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Indirizzo: IP02 – SERVIZI SOCIO - SANITARI

Tema di: IGIENE E CULTURA MEDICO-SANITARIA


PRIMA PARTE
Fabio ha iniziato ad accusare disturbi a 57 anni, con rallentamenti e arresti nella
deambulazione,
difficoltà a scrivere, rigidità muscolare del tronco e degli arti.
In seguito in alcuni gruppi muscolari hanno iniziato a manifestarsi tremori che si
bloccavano con
l’inizio di un movimento volontario. A Fabio è stata diagnosticata la sindrome di
Parkinson.
Il candidato definisca la malattia di Parkinson, diagnosi, età di insorgenza, cause e
decorso.
SECONDA PARTE
1. Elabora un piano di assistenza per malati di Parkinson.
2. Delineare gli elementi più significativi nella terapia della sindrome di Parkinson.
3. Le paralisi cerebrali infantili, cause, sintomi, servizi sul territorio.
4. Prevenzione delle piaghe da decubito nell’anziano costretto a letto.

Prima Parte
 Epidemiologia: Fabio soffre della sindrome di Parkinson, malattia cronico
degenerativa ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge,
principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e
dell'equilibrio. La malattia fa parte di un gruppo di patologie definite
"Disordini del Movimento" e tra queste è la più frequente, colpisce entrambi i
sessi, con prevalenza maschile
 Patogenesi: Il Parkinson è causato dal meccanismo per il quale la produzione
di dopamina nel cervello cala consistentemente a causa della graduale morte
neuronale nella sostanza nera, nucleo situato a livello del mesencefalo. La
riduzione di dopamina agisce sulla corteccia motoria e si accompagna a un
aumento dell’acetilcolina, normalmente i neuroni della sostanza nera
producono dopamina e la inviano alle zone del cervello che controllano il
movimento, i neuroni trasmettono la dopamina mediante le sinapsi, al
diminuire dei neuroni della sostanza nera, si abbassa il livello di dopamina e si
altera la neurotrasmissione nelle zone celebrali.
 Cause: età tra i cinquanta e i sessant’ anni; predisposizione genetica e
familiarità; traumi; l’esposizione a tossine esogene come i pesticidi, i metalli,
altri xenobiotici e i prodotti chimici industriali; stile di vita scorretto (dieta
squilibrata e fumo); radicali liberi che portano a stress ossidativo dei neuroni
dopaminergici.
 Sintomatologia: tremore (in particolare nelle mani si verifica l’atto di “contare
le monete”); rigidità caratterizzata da postura china e atteggiamento
camptocormico; bradicinesia ovvero riduzione della motilità volontaria
autonoma, lentezza nei movimenti, piccoli passi, ripetibilità nei movimenti;
scialorrea, aumento eccessivo di sebo, sudore, urina, produzione eccessiva di
saliva; complicanze psichiatriche : la più comune complicanza psichiatrica nel
morbo di Parkinson è rappresentata dalla depressione. Sintomi depressivi
sono presenti nel 25-40% dei casi e possono essere precedenti o concomitanti
al quadro neurologico. Si tratta per lo più di una depressione di lieve o
moderata entità.
 Diagnosi: la diagnosi di Fabio si divide in:
- la raccolta anamnesi o storia clinica del paziente si suddivide in generalità:
Fabio, età di esordio del Parkinson 57 anni; anamnesi familiare per sapere se
vi sono altri casi pregressi in famiglia; anamnesi personale si suddivide in
anamnesi fisiologica, in cui si analizzano le abitudini di vita di Fabio; patologie
remote, disturbi che hanno interessato il paziente in passato, anamnesi
patologica prossima ovvero l’ analisi della malattia attuale e i sintomi
pervenuti nel caso di Fabio: rallentamenti e arresti nella deambulazione,
difficoltà a scrivere, rigidità muscolare del tronco e degli arti, in seguito in
alcuni gruppi muscolari hanno iniziato a manifestarsi tremori che si
bloccavano con l’inizio di un movimento volontario.
- Esame clinico obiettivo: insieme di tutti gli elementi constatabile con l’ esame
fisico diretto sul malato (fasi: ispezione, palpazione, percussione,
auscultazione) vengono analizzati: conformazione somatica generale; stato di
coscienza o sensorio; stato nutrizionale; respiro; stato di idratazione.
- Tac/Rmn: il primo indica la tomografia assiale computerizzata, il secondo la
risonanza magnetica nucleare.
- Pet/fdg: La PET cerebrale con FDG permette di valutare il metabolismo
glicidico a livello cerebrale, il glucosio marcato non viene recepito nei neuroni.
- Le certezze per la diagnosi si hanno post-mortem.
 Terapia: Per la sindrome di Parkinson purtroppo non vi sono cure ma solo
terapie che cercano di contenere i sintomi e ritardare la morte. Fabio inizierà
una terapia farmacologica a base di Ldopa, precursore della dopamina e
amantadina, nato come antivirale, oggi usato come stimolante dato che
provoca il rilascio della dopamina; selegina per attuare una neuro protezione,
essa ha effetto antiossidante e ritarda invecchiamento dei neuroni; abbiamo
poi due tecniche sperimentali la terapia chirurgica e fiso-cinesia; terapia
genica; tanta fisioterapia. Il fisioterapista è una figura professionale che
elabora e attua interventi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione di
patologie o disfunzioni nelle aree della motricità e delle funzioni corticali
superiori e viscerali. I suoi compiti sono: elaborare un’equipe e un programma
riabilitativo dell’utente, svolgere la terapia per la rieducazione funzionale
della disabilità motoria, psicomotoria e cognitiva.
 Assistenza: Nel caso del Parkinson di Fabio, i suoi familiari o il caregiver
decideranno se ospedalizzarlo o integrarlo nella più appropriata rete di
assistenza in base allo stadio della malattia ovvero l’ assistenza domiciliare
integrata, ovvero un servizio predisposto dalle asl, in collaborazione con il
comune di che permette assistenza domiciliare con un piano individualizzato
ai fini di evitare ospedalizzazione, per Fabio sarebbe opportuna l’ adi di tipo
complesso con interventi di assistenza riabilitativa di tipo infermieristico e
medico. L’ infermiere professionale ha responsabilità dell’assistenza generale
infermieristica e si occupa della prevenzione, dell’assistenza e dell’educazione
sanitaria. Egli partecipa all’ identificazione dei bisogni, pianifica, gestisce e
valuta l’intervento infermieristico, lavoro sia singolarmente che in equipe.
Caregiver e problematiche di fine vita: Poiché il morbo di Parkinson è
progressivo, i pazienti alla fine hanno bisogno di aiuto nelle normali attività
quotidiane. Gli operatori sanitari devono essere indirizzati verso risorse che
possono aiutare ad imparare gli effetti fisici e psicologici del morbo di Parkinson e
i modi per aiutare la funzionalità del paziente nel miglior modo possibile. Dato
che tali cure sono stancanti e stressanti, i caregiver devono essere incoraggiati a
contattare gruppi di sostegno per il sostegno sociale e psicologico. Alla fine, la
maggior parte dei pazienti diventa gravemente disabile e immobile. Essi possono
non essere in grado di mangiare, anche con assistenza. Poiché la deglutizione
diventa sempre più difficile, la morte da polmonite da aspirazione è un rischio.
Nella fase più avanzata Fabio sarà internato in una rsa, residenza sanitaria
assistenziale.
SECONDA PARTE
3. Le paralisi cerebrali infantili (PCI) sono un gruppo di disturbi permanenti dello
sviluppo del movimento e della postura, che causano una limitazione delle
attività, attribuibili ad un danno permanente (non progressivo) verificatosi
nell’encefalo nel corso dello sviluppo cerebrale del feto, del neonato o del
lattante, entro il trentottesimo giorno di vita. Le manifestazioni principali delle
paralisi cerebrali infantili consistono in disturbi motori che sono spesso
accompagnati da disturbi sensitivi, sensoriali, percettivi, cognitivi, comunicativi,
comportamentali, epilessia e da problemi muscoloscheletrici secondari. Le PCI
sono dunque condizioni determinate da alterazioni del sistema nervoso centrale
per cause pre, peri o post-natali, che intervengono sull’encefalo prima che se ne
completi la crescita e lo sviluppo.
Cause prenatali: ipossia del feto, grave prematurità, infezioni materne, malattie
metaboliche, croniche, alterazioni cromosomiche, malformazioni congenite,
radiazioni.
Cause perinatali: distacco placenta; anomalie nella presentazione fetale; farmaci;
difficoltà respiratorie; disturbi metabolici.
Cause postnatali: alterazioni metaboliche; traumi; malformazioni.
Sintomi: insieme al disturbo motorio principale, si possono associare, in base alla
sede ed all’estensione del danno, i seguenti disturbi: Sensoriali (vista e udito);
Cognitivi; Logopedici; Apprendimento; Ansiosi/depressivi; Personalità; Epilessia
(più frequente nei casi con gravi problemi motori).
4. Le piaghe da decubito, chiamate più precisamente lesioni da pressione o
ulcere da decubito, sono porzioni di pelle e tessuto tegumentario che vengono
danneggiate da una pressione protratta che impedisce il normale flusso
sanguigno. Si verificano soprattutto nei soggetti costretti a letto, infatti, decubito
indica la posizione dei soggetti allettati. Zone interessate: zona sacrale, il
calcagno, ginocchia, scapole, spalle, padiglione auricolare. Gravità: primo stadio:
la zona si presenta calda e rossa; secondo stadio: assottigliamento della cute;
terzo stadio: necrosi, cratere; quarto stadio: profonda necrosi del tessuto e ossa.
Prevenzione ed interventi: attraverso la scala di Norton vengono valutati i rischi
di lesione da decubito, essa è costituita da cinque item: condizioni generali; stato
mentale; deambulazione; mobilità; incontinenza.
Interventi: maggior igiene del malato; cambiare spesso posizione; ispezionare la
pelle; curare l’ alimentazione; utilizzare appositi ausili; medicare le ferite.

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