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PNL Creativita E Umorismo Robert Dilts
PNL Creativita E Umorismo Robert Dilts
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Indice
1. I Livelli di pensiero 2
2. PNL e Creatività 2
3. Dilts e Walt Disney 3
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PNL: Creatività e Umorismo 23-24-25 Febbraio 2007 – Milano
Docente: Massimo Soriani Bellavista
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La qualità della critica, quindi, non dipende soltanto dal critico, ma dalle dinamiche del
gruppo e dalla varietà dello stesso.
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La PNL esplora il modo in cui queste persone mettono in sequenza ed usano abilità
mentali fondamentali come la vista, l'udito e l'odorato per organizzare ed agire nel mondo
che le circonda.
Come Albert Einsten, che affermò che "L'immaginazione è più importante della
conoscenza", Disney prese la sua fantasia molto seriamente, sostenendo che
"L'animazione può spiegare qualsiasi cosa la mente di un uomo possa concepire". Infatti, i
processi creativi dei due uomini presentano notevoli similitudini. Einstein disse che il suo
tipico stile di pensiero era "visivo e motorio" e spesso utilizzò fantasie visuali o "speciali
costruzioni immaginarie" per arrivare alle sue scoperte. Anche Disney sembra aver
utilizzato strategie visive e fisiche nel suo processo creativo.
L'affermazione seguente venne fornita da Disney come descrizione del processo da lui
utilizzato per creare le sue storie: "L'autore deve vedere chiaramente nella sua mente
come ogni pezzo del lavoro sarà posizionato nella storia. Deve sentire ogni espressione,
ogni reazione. Deve allontanarsi sufficientemente dalla sua storia per darle un secondo
sguardo... per vedere se c'è qualche fase morta... per vedere se i personaggi stanno
diventando interessanti ed attraenti per il pubblico. Dovrà anche cercare di capire se le
azioni che i personaggi stanno per intraprendere sono interessanti."
Dal punto di vista della PNL questa affermazione fornisce una descrizione molto chiara
degli elementi base della strategia creative di Disney. Essa comprende tre distinti punti di
vista che lavorano in maniera coordinata.
1. L'autore deve vedere chiaramente nella sua mente come ogni pezzo del lavoro sarà
posizionato nella storia." Nel primo step Disney descrive una visualizzazione di tutti gli
elementi coinvolti nella storia o nel progetto come una sorta di gestalt. Questo avviene
molto probabilmente attraverso immagini visive costruite (Vc).
2. "Deve sentire ogni espressione, ogni reazione."
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Quindi, Disney descrive se stesso mentre si immerge nelle sensazioni cinestesiche (K) dei
personaggi, sperimentando la storia dalla loro posizione percettiva, dal loro punto di vista.
Nel linguaggio della PNL questi primi due steps sottintendono la capacità di assumere "la
prima e la seconda posizione" (DeLozier & Grinder, 1987). La "prima posizione" si realizza
guardando, ascoltando e sentendo un evento dalla propria prospettiva. La "seconda
posizione" si realizza guardando, ascoltando e sentendo un evento assumendo la posizione
di qualcun altro, inclusi i suoi valori, credenze ed emozioni. Per esempio, se tu sei nella
"prima posizione" immaginando un personaggio che pedala in bicicletta, lo vedrai dal
punto di vista di un passante. La "seconda posizione" implica il fatto di vedere dalla
prospettiva del ciclista, stando sul sellino della bicicletta, guardando giù sulle tue mani sul
manubrio, eccetera.
3. "Deve allontanarsi sufficientemente dalla sua storia per darle un secondo sguardo".
Nel suo ultimo step, Disney ritorna al sistema rappresentazionale visivo. Questo "secondo
sguardo", però, avviene da un punto di vista differente rispetto alla visualizzazione iniziale.
Lui sta "rivedendo" la storia nella sua memoria (Vr) da una posizione percettiva che è
letteralmente più lontana rispetto alla sua fantasia iniziale, e serve ad uno scopo
differente. Piuttosto che essere creativa, la funzione di questo secondo sguardo è quella di
essere critica. Al fine di valutare effettivamente ciò che sta prendendo corpo nelle due
precedenti posizioni percettive (Vc e K), Disney deve uscire dalla relazione innalzandosi al
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livello che viene chiamato "terza posizione" o "meta-posizione" - una prospettiva che sta al
di sopra della "prima" e della "seconda" e nella quale è possibile guardare la relazione che
intercorre tra le altre due. La valutazione di Disney sottende una gerarchia di principi che
vendono costruiti partendo dal punto di vista del pubblico - un pubblico che è troppo
lontano per sapere come tutti i pezzi della storia si incastrano ed anche troppo lontano per
essere catturato dall'eccitazione dell'atto creativo iniziale.
Disney descrive tre diverse valutazioni che egli faceva della storia da questa posizione
percettiva:
a) "vedere se c'è qualche fase morta"
c) "Dovrà anche cercare di capire se le azioni che i personaggi stanno per intraprendere
sono interessanti."
Le tre valutazioni di Disney partono da un livello astratto e diventano man mano più
concrete e attente ai dettagli. Il primo criterio si riferisce ad una qualità generale di tutta
la storia - quella del movimento. Al di là del contenuto di ciò che i personaggi stanno
facendo, Disney richiede una certa qualità di movimento così che non ci siano "fasi morte".
Il secondo criterio si riferisce alla personalità dei suoi personaggi, e anche questa volta è
indipendente dal contenuto, ma è piuttosto più strettamente legato al tipo di sensazioni
che il personaggio trasmette. È soltanto dopo aver superato questi primi due tests che
Disney valuta le specifiche attività della storia.
Il "secondo sguardo" di Disney fornisce quella che viene chiamata una "doppia
descrizione" della storia. Questa "doppia descrizione" ci fornisce importanti informazioni
che potrebbero essere sfuggite alle altre prospettive. Proprio come la differenza di punto
di vista tra i nostri due occhi ci dà una doppia descrizione del mondo intorno a noi che ci
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Riassumendo, è chiaro che uno degli elementi più rilevanti del genio di Disney era la usa
abilità di esplorare qualcosa da un gran numero di diverse posizioni percettive. Come
puntualizzò uno dei suoi più stretti collaboratori: "... c'erano in realtà tre diversi Walt: il
sognatore, il realista e il predatore. Tu non sapevi mai quale dei tre stava per partecipare
alla tua riunione."
Dalla nostra analisi sembra emergere che il Disney "sognatore" utilizzasse in maniera
primaria una strategia fatta di immagini visive costruite (Vc). Disney quindi rendeva le sue
fantasie "reali" associandosi alle sensazioni (K) dei personaggi immaginari e facendoli agire
per dare loro vita. Il "predatore" arrivava dall'assumere una "seconda posizione" (Vr)
rispetto a queste creazioni dal punto di vista di un pubblico critico.
Anche se Disney utilizzava questa strategia per sviluppare film animati di alta qualità, gli
elementi base della strategia possono ovviamente essere usati praticamente in ogni
situazione in cui sono coinvolte la pianificazione e il decision-making. Bilanciare le posizioni
percettiva fondamentali del "sognatore", del "realista" e del "predatore" (o "critico") al
servizio della visione comune è senza dubbio una strategia fondamentale di tutti i geni.
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Finch, C.; The art of Walt Disney; Harry N. Abrahams Inc., New York, New York, 1973
Culhane, J.; Walt Disney's Fantasia; Harry N. Abrahams Inc., New York, New York, 1983
Thomas, F. & Johnson, O.; Disney Animation; The Illusion of Life; Abbeyville Press, New
York, New York, 1981
DeLozier, J. & Grinder, J.; Turtles All The Way Down; Grinder, DeLozier & Associates,
Santa Cruz, CA, 1987.
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