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La consapevolezza della radice quadrata di 2

I babilonesi 4000 anni fa riuscivano a calcolare, con una precisione sospinta fino alla sesta o settima cifra decimale, la radice quadrata di 2, esprimendola in rapporti tra numeri primi (le frazioni ridotte ai minimi termini) e raffigurandola su tavolette d'argilla che ancora oggi testimoniano le loro brillanti abilit di calcolo. La radice quadrata di 2, per chi ha poca dimestichezza con la matematica, un numero irrazionale che non si pu raggiungere (come cifra finita, esatta) con il rapporto di numeri interi, dato che nessun numero moltiplicato per se stesso ha come risultato 2, quindi l'operazione si definisce solo attraverso un'approssimazione. L'interesse per simili procedimenti e studi sorprendente, da parte di un popolo che per quanto datato e incomparabilmente meno dotato della attuale scienza, stato capace non soltanto di affrontare tale quesito nel campo teorico ma anche di applicarlo nella pratica e nella tecnica. Basti pensare alle imponenti opere ingegneristiche, alla precisione delle costruzioni. Dunque i babilonesi di centinaia di generazioni fa erano consapevoli di un problema che richiedeva la lucidit di assumere l'impossibile e l'imponderabile della conoscenza, per tradurla in termini umani adattandola alle esigenze concrete. La ricerca rigorosa, l'approssimazione fattiva, la trasmissione della conoscenza erano dei punti fondamentali nel progresso comune della civilt. Certo non si pu affermare che fosse estesa a tutta la popolazione ma quantomeno serve a controbilanciare una sorta di raffigurazione immaginifica che porterebbe a pensare a uomini rozzamente vestiti che scorazzano con armi rudimentali e bivaccano intorno ad un fuoco, la cui unica forma di vita sociale la guerra con gli insediamenti vicini. Il prestigio di menti pi acute, di studiosi pi lungimiranti o di sovrani pi intraprendenti erano un bene per le comunit, dato che i modi di leggere la realt arricchivano il progresso dei vincitori e finanche - in misura pi sofferente quello dei vinti, che pur non partecipando si ritrovavano ad assimilare le conquiste del sapere imposto. Questa storiella semplificata un piccolo pretesto per analizzare quello che invece rappresenta oggi la societ del progresso, della tecnologia, dell'informazione. Al di l del fatto che il concetto della radice quadrata di 2 non ha usufruito di perfezionamenti di sorta, al di l del fatto che l'accessibilit al sapere falsamente estesa al periodo scolare e rigidamente compartizzata in branche professionali ultra-specializzate, al di l della disorganicit delle strutture socio-economiche attuali, quello che a me pare essenziale - nel tempo della democrazia, della pace e della falsit - l'incapacit dei contemporanei di selezionare e valutare gli elementi portanti della trasformazione della realt, pur avendo a disposizione tutti gli strumenti per farlo. Molto probabilmente dipende dalla nostra esistenza di

consumatori ignari, inconsapevoli parassiti del progresso e della tecnologia quantomeno sul piano strumentale. Ma cosa succede su quello logico, teorico, della comprensione degli eventi attuali? Sappiamo scegliere o almeno attivare un'analisi critica dei medium di informazione? Personalmente patisco un tetro stupore nell'osservazione dell'appiattimento dei programmi televisivi d'inchiesta o di informazione, della servile adesione al potere degli organi di stampa, a fronte di una poderosa complessit qualitativa e quantitativa dell'esistenza nel mondo contemporaneo. Una mole impressionanti di notizie ci sfiora senza stimolare nessun interessamento argomentato sulle cause, sulle modalit, sulle ipotesi di variazione. La crisi ecologica, sociale, politica, economica planetaria dovrebbe scuotere le nostre coscienze, indurci a rivalutare completamente ogni idea di sviluppo. Quello sviluppo progressivo/lineare che ci ha illuso fino a oggi, per farci intravedere la prossima catastrofe mondiale, dove i popoli sono ostili, le religioni promettono morte, l'economia si fonda sulla distruzione e i politici dettano leggi fondate sul ricatto e l'incertezza, per con l'Ipad. La passivit con cui si attende la minaccia della (auto)distruzione, mi porta a verificare come ci si relaziona con tale situazione altrove nel mondo, ed il web pu essere una grande risorsa da questo punto di vista. Ecco, ad un primo approccio svanisce gi la solidit della visione eurocentrica, infatti in Sudamerica ci considerano dei medievali, rinunciatari, remissivi e tristi. Hanno definitivamente smesso di farsi colonizzare dagli europei e hanno sancito una unione economica interstatale per difendersi dalle multinazionali usurpatrici delle risorse. Molto resta da fare ma c' un gran fermento culturale. Negli Stati Uniti il dibattito al solito molto forte almeno rispetto alle pantomime da domande concordate a cui siamo avvezzi noi anche se lamentano proprio una diminuzione delle libert. Le prossime elezioni, comunque, dominano il panorama informativo. A parte la nube intorno all'Islanda (stavolta non l'impronunciabile vulcano, ma il netto miglioramento economico e sociale a partire dall'arresto dei banchieri corrotti a isolarli da un pericoloso contagio nel resto del continente), ho trovato succose analogie con la situazione italiana in Portogallo. La passione per la lingua lusofona mi ha aiutato senz'altro a comprendere molto bene le circostanze drammatiche dell'austerit in versione portoghese, soprattutto leggendo tra le righe delle dichiarazioni ufficiali dei politici (oltre ai commenti di giornalai, giornalisti e opiniovendoli). Passos Coelho e il ministro Relvas sono i replicanti di Monti e Fornero, ma la vera sorpresa la redazione di quattro pagine di risposte che i politici devono dare agli organi di comunicazione sulle misure adottate per l'inasprimento del fisco e la nuova legislazione sul lavoro. il quotidiano Expresso (http://downloads.expresso.pt/expressoonline/PDF/Medida_de_ajustamento.pdf) che

pubblica le istruzioni per l'uso che i rappresentanti istituzionali devono ripetere pappagallescamente per giustificare le impopolari misure imposte dalla troika. Sono previsti vari aspetti da considerare e punti evidenziati sui quali trascinare il discorso in caso di domande pressanti, in una scaletta tanto ben architettata quanto deleteria per la dignit dei membri dei partiti al governo, ridotti a amplificatori del pensiero unico. Senza pensieri o opinioni, senza un minimo di onorevole razionalit, questi yes-man hanno sfilato davanti ai microfoni a ripetere la filastrocca. E senza nemmeno capacit d'analisi n memoria, giacch hanno dovuto leggere. Questo potrebbe succedere (o gi successo) anche altrove, ma un ennesimo segno del disfacimento prossimo del mondo da loro delineato. L'informazione vuole legarci ad un mondo che forzosamente si impone come l'unico possibile e ci fa avere paura di ogni alternativa. Ecco questo un punto importante, che racchiude una considerevole speranza. Magari non il nostro (pluralissimo) mondo. Possiamo dimostrare che il nostro destino vuole un'altra prospettiva, che la nostra etica di tutt'altra natura. Tutto dipende dal modificare le nostre singole azioni, la metamorfosi sarebbe una piccola meravigliosa conseguenza. Approfondire, conoscere, interpretare la voce della verit delle nostre coscienze. Noi rappresentiamo quei piccoli decimali insignificanti di una radice quadrata di 2 e l'approssimazione ad un'umanit migliore verr da s.

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