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RELAZIONE GEOTECNICA E SULLE FONDAZIONI

SOMMARIO

PREMESSA..........................................................................................................................................................................3

DESCRIZIONE GENERALE DEGLI INTERVENTI..............................................................................................................3

NORMATIVA DI RIFERIMENTO..........................................................................................................................................4

CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA DEL SITO.............................................................................................................4

MATERIALI ..........................................................................................................................................................................7

CARATTERISTICHE GEOMETRICHE DEI MICROPALI.....................................................................................................7

ANALISI DEI CARICHI E IPOTESI GEOTECNICHE...........................................................................................................8

COMBINAZIONI DI CARICO..............................................................................................................................................11

METODO DI CALCOLO.....................................................................................................................................................12

CALCOLO DELLA CAPACITÀ PORTANTE DEI MICROPALI DI FONDAZIONE..............................................................14

CALCOLO DELLA RESISTENZA DEI MICROPALI DI FONDAZIONE..............................................................................16

CURVA DI MOBILITAZIONE VERTICALE.........................................................................................................................17

CALCOLO DELLE SOLLECITAZIONI SUI MICROPALI DI FONDAZIONE.......................................................................18

VERIFICHE GEOTECNICHE DEI MICROPALI DI FONDAZIONE....................................................................................23

VERIFICHE STRUTTURALI DEI MICROPALI DI FONDAZIONE......................................................................................26

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PREMESSA

La presente relazione contiene le verifiche di resistenza e di portanza dei micropali di fondazione dei muri di sostegno previsti nel
progetto definitivo dell’intervento di realizzazione delle opere idrauliche e strutturali di arginatura del Torrente Varenna in località San
Carlo di Cese e nuova passerella pedonale (2° lotto funzionale).

In particolare, si fa riferimento alla sezione tipo dei muri d'argine caratterizzata dalla presenza del massimo riempimento a tergo del
muro (muro prefabbricato di altezza 4,50), in modo da valutare la situazione più gravosa ai fini della determinazione del minimo
coefficiente di sicurezza compatibile con la situazione finale.

La presente relazione contiene:

• Descrizione generale degli interventi;

• Normativa di riferimento;

• Caratterizzazione geotecnica del sito;

• Caratteristiche dei micropali

• Descrizione dei carichi agenti sulla struttura;

• Descrizione del metodo di calcolo;

• Descrizione delle verifiche effettuate

DESCRIZIONE GENERALE DEGLI INTERVENTI

L'intervento in progetto è realizzato per permettere lo smaltimento delle portate di piena del Torrente Varenna impedendone
l’esondazione e l’alluvionamento delle aree abitate prospicienti il corso d’acqua. Tale intervento costituisce il completamento verso
valle dei lavori di risagomatura dell’alveo, estendendosi dalla briglia di valle eseguita nel corso del 1° lotto fino alla briglia di valle
preesistente al termine dell’area abitata, per un tratto dello sviluppo in asse alveo di ml 205.

Le opere previste nel presente 2° lotto sono le seguenti:

- risagomatura dell’alveo fluviale, per uno sviluppo in asse alveo di 205 m, comprendente lo sbancamento dalla nuova
briglia di valle fino alla nuova passerella pedonale;

- arginatura in sinistra alveo, disposta a diretta difesa del nucleo urbano contro il rischio di esondazione, con sviluppo di ml
135, a partire dal limite di monte dell’intervento, fino alla nuova passerella, e da questa, a difesa dell’esistente strada
comunale e delle case che vi si affacciano, fino ad una formazione rocciosa, ove la strada comunale prende quota
sovralzandosi con congruo franco oltre il profilo del pelo libero della portata duecentennale; la struttura dell’argine è
prevista in muratura semiprefabbricata fondata su plinto gettato contro terra, con scarpa del 5% sulla verticale;

- arginatura in destra alveo, disposta a valle della nuova passerella, raccordata ai relativi muri andatori e prevista dello
stesso tipo di quella in sinistra, a pari livello sia di ciglio che di fondazione, di sviluppo complessivo pari a 139 m,
terminando in corrispondenza del muro andatore della preesistente briglia di valle, di cui si tratta nel prosieguo;

- briglia di valle, già esistente di cui si prevede la parziale demolizione per ricavare una gaveta della larghezza di 5,00 m sul
ciglio di sfioro, sagomandone i fianchi a 45°, in modo da mantenere il regime di deflusso della portata duecentennale in
condizioni di corrente veloce;

- acque di superficie: vengono convogliate in apposito nuovo collettore da realizzare in parallelo ed a tergo dei nuovi muri
d’argine, sia in sinistra che in destra alveo, a livello del cordolo di testa dei micropali di fondazione.

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NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Le fasi di analisi e verifica delle opere di fondazione sono state condotte in accordo alle seguenti disposizioni normative:

D. M. Infrastrutture Trasporti 14 gennaio 2008 (G.U. 4 febbraio 2008 n. 29 - Suppl. Ord.) “Norme tecniche per le Costruzioni”.

Inoltre, in mancanza di specifiche indicazioni, ad integrazione della norma precedente e per quanto con esse non in contrasto, sono
state utilizzate le indicazioni contenute nella:

Circolare 2 febbraio 2009 n. 617 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (G.U. 26 febbraio 2009 n. 27 – Suppl. Ord.)
“Istruzioni per l'applicazione delle 'Norme Tecniche delle Costruzioni' di cui al D.M. 14 gennaio 2008”.

Eurocodice 7 “Progettazione geotecnica – Parte 1: Regole generali.”

Eurocodice 8 “Indicazioni progettuali per la resistenza sismica delle strutture - Parte 5: Fondazioni, strutture di contenimento ed
aspetti geotecnici.”

CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA DEL SITO


Per la determinazione delle caratteristiche geotecniche di portanza delle opere di fondazione si fa diretto riferimento alle indagini
geologiche descritte nella Relazione Geologica del progetto definitivo d’appalto del 1° lotto redatta dall'Area Tecnica del Comune di
Genova. Di seguito vengono riportate le informazioni principali in esse contenute.

INQUADRAMENTO GEOLOGICO

L’area oggetto d’intervento è interessata da formazioni geologiche a rocce verdi (serpentinoscisti) per cui sono stati indagati i terreni
oggetto di scavo per valutarne le caratteristiche di assetto strutturale, le caratteristiche geotecniche e le caratteristiche fisico-
chimiche.

In particolare, la geologia del comparto è rappresentata dalle Unità tettonometamorfiche Palmaro – Caffarella che localmente,
conformemente al foglio 213-230 Genova della Carta Geologica d’Italia (2008), si distinguono in:

- Calcescisti della Val Branega: scisti quarzo-micacei più o meno calcariferi, spesso con livelli nerastri ricchi in cloritoide
(Giurassico Superiore);

- Serpentiniti di San Carlo di Cese: serpentiniti antigoritiche, talvolta con relitti mineralogici e/o tessiturali di lherzoliti (Dogger
– Malm). 


Nella zona indagata è stata effettuata in fase di progettazione definitiva del 1° lotto una campagna di indagini geologiche
comprensive di sondaggi meccanici a carotaggio continuo, prove geotecniche in situ, stese sismiche e prelievi di campioni per le
analisi di laboratorio chimico, indagini estese a quel tempo all’intera fascia del corso d’acqua incidente sull’abitato, anche a valle del
1° lotto, quindi utili anche per la presente fase progettuale di 2° lotto. In fase di progettazione esecutiva del 1° lotto sono stati
effettuati sondaggi integrativi in corrispondenza delle zone di fondazione delle briglie, allo scopo, soprattutto, di verificare
l’orientamento dei livelli fessurativi della roccia, ottenendo, peraltro, ottimo riscontro con le valutazioni precedentemente espresse
circa quote e consistenza dell’ammasso roccioso di base.

Per ulteriori dettagli, si rimanda all'apposita Relazione Geologica, sopra citata.

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CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA DEI TERRENI

Nel calcolo di calcolo sono utilizzati le due tipologie di terreno, con caratteristiche:

Roccia
Terreno tipo T1 GP - Ghiaie a granulometria poco assortita o miscele di ghiaia e sabbia, con frazione fine scarsa o
assente
γd[kN/m3] γt[kN/m3 ] c'k[N/mm2] Φ'k[°] su,k[N/mm2] qu,k[N/mm2]
19 19 0 26 0.2 -
Es[N/mm2] Gs[N/mm2] Vs[m/s] Liquefazione
40 25 300 Questo terreno non è suscettibile di liquefazione.
Descrizione: Terreno sabbioso.
Roccia
Roccia fratturata: roccia con discontinuità ravvicinate comunque orientate (da ravvicinate a molto
Terreno tipo T2
ravvicinate), strette (a labbra combacianti) o beanti (aperte), vuote o riempite di materiale di
alterazione E2 - Resistenza molto bassa, rocce molto tenere (50-100 o <50 daN/cm2)
γd[kN/m3] γt[kN/m3 ] c'k[N/mm2] Φ'k[°] su,k[N/mm2] qu,k[N/mm2]
19 19 0 38 - 5
Es[N/mm2] Gs[N/mm2] Vs[m/s] Liquefazione
40 25 1000 Questo terreno non è suscettibile di liquefazione.
Descrizione: Roccia mediamente compatta.

Seguono le caratteristiche della stratigrafia utilizzata nei calcoli.

S1 2 strati
Strato Quota[cm] Altezza[cm] Terreno
1 0 400 Terreno tipo 1
2 -400 600 Terreno tipo 2

MODELLAZIONE SISMICA DELL’AREA

La pericolosità sismica di base del sito è stata definita utilizzando la procedura basata sui risultati disponibili sul sito web dell’INGV
(http://www.mi.ingv.it/pericolosita-sismica), nella sezione “Mappe interattive della pericolosità sismica”.

I valori dei parametri necessari alla costruzione degli spettri di risposta orizzontale e verticale sono i seguenti:

Parametri di pericolosità sismica


Stato Limite ag FO T*c CC TB TC TD SS
[g] [s] [s] [s] [s] [s]
SLO 0.031 2.526 0.212 1.50 0.106 0.318 1.724 1.20
SLD 0.038 2.550 0.241 1.46 0.117 0.352 1.752 1.20
SLV 0.088 2.521 0.293 1.41 0.138 0.413 1.952 1.20
SLC 0.113 2.511 0.299 1.40 0.139 0.419 2.052 1.20

Si riportano di seguito i dati di progetto necessari per procedere all’analisi in oggetto:

Dati di progetto dell'azione sismica

Località in cui sorge l'opera: Comune di Genova

Longitudine sito: 8°,8325

Latitudine sito: 44°,471

Periodo di vita nominale VN della costruzione: anni 100

Classe d'uso II corrispondente coefficiente CU (Tab 2.4.II) CU = 1


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MATERIALI
Calcestruzzo (malta iniezioni micropalo)
Tipo fck [N/mm2] γc fcd[N/mm2] E [N/mm2]
C12/15 (Cls 2) 12.45 1.50 7.055 27266.58

Di seguito sono elencate le tensioni massime ammesse in esercizio.


Tipo s(-)cls, rara[N/mm2] s(-)cls, q.p.[N/mm2]

C12/15 (Cls 2) 7.47 5.602


Condizioni ambientali: a (poco aggressivo) [4.1.2.2.4.3].

Acciaio per carpenteria.


Tipo fyk(0÷40) [N/mm2] gm0 fyd(0÷40) [N/mm2] E [N/mm2]
S 355 (Acc 2) 355 1.05 338.095 210000

CARATTERISTICHE GEOMETRICHE DEI MICROPALI

Lunghezza micropali = 9.00 m


Diametro perforazione = 200.0 mm
Diametro armatura tubolare = 114.3 mm
Spessore armatura tubolare = 8.0 mm
Area sezione A = 26.4 cm2
Modulo di resistenza plastico = 66.4 cm3
Peso = 8.17 kN
Iniezione = IGU ≥ 1MPa
Interasse tra pali = 2 pali / 2.50 m

DISPOSIZIONE PLANIMETRICA DEI MICROPALI

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ANALISI DEI CARICHI SUI MICROPALI DI FONDAZIONE

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COMBINAZIONI DI CARICO

Tutte le verifiche sono eseguite secondo l'Approccio 1.

Si svolge l'analisi per i seguenti sei casi di carico:

Caso Nome Tipo Sisma n° sestetti Descrizione


C1 Caso 1 SLU No 1 A1+M1+R1
C2 Caso 2 SLU Geo No 1 A2+M2+R2
C3 Caso 3 SLU Si 1 Sisma
C4 Caso 4 Rara No 1
C5 Caso 5 Freq No 1
C6 Caso 6 QPerm No 1

Le azioni sono applicate direttamente in testa ai pali, espresse rispetto al sistema di riferimento globale.

Punto Caso Ses. Nz[kN] Vx[kN] Vy[kN] Mx[kN*m] My[kN*m] Tz[kN*m]


Punto maglia:1: Palo 1
Caso: Caso 1 - A1+M1+R1
PM1 C1 1 -245.41 0 71.36 0 0 0
Caso: Caso 2 - A2+M2+R2
PM1 C2 1 -176.24 0 71.36 0 0 0
Caso: Caso 3 - Sisma
PM1 C3 1 -210.26 0 46.49 0 0 0
Caso: Caso 4 -
PM1 C4 1 -212.39 0 105.3 0 0 0
Caso: Caso 5 -
PM1 C5 1 -222.29 0 94.67 0 0 0
Caso: Caso 6 -
PM1 C6 1 -251.97 0 62.8 0 0 0

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METODO DI CALCOLO

Le verifiche sono state condotte, in accordo con le disposizioni del D.M. 14/01/2008, confrontando i valori di resistenza con quelli di
progetto, secondo l’Approccio 1 e sono state:

• Verifica geotecniche dei micropali di fondazione:

- Verifiche a capacità portante;

- Verifiche dei cedimenti;

- Verifiche a resistenza trasversale

• Verifiche strutturali dei micropali di fondazione:

- Verifiche a spostamento orizzontale

- Verifiche delle tensioni dell'acciaio

VERIFICA DI CAPACITÀ PORTANTE DEI MICROPALI DI FONDAZIONE

Per la verifica a capacità portante dei micropali, si è provveduto a calcolare la capacità portante dei micropali stessi da confrontare
con i valori degli sforzi sollecitanti sui singoli micropali.

La capacità portante di un palo viene valutata come somma di due contributi: portata di base (o di punta) e portata per attrito laterale
lungo il fusto.

Il calcolo della portata di base viene effettuato col metodo Roccia

Riassumendo il lavoro di molti Autori (Pells, 1977; Meyerhof, 1953; Sowers, 1970), si può affermare che il valore della portanza
ultima sarà raramente distante da quello della resistenza a compressione monoassiale della roccia intatta, anche in presenza di
fratture verticali. Il valore indicativo della resistenza a compressione monoassiale può essere tratto dal seguente compendio di
proprietà tipiche delle rocce (Peck, 1969):

Roccia qu min. [MPa] qu max. [MPa]


Basalto 199 462
Granito 69 267
Quarzite 110 309
Calcare 16.9 196
Marmo 54.5 186
Arenaria 33.8 138
Argilloscisto 47.9 214
Argillite 3.4 44.8
Calcestruzzo 13.8 34.5

Le massime pressioni ammissibili sono normalmente comprese fra 0.2 e 0.5 qu.

Il calcolo della portata per attrito laterale viene effettuato con i seguenti metodi: Metodo: AGI e Metodo: Roccia.

Metodo: AGI (per primi 4 metri di profondità)

Le "Raccomandazioni sui pali di fondazione" pubblicate dall'AGI nel 1984 contengono le indicazioni per il calcolo della capacità
portante di pali di fondazione in terreni sciolti e coesivi, per pali infissi e trivellati.

Per terreni sciolti, l'attrito laterale è valutato in termini di tensioni efficaci, in funzione di un coefficiente di spinta orizzontale k,
dell'angolo di attrito palo-terreno m e della tensione verticale efficace s'v.

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Per terreni coesivi, il metodo si basa sulla resistenza al taglio non drenata s u, o, in alternativa, sull'angolo di resistenza al taglio F' e
sulla tensione verticale efficace s'v. Viene inoltre valutata la profondità critica zc oltre cui l'attrito rimane costante, secondo il diametro
del palo. Questo metodo è applicabile a terreni non coesivi e coesivi, sia per pali infissi che per pali trivellati.

fs,lim = m k s'v0 (terreno non coesivo)

fs,lim = a su oppure fs,lim = (1 - sinF') tanF' s'v0 (terreno coesivo)

Metodo: Roccia (per i successivi 5 metri di profondità)

Secondo Thorne (1977), nel caso di pali incastrati o infissi in roccia (previa asportazione di tutto il terreno rimaneggiato dalla zona di
incastro) è possibile ammettere che parte del carico venga ceduto al terreno lungo il fusto. L'attrito limite è assunto pari ad una
frazione della resistenza a compressione monoassiale della roccia, ma in molti casi il fattore determinante è invece rappresentato
dalla resistenza del calcestruzzo costituente il palo. Il valore indicativo della resistenza a compressione monoassiale può essere
tratto dal seguente compendio di proprietà tipiche delle rocce (Peck, 1969):

Roccia qu min. [MPa] qu max. [MPa]


Basalto 199 462
Granito 69 267
Quarzite 110 309
Calcare 16.9 196
Marmo 54.5 186
Arenaria 33.8 138
Argilloscisto 47.9 214
Argillite 3.4 44.8
Calcestruzzo 13.8 34.5

Nel caso di rocce notevolmente fratturate, è più ragionevole ricorrere a valori di attrito limite compresi fra 75 e 150 kPa.

VERIFICA DI RESISTENZA DEI MICROPALI DI FONDAZIONE

Per la verifica a resistenza dei micropali, soggetti a carichi trasversali, si è provveduto a conoscere il modulo di reazione laterale o il
modulo elastico laterale.

Il calcolo del modulo di reazione orizzontale viene effettuato col metodo Lineare.

Il valore del modulo di reazione orizzontale varia linearmente con la quota, e viene calcolato come somma di un termine costante (A)
più un coefficiente (B) moltiplicato per l'approfondimento (z) sotto il piano campagna.

Il calcolo della resistenza trasversale laterale viene effettuato col metodo Broms.

La teoria pubblicata da Broms nel 1964 propone due approcci differenti per terreni coesivi e non coesivi. Per terreni sciolti, propone
una distribuzione di resistenza ultima pari a tre volte la pressione di resistenza passiva valutata secondo la teoria di Rankine, p l =
3Kps'v. Per terreni coesivi, propone una distribuzione di pl che vede un tratto nullo per i primi 1.5 diametri dalla superficie, seguito da
un tratto con valore di resistenza pari a 9su (resistenza al taglio non drenata) per profondità maggiori.

plim = 3 Kp s'v0 (terreno non coesivo)

plim = 9 su (terreno coesivo)

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CALCOLO DELLA PORTATA LATERALE

Il fusto del palo attraversa 2 strati.

Strato 1: Ghiaia
Si utilizza il metodo AGI per il calcolo della portata laterale in questo strato.

Il palo attraversa questo strato da quota 0 m a quota -4 m. Segue il calcolo alla quota intermedia di -2 m.

L'angolo di resistenza al taglio F' k vale 26. Il coefficiente di attrito m vale 0.488. Il coefficiente di spinta k vale 0.700.

La tensione verticale efficace vale s'v = 0.038 N/mm2. L'attrito laterale calcolato vale 0.013 N/mm2.

La portata laterale calcolata vale 32.61 kN (22.82 kN).

Si applica xmed=1.70. Si applicano gs=1.45 e gst=1.60.

Portate di calcolo: Qsc,d = 13.23 kN (in compressione, con s/D=0.40%). Qst,d = 8.39 kN (in trazione, con s/D=0.40%).

Strato 2: Roccia
Si utilizza il metodo Roccia per il calcolo della portata laterale in questo strato.

Il palo attraversa questo strato da quota -4 m a quota -8.8 m. Segue il calcolo alla quota intermedia di -6.4 m.

L'attrito limite, determinato dalla resistenza del cls fcd è 0.050 fcd = 0.65 N/mm2. L'attrito limite, determinato dalla resistenza a
compressione monoassiale della roccia, è 0.050 quk = 0.25 N/mm2. L'attrito laterale calcolato vale quindi 0.25 N/mm2.

La portata laterale calcolata vale 753.98 kN (527.79 kN).

Si applica xmed=1.70. Si applicano gs=1.45 e gst=1.60.

Portate di calcolo: Qsc,d = 305.87 kN (in compressione, con s/D=0.10%). Qst,d = 194.04 kN (in trazione, con s/D=0.10%).

Portata laterale totale


La portata di calcolo Qsc,d è 319.10 kN (in compressione) e Qst,d è 202.43 kN (in trazione)

Portata totale (base + laterale)


La portata di calcolo è Qtc,d = 338.13 kN (in compressione) e Qtt,d = 202.43 kN (in trazione)

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CALCOLO DELLA RESISTENZA DEI MICROPALI DI FONDAZIONE

CALCOLO DEL MODULO DI REAZIONE ORIZZONTALE

Il fusto del palo attraversa 2 strati.

Strato 1: Ghiaia
Si utilizza il metodo Lineare per il calcolo del modulo di reazione orizzontale in questo strato.

Il palo attraversa questo strato da quota 0 m a quota -4 m. Segue il calcolo alla quota intermedia di -2 m.

L'approfondimento vale 2 m. Il modulo di reazione orizzontale calcolato vale 225000 kN/m3.

Modulo di reazione orizzontale medio: kso,med = 223600 kN/m3.

Strato 2: Roccia
Si utilizza il metodo Lineare per il calcolo del modulo di reazione orizzontale in questo strato.

Il palo attraversa questo strato da quota -4 m a quota -8.8 m. Segue il calcolo alla quota intermedia di -6.4 m.

L'approfondimento vale 6.4 m. Il modulo di reazione orizzontale calcolato vale 225000 kN/m3.

Modulo di reazione orizzontale medio: kso,med = 225000 kN/m3.

CALCOLO DELLA RESISTENZA TRASVERSALE LATERALE

Il fusto del palo attraversa 2 strati.

Strato 1: Ghiaia
Si utilizza il metodo Broms per il calcolo della resistenza trasversale laterale in questo strato.

Il palo attraversa questo strato da quota 0 m a quota -4 m. Segue il calcolo alla quota intermedia di -2 m.

L'angolo di resistenza al taglio F'k vale 26. La tensione verticale efficace vale s'v = 0.038 N/mm2. La pressione limite laterale
calcolata vale 0.292 N/mm2.

La resistenza trasversale laterale calcolata vale 233.57 kN.

Si applica xmed=1.70 e gtr=1.60. Resistenza trasversale di calcolo: Rtr,d = 85.87 kN.

Strato 2: Roccia
Si utilizza il metodo Broms per il calcolo della resistenza trasversale laterale in questo strato.

Il palo attraversa questo strato da quota -4 m a quota -8.8 m. Segue il calcolo alla quota intermedia di -6.4 m.

L'angolo di resistenza al taglio F'k vale 38. La tensione verticale efficace vale s'v = 0.122 N/mm2. La pressione limite laterale
calcolata vale 1.534 N/mm2.

La resistenza trasversale laterale calcolata vale 1472.18 kN.

Si applica xmed=1.70 e gtr=1.60. Resistenza trasversale di calcolo: Rtr,d = 541.24 kN.

Resistenza laterale totale


Per palo in grado di traslare rigidamente (meccanismo di palo "corto", assumendo che non via sia rottura strutturale), la resistenza
laterale di calcolo è Rtr,d = 627.11 kN. Per palo che ruota in testa (meccanismo di palo "intermedio" o "lungo", assumendo che non
via sia rottura strutturale), la resistenza laterale di calcolo è Rtr,d = 459.58 kN.

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CURVA DI MOBILITAZIONE VERTICALE

La curva di mobilitazione del palo è definita dalle seguenti coppie di valori, dove s è il cedimento, misurato in m, ed Ed è la
sollecitazione di sforzo normale (comprensiva del peso proprio del palo), espressa in kN.

1 2 3 4 5 6
s -0.0006 -0.0006 -0.0001 0 0.0001 0.0005
Ed -338.1264 -336.9456 -313.6428 0 196.1374 202.4309

Si riassume in seguito il valore di capacità portante per tutti i casi.

Caso Qst [kN] Qsc [kN] Qbc [kN] Qtt [kN] Qtc [kN]
C1 323.8895 462.6992 32.3399 323.8895 495.0391
C2 202.4309 319.1029 19.0235 202.4309 338.1264
C3 323.8895 462.6992 32.3399 323.8895 495.0391
C4 550.6121 786.5887 54.9779 550.6121 841.5665
C5 550.6121 786.5887 54.9779 550.6121 841.5665
C6 550.6121 786.5887 54.9779 550.6121 841.5665
Qst = Portata Laterale in Trazione | Qsc = Portata Laterale in Compressione | Qbc = Portata di Base in Compressione |
Qtt = Portata TOTALE in Trazione | Qtc = Portata TOTALE in Compressione

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CALCOLO DELLE SOLLECITAZIONI SUI MICROPALI DI FONDAZIONE

Si riporta di seguito il dettaglio delle sollecitazioni calcolate, per i punti maglia con i pali più sollecitati. Le caratteristiche di
sollecitazione sono espresse nel sistema di riferimento locale del palo.

CASI A SLU

I massimi valori di Sforzo Normale di compressione, Taglio (in valore assoluto), Momento flettente (in valore assoluto), si
ottengono nel caso di carico C1 (Stato limite ultimo).

Caratteristiche di sollecitazione lungo il palo (caso C1)

Azioni applicate in testa (punto maglia PM1, caso C1)


Nz[kN] Vx[kN] Vy[kN] Mx[kN*m] My[kN*m] Tz[kN*m]
-245.41 0 71.36 0 0 0
Caratteristiche di sollecitazione lungo il palo (punto maglia PM1, caso C1)
zloc[m] Nz[kN] Vxy[kN] Mxy[kN*m]
0 -245.41 71.36 0
0 -245.41 71.36 0
0.25 -245.4903 34.4387 12.8117
0.5 -245.2895 3.9718 15.987
1.5 -242.1961 8.0467 1.3194
2.5 -236.9676 0.8241 0.5001
3.5 -231.4321 0.1168 0.0139
18
4 -229.1308 0.0261 0.0274
4 -229.1308 0.0261 0.0274
4.25 -205.0509 0.0361 0.0191
4.5 -168.8468 0.0302 0.0106
5.5 -77.4149 0 0.0013
6.5 -34.9368 0.0007 0.0001
7.5 -14.551 0.0001 0
8.5 -3.3666 0 0
8.8 -0.6816 0 0

I massimi valori di Sforzo Normale di trazione, si ottengono nel caso di carico C2 (SLU Geotecnico).

Caratteristiche di sollecitazione lungo il palo (caso C2)

Azioni applicate in testa (punto maglia PM1, caso C2)


Nz[kN] Vx[kN] Vy[kN] Mx[kN*m] My[kN*m] Tz[kN*m]
-176.24 0 71.36 0 0 0
Caratteristiche di sollecitazione lungo il palo (punto maglia PM1, caso C2)
zloc[m] Nz[kN] Vxy[kN] Mxy[kN*m]
0 -176.24 71.36 0
0 -176.24 71.36 0
0.25 -176.3626 34.4387 12.8117
0.5 -176.2824 3.9718 15.987
19
1.5 -174.3084 8.0467 1.3194
2.5 -170.7899 0.8241 0.5001
3.5 -167.0454 0.1168 0.0139
4 -165.5086 0.0261 0.0274
4 -165.5086 0.0261 0.0274
4.25 -148.1409 0.0361 0.0191
4.5 -121.9851 0.0302 0.0106
5.5 -55.9303 0 0.0013
6.5 -25.2432 0.0007 0.0001
7.5 -10.5187 0.0001 0
8.5 -2.4458 0 0
8.8 -0.5095 0 0

CASI A SLE

I massimi valori di Sforzo Normale di compressione, si ottengono nel caso di carico C6 (Combinazione Quasi Permanente).

Caratteristiche di sollecitazione lungo il palo (caso C6)

Azioni applicate in testa (punto maglia PM1, caso C6)


Nz[kN] Vx[kN] Vy[kN] Mx[kN*m] My[kN*m] Tz[kN*m]
-251.97 0 62.8 0 0 0
Caratteristiche di sollecitazione lungo il palo (punto maglia PM1, caso C6)

20
zloc[m] Nz[kN] Vxy[kN] Mxy[kN*m]
0 -251.97 62.8 0
0 -251.97 62.8 0
0.25 -251.958 30.3076 11.2749
0.5 -251.497 3.4954 14.0693
1.5 -246.0693 7.0815 1.1612
2.5 -237.5409 0.7252 0.4401
3.5 -229.0051 0.1028 0.0123
4 -225.7021 0.023 0.0241
4 -225.7021 0.023 0.0241
4.25 -194.986 0.0318 0.0168
4.5 -151.4191 0.0266 0.0094
5.5 -55.0285 0 0.0011
6.5 -19.8779 0.0006 0.0001
7.5 -6.8489 0.0001 0
8.5 -1.442 0 0
8.8 -0.3195 0 0

I massimi valori di Sforzo Normale di trazione, Taglio (in valore assoluto), Momento flettente (in valore assoluto), si ottengono
nel caso di carico C4 (Combinazione Rara).

Caratteristiche di sollecitazione lungo il palo (caso C4)

21
Azioni applicate in testa (punto maglia PM1, caso C4)
Nz[kN] Vx[kN] Vy[kN] Mx[kN*m] My[kN*m] Tz[kN*m]
-212.39 0 105.3 0 0 0
Caratteristiche di sollecitazione lungo il palo (punto maglia PM1, caso C4)
zloc[m] Nz[kN] Vxy[kN] Mxy[kN*m]
0 -212.39 105.3 0
0 -212.39 105.3 0
0.25 -212.416 50.8183 18.9052
0.5 -212.0628 5.8609 23.5907
1.5 -207.6222 11.8739 1.947
2.5 -200.5593 1.216 0.738
3.5 -193.4869 0.1724 0.0206
4 -190.7652 0.0385 0.0404
4 -190.7652 0.0385 0.0404
4.25 -164.8177 0.0533 0.0282
4.5 -127.9915 0.0446 0.0157
5.5 -46.5148 0.0001 0.0019
6.5 -16.8033 0.0011 0.0002
7.5 -5.7918 0.0001 0
8.5 -1.2258 0 0
8.8 -0.2795 0 0

22
VERIFICHE GEOTECNICHE DEI MICROPALI DI FONDAZIONE

Si riporta di seguito il dettaglio delle verifiche eseguite, per ciascun palo.

VERIFICA DI CAPACITÀ PORTANTE

La situazione di verifica più severa, si ottiene nel caso di carico C2, sestetto 1 (SLU Geotecnico).

Capacità portante, situazione peggiore: Punto maglia PM1, Caso C2, Sestetto 1

Segue il riassunto della verifica, per tutti i punti maglia, per il caso ed il sestetto che danno il fattore di sicurezza minore.

Verifica: Capacità portante


Punto Caso Ses. Rd: Qt [daN] Sd: Qt [daN] fs[-]
PM1 C2 1 33813 18441 1.83

23
VERIFICA DEI CEDIMENTI

La situazione di verifica più severa, si ottiene nel caso di carico C6, sestetto 1 (Combinazione Quasi Permanente).

Cedimento, situazione peggiore: Punto maglia PM1, Caso C6, Sestetto 1

Segue il riassunto della verifica, per tutti i punti maglia, per il caso ed il sestetto che danno il fattore di sicurezza minore.

Verifica: Cedimento
Punto Caso Ses. Rd: Ced.[mm] Sd: Ced.[mm] fs[-]
PM1 C6 1 -40 0 10.00

24
VERIFICA A RESISTENZA TRASVERSALE

La situazione di verifica più severa, si ottiene nel caso di carico C2, sestetto 1 (SLU Geotecnico).

Resistenza trasversale, situazione peggiore: Punto maglia PM1, Caso C2, Sestetto 1

Segue il riassunto della verifica, per tutti i punti maglia, per il caso ed il sestetto che danno il fattore di sicurezza minore.

Verifica: Resistenza trasversale


Punto Caso Ses. Rd: Rtr [daN] Sd: Rtr [daN] fs[-]
PM1 C2 1 62712 7136 8.79

25
VERIFICHE STRUTTURALI DEI MICROPALI DI FONDAZIONE

Si riporta di seguito il dettaglio delle verifiche eseguite, per ciascun palo, solo in corrispondenza della progressiva dove si ottiene la
situazione più severa.

VERIFICA A SPOSTAMENTO ORIZZONTALE

La situazione di verifica più severa, si ottiene nel caso di carico C4, sestetto 1 (Combinazione Rara).

Segue il riassunto della verifica, per tutti i punti maglia, per il caso ed il sestetto che danno il fattore di sicurezza minore.

Verifica: Spostamento orizzontale


Punto Caso Ses. Rd: S or [mm] Sd: S or [mm] fs[-]
PM1 C4 1 50 12 4.07

VERIFICA DELLE TENSIONI DELL'ACCIAIO

La situazione di verifica più severa, si ottiene nel caso di carico C1, sestetto 1 (Stato limite ultimo).

Acciaio: tensione ideale, situazione peggiore: Punto maglia PM1, Caso C1, Sestetto 1

26
Segue il riassunto della verifica, per tutti i punti maglia, per il caso ed il sestetto che danno il fattore di sicurezza minore.

Verifica: Acciaio: tensione ideale


Punto Caso Ses. Rd: sigma [daN/cm2] Sd: sigma [daN/cm2] fs[-]
PM1 C1 1 3381 3326 1.02

La seguente tabella riassume schematicamente tutte le verifiche eseguite nei vari casi di calcolo definiti.

Per ciascuna verifica è indicato il confronto tra resistenza di calcolo Rd ed azione di calcolo Sd, ed il relativo coefficiente di sicurezza
fs.

Tutti i Punti maglia (1), Tutti i casi (6), Tutti i sestetti (6)

Spostamenti
Capacità Portante Cedimenti Resistenza Trasversale Acciaio: tensione ideale
Orizzontali
Caso
[daN] [f.s.] [mm] [daN] [f.s.] [daN/cm2] [f.s.]
[mm]

PM1-S1 PM1-S1 PM1-S1


1: A1+M1+R1 --- ---
49504/25603 = 1.93 100339/7136 = 14.06 3381/3326 = 1.02

PM1-S1 PM1-S1 PM1-S1


2: A2+M2+R2 --- ---
33813/18441 = 1.83 62712/7136 = 8.79 3381/3067.7 = 1.10

PM1-S1 PM1-S1 PM1-S1


3: Sisma --- ---
49504/21843 = 2.27 100339/4649 = 21.58 3381/2355.5 = 1.44

PM1-S1 PM1-S1
4: Rara --- --- ---
0 (max -50) 12 (max 50)

5: Frequenti --- --- --- --- ---

PM1-S1 PM1-S1
6: Q Perm --- --- ---
0 (max -40) 7 (max 40)

- - - = Verifica non prevista

27
VALIDAZIONE DEL CODICE DI CALCOLO

IS PALIFICATE

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Sommario

PREMESSA 4

1 DATI GENERALI 4

2 BASI TEORICHE E ALGORITMI IMPIEGATI 4

2.1 Carico limite di un palo 4


2.1.1 Portata limite di base 5
2.1.1.1 Terreni non coesivi 5
2.1.1.1.1 Pali infissi 5
2.1.1.1.1.1 Dimensionamento in base a modelli teorici 5
2.1.1.1.1.1.1 Pali con base al di sotto della profondità critica 6
2.1.1.1.1.1.2 Pali con base al di sopra della profondità critica 6
2.1.1.1.1.2 Dimensionamento in base a prove penetrometriche 7
2.1.1.1.2 Pali trivellati 10
2.1.1.2 Terreni coesivi 11
2.1.1.3 Roccia 12
2.1.1.4 Raccomandazioni AGI 12
2.1.1.5 Allargamenti anulari 13
2.1.2 Portata limite per attrito laterale 14
2.1.2.1 Terreni non coesivi 14
2.1.2.1.1 Pali infissi 14
2.1.2.1.1.1 Dimensionamento in base a modelli teorici 14
2.1.2.1.1.2 Dimensionamento in base a prove penetrometriche 14
2.1.2.1.2 Pali trivellati 15
2.1.2.1.2.1 Dimensionamento in base a modelli teorici 15
2.1.2.1.2.2 Dimensionamento in base a prove penetrometriche 15
2.1.2.1.3 Micropali 16
2.1.2.1.3.1 Metodo di Bustamante e Doix 16
2.1.2.2 Terreni coesivi 17
2.1.2.2.1 Pali infissi 17
2.1.2.2.1.1 Metodo α (in termini di tensioni totali) 17
2.1.2.2.1.2 Metodo β (in termini di tensioni efficaci) 17
2.1.2.2.2 Pali trivellati 18
2.1.2.2.2.1 Metodo α (in termini di tensioni totali) 18
2.1.2.2.2.2 Metodo β (in termini di tensioni efficaci) 18
2.1.2.2.3 Micropali 18
2.1.2.2.3.1 Metodo di Bustamante e Doix 19
2.1.2.3 Roccia 19
2.1.2.4 Raccomandazioni AGI 20

2.2 Cedimenti corrispondenti al carico limite 1


2.2.1 Cedimenti corrispondenti alla portata limite di base 1
2.2.1.1 Terreni non coesivi 1
2.2.1.1.1 Pali infissi 1
2.2.1.1.2 Pali trivellati 1
2.2.1.2 Terreni coesivi 2
2.2.2 Pali sottoposti a trazione 2
2.2.3 Cedimenti corrispondenti alla portata limite per attrito laterale 3

2.3 Resistenza limite laterale di un palo 4


2.3.1.1 Terreni non coesivi 4

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2.3.1.2 Terreni coesivi 4

2.4 Modulo di reazione orizzontale 5

2.5 Comportamento dei pali in gruppo 6


2.5.1.1 Terreni non coesivi 6
2.5.1.2 Terreni coesivi 6
2.5.1.3 Il metodo dei fattori di interazione 7

2.6 Instabilità (carico di punta) 10

2.7 Analisi meccanica degli elementi strutturali 10

3 CAMPI D’IMPIEGO 11

4 CASI DI PROVA 11

4.1 Fondazioni – Joseph E. Bowles, esempio 16.4 pagg. 828 – 829 11

4.2 Fondazioni – Joseph E. Bowles, esempio 16.10 pagg. 853 – 854 13

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Premessa
Il punto 10.2 delle Norme tecniche per le costruzioni (DM 14 Gennaio 2008) richiede che, qualora
l’analisi strutturale e le relative verifiche siano condotte con l’ausilio di codici di calcolo, il
progettista ne controlli l’affidabilità e l’attendibilità dei risultati.

Lo stesso punto richiede che la documentazione fornita a corredo del codice di calcolo, fornita dal
produttore, contenga:

• una esauriente descrizione delle basi teoriche e degli algoritmi impiegati


• l’individuazione dei campi d’impiego
• casi di prova interamente risolti e commentati, per i quali dovranno essere forniti i file di
input necessari a riprodurre l’elaborazione.

1 Dati generali

• Titolo: IS Palificate
• Versione: 11.0
• Autore: CDM DOLMEN e omnia IS srl
• Distributore: CDM DOLMEN e omnia IS srl

Il codice di calcolo in oggetto è prodotto, distribuito ed assistito dalla CDM DOLMEN e omnia IS
srl, con sede in Torino, Via B. Drovetti 9F. La società produttrice è presente da anni nell’ambito dei
programmi di calcolo per l’ingegneria. Gli sviluppatori sono tutti ingegneri civili laureati presso il
Politecnico di Torino, con vasta esperienza professionale nel settore delle costruzioni e dell’analisi
strutturale. L’affidabilità del codice di calcolo è garantita dall'esistenza della documentazione di
supporto, dai test di validazione, ed è suffragata da anni di uso presso centinaia di utenti in tutta
Italia e all’estero.

2 Basi teoriche e Algoritmi impiegati


2.1 Carico limite di un palo
Il carico limite è dato dalla somma della portata limite di base Qb e della portata limite per
attrito laterale Qs.

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Qb = qlim Ab
Qs = ∫ f dA
As
z s = f s As

qlim = portata unitaria limite di base


Ab = area di base
f z = portata unitaria laterale limite alla quota z
As = area laterale
f s = valore medio della portata unitaria laterale limite

La portata limite di base viene mobilitata per cedimenti superiori di un ordine di grandezza a quelli
necessari per mobilitare la portata limite per attrito laterale. In genere il rapporto fra i due contributi
dipende dal rapporto fra la lunghezza ed il diametro del palo, oltre che dalle caratteristiche
meccaniche terreno.
Si effettuano le seguenti distinzioni:

• Tipo di terreno
o Terreno coesivo.
o Terreno non coesivo.
o Roccia.
• Tecnologia di installazione.
o Pali infissi.
o Pali trivellati.
o Micropali.

In genere il procedimento di infissione provoca un miglioramento delle caratteristiche meccaniche


del terreno intorno al palo, o quanto meno un ritorno alle condizioni iniziali. Al contrario la
realizzazione di pali trivellati comporta una riduzione dello stato di sforzo iniziale, ed il ripristino
delle condizioni iniziali è solo parziale.

2.1.1 Portata limite di base

2.1.1.1 Terreni non coesivi


I metodi teorici di calcolo esprimono la portata di base in funzione di un coefficiente di capacità
portante moltiplicato per la tensione verticale efficace alla quota raggiunta dalla base del palo.
Osservazioni sperimentali hanno provato che la portata di base non varia linearmente con
l’approfondimento, ma ha un andamento di tipo asintotico oltre una certa “profondità critica”. Per
questo motivo occorre distinguere due situazioni distinte: pali con base al di sotto della profondità
critica (zcr) e pali con base al di sopra di tale profondità. Mediamente la profondità critica varia da
10 a 20 volte il diametro del palo (D), ed è minore nei terreni sciolti che nei terreni densi.

2.1.1.1.1 Pali infissi


2.1.1.1.1.1 Dimensionamento in base a modelli teorici
La portata di base viene valutata in termini di tensione efficace, con l’espressione generale:

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Qb = qlim Ab = (σ v′0 N q ) Ab
Ab = area di base
σ v′0 = tensione verticale efficace alla quota raggiunta dalla base
N q = coefficiente di capacità portante
Il valore del coefficiente di capacità portante Nq dipende dalle caratteristiche del terreno e dal
meccanismo di rottura ipotizzato. Diversi Autori (Prandtl, De Beer, Berezantsev) hanno ipotizzato
diversi meccanismi di rottura, perciò il valore di Nq è caratterizzato in letteratura da una variabilità
notevolmente elevata. Va inoltre tenuto conto delle evidenze sperimentali, che evidenziano
l’esistenza di una “profondità critica” zcr oltre la quale il valore della portata di base ha andamento
di tipo asintotico.

2.1.1.1.1.1.1 Pali con base al di sotto della profondità critica


La portata unitaria limite di base può essere valutata secondo l’espressione:
qlim,cr = σ cr′ N q
σ cr′ = pressione verticale efficace alla profondità critica zcr
N q = fattore adimensionale di capacità portante
Si consiglia di valutare Nq con la soluzione proposta da Vesic (1972, 1975, 1977):
 π ϕ′ 
N q = (1 + tan ϕ ′ ) eπ tan ϕ ′ tan 2  + 
4 2
valutando la quota critica zcr a cui calcolare la tensione verticale efficace σ’cr ed il valore di ϕ’ da
introdurre nella relazione di Vesic secondo la tabella:

Profondità critica zcr Angolo d’attrito ϕ’


Densità Relativa DR
in funzione del diametro del palo D per la relazione di Vesic
sciolta
8 – 12 D 29° – 30°
(15% – 35%)
mediamente addensata
12 – 16 D 31° – 33°
(35% – 65%)
densa
16 – 20 D 34° – 36°
(65% – 85%)
molto densa
20 D 37° – 38°
(85% +)

2.1.1.1.1.1.2 Pali con base al di sopra della profondità critica


La portata unitaria limite di base può essere valutata secondo l’espressione:
qlim = σ v′0 N q
σ v′0 = pressione verticale efficace alla profondità z ≤ zcr
N q = fattore adimensionale di capacità portante
Si consiglia di valutare Nq con la soluzione proposta da Vesic:
 π ϕ′ 
N q = (1 + tan ϕ ′ ) eπ tan ϕ ′ tan 2  + 
4 2
Rif.: Erio PASQUALINI, “Pali di fondazione nei terreni non coesivi”, pagg. 39 – 40.

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Nome del metodo di calcolo: “Vesic”.

2.1.1.1.1.2 Dimensionamento in base a prove penetrometriche


Per superare il limite degli approcci di tipo teorico Meyerhof (1976) suggerisce di utilizzare
direttamente i risultati delle prove penetrometriche, ponendo:
qlim = qc = 0.4 N SPT [MPa]
qc = resistenza all'avanzamento della punta (CPT)
N SPT = numero di colpi per un avanzamento di 30 cm (SPT)
Per fare affidamento sulla completa mobilitazione di qlim occorre tenere conto degli effetti di scala
(fra le dimensioni del palo e quelle del penetrometro), soprattutto nel caso di terreni stratificati. Il
valore limite qlim espresso dalla precedente relazione può ritenersi valido se il palo si è immorsato in
uno strato sabbioso per un tratto non inferiore a 10 volte il proprio diametro, e non dista meno della
stessa lunghezza da uno strato inferiore.

Nel caso di prove penetrometriche dinamiche standard (SPT) si consiglia di utilizzare la seguente
relazione:
qlim = R ⋅ N SPT ≤ 15 [MPa]
R = 0.4 per sabbie pulite
R = 0.3 per sabbie fini e/o limose
Nel caso di sabbie ghiaiose o nelle ghiaie i risultati della prova penetrometrica possono perdere di
validità, perciò può essere utile considerare R=0.4 ma correggere i valori di NSPT con un
coefficiente α definito dai grafici di Weltman e Healy:

Rif.: Erio PASQUALINI, “Pali di fondazione nei terreni non coesivi”, pagg. 38 – 39.
Nome del metodo di calcolo: “Prova SPT”.

Nel caso di prove penetrometriche statiche (CPT) si consiglia di utilizzare la seguente relazione:

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qlim = qc ≤ 15 [MPa]
Si dovrebbe avere l’accortezza di correggere il valore di qc utilizzato nei calcoli secondo il metodo
della “Dutch practice” (procedura danese):

Il limite superiore di qlim dovrebbe essere modificato secondo il tipo di terreno:

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Avendo a che fare con terreni non omogenei, è necessario tenere conto degli effetti di scala
(diametro penetrometro / diametro palo) legati alle condizioni stratigrafiche, nei modi riassunti dalle
seguenti relazioni:
D
q p1 = qc1 + ( qc 2 − qc1 ) b ≤ qc 2
10 B

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H
q p2 = qc ,3 + (q p1 − qc ,3 ) ≤ qc ,2
10 B

Rif.: Erio PASQUALINI, “Pali di fondazione nei terreni non coesivi”, pag. 38.
Nome del metodo di calcolo: “Prova CPT”.

2.1.1.1.2 Pali trivellati


Valgono le valutazioni fatte per il caso dei pali infissi, ma poiché la mobilitazione della portata
limite di base qlim corrisponde a cedimenti del palo s molto più elevati, è necessario fare riferimento
ad un valore qlim associato ad un prefissato valore del rapporto s/D (D = diametro del palo). Il valore
di riferimento di s/D è posto usualmente pari a 0.05 (5%), in corrispondenza del quale si riscontrano
valori di portata di base molto inferiori (fino ad 1/3) di quelli valutati con gli approcci suggeriti nel
caso di pali infissi. Per utilizzare tali approcci, è necessario associare alla portata limite di base dei
cedimenti molto più elevati.

In alternativa è possibile riferirsi a metodi che permettono di calcolare valore il qlim corrispondente
a s/D = 0.05, indicato come q0.05.
Jamiolkowski e Lancellotta (1988) suggeriscono la seguente correlazione empirica con i risultati di
una prova penetrometrica statica (CPT):

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Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pag. 365.
Nome del metodo di calcolo: “Jamiolkowski e Lancellotta”.

Reese e O’Neill (1988) suggeriscono la seguente relazione con i risultati di una prova
penetrometrica dinamica standard (SPT):
q0.05 = 0.06 N SPT ≤ 4.3 [MPa]
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pag. 365.
Nome del metodo di calcolo: “Reese e O’Neill”.

Berezantzev (1970) suggerisce l’utilizzo di un approccio semiempirico, secondo l’espressione:


qcr = M σ cr′ (pali con base al di sotto della profondità critica zcr)
qcr = M σ v′0 (pali con base al di sopra della profondità critica zcr)
con M e zcr dedotti dalla seguente tabella:

ϕ’ 30 32 34 36 38 40 42 44
M 7.5 8.8 10.7 12.9 15.8 19.8 24.7 31.4
zcr/D 7 8.5 10 12 14 16 18 22

La tabella riporta valori corrispondenti ad un rapporto s/D che varia da 0.06 a 0.10.
Per ottenere il valore di q0.05 (nell’ipotesi cautelativa che i dati ottenuti corrispondano tutti a s/D =
0.09 – 0.10) si può applicare a qcr il fattore di sicurezza Fsb pari a 1.4, ottenendo q0.05 = qcr / 1.4.
Rif.: Erio PASQUALINI, “Pali di fondazione nei terreni non coesivi”, pag. 42.
Nome del metodo di calcolo: “Berezantsev”.

2.1.1.2 Terreni coesivi


La portata limite di base si valuta in termini di tensioni totali, con l’espressione generale:
Qb = qlim Ab = ( su N c + σ v 0 ) Ab
Ab = area di base
σ v 0 = tensione verticale totale alla quota raggiunta dalla base
N c = coefficiente di capacità portante
In genere, soprattutto nel caso di argille tenere, il fattore di capacità portante Nc viene assunto pari a
9, senza ulteriori approfondimenti in virtù del fatto che la portata di base rappresenta una frazione
della portata totale.
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La resistenza al taglio non drenata su va valutata con attenzione, soprattutto nel caso di argille
consistenti (e fessurate). Per pali immersi in questi materiali la resistenza al taglio mobilitabile
diminuisce all’aumentare del diametro del palo, aumentando il volume di terreno interessato alla
rottura. Il valore di su da utilizzare può essere attendibilmente determinato in sito solo attraverso
prove di carico effettuate con piastre di grosse dimensioni a varie profondità. Nel caso si disponga
dei risultati di prove triassiali, conviene correggerli per mezzo del coefficiente Rc (Meyerhof, 1983):
D + 0.5
Rc = ≤ 1 , D espresso in [m] (pali infissi)
2D
D +1
Rc = ≤ 1 , D espresso in [m] (pali trivellati)
2D + 1
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pagg. 354 – 355.
Nome del metodo di calcolo: “Coesivo”.

2.1.1.3 Roccia
La valutazione della portata di base dei pali su roccia può essere effettata ricorrendo alle teorie della
portanza, all’uso di dati empirici o di prove in situ. Riassumendo il lavoro di molti Autori (Pells,
1977; Meyerhof, 1953; Sowers, 1970), si può affermare che il valore della portanza ultima sarà
raramente distante da quello della resistenza a compressione monoassiale della roccia intatta, anche
in presenza di fratture verticali.
Volendo ricorrere all’uso di dati empirici, si può fare riferimento al seguente compendio di
proprietà tipiche delle rocce (Peck, 1969), da cui ricavare il valore della resistenza monoassiale alla
compressione qum:

Roccia qum [MPa]


Basalto 199 462
Granito 69 267
Quarzite 110 309
Calcare 16.9 196
Marmo 54.5 186
Arenaria 33.8 138
Argilloscisto 47.9 214
Argillite 3.4 44.8
Calcestruzzo 13.8 34.5

Normalmente le massime pressioni ammissibili sono comprese fra 0.2 e 0.5 qum.
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 40 – 42.
Nome del metodo di calcolo: “Roccia”.

2.1.1.4 Raccomandazioni AGI


La portata di base di pali in terreni incoerenti (ghiaie, sabbie) può essere calcolata in termini di
tensione efficace, con l’espressione generale:

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Qb = qb Ab = (c′N c + σ v′0 N q ) Ab
Ab = area di base
c′ = coesione efficace
σ v′0 = tensione verticale efficace alla quota raggiunta dalla base
N c , N q = coefficienti di capacità portante
Per i coefficienti di capacità portante valgono le seguenti relazioni
 ϕ′ 
2 0.75π −  tan (ϕ ′ )
 2
e
Nq = Terzaghi
 π ϕ′ 
2 cos  + 
2

4 2
 π ϕ′ 
N q = eπ tan ϕ ′ tan 2  +  Meyerhof
4 2
 π ϕ′ 
N q = (1 + tan ϕ ′ ) eπ tan ϕ ′ tan 2  +  Vesic
4 2
N c = ( N q − 1.0 ) / tan(ϕ ′) Reissner
Nel caso di terreni coesivi (limi, argille), l’espressione generale della portata di base viene
modificata come segue:
Qb = qb Ab = ( su N c + σ v 0 N q ) Ab
Ab = area di base
su = resistenza al taglio non drenata
σ v 0 = tensione verticale totale alla quota raggiunta dalla base
N c = 9.0
N q = 1.0
Rif.: Associazione Geotecnica Italiana, “Raccomandazioni sui pali di fondazione”, pagg. 19 – 24.
Nome del metodo di calcolo: “AGI”.

2.1.1.5 Allargamenti anulari


Gli allargamenti anulari lungo il fusto del palo possono essere utilizzati per incrementare la capacità
portante.
Un palo con un solo bulbo può essere considerato alla stessa stregua di un palo con base allargata.
Più bulbi, opportunamente distanziati, possono dare un contributo a capacità portante analogo a
quello della base del palo, pur annullando la resistenza laterale per il tratto di fusto coinvolto nel
meccanismo resistente.
Se i bulbi sono posti ad una distanza tale da interferire tra loro, il terreno tra i bulbi tende ad agire
come parte integrante del palo, sicché si mobilita la resistenza al taglio del cilindro di terreno
circoscritto ai bulbi, mentre il meccanismo resistente analogo alla base del palo si conserva solo per
il bulbo più basso.

Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 46 – 47.

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2.1.2 Portata limite per attrito laterale

2.1.2.1 Terreni non coesivi


Osservazioni sperimentali hanno provato che i valori di fz (come quelli di qlim) non crescono
linearmente con la lunghezza interrata del palo ma tendono ad un valore asintotico, che può ritenersi
raggiunto ad una profondità critica zcr pari a circa 10 – 20 volte il diametro del palo. Robinsky e
Morrison (1964) hanno evidenziato sperimentalmente che, per effetto dei carichi applicati al palo,
lungo il fusto in vicinanza della punta si creano deformazioni di estensione che possono condurre a
condizioni di sollecitazioni in qualche modo simili a quelle di spinta attiva.

2.1.2.1.1 Pali infissi


2.1.2.1.1.1 Dimensionamento in base a modelli teorici
La portata per attrito laterale viene valutata in termini di tensione efficace, con l’espressione
generale:
Qs = f z As = ( Kσ v′0 tan δ ) As
K = coefficiente di spinta
δ = angolo di attrito palo - terreno
σ v′0 = tensione verticale efficace iniziale
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pagg. 362 – 363.
Nome del metodo di calcolo: “Generale”.
Secondo Kulhavy (1983) il valore di δ coincide con quello di ϕ’ (angolo di resistenza al taglio) per
un palo in calcestruzzo e varia da 0.5 a 0.9 ϕ’ nel caso di un palo tubolare in acciaio. Lo stesso
Autore suggerisce di utilizzare un coefficiente di spinta K compreso fra 3/4 e 5/4 K0 (coefficiente di
spinta a riposo) nel caso di trascurabile compattazione del terreno dovuta all’infissione e fra 1.0 e
2.0 K0 nel caso di compattazione significativa. L’espressione teorica attribuisce ad fz una crescita
lineare con la profondità, mentre prove sperimentali evidenziano un andamento di tipo asintotico.
Dal punto di vista teorico tale fenomeno può essere giustificato osservando che l’aumento della
tensione verticale efficace σ’v0 è in parte compensato dalla riduzione del coefficiente di spinta K,
per effetti legati all’operazione di installazione del palo e per l’influenza della storia tensionale sul
valore di K0.
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pagg. 362 – 363.
Nome del metodo di calcolo: “Kulhavy”.

2.1.2.1.1.2 Dimensionamento in base a prove penetrometriche


Meyerhof (1976) suggerisce di utilizzare la seguente correlazione, che lega la portata per attrito
laterale ai risultati di una prova penetrometrica dinamica standard (SPT):
f s = 0.002 N SPT [MPa]
Rif.: Erio PASQUALINI, “Pali di fondazione nei terreni non coesivi”, pag. 31.
Nome del metodo di calcolo: “Meyerhof”.
Alternativamente è possibile far riferimento alla relazione proposta da De Beer (1985), che lega la
portata per attrito laterale ai risultati di una prova penetrometrica statica (CPT):
q
f z = c se qc ≥ 20 [MPa]
200
q
f z = c se qc ≤ 10 [MPa]
150
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Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pag. 363.
Nome del metodo di calcolo: “De Beer”.

2.1.2.1.2 Pali trivellati


2.1.2.1.2.1 Dimensionamento in base a modelli teorici
La portata per attrito laterale viene valutata in termini di tensione efficace, con l’espressione
generale:
Qs = f z As = ( Kσ v′0 tan δ ) As
K = coefficiente di spinta
δ = angolo di attrito palo - terreno
σ v′0 = tensione verticale efficace iniziale
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pagg. 362 – 363.
Nome del metodo di calcolo: “Generale”.
Secondo Kulhavy (1983) il valore di δ coincide con quello di ϕ’ (angolo di resistenza al taglio) per
un palo in calcestruzzo e varia da 0.5 a 0.9 ϕ’ nel caso di un palo tubolare in acciaio. Lo stesso
Autore suggerisce di utilizzare un coefficiente di spinta K compreso fra 2/3 e 1.0 K0 (coefficiente di
spinta a riposo). L’espressione teorica attribuisce ad fz una crescita lineare con la profondità, mentre
prove sperimentali evidenziano un andamento di tipo asintotico. Dal punto di vista teorico tale
fenomeno può essere giustificato osservando che l’aumento della tensione verticale efficace σ’v0 è
in parte compensato dalla riduzione del coefficiente di spinta K, per effetti legati all’operazione di
installazione del palo e per l’influenza della storia tensionale sul valore di K0.
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pagg. 362 – 363.
Nome del metodo di calcolo: “Kulhavy”.
Alternativamente, Reese e O’Neill (1989) suggeriscono di far riferimento alla seguente espressione:
f z = βσ v′0 ≤ 0.2 [MPa]
β = 1.5 - 0.245 z
z = approfondimento in metri
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pag. 365.
Nome del metodo di calcolo: “Reese o O’Neill”.

2.1.2.1.2.2 Dimensionamento in base a prove penetrometriche


Meyerhof (1976) suggerisce di utilizzare la seguente correlazione:
f s = 0.001N SPT [MPa]
con N SPT < 60
Rif.: Erio PASQUALINI, “Pali di fondazione nei terreni non coesivi”, pag. 47.
Nome del metodo di calcolo: “Meyerhof”.
Meardi (1983) fa invece riferimento al metodo di calcolo introdotto dal Mayer (1935), secondo cui
la pressione che si instaura tra palo e terreno è uguale a quella provocata dal calcestruzzo semifluido
durante il getto. Questa approssimazione si può considerare sufficientemente valida specialmente se
si ha l’accorgimento di vibrare il getto.

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f z = γ cls z tan ϕ ′
γ cls = peso di volume del calcestruzzo
z = approfondimento
ϕ ′ = angolo di resistenza al taglio del terreno
Se il palo è lungo, il calcestruzzo comincia a fare presa prima della fine del getto; di solito si
suppone che solo 10 metri di palo si possano gettare prima dell’indurimento. In questo caso la parte
di palo più profonda di 10 metri avrà tutta una pressione unitaria pari a 10 γc. Con l’utilizzo di
ritardanti di presa questo valore può essere sensibilmente aumentato. Quando il palo è sotto falda, il
suo peso specifico si riduce a γc - γw, e di conseguenza diminuiscono la pressione palo – terreno e la
portata.
Rif.: Guglielmo MEARDI, “Fondazioni su pali”, pagg. 25 – 27.
Nome del metodo di calcolo: “Meardi”.
Reese (1976) suggerisce di utilizzare la seguente correlazione:
f s = 0.0026 N SPT [MPa]
con N SPT < 50
Si suggerisce di utilizzare i valori di Reese solo nel caso di pali trivellati di grande diametro eseguiti
in condizioni di controllo molto attento da un’impresa di riconosciuta perizia, altrimenti vanno
utilizzati i valori di Meyerhof.
Rif.: Erio PASQUALINI, “Pali di fondazione nei terreni non coesivi”, pag. 47.
Nome del metodo di calcolo: “Reese”.

2.1.2.1.3 Micropali
In questa definizione ricadono i pali di piccolo diametro (fino a 25 cm) realizzati mediante
perforazione del terreno, installazione di un’armatura e getto di microcalcestruzzo in pressione.
Nella pratica sono utilizzate diverse tecniche di iniezione e diverse tipologie di armatura. La
modalità esecutiva influenza notevolmente il valore della portata del micropalo (modalità di
iniezione, “sbulbature” del terreno, ampiezza della zona iniettata, diametro di perforazione, ecc.),
perciò si ricorre inevitabilmente a valutazioni di tipo empirico.

2.1.2.1.3.1 Metodo di Bustamante e Doix


Le raccomandazioni di Bustamante e Doix (1985) possono essere riassunte come segue.
Il diametro del bulbo di calcestruzzo iniettato din viene valutato con la seguente relazione:
d in = 1.5d perf (iniezioni ripetute e selettive)
d in = 1.15d perf (iniezione unica)
dove dperf è il diametro di perforazione.
Per ottenere tale diametro è consigliato iniettare una quantità minima di miscela pari a:
πd2
V = 1.5 in lin
4
dove din è il diametro di iniezione precedentemente valutato e lin è la lunghezza della zona iniettata.
Il valore limite della tensione tangenziale lungo il bulbo fs viene valutato secondo la seguente
relazione empirica:
p N q
f s = lim = SPT pa = c
10 20 100
dove plim è il valore della pressione limite valutata con pressiometro Ménard, NSPT e qc sono i
risultati di prove SPT e CPT, ed infine pa è il valore della pressione atmosferica di riferimento.
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Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pagg. 389 – 392.
Nome del metodo di calcolo: “Bustamante e Doix”.

2.1.2.2 Terreni coesivi


2.1.2.2.1 Pali infissi
2.1.2.2.1.1 Metodo α (in termini di tensioni totali)
La portata per attrito laterale viene valutata in funzione della resistenza al taglio non drenata su:
Qs = f s As = (α su ) As
As = area della superficie laterale
α = coefficiente empirico
Secondo Olson e Dennis (1982) il valore di α assume l’espressione:
0.5 s
α= se u ≤ 1
 su 
0.5
σ v′0
 ′ 
 σ v0 
0.5 s
α= se u ≥ 1
 su 
0.25
σ v′0
 ′ 
 σ v0 
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pagg. 355 – 356.
Nome del metodo di calcolo: “Metodo alfa”.

2.1.2.2.1.2 Metodo β (in termini di tensioni efficaci)


Zeevaert (1959), Eide (1961) e Chandler (1961) suggeriscono di valutare la portata per attrito
laterale con l’espressione:
Qs = f s As = (σ h′ tan δ ) As = ( Kσ v′0 tan δ ) As
K = coefficiente di spinta
σ h′ = tensione orizzontale efficace (alla rottura)
σ v′0 = tensione verticale efficace iniziale
δ = angolo di attrito palo - terreno
Il coefficiente di spinta K correla la tensione orizzontale efficace all’istante di rottura con la
tensione verticale efficace iniziale.

Burland (1973) suggerisce di porre K = K0 (coefficiente di spinta a riposo) e δ = ϕ’ (angolo di


resistenza al taglio). Sostituendo nella formula generale si ottiene l’espressione Qs = ( βσ v′0 ) As con
β avente valori usualmente oscillanti nell’intervallo 0.24 – 0.29 (per ϕ’ compreso fra 20° – 30°).

Nel caso di argille consistenti Flaate e Selnes (1977) suggeriscono di utilizzare il coefficiente di
spinta a riposo che compete al materiale preconsolidato K = K 0( NC ) ⋅ OCR 0.5 .
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pagg. 356 – 357.
Nome del metodo di calcolo: “Metodo beta”.

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2.1.2.2.2 Pali trivellati
2.1.2.2.2.1 Metodo α (in termini di tensioni totali)
La portata per attrito laterale viene valutata in funzione della resistenza al taglio non drenata su:
Qs = f s As = (α su ) As
As = area della superficie laterale
α = coefficiente empirico

Secondo Skempton (1969) il valore dell’aderenza palo – terreno è fondamentalmente governato


dalla resistenza al taglio del materiale rammollito (aumento del contenuto d’acqua in seguito allo
scarico pensionale dovuto alla perforazione) per cui α assume valori variabili fra 0.3 e 0.6 con
valore medio 0.45.

Secondo Stas e Kulhavy (1984) il valore di α assume l’espressione:


p
α = 0.21 + 0.26 a
su
pa = pressione atmosferica
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pagg. 355 – 356.
Nome del metodo di calcolo: “Metodo alfa”.

2.1.2.2.2.2 Metodo β (in termini di tensioni efficaci)


La portata per attrito laterale viene valutata con l’espressione:
Qs = f s As = (σ h′ tan δ ) As = ( Kσ v′0 tan δ ) As
K = coefficiente di spinta
σ h′ = tensione orizzontale efficace (alla rottura)
σ v′0 = tensione verticale efficace iniziale
δ = angolo di attrito palo - terreno
Fleming (1985) suggerisce di calcolare il coefficiente di spinta K con la relazione:
1 + K0
K=
2
per tenere conto dello scarico tensionale dovuto alla trivellazione, i cui effetti negativi sulle
caratteristiche meccaniche del terreno vengono solo in parte annullati in seguito al getto del
calcestruzzo.
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pagg. 356 – 359.
Nome del metodo di calcolo: “Metodo beta”.

2.1.2.2.3 Micropali
In questa definizione ricadono i pali di piccolo diametro (fino a 25 cm) realizzati mediante
perforazione del terreno, installazione di un’armatura e getto di microcalcestruzzo in pressione.
Nella pratica sono utilizzate diverse tecniche di iniezione e diverse tipologie di armatura. La
modalità esecutiva influenza notevolmente il valore della portata del micropalo (modalità di
iniezione, “sbulbature” del terreno, ampiezza della zona iniettata, diametro di perforazione, ecc.),
perciò si ricorre inevitabilmente a valutazioni di tipo empirico.

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2.1.2.2.3.1 Metodo di Bustamante e Doix
Le raccomandazioni di Bustamante e Doix (1985) possono essere riassunte come segue.
Il diametro del bulbo di calcestruzzo iniettato din viene valutato con la seguente relazione:
d in = 1.5 ÷ 2.0d perf (iniezioni ripetute e selettive)
d in = 1.2d perf (iniezione unica)
dove dperf è il diametro di perforazione.
Per ottenere tale diametro è consigliato iniettare una quantità minima di miscela pari a:
πd2
V = 1.5 ÷ 2.0 in lin (iniezione unica)
4
πd2
V = 2.5 ÷ 3.0 in lin (iniezione ripetuta e selettiva)
4
dove din è il diametro di iniezione precedentemente valutato e lin è la lunghezza della zona iniettata.
Il valore limite della tensione tangenziale lungo il bulbo fs viene valutato secondo la seguente
relazione empirica:
f s = 0.033 + 0.067 plim = 0.033 + 0.67 su [MPa] (iniezione unica)
f s = 0.095 + 0.085 plim = 0.095 + 0.85su [MPa] (iniezioni ripetute e selettive)
dove plim è il valore della pressione limite valutata con pressiometro Ménard, su è la resistenza al
taglio non drenata. Tale relazione si applica per valori di plim superiori a 0.5 MPa, per valori
inferiori (argille tenere) ci si riferisce alla retta che collega l’estremo corrispondente a tale limite
con l’origine.
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Fondazioni”, pagg. 389 – 392.
Nome del metodo di calcolo: “Bustamante e Doix”.

2.1.2.3 Roccia
Nel caso di pali incastrati o infissi in roccia (previa asportazione di tutto il terreno rimaneggiato
dalla zona di incastro) è possibile ammettere che parte del carico venga ceduto al terreno lungo il
fusto. In molti casi il fattore determinante nella determinazione dell’attrito limite è rappresentato
dalla resistenza del calcestruzzo costituente il palo. Sulla base delle poche evidenze disponibili
(Thorne, 1977) sembra ragionevole adottare un valore dell’attrito limite ammissibile pari al minimo
fra 0.05fc e 0.05qum, dove fc è la resistenza a compressione ultima del calcestruzzo e qum è la
resistenza a compressione monoassiale della roccia intatta, che può essere tratta dal seguente
compendio di proprietà tipiche delle rocce (Peck, 1969):
Roccia qum [MPa]
Basalto 199 462
Granito 69 267
Quarzite 110 309
Calcare 16.9 196
Marmo 54.5 186
Arenaria 33.8 138
Argilloscisto 47.9 214
Argillite 3.4 44.8
Calcestruzzo 13.8 34.5

Nel caso di rocce notevolmente fratturate, è più ragionevole ricorrere a valori di attrito limite
compresi fra 75 e 150 kPa.

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Nome del metodo di calcolo: “Roccia”.

2.1.2.4 Raccomandazioni AGI


La portata laterale di un palo in terreni incoerenti (ghiaie, sabbie), può essere calcolata con la
seguente espressione generale, in termini di tensioni efficaci:
Qs = ∑ qs ,i As ,i = ∑ µi ⋅ ki ⋅ σ v′,i ⋅ As ,i
As ,i = area laterale i-esima
σ v′,i = tensione verticale efficace alla quota di calcolo i-esima
µ = coefficiente di attrito terreno-palo
k = rapporto tra tensione orizzontale e verticale i-esima
I valori di k e di µ da utilizzare sono riassunti dalla seguente tabella:
Tipo di palo k µ
acciaio 0.5 ÷ 1.0 tan 20°
Infisso

cls prefabbricato 1.0 ÷ 2.0 tan (3/4 ϕ’)


cls in opera 1.0 ÷ 3.0 tan ϕ’
Trivellato 0.4 ÷ 0.7 tan ϕ’
La portata laterale di un palo in terreni coesivi (limi, argille), può essere calcolata con la seguente
espressione generale:
Qs = ∑ qs ,i As ,i
As ,i = area laterale i-esima
qs ,i = adesione palo-terreno alla quota di calcolo i-esima
Il valore di qs da utilizzare si ricava dalla seguente tabella, in funzione della resistenza al taglio non
drenara su:
Pali Materiale su [kPa] qs [kPa] qs,max [kPa]
fino a 25 su
25 ÷ 50 0.85 su
Cls 120
50 ÷ 75 0.65 su
Infissi

più di 75 0.50 su
fino a 25 su
25 ÷ 50 0.80 su
Acciaio 100
50 ÷ 75 0.65 su
più di 75 0.50 su
fino a 25 0.90 su
Trivellati

25 ÷ 50 0.80 su
Cls 100
50 ÷ 75 0.60 su
più di 75 0.40 su
In alternativa, si può condurre un’analisi in termini di tensioni efficaci, almeno nel caso di argille
normalmente consolidate, per cui si può porre:
qs = (1 − sin ϕ ′ ) ⋅ tan ϕ ′ ⋅ σ v′
ϕ ′ = angolo di resistenza al taglio
σ v′ = tensione verticale efficace

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Rif.: Associazione Geotecnica Italiana, “Raccomandazioni sui pali di fondazionei”, pagg. 19 – 24.
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2.2 Cedimenti corrispondenti al carico limite
La relazione fra carico ultimo e relativo cedimento del palo viene generalmente espressa tramite una
curva di trasferimento. Sono comunque presenti in letteratura espressioni analitiche più
complesse.

2.2.1 Cedimenti corrispondenti alla portata limite di base


L’entità del cedimento s necessario per mobilitare la portata limite di base dipende dal diametro D e
dalla tipologia del palo. In genere si usa definire il cedimento necessario alla completa
mobilitazione della portata come percentuale del diametro D del palo. Nel caso di pali infissi, una
stima del valore del cedimento è rappresentata dalla relazione s = 0.08 – 0.10 D. Per i pali
trivellati, una stima del valore del cedimento è rappresentata dalla relazione s = 0.25 – 0.30 D.
Alcuni metodi di calcolo forniscono una portata limite di base corrispondente ad un rapporto s/D
ben determinato.
Rif.: Erio PASQUALINI, “Pali di fondazione nei terreni non coesivi”, pagg. 11, 20 – 21, 37.

2.2.1.1 Terreni non coesivi


Per terreni non coesivi si possono utilizzare i seguenti diagrammi.

2.2.1.1.1 Pali infissi


Coyle e Reese (1966) suggeriscono il seguente diagramma:

2.2.1.1.2 Pali trivellati


Coyle e Reese (1966) suggeriscono il seguente diagramma:

Reese e O’Neill (1989) suggeriscono il seguente diagramma:

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1
2.2.1.2 Terreni coesivi
Per terreni coesivi, Coyle e Reese (1966) suggeriscono il seguente diagramma:

2.2.2 Pali sottoposti a trazione


Per i pali sottoposti a trazione, la resistenza è data da:
Qtt = Qs + W
Qs = ∫ f dA
As
z s = f s As

f z = portata unitaria laterale limite alla quota z


As = area laterale
f s = valore medio della portata unitaria laterale limite
W = peso del palo
I metodi di calcolo per la portata laterale unitaria in trazione, possono essere gli stessi utilizzati per
la compressione. Dalle prove empiriche svolte, si ricava che la resistenza a sfilamento tende ad
essere leggermente inferiore di quella in compressione, perciò si consiglia, cautelativamente, una
riduzione di 2/3 della resistenza laterale di calcolo per carichi di trazione.

Un notevole incremento di resistenza può essere ottenuto creando un allargamento lungo il fusto o
alla base. In questo caso, l’attrito laterale lungo il fusto ha scarsa influenza, o al limite nessuna
influenza, sulla resistenza a sfilamento.

Secondo Meyerhof ed Adams (1968), la resistenza a breve termine di un allargamento, per un palo
in argilla (in condizioni non drenate) può essere valutata con l’espressione seguente:
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2
π ( d 2 − d s2 )
Ra = b
su N u
4
d b = diametro dell'allargamento
d s = diametro del fusto
su = resistenza al taglio non drenata
N u = coefficiente di sfilamento
Il valore di Nu può essere assunto circa pari al coefficiente di capacità portante Nc utilizzato per la
compressione, usualmente posto pari a 9.

Per terreni sciolti, o in generale per materiali dotati di attrito e coesione, secondo Ghaly e Hanna
(1994) e Ghaly e Clemence (1998) la resistenza a sfilamento di un allargamento può essere valutata
con la seguente espressione:
Q
Ra = u
2
α
3
Qu = carico ultimo di ancoraggio verticale
α = inclinazione rispetto alla verticale
Per ancoraggi superficiali, vale la seguente espressione:
Qu = Wss + Fss
Wss = γ H 3 FWss (contributo del peso di terreno)
Fss = γ H 3 FFss (contributo delle forze di taglio)
dove γ è il peso di volume di terreno, H è la profondità dell’allargamento, mentre FWss e FFss sono
coefficienti dipendenti dal rapporto tra H/B (B = diametro dell’allargamento) e dall’angolo di
resistenza al taglio del terreno ϕ.
Per ancoraggi profondi, vale un’espressione analoga:
Qu = Wds + Fds + Pds
Wds = γ h3 FWds (contributo del peso di terreno)
Fds = γ h3 FFds (contributo delle forze di taglio)
Pds = γπ RT2 ( H − h ) (contributo del sovraccarico)
dove h è l’altezza del bulbo (funzione di ϕ), FWss e FFds sono coefficienti analoghi a FWss e FFss,
RT è un coefficiente funzione di ϕ.
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 47 – 50.
A. Ghaly, S. Clemence "Pullout Performance of Inclined Helical Screw Anchors in Sand", ASCE,
Journal of Geotechnical and Geoenvironmental Engineering, Vol. 124, No. 7, 1998, pagg. 617 –
62.
A. Ghaly, A. Hanna "Ultimate Pullout Resistence of Single Vertical Anchors", Canadian
Geotechnical Journal, Vol. 31, No. 5, 1994, pagg. 661 - 672.

2.2.3 Cedimenti corrispondenti alla portata limite per attrito laterale


La piena mobilitazione della resistenza laterale richiede uno spostamento relativo tra il palo ed il
terreno circostante di circa 5 – 15 mm, indipendente dalle dimensioni del palo.
Rif.: Erio PASQUALINI, “Pali di fondazione nei terreni non coesivi”, pag. 11.
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3
Coyle e Reese (1966) suggeriscono il seguente diagramma:

2.3 Resistenza limite laterale di un palo


Nel caso di terreni puramente coesivi, è possibile ammettere che la portanza limite assiale del palo
sia indipendente dalla componente laterale e viceversa. In un terreno non coesivo, al contrario, il
valore della portata assiale limite del palo sarà influenzato dalla componente laterale del carico, che
causa un incremento della resistenza laterale.
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 161 –
163.

2.3.1.1 Terreni non coesivi


Nel caso di un terreno non coesivo è possibile fare riferimento ai suggerimenti di Brinch Hansen
(1961), mutuata dalla teoria della spinta dei terreni. In questo caso la variazione della resistenza
limite laterale con la profondità lungo il palo assume l’espressione pu = qK q + cK c , dove q è la
pressione verticale litostatica, c la coesione ed i coefficienti Kc e Kq sono funzioni dell’angolo di
attrito ϕ e del rapporto z/D.
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 152 –
153.
Nome del metodo di calcolo: “Brinch Hansen”.
Nel caso di terreno non coesivo, Broms (1964) propone una distribuzione di resistenza ultima pari a
tre volte la pressione di resistenza passiva valutata secondo la teoria di Rankine.
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 153 –
156.
Nome del metodo di calcolo: “Broms”.

2.3.1.2 Terreni coesivi


Nel caso di un terreno puramente coesivo, si può assumere un andamento asintotico della resistenza
laterale limite pu, come illustrato nella figura seguente:

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4
Il valore di pu cresce fino ad una profondità pari a circa 3 diametri, per poi restare costante. Il valore
limite della resistenza laterale è proporzionale alla resistenza al taglio non drenata su tramite il
coefficiente di resistenza laterale Kc, che dipende dalla sezione del palo e dall’adesione al terreno.
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pag. 152.
Nome del metodo di calcolo: “Coesivo”.
Nel caso di terreno coesivo, Broms (1964) propone una distribuzione di pu che vede un tratto nullo
per i primi 1.5D dalla superficie seguito da un tratto con valore di resistenza pari a 9su per
profondità maggiori.
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 153 –
156.
Nome del metodo di calcolo: “Broms”.

2.4 Modulo di reazione orizzontale


Utilizzando un modello di terreno alla Winkler, si fa l’ipotesi che il legame tra la pressione p e lo
spostamento s in un punto sia espressa dalla relazione
p= kh ⋅ s
in cui kh (forza/lunghezza3) è il coefficiente di sottofondo. Nel caso di un palo, si fa più
frequentemente riferimento all’espressione:
w= K h ⋅ s = kh ⋅ D ⋅ s
in cui w è la reazione del terreno per unità di lunghezza, e Kh (forza/lunghezza2) è il modulo di
reazione orizzontale dato dal prodotto di kh per D, dove D è il diametro del palo.
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 170 –
180.
Palmer e Thompson (1948) propongono che la distribuzione di kh lungo il fusto del palo sia data
dalla seguente espressione:
n
z
kh = k L  
L
in cui kL è il valore di kh alla base del palo, L è la lunghezza del palo, z la quota, n un esponente che
dipende dal tipo di terreno.
Per kh, sono presenti in letteratura tecnica molte indicazioni di valori “medi” secondo la litologia.
Secondo Davisson e Prakash (1963), il valore di n, per le argille, varia da 0 a 0.15.
Secondo Reese e Matlock (1956), per sabbia (o argilla molle), il valore di n può essere assunto pari
a 1.0.
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 170 –
180.
Nome del metodo di calcolo: “Palmer e Thompson”.

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5
Numerosi autori suggeriscono che in molti casi la distribuzione di kh lungo il fusto del palo sia
assunta costante, o meglio crescente linearmente con la profondità, per tener conto del cedimento
del terreno e della non linearità.
Per kh, è opportuno adottare opportuni valori secanti (peraltro reperibili in letteratura tecnica).
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 170 –
180.
Nome del metodo di calcolo: “Lineare”.

2.5 Comportamento dei pali in gruppo


L’interazione fra i pali costituenti una fondazione fa sì che il cedimento complessivo sia diverso da
quello del singolo palo e la portata totale non sia pari alla somma delle singole portate.
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Geotecnica”, pagg. 489 – 490.
Si definisce fattore di efficienza il rapporto fra la portata della palificata e la somma delle portate
dei singoli pali:
carico limite del gruppo
η=
somma dei carichi limite dei pali singoli
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pag. 32.

2.5.1.1 Terreni non coesivi


Dai pochi dati presenti in letteratura riguardanti prove di carico su gruppi di pali in sabbia emerge
che nel caso di pali infissi, per effetto della compattazione del terreno in seguito all’installazione
dei pali, la capacità portante della palificata è superiore alla somma delle singole portate. Al
contrario, nel caso di pali trivellati, il disturbo provocato dallo scavo può provocare una riduzione
della portata totale.
Secondo Meyerhof (1976) conviene conservativamente trascurare l’incremento di carico nel primo
caso (pali infissi), assumendo come portata totale limite la somma delle portate dei singoli pali
costituenti la fondazione, mentre occorre tener presente che nel secondo caso (pali trivellati) la
portata limite dell’intera fondazione può decrescere fino ai 2/3 della somma delle portate dei singoli
pali.
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Geotecnica”, pag. 490.

2.5.1.2 Terreni coesivi


Il valore dell’interasse fra i pali gioca un ruolo decisivo nella valutazione della portata limite
complessiva.
Secondo le esperienze di Whitaker (1957), nel caso di pali collegati in testa da un plinto che non
interagisce col terreno:
• Per valori di interasse superiori a circa 3 volte il diametro del singolo palo la rottura della
fondazione avviene in seguito al raggiungimento del carico critico dei singoli pali.
• Per distribuzioni più fitte (interassi pari a 2 – 3 volte il diametro del singolo palo), la
palificata si comporta come un singolo blocco, la cui capacità portante va valutata
considerando la fondazione equivalente di pari perimetro.
Tali esperienze dimostrano che, nel caso di plinto non collaborante col terreno, il fattore di
efficienza vale 0.6 – 0.8 per interassi da due a quattro volte il diametro dei pali, e tende all’unità per
interassi pari a 8 diametri.
Nel caso in cui il plinto sia collaborante col terreno va considerato lo schema di rottura che compete
alla palificata come blocco unico, e nella valutazione della capacità portante si deve tener conto
delle dimensioni individuate dal perimetro esterno della palificata.
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6
In questo caso la capacità portante limite può essere valutata con l’espressione suggerita da
Skempton (1951):
 B  D 
qlim = su ( 2 + π ) 1 + 0.2 1 + 
 L  12 B 
 D 
1 +  ≤ 1.5
 12 B 
B, L = dimensioni della palificata (L>B)
D = approfondimento del piano di posa ( = lunghezza dei pali)
su = resistenza al taglio non drenata alla base dei pali
Rif.: Renato LANCELLOTTA, “Geotecnica”, pagg. 489 – 490.
Secondo Terzaghi e Peck (1948) la portanza del gruppo corrisponde al valore minore fra la somma
dei carichi limite dei pali singoli ed il valore di collasso del blocco PB, quest’ultimo valutato come
segue:
PB = su ,b BLN c + 2 su , s ( B + L ) D
B, L = dimensioni della palificata (L>B)
su ,b = resistenza al taglio non drenata alla base dei pali
su , s = resistenza al taglio non drenata laterale media
D = approfondimento del piano di posa ( = lunghezza dei pali)
N c = fattore di capacità portante alla profondità D (Skempton)
Il passaggio tra il fenomeno di collasso per cedimento dei pali singoli a quello per cedimento del
blocco non è brusco, Poulos e Davis propongono di valutare il fattore di efficienza secondo la
seguente relazione empirica:
1 n2 P2
= 1+ 2
η2 PB
PB = carico limite del blocco
n = numero di pali nel gruppo
P = carico limite del palo singolo
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 32 – 33.

2.5.1.3 Il metodo dei fattori di interazione


Questo metodo si basa sulla definizione di fattore di interazione:
cedimento aggiuntivo
causato dal palo adiacente
α=
cedimento del palo
sottoposto al suo stesso carico
In pratica i fattori α, che dipendono da numerose variabili, permettono di calcolare il cedimento
aggiuntivo che un palo subisce a causa dei cedimento di altri pali ad esso adiacenti. Secondo gli
Autori, questo metodo può essere esteso a qualsiasi tipo di gruppo di pali, anche non simmetrico e
con pali di diversa forma o geometria, applicando la sovrapposizione degli effetti, secondo la
seguente espressione:

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n
ρk = ∑ ( ρ1 j P j αkj ) +ρ1k Pk
j =1
j ≠k

ρ1 j = cedimento del palo j sotto carico unitario


α kj = fattore di interazione tra i pali k e j
Su questa espressione si può specificare quanto segue:
• Il fattore αkj dipende solo dalle caratteristiche del palo j, e dall’interasse tra j e k
• il termine ρ1j Pj è il cedimento del palo j sotto il proprio carico
• il termine ρ1k Pk è il cedimento del palo k sotto il proprio carico
da cui segue che il cedimento del palo k, è pari al cedimento che questo avrebbe come isolato
sottoposto al proprio carico, più un fattore α per il cedimento che nelle stessa condizione subiscono
gli altri pali.
I fattori alfa sono determinati con la seguente espressione:
α = αF − FE (αF − αE )
e sono dipendenti dalla rigidezza del palo, del terreno lungo il fusto, della lunghezza del palo e
dell’interasse tra i pali. Gli Autori forniscono numerose figure per la loro determinazione, riportate
nel seguito.

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9
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 115 –
123.

2.6 Instabilità (carico di punta)


Nella maggior parte dei casi (terreni almeno discreti, pali di normali dimensioni) non esistono
pericoli di instabilità. La verifica di instabilità del palo immerso nel terreno acquista importanza
essenzialmente quando si ha a che fare con la tipologia strutturale dei micropali.
Secondo la trattazione di Timoshenko e Gere (ripresa dall’Ing. Mascardi, Rivista Italiana di
Geotecnica, anno II, n° 4, 1968), il carico critico di un’asta immersa in suolo elastico è dato dalla
seguente relazione:
π 2 EJ  β L4 
Pk = 2  m 2 + 2 4 
L  m π EJ 
E = modulo di elasticità longitudinale dell'asta
J = momento di inerzia della sezione trasversale dell'asta
L = lunghezza dell'asta
β = reazione del terreno per unità di lunghezza e di spostamento laterale
m = numero di semionde della deformata sinusoidale dovuta al carico di punta
Il valore minimo del carico critico, ottenuto differenziandone l’espressione rispetto ad m, è dato
dall’espressione:
Pk = 2 β EJ
La verifica ad instabilità risulta superata se il carico verticale applicato al palo sarà minore del
carico critico diviso per un opportuno coefficiente di sicurezza:
Pk
≥N
cr
dove per cr si suggerisce di adottare un valore non minore di 10.
Rif.: H.G. POULOS – E.H. DAVIS, “Analisi e Progettazione di Fondazioni su Pali”, pagg. 336 –
337.
Rif.: CARLO CESTELLI GUIDI, “Geotecnica e Tecnica delle Fondazioni”, pagg. 218 – 219.
Rif.: ARMANDO MAMMINO, “I Micropali: tecniche di progetto e di verifica”, pagg. 15 – 18.
Rif.: EUGENIO CERONI, “Micropali, Pali di Fondazione”, pagg. 15 – 18.

2.7 Analisi meccanica degli elementi strutturali


Il codice di calcolo adotta una procedura generica, che consente di risolvere sezioni composte di
materiali differenti. L’analisi meccanica della sezione è condotta con riferimento alle leggi
costitutive dei materiali stabilite dalla normativa selezionata, ma il progettista ha la possibilità di
agire sui parametri le definiscono, oppure di definire materiali personalizzati.
Nel caso di sezioni dotate di aree puntuali, (es: le armature per una sezione in c.a.), le aree
distribuite sono valutate al netto delle aree concentrate.
La verifica a presso-flessione o a presso-tensione (eventualmente deviata), viene svolta utilizzando
il seguente diagramma di flusso:
1. suddivisione della sezione in aree elementari
a. definizione delle proprietà lineari elastiche di ciascuna area elementare secondo le
proprietà del materiale di cui è composta

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2. calcolo iterativo fino a convergenza (attivazione della condizione di “non verifica” se
questa non viene raggiunta)
a. calcolo della deformazione corrispondente alle sollecitazioni applicate, con modello
elastico
b. integrazione delle tensioni all’interno di ciascuna area secondo la legge costitutiva
(in genere non lineare) del materiale corrispondente, con ipotesi di conservazione
delle sezioni piane:
N = ∫ σ d dAd + ∑ i σ c ,i Ac ,i
Ad

M x = ∫ σ d ydAd + ∑ i σ c ,i y c ,i Ac ,i
Ad

M y = ∫ σ d xdAd + ∑ i σ c ,i x c ,i Ac ,i
Ad

c. confronto tra la reazione risultante e le sollecitazioni applicate


d. aggiornamento delle deformazioni impresse di ciascuna area elementare e passaggio
alla successiva iterazione
3. ottenuta la convergenza, confronto tra le deformazioni calcolate e gli eventuali limiti
deformativi imposti dalla normativa secondo il materiale utilizzato (attivazione della
condizione di “non verifica” se questi non sono rispettati)
Questa procedura conduce al calcolo di una configurazione equilibrata e congruente, corrispondente
alla condizione di “verifica superata”, oppure all’attivazione della condizione di “non verifica”.

3 Campi d’impiego
Il software IS Palificate è dedicato al progetto di pali sollecitati da carichi verticali ed orizzontali, in
cui l’interazione terreno - struttura viene analizzata in campo non lineare. La stratigrafia è definita
da strati eterogenei, con la possibilità di differenziare le caratteristiche meccaniche ed i metodi di
calcolo delle portate. Le verifiche vengono eseguite secondo il metodo delle tensioni ammissibili o
degli stati limite. E’ possibile analizzare pali di diversa sezione e materiale, infissi o trivellati,
oppure micropali. Esiste la possibilità di scelta fra numerosi metodi di calcolo della portata (teorici,
empirici, legati a prove penetrometriche, ecc.), con la possibilità di confrontare velocemente i
risultati dei diversi metodi. Il software può considerare l'interazione fra i pali per valutare
l'efficienza della palificata. Viene calcolata la curva di mobilitazione, cioè la relazione portata -
cedimento del palo.

4 Casi di prova

4.1 Fondazioni – Joseph E. Bowles, esempio 16.4 pagg. 828 – 829


L’esempio, riportato sul testo “Fondazioni” di Joseph E. Bowles, alle pagg. 828 – 829, riguarda il
calcolo della capacità portante di un palo in argilla soffice e mediamente dura, utilizzando il metodo
α.

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Si assumono i seguenti valori per le caratteristiche del terreno:

Peso di volume strato 1 γ 18,9 [kN/m3]


Res. al taglio non drenata strato 1 suk 38,0 [kPa]
Peso di volume strato 2 γ 19,6 [kN/m3]
Res. al taglio non drenata strato 2 suk 57,0 [kPa]

La struttura è definita dai seguenti parametri:

Lunghezza totale del palo L 41.0 [m]


Diametro sezione circolare d 0.45 [m]

Il modello corrispondente, impostato in IS Palificate, da i seguenti risultati:

Si noti che il calcolo delle portate è stato effettuato in un caso di carico “fittizio”,
che non prevede coefficienti di sicurezza sulle caratteristiche meccaniche del
terreno o sulle resistenze, per poter confrontare i risultati col caso “teorico -
ideale” analizzato dall’Autore.

Le portate evidenziate sono espresse in daN, convertite in kN danno i seguenti


valori:
Strato 1: 257.86 [kN]
Strato 2: 1692.22 [kN]

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Confronto dei risultati:

Valore Esempio 12.4 IS Palificate Differenza %


da confrontare “Fondazioni”
Capacità portante per attrito laterale, strato 1 [kN] 257.9 257.86 0.015
Capacità portante per attrito laterale, strato 2 [kN] 1690.5 1692.22 0.102

Dal test effettuato si riscontrano scarti minimi, minori o circa uguali all’1%, dovuti alle elaborazioni
numeriche ed al numero di cifre significative utilizzate per esprimere i risultati (arrotondamento), e
si evidenzia in tal modo l’affidabilità del software in oggetto.

4.2 Fondazioni – Joseph E. Bowles, esempio 16.10 pagg. 853 – 854


L’esempio, riportato sul testo “Fondazioni” di Joseph E. Bowles, alle pagg. 853 – 854, illustra il
caso di un palo sottoposto a carico trasversale.

Si assumono i seguenti valori per le caratteristiche del terreno:

Peso di volume terreno γ 19,87 [KN/m3]


Angolo di resistenza al taglio ϕk 32,0 [°]

La struttura è definita dai seguenti parametri:

Lunghezza totale del palo L 15.90 [m]


Diametro sezione tubolare d 0.4 [m]
Inerzia sezione tubolare I 0.0003488 [m4]
Modulo elastico sezione tubolare E 200000 [MPa]

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Il modello corrispondente, impostato in IS Palificate, da i seguenti risultati:

Sollecitazioni lungo il palo, nei 4 casi di carico

Il confronto seguente è stato eseguito con i valori misurati in una serie di prove (disponibili in modo
approssimato):

Valore Esempio 16.10 IS Palificate Differenza %


da confrontare “Fondazioni”
Mmax, per H = 81 [kN], in [kNm] 81 80.8 0.24
smax, per H = 81 [kN], in [mm] 3.8 4.7 23.68
Mmax, per H = 140 [kN], in [kNm] 115 121.6 5.73
smax, per H = 140 [kN], in [mm] 6.6 7 16.67
Mmax, per H = 191 [kN], in [kNm] 163 165.8 1.71
smax, per H = 191 [kN], in [mm] 9 9.6 6.67
Mmax, per H = 249 [kN], in [kNm] 206 213.2 3.49
smax, per H = 249 [kN], in [mm] 12 12.5 4.16

Il modello di Bowles, applicato allo stesso problema, da i seguenti risultati:

Valore Esempio 16.10 Bowles Differenza %


da confrontare “Fondazioni”
Mmax, per H = 140 [kN], in [kNm] 115 120 4.34
smax, per H = 140 [kN], in [mm] 6.6 8.2 24.24

Dal test effettuato si riscontra che il modello adottato da IS Palificate risulta più preciso di quello
proposto dall’Autore. Gli scarti minimi, inferiori o pari al 5%, riguardo al momento flettente
massimo, sono dovuti alle elaborazioni numeriche ed alle numerose incertezze legate alle
misurazioni ed ai dati del terreno. Scarti maggiori, comunque inferiori al 25%, si riscontrano nella
valutazione degli spostamenti, sono certamente legati alla notevole approssimazione con cui è
misurata la deformabilità del terreno. I risultati, ragionevolmente vicini ai dati misurati ed al
modello numerico utilizzato dal Bowles, evidenziano l’affidabilità del software in oggetto.

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