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Pi logico invece, come prevede il nostro art. 15, abolirle TUTTE, con risparmi progressivamente sostanziosi, man mano che i dipendenti in esubero vanno in pensione non sostituiti. Ma i relativi servizi sono mantenuti VICINO ai cittadini attraverso i Consorzi di Comuni e quindi, in pratica, senza costi pubblici aggiuntivi. Anche l abolizione dei piccoli comuni commette lo stesso errore, di principio e di contenuto. Nel principio lo Stato non ha alcuna competenza in Sicilia in fatto di Comuni. Nel contenuto i Consorzi non cancellano i servizi e la presenza dello Stato nei piccolissimi centri, gi falcidiati dall emigrazione e dalla povert, ma li razionalizza (e risparmia) attraverso l obbligatoriet di consorziarsi per la maggior parte dei servizi comuni. Per fortuna la cosa ci riguarda poco, giacch gli insediamenti umani in Sicilia, dai tempi del latifondo, si sono concentrati in pochi grossi borghi agricoli, sicch, in relativo, la Sicilia ha gi molto meno Comuni del resto d Italia. E questo soprattutto andando verso ovest (Trapani) e sud (Ragusa). Fa eccezione Messina, dove c ancora un insediamento umano di tipo pi calabrese -bizantino, con moltissimi piccoli comuni. Vogliamo decapitarli , facendo morire un pezzo intero di Sicilia? O non pi logico costringerli a federarsi in consorzi per la realizzazione in comune di non pochi servizi amministrativi e di gestione del territorio? Ma non facendo sparire la presenza del comune, che, in aree prive di insediamenti urbani veri e propri, devono restare diffusi. rbene, la Sicilia PUO gi fare tutto questo, con gli artt. 14 e 15 dello Statuto, bene, anzi meglio dell Italia stessa. Anzi, l Italia potrebbe prendere esempio da noi. Ma non glielo fanno fare. Il Commissario (la mano destra) non vuole che noi facciamo, e ci prendiamo il merito, quello che, molto in parte e male, deve fare Tremonti (la mano sinistra). Affinch poi il qualunquista comune possa sempre dire che siamo incapaci di governarci, che qua tutto uno schifo, etc. La Sicilia ha tentato molte volte di disfarsi dell inutile, dannoso, ordinamento provinciale e prefettizio. Non ci mai riuscita. Ma oggi la volta buona. Altro che annunciare una riforma e poi dire che le province le eliminiamo a poco a poco. Che significa? Che finiscono a coda di topo ? Che un giorno gli leviamo il telefono, poi la luce, e cos via? Coraggio, Presidente! Non si faccia intimidire da questi quattro ascari, altrimenti la gente non capir pi la differenza. Con la crisi che c io, da Presidente della Regione, sfiderei tutti: Commissario, Governo e persino la Corte Costituzionale. Intanto li mettiamo di fronte al fatto compiuto con l abolizione delle province e poi vediamo che fanno. Ci mandano i carabinieri per rimetterle e poi ritoglierle loro soltanto qualcuna? Si accomodino, buffoni. I Siciliani stanno cominciando a capire che qualcuno a Roma ha dichiarato loro guerra con non pochi collaborazionisti sul campo.
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