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Proferire:[dal lat. proferre «metter fuori, mostrare», comp. di pro- «avanti» e ferre «portare»] fine sec. XII. 121.

1.Pronunciare, cioè emettere uno o più suoni vocali, con riguardo sia al modo di articolarli , sia alla formazione di
parole o di frasi.
(Leva’ il capo a proferer più erto (Dante),sollevai più ritto il capo per pronunciare le parole.) 2. Offrire, proporre: p.
aiuto, amicizia, assistenza.

Prolisso:[dal lat. prolixus «molto esteso», propr. «che scorre in avanti»; composto di pro «avanti» e liquere
«scorrere»]prima metà sec. XIV 14 . 1. Che si diffonde eccessivamente nel parlare o nello scrivere,si dice anche di
scritto o discorso troppo lungo e minuzioso, e quindi noioso. 2. letter. Lungo in senso materiale, che si estende cioè
nello spazio. ella si raccostava alla tenda, sollevando con le mani i lembi della sua tunica prolissa. (D’Annunzio).3.
Cosa che si prolunga nel tempo.

Vessazione: [dal lat. vexatio -onis, der. di ve-xare «vessare, tormentare»]. inizio sec. XIV. 14 – 1.Maltrattamento,
oppressione (esercitata su inferiori o su persone più deboli)2.Spesso con particolare riferimento a imposizioni fiscali
troppo gravose; popolo ridotto alla miseria dalle vessazioni di un governo esoso; non si trovò altro che di disfare ciò
che s’era fatto con tanto apparato, con tanta spesa, con tante vessazioni. (Manzoni).

Abbietto: (lat.abiectus participio passato di abicere buttar via, composto di ab da e iàcere gettare)e (Abiectus è una
parola latina che deriva dal verbo abiicĕre, che può essere tradotto come "depravare" o "umiliare") 1.Rigettato o da
rigettarsi come
di poco o nessun pregio.
2.può descrivere una persona che è stata umiliata o il cui orgoglio è stato ferito.
3.qualcuno d’ignobile , vile, spregevole
4.(diritto) di reato commesso con particolare malvagità che aggrava il reato stesso.
5.(antico) reietto, disprezzato:”di vedermi umile ed abietto, non goderà giammai”(T. Tasso).
6.(sport) nel sollevamento pesi, il sollevare il peso in due tempi, portandolo prima al petto, poi in alto.

Improperio:( dal latino tardo improperium, da improperare rimproverare, biasimare, di etimo incerto. Forse da probrum
infamia, ingiuria. •inizio sec. XIV.14)
1.L'improperio nell'uso moderno indica un rimprovero ma rabbioso e irriverente al limite dell”offesa. "coprire qualcuno
d'improperi".
2.( al pl. ). I canti che accompagnano l'adorazione della croce il venerdì santo (contenenti i rimproveri a quanti hanno
combattuto il Redentore).
3 . Parola gravemente ingiuriosa, insulto, villania: “di’ insomma, a le mie spalle, tutte le improperie , tutte le infamie,
tutti i vituperi che ti vengono in bocca”(Pirandello).

Connivenza:[dal lat. tardo co(n)niventia, der. di co(n)nivens -entis ‘connivente’, che chiude gli occhi]
•inizio sec. XVII 17 .1.L’essere connivente; tacito consenso o tolleranza di azione scorretta o colpevole, un gesto
delicato, allusivo e silenzioso, e al contempo pregevole, vile e potente: chiudere gli occhi davanti a ciò che si sa senza
dubbio essere male, permettendolo.

Esecrato:[dal lat. execrare togliere il sacro, composto di ex fuori e sacer sacro.]sec. XVII 17.
1.Degno di vituperio e biasimo, che suscita riprovazione e orrore.
2.Che merita di essere esecrato. “Su nel cielo in sua doglia raccolto Giunse il suono d’un prego esecrato” (Manzoni).
3.Riprovevole, condannabile, deprecabile.
4.Che suscita sgomento e ripugnanza, abominevole.
"un e. sacrilegio".

Veemenza:[dal lat. vehemens, forse da vemens composto da ve fuori - spesso accostato a vehere trasportare - e
mens mente. Praticamente, fuori di testa] sec. XVI. 16
1.Forza, impeto, violenza 2.La veemenza è quel tipo di slancio che è istinto fiammeggiante privo di raziocinio e
riflessione, un devastante impeto di cuore che giunge anche alla foga violenta.

Iniquità: [ Dal lat. iniquĭtas -atis, der. di aequĭtas -atis ‘equità’, col pref. -in] •sec. XIII.13 1.Mancanza di equità,
ingiustizia 2.Malvagità/Atto malvagio, scelleratezza/azione scellerata. “Dovrà rendere conto della sua iniquità;avete
ubbidito all’iniquità non curando ciò che il dovere vi prescriveva”(Manzoni).
3.Nel linguaggio biblico, è termine frequente per indicare peccato che offende gravemente Dio.

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