccisione del padre e reca con se l'amico Pilade.
Egli giunge sulla tomba di Agamennone e lõÁ incontra la sorella Elettra, che lo riconosce
grazie ad un ricciolo di capelli deposto sulla tomba. Oreste rivela ad Elettra la sua
intenzione, poi, compiuto l'omicidio di Clitemnestra e di Egisto, afferma di aver fatto
giustizia, ma viene subito perseguitato dalle Erinni, le Furie vendicatrici del delitto.
Nell'ultima tragedia della trilogia, le Eumenidi, Oreste si reca nel santuario di
Apollo a Delfi: il dio gli ordina di recarsi ad Atene, nel tribunale dell'AreoÁpago, per
essere giudicato. LõÁ egli, mentre le Erinni gli danzano intorno, viene sottoposto a giu-
dizio ed assolto con il voto decisivo della dea Atena, la quale placa le Furie, che di-
ventano Eumenidi, cioeÁ «benevole».

LETTURE
402 ANTOLOGICHE
1. I figli di EÁdipo, EteÁocle e PolinõÁce, si uccidono in duello
(Eschilo, Sette a Tebe, 811-820)
Durante l'attacco degli Argivi alle mura di Tebe sono morti tutti gli eroi, tranne il re
Adrasto, che non eÁ stato abbattuto dai Tebani. Anche se la cittaÁ eÁ salva, il prezzo della
vittoria eÁ stato molto alto: i figli di EÁdipo, EteÁocle e PolinõÁce, si sono uccisi in duello,
trascinati nella tomba dalle imprecazioni paterne.
ACCEKOR. MESSAGGERO.
Ot%sx| a$dekuai&| veqri+m g$mai*qomh$ a%la. CosõÁ si uccisero l'un l'altro con mani fraterne.
VOQOR. CORO.
Ot$d$ a$luike*jsx| lg+m jaserpodgle*moi. Forse abbattuti l'un l'altro nella polvere.
ACCEKOR. MESSAGGERO.
Ot%sx| o< dai*lxm joimo+| g#m a$luoi&m a>cam, CosõÁ il destino fu per entrambi fin troppo comune;
at$so+| d$ a$makoi& dg&sa dt*rposlom ce*mo|. esso annienta del tutto la stirpe sventurata.
Soiat&sa vai*qeim jai+ dajqt*erhai pa*qa, 815 Per tali eventi eÁ possibile insieme rallegrarsi e piangere,
po*kim le+m et# pqa*rrotram, oi< d$ e$pirsa*sai, per la cittaÁ che eÁ salva; ma i capi,
dirrx+ rsqasgcx*, die*kavom rutqgka*s{ i due condottieri, si divisero tutto il patrimonio
Rjt*hz ridg*q{ jsgla*sxm palpgri*am. con il ferro scitico, lavorato con martello.
%Enotri d$ g=m ka*bxrim e$m sauz& vhomo*|, Avranno la terra che occupano nella tomba,
pasqo+| jas$ et$va+| dtrpo*slx| uoqot*lemoi. 820 trascinati laÁ infelicemente, secondo le imprecazioni del padre.

2. Agamennone ritorna in patria


(Eschilo, Agamennone, 810-825)
Terminata la guerra contro Troia, Agamennone torna in patria e proclama che la
potente cittaÁ nemica eÁ stata ridotta dagli Achei a un cumulo di rovine fumanti, mentre i
vincitori hanno saccheggiato tutti i tesori. Egli per questo ringrazia gli deÁi di Argo, che
hanno reso possibile il suo ritorno e la distruzione della cittaÁ di Priamo.
ACALELMXM. AGAMENNONE.
Pqx & som le+m >Aqco| jai+ heot+| e$cvxqi*ot| 810 EÁ giusto per prima cosa rivolgersi ad Argo
di*jg pqoreipei&m, sot+| e$loi+ lesaisi*ot| e agli deÁi del luogo, favorevoli al mio ritorno
mo*rsot dijai*xm h$ x ' m e$pqana*lgm po*kim e alla giusta pena che io ho inflitto alla cittaÁ
Pqia*lot. di*ja| ca+q ot$j a$po+ ckx*rrg| heoi+ di Priamo; infatti, gli deÁi, non prestando ascolto alla giustizia
jkto*mse| a$mdqohmg&sa| $Ikiouho*qot| in base alle parole,
ei$| ai<lasgqo+m set&vo| ot$ divoqqo*px| 815 posero nell'urna insanguinata senza esitazione
wg*uot| e>hemso. s{ & d$ e$mamsi*{ jt*sei voti sterminatori di uomini e rovina di Ilio; ma all'altra urna
e$kpi+| pqorz*ei veiqo+| ot$ pkgqotle*m{. si avvicinava, senza riempirla, la speranza della mano.
Japm{ & d$ a<kot&ra mt&m e>s$ et>rglo| po*ki|. Ora la cittaÁ presa eÁ ben visibile per il fumo;
>Asg|, ht*ekkai fx & ri. rtmhmz*rjotra de+ vivono le tempeste di Ate (1) e la cenere, che si spegne con lei,
rpodo+| pqope*lpei pi*oma| pkot*sot pmoa*|. 820 solleva i pingui vapori della ricchezza.
Sot*sxm heoi&ri vqg+ pokt*lmgrsom va*qim Di questo bisogna avere per gli deÁi gratitudine
si*meim, e$pei*peq va$qpaca+| t<peqjo*pot| ricca di ricordo, poiche portammo a termine saccheggi
e$pqana*lerha jai+ ctmaijo+| ot%meja smisurati e per una donna (2) il mostro argivo (3)
po*kim digla*htmem $Aqcei&om da*jo|, ridusse in cenere la cittaÁ, pulcino del cavallo; [...]
%ippot meorro*|, [...]

(1) Ate: eÁ la dea personificazione dell'accecamento e del castigo.


(2) una donna: la donna eÁ Elena, causa della guerra di Troia.
(3) mostro argivo: eÁ il gruppo di guerrieri Achei, nascosti nel ventre del cavallo di legno, i quali sono definiti
``pulcino'', come se essi fossero un pulcino uscito da un uovo.

E - IL TEATRO: LA TRAGEDIA 403


Sofocle nacque nel demo ateniese di Colono nel 496 a.C. All'etaÁ
SOFOCLE di sedici anni guidoÁ un coro di giovani, che cantavano il peana
(496-406 a.C) per celebrare la vittoria degli Ateniesi a Salamina (480 a.C.). Fu
cenni biografici e opere eletto stratega due volte, nel 440 a.C. e nel 427 a.C. Ebbe un
figlio, Iofonte, che divenne anch'egli tragediografo e che, se-
condo una tradizione leggendaria, avrebbe intentato un processo
contro il padre per una questione di ereditaÁ, accusandolo di in-
sipienza senile: in quella occasione Sofocle, nonostante fosse
molto anziano, recitoÁ alcuni versi della sua tragedia EÁdipo a
Colono, per dimostrare ai giudici di non essere folle. MorõÁ nel
406 a.C. all'etaÁ di novant'anni e alla sua morte gli Ateniesi gli
innalzarono una statua di bronzo nel teatro di DioÁniso.
Sofocle riportoÁ la prima vittoria nel 468 a.C. e non usoÁ la
trilogia legata, come aveva fatto Eschilo, ma diede ad ogni tra-
gedia un tema proprio. Tra le sue innovazioni si ricordano:
l'introduzione del terzo attore e l'aumento del numero dei co-
reuti da dodici a quindici. Nelle sue opere Sofocle si ispiroÁ ai miti
narrati nel ciclo troiano, nel ciclo tebano e in quello di EÁracle.
Secondo i grammatici alessandrini avrebbe scritto 130
drammi: di questa ricca produzione a noi restano oggi soltanto 7
tragedie: l'Aiace, l'Antigone, l'EÁdipo re, le Trachinie, l'Elettra, il
FilotteÁte, l'EÁdipo a Colono. Ci rimane anche un frammentario
dramma satiresco(1), i Cercatori di orme.
m
Busto di Sofocle. Roma, Musei Capitolini. Nell'Aiace, che secondo la tradizione eÁ la piuÁ antica tragedia
sofoclea, viene rappresentato l'eroe nel campo degli Achei sotto
le mura di Troia: le armi di Achille sono state assegnate ad
OdõÁsseo, per cui egli impazzisce e fa strage del bestiame, pensando di uccidere i due
Atridi, Agamennone e MenelaÁo. Mentre il coro dei marinai compiange Aiace, Tec-
messa, schiava di guerra e sua concubina, cerca di calmarlo, ma egli, ritornato in seÂ, si
sente incapace di sopravvivere alla vergogna e si avvia verso la riva del mare, dove viene
ritrovato ucciso dalla propria spada. Il fratello dell'eroe, Teucro, e lo stesso OdõÁsseo
ottengono poi da Agamennone che vengano resi ad Aiace gli onori funebri.
L'Antigone si ricollega al finale dei Sette a Tebe di Eschilo: Creonte, il nuovo re
della cittaÁ di Tebe, ordina che EteÁocle sia seppellito con i dovuti onori funebri, mentre
PolinõÁce sia lasciato insepolto e divenga pasto per gli animali. Egli stabilisce, inoltre, che
chi verraÁ meno al suo ordine verraÁ lapidato. Tuttavia Antigone, sorella di EteÁocle e
PolinõÁce, benche avvertita dall'altra sorella Ismene, decide di opporsi al decreto e sep-
pellisce il fratello. Subito dopo ella viene imprigionata e chiusa in una caverna: Creonte
eÁ irremovibile, nonostante Antigone sia sua nipote e promessa sposa del figlio Emone.
Quando il sovrano decide di liberare la fanciulla, si scopre che ella si eÁ impiccata: a
questo punto Emone si uccide con la spada, mentre Euridice, la moglie di Creonte, si
toglie la vita maledicendo il marito.
Il protagonista dell'EÁdipo re eÁ EÁdipo, il quale, avendo liberato Tebe dalla Sfinge,
diventa re della cittaÁ, succede a Laio, che si ritiene ucciso dai predoni, e ne sposa la
vedova, Giocasta. Subito dopo una terribile pestilenza devasta il paese e Creonte, fra-
tello di Giocasta, riferisce, dopo essersi recato a Delfi, che l'oracolo vuole l'al-
lontanamento dalla cittaÁ degli uccisori di Laio. EÁdipo allora consulta l'indovino Tiresia,

(1) dramma satiresco: era la quarta composizione di una tetralogia (gruppo di 4 opere, di cui le prime 3 erano
tragedie), con la quale un autore concorreva negli agoni tragici.

LETTURE
404 ANTOLOGICHE
il quale all'inizio eÁ esitante, ma alla fine rivela che il colpevole eÁ lui: EÁdipo, infatti,
inconsapevolmente ha ucciso suo padre Laio ed ha sposato sua madre Giocasta, per cui i
suoi quattro figli, EteÁocle, PolinõÁce, Antigone ed Ismene, sono anche i suoi fratelli. EÁdipo
dapprima eÁ incredulo, poi, svolte le sue indagini personali, si rende conto che l'indovino
ha detto la veritaÁ. Giocasta, non riuscendo a sopravvivere alla terribile notizia, si im-
picca; EÁdipo si acceca con una fibbia dell'abito della regina, affida le figlie a Creonte e si
allontana da Tebe.
Le Trachinie prendono il titolo dal coro delle fanciulle di Trachis. La regina del
paese, DeianõÁra, attende insieme con i figli il ritorno di suo marito EÁracle. Quando
quest'ultimo ritorna, DeianõÁra apprende che tra i prigionieri di guerra c'eÁ anche Iole, la
figlia del re di Ecalia, della quale l'eroe eÁ innamorato. Divenuta gelosa, invia al marito
un peplo intriso del sangue del centauro Nesso: quest'ultimo, trafitto da EÁracle con una
freccia avvelenata, poiche aveva tentato di violentare DeianõÁra, prima di morire aveva
detto alla fanciulla, mentendo, che ella avrebbe riconquistato sempre l'affetto di EÁracle
servendosi del sangue dello stesso centauro. L'eroe indossa il peplo e subito esso si
attacca al suo corpo e le membra si dilaniano tra le fiamme. DeianõÁra, appresa la notizia,
si daÁ la morte. EÁracle si fa condurre dal figlio Illo sul monte Eta e lõÁ si fa innalzare un
rogo, sul quale saraÁ posto per essere incenerito.
Nell'Elettra viene ripresa la vicenda giaÁ rappresentata da Eschilo nelle Coefore; in
questa tragedia, tuttavia, eÁ Elettra a spingere il fratello Oreste a uccidere la madre
Clitemnestra ed Egisto.
La scena del FilotteÁte si svolge nell'isola di Lemno. L'eroe acheo FilotteÁte eÁ stato qui
abbandonato dai suoi compagni, mentre la flotta greca navigava verso Troia, per una
ferita ad un piede causata dal morso di un serpente: la ferita, che emanava un fetore
insopportabile, ha spinto i compagni ad abbandonare FilotteÁte, il quale eÁ in possesso
dell'arco e delle frecce di EÁracle. Arrivano a Lemno OdõÁsseo e Neottolemo, figlio di
Achille, per farsi consegnare da FilotteÁte l'arco e le frecce, che, secondo una profezia
dell'indovino Eleno, permetteranno agli Achei di conquistare Troia. Il primo a pre-
sentarsi eÁ Neottolemo, al quale FilotteÁte, non appena apprende la notizia che sta per
giungere presso di lui anche OdõÁsseo, rivolge la preghiera di condurlo via; ma, sul punto
di imbarcarsi, eÁ assalito da un attacco del suo male e, prima di addormentarsi, cosa che
accade a causa della malattia, consegna le armi a Neottolemo. Quest'ultimo gli rivela
cioÁ che eÁ stato tramato contro di lui e, sopraggiunto OdõÁsseo, lo costringe ad al-
lontanarsi. FilotteÁte riceve di nuovo le sue armi e accetta di seguire Neottolemo a Troia.
L'EÁdipo a Colono si ricollega alla parte finale dell'EÁdipo re. Vecchio e cieco,
guidato dalla figlia Antigone, EÁdipo si reca sul colle dell'eroe Colono dove avraÁ fi-
nalmente pace, secondo l'oracolo di Apollo. Successivamente giunge da Tebe l'altra
figlia, Ismene, per annunciare che i fratelli EteÁocle e PolinõÁce si contendono il trono e
chiedono il ritorno del padre. TeÁseo, re dell'Attica, offre ospitalitaÁ a EÁdipo, dopo aver
ascoltato il racconto delle sue sventure. Fermamente deciso a non allontanarsi da quel
luogo, EÁdipo non si lascia convincere ne dal cognato Creonte, ne dallo stesso PolinõÁce e,
accompagnato da TeÁseo nel bosco sacro, lõÁ scompare.
Nel dramma satiresco i Cercatori di orme Sofocle si ispira all'Inno ad Ermes di
Omero. I satiri del coro, da cui deriva il titolo, guidati da Sileno, danno la caccia ai buoi
di Apollo rubati da Ermes. Ne scoprono le tracce e apprendono dalla ninfa Cillene,
nutrice del piccolo Ermes, che il dio ha costruito la lira con il guscio di una tartaruga e
alcune pelli bovine. I satiri denunciano Ermes ad Apollo, poiche comprendono che il
piccolo dio eÁ l'autore del furto: qui il testo si interrompe.

E - IL TEATRO: LA TRAGEDIA 405


1. Per EÁdipo eÁ necessario scoprire l'assassino di Laio
(Sofocle, Edipo re, 216-243)
Dopo che l'oracolo di Delfi dichiara che la peste eÁ causata dalla presenza in Tebe
dell'assassino di Laio, EÁdipo, in un proclama ai cittadini, dichiara che desidera vendicare il
re defunto e liberare la cittaÁ dalla pestilenza, per cui, chiunque tra i Tebani conosca il nome
dell'assassino, lo riveli a EÁdipo: se, invece, taceraÁ, saraÁ scacciato da tutti come fonte di
contaminazione.

OIDIPOTR. EÁDIPO.
Ai$sei&|. a= d$ ai$sei&|, sa>l$ e$a+m he*kz| e>pg Questo mi chiedi. Quanto a cioÁ che mi chiedi, qualora tu
jkt*xm de*verhai sz& mo*r{ h$ t<pgqesei&m, voglia
a$kjg+m ka*boi| a/m ja$majot*uirim jajx & m. dare ascolto alle mie parole e preoccuparti della peste,
<Acx+ ne*mo| le+m sot& ko*cot sot&d$ e$neqx &, potresti ottenere un aiuto e la liberazione dai mali;
ne*mo| de+ sot& pqavhe*mso|. ot$ ca+q a/m lajqa+m 220 io parleroÁ da estraneo all'oracolo ed estraneo
>ivmetom at$so*|, lg+ ot$j e>vxm si rt*lbokom. alla vicenda; infatti nella ricerca non farei una lunga strada,
mt&m d$, t%rseqo| ca+q a$rso+| ei$| a$rsot+| sekx &, senza possedere alcun indizio. Ma ora, poiche soltanto
t<li&m pqouxmx & pa&ri Jadlei*oi| sa*de. in seguito a cioÁ sono considerato cittadino fra i cittadini,
«%Orsi| poh$ t<lx & m Ka*]iom so+m Kabda*jot io proclamo questo a tutti i Tebani. «Chiunque
ja*soidem a$mdqo+| e$j si*mo| dix*keso, 225 fra voi conosca per mano di quale uomo
sot&som jeket*x pa*msa rglai*meim e$loi*. perõÁ Laio, figlio di Labdaco,
jei$ le+m uobei&sai, sot$pi*jkgl$ t<pene*koi io ordino che costui riveli ogni cosa a me;
at$so+| jah$ at<sot&. pei*resai ca+q a>kko le+m se ha paura, potrebbe cancellare l'accusa
a$rseqce+| ot$de*m, cg&| d$ a>peirim a$ruakg*|. egli stesso per mano sua; infatti, non soffriraÁ niente altro
Ei$ d$ at# si| a>kkom oi#dem g/ $n a>kkg| vhomo+| 230 di spiacevole, e lasceraÁ questa terra incolume;
so+m at$so*veiqa, lg+ rixpa*sx. so+ ca+q se invece qualcuno sa che l'assassino eÁ un altro,
je*qdo| sekx & $cx+ vg$ va*qi| pqorjei*resai. da un'altra terra, non resti in silenzio; infatti,
Ei$ d$ at# rixpg*rerhe, jai* si| g/ ui*kot io gli daroÁ una ricompensa e otterraÁ gratitudine.
dei*ra| a$px*rei sot>po| g/ vat$sot& so*de, Se invece tacerete e qualcuno, o temendo per un amico
a=j sx & mde dqa*rx, sat&sa vqg+ jkt*eim e$lot&. 235 o per se stesso, non obbediraÁ all'editto, eÁ necessario
So+m a>mdq$ a$patdx & sot&som, o%rsi| e$rsi*, cg&| che ascoltiate cioÁ che io faroÁ in conseguenza di questo.
sg&rd$, g'| e$cx+ jqa*sg se jai+ hqo*mot| me*lx, In questa terra, sulla quale io ho regno e potere,
lg*s$ ei$rde*verhai lg*se pqoruxmei&m sima, proibisco a tutti di accogliere quest'uomo,
lg*s$ e$m hex & m et$vai&ri lg*se ht*larim chiunque sia, di rivolgergli la parola, di averlo
joimo+m poiei&rhai, lg*se ve*qmibo| me*leim. 240 compagno nelle preghiere agli deÁi e nei sacrifici,
x$hei&m d$ a$p$ oi>jxm pa*msa|, x<| lia*rlaso| di dividere con lui l'acqua lustrale; tutti lo scaccino
sot&d$ g<li&m o>mso|, x<| so+ Pthijo+m heot& dalle case, poiche egli eÁ per noi fonte di contaminazione,
lamsei&om e$ne*ugmem a$qsi*x| e$loi* Â...Ã come poco fa ha manifestato l'oracolo del dio Pitico [...]»

2. Antigone affronta coraggiosamente la morte


(Sofocle, Antigone, 891-928)
Antigone ha violato il bando di Creonte, rendendo onori funebri al fratello PolinõÁce, e
per questo viene arrestata e condannata a morte: ella saraÁ condotta in una tomba scavata
nella roccia e lõÁ sepolta viva. Poco prima che la sentenza venga eseguita, la fanciulla com-
piange se stessa, destinata a morire molto giovane, senza aver conosciuto la gioia del ma-
trimonio e quella della maternitaÁ. Ella eÁ convinta, tuttavia, di aver agito secondo leggi piuÁ
alte di quelle umane.

AMSICOMG. ANTIGONE.
#X st*lbo|, x # mtluei&om, x
# jasarjaug+| O tomba, mia stanza nuziale, mia eterna
oi>jgri| ai$ei*uqotqo|, oi' poqet*olai dimora sotterranea, dove androÁ

LETTURE
406 ANTOLOGICHE
pqo+| sot+| e$latsg&|, x ' m a$qihlo+m e$m mejqoi&| verso i miei cari, la maggior parte dei quali, essendo morti,
pkei&rsom dedejsai Ueqre*uarr$ o$kxko*sxm,
* PerseÁfone ha accolto fra i defunti; di loro,
x' m koirhi*a $cx+ jai+ ja*jirsa dg+ lajq{ & 895 io giungo per ultima e di gran lunga nel modo piuÁ amaro,
ja*seili, pqi*m loi loi&qam e$ng*jeim bi*ot. prima di aver compiuto la mia parte di esistenza.
$Ekhot&ra le*msoi ja*qs$ e$m e$kpi*rim sqe*ux Ma, una volta arrivata, io spero vivamente
ui*kg le+m g%neim pasqi*, pqoruikg+| de+ roi*, di giungere cara al padre e cara a te,
lg&seq, ui*kg de+ roi*, jari*cmgsom ja*qa. o madre, e cara a te, o fratello mio.
e$pei+ hamo*msa| at$so*veiq t<la&| e$cx+ 900 Dopo che foste morti, io, di mia propria mano,
e>kotra ja$jo*rlgra ja$pistlbi*ot| vi lavai, vi adornai e vi offrii le libagioni
voa+| e>dxja. mt&m de*, Pokt*meije|, so+ ro+m funebri; e ora, o PolinõÁce, ottengo questo
de*la| peqirse*kkotra soia*d$ a>qmtlai. per aver onorato il tuo cadavere. Eppure,
Jai*soi r$ e$cx+ $si*lgra soi&| uqomot&rim et#. per chi ha buon senso, io vi onorai giustamente.
Ot$ ca*q pos$ ot>s$ a>m, ei$ se*jmxm lg*sgq e>utm, 905 Infatti, neÂ, se per caso fossi stata madre di figli,
ot>s$ ei$ po*ri| loi jashamx+m e$sg*jeso, ne se mio marito, dopo morto, fosse imputridito,
bi*y pokisx & m so*md$ a/m z$qo*lgm po*mom. io mi sarei assunta quest'onere contro il volere dei cittadini.
Si*mo| mo*lot dg+ sat&sa pqo+| va*qim ke*cx; Ma in grazia di quale legge dico tutto questo?
Po*ri| le+m a>m loi jashamo*mso| a>kko| g#m, Morto un marito, ve ne sarebbe stato un altro,
jai+ pai&| a$p$ a>kkot uxso*|, ei$ sot&d$ g>lpkajom. 910 e un figlio da un altro uomo, se avessi perduto questo,
lgsqo+| d$ e$m %Aidot jai+ pasqo+| jejetho*soim ma, giacendo nell'Ade mia madre e mio padre,
ot$j e>rs$ a$dekuo+| o%rsi| a/m bka*rsoi pose*. non era possibile che mi nascesse piuÁ un fratello.
Soi{ & de le*msoi r$ e$jpqosilg*rar$ e$cx+ Avendoti onorato al di sopra di tutto per questa legge,
mo*l{, Jqe*omsi sat&s$ e>don$ a<laqsa*meim eÁ sembrato a Creonte che io commettessi una colpa
jai+ deima+ sokla&m, x # jari*cmgsom ja*qa. 915 ed osassi cose terribili, fratello mio.
Jai+ mt&m a>cei le dia+ veqx & m ot%sx kabx+m E ora, avendomi in suo potere, mi porta via cosõÁ,
a>kejsqom, a$mtle*maiom, ot>se sot ca*lot senza che abbia avuto in sorte ne letto nuziale,
le*qo| kavot&ram ot>se paidei*ot sqoug&|, ne imeneo, ne matrimonio, ne figli da nutrire,
a$kk$ x # d$ e>qglo| pqo+| ui*kxm g< dt*rloqo| ma cosõÁ abbandonata dagli amici, io, misera,
fx & r$ ei$ | hamo*msxm e>qvolai jasarjaua*|, 920 vado ancora viva nel luogo sotterraneo dei morti;
poi*am paqenekhot&ra dailo*mxm di*jgm; per aver trasgredito quale legge degli deÁi?
Si* vqg* le sg+m dt*rsgmom e$| heot+| e>si PercheÂ, infelice, devo ancora guardare
bke*peim; Si*m$ at$da&m ntlla*vxm; $Epei* ce dg+ agli deÁi? Quale degli amici devo chiamare? Infatti,
sg+m dtrre*beiam et$rebot&r$ e$jsgra*lgm. essendo pietosa, mi sono guadagnata la fama di empietaÁ.
$Akk$ ei$ le+m ot#m sa*d$ e$rsi+m e$m heoi&| jaka*, 925 Ma se dunque di fronte agli deÁi queste cose sono giuste,
paho*mse| a/m ntccmoi&lem g<laqsgjo*se|. potrei riconoscere di aver sofferto per aver commesso
ei$ d$ oi%d$ a<laqsa*motri, lg+ pkei*x jaja+ una colpa;
pa*hoiem g/ jai+ dqx & rim e$jdi*jx| e$le*. se invece questi sbagliano, che non soffrano mali maggiori
di quelli che fanno soffrire ingiustamente a me.
c
Frederic Leighton, Antigone.
Collezione privata.

E - IL TEATRO: LA TRAGEDIA 407


Secondo una diffusa tradizione, Euripide sarebbe nato ad Atene
EURIPIDE nel 480 a.C., anno della battaglia di Salamina, evento che se-
(480-407/406 a.C.) condo gli antichi legava i tre grandi tragici: Eschilo partecipoÁ alla
cenni biografici e opere battaglia come combattente; Sofocle, che aveva allora sedici
anni, guidoÁ un coro di giovani per celebrarla; Euripide venne alla
luce. Tuttavia, in una vita anonima del poeta, leggiamo che egli
nacque nel periodo tra il 485 e il 484 a.C. Ebbe due mogli e tre
figli, dei quali il secondo fu attore e il terzo tragediografo come il
padre. MorõÁ tra il 407 e il 406 a.C. a Pella, in Macedonia, dove si
era recato dopo aver abbandonato Atene probabilmente per
motivi politici.
Euripide durante la vita non riscosse molto successo e ri-
portoÁ solo cinque vittorie negli agoni tragici, acquistoÁ, invece,
fama dopo la morte. Fu seguace della sofistica e molto critico nei
riguardi dei miti e delle tradizioni religiose; inserõÁ nei suoi
drammi vari artifici retorici. A differenza dell'azione dramma-
tica in Eschilo, che eÁ abbastanza semplice, quella delle tragedie
euripidee eÁ movimentata e complessa per gli intrecci e gli equi-
voci. Caratteristico eÁ il prologo espositivo, in cui vi eÁ una sintesi
del contenuto del dramma, e un elemento tecnico importante eÁ il
deus ex machina, per il cui intervento eÁ possibile la risoluzione
della vicenda. In alcune tragedie di Euripide non mancano ele-
menti comici, mentre diminuisce l'importanza del coro, spesso
distaccato dall'azione. Molti miti trattati dal poeta sono nuovi o
interpretati in modo nuovo, e la maggior parte di essi eÁ tratta dal
ciclo troiano, da quello tebano, da quello degli Argonauti e da
quello di EÁracle.
Delle 92 tragedie attribuitegli, a noi sono giunte solo 17:
l'Alcesti, che eÁ cronologicamente la piuÁ antica, la Medea, gli
EraclõÁdi, l'Ippolito coronato, l'Ecuba, le Supplici, l'Andromaca,
l'EÁracle, le Troiane, l'Elettra, l'Ifigenia in Tauride, l'Elena,
l'Ione, le Fenicie, l'Oreste, l'Ifigenia in Aulide e le Baccanti.
Nel prologo dell'Alcesti Apollo narra che Admeto, il re di
Fere, ha ottenuto che un altro morisse al suo posto: essendosi i
genitori rifiutati, la sua sposa, Alcesti, si eÁ offerta di morire per
salvare il marito. Frattanto giunge a Fere EÁracle, il quale ap-
prende da un servo la notizia della morte di Alcesti. Allora si reca
da Thanatos («la morte»), per farsi consegnare Alcesti e ri-
condurla al marito.
m
Euripide con una maschera teatrale. Roma, La protagonista della Medea eÁ la moglie di GiaÁsone, il quale,
Musei Capitolini. giunto nella Colchide per la conquista del vello d'oro, eÁ ritornato
in Grecia, conducendo con se Medea. Avendo conosciuto
Glauce, figlia di Creonte, re di Corinto, GiaÁsone ha deciso di
sposarla, dopo aver ripudiato Medea. Quest'ultima, dopo aver ricevuto da Egeo, re di
Atene, la promessa di ospitalitaÁ, manda a Glauce, come dono nuziale, una veste e un
diadema; ma, appena la fanciulla indossa la veste, eÁ divorata, insieme con il padre
accorso in suo aiuto, da una terribile fiamma. Medea, poi, uccide i figli con le sue stesse
mani, per rendere ancora piuÁ completa la sua vendetta e punire GiaÁsone, facendogli
provare un dolore immenso. Infine ella scompare, insieme con i cadaveri dei figli, sul
carro del sole.

LETTURE
408 ANTOLOGICHE
Negli EraclõÁdi i discendenti di EÁracle, perseguitati da Euristeo, ottengono prote-
zione da Demofonte, re di Atene. Poiche l'oracolo ha dichiarato che gli EraclõÁdi otter-
ranno la vittoria se saraÁ sacrificata una vergine, Macaria, figlia di EÁracle, decide di
offrirsi per il sacrificio. Alla fine Euristeo, fatto prigioniero, eÁ condannato a morte da
Alcmena, madre di EÁracle.
La scena dell'Ippolito coronato si svolge a Trezene, dove vive TeÁseo, re di Atene,
con la seconda moglie, Fedra, e il figlio Ippolito, nato dall'amazzone Ippolita. Fedra
prova una forte passione per il figliastro, il quale non corrisponde al sentimento della
matrigna, poiche si dedica solo alla caccia. Fedra, disperata, rivela il suo segreto alla
nutrice, che, a sua volta, cerca di convincere il giovane ad amare la matrigna. Il rifiuto di
Ippolito spinge Fedra a darsi la morte, ma, per vendicarsi, ella lascia scritto su una
tavoletta che il giovane le ha fatto violenza. TeÁseo, avendo appreso cioÁ, maledice il figlio
e chiede al padre Poseidone di potersi vendicare. CosõÁ Ippolito, mentre eÁ alla guida del
suo carro lungo la riva del mare, viene travolto dai cavalli, spaventati da un mostro
marino. Alla fine Artemide, apparsa sulla scena, rivela l'innocenza del giovane, che,
prima di morire, riceve il perdono da parte del padre.
La protagonista dell'Ecuba eÁ l'anziana moglie di Priamo, che eÁ stata condotta
insieme con le altre prigioniere troiane nel Chersoneso Tracio, dove ora si trovano i
Greci, dopo aver distrutto Troia. Arriva OdõÁsseo, il quale porta via Polissena, figlia di
Ecuba, per sacrificarla all'ombra di Achille. Frattanto viene ritrovato sulla spiaggia il
cadavere di Polidoro, il piuÁ giovane dei figli di Priamo, che, prima della distruzione di
Ilio, era stato affidato al re di Tracia, Polimestore, con grandi ricchezze. Ecuba allora
decide di vendicarsi, avendo compreso che Polimestore ha ucciso il giovane per im-
possessarsi delle ricchezze: lo invita ad entrare nella sua tenda con i due figli, che
vengono uccisi dopo aver assistito all'accecamento del padre. Polimestore esce dalla
tenda profetizzando la metamorfosi di Ecuba in cagna.
Nelle Supplici le madri degli eroi argivi caduti a Tebe per aiutare PolinõÁce chiedono
agli Ateniesi di intercedere presso i Tebani, per ottenere la restituzione dei cadaveri. Il re
di Atene, TeÁseo, acconsente, nonostante un araldo di Creonte, che ora eÁ re di Tebe, gli
abbia ordinato di scacciare le supplici. Alla fine, gli Ateniesi riescono nel loro intento ed
ha luogo il rito funebre in onore dei caduti, durante il quale Evadne, la moglie di
Capaneo, uno degli eroi argivi, si lancia dall'alto di una roccia sul rogo del marito.
Nell'ultima scena i figli orfani procedono, portando le urne contenenti le ceneri dei loro
padri, e Atena annuncia che un giorno gli orfani conquisteranno Tebe.
La scena dell'Andromaca si svolge a Ftia, in Tessaglia, dove la moglie di Ettore,
prigioniera di guerra, vive come concubina di Neottolemo, figlio di Achille. Ermione, la
moglie legittima di Neottolemo, giunge a Ftia per uccidere Andromaca, la quale eÁ
sottratta alla morte dal vecchio Peleo, nonno di Neottolemo. Ermione, allora, temendo
la punizione del marito, decide di togliersi la vita, ma eÁ salvata da Oreste, figlio di
Agamennone. Intanto viene trasportato al cospetto di Peleo il cadavere di Neottolemo,
che eÁ stato ucciso dagli abitanti di Delfi. Mentre Peleo piange sul corpo del nipote,
compare Teti, che consola suo marito Peleo con una profezia: il figlio dato da An-
dromaca a Neottolemo saraÁ re dei Molossi.
Nell'EÁracle, mentre l'eroe sta compiendo nell'Ade una delle sue fatiche, il tiranno
Lico, dopo aver ucciso Creonte, si eÁ impossessato del regno di Tebe e minaccia di
uccidere i figli di EÁracle. Megara, la moglie dell'eroe, e Anfitrione, suo padre, decidono
di morire con i ragazzi. EÁracle, tuttavia, comparso all'improvviso, uccide Lico e libera i
suoi cari, ma Era lo fa impazzire: egli allora uccide moglie e figli. Alla fine TeÁseo, il re di
Atene, lo conduce con se nella sua terra, per purificarlo dal delitto compiuto.
All'inizio delle Troiane Ecuba rievoca con le altre prigioniere la distruzione di Ilio.

E - IL TEATRO: LA TRAGEDIA 409


Giunge l'araldo degli Achei e annuncia che Cassandra, figlia di Priamo, saraÁ assegnata
ad Agamennone; Andromaca, vedova di Ettore, a Neottolemo, figlio di Achille; ed
Ecuba a OdõÁsseo. Quest'ultimo fa gettare giuÁ dalle mura di Troia il figlio di Ettore, il
piccolo Astianatte, il cui cadavere viene poi portato alle donne troiane sullo scudo del
padre. Ecuba piange sul corpo del nipote, mentre Andromaca segue Neottolemo e i
Greci appiccano il fuoco alle mura di Ilio.
Nell'Elettra la protagonista eÁ un po' diversa da quella che ci viene presentata da
Eschilo e da Sofocle: eÁ la moglie di un agricoltore, che induce il fratello Oreste a
vendicare il padre Agamennone. Il giovane colpisce Egisto alla schiena, mentre compie
un sacrificio, a sua volta Elettra manda a chiamare la madre Clitemnestra e compie lei
stessa il delitto con la spada. I Dioscuri, Castore e PolluÁce, fratelli di Clitemnestra,
predicono, infine, il matrimonio di Elettra con Pilade, amico di Oreste.
La protagonista dell'Ifigenia in Tauride narra nel prologo che, mentre stava per
essere sacrificata dal padre Agamennone, affinche la flotta degli Achei avesse una
propizia navigazione verso Ilio, fu salvata da Artemide, sostituita dalla dea con una
cerva e trasportata nella Tauride, presso il Ponto, per diventare sua sacerdotessa. Oreste
e l'amico Pilade giungono in Tauride, per portare via il simulacro di Artemide, ma
vengono catturati e condotti dalla sacerdotessa, per essere sacrificati alla dea. Ifigenia,
pur non riconoscendoli, promette la salvezza a chi dei due riesca a consegnare una
lettera a suo fratello. Si svolge una generosa gara tra i due giovani e alla fine Oreste
ottiene di essere sacrificato. Quando Ifigenia legge il messaggio a Pilade, Oreste rico-
nosce la sorella e i due decidono di fuggire, portando con se il simulacro della dea, che,
secondo l'oracolo di Apollo, libereraÁ Oreste dal delirio causatogli dal matricidio. Il re
dei Taurii, Toante, li insegue, ma viene fermato da Atena, la quale gli spiega che tutto eÁ
stato stabilito da Apollo.
L'Elena si svolge in Egitto, dove Teoclimeno, il figlio del re ProÁteo, aspira alla
mano della donna. Morto ProÁteo, Elena siede come supplice presso la sua tomba, poicheÂ
vuole restare fedele al marito MenelaÁo, che, scampato a un naufragio, giunge alla
reggia, conducendo con se un fantasma, da lui creduto la vera Elena. Quando i due
coniugi si riconoscono e il fantasma scompare, essi riescono a sfuggire a Teoclimeno,
mentre i Dioscuri annunciano che Elena, dopo la morte, diventeraÁ una dea.
Il protagonista dello Ione eÁ il figlio di CreuÁsa e di Apollo, che, nato di nascosto, eÁ
stato esposto dalla madre e allevato dalla Pizia, la sacerdotessa di Apollo; poi eÁ divenuto
ministro del dio nel tempio di Delfi. CreuÁsa, essendo giunta con il marito Xuto a Delfi,
consulta l'oracolo ed Apollo profetizza che il vero figlio di Xuto eÁ il ragazzo che egli
incontreraÁ per primo. Xuto incontra Ione e crede che il fanciullo sia il figlio di una
donna con la quale egli ha avuto un'avventura giovanile. CreuÁsa, odiando il ragazzo,
decide di farlo avvelenare dal pedagogo, tuttavia la sua trama viene scoperta ed ella sta
per essere condannata. Ma ecco che giunge la sacerdotessa del tempio, la quale reca con
se i segni del riconoscimento. Alla fine Atena rivela che Ione eÁ realmente figlio di Apollo.
Il tema delle Fenicie eÁ lo stesso dei Sette a Tebe di Eschilo e il coro delle prigioniere
fenicie in Tebe daÁ il titolo al dramma. Mentre i sette eroi combattono sotto le mura di
Tebe, Giocasta tenta invano una riconciliazione tra i suoi due figli, EteÁocle e PolinõÁce.
Giunge poi un messo, che annunzia la vittoria dei Tebani sui nemici; a questo punto i
due fratelli si sfidano e si uccidono reciprocamente. Giocasta si toglie la vita, mentre
Creonte, divenuto re di Tebe, manda via EÁdipo e getta fuori dalle mura il corpo di
PolinõÁce. Antigone daÁ sepoltura al fratello rimasto insepolto e poi accompagna nel-
l'esilio il padre EÁdipo, che si dirige verso Colono.
Nel prologo dell'Oreste Elettra e il fratello sono in attesa della condanna per il
matricidio che hanno commesso. Oreste eÁ tormentato dal rimorso e la sorella decide di

LETTURE
410 ANTOLOGICHE
morire insieme con lui, ma ecco che giunge Tindaro, padre di Clitemnestra, il quale,
appoggiato da MenelaÁo, afferma che i due nipoti devono essere lapidati. Pilade, amico
di Oreste, sopraggiunto improvvisamente, ordisce un piano contro MenelaÁo con Oreste
ed Elettra: si recano da Elena e stanno per ucciderla, ma la donna scompare ed essi
prendono come ostaggio Ermione, figlia di Elena e MenelaÁo. Minacciano poi di ucci-
dere la fanciulla, ma Apollo dispone in questo modo: Oreste dopo un anno di esilio
andraÁ ad Atene, dove saraÁ assolto dall'AreoÁpago, poi sposeraÁ Ermione e regneraÁ su
Argo; Pilade, infine, si uniraÁ con Elettra.
All'inizio dell'Ifigenia in Aulide viene presentato Agamennone che, stando sul
punto di salpare per Troia, riceve dall'indovino Calcante l'ordine di sacrificare la figlia
Ifigenia alla dea Artemide. Dapprima esita, poi cede alla volontaÁ divina. Ifigenia viene
condotta nel campo acheo con il pretesto delle sue nozze con Achille, ma, quando ella e
la madre Clitemnestra scoprono la veritaÁ, supplicano invano Agamennone di desistere
dalla sua decisione. Infine la fanciulla decide di affrontare la morte, ma im-
provvisamente scompare, poiche Artemide ha sostituito a lei una cerva, che viene
sgozzata sull'altare.
Il protagonista delle Baccanti eÁ DioÁniso, inviso a PeÁnteo, re di Tebe e cugino del
dio. PeÁnteo considera immorali le orge di DioÁniso e delle baccanti, tra le quali vi sono
anche sua madre AgaÁve e sua zia SeÁmele, sorella di AgaÁve e madre di DioÁniso. Egli fa
quindi imprigionare il dio e le donne del suo seÁguito, che vengono poi miracolosamente
liberati. PeÁnteo, travestito da baccante, si reca successivamente sul monte Citerone, per
assistere alle orge dionisiache. A questo punto le baccanti lo assalgono e lo dilaniano,
credendolo una fiera, e sua madre AgaÁve infigge il suo capo sul bastone; ma, quando
prende coscienza del delitto commesso, fugge via dal monte Citerone.
Oltre alle suddette 17 tragedie esaminate, di Euripide si tramanda anche il Reso, il
cui argomento eÁ tratto dal libro X dell'Iliade, e che, tuttavia, alla maggior parte dei
critici appare un'opera da non attribuire al poeta, ma ad un autore del IV sec. a.C. In
essa si narra l'impresa di OdõÁsseo e Diomede, i quali si recano nel campo troiano e
uccidono il re tracio Reso, alleato dei Troiani.
Ad Euripide eÁ attribuito anche il Ciclope, l'unico dramma satiresco che ci eÁ per-
venuto integralmente e che eÁ tratto dall'episodio di Polifemo (libro IX dell'Odissea).
Sileno, padre dei Satiri, narra di essere stato spinto nella terra dei Ciclopi, che abitano
presso la rupe Etnea e che sono esseri mostruosi, forniti di un solo occhio. Nella spe-
lonca dei Ciclopi sopraggiunge OdõÁsseo con i compagni e lõÁ incontra Sileno. Subito dopo
arriva Polifemo, al quale OdõÁsseo chiede ospitalitaÁ, ma il ciclope si dichiara pronto a
divorare alcuni degli ospiti. Allora OdõÁsseo ordisce un piano: offre tanto vino al Ciclope
da farlo ubriacare e farlo addormentare profondamente; a questo punto l'eroe, con
l'aiuto dei compagni, acceca Polifemo, che, uscito dalla spelonca, viene deriso dal coro
dei satiri. Infine OdõÁsseo rivela al Ciclope il suo vero nome e, nonostante sia minacciato
da quest'ultimo, si allontana sano e salvo con i compagni e i satiri.

c
Maschera teatrale tragica.

E - IL TEATRO: LA TRAGEDIA 411


1. Medea e GiaÁsone si incontrano per l'ultima volta
(Euripide, Medea, 1317-1335, 1351-1364)
Dopo aver ucciso Creonte, re di Corinto, e sua figlia CreuÁsa, la nuova sposa di GiaÁsone,
Medea uccide anche i propri figli e si prepara a fuggire. GiaÁsone apprende dal coro che i
bambini sono stati uccisi dalla madre e tenta di abbattere la porta del palazzo, ma Medea gli
appare nel cielo, sul carro del Sole, mentre si allontana da Corinto. GiaÁsone la insulta per cioÁ
che ella ha commesso e la definisce ``mostro'' per il gesto orribile. La donna, per nulla colpita
dalle parole di GiaÁsone, lo accusa per il fatto di essere stata da lui disprezzata e dichiara che
lui ha causato la morte dei figli.

LGDEIA. Si* sa*rde jimei&| ja$malovket*ei| pt*ka|,


mejqot+| e$qetmx & m ja$le+ sg+m ei$qcarle*mgm;
Pat&rai pomot sot&d$. Ei$ d$ e$lot& vqei*am e>vei|,
*
ke*c$, ei> si bot*kz, veiqi+ d$ ot$ wat*rei| pose*. 1320
Soio*md$ o>vgla pasqo+| %Gkio| pasg+q
di*dxrim g<li&m, e>qtla pokeli*a| veqo*|.
IARXM. #X li&ro|, x # le*cirsom e$vhi*rsg ct*mai
heoi&| se ja$loi+ pamsi* s$ a$mhqx*pxm ce*mei,
g%si| se*jmoiri roi&rim e$lbakei&m ni*uo| 1325
e>skg| sejot&ra, ja>l$ a>paid$ a$px*kera|.
jai+ sat&sa dqa*rar$ g%kio*m se pqorbke*pei|
jai+ cai&am, e>qcom ska&ra dtrrebe*rsasom.
o>koi$. e$cx+ de+ mt&m uqomx & , so*s$ ot$ uqomx
& m,
o%s$ e$j do*lxm re baqba*qot s$ a$po+ vhomo+| 1330
%Ekkgm$ e$| oi#jom g$co*lgm, jajo+m le*ca,
pasqo*| se jai+ cg&| pqodo*sim g% r$ e$hqe*waso.
So+m ro+m d$ a$ka*rsoq$ ei$| e>l$ e>rjgwam heoi*.
jsamot&ra ca+q dg+ ro+m ja*rim paqe*rsiom
so+ jakki*pq{qom ei$re*bg| $Aqcot&| rja*uo| Â...Ã 1335
LGDEIA. Lajqa+m a/m e$ne*seima soi&rd$ e$mamsi*om
ko*coirim, ei$ lg+ Fet+| pasg+q g$pi*rsaso
oi'$ e$n e$lot& pe*pomha| oi'a* s$ ei$qca*rx.
rt+ d$ ot$j e>lekke| sa>l$ a$sila*ra| ke*vg
seqpmo+m dia*neim bi*osom e$ccekx & m e$loi*. 1355
ot$d$ g< st*qammo|, ot$d$ o< roi+ pqorhei+| ca*lot|
Jqe*xm a$masei+ sg&rde* l$ e$jbakei&m vhomo*|.
Pqo+| sat&sa jai+ ke*aimam, ei$ bot*kz, ja*kei
jai+ Rjt*kkam g= Stqrgmo+m { > jgrem pe*dom.
sg&| rg&| ca+q x<| vqg+ jaqdi*a| a$mhgwa*lgm. 1360
IARXM. Jat$sg* ce ktpz& jai+ jajx & m joimxmo+| ei#.
LGDEIA. Ra*u$ >irhi. kt*ei d$ a>kco|, g/m rt+ lg+ $cceky&|.
IARXM. #X se*jma, lgsqo+| x<| jajg&| e$jt*qrase.
LGDEIA. #X pai&de|, x<| x > kerhe pasq{*y mo*r{.

LETTURE
412 ANTOLOGICHE
MEDEA. Perche scuoti e tenti di abbattere questa porta,
cercando i (figli) morti e me, che ho commesso (il delitto)?
Cessa questa fatica. Se hai bisogno di me,
parla, se vuoi qualcosa; ma non mi toccherai mai con la mano.
Il Sole, padre di mio padre, mi ha dato
questo carro, difesa contro una mano nemica.
GIAÁSONE. O mostro, o donna molto odiosa
agli deÁi, a me e a tutto il genere umano,
tu che hai osato levare la spada sui tuoi figli,
dopo averli generati, e che mi hai distrutto, privandomi dei figli;
pur avendo fatto questo, guardi ancora il sole
e la terra, avendo compiuto l'azione piuÁ orrenda;
che tu possa morire! Io ora ragiono, mentre ero fuori di senno allora,
quando ti portai dalla tua casa e da una terra barbara
in una casa greca, te, orribile flagello,
traditrice di tuo padre e della terra che ti nutrõÁ.
Gli deÁi scagliarono contro di me il tuo malefico demone;
dopo aver ucciso, infatti, tuo fratello presso il focolare domestico,
ti imbarcasti sulla nave Argo dalla bella prora [...]
MEDEA. Potrei dilungarmi a rispondere a queste parole,
se il padre Zeus non sapesse bene
cioÁ che hai avuto da me e cioÁ che hai fatto;
tu, dopo aver disprezzato il mio amore, non eri destinato
a vivere una vita felice, facendomi oggetto di derisione;
nemmeno la regina, ne Creonte, che ti aveva proposto le nozze,
mi avrebbero scacciata impunemente da questa terra.
PercioÁ, se vuoi, chiamami pure leonessa,
e Scilla che abita la terra tirrenica;
ti ho colpito al cuore come si deve.
GIAÁSONE. Anche tu stessa soffri e condividi queste sventure.
MEDEA. Sappilo bene; il dolore eÁ lieve per me, se tu non mi deridi.
GIAÁSONE. O figli, quale madre malvagia vi toccoÁ in sorte!
MEDEA. O figli, come siete morti per la follia di vostro padre!

c
Henri Klagmann, Medea con i figli (1868).
Nancy (Francia), Museo delle Belle Arti.

E - IL TEATRO: LA TRAGEDIA 413


2. La morte del piccolo Astianatte
(Euripide, Troiane, 740-765)
Dopo la caduta di Troia, le donne della famiglia di Priamo diventano
prigioniere dei Greci e sono in attesa del loro destino. Mentre Ecuba e An-
dromaca compiangono la loro sorte e si confortano a vicenda, l'araldo di
Agamennone, Taltibio, annuncia loro che gli Achei hanno deciso di uccidere
Astianatte, il figlioletto di Ettore. Andromaca saluta il figlio, costretta a con-
segnarlo ai nemici, affermando di aver generato Astianatte non perche fosse
vittima dei Greci, ma perche regnasse un giorno sui Troiani. Al bambino che
piange e si aggrappa al suo peplo, la disperata madre dice che nessuno potraÁ
aiutarlo e gli chiede l'ultimo abbraccio e l'ultimo bacio.
AMDQOLAVG. ANDROMACA.
#X ui*ksas$, x # peqirra+ silghei+| se*jmom, 740 O carissimo, o figlio amato piuÁ di ogni altra cosa,
hamz& pqo+| e$vhqx & m lgse*q$ a$hki*am kipx*m, devi morire
g< sot& pasqo+| de* r$ et$ce*mei$ a$pojsemei&, per mano dei nemici, dopo aver lasciato la tua
g= soi&rim a>kkoi| ci*cmesai rxsgqi*a, mamma infelice
so+ d$ e$rhko+m ot$j e$| jaiqo+m g#khe roi+ pasqo*|. ti uccideraÁ la nobiltaÁ di tuo padre,
#X ke*jsqa sa$la+ dtrstvg& se jai+ ca*loi, 745 che per gli altri eÁ la salvezza,
oi'| g#khom e$| le*kahqom %Ejsoqo*| pose, mentre per te la fama del padre non venne op-
ot$ rua*ciom ti<o+m Damai^dai| se*notr$ e$lo*m, portuna.
a$kk$ x<| st*qammom $Aria*do| poktrpo*qot. O miei amori infelici e nozze,
#X pai&, dajqt*ei|. ai$rha*mz jajx & m re*hem; per le quali una volta venni nella casa di Ettore,
Si* lot de*dqanai veqri+ ja$mse*vz pe*pkxm, 750 non per partorire mio figlio come vittima per i
meorro+| x<rei+ pse*qtca| e$rpi*smxm e$la*|; Danai,
Ot$j ei#rim %Ejsxq jkeimo+m a<qpa*ra| do*qt ma perche fosse re della fertile Asia!
cg&| e$namekhx+m roi+ ue*qxm rxsgqi*am, O figlio, tu piangi: comprendi la tua sciagura?
ot$ rtcce*meia pasqo*|, ot$j i$rvt+| Uqtcx & m. Perche fai cosõÁ e ti aggrappi con le mani al mio
ktcqo+m de+ pg*dgl$ e$| sqa*vgkom t<wo*hem 755 peplo,
perx+m a$moi*jsx|, pmet&l$ a$poqqg*nei| re*hem. rifugiandoti come un pulcino sotto le mie ali?
#X me*om t<pacja*kirla lgsqi+ ui*ksasom, Non verraÁ Ettore, afferrata la lancia gloriosa,
x# vqxso+| g<dt+ pmet&la. dia+ jemg&| a>qa balzato dalla terra per portarti la salvezza,
e$m rpaqca*moi| re larso+| e$ne*hqew$ o%de, ne i parenti di tuo padre, ne la forza dei Frigi;
la*sgm d$ e$lo*vhotm jai+ jasena*mhgm po*moi|. 760 caduto dall'alto a capofitto con un salto fatale,
Mt&m, ot>pos$ at#hi|, lgse*q$ a$rpa*fot re*hem, senza compianto, spezzerai la tua vita.
pqo*rpisme sg+m sejot&ram, a$lui+ d$ x$ke*ma| O tenero abbraccio cosõÁ caro alla madre,
e%kirr$ e$loi&| mx*soiri jai+ rso*l$ a%qlorom. o dolce profumo della tua pelle; invano
#X ba*qbaq$ e$netqo*mse| %Ekkgme| jaja*, questo seno ti nutrõÁ in fasce, inutilmente
si* so*mde pai&da jsei*mes$ ot$de+m ai>siom; Â...Ã 765 soffrii e mi logorai nella fatica.
Ora, e mai piuÁ, saluta la tua mamma,
abbraccia chi ti ha generato, gettami
le braccia al collo e dammi un bacio.
O Greci, che avete inventato barbare sciagure,
perche uccidete questo bambino innocente? [...]

b
Particolare di un cratere (vaso in cui si mescolava vino con acqua)
apulo con figure rosse su fondo nero (IV sec. a.C.), che rappresenta
il distacco di Ettore dalla moglie Andromaca e dal figlio
Astianatte. Ruvo di Puglia (Bari), Museo Archeologico Nazionale
di Palazzo Jatta.

LETTURE
414 ANTOLOGICHE
3. L'insana passione di Fedra
(Euripide, Ippolito coronato, vv. 198-249)
Fedra, sposa di TeÁseo, nutre, suo malgrado, un'insana passione per il figliastro Ippolito.
Ella confessa alla nutrice questo suo amore, pur provandone vergogna e, caduta in preda ad
un profondo delirio, fa comprendere alla nutrice e alle ancelle la sua grande sofferenza.
Vorrebbe correre nella foresta, incitare i cani nella caccia e inseguire i cervi, oppure desi-
dererebbe domare i puledri lungo la riva del mare. Ritornata in seÂ, ha ritegno di cioÁ che ha
detto, poiche le sue parole sono rivelatrici del suo amore per Ippolito.
UAIDQA. >Aqase* lot de*la|, o$qhot&se ja*qa. FEDRA. Sollevatemi il corpo, sollevatemi il capo:
ke*ktlai leke*xm rt*mderla ui*kxm. sono fiaccata nelle giunture delle mie membra.
Ka*bes$ et$pg*vei| vei&qa|, pqo*pokoi. 200 Prendete le mie mani dal polso ben tornito, ancelle.
Baqt* loi jeuaka&| e$pi*jqamom e>veim. EÁ un peso per me avere l'acconciatura del capo;
a>uek$, a$lpe*sarom bo*rsqtvom x > loi|. toglimela, e scioglimi i riccioli sulle spalle.
SQOUOR. Ha*qrei, se*jmom, jai+ lg+ vakepx &| NUTRICE. Coraggio, figlia mia, non agitare
lesa*bakke de*la|. il corpo violentemente.
<Qy&om de+ mo*rom lesa* h$ g<rtvi*a| 205 Sopporterai piuÁ facilmente la malattia
jai+ cemmai*ot kg*laso| oi>rei|. con calma e buona volontaÁ:
lovhei&m de+ bqosoi&rim a$ma*cjg. per i mortali eÁ necessario soffrire.
UAIDQA. Ai$ai&. FEDRA. AhimeÁ;
px & | a/m dqoreqa&| a$po+ jqgmi&do| come potrei attingere da una rugiadosa sorgente
jahaqx & m t<da*sxm px & l$ a$qtrai*lam, una bevanda di acqua pura,
t<po* s$ ai$cei*qoi| e>m se jolg*sz 210 e riposare sotto i pioppi,
keilx & mi jkihei&r$ a$mapatrai*lam; distesa in un prato ombroso?
SQOUOR. #X pai&, si* hqoei&|; NUTRICE. Figlia, che dici?
Ot$ lg+ paq$ o>vk{ sa*de cgqt*rz Non pronuncerai parole simili in mezzo alla gente,
lami*a| e>povom q<i*psotra ko*com; lasciandoti sfuggire un discorso pieno di follia?
UAIDQA. Pe*lpese* l$ ei$| o>qo|. ei#li pqo+| t%kam 215 FEDRA. Accompagnatemi sul monte: androÁ nella foresta
jai+ paqa+ pet*ja|, %ima hgqouo*moi e in mezzo ai pini, dove corrono
rsei*botri jt*me| le cagne avide del sangue delle fiere,
bakiai&| e$ka*uoi| e$cvqilpso*lemai. inseguendo i cervi dalla pelle screziata.
pqo+| hex & m, e>qalai jtri+ hxt^nai Per gli deÁi! Desidero incitare i cani
jai+ paqa+ vai*sam namha+m q<&iwai 220 e scagliare, sfiorando la mia bionda chioma,
Serrako+m o%qpaj$, e$pi*kocvom e>votr$ il giavellotto tessalo, impugnando
e$m veiqi+ be*ko|. con la mano la lancia appuntita.
SQOUOR. Si* pos$, x # se*jmom, sa*de jgqai*mei|; NUTRICE. Perche mai, figlia, tu deliri in questo modo?
Si* jtmgceri*xm jai+ roi+ leke*sg; Che ti importa della caccia?
Si* de+ jqgmai*xm marlx & m e>qarai; 225 Perche desideri acque sorgive?
Pa*qa ca+q dqoreqa+ pt*qcoi| rtmevg+| Accanto alle torri, infatti,
jkist*|, o%hem roi px & la ce*mois$ a>m. c'eÁ un rugiadoso pendio,
UAIDQA. De*rpoim$ a<ki*a| >Aqseli Ki*lma| dal quale potresti attingere la bevanda.
jai+ ctlmari*xm sx & m i<ppojqo*sxm, FEDRA. Artemide, signora della marina Limne
ei>he cemoi*lam e$m roi&| dape*doi|, 230 e dei luoghi dove si allenano i cavalli,
px*kot| $Eme*sa| dalakifole*ma. oh, se potessi essere sul tuo suolo,
SQOUOR. Si* so*d$ at# paqa*uqxm e>qqiwa| e>po|; domando puledri veneti!
Mt&m dg+ le+m o>qo| ba&r$ e$pi+ hg*qa| NUTRICE. Perche mai ti lasciasti sfuggire questa parola
po*hom e$rse*kkot, mt&m d$ at# wala*hoi| nel delirio?
e$p$ a$jtla*msoi| px*kxm e>qarai. 235 Poco fa esprimevi il desiderio della caccia,
Sa*de lamsei*a| a>nia pokkg&|, salita sul monte, ora invece tu desideri i cavalli
o%rsi| re hex & m a$mareiqa*fei sulla sabbia al riparo dalle onde.
jai+ paqajo*psei uqe*ma|, x # pai&. Tutto questo ha bisogno di una grande arte
divinatoria,
per sapere quale degli deÁi ti imbriglia
e ti stravolge la mente, o figlia.

E - IL TEATRO: LA TRAGEDIA 415


UAIDQA. Dt*rsgmo| e$cx*, si* pos$ ei$qcara*lgm; FEDRA. Me infelice, che cosa mai ho fatto?
Poi& paqepka*cvhgm cmx*lg| a$cahg&|; 240 Dove ho errato, fuori di senno?
$Ela*mgm, e>perom dai*lomo| a>sz. Fui pazza, caddi nell'accecamento di un demone.
Uet& uet&, skg*lxm. Ahi, ahi, infelice!
Lai&a, pa*kim lot jqt*wom jeuakg*m, Nutrice, coprimi di nuovo il capo,
ai$dot*leha ca+q sa+ kekecle*ma loi. poiche arrossisco delle cose dette.
Jqt*pse. jas$ o>rrxm da*jqt loi bai*mei, 245 Coprimi; mi cadono lacrime dagli occhi,
jai+ e$p$ ai$rvt*mgm o>lla se*sqapsai. e il mio sguardo eÁ pieno di vergogna.
So+ ca+q o$qhot&rhai cmx*lgm o$dtmy&. EÁ, infatti, doloroso ritornare in senno;
so+ de+ laimo*lemom jajo*m. a$kka+ jqasei& la follia eÁ un male; la cosa migliore
lg+ cicmx*rjoms$ a$poke*rhai. eÁ morire senza sapere.

m
Alexandre Cabanel, Fedra (1880). Montpellier (Francia), Museo Fabre.

LETTURE
416 ANTOLOGICHE
d
F IL TEATRO:
LA COMMEDIA
Aristofane

Aristofane, nato ad Atene nel 444-441 a.C., ricevette un'accurata


ARISTOFANE educazione. Seguace del partito aristocratico, gli furono invisi i
(444/441-382 a.C.) demagoghi che dominarono in Atene dopo la morte di Pericle:
cenni biografici e opere Cleone, Iperbolo e Cleofonte. Conobbe i poeti tragici ed Erodoto
ed ebbe contatti con alcuni sofisti. MorõÁ intorno al 382 a.C.
EsordõÁ come poeta comico all'etaÁ di diciassette anni sotto
falso nome, mentre i Cavalieri furono la prima commedia rap-
presentata con il suo nome nel 424 a.C. I grammatici alessan-
drini gli attribuirono 44 opere, ma a noi ne sono pervenute 11:
gli Acarnesi, i Cavalieri, le Nuvole, le Vespe, la Pace, gli Uccelli,
la Lisistrata, le TesmoforiazuÁse, le Rane, le EcclesiazuÁse e il
Pluto.
Nelle sue commedie Aristofane si mostra sempre amante
della pace e della libertaÁ, conservatore ma con una spiccata
simpatia per il popolo. I suoi strali sono rivolti soprattutto
contro i demagoghi, contro Socrate e contro Euripide. EÁ addo-
lorato per la decadenza dei costumi della sua patria, che egli
critica attraverso lazzi, beffe, battute salaci e caricature. Con
schiettezza e sinceritaÁ, umorismo e naturalezza, riesce a far di-
vertire immensamente il pubblico; pur non essendo empio, tal-
volta osa canzonare persino gli deÁi.
m Il titolo degli Acarnesi deriva dal coro, costituito da car-
Immagine di Aristofane, proveniente
dall'archivio del ``Progetto Gutenberg''. bonai del demo attico di Acarne. Mentre i demagoghi pro-
traggono la guerra del Peloponneso, Diceopoli («il cittadino
giusto») decide di concludere privatamente una pace trentennale
con gli Spartani. Poiche viene accusato di tradimento dai carbonai di Acarne, chiede ad
Euripide l'abbigliamento di uno dei suoi eroi poveri e poi pronuncia un'orazione, in cui
rivela le vere cause della guerra. Uno dei piuÁ accaniti sostenitori della guerra, Lamaco, si
oppone, ma alla fine, costretto a recarsi in guerra lui stesso, torna ferito e malconcio.
Viene deriso da Diceopoli, il quale banchetta e si diverte con due cortigiane.
Nei Cavalieri, che prendono il titolo dal coro costituito da alcuni onesti conser-
vatori, vi eÁ una violenta satira contro il demagogo Cleone, eccessivamente guerra-
fondaio, e il popolo ateniese, che si lascia facilmente convincere. Un vecchio stolto,

F - IL TEATRO: LA COMMEDIA 417


Demos («il popolo»), ha acquistato uno schiavo della Paflagonia, Paflagone (che rap-
presenta Cleone), disonesto e scaltro, a causa del quale va in rovina, accecato dalle
ipocrite attenzioni. Due servitori fedeli (che rappresentano i conservatori Demostene e
Nicia), con l'aiuto dei cavalieri, cercano invano di far aprire gli occhi al loro padrone.
Poi aizzano contro Paflagone un salsicciaio (che rappresenta il demagogo Iperbolo):
quest'ultimo, piuÁ scaltro di Paflagone, viene esortato affinche tenti di sostituirlo nelle
grazie di Demos. Si svolge un violento diverbio tra il salsicciaio e Paflagone, del quale
vengono denunciati tutti i raggiri. Alla fine risulta vincitore il salsicciaio, alle cui arti si
affida Demos, che appare sulla scena elegantemente vestito e ringiovanito.
La commedia le Nuvole prende il titolo dai coreuti vestiti da nuvole e costituisce un
attacco contro Socrate e i Sofisti. Strepsiade, un contadino all'antica, ha sposato una
donna di cittaÁ, molto ambiziosa, che gli ha dato un figlio, Fidippide, il quale ha la
passione per i cavalli e pensa solo a godersi la vita, sperperando il denaro del padre.
Strepsiade, che non vuole piuÁ pagare i debiti del figlio, vorrebbe mandarlo ad una
scuola, il «Pensatoio», diretta da Socrate, dove si insegna, a pagamento, l'arte di vincere
ogni causa. Il giovane rifiuta e il padre si reca lui stesso al «Pensatoio», per apprendere
la nuova paidei*a, ma, essendo troppo vecchio e ignorante, viene mandato via; riesce,
tuttavia, a convincere Fidippide a presentarsi alla scuola. Alla presenza del nuovo
alunno si svolge un agone tra il Discorso Giusto e il Discorso Ingiusto, che vince e attira
l'attenzione del giovane. In breve tempo Fidippide diventa un ottimo studente, a tal
punto che non solo riesce a liberarsi dei creditori, ma arriva persino a percuotere il
padre, dimostrandogli, con la sua dialettica, che eÁ un suo diritto farlo. Strepsiade, fuori
di seÂ, si precipita al «Pensatoio» e lo incendia.
Nelle Vespe vengono scherniti alcuni ateniesi fanatici dei processi e dei tribunali. Il
protagonista eÁ Filocleone («che ama Cleone»), un vecchio eliasta, un membro cioeÁ del
tribunale popolare dell'ElieÁa. Egli eÁ cosõÁ legato alla sua attivitaÁ di giudice che il figlio
Bdelicleone («colui che ha ripugnanza per Cleone») lo ritiene malato e cerca di farlo
rinsavire, costringendolo a rimanere a casa, mentre il vecchio tenta in ogni modo di
fuggire e il coro dei giudici, travestiti da vespe, inutilmente tenta di portarlo via. Af-
finche il padre non senta troppo la nostalgia dei tribunali, Bdelicleone gli permette di
organizzare in casa un processo contro un cane, che ha rubato un pezzo di formaggio.
Filocleone, per la prima volta in vita sua, ma indotto da un inganno del figlio, assolve un
imputato e viene colto da malore. Dopo che si eÁ riavuto, Bdelicleone lo accompagna ad
un simposio e qui l'anziano giudice, eccitato dal vino, perde il controllo: canta, balla e
porta via con se una bella flautista.
All'inizio della commedia intitolata la Pace compaiono sulla scena due schiavi, che
preparano il cibo per un gigantesco scarabeo stercorario, di proprietaÁ del vignaiuolo
Trigeo. Quest'ultimo, stanco dei lunghi anni della guerra del Peloponneso, decide di
recarsi, sul gigantesco scarabeo, alla reggia di Zeus, per supplicarlo di porre fine alla
guerra. LõÁ non trova nessuno degli deÁi, tranne Ermes, poiche le divinitaÁ, disgustate dal
comportamento degli uomini, si sono trasferite altrove. Da Ermes Trigeo apprende che
Polemos («la guerra») tiene rinchiusa in un antro EireÁne («la pace») ed ha intenzione di
pestare in un mortaio tutte le cittaÁ greche. Viene percioÁ mandato un servo di Polemos
ad Atene per prendere un pestello, ma il servo ritorna a mani vuote e riferisce che ``il
pestello degli Ateniesi'' (Cleone) eÁ morto. Mandato poi a Sparta, il servo ritorna ancora
una volta a mani vuote, riferendo che anche gli Spartani hanno perduto il loro ``pe-
stello'' (Brasida). Mentre Polemos decide di costruirsi l'attrezzo da seÂ, Trigeo libera
EireÁne, insieme con Opora (la dea dell'abbondanza) e Teoria (la dea della festa). Trigeo
poi ritorna con le nuove compagne ad Atene, mostra ai suoi concittadini i vantaggi
della pace, esortandoli a riprendere il lavoro dei campi, e decide di sposare Opora.

LETTURE
418 ANTOLOGICHE
Negli Uccelli viene narrata l'avventura di due Ateniesi, Pistetero («il buon com-
pagno») ed Evelpide («colui che spera bene»), i quali, stanchi della vita di cittaÁ, guidati
da una cornacchia e da un corvo, decidono di andare a vivere in un altro luogo, tran-
quillo e sereno. Finalmente, con l'aiuto di Upupa (l'uccello in cui si eÁ trasformato Tereo)
essi riescono a fondare a mezz'aria una nuova cittaÁ, Nefelococcugia («la cittaÁ delle
nuvole e dei cuculi), nella quale non sono accolti gli indovini, i delatori, i noiosi e gli
imbroglioni. Durante la costruzione della cittaÁ il coro degli uccelli loda i meriti della
stirpe degli uccelli nei riguardi degli uomini. Pistetero ed Evelpide intercettano il fumo
delle vittime prodotto durante i sacrifici e costringono gli deÁi alla fame. Dopo lunghe
trattative Zeus eÁ costretto a capitolare, a riconoscere la sovranitaÁ degli uccelli e a dare in
sposa RegalitaÁ a Pistetero.
La protagonista della Lisistrata («colei che scioglie gli eserciti») eÁ una donna ate-
niese, stanca, come tutte le altre, della guerra tra Ateniesi e Spartani. Ella convoca tutte
le donne, comprese quelle di Sparta, e le convince che l'unico mezzo per spingere gli
uomini alla pace eÁ quello di non avere rapporti con loro. Il progetto di Lisistrata viene
attuato anche con l'appoggio di LampidoÁ, che guida le donne spartane. Gli uomini,
sicuri di avere la meglio su un piccolo gruppo di donne, tentano di scacciarle dall'a-
cropoli, dove esse si sono trasferite per fare resistenza. Alla fine Spartani e Ateniesi si
incontrano per le trattative e la pace viene conclusa: le donne allora si riconciliano con i
mariti e tornano a casa con loro.
Nelle TesmoforiazuÁse («le donne alla festa di DemeÁtra») viene presa di mira la
presunta misoginia di Euripide, il quale, secondo un'opinione molto diffusa, avendo
messo in scena personaggi femminili immorali, aveva reso un pessimo servigio alle
donne. Il poeta teme che esse, riunitesi per l'occasione della festa, possano tendergli
qualche insidia e, pertanto, manda alla festa il suocero, Mnesiloco, il quale si traveste da
donna, poiche dalla cerimonia sono esclusi gli uomini. Durante la riunione le donne si
dichiarano offese dalle diffamazioni di Euripide e lo condannano a morte. Mnesiloco
tenta inutilmente di difendere il poeta, ma desta dei sospetti, viene catturato e affidato
prima ad una vecchia e poi ad un arciere della Scizia. Allora interviene Euripide, che
cerca di salvare Mnesiloco: in seÁguito a qualche vano tentativo egli vi riesce, dopo aver
promesso di non parlare piuÁ male delle donne. Travestito da vecchia mezzana, conduce
con se due fanciulle, una danzatrice e una flautista, che riescono a distrarre l'arciere e a
permettere a Euripide e Mnesiloco di fuggire insieme.
Nelle Rane protagonista dell'azione eÁ il dio DioÁniso, il quale, morti i tre grandi
tragediografi, ritiene che sia molto basso il livello dei poeti contemporanei e decide di
scendere nell'Ade accompagnato dal servo Xantia, per riportare sulla terra Euripide. I
due viaggiatori, giunti sulla riva della palude Stigia, si accorgono che la barca del
nocchiero Caronte eÁ troppo piccola, per cui Xantia eÁ costretto a guadare la palude,
mentre si ode il monotono canto delle rane. Giungono finalmente nel regno di Plutone,
il re dell'Ade, dove DioÁniso viene eletto giudice di una gara tra Eschilo ed Euripide, i
quali si lanciano reciproche accuse: Euripide critica Eschilo per il suo linguaggio en-
fatico, che nasconde povertaÁ di ispirazione; Eschilo, a sua volta, rinfaccia ad Euripide di
aver distrutto la dignitaÁ dei suoi personaggi, di aver usato virtuosismi verbali e di aver
messo in scena vizi e immoralitaÁ. Euripide, a sua volta, riprende la parola, definendo
ripetitivi i prologhi di Eschilo, che cerca di rendere ridicolo l'avversario, invitandolo a
recitare alcuni versi dei suoi prologhi e interrompendolo sempre dopo le prime battute.
DioÁniso allora soppesa i versi dei due contendenti su una bilancia e, trovando piuÁ
pesanti quelli di Eschilo, assegna la vittoria a quest'ultimo, che ritorneraÁ sulla terra,
lasciando nell'Ade il posto d'onore a Sofocle.
Protagoniste delle EcclesiazuÁse («le donne a parlamento») sono le donne ateniesi

F - IL TEATRO: LA COMMEDIA 419


che, stanche del governo degli uomini rivelatisi incapaci, decidono, sotto la guida di una
di loro, PrassaÁgora, di impossessarsi del potere. Escono alle luci dell'alba, lasciando i
mariti addormentati, si travestono da uomini con barbe e mantelli e si recano al-
l'assemblea. Qui votano una legge, che conferisce loro il potere e stabilisce, altresõÁ, la
comunione generale dei beni, l'abolizione dei tribunali e della famiglia, la paritaÁ asso-
luta dei diritti senza distinzione di etaÁ e di sesso, in modo tale che tutti, uomini e donne,
sia giovani e belli che vecchi e brutti, abbiano diritto all'amore. Dopo un primo mo-
mento di stupore, gli uomini si dichiarano soddisfatti, poicheÂ, se governeranno le donne,
essi avranno piuÁ tempo per godersi la vita. Ben presto, tuttavia, le conseguenze della
nuova costituzione cominciano a notarsi: vi sono scene di gelosia e scene di grande
comicitaÁ. Un giovane, che si reca presso la sua innamorata, eÁ costretto a subire gli assalti
di tre donne, tutte vecchie e brutte. Arriva, poi, l'ancella di PrassaÁgora, per invitare il
marito della padrona al banchetto comune: ella eÁ piuttosto allegra, per aver assaggiato
ripetutamente del vino, per cui tenta anche di sottrarre il marito alla sua padrona. Alla
fine si svolge un sontuoso banchetto per l'inaugurazione del nuovo governo.
L'azione del Pluto eÁ ambientata ad Atene, dove Cremilo, un povero contadino, si
reca a consultare l'oracolo di Apollo a Delfi, per conoscere l'avvenire del suo unico
figlio. Poiche il dio gli ha risposto di condurre a casa con se la prima persona che
incontreraÁ appena uscito dal tempio, il primo in cui Cremilo si imbatte, un vecchio
lacero e cieco, viene condotto a casa: qui il vecchio dichiara di essere Pluto, il dio della
ricchezza, e di essere divenuto cieco a causa di Zeus; per questo motivo, quindi, le
ricchezze sono mal distribuite tra gli uomini. Cremilo, commosso da queste parole, si
reca al tempio di Asclepio, il dio della medicina, per far riacquistare la vista a Pluto.
Appena guarito, Pluto comincia a distribuire le ricchezze in modo equo e cosõÁ Cremilo,
che eÁ onesto, da povero diventa ricco, e ugualmente tutti i buoni come lui, mentre i
malvagi perdono le loro sostanze.

b
Particolare del cosiddetto
``Sarcofago delle Muse'', che
rappresenta TalõÁa, musa della
commedia, con una maschera
comica. Parigi, Museo del
Louvre.

LETTURE
420 ANTOLOGICHE
1. Fidippide decide di percuotere il padre
(Aristofane, Nuvole, 1399-1419)
Strepsiade ha inviato il suo unico figlio, Fidippide, al «Pensatoio», la scuola di Socrate,
nella quale si apprende l'arte della dialettica. Il giovane diventa un ottimo allievo e dimostra
al padre che ora ha imparato ad usare discorsi sottili. Tra l'altro afferma che eÁ giusto
bastonare il proprio padre: avendolo quest'ultimo picchiato, quando egli era bambino e
unicamente per il suo bene, ora Fidippide ritiene giusto prendere a bastonate Strepsiade,
perche i vecchi sono due volte bambini.
UEIDIPPIDGR. <X| g<dt+ jaimoi&| pqa*clarim jai+ denioi&| o<likei&m
jai+ sx& m jahersx*sxm mo*lxm t<pequqomei&m dt*marhai. 1400
$Ecx+ ca+q o%se le+m i<ppijz& so+m mot&m lo*mz pqorei&vom,
ot$d$ a/m sqi*$ ei$pei&m q<g*lah$ oi'o*| s$ g#m pqi+m e$nalaqsei&m.
mtmi+ d$, e$peidg* l$ ot<sori+ sot*sxm e>patrem at$so*|,
cmx*lai| de+ kepsai&| jai+ ko*coi| nt*meili jai+ leqi*lmai|,
oi#lai dida*neim x<| di*jaiom so+m pase*qa joka*feim. 1405
RSQEWIADGR. %Ippete soi*mtm mg+ Di*$, x<| e>loice jqei&sso*m e$rsim
%ippxm sqe*ueim se*hqippom g/ stpso*lemom e$pisqibg&mai.
UEIDIPPIDGR. $Ejei&re d$ o%hem a$pe*rvira*| le sot& ko*cot le*seili,
jai+ pqx & s$ e$qg*rolai* re sohsi*. pai&da* l$ o>ms$ e>stpse|;
RSQEWIADGR. >Ecxce* r$, et$mox & m se jai+ jgdo*lemo|.
UEIDIPPIDGR. Ei$pe+ dg* loi, 1410
ot$ ja$le+ roi+ di*jaio*m e$rsim et$moei&m o<loi*x|
st*pseim s$, e$peidg*peq ce sot&s$ e>rs$ et$moei&m, so+ st*pseim;
Px & | ca+q so+ le+m ro+m rx & la vqg+ pkgcx & m a$h{ & om ei#mai,
sot$lo+m de+ lg*; Jai+ lg+m e>utm e$ket*heqo*| ce ja$cx*.
«Jka*otri pai&de|, pase*qa d$ ot$ jka*eim dojei&|;» 1415
Ug*rei| moli*ferhai rt+ paido+| sot&so sot>qcom ei#mai.
e$cx+ de* c$ a$msei*poil$ a/m x<| di+| pai&de| oi< ce*qomse|.
Ei$jo*| se la&kkom sot+| ce*qomsa| g/ me*ot| si jka*eim,
o%r{peq e$nalaqsa*meim g'ssom di*jaiom at$sot*|.

FIDIPPIDE. Che bello avere familiaritaÁ con argomenti nuovi e geniali,


e poter trascurare le leggi costituite!
Io, infatti, quando mi dedicavo soltanto all'ippica,
non ero capace di dire tre parole senza sbagliare;
ma ora che costui mi ha liberato da questi problemi
e ho familiaritaÁ con opinioni, discorsi e pensieri sottili,
penso di dimostrare che eÁ giusto bastonare il proprio padre.
STREPSIADE. Allora, per Zeus, datti all'ippica, perche eÁ meglio per me mantenere
una quadriga di cavalli piuttosto che farmi rompere le ossa a bastonate.
FIDIPPIDE. RiprenderoÁ di laÁ dove mi interrompesti il discorso
e per prima cosa ti chiederoÁ questo: quando ero piccolo, mi picchiavi?
STREPSIADE. SõÁ, ma pensando al tuo bene e preoccupandomi per te.
FIDIPPIDE. Dimmi, allora:
non eÁ giusto che io pensi allo stesso modo al tuo bene
e che ti picchi, dal momento che questo eÁ pensare al bene di qualcuno, picchiarlo?
Infatti, perche il tuo corpo dovrebbe essere immune da percosse
e il mio no? Eppure, sono nato libero anch'io.
«Piangono i figli, non credi debba piangere anche un padre?»
Tu dirai che si ritiene che questo eÁ il trattamento di un bambino;
io potrei risponderti che i vecchi sono due volte bambini.
Ed eÁ giusto che i vecchi piangano piuÁ dei giovani,
perche eÁ meno giusto che essi commettano errori.

F - IL TEATRO: LA COMMEDIA 421


2. Il governo dello Stato deve essere affidato alle donne
(Aristofane, EcclesiazuÁse, 205-241)
PrassaÁgora, travestita da uomo, parla in assemblea e dichiara che il governo di Atene
deve essere affidato alle donne, che sono molto piuÁ sagge e tradizionaliste rispetto agli
uomini. Esse sono, inoltre, molto brave a procurare soldi e non si lasciano trarre in inganno,
poiche sono abituate a imbrogliare.

PQANACOQA. #X dg&le, sot*sxm ai>sioi. 205


Sa+ dglo*ria ca+q lirhouoqot&mse| vqg*lasa
i$di*y rjopei&rh$ e%jarso| o% si si| jeqdamei&,
so+ de+ joimo+m x % rpeq Ai>rilo| jtki*mdesai.
>Gm ot#m e$loi+ pei*hgrhe, rxhg*rerh$ e>si.
Sai&| ca+q ctmaini+ ugli+ vqg&mai sg+m po*kim 210
g<la&| paqadot&mai. Jai+ ca+q e$m sai&| oi$ji*ai|
sat*sai| e$pisqo*poi| jai+ sali*airi vqx*lesa.
CTMAIJER. Et# c$ et# ce mg+ Di*$, et# ce. Ke*ce, ke*c$ x# cahe*.
PQANACOQA. <X| d$ ei$ri+m g<lx& m sot+| sqo*pot| beksi*ome|
e$cx+ dida*nx. Pqx & sa le+m ca+q sa>qia 215
ba*psotri heql{ & jasa+ so+m a$qvai&om mo*lom
a<pana*parai, jot$vi+ lesapeiqxle*ma|
>idoi| a/m at$sa*|. <G d$ $Ahgmai*xm po*ki|,
ei$ sot&so vqgrsx & | ei#vem, ot$j a/m e$r{*feso,
ei$ lg* si jaimo+m a>kko peqigqca*feso. 220
Jahg*lemai uqt*cotrim x % rpeq jai+ pqo+ sot&.
$Epi+ sg&| jeuakg&| ue*qotrim x % rpeq jai+ pqo+ sot&.
Sa+ Herlouo*qi$ a>cotrim x % rpeq jai+ pqo+ sot&.
Pe*ssotri sot+| pkajot&msa| x % rpeq jai+ pqo+ sot&.
Sot+| a>mdqa| e$pisqi*botrim x % rpeq jai+ pqo+ sot&. 225
Loivot+| e>votrim e>mdom x % rpeq jai+ pqo+ sot&.
At<sai&| paqowxmot&rim x % rpeq jai+ pqo+ sot&.
Oi'mom uikot&r$ et>fxqom x % rpeq jai+ pqo+ sot&.
Bimot*lemai vai*qotrim x % rpeq jai+ pqo+ sot&.
Sat*sairim ot#m x # mdqe| paqado*mse| sg+m po*kim 230
lg+ peqikakx & lem, lgde+ ptmhamx*leha
si* pos$ a>qa dqa&m le*kkotrim, a$kk$ a<pk{ & sqo*p{
e$x& lem a>qveim, rjewa*lemoi satsi+ lo*ma,
x<| sot+| rsqasix*sa| pqx & som ot#rai lgse*qe|
r{*feim e$pihtlg*rotrim. ei#sa risi*a 235
si*| sg&| sejot*rg| ha&ssom e$pipe*lweiem a>m;
Vqg*lasa poqi*feim et$poqx*sasom ctmg*,
a>qvotra* s$ ot$j a/m e$napasghei*g pose*.
at$sai+ ca*q ei$rim e$napasa&m ei$hirle*mai.
Sa+ d$ a>kk$ e$a*rx. Sat&s$ e$a+m pei*hgrhe* loi, 240
et$dailomot&mse| so+m bi*om dia*nese.
b
Maschera teatrale comica.

LETTURE
422 ANTOLOGICHE
PRASSAÁGORA. Tu, o popolo, sei responsabile di questo.
Infatti, pur prendendo come paga il denaro pubblico,
ciascuno si preoccupa di che cosa guadagneraÁ personalmente,
e la cosa pubblica eÁ zoppicante come Esimo.
Se dunque date ascolto a noi, vi salverete ancora.
Io dico che bisogna affidare la cittaÁ
alle donne. Anche nelle case, infatti, ci serviamo di loro
come amministratrici e dispensiere.
DONNE. Bene, bene, per Zeus; bene davvero! Parla, parla, galantuomo!
PRASSAÁGORA. Vi dimostreroÁ che come carattere sono migliori
di noi. Innanzi tutto bagnano
la lana nell'acqua calda, secondo l'uso antico,
tutte, e non potresti vederle
apportare cambiamenti. Ma la cittaÁ degli Ateniesi,
anche se qualche cosa fosse andata bene, non si sarebbe salvata,
se non avesse adottato qualche altra novitaÁ.
Esse rosolano il cibo sedute come un tempo.
Portano pesi sulla testa come un tempo.
Celebrano le Tesmoforie (1) come un tempo.
Cuociono le focacce come un tempo.
Logorano i mariti come un tempo.
Hanno gli amanti in casa come un tempo.
Rubano sulla spesa come un tempo.
Amano il vino schietto come un tempo.
Godono a fare all'amore come un tempo.
Cittadini, affidando a queste la cittaÁ,
non ci perdiamo in chiacchiere e non ci chiediamo
che cosa hanno intenzione di fare, ma semplicemente
lasciamole comandare, riflettendo solo su questo,
che, essendo le madri dei soldati, per prime
desidereranno salvarli, e poi chi piuÁ velocemente
di una madre invierebbe loro i viveri?
La donna eÁ abilissima a procurare soldi,
e, stando al potere, non si lascerebbe mai imbrogliare;
esse, infatti, sono abituate a imbrogliare.
TralasceroÁ il resto. Se mi date ascolto,
trascorrerete felicemente la vita.

LETTURE ANTOLOGICHE

(1) Tesmoforie: sono le feste in onore di DemeÁtra.

F - IL TEATRO: LA COMMEDIA 423


APPENDICE
Proverbi e sentenze

a) La conoscenza e l'educazione
D Mgpi*oirim ot$ ko*co|, a$kka+ ntluoqg+ ci*cmesai dida*rjako|. (Democrito, B 76 D.-K.)
Per gli sciocchi non il discorso eÁ maestro, ma la sventura.
D Pg&qa* soi lahg*rio| a$qva*. (Alcmane, 125 P.)
L'esperienza eÁ per te l'inizio della conoscenza.
D Bke*pxm pepai*detj$ ei$| sa+ sx&m a>kkxm jaja*. (monostico di Menandro)
Osservando i mali degli altri, ho imparato.
D $Ame*lxm rsa*rei| cicmx*rjotrim oi$ e$cvx*qioi. (Arsenio, 3, 9 a)
La direzione dei venti la conoscono gli abitanti del luogo.
D $Akk$ ot$j at#hi| a$kx*pgn. (Zenobio, 1, 67)
Ma la volpe non (si fa catturare) due volte.
D Cgqa*rjx d$ ai$ei+ pokka+ didarjo*lemo|. (Solone, fr. 28 Gentili-Prato)
Invecchio imparando sempre molte cose.
D Jako+m de+ jai+ ce*qomsi lamha*meim roua*. (Eschilo, Agamennone, v. 583)
Anche per un vecchio eÁ bello imparare cose sagge.
D $Aei* si jaimo+m g<le*qa paidet*esai. (frammento euripideo, 945 N.)
Un giorno fa imparare sempre qualcosa di nuovo.
D <O lg+ daqei+| a>mhqxpo| ot$ paidet*esai. (monostico di Menandro)
L'uomo, se non viene scuoiato, non viene educato.
D =O| uei*desai sg&| bajsgqi*a| lirei& so+m ti<o+m at$sot&. (Antico Testamento, Proverbi, 13, 24)
Chi risparmia il bastone odia il proprio figlio.
D Cmx&hi reatso*m. (epigrafe posta sul tempio di Delfi e attribuita ai Sette Sapienti)
Conosci te stesso.

424 APPENDICE
D Ot$dei+| oi#dem so+m hgratqo+m so+m e$lo+m pkg+m ei> si| a>q$ o>qmi|. (Aristofane, Uccelli, v. 601)
Nessuno conosce il mio tesoro tranne un uccello.
D Mot&| o<qz& jai+ mot&| a$jot*ei, sa>kka jxua+ jai+ stuka*. (Epicarmo, fr. 249 Kaibel)
La mente vede, la mente sente, le altre facoltaÁ sono sorde e cieche.
D $Alahi*a le+m hqa*ro|, kocirlo+| de+ o>jmom ue*qei. (Tucidide, Storie, II, 40, 3).
L'ignoranza produce baldanza, il ragionamento indugio.
D Pokkx&m d$ a$mhqx*pxm >idem a>rsea jai+ mo*om e>cmx. (Omero, Odissea, I, v. 3)
Vide le cittaÁ di molti uomini e ne conobbe la mentalitaÁ.
D $Epi*rsasai d$ ot$d$ a>kua rtkkabg+m cmx&mai. (Eronda, 3, 22)
Non eÁ in grado di riconoscere neppure la lettera alfa.
D #Xsa Â...Ã stcva*mei Â...Ã a$mhqx*poiri e$o*msa a$pirso*seqa o$uhaklx&m. (Erodoto, Storie, I, 8, 2)
Le orecchie sono per gli uomini meno degne di fede degli occhi.

b) La giustizia
D $Aluo*seqoi jkx&pe|, jai+ o< dena*lemo| jai+ o< jke*wa|. (Pseudo-Focilide, v. 136)
Entrambi (sono) ladri, sia chi ha ricevuto sia chi ha rubato.
D Lgde+ di*jgm dija*rz|, pqi+m a$luoi&m lt&hom a$jot*rz|. (Pseudo-Focilide, v. 87)
Non esprimere un verdetto prima di aver ascoltato entrambe le parti.
D Mo*lo| o< pa*msxm bariket*|. (Pindaro, fr. 169 a, 1 Maehler)
La legge regna su ogni cosa.
D Di*jgm t<ue*nei, ja/m o>mo| da*jz jt*ma. (Zenobio, 3, 20)
IntenteraÁ un processo, anche se un asino morderaÁ un cane.
D Oi< leca*koi jke*psai so+m lijqo+m a$pa*cotrim. (Diogene Laerzio, 6, 45)
I grandi ladri portano in prigione il piccolo.
D Me*leri| de* ce pa+q po*da| bai*mei. (Diogeniano, 6, 80)
La punizione viene dietro (alla colpa).
D $Apo*do|, ei> si o$uei*kei|. (Vangelo di Matteo, 18, 28)
Restituisci, se sei debitore di qualcosa.
D %Or$ a/m o< la*ceiqo| e$nala*qsz, st*psesai Â...Ã at$kgsg*|. (Eubulo, fr. 60, 3 K.-A.)
Per gli errori del cuoco viene colpito il flautista.
D $Adijei& sot+| a$cahot+| o< ueido*lemo| sx&m jajx&m. (Arsenio, 1, 34 a)
Commette ingiustizia verso i buoni colui che risparmia i cattivi.
D Ei$ d$ a$macjai&om ei>g a$dijei&m g/ a$dijei&rhai, e<koi*lgm a/m la&kkom a$dijei&rhai g/ a$dijei&m.
(Platone, Gorgia, 469 c)
Se fosse necessario fare o subire ingiustizia, preferirei subirla piuttosto che farla.
D Di*jaia le+m Â...Ã ke*comse| pokkoi+ a/dija poiot&rim. (Senofonte, Memorabili, IV, 4, 10)
Molti, pur dicendo cose giuste, fanno cose ingiuste.

Proverbi e sentenze 425


c) La pace e la guerra
D $Ahtlot&mse| a>mdqe| ot>px sqo*paiom e>rsgram. (Platone, Crizia, 108 c)
Uomini senza coraggio non issano mai un trofeo.
D $Amg+q o< uet*cxm jai+ pa*kim lavg*resai. (monostico di Menandro)
L'uomo che fugge combatteraÁ di nuovo.
D Oi>joi le+m ke*omse|, e$m la*vz a$kx*peje|. (Aristofane, Pace, vv. 1189-1190)
In casa leoni, in battaglia volpi.
D Ai$e+m a$qirset*eim jai+ t<pei*qovom e>llemai a>kkxm. (Omero, Iliade, VI, v. 208)
Comportarsi sempre da eroi ed essere superiori agli altri.
D Ei<| oi$xmo+| a>qirso|, a$lt*merhai peqi+ pa*sqg|. (Omero, Iliade, XII, v. 243)
Un solo augurio eÁ il migliore: combattere per la patria.
D Ot> oi< a$eije+| a$ltmole*m{ peqi+ pa*sqg| sehma*lem. (Tirteo, fr. 6 Gentili-Prato)
Non eÁ certo disonorevole morire per chi combatte per la patria.
D Lg+ pqo+| ke*omsa doqja+| a%wxlai la*vg|. (Diogeniano, 6, 59)
Io (che sono) una gazzella, non potrei combattere con un leone.
D Pokka+ jaima+ sot& poke*lot. (Aristotele, Etica Nicomachea, 1116 b 7; Polibio, Storie, 29, 16)
Molti (sono) i fattori inattesi della guerra.
D Cktjt+ a$pei*qoiri po*kelo|. (Pindaro, fr. 110, 1 Sn.-M.)
Per coloro che sono inesperti la guerra eÁ una cosa dolce.
D Lg+ jimei&m sa+ a$ji*mgsa. (Platone, Filebo, 15 c)
Non muovere cioÁ che eÁ fermo.
D Pa*mse| Â...Ã oi< kabo*mse| la*vaiqam e$m lavai*qz a$pokot&msai. (Vangelo di Matteo, 26, 52)
Tutti coloro che hanno impugnato la spada moriranno di spada.
D /Oui| g/m lg+ ua*cz o>uim dqa*jxm ot$ cemg*resai. (Apostolio, 13, 79)
Un serpente non diventeraÁ grosso se non mangia un altro serpente.
D Pt&q lavai*qy lg+ rjaket*eim. (Diogene Laerzio, 8, 18; Ateneo, 10, 452 d; Plutarco, Vita di Numa, 14, 6;
Porfirio, Vita di Pitagora, 42)
Non attizzare il fuoco con la spada.

d) La vita sociale e politica


D Ai$rvt*mg po*kex| poki*sot a<laqsi*a. (Apostolio, 1, 70)
L'errore del (singolo) cittadino eÁ vergogna della cittaÁ.
D Ei'| a$mg*q, ot$dei+| a$mg*q. (Zenobio, 3, 51; Diogeniano, 2, 52)
Un solo uomo, nessun uomo.
D Ei'| d$ a$mg+q ot$ pa*mh$ o<qy&. (Euripide, Fenicie, v. 745)
Un solo uomo non vede tutto.
D Ot$v g< po*ki| rot so+ ce*mo| et$ceme+| poiei&, rt+ d$ at$cemi*fei| sg+m po*kim, pqa*rrxm jakx&|.
(Apostolio, 13, 62)
Non la tua cittaÁ rende nobile la stirpe, ma tu, agendo onestamente, rendi nobile la cittaÁ.

426 APPENDICE
D Ut*rei le*m e$rsim a>mhqxpo| f{&om pokisijo*m. (Aristotele, Politica, 1278 b 19)
L'uomo eÁ per natura un essere destinato a vivere in comunitaÁ.
D <O pokkoi&| uobeqo+| x>m, pokkot+| uobei*rhx. (Solone, 1, 220, 19 Mullach)
Chi eÁ temuto da molti, tema molti.
D #Xsa jai+ o$uhakloi+ pokkoi+ barike*x|. (Luciano, Adversus indoctum, 23)
Il re ha molte orecchie e molti occhi.
D So+m g=kiom a$mase*kkomsa pkei*ome| g/ dto*lemom pqorjtmot&rim. (Plutarco, Vita di Pompeo, 14, 4)
I piuÁ venerano il sole che sorge piuÁ di quello che tramonta.
D Lg*se stuko+m o<dgco*m, lg*s$ a$mo*gsom nt*lbotkom. (Apostolio, 11, 50)
Non (prendere) come guida un cieco, ne come consigliere uno stupido.
D $Amdqo+| t<p$ e$rhkot& jai+ stqammei&rhai jako*m. (frammento euripideo, 8 N.)
Da un uomo insigne eÁ bello anche essere governati in modo assoluto.
D <G Â...Ã stqammi+| a$diji*a| lg*sgq e>ut. (Zenobio, 2, 55; Arsenio, 8, 41)
La tirannide genera ingiustizia.
D $Aqvg+ a>mdqa dei*jmtrim. (Solone, fr. 199 Martina; Plutarco, Vita di Cicerone, 52, 2)
Il potere rivela l'uomo.
D <O lg+ dotket*ra| ot$d$ a/m derpo*sg| ce*moiso a>nio| e$pai*mot. (Platone, Leggi, 6, 762 e)
Chi non eÁ stato servo non potrebbe diventare padrone degno di lode.
D Lxq{& jai+ barikei& mo*lo| a>cqauo|. (Planude, 3,14 Kertz).
Per lo stupido e per il re la legge non (eÁ) scritta.
D $Em stukx&m po*kei ckaltqo+| bariket*ei. (Apostolio, 7, 23)
Nella cittaÁ dei ciechi un guercio regna.
D >Eqclarim e$m leca*koi| pa*rim a<dei&m vakepo*m. (Solone, fr. 9 Gentili-Prato; Plutarco, Vita di Solone,
25)
Negli affari importanti eÁ difficile piacere a tutti.
D $Ivht+| e$j sg&| jeuakg&| o>feim a>qvesai. (Apostolio, 9, 18)
Il pesce comincia a puzzare dalla testa.

e) L'uomo e la divinitaÁ
D =Om oi< heoi+ uikot&rim a$pohmz*rjei me*o|. (Menandro, fr. 111 K.-Th.)
Colui che gli deÁi amano muore giovane
D Heot& he*komso|, ja/m e$pi+ q<ipo+| pke*oi|. (monostico di Menandro; Plutarco,
De Pythiae oraculis, 405 b)
Se il dio volesse, potresti navigare anche su un fuscello.
D Et$vg&| dijai*a| ot$j a$mg*joo| heo*|. (monostico di Menandro)
Il dio non eÁ insensibile alla preghiera giusta.
D Sat&sa hex&m e$m cot*mari jei&sai. (Omero, Iliade, XVII, v. 514; XX, v. 435;
Odissea, I, v. 267; I, v. 400; XVI, v. 129)
CioÁ sta sulle ginocchia degli deÁi.

Proverbi e sentenze 427


D Ot$j e>rsi hmgsoi&ri pqo+| a$hama*sot| lave*rarhai. (Teognide, 687; monostico di Menandro;
Omero, Iliade, XVII, v. 98)
Non eÁ possibile per i mortali combattere contro gli deÁi.
D %Osam d$ o< dai*lxm a$mdqi+ poqrt*mz jaja*, so+m mot&m e>bkawe pqx&som {' botket*esai.
(frammento tragico adespoto)
Quando la divinitaÁ daÁ a un uomo dei mali, danneggia prima la mente di colui contro cui
macchina.
D Fet+| jasei&de vqo*mio| ei$| sa+| diuhe*qa|. (Zenobio, 4, 11; Diogeniano, 4, 95 a)
Zeus guarda dopo molto tempo nelle pergamene.
D Sa+ t<pe+q g<la&| ot$de+m pqo+| g<la&|. (Arsenio, 15, 95 c)
CioÁ che sta sopra di noi non ci riguarda per nulla.
D Laja*qioi oi< psxvoi+ s{& pmet*lasi, o%si at$sx&m e$rsim g< barikei*a sx&m ot$qamx&m. (Vangelo di
Matteo, 5, 3)
Beati i poveri di spirito, poiche di essi eÁ il regno dei cieli.
D $Owe+ hex&m a$ke*otri lt*koi, a$ke*otri de+ kepsa*. (Plutarco, De sera numinum vindicta, 549 d;
Origene, Contra Celsum, 8, 771 a)
I mulini degli deÁi macinano tardi, ma macinano (grano) fino.

f) La ricchezza e la povertaÁ
D O< rouo+| e$m at<s{& peqiue*qei sg+m ot$ri*am. (monostico di Menandro)
Il saggio porta le proprie sostanze in seÂ.
D >Eqx| ha*kkei le+m et$poqx&m, a$pohmz*rjei d$ a$poqx&m. (Apostolio, 7, 86; Massimo di Tiro,
24, 9, 479)
L'amore fiorisce quando eÁ ricco, muore quando si trova in ristrettezze economiche.
D Ot$dei+| dtrx*mg| vqgrso+m o$wxmei& jqe*a|. (frammento comico adespoto)
Nessun povero compra carne di prima qualitaÁ.
D Sx&m Â...Ã pemg*sxm ei$ri+m oi< ko*coi jemoi*. (monostico di Menandro)
Vani sono i discorsi dei poveri.
D Pemi*a de+ roui*am e>kave. (Euripide, fr. 641 N.)
La povertaÁ ha in sorte l'abilitaÁ.
D Pemi*a| baqt*seqom ot$de*m e$rsi uoqsi*om. (monostico di Menandro)
Nessun fardello eÁ piuÁ pesante della povertaÁ.
D <G pemi*a Â...Ã lo*ma sa+| se*vma| e$cei*qei. (Pseudo-Teocrito, 21, 1)
Solo la povertaÁ fa sorgere le arti.
D <O sx&m uikaqct*qxm pkot&so|, x%rpeq o< g%kio| jasadt+| ei$| sg+m cg&m, ot$de*ma sx&m fx*msxm
et$uqai*mei. (Arsenio, 13, 13 k)
La ricchezza degli avari, come il sole quando eÁ tramontato verso la terra, non daÁ gioia a
nessuno dei viventi.
D <G pemi*a pokkx&m e$rsim e$mdeg*|, g< de+ a$pkgrsi*a pa*msxm. (Massimo di Tiro, 12, 14)
La povertaÁ manca di molte cose, l'insaziabilitaÁ di tutte le cose.

428 APPENDICE
D Sg+m uikaqctqi*am ei#pe lgsqo*pokim pa*msxm sx&m jajx&m. (Diogene Laerzio, 6, 50)
(Diogene) disse che la brama di denaro eÁ madrepatria di tutti i mali.
D <Qi*fa Â...Ã pa*msxm sx&m jajx&m e$rsim g< uikaqctqi*a. (Paolo, Prima lettera a Timoteo, 6, 10)
La radice di tutti i mali eÁ la brama di ricchezze.
D Psxvot& pg*qa ot$ pi*lpkasai. (Zenobio, 5, 66; Diogeniano, 3, 61)
La bisaccia del povero non eÁ piena.
D Ot$dei+| e$pkot*sgrem save*x| di*jaio| x>m. (monostico di Menandro)
Nessun giusto si arricchisce in fretta.
D Jakx&| a$jot*eim la&kkom g/ pkotsei&m he*ke. (monostico di Menandro)
Preferisci godere buona fama piuttosto che arricchirti.
D Vqtro+| Â...Ã e$rsim o=| bqosx&m e>vei jqa*sg. (frammento tragico adespoto)
EÁ l'oro che ha il potere sugli uomini.
D $Aqctqai&| ko*cvai| la*vot jai+ pa*msxm jqasg*rei. (Diogeniano, 2, 81; Apostolio, 3, 91)
Combatti con lance d'argento e conquisterai ogni cosa.
D Vqg*lasa, vqg*las$ a$mg*q. (Alceo, fr. 360, 3 Voigt)
Per le ricchezze, l'uomo (vale) per le sue ricchezze.
D Vqtro+| d$ a$mo*cei pa*msa jai+ vakja&| pt*ka|. (monostico di Menandro)
L'oro apre tutto, persino le porte di bronzo.
D Je*qdaime jai+ uei*dot jai+ sorot*sot mo*life reatso+m a>niom o%rom a/m e>vz|. (Plutarco, De
cupiditate divitiarum, 526 c)
Guadagna e risparmia e pensa che vali per quanto possiedi.
D %Osam a$qct*qiom z#, pa*msa hei& ja$kat*mesai. (Apostolio, 12, 56)
Quando vi eÁ il denaro, tutto procede di corsa.
D $Em o$kbi*x o>kbia pa*msa. (Teocrito, Siracusane, 15, 24)
Per il ricco tutto eÁ ricco.
D Soi&| pkotri*oi| pokka+ paqalt*hia. (Platone, Repubblica, 1, 329 e)
Per i ricchi (vi sono) molte consolazioni.
D Je*qdo| ai$rvt*mg| a>leimom. (Diogeniano, 5, 42)
(EÁ) migliore il guadagno della vergogna.
D Jajo+| d$ o< lg+ e>vxm. (Euripide, fr. 326, 8 N.)
Sventurato chi non possiede.
D <O e>vxm pokt+ pe*peqi si*hgri ja$m kava*moi|. (Apostolio, 12, 36)
Chi ha molto pepe lo mette anche sull'insalata.

g) Le vicende umane e la sorte


D Rouot& Â...Ã a$mdqo+| sa+| st*va| o$qhx&| ue*qeim. (Alessi, fr. 252 K.)
EÁ proprio dell'uomo saggio sopportare bene la sorte.
D So+ ue*qom e$j heot& jakx&| ue*qeim vqg*. (Sofocle, Edipo a Colono, v. 1694)
Bisogna sopportare bene cioÁ che viene dal dio.

Proverbi e sentenze 429


D So*klz dijai*y jai+ heo+| rtkkalba*mei. (Menandro, fr. 494, 3 K.-Th.)
Anche il dio aiuta il giusto a osare.
D $Aei+ Â...Ã et# pi*psotrim oi< Dio+| jt*boi. (Sofocle, fr. 895 R.)
I dadi di Zeus cadono sempre nel giusto verso.
D Et%domsi jt*qso| ai<qei&. (Diogeniano, 4, 65; Apostolio, 8, 9; Archiloco, fr. 307 W.)
Mentre dorme, la sua rete cattura (pesci).
D At$so*lasa Â...Ã sa+ pqa*clas$ e$pi+ so+ rtlue*qom qei&, ja/m jahet*dz|. (Menandro, fr. 395,
4 s K.-Th.)
Le cose vanno bene da sole, anche se tu dormi.
D Ot' pkei&rso| mot&| jai+ ko*co|, e$msat&ha e$kavi*rsg st*vg, ot' de+ pkei*rsg st*vg, e$msat&h$
e$ka*virso| mot&|. (Aristotele, Magna Moralia, 1207 a, 5)
Dove (c'eÁ) maggior intelletto e ragione, lõÁ (c'eÁ) minor fortuna; dove (c'eÁ) maggior
fortuna, lõÁ (c'eÁ) minore intelletto.
D Et$stvx&m lg+ e>ro t<peqg*uamo|, a$poqg*ra| lg+ sapeimot&. (Arsenio, 8, 12 b)
Se sei fortunato, non insuperbire, se sei sfortunato, non deprimerti.
D Stuko*m ce jai+ dt*rsgmo*m e$rsim g< st*vg. (monostico di Menandro)
Un essere cieco e disgraziato eÁ la fortuna.
D Pa*msa sat&sa Â...Ã st*vg di*dxri jai+ paqaiqei&sai pa*kim. (Elio Aristide, 1, 778 D.)
La fortuna daÁ tutto questo e lo richiede di nuovo.
D >Eso| ue*qei, ot$vi+ a>qotqa. (Teofrasto, Historia plantarum, 8, 7, 6)
L'annata produce, non il terreno.
D St*vg sa+ hmgsx&m pqa*clas$ ot$j et$boki*a. (Cheremone, fr. 2. K.-Sn.)
La fortuna (regge) le vicende dei mortali, non la saggezza.
D He*kx st*vg| rsakaclo+m g/ uqemx&m pi*hom. (Diogene di Sinope, fr. 2, 1 K.-Sn.)
Voglio una goccia di fortuna piuttosto che una botte di saggezza.
D Ot$j e>rsim o%rsi| pa*ms$ a$mg+q et$dailomei&. (Euripide, fr. 661, 1 N.)
Non c'eÁ uomo che sia felice in tutto.
D Ot$de+m ci*cmesai e$j sot& lg+ o>mso|. (Diogene Laerzio, 10, 38)
Niente nasce da niente.
D $En o$ki*cot rpimhg&qo| a$he*ruaso| ai>hesai t%kg. (Pseudo-Focilide, 144)
Per una piccola scintilla prende fuoco un immenso bosco.
D Ei$ Â...Ã rlijqo+m e$pi+ rlijq{& jasahei&o jai+ hala+ sot&s$ e>qdoi|, sa*va jem le*ca jai+ so+
ce*moiso. (Esiodo, Opere e giorni, vv. 361-362)
Se poni una piccola cosa su (un'altra) piccola cosa e fai questo continuamente, presto
diventeraÁ una grande cosa.
D Jajg&| a$p$ a$qvg&| ci*cmesai se*ko| jajo*m. (Euripide, fr. 32 N.)
Da un cattivo inizio deriva una cattiva fine.
D Jaqpo+m o=m e>rpeiqa| he*qife. (Macario, 4, 93)
Raccogli il frutto che hai seminato.

430 APPENDICE
D $Aqvg+ g%lirt pamso*|. (Platone, Repubblica, 2, 377 a; Polibio, Storie, 5, 32, 1)
L'inizio eÁ la metaÁ di tutto.
D $Aqvg+ dg*pot pamso+| e>qcot vakepx*seqo*m e$rsim. (Appendix proverbiorum, 1, 41)
Certo l'inizio di ogni azione eÁ alquanto difficile.
D >Akkose lgsqtig+ pe*kei g<le*qg, a>kkose lg*sgq. (Esiodo, Opere e giorni, v. 825)
Talvolta una giornata eÁ matrigna, talvolta madre.
D Sqovo+| sa+ a$mhqx*pima. (Appendix proverbiorum, 4, 100; Apostolio, 17, 33)
Le vicende umane (sono come) una ruota.
D Be*baiom ot$de*m e$rsim e$m hmgs{& bi*{. (Difilo, fr. 109 K.-A.; monostico di Menandro)
Nella vita umana nulla eÁ costante.
D Lesabokg+ pa*msxm cktjt*. (Euripide, Oreste, v. 234)
Il cambiamento di tutto eÁ cosa piacevole.
D $Au$ %ippxm e$p$ o>mot|. (Zenobio, 2, 33; Diogeniano, 1, 96)
Da cavalli ad asini.
D Sa+ hmgsa+ pa*msa lesaboka+| pokka+| e>vei. (monostico di Menandro)
Tutte le cose mortali hanno molti cambiamenti.
D >Aekpsom ot$de*m. pa*msa d$ e$kpi*feim vqex*m. (Euripide, Hypsipyle, fr. 761 N.)
Niente (eÁ) inaspettato: bisogna aspettarsi tutto.
D $Ekpi*de| e$m nxoi&rim, a$me*kpirsoi de+ hamo*mse|. (Teocrito, 4, 42)
I vivi hanno le speranze, privi di speranze sono i morti.
D >Amhqxpo| a$stvx&m r{*feh$ t<po+ sg&| e$kpi*do|. (monostico di Menandro)
L'uomo sventurato eÁ salvato dalla speranza.
D $Ekpi+| e$m a$mhqx*poiri lo*mg heo+| e$rhkg+ e>mersim. (Silloge teognidea, v. 1135)
La speranza tra gli uomini eÁ l'unica buona dea.
D Pokka*ji| paqa+ do*nam se jai+ e$kpi*da ci*mesai et# q<ei&m e>qc$ a$mdqx&m, botkai&| d$ ot$j
e$pece*meso se*ko|. (Teognide, vv. 639-640)
Spesso le azioni degli uomini vanno bene contro (ogni) previsione e aspettativa, mentre
non si compiono i (loro) progetti.
D Do*| loi rg*leqom jai+ kabe+ so+m at>qiom. (Giovanni Crisostomo, Omelie sulla seconda epistola ai
Corinzi, 9, PG 61, 462)
Dammi l'oggi e prenditi il domani.
D >Amhqaje| g<li&m o< hgratqo+| pe*ugme. (Luciano, Philopseudes, 32)
Il nostro tesoro si eÁ rivelato (essere) carbone.
D Jajo+m pqa&cla pqo+| so+m >idiom e$pameqve*rhx at$he*msgm. (Anna Comnena, 2, 64, 8)
Un'azione malvagia ricada su chi l'ha compiuta.
D <O o$qt*rrxm bo*hqom s{& pkgri*om e$lperei&sai ei$| at$so*m, o< de+ jtki*xm ki*hom e$u$ e<atso+m
jtki*ei. (Bibbia dei Settanta, Proverbi, 26, 27)
Chi scava la fossa per il vicino vi cadraÁ (lui stesso), chi fa rotolare un masso lo fa rotolare
contro se stesso.

Proverbi e sentenze 431


D <O uho*mo| at$so+| e<oi&| beke*erri dala*fei. (Antologia Palatina, 10, 111)
L'invidia doma se stessa con i suoi stessi dardi.
D Ei$| pa*ca| o< kt*jo|. (Zenobio, 3, 52; Diogeniano, 2, 55)
Il lupo (cade) in trappola.
D $Ama*cjy d$ ot$de+ heoi+ la*vomsai. (Simonide, fr. 37, vv. 29-30 Page)
Contro la necessitaÁ neppure gli deÁi combattono.
D Se*vmg d$ a$ma*cjg| a$rhemerse*qa lajq{&. (Eschilo, Prometeo, v. 514)
L'arte eÁ molto piuÁ debole della necessitaÁ.
D Deimg&| a$ma*cjg| ot$de+m i$rvtqo*seqom. (Zenobio, 3, 9)
Niente eÁ piuÁ forte della terribile necessitaÁ.
D Kt*jo| e>vamem. (Aristofane, fr. 350 K.-A.)
Il lupo rimane a bocca aperta.
D Po*kk$ e$kpi*de| wet*dotri jai+ ko*coi bqosot*|. (Euripide, Protesilao, fr. 650 N.)
Le speranze e i discorsi ingannano molto i mortali.
D $Akk$ o%sam rpet*dz si| at$so*|, vx$ heo+| rtma*psesai. (Eschilo, Persiani, v. 742)
Quando uno si impegna, anche il dio collabora (con lui).
D Ot$ vqg+ pammt*viom et%deim botkguo*qom a>mdqa. (Omero, Iliade, II, v. 24)
Non bisogna che il consigliere dorma tutta la notte.
D Poktseke+| a$ma*kxla ei#mai so+m vqo*mom. (Diogene Laerzio, 5, 40)
Il tempo si spende a carissimo prezzo.
D %Ex| heqlo+| o< ri*dgqo|, s{& wtvq{& rsolxhg*sx. (Gregorio di Nazianzo, Orazioni, 40, 26)
Finche il ferro eÁ caldo, sia temprato con acqua fredda.
D Jaso*pim g'je sot& jaiqot&. (Suda, k 1087)
EÁ giunto in ritardo rispetto al momento opportuno.
D $Amg*mtsom e>qcom pqa*sseim Pgmeko*pg| sima+ e$mamsi*x| i<rso+m lesaveiqifole*mg|. (Platone,
Fedone, 84 a)
Fare un lavoro senza fine (come quello) di Penelope, che mette mano alla tela in modo
contrario.

h) Caratteri, mestieri, vizi e virtuÁ


D So*pxm lesabokai+ ot>se uqo*mgrim dida*rjotrim, ot>se a$uqort*mgm a$uaiqot&msai. (Biante,
1, 229, 9 Mullach)
I cambiamenti di luogo non insegnano l'assennatezza, ne tolgono la stupiditaÁ.
D Nt*kom a>cjtkom o$de*pos$ o$qho*m. (frammento comico adespoto; Diogeniano, 6, 92)
Un legno storto giammai (saraÁ) diritto.
D Jajot& jo*qajo| jajo+m {$o*m. (Zenobio, 4, 82; Diogeniano, 5, 39; Apostolio, 9, 20)
Da un cattivo corvo (nasce) un cattivo uovo.
D $Ej sot& jaqpot& so+ de*mdqom cicmx*rjx. (Diogeniano, 5, 15; Apostolio, 6, 90)
Dal frutto riconosco l'albero.

432 APPENDICE
D Pokka+ sa+ deima*, jot$de+m a$mhqx*pot deimo*seqom pe*kei. (Sofocle, Antigone, vv. 332-333)
Molte (sono) le cose straordinarie, ma niente eÁ piuÁ straordinario dell'uomo.
D Ot$j e$paimehei*g| ot$d$ e$m peqidei*pm{. (Zenobio, 5, 28; Diogeniano, 7, 24)
Non potresti essere lodato neppure nel banchetto funebre.
D Paq$ g'| so+m a>qsom g< jt*xm ot$ kalba*mei. (Difilo, fr. 91, 2 K.-A.)
(Colei) dalla quale una cagna non accetta il pane.
D >Akkg pqo+| a>kko cai&a vqgrilxse*qa. (Euripide, fr. 742 N.)
Una terra eÁ migliore per un prodotto, un'altra per un altro.
D Sessa*qxm o$bokx&m a>nio|. (Apostolio, 16, 35)
Vale quattro oboli.
D >Anio| sqivo*|. (Aristofane, Rane, v. 614; Zenobio, 2, 4; Diogeniano, 1, 93)
Non vale un pelo.
D Pa*msose sz& wtvz& vqg&sai ot>rz sekei*y o< rpotdai&o|. (Diogene Laerzio, 7, 128)
L'uomo onesto ha sempre la coscienza interamente pura.
D Pgko+| ot'so|. (Fozio, Lessico, 428, 1)
Costui (eÁ) di fango.
D Jajo+| a>cco| ot$ jka&sai. (Apostolio, 9, 36)
Un brutto vaso non si rompe.
D $Ep$ a>jqy ckx*ssz so+ uikei&m e>vei|. (Massimo Tirio, 6, 7; Apostolio, 7, 63)
Hai l'affetto sulla punta della lingua.
D Oi'o| o< sqo*po|, soiot&so| o< ko*co|. (Elio Aristide, De rhetorica, 2, 392)
Il discorso eÁ tale qual eÁ il carattere.
D Fx&lem Â...Ã ot$v x<| he*kolem, a$kk$ x<| dtma*leha. (Menandro, fr. 45 K.-Th.)
Viviamo non come vogliamo, ma come possiamo.
D $Amdqo+| vaqajsg+q e$j ko*cot cmxqi*fesai. (monostico di Menandro)
Il carattere di un uomo si conosce dal discorso.
D Ckx&rra bka*ruglo| diamoi*a| jajg&| e>kecvo|. (Arsenio, 5, 53 b)
Una lingua oltraggiosa (eÁ) prova di una mente malvagia.
D $Amg+q a$sevmg+| soi&| pa&ri*m e$rsi dot&ko|. (Apostolio, 2, 97)
Un uomo senza mestiere eÁ schiavo di tutti.
D So+ ei$hirle*mom x%rpeq peutjo+| g>dg ci*cmesai. (Aristotele, Retorica, 1, 11)
L'abitudine diventa ormai una qualitaÁ naturale.
D <O bi*o| bqavt*|, g< de+ se*vmg lajqg*. (Ippocrate, Aforismi, 1)
La vita (eÁ) breve, mentre l'arte (eÁ) lunga.
D Lirx& rouirsg+m o%rsi| ot$ at<s{& rouo*|. (Euripide, fr. 905 N.)
Odio il sapiente che non eÁ saggio per se stesso.
D La*msi| d$ a>qirso| o%rsi| ei$ja*fei jakx&|. (Euripide, fr. 973 N.; Menandro, fr. 941 K.-Th.)
L'indovino migliore (eÁ) quello che meglio congettura.

Proverbi e sentenze 433


D >Akkxm i$asqo*|, at$so+| e%kjerim bqt*xm. (Euripide, fr. 1086 N.)
Medico degli altri, ma egli stesso pieno di piaghe.
D Ot$ai+ lt*qlgji pseqoi&| a$qhe*msi. (Siracide, 2, 8-14)
Guai alla formica che si alza in volo.
D >Eqdoi si| g=m e%jarso| ei$dei*g se*vmgm. (Aristofane, Vespe, v. 1431)
Ognuno faccia il mestiere che conosce.
D Lg+ e$pihtlei&m a$dtma*sxm. (Diogene Laerzio, 1, 70)
Non aspirare a cioÁ che non si puoÁ ottenere.
D %Xrpeq Â...Ã %ippo| et$cemg*|, ja/m z# ce*qxm, e$m soi&ri deimoi&| htlo+m ot$j a$px*kerem, a$kk$
o$qho+m ot#| %irsgrim. (Sofocle, Elettra, vv. 25-27)
Come un nobile cavallo, anche se eÁ vecchio, di fronte ai pericoli non si perde d'animo,
ma tiene le orecchie diritte.
D Se*ssico| et$uxmo*seqo|. (Apostolio, 16, 37)
PiuÁ intonato di una cicala.
D Jai+ jeqalet+| jeqalei& jose*ei jai+ se*jsomi se*jsxm jai+ psxvo+| psxv{& uhome*ei jai+
a$oido+| a$oidx& . (Esiodo, Opere e giorni, vv. 25-26)
Il vasaio si adira con il vasaio, l'artigiano con l'artigiano, il mendico invidia il mendico, il
poeta (invidia) il poeta.
D Pokka+ wet*domsai a$oidoi*. (Solone, fr. 25 Gentili-Prato)
I poeti raccontano molte bugie.
D Jai+ sot& le*kiso| so+ pke*om e$rsi+ vokg*. (Antologia Palatina, 16, 16)
Anche l'eccesso di miele eÁ bile.
D Pke*om g%lirt pamso*|. (Esiodo, Opere e giorni, v. 40)
La metaÁ eÁ maggiore del tutto.
D Lgde+m a>cam. (Platone, Ipparco, 228 e)
Niente di troppo.
D Lgde+m t<pe+q so+ le*sqom. (Macario, 5, 90)
Niente al di laÁ della misura.
D Veiqi+ dei&m Â...Ã rpei*qeim, a$kka+ lg+ o%k{ s{& htka*j{. (Plutarco, Bellone an pace clariores
fuerint Athenienses, 348 a)
Bisogna seminare con la mano, ma non con l'intero sacco.
D <G de+ lero*sg| e$m pa&rim a$ruakerse*qa. (frammento comico adespoto)
Il giusto mezzo eÁ in tutto piuÁ sicuro.
D Lg+ Â...Ã sg+m vokg+m e$pi+ q<imo+| e>v(e). (Eronda, 6, 37-38)
Non avere la bile al naso.
D Laimo*leha pa*mse|, o<po*sam o$qcifx*leha. (Filemone, fr. 156 K.-A.)
Siamo tutti pazzi, quando ci adiriamo.
D Ui*kxm e>paimom la&kkom g/ ratsot& ke*ce. (monostico di Menandro)
Fa' le lodi degli amici piuttosto che di te stesso.

434 APPENDICE
D Mg*pio| o=| sa+ e<soi&la kipx*m a$me*soila dix*jei. (Esiodo, fr. 61 M.-W.)
Sciocco eÁ chi lascia le cose sicure per inseguire quelle non sicure.
D <O dt*x psx&ja| dix*jxm ot$de*seqom jasakalba*mei. (Apostolio, 12, 33)
Chi insegue due lepri non ne cattura nessuna.
D Sa+ lijqa+ leca*ka poiei&m. (Polibio, Storie, 7, 7, 6)
Trasformare le cose piccole in grandi.
D $Eke*ua| lt&m ot$v a<ki*rjei. (Zenobio, 3, 67; Diogeniano, 4, 45)
L'elefante non cattura un topo.
D So+ mija&m e<atso+m parx&m mijx&m pqx*sg jai+ a$qi*rsg. (Democrito, fr. 1, 345, 75 Mullach)
Il vincere se stessi eÁ la prima e migliore di tutte le vittorie.
D Si*jsei Â...Ã ot$de+m e$rhko+m ei$jai*a rvokg*. (Sofocle, Ifigenia, fr. 308 R.)
L'ozio abituale non produce nulla di buono.
D Ei> si| ot$ he*kei e$qca*ferhai, lgde+ e$rhie*sx. (Paolo, Epistola ai Tessalonicesi, 3, 10)
Se uno non vuole lavorare, neppure mangi.
D $Aeqcoi&| ai$e+m e<oqsa*. (Teocrito, 15, 26)
Per gli ignavi (eÁ) sempre festa.
D >Akkoi rpei*qotrim, a>kkoi d$ a$lg*romsai. (Diogeniano, 2, 75; Macario, 1, 78)
Alcuni seminano, altri mieteranno.
D >Akkoi ja*lom, a>kkoi x>mamso. (Zenobio, 1, 65; Diogeniano, 2, 13)
Alcuni si affaticano, altri guadagnano.
D <G de+ jajg+ botkg+ s{& botket*ramsi jaji*rsg. (Esiodo, Opere e giorni, v. 266)
Il cattivo consiglio eÁ pessimo per chi lo daÁ.
D Uxqo+| d$ >ivmia ux+q e>lahom. (Callimaco, Epigrammi, 43, 6)
Da ladro conobbi le orme di un ladro.
D Uikei&m le+m pqodori*am, pqodo*sgm de+ lirei&m. (Plutarco, Vita di Romolo, 17, 3)
Amare il tradimento, ma odiare il traditore.
D <G ckx&rr$ o$lx*lov$, g< de+ uqg+m a$mx*loso|. (Euripide, Ippolito incoronato, v. 612)
La lingua ha giurato, ma non ha giurato il cuore.

i) I mali, i dolori e i pericoli della vita


D Joimo+m mata*ciom soi&| pa&ri paqalt*hiom. (Apostolio, 9, 96)
Un naufragio comune (eÁ) per tutti un sollievo.
D <Qy&om paqaimei&m g= paho*msa jaqseqei&m. (Euripide, Alcesti, v. 1078)
EÁ piuÁ facile dare consigli che essere forti quando si soffre.
D Pa*hei la*ho|. (Eschilo, Agamennone, v. 177)
Imparare soffrendo.
D Sa+ de* loi pahg*lasa e$o*msa a$va*qisa lahg*lasa ce*come. (Erodoto, Storie, 1, 207, 1)
Le mie spiacevoli sofferenze sono di insegnamento.

Proverbi e sentenze 435


D Ot$de+m a>met jala*sot pe*kei a$mdqa*rim et$pese+| e>qcom. (Pseudo-Focilide, 162)
Nessuna opera per gli uomini eÁ senza fatica e facile.
D Sg&| d$ a$qesg&| i<dqx&sa heoi+ pqopa*qoihem e>hgjam a$ha*masoi. (Esiodo, Opere e giorni,
vv. 289-290)
Gli deÁi immortali posero il sudore davanti alla virtuÁ.
D Vakepa+ sa+ jaka*. (Platone, Repubblica, 4, 435 c; Cratilo, 384 a; Ippia maggiore, 304 e)
Le imprese belle sono difficili.
D Se*skahi dg*, jqadi*g. jai+ jt*mseqom a>kko pos$ e>skg|. (Omero, Odissea, XX, v. 18)
Sopporta, o mio cuore: sopportasti un tempo altre cose anche piuÁ gravi.
D Lgde*m$ o$kbi*feim, pqi+m a/m se*qla sot& bi*ot peqa*rz lgde+m a$kceimo+m pahx*m.
(Sofocle, Edipo re, vv. 1529-1530)
Non considerare nessuno felice prima che abbia superato la soglia finale della vita, senza
aver sofferto nulla di terribile.
D Pqo+ seketsg&| lg+ laja*qife lgde*ma. (Siracide, 11, 28)
Prima della morte non chiamare nessun beato.
D Pa*msa q<ei&. (Eraclito, fr. 40 Marcovich)
Tutto scorre.
D So+ le+m pqobe*bgjem a$lg*vamo*m e$rsi ceme*rhai a$eqca*. (Teognide, vv. 583-584)
CioÁ che eÁ passato eÁ impossibile che diventi non fatto.
D Bqosoi&| a%pari jashamei&m o$uei*kesai. (Euripide, Alcesti, v. 782)
Tutti i mortali hanno il debito di morire.
D Cg& ei# jai+ ei$| cg&m a$peket*rz. (Genesi, 3, 19)
Tu sei terra e terra ridiventerai.
D $Eloi+ e$vhe+| jai+ roi+ rg*leqom. (Siracide, 38, 22)
A me ieri e a te oggi.
D Rjia&| o>maq a>mhqxpo|. (Pindaro, Pitiche, 8, vv. 136-137)
L'uomo (eÁ) un sogno di ombra.
D Vakepo+m e$rhko+m e>llemai. (Platone, Protagora, 339 a; Diogene Laerzio, 1, 76)
(EÁ) difficile essere virtuosi.
D >Amhqxpo| i<jamg+ pqo*uari| ei$| so+ dtrstvei&m. (Menandro, fr. 624 K.-Th.)
Uomo: una scusa sufficiente per soffrire.
D Ot$j e>rsim et<qei&m bi*om a>ktpom ot$demo*|. (Menandro, fr. 341 K.-Th.)
Non eÁ possibile trovare la vita di uno che sia priva di dolori.
D Po*mo| po*m{ po*mom ue*qei. (Sofocle, Antigone, v. 595; Aiace, v. 362)
L'affanno porta affanno su affanno.
D Ot$de+m jajo+m q<ydi*x| a$po*kktsai. (Macario, 6, 76)
Nessun male finisce facilmente.
D $Epeidg+ jai+ so+m oi#mom g$ni*ot| pi*meim, rtmejpose*$ e$rsi* roi jai+ sg+m sqt*ca.
(Aristofane, Pluto, vv. 1084-1085)
Dal momento che ti sembroÁ giusto bere il vino, devi sorbirti anche la feccia.

436 APPENDICE
D Ai>qeim e>nx po*da pgkot&. (Apostolio, 1, 65)
Sollevare il piede dal fango.
D >Emh$ ot>se li*lmeim a>melo| ot>s$ e$jpkei&m e$y&. (Eschilo, fr. 250 R.)
Dove il vento non permette ne di stare fermi ne di navigare.

l) I rapporti interpersonali, l'ambiente, le circostanze


D $Ont*seqom oi< cei*some| bke*potri sx&m a$kxpe*jxm. (Appendix proverbiorum, 4, 31)
I vicini hanno la vista piuÁ acuta delle volpi.
D Le*ca cei*somi cei*sxm. (Alcmane, fr. 123 Page)
Il vicino eÁ una cosa importante per il vicino.
D $Ajkgsi+ jxla*fotrim e$| ui*kot| ui*koi. (Diogeniano, 1, 60; Zenobio, 2, 46; Apostolio, 1, 92)
Gli amici vanno a banchettare dagli amici senza invito.
D Bo*sqt| pqo+| bo*sqtm pepai*mesai. (Appendix proverbiorum, 1, 60; Apostolio, 5, 5)
Un grappolo d'uva matura davanti a un altro grappolo.
D $Adt*masom so+ ptqi+ rtrsqeuo*lemo*m sima lg+ japmi*ferhai. (Gregorio di Nissa, PL 46, 1012)
EÁ impossibile, rannicchiandosi vicino al fuoco, non affumicarsi.
D <O a<pso*lemo| pi*rrg| loktmhg*resai. (Siracide, 13, 1)
Colui che tocca la pece ne rimarraÁ imbrattato.
D Paqa+ vxko+m oi$jx&m ja/m e$pirja*feim lahg*rz. (Macario, 6, 90; Apostolio, 2, 94)
Abitando con lo zoppo, impareresti a zoppicare.
D Lesa+ laimole*mxm uari+m vqg&mai lai*merhai pa*msa| o<loi*x|. (Callia, fr. 25 K.-A.)
Dicono che tra i pazzi eÁ necessario che tutti allo stesso modo siano pazzi.
D Pokkx&m o< jaiqo+| ci*mesai paqai*sio|. (Comparatio Menandri et Philistionis, 4, 1)
L'occasione eÁ concausa di molte cose.
D Jaiqo+| wtvg+ pqa*claso|. (Apostolio, 9, 42)
L'occasione (eÁ) l'anima dell'azione.
D Jaiq{& kasqet*eim, lg*d$ a$msipme*eim a$me*loi|. (Pseudo-Focilide, v. 121)
Servire la circostanza, non soffiare contro i venti.
D Pa*msa Â...Ã jaiq{& jaka*. (Sofocle, Edipo re, v. 1516)
Ogni cosa eÁ buona a suo tempo.
D Jaiqo+m cmx&hi. (Diogene Laerzio, 1, 79; Mantissa proverbiorum, 2, 59)
Sappi riconoscere la circostanza.
D Jaiq{& rjo*pei sa+ pqa*clasa, a>mpeq mot&m e>vz|. (monostico di Menandro)
Considera le azioni a seconda della circostanza, se hai intelligenza.
D Pa*msa Â...Ã jaiq{& i$di*{ va*qim e>vei. (monostico di Menandro)
Ogni cosa eÁ gradita nel suo momento.
D Lgde+ t<pe+q so+m po*da e>rsx so+ t<po*dgla. (Luciano, Pro imaginibus, 10)
La calzatura non sia piuÁ grande del piede.

Proverbi e sentenze 437


D Valaike*omso| et$lesabokx*seqo|. (Apostolio, 18, 9)
PiuÁ mutevole di un camaleonte.
D >Akko| bi*o|, a>kkg di*aisa. (Zenobio, 1, 22; Diogeniano, 1, 20)
Altra vita, altre abitudini.
D $Akk$ e%pot vx*qa| sqo*poi|. (Appendix proverbiorum, 1, 20)
Ma segui i costumi del paese.
D >Akkose d$ a$kkoi&om seke*heim jai+ vx*qy e%perhai. (Zenobio, 1, 24; Apostolio, 1, 39)
Comportarsi in modo sempre diverso e adattarsi al paese.
D %Apa| le+m a$g+q ai$es{& peqa*rilo|, a%para de+ vhx+m a$mdqi+ cemmai*{ pasqi*|. (Euripide, fr.
1047 N.)
Tutto il cielo (eÁ) attraversabile per l'aquila, mentre tutta la terra (eÁ) patria per l'uomo
nobile.
D Pamsavot& ce pasqi+| g< bo*rjotra cg&. (Euripide, fr. 777 N.)
La patria (eÁ) dovunque (vi sia) una terra che daÁ nutrimento.
D >Am lg+ paqz& jqe*a|, sa*qivom rseqjse*om. (Zenobio, 1, 84; Diogeniano, 1, 5)
Se non c'eÁ carne, bisogna accontentarsi del pesce salato.
D Deikot+| et# e>dqomsi lasaiosa*sg va*qi| e$rsi*m. >irom jai+ rpei*qeim po*msom.
(Teognide, vv. 105-106)
Fare del bene a persone dappoco eÁ il piuÁ sciocco dei benefici: eÁ come seminare il mare.
D Dx&qom d$ o% si d{& si|, e$pai*mei. (Zenobio, 3, 42)
Loda il dono che qualcuno ti daÁ.
D Do*ri| d$ o$ki*cg se ui*kg se. (Omero, Odissea, VI, v. 208)
Un piccolo dono (eÁ) simbolo di amicizia.
D Lesa+ sg+m do*rim sa*virsa cgqa*rjei va*qi|. (monostico di Menandro)
Dopo il dono ben presto la gratitudine invecchia.
D $Xjei&ai va*qise| cktjeqx*seqai. (Antologia Palatina, 10, 30)
I favori fatti velocemente (sono) piuÁ dolci.
D =A pa*rvomse| t<u$ e<se*qxm o$qci*ferhe, sat&sa sot+| a>kkot| lg+ poiei&se.
(Isocrate, Nicocle, 61)
Non fate agli altri cioÁ per cui vi adirate, quando lo subite dagli altri.
D Jt*xm jtmo+| ot$v a%psesai. (Appendix proverbiorum, 3, 55)
Cane non attacca cane.
D %Ala di*dot jai+ ka*lbame. (Diogeniano, 2, 77 a; Macario, 1, 97; Apostolio, 2, 78)
Da' e contemporaneamente prendi.
D Vei+q vei&qa mi*psei, da*jstkoi de+ dajst*kot|. (monostico di Menandro)
La mano lava la mano, le dita (lavano) le dita.
D Ot'so| le+m pama*qirso|, o=| at$so+| pa*msa mog*rei Â...Ã e$rhko+| d$ at# ja$jei&mo| o=| et# ei$po*msi
pi*hgsai. (Esiodo, Opere e giorni, vv. 293-295)
Il migliore in assoluto eÁ colui che prende da se le decisioni, ma buono eÁ anche colui che
ubbidisce a chi bene consiglia.

438 APPENDICE
D <Ieqa+ rtlbotkg* e$rsim. (Aristofane, fr. 32 K.-A.; Platone, Teagene, 122 b; Senofonte, Anabasi, 5, 6, 4)
Sacro eÁ il consiglio.
D <O ui*ko| a>kko| e<atso*|. (Aristotele, Etica Nicomachea, 1166 a, 31; Porfirio, Vita di Pitagora, 34, 19-21
N.)
L'amico eÁ un altro se stesso.
D <X| ai$ei+ so+m o<loi&om a>cei heo+| e$| so+m o<loi&om. (Omero, Odissea, XVII, v. 218)
Come sempre il dio conduce il simile verso il proprio simile.
D Uhei*qotrim g>hg vqg*rh$ o<liki*ai jajai*. (Menandro, fr. 187 K.-Th.; Euripide, fr. 1024 N.)
Le cattive compagnie rovinano i buoni costumi.
D Ot$ uikot&msa dei& jqi*meim, a$kka+ jqi*mamsa uikei&m. (Plutarco, De fraterno amore, 482 b)
Non bisogna giudicare amando, ma amare dopo aver giudicato.
D Jqi*mei ui*kot| o< jaiqo*|, x<| vqtro+m so+ pt&q. (monostico di Menandro)
La circostanza fa riconoscere l'amico, come il fuoco l'oro.
D Ui*kxm sqo*pot| ci*cmxrje, lg+ li*rei d$ o%kx|. (monostico di Menandro)
Conosci e non odiare completamente i costumi degli amici.
D Ot$dei+| ui*ko| {' pokkoi+ ui*koi. (Aristotele, Etica Eudemea, 1245 b, 20)
Nessuno (eÁ) amico di chi ha molti amici.
D Ui*kot| e>vxm, mo*life heratqot+| e>veim. (monostico di Menandro)
Se hai degli amici, pensa di avere dei tesori.
D $Amdqo+| jakx&| pqa*ssomso| e$cct+| oi< ui*koi. (monostico di Menandro)
Quando un uomo sta bene, gli amici gli sono accanto.
D $Amdqo+| jajx&| pqa*rromso| e$jpodx+m ui*koi. (Sofocle, fr. 667; Diogeniano, 1, 45;
Apostolio, 2, 82)
Quando uno sta male, gli amici (sono) lontani.
D $Em soi&| jajoi&| Â...Ã a$cahoi+ raue*rsasoi ui*koi. (Euripide, Ecuba, vv. 1226-1227)
Nelle sventure si vedono molto chiaramente i buoni amici.
D Joima+ sa+ sx&m ui*kxm. (Menandro, fr. 10 K.-Th.)
Gli amici hanno (tutto) in comune.
D $Iro*sg| uiko*sgsa a$peqca*fesai. (Platone, Leggi, 6, 757 a)
La somiglianza rende perfetta l'amicizia.
D <O silx&m e<atso+m sily&. (Giovanni Crisostomo, Omelie sugli Atti degli Apostoli,
PL 60, 119)
Chi onora (gli altri) onora se stesso.
D >Amhqxpo| a$mhqx*pot dailo*miom. (Zenobio, 1, 91; Diogeniano, 1, 8)
L'uomo (eÁ) un dio per l'altro uomo.
D Lg+ jqi*mese %ima lg+ jqihg&se. (Vangelo di Matteo, 7, 1; Vangelo di Luca, 6, 37)
Non giudicate per non essere giudicati.
D %Osam si le*kkz| so+m pe*ka| jasgcoqei&m, at$so+| sa+ ratsot& pqx&s$ e$pirje*psot jaja*.
(Arsenio, 4, 23 d; Stobeo, 4, 5, 36)
Quando stai per accusare il tuo prossimo, guarda dapprima tu stesso i tuoi difetti.

Proverbi e sentenze 439


D Ui*ko| at<s{& pa&| a>mhqxpo| ut*rei Â...Ã e$rsi*m. (Platone, Leggi, 5, 731 e)
Ogni uomo per natura eÁ amico di se stesso.
D >Ajaiqo| et>moi$ ot$de+m e>vhqa| diaue*qei. (Zenobio, 1, 50; Diogeniano, 1, 48; Apostolio, 1, 91)
La benevolenza inopportuna non differisce affatto dall'ostilitaÁ.
D $Akk$ a$p$ e$vhqx&m Â...Ã pokka+ lamha*motrim oi< rouoi*. (Aristofane, Uccelli, v. 375)
Ma molte cose i saggi imparano dai nemici.
D Ai< Â...Ã e$lpepkgrle*mai carse*qe| Â...Ã sa+| peimx*ra| a$cmot&rim. (Giovanni Crisostomo, Orazioni
sulla Genesi, 6, PG 54, 603)
I ventri sazi non conoscono gli affamati.
D Sot&s$ e$rsi+ so+ fg&m ot$v e<ats{& fg&m lo*mom. (monostico di Menandro)
Il vivere consiste nel non vivere solo per se stessi.
D Pqa*ssxm sa+ ratsot&, lg+ sa+ sx&m a>kkxm uqo*mei. (monostico di Menandro)
Pensa agli affari tuoi, non preoccuparti di quelli degli altri.
D Ug*lg d$ ot> si| pa*lpam a$po*kktsai, g%m sima pokkoi+ kaoi+ ugli*fxri. heo+| mt* si*| e$rsi jai+
at$sg*. (Esiodo, Opere e giorni, vv. 763-764)
La fama, che molta gente diffonde, non perisce mai del tutto: in fondo eÁ essa stessa una
dea.
D Ckx&rra, poi& poqet*z; Po*kim a$moqhx*rotra jai+ po*kim jasarsqe*wotra; (Zenobio, 2, 99;
Diogeniano, 4, 49)
Lingua, dove vai? A salvare e a distruggere la cittaÁ?
D Lgde+ vekido*ma| e$m oi$ji*y de*verhai. (Plutarco, Quaestiones conviviales, 727 a)
Non accogliere rondini in casa.
D Dajst*k{ dei*jmtsai. (Arsenio, 5, 81 a)
EÁ mostrato a dito.
D <G Â...Ã rixpg+ soi&| rouoi&rim a$po*jqiri|. (Euripide, fr. 977 N.)
Il silenzio per i saggi eÁ una risposta.
D Ccx&lai pke*om jqasot&rim g/ rhe*mo| veqx&m. (Sofocle, fr. 939 Radt)
I retti ragionamenti valgono piuÁ della forza delle mani.
D Lg+ pa*msa peiqx& pa&ri pirset*eim a$ei*. (monostico di Menandro)
Cerca di non credere sempre a tutti in tutto.
D >Ouim sqe*ueim jai+ pomgqo+m et$eqcesei&m sat$so*m e$rsim. (Arsenio, 13, 79 a)
Nutrire un serpente e fare del bene ad un malvagio sono la stessa cosa.
D Uikg*joom ei#mai la&kkom g/ pokt*kakom. (Diogene Laerzio, fr. 1, 63, 3 D.-K.)
EÁ meglio ascoltare che parlare molto.
D Ot$ ke*ceim st*c$ e$rri+ deimo*|, a$kka+ rica&m a$dt*maso|. (Gnomologium Parisinum, p. 20)
Tu non sei abile a parlare, ma incapace a tacere.
D So+ rica&m pokka*ji| e$rsi+ roux*sasom a$mhqx*p{ mog&rai. (Pindaro, Nemee, 5, v. 18)
Spesso il tacere eÁ per l'uomo pensare nel modo piuÁ saggio.
D At$so+ de+ so+ rica&m o<lokocot&mso*| e$rsi* rot. (Euripide, Ifigenia in Aulide, v. 1142)
Il tuo stesso silenzio dimostra che sei d'accordo.

440 APPENDICE
D Ei$px+m a= he*kei|, a$msa*jote a= lg+ he*kei|. (Macario, 3, 49)
Se dici cioÁ che vuoi, ascolta cioÁ che non vuoi.
D %Tbqi| t%bqim e>sijse jai+ wo*co| wo*co|. (Diogeniano, 8, 22)
Oltraggio genera oltraggio e insulto insulto.
D <O le+m ko*co| hatlarso*|, o< de+ ke*cxm a>pirso|. (Plutarco, Regum et imperatorum apophthegmata,
192 b)
Il discorso eÁ seducente, ma chi parla non eÁ degno di fede.
D >Ajote sa$po+ jaqdi*a|. (Luciano, Iuppiter tragoedus, 19)
Ascolta le parole che provengono dal cuore.

m) La famiglia, l'amore, la donna


D Deimo*seqom ot$de+m a>kko lgsqtia&| jajo*m. (monostico di Menandro)
Nessun altro male eÁ piuÁ terribile di una matrigna.
D Dt*$ g<le*qai ctmaijo*| ei$rim g%dirsai, o%sam calz& si| ja$jue*qz sehmgjti&am.
(Ipponatte, fr. 66 Degani)
Due sono i giorni piuÁ belli che daÁ la donna: quando uno la sposa e quando, dopo che eÁ
morta, ne organizza il funerale.
D Sa+| le+m jo*qa| a>mdqa| et<qei&m dei&, sa+| de+ ctmai&ja| r{&feim sot+| e>vomsa|.
(Apostolio, 15, 93; Plutarco, Lacedaemoniorum apophthegmata, 232, c)
Le fanciulle devono cercare marito, le donne devono tenere quelli che hanno.
D Pa&| cot&m poigsg+| ci*cmesai, ja/m a>lotro| z# so+ pqi*m, ot' a/m >Eqx| a%wgsai.
(Platone, Simposio, 196 e)
Ognuno diventa certo poeta, quando lo tocca l'amore, anche se prima non era incline
alle Muse.
D Stukot&sai peqi+ so+ uikot*lemom o< ui*kxm. (Platone, Leggi, 5, 731 e)
Chi ama eÁ cieco nei confronti dell'amato.
D %Oqjot| e$cx+ ctmaijo+| ei$| t%dxq cqa*ux. (Sofocle, fr. 811 R.)
I giuramenti di una donna li scrivo sull'acqua.
D %Oqjo| $Auqodi*sg| rtccimx*rjesai. (Macario, 6, 47; Appendix proverbiorum, 4, 33)
Si perdona al giuramento d'amore.
D Sot+| e$m e>qxsi o%qjot| lg+ dt*meim ot>as$ e$| a$hama*sxm. (Callimaco, Epigrammi, 25, 3)
I giuramenti d'amore non giungono alle orecchie degli deÁi.
D Peimx&rim Â...Ã g< Jt*pqi| pijqa*. (Acheo, fr. 6, 2 Snell-Konnicht)
Per chi ha fame Venere eÁ amara.
D Mejqo+m $Auqodi*sg Diomt*rot di*va jai+ Dg*lgsqo|. (Apostolio, 12, 2)
Afrodite eÁ morta lontano da DioÁniso e DemeÁtra.
D Ctmaiji+ lg+ pi*rsete, lgd$ a/m a$poha*mz. (Diogeniano, 4, 4; Macario, 3, 13)
Non fidarti di una donna, neanche se muore.
D Ctmaiji+ lg+ pi*rsete so+m ratsot& bi*om. (monostico di Menandro)
A una donna non affidare la tua vita.

Proverbi e sentenze 441


D $Em Â...Ã ctmaini+ pi*rsim ot$j e>ners$ i$dei&m. (monostico di Menandro)
Non eÁ possibile vedere fedeltaÁ nelle donne.
D Ctmaiji+ d$ a>qveim ot$ di*dxrim g< ut*ri|. (monostico di Menandro)
Alla donna la natura non concede di comandare.
D Jai*soi so*d$ ai$rvqo*m, pqorsasei&m ce dxla*sxm ctmai&ja, lg+ so+m a>mdqa.
(Euripide, Elettra, vv. 932-933)
Certo eÁ turpe che nella casa comandi la moglie, non il marito.
D Jajo+m a$macjai&om ctmg*. (Filemone, fr. 165 K.-A.)
La donna eÁ un male necessario.
D Veilx+m jas$ oi>jot| e$rsi+m a$mdqa*rim ctmg*. (Arsenio, 18, 19 a; monostico di Menandro)
La donna (eÁ) per gli uomini una tempesta in casa.
D Ce*qxm e$qarsg+| e$rva*sg jajg+ st*vg. (monostico di Menandro)
Un amante vecchio eÁ l'estrema cattiva sorte.
D So+ le+m pt&q o< a>melo|, so+m de+ e>qxsa g< rtmg*heia e$jjai*ei. (Mantissa proverbiorum, 3, 11)
Il vento attizza il fuoco, la consuetudine l'amore.
D $Ej sot& Â...Ã e$roqa&m ci*cmes$ a$mhqx*poi| e$qa&m. (Diogeniano, 4, 49; Macario, 3, 72)
Dallo sguardo proviene agli uomini l'amore.
D Pat*qoi| a$mhqx*pxm a$qesg+ jai+ ja*kko| o$pgdei&. (Silloge teognidea, v. 933)
Pochi tra gli uomini hanno virtuÁ e bellezza.
D Ctmaini+ pa*rai| jo*rlom g< ricg+ ue*qei. (Sofocle, Aiace, v. 293; monostico di Menandro)
A tutte le donne il silenzio porta abbellimento.
D Deimai+ Â...Ã ai< ctmai&je| et<qi*rjeim se*vma|. (Euripide, Ifigenia in Tauride, v. 1032)
Le donne sono abili a trovare stratagemmi.
D Ctmg+ de+ hg&kt ja$pi+ dajqt*oi| e>ut. (Euripide, Medea, v. 928)
La donna eÁ una fragile femmina e per natura eÁ incline alle lacrime.
D Ha*karra jai+ pt&q jai+ ctmg+ sqi*som jajo*m. (monostico di Menandro)
Il mare, il fuoco e la donna sono tre mali.

n) Le bugie, le apparenze
D Pa&| a>mhqxpo| wet*rsg|. (Paolo, Epistola ai Romani, 3, 4)
Ogni uomo eÁ bugiardo.
D <Apkot&| o< lt&ho| sg&| a$kghei*a| e>ut. (Euripide, Fenicie, v. 469)
L'esposizione della veritaÁ eÁ semplice.
D Rlijqo+m uqomsi*ramse| Rxjqa*sot|, sg&| de+ a$kghei*a| pokt+ la&kkom.
(Platone, Fedone, 91 c)
Curandosi poco di Socrate, molto di piuÁ della veritaÁ.
D Wetdo*lemo| ot$dei+| kamha*mei pokt+m vqo*mom. (monostico di Menandro)
Nessun bugiardo rimane nascosto per molto tempo.

442 APPENDICE
D Pa*ms$ e$jjakt*psxm o< vqo*mo| ei$| so+ ux&| a>cei. (Sofocle, fr. 918 R.)
Il tempo, svelando tutto, lo porta alla luce.
D Ei$ le+m uqa*rx sa$kghe*|, ot$vi* r$ et$uqamx&. ei$ d$ et$uqamx& si* r$ ot$vi+ sa$kghe+| uqa*rx.
(Agatone, fr. 12 K.-Sn.)
Se ti diroÁ la veritaÁ, non ti faroÁ piacere; se ti faroÁ piacere, non ti diroÁ la veritaÁ.
D Sorot&som o>ueko| s{& wet*rsz, o%si jai+ a$kghg& ke*cxm pokka*ji| ot$ pirset*esai.
(Esopo, 226 Hausrath)
Il bugiardo ci guadagna questo, cioeÁ che spesso non viene creduto, pur dicendo la veritaÁ.
D $Akxpeji*feim pqo+ e<se*qam a$kx*peja. (Zenobio, 1, 70; Diogeniano, 2, 17; Macario, 1, 91)
Fare la volpe nei riguardi di un'altra volpe.
D %Opot Â...Ã g< keomsg& lg& e$uijmei&sai, pqorqapse*om e$jei+ sg+m a$kxpejg&m. (Plutarco, Vita di
Lisandro, 7, 6)
Quando non eÁ sufficiente la pelle del leone, allora bisogna cucirsi addosso quella della
volpe.
D Pqoua*rex| dei&sai lo*mom g< pomgqi*a. (Aristotele, Retorica, 1373 a, 3)
La malvagitaÁ ha solo bisogno di un pretesto.
D $Evhqx&m a>dxqa dx&qa jot$j o$mg*rila. (Sofocle, Aiace, v. 665)
I doni dei nemici non (sono) doni e non (sono) utili.
D Ko*com paq$ e$vhqot& lg*poh$ g<cg*rz ui*kom. (monostico di Menandro)
Non considerare mai amico il discorso di un nemico.
D $Apx*kera| so+m oi#mom e$pive*a| t%dxq. (Zenobio, 2, 16; Diogeniano, 2, 32)
Rovinasti il vino versandoci acqua.
D Boqbo*q{ t%dxq kalpqo+m liai*mxm, ot>poh$ et<qg*rei| poso*m. (Eschilo, Eumenidi,
vv. 694-695)
Se contamini l'acqua limpida con il fango, non troverai mai da bere.
D Sz& le+m t%dxq e$uo*qei dokouqome*otra veiqi*, hg$se*qz de+ pt&q. (Archiloco, fr. 184 West)
Tessendo inganni, con una mano portava l'acqua, con l'altra il fuoco.
D $Ej sot& at$sot& rso*laso| so+ heqlo+m jai+ so+ wtvqo+m e$niei&|. (Esopo, 35 Hausrath)
Dalla stessa bocca mandi fuori il caldo e il freddo.
D Pqo+| rg&la lgsqtia&| jkai*eim. (Diogeniano, 7, 66; Apostolio, 14, 99)
Piangere davanti alla tomba della matrigna.
D Jqojodei*kot da*jqta. (Apostolio, 10, 17)
Lacrime di coccodrillo.
D Ot$ Â...Ã g< rsokg+ poiei& jt*ma, a$kk$ o< jt*xm rsokg*m. (Cratete, Epistole, 19, p. 211 Hercher)
Non eÁ l'abito che fa il cinico, ma il cinico l'abito.
D Pokka*ji| Â...Ã cmx*lgm e$napasx&r$ i$de*ai. (Teognide, v. 128)
Spesso le apparenze ingannano il giudizio.
D Pokkoi+ botje*msai, pat&qoi de* se cg&| a$qosg&qe|. (Apostolio, 14, 54)
Molti sono i conduttori di buoi, ma pochi gli aratori della terra.

Proverbi e sentenze 443


D Maqhgjouo*qoi le+m pokkoi*, ba*jvoi de* se pat&qoi. (Platone, Fedone, 69 c)
Molti portano la verga di Bacco, ma pochi sono gli ispirati dal dio.

o) La stoltezza umana
D >Omo| kt*qa| a$jot*ei| jimx&m sa+ x#sa. (Luciano, Adversum indoctum, 4)
Come un asino ascolti la lira scuotendo le orecchie.
D >Om{ si| e>kece lt&hom. o< de+ sa+ x#sa e$ji*mei. (Zenobio, 5, 42; Diogeniano, 7, 30)
Un tale raccontava una favola a un asino e quello muoveva le orecchie.
D Ckat&ja ei$| $Ahg*ma|. (Aristofane, Uccelli, v. 301)
(Portare) una civetta ad Atene.
D >Aqjsot paqot*rg| >ivmg lg+ fg*sei. (Zenobio, 2, 36; Apostolio, 3, 89)
In presenza dell'orsa non cercarne le tracce.
D Ri*dgqom pkei&m dida*rjei|. (Apostolio, 17, 41)
Insegni a un pezzo di ferro a navigare.
D Di+| e$nalaqsa*meim sat$so+m ot$j a$mdqo+| rouot&. (monostico di Menandro)
Sbagliare due volte nella stessa azione non eÁ dell'uomo saggio.
D $Ajqohi*mia ptclai&a jokorr{& e$uaqlo*feim. (Apostolio, 15, 2; Filostrato, Vitae Sophistarum 1, 19)
Adattare ad un gigante le spoglie dei Pigmei.
D Dekui&ma mg*verhai dida*rjei|. (Zenobio, 3, 30; Diogeniano, 1, 65)
Insegni a nuotare a un delfino.
D Di+| pqo+| so+m at$so+m ai$rvqo+m pqorjqot*eim ki*hom. (Zenobio, 3, 29; Diogeniano, 4, 19; Polibio,
Storie, 31, 11, 5)
EÁ indecoroso inciampare due volte nello stesso sasso.
D Dijst*{ a>melom hgqy&|. (Zenobio, 3, 14; Diogeniano, 2, 28)
Cacci il vento con la rete.
D So+ Â...Ã sa+ peso*lema dix*jeim so+ fgsei&m a/m ei>g sg+m a$kg*heiam. (Aristotele, Metafisica, 1009 b, 39)
Cercare la veritaÁ sarebbe come inseguire gli uccelli.
D $Aeso+m %ipsarhai dida*rjei|. (Eliano, Natura animalium, 15, 22)
Insegni a volare a un'aquila.
D Stuk{& ja*sopsqom vaqi*fz. (Appendix proverbiorum, 5, 12)
Regali uno specchio a un cieco.
D Jxu{& o<likei&m. (Plutarco, 43)
Conversare con un sordo.
D Mejq{& ke*ceim lt*hot| ei$| ot#|. (Diogeniano, 6, 82; Macario, 8, 10)
Raccontare storie in un orecchio a un morto.
D Ai$hi*opa rlg*vei|. (Zenobio, 1, 46; Macario, 1, 62; Apostolio, 1, 71)
Lavi un etiope.
D Pe*sqa| rpei*qeim. (Platone, Leggi, 8, 838 e)
Seminare sulle pietre.

444 APPENDICE
D %Tdxq rpei*qeim. (Zenobio, 3, 55)
Seminare sull'acqua.
D Jorji*m{ t%dxq a$mskei&|. (Platone, Repubblica, 2, 363 d; Luciano, Hermotimus, 61)
Attingi acqua con un setaccio.
D $Ame*l{ diake*cz. (Zenobio, 1, 38; Diogeniano, 1, 14)
Parli al vento.
D Pqo+| je*msqa kajsi*feim. (Pindaro, Pitiche, 2, 94; Eschilo, Agamennone, v. 1624)
Dare calci contro un pungolo.
D Po*seqom o< so+m sqa*com a$le*kcxm a$uqome*rseqo| g/ o< so+ jo*rjimom t<posihei*|;.
(Polibio, Storie, 33, 21, 1; Luciano, Demonatte, 28)
EÁ piuÁ stupido chi munge il caprone o chi vi pone sotto il secchio?
D Sg+m at$so+| ratsot& ht*qam jqot*ei| ki*h{. (frammento comico adespoto)
Colpisci tu stesso con un sasso la tua porta.
D Sg&| q<imo+| e%kjerhai t<po+ pa*msxm. (Luciano, Hermotimus, 68)
Farsi prendere da tutti per il naso.
D Ki*h{ kakei&|. (Appendix proverbiorum, 3, 68)
Chiaccheri con un sasso.
D $Amo*gso| meosso+| e<jx+m dei*jmtri sg+m e<atsot& morria*m. (Apostolio, 3, 17)
Lo stolto pulcino mostra volontariamente il proprio nido.
D Pokka*ji| Â...Ã jai+ lxqo+| a$mg+q la*ka jai*qiom ei#pem. (Diogeniano, 7, 81; Macario, 7, 29)
Spesso anche uno sciocco parla in modo molto opportuno.
D Ot$ pamsavot& so+ uqo*milom a<qlo*ssei paqo*m. jai+ rtllamg&mai d$ e>mia dei&.
(Menandro, fr. 354 K.-Th.)
La saggezza non sempre eÁ adatta: talvolta bisogna anche impazzire.
D Oi< Â...Ã jajoi+ cmx*lairi sa$caho+m veqoi&m e>vomse|, ot$j >irari, pqi*m si| e$jba*kz.
(Sofocle, Aiace, vv. 964-965)
Coloro che ragionano male ed hanno un bene tra le mani, non lo sanno prima di averlo
perso.
D Lxqo+| e$m ce*kxsi a$mtwoi& uxmg+m at$sot&. (Siracide, 21, 20)
Lo sciocco esalta le proprie parole nel riso.
D Ce*kx| a>jaiqo| e$m bqosoi&| deimo+m jajo*m. (monostico di Menandro)
Il riso inopportuno negli uomini (eÁ) un terribile male.
D Ceky& d$ o< lx&qo|, ja>m si lg+ cekoi&om z#. (monostico di Menandro)
Lo sciocco ride anche se non c'eÁ nulla da ridere.

p) La vita dell'uomo
D Ot$j e>rh$ t<ciei*a| jqei&ssom ot$de+m e$m bi*{. (monostico di Menandro)
Nella vita non vi eÁ nulla di piuÁ importante della salute.
D Oi#mo| a>mxce ce*qomsa jai+ ot$j e$he*komsa voqet*eim. (Ateneo, 10, 428 a; Macario, 6, 25)
Il vino fa ballare un vecchio anche se non vuole.

Proverbi e sentenze 445


D <O oi#mo| ot$j e>vei pgda*kia. (Ateneo, 10, 427 f)
Il vino non ha timone.
D So+ e$m sz& jaqdi*y sot& mg*uomso| e$pi+ sg&| ckx*rrg| sot& leht*omso|. (Plutarco, De garrulitate, 503 f)
CioÁ che sta nel cuore del sobrio (eÁ) sulla lingua dell'ubriaco.
D Oi#mo| jai+ pai&de| a$kghei&|. (Apostolio, 12, 49)
Vino e fanciulli (sono) veritieri.
D Jajo+m a$macjai&om so+ pei*herhai carsqi*. (Macario, 5, 7)
Ubbidire al ventre (eÁ) un male necessario.
D Jako+m Â...Ã carsqo+| ja$pihtli*a| jqasei&m. (monostico di Menandro)
EÁ bello governare il ventre e il desiderio.
D Ot$dei+| peimx&m jaka+ y>dei. (Macario, 6, 73)
Nessuno, quando ha fame, canta bene.
D $Amdqi+ peimx&msi jke*pseim e>rs$ a$macjai*x| e>vom. (Macario, 2, 14)
Per l'uomo che ha fame rubare eÁ necessario.
D Kac{& peimx&msi jai+ pkajot&mse| ei$| rt&ja. (Suda, k 28)
Per una lepre affamata anche le focacce (diventano) fichi.
D $E| po*da| e$j jeuakg&|. (Omero, Iliade, XVI, v. 640; XXIII, v. 169)
Dalla testa ai piedi.
D $Eke*uamso| diaue*qei| ot$de*m. (Diogeniano, 4, 43; Suda, e 816)
Non differisci in nulla da un elefante.
D $Aki*cjiom a$rse*qi jak{&. (Omero, Iliade, VI, v. 401)
Simile a una bella stella.
D Pqerbt*seqom re*bot. (Diogene Laerzio, 1,70)
Onora chi eÁ piuÁ vecchio.
D Ce*kx| ba*qahqom jai+ ce*qotri jai+ me*oi|. (Diogeniano, 2, 27)
Il riso (eÁ) un abisso per i vecchi e per i giovani.
D %Ippot cg&qa|. (Dione Crisostomo, 6, 212 R.)
Vecchiaia da cavallo.
D Pemi*am ue*qeim jai+ cg&qa*| e$rsi dt*rjokom. (monostico di Menandro)
EÁ gravoso sopportare la povertaÁ e la vecchiaia.
D $Amdqo+| ce*qomso| ai< cma*hoi bajsgqi*a. (Diogeniano, 1, 78; Apostolio, 3, 9)
Le mascelle sono il bastone del vecchio.
D Cg&qa| ke*omso| jqei&rrom a$jlai*xm mebqx&m. (Apostolio, 5, 41)
Un leone vecchio eÁ piuÁ forte di cerbiatti giovani.
D Di+| pai&de| oi< ce*qomse|. (Aristofane, Nuvole, v. 1417)
I vecchi sono due volte fanciulli.
D >Owom a>qirsom po*mo| s{& cg*qy. (Apostolio, 13, 84)
Il lavoro (eÁ) il miglior companatico per la vecchiaia.

446 APPENDICE
D Ot$v ai< sqi*ve| poiot&rim ai< ketjai+ uqomei&m. (monostico di Menandro)
Non sono i capelli bianchi a produrre il senno.
D >Avho| Â...Ã so+ cg&qa| ai$ei+ baqt*seqom Ai>sma| rjope*kxm e$pi+ jqasi+ jei&sai.
(Euripide, Hercules furens, vv. 637-639)
La vecchiaia sta sempre sulla testa come un peso piuÁ gravoso delle rocce dell'Etna.
D #X cg&qa|, oi%am e$kpi*d$ g<domg&| e>vei| jai+ pa&| si| re+ bot*kes$ a$mhqx*pxm lokei&m. kabx+m de+
pei&qam, lesale*keiam kalba*mei. (Euripide, fr. 108 N.)
O vecchiaia, quale speranza di piacere tu hai! Ognuno degli uomini vuole arrivare a te,
ma, quando ti ha provato, si pente.
D Lajqo+| Â...Ã ai$x+m rtluoqa+| pokka+| e>vei. (monostico di Menandro)
La vecchiaia ha molti malanni.
D So+ cg&qa*| e$rsim at$so+ mo*rgla. (Apollodoro di Caristo, fr. 20 K.)
La vecchiaia eÁ di per se una malattia.
D De*mdqom pakaio+m lesautset*eim dt*rjokom. (monostico di Menandro)
(EÁ) difficile trapiantare un albero vecchio.
D Cmx&lai d$ a$lei*mot| ei$ri+ sx&m ceqaise*qxm. (Euripide, fr. 291, 2 N.)
Migliori sono i consigli dei piuÁ vecchi.
D Cmx&lg ceqo*msxm a$ruakerse*qa me*xm. (monostico di Menandro)
Il parere dei vecchi (eÁ) piuÁ sicuro di quello dei giovani.
D Me*o| x/m a$jot*eim sx&m ceqaise*qxm. (monostico di Menandro)
Tu che sei giovane ascolta i piuÁ vecchi.
D >Eqca le+m mexse*qxm, botkai+ d$ e>votri sx&m ceqaise*qxm jqa*so|. (Euripide, fr. 508 N.)
Le azioni sono la forza dei giovani, i consigli, invece, quella dei vecchi.
D Pe*utjem g< le+m dt*mali| e$m mexse*qoi|, g< de+ uqo*mgri| e$m pqerbtse*qoi| ei#mai. (Aristotele,
Politica, 7, 139 a, 14-16)
EÁ naturale che la forza sia nei piuÁ giovani, la saggezza nei piuÁ vecchi.
D Ce*qxm a$kx*pgn ot$v a<ki*rjesai pa*cz. (Zenobio, 2, 90; Diogeniano, 4, 7)
Una volpe vecchia non viene presa in trappola.
D Bqavt+| o< bi*o| a$mhqx*p{ et# pqa*ssomsi, dtrstvot&msi de+ lajqo*|. (Apollonio di Tiana, Ep., 95
Hercher)
La vita (eÁ) breve per l'uomo fortunato, ma lunga per quello sfortunato.
D 'Gkin g%kija se*qpei. (Platone, Fedro, 240 c)
Il coetaneo gode di frequentare i coetanei.
D Seqpmo+m vqg&la a$kkg*koi| g<kijix&sai. (Diogeniano, 5, 16; Macario, 4, 48; Apostolio, 8, 50)
Cosa piacevole (eÁ) per i coetanei stare l'uno con l'altro.
D Rjgmg+ pa&| o< bi*o| jai+ pai*cmiom. (Antologia Palatina, 70, 72, 1)
Tutta la vita (eÁ) teatro e commedia.
D Ot$ Â...Ã a$ma*nei| pos$ e>meqhem jkai*xm sot+| uhile*mot| a>mx. (Euripide, Alcesti, vv. 985-986)
Piangendo non richiamerai mai i morti su dall'oltretomba.

Proverbi e sentenze 447


D $Elot& hamo*mso|, cai&a livhg*sx ptqi*. (frammento tragico adespoto)
Dopo la mia morte, la terra si mescoli (pure) al fuoco.
D Lo*mo| hex&m Â...Ã ha*maso| ot$ dx*qxm e$qy&. (Eschilo, Niobe, fr. 161, 1)
La morte sola tra gli deÁi non ama i doni.
D Et>jokom e>uarje sg+m ei$| %Aidot o<do*m. (Diogene Laerzio, 4, 49)
(Bione) diceva che agevole eÁ la discesa nell'Ade.
D Uho*mo| Â...Ã soi&| fx&ri pqo+| so+ a$msi*pakom, so+ de+ lg+ e$lpodx+m a$mamsacxmi*rs{ et$moi*y
sesi*lgsai. (Tucidide, Storie, 2, 45, 1)
L'invidia eÁ rivolta da parte dei vivi a chi sta loro davanti, mentre chi non vive piuÁ eÁ
onorato con una benevolenza senza contrasti.
D $Epi+ mejq{& lg+ ce*ka. (Stobeo, 3, 1, 172-173)
Non ridere del morto.

m
Statua bronzea di efeÁbo, proveniente da Antikythera. Atene, Museo Archeologico Nazionale.

448 APPENDICE
DIZIONARIO
d Italiano-Greco

A, a della persona e peqi* e il gen. della agnello, agnella, a$lmo*|, -ot&, o<, g<;
cosa). (a$qg*m), a$qmo*|, o<, g<.
a, prep., ei$| e l'acc. (moto a luogo); e$m
acheo, agg., $Avaio*|, -a*, -o*m; sost., agricoltore, / contadino.
e il dat. (stato in luogo).
gli Achei, oi< $Avaioi*. agricoltura, cexqci*a, -a|, g<.
abbandonare, kei*px, a$po-kei*px,
Acheronte, $Ave*qxm, -omso|, o<. Aiace, Ai>a|, -amso|, o<.
pqo-i^gli.
Achille, $Avikket*|, -e*x|, o<. aiutare, boghe*x (con il dat.).
abbellire, jorle*x, jakkt*mx.
acqua, t%dxq, -aso|, so*; acqua lu- aiuto, bog*heia, -a|, g<; portare aiuto,
abbeverare, pipi*rjx.
strale, ve*qmiw, -ibo|, g<. correre in aiuto, / aiutare.
abbisognare di, aver bisogno di, de*o-
acquistare, jsa*olai. ala, pseqo*m, -ot&, so*; pse*qtn, -tco|,
lai (con il gen.).
acropoli, a$jqo*poki|, -ex|, g<. g<; ala dell'esercito, je*qa|, -aso|
abbondante, a>uhomo|, -om; et>po-
qo|, -om. adattare, pqor-a*psx. (-ao|, -x|), so*.
abbondanza, a$uhomi*a, -a|, g<; et$po- addirsi (essere conveniente, essere op- alba, g$x*|, g$ot&|, g<; o>qhqo|, -ot, o<; sul
qi*a, -a|, g<. portuno), pqe*px (con il dat.); si far dell'alba, a%la g$oi&, a%la o>qhq{.
abitante, oi$je*sg|, -ot, o<; oi$jg*sxq, addice, pqe*pei. albero, de*mdqom, -ot, so*.
-oqo|, o<. addolorare, ktpe*x; addolorarsi, kt- alcuno, pron.-agg. indef., si|, si (gen.
abitare, oi$je*x. pe*olai. simo*|, indef. encl.); alcuni, e>mioi.
abituare, e$hi*fx; essere abituato, adulatore, jo*kan, -ajo|, o<. Alessandro, $Ake*namdqo|, -ot, o<.
ei>xha; abituarsi, e$hi*folai. affanno, kt*pg, -g|, g<; le*qilma, -aso|, alleanza, rtllavi*a, -a|, g<.
accadere, ci*cmolai, rtl-bai*mx. so*. alleato, agg., rt*llavo|, -om; sost.,
accampamento, rsqaso*pedom, -ot, affermare, ke*cx, ua*rjx, ugli*. rt*llavo|, -ot, o<.
so*. affetto, uiki*a, -a|, g<; et>moia, -a|, g<. allestire, paqa-rjeta*fx.
accanto a, prep., paqa* e il dat.; affincheÂ, cong. finale, x<|, %ima, o%px|. allevare, sqe*ux.
pkgri*om, e$cct*| e il gen. (stato in affondare, jasa-dt*x (trans.), jasa- allontanare, a$po-sqe*px, a$p-a$kka*r-
luogo); paqa* e l'acc. (stato in dt*olai (intrans.). rx (-ssx), a$po-vxqi*fx; allonta-
luogo e moto a luogo). affrettarsi, sqe*vx. narsi, a$p-e*qvolai, oi>volai, a$p-
accecare, stuko*x. affrontare, t<po-de*volai. a$kka*rrolai, a>p-eili (ei#li).
accettare, de*volai, a$po-de*volai. Africa, Kibt*g, -g|, g<. allora, avv., e$msat&ha (in quel mo-
accogliere, t<po-de*volai. Agamennone, $Acale*lmxm, -omo|, o<. mento); cong., mtm (enclit. conclu-
accordarsi, rtm-si*helai. AgaÁtocle, $Acahojkg&|, -e*ot|, o<. siva, dunque).
accorgersi di, ai$rha*molai (con il gen. AgesilaÁo, $Acgri*kao|, -ot, o<. altare, bxlo*|, -ot&, o<.
o l'acc.). aggiogare, fet*cmtli. altezza, a$jqo*sg|, -gso|, g<; t%wo|,
accrescere, at$na*mx. agile, e$kauqo*|, -a*, -o*m ed e$kauqo*|, -ot|, so*.
accumulare,rtm-ahqoi*fx, rtk-ke*cx, -o*m. alto, t<wgko*|, -g*, -o*m; a>jqo|, -a, -om.
vx*mmtli. agire, poie*x, e$qca*folai, pqa*rrx altro, pron-.agg. indef., a>kko|, -g, -o
accusare, jas-gcoqe*x (con il gen. (pqa*ssx). (fra molti); e%seqo|, -a, -om (fra due).

ITALIANO-GRECO 449
Amaltea, $Ala*kheia, -a|, g<. arciere, sono*sg|, -ot, o<. auriga, g<mi*ovo|, -ot, o<.
amare, uike*x, a$capa*x, rse*qcx. arco, so*nom, -ot, so*. aurora, / alba.
amaro, pijqo*|, -a*, -o*m. arconte, a>qvxm, -omso|, o<. avanzare, poqet*olai.
ambasciatore, pqerbetsg*|, -ot&, o<; Ares, >Aqg|, -ex|, o<. avere, verbo, e>vx; sost., ot$ri*a, -a|,
ambasciatori, pqe*rbei|, -exm, oi<. argenteo, d'argento, a$qctqot&|, -a&, g<; vqg*lasa, -xm, sa*.
ambizioso, uiko*silo|, -om. -ot&m. avido, uika*qctqo|, -om.
ambrosia, a$lbqori*a, -a|, g<. argento, a>qctqo|, -ot, o<. avvenire, verbo, ci*cmolai.
amicizia, uiki*a, -a|, g<. Aristide, $Aqirsei*dg|, -ot, o<. avversitaÁ, dtrstvi*a, -a|, g<.
amico, agg., ui*ko|, -g, -om; sost., arma, o%pkom, -ot, so*. avvicinarsi, pkgria*fx, ei$|-e*qvolai.
ui*ko|, -ot, o<. arrecare, ue*qx, pqor-ue*qx. avvoltoio, ct*w, ctpo*|, o<.
amministrare (lo Stato), pokiset*x, arricchire, pkotsi*fx. azione, e>qcom, -ot, so*; pqa&cla, -aso|,
pokiset*olai. arrivare, / giungere. so*; pqa&ni|, -ex|, g<.
ammirare, hatla*fx. Artaserse, $Aqsane*qng|, -ot, o<.
anarchia, a$maqvi*a, -a|, g<. arte, se*vmg, -g|, g<. B, b
AnassaÁgora, $Amanaco*qa|, -ot, o<. ArteÁmide, >Aqseli|, -ido|, g<.
ancella, heqa*paima, -g|, g<. artiglio, o>mtn, -tvo|, o<. babilonese, agg., Babtkx*mio|, -a,
anche, cong. copulativa, jai*. ascoltare, a$jot*x (con il gen. della -om; sost., i Babilonesi, oi< Babt-
ancoÁra, avv., e>si; non ancora, ot>px. persona, l'acc. o il gen. della cosa). kx*mioi.
aÁncora, a>cvtqa, -a|, g<. Asia, $Ari*a, -a|, g<. Babilonia, Babtkx*m, -x & mo|, g<.
andare, poqet*olai, bai*mx, ei#li; far aspettare, le*mx, t<po-le*mx. badare, e$pi-leke*olai (con il gen.,
andare, biba*fx; andare avanti, aspro, sqavt*|, ei&a, -t*. peqi* o t<pe*q e il gen.).
pqo*-eili (ei#li); andare giuÁ, ja*s- assalire, o<qla*x, ei$r-ba*kkx (con ei$| e banchettare, e<rsia*olai.
eili (ei#li); andare via, oi>volai, l'acc.). banchetto, rtlpo*riom, -ot, so*.
a>p-eili (ei#li). assediare, poki-oqje*x. barbaro, agg., ba*qbaqo|, -om; sost.,
anello, dajst*kio|, -ot, o<. assemblea (popolare), e$jjkgri*a, -a|, ba*qbaqo|, -ot, o<.
anfora, vot&|, voo*|, o<, g<. g<. barca, pkoi&om, -ot, so*; rja*ug, -g|, g<;
anguilla, e>cvekt|, -ex|, g<. assente, a$px*m, -ot&ra, -o*m; essere rja*uo|, -ot|, so*.
anima, wtvg*, -g&|, g<. assente, a>p-eili (ei$li*). bastare, a$qje*x.
animale, f{ & om, -ot, so*. asta, do*qt, -aso|, so*. battaglia, la*vg, -g|, g<; battaglia
animo, wtvg*, -g&|, g<; htlo*|, -ot&, o<. astro, a>rsqom, -ot, so*; a$rsg*q, -e*qo|, navale, matlavi*a, -a|, g<.
Annibale, $Ammi*ba|, -ot (-a), o<. o<. battere, st*psx, pkg*rrx (pkg*ssx),
anno, e$miatso*|, -ot&, o<. Atena, $Ahgma&, -a&|, g<. jo*psx.
annunciare, a$cce*kkx. Atene, $Ahg&mai, -x & m, ai<; verso Atene beato, laja*qio|, -a, -om e laja*qio|,
antenato, pqo*como|, -ot, o<. (moto a luogo), $Ahg*mafe; in Ate- -om; o>kbio|, -a, -om; la*jaq, la*-
anticamente, avv., pa*kai, a$qvai*x|. ne (stato in luogo), $Ahg*mgri; da jaiqa, la*jaq.
antico, a$qvai&o|, -a, -om; pakaio*|, -a*, Atene (moto da luogo), $Ahg*- bellezza, ja*kko|, -ot|, so*.
-o*m; gli antichi (con val. di sost.), oi< mghem. bellicoso, pokelijo*|, -g*, -o*m.
pakaioi*. ateniese, agg., $Ahgmai&o|, -a, -om; bello, jako*|, -g*, -o*m.
AntõÁgone, $Amsico*mg, -g|, g<. sost., $Ahgmai&o|, -ot, o<. bene, avv., et#, jakx & |; sost., a$caho*m,
antro, a>msqom, -ot, so*. Atlante, >Aska|, -amso|, o<. -ot&, so*; i beni (le ricchezze), vqg*-
ape, le*kirra (le*kissa), -g|, g<. atleta, a$hkgsg*|, -ot&, o<. lasa, -xm, sa*.
Apollo, $Apo*kkxm, -xmo|, o<. Atride, $Asqei*dg|, -ot, o<. benefattore, et$eqce*sg|, -ot, o<.
apparire, e$pi-uai*molai; avere l'ap- attaccare, rtm-a*psx; attaccare bat- benevolo, et>mot|, -otm.
parenza, e>oija. taglia, la*vgm rtm-a*psx. bere, pi*mx.
appena che, non appena, cong. tem- attacco, pqorbokg*, -g&|, g<. bestia, hgqi*om, -ot, so*; hg*q, hgqo*|,
porale, e$peida+m (e$peidg+) sa*virsa. attendere, / aspettare. o<.
appendere, jqela*mmtli. attentamente, avv., a$jqibx & |. bevanda, poso*m, -ot&, so*; po*ri|, -ex|,
apprendere, lamha*mx. Attica, $Assijg*, -g&|, g<. g<.
approvare, dojila*fx, e$p-aime*x. atto, agg. (adatto), i<jamo*|, -g*, -o*m biasimare, we*cx, le*luolai.
aprire, a$m-oi*cx, a$m-oi*cmtli. (con ei$|, pqo*| e l'acc., o l'inf.). bisognare (impers.), dei&.
Arabo, >Aqaw, -abo|, o<. attraversare, dia-bai*mx. bloccare, peqi-jkei*x, jas-ei*qcx.
araldo, jg&qtn, -tjo|, o<. attraverso, prep., dia* e il gen. bocca, rso*la, -aso|, so*; stare a bocca
arare, a$qo*x. audace, hqart*|, -ei&a, -t*. aperta, vai*mx.
Archimede, $Aqvilg*dg|, -ot|, o<. aureo, d'oro, vqtrot&|, -g&, -ot&m. BraÁsida, Bqari*da|, -ot, o<.

450 DIZIONARIO
breve, bqavt*|, -ei&a, -t*. Catone, Ja*sxm, -xmo|, o<. Cicerone, Jije*qxm, -omo|, o<.
briglia, vakimo*|, -ot&, o<. cattiveria, jaji*a, -a|, g<. Ciclope, Jt*jkxw, -xpo|, o<.
bronzeo, di bronzo, vakjot&|, -g&, cattivo, jajo*|, -g*, -o*m. cielo, ot$qamo*|, -ot&, o<.
-ot&m. catturare, rtk-kalba*mx. cigno, jt*jmo|, -ot, o<.
bruciare, trans., jai*x, uke*cx, pi*l- causa, ai$si*a, -a|, g<; a causa di, dia* e cingere, fx*mmtli, peqi-si*hgli.
pqgli; intrans., jai*olai. l'acc. cinghiale, ja*pqo|, -ot, o<; rt&|, rto*|,
bue, bot&|, boo*|, o<. cavaliere, i<ppet*|, -e*x|, o<; i<ppo*sg|, o<, g<.
bugia, wet&do|, -ot|, so*. -ot, o<. cioÁ, pron. dimostr., so*de, sot&so.
buono, a$caho*|, -g*, -o*m. cavalleria, i<ppei&|, -e*xm, oi<; i<ppijo*m, circa, prep., ei$| e l'acc.
-ot&, so*. circondare, peqi-ba*kkx.
C, c cavallo, cavalla, %ippo|, -ot, o<, g<. circumnavigazione, peqi*pkot|,
Cefisia, Jguiria*, -a&|, g<. -ot, o<.
caccia, hg*qa, -a|, g<. celebrare, et$koce*x (encomiare), e<oq- Ciro, Jt&qo|, -ot, o<.
cacciare (andare a caccia), hgqet*x, sa*fx (celebrare una festa). citarista, jihaqirsg*|, -ot&, o<.
hgqa*x. Celti, Je*ksai, -x & m, oi<. cittaÁ, po*ki|, -ex|, g<; cittaÁ fortificata,
cacciatore, hgqetsg*|, -ot&, o<. cera, jgqo*|, -ot&, o<. a>rst, -ex|, so*.
cadavere, mejqo*|, -ot&, o<. ceramista, jeqalet*|, -e*x|, o<. cittadino, poki*sg|, -ot, o<.
cadere, pi*psx; cadere sotto il potere cercare, fgse*x (ricercare), peiqa*o- civetta, ckat&n, ckatjo*|, g<.
di..., ci*cmolai t<po* e l'acc. lai (fare in modo di). codesto, pron. dimostr., ot'so|, at%sg,
calcolare, koci*folai. certo, agg., a$ruakg*|, -e*| (gen. -ot&|, sot&so.
calice, ja*ktn, -tjo|, g<. sicuro); be*baio|, -a, -om (saldo); coetaneo, coetanea, g'kin, -ijo|, o<, g<
cambiare, a$kka*rrx (a$kka*ssx), le- pirso*|, -g*, -o*m (fidato); un certo, (agg. e sost.).
sa-ba*kkx, leh-i*rsgli, lesa-si*hg- un tale, pron.-agg. indef., si|, si collana, t<podeqi*|, -i*do|, g<.
li. (indef. encl., gen. simo*|). collina, ko*uo|, -ot, o<.
cambio, a$kkacg*, -g&|, g<; in cambio di, cervo, cerva, e>kauo|, -ot, o<, g<. collo, sqa*veko|, -ot, o<; at$vg*m, -e*mo|,
a$msi* e il gen. Cesare, Jai&raq, -aqo|, o<. o<.
cammello, ja*lgko|, -ot, o<. cespuglio di rose, q<odg&, -g&|, g<. collocare, collocare dritto, %irsgli.
camminare, biba*fx, bai*mx. cessare, kg*cx, pat*olai (con il gen. o colomba, peqirseqa*, -a&|, g<.
campo, a$cqo*|, -ot&, o<. il part. predicativo). colonia, a$poiji*a, -a|, g<.
cane, cagna, jt*xm, jtmo*|, o<, g<. cetra, jiha*qa, -a|, g<. colorare, vqx*mmtli.
canestro, jamot&m, -ot&, so*. che, cong. dichiarativa, o%si, x<|; cong. colpevole, ai>sio|, -a, -om.
Canne, Ja*mmai, -x & m, ai<. consecutiva, x % rse; pron. relat., o%|, colpire, ba*kkx, pkg*rrx (pkg*ssx),
cantare, y>dx. g%, o%; o%rsi|, g%si|, o% si. pai*x.
canto, {$dg*, -g&|, g<; le*ko|, -ot|, so*. chi, pron. relat., o%|, g%, o%; o%rsi|, g%si|, comandante, g<celx*m, -o*mo|, o<; rsqa-
capace, i<jamo*|, -g*, -o*m. o% si; chi? che cosa?, pron. inter- sgco*|, -ot&, o<.
capello, hqi*n, sqivo*|, g<. rog., si*|; si*; (gen. si*mo|). comando, a$qvg*, -g&|, g< (dominio);
capo, jeuakg*, -g&|, g< (testa); a>qvxm, chiamare, jake*x (far venire), o$mo- g<celomi*a, -a|, g< (guida); pqo*-
-omso|, o<; g<celx*m, -o*mo|, o< (co- la*fx (chiamare per nome), ja- rsacla, -aso|, so* (ordine).
mandante). ke*olai (chiamare a seÂ). combattere, la*volai, pokele*x.
capro, capra, ai>n, ai$co*|, o<, g<. chiaro, kalpqo*|, -a*, -o*m (luminoso); come, congiunz. comparativa, x<|,
carne, ra*qn, raqjo*|, g<; jqe*a|, uameqo*|, -a*, -o*m (visibile); dg&ko|, x% rpeq; avv. interrog. dir. e indir.,
jqe*x| (-aso|), so*. -g, -om (manifesto). px & |; avv. interrog. indir., o%px|;
caro, ui*ko|, -g, -om. chiedere, ai$se*x (desiderare), e$qx- come ... cosõÁ, x % rpeq ... ot%sx(|).
Caronte, Va*qxm, -xmo|, o<. sa*x (interrogare). commettere, poie*x.
carro, a%lana, -g|, g<; a%qla, -aso|, chitone, visx*m, -x & mo|, o<. cominciare, a>qvolai (con il gen.).
so*. chiudere, jkei*x. commercio, e$lpoqi*a, -a|, g<.
cartaginese, agg., Jaqvgdo*mio|, -a, chiunque, pron. relat. indef., o%rsi|, compagno, e<sai&qo|, -ot, o<.
-om; sost., Jaqvgdo*mio|, -ot, o<. g%si|, o% si. compassione, oi$jsirlo*|, -ot&, o<; oi#-
casa, oi$ji*a, -a|, g<; oi#jo|, -ot, o<; in ciarliero, ka*ko|, -g, -om. jso|, -ot, o<; avere compassione,
casa (stato in luogo), oi>joi; verso ciascuno, pron.-agg. indef., e%ja- oi$jsei*qx (con l'acc. della persona e
casa (moto a luogo), oi#jo*mde; da rso|, -g, -om (fra molti), e<ja*seqo|, il gen. o l'acc. della cosa).
casa (moto da luogo), oi>johem. -a, -om (fra due). compiangere, / avere compassione.
Catania, Jasa*mg, -g|, g<. cibo, ri&so|, -ot, o<. compiere, dqa*x, seke*x.
Catilina, Jasiki*ma|, -a, o<. cicala, se*ssin, -ico|, o<. comprare, x$me*olai.

ITALIANO-GRECO 451
comprendere, jasa-kalba*mx, e$m- correre, sqe*vx; he*x. dentro, avv., e>mdom, e$mso*|; prep., e$m
moe*x, rtm-i*gli. corrompere, dia-uhei*qx. e il dat.; essere dentro, e>m-eili
comunicare, a$cce*kkx. corrotto, uhaqso*|, -g*, -o*m. (ei$li*).
con, prep., rt*m e il dat., lesa* e il gen. cosa, pqa&cla, -aso|, so*. deporre, deporre su, e$pi-si*hgli (con
concedere, poqi*fx, di*dxli, paqa- cosõÁ, avv., ot%sx, ot%sx|; cosõÁ... che, il dat., e$pi* e il gen., e$pi* e l'acc.).
di*dxli. ot%sx(|)... x % rse (x<|). derivare, ci*cmolai.
concittadino, poki*sg|, -ot, o<. costringere, a$macja*fx. deserto, agg., e$qg&lo| (e>qglo|), -g,
concorde, o<lo*uqxm, -om (gen. -omo|). costruire, poie*x, jsi*fx, i<dqt*x, e$q- -om ed e$qg&lo|, -om.
concordia, o<lo*moia, -a|, g<. ca*folai. desiderare, e$pi-htle*x (con il gen.),
condannare, jasa-cicmx*rjx, jasa- credere, moli*fx (ritenere), oi>olai pohe*x.
dija*fx. (pensare), pirset*x (avere fede, desiderio, e$pihtli*a, -a|, g<; po*ho|,
condottiero, rsqasgco*|, -ot&, o<. con il dat.). -ot, o<.
condurre, a>cx, e$kat*mx. Creta, Jqg*sg, -g|, g<. destro, denio*|, -a*, -o*m.
conforto, paqalthi*a, -a|, g<. cuoco, la*ceiqo|, -ot, o<. devastare, uhei*qx, dia-uhei*qx, poq-
conoscenza, cmx & ri|, -ex|, g<. cuore, jaqdi*a, -a|, g<. he*x.
conoscere, cicmx*rjx. cura, e$pile*keia, -a|, g<. dialettica, diakejsijg* (sott. se*vmg),
conquistare, ai<qe*x, kalba*mx. curare, heqapet*x (medicare, gua- -g&|, g<.
consegnare, e$cveiqi*fx, e$pi-sqe*px, rire), uqomsi*fx (preoccuparsi di); difendere, a$lt*mx; difendersi, a$lt*-
paqa-di*dxli, a$po-di*dxli. curarsi di, aver cura di, e$pi-le*ko- molai (con l'acc.).
considerare, moli*fx, rje*psolai. lai o e$pi-leke*olai (con il gen.). difetto, a<la*qsgla, -aso|, so*.
consigliare, rtl-botket*x, paqa-je- custode, ut*kan, -ajo|, o<, g<. difficile, vakepo*|, -g*, -o*m.
ket*olai, paq-aime*x. custodire, utka*rrx (utka*ssx). dilaniare, rpaqa*rrx (rpaqa*ssx).
consigliere, rt*lbotko|, -ot, o<. dilettare, se*qpx.
consiglio, botkg*, -g&|, g<. D, d diligente, rpotdai&o|, -a, -om; e$pi-
consumare, jasa-sqi*bx (logorare, lekg*|, -e*| (gen. -ot&|); a$jqibg*|,
rovinare), jasa-dapama*x (dissi- da, prep., a$po*, e$j, e$n e il gen. (moto -e*| (gen. -ot&|).
pare). da luogo); t<po* e il gen. (agente). dio, heo*|, -ot&, o<.
contadino, cexqco*|, -ot&, o<. danneggiare, bka*psx, jajo*x. Dionigi, Diomt*rio|, -ot, o<.
contemporaneo, / coetaneo. danno, bka*bg, -g|, g<. dire, ke*cx, ugli*; dire bene, jakx &|
contrapporre, a$msi-si*hgli, a$mh- i*rsg- danzare, voqet*x. ke*cx (con l'acc. della persona);
li. dapprima, avv., so+ pqx & som, pqx
& som. dire male, jajx & | ke*cx (con l'acc.
contrario, e$mamsi*o|, -a, -om (con il dardo, be*ko|, -ot|, so*. della persona).
dat.). dare, paq-e*vx, di*dxli; dare in cam- dirigersi, sqe*polai.
contro, prep., jasa* e il gen.; paqa*, bio, a$msi-di*dxli; dare in piuÁ, e$pi- discendere, jasa-bai*mx.
ei$|, pqo*| e l'acc. di*dxli. discepolo, lahgsg*|, -ot&, o<.
conveniente, a$nio*vqex|, -xm; pqe*- Dario, Daqei&o|, -ot, o<. discordia, e>qi|, -ido|, g<.
pxm, -otra, -om. davanti a, prep., pqo* e il gen. discorrere, koci*folai, dia-ke*colai.
convenire, pqe*px. dea, hea*, -a&|, g<. discorso, ko*co|, -ot, o<.
convincere, pei*hx; convincersi, es- debitore, o$ueike*sg|, -ot, o<; essere discutere, / discorrere.
sere convinto, pei*holai. debitore, o$uei*kx, o$ukirja*mx. disertore, agg., at$so*loko|, -om; sost.,
convitato, deipmgsg*|, -ot&, o<. debole, a$rhemg*|, -e*| (gen. -ot&|). at$so*loko|, -ot, o<.
coppa, jqasg*q, -g&qo|, o<. decisione, jqi*ri|, -ex|, g<; botkg*, -g&|, disgrazia, rtluoqa*, -a&|, g<.
coraggio, a$mdqei*a, -a|, g<; htlo*|, g<. disonesto, ai$rvqo*|, -a*, -o*m.
-ot&, o<; ha*qro|, -ot|, so*. definire, dia-cicmx*rjx, dia-jqi*mx. disonorare, a$sila*fx, jas-airvt*mx.
coraggiosamente, avv., a$mdqei*x|. degno, a>nio|, -a, -om (con il gen. o disonore, a$sili*a, -a|, g<.
corazza, hx*qan, -ajo|, o<. l'inf.); stimare degno, a$nio*x. disordinato, a>sajso|, -om.
corinzio, agg., Joqi*mhio|, -a, -om; Delfi, Dekuoi*, -x & m, oi<. disperdere, rjeda*mmtli.
sost., Joqi*mhio|, -ot, o<. deliberare, botket*olai. distare da, a$p-e*vx (con il gen., a$po* e
corno, je*qa|, -aso| (je*qx|), so*. delusione, a<laqsi*a, -a|, g<. il gen.).
corona, rse*uamo|, -ot, o<. DemeÁtra, Dglg*sgq, -sqo|, g<. distribuire, dia-me*lx, dia-di*dxli.
corpo, rx & la, -aso|, so*. demone, dai*lxm, -omo|, o<. distruggere, uhei*qx, a$p-o*kktli, jah-
correggere, di-oqho*x. Demostene, Dglorhe*mg|, -ot|, o<. aiqe*x.
corrente, sost., q<ot&|, -ot&, o<; dalla denaro, a$qct*qiom, -ot, so*. distruzione, jasa*ktri|, -ex|, g<; dia-
bella corrente, et>qot|, -otm. dente, o$dot*|, -o*mso|, o<. uhoqa*, -a&|, g<.

452 DIZIONARIO
divenire, diventare, ci*cmolai. entrare, ei>r-eili (ei#li), ei$r-e*qvolai. fame, kilo*|, -ot&, o<; aver fame, pei-
diverso, a$kkoi&o|, -a, -om; dia*uoqo|, Era, %Gqa, -a|, g<. ma*x.
-om. EÁracle, <Gqajkg&|, -e*ot|, o<. famoso, e>mdono|, -om; et$jkeg*|, -e*|
divino, hei&o|, -a, -om. erba, po*a, -a|, g<. (gen. -ot&|).
divorare, e$rhi*x. Ercole, / Eracle. fanciulla, jo*qg, -g|, g<; paqhe*mo|,
dolce, g<dt*|, -ei&a, -t*; cktjt*|, -ei&a, -t*. erimantio (di Erimanto), $Eqtla*m- -ot, g<.
dolcezza, cktjt*sg|, -gso|, g<. hiom, -a, -om. fanciullo, pai&|, paido*|, o<.
dolore, kt*pg, -g|, g<; a>kco|, -ot|, so*; Erinni, $Eqimt*e|, -t*xm, ai<. fante, pefo*|, -ot&, o<.
senza dolore, a>ktpo|, -om. erme, <Eqlai&, -x & m, oi<. fare, poie*x (costruire), pqa*rrx
doloroso, a$kceimo*|, -g*, -o*m. Ermes, <Eqlg&|, -ot&, o<. (pqa*ssx, compiere), dqa*x (ope-
domandare, ai$se*x (richiedere, con eroe, g%qx|, -xo|, o<. rare).
l'acc. della cosa e il gen. o paqa* e il errare pkama*olai (andar girando), farmaco, ua*qlajom, -ot, so*.
gen. della persona), e$qxsa*x (in- a<laqsa*mx (sbagliare). fatica, po*mo|, -ot, o<; a#hko|, -ot, o<.
terrogare). esaltare, e$c-jxlia*fx. favola, lt&ho|, -ot, o<; ko*co|, -ot, o<.
domani, avv., at>qiom. Eschilo, Ai$rvt*ko|, -ot, o<. favoloso, lthx*dg|, -e| (gen. -ot|).
donna, ctmg*, -aijo*|, g<. EÁschine, Ai$rvi*mg|, -ot, o<. fede, pi*rsi|, -ex|, g<.
dono, dx & qom, -ot, so*; doni ospitali, esempio, paqa*deicla, -aso|, so*. fedele, pirso*|, -g*, -o*m.
sa+ ne*mia (dx & qa). esercitare, a$rje*x; esercitarsi, a$rje*o- fedeltaÁ, / fede.
dopo, avv., t%rseqom, e>peisa; prep., lai. felice, et$dai*lxm, -om (gen. -omo|).
lesa* e l'acc.; dopo che, cong. tem- esercito, rsqasia*, -a&|, g<. felicitaÁ, et$dailomi*a, -a|, g<.
porale, e$pei*, e$peidg*. esiliare, utcadet*x. Fenice, Uoi&min, -ijo|, o<.
doppio, dipkot&|, -g&, -ot&m. esilio, utcg*, -g&|, g<; mandare in esilio, fenicio, Uoi&min, -ijo|, o<, g< (sost. e
dormire, jah-et*dx, daqha*mx. / esiliare. agg.).
dove, avv., ot'. EsoÁpo, Ai>rxpo|, -ot, o<. ferire, sisqx*rjx.
dramma, dqavlg*, -g&|, g< (dracma, esortare, paqa-jake*x, jeket*x. feroce, a>cqio|, -a, -om; hgqix*dg|, -e|
moneta); dqa&la, -aso|, so* (rap- espiare, si*mx. (gen. -ot|).
presentazione). esploratore, rjopo*|, -ot&, o<. fertile, et>jaqpo|, -om; et>cex|, -xm.
dubitare, a$lui-cmoe*x, e$m-doia*fx. espugnare, ai<qe*x. festa (religiosa), e<oqsg*, -g&|, g<.
durante, prep., e$m e il dat., jasa* e essere, ei$li*, ci*cmolai. fiaccola, kalpa*|, -a*do|, g<; dy*|,
l'acc., dia* e il gen. essi, pron. pers., / loro. dydo*|, g<.
estate, he*qo|, -ot|, so*. fiamma, uko*n, ukoco*|, g<.
E, e estremo, e>rvaso|, -g, -om. fico, rtjg&, -g&|, g< (sia albero che
etaÁ, g<kiji*a, -a|, g<; di quale etaÁ? (inter- frutto); rt&jom, -ot, so* (frutto).
e, cong. copulativa, jai*. rog.), pgki*jo|, -g, -om; di una certa fidarsi di, pirset*x (con il dat.).
eco, g$vx*, -ot&|, g<; la ninfa Eco, $Gvx*, etaÁ (indef.), pgki*jo|, -g, -om; della fidato, / fedele.
-ot&|, g<. quale etaÁ (relat.), g<ki*jo|, -g, -om; di Fidia, Ueidi*a|, -ot, o<.
EÁdipo, Oi$di*pot|, -odo|, o<. tale etaÁ (dimostr.), sgki*jo|, -g, -om; fiducia, pi*rsi|, -ex|, g<.
educare, paidet*x. di qualsiasi etaÁ (indef.), o<pgki*jo|, fiera, hg*q, hgqo*|, o<; hgqi*om, -ot, so*.
educazione, paidei*a, -a|, g<. -g, -om. figlia, htca*sgq, -sqo*|, g<.
Efesto, %Guairso|, -ot, o<. etere, ai$hg*q, -e*qo|, o<, g<. figlio, ti<o*|, -ot&, o<; pai&|, paido*|, o<;
Egitto, Ai>ctpso|, -ot, g<. eterno, ai$x*mio|, -om. se*jmom, -ot, so*; senza figli, a>pai|,
egiziano, agg., Ai$ct*psio|, -a, -om; Ettore, %Ejsxq, -oqo|, o<. -aido|; che ha bei figli, et>pai|,
sost., Ai$ct*psio|, -ot, o<. Euripide, Et$qipi*dg|, -ot, o<. -aido|.
egli, pron. pers., at$so*|, -g*, -o*. EurõÁsteo, Et$qtrhet*|, -e*x|, o<. Filippo, Ui*kippo|, -ot, o<.
elefante, e$ke*ua|, -amso|, o<. filosofia, uikoroui*a, -a|, g<.
elegia, e$kecei*a, -a|, g<; e$kecei&om, -ot, F, f filosofo, uiko*rouo|, -ot, o<.
so*. fabbro, vakjet*|, -e*x|, o<. fine, seketsg*, -g&|, g<; se*ko|, -ot|, so*;
Elena, <Eke*mg, -g|, g<. facezia, cekoi&om, -ot, so*; facezie, alla fine, avv., se*ko|.
elmo, jo*qt|, -tho|, g<. a%ke|, a<kx& m, oi<. fino a, prep., le*vqi| (le*vqi), a>vqi|
empietaÁ, a$re*beia, -a|, g<. facile, q<y*dio|, -a, -om. (a>vqi) e il gen.
empio, a$rebg*|, -e*| (gen. -ot&|). facilmente, avv., q<ydi*x|. fiore, a>mho|, -ot|, so*.
emulare, fgko*x. falange, ua*kacn, -acco|, g<. fiorire, a$mhe*x, ha*kkx.
Enea, Ai$mei*a|, -ot, o<. falso, wetdg*|, -e*| (gen. -ot&|). fiume, posalo*|, -ot&, o<.
entrambi, pron. indef., a>lux, -oi&m. fama, do*na, -g|, g<. fiutare, o$ruqai*molai (con il gen.).

ITALIANO-GRECO 453
flauto, at$ko*|, -ot&, o<. gigante, ci*ca|, -amso|, o<. Grecia, <Ekka*|, -a*do|, g<.
flotta, matsijo*m, -ot&, so*. gigantomachõÁa, cicamsolavi*a, -a|, greco, agg., <Ekkgmijo*|, -g*, -o*m; sost.,
Focione, Uxji*xm, -xmo|, o<. g<. %Ekkgm, -gmo|, o<.
folla, o>vko|, -ot, o<. ginocchio, co*mt, -aso|, so*. gregge, a$ce*kg, -g|, g<.
fonte, pgcg*, -g&|, g<. gioia, g<domg*, -g&|, g<; et$uqort*mg, -g|, gridare, boa*x.
formica, lt*qlgn, -gjo|, o<. g<. grido, bog*, -g&|, g<.
fornire, paqa-rjeta*fx, poqi*fx. gioire di, g%dolai (con il dat.), vai*qx guadagno, je*qdo|, -ot|, so*.
forse ...?, lg*, a#qa lg*, lx& m; forse non (con il dat.). guardare, bke*px.
...?, ot$, a#q$ ot$, ot>jotm; giorno, g<le*qa, -a|, g<. guardarsi dal, utka*rrx (-ssx), ut-
forte, i$rvtqo*|, -a*, -o*m. giovane, agg., me*o|, -a, -om; sost., ka*rrolai (con lg* e l'inf., o%px| lg*
fortunato, et$stvg*|, -e*| (gen. -ot&|). meami*a|, -ot, o<. % rse lg* e l'inf.);
e il cong. o l'ottat., x
forza, q<x*lg, -g|, g< (robustezza); giovare a, x$ueke*x (con il dat.). guardarsi da (stare attento a),
jqa*so|, -ot|, so* (forza fisica); gioventuÁ, meo*sg|, -gso|, g<; g%bg, -g|, utka*rrolai (con il gen. o a$po* e
dt*mali|, -ex|, g< (potenza); i$rvt*|, g<. il gen. o l'acc. sia della persona che
-t*o|, g< (vigore, violenza); forza giovinetto, meami*a|, -ot, o<; meami*- della cosa).
militare, dt*mali|, -ex|, g<. rjo|, -ot, o<. guerra, po*kelo|, -ot, o<.
fra, prep., e$m e il dat. giovinezza, / gioventuÁ. guidare, a>cx, g<ce*olai (con il gen. o
fratello, a$dekuo*|, -ot&, o<. giudicare, dija*fx, jqi*mx. il dat.).
freccia, so*netla, -laso|, so*. giudice, dijarsg*|, -ot&, o<; jqisg*|,
freddo, agg., wtvqo*|, -a*, -om; sost., -ot&, o<. I, i
wt&vo|, -ot|, so*. giungere, a$u-ijme*olai, g%jx (nel pres.
consignificatodiperf.enell'imperf. idoneo, i<jamo*|, -g*, -o*m (con ei$|, pqo*|
frequentare, o<like*x (con il dat.).
con significato di piuccheperf.), e l'acc., o l'inf.).
fresco, agg., wtvqo*|, -a*, -o*m.
pqo*r-eili (ei#li). Ifigenia, $Iuice*meia, -a|, g<.
fronte, le*sxpom, -ot, so*.
giurare, o>lmtli. ignorante, a$lahg*|, -e*| (gen. -ot&|).
frutto, jaqpo*|, -ot&, o<.
giustamente, avv., dijai*x|. Iliade, $Ikia*|, -a*do|, g<.
fuga, utcg*, -g&|, g<; mettere in fuga,
giusto, di*jaio|, -a, -om; credere giu- Ilio, >Ikiom, -ot, so*.
ei$| utcg+m sqe*px.
sto, dijaio*x, a$nio*x. illuminare, e$pi-uxsi*fx, jasa-ka*l-
fuggiasco, utca*|, -a*do|, o<.
gloria, do*na, -g|, g<. px.
fuggire, uet*cx (con l'acc.; a$po*, e$j e
gloriosamente, avv., et$jkex & |. imitare, lile*olai.
il gen.); fuggire di nascosto, a$po-
glorioso, et$jkeg*|, -e*| (gen. -ot&|); immagine, ei$jx*m, -o*mo|, g<; ei#do|,
didqa*rjx.
e>mdono|, -om. -ot|, so*.
fuoco, pt&q, ptqo*|, so*.
godere di, vai*qx (con il dat.). immergersi, jasa-dt*olai.
fuori da, fuori di, prep., e$jso*| e il
goÁmena, ja*kx|, -x, o<. immortale, a$ha*maso|, -g, -om e
gen.
GoÁrgone, Coqcx*, -ot&|, g<. a$ha*maso|, -om.
futuro, agg., le*kkxm, -otra, -om;
governare, a>qvx (con il gen.), g<ce*o- impadronirsi di, kalba*molai (con
sost., le*kkom, -omso|, so*; le*k-
lai (con il gen. o il dat). l'acc.).
komsa, -xm, sa*.
gradito, ui*ko|, -g, -om; g<dt*|, -ei&a, -t*; imparare, lamha*mx.
G, g vaqi*ei|, -erra, -em. impazzire, lai*molai.
grande, le*ca|, leca*kg, le*ca; quanto impedire, jxkt*x (con l'acc. della
gamba, rje*ko|, -ot|, so*. grande? (interrog.), po*ro|, -g, -om; persona e il gen. o a$po* e il gen. della
gara, a%likka, -g|, g<; a$cx*m, -x
& mo|, o<. di una certa grandezza (indef.), cosa; con x % rse lg*, lg* e l'inf.).
generale, rsqasgco|, -ot&, o<; g<ce-
* poro*|, -g*, o*m; tanto grande quan- imporre, jeket*x, sa*rrx (sa*ssx).
lx*m, -o*mo|, o<. to (relat. indef.), o<po*ro|, -g, -om; impresa, pqa&cla, -aso|, so*; e>qcom,
generare, cemma*x, si*jsx. tanto grande (dimostr.), so*ro|, -g, -ot, so*.
genitore, comet*|, -e*x|, o<; sojet*|, -om; di quale grandezza (relat.), in, prep., e$m e il dat. (stato in luogo),
-e*x|, o<. quanto grande! (esclam.), o%ro|, ei$|, pqo*| e l'acc. (moto a luogo).
gesta (eroiche), e>qca, -xm, sa*. -g, -om. incoronare, rseuamo*x, rse*ux.
gettare, ba*kkx, qi*psx, %igli. grano, ri&so|, -ot, o<. inclinare, jki*mx.
giaÁ, avv., g>dg. grappolo, bo*sqt|, -to|, o<. indegno, a$ma*nio|, -a, -om e a$ma*nio|,
giacere, jei&lai; giacere sotto, t<po*- gratitudine, va*qi|, -iso|, g<. -om.
jeilai. grave, deimo*|, -g*, -o*m; baqt*|, -ei&a, -t*. indicare, rglai*mx, dei*jmtli.
giammai, non ... mai, avv., ot>pose. grazia, / gratitudine. indiano, agg., $Imdo*|, -g*, -o*m; sost.,
giardino, jg&po|, -ot, o<. grazioso, vaqi*ei|, -erra, -em. $Imdo*|, -ot&, o<.

454 DIZIONARIO
indipendenza, at$somoli*a, -a|, g<. involontario, (che non eÁ consen- libero, e$ket*heqo|, -a, -om ed e$ket*-
indossare, e$m-dt*olai. ziente), a>jxm, -otra, -om. heqo|, -om.
indovino, la*msi|, -ex|, o<. io, pron. pers., e$cx*, e$lot& (lot). libertaÁ, e$ketheqi*a, -a|, g<.
inesperto, a>peiqo|, -om. Ipparco, %Ippaqvo|, -ot, o<. libro, bi*bko|, -ot, g<; bibki*om, -ot, so*.
infaticabile, a$ja*la|, -amso|, o<, g<. Ippia, <Ippi*a|, -ot, o<. Licurgo, Ktjot&qco|, -ot, o<.
infatti, cong. conclusiva, ca*q. ira, o$qcg*, -g&|, g<. lingua, ckx & rra (-ssa), -g|, g<.
infedele, a>pirso|, -om. isola, mg&ro|, -ot, g<. lira, kt*qa, -a|, g<.
infelice, a>hkio|, -a, -om; a$stvg*|, -e*| iscrivere, e$pi-cqa*ux. Lisandro, Kt*ramdqo|, -ot, o<.
(gen. -ot&|). istruire, paidet*x (con l'acc. della litigare, meije*x.
infõÁdo, / infedele. cosa e della persona). lodare, e$p-aime*x.
informarsi di, ptmha*molai (con il istruzione, paidei*a, -a|, g<. lode, e>paimo|, -ot, o<.
gen.). Itaca, $Isa*jg, -g|, g<. lontano, avv., po*qqx; essere lonta-
ingannare, wet*dx, rua*kkx, e$n-a- no, a>p-eili (ei$li*).
pasa*x. L, l loro (essi), pron. person., ruei&|,
ingiustamente, avv., a$di*jx|. at$soi*, e$jei&moi; di loro, at$sx & m; di
ingiustizia, a$diji*a, -a|, g<; commet- laboriositaÁ, uikopomi*a, -a|, g<.
se stessi, rifless., e<atsx & m, at<sx& m.
tere ingiustizia, a$dije*x. laborioso, uiko*pomo|, -om.
lotta, a$cx*m, -x & mo|, o<; a%likka, -g|, g<;
ingiusto, a>dijo|, -om. lacrima, da*jqtom, -ot, so*.
pa*kg, -g|, g<.
inimicizia, e>vhqa, -a|, g<. ladro, jke*psg|, -ot, o<; jkx*w, -opo*|,
lottatore, a$hkgsg*|, -ot&, o<; pakai-
iniziare, a>qvolai (con il gen.). o<.
rsg*|, -ot&, o<.
inizio, a$qvg*, -g&|, g<. Laio, Ka*]io|, -ot, o<.
luce, ux & |, uxso*|, so*.
innalzare, ai>qx, a$m-i*gli, a$m-i*rsgli, lamentarsi, oi$lx*fx.
luna, rekg*mg, -g|, g<.
si*hgli. lampada, kalpa*|, -a*do|, g<.
lungo, lajqo*|, -a*, -o*m; a lungo, per
inoperoso,a$pqa*clxm,-om(gen.-omo|). lancia, do*qt, -aso|, so*; ko*cvg, -g|, g<.
lungo tempo, pokt+m vqo*mom.
insegnamento, di*dacla, -aso|, so*. lanciare, ba*kkx, %igli, a$u-i*gli; lan-
luogo, so*po|, -ot, o<.
insegnare, dida*rjx (con l'acc. della ciarsi, o<qla*x.
lupo, kt*jo|, -ot, o<.
cosa e della persona). larghezza, et#qo|, -ot|, so*.
inseguire, dix*jx. largo, et$qt*|, -ei&a, -t*.
insieme con, assieme a, prep., rt*m e il lasciare, kei*px (abbandonare), e$a*x
M, m
dat., lesa* e il gen.; essere insieme, (permettere); essere lasciato indie-
rt*m-eili (ei$li*). tro, lasciarsi indietro, kei*polai. ma, cong. avversativa, a$kka*.
intelligenza, mot&|, mot&, o<. Latona, Kgsx*, -ot&|, g<. macedone, agg., Lajedomijo*|, -g*,
intendere, jasa-lamha*mx (capire), latte, ca*ka, -ajso|, so*. -o*m; sost., Lajedx*m, -o*mo|, o<, g<.
le*kkx + l'inf (avere intenzione di). lavare, pkt*mx, kot*x. macinare, a$ke*x.
interprete, e<qlgmet*|, -e*x|, o<. lavorare, e$qca*folai. madre, lg*sgq, -sqo*|, g<.
interrogare, e$qxsa*x. lavoro, e>qcom, -ot, so*; po*mo|, -ot, o<. maestro, dida*rjako|, -ot, o<; mae-
intorno a, prep., a$lui*, peqi* e il gen. lecito (eÁ), e>nersi(m), pa*qersi(m). stro di ginnastica, paidosqi*bg|,
(argomento), peqi* e l'acc. (luogo e legge, mo*lo|, -ot, o<. -ot, o<.
approssimazione numerica); esse- leggere, a$ma-cicmx*rjx. maggiore, compar. di grande, lei*-
re intorno, peqi*-eili (ei$li*). legislatore, molohe*sg|, -ot, o<. fxm, -om.
intrecciare, pke*jx. lentamente, avv., bqade*x|. magistrato, a>qvxm, -omso|, o<.
invalicabile, a>baso|, -om. lento, bqadt*|, -ei&a, -t*. mai, avv., pose* (indef. encl.); non ...
invano, avv., la*sgm. leone, ke*xm, -omso|, o<. mai, giammai, ot>pose, ot$de*pose.
invecchiare, cgqa*rjx. leonessa, ke*aima, -g|, g<. malattia, mo*ro|, -ot, g<.
in vece di, al posto di, in luogo di, LeoÁnida, Kexmi*da|, -ot, o<. male, avv., jajx & |; sost., jajo*m, -ot&,
prep., a$msi* e il gen. lepre, kacx*|, -x*, o<. so*; fare male, jajx & | poie*x.
inventore, et<qesg*|, -ot&, o<. letale, hama*rilo|, -om. maligno, jajo*mot|, -otm.
inverno, veilx*m, -x & mo|, o<. lettera, cqa*lla, -aso|, so* (dell'alfa- malvagio, jajo*|, -g*, -o*m; pomgqo*|,
inviare, pe*lpx, rse*kkx, %igli. beto); e$pirsokg*, -g&|, g< (missiva). -a*, -o*m.
invidiare, uhome*x (con il dat.), fg- letto, jki*mg, -g|, g<. malvagitaÁ, jaji*a, -a|, g<.
ko*x. lõÁ, avv., e$jei& (stato in luogo). mancare, a>p-eili (< a$po* µ ei$li*, es-
invõÁso, a$pevhg*|, -e*| (gen. -ot&|). liberare, e$ketheqo*x (con l'acc. della sere assente), de*x (avere bisogno),
invitare, jake*x. persona e il gen. o a$po* e il gen. a$poqe*x (essere senza mezzi, con il
invocare, et>volai. della cosa). gen.).

ITALIANO-GRECO 455
mandare, rse*kkx, pe*lpx, %igli; man- Milziade, Liksia*dg|, -ot, o<. lg*se; neÂ.. neÂ, ot>se ... ot>se, lg*se ...
dare dentro, ei$r-i*gli; mandare con- mina (moneta), lma&, -a&|, g<. lg*se.
tro, e$u-i*gli. mio, pron.-agg. poss., e$lo*|, -g*, -o*m. necessario, a$macjai&o|, -a, -om; eÁ
mangiare, e$rhi*x. mischiare, jeqa*mmtli. necessario, vqg*, a$ma*cjg e$rsi*(m),
manifestare, uameqo*x, dgko*x. misura, le*sqom, -ot, so*. a$macjai&o*m e$rsi(m).
manifesto, dg&ko|, -g, -om; e$piuamg*|, mite, pqa&o|, pqa&om (pqy&o|, pqy&om); necessitaÁ, a$ma*cjg, -g|, g<.
-e*| (gen. -ot&|). pqyt^|, pqyei&a, pqyt^. nemico, agg., e$vhqo*|, -a*, -o*m; sost.,
mano, vei*q, veiqo*|, g<. modo, modo di vita, sqo*po|, -ot, o<. e$vhqo*|, -ot&, o<; nemico di guerra,
mantello, i<la*siom, -ot, so*; vkai&ma, moglie, ctmg*, -aijo*|, g<; prendere agg., poke*lio|, -a, -om; sost., po-
-g|, g<. moglie, cale*x. ke*lio|, -ot, o<.
Maratona, Laqahx*m, -x & mo|, o<. moltitudine, pkg&ho|, -ot|, so*. neppure, cong. copulativa negativa,
marciare, poqet*olai; marciare con- molto, pron.-agg. indef., pokt*|, pok- lgde*, ot$de*.
tro, a$msi-pqo*r-eili (ei#li). kg*, pokt*; avv., pokt*, ruo*dqa, nero, le*ka|, le*kaima, le*kam.
mare, ha*karra (-ssa), -g|, g<. pa*mt, la*ka. nessuno, pron. indef., ot$dei*|, ot$de-
marinaio, mat*sg|, -ot, o<. montagna, / monte. li*a, ot$de*m; lgdei*|, lgdeli*a, lg-
marito, a$mg*q, a$mdqo*|, o<; prendere montare, a$ma-bai*mx. de*m.
marito, cale*olai. monte, o>qo|, -ot|, so*. neÁttare, me*jsaq, -aqo|, so*.
Marsia, Laqrt*a|, -ot, o<. monumento, lmg&la, -aso|, so*. neve, vix*m, -o*mo|, g<.
medesimo, pron.-agg. dimostr., o< mordere, da*jmx. nido, meorri*a (meossi*a), -a|, g<.
at$so*|, g< at$sg*, so+ at$so*. morire, hmz*rjx, a$po-hmg*rjx, se- niente, pron. indef., ot$de*m, -emo*|, so*;
Medi, Lg&doi, -xm, oi<. ketsa*x. lgde*m, -emo*|, so*.
medicina, ua*qlajom, -ot, so* (medi- mortale, hama*rilo|, -om. Ninfa, Mt*lug, -g|, g<.
cinale, farmaco); i$asqijg* (sott. morte, ha*maso|, -ot, o<. Niobe, Mio*bg, -g|, g<.
se*vmg), -g&|, g< (arte della medicina). morto, agg., mejqo*|, -a*, -o*m; sost., nipote (figlio di fratello o di sorella),
medico, i$asqo*|, -ot&, o<. mejqo*|, -ot&, o<. a$dekuidot&|, -ot&, o<.
meglio, avv., a>qeiom. mostrare, uai*mx, dgko*x. nobile, cemmai&o|, -a, -om; et$cemg*|,
MenelaÁo, Leme*kao|, -ot, o<. muovere, jime*x. -e*| (gen. -ot&|).
meno, avv., e>kassom, g'ssom; a meno muro, sei&vo|, -ot|, so*. nocchiero, jtbeqmg*sg|, -ot, o<; poq-
che, ei$ lg*, ei$ de+ lg* (con l'ind. o musica, lotrijg*, -g&|, g<. hlet*|, -e*x|, o<.
l'ottat.), pkg+m e$a*m (con il cong.). mutare, lesa-ba*kkx, a$kka*rrx (-ssx). noi, pron. pers., g<lei&|, g<lx & m.
mensa, / tavola. nome, o>mola, -aso|, so*.
mente, mot&|, -ot&, o<. non, avv., ot$ (ot$j, ot$v), lg*; non piuÁ,
mentire, wet*dx. N, n ot$je*si, lgje*si; non ancora, ot>px;
menzogna, wet&do|, -ot|, so*. non mai, ot$de*pose, lgde*pose.
mercante, e>lpoqo|, -ot, o<. narrazione, i<rsoqi*a, -a|, g<. nord, Boqe*a|, -ot, o<; a>qjso|, -ot, g<.
merce, e$lpoqi*a, -a|, g<. nascere, ci*cmolai, ut*olai. nostro, pron.-agg. poss., g<le*seqo|,
mescolare, l(e)i*cmtli, jeqa*mmtli. nascondere, jqt*psx (con l'acc. della -a, -om.
mese, lg*m, lgmo*|, o<. cosa e della persona); nascondersi notizia, a$cceki*a, -a|, g<.
messaggero, a>cceko|, -ot, o<. a, kamha*mx (con l'acc.). notte, mt*n, mtjso*|, g<.
messenio, agg., Lerrg*mio|, -a, -om; nascosto, jqtpso*|, -g*, -o*m; di nasco- nulla, pron. indef., / niente.
sost., Lerrg*mio|, -ot, o<. sto a, ka*hqy e il gen.; di nascosto, numeroso, pokt*|, pokkg*, pokt*.
mettere, si*hgli; mettere insieme, kamha*mx e il part. predicativo del nuotare, me*x.
rtm-i*rsgli, rtm-si*hgli; mettere verbo.
nuovo, me*o|, -a, -om.
intorno, peqi-si*hgli. natura, ut*ri|, -ex|, g<.
nutrire, sqe*ux.
mezzo, sost., po*qo|, -ot, o< (espe- naufrago, mataco*|, -ot&, o<.
diente); agg., le*ro|, -g, -om (me- navale, matsijo*|, -g*, -o*m.
dio, centrale); il mezzo (la parte nave, mat&|, mex*|, g<; pkoi&om, -ot, so*.
O, o
centrale, il punto medio), le*rom, navigabile, matri*poqo|, -om; non na-
-ot, so*; in mezzo a, e$m e il dat. vigabile, a>pkot|, -otm; ben navi- o, voc., x #.
migliore, compar. di buono, a$lei*- gabile, et>pkot|, -otm. o, ovvero, oppure, cong. disgiuntiva,
mxm, a>leimom (per idoneitaÁ); bek- navigante, mat*sg|, -ot, o<. g>; o ... o, g/ ... g>.
si*xm, be*ksiom (per qualitaÁ morali); navigare, pke*x. obbedire, pei*holai (con il dat.), t<p-
jqei*rrxm, jqei&rrom (per forza fi- navigazione, pkot&|, -ot&, o<. ajot*x (con il dat.).
sica); a$qei*xm, a>qeiom (per virtuÁ). neÂ, cong. copulativa negativa, ot>se, oÁbolo (moneta), o$boko*|, -ot&, o<.

456 DIZIONARIO
occhio, o$uhaklo*|, -ot&, o<; o>lla, osso, o$rsot&m, -ot&, so*. peana (canto di guerra e canto di
-aso|, so*. ostacolare, / opporsi. supplica), paia&m, -a&mo|, o<.
odiare, e$vhai*qx, lire*x. ostaggio, o%lgqo|, -ot, o<. pecora, oi#|, oi$o*|, g<.
odioso, a$pevhg*|, -e*|, (gen. -ot&|); ottenere, ottenere in sorte, stcva*mx Pelasgi, Pekarcoi*, -x & m, oi<.
essere odioso, a$p-evha*molai. (con il gen.). pelle, de*qla, -aso|, so*; vqx*|, vqx-
OdõÁsseo, $Odtrret*|, -e*x|, o<. ottimo, superlativo di buono, a>qi- so*|, o<; pelle di leone, keomsg&, -g&|,
offendere, a$dije*x, t<bqi*fx. rso|, -g, -om (per virtuÁ); be*ksirso|, g<.
offesa, a$diji*a, -a|, g<; portare offesa, -g, -om (per qualitaÁ morali); jqa*- Peloponneso, Pekopo*mmgro|, -ot, g<.
/ offendere. sirso|, -g, -om (per forza fisica). pensare, moe*x (riflettere), uqome*x
offrire, paq-e*vx, pqor-ue*qx. ozioso, rvokai&o|, -a, -om. (giudicare rettamente), moli*fx (ri-
oggi, avv., rg*leqom, sg*leqom. tenere).
ogni, agg. indef., pa&|, pa&ra, pa&m; P, p pensiero, mot&| (< mo*o|), -ot&, o<; uqom-
a%pa|, a%para, a%pam. si*|, -i*do|, g<.
ognuno, pron. indef., e%jarso|, -g, pace, ei$qg*mg, -g|, g<. pepe, pe*peqi (pi*peqi), -ex| (-io|),
-om. padre, pasg*q, -sqo*|, o<. so*.
ohimeÁ!, interiez., oi>loi. padrona, de*rpoima, -g|, g<. per, prep., ei$|, e$pi*, pqo*| e l'acc.
Olimpo, >Oktlpo|, -ot, o<. padrone, derpo*sg|, -ot, o<. (moto a luogo), dia* e il gen. (moto
olio, e>kaiom, -ot, so*. paese, vx*qa, -a|, g<. per luogo), dia* e l'acc. (causa), dia*
ombra, rjia*, -a&|, g<. pagare, si*mx; pagare il fio, di*jgm e il gen. (mezzo), pqo*|, ei$| e l'acc.
Omero, %Olgqo|, -ot, o<. si*mx (di*dxli). (scopo), gen. seguõÁto da e%meja
onestaÁ, vqgrso*sg|, -gso|, g<. palestra, pakai*rsqa, -a|, g<. (scopo), t<pe*q e il gen. (vantaggio),
onestamente, avv., vqgrsx & |. palla, ruai&qa, -a|, g<. acc. (tempo continuato).
onesto, vqgrso*|, -g*, -o*m; a$caho*|, -g*, palma, uoi&min, -ijo|, o<. percheÂ, cong., o%si, dio*si (causale),
-o*m. paludoso, kilmai&o|, -a, -om. %ima, %ima lg* (finale), dia+ si*, si*mo|
onorare, heqapet*x, sila*x. parere, verbo, doje*x, uai*molai; sost., e%meja (interrog.).
onore, silg*, -g&|, g<; avere in onore, cmx*lg, -g|, g<. percioÁ, cong. conclusiva, dia+ sot&so,
heqapet*x. Paride, Pa*qi|, -ido|, o<. dio*peq.
opera, e>qcom, -ot, so*; pqa&cla, -aso|, parlare, ke*cx, dia-ke*colai. percorrere, bai*mx (con l'acc.).
so*; per opera di, dia* e l'acc. parola, ko*co|, -ot, o<; q<g&la, -aso|, percuotere, pkg*rrx (-ssx).
opinione, cmx*lg, -g|, g<. so*; e>po|, -ot|, so*. perdere a$po-ba*kkx (smarrire), o>k-
oplita, o<pki*sg|, -ot, o<. parte, le*qo|, -ot|, so*; la maggior ktli (rovinare).
opporsi a, e$m-amsio*olai (con il dat.). parte, oi< pokkoi*. perenne, a$cg*qx|, -xm.
ora, avv., mt&m; sost., x % qa, -a|, g<. partecipare a, essere partecipe di, Pericle, Peqijkg&|, -e*ot|, o<.
oracolo, vqgrlo*|, -ot&, o<; interrogare le*s-eili (ei$li*), les-e*vx (con il pericolo, ji*mdtmo|, -ot, o<; correre
l'oracolo, lamset*olai, vqa*olai. gen.). pericolo, jimdtmet*x.
oratore, q<g*sxq, -oqo|, o<. pascolare, bo*rjolai (intrans., pa- permettere, e$a*x, paqa-di*dxli.
ordinare, dia-sa*rrx (-ssx) (mettere scersi), bo*rjx, me*-lx (trans., pa- PerseÁfone, Peqreuo*mg, -g|, g<.
in ordine), jeket*x (comandare). scere). persiano, agg., Peqrijo*|, -g*, -o*m;
ordine, sa*ni|, -ex|, g< (disposizione); passare, dia-bai*mx; far passare, dia- sost., Pe*qrg|, -ot, o<.
pqo*rsacla, -aso|, so* (comando). ba*kkx, dia-biba*fx; passare vi- persuadere, pei*hx; persuadersi, pei*-
orecchio, ot#|, x$so*|, so*. cino, pa*q-eili (ei#li). holai.
Oreste, $Oqe*rsg|, -ot, o<. passione, pa*ho|, -ot|, so* (moto del- persuasione, peihx*, -ot&|, g<.
orfano, agg., o$quamo*|, -g*, -o*m; sost., l'animo); e$pihtli*a, -a|, g< (deside- pescatore, a<kiet*|, -e*x|, o<.
a$pa*sxq, -oqo|, o<, g<. rio). pesce, i$vht*|, -t*o|, o<.
organizzare, paqa-rjeta*fx. pastore, poilg*m, -e*mo|, o<; molet*|, peÁtaso, pe*saro|, -ot, o<.
origine, a$qvg*, -g&|, g<; avere origine, -e*x|, o<. petto, rsg&ho|, -ot|, so*.
e>n-eili (ei$li*). patria, pasqi*|, -i*do|, g<; oi$ji*a, -a|, g<. piacere, sost., g<domg*, -g&|, g<; verbo,
oro, vqtro*|, -ot&, o<; di oro, / aureo. patrimonio, jkg&qo|, -ot, o<; ot$ri*a, a<mda*mx, a$qe*rjx; con piacere,
orzo, jqihg*, -g&|, g<. -a|, g<. g<de*x|.
osare, sokla*x. paura, uo*bo|, -ot, o<. piacevole, g<dt*|, -ei&a, -t*.
oscuro, rjoso*ei|, -erra, -em; a>dg- Pausania, Patrami*a|, -ot, o<. piangere, dajqt*x, jkai*x.
ko|, -om. pavone, sax*|, -x*, o<. piano (disegno, decisione), bot*ket-
ospite, ne*mo|, -ot, o<. pazzo, lxqo*|, -a*, -o*m; essere pazzo, la, -aso|, so*.
osservare, rjope*x, hexqe*x, o<qa*x. / impazzire. piantare, utset*x.

ITALIANO-GRECO 457
pianura, pedi*om, -ot, so*. Poseidone, Poreidx & m, -x& mo|, o<. profonditaÁ, ba*ho|, -ot|, so*.
piazza, a$coqa*, -a&|, g<. possesso, jsg&la, -aso|, so*. profondo, baht*|, -ei&a, -t*.
piccolo, lijqo*|, -a*, -o*m. posto, so*po|, -ot, o< (luogo); sa*ni|, promettere, t<p-irvme*olai.
piegare, jki*mx. -ex|, g< (posto in una schiera, in prontamente, avv., pqoht*lx|.
pieno, lerso*|, -g*, -o*m (con il gen.); una fila, in una colonna). pronto, e<soi&lo| (e%soilo|), -g, -om;
pke*x|, pke*a, pke*xm (con il gen.); potenza, dt*mali|, -ex|, g<. pqo*htlo|, -om.
e>lpkex|, -xm (con il gen.). potere, sost., a$qvg*, -g&|, g< (dominio); propizio, %ikex|, -xm.
pietra, ki*ho|, -ot, o<. dt*mali|, -ex|, g< (potenza); jqa*- proprio, >idio|, -a, -om.
pigrizia, a$qci*a, -a|, g<. so|, -ot|, so* (vigore, potenza); prosperitaÁ, et$ersx*, -ot&|, g<; et$stvi*a,
pigro, a$qco*|, -g*, -o*m. verbo, dt*malai. -a|, g<.
pingue, kipaqo*|, -a*, -o*m. povero, agg., psxvo*|, -g*, -o*m; sost., prossimo, agg., t%rseqo|, -a, -om (suc-
pino, pi*st|, -to|, g<. pe*mg|, -gso|, o<. cessivo); o< pkgri*om, o< pe*ka| (che eÁ
pio, et$rebg*|, -e*| (gen. -ot&|). povertaÁ, pemi*a, -a|, g<. vicino).
piramide, ptqali*|, -i*do|, g<. pranzo, dei&pmom, -ot, so*. proteggere, pqo-rsase*x (con il gen.).
pirata, peiqasg*|, -ot&, o<; kzrsg*|, -ot&, prato, keilx*m, -x & mo|, o<. provvedere a, poqi*fx (con l'acc.).
o<. preda, kei*a, -a|, g<. pubertaÁ, g%bg, -g|, g<; giungere a pu-
pirateria, kzrsei*a, -a|, g<. preferibile, ai<qesx*seqo|, -a, -om. bertaÁ, g<ba*rjx.
Pireo, Peiqaiet*|, -e*x|, o<. pregare, et>volai (con il dat.), pqor- pudore, ai$dx*|, -ot&|, g<.
Pisistrato, Peiri*rsqaso|, -ot, o<. et*volai. punire, joka*fx, fglio*x.
Pitagora, Pthaco*qa|, -ot, o<. preghiera, et$vg*, -g&|, g<. punizione, fgli*a, -a|, g<.
PõÁttaco, Pissajo*|, -ot&, o<. premio, a#hkom, -ot, so*. purpureo, poqutqot&|, -a&, -ot&m.
pittura, cqauijg* (sott. se*vmg), -g&|, g<; prendere, kalba*mx, ai<qe*x; essere
fxcqaui*a, -a|, g<. preso, a<ki*rjolai.
Q, q
piuÁ, avv., pke*om, la&kkom; piuttosto preparare, paqa-rjeta*fx; prepa-
... che, la&kkom ... g>. rarsi, paqa-rjeta*folai. quadro, pi*man, -ajo|, o<.
Pizia, Pthi*a, -a|, g<. presente, paqx*m, -ot&ra, -o*m; essere qualcuno, pron. indef. enclitico, si|,
placare, pqat^mx. presente, pa*q-eili (ei$li*). si (gen. simo*|).
platano, pka*samo|, -ot, g<. presso, prep., paqa* e il dat. (stato in quale, pron.-agg., oi'o|, -a, -om (esclam.
Platone, Pka*sxm, -xmo|, o<. luogo), pqo*| e l'acc. (moto a luo- ed interrog.); poio*|, -a*, -o*m (indef.);
Plutone, Pkot*sxm, -xmo|, o<; %Aidg|, go); essere presso, pa*q-eili (ei$li*). poi&o|, -a, -om (interrog. dir.); quale
-ot, o<. prevenire, uha*mx. dei due? (interrog.), o<po*seqo|, -a,
Pnice, Pmt*n, Ptjmo*|, g<. prigioniero, derlx*sg|, -ot, o<; pri- -om.
poco, agg., o$ki*co|, -g, -om; avv., gioniero di guerra, ai$vla*kxso|, qualunque, qualsiasi, agg. indef.,
o$ki*com, o$ki*c{. -ot, o<; prendere prigioniero, kal- o<poi&o|, -a, -om.
poema, poi*gla, -aso|, so*; e>po|, ba*mx; essere preso prigioniero, quando, cong. temporale, o%se, o<po*-
-ot|, so*. a<ki*rjolai. se, g<mi*ja.
poesia, poi*gri|, -ex|, g<; {$dg*, -g&|, g<. prima, prep., pqo* e il gen.; avv., quanto, pron.-agg., o%ro|, -g, -om
poeta, poigsg*|, -ot&, o<. pqo*seqom; cong. temporale, pri- (esclam. ed interrog. ind.); o<po*ro|,
poi, avv., ei#sa, e>peisa. ma che, prima di, pqi*m (con l'inf., -g, -om (relat. ed interrog.); po*ro|,
poicheÂ, cong. causale, e$pei*, e$peidg*. l'ind., il cong. o l'ottat.). -g, -om (interrog. dir.); quanto ...
PolicleÁto, Pokt*jkeiso|, -ot, o<. primavera, e>aq, e>aqo|, so*. tanto, o%ro| ... sorot&so|; avv., o%rom,
PolinõÁce, Poktmei*jg|, -ot|, o<. primo, pqx & so|, -g, -om (fra molti); o%r{ (davanti ai comparativi).
Pompeo, Polpg*]io|, -ot, o<. pqo*seqo|, -a, -om (fra due). quello, pron.-agg. dimostr., e$jei&mo|,
popolo, kao*|, -ot&, o<; dg&lo|, -ot, o<; principio, a$qvg*, -g&|, g<. -g, -o.
kex*|, -x*, o<. privare, rseqe*x, rseqi*rjx (con il gen. quercia, dqt*|, -to*|, g<.
porre, si*hgli, ba*kkx; porre davanti, della cosa e l'acc. della persona).
questo, pron.-agg. dimostr., ot'so|,
paqa-si*hgli; porre vicino, ac- procedere, pqo-bai*mx. at%sg, sot&so; o%de, g%de, so*de.
canto, paqa-si*hgli, paq-i*rsgli; proclamare, jgqt*rrx (-ssx).
qui, avv., e>mha, e$mha*de.
porre intorno, peqi-i^rsgli, peqi- procurare, poqi*fx, dia-pqa*rrolai
si*hgli; porre su, / deporre su. (-ssolai).
R, r
porta, pt*kg, -g|, g< (della cittaÁ); prodigio, ua*msarla, -aso|, so*.
ht*qa, -a|, g< (della casa). prodigo, agg., dapamgqo*|, -a*, -o*m; raccogliere, rtk-ke*cx, a$cei*qx.
portare, ue*qx, joli*fx. sost., a$makxsg*|, -ot&, o<. raccontare, ltho-koce*x.
porto, kilg*m, -e*mo|, o<. produrre, si*jsx, ue*qx. raddrizzare, o$qho*x.

458 DIZIONARIO
ragazzo, pai&|, paido*|, o<. rinforzare, q<x*mmtli, e$pi-qqx*mmtli, salvezza, rxsgqi*a, -a|, g<.
raggio, a$jsi*|, -i&mo|, g<. e$pi-jqast*mx. salvo, rx & |, rx
& m.
rallegrare, et$uqai*mx; rallegrarsi per, rischio, ji*mdtmo|, -ot, o<; senza ri- sangue, ai'la, -aso|, so*.
cghe*x (con e$pi* e il dat.), vai*qx schio, a$jimdt*mx|. sano, t<cig*|, -e*| (gen. -ot&|).
(con il dat.). rispettare, ai$rvt*molai. sapere, cicmx*rjx, e$pi*rsalai.
ramo, jka*do|, -ot, o<. rispondere, a$po-jqi*molai. sapiente, agg., rouo*|, -g*, -o*m; sost.,
rapace, a%qpan, -aco|, o<, g<. ritenere, moli*fx (reputare), g<ce*olai rouo*|, -ot&, o<.
rapidamente, avv., save*x|. (pensare). sapienza, roui*a, -a|, g<.
rapire, a<qpa*fx. ritornare, morse*x, a$m-e*qvolai, e$p- saziare, joqe*mmtli, e$j-pi*lpkgli.
rappresentazione (teatrale), dqa*la, a*m-eili (ei#li). sbagliare, a<laqsa*mx.
-aso|, so*. ritorno, mo*rso|, -ot, o<. sboccare (di fiumi), e$j-di*dxli, e$n-
re, bariket*|, -e*x|, o<. rivalitaÁ, a%likka, -g|, g<. i*gli.
recarsi, poqet*olai, bai*mx (con ei$|, rivelare, dgko*x, e$j-uai*mx, rglai*- scacciare, a$u-i*gli.
pqo*| e l'acc.). mx. scagliare, ba*kkx, q<i*psx, %igli, pqo-
recente, jaimo*|, -g*, -o*m. rivolgere, a$ma-rsqe*ux, a$ma-sqe*px. ^ielai.
recinto, se*lemo|, -ot|, so*. rivolta, rsa*ri|, -ex|, g<. scavare, o$qt*rrx (-ssx).
redine, g<mi*a, -a|, g<. rivoltare, rsqe*ux. scegliere, ai<qe*x.
reggia, bari*keiom, -ot, so*; bari*keia, rocca, a$jqo*poki|, -ex|, g<. scherzare, pai*fx.
-xm, sa*. Roma, <Qx*lg, -g|, g<. schiava, dot*kg, -g|, g<.
regina, bari*keia, -a|, g<. romano, agg., <Qxlai&o|, -a, -om; schiavituÁ, dotkei*a, -a|, g<.
regione, vx*qa, -a|, g<. sost., <Qxlai&o|, -ot, o<. schiavo, dot&ko|, -ot, o<; dlx & |, -xo*|,
regnare su, bariket*x (con il gen. o il rompere, a>cmtli. o<; rendere schiavo, dotko*x; essere
dat.). rondine, vekidx*m, -o*mo|, g<. schiavo, dotket*x (con il dat.).
religiositaÁ, et$re*beia, -a|, g<. rosa, q<o*dom, -ot, so*. schiera, sa*ni|, -ex|, g<.
rendere, poie*x (fare), si*hgli (costi- rovina, o>kehqo|, -ot, o<; rovinare, schierare, sa*rrx (-ssx), dia-sa*rrx
tuire), a$po-di*dxli (restituire). mandare in rovina, uhei*qx, o>k- (-ssx).
respingere, a$p-xhe*x, a$ke*nx, a$lt*- ktli, a$p-o*kktli; andare in rovina, sciacallo, hx*|, hxo*|, o<.
molai. o>kktlai. sciagura, rtluoqa*, -a&|, g<.
restante, a>kko|, a>kkg, a>kko. rubare, jke*psx. sciocco, a>mot|, -otm; a$mo*gso|, -om;
restituire, / rendere. rugiada, dqo*ro|, -ot, g<. a>uqxm, -om (gen. -omo|).
retore, q<g*sxq, -oqo|, o<. rupe, pe*sqa, -a|, g<. sciogliere, kt*x.
ricchezza, pkot&so|, -ot, o<; vqg*lasa, scoglio, rjo*peko|, -ot, o<.
-xm, sa*. S, s scolaro, lahgsg*|, -ot&, o<.
ricco, pkot*rio|, -a, -om. sconfiggere, mija*x; essere sconfitto,
ricevere, paqa-kalba*mx. saccheggiare, a<qpa*fx. g<rra*olai (-ssa*olai).
riconoscere, a$ma-cicmx*rjx. sacerdote, i<eqet*|, -e*x|, o<. sconfitta, g'rra (g'ssa), -g|, g<.
ricordare, lmglomet*x, lilmg*rjolai, sacerdotessa, i<e*qeia, -a|, g<. sconvolgere, dia-saqa*rrx (-ssx),
a$ma-lilmg*rjolai; far ricordare, sacrificare, ht*x. jasa-rsqe*ux.
lilmg*rjx. sacrificio, htri*a, -a|, g<. scoraggiamento, a$htli*a, -a|, g<.
ricostruire, a$ma-rjeta*fx, a$m-oijo- sacro, i<eqo*|, -a*, -o*m. scorrere, q<e*x.
dole*x. saggezza, rxuqort*mg, -g|, g< (assen- scorticare, de*qx.
ridere, ceka*x. natezza, prudenza); roui*a, -a|, g< scosceso, ai$ci*kiw, -ipo|, o<, g<.
riempire, pkgqo*x, lerso*x, pi*lpkg- (abilitaÁ, esperienza); uqo*mgri|, scrittore, rtccqauet*|, -e*x|, o<.
li. -ex|, g< (intelligenza). scrivere, cqa*ux.
rifugiarsi, jasa-uet*cx. saggio, rouo*|, -g*, -o*m (abile, esper- scudo, a$rpi*|, -i*do|, g<.
rifugio, jasautcg*, -g&|, g<. to); rx*uqxm, -om (gen. -omo|, as- scultore, a$mdqiamsopoio*|, -ot&, o<.
riguardo a, prep., peqi*, t<pe*q e il gen. sennato, prudente); uqo*milo|, -om scure, pe*kejt|, -ex|, o<.
rimandare, a$ma-ba*kkx, pe*lpx. (intelligente). seÂ, pron. rifless., ot', oi', e%; e<atsot&,
rimanente, / restante. sala, a$mx*cexm, -x, so*. ecc.; at<sot&, ecc.
rimanere, le*mx. Salamina, Rakali*|, -i&mo|, g<. se, cong. condizionale, ei$; se non, ei$
rimproverare, le*luolai, e$pi-sila*x sale, a%k|, a<ko*|, o<. de+ lg*.
(con il dat.). salpare, a$po-pke*x. sebbene, cong. concessiva, jai*peq.
rimprovero, le*lwi|, -ex|, g<; ai$si*a- salvare, r{*fx; salvarsi, r{*folai. secondo, agg., det*seqo|, -a, -om;
la, -aso|, so*. salvatore, rxsg*q, -g&qo|, o<. prep., jasa* e l'acc.

ITALIANO-GRECO 459
sedere, stare seduto, ja*h-glai, jah- Sirena, Reiqg*m, -g&mo|, g<. spelonca, rpg*kaiom, -ot, so*.
i*folai. smettere, pat*olai (spesso con il part. speranza, e$kpi*|, -i*do|, g<.
sedizione, rsa*ri|, -ex|, g<. predicativo). sperare, e$kpi*fx.
segnalare, rglai*mx. Smirne, Rlt*qma, -g|, g<. spesso, avv., pokka*ji|.
seguire, e%polai (con il dat.). Socrate, Rxjqa*sg|, -ot|, o<. spettacolo, he*ala, -aso|, so*.
selva, t%kg, -g|, g<. soffio, pmet&la, -aso|, so*. spezzare, a>cmtli.
sembrare, uai*molai, doje*x, e>oija; soffrire, pa*rvx. spiga, rsa*vt|, -to|, o<.
sembrare opportuno, impers., do- sofista, rouirsg*|, -ot&, o<. spingere, e$kat*mx, a>cx.
jei&; sembrare evidente, impers., Sofocle, Rouojkg&|, -e*ot|, o<. splendore, kalpqo*sg|, -gso|, g<.
dgkoi&. soldato, rsqasix*sg|, -ot, o<. spontaneamente, avv., / spontaneo.
seminare, rpei*qx. sole, g%kio|, -ot, o<. spontaneo (volontario), e<jx*m, -ot&ra,
semplice, a<pkot&|, -g&, -ot&m; et$sekg*|, solere, essere solito, ei>hirlai, ei>xha. -o*m.
-e*| (gen. -ot&|). sollecitudine, rpotdg*, -g&|, g<. stadio, rsa*diom, -ot, so* (misura di
sempre, avv., a$ei*, ai$ei*; per sempre, sollevare, ai>qx, a$m-ai*qx. lunghezza e luogo per le gare).
ei$| a$ei*. solo, agg., lo*mo|, -g, -om; avv., lo*mom; stancarsi, ja*lmx.
senape, ri*mapi, -ex|, so*. uno solo, ei'|, li*a, e%m; non solo ... stare, stare immobile, %irsalai; stare
senno, rxuqort*mg, -g|, g<; uqo*mg- ma anche, ot$ lo*mom ... a$kka+ jai*. per, stare sul punto di, le*kkx µ
ri|, -ex|, g<. Solone, Ro*kxm, -xmo|, o<. l'inf.
Senofonte, Nemoux*m, -x & mso|, o<. sommamente, avv., la*kirsa. Stato, pokisei*a, -a|, g<.
sentenza, cmx*lg, -g|, g<. sopportare, ue*qx, t<po-le*mx. statua, a$mdqia*|, -a*mso|, o<; a>cakla,
sentimento, dia*moia, -a|, g<; do*na, sopra, prep., e$pi*, t<pe*q e il gen. (stato -aso|, so*; ei>dxkom, -ot, so*.
-g|, g<. in luogo), e$pi*, a$ma* e l'acc. (moto a stendere, sei*mx, pesa*mmtli; stender-
sentinella, ut*kan, -ajo|, o<, g<. luogo); avv., a>mx; essere sopra, si (estendersi, per le localitaÁ), sei*-
senza, prep., a>met e il gen. e>p-eili (ei$li*). mx.
seppellire, ha*psx. sopraggiungere, e$pi-ci*cmolai, e>p-eili stento (difficoltaÁ), vakepo*sg|, -gso|,
sera, e<rpe*qa, -a|, g<; verso sera, ei$| (ei#li). -g<; a stento, avv., lo*ki|.
e<rpe*qam; sul far della sera, a>jqy soprattutto, avv., la*kirsa. stesso, pron.-agg. dimostr., at$so*|,
rt+m e<rpe*qy. sorella, a$dekug*, -g&|, g<. -g*, -o*.
serenitaÁ, g<rtvi*a, -a|, g<; serenitaÁ sorprendere, kalba*mx. stimare, sila*x (avere stima), poie*o-
d'animo, et$htli*a, -a|, g<. sorte, st*vg, -g|, g<; buona sorte, lai (fare una valutazione), g<ce*o-
sereno, g%rtvo|, -om. et$stvi*a, -a|, g<; cattiva sorte, lai (pensare), moli*fx (reputare);
serpente, dqa*jxm, -omso|, o<; o>ui|, dtrstvi*a, -a|, g<. stimare degno, a$nio*x.
-ex|, o<. sorvegliare, utka*rrx (-ssx). stirpe, ce*mo|, -ot|, so*.
Serse, Ne*qng|, -ot, o<. sotterraneo, agg., t<po*ceio|, -om; ja- stolto, a>mot|, -otm; uat&ko|, -g, -om;
serva,heqa*paima,-g|,g<;dot*kg,-g|,g<. sa*cex|, -xm; sost., t<po*ceiom, -ot, a$mo*gso|, -om.
servo, oi$je*sg|, -ot, o<; dot&ko|, -ot, o<; so*. strada, o<do*|, -ot&, g<.
heqa*pxm, -omso|, o<. sotto, prep., t<po* e il dat. (stato in straniero, agg., ne*mo|, -g, -om; sost.,
settentrione, a>qjso|, -ot, g<. luogo), t<po* e l'acc. (moto a luogo). ne*mo|, -ot, o<.
settimana, e<bdola*|, -a*do|, g<. sottomettere, jasa-dotko*x, jasa- stratega, stratego, rsqasgco*|, -ot&, o<.
severamente, avv., rjkgqx & |. rsqe*ux, t<po-sa*rrx (-ssx). stretto, agg., rsemo*|, -g*, -o*m.
severo, rjkgqo*|, -a*, -o*m; pijqo*|, -a*, sottoporre, t<po-si*hgli. studiare, lekesa*x.
-o*m. spada, ni*uo|, -ot|, so*; la*vaiqa, -a|, studio, la*hgri|, -ex|, g<.
sfiduciato, a>pirso|, -om. g<. stupiditaÁ, uatko*sg|, -gso|, g<.
Sfinge, Rui*cn, -icco*|, g<. Spagna, $Ibgqi*a, -a|, g<. stupido, uat&ko|, -g, -om.
sfuggire a, a$po-uet*cx, e$j-uet*cx spalla, x # lo|, -ot, o<. su, prep., / sopra.
(con l'acc.). Sparta, Kajedai*lxm, -omo|, g<. subito, avv., at$si*ja, et$ht*|, save*x|.
sguardo, bke*lla, -aso|, so*. spartano, agg., Kajedailo*mio|, -a, sudore, i<dqx*|, -x & so|, o<.
sicuro, be*baio|, -a, -om; a$ruakg*|, -om; sost., Rpaqsia*sg|, -ot, o<; Ka- suo, pron.-agg. possess., at$sot&, -g&|,
-e*| (gen. -ot&|). jedailo*mio|, -ot, o<. -ot& (di lui); at<sot&, ecc.; e<atsot&,
silenzio, ricg*, -g&|, g<. sparviero, i<e*qan, -ajo|, o<. ecc.; o%|, g%, o%m (di se stesso, rifless.).
simile, o%loio|, -a, -om; essere simile, spedizione (militare), rsqasei*a, -a|, suonatore di cetra, jihaqirsg*|, -ot&,
e>oija. g<; rsqa*setla, -aso|, so*; fare una o<.
siracusano, agg., Rtqajo*rio|, -a, spedizione, rsqaset*olai. suono, uho*cco|, -ot, o<.
-om; sost., Rtqajo*rio|, -ot, o<. spegnere, rbe*mmtli. superare, t<peq-bai*mx (oltrepassare),

460 DIZIONARIO
mija*x (vincere), jqase*x (vincere, tirannide, stqammi*|, -i*do|, g<. uccisione, a$mai*qeri|, -ex|, g<.
con il gen.). tiranno, st*qammo|, -ot, o<. uccisore, uomet*|, -e*x|, o<.
superbo, t<pe*quqxm, -om (gen. -omo|). Tirteo, Stqsai&o|, -ot, o<. udire, a$jot*x (con il gen. o l'acc.
superiore, t<pe*qseqo|, -a, -om; essere tomba, sa*uo|, -ot, o<. della cosa, con il gen. della per-
superiore, peqi*-eili (ei$li*). topo, lt&|, lto*|, o<. sona).
supplicare, i<jeset*x. tornare, a$m-e*qvolai; tornare indietro, Ulisse, / OdõÁsseo.
suvvia!, interiez., a>ce, a>cese. t<po-rsqe*uolai, e$p-a*m-eili (ei#li). ultimo, seketsai&o|, -a, -om; e>rvaso|,
svegliare, e$cei*qx. torre, pt*qco|, -ot, o<. -g, -om.
sventura, rtluoqa*, -a&|, g<; a$stvi*a, tra, prep., / fra. ungere, a$kei*ux.
-a|, g<. tracotanza, t%bqi|, -ex|, g<. unghia, o>mtn, -tvo|, o<; dall'unghia
tradimento, pqodori*a, -a|, g<. unita, lx & mtn, -tvo|, o<, g<.
T, t tradire, pqo-di*dxli. unico, ei'|, li*a, e%m.
traditore, pqodo*sg|, -ot, o<. uno, / unico.
tacere, rixpa*x, rica*x. uomo, a>mhqxpo|, -ot, o<; a$mg*q, a$m-
traghettare, dia-poqhlet*x.
tagliare, jo*psx, se*lmx. dqo*|, o<.
tramandare, i<rsoqe*x, ue*qx.
tagliente, o$nt*|, -ei&a, -t*. usare, vqa*olai (con il dat.).
tramontare, dt*x.
tale, agg. dimostr., soiot&so|, soiat*- uscire, e$j-bai*mx, e$n-e*qvolai, e>n-eili
tranne, prep., pkg*m e il gen.
sg, soiot&so(m); un tale, si|, si (gen. (ei#li).
tranquillamente, avv., g<rtvz&.
simo*|, indef. encl.). utile, vqg*rilo|, -g, -om.
tranquillitaÁ, g<rtvi*a, -a|, g<.
talvolta, avv., e$mi*ose.
tranquillo, g%rtvo|, -om; rimanere,
Tantalo, Sa*msako|, -ot, o<.
stare tranquillo, g<rtva*fx. V, v
tanto, agg., soro*rde, sorg*de, so-
trascinare, e%kjx, e<kjt*x.
ro*mde; sorot&so|, sorat*sg, so- vagare, peqi*-eili (ei#li).
trascurare, a$leke*x (con il gen.).
rot&so(m); avv., sorot&so, ot%sx(|). valore, a$mdqei*a, -a|, g< (virilitaÁ, co-
trasformare, lesa-pka*rrx (-ssx),
Tarquinio, Saqjt*mio|, -ot, o<. raggio); a$qesg*, -g&|, g< (virtuÁ).
lesa-loquo*x.
tavola, sqa*pefa, -g|, g< (mensa); pi*- valorosamente, avv., a$mdqei*x|.
tributare, paq-e*vx.
man, -ajo|, o< (quadro). valoroso, jaqseqo*|, -a*, -o*m (forte);
trireme, sqig*qg| (sott. mat&|), -ot|, g<.
teatro, he*asqom, -ot, so*. a$caho*|, -g*, -o*m (valente, prode);
trofeo, sqopai&om, -ot, so*.
Tebe, Hg&bai, -x & m, ai<. a$mdqei&o|, -a, -om (coraggioso).
Troia, Sqoi*a, -a|, g<; >Ikio|, -ot, g<;
temere, uobe*olai, deilai*mx, dei*dx. vasaio, jeqalet*|, -e*x|, o<.
>Ikiom, -ot, so*.
temibile, uobeqo*|, -a*, -o*m. vaticinare, vqa*x.
troiano, agg., Sqxi]jo*|, -g*, -o*m; sost.,
Temistocle, Helirsojkg&|, -e*ot|, o<. vecchia, cqat&|, cqao*|, g<.
Sqx*|, -xo*|, o<.
temperante,e$cjqasg*|,-e*|(gen.-ot&|). vecchiaia, cg&qa|, -x| (-ao|), so*.
tromba, ra*kpicn, -icco|, g<.
tempesta, ht*ekka, -g|, g<; veilx*m, vecchio, agg., ceqaio*|, -a*, -o*m; sost.,
trombettiere, rakpicjsg*|, -ot&, o<.
-x & mo|, o<; kai&kaw, -apo|, g<. trovare, et<qi*rjx. pqerbt*sg|, -ot, o<; ce*qxm, -omso|,
tempio, mex*|, -x*, o<; mao*|, -ot&, o<; o<; pqe*rbt|, -ex|, o<.
trovarsi (per caso), stcva*mx (con il
i<eqo*m, -ot&, so*; se*lemo|, -ot|, so*. vedere, o<qa*x, bke*px.
part. predicativo).
tempo, vqo*mo|, -ot, o<. veloce, savt*|, -ei&a, -t*.
tu, pron. pers., rt*, rot& (rot).
tendere, sei*mx, e$m-sei*mx. vena, uke*w, ukebo*|, g<.
tuo, pron.-agg. poss., ro*|, rg*, ro*m.
Termopili, Heqlopt*kai, -x & m, ai<. turbare, saqa*rrx (-ssx). vendere, pxke*x, pipqa*rjx.
terra, cg&, cg&|, g<; per terra e per mare, venerare, re*bolai, heqapet*x.
turpe, ai$rvqo*|, -a*, -o*m.
jasa+ cg&m jai+ jasa+ ha*karram; a venire, g%jx (il pres. ha valore di perf.
turpemente, avv., ai$rvqx & |.
terra, valai* (con i verbi di quiete), e l'imperf. di piucchep.), e>qvolai.
tuttavia, cong. avversativa, o%lx|.
vala&fe (con i verbi di moto a vento, a>melo|, -ot, o<.
tutto, pron.-agg. indef., pa&|, pa&ra,
luogo e talvolta di quiete). ventre, carsg*q, -rsqo*|, g<.
pa&m; tutto intero, o%ko|, -g, -om.
terribile, deimo*|, -g*, -o*m; uobeqo*|, -a*, vergogna, ai$rvt*mg, -g|, g<.
-o*m. vergognarsi, ai$rvt*molai (con il dat.,
U, u
TeÁseo, Hgret*|, -e*x|, o<. e$pi* e il dat.).
tesoro, hgratqo*|, -ot&, o<. ubbidire, / obbedire. vergognoso, ai$rvqo*|, -a*, -o*m.
tessere, t<uai*mx. ubriacare, leht*rjx; ubriacarsi, le- veritaÁ, a$kg*heia, -a|, g<; dire la veritaÁ,
testa, jeuakg*, -g&|, g<. ht*rjolai. a$kghet*x.
testimone, la*qst|, -tqo|, o<, g<. uccello, o>qmi|, -iho|, o<, g<. veritiero, vero, a$kghg*|, -e*| (gen.
timoniere, jtbeqmg*sg|, -ot, o<. uccidere, uomet*x, jsei*mx, a$po-jsei*- -ot&|); il vero, sost., a$kghe*|, -ot&|,
timore, uo*bo|, -ot, o<; de*o|, -ot|, so*. mx. so*.

ITALIANO-GRECO 461
verso, prep., ei$|, pqo*| e l'acc. (moto vite, a>lpeko|, -ot, g<. volgere, sqe*px; volgersi, sqe*polai.
a luogo), peqi* e il gen. o l'acc. vittima, i<eqei&om, -ot, so*; rua*ciom, volontaÁ, botkg*, -g&|, g<.
(riguardo a); sost., e>po|, -ot|, so*. -ot, so*. volontariamente, avv., / volente-
veste, e$rhg*|, -g&so|, g<. vittoria, mi*jg, -g|, g<. roso.
via, o<do*|, -ot&, g<. vivere, fa*x, bio*x. volpe, a$kx*pgn, -ejo|, g<.
viandante, o<doipo*qo|, -ot, o<. vizio, jajo*m, -ot&, so*; jaji*a, -a|, g<. voÂlto, pqo*rxpom, -ot, so*.
vicino, agg., cei*sxm, -omo|, o<, g<; pkg- voce, uxmg*, -g&|, g<. vostro, pron.-agg. poss., t<le*seqo|,
ri*o|, -a, -om. voglia il cielo che!, volesse il cielo -a, -om.
vile, deiko*|, -g*, -o*m. che!, ei>he (con l'ottat. per un de-
villaggio, jx*lg, -g|, g<. siderio realizzabile; con l'imperf. o Z, z
viltaÁ, a$mamdqi*a, -a|, g<; deiki*a, -a|, g<. l'ind. di altro tempo storico per un
vincere, mija*x. desiderio irrealizzabile). zampogna, rt*qicn, -icco|, g<.
vincitore, mijgsg*|, -ot&, o<. voi, pron. pers., t<lei&|, -x
& m. zelo, rpotdg*, -g&|, g<.
vino, oi#mo|, -ot, o<. volare, pe*solai. Zeus, Fet*|, Dio*|, o<.
viola, >iom, -ot, so*. volenteroso (volontario), e<jx*m, -ot&ra, zio, hei&o|, -ot, o<; zio materno, lg*-
violenza, bi*a, -a|, g<. -o*m. sqx|, -xo|, o<; zio paterno, pa*-
virtuÁ, a$qesg*, -g&|, g<. volentieri, avv., / volonteroso. sqx|, -xo|, o<.
vita, bi*o|, -ot, o<. volere, bot*kolai, he*kx, e$he*kx.

b
Nike di Samotracia
(III-II sec. a.C.).
Parigi, Museo del Louvre.

462 DIZIONARIO
INDICE
DEI BRANI
DI VERSIONE

Versioni delle unitaÁ

UnitaÁ 1 1. Il noce e i viandanti (da ESOPO) ........................................ pag. 15


2. I fiumi e il mare (da ESOPO) ............................................... » 15
3. Un sogno che non diventa realtaÁ ........................................ » 15
4. OdõÁsseo eÁ disposto ad accettare ogni decisione di Zeus (da
FAVORINO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15
5. Un comandante ateniese parla ai cittadini - Guida alla traduzione » 16
6. Bisogna amare il proprio prossimo (dagli EVANGELI) ................. » 16
7. La vecchia e il lupo (da ESOPO) - Analisi guidata ...................... » 17
8. Il leone e l'asino selvatico (da ESOPO) .................................... » 17
9. La paidei*a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 17
10. L'anarchia eÁ peggiore della tirannide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 18
11. Il filosofo Diogene (da DIOGENE LAERZIO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 18
12. Alcuni consigli ad un giovane sovrano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 18

UnitaÁ 2 1. Il cinghiale e la volpe (da ESOPO) ...................................... » 31


2. Il pastore e il cane (da ESOPO) ............................................. » 31
3. I contrasti tra Ciro e Artaserse ............................................ » 31
4. Le colonie greche in Sicilia ................................................ » 31
5. BuceÁfalo, il cavallo di Alessandro ........................................ » 33
6. TeÁseo e il Minotauro - Guida alla traduzione ......................... » 33
7. Clelia (da PLUTARCO) ........................................................ » 35

Brani di versione 463


8. Gli deÁi premiano il sacrificio di Alcesti (da PLATONE) ................. pag. 35
9. Frisso ed Elle - Analisi guidata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 35
10. Ciro e Lisandro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 36
11. Il metodo storiografico di Plutarco (da PLUTARCO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 36
12. Diogene si reca ai giochi Istmici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 37
13. La battaglia di GaugameÁla (da ARRIANO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 39

UnitaÁ 3 1. La capra e il capraio (da ESOPO) ....................................... » 61


2. Il pastore e le api (da ESOPO) .............................................. » 61
3. Due grandi generali: Epaminonda e PeloÁpida .......................... » 61
4. Alessandro riceve il comando della spedizione contro i Persiani ... » 62
5. L'eccessiva severitaÁ di un padre .......................................... » 63
6. Le prime imprese di Temistocle (da PLUTARCO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 63
7. I benefici di TeÁseo e di EÁracle nei riguardi dell'Ellade (da ISOCRATE) » 64
8. Licurgo e DioÁniso ........................................................... » 64
9. AgesilaÁo e gli Acarnani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 66
10. PolõÁcrate ed AmaÁsi - Analisi guidata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 67
11. Roma e gli Etruschi (da STRABONE) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 67
12. FarnabaÁzo si lamenta del trattamento riservatogli dai LacedeÁmoni
(da SENOFONTE) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 68
13. MeÁnone il Tessalo (da SENOFONTE) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 68
14. Laomedonte (da APOLLODORO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 68

UnitaÁ 4 1. Anche gli uomini famosi amavano scherzare con i fanciulli ....... » 79
2. Ciro offre sacrifici agli deÁi (da SENOFONTE) ............................. » 80
3. Zeus e gli uomini (da ESOPO) .............................................. » 80
4. I MaceÁdoni si impadroniscono dei familiari e dei beni di Dario .... » 80
5. Il lupo e la capra (da ESOPO) .............................................. » 80
6. Alcune calamitaÁ naturali (da TUCIDIDE) .................................. » 80
7. Ciro e la madre discutono sulla giustizia ............................... » 81
8. L'esercito dei Galli arriva a Roma (da PLUTARCO) ..................... » 84
9. Ermes e i due taglialegna - Guida alla traduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 85
10. Un bugiardo punito (da ESOPO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 86
11. Diogene e Dioxippo (da ELIANO) - Analisi guidata . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 87

UnitaÁ 5
1. Il corvo malato (da ESOPO) ................................................ » 103
2. Zeus ed Ermes (da ESOPO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 103

464 INDICI
3. L'usignolo e la rondine (da ESOPO) ...................................... pag. 103
4. ProtesilaÁo e LaodamõÁa (da APOLLODORO) - Analisi guidata .......... » 103
5. Le conquiste di Ciro (da SENOFONTE) .................................... » 104
6. Dario si prepara ad invadere la Grecia - Guida alla traduzione . . . . » 104
7. EÁracle conquista la cintura di Ippolita (da APOLLODORO) . . . . . . . . . . . . » 105
8. Il fiume Alfeo (da PLUTARCO) .............................................. » 106
9. Catone contro gli IbeÁri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 106
10. Deucalione e Pirra (da APOLLODORO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 107
11. I Chiusini chiedono aiuto a Roma contro i Galli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 107
12. Un tragico episodio di caccia (da LUCIANO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 108
13. Un medico inesperto (da ESOPO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 108
14. Milziade guida i Greci alla vittoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 112
15. Il lungo sonno di EpimeÁnide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 113
16. Un sogno di Ecuba - Guida alla traduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 113

UnitaÁ 6 1. Un coraggioso ateniese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 134


2. TeÁseo ed EÁracle (da ISOCRATE) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 134
3. DiodoÁro e Grillo ............................................................. » 135
4. Gli Ateniesi combattono presso il fiume EgospoÁtami (da SENOFONTE) » 136
5. Il persiano AbradaÁta muore in battaglia (da SENOFONTE) ............ » 137
6. I benefici della pace ......................................................... » 137
7. L'aspetto fisico di Alessandro Magno (da PLUTARCO) . . . . . . . . . . . . . . . . . » 137
8. Il re AgesilaÁo organizza delle gare ad EÁfeso (da SENOFONTE) . . . . . . . . » 138
9. Massinissa (da DIODORO SICULO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 138
10. Il ricordo degli eroi caduti nella battaglia di LamõÁa (da IPERIDE) . . » 138
11. Filippo il MaceÁdone (da DIODORO SICULO) - Analisi guidata . . . . . . . » 139
12. Aristide il Giusto (da PLUTARCO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 139
13. Epaminonda muore gloriosamente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 140
14. Il timore e la disperazione dopo una disfatta (da TUCIDIDE) . . . . . . . . » 140
15. Il tiranno IppoÁcrate (da ELIANO) - Guida alla traduzione. . . . . . . . . . . . » 140
16. Il tempio di Apollo Lukios (da PAUSANIA) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 141

UnitaÁ 7 1. La precocitaÁ di Temistocle (da PLUTARCO) ............................ » 152


2. L'asino e il cavallo (da ESOPO) ............................................ » 152
3. Gaio Crassinio muore eroicamente in battaglia (da PLUTARCO) ..... » 152
4. Salmoneo eÁ punito da Zeus (da APOLLODORO) - Analisi guidata . . . . » 153
5. Antigone, sorella di EteÁocle e PolinõÁce ................................... » 153
6. Achille ......................................................................... » 153

Brani di versione 465


7. La fondazione di Roma (da PLUTARCO) .................................. pag. 154
8. I leprotti e le rane ........................................................... » 155
9. Socrate discute sulla immortalitaÁ dell'anima (da PLATONE) . . . . . . . . . . » 155
10. Socrate discute sulla gratitudine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 156
11. Il comportamento dei cani da caccia (da SENOFONTE) . . . . . . . . . . . . . . . » 156
12. Il dubbio di Senofonte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 157
13. Gli splendidi inizi del regno di Alessandro Magno (da DIODORO
SICULO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 157
14. Il tebano LeontõÁade ordina di arrestare IsmenõÁa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 157

UnitaÁ 8 1. L'arguzia di Catone il Vecchio e di Temistocle (da PLUTARCO) ..... » 176


2. Le imprese di TeÁseo ......................................................... » 176
3. Oreste vendica la morte del padre - Analisi guidata . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 176
4. Alessandro attraversa il GraÁnico ......................................... » 177
5. Esortazione alla pace ....................................................... » 177
6. Il re Serse invia una lettera di risposta a Pausania .................... » 177
7. Un uomo e un satiro ........................................................ » 178
8. Il suicidio di Cleopatra ..................................................... » 178
9. Una favola narrata da Demostene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 179
10. Uno stratagemma di CleoÁmene, re degli Spartani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 180
11. Una donna coraggiosa (da PLUTARCO) - Guida alla traduzione . . . . . » 180
12. Un sogno di Senofonte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 181
13. I Geti, un popolo di barbari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 181
14. Dionigi il Giovane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 182
15. L'oratore Lisia ricorda i soldati ateniesi caduti per la patria (da
LISIA) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 183
16. La saggia decisione di AgaÁtocle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 183
17. DamoÁne e Finzia - Guida alla traduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 184

UnitaÁ 9 1. L'amore verso la patria eÁ simile a quello verso il padre ............ » 198
2. Non si ottiene nulla senza fatica (da SENOFONTE) ...................... » 198
3. Il figliuol prodigo (dagli EVANGELI) ...................................... » 198
4. Il coraggio delle donne spartane (da PLUTARCO) ....................... » 198
5. Zeus e il serpente (da ESOPO) .............................................. » 199
6. L'imperatore Tito distrugge la cittaÁ di Gerusalemme (da GIUSEPPE
FLAVIO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 199
7. I doveri di chi governa uno Stato ........................................ » 199
8. Il dio DioÁniso e il re Mida ................................................. » 204
9. Scipione e alcune spie di Cartagine ...................................... » 205

466 INDICI
10. Il valore della regina Artemisia - Analisi guidata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 205
11. Creso non ascolta i consigli di SaÁndani (da ERODOTO) . . . . . . . . . . . . . . » 206
12. Troiani, Focesi e Siculi abitano l'antica Sicilia (da TUCIDIDE) . . . . . . » 206
13. Medea aiuta GiaÁsone nella conquista del vello d'oro (da APOLLODORO) » 207
14. EÁracle uccide il leone di NeÁmea (da APOLLODORO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 208
15. Alcuni famosi detti di Aristotele (da DIOGENE LAERZIO) . . . . . . . . . . . . . » 209
16. EÁracle cattura il cane Cerbero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 210
17. La morte di Catilina (da APPIANO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 210

UnitaÁ 10 1. EÁracle cattura la cerva di Cerinea (da APOLLODORO) ................ » 228


2. Nel ventre di una balena (da LUCIANO) .................................. » 228
3. I Sette marciano contro Tebe - Analisi guidata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 228
4. I doni dei Persiani al loro re (da ELIANO) ................................ » 230
5. I preparativi di Alessandro prima della battaglia di AÁrbela (da
PLUTARCO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 230
6. La giusta punizione di un omicida (da ESOPO) ......................... » 231
7. Le ultime parole di Ciro ................................................... » 231
8. La generositaÁ di Cimone ................................................... » 232
9. Le vane promesse del bugiardo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 232
10. Alessandro Magno ad Ilio (da PLUTARCO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 232
11. Uno stratagemma di AÁgide, re di Sparta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 232
12. Il re dell'Armenia viene catturato da Ciro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 233
13. Le ultime parole di Pericle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 233
14. Coriolano incontra la madre Veturia (da DIONIGI DI ALICARNASSO) » 233
15. Spartaco muore in battaglia (da PLUTARCO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 237
16. Platone e alcuni ospiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 238

UnitaÁ 11 1. Il fanciullo e la fortuna (da ESOPO) .................................... » 267


2. Differenti costumi di due popoli (da POLIBIO) .......................... » 267
3. Anco Marzio ................................................................. » 268
4. Publio Cornelio Scipione l'Africano ..................................... » 268
5. ArteÁmide muta in cerva IfigenõÁa (da APOLLODORO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 268
6. I figli di EÁracle perseguitati da EurõÁsteo (da APOLLODORO) . . . . . . . . . . . » 269
7. Elena tende un'insidia agli eroi greci .................................... » 269
8. Epaminonda, grande condottiero ........................................ » 269
9. Ettore e Achille . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 269
10. L'origine dei combattimenti tra galli (da ELIANO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 270
11. Priamo si reca alla tenda di Achille - Guida alla traduzione. . . . . . . . » 270
12. Il mutamento dei costumi persiani (da SENOFONTE) . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 272

Brani di versione 467


13. La benevolenza di Scipione verso i prigionieri (da POLIENO) . . . . . . . pag. 272
14. Il legislatore Caronda - Analisi guidata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 272
15. Il coraggio di Muzio Scevola (da POLIENO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 273
16. Il rapimento di PerseÁfone (da APOLLODORO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 273
17. FarnabaÁzo affronta le truppe dei Greci (da SENOFONTE) . . . . . . . . . . . . » 275
18. Le decisioni di AgesilaÁo dopo la battaglia di Cheronea (da PLUTARCO) » 279
19. Socrate parla dell'importanza dell'educazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 279
20. I preparativi per una battaglia navale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 280
21. Alcune leggi di Licurgo (da SENOFONTE) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 280
22. Le accuse contro gli strateghi e gli oratori (da IPERIDE) . . . . . . . . . . . . . » 280
23. Le lodi di Agamennone (da ISOCRATE) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 281
24. PeÁrseo e AndroÁmeda (da APOLLODORO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 281

Versioni delle sezioni di recupero


Recupero unitaÁ 1-2 1. Un esule troiano esorta i soldati greci a seguirlo (da SENOFONTE) » 42
2. L'origine dei Sabelli (da STRABONE) ................................. » 42
Recupero unitaÁ 3-5 1. I Romani e i Cartaginesi combattono presso il Ticino (da AP-
PIANO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 116
2. Pericle e Cimone (da ARISTOTELE) .................................. » 116
Recupero unitaÁ 6-7 1. Il pomo della discordia (da LUCIANO) ............................. » 160
2. Alcune vicende della guerra del Peloponneso (da SENOFONTE) .. » 160
Recupero unitaÁ 8-9 1. Una difficile marcia nella neve (da SENOFONTE) ................... » 214
2. Alessandro si abbandona a un sonno profondo (da PLUTARCO) . » 214
Recupero unitaÁ 10-11 1. Zeus e la volpe (da ESOPO) .......................................... » 286
2. La saggezza dei Romani (da APPIANO) ............................. » 287

Versioni di ricapitolazione
1. Caracalla a Troia si comporta da folle ..................................... » 288
2. La saggezza del tiranno Pisistrato ........................................... » 288
3. Semiramide diventa regina dell'Assiria (da ELIANO) ..................... » 288
4. Cornelia, figlia di Scipione l'Africano (da PLUTARCO) ................... » 289
5. Il re Pirro e un cane fedele (da ELIANO) .................................... » 289
6. La crudeltaÁ di Caligola ....................................................... » 289
7. L'imperatore Tito .............................................................. » 289
8. Annibale considera le sue imprese superiori a quelle di Alessandro (da
LUCIANO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 290

468 INDICI
9. TeÁseo e il sinecismo ........................................................... pag. 290
10. Il fiume Scamandro (da PLUTARCO) ........................................ » 290
11. EndimioÁne, re della luna (da LUCIANO) ................................... » 291
12. Una donna si sforza di allontanare il marito dal vizio dell'ubriachezza » 291
13. Il contadino e la serpe (da ESOPO) ......................................... » 291
14. La fondazione di Alessandria (da ARRIANO) ............................. » 291
15. Pirro eÁ sconfitto dai Cartaginesi (da PAUSANIA) .......................... » 292
16. L'elogio di Alessandro (da APPIANO) ...................................... » 292
17. Alessandro e i suoi soldati si battono contro un granchio (dal RO-
MANZO DI ALESSANDRO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 292
18. Il giorno successivo alla conquista di Babilonia (da SENOFONTE) ..... » 292
19. Gli Ateniesi e gli ambasciatori Spartani (da PLUTARCO) ................ » 293
20. L'arguzia di Cimone (da PLUTARCO) ....................................... » 293
21. La straordinaria personalitaÁ di Orfeo (da DIODORO SICULO) .......... » 293
22. I Greci evitano lo scontro (da SENOFONTE) ............................... » 293
23. Dario giura vendetta contro gli Ateniesi ................................. » 294
24. Gli austeri costumi di Catone il Vecchio (da PLUTARCO) .............. » 294
25. Alcuni detti di Zenone (da DIOGENE LAERZIO) ........................... » 294
26. Teti si preoccupa per la sorte di Achille (da APOLLODORO) ............ » 295
27. Il leone innamorato (da ESOPO) ............................................ » 295
28. Veturia parla al figlio Coriolano (da DIONIGI DI ALICARNASSO) ........ » 295
29. La strage degli abitanti di Selinunte (da DIODORO SICULO) ............ » 296
30. L'imperatore Tiberio ........................................................ » 296
31. L'onere della guerra contro Veio viene affidato ai Fabi (da DIONIGI DI
ALICARNASSO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 296
32. EmpeÁdocle viene considerato un dio ...................................... » 297
33. La saggezza di Filippo il MaceÁdone (da PLUTARCO) .................... » 297
34. La dolorosa decisione di Eretteo .......................................... » 297
35. Le lodi di AgesilaÁo (da SENOFONTE) ....................................... » 298
36. Gli Etiopi e gli IttioÁfagi (da ERODOTO) .................................... » 298
37. Plutarco non scrive storie ma biografie (da PLUTARCO) ................ » 298
38. I saggi presso gli Indiani (da ARRIANO) ................................... » 299
39. Ciro eÁ come un buon padre (da SENOFONTE) ............................. » 299
40. Attilio Regolo affronta coraggiosamente la morte ..................... » 299

Versioni di consolidamento e potenziamento

Brani di versione 469


INDICE DELLE
RUBRICHE E
DELLE SCHEDE

1. SCHEDA MORFOLOGICA
Ð Il futuro di ei$li* ............................................................ pag. 4

2. SCHEDA SINTATTICA
Ð Le proposizioni finali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2
Ð L'uso dell'ottativo futuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
Ð L'uso dell'infinito futuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
Ð Il costrutto di le*kkx e l'infinito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6
Ð Le proposizioni temporali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 26
Ð I verbi impersonali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 28
Ð I verbi con il doppio accusativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 56
Ð I significati di o%si . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 58
Ð Il complemento di materia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 60
Ð Il complemento di qualitaÁ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 60
Ð Il dativo etico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 78
Ð Le proposizioni causali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 89
Ð Il genitivo di specificazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 95
Ð Gli usi dell'infinito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 118
Ð Il periodo ipotetico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 121
Ð Le proposizioni concessive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 144
Ð I verbi intransitivi in italiano e transitivi in greco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 149
Ð I significati di x<| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 165
Ð Le proposizioni comparative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 171
Ð I verba impediendi e recusandi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 174
Ð I significati di jai* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 197
Ð Le determinazioni di tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 217
Ð Le proposizioni avversative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 220

470 INDICI
Ð Le proposizioni eccettuative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 223
Ð I verba curandi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 224
Ð Le proposizioni esclusive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 242
Ð I verba eveniendi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 245
Ð I verba cavendi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 247
Ð Il genitivo ablativale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 252
Ð I verba non dubitandi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 259
Ð Il discorso indiretto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 264
Ð Gli usi di a>m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 266

3. REPERTORIO LESSICALE
Ð Composti di ei$li* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 216
Ð Composti di ei#li . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 220
Ð Composti di jei&lai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 222
Ð Composti di di*dxli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 241
Ð Composti di si*hgli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 242
Ð Composti di %igli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 244
Ð Composti di %irsgli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 246

4. RICERCA LESSICALE
Ð Lo sport . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 39
Ð Le rappresentazioni teatrali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 66
Ð L'amministrazione della giustizia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 84
Ð La medicina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 112
Ð Il corpo umano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 178
Ð Il linguaggio verbale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 180
Ð L'amministrazione dello Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 204
Ð L'attivitaÁ psichica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 231
Ð La famiglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 237
Ð La casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 239
Ð La vita militare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 278
Ð La navigazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 280

5. LABORATORIO LESSICALE
Ð %ippo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
Ð rglai*mx e rg&la . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
Ð rx& la . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13
Ð a$cx*m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13
Ð rsqasi*a, rsqaso*| e rsqasgco*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 21
Ð jt*jko| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 22
Ð poie*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 47
Ð pot&| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 53
Ð bibki*om e bi*bko| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 54

Rubriche e schede 471


Ð uqg*m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 54
Ð cicmx*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 58
Ð heqlo*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 74
Ð bi*o| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 74
Ð jime*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 76
Ð hmz*rjx e ha*maso| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 77
Ð jqt*psx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 91
Ð jai*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 91
Ð rsemo*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 96
Ð le*ca| e leca*kx| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 98
Ð ki*ho| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 101
Ð lijqo*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 120
Ð ux &| ......................................................................... » 131
Ð t%dxq . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 132
Ð sqat&la . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 132
Ð pa*rvx e pa*ho| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 147
Ð ua*qlajom . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 147
Ð rjope*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 149
Ð ai'la . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 163
Ð vei*q . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 167
Ð lajqo*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 169
Ð a>kco| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 173
Ð g<ce*olai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 174
Ð pakaio*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 188
Ð loqug* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 189
Ð uac- . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 191
Ð dqo*lo| e sqe*vx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 191
Ð de*qla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 193
Ð ko*co| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 193
Ð o$p- e o>lla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 195
Ð g'paq . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 196
Ð o$ki*co| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 219
Ð pasg*q e pasqi*| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 226
Ð lilmg*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 227
Ð rsa±- / rsg- . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 247
Ð o>qo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 254
Ð savt*| e save*x| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 255
Ð a$mg*q . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 256
Ð wet*dx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 257
Ð g#ho| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 262
Ð lo*mo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 262

6. UNO SGUARDO AL PASSATO


Ð Le colonie greche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 32
Ð TeÁseo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 34
Ð Gli agoni sportivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 37

472 INDICI
Ð L'egemonia tebana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 61
Ð Le liturgõÁe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 63
Ð Le rappresentazioni teatrali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 65
Ð Laomedonte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 69
Ð L'amministrazione della giustizia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 81
Ð Ermes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 86
Ð Le Amazzoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 105
Ð Deucalione e Pirra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 107
Ð La medicina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 108
Ð Le divinitaÁ marine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 135
Ð La guerra del Peloponneso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 136
Ð Danao . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 142
Ð Le cerimonie funebri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 155
Ð Oratoria e retorica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 179
Ð Gli ne*moi e i ba*qbaqoi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 182
Ð I Trenta Tiranni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 183
Ð L'amministrazione dello Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 200
Ð Medea e GiaÁsone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 207
Ð I Sette contro Tebe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 229
Ð La famiglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 234
Ð La casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 238
Ð DemeÁtra, PerseÁfone e Ade . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 274
Ð La vita militare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 275
Ð PeÁrseo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 281

7. L'USO DEL VOCABOLARIO


Ð I verbi coniugati al futuro primo: come risalire al presente indicativo » 8
Ð I verbi coniugati all'aoristo debole: come risalire al presente indi-
cativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 23
Ð I verbi coniugati all'aoristo passivo: come risalire al presente indi-
cativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 93
Ð I verbi coniugati al perfetto: come risalire al presente indicativo . . . » 123

8. SCHEDA SEMANTICO-SINTATTICA
Ð ut*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2
Ð a>cx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
Ð a>qvx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 20
Ð ai$rha*molai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 46
Ð poie*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 47
Ð bai*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 52
Ð lamha*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 55
Ð cicmx*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 57
Ð doje*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 76
Ð hmz*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 76
Ð kalba*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 96

Rubriche e schede 473


Ð stcva*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 102
Ð kamha*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 120
Ð kei*px . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 125
Ð ei>jx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 145
Ð ei$li* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 148
Ð g<ce*olai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 174
Ð e$rhi*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 190
Ð sqe*vx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 191
Ð o<qa*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 194
Ð e>qvolai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 195
Ð ei#li . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 222
Ð et<qi*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
Ð dt*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
Ð di*dxli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 242
Ð si*hgli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 243
Ð %igli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 245
Ð %irsgli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 247
Ð uai*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 256
Ð dei*jmtli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 259

9. LA LINGUA GRECA E LE SUE ESPRESSIONI


Ð ut*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2
Ð a>cx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
Ð a$cx*m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13
Ð mo*lo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14
Ð a>qvx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 20
Ð cmx*lg . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 28
Ð a$lt*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 29
Ð dei& . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 29
Ð bai*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 52
Ð rtluoqa* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 53
Ð uqg*m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 54
Ð lamha*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 55
Ð bi*o| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 74
Ð doje*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 76
Ð kalba*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 96
Ð kacva*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 98
Ð kamha*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 120
Ð kei*px . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 125
Ð jeket*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 126
Ð mt*n . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 127
Ð t%dxq . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 131
Ð e>oija . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 145
Ð pa*rvx e pa*ho| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 146
Ð ei$li* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 148
Ð se*ko| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 150

474 INDICI
Ð ai'la . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 162
Ð le*ro| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 163
Ð >idio| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 167
Ð vei*q . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 167
Ð ba*qbaqo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 172
Ð ko*co| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 193
Ð o<qa*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 194
Ð ei#li . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 222
Ð et<qi*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
Ð dt*x . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
Ð pqo*como| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 225
Ð lilmg*rjx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 226
Ð di*dxli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 242
Ð si*hgli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 243
Ð %igli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 245
Ð %irsgli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 247
Ð a<laqsa*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 248
Ð uai*mx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 256
Ð rt*llavo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 261
Ð ji*mdtmo| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 265

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S139/2
S139/2

Amalia Vanacore Amalia Vanacore

T¦ `Ellhnik£
T¦ `Ellhnik£

T¦ `Ellhnik£
Corso di lingua e cultura greca
GRAMMATICA:
• 26 lezioni con trattazione chiara, sistematica e completa del sistema linguistico greco.
• Nozioni di grammatica storica.
• Nozioni relative a particolarità ed eccezioni. Corso di lingua e cultura greca
• 7 appendici utili per l’approfondimento della lingua.
esercizi 2
ESERCIZI 1 ed ESERCIZI 2:
• Esercizi d’ingresso (per una verifica immediata dei prerequisiti).
• Percorsi di lavoro organizzati in unità (15 nel I volume e 11 nel II).
• Nozioni sintattiche esposte in modo sintetico e chiaro.
• Numerosissimi esercizi di varie tipologie, scelti con gradualità e differenziati per livelli di difficoltà. ®
• Moltissime versioni (alcune anche con analisi guidata o guida alla traduzione), graduali e differenzia- ORLD
tutto compreso
te per livelli di difficoltà.
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semantico).
• Inserti sull’uso del dizionario (per acquisire una corretta metodologia di consultazione). esercizi

2
• Letture antologiche organizzate per percorsi modulari e tutte con traduzione (per imparare a tradur-
re i testi d’autore).
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degli antichi Greci nelle sue varie manifestazioni.
• Attività di recupero (con esercizi e versioni graduali).

DIGITAL BOOK (con contenuti digitali integrativi) grativi):


• Sintesi in slide di argomenti grammaticali.
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•

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Il volume può essere adottato anche nella sola versione digitale (e-book + contenuti digitali
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citare il codice ISBN 978-88-914-9002-5 Con l’acquisto di questo libro hai diritto a scaricare gra-
tuitamente, dal sito www.simonescuola.it, la versione
e-book del testo e tutti i materiali digitali integrativi: ap-
profondimenti, verifiche, esercitazioni pratiche.

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