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LISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n 12 15/31 dicembre 2007

Chi dugnu chi sugnu!

Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n 12 - 16 / 31 dicembre 2007
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L'uomo che Pagine 3 & 4 sconfisse la storia

Salvatore Giuliano:
di sicuro si sa solo che morto
Pagine 3 & 4

Un casin di guai
(come lItalia diventata piccola piccola)
Pagina 7

LISOLALIBRI

La Sicilia tra mito e simbolismo

Cuono Gaglione
cinquantanni di pittura
Pagine 8 & 9

SICILIANI DELLA DIASPORA



Maria Grazia Cucinotta e Paolo Fiorentino

La Storia di Massimiliano Di Domenico Bagheresi d'oltreocano: le poesie di Calogero Fiorenza presto anche a Bagheria

Forse non tutti sanno che...

Cos' il signoraggio
Pagine 10 & 11 www.laltrasicilia.org

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osa sta succedendo in Italia ed in Sicilia dietro la fittizia facciata dello scontro tra destra e sinistra? In Sicilia potrebbe veramente cambiare qualcosa? Capire casa successo e cosa sta succedendo fondamentale per prevedere le mosse dei nostri nemici e cercare di scardinare il perverso sistema oppressivo toscopadano. Con questo articolo iniziamo a dare uno sguardo pi generale agli eventi degli dell'ultimo ventennio, coscienti che comunque le linee tracciate avranno bisogno di aggiustamenti e correzioni. Quello che si vuole dare un primo organico tentativo di inquadramento delle lotte di potere che stanno sconquassando la penisola italiana e la stessa struttura di potere siciliana inquadrandole in un contesto internazionale. Partendo da quella che qualcuno credeva di fare passare impunemente come la fine. l popolano che 725 anni fa difese la sua compatriota dalle prepotenze dei soldati francesi allo scoccare del vespro, poteva immaginare quali conseguenze avrebbe avuto il suo gesto? Salvatore Giuliano, quando reag al carabiniere che lo scopr mentre tentava di contrabbandare un misero sacco di grano, poteva mai essere cosciente di cosa il destino avrebbe tramato su quel fatto di sangue, all'apparenza insignificante per la storia (vedi post su questo blog)? Eppure questi sono due esempi di come ognuno di noi pu diventare un fondamentale accessorio della mano implacabile del processo storico (non uso il manzoniano provvidenza per rispetto nei confronti di chi nel processo ci perse la vita...). Questi sono due esempi di eroi tragici nel senso classico del temine, due eroi tragici che svelano il lato greco dell'animo siciliano, un animo dotato di quel pathos che ci spinge ai tipici slanci istintivi sui quali il destino pu poi ricamare facilmente le sue trame.

C
I

L'uomo che sconfisse la storia


Salvatore Giuliano:
di sicuro si sa solo che morto
i sicuro si sa solo che morto. Ma morto veramente il bandito Giuliano in quella misteriosa notte di Castelvetrano? Non sembra: il suo fantasma vaga ancora, ostaggio di quanti cercano a tuttoggi di strumentalizzarne le gesta per portare acqua (sporca) al proprio mulino. Cos anche ieri abbiamo, nostro malgrado, assistito al pi laido dei teatrini (Enigma, Rai 3 alle 23:30) con i soliti cialtroni che tentavano di spartirsi le misere spoglie di un uomo che pi che protagonista stato nella realt vittima degli eventi che in quegli anni si agitavano. Giuliano eroe Shakesperiano dunque, che anela alla libert ed alla vita. Che disposto a tutto pur di raggiungerle ma che schiacciato dal destino e dalle sue stesse azioni. Ri-guardiamo e commentiamo il vecchio film di Rosi e gli

Al momento della caduta del muro di Berlino la Democrazia Cristiana era saldamente al eventi che in esso sono ritratti, smascherando le potere in Italia. Nel dopoguerra era riuscita nella scalata perch era stata capace di menzogne che sin da allora sono state perpetrate ai catalizzare le forze che si muovevano dietro la facciata democratica dell'occidente in danni di tutti i siciliani, di tutti gli italiani. una convergenza d'interessi favorita dal pericolo dato dal colosso sovietico. E questo l maranzano vibra alle luci di un lampione nella asciutta aveva permesso a finanzieri e speculatori locali di rimanere saldamene in controllo del notte estiva di un qualunque paesino tra quelli che sistema-Italia.

Stati Uniti, liberal-massoni anglosassoni, massoneria italiana, il Vaticano e persino la stessa Russia sovietica puntellavano questa specie di baraccone chiamato Repubblica Italiana. Una seconda prova per i padani, che gi avevano bruciato la prima possibilit offerta loro dall'impero britannico con il passo almeno tre volte pi lungo della gamba compiuto da Mussolini. Ed invece di imparare dal primo fallimento, cosa fecero i nuovi leader settentrionali? Ricominciavano subito ad arraffare a pi non posso dal meridione e visto che i Siculi avevano provato a ribellarsi questa volta usarono maniere ancora pi forti, dando campo libero alla cosiddetta 'mafia' che cominci a fare il bello ed il cattivo tempo in Sicilia, protetta da una connivenza CERCATA e GESTITA dai politici e dallo stato, e non da essi subita, come si tentato di far passare. Ma il 9 novembre del 1989 cade il muro di Berlino. Da quel giorno uno stillicidio per l'Unione Sovietica, che crolla definitivamente nell'agosto del 1991 a seguito di un fallito colpo di stato da parte dei militari. L'alleanza dietro la famigerata DC (nel frattempo affiancata dai socialisti di Craxi) si rompe non appena la minaccia d'oltrecortina evapora. Alcuni degli attori rimasti pensano a quel punto di avere il mondo in mano e vengono allo scontro immediatamente. Dietro la cosiddetta sinistra italiana, rimasta senza padrone, si assembrava gi la finanza anglosassone, decisa a saltare alla gola dell'affaticato regime sempre intento a gozzovigliare nella corruzione e nel nepotismo ed a fare un bello scherzetto agli odiosi cugini americani, a cui cinquant'anni prima aveva dovuto cedere il controllo del Mediterraneo. Controllo del Mediterraneo che ha sempre coinciso con il controllo della Sicilia: controllo economico (ora concesso in usufrutto ai padani) e militare (riservato agli Stati Uniti). La democrazia cristiana cos isolata ma all'inizio forse non se ne rende conto: i liberal-massoni anglosassoni tradiscono subito, rompono con la massoneria cattolica padana e celebrano in pompa magna il 17 febbraio 1992 l'inizio di tangentopoli. La

furono teatro, nella seconda met degli anni 40, delle gesta di Turiddu. Le uniche voci di questa asciutta nottata saranno le voci dei mitra, nella pi carica ed insieme pi stereotipata scena del film. Un film percorso in lungo ed in largo dallostinato silenzio degli uomini siciliani e dai loro sguardi penetranti, dalle disperate grida delle donne e dai loro scialle neri, pendenti. Un ritratto che il regista deve forse al suo istinto, da cui pare si lasci guidare durante le riprese esterne, ma che scompare quando si passa al freddo calcolo dellaula di tribunale: il silenzio prima assunto a dignit di un popolo, ora viene stracciato e ridotto a vilt, ad omert. Ma come, sembra dire la cinepresa, ora che siete tra le accoglienti braccia dello stato, vi ostinate a non parlare? Eh no! Allora non ci siamo, ora non ci va pi bene... Anzi no (sottovoce) va benissimo! Questo ci da l'occasione per accusarvi, per dimostrare a tutti che la colpa solo vostra, che tutto questo lo volete voi! Ecco che tutto rivoltato, e neanche ce ne siamo accorti: ancora segretamente gongolanti per le imprese di Giuliano colonnello dellEVIS, ancora fieri di quegli uomini (gli abitanti di Montelepre) che silenziosi accettavano i soprusi di uno stato che non sa pi che pesci pigliare, ecco che la stilettata ci ferisce rapida ed indolore. Solo dopo ci accorgeremo del sangue, ma non sapremo pi dire come e perch. Incapacit del regista di cogliere e di far fruttare a dovere gli indizi raccolti sul campo? Mancanza del coraggio necessario per dire veramente tutto? O solo dei limiti. Un confine politico, diciamo, che il regista si d? Fatto sta che il giudizio non lascia scampo a Giuliano, al MIS, ed infine ai siciliani tutti. Tirando le somme lunica cosa che si riuscir a dire

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consorteria toscopadana e romanocentrica in rotta: a sud nel frattempo si completa l'accerchiamento cercando di colpire Andreotti scoprendo i legami del sistema di potere da lui presieduto con la criminalit organizzata in Sicilia che assicurano a Roma il necessario blocco di voti per tenere il controllo in tutta Italia. Ma il destino ha in serbo un diversivo. A Palermo si era fatto notare un giudice, Giovanni Falcone. Il Siciliano Falcone si era messo in testa di sconfiggere la mafia, e aveva fatto passi da gigante riuscendo a rompere quel muro di silenzio che tutti si erano trovati di fronte quando interrogavano qualche pesce un po' pi grosso finito chiss come nella rete. Subito numerosi ostacoli si frapposero, lucchetti invisibili cominciarono a scattare, dita appiccicose a trattenere. Ma Falcone, animato da una incrollabile fiducia nello stato e nella verit continuava, incapace di capire che era proprio da quello stato che lui credeva di servire che i sabotaggi arrivavano. La nuova sinistra italiana, che aveva trovato nell'odio verso gli yankee il collante ideale che saldasse il connubio con le massonerie d'oltremanica, vide in Falcone quello che ci voleva per realizzare i suoi piani. Gli fu fatto trovare il pacco dono: un nuovo pentito pronto a cantare a comando, tal Pellegriti (http://www.ilconsiglio.blogspot. com/2007/11/il-popolo-siciliano-tenta-lo-scacco.html). Il colpo di
di diverso dallufficialit che Giuliano non morto come descritto nel rapporto dei carabinieri. Poca cosa: in Sicilia lo hanno sempre saputo tutti, anche gli scecchi. E, considerando che l'ufficialit non dice proprio niente su questa storia.... beh! Allora il succo di questo filminchiesta sembra essere veramente striminzito... Ma vediamo i colpi assestati dal film pi in dettaglio: 1.- Il MIS. Senza nessun preavviso, senza nessun indizio ecco che la notizia ci coglie di sorpresa, subliminalmente inserita mentre siamo impegnati a seguire i disordini di piazza: il movimento indipendentista siciliano appoggiato dalla mafia.E cosa certa e scientificamente provata: il siciliano non possiede alcuna indipendenza di pensiero, vota solo chi gli viene suggerito dalla mafia. Questo passaggio importante, incide profondamente sulla coscienza di chi vede il film. Chi ha votato per il MIS ha votato per la mafia. Lo stato vi ha salvato, come si dimostrer pi avanti. 2.- I siciliani e la mafia. Il film ha il coraggio di suggerire una certa contiguit tra la mafia e le forze dello stato. La mafia, (forse) bastonata dal regime mussoliniano, scarica i banditi e la Sicilia tutta non appena sente odore di un nuovo accordo con Roma. Ma questo non riesce a fare accendere una lampadina nel cervello del regista, non riesce a suggerirgli un qualche motivo per cui i Siciliani sarebbero cos ritrosi a buttarsi tra le braccia di mamma Italia: i siciliani del film sono onesti e codardi o spavaldi e (quindi) malfattori. Niente vie di mezzo, niente sconti. Incassiamo. Grazie mille. 3.- Infine Giuliano. Giuliano un mostro

grazia. Un colpo di stato elegante e sottile. Pellegriti inguaia Andreotti, gli eroi antimafiosi ed anticorruzione vanno al potere ed i liberali conquistano i mercati finanziari padani e la loro lucrosa appendice mediterranea. Ma nessuno di quegli ominicchi aveva previsto quanto quel Siciliano fosse deciso a redimere la sua terra combattendo solo con le armi della giustizia e della verit. Quanto fosse deciso a recitare la sua parte fino in fondo, coerente e cocciuto come tutti i suoi conterranei. Falcone capisce subito che lo stanno usando e svela l'ordito bloccando il colpo di stato, cosa che provoca la reazione furiosa dell'antimafia. Senza l'intervento del giudice non ci saremmo accorti di niente. Nessuno si sarebbe accorto di niente. Saremmo passati da una miseria all'altra, da un regime ad un altro che tutto avrebbe cambiato affinch tutto potesse rimanere lo stesso. Il Popolo Siciliano cos entrato in scena prepotentemente. Giovanni Falcone si fatto trasportare dalla passioni, dalla sua incrollabile fede nella verit e nella giustizia non potendo comportarsi in modo diverso. La sua fine fisica segna l'inizio di una nuova guerra, di un nuovo Vespro che il Popolo Siciliano ora chiamato a combattere per onorare la memoria del suo eroe. L'anima di Falcone sta chiamando ognuno di noi alle sue responsabilit di Siciliano: l'Ora del Vespro tornata a scoccare.
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sanguinario, che non ha remore a tradire tutto e tutti pur di salvare la pelle. I siciliani, la mafia e lo stato: tutti erano tenuti in scacco da questo villano assetato di sangue. Ovviamente ci non pu essere detto apertamente, o lo spettatore (siciliano) avrebbe repulsione istantanea per il film. Piuttosto si viene introdotti lentamente a questennesimo dato di fatto da chi fa finta di non essere di parte. Il giudizio rimane sospeso e sembra pendere dal lato positivo sin quasi alla fine del film, dove poi le sue azioni sono rappresentate in modo tale da non lasciare pi dubbi. Pisciotta tradisce (e questo si che un dato di fatto!) e si redime, Giuliano non si pente e viene condannato. Nessuna introspezione. Il bandito le sue azioni. Luomo Giuliano non trova alcuno spazio. Eppure la chiave della vicenda tutta qui. Si vuole uccidere limmagine di un Giuliano diventato eroe popolare. Durante la gestazione del film si cerca il modo di farlo, ed alla fine (proviamo a dipingerci la scena)... un colpo di genio, un ardito deus ex machina arriva a salvare la troupe: senza esprimersi esplicitamente si lascer parlare la cinepresa, e si far in modo che limmagine di Giuliano si uccida da sola agli occhi dello spettatore. A Portella della Ginestra. Il luogo dove il vero Giuliano aveva ucciso se stesso. Il regista effettivamente a questo punto racconta le cose come stanno, ma se ne sta rendendo conto? Non era Giuliano a tenere in scacco la mafia, lo stato, persino gli isolani. Ma la Sicilia stessa, che aveva trovato il suo eroe tragico in cui potersi specchiare e che, tramite le sue azioni, tentava disperatamente di scardinare il suo destino oramai segnato. Una tragedia da lei stessa scritta, e per la quale non poteva che tristemente riservare il finale pi adatto ma che il

Popolo Siciliano cap vedendosi riflesso in quel giovane senza speranza. Portella sar la fine emotiva di quel periodo storico: il culmine, il ring sul quale tutti i protagonisti della storia si incontrano e si scontrano per dichiarare un vincitore. La chiave di volta grazie alla quale si fissano gli equilibri che reggeranno il potere dello stato in Sicilia sino agli inizi degli anni novanta. Dopo, i protagonisti della storia non hanno pi ragione di esistere. Si sgonfiano. Alcuni, compiuta a fondo la loro parte, muoiono a conclusione della vicenda. Altri continuano a vagare, personaggi in cerca di un nuovo autore, sino a quando un'altra fine, pi anonima, non li riuscir ad ingaggiare. Ci potrebbe bastare questo. La comprensione di un momento che esemplifica cinquantanni di storia intrisi di sangue. Nuove inchieste, nuovi film, possono anche offrirci qualche scorcio diverso, ma poco aggiungerebbero a tutto ci. Chi furono i mandanti di Portella? Anche questo perde importanza di fronte alle conseguenze del gesto. Ed questa, infine, la pi grave mancanza del film: quella di essersi soffermato esclusivamente sulle cause e di aver sorvolato sin troppo sugli effetti, che gi allora dovevano essere in buona parte intuibili. Effetti passivamente ridotti nel film ad un generico, quanto banale, trionfo della mafia, profilato pi come una evitabile condanna scelta dai siciliani stessi che come nuovo mezzo di oppressione sostituito al pugno duro del fascismo. Una negligenza dalla lingua un poco pelosa che continua sino ai nostri giorni. La punta nascosta di un iceberg manifesto.
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SICILIANI DELLA DIASPORA

La Storia di Massimiliano Di Domenico

ato e cresciuto a Palermo, subito dopo la laurea in scienze statistiche, il desiderio di realizzarsi professionalmente lo ha portato ad abbandonare la sua Sicilia per cominciare una nuova avventura lavorativa.

Prima tappa a Roma, seconda tappa in unazienda italiana a Sao Paolo, in Brasile, pian pianino le sue ambizioni di carriera internazionale lo hanno portato a girovagare per il mondo e a conoscere molti paesi: Nord America, Sud America, Olanda, Francia, Inghilterra Da poco trasferitosi a Bruxelles, potrebbe decidere, finalmente, di stabilizzarsi definitivamente con la sua famiglia. Nel suo piccolo un vero e proprio ambasciatore di Palermo nel mondo per quanta gente ha mandato in vacanza nella nostra bella Sicilia e per quanti amici stranieri ha convinto a tifare per i nostri bellissimi colori rosa e nero!! Adesso ha 40 anni, parla cinque lingue e ha un ruolo di imprenditore in una multinazionale angloamericana; puo dire di essere riuscito a realizzare in pieno i suoi desideri professionali, ma rimane lamarezza di non aver potuto trovare tutto questo nella sua amata citt. Torna spesso per riabbracciare i suoi genitori e sua sorella e ogni volta trova la citt "leggermente" migliorata, ma lo addolora constatare che i cambiamenti sono inesorabilmente lenti. Della sua citta' glimanca molto il sole, il calore, il colore, il senso dell'umorismo tipico dei palermitani e il buon cibo, poi le panelle e u pani ca mievusa, che solo a pensarci ne sente gi i profumi! In mezzo al turbino lavorativo, ha trovato anche il tempo per lamore. Non ha mai creduto al destino, ma ha dovuto ricredersi per come ha conosciuto colei che sarebbe divenuta la sua affascinante sposa francese; si chiama Cecile, lha conosciuta la prima volta ad Orlando in Florida, poi lha rivista ad Hong Kong, una terza volta il destino di cui parlava, gli ha dato loccasione di ritrovarla a Cannes e ancora una volta a Roma, dove finalmente si sono fidanzati. Anche Cecile ama lItalia e Palermo e le ha insegnato anche qualche parola in siciliano. Adesso sono in attesa del loro primogenito a sensibilit artistica e il talento tipici della terra bagherese attecchiscono e che, maschio o femmina che sia, inizier senzaltro alla crescono rigogliosi anche oltre oceano. Se n potuto rendere conto il sindaco di Bagheria Biagio Sciortino che, nel suo fede rosanero! ultimo viaggio negli Stati Uniti, ha incontrato, in mezzo alle centinaia di concittadini Segue la sua squadra, emigrati negli States, il poeta Calogero Fiorenza. dovunque si trova, cercando Calogero Fiorenza, nato a Bagheria il 20 gennaio del 1922, emigrato negli USA nel di vedere sempre le partite 1966 dove ha svolto principalmente lattivit di sarto. Ritiratosi dallattivit nel dal vivo, ma quando non gli 1987, Fiorenza, che a Bagheria tuttoggi ricordato col nome di Lillino, si dedicato possibile si organizza con la tv satellitare. anima e corpo alla poesia, una passione che gli ha regalato grandi soddisfazioni. Molte delle sue poesie sono state trasmesse dal programma della Radio Italiana a Chicago. Come autore Pensa che per una citt presente nella antologia A Prism of Thoughts (Un Prisma di Pensieri) che si trova nella Libreria del avere una squadra di calcio Congresso Americano. a buoni livelli sia una grande occasione di visibilit e di Nel 1997 Fiorenza stato nominato Poeta dellAnno dalla International Society of Poets. Le poesie di Calogero Fiorenza parlano un linguaggio semplice, e sono il risultato di una profonda riflessione respiro internazionale. interiore ricca di pathos, caratterizzata da una vena comica ed una tensione religione alla ricerca del mistero Sebbene le circostanze lo della vita. hanno portato fisicamente Il poeta bagherese ha radunato alcune tra le sue opere pi significative in una raccolta dal titolo Voci e lontano dalla sua Palermo, Visioni, che Fiorenza ha personalmente donato al Sindaco Sciortino. non sente la distanza dentro il suo cuore perch su di Nei prossimi mesi lopera di Fiorenza verr diffusa in citt, sotto il patrocinio del Comune di Bagheria. Vogliamo dare ai nostri cittadini la possibilit di conoscere ed apprezzare il talento dei nostri esso impressa una frase emigranti - ha detto il sindaco Sciortino - e quel grande amore e quella sottile malinconia che m a r c h i a t a a f u o c o : Rosanero sempre e ancora, dopo tanti anni di lontananza, li tiene legati alla loro terra. (News ITALIA PRESS) dovunque

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Sesta Edizione Premio Nazionale

"Messina Citt d'Arte" Pittura e Fotografia


a tempo si messo in moto il complesso programma per l'organizzazione della sesta edizione del Premio Nazionale "Messina Citt d'Arte" 2007, promosso dal pittore messinese Biagio Cardia, che sar presentato il 21 Dicembre, presso l'ex Chiesa Santa Maria degli Alemanni situata nel centro cittadino. Anche quest'anno stata fatta una scelta accurata dei premiati, per il loro impegno nel mondo dell'Arte.

Tra gli Artisti premiati: Giuliano Giuliani, artista romano, laureato in Giurisprudenza all'Universit La Sapienza e all'International School of Comics di Roma, grande Chiesa Santa Maria degli Alemanni esperienza artistica, con la partecipazione a numerose collettive e personali di pittura, ricevendo premi e segnalazioni prestigiosi, inserito in pubblicazioni del settore artistico, in particolare in Europa e in USA. Marina Iorio, di Napoli, la nostra artista conosciuta da tempo nella nostra citt, per la sua partecipazione alle mostre organizzate dal nostro gruppo. Inserita in un contesto dell'arte internazionale, oggi si presenta con le sue ultime opere informali, interessata a creare un linguaggio artistico personale, attraverso una sintesi di linee, forme simboliche e colori, le sue opere si trovano in permanenza in numerose Gallerie, in Italia ed anche a New York. Patrizia Emanuela Lanzafame di Mazzarino(CL), diplomata all'Istituto d'Arte, artista figurativa ritrattista e amante del paesaggio siciliano, tanto che ha voluto fortemente inserirsi nel Movimento Artistico "Irrealismo", promosso dallo stesso Cardia, collaborando, nel mese di Settembre 2007, all'organizzazione di una collettiva a Mazzarino, con la partecipazione di numerosi artisti di diverse citt. Anna Maria Sanfilippo di Sciacca(AG), diplomata all'Istituto d'Arte della sua citt, nei suoi dipinti troviamo la Natura, predominante il mare; ha partecipato a numerose collettive e personali riscuotendo grande successo di critica, un'Artista che entra a pieni meriti nel nostro premio, nella consegna della targa. La presentazione del Premio sar preceduta dall'organizzazione di una importante collettiva di pittura, dal 15 al 21 Dicembre 2007, allestita nella stessa Chiesa del milleduecento, adibita oggi per manifestazioni artistico-culturali. Alla mostra, oltre alle opere degli artisti premiati si potranno ammirare anche quelle di altri partecipanti: per la pittura - Biagio Cardia(ME), Daniela De Berardinis(RM), Emanuela Filone(ME), Graziella Raffaele(CZ), Fiorangelo Prestipino(ME) e Zuna(Me); invece per la fotografia Cristina Collodel(PD). Una nota importante del premio: sar presentato l'elenco dei nomi che saranno inseriti in un libro di pittori messinesi e della provincia, "da Antonello da Messina ad Oggi", dalle ricerche fatte da Biagio Cardia, che andr in stampa nel 2008. L'obiettivo principale dell'artista peloritano quello di promuovere l'Arte nella citt di Messina.

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Un casin di guai
chi dice che la colpa sia dellantimafia, c chi sostiene che invece il problema sia come spartire la torta, io credo che il dato di fatto sia uno: lincapacit di fare e proporre qualsiasi cosa da parte di una classe politica vecchia e confusa. Vecchia dentro e confusa nelle idee. Di cosa parliamo? Ma del famoso Casin di Taormina. Una licenza che pu da sola dare da lavorare a mille persone, generare un gettito erariale per pi di 200 milioni di euro lanno e rilanciare il nome di una delle localit turistiche pi belle e preziose del mondo. A Taormina decenni di urbanesimo vergognoso hanno scempiato il deturpabile coi parcheggi, con gli alberghi a sette piani (e una stella) e con ritocchi estetici da far inorridire un qualunque amante del borgo medievale. Vi scrivo dopo aver cercato inutilmente il contatto dellOn. Ballistreri, lultimo in ordine di tempo ad aver chiesto la licenza per il Casin per questo disgraziato comprensorio. Avrei voluto chiedergli perch credeva che Taormina dovesse avere una struttura del genere e perch lui solo laveva richiesta ufficialmente allArs attraverso una interrogazione allAssemblea. Sarebbe pi corretto dire che avrei voluto chiedere, perch alla luce di un articolo pubblicato su Repubblica due giorni dopo, penso sia inutile riaprire largomento. Anche in questo campo abbiamo chiuso, e per sempre. In Spagna (non a Macao) hanno deciso di spazzare via una parte del deserto vicino Aragona, tra Madrid e Barcellona (nel deserto!) per far posto a due o tre cosucce: su una superficie di 5.000 ettari troveranno posto 32 hotel-casin, due parchi tematici (I parchi gioco saranno costruiti seguendo il tema "James Bond" e verranno chiamati Spyland), un ippodromo, uno stadio e svariate aree residenziali. Nasce cos, nel nulla, la Grande Escala vamos amigos. Ovviamente a Tormina non c spazio per tutte queste attivit, o meglio non nel comune di Taormina ma nel comprensorio si, hai voglia a spazi da occupare. Ma cosa accadr da quelle parti? Pioveranno dal cielo (senza una lira di contributi pubblici) 17 miliardi di euro di investimenti, il complesso attrarr 12 milioni di visitatori all'anno e diventer il resortcasin pi ampio e frequentato d'Europa. Tornando a noi viene facile pensare al calo di turisti (Taormina tanto per restare in tema -6% circa) ed alle difficolt a trovare lavoro. Ma davvero si vuole lasciare che una regione come la nostra veda il suo sviluppo bloccato da becere beghe di partito? Davvero si pu pensare che per colpa della mafia non devesserci sviluppo e che la

(come lItalia diventata piccola piccola)


presenza sul territorio di criminali (a Las Vegas no, sono tutti bravi angioletti. E vogliamo parlare dei Narcos che hanno fatto grande la Spagna che oggi conosciamo? Andiamo a leggere LEspresso di qualche anno fa e rendiamoci conto di cosa parliamo) possa bloccare per sempre la nostra terra al tempo del tardo medioevo? Perch assumere la mafia come alibi per non fare le cose come non uscire di casa perch si teme un incidente. Alla fine si muore dentro per non rischiare nulla. Siamo diventati una regione di gente che non ha il coraggio di rischiare, che non ha la forza di chiedere alla politica quello che la politica deve dare. Quanto costa una licenza? Nulla. una misura a costo zero ed impatto meravigliosamente sconvolgente. solo questione di volont. Certo che se si vuole stupire, o rispondere a questi livelli bisogna pensare in grande. Ma noi abbiamo qualcosa che il deserto spagnolo non avr mai: il primo patrimonio mondiale di beni culturali. Mi si obbietter: non ci sono i soldi. Lho gi detto: non costa nulla, perch chi prende la licenza poi si costruisce lalbergo, il Casin, il museo, il parco per attrarre, se poi questi ci sono gi, meglio. E non c incentivo a fare i lavori male, tanto per lucrarci oggi e scappare con la cassa domani poich sono investimenti che si ripagano col tempo, nel medio periodo. Un brutto albergo un servizio scomodo, non convengono a nessuno. Non giusto neanche pensare che noi cittadini o singoli imprenditori possiamo portare avanti un progetto del genere, ci vorrebbero fior di intelligenze per rendere fruibile una simile massa di progetti, ma dobbiamo avere il coraggio di cerare fuori ci che qui manca ed offrire il nostro territorio, senza scempi, allo sviluppo. Ah dimenticavo: a Villa Ragno hanno inaugurato una mostra sul Presepe, senza informare gli organi di stampa, come si usa da queste parti. C' la mostra e manca il pubblico. A qualcuno potrebbe venire in mente di dire: il corpo c' ma... la testa dov'? Carmelo Cutrufello
(09/12/2007 - Jonia news)

Quando le persone intelligenti si arrendono, lasciano il mondo nelle mani dei cretini.
Saggio cinese

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LISOLA LISOLAPOESIA
Di l'Etna fumanti l'agresti abituri si schiuinu memori d'un tempu chi fu. Arricordanu li patri a li figli vinturi di li patri li santi sicanii virt. O libbira Terra, ritaggiu di l'avi, arrisviglia l'ignavi da lu longu tirpuri. Rinnova di li vespiri l'urgogliu e la fidi: si lotta, si cridi, si vinci e si mori. Un Populu feru risurgi e s'avanza, conquista, nun domu, la so' Libbirt; di li giuvini cori l'ardenti spiranza prurumpi sincera di centu citati. O libbira Terra, ... Palermu risurgi ed asa un vissillu, Catana e Missina arrispunninu ol, Geruni a Drepanu gi lancia nu' squillu, gi Nisa ridesta, Girgenti verr. O libbira Terra, ... Un innu di guerra, frati me', risoni, la Matri nni chiama... cu resta e nun va? Sicilia, Sicilia, semu tutti liuna, giurammu ed avirrai la to Libbirt: O libbira Terra, ...

Cuono Gaglione
cinquantanni di pittura
artista Cuono Gaglione nato ad Acerra nel 1947 ma attualmente vive a Ragusa . Si dedica alla pittura dal 1957, ha studiato allistituto darte di Napoli frequentando anche il Magistero di pittura dal 1965 al 71. Durante la sua permanenza in Germania nel 71, fa parte del gruppo dei neo espressionisti ad Heidelberg. Il suo ritorno in Italia sar costellato da grandi successi e le sue partecipazioni alle pi qualificate rassegne Nazionali ed estere, meritando affermazioni, riconoscimenti e premi. Le sue opere figurano in molte collezioni pubbliche e private in citt prestigiose quali New York, Dublino, Parigi, Roma, Napoli, Venezia , Norimberga, Brooklyn Bruxelles , Strasburgo e decine di grandi e piccoli comuni in Italia e all'Estero. L'attivit artistica ininterrotta da quando aveva 10 anni, e quest'anno ricorre il 50 anno di attivit artistica, nel 2003 e nel 2005 i PARLAMENTI EUROPEI di Bruxelles e di Strasburgo hanno festeggiato L'artista con due imponenti mostre presso le loro sedi (queste due manifestazioni hanno visto come principale artefice organizzativo, l'instancabile Francesco Paolo Catania, Presidente de L'Altra Sicilia, con sede a Bruxelles). Il presidente dell'ordine dei giornalisti italiani Lorenzo Del Boca defin Cuono Gaglione durante la conferenza stampa del 3 novembre 2003 presso la sala stampa del Parlamento Europeo " IL PITTORE DEL SUD". L'attivit di Cuono Gaglione come artista, continua, sono infatti, diverse istituzioni culturali italiane a contendersi le sue mostre (Santiago del Cile, Tokyo, Varsavia, Madrid, Colonia, Bonn a chiedere la presenza dell'artista Campano ma di adozione Ragusano). Sottolineiamo il coraggio di Gaglione che pur essendo a conoscenza di difficolt, nei due Parlamenti Europei di Bruxelles e di Strasburgo, espose opere su Salvatore Giuliano, sui martiri briganti dell'invasione dei Savoia in Sicilia e nel meridione, sugli emigranti, e sulle bellezze della Sicilia. A tale proposito il critico d'arte Danilo Caruso in una mostra personale dell'Artista tenuta a Lercara Friddi in Sicilia, organizzata dalla responsabile locale de LAltra Sicilia, Sara Bonaccorso, scriveva: Cuono Gaglione e il sud d'Italia Megle Hells. Una tendenza all'adeguamento formale verso modelli di cultura classici - tensione che parzialmente si rif a tematiche mitologiche - si presenta nelle tele di Cuono Gaglione. Questo spirito di "grecit" si manifesta in due modi: 1) da un lato per mezzo della rappresentazione di puntualizzazioni naturali non umane (per esempio gli agrumi) nella loro versione spontanea ed armonica con tutto il resto delle cose, e per mezzo delle figure femminili che compaiono accompagnate da quella grazia e da quell'equilibrio dinamico gi canoni del bello nella matura statuaria greca; 2) dall'altro lato attraverso la rivisitazione del motivo dell'identit culturale, tema che fu nell'antichit il caposaldo sociale dei popoli ellenici pur nella loro letterale divisione politica. La dedica a Salvatore Giuliano di un ciclo pittorico ha proprio quest'ultimo significato: rievocare il valore di una autonomia "nazionale" siciliana dal confronto con gli eventi ed i personaggi di quei tempi, nei quali Giuliano interpretato come novello Robin Hood e la controversa vicenda di Portella delle Ginestre assurge a momento indelebilmente drammatico. Da ci che stato il retaggio culturale greco-classico, oltre a spunti di estetica, l'artista

l'aveva rinchiuso. Cos scriveva l'avvocato Attilio Castrogiovanni dal carcere di Catania, dove il suo impareggiabile ardore per la causa dell'indipendenza siciliana l'aveva rinchiuso.

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LISOLA LISOLALIBRI

La Sicilia tra mito e simbolismo


icily through symbolism and myth: gates to heaven and the underworld. il titolo della nuovissima creazione di Paolo Fiorentino. Un nuovo lavoro sulla Sicilia per questo autore che da sempre dedica la sua attenzione letteraria proprio alla cultura, alle tradizioni e atutto quello che riguarda lIsola. La magia della Sicilia tra simboli e miti. questa la tematica affrontata da Fiorentino nel libro. Con questa opera lautore parla della terra meravigliosa sotto un punto di vista nuovo e inesplorato. La Sicilia viene messa al microscopio come isola, al centro del mediterraneo, importante luogo dincontro e di scambio. Culla della cultura e della civilizzazione europea. Intreccio di popoli e conoscenze. Un viaggio nelle meravigliose citt dellIsola, esplorandone i simboli e i significati. Nel testo Paolo Fiorentino parla del mito quale veicolo di significati che spesso si nascondono e si confondono tra le pieghe della favola e del folklore. Questo un aspetto che in Sicilia assume una rilevanza assoluta. Infatti il simbolismo dei miti siciliani valica il confine del mediterraneo per collegarsi alla tradizione celtica e a quella ind. Significativo lesempio del simbolo della triskeles o trinacria, che racchiude un valore cosmico. Si tratta infatti di un simbolo che la Sicilia Maria Grazia Cucinotta e Paolo Fiorentino ha acquisito, in quanto di origine indoeuropea. Un altro capitolo dedicato ai miti dellacqua e del fuoco, che in questa regione trovano simbiosi spirituale e geologica. In particolare si da risalto alla sacralit legata allacqua, comune a pi culture e religioni, quale inconscio richiama allorigine marina della vita e al nesso tra filogenesi (evoluzione della specie umana dal mare) e ontogenesi (sviluppo embrionale nel liquido amniotico del grembo materno).Inoltre viene esaminato anche il mito dei ciclopi, con lintroduzione di note mediche e antropologiche. riprende il concetto pi nobile: quello della libert, la libert ed il diritto delle genti ad autodeterminarsi in corpi sociali che non siano soggetti ad ingerenze esterne. come se in un ricorso storico fossero rivissute nuovamente le passioni intellettuali che furono al centro dell'attenzione all'epoca delle guerre dei Greci in favore della propria indipendenza contro i Persiani nel V secolo a. C. Ma del Meridione in genere il pittore di Acerra (trasferitesi in Sicilia negli anni '70) riprende molteplici aspetti che ne costituiscono l'essenza pi profonda radicata nel territorio. Rilevante la presenza dell'immagine dell'acqua (mare, laghi, sorgenti) che da ispirazione a raffigurazioni naturalistiche o mitologiche (sirene, ninfe), o delle attivit pratiche connesse (per esempio la pesca). La Grecia classica defin il sud d'Italia Megle Hells (Magna Grecia, da cui la Sicilia era geograficamente distinta): Gaglione riconosce questa comune dimensione marina dell'essere circondati dalle acque. Pi appariscente su questa linea di attaccamento alla terra pu apparire la maschera di Pulcinella pi volte rappresentata-, per questo non offusca il fatto che altres gli stessi prodotti della natura (limoni, arance, etc.) si pongano alla luce di questo medesimo angolo interpretativo.
Legas; First Edition edition (January 15, 2007) www.arbasicula.org ISBN 18881901572 - 128 pp. - Prezzo: $12.95

Il libro reperibile online sul sito web: www.amazon.com

La colpa dei Siciliani. Il Nord non avrebbe mai potuto saccheggiare la Sicilia nel modo in cui l'ha saccheggiata, se non avesse trovato qui, nell'isola, dei complici. Dei complici che hanno sempre tradito gli interessi della Sicilia. Dei complici. Ieri. Oggi. Sempre. Giuseppe Garretto "Realt Siciliana (1960)"

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Nel tempo dell'inganno universale dire la verit un atto rivoluzionario. George Orwell

Forse non tutti sanno che...

Cos' il signoraggio
I
l signoraggio una truffa monetaria e psicologica a cui tutti noi siamo soggetti. Questa truffa si nasconde e si potenzia dietro una cortina di silenzio e di morte e ha attraversato gli ultimi 300 anni senza lasciar trapelare nulla della propria esistenza. guadagnare e permettersi cos un aggio economico notevole. Infatti questo Potente riceveva loro dai commercianti con la richiesta di convertirlo in moneta sonante e semplicemente metteva la sua effige per GARANTIRE la bont del pezzo da lui creato (coniato). Era una sorta di garanzia e per questo aveva il suo guadagno. Ad esempio con 9 grammi doro si poteva coniare una moneta e dire che era da 10 gr. doro (ma in realt composta da 9 gr. doro + 1 gr. di metallo non nobile). La differenza tra valore nominale (10) e valore intrinseco (9) era il signoraggio (un grammo doro per moneta). Verosimilmente loperazione poteva essere eseguita dal Signore anche coniando 10 monete impiegando realmente 10 gr. d'oro per ogni pezzo ma trattenendone una come compenso, sempre del 10% di lucro si trattava! Quando alloro si sostituita la carta il discorso peggiorato (per noi) e il signoraggio arrivato a quasi il 100%. Infatti per stampare una banconota da 5 euro o una da 500 euro bastano 30 centesimi di euro e consideriamo anche che tale banconota non pi legata alloro (non ha pi copertura e non pi convertibile). Questo vuol dire che il Signore moderno, ossia chi oggi CREA moneta (ad esempio la BCE in Europa o la Federal Reserve negli USA) ha un potere enorme. Infatti questi organi privati (tutte le Banche Centrali sono private) possono ricattare o comunque influenzare intere Nazioni. Basti pensare che la Banca Mondiale (di propriet della Federal Reserve e della Banca dInghilterra, a loro volta tutte due private e padrone anche del Fondo Monetario Internazionale) nega prestiti a quei Paesi che NON ACCETTANO di privatizzare il settore dellacqua potabile! E questo solo un esempio. Chi ha ben capito il meccanismo del signoraggio ora avr anche compreso che ELIMINARE la banconota unazione PEGGIORATIVA in quanto sparisce, per le Signore Banche, il costo e aumenta al 100% il signoraggio sulla moneta elettronica. Inoltre la moneta sottoposta ad un interesse (ad. es. 3%) che fa lievitare il debito dei Cittadini di un Paese sovrano oltre il valore nominale della moneta stessa! In pratica una moneta (banconota) da 100 euro costa al cittadino 103 euro e al Banchiere solo 30 centesimi. Questo il signoraggio. Si potrebbe ovviare a tutto ci in un modo molto semplice: basterebbe infatti che lo Stato, finalmente Sovrano, emettesse moneta senza debito, come fa, ad esempio, con le monete metalliche (naturalmente quelle con valore nominale maggiore del valore intrinseco, ad esempio i pezzi da 50 centesimi, 1 e 2 euro). I pi smaliziati avranno capito ora la presa in giro del defunto governatore DUISENBERG nei confronti di TREMONTI quando quest'ultimo chiedeva di sostituire le monete metalliche da 1 e 2 euro con banconote di pari valore e l'ex governatore (morto in circostanze misteriose) rispose dicendo: "Ma il sig. Tremonti sa che cos

Si usa dire che il pi grande inganno del diavolo sia stato far credere allumanit che lui non esiste ed proprio grazie a questa diabolica tecnica che il signoraggio padrone del mondo ma in maniera trasparente per tutti noi. Non sentirai mai parlare di signoraggio in TV o suoi libri, nessun cantante ci far mai una canzone n un comico uno spettacolo. I politici non litigheranno mai per il signoraggio e non vedrai mai la Guardia di Finanza arrestare qualcuno per questargomento. Il signoraggio il massimo potere del pianeta e tutti noi ne siamo schiavi. Tecnicamente il signoraggio il lucro che si genera dal creare moneta. La legislatura internazionale prevede attualmente che siano le Banche Centrali a creare moneta, sia contante che scritturale. Un esempio chiarir il meccanismo: creare una moneta (sia essa di carta, in metallo o virtuale come un c/c) ha dei costi, dovuti alla materia prima, alla manodopera e ai servizi necessari di contorno, come la distribuzione, le tecniche anticontraffazione, etc.. Il costo maggiore il materiale di cui composta la moneta, e linsieme di tutti i vari costi su indicati vanno a determinare il suo VALORE INTRINSECO. La moneta per riporta sulla facciata un numero che indica un altro valore: il VALORE NOMINALE (o, per lappunto, DI FACCIATA o anche LEGALE). I due valori (intrinseco e nominale) differiscono tra loro e la loro differenza determina quello che si chiama SIGNORAGGIO, ossia il guadagno che ha chi ha creato quella moneta. Ovviamente chi crea moneta tende a segnare un valore nominale pi alto possibile rispetto al valore intrinseco, altrimenti ci rimette. Avviene ad esempio nelle monetine da 1 centesimo poich per farle occorre spendere 15 centesimi. Ora vediamo ci che avviene nella creazione della moneta-oro e della moneta-carta. Anticamente le monete metalliche erano in oro e quindi con un valore intrinseco piuttosto alto. Il signore che coniava queste monete imprimeva loro un valore nominale pi alto per poterci

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facendo il suo Paese perderebbe il diritto di signoraggio sulla massa di denaro sostituita?". Dal momento che la banconota non ha un corrispettivo in oro (le banconote sono convertibili in dollari USA ma dal 1971 il Dollaro USA non pi convertibile in oro) non c ragione che ad emetterla sia una entit privata n tanto meno che questa entit abbia un monopolio su tale emissione. Inoltre le spese per servire questo prestito (interesse) sarebbero evitate e lo Stato, ovvero tutti noi, avrebbe la REALE autonomia di gestione del Paese. Chi teme che lo Stato possa in qualche modo iniziare a stampare moneta fuori misura e fuori controllo una persona che non ha fiducia nello Stato. Sappiamo bene che i politici nostrani sono collusi con ogni interesse immaginabile (banche, petrolio, armi, droga, prostituzione ecc..) ma la domanda che dobbiamo porci molto semplice: Perch un politico dovrebbe RIFIUTARE la responsabilit di creare denaro per il popolo?

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Einaudi ebbe a dire: Alla scarsit delloro si sostituita la saggezza del governatore [della Banca Centrale, n.d.A.] (sic!). Ma allora un ladro perch non ruba? Forse perch c un pezzo grosso molto pi potente di lui? Forse c unentit che NON VUOLE dargli la stampante e far si che si crei denaro per il popolo (pur con il rischio di ruberie politiche)? E questa entit superiore onesta? Se cos fosse DOVREMMO IMMEDIATAMENTE cedergli ogni potere, poich saprebbe ben governarci, di sicuro meglio del politico di cui sopra, o no? E se fosse invece disonesta perch ha in mano la stampante e affama il popolo facendolo vivere in un regime di anemia finanziaria? E questa entit superiore disonesta tanto, anzi pi, del politico chi se non Il Grasso Bankiere? E evidente che il politico NON VUOLE E NON PUO prendere la stampante in nome del popolo perch i banchier i pr ivat i internazionali NON LO PERMETTERANNO MAI. Eleggiamo persone che sono sponsorizzate dai banchieri e che quindi non opereranno mai in unottica popolare ma sempre a vantaggio dei loro VERI DATORI di lavoro.

Pochi italiani sanno che la Banca dItalia


privata - un vero Stato nello Stato, avente come azionista altre banche, tutte private - essa risponde solo alla Banca centrale europea, che a sua volta dipende dalla Banca Mondiale, quindi alla fine non deve rendere conto n al governo nazionale, n tanto meno al parlamento. Le conseguenze sono facilmente immaginabili: controllare la politica monetaria di uno Stato vuol dire esserne i veri padroni.

Se egli onesto non ci dovrebbero essere problemi poich operer secondo ETICA e REGOLE corrette e democratiche. Solo un politico disonesto, con un ultimo barlume di sincerit dir: No, guarda.. non darmi questa stampante in mano perch mi conosco e mi stamperei montagne di soldi per me e i miei amichetti!. Fortunatamente in questo caso la soluzione semplice: si ringrazia e si manda a casa lindividuo prima che possa fare, per sua stessa ammissione, dei danni terribili. Lultimo caso che il politico sia effettivamente disonesto... Ma se disonesto perch dovrebbe rifiutare una cos ghiotta occasione?

E pur vero che solo POLITICAMENTE si potranno invertire le cose ma per far ci occorre la CONSAPEVOLEZZA di una grande fetta della popolazione, che sia informata, cosciente e motivata ad operare un RADICALE CAMBIAMENTO NELLA SCENA POLITICA.

A tal fine questo articolo deve essere divulgato presso il Popolo tutto, assieme ad altri scritti, libri, manifestazioni e dibattiti pubblici che spieghino quale sia LO VERO MALE DELLO MONNO e le soluzioni terribili e dolorose che si dovranno presto adottare per non cadere nel baratro. In un prossimo articolo approfondiremo aspetti importanti della questione e chiuderemo in un terzo articolo parlando di Riserva Frazionaria, altra truffa questa, vera responsabile dellInflazione e del potere delle Banche Commerciali che creano denaro dal nulla tramite i Conti Correnti che ci obbligano oggi ad avere. Sandro Pascucci - www.signoraggio.com

Non per remore morali in quanto abbiamo detto che gi disonesto. Se non lo fosse (disonesto) accetterebbe subito la stampante e si comporterebbe come i tanto decantati Governatori di una qualsiasi e privatissima Banca Centrale, ai quali riconosciuta stima e saggezza fuori dallordinario e notoriamente operano secondo il bene della Comunit.

Il banco trae beneficio dall'interesse su tutta la moneta che crea dal nulla. nulla. [William Paterson, fondatore Bank of England, 1694] Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione, e mi infischier di chi ne fa le leggi. [Mayer Anselm Rothschild] leggi. Il denaro non rappresenta altro che una nuova forma di schiavit impersonale, al posto dell'antica schiavit personale. [Lev Tolstoj] personale. www.laltrasicilia.org

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Vieni in Sicilia...
Siculiana
dista 13 Km. da Agrigento, alla cui provincia appartiene, 85 Km. da Caltanissetta, 105 Km. da Catania, 124 Km. da Enna, 301 Km. da Messina, 148 Km. da Palermo, 149 Km. da Ragusa, 230 Km. da Siracusa, 160 Km. da Trapani. Sorge in una zona collinare interna, posta a 129 metri sopra il Sinagra (1899-1973) signe giurista che insegn nelle Universit di Catania e Palermo e si occup dei problemi concernenti il Diritto del lavoro.
sicilia.indettaglio.it

SICULIANA - TORRE SALSA RISERVA NATURALE DEL WWF


La costa di Siculiana tra le pi belle dellagrigentino, magnifiche le spiagge di Giallonardo e delle Pergole, mentre la Riserva di Torre Salsa unoasi da non perdere per gli amanti della natura incontaminata.

livello del mare. Sito su una fertile collina, Siculiana si distingue per la ricca produzione di uva, mandorle, ortaggi, frutta e cereali. Spiccato l'allevamento di ovini grazie alle numerose aree adibite a pascoli. Il nome deriva dal latino Siculius che significa "di gente sicula". In epoca araba era gi esistente un casale fortificato che nel secolo XI venne distrutto dai Normanni. Nel 1310 il signore Federico Chiaramonte barone del borgo fece costruire un Castello che divenne sua fissa dimora. L'attuale centro venne fondato a partire dal XV secolo dal nobile catalano Gilberto Isfar. In seguito esso fu possesso prima della famiglia Bosco poi dei Filangieri e infine della famiglia Bonanno alla quale rimase sino all'abolizione del regime feudale. Nel settore monumentale citiamo la Chiesa Madre di gusto barocco dedicata a S. Leonardo che racchiude la cappella del SS. Crocifisso patrono del paese e la cinquecentesca <Ieretta a scopo difensivo. Nome illustre fu quello di Vincenzo

SICULIANA (AG): CASTELLO CHIARAMONTE


l castello di Siculiana un monumento all'anonima e ricca architettura castellana. Costruito sull'estremita della cresta rocciosa di un promontorio, forse sede dell'antica Cena, dominava con le sue torri, un tempo merlate, il paese che porta il medesimo nome e la vallata dolcemente adagiata sul mare Mediterraneo. L'origine del fortilizio araba. Fu Federico Chiaramonte che lo ricostru e gli diede splendore. Nel 1311, con grande pompa di apparati, si celebr, nel castello, il secondo matrimonio tra l'unica figlia di Federico, Costanza, ed il nobile genovese Brancaleone Doria, il quale nel 1335 divenne governatore di Sardegna. Numerosi furono gli sposalizi ed accordi nobiliari celebrati nel castello, incoraggiati da un'antichissima credenza che vuole benedetti dalla Provvidenza i patti conclusi sulla "Rocca di Siculiana". Nel mezzo della piazza d'armi alla fine del '300 fu realizzata una profonda cisterna, ancora intatta, per la conservazione di acqua piovana, vitale in caso di assedio. La chiesa di S. Lorenzo, posta sull'ala Sud del Maniero la pi antica del paese, fu edificata nel XVII sec. Essa fu la prima sede di culto del SS. Crocifisso, che attualmente custodito nell'omonimo santuario del paese. Il fortilizio fu adibito in diverse epoche anche a carcere. L'ultimo barone di Siculiana riconosciuto con regio decreto fu Antonio Perez. Il barone Agnello agli inizi del nostro secolo demol il "Quarto Nobile", l'ala di maggiore interesse artistico del castello, per costruirvi una sontuosa residenza. In quest'ultima dimor, ospite del barone Francesco Agnello, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, insigne scrittore del '900. Qui, secondo diversi studiosi, scrisse pagine del Suo capolavoro "Il Gattopardo". (Castelli.it)

te ne innamorerai !
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