La storia del titolo. Acciuffare la luna. Comunit Locali Sostenibili. Donne e
uomini nellEconomia della Reciprocit (Iod Edizioni, 2015) una storia di amicizia e ispirazione. Scrive lautore Salvatore Esposito, nella sua premessa, riprendendo un intervento di Mario Tronti, indirizzato a Pietro Ingrao in occasione del suo 96 compleanno, pubblicato su Il Manifesto del 31 marzo 2011: Un pensiero di gratitudine va al nostro amico Mario Tronti, per come ci ha sempre saputo parlare di Lavoro e di Costituzione. A Lui e alla sua amicizia con Pietro Ingrao dobbiamo il nostro titolo simbolico: Carissimo Pietro () Se abbiamo qualcosa da rimproverarci questa qui: che lasciamo ai nostri figli, ai nostri nipoti, una condizione di vita, individuale e sociale, e uno stato interiore, che con una parola a me, ma so anche a te, cara, possiamo definire spirituale, peggiore di tutto quanto noi abbiamo vissuto. Difficile perdonarci questa colpa. I potenti, i ricchi, i sovrapposti, i possessori delle nostre vite, non si sono mai sentiti cos bene al sicuro come in questo tempo. Lo dimostrano il peso dellarroganza, la volgarit della loro egemonia, le certezze della loro indiscutibile ragione. qui che va posta la domanda: dove abbiamo sbagliato? Una domanda per tutti, uomini e donne, credenti e non credenti, rivoluzionari e riformisti. Non ci si pu sottrarre. Non per disperarsi, tanto meno per rassegnarsi. Al contrario, per riacciuffare il filo della lotta decisiva, come tu volevi acciuffare la luna dietro i monti di Lenola.
Lincontro con Latouche. Sul rapporto privilegiato tra Mediterraneo Sociale e
Serge Latouche, autore della vasta prefazione al volume, scrive ancora Esposito: Il suo essere nostro compagno di strada ci ha aiutato a ri-trovarci, a chiarire meglio lorizzonte di senso del nostro incedere tra i rischi delle azioni e delle parole ambigue, fra lossimoro sviluppo sostenibile e la radicalit dellimpronta etologica ed ecologica da imporre, politicamente, ai sistemi economici. Proprio quella strategia della rinascita locale che non consiste nel costruire e preservare unoasi nel deserto del mercato mondiale ma nel moltiplicare le esperienze di ri-territorializzazione e nellestendere progressivamente la rete degli organismi sani per fare indietreggiare il deserto o renderlo fecondo ci ha fatto giungere al modello della Comunit Locale Sostenibile. Dunque, oltre lo sviluppo. Lhomo oeconomicus - prosegue lautore - un vecchio arnese della storia, che ha causato gi troppe tragedie umane e troppi disastri ecologici. [] E poi, con linsegnamento delle maestre del pensiero della differenza, non abbiamo ricostruito la ri-vincita puntando, quasi sbadatamente, su un altro homo novus ma stiamo provando a confrontarci gi a partire dalle parole che a volte diventano pietre con la pratica e la sovranit delle relazioni fra donne e uomini nelleconomia della reciprocit. La prefazione di Latouche. Questo libro testimonia lesistenza di un Mezzogiorno altro rispetto a quello dipinto troppo spesso dai media come territorio in stato di degrado, sommerso dai rifiuti, retto da governi corrotti e impotenti, devastato dalla mafia, camorra o ndrangheta, scrive Latouche nella sua prefazione intitolata Gli alberi non devono mascherare la foresta. Lappello lanciato dal nostro collega e amico Franco Cassano per una rinascita del pensiero meridiano stato accolto. Ovunque in Campania (ma anche in Calabria e in Puglia) si stanno diffondendo iniziative cittadine come espressioni della volont della societ civile di mostrare che un altro Mezzogiorno possibile. Salvatore Esposito e i nostri amici della Campania cercano, per lappunto, di iscrivere il loro progetto locale nella prospettiva aperta dallutopia concreta della decrescita, rispetto alla quale la rilocalizzazione occupa, dunque, un posto centrale, perch integra gli imperativi della decrescita su scala locale ma, soprattutto, riguarda la vita quotidiana e il lavoro di milioni di persone e, continua Latouche, pu essere declinata quasi subito in programma politico. Leconomista e filosofo francese, aggiunge che infatti, se lutopia della decrescita implica un pensiero globale, la sua realizzazione pu essere avviata solo partendo dai territori. Se il termine rilocalizzare fa soprattutto riferimento allattivit economica, allora la sfida locale, la rivitalizzazione del locale concerne anche il sociale, il politico e il culturale. E se vero che la dimensione del locale , come scrive Latouche, un concetto ambiguo, in ragione della sua estensione geografica a geometria variabile, esso rinvia, per, inequivocabilmente al territorio, perfino al terroir, ed ancor pi ai patrimoni locali (materiali, culturali, relazionali) e, dunque, ai limiti, ai confini e al radicamento () Oggi, linsorgere della dimensione locale in effetti, il pi delle volte, associata al concetto di sviluppo. Si tratta di una mistificazione che, nella migliore delle ipotesi, denota un localismo eterodiretto e, nella
peggiore, nasconde a malapena un processo di desertificazione e di degrado
di un territorio tanto da poter dire che siamo in presenza di territori senza potere alla merc di poteri senza territorio e questo, soprattutto, nel caso che leconomia locale dipenda dallinsediamento di una azienda collegata ad un grande impresa. Il cosiddetto glocalismo allora, in realt, una forma di competizione fra i territori ai quali si chiede di offrire condizioni sempre pi favorevoli alle societ transnazionali in termini di vantaggi fiscali, flessibilit del lavoro e regolamentazione (o piuttosto deregolamentazione) in materia ambientale () Se le idee non devono avere confini, i movimenti di merci e di capitali devono essere ridotti al minimo indispensabile () Lefficienza implica la centralizzazione per beneficiare delle economie di scala (ma con il rischio di una fragilit dovuta alla monofunzionalit e alliperspecializzazione), mentre la resilienza (capacit di adattarsi al cambiamento) presuppone una scala ridotta e la polifunzionalit () Quando la si accosta allo sviluppo, la dimensione locale, cos come il sociale e il sostenibile, esattamente quello che permette allo sviluppo di sopravvivere alla propria morte. Il concetto di sviluppo locale, ancor pi di quello di sviluppo sostenibile, non sfugge alla colonizzazione dellimmaginario da parte della sfera economica () Il programma di rilocalizzazione implica la ricerca dellautosufficienza innanzitutto alimentare, poi economica e finanziaria. Converrebbe mantenere e sviluppare lattivit di base di ogni regione: agricoltura e orticoltura, preferibilmente organica, nel rispetto delle stagioni () Nellottica di una rinascita, la rilocalizzazione comprende indubbiamente reincludere/ricompartimentare. Nei limiti del possibile, addirittura fortemente auspicabile un ritorno allautoproduzione. Come raggiungere tale scopo? () Salvatore Esposito e la rete delle esperienze di economia civile di Mediterraneo Sociale e della FICS (Federazione Internazionale Citt Sociale) hanno sperimentato e compreso questo pericolo, superando gradualmente, attraverso un originale processo di ricerca-azione, i residui delle teorie sviluppiste ed economiciste; collocandosi, di fatto, nellottica del dopo-sviluppo o di un oltre lo sviluppo; ricercando infine, nella costruzione di una societ di decrescita, una reale e necessaria rinascita della dimensione locale nel senso pieno del termine () Bisogna fare il contrario di quanto accadeva con Penelope: ritessere di notte il tessuto sociale che la globalizzazione e lo sviluppo disfano di giorno. Le Comunit Locali Sostenibili. Lo scopo del volume - rivela Salvatore Esposito - raccontare lesperienza di Mediterraneo Sociale di messa a punto dello strumento delle Comunit Locali Sostenibili, che rappresentano lapprodo concreto ed ideale ed il superamento del concetto del concetto di sviluppo sostenibile, che Latouche considera da sempre un ossimoro. Le Comunit Locali Sostenibili - continua Esposito - rappresentano una possibilit, concreta ed esportabile, di rivoluzione democratica dal basso fondata sulla partecipazione e la responsabilit. Le Comunit Locali Sostenibili possono essere una possibilit diffusa di democrazia partecipata, di nuove economie e di buona vita e buone relazioni su ogni territorio, ma anche paradigma concreto della economia della reciprocit, in grado di testimoniare () strategie di relazione che siano in grado di coinvolgere
tutti gli attori locali. Il modello economico da perseguire naturalmente
inclusivo di tutte le dimensioni della fragilit, oppure un inganno, unaporia. Le Comunit Locali Sostenibili non sono solo un orizzonte rurale, poich secondo Salvatore Esposito anche le grandi citt possono e debbono articolarsi nei quartieri sostenibili, nelle aree sostenibili della relazione. Concetto cardine resta quello della sovranit che prende il posto del potere: La sovranit la possibilit dei territori di decidere per s il proprio modello di sviluppo (industriale, agricolo, artigianale e cos via); meglio, di farlo emergere maieuticamente dalla intima natura del tessuto economicorelazionale. La meta il protagonismo delle comunit: questo il senso pi profondo della riterritorializzazione sostenuta da Latouche. Lapprodo concreto delle Comunit Locali Sostenibili, sostiene ancora Salvatore Esposito, e i tre processi fondamentali che le caratterizzano trovano il loro riferimento nella sinergia per la prima volta di tre diverse ricerche teoriche: la ricerca teorica del community welfare, inteso non pi solo come sussidiariet verso il terzo settore, ma come attivazione di tutte le forme orizzontali di partecipazione attiva sul territorio; le riflessioni sulle economie sociali e civili e della reciprocit, per una economia al servizio dellumanit, sottoposta alletica e alla politica; il pensiero della differenza, che sintetizza un nuovo concetto di sovranit relazionale, come il ruolo delle donne e degli uomini nelle loro differenze pu creare una dialettica feconda anche nella governance dei territori e delle relazioni.
I tre processi fondamentali delle Comunit Locali Sostenibili:
1. Governance innovativa partecipata dal basso, centrata sulla organizzazione distrettuale integrata delle programmazioni strategiche urbanistiche sociali del lavoro e della formazione; un orizzonte politico, e perci operativo, che preferisce al potere sulla terra, che di pochi, quella sovranit sui luoghi che culturalmente propria delle comunit che li abitano. 2. Processi innovativi sul piano economico; difesa della biodiversit, valorizzazione del genmius loci, riconversione industriale verso prodotti utili e generati senza processi di esclusione e di negazione della dignit umana delle donne e degli uomini; la valorizzazione delle economia sociali, dei beni comuni, attraverso la difesa e la protezione delle risorse finite del pianeta. 3. Approccio metodologico nuovo ricavato dal pensiero femminista: allesercizio verticale del potere si sostituisce la scelta del cambiamento che avviene a partire dalle relazioni, pilastro della economia della reciprocit (Ina Praetorius, Serge Latouche). Leconomia per noi prima di tutto relazione.
Un libro rivolto ai giovani. Acciuffare la luna. Comunit Locali Sostenibili.
Donne e uomini nellEconomia della Reciprocit dedicato soprattutto ai giovani. In particolare, dichiara il suo autore, la riflessione contenuta nel capitolo Le bugie del Novecento, si spinge a rintracciare un ponte ideale tra la Primavera di Praga e le Primavere arabe, nel segno della volont di aiutare
i giovani a riscoprire il proprio ruolo e il proprio senso in un altro racconto
sociale, oltre la oltre la convinzione storicamente sconfitta che lhomo oeconomicus sia lunico approdo possibile dellumanit. In questo senso prosegue Salvatore Esposito - la banlieue parigina, incubatore della tragedia di Charlie Hebdo, il fallimento di un modello di integrazione cos come le carceri sono il fallimento del territorio stesso e il welfare la risposta fallimentare alla rinuncia della costruzione di uneconomia sociale e autenticamente inclusiva. Per questo necessario prendere atto che non basta pi utilizzare la cassetta degli attrezzi della povert materiale: la dinamica dei nuovi terrorismi cresce nella povert immateriale, della conoscenza e dei valori. La distruzione delle statue di Ninive, a Mosul, la testimonianza della ferita della esclusione immateriale e della percezione, da parte di chi compie le devastazioni, che quel simbolo di civilt sia anche il simbolo della propria esclusione, del proprio esilio profondo () Naturalmente per concepire lorizzonte della inclusione immateriale, valoriale e della conoscenza, che lorizzonte delle Comunit Locali Sostenibili conclude Esposito bisogna coltivare un grande pacifismo interiore, che equivale non a porsi staticamente a met tra il violento e il violato, ma piuttosto a scegliere per s una posizione dinamica, ispirata dal dovere di comprendere profondamente le ragioni di quello che accade. questo il compito di chi chiamato a costruire la mediazione culturale e una speranza di civilt per questo pianeta. Cinque idee per unaltra convivenza. Queste direttrici animano il programma del Manifesto Mediterraneo, contenuto nel volume, che si articola in cinque idee per unaltra convivenza sulle rive del Mediterraneo: tra queste, oltre al gi citato pensiero della differenza, esigibilit e indivisibilit dei diritti, ecologia ed etologia sostenibile, territorio integrato e democrazia partecipata. E come non concordare con le conclusioni di Alberto Magnaghi: La riterritorializzazione inizia una volta che il territorio si vede restituire la propria dimensione di soggetto vivente ad alta complessit () Salvatore Esposito, con coraggio e autonomia, ha ben individuato nelle Comunit Locali Sostenibili il nuovo approdo delle ormai numerose esperienze di riterritorializzazione nella rete sociale che anima da diversi anni. La Campania pu, cos, offrire di s un altro volto possibile, quello della Terra felix.
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