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DONNE:
EMANCIPAZIONE
ATTRAVERSO LA
MODA.
Saggio di Storia della Moda e del Costume.
2
INDICE:
1. INTRODUZIONE pag. 4
2. DONNA OGGETTO PER SECOLI pag. 5
3. PICCOLI PASSI VERSO LA LIBERTA’ pag. 10
4. LA CONQUISTA DELLA LIBERTA’ pag. 15
5. CONCLUSIONE pag.18
6. BIBLIOGRAFIA pag. 19
7. SITOGRAFIA pag. 20
8. FILMOGRAFIA pag. 20
3
1.INTRODUZIONE.
Da sempre l’empowerment1 femminile passa anche attraverso l’abito.
Più volte, infatti, la moda ha sancito un nuovo ruolo sociale della donna,
servendo a ribadire la sua voglia di emancipazione2. Esiste quindi un legame
molto stretto che lega la libertà ottenuta dalla donna di oggi alla storia che ha
cambiato il suo modo di vestire. Un lungo viaggio ancora oggi non terminato.
1
Empowerment: s. m. inv. Accrescimento di potere, miglioramento. Enciclopedia Treccani, Roma, 2007.
2
Emancipazione: s. f. [dal lat. emancipatio -onis; v. emancipare]. Nel linguaggio sociale e politico, il processo
attraverso cui un popolo si libera da un sistema oppressivo, o una classe sociale si sottrae a una soggezione, a una
situazione subalterna e ottiene il riconoscimento dei proprî diritti. Enciclopedia Treccani, Roma, 2007.
4
2.DONNA OGGETTO PER SECOLI.
Fin dai tempi più antichi la donna è stata ritenuta sottostante all’uomo e le
veniva esclusa ogni sorta di responsabilità, se non quella di badare a marito
e prole.
Una vita fatta di restrizioni che si riversarono anche nel modo di vestire.
Abiti che facevano di una donna un soprammobile, adatti solo a renderla
ammirevole.
3
Jacque Le Goff, Il corpo nel Medioevo, [la donna subordinata], 2003, Editions Liana Levi.
4
Georges Vigarello, L’abito femminile, 2018, Giulio Einaudi Editore S.p.a., Torino.
5
Tra il XIII e il XIV secolo ci fu un cambiamento rilevante, che comportava
un’allacciatura sul corpino che scolpiva il busto. Già da questi decenni si
nota come si faceva sempre più grande il divario tra uomo e donna, in
quanto l’abbigliamento maschile
stava mutando per essere più
funzionale, mentre quello
femminile diveniva solamente più
estetico, stabilendo l’attività da
una parte e l’immobilità da
un’altra.
5
Baschina: s. f. [dal fr. basquine, spagn. basquina «dei Baschi»]. Nel linguaggio di sartoria, falda di taglio particolare
che scende dalla vita, in vestiti e giacche femminili. Enciclopedia Treccani, Roma, 2007.
6
Verdugale: Armatura circolare, di ferro o di legno, composta di una serie di cerchi concentrici sostenuti da una fodera
pesante, che si poneva sotto la gonna per tenerla gonfia e tesa in forma di campana. Enciclopedia Treccani, Roma,
2007.
6
Questa geometria idealizzata non è altro che la sottomissione di un corpo
come concezione di bellezza, giocando con l’immagine della donna affinché
assuma una garanzia di delicatezza.
Come emerge dal libro ‘storia sociale della moda’8, nel settecento, l’opinione
comune era quella di ritenere che la donna sia stata creata per la felicità
dell’uomo, per il suo uso e il suo servizio.
7
Charlotte Brontë, Jane Eyre, 2019, Giunti Editore srl, Firenze.
8
D. Calanca, Storia sociale della moda, 2002, Bruno Mondadori, Milano.
7
Andando avanti con gli anni (1820-1830) la
situazione peggiora; le gonne aumentano di
dimensione con l’aiuto di crinoline9 e sottogonne, e
i corsetti diventano più soffocanti e rigidi.
“Il vestito, da allora e più che mai, diventa più un fenomeno di forma
che non di corpo: un ornamento che elimina ogni idea di funzione.” 10
9
Crinolina: Sottana rigida e rigonfia, foderata di crine, o in altro modo sostenuta, indossata dalle donne intorno alla
metà dell’Ottocento sotto la veste vera e propria. Enciclopedia Treccani, Roma, 2007.
10
Georges Vigarello, L’abito femminile, 2018, Giulio Einaudi Editore S.p.a., Torino, pag.121.
8
È ancora ben lontano da ciò che è proposto ai ragazzi, ma è un’idea che dà
libertà dei movimenti fino ad allora sconosciuti. Tuttavia nei decenni
successivi non si registra nessun cambiamento radicale, anzi la siluette si
amplia ulteriormente. La svasatura prende corpo attraverso un numero
sempre maggiore di involucri.
Dalla rivista “La Mode” risulta che nel 1841 la donna era vestita innanzitutto
da pantaloni di pizzo come primo indumento da sotto, ricoperti da una
sottogonna molto rigida, detta “crinolina” una seconda imbottita alle
ginocchia e irrigidita nella parte superiore da alcune stecche, una terza fatta
di balze, e da una quarta, su cui si poggia l’abito.
9
3.PICCOLI PASSI VERSO LA LIBERTA’
La meccanizzazione nel settore tessile, la crescita del commercio e della
sua diffusione, grazie ai periodici di moda, ha fatto sì che nel 1800 si
sviluppasse una classe dedita al lusso esclusivo e ostentato.
11
Tournure: ‹turnü′r› s. f., fr. [der. di tourner «girare», ma attrav. il sign. ant. di «andatura, aspetto, portamento» e
sim.]. – Imbottitura posteriore della gonna (che aveva la funzione di mantenerla discosta dal corpo, nella parte
posteriore, dai fianchi in giù), realizzata mediante cerchi metallici, stecche di balena o altro, e guarnita con volant e
fiocchi. Enciclopedia Treccani, Roma, 2007.
10
Questi sono conosciuti anche come gli anni del mito della “Femme fatale”,
una donna terribile e forte nata per distruggere la potenza maschile.
È agli inizi del 1900 che si fa strada nel mondo della moda una donna,
Gabrielle Chanel, nota come Coco. È lei che rivoluziona il modo di vestire
della donna.
12
Enrica Morini, Storia della moda XVIII e XX secolo, 2017, Skira, pag.165.
11
Chanel cercò di trovare un abito adeguato all’identità sociale. Sperimentò
anche dei nuovi tessuti come il jersey, un materiale così sobrio che ha reso
molto elegante. Le sue donne potevano camminare libere, senza vestiti che
stringessero il corpo, e si fermavano alla caviglia. L’abito le rendeva
autonome.
13
Must have: essenziale, indispensabile. Garzanti linguistica, De Agostini Scuola S.p.a., 2020.
14
Unisex: agg. e s. m. [comp. di uni- e dell’ingl. sex «sesso»; cfr. fr. unisexe]. Nel linguaggio della moda, si dice di
indumenti (casacche, camicie, pantaloni, ecc.) che sono portati indifferentemente sia da uomini sia da donne.
Enciclopedia Treccani, Roma, 2007.
12
Contemporaneamente a Chanel, emerse Elsa
Schiaparelli, che rispose con linee scolpite, spalle
ampie per enfatizzare il punto vita.
15
Meryle Secrest , Elsa Schiaparelli, A biography, Alet Edizioni, 2008.
13
Fu la nascita della minigonna, nel 1963, storicamente associata a Mary
Quant, a decretare una vera e propria emancipazione; pochi centimetri di
stoffa, intesi come un modo per ribellarsi alla società perbenista con tutte le
sue restrizioni e i suoi tabù.
14
4. LA CONQUISTA DELLA LIBERTA’
Pian piano, le donne hanno iniziato il proprio cammino di emancipazione
nella società. Hanno dimostrato di essere egualmente capaci di svolgere
ruoli professionali “da uomini”: medico, poliziotto, vigile, carabiniere,
magistrato, professore, scrittore. Tutti mestieri a cui la donna non si era mai
potuta avvicinare, ma successivamente dimostrato come le stesse mansioni
lavorative potevano essere svolte in egual modo.
E come nella storia, anche nella moda è venuto meno il divario uomo-donna,
arrivando alla moda unisex.
Termine usato per la prima
volta verso la fine degli anni '60
a indicare quel tipo di indumenti
che potevano essere indossati
da tutti.
15
“Comincio col guardare Lisa: è immobile, sofisticata, sempre in guanti al
gomito, impareggiabile nella sua classe perfino quando è in jeans sul prato a
leggere Gertrude Stein. Sul suo corpo, le pieghe di un mantello di Balenciaga
sono le uniche possibili, i quattro giri di perle al collo sono il trofeo
necessario, la sigaretta tra le dita ha forse consumato troppa cenere, ma
chissà quando: non esiste passato, presente o futuro in quel tempo eterno
fatto dell’attimo della sua posa. Lisa Fonssangrives incarna per eccellenza il
prototipo della modella nella definizione di Barthes. L’abito come significato
che vive senza il corpo.16”
16
Patrizia Calefato, Mass Moda, linguaggio e immaginario del corpo rivestito, 2007 Maltemi Editore srl, Roma, Pag 95.
16
Un film che racchiude questi cambiamenti è “Io e Anni”, film del ’77 in cui la
donna assume una figura rinnovata, più forte, che tiene testa al maschio in
tutto e per tutto. Vestiti compresi.
17
5.CONCLUSIONE.
Quando si affermano sul mercato i negozi monomarca, i vestiti non sono più
fatti per durare, ma per vivere brevi stagioni.
La moda non esprime più parole chiave come il potere degli anni Ottanta
oppure il lusso degli anni Novanta. Ma nemmeno la protesta.
Oggi sia gli uomini che le donne vestono come vogliono, mescolando capi
ricchi e poveri, senza più badare alle regole dettate dalla società.
18
6.BIBLIOGRAFIA.
Charlotte Brontë, Jane Eyre, 2019, Giunti Editore srl, Firenze.
Daniela Calanca, Storia sociale della moda, 2002, Bruno Mondadori, Milano.
Enrica Morini, Storia della moda XVIII e XX secolo, 2017, Skira, pag.165.
Georges Vigarello, L’abito femminile, 2018, Giulio Einaudi Editore S.p.a., Torino.
Jacque Le Goff, Il corpo nel Medioevo, [la donna subordinata], 2003, Editions Liana
Levi.
Patrizia Calefato, Mass Moda, linguaggio e immaginario del corpo rivestito, 2007.
19
7.SITOGRAFIA.
https://viviconstile.it/2013/06/03/chi-ha-inventato-la-minigonna-mezzo-secolo-di-
storia-della-moda/1408/
https://www.iodonna.it/moda/star-look/2019/07/01/haute-couture-chi-era-elsa-
schiaparelli-genio-di-stile-italiano-che-conquisto-parigi/
https://www.lvmh.it/le-maison/moda-e-pelletteria/christian-dior/
8.FILMOGRAFIA.
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