Sei sulla pagina 1di 51

INVOLUCRO OPACO

PRESTAZIONE TERMOIGROMETRICHE

NORMATIVA DI RIFERIMENTO
• UNI EN ISO 6946:2018. Resistenza termica e trasmittanza termica.
• UNI EN ISO 13788:2013. Prestazione igrotermica (Condensa)
• UNI EN ISO 10211:2018. Ponti termici in edilizia

L’elemento di involucro opaco deve essere progettato in modo da:

• INVERNO
- Contenere le dispersioni di calore
- Controllare i fenomeni di condensazione superficiale e interstiziale
- Ridurre l’effetto di disconfort locale provocato alla superficie fredda
Utilizzo di pareti isolate termicamente: scelta del materiale isolante e della tecnica
di isolamento (Se l’isolante e messo verso interno ci sarà maggiore probabilità che
si verifichi la condensa).

I flussi di calore e vapore di inverno vanno dal interno verso l’esterno.


Se la parete e fredda si presenterà la condensa superficiale sulla parete interna e
nei strati interni.

Q
= U ∙ ΔT Deve essere basso. “U” Parametro prestazionale ed a un limite di
A
legge.

tpi = tai − U ∙ ΔT ∙ Rsi “U” Molto bassa significa che le temperature della
parete e molto simile alla temperature dell’ambiente.

• ESTATE
- Contenere i picchi di carico termico
- Ridurre la trasmittanza
- Ridurre l’effetto di disconfort locale provocato dalla superficie calda.
Utilizzo di pareti con elevata inerzia termica

Devo contenere la trasmissione dal esterno verso interno.


La “U” conta pochissimo.
Tutto ciò che da verso l’esterno (solaio, parete, vetro) deve ritardare il flusso
termico, parchi ore dopo.
Il parametro prestazionale è:
- Calore specifico
- Massa (densità)

C =c ∙m
TRASMISSIONE E ACCUMULO DI CALORE
I componenti opachi (chiusure e partizioni) possono partecipare al bilancio termico
dell’ambiente, sia lasciandosi attraversare dal calore (trasmissione termica), sia
immagazzinando e rilasciando il calore (accumulo termico). La trasmissione del calore è
dovuta a una differenza di temperatura tra gli ambienti esterno ed interno. L’accumulo del
calore è invece dovuto a una sollecitazione variabile nel tempo (es. le oscillazioni
giornaliere della temperatura esterna).

ISOLAMENTO TERMICO
L’attitudine della parete a ridurre la trasmissione del calore è detta isolamento termico.
L’importanza di questo requisito è maggiore nella stagione invernale e nei climi freddi.
L’isolamento termico di un componente è legato alla presenza di una adeguata
coibentazione.

INERZIA TERMICA
L’attitudine della parete a ridurre (smorzamento) e ritardare (sfasamento) l’effetto di
sollecitazioni dinamiche sul carico termico dell’ambiente è detta inerzia termica.
L’importanza di questo requisito è di maggiore nella stagione estiva e comunque nei climi
caldi secchi. L’inerzia termica di un componente è fortemente legata alla massa del
componente.

ISOLAMENTO IGRICO E INERZIA IGRICA


I componenti opachi possono anche partecipare allo scambio di massa di vapore acqueo
con l’aria interna. In analogia con i concetti di “isolamento termico” di “inerzia termica” si
può parlare di “isolamento igrico” e “inerzia igrica”.
Es: tetto giardino, abbiamo un accumulo d’acqua che ritarda il carico.

L’analisi del comportamento termico di un componente opaco può essere effettuata in


regime termico stazionario oppure transitorio.

-> Si è in regime termico stazionario quando tutte le temperature (esterna, interna,


nelle pareti...) sono indipendenti dal tempo e quindi assunte costanti, non si
considerano cioè gli effetti di accumulo e cessione del calore in ambiente da parte
degli elementi di involucro.

L’analisi del comportamento termico consiste in:

• CARATTERIZZAZIONE TERMICA
- Controllo dell’isolamento termico
- Controllo dell’inerzia termica
• VERIFICA TERMOIGROMETRICA
- Controllo della condensazione superficiale
- Controllo della condensazione interstiziale
ELEMENTO DI INVOLUCRO OPACO CARATTERIZZAZIONE
TERMICA REGIME STAZIONARIO

- TRASMITTANZA TERMICA U [W/m2K]


è il flusso termico che, in condizioni stazionarie, attraversa una superficie di area unitaria
per differenza di temperatura unitaria tra ambiente interno ed esterno.

1
U= 1 n n s 1
-> Conduzione + Irraggiamento + Convenzione
hi
+ ∑i=1 Ri + ∑i=1 λi + he
i

Questi indicati dentro la tabella sono


requisiti da norma.

L’irraggiamento sarà sempre minore della


convenzione al esterno.

TEMPERATURA SOLE ARIA

tsa = radiazione solare + convenzione dell’aria (temperatura sole-aria dovuta all’irradianza


solare I [W/m2] sul componente. )

Questa tsa è una temperatura fittizia

αparete ∙ I
tsa = tae +
he
Qassorbito
dove αparete = coefficiente di assorbimento αparete =
Qincidente

he = coefficiente di scambio termico eliminare esterno (inv 25 W/m2K) (est 14,5 W/m2K)

tae = temperatura aria esterna


Q
- Con radiazione solare = U ∙ (tai − tsa)
A
(E’ la temperatura che permette di tenere conto dell’incremento di temperatura
dell’aria esterna dovuta all’assorbimento della radiazione solare da parte del
componente opaco)

Q
- Non radiazione solare = U ∙ (tai − tae)
A
(flusso termico trasmesso attraverso il componenti opaco confinante con l’esterno)

INERZIA TERMICA

È l’attitudine della parete a ridurre (smorzamento) e ritardare (sfasamento) l’effetto di


sollecitazioni dinamiche sul carico termico dell’ambiente.

Si distingue tra sollecitazioni termiche:


• sul lato esterno del componente
- variazione giornaliera della temperatura esterna
- variazione giornaliera della radiazione incidente sul componente
• sul lato interno del componente
- radiazione solare attraverso i vetri
- occupazione, apporti interni
- intermittenza impianto di riscaldamento/raffrescamento

CONTROLLO DELL’INERZIA TERMICA

SOLLECITAZIONE TERMICA ESTERNA


• Questo requisito è tanto più importante quanto più elevata è l’escursione giornaliera
della temperatura (stagione estiva, climi caldi secchi)
• L’inerzia termica di un componente è legata alla sua capacità di accumulo (massa), ma
anche allo stesso isolamento termico

SOLLECITAZIONE TERMICA INTERNA


• Questo requisito è tanto più importante quanto più elevata l’escursione giornaliera dei
carichi interni (apporti interni variabili, grandi superfici vetrate non schermate)
• L’inerzia termica di un componente è legata alla capacità di accumulo (massa) dei primi
10 centimetri a contatto con l’aria interna, ma anche alla posizione dello strato di
isolamento termico
PROPRIETA TERMOFISICHE

• La conducibilità termica λ
- è inversamente proporzionale alla resistenza opposta dal materiale
all’attraversamento del calore.
- Indirettamente, influisce sulla rapidità di accumulo o di rilascio dell’energia interna

• Il calore specifico c esprime l’attitudine del materiale ad accumulare energia.

• La diffusività termica è pertinente al regime non stazionario e può essere misurata o


calcolata a partire dalle grandezze λ (conducibilità termica), ρ (densità), c (calore
specifico), misurate separatamente.
- La diffusività termica incide sulla risposta della temperatura in un punto interno a un
materiale, alle variazioni di temperatura in superficie.
- Più alta è la diffusività termica del materiale, più sensibile è la temperatura interna
alle variazioni in superficie.
λ
a =
- t ρ∙c

MASSA FRONTALE MF [kg/m2] -> è la massa per unità di superficie frontale

n
m ρ∙V ρ∙A∙s

MF = ρj ∙ sj -> MF = = = =ρ∙s
j=1
A A A

CAPACITA TERMICA FRONTALE CF [kJ/m2K] -> è l’energia termica immagazzinata


nella parete per ogni grado di aumento della sua temperatura media e riferita alla
superficie frontale
n
c c ∙m c ∙ρ∙V c ∙ρ∙A∙s

CF = ρj ∙ sj ∙ cJ -> CF = = = = =c ∙ρ∙s
j=1
A A A A
PARAMETRI TERMICI DINAMICI
DIFFUSIONE DI VAPORE

LEGGE DI FICK

La portata in massa di vapore acqueo che si diffonde in un materiale poroso in una certa
direzione è proporzionale al gradiente di pressione parziale del vapore e all’area della
superficie nella direzione normale a quella considerata.

PARETE MONOSTRATO

G p − pv2 kg
= δ ∙ v1 [ ]
A s s
• G = portata di vapore acqueo [kg/s]
• A = area frontale della parete [m2]
• δ = permeabilità al vapore acqueo [kg/msPa]
• pv1 e pv2 = pressioni parziali del vapore rispettivamente sulla faccia interna e quella
esterna della parete [Pa]
• s = spessore della parete [m]

Il termine s/δ si definisce resistenza alla diffusione del vapore acqueo Rv [m2sPa/kg]

s m 2 ∙ s ∙ Pa
Rv = [ ]
δ kg

PARETE PLURISTRATO

G kg
= M ∙ ( pvi − pve) [ ]
A s
• G = portata di vapore acqueo [kg/s]
• A = area frontale della parete [m2]
• Μ = permeanza [kg/m2sPa]
• pvi e pve = pressioni parziali del vapore rispettivamente dell’ambiente interno e
dell’ambiente esterno [Pa]

PERMEANZA DELLA PARETE

1 1 1 1 1
M= sj -> M= sj -> = = 0 -> M =
1 n
+ ∑j=1 δ + 1 n
∑j=1 δ βi βe Rv
βi j βe j

• βi e βe = coefficienti di adduzione superficiale del vapore rispettivamente interno ed


esterno
• sj = spessore dello strato jesimo [m]
• δj = permeabilità al vapore acqueo dello strato jesimo [kg/m s Pa]
Non si può far uscire il vapore, bisogna smaltirlo perché in caso si possono verificarsi
muffe e condense.

VERIFICA TERMOIGROMETRICA

EFFETTI DELL’AZIONE DELL’UMIDITA’


• Effetto statico: riduzione resistenza dei materiali
• Effetto igienico-sanitario: muffe, funghi – allergie, asma
• Effetto termoigrometrico: elevati tenori di umidità in ambiente e quindi limitate
condizioni di benessere
• Effetto estetico: erosioni, sfarinamenti, muffe, rigonfiamenti, efflorescenze;
• Effetto termico: diminuzione della resistenza termica e aumento delle dispersioni;
• Effetto termico: incremento dello scambio termico a causa dell’instaurarsi di scambi
latenti di energia;
• Effetto chimico: reazioni che interessano i sali presenti nei materiali da costruzione e
corrosione nel caso di presenza di componenti metallici.

ORIGINE DELL’UMIDITÀ NELLE PARETI


• perdite dei sistemi di scarico dell’acqua piovana
• perdite dalle tubazioni in generale
• risalita capillare dal terreno;
• pioggia
• spinta dalla falda in pressione
• acqua di costruzione
• condensa superficiale
• condensa interstiziale

CONDENSA SUPERFICIALE

Controllo della condensa


superficiale
Si deve verificare che la
temperatura di parete interna
sia superiore alla temperatura di
rugiada dell’aria ambiente, per
evitare che il vapore acqueo
contenuto nell’aria ambiente
non condensi a contatto con la
superficie interna della parete.

Controllo della condensa


interstiziale delle pareti
Si deve verificare che il vapore
acqueo non condensi all’interno
della parete o che condensi in
quantità minima tale da non
danneggiare i materiali
impiegati e in grado di
rievaporare nel periodo caldo
La condensa superficiale dipende
anche dalla produzione di vapore
acqueo in ambiente, quindi anche
diminuendo la trasmittanza termica
potrebbe presentarsi il fenomeno a
causa di una elevata produzione di
vapore acqueo associata a scarsa
ventilazione degli ambienti.

Rragg = Rlimite − Resit


Sragg
Rragg = → Sragg = Rragg ∙ λragg
λragg
CONDENSA INTERSTIZIALE
La portata di vapore attraverso la parete può condensare se la pressione parziale
raggiunge quella di saturazione.

-> Verifica della condensazione interstiziale del vapore acqueo all’interno delle strutture
dell’involucro edilizio

Analisi del andamento pv negli strati attraverso la legge di Fick.


- Calcolare come varia la pressione strato per strato
- Andamento di pvs negli strati -> andamento delle temperature
G
= M ∙ ( pvi − pve)
A

pv( pi) = pv,i − M ∙ ( pv,i − pv,e) ∙ Rsv -> Rsv = 0 -> pv( pi) = pv,i
s1,2
pv,2 = pv,i − M ∙ ( pv,i − pv,e) ∙ Rv1,2 o ( )
δ1,2
s2,3
pv,3 = pv,2 − M ∙ ( pv,i − pv,e) ∙ Rv2,3 o ( )
δ2,3

L’ho strato “4” coincide con aria esterna, come l’ho strato interno coincide con aria
interna.

METODO DI GLASER
Per verificare se all’interno di una parete edilizia avvenga il fenomeno della condensa
interstiziale si può ricorrere ad un procedimento grafico che si deve a Glaser.
In un diagramma in cui si riporti in ascissa la resistenza al vapore e in ordinata la
pressione parziale l’andamento della pressione parziale è rappresentato da una retta.

La stessa proprietà si ha per un diagramma in cui si riporti in ascissa una grandezza


proporzionale alla resistenza come lo spessore di aria equivalente Sd.

dp
gv = dp -> pressione parziale d Rv -> Resistenza al vapore
d Rv

Quindi si traccia il profilo di temperatura


e da questo si traccia quello di
pressione di saturazione e lo si
confronta con il profilo di pressione
parziale (essendo una retta è sufficiente
conoscere pvi e pve).
VERIFICA TERMOIGROMETRICA - CONDENSA INTERSTIZIALE -
I casi che si possono riscontrare sono tre:
1. Gli andamenti della pressione di saturazione e della pressione di vapore non si
intersecano mai, la pressione di vapore rimane ovunque al di sotto della pressione di
saturazione

2. L’andamento della pressione di vapore raggiunge in un solo punto quello della


pressione di saturazione: in tal caso si verifica la condensa solo sulla superficie
verticale isoterma passante per quel punto;

3. Gli andamenti della pressione di saturazione e della pressione di vapore si intersecano


in due punti e nella zona compresa fra essi la pressione risulta “maggiore” di quella di
saturazione: in questo caso si avrà condensa all’interno della parete nella zona di
intersezione.
Per evitare la formazione di condensazione interstiziale è necessario
-mantenere basso il profilo della pressione di vapore (direttamente correlato alle
resistenze al vapore dei singoli strati); -mantenere alto il profilo della pressione di
saturazione (direttamente correlato all’andamento delle temperatura e quindi alle
resistenze termiche dei singoli strati).
Quindi:
- strati a resistenza al vapore decrescente dall’interno all’esterno
- strati a resistenza termica crescente dall’interno verso l’esterno

NORMA UNI EN ISO 13788


Il calcolo viene effettuato su base mensile a partire da ottobre.
• I dati di partenza sono le temperature e le umidità esterna ed interna.
• Si tracciano i profili della temperatura, della pressione di saturazione e della pressione di
vapore.
Devono essere verificata una delle condizioni seguenti:
a) Non si verifica condensazione in alcun mese;
b) La condensa accumulata in ogni interfaccia evapora completamente durante i mesi
estivi:
mevap ≥ mcond
SOLUZIONI ALLA CONDENSA INTERSTIZIALE
Nel caso non si riesca ad intervenire attraverso una corretta successione stratigrafica, il
metodo più diretto per evitare fenomeni di condensazione interstiziale risulta essere
l’inserimento di strati di barriera al vapore sul lato caldo dell’isolante (bitume, carta kraft
bitumata, sottili fogli di alluminio o cloruro di polivinile o di polietilene…)

La scelta della barriera al vapore deve comunque essere sempre valutata attentamente:
un suo utilizzo potrebbe comportare inconvenienti, quali ad esempio la riduzione
dell’evaporazione nel periodo estivo.

Se dai calcoli di verifica in fase di progetto risulta una quantità di vapore acqueo di
condensazione durante il periodo invernale ammissibile, si consiglia di evitare
l’inserimento della barriera stessa.
Lezione 3 INVOLUCRO TRASPARENTE
Per l’involucro trasparente abbiamo molte normative, alcune + tecniche e alcune utili ai produttori di vetro.

UNI EN 410:2011 - Vetro per edilizia - Determinazione delle caratteristiche luminose e solari delle vetrate.

Come determinare la prestazione ottico solare e ottico luminosa.

UNI EN ISO 10077-1:2018 - Prestazione termica di finestre, porte e chiusure oscuranti - Calcolo della
trasmittanza termica - Parte 1: Generalità

Questa seconda norma ci consente di calcolare la trasmittanza termica, non solo della vetrata, che viene
solitamente fornita, quello che andiamo calcolare è il profilo del telaio che la contiene e il distanziatore tra
le lastre.

UNI EN ISO 10077-2:2018 - Prestazione termica di finestre, porte e chiusure - Calcolo della trasmittanza
termica - Metodo numerico per i telai

È usata particolarmente dalle software house.

UNI EN 13363-1:2004 - Dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate - Calcolo della
trasmittanza solare e luminosa - Metodo semplificato

UNI EN ISO 52022/2018. Prestazione energetica degli edifici – Proprietà termiche, solari e luminose di
componenti ed elementi edilizi. Parte 1: Metodo di calcolo semplificato delle caratteristiche luminose e
solari per dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate

UNI TS 11300-1, 2014. Prestazioni energetiche degli Determinazione del fabbisogno di dell’edificio per la
climatizzazione edifici. Parte 1: determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la
climatizzazione estiva ed invernale. Appendice D (fattore di ombreggiamento).

Norma tecnica standard, divisa in diverse parti, seve a calcolare il fabbisogno di energia dell’edificio per
mantenere la temperatura voluta eccc…

In questa norma c’è un appendice che ci dice già quali sono i fattori di ombreggiamento, ad esempio di un
aggetto o di una presenza di fronte…

PRESTAZIONI TERMICHE
Studiate per il clima di Torino.

L’elemento di involucro trasparente deve essere progettato in modo da:

aumentare i gradi dell’aria per fare fronte alla


parete fredda. Questo porta a problemi di tipo
energetico.

inment> 800 a
Un vetro singolo ha una trasmittanza di 6. Un
vetro camera ha valori intorno all’1, mentre un
triplo vetro arriva fino a 0,25…
·
VEno CAMERATRIPL x 0,25
=

mk

Più cioè di disconfort più c’è consumo energetico.

(100,57
È bene scegliere vetri camera, dove lo strato in vetro ha una conducibilità di 1 W/mK (per lastra di 6mm), se
nell’intercapedine vado ad intrappolare un gas, come l’argon, è quella che diventa lo strato di resistenza
termica. In più è importante avere un coping di tipo basso emissivo Low E.

La resistenza termica del gas lavora sulla convezione e conduzione… lo strato Low E lavora sullo scambio
radiativo, cioè sulla riduzione dello scambio da irraggiamento. Ma tutto questo non funziona se poi uso uno
telaio a basse prestazioni.
L’inverno è + facile, bisogna stare attenti a non dar creare condensa e umidità.

In estate si lavora con la radiazione solare, capire come intercettare la radiazione solare, i vetri che sono
chiamati al cutting solare, sono vetri trattati a controllo solare, in modo da ridurre la radiazione solare.

il problema è che se la riduco d’estate, la riduco


anche d’inverno. Per questo è una tipologia di vetro
usata soprattutto negli uffici.

Abbiamo i ponti termici tra telaio e vetro.bisogna


massimizzare tutto compreso il telaio.
Bisogna porre attenzione alle temperature superficiali e
di rugiada nelle connessioni tra telaio e vetro, c’è

m
possibilità del verificarsi di condensa.

Meteo controllo solare, diminuiscono la radiazione


entrante.

Il vetro basso emissivo (Low E) lavora sull’infrarosso lontano, riduce la parte legata alla differenza di
temperatura. Mentre il controllo solare lavora sulla bassa lunghezza d’onda. Devo fare attenzione a quello
che succede durante tutto l’anno.

Magari uso dei vetro Low E per la radiazione termica e poi uso uno schermo per la radiazione solare, per
intercettarla prima che entri.

BILANCIO ENERGETICO DELL’ELEMENTO DI INVOLUCRO TRASPARENTE


Domande tipiche possono essere “descrivere il bilancio
· energetico dell’involucro trasparente”. Oppure “descrivere i
parametri prestazionali dell’involucro trasparente”

Quali sono i flussi in gioco nel bilancio e quali sono i


parametri da usare.

Se abbiamo una certa quantità di radiazione in gioco “I”


W/m2. Poi come condizioni al contorno abbiamo
temperature dell’aria interna ed esterna. Avremo poi che la
vetrata agisce su 2 forzanti, quella della radiazione solare e
la differenza di temperatura; entrambe le forzanti agiscono
in maniera diversa. La differenza di temperatura, niente di
diverso da un flusso in ingresso, piuttosto che un flusso in uscita.

Avremo poi una componente che entra, una che esce e una che viene assorbita, la cui somma deve dare il
100%.
La quota assorbita dal vetro, si dividerà in una quantità secondaria qi, detta quota di trasferimento
secondaria che è di nuovo una percentuale di radiazione solare che viene scambi anta per convezione e
irraggiamento. ABBIAMO
UNA PARE. TASMESSA
t, I (BASSA DONDA) LUNCHEZA

TRASFER Tanto
· 4:
ASSORBITA -> QUOTA DI

SECONDANA
LACTAFREQUENZADONDA) CALORE
SOLARE
%. DELLA RADIAZIONE
PErt:
SCAMBIATA
·CONVENZIONE
·
INRAGAREND
Quindi avremo 3 contributi:
·
MIFESSA
1- Differenza di temperatura come forzante, più alta è la differenza di temperatura, più alta è la
trasmittanza.
2- Il contributo di radiazione che si trasmette direttamente dal vetro, si tratta di bassa lunghezza
d’onda.
3- E poi la quantità secondaria legata all’irraggiamento al alta lunghezza d’onda, perché è uno
scambio tra corpi a temperatura ambiente. Quindi nel campo dell’infrarosso lontano. + uno
scambio di tipo convettivo. I
menzonesene
-

F ORZANA
LE S0,5ac o 9ai

IT
* FLUSSO TERMICO
=

ESISE
CHE de
Penctie un

A if femement
d i TEMPERATURA,

·
USCENTE
IN INUno

ENTRANE IN ESTAE
·

RELAZIONI ANALITICHE
Quello che è stato definito come flusso legato al tempo è detto flusso
window (vetro + telaio) è dato dal flusso, uguale alla trasmittanza
termica di tutta la finestra, per l’area dell’insieme vetro + telaio per la
differenza di temperatura.

Poi abbiamo il flusso legato alla radiazione solare che scomposto nelle quote A e B.

Il primo, quello diretto e trasmesso, si esprime con “Tao”, lo si moltiplica


per l’area intendendo SOLO QUELLA DEL VETRO “Ag” moltiplicando anche
per l’irradianza incidente.

Poi abbiamo la quota secondaria con l’assorbimento solare molti plicato per l’irradianza, ma abbiamo non
dobbiamo considerare tutta la quota di assorbimento alfa, perché una parte
è scambiata con l’esterno; si introduce una quote che corrisponde alla
percentuale di flusso che entra in ambiente interno “Ni”.
Il flusso solare è dato dalla somma delle ultime 2 quote.

Il flusso che entra in ambiente è pari a:

Tenere separate le due quote di flusso solare è complicato, dobbiamo mettere insieme Tao + Ni + Alfa, per
quantificare tutta la radiazione solare che entra in ambiente.

per questo abbiamo TSET = Total solar energy trasmittance. A volte è detto (g)

La quota che deriva dall’assorbimento, può essere piccola, ma allo stesso tempo, per certi tipi di vetro
molto grande.

L’ultima cioè TSET x Area del vetro x


irradianza è un ottimo modo per
calcolare il flusso solare.
RIASSUNTO

ESTATE

Par Qw UA:Statal
↳rif
=

A
=

In venne

Qw UAw. =
(tar-ta)

I
I
SE
FLUSSO RADIAZIONE

I
05,4 Is Ag.
=
B

TUASMESSO
↓ BTC FluSSO SOLARE
=

AREA
Verno
①S
Assonli
Ps, 4: Ni.2s.Ag.
=
I I C

PANTE ASSOMBIT
LA DAL VERO CEDE
CALORE SIA Al

MA
IN UELACE QUANTITA ANCHE AL Estenne
INTERNO

QN+PE
AB c
PT
+ +
=

f(Uw) f(Is, Nis)


IN FUNZIONE
I
DELLA TRASMITANEA POSSIAMO AVERE
FERTKA ↳r Panter
5020 CHE COMPRENSE

TOTT PEST COEAFFICENT.

4, N,.hs
+
TSET
= (y)
=

Toir som Energy


istita na

"MASIMISSIONE
B EL AENGA SOLARE
NOTACE
-

SIGNIFICA

CHE...

COMPRENDE
ANCHE
LA SECONDANA
QUOTA
PARAMETRI PRESTAZIONALI
Se la domanda è “descrivere i parametri prestazionali dell’involucro trasparente”, si devono richiamare i 2
parametri prestazionali della trasmittanza termica e il TSET.

QUANDO SI PARLA di involucro opaco c’è da raccontare la trasmittanza termica, la massa frontale la
capacità termica dinamica, i parametri frontali…

TRASMITTANZA TERMICA DELLA FINESTRA

W dipende dalla trasmittanza del vetro, dalla


trasmittanza del telaio, ma anche dall’effetto
di ponte termico che si viene a creare.

Per un serramento singolo (unico telaio), a vetro camera, vale la relazione:

della media pesata


Si determina come sulle
mediasuperfici delle
pesata sulle
trasmittanze di vetro per
superfici moltiplicate e telaio, a cui
le trasmittanze delle
di vetro, telaio a cui aggiungiamo l’effetto
aggiungiamo l’effetto di incremento di flusso di
dispersione, quindi di incremento del flusso
termico dispersione di connessione tra vetro e
termico, perché c’è una connessione vetro
telaio
telaio, chegenera
che generaununponte
ponte termico.
termico.
L’ultima parte finale della formula a numeratore, è legata proprio alla zona di ponte
termico tra vetro e telaio.

singolo
Se si considera un vetro senza distanziale, singolo, non camera, la formula si riduce a :

a
la forma diventa una media pesata sulla trasmittanza delle aree.
e
Un=Vg.A
TRAMITTANZA TERMICA DEL VETRO
Formula già vista

La norma consiglia dei dati per i


coefficienti di scambio termico liminare
interno ed esterno, per la lastra basso
emissiva.

Tipicamente Ug è preso da catalogo,


perché non è facile calcolarlo. C’è
sempre stata molto attenzione da parte
dei produttori di vetro usare aziende come

AGC, BAIN… molto serie.

Uf, la troviamo da normativa o da->


>
catalogo.

La trasmittanza termica lineica è =ëûÓûëûë


un dato da normativa (poco da catalogo). (quella che sembra un tridente.)
Per lunghezza del giunto si intende, rispetto il prospetto, èè ilil perimetro
perimetro
tra il telaio e la finestra, dove troviamo il distanziale.

TRASMITTANZA TERMICA DELLA FINESTRA


Se nel progetto abbiamo usato una schermatura chiusa di notte, quindi parliamo di tapparelle o ante, c’è
una resistenza aggiuntiva, che crea un cuscinetto caldo, un intercapedine di aria che riduce lo scambio
termico.

Uws dove “s” sta per shutter.


CEA DI NOTTE
UN D'AMA
INTERCAPEDINE CHIUSA
GGIUNTUA
-NESISTENZA

( BR)
-

Uns
+

↳ VEMATA
MESISTENZA TAPPARELLA
SENZA

S SHUTTEN
=

NO Now creano
·
IN CASO DI TENDA O VENEZIANA,
TERMICA
RESISTENZA
UNA

Delta R è un valore dato da normativa o da produttori.


RIEPIL0G0
COEFFICIENTE DI TRASMISSIONE SOLARE TOTALE TSET

PROPRIETA’ OTTICO SOLARI

InciDEE
I 0s, i
=
Flusso
=
solare

Tipicamente un vetro chiaro divide la


radiazione in:

circa 80% ⑱ Attenzione tra differenza


tra trasmissione di tipo
solare (tiene conto di tutto
lo spettro) e trasmissione
di tipo luminoso (tiene
conto dello spettro del
visibile)

circa 10%

circa 10%

TOTALE DI 100%
Bisogna fare distinzioni tra la radiazione di tipo solare e la radiazione di tipo luminosa, la prima tiene conto
di tutto lo spettro, la seconda solo della parte del visibile. Il pedice s è importante perché caratterizza lo
spettro su cui sto facendo l’analisi.

PROPRIETA’ OTTICO SOLARI


I coeff. variano in base all’angolo di incidenza della radiazione
solare. Quando il sole è perpendicolare alla vetrata, usiamo
l’angolo di incidenza uguale a 0. Man mano che il sole sale,
l’angolo di incidenza aumenta fino ai 90° dello zenit.

Cambia lo spessore ottico del materiale attraversato.

Oltre ai 70°/60° la discesa aumenta, entra meno radiazione. Se il


sole è basso penetra + radiazione

D’inverno siamo sui 20°, d’estate più alto.

In laboratorio i calcoli vengono fatti con


l’incidenza perpendicolari, per questo la norma ci
dice di usare dei fattori correttivi.

A ovest si più fatica a schermare il sole, la


radiazione è più bassa, passa di più che a sud.

Per la lunghezza d’onda il dato da catalogo, oltre


ad essere ad incidenza normale, è anche un valore
già integrato nello spettro di come il vetro
trasmette nell’insieme.

Dalla curva più alta del grafico odderviamo che


all’inizio il comportamento è abbastanza costante.
Ma se considero la curva 3, ha un profilo molto
elevato nella zona del visibile e scende nel vicino
infrarosso. Un vetro basso selettivo che fa passare la luce e controlla il sole, tipico per gli uffici.

Il vetro della curva 2, è più difficile, è basso da un punto di vista illuminotecnico e poi si mantiene alto da un
punto di vista della radiazione, il suo punto forte può essere solo la cromaticità.

Confrontare sempre la trasmissione solare con quella luminosa, perché una cosa che va bene da un lato
non va bene per l’altro.
DEL VISIBILE COMPORTAMENTO E
I CAMPO IL

NISPETTO AL CAMPO
UEUAce DI INSIE

INFO I
GNAFI0)

FroFICO ALTO DEL VISIBILE


MA
CURVA 3 MOLTO

NEL INFANOSSO
SCENE
LA
PASSARE RADIAZIONE
/VERO SELLERVO -> FA

(GOE
VISIBILE LUCE)
LA MA
AEL CAMPO DEL

SORE FERTICA "EvenEE)


LA
MDULE RADIAZIONE

COMAC BASSO DAL Punto DI VISI ILLUMINO TECNO,


-

MASI TEE ALTO DAL PURO DI VISA

CHE
DELLA RABLAZIONE DA
SUL MISCALDAMENTO

NI AUTO DITTA
LACourt
DATO TEEGATO
I
UN

DOBBIAMO CONFRONTALE
SEMPRE
TRASMISSIONE LUMINOSA
CON LA TRASMISSIONE
SOCALE
EFFETTO SERRA

Nel campo del Ir finale non c’è


trasmissione.

I vetri sono opachi alla trasmissione di


lunghezza d’onda superiore ai 3 micron,e che
ècon
la radiazione emessa daambiente.
corpi a temperatura superfici la cui
temperatura di trova dai 120° in giù.

Il vetro è trasparente solo alla basse


lunghezze d’onda, per il resto è opaco.

È un concetto fondamentale per l’effetto


serra, si creano dei problemi in ambienti in
cui la radiazione entra, scalda gli ambienti e
poi il vetro fa barriera.

Per
Perquesto
evitarela radiazione
questo effettosidobbiamo
deve bloccare
intercettare la
radiazione
prima prima del vetro.(attraverso delle
che entri.
schermature).
Si può solo smaltire con la ventilazione.(ma non è
energicamente conveniente)

VALUTAZIONE SCHERMATURE SOLARI


Se consideriamo solo il vetro abbiamo il fattore g, per la parte di schermatura cambia in base a se è
perpendicolare alla superfice vetrata o se è una schermatura ombreggiata.

Sono parametri che posso anche convivere in uno stesso


edificio.

Nel primo caso si possono creare fenomeni di convezione


importanti.

In questo caso dobbiamo lavorare come se lo schermo fosse


un altro vetro, il fattore solare è gs o g totale, glasing shading.

In questo caso ci sono delle formule per calcolare il fattore


complessivo vetro + schermo.
Nel caso in cui stiamo lavorando con aggetti, o
elementi ombreggianti, che lavorano solo a ridurre la
quantità di radiazione che arriva sulla superfice
vetrata.

Si parla di fattore di ombreggiamento, un fattore di


riduzione di sh (shading) per obstuction. Può essere
calcolato per diversi fattore, verticale orizzontale
etc…
NORMATIVE
Ci sono diverse norme che ci permettono di calcolare in base alla posizione dello schermo anche dentro al
vetro camera.

-
[ NO STUDIALE
PER TEORIA]

Le formule non sono da sapere a memoria sono semi empiriche. Le possiamo avere negli esercizi.

Se i valori non sono dati dai produttori, si utilizzano i colori.

g limite (complessivo di vetro + tenda)

E BASSO MERCIO E, Sags


+
E ALTO E PEECOE.
ggs
+

IPASSAIN MADIAZIONE)
(PASSA DI RADIAzione)
Il fattore di riduzione per ombreggiatura può
essere dovuto da aggetti posti perpendicolarmente
al piano della vetrata, oppure un edificio di fronte.

Il fattore complessivo è dato dal prodotto di 3


percentuali.

[TONM 45°N]

BARI nind BAn Entro



~>

ISON (DE FARE


LA MEDIA)

I
Bisogna usare tabelle per tutti i mesi per le 3
tipologie di ombreggiamenti, tutto in funzione
dell’angolo sull’orizzonte rispetto al baricentro
della finestra.

Qui di fianco abbiamo solo Giugno.

L’ultimo schema mostra il caso di schermo +


ombreggiamento. Si moltiplicano le diverse
percentuali.
BILANCIO DI MASSA E DI ENERGIA DELL’AMBIENTE
INTERNO
CLIMATIZZAZIONE DEGLI AMBIENTI

L’esigenza del comfort ambientale richiede il controllo delle condizioni termoigrometriche ( t, 4 ) e della portata d’aria di
ventilazione ( in )
a

Gli impianti ad acqua permettono il controllo della temperatura attraverso l’immissione (o l’estrazione) di una potenza
termica (↑H ), il controllo dei ricambi d’aria attraverso l’apertura delle finestre (ventilazione naturale), l’eventuale
umidificazione mediante l’immissione di vapore in ambiente ( iv, H ) .

controcco:

I
SO CAMCHI

- t SENSIBIL
->
no e (No caia)
NO T

· RADIATOM

·PANN. MADIANT
·
VENT combutOM
X
CONFocht e 4
+
NATALE
VELAZIONE
CHE

Gli impianti ad aria soddisfano tutti i requisiti ambientali attraverso l’immissione di aria esterna sottoposta a opportune
trasformazioni (UTA). Gli impianti ad aria sono più impegnativi, occupano più spazio.

CONTROLLO:

I
-

TEMPERATut
BILANCIO DI
->
Mr
-

Y MEATA
WMIDITA MASSA BILANCIO
-> -

-x QuANA DI VAPORE [ELACPIA] e ETACPICO,


BILANCO Di ENTRAI N GOCO
CHETIENE
IN
-

UMDITA SPECIFICA ->


CONSIDERAZIONE
AEGA
STA QUOTA
LA
SIA CA PARTE
SENSIBILE
CHE
SENSIBILE
CHE
4
ABBIAMO PIU MSCIO DI CONDENSA. QUELLA
CATENE.
CATENTE

I due impianti possono condividere per ridurre i canali dell’aria, perché non gestisce la temperatura, quest’ultima e gestita
dall’acqua.questo mix aiuta anche a ridurre e avere un risparmio energetico.
BILANCIO DI MASSA
-> parte del sistema termodinamico.

Infiltrazione
Ingresso incontrollato di aria esterna attraverso l'involucro
edilizio dovuto all'esistenza di passaggi (fessure, battute,...).
Questo fenomeno si verifica per effetto di:
- differenza di pressione dell'aria tra ambiente interno ed
ambiente esterno, causata dalle forze di galleggiamento
indotte da differenze di temperatura tra esterno ed interno
- vento
Si parla di exfiltrazione allorquando l'aria fluisce dall'interno
verso l'esterno.

Ventilazione
Ingresso di aria esterna (verosimilmente più pulita di quella
interna) al fine di garantire il controllo della qualità dell'aria
interna (IAQ). La ventilazione è definita:
- naturale quando avviene attraverso aperture (finestre,
griglie) per effetto di forze naturali (galleggiamento, vento);
- meccanica quando avviene per effetto di macchine
Mr, +
I Mv, +ma Xe-maX;O (ventilatori) e con consumo di energia.

DOBBIAMO BILANCIA
TUTTO CIO CHE LA

DI VAPOE
reazione

-
pAinDACAuto
ENNEe
iv, y mv,I+ma (Tae-xai)
=

APPort INEUM
-
PERSONE x -
=

me

CARICHI SENSIBILI LATENTI


Gu Apport DAT PERSONE
DALLE CONTENCO

no RAPPORTI SENSIBILE LATENTE

↓ ↓
①I GI,s
+
=

mir, hu, II

1,9
2500


hixx Spat +x
=

it
4,v 1,5.t
=

2500
+
=
kJ
-

kg

da DOBBIAMO

s
-
L'ATUITA
a SARE
DELLA PERSONA

DEI
MOLTIPLICARE
NUT DIPESONE
11 WS, Dene
P OI

ir,
I- -( St
PRODUZIONE TERICA DEL CORPO UMANO

&

per determinare la portata di vapore acqueo Mu prodotto alle diverse temperature e in diverse condizioni di metabolismo si
può scrivere:

BILANCIO DI ENERGIA
BILE

P 4s
+

41,s
+

+
Pa


Art)

↓ FISSO DATO
FLUSSO
RAD
Di SOLARE
DAL VONO

+
-> SIA IN INGRESSO USUA.
CHE

LATENTE
-

mihy+mhut
VENTLAZIONE
CE DENTRO SIA IL SENSIBILE CIRE

SENONE CARNE

i
machat
e 0 Cm. At
-
BILANCIO DI ENERGIA SENSIBILE
9 +
0 +Gs QIs Qu
=
+
+
+


Frussoper-> NATURAE
ENTAZIONE
ENTLAZIONE L)
ANTINALE
LEMILAZIONE


Qu
"E
c. m. At
=
=

CALCOLO DEL CARICO TERMICO DI PROGETTO INVERNALE

II calcolo serve per determinare la potenza richiesta al sistema di produzione dell'energia termica (caldaie, pompe di
calore, ...)
Viene svolto in condizioni di progetto invernali (temperatura esterna convenzionale di progetto) e trascurando gli apporti
solari ed endogeni.
La norma di riferimento per tale calcolo è la UNI EN 12831
N.B: Bilancio in potenza. Unità di misura: [W]

DI PROGETTO
>CAMCO TERMICO INVERNALE
CAMO TRICO INVERNALE
DIRETTO
IPOTENZA, kw) I
BILANCIO
POTENEA
AMPIANTO DI MISCALDA Mento ta, 20°
=


tae:LOC. Di progetto (-8° Piniomno)
DIMENSIONAMENTO (CONDIZIOM Piu

GrAwSE) ABBIATO DELLE


CONDIZIOM STAZIONAME
~
PER
DOMANDA DI ENERGIA SCALDAMEN IN INVERNO ABBIAMO SOLO DISPENSIOM -
PI
->
(EEGIA, K30 Kuh] Qu
(P.UVIGM ACCA
CLIMATIZZAZIONE)
REALTA)

FABBISOGNO ENERGETICO PER IL RISCALDAMENTO DELL'EDIFICIO

Valutazione dei consumi energetici per il riscaldamento


Il calcolo viene svolto in condizioni invernali medie (temperature medie mensili per il periodo di riscaldamento) e
considerando gli apporti gratuiti (solari ed endogeni)
La norma di riferimento per tale calcolo è la UNI EN 13790 (UNI TS 11300)
N.B: Bilancio in energia. Unità di misura [J] e i suoi multipli (ad es. MJ) o [kWh]
DIMENSIONAMENTO DELL'IMPIANTO CARICHI TERMICI INVERNALE E ESTIVI DI
PROGETTO

Il progetto dell’impianto prevede, sia per la stagione di riscaldamento che per quella di raffrescamento, di analizzare i
carichi termici nelle “condizioni di progetto più gravose”.

CARICHI TERMICI INVERNALI – Norma UNI 12831 Analisi in regime stazionario


• Dispersioni attraverso le superfici di confine ④op Pu

• Dispersioni attraverso i ponti termici PpT

• Carico di ventilazione Qu

• Carichi termici latenti (solo se si controlla anche la UR)

CARICHI TERMICI ESTIVI Analisi in regime dinamico/periodo stabilizzato

• Guadagni termici attraverso le superfici di confine Pop


• Carico di ventilazione Qu
• Guadagni solari attraverso l’involucro trasparente Ps
• Carichi termici endogeni &I
• Carichi termici latenti (solo se si controlla anche la UR)

In estate non posso trascurare invece il calcolo, è più complesso, non abbiamo carichi favorevoli.

IL PROGETTO TERMICO DELL’EDIFICIO CALCOLO DEL CARICO INVERNALE DI


PROGETTO

①1 a +Qu =

①D

Pop envoccio opaco

9 +
4D
=
=
>SO E ste r n

> LEL SO A
AMBIENTE t

~On inASPAE
~OPT pois tenia

Dop [Usinco comments.


=
A
parte
opter (tar-tael es
Cj FAT E
=
DI ESPOSIZIONE

Es: Vop, n.App, w.Hai-tael en+Voo, w-App, w.(tar-tae). ew


transce.
I

Apau (tar-tal

Qw SUws Aws (tai-tat) ew5


-
·

=
PONTI TERMICI

Il ponte termico è una configurazione strutturale o geometrica che produce una deviazione del flusso termico dalla
condizione di flusso monodimensionale tra le superfici interna ed esterna di una parete.
Si ha un ponte termico dove il comportamento termico di una parte dell’edificio è considerevolmente differente rispetto a
quello di parti circostanti.

Le cause principali di un ponte termico sono:


• presenza di materiali diversi nella sezione dell’edificio (es. muratura di tamponamento in mattoni con struttura in
cemento armato).
• discontinuità geometrica nella forma della struttura (es. angoli)
• interruzioni dello strato di isolamento termico (es. pilastri, travi marcapiano, serramenti, ecc.).

I ponti termici sono causa di:


• incremento delle dispersioni termiche globali dell'edificio
• discomfort termico locale causato dalla disuniformità della distribuzione superficiale della temperatura e dalla minore
temperatura media radiante
• fenomeni di condensa superficiale
• problemi strutturali (degrado dei materiali costituenti nodi strutturali portanti)
TRASMITTANZA TERMICA E PONTE TERMICO

DECRETO REQUISITI MINIMI DM26/06/2015 I valori di trasmittanza limite delle tabelle relative alle pareti opache verticali
ed orizzontali si considerano comprensive dell'effetto dei ponti termici.
N.B. Si definisce ponte termico corretto quando la trasmittanza termica della parete fittizia (il tratto di parete in
corrispondenza del ponte termico) non supera per più del 15% la trasmittanza termica della parete corrente.

ACCORGIMENTI PER I PONTI TERMICI

INFLUENZA DEI PONTI TERMICI SULLE DISPERSIONI TERMICHE

0 H+ (ti te)

-
-

UNA TRASERSALE
SEZIONE
CON
IN UNA DIREZIONE

Hr/>
UNFORRE

HT Hb Ha
+
= +

Vi+Elk.Yx-uniFont
SENA SEZIOM THASVERSALI
↳ LunghezzamectTA
Hi EA. =

in NESSUNA DIEZONE

INVOLUCLO PONT TERMICI


LI NEAR
Powil ta
PUNTALI PUNINAL VENGoad
PONT TEETICI the Sangi

DEFINIZIONI
• Ponte termico lineare: ponte termico con una sezione trasversale uniforme in una direzione.
• Ponte termico puntuale: ponte termico che non presenta sezioni trasversali uniformi in nessuna direzione (risulta
dall’intersezione di ponti termici lineari).
• Trasmittanza termica lineica Yk [W/mK] : flusso termico in regime stazionario diviso per la lunghezza e la differenza di
temperatura tra gli ambienti posti a ciascun lato del ponte termico.

NB: Generalmente l’influenza di ponti termici puntuali può essere trascurata, e quindi il termine Ex; può essere omesso.
CALCOLO DEI PONTI TERMICI

UNI EN ISO 14683/2018 Utilizzare il valore di:


• Ye se ci si riferisce alle dimensioni esterne
• YOI se ci si riferisce alle dimensioni totali interne (incluso lo spessore delle partizioni interne)
• YI se ci si riferisce alle dimensioni interne (escluso lo spessore delle partizioni interne)
IL PROGETTO DEL RISCALDAMENTO INVERNALE DISPERSIONI TERMICHE PER VENTILAZIONE

FABBISOGNO ENERGETICO DEGLI EDIFICI


ENERGIA
DOMANDA
Wn
①4 0 = + Qu
+ -
Y(a=+as)
↳ FATORE DI OTLLIZAZIONE
D EL APPOSA Gutiet,

ne
NON MODIFICANO LA
DIRETTARENE TEMPERATA

DELL ARIA
MA SCANDANO LE
SUPERFICI E POISCALDA
L'ARIA

SEM STAZIONA MO

E
RISCALDAMENTO ESTATE

tas 20°
=

Localit (TO - VA DAL 15 OTTOBRE


tae=f. DELLA AL 15
APMLE.(

tm,o 8°
=

tm, now=h°
tr, Dic 2°
=

tm, GE =

0.

Nota: Si introduce nel bilancio un fattore, compreso tra 0 e


E
Am, APUl =

1, che tiene conto del fatto che non tutti gli apporti
tm=TEPaci Thet MEDIA
saranno utilizzati.

Le temperatura esterne considerate non sono quelle


Dop
OTT
U.A. (tal-tae, monit=
=

Es 20 -
8
zw]
IRMAGGIA MENO
di progetto ma sono le temperature medie mensili dei
&sa gg. Ag. I reblo
rensive

*
a=
Rop,o
=

vari mesi relativi alla stagione di riscaldamento ↓ Qso by Ag.


=

Gonne OTTOBRE oI
2

I
TERMODINAMICA
Il LAVORO TERMODINAMICO è una forma di energia scambiata tra le parti di un sistema o tra un sistema e l’ambiente
esterno per effetto di una forza che deforma il contorno del sistema.

Per una trasformazione termodinamica reversibile: > La quantità di lavoro tra uno stato e altro non
cambia. (Caso impossibile nella realtà)

Cambiando riferimenti cambia la formula =Fine[5] [kwn] SWI

Per una trasformazione irreversibile: 7 Una parte di lavoro viene persa per
attrito e dispersione.

Dove R è il lavoro compiuto dalle forze di attrito.

PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMO DINAMICA

• SISTEMA CHIUSO
Per un sistema
• non soggetto a scambi di massa con l’esterno (sistema chiuso),
• non soggetto ad effetti magnetici, elettrici o gravitazionali o cinetici e non sede di reazioni chimiche,
-> la variazione dell’energia totale (energia interna) del sistema è pari al calore fornito al sistema (Q) meno il lavoro
compiuto dal sistema sull’ambiente esterno (L).

• SISTEMA APERTO (regime stazionario)


Per un sistema
• soggetto a scambi di massa con l’esterno (sistema aperto),
• non soggetto ad effetti magnetici, elettrici o gravitazionali o cinetici e non sede di reazioni chimiche,
• in regime stazionario
-> l’entalpia uscente ( Hu ), meno l’entalpia entrante (He ) è uguale al calore fornito al sistema ( Q ), meno il lavoro all’asse
compiuto dal sistema sull’ambiente esterno ( La).

ARIA->
in A

h
I
in H
h
->

I
OUT
-

Ma

-> Ar
H
Fisse
&+

m.h
=
0
= -
L

kg.
=

Eg
H=ECTACP/A PTAE

n 1 S PECIFICA
<Avono-> ERGIA
=

MECCAMCA

4 Si PNO CONTENTE IN
CALONEO (Avono.
SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMO DINAMICA

Il primo principio della termodinamica è il principio di conservazione dell’energia e non è mai stato contraddetto in una
trasformazione termodinamica.
Tuttavia la soddisfazione del primo principio di per sé non assicura che la trasformazione avvenga realmente.
Il secondo principio stabilisce delle impossibilità, cioè le trasformazioni avvengono secondo un certo verso nella realtà.
Definisce anche la qualità dell’energia e il suo degrado a seguito di una trasformazione, e i limiti teorici per le prestazioni
delle macchine termiche.

Tutto il lavoro può diventare calore, ma


non tutto i calore può diventare lavoro.

Per affrontare lo studio del secondo principio della termodinamica è utile definire il concetto di «serbatoio di energia
termica» come corpo di capacità termica relativamente grande in grado di fornire o assorbire una qualsiasi quantità finita di
calore senza subire alcuna variazione di temperatura.
In pratica, gli oceani, i laghi, i fiumi, l’atmosfera possono essere considerati serbatoi di energia termica.
I serbatoi di energia termica che forniscono energia sotto forma di calore sono anche detti sorgenti, mentre quelli che lo
assorbono sono detti pozzi.

Il primo principio della termodinamica stabilisce l’equivalenza concettuale tra calore e lavoro, ma non vieta:
• la conversione completa del calore in lavoro;
• il passaggio spontaneo di calore da corpi a temperatura più bassa a corpi a temperatura più elevata.
Il secondo principio della termodinamica essere enunciato in due diversi modi tra loro equivalenti:
• secondo l’enunciato di Kelvin-Planck, è impossibile costruire una macchina operante secondo un processo ciclico, il
cui unico effetto sia quello di sottrarre calore ad una sorgente a temperatura costante e trasformarlo integralmente in
lavoro
• secondo l’enunciato di Clausius, è impossibile costruire una macchina operante secondo un processo ciclico, il cui
unico effetto sia quello di trasferire calore da un corpo a temperatura più bassa a un corpo a temperatura più alta

Il lavoro può essere interamente convertito in calore, mentre per convertire il calore in lavoro c’è bisogno di dispositivi
appositamente progettati, detti motori termici.
Motori termici:
1. Ricevono calore da una sorgente ad alta temperatura (collettori solari, bruciatori alimentati da combustibili fossili,
reattori nucleari, ecc.)
2. Convertono parte di questo calore in lavoro (principalmente sotto forma di rotazione di un albero)
3. Cedono la parte del calore ricevuto rimanente ad un pozzo a bassa temperatura (atmosfera, fiumi, laghi, mare, ecc.)
4. Funzionano secondo un ciclo
5. Sfruttano un fluido al quale e dal quale il calore viene trasferito per il compimento del ciclo termodinamico.

MACCHINA A VAPORE

Il sistema di produzione di lavoro che meglio si adatta alla definizione di motore termico è l’impianto motore a vapore.

0L'A
= quantità di calore fornita al vapore da una sorgente ad alta temperatura
Loui
= lavoro fornito dall’espansione del vapore in turbina
Pour = quantità di calore ceduta dal vapore nel condensatore a un pozzo a bassa temperatura
LIN
= lavoro richiesto per portare l’acqua alla pressione di regime della caldaia
Nel ciclo diretto stiamo producendo energia meccanica cioè del lavoro, consumando del calore. Nel caso inverso invece
“macchina frigorifera” preleviamo calore dal ambiente lo dissipiamo verso altra sorgente e in questo modo consumiamo del
lavoro, quest’ultima è una macchina inversa.

CICLO DIRETTO
Lo scopo di questo ciclo e quello di produrre energia meccanica, il lavoro può essere convertito completamente in calore,
ma il calore non può essere convertito completamente in lavoro. Questo concetto c’è lo rappresenta l’idea di efficienza.
La macchinina termica e composta da vari elementi tecnologici come:
• Condensatore (scambiatore di calore)
• Boiler (scambiatore di calore)
• Turbina
• Pompa
Come funziona? Nel boiler brucio il combustibile, questo combustibile e la mia sorgente termica, produco del calore,
questo calore e scambiato con attraverso un fluido che circola tra i vari componenti, per esempio acqua, nel boiler l’acqua
viene vaporizzata, questo vapore una volta arrivato alle condizioni che voglio va nella turbina, dove avviene uno scambio
energetico tra turbina e fluido e fa ruotare la turbina in questo modo sto convertendo il calore cioè la mia energia interna
del mio flusso. La turbina quindi converte il calore in lavoro, attraverso un alternatore produce energia elettrica.
Dalla turbina entra del vapore che poi esce, si ha una differenza eltalpica tra ingresso e uscita sarà esattamente quel
energia scambiata tra il fluido (vapore) e la turbina, che ovviamente avrà una certa efficenza.
Usciti dalla turbina avrò un vapore esausto che va in un altro scambiatore di calore, che scambia dell’energia con ambiente
esterno. Questo deve avvenire per dissipare il calore rimanente. Nel condensatore abbiamo un cambiamento di fase, dove
il vapore diventa acqua, e nel boiler come già detto da acqua si passa a vapore.
Per portare l’acqua dal condensatore al boiler mi serve una pompa, che la ricircola ad una pressione maggiore.
Tutto ciò ripetuto forma un processo ciclico.
La pompa assorbe il calore, cioè assorbe il lavoro e lo trasferisce al fluido d’acqua (do più pressione all’acqua). Mentre
nella turbina circola questo vapore ad alte temperature e pressioni fa azionare la turbina che ruota e genera l’energia
elettrica.
MACCHINA FRIGORIFERA

È noto dall’esperienza che il calore fluisce spontaneamente dai corpi a temperatura più elevata ai corpi a temperatura più
bassa. Poiché il processo contrario non avviene spontaneamente, necessità di macchine frigorifere.
Scambio tra sorgente e pozzo.

CICLO INVERSO (macchina frigorifera)


E sempre una macchia che fa scambiare il calore tra una sorgente e un pozzo e assorbe dell’energia. Essa e composta da
4 componenti tecnologici che sono: Elementi legati al scambio di calore come Evaporatore e Condensatore, abbiamo un
fluido che cambia fase, dove nell’evaporatore ho un liquido in ingresso che assorbe calore dall’ambiente esterno e
cambiando fase diventa vapore, nel condensatore e l’opposto, ho un vapore che diventa liquido cedendo calore
all’ambiente. Abbiamo poi un compressore e una valvola di laminazione. Il compressore preleva il gas (quest’ultimo è
composto da tre pareti fisse e una mobile, dove svolge una azione quest’ultima attraverso il lavoro) e si comprime, cioè lo
porta ad uno stato di pressione più elevata. Le temperature del gas una volta compresso aumentano. Questo è dovuto alle
leggi dei Gas.
Devo a sto punto dissipare il calore che si è formato dalla compressione al esterno cioè il pozzo, il gas scambia calore si
abbassa la temperatura è le pressioni tornano uguali. Nel condensatore quindi si scambia solo calore non pressione. Il gas
è diventato liquido e passa nella valvola di espansione, si ha una espiazione rapida del gas (l’opposto di quello che
succedeva nel compressore) associata a questa espansione rapida c’è anche la generazione di un effetto frigorifero, dove
il gas espandendosi di raffredda, si ha di nuovo un cambio di fase da gas a liquido o fluido bifase che nell’evaporazione mi
permetterà di assorbire il vapore dall’ambiente esterno.
ESEMPIO

Si può fase un esempio con il frigorifero, che ha il compressore (solitamente un cilindro nero che fa rumore), il quel
comprime il gas e lo manda al condensatore (serpentina nera dietro al frigo), se la toccassimo sarà calda perché dissipa il
calore che si genera durante la compressione. Il calore è scambiato con il pozzo che è l’ambiente interno di casa.
A questo punto il gas è diventato liquido, va nella valvola di espansione e diventa freddo.
L’evaporatore sta dentro il frigorifero, sono le pareti del frigorifero (fredde), la sottrazione di calore avviene con il volume
chiuso, dal quale si asporta del calore attraverso un compressore che pompa il gas dall’evaporatore al condensatore
permettendo lo scambio di fase e di calore.

FLUIDO BIFASE

E una sostanza che in determinate situazioni di temperatura e pressione ha contemporaneamente due stati fisici della
materia, fluido e gas, ma possono essere anche altri come gas e solido. Ci sono anche punti dove esistono
contemporaneamente sia lo stato gassoso che quello liquido che quello solido.
Ha noi serve avere un fluido Bifase perché ci permette di scambiare del calore senza che ci sia un cambio di temperatura.
Questo calore generalmente viene chiamato calore latente, e può essere di evaporazione o condensazione. Nel primo
caso cioè calore latente di evaporazione sarebbe il calore necessario a trasformare un liquido in gas, mentre nel secondo
caso cioè calore latente di condensazione sarebbe il calore necessario a trasformare un gas in liquido.
C’è ne anche altri tipi come il calore latente di solidificazione o quello di sublimazione e di brinanamento.
Tutte queste trasformazioni sono associate ad un cambio di calore che non è visibile e per questo che prende il nome di
calore latente, perché non c’è una variazione di temperatura.

Il calore è spesso ad una differenza di temperatura ΔT, ma è nascosto ed è visibile solamente nella quantità di massa che
ha cambiato fase.

Il generale il calore si scrive rappresentato da m x Δh perché eltalpia a differenza delle temperature e sia un indicatore
dello stato energetico della mia sostanza, la differenza delle temperatura che bada solo ad una variabile, eltalpia a diversi
concetti al suo interno come quello della temperatura ma anche il concetto di fase. Quindi avrò una eltalpia associata allo
stato liquido a temperatura 20° ed una allo stato gassoso a 20°, che non sono la stessa cosa perché le temperature sono
le stesse ma instati fisici sono diversi, quindi le eltalpia sono diverse.
Se io conosco le due eltalpia hai due stati saprò che il calore latente associato a questa trasformazione sarà uguale ad:

m.(n-hi)
↓ mAssA

Tutto questo ci torna utile nelle macchine inverse o nella pompa di calore, dove nell’evaporatore e condensatore ho un
cambio di fase.

Interessante perché questo cambio di vapore lo posso fare a temperatura costante, cambiando di fase, senza modificare la
temperatura, questo mi permette di mantenere i cibi freddi.

FLUIDO FRIGORIFERO e una sostanza che nei reng di temperatura che ci interessano cambiano fase, l’acqua potrebbe
essere un fluido frigorifero in determinate condizioni di temperatura e pressione. Ma per le temperature che ci interessano
l’acqua non andrebbe bene perché a 0 ° l’acqua diventa solido. Esiste una famigli di sostante, assimilabili agli idrocarburi,
combustibili, come il metano, che possono cambiare fase.
POMPA DI CALORE

L’apparecchiatura che trasferisce calore da un ambiente a bassa temperatura ad uno ad alta temperatura è detta pompa di
calore. Lavora secondo lo stesso ciclo termodinamico della macchina frigorifera perseguendo un diverso scopo.

Opera a ciclo invero, preleva del calore ad una temperatura più fredda e lo pompa ad una temperatura più calda. Interessa
cedere del lavoro, più che sfruttarlo.

1
5
=


M2 =

cop
=

(
=

m E
=

Primi
12 Principio di
EFFGenAA

m 2
=
100%
=

IL CALONE
CHE CEDO

AL MIO

POZZO

Esporto calore dal interno per cederlo al esterno.

Il metodo più inefficiente per produrre calore è quello di avere una resistenza elettrica che mi converte tutto il lavoro in
calore. Se volessi definire un’efficienza, tutto il lavoro è convertito in calore. Un caso un po’ unico.
MACCHINA TERMICA

&2 L
+

D1
=
(SENDO Pmio
parmapol
SEMPRE
VALITO PER POMPADI CALORE

↓ ↓ O MACCHINA FRIGOMEE

PIACE
A LLA PIACE POMPA
MACCHINA
a CALONE
FAGOMERA
Certe QUELLO PESCAT

M =1 az
=

PrertE
Mo:Epac 1 a,
=

SALONE
DALL'AMBIENTE M, 1

I= inaccia di ammo

/AssonBO AConE) Nel caso del diretto, l’effetto utile è la


produzione di lavoro, la spesa è il
combustibile, il calore fornito Q1 alla
macchina.

Nel caso del ciclo inverso abbiamo la


macchina frigorifera, in cui si preleva il
calore dall’ambiente, sottrarre calore,
/cicro opposto) l’effetto utile è quanto calore riesco a tirar
via. Ma non succede se non fornisco
energia elettrica (L).

L’effetto utile è Q2, costo L.

Mentre la pompa di calore ha l’ambiente


freddo e devo fornire calore, l’effetto utile è
quindi Q1, ma è una macchina a ciclo
invero, per questo devo fornire un energia
ATTAERSO IL LACON elettrica, il costo continua a rimanere L.

PrECENO IL CALONE PAL Capito che il concetto di efficienza non è un


concetto termodinamico, ma = effetto utile/
POZZO E LO IMMETO IN costo.
sonzentE.

η = Rendimento termico. Frazione di calore fornita alla macchina che viene trasformata in lavoro
ε = Effetto frigorifero specifico
ε* = Fattore di moltiplicazione termica o Coefficient Of Performance (COP)

Il primo principio è sempre valido, si può sempre applicare, anche su macchina ciclica, diceva che la variazione di energia
interna del sistema è uguale alla differenza tra calore e lavoro.
MACCHINA DI CARNOT
Nel 1824 Carnot pubblicò un libro nel quale si
chiese sotto quali condizioni una macchina termica
avrebbe avuto il massimo rendimento: la macchina
deve eseguire solo trasformazioni reversibili e il
rendimento dipende solo dalle temperature T1 e
T2. Nessuna macchina può superare il rendimento
di Carnot.

IN CALLE
->
CONTATO
↑ESSERE
CONCETTO IDEALE,
ESPO O

-> EFFICENZA
OCi IL 100%
1

to
commano
EFor 2-
=

son

IDEALE
L'EFFICENZA SAREBBE
1 HA

CHE SIA
E IMPOSSIBILE 1.

Una macchina a ciclo inverso ideale, cioè con sorgenti molto elevate, non c’è irreversibilità, attriti o altre cose che
dissipano energia.
Posso applicare Carnot, se devo misurare una quantità di calore scambiato è molto + facile.
ESEMPIO

1
twit PRINCIPI sono

·If
EM SOLE
SON SE

EINTENNA, STAZIONAM

ALINEA NON

NON Thornt MAI

Le
> Q, L
+

02
=

FASE

↓ TRANSITONIA
I
REGIME
FASE DI STAZIONAL O
ECQUILIBMO

=>
IO0w sono ancor sinzionato

3
now

ANDANDO ANAT CON IL PROCESSO


0,2 300w
=

S' ARMA ALLA STAZIONE

P2=35ON STAZONAMA IN CUI WARE

L 02
9,
+ =

IL COMPRESSONE
RICHIESA
DESTATE
DIV EeGA.
PERCHE
CE UNA

PIFFEEZE DI ENERGA
MAGGOnE.

Potrebbero piacerti anche