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tuttora inascoltata, con la conseguenza che pi del 13% dei cittadini oggi interessati a queste elezioni comunali rimangono nell'impossibilit di far sentire la loro voce. Nello specifico di questo prossimo secondo turno poi, sono al confronto liste che sembrano l'una l'esatta fotocopia dell'altra, senza differenze apparenti, neanche nei nomi, interscambiabili, apparentate nella confusione del "civico" tanto che, a ben vedere, non notiamo alcuna differenza tra liste pur antagoniste come Uniti per Capo d'Orlando o Democratici per Capo d'Orlando, tra Patti Futura o Progetto per Patti futura, tra Canicatt' citt nuova o Canicatt' futura, tra Favara futura o Ripensare Favara, una confusione ideologica indice di confusione sociale, la banalizzazione della politica al solo scopo di raccogliere il voto e poi, ci contraddicano se ne sono capaci,ricominciare il solito gioco del precariato, dell'assistenzialismo e della malapolitica. Duole notare che nonostante i segnali che molti cittadini, nel corso di almeno due manifestazioni spontanee come le marce giallorosse con triscele di Palermo ad ottobre e recentemente a Catania, hanno inteso inviare alla classe politica dell'Isola proprio riguardo all'applicazione dello Statuto di Autonomia, nessun serio gruppo autonomista sia presente al voto. Una richiesta dai toni garbati ma certamente dal forte valore rivendicativo delle prerogative disattese da sempre e oggi ritenute forse l'ultima occasione per dare all'Isola ed ai suoi figli quelle possibilit di sviluppo che ignavia, servilismo e dipendenza le hanno precluso. Pero' i partiti e le liste civiche oggi in lizza non hanno recepito il messaggio e sono rimasti legati a tradizionali interpretazioni della politica ormai superate dalle esigenze della gente che proprio nelle marce giallorosse hanno provato a inviare il segnale. Si parla di futuro, di democrazia ma l'Autonomia resta un'illustre sconosciuta. Nella scia del federalismo assurto a valore da parte di questo governo italico lega -dipendente, riprendere il bandolo della matassa dell'Autonomia, consacrando alla rappresentanza istanze che avrebbero dimostrato la loro forte spinta popolare sarebbe servito almeno a ridare dignit alle rivendicazioni dell'Isola presentandole non pi come fumose elucubrazioni storicoletterarie ma come effettiva e sentita convinzione supportata dalla richiesta popolare. E invece niente. Si continua con PDL, PD, UDC, oggi anche FLI, in mezzo alle liste civiche armonicamente omogenee ma la Sicilia resta fuori. Una convitata di pietra di cui non se ne importa pi nessuno, ma fino a quando? Ufficio stampa 11/06/2011 L'ALTRA SICILIA - Antudo
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