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AION

ANNALI DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI «L’ORIENTALE»


DIPARTIMENTO DI S TU DI DE L M O NDO CL A S S IC O E D E L M E D I T E R R A N E O A N T I C O
S EZIO NE FILO LO G ICO -L E T T E R A R I A

QUADER NI · 1 5 .
ANNALI DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI
“L’ORIENTALE”

dipartimento di studi del mondo classico


e del mediterraneo antico

Sezione filologico-letteraria
AION (filol)

Direttore responsabile
Amneris Roselli

Comitato scientifico
Dagmar Bartonˇ k ová · Albio Cesare Cassio · Giovanni Cerri
Jacques Jouanna

Comitato di redazione
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Domenico Tomasco · Roberto Velardi

Registrato al n. 2926 del Registro periodici del Tribunale di Napoli


ai sensi del D.L. 8-2-1948 n. 47.

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o istituzioni culturali rivolgendosi all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”,
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isbn 978-88-6227-319-0
isbn elettronico 978-88-6227-320-6

© 2011 by Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”


L’INS E G NAMEN TO
DE LLE T ECH NAI
N E L LE C ULTUR E ANTI CHE
a t t i del c o n vegno
er c o la n o , 2 3 - 2 4 mar z o 20 0 9

a cura di
a m n e ris ro se l l i e ro berto velardi

PISA · ROM A
FABRIZIO SERRA EDITORE
MMXI
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SOMMAR IO
Premessa 9
Geoffrey E. R. Lloyd, Techne and Dao : observations on the concepts of art,

techniques and methods in ancient Greece and China 13


Giuseppe Cambiano, Manuale ‘tecnico’ e manuale ‘scientifico’ : i casi di Euclide

e di Erone 23
Giovanni Cerri, Tecniche e politica tra Socrate e Protagora in Platone 37
Amneris Roselli, I maestri di Galeno, Galeno come maestro 53
Giacomella Orofino, Mnemotecniche visuali dell’antica medicina tibetana 71
Fabrizio Pesando, L’ars struendi nella precettistica catoniana (agr., 14) 85
Francesco Sferra, Tecniche di composizione del canone pa¯li. Trasmissione e
costruzione del sapere nel buddhismo therava¯da 95
Roberto Velardi, Metodi di insegnamento nelle scuole di retorica in Grecia,
tra v e iv secolo a.c. 109
Luigi Munzi, Tecniche e ruolo dell’exemplum nei grammatici latini 125
Antonietta Gostoli, L’educazione musicale nella Grecia antica (Platone ; Ari-

stotele ; Ps.Plutarco, De musica)



151
Serafina Cuomo, All the proconsul’s men : Cicero, Verres and account-keeping

165

un ’ esperienza didattica
Livia Marrone, Gioia Molisso, Insegnare la scienza dei Greci : un’esperien-

za didattica interdisciplinare 189


Appendice iconografica 207
MNEMOTECNICHE VISUALI
DELL’A NTICA MEDICINA TIBETA NA*
Giacomella Orofino
Introduzione storica

S econdo la storiografia tibetana ufficiale, la medicina si è sviluppata in Tibet a


partire dal vii secolo dopo Cristo sotto il regno di Songtsen Gampo, il primo
re storico, il quale nel suo grandioso progetto di unificazione politica e cultura-
le del paese aveva introdotto il Buddhismo come religione di stato. Stando alle
fonti ufficiali, i tibetani fino a quel periodo non avevano conosciuto altro che una
farmacopea primitiva, unita a un rozzo coacervo di pratiche e riti magici di gua-
rigione. Una differente versione storiografica, tuttavia, tramanda l’esistenza di
un sistema di medicina in Tibet che aveva preceduto l’introduzione ufficiale del
Buddhismo e che si era sviluppato nell’antico regno dello Zhang zhung, situato
nella regione Himalayana del monte Kailash, ai confini tra il Ladakh, il Nepal e il
Tibet occidentale.
Tra il vii e il ix secolo d.C. i successori di Songtsen Gampo espansero i confini
dell’impero imponendo il Tibet tra le grandi potenze militari dell’Asia centrale.
Attraverso queste conquiste i tibetani vennero in contatto con civiltà avanzatis-
sime : A Sud l’India, il Kashmir e il Nepal mostravano ancora i segni dell’apogeo

che aveva conosciuto l’impero Gupta (320-500). A Ovest le influenze iraniche e


quelle più lontane venute dal mondo mediterraneo si mescolavano all’eredità
indiana. A Nord e a Est si affermava la potenza dell’impero cinese dei T’ang (618-
907). A Nord-Ovest la nascente civiltà islamica stava assimilando le scienze gre-
co-romane, tra le quali la medicina, ereditata dall’impero di Bisanzio. I tibetani
assorbirono le influenze delle culture vicine con rapidità sorprendente, creando
una civiltà estremamente sincretistica, il cui humus principale era costituito dal-
la religione buddhista. Le fonti storiche riportano che alcuni re tibetani avevano
invitato a corte medici stranieri provenienti dall’India, dalla Cina, dall’Iran, dalle
province turche dell’Asia centrale e dalle regioni bizantine. Tra i medici stranieri
troviamo menzione di un certo Galenos, epiteto che rinvia a Galeno il famoso
medico greco del II d.C. e che, malgrado l’anacronismo, attesta l’influenza della
medicina greca che si era irradiata in Asia centrale sino al Tibet in seguito alla
conquista araba dell’Iran. Queste influenze si possono evincere anche da alcuni
prestiti lessicali in uso nel vocabolario medico tibetano vigente e in alcune tec-
niche specifiche di uroscopia presenti nella medicina tibetana, e molto simili a
quelle usate nella antica medicina greca, ma sconosciute alla medicina indiana e
a quella cinese.

*  Per le tavole commentate nel testo vd. l’Appendice iconografica in fondo al volume.
72 giacomella orofino
L’apogeo militare e politico dell’impero tibetano crollò verso la fine del ix seco-
lo dopo Cristo e fu seguito da un lungo periodo del quale non si trova traccia nei
resoconti storici. A partire dall’ix secolo, il Tibet fu percorso da una seconda onda-
ta di propagazione delle dottrine buddhiste che caratterizzò in modo profondo la
storia successiva e che portò alla formazione della teocrazia. Contrariamente al co-
smopolitismo delle influenze straniere di epoca monarchica, i tibetani si rivolsero
principalmente all’India dove raccolsero l’ultima eredità del Buddhismo e di tutte
le scienze collegate a esso. I maestri buddhisti tibetani si circondarono di discepoli
e vennero via via fondando le varie scuole che diventarono le principali protago-
niste della storia culturale e politica del paese. Queste scuole furono molto spesso
rivali tra loro e si dovette attendere il xvii secolo perché il Tibet trovasse una pro-
pria unità politica sotto l’egida della scuola Ghelugpa con la figura dei Dalai Lama.
Il periodo della seconda diffusione delle dottrine buddhiste fu molto impor-
tante anche per lo sviluppo e il rinnovamento della scienza medica tibetana. Tra i
numerosi testi indiani che furono introdotti in Tibet si annoverano molti trattati
medici in sanscrito. Questi furono tradotti in tibetano e inclusi nel canone delle
scritture buddhiste. Oltre alle concezioni tratte dal sistema indiano dell’A¯ yurveda,
i tibetani assimilarono le dottrine yogiche dei trattati tantrici, in particolare quel-
le legate al sistema del Ka¯lacakratantra e alcune tecniche dell’alchimia indiana.
Successivamente questi elementi stranieri furono inclusi in un sistema medico
specificamente tibetano che fondava le sue teorie sulla filosofia buddhista e che
sviluppò una ricca letteratura : trattati fondamentali e commentari, farmacopee,

formulari di preparazioni mediche, testi di storia della medicina, biografie di me-


dici famosi, dissertazioi sulle tecniche diagnostiche o terapeutiche ecc. Tra questi
testi il posto più importante fu dato al Tantra delle Istruzioni Segrete sugli Otto Ra-
mi. Essenza dell’Elisir dell’Immortalità, noto anche con il titolo breve I Quattro Tan-
tra della Medicina, in quattro volumi, opera che secondo la tradizione racchiude
gli insegnamenti originali del Buddha della Medicina, Bhaisºajyaguru e stando al
suo colofone fu tradotta dal sanscrito in tibetano nell’viii secolo d.C. I tibetani
ritengono che I Quattro Tantra della Medicina furono poi nascosti dal santo tauma-
turgo Padmasambhava, perché i tempi non erano maturi per la loro diffusione,
per poi essere riscoperti nell’ xi secolo da Drapa Ngonshe. Nel secolo successivo il
medico Yuthog il giovane li avrebbe completati e sviluppati adattandoli alla cultu-
ra e alle usanze della civiltà tibetana. Tuttavia alcuni studiosi tibetani hanno mes-
so in discussione la tesi sostenuta dalla tradizione e hanno considerato I Quattro
Tantra opera di un autore tibetano, in virtù del fatto che essi contengono nozioni
straniere alla cultura indiana, mentre l’influsso cinese è molto evidente. Questa
tesi è condivisa dalla filologia contemporanea secondo la quale I Quattro Tantra
non possono essere la traduzione di un originale sanscrito, ma sono testi redatti
direttamente in lingua tibetana da un autore difficilmente identificable, che aveva
compiuto una sintesi magistrale di elementi indiani, cinesi e greci. La tradizione
attribuisce un ruolo importante nello sviluppo della scienza medica in Tibet a
due figure di medici che appartenevano allo stesso lignaggio e che avevano lo
stesso nome : Yunten Gonpo. Il primo, soprannominato Yutog l’anziano, sarebbe

mnemotecniche visuali dell ’ antica medicina tibetana 73
vissuto nell’viii secolo d.C, mentre il suo discendente, Yutog il giovane, visse nel
xii secolo. Egli, come si accennava sopra, viene considerato colui il quale riadattò
e rielaborò la dottrina de I Quattro Tantra della Medicina. Molto probabilmente fu
proprio lui il primo geniale autore di quest’opera che in seguito subì numerose
rielaborazioni e riadattamenti per arrivare alla redazione che ci è pervenuta.
All’inizio la medicina si era tramandata in Tibet da padre a figlio o da maestro
a discepolo e per molti secoli non fu legata a istituzioni particolari, né veniva ri-
chiesta alcuna autorizzazione per la pratica medica da parte di autorità civili o re-
ligiose. Questa modalità di trasmissione delle conoscenze favorì la formazione di
diverse scuole locali o familiari. Dopo il xiv secolo la tradizione medica tibetana si
divise in due scuole principali quella di Jan e quella di Zur. Nel xvii secolo queste
scuole furono riunite nella prima corrente di insegnamento medico istituziona-
lizzato, creata dal Reggente del V Dalai Lama, Desi Sanghie Gyatso (1653-1701).
In quello stesso secolo il Tibet era stato riunificato sotto l’egida del v Dalai Lama
e della scuola religiosa dei Ghelugpa e questa riunificazione dette un grande im-
pulso allo sviluppo culturale del paese e in particolare della scienza medica. Fu lo
stesso V Dalai Lama che aveva manifestato un grande interesse per lo studio della
medicina a promuoverne l’insegnamento e a migliorarne la pratica. Quest’opera
fu assecondata dal reggente il quale, avendo studiato approfonditamente I Quat-
tro Tantra della Medicina, aveva preparato una revisione completa del testo, basan-
dosi su una vasta documentazione di letteratura medica e su informazioni orali
raccolte dai maggiori medici dell’epoca. Inoltre Desi Sanghie Gyatso scrisse un
commento dettagliato ai Quattro Tantra, celebre con il titolo breve di Trattato dell’
Acquamarina Azzura e decise di rappresentarne graficamente il contenuto facendo
dipingere dai migliori artisti tibetani dell’epoca settantanove dipinti che costitui-
scono nel loro insieme una sorta di grande atlante della scienza medica tibetana.
Nel 1696 il Reggente aveva fondato la prima Accademia di Medicina Tibetana sulla
“Collina di Ferro” (Ciagpori) di fronte al Palazzo del Potala a Lhasa, con l’intento
di dare un forte impulso alla tradizione medica e di formare medici competenti.
Nel 1697, durante la cerimonia di incoronazione del VI Dalai Lama, le grandi tavole
del Trattato dell’ Acquamarina Azzura furono ufficialmente presentate al pubblico
e donate alla Accademia Medica della Collina di Ferro (Ciagpori). In seguito que-
sta serie di illustrazioni fu riprodotta di frequente e largamente diffusa nelle varie
accademie di medicina tibetana che furono via via fondate nel corso del tempo.
L’Accademia della Collina di Ferro acquistò ben presto notevole importanza e
nei secoli successivi rappresentò la scuola di medicina più prestigiosa del Tibet,
destinata a istruire i medici delle autorità religiose e dei sovrani laici, sia nelle
zone centrali sia nelle province orientali. Molti dei medici formatisi in questa ac-
cademia divennero celebri anche presso le corti cinesi. La medicina tibetana, in
seguito, grazie alla penetrazione del Buddhismo in Mongolia, si diffuse anche in
questa regione fino a raggiungere le zone della Buriazia, della Siberia meridiona-
le, arrivando ai Calmuchi del Basso Volga. Per questo motivo l’Accademia della
Collina di Ferro divenne un modello per altri collegi medici, non solo nelle regio-
ni più orientali del Tibet, ma anche in Mongolia e in Buriazia.
74 giacomella orofino
Nel 1916 il tredicesimo Dalai Lama fondò la Scuola di Medicina e di Astrologia
tibetana (Menzikhang) nel cuore di Lhasa. Questa scuola non era più di natura
monastica, ma fu aperta ai laici, anche alle donne, e fu orientata maggiormente
alla formazione pratica, acquisendo in breve tempo molto credito.
Dal 1950, in seguito all’occupazione militare del Tibet, la scienza medica, come
tutti gli altri sistemi di sapere tibetani, ha subito ferite profonde. Durante l’ insur-
rezione del 1959 il Collegio della Collina di ferro venne raso al suolo e durante i
tragici anni della rivoluzione culturale la medicina tradizionale fu repressa vio-
lentemente.
Nel 1961 il governo tibetano in esilio in India fondò l’Istituto di Medicina e
Astrologia Tibetana a Dharamsala in Himachal Pradesh con l’intento di promuo-
vere lo studio e la conoscenza di questa tradizione medica nel mondo. Più recen-
temente, a partire dagli anni ’80, l’antica Scuola di Medicina e Astrologia di Lhasa
è stata rifondata e ha ritrovato impulso grazie all’appoggio economico del gover-
no della Regione Autonoma Tibetana. L’ambulatorio di consultazione esterna,
l’istituto di formazione, promosso a rango universitario e la produzione farma-
ceutica si sono considerevolment ingranditi con l’aggiunta di un servizio medico
ospedaliero. Molte organizzazioni di cooperazione internazionale hanno iniziato
a costruire in tutto il Tibet diverse strutture sanitarie di medicina tradizionale e
accademie destinate alla formazione dei medici locali. In occidente il recente inte-
resse verso il Tibet e la cultura tibetana ha permesso la diffusione di molti centri
di medicina tradizionale tibetana, insieme a una notevole produzione di libri e di
studi su questo antico sistema di sapere.

I quattro Tantra della Medicina


e le tavole del Trattato dell’Acquamarina Azzurra
La medicina tibetana ha assorbito dalla filosofia buddhista la concezione dell’uo-
mo come aggregato di cinque ordini di fenomeni psicofisici in continuo divenire :  

forma materiale, sensazione, percezione, costruzioni psichiche e coscienza discri-


minante.
La forma materiale si manifesta nella struttura anatomica del corpo, nei fluidi e
negli umori che lo compongono e ne assicurano le funzioni biologiche. La mente
e il corpo, secondo questo sistema, non sono considerati in modo dualistico, ma
formano una stessa totalità dove l’uno interagisce direttamente con l’altro. Così
come nella medicina indiana, anche in quella tibetana il corpo è percorso da tre
umori, bile, flemma e pneuma che presiedono le diverse funzioni fisiologiche
e sono ognuna associata a un elemento specifico : il flemma è associata all’ac-

qua e presiede alle funzioni meccaniche, la bile al fuoco ed è connessa al calore


corporeo e alla digestione, mentre il pneuma è associato all’aria e presiede alle
attività fisiche e alle percezioni sensoriali. Questi umori devono essere in perfet-
to equilibrio tra di loro per assicurare un ottimo stato di salute. Di conseguenza
la malattia è considerata come il manifestarsi dell’eccesso di uno o più umori e
la cura consiste principalmente nel ristabilire l’equilibrio iniziale. La medicina
tibetana, inoltre, mette in relazione gli umori con i tre veleni psichici : desiderio,

mnemotecniche visuali dell ’ antica medicina tibetana 75
ira e ottusità mentale e sistematizza le malattie in due categorie, calde e fredde.
Ad esempio l’eccesso di flemma o di pneuma determina malattie fredde, mentre
l’ecceso di bile determina malattie calde. A scatenare lo squilibrio possono inter-
venire quattro cause principali : alimentazione scorretta, condotta di vita erronea,

agenti tossici e le stagioni. A questi si aggiungono i traumi, gli errori terapeutici


e l’influenza di spiriti negativi.
I Quattro Tantra della Medicina non sono quattro testi indipendenti, ma costitui-
scono l’esposizione della teoria medica tibetana secondo quattro prospettive diver-
se. Nella prima parte, detta del Tantra radice, viene descritta in maniera essenziale
la sinossi di tutto il sistema medico. La seconda sezione, il Tantra di esegesi, è una
descrizione teorica generale dell’ anatomia, della fisiologia, della fisiopatologia e
della terapia. La terza parte, il Tantra delle istruzioni, verte sulla pratica medica per la
cura di vari tipi di malattie. Infine il Tantra di appendice elenca altre tecniche diagno-
stiche e terapeutiche che i medici, all’occorrenza, devono essere in grado di usare.
La formazione medica tradizionale iniziava con la memorizzazione di queste
sinossi che lo studente doveva apprendere prima di tutto nel loro insieme, per poi
procedere con l’approfondimento di ciascun componente in dettaglio. La perfetta
memorizzazione de I Quattro Tantra della Medicina era, quindi, la condizione ne-
cessaria per iniziare l’apprendistato medico. Come abbiamo accennato sopra, Desi
Sangye Gyatso, dopo aver scritto un approfondito commento di quest’opera, con-
cepì l’idea di raffigurarla in settantanove dipinti su rotoli di tela (thanka), in modo
da favorirne l’apprendimento mnemonico da parte degli allievi. I primi quattro
thanka illustrano il Tantra radice, i successivi trentacinque il Tantra di esegesi, altri
sedici raffigurano il Tantra delle istruzioni e gli ultimi venticinque il Tantra di ap-
pendice. A questi settantanove dipinti si aggiunge quello del lignaggio dei maestri.
Gli ottanta thanka che illustrano il Trattato dell’ Acquamarina Azzura ci sono per-
venuti in tre collezioni diverse : 

1) la collezione della Scuola di Medicina e di Astrologia di Lhasa fondata nel


1916 dal xiii Dalai Lama che, molto probabilmente, fu raccolta dallo stesso Kyen-
rab Norbu il primo direttore della scuola che incluse numerosi thanka del xvii
secolo ;  

2) la collezione del Palazzo d’Estate del Dalai Lama, che risale molto probabil-
mente all’epoca del xiii Dalai Lama e appartiene ora alla Commissione per gli
Affari Culturali della Regione Autonoma Tibetana ;  

3) la collezione del Museo Storico della Buriazia, a Ulan Ude che fu molto pro-
babilmente commissionata da un monaco buddhista buriato durante l’epoca del
xiii Dalai Lama.
Queste tavole, vere e proprie mnemotecniche visuali, si dividono in tre cate-
gorie :

1) rappresentazioni sintetiche che, oltre ad aiutare la memorizzazione, hanno la


funzione di integrare alcuni passaggi del commento,
2) composizioni lineari, illustrate da piccole vignette in guisa di fumetti, che si
susseguono lungo registri orizzontali e racchiudono riassunti dei vari capitoli del
testo e
76 giacomella orofino
3) illustrazioni che combinano sia le rappresentazioni schematiche sia le se-
quenze lineari.
Tutti i thanka contengono nella parte bassa una breve iscrizione di due o più
righe. Queste descrizioni iniziano con il titolo della sezione del Trattato dell’Ac-
quamarina Azzura e il numero del capitolo che viene illustrato. Segue la lista det-
tagliata degli argomenti raffigurati e, a volte, la spiegazione delle convenzioni
grafiche. I disegni anatomici vengono di solito sdoppiati in due tavole, la prima
raffigurante la parte posteriore e la seconda la parte anteriore. In questo caso le
iscrizioni vanno lette in modo continuo sulle due tele, venendo così a comporre
un unico testo.
In questo breve contributo descriveremo in dettaglio alcuni dipinti appartenen-
ti alle due categorie di rappresentazioni sintetiche e di composizioni lineari, in
modo da esemplificare il funzionamento della tecnica mnemonica.

L’origine della scienza medica (tavola 1)


Il primo dipinto della collezione occupa un posto di grande rilievo perché rappre-
senta la scena iniziale dei Quattro Tantra, il manºdºala di Bhaisºajyaguru, il Buddha
della Medicina, il luogo metafisico di origine della scienza medica. Appartiene
alla categoria delle rappresentazioni sintetiche e descrive, come sempre all’inizio
di ogni testo appartenene alla categoria dei Tantra, le cinque condizioni ideali per
l’attuazione dell’insegnamento, ossia la perfetta condizione del luogo, del mae-
stro, dei discepoli, del tempo e della dottrina.
La città celeste ha forma quadrangolare ed è circondata da quattro montagne,
al centro si staglia il palazzo del Buddha, Maestro di tutti i rimedi, circondato
da quattro cerchi di dei, saggi eremiti, divinità del pantheon hindu¯ e buddhista
i quali rappresentano il lignaggio della trasmissione degli insegnamenti medi-
ci. Nei quattro punti cardinali si ergono le montagne sacre, Vindhya¯, Himavat,
Gandhama¯dana e Malaya, circondate da tutti i minerali e le piante medicinali che
costituiscono l’intera materia medica. Nella parte superiore del dipinto sono rap-
presentate dodici figure di maestri, la prima delle quali è il Quinto Dalai Lama, il
maestro radice di Sangye Gyatso, l’autore del Trattato dell’ Acquamarina Azzura.
Seguono gli otto Buddha della medicina e i tre Buddha, emanazioni della mente,
del corpo e delle azioni del Maestro. Al centro del palazzo viene raffigurato il
Buddha della medicina, di colore blu scuro su un trono intarsiato dalle gemme
che esaudiscono i desideri, in particolare di berilli bianchi, gialli e azzurri. Questo
Buddha viene designato anche il “Re dello splendore delle pietre preziose” perché
attraverso i suoi raggi luminosi disperde la nebbia del desiderio, dell’ira e dell’ot-
tusità mentale e cura le malattie causate dallo squilibrio dei tre umori. Mentre il
Buddha insegna I Quattro Tantra della Medicina i discepoli comprendono i suoi in-
segnamenti in modo diverso : gli dei del Devaloka li percepiscono come i Centomila

versi delle terapie mediche, i santi eremiti li percepiscono come le Otto sezioni del
Carakasamºhita¯, le divinità hindu come il Tantra della manifestazione nera di Is´vara e
le divinità buddhiste come il Ciclo degli insegnamenti dei Signori delle tre famiglie.
mnemotecniche visuali dell ’ antica medicina tibetana 77
Nell’iscrizione finale leggiamo : “Dal Trattato dell’Acquamarina Azzurra, com-

mento ai Quattro Tantra della Medicina, ornamento della mente di Baisºajyaguru,


Maestro dei rimedi, la prima tavola illustra la scena introduttiva del Tantra radice.
Al centro della foresta di piante medicinali si trova la città esterna di Sudars´ana
sulla cima di una montagna feconda di portentosi rimedi, molto efficaci contro le
malattie di natura calda e fredda. All’interno del palazzo celeste chiuso da quattro
portali, il Maestro insegna la scienza medica ai molti discepoli che lo circondano
tra i quali, i saggi, gli eremiti, le divinità indu¯ e i praticanti buddhisti. L’insegna-
mento si dispiega in forma di dialogo tra i cinque eremiti che sono emanazio-
ne delle cinque saggezze : la saggezza simile allo specchio che purifica l’oscura-

mento dell’ignoranza, la saggezza del vuoto che purifica l’egoismo, la saggezza


dell’uguaglianza che purifica l’ira, la saggezza discriminante che purifica il deside-
rio e la saggezza delle azioni che purifica l’invidia”.

La radice della fisiologia e della patologia (tavola 2)


Il secondo thanka è una rappresentazione sintetica delle radici della fisiologia e
della patologia, così come sono illustrate nel secondo e nel terzo Tantra della Me-
dicina. In alto a sinistra siede il Buddha assorto in uno stato di contemplazione
non duale (sama¯dhi) detto “Il re delle medicine che cura le quattrocentoquattro
malattie”. Dal suo cuore si espandono infiniti raggi di luce multicolore che purifi-
cano gli esseri senzienti dai tre veleni psichici, il desiderio, l’ira e l’ottusità menta-
le, i quali sono la causa principale di tutte le malattie. Egli dialoga con Vidyajña¯na
e l’insegnamento che ne scaturisce viene a formare il testo dei Tantra.
Vengono descritte le otto branche della medicina : 1) fisiologia, 2) pediatria, 3)

ginecologia, 4) patologie dovute alle influenze negative esterne, 5) patologie do-


vute ai traumi 6) patologie dovute alle intossicazioni, 7) metodi di ringiovanimen-
to e 8) metodi per superare l’infertilità.
Al centro del dipinto si trova un grande albero che si separa in due enormi
tronchi che rappresentano la fisiologia e la patologia. Il tronco a sinistra, dal quale
partono tre rami, rappresenta la fisiologia di un organismo sano. Sul primo ramo
a sinistra si trovano quindici foglie che rappresentano i cinque tipi di pneuma,
bile, e flemma che costituiscono i tre umori. Sul secondo ramo si trovano sette
foglie che rappresentano i costituenti corporei : chilo, sangue, tessuto muscola-

re, tessuto adiposo, ossa, midollo e fluidi riproduttivi. Sul terzo ramo ci sono
tre foglie che rappresentano gli escrementi corporei impuri : feci, urine e sudore.

Quando i tre umori e le sette sostanze nutrienti sono in perfetto equilibrio, grazie
a una dieta appropriata e a una condotta di vita equilibrata si ottiene un perfetto
stato di salute, insieme a una condizione di benessere materiale e spirituale i quali
sono rappresentati dai fiori e i frutti sulla sommità del tronco.
Il secondo tronco a destra raffigura i cambiamenti patologici dell’organismo.
Da questo partono nove rami. Sul primo ramo a sinistra si trovano tre foglie che
rappresentano le tre cause principali delle malattie ossia, come già accennato so-
pra, il desiderio, l’ira e l’ottusità mentale, simbolizzate da 1) una coppia congiunta
in amplesso, 2) due uomini che litigano e 3) una persona sdraiata mentre dorme.
78 giacomella orofino
Sul secondo ramo ci sono quattro foglie che rappresentano le cause secondarie
delle malattie : 1) il tempo, 2) le influenze demoniache, 3) la dieta e 4) la condotta

di vita. Proseguendo verso l’alto troviamo il terzo ramo dal quale partono sei fo-
glie, simbolo delle sei porte di ingresso per le malattie : 1) la pelle, 2) i muscoli, 3) le

vene, 4) le ossa, 5) i viscere solidi e 6) i visceri cavi. Sul quarto ramo in alto vi sono
tre foglie che rappresentano i luoghi principali di annidamento delle malattie : 1)  

del flemma nella parte superiore del corpo, 2) della bile nella parte mediana e 3) i
luoghi dove si insedia il pneuma nella parte inferiore del corpo. Sul quinto ramo
si trovano quindici foglie che simbolizzano in dettaglio i luoghi corporei dell’anni-
damento degli umori squilibrati : i cinque luoghi del pneuma : ossa, orecchie, pori
   

della pelle, cuore e intestino crasso ; i cinque luoghi della bile : il sangue, il sudore,
   

gli occhi, il fegato, la cistifellea, e i cinque luoghi del flemma : il chilo, le feci, il

naso, i polmoni e lo stomaco. Sul sesto ramo a destra si trovano nove foglie, che
simbolizzano le cause delle patologie : 1) il pneuma sorge durante la vecchiaia, 2)

la bile sorge durante l’età matura, 3) il flemma sorge durante l’infanzia, 4) il pneu-
ma sorge nei luoghi freddi, 5) la bile sorge nei luoghi caldi, 6) il flemma sorge nei
luoghi umidi, 7) il pneuma sorge in estate, 8) la bile sorge in autunno, 9) il flemma
sorge in primavera. Sul settimo ramo si trovano nove foglie che rappresentano
le nove conseguenze mortali delle malattie : 1) l’esaurimento dei tre fattori che

sostengono la vita, 2) la disarmonia delle tre combinazioni degli umori, 3) l’assun-


zione di medicine non adeguate alla malattia perché troppo simili alla natura del
male ; 4) l’indebolimento dei punti vulnerabili, 5) i disturbi mortali del pneuma, 6)

le febbri incurabili, 7) il peggioramento dello stato freddo corporeo, 8) l’estremo


squilibrio dei costituenti corporei, 9) gli incidenti mortali. Sull’ottavo ramo ci sono
le dodici foglie che simbolizzano gli squilibri umorali collaterali che possono sor-
gere a causa di trattamenti specifici : 1) il pneuma si equilibra ma interviene lo squi-

librio della bile, 2) il pneuma si equilibra ma interviene lo squilibrio del flemma, 3)


il pneuma non si equilibra e sorge anche uno squilibrio della bile, 4) il pneuma non
si equilibra e sorge anche uno squilibrio del flemma, 5) la bile si equilibra ma inter-
viene uno scompenso del pneuma, 6) la bile si equilibra ma sorge uno squilibrio
del flemma, 7) la bile non si equilibra ma sorge anche uno squilibrio del pneuma,
8) la bile non si equilibra ma sorge anche uno squilibrio del flemma, 9) il flemma si
equilibra ma sorge uno squilibrio del pneuma, 10) il flemma si equilibra ma sorge
uno squilibrio della bile, 11) il flemma non si equilibra e sorge anche uno squilibrio
della bile, 12) il flemma non si equilibra e sorge anche uno squilibrio del pneuma. Il
nono ramo rappresenta la sintesi generale delle malattie, suddivise in due foglie, la
prima simbolo delle patologie fredde e la seconda simbolo delle patologie calde.
Nell’iscrizione della parte bassa del thanka leggiamo : “Dal Trattato dell’ Acqua-

marina Azzurra, commento ai Quattro Tantra della Medicina, ornamento del cuore
del Buddha dei rimedi, la seconda tavola illustra il secondo capitolo del Tantra
radice che verte sul dialogo tra Vidya¯jña¯, emanazione della mente del Buddha e
del suo discepolo Manasija, emanazione della parola del Buddha. Viene anche
illustrato il terzo capitolo sulla causa principale delle condizioni fisiche naturali
e sulla base degli squilibri umorali dalla quale sorgono i due tronchi della fisiolo-
mnemotecniche visuali dell ’ antica medicina tibetana 79
gia e delle trasformazioni patologiche. Il primo tronco ha tre rami e venticinque
foglie che rappresentano le basi umorali delle patologie, i costituenti corporei e
le impurità. Il secondo tronco ha nove rami e sessantatre foglie che descrivono le
cause primarie e secondarie delle patologie. In tutto ci sono ottantotto foglie e
due fiori i quali hanno il nome di : “assenza di malattie” e “longevità”. Da questi

due fiori nascono il frutto detto “eccellenza del benessere spirituale e materiale”
e quello detto “liberazione dei componenti psicofisici nell’insuperabile realizza-
zione del corpo di luce”. I numeri sono stati colorati in questo modo : in rosso

quelli delle radici, in giallo quelli dei tronchi, in marrone quelli dei rami e in nero
quelli delle foglie.”

Patologie (tavola 3)
Daremo adesso la descrizione di un dipinto a “composizione lineare”. In esso,
come si legge dal titolo superiore del thanka, viene sintetizzato il testo del Tan-
tra di esegesi, dal capitolo ottavo al dodicesimo su “La meravigliosa sinossi sulla
causa delle patologie”. La sequenza va letta dal primo disegno in alto a sinistra e
procede in modo lineare da sinistra a destra, rigo dopo rigo. Ogni disegno riporta
una breve didascalia che permette al discente di comprendere esattamente il pas-
so del testo rappresentato. La prima iscrizione a sinistra in alto riporta il numero
del capitolo, in questo caso : il capitolo ottavo sulla causa primaria delle patolo-

gie. Secondo il testo, la causa primaria “generale” di tutte le malattie è remota e


risiede nella fondamentale nescienza (ma rig pa) degli uomini dalla quale si ori-
gina l’esistenza ciclica del samsara. Le cause primarie “particolari” sono costitu-
ite dai tre veleni principali : il desiderio, l’ira e l’ottusità mentale raffigurate dalle

prime tre vignette : una coppia congiunta in amplesso, due uomini che duellano

tra loro e un uomo sdraiato che si copre gli occhi con ambedue le mani. Questi
veleni psichici provocano le cause primarie del pneuma, della bile e della flemma
e il loro diffondersi nel corpo in modo squilibrato : il divampare della bile verso

l’alto, raffigurata nell’immagine dell’uomo circondato di fiamme, la discesa del


flemma, raffigurata dalla penultima vignetta e lo squilibrio del pneuma attraver-
so l’aumento della temperatura calda o fredda del corpo, raffigurata dall’ultimo
disegno.
Il secondo rigo sintetizza il testo del nono capitolo sulle cause secondarie che
portano all’aggravarsi dei sintomi. È suddiviso in due grandi riquadri, il primo
che include tre vignette, il secondo che ne include otto. Il primo riquadro de-
scrive le tre cause secondarie : 1) il mutamento delle stagioni, 2) la condotta e 3)

l’alterazione delle facoltà sensoriali. Nella stagione calda si accumula il pneuma


(prima figura), nella stagione delle piogge si accumula la bile (seconda figura)
mentre il flemma si accumula alla fine dell’inverno (terza figura). Nel secondo
riquadro vengono illustrate le cause secondarie che portano allo squilibrio del
pneuma : avere una dieta troppo leggera e costituita da cibi amari (quarta figu-

ra), avere una vita sessuale troppo intensa (quinta figura), digiunare (sesta figura)
dormire in modo insufficiente (settima figura), esercitarsi in azioni strenuanti
senza alimentarsi in modo sufficiente (ottava figura), perdere sangue (nona vi-
80 giacomella orofino
gnetta a tre figure), soffrire di diarrea (decima figura) e vomitare (undicesima
figura).
Il terzo rigo è suddiviso in due grandi riquadri. Nel primo continua l’elenco
delle cause dello squilibrio del flemma : esporsi ai venti freddi (prima figura),

piangere fino allo stremo (seconda figura), provare dolore e grande angoscia
(terza figura), parlare troppo (quarta figura) prolungare eccessivamente una die-
ta povera (quinta figura) e avere una vigorosa ritenzione oppure fare un grande
sforzo nella minzione o nella defecazione (sesta figura). Nel secondo riquadro
si illustrano le cause secondarie che portano allo squilibrio della bile. Avere una
dieta basata troppo su cibo speziato e piccante (settima figura), avere una dieta
troppo grassa (ottava figura), sviluppare un odio profondo per qualcuno (nona
figura), addormentarsi al sole durante l’estate (decima figura), lavorare in modo
vigoroso immediatamente dopo il riposo (undicesima figura), portare carichi
troppo pesanti (dodicesima figura) e zappare il suolo troppo duro (tredicesima
figura).
Il quarto rigo continua nell’elenco precedente : tirare un arco troppo teso (quat-

tordicesima figura), fare la lotta (quindicesima figura), gareggiare nella corsa (se-
dicesima figura) lavorare e camminare sotto il solleone (diciassettesima figura)
cadere da cavallo (diciottesima figura) cadere da un dirupo (diciannovesima figu-
ra) essere sepolti da una valanga (ventesima figura) essere colpiti da una pietra
(ventunesima figura) essere colpiti da un randello (ventiduesima figura).
Il quinto rigo continua lo stesso elenco con altre due figure nel primo riquadro :

eccessivo consumo di cibi grassi e zuccherati (prima figura) ed eccessivo consu-


mo di alcolici (seconda figura). Nel secondo riquadro troviamo dieci figure per
descrivere le cause secondarie che portano all’eccesso del flemma : bere decotti di

tarassaco bianco (terza figura) bere latte (quarta figura) stare fermi subito dopo
aver mangiato in modo pesante (quinta figura) sdraiarsi su un terreno umido e
dormire durante il giorno (sesta figura) immergersi in acque fredde di inverno
(settima figura) vestirsi in inverno con vesti troppo leggere (ottava figura) consu-
mo di cereali e frutti raccolti da poco o immaturi (nona figura) consumo di cibi
avariati (decima figura) eccessivo consumo di carne di capra (undicesima figura)
eccessivo consumo di grasso e midollo osseo (dodicesima figura).
Il sesto rigo è suddiviso in due grandi riquadri. Il primo è composto da nove vi-
gnette che continuano l’elenco precedente : Altre cause secondarie che contribu-

iscono allo squilibrio del flemma sono : consumo di olio stantio di semi di cereali

(prima figura), consumo di burro stantio (seconda figura), consumo di vegetali


avariati (terza figura) consumo di rafano acido (quarta figura) consumo di ver-
dure crude, incluso l’aglio selvatico (quinta figura), assunzione di latte di capra
tiepido e non bollito (sesta figura) bere latticello avariato (settima figura) bere
acqua fredda (ottava figura), bere tè tiepido (nona figura). Nel secondo riquadro
inizia il capitolo decimo sulla conoscenza della sede degli umori, associata allo
sviluppo delle malattie. Le malattie dovute a un eccesso di pneuma hanno la loro
sede iniziale nelle ossa (decima figura) quelle dovute a un eccesso di bile hanno la
loro sede iniziale nel sangue e nel sudore (undicesima figura) quelle dovute a un
mnemotecniche visuali dell ’ antica medicina tibetana 81
eccesso di flemma hanno la loro sede iniziale in altri costituenti fisici : nel chilo,

nel tessuto muscolare e adiposo, nel midollo osseo, nello sperma, nelle feci e nelle
urine (dodicesima figura).
Il settimo rigo è suddiviso in due grandi riquadri. Nel primo riquadro ci sono
tre figure che illustrano rispettivamente 1) le sedi di accumulo dell’eccesso di
pneuma, ossia gli intestini, gli incavi delle anche, le ossa, le articolazioni, la pelle
e le orecchie, 2) le sedi della di accumulo dell’eccesso di bile, ossia il sangue, il
sudore, il chilo, il siero, gli occhi, la pelle, e la zona tra lo stomaco e l’ombelico
e 3) le sedi di accumulo dell’eccesso di flemma, ossia lo stomaco, il petto, la go-
la, i polmoni, la testa, il chilo, il tessuto muscolare e adiposo, il midollo osseo,
lo sperma, le feci, il naso e la lingua. Nel secondo riquadro inizia la descrizione
sintetica dell’undicesimo capitolo sui sintomi che indicano le disfunzioni degli
umori. Questi possono manifestarsi in tre modi diversi, attraverso l’eccesso di
un umore o di un fluido corporeo, attraverso il loro difetto o attraverso l’ag-
gravamento di un umore causato dalla disfunzione, per eccesso o per difetto,
dell’altro. La prima figura rappresenta i sintomi dell’eccesso di pneuma, che si
manifestano attraverso un colorito pallido ed emaciato, tremore del corpo, gon-
fiori di stomaco, debolezza fisica, insonnia ecc. La seconda figura rappresenta i
sintomi dell’eccesso di bile che si manifestano attraverso una colorazione scura
dell’urina, o il colore chiaro delle feci, l’ aumento della fame o della sete, in-
sonnia ecc. La terza vignetta, composta da tre figure, descrive i sintomi dell’ec-
cesso del flemma che sono gonfiore di stomaco (figura a sinistra), esagerata
lassezza delle articolazioni) (figura centrale), salivazione abbondante (figura a
destra), oltre a torpore, depressione, pallore del volto e mancanza di fiato. La
figura successiva descrive i sintomi dell’eccesso di chilo che sono indicati da bri-
vidi di freddo. Segue la descrizione dei sintomi dovuti all’eccesso di sangue che
sono indicati dal sorgere di malattie infettive quali l’erisipela (me dpal) oppure
da disordini biliari, lebbra, l’insorgere di tumori, ittero, gengivite ecc. Segue la
rappresentazione dell’eccesso di tessuto muscolare, indicato dall’insorgere della
gotta, obesità ecc. La sequenza termina con una figura che rappresenta l’ecces-
so di tessuto adiposo indicato da letargia, pigrizia, ingrossamento dello stomaco
e del petto.
L’elenco dei sintomi patologici segue nell’ottavo rigo con il sintomo dell’ec-
cesso del tessuto osseo che dà sintomi di displasia o ingrandimento delle ossa,
rappresentato dalla prima figura. La seconda figura sintetizza i sintomi dell’ecces-
so di midollo, indicati dall’appesantimento del corpo, gonfiore delle giunture e
alterazione della vista. La terza figura rappresenta i sintomi di eccesso di liquido
seminale che si manifestano attraverso un eccessivo desiderio sessuale, infezioni
delle vie urinarie ecc. La figura successiva descrive i sintomi di eccesso delle feci
che si manifestano con pesantezza del corpo, gonfiore di stomaco, dolori adomi-
nali. Segue la rappresentazione dei sintomi dovuti all’eccesso di urina che si ma-
nifestano con dolori alla vescica e minzione frequente.
Le ultime due figure del primo riquadro rappresentano i sintomi dell’eccesso
di sudore, che si manifestano aumento della sudorazione, cattivo odore e prurito
82 giacomella orofino
cutaneo, e i sintomi dell’eccesso di secrezioni minori che inducono irritazioni lo-
cali, appesantimento di zone del corpo ecc. Il secondo riquadro dell’ottavo rigo
inizia con una figura descrive i sintomi del difetto di pneuma, indicati da perdita
di energia, stanchezza fisica ecc. Segue una figura che descrive i sintomi dovuti al
difetto di bile indicati dalla perdita del calore corporeo e variazione della pigmen-
tazione cutanea.
Le ultime tre figure descrivono rispettivamente i sintomi dovuti al difetto di
flemma (vertigini, palpitazioni), al difetto di chilo (dimagrimento, pallore, iper-
sensibilità ai rumori, e al difetto di sangue (abbassamento della temperatura cor-
porea, perdita del vigore muscolare ecc.).
Nel nono rigo continua l’elenco dei sintomi dovuti alla carenza di varie sostan-
ze corporee : il difetto di tessuto muscolare produce pallore, artralgia e aumento

delle protrusioni ossee (prima figura), il difetto di tessuto adiposo si manifesta


con insonnia, emaciazione dei muscoli e colorito verdastro (seconda figura) ; il  

difetto di tessuto osseo si manifesta con la perdita di capelli, denti e unghie (terza
figura) ; il difetto di midollo osseo si manifesta con vertigini e perdita di equilibrio

(quarta figura) ; il difetto del liquido seminale si manifesta con perdite di liquido

dal pene e sensazioni di bruciore ai testicoli (quinta figura) ; il difetto di feci si


manifesta con gorgoglii di stomaco e dolore alle costole (sesta figura), il difetto
di urina si manifesta con oliguria, improvviso cambiamento del colorito (settima
figura) ; il difetto di sudore si manifesta con screpolatura della pelle, dilatamento

dei pori e perdita della peluria del corpo (ottava figura) ; il difetto di fluido vita-

le produce ansietà mentale, paura e debilitazione fisica generale ma può essere


ristabilito con i medicamenti atti al sostegno della vita, come il latte e il brodo
(nona figura).
Nel decimo e ultimo rigo inizia la descrizione del dodicesimo capitolo del Tan-
tra di esegesi che tratta la classificazione di quattrocentoquattro patologie maschi-
li, femminili, geriatriche e pediatriche. Esistono diciassette patologie maschili
(prima figura) ; trentadue patologie femminili (seconda figura) ; ventiquattro pa-
   

tologie pediatriche (terza figura) ; e la debilitazione generale dovuta alla vecchiaia


(quarta figura) ; quarantadue malattie dovute allo squilibrio del pneuma (quinta

figura) ; ventisei malattie dovute allo squilibrio della bile (sesta figura) ; trentatre
   

malattie dovute allo squilibrio del flemma (settima figura). Quando tutte queste
malattie sono classificate, possono essere suddivise in quelle dovute allo squili-
brio di un unico umore, isolato e indipendente dagli altri, e quelle dovute allo
squilibrio di un umore in associazione con gli altri (ottava figura). Quando invece
le patologie sono classificate in base al loro annidamento corporeo, esse si sud-
dividono in due che si annidano nella mente (pazzia ed epilessia), diciotto che si
annidano nelle parti superiori del corpo, diciannove che si annidano nei visceri
interni, cinque che si annidano nelle parti inferiori del corpo venti esterne, come
quelle della pelle, dei muscoli, dei cana.
L’ultima figura simbolizza i centouno tipi di malattie classificate secondo la
loro tipologia, suddivise in quarantotto malattie interne, quindici tipi di ferite,
diciannove tipi di febbre, e diciannove patologie miste. In sintesi tutte le patolo-
mnemotecniche visuali dell ’ antica medicina tibetana 83
gie possono essere classificate in : malattie “dipendenti” ossia che dipendono dalle

cause karmiche accumulate in precedenza e sono incurabili ; malattie “immagi-


narie” ossia causate non da fattori fisici ma da demoni e curabili solo attraverso
adeguati rituali ; malattie “reali” di questa vita, curabili con i medicamenti e ma-

lattie “apparenti” che guariscono spontaneamente.


Nell’iscrizione finale leggiamo : “Dal Trattato dell’Acquamarina Azzurra, com-

mento a I Quattro Tantra della Medicina, ornamento della mente di Baisºajyaguru,


Maestro dei rimedi la tavola 19 illustra la sinossi meravigliosa sulle patologie de-
scritta nei capitolo ottavo, nono, decimo, undecimo e dodicesimo del Tantra di
esegesi”.
Università di Napoli “L’Orientale”

Nota bibliografica
Gli studi sulla medicina tibetana sono oramai molto numerosi, per un’ampia e
dettagliata bibliografia ragionata si rimanda al volume di J. Aschoff, Annotated
Bibliography of Tibetan Medicine (1789-1995), Fabri Verlag & Garuda Verlag, Ulm,
Dietikon, 1996. Per una raccolta di studi autorevoli si veda E. Finckh, Studies in
Tibetan Medicine, Snow Lion Publications, Ithaca, New York, 1988. Inoltre per
un approfondimento sistematico de I Quattro Tantra della Medicina e del Trattato
dell’Acquamarina Azzurra, si veda la grande opera a cura di Y. Parfionovitch, F.
Meyer, G. Dorje, Tibetan Medical Paintings, Illustrations to the Blue Beryl Treatise of
Sangye Gyamtso (1653-1705), Vol. i Text, Vol. ii Plates, Serindia Publications, (Harry
N, Abrams Inc.), New York, London 1992, (traduzione italiana : Antica Medicina

Tibetana, Zanfi, Modena,1994). Si veda anche J. F. Avedon et als, Buddha’s Art of


Healing : Tibetan Paintings Rediscovered, Based on the 17th Century Atlas of Tibetan Me-

dicine, Rizzoli International Publications, New York, 1998, che contiene saggi sul-
la medicina tibetana e la sua storia a cura di T. S.Bradley, F. Meyer, N.D. Bolsoko-
eva and K.M. Gerasimova (traduzione italiana Buddha e l’arte della guarigione,
Rizzoli, Milano, 1998). Da segnalare anche lo studio di B. Clark, The Quintessence
Tantras of Tibetan Medicine, Snow Lion Publications, Ithaca, New York, 1995. Si ve-
da inoltre la più recente raccolta di studi curata da Mona Schrempf, Soundings in
Tibetan Medicine. Anthropological and Historical Perspectives. Proceedings of the Tenth
Seminar of the International Associations Tibetan Studies, Volume 10, Brill, Leiden,
2007. Per un aggiornamento sugli sviluppi della scienza medica tibetana in occi-
dente si consulti il volume curato da L. Pordié, Tibetan Medicine in the Contempora-
ry World. Global Politics of Medical Knowledge and Practice, Routledge [Series of the
Needham Research Institute, Cambridge], London- New York, 2008.
c o mp osto in car atter e dan t e m on ot y p e d a l l a
fabrizio serr a editor e , p i s a · r oma .
stamp ato e rileg a t o n e l l a
t ipog rafia di ag n an o, ag na n o p i s a n o ( p i s a ) .

*
Aprile 2011
(cz2/fg3)

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