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Alessio Bandini
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Angelica Del Monte
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Il monocromatore storico è un apparecchio ottico, con scopo didattico che serve a scomporre la luce
policromatica nelle varie lunghezze d’onda che la compongono. Ha uno scopo prettamente didattico dato
che non presenta una sorgente propria né un rivelatore, mentre presenta due finestre dove una è di
ingresso luce mentre l’altra di osservazione. Seguendo il percorso effettuato dalla luce internamente al
monocromatore si incontra inizialmente uno specchio che ha prettamente funzione geometrica ed indirizza
il fascio verso la fenditura di ingresso la cui ampiezza è regolabile attraverso una manopola esterna.
La fenditura permette un interferenza che divide il fascio che giunge su uno specchio collimatore il quale fa
convergere il fascio sul reticolo di diffrazione. Quest’ultimo ha una inclinazione regolabile attraverso un
manopola spiroidale e disperde il fascio nelle diverse componenti delle diverse lunghezze d’onda che
vengono focalizzate attraverso uno specchio focalizzatore verso la direzione della fenditura di uscita.
Il raggio prosegue su di uno specchio fino a giungere alla finestra di osservazione dove possiamo vedere
nitidamente il colore relativo alla lunghezza d’onda impostata mediante la manopola.
Ponendo una sorgente bianca policromatica (LED dello smartphone) alla finestra di ingresso e partendo con
la manopola al valore di circa 700 nm si osserva alla finestra di uscita la caratteristica colorazione rossa.
Passando in rassegna tutto lo spettro del visibile fino ad arrivare ad un valore poco inferiore ai 400 nm dove
si osserva la colorazione blu-violetto.
Il seguente video mostra l’andamento dell’esperienza:
https://drive.google.com/file/d/16Wo7zapCu8L7ny6pJU6bon8VzTWLghuo/view?usp=sharing
Per ottenere l’ampiezza della fenditura si sfrutta la legge di Bragg la quale enuncia che il sin dell’angolo di
diffrazione è uguale al rapporto tra la lunghezza d’onda del fascio luminoso monocromatico e l’ampiezza
della fenditura del reticolo utilizzato. Approssimando prima il sin(θ) a θ e successivamente θ a tan(θ) si
λ 𝑥
ottiene la relazione 𝑎
≃ 𝑦
da cui ottenendo x ed y e conoscendo la lunghezza d’onda λ del laser si
ottiene l’ampiezza “a”.
In primo luogo abbiamo proiettato attraverso una fenditura regolabile su un muro il fascio monocromatico
mediante un laser rosso e si osserva come inizialmente il fadcio che non passa attraverso la fenditura è
concentrato in un punto. Successivamente mediante la fenditura si osserva che il fascio subisce il fenomeno
di interferenza e comporta quindi la formazione di zone di buoi e luce dette frange di diffrazione di
Fraunhofer.
Lo stesso abbiamo fatto con una luce verde utilizzando reticoli a numero di fenditure crescenti da cui
abbiamo ottenuto i seguenti risultati:
Abbiamo puntato i due laser di luce monocromatica diversa (uno verde e uno rosso) su una parete bianca
con distanza fissa di 285 cm e misurato la distanza tra le prime due frange dato che quelle successive erano
Dato che le misure sono state effettuate in maniera non particolarmente accurata i valori calcolati
differiscono dai valori reali.