Dopo l’introduzione del primo capitolo, nel terzo capitolo assistiamo ad uno degli
eventi centrali della trama de I Malavoglia: il tragico naufragio della
“Provvidenza”, la barca di famiglia che, guidata da Bastianazzo, figlio di Padron ‘Ntoni, doveva portare a Riposto una partita di lupini. Il capitolo si apre così su una scena stravolta dalla tempesta; il tutto è reso attraverso l’ottica “bassa” e deformata della narrazione corale, che ricollega l’infuriare degli elementi naturali paragonandoli con i referenti che meglio conosce, secondo la tecnica della similitudine o la scelta di immagini ed espressioni enfatizzanti: Dopo la mezzanotte il vento s’era messo a “fare il diavolo”, come se sul tetto ci fossero tutti i gatti del paese, e a scuotere le imposte. Il mare si udiva muggire intorno ai fariglioni. La tensione della scena è tutta osservata, senza giudizi diretti da parte del narratore, da un’ottica impersonale ed impassibile, ma che riesce a cogliere il nascosto agitarsi di Maruzza il fatto che il narratore si concentri sul “coro” popolare che commenta il dramma dei Malavoglia permette di tradurre sulla pagina il progressivo distanziamento tra l’ottica della comunità e quella della famiglia colpita dal lutto imminente. Alla perdita del centro del nucleo familiare ,si aggiunge l’obbligo di restituire i soldi ai Cipolla. Tutte queste vicende sono però narrate nel romanzo senza patetismo, e senza alcuna partecipazione dell’autore, il quale si mantiene rigorosamente impersonale.A tale effetto contribuiscono non solo l’uso estensivo e indiscriminato del discorso indiretto libero, ma anche l’inserimento di modi di dire popolari, proverbi ed espressioni idiomatiche, nonché di una sintassi mobile e irregolare, prevalentemente paratattica. L'effetto è insomma quello che Luigi Russo, uno dei primi critici a capire la modernità del lavoro di Verga, definì "siciliano trascendentale", perché immanente di continuo nella narrazione e con una presenza per così dire "strutturale", ancorché lessicalmente e morfologicamente “tradotto” in italiano standard.