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SCAMBI TERMICI IN UNA PARETE PIANA

Un componente piano è soggetto a vari fenomeni termici: all’interno di un componente opaco si verifica un
passaggio di calore per CONDUZIONE (flusso termico conduttivo Φd). In condizioni non stazionarie, bensì
dinamiche, oltre al fenomeno della conduzione si verifica anche un fenomeno di ACCUMULO TERMICO o
FENOMENO DI STORAGE: la parete può accumulare energia termica al suo interno, riempendosi e
svuotandosi (Φacc o Φd). Ogni faccia di parete scambia con l’ambiente in 3 modi diversi: per CONVEZIONE
(Φd), per radiazione infrarossa (Φr) ad alta lunghezza d’onda (maggiore di 3 micron) e per radiazione a bassa
lunghezza d’onda (Φs), come quella solare. Sulla faccia interna di parete incide la radiazione solare poiché
attraversa i componenti trasparenti e viene riflessa all’interno dell’ambiente, colpendo le superfici interne.

Il fenomeno di scambio superficiale che considera sia lo


scambio CONVETTIVO che per RADIAZIONE INFRAROSSA è
detto LIMINARE. Per considerare insieme sia il fenomeno di
RADIAZIONE SOLARE sia il fenomeno di SCAMBIO LIMINARE
bisogna sostituire la temperatura esterna con la tsa
(temperatura sole aria).

I componenti opachi partecipano al bilancio termico


dell’ambiente, sia lasciandosi attraversare dal calore
(TRASMISSIONE TERMICA), sia immagazzinando e
rilasciando il calore (ACCUMULO TERMICO). La
trasmissione del calore è dovuta ad una differenza di
temperatura tra i due ambienti adiacenti. L’accumulo del
calore è invece dovuto a una sollecitazione variabile nel
tempo, come le oscillazioni giornaliere della temperatura
esterna.

I componenti opachi partecipano anche allo scambio di massa di vapore acqueo con l’aria interna, sia
lasciandosi attraversare dal vapore acqueo (DIFFUSIONE DEL VAPORE), sia assorbendo e rilasciando vapore
acqueo (FENOMENI IGROSCOPICI).

Nel momento in cui si progetta l’involucro edilizio devono essere rispettati alcuni requisiti termo-
igrometrici.
Questi comprendono:

1. Isolamento termico: capacità di ridurre la trasmissione del calore per effetto di una differenza di
temperatura tra l’ambiente interno e l’ambiente e esterno. È legato alla presenza di una adeguata
coibentazione (adeguato spessore di materiale isolante) ed è un requisito importante nella stagione
invernale e nei climi freddi;
2. Inerzia termica: capacita di ridurre/smorzare e ritardare/sfasare l’effetto prodotto sul carico
termico dell’ambente da sollecitazioni dinamiche di temperatura. È legata alla massa del
componente ed è un requisito importante nella stagione estiva e nei climi caldi secchi.
3. Isolamento igrico e inerzia igroscopica

Per l’isolamento termico viene valutata la TRASMITTANZA TERMICA; per il controllo dell’inerzia termica
vengono valutati PARAMETRI TERMICI DINAMICI; per il controllo della condensa superficiale viene valutato
il FATTORE DI QUALITA’ TERMICA; per il controllo della condensazione interna viene valutato il PROFILO DI
FRESSIONE DI VAPORE (verifica di Glaser).
TRASMITTANZA TERMICA

La trasmittanza termica della parete U è il flusso termico che in condizioni stazionarie attraversa l’unità di
area di parete per differenza unitaria di temperatura tra ambiente interno (ti) ed ambiente esterno (te).
1
𝑈= 1 𝑠𝑗 1
[W/m2k]
+∑ +∑ 𝑅𝑗 +
ℎ𝑖 λ𝑗 ℎ𝑒

hi= coefficiente liminare interno [W/m2k]

he= coefficiente liminare esterno [W/m2k]

N.B. Il valore di hi è notevolmente più basso di he ed il motivo è legato al fatto che l’aria all’interno degli
ambienti è sostanzialmente ferma, mentre quella all’esterno è soggetta al fenomeno del vento. hi dipende
dalla direzione del flusso. Ciò è legato a fenomeni di stratificazione e di moti convettivi interni all’ambiente.

hi= 6 < x > 8 [W/m2k]

he= 25 [W/m2k]

N.B. Nel caso di pareti ad intercapedine, a mano a mano che lo spessore dell’intercapedine aumenta,
l’aumento della resistenza è concentrata nel primo centimetro, dopodiché si stabilizza e resta costanze (dai
2,5 ai 30 cm). Questo perché per spessori maggiori di 1 cm l’aria tende a muoversi e si innescano moti
convettivi e il fenomeno dell’irraggiamento termico. La combinazione di questi due fattori fa si che la
resistenza termica raggiunga un massimo di 0-18 e non arrivi a valori molto alti.

Per il controllo dell’inerzia termica vengono valutati parametri termici dinamici quali:

1. Massa frontale [kg/m2]: peso di una massa di parete di 1m x 1m. Per calcolare la massa frontale di
una parete multistrato si calcola la sommatoria delle masse frontali di tutti gli strati di parete. Per
calcolare la massa frontale di ciascuno si moltiplica la massa volumica dello strato (r) per il suo
spessore (d). E’ un parametro grossolano perché non tiene conto dell’energia termica che la parete
accumula.
𝑀𝐹 = ∑ ϱ𝑗 𝑑𝑗
2. Capacità termica frontale CF [kJ/m2K]: quantità di calore che occorre fornire alla fetta di parete di 1m
x 1m per aumentare la sua temperatura di 1°C.
𝐶𝐹 = ∑ 𝑐𝑗 𝜚𝑗 𝑑𝑗

N.B. Entrambi i parametri non dipendono dall’ordine in cui sono disposti gli strati.

I componenti trasparenti sono considerati così leggeri da non avere inerzia termica. Gli unici parametri che
caratterizzano la finestra sono la trasmittanza termica UW e il coefficiente e di trasmissione solare TSET.
Quando un elemento trasparente è
colpito da un flusso di energia solare
(Φs,i) una parte di questa viene riflessa
(Φs,r), una parte viene trasmessa (Φs,t) e
una parte viene assorbita (Φs,a). Queste
tre quote sono quantificate da 3 fattori
ts, rs, as, la cui somma, per il principio di
conservazione dell’energia è sempre pari
a 1: ts +rs +as = 1

Ciascuno di questi fattori è compreso tra


0 e 1.

N.B. Si tratta di flussi di energia espressi


in W. Il Φs,i che incide sul vetro è un
flusso di energia solare, mentre Φs,r e Φs,t
sono flussi radianti, ovvero flussi di energia riflessi e trasmessi. Φs,a è un flusso di energia radiante che si
trasforma in energia interna, fenomeno che determina il riscaldamento del vetro.

I coefficienti di trasmissione e assorbimento variano in funzione di:

1. Angolo di incidenza della radiazione θ: quando θ=0 vuol dire che la radiazione è perfettamente
perpendicolare al vetro. Via via che l’angolo di incidenza aumenta, quindi la radiazione diventa via
via più tangente e non perpendicolare rispetto al vetro, ci sarà un aumento della quota di energia
che viene riflessa e una riduzione di quella sia trasmessa che assorbita.
2. Lunghezza d’onda della radiazione. La radiazione del 1° infrarosso non è visibile ma scalda
l’ambiente, il che è controproducente d’estate. È conveniente un vetro a selettività spettrale, che
fa entrare molta luce ma blocca il primo infrarosso.

EFFETTO SERRA

Il comportamento spettrale del vetro è anche all’origine dell’effetto serra. Una serra è caratterizzata da una
grande superficie vetrata che permette il passaggio della radiazione solare. Le superfici interne della serra
sono opache, quindi assorbono e si riscaldano e a loro volta emettono radiazioni ad alta lunghezza d’onda
che il vetro non lascia uscire, poiché il vetro è opaco oltre i 3 micron. L’effetto serra consiste proprio in un
effetto di cattura: la radiazione in ingresso riesce a passare poiché ha una bassa lunghezza d’onda, mentre
in uscita no perché la sua lunghezza d’onda è elevata. Quindi la serra si riscalda anche in inverno.

COEFFICIENTE DI TRASMISSIONE SOLARE TOTALE TSET

Il TSET è detto totale poiché tiene conto dell’effetto


combinato dei fenomeni di convezione, conduzione e
irraggiamento, a bassa ed elevata lunghezza d’onda.
Frazione di energia
solare che incide sul
vetro e
Nel caso di un vetro semplice, quando la lastra di vetro
complessivamente viene investita da un flusso di energia radiante, in parte lo
dentro l’ambiente.
assorbe, in parte lo riflette e in parte lo trasmette. Il flusso
che viene assorbito si trasforma in energia interna. Il
vetro, non essendo in grado di immagazzinare energia, si
riscalda e questa energia viene trasmessa per
(1−𝑁𝑖 ) ⋅ 𝛼𝑠 ⋅ 𝐼 CONDUZIONE fino alle superfici che poi scambiano calore
in parte con l’ambiente interno ed in parte con quello
esterno. La frazione che va nell’ambiente interno viene chiamata Ni, quella che va nell’ambiente esterno
viene chiamata 1- Ni. 0 < Ni > 0.

Con I si indica l’irradianza, ovvero il flusso di energia solare incidente su 1 m2.


𝛷𝑠,𝑖
𝐼= 𝐴
[W/m2]

𝛷𝜌,𝑠 = 𝜌𝑠 ⋅ 𝐼

𝛷𝜏,𝑠 = 𝜏𝑠 ⋅ 𝐼

𝛷𝛼,𝑠 = 𝑁𝑖 ⋅ 𝛼𝑠 ⋅ 𝐼

I flussi 𝛷𝜏,𝑠 e 𝛷𝛼,𝑠 non sono energie dello stesso tipo: attraverso il vetro passa una fetta di energia come
radiazione direttamente trasmessa 𝜏𝑠 ed una fetta di energia che è una radiazione prima assorbita e poi
scambiata con uno scambio termico liminare (conduttivo + radiativo). Si tratta di due radiazioni diverse
poiché quella emessa dal vetro è infrarossa mentre quella del sole è a bassa lunghezza d’onda.

SHADING COEFFICIENT [-]

Lo shading coefficient è un parametro utilizzato dagli americani ed è dato dal rapporto tra il guadagno
solare 𝛷𝑠 attraverso la vetrata in esame e il guadagno solare 𝛷𝑠∗ attraverso un vetro di riferimento nelle
identiche condizioni.
𝛷𝑠 𝑇𝑆𝐸𝑇 ⋅ 𝐼 𝑇𝑆𝐸𝑇
𝑆𝐶 = ∗ = =
𝛷𝑠 𝑇𝑆𝐸𝑇𝑟𝑖𝑓 ⋅ 𝐼 𝑇𝑆𝐸𝑇𝑟𝑖𝑓

𝑇𝑆𝐸𝑇𝑟𝑖𝑓 = 0.87 Il vetro di riferimento lascia passare complessivamente l’87% dell’energia solare
che incide su di esso.

TRASMITTANZA TERMICA DELLA FINESTRA

La trasmittanza termica della finestra è ricavata come la media pesata delle trasmittanze termiche del vetro
e del telaio, dove i fattori di peso sono le rispettive aree. Nel caso in cui il vetro sia vetro camera, cioè
costituito da due lastre di vetro separate da un distanziatore, quest’ultimo costituisce una sorta di
alterazione della trasmittanza, della quale si tiene conto con un termine aggiuntivo lg ⋅ Ѱg, dove “l”
rappresenta la dimensione del perimetro totale della vetrata mentre “Ѱ" è una trasmittanza termica
lineare [W/mK], poiché è moltiplicata per una lunghezza e non per un’area.
𝐴𝑔 𝑈𝑔 +𝐴𝑓 𝑈𝑓 +𝑙𝑔 𝜓𝑔
𝑈𝑊 = 𝐴𝑔 +𝐴𝑓
[W/m2K]

Dove i pedici:

• w= windows= finestra
• g= glass= vetro
• f= frame= telaio

N.B. L’area della finestra (Aw) è la somma dell’area del vetro (Ag) e dell’area del telaio (Af).

N.B. Nel caso di finestre con più vetrate, il perimetro totale della vetrata corrisponde alla somma dei
perimetri di ogni vetrata che compone il sistema della finestra.

N.B. Nel caso di vetri tripli, l’influenza del distanziatore si considera sola una volta.
TRASMITTANZA TERMICA DEL VETRO Ug

Trasmittanza termica vetro semplice:


1
𝑈= 1 𝑠 1 [W/m2K]
+ +
ℎ𝑖 𝜆 ℎ𝑒

Trasmittanza termica vetro camera:


1
𝑈= 1 𝑠1 𝑠 1 [W/m2K]
+ +𝑅𝑖𝑛𝑡 + 2 +
ℎ𝑖 𝜆1 𝜆2 ℎ𝑒

Trasmittanza termica vetro triplo (3 vetri, 2 intercapedini):


1
𝑈= 1 𝑠1 𝑠 𝑠 1 [W/m2K]
+ +𝑅𝑖𝑛𝑡,1 + 2 +𝑅𝑖𝑛𝑡,2 + 3 +
ℎ𝑖 𝜆1 𝜆2 𝜆3 ℎ𝑒

N.B. Una parete opaca ha una trasmittanza termica al di sotto di 0,3 W/m2K. Un vetro semplice ha una U
compresa tra 5 e 6 W/m2K, 20 volte più grande di una parete ben coibentata. Il vetro doppio ha valori di U
circa pari a 3 W/m2K. Per migliorare la trasmittanza termica si cerca di accrescere il valore della resistenza
termica della finestra si cerca di accrescere i valori di resistenza termica dell’intercapedine. Esso scambia
energia in due modi: SCAMBIO RADIANTE (radiazione infrarossa) tra le due facce dell’intercapedine e
SCAMBIO CONVETTIVO tra ciascuna faccia dell’intercapedine e l’aria che la riempie. Una soluzione è quella
di inserire al suo interno, al posto dell’aria, un gas che non sia soggetto a combustione, il gas inerte, che è
meno soggetto a fenomeni convettivi, come il gas argon. Un’altra soluzione è quella di rendere basso
emissivo il vetro.

In presenza di schermi completamente chiusi come le tapparelle si verifica un incremento della resistenza
1
termica. Se la resistenza termica della finestra Rw è l’inverso della trasmittanza della finestra ,
𝑈𝑤
aggiungendo un elemento oscurante è come aggiungere un 𝚫𝑹, una resistenza termica addizionale alla
resistenza termica della finestra. Esso è sempre più piccolo della resistenza termica caratteristica poiché
esiste sempre una permeabilità, un passaggio di aria tra l’ambiente esterno e l’intercapedine che si viene a
creare tra la finestra e l’oscurante.
1 −1
𝑈𝑤𝑠 = (Δ𝑅 + )
𝑈𝑊
BILANCIO ENERGETICO DELL’ELEMENTO TRASPARENTE

Φ𝐴 = Flusso termico dovuto alla differenza di temperatura tra


interno ed esterno. È influenzato dalla trasmittanza termica Uw

Φ𝐵 = Energia radiante solare trasmessa attraverso il componente


trasparente. È influenzato da 𝜏𝑠

Φ𝐶 = Frazione dell’energia solare incidente assorbita e


successivamente riemessa all’interno

Φ𝐵 + Φ𝐶 = Sono influenzati da TSET


Il flusso che attraversa l’elemento di involucro trasparente è dato dalla somma di 3 componenti:

Φ 𝑇𝑅 = Φ𝐴 + Φ𝐵 + Φ𝐶 [W/m2]

Φ 𝑇𝑅 = U𝑤 ⋅ (𝑡𝑒 − 𝑡𝑖 ) + τ𝑠 ⋅ 𝐼 + N𝑖 ⋅ 𝛼𝑠 ⋅ 𝐼 [W/m2]

PONTI TERMICI

Si ha un ponte termico dove il comportamento termico di una parte dell’edificio è considerevolmente


differente rispetto a quello di parti circostanti. Le cause principali sono:

1. Presenza di materiali diversi nella sezione dell’edificio (discontinuità materica)


2. Discontinuità geometrica nella forma della struttura
3. Interruzioni dello strato di isolamento termico

I ponti termici sono causa di:

1. Incremento delle dispersioni termiche globali dell’edificio


2. Discomfort termico locale
3. Fenomeni di condensa superficiali, poiché in quei punti la temperatura è più bassa di quella della
parete
4. Problemi strutturali, come il degrado dei materiali costituenti nodi strutturali portanti.

DISPERSIONI TERMICHE

𝜙 = 𝐻𝑇 ⋅ (𝑡𝑖 − 𝑡𝑒 )
𝐻𝑇 = 𝐻𝐷 + 𝐻𝑔 + 𝐻𝑈

𝐻𝐷 = ∑ 𝐴𝑖 ⋅ 𝑈𝑖 + ∑ 𝑙𝑘 ⋅ 𝜓𝑘 + ∑ 𝑥𝑗

involucro Ponti termici Ponti termici


lineari puntuali

𝜙 = Flusso termico che, in condizioni stazionarie, l’edificio lascia passare

𝐻𝑇 = Coefficiente globale di dispersione per trasmissione.

𝐻𝑔 = Coefficiente di scambio termico verso il terreno

𝐻𝑈 = Coefficiente di scambio termico verso gli ambienti non climatizzati

𝐻𝐷 = Coefficiente di scambio termico attraverso tutti i componenti direttamente a contatto con l’ambiente
esterno

𝜓𝑘 = Trasmittanza termica lineica [W/mK]

N.B. I ponti termici lineari sono situati nell’intersezione di due elementi piani; i ponti termici puntuali si
localizzano dove si verifica l’intersezione di 3 elementi: vertice. È quasi sempre trascurabile.

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