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caffettiera moka bialetti

Nel 1919 a Crusinallo, piccola frazione di


Omegna , Alfonso Bialetti apre un’officina
per la produzione di semilavorati in
alluminio. In breve l’azienda cresce e si
trasforma in Alfonso Bialetti . Fonderia in
Conchiglia: un atelier per lo studio, la
progettazione e la realizzazione di prodotti
finiti, pronti per il mercato.
Nel 1933 Il genio di Alfonso Bialetti dà vita
alla Moka Express: rivoluzionerà il modo di
preparare il caffè a casa, accompagnando il risveglio di generazioni di
italiani e facendo dell’azienda, grazie anche all’ambizione del figlio
Renato, uno dei principali produttori italiani. Il nome? Deriva dalla città
di Mokha nello Yemen, una delle prime e più rinomate aree di produzione
del caffè.
Nel 1958 la notorietà del marchio Bialetti si consolida. Merito anche
degli investimenti pubblicitari nella trasmissione tv Carosello e della
comunicazione incentrata sull’immagine dell’Omino con i baffi. Nato
dalla matita di Paul Campani, diviene il simbolo dell’Azienda e tutt’oggi
è presente sul marchio del Gruppo Bialetti Industrie e applicato sui
prodotti del brand Bialetti. Lo slogan «Eh sì sì sì... sembra facile (fare un
buon caffè)!»
Nel 2021 Forte di un amore autentico e di una profonda conoscenza del
prodotto, nasce Perfetto Moka, il caffè Bialetti per chi ama la Moka. La
macinatura è studiata e calibrata per la preparazione in Moka. Come brand
ambassador viene scelto l’attore Luca Argentero.
Pochi mesi dopo, ad aprile 2022, Perfetto Moka Bialetti è Eletto Prodotto
dell’Anno. Un riconoscimento prezioso per noi, ma soprattutto un indicatore
importante di sicurezza e qualità per i nostri clienti. Si tratta, infatti, della più
grande ricerca di mercato basata esclusivamente sul voto dei consumatori che
premia e valorizza l’innovazione e il grado di soddisfazione relativa.

La Mole antonelliana

La Mole antonelliana è il
simbolo per eccellenza di
torino.La Mole
Antonelliana nacque
come sinagoga,
progettata
dall’architetto
Alessandro Antonelli, e
terminata dal figlio
Costanzo. La Mole ha
rappresentato per anni l’edificio più alto della città con i suoi 167 metri di
altezza. Attualmente ospita il Museo Nazionale del Cinema, con
riproduzioni e locandine. Queste unite a parti di set cinematografici e
macchinari di pre-cinema costituiscono l’unicità del museo, che ripercorre
la storia del cinema italiano ed internazionale.Il nome stesso della Mole
deriva da due fattori. Mole perché fino al 1953 con i suoi 167,35 metri
rappresentava l’edificio più alto d’Europa. Antonelliana invece come
omaggio al suo ideatore e costruttore Alessandro Antonelli. La sommità
della Mole ospita attualmente una installazione luminosa con i numeri del
codice di Fibonacci. Tali numeri, illuminati di colore rosso , stanno su un
lato della cupola.Alcuni sono semplicemente colori legati ad eventi, altri
veri e propri omaggi a momenti importanti o ricorrenze.
Il rosso per la moratoria contro la pena di morte e per Torino su Marte.
L’arancione contro il razzismo. Il giallo per la nascita del collettivo
Torinoir (un libro) . Il verde per San Patrizio. L’azzurro contro
l’autismo. Il rosa per la corsa delle donne.
E ancora l’arancione, la bandiera del Belgio e quella Francese per
ricordare le vittime degli attentati. Ma anche i cerchi olimpici per
commemorare le olimpiadi ed il tricolore per i 150 anni dell’Unità
d’Italia.

Gran Madre di Dio


La Parrocchia Gran Madre di Dio fu
voluta dal Papa Pio XI nel 1931 in
ricordo delle celebrazioni indette per
commemorare il XV centenario del
Concilio di Efeso, nel quale, contro
l'eresia di Nestorio, fu proclamata la
divina maternità di Maria.

Come memoria dello storico avvenimento, Sisto III (432-440) dedicò alla Madre di
Dio la grande Basilica Mariana dell'Esquilino. Pio XI volle dare a Roma un'altra
Chiesa mariana. Fu progettata da Cesare Bazzani e realizzata da Clemente Busiri
Vici sullo stile neoclassico. Proprio perché voluta come importante monumento per
celebrare uno dei 4 dogmi mariani (Maria è Immacolata - concepita senza peccato
originale -, Maria è Vergine prima, durante e dopo il parto, Maria è Madre di Dio,
Maria è assunta al cielo in corpo ed anima), fu edificata con una certa solennità ed
imponenza.

L'allora Cardinale Vicario Francesco Marchetti Selvaggiani volle che il nuovo


tempio sorgesse sulle rive del Tevere su uno scenario tipicamente romano a sfondo
del Ponte Milvio, un luogo particolarmente significativo per la storia stessa della
Chiesa, poco distante cioè dal luogo ove, dopo l'apparizione della Croce a Costantino
che sconfisse Massenzio, era praticamente nata la libertà della Chiesa, dopo il lungo
ciclo delle persecuzioni, proprio dove da ogni parte del mondo approdavano fin dai
più lontani tempi i pellegrini verso la Città Santa.

A Ponte Milvio infatti confluiscono due grandi arterie consolari, la Flaminia e la


Cassia, l'antica via Francigena che i pellegrini del Nord percorrevano per
raggiungere Roma. Bazzani nel suo disegno si ispirò ad un analogo complesso
sacro eretto sulle sponde del Po dal popolo torinese in onore della Gran Madre di
Dio. Fu consacrata nel 1933, anno del Giubileo straordinario della Redenzione, e
alla vigilia di una grande solennità mariana: la festa dell'Immacolata Concezione.
Occupa un'area di 2000 mq, è a croce greca, con un ingresso centrale a colonne e
due laterali incastonati in elementi curvilinei di ottimo effetto.

La grande cupola, sormontata da un'agile "lanterna", gli archi, le colonne, e le


cuspidi delle due torri campanarie, danno al complesso monumentale slancio e
movimento. L'interno, luminoso e sobrio, è dominato dai piloni e dalle arcate della
cupola, mentre le absidi accolgono le raccolte cappelle. Il pavimento, di bel disegno,
è in marmo di Carrara. Nel corso degli anni è stato realizzato dal Morgante un
bell'affresco nel catino absidale.

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