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John Walker
Biochimica e
biologia molecolare
crac i~ tecniche
Rtgfoello
Corti11a
Editore
Biochimica e biologia molecolare
1U'a di
ith Wilson e John M.Walker
iochiinica
biologia tnolecolare
·ncipi e tecniche
Sesta edizione
~l¼fàelloCorti!la Editore
Tuduziont
Indice
w,g• ùlzobt
Piol~;(ltt acon trJIIO
G,anluca Molb
RJCtfOIIOlt di 810(hm1K•
LuoJno Piubdh
Rl(t'ftltorc J, B1odum1u
www.ralJadlooorttnLII XIX
XXI
XXII
Principi di ba~
K. Wibon (par. 1.7 in coll~boruione con J Fyj[()
Studi b1och1m10 I
I II Glt ..:op, della ncnca b1och1ml<a I
I 1.2 l.l progcttaz1onr dcll"md.agmc b10<h1m1,1 2
Unità d1 mi,ura 3
12 I Unità SI 3
1.2 2 Sohutonr come s, tspnmr b concentrazione 3
I 2 3 C..,ncrntru1onc o 1111,,11! 7
Elcttrohu dcboh 9
I 3.1 lmport•nu b1exh11mca Jcgh dettrolin Jeboh 9
1.3.2 lomu.monr J, md, < l>a,1 dcboh IO
1.8 S,.-u:rt%D m labontono Tipi, manutcnz1onc e; upcth d1 iKurc,u delle centrifughe 107
3.J I T1p1 d1 anlnfu~ 107
19 ~pcruhfflonkn~ 3.3.2 Tipi dl rotore 109
).J.3 Cura e m.uiutcn11onc dcUc ccntnfoghc IU
3.J.4 untnfug,11onc C w,ureua 114
2 C,ohurr cdlulari
A R. &mbn Centnfugauonc preparativa 115
U.1 un1nfupnonc difftrmmlc IIS
li lnuoduzjonc H.2 Caurifugaz10nc m gr•dimtc d1 dcn,11• liii
~ano e stnlllltflta.DOM per rolt~ ,dlulm
u, Apphanom pr•lldic della ccntnlugu1onc pn:pam1v.i 117
-2 344 Frazionamento sul><.cllularc 119
Il b!,ontcno pn co1rutt cdlulan
34.5 Punfia.zionc per aflim_. d, ~ e di membrana 120
~ pn colturr cdlubn
Centrifug&lJOnc analitica 125
13 As;C di w."tllttU odk roll~ .:cllubn JS I Applicu1om ddl ultraccntrifugwonc analttia 125
~ =lJ e buone praudic d1 llbontono pcr le colture cdlul.m 3.5.2 Dctcmunanonc della rnus.a molccolatt relativa 126
3.5.J Codficicntc da scdamcnta.r.JOM 127
24 I lluaDr ~br
k1C'll!lll..W"""fd ~ ddlt conWlllllUIOIII bancm:hc e tungmc
H.2 Sugerimenu per uherìon letture 128
2.0 i=cuuca...,uoc ddlt (:lllUl!:1nWOnJ dJ rmropwma
'44 L-----""'~ do m,roplwru
79 Microscopia 131
arattmstidtt 1n roltur1 S. W. Paddock
79
80 Introduzione 131
ddlt tnl111tt di cdlul,e animali 80
le ailnm dJ cdlult ammah 81 MiaolCOp10 ottico m
82 4.2.1 Componcnll di bue del m1,ro1COp10 omeo 133
14 4.2.2 llcampaonc 138
86 4.2.3 Il a>nlr<Uto nel mteR11oCop10 ottico 139
88 Sezionamento ottko 146
m coltun 88 4.J. I Umicroscopio confocale a ,um,onc Ltscr 146
89 4.3.2 nnuaoscop10 confocalc a d11CO rountc l-4i
90 4..l.J Lt unrnagin1 • fotoru mul11ph 149
90 4.J 4 La dccon>0IUDon< 149
• 99
4i lmagmg e bio<h1m1ca 1~7
X Xl
7.1 lntroduz1ont
7 II li ,istcma ,mmun,1ano I Struttura, furificazionc, caratterizzazione e analisi funzionale
7 I2 AnU.:O!pl clclle protcme 341
7 I3 Struttura e geni ddk lmmunoglobuhn, t gmtnnun, ddl• dn~rul~ 1nt1corpalc J.M. Wa/kn
7.2 Produz10nc dt ant1rorp1 8.1 Propmtà ioniche di ammmoaod1 e protcinc 341
7.2.1 Rispo5U unmumuru t anlKOrp1 pohdon1h e monodon•h
7 2 2 Produoon, d., anllcorpt polidonali (antw,n) 8.2 Struttura dcUc protcmc 345
7.2.3 Ant1oorp1 rnonodonah 8 2.1 Modifiche po,t-tradullonah 347
7 2 4 Prod11Z10nt d., ibndom,
8.3 Purificazionc delle proteine 348
7 1.5 Tmformn1onc d, lmlooo am VlrllS r prod11Z10nt di anucorp, monoclon1h unmu 348
8.3.1 lntwchwonc
716 AntKorp1 mgcplmZUtl
8.3.2 l>eternunazione deUa conccntrauone proteica 349
7.3 Punfiaziont e fnrnmmtmc e ddlc 1mmunoglobul: c 8.3.3 Rottura delle cellule e produnont degh (>tr1ttt grcu, m1mh 352
7 } I Tccruch, di prtapltlllOM 8.3.4 Mttod1 d, frazionamento 357
7 l 2 C,d fillnllorue 8.35 lngcgncrm..111onc d1 proteine per la punfica.zìonc 367
7 3 J Cromatogr.ilii 1 1taml>10 10n co
8.4 I>ctcrnunanonc della struttura proteica 369
7J 4 Cromatografia d affin u
8.4 I Mu>-l mol«olare rcl111va 369
7 SS fnmmcnt.monc t dwoauiooc < munoglobul,ne
8 4.2 Ana!ISI degli amnunoat1d1 371
4 lmmunopm: ;m.monc 8.4 3 Dc1trmma11onc della struttura primana 372
•4 I lmmunopreaptllZlone ma r t 8 4.4 Ghrnprotcme 378
~4 2 1mm nopreapttmonc: uil 8.4 5 !,truttura tcman,1 381
XII Xlii
Nella prefazione della precedente edizione d1 questo hbro c1 eravamo postt l'obietuvo d1
produrre un testo universitario che comprendesse I princ1p1 teonc1 e I dettagli pratiCI delle
tecniche sperimentali, indispensabili per la comprem1one e per I approfondimento della b10
chimica. Nei trent'anni trascorsi dalla pubblicazione della prima edizione, nel 1975, si sono
registrati enormi progressi nella conoscenza dei processi biochimici che caratterizuno le cel-
lule viventi. Tali progressi sono ben rappresentati dal recente completamento del Progetto ge-
noma umano e dall'emergere di numerosi campi dì studio corrclau, come la bioinformatica e
la proteomica. Molte di queste aree dì ricerca sono comprese nella nuova vasta disciplina del-
la biologia molecolare: ci è parso quindi appropriato esplicitare anche nel titolo del libro que-
sto aspetto essenziale, cui è dedicata buona parte della trattazione.
Nel decidere i contenutt di questa sesta edizione, abbiamo anche cercato dt tenere conto
dei commenti, sempre costruttivi e incoraggianti, che c1 sono pervenuti da università e istitu
zaoni dove è adottato questo testo, sia nel Regno Unito sia all'estero. In risposta a queste solle-
citazioni, abbiamo ampliato gli argomenti trattati inserendo due nuovt capitoli dedicati alle
a>lture cellulari e alla microscopia. Inoltre, abbiamo ritenuto opportuno includere nuove im-
portanti sezioni relative ai principi e alla prattca della b1och1m1ca clinica, con un'attenzione
particolare per la diagnostica enzimatica e i metodi stat1stic1 alla base della valutazione della
qualità dei dati forniti dai laboraton di bioch1m1ca anahhca quantttattva (compreso il ruolo
dei protocolli esterni di valutazione della qualità come quelli del Umted Ki11gdom Nat1011a/ Ex-
ternai Q11aliry Asmsment Servrce - UK NEQAS). Modificando i nostn precedenti orienta
menti, abbiamo inoltre deciso di non limitarci a quelle tecniche sperimentali che gli studenti
più facilmente incontrano nei laboratori didatt1c1, ma di discutere tutte le tecniche che oggi
contribuiscono al rapido progresso della nostra comprensione delle funzioni cellulari. Due
esempi di questo nuovo orientamento sono rappresentati dal capitolo sulla spettrometria d1
massa - dove si enfatizza il ruolo fondamentale di questa tecnica nella chimica delle proteine e
nella proteomica - e dal capitolo sui recettori d1 membrana - dove sono discusse m dett.igbo
tecniche analitiche, come la spettroscopia d1 risonanza pla\monica, essenziali per un approc-
cio moderno alla comprensione della funzione dei recettori e della trasmissione dei segnali
nelle cellule. lntcn capitoli sono stati aggiornati alla luce dei piu recenti ~v1lupp1 e molti sono
completati da esempi che integrano la trattazione.
Diamo il benvenuto a cinque nuovi autori: Ala1star A1tken (spettrometria di ma~!>J), An-
war Baydoun (colture cellulan), John Fyffe (b1och1m1ca clinica), Kay Ohlendieck (centrifuga-
zione) e Stephen Paddock (microscopia). Desideriamo esprimere I nomi ~inceri ringrazia-
pR{J.\lJOSI ,\IJ.\, ,T~ tlllllll1't IN U:.5E
L'ali::1011~ 11,i/rnna il, q11e,10 l:bro i! dedwlla u Lord/a e a tut1< I, pmo11e 1h,· ,, tn:,1 ano ad a/[rotllaf'(' ,m mule {'IU gmn
dtdt loro, per l '111,cgu11mct110 dt 11m1ltd rd11a1aoa d1re1 tla,1110.
CAPITOLO 2
Colture cellulari
2.1 Introduzione
L'insieme delle tecniche delle colture cellulari riguarda l'isolamento e il mantenimento in
vitro di cellule isolate da tessuti o da interi organi, derivati da animali, microrganismi o piante.
In genere, le cellule animali hanno esigenze nutrizionali più complesse e richiedono condizio-
ni di crescita e conservazione più stringenti. I microrganismi e le cellule vegetali, invece, ri-
chiedono generalmente condizioni meno rigide e crescono facilmente con esigenze minime.
Indipendentemente dall'origine del materiale impiegato, dal punto di vista pratico le colture
cellulari vengono gestite secondo gli stessi principi generali: necessità di una coltura cellulare
pura, non contaminata; adozione di appropriate tecniche di sterilità; condizioni idonee per la
crescita ottimale delle cellule.
Una volta che le colture sono state allestite, le cellule possono essere utilizzate per diversi
scopi. Per esempio, le cellule in coltura sono ideali per studiare processi che avvengono all'in-
terno della cellula, come la sintesi proteica, i meccanismi di trasduzione del segnale e il meta-
bolismo dei farmaci. Le cellule in coltura sono state ampiamente utilizzate per lo studio dei
meccanismi di azione dei farmaci, delle interazioni tra le cellule e della genetica. Inoltre la
tecnologia delle colture cellulari è stata utilizzata in medicina, un campo nel quale le anoma-
lie genetiche possono essere identificate dall'analisi cromosomiale di cellule ottenute, per
esempio, da una donna in gravidanza. Allo stesso modo, le infezioni virali possono essere og-
getto di analisi, sia qualitative sia quantitative, su colture di cellule isolate. In campo indu-
striale, Je cellule in coltura sono normalmente impiegate per verificare gli effetti farmacolo-
gici e tossicologici di preparati farmaceutici. Questa tecnologia fornisce quindi agli scienziati
uno strumento prezioso, costituito da un sistema facile da utilizzare e relativamente econo-
mico, il cui impiego consente di evitare i problemi legali, morali ed etici associati alla speri-
mentazione su animali.
NelJe prossime pagine saranno presentate le nozioni fondamentali riguardanti le colture
cellulari, unitamente a una serie di principi e protocolli generali che vengono applicati quo-
tidianamente per la crescita in laboratorio di cellule animali, batteriche e vegetali. Oltre a
fornire le conoscenze di base per quanti si avvicinano per la prima volta alle colture cellulari,
questo capitolo può rappresentare uno strumento d 'aggiornamento per coloro che hanno
gia acquisito un'esperienza parziale in questo settore. t stata dedicata un'attenzione partico-
lare all'ambiente di lavoro, sottolineando gli aspetti relativi alla sicurezza, parallelamente alla
puntuale descrizione delle principali strumentazioni necessarie per il mantemmento delle
colture tissutali.
810( IU!JI( ,\E IIIL'UX.JA MOU OL,l.kJ
tOITT IU llllll,\IU 71
2.2 l.uboralono e ,1n1111cn1a11oncp(r colture cellulari l,iri d.11l'opi:rJh>rt', ma, in alcuni c,1,1, per proteggere I opi:ratMc dalll· wlt11rc. Queste ,.,ppe
,rngono Sl'ncr,1lmcntt• ddin1ll' J 11u~~u la1111nJrt· pmché g,·m·r,ino un flu,\o unitornll' e LO
l..Z. I Il fobomtorto prr wlt11rt cd/11/,iri ,t,lllll' d1 a11a ~te11le fìltratJ attraver,o un liltr,1 J<l .ili.i tllK1cn1A1 per matcriJlc p 1rt1rnlato
I HI PA, ll1gl1 I JJÌ(l1'1t1)' Pt1111cult11r Atr hlta). hi~hmo due 1ip1 d1 cappe a lluWl IJm111.1rc:
I.a progctt.wonc ,. I.i gestione del 13borJtono t for-<' l'aspetto piu_1mportantr nel , ampo oriuontalt o vcrt1c.ih. Le cappl' ori11011tah perllll'ltcmn all'ari.i d1 fluirr dtrcttamrnre verso
delll' nilturr ,l.'Uul.in. ixi,,ht un ambicntl' ,tmle è fondamcntJle pe'. 11 trallamcnto cklle cel- l'opaJtOTl' e, di wn,egucn1a, rnno m genae u11lt11atc pa I., prcpar,1t1onc dei terreni <lt ,re
lule e dn tcrmu d, roltur.1, ,hc dOI rcbbero ~re pnv1 d1 m1aorgam,m1 rnn1amm.int1. Que- "Ila o qu.indo ~, l.i,ora con m.itcrialc non mlètt1h>, wmc quello dt origine vcgl·talc. 1l' ,appr
sti, mfatll, se non uintrollJt1 potn:bbcro ~upèr.H( ncllJ crc-.Cl!J le ,dlulc 111 wltura, avendo vnt1Cah u)nO,etllll anche come LJb111e d1 sKuren.1 b1l>log1t::1) ,ono p.irucolanncnte 111d1,atc
come c,trtrn.t ,on,cguenu la morte del!J colturJ ldlulare J ,.iu'>J del rilamo di to,\ine e/o pt·r l.1vo1arc rnn org,1m,m1prnrnlosi, dal momento die, prim.i Ji pas.,Jre ndl'.1mbientc llr-
dd romumo dei nutr,mti del terreno dt coltura. wstJnte, l'.m a, iene fi ltrata
Quando po"1b1k, un laboratorio di colture cellubn donebbe mere progettato in modo (,c:ner.tlmcnk sono 1mp1eg,ltl almeno tre d1n:rn modcUi dt çappt•, d,1'luno dei quJh oftre
d.i ag"ol.uc I.i prrpu.irionc dl"l terrem coltur.ilt e permettere J'i,olJmento, l'os<,crvat 1onc, la d1(frrenti ltvdh d1protl'7ione per le colture, per l'opcrJtore, o per cntr11mb1,
valutazione e il m,1ntenm1cnto delle colture IO condtztoni d, ,tcrihtà controllate In una ,11ua-
11O11e ottinule do, rebbc c,mtcre una 1tan,.a deJ,c,IIJ J ,i~,uno dei comp111 sopr,l dencati. Cappe d, classe T Quc,re 1.Jppe, come quelle dt cl.Mc Il, hanno uno ,chermo ~ull.1 parte
lutt.iv1.1, ,pec,almcnte m Jmb1to .iccJdemtco, molti laboratori per le colture cellulari co~tirui- fr(lnt.ile che fo rma una barriera tra l'oper.iror~ e le cellule:, ma 1.0n\ct1ll' l'au~,o alla c.1pp.1
¼ono solo una inne di laboraton pmgr,mdt e,comr tJlt,go<lono dt ~paz1 hm1t,111. Non e raro, attraverso un ,1perturc1 nella parte mferrore (F1g. 2.1) QucHo schermo impedi,1.e che d.11
~r,1ò, trO\arc amh1en11 comum dove ,engono delimttatt ,pJ11 per attt\'ttà ,pc:cifìche. Ciò l'estcrno ,cng.i generata unJ turbolen1.1 troppo forre nel flu,so dt ana e, fatto piu 11npor1an•
non <O)t1tu1!><.e un problemJ grJve fintanto che vengono ~dottJte Jlcune regole fond,1mentali: te. fonm,e una buonJ protezione per l'operatore. Anche le colture ,ono protette, 111c1 111 n11-
per =pio, do\ rebbcro ~M"rc ~mpre U!>;lle buone ternichc d1 sterilita (par 2 4 ). Dovrebbe- ~ura m more m pctto a quJnto avviene nelle cappe di dassc Il, po1Ché l'aric1 rbuc,h1ata d.tl•
ro ~sere moltre pmenll attrruature Jdcguate per I.i preparazione e la Meriltu.JL1one dei ter- l'esterno viene a~pir.ita .ittrawrso la cabma vcr,o l,t parte superiore dell.1 cappa. Quc,te ap•
reni, e_ tutti I m.1tcr1.1h des1tnat1 Jlle colture dovrebbero C\!>ere mantenuti m condlllont di sre- parecch1.1ture ~ono adatte per organismi a bc1sso ns,h10 e quando~ ne,e,\JrJJ la ,ol.i prole•
rihrl fino ~1 mom~nto dcli u11hno. lnolll'e, lullc le )upcrfkt ,1.U-mterno dell'area destinata alle zione dell'oper.1tore
C-Olture dovrebbero C\~rc non-poro)e r· nc-r 1011--vtrc
n..A I'a~rbtmènto dt terreni o di c1ltro mate-
ri ale ehe potrC'hbe cO\1ttu1re un huon suhst JtO dI Cappe d, classe Il Le cappe dt clas\e li sono quelle che s1 trm .mo p1u frequentemente ne,
h d r crc\uta per 1nucrorga111sm1, con grave ri- l.iboraton d1 colture tl\sutali, m quanto assKurano una buona protezione sia per l'operatore
"' io i mqum.imemo per le rnlture Tutte le sun,,rfì d bb
tutti r rifiuti gcner.ui dovrebbero · r- "' ovre ero e,sere d, faci le pulma e \IJ per le colture cellulari. D1wrsamcnte da quanto ilV\ iene nelle Lappe d1 cl.i,,e I, l'.iri.1 J~pi-
C)SCrc e11mmatt 1mmcd1atam t d
potrebbero pm-cdcre u prchminarc t. 1 en e, ~econ o procedure che r.ita d.ilrestcrno, puma d1 fluire ,ulla colturJ cdlulare, p.is<,a attraverso un.i gngl1.1, posta d1
) crt tZ1.111onc IO auto IJ, • d gl I
re\.01topm)1onc(l21°(clOSkPa) ' e e 1scart1u1111zando vapo• fronte all'area dt lavoro, e viene filt rata attraverso un filt ro Hl:PA, collocato nella p.1rtc wpe•
d1srru11one dei mMorg.ini)mt. ptr un tempo prc)tabilito. TJl1 condmom assicurano la n ore della capp.i (F1g. 2. 1). ·1Ale procedimento proteggi.' l'operatore l' a,,Kura , hc l',mc1 ,11 d,
Per unlt corretta gemonC' delle attrezut 1 sopr,1 delle colture sia sostan21almente stc:rrle. Que\te cappe ,ono adatlt: per li: 1.olture di ,d-
re controll.ita quot1d1anamcntc co I co ulre,d~ tcmperJtura degh mcubaton dovrebbe esse- lulc ani mah, che potrebbero contenere .igcnu a b,1~.i!modaata toss,ut.ì o mlcttl\ IIJ, ma
Iando Ia prn\10ne delle' bombole' di' CO mcba 1spomb1ht.ì dI g.is per gI11ncubator1 con trol- non ,ono idonee per l'ut1l1110 con patogi:m .id .ilto mch10, c.he nch1cdono un ltv.:llo p1u elc:
I .tgncttt ad acqua d bb '
temente pul111, e le aree '0tlo)tantt le )U"" fi d ,. ovre ero e~sere tenuti co~tan- vato dt c.ontcmmento.
bc ro essere npuI1tc dalle ~,t~zc •Clidmtalrr et t wvoro delle caPJ't .i ilu~so laminare dovreb-
menre ro\esc1ate. Cappe d, dasse III l e ,appc d1 )11,;urc,z.i d1 d a~,e lii ~ono nc:,c,~Jne qu.indo è n,hie<.to il
m.i~ uno l1vdlo d1 prota 1one dcll'oper.11ore e del materi.ile mampolc1to Queste cappl' ,ono
2.2.2 Attrez::arure ptrcolturt ul/u/ari
completamente s1g11Iatc e provn ~tc d1 due t.i"hc a forma d, gu.into attrava,o le quah l'opna-
Tra gli \trumcnu mdbpen~,h VJ • tore puù lavorare sul materiale po~to all'mtcrno dd la <..tbtnJ (Fig. 2.1 ). L.1 completa prott·11O
• ,
tori, '.>Ono. una cappa ne dell'operatore rende lr , appc d1 classe III pJrt1colc1rmcnte .idaue per la\lirare wn oq_i.1ni •
un ,1uw..: 1.1ve e un miuoscop,o 1': 11 per co1Iure h~utah • b.t
str e altri ~trumcnll esscrmah . e e pagine seguenti verranno br"~ 'unto od p1u .m~u • , mi .iltamcntc mlclt l\'l e con , amproni d1tessuti ~O11tam111,11t da patogeni um.m1.
• , --men e escntt1 que·
uppe per colture cellulari Sugger1tllt'flli pratici t sicurezza nel/'1,tilizzo delle cappe per colture cellulari 'lut!t· le ,appe
dovrebbero e, scre mantenutt· puhtc e hbt're d,1oggc:ttt 111gombr.1nt1, po1'hé un C:H{ ,~i,,1 c1m-
La ,apra per Il' wltur1: ,ellulan e 1•
ptUll' lutte le n1.1111pol.u.iont ddlc ctUu!appar«chmura pnntip.ile Il ma\s.unento d, oggetti al loro 111terno polrebhr .1ltern1e ti flm,o dell'ari.i e cuus.1rc <.ont.un1-
e è Progettata non ne a quale vengono wm- n.uront Qumd,, come regola gi:nNak·, u nno po,11 .1IJ'mterno della ,ahina ,olo gh oggetti
soIO fl(r prot.:ggere le ,olturr Ltllu-
ll()(JIOIJC AE 610l0GIA MOUC.01.\U
ì2 COln'll Ulll IAIJ 73
Incubatori a CO
Il n.·--.l. Per un.i crc:,ltla ottimale delle cellule m londwom costanti e controllate (!,olttamente una
tempera1ur.1 d1 37 •e e unaatmoslera co,111u11.1 cu ana e CO. :il 5-10%) sono n;xc:s'>Jrt tn<U·
baton tcrmostat.itt a camKta d'acqua. Li funzione della CO è quella d1 assi,-urue che ti terre-
l~ t no d1 coltura ~1a mantenuto .tl pH fis1olog1co opponuno (generalmente ì.1-7 .f) Tale ob1c1t1
\O viene raggiunto tornendo .tll"m.-ub.itore CO da una bombola attravcrw una vah C'IJ prc-d1-
\po,t.1 per immettere ti gas ogm quaholta il çuo livello scenda al d1 ,otto dd v-alort' 1mpo,tato
(5% o 10%) La CO lhe entra nella c.unen. interna dcU'mcubJtore ,1 d1,uoghe nel tc-rreno d1
lOltur.i wmenente bicarbonato, che l'\!.lgcndo con gh H ( gcnerau d.il mcrabohsmo cellulare),
~ I \ form.i acido carbonico, a sua \Olta m equilibrio con H_O e CO,. In tal modo il pii dc:! terreno
Classe Il è mantenuto .i un valore d1 crrca 7.1.
Questo tipo d1 incub3tore VJCne umidificato mediante un \"illS010 d1 acqua ,tcnlè r~,~to ,ul
piano mfenore; l'e-.aporaz1onc dc-ll'alqua genera un' atmo)fcra n,ca di um1d11.1, che contrt·
bu1sce a prevenire 1'"'~1c~o1mento del tnrcno di coltura.
L'n'altcrnall\a agh mcubaton umid1fìca11 è ..:ost1tu1t.1 dalle unità .i )t<eo ,el\Z3 gas ,he, pa
mantenere un pH equ1hbrato nel terreno d1 coltura, s1 b~no ,ull'uso d1,1stem11ampont' co-
me l'HlPES I aCldo 2-(4-(2•1dro~,ie11I" I p1perum•elamulfontlO) o 11 MOPS a1.1Jo morto•
lin-propansulfonontlO). Il \JOlagg10 d1 que,to ,btema m1cde nel fatto che \iene ehmmJto 1I
-+ At,a della stanza ri\Ch10 d1 ,ontammaz1om di~. nell incubJIOre um1d1tì,:ato, ro"ono denvJre d.ùl'alqua del
-+- Aria contaminata va:,_!>-Oio. Lo S\ol.nt•gg10 è rappresmtato dalla rap1dJ cvaporJz1onc del turcn<l d1 coltura, ._on
.._ Ar,a pura conseguente str,,~,., delle cellule. L'n modo per n,olvcre que~to probkma è collo.:are k pt,btrc
Classe Hl
per le colture cellulari m un· s.ind" 1ch box•, OV\cro tra vaschette d1 a<qu.i ,tenie; ~on 11 ..opcr-
Figura 2.1 lùppmmwionudimu J_n ch10 del sand\\ 1ch box \OIO p.ima.lmente chiuso, I t'\aporaz1one dcll'alqua ,onh:nu1.1 ndlc \J•
tiu uctJt ca~ ptt colturt ll<suuli.
~hette genera un"atmo..rera um1d11icata .11l'm1crno del ,onten11orc, ndu..endo il pcrkolo d1
t'S.\iccamcnto del terreno di coltura
necess.an e tutte le superfia di U\'Oro devono
a
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te-'" - ~ ~'0.~ D.~~--~~~ ~"""""\'f t m ~ I • ~ U \Latmakmonowodi~"ll ~~ pn-k-colturrcdlubri.
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~ r i e ~~fGICl.'=~s.-u,-'.-a'\."1Cfl:-~.c:n~~fmo Jdl'obie-nn'1 oon~rc"*
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$:o; ~ - ' - sco.. t ' t t - ~ a ..~ , °'~''ftO ru-"' ~ tnfi.vmuiom r.ttott 00\-rebb.:- l\l'tt ~ t ; t lm"J'UUIO~ rtr quanto ron..-ml<' ramt--:t'ftt(' di Ul'OfO <' 11
l: e.tt~~, ~ &:n~ ,i."Cl!b.'Q. ~s:::c., f\'t c,,:ct,...._\ C--.."-"1't' ~ t e - n• rom:uo ~ ddlt app.1~'1.iti.tturc' utilùntt, dt<' possono auch .-...se- cost1tw.tt un strio
~~o~-&:m:~ ~ ~ d i ~r~~n,~ r,tl'k--oln. Lt- - ~ ~ lt ùlhutt d o , ~ e-,m:- xlttoro-- ~ a 11.WlUtet\Zlont ordinaru <'
~~-~ controlbtt (-uc;i llpll ~ ~) per gmtntm- b ,1"1l'tlZ3 ddfop,ent~. che a sua \'Olt2 do-
,'n'bb<- adottan- al, Ull(' nu,llft' pro:.aU?Jon.ili d1 wnttm:- ~ t ,-omt ~'lUn- di mmpare
o t-.."ft' dunntt il bnm, alb ~p,a <' ~ b r,or~. per t,,w-e l'~r,nont m\'ulootuu
.:li w•tmtC' no..-1,T. l>on'C'blx-n., molttt-, ~"'""" >ffllr""' 111do,53t1 Uldummn protctu,1 adt'-
~u. ,muC' un ,.mu,-r ruhto r-gumti, da g, ttan- dOl~.\ a,tt mJ.n(l:SJ.3l,l matm.tlt n,)n ~tenl<'
o -UOt:untn!tO.
• e-,,tan' dì p.trbfl", ,t.ununtt <> t,\~Ù"t nd!.a ..abin.a ,, dm:tt.amente ,ulk ,ollUtt;
• utilìzurt' una p-l,J'(tta putiu rcr ,~ noo\-:i pro.-edur.t r ~n utiliz:ure-, m ne..,.un_a..-.o. I.i
.)t(-...'3 rir<tU J'('f di,~ b..lltipìe Ji t ~ pru,..iie aò uuemmt~ qgnili,.itn-a-
la l?WKiltJ :WlW\Uk' J1 qu,~IC' rnxaunom f"\ln-bbl'.' ~.... '.t ,.iU"-1 di ù)Qta!IU.'l3ZIOO( dcl.'t
~ dic- put.\ r,-...-n- ndo{u "m l'tmp~, Jì .1.nt1lwt,,., 1....1t.e-u. comunq~. D<U1 --rmpre
.' , • tm tl. m.--ntrr l'al'J'b-.--:w..~ dì ,.um-tk ""'- .. ~ 1-nn..bc Ck.l\~ di:ru-
~.ir.mtL-,""I.W' Y ~
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llu,iui. rumo I f11<'l. h!it .1.\~I\H,
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<on f,1pr un~ tt"\ 111,d, le ,'\'fluir III t1.i•pè1Ui11nr MlllO imx ulJtr in krrcnu hqu,Jo e 10wh.11c
lll l lllld111v111 .irmhrdir .. .11 •c jltl 14 gi1111u, C11m1• ,0111111ll0 ll<'gJIIVO \Ì\'lll' US.lld Ull,I b.:ut.1
• f'CJ t crn11orm non dctìnt1 d·/1, g • '"''ree, 11 Jist CS.Sac rtq1110K • · J11,•m·1to no111110,11l11ta. ll!lni .l giuro, 1·cnguno l'rde\'al(' ;,lìquoll' di ll'llrnn J,1 u11li12.m.• pç,
l'-dLi mll88Jor p.trtr dr, c.u,, I.a 50f~~ l < wfonir <hr li i, ,lupl',1ntgu0z10 rn I.a lung., .•~h 1111,, ul,ltt urht pio~tr.i J, ,111ar, ~u"~'h-amrntc irrcuh.ttJ in u111d1zw1111mJuoh1ehc wmi: d.--
k rnltlUl' conran1111.t1r Ndl- t • ne, pru N"mpltcrcu,,..,._ iuJ ll"rtcno
• .u1 tnllJalr dcli ..._. nel , ,, 1111 11 ,..,p1,1. Ilupo 14 giorni Ji in,ubuiunt·, lUll(' I,· pi.t,trr wni;onn cs.imm.1tc ,ti 111i.:ro,,,,.
ou, m,smun10 rt'S""JU.lb·'- rn~• il u1111.am1n41101, r1muo1'rrr r-• I
,·- UC' <'ULlllll' n,)('f 11 I ('" l'Uò 1 u (' lllunarr p111 ttl\c,ti.ito J un ingnm.lunrnto J, JOt)I(, Ndlc wltutC' pmlll\c M 11,-.cn~ la ltirma,,on.:-
COtK1, ru11a,1a, qucst.i proced 11 J\ilggr (' ,uh rnr.u..- J, rft-
t.i ur.i non ~ ro,u,.,, h 1 111 .UJom co ..,lllll'f ti 1kllr 1,p,dir wlunil' .lc1 111i.t1pf.,1mi, <it•t1~11zutr J.1 un.i 11111a ll'lllr,1.lc gr.111ul1:;t opJ1.':I c,r.
nunaft' lllJ ,memo ddJ art.i d1 IJ 't"ui i C' '"'••hr fa n n ant1h1011" o an
smwm contamuun11 inrn Sl<'.rrlr ac, ~r /4 ro»,b 1,•,~•1dlOI.Juonr dr coltu-""11 wnJ.ita d.i un horJ,1 1r.ulm1Jo ,hr ,onla1){l' nllr rol11n1r un t1p1w u,ptlto a uom lr 1110
, , • • d11f1UKt ,.. con (I ig. .l..l), I11 l'·" Jlldu l">trthbr ffit'I<' orcosar,o ,111,-st ue un c11ntrol111po~1t1111, m qu<'sto C-JM>
nr dt-i 11'1/0'or.
Il' l'IJ~IH' r ,1 icrrrno donC'bbcro CS5t'ft ino,ulJll u111 un ll'ppn 11010 J, nu,opla\m,1, romr
,\hnir/,1111111 ,11,1/1 \I ,\lrrllp/,1J1nil p11r11111t111Mf,
i6
IUOOfUa ,\l BlOlOc.?A MOUOltAII
rom:u CD.U'lAkl
nue b necessità di ncomrt agli antibiotJn Qwlora alcun col
com nmUO\nle unmeduwnm1e dal bbo e ture nsultmo contaminate, oc-
diffus _,,_ ratono, dmnfttUrle e autoch\'atle Come pm1sto d.llle buone pr:1t1chc dJ bboratorw. usteriliù delle colture d<n-rrbbt (S3Ctt
ioni.' ucll.a cont.1.m111u1one In D'"""'n ,.,,,,, l per pmau.rr li
•..,.. ....., una co tura conwnin.ata ò controllata regolarmente per a c ~ l'asscnu d, rruaoq;mwm Ciò~ putKOwtnaltc un
sotto ap~ o nell incubJtore. lnoltrt, tutto a1 nutm~e di d pu essere apttta
ed tlunuuto unmeduumrntc al temune dd b\uro. Ciò d=o r'>'t' Nere decontamuuto portante neUa prcp.iranonc di prodotti dcm-au d.l cnlnm ccllubn 0 ndla prodtmone di
ddb nomutm1 \'J!:mte, che pr~'tdc che I prodo di be csscrt cstgu1to nel O)pmo ~tock d1 cellule dt:)tmatc a essere comm-..te. ln gmeme la prc:smn dì qu~ ~ può
terrm1, ~wio rey mmi rnnu ddi'duninuJ ttJ scino ddlt colture cellubn, compl"C'SJ i c,..cre scoperta precocemente e, di corucgumza, pos50no c:sscre p:t'S(' le nmure ncccssane per
rùl1 contarrunm11 enl1 <;a,rtJ m M _.,_ one (usando un d1S1nftttante) e che tutti in,~,. C\'lt.tre una contammaz1onc su larga sciL1. Perù trst dt controllo 51 sospendono le cdlule, 0 1
, «>' ~ .iutuu.1\'ill pnnu d ........
Ne!Ja S(Slmnt' ddlt ~olnm cc11..1._ il i cssertgettat1 o lllCffltnti prodotti da ~ ottenuti, m un tcrrmo orponuno brodo tnptonc soia TSB per I md1\"1d~
fi d uun, nsch10 d1 CODI.IIlllnUJ uonc d1 batteri, o terreno contellffltc u~ro, TGM, per I funpu e si pone a mcu~ pcr
ome • PR'Oecupanonc Dn'tfSI &tton ~sono onc rappft)Cnta la pnncipale
b,1>ro non a<Utto, pr~ure stcrùi ~ andico~tnbwm, m p.irt1col.are· un ambiente di 14 g1orn1, oaminando quoudiarwnmte La torbidrtl ddla sospensione consadcnu un mdlGl-
mo aupeuo è importante poicL• ,_ f e e ~ rgime ddl'operatore Qu-t'ult tore di ,~cita micn)bica. t n~~,wio .ùlesurc-, 111 p.mtl}do al amp1011t d.l controllart, con•
fungh è , IK" w onte pflll(1pale ddk COll • • • .., I•
J • uppròellt.11.1 d.tU"opcratorc. ~Untcncrt un ~ o n i da b,tncn, lievita o trolh sia po\1ti,1 ,1a neg:uin Ptt I primi, al po510 delk cdlule o da r..rodoru eh contro!hrc,
P~• di laboratono e procedur<' ~tcrib doncbbe amb1tnte pultto, adort.irc una COrrdfa viene 1mpicg.1ta una 50,pcm1one d1 Nttm come BaaJJus subrilis o Oosm:!111111 sporc,gma. co-
ru. Comunque, nel ~-aso queste si ,-erificass.cro, ~ qumd1 ilutare a ridurre ti rischio di infezio- me controlli n...-gau, i ,engono utìhzntc brute contC'llfflU 50lo il tcrrmo non inoculato QU3.1-
ìl problema. A quC\to scopo, t importante con:11S1gl1~bilc occupmcne )Ubito ed cbmmarc s1asi upo d1 contamm.111onc detemun., un m,'f'ffllt:nto d1 torbidità dd tenmo, come 3''\1enc
pr~ntJrM per ..a pere come nconosccrk ere I 1\-ersj tipi d1 lnfC?Jonl' che po!>SOno nel controllo po•1t1,u. n . .\)ntrollo nq;.111\'ll dO\-rtbb<- am"ttt nnunc.-rt limpido. Lt coltutt
~d Cl5o delle lolturc d1 cdlttle am al . . - l0ntammatc dm rehbero n.-en- d1nunate, moitn- quelle ruultue otsatt\T terreno hmp1do)
mente facili d.i 1den11fi m •• le m1cz1om battcnch fu dov rebbcro e,..crc "cure per l'utiliuo o b ron$CT\ UJOne.
d.l micopb.smi . '.arei e bOl.m. L'altro tipo d1 cont.irninu e c ngme sono rclati,-a-
=~~:•
n
i:cUulc mcohur.1:
'' p1u picco I proc-u1011 (ma 0.3 . ione p1u frequcn11: ~ aur.ata
t
f,:;:1 p.irete cellulare rìg1d.i e in ~d~~1:::) grado J1 replicarsi au10-
,\f:;~ ~cn:unque S(ltclc J1 m1coplasm,1 inCltopdlasma delle ,clluk di
2.4.3 Mtnrifinuionr dcllt C<intami11a.:iom da miropln.,ma
I mi.opl.t\ml M•no wntanunanu Jdlc colture ccllulan molto più d1ffus1 d1 quanto ,reJano
fnmmtans e A.chokpla.<ma : ;;;} IIIU, .\f)t1>pllum11 arg1n,n, Afrcopra o d1 con1.1m111.in- le an... he molu addetti a1 l.tmn, k- ragioni --000 e,smz1almrnte duc· 11 nuu1pl.1snl3 non ~, l\ib1k
problcrnat1,he, po,lhf non ~~o i;;'· ~ i~e11om c.iusarc da •questi ;;111 ora/~, M!toplaJma al m1m1'>Copia otti...'o e la )U;t ,l"CSClt.a non JcllT111ma un m,mncnll, d1 1orb1J1tl del terreno
ZJone da m1copl.1Sm.i, ~ non contro~:::~. ili ed elirrunabw facilrntntc.
~-olrurc, come ~--amb1amm11 nel
1::rlSlllJ sono p1u
bolila~ dcglt effetti impcrccttJbil tre I.a cont.imma-
rnlturak. J ..,11mb1.1mcnu mJ,1111 J.1 quc,to mtù\ll-gamsmo sono, mfatt1, meno percettibili e l.J
mamfè-tJno prin...ip.,lmrntt:· ron un rallentaml"lllo dclJa \'nOC'ità J1 crcscna delle ,ellule e con
morfologia e nrll.1 crc~11.a, Cio ~et.1 smo, nella smrcs1 <h DNA R~rn,1 danno~1 per le un cambi.tmrnto del metabol"mo e delle funzioni ,cUulML Comunque, J\'lpo l'erad1,uaonc
dulib1li e a prodotti bioJog· . pu po~r.irc a risultati srcnmcntal1 no. 'm e proteine, nell.i del nuc<•pla)m.t, gcner.i.lmcntl' le . ., llule rÌil~qubtano la loro morfologia ongmak e riprendo-
1c1 non Mcun. n a 11bbil, .
e non npro- no a mohiph,.11'Ì a,clo...1tà m1rmak III tempi rcl.itl\ammtc rap1J1
2.4.2 ldentifica.--,one ed elm11naz1ont del/eco t . . . Fino a non molto tempo 1.1, b ,·ontammazione ~ mr,oplJ,ma dellr colture era d1fti,ìle da
n a1111na.:1on, batt . h ncon0'-'cre e I c.impioni dO\"C'\'300 e--strt' anahzull d.t l.iÌ'Oratori \p«ialuzau; attu.ilmente
l -et~·
,e contamm.1zion1, \1,1 batteriche \JJ fun . JJ•trg,nc \OOO mH-.:r J1spomb1li tt\:nichc m1gbori che con\C'ntono l'1drnutkaz1om· dei micoplasmi ne-
agenti r~pon'>,lb1li ~onn L - .b li gine, '>Ono faolmentc •·d 6 gli sll"SSI labor Jton d1 colture cellulan. Tali lLxmche ~1 b.1S.1no ,uU.1 coltura microbiologi~a
..,, vc-11 v1s1 1 a occhio d enti cabT
cclJule non wno v1s1btl1) lnf,.tt" I nu o sm dalle fasi in;,.•, ( 11 P01ch~ gli delle cdlule mfe11e oppure \Ulla ,oloruionc indiretta dd D~A. u~ndo 11 ...olor.intc specifico
•• so llamcnre I b.ttr d ·--1 in real I
1 • •
t.. e un ambiam<'nlo del colore del tcr J· en ercrminano un auro ti e ~ingolc tluoro.:romo Hoc:-;:hst 33~58.
d.iUa contammaz1onc· inoltr- n1ed rcno • coltu~, dovuto al c.irnb1•rn enro dcU.i rorb1dj. C.On la prima tecnica, le cellule in so~pcn~ione sono inoculate in terreno hquido e incubate
' •· 1.uirc un csam • Cllto d'
come strutture tondesg1.1nu m m . e m1croscopko, P<>M<.ino •pH c.i~to m condizioni aerobiLhe a 37 "C per 14 g1orm Come controllo ncgati,o viene ~ta una beuta
f.-' . O\ llllcnto. I funghi · . . . . ~re n
SC"ll~ I ..e e per i contorni non dcfin111 delle colonie eh• lll_\tct, s1 d1~11nguono per b ~nosnuti di terreno non inoculata. Ogm 3 giorni vengono prdc,·ate aliquote d1 terreno d.1 utilizzare per
:-lclla maggior p.1rtc dei Cali, I.i solu.1ionc e s1 wiluppano sul terr<'no ungi ere. inoculare una piaslr3 di agar, suc~~1,'3mtnle incubata in condmom ana~robichr c~me dc-
le colture Cònlammare. Nelle fasi m111.11i dclr~~~cmphce c~nsi,te nel rirnuov~ ed xntto sopra. Dopo 14 giorni d1 incubaziom·, tutte le p1ame ve~gono esaminate al m1cro~o-
m1crvrgam,mo rcspons..1b1le m d. . ntamina11one s1 può rmt• d· c ~ c pio ro,·e.ciato a un ingrandìmento di 300K. NeUe colture pos1t1ve s1 OS\Cn'3 la formano~c
e 1ante npctu11 lavJv,, · b . . «re I chrn
cot1~; tuttavia, qu~ta procedura non è cons1 .,.,1 e mcu .umn1 con an11b101i llluc tl
tammate all'mtcrno dell'arca d1 l.a\·oro sr ·1 ghab1Jc poiché la mampolu1one d Qi° antllll1-
dcUe upic.:he colonie dei micoplasm1, carattenz.1.Jte d.t una_zona ~e~trale granulo"~ opaca m:
condata da un bordo tra~lucido che confc:ris.:c alle colonie un t1p1co .bpetto J uorn fntto
8Jnismi contamm,mti. en e acut:M.c la pob1bil11à d1 d1tfu~10 • ~ ru" COn-
nc et m1cror. (Fig. 2.3 ). In parallelo potrebbe ffiC'rt ncce~o allesure un controllo po~1ti~o; m que\to C.l\O
le piastre e il terreno dovrebbero essere inoculati con un ceppo noto d1 m1copla,m.1, come
,\fycoplam,a orale o Mf(op/as11111 p11,•u111oni11r.
com-u CllW1.AaJ
79
2.4 4 E
limina...-iont dei mi,oplasmi . . do nucopfasm1 era
. . d 'dùniomon, •
. ti il metodo p1u utilimto fl( T~e soluzione, tuttavia, non
d·
Anw, ;, ""'~• "'."' •nihWoci romd, ''"""'"'"'· m,b , ,_ "' • •~
;., "'"°"""
""'P"
'""'"'• d,II •mp"'° '
Joohtt, ù
·
"l'I' ,ffi=, ;,, q,..,o non """ "PP
. ib;o,"' non ""'P"""""
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; ID mkopt..m,
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,nnd . hnn.,,; ,iiliu,ù puu " " "
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,""""''°• '"'""''°°"""'
'""°"""
°""'
,I •«nno. _ Il;"',;,.,'""
J7 'Cm "' =· <diw,,;, pa
qu,nd, fi.,10 m,.
molti de, ccp
I di UuJC imali
. tichc in coltura
""""""liuao,bmm'°""'"' _pn,p,,..
"'"'<li•Odo"'<kogb,;,k,1...,.,,
2.5 Tipo ogi·e ce loro
U carattens
ofiure cdJulan po~no es_,, . d pnnc1•
1o d g,wno "'= Al mnoo ,..,_,., ,.., ,gg;,... ,., ,.,,,,.,., 6,,,, d,J <olotano . an
utilizzaleene e e · - dil'isc m ue
I tipi dJ cellule anun~ ne e 1mtt cdlulan.
;""""''° •""'""'""..............
a...,-.,. ..,,,,,.,.,..,., • ,.. . I rcpnma
,Ho.clu, 3325, · -
• ...,.., d,"""'. ·-
DNA • .-.,,,,,,,..,,...,,,,.'" ,..,.., wn-., °'"'°"" "'
,'" """""'
o,.-,
""""°
dd -
1000,. T,u, k rolu,n,
""-
"°""" _,,,_ "P"'
b ff,o,<k<nu ,,.,.
a..,,,_,
<om,.,......,,;,,, o lil,n,,,.ti od dd-
p,H lu .
a a$«::~~:
cilmmte il pH del terreno, può~ mclu am otcn<~~.a B. Prr como<111.ì, COnd1zion1 t 111.
da rosso (a pH 7.2-7.4) gw/o o fucsia :td•l.'.ltore d1 plf m=f:~~oll.irt fa.
pH dl\enti alido o ~1 l 'che '1ra
nazione dei terreni durJnte I.i loro prep.u Jzionc.
La prcpararione del 1crrcno dovrebbe cs~rc- conJoua in u0.1 cappa sterile; generalmente
comporta l'aggiunta e.li sirro, addtZioruito d1 un11b1otic1, m quantità adeguala al volume pre-
• C1 mo.
,1ab1h1o d1 terreno. ui quantità di Mero aggiunta dtprndc dal tipo di crlluk-, mJ normalmente
62
BIOCHL\tlCA f 11101.0CJA MOLCCOl.ur
COIJ1,'Ttf Oll1IWU 63
vana dal IO al 20% Gh ant1b1otrc1 usau p1u frequentemente sono la peni1.1Uina e la\ .
cma, ~he imb1scono b crescita d1 un amp1osp(llro di b,men Gram- )lt1v lrtptom1-
~ pemc1lhnJ agl5(e inibendo l'uh1rna fa~ del'3 smte51 della parete ,:ular; ;a~;am-negatl\ I
s1rtptom1~1na blcx~ fa ~into1 delle proteine erica, mentrr
Una volta prcpMata, qu~ta m1s..--da, defiruta trrren d
S<:n.1ta a 4 •e fino all'u1il1uo Per minunJZ.Za I o i_crescua completo, den~· es,ere con-
zione, è cons1ghJb1le prcp.irare solo ti vofuni r:g I sprechi, e ridurre il mchio di contamma-
ten·.tllo <l, tempo mtrctto Inoltre com ul e terreno n~no da utilizzare entro un m-
bn: u li d • e tenore pr«..11mone è ~m
mp, eua del terreno pnma dell'utih.zzo li prc: opportuno control-
do\ rebbero ~\creehmma111mmed1atamcn1e . UltJ • terreni chr appaiano torb1d1 o \dati
~ore dd terrt'no, che a pH lìs1olog1co dovrt'bbe Inoltre do\Tebbe ~re controllato anche il co-
cnolo ·' ltrrcn1 che appJJono g,.ùh acidi esscrr rO)\O per la pr~u del colorante roS50
a que)u ,-alor1 di pH I.i \11.Ù1t.l - .,_ ) o fucsia (.ùcalin1) dovrebbero e5.5ere çcartat ~L
, , w con'>egllenu la cr d I po1u,é
l'SClta elle cellule, viene comprome<;sa.
2.5.S Subcoltt1re cell11tar,
la pnu d1 soffermam ~ I.i gestione d luu i ,o ;ndu.ioni d1 ~tmlna. lin punto sul quale vale 1mm
a 20-C e-, rruna dell'UtJJìuo posu ~ ~rti , tr1ps1n~; questa doud>be euere con~rva -■■■llilll'!llilllliii
scongdamento· trmp1 supen~ri dcte:~~~~;~: .t 37 ~C ~lo per il tempo n~sano
la. la IOIUZJone di tnpsina e- WTA dovrebbe
al;
'"'illone ddl'enzim.i. Una volta prepara-
··••11 I /fil!'.I IMI■■■
■■ll/1 iIl '/,I i 11:1111
1mm
rm<X1tomctro li !attore d1 comcmone \ICOC fr,s.ito a 10', poKhé c1a~... un riquadro gr,mde
I.SEMPtO l
rapprt'SCnta un volume complc~SSl\"O di 10• cm Quindi: Calcolo del numero di cellule in coltura
numero d1 cellule contate >< fattore ti1 ...om c.'rs1um uoMANDA m un \-olumr finale d1 5 cm • coru1dcnndo
cdlulecm (".,a\colarc il numero totale di cellule nsospcsc e che il numero d1 cd.lule c.--ontatc
numero d1 nquadn contali
che le cellule sono state diluite 1~ pnma ddb conta
Se le cellule sono state diluite pnma della conta, occorre tener conto anche del fauorc di d1- con l'cmocuom<"tro e 400
lu1Z1one,qumd1
ltl'òPOSTA
numero d1 cellule contate numtro dt cdlule contate x fattore di -.-on,-ec.1onc
cellule on fattore d1 con~ernonc fattore d1 d1lu1Z1one
numero d1 qu.idrJII wntall cellule cm '= numero di nquadn contati
Infine, per determinare il numero compl~\h·o d1 cellule raccohc:, il numero di cellule cal-
: 40() X 10'
colato per ...cnllmeuo cubo dovrcbbt: t!--.crc moluphcato per d ,olume ongmale della coltura 4
da cui ~ stato prelevato 11 campione,c1oc::
= 1 000 000 cellule ,. m
numero complCM1vo d1 cellule raccolte= cellule cm ,-olumc totale della coltura . a .,, il numero di ,.eUule per cm è:
Poiché il fattol't' d1 dilu1Z1one ~ pan -
Metodi alternativi per la dettrminazione del numero di cellule I 000 000 x 2 = 2 000 000 ~dlulc an '-
Esistono dl\cr~i metodi altcm.111,, per determinare 11 numero dì cellule m coltura, tra 1 6 al di 5 m' ù numel\"l totale.- d1 ..dlule c.
Quindi, nel volume n e " '
quah la m1~ur,1 diretta con un Coultcr counter dcttmmco, un metodo automatuzato, che
cc.m~nte d1 mamrare 11 numero e le dimc:n~iom da parttcclle m1ao~op,che Lo \trumcnto è 2 000 000 ,e 5 = I O000 000 cdlulc
cosutu1to da un.i sonda da vetro nella quale t an\Cnto un elettrodo connt!-\0 a un o:.cilloscopio
e a un elettrodo esterno (Fig. 2.7). 1..1 sonda pr~nta, m pros~1m1tà dcll'cstrenutJ inferiore,
una piccola apcrtur.i d1 diametro li<.so Quando la sonda viene 1mme~ m una solunone con-
tc.-nentc le cellule m sospensione, queste flu1scono aura,cr~ l'apertura,dctc:rnunando un mo-
mentaneo aumento della res1ste01a elcttna dovuto ali.\ parziale mtcrrUZJone del flu~~o di
mmm
c..orrentc. li fenomeno dà origine a un segnale che è regi!.trato dall'osc.illoscopio. a ogm \Cgna-
g Slatetna di misure ci.gli ,mpulsl
le comsponde: un.1 cellula. Uno degh svantaggi da quoto metodo e che vengono contate ~ia le
cellule vive sia quelle morte.
Le celi ule po~ono ,IJlche e~~ere contc1te md1rctt.1mcnte, determinando la quanllt.\ tot.tic di
proteine c.dlulJn e uuhz.undo unJ cuf\a \tandard (quanuu. da proteine contro numero di VefWO t. ~ de y~O
cdlulc) per determinare: 11 numero d1 cellule nc1 dawm camp1001 Tut1,1~1a. la quantità di pro-
teme ,.,.r
,-- cC"llula è wggella a ,;inazione durante la crc'>Clla della cohw.1 e potreLL.
~ non n et-
fl
tcrc: .:orrenamente 11 numero totale: dJ cellule Alternauvamcntc, . come n~ram•t d
,... • ro per etcr-
rmnarc il numero d1 c..ellulc, potrebbe C!>.,ere u-...to 11 contenuto m DNA in quanto
questo.nelie
c..dlulc Japloidi, è solitamente costante Comunque, .1nc:he 11 contenuto tn DNA delle cellule Elenrodo intorno
P uò ,·Jri.lrc durante 11 l.ado cellulare e, qumd1, non ,c:mpre formsce una ,11m1 accurata deI nu- Elettrodo esterno
mero J1 cdlulc.
- --!f-r-- Apertura
, , ,olta cont.ite, le cellule donc:bbc.-ro essere ~mmate a un.1 dem1tà che ne 0 mno un moinentillle<' in,1c-
1,,;n3 ommalc.-. E qumd1 · cMCOl1Jl.c che, dur~nte I'a Il c~tamento delle ~ubwlture,
' ~nll
le cc:U Ia
crcsc.ita Ilo! c:he 1rans11ano :attr;&•eno, l';&pertura Gt'fl
,do intC'fnO -"
e qucuo c:stemo.
~_,.,anale :.illa corretta dematà, Se M:mmate a una demua troppo bassa le Il ulc . .., ~ coultcr countcr •~ « str:l<l iull'o1,<.,ll<>"-0l''o, tra I dcllrt
"cngano .,..... (I • cc ule n I ,gur• • ·' ~, ,cne rcs•
chieJcrchbcro piu tempo per raggiungere l.11.on uc:nz.i, e a1cune potrcbb<ro mourepn~d; mento di 16~tenz.&, e
88
IIIOO!IWICA L BIOJ.OGIA MOU:C.01.\at
I.a C'rt$Cll.t dl'I bJttm r1,h1tde cond11mm molto p1u 5tmphc1 J1 quellr lk'xnlll' per le cd S«worl par a.rtDm-atura• pH
lule ammali, 1u11.a11a a caUS.1 drlla loro d11'l'rsilà, bcompos1none dd lrrrrno può variare cd~ ~ ubo pe,a.~llPÌ()nalTl«!tl
10
grJn partr dt1rmima1a d.ttl.a cl.us1ficv1one nutnz1onalr &1 nuaorgamsm, coltJ\'lll ~
)h, m gencrr, ncJdono IO due c,uegone pnnupah gl, uutolrolì (11rgam~m1 m grado
tizi.art da wh il nu1 f,
d: ,.
~m....
nmento, SOito orm.a d1 zucchm, sfru1tando I rnerg,a luminosa del I
gh rlrrolrofi (organnnu chr nm-ano l'mtrg,a th1m1ca dalla rottura Jellr molr I Ml~~~
m('1.1bolt1.z.11r). r nlrambt le ca ~o e orgamUK"
trofi e hem ' _1cgonc wno uhenormentr ~udd11 •se m chL·rn10- e fotoauto-
' io e 1olottero1roll I chrnuo.tulot fi r lì
Ionie J, carbonio m I ro I e J ,01oau101ro ' uti11zzano la CO comt
• a n,a1 ano energia d.t fonti complct Ja
sost.inu morg.im,hc '~ond1b I I .tmmtr ' ercn11.1 prmu util11uno
' ucc mm,1chrm1otttrotro6 fi •
PO)ll org.111,c1 ,ome lon1r pr10 ipale d bo t I otorterotroh usano ,om-
d1 tncrg,a, ffi('ntr(' glr or"·'Ol)~I app.art'ar n1ol, • fotoc:ttrotrofi utrlll.Uno la luC'C' ,ome fonte Acque di
I.i .,.. rnrn11 • ~llogrup"" d h r~
propria rnerg1a da.I mrtabolt,mo ddl , ~ c1 e cm1oe1erotrolì oncngono
t SOSl.inza orgamchr
rrudotn \ÙI rn1~~ ,~-.i. ln q~11-t,tam, qumd1.li "'"'J'''ÌlÌ,•n_. <' In ,t.ih• tìsmlo. l'u,,, d1 dl\'t'r~ 11sm11, (omr 11h o1 mo1u (IIIL'\lll<' <' citi', t1111d 11 1111111prcm1lr u • u•hlll'I'
<'1<1111 • 1'd •
j;h.--0 dclk-cltuk ,-uu dunntt la,~,1a. ••111111111.1,h ,, tl1t1'1'<' <'" 11g~nr1.11..- UIIA n111•1i1 pi.in 1a••• :x 111,t,·t I lI l 1ntr
I l'(I 11ol • 1•tonc
1 n,rt11C,1
~ ~dir ,-olturr contmut ldu.mutt- 41Kht stStl'nu •rmt) il tcTn•n1•, Ìt'tll' rinn,,\ alo .1 lnlt'r
"'111!;111, lllhl\\" QII\ li.i Jt l~•llll '"1\l't 1I1fil. h,,:u('
- • 1111 •'"1h1rntr str11 r, Il,1 dd mnm • •
I 1horat<i111, d,)\ ~I•
,~ ~ ~
m nl(~.., nmr~ qui'll1H..;iun11., J.1.lk ,'clluk. l ,1 '-''l"' d1 \jlh:,11 ,,,tl'nlÌ t
,1, i ,,11111'-1,1111 l "11hhr11111i J, ,r\'~111 l)('n t!rhnllr I 1l'qtm111 s,t'llrmJ Il '1d "111111nh m.i con
I,;:"' c-s,, e ,umh II qudh ,I,'),r 1111 l)H'\ ' 'I.
1
, utl'tnrn Il'.' 11rr I, ,:o lur<' i '(' u...•,st" " d...,lt• , uh.a•
nunrC'n<"ff' lr ,-tlluk m -andlZIOOI Ji CTNtt.:i ~,,n,nmk, ml-dÌ.llttt' 1I contmll,1 ,kll.1 ,l\Q• 11 . t Ir Il,. m I111 1l' et Il ula11 ,....,r11h l'cr rsrm1110, n11 " I•' ics. •o 11n
1, lllh' J1ih-1rnrr rnuha11 •., 111 ddl,·
,-entrul\1nç.k, nutnmt~ ddla Nt\llu,..,. l'Jci l~""-mì d1 ,11rto. 1.:in;ind,, ''J'r,•nun.tml'tltt al I " I lu.za1l" una '~m,, .1 prr .. '
h'II ,1 C(\, 11,h11'\lt I~• k ,dluk :.111111,1 i , \I p111 u ,• I Il ,ndm1•11111111l'llrn111h llt'l\'_)
~r.idQ dì dilUlllOn(' ddk -dturt, Ll' ,'Oltutt ù'II\IÌnll\', ~ < ' più ,,,mph--.,r ,l.1 lll<'ltl'rt a l I I t, rnir :,:,n11<1ll~10. 4\ , unr, e r"
•i.1111, ''l'l'UI\ un,1 ,unta Il\ lii l , • I I Il ' ,111111 "<'111•1111, ,1, "'
runto, offrono ak"'UIU 1.uit~1 nlf\'tto alk ci.\ltu~ m ll.lr..-h, in qu.tntt, n-n,f,1n,, l""'•l•1ll' I. ,.,ii\' 1•,•t .1w1, 1mhf\',,l1;1 . u1t11111hI 'f'Il,·11,,,•Il,\ u M.'\llll, li .. I I i.I ~I'('\
turoI\ . • ...
l,hJUnhtll rl'mkmll,\
~'lt.a ddle \'dluk U\ mndmon1 ,tumn.aric-, nclk- ,tu.tb I.a ,li, 1,1,m(' u-lh1l.11,• <' I.a l•1\\,111l<'Si Il '""'''' r1,·,, in C\•11,idt11\th1t11' r,, ,,111nh1111 .!mmc ile J trm1 l'r11 '
-...,n,, 'lrrt~m.:nte irr.aur.- Di -net~ f,, ,1.21,,, fi,i,11..'St~, Jdk ,'riluk ~ riù cl\1J1 .ani<"ntt d~ll.1 lu\èl' l.t ,Imati& dd '1d1\i1,.11hJ11111, hi,~1, J..1llr r13llh',
defìn1t0, mn ,~nUl\,nt mm111~ 1\db "'nlP-)'-lth'lit (\-llubf( Juantc il -id,, \lì ,r('S.:Ìl.1. Il
probkm.11 rnn-1l"lt dci ,1,tmù armi~ 1'~111, n-.duo J, ,,,n1;1n1in.u1,)11<', a,,,,-; ì.at\, .111• J.7. l ·'-'I¼' tti ,li ~i, um:,1 ,1(1/,1 ,ì•ltur,, ,-f, cd/11/,• ,-rS(talì ~
.oniìnu.a.d~1z:i.•nc- Jdk ,olt~. (\\111wiqut. l'llJ'pli..--uit,n<- d1 t1'1.'lll,h.- :i~ttidi<" r~,,f\\\C',
dur.tntd ~•unt.a Jn outn..-nt1 t dunn~ b ft\oolt.a Jclk i.'dluk, rhlu.ç 11 rì,(hi,, ,li, ,1ntJn\l• ~d ,,1,,1 ,kll,·"•ltmc ,h ,dlulr \\'Sl'tah,, rmhlt·m1 Id1 &irur,u:i dl11l,·
~•111111bhast,mu l11111t 111,s,
111111n,1H o h.1111 ri,h, .
n;uionc. lnolm-, t,,no il 'L>tl.'!l-ia pu.\ e<-~ autom.atiuJh\l\'l!kpnJ,, ,I \J"' Jcl tcrmcntatl.•~ , , r , , 11;111..l,1 ~I ,\\\>Ili 111U l
~
1
.,,.,h,1111.lti \llll lr rl'\',.l\llllllll llt'ù, ., Il .. • "'•h nn\~Unìl Tllf'P" ~l'lllilr(' un
ll1 ~ l l l l J1 t, ~ - i •ttm~, '~1>k"''knù1J1, di~ l'''-'l\lt,1, '-"-'I\' .&(l<'rt\" q11.1ml,, 11~ ,l'lt I •;1 i ,m1 .ti, um ccs.,1111 '\"8' ,.. ..-~ I
l I\ I ' ' " \\IOl,lllllll,llt l ., llll\l'\11); I l • \A 11111•(',III\' ,I 1111,h'I 111\t'llh' Il ,I
,e-.-..i.110. In _q ~,,to 1~,\'!Ja, il ,,mtato ù1m1,, \Ull l\~at,'tt ,, ,,,n 1.tml>,l"ntt l'-l,--rn,,, ,,nr h, • •• . I I li' 11n•(u11l1,1111 I .i
1
~ I' •1x-:1.:i1ore ,lall'malaw1111•,,1
•
m1t1to al m1n1mo, riJlKtndo uhcfl\1mi..'ntt ìJ ri,i\ì,, J1-,.,nt.tmiMr.foni. 1 "' h11,: qm111h dt<1,,11,, f"''"" ,\\ utt.11, ia 'l 1
' • ,k1"'t\l.lllllll,1111\, {,, ,,1111.ittuttt" 11er pmt~'<'rt
111,1•~1111111111· I . .
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'111'\'llhlt' ,k ,.intp11111,)
•
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'l"'I\' Hlh 1111,uh• ,lt"l\'t,l'(m "'llll 11'111 l I l '" d1h1110 ,h ,,,.,..i,,111<1 (I 10% p11
• i I l 'I lllll" liii.I,,,, Il h I .•
tll,111\'Rltlilh\ 1111li11,111ll,11,-,l~(lllt I lii I \\ I • IIIIIIÌl\'I, l'•'h h~ l'(l$~Olhl 6'it'f(' ll<ll I\ I
Qul."III l\\l~\'1111 Jll\'\\'lllillll\ ;l I 11 ' \ ,,1111 1111 11'< lltl ~11\;l ~I~\\ Il nl,llhlllt' I•11111, I11,1I·, .
1 1
r,•1 l\1pr1,1hll\". I 'ip111 lllllh\ p,·r ('\l'O\j'I\', l'U1\ ,.tu-.tn: I
I calli
nec~1a se~• utilizu per la c g uesu muura preventiva può risultare meno
deU' I% circa, pfr). resou terreno solidificato con agar (alla concentrazione finale li callo (un tessuto indifferenziato che ~i forma all'altezza di una fent.1 sulla p1.1nta) ~ spe~-
so u\ato come materiale di p.trtcn1.J per colture in sospensione. In questo caso una m,~ela dr
cellule singole e d1 aggregati cellulari viene incubata m un terreno bqmdo che den~ ~re ae•
2.7.J Sistemi di coltura di ctT/11/t i·tgttal, rato art16aalmente, per 1mped1re che le cellule s1 saturino dr acqua La tendenza a formare
una sospem1one cellulare è m gran parte controllata geneticamente ma, nella pratica speri-
SI~ messa a punto d1 una coltura d1 cellule o di tessuto . •
zzu1one supcrfiCJa.le dell (',pianto che ò "'&ctale IDIZla con I escissione e la mentale, la tendenza alla disgregauone può e~re mcrementata, per e.'>Cmpio, riducendo i li-
~ seconda degli ~op1 dello studio). G:Oe~en~nvare. da una parte qualsiasi della pianta \'ell1 d1 calcio nel terreno, alterando la composizione della mi)Cela d1 g.u fornita alla wltura,
di nz.a parete) sono prefente le foglie; per la rod • per l 1SOlamento dei protoplast1 {ceUule cambiando ti regime di regolazione della cr~ita della pianta o aggiungendo degli antio~si-
germogli prol.tferan11 i meristemt dei ger! gliUl.Jone di cellule aplo1d1 le antere; per colture danti, oppure con una combma1ione di queste strategie.
. . o e per le colture dtrad1ci gli apiet rad.i aJi
Gli espianti c • Le sospensioni cellulari
GIJ espiantJ po~ono essere esciss . Le sospensioni cellulari possono crescere come colture d,scontmue, <,enucontmuc. o conii•
p1ant1cdle incubate in condw i sia sul campo sta da piante ere . nue, su piccola, media e grande ~ala Per esempio. nel caw sia fondamentale per una nccrca
lop1u m«hante alcuni min om sterili: La sterilizzazione della su e;iute m Strra oppure da conoscere l'origine clonale della pianta, le ~mgole cellule possono ~re fatte cre5eerc: md1V1-
p:v ù cloro m forma assUtl dì esposwone _a una solUZlone dir lCleVJeneeffettuata per- dualmente in camere su vetrini per microscopio. Per colture d1scontmue su piccola scala sono
(ctrca 5 mmuuJ l'1poclg . osa agisce come biocida Dopo un pocodlonto di sodio 0-10%
' omo m ccc d pen o d t ' prefente le beute Erlenmeycr .1 collo largo, agitate \U un agitatore orbrt:tle onzzont.1le Per col-
bond.inu lav.iggi con .icqua dutilla esso . eve essere imrnediatamente . i empo prestabilito ture su larga scala sono stati mvecc progettau fermenta ton con capacita da I fino a 50 000 dm
La probabilità dì ta sterile. nmosso mediante ab-
ti . I sopr.iV\,venz.a degli e .• Le sospensioni cellulari coHitmscono un modello eccellente per lo studio della d1v1s1one
s10 og1camen1e atuvo (cioè non ID spianti m Vitro è maggiore uan . cellulare, dello sviluppo delle cellule, della d1fferenzia21one cellulare e degli intermedi del
menstema11co formato da c Il I . qu1csecnu). Molti tipi di q do il tessuto scelto~ metJbohsmo, per la facilità con cui s1 possono aggiungere I compo5t1 da s.1gg1are e raccoglie-
cali d'a e u e ID grado di d. 'd espiantr conte
o tn u,erenziato, costitu1to da ccl iVJ ers, Appena do I' ngono tessuto re le cellule e il terreno per le analisi \'a però com1dera101.he per le loro carattcmtrche fh10-
cuoh. Questo tipo dj tessuto può vii lule con una ndotta quanntà ~ _esass1one s1 forma un log1che sono p1u difficilr da usare rispetto alle cellule m1crobrche Inoltre l'.11!0 costo del tcr•
s1e~o1d1 che po~sono dare ori . s uppare centri dr accresamcnto / "'?Plasma e grandi va-
reno d1 crescila per colture vegetali, i tempi d1 fermentazione piu lunghi (m genere dcli ordi-
mai1on~ di radici). oppure a e:~tulob, ne,1 (induzione dì gerrn~calizza11 chiamati meri-
ne delle settimane), il maggior ,o~to nei processi ,ucceSSJ\'t e le po~1bil1 alteraz1om nel nu-
nogenesi è controllata gen•tJc e. La capacità del callo dì an-L gli) o a ruogcne\i (for-
.t h · · ~ ~ente ma UMe inco mero di cromosomi (cioè l'imtab1lità della plo1d1a) che s1 mamfe\t,mo nelle subcolture man•
c1 oc mine/auxine nel terreno di col ' m Vitro, può es~re stimolai ntro a questa orga- tenute per tempi lunghi, sono tutti aspetti che dimmurscono la loro ut1htà per ,copi com-
mente, favorisce la proliferazione deltut Un elC\ato rapporto tra Cltoc~~Iterando il rapporto
so promuove LI formazione delle radi! 7;1oglio, mentre un rapporto Clt
m Vitro delle piantu:elle complete a .a un punto di llista Prallc
lllJt e 3u.xine, solita-
oc .ll!lllc/aux:ìne bas-
mcrc1ah (cioè come produttori d1 farmaci, add111v1 aJimcntari, profumi b1ocid1 ecceter.1).
Nonostante queste difficoltà. ~ono m corso ncerche sull'u11l1110 di fcrmentatori per la pru-
duzione di una serie di prodotti secondari delle piante che non è po~1brle (o economica-
prolife?2!~ne del germoglro in un te::.:~llre_ d<1 un callo or~noge::~no essere prodotte
gli fogl1ar1, m terreni rrcc.hi di au.xin ~ ncco dr CJtochmme e qu. d: stunolando puma la mente vantaggioso) smteuzz.are ch1m1camente. Inoltre, po1che molti prodotti mtere:,sanll
Le radfrr possono formarsi anch: !"r indurre la formazione d1 rtd,· I, trasferendo •germo- ~ono ncavau da piante che vivono solo maree ecolog1Camente ~ensib1h, esiste un'ulteriore
tazìone L' ~ m l'l►'O a p.itt0 eh c1 pressione sulle mdustne chuniche manufattiere affincht! trovino fonti Jlternauve d1 approv
· organogenesi dal callo non • e le piante sian
i°
rro delle pianticelle (m1cropropagaz è g;"eralmente consigliata per protette dalla dis1dra- V1g1onamen10, ecologicamente sostemb1lr
Le colture di cellule veget.ih m sospensione ,ono uulr negli c~penment1 do\'e sia ncce)~rio
poru alla produzione di piante gen:~: po1tht! vi sono forti md1c~t?h1plicazione lii v,.
può es,ere Ottenuta us.indo meristemi d':1ente abcrran11. Un'elevata ~ che questa pratica selezionare dei mutanti, che possono es.sere 1solat1 facendo cre:,cere le wlome m prc~nza di
• germoglio come esp1an1 sta ihtà cromoso--• agenu selettivi. In condi11oni 1deaJ1, per la ~elezione dei mutanti dovrebbero e:,~re ut1h12a1c
I IOIZ1a]1 n., . ""'e sospensioni costituite '>OIO da singole cellule aploidi. Le sospensioni di cellule singolt: po,~ono
• r~r ragroru non
C'.!>Cre ottenute mediante filtr.111one ~quenziale attraverso una sene graduale d1 filtri fmo a
C.01 nJRECl.U.ll,\RI
99
98
in••ok <ellule, in partteol
• e colon1t gcnerJtC<l dJIl C' " un terrc:no d1 produza te ( I0-200 µs, 1-3 k\' cm 1), <he provo,ano la form.mone d1 pori nella membrana dl.'1 proto
1 10
una J1mt'ns1one dc, pon d1 .,oµ~ ,-rn ono ,.,htJmtntt ua,tcntc do !J d1,·1,1onc cellul.tre plJ,tl e permettono I.i fu11one tra le cellule ne, punti m cui le: mcmhri1nl' ,ono molto v1une.
quellc carallt'mLJtc da rese dcutt, S ,trt", 1mpcden Rii petto al metodo ch1m1w, quc1tJ tern1ca ,on\cnte un grado d1 controllo m.1ggmre del pro•
nt1rtarc un kggrro
ne opcraz1one che potrd.,t,c com,~ di ditkrtn7IJ110nt le"o d, fu\lone
prumuo, (nJo, mH'<C, un certo SrJd0
li protoplasto b I· pre,,ione o~motKJ. che poss1 2.8 Potenziali applicazioni delle colture cellulari
I •ricJ ,cn,1 I e a11a I
Il proto11lasto t una cellula d1 forma' e • ellulJre. I protop .ull po,~ono
n'J della parct, < Divem llp1 d1 ,olture cellulari (d1 amm.ih, ,cgetah e- microrganismi) ~ono ,cmprc pm
una membrana pla,mauc.1 integra. ma ma c d I1 arctc ,dlulare enz1maucamente o
ifruttate non solo d.agh 1, 1en11Jh, per lo studio dell',u11v11;1 ddle cellule 1sol.11e, m.1 anche da
sere prepar.111 a p.uure da etIl uIe intere. nmuo,cn <> • P , 10, 1ata J ,dlu]a,1; neI ~econJ o,
hz.u p('llnJ\I a, • diverse so<1eta operanti nel campo h10te,nolog1<0 e farma,eutJCo. pc-r la produzione d, pro•
pure mcccam<.imentc. Nd primo ca}O, 51 un ono stJccau dalla p.irete cellulare
1 dotti b1olog1<1 a elevato valore .igg1unto, come vac,1m, 1rah ( per esempio 11,ac<tno della po•
disperdono 1essull pla,moh..au, nei qu PrOIOP JSII '' ' • o,mouca (05 ,notmmi), per ese
J.111
leHtJ pre<\100, · hom,ehte), ant1Corp1 (pc, t"iemp,o Ok"'T3 usato nti trap1ant1, per ~oppnmere 11 ngcuo ,mmu •
seguito a m.:ubnmne m una wIu71one a e . Il olamcnto enz1matKO fornisce
) lir I due protoco 1, I 1' nologico) c diverse prott"mc: n<1imbmant1 L'apphcaz,one delle te<mche del U:-.A momb1-
pio J, manmtolo (500 m\l ma · a
, ,,a le con 1z1om di ,ncubaz1onc devono es
d nante ha generato una .\Cne, m lOstante cspan1ione, d1 prodotti per uso tcrapeut1Co umano 11a
m.1gg1ore re,a d, protopla511 un11orm1, tu11a · ' one ,g11enzimi che: deg
1 e una \OHae<PoSIZ1 g da cellule d1 mammifero 11a da batteri Tra questi prodotti commeruah po"ono c)1cre "tat1 il
ddìmte e control!Jte <On attennonc per cii ar bohche con conseguenze deleterie. f.lllore \'IJI per l'emofil,a, l'm,ulma per 11 d1abete,gh interferoni~ e a per la chfm1oterap1a Je,
deret>be la parete cellulare, portando ad ahcm1om mclJ I
he ,ano ~,ate stenI1zute m una ~o uz tumori e l'eritropo1etma per l'anemia. I..c colture batteriche sono ~t.atc ampiamente ut1l11ute
I prolopl~ll po,sono e,sere 1\0la11 da fogI,e '>JOC ' 1 I , .
• d d , ,ore \'lene 1talc.1ta e a ,ogl1.1 viene anche per altn scopi mdustnah, tra cui la produzione su larga s<ala d1 proteine ,dlul,m, rego-
ne d1 1podonto per CJrca IOmmuu Lcp1 mm e m,er 0
~- n11m1 d1ge1t1\1 al buio a 25 C, per laton della crescita, ac1d1 organiCJ, alcoli, 1olvcn11, ,teroh, ,urf.ittanu, nt.ammc, ammmoa<1d1
gl1ata tn p1Ccole ~c-,iom e incubata con una 011)1.eIa w e •
' e1scre scpar.111 da, framm eccetera. l'n'altra importante apphca11onc delle cellule microbiche t la dcgrada1Jonc d, pro
nottt'. I protoplam nla!>C1all m w1pens1one po,<.0no, qUlnd • .
cellulari e purificati mediante una combmv1onc d1 filtr.tZ1onc (u~ndo set.iw fim d, nylo dotti d, scarto. m part1Colar modCI dell'agnl.oltura e delle mdu\trie ahmentan Queste ,olture
centnlu~z1one a ha\<a velocHa c la\agg, La quahta dd prodotto può esserc ver'.ficata e sono sfruttate anche nella b1oconversionc dc, nfiut1 m prodC1t11 utili e m studi tms1cologici,
trullando la ,11aht.t de, protopla}ll per mmo d1 ,oloranll come la fluore1 ceina d1.1cetato o dove alcum d1 questi m1Crorgamsm1 stanno rapidamente rimp1aizando gh 11mm311 nei teM
blu J1 fa'am. Il primo , iene accumulalo dai protoplasu v111 e m ..egu1to convertito J fluo prehmmari d1 tossiCJtà degli xcnob1ot1ci. Pm recentemente ~no stati sV1lupp.iu mtcm1 d1 cd•
M:cma da cstcra}1 endogene-; quota puo ~5trc qumd1 rnuahzzata mediante m1cro\cop1a lule sia d1 mammifero sia d, batteri per nmp1aZz.tre, e mtegrarc, l'uso degh ammali m studi
tr.i, 1oletta. Al contrano, 11 <olorante blu d1 [1am non viene a,sorb110 da, protopl.ist1 vitali to\sicologm. Le cellule d1 mammifero e batteriche non 'Cino gh unK1 Mstenu che ,engonCI uu-
quindi, può essere u-..ito per d1st1ngucrh da qudh morti huau. Le coltu~ d1 cellule vegetai, vengono usate nelle tr.1~torm.1zwm genct1Che e nelle ,hn
Dopo la ngenera11one della puete lcllularc, 1protoplasll mu1ano a d1v1ders1 e a for daz1om somatiche; la ~ione de, protopla\t1 s1 t d1mo,trata p.arhwlarmentc uule negli espc•
nuovi calh entro 24 ore d1 coltura Per faohwe quc1to proce110, appena 1sola11, 1 protop nment, d1 allevamento vegetale, dove sono U'\Jtc per \Uperarc I mcuam,m, d1 mcompaub1h1.1
dovrrbbero e»erc contall per definirc la densna otllmale dell'moculo per la crescita ( IO' sessuale tra piante di genere diverso che 1mpcd1sumo la torma11one d1 2.1got1, 1tal1
lule per dm'). pnma d1essere p1a1tra11. Come ne, cu, prccedenll, CIO può cs1ere fatto usa
un emocnometro
In alcuni t1p1 d1 c1penmen11, può essere nch1c,ta la fusione tra protopla,11, che puo 2.9 Suggerimenti per ulteriori letture
particnl,irmt'ntc mtcrc,!>ante per e1penmenu di 10lroc10, ne, casi m cui l'incompatib1htà
su.ile tra gc-ncn d1vcrs1 può co1111u1re un fattore hm11Jnte. La fusione de, protopla,lt puo e H\1.1, /I S &u1tr1al <tll ( 11/turt bir1111al / >,1111 Jnhn \\ 1lt} & Sons In-. New \ork 1997
re indotta ch1m1Camcnte o fa1camcnte (elcttrofimoneJ. I uwgcm come ,I pohctilengh /\dtguata rratt.umne d1 base delle 1c, m, hr per lt ,ollure h.attrn,he
[hVJ 'I M 81111< (.~I/ ( ,,,,,,,, " l'mtrcn/ l,rrr,1,h "· 2' cd ()xfor.t l nl\rn11, l'ress, Oxfonl 2002
( PF G, al .30% circa) o una 50luLJone d1 cak,o aelcnto pH ( J. Iq0 , p/v, uCI ·6H o m manru [r1t11z1one complt1,1 delle lccn1chc dr bak' per le c,,h111t ccllulm
tolo al I 0%, ph, a pH 10.4) po~~no e\scrc usau per mmm• que5to proce,~o che )I compi IJIXON, R A, (ft)N/.Al l , R /I P/,mt ( tll I 11/111,r I, J>rn1,ca/ l,ppn>ud1 lllforJ l mwn,11 l'rcu. ( hford
m meno d1 30 m111ut1 • 199◄
I 'elettrofu)1one ,·iene eseguita m due fa)i·'~ella prima, 1pro topIa111 vengono po ti m un ~ormsce una buona conoscrn1.1 sullr cohurr ,h lffiut1 H:gcuh r ,ulle loro •rph,az1on1
terreno il ha1sa condutt1v1ta tra due dcttrod 1(fili di pi t d ) I n ll~IY, R I <11/t11rrofAmmnl <r/11 A Ma11u11I o//111 1, Trchmqur lohn \\ 1lcy & !=.ons. lnc.., New \<1rk
a mo 11po111 paralldamente n ve 2000
Irmo d .a m1uosrnp10). \ 'iene applicato tra gh clenrod iu u
(0.5- 1 5 ~IH,), che determina l'alhncamcnto d i un campo ,iltcrnato ad alt.i freque frattazionc completa dtllr ,ohurr ccllulm ammali e delle loro apph,az1om
1 fl!IUt, /1 K (ed) <R< lla11dbo,1ko(l11born1or> \a/ttJ,,l'cd < Il< f'ren, Hoca R,11on 199.5
me d, dettroforc..1 Nella seconda luc ,cngono: p;otopla\ti m un proce1so conosouto co- <,u,da wmplrta ,ulla s1curr1z.a m labonllono
PP 1Cat1, uno O p,u, brevi 1mpuls1 d1 correo
100 I IJOt.OGI~ NOIHD -
HSC Advisory Committee On Dangerous Pathogens. Tht Managtmrnt f>ts,g,t and Opm:ltJOn of,.,,.__
bral Contamment uibomtorres. HSE books, Sudbury 2001.
Guida contenente i requisiti d1 legge e le tnformlllom tecniche dettagliate sulb p ~ . _,.
ministrazione e funzionamento d1 bbonton a maggior grado d1 ,acuran
PARI .KH, S. R., VINa, V. A. Handbook of Industriai Cdl Cullurr.· Mamnialran M,crobull ond ,,,,_, QA.
Humana Press, Toto\'f-a, NJ 2003.
Buon:i trattazione dello 5tato dell'arte delJe t«mche per b selezione a lweUo mdustnak, la c.olliwa-
z1one e lo scalmg-up delle colture di cdJule ammali, ,-egt1~1 e macrobache
CAPITOLO 3
Centrifugazione
3.1 Introduzione
L'analisi biochimica di strutture subcellulari, di complessi sovramolecolan e d1 m,1eromo-
lecole isolate riveste un'importanza fondamentale per la comprensione della b1olog1a moleco-
lare della cellula. Un prerequisito importante per lo studio delle propneta bioch1m1che e fisio-
logiche di organuli e biomolecole è la conservazione delle loro funzioni e proprietà b1ologiche
durante la separazione delle componenti cellulari.
Una tecnica chiave per separare e analizzare i vari elementi di un omogenato cellulare è
rappresentata dalla centrifugazione. Lo sviluppo della prima ultr,1c<:ntrifuga .1nahth. .1 da parte
di Svedberg, verso la fine degli anni venti, e il perfezionamento della tecnica della ccntnf ug,1
z1one preparativa da parte di AJbert Claude e dei su01 collaboratori, negh anni Quaranta, ha
posto la tecnologia della centrifugazione al centro della ricerca b1olog1ca e b1omedka per
molti decenni. Attualmente, le tecniche centrifugative rappresentano uno strumento indi-
spensabile per la biochimica moderna e vengono utilizzate in quasi tutti gli studi subcellulari
invasivi. Mentre la centrifugazione analitic.a viene utilizzata principalmente per gh studi di
macromolecole purificate o d1 complessi sovramolecolari 1solat1, 1 metodi di centnfugaz.1one
preparativa vengono utilizzati per la vera e propria separazione d1 cellule, strutture -.ubcel1ula-
ri, vescicole di membrane e altre particelle di interesse biochimico.
Durante 1 corsi pratici, la maggior parte degh studenti universitari avra modo dt appren-
dere i protocolli delle tecniche di centrifugazione preparativa e potr,1 sperimentare anche
quelle di centrifugazione analitica. Questo capitolo comprende, perciò, una breve mtmdu-
zione sui principi teorici della sedimentazione, una panoramica degli a.,pett1 pratin dcli· u,o
delle centrifughe nei laboratori biochimici, una presentazione schematil.a dell.1 centrifuga
zione preparativa e una descrizione dell'ut1lita delle tecmc.he d1 centrifuga11one per la (arat-
terizza1ione biochimica delle macromolecole. Per facilitare la 1.ompren,ione dei prm1.ipi
fondamentali della centrifuga1ione, viene pre:,entato lo schema generale dei d1,er-,1 rnton e
dei proce:,s1 di :,eparazione.
Spesso il processo di apprendimento degli studenti è ostacolato dalla marn.,mza di un cor
retto collegamento tra le conoscemc teoriche e le apph1.a1iom pratiche. Pt>r ,uperare qul~to
problema, la descnz1one delle tecniche d1 centnfuga11one prepar,1t1va viene ,KLOmpagnata da
un diagrnmma d1 flusso e'>plicativo e dalla dett,1gliata descrmonc dei protol:olh eh trazion,1-
mento sub,ellularc di una specifica preparazione ti-.sutalc Prendendo come c,empio l'i~nla-
mcnto di frazioni di omogenato d1 muscolo ,1.helctrico, ,engono -.p1eg.1t1 1 fondamenti logid
che :,ono alla base dei singoli passaggi preparatl\1. Pollhé i mi:tod1d11-.ol.1mento bJ'>ali -.ull at -
ttUlll(l< l\~llllll lll \M.t
11101 111~11( l l L"I I llll l l,AZll>~i
10,
• qu.mlll lll,l~IOlc e l,1 ùc11,11.\ ,kl l\ll'lll,1 1,11npum· hmlug1,11, 1,11111, p,u l,11t.1111rn1c una
p,1rt111•1l,1 , 1lllllllV( lii 1111 l,llllpo ll'lllflfullu,
• qu,1111<1111,11•1J1
<'<'
111,· e 11 111' -lh111 nI I I r111m1,1 I,-. 1.11110 p111 I,·11t.1mcntl;'" 111110\l· l,1 p.1111,dl.1,
.
= • ' •'
• qu.11111, m,1,rni1lll' r I I I 1r, l, 11111 I ug,1, 1,11111, p111 v,· Io,enwnt,• un,1 p,Hl1<.,·ll.1 ~• d1111rnt,1,
• I., w l1,, 11,\ d i ' l'di1111·nt.11111nc d, 1111.1 d.11.1 p,1rtt,l'll,1 ~ H·w qu.111dn l.1tlrn~u.1 ddl.1 p.n 11,dl.1
1• qudl,1 d,•I 1111•11n M•no 11 11,1h.
11
I e I':" 1,,,•lk hmlng1.lw, , hc " lllU()Vonu ,1llr,1vcr,n un in,uo, "'-o,o. \llllo ,ottopmt, .,
1111,1"''" le111.1 h 111un.1l1•. , 1or ,1unJ tor,.,. , he ~!li,cc 111 d11 l·1111111 llppn,1,1,1ll,1 wù1111rn1.121nnc
,·,_I r 111411.,lc .1ll,1 ,d,,,it:) <ldl.1 pJrt11..dl,1 mohìpli,.11.1 l'l"r il ,ol'l lì, 1l·n11• fr111011Jk. q111 ,1 11h111111
1hpl' l11h- J.ill"' ù11m•mio111 l ' d.1ll,1 101 m.1 dl'll,1p.irt 11.dl.1 b1UIOt(l1,1. l\kntn il ,.1mp1,11ll' ,i mun
v,• wr,n 1I tnnùo del tubo d,1 l l'ntnfug.1, l,1 ,11.11do,11,\ .111111c11t., .1I ,re,u·rc dcli., ÙI\IJn .11,1
1la,1k: ,11 tl'llll'O s1c,,o. li: p,11 ltlclle 111w111r.1110 un.1 rc\l, tcn,,1 fi 11io n.lll' prnpor 11011.111' ,1ll.1 loro
\dudt,\. l ,1 hirl,\ li 111011.ùc cui ~ , olll\po,t,1 un.1 p.11 ti<dl,1d1c " 11111ovl' 111 u n thudo vi,,1ho ~
il prl1clo1t1, tll'll.1 , ,111 vdodt.\ l'l'r il , uc1,ol'lll<ll'lllC h 111t1n,1lt-, e ,1gh,c 111 d11 c111in1· nppn,IJ .11\.i
,cd1mcnt.11ionc.
I >,,ll\•qu.1Li<111c , . 1 per 11 , .ilrnlo ùel l,llllp11 cent nfugo ,1pph, Jto n,uh,1c\'ldentc: che:, qu.1n
d11 w ngono dc~~nttc le condmom pl'r I,, wp.1r.111onc medi.lilli: tl'nlrifu g,11i11ne J1 un.1 p .ir11-
1;dl,1 bìologic,1, devono ""ere fomiti' mlorm.uiom pre,i,,• ,11ll.1 n-hi.. 11.1 <Id r.i111n•, ,ullc: ,h
mt·n,1011.i r.1ùi.i.lì c ~ull.1 <lui .11,1 dcll.i. lcntrifug.1Lt01\l' b~c111i.1l11wntc, IJ H:lO<ll~ d1 ,cù11ncn1.1
, ione chp,·nJc dal ,JJn~,o l l.:lll.J tlugo .ipph...110. G t,m, ), che ~ dl'll·m1111.110 d,1ll.1dist,1111.1 1,1-
di.ùc, r (1.m), ddl,1 p.uti..cll.i J.lll'.1~~e ùi rota11011c e ,fai qu,,ùr.lto <ldl.1 \lfo.it.1 ,1111:11l.1re, "'
(r.1d s '), <lei rnlorl':
(, wr ( I Il
I ,, vdoc1t~ .mgol.1re ml'ùi.1 d1 un corpo rigido d1e ruot.1 mtorm• J 1111 ,111g,1l0 fo"' 111·nc
.\•.:? Prim ipi lo nd11nh·nh\li Jdlo !>Cdimcnhlzione • . ,k lìmt,1,ume 1I r.,pportl, tr.i lo , po\l,1mcnto .111g,,l.ue l' un d1·tt'rnHn,,ttl mll'1,.1l10 d1 t1•mpo.
' . l nt,' 1.1 d1ff1·1~111J tr.i ~t'thllll'llt,11111n.:, ÙòVU\,1 Jll d Un r,1dhlntc, ~oht.u11t:nto.' ,1hhre\'i,ll(1 ,omc l r.1d, r,1pprl·,cnt,1 1'.1011,nlo ,Il ,,ntro J1 un., ,1r
P,111\:,p<"rl<'n •,1-tu1111J1.111.1, n~ull.i (\I<'-' ) mcntù Jdl.1,cl<Ktt:\ J1 ~cd11ncn- \.tllllert:nl,1 Mlltc,o .i un Jl\:O J1 lun~hcz,., p.,n .ti r.t~h) ùdl,1 11r~ontc1~·111.1 Pl11d1c 'Nl0
lll' t •r1è,trd11 981-m~ ,e.m •
1.-11,, dd<,1mp,, ~"" it.irw1 '. " ( 9RI - l lln l',..-111p1ù ,.:mphu.:, Ili.I c,ph.:.,11H,: ,ig- c4ul\'.llg0111, ,12rt r.1d1.in11. un giro dd ro1t1re può H' nirc l')pr.:"" ,omc .!1t r.,d. 1)1 ,nn,l·gm·n-
t.1111111..- lll un <,m1p1' <<'nmtui::o l 11' 11 ' <°'11' ,· it,l·1 1 ql1c,'" ,Cl.'nJ11nn hmt.m1cnll' ,·cr~o
- • I r I JU.\ 'e ... p.lrtll:C l' 11 ,. • . ' ,.. '
!(IUlll,:éllll1l m un '~,_.11\,0'11,J\~'rntc itt il ,,•uh1l1, l.1 ,t'(hmcnt.11i110l' .1,, it•ne molto più , dou··
11 t1md11 per ~1.1, i..,. · ' 1
Il , I' neni 1
, ·1 ~nt. I·· ,trulturc b111kw1..:he mostr-.ino un Jr.1,11<11 .iumcnh> ne ,1 ,c.111 .. •
• •
104 105
· termini di velocità del rotore m giri al
1
ò ssere c~pre~ n
z..i, la. velocit.ì angolare del
rotore pu e 100000
DOMANDA 2000
Per la sed1mentaz1one della frazione microsomal d.1 .
a
un'ultracentrifuga viene fatta funzionare una / 1 u;
; 1.mogenato d1 fegato,
4 10
velocità angolare, a>, in radianti al secondo? e ocu o000 r.p.m. Qual è la 1000 10000
Dlstania radiale Campo cen1nlugo Veloc1ta del rotore
(mml relativo ( 111 (rpm)
Rl\PO~ I~
. w. si calcola utilizzando la seguente equazione:
La velocità angolare, .
Figura 3.1 Nomogr.unma per la de1em11na1ione del campo ccntrifu I
2,rrev mm ' un dato raggio del rotore. Le Ire colonne rJpprl.'sentano la dt~lanu ra3~:1~e(J11,ol pler, una d.11a Hfu·louta e t'cr
X g' J •ml tà d I ( ) p I ' mm , 3aI ona ccnln ga relativa
w== - ( , e ,1 ... oca . e rotort r.p.m... er.a .;omer\lonc tra la foru ~entnlu a r I l •
60 della centnfuga
•d d m r.p.m. ò
a differenti raggi, tracciare un,1 hnea re.tta che unisrga e 1 t\'a e advcdloutad
· d I a11•· , i,aonnoll t ueu1onnc 1dl asseti
vaIor< est erato pu qum I essere etto mt.ersez1one Jclla linea rclt.t wn I.i tcrz., culo 3
w == 2 x 3. 14 16 x 40 000/60 = 4188_8 rad s 1 (Per gcnllle contesMonc della &ckman Couhcr ) "" ·
B!Ol ftJMll A I BJOL()(,lA MULHOl,\JU
l I llTRlfl,uAZJO);I
107
ton
<li rotazione al menisco del liquido, Pp è la densità della particella, p.,, e la demit.i del mt'uo e w
è la veloc1t.1 angolare del rotore.
I ,1 ,11•111 3 •fugo relativo La velodta di '>Cdimentazione di una partICella b1olog1Ca può essere espressa anche come
Calcolo del campo centn . . ,J tubo da centrifuga cocllicu:ntc dt ~cilimcntazionc (s):
in l1"hl ..
m1n1m0 , , _ .- - . la la figura 3.2a
IIOM-'"11A . ieJc un rJgg10 , d1 7.0 cm, :,1 Ht . •
Un rohir~ .id angolo 11,so p<m 5
ul 1,,ndo del tuli<. ad angolo fj~,o e illustra la s= (3.7)
· Jss1mo, r.,.., d1un rotore I · l tJ r
di 3 e; lm e un raggio 01 • e trJ,1'tr..a1t . tto funiionarc a una ve OlltJ
.. h J della se71l'n e i iene 1,1 I I b d
lhe riporta uno s, cm mw ~ il rotor ) li dtu: c\trermtJ te tu o J
mn1111oe mòliS I (RG a e Poicht la vdocita d1 sedimt"nta11one per unità d1 campo centrifugo puo essere determinata
poS1z1onc dd raggio I ntnlugo f( a1110
d1 20 000 r p.m., qual t 11 cJmpo le J temperJture diverse e m presenza di meu.1 diversi, 1v.ilon sperimentali dei coefficienti di se-
centrifuga! dimenta,ionc vengono corretti per una costante d1 sed1mentaz1one teoncamente nfenta .i).
do J'equa11onc; l'acqua a 20 °C. ottenendo 11 valore SJ0 11 • I cot'flicienti di sedimentaz10ne delle macromolecole
1uwo\ r \ ò -ere ,alwlJtO ull1,uan biologiche sono relativamentt" piccoli e vengono solit.1mente espressi come umt.t Svcdht"rg, S
Il campo ,cntnlugll rdJt1H> pu e,
( par. 3.5 ). Una unità Svedberg corrisponde a 1O s.
RLI _ 1.11 x 10 • r.p.m.'r
In cima al tubo da lentnfu~: 3.3 Tipi, manutenzione e aspetti di sicurezza delle centrifughe
RCF = l.12 x 10 :. (20000) x 3.S=IS680'1
3.3.1 Tipi d, centrifuga
Sul fondo dd tubo dJ <cntnfuga:
RCF- 1.12 x 1o•x (20000)lx 7.0=31360g . . . Le tecmche centrifugative rivestono un ruolo centrale nei moderni studi d1 b1och1mica e di
fisso il campo centnfugo m erma biologia cellulare e molecolare. A_seconda delle part1colm applicazioni, le centnfughe d1ffcri-
h ·on un rotore ad angoIO ' •
Quc~m calcolo mostra e e,' fi . re aquello sul fondo, m questo caso <.eono nel loro disegno generale e nelle dimensiom; tuttavia, sono tutte caratterizzate da un
.il tubo da centri tuga è com1dcre1olmente meno motore centrale che fa ruotare un rotore contenente I camp1om che devono eççere ç,•parat1 Le
.ippros~imativamcnte di un fattore due. paruceUe d1 interesse b1ochUDico sono generalmente sospese in un sistema tampone liqwdo,
contenuto in appositi tubi, o camere di separazione, che vengono posizionati in spec1fili roto-
ri. li mezzo biologico viene scelto 111 funzione della specifica applicazione centnfugatil·a, e
In una ~ospens1one d1 parucdle biologiche, la veloc1ta di scdimentazi~ne dipende non ~olo
può essere considerevolmente diverso a seconda che questa sia di tipo preparativo o analitico.
dal campo ,entri fugo applicato, ma anche d.illa natura della parucella, cioè dalla su~ densità e
Come sarà de~critto 111 dettaglio, allo scopo di preservare le funLioni biologiche, occorre valu-
dal suo raggio, e dalla 115cos1w del mezzo che la ~i~conda. La legge dr Stokes descrive queste
tare accuratamente le condmom ottimali d1 pH, concentrazione !>alina, pre~enza d1 cofattori
relazioni per la sedimenLUione di una part11:cll.i. ngida sfenca;
stabiliZZJnti e ingredienti protettivi, come 111ib1tori di proteasi. Le differeme piu ev1dent1 tra i
modelli di centnfuga sono:
(3.5)
• velocità massima alla quale sono sottoposti I campioni b1olog1C1;
• presenza o assenza di vuoto;
dove v è la \docit.i d1 Sèdimcntmone JdlJ sfm, 2/9 è la costante di forma per una sfera, r è il
• poss1bihta di refrigerazione, o regolazione della temperatura, durante la centrifuguione;
raggio della particell.1, Pr e I.i densita della part1CeUa, p. è la demità del mezzo, g è il campo
grJHt,monale e r, è la vi~osit.i del mezzo. • volume massimo dei campioni e capac11a dei s111goh tubi della centnfuga.
Una miscela d1 particelle b1ologiche, mnu forma approssimativamente sferica, possono In commercio sono disporubili numerosi t1p1 d1 centrifuga, tra 1quali:
quindi eççerc separare in un campo centrifugo sulla ba.se della loro densità e/o della loro for· • centnfughe preparative d1 grande capacita e bassa velocità;
mc1. li tempo di sedimentazione (m secondi) per una particella sfenca è:
• centrifughe preparative refrigerate ad alta velocità;
9
t- l'J x In r~ • ultracentnfughe analit1i:he;
2 w r ~ Cp, /Jml r, (3.61
ultracentrifughe prcparaliw;
dove I e 11 tempo d1 sedimentazione, 'I è la viscosita d 1 • centrifughe per u~o d111ico su larga scala;
'P
la distanu radiale dal centro d1 rotazione H do e mezzo, e il raggio della particella,,~ è • microi:cntrìfughc su piccola scala per labor,llorio.
a on del tubo, r, è la distanza radiale dal centro
BIOOII\IIC.' E ali llD<..l, \IOllCOLUI
ll1' 1RlfUGA7101'E
109
che richiedono notevole
de\'O1u me'
10s . odelli di gran . onati centralmente in ap. ia tubi da centrifuga, ma un continuo flU\so di terreno. Quando il terreno entra nel rotore in
tcun1 rn . nere pos1z1 . I b
. d. bioshirn1ca, a . ngono 10 ge di· ,cntnlughe l ,l anrn dì 01ov1mento, le particelle biologiche vengono sedimentate contro la ,uperfaic del rotore,
, d. umcnll I more, ,e . iluppo
:s;e1 ipar olto .:alore e ru . Tutta,·1a, 1o s, . 1 centrifughe, ha permesso la mentre l'eccesso d1 liquido viene nmosso attraverso un'u\cita apposita.
,paLio e generan'.1 m. all pparecch1a1ure. me pure d1 u tra L' ultracentrifuga1ione ha notevolmente migliorato l'analisi biochimica dettagliata d1
.. I . li de!>t1nat1 e a . . him1che, co . .
po,iu osa .· . er applicazioni biOC boratori di ncer~a. lzzano durante le esercitaz10- strutture subcellulari e di biomolecole bolate. I:ultracentnfugaz1one preparativa puo c~erl'
1
pi.:cola capda~qll:!,i modelh nei singoh1·astudenll un1versitan Udllfil1n1te per il piccolo volum _e d1 effettuata con campi centrifughi fino a 600 000 g.Allo scor.o di evitare il ris,aldamento ecle, ·
d1ftu~1one 1 . Jj che g 1 h (cosi e sivo del rotore, provocato dalla resistenza fr121on,1le tra ti rotore in movimento e l'aria, la ,a.
I pnnc1pali tipi dlcenu udga, o le microcentrifug_fue he preparauve d1 grande capacità, le
. b e compren on .n le centri g •fu h mera del rotore viene sigillata, per fare il vuoto al mo lllterno,c refrigerata. A ,e.:ondJ del mo•
ni pratiche d1 3' ' Iubi E pcndou,, . _ ultracento g e. ..
·on• ,entnfug.ito in p d .11, ,·elootà e le . modelh e vengono utiltllate, dello, dell'usura e delle cond121001 dell'ultracentrifuga, 1I raffreddamento alla temperatura de-
campi • fr" eratea "'~ bl n van siderata a regime, e la generazione di un vuoto stabile, può nch1ederc tempi anthe com1derc:-
~11tnfughe preparative re idg b ,o sono disponi 11 I I b1'ologico (come cellule email-
~- •fu he a an . d. materia e f voli. Per evitare ritardi durante le procedure biochimiche che prevedono l'ultracc:ntnfuga110•
Le scmphci ccntn g ghere . . ole quantità 1 . . ocentrifughe non re rigerate
p1cc . tel0 k m1cr . ne, i sistemi di raffreddamento e per la generazione del vuoto dovrebbero essere mc,,i in fun •
Principalmente, per racco . dei campiOlll pro ' . rocentnfughe refrigerate sono
. ,. d naturaz1onc derne mie . zione almeno un'ora pnm,1 della centrifugazione. D'altra parte, le moderne ultrJcentrifughc
che) . .Per evitare "' e . ere fredde, Le mo . . - standard, per la sed1menta-
·1 nate in cam . d1dimension1 . . po,sono essere messe in funzione anche in assenza di vuoto stabile, effettuando l'elimin.11io-
vengono_ spesso uu i 11 ·ar• tubi d1 p_la~uca, , nire campi centrifughi fino a
· per a oggi ' . h ossono 1or ne dell'aria dalla camera del rotore durante la fase miz.J.ale di.acceler.1Z1one.
do_ tate d1 adattaton O5 e 1; cm_· PotC e P . . rappresentano uno strumento
zione di. voIumi· compresi tra . · . b.10· logio neU'arco di m1nut1, Per ragioni di Sicurezza, in particolare per prevenire danm all'utilizzatore m ca:;o di movi-
d mentano campioni . odi b ochimic1. . menti incontrollatt del rotore o di vibrazioni pericolose, la centrifuga è ra"hm,a tr,1 pe,anti
IO 000 g e se t . d !>abile in numerosi met . I concentrare camp.iom protetcL
d separazione m ispen . e utihuate per piastre blindate. Una centrifugazione non può essere iniziata senza la corretta th1u~ura ddla
1. ifugbe n1K<nno, inoltre, esser da una colonna cromatogra-
Lc m1crocentr r-· ione proteico, e1u110 . qimera del rotore. Per prevenire dannose vanaz1001 della temperatura della camera, v1bra1io-
Per esempio, e I' levata diluizione d1 un camp •
bi ma per le ana11s1 su ccessive Una soluzione
. può essere ni eccessive o l'utihno del rotore a velocità superiore a quella massima consentit.l, i moddh th
ti1ca, puO. spe>SO rappresentare un proediantc e apposite . uru··, "'
di filtrazione abbmate a. provette
. . ~ltracentnfughe più recenti sono dotatt di sofist1cat1 s1stcm1 d1 regolazmne dcll,1 tempcratura,
e-,entata dall'ultrafiluazione, m ., . •n base alla proteina d1 interesse, a1 di alben moton fle,,1b1h e d1 un d1,pos1uvo d1 controllo della ,doc1w ma,,1ma. Sebbene un
rappr , b~ forza centruuga, 1 . . . il
di plastica, in ~i~ocentn,uga a ·o molec.olm dei filtn utilizzati, m pocru mmull cam- lieve sbilanciamento del rotore possa essere assorbito nelle ultracentrifughe di recente costru-
t.imponi biologia uuhuall e al tagli l z1one, uno sbilanciamento maggiore dei tubi provoca lo )pegmmento automatko della cen-
P ione può ~re concentra
IO da 10 a20 vo te.
d . . d·mem1oni sviluppano campi centri u I
· ·e gh" trifuga, in particolare nei modelli con roton a bracci oscillantt.
. h 11· ·e da banco I magg1on I d
• Le cenmfug e prepara ' .. con diversi ttpt di contenitori. A secon a Va considerato che, per I numerosi mtem1 d1 ~1curez1a d1 cm \Oml dotate, le ultra,cntnfu ·
. . d. 3000 .7000 ne po~sono mere ull1izu1e .
rnass1m1 1 . " .. . , . alloggiato un considerevole numero d1 provette ghe moderne sono macchme robuste che toller,mo, entro una certa mi,ur.1, un U\O improprio
del tipo di adattatori d1spomb1h, puo ~emre . d ELISA Que~ta ca- da parte d1 operaton mesperu (in proposito, M vedano anche I par. 33.3 e 3.3. t
t. :a da 5 a 250 cm, d1 volume, o d1 p1a~tre da 96 pozzetti per osagg1 .
m:!::s:~c; confemce alle $Cmplid, e rtlati'ltmente poco costose, centrifughe da banco un Contrariamente alle ultracentrifughe prep.uauve, le ultr,tcentrifughe ,1nah11che contc:ngu•
no un rotore compatto che, nei modelh pm semplici, mclude una cella anahllla e un.1 d1 bilan-
~~olo centrale in numerosi s.aggibiochimic~ in p,uticolare quelli che_ richiedono ti procc:ssa-
mento rapido di molti campioni, e per i quali è fondamentale la rapida ed efficiente separa- Qamento. Durante lo svolgimento della centrifugazione:, un ,1,tem.1 ottico rende pos1,ih1le
l'osservazione del materiale c.he J,ta seduncntando. Dur.mte l,1 lCntnfuga,ione._le vanMiom
zione d1 precipitati gieai e cellule integre. . ..
della concentrazione nel campione b1ologico po,sono e,serc determinate in umtinuo mc:•
Le centnfughe refrigerate ad alta e ad alt1!>S1ma velocità wno assolutamente md1spe~sab~1
diante un 1,istema ad assorbimento di lule, un ,b1t·m:i di '-<hheren u un sistema mtcrfcromr
per la sediment.ll1one d1 precipitati prote1c1, d1 gro~i organuli intatti e di detriti cellulan dm·
trico d1 R,1yli:1gh. Questi ult1m1 nle\ano le ,aria11om dcli mùKe d1 rifr.11iom· della ,olu,innc:
, anti dall'omogeneizuzione di tNuti e m1cro1ganwni. Come \Ì vcdra nel paragrafo 3.4, per
causate dai cambiamenti di wncentr,monc, e po,\onu quindi e,,cre impiq:,lli per Il' .111,1lt\1
la ~parazione di gran parte degh clementi cellulan,condotta prima dell'ultracentrifugazionc
dcll'equilibno cli scdiment.lZionc. Quc,ta ,.iratteri\tKa rende l'ultraccntnfugJ1ionc an.lhll<a
preparauva, s1 ncorrc a questo tipo di centrifuga, in grado di operare con campi centrifughi
uno ,trumento relativamente .iccur.ito per determinare I.i m,1,,a molnol,ue di un.1 ma<10•
fino a circa 100 000 g. lalt forze ccntnfughe non sono sufficienti per sedimentare le piu picco·
molccol.i 1~ol.lta. Es\J può, inoltre, fornire mforma1,oni cru<iali \Ulle p111prietà ttmlodmam1
le ve5cicole micro~m~h o i ribo~mt, IN possono ~e impieg.ite per la separazione difk
che d1 una proteina o d1 altre: gro,!>C b1omolc,ole.
renziale d~ nude1, mrtocondn o clo~oplas11. Qu~te centrifughe po~mo anche e~\ere utilizza·
te per sedimentare aggregali prote1c1 d1 grandi dimensioni, come l'app.nalo contrattile rili·
~c1ato dalle fibre mmcoun mcduntc om,-n--...
•
aomulc:colc d1 OIIOSI04 C: actuu aggregate tn fiumcnt '• _
-D" -10ne, co~1ttu1lu prrvalcntcmcntc ua ma·
r • ) •
.1
uò
' J.J.2 Tipi di rotore
·r. uuliu~t.i anche con•· ~,.,1.1:1 n..... 1. ._.. cmtn1ug.t11une ad alta ve 0~1ta r Pn tllu~tr.1rc le: dìffcrcn,e ncgh s~hemi co,trut11~ 1tra rotori ad angolo fa~o. roton ad allog
es>t: e ......"'41.laa.llllWOCOlltJnuo
000 rotori 10nal1, per rauog 1ere c ·
1· d
Jule d1 hev1tu o b.itten <h grOSSJ volumi d gi,1mcnto ,crlt<Ull· e wtort a hra,<I oscillanti, ndl.1 figura J.2 vtt'lll' mn,trata l.1 S('1111ne trJ
i ttrrnioeohur.Je. QuC\ta tecnica quindi non uula·
tlllll III MII \ I tllOllX.I ... '101 r
(b)
- Campo centrifugo
mente differenti, per e\emp1O nuclei, mitocondri e microsomi. Inoltre, ,.ono ~omunemente
impiegati per la separazione delle particelle mediante formazione d1 bande nella 1.1:ntnlug.t
11one 1,op1cruca. Con questo metodo, la centnfugaz1one viene contmuata fino ;1 che le p.irh-
celle biologiche hanno raggiunto nel gradiente I.i loro po\111onc i,opirni,;;,11 ,;;hc cormponde
alla posmone nella quale la velocit.1 d1 sed1mentaz1one è zero, m quanto la dens1tJ delle parti-
celle biologiche è uguale a quella del meno che le arcond.i. In quest.i class.: d1 rotori, 1tubi da
centnfuga vengono mantenuti a un angolo di mclina71one fisso compreso tra 1-t e -10° rispetto
all'asse verucale. Poiché il campo centrifugo viene esercitato a un determin.ito angolo, le par•
tlcellc s1 muovono radialmente verso l'esterno e devono percorrere solo un.i breve di,1a111a
per raggiungere la loro posizione 1sop1C111ca m un gradiente, se si uulizza una tecnH.a m 1so-
densllà, oppure prima di andare a collidere contro la parete C\terna del tubo da centri tuga, ,e
~del rotore si utilizza un metodo per centrifugazione differenziale.
campo centrifugo I roton verticali (Fig. 3.2b) possono essere classifìcall m roton verticali ven e propri e in
~-
(cl roton quasi-verticali. Nei roton verticah, 1 tubi da centrifuga sigillati sono mantenuti paralleli
,.ill'asse d1 rotazione e sono trattenuti nelle cavità del rotore da viu, guarniziom speoah o tap-
~
pi. Poiché i campioni non vengono separati lungo l'.isse vert1c.ile del tubo da centrifuga, ma
lungo il diametro, ù tempo necessario per I.i separazione 1sopi1.mca è con~1derevolmente 1111-
. -, :'. ·:=- nore, se confrontato con quello necessario con i rotori a braco oscillanti. A d1ffercnu d1 quelh
ad angolo fisso. i rotori quasi-verticali presentano un angolo d1 indmaz10ne- dei tubi ridotto
(c1rCJ. 7- 10° rispetto all'asse verticale) e utili:z.uno tubi a Lhiusura rapida. li mmore angolo d1
inclinazione consente tempi d1 separazione molto mfenori rispetto a1 roton ad angolo fisw. I
rt. ,i ~-1"!; rotori quasi-verticali sono indicati per centrifugazione su gradiente d1 componenti hiolog1u
Il che non si separano convementemente mediante gradienti trad1l.ion:ih.
In un rotore a bracu oscillanti (Fig. 3.2c), i bracci vengono fi,sati mediante app(Nte cer-
niere o barre. In questi modelli il caricamento viene effettuato m po,11ione ,ert11:ale- e, duran-
Asse del rotore
te la fase d1 acceler.iz1onc m1ziale, i bracci del rotore ~i di~pongono onnont.1lmente.
Fagur.i 3.2 S<hcma dc, trr pnnopah 11p1d1 rotori ut1lizu11 nelle ireniche centnfugauve comunemente U: La separazione delle particelle nei tre pnnc1pah tipi di roton è illustrai.i nella figura 3.3, ~he
pieg.lli: m ,.impo h10,h1m1co. \cngono mo,tule le ~,1om tuwcr..ah d1 (a) un rotore ad angolo fis-.o, schematina il monmento dei campioni biologici durante la fa,e im1ialc d1 ac1.elera7111 ne-, la
un rotore a 1uh1 vcrllcJlt, (cl un rotore a brac,1 osC1llan11. Ln quuto ttpo J1 rotore è r,tppre~enwto d.db fase prmcipale di separa11one della centnfuga11onc, la <le..:elcr.i,ione- e, mtìnc, durante la ral•
dJ"< dei roton q11.1s1 Hrllcalt
colta delle p.irticelle sep.iratc all'arre,to del rotore. '\Jcl ~a,o dcli.i centntuga110ne Mlpt~m"a tn
un rotore ad angolo fo,o. 1 tuh1 da centrifuga vengono riempiti dd1latamente lllll un .ippro
pnato gr.idtente. li 1.amp1one, iene, qu111d1, lario;;ato lOn c.mtela al d1 ,opra d1 que~ta soluz10-
BtO<JIIMll, I ~IOUX,IA MOl.l(.Ol>.lJ
, I ~ I RIFV<,fdlONE
112
cent11fù1JO tore vertiLale (hg. 3. lbJ. Sebbene in que,to tipo d1 rotori 11 tempo dt cor~ \Cnga nd,mo. e
(1) c,111po " poss.ino essere ,tlloggtalt un numero elevato dt tubi, I.i molu11onc delle bande separate du•
rantl' la LCntrifug.i21one 11op1cnic.i è minore mpetto a quella ottenut.i nei rotori a bracu o,L1l-
lantt. Infatti, t rotori a bracci 0~1llantt, che po,~ono e,~ere util11 ,au con una maggiore v.1rid.1
d1 gradienti con diverse: pendente, sono I roton d1 elc11one quando e rkh1e,ta la ma,s1m.1 ri
wlu11onc delle bande (F1g. 3 3c), come negli \tud1 ,onah d1 velocit.ì, ba'>.111 \ulla ,cpara110ne
d1 particelle b1olog1che in funttone del coefficiente dt sed1mentaz1one
Tessuto muscolare
Omogeneizzazione 0mogenato d1 tessuto
~
J Omogeneizzaz,one
sibile isolare proteme d1 grandi dimeimom mtatte, come la d1strofina (427 kDa ), 11 recettore
per la nanodina ( 565 kDa), la nebulina (800 kDa) e il polipeptide pm lungo finora con0'>ltUto
chiamato tttma (2200 kDa).
CJ
1om,na10000 11 Le miscele d1 m1b11on delle proteasi dl\pomb1h m commeruo, po,siedono solitamente
un'ampia specifietta, essendo m grado d1 mib1re le proteasi uste1111che, sermiche, le asp,trtato
/ Nucle,' frammenti cellulari
Surn1tante proteasi, le metallo proteasi e le ammmopep11das1. Vengono usate a concentrazioni mKrn•
molari e sono piu efficaci quando vengono aggiunte a, mtemi tampone appena pnma del
1om,n110000~
processo di omogene1uaz1one del tes5uto. A seconda dell'emivita dei smgoli imbitori ddle
Apparato contre!,le ~ proteasi, della durata del protocollo d1 fra1ionamento subcellulart· e della quantltJ di en11m1
_-,-_7 _ Su~rnatante
Centrifugazione
differenziale
endogeni presenti nelle singole frazioni, e frequentemente netes,,uio aggmngere aliquote
fresche d 1imbuon delle proteasi alle sospensioni tmutah.
- r """'i'io mina 20000 11
Sono moltre d1,pomb1h ku d1 mib1ton delle proteasi per la formul,wone d1 miscele pcNi-
nahzzate; questi kit possono contenere ,o.,tanze diverse, come: inibitore della trip,ma, I 6-1,
lft>,. M,tocondn
~ Surnatante amminoetilbenzensulfoml fluoruro, ant1pa111a, aprotmma, benzam1dma, bestatina, lh1mo,ta-
tina, acido c-amminocapronico, N-etilmale1m1dc, leupeptina, fo,for,1midon e pepstatma I
60,,m,nalOO~ chelanll degli ioni d1valen11 piu comunemente usati per imb1re gh cn11m1 degradanti, tome le
metalloproteasi, ,ono l'EDTA-aetdo et1lendiammmotetratet1<0 -e l'l::GTA- aodo etikngh-
- col-b1s (2 amminoculetere)tetracetiLo.
C,tosol
Gradiente d, dens,11 d1 saccaros,o - - M,crosom,
110-60%1
Membrane superf,c,ah 3.4.4 Fmzionamento subcellulare
Tllad, Centrifugazione
~,·
trin1111cnt1 lellulan; 10 m1n ,tare una franonc arr he Per nmuo~cn· da e. prcpar.iz1on1 d1
ti J ~o 000 1/, per IJT prc<tp
• on1 m,,ro\O
m1ah e cito,ohl
S50no c~,c
•re uuhnatt lavaggi con ,olu11on1 a
bf . . .
€9 .,,
a " l'JrJr< k fra/I na re, 1Jue, po ltenormcnte le rn raz1on1 m1cro~ ~ ij I
rmemhr,ma le moIc,nle di m10,1 I Quindi. per ,e
parare u f
11haata la lentn uga11one in gr1
. + loct,na WGA punftc1t:-
ne sa 1na \ ene u •
nwdcr,11,1 con,entr,iLtO t,rJnC musw1an, 1
J1cntc: J1,Jlc,H 0,10 I• 0 uno a brJ•l I o,d Jn i./J Jella nu·mhr,ma ,upcdiciale I• Vesc,cole d, ~
G I
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,re \cr11,a " , ·onc grez •• sarcolemma <SU
t 1,.1ndn un 101< ere ,ci•JrJtC lJ 1rd11
1
J Jdk Lt,tcrnc 1crm111al1. I e bande agglut,na1e • • , f
mente e1c,J •
IJ po>'ono e"
d tuhuh Jong1tu n
di Jh e k ,c,dlll1e 11
d nem irJn
c,,cre !CLU
pcratc 11 muovcndolc manualmtntc i+ O 01% TrtlOn X 100
tr1J i, i I li• J1\tr,e frJ11oni po\,011 O cli i In ,ilterna11v,1, nel ca,o c.11 grad1enr1 Vasc,cole d; aarcolemma <SL) ~ - ... ,
lorn,pom enti J • rte ,upa1orc mcJ1Jntc unJ P1P r• le H'\Ulolc l II mcmM,lll,I , po\\ono agglutinate• solub11tn1 te ~-- 1
con cautdJ J ,i Il,i PJ Il0 11,mc trJ 1O <'1 I , _., ✓
ibih O J 1 bande ml, , tt•nuto ao111ungendo un 1qu1c.lo a dcn.,.
rdJt 1vJrncntc ,n,I · ,r,o I J1111 o , "''
, nicJiJntè ,p1JaJrncnh1'" , 1 do Jd tuho JJ lCntnfug,1 med1.inte un 2m1n11~
c,,crc nmo\\t ,iltC' ud1 11n
• oppure pn,,onu r:,,ert rac• tuho d.1 centrifuga viene forato e le fra-
1.1 m.i~i1lr"
.,1itor<'Jutom,111cod1 lrJm,m
In que-to LJ,o 11
t,'o rer rauogherc le lraL10111 m gradienti
Vnclcole d, SL agglulln1te I, ,!
rJe, 0 ,,
/Ioni ,cn11ono rJlltilk prr gr.1
, , itJ lfn altro mc l u
, fu,..
.
Jono J\Crlo congelato. Que~te ultime
++02MNAG S #
3
" I tubli uJ Len1n " • Ve1C1COle d SL d•agglullnate
,n,tJhih con,l\tc nd ,wonarC' i . Jd tulxi da centrifuga, sono comunemente
due tcc111Lhe, lhe ,omport.1no lJ d,,truzwnc
~ • 1 5 0 0 0 0 (1
u,.itc nei IJborJ!llfl di mma om di \~cicole di membrane, un fenomeno me-
I
1.1 u1ntJmin,111onc lflKIJtJ Jdlc P''r<> m L ·cllularc ~ dovuto all'impossibilità di con-
Surnatante S.rcolemma molto amcch,to
I J J 1fraz1on.1mento ,ulJ\. •
, 1tJb1lc durante a proce ur.i d Jl\er i tipi di ,truttura che si possono ongmare dal-
. J ' Jlamentc la form.lllonc Cl ) • •
troli,m J egu , onedd t~suto. Pomoni d1 membrana, ongmariamen- lbl
)J mcmhrJnJ durJntc I oml1grnc1a.1z1 I 1· . Proteine totalt marker per SL marker per la frazione non SL
. I I ne )ubcdlulare, possono formare una mo tep 1c1ta di
te dcm anll dJIIJ ,tc,\J o,a ,uuio .
. - -1·ole con orientamento corretto (ngltt-s1de-011t), vesocole
. . ~ 600
,trutture dr 1krcnll, coinprt,c h,l e . .
◄ ◄
o 400 i-
fOW\llJIC ( 11151</ t'•(lll Il, o, 1ruttur•, o•igillate• vesocole aperte (/eaky). e/o ~trat1 d1 membrane. ic:::::!
• • , ?
Inoltre, le W)mole piu pillole' po~ono essere intrappolate in vescicole ptu gr~nd1. D1fferent1 ii
~
.. - ◄ ◄
,istcm• di membrane ptis,ono aggregare m modo non specifico, legare oppure mtrappolare al !
100
loro interno qu.111111.1 devJte d1 proteine solub1h. 01 con~eguenza, qualora sia necessario otte- o
-
~
nere prcpJr.1110111 di membrane a de,·ato grado d1 purezza, per studi ptu sofisticati di biologia o
E
o b111Lh1m1LJ cellulJre, è nccmano ricorrere alla punficaztone per affinità.
li d1agrammJ d1 flus,o e lo ,chcma dell'unmunoblottmg, mostrati nella figura 3.6, 1Umtra· ..
o
o.
30
-
-
no I p11nL1p1 prcpJrJllvi e analitici d1 questo approccio b1och1m1co. Le moderne tecniche pre· 2 3 2 3 2 3
pJrJll\e d1 affimtJ, che uuhzzano passaggi d1 centnfugaz1one, possono essere eseguite usando GeVblot cors,a 1 Estratto d, membrane superficiali
\ari hgJnd1 ,him1C1 o biologici Nel caso della purificazione per immunoaffinità, vengono Gel/blot corsia 2. Frazione non legata alla lecuna
usati ,mt1corp1 per legare m modo specifico 1rispett1VJ ant1gem. Gel/blot corsia 3 Sarcolemma allamente purificato
3.4.5 Purifìcazio11e per affi111ta di vescicole di membrana figura 3.6 5cpauLione per affimtJ mediante cen1r1fugaz1one d1 ve)cacole d1 membrana d1 m~olo -.chele
tnco aggluunato con una le,una. ln (al e prc~entata la \Cquenu dei pa\s.1gg1 preparat,~1per la punfi,.,Zto
ne delle ,escJCoie d1 sarcolemma a elevato grado d1 pureua (SL); m (h) viene mo,trata ,~hcma11c.1mentc
Nella figura 3.6a viene mostrato un met0do moto I diffuso
• di ,1gglutmaLtonc mediante In· l'anahs1 per 1mmunoblotting Je1 campioni ottenuti ,on questa procedura d1 fra11onamento. li nfenmenlo
11m, proteine frequentemente d1 ongme ve tal h • t per SL è la dl\trofina a\\ocaata alla superficae (427 kDa), mentre 11 ntenmento per le tra.11om non '>L t la ,u
ture ch1m1Che formate da e b d li ge e e e SI legano fortemente a specifiche stru · bumtJ a ,_ del rece!lorr della d11drop1ridina (170 kDa).
ar 01 rati mo11vo il al · ole NAC,, N-aceulglucosammina; WGA, aggluumna da germe d1 grano; SN, \Urnatantc
d1 sarcolemma s, utilizza la lcct · tfi per qu e per la purificazione delle vescic
ina pur cata da germe di grano (WGA, Wheat Germ Aggluti·
J!Cl< lii~ I ~ I i lllOGIA MOl.tUll.ARI
0!>."TIUFUGA7101S[
122 12}
., r parte <lei u~1 1I pia
ne neIlJ mae,o010 (al
ll'omogencJZJJIIO ' he ncrcio espongono 1 C,tosol
11111) u111,1,tc nd tatto lhl", in ~<'~u,to a mt nlll lorretto,' r . Membrana
k lon oricnIJ spes,o rowsc1.1te e, esterna
,111.llcmma d1 mu\Colo torma ,e\ltlO b h trJ\\cr,1 sonO
l,trbo1Jra11. Al contrario, le ,c,ltcoI·e JemJtc dai IU 1u,1ne dcnvJnll . · dJ )l'ibbondante
• .
ret1eolo
qu111J1, non c,pongono I loro lJr 01 rJb d II lcglllOP"' t
lx d 1II mono,l1u1e J qucs d , 1opirt1LOlarcge
'
MAO
,.1rcoplasm.i1tco non rnn1cngono rcg10111 di ,ar li 1' • , 100 agglutinJtc dall.i lcctma da
ncrl· d1 lectma Qu111d1, ,olo le ,e.-..:1coIe dI \Jrs11km111Jb'cngt ·
trJ\\Cf)I mediante lCnt n fugaz10
arJl<l d.i1 Ili liI1
germe d, gr.ino, e l'aggrcg,110 pllO es~re ~p
ne per 2 m111u11 a I5 000 q b e ,llperfiuah Jgglutinate rivela Membrana
delle mcm r.1n
1·os\cn·a11one al mllro,cop10 eIe11ronico clc11rondcme Per nrnuo interna
I d I ma h,cc lOll 111•1u,1 0111
J,1 prcsrn,a d1 grandi vc,uco e 1 \.!reo cm dJI rdtlolo s.1rcopla,malllO, le vescicole Mat11ce m,tocondriale
vere quesll contJmmanll ve,ucolari, che demJno on 10111,o Tnton X I00 a bas
te con 11 detergcn Ie 11
superfìc1alt 1mmob1l1na1e ,engono lrJIIJ J, solubiliuare le protemc integrali <li
,a conce111raz1one. Qlll"Sta procedura non è in gr,,dO . d1•arcolemma che permetto- tbl
1
mcm b rJna, ma cau,a IJ 1,orma11one dI aperture nelle \C)lllO d de ' 001 molto inferiori Le
no il nlasc10 delle \CScirnlc del rettcolo \Jr~opla,malllO, 1 ,men>I . d ·
,esC1cole dt sarcolemma .igglllltnalc ,engono qumd1 '
cpar.1te dai contammant1 me tante
d Il
scntnfugaz1one a ba,so numao d1 g. Per nmuo,cre la I·es 11111' a e vc~c1co e pun11ca e, 1
camp1one viene incubato lOn lo 7UlChero N-alell IgIUlos.:immma •che compete con le ghco-
protemc d1 superficie per 11 legame con IJ IecllnJ stc~\J. Le vescicole d1 ~arcolemma
I " t ·1
. a elevato
.
M1tocond11
intatti R1gonf1amento Miseela d,
contrazione
sonicaz1one
r ~
vescicole
o~
~ po
.,., ij
Gradiente d, densità d1 saccarosio (30-70%1
~
IW!!!IOi
Membrane esterne
Regioni d1 contatto
Membrane interne
gr,1do di purena vengono raccolte come pellet mediante un passaggio finale d1 ccntnfuga-
z1011e per 20 mmu11 a 150 000 g .
Un metodo .1nalt11Co, prallco e veloce, per venfi....-ire la numta d1 questa procedura dt fra-
11onamcnto subcellulare, è 1'11nmunoblott1ng con un d1spos1t1vo per mini-elettroforesi. La fi- (cl
gura 3.6b mos1ra uno slhema delle bande protetChe 1otah e di queUe riconosciute come anlt- MAO GT SDH
gcne specifico, rnrmpondrnte a membrane d1 superficie prima della punfica21one, della fra-
11one lhe non si lega alla led ma e della frazione ah.tmcnte punfìcata di s.ircolemrna. La sepa-
ra11one d1 entrambi I t1pi di membrana può e~rc monitorata ulllizzando anticorpi contro 1
manaton det tubuh trawcrs1 e del sarcolemma, come la subumtà a ,s del recettore della dii-
70
60 • • .... •.... ..
..
...•·..
.. 1O
08 ..-
UD
- e
ci 2
dropmdma (170 kDa ), per i tubuli trasversi, e la d1s1rofina (427 kDa), per il sarcolemma. ..
o 50
oe i~
o
~-=
Quc~to metodo anahlllo è particolarmente uttle per la carallenzzaz1one delle vescicole d1
membrana, quando non sono d1spo01bili si~tem1 sempho e veloci per dosare l'attività degli
cn,imi d1 nfenmento.
:.u
.,e,
<J)
~
40
• D
o,!!a.
- .
>-
;;e
D_urante la separa11one delle membrane mitosondnah, la d1stnbuzione all'interno dei 30 02"=
grad1cnt1
. dt dens1IJ della membrana mterna• delle zone d,· contatto edeIl a mem brana ester-
nJ viene dctermmata an,1ltnando la d1m1bu11one delle allivit,.. en11ma · t 1che, pmttosto che
20 o
,. .
I 1mmunoblot1mg. I dosaggi d1 legame o enz1mat1c1 rappresent ..--
. ano I metodo p,u tra <l.mona-
I
Ic per cJrattennare le d1vase
·h
fra11om subcellulari dopo la ce11 I f
.
· Il
n ugaz1onc. Ne a figura 3.7a
2 • 6 8 10 12
FraZ1on1 del grod,ente
14 16 18 20
~
~ 8,ferimento
Vista
dall'alto 3.5.1 Applicazioni del1'11ltmce,1trif11gazione analitica
¾
R,1,colo
d•d,ffrazoone
1oro,dale Campione Poiché le macromolecole
. b10Iog1c
· he mostrano un moto termico ca~uale, 11 campo gra\ 1ta-
t
zwnale terreS re non influenza significativamente la loro di,tribulione rel.it1va in un ambien-
)
Rivelatore della te acquoso. Le biomolecole in solulione sedimentano in modo sigmfìca11vo ~olo quando¾>-
, / /i <:> luce ,nc,dente no sottoposte ad _accelerazioni molto elevate, come in un campo ultracentnfugo. Una upica
I ,, I /
ultr~centnfus:1 èmgrado di generare nella sua cella anaht1ca un campo di 250 000 g. Per wn
II I
I/ 1
I
,
I
,,{/
sent_ire una mi_sura accurata della distribuzione della concentral1one delle particelle, la cella
del! ultracentrifuga è progettata m modo da permettere il passaggio di un fascio di luce, attra-
/ , / . R,flenore
,IJ ~,,, verso le particelle biologiche, mentre 1I campione è sottoposto a un campo gra\'Jtaz1onale
I I I estremamente elevato. Lo schema della figura 3.8 mostra il sistema ottico di una moderna ul-
I/ '' tracentrifuga anaht1ca. la cfupombihtà di lampade allo xeno a elevata mtensll.ì e 11 m1ghora-
I I I
'' mento della sensibilità degh strumenti e dell'intervallo di lunghezze d'onda u111izzab1le, ha re-
,// : Applnllo contenente
/'' ' la cella del ,,...,1--=-.,11 so possibile l'analisi accurata d1 campioni proteici molto dilu1t1 a lunghezze d'onda inferion a
,// campione. nfenmento 230.nm. Le ultracentrifughe analitiche, come la Beckrnan Optima XL-A, consentono d1 utiliz-
,~/ :-~-,
'"
Rotore zare lunghezze d'onda comprese tra 190 e 800 nm.
La sed1mentaz1one di proteine o acidi nude1c1 isolati può essere utile per determinare la
t'
'Il I r;-;-;, massa molecolare relativa, la purezza e la forma d1 queste b1omolecole. L'ultracentnfugaz1one
' l1.!J; S1stem1 d1 acqu,s,z,one
i 1
I
111
\.V I
radiale di 1mma91ni
analiuca per determinare la massa molecolare relativa d1 una macromolecola può essere ese-
guita sulla base della velocit.! d1 ~edimentaz1one oppure dell'equilibno d1,c<l.imcnt.w one.le
,__-o+-<>-
1
T __ 1 Fmura 12 nml proprietà idrodinamiche delle macromolecole sono definite dai loro coefficienti di sed1men-
'~"""
J
1azione, e possono essere determinate misurando la velocità con la quale 11 fronte d1 concen-
trazione delle singole biomolecole si muove nel campo gravitazionale. Questi studi del com-
lampada portamento in soluzione delle macromolecole possono fornire informazioni dettagliate sulJe
allo xeno proprietà di aggregati di grandi dimensioni e, quindi, confermare 1risultati ottenu!I mediante
analisi biochimiche sulla formazione d1 questi complessi. U coefficiente d1 sed1menta21one
può essere ullh.zzato per descrivere vmaz10111 delle dimensioni e della forma delle macromo-
lecole, al variare delle condizioni sperimentali. Ciò permette un'analisi biofisi,a dettagliata
Figura 3.11 XMma dd ,1s1mi.1 omeo di wu ul1ncm1nfu I degli effetti di variaziom di pH, temperatura o cofattori sulla forma delle molecole.
delruhracen1nfuga ~dunan OptJma XL-A mo I u ga ana ll!Ca. La lampada allo xeno ad alta intensità
d'onda nel! mtcrvallocomprt>Otra l90e800,nm i_,~1 in qbt•
figura, con1ente l'ut1lizzo di lungheue L'ultracentnfugaz1one analitica viene spesso utilizut,1 per:
(P.-r gentile con.:rs,ionedeUa Bedman-Coulttr.) "mo 1
ltt' t•
J"as.orbanu ~rmelle d, anahuare campioni pr~t,i · a 10 d del mlema ottico utilizzato per misurare
Ultl a lungheue d"onda inferiori a 230 nm. • determinare ti grado di purezza di una macromolecola;
• determinare la massa molecolare relativa di soluti nel loro stato nauvo;
• esammare 1cambiamenti della massa molecolare relativa d1 complessi so,nmolelolari;
mllocondnali lf1g. 3.7b). La distribuzione Il
riferimento indica che la membrana ~t• ne e vane frazioni delle attività degli enzimi d1 • studiare I cambiamenti conformaz1onah;
• ,rna po~s1ede una d b
interna. Le zone d1 contatto, contenenti GI , ensu.i p1u assa rispetto a quella • determinare le costanti di affinit.l tra hga.nd1 e proteine (par. 16.4 I).
. 1I· interna e quella ~terna che conti• •I ,ormano una banda, tra Ia membrana mitocon-
d ria
. . • ,ne e att1v11unl t h Il metodo basato sulla velocità d1 sedunentaz1011c può essere impiegato per determinare 11
1 mtem1 d1 membrana {fig. 3.7c) c1· . . •ma ic e caratteristiche di entrambi
· 1 tnz1m1 utJlizzatI b grado di purezza cli un campione. I profili d1 sediment,111one pos~~no essere ottenuti us.11~do
strutture subcellulari :.ono: l'ATPasi ~ JK d a itualmente come nferiment1 d1
f,os t:ata\J per I I reticolo endopla~matJco
• a · •pendente II
un mtema ottico Schlicren. In questo tipo di apphcaz10111 ~ iene misurato il grad1l·ntc ddl m-
Ia atto1dt , P1asmalemma·• la glucosio-6
gal per
SDH per• mJtocondn; la fosfat.1)1 acida •J)(r i 1150 ~ans,eras1 per l'apparato del Golg1; la
dice di rifrazione, m ogru punto dcll.1 cella delrultm.cntnfug.1, a d1vcrn intervalli d1 tlmpo.
de1drogenas1 per il cJtosol. somi, la catala~1 per i pcros~i~omi; la lattato Durante l'anali\i ba\ata ~ulla \CkK1tà di sedimentazione, un.1 prep.1r.111one omogenea forma
un fronte di \ediment,,z 1one singolo, \immetnto t· ben delineato: cio d1mo~tra che le macro•
Sl(l( JIIMI( ~I Bllll<l(,IAMOlf<UIARt
t:lN rtUFU.AlJOSL
12h 127
IJ :,tc:,._...i formJ e le stcs\c d,
I3re rdJUIJ,
OJJ'"1 mok,0 ·celle abb1Jno Jnche la ste~s.1 Complesso drstrofino gllcoproterne
mok,olc ,111JhuJll' h,111110 IJ ,tc,,J t•to(hequc,tep.itll d t ·he •lett r
. .
ml'n,10111 IuttJv1J, non ,1 puo Jr
d e per scon • . .,
s· 1lo ulteriori 1nuagm1•
u,Jn o Clntc e ro,o
. d ll·galaltolldas, J Tireoglobulrna
lJn,.1 dcttr1,J o J.1 ,te"J Jtt1v1IJ 1..''1ol>gt<"ll-.
' • di d1,t1nguere -.nuesU >01tot 1p1 1 macro. (markerl& Si OGC (marker 19 SI
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. IIli, 11errncttonIl .lllde vantJg!;IO del metodo
rl'lllhe e dm,1gg1 b1olog1,1/cnz1mJ . _ bJsato ,un J • * •
mok,olJre. gr ·coli o p1u gr,md1 po•.,·
. :1,- rro::
.
molnok ,urnh J1l'nt1 IJ ,lc\\,I mJ,,, 1 tammanll p1u pll
fatto che i con . . . I e/ .
vcloutì di scd1mcntJ11011e lon\lste neI - etne dd picco prmup,i e o come è
• . e s alle o Jsm1111 . ,t · • e
,0110 c,,crc nconosl1u11 ch1Jramcnte ,om P . multJrl' 1tlloh com1g IJII nel p.ir,1
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. .,
pinhi ,1ggiunuvi Per un Jpprolonumien ''
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. . I . . t ifuahe JOJ1Ili< e,
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grafo J .6; rnoltrc, 1produttori d1 u trJ_.n r " od ulle ,ue Jpphca11on1 ,peC11ìche. 04
E
per un,1 prcpJra11one teorica ul, basc•,u que,IJ mct 1cJ e' 02
~~
o
3.5.2 Determi11nzio11e della massa mo/eco/are relativa r-- T -,--,--,~ -.---.-~--~
Microscopia
4. 1 Introduzione
r ~anero
I'.
\1...__e_m_.1i_rio_n_1_ _ ...J
Lente del -
condensatore I R1bosom1 i Cellule vegetalo
Vetrino
j~___o_,g_li.,n_e_n_, _ __,1\1 Cellule: an,mah
M1croscop10 elettronico
Lente
- dell'obb1ett1vo
M1croscop10 ottico
Risonanza magno11ca
E·S:lfrl::ii;;.P
Figura 4.2 Dimensioni relative di camp1on1 b1ologic1 d1mostrativ1 e di alcum ,trumenll ut1huati per o~,er-
varh. L'intervallo d1 nsoluz1one per ciascun strumento è indicato dalle barre in colore \~Uro \IIUJtc: nella
Occhio o macchina Schermo o macchina parte inferiore della figura.
fotografica d1g1tale fotografica d1g1tale
(L1m1te d1 risoluzione 0.2 ~m) (L1m1te d1 risoluzione 1 nm)
Cellule vive e mone Solo cellule mone Negli ultimi vent'anni, il settore della m1croscop1a è stato oggetto d1 un rinnovato mtcre~~e
e ha visto numerosi miglioramenti tecnologici degh strumenti. Molte immagmt micro~cop1•
1-igura 4.1 M1croscop1a omca ed elettromca. Lo schema mette a confronto il percorso della luce attraverso
un m1croscop10 01ttco (MO) composto con il ptf(Orso deg).1 elettroni attraverso un m1croscop10 elettronico che vengono ora registrate e visualizzate elettronicamente mediante tecmche d1g1tah per la
a trasm1\Smne (MET). L.1 luce pro-entente da una lampada o un fascio d1 elettroni pro,eniente da una sor- produzione di immagini: telecamere digitali, programmi per \'acqu1siz1one d1 1mmagim digi-
gente d1 elettroni vengono foolt=11 ,ut campione, nspet11vamente, mediante una lente condensante d1 ve- tali, stampanti e metodi di visualizzazione digitali. Tah progresM hanno determmato un au-
tro o una lente elettromagnet,ca 1':el caso dd ~IO il cam~1one è montato su un vetrino, sul quale~ po~izio-
nato un cop11ogge111, mentre nel MET 11 campione~ posmonato su una griglia d1 rame. L'immagine viene mento delle applicazioni della microscopia m campo biochimtco, ~paz,ando dalla semplice
mgr,mdita mediante una lente dell'ob1et11vo, m ,c1ro nel MO cd elettromagnetica nel MET e proiellata su osservazione abttuale di cellule ed estratti cellulari a tccmche spee1ahzzate, per misurare dirct
un ri,elatore mediante la lente dell'oculare nel ~IO e la lente del proiettore nd MET Il rivel;tore può essere tamcnte eventi biochim1c1 all'interno delle cellule.
l'occhio o una macchina fotografica d1g1talc nel MO e uno \chcrmo fosforescente O una macchma fotogra-
fka d1g1tale nel MET
(lmmagim in m1croscop1a ottica ed elettrontca nprodotte per gentile concessione di Tatyana Svitkma.) 4.2 Microscopio ottico
Lente di
ingrandimento
Figura 4.4_Due tipi f~nd:imenta_li di ~•cro~cop1 ottici. (a) Un microscopio diritto e (b) un micro\cop,o ro-
vesciato. S1 noli che e è pm spazio a dtspom.1one sul portaoggetti del microscopio rove,oato. Quc,to ,tru-
mento è approntato per la microiniezmne mediante un d1sposi11vo porta-ago alla sinistra del portaogg~tu.
to intorno ai bordi degli oggetti nell'immagine: tutte le nuove lentl vengono corrette per evi-
tare questo problema.
Immagine /_..../,:.....~4~:--'~-::;::o-' Tra i componenti principali di un microscopio ottico composto vi è una sorgente di lu..e,
virtuale
che viene focalizzata sul campione dalla lente del condensatore. La luce che passa attraverso il
campione (luce trasmessa) o che viene riflessa dal campione (luce riflessa) viene focalinata
Figura 4.3 Ingrandimento in un microscop10 semplice: una lente d, ingrandimento di vetro. La lente del-
l'occhio ( il cristallino) mette a fuoco la luce sulla retina- un insieme di cellule sensibili alla luce, situate nel- dalla lente dell'obiettivo sulla lente dell'oculare. L'immagine viene vista dtrett.imcnte a oclhto
la parte posteriore dell'occhio. Per la messa a fuoco, la lente com·essa viene posizionata tra il campione e nudo nell'obiettivo oppure, molto spesso, viene proiettata in un rivelatore, per e~empio una
l'occh,o. L'ingrandimento dell'immagine del campione viene ottenuto mediante l'ampliamento dell'angolo pellicola fotografica o, più frequentemente, una macchina fotografic,1 digitale. Le 1mm.1gim
di visuale della retina da parte della lente. In questo caso l'immagine appare come se si trovasse dalla stessa
parte del campione rispetto alla lente ( immagine virtuale). vengono visualizzate sullo schermo di un sistema di visu.ilizzazione computerizzato, 1mma
gazzinate in formato digitale e riprodotte mediante tecniche digitali.
La parte del microscopio che mantiene in posinone fissa tutti i componenti viene chiama-
rispetto all'altra, il campione e la lente; la sorgente di luce è solitamente il sole o la luce am- ta supporto. Esistono due tipi fondamentali di supporto per m1croscop1 ottici compmt1: per
biente artificiale; il rivelatore è l'occhio umano; il sistema di registrazione è rappresentato da mteroscopio diritto e per microscopio rovcsci.1to (Fig. 4.4 ). Nel primo caso, la sorgente di lu<.c
un disegno o da un appunto. si trova al di sotto della lente condensante e gli ob1ettiv1 si trovano al d1 sopra dell'allogg1a-
mento del campione (detto anche portaoggetti): questo sistem.i e ,I p1u comunemente uttl11-
Microscopi composti zato per l' osservazione di campioni. li microscopio rovesciato è costruito m modo tale d11~ I.i
sorgente di luce e la lente condensante siano poste al dì sopra dell'allogg1amento del camp10
.Tutti I moderni microscopi sono formati da più lenti. combi'nate t ra Ioro. I componenti·
prmc1pah sono la lente del condensatore, la lente dell'obiettivo e I I t d li' • ne, mentre le lenti dell'obiettivo sono poste al di sotto: ciò consente d1 avere maggiorc spa,10
. . . . . a en e e ocu 1are. Questi
strumenti sono qumd1 chiamati mtcroscopi composti (Fig 4 I) e· d. . per la manipolazione del campione direttamente sul portaoggetti; per esempio per l.1 micnn
• • • · • • iascuno I questi compo- niezione di macromolecole all'interno di cellule in coltura, per la fertilizzazione m 1·1tro d1 u:1-
nenti è, a sua vo 1ta, costltmto da una combinazione di lenti n • . .
. • . . . f; • ecessane per produrre 1mmag1-
111 mgran d 1te aventi m1111m1 arte atti e aberrazioni Per es · b .· lule uovo o per osservare nel tempo lo sviluppo embrionale.
. • • . . . · empio, a erraz10111 crom t'1che si
venficano quando raggi lummos1 d1 differenti lunghezze d' d a Per ottenere immagini e microfotografie d1 elevata quJlità, è cruciJle la corrctt,1 1llumin.1
. on a vengono sepa fI
attraverso una lente con angolazioni diverse. Questo r ra e passano zione del campione, mediante l'utilino di una sorgente lummosa, costituita gencr,1lmcntl' da
. . . ,enomeno present I · · ·
microscopi d1 Antonte Van Leeuwenhoek e di Robert Hook ' e anc 1e net pnm1 lampade al mercurio, allo xeno o laser. L.1 luce proveniente dallJ ,orgcnte luminmJ PJ\SJ nell.1
e, produce un arcobaleno colora-
Bl<ll 111\11< Af Bllllllt;l,\M()UC.O~
\I Il Rl I\( 0 1'1 \
IW
1 micrometro)
ometro• O00 l.1bdlJ 4 . I Protolollo gen,·ral • . 1,.1
Nanometn I1 nan e per mmunof111ore1,len,.i indm·Ha
'onda vt51blh ►
Lunghezze d I i,,,11e 111 lorm,Jldr~;-;;:;:.,muti
Infrarosso
IIR • invisib1lo) 2 RM iau111o1rc in tJmpo,w freddo
Ultr1v1oletto .I 'IJmponc d1 blouagg10
IUV • inv111b1lel
I lncubJrt• rnn an1i,orpi priman, rac'l'mp10
. ·
Jnll ,tubuhna d1 lupo•
V B G V R 5 l~1vare I volte in tJmpone
_LL ,so 500 550 600
650 700 750 800 850 6 lmubJrc wn an11corp11oernnJ ar1·, per c,rmpm an11 topo d1rnmgl10111Jrca11 wn Ouorr,cema •
300 350 7 l ,w,1rc 4 volle in IJmpon\'
Spettro della luce bianca
Il lmub.H\' 111 pre,er11a d1 un •app0,1·1o rcagcnlc antl\tolonmrnto ( pt•r r-..:mp10
· Vcl.la~h1dd)
. ,lcall'onhio um,1nu. l no,111 ollhi M11111 in gr,Hlo <l1 vedere i co. 9 Mont.irc ~u vetrino con vrtrino copriOl(SCIII
1-<11ur J u, I o ,p,·ltro JdlJ h1,r_b1Jnt1 ' 11'~·ooJJ dd visilule, ,oli1Jmcn1c ndl,1 1c111011c lr,1 100 11111 (v1olct.
IO Osscrv.1rc u11h11,1ndo la micro~copia in ep10uorcicent,1
hm Jdlo ,pdlr.• rnmpm1 _nelle lunghcn{ ri clc1tioni,i h,urno 1111.1 \Cll\1b1h1,\ ,hc ,1 c,1,·n<lc ohrc lo \Ptl•
h>) e 750 nm (ro,,o). Moh1 modani m-t Jllo IR inlrJnw;o· \' vllllcllo; Il, blu; l,, v,•rdc; Y, i:1,1ll0; R, ro1"1 !
1 tcmro Ji im.ubat1onc "•11• • ~ da Jtl upo d1 lt" 111u10 J,1 lO minuti 11rr t.tllu!r J1 c.olturt 11,~ut.1.h tump1om M,t11h), •
trn, l\1b1lr Jll\1"h1,1 um,mo.t\', uhm 10 ,·110; · • ' . un ullt r• uonr prr tm 1nion11nttr1 {ump1oni 1pn.,o.
c,scrc ,1ument,1to fi no J un punlo •Il di soora del qu,1le è impossibile molve1e ulteriore dettagli
r . . I protocolli di prepar,mone del camp10ne possono essere relativamente semplici oppure
· Q I ·
ne1~amp1one ua ,1a\l mg .. , , r•n t,
· m~nto al di ,opri
· • di questo
.. punhi
. viene
~
!>pesso
. . ch1,1mato
, . 111 comprendere molli passaggi che richiedono d1vers1 g1orn1 per essere completata (Tah. 4.1J. Un
~r.m<limcnt,t \ unllt. li modo migliore per aumcnt,ue I mgrand1mcnto e ut1h1L,1re I ob1ctttvo protocollo semplii;e potrebbe consistere nel prelevare un'ahquot,1 dellJ preparazione biologi
~on il piu .ilto ingr.m<lnncnio e la m,1ggiorl' NA. Nel ca,o m cui non fosse po!>~ibil_e ottenere e.i, per esempio spermatozoi vivi, nel posizionarne una goccca su un vetrino e nel mettere un
una molu11onc ,uflì"cntc con il m1uo,copio ottico, \Jrà nei:ess,mo ut1huare 11 m1croscop10 copnoggetto sulla goccia. Affinché non s1muova, il vctnno coprioggctti viene fissato sul vetri-
elcttro111c,1 (p.1r. 1.6). no, per esempio utiliaando smalto per unghie o cera d'api; le forze frizionali, derivanti dal
Oltre ,1ll'olch10 umano e .iUa pellicolJ fotografica esistono altn due tipi di rivclaton ele1- movimento del copnoggeth sul vetrino, possono danneggiare il campione o l'obiettivo.
tro111O impiegati ne, moderni microscopi ottKÌ. Questi sono I nvel.itori di area che formano Molti campioni sono troppo spessi per essere montati direttamente su un vetrino e devono
<lncttJmente l'immagine, pereM"mp10 le\i<leo.:amm: e 1d1spost11vi ,,d ,1ccoppi,unento d1 ca- essere taghatt lll sez10ni sottili mediante un m1~mto1110. li teS!>uto viene incluso in un blocco
ri,., (C( O, C/111rg,·-Co11pfrd Drvrrel. In alternall\·a, l'intensità dell'immagine può essere misu- di cera e tJgliato con la lama del microtomo in \ezioni so11ili ( I 00-500 µmdi spessore). Le se-
r,11.1 con mclatori puntiformi; per esempio, tubi fotomoltiphcaton (PMT, PhotoMttltiplier zioni vengono qumdi posizionate sopra un vetnno, colorate, bloccate con un mezzo d1 mon
T11lir,) e foto<l10<l1. I md atori puntiformi sono m grado di produrre immagini di microscopia taggio e sigillate con un copnoggetti. Alcuni campioni vengono congelati e tagliati mediJntc
J \C,111S10IIC (p,lr. 4.3) un .r1ostJto: praticamente un microtomo, m grado d1 mantenere il campione congelato, che
produce sezioni congelate più adatte per la marcatura con anticorpi (par. 4.2.3).
4.2.2 Il cn111pio11e Affinché si conservi a lungo, prima del se1ionamento il tessuto viene solitamente trattato
con un agente chimico chiamato tìs..attvo; tra i più comuni vi sono la formaldeide e la gluta
•ll l,1111p1onc
. può e~re rappresentato da un orgamsmo · ·
mtcro o da un organo sez10nato, da raldeide, che formano legami crociati tra proteine e alcoli e agiscono mediante prec1pita21one.
un aliquota raccolta duranle un protocoll0 b.1 ·h· · · Tutti i fissativi sono scelti per mantenere l'integrità strutturale della cellula. Dopo la fissazio
. . • 0, 1m1co (per un rapido controllo della prepa-
r.izmne) o da una pK,ol.i parte di un o · (b. · ne, il campione viene in genere permeabilizz.110 per wnsentare al colorante d1 diffondersi nel-
. p rganismo 1ops1a), oppure da uno striscio di sangue o
<l a ~pcrmatozo1. cr ottenere unmagini d I l'intero tessuto. li grado dt permeabi11zzazionc (tempo e intensità) dipende da molti fattori,
appropriato per l'o~erv, al . e campione, questo deve essere preparato m modo come la dimensione del colorante e la densità del tessuto. Que~ti parametri vengono determi-
• ..11onc mccroscop10 ~condo fi · • fi I è
una por,ione di lò\Uh> rei , 1· . . ' !>peet tet protocolli. Il risultato ma e nati per ogm nuovo camp10ne mediante prove ed erron, m,1 le condiz1om sono solitamente
. , .. 1vamente sottile e semitra . . .
(\ ctr1110 ) 111 un mcao appropr t ( sparente, posta su una lastrina d1 vetro dispombili in protocolli pubblicati
1a o come acqua 1, d'I 1
perla da un ,ottile quadratmo di vet ( ' meno co tura del tessuto, glicerolo), co-
. . . ro ,opnoggettt) sig 1li I •
I ,ctnm lOpnoggetti \0no graduai·I b · ato sopra a vctnno.
m ase al loro spess 4.2.3 Il co,itrasto ,ie/ microscopio ottico
coI numero I, che cormponde a u . ore. t ptu sottlh sono i:ontras~egna1·1
. · · • · •
no spessore d1 O17 ·
<lal_vc1rino copnoggctt1viene semp · mm c1rca. Jl lato del campione coperto Molte cellule e tessuti sono incolon e qu.1si trasparenti e mancano d1 contrasto quando
1u11onc ott1111a . Ie, è es'>Cn11ale utiliz re posto verso
. la lente' deIl'ob'1ett1vo.
. Per ottenere una mo· .
vengono osservati in un microscopio ott_cco. Per questa ragione, per visualizzare ogm detta•
, . zare un copnogg 11 •I d
d1 un 1attorc cnuco per ottenere , . e a atto alla lente dell'obiettivo: si tratt,1 glio dei componenti cellulari, è necess,mo contrastare 11 Lampione. Ctò può essere ottenuto
. un •mmagme ad I .
s1b1le ~e ti vetrmo copnoggetto e I a to mgrand1mento che sarà infatti impos· sia mediante meni ottici, utilizzando una specificJ rnnfigura21one del n11croscop10, sia me-
roppo spesso. '
lll<XltlMl(A E Dllllll<,IA MO! t:c_ol.\Rf
Ml< ROS( OPIA
140 141
Contrasto ottico
Il contrasto è ottenuto
.
mtrod d .
ucen o van e1emenll nel cammino ottico del m1ermcop1O,
.
usando
. lenti
. e filtri
_ che cambia J · à
no e propnet e a luce che passa attraverso 11 campione e ·11
d Il ·
sistema ottico. .S1. può ottenere semp11cemente
· ·
agg1ungen do un pezzo d1· vetro colorato, o un
filtro con densita n~utra, nel cammino dei raggi lummos,, o cambiando l'intensità della luce,
oppure regolando 11 diametro dell'apertura del condensatore. Solitamente tait operazioni
vengo_no mess~ a punt? fino a raggiungere un livello di contrasto dell'immagine acc.:ettabile.
Il sistema P'.U sempltee utilizzato nel m1eroscop1O ottico, che può essere ottenuto con il mi -
nor numero d1 elementi ottici, viene chiamato campo chiaro (cioè su sfondo chiaro). Il con-
trasto nelle immagini in campo chiaro viene solitamente prodotto dal colore del campiont'
stesso. La microscopia in campo chiaro viene quindi usata molto spesso per ottenere immagi-
ni da tessuti pigmentati, sezioni istologiche o cellule da colture tissutali sottoposte a colora-
zione artificiale (Fig. 4. 7a e 4.8b).
Molte configurazioni del microscopio ottico sono state specificamente introdotte, nel cor-
so degli anni, per aggiungere contrasto all'immagine finale. L'1llummaz1one in campo i;curo
produce immagini di oggetti fortemente illuminati su uno sfondo scuro (Fig. 4.7b e 4.Sa J.
Questa tecnica è stata tradizionalmente utilizzata per visualizzare 1contorni di oggetti in cam-
pioni liquidi (come spermatozoi vivi, microrganismi, cellule in crescita in colture di tessuto) o
per un rapido controllo dello stato di una preparazione biochimica. Per bassi ingrandimenti,
una semplice regolazione del condensatore adatta per il campo scuro è sufficiente. Per imma-
gini in campo scuro più sofisticate, a ingrandimento maggiore, è necessario ut1hzzare un con-
densatore per campo scuro unito a un obiettivo adatto.
Il contrasto d1 fase viene utiliaato per osservare cellule non colorate in crescita m colture di
tessuto e per il controllo di cellule e preparazioni di organelli per la lisi (F1g. 4.ic-d). Questo
metodo genera le immagini sfruttando le differenze nell'indice di rifrazione delle diverse strut-
ture cellulari. La luce che passa attraverso le parti p,u spesse della cellula viene ritard,lla rispet-
to a quella che passa attraverso le parti più sottili o del citoplasma. Quest,1 tec.:nica richiede con-
densatore e obiettivi spec1ah per contrasto di fase (entrambi contrassegn,111 con "ph"). C,a,1.u-
na fase del condensatore viene regolata m accordo con la fase dell'ob1ettivo. Qu~te sono sohta
mente numerate come fase I, fase 2 e fase 3 e s1 trovano sia sul condensatore sta ,ull'obietti\o
Figura 4.i Metodi di COntra5lO per Um1cro,cop10 OIIICO Il contrasto a interferenia ditfrrermalc: (DIC, D1flèn•ntial Interfere11ce Co11trast), una tecni-
(a-b1 Conlronto tra 1mmagm1 mc.impochiaro (a) e 1 ·
sonati sulla cuticola d1 una ffi05<.a app,uono S<;Urc IU ;r:r~scuro lb);_ln que,te immagini le setole ~n- ca dt m1<.:roscopia J intcrferenZJ che produce immagini con ombre in rilievo (Fig. 4.7e-f), \ 'te-
bunche !u ~tondo nero, ndl'immagmc m campo ~ 0 i.u-o, ndl 1mmagmc m campo chiaro (al, e ne impiegata sia per l'osservazione di cellule non colorate , in colture di tessuto, uova o em-
dovuto alla pr=za d1 pigmento. !<C\lro I J.11 colore icuro nelle setole piu grandi in (al è bnorn), sia m combinazione con alcune colorazioni. Nel secondo caso la forma d 'in,ieme e 11
c-dJ lmmagm1 m contrasto di fase di ceJlul•i·n e
-
estraile Ja un.a '>C(Juenza YJdco rrmr lapse (tl' tem rt'SCua mcohure dI· te;,uto. Sono presentate due immagini· rilievo delle strutture sono visualizzate mediante la tecni1.a DI(, mentre alcune ~trutturc cel-
quenu mostra il mm1mentod1 unacdluladi ';?btraS<;orso tra le due 1mmag1m e pan a 5 mmuti). l..i se-
0
luJari sono ev1den1iate mediante un .ippos1to colorante (Fig. 4.81.).
CO S1 noli il bnllante ·alone di f~• intorno alli:cll~~!arcoma ,ff.3 di topo e uno ,pe~~o fibroblasto cardia- La mic.ro~1.up1J m thmrc-sc.enzJ e attu.1lmente la tecnica a contrasto piu amp1.imcnte uuhz
e f1 lmmagm1 m uintrasto a interfcrmu d ffi ·
Le unmJ.gim (<"!ed I fl sono nproJoue ptr ~~;nmJe di due piani focali dell'al~a multicellulare \'i.J/n>.t. zata (Fig. 4.9). Nella tecnic.i d'uso piu comune, la m1crP~cop1.1 otllc.J m ep1fluorescrn (Jove
conct11ionc di ~hchad Oav1dson., il prefisso "epi" significa semphcemente~da ,opra"), la fonte di luce proviene da sopr.i 11 cam
pione e la )ente dell'ob1ell1vo funge si.i d.11.ondematore sta da ob1e1tivo (1-tg. t. lOJ. I.a lluore-
., EBICIOGIA \101..ECOLAIU
RO( IIIMI ~ MI( kOS< OPIA
143
142
Sene dt CCD
Filtro d1 em,si.,one
Lente
figura 4 8 hemp1 d1 d1tkrent1 preparmom IO m1uo,mp1a ottica (a) Immagine in campo scuro dt una
prcpara11one d1 >pt"rma d, ratto. Un"Jhquota proven1en1e d., un protouillo spernnentale t stata raccolta per Sorgente
valutare I ammontare del danno 111h110 da una popolrnone d1 \permato101 durante una wn1camine. Nella lum1noaa
pecch10 d,cromat,co
prepara11une po»ono esser< o,<erva1e vane ltslt d1 •J><:rma10,01 e le hbre della coda che " stanno sfila,
1.1ando ttrclciaJ. fhl lmma~me IO ,,1mpo chiaro di unJ nilormone per le proteine d1 una seztone, ottenut.1
con m1aotomo. d1 un o.:,h10 d1 mo,,a ,olomo con Uw1ma\<1t bnlhanl blue. (c) lmmal!ine con la tccn1<,1 Filtro d1 eccrtaz1one
DIC d1 un embrione d1 Drosop/11/11 colorato med1an1e colorallone per 11 1e,suto neuronale. La t~cntca DIL
torn,~ce I punii d1 nlenmenlo 11rutturah dell'm1ero embrione, uimemendo la colloca11one della colora110
ne \peohca per 111essu10 neuronale nel contC\lo ana1om1c~ Lente dtlll'obiettivo
scen1a ha avuto ~ucce~,? gra~ie alla po,,ibilita d1 ottenere marc,lture altamente specifiche dei
com~.ut1mcnt1 cellulari. Le 11nmagm1 solitamente sono formate da distinte regioni fluore
figura 4. JO Microscopia in ep,fluore¼enza._ La lu« pmvemente da una lampada ;ilio xeno o al mercurio
~centt (bianche) ~opra larghe reg1om non fluoresccntt (nere), che forniscono eccellenti rap· c~orgcnle di luce) pas,a attraver,o la lente e 11 filtro do e-.11a11om· ed~ nfl~;.1 dallu spccchm d1croma11to
portt segnale-rumore. La fonte d1 luce è solitamente una lampada a vapori di xeno O mercurio nella lente dell'ob1et11vo. Que,t'ult1ma mette a luoco la luce .ul «unp1one attraverso 11 fluido d11mmer"o
ad_ alta prc:mone, che emette_ lu,e d1 lunghezza d'onda compre,a tra l'ultravioletto e il rosso ne (solitamente oho) e 11 vetnno copnoggetll !,e11one in11rand11a). L.1 lu,e multante dall'e,c,ta11one fluo
(I 1g. 4.6). Filtrando una ,pecifìca lungheaa d'onda 1n grado di· ecc·t I I fl rc~cenie del campione tornJ 1nd1ctro attraverw la lente ddl'ob1et11vo e, po1d1e ha una lunghena d onda
, 1 are una mo eco a uore- maggiore della luce di ecc11a11one, pa,sa attraver,o lo ;pec,hio d1cnimat1co. li filtro d1 enwmone consc,ntc
SLente (o fluoroforo) presente nel campione (F,g 4 JO) s 1·0111· ·n I d" l h d' ,ola mente alla luce ,1ven1e la ,peulì,, lungh~,u d'onda_ d1 em1»10~1e del lluomcro1110 d1 interesse d1 pas
, · • , e e una uce I ung czn on·
da maggiore che produce I 1mmagme Nel · . \Me attravcr>o il rivelatore, 111 que,10 ,a~o un appar JtO CCI>, dove I 11nmagine viene quindi lormata
· m1croscop10 a fluorescenza, la luce viene filtrata
Bll X IIIMICA l UIOW<,IA MOLEC'.(Jl.A.at
MIC NOS<:OVI A
144 teri~tiche di eccitazione e di emissio
. r le carat . a1· ne 14 5
ri specifici pc tre filtri princ1p i: un lt 1tro <l1 ecl. tali
om d i filt
i I tamente rJbella 4.2 <aratteristichc d • . .
uuhu.indo comb1naz1
O-
0
prestnll so 1 1 co) e un tilt r >,bam ~ra. montati in un ~ - ~--- ~ ei pnnc1pah fluorofon
•resse, :,on h" ato u1cro1 . ·1 fl
dd fluoroforo di int~ a11co (sp(SSO e ,am l'obietuvo. Per esempio, I uoroforo fluore. Colorante Eccitazione Emissione
ne, uno specchio dicro~ di sopra della lente del
~ingoio 1,11logg1Jmen10, a to ncnc tecitato ommbam4, )
ente alla lunghezza d onda d1 488 nrn e -- --
Huorofori comunemente impiegati
massima (nm ) massima 1nm)
146 h. 147
·nosa (fenomeno c 1amato
•. -·1 zione Iumi fl
, ate dall e-:.i a ti vi sono la uore-
d onda minori e non ,engono danneggi . . . ueste sonde fluorescen . .
·"o.tob'l,:a I
p.. ) lì
( m,g . ra gli esempi orma• dass
_ ic1 d1 q . t'
. 1 d0 no t coloran t e d ,Ila serie Alexa
. e. t coloranti
. .
~,eina e la rodamina. Esempi più recenti 10' u . d Ile sonde fluorescenti per •m~agmt ~
t
c1anmid. Una delle ultime acquisizioni nella liS a e fl rescono ma risplendono m colon
rappre~entata dai puntt q,,1nti.:1, nanocnstalli che non d uo U dimensioni d e1· pun 1·I e h anno il I I J
dipendono a e 1
diversi se sottoposti alla luce laser. I coIon I
- ,I - - ,I - -•- H
I
I
vantaggio di non subire photobleaching. A A A
\ -· \ --·\ G K
I
4.3 Sezionamento ottico
A
. . essi prodotte usando la microsco-
Molte immagini raccolte da camptom relatwamen~e sp d' erché l'immagine è formata
r1., m t:p1tluorexenu, non sono abbastanza.chiare.d Ciò
11
acca e P
fl
. .
scenza sopra e sotto il piano fo-
dal piano ottico di interesse insieme al contnbuto e a uore • nale raccoglie tutte le in-
.. . . . . . ifl rescenza convenzto
cale d1 mteresse. Poiché il rmcroscopto m ep uo . I La " fluorescenza
formazioni dal campione spesso viene defmito microscopio a campo .irgo.. h d
' li - iche optoelettromc e per pro ur-
non a fuocon può essere rimossa utilizzando mo1tep ct tecn
re ><::.'toru ottt~he (Fig. 4.9). •· . . . del cam ione iù sotti-
Con il termine SC2.1one ottica si intende un 1mmagme mtcroscoptca P P .
le di quelle prodotte utilizzando un normale microscopio a epifl~?resce~ a campo ampio;
F
tale risultato è ottenuto mediante la rimozione del contributo all tmmagme dovuto alla luce L
fuon fuoco e, nella maggior parte dei casi, senza ricorrere al s~ion~e~to fisico ~el ~essuto:
Questi metodi hanno rivoluzionato la capacità di raccogliere 1mmagm1 da camp1001 spessi Figura 4.11 Schema del flusso di informazione m un m1cro.cop10 confoale a scansione laser. I.a luce prO\c.-
niente da un laser (A) passa allrave™> un filtro a densità neutra ( 8) e un filtro d1 e.:,11az1one (C), nel suo
marcati con molecole fluorescenti, come uova, embrioni e tessuti. Sezioni ottiche possono es- cammino verso l'unità di scansione (D).Quest' ultima produce un fascio di scansione sul piano fu.:ale poste
sere prodotte anche utilizzando ottiche DIC a elevata risoluzione (Fig. 4.7e-f). riore della lente dell'obiettivo (E), che mette a fuoco b luce sul campione (F).li campione viene anahuato
nelle direzioni X e Y. in un percorso di scansione, e nella d1rez1one Z mediante una me~ a fuo-;o fine (le tre,
ce indicano il movimento della lente dell'obiellivo E). La fluo~s,enza proveniente dal campione torna ind,e
4.3. l n microscopio confocale a scansione laser tro ,lllraverso la lente dell'ob1e11i,·o e l'unità di scansione, e viene d1~11a ~r meuo dello spe,:,hio d,,romah
co {G) verso tre minuscoli fori (H).Questi agiscono come filtri spaziai, l'(r bloc,arc tutta la lule pn1'eniente
u sezioni ottiche vengono prodotte nel m1croscop1O confocale a ,cam1one la~er (l.SCM, da sopra e da sotto 11 piano del campione a fuoco. li punto d1 luçc nd campione è conti.x;ale con l'al'(rtura dl l
forellino. Questo significa che solamente regioni distinte del campione ,engono analizz.ite l..i lucc ,he pa~
1.Aser Scanning Confocal Microscope) mediante la scansione punto per punto del preparato con allraverso i forellini colpisce i rivelatori PMT (I) e il segnale proveniente Ja questi viene tra,tormato 111
un raggio laser focalizzato sul campione, utilizzando un filtro spaziale, sohtamente un minu- un' immagine nel computer (I), L'immagine viene v1suali1.zJta sullo schermo d, un ,omputer (K) ,pe\so ,o
mc tre immagini in scala di gngio (Kl, K2 e 10) insieme a un'immagine a ,olon ottenuta Jalla tu,,one ddle
scolo foro o fessura, per rimuovere la fluorescenza non desiderata proveniente da sopra e sotto
tre immagini in scala di grigio (K4 e Fig. 4.13a, tavole a colori p. 7b0). li computer ,in,ronizu gh ,pc.,h1 J1
il piano focale di interesse (Fig. 4.11 ). La potenza dell'approccio con focale deriva dalla capacità scansione con la costruzione dell'immagine sullo '1<:hermo e controll,1, inoltre, numcro,i d"?O"'", l'(nlcn
dì fornire immagtm di strutture a livelli discreti all'interno di campioni biologici intatti. ci. Per esempio, controlla i movimenti di uno strpprr motorcollegato alla reg,,lazione lìnt' Jclla me"a a fuo~o
Esistono due principali vantaggi nell'uso della I.SCM rispetto alla microscopia ottica in e li coordina con l'acquisizione dell'immagine allo scopo d1 produrre una '>erte Z. li computer u>ntr<>lla ~n
che l'area del campione che deve e~ere analiZZJta dall'umt.ì d1 scan,ion<", m modo ,he pos.'wl e"erc taulmen
ep1fluoresce~za conve~zion_ale. I ~iflessi_ provenienti dalle strutture non a fuoco nel campio- te ottenuto un ingrandimento eseguendo la scamione d1 una zon~ più pi,wla del ,amp1onc. In quc~to mo
ne sono deetsame~te n~oth e la rnoluz1one è aumentata sia lateralmente, lungo le direzioni do, viene assegnato a un singolo obiettivo un inten allo d1 ingrandimenti '°""he 11 ,amp1one non Jehha cs
sere mosso quando viene cambiato l'ingranJimento. le 1mmag1111 vengono reg1'tr;ite ,ul d,s.:o tìs,o del ,om
X e Y_(0.14 µ~), sta ass1alm_e~te, nella di~ez•?ne Z (0.23 µm). La qualità delle immagim di puter o esportate in diversi disposihv1 per la v1suah11a11one, la ,1.1mpa o l'ar,h1,·1a11one ( L).
camp1001 rel~llvamente 5:<>tt1b, per esempio dt corredi cromosomici e di lamellipodi di cellu-
le m crescita m colture d1 tessuto
. (< 0.2
. .µm di spessore J, non v1·ene m1g· 1·1ora a s1gm
· · fi1cat1va-
·
1
mente dalla LSCM, mentre 1mmagm1 d1 campioni piu spessi, come emb noni· p1unce · 1u Il ari· La LSCM ha trovato moltcplic1 apphca,ioni in ,.impo biomedtl-o; akune di que,tc ~,,no
marcatt con molecole llu~rescent1, pos)ono essere ottenute ~olo utilizzando la l.SCM. Per st,lte re~e possibili dall,1 l..lp,1cit,\ dello ,trumento di produrre un,1 ,ene d1 ,enom 0111,he a m
buone 1mmagtnt confocali, dovrebbe essere impiegato un nu · · d" , • terv,11li d1scre11 attravcr,o 11 campione ( hg. -t ,12). I e seziom Otlllhe ralulltc, ,on un 1111,ro
mero nummo 1 ,otom per ec
cttare ciascuna sond a fl uorescente che marca 11 campione m t scopio confolale, lungo l.1 d1rcz1one Z (sene Zl ~ono tutte in c,att.1 wrn,pundl'nza tia lor,i l'
,. ·
b 1II! d 1101001 ·d
emessi .11 11 uorocrom1 dovubbe attraversa 11
• en re 11 maggior numero poss1- · pO))OllO c),ere umte per formarl' un'un1,,1 proiaione ddl'1mmagme ( pr 11 I n 7) o una
to fino al rivelatore re cammmo otttl.O dello strumen-
rapprc,enta1ionc tridi1m:n'1011,1lc ddl'1111111.1ginc (rt o tru 1011 \l)).
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Figura 4 1-1 llluminaz1one nella microscopia a campo ampio, confocale e a fotoni multipli. La figura mo-
stra una veduta laterale schematica d1 una cellula marcata con una molecola fluorescente su un vetrino da
microscopia. L'area m colore scuro rappresenta 11 volume di eccitazione fluorescente prodotto ndla cellula
d · me ,onfocale (a) Sed11.1 sezioni 0111 da ciascuno dei tre diversi microscopi. La microscopia in ep1fluorescenlil convenzionale illumina attraver
figura 4.12 Rico,1.ru11onc 1nJ1men11onak al computer I un •m,mag . la PtK I uilorata con anticorpo so l'intero spessore della cellula. Anche nella LSCM l'illuminaz1one fluorescente attraver~a mteramente la
che in ,ene raccolte a intervalli d1 O3 um d1 un Ju10 m11ouco ut uua ce11u . z cellu!a, ma l'apertura pos~a di_ fronte al rivelatore esclude la luce fuori fuoco dall'immagine. Nella micro-
'
antl-lubuhna · r '
e con un ,ecundo anticorpo marcato ,on rod anuna t;1• ndo.
un programm,1
Id lì perd Isene ,, un scopia a fotoni mult1ph, I eca1az1one avviene solo sul punto a fuoco, dove 11 flusso d1 luce ~ suffic1ente-
'
numero predefinito d1 ~"uen,e puo e1,ere !>Ommalo e I immagm e tra,lcnta. su 1,co
b R isso e computer.
. •d mente elevato.
lo ,trpptr motvr mumc 11.,controllo fine della me,sa a tuu,o a mcremen u preh1>-1t1 · ( ) 1costruz1one
I In i-
men,ionale ddl',mieme di dati prodotta uuhu.ando un programma per la ncostru11one 3D a co~puter
Que,to genere d, programmi può rs~re ulihzuto per v11ualunre la 1ene d1 dati da angoh spectfìCJ o per
produrre video 31) della strultura m rotazione 4.3.3 Le immagini a fotoni multipli
Il microscopio a fotoni mult1ph costituisce un'evoluzione del microscopio confocale. In-
Immagini con marcature multtple possono essere raccolte da un campione marcato con fatti, molti strumenti utilizzano lo stesso sistema di scansione della LSCM oppure il sistema a
piu dt una sonda fluorescente, usando per l'ecdtazionc sorgenti di luce laser multiple (Fig. disco rotante. La differenza risiede nel fatto che la sorgente di luce è un laser a impulsi ad alta
4.13, tavole a colori p. 760). Poiché tutte le 1mmagm1 raccolte alle diverse lunghezze d'onda energia, con lunghezze d'onda regolabili, e i fluorocromi vengono eccitati da una molteplicità
d1 e(c1tazione sì trovano IO esatta corrispondenza, è relativamente facile combinarle in una di fotoni, anziché da fotoni singoli. Le sezioni ottiche vengono prodotte semplicemente foca-
singola immag111e mult1colore. In questo caso, ogni sovrappos1z1one di colorazione viene vi- lizzando il raggio laser sul campione, in quanto l'eccitazione di un fluoroforo con fotoni mul-
sualizzata come un'ulteriore variazione di colore. La grande maggioranza dei microscopi tipli avviene solamente quando i livelli di energia sono sufficientemente elevati - statistica-
confocal1 è 10 grado di produrre immag101 utiliu.ando tre o quattro lunghezze d'onda con- mente limitati al punto di focalizzazione dell'obiettivo (Fig. 4.14).
temporaneamente, e alcuni strumenti piu moderni possono rivelare e separare fino a 32 dif- Poiché nel microscopio a fotoni multipli viene utilizzata la luce rossa, le sezioni ottiche
feren ti lunghezze d'onda. possono essere raccolte da punti del campione situati più in profondità, rispetto a quelle rac-
colte con la LSCM. La microscopia a fotoni multipli viene generalmente impiegata per otte-
4.3.2 Il microscopio co11foca/e a disco rotante nere immagini fluorescenti di cellule viventi; queste, infatti, riportano con la luce rossa dan-
ni inferiori rispetto a quelli provocati dalle lunghezze d'onda più corte, utilizzate con 11 mi•
li 1111,ro,copro ,onfo,Jle J d1,_rn rntank utilizza un s1·stem d. · d ,.,. d I croscopio confocale. Inoltre, poiché l'eccitazione del fluoroforo è limitata al punto d1 foca-
. . a I scansione 111erente a que -
lo della LSCM. An11che con un singolo raggio il campione vi'ene col ·t lizzazione nel campione, vi è una minore possibilità di ~ovraeccitare la sonda fluorescente
• p1 o contemporaneamen-
te e anal_1zzato da numerosi raggi, e le sezioni ottiche vengon · I • I I (photobleaching), provocando il danneggiamento del campione stesso.
. . . . o v1sua 1zzate m tempo rea e.
moderni m1croscop1 a d1\co rotante sono stati migliorati sigo·fì t' dal('
. . 1 ca 1vamente aggiunta allo
strumento d1 sorgen!I d1 luce laser e rivelatori CCD dr alta l"tà •
1 • 1s1stem1. . •
·1 I ·
uu izzano genera mente IO esperimenti nei qualt vengon0 qua I • a disco rotante s1 4.3.4 La deconvoluzione
11one a velocità. elevata (ele\ata nsol · •a1 racco te 1mmag101· ad alta ns · olu-
. . . . . uz1one spazi e e temporale) e ven ono utilizzati erse- Le sezioni ottiche possono essere prodotte utilizzando un metod?. di processam_ento d~Ue
guire, rn cellule v1vent1, la d10am1ca di proteme marcat g p immagini chiamato deconvoluzione, che consente d1 rimuovere dall 1mmag10e d1g11ale le IO-
e con mo1ecole fluorescenti.
Bl(X..flL\tlCA E RiOlCX;IA MOLECOLAR{
~ti( RO-C'OPIA
151
150 . te l'uso deI compu t er, a partire
·
to mcd1an . ,, d . . ghezza d'onda corta causa ma - . d
. viene ottcnu ' . . no due 11p1 10n amentah d1
formazioni fuori fuoco. Tale risultato ·o convenzionali. Esisto J'tà di immagini co - nuta con un colorante eh gg1on anm cellulan d1 una v1sualizzalione del citoplasma otte-
1 e viene eccitato nel rosso lontano
da immagini in microscopia a campo ampi è . miglioramento della qufa . d' d's . n 0 ccorre grande cura per mant . ·
. . bi ,~(c10 11 d Jla unzione 1 1 persiane
algontmi di dcconvoluz1one: d,· 1117/1•' . Ila conoscenza e . vitale In genere per ·1 enere i1 tessuto sul portaoggetti del m1c.roscop10 allo. ~tato
. . . L' wo s1basa su • solitamente misurata me- · , montare I campio .
fuse, indistinte) e nprist1mi appro ,. J inc. Questa viene ' . camera per cellule \'lvcnt ra ne su1 po~taoggetll del m1cro~cop10, è necessaria una
dei punti del sistema d1 ottenimento dell m1m g sempio una piccola particella fluorescen- . ~ ppresentata essenzialmente da un vetnno modificato con un
i me per e ·1 . d' ada tiamen to d eI copnoggett'I h , -
diante l'imm.agine di una sorgente punti or . ' (O1 m) osservando come I punto viene 1- e e consente I accesso al campione da parte dell'obiettivo e del
. d' · luz1one · µ ' · li d bb cond ensatore. La camera inolt • 1 .
te di dimensioni inferiori al hm1te I nso . eale della parttce a e a essere un . Il d' . ' re, mantiene e cellule m un ambiente costante e, a seconda del
. . . • he l'immagme r . · Il tipo ce uIare I interesse fo · · ·
sperso nel mtcroscopIO. Poiché s1 assume c . . ll'immagme della part1ce a generata . . • rnisce temperatura, um1d1tà, pH e livelli d1 biossido di carbonio
eI o .ossigenofacostanti Molte camere perme ono I mirod urre fl u1d1
ti d' . . . o d1. pcrfondere la prepa
punto, è possibile calcolare I entlt e a' . à d Il distorsione. d' ni're ripnstinata ut 1zzand o una f un-
ne . il' .·
ò qum I ve razione con rmac1 per trattamenti sperimentali.
dal sistema. L'immagine reale del punto pu . . •successive raccolte nelle stesse con-
. Ile immagini
zione matematica, che può essere appI1cata a
dizioni operative del microscopio. . no relativamente lente; per esempio, 4.4.2 Imaging a i11terval/i di tempo (time-lapse)
. . . . d' d' d convoluzione era .
Le pnme vers10ni dei meto 1 1 e nalizzarc al computer una singola
. . .
con alcuni algontm1 potevano essere ne
cessarie ore per a ' '
f
.
vanzati la deconvoluz1one è oggi ~ immagi~i ti11:e-lapse, raccolte a intervalli di tempo predeterminati, sono ut ilizzate per lo
. . . . d . mputer e a so tware a , s~ud10 delle dina~1che cellulari (Fig. 4.13c-h, tavole a colori p. 760). Solitamente, viene posi-
sezione ottica. Grazie a1 mo erm co . , · confocale per produrre sezioni
. , 'd ·1 d è f ontab1Je con I approccio zionato n~I cammino ottico un dispositivo a otturatore, in modo che questo sia aperto solo
moIto pm rapi a e I melo o con r . ottenere immagini di cellule
. h La d 1 . resenta un metodo pratico per quando viene raccolta un'immagine, per ridurre la quantità di energia luminosa che colpisce
otuc
. e.. econvo uz1one rapp • I le ed ecce e nei con fronti' dei metodi a scan -
li ·
le cellule. Quando le immagini vengono successivamente riprodotte, viene generato un video
v_1vent1 e fissate,_marcate ~?n mo1_te~11c1 mo :'o . ' ·v mente deboli e sottili, come le cellu-
s10ne nell'ottenimento d11mmag1m d1 campioni relati a . . . del processo di interesse, accelerato rispetto aJ tempo reale. Le immagini time-lapse sono ut1h
Ie d 1. 11ev1to.
· · Questo metodo pu ò anc he essere utilizzato. per .nmuovere 11 segnale . d1. fondo per studiare sia il comportamento delle cellule in tessuti ed embrioni, sia le dinamiche delle
·
d aIle 1mmagm1 · · raccoIte con Ia LSCM , con la microscopia a disco rotante o con 11 mtcrosco- macromolecole all'interno delle singole cellule. Il fenomeno di interesse, insieme alla quantit.l
pio a fotoni multipli. di energia luminosa assorbita e tollerata dalle cellule, determinano l'intervallo di tempo uti-
lizzato. Per esempio, una cellula in una coltura di tessuto si muove a velocità relativamente
bassa e potrebbe essere adatto un intervallo di tempo tra le immagini di 30 secondi. Per otte-
4.4 Imaging di cellule e tessuti viventi
nere buone immagini tune-lapse, è estremamente importante la stabilità del campione e del
Esistono due approcci fondamentalmente differenti per ottenere immagini di eventi bio- microscopio; per esempio, il fuoco non dovrebbe essere modificato durante l'esperimento.
chimici nel tempo. Uno consiste nel raccogliere immagini, da una serie di tessuti fissati e colo- Tutte le forme di microscopia ottica possono essere utilizzate per la produzione di immagi-
rati, ottenuti a tempi successivi deUo sviluppo; ogni immagine rappresenta un singolo punto ni time-lapse (par. 4.2.3, 4.3). Il contrasto di fase è la tecnica tradizionalmente adottata per ot
temporale nell'esperimento. In alternativa, lo stesso tessuto può essere osservato mentre è an- tenere immagini dei movimenti cellulari e del comportamento di cellule in crescita in colture
cora vitale, durante il suo sviluppo, catturando direttamente i fenomeni di interesse. La secon- tissutali. La DIC o la microscopia in fluorescenza vengono generalmente scelte per raccogliere
da metodologia, basata sull'osservazione di ceUule e tessuti viventi, è tecnicamente molto più immagini dello sviluppo di uova e di embrioni. I metodi di visualizzazione computerizzati
complessa delJa prima. possono essere utilizzati insieme alla DIC per migliorare la risoluzione. In questo caso, un'im-
magine di fondo viene sottratta da ciascuna sequenza time-lapse e il contrasto delle 1mmagm1
4.4. 1 Evitare gli artefatti viene aumentato elettronicamente. Ciò consente, per esempio, di visualizzare 1 microtubuli
assemblati in vitro a partire dalla tubulina, in presenza di proteine associate ai microtubuli. Le
L'unico mo_do per eliminare gli artefatti dalla preparazione del campione, è osservarlo men- immagini cosl ottenute sono al di sotto del limite di risoluzione del microscopio ottico. Que
tre è ancora :,i1taJe. Molti_ c_ampioni v\tali_sono sensibili alla luce, specialmente quelli marcati ste preparazioni hanno costituito la base dei SJgg1 Ji molllita per le proteme contrattili, per
con• coloranti
• • •
fluorescenti,
• •
m quanto I eccitazione di fluoro'or
1, 1
· neila cellu Iarad'1-
· può rilasciare esempio chinesma e dineina.
cah hben c1totoss1c1.
, Inoltre,
., alcune lunghezze
., d'onda sono p'm' dannose d'I aItre; generaln1ente,
le. lunghezze d onda
. . pm . corte sono pm dannose di quelle pi·,u Iung he e, per ottenere Ie 1mmag1-
· · 4.4.3 Colorazione f111oresce11te di cellule viventi
ni, la luce nel v1Cmo mfrarosso è preferita a quella ultrav'ioletta (F' ) ['' · , d
1g. 4.6 . mtens1ta e a uceil I
non deve compromettere le cellule: a tale scopo si utillZZa' · • Solo un numero piuttosto basso di cellule possiede fluorescenza intnmeca ( autofluorc-
• fl · 1 . ' no intensità estremamente basse, co-
loranti uorescentl re auvamente brillanti e fotorivelatori altam . .. . . ,lCJIIa), sebbene alcune molecole endogene, per esempio 11 NAD(P)I I, si.mo fluore,centi e
delle cellule può dipendere a h dal . ente sens1bi11. Inoltre, la v1tahtà pos~ano essere utilizzate per ottenere immagini. Molecole fluorescenti re!Jti,-.imcnte pi.:cole
. ne e comparllrnento cellulare h è il fl -
rocromo. Per esempio, visualizzare il nucleo con e e stato marcato con uo vengono inserite in cellule viventi utilizz,mdo molt1 metodi d1ffcrcn11, che mcludono IJ dittu-
un colorante che viene eccitato con una Iun-
SU>< fll\llC:A f BIOLOGIA MOLECOLARe
MIC R( >SCOPIA
l'i2
153
(e)
lbl
lel
Serie Z a singola
lunghezza d'onda
4
Lunghezza d'onda
lmmag1n1 nel tempo
1t1me lapsel a singola multipla
lunghezza d'onda
•
Variazione
nel fuoco
I
j
Variazione
nella
Variazione t lunghezza
d'onda ~
nel tempo ~
◄ y ........
X ..
I igur,1 t. 15 tmagmg multidimensionale. (a) fwta 71one nel tempo a singola lung~eu~ d'onda (o time-
lapse .\,l' 1magmg); (b) serie z di un'immagine lungo le d1remm1 X, l e Z. l.i combm,mone d i (a ) e(.~) è
un'nn magme in 40. (e) lmmagme a lungheza d'onda multipla LI wmbinallone d1(a), (b) e (c) è un 1m-
magme m SD.
sione, la m1croiniez1one, l'inserimento mediante particelle e l'elettroporazione. Proteine più figura 4 16 Uno stereom1crosrnp10 per ricerca. 51 nott che la sorgente di luce è po,ta lateralmente, caratte
grandi, marcate IO modo da renderle fluorescenti, vengono abitualmente iniettate all'interno nstJca che puo dare un effetto d'ombra al campione: nell'e,emp10 una fiala dt moscenm. 11 grosw ob1e1t1vo
delle cellule, poiché dopo un certo tempo vengono incorporate all'interno del pool delle pro- posto sopra 11 campione puo e,sere ruotato per mgrandire l'tmmagme (zoom ).
teine cellulari e possono essere utilizzate per ottenere immagini.
Molte molecole reporter sono ora disponibili per studiare l'espressione di specifici geni in
cellule viventi, utilizzando la microscopia in fluorescenza (Tab. 4.2). La proteina fluorescente ging 5D. È attualmente disponibile un software per l'analisi e la visual!Z7azione di serie di dati
verde (G FP, Grce11 F/11orescent Protein) è un reporter dell'espressione genica molto pratico, in 4D e 5D. Per esempio, puo es~ere seguito il movimento d1 una struttura attraverso un gran
quanto d irettamente visibile nelle cellule viventi, utilizzando la microscopia ottica in epifluo- numero di immagini consecutive, possono essere misurate variazioni di volume di una strut-
r~scenza con co1_nuni combinazioni di filtri. Il gene della GFP può essere legato a un altro gene tura, e sequenze di dati 4D possono essere v1suahzzate come sene di proiezioni nella d1rez1one
d1 mteresse, cosicché l'espressione di quest'ultimo è accompagnata nelle cellule viventi dalla 7 o come video stereoscopici. Esperimenti multidimensionali possono presentare difficoltà
fluo rescenza della GFP, senza necessità di fissazione, di substrati o coenzimi. La fluorescenza per la notevole quantità di dati che deve essere trattata, in quanto da un singolo esperimento
della GFP è estremamente brillante e_non è soggetta a photobleaching. Varianti spettrali della in 4D possono essere raccolti dati che occupano gigabyte di memoria.
GFP e al_tre ~olecole reporter, come~ DsR~d, sono ora disponibili per marcature multiple di
cellule
. . viventi.
. Queste
. sonde hanno nvoluz1onato la possibi'li'tà di' ottenere 1mmagm1
· · · d 1' ceIlu Ie
4.5 Stereomicroscopio
viventi e d1 tessuti con la microscopia ottica.
Un secondo tipo di microscopio ottico, lo ,t rl ,m1crnsrnp1n, viene utilizzato per osservare
4.4.4 Imaging m11ltidimensionale la superficie d1 grandi campioni (Fig. 4.16). Questo strumento è particolarmente utile quando
sono richieste informazion i 3 D, per esempio per l'osservazione di interi organismi ( Fig. 4. I 7,
La raccolta, nel tempo, di serie nella dimensione z v·e h' · . tavole a colori p. 761 ). Gli stereomicroscopi sono indicati per la micromanipola11one e la dis-
. . 1 ne c tamata 1mag10g tetrad1mcns10-
n,1Je ( 4 D ) ; con questa tecmca, le smgole sezioni ottiche (d · · · sezione, operazioni che richiedono un grande campo v1s1vo e la possibilita di aumentare o di-
differenti profondità nel campione (d' . Z) . imen~io~• X~ Y) vengono raccolte a
imens1one , IO tempi d1vers1 ( d' . ) m inuire l'i ngrandimento. Un'ampia gamma d1 oh1ettiv1 e oculari è disponibile per differenti
cioè una dimensione nel tempo e tre nello spazio ( F'1 4 15 I 1 quarta 1mens1one ' applicaz1oni. Le sorgenti lummose possono essere poste sopra o sotto il campione, o cm.on•
nel tempo anche lunghezze d'onda mult' 1 Q , gj . · ). no tre.' possono essere raccolte
tp e. ueS t u timo approccio è stato chiamato ima- dare quest'ultimo mediante una I 1ct' .iJ ,meli,, oppure essere situate lateralmente, per dare un
Blll\:111\11< \ I lllll!IX;!\ MOLI UllAAI
\11< Rlh<<llH
1,-1 l'iS
. . J""'iungono contr,1sto o effetti
. . . ' li d1 ,llun11n,17lone ""' . . . fl .
cltetto d, campo ,.:uro. Que,u d1ver,1 Jngo .b h sten:onucrost0pt tn uorescenz.i
. . ·100(tre d1spont 1 · . •
d1 ombre 111 rilievo ,,Ile 1mmJg1ni Sono . . t con GFP e sue v,mantl.
. ,, •mu mJrlJ i
utihn,111 per l'analisi d1 tessuti anim,11I trJm,,t
4.6. 1 Pri11cipi
d è nchiestJ t,1 mJggior ri,oluzionc possi-
la m1Lro,cop1J
• • ckttnrn1eJ . v,ene .ut1hnata
· I o · ·o (ME) nve
qu,111 . I,mo I' uItr,,,tru tt urJ deIl e
bile. le 1mmag1111 prodotte III un m1aos,op10 e cttrontl . . . .
· Il I E · d · d {li • d. · opt' •lcttronicr 11 n11Lro,u1p10 ekttmntLO ,1 tr,1
Le u e. s,stono ue t1p1 1 erentt I nucrosc ' · MET 1•. · ~
• . (MES) Ne1 · , 11nmag111e" ge-
,m",1onc (MET) e 11 n11uo,u1p10 clcttrOnllll J sc,llhlOllt
· · ·1 ·
. I
• nel MES' gh e ettroni ,ono n essi
·n .
nerata dagli elettroni che passano anraverso I ca111p1onc, .
dal campione (deuroni \ccond.ml e generano un'immagine dellJ sti.1 rnperfìcie.
l'equivalente della sorgente d1 luce in un microscopio elettromco ~ rappre~entato d,il ~an.
none elcttromco. Quando uo alto voltaggio, compreso tra 40 000 e 100 000 V (voltaggio d1
accelerazione) viene fatto passare tra un catodo e un ,rnodo, un filamento d1 tungsteno emet-
te elettroni (Fig. 4.1 ). Gli elettroni caricati negativamente passano attr,werso un foro nel-
l'anodo formando un fascio elettronico, che passa successivamente attraverso una serie di
lenti elettromagnetiche (wlonnal, la focalizzazione del fascio di elettroni viene ottenuta
cambiando il voltaggio applicato trasversalmente alle lenti elettromagnetiche. Quando il fa-
\Cio di elettroni passa attraverso il campione, alcum d1 essi vengono dispersi, mentre altri
vengono focalizzati dalla lente del proiettore su uno schermo fosforescente o registrati utiliz-
zando una pellicola fotografica oppure una macchina fotografica digitale. Gli elettroni han-
no un limitato potere penetrante, ciò s1gnifìca che il campione deve essere sufficientemente
sottile (50-100 11111) per consentirne il passaggio.
Campioni più spessi possono essere osservati impiegando voltaggi di accelerazione più
elevati, come nel m'.lro,copm det~ronilO ad alto wltagg10 (HVEM, High Voltage Electron
Mteroscope), che .uuhzza un voltaggio d1 accelerazione . d1 I 000 000 V, o nel lllllro~copm
· · e Iet Figura U8 Microscopia elettronica a 1ra;m155ione. (a-e) Se110111 ultratìni in Epon ((,() nm d1 ,ptewire) d1
1romrn ., volta~10 111tc:rrned10 (IVEM, lnterrned,ate \loltage Electron M,croscope) che utilizza m
una cellula 5perma11ca via d1 sviluppo colorata con acrtato di uran,le e c,trato d1 p1omho. (h) Copia m
carbonio della superficie di ~perma d, topo.
un voltaggio · hd1 accelerazione
• di circa
. 400 000 V· In questo caso, vengono prodo t'te 1mmagm1 · · ·
stereoscopie e raccogliendo due immagini inclinate tra loro d1· 1
10° I · ·d . un ango o compreso tra 8 e
. mmag1111 i questo tipo sono utili per determinare le relazioni 3D degli or anelli ali'·111 - pale svantaggio dell'osservazione di campioni biologici in ME consiste, quindi, nel fatto che
terno deUe ceUule, quando vengono osservate in uno stereosco • O . g . •
stereopro1ezione digitale. pto medtante un sistema d, l'osservazione awiene necessari,1111ente in condizioni non faiologiche. Tuttav1,1, l'aument,1ta
risoluzione resa possibile dal ME ha fornito molte informaz10ni, riguardo alle strutture biolo-
giche e ai fenomeni biochimici all'interno delle cellule, che non potrebbero essere raccolte con
4. 6.2 Preparazione dei campioni nessun'altra tecnica di m1croscop1a.
Per l'analisi al ME è richiesta una lunga e laboriosa prepara11one del campione: per tale ra-
li contrasto nella M[ dipende dal numero at .
• . omico: quanto più ele t è ·1 • gione possono presentarsi problemi nell'interpretanone delle unmagini, a cau~a degli artefat-
co, tanto maggiori sono la dispersione e il cont t . d' va o I numero atom1-
·1· • ras o, 1conseguenza · ti dovuti a tale procedura. Per esempio, i campioni vengono tradmonalmente prepar.iti per la
sto, vengono ut1 1Lzat1 metalli pesanti come . . , per aggmngere contra-
. , uramo, piombo e os . N li . MET mediante fissazione m glutaraldeide, per form.ire legami croc1,1ti tra le prote111e, segu1t,1
ture marcate appaiono nere O •~l~ttr,
• "ndensc (F.1g. 4.18) mio. e e immagini le strut-
da un trattamento con tetrossido di osmio, per fì,sare e colorare le membrane hp1dichc. Tah
Per essere osservato mediante ME dal :
. . ' campione b1ol · d . trattamenti sono seguiti d,1lla d1S1drat.iz10ne, mediante pa,sagg1 m una serie d1 ,1koli e, quin-
qua, 10 quanto 11 fascio di elettroni può ess d ogico eve essere rimossa tutta J'ac-
ere pro otto e focal' 1 di, dall'inclus1one in una plastica come l'Epon per la prepar.11ione di ~c,ioni sot11h (I ig. -t.18).
izzato so o nel vuoto. li princi-
6J()( 1II MI! A I OJ(\J (>C,IA MOJ H lllARF
MICROS< Ol'II<
M6 157
-
m
,.
,
t", ~-
• 4', • . -- >-'·~
.
'•._:•.r: ·.
. .. ,; ..·:" :I:(
La luminosità della fluoresc
della quantita di sonda present enzJ pr~venicnte dalla sonda puo e,sere calibrat.1 ,ulla base
esempio, . la concentrazione d' e m ogni. data poslllone
usando coloranti indicatori·
l'aumentare deUa quantitil d'
. .
per i1ca 1c1O (per e
. .
. Il Il I
1 ca1CIO viene m1s t ne ,1• ce· ud a,,a e evJtJ
I
•
.
molu11one
ura a m regioni 111erent1 d1 embrioni v1tah
Il 3) I .
scmpio, uo- J cui lluoresccnLa aumenta al-
1ca1CIO 1ibero nella e I) 1 (F 4 21 I
159
Per
,. ·& ' state sviluppate molte sond ffi e u a ig. · , tavo e a colon p. 761 ). Sono
'('. - ~ -';i/};- I"
trolli sono una partn ne e pedr e ettuJre questo tipo di m1sur_az1oni in tessuti vitali. I con-
~ •• \ • i io:IM..:r.;&,'111 , cessana I questo g d. . .
. v ,\j :-,'il:°t!"n,y,,~·Nr diversi artefatti dovuti al coloran e~ere 1_espenment1, m quanto il photobleaching e
'"·' '
le controUo può essere effettuaite, durante l esperimento, possono falsare la misura reale. Ta-
confrontando le luminosità n. o colorando il.camp_10ne con due coloranti ionosensib1li e
11surate durante I esperimento. Queste misure vengono solita-
■;~ ~: -~
1
-~'
~~~,.. ' ~~~ ~ ~
Le proteine marcate con sonde Il uorescentt· possono essere 1mettate
· · ·
all'interno delle cellule
dove'. col tempo vengono incorpo d U · · consente d1 olle•
FIJ,T
.. •. rate a e strutture macromolecolari. Ciò
,,~- --
n~re immagini di queste strutture, a intervalli di tempo (time-lapse), utilizzando la m1crosco-
p 1a m fluorescenza. Questi metod1· possono determmare e1evall· hvelh
· · d1· fondo d1· colorante e
. . ~~i
·
,~ ;
.~~(1\
risultare dt ~iflìcile inter~retazione. In aggiunta ai metodi d1 sezionamento ottico (par. 4.3),
~ .. ~-:iht.~
;~ . sono state sviluppate tecniche per evitare elevati liveU1di fondo nelle misure in fluorescenza d1
fenomeni biochimici nelle cellule.
~~ ~
,~...'\1.miì~ . ~
Il recupero della fluorescenza dopo ti photohlcachrng ( FRAP, F/11orescence Reco~·ery Aftcr
Photobleach111g) utilizza l'elevato flusso di luce proveniente da un raggio laser per distruggere
localmente i fluorofori, che marcano le macromolecole, per generare una zona con assenza d1
hgura L'!O M1rroscop1a integrata (a) Immagine 111 epi0uomunu e (b. c) immagmc in MET whole 111011111 fluorescenza (photobleaching); 1 successivi movimenti dei lluorofori non ddnneggiat1, all'in-
(a corpo mtcro) a differcnll ingrandimenti della 11r-;>.1 cellula. L'trnmagme mcp1fluomunza e marcata con
rodamma falloidina, che colora l'actina polimerill.ltl. Una fibrJ ISJ)ffllt.'I alla pcnfena della cellula appare terno deUa zona senia fluorescenza, danno una misura deUa mobilità delle molecole. Ciò ren-
come una linea bianca neU'unmagme mfluorescenu (a), mentre quando vengono oSStrvate m MET le fibre de possibile l'analisi biochimica all'interno delle cellule viventi (par. 16.3.2). Una seconda tec-
1sp=1te appaiono come un addensamento allmrato di fibre di acuna. L'immagine m MET wholt 111011111 è nica, correlata aUa FRAP, è la fotoatt1va11one, che utilizza una sonda la cui fluorescenza può es-
stata preparata mediante estrazione con detergenti. fiss.wone chumca, r-;sìccamento al punto cnttco e nve-
\ltmento con platmo/c.irboruo. (Immagine gentilmente fornita da Tat)ana Sv1tkma.) sere indotta da un impulso di luce di lunghezza d'onda corta. La sonda attivata viene nsuahz-
zata usando una luce con lunghezza d'onda maggiore. In tale caso il rapporto segnale/rumore
deU'tmmagine può essere migliore di queUo ottenuto con gli esperimenti di photobleaching
Misure relativamente semplici includono il conteggio di particolari strutture all'interno di Un terzo metodo, la m1croscop1a tn fluore,ccn1a a macth1e, scoperta in seguito a un'osser-
un'immagine 2D o la misurazione di aree e lunghezze. MtSure d1 profondità o volumi posso- vazione casuale, è attualmente molto diffusa per ottenere immagini della dinamica macromo-
no essere effettuate utilizzando serie d1 dati in 3D, 4D e 5D. Le immagini sperimentali posso- lecolare all'interno di ceUule viventi. In sostanza, una piccola quantità di proteine con marca-
no essere calibrate mediante l'immagine di una griglia d1 calibrazione, ottenuta neUe stesse tura fluo rescente viene iniettata nel preparato cellulare, cosicché neUa ceUula la proteina d1 m-
condizioni operative adottate nell'esperimento. In molti sistemi di processamento deUe im- teresse non sarà completamente marcata. Quando vengono osservate al microscopio, le strut-
magini, l'introduzione di un fattore di calibrauone assicura la confrontabilità di tutte le misu- ture cellulan non marcate presentano, quindi, un aspetto a macchie. Le regioni scure agiscono
razioni successive come ma ·latori d1 lOntrnllo per l'osservazione deUa dinamica.
Il rapido sviluppo deUa microscopia in fluorescenza rnsieme con le tecniche di imaging di- Con il traskmnento d1 energia per ri,onanza tn fluorcslen 1 (FRET, Fl11oresce11ce Reso-
gitali e, soprattutto, lo sviluppo d1 nuove sonde fluorescenti per attivita biologiche, hanno ag- nance Energy Transfer) è possibile portare la microscopia in fluorescenza oltre ti Iunite d1 mo
giunto_ un nuo\'O livello di complesslta all'analisi quantitativa delle immagmi. Gran parte del- luzione teonco del microscopio ottico e osservare in v11·0 le mteraz1oni protema-protema
le analisi sono basate sulla misura, mediante un sistema per immagini digitale, deUa Jummosi- (Fig. 4.22). Il FRET ha luogo tra due fluorofori, quando l'emissione del primo (donatore) ser-
ta di una sonda fluorescente presente rn un campione. Questa e anche la base della onll 1 1 ve come fonte di eccitazione per il secondo (accettore). Ciò avviene solamente quando dui:
a 1' , (par. 16.3.~), te~mca che misura la lummosita individuale di una popolazione di cel- molecole di fluoroforo si trovano molto vicme l'una all'altra, a una distanza di 60 A (6 nm) o
l~le, nel momento m cui _p_a~sa attraverso un raggio laser. Le ceUule possono essere separate in meno. Un esempio d1 un esperimento m FRET utilizza delle varianti spettrali della GFP In
d1fferen11 popolaz1on1 utilizzando una tecnica correlata, la sep,1raz, l t, ~ attivata dall.i questo caso, l'eccitazione d1 una protema marcata con una proteina a fluoresccnz,t azzurra
flu flSC n ( FACS. Fl11orescence-Act1vated Ce/I Sortmg). (CFP, Cyan Ff11orescent Protcm) viene utilizzata per seguire l'em1\sione d1 una proteina marca
IIICX IIIMI< H RIOUlt,IAMOUC.oi.,.RE
MICRllS<.OPIA
160 !fil
, 90 nm em11s1one
430 nm ecc1taz1one di fluorescenza verde E\r ,1Pto I
con luce blu y
Localizzazione di una prot · · · • · ·
tl .J cellulare
ema incognita m uno specifico compartimento
•t::::t nessuna
fluorescenza OO~IA~l>I\
~
NON
FRET Avete isolato e puritìcato
. una nuova proteina
· da una preparanone· · ·
b10,h1m11:a. In qu.1le
t
modo potreS e determinare la sua di,tnbuz1one e la sua possibile funminc all 'mtt'rno
della cellula'
Fluorocroml seperetl
IUW\/H \
FRET ·ee
7. l '\ _r proteina nella cellula rel.it1vamente alla d1stribuz1one di proteint' con Iocahnaz1onc
nota. Per nsoluziom maggiori, si puo ricorrere alla 1mmuno-EM oppure alla FRET.
La ri,onanl.l m.igneti..a (MRI, Magnetic Resonance Jmagmg), g1a molto diffusa per la rav
Fluorocroml edlecent, colta di informazioni 30 da grandi strutture (per esempio un animale intero), è stata recente•
1-igura 4.22 Trasferimento di energia ptr nsona!ILt in lluoresccnz.i (FRET, Fluoresct11ce Resonllnce Energy mente adattata per la raccolta di immagini, con risoluzione relativamente alta (10 µm ), dalle
Transftr). Ndl'estrnpio suptnore (non FRET) la proteina a lluorescen_za anurra (CPP, <;yan Fluortsc~,!t zone più interne di te~ull microscop1c1 che risulterebbero opachi con altre tecniche: per
Protein) e la proteina a lluorescenu gialla (YFP. Ytl/ow F/110,mem Prottm) non sono suffic1,ent~me_nte v1c1- esempio, per l'osservazione dell'anatomia 3D di embrioni vitali durante il loro sviluppo. Co
ne ptr perrnettcrt alla FRET d1 avert luogo (più di 60 A, 6 nrn, di distanza). In questo caso, I eccltaZJone con
la luce blu a 430 nrn ha cornt multato la sola em1Ss1one di luce verde a 490 nm da parte della CPP. Al contra- minc1ano a essere d1sponibih agenti d1 contrasto che possono essere ut1l1z1A1ti sia per la m1cro
rio, nell'tsernpio inferiore (FRET), la CFP e lii YFP sono sufficientemente vicme affinché avvenga il Mtrasfe- scopia in fluorescenza sia per la MRI dello stesso tessuto. La tecnica MRI è m grado d1 pene-
nrnento d1 energia" o FRET (più vicine d1 60 A). In questo caso, l'eccitaz1one con la luce blu a 430 nm pro- trare l'mtero volume del tessuto, mentre le 1mmag1m m fluoresce01.a possono essere ottenute
duce la fluorescenza della CFP (verde) e della YFP (rossa).
solamente dai primi micrometri d1 tessuto 1mmed1atamente al d1 sotto della superficie del-
l'embrione (par.13.4.3)
ta con una proteina a fluorescenza gialla (YFP, Ye/low Fluoresce11t Proteiri). La fluorescenza del- Un'altra area in cui la ncerca è molto attiva è lo sviluppo delle tecniche di rivelazione d1 sin-
la YFP, in condizioni di eccitazione della CFP, avrà luogo solamente se le proteine sono molto gole molecole. La miuoscop1a a nlk"1on~ intcrn,t tot.ile (TIRF, Tota/ Imemal Reflcct1011 M,
vicine tra loro. Poiché il fenomeno può essere seguito nel tempo, la FRET può essere utilizzata croscopy) utilizza le proprietà di un'onda evanescente all'interfaccia tra due meui (Fig. -1.23 ),
per misurare direttamente il legame delle proteine o dei complessi proteici (par. J6.3.2). come la regione situata tra il campione e il coprioggetti. La tecmca s1 basa sul fatto che l'inten-
Una tecnica più complessa, l'1magmg basato sull'em1v1ta della fluorescenza (FLIM, F/uore- sità del campo evanescente decade rap1d.1mente, in modo che l'eccitazione d1 qualunque fluo-
scence Lifet~me Imagi~g), misura la durata della fluorescenza di un fluoroforo, dopo l'eccitazio- roforo è confinata in una reg10ne d1 appena 100 nm al di sopra della superficie del vetro. Que-
~e con un 1~pulso d1 luce laser della durata di 10 nanosecondi La FLIM viene usata per ana- sto valore è più sottile dello spessore delle sezioni ottiche ottenute utilin.mdo 1metodi confo-
lizzare molti fluorofon, con diverse durate di fluor-cenza
~. e spettn· d'I em1ss1one
· sovrappost'1. cali, e consente di raccogliere immagini di singole molecole situate all'interfaccia.
Il m1crm..:op10 a forza atonm.1, invece di utilizzare una lente, esplora la superficie del cam-
4.8 Tecniche specializzate dj imaging pione con un puntale acuminato, lungo molti 1mcrometri ma con diametro (alla punta) mfe
riore a IO nm ( 1111,tgmg m ,.11npo \ 1uno), situato alla fine di una leva lunga cir,a 100-200 µm.
l progressi tecnologici continuano ad avere n 1 1 . . Durante il movimento del puntale sul campione, le forze presenti tra i due ..:au\ano un'md1 -
e della produzione di imm . . d _o _evo e impatto nel campo della microscopia
. agm1 e ren ono possibili un nu . d' . nazione della leva, il çu1 movimento viene rilevato da un computer, che elabora un'immagine
sperimentali. Nuovi strumenti . . . . . mero ancora maggiore I approcci
. per app1icaz1om speciahzzat d" . 1 d li della superficie del campione ricavandola dalle minuscole dev1J1iom del punt.1le. li metodo
b1och1m1ca vengono conlinuament il e e non I routine ne campo e a
e sv uppa11. produce immagini d1 superfici a devat.1 ri,oluzione (Tab. -I 3)
a1ont1\III ~ f RllllOGIA MOI FCOIARE
MICRO'><'OPIA
16.2
163
4.1 O Suggerimenti per ulter'i o . 1
Vescicole e m1cro1ubuh n etture
al d1 fuon del cempo
AoRAMOWlrl, M. M1croscope Bas,c d B
evanescente
Testo introduttivo di buona qu~~à f 0nd· Olympus of Amene.i lnc , Melville, NY 2003.
ca - disponibile anche on Ime co~e ~lee~~ust rato su tutu gli as~ltl d1 ba5<' della mJCro~opia o111.
CAMPO EVANESCENTE Al.Bt RT~, B., }OHNSON A., LlWJ~ J. RAFf M R '
- 100 nm Garland Science, New York
2002
(T ·•. OBflITT, K., WA1TER, P Molecular B1ology of 1he Celi, 4• eJ,
Buona introduzione a tutte I fi r. ~ · B,_olog,a mo/eco/art della ct/111fa. Zanichell1. Bologna 2004).
Vescicole e m1cro1ubuli per I b1olog1 cellulari. e orme I macroscopia e all'ottenimento d1 immagini d1 cdlule vual,
all'interno del campo AN~R.EWS, P.D., HARPER, l.S. e Swwww J.R. lì
8 ,anescente m the postgenomic era. Traffi, / , _
2005 3 29 3
~_so
and beyond; quantitative fluorescence m1cro'k:opy
Rassegna sulle 1mmagm1 multidime - al1 . _
database mternazional d. - . nSion • su, metodi d1 gestione delle grandi ..cric d1 dati e dei
1 11mmagm1.
BARUCH, A., JHFERY, D.A., 8oFYO M E ·,
Tc 11 1 rnnl Rrflect1011 M1croscopy). Una reg10- 14: 29-35. ' · nzyme Jctiv11y- 1t sali about 1mage Tren,ls III Ccli 810/ogy 2004,
hgura 4 2, t.hcroicopia a nlles11one m1rrna IOlalc (TIRF, 0 'é
"/vetro-acqua quJndo le cond1tio111 di il
ne d1 ecc1t~110ne J1 100 nm d1 i,pe>$ore viene prodotta all'mier ace.i O wlo le vcmcole e I microlubuh pre-
Rece~Cte rassRJegna sugli es~rimenh da bioch1m1ca che u_lihzzano la fluore,ccnza.
BRAGA, r . ., CCI, 0 - Atom,c Force Mrcro p B d f /
lummanon<' ~ono adJII<' per la nfkss1onc mlerna In quc:i~o{~r:~:o~e dell'immagine m fluorescenta alla !ne., Totowa, NJ 2003 _ sco r- iomt ,ca Mtt 1od.s and App/1callo11,. Humana Pr~s
i.en11 ali mlerno del c.in1po eva.nescenle con1nbuiranno a
ni.ol1mone d1 100 nm lungo la direllone Z Metodi pratici e appLcaz1on1 della microscopia a forza atomica.
.Env,s,omng Screnct·· Tht DtSign and era,r
FRANKfl., F.
MA .~ o,.r tl1t Sc,tnct lmagmg. MIT Press, Cambndge,
2002
. • · ulteriori informazioni Famoso libro sull'ottemmento deIle 1mmagm1 · · con ut il I suggenmenll- per lo stercom1croi.cop10.
4.9 Archiviazione e presentaz ione delle 1mmagtm e .
HAUGLAND, R. Hat1dbook of Ff11orescen1 Probes and Rtstarch Prod1icts. 9" ed. Molecul.ir Probes lnc. Eu-
• - vengono uccolte in formato digitale. gene, OR 2003. '
Molte immagini prodotte dai moderni nucroscopi d Il I .
• - • · I straordinario aumento e a ve oc1tà Un compendio di tutte Il' modl'rne sonde fluorescenti unito a protocolli e riferimenti b1bhografio-
L uso delle tecniche d1gitJli ha consentito non so o uno h
• - - · d · dell'esperimento), ma anc e la gene- aggiornamento continuo trarrute web.
di raccolta delle 1mmag1111 (e una d1mmuz1one e1 tempi _ . . .
· d' b · - · · d ' 1· ·1 'd tras"er1·n1ento delle mformaz1om tra H URTLEY, S.M. l' HEJMtmt, l. Biologica! 1magmg. Scrtnce 2003; 300: 75-145.
razione I data a~e d1 1mmag1111 1gtta I e I rapi o ,, " . . . I la-. Ottima raccolta di art1coh nguardanll argomenti sui metodi moderni d1 ottenimento delle immagini.
boratori attraver;o internet. Inoltre durante 11 trasferimento tra i laboraton e nelle pagine dei INOUE, S., SPRJ~<,, K. Video M'.croscopy, Tlie Furulamtntals. 2' ed. Plenum Pubhshmg Corp., New York 1997.
giornali elettronici, le unmagini ra:colte al microscopio non perdono risoluzione O bilancia- Eccellent~ hbro mtrodutt1vo sull'ottemmento di immagini d1 cellule viventi, sulla v 1deomicro~op1a
e sulla m1croscop1a m generale.
mento de, colora.
Diventano sempre più ampi I database mternazionali per la conservazione e l'accesso alle ISHIJ)MA, A., YANAGIDA, T. Single molecule nanob1osc1ence. Trends ,n B1ochem1caf Screncts 2001; 26:
438-444.
irnrnagim da luoghi diversi. Nelle tecniche avanzate di microscopia, vi è la tendenza a produrre Rassegna sull'ottl'mmen10 d11mmag1m da singoll' molecoll'.
un numero sempre maggiore di dati, specialmente quando vengono generate serie di dati muJ- LEWIS, A.• TAHA, H., STRINKOVSICY, A., MANEvrrn,, A., KHAKHAmURIA1''l~, A., DEKTHFR, R., AMMAN1', E.
11dimens1onah. Questa tendema nsponde alla necessità di sviluppare metodi automatici di Near-field optics: from subwavelength 11luminat1on 10 nanomctrn: shadowing. N11111rt 81otechnolo•
analisi delle immagm1 denvanti dai data di espressione genica ottenuti dagli studi di genomica. gy2003;21: 1378-1386.
Rassegna sull'ottica m campo vicino e su recenti sviluppi.
Informa1ioni più dettagliate sui microscopi e sulle loro applicazioni in biochimica possono
MCINTOSH, J.R Electron m1croscopy of cells: a new begmnmg fora new century. Joumal ofCt/1 B,ology
es\ere ottenute da internet. Molti sita web sono stall indicati come punto di partenza p e r ulte- 2001; 153: F25-F32.
riori Mudi (par. 4. IO); se non fossero aggiornati, informazioni su qualunque argomento posso- Introduzione breve e d1 buon hvello sulle moderne tecmche per 11 ME
no essere ottenute utilizzando un motore di ricerca. Il campo della microscopia evolve rapida- Pf.RIASAMY, A Mtthods III ufl11far lmagmg. Oxford University Press, Oxford 200 I.
Eccellente raccolta d1 tecniche avanzate m microscopia otlica, che include la m1croscop1a confoc.ile,
mente, ma i principi di base della microscopia ottica ed elettronica rimangono invariati.
la microscopia a fotoni mulllph e la FRET.
Scttut DT, A., SMALLRllX.E, R. lmagmg in celi b1ology. Supplemento a Nature Ct/1 810/ogy 2003, 56.
Tabell.i 4.3 Risoluzione nelle immagini ottiche Recente rassegna generale delle moderne tecniche per l'ottenimento delle 1mmagmi.
SEOUWICK, J. Qwck Pho10Sl1op for Research: A G111de 10 D1g1MI frnagmg for PhotoShop. Kluwer i\c.ide•
XY z mie/Plenum Publishmg, New York 2002.
Mocroscopia clasi.ica
- - -0.S0µm
- ----------------
1.60µm
Protocolli basati su mform,uioni pratiche per la pre~enta11one d1 1mmagm1 dig1tah d1 m1uo">Cop1.1
SHAPIRO, H.M. Pract,cal Flow Cytomttry. 4' ed. John Wiley and Sons, New York 2003.
Confoc.tle/a fo1on1 muh1ph 0.25 µm 0.70 µm Libro d1 base sulle tecniche m fluorescenza e sulla citometn.i ,1 flusso, scritto m modo eccellente
f!RF onda evanescenie• 0.50 µm 0.30 µm SPLC IOR, D.L, GotDMAN, R.D. L1ve Celi f111ag111g: A Lrbort11ory M1m1111l. Cold Spnng Harbor l.aborato-
1-oua a1omica-campo, 1cmo_ _ _ _ o.os µm
___ 0.01 ftm
ry Press, Cold Spring Harbor, NY 2004.
• l lRI, I ,t.Al /utcm.al Rt/lt'<tr"n \f1tr11kopyf mk.rok.Op1.1 ~ rtO("t.\lOnc 1n1tm.1 tou.lc) Buona mtrodu11one a1 metodi attuali di raccolta delle 1mmJgini d1 cellule VI\Cnll.
BJO( Hl MILA r BIOLOGIA MOll.( 01...\R.t
164
Mh:ro1,copia generale
,http:/, w,,'W .microscopvu.com/>
<http://wv-.'W·.microscopy.fsu.edu/>
<http:/'""'''\\ .micro:.copy-analv~•~.comJ >
<http://v......,·w.ms.i.microscopy.co01J>
<http://www.rms.org.uk/> .
<http://www.ou.edu/ rese-,uch/elecrron/ m1rror/web-sub1.html>
<http://w...,.....,·.ou.edu/rec;ear«:hfekctronJwv."\,;-vli>
Sonde fluorescenti
nttp:J, \'\"ww.bdbio'>cienccs.com:clo ntecru >
<hnp:/ /v;ww.qdots.com/>
< http:/ /v.ww probes.com>
<http:/ /W\,w.jac~onirnmuno.com/>
Proccs.samt'nto delle immagini
<http://w.,..·w.apple.com.:quickt1me/qtvr/>
< http://rsb.mfo.nih.gov, nth-1mage/ ·
<http://rsb.info.nih.gov I tJI>
<.http://www.U1owa.edu/~dshbwww/>
<h t tp://w...."\\·.lemke~oft.de/en/index.htm >
Database
ht tp://w.........,·.opcnmicroscop)',Org>
CAPllOLO 10
Tecniche elettroforetiche
'
IO I
V
-R I IO 2)
I tpira 10 I Fotogufu che m<lilll il cmcammto dri camp1om nei pouctu d1 un m1mgd per 5DS-PAGE Parrebbe, qll1Jld1, pos\1b1lc accelerare una separazione clettrolorcllca aummundo 1I vol-
Sri poucm, riei qu.:ah J ,m1p1one t già ~uto ,mmmo, r,mono ~re 1dcnufit...1U d.il oolor~ntc blu (blu di taggio .ipphcato, 10 quanto ciò dovrebbe determinare un cormpondcntc iumcnto del flu~~o
bromolcnolol che u pMIC dd umponc d, c..nummlu d1 corrente I.a d11tanu pcrcor'"1 dagb 10111 sar~ propomonalc si.1 .tlla corrente, sia al tempo.
In quc,,to modo, tultavta. s1 trascurerebbe uno dc, prmetpali problemi per l.1 maggior parte
dei up, d1 elc1trofores1, ossia lo s, 1luppo d1 calore
Durante l'elettroforesi, la potcnz.i (W, espressa m watt) generai.i nel meno di )Upporto e
data d.tlla seguente eqU31ionc:
I\' JU lU 31
L.i mJggior putc d1 queo,l.1 potcn1.a viene d1ss1p.1ta wtto forma d1 calore li n~.1IJ,11uc:nlo
del meno in w1 ,1vv1cne l'clettrofores1 produc.c 1~gucnu effetti:
Compar-.rmenu d•I Piastra
Mrbatolo <s. tampoM di r1f!r1ddam1nto , awnento ddlJ ,clc>llt.l d1 d1flm1one dei c.1mp10111 e dcgh 10111 del tampone, fenomeno che
comporta unJ mmor dcfìn111one dea camp,0111 ~cpar.111;
F, ra 10 2 T1p1co appuato onuontalt come quello u11!1ZU10 pn tmrnun~lnuotorcs1, 1soclcnruhxahz• • form.111onc d, correnu wnw111ve, che portano al 11me:..:ol.uncnto dei ,amp1on1 sq,,m111,
U21one (cl dcttroform d1 DNA e RJSA su gd d1 ISJl'OIIO •
IIIOUtlMlc.A E 8101.lXdA MOU COl.ARE
442 nonau IUTn.OfOll'11011
443
- S(nstbth al calor<, ltO può d.uc luogo alla
• mstab1l1t:S tcrnuca de, C':lmp1oni 111agg1ormenl• , , .
., ( di
l I('Jt.l(UfilllllO< uC11 e prol(IO(' <jUIO I . .
n,r ~mp10 •
all.1 p<;rd1t.1 Jell atu, 1tà degli enl1m1);
n,
~an do, Il< I 1.ono Jeli'eJe11rot t,r- , -nc appliato un \Olt.ags10 C.O)t.tnlc,
u 1, 1 , •
L1 wrrcntc au -
menta l'<"r clldto Jcll.1 dimmu,aonc <lellJ rcs1,tc:n1.a (lcgs1: d1 Ohm, cquammc 10 2)· CIÒ dc
0
tC'mun.a un ultenure m, rcmento dd ,alorc \\ 1luppato P.:r que~ta ragione vengono \pC'SO utt
lu7Jll alimentaton st.1hahzut1, ,hc tornL"-ono unJ potcn,a co,t.1nte cd ehmmano, d, ,on~-
gucnz.i, lc Outtu.11wni di 1..ilorc.
li "ht,mt,· ~\ iJuppo di calore nm;ine, comunque, un problema. Una solu11one potrebbe
0
..:umastcrc ndl'cscguirc la ,or.a dcttroforeui:a a una polenu molto bJ\\J (ba\\;I corrente), per
0 ,,,.1n: .1 ogni prohkm.i J1ns..ald,miento, m.1 quoto può portare a ~para11om hn11ta1ecome
u1t1S1."g\len,.i dell'aumento d1 d1tlu~1one, dO\uto al m.1ggior tempo necc~sano per la ~cpara ·
zwne. ~• Je\ono quindi tro\'Jie condwom J1 compromc,-o che ,onsentano I lUO d1 potenLe Parete del
capillare
r-.ag1onc\'oli, m modo dJ a,ere tempi d1 \l'J'U,wone a1.cettab1h, a t.tle scopo, \1 può anche n •
1.orrcrc a un opportuno ~•~tema d1 refngcraz1one ptr d1~\1p.irc ù calore prodotto. Nono\t.tnte • I grupp1 1danohc1 ac>d, conferiscono canche neg11,ve an. pareta
sl\tcm1 del gene-re tun11onino abha~tJnu btne, gh effetti del nscaldamento, t.tlvolta, non sono • I contr01on1 migrano verso ti catodo. tra11e1nandol, del 10lven1e
d1minat1 completamente. Per e,;cmp10, nelle dettrofort'\1 c)C8Ultc m gel posti all'interno dt
f 1gura 10 .I Flu,so dcttroosmotKO m un upilluc dl\dnt I c~11oru ckll dcurol,u ,ono attratti •n'° le p.1
tub1,m1 ul111dn,1 o tr.a 1.astnnr, \ebbene 11 calore sio1 generato uniformemente attnvcN> 11 reu dd up1lbre, dove fomuno un Jopp,o itnto clcttnro Qu.mdo" apph.:a un v.1fugg,o, il mo.uncnto
meno,, tene dM1p,1to ~ol.amcntc allc estrcm11.a, ctò s1 traduce in un gradiente d1 temperatura netto della wlu110M dc1trol1t1U •= ti atoJo t noto come lluuo elct11<1c:nd0\mo11u1
all'mtcmo del gd. uin la parte interna p1u cald.t nspetto a quelle esterne. Poteht 11 fluido più
1.-:ald<;!, nell.i 7ona centr.Je, è meno VJscoço, in quc~ta regione le mobi.htà elettroforettehe <,QOO
p1u elc,o1ti:...01: mob1htl dcttroforetiche aumen1o1no dt circa 112% per ogni grado m p1u della ~re ltm1tJtJ .stab1l121.a.ndo ti mel2o. Tale multato fu r.iggmnto l~uendo l'elettrofor~" \U un
umpcntura) e le bande dcttrofore11che as,umono cosi una fonna arcuata. con una m1gr.u10• supporto mecC1ruco poroso, che vcmv.i imbevuto del tampone dcU'cleurofor~ e ali mtcmo
ne- p,u vdOi:c nelle ione centrali rupctto ai bordi. del quale poteva aVlientrc l'elcttrofore.1 degh ioni del tampone e del c.1mp1one li mluo d1
Un ulumo f.ittorc ,hc può influcru..rn: l.t ,;cparazionc elettroforetu:a è 11 fenomeno dell'el,·1 supporto, infatti. clinuna le ,orrcnu ,ometuve e la d1fTu~1one, 111 modo che I componcnu Se·
trOC'ndosmOSJ ( noto .tnche come tlu,~o dcttronnollco), dovuto alla presenza d1 gruppi carichi parali rimangano m bande nette. I prum ,upporu ut1hzza1t erano costitu111 d1 strt\C<.' d1 carta
sull.i ~urcrfi.. 1c del meno d1 ~upporto. Ptt C)Cmp10, la carta pr~nta alcuni gruppi carbo~s,h- da filtro, od, acelato d1 cellu)o)ol, 1mbtvu1e dt tampone per l'dettrofore\t At tualmcnte que,t1
c,, l'agar0610 (a )Aond.a dcl ~uo gr.1do dt purcu.a) conttcnc gruppi \Oliato, mentre la supcrfì- supporti sono u-.all raramente, -.eblxne l'acetato d, lcllulo'>,J trovi ancora apphca11unc (par,
ltC delle p.lrl Il dJ vetro, supporto u~to ndl'elcttrofore,,i capillare (p.ir I0.5 ), presenta gruppi 10.3.6) In particol.uc:-, per molti .mm, molc,ole p11..colc come ammmoac1d1, pcpt1d1 e l.arbo1•
61lanolt1."1 (~1-0H). La figura l0J mo,tra come a,'\·tene l'elettroendosmosi in un tubo cap1lla- drall, sono state ),(parate e anahu.ate mediante elettrofor~1 su ~upportt qu.il1 ,art.i o !>Ottili la
rc, ma ti pnnap10 e 11 mtde.\lmo per qualunque meuo d1 supporto che procnlt sulla supcrfi - strme d1 cellulo'>.l, 51hce o .allumina. Sebbene:- tait tc..n1che s,,mo 01.1.3\tonalm,·nte ancora u~tc.
uc pupp1 canclu In un tubo capillare tn ,1h,c fu\,1, a valori d1 pl I superiori a 3 circa, 1 gruppi quc:,te moletole ,ono oggi analizzate con tecniche p1u moderne e: \Cn\1b1h, cllmc la "rom.1to•
nlanoh..1sulla p.ucte d1 s1lioo <lei c.ip1l1Jre ,.iranno 1omu.Jt1, generando s1t1 carichi negauva• ~ grafia hqu1d.1 ad ,1lt.1 nsohmone (HPLC; par. I 1.3 2), Mentre per anah114re p1u:olc mokcok 1
mente S..'>no quc-stc cariche che d.anno luogo all'elettracndo\mo,1 I gruppi ~1lanolic1 ionu1.i1t \upporlt d1 carta, o a ,trato ..otulc, dmno buoni ruultati, per macromolecole, quali proteine: 0
gcnc-rano un doppio strato elettnco. o regione d, ~r.ira11one dt ~ano, .1.ll'inurfai:ci.1 parete ac1d1 nudc1c1, la scpara11one r 111rod1fofaC<'ntc
dd c-Jptllarc/ckttrolna Quandu \lene apph1.,llo un ,oltagg,o, 1calloni ddl'elcttrohta v1dm L'intmdu11one Jc1 gel come me111 d1 ,upporto h.i comunque dctcrmrnato un r.ip,do 1111•
alla p:arctc del ap1llare migrano \TTSO d alodo, lras.:inando con sé la solu11one d, elettrolita glioramcnto net metodi d1 .m.ilm delle mauomolelole. li pruno ~~tema ~u gel a e,~ re: 1U.1to (!
uò dctc-rmma un flu~~ dettrot'lldosmoll~o netto ,crw ,I c.atodo. stato quello su gel d1 amido, ~cbb.'.ne questo M)tema troH ancora quakhl· u11h1u\ la gran p.tr
te delle t,-cmche cletLrOIÒr.:t1uic: attu.ilmcnte L01p1eg,1 gel d1 ag.1ro,10 o J1 .1,nlamm1de
10.2 Materiali di )Upp<>rto
102. J Gd di agaro~io
Gh studi p1omem11c1 sull'elettroforcs1 d1 A lhcl1us e lOll.ibor:itnri furono wndotll m S<I•
tu ione libera Tutta, ,a, ben presto fu duaro lhe molti problemi ac.wci.itt a quc~ta mctod,ca, l 'agaros10 I! un pohsaccaride Ime.ire d1111.J'-sa molrullar,· relJll\'a media ,h l.tr,--a 12 000,co•
n part1c lar modo gh dfetu nrptm ddla d1ffuoonc e ddle correnti conH"lll\e, pote~ano es· s11tu110 dt unità base rtpctulc d1 agarob111m1, 111ter,al.1tc d.1 untlà alternate d1 g.,IJ11os1C1 e J1
BICX: ttlMIC.,,. l lllOU:11-,IA ~IOLI ( t >I Mli TT I< llf IUTIROIOIUTIOl 445
H4
-
sere sosutu111, m rmsura dt\·crsa, con gruppi carbossilici e mcto~~•ho, con ptrUvato e - m ~r- può essere rappresentata coml' segue:
t1colar modo - con solfato. Queste sosutu11om possono dare luogo, durante l'clettrofor~•. al
fenomeno ddl'clettroendosmos1 e a llltera.uoru toniche Lea il gel e ù amp1ooc, effetu ent.ram- R' + M ➔ Rl\.i'
b1 mdesidcrat1 L'agaros10 viene pertanto c.ommcrcial1zzato a d1vcrs1 gradi d1 purezza, m base -
alla concmtra11one da -.olfatì quanto p1u quest'uluma ~ ba~sa, unto maggiore èla purezza
I gel da agaros10 vengono u11hna11 per l'elt-11rofores1 sia dellt- protetnc sia degli aetdt ou-
clc1c1. Nel primo caso, lt- d1mem1oni dei pon d1 un gel ali'!% sono troppo grandi, ~e con-
frontate con quelle delle prott-mc I gel d1 .igaros10 vengono percio 1mp1egau m tecniche co- RJ-,tM~M ➔ Rl\.1MM" «cctera
me 1'1mmunoelc1troforcs1 (pu 7 4 1) o l'isoelettrofocali11.111ooc orizzontale (par IO 3.4),
nelle quaJ1 le proteine devono muoversi, srnza ostacoli, nella matrice di gd a st-conda della I r.1d1cah hhcn ~ono 5pecic altamente reattl\e a cau~ della pre..cn1.a dt un elettrone spaiato,
loro canea nat1\a Quc~t1 gd con pon larghi sono ut1h .inche per ~eparare molecole molto che deve accopp1am ton un altro elettrone per stab1huarc la moll'\:ola. R' reagis.ce quindi ..on
p1u grandi come ti DNA o I RNA, m quanto le d1men,1on1 dei pon sono tali w c.omcnurne il -M l' forma un ll'game 1.mgolo. cond1\1dendo 11 ,uo elettrone \pa1ato con uno proveniente dal
passaggio, In que<.to caso, però, le d1mcns1on1 dei pori sono dello \le~so ordme dt grande1..za _guscio l'Sterno della molecola del monomt-m Qu~to produce un nuovo radicale libero R l\f ,
di quello delle molcc_olc e gh effetti fn21onal1svolgono un ruolo non tra<,curabile ndla scpa- che~ ugualmente reamvo l' che legherà un' ulteriore molecola d1 monomero. In que,to modo
r.121one (par. I 0.4 ) Ln ultenorc vantaggio dcli'utilizzo dcll'agarO\IO è rapprc~entato dalla d1 \1 fonn.ino lunghe catene di acri.12mm1de, ,he ,cngnno legate tra loro da legami che ,,, torm:i-
\pombilita d1 questo pohs.accandr a bas\.J temperatura d1 fus1ont- (62-65 °(.) Qucslt gel pos- no a causa dell'introduzionl' di o.:,;monali molecole d1 b1s-acnlamm1de nella catena m ue~c1
sono t-,st-rc hquefatu nuovamente mediante mcaldamcnto a 65 °C; 10 tal modo, per l''>em- ta. Po1cM l'o\"geno nmuo-.e I radi,ali libcn, tutte le ~oluziom d1 gel ,engono solitamente d~
p10, 1campioni d1 D"'A separati m un gel po~sono e,<,ere recuperali ntaghando e '>olubih7 - ~te prima dt-U'uso l k ~luz1om \Cngono poste pt-r breve tempo ,otto vuoto per nmuo\crc
u ndo I.i powonc d1 gel mter~ta !aria dbOolt.a) La nmo11one deU'ana dallt- ,olllZIOOI d1 gel ha .in, he un ~crondo \1.opo La
Per la scarsa clast1c1tà, e I conseguenti problemi nella loro nmollonc da tubi piccoli, 1gel di pohmerizuz1one dt-U a,nlamm1de ~ una rca11one c:.ott-rm1ca e 11 m1..1ldamcnto della ,oluz 10 •
agaros10 non \ODO adat11 per 11 \ 1stcm.1 su supporti a tubicino ,·1 1md n<.o, · taJvo lt••
- una tecnica ~ne d1 gd potrebbe prO\'<Xare la fomuzìone d1 bolle d·ana che rimarrebbero mtrapp..i!Jte nel
"" .-...0 ne, o I 1mmunoeIc1tro10r(.')1
uuhuata <.On I gel d1pohau1l.lmm1dt- Per 1'11,0c)cttrof,-,,ahz-n~, r ,c1 pohmt-nuato: la nmouone dc:U'ana prc:\ iene que,ta poss1bù1tà
1n agaro,10, vengono perciò u~u, sempre ,
s1stcm1 con "C
o
l ora,,o t I h h
n a 1, e l' sono anc e 1mp1<:ga11 La totopohmennazmnc ~ un metodo alternatl\o \he può e"scre 1mp1cgato per IJ prepara-
regolarmente per 11 DNA e per I RNA, schhene alcuna riccrr~•t011 UtII1/ZIOO I ,1,tem1• ver11.. aII zione dt-1 gel d1 acrilamm1dt-. In questa tc.. n1'a, I ammonio pcr~olfato t 11 11· '.\tE!) ,cngono
IH, 1110< 111J.IIU. f llll>LUGIA MOUCOI.\Rt
n1':'.ICltl IU:Tl'll(>fOJU:TIU II
447
!
C.t11ltz21t0ft
-CH -~H-f-CH1-CH1CH
CO l
• radult liberi
COn
-,H-CO
10.3.1 Elettrofores, su gel di polmmlammide III pr~en:n di sodio dodmlsolfato
Lelettrofore~1 ~u gd dJ pohacnlamm1de m pre:.enz.:i d1 ~10 dodml'>oll.:tto (SD'> PAGE) è
1I metodo d1 p1u largo 1mp1ego per l'.mal1~1 qua.buuva di m1~cl<' d1 proteine ..,, trau.1 J1 una
I I I tet:mca particolarmente utile per valutare l,1 pureu..1 delle protcme e, ro•chè e ba~ta ,ull.1 se
NH /loH NH
I _ paraz1one delle proleme m base alle loro d1mens1om, può e<,,cre u11hznta anche per detenni•
CH, CH, iure la massa molcwlarc rcl;.1t1Yil delle prorcmr Il ~d,o dode\ i1,olfa10 SD'I t un detergente
I I amomco, d1 formula CH {CH1) CH OSO ~a . I c.imp1om che de\ono evs<rt: anahu.111
NH NH NH
mediante SDS-PAGE ,·engono pnma bolh11 per 5 mmuu, nd t.unponedcl omp1one {~rr11ple
co J co~l- co buffer) contenente SOS e 2-mcrcaptocQD.Olo Qw::.ùùumo ndu<..e 1 ponu disolfuro C\'cntual-
-CH,-b.lCH -CH1~1-!H- menle prcsenu. che ~no 1m1eme li ~truttura tcnian,1 delb1 proteine, mentre I SI)')" lega
fortemente alle protewc e le dciutura. Tutte le proteine: della miscela \'cngono, qumd,, com-
pletamente denaturate da questo trattamento, e~• aprono m una ~truttura fil.uncntOl>a ,l\cnte
una sene dimol.ecole d1 SDS cariche negarivamcnlc lungo la catena polipcp11d1~-a In med1.1.,
r rgura IOS 1'<>1111&ZJ<lnt di un gd di poluaillllllllklc a puurt cii ~cnl~mmuit t bu-amlamm1de
Viene legata una molecol.i d1 SDS ogm due residui .1mmmoaaclia. LI ~nca naU\"a originale
""'ìlelJa molecola Viene qumd1 completamente m-™.herata dalle molecole d1 SD\ ....mche nega Il•
~vamentc La struttura filamentosa rimane, m qw.nlo ogm rotazione 1,.he tende a chiudere la
'0Jt1tui11 dJ.lla nbolhVUL1; inoltre, dopo o~re staio versato, il gtl viene esposto a una luce m- catena proteica determinerà una repulsione tra le canche negatJ\-c sulle d1\'er\c: parti della c:.a-
Jcru.L per l·J orc..u fotodccom~mone delb nbofl.tvina genera un radicale libero che dà tena proteica, che renderà la conform.iuone d1 nuovo filamento);}. Usmnple /,11flrr contiene,
mmo alla pohmerru.ariollt!.
moltre, un tracc1anJ.e colorato 10012Z.Jbùc, di )()lito blu d, bromofonolo, .:he con-.cnlc dJ ~w-
I gd di acril.amm1de \Cngono 1dentifia11 m base alla percentuale totale d1 acrilamm1de re l'andamento della cors.1 ele1trofore11c.1, e del ~ccaro~•o o del ghccrolo, che rendono La dcn-
prCKnte. u drmen~ion1 dei pori dd gel ~no essere v.1riatc c.imbtando le concentrazioni s1t.l_della soluuone dc! campione adeguat.1 per ,onsenume la dcpo~1z10ne, attr.t\C™l il lam -
Ma ddJ'.acrilamm1de s1.1 dclb bi.).,1crilamnude li contenuto di acnfamm1de è normalmente
pone d1 elettroforesi, sul fondo del pozzcuo di Cilll.camento (F1g. IO. I). Una \Oha c.m~au tutt t
compmo fra 11 .3 e il 30%; pttt.tnto, gel a bas53 pcrcentuolle (come 4%) posuedono pori d1 i camp1om, viene falla pa~~1re corrente attravcno 1I gd. In realtà, 1campioni c.he de\'ono CSM'·
grandi d1mens1om e .sono utilizzau, per e)Cmp10, nell'elettroforo1 d1 proteine quando venga re ,eparau non vengono mtrodott1 direttamente nel gel d1 separazione. Infatti, dopo che 11 gel
n~hiesto 11 hbcro mo\ uncnto delle proteine, indotto dall'elettrofor()1, senza alcun effetto fn d1 separwone (di ~b10 della lunghezza di c1Ko1 S cml t stato venato tra le due lastnnc d1 \e•
ZJon~e. romc odi 1\0dettrot,x.Jlt1.l.11Jone orm:ontlle (/lat-bt,i) (par IO 3.4) o net gel d1 im tro cd t awenuta la sua pol11ner1zz.iz1011e, gh viene vcr..ato sopra un gel d1 unpaccamento
p.1e~amen10 (stJ1ckmgtt/J nell.1 SDS-PAGE (par. 10.3.1). 1 gel a bassa percennule d, acnlam· (51ad111ggdl p1u corto (dell.i lunghezza d1 mca 0.8 cm), nel quale \'Cngono form.iu I poucttl
m1Jc- VC'ngono anche- wau pt-r separare DNA I par. 10.41; quelli c,;on contenuto d1 acrdamm1de e ar1ute le proteine. li gd dJ impaccamento ha I. funzione d1 conccn1rare 1I campione d1 pro-
tra ti 10 e il 10% tro~-ano impiego m tern1che come la SDS PAGE, nelb qu.de le d1men~1om teme m una sotuJe band.a, prima che en1n nel gel d1 separa71one 1,de multato s1 ottiene uu
p1u p1u.ole dei pon introducono un effetto Sd.lcc10, che conlnbu1sa aJJ.i separazione delle 1111.ando forza 10111ca e pH duferentt tra il lampone elettroforetKO e 11 tampone nd gel di un .
pro1eme m base-alle loro d1mens1om (par. 10.3.1). .raccamenlo, condwo.ru che danno onginc al fenomeno noto come uota~oforcs1. l1_1;el di 1m-
Ongmarwnmte,le prolclllC \~ntvano ~rate su gd d1 poliacrtlamnude f.itt1 polrmcriz· paccamento ha pon d1 dUT1em1om molto gr,md1 (4% d1 .1cnlamm1de) che comcnlono .ùle
:t.iR: 111 wlu ili \-Ctro di arei 7 mm d1 diametro e IO cm dr lunghezu. Qucsu tubi «ano fac1h protemc di muo\'Cr$1 ~ n t e e d1 concen1rars1, o 1mpa~,m1, ~ouo l'azione Jd ,.impo
da can~rc e ri..h1cde,-ano I 1mp1cgo d1 apparecchiature J.Cmpliet, però era possibile far correre dettrico. Leffetto di ~u,ghamcnto delle bande dipende dal fuuo ,hc gh mm ghun•lo \;an-
UD.$010 campione per ogm t~bo e, po1ch~ le condmoru dJ sc:pu,mone polevano variare da 1u ch1 negativamente (prc:.cnll nel 1.1mpone elenroforeucol hanno una mob1h1.i elcttrolorctmi
bo a luh<>: iJ ..onfronto do nsultall tra dt\'Cf'St camp1oru non sempre era accurato. L'mtrodu· ptu bassa di quella dei complcss1 proteina '>DS che, a loro volta, hanno una mob1hta inknorc
z1onc ddl elettroforesi \'Cfl1.:.ile ha permesso d1 ana.Ju.urc,m una ~ingoia cors.i clcttroforetica, a quella de&l1 10111 doru.ro (Cl ), pre<.cnU nel i.1mple /111Jlrr e nel tampone del gel d1 1mp.i,c:a-
Vino a ::!O ,amp1001 nelle it~ cond1z1oru._Ogg, l'dettrofores1\ertie.tlc: vr~"Jle usata quo11d1a· meoto Quando nenc apphcara la corrente, tulle le spcx1c 1on1<.he dovr.inno m1gran .illa Mc,-
ruuncntcsm per I an.tlm ddleprolc,nc (p.1r 10.3) su per$Cpar.trt'1 frammrnt1d1 DNA duran· 'iJ vdoc11.1, altrimenti" venfichcrcbbc un'mtcrrultone del cu..u110 dettr1,o, Gli mm gltuuato
re il scquenz1.1mento dcgh .:1c1d1 nucJem (pai. IO 4)-;Srbbène akum nCCl'Qton otrhumo gel di potranno muover\! alla ,tesi.I \cloc1là dr:gb 10m cloruro ,olo \CM trovano in una 1cgmnl' con
.JICT1lamm1dc- cu essi Jtrss1 prcp.uau, altn acquuuno, ~r tecru~he quali l'SDS P.AGL l'cktttlJ• ..un campo clellnco d1 m10:ns1tà maggiore. L'm1em11.ì del campo dettra~o è 1mas.tmrntc pro
forcsi IUll\11 e la lSOClettrofocahzzanone IFF , gd gi.ì pronti rcpcnbth m ~ommcmo pomonale alla condut11v1tà, l,1 quale è propomonak· nlla ~on,cntra71une. li multato è che le
"48 &IUClll\11( H allll.(X,l,O.MUU( lll.AJU
tre ~pc,,..- 1on1,hc mtc:rc,,sJtC' \.iruno b loro concentr.u1ont· 111 modo ,hc ~QJ~(protc:ina-
'ill)"'hlt•lllat_0) ro,,ht 1,omrlc ,1 pwwn.1-~DS ~\00 presenti \Olo ID ptea>la quanut.1. .sJ
-
TI( ,m ltl Il l lTI\(lk}Rll 1a11'J- 44'1
Cilllet:ntruno Ul wi b.an.i.1 molto .>(lttJe tr• gli 10m g,IKinato e gh ioru O Una volta che 11 glic1-
na10 r,1"1unic ù gd di ~cp.u.wonc. di,cnt.icomplewncntc.lo=to a CaU$.l dell'ambiente a
pH m~wrc e: la su.i mobiliùcr=~tl pH ddgd d1 impu:camento è 6.8,quello del gel di se
puu1onc: è t< s l,h 10m glic1na10 l' doniro m.igc,1110, quindi, p1u \cloccmente dei compl~il
pnitcma <;[),, 1q1ah \Cngono Lua.iu sep.uare CL1sruno ~e,ondo la propria mob1ht.\ elettro-
lorclJ.c.l.. J ,ompl~s1 protcJ.m..S05. cam.lu negativamente, continuano a muoversi verso
l'anoJo e, ('<!1,hé po»'1cdono tutti la st~ canea per umt."1 d1 lunghezza, s1 muovono all'inter
no Jd gel d1 ~unione <;(lito l"cfletto dcl campo clcttnco apphc.1to, tutti con la stes~ mob1-
h1.1 Q..uando pU},lno attr.1\<:llO ti gel di separazione, tutta\1a, le proteine s1 separano a causa
dell'eftetto ~tau10 molc,olare del gcl stffiO. In puole scmpha, più piccola è la proteina, più
---
- -- -- - --
l.ictlmcnte t<,:,a potrà ~ r e attr,neno I pon del gel, mentre protei.Ile d1 d1men$10n1 magg1on~
, erranno ntardate dalJ.i fC'SIStenu frmonale do~-uta .ill'effetto sct.icc10 del gel li colorante blu
di bromofenolo, e.sendo una molecola piccula. non nene ntardato in alcun modo e rappre-
.5èllta qwod1 il fronte d1 m1G{'u1one. Quando tl colorante r.1gg1unge il fondo del gd, la corren-
te\ iene tolt.a, 11 gel \1cne nmosso dalle due wtre di vetro, messo m .ig•laZlone per alcune ore Figura 10.6 Tipico gd d, pohacnbmllllde m pIC5oCDU d,SD$. I d1c,1 pol.Ulll .ono 1,ut1,,mc.1111u1u wn u
m Wl.1 sol1Wooe colorante adatta (di solito, Coomass1e brtlhant blue; par. 10.3.7) e, qumd1, la- s1cssa nu-cd1 complC\1.J di proteine (Per gentile conCcSl-1onc ddla 810 R.id LlboratonC\ l td )
,.ato m un.i sohwone decolorante Quest'ulurna nmuove dal gd il colorante che non s1 è lega-
to, las.;1.indo le proteine\ 1S1btli come bande blu su uno sfondo trasparente Un normale mim- Tabella IO.I RelaZJone tra conccntraz1onc d, acnlamm1de nel gel e 10tcrvallo d1 fra1Jona -
gcl nch1cde cm:.i I ora per la sua prcparwone, 40 mmuu pcr l.1 corsa a 200 V e I ora per la co- mento delle proteine
lorauone con tl Cooma»IC bnlhant blue. Le bande proteiche p1u mtensc sono visibili sul gel ---
Conuntruioned,acrilamm,de(~) lntcrnllo di fruìonunmto (M, x IO')
-00po 10 10 m1nut1, ma la dccoloranone per una notte è ncces~na per nmuovere completa-
mente il ,olorantc che non s1 è legato alle proteine&ricorre sempre ali•denrof~cs1ver11c.ife.1 5 60-350
m q~to ess;i permette di ca.ne.are fino a IO differenti campioni m un S1J1golo ~!,.Nella figura IO 15-200
10.6 è monrato un t1p1co gel d1 pohacrilamm1de I.Il prC'SC'nza di SOS 15 IO 100
. Tip1~cnte, pcr ti gel d1 scp.1ru1one s, utw.zu una pcrcentu.ùc dt acnlamm1de del lSo.o,
Ciò detcrmma dime1H1oru dei pon uli che le protnne aventi massa molecolare rclauva (M,)
pan a 10 000 s1 muo,ono anravnso il gcl qll.15l scnu mcontrarc O)tacoli, mentre quelle avenu .ne del logaritmo decunalc del suo M., co\trucndo CO\l una curva d1 cahbraz.ione S1 m,~ura
M, pan a 100 000 nocono a malapena il entra.re nCI pori. .Gel al 15% di pobamlammide sono quindi la d.!$liUU,l d1 m1g=ne della proteina avente M , mcogmta e, m base alla l'Urv;i d1 ca-
q_wnd.ì utili per separare proteine con .\f compreso tr.t IO 000 e 100 000. D1Jnque, una prote1- J1bra11onc. sL otlJene 11 valore dt M c.crc.ito
no1 3'-Cnte .\f, p,ui a 150 000, non potrebbe penetrare IO un gel al 1500 , IO questo caso 51 può l'SDS-PAGE viene spesso ut1l12Zata, dopo ogm pass.agg10 dt un protocollo d1 punfìc,mone,
utilizzatt un gd con pon r,,u larghi ( per esempio un gel al 10% o anche aJ 7.5%), m modo da per valutare dgrado d1 purezza raggiunto dal camp1oneAJn.1 protc10a puu do\'rcbbc dare IO
permettere anche il una proteina di queste d101ensiom di !)(nctrare nel gd per essere cosl co- SDS-PAGE una singola banda, a meno che la molecola 110n sia formata da due ~ubumtà d1ffc.
lorata e 1denuficata. t onio. qwndi., che h S<eha del gel da utilizzare dipende dalle dimens,o- n:nu, nel qual caso s1 osserveranno due bande, cormpondenu alle due subwi11.1 Po1chc per
01 della protruta che ~1 ,-uole studi.ire, La rtlmone lri gli 1111m~ di franonamento dcUc:
questa tecnica sono n~,.ine quantili\ d1 protema rnknon al microgrammo,~ .:.uffic1entc
proteine e le d.iffemiu pcrantu.il1 d1 acrtlammide dei gel t illustrata nella tabella 10 J 51può _poclu.ssimo matenal.e per vcnfìcare ùgrado di pureua, 100ltre ~ pos\lb1le, nello ste\W t.,;pcn•
~are, pc e5emp10, che protttne J\enu un.i masu maggiore di 200 kDa non possono en- mento, determinare anche la M della proteina (come d~ntto m pre'-cdrn,.a)
t~re in un gd al 10%, nel quale pouono essere sq,arate proteine con M, compro.i tra 15 000
e_()() 000 Proteine ,on \1, mmorc o uguale a 15 000 sono tror,po pic.:.ole per subrre l'effetto 10.3.2 Elettrofores, 111 condiz1on1nat,vt
scucoo ddla ~tri~ di &de m1grc:unno,qwndi, tutte UlSirmecome una banda ~m ola m te•
sta al fronte ekttroforc:u,o g Nonost,mte l''iD'> PAGI:. ,i.1 11 sistema \U gel p1u frcqurntcmentc uuhzzato per lo .,,1ud10
delle proteine. e~><> non ( 1mp1cgah1le ~e s1 rnolc mdr\11duarc una part1COljrc prote10.1 (5p~~
La M d1 una pwtcuu può csscrc determinata confrontando Li wa mobihtl con quella di
w un ennmil) ,ulb botie della ,ua atti, 11a h1olog1ca, m quanto I.i proteina (o l'rnmna) , u:nc
ura ~ne d1 protnnc a\Tntl M nou (prott'lne st.u1dard)• eh•, .,-no sepautc suJl o ~tfiSO gcL
• ~"""' denaturata dal procedimento. In quuto ca,o, è nl·ce~~nu operare IO conJ111on1 nun Jeno1tu
, pr 01c:me,und ard,m funno•
si npona poi IO un grafico la dounu ~,orsa.da i.:iascuna d•Ue
4<;0 IIICX Jfl\llC-& l 11101-0LIA Mt )lJ 00!.AJI na.101r W1T110fOR1Tll"lll 151
re. la d1ffirnone cl 101cr.t11one dcll'en11ma e del ,ubstrato ira I due gel Jc:1crmma IJ forma•
I \I MPIO l 11ont' d1 bande colorate dovi: s1 tron l'enzima ",pc.\sO \l:ngono caricata )lii gd due ,t"ni: 1dc:n•
Dctcrmin.u1one della musa molecolue mediante elettroforesi uchc d1 campioni, 11 gel ,,ene qumd1 tagliato m due e, mcntrc una parte, 1t'ne color.it.a per
JlOMASDA
1'.1tt1v1tl, l'altra viene colorala pt'r le proteine tot.)h. Jn quc)to modo ~1 po,~ono .mahu.,rc lt'
I.la sq;ut'.'ntc tnl-dla mostr.1 lc dl\Uruc p<rlor:.c m un gd di pohaml.1mm1de m SD5 proteine tolah e.on tenute nel C3mp1onc e 1dmufic...uc I.i band.i corr1'pondcntc all'en11ma, m
d.1 una ~ne d1 protone d1 nferunt'.'nto ,1,en11 una m,1~sa moklolare rdatJva (M,) base .al multato del gel colorato per l'a111,11a
conosout.1 fou proteina purificata ttcentcmcntc (X), fatta lOrrere ~ullo st~o gd,
mostr.1 un.i ~mg,1u Nn~ che pcrlom: una d1stan1J pan o1 45 mm qual ~ la sua M/ 10.J.J Gel m gradiente
Protruu M, Dl)Wll.a J'f'r,ory (mm) Ancht' m questa tecnica,, tratta d1 un gel d1 pohacr1bmm1de, tuttavia que)lll non ha una
poros1t~ cost,mle (per esempio, un gel al IS''o), m quanto ,·iene formato un gradiente, nel
Tnru!CTTUU itSOOO fl.0
Albwruru d, llffl> bovino bj)()OO 12.5 quale la concentraz1one d1 acri.I.ammide van.i, upacamentc, dal 5% alla ~ommu.i al 25% sul
Om,11bwrum -15000 320 fondo dcl gel li gradiente viene rcahz.z.ito mediante un formatorc d1 gradu:nte ( p.ir 11 .3 I ),
t,IKmaldride-J-fo~fato dridrogcn,1" 36000 }80 versando la solu11onc tra le due lastre di \dro "he conterranno al gel La con~cntraz1one d1
Arudrru carbonica 29000 50.0 acnlamm1de maggiore (per esempio, al 25%) viene ver;,ata tra le due l~tre d1,c1ro per pn•
Tnpsmogeno 24000 540
Imbi1orc ddl., lnpilftl di iou 20100 61.0
ma, mentre a seguire~• forma un gradiente continuo a conct'ntra.z1one de..:r~centc d1 aera•
fi,-iattoglobulma 11400• 690 lamm1de. Alla somm11.ì del gel multano pemò prcsenu pori dJ grandi dunens1oni (5% di
Mwglobina 17800 690 acrìlamm1de), mentre, man mano che 11 campione~ muo,c ,erw 11 b.i~ aura, crw il gd, la
].HOlllD,I l ◄ lOO 790 conccntrazJone d1 acnlamm1de aumenl.t lentamente e, d1 con~uenu, k d1mcm10111 dei
utoaomoc IHOO 86.5 pori d1mmwscono. J gel m gradiente "cngono normalmente uuhm1ti m prcsenz.J d1 SD~ e d1
0
La rs-bttoglohulina tu una m~ molecolare relativa d136 800 ma t un dimero un gd d1 impaccamento
J1luhun1t11dcn11"he, a,-mu ~ molecolare rclatl\'a d1 18 400. Nelle cond1z.ion1 I vantaggi conn~, aU'uuhzz.o dei gel m gradu:nle wno due li pnrno ~ che p(W,ono c~~ere
nducmu del sampl~ 'l:1uffrr I lcg21T11 d1solfuro che legano le ~ubumta sono a~nti, separale proteine all'interno d1 un intervallo dJ \f molto pili estc<io, mpt'tto a un gel ,1 per-
d1 conscguniz.a ~uJ gel wno cv1dmmte le catene monommchc. ct'nluale fa~ In una miscela compl~~a. le proteine con pe,o molecolare molto ba\\O m1gr a-
no liberamente attra,erso d gel e inmano a i.cparam qu.1ndo raggiungono I pori di <l1men•
RI PO \
s1on1 p1u piccole, veN> la parte bai.~ dd gd Le proteine p1u grandi, d'altra parie . po,)ono
SJ costrulSCe un diagramm.1 d1 al1brwone nport.tndo m un st~lemA di assi cartesiani il ancora entrare nel gel, ma rn1Z1ano .1 l.Cpar.irs1 sm dall'mmo a "au~.1 dc.:lleffetto ~lac..c..10 Jd
los,;intmo dec1nulc (log) ddl.i M, m funnone dcli.i dutanu pcrcor~ da ciascuna gel Il 5ccondo van1.1gg10 dei gel m gr.1d1en1e è rapprc-,cnt,llo dalla po~)tbihtà d1 ~cpar:trc pro•
proteu1a ~tand.ird. S1 determina cml UIU ~ molecolare rebtt\'11 della prote1n.1 X pan teme con valori d1 M, molto sm11h, multalo che non st n~,t' a ottenere con I gel a pcr"cntua.
a orca 31 000 Sa mscn1 che, poiché quoto mt'todo ha un'accuratcu.a di circa i) 10%, la le fissa Man mano cht' le prott"me s, muo\'Ono altravcr,o 11 gd, le d1mens1om dc, ron dl\cn•
r~post.i è 31000 i' 3100.
uno sempre più piccole, finché c1~c:unJ proteina non raggiunge le proprie d1mcn>10111 lima.
te dei pon Quando le dtmciu1oni dei pon nel gel diventano troppo p1lc..olc pa conscnure 11
pass.igg10 delh proteina, questa s1 impacca m una banda sotulc Una protcma da dm11:n 10m
r11Jl!!, Ndlc ekurofol"CSl m cond1t1oni nallvè vengono an"ora utahn..iti j gel dt pohacrtlam s1m1.h. ma avente un M, leggermente mfenorc ~rà m grado d1 migrare per un trailo legger
nude ( normalmc-nle al ì .5%), ma I ~DS ~ assente e le protdn(' non vengono den.iturale pn· mente piu lungo, ;ittraverso il gel, pruna di raggwngere lc rropne d1mt"ns1om hmllc dei pon,
ma Jel caria.mento. Po1dié lune le proteine nel campione~ anah.zure consrn.ino la loro dove formerà anch·es~ una b.1nda \ottile. Quc~le <luc proleme, .iwnn v.1lou d, \I k~cr
canea nnllva al pH del g_cl ~l11ammtc pan a 6.7), lt" proteine 51 sq>ar~o m b~ alle loro mente d1vm1, s1 scpar,1no quindi m due )()ll1h bande ..,,,mc
diffcrcnu mobilit.a clcttrofom1Chc e ali effetto $t'tt«1o del gd. ~on è poiS.lbilc prc\c:dere
qwlc
• comportammto mostrc-ra .una dctrrmm.ita pro1-na •• 10 un gcI nattvo, ma, grane aI• I 0.3.4 IsoelettrofoCJJl1zzaz1011e
I amp111 mtervaJlo d1 anche e d1 d.imcnSJona deUe protein•• pr--t ~ • 1 m una de1ermma1a ma·
Kda. ~ po~1btle ottenere• una buona rnolUZJone• L'en7 uua ...., di inie • __ tiICll· I 'irocle11rofocahzzaz1one lf P, lsoElmc,c Fornm,g grl) è irlca..lc p,.:r Ll ~q•.u,11J<mc d1 M>·
resse può c-sscrc lu.cnll
to mcub,ando Il gd in un appropnata solunonc d1 substrato, in modo I.tIe ~ he m cornsron· · >WU.C:anfotc~ come le pro1eme.m quinto è ba,.110 ~ulla ~cp.tr.monc dclk molc"olc m b.iw: .11
dcnza della pos1Z1onc occupata dall ci:zuna nel gel s1 wilurr• un prodotto colorato Un me- .roco dl\'trso punto 1soclcttnco (p.1r R I). 51 lrJtla d1 un metodo ad ,alta usuhwonc• ..:Jp.a.., J,
todo altanall\O per I. mclu1one dell enzun.1 consiste neU',ncl udere tl substrato m un gcId1 ~parut' molecolt' con punii 1soclet1nca che d1tf.:mcono tra loro d, O 01 uruta da pi 1.11~1.'>lrnl,\
piu uuhwto nella te<:n1ca 111 1mp1ega gd onuontah 6 U piastre d1 vctro o logli d1 plasllca. La
=
1~ros10 che, 1enc succes.s1,-amc:n1c ,ersa10 sul gel di po'·-cr1Iamm1de e luc1110 po I1mcr11.za·
BIOOIIMlf.A E ~101.0GIA MOI I COLARE
TI OIIOtr tuTfltClfOUTIUlt
45.3
-CH1-N-1CH11.-N-CH1- dove R • H o - (CH1 1.-COOH una rci;mnc nenie un pH mfcraorC;' .il propno punto uockttrlCO M ClrlLhcrJnno p1hllt\'a•
mente e mazaer.inno a nuguce ,er~ il ca11,Jo. Tutta\ 1.1, man m.1n11 che e,sl· ,1 ,p(1,1Jno, 11 pH
I I n• 2 o 3
deU'ambirnte circo\tantc a.umenta m modo uniforme e, di conSC;"gucnu. la amca po,111\'.l del
1CH11. tCH11.
Ll. prOtCill,l dimmu1:.1.c, finché la protema raggiunge alla fine la p<Nzione m cui 11 pi I i' uguale
I
NR1
I
COOH
.tl c,uo punto ~odcttnco.A <jUC)t0 punto la protem,1 h.1 forma 7.\flttenon1C.1, prl\J da c.in..:a
nctt.u:yqwrul.J, cc~!>.l di muo,ersi.
Analogamente, le "<hUnze che \I trovano inizialmente in una regione a,cnte un pi f \Upt."•
I agura IO 7 Formula ~nenie dtgJi antul111
norc al proprio punto 1!>0clettnco, 1)1 can..-:ano ncp.tJ,'òtmente e iniziano a m1grare, crw l'ano-
do, fincht non.ragg,ungono, loro punti 1,oelcttnci e~i•rr~o.S, ~ - • e.be, po1~ht le so-
\tJnze sa muovono ,empre verso I loro punti •-lcttrac1, il punto del gel m cui ~1 applicano 1
S;S:p.l.ClZionc, iene otrenuta applil,mdo una d11Terenu d1 potenziale alfr C.:)tremua d1 un gel che _,.1mp1om non rappresenta un fattore cn.tico Per ottenere ~arworu rapide (In 2-3 ore), vcn-
uinticnt· un gradiente d1 pH Que~t ultimo viene rc,il1uato mcd1,mte l'mtrodu11one nel gel di _gono ut1hn.111 voltaggi rd.Livamente alu (fino a 2500 \')~ J>o1cht M sviluppa una. notc,olc
,;ompo5ti chi.un.ui .1.nfol1tt: rni51.cle compl~e di ac1d1 p0Liammmo-pohcarbo)silic1 ,mtetic1 quanllt."i d1calore. 1 gel venguno fatti correre ~u pi.ll>trc refrigeranti (10 °C) e~ ta riwr~ ad
(r 1g. 10.7,wii r9Mno uqw~tarc anfohu che coprono differenti intervalli cL pH.s1.1 .uup1 (per ahmentaton per ~tab1linare la potenza prodotta e, quindi, miniminarc k flutt1J..1ZJ001 tcrnu•
~pro, pii 3-10), \la mtrrtt1 pcrNmpio, pH 7 S1,J'intcrv.illo di pH vumescelto m modo che Dopo l'elettroforC!.1, il gel deve ~re color.ilo per m·clare le proteine Quc,ta opcr.111one
che comprenda i ,aJon dei punu 1\oclettm1 (pl) dei campioni dJ ~eparare Tra gh .mfoli11 d1- non p.uò ~~ere, tut.Llvia.esegui.u.cùrcu.uncntc.m.quanto anchcghanfohu H:rrebbcro ..olora
.sponibili m 1.ommcruo 'l.1.\0no I composti Bio Lyte e Pham1alyte u e s1 otterrebbe un gel completamente blu. U gel, qwndi, ncnc prnna l,wato I.On una ,oluL10-
Trad1Z1on.ùmentt, 1 ncercatori utilizuno gel per 1wdettrof0<;altz.z.az1one deUo spe~'>Ore d1 ne ~ ( pcr t$Cmp10, acido tncloroacet"o .il 10%), che prcap.1.ta.lc..protcine.ncl gel e n
1-2 mm, ma a.I co,10 relat1vamcnlc .ilio degh anfolit1 rende quc~t.l tecrua piulta510 co~tosa, se ..muovclc molecole d1 .1.nfoht.i, molto p1u pi«o!c; a qu~to punto ,,ene colorato ,on Coonus
-~• dcvonu usatt.molti gel Tuu.ma, l'introdUZJone d1 gel per IEF a strato sottile, che hanno $1ehrjlliant blue e decolorato (pJr 10.3.7). Un t1p1co gel IEF ~ mo\trato nella figura I0.8. Que-
uno spc~ore di ~oli O 15 mm e vengono preparati 1mp1egando una stmcia d1 n.1.stro •~olante sta tecnica è molto simile a quella del chromato{ocusmg (par. 11 .b.3 ).
come sp.u,.1atore tra le due p1a,1rc del gel, ha ridotto notC\olmente I costi d1 preparazione, ren- llpl d1 una partacolare protema puo Cl>Sett facilmente determinato facendo correre una
dendo questi gel d1 u,o comune. Poicbt le protei.ne sottoposte al campo_cleur.u:o de,wno po- miscela d1 proteme aventi pi noto ,uUo stc\W gel In commercio \Ono repenl:,1b numerose mi-
teN muovert liberamente m_b.uc alla loro c.ar1~ u tCl;mca IEF viene ~gu1ta m_gel a bas~_ scele d1 proteine con d1\"ersi valori di pl, che t.:oprono l'mtervaUo tra pH 3 5 e 10 Dopo la co
~n:entl-lilk,pcr ev1t.ue quabwa clkno d1 sctacoo molecolare all'interno del gcl.s~ Vcn- !orazione, I.i ~ z a di ciascuna banda da un elettrodo nenc m1surat.1 e riportata III grafico
_ gonQ usa.ti c.om.unemente "el d1 pohacnlamm1de (4%), ma anche l'agaro~ìo può ~re utihz• m funZ-lone dcuuo pl (che corri~ponde al pH in qud punto). La curva da calabraz1onc, co,1 ot•
uto, specialmente nello studio di protcmc con alta M,. che potrebbero subire effen1 d1 setac- tcuuta, con~tc.di de-terminare il pi mcogmto d1 una proteina dalla sua pow1011e sul gel
cio anche in gel c l ~ mountruionc d! .i.crilammide. La IEF è una tc~-naca molto ..cnc,1bile, part"olarmente md1cata per studiare la macmctero
l'«- la pr~paraztone d1 un gel per IEF ,,utr.ito 50tti.lc, gh .infohu, che coprono un mtcrvaUo gcnettà di wu protcma. P.:r ~mp10, una proteina può app.1r1rt come una ,ingoia banda su
Ji pH adatto, e la riboflavina vengono m1\cclat1 con la '><>luz1onc d1 acrilammide e la misccl.1 .!!Il gel m SDS, ma può onguure tre bande su un gel IEI ; 1..omc ac1..ade quando un.i protcma
, u:ne r.oi Hr~ta wpra una J.uu-a d1 \!etro (tipicamente dt 25 . IO cm) contenente lo spaziato• O1ste m una form.i mono-, ba e trifosfori.lata. La prcsenz.a di uno o due gruppi fosfato m pau
re. ua $CC:Ollda lastra d1 vetro viene, quindi, J>Ojizionata sulla prima per formare J) contenitore non ha un effetto s1gnifiwu,·o suUa n\aS.>.1 molecolare relativa tot.li.e dcUa prutema, per cui nel
del gel; quc-.to \;ene prepuato mediante fotopolimen.aazione esponendo I.i solurionc a luce gel III SDS 51 ott1ene'-!na smgol1 binda, ma la p1ccola d1ffcrcnn da canea in1rodotta ,u ogni
mtcm..i La fotodecom~one della ribo~,ma genera Wl radaule li~ro che dà mttto al molecola può essere 111\Cl.:C melata d.ill'lEF.
procCMO dt pQlm1enu..uJOne~par. 10.2.2), per il q~e~no n«~e complessivamente 2-3 li metodo è parucolarmentc vantaggioso per separare gli 1soc:nLirni (par. 8.2), ciuè forme
urc. Una volta che il _gel ~1 ~formato.la fa,tra d, vetro supcriorc viene stacçata, )asciando 1( gel da\·crsc dello st~ cn11ma che, spe,w, d1ffen)cono per wh uno o due rt-~1du1 a.mmmuac1d1c1
m~ollato a quella mfenore. Gh elettrodi a stoppino,.cos11tu11i da spc~~ (J mm) str~e di carta • Poicht le protcme ,0110 nella loro form.i nallvJ, gh en11m1 possono es~re rilevali mcubando 11
da filtro inumaJ1ta (di acido fosfonco per l'anodo e di 1dro~ido di sodio per il catodo} vengo- - scl non ~lo e non 1..olorato m un'appropra.ua -.olu11011e d1 sub~trato, oppure str.iufìcando
no ro~ona11 lungo i due lati mJ88ion del gel. S1 1prhca po1 una differenza dt potenziale, su J 1esso un gel di agaros10 LOntencnte il sub~trato. Que)ta metodologia ha trovato una p.uu
colare apphc.wonc nella .)(ienz.i forense, nella quale tra~..e da sangue o d1 altri l1u1d1 b1olog1c.a
~0110 I effetto della quale gh anloht1 formano un gradiente di pH tra l'anodo e 11catodo. La
p~ono e~>Cre anahzutt· e confrontate in ba~c aUa compo~1Z1one d1 dctermm,1t1 l\ocn11mi;._
tliffercnz:a ili potenzi.le ~me qumd1 nmo~ e I ampmni ~·cngc>no .ippliuu appoggiando sul
Sebbene J'IH' ~•.s 11np1e:gata -.oprattutto nelle ,cp.1ra2ioru an~.htKhr, può c~c u1tl1aJta
gel Jt·1 pJCcoh quadratllll d1 au-.t.t imbe..-ut1 del camp1onc~tc»o si applica nuu\amcnte un
.1.Uchc per ~cori preparati, 1 l\cll lEI· vertl~-ale ~u ~olonna_~i ~uli_,~.i una rnlnnna da \"Ciro, rJf•
"oltaggw per etrc..i 30 mrnut1. per pttmcttcre al campione di p~l..lrc (per elettroforesi) dalla
fr1.-Jdata ,on acqua e riempita ,on una m1sLela d1 anloh11 ,caolu m una ,olu11onc d1 ,a,~.1ro•
carta al gel, do~1ch~ 1quadratini ili c.irta possono essere rimou1 A bC.:unda del punto dd
~o. ,hc forma una gradiente d1 dcn\llà per pre\emrc la d1lfu-.1011e. Quando IJ .\Cpa.razmne è
gradiente d1 pii m cui' iene appliato il camr1one, le pro1dne che" tro\-ano 1na1 ialmcnte in
8!0ilt1MICA [ PIOI OGIA Mili I COIAJU' TfC!<I< lii 11 F11ROI0PI 11011
ne m bJ~c alle d1mcn!>1om. La combm.u,one d1 queste due tc ... m... he ncll'clcttroforc~, b,duncn-
"onale (2-D PAC.l) d.'1 luogo a un metodo analiuco molto sofislllJlo per l'anJh,, d1 m1,u:h:
-.-..
~ _prote1d1.c Allo scopo d1 ot11m1a.,ue la ~parv,onc, molti ncercaton ut1li11.mo gel 1 D i.li
grande formato (20 cm • 20 cm), sebbene 11 ~,~tema m1111gd po~ e, .ere uul.iu.110 m akum
cast ottenendo ~cpar.urom adeguate Nel caw de, gel d, grande formato, IJ pnma d1mcm1one
(1soclettrofocaliUU1one) viene condotta m un gel d1 acnfamm1de preparato su unJ ~•n:.1.1J dr
plasuca ( 18 cm · 3 mm d1 IJrghezza). rf gel contiene anfohu (per formJre 11 gradiente dr pH)
ms1eme a urea 8 Me a un detergente non 1oruco, e.be denaturano e mantengono Ul solullone
Jc.p.roteme da anahz.zare. D1 conseguenza, le proteine denaturate s, separa.no m quc~lo gel a
~
seconda del loro punto .LSOelettnco. La strlSCJa per l'IFF vume qu1odi wcubata m un appo~1w
tampone-(samp/e buffer) contenente SDS (che s, lega COSJ alle proteme dcnaturJtd e quindi
posta tra lcrut.c.ine dJ vctro,10 cima a un gel per SDS-PAGE al I0% precedentemente prepara-
- - - ~ e
15 mmutt e, infine, 1I p~gg,o dr SDS-PAGE s1compie in circa 5 ore Un Up1co gel 2-D è mo
strato nella figura 10.9. Con questo metodo~ possibile separare regolarmente tra le 1000 e le
--
3000 proteine da un estrailo cellulare o tissutale: alcuni ricercatori hanno nferllo, in cas, par-
~ ~ ticolari, La separazione di un numero di proteine compreso tra 5000 e 10 000. Per le applica-
zioni della 2-D PAGE e per una descn z1one del ruolo centrale di questo metodo nella proteo
mica s1veda il paragrafo 8.5.1
. .-.
.,_.. 10.3.6 Elettroforesi su acetato di cellulosa
Sebbene sia uno dei metod1p1u datati, l'elettroforesr su acetato d1 cellulosa vanta ancora un
certo numero di appltcazioni In particolare, continua a essere 1mp1egata neU'anah~1 clm,ca
dei campioni d1 siero. Rispetto alla carta, l'acetato dr cellulo$J ha il vantaggio dr e~ere un
mezzo molto piu omogeneo, con pon tutti deJJe stesse climens,oni, e d1 non adsorbire le pro-
teme come mvece fa la carta. S1ha qurnd, un minore "effetto stnsciatJ'' delle bande delle pro
2 3 teme e la r1Soluz1one ~ nughore, anche se non pan a, hvell1dea gel d1 poltacrilammrde Qu(')tO
5
metodo è 1u1tav1a p1u semplice da allestire e da eseguu ec Clmp1om srngob vengono solita
hi;tini I OI Tipico gd di 1'0Clt1trolOOl!iuuionc Il nnio
i
dud IVCllll punu isodettna notJ I 1-'(lZUlll dal 1~ po~no connme una mis«la d1proteine stan mente fatti correre su ~tnsce dr acetato di ceUuloSJ (2.5 x 12 cm), sebbene frequentemente pru
(l"n ~ntalc concos1oncddLI B,o.Jlad labor.iton~ t,Zntmg,mo qiunuù t:Ttsant1 d, veleno di ~rptntt. carnp,ont vengano fam correre contemporaneamente su fogh pru larghi L'acetato d1 ceUulo~
viene dapprima imbevuto del tampone dJ elettroforesi (a pH 8.6 per I c.imp,oni d, siero),
qumdi 1I campione ( 1-2 mm') viene applicato su una striscia larga I cm, posta approssrmau
vamente a un terzo dcllJ lunght-z.za del supporto Le estremità dell,1 ~tnsc1a e.ano m contatto
...ompJetA, le corrauc \'JCOC llU.arott.i e 1~"mpo del · con le vaschette contenenll 11tampone clcttroforeuco tram11e uno stoppino d1 ~arta da filtro,
...., nc:ntJ campione vengono elu1tt mediante
una valvola poita alla bue della colonna ln altema11va l'IEF che viene sovrapposto ali e~tremrt.ì della stnsc1a dr .1cetato dr i:cllulo~a. Lelettroforesi viene
__. • preparativa può e~re eseguita
su letti d 1gc-,granul.lre,come'U~haJcxG-7.5(p;ir 11.8.2)
condotta a 6-8 \"cm' pa circa 3 ore Dopo l'cJettroforrn, la stn!.lta viene colorai.i per ev,dcn
zia re le proteine (par. IO. 3.7), decolorata e le bande vengono co~• v1sual11z.1te. L'nJ caratteri ..
l O.J.5 Elmrofomi bid,mmsionale su gel di poliacrilamm,de ~llca ~parazrone delle proteine del ~,ero mo~tra circa ~e, bande pnnupalr Questo profilo, tut
t.ivia, cambia m molli StJII pJlolog,...1e 1I medico puo co~t ottenere 1nformJ11on, ,ullo st.ito
Questa tccnia combma I If F pruna ~ O l l t ) eh
• e 5epara 1e proteine d1 una m1\cclJ rn
b.tsc aJJ.,. ClnC:l{plJ. con I ~DS PAGI s«onda di clinico del pa.11en1e, mila ba>C del profilo Jlterato Sebbene ~,a an...ora frcquentemi:nte utrlr 7
mcnsione), ndlJ quale la separazione aw1e· z.at.i per l'analm del \!ero, l"'clettroforc~, ~u acetJI<> d1 cellulo,a ~,a per c,~re ,opp,antata dJi
4'>6 BIOCJI Il ..Ar ll!OLO( U MOl.l• 111.ARr
Tlf~I H llFTTllOI-OIUll H 457
-------
pi
40 50 ◄- Albumina
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Punto d1
apphca11ono
dol camp,ona
30-
_,,,,.. 2 3 5 6 7
•
Il• ' • • •• r1gura IO 10 flcttroforc<,1 d, un c.amp1onc d1 siero umano ~u gel d, ag.trO\lo. I ponclll 2 3, 4 et, mmtrano
• :-~• ...
2o.,..; profili pro1t1ct dJ 11ero normale, mentre I po=tll I, S e 7 quelh d1 paz1cn11 aff,111 da m1cloma, u,c ..ano
• •
1dcn11fica11 d11J'c.;ccss1v.1 prod1monc d1 un pamcolarc anticorpo monoclonale tro,ato nella lra11onc lgC.
( Per gentile concc»1one d1 Charlrs Andrcw• e N1chola, Cund) Edgwarc Gmcral Ilo,p11al london l
15-'
• ;. ~
I
1(>-
• •• • tensit.ì raggiunta dopo un tempo dettrmrnato è un,1 m1sura ~em1qu.inuu11va delfa quJntnà
dcLLJ proteina. Cosi, per e~mp10, st può far correre su un foglio d1 grandi d1mens1om un ek
valo numero di campiom di siero, effeuuare l'an.ihs1 mediante anucorp1 e 1den11fic.ue hvclh
aumentati di una specifica proteina, in determinall camptont, in base all'aummtata mtemllà
ftgu~ 10,'I 11piru gei b1d1mt'ru1oruk Il campione .appl1<ato era coi.tituito da 100 µg di proteine totali, del colore sviluppato propno in questi camp1om
u
;;;r11:,e d~ un \'ffllriw~cudto norm.ale d1 aM pnnu d1mm,1onc e ,tata ot1rnut1 i.u un gd per 1soc·
tro o.:a ILUZlollC'a P 4•7, 1«0nd.uu un gtlvcnlC.l.leal ll'l. m SOS-PAGll li pattern~ smo vuuahz
zatud~roloruron..-ad •rpto I~ gmttle cuncnilQne d1 Mon,qur Hm1kt e l)r Mii-e Duno 1>1vmon of
<_..ar III oraa.: SuJEnr, lmpcrw <..olkgr Sd1ool of M"'11c1nc, Hcan Sc1mcc Ccntrc, Harc6cld, UK.) 10.3.7 Rivelazione, stima e recupero delle proteine da gel
li colorante ptu comunemenle usato per rivelare le proteine net gel~ 11 Coom;m1e bnlhant
blue R- 250 (CBB), un colorante tne1tlammmo ~olfato. La color.121one viene e~egmtJ u,ando
gd di il~rosio, che !Wlno rtjuJUtt Simili, m;a hanno uiu migliore nsoluZJonc. Un 11p1co cscrn· CBB allo O.I% (v/v) m metanolo, acqua e acido acetico gl,male (m rapporto pem:ntu.ik
pio ddl aru&list dd ilero su ~n ~J d.t 3 garm.10 e riportato odi.a figura IO.IO. Profili s1mtl1 s1 ot· 45 15:10 m volume). Que~tJ m1scel,1 d1 arnlo e metanolo ag1~e come denaturante per preu-
tengono an~he utilJ.ZUI1Jo I a,ctato d1 ccllul°"- pllare o fissare le proteine nel gel, m modo da impedire che le proteine vengano a,port.ite dal
Andle gh 011Jm1 possono c:ssac facilmente nlcvat1 no campioni ~ttopo~ll a elettroforesi gel durante I.i coloraz1one Per la maggior parte dei gel la coloral.Ione mh1ede c1rc.i 2 ore e I.1
,u ilCctllto tl1 ~dlulosa, uuhzundo I.a tecnici dello ztmovram La · d d Il detolor.monc, che nch1ede solitamente una notte, viene condotta mantenendo 11 gel m legge-
Iosa, tene p<»ta ,u una .st~ d1 carta da lilt •-'----o d ma. stnsc1.1 1acetato I cc u- ra agnazione odia stc<--.a ~luz1one di acido e metanolo, ma IO a~cnza d1 wlorantc Il color,m-
ro u=ut.t t t.tmpone conteneme tl sub\trato.
Dopo un opportuno periodo da mcuba.uone,leMnsu,engononm~e la carta viene trana• te C..oomasMe è molto sem1b1lc; una banda poco inten,a su un gel d1 pohau1IJmm1dt• ..om-
ta tn modo d.t C\1dmmre 11 prodotto dclla ~ spondc a carca O.I µg {100 ng) d1 protema La colorazione con CBB non ,iene uuhn..a1a con
,1_ ., onecnllmatic.a, è qumd1 pomb1lc ns.1ltrc .illa
pomronc ur11 alll\1ua cnz.unat1c.t su!Li strtsaa o Un · l'acetato di cdluJosa e nemmeno per le proteine wttopo~te a blot) IO quanto tale ..olorante , 1
1 _ ,1_ nguuru approccio altcrnat1vo per I.i r1k·
,'lllonc e"' udenrumwonc scnuqu.anut.itiva d 1 / lega molto Mrcttamente alla caria. In questo caso le prottme vengono dcn.uur.itc mediante
, IJUO suu, prolclna ,ull:i stn~ consiste nel
u-attare qucs1 uhmu come I cqw\.ùrnte di un blot e nd r ,._
_ _ ,1_
I •
1~~,carc a proteina IO esame uu Il·
J una breve 1mmcr,1onc della ,tn ,eta IO acido tndoroacetico al 10% (,/, ), qmn<l1 1mmer,c 111
<.,UlUU anucorp1 pnnun e, ,uccom,mcntc ant,corp ••
'
_,1_
1 ...co,...,.n coniuS.ltt a cn11m1 par(
una solu110ne d1 coloranlt ..ht non s1 leghi al makria.le <l1 supporto, per cscmpm Proc1on
10.J 8 li COIore ·"ilupp.ito dal aubstrato md1ca I.i p:rt1enn d )' blue, Amido h)Jck o Prooon 5.
...... t un.i par11col.trc prott ma e in·
458 ftlO( IIIMlc.\ I BllllOGIA MOI IUJI/JU. TtCNl(lll I UTI IIOFOIIJ neIIE 45'.I
:-;-.,nost.i.nte la coloru1one con Coom.15:>ic )l.l molto ~m1bile, molti m.ercatori nece~~ttano una p11.cola "camera o~ura': a sua volta collegata con un.a fonte d1 luce btanc=i o ultravioletta
d1 un.1 -.ens1b1ltt.'1 ,upenore, wme qudla offerta dalla colorazione ad argento (~,lver s1a111111g). (tram1llum in.i.ture). Le: immagini det gel pos~mo essere arch1\•1ate nel computer, ~ necess.i.
Que,.,to tipo dt 1.oloraziom ~ono ~te su tecniche sviluppate per l'istologia o su metodi basa- rio mtcmific.i.tc e ~tampate a nch1e)ta con una slòlmpante term1~-a, elrmmanJo co,1 lo)' tlup-
li sui proc.:ess1 fotogr;afici In entrambi I asi, glt 1oni argento (Ag) sono ridotti ad argento me- po in un bagnfl rivelatore, posto tn una camera oscura appositamente costruita, come aw1e-
talltc.:o 5ulJ.i proteina, dove l'argento s1dcpo)1ta formando una banda nera o marrone. La colo- ne nel caM> della fotografia tradizionale.
rwone ad argento può e,,)Cre u1thzza1.t 1mmed1atamente dopo l'clettrofores1, o, m alternati- Sebbene l'elettrofore,1 su gel ,,a mat.t generalmente per scopi analtttet, può oscre ut1h1-
va, dopo la colorazione con CBB. Con quot'uh1mo .tpproccio, le bande prmc1palt possono cs- z.ata anche per separare le proteine su gel al fine d1 purificarle. Per ottc-nere I dau sulla l.c-
...ere identificate sul gel con CBB, mentre le bande meno intense, non evidenziate daJ CBB, quet11..a, le bande proteiche poswno venire ntagltate dat blot e cancate ,u un ~uenz1atore d1
po-.sono e~re identificate usando la coloraz1one ad argento. La colorazJone ad argento è al- protcme (par. 8.4 3 ). Le bande proteiche colorate po~~no t">scre ritagliate dat gel e la protei-
meno 100 volte p1u ~ns1btle della colora.ztone con CBB e rivela le proteine fino a una q uantJt.à na può essere recuperata estraendola dalla .;e-Lione di gd mediante elettrofore~1 (clcttrodu1-
mm1ma. di I ng. Altre colorazioni con stnule sensibilità mcludono le colorazioni fluorcscenll 11one). In commercio sono d1Spomb1li numcrose celle di clcttroeluu1one d1 ttpo diverso, ma
con Sypro orange (30 ng) e con Sypro ruby(IO ng). probabilmente 11 metodo p1u scmphce cons1)te nel porre il pezzetto dt gel all'mterno dt un
Le glicoproteine vengono tradmonalmente rivelate sui gel mediante coloru1one con aci- i.acchetto da drahs1 contenente un tampone, e nell'1mmergcre il '>.lethetto nel tampone tra
do periodico (PAS, PmodicAc1d-Sd11fJ) Questo tipo di color.mone permet~ di distmguere i due elettrodi. Per effetto dcll'dettroforcs1, la proteina fuonesce dal gel, ma viene trattenuta
componenti d1 una miscela di glicoproteine. La colorazione PAS tuttavia non è molto sensi• dal sacchetto da d1al1s1. Dopo l'clettrocluiz1onc, la corrente viene mvc--rttta per pochi se-condi
bile; moltre, produce bande di intensità molto debole, d1 colore rosso-rosato, d1ffic1lmente per consentire alla proteina eventualmente ad$0rb1ta alla parete del s.1cchetto d1 stac1.ars1 da
osscrv.ibth sul gei Un metodo molto p1u sensibile, impiegato attualmente, constSte nell'ef- essa; infine, s1recupera la soluzione contenente le- proteine all'interno del sacchetto.
fettuare ti blot delle proteine (par. 10.3.8) e nell'ut1ltzzare lectme per rivelare le glicoprotemc.-
Le lectme sono molecole proteiche che legano i carboidrati; si è scoperto che lectine d ifferen- / 10.3.8 Blo.t ting delle proteine (western bwttmg)
11 sono speafiche per dtfferentJ tipi d1 carboidrati. Per esempio, alcune lectme riconoscono rl
mannosio, il fucos10, o la glkosamrnina termmale presenti nella catena laterale di carboidra- Benché .sia essenzialmente una tecruca ,mahttc.a, la PAGE provoca naturalmente la M:para-
ti delle glicoproteme.11 c.i.mpione da anahzz.,re viene fatto correre in un.i sene di corsie in un .zwnc delle proteine di una nusccla durante il processo di clettrofor~ t po~1bùe ~fruttare
SDS-PAGE. Se ciascuna corsia sottoposta a blot viene incubata con differenti lectine, qumdi questo frazionamento per esaminarc ultenonnen te le singole proteine separate. li prJJllo p~
lavata e nuovamente incubata con anttcorpi anh-lectina coniugati con perossidasi di rafano .saggio conslSte nel trasferimento (blot), delle proteine separate, dal gel su un foglio di mtro-
m presenza del substrato della pcr?~stdasi, nei puntt m cur te lectme st legano appaiono ban• c;dlulosa..Tole metodo è con~uto comeprMi-m bloumg Ctra~rimcnto delle proteine). o.11T-
dc colorate
. In questo modo, saggiando un campione prot•tco ~
cont ro una sene · "~
· d"I Iectme, sttrn /1/ortmg per analog1.1 con ti Soutl,ern blottmg (par 5.9.2), laJecmca utiliuat.a per: iJ recu-
posstbtle non solo deterrrunare
. se una protema t gticostlata , ma h · ,.
anc e o tenere 1niormaz1om
1 · · pero dei camp1om. di DNA dai gel dt agaros10. 11 trasferimento delle proteine dal gel alla ni-
suI upo d 1gJ• 1costi azione trocellulosa. st può realizza.re medi.inte un.i. tecmca nota come clettroblott1111 nella quale un
.lnfonnaz1oni dt llpo quintitauvo (cioè misure delle quant ttà rcuttve -•- · d 1d 1f~,erenll prote1- sandwich di gel e nitrocellulosa viene compresw in un app~1to contenitore e imme~. m
~e in un campione) po~sono ~re ottenute mediante la den\1tometna a scansione. Esistono tam__pone, tra due c:lettrodi par3llcli (F1g. 10.11 - Nella direzione perpendicolare al gd, viene
in commercio d1vers1 ttp1 d1 densttometn a scansione che 51 b u1J • d ll fatlòl passare corrente, provocando la m1grauone elettroforeuca delle proteme, che fuonesco-
Iuce trasme~ qu.mdo un raggio lummoso (laser) viene ( tt asano s a mtSuraztoneI e1 a no cosi dal gel e \t trasferiscono sul fogho dr nttrocellulo<,a. 11 foglto d1 rutrocellulo5-a su cui si
a o p~re attraverso unge co o-
rato. S1 ottiene
. _una rappr~ntauone grafica
_ delle zon•~ contenenll proteine (p1cch1• dt• assor- '>Ono trasfentc le protcme viene. m genere, qu.im.i.to "blot" Una volta tra:.fcnte sulla nitrocel-
banu), m funzione della <fol.lna . d1_m1graz1one • e si può,.,
- coIare l' area de1 p1cch1 per otte- lulosa, le proteine~para!.C possono essere ultertormcnte C\J.minate. Crò nch1ede I Jnahs1 del
nere dati quint1tallv1. Quoti, tuttavia, devono essere interpret 1- I' blot, ~olttamente uultu.ando un anticorpo per nvdare una spec;1fica proteina. li blot viene
_,, d' . • a I con caute1a, m quanto m-
ter.=o I conccntrauone prote1a per ti quale è vahd• I l · - dappruna wcubato in una solunone proteica, per escmpto albumina di siero bovmo al 10% •
• • e a re azione 1meare tra assorbanza e
concentranone è lim11.ato. Inoltre, non sempre quantità .1: d . . (pcw/volume) o latte m polwre ~cnza grassi al 5% (peso/volume) (la cosiddetta tc..nia "biot-
.11 d ugu,w I proteine diverse si colora-
no .....o stesso mo o con un dato colorante, per cu1ti confronto tra le _ to ), m modo da bloccare tutti i rimanenti s1t1 d1 legame 1drofob1co sul foglto di nrtrocellulo-
teme può cucre !>Olo =iquantJl.ltivo. quaoutà rclauve dt pro sa. li blot ,,1ene qumdi incubato in anttStero dùu1to ClnttCorpo pr 1mario) diretto contro I.i
Un metodo alterniti\o, e molto p1u economi·co p 1 protewa di interesse. Qu~t.t molecola d1 lgG s1 lega al blot se ncono~c il suo anugene, ,denti•
• cr o tenere: questi da1·t consiste neI n ta•
ghare le b.i.nde colorate di interesse• eIuue 11co1orinte mediante a · ficando co:!J Ja protema di mtcres~ Per v1sual11:ure questa mtera21onc, il blot viene succc,,1•
un volume noto dt una s.oluiione d1 d' _, . gitu1one per una none m ~.imente rncub.ito m una soluztonc di W1 ,mtt<.nrpo ,c,onJano, Juetto contro le lgG ddla
pm ma,.. 50% e m1rnrare con r, t
quantttà ùt colorante rilasciato. Recentemente, sono stati messi a uno spctt_ro otomet_ro a specie che ha fornito l'anticorpo primano. Per ~mp10 ,e l'antacorpo pnmano è nca, ato J.1
cumc-ntazioM dei gel, .. he stanno soppt.1 t d I d punto molti s1stem1 d1 Jo• coniglio, l'anu,orpo secondario SJrJ diretto contro le lgG Jt coniglio. Que,to anu.:orpo ,.--
n an o a cns1tomctna a . Q - .
Ja ban-.o comprendono un'unità 'lltdeo di SC<1n~1one. u~t1 s1stem1 conJario viene opportunamente mar..ato, in modo che la su.i. interazione -.on I'anll<.orpo pn-
,magrng (collegata a un computer) conne~sa con
li WI 1111
r-1-Spugnt sd,hcnc.: i;h c1wnu ~umo I muc,11111 1Jr u Ocomun~ prr ~h ,111t1wrp1 sc,onJ,m, po ono
l,~rn 1111hn;i11 ,111.lu.• 1h1111urcaton ,1kun1 ~unu cl.11, 111 d, ,rgmto
• Arlllc °'I''
s, (<1111/,1r, 1111,rc.111 W/l I. 11 ks~mc I blot \ lCIIC mduhl p, I mct.70 dr IIUIUI ,1d10
gr.ih.i(par 1123)
A11t11il'711 fluori-.u 11t1 111,111111, t(HI Jl11or, turn 11/llrth r,111,111,, qursto 111.iru1torr lluor~cntc
, 11:uc I t\'el.ito mcd1.mtc c,po~111onc ,1IIJ lulc ultr.i, 1011.'ttll
1
• / n>tr11111 A 111,ir«l/,1 w11 /• la protcma A, pu11fì<~ta il~ \111pl11fo10C1US ,1111't'II), ,, lq;,1 ~pcCI
1Ìl,1mcnll' ,111.1 rq\mn,• I, 1kllc molclol,· dr lgt~ l..i rrotc111,1 A 1nar,.11.11.1111 I, iene 4u111d1
ulÙI, /,llJ .Ù pu,tu ddl',11111wrpo sc,ond.11111 e 11 lc-g.tm,• al hlot put\ csscrr mcl;ito mcJi,mll'
.u1tor,1J1o~rJl!.1,
• -A11t1wrp1 $Url111/,1n IIIClf<tllr f(III t1r11; !,1)1111 d1,r11mb1h 111 \\lOHllCr,10 i.llllll(ll(\I SC,OIIÙ,trl
Fogh di piutic. porou (,11111 lg{,) mc,1111 d1 mmu!><.olc p.uti,cllc d'<uo Qui:,1r Mlll!l \l\1l11h <lm:11.1111cnt1·, 111
N,t,occllulou ,1u.i1110 J umo un.i ,olor.i1to11C' 111,-.a <ju,rnJo k,:.mo I .inll1,.orp.., pr1111.1rn1 ~111 blnt
Gel lii pt0taln1
• I ,t b111t1nJ ~ unJ, 1111111111.i a b,h',(l reso 1110!.-x,11.u,· ... h..• M lct,t.i
,\J1111Mp1 ,t·w11,/,1r1 /111111111/1111
I ,gura IO 11 ~hC'ma J1 tlrttr\>M11lt111j!, li r;d ~ ~u1111rortt a hlu1 \lfllt p,,.111 u1 un• ~pui;n, ti&1mllt'\\1111h
molto foncmcntc 111.1 protcma dl'll'uu\O il\ 1J111:i (I,.IO )11 ). li hlol, 1i:11t' 111u1h.11n um
umroM Il toi,1111 J, mtro,tlluln-. ,"kne qmnJ1 •1'1"~1•111 •ul i;cl l na l('(u111J.1 ~ru11ntni 1ml'f,111a eh I ,mll1,.ntpo ,crn11dJm1 h1otmih110, <jlllnd, uhi:11111 meni e in.. uhJt11 ,on ,I\ t(ht1,1 ,nmugat.i
um1,on<' ,1mt 11m1a '"I''• 14 mtn,.tllulo\l l~1t•umh,1<h". tenuto 111\ltmt Ja ,lut' h•11h J1 rt•,11,~ J'<•n>u .ili l'll1111\J Pollht numno~ mnlc,olC' d1 hio1111.1 ~li1~,0110 lq;.ir,1 a una $1111.1,0IJ molr,olJ J1
ng11b kg;i11 J, Jur ti.i 11,1. mnr 1•111 I'"'"' 1r• ,tu,· rlcttio,h, • ~• r,ualkh.111 un i.c"rh.atmo um 11 t•m1><•1n ,llllt~Ot po, molte mol"ole J, "' 1J111.1 ,omug.,ti: con l'cnmn.i pn\~11110 k-g.1r.s1 a una ~rng11l.1
t ,,rnr trna p.A\l.lre la «>11cn1t l\,:,hé 1111td<' pn•tr1nc h•nno um1 ncg,1tl\"a, 11 $,lll1l.. 1d1 ,le,< tsJCre )lllt
malo w moJo d1c 11 mczw u11m11hJ1mint< r1111.111g;i tra ,I~ r I aM,fo ~• 1&d J1 ~I l'I puha, ulam1111J,, mok•rnlJ d1 antilorpo h101i111l.ito, gc11c1.111Jn ,o,ì un '><.'gn,dc p,u mtcmo. l,h cn111111 ut1l11
1,111 ,ono '>Olrt~mcntl' IJ ILhl.a~1.ikahn.A o I.i pcro\\tJ,N d, rJfono
..
rp.11111 poua t'\-.crc \ 1iu.ihn.11.1 ~111 Mut Suno 1,1)rrth1h 111 ,11mn11·1, 10 mole~1•lr J.i i.it. t)ll1 Prodono
)rt(I~. c,m Ullll ~,dt.1 Jt m,11'\.,atori <ltHN J C\\t' lq;Jll l'no dei mrto<l, d, rn·clJ11onc p,u CQ Subatr&to ~ tcoloretol
munt ,01rn5t,· ndl \1t1hn..in: 11n .1nu1.mp11 ,,:um1lm11 ,omui~to o un cru.uua (htt 10.12 ). ln
411rjt,1 c.u,1. Jopo ,l lf.itUmdltù ,ou l\m11c,1rro ,c,omfano marcato 1.on l'enum.1, 11 blot
, 1c:nc 1n..ub11u 111 un.a .w.1lu111.1nc u1mcn,nk tl 1ub~tr.1to Jcll'fnlml•, 1.he ,omrrtc ti ~ub~tu
"~""'~
10 111 un pwùNto u1lor.1to 1molub1ll• .. hc prc.JptU ~ull.t n11111..dlul01.U, 1., pr~n,..& J1 unt
hand• coli r,lla. 10J11.,1 q11111,h. Il p11,1tmn.- Jdl., 11ro11:uu J.t 111tc1~c. Contront.wJo attcnt.1
menh 1I Mt1t "'" un sl'I u1lor.1t,1 dcllo )lc)..\O \.4lllpion,.. '" r1otema .t, tnlt'rl''-'>C può ~rè
1Jcnt1tì,.11a I'c:112101.t ull\lU ,110 .ill'ant1<11r1"111 5«ond,ino r ,ohtamcntc la fch(at11\I al~1n..1,
•
Ji, 1.,m,cllc ti uh~tr.iln 111,,1lor, '>-hwmo 4 doro,111Jolìltml.1tu (O( li'} 111 un p1<1dottu <l1 A_ Anticorpo pnm1,10 lprodono ,n conogltol
rnlorc hlu oppure IJ rcromd.u, J1 ral.ino, ..hc, utÙllLln<lo 11 O ,urne ~ub~lr.itu o,s,d., 1I \-
11mnllnu -9•chlairb.unl,1 111 un proJu11n tn\\1luh1k mul\1ne oppur, ti I doro I n.1ftolo 111 ,A P101em1 <io 1nter1SM
un proJoth1111~oluh1I, hlu
l n app10.:c10 .ah,;rn.itl\o J'('r b rnd.111on<' Jrlll p,ro~,,d '" dr r:tf.tnu e rappre,, nt.ito d.1I
f Anticorpo enti lgG do coniglio leg110 111'1n1,m1
Luce movimento dovuta alla matrice del gel. Le molecole pm grandi incontreranno maggiori diffi-
coltl a passare attraverso I pon del gel (le molecole molto grandi possono anche non muover-
I
si affatto), mentre le molecole p1u piccole nsulteranno poco ritardate 01 conseguenza, la mo•
b1lità delle molecole d1 DNA durante l'elettroforesi su gel dipende dalle d1mens1oru, con le
molecole p1u piccole che s1 muovono p1u velocemente
lntens1ficatore li fenomeno è analogo a quanto aV'.iene per la separanone delle proteme nei gel d1 polia-
crilammide in presenza di SDS (par 10.3. 1 , sebbene l'analogia non sia perfetta m quanto le
o molecole di DNA a doppia ehca formano bastoncuu relauvamente ng1d1, e non è ancora del
tutto chiaro come esse passino attraverso il gel (è probabile che le lunghe molecole d1 DNA
~OH passino attraverso 1pon perpendicolarmente al loro as.se maggiore). Mentre passa attraverso 1
yYOH pori, una molecola di DNA sub1ra un effetto setaccio, per cui piu è lunga la molecola, più ~rà
._!!_tardata dai pon. I movimenti laterali possono diventare p1u importanti per il DNA a doppia
NH2 O el.u:.a..molto piccolo e per il p1u flessibile DNA a smgolo .filamento. Risulta ovvio, da quanto
Acido ammlnohallco
dello, che le concentraz1om dei gel devono essere scelte m modo che siano adatte per l'mter
Lum,nolo
~ o di d1mens1oni delle molecole da separare. I gel che contengono lo 0.3% d1 agaroMo !>epa
Figun IO I J lmp1'80 dc~ chcrniolumin~cnu mtens1fìcata per rivelare la pero~1dai.1 d1 rafano. .reranno molttole di DNA a doppia elica d1 d1mens1oru comprese tra 5 e 60 kb, mentre gel al
2% sono usatl per campioni con dunensioni comprese tra O. I e 3 kb. Molti laboratori utilizza-
no abitualmente gel allo 0.8%, adatti per separare molecole d1 DNA nell'mtervallo compreso
tra 0.5 e I O kb. Poiché I gel di agarosio separano il DNA m base alle d1mens1om, la M, d1 un
Oltre all'uso di anttcorpi legatJ a proteine, vengono util.iz1..ate a volte altri upi di sonde. Per
frammento cil DNA può essere dcte.rm.uuta dalla .sua mobilità elettrofoul..lCa. facendo correre
esempio, il DNA marcato radioattivamente può essere utilizzato per rivelare il legame DNA-
una sene di marcaton d1 DNA standard aventi M, nota sullo .stesso gel Ciò può es"ere facil-
proteine su un blot. li blot Vlene dapprima incubato in una soluzione di DNA marcato radioat-
mente ottenuto utilizzando un campione del DNA del battenofago À. 149 kb) frammentato
tivamente, qumd1 lavato effettuando poi un'autoradiografia. La presenza d1 bande radioattive,
con un enzima di re:,tn z1one come EcoRJ. Po1cht la sequenza delle basi del DNA del fago À è
melate all'autorad.iografia, identifica sul blot le pos121om delle proteme che legano il DNA.
nota, cosi come sono noti I s1t1 d1 taglio d1 EcoRJ, questa procedura d.ì ongme a frammenti d1
dimensioni perfettamente note (Fig. I0.14)
10.4 Elettroforesi di acidi nucleici ...J..gel per il DNA vengono sempre faru correre m orizzontale. completamente immern nel
tampone (s11bmar111e o submergnl gel). L'agaro,,io, sciolto nel tampone del gel mediante bolli-
10.4. l Elettroforesi del DNA s11 gel di agarosio tura, viene versato su una pi.a.stra cli vetro o cli plastica, circondata da una parete di nastro ade-
sivo, o da una cornice di plastica, m modo che s1 formi un gel di circa J mm d1 spessore I poz-
Per la maggior parte de, campiona d1 DNA, la separu1one elettroforetJca viene condotta su ..un1 d1 caricamento vengono formati pos121onando un'apposita sagoma di plastica, o un pet-
gel d1 ag.iro~10. Infatti, po1ch~ la maggior parte delle molecole di DNA e dei loro frammenti, tine, nella soluzione del gel e nmuovcndola una \"Olla che questo si è :.olidtlicato. li gel \'lene •
che vengono abitualmente_ anal1zzatt, sono considerevolmente più grandi delle proteme e posto nella v:aschetta per l'elettrofores1, coperto con il tampone e I campiona vengono cancatl
non pot~ebbero pcne1rare m un gel dì poliacnlamm1de, nectssitano di pon di maggion cli- u,iettandoli direttamente nei poz.zetl:L I campioni Yengono preparati saoghendoh m una "°
mens1oru. come quelli prcsentJ m un gel di agaros10. Per esempio, un pl.lsmide largamente luuone tampone contenente saccaro~•o.. glicerolo o Ficoll, che rendono de~ la <,0luz1one e la
1mp1egato come pBR322 ha una M, pan a 2.4 " IO". Anziché utìhnare numeri cosl grandi, è fanno depositare sul fondo del pozzetto. 'sella sohwone del campione viene moltre incluso
piu conveniente rifenrs1 alle d1mcns1om del DNA in termm1di numero di paia di basi Sebbe- un colorante come il blu d1 bromofenolo, che facilita la v1suahzz,mone del campione che !>i sta
ne, ongmanamcnte, c1 \1 riferisse alle dimensioni del DNA m termina di paia di basi (bp base- cancando e agisce come marcatore del fronte elettroforetlco. Per I' dettroforcs1 del DNA non è
• pmrs) o d1 m1gh.11a d1 paia cli basi fkbp, kzlobase-parr,), ogg1la nomenclatura comunemente nece\!klno un gel d1 impaccamento (par. 10.3. 1), m quanto le mobil11.ì delle molecole d1 D1'.A ,,
aca:uau .ibbrev1a kbp ~mphcemente in kb, quando ci s1 nfemce a un DNA a doppio1 elica sono molto magg1on nel pouetto che nd gd; d1 conseguenza, tutte le molecole m1ettate nel
Dunque, pBR322 ha dimensiona pan a 4.36 kb. Anche un piccolo frammento di rcstrmone di pouetto s1 1mp1lano contro il gel pochi mmutt dopo l'applka1ione della corrente, formando
l kb ha u~a W pan_a 620 000. Quando ~1 p.irla d1 un DNA a singolo filamento~• preferisce de all'm11 10 della cor,a un.1 ,trett.1 banda I gel u,;all sohtamrntc ~ono lunghi Circa 25 cm e IJrgh1
fin.ire le d1me~Mom m termm1 d1 nucleotidi (nt). Poiché la c,mca per unità di lungheua (do· 12 cm e sono fatti correre <..On un gradiente d1 \Oltagg10 d1 cm.a I 5 \ cm per un' mtcra notte.
n1ta a1 gruppi . fo:.fato)
. . è l,utc,\.l per quals1.1.,i frammento di· D"' .• quando viene
.~n, · app11c.1
· o un Un voltaggio pm alto provocherebbe un e<..cc..:.1vo n~...aldamento Per 1nah\l rapide, che non
1
campo elettno:o tutll I campioni d1 D:-.:A dO\ rehbero muo\crsi \-cr,o !'.modo con la 1,tcwa mo- richiedono un'elevata \eparazione ddh.• molecole d1 D1'A, ~ono comuncmcn•c 1mp1cgat1 011 -
bilit.1. l.a ~parauone su gel d1 agaro~10 ,iene tuttavia ottenuta ~fruttando la re.i~tenu al loro m-gcl lunghi meno d110 cm,,on I qu.,h i n~ultau possono cs~crc ottenuti 111 2 ~
IIIOi 111~11<'-A I BIOWGIA MOL1UllARf 465
464 Tf0'1<.lll LU TTilOIOn.Tl(IIE
I metodi per 11DNA che uuhzuno ~I d1 agaro~1O dc:5cntu sopra sono w grado d1 M:parare
DNA fino a u.nlunne superiore d1 !{o kb..L'introduz1one dell'clc11rofort".1 ~u gel ,1 mterrn1t1cn
.,Yna volta ,hc il .su.tcn.a e s1ato fatto correre, si procede colorando e \llsuahzz.indo ti DNA
..e,_d1campo {PFGE, P11lsrd-fteld Gel El«rrophores,s) e 1I ,ucc~I\O s,ùuppo d1 varianti della
nel gel. Il reagc:nt_e p1u utJ_lllZ.ato e il bromuro d1 etid10, un colorante fluorescente li gel viene -
tecnica d ì base permettono oggi d1 separare frammenti ,tventl lunghe7.Z.i fino a 2 > IO kh C1O
1mmcno .:on dd1cate1.a 1~ una soluzione d1 bromuro di eudio (0.5 µg cm ), quindi le bande
,engono v~~aliv..ue grane alla luce ultravioletta (lunghezza d'onda pari a 300 nm ). )I bro• comente la separazione mediante clcttroforcs1 cù m1cn cromo,om1
uscnzlalmente, ti metodo consi$tC in un clc11roforo1 ~u ag.iro~10, nclla quale due campi
muro J1 c-11d10 è una molccol.t ailica planare :;be si lega tr~ le coppie di b.isi del DNA Icioè.si
ntc:rc.w) (par 5.i.4). La conc~ntrazmne d1 bromuro di eudio, pertanto, r~ulta aumentata in elettnc1 vengono apphcatl alternauvami:nte, con c.fae~1 angoli, per periodi d1 trmpo dcfim11
(per e'-Cmpto, 60 s) L'att1vaztone del pruno collllpo ektlnLO provoca uno ~tiramento ,ul pi.ano
cormpondc:nza delle: bande d1 DKA e qu~te ultime, "" =Ione d eua Iucc uItra\'IOJetta,
"'tto J'••·
onz1ontale delle molelole avvolte, che cominci.mo a muover~ atlra\cr~o 11 gel L'mtcm..wone
emettono una tluorcs.;:cnu d1 ,olore ~-uancio li limite mfenorc della quantità di DNA
che può c:s54:rev1sualtzzata, u,mc: una banda d1 I lm di l•rgh- ,. · IO ng. occorrc ,o1• d1 questo campo e l'apphc.mone del ~econdo, for1..1 le molecole a muoversi in un,1 numa d1rt'•
• a " 7 a, arriva a
tohnearC' che un c-spos1nonC' prolungat.i ali.i lu~e ultra,~ulptta ~one. Quando una molecola formata Ja una lunga cah:na vtc:ne sottopmt.i a l"amb1ament1
, • , puo comportare un d anneg_c,1;1• conform,1Z,1onah in un campo elenm.o. avviene un knomcno di ril;b).lmcnto d1pt:ndcnte J.JI.
mento delD~~ per rot,tura del lìl.amento o per d1mmu..mone delle coppie di ba\i Ciò non
ha conseguenze se il D:-.:A nel gel de\'e ~sere solo o,scn~to m-nt Cl' ~e s1 d ~1 d era recuperare 1)
la lungheua I p1u piccola e la molecola, ptu vdocc.:mcntc .si ri.ùlmcJ 1.on il n umo l3111J'O cd è
0 ,
Come per ù DNA, anche I elettroforesi dell R.'\A vien<- -.oht.1mente condottJ ~u gel d1 aga·
ro\lO e 11 prmc1p10 della scpar.u1one bJ\JtO sulle dtmcn, 10111, è 11 medc,1mo Sp~,o I r"cr,a
ton hanno la ncuM1t.t d1 ncorrt:re a un metodo rJp1do per rnntrollJre l'integrità dell'R-..:A
1mmed1Jtamente dopo l'estrazione, pnma dt decidere se processJrlo ulteriormente Quc\to
puo t:)sere facilmente ottenuto, m circa un'ora, ncorrcndo all'clet1rofores1 su gel d1 agaro)to
al 2%. Gh R:-..A nbosomah ( 18 Se 28 S) vengono chiaramente molti e quals1a)i degradJ110•
ne (o,<,ervab1le comi." una ~s1mc1ata" ), o cont.imma11one d.1 DNA, può es~cre fac1lmcn1e m •
d1viduata. Tuttavia, quando v11."ne nch1~1a una maggiore nsoluz1one per aument.ire la \cp.i-
raz.ione occorre utilizzare un gel d1 acnlamnude, ,wente pon dt d1mens1om mferion Per
oemp10, per separare glt RNA transfer (4 S) dall'RNA ribosomale 5 S è poss1b1le uuhz.z..ue
un gel d1 acnlamm1de con un gradiente dal 2.5 al 5%, mediante una corsa della durata d1 una
notte In entrambi questi metodi viene uuhnato R"'IA nella forma nauva. All'interno della
molecola d1 RNA è qu,m certamente presente una pomone d1 struttura secondaria, denvan•
te d.l!la prescm.1 d1 legami idrogeno (s1 veda, per esempio, la struttur.t a trifoglio del tRNA;
F1g. 5.6). Per qucst.t ragione, l'RNA natJvo separato su gel può essere colorato e v1sualuuto
con bromuro d, etJdio
Tutta\ia, se l'obiett1\'0 dell'indagine è determmare, 01ed1an1e elettroforesi su gel, le d1 •
mensiont dcli RNA, quest'ultimo deve essere completamente denaturato per prevenire I.i
formazione dì legami idrogeno all'mtemo o tra i polinucleot1d1, che mfluenurebbero la mo
b1hlà elettroforeuca. Esistono tre agenti denaturanti (formaldeide, ghossale e 1dross1do d1
,
·-------------·
whlllX:n ~ di uro O{Il di Cl'OmOklau di lintto ampsom btt1 c.on..-rc nel!.- 13 ror•
I l •1~,
mettlmer...--urio) compatlbtb sia con l'RNA sia con l'agaros10; uno qualunque d1 CSSI può e)!'.C
re mwrpor.ito nell'agarosio e nel tampone elettroforetico; qumd1 ù campione viene dcnatu
rato mediante mcaldamento m presenza del denaturante, prima dell'eleurofore5t. In )egu,to
alla denaturazione con 11 calore, ciascuno d1 questi agenti forma addotti con I gruppi ammt •
D nici di guanm.i e uracile, prevenendo cosi la riformazione dei legami idrogeno a Lempcratura
banaiabg,:, l. 1camrioru d1 ri!cnoxn10., ldJ", Mino odi.- due cors1C' Ult-
diflmUD maw do liad.latcL ara 43 S lbuono ruo!u 20 binde fino11850 J..b. Lt d,mcn• ambiente durante l'elettroforesi !: necessario ricorrere a gel denaturanti anche quando
260. ?90
aom0101D1 dJ br,,to 1ilOO r,a1I a;
amanitontdat.hrpl llt::1-n, l o!Midupn.
,10
~ SM;!JOO. 700. 780,820 RSO U, (rcr gm1Jc
'
!'RNA deve essere souoposto a blot (norrhern blot, par 5.9.2), per essere sicuri che la ~uen-
za di b.1.)1 veng.i ncono~1uta dalla sonda. L'RNA denatur.1to viene colorato molto debol
mente dal bromuro d1 et1d10; per tale ragione per visualizzare l'RNA nei gel denaturanti, vie-
ne solitamente USJto l'aranCJO di acridma. Va tuttavia ricordato che molti ricercatori utihna-
p r r ~ In quntn modo, mrdwnrconunue 1m.i:ruoru Jcl campo. k molecole piu rie• no RNA marcato radioattivamente identificando le bande mediante autorad1ografi.i. Un
cok allonwuno eh gudk P u grandi e 1 ~rano a l«Onda delle duncIWoOJ. La figura esempio d1 elettroforesi d1 RNA è mostrato nella figura IO 16.
I O 15 mostra h sq,annone d cromosomi di hn-1to con d1mrru1om var 1abih tra 260 e 850 kb.
N o.: rn ~;ìwl~c che I pnnapi fi ia w cw '1 basa h progettauone di un .Abttma l 0.5 Elettroforesi capillare
PFGE CQlnl'lb\J e che uhmu amu DW!ler'0$1 sviluppi dtffrrenu ddlo stesso schema
dJ banno onpmso ampu smima di tcaudie com-late. La des.:nnone dettaduta d1 Per indicare questa tecnica sono muso d1\erse detìnmonr dcttrofore.1 cap1llart" ad alt11 n
tccrudlc n ohtt scopi di qunio ceto, tunavu I nomi di alcune d1 esse indicano t soluzione (HPCE, H,gh Ptr[om1,111ct Ct1p1//ary Electropliorcm), elctuoforc 1 ,ap1Uart uinalc
panap:16Uall61basaoo.f'a ~n:rcm:lral .t. .I
o A F.. Ckd:;-,,rnntd J!.1ltlrn.:wri con.,, rr.anu d1 campo ortogon...e (CZI.:, Cap,llary Zone [/ectrophousis), tle11roforcu lJr1ll.1rc III soluzione libera (F5CI., frcr
G e l ~ , dett.roii 01 &u sei con 1mcmone Solut,011 Cap1l/ary El«trophoresis) ed dettrolores1 c.ip1llarc (CF., C11p11/ar> I ltctropl1orms);
dttt I altcrrurwi d1 .im qu~t'ultuna t a11ualmente la prn d1flus.1, la n.itura m1croscop1•.i d" cap1ll.1n u11hzzat1, ,01
ti Gt:I • c1ett ~ ro1 con ampo quah \engono consumali dall'analm solamenle pochi microhtn d1 reagc-m~ e 5000 nch1es11
OiEF. Ccnw.u danrpcd Honwcmrous Elrcmr 50)0 nanohtn di campione, m~1eme alla po,~1b1lttJ d1 una I1\ela11one m tempo reale (011 Ime
RFE. 1 Fldd flrnrophorrru). con una sensibilità, m alcuni C.I\J, dcli ordmc delle fc:mtomuh ( IO moh), ha roo da molti
111\lClll\lll \I lllUllll,MMOIHOIAJJ -109
JIO,I< l ii tU TTroR>RI llll!(
468
ne dei problemi connc,s1,1llo sviluppo di calore Grazie al p11.1.olo diametro dl·1 tubi, mfatll , il
rJpporto ~uperficte volume ~ alto, aumentando CO\ t Ja dis\lpJ11one del l alnrc Quc,to illlllll
J elmunare sia le correnti com·ct11ve, ,,1a l'allargamento delle bJntk dovulo all'aumcnlata
d11Tu!>1one cau!>.lta dal riscaldamento. Non e quindi rn:ce\~no mcludcr.: n.:1 1uh1 un m eno
stabilizzante ed è consentita J'elettrotores1 m fa\C hbcrJ
Le basi teoriche dell'dettrofore~1 capillare danno luogo a due 1mport.1nt1 cqua.1ion1:
L
( IO 4)
,,v
dove I è il tempo d1 migrazione del r.oluto, L la lunghcua del tubo,µ la moh1htà c:lettroforetka
del soluto e V ti voltaggio applicato.
L'efficienza d1 separazione, m termm1 d1 numero totale di piam rconc,, N, e datJ da:
pV
N- ( 105)
2D
Raccolta
3
dei dati
Tubo capdlara
R,~ala_to_ra_.__.,
lnQl'Ol$0 del;.-===-•i="""'-="""'-1
~plt.11 2
'
Tampona
alenrol,tico
Figura 10 18 Elc1troforcs1 cap11iarc d, cinque pcp11d1 correlati strutturalmmte u lunghezu ddb colonn,1
era d, 100 cm e 11 vohagg,o d1 ,cparaz,one di SO kV I pcpt1d1 sono s lall nlC\at1 m ba$C ,1lla loro assorban1.1
ncll"ultra\1olmo a 200 nm
• Imr:ront III prtssiont. Il apillare 1.1ene rimosso dal serbatoio anodico contenente 11 tampo-
ne e mscrito attraverso un tappo a tenuta d'ana nella soluZJone del campione. Un secondo Pcp11de
tubo fornisce la pr~ione alla soluzione dd ompiooe, che spinge il campione stesso den- I Ly, Arg•Pro-Pro-Gly Phe-St°r•Pro-Phc-Arg
tro 11 capillart'. Qu~t'ulumo viene quindi rimosso e nposiz.1onato nel tampone anodico. S1 l Mel Ly, Arg Pro-Pro-Gl) •Phe-Ser-Pro-Phe-Arg
3 Arg Pro-Pro-Gly-Phc Ser- Pro Phe-Arg
appha mfine il \olt.1gg10 rer m1m.re l'elettroforesi 4 Scr-Arg Pro-Pro-Glt Phc ~r- Pro-Phe-Arg
\ iene qumd1 itpphciltO un voltaggio elevato (fino a 50 kV) attmerso ti tubo cap1llare, lun- s Ile- Ser Arg Pro Pro-Gly Phe '>cr Pro-Phc-Arg
go 11 quale le molecole del campione nugrano a d1fferent:1 vdoc1t.l. La m1gr.wone elettrofore (Per gentile concc)\1one d, P~tnck Cam,llcn e Gcorge Obfo. GSt-.., L1d )
tKa determina ti movimento delle molecole c mche in soluz.1one verso l'elettrodo d1 carica
llppo~u.. A aus.i d, t.ile mtgr3Zlone, le molecole postttve e negative del campione migrano
con \elo"ù di,er~. Tuttil\ ,a. ~bbenc gb anahtt ,eng,mo separati dalla m1graz1one elettrofo re, I.i completa perdita della proteina dovuta al totale adsorbunento sulle pareti. Akum riccr
retica, ~1.sono spmu tutti ~erso 11 catodo dall'elettroendosmos1 (par 10. l) li flusso~ piutto• calori uttll.U3nO quindi tubi rivest1t1, nei qual, è stato ut,hzzato un gruppo neutro dt nvesti
\IO com,~tente, po1c~t lii ,doot.1 dd flusso dettrosmot:Jco ~ sohtamente molto più grande mento per bloccare I gruppi s1lanohci. Ciò naturalmente cl,mma il flusso elettrocndosmotico.
della ,eloc1t.1 elettrolorcuca degli anahtt, quindi tutu gh 1onì, mdipendentemente dal segno Durante l'clettrofores, m c.ip,llan rivest,tt, le specie neutre ~ono qumdJ 11nmob1lt, mentre le
della loro canea, e le specie neutre sono trascmatt ~erso ,I catodo. Le molecole cariche pos11t- specie acide migrano verso l'anodo e le specie basiche vcN.o il catodo. Dal momento "hc I.in-
vamente raggiungono 11 catodo per pnme, m quanto la combmaz1one dt m1gra11one elettro- leva1..1one avviene solitamente a una ltOla estrem1t.ì del cap,llarc, in un'analisi condotf.i u11l11:-
tor,mca e flu~..o elettromdo~mot1Co le fa muo,-cre p1u velocemente delle altre. Giunte 10 pros- zando un capillare rivestito può essere rivelata una sola specie 1omca alla volta
Mmttà dd c.itodo, le molecole 1.C:p.uate devono pilS~re attra~erso una finestra dove sono nle- Esiste anche una sene di van31.1om d1 qut'!IU tecnica d, base Per e.empio, come descritto m
\'ate d.& un n,elo1tore ne!J'ultr;1, iol~to, che trasmette ti segnale a un rcg,,trato~e. a un integra precedenza, nell'elettrofore~, capillare normale le \pecie neutre non s1 lteparano, ma migrano
ton: o a un <Omputer. Una up1ca separu,one dura tra, 10 e 130 minut1. Un carattenst1Co elet- tutte m una smgola banda La ~parazione della molecole neutre può essere tuttavia reiltuata
troferogro1mma d1 un.i elettrofore)1 cJptllare e mo~trato nella figura 10 18. includendo nel tampone un ten,,oattl\O come l'SDS. Al d, sopra d1 una certa concen1n21onl',
Questo metodo in ~hwone libcr.i e 11 p1u ~mpl1~e e 11p,u largamente uuhzzato per con• alcune molecole d1 tem,oattl\O aggregano formando 11111..clk t.hc, \Otto l'effetto del t.tmpo
d I elcttrotores1 cap,llare Tutt.lVJil, anche <,e la tormazione di gruppt 1oniu.it1· su11,1 pare te
durre clettnco, migreranno, erso l'elettrodo appropriato I ~olull mtcragiranno con le m1ccllc e \<.:r
d capill.tre e vantaggiosa m quanto genera un flusso dc:ttrocndo,mottco, a volte può anche ranno npart1u tra d1 e,-.c Se un ,oluto intcrag1scl' fortemente, raggiungerà 11 nvcl.11mc- p1u
rappresentare uno wantaggio Per csemp,o, l'adsorbimento di u na protem,1 ~uIle p.1re11 deI · tardi mpctto a uno che 1ntcr,1g1\ce p,u debolmente. Quc-sto metodo è noto ,omc clettroforc 1
-·-e trii I grupp1 catmmc1 ~uIla superficie della proteina e
captltire può aV\-enuc mediante il 1"-ti"" e.ipillare 111,u Uare ciel t rocmc:t1Ca (i\1 I CC, \t1u/111/11r El<, 1roA111t•11r G1p1/l,1ry Electropl1ort. ,s)
1sil.tnoh mm1.zatL Questo può provocare uno Mscod.,mento d~lla ~ prmcuu d urante II suo pa,· Poichc anche 150luu 1001c1 m1graanno sotto l'arnmc del C3mpo clettnso applicato, la ,c:para
saggw nel capillare riconosc1btlc da un ;llan>~mcnto del pi co O I ~ Ltonc: ottenuta rnn la :\11 CC e dovuta a una combma11one d, ell'ttrofor..-s, e c.ronwtogr,1iÌJ
·o- < , • evenrua 11. ancora r~•o
Bl<X Il MIU I i1oux.u •lllU(.Ol.u.r ◄7i
4 IT NI lii UJ TTltOR)~l TIOI
Jn ongtnt' si• SYiluppi dcli rlt'llrolort'SJ .i1p11brr 51 t'rano cmKultr.111 sulla ¼'p.ir,mon(' di k tutte qu..-~I•' tern1.:hc d1 rncl.t111me olhono clc\ata :,em1b1l11ò, pr<."5{nt,1110 ,,1ra1ter1stichr
pq,ud1e pruremt', m, m anni rra-nu quota ,emica t stato apphca1.1 con ~u,,~\o ali.i ,cpara rdeah per l.1 mm1.11unn.a11ont•, hanno un W\lu mnlto h.1~~0 e 501111 wmp,111h1h con le tecno
noni.' di una \',mrt.'I J1molecok biolt>giche 1)1 ~u1to wngono lorn111 akum l"M'mp1. logie ,1\,1n1.itc d11111,rol,1\or.uion•· e n11~rol,1hbn,a1Jone Jntìne, 1I ~oltJgg10 r 1d11e\to e J1 po•
• In p;iwro, t nnal"' d<.-i ~ud, ,-rno~ dltttuata ab11ualmcntc: u11h1undo l'HPlC m f,bc chi volt, chnun,mdo la necn\1ta dcgh ,1h1 ,olt,1gg1usali ncll'clcuroforC\1 cnp1ll,trl·
m1,'t'n.l, ottmmdo Li St'p.Jraziont' 1.11 b.ut' ,tlle d1ff<'rc11Lc d11drofobK1là tra I ù1vcrs1 peph• I mkrolh1p ,ono prodotti ,11travcl\o un prou~,o d11am,1to m1,1nt.ihbr1c.111ll11C, ,hl" ~orn-
d1 LI i,cp;1nmone tli peptidi anche mediante de11rofo1t'SI c,1p11lare e or.i cffcttuat.i ab1 porta l'mu~1one da e.1nah prec:m e nprodu,1b1li,~1m1h J c.ip1llari (norm.ilm{ntc lunghi <;o pm
11.wmmte C'd ~ p;iru,obrmentC' uulr, ~ esemprn, lome ~trumC"nto J1 controllo dell.i e: profondi IO µm, lcggcrmen1c pau p1cwl1 d, un capdlo um3no), sulla superfic-u: d1 lamine d1
qu:1lità lpurrzu) J1 peptidi e proteine pro<loll<' mediante IIPLC prcp.iratl\a. I 1 figur.i quar20, vetrd o pla~u..a. Un ,e,ondo foghttto viene qumJ, fmo al d1 ,opra del primo, tr.a~tor-
IO 16 mostr.i l'c:le\-ato grJJo J1 S(paruione ~hr può e),ere ottenuto <.0n pept1d1 a\·tnt, mando le mc,s10111 m micro)(op,~, ,an.th d11u~1 per flu1J1. J.1 fine d1 ,1a,cun ,.male è collcgatJ
1tru1turn molto ~•male. a un serbatoio attravrr~ 11 quale I flu1d1 \c:ngono rntrodot11 o nmorn I ch111 pos!>l.mo cs,cre
p1ccoh fino a 2 cm In W\tanz,1, ù microchip form...-:e una ,,sterna clcttroforellco s1m1k al-
• Ohgonudro11J1 '-UIIC11c1 J1 ckvar..1 purea.i sono nece»an per numero~e apphca11oni. tra
J'elct1rolores1 c.1p11larc ma maggionncnt~ flcss1b1le.
le qu.ah l'u1thzzo come 6<inde d1 1bml.u1one ndl.J d1.1gno)t1Ca e negli C)pcnmentJ d1 do
Gh attuab sv1lupp1 da quest.i tccnic.i prevedono l'mtt·grallone d1 d1fleren11 .apphc,111om, ol•
nagg10 d1 gm1, l'uw ,ome 1.11111•ton {primrr) per 11 ~uen,umrnto del DNA e nell,1 rca-
tre alla wla <.epara11one nel chip. L'estra11one e la concentra11onc dd c.1mp1onc prima della
l.lOM a e-alma dcli• polimera~, (PCR, p.,/rmerast CJ,11111 Rcaa,011) 1'1mp1ego nella mut:ige-
~ara11onc, l'amphfica11<\lle da camp1om dt DNA mediante J>CR uulin.1ndo un pro,e,w d1
no, ,1to-duetta e l'u\ll trrapeut1w l0me sequenze .inllS(nS<t. ~cr esempio, l'anahs, da un termoc1cl.111onc mediato da 'raggi 111fraro\S1 le,tru1one da molecole sep.irate urù11.1.inJo m1-
ohgonudNllde anuse-mo lungo lii bui ( 18-mer), contenente frammenti cont.1mm3n11 crocamerc legate a fas, solide, sono tutti esempi d1 u.ltenon apph,az1om mc-.~ a punto an un
(da 8 mcr .a 17-mcr), può eutrt' ottenuta m sol, 5 mmuh
mtema elettroforcuco a microchip t ,tata anoltrc svùuppat.i un'mterfaccia per clettrofon:\I
• MC'di.tnre el~trofom1 ,Jp1ll.ue po~no c.~re 1dent1fa~te mutu1oni puntiformi del su microchip e spe1trometm1 di m~ ( MCI:. MS, MicroCh,p Eltrtroplwrw. 'Jas> ~pr, tromt •
D!\'A, come quell<" ,he \1 r1Kon1r.1no m \'arte patologie umane Il)') ut1h1.L1ndo la quale 31cum farmaci \Ono stati ~arali mediante MLE c. succc,~avamcntr,
• l 'dettrofor~, c-.aptll.are puo essere u1thzuu ~r quanllficarc il UNA. Per e!>emp10, l'analm tdcnuficatJ mediante MS
mcd1.1ntr cletlruforrn ap1ll.ll'r d1 prodo111 d1 PC Rd.il mm HIV-I ha ~rn1~ J 1dent1fì-
c::121one da un nu~ro da p.irt1,clleV1r.th compr~ tra 200000 e 500000 per centJJnetro cu-
bo di 51Crtl. 10.7 Suggerimenti per ulteriori letture
• I <ompost1 ,h,rah possono '-'SC'l'e nsolt1 mediante elettroforcs, cap1Uarc Molte ricerche so- AL1-.iA, K. D. Cap1ll11ry Ekaropl,ortSu G111tlt Bool Humil.114 Pr~\, Totowa NJ 1996
no stllle condotte in sohmone h~r,1 ut,lllLlndo c1clod!.'}tnne comC' M:letton chirali. D1scuu1one dettagliata della Icona e ddle procedurt prauchc per l'an.tlm ddle proteme, dc-gli ,md,
• Onerse pau.ole mokcole, farmici e mei.bohll pos~no es.tre nusurata 111 liquidi f~iologi- nuclem e dei mei.bol111
HAMIS, B. D e R1cK\\U0I>, O Gd Fla:trophomas ofPrott1ru: J\ Pract1(JI/ J\pprO(lth, 3' ed Oxford Um\tr•
"• quaù urin.a e &Jero. Questi mdudono ammmoiodt (nell'unna ne \0no ~tali trovati oltre \IIY Pm.s, Oxford 2002
50), nudcotrJ,, nudcos,d,, bnì. a.moru come dorun e solfati (NO e NO pouono essere Trattu1one dettagliata della 1eoru1 e delle procedu~ pratiche per l'elcttroforrn ddle proteine
1iCp.1ra11 nel pl.imu urna.no) e ,auonr come Ca e Fc WAU,n:. J. M Thc Protem Protocols Handbook, 2' ed. Humana Prts.\, Totowa, NJ 2002
D1\cuss1one dettagliata della tcon.1 e delle procedure prattche d1 numerose tccnllhe elc11roforct1lhc
e d1 procedure da b/omng.
10.6 Flettroforcs11u microchip
13.1 Introduzione
-
C·HfanC!IO) ~llr.immto :?"20
momento da d1rolo, cioè un c.imb1Jmcnto nellJ d1~1nbUZ1ont di anche. Al contrario, St' c't
LU Spt'ttrmcopia nell'infrarosso e Ramm una ,·.m.u.1onc nella pol,1r111ab1!11.1 dcli.i moklol.t, un.i p,trtc- dcli.i radiazione dtffratt.i JHà
una frL-quenta d1v1:r~ dJ qudl,1 della r.id1a11onl anc1dcn1e. Qu~te frcquen:u- J1vcrsc costllut•
lJ.Z. l Prinnpi generali scono lo spettro Ram.in Va <,0t1ohnea10 ,ornc un m.igg1or numero d1 mfonmwom 5ulle
o\C1lluJom nelle molc..ole si pov,.i ottenere andando ancora ohrr, nclb regione delle miao•
, rod ).a rH•one Jtllo spettro dcttromagnctico, .:he \'a JJ1
Comc: g1l accennato neli ml uz1onc, •cr onde, e u11hu..ando la 'fll:ttro,cop,a J microonde
. b" (O 1-800 nm) contiene frequen7C' dotate d1 energia ,uf.
r.i~• y 3Jl'u!LU\ 1olct10 v1,moI I I\I ue • • Le frcquen1e londamcnt.1'1 O\\ef\.llc \ORO .:ar;atterisuche e ~rcc•fi~hc-dc:1 grurp• funnonah
fi1.iente per 1.--au~re tumu1om CK' •·ttron••-~• 1ra.,.,,.,a più alt.i energia <\Ono a~1Jt1_ alle Iran
.,., cormpondcnll D.t ciò dcm-.i 1I termine fi11g, rpm,t (unpronta d1g11;1le) per I pattern ottcnun
siziom nucIcan. l>&li .i regione de 1,,c,no infnro\-O m .ivanu non,, è energia \UOK1entc per
nc:l1'111!raro,\o Nelle molecolt p1u complesse.Jll'aumcntarc del numero dei gruppi fun11ona-
· dì
l'C'.lhn..ire 1ransmon1 upo e , J•ttronico Nella
•, pomone d1 ,penro dcttromagnct1co cuntenu
h, le bande d1 J\Wrbunento nell'mfraro~so dncntano pru difficili da :u~re Tu11a,·1a,.\1 ot•
11 ncll'mtavallo o 8-25 µm )
1 fenomeno coin\'olgc \ 1br.u1om J1 lq;amc Quc)ta dcfin111onc \,1 tengono gruppi d1 frequcm. che aiutano .i i.cmplificarc l'm1erpn:1.111une I gruppi J1 que,tC'
con\1dcrata in 1crmm1 P1U . .,.
o-ncr•li• , r".-tto alle wlc osetUu1om uniformi, e comprende ,in ,
Y.. bande compaiono regolarmente, ~mpre m pro,\1m1t~ della ,tc'>-\J lunghe-a.ad onda e po,,o-
che le dcforma1111m d1 piegamento (bt11dmg). no L~rc a~gnJtl a spccific1 gruppi molccolu1 bitlamente com, catt ,romtofon ,. --orbono
nelle reg1om dcll'uhra11olc110 e dd ,mbllc QuC'\11 gruppi d1 frcquc.,,e ,ono e.tremamentc
lnfraro~\O e Raman ull.h nelle an,d1,1 strutturali \.i mohre wnohncato che ncgh spettri 111fraro,,1 che ~no ,pet-
Qu~tl due metoJi )p(ttroscop1a 1,0no complementari e forniscono mforma.z10111 s111111ì, tn 1·1bra11onah, t consuetudine utduurt k umtì dr frequenza, hcru Hz r1uttos10 lhe le
sd>bene le ba\i tronche dei due fenomeni \WlO d1\'cnc. \',1 anche .igg1unto che nel ca.,o d, umU d1 lunghc-ua d ond.a.
molernle :as1mme111.:he, gh asM>rh1men11 daranno origine a entr.imb11 t1p1 d1 spettri, d.i1 qu.l11 La frcqucnu .t!>S0<'1a1a a un dato gruppo varia lcggermrnte a au~ dcli m!lucnu del m1•
, 1potranno ottenere leste\~ mformu1om Tuttavia, per molc:cole s1mmctnchc con un centro cromtorno della molcco)J. C.1ò t otrcmamcntc uulc ncgh ,1ud1 d1 hlll~h,m1ca struttur.tlc m
J 1 \tmmctria, le frtqucnz.c fondamentali che comp.i1ono nello ,pcttro Ranun non compa1on<1 quanto rendc-pos\1btlc d1'<.nmmarc le nbraz1om C- H dt·r gruppi meulc:mci (-CHJ cl.i quelle-
ndlo 5Jl('ltro infr.uosso. e ,1,e1'C~: 1due metodi wno 1<tramcn1e .:omplcmentan dei gruppi mcuhci ( CH Set prc><:nte un doppio lcg.ime ,1 ha uni drmmu11one della lun-
l<' r.ig1om d1 queste d1fftrc-n1e s.,no correlate a1 d1l'Crs1 mc:cc.;m1sm1 alla base dei due 11p1 di ghe71,1 d'onda e un aumento della frcqucnz.1 di ,11rarncn10
,pct,roscopi;i. Entrambi sono md1u11 ndla figur.i 13.1, ncllJ quJ.le s1 prende come c:.emp10
wu 5,Clllplia molecola di acttaldndt Ptr lo scopo d1 questa 1ratw1one, i lcg,urn tra gh atomi
13.2.2 Stn1111e11tazìont
poMOno essere ,ons1dcnu i1m1h a mollt fles51b1h, ossia gh .itonu wno m co\tante moto \'I •
branonalc, La molccola non t fissa nr ngJd.i La ~orgentc p1u comune è una )pirate cli muomo (unJ lcsJ d1 na,hcl e cromo) ris<.1IJat.a a
l lcgam1 possono CS5Cl'e stm1u o dtform.1u t, i.coondo l.1 troru, se una molc-,ol.i contiene n mcandc\Ctnl.l' mf.ttt1 quc,tJ regione dello ~peltro elcttromagncu,o ,omprcndc le rad1amm1
atomi, \'l sar.inno m totale 3n-t, ,,braz1om fondJmentah. 01 quc\te, 211 5 cau~ano deforma• 1crm1Che t ump1om solidi vengono preparati m pol,·crc o ,o~pc~• m oh mmcrah, come al nu•
noni Jd lq;amc e n I ne causano lo 1uramcnto Nella t.ibcll.t 131 '><>no clenc.11c: le p1u 1m· 10I, e ~trauficall tra due d1\Ch1 s.il1m, lome :-.:art, oppure prc,'111 in J1:.<.hi d1 KBr, Come con-
porun11 frtqUcnzc fondamentali osscn'1b1h ndle molccolc- d1 acetaldeide. ttnllon per 11 (Jmpionc e: per le pJrtl ottiche )I Je\'ono U)Jre materiali pnv1 Ja legami cova-
la rq;1one dnlo iptttro elt1trormgnt1100 ,~ d.il lurute del ros\O, nd ,,s1b1le, alle m1,roon• lcnll, o,s1a matcn.,h tra,parcnu nell'anfraro~:.o
dc. l'c:ner&JJ viene ,mmC'S$3 m.i.dwido nclb rc-g1onc appropn.it;t mcJ1,1nte un.i r.1d1az1ont I rivdatori ,ono 1crmo~n\1b1li l:.& lclla C,0),1\' rc-g1s1ra l'energia che VtCOl' ~sorbii.i me-
dtttronugnc-uca. li cntcrlO ptt onencrc uno spettro infrarosso~ che v1 ~•a un.i 1:ara,uione del diante l'espansione d1 un sa~. o d1 un hqu1do, m essa contenuto S1 possono unhzurc- .inche
BIOCHIMICA [ BIOIOl,IA MOUC-HUI\.I
51\b Jll";l( 111 \PI TTl<O'>( OPI( 111 Il \l'fTI RO'I< OPIA \'IIIR!l7JONAI.U RIIOl'l'INZAMM..'IITICA
587
13.2.3 Applicazioni
contammantt negh ahment1; inoltre può Nere accoppiato alla gas cromatografia (GC IR)
utilizzata frequentemente per l'analm dei metabohtt dei farmaci (par. 11 .9.3). La figura 13.2 o
mostra le bande pnnc1pah dt uno spettro FT IR del farmaco fenacetma. L'anahst dei gas è ra
'000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500
pida, soprattutto per misurare d1\'erse concentrazioni di gas come CO., CO e CH CH (aceti
Numero d onda
lent') nei camp1om b1ologm. E. part1colarmente uule anche nello studio della fotosintesi e del-
la rcsp1ra21one delle piante, ~oprattutto per 11 metabolismo della CO
Fenacat,na
Prima di entrare nella trattazione dettagliata dei metodi della risonanu d1 spin elettronico
( ESR, Electron Spin Rtsonanct) e della ri\OnJ.nu magnettla nucleare (NM R, N11cltar Mag11tttc
~\'/"-
1eeo s 3280 I 3050 • (-C-H)
740 b (1nellol
1240 I
li ,"nmptirt.amrnto d,llc wstanzc in pre-cnu d1 un ,ampo ffiJgnl't1,o orcmo p~mellt cL IJ.J.J Pnncrp, ttor,c,
~ p.1r•m.a.,ncu,mo Un matcrt.1k p111magoc11,o è attrauo da
J 1\t111gu<"rr t ra J iamJgnc I1,n10 , • o
un ,.unpo magnc1i.u Ncrno, mcnnc una w-.tJnU d1Jn13goc1tC.1 ne e rt')p•~t.i. Qm"!ltu pnn li quanlo d1 energia nch1e$to per ....
~u
~re 1i condu di
,1p10 e~ Ull1IZ7,l1O ne li J bIWJ•~
•·-~• W.,. C,oll)'• che ""rmcllt' I.a qu.anuficwonc degli dte111 magneti ,IJII cnc'l!clt,1 IO un cspenmcmo Ll>R ò Jonr monan1.a e LI lnruwooe tra gli
r· pu OJCTe quanlificato comt:'
,
1
Il riatto Ji una btl•n,,a t ~i-pe,o tr.a I poh d1 un Jd.ttto clcttm?'.igoctt (cht produuino iJ
,.ampo magnetJCo oicrnu) 1., '-0\Wtza in c~mc ,·iene pc1.tt.1 odi aria e con ,orrcotc \J'C0l.a In =,gf}/1
•u«c\,I\Jmmic lo ,t~w ,.amp,onc \ICOC pt\.JIO una se<onJa volt.a a ,orrcntt J,,, ~. il mul-
nll
tato :,,1r• che unJ ,o1,t.anr.t p.1r.am.1gnc11~. ~ppJrcntcmcntc, ~ d1 p1u, mentre una d1am,1 Jo,e g è 11 IJllurr $J1Cllro!olop1co d, SCJ>.Ir.a,
l'elettrone dello nugnctonc B.,hr) , •onr 1unl(osr.1n1c ),tle il momento m.1goe11co dd-
gncllci,uppJrcntcmcnte, pc>.1 J1 meno. c 11 e 1ntcnrn:i dcl ca
I ,1 frequen1.a della radiumnc ndlc m d rupocstemoipp11c.ito
I.e ~l('.\)C ,dcnll<he ,onsidcrumm pow1no ~,ere falle nguardo ,11 nudc1 .itum1C1 O\'\1 Kroon t' .auorbua è f unzmnc de"' l'· spcor p,uam:i •
unct1<a /J e ddl'10tcn~11.t H d I
mrn1e, 1n questo ,aw le p.articdk c.an,hedot.a1c d1 ~p111 non wno gh ckttrom, m.a le p.an1Cdlc r·· t campo nugnctico applit.110 l
C'lltr.1mlx· pos,ono c",·r,· ,-ar,,i d c:qu.1zionc I,.\ I J C10 md,c-.i che
,ubnudc,m In scnsomello (.a ,':IUSJ dcll'101cl'(.imbial11htl) è 11 numero d1 nudeom (proloru e per Jre IO ~le.IO dfoto I 'b 1rb d I)' è
~1ra10 come un pKlo nello ,peltro L\R __,~md d l'· \l imenio e cocrgi.a !Tgl•
p1u nc:utronr) d1c dc1crm10a il p.1r.amagncM111u oudcu, d1 un.i specie bulJ dJgh ,rnp1 J1 • cu .- 1,auvo e .., proau.a d1 un
gnclu:.a Lare.i -ullc, 1 .ti pt<rn e proporz ,,,n.1IC' Il .1 spc,1c- p.aran1a•
quc-t• tratt.u.ione 10J.1g.1rc le r.igion1 del cmnwlgtm<'nlO de1 nc:utrom l<he sono neutri, non J a conccntnwonc ddl.i ,pcoc prcx1s:imm1c
,ar"hi, p.ir, l ◄ .1.1 ), lì.ull o,~l"-are che, 10 oru mt•k.:ol•, gh ,11om1 d1 idrogeno mos1r.1no un al numero d 1)PIO eIe11ron1t1 ,p.11.111 La e.tlihra, d Il · '
ione C' o ,trumcn10 con sl.tn<Urd 11011 per•
nugnct1rn10 nude.tre rt">1duo e)(' ,1kun1, o 1u111,n·ogooo ~11tui11 con deuterio, non \I o~\tr- mclle d 1<•IcoIare I t cun.:entr,monc Mlin ht il - I d
· ' ,on runto ~1.1 alleo 1bi.lc-, lo ,1.andJrd contt•
va r1u ma~octumo f '1drogcoo \0nt1cnc un wlo proronc, mentre il deuterio conucn\ un pro nenie un numero•0010 •
d1 ~J>lll, dC\c d.irc on<>•nc
o-
a un r
ra,,1Jto a,m1c Ia ,t~ fornu del cam•
tonc e un ncutwn< , due nudconr, un numero pan). li carbomo 12 ( 'C) conuene \Cl pro1on pione 10cogn110.
.
"'cum CM·mp1 d1 ,unda 1J ~no rappresc11u11 da wluZ10111 J1 pcn1~qlamm1•
p1u s<1 ocutrom· un numero pan, per cw ouo po)S1cdc alcun magncll)ffi0 m1duo. Il '(. con na d1sullonato o d1 l,l•d1fonù-2'-p1mhdm,le (DPPli) w lIJo Lo ~tanJard soI1do conuenc
tiene i.ci protonr (pe"hc è un ,uomo d1c.arboniol e !>Clic nwtrom, un numero d1~p.1n d1 nu- 1.53 x IO· ,pm sp.11JII per grammo .allo ,1.1111 puro e può c\"rc dtluuo per miscd;monrcon
nerofumo .id.tre con(.(otr.111001 p1u b.1\>e
dcom, pcmò p~ntera un m.sgncusmo nucleare m1duo
Per un eknrone ddoahu.ito (come akum r.1J1 , .at, l,"'-•l ....-, , g •, tlO''
• ,, mentre nd ,a~ d ,
dct1rom locaha..iti, per e-empio qudl, deg.11 a111m1 d1 meulh ti, tran,121on~.g t Ylt1.ab,lc e ,I
I J.J.:! Condizwn, d, nsona,w, suo ,alorc formsce 10form,11on1 ,ull.i n.1tura del lcg.imc ncll'mtumo dell'deurone ,p.11,110 In
:-.clic 1ccm,he [SRr 1'~1R \pJr 13.◄), m pr~oz.1 di un campo magneuco e)tcrno,~1\10• cood111onr d1 monaoza, 11 p1u.o d1 aoorb1m<nlo subt"-C un al1Jrg.,men1o a .-aus:i ddlc mtcu•
no dut poS5ib1h ,r.au cncrgct1~1, \l.& per d magnetismo elcttromco ~•• per quello nucleare 1Jon1 ,p111 r.i,,olo. CIOC delle mttr.1110111 dcli ckuronc ,p.11.1tt> .:on i.I l('!,t0 della molc,ol.a.
Quf$IO fenomeno forms.:e ulrcnon 1nfurm.izll1111 )UIIJ ,1ru11ura della molt<ol.1
• uno sz.110 a liaw mtrg1<1 E, d campo geocr.ato dalle particelle ,.,n,hc 10 rot,monct p.iralk-
l,,1_lCWIC.t LSR ad alu moluz1onc put\ C\\CTC C)fgUll.t c).lnunJodu ),1 molu11t>ne tpcrfinc
lo ~ campo cslc:rno,
dd picco d1 .as~orb1mento, cau'l.lla .ùll'1111cr.111onc drll'ck11ront ~p.11.a10 ,on, nude, adt.t
• i,no stato ad a/14 mrrg1,1 fz, 11 cunpo gcneuto dalle parucclle canche IO rota11onc è anupJ ccnll b~ produce 10forma,1on1 ~ulla pt1s1Z1one ,p.u11lc degli a1om1 all'mtc1no dcli.a mok•
r.tlldo al <.'llmpo esterno cola. I.a molu11one 1pcrfinedd pro1ooc( H) 1ic11 r.id1oh hoo1 ,, ,•mfi,.1 ncll mtrn:.illoo ••,
LI condtrJonc d1 rnon.anu e ~Juf.&tt.a qumdo aV\ ime la tr•osu1ooc dallo 5talo a bas\.& x IO" tc,la ( I tc\l.t = IO' g.1un e rapprcscn1a un.1 m1,ura ddl'mduziooc 111agnct1,.1, IO rdi•
energia a quello .1d alta cd e ventic.11.a l'tquu1onc 13.1 (veda-.ono) Allincht que)l3 tr.am1110 11unc lineare con 1'1111cn\1là del \"Dmpu rn.ignw,o), e lonmu di11 an.i.Jogh1 a qudl, dte M 01
ne 11n'tfl~.a. dC'\c essere .a™1rh110 un qu.antu d1 energia, o hv (dove h e la co\tantc d1 Planck tengono mediante N\1R .iJ ah• mt•lul1onr lnta111 è J>th,1b1lc ottenere un com1Jcrc,olc m1-
In pr<:Mnn d1 .appropn.111 QJOPI m.agneuu ~tCT01 s1 può dimostrare c.hc la frcqucnu dcli• ghoramcnlo nell., molu11onc cfld11,-a J, uno ,pturo r\R ullhuando JJ tC(m,a della ipel•
rad1anonc applKata, \, cade odi.a rcg1onc delle m1m>0ndc per I.a tccruc.i L<iR. 1.ih'oh.i chta• troscop1.1 d, dupp1J rhnn.an1.1 clc11ron1'.1 e nude.ti'(' l "l;DOR, F/(1 tron ,\"m /c,1r D,1111il, R,-so•
11a11u) Con que-ta mctod,~.i 11 c.1mp1ooc viene 1rud1atu wn1e01poranumcn1c: con micro-
mata nson.:uu.1 dcttroruGJ parJmagoc11Ca (EPR, El«tron Pi1r11magntt1< Jkwn.,11ct ), e ndl.i re•
g1onc ddle r.1d1olrrqucnzc per LI tc..ma NMR, uhuha ch1anuta ru,,nanu nu.k:uc po1r Jma onde per LSR e ,on Rf r.1d1ofrcqucn1c-) per ;'l;MR li ~gn.i.Jc RJ \ltnc ~m•to per un punto
gnct1ca In c:ntr:imbc le 1«n1chc:, ,·1 $000 due ~1bl11u per determ10.irc l',1\sorb1mt'olo d1 fhw dello ~pcnro E\R li ,,:gnalc m usc:11.1 t I altcz1.i Jd ~o.ile l \R in lun11uoc dc:ll.1 ,·.1ri.1•
mcrgi, clct1romagoct1,.a (al punto d1 monanuJ: zmnl" d1 Rr ouclc.irt Que<,ta tc,111,a muli.i par111:ular111mll" ulllc IO prc1enL.1 d1 un.a granJr
\-.rict.t d1 livelli nuclcJn cht' fa all.irg.arc la normJk l10ca dt monJn1..i clcttrom,a Una terni ,
• , iene 1mp1cg.atJ un• frniucnu unl•ntc ,,m.ando 11 umpo magneuco C'itemo,
e.i an.alogJ, m,1 d1~1101a, è I.i dopp1u15onm1.a clcllronica (11 l>OR Ilct1rcm l>oulolc Rrso1111n-
• Jt us.i un camp,:> nugnctKt> olcrno costante e s1 \',m.a l'appropn.tt.i rri;1onc dello ,pcttro ct), ndla quJle 11 campwnc viene 1rr.1d1a1u con dut." frcqutn,c nelle m1croond<' tJ 11.1 c: 111ll11-
Per rag10111 tecmchr, I.i pnmJ opz1onr è I.a p1u comunemmte ultluuta, anche ~ ~• ,tC\,1 u1.1 J'(r l'o~scn-.umn<· del )("gn•le I ,R 111 akun1 punii dello ~peltro, mcntr,• l',1hra, 1rnl.' un
multali 51 011mchbcro anche con l'.ahru mctodo piegar.a per )ond.1rc Jltrc p,irll ddlo \J'(IIW. In qut'lolo rnodt> 51 111os1r:111 ~c:gn1k I <;R come
lllOOI \IICA r lll >IJXIA MOU
$90 TI
§q)
,..,ucnzc ndk n11,111onJc la 1<-c111,.11-1 DOR ~ \~ntaggm~
funzione dd)J d11t, rn17J J I J uc tr•.., ~ .,
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per ..ep.,r;arc ~~In Jr muI11r~J IWIJ..,
,..HJp""'ll
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e nello ,1uJ10 J1 ,cnom<1ll u1 n 1J".arncnto
OlciflMore
pcr tscmr10 lo ,.;.1mb10 <humw d1 sp111 ICJ\,otrnn
JJ 3 4 Stromtnto:,ont
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urn P,R le mlcn,at.l. dd campo gmcr-.ato dJgh ckttrormgncl1, Jl(hM>no .indire di SO a 50i)
"· I <',pero1tener( un ••)c\llO .,•rJd<.l d1 prn:u1onc· ..ano ne<:,~,;,anc v u1J1u1n1 10fcrton a
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I ,u Hl" u rad1,nonc monocrom,11,.a nelle m1rn.>e.1n.k ',cnc prodon• J.a un o-...,lbtor, Kh
stron d.a lunghc:zu J'onJ• tddl'ordmc J1 3 10 m 19000 \tH 7 )
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thongcbh 111 .uoto liquido In gmm: u ripon. in grJfi,o. m fun,1onc d1 H, I.i dcm.ata pnm.a 11'-e
Jdl a,>0rhrmcnto (d,\/dlll ç non À S1 0111cnc: qu111d1 un grafico ,mule l quello nport.tto nd
La figur.a I.? 9· qu~I.HunHim(' Jcfim~ un1 •1111c,• m ,pettro.cop1.a f SR. Gcnenlmentc n
0&111 m<>l«ola sono prr-w:nll rd.111, imcntc po,;h1 elettroni ,p.11.tu e, qumd1, )I ottengono mc
no d1 d1.x1 hnte non troppo raV\ 1,m.11c tra loro
Polo ,o1o
f1'119'191100 rlllQinftlco
IJ.J.5 Applic,wom
Mttalloprotcine
l.a ,p, nro...opu ESR e uno lk1 mc1oJ1 p1u 1mpo1un11 1mp1eg,1u nello ~1ud10 delle mcullo
protC'lne, in pJrti<ourc qudlc contcncnll mohbdmo (untma o,,1d.1)1), rame (crtocromo o• I 1sun Il .I h11iwrun,d1 uoo~UOITl<tro I ~Il CRO.O!cll°"'or,o• rags-,aiodi..1.
s1d.m ed ffl.l1m1 blu ,ontcn<'nll rame) e rcrm (ci1ocromo.fcrrcJ0'>$in1 • Sia il rame \1.t ti ferro
non aruni,-o. ,hc non "~rl>ono ndlc rcg,om dclrultr.i\.1oletto/\'lsib1le, pmcnuno pKch1 d1
U$,Orb1m(nto bR in uno d~1 loro )UU d1 o,"dazionc Quindi ),1 r-cg1strJ11onc ddlJ compaN p1dl! attr.1,cr$0 I.i mcmbr•n.t A ••le . .
opo l1 può proxcJcrcm due modi (1) con<entr.tndo I h
e dd~ Komparsa dc, loro ~n,1h IO [<;R t un mcuo p<r .cgu1re la loro at11v11.t ne, s1,1cm1 p1d1 m.tl'l.111 IO una rcg1on< del Jl1p1•101tuh1, oppure (11 l m,orpor mJ<>h c.l\u,1hncntc, dt ,uh-
mulucnz1ma1"1 d1 m1to,;ondra e d1 cloropl.uu ,nt.1111, oomc pure negli cnmm isol.th l'-ellc 10 in mcmbr.1nc modello La J1f1u>1<>nt Jc1 m,r,Jton J, ~m h t• \ffllrt m ,ont.111 0 l'uno ,on
mctalloprotelOCl"USlc una uruuur,1 ,1cn:och1mrc:a ,pt.x1fka per md10 dcli, qu.tlc un numero l'altro t cau,;a un .i.ll1rpmcn10 dcUa hn,a neUo ,pcuro l'n .altro m.an·11ore us.itu per \IUdurc-
can11crn11.:o d1 hg.indi (I~~ ,1mm10oaod1 dclù protcin•l -ono ,oorduutr .al metallo Glt il moto de, hp1d1 ne, doppi \tr.111 è :!,2 6,b-tclr.1mculp1pcnJ1N•I oxik (11 \1POL) L.t m,1,.
,tud1 ,ondo111 con b tec111-2 FSR !unno m'tLlto ,hc l.1 geomctn.1 strunuralc è 'J)CS>() dl\·crs. c.11ur.1 dc, losfogh,cnd1 con quc-10 ,ompo1to permetl( d, m1\uruc b ,doutl J1 p.h~gg1o
di quclu dc, ,,,tcrru modello e b distor,,onc può ~re corrcl.a11 alù funnone b1olog1u d.a.11• superlìl1C! interni .i qudl.1 C$1Crna (/1,p r.itt), ,-omc pure u J1ltu\100<' Ltt,-r.ik
che COlll\'Olgono dmnll lbYm1'1 ~ &,l), FM'- e 1 "°rudunoru p,l»OffO O$('f(' stud1.1!.J ,on
SU mrtodKL U K'glllk r.:ont 2.00,tUM)I.Wll J'fl1'Clpalmcnte&1 m to.nndn, m.l 11
lul.m dl\-cnc: pmcni.ano uiu dJvm;a 1111nwu dd ~ Il ftnomcno f wolt1" d,xi1dll;o,
d.tlk> mto mcubobco f.atmn d>t a11111C11UllO I atti' ti mcubolzc;,a (ilfflJ'L~ m.:hc un •
n1c-nto .td iqµialc del r.idt,:.dcorpnlCD. ,Molu snida IMO IUll condotta wl radiulr libero
polimero da mcbnuu e •ul radiale- a,corhlc- qunt ulumo 11 ~ n\'d.tto uuk pn uudurr i;L I t4 Sp<'llrmcopu dJ 'UOJWua .....,.,....,...c...
dkm di alruru bffll,1,a .wlù nuturwoor ddlo apmna.
I.a ,.an«rogrnCSJ t un ara dJ n.-ma an ,w aradialJ libcn 11 5000 nw:bu pan1mLnmrntt u tt'ON &1u bbt-dd _ ~ -
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IO li qudl1 nomws [ .C.lhl - ~ 016tl'Yal0 un gadxntc di con«ntrutonc. um \ ~ U r tff~II I pmtoru p UI Jlt
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dn'.aU nq;h ~tr.all supcrfki.tl1 pcn1rnu non n«rolKI r11Jl(lt0 alle rqi:aom ptu tnlC'rll<' dd tu
mol't', f onn.11 accertato dlc I rad1ul1 libcn ~ 1odulTC' ~ • r ti .iato :.tudu10 in
che lo S\1lurpo d, tumon tmrwiuu ntt IOpl. In molu cua IOIWUIC churud1e cane~ 13 4 I Prìnnp,
sono usoculc con la prodlWOllt di radll~I bbai. ~ ewmp<>. sono .UlC' condottc nccrdic
,ull.a ,an~crogmicu.1 d, akwu tdro.:ubun polic~-i Gli idrowrbun pobadk:i 11 formano 1.a rc..-nK.a N\tR rr~
d.ll kgamc UICCC'MI\O d1 anelli bntwua lun90 I matgllll dàfandlo. dando OJlglll(' D comro u11h1.t.1 I "4•1opo H J,J
ili C"OIIlC' d rafwmc (due andL), I .antrac.cnt e il ktwllrmr tre' anelli \ la \"t.1 dtc l>I ~nto
J.f.ltnm, Rl"St'fllm.T t u ~
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no 11d aggiungere 1l1n anelli L, $1:rvltur■ divait.1,nnpn: pnl ~ l'otdte quau cum
pom powcdono ar•ttrrc 1uomatKO. aummrmo lt ~ c h e - I ckttronc lìbcro del r• La ,ondwooc di
d,,.ak venga cklo,ahu,.to, ,o1 mul~to di rmdrrfj piu 1t,bd1 t, qwnd1, con trmp, d1 m.1 r1u ntnno dt dt\"rnt ,ffltmaJa
lunghi, l,1 pcrwtm1.1 l1 rmdc pa,ticowmmtr dannou. Mok1 pr«uuon J1 queu r.ad1CA!J 11 ma, roondc ron un, I
llOIIOfll-~10 a ~ t
um .ano m sorgmu oa1ur;al1 come il ..atramc, il l1lmo eh llibacco, altn rn,docu ddb combu
uocknvio ~
suo11r, am gr.1v1 mdu ptt I ;&111btnttC'
Un'.1 hr, Sl>IJ('flh" d, r:ad.uh hbnì t rappmniwa dallìnadlmont di nutcrwt bwlogirn, lh'ak=d1,a
f'(r 1'Kmp10 wo raggi T 1\-r c,tmpao, ndk procctnt 11tpm1 crouau ~ <; JIMSODO ~ r roolt(ow-r dd
1J.-n111ì,,111 111cd11ntc 1rr.tdw1onc; l'rkuronc tpaUIO dd r•clìulc hbtto prodotto muha l,x1 ttrilatOml'tJ
lffOO,~ I
liu.110 ndb rq;1onc -S S l:n ahr.a lmportanll' lpplic;aDclM d1 queiu tttnKa t I aiullii dcr,11
ahmtnll 1rradu11 ptt indi\ 1dua"' nm11,w1 r■diah lilK-n tttedw ~ t«nia può CUCti' uu'.1 ' " ipi»lunrnto
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d1,.a/,1111h11.-nt.ilc .1nJlctga <om1,u ndlo ,1ud10 d1111111nw1 lwolop:1 COl1l( OtA •1 dcnu (Jwn amro md."1Uo t
pcu alto, aflliK':hi-
do qunll m.i1rna.h so11on1,osu, UN r.lid1UIOIIC.' 1on1ZU111C',unm.puU1aOo rnaiµ, ,htpuò
<hr Iuogo ll1La fonmmonr di radiai, libera. Oiwlfflffllr, I f..SR pub n.crr 1m11icg,1a ptt ml' ~~'
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~1.Jlu •ludi ~.iboht1 sono St.111 bua11 •ult. l«mu LSR In pirltrnl.alt' l!UOO 1t.1IC' rondol
le m.crùlr sul mttabolumo do ••~•. w• procn11 ~tic a.-vnip,no 11C1 ma..rosorm cr.1111,1 ,u1
IOCCLllll>llll ,h pcnl:,.\ldnrnnc e \UI r:adl(,1.h hbcr1 prodom J.ill'u~no I.A wpno.u1do d1 dur
smulll" rhmm.11 rad1ul1 hhC'n u>11nr»1 ,on l'°"'alCl'o (wpcn'IAlliol t l' 1,ht Mll'lt• ,t111 au,,1 1..
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e: urd111\-a'k:olarc f· ii.io ch1Jm.110 m UU\;11 nrlk, ~i.1Ctt1<.Y1 (tou.iro I, ndl 1rcnnw,,nc: ne! lpll
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w.c1ta ~ ,malm computttiu~ta med1Jntt tr,ulormau d1 Founcr Quoto approcoo ha ong1•
1 e», nato un ampia va net• d1 prcxedur(' ,hc permettono Lz prodUZK>nc di spcrtn multulutlfflsw•
_;J}\--------~- nah (a quutro dimcnSJOnt ne-gli CliJ'fflmtntt p,u oomplc:ua), spcttn :,;MR di "Ce di altn uo•
topi dup.1n, e fa dctcrmuuzrone d1 1mm.1gtm a scanst0nc
Come m lullc le altre tecruchc >pcttr05(op,cbc- già lrattatc. l'cncr-gu , ,mc immc»a :sotto
{om1a dt rad1u.ionc dettrornJ,:net1ca, promuovendo iJ p,uuggio dì <ktamanalC'•m,,t.à• da
5 l)lll&manto
,tau mergct1c1 mfenon a ~tat1 ,upcnon Lt"mulà" )Otlo rappromtatt'd.a clmrom ndle 1c,;:-
d,IQMpOH n1Cht ultrav1oletto/vmbtle da osc1lla11ona e ddormanon1Jn 1cp.mt ndk ttcrudic ncU'm•
!bi fr.uo)SO, nel R.aman e nelle microonde e d.a oncntalllfflll dt'llo spin nugnctKo ID f.!>R e m
TMS NMR. Tutll quesu prcxc:u, ~ono le ngtdc r~lc qu.int1c.hc ga.i. dn.:T1tte Chur.unentc,
dopo un cerlo I.uso d1 tempo di norm, bre\·c) le entità, ID prccedmn promo= .igh ~tau
più alu. pol>SOno ruornarc allo ,1.110 mm.ile Ques.10 rroc= prende il nome da nb$.samm
lù. Un esempio molto .cmpltcc t o,~rvabde nelb r~one uhra\loletUJVUJhdc, do~,, rro-
i
ducc uno spettro dt a\\Orb1mm10 quando ,1mc ,mmc~<' U60rb1ta mcrgia e uno ~p<ttro dt
em1.-1onc quando 11 ,utcma s.a nl.u..a
i Esistono dl\eTS1 appro.:ci p<r produrre ~pc-nn. aoche se le mctod1dle adottate p,u sposo
sono due Ndla ~pcttr())Copu •,om·=n.aJc• l'mcrgu1 dcttrom.ignct1,a ncnc fumna, .bila
50rgcnte, -.otto forma d1 frt"qum1.1 , .arubik su un lllhT,allo spcttulc pr-ock--zionato u n-
spost,1 v1t11c m-cbta da un dispos1t1\0 adcgwto e non è 1mporuntc .ub1lìre K b K.Jn~mnc
avviene dalu lunghc:-zu d'onJ.i p,u brew .a qudl, p1u lunga f.:1ot d.alù fr~umu maggiore a
quella m,non-), o \.KC\cr1>a li punto essmz1.alc è ,he il ,m1bt.1mcnto è ~tante e rcgoluc tra
5panMnCnlO
-----<► dalcampoH hm111 prefi,!i.lll L'.altcmall\'2 .:onmtc ndl'u11mctlCTC 1u1u l'meri:ia, ,10<' tutte k lrequcnz.c n-
sonanu tra I hm,11 prcfi,..iu, ncUo ,1~50 tst.ante Questo ruwtato ,1 ouu:nc 1rr1J1anJo 11 ,":1111•
Figun 13 • ~ , o NMR ddl'al..:ool dw..o (a) a baUI moluuont e Ib) ad alt• n'°lu11onc. ll «<ondo t rn pione con un 1mpuho a banda urga da tuttè queste frequenn: m ~ •'Oha wb. t; ,hi.uo me
51 l>m ruolro oolo ,a Qmpion, molrn purL TMS, tcu1111t11ù1~no .tnchc il Kgnalo: m us..11.a nene m1)ur.1to ,·untcmporane:unmtc t il n,uluto in genere è un
p.ittcrn J1 mtcrtcro:nu mollo romplK.110 l-or1un.1tamentc,quc:s11 r,ittern po>-><lOO ~..n-c: .1n.1-
lir.zat1 con I metodi b.i-.111 ~ulla tr.1,fomuta d1 f-ouncr, dic rnnustc tn ~,-Jure m.atem,111,he
co Gh spt"lln !1;~1R "'no dJ irandt 1mpor1.inz.1 nello \tudio delle \lrullur<' c.h,michc ~• po,• 11bb.i)tanu complCS!,(' ma da tao.le CS('(UZtonc {gr.wc alla potmu Jn modcnu ,omputcr),
sono ottenere anform wom $11 qual1ta11vc ~,a qu.io111.au~c e b ruoluz1onc 1pufinc forn1s..c lll· che non generano probkm1 per l'utthzutorc
formazmm sull'amb1t'1te urcostantc al nudro u maggiore potcnu da calcolo da cui ogsi li '11 d1\ttnguono, ;m .tppr,x-a a scwnd.a della t('(m,.i ~rcnro"°pta Com.- mdi.aro nel p.i
d1spon<' ha r(')O pouib,li mo!te tra le tecniche NMR pau .iun.utc- Sq;n.ili ddmh p<l\S(lno es- r.igrafo 13.2 2. I.a tccm,-a Ff IR u11h,za 11 metodo ddl m1crtcromctn.a I' ntcrtcmsramm.a 11
sere pol('llZJJt1 ocgucndo mollC' sc.uu1om <' .a,cumulJndo I dJII, 11 rumore d1 fondo, che è ca- •ultantc e b.uato ,ull'o)SCr\'anonr drllc fn:qucnic che p.u,ano allr-a,crso al .;.impmnr e non
suale, tende qw11J1 a s.ompanre. mentre 11 scg1ulc r<'ltlt aumenta. Qua.lo metodo. lhc ace re• ,;:ngono assorbite ~d ,aso J1 Fr-N\IR il riJc,a la C0$1dd~ta Fr« ln,tu.rwn I>«m (H l>) o
11100 IC , I IIOUX,U MilU
',96
d« d1mcnlo hbno 1kll mdwont (.Jurl-t'ulumo è ~unik allo ~pcttro di cm,~ ionc I CU111 t . z
I.111<1 r, I<11mcn10 nei mct oJ I nell
'ultrniolctto vi-ibilc, m qu.tnlOII pm<iucono SJ>c{1c CC<llatc
cht t mc1t<>no nuovamente k hcqucn1, tu,10rb 1 < 1
,. 'D ...
t • Finora nn .cmp1ic, .. csp,1\ I 11, s1 .. cny
B
,
A
•• • •
spm p1ut10\IO -.hc \ 'tl'\O J'amb,entc:. r, t !>tmprt nugg,orr o uguale a 7,, per pi.loie molc..ok tono d11 ,111.mcnte d, quota mOumu lmomcoo noto ,omc ~I
ori:;intchc &1 sono ugu.ih utà ,Id ~ nak d1 una rt\.Orunr;i (llffibu qw.ndo lo suto dci ""-tnt ...-o~•rnm (bi
1'.anJII\I dct1.1gh.1t.1 del metodo dcli.a tra~form.tta d1 I ouncr c,,ula dagli l><.Opl d1 qu~to te l'cqu1hbno, allora 11 ,1a a~rutmdo o un C'SCl!ll"'' dcli u..J ~ O\,-rrl\2titvr l'-
,10 I:: ,uffi.1cntc \Ollolmc.-arc che I.a prtxcdur.a m.11cm.a11ca tr.1\tomu un sctnJle nel domm , dritr Owrl11111s.-, I tT<Yt ~UC$l<1 dTctto t fond.tmcntalc ptt la ltcmxh
dc1 1rmp1 nel •pt<•o· cormpondcntc nd dom11110 dclk frcqucnu l'cr un ond.a ~111u,01d,1lr mt'fl~11m,lc dcUc molt<-ole mo.ime le mflumzr magncuJic trai,.- nclhn ed
<Ontcncnt c una sola lrcqurn1J, d 17 (och ptr $C(Onòo ), l <1do e n portato m lii- ~lond1 In
gcncrc un"ond.1 ,1nu$01d,1lc è mo,1 rat,1 nel domm,o dei tempi wme una 1>or11one J1 un, ,do
polare ,1 tnumcllono llllfi\'t'nCI lo •rwo ,u IIIU d =~
hnulilta. r ra
,11nu tr.t I nuclei dt"'C' =rc di ru,a O4 nm o mia,~ Chwamcntr quoto, nrolo ~r.anak
NOI b d
mlimto d1 o,c1ll.1lt001 d1 .unptl-V,l co,tantc I.a frcqucn.u app.arc come un ptl(O ,ingoio nel
domm10 ddlc trequc111c, an<h'c,'° d, .1mp1cu,1 tì\sa I.o figura 13.1>.t m"'tr.a l'efk tlo ddu
pcnnenc J 1ottmt>rc mfomunom ~ulb cmmetn.1 1ndutmw<1nilc ddb mokrob 1n
qwndo \ ime <onmkrato umcmc alle ml l"IIUll ru acroppumcmo " ' ~ ~copp1,1
=
tr,Hform.i11onc tra I due dommi per unJ Mng,11.a onJ.1,muso1d;1lt' e I.a liguri 13 <>h quella per memo •1'111 ,r111), dovute llll mt«a ione ,u leplll( dlururo.
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•pc1IO agb •11C11n J 1 pro•~ (Ju~to ~ r,
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qu,1n1,1~ rn.1gg11111 1 ,.amp,nnc-) ra•
uno ,Y.1.11aggu1 .&11rc11.inh1 anJC""" Pr> "' io rnmport1 ,_.111.1gg1 <"·1dcn11, ,n,1 _. prau, d1
• gr f'('rdc- 1nlath 11 cJpacua d1 c»w:rv.ir,• l,1 molrcph,11~ uoc
IC' WI pa rt aro Iire (' "IUM)<.Ulu" un I • ,
grul'l'0 mch e (l Il,), mc1dcnc IC H ) u mc-uno (( Il)
rreq-a llizl •1
Quote m fonn.tZJon, pow,oo nucncr f
nlt'd:.ullC' 1rrlld1.11Jonc d1 un, re •1011r • e, li mmo m p,rtc, C"Kgucndo il d,-.,,,op111amc11to
,, NOI & pclll;,k rrn~ d1 rnon.anlc, wmc negli C1'pt·ru11cn11 di
~;;.:-:==:::ra:bamt.udcllt ~ J • founnJ1 una wipm Olld>smwm<W. cJ, duaTCTI7-' appc-na descrm, <omu11<1 uc, un mct,..,o .., omu, ~do11a10 dJ rout111c e l'imtn
~~l a 1.>mh-112 t+ b ffrl'~Dmttlfll>liinp IWQ.tlnnc ~ a dn1on1onc 1ncdun11• truknmrnto di pol.anu.m,,nc (IJI l'J 1>,m,mo"IL'"
L'nha11Ctmr11t t,,. f>q,/,1r1sat1on 1,oJm~•1tr) <~'uc-s1.a pmc-·'ur•
cu • r1c h,.....
--•e una M:'qum,.1•J , pio tmpu I •
51 cun angoli di,cnr, IO ., •'<'ntrt ◄ 5" 90" I\~• '·hbc
. • e • ·"' ne Ie 1nterol11or1111J110 d1)J,,opp1'1lc, in
t powbik Yll&J&Tl' sia apw m un, d.11& porowa.:mc (la pttturb,monc-) ..on un 1mpulw ..- qutst.l utuu1onc- lt' rno11.1nu mo,1runo mtcm,1.1 dtl c,,,,nJJ~ iv . . , ., d
-.,,, ,, ,--'- •~c o Rt'g,lln'C', u1p.:11 rn11
• 90'" bs.,-u.nd,;, Il tm:po J'C'I I ~umane Jc,g11 •~in Jr protone ..hc: cnmw~•no k d.tl numero d1 prulom d1rctt•rncntc l~u al nudto .i, c.arb,imo. Per csc,npao, IO un npcra-
.,.,,.,.,..,,,,...,,, 1-1 H c:bc danno onpM .a lnlt'!UlllG&llOOI Jl,:t)I l~ucnJo un., ,c._ond.a 1rr:aJaa 11\ffllo Df:YI-1 15, Cli t' < Il Mino cntrimu1 pos,ttv1, mentrc Cl I ,. nq;.itl\u r: ,hwchh«: un
• aa panto ddJo tpt11ro d:swut dii quabìaY fnquau.;a ruo1un1e, arr.idi.u1011c- fuon uruco opcramcnto lJEP1 l'.\S ruoastrc suih,tcnlc sc non wno pre5,tnll gruppi mwhc, I ,c.
, • • nza ro,y,,,=-"':e ~ 1.1 il"!"• ano •pc:uro Ji '°ntrollo (non u rroduu alcun gnalt Df'.Pl per gli atomi d1 c.ub<,mo pr111un,",01.J.ara e IC'rll.m ,1u1, prr-..:dcnlc-mcnta:, uta•
,-. [ dlc- pu0 aaae .ottutto da qudlo pnndcntCl116)k" :a.:qumto m qUCSIO modo u <>lllf'- e•
w:undo impulsi .1 '4~ 90", wno J'Oilll\1 o ugu.ah a 1,·ru
oc b ~ di MU 1 ~ che non Jllbu..on<'> dfctto NOl I raulut1 COll ottrnut,
- di ""O .u:w;i~io C' ù metodo utihaato t <.hWJUlo apaunmto l'\:\tR multidimcn\mn,lc
!I.
cw metodi 1 1m('lilic,acqu lJQIK'. tr.ufomata di k>u Tornando ai pro{~ drs.:ru11 ndl.t tigur~ 13 ~ -d, 11 ''Ctlurrd1 magnctmallonr ,'\f I:: un•
molb t .allo I\WPJ)() di lIU!;nt'la 11d al10 .:am iµnu1.1mmtt- a!Lmc.-,uo lungo l'.i= z <' pu ,licio mpc1tt1 al campo magncha> ntcrn,, fl.. St,
o ISOtopo dd c.ubon10 CSl\lC m pu:rnb un unpubo li \ 1c:nc- appb;;.110 .id •ngolo retto, <.I« 11.aralklo oli UK" :,;, M Vl<"II<" ruota tu ,cuo
u,n qudlo rdatM> il
H. molto "1ar10 al 1uw:) di 90•, purdié l'unpubo ..u J1 mtcmnJ ,uffi,,rntc e Jun pa un tt'mpo ahh,ut..lnu
mu:mrù dd KpWC' umo t;roffalmmtc b,u• lunso !Frt, U.S.a, b) A pa,h 11 procow d1 d«.ad1mc-mo, <jUnto •'l:ttort: ruott:ri nd p1.anu ,
pu1t' dn cn1 glupntn NM R ( n r ~~no I ai.sex (I ,g. 13 Sci con 1111.l frrqumza c.arattcrutic-a, I.a lrrqucnu da Larmor,duramc
toap1 pcnn H un pcnodo da tempo t Qunto r = t Jtl 1uuo J1ilmlo da qucllo da dcca<ltmrnlo, FII>.
mc due •'Kllll m Ullil che u 1on.1ppont: In c.,gn1 punto ua gb w1 .1 e i 1I ,"tt1orc M puo ~r<· ruoho nelle &uc
u appmfond1tffllrnlC' M co111ponrnt1 lw1go quc,u due .im 'w!' duranlt' t un 'Cellndo 1111pul>o n ucnc apl'lic.au,, 13
~an=to Qlmponrntc lungo J .use:} ~rl an«ira ruotai.I qunu mlu •TT1<1 I """ z La cumponcruc
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1w ~ Jr ~ ~ m amro bdogico Jtlb tn:rua NMll I.a
m.w;,or JWtrddlr andisl nmtoqwta mtOluzlorw". J1ffdinunarc I dli uodcl M>h-mll,J"Ol
utiJ.11Dili gli -,hmu III Gmiu dnrtcrw (l'(T N"R di prutonr) Negli ,1udi
(mIIIQ. Il riaino • quota ltl:rùa t m conunuo awnrnto, '°J'"ttutto
~ , ~ • d,u ndli - (' da dtffrw,DOC' I l rwi X cht pouono ro• naar
--.i.ar ~ mrdiantt runJWF d1 lillhtiatr trcnKhc 1nlur
I llll(IQC'dcl ~m»U LI fiiun I)~ nl(-..tr1 lo Jpc'ltro NM R dJ
lma..:nw c:bt U1ìC1nr allo ip(tlro FI IR prncnbto ndù fì
11rutturali. l'n romronto, ndb IIJU" 1l l O" <nr
d.'M 1 (l]DIOml rurvc J1 ll\-cllo) lungo b dugoru
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;w wndiloo I Dl<ff arbitr1n1mrnll' dn"U<" tra ,iun)r coo
bttirrtort I I HW dalron C' qutlk romrror tu l S 000 r ,o 000 <hl
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DCtrD 00\ÙKl IW11 ~ Akutu nffl!J'I J1 .irunurud il.I
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md• plll lpnilllllll~ queuJ IODO dcltr1 di Of;m ptCUI ndJ.o fipua IUJ'fflOff) lndaDO d hlllllffl) ~ lo dJ procoru (OIJlffihL Nd u h
r,in lllkrioff I01JO IDOlll.W ,:11 ~ ID p.p.nt t ,ano Ìndla!J I prolOnl <OlmoltJ.11 ra,;co a I l
mua,q,t P.fUn. t un tnplrtao pachH ,-.ano• w, gruppo CIL qudl,, 1 4D t un q..adr11f'k11o pad,u \'l<"IOO I un
pvr,,o <.:I I I pted,i a O• 7 -4 p p.m ,ono arilltfllUa di una ~ I ,'I III un andlo ffilfmtKo.
nello~ dd ~ to ddlt
ffllP ~u b media dJ qual Queste 1«n1c.hc iOno 11U1t •l'Jllialt allo 11udio ddù on-rtlGI rnnmaua w m ,nv w rn
rupmo • qudlr ddk ro Tra I gruppi di mnm1 1tudu!J IOIIO comprru chunotnp1ma, l llJ'ltru. ('-lp;ima, rq,uiu.
..t.s::llll!gra1iJ;11 I ...., '.l. I' btJ &pi ctudi &mnolwna, adcrulato, acatmm, ~ puuvito chuw1, foifat.ua aluluu, ATP•si e n'bonudc2$1
..-, C'J13ipbhl,llll A., cW mmo e cWu r,u 15 4 7J Uhcnon ncmpi IOllO I, glarogroo Co$fonwi b dudrofol,10 m!utrnr r I.i 1110
s.ofos!no IIOIIlCflll
BIOClllMICA I 8101.()(,IA MOIJ ( OlARI no,: fllESl'll'TIIOl,(0PIOU Il Sl'llTltOloU>l'IA SAlfl NCTI A 605
604
Acidi nucleici
(aJ
Le applica11om agh acad1 nude1C1 includono non .-.olo studi i.truuurali da l)!'-1A e R.--:A, ma
L.J
• • • • .,... 1➔ .-,-..,-m.....-➔-T"..,....,.........,.-....-..-r,......,..,.....r-i',:,.C
anche uJternm mdag1m ~ulle mteraziom tra un fannaCt e D:--A e tra quC$t'uh1mo e I( prottt·
8 7 r, ne dt legame Sono Mate anche ottenute le assegnazioni delle ~quenze negli ohgo-.a,cand1;
tu11av1a. ù lavoro \uJ]e ghcoprotemc mtatte non ha portato a ruult.au rÙe\-anll, wpr.111utto nel
caso d1 NMR mult1d1men~10nale, a causa delle: difficolt.a nella decomoluzmne dei da11. Sono
ci state osservate anche le mteraz1oni tra le proteine e I doppi ,trau hp1dJCi nelle membrane;
o o '-
inoltre, la struttura da alcune prott'me di membrana e stata coll~t• alla loro p<m1bil.: funzio-
o o '- ne biologica. Esempi dt queste proteine sono la gr.i.miadina A, la batteriorodop,ma e la ro•
dop5ma, le proteme del capside det fagi e la alamelt<.ma..
11'1
\ Metabolismo del fosfato
"'
.. L'tSOtopo 'P dà luogo a spettn ~\lR ed e ,tato .unpwncnte utihzuto negli studi del meta-
r-
o ~
bohsmo del fosfato. Con que-.t.a tecm.... ,, po,.sono studiare la con,entra.uone relativa e I cam
biamenti di concentrazione da A~1.P, ADP e ATP e, quindi. il loro metabobmo all'mtcrno da
.., cellule e te~utt. Anche le concc:ntraziom intra(ellulari ed extracc:Uulan d1 fosfato moq,:an1co
~- t\l ~
possono essere misurate nelle cellule e nei tessuti poiché lo spoMamen10 chtm1co del fo~fato
inorganico varia con il pH.
~ o~~I
o j t_
Figura 13.10 Gh ,pcnn l'-:MR b1d1mms1onah ~nu ~ raffigurati comc una forc,ta vista dall'alto,
dove tutt, gh ,11lxn (che r•pprncnt.tno, p1cd11 ddlo ,pcttrol ,w,u •t•U ta.glwta ..Jla >IC',>a altaz.a /1. una <U·
ta •hezu, gh ;ilben ptu .alll a\nnno tronchi r1u spc,s'1- l tqwvalcnre '°"o, contorna p,u Luglu che dcerwano
da, r1cdl1 p1u mtm,1 nello "J)dtro munodimC11>1onale .
: I !: ::z l l
(b) (a) l>pcllro NM R condato (CO~YI dcll.t fcm,crm.i che mo,tn. le intCT"J.l.l0m omonudcan I H- 1H I ,mgoh
,pcun luogo ugm ~s..- >llno 1dcnt1O e 1.:ontorm lungo b dJ.lgonale dclu mappa bidimenMonale r.appre~n-
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! lMlo •1.t V1>t:a a volo d'uc,dlo~ d..-1 p1.-h1 l"PLIIL I ,ontorru chc non e.dono sulll diagonale, sunmetna-
mcnrc distnhu,11 c.:ime un 1mma~1ne sp«U.Ure 11>1,)dlo ali• d1agon..Jc, rapprucntilllo k mformazmm ag-
gtunll\'C Comr ~empio dell'anterprctazmnc, ,,,1cmarc un nghello onzzont.ilmentc, nella posoZJunc com•
spundmtc a J l p.p.m. dcllo ,pcttro di dc.tra (tnpleno ), e un altro nghello •ertaoùmente, nella pom1onc d1
4.0 p p.m dello ,l'('ttnl malto (quadrupletto). 1'cl punto di inter>C2Ione dei due nghdh \I e un ,ontomo
chl' rapp=nta l"mter~1one tra I protoni loahIZ,1t1 in gruppi adiaccnu -CHr· e -CH
(b) ~p;:nrod, corrdaz,onc cteronud~arc •'C-'H I contorni nella mappa,b1d1mens1onale rapp=ntan~ m
ternioni tri I magneti nude.in dt l'(: ,on I protoni a\\()<:t.lll Lo ,peltro H giace ,cru<..llmente lungo I as"'
dt dt°'tra e lo ,pt"ltro , e gia..c onzzontalmcnte lu~ la p,ortc superiore. Le po)moru dea contorni sono lo-
calu,.ite come descntto m (a) e 1,alon di p p m e le uitcerua<>n1sono elencate da ~to.
p.pm
IJC IH lntcra.11onc
I◄ 1.3 CH1· (htde-O)
24 2I CHl (/\,cule)
63 4.0 CH. cl.uk-OJ
115 6.8 Anello C. (l:.t1k-OJ
122 7.4 AndloC (-N-HJ
132 /\nelloC (::.S-H1
• 156 Anello C. (Eule-O)
167 e-o
78 !'1.-H
\petto a quelli dell'acqua pura; una sp1ega11onc d1 tali d1ffcren1e può e,-.erc la prc\cnZa dt ma•
aomolecolc 1drofihche all'interno del tes~uto. ~el ca~o dei tumori, comunque, 1valon di T,
,ono elevati rispetto a quelli carattenstic1 del tC'S\Uto normale, 11 che aggiunge un ulteriore 1m•
portante fattore d1,crimmante, M:bbene l'mnau.unento sia meno marcato nei tumori umani
rispetto a quelli sviluppai! m laboratono Gh svantaggi d1 questo approc.:10 .ano la ,o, rappo-
s1ZJorn• dei valori e 11 fatto che tempi d1 decadimento T, ekvat1non sono ,pec1fic1 per I tumori,
ma s1 trovano anche m tessuti normali che s1 stanno rigenerando rapidamente. Occorre tenere
conto anche d1 altri parametri NMR e della diagnosi d1fTcrenz1ale dell'o~rvaz1one dell'im-
magine d1 n,onanza magnetica. Quando s1 effettua la d1agnos1, forma, d1mens1one e po,1z10-
ne dell'1rnmagme abnorme devono ~re analizzate dal radiologo.
Oggi esiste un insieme d1 opzioni quasi sconcertante m termini d1 differenti sequenze d1
1mpuls1, protocolli di scansione, spostamenti chimici e m1,ure d1 dal! del tempo d1 nlaMa-
mento. Le procedure sono apphcabtli alla formwone d11mmagm1 tnd1mcns1onali e po,sono
=ere ottenute da porzioni contigue dell'intero corpo o dall'anatist d1 organi specifici (come
testa, torace, addome, fegato, pancreas e rene) e della muscolatura scheletnca. L'uso d1 agenti
di contrasto ha permesso d1 studiare le "funzioni degli organi': come la fun21one renale, se
l'agente viene eliminato con l'unna. Se questo agente st presta alla somrn1m,trazione per ,1a
endovenosa, si può esaminare 11 flusso sanguigno, la perfusione dei tessuti e il trasporto altra•
verso la barriera ematoencefal1ca, con la poss1bilita di ev1den21are dtfett1 dell'anatomia vasco-
lare Gh agenti d1 contrasto utilizzabili m MRJ dovranno avere propnet.1 paramagnetiche Ov-
viamente, come m altri metodi invasivi, essa devono essere non tossici
(a) NMR e MRJ offrono al b1och1m1co anal1uco e ai climc1 una varietà impressionante di pro-
cedure. Entrambi i tipi di apphcaziom continuano a sfidare quasi tutti gh approcci alternat1v1.
Chiaramente a ogm tecmca sono associali dei pencoli; tuttavia, questi metodi basali sulla ri-
sonanza magnetica sembrano, sulla base deUe conoscenze anual1, relauvamente sicuri, soprat-
tutto grazie all'assenza d1radiaz1oru 1omzzann.
Tecniche radioisotopiche
L'atomo è costituito da un nucleo con canea elettrica positi\'a c1r~ond..to da una nu\'ola di
elettrom canch1 negativamente. La ma-.sa delf atomo è concentrata nel suo nucleo. anche se
questo rappresenta solo una piccola frazione del volume comples"vo dell'atomo stcsw. I nu-
clei atomici sono formati da due particelle pnnc1pah, 1 p , toru e inc, '.: on~.
I protoni sono particelle canche positivamente, a\enn una m~ d1 circa 1850 volte ,upc-
nore rispetto a quella di un elettrone. Il numero di elettroni d1 un atomo deve c,;sere uguale al
numero di protoni presenti nel nucleo, poiché I atomo nel suo complesso è elettncamente
neutro. Questo numero viene defuulo numu,1 .. :, ,m11., (2).1 neutroni sono partJCelle pn\e di
c.1r1Ca con una massa approssimata\'amcnte uguale a qucll.1 d1 un protone La somma dei pro-
tome dei neutroni viene definita numero d1 m,1'.."1 (A). Quindr
A=Z+N
'!C .,O o
Per maggiore praticità, si prefcri,ce scri\'cre solo 11 numero di massa (per c,empio 14C). Il
numero di isotopi di un detcnmnato elemento può vanare: e,i~tono tre i-.01opi dell'idroge-
no, 1H, iH e 'H, sette del carbonio, da Ca •e inclu,;i, e venti o piu d1 alcuni clementi a clc\'a-
to numero atomico.
IIU< lii.MICA[ 11101..0<..lANOU<DJAl!l nC~ICllf 11.ADIOISQlUPKIIE
612 61.3
uistono numerou up, dì dcadimento rad1~tti,o, qui verranno con~iderau solo I piu f;Na ➔ ~e ➔ f3
1mp>nanu ptt la m:c:tell b1och1m1..:i; la t.ibdl.a 14.1 riporta una smtro delle- loro propnetJ.
J>cr deterrrunare l'em1~1onc di positroni s1 utihzuno gli )t~i s1rumc-n1i impiegati per n-
O«.adi.mcnto J)ff nniaonc di oepllOni vcla.re le radiazioni y. I pos1trom vengono uhliu..11i IO ampo b1olog1<.o con buoni muJtatr
nella (omografia pu.an1s~ìonc.d1po~1trom ".Pos1tro11 E.t1usno11 Tomogr<Jplry·, o PET scannmg).
In qunio aw un nnitrorw t trasformato m un protone med1.1nte l'emhs1one dal nucleo d1
che permene d1 identificare aree atuve e m.1ttrve del cervello.
un, ~ni«lb 1-xta (j!) canu ncpt1V2mtn~. chwnata n~•ronc- 1tl ).
Decadimento mediante emissione di particelle alfa
m"Ulront' - ~ + Dq!aln>ne
Gli isotopi di dementi ad alto numero atomico spes.w decadono emcnendo parti,cllc alfa
Un nrptroor ~ a tutu gli dfe1t1 un ckttrone, m;a si prc-feruce usare il termine oc-gatroru:, ,J_a). Una particella a è un nucleo di elio. cifJt consiste da due protome due neutro?• t_◄He7 ).
~ Jl()II Kfflprt', J)ff sottoliMare I ongmc nucleare della partiulla. Come risultato del l'em151,rone di partiu:lle a caLISòl un considem.ole alleggerimento del nucleo, una d1mmuz10-
fffl11SUOnc: di un ncptrone. d nudco pndc un neutrone e guadagna un protone O rapporto M del numero-atomico di due umt~ e una dmunuz1one del numero d1 ma.».1 dr qua1t10 umtà.
~ ~ qumdl, d«tt;SCC ~ Z awnfflta dì I e A nmane C'OSUntc.. t,; n i~topo utilizzato fre- Gli isotopi che d«adono emettCDdo particelle a non vengono usali frequentemente nell.a n•
qunltmlrntr odla ni:rra biologia. che decade cnvttendo negatroni,~ 'C. cere. bJ.O!ogica 1J radio• 226 ( Ra) de.:ade. emettendo panictUe a, a rado_n -222 ( Rn), che a
,ua volw è rad,oamvo, dando cosi m1Lio a una comple<,1,1 ~ene d, du.id1men11 che culmina
~-~♦,
nella form:uione di Pb
J ; ~ di ntptroru e molto ~.ante ao biodum1C1, in quanto molu dei rad1onu ·
.cbdt c,imt1D(JDalk u1ilizutt dcadono C0IJ qua&o m«anwDQ PCT esempio H e 'C poçM)• ~➔ 'He1" -t";Rn ➔➔ --+~Pb
no axre anpacpu per ~ ~ c o m ~ orpmço• "'Sviene usato per marcare ~
Gh ,.otopi che emettono p;irtJCellt' a ~no e>trtllWJlente tm,i,1 'i<' mgeritJ, a ca~ della
~ J J l illldi 1wII.umu::M ~ c . ~ WK> JùWDfflto molto \-alido in biologia .mule·
cobre e vknc l.1IlJ'KPO per marcare gli aad1 nudc,a. grande m.u.sa e del potere- 1oruzunte dcli.a pm.icdl.utomu:a.
Tabella 14.2 1è:mpi di emivita di alcuni iwtopi utilmat, ncgh 5tud1 biologiL1
do\-C À. è la (; .antc- d, dcudnnmto, canttcrlltJC.i per OMCun rad101sotopo e delinit.1 come I.i
- - - -Isotopo Emiv11J1
~ n e d1 LSOIOpo che dcadr pn wut1 d1 tanpo (t ). Integrando l'equazione 14. I, ~i otticn<'
un cq=onc m forma log;antnuca:
leotopo
--- ---
c i.; 12. t0ol'C'
'H 12 2tianm
H(' 57601nm
•ea l65g10m1
"le 45 giorni
(1 4 21 !'.a 2 58~nm
I I 60gk>rm
• p 14.20 giorni
I
dO\"l' N ~ t1 numero eh atom, radJoi1t1\1 prt1att1 al kmpo, e N. .1 d" J t •p 25 tpom1
I 8.05g1om1
• e u numero , atomi ro ,oa • I I q 7 0ll."
u~ 1 prt'St'Jlll al tempo zero In pratia è pau convcmmte ru..nme la d d d '1'i 87 20giorm _
-,- re costant<' , C(."3 1mffl10
0)6 1110< !UMICA I ~ltl~IA MOUCOU.,u TI(SIOU RAl>l01$1l!OPICIII
617
Tabella 14 '\ hutop1 ,on mtJ\ ila br~e; \'llnlagg• e ~vanla&b:.__ J4.1 7 Intaa;:1011e della mdioatt1V1ta con la m11ta,a
\,1nt.tgp - -s~antagg1
-,,so1opo d;:;dc dur.ant<' IJ Jur.. t.i Jdl'c:s~rm1mto P11rt1celle o
Lalt,Ultt\llhpc-.m,.1fpar 14 ).•O rende
I apaUIKnto prn ~wbtlc dtlCTmmandu d1lllwh.t da progn1Jr1onc
Quc,k p.11 IKc:lle po~\1cdono un.a wn\lJCrl'.\olc cncrgt.t (d.1 3 a 8 Mc\'), tutte le partm:llc
1 piu ..-mph,c cd n:onomico da umltll't <..o,to dtl nutcn3lc per ultcnon a~nmcnll provc:nt('nll d.i un Jch:rmm.110 botopo hJnno l,1 ,tc,'-1 energia fuse mtcrag1scono -.on l.1 m.1•
f f ~ k l'utùuzo di dOSJ p1u b~ Biwgn1 ~J'C"O c.akolarc l.t <JU.tnllt.l da alll\111 r~Jw tcn.1 m due moJ1, In pruno luogo, pos.'.>0110 ,aus.ire «rnwonc· m qu~to proCO'>O l'cnerg1a
(per tvmpt0 nn 1o1 ciugnmt,.;1 sugli uomm1 I viene lf.i~ft'nta dalla parucdl.t « aglt cltttroni degli atomi vi.:m1, fJccndolt p,w,are a orbitali
,uperiori. 1..1 parti.ella CJ wnunu.i 11 ,uo cammino ,on un'energia ndott,1 d1 un.1 quota leggc:r•
mente ~uper1ore a qudl.i 1rasfcnta .ill'clcftrone L'elettrone r,ut.1to alla fine ricade nel \UO \la•
ESll.llCPIO I to d1 p.1rtcn1a, cmc:llcndo cncrgi.11,1.1110 forma d1 l<ttl•ni d1 lunghcu.J d onda nel vis1b1le o VKI·
L'effetto del tempo d i emivita no al, mh1le. In ~ewndo luogo, le p,ut1,cllctt p<w,ono caus.irc la 1nniu..u1onc dcgh .itom1 c.he
mcontr,mo sul loro c.immmo Qu.1ndo ciò a\'\ 11:nc, l'dettrone dcll'orb1t~e hcr,agho v1cnl· ri•
OO)BNOA
mo,M> eomplet.amentc, L'atomo d1,cnta 1oniu..1to e torma una ,oppi.a t0nic.a, co,111u1ta da
~ d , , che In(.\'/ .V l = ÀI e ,hdl tempo d1 d1meu.amen10 di P t di 14.2 giorni, uno ione e.i.neo po,1t1\'amcntc e da un elettrone. A cau~ della loro d1mcn\1onc. dcUJ b.1-.~ ve•
qwanto tempo on:orr<' pcrcht una solUZ10M contenente -42 000 d.p.m. d1 '"P decada locuà e dell.1 doppi.i c,uica po~1ma, le.- parllu:lk o col11dono ~~\O con gh atonu po\ti \UI loro
fino a 500 J p.m?
cammino. Pcrt.into e\~ provo.;ano mtcn\.t 1onuu11om: cd cc<1tai1one e la loro energia viene
RJ l'(. TA d1ss1p.1ta rapidamente Cosi, nono,tantc la loro ,om,dcrC\ole cncrg1.1 11m:1.1lc, le p.trtH.dlc n
~• utùixu I eqUUJone 14.5 per cakolatt il valore di À. e s1otucne un valore di 0.0488 non ~no molto penctranu
g1om1 :>1 uuhzz.a poi l'equu.ione 14.2 pa c:akolare ti tempo necessario per la
dimmuz10n(' dd oontcgg1. In quesu equat10ne N. = -42 000 e N, = 500. Negatroni
:» omcne C0$1 un ,-alore pn , d1 90.8 giorni. In confronto alle par11celle o., 1negatroni \Ono molto ptccoh e molto mobili, dotati J 1 una
~ingoia cane.a negativa Es\1 mtcr•gu.:ono con I.a matcn.1 provocando 1on1zza.z1one cd ec:c:1t.1•
.t1one esattamente come le p.irt1cclle a, I u11av1a, a uu~ dcU.1 loro velocita e delle loro d1men-
\lom, hanno minore probabtl1t.i delle p.uucelle a d1 interagire con la matena e pcrdò '>Ono
14 /,6 Unrtd dì misura della radioattività
meno mninan11 e piu penetranti un·.i11r,1 d1tlcrcn,a tra particelle a e ncga1ron1 è che, mentre
~ndo il ~1....1emJ ln1cm.u1onalc delle umu d1misu ra <il J l'unirà di radioatllviù è il be,
1
per un J.ito •~otopo tutte le parucdlc o h.1nno IJ \t~ energia, 1neg.itroni h.mno un'energia
qund lBql; I Bq corrnponde a una dmnt~rai1oor. per -x·,ondo {I d,p s.). li cune (C1) t van.ibile compresa entro un detcrnunato mteo.illo, m~ 1miio1sotop1 che emettono ncg.ttro-
un'urut.1 d1 misura p1u ,~ch1a non presente nd 11s1ema SI ma anwrJ utiha .ata. E~ e defini- m pmsu:dono uno spettro cncrg<'ll(o carattcrn11co (T 1g 14 Sb J li ma»1mo li elio cncrgct1~0
ta com(' la quantità J1 materwc rad1oa111vo con uo numero Ji dmntc.-gr.a11om nucleari per~- (I.,,...) "ma dJ un Ì'>Otopo all'altro. p,m.ando da O 018 MeV p(r ' Ha 4 8 I ~te\ pc:r a. u d1f•
condo pan a quello d1 I _g d1 ,:adio. ooè 3.7 lO" {Q 17 GBq; Tub. 14 IO). In umpo biologi'oo. I.erenze nei• vaIon· dI G..,
r.· •~o la cap.10Y d1 r·
de,,ermin..,, ""netr.a11one della rad1aLJOlle. I•• particd-
~do questa umti troppo grande, l i usano 11 microcurie (µC1) e il m1llicune {mCi) F im- le~ eme~ da 11 po\-.ono per,orrcre wlo j>\),h1 mtllunctr1 ndl'.tri.1, mentrc quelle emei,)C da
porumte rteordare che LI cune u rifens.:e al numero d1dmntrgra,1om che aV\mgono dfcth· P pO\\Ono ptnetrarIa .anehe.,. n,or Wl metro· L.a raa,onc
.,. per l.t qu~e I negatroni d1 un dato ISO•
,-ameni(' m un aimp1onc (cioè d p.,.) e non alle d1sinttgraz.1om misurate: d,1 un contatore d1 topo M>no eme\~t a energia \,r1.•b11- , fu \rw<>ata
, • .,. da Wolfgang P.auh nel I 9' I, quJnJo
• postulo
radJoattn1tà, dette conteggi o ,onte (cioè" p.s.), che m genere rappresentano solo un.i p.1rle h
ceogni<>ventora10a1 ,-A•i-ne,on
d Il \o •••• un energia cqul\alente a~._.. ma che I energia
I viene
ddle dismtegF.Wom che hanno lu~o cffcttwamcnte. ·
np.arttta tr.1 un negJtronr e un n,-ulrmo La propomonc.d1 energia totale 3U<Xtata a neg.itro-
~htnncnte, negh esperimenu con r~101wtop1s1 aggiunge un isotopo ~t.ahile dell'dcmt'n· ne e .il nrutrmo v,ma --dunenro· t ncutnm wno praH d1 carn::a, hanno ma~
· per c1a\<'.un J e,.
lO dl\'enu pac1ò nece.su10 ~rune re 11 qwmtJt.i J1 rad101sotopo prCS<'nte per unita d1 ma\• trascurabile e non mkr.igiscono ,on I.a materia
a Quou ~ I •tu,11;1 ~ u . che può O)('re espressa m dl\en:1 modi, tra I quali ,·docitJ dt
dcaduncnto d.p__., od p.m.), ,-cloaLÌ d1 conteggio (e p..\ o e p m J o cune (rnC, oµ< i) p<r Raggi ye raggi X
unila d1 IIlUSòl ddiol nu~d.a (normalmente espressa m moh o gnmm1) Un metodo altern.1u n (·' 1n "'" ch1a111a11 C(1mPl•-
"'uest1 rJgg1 ua qui ,, h
=
-•i,-amcntl" ra••r1 ypcr M:mpltata) sono radia
~carie.a nf m.issa RilI.tm('ntecoU,dono lon ato-
\'O per apnm<'tt I atllnLI 6pcofica, pcrallro non uuhuato frequentemente, è I ' ~ d1 per rvrcib non anno n.-
11oni e1i:llromagnellche, 1·· d ,, pa- tutta l.1 loro energia (~1no. c.1oè, al
"11tu.ii<' .a m u, ddimto come ti numc:r.o dJ atomi rad1oa111v1 per I oo atomi Jc:I composto. d d \tanze rruna , i1.,.,, "
m,, rl·1111 e perwrrnno gran 1 1 na m ,ari 111001 1 tre pm 1mport11111 dei
Ndb uhclla 14 I O v1a1e fomna un;a lisu delle defm1ziom e ddle umtd di misura di unp1tgo .,iscono , on 1a ma11: •
p1u comune m rad1ob1olog1.1. tamcntr pwetr;mu) Lss1 mtcr.i.,. _._ che: 8 loro mila cau~no ero112.1011c: e 10-
•
quah provocano I cm1)~tone I e d lettrom scconu.an,
ilOOIIMI< A f ll!Olt)(,IA 1'1011 WI.ARJ Tt,0(10 1 AADIOl~m,:'"c,11[ 619
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ficai:i.ane m,1i;1,11na, l' inten,1t,1 del segnale 1n u.,.;ita d.ù rivelatore rimarrl la ~tei,sa per un am- <a)
_p10 mterv.illo.d1 valori d1 voltaggio (.ilcmuidetto pl.lli:.iu di~-:hl.u.11:r). Con quc...t.o.M.\lc
ma Sl n11\ura ti numero d1 eventi rad10a1uv1 e non la loro energia, per cui non è pos~1b1k d1- i n BnGilolau
scnmmare tra J.Wtop1 differenti uuliu..mdo q~to tipo di <.onutore
Po1che le coppie 1omche impiegano un tempo determinato per raggiungere gh ele11rod1
altre particelle 1omaan11, che entrino nel tubo durante questo periodo, non provocheranno Supe,flCla
ioru.z.uaone e.non. vcrcanno per~nto md.ate, riducendo qumd1 l'effk1enza del conteggio. ca!oda
mMalliZZ.ata
Tale periodo, durante il quale s1 ha una riduzione dell'efficienza del conteggio, VJene chiamato
Anodo
tempo mono del 1ubo ed è nom1almcnte pan a 100-200 µs Quando gh ioni ra_gg1ungono
l'elettrodo vengono ncutrahuau, ma 111ev1tabtlmente alcuni sfuggono e producono la loro ò Sletetta
d, -.o
stessa 1on1U.1z1one a v.ilanga Pertanto, \C non controllato un tubo d1 Ge1ger-Muller tende a
F,-.tem,male
dare una ~nca continua Per ovviare a questo problema, il tubo VJene smorzato aggnmgen
do un gas ad.mo, che nduce l'energia degh 10111. Tra 1 p1u comuni agenti d1 smorzamento ull-
hzz.iti, vi sono etanolo, formiato d1 etile e gli alogeni
(bi
• Ragione d ecara continue
P01e11Z1~ soglia
D0\tA!\DA
Cosa pensate che ~ucceda all'efficienza dt conteggio d1 un contatore di Ge,ger-MOller
8
...'0,.
_g
l'o11N111&le
d,e,erdz10
"-
P0111f1llele
di rottura
L'effic1enu d1mmunà po1ch~ v1 s.ua una maggiore probabilità che due o piu particelle ji o Yoltagg o epphcato
entrino nel tubo durante 11 tempo morto.
I 1gura 14.4 (a) Contatore J 1Gc1gcr-Mulkr e lb) ttlttto dd w h•sg111 apph.ato , ull.a ,~loolJ d1 contq;g1o
Otnodl che aUOfbono gli elettroni ~elocl e creano 111 Crtstallo fluorncente,
un numero p,u elev1to di elettroni lenti per OMmpoo N1I (Y)
f
/
~ Sorgente
1·
=: _-•r_____..!• '
l :I: J - r "
• I
. .
H . .M
. ..
Superl,cie fotosensibile
f all'1ntemo del tubo ~
Con11tore del fotomolupl,catoro
che emette fotoclettron,
d• 1mpul11
I
Al,mentllore Conu,tore Alimentatore Contator.
dt 1mpulsl
•
ad alto volteggio ad atto vottegg,o d1 impulsi
Registratore
~ +
Reg,strau,r• RegtStrat0t•
hgura 14.6 lllu~tra11one ,.;hcmau.:-a da mttod.i J1 c:on1.-gs10 pc:r ..antillwone \Ol1J.i (a) e hquiJ1 (b)
Sensib11 dlii •t• d.a tenere presente t che alcune mucdc sono i e per camp O '° altre per cam
Solvente PPO POPOP lotomoll1pllcatore pmm .a<equo~• (queste m1SCCle con no m1.ull;roriantr come per esnnp al dckrp:nte
•
o Tnton X -100 ). t importante utilaure la i rmu.laxmr piu .adatta.
~
\'.antagg1 dei contaton a s.cinti.lJuione
lo
E '\ L'ampio utùiuo, nel ,11mpo dcli.a rtenu bio a.,da onuton a s.:=~......~nc md1u che
o
~
o"t>
' \
\
\
c),1 presentano numerosi vanuggi rupctto ai conu
no md1cat1 d1\tgwto.
a lOlUZUZIOn(' di
1.0 ' \
\
\
Po1chf 11 decadimento della Ouor~ 10 e pau rapido dd trmpo mono d un
;; \
contatore Gc:1ger-Muller uo◄ ~ son ~ ,-doau dJ contq;gao molto PJU alte
e
• '' • J.:cffiacnu d1 co.n.tcggw è.molto r u d(-\;iu, sopr.muno con ~ 1 n p J1 ~ ClCrp.:i:
lii
da eliminare dettromcamente la maggior parte degh 1mpul,1 d1 fondo a bas~a energia (ta
;::_tur,1 .1 ,ogh,l o .1 har rier.i). Lo )\'antaggio t che, ,on questa tc:cnKa, vengono chminall an- Isotopo T
che gli 1U1puh1 a bassa energia c.iusati da dismtcg,rauone di emctuton deboli. (come 'H ).
Un altro modo per ridurre il rumore d1 fondo, uti.tiuato nella maggior parte dei c:ontaton a
M:inlJUazrone, è rapprc,,entato dal contcsg10 m ..omcidrnza (temporale). In questo caso 11
u!,JnO due fotomoluphcaton, collegali m modo tale da laM:1ar p~)arc: ,olo gh 1mpub1 che
s1 verificano contemporaneamente m entrambi I tubi La probab1htà che un impulso ,au-
\ato da un evento rad1oatu,·o s1 verifichi contemporaneamente m entrambi I fotomolt1pl1 -
cator1, durante il co,1ddetto tempo d1 molui1onc del sistema i comunemente dell'ordine
dei 20 n,), è molto maggiore che non per il rumore di fondo. In generale, questo sistema ri-
duce il rumore del fotomoltrphcatore a un hvdlo molto ba~o.
• Lo s, antagg10 prmC1p.1le dei contatori a !>Cmtillaztone è il q11t·11cl111JWmon.amento), che s1
manifesta quando avviene un'interferenza nel processo d1 tra,fenmento deU energia, de-
scrmo in prcadcnu. La correzione d1 questo fenomeno dctcnrun.1 l'aumento del costo
Energ11 c:JegU lmpuls,
della strumentazione. Il quenchmg può o.w-ed.t tre t.1p1.
Quc11d1111i ottico. S1 ,erifica quando s1 usano fiale d1 scintillazione: inadatte o sporche, che figura I ◄ .8 D1agr~ma cht ilha1n I pnnap, <kl ,1>nltgg10 d1campioni coo dopri.a maratura
i_ssorbono parte della luce emes\.1 prima che questa rawunga il fotomolt1plicatore
-_Quend1111g da colore Nella ricerca biologica, lbl luoiO quando il campione è colorato e la
luce cmes5a viene assorbita dalla soluz.ione d1 scintillai.ione pnma che lasci fa fiala Nel scenza d1 esaunrs1 Attualmente molli \lrumenll ~ono m g1ado di rile'\'arc (: M>ttrarn: la
caso il quenchmg da colore rappmenti la difficoltà principale, M può ridurre il fenome ~hemìolumìne~cenZJ oppure d1 mdtcar!.i nel sralko dei multali.
no intervenendo come descritto m seguito.
• La fo,folumines~en,a è mvC'Ce dovuta a11•~..orb1rnen10 e alla nemi,;)1onc- di luce dl parte
- ..Q1m1ClmJg clr'!!!1co. ~i verifica q11.1ndo qualche componente del i;ampione rnterfcma dei componenti <lei campione, mdu;a la lilla. O1\eNm~nte dalla chem1olum~~nu,
con il tra~fcrimento di eneri)a dal solvente al lluoroforo primario O da questo al fluoro• fenomeno che ,i vcntìc.i una volta sol.t, \Ì o~r,.t fosfolummes..-enza a ogm cspos1Z1one del
foro secondario; è tltipa diquenchmgpiu difiì.c:iled.durunare. Jn una sene di camp10 campione alla lu,c (amplllni p1gment.tt1 hanno maggiori probabilità d1 pm;entare fo~fo-
m omogenei (per esempio "CO ribsciata durante ti metabolismo di ( 'C)-glucosio e tCl>CCJUa In pre~enza di tale problema. 1,amp1oru dC\ono e,..cre tenuu al buio pnma dr ef-
adsorbna su alcali, aggiunti poi alla miscela d1 scmttllazione per il conteggio), 11 qucn '
1cttuarc: 1I contcgg10 e il ,·onterutore del ,.imnione
r dc~e essere mantenuto chiuso durante le
chmg ch1m1co potrebbe non variare molto da un campione all'altro. In que~t1 casi~• opcr,mom <l1 conteggio
pos'>Ono confrontare d1rett.1mente I conteggi relatiVl, utilizzando il conteggio del cim·
pione per min~t~. Tuttavia. nella maggior parte degli esperimenti biologici che ut1hzz.1 Nono,tante tutte Ie compI1,azion i d~"-nttc \Opr.i, 1.:ontaton 1 -...:mt1llaz1onc liquida ~ono
. t dt b ..._ cnic Ciò~ don110 al fatto che que,,11 strumenti ,o.
no rad101sotop1, 1 camp10111 non l>Ono cosi omogenei e ti conteggio relativo (conteggi sempre pre\cnll net d 1parurnen 1 10 1 . ffi d' I
per minuto, c.p.m.) non è sufficientemente accurato. In questi casi <><:corre usare un JP no dotati d1 \1s1em1 automauaat ·I pt·r la dctcrmm:mone Jell e K1en1.1 1conteggio; m a tn
·
p~opmto '.11et?do d1 standardizzazione, che nchicde la determinazione dell'efficienza 1ermm1, tutto 11 l,wom p1u .1mpegna11,o ' .1ene svolto dagh ,trumenll.
d1 cont~gg~o dt ogm campione e la trasformaZJone dei conteggi per minuto 111 conteggi
.
Uso del conteggio a scmtilla21one per. ca mpiom contenenti due isotopi
as\olut1 (cioè dmntegraz1on1 per mmuto, d.p.m .), come descritto in ~eguito. 51 tenga
prc,cnte che 11 quenchmg non rappresenta un problema rilevante nei contatori a ~,inul . . d1 ullaztone ~ che l'm1en,11à dell'1mpubo dettn.:o, pro•
laz1onc solida. Una ,arath.:nstt,a del proce.so ¼tnl I 'otomolttnhcatore è d1rctt.imente com:-
<lotto d,1lla tra~1ormaz1one ell'cncrg1.1 ummo!>a
r . d
.
ne i, .,. '
Po1Cht I diver,1 emct111on d1 part1cclle I}
• Anche la ,h~minlumm=nza può causare p obi · I d . . d Il'
Iata aIl energia e even . to rJd1oa1t1\'0 ongmano.
r cmi net contatori a \cin11llaz1one 1qu1 a. 'hil detenmnare separatamente due 1sotop1 in un
Questo fenomeno, dovuto a rea11om chimiche tra I compon-nt· d h d .1 d10 ·rentt ~ po,~t I e
1 I • , 1 e1 camp10111 a ~o ttopor-
d anno spettri I energ• • ' d
I
rg a ,iano ,uffiocntemente d1,cr,1 Ira le coppie
r~ .i contn;g10 e a mt-.cc a d1 ~ mt1Uazionc.produce emissione che non è dovuta all'ccata· singolo ~ampione, pur,hé i loro spclìttn enc t~ dt\'Chl \1 ,,mo: ' H e 'C., li e ''i, H e ' P, "C
ci ,ut wcntemen ,
_zione per effetto della radioa111v11.1 del ~•~tema l>Oh "ntc/ll
•
r L' • • d· I , gc
uoro1oro. em1ss1onc I ucc, d1 •~topi con ~pcttn energc1I li nell.a figura 14.8, Jo\'c ,1 pos,ono ,edere gh
neralmente, avviene a ba,sa energia e i1 elimina configu d I Id) del 'olo . . Jel metodo è t u~1ra10 bI
- J ran o a rog11a (11ire~110 L1
e •·P; S c. P. Il prmc1p10 gono solo paniJ.lmcnte f _po~,1 1 e separare
mol11p 1,atore ana Iogamente a quanto accade ""r ti ru d , d h mio T) che s1 ~o, rappon
,., more 11ondo. Qu,m o 1,1 e e spettri d1 due 1,otop1 S t "'lt\re di mtC'mtt.\ m modo da ,,eludere tutll
arando un ,ma1J,.,...
lurrunesccnza rappmcnta un problema. $I può O\'\·iar. . do ·allo completamente I Jue •~otopt t gl t ugu.ùc a X) e quelli d1 energia ,uperiore a 'I
d1 rcmpo prima <l I eIliertuarc 11 con1l"<lo10 dei c.imnio e :upcltan per un certo •1Dtcn I ne· , • a x h o 1.i po~ a
gh 1mpul,1 con energia 1mcriorc ·
'"" .- 111, per permettere ali.i chenuo umi
IIIO(lllMllA I lll(ll.(X.,IAMOI fl l)LAKI no.1n11 RAIJIO SO'TOPIOtf
b28
(!ìnc5tra).) e anche per escludere quelli con enrrg1a mfenore alla liOKha A e quelh d1 mcrg13
t 't \Il < I
,uramre 3 n, fìnestr.i R) t;n an.1luz.·11ore d1 mtcn~nà comprendente una ,ogha e:- una fìnC'~tra
Metodo dello standard 1nttrno per il calcolo drll'dficu-nu di conteggao
per un d~h:munato a,otopo è detto ,anal!; (ni;r c,emp1O e.male 'H).
I contatori moderna operano wn 11,o,1ddetto anaJ11.Utme mulucanale, hJ!>.llO su un (On• OUMAM;A
vcrlltore analogico d1g1talc In tale d1'pos1ttrn, 11 ~nalc clenronit.-o pro\cnic:nte d.1 un loto Un c.1mp1onc spcnmenule di 'H w uo filtro di cuu unnxno wa hqmdo per
moltiphwtore viene convertito in -,cgnale d1g1tol!e, memorizzato m un computer In quc,to scm11llaz1one ha dato un contq;gw d.i 1450 c.p.m. m un COIIUtart' 1 a.:1nu.w.uu
modo ncn, anahu.1.10 i.1multanc:amente l'inkro \pettro d1 energia, cio rendc molto ptu age• liquida Dopo a,er n mo»o il filtro e &\ff agpw1t0 SOt,4 d.p.m.. il ampaooe,
vole ,1 .:ont~io mulu 1~top1co e pcmtette d1 ~aiutare adeguatamente l'effetto del quc:nd11ng ricontJto. Nel nuo,-o oontcggao SJ ottmp:ioo .?BTS c.,p.m. Qmh ermo lr d.p dd
nel ,ontq;gio det due 1..otop1 . campione spenmenule?
L impiego d1 tecruche d1 doppia marcatura ,1 è dimoi.trato utile m molti campi della b1olo Rl'i , ' , I '
g1.i molecolare (per C.)CDlpio 1'1bndazionc e IJ tra..crmone dcgh ac1d1 nucleici), negh studi \W
Prr calcolare l'rftìC1rnza dd contqpo. s i ~ utiimm I tqUmODr 14 6.:
mctJboli,mo come la \intesi degh ~tcro1di) e ndlo s.,iluppo d, nuovi farmaci.
effiaenza del cont~o = I100 (1678 1450 :3064 '-'
' Detc rmin111ione dcli' efficienza di conteggio Dal calcolo s1 olllene un ,-alott di !8~ Tale- ,':llore pub~ milm:no p e r ~
Come detto in pre,edenza. 11 problema pnnctpale che i.i presenta quando s1 u~o I cunta · il risultato ,nwalc, ••*-
ton a scmt11la71one è rapprescnt.11O dal quenchmg, .:he rende ncco~rio dctemtinare I d 1
( 1450/28.2) 100 = 51-41 d.p,.m.
..u.:.nl.l d1 contegf.lO d1 akum campioni, \C non di tutti, m un particolare ~perimento. Questo
controllo è realtZL1b1lc con d1vcm metodi J1 stand,1.nhzzazione, utiliuab1h con contatori a
'><:mtillu1onc sia sohd.1 s1.1 hqu1da, anche se qui ~i dar~ pu1.1..olarc rilievo a questi ulUDlJ
è lo smon.imento. p1u pn,nu1K1.1to risulta il d..•,:remento dello~ ~1 5frutta questo feno•
mrno nel mt:10<tu del r.ap~,n,, tr.11 ....w.w, --- .,. re,- Jcttnn1ruin- L1 nmun ddl cffincpza dd con-
S1111ularcl1zzaz1011e mtema Il campione vtene contato (e dà un certo valore, A c.p.m ), tolto ,_ prer,.t,r.&ZklllC di··~•
t~o Tale- metodo rn'\"N< .. ,.._ <:uf\2dt ...:ilibruionebal.aumJ•ont,.....,m
-tv'
dal cont.1tore e addmon.ito d, una piccola qu.1nu1a dt un matcrì.lle ~tandard. con un, aJort'. d1
d~mtcgra11oru per mmuto noto (8 d.p.m.). Qumd1, \I 'oOttopone nuovamcntl" 11 campione a
cont.1 (C. c.p.m ) e \C ne calcola l'effidc:nz.i di cont.cgg1O come::
due Còlrtali, ~lte .-orrom1 rq;1oru Jdlo 'l'Cttro di,"'™ ml m
pione~ i.morlJlo, lo ~~•ttro ),I 'll\l:-.11 ..ra
'"""° rane-
Jiulm<:ntc
"°'~ili.~~ c:am•
rcp:iw a DUDQl"C' mni;ia, UC\CTml•
J om.ah. p.,- 11~,tt b CW'\-a di calihnt-
n,Utdll una van.u1onl' Jd rapj'lnto ,j(1 oont~ ne:, ~ ad ,.
(14t,)
• j; d.trJdlsmnrr.·11nerito roi.:htbqw,nt1tld1r ~lll'\1til:ISMl-
lklflé',M nll\Uf~ un.i -.ertf Y1}Wl \ ,_ "•ta ••- ' ' - -...
Iuta è not.a, I •dhucnu
"
dn-1
~,,ntt{:gl,l m """I-.,.. ':anale ruò CS.~ UC:-lCT1lll,- ... wu, •'"
Con quc,1O metodo è ovviamente nc:c~~no usare uno &tand.i.rd interno (sp,k) contcncn•
te lo stes,o •~topo presente nel campione Bisogna anche ass1curar\l t.he lo \t;mdard , te\\O
non agisca come fattore di smor:umcnto. Standard adatti marc.111 con "C \0ll0 I"C)-toluene _Senzaagc:.
e ( ·C) c~dccano; per 'H gh standard ~no acido I 'H)-bcn10ico e 'lf O (.todo benzoico e ac d amorrr.nento
qua ,ono e~~• ~tes~• agenti d1 quenching e devono quindi c!>serc usati solo in picl.ole quantit.\).
1...1 :-.tandard111..1.z1onc interna, <,cmplice e ;attend1bilc, corregge m modo ad~.ito tutti i llpt Ji
~morz1mento. Se e'<'gu1t.1 com:llamcntc, è 11 modo p1u accurato per lOrttggerc 1I quenc..hmg .
..D'altro c.into, nch1cdc che lo M,mdard ~•a Jgg1unto con (:)trema prec1\1one e nl-..C!>S1ta di mol-
to lempo perché ogm campione dC\'e c~sere contato due volte. Ciò Mgnifìc.a anche che, m c;iso
dJ errore, il campione non può e~\crc contJIO di nuovo perchc t \lato l.Ontamuuto d.1ll0 \tan•
J.ird. lnline_. nel tcm~1 mterwrrcntc tr,111 primo e 11 :.ccondo conteggio," po"ono vcrifk.tre
v.ma11oni nelle carJttCrÌ\IÌche di à.mor2.1mento del campione che po!>SOnO portare a notevoli
inaccurateuc:. TuttJ\ 1a, r.1ppre:.c:nt.1 la prou:durJ con cui sono cahbrat11 due metodi ~uenll.
10 blMPIO 4
Calcolo dell'efficienza del rapporto tra j canali
DOMANDA
Con un contatore J \Cmllllaz1one a due can.&li,A e B. e stata dctcrmin.ua un'efficienza
.,
,:::
d, conteggio d, 100 000 d.p.m. per una solunonc d1 I 'C)-lcucma, unmersa m un hqu1do
e
~ d1 scmllll,mone contenente quanllta <re\ccnu J1 cloroformio
• O5 5ono ~tat1 ottenuti I seguenti datL
!:
o
t: Cloroform,o (cm) c.p.m A c.pm. B
&
Q.
«•
o 48100 54050
I 31612 42 150
2 17 608 28400
3 7 400
15 000
"'RA
fi T-•-·I I '"'
c.,np1011e
Contatllnl
d impulsi non~muruto
SUmùrd 'C: (203 600 d.p
con $ l l l O = t O
UO(ffllC'
♦ $pctUo di uno standard ~
I tPto '\ l
d1 conteggio, ctò è dovuto al tauo che: I urorc: nd wntcgg10 rc:r mmuto ~ alto e: questo i• rtllct (.alcoli dcll'cffic1cnu uttlillando gaod.an5 ntc:ru
te m un errore: c:IC\ato nd rapporto tu I cuw,, osc:ndo 1alc: rapporto cal,olato d,1 ,.ilort dt't
,ontt.-gg.t per nunuto dei due: cuul1 Inoltri.', è poco illcura1n per umpiom mollo smorzali l'u 00 A"iOA 5CUlt
L:dfte1mu d, con~ del l'C m un latore 1
quc,tc ragwm 1.i pro,cdur.i scelta wn m.1gg11,rc: frequenza è J,1 sto1mbrJ1naz1onc ~lern:1
dc:tmnmata ronando un ampKIOC' di " sundud con
gradi d1 ~oru.mcnlo con ù mdL-.do ddlo mm,o:
~111n1l11rrl1ZZ11:1011t wa11a la. qu~11, C'il'.'O nel ...onutor,. ,1 .sunttlluiont' ddk, ,1rumcnto è
montato uno ~tand.ird c~tc:rno che emette r,1J1wom y. '>olio il conuollo Jcl 1..0nlittorc:, ottili cp..m ~p
c.1mp1onc d.i !-Ottoporrc a conrcggto è cspt1510 a quc.,t.1 lonte r,1J1~tt1va cstcm;i, 1..hc ,1 ~pl>\t.l 8 ..51 0}10
;iutomatKamcntc d.i uno s.:hcrmo J1 pmmho .ili. Qmcra dt rontt~o Lt raJ1.u:1onc y p<nl" 62'61 064
t r-1 all'mtc-rno della fi.il.1 cd ccc11.i il hqu1do dt SC1nt1llauonc. Lo speuso che ne ruulu ~ cuatt<' ..~ 220 O4ò
muco per ogm fonte e notc,olmcntc d1,cT\O d.1 quello proJ0110 dal ,amp1onc ncU.. ~ La 21014 021
fonte: d1 r.1d1.111onc y ~,m.1 in fwu ,,ne delle ur.inc:ruuùir di ubbncauonc: dello :1trumcn10 anJard di Mll(XUlllCfllO.
(per esempio Cs. Ba o Ra) Lo sprttro oltcnuto con Ra t mom 11 to ndl.l figura 14 11. SQP è ti parametro '1 -alorc dJ SQP d1 052
_, h.1 dato 20,6 e r-,m con un,
Agcn11 smorzanti rr~<nt1 nel fluido d1 s.:mt11l.tz1om.- m1lu1k--ono sigmfi..11t,,.1ml'ntc \ullo Un C'amp,on(' spcnmcnt;uc l •
~peltro ottenuto Lo strummto anahzu t.llc sixttro e gh .aucgna un parametro J 1~morzamC'n Qual è la rc3lc ,doatà dJ contcggto
to li metodo J1 an.tltst usato dipende~ <.OStruttorc U:B lnstrumcnts la nfmmmto ;a un pa· ~ 874 1 l00/I050 1 ,controSQPSiorucnc
r.amctro dJ smorummto st,md.ird rc:r I.i sorgente c,tcrnJ, SQP( E), ,ornspondcntc a un pun1,1 !>1 nporta m un grafico I cflì~ienU tale che I util (l('r co il 'al re
sull'.1~,;c Jdl'c:ncrg1a (I 1g 14.11) Altri produttori utth.zuno mctoJ1 lcggcm,cntc Jl\crn, 111.i ti I effio~nu (48%) Jd campione ~pcnlllffldo 4221 d p.m
prmcip10 è lo stesso In sprnro d<'llo stand.lrd c,tC'rno ,·.ma m funuonc del grado dt smom· -~ 2026.0ttertCll
delll' c.p m mlSllratr, 1.t=
mento ndl;i fi.tla e, an.ilogamcntc, ,-aru I cffiaffll.l del <."tlntcgg10 dcl campione m esame
IIJOOtlMIU C lllOLOGIA ~IOU C01.ARI TIO ,iOtC RAOl(m o10r11111
635
li metodo ddlo )tand,trd C$terno è ormai una t«-01,a con~ucta nella maggior parte dct IJ un cmul\1onan1e ,ome 11 Tnton X- 100 <: powino mglobare fino al 50% dt acqua (, lv), tutta•
bor.1tun. Rt)pcllo al metodo del rapporto tra 1.:-3nah, ha 11 vantaggio d1 c,,cre affidabile pl'f via, all'aumentare del lllntenuto d1 acquJ, ,, , cnfic.1 una 1ransw one dt f= da uno stato a
campioni con ba\,e, dolll~ d1 conteggio; tutta\'la, non è privo d1 w,1nt.1gg1 lnfatu, per ogni una \Ola fa~· a uno .i due fas, oppure allo stato d1gd ':,e I a mp1on1 sono m uno st.110 a due
gruppo d1 e~p,:nmenll t nc.:e-.1.1no allcstm: un.1 curva )t,mdud , come nel metodo dd rap flit non t: po,\1b1k cflcuuarc un lOnll'·gg10 a,curato In commcrc10 sono di.spomb1h molte
porto tr.:i 1\;anah) c l'u11hu.11ore puo caderc IO un falso scn~ d1 \1curezz,1. Il s1stcm.1 è lO)t al- ml\,ele pronte per I u\o, accomp.ignate da t\lruZJont Jc11agl1at<: per l'u11hzzo con d1ffcrmu
tamente autom.1111uto eh(' e fa..:tlc perdere d1 vista I prinltp1 d1 ba)e e dimenticare che qur:• upi d, camp10ne
~to mcroJo non è sempre 11 p1u appropnato Un e)Cmp10 d1 quc,11 po,,1b1h problemi è r.ip
pr..-.-cntato dal ..:ontegg10 con la scm11lwione liquida d1 'H precipitato ~u tìhn. li metodo dd- \'o/11111e de/In misu/11 d, sc111t1/lnz1011e Ocrnrrc souolmearc che l'dlic1mu del umleggto a
lo ,t,md,ud ct.-rno c.ikolerà il gudo dt smorumento dovuto al fluido (che probabilmente \C10ttllazione vana lOO 11 volume dd camp1or e, )ebbene questo non co,111u1s..--a un \'CfO pro•
rt)ultcr¼ molto ba~). l1l.1 non terr.a conto ddla ~sa penetrazione, nella )Oluztonc dt SCIO blcma per I e.onta ton attualmente in U\O. Ciò nonostante, " dm reblx prestare attenztone af•
11lla.zmne, delle p.uttcdl.:- ~ em= Ja 'H provemenll dal filtro. \I ottengono cosi efficieni,e finche il volume dt campione nelle fiale d, una data ,mr d, conll"ggl st.l semprr lo ~tr,,o e: af-
artifidalmc:ntl' elevate. finché ogni cahbra21one dello ,trumento venga e,egu11a utilizzando gh stc,M volumi dci
In tutti i ~ m cui s11mp1tga una proo:dura automa11.zu1a è preferibile ,ouoporre al con• campioni ~pcrimentah
tegg10 .1lcum campiona d1 cui sia noto tl contenuto IO radioa1m11à.,
f/1111mnz1011e dr/ ,111f'11cl1111g da colort ~ 11 qucn,hmg da colore co,tttuLSCe un problcm.i, ~
Prepuvfone del campione po\~tbtle decolorare 1 .:amp1om pnm.i del ,ontegg,o. O.:corre tuttana fare attenzione, in
f: 1mpo:.:.ibile, IO quota sede, docnme dettagliat.unentc tutti gli aspetti della prep,1rwo quanto gh agenti decoloranu, come 11 pcro,,,do d1 idrogeno, ('<l~S<mo dar luogo a .:hc1111olu-
ne dd campione per il conteggio a scintillaz1one. Di seguilo s.iranno ~mmat1 1 pnncipah m10C)Cem.1 c.:on .ikunc miscele J1 ,,10ull.mone.
per t"t-rntuah .1pprofond1mmt1 si nrnanda ,11 testi coiuighat1 nel paragrafo 14,7.
Solub,1,zznz,om• dt, !()51/ll I ,ampiom ..._iluh, ,ome 11c,,u11 \l'gt'talt e: ammah, s1 po™mo mi-
Ftak per 1/ c11mp1011r La preparuionc: del campione per 11 ,ontc:ggìo con scmttllaz1onc wlida surare m modo otumalc dopo )olub1lwa11one con 1mmme quatCTnanl' come 11 St1lub1hu.J-
tor1: ~ CS O il \olucnc Ovviamente, ljUl'1,lC -.ohwom -.ono e,1rc111amcnte to~che e ,anno,
t facile e: consiste ~mphcemente nd trasfmre il campione m una fiala (o una proveua ) di \'e•
tro o d1 plast1ùl, compatibile con il contatore. Al contm10, la preparai.ione del campione per qum d1, mancgg1ak con gran de l..•ut•·I• , " li campione \"1cnc il""IUlllO
"° .dia fiala d, contcggttl con•
l
tenente un.i pt(coIa quan •., ,l ' di ,,11ubihz1,11ore e )t la,0,1. pro~cdcrc la d1gc\1tonc Quandohla
il contl-gg10 a mn11ll.u-1one hqwda t p1u complessa e comincia con la scelta del tipo d1 fiala da · Iet.i,". agg,ung<. I•.. 011...,da d1 scmullwone e ,1 misura 11 c.1mpu111c Anc e
utìhzure. La fwa può ~ d1 \'C'lro, a NSSO contmuto di pouss1o (un ba™> hvelJo dt · K n d 1ges11onc è wmp
--• n•. può ocncrare problmu rnn I compo,11 uuhuatt per
du,e 11 conttggio di fon_do), oppure d1 pohetilme. Queste ultime sono ptu economiche, ma m que!>IO c3so,. la ehcimo Iummc....e ... "
non possono CS)Cte puhte e nutilizute, mentre quelle di vetro poMono essere utihaate p1u solub1Ltzzarc i te,5ull
\'Olte, pur~ho! accuutamente lavate. Le fiale d1 polietilene possiedono un miglior coefficiente U id iltcrnalt\'O mpcllo .ilb dc.:,)k>ru,onc dei ramrmni o
d1 trasferimento.d1 energia lummosa cd effiamze dt conteggio leggermente superiora, ma Metodi pt·r rom/1wt1om· In mctlt oli, n• I campioni vengono bruc1at1 m atmo,fc:ra J1 o,\1•
tendonll a dare pm fosforescenza delle fiale di vetro. Rtcentemente si è affermata la tendenza a alia d1gcs1tone det Ie.,,uu è J com ,u~ o •· ·h poS-)()no tro,Jrc rn commerc10 McJ1,mtc
w.are m1mfwe, che 1mp1tgano volumi ridotti ddle costose miscele dt scmlill,mone I contato· geno, soht.imcnte IO appJra 11di ~ombu,tmnc l e s1
. t 'ormm 10 ••CO chr, iene raclolt.:i $U un
_ t ncnlt ••e vengono r.l),, .,.
n modani wno IO grado di acutUrc d1vns1 ttpi di fi.t.le; per limitare i costi e IO cons1dcr.u10- combustione I campioni ..on e . d d O e I m,)urata lnvl"Cc I c-.1mp1om con11:nen11 H
agente assorbente, come ,dro~ido .so ' po 1 1
ne delle problcmatJCh~ amb1entah, i~ quanto I hquìdi per santill,mone wno tossicl\i, " do
nebbe ug.rc (compattbilmente_con 11 volume del amptone) la fiala piu p1Ccola po))tb1k Al· sono converllll IO '11 O e poi mi~urau.
:ntU 'oOIO h a\pctlt p1u import.inu della prtp.1ra210nc dei
~una apparecchi sono progC1U!1 ~ campioni molto ptccoh, che vengono inseriti m ,pccialt Come .mttcipato, ,ono S!Jlt d~ 1i gè bene ricordare che quJ)t tutti I tipi d1 c.1mp10•
contcmton d1 pohettlme ,uddtvm m una sene di compartimenti; questi \lrumenli sono par· . dcttaoh ull,W13, - d
cimp1om. o,enz;i entr.ire nei " ·. o\'enicnll da ,rom.1togr.1tiJ i.u e.irta oh1tn 1
11colarmente u11h, rc:r oemp10, per I laboratori delle industrie farmaccuuchc, che effettuano R :ompre,1 nt.ig1I pr
ni ,untcncnll emetuton .,, l MIO scmulluJonc hqu,da seguendo uno o
un gr:mde numero d1 dosaggi dJ legame ai r~on. 1arau per i1lOn1e"'° 3 . d
mcmbran.i, po~sono c:,,ere pre1 . . lt• di ptu la ,cr,auhta e I 1mport.m1.1 1quc\l,1
· ò ,·1Jcn21.i una ,o "
l'altro dct metodi dc...:ntll:" e ...
- di IoIuene S<>no Ie ptu e rt·1C1enu,
M1salr (cocktail) d1 s..,ntillaz,onr Le nuscele 3 b~•- · m..• non .• .
l~ntC'J per la quant11tcazione e
d li.i r.1d1oatll\ 11...
possono cnere ut IlIZlltc con amp1oni acquost, m quanto acqua e toluene $(>no 1mm1~ll . bIIte
M produce un quenchmg constdere\'o)e. S1 po»ono U"
• -re m1sce1e a ba)e d 1· 1,4·d ,ossano e Conteggio lcrenJ..ov ,. n~~u aura\'erso una ~1,;tanz.a con unJ
naftalene, che pouono anglob.ue fino al ,0% (\'/v) d' . . ndo una paru,c1.., " -
- • acqua; tuttavia, sono ~1.11e quasi l 001 I' ·Il ll (_ ~enkm· M \"enfica qua h ·er~ la ~tessa sostanza Se un emetutorl' p
plc:~mente abbandonate a causa della loro tossicu~ , - b d
.. LC m&e1e a uc I agenlt emu sion..
I •nit t " '-' e li della luù: l ._. anru,
sono le p1u trequc:ntementc u11hu.a1e per ti conte"'" d ono vclnrn.i ptu alt.i mpctlll 11 quc 3
...,.o I c=amp1om acquosi. !~e conteng
tt0.1CIII ~ l0 1'>0TOPKlll
t,37
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I \9 t,O non &1 genera luce
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pouicdeun cncrsu d, d~uncnto ,upcnorc ,1 O.S Mc\', prtwoa I'cm1i,1onr .:u p.tnc ddl'.i, Sferen• 111mol11• • emettere luce
qw di uru \u«- b1-AD~o.azzurrogno~ detta luce Qn-nkm. [; p<l'>\1h1lc nk,;m: quc~l.1 lu,c utt- igura 14 IZ Con,ctlo ali.I t,,1"' drlli 1«n1<:a \PA Rirrodouo l'(f cunc<:iiKtnr d, Amcr,h;un 810\<1cn,n J
1
hz.u.ndo un upi.:o conuturca ~in111Lmunl' hqu1J.1.
POlch~ non sono nKCS\lll solvc:nll org4nio e fiuorolun, que<.ta tc,m,. è rd.1t1,1mcn1c:-
cxonomia, La pttparlllont Jd c.&mp1one è molto .cmpli..c e non \t pone il problcm~ dd l 4.2,J .MC'tod, basati sull'espos1t1011t d, e11111ls1om fotograficl,r
qumdung dùiruco. La tabella 14 6 dena .tlrun11sotop1 che •t pmtano a t,-.cre m,~ur.itl ,on
ule metodo. La maggior p.1rtc delle apphc.anom è bu,lla ~u P, 1.ht ha 1"80"ii dello .,pcttr,, d1 ,nnte ,ll'l¼C' su un emulsione fotografica produccndll un',mmagme la-
1,,a rad1.111onc 1001.........., o {i - !>òlr una ~or
ellC!"gU wpcnorl' alh ~ Ccttnko, e che può ~rc ri.11'.\-.ilo con un'dlk1cn1.1 dcl 40% rn- a.iw alb lu<C n.,,bik Per ottenere una fologra 1.1 wno nccc< ,
tmtc in modo ogo .i1 rod nun.igmc e un cmuh,onc lotografic.i
a. o~ tabdla 14 6 si puo ~ i m ~ all'.iumcntatt dd~ proporzione Jdlo ~rcttro d, I
gente d1 r.1d1,moru. un oggcno ~el qu e np ::/ente di r.iùi;woru .r.idJo.&ll1,1t.\) <.hc
~ ,upcnon: a O.S McV, aumenta anche l'cltìucnu di rwcl.i11one.
(,otopi appropriati
n
In gentralc I\0lop1 che emettono rad1.1z1ont a b.:tSsa energia (per c~mp10 'H. "C. e' S)
~no I pììi .tdJIII \oprJttutto per cspcrimcnu dt locahu.u1onc m cellule e te"-utl. Qul~to per-
chc-. a cau~a del b~ contenuto cncrgc11co de1 negatroni, le trao.le 1oni11..ant1 dell'1\0lopo \tl
no p1u brcn e d.wno qwndi un'unmagmc bt.:nkfuut.1 Ciò è di fondamentale 1mportanu_
quando s1 de\'e locahuarc la rad1oatt1v11.1 J\',Q(;Jata a 01ga11c:ll1 ,subcellulari. Per questoL11 ra-
dio1\0topo ptu md1cato e U, poiché tutta la ~ua energia" iene- dm1p.11a rapidamente .ili'mter•
no d.cll'emul\ionc-. L.t m1crmrnp1a cku.conica può qwnd1 es.sere utilizz.ata per !Q(.1hu.arl'
=~
l'unmagine ~ulla pellicola S\ ilup_pata Per la localiuazmne m un mtero organismo o in 1~11.
,1 P.(>ssono utilizzare ~ '-C che- Hnso1op1 a energia maggiore t per e~mp10 PJ ,ono meno
adatu perché I loro negatroni a energia p1u l'levata produ,ono trac~c molto p1u lunghe ed.in
oo come multato unmagm1 meno defimte, non sufficientemente d1s.:r1mmanti per la loc.1h1 f1gur1 14 tJ Tre ~utor~d,ottr&fic dic mo.trano I ut = di ,.m raJ,oootops per b
D!l:A 1•1...nopo a energia p1u alta ( P dctCTllllDll ~ m o ~rq;paR' ~ u ~ ~ cb
1..uione mitro\.:op1c.1. Al contr;mo, P e utile per l.t loal1u.wonc di bande d1 DNA su un gel nuu111rmn11t" e fa app.mrc k bandr del D~A r•u 'llffll' cb ~":1':.,a eWlJl.lnpl&lll A Pltd.A L :,.m
clettroforcù,o; m queqo caso, i negatroni 'li a ba,\,l energu d1S1iip.1no la maggior parte della )) dà I.a rholullone m'thor~ I R1pr1-..lott,l .:oll autoru:i::wont RilJru. 2' cd
loro energia :ùl'mterno del gcl (e ncU'mvolu.cro in cui è ~ohtamcntc nc:u:~no aV\Oll(l'rl' 11 gel momh 1nJ () \\ 1lh~m~ /1111tro bbclhng ol nudn.. a.:id> and l'n.ltC'lll> m ,. •
R I \latrn ( rJ ), l hlord t ru,cr~n rm,..Oxtooi !00~
per C\'1tarc che contamm1 l'cmuls1onc:}, riducendo in tal modo la \CD$ib1htà a livelli molto
basil..AJ contrano, 1ntgatrom " P Jd alta energia lasceranno il gel e produrr.inno un 1mmag1 •
nt mten..a. Se s1 preparano gel molto sottili,~• possono rivdarc 1mmagmi prodotte d.l Se 'C
con un alta w,oluzione, per e\cmp10 nei gel per il ~equenz1amento del I>NA do, e s1 u'>l! !) w · Rumore di fondo
• I , 1tz.Ldl p.uu.:obn..mianz~ ~h1m1w nd ampio-
mc marc.itorc 1 c~r.o" ione . ",dentale all~l~M', ,q ri:sc il Jd delle:fialc~c ~ l'«x=i,.
neAla n.itur:tk rad11i.1tt1\1tàdl b.t:.c lwriilllullll ,_ ~ \~ont' ddle nrll·-1- -~,,-ono ciu
Scelta dell'emulsione e del I.a pellicola •I ntnllWIOnC' (' IJ ,on!-Cn..... iJc!!!l-1'!5..Ll~
pr~1.>nc ,1J>phc.11,1 dura-1ill .a ma 1--:ll1lllUSU1" l.at•utel $Ulla pdJ.i.:al.i.M:tlupJl,lli.._Cì;II ruò
Sono attu,ilmcnte d1\pombd1 molti upi di cmuh1om c;on dm:r,e ~ar,1t1cmtiche di den\11.1 .)oUC un.t \ d.uur., JdfonJo_ (alh: un 1 •• ~~ in.ili n-oluZ1one (per esempio quelli
..urrrcsent.ire un probicm.t• ~i•c,;1almc11tc.\ V(I ~ • odo d;1 num-
dei cmt.tlh dJ .ùagenuro J'acgcnto. Occorre però fare attenLtone a \,cghcrc l'emuls1onc: .1da11a • .,_ ~ lllJi;roi.WJll~..,.pcr ,u1
è n~r,~ 110 orcrare mm
h
e e comrortano un m.....i;inc unJ.> t,ndc -.cmprc .aJ .awnaiwc .:on li LempQ.di ap,mi•
per gli s.cop1 dcll'e,pcnmento. po1lhé la su,1 <.cm,1b1ht.i ha mflucn1.1 ~ulla moluLionc 51 de\0•
111111..arc quc,u clkULll rwuoic c.lJ.f, b
no coruulurc 1<Uti formtJ dalle~ produttrici. ch1edcn.do com1gh m c.1w di dubbul l..l pcl· • I1
ZIOnl', che dtwrà qum d1 ~,l'f<' il p1u hrc,e po,\J e
liool.t per raggi X è ~eru:ralmcnte adatta per I campioni macroswp1ci, come ,eziom del corpo
.!!!.lero d1 p1ccoh mam~1fcri. nonché per I campioni uom,11ografic1 e I gel eh:umforctì6 . . . . po dcli• pdlicola
gu.ando i.1 u11hn.J la m1cros.cup1.1 0111~,1 o elettronica per n,cl.uc I.a posmont dcll·,mmagmc Tempo d1 c~pos111one e\\ 11up . Jd ,amp.lllJlC. del h\tlla.ddl'.lru\,tà,
.3 tunru.>ne tkll u.otopo.
ndl'cmub1one t)ocahn.mone della r.idmat11vu.1 a li\cllo cellulare o .subcellulare), è ne.:~• · li tempo di np<NtJ<lnC' ,-an ,n , , uncnto Lo~~ \'.&le' rC!. In mlur.po._dtlla. pclhcu
no 1mp1cg.1re pcll11;01l· molto ~mih1h, PQ~te a $I retto cont.1110 con 11 l,Unpione In quc~t• ,:.1~1 dtl tipo d1 pl'lh~ola l' dello ,.:oNddl c~p,!f ~ aie il pioccJ1men10 de\-e ~,,crr uJattato
, e In hnc-a SC"l1• 1 •
i1 può us.irc la tec01ca ddl'emul\mnt a itrapro nell.i quale la _pdlKol.i, fornita legat.1 J un la per l'ev1dcn11az10JlC dcll 1 ~ • -••n molti tenr..aun .::darou pruu.uh.uggwn•
o\Up~ino, v1cne , tr.tppata da questo e apphC'Jla dmttarnente al campione. In .ihcrnJll\'a, ,1
.
~ropri ob1ctlln; trcquc.-ntcmt ~ntc ~no nc..~-
po_ssono prep.uarc ernub10m hqmde, faccndo fonderl' ,trÌ\ce di cmul\ionc mc:diante n..c-.ilJ.i- gc-re le condmom otumah.
mento a nO °C c1rc.i. Cemulsumc viene N>• \-Cr:.ata ~ul campionl' oppurt l)Ul',t'ultimo. tì,>.1to
a un iupporto, , 1rne immerso ncll'emulmme. ~. 1Js.:1a quindi ~ohdifìl.UC J'cmuhlOne e ~• Autoradiografia diretta 1· I one N"f rass1 X.\ 1r11e posta t1 r•u pth\l•
procede ali css1,c.11nento Questo metodo, ~hiam.ito tc-c111ca per unmemone, \ ll'nc prdenta 1liC1.•la O emu si r ·· lì
•
1NeIl au1ora
di"oorafia darctt.a I.a pc 1. ' ..,_ , nrodu,uno_l.ll)masm1 quanutall\-e mo
awr.t piu aiulta. 1 ,,
quando sono ntcessane pdhcolc molto .sott1h. «>"
bile \'Ktnll .il c.imp1one•.1lu iemper
THNI< HLl!Al>IOl'.;OTOPIOII
BlòOll~IICI\ l l!lOlOGIA MO U l 01,\1:J' 641
MO
a ~ndo n-0n viene r..1gg11mt.tl.uaturazi.one. Questa teaui:.iè urauenz.zata da un'aJt.a molu- ne:arc. la '>tns1bihtà d1 un'emul\1onc può ~ uimcntata dall;i .r--,~•~·fl..,~ f.P.rrtla·
1.1one, ma posMcJe una l1m1ta1a sensih1htà, moltre richiede isotopi con energia uguale o ~upe- ~11111g). Ciò richiede un I.unpo dtlucc di un muuccondo prum di mc:tteff IO COD~tto b pdli-
riore ,1 quellJ di "C. (E..."' O 156 MeV) .,ola con 11 ~.1mp1onc. Qu~ta t~ca ~'lCilC uniuq:au ipCSSO quando è nccosan:i un'denta
~ n~1b1lit.ì o qUJ.ndo occorre qu;tnt,ficare I ruultau.
Fluorografia
Quantificazione
.Molu dcunecod1 auu.ùmcntc plu popol.m m btologiJ molecolare comportano la )Cp.lra-
i 1one dJ macromolecole.o d1 loro fr.lllOm.mcdJantc clettro!orc:)1 su gel lpar IO ) e 10.4). ù: Come si è avuto modo d1 o~\en·are ID prc:ccdcnza gcncr:almcntcluccruca~rafi-
macromolecole, o le fra11om cosi separate, formano sul gel elettroforctrco bande che devono CJ viene uuh,zata ptr locahture la rad10.1nmt1 p1uuos10 dJ,: .pc:r .qua.nuficu:la E tuttaVla
o scre localtzzate Ciò s1ottiene. spesso, mediante marcatura rad!oan1va delle m acromoleco possibile ottenere anche dau quanut.tll\'l, direttamente dalle autorad1ografie sn'\i:ods:m. d•
le con 'H o 4C c. autorad1ografia del gel Po1cht t.tli uo10p1 sono emetllton Il deboli. la mag un dcns1tom~tro che .rcg1,tn l'lDlCIUllà..dell'!!!!!DJPnC' Q~JUUA..mit.l. è--'!!._rrdata alla
.....gi.or pilrte della lo.ca energia viene d1ss1pata nel geLqwndJ sono ncces.s.a.ri t.cmpì dì ~ posizlo- quanutà d1 rawoa1t1v1t.a pr-ntc nel Qlilp1Q11e origmaao ~no d1,P-Qn1tnh numerosa mo
ne lungh1ss1m1 anche quando s1 uttliuano emettitori ad alta at11V1tà specifica. Tuttavia, se si dclii d1 dcns1tometro, e la "cita d1p<r1dc dagh ob,ettm dell'cspmrocato La QlW!_t1fi..n1one
fa penetrare nel gel un fluo.roforo (per csemp10 PPO o silicato d1 sodio)~ essiccando il gel e non è accurata quando \I ut1huano tempi d1 ~po,mone bn:,19~•p1.1CC lunghi; aò è do\'UlO.
ponendolo a contatto con una pellicola pttcspostt (vedi oltre), ~$el\S1b1htà nsulta aumen- ru pett1vamcnte, ali.i fa~ lag (.:u>è ;ill,1 rewone d1 fonJq, de....--ntt.a in prcc~cnu)..c alla-"tu-
tata d1 diversi ordm1 d1grandtlU, Ciò avviene perchl I negatroni emessi dall'1sotopo provo- n.2.1onc. Per b~1 hvclh di rad1o.iu1,·1ù. tutta,u. q\lesto problema S1 può risoh-ere medi.ante
c;ino l'ccat..wooc del fluoroforo, che qumdi emetterà una luce m grado di 1mpress1onare la la combmaz1onc della prc-c.spQ}ll10ne ,on la fluo~afia o CWlf,Ùs.::hcrmt lfttms1tìc.n11; an
pellicola. Pertanto, 10 fluorografia si sfruttano sia gli effetti d1 1on12Uzione sia quelli d1 ecci- quelilO ca)(), mfatu, tuuu fotom ~ontnhu1!><:ono an ugual misura alla formazione dell'1mma-
tazione delJJ rad1oatt1v11.à gme sullJ lastra prc-c:.po\11,
Schenni intensificanti 14.3 Altri aspetti prat1a dc.-Lla m1sunwone della radioattì" ìtà e dell'analisi dei dat1
Quando s1devono l<><;alizzare c.1mp1om marcatt con '·Po con isotopi y (per ~mpio I P)-
DNA o frazioni d1 proteane su gel mar~ate con ' ·'I), s1 presenta il problema opposto a quello 14.3. 1 Carnttcris1icl1e dr , conlaton
che s1 pone con gli 1sotop1 a bassa energia. Queste particelle e ques11 raggi molto pm penetran-
ti frovocano u~a ~rsa mmpre~1one della pelltcola m quanto l'attraversano complet.lmente, Conteggio dcl ~egnale d1fondo
- Eoducendo un immagine debole. St_può ottenere un' immagine piu intensa posizionando, sul
Tutti I contaton di r.id.to.1tt1Htà reg1)trano -.cmprt un conteggio, an1.hc m a_=za d1mate-
lato opposto della pellicola rispetto al c.1mp1one, uno sposo .Jit-rmo mtemilic.rnte costitu ito
riale radioattivo nello )trumcnto. 1.ale fenl)meno può ~re dovuto a fonti come rad1az1om
~a fus.forQ rolido. 1 neg.atroru che penetrano nell'emulsione provocano la Ouorel.cenza e
I emissione d1 luce da parte del fosforo• che produce un'immagme · su Ila -n; , _ s1 O)scn·a
co~m1~hc, rad.taziom naturali, scner-aton d1 raggi X nelle vKman,e e/o rumore clcttnLo del
y~cow. circuito. M~iantc I mdodJ g1~ de-.cnt11 e una .... hcrmatura ,on piombo, quc,ta llldtuiom: di
quindi un aumento della 5ens1b1li1à, cui però s1 accompagna una n d u21onc de Il a n ~o1uZ1one
dovuta alla d1ffimone deUa luce che cm.i.na dallo ~ermo. fondo puo C\stre considere\Olmentc ridotU, anche ~ 11 ~uo ,·.ilore dcvc c:.-.ere !>empre rc-g1-
strato e tenuto in considervione 111 tun1 gh C)pcnmen11. ln akum \trumcnh ~1,tcnt1 m com-
Esposizione a basse temperature mcrc10 é poss1b1Jc sottrarre automaticamente 1I fondo
Se l'energia della rad1a.ztone 1omzuntc viene convert I I
r,_ nl, 1 a m energia ummosa (per esempio Tempo morto
con Ia Ouorograua o con bU schermi mtens1ficantt) s h
quale l'emulsione viene impr~sionat,1. La I • I a una vana2.1one della cmetlCJ con la Nc1· contatori· d I Gc1g
· .... r-,,
•1ull"r
.. •• velocità d1 conteggio elevata, viene per~ una parte degh
, ucc t eh b~ mtcns1tà e può aver luogo una. rc.1-
h
z1one mversa c e cam;elJa 11mmasmc latente che 515 t fi d , . e venti a cau$3 deI tempo morio d.."i tubo · Sono d1\ponib1h ta,ole di corre11one che do, rcbbe-
peratur.1 (-70 "C.) rallenta quC)l,l a orman o. Le\poswonc a bass.a . tem- - · conl...,"I pe~1. r-:cl contq;g10 a ,;cmttllaz1onc, mvece, ti
rc.wone inversa e garanhSçe u btl tà N ro es,cre utl I1Z2.1te per corregge" 1 ~oo
vi è invcc:e alcun vantaoo, 0 nell'est l' na sensi 1 maggiore. on tempo morto non rappr~nta un problema,
_. guue autoradtogr.ifia a bas~ t d eh I
netk a con cui viene impr~on,ua la .,,.11 1 d il cmpcratura, ato e a Cl·
r 1co a e 1versa Inoltre no aJ gl
mento esponendo pellicole pre-~po\te 1,. ·dJ n s1 ottiene cun nu 1ora·
e SOiio) "'boliSJ temperatura Geometria
tilizzando l.Ontaton • 1oninaz1onc con fine.tra, LOme
Prc-esposi11onc I
Quando s1 confrontano camr10111 tand,udizzare
u ••
la po,111onc.- dc.- I campione mpetto aI tu-
1 tubo Gc1gcr -Millle~, è im~rtante s e~ che , 1 entra può ,:mire, mod1fic.indo I.i m1-
Come dt"-,ntto in pre~eden1,a, la mpo~ta di un'cmul bo, ahnmcnt1 la fra11onc d1 rad1az1onc cm
lmearc, m~ &0!Jlll.mentc l l o~n-~ una t:><-. . sione fotografica all,1 rad.Jano nc.- non è
~ m1z1a1r lenta {I ) Il _, fa , egu1to unJ fase h- . \ Ura della rad1oatt1v1tà
ag a a qu.ue
RIOOfOCICA E 6101 ()(,IA .t.lOU 01.ARJ T[C',1011 RADIOJS(ITOPICl!E 643
64.2
Tcmpo di dimezzamento Per esempio, se sono stati rcg1s1ra11 1()()() .:ontcgg1, ti valore ottenuto può <:'>~re e-,pre,,o
x 11 tempo d1 dime7nmen10 di un LSOtopo (par. 14.1.5) è breve, è nccCSS.Jrio tenerne conto come 1600 ± 80. Qwnd1 e<,1ste una probabilità del 95.5% che 11 valore re.ile"' comprew tra
quando \I effettua l'analisi dei dati. 1520 e 1680. Quando I dati sono c<>prC))1 come J p.m o c.p.m., ullhzzando nuovamente una
probabilità del 95.5% \I oltlcnc:
Sutistica
I cmm1onc della radioaniv1U è un pr~~ Ca!>ualc: ciò può ~re dimostrato f.ac1lmcntc wkx1t!I d1 uintcgi,:10 )
(14.~)
dfettu;mdo una SC'nc d1 misure dcll'atuv1U d1 un ~topo a vita lunga. ciascuna per un 1denu- errore \U!la \.:locllà d1 ,on1cgg10 1 V tempo
co pc-nodo di tempo. I contegiµ ottrnuti non s;iranno mai gli ste~,. ma varieranno in un m
tcrvallo da v.ilon, con un.& frequenza maggiore al centro di cale intcr.-allo. Se s1 effettua un nu- Considerando lo stes.\O c:-,cmpio. se m un minuto ,1 ottengono I òOO \.Ontegg1:
mero ~uffi ... acntemente grande d1 conteggi e sa riportano i \·alori ottenuti m un grafico, ~i ottie-
ne una curva d1 d1stribuzJOne normale. Con un smgolo con1cgg10, qumdi, non s1 puo ottenere
un valon:- \C'l'O: ~i presume mve.:c che Lt mcdi.i di un numero elevato di conteggi .~1a molto v1
cm.i al valore ,ero. Tuttavia, l'.u:curate1u d1 questo valore medio dipcnder.ì dal!J denaz1one
errore ~ullJ w locat,\ d, u>n1cgg10 = 2 J( 1~} = !IO
standard (o) d1 quei dati. Secondo la teonJ \t.iristac.a, in una cur.'3 d1 distribuzione normale,
comt' qudfa OI0)tr:ttJ ndla figura 14.14, il 68.2% dei ,alon cJde nell'intervallo ± I o, mentre il cqumd1 l600 c.p.m.±80c.p.m . ,
95 5% rientra ncU'mtcrvallo ±2 o d.tl valore medio (x) (par. 1.6.3). Se i 1600 conteggi wno stati ouc:null in 1Ommull.
r---7
-, ✓I '10
A
errore sulla vchx:11.\ d1 conteggio o0)=s
.· -h l'errore~ paccntualmcntc lo ,1c~o. C.1ò dcma
.e e qumd 1. 160 c.p.m. t 8 c. p·m · S1 o,~n •ero
\. edelle misuraLiom, owero d1. .,;ontegg1, e Io \I< ,,o.
.l! dal fatto che nc:1 due cspcnmcnll 11 n~m I ninuto•allora:
f t~111munsoo1
Se si fo\scro reg1str.1u I 60 con -oo
Tahdla 14.3 Priodpal.ì ,:.auttrrutkhc ckgl1 nntttitori I' piu comunnnmtc u~h 14.5 Aspetti riguardanti la sicurezza
!lo-anugi
11.u.Qfllì:.-
JOCnD- -di
,,,_
r ~-"<lffl
--lO--- - - Il piu grande svantaggio pratico nell'utrhuo dc, rad101sotopi è rapprt"SCnt.ato ci.ali.a loro
n:,~tllll di ll'Ul'
toss1c1tJ., m quanto producono rad1az1om iomzzanll. Quando vengono aswrhite, le r~1oru
~ 150!0plu) oon l'ambirnll'
•.t?J fflmU spcàoc.a c.iusano la ioniz1.azione e la forma1ione di radica.li hberr; qu~11. a loro volu, interagendo Clln
r.J[C'ftl) isotor,co
AmpM IM!.adipmulOIII le macromolecole cellularr, provocano mut,17ionr del DNA e idrolm ddlr protnne. L.a t~1et-
-~
lltl«JalFOlbClfPIU'I t.i della rad1az1one non dipende w lo dalla qu,mtrtà pr~ntr, ma an...hc dlii.a qllllnlltà assorbì-
K.:icb=omolrocknu
la d.all' organismo d.t.11'energia della radiazione a,-.orb1ta ed.li ,uoì effeni b1ologi..1. Per ddim•
re qu~ IJ parametri cs1!>tono umtà d1 mrwrJ spec1fìche, Ongm,mamcntc, I.a pencolos1tl .klle
~
Ampu.atta4',--- udL.1210111 veniva nu~urat.a rn terminr d1c,posmone, una grandau chr csprrme la qw.nutl
-~
dilrsu:ratt.nDO~orpnk•
Nonoitante ,I rotnlgcn lii 61.ato u1,3to come unna di muura della ~ncolosua delle radua
I tcnpo di ~ brcw condiriona il casto
, la ~ d d l npcrl.mm 7Joru, oggr i: ,onsiderJtu in.idrguato f'<'r Jue rag1on1 Ul prrmo luogo. ,ame dcfimto in nten
• n ,....-..ndo lunf'f) 1a ,olUZUZJOnc o 1cncrgu r
Prr ~I r CUtlm mento aol.amcntc 111 1aggi X Io JJ r11gg1 Y, 1 ,..... - o-•
Ima FIIIClilU%IIDl!lr m 1uwnchop;if11 " 1- d
.. J t rial• ,
hl... u.1 •~n.1 tipa I mar: , , , 0 mpm• 1 tessuta ~"J,-mtr, t con ogm proNlnl ll a Id ,ng
- - - • 4'· • e ava ,-,ra,,t.:r,;n::,__-:, . . I_ d. quella ddl'arna
lllOCllrMrCA I IIJOUX.IA MOU OOL,ru TI0.1Clll AADrlll'i OTOPIUII
643 649
rn- 0V\'lare a queste lim11ar1om t ~,.110 introdotto 11 concetto <l1 Jo~ <l1 rad1ai:1one assorbi
t.i (rad, rad,at,crn adwrkd ,io~) Il rad ,rene dcfinuo come la quant1ù d1 rad1,mone che pro- Flusso (nu~,o d part,ulle m., 1 •1
ltnv~rwmente propomon1le al quadreto della distanza)
duc-c un usorb1mento dr enngia rari a O01 I jkgd1SO)t.ant.a bsorbcntc 1 , questa unità J1 mr-
5ur.a t' ~tal.a mod1fi,ata e attualmente ,1 uttlrua 11 gra)', unuà d1 fflt)ura 51, che rappresenta l'as•
Klrb1mentodi I Jkg (aoè IOOrad) So=ì~!:
BqoC1J
/
~ ;g
Pur css.:mlo un'unita dt nu,-ura utile, 11 gra} (Gv) ,mcora non de!>Cnve adeguatamente la
Dose equ,valente (misurata ,n rem o 1,evertl
pc.-n,olo)tU delle radi.wom pn- gh organr,m1, nc:nu, m quanto 11 grado d1 pcncolos1tà b1olo- lespnme, d1nn, per l'uomo!
gt.:-a e dtpc'ndcntc dal tipo J1 rad1u1onc. S1 t r~ qumd1 nec~~no introdurre un fattore d1
corrl'Z1onc, noto cume wnghun~ factor (W), che ,iene ,alc.olato confrontando gh dktll b10
logici d1 quahllit uro d1 r.aJw1one ..on quelli prodotti <bi raggi X l 'un1t.1 d1 dose assorbu.1,
..hc ttene ..onto an,he dt quo10 fauo~ d1 c..orrc11onc, e 11 s1~.:rt (Sv), definito ,mchc do•.c:
C'Q\11\";llcnte In quoto moJo
(14. 11 I
- !~\ Dose AUOrb<ta (misurata ,n remo 11evert.1
l11pr,,,,. l'_,g,a 11S1,0rb,1a da qualslas, materiale!
I.a maggior parte dcgh l)0tor1 ut1h1u11 m campo biologico emette ra<l1.1z1on1 IJ, che pro
du,ono elktu b1ologict molto umili a quelli ca~u dai raggi X e hanno un wc1ghtmg factor ligura 14 15 La rebnonc (n rJd1oat11\1Lldella sorgmtt ed~ =rb,u.
uguale a I. D1 c..'O nSC'gUenu, pn- le r.1diu.iom I}, G\ S,· I.e part1ccllc a, dal maggiore potere
mnizuntC', sono molto p1u towc..he e hanno un "'e1ghtmg factor par, a 20, qumdt, per le r.a
d1wom a.. G,·::;. :!O 5v Dal momento chele nostre conoscenz~ degli effetll b1olog1c1 delle di dovrebbe la\'orare all.t do~ hmue p1u b~ po'>Srbtle, che ,1.1 raggiungibile m modo ragione--
"'C'TSC forme di uda.uione M>no m conuniu t'voluzione, t probabile che m futuro cambino 1 vole Quando l'operatore esegue C\pcnmenll che po,~ono c.iu~re l'assorbimento d1 rad1a.z10-
fanon d1 corraione do di\~i 11p1 d1 rad1.11ione. La dose assorbita da fonti note può e~re ru m misura superiore a un terzo o un dc~1mo della do~ lm111e, ~• devono uul1Zz..1re aree op•
calcolat.a conOKendo 1.t vrloc1ù d1 decadimento del r.1d1onucl1de, l'energia e il potere pcne- portunamente predisposte, dette .aree controll.1tc o -ol"\'cgl1ate. ~ella pratu:a. le ncerche m
tnmtc della radiuione e I.a distan,..a fra la sorgente e l'operatore Po1cht la rad1az1one viene ambito biologico raramente provoc.1no l'av,orb1men10 d1 una do-.c m1rnrab1le nell'operatore.
m1ou da una sorgente radioan1va m tutte le direzioni, 11 hvello d1 irraggiamento t in rda- J..c aree sorveghate wno comuni ne, laboraron, ma non ,cmpre nc<.cS-sa.ne (per esempio per
none .di aru d1 una 5fer:a, -4,;r . Cosl, I.i do~ assorbita è tn\'er$amente proporzionale al qua glJ cspenmt:nti con li e •e Lc aree controU.ite \Ono necc-,-..in~ 1.010 m ~as• spec1fic1 per
drato della dlst.anz.a dalla sorgente (r): m altn terrnm1, raddoppiando la dJ\t.1n1..a tra la \or esempio nell'immagawnamento e nella comerv111onc Je1:h 1sotop1 o ndl 1mp1ego di com-
gntlt' e l'oper.irorc I.a dose d1 radiuione ~orbita diventa qu.tttro volte più bassa. Una for posti rad1oatuv1 contenenti 1od10
mula utile è l.t ~entC': liuttav1a, un probiema mOlio ,eno in ambito b1olog1~0 è 11 rcncolo. d1 rad1u I'lnc ntem,1.
r
Q uesto ,enomeno "' t dall•• r•diazione che ,rene 1mme~\J ali mtemo dc corpo, per
e causa o p
dOSt" duunz.a dose dlSlanza (14 I~) , onc assorbimento artra,·c:~o la cute o percht c1 SI punge Ciò
esempio per m alwone mge,1r • dd
r d I wprattulto quando ~• l.i,·or1 con 1e co~• ctte sorgentt
rapprc-,cnta una ,onte I pcnco O d I' I d
La rcl.uJonC' tra luorgmre rM11oattm1 e I.a dose ass(Jrbita è illustrat.t nella figura 1415 ,• r parte d-'• espcnmcnll, in b1olog1a nch1e e ull 1uo 1
.1p, ·e c1ot hqu1d1 e gas..... m.igg,o 'I>' ~
La ,-do..,tà alla qwle una dose ,iene m i ~ viene ddìmta ,-c:10\.,tà di dose (dose rntr) ed è hqu1di r.1d1oatt1V1 Per 11 controllo della c..ontammmone n~cs~no:
espressa m :'>v ora • Quoto parametro~ pu akobre la dose totale. Per esempio, se una
• segu1re le regole local1, redatte da un uttltll.ltore;
sorp:nte r4d~tuva libera IO µ.Sv ora I t' l'operatore Ll\t>ra con quota sorgente per 6 ore, l.1
dose totale multa ~ 60 µSv • comportaf)1 cosc1cnzio5Jffi<n1e m Jabor.itono,
Attualmente I.a dose limne per ~-oraton espou1 alle rad1az1oni t 15 mS\· per anno per l'm· • •ottopors1 regolarmente J.J controlli,
tC'ro orgarusmo, ma quoto hmitc '1Clle raggiunto raramente dai biologi percht I hvclh di ra-
• adottare misure d1 contcmmc:nto.
dunoru US3te sono molto baui butono a-..L.1 11 J fi •
e muu spca 1c1 per cia.scun organo. I p1u 1m
"- ·ul.l in seguito a mgcst1onc: dr un r11d101sotopo t
porunti sono quelli per le mani 500 mS,· anno ) e~ r~- rJ erlSuWJOO
•.11 d eIl'occh"10 ( I 50 m Sv an· Il c.1lcolo della dose dt r.1di.wone rlu.e, d0 ..ono pubbhcate d.tlla lnkrnattonal Com-
no I,,: dOSI lunIle sono cosuntrmentc sot•- -rute a \'Cnfiche e, sebbene si.tno st.all fi,:.all dCl
r
c..ompIt, o ln1orma11ont
dettagliate a nguar
,azioni per c-.cmp10 m mc:rtto a c:,pcmncn-
nlon ~13, è contrano alle lmce "Uid.t con .,_ I . I I Protc:ct1on mentre va1u •
0
cor....te a 1n"C:llo rntcmaz10nale la\or,uc a quei 1• m1~s10n on Rad10 og1~a ' d I Nauonal Radwlogrcal r1otcct1on Bo.ird Tutta
vdl1 dJ ~mone, aot supporre che ,u , ffi l n..1ssono ottenere
u iciente non superare quei hm1ll per n~pettare t
1su vo ontan um.1m, \J ,.. hu: t udlo r.ipprcscnt,llo dal hm1tc annwiIe d I n un
a
tutte le regole dJ SJCUraU Al contrario bttn<,n, I I via, un eone.etto rdo111v.imcntc )COlP q
-o-- .app 1care I pnnC1p1 Al.ARA, secondo I qua 1~•
anx.111~11(".A C BIOI.OGIA MOlH.OI.AIU
TI <~IC lii AAl>IOI\OTOPIOll 651
1150
,·1a deipento\O tosfa11. S~= sJ1 org.imsm1 o I tC'SSUU possiedono gh mz1m1 nc.:cssan per cn-
labdl.a 14 9 11m1t1 annuali rcr l'a~!oOrbimento (Al I) d1 alcuni 1.SOtopi di ~mu~ tr,unbc le vie: c..· interessante itah1l1rc il loro contributo rclat1,'0 ali ouu:L11.1onc: dd gluo.1'10.
Suilick - ALI (M8q) - ---N~ ALI (M8q) Entrambe le vie mmportano la completa oss1dwonc: dd glucosio :ad an1dndt carbonica, ma
•<C .H l'ougme di quc:st'uluma, m tem11m dc:1 SCI atomi d1 urbomo dc:I sJuc0$10 t dl\-crsa no due 1..-a-
'Il ◄80
t.3 \l (almeno nelle fa,1 mmah ddL, rc:sp1ruionc: dr substrati esogeni agg1unu) Co)\, e po~tbilc
I'
racco~here mediante un.\ trappola I arudndc: cubomu hbc:ratas1 durante la rcsp1razwnc d1
gluw,10 marcato m pmmom •1><-c1fichr per ocmpio t,. 'C)-gluCO$IO oppure ( I 'Cl•s!U.:O·
uonc (Al l,Amrn,i/ 111111 , ()/ Im,,lc, L ini:nuonc dt I ALI corri~pondc Jl1'as_,un1ionc:, dJ pJr- )IO, m cut gh .1tom1 C-t, o C-1 sono radì03ttr\1) e,'3!u1arc d contnbuto d1a.ucuna ,·,a ali ossi•
tc: J 1un.1 ra-.on,1, dt'IIJ do,c hm1tc pt'r 11 ,orpo intero o per un organo ~pc:c1fico. Alcu~• ulo• du1onc: del glucO)IO
rt di Ali ~ono dcncall ndla t.thclla 14 9. La gc.,11,,nc dell.1 protc:110111: da rad1.u1om e: )IOlllc: L ut1huo dei rJd10N>top1 nello studio dd tunuon:uncnto del ciclo d1 Kte~. o nd.la ,-atu-
nelLl m.1ggior parte dt.~li 5tall :-,;d Rc.-gno Unito le normo:sono regolate ~al R.,,11, '·"' ,,e: ~ub• t,1nonc: delle vie del catJhoh,mo del glucosio, co,utuiscc solo un ocmp10 dr come essi po~.,;i-
itanc.c, J\ct ( 1993) e d.11 lonmng Rad1,1tions Rc:gulauon, ( 1999) Ogni 1~111u11one nc:cc:~~1tJ d1 no trovJre applicazione nello studm delle ,,e mc:uhohchc:. l'ltcnon dettJgh su questi e altn
una cert1fiC11ionc, controll.at.1 d.tll'Ennronmental Protc:ction Agen,, ncgh L.SI\ o dall'l n\'i• ~empi, compre\e le: mcrodi.:he d1 doppia marc-.itura. s1 ~,;ono tro,.itt nCJ t~tl ,on\1ghau
ronmcntal .-.i:ency nel Regno Unno, e dC'·c: ~umere un rc,pon~b1le della ~icurczza (R,1d111- nel paragrafo 14.7.
11t1n Prc>lcl rrot1 Ad1·1sor).
Quando ~i uuhn,mo r,1Ll101<otopi, è ne,~no: Tempi di turno,c:r metabolico
• mantenere la maggiore dt~tanza po:.)ìb1le tra l'operatore e la sorgente; I radioisotopi rappresentano un ,trumcnto part1colarmc:n1' adatto rcr muunrc il tempo
mimm1u.are 11 tempo d1 C)posi,ione; di turnover di compo~II p.1rticol,m Come oemp10 ...uà ,on,1dc:r.ito il turno,n- ddlc: proteine
•
nel ratto. Un gruppo d1 ratti n,c,c mc:d1.1nti: 1mCZ10ne un amnunoa,1do marcato r:ad1oat11, a•
• uuhz:urc: una \<:hcrmatura protett1,a per tutto 11 tempo di ~po)1zione.
mentc: e viene lasciato a npo:,0 p,-r -'4 ore (pc:nodo ' ufli' 1c:ntc ,..,.rcht
·
,• l3 ~1or p.irtc: dd-
•
A opportuni mtc:nalh d1 tempo.,, -.acnh•
l'amminoac1do venga incorporato ne:Ile protnnc }•
14.6 Applicazioni dei radioisotopi nelle scienze biologiche • I.i r.awv.at
"''"'" li•' 1tl n- 1
c.ino gli ammali e )I drtcrnmu q.,1 or"'"'
,.,-- e: nt'I IC'SUtl ,hc mtc:rc:ss.ano JInI
-'utarc I• ,cki..ilà dr tumo,-cr mctaboh,'O ddlc proteine (onero e
quc:)tO modo e: po1>S1b1Ie \ .u
14.6. l Srud10 dt!l metabolismo •)• e n qu('.to metodo" è xopcrto c.he le protcmt deI ,,egato
tempo con cui vengono ~,~11tu1k • e1
~ · lc protcinc dc:Ua pclk e dc, mu-.coh d1 8-12 ,ctumanc: e 11
hanno un turno,cr d 17- I ., g1orn1,
\'ie metaboliche coll.igenc una ,doot.ì d1 turno,,:r mfcnoreal IO% all'anno.
I rad101~top1 ~ono spcs~o uuha.ati come tr.1cd.1nti delle: vie mc:tJbohche. In genere la
proccdura prevede: l'asg1u!lta d1 un tUb)tr,uo radioattivo, I• raccolta d1 c,1mp1oni del mate- Studi di a~~orbìmento, accumulo e trasporto
,tudio dl"I mC(,anwn1 e Jdk vclocna d1 a.,,or-
nalc: sperimentale a \UI ttmp1, l'C1trazione e: la -.eraruione per cromatogr.1fia (o con .1ltro 1r,1 d IOl)Otop1 tm,.3 no l,1...,
·o0
1111n1ci;o
•
nrIlo .
n ir<'am,1 ,iJ nelle p1.1ntc <.1.1 nc:gh an1-
mrtodo) dr1 prodotti. I t1\d,11ori d1 rad1oatt1v1t.'I ro~)Ono C1\Crc collcg.1ti a un ~istcma ero· bnnc:nto, ;ic,umuIo e: tr J\~'Or O t d1 ,ompo\11 org.im,i e: 1 < " '
d mrh e c..«uuonc e po,...1m1 i111.hc for-
matogr.ifico gas-hqu1do, o .i un HPLC, per rc:~1,truc: la rad1oattiv1t1 m uscita dalle c..olonne, . . d t "" $tlllO m i;<-ncrr • )(' c.
mah. fapenmcnu • quc,to 1,·- di '°mulo di molecole: d1 mtc:i-c,s.c b1l1logico.
durante la ~.uaZJone. In altemall\-a, la radioatt1v1ti può c:~'>t'rc nlC\ata ,u una la~trJ per nrrc indic.uimll \Ulla na d1 mgr~-,tl ,: sw ~• 11 a,~
crum•togr.ifia ~u c:irta o su ,tr.ito sottili: mediante un radmden~uomctro Gcigc:r-Mulkr o
un'autorad1ografia. In quc:Jto modo, uultzzanJo I rad101sotop1 ~• può confermuc.· )rc:nmen-
Studi farm:acologic1
talmentc: se un determinato compoito viene: met.iboh,uto attra\·c:no una parucolarc: , 1a • •nipi.imcnte uuhu.au e lo )Viluppo dr nuo, 1
dioi..otop1 ,on0 •
metabolica Per esempio, e po~1bilt prc"cdcrr 11 dC1t1no dei ~mguh ;itom1 d1 carbonio d1 Un altro \.ilmpo neI qu.1 Ie I r.t ·omph,ato pc:r,hr oltrc.•J d1mostrJrc sh c:lkt·
. ru«>larmcntc • •
("C)-acetato nel etdo dcgh a.:1d1 tm.1rbos.-,ihc1, o ciclo d1 Ktc:b). Sono \t.tti m~~• a punto farm.1,1 Quc:,to è un pro,n~ P-1 Ji -ontrolh prima d1e po~ c,'>Crc 1mp1c:
"""'1IIC una ..aie ~
mc-tod1 p<"r isolare gli mtermcd1 del Ciclo e dc:term1nuc la d1stnbuz1one dc..-glt atomi di carbo• li po,111vi d1 un farm31..0, o.:,orrt e,-c,- J ono dcic:rmmarc: 1s111 d1 ac,umulo del farrna-
mo 10 Oll<."Uno d1 ~s•. Questo proccdunc:nto prende: il nomr d1sp«ifirlalidlmg p,11tcrt1. ~e: il gato nel tratt,1mento chmc..o. P.:r e\eanpro, si C\. • ~uoi prodMII d1 dcgr ad.wonc I r,,dmtr a1.•
. I mctabo11smo e •
Mpattc:rn• trovato spcnmentalmentc auncrdc: con quello teorico, M ottiene: una dimostraz10- co, la su,1 vclo.:11.t d1 a«umu O e ,. nrnubib m tutte: quc:str arcc J1 studio. Per
nc c.he sta operando ù ciclo d1 Ktc-bs. dJ,nttur.i mw~t ~-- •
e.tanti 1,ono molto ullh, se non a d iali JA utx,ratum> (p.1r. 14 2.3) fornisci: m-
mtcrc 1amn
Un altro esempio dell'uso dCJ rad101K1top1 per lo studio del funaonammto di una v,.1 me- ~pio, l'autor.1d1og1111ia d 1~~•0111 entri.' le tccm,hc u.-.itc..· ndlo ~tud10 <lei mt•·
t.t d1 J,,umu1o, m d
tabolka, t quello del caubohsmo dd glucosio, chr può cucre ouidato attraverso d,,·cr,e vie-. fonn.12Jom sul SJtO e su IlJ ,·eIl "1 1 ..:ta e I prudo tu d1 dc:gra az1o!le
~IJC: 13\C:OC•
Ncsl• orgamsrm :aerobi, le due ,,e p1u 1mponant1 sono la ghcohs1scgmta d.tl cido di Krcbs e la Ù
tabohsmo ros\Ono cssc:rt ut I per
BIOCHl~IIC.A I BIOLOGIA t.lOUC.01.\Rl TJCNICIII AAl>IOISOTOPIOI[
653
ti con compo~ll ~1m1h. l'anah,, per d1lu111onc 1sotop1ca rappresenta un metodo accurJto e Per la ~luz1one d1 questo problema boogn.1 applicare l'equazione 14.13 Poiché
con,eruente per r~olvere quc.,to problema cd evitare la nece~s1ta d1 isolare questi compo,11 m l'efficienza del conteggm cr.1 '°lo dd 25%, 11 conlCliSIO o,\Cn·ato ,·a moh,phc.ato p1:r 4.
modo quant1ta11,·o. Per esempio, la detcrmmallone della quanrn.\ d.t ferro m una preparazio-
0.5 µmoh li,ina = 74 µg. Quindi, u11l11undo l'equa110nt' 14.13 ~• 01111:nc-.
ne protc11.a può c~rc d1ffic1Je con I metodi convcnzionaJ1, mentre è pos~1b1lc se è disponib1k
una ,orgente d, ·r c. S1 nmcclJ quest'ultimo con la protcma, qu111d1 si isola un campione di (2071 < 4)/1 = (22.2 X 1011 X O5 X JQ~) / (7-1 + X)
ferro $W quale ,1 dctermma il ferro totale e la rad1oattiv1ta.
Se l'attl\ità \pcc:tfia d.t partcn1.a era 10 000 d.p.m. ( 10 mg) 1 e l'ani,,t.\ ~pccifica del tcrro do,·c .\'. è il contenuto d1 h,111.1 del amp1onc Da que,,t,1 equu1one s1 ottiene:
c~e e ,tato isolato è d1 9000 d.p.m. ( IO mgJ 1, la d1fterenu è do\'Uta al ferro presente nella pro· x = 60 µgo al 6% del mtlhgro1mmo d1 Qmp1one proteico anahzz.ito.
tema (xl, c10c:
9000 10000
IO IO+x (J.I.P) dalla depos111onc. Co)1, ,e il tempo d1 d1meuamcnto dd raJ101!>0topo è d1 un milione d1 ,m•
m, il campione a, rà due m1hom d1 .111111
qumd1x= I .I mg. Per una datalmnc >U lunghi penod1, 0ll0rrono 1sotop1 ,on tempi d1 d1meuamento !un
Que)ta te..nic.i viene ampiamente utilina1a per esempio n li tud d g1 I ghi, come 'U, 'LI e• i-., mentre per un.i d.ita11one a tempi brevi nene largamente utihn.ito
senti
111 tra,..t!. ' • e o s 10 e I e emenll pre•
"C. Comunque s1 deve sottolineare che le .1ppro!>)1maz10111 1mphcne nella r.1d1odata71one; ~-
no notevoli e che pertanto le et.a ~n.itc J;u palcootolog1 e dagh antropologi a, loro reperti
Do~ggi radioimmunologici
,ono sempre ~oggcttc a un certo grado d1 1mpm:~1one
, . Uno dei progrc)\i
d dp1u ~1gn1fica11111,
. di quC\11 ulum1ann1·, n•llc
~ IecmcI1e b10ch muc
· he.,,. )tato
w messa a punto Cl 0"1gg1 rad101mmunolog1Ci Qu~t t · ,.
ì.7,.tl qu.ile s, nmanc:b. ,1 «nJCa "stata d1scu\:.;i nel paragrafo 14.6.3 Altre appl,caz,om
1abda a.a IO Umi• J, misura comunem.:nlr u11liu..itr per la rad1oalt1\1tl Sterilizzazione di alimenti e attrcu.iturc
l natii Abbmriujonc Ddinj7jone
------- C,lt emettitori Yad aha energia sono oggi largamente ut1hu;i11 ndJ'mJustna alimentare per
C.Ontq;ga pa mmutu ... p.m \doc11li rrgutrat,1 d, d,:ocad1mtnto la stcnhu.111onc d1 ahmcnu confc11ona11 come latte e urne :--=ormJlmente ~• u~no "Co o
o ~ !loCOOndo e p>. u·cc:; in akum casi ocwrre ,1cccr1.u,1 che qucsu 1rauamenu non abbiano elfett1 dannosi sul
Dumttgnnoru p('r n11nu1u dp.m \'cloatl ,t1e111va da dccadnnmto cibo ste~~o. Pertanto la do\< d1 rad1oatunt.t dt\C Spes!IO essere ndotla a un hvc.-llo al quale l.1
opa=ondo d.p.s. stcnhn,1z1one non ~ completa, tuttavia, anche m qul')te condmom si riduce notevolmente 11
UUk" (.a Numero da d p.s. rqul\,tlcnt1 • I g d, radio depenmenro degh ahmenu 'Co e 11 Ce sono largamente utdiuau anlhe nella stcnlizu11one
!3.7xl0 dp~I
di allmz.-iture m m.11enalc pl,bt1co, come cap~ulc Pctn e ~innghe. e nella \tenlìuazione d1
Millu:un~ mu C1x IO' o 2.22x 10• d.p m. farmaci m1ettab1h
Mkm..-une µ( I Cix IO •02 22xlO'd.p m.
lk,:qutttl Iun,t.t !,I) lltj Id pi. Mutageni
Tttab«qUttrl ( unitl ,11 Tnq IO 8qo27027C1
I rad101sotop1 possono cau~re mutwom, m particolare nei m1crorgam~m1 In molti ~tud1
Gig.ah«qUC'rcl ( umt.l \I I (,Bq 111'8q o2ì 027 mG mterob1ologici, ~peCie in mterobiolog1a mdum1ale, s1 devono produrre mutanti. Per esempio,
t . ~ I (unat.t '>IJ MBq IO· 8q o 27.017 µCa la mutagenesi mdotta da rad101sotop1 ~ 11np1ep1a per ottenere nuovi ceppi d1 un m1cror~.m1-
Ucttrom-oh t\' f nrrg~ .icqu1,1la cl.i un elettrone a,,dcrato smo, m grado d1 produrre un parucolare metabolita m1crob1olog1co con una re$.) maggiore.
aura~™> u~ d1ffn-cnu d1 polennile
da I \',~u1,.tlmtea I Il xlO 19 I
Rocnti;m R Quantità da rad1.v1one che produce
I blxl0 'copp1e1on1chel.g 1
1
14.7 Suggerimenti per uJteriori Jetture
R.iid rad Dose d, r.td1wone ,hc de1cm11n,1.
un worb1mcnto di mcrg,a d1 O.O I I kg 1 BIIUNG'TON, D. JAN)S, G G., MAI 81 p J Rad101.w1opn. 810s Scttnufic, Oxford I992.
Gniy Gy ~ d1 udunone che dttermm.i Dcscrl7lone dca pnnctp1,• d•IJ•
• , •,11 pla,v1om nelle b101<1mze. adauo
· a studenu e nceratun
I\' ~ HHSC. J.ttd
un as10rbunen10 da energia d, I J 1-g 1, a,~-soR, K.J., Mcw,,oo., I s Radrauon Pr<>tt<11"" HamlbookJor La1>arato'}' or . s
quindi I Gv =100 rad 1994
Rml mli Dose d1 r.id1uione che determina •1 I U pcrch1 o.,..ra in laboratono.
r. anua csu as1curezz.i r· I .• Moll'lularB,o/og)·andMolccular.\1cd1nnt.MYUS
un 4S<>rb1mcnto da mergia ndl'uomo S1 \J I Jt. R.J *Rad1oisotope$10 Molw1lar 810 ~ 1n
p.,n • I rad da raggi X R • ( d) 209 219 VCH New York 1996.
•n., e , • PP· • · ' rlla baolo a molecolare.
Stnm 'w Do~ da udwwne che cktcrmm.t RiaS5unto delle apphca11on, dei ra~ioa~ ~ / Annro!'h. 2• cd. o~ford Uni\·cn11) Prc:,(, Oxford
un aM<>rb1mmto d1 m~ ncU"uomo !>I.Ali R, R.J. R11dro1J-Otopts m Brolog> • A k•l rr
pan a I r., da raggi X, 2 2
00 . Il l.tzaone e ddl'uuhno della rad1oatu~1t.l nd campo ddu
qumdt I Sv = 100 rem De.cnZtone molto dct1agl1ata dc a numpo
ricerca b1olog1c.1
p.irucob.rmmte urik ndb diagno$1 J1 d1~funzmm della ven11laz1onr polmonare. I trst di fun
nonaLlà renale basau ,ull'aodo I 1odo1ppurteo sono 1mp1ega1i per la diagnosi di mfe11om
rmali,dt miuffiaenza rmaleo d1 $<]u1hbno della fun1mnr tra i dur reni.
Anche dfrcn1 uperu Jdl'orunologia s.ono Muduti ricorrendo ai rad101sotopi: tr.1 que~ti,
per cscmpm. la viu medi.a ddle cellule del 5,;1ngue, 11 \Olume ematico e il tempo di circolaJJO•
nt, tum p;irametn <ehe pomno ,,m.ire m particolari rnndwom clm1chr.
S1ud1 «.<>fogici
I r.ad1otraccw111 sono unp1q;.au soprat1uuo m campo b1och1m1co, diruco O farmacologirn,
ma poi.sono trm.rc apphQZlone am:.he tn sctton dJVttS1 come l'ccologta: m p.uucobre, po~·
sono cssc:n: scgu1u con rad101raccunu I m0\111lt'Jll1 m1graton e I modelli <.omport.unmtah d1
moltt- q:,«1e arumal1 t:n altra appbc.auone m campo ecologico è lo 6tudm delle uucne ah·
mmtan mfatu. rmdmdo radtoattm I produttori primari (fornendo loro composti mare.lii),
'1 può srgwrc al percorso della rad1o.:ittml1 nei ,uccess1, 1 anelli ddb atma aJunentare
CAPITOLO 16
In cntramb1 1 ca~1 una serie di r"..aziom mdKate nel loro msicmc come c.,scat.,, è co1m·olt..1
BIOOll~IICA U810lOGIA MOI H 01.>.RI ~H IflllRI l I lll'IARI 11I MlMRRAN,
712 713
ndl.a tr.isdu onc del ....1gn.ik muialc, nce,'Ult) d.il rc,ettore, nella ri\p~~ta cellula~e finale. Uno (al 100~
do \';l.Jlt;igsi J 1un mtem.1 .1 ,.i~.ita ~ ,he s~ncra una forte amplifailZlone della mpoMa ccllu 0
E
urr, nspctto a quella che potrebbe c-,,sre prodotta dal \Olo primo mes~ggero (p~r ulteriori ..E"'
iii
dettagli sa ,'t'\h il p.tr. IS.5 3). l'uni,o ruolo fi,iologico del hgando che trasmette 11 )egnale è
;;;
promuO\"t'.R l.t ,'\lstJ1uz1one Jdl.i ,onform.i,ione at11,·a del _reccttor~. Per due delle tre clas.s1 o
:::
pnnetpab dì re,etton, il ,,,mple-..,o rndtore•ligando \'iene mternahzza'.o p.er endoc110s1; ciò
prm-o..a, ndle ,ondlllom a,1dc che prt:\algono nelle vescicole d1 endoc1tO)I, la d1ssoc1az1one ..
8.
.:
501-
"l-.
del lipndo. Il Tt\.'tltOTC' libcro puo e~re nc1dato o degradato (par. 16.6.2).
..
'iii
Obietti, i farmacologici
- Eff,cac,a crescente del farmaço
Da pnmi ,1u,.h '>UI legame recettore-hgando, molti sono Mati condotll su prepara1ioni d1
1mut1) isolato, per quMJtifk.ire e caratterizzare la risposta cellulare in funzione della conccn-
tranonc- dd hganJo. Lo \COpo prindpale d1 que\ti studi era rappresentato dalla ricerca di
hloccanu (l,gand blo,ker), c1~ composti che potes~ro mimare il legame del hgando fis1olog1
co. 5t"IlLa pero indurre una rispo,ta cellulare. Poten21almente questi bloccanti potevano essere
utìhzut1 in ,ampo farmacologico. !',/egli .mm Se~nla si ,ominciò a comprendere che, -eque-
sti bloccanti foSS(TO ,tati ~ufficientemcnte selemvi nel loro leg.ime, \3rebbero stati m grado di
distJ~uere tra le v.irie '>Ottoda!>.\i di recettori, di cui si ~ospettav.i l'es1sten1a, ma non erano ..
lii
ancora sute identitìate. L'ohtcnu di \OttodaS>1 d1 recettori avrebbe consentito lo sviluppo li..
d, bloc,inti effica..:t come agenti terapeutici, capaci d, interagire selettivamente con determ1- cc
n&tJ tipa d, tessuti e di mdurre una rispo~ta ~pedfica, mimmizundo quindi gli effetti collate-
rali ,ndesadtrau. Fu prupno )U quote basi che Sir Jame~ Black condusse i suoi studi pionieri Concentrazione d11gon,s1a lscal1 logantm,c.l
,taa wa recetton ~-adrenerg1C1 e ,ui recettori H. per l',stamma, che portarono allo sviluppo
del ~bloccante propranololo, usato contro l'ipertensione, e della cimetidina, agente bloccan- Figura 16.1 Curve dose-nçpo~t.1 (a) Andamento ddl'dfctto b1olog1Co (% mpetto illla ri>po,ta ma\s1ma)
~ del ~ H della 1«rmonc gutria acida, impiegato nel trattamento delle ulcere ga- riipetto alla con~ntr.izione J1un agom\ta, riportato mSe.Ila logantm1ca Un agonista pamale equipotente
striche e duodcnalL Comt 5i fflirà piu detuglialamffltc, questo metodo d1 classificazione dei P<l"iede un·efficacia minore mpetto a un agom\ta complc10:~ non puO rasg1ungcrc urisposta ma~una
nemmeno quando tutu, rrcetton d1spomb1li sono =rati Il valore d1 E4a rappr=ta la conccntrai1onc
reccnora, UAaDC alle nume ttcnichc di clonaggio e di identificazione dei geni cod1ficanta, ha di agoni!>la che produce ,I 50% ddl'effrt10 mmuno. (b) Cune do~•rnp<»t.i p~r qu.1ttro agom\t1 d1 potrn
pmnmo di admbfiarc per gran pane dei ttcettori numerosissimi sottotipi. u dive~ ma con uguale eflkacia (Riprodotto~ S R.J. Mm-di and 0.J. \\~b (1999), Rcccptor fon-
ction~. Mtd,m,r, 27; 5-9, con ,I permc-.,o di"The Mcd1Cme Pubh,hmg Company . )
Cww doee-rilpolta
La mJ'O'U dà recettori di membrana, m IC8llllO all'csposirione a concentrazioni crescenti
di hgando (do.cl. ongma una curva con tre regioni distinte: .d · I t , un dato re,cttore, condott1 usando ligand, con varie ~trutturc:
St ud I ose-nsposta re a 11•1u . • . • •
. I · h
moIeco ari, anno 1mo~trato che 1· reattori po,!,Ono legare hgand1
d . d1vm1 da quclh fi,1olo!_(i-
• una~ ìnwalc, al d, sotto della quale ~i auttva una mposta minima O nulla; . . . . .
camente attivi• • h · t , tale legame è vanabile. Come multato d1 qu~h ~tud1 , hgand1
• una f.uc crnccnte, durante Li quale la risposta aumenta rapidamente con la do~ e c e 1a nspo~ a u
dei recettori vengono cla~sificati come segue. .
• una f.&se ndb quale dosi crescenti prm-ocano wu ru~ta mmima e, infine, una rispo~ta fi- J d roducono tutti la ~tc,:,J mpo)IJ ,dlularc ma,,,ma, ma
nak nussanu. • Ago11ist,co111pltt1 Que~ll igan . ~ a ·r ra iungcrla (Figure16.I e\6.2).
1
gli agonisti complelì hanno un'attività intrinseca pari a I, mentre gh agonisti parziali han- 100
no a111vità intrm= < I.
o
• Efficana (e)
!..
M1~ura l'ab1lìt.\ di un agon1s1a di 1niz1are una risposta fis iologica m seguito al •E Agon,sta completo
legame al recettore. L' inizio di una risposta è correlata all'abilità dell' agonista di promuo- • agonista parziale
ii
vere la conformauone attiva del recettore. Sebbene tutti gli agonisti completi debbano ave- o
::
re elevata efficacia, i loro valori non sono necessariamente uguah, infalll I valon d1 e non
hanno alcun massimo teorico. Gli agonisti parziali possiedono una bassa efficacia e gli an-
.X so
.:
1agonist1 hanno efficacia nulla.
l
•
;;
• Pote11::a f. una misura della concentrazione d1 agonista necessaria per produrre l'effetto
massimo: quanto più potente è l'agonista, tanto minore sarà la concentrazione richiesta. La
..8.
ci:
potenza d1 un agonista è correlata alla posizione della curva sigmoidale sull'asse logaritmi- o
co della dose. Viene espre,sa con varie grandezze, una delle più usate è la dose effelliva o
Concentrazione d, ag<>nl5ta !scala logan1m,ca)
,onu·ntrJ✓U>nc per ottenere il 50% della risposta massima, ED~. o EC,,.,. Nel caso di un gra-
fico ~emilogantm1co, s1 ottengono I valori di pED~ o pEC,,., (cioè - log,.ED.,.). Quindi un "!gura 16.2 ln1eraziom re.:euorc•hs,indo. (al In p~nu Jì unmtai;orusu, la ,1.ma do~•mro-1.1 dell'ago•
agonista con EC,. uguale .i 3 x IO ~ M avrebbe un pEC. di 4.8. n1~1a complcto s1 spmla ,erso d1'Stra po1.:.he l',8')m,ta ,om~c per il lrg.ame .ù ~,eno~. P1u alta~ I.i con .
<tn1raz1one d1 ,rn1agon1sta, magguirt i: lo ,po,1amen10. (b) In pmcnu di un agom\ta paro.ile, la cun·a Jo -
• Affimt,l bpnme la con centrazione di ligando necessaria per produrre il SO% di legame. ~ -n ~pos1.1 dell'agoni~ta c.1111b1.1 fonnat \l .1po,1.1 ,·mo dc-,tr.1. R1prodouo cl.a S R.J. !\la.xwdl and D.J Wcbb
Quc,to è l'unico parametro che può es.sere utiliualo per caratterizure gh ant.igomsll. ( 1999), Rcccplor FunlUOm..\lnf1, mr; 17· ;,-9,,on il pmncsSO di "Tht !\lcdJCJnc Publishmg Comp.in> ':
Come ~arà moMrato n el paragrafo seguente, l'affinità dipende sia dalla velocità di J\SOcia-
rione del ligando con il recettore, sia dalla velocità d1 dissociazione del comple)\O nsul-
t.inte. La velocità di associa,ionc, a sua volta, dipende dalle interazioni trid1memionali tra Meccanismi di funzionamento dei recettori
i due, mentre la velocità di dissoc1.111one riflette la forza di legame del complesso. L'affini L'csisten,a di agom~ll e antagoni,ll fu originariamente ~piegata con la Icori~ a due $lati de1
tà può e~~re cspre~:,a da una costante d1 affinità o d1 legame, K., ma è piu comunemente relettori not.1 anche come modello C.1stillo-K.111. Il modello a~ume che I recettori occupali
e-.pres\3 come costanle d1 dis~oc1az1one Kd, del comple~o recettorc-hgando, dove K è P0!.Sano ~sistere m due forme 111 equllibno tra loro, una matU\a ARI e una .itti\·a (AR• );
ugull· al reciproc.:o d1 K,.
-
d
_,. AR·
A + R ...- ~ \R
• \eh-N11•1tà :O.li,ur~ l'abi(ita di un ag~nista di discrimmare tra i vari sottotipi di recellorc. ra:cuorc re,;c·1orc
agoni\ta rcccu,,re
Quc,to parametro e part1wlarmentc importante dal punto di vista terapeutico. ma111,o •lt1\l>
111au1I0 om1p.110
libero 1,.;rupato
BIOCIILMl(;A l BIOWGIA MUUCOLARl RfC ITIORI Cllll'l,\RJ DI >.!!Mllll,,..,_A
71C,
Fu 1pot1Z2.1to che gli agonisll potcs,ero rapidamente indurre un cambiamento conforma mento dell'equihbno tra i due ,17
z1onalc m R, generando cosi lo st.11Oattivo R• e spostando l'equilibrio totalmente verso AR• so hmue e si ottiene qua d sia11 del receuo~ ,.
, n o 1 \'al d " e ~1de111 h
mentre gh agonisti parziali dovevano avere un.i minor capacità d1 indurre il cambiamento e, I agonista induc.i la confor1n . on I K e K sono I e e e il modcllo a due ~tati t un~
a1ion moto p1 li Il --
quindi, potevano spostare solo parzialmente l'equihbm,. Gli antagonisti non potevano indur comportamento ricordano e altl\'a del recetto I <Co . modello non richiede che
h - Wmodel!
e angeux p iuttosto che il mod o SllllJnetnco d1 allos re recenor eh
re alcun cambiamento. Tuttavia, la scoperta che alcuni recettori sono attivi anche in J!>Senza d1 I e mo,trano qu~ to tipo d1
agoni.sii e pos~1edono atti\ 1tà cmtitullva, ha portato a sviluppare un nuovo modello chiamato Recettori con attimà cc,•t I eUo d1 fii indouo pr tena propo,to daMonod \\\man e
. , 1 ut1va 54 °posto da K hl '
d1 ,dez1onc conformammalc, nel quale si ipouua che nello stato d1 riposo (cioè in as~enza d1 nel ca,o d1 recellori accop ia >no si.111dentifìcau fn o, a_nd (p.u. 15.5; F1g. J~. 11 ).
quah1asi agonista) 1 recettori siano m equilibrio tra un insieme d1 forme attive (R· e inattive p lJ alle proteine G I ,anali ion1e1 controllatt da hgandi e
(R), che possono rapidamente mterconverlirsi. L'equilibrio può essere totalmente spostato 16.2.2 Parametr, del le
verso lo stato inattivo oppure può emtere una quantit.\ significativa di forma attiva, che spie game recettore-1,gando
gherebbe cosi l'att1vtrà costitutiva osservai.i. Secondo questo modello, gli agonisti si legano li processo generale dd I
preferenzialmente allo stato R•, stabilizzandolo, spostando qumd1 la posizione d1 equilibrio e rigand o frmo alla superficie del
egame d1 un I d
r igan o il un rec.,nore comi .. . . .
causando un aumento dei recettori nella conformazione R*. In modo simile, gli agonisti par- attraverso una serie di e Il . ccrttore proteico. Qw d !io, d ne,~ <On I.a d1ffus1one del
. . o LS1on1 C3s"·" .,..n o >1 pt1,1z1on.a J d I
ziali possono legare entrambi gli stati Re R•, con preferenza per R·, dando ancora come mul- in male può coinvolger. """con la suptrfi<ie Jd >u MIO I egame
tato finale un aumento della percentuale di conformazione R', ma comunque minore di quel- generalmente formato ~:mminoac1d1 che non iOno pane in:«;~ore d1~emb_rana. 11 legame
lo indotto da un agonista completo. L'1den11ficaz1one d1 ligancli che riducono J'attantà di re- lato nel modo seguente· pochi \J)eClfic1 amm1n~cid1. Il 1..,.,!e ~~~del \Ilo d1legame finale,
• -.,.. 1 e può CS-.(re rappre-.en-
cettori con att1v1t.ì costJtuttva ha fornito un supporto per questo modello. Poiché s1 nttene che
gli antagonisti non siano capaci d1 combinarsi con lo stato attivo e non producano alcun cam-
R + L
biamento diretto nell'atti\ltà del recettore, questi ligandi sono anche chiamati agonisti inver RL
s1, m quanto hanno attività opposta rispetto a quella degli agonisti; essi infatti si legano prefe- recettore hgindo ( 16.1)
COtllplCSM)
renzialmente allo stato R, stabilizzandolo e spostando l'equilibrio m suo favore. Agonisti in-
versi pamali si possono legare a entrambi gli stati, con una preferenza per lo stato R, quindi
reccnan~
diminuendo l'attività costitutiva. Ligandi che hanno una st= affirutà per entrambi gli stati do~e k ., rapprese~ta la costante della \do..1ta d1 as.'°'·
loc1tà d1 d1ssociaZJone. amonc, mentre k , t la co~tante della ve-
non sposteranno l'equilibrio e sono chiamati antagomstt neutri Tenendo conto del fatto che 1
recenori possono avere attività costitutiva, molti composti, che erano stati classificau come
antagonisti, analizzati nuovamente sono risultati degh agonisti mvers1. l',;aturalmente questa Studi di saturazione
nuova valutazione è possibile solo nel caso d1 recettori che mostrino attività costitutiva e, al Se nelle cond1z1om d1studio del legJme la cc,ncentraz1 i .
momento, essi rimangono una minoranza. La tecnica della spettroscopia d1 risonanza pla- giore rispetto a quella del re.:ettore (I . d ,, i ne totale del hgando t molto mag-
a ,o,i etta CODwZIODe d1 saturaz · b.
smomca (par. 16.3.2) si è recentemente dimostrata in grado di distinguere tra queste vane nella concentrazione del ligando. dovuti al l~m il ione ' I cam iamenti
classe di ltgandi. m t I -,,-..e con rccenore, p0\Sono essere ignora(1
en re e vanaziom d1 concentrazione del recellore libero (non legato.) '
li modello da selezione conformaz1onale .i~ume che le varie forme del recettore ( R, R•, AR, trascurate. Qumdi se: non po~,ono e~sere
AR') siano in equilibrio, cosi che le loro proporz1om relative risultino determinate dai valori
delle costanti di equilibrio associate: IR.J è la concentraz!one totale di recettore che determina la capacità ma!>Sima di legame
IL] è la concentraZJone d1 hgando libero
(inattivo) R R' (attivo) (RLJ è la conc..:ntraz1one dd ,omplc-<0 l'('(ettore-ligando
+ + allora IR,J- [RL J SJrà laconcentraz1one del rMttore libero.
L L
. All'equilibrio, le vel()(1tà delle rewoni diretta e tn\eN per il legame e la d1,sodazione del
K. ', ltgando (equa11one 16.1) '>Jranno uguali:
719
doH• K.•4 rapprc.enta la co!it.lnte d1 d1'110,i.mone
- per I·1 compI· - RL_e K è la coHante d1 a~o-
e~~~
cwmne o di aftìmtà. Riarrangiando I equazione in altro modo s1ottiene:
(16.3) .!...
(RI
fll
Determinazione di K.i
Figura 16 3 G
L'equazione 16.3 r.ippre~cnta un•ipcrbole rertangolare, dalla quale si deduce che, man ma- s11J k: • rafico dì 'Ka1cha rd ( )
\"Ju nu coopttatl\11.l,, b) due per a un <l.llgofo gruppo d1
no che la concentrazione dd ligando aumenta, il legame recettore-hgando r~gg1ungera u~ va- · < un stngolo ru gruppi di Slll ~ cooperatJ-
lore hm1tl'; quindi, il pro.:~o d1 legame al receuore è un processo che arnva a satu~z1one. (d) un singolo grupi lpo di Sili con cooper.n1vitl positiva e
i su, con cooperativu.-1 negativa.
L'equazione pre!ienta l'!i.lttamentl' la stessa forma delle equazioni 15.1 e 15.2, che defimscono
il legame dd sub~tr.1to al suo enzima in termini d1 Ka, e V....,. Per la determinazione sperimen- Come alternativa ai grafici di Se
tale d1 K;, conviene tr.1sformare l'equazione 16.3 in forma lineare; mediante una semplice atchard, si puo
G rafìco di Lmcweaver-Burk - ncorrereai seguenti:
modifica dell'equazione 16.3 si otuene l'equazione d1 Scatchard (16.4):
I
1RL) ,R.) [RII - = + K.i « -
,:: ( 16.4a) B B,,,.. Bm.i, ILI
ILI K.. K.i (16.7)
Questa equazione predKe che riportando in grafico [RL]/[L) in funzione di [RL] s1 otterrà Grafico di Hanes
una lint'a retu dt pendenza 1/Kd, che comente di calcolare Kd. Tuttavia, in molti studi la
ILI
massa molecolare relativa del recettore non è nota e, quindi, non si può calcolare la concen- =
trazione molare d1 [RL]. In questi casi è accettabile esprimere l'intensità del legame in qual- B
{ 16.8)
,..iasi umu disponibile (8), per esempio pmoh (lo• cellule) ', pmoli (mg proteina)·' o più sem-
plicemente rnme una variazione di fluorescenza {AF) m condizioni sperimentali ben defini- _Nella pratica, i grafici di Scatchard sono quelli il
te. Po1chè 11 legarne massimo (8.,....) s1 avrà quando tutti I siti del recettore sono occupati, cioè po1chè la vanabile sperimentale B co ptu ut JZZat1, sebbene siano soggetti a errori
· J' mpare sta ne1 termia • • .
R] 8,_, l'equazione 16.4a può essere scritta nella forma: s10ne tneare di questi grafici sovrastuna sia K B Ix s.1a m quelli y, cosl che la regres-
chc quando i siti del recettore sono saturat d s1a à ~ Dall equauone 16.2 s1 può dedurre
Questo è analogo al caso m cui S = K i pder me~, aoè quando B = 8_,_/2, allora [L) == K,i.
(16.4b) . à d. m quan o v, - V /2 (par 15 3 I) Q . di
Untt I misura la molarità. ,..., · · · · um Kd ha come
La derivazione dell'equazione 16.2 si basa sull'assunzione che . .
Quindi un gr.1tìco d1 B/[L) in funz10ne d1 8 darà una retta con penden,.a - 1/Kd e intercetta cettori omo · h . VJ sia un unico gruppo di
'>ull'a,-c y uguale a 8.,..,/Kd (Fig. 16.3). Qualora la massa molecolare relativa del recettore sia
. ~ene1 e c e non VI sia cooperatività tra loro nel legame delle
1 1 . re-
In pratica esistono però altre due poss1bil1tà: pnmo, che vi siano due ;;o eco e del_ligando.
nota, l'equazione d1 Sc.1tchard può essere espressa nella forma:
re~ttori, ci~cuna con costan11 di legame d1l'erse, secondo, che vi sia c:0;~~1:1:::~:nte d1
ali mter~o d1 una singola popolazione. In entran1bi t casi il grafico di Scatchard sarà ga7e
( 16.5) neare (Fig. 16.3). Se si ipot!Zla la cooperauvit.i, questa dovrebbe essere confe t non 1•
un grafi d . Hill il J U rma a attraverso
1co I qua e, ne a sua forma non cinetica, è rappresentato da:
L: )
dove" è il numero di '>iti di legame md1pendenti sul recettore.
L'espressione B!Bmu rappmenta il numero di moli di ligando legate a una mole di recetto-
log = /dog IL] log>.d
re. Se quc!>ta grandezza viene espres~ come r, allora: ( 16.9)
r n r oppure
= (16.6)
In questo caso un grafico di r/[LJ .:entro rdara d1 nuovo una retta con pendem.a 1/Kd, ma log (;3 ) mu B
= J, log ILl · logK,
l'mteHNta :.ull'assc delle xsarà uguale al numero di ~iti di legame, 11 , ,ul rcletton.·
dove Y è iJ grado di saturazione frazionale dei \lii di legame (da Oa I) eh è la ,ostante di I hll.
810C HIMICA l BIOWC.IA MOUCOLARf RH.f TI llRI G.!UJL,\IU DI Ml \1811.\!>'A
720
Per un recettore .:hc abbia \iti di legame multipli ,he fun11onano in modo indipendente, Quindi riportando in g • 721
,, 1 1
rallologR
h I, mentre per un re1.ett.nc con siti dt legame mult 1ph interdipendenti, li può essere sia "> I 230
. ·' ,; . ' te permette d . contro d tem
(coopcra11,1t.\ pos1tha) ~ia < t (,oopcratint.\ nega11,·a). Grafici di S(atchard che mostrano . La co~tantc <l1 a\,ou.i:;~~:a;c k . po, \1 otterra una linea retta di pendenza
dut' fasi, .i 1.ausa della multi, alenza dd hgandn I cio~ siti d1 legame multipli) e non perché v1 11 metodo ddl'approuio Il'• ,.~prcs~ in lmol dm", t 1
si.i ..oopcrat!' 11à tr.i i re-.ettori. sono 1.1lvolt.1 interpretati nel modo ~gucnte. Le due regioni continuamente fino al .i equ~ubno, con d quJlc 111 ' cmpo ' si può Mimare utilizzando
• raggiungi . egame del li d
.ippro~,imat1vamentc: hnean, poste alle e~tremità dei grafici curvilinei, rappresentano siti ad (,ondmoni di p\eudo p mento ddl'equihbno . d. gan ° viene monitorato
lllta allimtà (alto rapporto legato: libero a bas~a concentra11one d1 legato) e a ba~sa affinità nel tempo mentre ' LI r1nmoord1ncp1Uttostochl"dcl ::cncoJn 1zd10111 n_ellc quali Lj » IR,J;
• m.1ne costa t l 1 ~ on o or me in o d • •
(b~w rapporto legato: hhero ad alta rnncentrazione di legato). Le tangenti a queste due por secondo l'equa,ione· ne • I legame del hgand •. cui "•I unmu1s,e
. o aumenta in modo ~ponenLiale
210111 dd gr.ifid po,,ono e~ere utiliuate per calcolare i valon di K. e B .. In realtà questo
pro,cdimento non è c:orrctto, in quanto i valori e~tt1 possono c~ere ottenuti solo attraverso lo B,q ) - ,
l'analisi dei dati d1 lcgaml' con un'attenta analisi matematica, in genere utiliznndo program• g ( B,q-B, - - 30l(k IL)+k,)1
mi informat11.1 d1sponibih in commercio. ( 16.12)
quindi un grafico di log 1B '(B 8 I
(/,, (L] 1,, ) d "' 'Il ,J contro 11 tempo
f.sperimenti di legarne competitivi ' + • ove Brq e B, sono il h •ando le . I.J~a 1meare, con una pendenza di 2.303
Conoscendo k (ottenuto con il metogdo di'>Cugato all equilibrio_ e al tempo ,• r1·spett 1vamente.
L:n metodo altcrna11,o per la detcrmmazione dei valori d1 Kd per un hgando spenrnentalc,
lato dalla pendenza della retta. sso '>Opra) e ILJ, 11 valore di k può essere calco-
,on~1ste ndl'ut11ino del ligando come inibitore cornpctillvo d1 un secondo ligando, normal-
mente l'agon1st.1 fa1olog"o, la cui Kd è nota. Ciò permette di calcolare per 11 ligando 111 esame
un valore d1 k . che è numcnc:amente uguale al suo valore d1 Kd.11 metodo p1u comune consi- 16.3 Tecniche per lo studio del leg .
ame recettore ligando
ste nell'u11huare l'agonista fisiologico marcato radioattivamente, variando la concentrazione
del hgando sperimentale e mantenendo fissa quella del hgando radioattivo. S1 riporta poi m 16.3.1 Progettazione deg/1 esprrimentì
gr.ific:o la pm:entuale d1 legame del hgando radioattivo contro il logaritmo della concentra
1ione del ligando che s1 stJ analizundo. S1 calcola poi il valore di IC. (concentrazione nchie Problemi sperimentali generali
)l.t per inibire il legame del ligando fis1olog1co del 50%) per il hgando analizzato, Conoscendo
11 Hll1re d1 IC,., ~i può ,akolare K, utihwmdo l'equazione d1 Cheng-Pru\off: La velocità e la percentuale del legame recenore-ligando t influe . .
mei"'a_h _come temperatura, pH e forza ionica. Inoltre bisogna cons1d;r:~aa1:u~:r;:~~; spe~-
IC,., s10 ogici. Per esempio se s1 usano ceUule intatte come fonte di recettori è fondame tal cmi '.-
K=- (16.10)
• II+(fl )IK,i)I mizzare gh effetti dovuti al tra(Jìckingde1 recettori (par. 16.6.2), altrimenti il nume~o d~ :~:::
ton potrebbe ~anare durante l'espcnmento. Questo problema si può superare in vari modi:
Determinazione delle costanti di velocità • eseguendo I esperimento a bassa temperatura, m genere S •e,, m modo da mirnmizzare i
processi d1 traffickmg;
Per dctcrrn111m: la co~tante di d1~1azione k, (tempo') si lascia formare parte del com
pl~o_recettore-hg~ndo (B ), usando 111 genere hgand1 radioattivi. I recettori non occupati so- • includendo nella m1'>lela d'incubazione un 1111bitoredel 1raffick111g, come os.\1do di fenilmina;
no po'. bloc,all, a~mnge~do un e.:ce\so d1 almeno I00 volte di agomsta non marcato O dian- • utilizzando recettori 1solat1, o frammenti d1 membrana, piuttosto che cellule mt.tttc.
t~godm\~a1 co_mpdcut~vo, e s1 ~ e nel tempo la d1m111uzione della frazione legata (B,). La velo·
Storicamente il metodo p1u ut1hZ1ato per\CSwre la formazione del legame recettore-hgan-
cttà 1 n ascio el hgando r.1d1oatt1vo dal suo MIO <li legame è data dall'espressione:
do è stato l'1mp1ego d1 hgandi rad1oatun e la misura della rad1oatt1nta assoliata con la frazio-
dB ne d1 ligando legata al recettore. Tutta, 1a, questa tecmca non permette una facile determina•
= I.: B Ztone delle coManll di ,doc:1ta ed è molto costosa -.e s1 devono anal1ZZare un gran numero di
dt
ligand1 contro recettori orfani, CIOC quei recettori I cm agonisti naturali sono sconos1.:1u11, per
e 11 rilascio \egue l'ei.pres)tl>ne: e~empio ottenuti da hnee geniche clonate. Per tali rag1oru le tc,mche fluorimetriche sono di-
ventate molto popolari e per rag1o111 "mili sono ,tau sviluppati \Jggi di legame di ligand1 mi-
niaturizzati ba\ati sulla tecnologia dei m1aoarra~ d1 proteme par. 8.5 e 16.3.1).
quindi:
Preparazione dei recettori
log B, log B 2.303k r
( 16.I I) l ,.~ prepara11om dI recettori· utili"'le nrr Dh studi di kgaml' p0\1.0no e\sCre ottenute la-
,_.,,. r - e, •
scia d • I h r. distru"~~ndola con conseguente nlamo del recdtore; il
n o mtatta a mcm rJna oppu t :-<
i10CtnMK.... E BIOLOGIA MOU COU.Rf RH.E'TTORI Cfl.llJU.RI DI t.lDfBIW;.,.
722
·
ass1curars1 · che abbiano le t n3
secondo procedimento può essere realizzato con o senza conservazione_ d1. frammenti dì s esse carattenst1ch f
membrana. In alcuni casi sì pos,ono formare vescicole con orientazione vanab1le dei recetton soprattutto, controllare che tali e u1121onali dc:i recetton nat· • 1, •
h recettori siano d.i IVI. e importante,
e diversi meccanismi di controllo. Un ulteriore possibile problema, derivante dalla d1struz10- e e, per esempio, la protema rccettonale su t an t1 incontro ai procb,1 po~t-traduzion:i.h e
ne della membrana, è che questo processo può esporre recettori che inizialmente non s_1 trova- Il metodo migliore per ~e s ata comttamente gh,o~ilata
. à d. d gu1re studi aneua all .
no nella membrana cellulare, causando quindi una sovrastima del numero d1 recetton dispo- c1t in 1v1 u_ah è utilin.are t•..~:nIl·he dI patcb ·)a O :..:opo d1 determinare le cost•n.;
a u
d"I VC10-
nibili. Questi recettori potrebbero essere quelli soggetti a endocitos1 (par.16.6.2) oppure a sin- erron dovuti alla diffusione del hgand _, • mp (par 16.3.2), che con,entono di e\itare
tesi e inserzione nella membrana. ton nei· tessuti. intatti
. si può,.__,, o 41 recettore·...,.
, - determma.uone
. del numero da re et•
.
bilmente uhhzzando un antagonista. -"wlft lllMcando I recett '-
In assenza di fosfolipidi, le proteine recettoriali di membrana presentano scarsissime pro- on con marcatori rad1oattiv1, preferi-
prietà di legame o non ne mostrano alcuna; perciò, per gli studi di legame, un recettore pro- l'autoradiografia quantitativa Un codmpealtit1,o irre-.ersibile e ricorrendo alla tecn11.--a del-
. meto o tematno I
teico purificato deve essere introdotto in una vesocola di materiale fosfolipidico. Le prepara- emettitore d1 positroni [per esem C) con,15te ne marcare I recettori con un
s1one d1 positroni (PET). pio e applicand0 la tecnica ddla tomografia per emb-
zioni di recettori piu comunemente utilizzate comprendono:
• sezioni di tessuto, generalmente spesse 5-50 µm, tagliate con un criostato e fatte aderire a
Ligandi
vetrini ricoperti di gelatina;
• cellule isolate ottenute mediante distruzione meccanica o enzimatica (collagene o tripsina) La tecnica certamente piu utilizzata per lo studio ddl .
ne quella che prevede l"utilizzo d1 li di e mteranom m:ettore-1,gando nma-
dell'intero tessuto; 1. G al gan marcau con ~topi radioatu,·1 come H 1c, p s e
1. e~er mente viene utilizzato un bgando ,he abbia un·devata atti\ità s~cifica. ar
• colture cellulari (cap. 2), avendo cura che non siano contaminate;
14.1.6) m modo_da ~1mm~ 1problemi don111 a legami non ,pecifici h edi piu avanti~. li
• preparazioni di membrane cellulari ottenute applicando una serie d1 tecniche diverse di di-
metodo alternativo p1u efficace e rappre-;enuto dall'utihzzo ddb ,pettroscopia di fluorescen-
struzione cellulare, seguite da centrifugazione differenziale; za, discusso nel paragrafo 16.3.2.
• preparazioni di recettori solubilizzati, ottenuti mediante impiego d1 detergenti per la di- Per lo studio delle mteraz1om hgando-re.:ettore che av,engono su una,~-•- di· tem · · fi _
struzione delle membrane, e purificati con cromatografia di affinità, usando un antagoni- · · al ili' . . ~.u.a p1 in e
non m 1secondo, b1,ogna util1ZZare te...,uche )pe.:1ali per assicurare l'arrivo del ligando al
sta competitivo come ligando immobilizzato; recettore (vedere i metodi a tlu~ interrotto r a ,morzamento nel par. 15.2.3). Una di queste
• recetton ncombmanti, ottenuti utilizzando linee cellular1 trasfettate con geni clonati d1 re- tecniche part1colan utilizza I co,1ddet11 .-.1g;-d comp,.11111d. Questi compo,ti non hanno pro-
cettori, sempre più spesso di origine umana. prietà di legame; tutta,1a, a ~110 dt fotoh,1 indotta da una luce la-.er a una lunghezza d'onda
specifica, si ha la rottura istantanea di un gruppo protetta,·o. die maschera un gruppo funzio-
Le seZJom di tessuto costitu1Scono il preparato migliore per studiare la distribuzione e il nale fondamentale, e il nla,c10 del hgando attivo.
numero dei recettori mediante autoradiografia o spettroscopia di fluorescenza. In questi pre-
parati lo studio delle cinetiche d1 legame è complicato a causa di barriere alla diffusione.
Procedure sperimentali
l recettori presenti su cellule integre isolate vengono utilizzati per numerosi studi biochi-
mici, tra i quali le modifiche post-traduz.ionali, il meccanismo di inserimento nella membra- L'approccio ,pertmentale generale per lo ,tudlO della cmctKa del legame recettore-ligando
na, la regolazione negativa (down reg11lario11) e lo studio dell'accoppiamento recettore-rispo consiste nell'incubare il preparato contenente il recettore con 11 ligando, in cond1Z1oni di tem-
sta. Tuttavia gh studi di legame condotti utilizzando cellule intatte presentano una serie di po- peratura, pH e forza 10m,a ben preci~. per un penodo da tempo sufficiente a raggiungere
tenziali problemi: l'equilibrio. f: nnportante ncordarc la necNII.Ì che il \btema raggiunga la cond1z~one di equi-
librio, m assenza del quale le equazioni 16.1- Ib.9 non ,'algono. Uuhzzando un appropriata
• le cellule possono contenere enzimi capaci d1 metabolizzare il ligando che s1 sta studiando,
procedura anahtlca, vengono quannficate le molecole d1 hgando legate e quelle non legate.
riducendo quindi la sua concentrazione effettiva;
Questa d etermm,1z1one puÒ rl.chtedere la separazione delle . .
fraz1om legata e non legata. Tale
,.
• il traffico recettoriale e altri processi intracellulari possono influenzare il numero di recet- . d . t.l .. •ndo diwrse concmtraz1om del hgando nell intervallo 10-
tori e, qumd1, il legame; Proce ura viene ripetuta u 1t...... .. . _
9on- d. trazione di l't(ettore fis'>.l. l multati che s1 ottengono, cngo-
.,,o I 1egame massimo, a concen • d 11· il d
• può essere presente p1u d1 un tipo ~ellulare, anche se l'utilizzo delle tecniche di clonaggio . . . . d I equaztoni 16.4-16.9, ncorren o ,pe!.so a aus 10 1spec1fi-
no qumd1 analizzati app11can o e
ed espressione in una determinata lmea cellulare consente di superare questo problema.
ci programmi informatica. dei hgandi ..ono stati e,egu1ti manualmente, ma s, 1lupp1
Le pn.11araz1om d1 membrane cellul.in sono sperimentalmente utili come fonte di recetto- Storicamente, gh studi di legame il . aggio di <'cmi hanno permcv,o lo "1luppo
recenti deli,l b 10Iog1a mo1ecolare' soprattutto ,.1on
d ·lmonc, " per
, il gran numero d1 recettori
ri, ma sono pnve delle componenti citoplasmatiche che potrebbero essere coinvolte nella re-
golaztone del legame del hgando. d t I d al11 ·on •krat~ ,-apa.ita i "
l ecn1c 1e. veloci 1 an ' • L < , • )OJ amente potenzialmente mterc,sanu. o\ku -
" r . ., . ta ma iam1a,o1e"'-
I relettun ricombinanh sono sempre piu utilìuati per .,
'-'h •tud
• 1·d1' I,...game, ma è necessario
· oriam, d1 funzione sconosciu u prohlem• '>Jranno da,cu,,c piu a,anu .
ne delle tecniche utihuate per ri..oh·cre qu~
Bl(l(~L\11U I 8101.(X.IA MOlffO~Rf R[(J;TIORI CfUUURJ 01 ML\IBAA.~~
725
Legame 1011le
Membrana
r-------
-----
Recenore • logandc)
R•L •• RL
sem,permeab,le ------ ---- ------ All'equilibroo. la conrentrazlone
d, logando non 14111110 6 la atlttW
_ _ _ _ Legame specifico L1g1ndo 1n entrambi gli ICOmpana ~I• celle
Figura 16.4 Lq;ame spcc1fico e non specifico da un hgando a un recettore da membrana. u curva relatava al Procedure che richiedono la separazione delle,__,
mwoni. 1I.bere e 1egate
legame ,pt.-ofi,o normalmente t apcrbolau e mostra satura11one, mentre quella rclatrva al legame non spc-
c,fico ha anchmenlo lineare t non t facilmcnlt saturabile. D,al,s, .all'equi/1brro Il recettore e ù hgando. c~uno m un tampone con lo 5te~,0 valore di
pH e d1 concentrazione, vengono po,11 nelle due met.l opposte di una cella di dialisi. La cella,
c~e generalmente ha un volume interno totale pan a mc.a 3 cm·,e comtuna di materiale pla-
Ltgamc non specifico stico trasp_arente come ù Per5pex ed~ d1rn,a mdue met.l ~parate da una membrana semipcr-
Indipendentemente dalla tecnica analitica scelta per separare il ligando libero da quello le- meab1le ~• acetato d1 cellulo-.a o d1 nitrato d1 -cllulosa, montata 5u un supporto merte. Sono
gato al recettore, un problema che spe= si presenta è il legame non \pcc1fico del ligando, il d1sponib1h m commercio numero~ vananll, alcune delle quali costituite da gruppi fino a sei
quale può mtcrag1re anche con s1t1 diversi rispetto a quello specifico. Questo legame non spe- celle. Un termo~tato controlla la temperatura della cella, che nene ruotata lentamente m mo-
cifico può coinvolgere lipidi di membrana e altre proteine localizute nella membrana o rila- do che il sistema po~ raggiungere l'equil1bno. Le molecole di hgmdo, piccole e capaci di dif
~iate dalla procedura di isolamento. La caratteristica del legame non specifico è che non è sa- fon_dere, attraversano facilmente la membrana finchè la concentrazione di molecole non lega-
turabile, ma ha un andamento approssimativamente lineare rispetto alla concentrazione tota- te sia uguale su entrambi I lat1 della membrana (Fig. 16.5). 11 recettore è confinato 111 una metà
le <ld lìgando. Di conseguenza, il legame che si os!>Crva è dato dalla somma dei legami specifici della cella. Ali'cquil1bno, da cmcu.na porzione della Lella vengono prelevati campioni da ana-
~turabili {iperbolici) del ligando con il recettore e dei legami non saturab1h (lmcan) a siti d1 lizzare rispetto al ligando.11 campione prdc1·ato dalla pane della cella contenente ù recettore
altro genere. L.1 componente di legarne specifico s1 ottiene solitamente in maniera indiretta, darà la somma delle conccntrmom d1 hgando legato e non legato, mentre quello contenuto
cond~cendo studi d( lega~e in prese~za d1 un ecces~o di ligando non marcato (agoimta O an- nell'altra metà darà umcamentc la concentrazione del ligando non legato, che sarà uguale a
i.agonista), nel ca\◊ m cui venga ~t~h_vato un ligando marcato. A causa della presenza di un quella presente nell'altra metl dellacellacontenente 11 n.-ccttore
cc..esso d1 hgan~o no~ marcato, •. s1t1 d1 legame specifici non sono disponibili per i) ligando Per ottenere multati affidabili, e ne.:ess.mo che 11 legame alla membrana ~emipermeabile
marcato, che q_u_md1 s1 dovrebbe hm Ilare a legarsi a siti non specifici (Fig. 16.4). Nella pratica, del ligando e della proteina !>la m1mmo e che la conccntrwone 1ontca totale 111 ciascuna met.\
\I do:rebbe uuhzz.are una concentra1ione di ligando compellt1vo pari almeno a 1000 volte la della cella 513 la stessa, 10 modo da minimizzare ogm poss1b1lc d1fferenu d1 canea nei due
\Ua K.4, cer~and~ d1 \aiutare~• n~llc condmoni sperimentali utilizzate, quello che si sta stu compartimenti, che potrebbe influenzare la distribuzione del hgando (efk to Donnan ). I li-
d1Jndo
. sia eff<'tt1vamente 11 sito d1 legame non 5pecifico• A tale ....
uopo ,~3 rebbe necessano ut1- miti di questa tccmca sono rappresentali da.I penodo di tempo rela11vamentc lungo nece,,!>ario
l111a:e un certo numero di hgandi competi11v1 differenti e strutturalmente diversi, 111 grado di per raggiungere l'equilibrio e dal fatto che tale sistema non può ~,ere applicato qualora 11 li -
fornire una ~t1ma accurata del legame non 5pec1fico. gando sia una macromole,ola come l'tmulina, dato che essa non potrebbe diffondere attra-
Tecniche per lo studio del legame non richiedenti la separazione delle fraz.ioni libere e legate
• Cambiame~ti delle proprnù ,pe1tro~p1che ,oeffidente d1 e\tinnone, lunghezza d 'on-
Saggio d, scint11/azione di prossimità (Scintillation Proxmuty Assay) In questa tecnica il recet· da di emissione) del fluoroforo, mdotu da camb1amen11 nel ,uo mi. roamb icn te ddermi-
tore presente in un frammento d1 membrana viene legato covalentemente a sfere di scintillan- natl dal lega.me del ligando. e o altermom neUa diffu,1one del recettore nella membrana
te e il ligando è marcato con emettitori deboli di particelle~ come 'H o '' ·J. I reagenti sono mi- come con,eguenza diretta dd l~amc del hpndo. Cambiamenti dcll'inten~ìt:i d i fluo re-
scelati in una cuvetta fotometrica. Quando il ligando si lega al recettore, le particelle ~ provo- scenza ( ~ \engono u11hzu11 per nusurarr al legame del lig,l(ldo, ,tudiato in fun zio ne
cano l'emissione di luce da parte dello scintillatore. La luce emessa è rivelata da un fotomolti- della concentrazione di lii:ando ( uuhz:z.ando I F,rafi, 1di $.:.ai.hard o Lineweaver- Burk p er
plicatore e quantificata, permettendo quindi di misurare il ligando legato. Il hgando non lega- calcolare I valori d1 K4•
to, distante dalla superficie delle sfere di scintillante, non causa l'emissione di luce, dato che le
• Induzione di ani\Otmp1a d1 fluorcxmu (l'am'>Otrop,a e la uriu1one d 1rezion.ile nelle
particelle~ a bassa energia, emesse dal hgando non legato, sono assorbite dal mezzo di reaz.io-
proprietà o ttKhe - ìn que,10 ,a-.o la tlUttre,,cnu - lungo l'a~ paralldo e perpend1colare):
ne circostante (par. 14.2.2).11 legame può essere seguito in modo continuo.
in questa te..:nica ~1 mdu,c tluo~<'llza utilizzando luce (blu) polarizzata , u un piano. Le
Spettroscopia di fluorescenza Recentemente, l'utilizzo di tecniche basate sulla fluorescenza mole..:ole d1 tluoroforo onentate p.ir.illdamente a qu~to piano ,aranno eccitate in m od o
s1 è diffuso sempre più; queste tecniche, infatti, sono ultrasensibili, non richiedono la separa- prcfcre nzi.ile. '>e akunt' J1 que,te nll,le.:ole ruot.ino dopo l'as't0rb1mento della luce, m a
zione delle frazioni di Iigando libero e legato e permettono d1 studiare il legame di pochi li- prima <-he an cnga la fluore ,,cnza. un.i pJrte Jdl.i fluor~cnza m ultante -.arà depolanzza-
gandi, o addirittura ligand1 individuali, e singoli recettori. I principi generali della spettro- t.i (lioè no n ptu , u un ,ingoio piano). L'mten,1t.1 di que,to fenomeno può ~ere utùizzata
scopia di fluorescenza sono stati discussi nel capitolo 12. l metodi sono basati sulla fluore- per dedur re m formanom circa le J1men,1om, la forma e la fl~~1b1lita della proteina che
scenza mtnnseca dei recettori oppure sul fatto che al hgando o al recettore è stata attaccata porta il fluoroforo. Può .mcht• c,,cre ullle per ,cguire il legame d1 un ligando alla pro teina.
u~'adeguata molec~la fluorescente (fluoroforo). li fuoroforo viene generalmente legato chi· L'intcnsu .\ di fluore,ccnz.i, 1ene nu,urata pJr.i.lldamente (,1oè ,ullo ste,,o piano) al piano
m1camente a gruppi funzionali, per esempio: ammine, uoh, alcoli e carbossili. Tra i fluorofo- dell,1 Ju.;e polan z ata .1,-,orbit.1 e a un angolo retto mpctto a esso. Da que, te due misure s1
ri comuni sono compresi fluoresceina, rodamina e il colorante Fluo-3. In alternativa, .ii re può calcolare il grado di dcpùlanzza21one d1 tluore,(e_nza e, qumd1, I a111~ trop1a d1 fluo re-
cettori si possono attaccare, con tecniche di ingegneria genetica che non alterano Ja funzione <
,ccnza . Entrambe Ie gran u~ '~ne -ono
•
c:,pre,~·
come differenza tra la fluore~en
.
za parallela
.
normale della proteina, la proteina fluorescente verde (GFP) da Aequorca \'lctoria O la protei- · d Il I
aI piano e a uce po an I ·71a 1a a~l1rb1ta e quella a h'O perpend1.:olare; la differenza viene
_ . . .
na fluorescente rossa da D1scosoma striata. Il vantaggio principale nell'utilizzo di una di que . e della ,omma della fluore¼enz..i nei due p1Jm
espre~a co m e una tu nz1on ·
ste due proteine autofluorescenti è rappresentato dal fatto che non è richiesto alcun cofattore · d , di cnt"' a di fluore....enza per rnonanza FRET 1. Que<,ta te..-
• In d uZione e1t ra,u:nmen o 1 ·< , . •
per ottenere em1ss1one d1 fluorescenza; quindi i protocolli spenmentah ~ono relativamente I re •cuore proteico d1 due fluoro,on (m tnn'-Cc1 o e~trmse-
nica s1 ba~a 5uJl.1 pre,enza en t ro 1 '
semplici. La fluorescenza intrinseca delle proteine è dovuta alla presenza di residui di tripto· al h lo ,pcttro di em1~,1one d1 uno e o spettro I ecutaz1•o ne
• 1 d •
fano, 1 quali, essendo idrofobici, sono normalmente nel domm1o interno deU t · I c1), m po\lZIOnl dis11nte, t ilc:. e te ·ond1Lioni la lu.:e eme5!>.1 da. u n fluoroforo puo es.,c-
· · · 1•· · d fl a pro ema. n dcU' alt ro SI Ml\-rapponnano. n que~ ' '
e parte della ,ua em1\,1onc. Que,to proc~,o
tutti I casi mtens1ta I uorcscenza, che può essere dovuta a un• m d fi · :, .
• • _ • u o 1 1caz1one in un am ò e--..ere eme-sa <-0 m
mmoac1do nel sito attivo, e non direttamente al triptofano, è sensibile all'intorno chimico re as~orb1ta da li aItro e pu .mz.t. la ,ua intem1ta è proponwnale a 11R'
. to di energia per nson ' ,
del fluoroforo, così che anche p1c.:oli cambiamenti conformazionali indotti dal le ame del h è i:h 1amato 11 .istcnml'n , . Ieg.ime del hgan<lo al rec:.:-ttorc pml mdurrc cam -
..1 .
11
t· · due tluoro..in. ro, oc.ire una, an.u1one d1. R.
gando p ossono caus.ire: g dove R è 1a w , tanza ra I
000
b1ament1 con forma1ionah che P0'' p
B!OCJIIMJU E BIOLOGU MOLEClll.'.11.E RtarnuRI CU l.l LMU DI l.!t\lBAA.'-A
ns
~.,9
minare i dati emetici Qu ,. •~
Ll ,pettrot,..up1a di fluorc~cenza ri~olta ne:I tempo ( fRFS) è basata sull'uso_ · di
. un fluoroforo
d l' . t."S.., tecnica e 5
legato all'europ10 e permette lo studio dei tempi d1 vita (da m1lb!,econd1 3 minuti) e~ 1s~all ton prc~cnt1, 1fcnom d d lald ...11l122ata h
t•ru I esens ~nzz.iz anc e per ,tud1are il numero d1 r«:et•
ecciuti del fluoroforo. Può distinguere tra il hgando libero e quello legato e può fornire imd · cflomc pulrle ll'int~rnahu.i1Jone Dopo'a,er :~netet I mteraz1one con le proteine G e le arre,t1ne,
portanti infomuzìoni sui camb1amenu· con,ormaz1ona
e · dotti nella_proteina dal legame e1
1·1, m u,so ce u are in goca I 111 uato IJ m1,ur ,. .
, o me e raccogJierde ll a.zione, e po,,1b1le ~uddi\ldert' il
bgando, e sul processo di dimenzz.u1one dei recettori sia m i·rvo Sta III i·llro ( par. I 6. 5.2 e tro,tat1camente e ,postando!
- e an un uecoghto d
,e ule d1 un determinato tipo e d
an.:an o1e e1et-
··
16.5.3). S1 tratta d1 una tecnica sempre p1u utilizzata neIl'an a1·1q• au tomatizzata rapida d1 com- tecn1_ca chiamata sep.u.uione di et _~tare I frazioni Su questa pro.:cdura è fondata I.i
posti per genomica e proteomica (par. 8.5) _ . scrnu!-Act,vated C~l/ 5onmg ull atti, z1one d1 Ouorcscel12ll ( FAl.S, Fluort-
Una delle \mutazioni maggiori di molte delle tecniche usate per lostudio d~l le~ame recet-
tore-ligando è che possono essere utilizz.ite solo per studiare la posmone dcli equihbno fina- Sprttroscop,a d, rrso 11a11Zil pia
. ,momca d1 suptrfic,r I"PR I
le, e non sono adatte per analinare le costanti d1 velocità per la formazione e dissociazione del esame viene 1mmob11i1..uto sulla ......r. n que\ta t«nka il ~ettore in
• SUr-rnUC d1 un )(Il -
complesso recettore-ligando. Questo svantaggio, insieme al fatto che molu d_, quem_me'.odr su un vetrmo, tramne forni.anone dI ~re, per esempio uno str.ito di idrogel
1 1
sono lenti e difficilmente automatizzabil.1, h rende inadatti per studi npellhvt d~lle c1~e_t1che mento cov_ alente uin rea<>enu qual comp ~ biouna-a\ldma oppure mediante a~..:oppia-
fi1a d I affi ntta (par, 11.8.2)., i anunmeo tmh s1md1 cli. I
del legame recettore-hgando. Sviluppi recenti nel donagg10 genie~ hanno reso dispon_ib~h re- (Ftg. 16_b,tJ La con,m · a qu I uu 1ua11 nella cromatogra-
cettori clonati, anche con funzione fisiologica sconosciuta, da utilizzare come potenziali ber- te uulinata è 1-5 Il!: mm Il _ tranone superficiale d1 recettore tipi.:amen-
~ ~lbOre lonn. uno SITTto · • Il .
sagli per nuovi agenti terapeutici nell'industria farmaceutica. Ciò ha stimolato lo sviluppo d, una soluzione acquo'>.1 del I d m una ,e a a n11uoflu,~o e qu1nd1
igan o puo Nere pompati m modO
tecniche automatizzate, per lo studio delle mterazioni b1omoleco\an, che non utili~o mar- perficie del recettore immob,lizz.ato F conttnuo attraverw !J 5u-
166
catori fluorescenti o radioattivi. Pemò sono ora disponibili in commercio strumenti dedicali gando sulla superfic·1e ,,ene mantmuu Il,: a un,~
bl. In qu~to modo. la con,cntrazione del li•
ta eh
per questo tipo di studi; i quattro tipi pm ,mportanl! saranno discusSt qui di seguito. la concentrazione del hi:.mdo ,ucol21ttc. \'arub°:_e ,os nte, e può t"<..Sere ,:3nato al_terando
, w co~ temperatura, pH e torta 1on1ca !.Ono
accuratamente co~trollate, come pure la durati dcll'e,.po,wone del recettore al hgando So
Citometria a flusso Con questa tecnica si eseguono misure su cellule individuali mentre flui- stlt~endodla soluzione del ligando ron una ..ohmone tampone, e pos:.ibile studiare la d;s,o-
scono attraverso un gruppo d1 rivelatori. ln genere le misure si basano sulla fluorescenza, uti- c1az10ne el hgando legato.
lizzando I pnnc1p1 discussi precedentemente. La tecnica era stata sviluppata per permettere la Il legame del ligan~o al re.:enore detellTIID.l un aumento d1 m<b-.a sulla supcrtì.:ie del sen-
separazione di una popolazione mista d1 cellule, ma è stata poi adattata per_ pem1ettere _lo stu- sor~, mentre la diswc1az1one del l.i);ando .:au~ uni ndunone di ma,~ , u\la superficie. Que~te
dio di vari aspetti della funzione dei recettori, tra cui anche le interaziom recettore-ligando vanaz1om d1 m~ sono re,pon'1b11i di cmibiarnmu dell mdice d1 ntru1onc del mcuo sulla
sulla superficie delle membrane cellulari. li grande vantaggio è rappresentato dal fatto che s1 superficie del ~en:.ore: ~no que,,t1 runb121t1,-nu ddl'ind1ce di rifrazione che vengono misura
effettuano misure su cellule singole con velocità fino a 10000 s , e ciò permette d1 calcolare m ti, dato che il loro, alore dctmmna la ,-do.:1tà di propa1,:mone della radiazione elettromagne-
modo accurato i dati della cinetica d1 legame. hca in quel meuo La nmur.1 ,1 ttN ,u un lrnomcno chiamato nsonanza pla,moruc.i di ,u
Esistono due configurazioni di base dei citometn. Nel modo a miscdamento coassiale, P<'rfì1.1c (SPR) e ,ul pnnc1p10 della nl1.-ss1onr mterna llllak (TIR) della luce. OI termine pla-
per spostare I reagenti al punto di rivelazione nel eliometro, si utilizza un processo noto co- smonico 111d1ca un 1m1eme d1 clettrom d1 condunone in un metallo o m un semiconduttore.)
me focahuaz1one idrodinamica. Man mano che entrano nel c1tometro, che è essenzialmente Quando la luce polanuata è totalmente ntl~ mtemamente a una interfawa che ~epara due
una cella a flusso, getti separati d1 reagenti sono portati nel flusso coassiale per meno di me1z1 con d1vcr~o ind1,c Ji nfraz1one, ti raggio nONo emette un ,.unpo elettrico, chiamato
iniettori. I getti di reagenti attraverso 11 citometro sono circondati da "pareti" d1 terreno tam onJ., d1 1.ampo l'\Jnc,Ct"nlc, nel mruo,on mJ1,ed1 nfr.uione minore (in quc~to caso 11 liqui-
ponato, che s1 muovono pm velocemente e fanno in modo che le cellule fluiscano come una do contenente ìl rc,euorc) JO\·e c:~..o de.:adc rnn ,cloc1tà C">poncnnale e percorre wlamente
fùa singola e che il flusso non sia turbolento. Nel flusso coassiale I reagenti sì miscelano per una Mngola \unghenJ J "ond.t <,e .i.llintcrta,m fra i due mezzi è pomionalo un ,ottile strato
d1ffm1one. In alternativa, i reagenti vengono iniettati, con siringhe azionate da motori con di oro, t., sua nu,ola ekttrom,a può entwc in risonanza (da qui ,pettroscop1a d1 ·monanza")
trollau da un computer, simili a quelle utthzzate nella tecnica a flusso mterrotto per lo studio per interazione con \J componente polarizzata ~ul piano dell'onda ev;mc,;cente Que,ta SPR
delle mteraz1oni en71ma-substrato (par. 15.2.3), in una camera d1 miscelazione e successiva aumenta il campo dell'onda cvanc!>(entc \F1g. 16.6b) e, contcmporanc~mente, ca~!>a unJ d1
mente nel citometro per mezzo d1 un'altra siringa. Anche qui il flusso di reagenti m1scelat1 at• · ·
mmuz1one e a Iu1.•e polarÌZlata nflcs:.a planarmcnte
ne li'"mtens11à dli . (F1g. lt>.6b).
. .L:angolo
,. del_
traverso il citometro è circondato da una "parete" dì terreno tamponato. • . - ta SPR din.•nde da dtvm1 latton, uno dc, quah è I tnd1Ce J1
raggio 111c1dcnte a .:u1 an1cnc que. F" .
li c1tometro contiene una o pm sorgenti luminose (generalmente co~tituite da laser a lun ·r .
n razione nel quale ~1 propaga on
I' da evan~ente Come precedentemente ~piegato, 11legame
· . - f · · d Il d
ghezza d'onda fissa, m grado di far fluorescere la sonda attaccata al ligando) situate a 90° ri- . biamento d1 md1ce J1 n razione; qum 1, contro ,m o
spetto al flu~so e focalizzate sul flusso delle cellule. Una serie d1 lenii, filt n e fotomolt1phcato• del hgando al recettore cau,a un ,am - trallonc continua in tempo reale del lega-
l'angolo al quale ,wv1ene la SPR si otttcne una rcgis
ri permette d1 analizzare la luce fluorescente e rifless.1 a 90° e 180° rispetto alla sorgente lumi-
nosa, entro 100 ms dal m1scclamento. Modificando il punto di misura è po$Sibile variare il me recettore- hgando. , ma di cuneo mdmzzato ,ulla ~upcrfic1e del
tempo di miscclamento, mentre umb1ando la concentrazione del ligando si possono deter- S1 ut1 IIZ7J un raggio dI luce polmaatal,iton
a ,or ' .
ddla luce rlfk"a. Controllando m c<1ntinuo
\Cn~ore (Fig. 16.6b), e un gruppo di me
RII 1:TTORH llUI.ARl l>I MI AIIIRANA
BIClO{l)II~ l ~1,>UX.IA MOUCOl ~R[ :73 I
l'angolo SPR m lunzmne del kmpo e m
Fig. 16.6b, e) e lOO un,1 ap I I\Ur,mdo 11 ,cgnale d1 risonam.i (il uicnsogr:imma" m
I rnpnat.i Lahbran one I • .
calcolare le cost,lnll di lcganie e le lO - e m~ure po~ono essere uu11zzatc per
• L 'angolo SPR è C\prn\(l d Slanu di ,d0<1ta per l'mtcraz1one recettore-ligando.
· 1n unita I r1>onam..1 (RL' d
L..--~-- Oestrano a un cambiamento di m
. d f;
I, in mo o tale che 1000 RU cornspondono
ass.1 aIIJ ,upcrfiue del ~n:.orc d1 circa I ng mm 1. 1vantaggi dellii tcc-
I
nica nMc ohno neò atto che non richiede d1 m.1rcarc le molecole con :.onde fluorescenti o ra•
• - - - - Anehta
d 1oatt1ve, e e pu e~~ere usata n.-r stud
r . 1arc piccoIe moIccole fino a un minimo d1 100 Da) e
che può ~sere u~ata con solu11om colorate Oopa ·he Olt I d ' d ila ·
tica delle intera/Ioni recett ,I .' re a permettere o stu 10 e eme•
. ore igando, questa k,mca può e,\ere uuhzut.a anche per studiare
le mteraz1om . ,rnllcorpo-anllgcne e proleina,proteina, Ia tra~m1ss1one del segnale fra cellule e
- oro
per idenufìcare danni al DNA. F: ampiamente utihu.ata nella proteomica e nella ricerca e .svi-
luppo di nuon farmall Oggi e anche pO\\lb1le accoppiarla con la ,pettrometna d1 massa
MALDI-TOF (par. 8.5)
L.i spcllroscop1a ù1 n,on. 1u plasmomca a 1da d nda PW R, Plam1011-h'avtgu1de Reso-
11a11ce) è \!rettamente correlata alla spet1ro,lop1a SPR. In que\ta tec111ca lo strato di oro o di
lntens~[
Sorgen:.~
argento è rivestito con uno spesso strato d1 s1hce che s1 comporta come una •uida d'onda (un
Cbl
lumlnoaa# } "1i
~
Angolo
...
apparecchio per la propagazione della radia11one elcttrom.ignctica) . li vantaggio di questo ~i-
stema è che le rison.mze del metallo possono es¼'rc indotte sia dall.i luce p-polanuata, nella
f Seonele d:,..--- quale I vettori clcttnc1 sono polann..1t1 perpendicolarmente alla superficie risonante, si.i da
Sonsorecon
strllto d'oro
•:ri Tem~
luce s-polarivat,1, nella quale i vettori elettnCI sono polarizzati m modo parallelo rispetto alla
~uperfìcie risonante. C1ò permette d1 studiare le proprietà anisotrope delle molecole -.1cme al
lo strato d1 silice e permette dt dedurre informa11om sui cambiamenti conformaz1onali indot
Sensogramma li in queste molecole, per e!>tmp10 come conseguenza del legame del ligando. E un.1 tecnica
piu sensibile, rispetto alla spettroscopia SPR, e può essere utilmata per ~tud1are cambiamenti
conformaz1onali m doppi str.ill lipidici L'n singolo doppio strato hp1d1co è deposiuto sulla
superficie risonante e 11 recettore viene mserito uSJndo una ,olu21one d1 solubi~i~1ione con-
tenente detergenti. Sullo strato ,,ene fatta pass.ire un.1 solu11one contenente 11 h~ando, p_er-
Segnale di mettendo COSI di studiare il processo d1 legame Studi d1 questo upo, con recett~n accopp1_at1
rtsonanza IXRUI alle proteine-G, hanno dimo,trato ,he si pos\ono fa,ilmente distinguere agomsu, agonisti m-
Id 18
• versi e antago01st1, m b ase a1cambiamenll conforma11onal1 che mducono nella membrana. In,
· I · · t mverM aumentano lo spessore della membrana (gh agomsll p1u
Otssocl■done part1co are, agonisti e agonis 1 .
. ) d. un allungamento del reLcttore, mentre g1I antagoni~ll non
deg1I agomstl mvers1 a cau~ 1
R,gencrazoon• provocano alcun cambiamento (p.ir. 16.2.1).
I Quc~to metodo per lo \tud10 del k-game rc:cettore•h•
Tcrnolog,a de, m,cro,irray 11 prot<"'."l . . h t I uano piclole qu.mtità di moiel.:ole
Concentr■none . o che sistc1m d1 ana1is1 e e u ' '
gan d o è basato suI principi b ( e ettore) pt"~ono c~,erc p1u sens1b1h
d 1· I . à d1 molecole er~g1io r l
1 1gando e picco e quanlll dt volte piu dc\ate. In quc~to ~i~tema mm1atu-
de1- s1~tcm1
. . h .. ,,uantttà ccn1ma1a .
e e ull11nan0 -, . ,la sui•erfiC1e di una fase ,olida, m genere
ob1h1.uto ,u un.i p1lu
rinato, il ligando viene 1mm ~ multanti il hgando e lOntcnuto a un'alta
100 200 300 .coo 600 600 . ... •Ile 'm1cropo,171om '
un vetrino denvat1uato. "e lt pie :ola li ,'ttnno, iene ,ucle~,l\amente m
TernpoW . )
d t·n~1tà (1.onccntranone , ma In qu,1nl1tà mo o ' ·
sonda nuorc,ccnte, e akunc delle molcco-
cubato con il recettore, m gencr
. e marlato cim und om coprono una superh-ic - I I
mo to p1c.1,;o a.
1W1L1 pu on1 a duupafi 1e (a) ',uperfiC1e Jtt •clup• Kn I' 'eh~
1 k ffillropm1n I I
mb1.1rr1nt1:o d 1 ta ddl.t I e nfleua in fon ione ddl angolo d1 in le ben,aglio \crranno legate. 0 ne delle molecole bersag 10 ne camp10
dia conc<ntraw> I C ,._
dJ r n:uu..a ..omc fun210ne dd tempo. (cl S<-n-.o· nnn M , e rifila ,tk una v,ma11one 11 ba,...i e I altinll~ d1 legame .i la 1ò" vcro
re AB.Up~ s~ u web 1 ,,rww hucore com I ne J1 partcnZJ slJ
ne, anche 4ualora la conccntraZIO
Jlf,CETI ORI Cl li l I ARI DI Ml MBI\A1V,
RIO< HIMll.A I BIOLOGIA MOii( Ol '°'RF
732
733
pur.. hè meno dt O I K.i delle molecole di ligando Mano legate nel complesso ( dove KJ è la co- La differenza tra questo e il 1
, . egame totale d il
vaIore "' sono vane po,\ib I
stante d1 dissoaa21one del comple~so). Il complesso ligando-bcrsaglio viene poi quantificato
medi;mte metodi fluonmetric1 e la procedura ripetuta con una serie d1 microposizioni di d1-
ara legame s
tl legame speCJfico del liga~~~ !'er valutare I dal!. La p,u !:' ;;;~ ~;a
fì
volta noto qu~to
menstom crescenti (aumentando qumdi la conceotrmone del ligando), ma tali che la densi- accurati ~ono quelli basati ~u IO:unnone del legame totale del 1· rrtarc IO gr_atko
tà delle molecole di hgando rim.mga costante. Se dopo ogni incubazione il recettore in ecces- 16.4) e tl grafico d1 Linewcave~rBa '--~ 1,1nean come il grafico d1 s~!~~aord.~(1etod1 _r1u
il fi d H·11 • ur._ equaz I - • c:quaz1onc
so viene lavato, il complesso rimanente può es~ere analizzato con spettromctna di massa gra ico i i (equazione 16 9) mne 6., ). Inoltre è po, ibil il
·d · · per otten ' e ut IZUre
SELDI (Surfaa-Enhanccd Laser Desorption and Io111zn110n). Nella pratica, le microposizioni I d ah envati per ognuno·" ere una ,11mi della co tant di H Il h
w qu~u tre grafi ' e 1 • •
sono immobilizzate sul supporto solido io righe, permettendo l'analisi simultanea d1 cenll- tCJ sono mo,tr.th nella tabella V<'<
,-.,uente:
naia o anche rrugliaia di campioni. [l.tgando 1nMl
-1-0 60 80
Pntch clamp,ng Questa tecnica risulta particolarmente utile per studiare la cinetica e la l:!O 500
Ligando legato 0.284 0.365 1000
struttura di recettori coinvolti nell' apertura, attraverso la membrana, dei canali ionici attiva- pmol ( IO" cellule) • o:4; I 269 2.1-17 2.190
ti dal ligando o dal voltaggio. Tale tecnica prevede l'utilizzo di una m1cropipetta di vetro, la
Legame non 0.054 0-068
cui punta ha un diametro dell' ordine di pochi micrometn, contenente un elettrodo ad 0.0S-4 O 142 O 243
specifico (Bml O621 I.Hì 1460
Agi AgCI, della soluzione di Ringer e, quando necessario, il ligando in esame. La punta della
pmol (106 cellule) ,
microp1petta viene portata a contatto con la membrana dJ una cellula e viene qumd.i applica-
to un leggero vuoto; ciò determina la formazione di un sigillo con resistenza elettnca elevata Legame 0230 0,19- D..337 o405 O 513 0.648 0.ìOO 0.ì\0
specifico (B,)
( 10' ohm, da cui sigillo gigaohm), che isola elettricamente un'area di circa 50 µ m2 • La posi-
pmol (1 ()6 cellule) '
B,/[LJ X 101 5.i5 .f95 4.21 33; 2 56 1.30 0.ì0 0.43
dm' (100 cellule) •
ESE\t PIO 1 1/B, 4.35 3S 1.9i 195 1.5-4 1.-43
Analisi dei dati di legame 1.37
pmol (l06cellule) •
DOMAP\OA 1/[L] (nM) • 0.0250 0.0.-0 0.0125 0.0083 0.0050 0.0020 0.0010 0.0005
Il legame di un agonista al suo recetto re d1 membrana in cellule intatte è stato studiato 18,_ B_) 0.52 0.45 0.413 0.345 O.B, 0.102 O.OSO 0.020
come funzione
d" della concentrazione
. di ligando in presenza e m assenza di· un Iargo pmol ( IO" cellule) 1
eccesso I un antagonista com petitiv~ non marcato. In tutti gh esperimenti la quantità B,/(Bmu B,) 0.44 0.bt> 0.816 I i-4 2.11>4 b 35 14 00 36.50
dt hgand~ legato era tal~ da non '."0?1ficare m modo significativo la concen trazione
totale d1 hgando. Quali mformaz1om quantitative sul legame del hgando al r 11 · log B,!(Bmu B,) 0.356 O.ISO 0.08l> 0.070 0.335 0.803 1.146 IS62
· ·d • ccc ore s1
possono dedurrc d a1seguenti au? log [LI I t,0 I.i8 I 90 2.08 230 l.iO 3.00 3.30
[L,g.i.ndoJ (nM)
li gr.ifico iperbolico consente I.i stm1a del leg.une ma~1mo d1 hgando, B,,,... Tale valore
40 60 80 120 200 500 1000 2000 ~ circa 0.75 pmol ( 10 cellule) . Qumdi ~1 può ~timare K4 risalendo al valore di (LI,
l 1gando totale lrgato 0.284 0.365 0.421 0.547 0.756 1.269 2.147 2.190 che dà un valore di legame del l.tgando ugu.ile a 0.5 Bn "Ctot 0.375 pmol ( 10 cellule) 1_
(pmol (IO• cellule) 1)
ln questo modo si ottiene un v.ilore appro~1mato per K.i d1 100 nM.
L1gando legato 0.054 0.068 0.084 0.142 0.243 0.62 1 1.447 1.460 Un grafico d1 Scatchard ottenuto mediante regr~1one lineare fornisce un coefficiente
in presenza
d1 .1ntagonista d t correlaz:ione, r, di 0.996, B__ d10.786 pmol, IO' ,cllule) e~ pari a 97 3 n~i
comp<-'ttt1vo Un grafico di Lmewea,er-Burk d.ì un coefficiente di com:lmone, r, d10.998, B ...
(pmol (IO•cellule) 1) di 0.746 pmol ( 10• cellule) e K,i pari a 90.5 n11. S1 noti che,; sono delle ,.uiaz1om
fra i tre gruppi di valori calcolali e che quelli ottenuti con il grafico Lioewea, er-Burk
RIWOSTA sono prob.ibilmcnte 1 più corretti potche I grafici di Scatchard tendono a ~ovra~timare
Per nsolvere questo problema occorre mnao1i tutto cale0 I 1- en trambi i valori, quando i dati di legame sono ~oggem ad analisi con regres~1one
ligando al recettore (B ) L'utilizzo di· u 0 1 _ are 1legame specifico del lineare. Il grafico di Hill basato su un ,.ilare di B ,il d10.75 pmol ( 10· cellule) , ha dato
' • · argo eccesso d1 anta · .-
marcato permette d1 misurare il legam• fi
~ n 0 n ~peci co.
gomSla com petttJvo non un coefficiente di correlaz.ione dì 0.998 e una prndenza d1 l 13. Que~to, .ilore (OtnL1dc
►►
con la costante di Hill, h
1110<.IIIMII..A I BIOI.OGIA M<lLU.:01.UE RLf.[l"TtlR! ClUL'L\1111>1MUtRlA)';~
i34
735
1- -+-i~o
Osc1lloocop10 l_
Elettrodo Temp0 - --~--
• pipetta Amplificatore çMtch c/amp figura 16.8 Un Nmptodicomea ,
le ,.1lta fra due ,·alon meJ1 uand rsarc 1attniUd1un WJgolocan~, ncll'
della corrente e dell'ordm..~ 1 ~ can~ 11 apre Un'tllo •nknorc), ~, eh~7o~10. Il lh~llo d1 .:omn•
mfunzionedel 1tpod1c.inJle ip,coampcrce~safadtt1cm tcn 11·'u' i,c osuper,ore) laKil.a
Elenrodo ,nsento
to Pmch Clamp E/wropl-,,Ho~R,rprtlllotto da A ~lollemao 1200J[ Pa,;h
• •
~m!
dc, m1/ll1\C\:ond1,>«0nJ1,
, con ti Ptnneuo di lohn \\ il . J _ "'r·1lf: an nt10d11e1ory Guùi~
~ an Son, Lt<l)
nella soluzione che
bagna I• cellula
Fìgura I b.7 Dtagramma per un app.nalo d, p~t<h d.imp m modahtà d1 voltaggio Il potenziale fra un del•
tmJo J1 ntenmenh>e uno d, ml\ura, iene confrontato con un pot(n11~e d1 riferimento Vi.,w. La corrente è
1ntrodott.a attr.an:rw un cm uno d1 .1hmenta11one fino a quando 1due potenziali sono uguali li flu~~ 1001 Agente perforante presente
co .aun ,cN>la membrana è quindi rappresentato d.111.1 corrente msent.a, nec~na per mantenere 11 \'.alorc nella soluz,one 111"1nterno
dt \ bolJ tri, due ekttrod,. j R1prodo110 con il con:.<nso d1 A Molleman. Um,er"t) o( Hcrtforilihire.) della p,pena
~- - -- ►
'~--
clamp) o, \iCe\a-..i. la registrazione dd potenziale, controllando la corrente (curri:nt clamp ),
a liH:Uo dell'area della membrana (Fig. 16.7). La prima op11one viene utthzzata più frequen-
temente della ~,onda, m quanto l'att1vit.ì d1 molli canali ionici è determinata dal potenziale
d1 membrana. St I arra di membrana .rnahzzata contiene solo uno o pochi canah ionio, e • distacco
lei Cellula intera
po),1b1le rtg1)tr.tr< le rnrrenti ionic:he attraverso i smgoli canali l'm1ens11à di que~le corren-
11. che permangono per pochi m1crow1.ond1, è dell'ordmc d1 alcuni picoampen: ( IO A). Le
trac~e ottenute dallo ,tudio d1 canali singoli mostrano i caratteristici salti i\tan1ane1, che rap-
A$p11az,one
prc,cntano la trammone tra lo ~lato "aperto" e quello ~,hiuso•· del canale 1omco (F1g. 16.8).
l'n grande pregio d1 qut~la tecnica è r.ippresentato dal fatto che sono p0~\1bili molle confi-
gur,m oni (Fig. 16.9 ), ognuna con i propri vantaggi. tra le quah \cegliere m funzione degli
oh1e11i, i ddlo \tud10. I a configura1ione 011w,ie-our è la più adatta per lo ~tudio dell'intera-
11one d1 un gruppo d1 hgand1 con la membrana. I: anche po,sibile studiare l'effetto III si111 di
una , ingoia moklola.
lei Area recisa della mem brana
'>ludiando l'intensità e la d1re11one della corrente, in funzione dd gradiente di concen1ra- Id) Area recisa della membrana con ,I lato esterno rivolto
11t,m• 1on1ca. ~1 può dedurre 1'1dcnu1à degli ioni che llui,cono attraverso il canale. Per e\ctn- con il lato interno nvollo verso l'esterno
verso l'esterno
pw. una LOrrenlt' di I.O pA attrJ\eN1 il canale per I nh è equivalente al movimento di circa
r, di ul, dmnp In tb), (.) ed (cl~ m= ,ul b10 <Xlmellu'3~
7800 a1om1 d1 , ud10 per canale plT nulhsccondo. Gli ,1ud1 d1 platd1 .lamp hanno dimo,1rato tgura 16.9 lonfigur,wont per tc,.11J,hc poi mb1.1to durante una regis1rwunc :,.,'dia ,onfìgurmonc
che ti numcro dr tao.ili m ugm membrana tdlulare è ba~50.
(d) ti l,ito 1111r.1celluluc puo rsserc mampo
t
della membrana cht· ,1 sta ,tuJ1Jndo può ~,ere wnliguruiont (al, (b} l.i_S<.7ano 11 c,lopl,nma rclau,a
;'t,d~
\loUcman, Unn'tl'SII~ o( Hcrllon:lshm: )
mente mta1to.1 Riprodotto con 11 pcrmn-o 1•
NO< 111~11<..A I 81< )I ()<,I\ MOU:COUR~
nr dti rcettton a au~ Jdlr loro carattCT~cbc- mu!t~n. L'uso di fnmmmu JJ anll• U\'O~·oli. l
wrp1 monovJlenti fab (par. 7 1.2) può OStrt d'1usU10 ntl confcrnw-r .e" m rnlmmk' ipÌtga.ndo cuw ('\
studiando il t>ito d1 leg.imt dd lipndo
JI rt~<"'llorc puo tSS<'rc isolato <Wu .u.a mcmbruu trattmdolo coa dclaptJ t purifa..--ato 16.4.2 Dommi d 1 ~ Jn mr.r.,n
""On lccnichc com cnz 1on.tl1, 'J)t'O&lmt'111t' b cromatografia di affuuta am l«tl.JK'. la cromato•
grafia d1 affinità, util111..1nJo un anta&OnljU mmt llg&Ddo immobiliz;r.ato,oppurc la.:-rom.110• Lt- stnlrpc- ~
gr;itìa d, mtcruiont iJrofobi.:a. l~ protnna coo punfi..--ata. m una IIC>lunont d1 &tagmtr, c~ttori 1>0no mohl' 1 qurlr-
......~
41 di wfrofohl, ttA iw 6.4 t h&noc C'\
80 la nvmhnra t ~ r ~ oéb
• ......
...Q llllllr. -
..- ..: lr dìlr:
a mllW aalro.:ùrr M lll, f c!--Jt>
tr.amc Cù:il\l'r'l,Q cùdfurn
St
va, l'anati,i ddla ,'C'loaù d1 .t«linlentlltOM, ptrmettt d1 valutare la purtUI cxl C'IJIV!IOnt
t di stunarr b m~ mol«nlare rcLttìva cxl rrctttort, awmdo tnfonnanoni sulla fonna dd
-..i- I
"""''..,_-=--; lt dar
~;un('.DtC' ~Ul bt nttfflO ddJa mrmhr1111 '6k, .ad.o dd
ti~
U llC!IIO ffla.<
dr lq;;amr- ddl 1MU1,
rcccttorc.1 unav1a, 11 lt-gamc dcllr molcco~ d1 dtt"Jfflk alla J"OlelOI p0IIOIIO complic•rt ... COmt lllU,.iltOtt dJ k)to;lftllllci t tlJtl 11Dp1C'pU Il 4 mdt 1 ~ l?UWl!u
l'mtcrprct.1z10nc dc:1 dati. Dopo <be t.l m&!Utort .i f kpt,) Il ~ 4 t l \Xlm:~liO M: IDarJIOrt
'WlnW' nJ'-1510 a tu.:.:· 11ltmlL-irtu. ..ht mdr ■ dir wtrp flOI a,.
• Crumau,grafia a r.sclusmnr ,,,o/r~rr Tronamtntr qu~ t«nica permNk d1 1ttm1tt I,
WlllmtmlCD[l' Ili '1to dJ kp:N f RO ~ llO dir ' Il lega a una
massa molr~olarr rei.uh.a, 11111..1,'t'I la &edt.a drllc pwtc1M d1 cahhrwont pub raJ'l'l'('Wllll G. La rt"gmnt' I'\ tmrunak. dawc. --~-'
rl' un prohlrma.
flGW cb(, pm,mu an1WpC' lDII WIO
• tlrttroforrs, su grl Ru:orrmd,1 ali.a l<'l."lllul che util11.1a 11 Coomauit bnllunt hlUC' JJ può ~ dcli rpadmnidt: t f
sumart I.a pul'C'ZU e li m;u,y molecolart rdat1\,1 dd rtt:e1torr l'.àuono dut" -rrro-,.,1 modcml alk dn damim di lrpmt' d c ~ o pnmo
Un.i volt.i puntìcato, 11 r('(t'ttorc può C'SiC'tt lmulliuato t la ,ua 1truttur1 dc1trmtnau wn Q>nmtr ndl mwprt b ~di.l!a :n.'rttl.1ff llOCJ cL 1,cgmv, u:ihmrdo poi b
cnst.1llogr;1tì.1 a raggi-X. l utta\ 1a, ~ molto piu frequmtC' ut1l11.Urt pmtnnt nromhmanu per ~ ruuttura; spcc.1hd.U \Ul ~ rooltuJian :;.::mm pC'f dcdum , dc!
questo gcn('ft' d1 studi cd~ )lato po"1btlt dctc-nniiurt la struttura at1t1llm.il di nn rC'\."ttton, 4lrf donuruo di lcpmc' l i ~ .;pro..i.ic ~ I analai ddla &truttun llllllliuu dd n:-
wmc- quc-lh pC'r mdopsma, glu11mm;ito, inrulma t il rrcc-ttol't' m<-ot1mco J'lt't' l'k"rllkolmi (;(' ~ tn p~rw r m as:~ dd lipnttl fudopn E.ntnmbt lfP'll'D pouooo rum
,trutturc <nstalhnt- hanno fnmllo una ~p1cgnione dn mrcunwm mo&a--ol.trt rcsponsat,Jli lltqr,Ut con ~tudi di m u ~ wto ~1:IK.I ,br pmncttoD0 iL art .. diu\r
lff donumo d1 lq;amt ~...,Jo ~ mttodi,..hr aDo $l1Jd!O dn m.-enor, cldLt
1tta:rroRI <U.Wt \RJ DI ML\lbRANA
BKX !UMICA I BIOLOGIA MOL[COLAJU:
740 741
• Dominio cxtraccl/u/arc Q .
chirubi è stato po!>S1bile identificare 20 sortoda~i carattenzzate da d1vcr\i domini extracellu- ucsto s1 protl'lld dal!
. ' · · lu · ·H,tema• del tipo lg o del u- contiene tutto, o in parte il sito di I e a superfiae esterna della memb
lan cont~nh nptegamcnll comuni, che possono essere ncc m ~ ' (game dd 1, d rana e
• Dom,1110 transmemlmma E gan o.
po fibronectma lii. _. . _ msento nel do . .
La scoperta che i recettori possiedono una discreta mobilità, e che vana~o o.;ostantemente contenere numero~ region 1 h pp,o strato hp1d1co della membrana "
. d. e e anrave~no n e puu
tra conformazioni d1vem:, mdu:a che il dominio d1 legame deve essere flessibile e non ngido ~• sene I anse. In alcum lasi qu-t. ~ petutamente la membrana, formando una
" e an:,e ,ormano al ( h
quindi. che I.a sua forma e la sua dimensione sono in qualche modo determinate an~hc dal h- per II passaggio deoh
<-
. Ia n1tmbr un can e e e può essere a=rto
10111 attra, <f\O ,,. o chiuso)
gando. Ciò spiega perchè, nel caso di alcuni recettori, ligandi strutturalmente d1vers1 possono anse formano parte del sito d1I .ma, mentre nel caso di altri recctton queste
egame per il l1gando.
legare con affinità simili. • Don111110 111tracellulare Que t
' a rl"'lone .:ito'>OI d Il
extracellulare del ltgando per 111 " J Ila e a protema deve rispondere al legame
ClaAificazione dei recettori della superficie cellulare • . . mare • pro..:e'»O d1 tr a.duzione del segnale.
Les1stenza dei tre dommi nei r--ett .
L'applicazione delle varie tecniche analitiche appena discusse, per lo studio della struttura '' on n 0ette 1a loro nat fi · •
forma un recettore possiede regioni dr 19_28 ammi ura an . ~allea. Ogm protema che
e della dimensione dei recetton, msieme all'analisi del tipo di trasduzione del segnale mdot- rali non polari, e altre regiom idrofili -h noacidi idrofobia, contenenti catene late-
to dai recettori, ha portato all'idenuficazione di tre principali classi d1 recettori della mem- g1oni 1drofob1ch_e, generalmente con~te, cnon,1~tdent1 ml catene laterali polari e ionizzate. Le re-
brana cellulare. . • ru ura a a -e rea '>0110 le r~; · b
sente nella porzione idrofobica ncca d1 .di , • .,,om transmem rana 111
• Recettori de, mna/11ot11ci controllati dal /1g1111do Sono responsabili del movimento seletti- r 'd' d li b ' ac1 gra~, a catena lunga, pre:.ente nel doppio \trato
vo d1 ioni quali Na , K e Cl attraverso la membrana. Il legame dell'agonista provoca l'aper- 1p1 ico . e a mem rana. Al contr,mo. le rcg1om idrofilKhe del recettore sono~ ste v
superfici mterna ed esterna della membrana do,e mteraoiscono e b' po e™> le
tura (gtHmg) del canale e il movimento degh iom attraverso la membrana. Questo movi- 'd
1
fil' La • • "' on un am 1ente acquoso e
mento ionico rappresenta una risposta rapida, a breve termine, che causa la propagazione ro ico. _necessità cl.i una regione 1drofobtca che Jttra\'er,1 la membrana è una caratteristi-
dì un'onda d1 potenziale di membrana. Essi possono essere eccitatori, e causare la depola- ca cosi pec~hare d,e• recettori che è poS1>1bile 1denufi,are le regioni tram membrana semplice-
rizzazione della cellula (per esempio il recettore mcoumco per l'aceulcolma e quello iono- mente ~ed1ante I anahsr ~ella sequenza ammmoacid1ca della protema. Le superfamighe dei
tropico per il glutammato), oppure essere inibiton d1rett1 o indiretti (per esempio il recet- recettori p~ssono essere nconosllute dal numero pre,;1,0 d1 regioni transmembrana che cia-
tore per l'acido y-ammmobutirrico, GABAA, che stimola l'ingresso del cloruro e qumdi scuna po~s1ede. La pre~enza d1 vane regiom tran\membrana può ~re la conseguenz.a della
provoca la npolariuazìone della cellula). Tutti I recettori di quC!>ta classe consistono di natura ohgo meri ca del recettore e m molti ~.c.1, la lun11one del recenore è collegata a questa
quattro o cmque subunità oligo- o eteromenche. La risposta prodotta da questa classe d1 natura oligomerica (par. 8.4.3).
recettori avviene m frazioni di secondo.
• Recettori accopp1at1 alle proteme G (GPCRl.) I recettori d1 questa classe sono collegati a Superfamiglie di recettori
una proteina G, tnmenca. L'attivazione del recettore attiva la sua interazione con una pro- Recettori con singolo do11111110 trmm11t'mlir,111a (JTM Appartengono a questo gruppo 11 re-
tema G, risultando nella sost1tuz10ne di GDP con GTP in una subunit.l; quest'ultima si dis- cettore per l'in~uhna, il recettore per l'EGP e quello per 11 fattore d1 crescila delle piastrine
socia dal trimero causando l'attivazione d1 una molecola di effettore, come l'adenilato ci- (PDGF, Platclt•t-Derwed Groll'tli J-rrctor), ua¼uno dei quah possiede att1V1t.\ urosm chmasica
clas1, che fu parte d1 un complesso insieme di meccamsmi dt segnala21one intracel\ulan. La mtrinseca.
rhposta prodotta da GPCR s1 ha nell'arco di minuti.
• Recettor, co,r atttv1tà protem cl1111as1ca Tutti questi recettori sono soggetti ad autofosfon- Recettori con due domrm tmmme111bm11,1 (2T.\f) I membn d1 questa famiglia hanno 111 co-
laz1one nella regione mtracellulare M1molata dall'agonista. Questa fosforilazione mnesca mune il comvolgimento di ATP· d1 comeguenza, sono spesso md1cat1 come recettori P2. Esi-
l'att1V1tà chmasica ctiretta verso proteine mtracellulari. La maggior parte dei recettori chi- stono due sottotipi di que~ll recettori: P~\ e P.'!ì. 1pnm1 '°no canali 1001C1 attivati dal hgan-
nas1c1 attivati catalizza il trasferimento del fosfato y dell'ATP ver~o il gruppo os~idrilico dt do, 1secondi sono recettori a"oppiatt con proteme G. In tutt11 ca.si v1 è un solo loop 111traccl-
una tirosina nella proteina bersaglio. Tale processo di fosforila21one controlla l'att!Vità d1 lulare e le estremità N- e C-termmali sono locahznte al dJ fuori della cellul.i.
molti processi cellulari fondamentali. Un sottogruppo di recettori hrosin chmasici trasfcn-
s,e il gruppo fosfato dall'ATP a un residuo di senna o di treonina mvece che di tirosina. Ree<'tton con tre d01111111 tr,111s111em l)m/111 (JT\1)
•
Questi recetton sono tutti canali 10111c1, atti-
~mpi di _recettori t1rosm chmasici sono rappresentati dai recettori per l'msulina e per vat d l 1· mnimoaodt neurotrasmctllton eccitatori come L-glut.un-
1 a 1gando, e comvo1gono a ,
I EGF. Le risposte mdotte dai recetton tirosm chmas1C1 avvengono m un intervallo di tem "" Gl' d ·1recettore per l'NMDA (N-met1l-D-aspartato) e 11 recet
...ato. 1esempi piu ~tu tali ~ono 1
po che varia da minuti a ore. tore per l'AMPA (a-amnuno• - d "t·S-mcttl-4-1sosazolo prop1onato). Contengono un
3· 1 ro.,,,
I I.J regione :-.l-termmale è extracellulare, mentre quella
Studi strutturali e te1.m,hc di clonaggio molecolare hanno nvelato che tutti i recettori della oop mtracellulare e uno extrace11u1are. di uesta classe ~ono omo- o cteropolimen e n
membrana cellulare po.,s1cdono I tre \egucntl domim d1stmt1. C-termmale è intracellulare. Tutti I rccettor1 q d - ..
d d e mole<:oIe I agoms....
eh•edono, per l'attivazione, 11 legame I u
112
:ltlmam tal q,illtffa "-81 .tran.smnn1mmo (4TM> Qucs&ì rrattOfl iODO tuttJ amb IIOlllO
~ Il r m
,rns:odlt
attivui da lapndJ c.orrdatl al reccttorr nicowuco ptr l'acdilcolim, aJ rt"CcilOrr pala ICJOCOm
~~mowa.-
adlUOJr,6t' ~Eaiu,àam,.
u (S.HT.l,al RCCUorr prr i. glicina e ai m-.ctton pa l'aado T-ll!1ll!llffl)buumro
GAJ$Ac). la hlW I aa le csuaniù N- e C - ~ sono atractllulari. Solo l a ~ TM.
<.,AB.",.! ax:mbna a, a,Tt'&. coa m..----.
IICgl(llllad
praa.a una arunura ad u-dia. raia ag -=hra fi-thme Il,. Lr
Crlrmdaur,psm:r:i
R«.mon co,i KJ aom,m tn1,u-,,,bra,ia (6TM) Al momento~ unnglu di m:ttton t lml'WD.
molto picrok. Due esempi, m1ramb1 canali aooici atuvau d.s bprnh. sono il rr'écttorr attn.ato ~IOlu..
Studi di
•-ww.-.
a..::ca:nwil
da lnoaitolo tnfosfato (IPJ f pmente ndla mffllbr.tiu mtracrlluw-r) e Il r«ettott \,mùlmdr
cDatochr.t ICit!..Uat:lllalit.
aam&o da capaicina. Ogni reccttott possiede tn- loop tntracdlulm r d~ r.xtract'llulm td
IIIUcmtmtC' fibr-:HUli haw..
entrambe le estrnniti N- e C-aamuuh wno atraccll~n
mtagnn_ ~ d i . . .ain
Reattori '°" Mttr domini rransmrmbrurra (ml) Questa~ la ptu ampu e diwnifiau fra lr lrpmcdc
diaffiiw.mìifDMdo
~aroébr111t1•
auperfanù~ di rcatton. Numerosi appartmmu a quoto groppa. ma non tutti, iOno a..--rop Uo
ICUIQDI . . . . . . .
piat1 a proteine- G. 01.-eni rrinu ~ggen 1000 :wo..'Yll con qua.t., &migliA d1 ~ n , .:o danoLa
~--- ndolt(OB
me gli 10111 (Ca ), gli amnunoaodi (gJut.unmato), le amnunr (atecolammint), k purin<' mmtR' b
blÙ!Wlill&,
(ATP). i lipidi (pro5tagunJmel, gh ormoru prptidìci {bradichuuna), ncuropq,tid1 (U.:hidu drltpmr I chriìb
ruM), chinine ( 1nterleudliru-8) r ormoni gbcoprocriò (OllDOIK' 5timolantc I, tuulcX', onno • qur
~.IIOI
L.Wrddit-oa
ne 1tunol.tnte I folliwl1). Ogni recettore h., tre loop atrxellulan e trr intracdlulari. l..a regio• Ima, mnfcmu!ldo dillC'mlro,
ne N-tn-minale t atracdl~. mentn:qudLtC-tmnmalcè mtncdl~. ra di affiruu con e::.;;;:::::_ r di 1J11rQtv
dd Ligmdo ai loop ---r---
ddlrgunr,
16.5 Meccanismi di trtiduzic>M d e l ~ O prnentl Ul .&!llllmnoa.::
rn-at1odlc ,
16.5. J Trasduzior,e dt'I wgnak ~di,mu "'""'' iott10 11ttrwm tlol lipndo I:.t[WJ:sJ
DO dcttnm dJ :, dd}orp
I ~.mah ion1~1 dltl\'all da hgand1 rapprcsmtano uno &i mccaruwni ptt il controllo dd arttorc-. li e lffl/7'\lolU)r dd "'
movimmto di wm attraveno u mcmbrilD.a, tn f ~ dd loro grad1mtc di concmtruione, b:a ,UIJM\Tmn
tr~ddb
rì~ultante in un ,ilmbaammto dtl rotmnak d1 mtmbnna TAie controllo dtl mm•uncnto io- tlqo \ IIIOA
ll'•ngl'O&l e do M ,\
nico t bag10 sul tipo d1 tonr (aruonc o c.atx>nrl, Mdl.a anca e aulk ~ ckUo ione. Il CU I rt' andh. LO
lbhue1 d a ~ AmlJl!D(:.a...ll:b..
legame del liganJo al rc.:dtort nello '1.ato d1 npo.o induce m qunt'ultuno un cambiamt'nto
llmlh,-,.no ~~
dai.henu dir
confornuzionaJe, che aiw I apertura dtl umk e, qwndi, il J>Uil8KIO dql1 ioni. li canalc n &nll?Uno&.:ufu.' t
mane aperto fino a qu.indo Il hgando Ylfflc nrnoao, oppurc fino I qu.ando, pur anoora r«'• ... COftkml.aU dJ
5l'lllC 11 hgando. ti rect'ttorr 11 c.onVttte nd AJO &t,to dcvnA'bdllUtO Dtl mommto che qunto
Studì di p.atdi dmap deliOMud.i~dd
meccanismo J1 truduzmnc l' md1pendente cLt quam.as1 altra compoll<'nU d1 membrana o caaaltllllll"\u --.--~-k~~~w~
molecola intra..dlulJrc, lii mposu ddla ceUub è qi.w, 1$1.\nUna In qucaa , ~ iOllO rom
presi molti recettori comvoltt nella tr&1mm1onc drl ~ tn neumm, tra ldluk glt&I, t'
neuroni e tra neuroni e cellule musro~n A +R .... Aa••
Utìhl1.llndo una clilssiliG11JOne h.uata sul num<'fO d1 Kgmtrttl tnnsmnnbnna flft'Sfflll tn
ogni subunuà (2TM, 3TM, ◄ TM e bTMJ, sono ruu 1denufiatt quattrc.1 M1pnfam'3llt' di u
nal1 10mci uttm,11 d.1 hgand1. I.a um1gha ◄TM t- qutlla studiata J'IÙ m &1t.it0 uno dn n1tnt _ . A rappmmu ra.:rtxoima r R rranm,::=.:nc:ut1rdllt11lldi lrpme po I aaucoun.a.
bn piu imponan11 J1 quest.1 dusc l' Il rtLettort' nKot1n1rn prr I •cetlkolnw lnAChR) l'f0n1 - , Ml ogt\l suburuU CL
IC' m gr.indc qu.intlll neU'anguilb e nelb riUU tlcitnu Qucoal1 rcce11on s,ono prnmll an...h(- I,a rmsunnone &.ne , Wt, 1-d.x,u pn ~ m-m: ba 6t'
ncne g1unz111m wicletnc:ht ncuromuscol.an dn mamm1fm, louhn.111 1ulla mrmhr•n• &-lb 111.Dibntr d \'l'kx u pn I apmm1 dd t IDIIIP1" &lit di fflout1 per rro
cdlub posh111apt1ui adiacente al llffirone sirwrucn, e ,ooo ,'"Olmolt,ndL, <ontr.ailOnC' mu "-> ID\'ttSO l ~ iJ (amblamc:: \ffiO La ~ pa b --~"-''---'""'
KOl.3.fC' I.a tossina a-bung.irotoS&tna, prodona da .alcuru attpmt1 fflmou," 1tp ln nwurra . . lllolro:>ta dJ !do d.all, L ;:rmW0W t ptl Y ~ dalJo mJ0 lpC1'tO 41
'->allo suto d....,.,,cu.....~-~ (.amt,~, K!DOmolllnmlldi apcrtur, rduUKU1
U:Cl!l11.IRI l flJ.l!iARJ OI MUIHR.\l;A
n JJOCJIIMI{ 41 Bll>llX,JHl<ll I( <'IARI
dd canale. pnma della LranSllhlne allu ,uto dcscns1tiiliznto o prima della dim><.taz.ione di 745
una mob."Ola d1 hgando d.11 :.ito d1 legame. W'interno ddl\1ttività dì apertur,1 e chiusura, il
ttmpo medio tn cw n \Qil{ ÙI To~ nmane aperto~ 3.0 ms e 11 tempo medio m cui~ chtu-
10 ~ lM ~ li rtttttottdrsttsibtl1zi.ato (R•• ), infine, torna allo stato dt riposo chiu,o (R).
b dtKmlbilitDnunt' può ~sserc ,oll~ata alla fosfonl,mone Tutte e cinque le subumtà
contrngono'P(ltmmlt Mli d1 fosfonlaziom:, Jocaliz1.1tt tra le regioni TM3 e TM4, ed è stato
dlIDOStnto che la fodortl.u1one del re1.t'ttore a\"\·tcnc ~u due res1du1 d1 serma, su ciascuna
ddk rubunità y e o (.us,;un gruppo fo(l.tto introduce due atomi dt 0SS1geno canch1 nega11-
\~tc. .:be possono indurre 1mportant1 ,amh1amenh conformaz1onah nella struttura del
UCfttore t>deserwbihzzu1one. Da (ludi d1 mut.igcnes1, condotti su qucM1 residui di serìna, ~ G,
emnio che la loro ~tllllllonc con rl',idu1 ammmoa,1d1C1 non polari riduce al mimmo la SH3
suscrtttbilità dcl r1:cettorc .ili" desl'n\1bilirzazione indotta da accttlcobna. Al contrario, la so-
SUUUlunc do rcs1dw d, ~erma 1.on re>idu1 d1 glutammato, che conttenl' gruppi carboss1l11:1
candù n~tn-amcnte,dcseruib1liT.1a in modo permanente il recettore Tali soslltuziom con
Glu e Ala rapp~t.lno una tecnica largamente utilizzata nello studio delle proteine chinasi. .....__ _._ POZ
Que5ta mòduluJ<\nt' della tunzione del recettore indotta d.illa fo~forilazione viene riscontra- Arr
SH2
ta in molu altn llpi di proteine d1 tra~porto di iom, indicando la presenz.a d1 un meccanismo Figura 16 t O D1Jgrarnma d1 un ipo1 I
comune; tuu,n;., non e ch1Jro ,e la fo~forila1ion<' s1.1 un prerequi>1to per la desensibil1vaz10- regioni generJli d1 interazione del re e lto rc,wo,t accopp1a10 a una pruicma G
(j,), PDZ, proteine con dommi SH2 ~~•~{' con lhr( pro1cmc cdlulan, Ira lt qu~\~~RC) Sono md1ca1t le
ne Jd rettttore (par. It,.6 I
na (Ardr),:«cllon lhm.1.11e1 accopp1a11· a p;:r:~~~1~c ~h~;O<l,ficano l'a111~11a dri mcu:r::', ~;{~((,;_e
,1udi stnmurah \!mili a quelh per nAChR \Ono stJll eseguili anche con altn canali 10mci e I s111 1,o,lorila11onc che porwno a di\d. ' l. '"Il per la d1mcrul.l/lonc con ;i(t . • re• •·
oontrolùt1 dJ hgand1, m paruwlarc (OO I n:cctton per GAB.\. e per la glicina. Questi studi JltlVI potrebbe e,M're considerato un t <:COJJ)lamcn10 e ,n1crnaha,111one IP). Ognun d o GPCR (DJ,
dei loci o;.;: I r\Plr\<1onc dcUa furwonah1a. l..t figu,: t ~~~t1 proc~,
hanno fornito 111d1.:aziom ~u (trutturc comuni per I c.1nali e per I meccJnism1 di controllo del
la ~cttr\1tà JOm,;a. In Jc.:orJo um quc)ll J.111, ~1 osserva un.i con~1dernolc conscrva11one d1
gcner.i(e ,an per le IOllTa11u;1
m molli c,rn, C))1 non )ono ben carJllrr~u ',~r. "::i
non rapprr1tn1a una lo..J11u.t1Jonc accura~~~e
pkd receptor) ,\'111ure Re,·,mi Vrui: /Ju,o.,,, t\o/:•;oda T ynakm (2002). I:fficao at G-pro1cm-sou:
itqumz.e d1 ammmoac1d1, in regioni spe.:ifiche delle mpctt1ve ~ubunità. Tuttavia, non tutti 1 • • . ' con i ~rmcv,o dt Macm1llan Magazine:, ltd )
rec~ton ,;o\legall a canali ionici !>Qno at11va11 d1rctt.1mcntc da hgand1, ma p1utto\tO comvol
gono protrinr G come intermedio tra il pnx~o d1 lc:g~ne del hgando e l'apertura del c.inale. sti recett · bb ·
Un t"Semp10 è rappr,;~ntato d.11 reccttMe muscJrin1co cardiaco collegato a11.analt per il K . on a iano que)ta carattens11ca strutturale ìTM m comune, i loro d . .
presentano una notevole vmabd1tà. Nel ca~ d1 p1ccoh agonJSIJ (per esempio oadmtn1ald1 legame
mma dopJ · ren ma, J)ta
16.5.2 TmsJuzio11e dtl Yg1tale mediante rumori accoppiati a prorei11e G • mina, ~erotomna), 11dominio e parualmente inglobato all'interno della re •one
1
,;:nsmembrana con strutturna elJC.i mentre nel CJ'-0 d1 gro'>SJ agon1)1l, come I neuropcp~di e
Al contrilflo dei rl"(.:tton collegau a1 can3li mmci del llpo nAChR. nel quale 11 legame dcl- hemochme, ti dominio puo C\tendm1 sui van loop extraccllulan o e~sere Joca.h7.z.ito vici
l'agorusta ~ dircttamcnte colk~to all'.1penura del canale, I.i gran parte dei recettori richiede no alla _regione N-termrnale Questa vanab,lita nella localizzaz1one del dominio di legame cn
un'altra protoiu ~r accoppare il legame dd hgando con la tr.1sdu1ione della risposta cellula- ~allva il fatto che devono cmterc d1vme modalità, ~r mezzo delle quah I'agom)ta può stabi-
re 11:clla llllli;gJOranza dei recettori dclla ~uperfami~lta .:tm sette domini transmembrana zzarc la conforma11one .itt1va. LJ regione C.-termmale conucnc dei domini chiave n,~hi di
(ffi1 quesu connessione n-.1cne attraverso un gruppo d1 proteine aSMll1ate alla membra- prohnc, con I qualt il recettore attJ\O sa accoppia wn le proteine G.
na, note come protemc G. rosl chwn.ate pcrchè legano GTP e GDP. f. stato stimato che il ge- I GPCR sono ,tatì dass1/ìcat1 nelle !>l."guenll tre famiglie.
noma umano coduidu piu d1 1000 GPCR, rnd('nztando CO)J la loro con\idcrt:vole importan- • Fam,gl,a A (c/a5se /) ECJrattcnz.zata dalla prc,cnza d1 d1\·er-.e reg1om conservate nel loop
u. In qu(StO gruppo d1 recettori, u mpostA cellulue al legame dell'agonista e conne~sa alla TM e dalla pre.enu d1 una mtema ~,enficata wn un gruppo paln11tÌLo nella (Oda C-t~r-
formvJone d1 un complesso tcrrurio AR •G. sebbene rc,ettori con attiVJtà intnn~eca possano
minale ha tutti i membri della fanugha va e una omologia da \Cquenza del 1.5 20%. Quc:-
agire attr3\TfSO 11 comples50 bmano R·G (par. 16.2.1).
~to è il gruppo piu grande e comprende I fl"(etton per rodop,m.1. 1rimJ e tachichmma e
1rc1.ettori adrenergico, dopJmmergico e 111u-.caru11w.
Struttura dei recettori TfM
TuttJ 1 GPCR possiedono una struttura tcmaria c.he con\iste di sette eliche transembrana • I"um,g[w B (classe li) EcaratterinatJ dJ unJ lungJ coda N terminale conkncnte sci ci-
colkgatt cxm loop alterrati\-.unente mtracdlulan cd cxtrJccllulari, con una estremità N-ter- steine comcrv,tte, kgate con ponti J1solfuroe ,om\'oltc nel l~ame dd ligJndo. Sono in-
mmale atracdlulare e con una regione C.termmale mtracellularc (I-1g. In. I O). Sebbene que- clusi i recettori p.:r il glufagone, ]a ,ak1ton111a, IJ i.c,rctma e I ormone parat1101di:n f.\SJ
attivano tutti l'.idenilJto cidJ)I e ,onu accopp1Jt1 attmerso la ,tt,~ protnna G1•
746 BKlOIIMICA E BIOIOGIA •tOU COLARE llECEITOJU <:o.i Ul.AIIJ Ili .~f.Mf!aM~
.,
• Fam,glui <..; (cfa,st III) , membri di que)ta das~e legano il glutammato e il ~ABA oppure efficienza nella
propaga110 d 747
sono ..o,molu nel metabolismo dd Ca· o nel gusto. Tra gh appartenenti vi sono alcuni trasm1ss1one sinapt ne cl segna]
rea. Le p e. <:.rratte · h
de, rccetton metabotrop1ci per il glutammato (mGluR), di cui otto sono stati idenuficat,, ne proteina-proteina, fr :Oleine Shitnk O<,s nstrc e particolarmente im
~~~::~~~
0
ognuno d1stnhu1to in una regione specifica del cervello. li legame del glutammato provo•
!~::::~;~i.:nen11 lJro~:~u:0~:~~::: SH2~Src~:~; :1:;;;~;:~~ ';involt,
ca la produzione di un !>l:condo me,<,;1ggero, che modula l'attività del recettore per 11glu· nosce I a tntrmseca, (par 16 5 questo include anche al • • e nconosu e lega se-
timmato, caratterizzato da apertura diretta (ionotropico). I recettori mGluR contengono e ega sequenze ricche d .3 e il mo11vo SH cuni recettori con atti\'Jlà r;
un sito allo,terico .:he rappresenta un potenriale bersaglio per farmaci utih nel trattamen- scere e legarsi a quest i prolina. I GPCR 3 (Src homolog}' dom.1.1 3) h ~ o-
. 1van mo, -(F' , qumd1 p d n • c e neo-
to della mafatt1a di Parkinson (mGluR4), nella schtZOfrenia (mGluR5) e nella dipendenza ne allostenc_o. Nella g ,v, ig.16.JO "· ' oss1e ono domini capa d -
è rdn parte d . 1;.:,s1 sembrano h " • ncono-
~ droghe (mGluR2). un potenziale bersaglio per nuoe1'. cas, l'ident1t.1 d1 questi mo:nc e avere un sito d, regolazio-
E,istono diveN dati sperimentali che indicano che 1 GPRC interagiscono per formare 1agcnr, terapeunci. ulaton è sconosciuta, ma il sito
omo- ed eterod1meri e oligomeri Nel caso dei recettori delle famiglie Be C v1sono dati che Struttura deUe proteine G
mostrano che la funzionalità dei recettori è collegata a queste forme mult1menche, ma nel ca- Le proteine G sono er
so dei recettori della famiglia A questo legame è meno chiaro. L'unità fun11onale dei recettori (40-45 kDa), p (36- 40 kD:;:tn~t.'n, formate da una copia d .
mGluRI e GABA8 , della fam1gha C, per esempio, è un omod1mero. Studi d1 cristallografia a della membrana cellular y kDa che sono debol I ciascuna delJe tre ~ubuniU; a
p e attraver od mente attaccai ali
raggi X del recettore per 11 glutammato hanno indicato che il recettore cs1Ste m equilibrio di- -e y sono legate fortemente tr I ~ e e lipofiliche presenti suU be a superficie mteroa
namico tra due conformazioni, una Maperta e l'altra "chiusa': e che il ruolo del glutammato giunta al suo d1 legame pe I ab oro, mentre il legame con I be su unità a e y. Le subW11tà
a su ururà a~ -- d bo
ne e -terminale del recetto I . ""' Ia subunita a possied
consiste nello stabilizzare la forma chiu\J atuva. Al contrario, il recettore GABA8 è un eterodi- r a su un1ta R
. piu e le. In ag-
mero, che coinvolge due recettori della famiglia B. . re, ocaluzato • . e un Silo di legam
game per il n udeot1de guan i1cmo alla sua e:.trem,t • N . e per 1
-a regio-
L'atuvità molecolare e la specificità dei recettori della famiglia B sono collegate alla forma- . . ma che po ed .. -terminale
contenga il suo di legame il ss1 e anche a1t1v1tà GTP ' e un sito d1le-
21one sia di d1men sia di oligomeri. In alcuni casi la forma1ione d1 oligomeri coinvolge intera- al dimero py. Stud, dett per_ recettore, il legame awìene solo as1ca. Sebbene la subunità a
zioni recettore recettore, mentre in altri richiede l'associazione del monomero del recettore state identificate 20 d - aglia11 hanno ril'elaro che le proteine Gquando la subunità a è legata
. ,verse subun11a a, 6 b sono molto compi
con un membro di una fam,gha d1 proteine che modificano l'atllv1tà dei recetton (RAMP, Re- versi tnmen fun21onah G ~ . a
su unJta e I.? subumta Q - . .
a ye potellZ!almente molto grande
esse; sono
y. umd1 ti numero d1 di-
aptor Actw1ty-Mod,fy111g Prottm). Al momento sono stati caratterizzati tre tipi di RAMP
(RAMPI, 2 e 3 ). FS!>e sono proteine relativamente piccole (RAMPI è formata da 140 ammi-
Sottogruppi di proteine G
noacidi) con un smgolo dominio transmcmbrana, un ampio dominio extracellulare e un pic-
colo dominio intracellulare. Gli eterod1meri RAMP-recettore determinano la specificità della Sulla base della lo fu
'ù . ro nuone sono stati mdil'id 8
proteina funzionale. Per esempio, l'associazione d1 RAMPI con il recettore per la calcitonma pr unportant1 sono' seguentr uatJ sottogruppi dr proteine G I
• • Cl~~
(CL. Ca/c,tonm-rcaptor- L1kc) forma un recettore con alta affinità per il peptide correlato ge- • sottogruppo G., che stJmola l'adenilato crdasr,
neticamente a.Ila calcitonina (CGRP, Calc,torrm Ge11e-Related Peptide), mentre l'interazione
del rc~o.ettore CL con RAMP2 o 3 dà origine a un re,ettore per l'adrenomedulhn.i. Dati ottenu- • sottogruppo G., che inibisce l'adenilaro c1das1 n· al
ti .:on micro\copia confocale indicano che questi eterod,meri si formano nel reticolo endo- fosfat1dilinositolo 4,5-bifosfato (PIPJ; e a Ila cum canali per d K e l'idrolisi d1
plasmatico e nell'apparato di Golgi e si conservano durante il processo d, ei.ocitos1 ver~o la su- • sott~gr~ppo Gq, che accoppia i recetton con la mobih
perficie della membrana, durante il legame del ligando, durante l'endoc1tos1 e durante la de- sfohpas1 <;i, che genera I secondi zzazione del calcio attraverso la fo-
gr,mone controllata da ub,quitma (par 16.6.2, (DAG)·
" •
mess.1ggen mos1tolo tr1fosfato (IP ) d ' il
' e rac g1Cerolo
Comple'-Si recettore-proteine per la trasduzione del segnale • sottogruppo Go, che riduce la probabilit,1 d1 apertura d1 alcuni al .
dal voltaggio e coinvolti nel nlas.:10 di neurotrasmettitori· can I per rl Ca'' controlla11
Durante gran parte del tempo, i GPRC nella membrana cellulare esistono come comple¼i • il sottogruppo G,, che shmoIa la fosfod1esteras1 .in seguito•alla stimolaz• d U
o.on prutemc per la trasduzione del segnale, pmttosto che come proteine libere. Questi com-
da parte della luce. ione e a rodopsm,1
ple~si sono ~tahilinat1 da proteine ado1ttatrici o di impalcatura, che possiedono funzioni ana-
logh~ m.i d1ffor!''-~no per alcuni dettagli. facmpi di proteine adattatrid includono le proteine
StudiodeUa trasd uuone
· . G
attral'erso le proteme
mult1-l'DZ, la IJmrgha d1 proteine Shank e le proteine Homer. Come indicato dal loro nome
le proteme mulu-Pnz poS5iedono dl\cr~, domini l'DZ I PSD-95, Dig e Z0-1/2), ciascuno dei Per studiare le proteme G, e la loro mter,1z1one con_ recettori ed effettori intrac-'luJ · • ,
quali puo lega r~i alla regione C-tcrminale di reo.cttori diver)I e a proteine effettrici coinvolte f.atto · . _ "' an, s, .,
ricorso a una quantità dr metodi d11·em D1 seguito ne sono riportali alcun 1.
nella trasduwme dr un dato ,egnale. Il complcs.,o proteico che ne risulta as~icura velocità ed
• Ut~izzo d1 analoghi del GTP, che s1 legano alla suburutà a ma sono scar\Jmente idrolizza.
bili, come I S)GTPyS.
ll\JClll\llC.A t 8101.0CIA MOUCOU.llli lf.CETTOJII <.;J LUJt.u1 DI M ~
7•S
749
• ltnp1cgo d1 to~sine hatterh.he, come k 10,~ina del colera e della pertosse, che agiscono co- Stato d, "l>OSO
rm ADP-nbosil transferan, nimolando il tr.isfenmento della porzione ADP-nbosio del
~AD alluuhumtl a di proteine G.l\clla praoca si utilizza NAD marcato con ·P.
• l.::tilizzo di :--l-et1lmale1mm1dc come inibitore irreversibile delle subunità a che vengono sc-
lemvamente o.lchilate. l•l ~ ¾ • ~-:
• lluhzzo della te.:nica di marcatura per fotoaffinità, con 1'1mp1ego di analoghi del GTP co-
me 11 GTP-u1doanilidc, ,hc viene ,on\'ertJto a nitrcne dalla luce e lega covalentemente le
,uhumtà a.
• lmp1~ di anticorpi diretti contro ciascuna subunJtà.
I r- I
• Uuhz.ro d1 te..-nKhe di donaggio genico e dt mutagenesi suo-specifica, accompagnate dal- l•l ~ ~ l•l
l'~pr~1one det dom in O<Xtn di Xrnopu~.
• Produzione di m::ettori chimenct con tccmche d1 mgegneria genetica. p '
Idrolisi del GTP , /
• Smt~-.,i e utilizzo di d1,e~i analoghi del lig,mdo per identificare le caratteristtche strutturah Oinocìlllone della subun,ià
e cmeti.:he del legame rc,:ettore-ligando. L'mtroduz1one della chimtea combmatoriale, che (d)
con,;cntc I.i sinte,,1 contemporanea di un numero elevato dt composti strutturalmente cor- E2
rel.111, ha acc~iuto l'importanza di tale metodo.
s p
Att,vaz,one dell'effettore
Ciclo delle proteine G
Figura 16 11 Trasduuonc dtl al NI
~n~::(;,7~
Il legame d1 un agomsta al recettore mnesca il acln della rrotcma t, (Fig. 16.11 ), nel quale
consiste in una molecola di GD~ e m ••I.I dal.le protl.'lnc G di membrana. la) Lo stato~
po~\Ono ~re tndÌ\'Uati i seguenti passaggi.
• ~dio stato normale a ripo~. la proteina G tnmenca possiede una molecola d1 GTP legata
:;~t: ;:~,~:~c~~~~~;: i,~:~~
1 0
~;~:~~::~:~ca!:~~~~1i~ ~,:~~:rli;c::;~
c1a11onc della proteina G dal re.cuore e b~~lltuz1one di GDP con GTP (cl 11 ltgime dt GTP a1Ua ~ -
alla subunuà a. A questo stadio la proteina G non~ accoppiata con il recettore ma~ situata (d) li complesso aGTP s1 lega .U'effcttore moaaZJonc del complesso ,ubumti a GTP dal.le <uburutl f}y.
, tdna a CS)(). condo effettore (E2). (e) L'atUYlt.l GTPas,~a~ t
nd 0 11
· compi~ delle suburut1 pypuò attavatt un
dalb d1SatUnuonc e drnoou1one deU'dfcttore.~~;;::~ra c.ausa I rdrolw di GTP a GDP «compagnau
te:
• L'agont)ta ,i lega al recettore per formare il complesso attivo recettore-agonista, mducendo ma al suo stato d1 riposo. (Riprodotto da I R. H ler e •~socia con tl complcs.o py,npon.uido tl <~te-
.:ontcmpora.neamente un rapido cambiamento conformazionale nell'elica TM6 del recet- Scm,ces, 1992;17· 383-389, con iJ pcrmcs\O d; EJscv1,
Scte1;;; l G,lman. G-Proll.'lns. Trmds ,n Brod1nmca/
tore, che attiva 11 sito d1 legame per la protema G, localizzato nell'ansa mtracellulare. Il
comple)~O si spo~ta per diffusione e mterag1sce con un complesso adattatore-proteina G e
i;1 lega ali.a subun1tà a. ~ella membrana v1 sono più molecole di proteina G che recettori. Ognuno d1 questi cicli pro\'oca una grossa amplificazione del segnale ong.male
• li legame del complesso recettore-agomsta al complesso proteina G-adattatore induce un Una data protema G può essere attivata da numerosi recettori (fenom•no , 1nd1cato come
ca.mbiamento conformuionale nel sito di legame del nucleotide guamdinico sulla subuni- prom1s..-utt.ì ddle rro1cme C.), mentre un dato recettore può interagire con dive ·
/ d ·• . ~ proteme G
ù a. causando la dbso.::iazione dt GDP e la formazione dt uno vstato vuoton transiente. e o pro urre p1u d1 una mposta (fenomeno indicato come
. .
.. ) ,.
ore ... n re-
• li legame d1 GTP al sito di legame per i nucleotidi sulla subumtà a mnesca un rapido cam- cettore capace d1 a1t1vare p1u d1 un tipo d1 proteina G, e quindi d1 mJZiare p1u di una nsposta,
biamento conformaz1onak nella ~ubunttà a, che si dissocia lasciando le subumtà G py in Viene ?efimto r t pi 1otrop11. mcticando c~e ha varie esprffiioni fenoupiche ). l"n
forma d1menca. Sta la ~ubumta aGTP sia il dimero Gpy rimangono attaccati alla membran esempio è 11 rcceltore umano della calc11onma, che s1 può accoppiare con G G e Gq• Jt j
cellulare.
Accoppiamento protema G-effettore
• La suburutà aGTP e/o ìl dimero Gpy si legano a una molecola effettrice inattiva causando-
ne l'attmwone o l'mtbwonc. Ongmariamente s1 credev.i che wlo la subunttà aGTP potes,e interagire con un effettore
• L'1drolis1 d1 GTP a GVP da parte del sito con attività GTPas1ca sulla subumta u termina
ma ncerchc recenti hanno d1mo)tra10 che anche 11 dimero GPy può agire come trasduttore in:
dipendente. Due esempi importanti del ruolo d1 Ga-GTP come tra~duttore sono l'att1\'uione
l'atlJ\'UIOnc o l'mtbcione, invertendo 11 cambiamento conformazionale originariamente
dell'adenilato ciclas1, che con\'erte ATP in cAMP (che funZJona come secondo me<.-.aggero), e
indotto dal complesso agonisu-reccttore. Questo facilita la d1~~1azfonc della subumtà a
della fosfolipasi e, che ,;cinde 11 fo~fa1idihno~1tolo 4,5-btfo~fato (PIPJ, un componente posto
dall'dTcttorc e la sua nassoaazione con il dimero Gl3y, completando cosi ìl ciclo.
~ul lato c11oplasmatico della membrana cdlul.m:, nei due secondi me,..aggen, mo,1 tnlo 1.1,5.
91<)Qru&I<-~ E 91,,U)GI.U,IOUCOUIU! uu:TI'ORI a.JJ.l/lARJ 01 MIMIIIW;~
750 :751
. del ruolo dJ tra~duttore svolto dal
tnlo~f.ato e diaolgliCffOlo. La maggior parte degh esempi . no mduM l'anivazione del re- [E]
u ~~ [l]:
. , · d . G eG Traque)ti~o
dimero G~ysono rollegat1 ali a111vaz1one J '
•
L'rterogeneità delle proteine e a ive . . dal punto di vista biodumico, in
il mtema di trasduDone del ~nale, offrono diversi 'c·antagg• complesso Ga-GTP che si lega,
part1rnluc; amplifiazione, con trollo e ~pecificità..ili ,ascun
. 1 . 0 al rilascio di molte molecoIe di
per~mpioall'adffliutociclasi,puòdarcongmed a~m eso1ste muluple (amplificazione) da
1m =
· ' delle quali può m urre nsp •
~on d I m~ggen, aascuna . aie esse sono collegate. Il controllo vie- "-• RGS
parte delle 'l.itrc componenti del s1st~ma_a cascata al q\e il le amc del complesso Ga-GTP al [E] ..
ne escn:1tato a li,-eUo del recettore, m v1r1u del fatto c dg I n re per il ligando (au-
dell'affimtà da parte e rece o
rc,ettore determina una dunmUDone . r·d r di GTP a GDP in-
mento della K..), favorendo quindi il rilascio del hgaodo, mentre i ~o ~1 un gruppo d1 oltre
verte uei.to cambiamento di affinità. Il controllo vtene esercitato ,mc e a
20 p~teine cluamate pr .. 1, ,, R( S (Rtg11/at1011 of G-protei11 S1gnallmg) che ~7no esse;e
suddivise m cinque famiglie sull.1 base della omologia di sequenza. Esse poss~e ono tutte a
capacità di legarsi alla subunit.ì Ga-GTP in un domm10 d1 legame per RGS (Fig. 16-12 ), dove
I ,gura 16.12 Le proteine rcgola1ric1 ddle .
determinano due effetti: gatwamentc il segnale donno allo \timol~1!r!"c G lRC.S, Regularors ofG-protein S1gnallrng) rcgolmo nc-
centro), l recctton cellulan per I ncurotrasm lt e protcorc G dei r«cllon sp«ifìci. Nello ,tato a riposo (al
• riducono tl legame d1 Ga-<..ìTP all'effettore; teme G esistono come etcrotnmcn C.aj3yco~ ~~~ ~g 10"I;0m non sono occupati <bll'~orusta, e le pro-
• agi5'ono come GTPasi, accelerando l'idrolisi di GTP a GDP di ohre 2000 volte. ormoni che socomportano come a omsu I H egato a 3 subumià a. li legame al r«e11orc (sopra) d1
alfa ~ubumtl Ga e il nlas.:10 di c.13; Il 1I mwa lo ~mb10 del nucleotide, che faalna il lega.me d, GTP
Entrambe quote azioni causano la disattivazione dell'effettore. Ciò può causare la_sop- lare l'a1t1v1tà delle proteine effe1tn~ ~~~i),~atll:f TP-su~unitl a e il dimero Gl}ysono h~ri d1 rcgo-
pres\tone del !>egnale, m seguito alla rimozione dello s~1molo,_oppure u_n d1ve~o d1Tez1o~a- di substrato (S) m prodoru che <Ome cum can 11omc1 o enum1 che convertono molecole
mento del !>egnale all'interno di un network d1 i.egnalaz1one. Ci sono md1cazion_1 ~e proteine l'attività GTPas,c;i mtnn~ d:if~~~~! ~t~-:i:~~eie;;!!·1~le1it:1v enc 1 r;r;~:•: ~ causa dcl-
RGS ~pccifiche regolano specifici pathway accoppiati a proteine G: Questa spec1fic1~à è deter- ~TP-subunuà a (on basso i e aument.mo notm>lmen1e l',m,vit.l GTPasic;i m~seca dena':i%S:n:t~•~
minata da una combinazione di fattori, che includono l'espress1one cellula-spectfi~ ~elle
Jt
I.: 1drohs1 GTP da parte della subumtà a termina le mteraz1om subunou a-effettori e promuove la nuso-
c1az1one cl complesso GDP-subun11à a con il dimero Gl}y, il cui segnale viene blocc;ito. (Riprodotto da
proteine RGS, la locahz.z.az1one intracellulare delle proteine RGS, la prese_nza d1 dommi_ag- J. R. Hcpler Emergmg rolcs lor RGS protcons mcdl 11i;n.tllmg. Tm1ds 111 Pharmurologica/ Srit11<N 1999 io-
giuntivi mpetto al dominio RGS, che facilitano l'a_ccoppiamento con spenfic1 pathway ?1 se- 376-382, con 11 permesso d1 El~1cr xicn~., ' '~ ·
gnal.uione, e la capacit.l di alcune proteine RGS di ag1re come antagomsll degli effetton pre-
\'enendo co,ì l'a"oppiamento di una proteina G con il suo effenore.
~tudi recenu hanno mdicato che la fosforilazione può essere un importante meccanismo te un gran numero d1 chinasi e fosfa1as1 mtracellulan , e la loro atuvità regola tona è st.1tai colle-
di a nivazione per GPCR E. noto da molti anni che la fosforilazione è importante nel processo gata a cambiamenti conformaz.1onah mdom nella proteina bersaglio, come risultato dell"in-
di Jeçensibiliuwone dei recettori (p.ir. 16.6.1) e nell'endocitosi (par. 16.6.2), ma sembra che troduz1one o della nmoZJone di un gruppo fosfato. La fosforilazione può essere studiata uti-
~'"!,>,.) ~•a anche coimolta nell'accoppiamento d1 recenon con specifici pathway di segnalazione. lizzando 'P-ATP. Il controllo dell a111vita proteica da parte del sistema chmas1/fosfatasi si ri-
Per ~mpio, ricerche ~ul recettore muscarimco M, hanno dimostrato che esso viene fosforila- trova in molti orgamsmi diversi, mdicando che questo proc~o si è evoluto molto tempo fu.
to dall'enzima caseina chinasi I, in un ~ito diverso da quello che causa desensibù1zzaz1one, e Es~ opera con un consumo netto d1 ATP, ma con considerevoli vantaggi in term1111di ~ensibi-
che qutl>l.1 fo~forilaz1one è e:.senziale per l'attivazione dei pathway d1 segnalazione extracellu- lìtà, amphficaztone e flcssibil1tà, che compensano ampiamente il consumo di ATP (per ulte-
lare regolato dalle: chinasi I e:! (ERK-1 e 2). rion dettagli si veda il par. 15.4).
Recentemente~ stato dimostrato che un gran numero dt recetton della membrana cellu-
I6.5.J Trasduzione del segnale media11te recettori con attivirà protein chinruica intrinseca lare possiedono un'attività chma~1ca latente, che viene atti,·ata dal legame dell'agom~1.1 Lat-
tivuà di trasduzione di questi rccetton ~ collegata a qu('sta attJvità china~i..:a. ll legam1: del-
Da oltre :!O anni è noto che la fosforilaztone, associata alla defosforilazione, rappr~enta un l'agonista mduce l'autofosfonla1ione di uno o piu midu1 dì tirosina, serina o treonma all'in-
mec..anismo importante per la regolazione dell'attivita delle proteine Sono state caratterizza- terno della regione mtracellulare del r('(ettore, im1eme alla contemporanea att1va1ione del-
ltE(FTJ'O~lfllWIA~I DIMI Mft¼~
IIOCIIIMICA I NOlOGlA MOlfC0lAU
m VS)
Sottoci.... 1
1'1ttn11à protem chm:u1~ drl J,~1111m,1 mtracdlulart' del rr.;t'ttore Hr\O proteine •_ntrac~ll~- EGF-R Sonoc.11... ID
bn Sulla base .klla speo6Cllà Jdl'at11,1tà ,hmas1..a ,, ~no di)Unguere due tipi princi- PDGF-R
NH,
pali d1 rtectton ~hma~,a
0 Sottocl111e Ir
NH1
g
Dominio dr legame
lnaultna-R
Rt.:t1tori um atth ,ti tiro~in dlinuica
Sull.i b4}C delle strutture e1.1ra- e intra,cllul.ari ~i possono d1~tmguere 20 sottoclassi di re-
Dom,nio ricco di Cys 0) NH, NH,
0
g
Regron, npetute
,Ytton ttrosm ch1nu1ci (RTK).1re ddle \Ottoda~i meglio caratteriu.ate sono il recettore per Dom1n10 d1 legame 1mmunog)obutlne-s,mlli
l'EGF, e qudh rt'I' I msuhnae pt-r il PDGf (Fig. It,,l 3). La maggioranza dei recettori RTK ~no
proldne monomrn,hr in 11.~nu dd loro agoni~ti e d1merichc in 5CgllltO al legame dell ago-
Dominio ricco di Cys 0~
Un1tàQP Unità-a
Unili- . Il Il
Il •Unità-I!
nis~ Tuttavu alcuni, tra ,u, il recettore pt'r l'imulina. sono dc, dimeri; m ogm caso è presente Dominio i
un solo donunio trarumt'mbrana m ogni monomero. Alcuni dau indicano che, come nel caso transmembrena
Membrane
dri reCt'lton 1,corr1.1ti a protdnc G, le proteine chin,lSI interagiscono con proteine della fa-
Siti di autofosfonlaz,one
miglia dellt' protcmc- ,h.ank ancorate alb mcmbran.1. • dt legame per l'ATP Dom,n, d, 1nterit0ne
li ,ito d, legame dc:ll'agoni\ta nei recettori RTK è localizzato nella regione extracellulare e Il substrato che contengono un 1 ,10
per r1utofo1fonl111one
gh.:os1lata, mmtrt' ,ub1to dopo la regione transmembrana è situato 11 dominio con attività ti-
rum ..hmaska, li legame ddl'agomst.1 determina un c.imbiamento conformaz1onale che COOH COOH COOH COOH
pt'rtnette a1 re<"Cltori o.:cup.itl d1 interagire e, quindi, d1 d1meriz.zarc. Tale processo è rap1da-
mmtc seguito dalla mutua autofo\fonlaz1one crociata d1 uno-tre res1du1 di ttrosma dc, do- Figura 16 13 Rappresentazione schemat,
EGF conuene due dommi d, I ca delle tre 10lloclass1d1 rtecttori urosm h
m1m llr0$IO chin,lSl,i di ogni monomero, che dà mi1io alla loro attività. I siti atuvall legano due dom,m. I due domim ncc~~:a~::~~:do vrcmi tra loro, cosi che ,I li~ndo s~ 1~:~•u~ :~~~
gl., dfctton, causando la lt1ro fo,forilazione e att1v.u1one e la formazione contemporanea dei In seguilo al le~ame, sia le wnodass, d, rccet~o 'lt?zat, entrambi vicino alla superficie delu mcmbrar!
complcaì rttettore-~nal.itore. Per que~to aspetto, qumd1, questi rec.etton ncordano I re- intracellulare Urosm chmamo posiiede on s,a quelle d1 PDGF d1menzzano cc»i che il do • ·•
le forme monomenche. LI sottocJ.... duna magg1orr at11v1ta e un'affimt~ d1 l"">me .i~m..t• r .,,.nunlt_•,o
~ton a...:opputi ;alle proteine G. Anche questi complessi vengono stab1hzza11 da proteine m I ~~ 1recettori msuhmc è i
a, ~omc ne caso delle so1toclas11 I e lii c'è t
,. ..,.. - •••r
• ormata"" recettori effemvamente d1mcnci
o .u·
adatutm.,, la ..u, 1denut.a è pero diversa da quelle il!>~oliate con I GPRC. Qu~te proteine m- scgu1l10 aJ ~cgal me. I dom1m llrosm chma~1c1d~ll~~o;;t~l;::nca fral lc du_c mclà al} di ogni recettore~
omo og1a ,ra e tre sottoclasii. 1sono e reg,oru che mostrano la magg,orc
dudono Gab-1, p85 e Grb2. Gh eftetton e adattatori pos~tedono domini d1 legame comuni
per I residui d1 umsm.i .:he sono stati fosfonlau dall'atuvui ttrosin chinastea, che possono
essere s~ ,,cm, si.i lontani d.11 \Ili con attiv1tl chmas1ca, includendo I dommi SH2 e I domini
di lei;;amc pt"r fosfot1ro\ma (PT B) l'effettore può possedere de, domini d I legami aggi unuvt, seguito della d1menzza2ione e autofosfonlazione I
ai qu;ah ,1 ~wno legare altn ctfctton. Come conseguenza di questi dommi aggiunuv1, il lulan e operano come una normale chmas1 recett~r~a't:.csll ca~, essi legano le chmas1 intracel-
pnmo dft"ttore agisce come un ad.matore per 11 ~econdo effettore, generando cosi una rete di
. Come t recettori GPCR, anche• recetton protem chmas1c1 attivano numerose vie di trasdu-
pathway di Kg11al.111one, potc:nzialmente capace d1 formare pathway secondari per nspon-
zione del segnale. I componenti d1 questi processi d1 trasduzione localizzati 3 \alle c
dcrc alle nch.ieste della .,ellula. d~no le fosfohpas1 e le _fosfomos1t1de chmas1, che sono coinvolte anche nel StStema d::~;:::
'ZJone
h delèRsegnale mediato dalle
. proteine G. Uno dei numerosi effettori unici per Ie protcm ·
Rcuttori ~ • e trconina c.hinasici c masi as, una _proteina da membrana che lega la guanosina e possiede att1V1tà GTPasica
Oltre al gruppo di recettori con ani-.ità l!ro\in chinasica, esiste un secondo gruppo di re- mtrms~ca e partecipa a1 meccamsm1 eh crescita e sviluppo cellulare d1 tutti gli rucariou.
cctton protnn chmasl\.7 complementan, caratterizzati dalla capacità di autofosforilarc I res1- Per 11 meccanismo d1 controllo della trasduzione mediato dalle protein chma~i è d · .
dw d1 suma e trronina localu::z.ati nel dominio intracellulare del recettore. Questi rccetton se- · · J I' · d. , 1 1m
P ta. nza cruc1a e emtenza I un gruppo d1 fosfatas1 che possono disattivare Oatth·are que-
or
~ treorun.i chllUSlO sono specifu., per I membri della superfam1gha dei recetton per il fat- ste vie d1 trasdu11one del ~cgnale mediante defosforilaz1onc. Sono state identific.ite fo)fatasi
torc di c.~ata trasforrrumte (1 Gf)~~-che_~cgola la crcs.:ita, il differenziamento, la migrazione specifiche per la urosma e altre che agiscono )U senna e treonma come pure ~u uro~ina. Al-
e I adeswnc crllu.Lue. f...Ul sono dass1bcat1 m van rottogruppi in base alla loro struttura e, so- cune fosfatas1 sono esclusivamente cuopla)mauche, mentre altre sono ~•mih ai recetton e
prattutto. m funzione dd loro dom,mo scnna/treonina chmasico. Sono tutti recettori con un contengono un dominio transmembrana. Per ragioni che rimangono ancora da chianre, la
ungolo do1rumo transmembrana c. in seguito al legame del loro hgando, formano compl~si maggior parte d1 e~~e possiede due domini fosfata,ic1, ma la loro ~pl'Clfiutà potrebbe essere
~t'TO o!Jgoma10 fra ,,m llp1 d1 sottogruppi. Ciò stimola l'autofosfonlazione e l'attìva1ione correlata all'interazione tra que)ti due s111. l 'attività delle fo\fata~i ~embra corrdata alla lo-
ddl atU\ita scnna/trconuu duna.sia ,nso altre proteine otosohche, che fanno parte del pa- ~forilazione cui e~se stesse vanno incontro; molte d1 quc\ll: pre,entano un dommto Sli2 per
'™ar d tnsdUZJOne Akuru rect'tton per I fattori d1 cres.:na non hanno atti\ità china.sica a
11 recettore tiro)in chinasico.
lt!CtTl'ORI CUlUIARJ D I ~...
&l<)CHl"'10. ! ai()IDGIA MOlLCOI.AR!
r54 755
• lnternalizzaz1one dei re .
cetton per formare un .
16.6 Dcsmsibiliu.uionc e riciclo dei recettori • Trattarn.ento mtracellula d li' ' ::i m121al o , , , ' osoma.
- re e endo
cetton sia a!Ja loro degradazione . soma che può portare sia al succe\sivo ridico dei re-
, tn seguito alla fu · d ,
16.~ I DtSensibìlizzazio~ dei recettori L'endocitos1 è il proce sione ell endosoma con un lisosoma.
.. . sso con ti quale m OI I
· · - ,. d tt · delle membrane cellu- clusi 1 recettori, vengono tnglob eco e extracellulari e proteine di membrana i _
l/na delle caratteristiche di tutti e tre I gruppi pnnc1pau I rece on . . ate nella cellul p . , n
lan è 11 f~omeno della d scn, ,. ., onr, caratterizzato da una ndU21one_ 0 interruzione stato studiato utilizzando tee h d. a. er 1 recettori, questo processo di u ·-•·- ,.
mc e I fluoresc p......: e
della nspost.a cellulatt, nonostante la presenza continua dell'agonista. Tuttavta, -~ _u n p~nto na verd e fl uorescente O con una . enza marcando il recettore con GFP una protei-
. . . ' sua vanante g '
. . . . d« li locità di desens1bilizza2.1one. d 1 recettori accoppiati alle prot G eneticamente modificata ( par. 16.3.1 ). Nel caso
d1 vista cmeuco, fra que5te tr~ classi vt sono inerenze ne a ve . . .. ,.. ,.. . . eme , il recettore d I · •
~d CtiO dei canali ionici attivati da hgand1, di cui nAChR è un upico esempio, la desensibillZ~ su 1sce ,os,on1azione ltgando-d'
b d opo aver egato il hgando e la proteina G
• . . ipen entcdapa I d' . . ,. •
ZatJone avviene entro pochi secondi dall'attivazione da parte dell'agonista, ~en~re nel~~ uno d. et complessi d, proteine ad tt .d r e luna GRK; ciò s.tunola I interazione con
• ,.. il' a atnci ella fam 'gh d li
1 a e e .,-arrestme. Questi adattaton et-
A
GPCR e dei recctton protem chìnuici la desensibilizzazione nch1cde mmun e, m tal~i casi, toso I1c1 ,ac 1tano la distruz,on d
. d' · "tà vi sono • e e11e utterauoru d · ·
ore. Que5te d,fferenu mdicano chiaramente che alla base d, questa perd1ta 1 atuvt mento d e1 recettori in im., n 1 e, recettori con le proteine G e il recluta-
mea:uusm1 d1vtn1. Nel caso di nAChR, la conformazione desensibilizzata del recettore pos- il recettore a una protema chia z1om
.
,tilt ( ,a, ' )r, · 11 d Il
e a mcm b rana, dove ess, collegano
mata c1atnna attrav
siede un'~nità maggiore per l'agonista, rispetto alla conformazione attiva con il canale a~~- mata AP-2. Questa protema mter fi . erso una seconda proteina adattatr,ce chìa-
to, e qu~t.1 maggiore affinità è sufficiente per indurre la transizione verso lo st~to d~sibt- invaginazioni rivestite sia il re lagttsce con osfomos1t1de e promuove sia l'assemblaggio delle
hz.zato, m.t non prima che tl can.lle ionico si ~ia aperto e chiuso molte volte._La n~~u~n~ del-
••
v1cmo all'estremità C-termutal d
' e u amento de, recett · · ·
.
u .
on att,vau. na regione Tyr-X-Arg-Pbc
. . e e1 recettore s, lega , · à d•
l'agonJSt.t inverte immediatamente la desensibilizzazione. ~ noto che alcuni canali 1oruc1 con- estremità s1 lega alla clatrina Le . . a un estrem1t I AP-2, mentre l'altra
troll.tti da ligandi ~ub1scono anche una fosforilazione in seguito all'attivazione e che anche datrina, localizzata sul lato. c1't1onvalgutaz,om nvesute sono regioni della membrana ricche di
P asmallco Le mva · d
questo può favorifl' la desens1b1hz.zazione, ma attraverso un processo cineùcamente più lento. un'area della cellula un pro · gtnalloni ten ono ad accumularsi in
• cesso noto come a• ••r· r 1 ( 1
Si ritiene che la cineùca lenta di desensib1lizzaz1one di GPCR e dei recettori protein chinasici fondersi. La clatrina consiste d. t "' f Jmento P111~ 1o11.11), ed eventualmente a
1 re catene pesanti e t t I
si.t collegata a una modificazione covalente del recettore dovuta alla fosforilazione in un sito - zare per formare una struttura . re ca enc eggere che possono polimeriz-
diwinto da quello di autofosforilaz1one - che è un elemento essenziale nel suo processo di at- del recettore La I' . o un reticolo a gabbia, che si collega all'estremità C-terrninale
tivazione. La fosforilazione post-att1vaz1one di un residuo d, tirosina, serina o treonina, nella zione delle c~ten:~/menzzaztone della clatnna a formare la struttura coinvolge la fo~forila-
regione intracellulare del recettore, introduce un gruppo fosfato polare che può indurre cam- d ' f, f, ~ere 10 d'.vers, Sili, probabilmente per intervento di chinasi diverse Tale
bwnenti conformazional1 deleteri per il normale funzionamento del recettore. Studi con
processo ' os o~1laz1one nch1ede energia e guida l'intero fenomeno dell'endocitosi Ioni eai.
GPCR hanno dimostrato che la fosforilazione da parte della chinasi attivata da un secondo m te~eng~no ne a stabiltzzaz,one della struttura di clatrina La rete formata da cla~a oh-
m~ggcro, come la chinasi dipendente da cAMP e la protein chinasi A, determina il disac- menca guida la deformazione della membrana e la gemmazione delle mvagmazioru riv~te
formare una vc~u,ola cndri,1toll,,t. Una volta formata la vescicola vi·ene il • a
coppiamento del recettore dalla sua proteina G. La fosforilazione può essere promossa anche d' I · • , perso nvesumento
da una famiglia d1 chmas1 contenente sette serina/treonina (GRK 1-7) capaci di agire su d 1 c atrma per azione d1 una proteina da ~shock termico" (hsp70) • Qu d' l I · r
m 1 e vesc,co es, ,on-
GPCR legate ad agonisti o dotate di attività costitutiva. ~ stato anche dimostrato che la fosfo- ono per ~armare un endosoma mmale o reccttosoma (Fig. 16.14). La formazione dell'endo-
rilazione dei m:ettori può innescare l'mternalin.monc e il traftìckmg (riciclo e degradazio- soma lascia la reg,?ne_c1toplasmauca del recettore esposta all'ambiente esterno. Oltre ad AP- l
ne) dei recettori. l'intemalizzauone può avvenire con vari meccan1Smi, quello conosciuto più e AP-2, sono state md1viduate altre molecole adattatnci e c1 sono evidenze che due di esse, AP-
dctt.1g)iatamente è l' .· .:< ,1tm1. 3 e ~P-4, poss?no ~gire m maniera md,pendente dalla clatrina. I dettagli molecolari del mec-
camsmo agomsta-md,pendente per l'internalizzazione del recettore sono meno chian. Sem-
bra che arrestine e GRK non siano rich1est1, ma che AP-2 e vescicole nvest11e con clatrina sia-
J6.6.2 Endocitosi e riciclo dei recettori
no essenziali per la formazione d, un endosoma.
L'intemahzzaz1one e il nc,clo ( traffickmg) dei recettori è stato studiato in dettaglio per i re- Una volta che l'endosoma è all'interno della cellula, la datnna viene depobmenzzata, pro-
cettori GPCR, in particolare il recettore ~,-adrenergico. Questi studi hanno rivelato che questi babilmente da parte di hsp 70, con la contemporanea 1drohs1 d1 ATP. Una volta all'mterno dcl-
proc~,i avvengono in tre fas,. i'endosoma, i recetton hanno due possibili desuru:
• Spostamento dei recettori verw ,iti di endocitosi ben definiti nella membrana. Normal- • defosforila21one ~eguita dal riciclo verso la membrana, con la quale si ha il ripristino di un
mente l'agon~ta è legato al ~uo Mto di legame sul recettore (m1,•r,,.,h11111one d1pcmh nk recettore funzionale;
daU agom a), ma in alcuni c~i questo processo avviene in assenza di agonista legato (m • proteohs1, che causa un decremento netto della funzionalità de, recettori d1 membrana, un
tcmahzzaz.10ne md1p~dente dall'agomst.l). Nel caso del proc~so agomsta-dipendente, il processo noto come ·/, 1r 1.111011.
recettore "'ene fosfonlato da un enzuna GRK prima dell'mtemalizzaz1one.
La scelta dell'una o dell'altra possibilità m seguito a endo~1tos1 (e11docrt1c sortmg) è deter-
~~["&IOI.C>GIAMOl.f(X)L,\&1 IIIOTTOIJ WWLu:l DI "'°41!1A11o'.A
.. '157
sembra ns1cdere nella lo
. ro regione e
una .proteina d1 segn~ az1one chiamat~ak Quest.t ~ione del n:ccttore tnttta~e C'On
li-o,, non occupa\J un lisosoma: la con~uente d1m . nexin I , che promuove la fusione dell'endosonu con
downregulation del recettort med:~07 del ~H nella \C><.-icola a un ,·afore dt 5.3 fa..1ltta u
downregulation di~ndt anche~ bp o~eofu1. \lcuni <bn mdi~o Lhe questo pro.:e-.so d1
mtma ha un ruolo an1, o t noto Int u ,chqu,LJDaZJone del r«ettore, un Pf0\:C1.1.o nel quale l'ar•
gradaz1o ne, e il proc~ so coinvolge d atti e I ub1qwt m.a • nurc.a• k proteine de,tinate alla de•
"-tori ,.,.rortlau
dapAltlldtGIIK
• Gran parte della ricerca t\ ent proteasom, (par. 15.5.4).
~UJ meccawçnu d Il' doc
e....-mbJ1t11n
v-.:ota madtanta •
•
(&) Riciclo dei
z.ando relativamente r nnrhi
-
re cttton GPCR e e en h CJto~i dei rc«tton. . ~ ~t.lta ~ , 111 ut·'IZ
.••.,_ u •
re per 11 fattore di cre.cua ddl d . poc I re..etton protem china~tLt, l"omc il recctto•
.-:~~ o·~·:
,,..,,_,ne• AP 2 ...uon d,reno
• • dal don"n10 POZ enducitost collegato alle clat epi emude (EGRl. ~on si A ancora quanto il men.'anlWDO di
121 Endod&tOOI lloelclo ~ • del , _ . , , . . . d . ll nnc suvalido ndca~d1 I ~,
t1p1 t cc ule. E, imece, churo che tutti g 1...tn tip, di recetton e dei divent
1
c~ton dipendono <b numerw opr0$_ione. I.a regol.mone e la d~nsibihnu1onf dei rr-
O V-,colo riVMtlta
Cendosoma 1n1111t1)
d1tnn1
c1epo4,,,,.nzzatt
do hop70
11-Arresuna
'
► Ub
V-.c1col1 non
"""1111
f•ndotomol
0egr..ia,1ont1 dtrwtta
da nn1n 1
,
(51 Fuaionll con un , _ ,
• it.grada,,one del rwcattora
per meuo dal prot..-om•
livdlo dell'mtttfaccia della ffltnl:rerw~roiema -proteuu, molte delle quah .iv-.engono a
conformuiorali cruoali nd
.
.
z1one rc-.er~tbile mulu~ito noi.
cctton. e lk1 loro effrtton.
ran.a P . altea, e che ogni 111teraz1one causa Lambi.tmenn
l'CCfflort e/o II loro .....0 1a1
torc alle richieste delle cdlule O dcll
intero orµnwno E _,_
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FUI 566,727 Ge,gcr-Mlllkr, contalOllt Ali, 619- lbnduiooe lndag1m l»oclunucbe,J -2 lob. rifeno, 550
diPirk.lt,51S Ruorofon, 145-146 621 degli aadi .nudeio, l 7l, 248- Indice di controllo ddb rupin-
llplll."91,5Cll.so9 Fluorografia.6'° Gel 249 ZJone, 26-17 I....,,·cdi C-ostantt cal.lli.tica
OV,S31 FlUIIOo d1 un~to,447 di colonie, 250 lngcgncna protoca, 256 K.J ,fflli Co&tantt d1 duii:lciwoae
Fauort d r ~ o ettmmdoo• muwone, \'t'Cla CromalDgrafia di placche, 250 lrub1roriddlcpro1ra51,I07,l 19 Km, 'l'td1.M,d,ad,s,éostaJ11tdi.
di ...apaata,......1. "7. 536 ~442 ae i d - molecolare msitu,268 Irul,121oneC11ZJmaba K1ddahl,anali&J dJ, lSl•351
dacon---,(IIIIÌpllllJ"fac• ~IM!Na.fJ/41 . . .~ 4 5 1 m 0uoresunz.a, 145,268 compmtn,a. 69I Kohlrr,tllwrurw.ioncdi, 136
1or1,t.a Laminatt,71 nauvi,449-451 sottnttiva, 228 230 b-,691 t-oshlaod, mockllo d1 (amnu>,
clirilno,WWJ6 aclMOli<'o.703 Gel rctanlation, saggio da. 269-270 lbndom1, 295-299 panbolìca, 691 683-684
di l"llnDCIDr, -ti Riaottda ca• Folin-o-lreou, arcoc» da. 350 Gt.ndi ldràfob1citi, 367 costante ch,690
paati Fona a espreu10M ubiqwtaria (bou- profilo di, 378, 739 da prO<IOIIOnnale,694 Lambcrt· Bttt, legge dJ. S47
apclUOlmplm di. apa,wa.10nc, frwonalc, I03 odaoepangpmsl, 183 Idrossiapatite, cro111atografi• su, da submato,693-694 Lastt,581
519-(wdt..tw~) --,M IIIMIÌ cb mtiotlc dli. 391 507 mcompeùtìlla, 6ll3 Lat1a10 dcidrogcnu1, 58-59, 347,
F.:..291 i:o.-. cionaggiodli.Ul lgA,289-291 irm'ttSibile.689 659
F<d-baldi, wdi cohu~ m Nffll• alca-.62 dnn•NPODI.' da (bockout), IgD,289-291 nusi.a,693 L«tmc, 305,308,527-528
CllllllaMI folfo&unociwiMì. 612-6&4, 705- 273 IgE, 289-291 non compctitm,691-693 l..cg.unc
Faulmelil adfonilllaor-, ftd, lO] hbremdl,221-230 lgG, wdi, lmmunoglobul111u an• lnt~ton, ◄88 fosfòdicstmco. 166-167
l'MSE Foalonsunaa.561,562 mappalllUcm, 279°2'0 che Ant1corp1 lnteranonuca. 392- - - oonspcalìa>.72◄
FammlallOn:." ~ delle protanc, 430, IIIUCatlft(rq,o!1ff),2'19 IgM,289-291 lnterauonì pcptidico,345
~SI] 707-709, 750-157 IUJlbng. 272 Wununaz.,one m campo ,curo, 1, I proteùia-prolana;.392; spmliro,724.
Fidt.lcll'diM4 i.-toaom.1'2 VIC1IU COndab, RJGDdo ck1, Im.agtng spm•rdlCOlo, Sl9 Lente
fioobihp,oldlie. lll fotett&, 552 390-391 a m1crval.h di tempo (bDW lap· In1erfcrometna, 59S-596 a UJllDCBl()nC, Ll7
--•c6:aazapn,lparai• Folodecolorazia, wd1 Photo- Genoma, mappatura dd, 279-280 ie), 151 InteMllo uecm,137
CIIIMll>~IHEM),71 bltàing Gmomia aM!lliCO, 31 dd roodcru.itorc. l.34
m ◄ duoeru1oru, 152-153
~ i:-,541 libreria, 223 di confìdmu,35-39 ddl'ob1t1uvo, 134
Immunità
ddDNA.27b Folopolimaizzmoac,'45-446 10nda,2◄8·249 d1 nfenmento.◄9-51 Libttna
acquisita, 287
lpdlrOKOptCo.515 f ~ clumica cki le• GFP, vedi, Protew Auoruccote Intrappown.ento dl spm, 591 dJ DNA, 223-225,226,227
mnata,287
._
mti. -.edi Jbridizut.ionc In IÌlll ID pau pcptJdici.37S-316
Frunmcnt1 che lcpno l'anhgene
Veldt
Gbaiformc, 380
umor.ile,287
lrnmunoblotnng.322-323,459-462
lntrOOI, 185
lodogcn, 316-318
gcoonuca. 223
Lievito
Fiaaauvo. 139 wdifal> Ghcoproteme, 378-381 loru, 185 aomosorru.artifioalidi,245
Imrnunoclumidie, 1ccmche. 287•
F'md dlaasr -icmmu), 1161 frammadoaiatalhuabalc vedi Fc N-gik0$1~te,378
340 molccolan, 398 plurrude epl$0IDICO, 246
Fi:udumeuuy(enzuru),bòl Frammento atulfirr. 238 O-ghco~1late,378 rottura delle cdlule di. 355,356
lmmunodomma.ntc, 29-f parentali, 398
Flag.368 fnmUJaZJOM con sfere, 355 GLP, ~d,, Buone pratiche di labo• precursori, 398 SISttma a doppio 1bndo, 211,
F1idff prop-am."8ò-387 FRAP, >Tdi Fluora..ellll, RICUpcro lmmunocletlioforoi b1dunCllSIO•
ratono [omca, 1nnz,onc l•ccoppwnen• 392
FUM, vedi Fh1onaaau, ollml• dopo locod«.olormooe dc~ nale,313 LJgaodi (pcrao=tografia duffi-
Gluco,ìo dcidrogrnasi, metodo lmmunofluorC)Cenza to),8,SlJ.512
iMnto <klk 111111Uguu od Frwonamenco dcUa,671 ruù ), 525-529
micro;cop1a m, 144 146 lomuaoone
lffllJ>O con pobeukngh,ok: (<kUe pro• Gluco>10 o, >1das1, metodo della, a citi tr~pray, 400-402 Liguiont (DNA),12?-213
FIDOrnCfflla uo..-imato, li 9 lmlt),364 tccmdie d1,335·336 Limur
41 -◄4. 63-65, 670-671 a prm1oneatmmfmca. ,01
Auon:sama .:on Nh, 303,363 Y·Glutanul trJnsftra.i,!>2
Immunogeno, 287-288 ann~edi usunnomf di radio,
anootropu, 7Zi Immunoglobuline camera di, I> 19
ron &ol"1Cllti organici, 363 atuv11l ),1>49-650
a raggi X, 5-U-,5,f7 Gluuuune ,u ~g.uo•10 ( cromato• b1ouml.wonc Jdlc. 321-322 ch1m1ca, 400
mcdwiit prn1p1t.UIOflr L~ •
grafia d1 affin11.a 1,369 d.1 impano elettronico, 397-400 di ~-amento, 31
cla,.\lficanone delle. 2b9-~91
o-DrCL -'NAUllU)
m m
~umilile \degli erwnul, 684 ParlJccllb
1111a !ll~ion!M. l.islt0 a lì1o<tllo dtlla, a,612 61 ◄, 617
cffcno coda del. 480, 4115 Progt'llo gmom" um= 2&2,,U)
cdlw.m CO). ll>S 315 mnmcrn.;o f degli cnmru). 68J &ontedd.-t.!15
p,6u..61ot Prugumnu F11wr, 316.387
dcTiviékl1-.◄11 \1.-tod, di anahu, nlid&zioM dc,. ModJficworu poat tndUZJOnalJ fuso I cromuografu ), 483
Putmonc per afliniu,524 Pr~rammatore d1 gradimn; 4.9'1
dJb.aw 1'9-4~ (delle proteine), 347-1'8, l!llUSSi.mo, 4C
PAS, ved, S.:h,ff-aado pcnodu;o, Prom1tcwta lddk plOlelllt),.]◄Y
runKn dclb;i4lll !lt~d• mon~K\ l!18 361\,430-431 P1pcture, 167 Promotore (tocquenu). 181,113
Molant.\,S·CI colorazione di Pirkle. fui di, 5 n
l.iaft atlliJlan ili cootauo. IO \hd...-,tOM.Ullew,672,676 Pro1 1mmina sollata,361•362
L,Rftml~ 8lirtt MicbMlil-Mmtm. equaz,aoe:dl, Moltmle rqeorttt, 145, 152,.590· Patcll d.unp dei canali 1omc:1, 723, PU"06eqoenu■mauo, 214,l 16
732-735, 743 Protcui, uub,ton dcile. 119
tqu$.II01Wd1.1!1.'!3. &71 592 pK., •'2lotidi. 342-344 ~rna,110
gralià.680..a I, ()92 M1,oplume.. 76..ìJ,'19 Molccular bt.amD's, 203 PCR(Polymcrasi.Own RractJonl, Pland:,conuete di, 4
204"212
Ptotema
l.llllo;o.,ll ITM/o~ dd,, 2W Mk.roarra,. 1n Momento d, dipolo, 584•585 Plaima,52-SS,288 A.369,461
1..,..rar.o-1.e diD>.A;l17 ~8 MonoaolllalOtt, SSl· 553 a estcns1one ddla SOYnpposi. Plasmacdlulc. 2s, C,, 744.750
u:-ima,3S41 di l)rotnae. 39~. 731 •7ll Monod, \\)man e Ch;inpsx. mo• z:eonc,257-259 PlamudeT1,247 Ouoraaru,,
L,~ di ,onfidaiili,9~ ~ 1106\IWJ,278 ddlo d,, 683-684 oon megapnmcr, 158 Plasaiidi; 232.-236 row;a. 145. 726
l«"''T},mdodoJi.)1.:l50 M"-=lettrode,17 ~~a::=:;;;;;: Mol$ba11tr, IJ)CtlMSCOpea di, s,s con ohgonucleoude alldc-spe- Pluraocm,.69 verde, 145,152,7'.h
l.u.:1frrU1,'SN--~7S,iib& !111,roscopea, 1!11- lM mRNAvcdiRNAmeuwro c6cn, 274 PMSF (fcnelmeul sulfooil011oru• Protc1ne
l.&IJIIIDnCfflZA, '~JOtOll"a~, ■dallo ~ J5',6'9 MS".405-406 con tnscnttas, uwcra (RT- ro),3S3 atllVIÙ 1p«161.ada!Je;J5J
663-664 a totom lriwlipb, 149 Mura.luge e Skoog, terreno dJ, 95 PCR),209 Polanù (del DNA}. 166 bloiung.dàlt. lll,340, 459-,4~~
UIQIÌDOll'lrtn.a, S7J,.,5711 a foru.,un111la, &61-162 Mu~ d'aprnsume,260 Polixrelammede, gd di, '4S,,449, chckganoù DNA "&lllp> fib
1 mteriaienl.a, 141 con PCR,257-259 crror prone, 258 492, 520-.521 mm10,l78
t.~'81 analisi d.igiwe drll,t munageru, diretta da ol!gonudeohdi, 257 hot ,tart, 21 O PolJlargmmaJ, 369 denaturu1Cllle ddl. :Mi6,,H7,
MALDl•rof,......,. Li, 03 157 111 ntro. 256-257 lDSetu,268 Pobctilmunmma; 362 362
u.__._.,.,,i:---c.35& a n&.lo1111 111trma tDtale. 161 Mvnox. 79 multepla, 274 Polunorfumo, m ~ ddb CICIOml ·
t.~ppA diCOIIIIJlllta Ic.oatig map), camp,onc per mutagcnm.con, 257.259 do. =golJ. nudrotidi (SNI\ l, lrulont, 349.352
m prcpar.wonecW. ll8-l39 NanOlpfay, 406-407 progcttanonc dd pnmcr, 208 172,283-284 detel'ìnUlnlont dtlla sqw:n.u;
~fua411,r-..m. colorwone O u - t r nelu, Nefclomctrea, 'SJl quant1t11JYa;2l1•212 PolinudeotJdJ, 167 372-371
280 151-1S2 Nepuoru.612,617 RAPD,208,210 Polistircm,m, s:w mediante 1pettmmctrL1. di
Man:aeon dJ toiO&lliniù. 696 conloc.alc. 146.1"8 ~rnst.cquwonedi; 18,21-22 rc1hune,21l-212 Polr.-uulcloruro, 520-521 ~ .376-377
t.brcal'ilh 1 desco rolàltc, 14&• 149 Neutrom,612-'fill termoadatorc, 211 Polivimlpìrrolidone(PVPJ,35J d1f1WOM.261-26),l61,~
Qsw,kd, W1 pnnm.202203 a seanaonc ~.146-148. 149 Nacktranli■tmn,202,204 sclroonc di librcne mtdemte, Pompa di mcmbruia, }53 354
di .,..$0--'91 dettroruca; 154.157 Netrocellulola, membr~ ds, 459 250 I po!UtaCO>WllC.499-500 drtuofp1a1dellc. 447,.tt,i
lft'IIUnAk dd D~ "- W1 -2112 I IC&IISIODe; 154 Nonhan blot. 199 seqoellZ1&ll'lt1ltO con, 216, 217 i!.ltcrmo,-a, 4'l9,500 fibros,e, 3-16
MarcatUA di aftlaill da .-ip&; a trU1111S11onc. IS4 Nuclaa,189 ciclico con, 216. 2.17 eia II\IOlO, 397 ·-~-~,-~~-- fo,fortluii)ne 4kllc,; 430. 707•
ll9-390,4k•4JS - C I I I O ■I pwllO qwco, NudC0$1de, 166 touchdown, 206 pmsullJU,.,. 709. 750.757
Mal)IM·-biamleat,..S,U, 156-158 ~ln Pcptede,345 Ponte ghcoprotc1nc, 378-lil
,.l.uA ~ r--. S, m, unmunoelduoea, 1S6-IS7,li9 Nucleobck. 166 nuppatura,331 332 disolfuro.345,377 378,431 globulan,3411
J69--3il unmWIOCIWlnalJc:■• 335 Nudeoticb p1nm1d1111C1, 166 profile dI rmssa, 386-'387 salme. 18 grado di. pun6..IZIOIIC dcllc.358
ddinwooe ddlai 5 en lluoracmza. ltJ• 144 Numao Pcpndeco, legmu:,345 Potenu,714 mwa mokcowc rda.u n dàk.
cktmnurwon<-, 126 UllqTl~IS7,IS8 atomico, 611 Peross1da,1-ant1pet'06S~•. tccn•• Potenmle 369-371
ottK.a. 133- I 46 di-.611 ca ddl~ 33S d, gumuone, 21 rnod,licwoni po$t -tndlwonall
ddcrmanazioM
aomatOpb-I -.-hllieoK
- 111 qnfiuorexmza, 141•144 d.e turn~,676-677 de°"1donduz,one(rcdoxl 18- cldk.347,.,)411,3o8
Penurbueone da solvmte.S58
~t70.Sl0 !111CrOKOp1 COfflp0flJ, 134-138 Peso 21 rcprtSSOn, 183. 184
SO>PAGE.570.ffl MeOOK.OplO Oculuc,137 standard, 18 reu ddle, 358
su peso.5
~uometrw di nwa, Jì'O, a (oioru rnulUph.149 Olwalu, frammmll di, I 79 Pot= prcchttÌl'O, 50 RGS,750
suvolume,S
.m cldlJOma,, 154•1S7 Olomz.una, 658 pH Oltemi!.lc ( per gh cnZUIU ), 689 Pm:ipem,onc mnu dcllc.4~7 459
~1216 ad alto woltagio. 1S4 Omogmeu:utore,3S5 con solfato d'munomo, Il, 364 struttura
Plugc desplar, tccniùit de, 2b3-265
Matna (UOIIIAtogl"~~ ), 4;6; 491 • & Ka!UIOM, IS4 ~ne.3S8 per affirut..1,524 <ktmninm~ddu. lb'HSl
Photoblcachmg (fotodc~olor.wo-
t'Jl,50&-509 Sl4 • trumW!one, 154 OmolOBia, nccrca de,390 Precc,1one. 31.JS prullAfLI. dtllc, l4S
nc), 146,149,159
~IIITUÌDIIC poti IJ'ltCJÌIIODlk, ro,-a.:uto. 135 OmougotKo (gene), 172 Prcesposmone (prdl»hmg), 640 quateman.\ delle, 34ò
,'Cdi anche Fluorescenza 11«0nd.aria ddk, 345
IU.IJ6 Me..ro,pcttroOuonmctna.567 Open rcadeng fnme. 175, 197 641
pi, vede Punto l)()C)cnnco
M.l.um e Gilbert.wq-to MicrotetoluJonc, pwue per, 28a Operone, 183.18,4 Presse (per rottura dclJ,t ccUuk), tcmana dtlk,345
di.218--~l9
P1as1ramcnto per rephca,234 wbumtadtlle,&411
~.L39 Organogeno•,% 356
Med11 -compulfflmta dei tran• M,nuru qu.adralJ lttgrC1.SJone li- Peatu teonce, 483,495,536 Proteonu,ID
Ù\crha~r. effetto nucleare, 597, Piatto, altezu dcl, 482 -486, 536 Mcssaggcn, 711 "12
llnlt1,S94-59S nearcJ, mttododre,45 {)()O PnnC1p1u UARA.648 6S0 Pn>tt0m1<a fu,uionale, Jll.l•l94
2 Mtrc.aptotUDolo,l52 M111mtcllitidcl DNA, 172-173 Ptcco Protomcr,. oftl 685
allarg.imcnto del. ◄80, ◄83 -485 Presm1, 1\48 555
Mocowncn10 po$1 colonna 490 Mu.urmoru biodumeche. 27-46 PAGE b1d1mm,1on;ilc, 385-388, Procedurc- open!J\~ ~tamùrd, 30 Proiortas11.~'l'I
Mnallammto rapido (mi.une), Mobilita cle1troforet1u,44 I altczu Jd, 486-488 P11Cudo111okcolan, •pcae 1om.:hc.
454 -455 Produ11onc J1 ,oppie.618
metodo•• 667 t>68 Modello Puamagnctumo, 587
arca dd,48(,-488 ~00
Profilo filogcnet100, metodo dd,
Moh,493 d1 ~ cooformJ.Z1onalc, arearclat1va del. 4111> 488 P1H a.min11a,ulo,37J•)7S
Puaprotcma, 288 3'Xl
u1mmctmo,4RS
(t,;OIC.IH~!lllTIL'O
m
l><IllCli ,NWTICO
rn
a lunghezza d'ond.i vanabd.!, WIOnÌC0.514 517
!otrutturc mol«olan dii. ;1:w;: delle pro1rutc, 31>9.383
Pulwwl<liCÙi F rlccn111'homu. ~ppono 502 dcbole,516
ffl :.111, d11;a~,,1a, ,"t<l, FatD:>rc-d,oip• 742
a '>Cans,onc al lunglm:za d'on- fortc,S16
di Mu..ameGilbtn.UWl9
1ccnKhc per lo ilUWO dd lega · d, Singcr, 213
Nnto da, 502
~ f pi l,'4 l ''"
~O ( 16Dr ), melli.725 735
1e11ri1ck1duulllU,7-IS•J l6 a spe11romm1..1 dì uwsa. 503,
Scambio ,omeo, cromatografia a,
vedi Crornawgralìa a scam-
bddcr, 3n.tz7-U0
ptr termu:wio= dda - .
J1Q1Dn1co.'4l 2q7 534.5~5
1:1ro"na ,hmum. 752 b101onì.ro 213-2 14.
,~SSti ll'U.:&
tcudillloncdd scgnak,142-753 alOto-bforo,533 Sci1chard, equazione d~ 717 720 Shme-{h)pmo, -iumra eh. 186
11-~•.ilt6 1oÙU dtlttothlffilco, 502 Schank. prott1:ne d1, 746-747 Shock term1co; lli
Puriti.:ad<mr ~r affiw&.t \ mc,ci,Q, lùag,c,i1cd1 Rcg1onc/1
a proporoonahll bnulllt.t, 619 evaporativo a diffu1tone di luce Schermo mtuwlìcan~,640. Sicw=:a
lr «nlrifuplioM}. l:Z0.112 JIII (light-scanenng) 50l
Rnl,umc che de1mmnano la complemm Schtff-aodo ~odiw coloru,o- amudictto di, 7I
tanclà.2'2 fo10meuic.o a fiamma, 534 M di. 380.458 colturccclluLu-1,74-?S
Q 1m cii Ourun, '6-' ' Reannal,ng. 2 per cromatografia hq111da. 501-
cosunu dcglt antioorpl.297 Schliertn,~d,,109 1n laborxtono, b5-67
Qualitl, slllllrollu J~ 112'..S Reazione SM
d1 COOltgglO proponionalc, 6 I9 San1ùb1ore,624-625, 6'6 Sim).52-.53,"281
QuantttiazloM a <alma cklla
òa GeiFr-MUU.r.619 per gascroma1ografi11, 533•535 pnmano,624 d1 fe1od1bonno.8l
dd ONA;;ll l.a.12 • catena dtlla polimena. ftdi per spclUffllttria dunassa,4.20-
1pn-vu11bil1 degli anix:orp1, 292 Scmnllazoone d1bovlno.at
dcllRNA , 211 i12 PCR ' ~ ChlD Rr· 421
acuon) vanabw dtglunticorpt, 291 contJIOn a, 623-627 S1evtrt,648,654
ikllt~"57~ RNA mlSCde (codcwl ) eia, 6344>35
~ c. Rtgolammtworu ,a ulUk e, s,ru- Sigm2Clean,74
Qocd•nt (uno.-tal• .561 elt11rofortM ddf 467
:m...,621,Qa;UI~ l'alliolll rau m l.boralor10. t6-67 SDS-PAGE. , ~ Elc11roforcs1 su Silamlllllone 485,531
Rtgoln,one ctl"l'()gcnco nuclèarll (hnRNA), gel di poUacrilamnudc in S1l1cc,492.Sl0
doti colorr, f>lò, 6.?I. tiJ4.-J6 I ping-pong,
allostcria,683-6M. 70S,707 183 pre.1enu dì M>d10 dodec1I Sunmctnco, modello (dtgli CDII
<nietNil•u~-11- b1-b1,677,
di tipo c-1.e lnadom), '77, ntptM (down«guJall00.), 736, mt~tfercn,e (RNA.i), 273 solfato nu),683-6&4
ca} ft6""7 6òll
~I 757 oola~dcll; 191,193 ~IDlCIIIIZIODC Sistema
....,.G,1121;~
di llpo ..,..,....1~ onhnato, pOSllin. ( upregulalloD!, 736 messaggero, 176 alwule 126 Dam,180
~ di limàaai. SOS-504 677,680-681 a.gr_.., u-rit (metodo de, pohmenm, 180-181, 189 codliCl('lltCdi, L07,127-Jla di ampli60IDOnc El.1S,\ I EUSl1
R«fflOn mmuru.quadrall).45 quant1ficu.1onedell',211 ·212 cqu1libnod.J, 125 mterfcromctnO> di bylt.igh.
~ cii fondo.Ml
acanakioru00comrallaudalk, Rrm,648,654 nbosomalc (rRNA,.176 fronte Ji, 1:U. 109
Re<t::± ulelaoraapdltl,541• ottico,
pnda. 741-7'4 Rrphcwonie, origine di; 171•l 79 snRNA (small nudcarl, 176 ~ociUcla, 106-107,125
544 dìSchlat
bdliì1iaèri.:9111-!eJ aaa,ppiatì a11ia paDkma (i, 744• niasall, 232 sonde gcnorruchca,249 Segnale
750 "-cWle~.ass stMtuta a tnfos).u) ddl; 169-170 amphficwone dd.1(0. 7fJ7.;09 Urr,180
bdioelllMl6.'42-4H
, . . . U4' . . . . . 411111; ,,• • ~~757 RftllffllU mZJonak, 103 tradU2Jonedell, 186-187 tnsdUZlOlle dd, 71?, 737, 742· StSIO'lll
I
occupwoncclei. 7J6.-7)7 485-486 Separmone spm-spm,593,595 d1ante aubstrxt1 Ouorelccnll
.....,.,clqlicnmlii-.652 rRNA vedi RNi'. nbosomale
orfun,721 Scpbacryl,5'21 OJ:DOgCDCÌ
IIDorograM.~ Riapolla RT-PCR, vedi PCR con tnnscnl•
pa 11 glutamma1o. 746 ,olidomle, 293 Sq,hadct.521 Slot bloltlllg, 199
-647-650 l.lSJuwcrsa ~monamtnto. vtdi Qumchong
Pff l'EGF, 739, 7S2-753 SOSISOSrq>a1r), 180 Scpbaro5e,S2 I
-· i ,_.., pa rm1uh.na. 7'9,/752 RlteDZJOne all1VUIODC COD CN13r, 306 snRNA. ,'ed, RNA
1rmpo cli d • - -1ri, Saggio Sodio wde, 353
642. 6l ♦,:6IS ,-iooupià.749 fa111n eia,fflii Fattore dì capaci d1 prote11one dalla nbonuclt:1s1 Scqucma
prq,anzlOl'IC dc,, i2 I •72) di Slunc-Dalgarno, 18& Sod1n dodeciliolfato; ,-cdi Elrtuo•
wdi . . . ~ Il
~---~
(RPA),265 fores1su gddipol~amm1•
lbgly, 111',cil:J.618 iir--chiauici, 702,752 tempodi,'4to-486 gel retardauon, del, 269-270 enbancer, 182 183
segnale, 263,3c,8 dr 1n prtWnu di iodio dodc•
Jtaa,X,61,-611 pn>lcinc chie M modifiaoo l'at • Rivditott Salto dt temperatura, mrtodo dd
tMù,746 Scqumze eh lcrtnllllllOIV. 18l • I 83 aJiolfalO
lpdlro ~~ k5-M6 acattun di ekttrom, 534 (crwm1),668
regoluionie ck1, 736, 743-744, afluor=,502 ScqutllZl.imento ~lunon•
Sangcr, scquc11Z1arncn10di,213 $l,llltbni; 40-U,,f 'I
dl, 109 750 a ,ndi,c di nf=ione, 503 Satcll1t1 d1 DNA, 172-173 conPCR.
ricidodci (u.fficlung), 754 757 Ctchco.211>,217 i,mponie.16 17
Random pnmn làNllng, wdi a mfraro,,, a san!o1one rapida Scamb1a1orc ,omeo, S14-S I i
ncomblDlllll.722 ryB diretto. 216.217 Solvente,
Mual1lra c-.lr 4i un pn• per lr.uformata d1 Founer, mdo.516 C\lral!IOOt -on,488 499
IDff - e lffQ!Una chmas1<1, 752• 534 amonico,514-517 Jcl DNA. 212-220
753 m 0uorucenza,2l6-218 pcrturhwoMdi.5Sll
Rank dnircidoacai(!JIIOdi.24-2.6 a 1on1uaz1onc eh fiimma, 533 b:lilCO, 516
l"l>IU A!SAllTI( O
L"1>1Cl~"M.ITICO
m m
Temperatura lraS<.nttu1 m,ery,226
5WD \arw,u,33, ◄ 3
-.:onda
DNA 1911 l00.2tl
fturun«nt~,S62
m<>rutnr •'°
MALDI IDl,t-408•U'-ill
ddla commte
IOOloa tnWt, 419,;j20,5(1).
J, tnnm1one, ò86
ea:,.-S41-S4)
d1 fu~1one, 171
ottimale (degli en11m1l,686
progrimma11one della, 532
Tn~rmone. 180-186
f~tton d1, 181-183
,n •nro. 2~9
\'art.1LJnn1 conlunnu,onaJi. 127
1211
fond.unenti&le. 5-11 •543 \elo.,ti
~-·
gmlòi, 1•1'11.lO ""'5» tecnica del "1ho d1, 668 Tmduz,ont, 712, 737,742-753
riluuia.68J catahtKa,657
!)dDalidnt, ,,., m lllONID<1IJBIO erlèttM>
sw:ionano.oneuuo allo,671-694 Tempo 'lrasfcnmenlo (blotungl, dellaluce,4
ioru,43i,SOl,53'-2" d1 ntenz,one,480,485 del DNA, 198· 199
teso (mzuru allostcnal,683 di ck,"M11men10, 6I◄ 616
'MS",.t05-406 adatiato, 480
')cNtau8'1QCtM11tc;~
Stcreomicro!QOP,O, 151• I54. delle proteme, ◄59-462 eh do,c, MS
~ffUZIODC lllllllbita.l&l nallùllftY. S1okn, 1ea,tcb, 106 relativo. 480 ddl'RNA. 198-199
P9"bombaldamento QOll 81o' d1 flu,,o f cromatografia I, ◄M
\olloll\'dJI C!lffJnh.1 { ~ d1 rnlo (spcttrometna di mas Tmfezione, 248
im......:.,tj)() Stnngen-.1.e d, w,d1menta11one, 106,107,
t ,ibr&ZJOoali).~ l-5'1 C,1ructo (W"tpe - , . test dello. 621 ~) 396,408 416,433 Trasformau d, Founcr della •pct
MM~ma~407-408 125
SOUIMm blolting. morto troocop,a all'infrarosso, ◄ 18, m121ilk f cnrun,\, ò60-6ò2
tempo di llDk,. l616, .oa;4 l6, 'ilrultma
~l atnfogbo(RNA), 169-170 conta d1 Gcigcr-MUller, 619, 595.599 Vctton, 223, 236-248
morto ( CratNI 433 641
pngmdclkproi.me.345 Trasformanone, 232 battenofagi,1, 231>-248
pmpwmim, Spdll'OtCO ..__,. cldk.-,-ae. 346 cromatografia, 480 Trasm1ttanu, 547 rosm,dia.243-245
'>f'«•ht Cl'OfflallO • dlrno nucleatt Owr'-r. Teona Tnplcttc, 175
599~1 secondana dtrl"laUdi
Sp«chk>IO delle proteine, 345 de, due slit1 dei rec.cnon, 715 TnpSllllZUZlone deUe cellule, 83 fagemidi, 241 243
Sp«w dell'RNA, 16L 170 ,olvofobica, 510 tRNA, vedi R."IA tnnsfer •trus. 236 241
tftaJUcldl,eprotaar.~5 Termmaton, 181 Troporuna,I, 90 d, espressione, 254
Sr«ific Studmt (1-1.nt), lnl di. 36, 59-44 Terminazione, 180 Trypan Blu,85, 91 elctlno, 3◄ I
Studi clole-mpoelll,711,-1 17 Termol~ma,376 Turb1dimetra, 573 Mll,2◄ 1•243
• asequmzadin>I
-~-
Stuffcr,fnnunrnto da,231 Terreno 'Iynd.ùl, dfeno, 573 magneuo, 3◄ I
au,auca,576-580
Subcoltutt,82-M al uoglicolato, n n&\'ttta l,huule), 2◄7
COltanlr di, 6 77 d, uoorbimcnto.S71
Submannt fll.465 d, cresata completo, 82 Ub1qu111nU1one, 709-710, 755 per ù don~o, 223, 230-248
Spelllii di~.671,S18
di twnma;sn Subsrrato di Mur~hige e Skoog, 95 L1< NEQAS,62-64 \'oliagtclamp. 73◄
acbcb,70) HAT,298 UltrafùtJ'UJOne, 725•~26 \'olume
cr-.560 di 8uomunza.580
diffffcmì,le,S~ doAu,670-6n tnptone di 5011, 77 UltraVK>lctto l UV) molartd, unp,1dcak.4
di -,rbmwntO, 502 Teso, stato (enzimi allostena), 683
di MOl■baucr. 545 mibwonetla.693 assorbunmto neU,349 -350 ,uoto, ◄8
._......-.;676-S77
lpdlri cb...■t al. 558-MiO Th1mcr0$&l, 73 nvelaton, 502-50◄
........
. . . . . . . ..ii l'ourier,
AS'1 ,qq
cstnz!Ollt nwdala,414 Standard nica nucleare, 589
IOQI.UUJDIIC dwnic:a,.00 ntffll<),488,6)2 Ttemche I 111,J .
a o n ~ da ,mpmo dtt- mtffll0,46, 418,628 a ragg1od1dmd1.502
troako.l\17,-400 \11tuadlcd1popoimont,lS 1mmuno,h1miche, 287-340
lfavole a colori
a)
figura 2.4 Colorazione per fr,elare la pre~cnia d1 m1copla~mi 'd nelle cellule.,(a) Nelle u:llule notl 1..ontam1-
nate, la colorazione di Hoech~t è ncgJtt\a: 1I co or,11lte e\'l cnm ,o1o 111)NA cellulart• del nuclro (O
I
1
scen,.a nucleare). (b) Nelle cellule contaminate,
· la colorallone
d Il li Id, Hoctfat è posttl\a'· 1color·•nt.
.. t C\Iduot<'-
en7ta
anche il DNA dei mtCopl ,mi J,ffu,1 nel citopta,ma e e cc u e.
~60 &tOODMICA EBIOLOGIA .iou COI./JU TAYOILA C:OLORJ
761
~ mento per osservare I smgoh ommatidi dell'C::,hi: Se m~,ic:nno ottcnut.i al MES e (d ) ulteriore mgrand,.
c-,,erc osservate con J colon rcah mentre quelle od• DOII cl e le immagiru allo stcrrom1croscop10 po=no
po,sono essere agg1unt1 alle unmagm, al ME solpr otte ucdu iz.undo 11 MES sono m scaLi d1grigio I colon
d :. ( I.e (b) amente m 1ante tecmche digttah
1mmagm1 '(e) e (d ) sono state cortesemente fornite da Grorg Haldcr J .
t :. 4 I.) Saìonammto ottico ~om ottiche prodotte ut1l11.undo la tccmca LSCM 'a b) e la m1cro-
lCOpL1 llll,IF,tt a fotoru mulupli (e - h) a ) Tripla maratura del terzo sudio di sviluppo del disco 1mma-
prulc d1 un ala di Drowp/11/a Le unmag,ru sono st.11e prodotte u11hzundo un lilSCr a cr1pto-argo da 25 mW
raffmldato aJ ana. che cmcnc a tre pnnc1p.ih lunghemi d'onda 488 Dm (blu), 568 nm (giallo) e 647 nm
rosso I m 6uorocrorru utilizzau SODO st.1111 la fluorC\«ma (cccitmoDe a 491> nm; erru\sione a 518 nm), la
lissamina rodunina (ea:1t.u1onc a 572 nm, cmus,onc a 590 nm) e la oamna (ccotazJonc a 649 nm; em1S-
11onr 1606 nm) Le unnugJm sono sutc uccoltc contemporaneamente come una singola se:nonc ottica ne,
canah dd rouo, del verde e del blu, nspctuvamtnte, e fuse per formare un'immagine a tre colon (ro5So/ver-
ddbhi) (\"Nii Fig. 4 11 ) L'"tmmagme mostu l'npr$1one di tre geru caratternuci dello mluppo delle ah,
vnugial (rouo), apterous (blu) e CiD (,crde) I.e reg1om d1 sovrappo~1zione dell'cspr~1one de, gem appa
1000 ntU unnugmt come colon =appom. (b) l\euroni pohcromaua marcali con una combinazione d1
coloranll lipoftb. (c•h) Immagine a due fotoni di tre embnom VIVI d1 criceto marcati con 11 colorante rruto-
condrialc rodamma \. M1totr.Kkr Le unmagm, dri tre cmbnom sono state raccolte nell'arco temponle di
:?◄ att. k munag1m d.i fc) a (h) sono rappr=ntatJve della .cne d11mmagm1 tunc-lapsc. Uno dei tre cm-
bnoru e •t.ito 1mp1ant.110 m una femmina adulta, che ha po, partonto •1.a~r• (i): una prova vtventc del fat -
to w I ump1o ru uuhzzall per ottenere 1mmagm1 a fotoni mul11ph nmangono vitali.
(lmmaguu cortesemente fomite da (a ) hm V.illiams e ~ Carro!, (b) Wenb10 Gane Jeff 1.tchtman e (c)
Javnc Sqwrrd e Bcrl'} Bavutcr.)
Figura 4.21 v,suahz.zazione del u.kio m cdlule \ltah L'n'onda di calc10 mdona dalla ferttluzu1one nel
l'uovo dt una stella di mare. L'uovo è ,1,110 nucrmmcnat? con il colorante fluore,,,nte scns1b1lc al calcio
fluo 3 e succernvamcnte fertihu.110 con sperma dura~te I o,1crvaz1one mediante mKro¼op1~ confocale 11
mc la se con una lente 40X a ,mmernonc m acqua. L na ~Lione otllc.a po,lllonata \l<ino ali equatore del
I'uovopè stata raccolta og01 •• •• utiliwndo la normale modahtl I dt sam1one
d d de accumulando
I due unmag1m ,
m ono state compcm.11e e norm,1.1va1e M cn o mearmente Ciascuna 1mma
succcss,vament~l1i'mm~ni: umc-lap,e per l'immagine m111alc pre-ftrt1l11zwone Le 1mmag1ni norma-
gme successiva e J seq ate m un montaggio e riprodotte mediante una lllbella m pscudocolon· le
ltzzate sono state quindi prcpar orti e b~i lhclh di caJC1o libero, le regioni \"<Td1 ,ontradd1'tmguono
reg1om blu rappresentano ba,-,i rafpPpreicntano alu rapporti e ah1!i,elh d1 calcio hbero. ~, noti che l'onda s1
l1vcllt 10tcrmed1 e le regioni rmsc r
muove attraverso l'intero ooplasma s , r)
,
( lmmagme cortc..cmcntc ,orru t, da \lC\'C tnc..c
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IIOCIIIMIC.' f llOUlCIA 1,101.!0)L\U
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Prot ( d.a i cauone della figura 8 I I eh d •·"
( pereme s1 ve il testo per I dettagù).
gentile conces$ionc di &nno Sch··-'·-
· e I enw,ca le 1ntrrazion1 tra I gruppi funr n..J.i d Il
111 e e
Nature Publuhmg Gmup J """"•>4 Pttn- Uetz e Stwey F,elcu R.iprodo
• · ~ con il penntsso di
-~
J S.J I Un& mappa da mtcru1one dd protroma d1 liento, co~tru1u sulli ba'>C delle interazioni pubbh
ate (i1 veda il testo pn I detughJ.
(Per sentile concessione d1 Bcnno xhwu.o,.,,IJ, Peter Uctz e Stanlcy fieldi Riprodotta con ti permesso di
N.arun Pubhih,ng Group )