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PAESE :Italia AUTORE :Gabriele Grazi

PAGINE :1;4;5
SUPERFICIE :144 %
PERIODICITÀ :Quotidiano

4 febbraio 2023

ParlaPiergiorgio Odifreddi
l'Occidente rischia
l'idiozia tecnologica"
| Abbiamo giocato col pianeta'
-V
"
GABRIELEGRAZI a pagina 4 e 5

Colloquio con il professorPiergiorgioOdifreddi:


L'Occidenteè messomolto male enonlo ammette
di GABRIELE GRAZI
"L'Occidente - che non è unaciviltà bensìuna tecnocrazia -
è messomolto male. Neanche riescead accettarequali so-
no i suoi problemi,a partiredallamonetizzazione di tutto -
gli unici veri valori sono economici -, dall'eccessodei con-
sumi ai dannidi dueterzidel mondo". Parola del professor
Piergiorgio Odifreddi, che abbiamoincontratoin occasio-
ne del suospettacolo sullUigenza artificiale chesi svolgerà
oggi al TeatroPetrarcadi Arezzo nell'ambito del Festival
scientifico ArezzoScienceLab.
Iniziamo dal tema del suo spettacolo: l'intelli-
genza artificiale. Ricordo congrandeimpressione
le battaglie scacchistichetra il maestroKasparove
Deep Blu. Credoche simbolegginoperfettamente
un nodo centrale in questoconcetto: l'apprendi-
mento.
Parleròanchedel momentoin cui il pc superògli umani
negli scacchie in matematica.Oggi c'è statoun salto essen-
ziale. Primai programmieranoscritti daesseriumani,oggi
invece si èandatimolto avanti:nonc'èpiù la classicafigura
del programmatore.Si trattapiù direi di un costruttoredi
reti, e poi direttamenteil programmacompie unsalto auto-
programmandosi e autoistruendosi, questoè unpuntofon-
damentale. Pensiamo a programmicome "AlphaGo" o alla
" Chat GPT" che tra le altre cose permetteagli studentidi
farsi dare i compiti già sviluppati. Poi contestualizzerò il
momento attuale dell'intelligenza artificiale partendo
dall'antichità.Ci sonodei miti come quello di Galateao co-

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me il Golem di Praga che anticipano molti aspetti come


idea e racconto. Poi c'è la storia vera e propria che inizia ne-
gli anni ' 50a partire dallemacchine e progetti di Turing.
Se da un lato le applicazioni sono innumerevoli
e assolutamente nobili, dall'altro si prospetta una
sorta di seconda guerra fredda tra la Cina e gli Usa
per lo sviluppo tecnologico. Nel 2019 il segretario
per la Difesa Usa ha dichiarato: " La nazione che
per prima controllerà tale tecnologia avrà un van-
taggio decisivo sul campo di battaglia per molti e
molti anni. Dobbiamo arrivarci per primi." Qual è
il traguardo e quale la posta in palio?
Tutte le tecnologiesono state inventate o spesso utilizza-
te anche per fini bellici, non è una prerogativa dell'intelli-
genza artificiale, a partire dagli specchi ustorii di Archime-
de o dalle sue mani di ferro che rovesciavanole navi. Una
buona parte degli scienziati, per non dire la maggioranza,
fa ricerche che sono direttamente o indirettamente leeate
agli armamenti. Poi si possono pre-
sentare in maniera edulcorata, mo-
strando la corsa allo spazio adesem-
pio. Nel progetto Apollo era talmen-
te evidente che la ricercafossein so-
stanza militare che ima volta arriva-
ti al successo le altre missioni furo-
no cancellatenon essendoci più in-
teresse di facciata. Quello è stato il
momento in cui l'America ha supe-
rato l'Urss non nella corsa allo spa-
zio ma in quella agli armamenti,
con i calcoli per i razzi e altro. Certo l'intelligenza artificiale
è un altrodi questi campi di ricerca e credo che gli Usa sia-
no abbastanzaavanti,anche se c'è lo zampino del Giappo-
ne con quella che si chiamava la quinta generazione della
programmazione già dagli anni ' 8o. L'Occidente è in gene-
rale avanti anchesugli armamenticonvenzionali, bastave-
dere cosa succede in Ucraina, doveuna grande potenzaco-
me la Russia si trova in difficoltà a battere una potenza se-
condaria come l'Ucraina, che non gioca con i suoi arma-
menti ma con i nostri. Purtroppo il fatto di essere tecnolo-
gicamenteavanzati non vuole dire che lo si sia anche mo-
ralmente e intellettualmente. In questi casi si rischia che
l'opera degliscienziatidivenga più checollaborazione direi
collaborazionismo.
Ha da poco pubblicato il suo ultimo libro " Pillole
Matematiche" ( Cortina Raffaello), che consiglio di
cuore perché è un libro pensato ottimamente e
scritto ottimamente. Il lettore troverà incursioni
in tutti i campi dello scibile umano, dalla musica
alla letteratura, dall'economia all'arte, e ovunque
lei rintraccia e ci narra per l'appunto pillole mate-
matiche. E' la curiosità la prima anima del suo la-

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voro?
Sicuramente, ma anche l'esperienza. All'inizio io studia-
vo solo matematicae quello mi bastava. Poi ho iniziato ad
accorgermi di un atteggiamento diffuso nelle persone, do-
ve si tendeva a considerare la matematica un argomento
quasi ostile, avulso dallapropria vita.Allora mi sono reso
conto leggendo,guardando film, osservando monumenti,
che lamatematicain realtà è molto più pervasiva di quanto
non si pensi comunemente,per cui ho ritenuto importante
diffondere questo concettoper evitare questoerrore comu-
ne di pensiero sulla matematica. E invece aiutare a vederla
come presente in tutti eli asnettidella nostravita Quotidia-
na, iniziare a viver-
la e osservarla in
maniera meno ti-
morosa. Credo che
sia fondamentale
perle nostrevite.
Quotidiana-
mente utilizzia-
mo oggetti di cui
in realtà non
sappiamo nulla
ma di cui non
possiamo quasi più fare a meno, dall'onnipresen-
te cellulare al frigo al televisore. E' normale che
sia questa discrepanza tra l'utilizzo e la cono-
scenza di un mezzo oppure c'è da allarmarsi?
In realtà lo userfriendly che c'è dal pc ai cellulari
prevedechela tecnologia sia trasparente, più è tra-
sparente meglio è per i fruitori.Ad esempio per
guidare l'automobile non c'è bisogno di una co-
noscenzadelle funzioni di un motore, si utilizza e
si mette un filtro tra sé e la tecnologia. Però la
scienza ha certamente un compito: far capire
che queste cose non sonomiracoli che avvengo-
no per caso, ma che dietro la tecnologia c'è un
pensiero scientifico che si basa sul linguaggio e
sulle tecniche matematiche. Dovremmo sapere
quanto più possibile del mondo in cui viviamo e
di come lo viviamo, altrimenti si rischia di cadere
in quello che diceva McLu-
han, che l'uomo moderno
utilizza gli oggetti tecnologi-
ci come il selvaggio di una
volta usava le sveglie che gli
portavano i conquistadores,
se le metteva al collo. Noi
spesso non conoscendo quasi
nulla della tecnologia finiamo
per abusarla, dall'utilizzodelle
auto che ingolfano le nostre cit-

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tà o al telefono che si abusa in


maniera tale che siiniziano a leggere i proclami per con-
trastarne la dipendenza. Il rischio è quello di diventare
degli idioti tecnologici, che utilizzano la tecnologia senza
sapere nulla, come dei ciechi destinati a degli urti. Certo
non c'è bisogno di sapere cosa c'è dietro per utilizzarla,così
è pensata, ma questo è senzadubbio un rischio. Poi c'è an-
che una parte estetica e culturale: il fatto di come funzioni-
no gli oggetti dovrebbe incuriosirci, dall'elettromagneti-
smo ottocentescoper l'elettricità alla fisica quantistica per
pc e smartphone, in fondo l'essereconsci del mondo in cui
si vive sarebbe il sintomodi un'umanità matura, mentre in-
vece si rischia di essere come deibambini senza consapevo-
lezza.
Un dato che emerge con forza dalla lettura del
suo libro e in generale dai suoi lavori è la sinergia,
la compenetrazione tra i saperi. Una grande sco-
perta può muovere delle sensibilità umanistiche e
viceversa. Questa è una visione metodologica cen-
trale nel suo lavoro intellettuale?
È la constatazioneche il cervello dello scienziato e quello
dell'umanista sonola stessa cosa. Poi anche qui se si cono-
scono i meccanismipossiamoapprofondire le aree coinvol-
te nelle varie funzioni, ma è lo stesso cervello, si tratta di
produrre aspetti complementari dell'attività cerebrale che
poi chiamiamo cultura. Si tratta di evitare di creare un fos-
sato tra queste due cose. I grandiproblemi che gli umanisti
affrontanonella letteratura, nella teologia, nella filosofia,
sono gli stessi che gli scienziati affrontano allabase del loro
lavoro. Per citare il famoso quadro di Gauguin " Da doveve-
niamo? Chi siamo? Dove andiamo?", con la differenza che
la scienza affrontaproblemireali mentre spesso le risposte
delle religioni o delle filosofiesono rispostemitologiche. Ci
vogliono entrambi gli atteggiamenticomplementari, se si
riescono ad averli entrambi si diviene Dersone conrolete.
Se posso sottolineare, spesso gliuo-
mini non completi ma dimezzati so-
no gli umanisti chesnobbano la cul-
tura scientifica, a partire dal loro va-
te BenedettoCroce chediceva "i cri-
tici pensano che io sappia poco di
scienza, si sbagliano. So molto meno
di quanto pensanoloro". E' un atteg-
giamento da ignorante, esattamente
come chi non abbia mailetto Dante
o Lucrezio. Chi sivanta di una cultu-
ra a metà fa la figura del fesso. Dob-
biamo contrastare questa posizione a metà che ritiene alcu-
ni aspettidel sapere superflui o inutili, tutto è collegato.
Lei scrisse anche un libro insieme a Papa Bene-
detto XVI, " Dialogo tra fede e ragione". Giocan-
do con la geometria, possiamo dire che la filo-

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sofia della ragione e la filosofia della religio-


ne sono ellissi dove una delle due è centrale
o sono parallele destinate a non incontrar-
si?
Direi più delle parallele. Sono due modi
quantomeno contrapposti di affrontarela
realtàe i problemi chesolleva. E'difficile trovare un incon-
tro tra questi due mondi, io ci ho provato parlandocon chi
la pensa diversamente, e a onor del vero dall'altra parte
penso che diranno altrettanto. In particolare in Italia il cri-
stianesimo ufficiale, canonico, è una religione dogmatica
per cui le risposte si trovano scritte in un libro, chissà poi
perchéle risposte si devonotrovare in un solo libro. Oppu-
re la verità è quella cheannuncia qualcuno parlando ex ca-
thedra dal balcone di San Pietro. La scienza fa esattamente
il contrario. Per cercare di trovare la veritàbisogna osserva-
re il reale, ma una volta che si pensa di aver trovato dei dati
che fanno presagire una verità, si mettono alla prova, si
tenta di confutarli perché potrebbe ad esempio essere un
caso. Sono due modi diversi,l'uno dogmatico, l'altro empi-
rico. L'uno a priori, l'altro a posteriori. La scienza dà rispo-
ste dopo l'osservazione. Quindi è difficile mettere le due co-
se insieme, non a caso la maggioranzadegli scienziati è non
credente. Avvenire anni fa divulgò il dato secondo cui il 7%
degliscienziati è credente, questo vuol dire cheben il 93%è
non credente. Tra l'altro quel7% è quasi tutto fattoda ebrei
e protestanti, non dacattolici, che hanno un atteggiamento
menodogmaticoe più legatoall'interpretazione delle sacre
scritture, non affidandosi in toto ad altri che interpretano
ogni cosa al tuo posto imponendotila loro visione. Sono
due modi di nensare antitetici. Questo non vuol dire che
non ci possa essere un confronto,
un dialogo, comeancheio ho cerca-
to di fare, magari per convertirli!

In una recente intervista lei


ha dichiarato che le armi sono
il peccato originale della scien-
za. La creazione al servizio del-
la distruzione è sempre l'anti-
co Eros eThanatos o c'è dell'al-
tro?
Innanzitutto c'è il
fatto che gli
scienziati sono uomini, non se-
mi- dei.Quindi quando fanno il loro lavoro si portano die-
tro gli interessi personali, le ideologie. Quindi in ogni mo-
mento della ricerca entrano in giocoquestiaspettipersona-
li, o quantomenopuò succedere. Anche perché non dobbia-
mo essere ingenui, non sempre si fa ricerca mossi dalla vo-
lontà delle cose alte, ma perfar carriera,per ambizioni, per

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avere finanziamenti. Basta leggere " La Doppia Elica" di


Watson, dove la ricerca scientifica è vista anche come una
gara, in quel caso non c'eranoin palio soldi ma l'ambizione
di arrivare primi, di vincere. Tutte queste cose non hanno a
che fare con la volontà di scoprire la verità dei fatti, che di-
viene un mezzo e nonun fine. E' come la citazionedel sotto-
segretario americano che ha fatto lei, arrivano degli input
dalle autorità che impongono delle linee alla ricerca e gli
scienziati spesso di adeguano. Un caso emblematico fu a
Los Alamos dove è stata fatta la bomba atomica. Già dal
' 44. un anno Drima che finissela guerra, si sapeva che i te-

deschi non erano in grado di svilup-


pare l'atomica. I servizi segreti erano
stati in Germania perverificare e non
avevano trovato nessun progetto
avanzato. LosAlamos erastata creata
con questa paura, che la Germania ar-
rivasseprima all'atomica, quindi pos-
siamo anche pensare che all'inizio in
quel clima fossero mossi da scopi no-
bili, ma quando si è saputo che i tede-
schi non avrebbero realizzatola bom-
ba, in realtà solo uno degli scienziati
delprogetto americano se ne andò, e non a casopreseil No-
bel per la pace divenendo il segretariodella conferenzade-
gli scienziati control'atomica. Tutti glialtri rimasero preva-
lentementeper un interesseintellettuale sul funzionamen-
to dell'atomica chedoveva però sottostarealla volontà ulti-
ma dei finanziatori che avevanointeressedi tutt'altro gene-
re,sapevanocheavrebberosfruttato la scoperta per altri fi-
ni ma non si sono fermati.
Ci sono anni in cui sembra che forze provenienti
da ogni dove si concentrino in un innesco partico-
lare di creatività e innovazione. Ad esempio pen-
siamo agli anni Venti del Novecento dove in un
brevissimo lasso di tempo abbiamo avuto gigante-
sche rivoluzioni in moltissimi campi della cultura,
le avanguardie artistiche, la fisica quantistica, gli
anni ruggenti americani in musica e letteratura...
Come giudica il periodo attuale?
Dipende da dove ci si trova nel mondo. Se pensiamo al
mondo occidentalea me sembra un periododi decadenza,
anche se forsenon sono particolarmente qualificato per da-
re questa risposta. La civiltà occidentale mi sembra che ab-
bia perso valori e che l'unico obiettivo che abbia sia la

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Non solo non si


cerca di risolverei
nostriproblemi,
manca persino
l'accettazione che
si tratti di problemi
Chi si vanta di una
no figli. Quindi se vogliamo risolvere il problema dell'im-
cultura a metàfala
migrazione, o dell'emigrazione,dipende da chepunto si os- figura del fesso.
serva, non si tratta di fare muri come ha letteralmente det-
tol'altrogiorno la von der Leyen,dobbiamo riversarebensì Non esistono
una buona parte della nostra ricchezza nei Paesi del terzo aspetti del sapere
mondo a cui l'abbiamo precedentemente sottratta. Il se-
condo problema è l'eccesso di consumo.E la distribuzione superflui, inutili
di questo eccesso. Pochi anni fa eravamo arrivati in una si-
tuazione in cuila metà della ricchezzadel mondo era nelle lina volta chiesero
mani dell'i% della popolazione. Adesso dopo il Covid si è a Gandhi cosa
visto che è ancora peggio: i due terzi della ricchezza mon-
dialesono in manoall'i%. Quindi abbiamouna torta divisa pensasse della
in tre parti e due terzi sono in mano a solo l'i% della popo-
lazione. E' ovvio che così non possaandare avanti: troppo civiltà occidentale,
consumo, troppa produzione inutile, troppisquilibri,dopo rispose: "Sarebbe
un certo limite diventa imbarazzante. Noi pensiamo che
l'Occidente si salverà, ma è un modello che va avanti da unabella idea!"
centinaia di anni aggravandosi.Per ora avendo la suprema-
zia economica e militare, cose che vannomolto d'accordo,
Si rischia
ci siamo potuti permettere questo predominio. Vedremo di diventare
come andrà avantiancheperché non solo non sicerca di ri-
solvere seriamentei problemi,ma manca addirittura la fa- degli idioti
se dell'accettareche si trattidi problemi.
tecnologici
bambini senza
Come l'intelligenza consapevolezza
artificiale, tuttele
tecnologie sono state
inventate e spesso utilizzate
anche per fini bellici

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