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CAPITOI..

O '1
ELEMENTI GENERALI DI LEGISLAZIONE E DI DIRITTO DEL LAVORO
1.1 Lo Stato e la sua organizzazione
1.1. 1 Lo Stato
1.1.2 Le funzioni fondamentali dello Stato
1.1.3 I poteri dello Stato
1.1.4 La funzione amministrativa
1.1.5 L'attività della Pubblica Amministrazione
1.1.6 L'amministrazione attiva, consultiva e di controllo
1.1.7 I principi costituzionali dell'attività amministrativa
1.2 L'ordinamento amministrativo dello stato italiano
1.2.1 L'organizzazione amministrativa - I soggetti della P.A.
1.2.2 Gli organi della P.A.
1.2.3 La classificazione degli organi amministrativi
1.2.4 I mezzi dell'attività amministrativa
1.3 Elementi di diritto del lavoro
1.3.1 Il rapporto di dipendenza
1.3.2 Il contratto di lavoro, il possesso della capacità giuridica e di agire, la forma e gli adempimenti
1.3.3 Il potere di controllo e i suoi limiti
1.3.4 Il mantenimento del posto di lavoro a seguito di malattia o infortunio
1.3.5 Il rapporto di pubblico impiego
1.4 La responsabilità professionale
1.4.1 Il concetto di responsabilità
14.2 L a responsabilità disciplinare
1.4.3 L e sanzioni disciplinari applicabili ai dipendenti pubblici ai sensi della vigente normativa
1.4.4 L e modifiche apportate dal decreto legislativo 75/2017 in tema di procedimenti disciplinari
1.5 Ruolo e funzioni dell'operatore socio sanitario: evoluzione storico-normativa
1.5.1 L'ausiliario e l'ausiliario socio sanitario specializzato
1.5.2 L'Operatore Tecnico Addetto all'Assistenza (O.T.A.)
1.5.3 L'operatore socio sanitario
1.6 Il profilo dell'operatore socio sanitario
allegato a: elenco delle principali attività previste per l'operatore socio-sanitario
allegato b: competenze dell'operatore socio-sanitario
allegato c: obiettivi di modulo e materie di insegnamento
1.7 L'o.s.s. con formazione complementare
1.7 .1 Il profilo dell'oss con formazione complementare
allegato a - Elenco delle principali attività previste per l'operatore socio-sanitario
con formazione complementare in assistenza sanitaria
1.8 L'integrazione dell'oss nell'équipe di supporto

CAPITOI..O 2
ELEMENTI DI ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI SANITARI

2.1 Il Servizio Sanitario Nazionale e la tutela della salute in Italia


2.2 Il riordino della sanità: il d.lgs. 30-12-1992, n. 502
2.3 La terza riforma sanitaria - il decreto legislativo 229 del 1999 e i suoi strumenti
2.4 I livelli essenziali di assistenza (I.e.a.)
2.5 L'organizzazione delle Asi: ospedali, distretti e dipartimenti

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2.6 L'assistenza ospedaliera
2.6.1 I.R.C.C.S. (istituti di ricovero e cura a carattere scientifico)
2.6.2 L'ospedale
2.7 Il distretto
2.8 Il dipartimento
2.8.1 Criteri di costituzione e aggregazione dei dipartimenti
2.9 Modelli di organizzazione in ospedale e sul territorio

CAPITOl..03
LA SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

3.1 Definizioni di carattere generale


3.2 I dispositivi di protezione individuale (d.p.i.) (art. 74)
3.3 Le principali situazioni di rischio per l'operatore socio sanitario
- Rischio chimico
- Rischio fisico
- Rischio biologico
3.4 Aspetti psicologici e organizzativi riguardanti il problema della sicurezza

• ELEMENTI DI ETICA E DEONTOLOGIA PROFESSIONALE

4.1 La carta europea dei diritti del malato


4.1 .1 I 14 diritti sanciti dalla carta europea
4.2 La tutela dei diritti del malato
4.3 Il patto infermiere-cittadino
4.4 Il consenso della persona assistita al trattamento sanitario
4.5 Contenzione dell'assistito
4.6 Il trattamento dei dati della persona assistita: la privacy e la riservatezza
4.7 L'uso dei social network e divulgazione "inconsapevole" di notizie
4.8 La bioetica
4.9 Il trattamento anticipato di fine vita fra normativa e comportamento dei sanitari
4.1O Le disposizioni anticipate di trattamento (DAl)
4.11 L'accanimento terapeutico
4.12 Malpractice

METODOLOGIA DEL LAVORO SOCIALE E SANITARIO - MODULO DI BASE

5.1 Il concetto di salute/malattia


5.2 I bisogni dell'uomo
5.3 Il processo assistenziale
5.3.1 Le fasi del processo di assistenza
5.4 Strumenti di lavoro
5.5 Accreditamento e certificazione
5.6 L'organizzazione del lavoro: modelli organizzativi del lavoro
5.7 La qualità, la qualità assistenziale: significato, dimensioni/caratteristiche della qualità,
assi della qualità
6
GJ.\Pll"Ol..O 6
I BISOGNI DELL'UOMO

6.1 La teoria dei bisogni


6.2 I bisogni dell'uomo
6.2.1 Il bisogno di respirazione
6.2.1.1 Le caratteristiche del respiro
6.2.1.2 Le alterazioni della respirazione
6.2.1.3 Segni e sintomi di alterazione della respirazione
6.2.1.4 La valutazione della frequenza respiratoria
6.3 Alimentazione e idratazione
6.3.1 La funzione degli alimenti e i principi nutritivi
6.3.2 I sette gruppi fondamentali di alimenti
6.3.3 La piramide alimentare
6.3.4 Idratazione
6.3.5 Il ruolo dell'Oss nella soddisfazione del bisogno di alimentazione
6.4 Il bisogno di alimentazione
6.4.1 Eliminazione urinaria
6.4.2 Le funzioni dell'apparato urinario
6.4.3 Caratteristiche delle urine
6.4.4 Le principali alterazioni della funzione urinaria
6.4.5 Incontinenza urinaria
6.4.6 Il ruolo dell'operatore socio sanitario nella soddisfazione del bisogno di eliminazione urinaria
6.4.7 Eliminazione intestinale
6.4.7.1 L'intestino e le sue funzioni
6.4.7.2 La motilità intestinale e sua regolazione
6.4.7.3 I fattori che influenzano l'eliminazione intestinale
6.4.7.4 Le principali alterazioni della funzione di eliminazione intestinale
6.4.7.5 Fattori predisponenti o facilitanti l'alterazione dell'eliminazione intestinale
6.4.7.6 Strumenti e ausili per l'eliminazione
6.4.7.7 Ruolo e competenze dell'operatore socio sanitario nella soddisfazione del bisogno
di eliminazione intestinale
6.4.8 Le stomie intestinali
6.4.8.1 L'alimentazione della persona sottoposta a stomia intestinale
6.5 Il movimento
6.5.1 La sindrome da immobilizzazione
6.5.2 Le implicazioni della mobilizzazione delle persone assistite per l'operatore socio sanitario
6.5.3 Le prese ergonomiche
6.5.4 Ausili
6.6 La riabilitazione
6.6.1 I professionisti della riabilitazione
6.6.2 La riabilitazione fisica
6.6.3 La riabilitazione psicosociale
6.6.4 La terapia occupazionale
6.7 La comunicazione
6.7.1 Gli elementi della comunicazione
6.7.2 La comunicazione in ambiente sanitario
6.7.3 La comunicazione e la relazione fra operatore e utente
6.7.4 L'impatto della comunicazione nella cura delle persone
6.7.5 Il burnout degli operatori
6.8 Riposo e sonno
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6.8.1 Alterazioni della funzione sonno/riposo
6.8.2 Gli effetti del sonno
6.8.3 Ruolo dell'operatore socio sanitario - alcuni interventi di assistenza per favorire il riposo e il sonno
6.9 Le lesioni da pressione: prevenzione e trattamento
6.9.1 Il problema delle lesioni da pressione
6.9.2 Cause di insorgenza delle lesioni da pressione
6.9.3 I meccanismi che portano al danno tissutale
6.9.4 La prevenzione delle lesioni da pressione
6.9.4.1 La valutazione del rischio di lesioni da pressione
6.9.5 Sistema di classificazione delle lesioni da pressione secondo le linee guida NPUAP/EPUAP-2014
6.9.6 La prevenzione delle lesioni da pressione
6.9.7 Le modalità e le tecniche di posizionamento degli assistiti in funzione delle capacità
di mobilizzazione
6.9.8 Frequenza dei riposizionamenti dell'assistito a letto
6.9.9 Le superfici di supporto per la ridistribuzione della pressione e degli ausili antidecubito
6.9.10 L'utilizzo degli ausili antidecubito in funzione delle capacità di mobilizzazione degli assistiti
6.9.11 Le lesioni da pressione in sala operatoria
6.9.12 Attività riconducibili alle competenze dell'operatore socio sanitario per la prevenzione e la cura
delle lesioni da pressione
6.10 Il bisogno di igiene personale
6.10.1 Elementi psicologici relativi al bisogno di igiene
6.10.2 L'accertamento relativo al bisogno di igiene
6.10.3 L'oggetto dell'igiene: la cute
6.10.4 La pianificazione e l'attuazione delle cure igieniche
6.10.5 Cura del vestiario

L'IGIENE DELL'AMBIENTE E COMFORT ALBERGHIERO

7.1 L'aria e il suolo - caratteristiche


7.1.1 Composizione chimica dell'aria
7.1.2 Caratteristiche fisiche dell'aria
7.1.3 La luminosità e l'umidità
7.1.4 Aria e inquinamento
7.2 Igiene e comfort in ospedale
7.2.1 L'ospedale oggi
7.2.2 Le stanze di degenza
7.2.3 L'unità del malato
7.3 La pulizia e la disinfezione degli ambienti sanitari
7.3.1 La pulizia: spolveratura, detersione e lavaggio
7.3.2 La disinfezione
7.3.3 Livello di attività dei disinfettanti
7.3.4 Principali gruppi di disinfettanti e antisettici in uso negli ambienti sanitari
7.3.5 Il trattamento della biancheria e degli effetti letterecci

ELEMENTI DI IGIENE

8.1 Prevenzione, cura e riabilitazione


8.2 Il rischio infettivo
8
8.3 La classificazione dei microrganismi
8.3.1 I batteri
8.3.2 I virus
8.3.3 Funghi o miceti
8.3.4 I protozoi
8.3.5 I parassiti
8.3.6 I prioni
8.4 Le infezioni
8.4.1 Le principali vie di penetrazione dei microrganismi
8.4.2 Il rischio infettivo
8.4.3 Meccanismi di infezione
8.4.4 Le diverse fasi del processo infettivo
8.5 Le modalità di trasmissione delle malattie infettive
8.6 La prevenzione delle infezioni
8.6.1 Attrezzatura, strategie e materiali necessari per le tecniche di prevenzione delle infezioni
8.6.2 Dispositivi di protezione individuale (DPI)
8.6.3 Strumenti di controllo e valutazione dei comportamenti degli operatori
8.6.4 Interventi specifici indirizzati alla persona assistita per la prevenzione delle infezioni
8.7 Il problema delle infezioni in ambiente sanitario
8.7.1 Le infezioni in ospedale: inquadramento generale
8.7.2 Le I.C.A.
8.7.3 I principali siti interessati dalle infezioni correlate alle pratiche assistenziali e la loro prevenzione
8.7.4 Ruolo dell'operatore socio sanitario nella prevenzione delle infezioni correlate alle pratiche
assistenziali
8.8 La sterilizzazione
8.8.1 Principali tecniche di sterilizzazione in ambiente ospedaliero
8.9 La classificazione e lo smaltimento dei rifiuti: i principi generali
8.9.1 Tipologie di rifiuti sanitari e loro classificazione
8.9.2 I contenitori per la raccolta dei rifiuti e loro etichettatura

CENNI DI ASSISTENZA SOCIALE

9.1 L'assistenza sociale in Italia


9.2 Le disabilità e la normativa di riferimento
9.3 L'amministratore di sostegno
9.4 La legge 104. 5 febbraio 1992

PRIMO SOCCORSO

10.1 Il numero da chiamare


10.2 La principale emergenza sanitaria: l'arresto cardiocircolatorio acuto
10.2.1 Cenni di anatomia e fisiologia del cuore
10.2.2 Arresto cardiaco: l'entità del problema
10.3 Le tecniche di intervento
10.3.1 ABCD: le fasi del soccorso nell'arresto cardiaco - procedura BLSD nell'adulto
10.4 La posizione laterale di sicurezza
10.5 La disostruzione delle vie aeree da corpo estraneo
10.5.1 Trattamento dell'ostruzione da corpo estraneo nella vittima cosciente
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10.5.2 Trattamento dell'ostruzione da corpo estraneo nella vittima trovata non cosciente
o che ha perso coscienza
10.6 Il soccorso in condizioni particolari
10.6.1 Ipotermia
10.6.2 Ipertermia
1O.7 Gestione delle emorragie e dei traumi
10.7.1 I traumi
10.7.2 Le emorragie
10.8 Il trattamento di alcune fra le possibili cause di alterazione dello stato di coscienza:
lipotimia, sincope e crisi convulsive
10.8.1 Lipotimia
10.8.2 La sincope
10.8.3 Crisi epilettiche

LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI UTENTE

11.1 L'utente portatore di handicap e deficit di autonomia


11.1.1 Handicap motori
11.1.2 Handicap visivi (ciechi e ipovedenti)
11.1.3 Handicap uditivi
11.1.4 Handicap cognitivi
11.1.5 Assistenza al disabile grave
11.1.6 Autismo
11.2 L'utente psichiatrico
11.2.1 Cenni legislativi ed elementi di psichiatria
11.2.2 L'organizzazione dei servizi psichiatrici
11.2.3 I principali disturbi psichici: sistema di classificazione
11.2.4 Alcune patologie
11.2.5 I disturbi della condotta alimentare
11.2.6 I disturbi d'ansia
11.2.7 La relazione con la persona affetta da schizofrenia
11.2.8 La relazione con il soggetto depresso
11.2.9 La relazione con il soggetto affetto da sindrome maniacale
11.2.10 La relazione con il soggetto aggressivo e/o violento
11.2.11 I comportamenti da adottare nella relazione con l'utente psichiatrico
11.2.12 Assistenza psichiatrica: alcuni strumenti
11.2.13 Assistenza infermieristica nella salute mentale e il ruolo dell'operatore socio sanitario
11.3 Il bambino
11.3.1 Lo sviluppo psicomotorio
11.3.2 Alimentazione del bambino
11.3.3 Igiene del bambino
11.3.4 Vaccinazioni
11.4 L'utente anziano
11.4.1 La persona anziana: fragilità e invecchiamento
11.4.2 Il delirio
11.4.3 Le demenze
11.4.4 La riabilitazione cognitiva
11.4.5 Il ruolo dell'ambiente nella cura della persona con demenza
11.4.6 Il Gentlecare (modello protesico)
11.4.7 Le cadute nell'anziano
10
11.4.7.1 Interventi per la prevenzione delle cadute rivolti alla persona assistita
11.4.7.2 Interventi per la prevenzione delle cadute rivolti alla prevenzione dei rischi ambientali
11.4.7.3 Indicazioni generali per la prevenzione delle cadute, consigliate per tutte le persone assistite
11.4.8 L'incontinenza urinaria
11.4.8.1 Misure generali per il trattamento dell'incontinenza urinaria
11.4.8.2 Interventi comportamentali rivolti alla persona con incontinenza ed ai suoi familiari
11.4.9 La malnutrizione nell'anziano
11.4.9.1 Interventi possibili
11.4.9.2 Ruolo dell'operatore socio sanitario nella prevenzione della malnutrizione
11.4.9.3 Altri interventi per contrastare la malnutrizione
11.4.10 La disfagia
11.4.10.1 La diagnosi di disfagia
11.4.10.2 Assistenza alla persona con disfagia durante il pranzo
11.4.10.3 La dieta della persona disfagica
11.4.11 L'assistenza alla persona anziana
11.4.12 Il gruppo di lavoro
11.4.13 Funzioni ed interventi dell'operatore socio sanitario in ambito residenziale e a domicilio
11.5 Il malato terminale
11.5.1 Le cure palliative
11.5.2 L'Hospice
11.5.3 Ruolo e attività dell'operatore socio sanitario nell'assistenza alla persona in fase terminale
11.5.4 L'elaborazione del lutto conseguente alla malattia: il modello Kubler-Ross
11.5.5 La comunicazione con il malato terminale

11
CAPITOLO 1
ELEMENTI GENERALI DI LEGISLAZIONE E DI DIRITTO DEL LAVORO

1 .1 Lo stato e la sua organizzazione


1.1.1 LoStato
1 .1.2 Le funzioni fondamentali delloStato
1 .1.3 I poteri delloStato
1 .1.4 La funzione amministrativa
1.1.5 L'attività della Pubblica Amministrazione
1.1.6 L'amministrazione attiva, consultiva e di controllo
1.1.7 I principi costituzionali dell'attività amministrativa
1.2 L'ordinamento amministrativo dello stato italiano
1.2.1 L'organizzazione amministrativa - I soggetti della P.A.
1.2.2 Gli organi della P.A.
1.2.3 La classificazione degli organi amministrativi
1.2.4 I mezzi dell'attività amministrativa
1.3 Elementi di diritto del lavoro
1.3.1 Il rapporto di dipendenza
1.3.2 Il contratto di lavoro, il possesso della capacità giuridica e di agire, la forma e gli adempimenti
l.3.3 Il potere di controllo e i suoi limiti
1.3.4 Il mantenimento del posto di lavoro a seguito di malattia o infortunio
1.3.5 Il rapporto di pubblico impiego
1.4 La responsabilità professionale
1.4.1 Il concetto di responsabilità
14.2 La responsabilità disciplinare
1.4.3 Le sanzioni disciplinari applicabili ai dipendenti pubblici ai sensi della vigente normativa
1.4.4 Le modifiche apportate dal decreto legislativo 75/2017 in tema di procedimenti disciplinari
1.5 Ruolo e funzioni dell'operatore socio sanitario: evoluzione storico-normativa
1.5.1 L'ausiliario e l'ausiliario socio sanitario specializzato
1.5.2 L'Operatore Tecnico Addetto ali' Assistenza (O.T.A.)
1.5.3 L'operatore socio sanitario
1.6 Il profilo dell'operatore socio sanitario
allegato a: elenco delle principali attività previste per l'operatore socio-sanitario
allegato b: competenze dell'operatore socio-sanitario
allegato c: obiettivi di modulo e materie di insegnamento
1.7 L'o.s.s. con formazione complementare
1.7.1 Il profilo dell'oss con formazione complementare
allegato a - Elenco delle principali attività previste per l'operatore socio-sanitario con formazione
complementare in assistenza sanitaria
1.8 L'integrazione dell'oss nell'équipe di supporto
CAPITOLO 1
ELEMENTI DI LEGISLAZIONE a nessuno Stato).
Il terzo elemento costitutivo è la sovranità, cioè all'interno
del proprio territorio uno Stato è sovrano, ossia è titolare del
1.1 potere di stabilire le regole e di farle applicare. Per esercitare
ELEMENTI GENERALI
concretamente questa funzione, ogni Stato si awale di ap­
1.1.1 LO STAT01 positi organi fondamentali, come Parlamento e Governo, che
hanno il compito di governare lo Stato.
Lo Stato è una comunità formata da diverse persone, stan­ Caratteristica fondamentale dello Stato è che esso ha un
ziata in modo stabile su un territorio definito, regolata da nor­ potere originario, in quanto trae da sé stesso la sua legitti­
me giuridiche. mazione e sovrano, in quanto nei rapporti esterni non è di­
A differenza dei singoli enti o organizzazioni (Comuni, Regio­ pendente né condizionabile da altri Stati e al suo interno ha
ni, chiese, partiti politici, sindacati, enti culturali, associazioni la supremazia su tutti gli enti, le organizzazioni e le persone
economiche ...), che all'interno dello Stato soddisfano le più che si trovano nel suo territorio.
varie esigenze (amministrative, religiose, politiche, culturali, Il potere originario è il potere che si è costituito inizialmente
professionali), la comunità statale ha carattere generale, per­ senza alcun rapporto con precedenti poteri, mentre il potere
ché include in sé sia tutti gli enti e le organizzazioni costituiti sovrano è il potere che non è sottoposto ad alcuna autorità
al suo interno, sia tutti i cittadini (Stato-comunità). superiore.
L'insieme delle persone che costituiscono lo Stato è deno­ Lo Stato è costituito in funzione dei bisogni della popolazio­
minato popolo. Il popolo è il primo elemento costitutivo dello ne; le sue finalità non sono specifiche e limitate, ma hanno
Stato (senza persone non vi può essere una comunità). Il carattere generale perché soddisfano le più diverse esigenze
popolo è costituito solamente dai cittadini di quello Stato; di­ della collettività e sono essenziali in quanto attengono alla
versamente la popolazione comprende, in senso giuridico, stessa conservazione dello Stato (si pensi alla difesa ester­
anche gli stranieri e gli apolidi, cioè le persone senza una na, all'ordine pubblico, alla giustizia, ai rapporti con gli altri
cittadinanza che si trovano per ragioni diverse sul territorio Stati e con gli organismi internazionali).
di uno Stato. Quindi per essere considerati a tutti gli effetti Dovendo essere assicurata la realizzazione dei suoi fini, ai
cittadini di uno Stato occorre acquisirne la cittadinanza, cosa quali è interessata tutta la collettività, lo Stato deve avere
che può awenire secondo differenti modalità. un potere di coercizione (cioè costrizione) e così essere in
Il concetto di nazione, invece, comprende un insieme di sog­ grado di imporre la propria volontà.
getti che hanno tra di loro legami di tipo linguistico, storico, In un paese democratico come l'Italia, il titolare della sovra­
religioso, culturale o appartenenza ad una stessa etnia. nità è il popolo, che la esercita tramite i suoi rappresentanti
Quindi il popolo si aggrega normalmente per ragioni etniche eletti nel Parlamento (democrazia rappresentativa).
(da "etnia", che vuol dire "raggruppamento umano - dal gr. Lo Stato-comunità, quindi, comprende in sé tutti gli enti,
e8voç «razza, popolo» - distinto da altri sulla base di criteri le organizzazioni e i cittadini che ne fanno parte. Quando
razziali, linguistici e culturali",). È questa la nazione, che con­ si parla di Stato si intende non solo la popolazione che lo
siste in una comunità di persone che ha proprie peculiarità e compone, ma anche qualsiasi ente pubblico che opera al suo
si organizza in uno stesso Stato. Invece il concetto di popolo interno (come, ad esempio, Regioni e Comuni).
è più ampio e comprende persone unite fra di loro anche
per altre ragioni (storiche, conseguenti ad eventi bellici o ad Lo Stato-istituzione è una persona giuridica con una pro­
immigrazioni, ecc.). pria e distinta identità soggettiva. È lo Stato-istituzione che
esercita la sovranità e ha supremazia sul popolo e sugli altri
Ne deriva la formazione, all'interno di uno Stato, di minoran­ enti pubblici e privati.
ze etniche che sono composte da cittadini non appartenenti
alla nazionalità prevalente (ad esempio gli altoatesini e i ladi­ Per persona giuridica s'intende un ente organizzato com­
ni stanziati nel nord Italia). posto da più persone, soggetto di diritto nello stesso modo in
cui lo è la persona fisica.
In uno Stato moderno e democratico le minoranze etniche
non sono oggetto di persecuzioni o di prowedimenti discri­ Lo Stato sovrano si concretizza in diverse autorità disciplina­
minatori e non differiscono dai cittadini appartenenti alla te dalla legge, ciascuna con proprie attribuzioni; quindi i pote­
nazionalità dominante con i quali hanno diritto di convivere ri pubblici vengono ad essere limitati perché devono essere
pacificamente e con pari dignità. esercitati secondo regole prestabilite.
I cittadini sono i membri del popolo e sono titolari di rapporti L'insieme delle norme che disciplinano i poteri dello Stato e
politici (possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche stabiliscono diritti e obblighi per i componenti della collettività
elettive, hanno diritto di voto, hanno il dovere di difendere la costituisce l'ordinamento giuridico.
Patria, ecc.). Essendo un ente originario e sovrano, lo Stato stabilisce da
Il secondo elemento costitutivo dello Stato è il territorio in sé il proprio ordinamento giuridico: disciplina la sua orga­
cui il popolo è stabilmente insediato e svolge la sua attività; nizzazione, regola i rapporti tra i vari soggetti, garantisce l'os­
senza territorio lo Stato non può esistere (un popolo nomade servanza delle leggi. Sulla base di tale ordinamento lo Stato
non costituisce Stato). È il luogo all'interno del quale lo Stato persegue i suoi molteplici e concreti obiettivi, che tendono
può esercitare il proprio potere; è un'estensione di spazio a realizzare una convivenza ordinata e pacifica. Nel tempo,
che comprende sia la terraferma (incluse le acque interne) con il mutare delle condizioni sociali, politiche ed economi­
sia lo spazio aereo sovrastante - denominato atmosfera - sia che, l'ordinamento giuridico viene inevitabilmente modificato.
il sottosuolo.
Il territorio di uno Stato è limitato dai confini, che sono natu­ 1.1.2 LE FUNZIONI FONDAMENTALI DELLO STATO
rali (ad esempio un fiume o una catena montuosa) o artifi­
ciali (quando sono determinati dagli Stati) owero dal mare. Il potere di sovranità dello Stato si esplica in tre fondamentali
Il mare si distingue in territoriale (contiguo al territorio nazio­ funzioni: legislativa, giudiziaria ed esecutiva.
nale di cui fa parte) e libero (più lontano e non appartenente La funzione legislativa consiste nell'emanazione delle leggi

1 Marcello Giorgetta, in: http://www.istitutoboselli.gov.itlboselliserale/Materiale%20Didattico/


2 http://www.treccani.iUenciclopedia/etnia/

14
per disciplinare la vita associata. strativi, Consiglio di Stato);
Le· 1eggi sono astratte e dispongono per l'àwenire, perché.
, .,", ·· - ···���·~�·
àne·,,"· c·omlTliSSioni · tribUtari8, 'ché dfrifllonri te·
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· · ·
ordinano o proibiscono o permettono, - non con riferimento a controversie in materia di imposte fra i contribuen-
fatti già verificati, ma a ipotesi future - e sono determinate in ti e il fisco; sono composte da giudici collegiali
via generale e preventiva. Esse hanno efficacia obbligatoria (Commissione tributaria provinciale, Commissio­
e devono essere applicate con riferimento a tutti i fatti che si ne tributaria regionale, Cassazione).
verificheranno dopo la loro entrata in vigore.
Rispetto alla funzione legislativa è logicamente prioritaria Il potere esecutivo spetta al Governo (Presidente del Con­
la funzione costituente, che si concreta nell'emanazione di siglio, Consiglio dei Ministri e singoli Ministri), che decide
norme costituzionali per regolare le strutture essenziali dello la politica generale dello Stato e ha la suprema direzione
Stato, il funzionamento delle sue principali istituzioni e i fon­ dell'attività statale (ciò risponde al concetto di governare) e
damentali rapporti fra i cittadini e i pubblici poteri. Le norme all'Amministrazione Pubblica, che realizza i concreti interessi
costituzionali condizionano tutte le leggi ordinarie, prece­ pubblici (ciò risponde al concetto di amministrare, cioè prov­
denti e successive, le quali non devono essere in contrasto vedere alla cura di enti o complessi materiali, regolandone e
con esse (l'attuale Costituzione della Repubblica è stata sorvegliandone l'andamento).
emanata nel 1948 dall'Assemblea costituente, appositamen­ Al di sopra e al di fuori di questi tre poteri è posto il Presiden­
te eletta). te della Repubblica, il quale, oltre a partecipare all'eserci­
La funzione giudiziaria consiste nella pronunzia di senten­ zio di alcune funzioni fondamentali, rappresenta l'unità dello
ze per applicare le leggi. Stato ed è il garante del corretto funzionamento dei pubblici
La funzione esecutiva consiste nel decidere l'indirizzo po­ poteri.
litico e nel compiere gli atti di amministrazione. L'indirizzo Un altro organo di preminente importanza è la Corte Costi­
politico è la scelta delle finalità dello Stato. Con gli atti ammi­ tuzionale, che garantisce la legittimità costituzionale delle
nistrativi vengono attuate le finalità pubbliche. leggi ordinarie, le quali non devono essere in contrasto con
Leggi, sentenze e atti amministrativi costituiscono le forme le norme della Costituzione.
fondamentali mediante le quali si esplica l'attività dello Stato.
1.1.4 LA FUNZIONE AMMINISTRATIVA
1.1.3 I POTERI DELLO STATO
Il potere esecutivo, oltre alla funzione politica di indirizzo
Le funzioni dello Stato sono svolte da distinti complessi di esercitata dal Governo (ad esempio l'indirizzo della politica
istituzioni, che costituiscono i poteri fra i quali è ripartita la scolastica o della politica estera), svolge la funzion e ammini­
sovranità dello Stato; i poteri dello Stato sono separati e indi­ strativa che soddisfa, nell'interesse pubblico, i bisogni della
pendenti fra di loro e l'uno limita l'altro. collettività.
Il potere legislativo compete ad assemblee elettive e cioè Il complesso delle istituzioni che curano i pubblici interes­
al Parlamento - composto dal Senato della Repubblica e si, svolgendo attività amministrativa, costituisce la Pubblica
dalla Camera dei Deputati - che emana le leggi statali e ai Amministrazione (P.A.).
Consigli regionali, che emanano le leggi regionali. Anche se è in posizione subordinata rispetto al Governo,
Funzioni legislative possono essere esercitate anche dal Go­ la Pubblica Amministrazione ha un ruolo essenziale e inso­
verno, che emana: stituibile. Invero, senza amministrazione, non può esistere
nessuna comunità organizzata che svolga complesse attività
i decreti legislativi su espressa delega del Par­ perduranti nel tempo.
lamento, quando la materia da regolare è molto La P.A. realizza gli interessi collettivi individuati dalla legge,
complessa e tecnica (ad esempio i codici, le rifor­ senza andare al di là dei limiti posti dalla legge stessa. Men­
me generali) tre le funzioni legislativa e giudiziaria si svolgono con attivi­
i decreti legge in caso di urgenza e necessità, tà predeterminate (emanare leggi e pronunciare sentenze),
che decadono se entro 60 giorni non sono con­ quella amministrativa comprende le diverse attività con cui
vertiti da una legge del Parlamento (ad esempio, le strutture amministrative perseguono l'interesse pubblico.
norme fiscali o interventi di protezione civile) Le funzioni amministrative normalmente hanno carattere au­
toritativo, perché presuppongono l'esercizio di un potere e in­
cidono obbligatoriamente sulla libertà e sui beni dei soggetti
I decreti legge e i decreti legislativi non sono leggi in sen­
dell'ordinamento (esempio l'ordine dell'autorità di polizia, il
so formale, in quanto non sono emanati dal Parlamento, ma
prowedimento del Fisco che accerta l'imposta).
hanno la stessa efficacia.
Vi sono altre attività (strumentali, esecutive, preparatorie,
Il potere giudiziario è affidato:
ecc.) che non modificano nessuna situazione giuridica, ma
rientrano anch'esse nel concetto di funzione amministrativa,
alla Magistratura ordinaria, la quale esercita la perché sono pur sempre volte alla cura di fini pubblici (pre­
giustizia civile, che dirime (significa definire una stazione di cure ospedaliere ad un ammalato, assistenza a
controversia mediante la decisione del giudice) le chi è in stato di bisogno, ecc.)
controversie tra i privati e la giustizia penale, che
accerta e punisce i reati; è composta da giudici 1.1.5 L'ATTIVITÀ DELLA PUBBLICA
monocratici (organo giurisdizionale composto da AMMINISTRAZIONE
una sola persona come il giudice di pace, giudice
di Tribunale, giudice per le indagini preliminari o È attività amministrativa quella compiuta in concreto dalla
gip) o collegiali (Tribunali, Corti d'appello, Cassa­ P.A. per il soddisfacimento delle finalità pubbliche. Essa con­
zione); siste in una serie di atti compiuti per raggiungere determinati
alla Magistratura amministrativa, la quale diri­ obiettivi.
me le controversie fra i privati e i pubblici poteri; Non basta che l'attività amministrativa soddisfi genericamen­
è composta da giudici collegiali (Tribunali ammini- te il pubblico interesse, ma è necessario che essa persegua

15
1.1.71 PRINCIPI COSTITUZIONALI
sue caratteristiche sono in relazione agli speèificì scopi a ·• ·•·· DÉLL'ATTIVITÀ AIIIIMINISTRATIVA.
cui sono preposti i singoli apparati amministrativi. È evidente,
infatti, che sono diverse fra di loro l'attività di polizia, quella Nei principi fondamentali della Costituzione sono delineate
scolastica o quella sanitaria. Nello svolgimento della sua at­ le caratteristiche essenziali dello Stato italiano. In particolare
tività la P.A.: l'art. 5, nel riaffermare il carattere unitario della Repubblica,
dispone il più ampio decentramento nei servizi amministrativi
persegue finalità proprie alle quali è interessata che dipendono dallo Stato e riconosce l'autonomia degli enti
svolge attività concreta in quanto produce effetti territoriali.
pratici su determinate situazioni di fatto In tal modo la norma costituzionale ha posto le basi per una
cura le sue finalità in modo immediato democratica ed efficace gestione della vita collettiva, me­
assume iniziative senza che ne sia fatta richiesta diante l'attribuzione di funzioni e compiti agli organi e agli
da altri soggetti enti più vicini ai cittadini.
ha il potere di imporre l'osservanza dei suoi atti Nella parte prima della Costituzione sono riconosciuti i diritti
svolge un'attività che normalmente è discreziona­ e i doveri fondamentali dei cittadini e sono garantite la libertà,
le (è la possibilità di seguire, nell'esercizio di de­ l'eguaglianza e l'effettiva partecipazione all'organizzazione
terminate funzioni, criteri non regolati dalla legge); politica, economica e sociale del paese. In particolare l'art.
ha la possibilità di adottare un prowedimento e di 28 sancisce la responsabilità della P.A. qualora la sua attività
stabilirne il contenuto. leda i diritti altrui.
La parte seconda della Costituzione enuncia i principi che
L'azione amministrativa non è mai del tutto libera, come lo è regolano l'ordinamento della Repubblica e fissa i rapporti fra
quella dei privati, ma è sempre condizionata dal rispetto del i poteri dello Stato.
limite invalicabile dell'interesse pubblico. Il principio basilare, che si applica a tutti i poteri dello Stato
A volte la legge impone alla P.A. di emanare un prowedi­ e a tutti i soggetti dell'ordinamento giuridico, è il principio di
mento e ne regola categoricamente il contenuto. In tali casi legalità. P er quanto riguarda l'attività amministrativa, esso
l'amministrazione non ha alcuna libertà di scelta nell'assun­ indica che la P.A. deve agire nell'osservanza delle disposi­
zione della condotta né nelle sue modalità, ma si deve ade­ zioni di legge e rispettare i diritti delle persone.
guare alle prescrizioni della legge. P ertanto la sua attività è Consegue da ciò che l'azione amministrativa può comporta­
vincolata. re il sacrificio di interessi individuali soltanto nei casi espres­
samente previsti dalla legge.
1.1.6 L'AMMINISTRAZIONE ATTIVA, L'art.97 c.1 Cost. enuncia il principio della riserva di legge
CONSULTIVA E DI CONTROLLO (si ha quando una determinata materia può essere regolata
soltanto dalla legge) secondo il quale è riservato alla legge il
L'Amministrazione, in base alle sue attribuzioni, si può distin­ compito di disciplinare, nelle sue linee fondamentali, l'orga­
guere in attiva, consultiva e di controllo. nizzazione e il funzionamento degli uffici amministrativi.
Lo stesso art. 97 c. 1 Cost. enuncia altri due p rincipi ai quali
deve essere improntata l'attività dei pubblici uffici preposti
L'amministrazione attiva compie atti concreti per alla cura dei bisogni collettivi:
soddisfare in modo immediato i fini pubblici; que­
sti atti sono deliberativi se consistono in dichiara­ il principio di buon andamento prescrive che le
zioni che manifestano una volontà (ad esempio il attività amministrative siano volte a realizzare nel
prowedimento che dispone l'espropriazione di un modo migliore lo specifico interesse pubblico che
terreno); attuativi se eseguono precedenti manife­ devono salvaguardare (ad esempio: tutela della
stazioni di volontà (ad esempio l'occupazione di salute, della sicurezza, ecc.). Sono applicazione
un terreno espropriato); esecutivi se sono meri atti di questo principio tutte le regole di comportamen­
materiali (ad esempio la costruzione di un'opera, to che i pubblici uffici devono osservare per ese­
le cure ospedaliere, ecc.). guire i loro compiti con prontezza, trasparenza,
L'amministrazione consultiva emette pareri con efficienza e con economicità di mezzi.
cui esprime valutazioni e apprezzamenti su deter­ il principio di imparzialità comporta che la P.A.,
minate situazioni, al fine di fornire conoscenze e nel perseguire i propri fini, deve agire con obietti­
consigli alle autorità che hanno compiti di ammi­ vità nei confronti di quei privati che possono ave­
nistrazione attiva. Si tratta di attività di natura pre­ re interessi contrastanti con quelli pubblici. In tali
ventiva che precede la formazione della volontà casi la P.A. deve svolgere la propria attività senza
delle predette autorità. disparità di trattamento e senza indebite protezio­
L'amministrazione di controllo accerta se de­ ni.
terminate attività amministrative sono conformi L'art. 98 c. 1 Cast. dispone che i pubblici impiegati devono
alla legge (controllo di legittimità, consiste nella essere al servizio esclusivo della nazione e ne garantisce
valutazione che un'attività sia stata effettuata nel l'indipendenza e la neutralità dalle influenze partitiche o per­
rispetto della legge con riguardo alla sua forma e sonalistiche.
al suo contenuto) o alle regole di efficienza e di L'art.113 Cast. assicura la tutela giurisdizionale dei privati
buona amministrazione e alle prescrizioni tecni­ contro gli atti illegittimi della P.A.
che {controllo di merito, consiste nella valutazio­
ne che un'attività sia stata effettuata in conformità
alle regole di buona amministrazione).

16
1.2 L'ORDINAMENTO AMMINISTRATIVO
. . . .. . . .. ······ .. ...... Pubblici ec�nomici ai qUélli}o Stato, laRegionEI .� g)i enti
DELLO STÀTO ÌTÀUANO locali affidano la gestione di attività imprenditoriali in settori
economici strategici (trasporti, energia elettrica, elettronica,
1.2.1 L'ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA sport).
I loro organi, infatti, sono nominati dallo Stato o dagli enti
I SOGGETTI DELLA P. A. territoriali, ai quali spetta altresì un potere di direttiva e di
controllo.
L'organizzazione è fondamentale per far funzionare la pub­
blica amministrazione e metterla in grado di raggiungere i 1.2.2 GLI ORGANI DELLA P.A.
suoi fini. L'organizzazione amministrativa è il complesso
unitario degli uffici e dei mezzi mediante i quali la P.A. svolge Lo Stato e gli altri soggetti pubblici svolgono le proprie atti­
le sue attività. vità per mezzo di persone fisiche, le quali, sulla base di un
L'organizzazione dei pubblici uffici è riservata al potere legi­ rapporto giuridico (ad esempio il pubblico impiego), sono
slativo, ma anche il Governo emana regolamenti e direttive a preposte (persone fisiche poste a capo di un ente o di un'or­
integrazione delle leggi. ganizzazione) ai vari uffici pubblici in cui è strutturata l'orga­
Come detentore della sovranità, lo Stato è il principale sog­ nizzazione amministrativa.
getto della P.A. Gli altri soggetti sono gli enti territoriali, do­ Queste persone costituiscono gli organi delle persone giuri­
tati della più ampia autonomia amministrativa e gli enti non diche pubbliche.
territoriali, i quali svolgono funzioni amministrative specifi­ Fra le Pubbliche Amministrazioni e le persone che ne eser­
che. citano i poteri e le funzioni si crea una relazione così stretta
L'attività amministrativa, quindi, in parte è svolta dallo Stato che le persone si immedesimano con esse.
e in parte da altre persone giuridiche, che sono distinte e Il termine organo indica quindi sia l'istituzione, cioè il com­
autonome dallo Stato, ma con esso strettamente connesse. plesso di mezzi, persone e attribuzioni, diretti in modo stabile
L'amministrazione statale è quella svolta direttamente dallo all'esercizio di determinate funzioni della PA (ad esempio il
Stato. Ministero degli Esteri, la Questura, gli assessorati regionali)
Essa si distingue in: sia le persone che vi sono preposte e ne manifestano la vo­
lontà (Ministro, Questore, Assessori).
Il soggetto pubblico mediante gli organi agisce direttamen­
Amministrazione centrale: ha sede a Roma e te e manifesta in modo immediato la sua volontà verso l'e­
ha al suo vertice il Presidente del Consiglio dei sterno. Gli atti emessi dagli organi pubblici, in definitiva, sono
Ministri e i singoli Ministri atti dello Stato e degli altri soggetti pubblici; ciò vuol dire che,
Amministrazione decentrata: svolge la sua quando agiscono il Ministro, il Prefetto o il Sindaco è la stes­
attività in periferia, sotto la direzione dell'ammi­ sa pubblica amministrazione che esercita la propria attività.
nistrazione centrale (ad esempio le regioni e le Poiché l'organo è stabilmente incorporato nella struttura
ASL gestiscono i propri compiti di soddisfazione dell'ente, gli effetti della sua attività sono duraturi anche se
dei bisogni di salute della popolazione secondo cambia la persona fisica che ne è titolare.
gli indirizzi del Ministero della Salute). Con il de­ L'organo è strutturato in uno o più uffici. L'ufficio consiste in
centramento le funzioni amministrative dello Stato un complesso di persone fisiche e di mezzi materiali a cui è
sono svolte con maggiore snellezza e prontezza preposta la persona fisica, che ne è titolare.
dai suoi organi periferici. Ogni ufficio svolge determinate attività inerenti alla funzione
dell'organo e anche attività di carattere organizzativo interno
L'amministrazione non statale è svolta in massima parte (segreteria, archivio, contabilità). Gli organi e gli uffici concor­
dagli enti pubblici territoriali, che sono espressione della rono a formare l'organizzazione amministrativa.
comunità stanziata nelle diverse zone del territorio dello Sta­
to. Sono organizzati come enti autonomi; il maggiore di tutti 1.2.3 CLASSIFICAZIONE DEGLI ORGANI
è la Regione e nel suo ambito sono compresi la Provincia, il AMMINISTRATIVI
Comune e gli altri enti locali, quali ad esempio le Comunità
montane. In relazione alla loro struttura, gli organi amministrativi si di­
Una residua parte dell'amministrazione non statale è com­ stinguono in individuali (se sono costituiti da una sola per­
posta dagli enti pubblici non territoriali, organizzazioni sona come ad esempio il Prefetto, il Sindaco) o collegiali
dotate di personalità giuridica e possono essere istituiti sia (se sono formati da più persone che esercitano insieme,
dallo Stato, sia da parte di Regioni, Province o Comuni auto­ cioè contestualmente, la stessa funzione come ad esempio
nomamente. Pur non essendo espressione del voto popolare il Consiglio Comunale o la Commissione per l'assegnazione
collaborano con lo Stato e gli enti territoriali per il soddisfaci­ di alloggi popolari).
mento di specifici fini pubblici (economici, sociali, previden­ Le volontà espresse dai singoli componenti dell'organo col­
ziali, culturali). legiale formano una sola volontà manifestata in un'unica
In quanto non perseguono fini collettivi gli enti non territoriali deliberazione che ha rilevanza nei rapporti esterni. Normal­
erogano servizi amministrativi, tecnici e sociali di interesse mente per la validità delle deliberazioni è sufficiente la pre­
nazionale o locale. Essi hanno poteri, ma fanno capo alle senza della metà dei componenti (numero legale) con il voto
Pubbliche Amministrazioni statali o regionali, alle quali spet­ favorevole della maggioranza dei votanti.
tano poteri di nomina, di direttiva e di vigilanza. Specifiche norme possono richiedere, in determinati casi, la
Nella categoria degli enti non territoriali rientrano le agenzie, presenza di tutti i membri del Collegio o una maggioranza
strutture amministrative snelle e autonome che lo Stato da qualificata (ad esempio 2/3).
qualche tempo va istituendo per l'espletamento di particolari In base alla designazione delle persone a essi preposte, gli
compiti operativi. Ne sono esempi le Agenzie fiscali (Agenzia organi si distinguono in elettivi e non elettivi, a seconda
delle Entrate, Agenzia del Territorio, Agenzia del Catasto). che la loro nomina awenga ad opera della collettività (ad
Tra gli enti pubblici non territoriali rientrano anche gli enti esempio il Sindaco) o per nomina da parte di altri organi (ad

17
_ .. esempio_il PrE?fetto}. .. ..... ........ ..........•.. . . .. .. . . . . . ........ 1.3 ELEMENTI DI DIRITTO DEL LAVORO
Con riferimento alla funzione espletata, gli organi si distin°
guono in attivi, consultivi e di controllo, a seconda che 1.3.1 IL RAPPORTO DI DIPENDENZA
operino per la concreta attuazione dei fini pubblici (ad esem­
pio, il Ministro, che ha funzioni direttive o il Vigile urbano, L'ordinamento giuridico italiano identifica come rapporto di
che ha funzioni esecutive) o esprimano pareri (ad esempio il lavoro quel rapporto giuridico che si sviluppa fra soggetti di­
Consiglio di Stato, la Commissione comunale edilizia) o con­ versi, attraverso lo strumento del contratto di lavoro.
trollino gli organi attivi (ad esempio la Corte dei conti). Le obbligazioni principali che caratterizzano il contratto di la­
In base alla loro posizione all'interno della P.A. gli organi si voro sono rappresentate da:
distinguono in centrali, quando operano in tutto il territorio
(ad esempio il Ministro) e periferici, quando operano in un Obblighi del dipendente e del datore di lavoro
ambito territoriale più limitato e alle dipendenze dei primi (ad Gli altri obblighi del rapporto di lavoro
esempio il P refetto). L'intuitus personae

1.2.41 MEZZI DELL'ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA Obblighi del dipendente e del datore di lavoro
P er lo svolgimento della sua attività, la P.A. oltre che delle L'obbligazione del lavoratore è quella di mettere a disposizio­
persone fisiche ha bisogno di mezzi materiali che completa­ ne del suo datore di lavoro la propria prestazione lavorativa.
no la sua organizzazione e consistono in risorse finanziarie Quella del datore di lavoro, sia esso persona fisica o persona
e in beni pubblici. giuridica, consiste invece nell'obbligo di corrispondere al la­
Essi possono essere utilizzati in due modi: voratore una retribuzione per le prestazioni rese.
Occorre sin da subito sottolineare che datore di lavoro può
fornire il denaro necessario per finanziare le spe­ essere sia una persona fisica che una persona giuridica e
se pubbliche (costi della Difesa, dell'Istruzione, che, in questo secondo caso, la sua natura può essere sia
della Sanità) pubblica che privata.
soddisfare direttamente con il loro impiego le fina­ Queste due importanti obbligazioni, non sono comunque le
lità di pubblico interesse. uniche due che contraddistinguono il rapporto di lavoro, ma
ve ne sono molte altre, in capo sia al datore di lavoro che
al dipendente, quali ad esempio la sicurezza nei luoghi di
Le risorse finanziarie sono costituite dalle entrate pubbli­
lavoro, i doveri di diligenza e fedeltà, citati nei codici di com­
che, le quali provengono da tre fonti:
portamento e disciplinari richiamati in diversi contratti nazio­
nali di lavoro così come il diritto alle ferie e ad altri permessi
i tributi pagati dai cittadini particolari.
i proventi dei beni pubblici Con il termine "intuitus personae" si intende rappresentare il
i prestiti contratti dallo Stato o dagli altri enti ter­ rapporto fiduciario che si deve necessariamente creare fra il
ritoriali. datore di lavoro e il lavoratore, parte centrale di questo rap­
porto.
I beni pubblici si distinguono in due categorie:
Le principali differenze fra il rapporto di lavoro subordi­
nato il lavoro autonomo
Beni demaniali, servono a soddisfare in modo
diretto i fini pubblici e appartengono allo Stato e L'articolo 2094 del codice civile definisce prestatore di lavoro
agli altri enti territoriali (lido del mare, spiaggia, subordinato chi "si obbliga mediante retribuzione a collabo­
fiume, strade, basi militari, acquedotti, ecc.); essi rare nell'impresa, prestando il proprio lavoro, intellettuale o
non possono essere venduti e sono utilizzati di­ manuale, alle dipendenze e sotto la direzione dell'impren­
rettamente dalla P.A. o messi a disposizione della ditore".
collettività Gli elementi che contraddistinguono il rapporto di lavoro su­
Beni patrimoniali, appartengono allo Stato, agli bordinato sono rappresentati dalla collaborazione, dall'one­
enti territoriali o a quelli non territoriali e sono tutti rosità e, infine, dalla dipendenza e dalla direzione.
i beni che non sono compresi nel demanio e pos­
sono essere venduti. La collaborazione, realizzata con l'affidamento al
lavoratore di attività specifiche nella filiera di pro­
I beni patrimoniali si distinguono in: duzione dell'azienda, al fine di creare vantaggio
continuativo al datore di lavoro/azienda tramite il
lavoro svolto.
indisponibili quando non possono essere sot­ L'onerosità è sostanziata con la corresponsione
tratti all'uso pubblico a cui sono destinati (foreste, della retribuzione a seguito delle prestazioni svol­
miniere, edifici pubblici) te.
disponibili quando non vengono usati per scopi La dipendenza e la direzione rappresentano so­
pubblici, ma sono destinati a fornire risorse finan­ stanzialmente il vincolo gerarchico che si crea fra
ziarie. Essi sono posseduti dalla pubblica ammini­ datore di lavoro, o fra i suoi collaboratori gerarchi­
strazione a titolo di proprietà privata e sono sog­ camente sovraordinati, ed il al lavoratore. In base
getti alla disciplina del diritto privato. a questo principio, il lavoratore è s ottoposto alle
direttive, finalizzate al buon andamento dell'im­
presa, impartite sia dal datore di lavoro che dagli
altri soggetti sopra evidenziati.

3 Art. 2104 codice civile. Il prestatore di lavoro deve usare la diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta, dall'interesse
dell'impresa e da quello superiore della produzione nazionale. Deve inoltre osservare le disposizioni per l'esecuzione e per la disciplina del
lavoro impartite dall'imprendttore e dai collaboratori di questo dai quali gerarchicamente dipende.
4 http://www.treccani.iVvocabolario/diligenza1 /
18
... �.q1,1�s.JQ prgpos.i!Q,J,Lf� ri f�rim�!ltQ_ _&I _ çc:,m.!:>ipijtQ Ais.?PfilQ Il dovere di diligenza
dagli articoli2094 e 2104 del codice civile, che stabiliscono
che il lavoratore deve "osservare le disposizioni per l'esecu­ Il dovere di diligenza (art. 2014 codice civile3) rappresenta
zione e per la disciplina del lavoro impartite dall'imprenditore l'obbligo per il lavoratore di utilizzare la diligenza richiesta
e dai collaboratori di questo dai quali gerarchicamente di­ dalla natura della prestazione lavorativa, cioè nell'osservan­
pende". za delle norme tecniche e di correttezza sociale, in relazione
alla natura del lavoro e all'interesse dell'impresa,.
Il rapporto di lavoro autonomo
Il dovere di obbedienza
Il rapporto di lavoro autonomo fra due soggetti, è regolamen­
tato dall'art. 2222 e seguenti del codice civile. In particolare, Per il lavoratore, significa svolgere in modo preciso e pun­
l'art, 2222 del codice civile dice che "Quando una persona tuale le disposizioni ricevute da parte del datore di lavoro e/o
si obbliga a compiere verso un corrispettivo un'opera o un dei suoi superiori da questo incaricati per l'esecuzione del
servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo suo lavoro.
di subordinazione nei confronti del committente, si applicano Il lavoratore può rifiutarsi di svolgere una determinata attività
le norme di questo capo, salvo che il rapporto abbia una di­ conseguente ad una disposizione solo quando tale attività
sciplina particolare nel libro IV". sia vietata dalla legge. Ad esempio, riferendosi alle funzioni
Da ciò emerge che il lavoro autonomo è caratterizzato cer­ dell'Operatore Socio Sanitario, una disposizione illegittima
tamente dall'onerosità, ma anche dall'assenza di direzione impartita da un coordinatore potrebbe riguardare la sommi­
da parte di terzi e dalla prevalenza del lavoro del prestatore nistrazione di una terapia, pratica ad oggi vietata dalla legge
d'opera, che decide il mezzo con cui svolgere la prestazio­ per questa figura professionale.
ne richiesta senza alcun vincolo di subordinazione, con una
retribuzione non soggetta a contratti vincolanti ma in base ai L'obbligo di fedeltà
patti stipulati fra i soggetti contraenti.
Questo tipo di obbligo, disciplinato dall'art. 2105 del codice
1.3.2 IL CONTRATTO DI LAVORO, IL POSSESSO civile, vieta al lavoratore la concorrenza con la propria azien­
DELLA CAPACITÀ GIURIDICA E DI AGIRE, da e la divulgazione e l'abuso dei segreti aziendali5• È vietato
LA FORMA E GLI ADEMPIMENTI quindi divulgare all'esterno della propria azienda segreti che
potrebbero awantaggiare il lavoratore stesso o soggetti terzi
L'articolo 2094 del codice civile dice che è "prestatore di estranei all'azienda; da precisare che tale obbligo permane
lavoro subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a anche dopo la cessazione del rapporto di lavoro con quella
collaborare nell'impresa, prestando il proprio lavoro intellet­ determinata azienda.
tuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell'im­ Questo tipo di obbligo si sovrappone alle norme che rego­
prenditore". L'obbligo, come abbiamo visto, viene stabilito lamentano il segreto d'ufficio e il segreto professionale per
con la stipula del contratto individuale di lavoro. Per poter i pubblici dipendenti e per gli esercenti attività quali quelle
stipulare un contratto di lavoro valido, occorre avere capa­ riferite all'assistenza sanitaria ed alla cura delle persone, sia
cità giuridica e capacità di agire da parte dei soggetti che lo in ambito pubblico che privato.
stipulano.
La legge vieta di stipulare contratti di lavoro con soggetti che Le sanzioni disciplinari
non abbiano concluso il percorso di studi obbligatorio e ab­
biano meno di 15 anni di età. L'articolo 2106 del codice civile. prevede che quando il la­
La c�acità di agire si acquisisce con la maggiore età, fermo voratore viola il dovere di diligenza, il dovere di obbedienza
restando che "sono salve le leggi speciali che stabiliscono o l'obbligo di fedeltà, il datore di lavoro può irrogare nei suoi
un'età inferiore in materia di capacità a prestare il proprio confronti delle sanzioni disciplinari. Si riconosce quindi al da­
lavoro. In tal caso il minore è abilitato all'esercizio dei diritti tore di lavoro il potere disciplinare, cioè il potere di irrogare
e delle azioni che dipendono dal contratto di lavoro" (art. 2 sanzioni ai dipendenti, nei limiti previsti dai relativi contratti
codice civile). nazionali di lavoro.
Il contratto di lavoro viene generalmente stipulato in forma
scritta, anche se la legge non vieta espressamente diverse 1.3.3 IL POTERE DI CONTROLLO E I SUOI LIMITI
forme di contratto, quali ad esempio la forma orale.
Il datore di lavoro ha, fra le sue prerogative, quella del con­
Periodo di prova trollo delle prestazioni svolte dai lavoratori suoi dipendenti,
comunque nei limiti dello Statuto dei lavoratori.
Il periodo di prova, previsto in tutti i contratti di lavoro sia della In particolare, a tutela della personalità del lavoratore, è
sanità pubblica che privata cui fa riferimento l'Operatore So­ vietato l'utilizzo di guardie giurate per scopi diversi da quelli
cio Sanitario, stabilito dall'articolo 2096 del codice civile, dice strettamente attinenti la salvaguardia del patrimonio azien­
che "durante il periodo di prova ciascuna delle parti può rece­ dale, con la conseguenza che tali soggetti possono accedere
dere liberamente dal contratto, senza obbligo di preawiso o nei locali di lavorazione solo per quest'ultima finalità.
di indennità. Se però la prova è stabilita per un tempo minimo
necessario, la facoltà di recesso non può esercitarsi prima I controlli a distanza
della scadenza del termine. Compiuto il periodo di prova,
l'assunzione diviene definitiva e il servizio prestato si compu­ Una particolare attenzione la meritano i controlli a distanza,
ta nell'anzianità del prestatore di lavoro". regolamentati dall'articolo 4 dello statuto dei lavoratori, re­
La durata massima del periodo di prova è fissata dalla leg­ centemente riformato dalla legge n.183/2014 (il cosiddetto
ge, indirettamente, in sei mesi, anche se spesso i contratti JobsAct).
collettivi fanno riferimento a un arco temporale inferiore. Tale norma, infatti, sancisce che è possibile impiegare im-

5 Art. 2015 codice civile: Il prestatore di lavoro non deve trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l'imprenditore,
nè divulgare notizie attinenti all'organizzazione e ai metodi di produzione dell'impresa, o fame uso in modo da poter recare ad essa
pregiudizio.
6 Art. 2106 codice civile L'inosservanza delle disposizioni contenute nei due articoli precedenti può dar luogo all'applicazione di sanzioni
disciplinari, secondo la gravità dell'infrazione [e in conformità delle norme corporative]
19
piantLaudiovisiv1e altri strumenti <:lai .quali .dedvLsoJo laws� .. . ..smoo .che i .I dat.ore <liJavoro,.una xo!ta su�ratg i! p�riqdp_dL
sìbilità dicontrollò a distanza dell'attività dei lavoratori esclu- comporto, non ha obblighi di ricollocare il lavoratore ad altre
sivamente per esigenze organizzative e produttive, per la mansioni, come ad esempio accade nel caso di rientro al la-
sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale. voro a seguito di mutate condizioni di salute che abbiano ca-
Questi, peraltro, possono essere installati previo accordo gionato invalidità. Quindi, il superamento del periodo di com-
collettivo stipulato dalla rappresentanza sindacale unitaria porto è già di per sé sufficiente a legittimare il licenziamentq.
o dalle rappresentanze sindacali aziendali o, per le imprese
che hanno unità produttive ubicate in diverse province del­ 1.3.5 IL RAPPORTO DI PUBBLICO IMPIEGO
la stessa regione o in più regioni, previo accordo collettivo
stipulato dalle associazioni sindacali comparativamente più Il rapporto di lavoro alle dipendenze delle Pubbliche Ammini­
rappresentative sul piano nazionale. strazioni è considerato uno dei numerosi casi di rapporto di
Se manca l'accordo, l'unico modo residuo per installare i pre­ lavoro "speciale".
detti impianti di controllo è quello di ottenere l'autorizzazione Risulta infatti disciplinato da norme specifiche e con logiche
da parte della direzione territoriale del lavoro. spesso diverse da quelle del lavoro privato. Anche il rapporto
In ogni caso, non è possibile estendere la limitazione in com­ di lavoro pubblico è stato sottoposto negli anni a numerose
mento anche agli strumenti utilizzati dal lavoratore per rende­ riforme che ne hanno modificato in modo sostanziale la na­
re la prestazione lavorativa né agli strumenti di registrazione tura, rendendolo sempre di più simile al rapporto di lavoro
degli accessi e delle presenze, come i badge. privato.
Lo Statuto dei lavoratori, infine, chiarisce che le informazioni Il decreto legislativo 165 del 2001 ha posto le basi per un'e­
raccolte attraverso gli impianti audiovisivi e gli altri strumenti stensione della gran parte delle norme del lavoro privato in
dai quali derivi la possibilità di controllo a distanza dell'attività molti settori della pubblica amministrazione.
dei lavoratori possono essere utilizzate a tutti i fini connessi
al rapporto di lavoro solo se al lavoratore è data un,adeguata Il reclutamento del personale nella pubblica amministra­
informazione circa le modalità d'uso degli strumenti e di ef­ zione
fettuazione dei controlli, nel rispetto di quanto sancito dal Co­
dice della privacy. I l comma 3 dell'articolo 97 della Costituzione prevede che i
È evidente che per il mondo sanitario e altri particolari conte­ dipendenti pubblici debbano essere assunti mediante con­
sti dove gli operatori si trovano a contatto con soggetti "fra­ corso pubblico, owerosia attraverso procedure selettive
gili" (bambini, disabili, anziani), considerando il sempre più volte ad accertare la professionalità richiesta, eccettuati i
frequente mancato rispetto di norme etiche e di comporta­ casi di assunzione di alcune categorie di disabili e del per­
mento (ad esempio violenze contro i minori o contro anziani sonale che ricopre qualifiche e profili per i quali è richiesta la
ricoverati nelle case di cura), possono essere operati control­ sola scuola dell'obbligo (reclutati mediante awiamento nelle
li a distanza, con registrazione delle attività dei lavoratori, su liste di collocamento).
disposizione specifica dell'autorità giudiziaria.
Controlli analoghi possono owiamente essere disposti per Mansioni
rilevare comportamenti fraudolenti, quali ad esempio la rile­
vazione di attestazione di presenza (timbratura del cartellino) Altra rilevante differenza tra lavoro pubblico e lavoro priva­
da parte di dipendenti pubblici e privati. to è rappresentata dalla disciplina delle mansioni. Al lavoro
pubblico, infatti, non si applica l'articolo 2103 del codice civile
1.3.4 IL MANTENIMENTO DEL POSTO DI LAVORO per il mutamento delle mansioni, ma l'articolo 52 del d.lgs. n.
A SEGUITO DI MALATTIA O INFORTUNIO 165/2001.
Tale norma sancisce che il prestatore di lavoro pubblico può
L'articolo 2110 del codice civile garantisce al lavoratore che di regola acquisire la qualifica superiore solo a seguito di
non può recarsi a lavoro in quanto malato o infortunato il procedure selettive. In determinati casi, però, è ammessa
mantenimento dell'occupazione per un determinato arco un'assegnazione temporanea a mansioni superiori indipen­
temporale. dentemente dallo svolgimento di un concorso, con diritto al
I nfatti, dice testualmente che: trattamento della qualifica superiore: ci si riferisce al caso di
"In caso d'infortunio, di malattia, di gravidanza o di puerperio, vacanza di posto in organico, per non più di sei mesi, pro­
se la legge [o le norme corporative] non stabiliscono forme rogabili a dodici qualora siano state awiate le procedure per
equivalenti di previdenza o di assistenza, è dovuta al presta­ la copertura del posto vacante e al caso di sostituzione di
tore di lavoro la retribuzione o un'indennità nella misura e per altro dipendente assente con diritto alla conservazione del
il tempo determinati dalle leggi speciali [dalle norme corpora­ posto, con esclusione dell'assenza per ferie, per tutta la du­
tive] dagli usi o secondo equità. Nei casi indicati nel comma rata dell'assenza.
precedente, l'imprenditore ha diritto di recedere dal contratto Al di fuori di tali due ipotesi, l'assegnazione del lavoratore a
a norma dell'art. 2118, decorso il periodo stabilito dalla legge mansioni proprie di una qualifica superiore è nulla, ma al la­
{dalle norme corporative], dagli usi o secondo equità. Il perio­ voratore è corrisposta la differenza di trattamento economico
do di assenza dal lavoro per una delle cause anzidette deve con la qualifica superiore.
essere computato nell'anzianità di servizio". L'articolo 52 si occupa anche delle progressioni di carriera,
La legge consente cioè al datore di lavoro, sia pubblico che precisando che quelle che riguardano la stessa area funzio­
privato, di procedere al licenziamento del lavoratore, qualora nale awengono mediante principi di selettività in funzione
i periodi di malattia o infortunio eccedano i limiti stabiliti dalla delle qualità culturali e professionali, dell'attività svolta e dei
contrattazione collettiva. Tale periodo, viene definito "perio­ risultati conseguiti, mentre quelle che riguardano aree fun­
do di comporto" e, una volta decorso il periodo di comporto, zionali diverse awengono mediante concorso pubblico.
se il lavoratore non rientra a lavoro, può essere licenziato dal
suo datore di lavoro.
Anche sentenze della suprema corte di cassazione1 stabili-

7 Sentenza Cassazione civile n. 1404/2012


8 Legge 8 marzo 2017, n. 24 "Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità
professionale degli esercenti le professioni sanitarie"
20
ca9ionato .a t�rzi, ci si può avvalere, corrie vedremo, di as�
·. sic:uraiiorÌi; penaimente ognuno. risponde in. modo diretto-cii
Nell'ambito della pubblica amministrazione - e specialmen­ eventuali reati colposi o dolosi commessi nell'esercizio della
te nel settore della sanità - a volte si sente parlare, in modo propria funzione.
improprio, di "demansionamento". Nell'ambito della pubblica La responsabilità civile in ambito sanitario richiama all'atten­
amministrazione, in realtà, il dipendente può essere adibito a zione gli articoli 589 e 590 del codice penale, recentemente
mansioni diverse, ma solo se le nuove mansioni sono supe­ modificati dalla legge 24 del 20170• Questa legge ha sostan­
riori oppure equivalenti a quelle di assunzione, consentendo zialmente modificato gli ambiti di responsabilità di tutti i pro­
così al dipendente di utilizzare la professionalità acquisita fessionisti, spostando fra le altre cose la centralità di questo
nonché di arricchire il proprio patrimonio professionale e pur­ elemento dalla professione medica ad un più ampio concetto
ché ciò non determini una riduzione del trattamento econo­ di responsabilità di equipe, nella quale risultano coinvolti tutti
mico. i professionisti e gli operatori che svolgono pratiche di assi­
Quindi, alla pubblica amministrazione è fatto divieto di adi­ stenza, compresi quindi gli OSS.
bire il lavoratore a mansioni inferiori, non solo da intendere Fra le altre cose il decreto richiama l'obbligo per le strutture
come mansioni non riconducibili ai profili della qualifica per sanitarie, pubbliche e private, di aderire a forme di assicura­
la quale si è stati assunti, ma anche mansioni astratte e non zione rispetto ai danni cagionati nell'ambito delle attività e dei
ben definite. servizi che rendono ai loro assistiti.
Il demansionamento ricorre non solo in caso di assegnazione Il sanitario dipendente della struttura pubblica è invece chia­
di mansioni non corrispondenti all'inquadramento contrattuale mato a rispondere, ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile,
del lavoratore, ma anche in caso di delegittimazione e sottra­ per la responsabilità extracontrattuale. Secondo questo prin­
zione delle attività precedentemente svolte. cipio il danno cagionato è risarcibile se l'autore ha agito con
dolo o con colpa. Cioè quando l'evento è stato determinato
Altre particolarità dell'impiego pubblico in modo intenzionale (dolo), ovvero si è verificato a causa di
negligenza, imprudenza o imperizia oppure dell'inosservanza
Norme particolari regolamentano l'eccedenza di personale di norme, regolamenti, ordini e discipline.
rispetto alla qualifica posseduta, la valutazione della perfor­ I sanitari dipendenti saranno assicurati nel rapporto di dipen­
mance individuale (che come finalità dovrebbe avere il mi­ denza dall'azienda presso la quale operano e dovranno stipu­
glioramento della qualità dei servizi e la valorizzazione del lare una polizza a proprio carico a copertura dei casi riferibili
merito), le sanzioni disciplinari, i licenziamenti. alla sola colpa grave. Ma, potendo la persona danneggiata
Altro aspetto importante e ben definito è il regime di incom­ perseguire direttamente l'operatore, è opportuno che la poliz­
patibilità tra lavoro pubblico e altri impieghi, per cui - salvo za che ognuno stipula copra anche gli altri casi previsti,.
alcune particolari eccezioni, quali ad esempio il contratto di la­
voro part time al 50% con autorizzazione da parte dell'azien­ È importante sottolineare che l'OSS:
da - limita le possibilità di svolgimento di un'altra attività lavo­
rativa da parte dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. può svolgere funzioni inerenti il proprio profilo:
svolgendo attività improprie, ad esempio attività
esclusive di altri professionisti (come la sommini­
strazione di terapia), può incorrere in problemati­
1.4 LA RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE che di cui l'assicurazione del datore di lavoro po­
trebbe non rispondere. In questo specifico caso si
1.4.1 IL CONCETTO DI RESPONSABILITÀ potrebbe configurare, oltre alla colpa grave, anche
l'esercizio abusivo della professione infermieristi­
Etimologicamente essere responsabili vuole dire rispondere ca, con tutte le conseguenze penali connesse
ad altri di qualche cosa. In diritto, la responsabilità civile è la deve svolgere le funzioni con la dovuta diligenza,
situazione giuridica di obbligo gravante su un soggetto e che cioè con la necessaria accuratezza nello svolgi­
si instaura o per inadempimento di un obbligo (responsabilità mento dei compiti tipici derivanti dall'esercizio del
contrattuale) o per qualunque atto illecito doloso o colposo proprio ruolo
che abbia arrecato ad altri un danno ingiusto (responsabilità deve essere prudente nello svolgere le attività di
extracontrattuale). sua competenza, cioè deve avere un "atteggia­
La responsabilità amministrativa, in diritto pubblico, è tipica mento cauto ed equilibrato di chi, intuendo la pre­
sia dell'amministrazione pubblica verso altri soggetti, sia dei senza di un pericolo o prevedendo le conseguenze
funzionari nei confronti di terzi e si diversifica in: dei suoi atti, si comporta in modo da non correre
inutili rischi e da evitare a sé e ad altri qualsiasi
responsabilità diretta, per illeciti dovuti a dolo o possibile danno10".
colpa grave del dipendente o dell'amministrazione
stessa Quindi la conoscenza del profilo e degli elementi che carat­
responsabilità disciplinare, nel caso in cui il dipen­ terizzano il proprio ruolo, deve essere l'elemento guida per
dente viene meno a un dovere d'ufficio esercitare le proprie funzioni, sia nell'ambito del pubblico
responsabilità patrimoniale, se il dipendente arre­ impiego che del privato. La consapevolezza delle attività di
ca un danno all'amministrazione. propria competenza deve sempre accompagnare l'agire pro­
fessionale di tutti gli operatori e, per quanto riguarda il ruolo
La responsabilità penale, invece, è quella conseguente alla dell'OSS, è estremamente importante per definire i meccani­
commissione di un illecito penale: nei sistemi giuridici moder­ smi di integrazione con le altre professioni, in particolare con
ni (e in particolare nel nostro sistema costituzionale), diversa­ la professione infermieristica.
mente dalla responsabilità civile, è strettamente personale.
Ciò significa che, per quanto riguarda la responsabilità civile,
cioè la responsabilità di risarcire in solido un eventuale danno

9 Per approfondimenti si veda: Luca Benci et al., Sicurezza delle cure e responsabilità sanitaria- Commentario alla legge 24/2017 -
Quotidiano Sanità Editore, 2017
10 http://www.treccani.it/vocabolario/prudenza/
21
1.4.2 LA RESPONSABILITA' DISCIPLINARE tipologi� di .contra.tto o incarico e qualsiasi titolo, _ai titolari
a
dfòrgani e di incàricÌli 11égtì . ì.lffici di diretta coliàborazfone -
Sia i contratti di lavoro pubblici che privati regolamentano la delle autorità politiche, nonché nei confronti dei collaboratori
responsabilità disciplinare del dipendente. Volutamente si a qualsiasi titolo di imprese tornitrici di beni o servizi e che
tralasciano i diversi e numerosi contratti che regolano la re­ realizzano opere in favore dell'amministrazione. A tale fine,
sponsabilità disciplinare del rapporto di lavoro privato, riman­ negli atti di incarico o nei contratti di acquisizioni delle colla­
dando i lettori alla lettura dei singoli contratti di lavoro che borazioni, delle consulenze o dei servizi, le amministrazioni
volta per volta sono proposti in sede di assunzione. inseriscono apposite disposizioni o clausole di risoluzione o
decadenza del rapporto in caso di violazione degli obblighi
Nella disciplina del rapporto di pubblico impiego, il riferimen­ derivanti dal presente codice.
to più aggiornato rispetto alla responsabilità disciplinare è
rappresentato dal "Codice di comportamento dei dipendenti 4. Le disposizioni del presente codice si applicano alle re­
pubblici11 ", un insieme di norme comportamentali a cui tutti i gioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e
dipendenti pubblici devono attenersi, che si riporta integral­ di Bolzano nel rispetto delle attribuzioni derivanti dagli statuti
mente a margine di questo paragrafo. speciali e delle relative norme di attuazione, in materia di or­
Questo decreto è stato recentemente modificato dal Decreto ganizzazione e contrattazione collettiva del proprio persona­
Legislativo 20 giugno 2016,;, integrato inoltre dal Decreto le, di quello dei loro enti funzionali e di quello degli enti locali
Legislativo 25 maggio 2017, n. 7413 che ha reso più snelle del rispettivo territorio.
le procedure per il licenziamento disciplinare, nei casi in cui
questa grave sanzione è prevista, in particolare per punire e Art. 3 Principi generali
reprimere i casi di assenteismo e di falsa attestazione della
presenza in servizio. 1. Il dipendente osserva la Costituzione, servendo la Na­
zione con disciplina ed onore e conformando la propria con­
LE NORME DI COMPORTAMENTO dotta ai principi di buon andamento e imparzialità dell'azione
DEI DIPENDENTI PUBBLICI amministrativa. Il dipendente svolge i propri compiti nel ri­
spetto della legge, perseguendo l'interesse pubblico senza
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 16 abusare della posizione o dei poteri di cui è titolare.
aprile 2013, n. 62
2. Il dipendente rispetta altresì i principi di integrità, corret­
Regolamento recante codice di comportamento dei di­ tezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, trasparenza,
pendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto equità e ragionevolezza e agisce in posizione di indipenden­
legislativo 30 marzo 2001, n. 165 za e imparzialità, astenendosi in caso di conflitto di interessi.

Art. 1 Disposizioni di carattere generale 3. Il dipendente non usa a fini privati le informazioni di cui
dispone per ragioni di ufficio, evita situazioni e comporta­
Il presente codice di comportamento, di seguito deno­ menti che possano ostacolare il corretto adempimento dei
minato "Codice", definisce, ai fini dell'articolo 54 del decreto compiti o nuocere agli interessi o all'immagine della pubblica
legislativo 30 marzo 2001, n. 165, i doveri minimi di diligenza, amministrazione. Prerogative e poteri pubblici sono esercitati
lealtà, imparzialità e buona condotta che i pubblici dipendenti unicamente per le finalità di interesse generale per le quali
sono tenuti ad osservare. sono stati conferiti.

2. Le previsioni del presente Codice sono integrate e spe­ 4. Il dipendente esercita i propri compiti orientando l'azio­
cificate dai codici di comportamento adottati dalle singole ne amministrativa alla massima economicità, efficienza ed
amministrazioni ai sensi dell'articolo 54, comma 5, del citato efficacia. La gestione di risorse pubbliche ai fini dello svolgi­
decreto legislativo n. 165 del 2001. mento delle attività amministrative deve seguire una logica
di contenimento dei costi, che non pregiudichi la qualità dei
Art. 2 Ambito di applicazione risultati.

1. Il presente codice si applica ai dipendenti delle pubbli­ 5. Nei rapporti con i destinatari dell'azione amministrativa,
che amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto il dipendente assicura la piena parità di trattamento a parità
legislativo 30 marzo 2001, n.165, il cui rapporto di lavoro è di condizioni, astenendosi, altresì, da azioni arbitrarie che
disciplinato in base all'articolo 2, commi 2 e 3, del medesimo abbiano effetti negativi sui destinatari dell'azione ammini­
decreto. strativa o che comportino discriminazioni basate su sesso,
nazionalità, origine etnica, caratteristiche genetiche, lingua,
2. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 54, com­ religione o credo, convinzioni personali o politiche, apparte­
ma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le nor­ nenza a una minoranza nazionale, disabilità, condizioni so­
me contenute nel presente codice costituiscono principi di ciali o di salute, età e orientamento sessuale o su altri diversi
comportamento per le restanti categorie di personale di cui fattori.
all'articolo 3 del citato decreto n. 165 del 2001, in quanto
compatibili con le disposizioni dei rispettivi ordinamenti. 6. Il dipendente dimostra la massima disponibilità e colla­
borazione nei rapporti con le altre pubbliche amministrazioni,
3. Le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, com­ assicurando lo scambio e la trasmissione delle informazioni
ma 2, del decreto legislativo n.165 del 2001 estendono, per e dei dati in qualsiasi forma anche telematica, nel rispetto
quanto compatibili, gli obblighi di condotta previsti dal pre­ della normativa vigente.
sente codice a tutti i collaboratori o consulenti, con qualsiasi

11 DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 16 aprile 2013, n. 62 Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti
pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165
12 DECRETO LEGISLATIVO 20 giugno 2016, n. 116 Modifiche all'articolo 55-quater del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ai sensi
dell'art. 17 comma 1, lettera s), della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di licenziamento disciplinare.
22
Art. 4 Regali! colllpe nsi e altre utilità leggi () regolc1,rn�11tit it<:Jipe11<:l13nt13, . élH'éltto ..<:1�n•�gn�i 21113
all'ufficio, informa per iscritto il dirigente dell'ufficio di tutti i
1. Il dipendente non chiede, né sollecita, per sé o per altri, rapporti, diretti o indiretti, di collaborazione con soggetti pri­
regali o altre utilità. vati in qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia o abbia
avuto negli ultimi tre anni, precisando:
2. Il dipendente non accetta, per sé o per altri, regali o al­
tre utilità, salvo quelli d'uso di modico valore effettuati oc­ se in prima persona, o suoi parenti o affini entro il
casionalmente nell'ambito delle normali relazioni di cortesia secondo grado, il coniuge o il convivente abbiano
e nell'ambito delle consuetudini internazionali. In ogni caso, ancora rapporti finanziari con il soggetto con cui
indipendentemente dalla circostanza che il fatto costituisca ha avuto i predetti rapporti di collaborazione;
reato, il dipendente non chiede, per sé o per altri, regali o se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con
altre utilità, neanche di modico valore a titolo di corrispettivo soggetti che abbiano interessi in attività o decisio­
per compiere o per aver compiuto un atto del proprio ufficio ni inerenti all'ufficio, limitatamente alle pratiche a
da soggetti che possano trarre benefici da decisioni o attività lui affidate.
inerenti all'ufficio, né da soggetti nei cui confronti è o sta per
essere chiamato a svolgere o a esercitare attività o potestà 2. Il dipendente si astiene dal prendere decisioni o svol­
proprie dell'ufficio ricoperto. gere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni di con­
flitto, anche potenziale, di interessi con interessi personali,
3. Il dipendente non accetta, per sé o per altri, da un pro­ del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo
prio subordinato, direttamente o indirettamente, regali o altre grado. Il conflitto può riguardare interessi di qualsiasi natura,
utilità, salvo quelli d'uso di modico valore. Il dipendente non anche non patrimoniali, come quelli derivanti dall'intento di
offre, direttamente o indirettamente, regali o altre utilità a un voler assecondare pressioni politiche, sindacali o dei supe­
proprio sovraordinato, salvo quelli d'uso di modico valore. riori gerarchici.

4. I regali e le altre utilità comunque ricevuti fuori dai casi Art. 7 Obbligo di astensione
consentiti dal presente articolo, a cura dello stesso dipen­
dente cui siano pervenuti, sono immediatamente messi a 1. Il dipendente si astiene dal partecipare all'adozione di
disposizione dell'Amministrazione per la restituzione o per decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi pro­
essere devoluti a fini istituzionali. pri, owero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del
coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia
5. Ai fini del presente articolo, per regali o altre utilità di rapporti di frequentazione abituale, owero, di soggetti od or­
modico valore si intendono quelle di valore non superiore, in ganizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o
via orientativa, a 150 euro, anche sotto forma di sconto. I co­ grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ov­
dici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni vero di soggetti od organizzazioni di cui sia tutore, curatore,
possono prevedere limiti inferiori, anche fino all'esclusione procuratore o agente, owero di enti, associazioni anche non
della possibilità di riceverli, in relazione alle caratteristiche riconosciute, comitati, società o stabilimenti di cui sia ammi­
dell'ente e alla tipologia delle mansioni. nistratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in
ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza.
6. Il dipendente non accetta incarichi di collaborazione da Sull'astensione decide il responsabile dell'ufficio di apparte­
soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto nel biennio pre­ nenza.
cedente, un interesse economico significativo in decisioni o
attività inerenti all'ufficio di appartenenza. Art. 8 Prevenzione della corruzione

7. Al fine di preservare il prestigio e l'imparzialità dell'am­ 1. Il dipendente rispetta le misure necessarie alla preven­
ministrazione, il responsabile dell'ufficio vigila sulla corretta zione degli illeciti nell'amministrazione. In particolare, il di­
applicazione del presente articolo. pendente rispetta le prescrizioni contenute nel piano per la
prevenzione della corruzione, presta la sua collaborazione
Art. 5 Partecipazione ad associazioni e organizzazioni al responsabile della prevenzione della corruzione e, fermo
restando l'obbligo di denuncia all'autorità giudiziaria, segnala
1. Nel rispetto della disciplina vigente del diritto di associa­ al proprio superiore gerarchico eventuali situazioni di illecito
zione, il dipendente comunica tempestivamente al respon­ nell'amministrazione di cui sia venuto a conoscenza.
sabile dell'ufficio di appartenenza la propria adesione o ap­
partenenza ad associazioni od organizzazioni, a prescindere Art. 9 Trasparenza e tracciabilità
dal loro carattere riservato o meno, i cui ambiti di interessi
possano interferire con lo svolgimento dell'attività dell'ufficio. 1. Il dipendente assicura l'adempimento degli obblighi di
Il presente comma non si applica all'adesione a partiti politici trasparenza previsti in capo alle pubbliche amministrazioni
o a sindacati. secondo le disposizioni normative vigenti, prestando la mas­
sima collaborazione nell'elaborazione, reperimento e tra­
2. Il pubblico dipendente non costringe altri dipendenti ad smissione dei dati sottoposti all'obbligo di pubblicazione sul
aderire ad associazioni od organizzazioni, né esercita pres­ sito istituzionale.
sioni a tale fine, promettendo vantaggi o prospettando svan­
taggi di carriera. 2. La tracciabilità dei processi decisionali adottati dai di­
pendenti deve essere, in tutti i casi, garantita attraverso un
Art. 6 Comunicazione degli interessi finanziari e conflitti adeguato supporto documentale, che consenta in ogni mo­
d'interesse mento la replicabilità.

1. Fermi restando gli obblighi di trasparenza previsti da

13 DECRETO LEGISLATIVO 25 maggio 2017, n. 74. Modifiche al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, in attuazione dell'articolo 17,
comma 1, lettera r), della legge 7 agosto 2015, n. 124
23
Art. 1 o . . Comportamento nei rapporti priv�tj decisioni o azion.i proprie o altrui .inerenti all'ufficio, al d.i. fuori
dei casi consentiti. Fornisce informazìèmi é notizie réfatìve ad ..
1. Nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavora­ atti od operazioni amministrative, in corso o conclusi, nelle
tive con pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, il ipotesi previste dalle disposizioni di legge e regolamentari in
dipendente non sfrutta, né menziona la posizione che ricopre materia di accesso, informando sempre gli interessate del­
nell'amministrazione per ottenere utilità che non gli spettino e la possibilità di awalersi anche dell'Ufficio per le relazioni
non assume nessun altro comportamento che possa nuoce­ con il pubblico. Rilascia copie ed estratti di atti o documenti
re all'immagine dell'amministrazione. secondo la sua competenza, con le modalità stabilite dalle
norme in materia di accesso e dai regolamenti della propria
Art. 11 Comportamento in servizio amministrazione.

1. Fermo restando il rispetto dei termini del procedimento 5. Il dipendente osserva il segreto d'ufficio e la normativa
amministrativo, il dipendente, salvo giustificato motivo, non in materia di tutela e trattamento dei dati personali e, qualora
ritarda né adotta comportamenti tali da far ricadere su altri sia richiesto oralmente di fornire informazioni, atti, documenti
dipendenti il compimento di attività o l'adozione di decisioni non accessibili tutelati dal segreto d'ufficio o dalle disposizio­
di propria spettanza. ni in materia di dati personali, informa il richiedente dei motivi
che ostano all'accoglimento della richiesta. Qualora non sia
2. Il dipendente utilizza i permessi di astensione dal lavoro, competente a prowedere in merito alla richiesta cura, sulla
comunque denominati, nel rispetto delle condizioni previste base delle disposizioni interne, che la stessa venga inoltrata
dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi. all'ufficio competente della medesima amministrazione.

3. Il dipendente utilizza il materiale o le attrezzature di cui Art. 13 Disposizioni particolari per i dirigenti
dispone per ragioni di ufficio e i servizi telematici e telefonici
dell'ufficio nel rispetto dei vincoli posti dall'amministrazione. 1. Ferma restando l'applicazione delle altre disposizioni
Il dipendente utilizza i mezzi di trasporto dell'amministrazione del Codice, le norme del presente articolo si applicano ai diri­
a sua disposizione soltanto per lo svolgimento dei compiti genti, ivi compresi i titolari di incarico ai sensi dell'articolo 19,
d'ufficio, astenendosi dal trasportare terzi, se non per motivi comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e dell'arti­
d'ufficio. colo 11O del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ai
soggetti che svolgono funzioni equiparate ai dirigenti operan­
Art. 12 Rapporti con il pubblico ti negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche,
nonché ai funzionari responsabili di posizione organizzativa
1. Il dipendente in rapporto con il pubblico si fa riconoscere negli enti privi di dirigenza.
attraverso l'esposizione in modo visibile del badge od altro
supporto identificativo messo a disposizione dall'amministra­ 2. Il dirigente svolge con diligenza le funzioni ad esso spet­
zione, salvo diverse disposizioni di servizio, anche in consi­ tanti in base all'atto di conferimento dell'incarico, persegue
derazione della sicurezza dei dipendenti, opera con spirito di gli obiettivi assegnati e adotta un comportamento organizza­
servizio, correttezza, cortesia e disponibilità e, nel rispondere tivo adeguato per l'assolvimento dell'incarico.
alla corrispondenza, a chiamate telefoniche e ai messaggi
di posta elettronica, opera nella maniera più completa e ac­ 3. Il dirigente, prima di assumere le sue funzioni, comuni­
curata possibile. Qualora non sia competente per posizione ca all'amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri
rivestita o per materia, indirizza l'interessato al funzionario interessi finanziari che possano porlo in conflitto di interessi
o ufficio competente della medesima amministrazione. Il di­ con la funzione pubblica che svolge e dichiara se ha paren­
pendente, fatte salve le norme sul segreto d'ufficio, fornisce ti e affini entro il secondo grado, coniuge o convivente che
le spiegazioni che gli siano richieste in ordine al comporta­ esercitano attività politiche, professionali o economiche che
mento proprio e di altri dipendenti dell'ufficio dei quali ha la li pongano in contatti frequenti con l'ufficio che dovrà dirigere
responsabilità od il coordinamento. Nelle operazioni da svol­ o che siano coinvolti nelle decisioni o nelle attività ineren­
gersi e nella trattazione delle pratiche il dipendente rispetta, ti all'ufficio. Il dirigente fornisce le informazioni sulla propria
salvo diverse esigenze di servizio o diverso ordine di priorità situazione patrimoniale e le dichiarazioni annuali dei redditi
stabilito dall'amministrazione, l'ordine cronologico e non rifiu­ soggetti all'imposta sui redditi delle persone fisiche previste
ta prestazioni a cui sia tenuto con motivazioni generiche. Il dalla legge.
dipendente rispetta gli appuntamenti con i cittadini e rispon­
de senza ritardo ai loro reclami. 4. Il dirigente assume atteggiamenti leali e trasparenti e
adotta un comportamento esemplare e imparziale nei rap­
2. Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere infor­ porti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell'azione
mazioni a tutela dei diritti sindacali, il dipendente si astiene amministrativa. Il dirigente cura, altresì, che le risorse asse­
da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell'ammi­ gnate al suo ufficio siano utilizzate per finalità esclusivamen­
nistrazione. te istituzionali e, in nessun caso, per esigenze personali.

3. Il dipendente che svolge la sua attività lavorativa in 5. Il dirigente cura, compatibilmente con le risorse disponi­
un'amministrazione che fornisce servizi al pubblico cura il bili, il benessere organizzativo nella struttura a cui è prepo­
rispetto degli standard di qualità e di quantità fissati dall'am­ sto, favorendo l'instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra
ministrazione anche nelle apposite carte dei servizi. Il dipen­ i collaboratori, assume iniziative finalizzate alla circolazione
dente opera al fine di assicurare la continuità del servizio, di delle informazioni, alla formazione e all'aggiornamento del
consentire agli utenti la scelta tra i diversi erogatori e di forni­ personale, all'inclusione e alla valorizzazione delle differenze
re loro informazioni sulle modalità di prestazione del servizio di genere, di età e di condizioni personali.
e sui livelli di qualità.
6. Il dirigente assegna l'istruttoria delle pratiche sulla base
4. Il dipendente non assume impegni né anticipa l'esito di di un'equa ripartizione del carico di lavoro, tenendo con-

24
to dEllle. c<:1pacità,. delle attitudini e . della. professionaUtà de.I 5... U dipendente che ricelfa, fla perspne fisichEl o giu,ridiche"
personale a sua disposizione: Il dirigente affida gli incarichi .. partecipanti a procedure negoziali nelle quali sia parte l'am­
aggiuntivi in base alla professionalità e, per quanto possibile, ministrazione, rimostranze orali o scritte sull'operato dell'uffi­
secondo criteri di rotazione. cio o su quello dei propri collaboratori, ne informa immedia­
tamente, di regola per iscritto, il proprio superiore gerarchico
7. Il dirigente svolge la valutazione del personale assegna­ o funzionale.
to alla struttura cui è preposto con imparzialità e rispettando
le indicazioni ed i tempi prescritti. Art. 15 Vigilanza, monitoraggio e attività formative

8. Il dirigente intraprende con tempestività le iniziative 1. Ai sensi dell'articolo 54, comma 6, del decreto legislati­
necessarie ove venga a conoscenza di un illecito, attiva e vo 30 marzo 2001, n. 165, vigilano sull'applicazione del pre­
conclude, se competente, il procedimento disciplinare, owe­ sente Codice e dei codici di comportamento adottati dalle
ro segnala tempestivamente l'illecito all'autorità disciplinare, singole amministrazioni, i dirigenti responsabili di ciascuna
prestando ove richiesta la propria collaborazione e prowe­ struttura, le strutture di controllo interno e gli uffici etici e di
de ad inoltrare tempestiva denuncia all'autorità giudiziaria disciplina.
penale o segnalazione alla corte dei conti per le rispettive
competenze. Nel caso in cui riceva segnalazione di un ille­ 2. Ai fini dell'attività di vigilanza e monitoraggio prevista dal
cito da parte di un dipendente, adotta ogni cautela di legge presente articolo, le amministrazioni si awalgòno dell'ufficio
affinché sia tutelato il segnalante e non sia indebitamente procedimenti disciplinari istituito ai sensi dell'articolo 55-bis,
rilevata la sua identità nel procedimento disciplinare, ai sensi comma 4, del decreto legislativo n.165 del 2001 che svolge,
dell'articolo 54-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001. altresì, le funzioni dei comitati o uffici etici eventualmente già
istituiti.
9. Il dirigente, nei limiti delle sue possibilità, evita che noti­
zie non rispondenti al vero quanto all'organizzazione, all'atti­ 3. Le attività svolte ai sensi del presente articolo dall'ufficio
vità e ai dipendenti pubblici possano diffondersi. Favorisce la procedimenti disciplinari si conformano alle eventuali pre­
diffusione della conoscenza di buone prassi e buoni esempi visioni contenute nei piani di prevenzione della corruzione
al fine di rafforzare il senso di fiducia nei confronti dell'ammi­ adottati dalle amministrazioni ai sensi dell'articolo 1 , comma
nistrazione. 2, della legge 6 novembre 2012, n. 190. L'ufficio procedimen­
ti disciplinari, oltre alle funzioni disciplinari di cui all'articolo
Art. 14 Contratti ed altri atti negoziali 55-bis e seguenti del decreto legislativo n. 165 del 2001, cura
l'aggiornamento del codice di comportamento dell'ammini­
1. Nella conclusione di accordi e negozi e nella stipulazio­ strazione, l'esame delle segnalazioni di violazione dei codici
ne di contratti per conto dell'amministrazione, nonché nella di comportamento, la raccolta delle condotte illecite accer­
fase di esecuzione degli stessi, il dipendente non ricorre a tate e sanzionate, assicurando le garanzie di cui all'articolo
mediazione di terzi, né corrisponde o promette ad alcuno uti­ 54-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001. Il responsabile
lità a titolo di intermediazione, né per facilitare o aver facilita­ della prevenzione della corruzione cura la diffusione della co­
to la conclusione o l'esecuzione del contratto. noscenza dei codici di comportamento nell'amministrazione,
Il presente comma non si applica ai casi in cui l'amministra­ il monitoraggio annuale sulla loro attuazione, ai sensi dell'ar­
zione abbia deciso di ricorrere all'attività di intermediazione ticolo 54, comma 7, del decreto legislativo n. 165 del 2001,
professionale. la pubblicazione sul sito istituzionale e della comunicazione
all'Autorità nazionale anticorruzione, di cui all'articolo 1, com­
2. Il dipendente non conclude, per conto dell'amministra­ ma 2, della legge 6 novembre 2012, n. 190, dei risultati del
zione, contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento o monitoraggio. Ai fini dello svolgimento delle attività previste
assicurazione con imprese con le quali abbia stipulato con­ dal presente articolo, l'ufficio procedimenti disciplinari opera
tratti a titolo privato o ricevuto altre utilità nel biennio prece­ in raccordo con il responsabile della prevenzione di cui all'ar­
dente, ad eccezione di quelli conclusi ai sensi dell'articolo ticolo 1, comma 7, della legge n. 190 del 2012.
1342 del codice civile. Nel caso in cui l'amministrazione con­
cluda contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento o 4. Ai fini dell'attivazione del procedimento disciplinare per
assicurazione, con imprese con le quali il dipendente abbia violazione dei codici di comportamento, l'ufficio procedimenti
concluso contratti a titolo privato o ricevuto altre utilità nel disciplinari può chiedere all'Autorità nazionale anticorruzio­
biennio precedente, questi si astiene dal partecipare all'a­ ne parere facoltativo secondo quanto stabilito dall'articolo 1,
dozione delle decisioni ed alle attività relative all'esecuzione comma 2, lettera d), della legge n. 190 del 2012.
del contratto, redigendo verbale scritto di tale astensione da
conservare agli atti dell'ufficio. 5. Al personale delle pubbliche amministrazioni sono ri­
volte attività formative in materia di trasparenza e integrità
3. Il dipendente che conclude accordi o negozi owero sti­ che consentano ai dipendenti di conseguire una pien a cono­
pula contratti a titolo privato, ad eccezione di quelli conclusi scenza dei contenuti del codice di comportamento, nonché
ai sensi dell'articolo 1342 del codice civile, con persone fi­ un aggiornamento annuale e sistematico sulle misure e sulle
siche o giuridiche private con le quali abbia concluso, nel disposizioni applicabili in tali ambiti.
biennio precedente, contratti di appalto, fornitura, servizio,
finanziamento ed assicurazione, per conto dell'amministra­ 6. Le Regioni e gli enti locali, definiscono, nell'ambito della
zione, ne informa per iscritto il dirigente dell'ufficio. propria autonomia organizzativa, le linee guida necessarie
per l'attuazione dei principi di cui al presente articolo.
4. Se nelle situazioni di cui ai commi 2 e 3 si trova il diri­
gente, questi informa per iscritto il dirigente apicale respon­ 7. Dall'attuazione delle disposizioni del presente articolo
sabile della gestione del personale. non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della
finanza pubblica. Le amministrazioni prowedono agli adem-

25
pimenti previsti neU'élmbito del.le,-iso.rse.umane, finanziarie,e
. .. . 2001. secondo Ie. medesim. .e. .modalità
. . . .. previste
. dal ·~
comma .1
..•....
strumentali dÌsponibilÌa legislaziÒne VÌgerite... del presente articolo.

Art. 16 Responsabilità conseguente alla violazione dei do­ 3. Il decreto del Ministro per la funzione pubblica in data
veri del codice 28 novembre 2000 recante "Codice di comportamento dei
dipendenti delle pubbliche amministrazioni", pubblicato nella
1. La violazione degli obblighi previsti dal presente Codice Gazzetta Ufficiale n. 84 del 1O aprile 2001, è abrogato.
integra comportamenti contrari ai doveri d'ufficio. Ferme re­
stando le ipotesi in cui la violazione delle disposizioni conte­ 1.4.3 LE SANZIONI DISCIPLINARI APPLICABILI Al
nute nel presente Codice, nonché dei doveri e degli obblighi DIPENDENTI PUBBLICI Al SENSI DELLA VIGENTE
previsti dal piano di prevenzione della corruzione, dà luogo NORMATIVA
anche a responsabilità penale, civile, amministrativa o con­
tabile del pubblico dipendente, essa è fonte di responsabilità Le sanzioni attualmente previste per i pubblici dipendenti
disciplinare accertata all'esito del procedimento disciplinare, sono rappresentate da:
nel rispetto dei principi di gradualità e proporzionalità delle
sanzioni. rimprovero verbale
rimprovero scritto
2. Ai fini della determinazione del tipo e dell'entità della multa fino a 4 ore
sanzione disciplinare concretamente applicabile, la violazio­ sospensione dal servizio con privazione della re­
ne è valutata in ogni singolo caso con riguardo alla gravità tribuzione fino a 10 gg.
del comportamento e all'entità del pregiudizio, anche morale, sospensione dal servizio con privazione della
derivatone al decoro o al prestigio dell'amministrazione di ap­ retribuzione da 11 gg. fino ad un massimo di sei
partenenza. Le sanzioni applicabili sono quelle previste dalla mesi
legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi, incluse quelle licenziamento con preawiso
espulsive che possono essere applicate esclusivamente nei licenziamento senza preawiso
casi, da valutare in relazione alla gravità, di violazione delle
disposizioni di cui agli articoli 4, qualora concorrano la non
La sanzione della sospensione dal servizio con privazione
modicità del valore del regalo o delle altre utilità e l'immedia­
della retribuzione da 11 giorni fino ad un massimo di sei mesi
ta correlazione di questi ultimi con il compimento di un atto
è stata introdotta con la tornata contrattuale 2002-2005. L'a­
o di un'attività tipici dell'ufficio, 5, comma 2, 14, comma 2,
dozione di tale sanzione comporta la privazione della retri­
primo periodo, valutata ai sensi del primo periodo. La dispo­
buzione fino al decimo giorno e la corresponsione di un'in­
sizione di cui al secondo periodo si applica altresì nei casi di
dennità pari al 50% della retribuzione (oltre agli assegni
recidiva negli illeciti di cui agli articoli 4, comma 6, 6, comma
familiari) dall'undicesimo giorno in poi. La misura incide, inol­
2, esclusi i conflitti meramente potenziali, e 13, comma 9,
tre, sull'anzianità di servizio, dalla quale andrà scomputato il
primo periodo. I contratti collettivi possono prevedere ulteriori
periodo trascorso in sospensione.
criteri di individuazione delle sanzioni applicabili in relazione
Una caratteristica del tutto peculiare dei codici per il lavoro
alle tipologie di violazione del presente codice.
pubblico è la previsione di alcuni criteri generali per l'appli­
cazione dei principi di gradualità e proporzionalità delle
3. Resta ferma la comminazione del licenziamento senza
sanzioni rispetto alle infrazioni.
preawiso per i casi già previsti dalla legge, dai regolamenti e
In particolare, nell'irrogazione di una sanzione devono esse­
dai contratti collettivi.
re tenute in debita considerazione:
4. Restano fermi gli ulteriori obblighi e le conseguenti ipo­
l'intenzionalità del comportamento, alla rilevanza
tesi di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti pre­
della violazione di norme o disposizioni
visti da norme di legge, di regolamento o dai contratti colletti­
il grado di disservizio o di pericolo provocato dalla
vi.
negligenza, imprudenza o imperizia dimostrate,
tenuto conto anche della prevedibilità dell'evento
Art. 17 Disposizioni finali e abrogazioni
l'eventuale sussistenza di circostanze aggravanti
o attenuanti
1. Le amministrazioni danno la più ampia diffusione al pre­
le responsabilità derivanti dalla posizione di lavo­
sente decreto, pubblicandolo sul proprio sito internet istitu­
ro occupata dal dipendente
zionale e nella rete intranet, nonché trasmettendolo tramite
il concorso nella mancanza di più lavoratori in ac­
e-mail a tutti i propri dipendenti e ai titolari di contratti di con­
cordo tra di loro
sulenza o collaborazione a qualsiasi titolo, anche professio­
il comportamento complessivo del lavoratore,
nale, ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta
con particolare riguardo ai precedenti disciplinari,
collaborazione dei vertici politici dell'amministrazione, non­
nell'ambito del biennio previsto dalla legge
ché ai collaboratori a qualsiasi titolo, anche professionale,
il comportamento verso gli utenti.
di imprese fornitrici di servizi in favore dell'amministrazione.
L'amministrazione, contestualmente alla sottoscrizione del
contratto di lavoro o, in mancanza, all'atto di conferimento Altrettanto peculiare è la previsione di una regola per il con­
dell'incarico, consegna e fa sottoscrivere ai nuovi assunti, corso di più infrazioni con applicazione della sola sanzione
con rapporti comunque denominati, copia del codice di com­ prevista per la mancanza più grave.
portamento. Con i codici disciplinari ha fatto ufficiale ed effettivo ingresso
nella regolamentazione del lavoro pubblico il licenziamento
2. Le amministrazioni danno la più ampia diffusione ai co­ disciplinare, con preawiso e senza preawiso.
dici di comportamento da ciascuna definiti ai sensi dell'arti­ Per quanto riguarda il licenziamento l'art. 55 quater del D.L­
colo 54, comma 5, del citato decreto legislativo n. 165 del gs. 165/2001 stabilisce che ferma la disciplina in tema di
licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo e

26
�IVf} t11teriori ipptesi previste. dal .coritratto coUettivo, �jap� pririgipiQ di tempe�tiyitl]!<iell'azion�­
phca comunque la sanzione disciplinare del licenziamento in Nel corso dell'istruttoria e nelle successive fasi del giudizio
ipotesi predeterminate: l'Ufficio per i procedimenti disciplinari può acquisire informa­
zioni o documenti rilevanti da altre amministrazioni pubbli­
la falsa attestazione della presenza in servizio che, compresi i Corpi di polizia; al dipendente viene garantito
l'assenza ingiustificata per periodi superiori a tre il diritto di difesa nonché la possibilità di accedere agli atti
giorni istruttori del procedimento.
l'ingiustificato rifiuto ad un trasferimento interno In caso di trasferimento del dipendente la sanzione viene ap­
disposto per motivate esigenze di servizio plicata presso l'amministrazione in cui il dipendente presta
le dichiarazioni false o le false attestazioni per ot­ servizio a seguito del trasferimento. Se il procedimento risul­
tenere assunzioni o progressioni di carriera ta pendente, l'Ufficio per i procedimenti disciplinari dell'am­
le reiterate condotte aggressive, moleste ed of­ ministrazione di provenienza deve trasmettere tempestiva­
fensive mente i relativi atti all'Ufficio disciplinare dell'amministrazione
la condanna penale definitiva per reati per i quali è presso cui il dipendente è stato trasferito.
prevista l'interdizione dai pubblici uffici In questi casi il procedimento disciplinare viene interrotto
il prolungato (riferibile ad un arco temporale non e i nuovi termini per la contestazione dell'addebito e per la
inferiore al biennio) insufficiente rendimento. conclusione del procedimento decorrono dalla data di rice­
zione degli atti. Se l'amministrazione di provenienza viene
Secondo quanto previsto dall'art. 51, 2° comma del D.Lgs. a conoscenza dell'illecito disciplinare dopo il trasferimento
165/2001, e l'art. 18 dello Statuto dei LavoratoriM (ordine di del dipendente deve comunicarlo entro venti giorni all'Ufficio

reintegrazione in caso di licenziamento nullo o illegittimo), competente per i procedimenti disciplinari dell'amministrazio­
si applica a tutte le pubbliche amministrazioni indipendente­ ne presso cui il dipendente presta servizio.
mente dal numero dei lavoratori occupati. Per garantire l'effettività del procedimento disciplinare viene
sancita la nullità delle disposizioni di regolamento contrattua­
1.4.4 LE MODIFICHE APPORTATE DAL DECRETO li o le disposizioni interne che prevedano requisiti formali o
LEGISLATIVO 75/2017 IN TEMA DI PROCEDIMENTI procedurali ulteriori rispetto a quelli indicati dal Testo Unico o
che comunque aggravano il procedimento disciplinare.
DISCIPLINARI
Si dispone, come detto in precedenza, che eventuali vizi
formali del procedimento (come la violazione dei termini e
Il Decreto 25 maggio 2017, n. 75, noto anche come "Decreto
delle modalità di comunicazione degli atti) non determinano
Madia" interviene in materia al fine di accelerare e concre­
la decadenza dell'azione disciplinare né l'invalidità degli atti
tizzare l'azione disciplinare riscrivendo forme e termini del
e della sanzione irrogata, sempre che non sia compromesso
procedimento.
il diritto di difesa del dipendente. Infine, è riconosciuta la pos­
Secondo il proprio ordinamento e nell'ambito della propria
sibilità di riaprire il procedimento disciplinare entro sessanta
organizzazione, ciascuna amministrazione deve individuare
giorni dal passaggio in giudicato della sentenza che annulla
l'Ufficio per i procedimenti disciplinari competente per le in­
la sanzione disciplinare per violazione del principio di propor­
frazioni punibili con sanzione superiore al rimprovero verbale
zionalità. In questo caso l'amministrazione deve rinnovare la
attribuendone la titolarità e la responsabilità.
contestazione degli addebiti.
Il decreto modifica integralmente il procedimento disciplina­
Il decreto integra le fattispecie di licenziamento disciplinare
re previsto per le sanzioni non irrogabili direttamente dal re­
disposte all'articolo 55-quater includendo:
sponsabile della struttura presso cui presta servizio il dipen­
dente che ha commesso l'illecito.
gravi o reiterate violazioni dei codici di comporta­
Entro dieci giorni dal verificarsi dei fatti che hanno rilevanza
mento (nuova lett. f-bis)
disciplinare il responsabile deve segnalarli all'Ufficio compe­
una reiterata violazione di obblighi che abbia de­
tente. Entro trenta giorni dal ricevimento della segnalazione,
terminato l'irrogazione della sospensione dal ser­
owero dal momento in cui abbia avuto piena conoscenza
vizio per un periodo superiore a un anno nell'arco
dei fatti, l'Ufficio deve formalizzare la contestazione scritta
di un biennio (nuova lett. f-quater)
dell'addebito convocando l'interessato, con un preawiso di
l'insufficiente rendimento confermato da una va­
almeno venti giorni, per l'audizione in contraddittorio a sua
lutazione negativa della performance del dipen­
difesa.
dente reiterata nell'arco dell'ultimo triennio (nuova
Il dipendente ha facoltà di farsi assistere da un procuratore
lett. f-quinquies).
o da un rappresentante sindacale e, ferma la possibilità di
depositare memorie scritte, in caso di grave ed oggettivo im­
Il licenziamento disciplinare è previsto anche qualora gli atti
pedimento può richiedere (per una sola volta) che l'audizio­
del procedimento vengano omessi o ritardati senza giustifi­
ne a sua difesa venga differita. Il termine per la conclusione
cato motivo o le valutazioni sull'insussistenza dell'illecito di­
del procedimento in tal caso viene prorogato in misura corri­
sciplinare risultino irragionevoli o manifestamente infondate
spondente al differimento.
a causa di una condotta dolosa o gravemente colposa (nuo­
11 procedimento deve essere concluso entro novanta gior­
va lett. f-ter).
ni dalla contestazione dell'addebito con l'atto di archiviazio­
In mancanza di dolo o colpa grave a carico dei soggetti re­
ne o di irrogazione della sanzione da parte dell'Ufficio per i
sponsabili si applica la sospensione dal servizio fino ad un
procedimenti disciplinari. Con l'obiettivo di eliminare i casi in
massimo di tre mesi. La particolare disciplina dettata in caso
cui il procedimento viene fatto cadere adottando tecniche di
di falsa attestazione della presenza in servizio accertata in
difesa che puntano alla dilazione dei tempi o ad altri ostacoli
flagranza o mediante strumenti di sorveglianza (sospensio­
procedurali il nuovo art. 55-bis, comma 9-ter prevede che la
ne dal servizio entro 48 ore e conclusione del procedimento
violazione delle norme e dei termini del procedimento non
entro 30 giorni) viene estesa a tutti i casi in cui le condotte
comporta decadenza dall'azione disciplinare né nullità degli
punibili con il licenziamento vengano accertate in flagranza
atti o invalidità della sanzione, a meno che il diritto di difesa
(ex art. 55- quater, comma 3, come modificato).
non risulti leso irrimediabilmente o venga compromesso il

14 Legge 300/1970

27
Jnfjf'!(3, l'?rti çqlp .H3 clel d.lgs, 7§/2,Q16, all,,Uuc(3 deU'iffip!3- re.J? CO!lQ�Cef!Ze, con. P.élrticol<i.re rif!3rimento.<i. tec:13igflE)�çl
gno a·dèfinire "misure contrattuali che incentivino più elevati attività di assistenza.
tassi di presenza" concordato con l'Intesa del 30 novembre Molte di queste attività saranno in seguito riprese ed indicate,
[vedi punto 2, lett. c)] affida ai contratti collettivi nazionali il in modo più preciso nella stesura del mansionario dell'OTA
compito di individuare le condotte e fissare le corrispondenti (Operatore tecnico addetto all'assistenza), individuato con il
sanzioni disciplinari con riferimento alle ipotesi di ripetute e DPR 384 del 1990.
ingiustificate assenze dal servizio dopo le giornate festive e Fra le attività di competenza dell'ausiliario socio sanita­
di riposo settimanale e relativamente ai casi di ingiustificate rio specializzato si ricordano le attività alberghiere, l'igiene
assenze collettive in determinati periodi nei quali è necessa­ dell'unità del malato, il posizionamento del assistito a letto,
rio assicurare continuità nell'erogazione dei servizi all'utenza la corretta esecuzione dei compiti affidatigli dalla caposala.
(ex art. 55-quinquies, comma 3, come modificato dal decreto Già l'ausiliario socio sanitario specializzato aveva quindi fra
75/2017). le sue competenze lo svolgimento di attività di assistenza di­
retta alle persone, poi ribadita con l'individuazione delle altre
figure professionali di cui si parlerà di seguito.

1.5 RUOLO E FUNZIONI DELL'OPERATORE SO­ 1.5.2 L'OPERATORE TECNICO ADDETTO


CIO SANITARIO ALL'ASSISTENZA (O.T.A.)

EVOLUZIONE STORICO - NORMATIVA Il decreto che istituì questa importante figura di supporto,
il C.C.N.L della Sanità sancito con il D.P.R. 384 del 1990,
La nascita dell'Operatore Socio-Sanitario (OSS), la figura di specificava che "l'operatore tecnico addetto all'assisten­
supporto attualmente presente in ambito assistenziale ac­ za . . . opera sotto la diretta responsabilità dell'infermiere
canto alla professione infermieristica, è stata preceduta da professionale...".
un'ampia rassegna di operatori, con ruoli sempre più specia­ L'OTA precursore della figura dell'Operatore Socio Sanitario,
listici e percorsi formativi sempre più approfonditi che, negli per quanto riguarda le attività ad assistenza diretta, era quin­
ultimi decenni, sono stati inseriti in modo sempre più signifi­ di funzionalmente e direttamente dipendente dell'infermiere.
cativo nell'équipe di assistenza. Con questo contratto furono individuate in modo certo le fina­
Analizzeremo ora, attraverso una breve analisi,5, 16 l'evoluzio­ lità del ruolo di tale operatore, al quale erano affidati margini
ne delle figure di supporto all'interno del panorama sanitario di autonomia più ampi rispetto a quelli dell'ausiliario socio
italiano, partendo dall'ausiliario sino ad arrivare ai giorni no­ sanitario esclusivamente riguardo alle mansioni domestico
stri con la nascita dell'OSS. alberghiere, mentre veniva ribadita la dipendenza funzionale
dall'infermiere rispetto alle attività assistenziali.
1.5.1 L'AUSILIARIO E L'AUSILIARIO SOCIO Il D.M. 26/7/1991 n° 22510 stabiliva che: "l'O. T.A. deve esse­
SANITARIO SPECIALIZZATO re inserito prioritariamente all'interno delle équipe assisten­
ziali da parte delle Direzioni Sanitarie che dovranno, attra­
L'ausiliario socio sanitario, operatore presente all'interno de­ verso gli Infermieri Dirigenti, creare nuovi modelli di lavoro
gli ospedali già da tempi molto lontani (1974)11, poteva svol­ infermieristico".
gere compiti molto semplici quasi esclusivamente di caratte­ Gli OTA dovevano quindi, preferibilmente, essere inseriti nel­
re esecutivo, riferiti in particolare alla pulizia degli ambienti le unità di degenza dove il loro impiego doveva consentire
con un'unica competenza riferita all'assistenza agli ammala­ all'infermiere il recupero del tempo necessario per la realiz­
ti, cioè il trasporto degli stessi in ambiente sanitario. Di fatto, zazione di quanto indicato dalle nuove esigenze rivendicate
poi, in molte strutture questi operatori erano utilizzati, impro­ dalla professione, sancite poi definitivamente con la pubbli­
priamente, anche in affiancamento a personale infermieristi­ cazione, qualche anno dopo, del decreto che i stituiva il rela­
co durante le attività di assistenza. tivo profilo professionale (DM 739/94).
Il successivo contratto di lavoro del 1979 individuò, collo­ Il Decreto 225 del 1991 precisava che i dirigenti infermieri
candolo al primo livello retributivo, l'ausiliario socio sanitario dovessero prevedere idonei modelli organizzativi dell'assi­
come "L'addetto in via esclusiva alle mansioni di pulizia", di­ stenza e predisporre strumenti di lavoro, quali i protocolli, al
versificando di fatto le funzioni di tipo alberghiero e di sani­ fine di favorire l'inserimento degli OTA. Lo stesso Decreto
ficazione degli ambienti da quelle prettamente assistenziali. stabilì che, trascorso un anno, si dovesse procedere ad una
L'ausiliario socio sanitario disponeva di "autonomia operativa verifica di efficacia/efficienza dell'inserimento. Con la defini­
nei limiti dell'esecuzione delle prestazioni proprie che sono zione della dipendenza funzionale dall'infermiere, già allora
soggette a controllo diretto"; nonché di "responsabilità limita­ si iniziò quindi a parlare di integrazione dell'equipe sanitaria,
ta alla corretta esecuzione delle prestazioni nell'ambito delle tematica molto dibattuta ma ancora oggi, forse, non comple­
istruzioni ricevute e dall'autonomia riconosciutagli". tamente realizzata.
Con il rinnovo contrattuale del 1980 furono quindi individuate Non sempre gli infermieri hanno vissuto l'Operatore di sup­
e diversificate le funzioni di assistenza da quelle prettamente porto come una opportunità ma, spesso, come una minaccia
alberghiere, identificando due profili di ausiliario: alla professione o, ancora, come una responsabilità aggiun­
tiva alle proprie, dovendone supervisionare e progettare, al­
L'Ausiliario socio-sanitario meno sulla carta, le attività.
L'Ausiliario socio-sanitario specializzato. L'operatore tecnico addetto all'assistenza (OTA) è un profilo
oggi considerato ad esaurimento ai sensi del 2° comma, art.
4 del C.C.N.L. 2001 integrativo del C.C.N.L. d ell'aprile 1999
Quindi gli ausiliari socio sanitari specializzati furono awiati a
in quanto si prevede l'istituzione nelle dotazioni organiche di
percorsi di formazione o, più spesso, di riqualificazione con
la frequenza a brevi corsi con contenuti finalizzati ad amplia- ciascuna Azienda del profilo dell'OSS (operatore socio sani­
tario) in ragione delle esigenze organizzative.

15 AA.VV, Collegio IPASVI di Gorizia Aggiornamento ECM/FVG "Dalla Formazione all'Organizzazione - dalla teoria alla pratica" "La figura di
supporto nell'assistenza", 2005
16 Benci L. Riv Diritto Professioni Sanitarie, 2001; 4(3): 219-234
17 Accordo nazionale unico di lavoro per il personale ospedaliero" (ANUL) 1974
28
(ctie mantiene.la .responsabilità di .progettazi<:me delle.C.Uff:!JL..
1.5.3 L'OPERATORE SOCIO SANITARIO di supervisione dei risultati ottenuti), nonché della definizione
delle attività che l'OSS può effettuare su "prescrizione" e in
Le nuove esigenze di salute della popolazione, sempre più collaborazione con l'infermiere stesso.
tendente all'invecchiamento e sempre più esigente in ter­ Ma cosa diversifica, allo stato dell'arte, l'infermiere
mini di richieste di prestazioni sanitarie, unitamente ad un dall'Operatore Socio Sanitario nella pratica clinica? Oggi
percorso di ulteriore professionalizzazione dell'infermiere l'infermiere deve saper progettare le cure ed individuare i bi­
con l'inserimento definitivo della formazione di base a livello sogni di salute delle persone che assiste, stabilire le priorità e
universitario, ha reso imprescindibile l'individuazione di un proporre gli interventi per risolvere i loro problemi. In questa
operatore che potesse svolgere compiutamente un'ampia fase deve anche individuare, caso per caso, quali sono le
gamma di attività, integrandosi con l'infermiere e anche con attività "prescrivibili", cioè attribuibili, per quella persona e in
figure di supporto sociale. quel contesto, all'operatore di supporto e deve essere capa­
Inoltre era forte l'esigenza di regolamentare le diverse figure ce di verificare non solo l'effettiva realizzazione dell'attività,
professionali che operavano, con percorsi formativi variegati, ma anche l'efficacia dell'azione in termini di risultato.
nell'ambito dell'assistenza sanitaria e sociale, fra i quali si Non è quindi solo la diversa capacità di svolgimento della sin­
citano: gola tecnica o la possibilità di eseguire un'attività, quale ad
esempio la terapia, che diversifica le due figure. La differenza
Addetto ai servizi territoriali (ADEST ) sostanziale, forse non ancora realizzata completamente, è
Operatore socio assistenziale (O.S.A.) rappresentata dalla presa in carico forte della persona as­
Operatore tecnico addetto all'assistenza (O.T.A.) sistita e dalla capacità dell'infermiere di essere artefice del
Ausiliario socio assistenziale (A.S.A.) processo di pianificazione delle cure.
Assistente di base (A.D.B.) In questo contesto è necessario delineare con chiarezza
Operatore assistenza di base (O.A.A.) quale tipo di percorso deve essere fatto per individuare le at­
Assistente domiciliare anziani (A.O.A.) tività rivolte alle persone di competenza dell'OSS, contestua­
Addetto all'assistenza di base (A.A.B.). lizzando alla pratica clinica le tante competenze individuate
nell'ampio profilo che, se non definito, rimane interpretabile
La nuova figura dell'Operatore Socio Sanitario deriva quindi dai singoli.
dalla fusione delle competenze degli operatori sia nell'ambito
sanitario che in quello sociale. L'infermiere deve essere in grado di porre cardini fissi attra­
Le varie regioni hanno individuato, nell'ambito del profilo e verso i quali individuare le competenze dell'OSS, centrando
dei percorsi formativi definiti dall'accordo Stato-Regioni isti­ l'attenzione non solo sulle tecniche eseguibili, ma anche su
tutivo della figura dell'Operatore Socio Sanitario, variegati altre variabili quali la complessità dell'assistito, il contesto
percorsi di riqualificazione per il personale in possesso della operativo e le capacità dell'operatore.
qualifica di OTA o, ancora, delle altre qualifiche attive soprat­ In premessa, occorre sottolineare che:
tutto a livello territoriale con funzioni sociali al fine di garantire
l'accesso di questi operatori alla nuova qualifica individuata. L'infermiere è il responsabile dell'assistenza infer­
Il processo di riqualificazione ha rappresentato un'opportuni­ mieristica
tà formativa e di sviluppo professionale che è stata sfruttata L'infermiere è il titolare del progetto di cura dell'as­
dagli operatori in possesso di qualifiche diverse e ha consen­ sistito, attraverso il processo di assistenza
tito alle aziende sanitarie, in breve tempo e con un percorso L'infermiere non può delegare attività di sua
formativo ridotto, di avere a disposizione un buon numero di competenza all'OSS, ma può "prescrivere" ov­
persone in possesso del titolo di Operatore Socio Sanitario. vero attribuire a questo operatore attività riferibili
Questo processo, se da un lato ha velocizzato la formazione a quanto previsto dal suo profilo, nell'ambito del
e il reclutamento del personale non sempre, almeno nella processo di pianificazione
fase iniziale, dal punto di vista qualitativo è corrisposto ad
un'effettiva crescita culturale dei soggetti riqualificati che po­ Con il termine prescrizione si vuole sottolineare l'importanza
tessero rappresentare un vero valore per l'organizzazione, del ruolo dell'infermiere - progettuale e di verifica del risul­
creando un primo momento di scollamento, in particolare con tato - rispetto a quello dell'OSS, al quale si attribuisce una
la professione infermieristica. responsabilità limitata alla corretta esecuzione della tecnica.
Il processo di riqualificazione, almeno in un primo momen­ La prescrizione dell'infermiere deve essere fatta seguen­
to, è stato uno degli ostacoli maggiori alla vera integrazione do delle fasi ben specifiche, individuando in prima battuta
con l'équipe degli infermieri, anche in funzione della scarsa le attività eseguibili dall'OSS. Il concetto di "prescrivibilità"
identificazione nel nuovo ruolo di alcune delle persone riqua­ è strettamente correlato alla responsabilità e competenza
lificate. dell'infermiere: l'attività prescrivibile è quella che, in base
L'OSS è un profilo che, rispetto all'OTA, ha numerose com­ alla tipologia di prestazione e in base alle condizioni cliniche
petenze aggiuntive di tipo assistenziale dirette, da poter dell'assistito, il professionista infermiere potrà far svolgere,
svolgere con un più elevato livello di autonomia. Tali com­ con precise indicazioni e limiti temporali, all'operatore di sup­
petenze, previste dal profilo, lo rendono in grado di operare porto mantenendo propria la responsabilità del risultato fina­
direttamente, per quanto concerne le attività di comfort alber­ le e delle verifiche,•.
ghiero e assistenza della persona, oltre che di intervenire in
attività relazionali e di supporto psicologico degli assistiti con
significativi livelli di dipendenza.
Per quanto riguarda l'assistenza diretta alle persone resta
ferma interdipendenza con la professione infermieristica

18 D.M. 26/7/1991 n° 295, "Regolamento dei corsi di qualificazione per l'accesso al profilo professionale di operatore tecnico addetto all'assi
stenza in applicazione dell'art. 40, 3° comma, del decreto del Presidente della Repubblica 28 novembre 1990, n. 384. (1 Pubblicato nella
Gazz. Uff. 16 settembre 1991, n. 217
19 B. Cavaliere, E. Manzoni, F. Piu, Innovazione e governance delle professioni sanitarie, CEA edizioni, Milano, 2015, pp.58
29
regioni e le. prQyiflce .�utor1ome cii TrentQ e BolzanQ; . ..
1.6 IL PROFILO DELL'OPERATORE SOCIO SANI­ Ritenuto non più differibile là istituzione di una specifica figu­
TARIO20 ra di operatore socio-sanitario che svolga attività indirizzata
a soddisfare i bisogni primari della persona, nell'ambito delle
LA CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che
LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI sanitario, ed a favorire il benessere e l'autonomia dell'utente;
TRENTO E BOLZANO Considerata la conseguente necessità di attivare immedia­
tamente i relativi corsi di formazione; Ritenuto che, in attesa
Visto l'art. 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, della decisione della Corte costituzionale, la disciplina sulla
che prevede che Governo, regioni e province autonome di figura di detto operatore e sul relativo ordinamento possa es­
Trento e di Bolzano, in attuazione del principio di leale col­ sere adottata tramite un accordo fra i Ministri della sanità e
laborazione e nel perseguimento di obiettivi di funzionalità, della solidarietà sociale e le regioni e le province autonome
economicità ed efficacia dell'azione amministrativa, possano di Trento e Bolzano ai sensi dell'art. 4, comma 1, del decreto
concludere in questa Conferenza accordi al fine di coordina­ legislativo 28 agosto 1997, n. 281; Ritenuto, in attesa della
re l'esercizio delle rispettive competenze e svolgere attività decisione della Corte costituzionale sulle questioni di legitti­
di interesse comune; mità costituzionale sollevate dalla Corte dei conti con ordi­
Visto l'art. 3-octies, comma 3, del decreto legislativo 30 di­ nanza n. 3/2000 in merito al decreto del Ministro della sanità
cembre 1992, n. 502, e successive modifiche ed integrazio­ di concerto con il Ministro della solidarietà sociale 18 febbra­
ni, che dispone che, con decreto del Ministro della sanità, di io 2000, concernente la individuazione della figura e del re­
concerto con il Ministro della solidarietà sociale, sono indivi­ lativo profilo professionale dell'operatore socio-sanitario e la
duati, sulla base di parametri e criteri generali definiti dalla definizione dell'ordinamento didattico, necessario ed urgente
Conferenza unificata, di cui all'art. 8 del richiamato decreto attivare i corsi di formazione di operatore socio-sanitario, re­
legislativo n. 281 del 1997, i profili professionali dell'area so­ stando impregiudicate le ulteriori autonome determinazioni
cio-sanitaria; delle amministrazioni interessate a seguito e d in conformità
Visto il comma 5 del richiamato art. 3-octies che prevede che della sentenza della Corte costituzionale;
le figure professionali operanti nell'area socio-sanitaria a ele­ Convengono quanto segue:
vata integrazione sanitaria, da formare in corsi a cura delle in attesa della decisione della Corte costituzionale sulla legit­
regioni, siano individuate con regolamento del Ministro della timità costituzionale dell'art. 3-octies del decreto legislativo
sanità di concerto con il Ministro per la solidarietà sociale, n. 502 del 1992 e successive modificazioni, e con salvezza
sentita questa Conferenza e siano definiti i relativi ordina­ delle ulteriori autonome determinazioni dello Stato e delle
menti didattici; regioni a seguito ed in conformità alla sentenza della Corte
Visto il decreto del 18 febbraio 2000 del Ministro della sanità, costituzionale, la figura, il profilo professionale ed il relativo
di concerto con il Ministro per la solidarietà sociale con il qua­ ordinamento didattico dell'operatore socio-sanitario sono,
le, in conformità ai criteri stabiliti dalla Conferenza unificata prowisoriamente, disciplinati in conformità ai contenuti de­
(rep. atti n . ....), é stata individuata la figura, il profilo pro­ gli articoli da 1 a 13 del decreto del Ministro della sanità, di
fessionale e l'ordinamento didattico dei corsi di formazione concerto con il Ministro della solidarietà sociale, 18 febbraio
dell'operatore socio-sanitario; 2000, e relativi allegati, con la precisazione che il contenuto
Considerato che la Corte dei conti, con ordinanza n. 3/2000, dell'art. 12 va modificato al comma 3 e comma 4, nel testo
nella adunanza del 21 settembre 2000, ha deliberato di che qui di seguito si riproduce:
sospendere ogni pronuncia e di rimettere gli atti alla Corte
costituzionale, ritenuta la non manifesta infondatezza e la Art. 1. Figura e profilo
rilevanza, ai fini del decidere, di questioni di legittimità costi­
tuzionale in relazione all'art. 3-octies, comma 5, del decreto 1. È individuata la figura dell'operatore socio-sanitario.
legislativo n. 502 del 1992 e successive modificazioni;
Vista la proposta di accordo trasmessa con nota del 15 feb­ 2. L'operatore socio-sanitario è l'operatore che, a seguito
braio 2001 dal Ministero della sanità che, in pari data, è sta­ dell'attestato di qualifica conseguito al termine di specifica
ta inviata alle regioni e province autonome, con il quale si formazione professionale, svolge attività indirizzata a:
propone in attesa della decisione della Corte costituzionale,
che la figura dell'operatore socio-sanitario e il relativo ordina­ a) soddisfare i bisogni primari della persona,
mento siano individuati tramite un accordo tra i Ministri della nell'ambito delle proprie aree di competenza, in
sanità e della solidarietà sociale e le regioni e province au- un contesto sia sociale che sanitario;
tonome; b) favorire il benessere e l'autonomia dell'utente.
Vista la nota del 15 febbraio con la quale la regione Veneto,
a nome del coordinamento tecnico interregionale dell'area Art. 2. La formazione
sanità e servizi sociali, ha avanzato alcune richieste di emen­
damento alla proposta di accordo, precisando che in caso di 1. La formazione dell'operatore socio-sanitario é di compe­
accoglimento delle stesse, da parte delle regioni, si intende­ tenza delle regioni e province autonome, che prowedono
va reso il parere a livello tecnico; alla organizzazione dei corsi e delle relative attività didatti­
Vista la nota del 16 febbraio 2001 con la quale il Ministero che, nel rispetto delle disposizioni del presente decreto.
della sanità, a cui sono state inoltrate le suddette richieste
emendamentive avanzate dalle regioni, ha comunicato di 2. Le regioni e le province autonome, sulla base del proprio
non avere rilievi da formulare in merito; Acquisito l'assenso fabbisogno annualmente determinato, accreditano le azien­
del Governo, delle regioni e delle province autonome di Tren­ de UU.SS.LL. e ospedaliere e le istituzioni pubbliche e priva­
to e Bolzano; te, che rispondono ai requisiti minimi specificati dal Ministero
Sancisce il seguente accordo, nei termini sottoindicati tra il della sanità e dal dipartimento degli affari sociali con apposite
Ministro per la sanità, il Ministro per la solidarietà sociale, le linee guida, alla effettuazione dei corsi di formazione.

20 CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO LE REGIONI E LE PROVINCIE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO
- PROVVEDIMENTO 22 febbraio 2001 Accordo tra il Ministro della sanità, il Ministro per la solidarietà sociale e le regioni e province
autonome di Trento e Bolzano, per la individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell'operatore socio-sanitario e per la
definizione dell'ordinamento didattico dei corsi di formazione.
30
sidenza. assistit.i, dqmicilio, cas� gi rippsq,comunità,, .eqç,J••
Art. a.contesti operativi 4. Oltre al corso di qualificazione dibase sono previsti mo�
duli di formazione integrativa, per un massimo di 200 ore di
1. L'operatore socio-sanitario svolge la sua attività sia nel cui 100 di tirocinio; i moduli sono mirati a specifiche utenze
settore sociale che in quello sanitario, in servizi di tipo so­ e specifici contesti operativi, quali utenti anziani, portatori di
cio-assistenziale e socio-sanitario, residenziali o semiresi­ handicap, utenti psichiatrici, malati terminali, contesto resi­
denziali, in ambiente ospedaliero e al domicilio dell'utente. denziale, ospedaliero, casa alloggio, RSA, centro diurno,
domicilio, ecc.
Art. 4. Contesto relazionale Modulo tematico: tipo di formazione teorica, numero minimo
di ore 50. Tematiche professionali: tipo di formazione eserci­
1. L'operatore socio-sanitario svolge la sua attività in colla­ tazioni/stages, numero minimo di ore 50.
borazione con gli altri operatori professionali preposti all'as­ Specifiche:
sistenza sanitaria e a quella sociale, secondo il criterio del tipo di formazione tirocinio, numero minimo di ore 100.
lavoro multiprofessionale.
Art. 9. Moduli didattici integrativi post-base
Art. 5. Attività
1. Sono previste misure compensative in tutti i casi in cui la
1. Le attività dell'operatore socio-sanitario sono rivolte alla formazione pregressa risulti insufficiente, per la parte sanita­
persona e al suo ambiente di vita: ria o per quella sociale.

a) assistenza diretta ed aiuto domestico alber­ Art 10. Materie di insegnamento


ghiero;
b) intervento igienico-sanitario e di carattere so­ 1. Le materie di insegnamento, relative ai moduli didattici di
ciale; cui all'art. 8, sono articolate nelle seguenti aree disciplinari:
c) supporto gestionale, organizzativo e formativo.
area socio culturale, istituzionale e legislativa;
2. Le attività di cui al comma 1 sono riassunte nell'allegata area psicologica e sociale;
tabella A che forma parte integrante del presente decreto. area igienico sanitaria;
area tecnico operativa.
Art. 6. Competenze
2. Le materie di insegnamento sono riassunte nell'allegata
1. Le competenze dell'operatore di assistenza sono conte­ tabella C, che forma parte integrante del presente decreto
nute nell'allegata tabella B che forma parte integrante del
presente decreto. Art. 11. Tirocinio

Art. 7. Requisiti di accesso 1. Tutti i corsi comprendono un tirocinio guidato, presso le


strutture ed i servizi nel cui ambito la figura profe ssionale
1. Per l'accesso ai corsi di formazione dell'operatore so­ dell'operatore socio-sanitario é prevista.
cio-sanitario é richiesto il diploma di scuola dell'obbligo ed
il compimento del diciassettesimo anno di età alla data di Art. 12. Esame finale e rilascio dell'attestato
iscrizione al corso.
1. La frequenza ai corsi é obbligatoria e non possono essere
Art. 8. Organizzazione didattica ammessi alle prove di valutazione finale coloro che abbiano
superato il tetto massimo di assenze indicato dalla regione o
1. La didattica è strutturata per moduli e per aree disciplinari. provincia autonoma nel prowedimento istitutivo dei corsi, e
Ogni corso comprende i seguenti moduli didattici: comunque non superiore al 10% delle ore complessive.

un modulo di base; 2. Al termine del corso gli allievi sono sottoposti ad una pro­
un modulo professionalizzante. va teorica e ad una prova pratica da parte di una apposita
commissione d'esame, la cui composizione é individuata
2. I corsi di formazione per operatore socio-sanitario avranno dal citato prowedimento regionale e della quale fa parte un
durata annuale, per un numero di ore non inferiore a 1000, esperto designato dall'assessorato regionale alla sanità ed
articolate secondo i seguenti moduli didattici: uno dall'assessorato regionale alle politiche sociali.
Modulo di base:
tipo di formazione teorica, numero minimo di ore 200. Motiva­ 3. In caso di assenze superiori al 10% delle ore complessi­
zione-orientamento e conoscenze di base: ve, il corso si considera interrotto e la sua eventuale ripresa
Modulo professionalizzante: nel corso successivo awerrà secondo modalità stabilite dalla
tipo di formazione teorica, numero minimo di ore 250; eserci­ struttura didattica.
tazioni/stages, numero minimo di ore 100; tirocinio, numero
minimo di ore 450.
4. All'allievo che supera le prove, é rilasciato dalle regioni e
provincie autonome un attestato di qualifica valido s u tutto il
3. Le regioni e provincie autonome, attesa l'ampia possibilità
territorio nazionale, nelle strutture, attività e servizi sanitari,
di utilizzo dell'operatore socio-sanitario, possono prevedere,
socio sanitari e socio assistenziali.
per un più congruo inserimento nei servizi, moduli didattici
riferiti a tematiche specifiche sia mirate all'utenza (ospedaliz­
zata, anziana, portatrice di handicap, psichiatrica, con dipen­
denze patologiche ecc.. ) sia alla struttura di riferimento (re-

31
attrezzature, nonch.éla conservazione deglì stessi e il .riordi:
Art:13:Titoli pregressi nÒ del materiale dopol'a:ssunzione dei pasti. · · ·
Sa curare il lavaggio, l'asciugatura e la preparazione del ma­
1. Spetta alle regioni e province autonome, nel contesto del teriale da sterilizzare.
proprio sistema della formazione, quantificare il credito for­ Sa garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti, il
mativo da attribuirsi a titoli e servizi pregressi, in relazione trasporto del materiale biologico sanitario, e dei campioni per
all'acquisizione dell'attestato di qualifica relativo alla figura gli esami diagnostici, secondo protocolli stabiliti.
professionale di operatore socio- sanitario, prevedendo mi­ Sa svolgere attività finalizzate all'igiene personale, al cambio
sure compensative in tutti i casi in cui la formazione pregres­ della biancheria, all'espletamento delle funzioni fisiologiche,
sa risulti insufficiente, per la parte sanitaria o per quella so­ all'aiuto nella deambulazione, all'uso corretto di presidi, ausili
ciale, rispetto a quella prevista dal presente decreto. e attrezzature, all'apprendimento e mantenimento di posture
corrette.
Roma, 22 febbraio 2001 In sostituzione e appoggio dei famigliari e su indicazione del
personale preposto è in grado di:
Allegato A: ELENCO DELLE PRINCIPALI ATTIVITÀ
PREVISTE PER L'OPER ATORE SOCIO-SANITARIO aiutare per la corretta assunzione dei farmaci pre­
scritti e per il corretto utilizzo di apparecchi medi­
1. Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero: assi­ cali di semplice uso;
ste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, aiutare nella preparazione alle prestazioni sanita­
nelle attività quotidiane e di igiene personale; realizza attivi­ rie;
tà semplici di supporto diagnostico e terapeutico; collabora osservare, riconoscere e riferire alcuni dei più co­
ad attività finalizzate al mantenimento delle capacità psi­ muni sintomi di allarme che l'utente può presenta­
co-fisiche residue, alla rieducazione, riattivazione, recupero re (pallore, sudorazione ecc.);
funzionale; realizza attività di animazione e socializzazione attuare interventi di primo soccorso;
di singoli e gruppi; coadiuva il personale sanitario e sociale effettuare piccole medicazioni o cambio delle
nell'assistenza al malato anche terminale e morente; aiuta la stesse;
gestione dell'utente nel suo ambito di vita; cura la pulizia e controllare e assistere la somministrazione delle
l'igiene ambientale. diete; aiutare nelle attività di animazione e che fa­
voriscono la socializzazione, il recupero ed il man­
2. Intervento igienico sanitario e di carattere sociale: tenimento di capacità cognitive e manuali;
osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle con­ collaborare ad educare al movimento e favorire
dizioni di rischio-danno dell'utente; collabora alla attuazione movimenti di mobilizzazione semplici su singoli e
degli interventi assistenziali; valuta, per quanto di competen­ gruppi;
za, gli interventi più appropriati da proporre; collabora alla prowedere al trasporto di utenti, anche allettati, in
attuazione di sistemi di verifica degli interventi; riconosce ed barella carrozzella; collaborare alla composizione
utilizza linguaggi e sistemi di comunicazione relazione ap­ della salma e prowedere al suo trasferimento;
propriati in relazione alle condizioni operative; mette in atto utilizzare specifici protocolli per mantenere la
relazioni-comunicazioni di aiuto con l'utente e la famiglia, per sicurezza dell'utente, riducendo al massimo il ri­
l'integrazione sociale ed il mantenimento e recupero della schio; svolgere attività di informazione sui servizi
identità personale. del territorio e curare il disbrigo di pratiche buro­
cratiche;
accompagnare l'utente per l'accesso ai servizi.
3. Supporto gestionale, organizzativo e formativo: utilizza
strumenti informativi di uso comune per la registrazione di
quanto rilevato durante il servizio; collabora alla verifica del­ Competenze relative alle conoscenze richieste
la qualità del servizio; concorre, rispetto agli operatori dello
stesso profilo, alla realizzazione dei tirocini ed alla loro valu­ Conosce le principali tipologie di utenti e le problematiche
tazione; collabora alla definizione dei propri bisogni di forma­ connesse.
zione e frequenta corsi di aggiornamento; collabora, anche Conosce le diverse fasi di elaborazione dei progetti di inter­
nei servizi assistenziali non di ricovero, alla realizzazione di vento personalizzati.
attività semplici. Riconosce per i vari ambiti, le dinamiche relazionali appro­
priate per rapportarsi all'utente sofferente, disorientato, agi­
Allegato B: C OMPETENZE DELL'OPER ATORE tato, demente o handicappato mentale ecc.
SOCIO-SANITARIO È in grado di riconoscere le situazioni ambientali e le condi­
zioni dell'utente per le quali è necessario mettere in atto le
Competenze techiche differenti competenze tecniche.
Conosce le modalità di rilevazione, segnalazione e comu­
In base alle proprie competenze ed in collaborazione con al­ nicazione dei problemi generali e specifici relativi all'utente.
tre figure professionali, sa attuare i piani di lavoro. È in grado Conosce le condizioni di rischio e le più comuni sindromi da
di utilizzare metodologie di lavoro comuni (schede, protocolli prolungato allettamento e immobilizzazione. Conosce i prin­
ecc.). cipali interventi semplici di educazione alla salute, rivolti agli
È in grado di collaborare con l'utente e la sua famiglia: nel utenti e ai loro famigliari. Conosce l'organizzazione dei servi­
governo della casa e dell'ambiente di vita, nell'igiene e cam­ zi sociali e sanitari e quella delle reti informali.
bio biancheria; nella preparazione e/o aiuto all'assunzione
dei pasti; quando necessario, e a domicilio, per l'effettuazio­ Competenze relazionali
ne degli acquisti; nella sanificazione e sanitizzazione am­
bientale. Sa lavorare in équipe.
È in grado di curare la pulizia e la manutenzione di arredi e Si awicina e si rapporta con l'utente e con la famiglia, comu-

32
nicando in modo partecipativo .in .tutte le attività quotidiane di
assistenza; sa rispondere esaurientemente, coinvolgendo e Principali matèrie di insegnamento
stimolando al dialogo. Area socio culturale, istituzionale e legislativa:
È in grado di interagire, in collaborazione con il personale
sanitario, con il malato morente. Elementi di legislazione nazionale e regionale a
Sa coinvolgere le reti informali, sa rapportarsi con le strut­ contenuto socio-assistenziale e previdenziale
ture sociali, ricreative, culturali dei territori. Sa sollecitare ed Elementi di legislazione sanitaria e organizzazio­
organizzare momenti di socializzazione, fornendo sostegno ne dei servizi (normativa specifica O.S.S.)
alla partecipazione ad iniziative culturali e ricreative sia sul Elementi di etica e deontologia
territorio che in ambito residenziale. Elementi di diritto del lavoro e il rapporto di dipen­
È in grado di partecipare all'accoglimento dell'utente per as­ denza
sicurare una puntuale informazione sul servizio e sulle risor­
se. Area psicologica e sociale:
È in grado di gestire la propria attività con la dovuta riserva­
tezza ed eticità. Elementi di psicologia e sociologia
Affiancandosi ai tirocinanti, sa trasmettere i propri contenuti Aspetti psico-relazionali ed interventi assistenziali
operativi. in rapporto alle specificità dell'utenza

Allegato C: OBIETTIVI DI MODULO E MATERIE DI INSE­ Area igienico-sanitaria ed area tecnico-operativa:


GNAMENTO
Elementi di igiene
Disposizioni generali in materia di protezione del­
Obiettivi di modulo
la salute e della sicurezza dei lavoratori
Igiene dell'ambiente e comfort alberghiero
Primo modulo {200 ore di teoria): acquisire elementi di base
Interventi assistenziali rivolti alla persona in rap­
utili per individuare i bisogni delle persone e le più comuni
porto a particolari situazioni di vita e tipologia di
problematiche relazionali; distinguere i sistemi organizzativi
utenza
socio-assistenziali e la rete dei servizi; conoscere i fonda­
Metodologia del lavoro sociale e sanitario
menti dell'etica, i concetti generali che stanno alla base della
Assistenza sociale
sicurezza e della salute dei lavoratori sui luoghi di lavoro,
nonché i principi che regolano il rapporto di dipendenza del
lavoratore (doveri, responsabilità, diritti...); conoscere i con­
cetti di base dell'igiene e i criteri attraverso i quali mantenere
la salubrità dell'ambiente. 1.7 L'O.S.S. CON FORMAZIONE
Secondo modulo (250 ore di teoria, 100 esercitazioni, 450 COMPLEMENTARE
tirocinio):
riconoscere e classificare i bisogni ed interpretare le pro­ Correva l'ormai lontano anno 2003, quando la Conferenza
blematiche assistenziali derivanti in relazione alle principali Stato Regioni individuò il profilo dell'O.S.S. con formazione
caratteristiche del bambino, della persona anziana, della per­ complementare, in risposta a crescenti necessità manife­
sona con problemi psichiatrici, con handicaps, ecc. o in situa­ state anche con atti normativi da alcune regioni,, in ordine
zioni di pericolo; identificare tutti gli elementi necessari alla alla creazione di un profilo di un Operatore di supporto, che
pianificazione dell'assistenza, collaborando con le figure pro­ potesse svolgere anche compiti aggiuntivi rispetto al profilo
fessionali preposte; riconoscere le principali alterazioni delle già esistente, in primis la terapia farmacologica per via orale,
funzioni vitali al fine di attivare altre competenze e/o utilizzare intramuscolare e sottocutanea.
tecniche comuni di primo intervento; applicare le conoscen­ In premessa occorre dire che ad oggi, pur essendo presen­
ze acquisite per: mantenimento di un ambiente terapeutico ti sul territorio nazionale parecchi operatori formati con la
adeguato - cura della persona - mantenimento delle capacità nuova qualifica, dal punto di vista dell'inquadramento con­
residue - recupero funzionale; conoscere ed applicare le di­ trattuale nel pubblico impiego non è ancora stata prevista
verse metodologie operative presenti nelle sedi di tirocinio; questa figura. Di fatto, quindi, almeno nella sanità pubblica,
conoscere i principali aspetti psico-sociali dell'individuo e del tale mancato inquadramento ha di fatto vanificato l'impiego
gruppo al fine di sviluppare abilità comunicative adeguate concreto di questo nuovo operatore. Peraltro, solo a lcune re­
alle diverse situazioni relazionali degli utenti e degli operatori gioni, a macchia di leopardo sul territorio nazionale, hanno
nonché conoscere le caratteristiche, le finalità e le prestazio­ attivato i suddetti corsi.
ni di assistenza sociale allo scopo di concorrere, per quanto Sulla possibilità di esecuzione della terapia, su cui non ci si
di competenza, al mantenimento dell'autonomia e dell'inte­ intende soffermare proprio in funzione della mancata appli­
grazione sociale dell'utente. cazione contrattuale e del mancato inquadramento di questi
operatori, è necessario però fare quantomeno alcune rifles­
Modulo facoltativo: sioni:
tematica professionale specifica: (50 ore teoria, 50 esercita­
zioni, 100 tirocinio): 1. Il responsabile dell'applicazione del processo del farmaco
approfondire le competenze acquisite con speciale riferimen­ è e rimarrebbe, sempre, l'infermiere: il profilo dell'infermiere22
to ad una particolare tipologia di utenza o ad uno specifico dice, fra l'altro, che l'infermiere "garantisce la corretta appli­
ambiente assistenziale. cazione delle procedure diagnostiche e terapeutiche".

Farsi garanti, nell'interpretazione dei giudici della Cassazio­


ne23, vuol dire non solo somministrare il farmaco, ma anche

21 Ad esempio nell'agosto del 2002 la Regione Veneto ha emanato la L. 17 che modifica la Legge 20/01 la quale individua il profilo
dell'operatore socio-sanitario, inserendo il modulo integrativo di formazione complementare in assistenza sanitaria (OSS con FC).
22 D.M. 739 del 1994
23 Corte di cassazione, IV sezione, sentenza n. 1878/2000
33
conoscere le dosi normali, le vie .di somministrazione, gli ef­ ne attività assistenziali in base all'organizzazione dell'unità
fetti collaterali, quindi conoscenze e competenze non riferite, funzionale .di·. appartenenza· e·· cémformementè · alle dirèfl:ìve
almeno ad oggi, alle conoscenze derivanti dalla formazione dell'assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua su­
degli OSS. pervisione;
Quindi anche se l'atto della somministrazione, di per sé di VISTA la proposta trasmessa dal Ministro della Salute, d'in­
semplice esecuzione, fosse eseguito dall'OSS, la responsa­ tesa con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, con
bilità, così come è intesa nella sentenza citata, continuereb­ nota del 2 ottobre 2002;
be ad afferire all'infermiere. TENUTO CONTO che, a seguito delle modifiche apportate al
Titolo V della Costituzione, per quanto concerne gli ambiti di
2. Il percorso di formazione degli OSS anche con formazione competenza dello Stato e Regioni, il prowedimento inerisce
complementare oggi è carente di tutta quella parte relativa alla materia professioni e, per gli aspetti sanitari, alla tutela
alla conoscenza dell'anatomia, della fisiologia e della pato­ della salute, entrambe ricadenti nella potestà concorrente
logia del corpo umano, senza la quale è impensabile attri­ delle Regioni;
buire agli OSS anche una sola fase (la somministrazione) CONSIDERATO che il 15 ottobre 2002, in sede tecnica, sono
del processo del farmaco. È evidente che, ad oggi, l'esecu­ state concordate alcune proposte di modifica al testo dell'ac­
zione di questa attività in qualche modo slegata da tutta la cordo in oggetto e che, con nota del 16 ottobre 2002, il Mi­
complessità del processo del farmaco, risulterebbe rischiosa, nistero della salute ha trasmesso il testo dell'accordo nella
non avendo a disposizione un quadro normativo ben definito, stesura definitiva con le modifiche concordate;
sia per operatore socio sanitario stesso che per l'infermiere. CONSIDERATO che nel corso della seduta di questa Con­
Sarebbe inoltre dispersivo anche dal punto di vista dell'utiliz- ferenza del 24 ottobre 2002, il rappresentante del Ministero
zo dei tempi, dover organizzare un'importante attività spez­ della salute ha chiesto il rinvio dell'esame dell'accordo in og­
zettandola in diversi momenti, senza garantire la necessaria getto per approfondimenti;
continuità al processo (prescrizione, somministrazione, ve­ CONSIDERATO che il Ministero della salute, con nota del 21
rifica degli effetti del farmaco, sorveglianza e segnalazio­ novembre 2002, ha trasmesso nuovamente il testo dell'ac­
ne) che risulterebbe gestito da tre tipologie di attori diversi cordo, che è stato esaminato in sede tecnica il 9 dicembre
(medico prescrive, OSS somministra, infermiere sorveglia e 2002, i rappresentanti regionali hanno formulato alcune pro­
segnala). In sostanza, l'OSS si troverebbe a dover esegui­ poste di modifica, sulle quali i rappresentanti del Ministero
re una attività limitata alla sola fase della somministrazione, della salute hanno convenuto;
senza doversi curare delle restanti parti del processo, con un CONSIDERATO che il Ministero della salute, con nota dell'11
evidente rischio non solo per tutti gli altri operatori coinvolti, dicembre 2002, ha trasmesso il testo dell'accordo in oggetto
ma soprattutto per la persona assistita. nella stesura definitiva, con il concerto del Ministero del lavo­
Si riporta comunque di seguito il testo dell'accordo stato re­ ro e delle politiche sociali;
gioni del 2003, che identifica il percorso di formazione com­ CONSIDERATO che, nel corso della seduta di questa Con­
plementare per l'Operatore Socio Sanitario, all'interno del ferenza del 19 dicembre 2002 l'esame dell'argomento in og­
quale sono definite le attività previste per questo profilo. getto é stato rinviato;
ACQUISITO l'assenso del Governo e dei P residenti delle
1.7.1 IL PROFILO DELL'OSS CON FORMAZIONE Regioni e Province Autonome, espresso ai sensi dell'articolo
COMPLEMENTARE24 4, comma 2 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281;
Sancisce il seguente accordo tra il Ministro della salute, il
La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Re­ Ministro del lavoro e delle politiche sociali, le Regioni e le
gioni e le Province autonome di Trento e Bolzano Province autonome di Trento e Bolzano avente ad oggetto
VISTO gli articoli 2, comma 2, lett. b) e 4, comma 1 del decre­ la disciplina della formazione complementare in assistenza
to legislativo 28 agosto 1997, n. 281, che affidano a questa sanitaria dell'Operatore socio sanitario al fine di consentire
Conferenza il compito di promuovere e sancire accordi tra allo stesso di collaborare con l'infermiere o con l'ostetrica e
Governo e Regioni, in attuazione del principio di leale col­ di svolgere alcune attività assistenziali in base all'organizza­
laborazione, al fine di coordinare l'esercizio delle rispettive zione dell'unità funzionale di appartenenza e conformemente
competenze e svolgere attività di interesse comune; alle direttive del responsabile dell'assistenza infermieristica
VISTO in particolare l'articolo 3-septies del decreto legislati­ od ostetrica o sotto la supervisione della stessa;
vo 30 dicembre 1992, n. 502, introdotto dall'art. 3 del decreto
legislativo 19 giugno 1999, n.229, che definisce le prestazio­ Punto 1 (Formazione complementare)
ni socio sanitarie e tra queste individua quelle ad alta inte­
grazione sanitaria; Per far fronte alle crescenti esigenze di assisten­
VISTO l'Accordo sancito il 22 febbraio 2001 (repertorio atti n za sanitaria nelle strutture sanitarie e socio sani­
1161) in sede di Conferenza Stato Regioni tra il Ministro del­ tarie, pubbliche e private, le Regioni e le Province
la Salute, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e le autonome di Trento e Bolzano possono prowe­
Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano, per la dere alla organizzazione di moduli di formazione
individuazione della figura e del relativo profilo professionale complementare di assistenza sanitaria, per un
dell'operatore socio sanitario e per la definizione dell'ordina­ numero di ore non inferiore a 300, di cui la metà
mento didattico dei corsi di formazione; di tirocinio, riservati agli operatori socio sanitari in
VISTO il comma 8, dell'articolo 1, del decreto legge 12 no­ possesso dell'attestato di qualifica di cui all'artico­
vembre 2001, n. 402, convertito, con modificazioni, dalla leg­ lo 12 dell'Accordo intervenuto il 22 febbraio 2001
ge 8 gennaio 2002, n.1, che conferma le disposizioni di cui al (repertorio atti n 1161) in sede di Conferenza Sta­
sopra esplicitato Accordo e che prevede la stessa procedura to Regioni tra il Ministro della Salute, tra il Ministro
per disciplinare la formazione complementare in assistenza del Lavoro e delle Politiche Sociali e le Regioni
sanitaria, consentendo all'Operatore socio sanitario di colla­ e le Province autonome di Trento e Bolzano, per
borare con l'infermiere o con l'ostetrica e di svolgere alcu- la individuazione della figura e del relativo profilo

24 CONFERENZA STATO REGIONI SEDUTA DEL 16 GENNAIO 2003 Oggetto: Accordo tra il Ministro della salute, il Ministro del lavoro
e delle politiche sociali, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per la disciplina della formazione complementare in
assistenza sanitaria della figura professionale dell'Operatore socio-sanitario di cui all'articolo 1, comma 8, del decreto-legge 12 novembre
2001, n. 402, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 gennaio 2001, n.1
34
()rofessionale deU'operatore socio sanitario e ()er per .ta.pfElVElEµ:iqne cli.dElCllbiti. e. altElHlZioni.cyta: •.
la definizione dell'ordinamento didattico dei corsi nee;
di formazione, o di un titolo riconosciuto equipol­ la respirazione artificiale, massaggio cardiaco
lente ai sensi dell'articolo 13 dello stesso accordo. esterno;
Gli operatori socio-sanitari che hanno seguito con la cura e il lavaggio e preparazione del materiale
profitto il modulo di formazione complementare di per la sterilizzazione;
cui al comma 1 ed hanno superato l'esame teori­ l'attuazione e il mantenimento dell'igiene della
co-pratico finale, ricevono uno specifico attestato persona;
di Operatore socio-sanitario con formazione com­ la pulizia, disinfezione e sterilizzazione delle ap­
plementare in assistenza sanitaria che consente parecchiature, delle attrezzature sanitarie e dei
all'operatore di collaborare con l'infermiere o con dispositivi medici;
l'ostetrica e di svolgere alcune attività assisten­ la raccolta e lo stoccaggio dei rifiuti differenziati;
ziali, indicate nell'allegato A), parte integrante il trasporto del materiale biologico ai fini diagno­
del presente accordo, in base all'organizzazione stici;
dell'unità funzionale di appartenenza e confor­ la somministrazione dei pasti e delle diete;
memente alle direttive del responsabile dell'assi­ la sorveglianza delle fleboclisi, conformemente
stenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua alle direttive del responsabile dell'assistenza in­
supervisione. fermieristica od ostetrica o sotto la sua supervi­
sione.
Punto 2 (Materie di insegnamento e tirocinio)
1.8 L'INTEGRAZIONE DELL'OSS NELL'ÉQUIPE DI
I moduli di formazione, teorica e pratica, devono SUPPORTO
essere strutturati in modo da garantire il raggiun­
gimento delle competenze professionali per l'e­ L'INDIVIDUAZIONE DELLE ATTIVITÀ ESEGUIBILI
sercizio delle attività e dei compiti indicati nell'al­
legato A), che fa parte integrante del presente Questo primo passaggio risulta fondamentale per incardina­
atto. Il modulo si svolge nelle strutture di ricovero re all'interno di un quadro ben definito quanto di competenza
e cura e nei servizi sanitari. La direzione del mo­ dell'OSS. Fermo restando che quanto previsto deve neces­
dulo è affidata ad un docente appartenente al più sariamente fare riferimento alle attività possibili individuate
elevato livello formativo previsto per le professioni dal profilo, si deve sempre prendere in debita considerazione
sanitarie infermieristiche e per la professione sa­ la necessità di non sconfinare mai nell'ambito delle compe­
nitaria ostetrica. tenze delle altre professioni sanitarie.
Le caratteristiche che devono avere le attività attribuibili
ALLEGATO A all'OSS sono quindi25 :

Elenco delle principali attività previste ()er l'Operatore La derivazione dal profilo dell'OSS
socio-sanitario con formazione complementare in assi­ L'alta riproducibilità e la basa discrezionalità
stenza sanitaria nell'esecuzione
La bassa complessità tecnologica
L'Operatore socio-sanitario, che ha seguito con profitto il Il basso livello di rischio per l'utente
modulo di formazione complementare in assistenza sanita­
ria, oltre a svolgere le competenze professionali del proprio
profilo, coadiuva l'infermiere o l'ostetrica/o e, in base all'or­ LA VALUTAZIONE DELLE CARATTERISTICHE DELLA
ganizzazione dell'unità funzionale di appartenenza e confor­ PERSONA ASSISTITA
memente alle direttive del responsabile dell'assistenza infer­
mieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione, è in grado Una volta individuate le attività in base a queste caratteristi­
di eseguire: che, prima di procedere all'attribuzione/prescrizione dell'at­
tività, l'infermiere dovrà essere in grado di valutare se l'at­
la somministrazione, per via naturale, della tera­ tività individuata, ritenuta prescrivibile, può essere eseguita
pia prescritta, conformemente alle direttive del dall'OSS per quel determinato assistito. Cioè, nell'attribuzio­
responsabile dell'assistenza infermieristica od ne delle attività all'OSS "è importante farlo non in base a uno
ostetrica o sotto la sua supervisione; schema precostituito (cioè: l'attività "esecuzione dell'igiene
la terapia intramuscolare e sottocutanea su speci­ intima" è semplice, può farla l'OSS, la "prescrivo" all'OSS,
fica pianificazione infermieristica, conformemente creando una sorta di pericoloso automatismo), ma in base
alle direttive del responsabile dell'assistenza in­ a una valutazione più completa e professionalmente matura
fermieristica od ostetrica o sotto la sua supervi­ (quale: l'attività "esecuzione dell'igiene intima" è semplice,
sione; può farla l'OSS, ma la persona assistita è complessa, la devo
i bagni terapeutici, impacchi medicali e frizioni; fare io, infermiere, perché in quel determinato contesto l'atti­
la rilevazione e l'annotazione di alcuni parametri vità può essere rischiosa).
vitali (frequenza cardiaca, frequenza respiratoria In questo specifico contesto è importante un sistema di pesa­
e temperatura) del paziente; tura e valutazione della complessità assistenziale, utilizzato
la raccolta di escrezioni e secrezioni a scopo dia­ sistematicamente da tutti i professionisti titolari e responsa­
gnostico; bili delle cure per la definizione e l'inquadramento disciplina­
le medicazioni semplici e bendaggi; re della persona assistita al di fuori del modello biomedico,
i clisteri; dove è prevalente il concetto della diagnosi medica.
la mobilizzazione dei pazienti non autosufficienti Il professionista titolare del progetto di cure, cioè l'infermiere,

25 AA.VV, Collegio IPASVI di Gorizia, op. ci!.

35
deve .e�re in grado, volta per volta, di stabilire, valutando
la persona assistita con metodi dì misurazione còndivisi e
validati, se l'OSS può eseguire l'attività, oltre che per la com­
plessità correlata alla tecnica esecutiva, anche in funzione
della complessità del malato26•
Una volta sviluppato questo percorso, devono essere indivi­
duati con precisione gli organici di personale necessari alla
soddisfazione dei bisogni delle persone assistite in funzione
della tipologia e della numerosità, evitando di squilibrare il
rapporto a favore degli operatori socio sanitari inducendo il
personale infermieristico ad attribuire/prescrivere impropria­
mente attività a questi operatori.
A questo proposito occorre sottolineare come il nuovo im­
pianto normativo riguardante il tema della responsabilità
professionale, cui si farà in seguito cenno, deve indurre in
serie riflessioni tutti i professionisti coinvolti nei percorsi di
cura:

1. Gli infermieri e gli altri professionisti della salute non devo­


no impartire disposizioni o attribuire attività non proprie: sono
infatti loro i responsabili, negli ambiti di loro competenza, del
risultato finale delle cure

2. Gli OSS non devono accettare l'attribuzione di prescrizioni


improprie, cioè non riferibili al loro profilo, ricordando che un
eventuale danno alla persona assistita svolto al di fuori delle
proprie competenze comporta responsabilità personali diret­
te. Si prenda come esempio la rimozione di un catetere ve­
scicale: pur essendo un'attività di semplice esecuzione, può
essere svolta dall'infermiere o dal medico e non dall'OSS,
poiché le implicazioni legate alla manovra possono essere
serie (ad esempio danni e/o traumi all'apparato urinario) e,
dopo la rimozione, devono essere svolte numerose attività
di controllo dell'assistito rispetto alle quali l'OSS non ha, ad
oggi, la competenza per poterle eseguire.

26 B. Cavaliere, E. Manzoni, F. Piu, op. cit.

36
CAPITOLO2
ELEMENTI DI ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI SANITARI

2.1 Il Servizio Sanitario Nazionale e la tutela della salute in Italia


2.2 Il riordino della sanità: il d.lgs. 30-12-1992, n. 502
2.3 La terza riforma sanitaria - il decreto legislativo 229 del 1999 e i suoi strumenti
2.4 I livelli essenziali di assistenza (I.e.a.)
2.5 L'organizzazione delle Asi: ospedali, distretti e dipartimenti
2.6 L'assistenza ospedaliera
2.6.1 I.R.C.C.S. (istituti dì ricovero e cura a carattere scientifico)
2.6.2 L'ospedale
2.7 Il distretto
2.8 Il dipartimento
2.8.1 Criteri di costituzione e aggregazione dei dipartimenti
2.9 Modelli dì organizzazione in ospedale e sul territorio

39
CAPITOLO 2 � I� capacità reddituali, il djritto di €lssere curati gr(!tuitam€lnte
ELEMENTI DI ORGANIZZAZIONE rispettando i principi di glbbalità delle prestazioni, di univer­
SEI SERVIZI SANITARI salità dei destinatari, di uguaglianza dei trattamenti.
Si pone inoltre come ambizioso obiettivo la promozione e
la tutela della salute di tutta la popolazione, prescindendo
2.1 IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE E LA
appunto dal reddito posseduto, attraverso la rete nazionale
T UTELA DELLA SALUTE IN ITALIA
delle Unità Sanitarie Locali (U.S.L.).
L'ISTITUZIONE DEL MINISTERO DALLA SANITÀ
Il limite territoriale delle U.S.L. era rappresentato dai territori
del Comune di afferenza e ai nuovi soggetti venne affidato
Il Ministero della Sanità in Italia, venne istituto con la L. 13-
il compito di erogare interventi socio assistenziali omogenei
3-1958, n. 296 e da successivi regolamenti attuativi si stabilì
a tutti i cittadini residenti sul territorio di afferenza, ferma re­
l'importanza e la necessità di identificare la salute come una
stando la possibilità di scelta, mantenuta nel tempo, di poter
priorità del paese, identificando un dicastero che si occupas­
accedere alle cure in qualunque struttura del Servizio Sani­
se nello specifico di questo importante argomento. Successi­
tario Nazionale.
vamente, il Ministero dalla Sanità subì alcuni accorpamenti e
Gli obiettivi del SSN erano quindi rappresentati dal supera­
trasformazioni per essere nuovamente istituito - con la legge
mento delle disuguaglianze territoriali, dalla promozione e
179 del 2009 - con la denominazione ancora attuale di Mini­
dalla tutela della salute in qualunque momento della vita, dal­
stero della Salute.
la eliminazione dell'emarginazione sociale e dalla sicurezza
negli ambienti di lavoro. Da questi elementi discende un'or­
IL DIRITTO COSTITUZIONALE ALLA SALUTE E L'ISTITU­ ganizzazione mantenuta sino ai giorni nostri nel campo della
ZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE: LA LEG­ salute, che si pone ancora l'obiettivo di perseguire gli stessi
GE 833 DEL 1978 obiettivi della prima riforma sanitaria, secondo i principi a cui
si ispirava nell'ormai lontano 1978.
In Italia l'articolo 32 della Costituzione, entrata in vigore
La riforma contenuta della 833, così come venne pensata,
nell'ormai lontano 1948, riconosce il diritto alla salute come
risultò estremamente inefficiente e non più sostenibile in un
un diritto fondamentale del singolo cittadino e della collettivi­
sistema statale alla costante ricerca di nuove forme di finan­
tà, garantendo cure gratuite agli indigenti, rispettando i prin­
ziamento per garantire i servizi pubblici essenziali.
cipi di eguaglianza, equità ed accessibilità alle prestazioni
sanitarie.
Con il sistema delle mutue in realtà non erano rispettati ap­
pieno questi principi, creando delle diversità nelle prestazioni
2.2 IL RIORDINO DELLA SANITÀ: IL D.LGS.
erogate dai singoli enti mutualistici a favore dei propri iscritti.
Fino alla grande riforma awenuta con l'istituzione del Servi­ 30-12-1992, N. 502
zio Sanitario Nazionale con la legge 833 del 1978, l'organiz­
zazione sanitaria in Italia è stata caratterizzata dalla presen­ Con la promulgazione del D.Lgs. 30-12-1992, n. 502 (attuati­
za di diversi soggetti che si occupavano di salute: le mutue, i vo della legge delega del 23-10-1992, n.421) e con il succes­
comuni, le province, gli ospedali, ognuno con una variegata sivo D.Lgs. 7-12-1993, n. 517, si va a completare il definitivo
gamma di prestazioni offerte e con norme di funzionamento riordino del sistema salute in Italia.
autonome e diverse fra loro. I decreti 502/517 avevano come obiettivo quello di ottimizza­
Con la legge 12 febbraio 1968 n. 132 (legge Mariotti, nota re le risorse di cui il sistema sanitario già disponeva, control­
anche come la prima riforma Ospedaliera) si cercò di affron­ landone la spesa e riducendo di fatto l'indebitamento delle
tare il tema dell'organizzazione degli ospedali identificando stato per far fronte alle necessità di coprire i costi delle pre­
in un'unica figura giuridica, l'ente ospedaliero, le strutture stazioni sanitarie.
ospedaliere esistenti. Questo neonato soggetto giuridico era I principi dei due decreti furono quindi una spinta all'azien­
definito come "ente pubblico che istituzionalmente prowede dalizzazione delle U.S.L., alle quali venne attribuita un'or­
al ricovero e alla cura degli infermi", definendo per la prima ganizzazione di tipo aziendalistico, con la ridefinizione delle
volta l'attività connessa alle cure ospedaliere come un pub­ responsabilità economico finanziarie dei manager attraverso
blico servizio rivolto alla cura dei malati e al recupero della un sistema budgettario che prevede l'utilizzo di indicatori di
loro salute. Le prestazioni di assistenza ospedaliera furono produttività e di verifica dei risultati, responsabilizzando la di­
quindi affidate alla competenza delle Regioni che le eroga­ rigenza sanitaria sui risultati conseguiti.
vano ai cittadini tramite gli enti ospedalieri e altre strutture in I punti principali della riforma si possono riassumere nei se­
convenzione. Pur tuttavia, proprio in funzione della diversa guenti punti:
capacità economica delle diverse mutue, le prestazioni offer­
definizione di livelli omogenei di assistenza, cioè
te non erano ancora omogenee, contro il principio di equità
le prestazioni erogabili a tutti i cittadini nel rispetto
cui fa riferimento la nostra Costituzione. Questo sistema,
degli obiettivi del piano sanitario n azionale, e in
unitamente alle ingenti spese sostenute per l'erogazione
delle cure, fece pensare ad una prima razionalizzazione del rapporto all'entità del finanziamento garantito al
sistema salute, di un impianto non adeguato alle cure dei
SSN
responsabilità di organizzazione ed economiche
cittadini.
alle Regioni, decentrando di fatto l'organizzazione
Con la legge n. 833 del 23 dicembre 1978, istitutiva del ser­
vizio Sanitario Nazionale (SSN) - una fra le più importanti della sanità
l'aziendalizzazione delle ASL, rendendole autono­
riforme sanitarie attuate dal nostro stato - si è passati al
me dal punto di vista patrimoniale, contabile, ge­
definitivo superamento dell'apparato mutualistico, all'epoca
stionale, lasciando ampio potere di organizzazio­
in profonda crisi finanziaria a causa degli enormi debiti ac­
ne, pur all'interno delle direttive centrali, ma con la
cumulati verso gli enti ospedalieri, garantendo il diritto alla
logica privatistica di dover rispettare il bilancio di
salute con un sistema universalistico, certamente più in linea
con i dettami costituzionali. chiusura, non più sanato. dallo Stato
La legge 833ll8 ha esteso a tutti i cittadini, a prescindere dal- tariffazione e remunerazione delle prestazioni ef-

40
--�-�'----1fl!;!ewttiocYagimllls;;Jen111te
.tt �euroiygate,..sia.nelle..struttur�m.......__. e rogate assieme alle attività di assistenza sociale
che ambulatoriali a supporto delle persone in stato di bisogno, con
sistema competitivo fra strutture pubbliche e pri­ problemi non prettamente sanitari, quali ad esem­
vate, con la finalità di ricercare un costante e con­ pio l'emarginazione sociale, che però possono
tinuo miglioramento delle qualità delle prestazioni condizionare lo stato di salute. Il decreto si preoc­
partecipazione attiva da parte della cittadinanza e cupa di garantire assistenza a quei soggetti deboli
delle associazioni di volontariato. come i bambini, gli anziani, i tossicodipendenti, i
malati di AIDS, i portatori di handicap che neces­
sitano di interventi incrociati non solo in campo
medico, ma anche sociale.
2.3 LA TERZA RIFORMA SANITARIA -
IL DECRETO LEGISLATIVO 229 DEL 1999 LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI
Gli utenti partecipano all'attività di programmazio­
E I SUOI STRUMENTI
ne, come nel caso dell'adozione del Piano sani­
tario regionale cui prendono parte le formazioni
La cosiddetta riforma sanitaria ter, andata in vigore con il D.
sociali private non aventi scopo di lucro impegna­
Lgs. 229 del 1999 in attuazione dei principi e criteri direttivi
te nell'assistenza sociale e sanitaria. I cittadini
indicati nella L. 419/1998, di fatto intende rafforzare alcuni
inoltre svolgono anche attività di controllo, di valu­
concetti base già ampiamente espressi nella 502/517, quali
tazione dei servizi e delle prestazioni e di accessi­
ad esempio la regionalizzazione dei compiti relativi alla sani­
bilità degli stessi; essi svolgono, inoltre, attività di
t�, conf�r�ando il Servizio Sanitario nazionale come regista
promozione del ricorso alla Carta dei servizi per la
d1 tutto II sistema. Di seguito, i diversi punti cardine indicati
comunicazione con i cittadini.
nella riforma.

LA VALORIZZAZIONE DELLE REGIONI RAFFORZAMENTO DEL CONCETTO DI AZIEN­


La valorizzazione del ruolo delle Regioni, cui si è DALIZZAZIONE DEL SISTEMA SANITARIO
già fatto cenno, viene rafforzato in questa impor­ Viene rafforzato il concetto di azienda ASL, dotata
tante riforma nella definizione dei compiti ad esse di personalità giuridica pubblica e autonomia im­
attribuite, quali ad esempio l'elaborazione di pro­ prenditoriale, la cui organizzazione e il funziona­
poste per la predisposizione del Piano sanitario mento sono disciplinati con atto aziendale di dirit­
nazionale, l'adozione del Piano sanitario regiona­ to privato. La ASL e le Aziende Ospedaliere Sono
le per la soddisfazione delle specifiche esigenze tenute al rispetto del vincolo di bilancio e agiscono
di ogni territorio di riferimento, l'articolazione delle con atti di diritto privato.
ASL o delle Aziende Ospedaliere nel territorio del­
la Regione, la disciplina del il finanziamento delle ARTICOLAZIONE ORGANIZZATIVA DELLE
ASL correlata alle modalità di controllo dei risultati AZIENDA SANITARIE LOCALI IN DISTRETTI
Per assicurare tutti i servizi di servizi di assistenza
e degli obiettivi, anche economici, raggiunti. Le
Regioni, inoltre, hanno un importantissimo ruolo primaria per le attività sanitarie e sociosanitarie,
di controllo non solo sulle ASL e sulle Aziende fatte salve diverse scelte da parte delle Regioni in
Ospedaliere, ma anche rispetto all'accreditamen­ funzione delle diversità e delle difficoltà territoriali e
to delle strutture pubbliche o private autorizzate a di tutela delle comunità, sono costituiti i distretti che
dovrebbero servire gruppi di popolazione di non
fornire prestazioni per conto del SSN.
più di 60.000 abitanti. Le funzioni del distretto sono
I PIANI SANITARI PER LA GESTIONE DELLA rappresentate, sostanzialmente, dalla garanzia
SALUTE DEI CITTADINI della continuità assistenziale attraverso il coordina­
La stesura e lo sviluppo dei diversi piani sanitari mento dei medici di medicina generale, dei pedia­
sono di competenza dei diversi livelli di respon­ tri e dei servizi di continuità assistenziale (guardia
sabilità previsti nel piano salute: Il Piano sanitario medica), sia negli ambulatori che a domicilio, con
nazionale viene predisposto dal Governo su pro­ tutte le altre strutture operative e con i servizi spe­
posta del Ministro della salute tenuto conto delle cialistici. Altra importante struttura organizzativa
proposte provenienti dalle Regioni; viene adotta­ delle ASL sono i dipartimenti di prevenzione, che
to con Decreto del Presidente della Repubblica hanno la funzione principale nella prevenzione del­
previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, le malattie e di tutela della salute collettiva.
d'intesa con la Conferenza unificata. Il Piano sa­
LA RIFORMA DELLA DIRIGENZA SANITARIA
nitario nazionale ha durata triennale. Entro cento­
cinquanta giorni dalla data di entrata in vigore del La dirigenza sanitaria risulta collocata in un unico
Piano sanitario nazionale le Regioni adottano o ruolo, distinto per profili professionali, graduando­
adeguano i propri Piani sanitari regionali, trasmet­ ne le funzioni in relazione alle diverse responsa­
bilità professionali e gestionali. I Direttori apicali
tono al Ministro della salute gli schemi o i progetti
allo scopo di acquisire il parere dello stesso per sono sottoposti a verifica ogni 5 anni, al fine di
quanto attiene alla coerenza dei medesimi con gli valutarne le capacità e la professionalità. Inoltre,
indirizzi del Piano sanitario nazionale1 • il rapporto di lavoro dei dirigenti del Servizio Sani­
tario Nazionale, per la parte che riguarda i medici
e i veterinari, è caratterizzato dall'esclusività del
rapporto con il SSN.
L'INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA
Le attività cui fa riferimento questo aspetto, riguar­
dano tutte quelle prestazioni sanitarie che sono

http://www.salute.gov.it/portale/lemi/p2_6.jsp?id=1298&area=programmazioneSanitariaLea&menu=vuoto

41
----"-�-:.:__-..d:.lliJ[QJ3JZ'z.AztC).f',(JE.ll.CCIBfilllIAME:NJ:O...__---"-�--�___Jdarilasciarsi.pJ'.IDl�lla conformi.::._....• �
ISTITUZIONALE E CONVENZIONAMENTO ta a definiti requisiti minimi strutturali, tecnologici
Un importante passaggio riguarda la possibilità, e organizzativi stabiliti a livello nazionale con un
per le strutture sanitarie che abbiano ottenuto atto di indirizzo e coordinamento».
l'accreditamento istituzionale - cioè una sorta di
attestazione di qualità da parte delle Regioni in TARIFFE STANDARD PER LA REMUNERAZIO­
base a criteri predefiniti - di erogare prestazioni NE DELLE PRESTAZIONI EROGATE DALLE
assistenziali e servizi per conto del Servizio Sa­ STRUTTURE ACCREDITATE
nitario Nazionale. In tal caso i relativi oneri eco­ La tariffazione delle prestazioni svolte, sia nel­
nomici vengono imputati al SSN e il cittadino che le strutture pubbliche che private, deve avere lo
vi si rivolge non sostiene costi aggiuntivi rispetto stesso valore economico, a garanzia dell'equità e
a quelli che sosterrebbe se si rivolgesse ad una della concorrenza fra le diverse strutture che par­
struttura o ad un professionista pubblico. L'ac­ tecipano alle attività di cura.
creditamento istituzionale risponde alla necessità
di organizzare il SSN e i singoli sistemi regionali PARTECIPAZIONE DELLA CITTADINANZA E
secondo garanzie di qualità, tenendo conto delle DELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO
effettive esigenze della popolazione, dei livelli di I cittadini e le rappresentanze delle associazioni
assistenza da garantire e della disponibilità reale partecipano all'attività di programmazione, in par­
di risorse economiche. Una volta ottenuto l'accre­ ticolare a livello delle Regioni nella progettazione
ditamento istituzionale, la struttura privata stipula e nella revisione dei piani sanitari regionali, svol­
appositi accordi contrattuali con la Regione, me­ gendo anche attività di verifica e controllo della
diante i quali si stabilisce il numero di prestazioni qualità dei servizi erogati.
che il SSN "acquista" da quella struttura o da quel
professionista privato accreditato. Tali prestazioni FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO
(determinate previa definizione del fabbisogno di Questo punto importantissimo riguarda sia l'ag­
prestazioni sanitarie della popolazione) verranno giornamento professionale diretto ad accrescere
quindi erogate al cittadino senza alcun spesa ag­ le conoscenze professionali ed acquisire nuove
giuntiva rispetto alla stessa prestazione erogata competenze, che la formazione permanente fi­
nella struttura pubblica e alle stesse condizioni; nalizzata al miglioramento delle competenze non
pertanto, se il cittadino è tenuto alla c.d. compar­ solo cliniche, ma anche tecniche e gestionali.
tecipazione alla spesa (pagamento ticket) nella Questo punto ha dato il via all'istituzione del si­
struttura pubblica, allo stesso modo dovrà pagare stema ECM (Educazione Continua in Medicina)
lo stesso ticket presso la struttura (o il professio­ per tutti i professionisti sanitari, che si realizza
nista) privata accreditata. Di seguito si riporta un con la partecipazione a corsi, convegni, seminari,
esempio di accordo contrattuale tra una Regione soggiorni di studio, partecipazione a studi clinici
e una Struttura Sanitaria Privata. ed attività di ricerca, di sperimentazione e di svi­
A margine si deve ricordare che, qualunque strut­ luppo. L'ECM è il processo attraverso il quale il
tura sanitaria, pubblica o privata che intenda ero­ professionista della salute si mantiene aggiornato
gare prestazioni sanitarie, deve necessariamente per rispondere ai bisogni delle persone assistite,
ottenere l'autorizzazione. L'autorizzazione rispon­ alle esigenze del Servizio sanitario e al proprio
de al diritto alla libera iniziativa ed è il mezzo at­ sviluppo professionale.
traverso il quale si concede alle strutture preposte
all'attività sanitaria la possibilità di esercitare libe­ La formazione continua in medicina comprende l'acquisizio­
ramente la propria attività, in seguito alla confor­ ne di nuove conoscenze, abilità e attitudini utili a una pratica
mità con una serie di requisiti, parametri e criteri competente ed esperta.
definiti nel Dpr 14.01.19972• Qualunque nuova I professionisti sanitari hanno l'obbligo deontologico di met­
struttura sanitaria è impossibilitata ad operare tere in pratica le nuove conoscenze e competenze per offrire
senza aver ottenuto l'autorizzazione necessaria una assistenza qualitativamente utile. Prendersi quindi cura
(che è richiesta anche quando si vuole ampliar­ dei propri assistiti con competenze aggiornate, senza conflitti
ne una già esistente). Quindi la struttura sanitaria, di interesse, in modo da poter essere un buon professionista
pubblica o privata, per poter esercitare la propria della sanità.
attività, deve, in prima istanza, ottenere la conces­ L'awio del Programma nazionale di ECM nel 2002, in base
sione dell'autorizzazione alla realizzazione e all'e­ al DLgs 502/1992 integrato dal DLgs 229/1999 che avevano
sercizio, da parte del Comune e della Regione che istituito l'obbligo della formazione continua per i professio­
verifica il possesso dei requisiti strutturali (metri nisti della sanità, ha rappresentato un forte messaggio nel
quadrati, sale e spazi, assenza di barriere archi­ mondo della sanità. La nuova fase dell'ECM contiene molte
tettoniche depositi, magazzini e spogliatoi, ecc.) novità e si presenta quale strumento per progettare un mo­
e organizzativi (figure professionali abilitate ed in derno approccio allo sviluppo e al monitoraggio delle compe­
numero idoneo all'attività sanitaria da svolgere in tenze individuali.
piena sicurezza per gli assistiti). Sostanzialmen­ Dal 1 gennaio 2008, con l'entrata in vigore della Legge 24
te, senza l'autorizzazione una struttura sanitaria dicembre 2007, n. 244, la gestione amministrativa del pro­
non è abilitata a svolgere alcun tipo di attività di gramma di ECM ed il supporto alla Commissione Nazionale
carattere sanitario e assistenziale, come prevede per la Formazione Continua, fino ad oggi competenze del Mi­
espressamente il D.lgs. 502/1992: «l'autorizzazio­ nistero della salute, sono stati trasferiti all'Agenzia nazionale
ne è obbligatoria per tutte le strutture pubbliche e per i servizi sanitari regionali (Agenas).
private che intendono esercitare attività sanitarie, L'Accordo Stato Regioni del 1° agosto 2007 che definisce il

2 Dpr 14 gennaio 1997 - Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano,
in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e
private
42
___....1R::lli'!"1o�rd!!!inc!!oLYdeSèl uPor!.l,;Qg!¼Jwraa1m.um!llllaudwi..1FJoarmllUlazt.(..ll.iowne.a -'Co""'1n.utruinwuiaa__.,inl.LllMwe:ad..,icwi=------�-_,c_,.
• r..,on...,i..,cuh,e,jnclusWaJ>romoziooe.di-sti!i-.di.vita-:-
na e stabilisce la nuova organizzazione e le nuove regole per sani ed i programmi organizzati di scree-
la Governance del sistema Ecm del triennio 2008-2010, indi- ning; sorveglianza e prevenzione nutrizio-
vidua infatti nell'Agenzia la "casa comune" a livello naziona- nale
le, in cui collocare la Commissione nazionale e gli organismi attività medico legali per finalità pubbliche.
che la corredano3·

2. Assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i


servizi sanitari e socio-sanitari diffusi sul territorio,
2.4 I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA così articolati:
(L.E.A.)4 assistenza sanitaria di base
emergenza sanitaria territoriale
I Livelli essenziali di assistenza (LEA) sono le prestazioni e assistenza farmaceutica
i servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a assistenza integrativa
fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di assistenza specialistica ambulatoriale
una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche assistenza protesica
raccolte attraverso la fiscalità generale (tasse). assistenza termale
assistenza sociosanitaria domiciliare e ter­
DPCM 12gennaio2017 ritoriale
assistenza sociosanitaria residenziale e se­
Il 18 marzo 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale miresidenziale.
(Supplemento ordinario n.15) il Decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri (DPCM) del 12 gennaio 2017 con i 3. Assistenza ospedaliera, articolata nelle seguenti
nuovi Livelli essenziali di assistenza. attività:
Il nuovo Decreto sostituisce infatti integralmente il DPCM
29 novembre 2001, con cui i LEA erano stati definiti per la pronto soccorso
prima volta. Il prowedimento, che rappresenta il risultato di ricovero ordinario per acuti
un lavoro condiviso tra Stato, Regioni, Province autonome e day surgery
Società scientifiche, è stato predisposto in attuazione della day hospital
Legge di stabilità 2016, che ha vincolato 800 milioni di euro riabilitazione e lungodegenza post acuzie
per l'aggiornamento dei LEA. attività trasfusionali
Il DPCM 12 gennaio 2017 (e gli allegati che ne sono parte attività di trapianto di cellule, organi e tessuti
integrante): centri antiveleni (CAV).
Definisce le attività, i servizi e le prestazioni garantite ai citta­
dini con le risorse pubbliche messe a disposizione del Servi­ Nel testo del DPCM il capo IV è dedicato specificatamente
zio sanitario nazionale: all'assistenza sociosanitaria, il Capo VI è dedicato all'assi­
stenza specifica a particolari categorie. Le Regioni, come
Descrive con maggiore dettaglio e precisione pre­ hanno fatto fino ad oggi, potranno garantire servizi e presta­
stazioni e attività oggi già incluse nei livelli essen­ zioni ulteriori rispetto a quelle incluse nei LEA, utilizzando
ziali di assistenza risorse proprie.
Ridefinisce e aggiorna gli elenchi delle malattie
rare e delle malattie croniche e invalidanti che Aggiornamento e monitoraggio dei Lea
danno diritto all'esenzione dal ticket
Innova i nomenclatori della specialistica ambula· Per garantire l'aggiornamento continuo, sistematico, su re­
toriale e dell'assistenza protesica, introducendo gole chiare e criteri scientificamente validi dei Livelli essen­
prestazioni tecnologicamente avanzate ed esclu­ ziali di assistenza, è stata istituita la Commissione nazionale
dendo prestazioni obsolete. per l'aggiornamento dei LEA e la promozione dell'appropria­
tezza nel Servizio sanitario nazionale, costituita con decreto
Il DPCM individua tre grandi livelli di intervento del sistema ministeriale 16 giugno 2016 e parzialmente modificata con
sanitario nazionale: decreto ministeriale 17 ottobre 2016 e 10 febbraio 2017.
Inoltre, con decreto del Ministro della salute del 21 novembre
1. Prevenzione collettiva e sanità pubblica, che com 2005 è stato istituito, presso il Ministero, il Comitato perma­
prende tutte le attività di prevenzione rivolte alle nente per la verifica dell'erogazione dei Livelli Essenziali di
collettività ed ai singoli. In particolare: Assistenza, cui è affidato il compito di verificare l'erogazione
sorveglianza, prevenzione e controllo delle dei LEA in condizioni di appropriatezza e di efficienza nell'u­
malattie infettive e parassitarie, inclusi i pro­ tilizzo delle risorse, nonché la congruità tra le prestazioni da
grammi vaccinali; erogare e le risorse messe a disposizione dal Servizio Sani­
tutela della salute e della sicurezza degli tario Nazionale.
ambienti aperti e confinati
sorveglianza, prevenzione e tutela della sa­
lute e sicurezza sui luoghi di lavoro
salute animale e igiene urbana veterinaria
sicurezza alimentare-tutela della salute dei
consumatori
sorveglianza e prevenzione delle malattie

3 http://ape.agenas.it/ecm/ecrn.aspx
4 http://www.salute.gov.il/portale/lemi/p2_6.jsp?id=1300&area=programmazioneSanitariaLea&menu=lea

43
.'
regionali e presied11to dal direttore sanitario,Jn.altridaLditak,�, ..e , ,_
2.5 L'ORGANIZZAZIONE DELLE ASL: OSPEDALI, tore generale, ed è tipicamente composto da: direttore gene-
DISTRETTI E DIPARTIMENTI rale, sanitario e amministrativo; direttori di Distretto; direttori
sanitari e amministrativi dei presidi ospedalieri; direttori dei
Le ASL5, quindi, per il perseguimento dei loro fini istituzio­ dipartimenti; direttori delle direzioni tecniche; direttori dei ser-
nali, si sono costituite in aziende con personalità giuridica vizi farmaceutici.
pubblica e autonomia imprenditoriale; la loro organizza­
zione e funzionamento sono disciplinati con atto aziendale di
diritto privato, il quale individua le strutture operative dotate
di autonomia gestionale o tecnico-professionale, soggette a 2.6 L'ASSISTENZA OSPEDALIERA
rendicontazione analitica.
Le ASL devono uniformare la loro attività a criteri di efficacia, L'assistenza ospedaliera può essere erogata sia dalle Azien­
efficienza ed economicità, sono tenute al rispetto del vincolo de USL, tramite suoi presidi ospedalieri, che dalle Aziende
del bilancio, da realizzare attraverso il mantenimento dell'e­ Ospedaliere, nonché dalle strutture private accreditate con
quilibrio di costi e ricavi e agiscono mediante atti di diritto pri­ ilSSN.
vato. Sono organi delle ASL il Direttore Generale, ilcollegio Il Presidio Ospedaliero dell'AUSL è l'ospedale, o una rete
di direzione e il collegio sindacale. di ospedali, gestiti dalla ASL; non ha bilancio autonomo e
Il Direttore Generale, nominato dal consiglio regionale, è il lavora all'interno dell'organizzazione aziendale, con una for­
rappresentante legale della ASL, responsabile della gestio­ te connotazione organizzativa di integrazione fra ospedale e
ne complessiva dell'azienda, che nomina i responsabili delle territorio. Owiamente l'integrazione deve riguardare anche
strutture operative. È coadiuvato, nell'esercizio delle proprie tutta la rete territoriale, in particolare le Aziende Ospedaliere.
funzioni, dal direttore amministrativo, dal direttore sanita­ Le Aziende Ospedaliere sono aziende puramente «produt­
rio e dal direttore socio sanitario. Sono cause di ineleggi­ trici», erogano cioè prestazioni specialistiche ambulatoriali,
bilità a direttore generale delle ASL, tra le altre, il ricoprire la ricoveri e trattamenti riabilitativi e non erogano servizi tipica­
carica di membro dei consigli e delle assemblee delle regioni mente territoriali, quali ad esempio l'assistenza distrettuale,
e del Parlamento. Il rapporto di lavoro del direttore genera­ l'assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e lavoro.
le, del direttore amministrativo, del direttore sanitario e del Sono ospedali trasformati in Aziende, con gestione autono­
direttore socio sanitario è esclusivo ed è inoltre regolato da ma ed indipendente.
un contratto di diritto privato, di durata da tre a cinque anni, Sono finanziate in base alla produttività della struttura, con
rinnovabile. tariffazioni standard legate alle prestazioni (ricoveri e diagno­
Il Direttore Generale verifica l'amministrazione dell'azienda si di dimissione) verificate attraverso le schede di dimissione
sotto il profilo economico, vigila sull'osservanza della legge, ospedaliera (SDO) e i dati in esse contenuti. In particolare
accerta la regolare tenuta della contabilità e la conformità per la tariffazione si fa riferimento al sistema del DRG's
del bilancio alle risultanze dei libri e delle scritture contabili, (Diagnosis relateci groups, gruppi di diagnos i omogenee),
effettua periodicamente verifiche di cassa; riferisce almeno introdotti nel sistema sanitario italiano nel 1994, che preve­
a scadenze prestabilite alla Regione, anche su richiesta di dono la remunerazione della produzione a seconda di tariffe
quest'ultima, sui risultati delle analisi effettuate e rileva for­ standardizzate stabilite da apposite commissioni ministeriali.
malmente eventuali irregolarità o problematiche. Le Aziende Ospedaliero-Universitarie sono generalmente
Il collegio di direzione, composto da membri appartenenti Policlinici, strettamente collegati con il sistema universitario.
a tutte le figure professionali presenti nella azienda o nell'en­
te: concorre al governo delle attività cliniche, partecipa alla 2.6.1 I.R.C.C.S. (ISTITUTI DI RICOVERO E CURA A
pianificazione delle attività, incluse la ricerca, la didattica, i CARATTERE SCIENTIFICO)
programmi di formazione e le soluzioni organizzative per l'at­
tuazione dell'attività libero-professionale intramuraria. Nelle Sono ospedali che dimostrano eccellenza nell'organizzazio­
aziende ospedaliero universitarie (AOU) il collegio di direzio­ ne, gestione dei servizi sanitari e nello sviluppo della ricerca
ne partecipa alla pianificazione delle attività di ricerca e di­ in campo biomedico. La qualifica di IRCCS viene ottenuta
dattica nell'ambito di quanto definito dall'università; concorre nell'area clinica di competenza a seguito di un'attenta valuta­
inoltre allo sviluppo organizzativo e gestionale delle aziende, zione da parte del Ministero della Salute.
con particolare riferimento all'individuazione di indicatori di Il riconoscimento come IRCCS conferisce il diritto alla frui­
risultato clinico assistenziale e di efficienza, nonché dei re­ zione di finanziamenti pubblici finalizzati allo sviluppo della
quisiti di appropriatezza e di qualità delle prestazioni. Par­ ricerca scientifica relativa alle materie riconosciute Attual­
tecipa altresì alla valutazione interna dei risultati conseguiti mente esistono circa 40 ospedali riconosciuti come IRCCS
in relazione agli obiettivi prefissati ed è consultato obbligato­ distribuiti sul territorio italiano.
riamente dal direttore generale su tutte le questioni attinenti
al governo delle attività cliniche. Ai componenti del predetto 2.6.2 L'OSPEDALE
collegio non è corrisposto alcun emolumento, compenso, in­
dennità o rimborso spese. L'Ospedale è la struttura tecnico-funzionale mediante la qua­
Il collegio sindacale dura in carica tre anni ed è composto le l'Azienda assicura nel proprio bacino territoriale l'assisten­
da cinque membri, di cui due designati dalla regione, uno za ospedaliera in modo unitario ed integrato, sulla base della
designato dal Ministro del tesoro, del bilancio e della pro­ programmazione e organizzazione regionale, perseguendo
grammazione economica, uno dal Ministro della sanità e anche la formazione e la ricerca.
uno dalla Conferenza dei sindaci; per le aziende ospedaliere L'Ospedale, generalmente, garantisce in particolare le se­
quest'ultimo componente è designato dall'organismo di rap­ guenti prestazioni:
presentanza dei comuni.
Il collegio sindacale concorre alla pianificazione e al governo di soccorso nell'ambito della rete di urgenza
delle attività cliniche, di ricerca e didattica. In alcuni contesti ed emergenza, in collegamento con il sistema
112/118
di ricovero in regime ordinario, di ospedalizzazio-

5 http://www.sapere.it/enciclopedia/ASL.html

44
ne diurna medica e chirurgica ni, utilizzando.unitariamente le risorse provenienti
specialistiche di diagnosi e cura in regime ambu­ da diverse font {SSN, Comuni, solidarietà socia­
i

latoriale le) e assegnate dalla Direzione Aziendale


di riabilitazione in collegamento con il territorio Il Distretto Socio Sanitario esercita, attraverso le Unità Ope­
di prevenzione e di educazione alla salute in colla­ rative proprie, la funzione di produzione delle prestazioni e
borazione con il Dipartimento di Prevenzione. dei servizi di primo livello, garantita dalle strutture che ne fan­
Ciascuna prestazione deve essere assicurata nella forma no parte. In particolare, il Distretto Socio Sanitario assicura
l'assolvimento delle seguenti macrofunzioni fondamentali:
assistenziale che risulta più appropriata e deve essere desti­
nata esclusivamente alle persone affette da condizioni pato­ Accoglimento, analisi, valutazione e orientamento
logiche - mediche e chirurgiche - in fase acuta e post-acuta della domanda di prestazioni sanitarie di base ed
che, per la loro complessità o intensità, non possono essere organizzazione della risposta
assistite in modo ugualmente efficace ed efficiente nell'ambi­ Concorso all'attività di pianificazione e di pro­
to dei servizi territoriali. grammazione aziendale mediante l'analisi e la
La gestione dell'Ospedale si ispira ai seguenti principi ge­ valutazione dei bisogni di salute
nerali: Gestione diretta dei servizi e interventi che rien­
trano nel "livello di assistenza distrettuale", awa­
efficacia ed appropriatezza dell'intervento sanita­ lendosi di operatori e di Unità Operative proprie,
rio oppure attraverso rapporti convenzionali con ope­
accessibilità dell'utente ai servizi sanitari ratori e organizzazioni interne o esterne all'Azien­
umanizzazione e sempre maggior attenzione ai da
bisogni globali del malato Governo dei consumi di prestazioni "indirette"
efficienza dell'organizzazione e integrazione tra i - farmaceutiche, specialistiche ambulatoriali e
dipartimenti e il territorio ospedaliere attraverso l'attività di orientamento
responsabilizzazione degli operatori a tutti i livelli del cittadino e, soprattutto, l'integrazione nell'or­
ed in particolare della Dirigenza ganizzazione distrettuale dei Medici di Medicina
ricerca scientifica, formazione e aggiornamento. Generale (MMG) e dei Pediatri di Libera Scelta
(PLS)
Realizzazione dell'integrazione socio-sanitaria
a livello gestionale e operativo, e per quanto di
2.7 IL DISTRETTO competenza, istituzionale
Definizione, per target specifici di popolazione,
Il Distretto Socio Sanitario è un'articolazione territoriale di percorsi di assistenza basati sul principio del­
dell'Azienda alla cui missione contribuisce, assicurando alla la continuità e del coordinamento degli interventi,
popolazione residente la disponibilità e l'accesso ai servizi promuovendo la multidisciplinarietà tra i ruoli pro­
e alle prestazioni di tipo sanitario, socio-sanitario e sociale fessionali e le strutture di produzione
secondo criteri di equità, accessibilità e appropriatezza. Fanno parte del livello di assistenza distrettuale
Il Distretto Socio Sanitario è la struttura tecnico-funzionale tutte le attività sanitarie che non rientrano nella
mediante la quale le ASL assicurano nel proprio ambito terri­ sfera di competenza del Dipartimento di Preven­
toriale l'erogazione dell'assistenza primaria attraverso un zione e dell'Ospedale, tutte le attività sanitarie a
elevato livello di integrazione tra i diversi servizi che erogano rilevanza sociale e tutte le attività socio-sanitarie
le prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e sociali in modo da ad elevata integrazione sanitaria.
consentire una risposta coordinata e continuativa ai bisogni
della popolazione.
Sinteticamente, rientrano nel livello di assistenza d istrettua­
Il distretto è individuato, sulla base dei criteri di cui all'arti­
le, le seguenti attività assistenziali:
colo 2, comma 2-sexies, lettera c), del D. Lgs 502 del 1992,
dall'atto aziendale delle ASL, garantendo una popolazione
minima di almeno sessantamila abitanti, salvo che la regio­ Assistenza primaria: MMG, PLS, Continuità Assi­
ne, in considerazione delle caratteristiche geomorfologiche stenziale (ex Guardia Medica)
del territorio o della bassa densità della popolazione residen­ Assistenza farmaceutica e assistenza integrativa
te, disponga diversamente. Assistenza specialistica extraospedaliera
Il Distretto è centro di riferimento per l'accesso a tutti i servizi Assistenza protesica
dell'ASL, polo unificante di tutti i servizi sanitari, socio-sani­ Assistenza consultoriale e di tutela della maternità
tari e socio-assistenziali territoriali, sede di gestione e coordi­ e dell'infanzia
namento operativo e organizzativo dei servizi territoriali. Assistenza domiciliare integrata (ADI)
Assistenza territoriale, semiresidenziale e resi­
Il Distretto Socio Sanitario è articolazione organizzativo-fun­ denziale per tossicodipendenti, per disabili/han­
zionale: dicappati, per anziani ed altri non autosufficienti,
per malati psichiatrici, per malati in fase terminale
Che rappresenta un centro di servizi e prestazioni
(hospice territoriale), per malati affetti da patologie
dove la domanda di salute della popolazione è af­
HIV correlate
frontata in modo unitario e globale
Assistenza idrotermale.
Nella quale sono attivabili tutti i percorsi di acces­
so del cittadino ai servizi sanitari, socio-sanitari e
socio-assistenziali gestiti Oltre alle attività di assistenza sopra menzionate, il Distretto
Che meglio consente di governare i processi ope­ Socio Sanitario svolge anche:
rativi integrati tra servizi anche di diverse istituzio-
Attività amministrative rivolte al proprio interno e

45
ad altri servizi centralizzati dellaA
,_,S=L--'- e __--'---'-----'-----
________.,,,f qrr_nazio_,.,n_,,_
Attività amministrative rivòlte all'utenza quali: obiettivi clinici, con Ja: promozione della qualità
rilascio di tessere sanitarie, rilascio attestati di dell'assistenza
esenzione, prenotazione delle prestazioni specia- obiettivi economici, con la realizzazione di econo-
listiche mie di scala e di gestione
Attività di coordinamento e di raccordo con le al- obiettivi strategici, con la diffusione delle cono-
tre strutture aziendali (Ospedale e Dipartimento di scenze e lo sviluppo delle competenze.
Prevenzione).
L'organizzazione dipartimentale degli ospedali ha notevoli
Al Distretto afferiscono, per quanto di competenza, le funzio­ riflessi sulle procedure e sugli strumenti di programmazione
ni proprie degli uffici di Relazioni con il Pubblico e Informazio­ e controllo aziendale. Sotto questo aspetto assume un forte
ne, con particolare attenzione all'informazione tempestiva e connotato strategico la funzione del Capo Dipartimento al
corretta e alla gestione dei reclami, potendo per questo avva­ quale viene affidato il compito di negoziare con l'Amministra­
lersi della collaborazione di tutte le componenti dell'Azienda. zione gli obiettivi del dipartimento ed il relativo budget.

Finalità dell'organizzazione dipartimentale

2.8 IL DIPARTIMENT06 Nella prospettiva della progressiva introduzione del Gover­


no Clinico, le finalità perseguite dall'organizzazione diparti­
Il Dipartimento è un'organizzazione integrata di unità opera­ mentale possono essere così schematizzate:
tive omogenee, affini o complementari, ciascuna con obietti­
vi specifici, ma che concorrono al perseguimento di comuni L'integrazione ed il coordinamento delle diverse
obiettivi di salute. Esso, con il supporto di un sistema infor­ professionalità, che possono utilizzare risorse da
mativo adeguato alla valutazione della produttività e degli loro scelte ed organizzate
esiti in salute, rappresenta il modello organizzativo favorente La garanzia di assicurare i risultati migliori in ter­
l'introduzione e l'attuazione delle politiche di Governo Clinico mini di salute, nel rispetto delle risorse economi­
quale approccio moderno e trasparente di gestione dei ser­ che e scientifiche (linee guida e indicazioni orga­
vizi sanitari e costituisce il contesto nel quale le competenze nizzative) disponibili
professionali, ponendosi quale fattore critico per il consegui­ Garanzia di continuità delle cure, attraverso i
mento degli obiettivi del dipartimento, rappresentano la prin­ percorsi assistenziali e la presenza di professio­
cipale risorsa dell'organizzazione. nisti che hanno condiviso scelte t erapeutiche ed
organizzative, nonché momenti formativi, con la
L'organizzazione dipartimentale dell'ospedale conseguente riduzione di trasferimenti e prese in
carico dell'assistito da parte delle diverse unità
L'ospedale occupa una posizione preminente all'interno del operative
SSN, di cui assorbe circa il 45% delle risorse. Al suo inter­ Integrazione inter-disciplinare. L'elaborazione
no risiedono le competenze specialistiche di più alto livello condivisa di percorsi assistenziali e linee guida fa­
e le tecnologie più avanzate e rappresenta, quindi, la sede vorisce la reciproca conoscenza e valorizzazione
dove vengono erogate le prestazioni mediche dal contenuto dei professionisti delle diverse discipline, incre­
tecnologico più elevato e la sede privilegiata per lo sviluppo mentando di conseguenza l'efficacia e l'efficienza
di attività di formazione e di ricerca. Ciò richiede un modello La visione complessiva delle problematiche della
organizzativo che risponda, nel modo più appropriato, alla persona assistita (garantita dalla presenza di tutte
elevata complessità del sistema, che consenta di raggiun­ le professionalità necessarie ad affrontarla), che
gere i livelli di appropriatezza, efficacia ed efficienza richiesti favorisce l'impiego di percorsi assistenziali mirati,
per garantire l'attuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza favorendo l'orientamento alla risoluzione dei biso­
(LEA). gni delle diverse persone attraverso lo sviluppo
A partire dagli anni '60 si è sviluppato un intenso dibattito per dei processi e la migliore gestione del caso
l'individuazione di un assetto organizzativo che consentisse: Aumento della sicurezza per la persona assistita,
attraverso la progettazione di strutture e percorsi
l'integrazione delle attività di professionisti ope­ integrati, l'impostazione interdisciplinare e multi
ranti in settori diversi e recanti culture fortemente professionale della cura, l'integrazione ed il coor­
e diversamente specialistiche dinamento delle risorse sono componenti impor­
la condivisione di tecnologie sofisticate e costose tanti di un sistema volto alla sicurezza sia degli
la razionalizzazione dell'impiego delle risorse operatori che degli utenti
la creazione di una struttura di controllo interme­ Valorizzazione e sviluppo delle risorse umane
dia più vicina agli operatori e alle persone assisti­ La crescita professionale e la gratificazione degli
te, quindi più sensibile nel cogliere i problemi e più operatori sanitari è sostenuta dal confronto siste­
rapida ed efficace nel fornire risposte matico delle esperienze e dalla condivisione delle
il miglioramento della qualità dei processi assi­ conoscenze attraverso l'elaborazione di percorsi
stenziali. diagnostico terapeutici, la formazione e l'aggior­
namento su obiettivi specifici con verifiche colle­
giali delle esperienze
L'organizzazione dipartimentale è apparsa la soluzione che,
L'ottimizzazione nell'uso delle risorse. La gestio­
meglio di altre, potesse consentire il raggiungimento di:
ne comune di personale, spazi e apparecchiature
facilita l'acquisizione e la più alta fruizione di tec­
obiettivi organizzativi, con miglioramento del co­
nologie sofisticate e costose e favorisce l'utilizzo
ordinamento delle attività di assistenza, ricerca e
flessibile del personale consentendo soluzioni as-

6 Direzione generale e della programmazione sanitaria, dei livelli essenziali di assistenza e dei principi etici di sistema Ufficio lii Qualità delle
attività e dei servizi, Il dipartimento, 2005

46
�--�----'---sistenziali altrimenti non2!�ticaf?_ili. Essa permette •_ Funzionale: aggre.9a unità. operativt'L m:momo-
..,..
n

altresì l'attivazione di meccanismi di economia di genee, interdisciplinari semplici e/o· complesse,


scala con la conseguente riduzione della duplica­ appartenenti contemporaneamente anche a di­
zione dei servizi e razionalizzazione della spesa partimenti diversi, al fine di realizzare obiettivi
La responsabilizzazione economica. Gli operatori interdipartimentali e/o programmi di rilevanza
sanitari vengono coinvolti attraverso la gestione strategica (criterio centrato su obiettivi comuni da
diretta del bilancio assegnato e la loro partecipa­ realizzare)
zione nella realizzazione degli obiettivi del dipar­ Verticale: intesa come organizzazione con ge­
timento. La valutazione del personale sui risultati, rarchie e responsabilità ben definite rispetto alle
con verifiche periodiche, è uno strumento di ga­ unità che le compongono;
ranzia per la piena valorizzazione del personale e Orizzontale: costituita da unità operative appar­
l'attuazione di una gestione efficiente tenenti a diversi dipartimenti verticali, anche ap­
L'organizzazione e lo sviluppo della ricerca, che partenenti ad aziende diverse, con la funzione di
amplia le possibilità di collaborazione a progetti di coordinare unità di uno stesso livello gerarchico.
ricerca biomedica e gestionale e favorisce l'appli­
cazione dei risultati nella pratica quotidiana. In base all'assetto di governo i dipartimenti si definiscono
forti se vi è una gestione gerarchica delle unità operative
2.8.1 CRITERI DI COSTITUZIONE E AGGREGA­ (semplici e complesse) di appartenenza, deboli se vi è un
ZIONE DEI DIPARTIMENTl7 coordinamento trasversale delle unità operative, che man­
tengono una propria autonomia.
I criteri di aggregazione e più comunemente utilizzati I dipartimenti inoltre possono essere aziendali, costituiti da
sono: unità operative della stessa azienda e interaziendali, deri­
vati dall'aggregazione di unità appartenenti ad aziende sa­
Per aree funzionali omogenee (ad esempio di­ nitarie diverse.
partimento di area medica, che può comprendere
diverse specialità di area medica, quali medicina,
pneumologia, nefrologia, ecc.)
Per settore/branca specialistica (ad esempio di­ 2.9 MODELLI DI ORGANIZZAZIONE IN OSPEDA­
partimento ortopedico, che comprendono reparti LE E SUL TERRITORIO
accorpati in base al criterio della specialistica)
Per età degli assistiti (ad esempio dipartimento CASE DELLA SALUTE
geriatrico, dipartimento materno infantile)
Per organo/apparato (ad esempio dipartimento Le case della salute, modello di organizzazione e di presa
testa collo, comprendente specialità sia mediche in carico che si è sviluppato negli ultimi decenni in modo tra­
che chirurgiche quali otorinolaringoiatria, neurolo­ sversale su tutto il territorio nazionale, sono un punto di riferi­
gia, neurochirurgica) mento certo rivolto ai cittadini per l'accesso all'assistenza ter­
Per settore nosologico (ad esempio oncologia ritoriale, dove si concretizzi sia l'accoglienza e l'orientamento
medica, che include le unità operative mediche ai servizi che la prevenzione, la continuità dell'assistenza,
per la prevenzione, diagnosi e terapia) la gestione delle patologie croniche ed il completamento dei
Per momento di intervento sanitario/intensità e principali percorsi diagnostici che non necessitano di ricorso
gradualità delle cure, ad esempio il dipartimento all'ospedale.
riabilitativo, che raggruppa tutte le strutture che si Un unico luogo vicino al domicilio degli assistiti dove essere
occupano di riabilitazione, oppure il dipartimento curati senza dover girare per il territorio e dove si concen­
di emergenza, che raggruppa tipicamente le strut­ trano tutti i professionisti e i servizi. Nelle Case della Salute
ture organizzative deputate alla gestione della l'assistenza awiene attraverso l'azione congiunta dei medici
fase acuta o di emergenza di una malattia. di famiglia, dei pediatri, dei medici specialisti, degli infermieri,
degli assistenti sociali, delle ostetriche, degli operatori socio
Nella realtà questi non rappresentano gli unici criteri di ag­ assistenziali, del personale allo sportello, delle associazioni
gregazione; infatti, essendo il dipartimento un insieme di di volontariato e di rappresentanza di gruppi di ammalati.
relazioni finalizzate, le singole aziende possono scegliere Sono a gestione distrettuale ed erogano oltre alle prestazioni
quali sono quelle da privilegiare, tenendo conto degli obiettivi tipiche ambulatoriali tutti i servizi di presa in carico a garanzia
strategici, delle interdipendenze fra unità operative e delle dei servizi di cure domiciliari, di prevenzione e tutti gli altri
situazioni logistiche dell'azienda. servizi connessi alle cure primarie. Questo significa che la
I dipartimenti sono suddivisi in amministrativi e clinici. Per presa in carico della persona awerrà con percorsi che met­
quanto riguarda le tipologie, le più frequenti sono: tono insieme professionisti e servizi diversi, garantendo la
continuità delle cure a tutti gli assistiti che ne necessitano.
Strutturale: caratterizzata dall'omogeneità, sotto
il profilo delle attività o delle risorse umane e tec­ ASSISTENZA DOMICILIARE8
nologiche impiegate, delle unità organizzative di
appartenenza (criterio centrato sulla produzione Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) garantisce alle persone
sanitaria); il termine strutturale viene inteso come non autosufficienti e in condizioni di fragilità, con patologie in
aggregazione funzionale e fisica coinvolgendo atto o esiti delle stesse, percorsi assistenziali nel proprio do­
unità collocate nella stessa area ospedaliera; ciò micilio denominati "cure domiciliari" consistenti in un insieme
favorisce la gestione comune delle risorse uma­ organizzato di trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi,
ne, degli spazi, delle risorse tecnico-strumentali necessari per stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino
ed economiche assegnate funzionale e migliorare la qualità della vita.

7 Ministero della Salute DIPARTIMENTO DELLA QUALITÀ DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA, DEI LIVELLI
DI ASSISTENZA E DEI PRINCIPI ETICI DI SISTEMA UFFICIO lii QUALITÀ E GOVERNO CLINICO I dipartimenti ospedalieri nel Servizio
Sanitario Nazionale Rapporto sulla indagine nazionale, ottobre 2007
8 http://www.salute.gov.it/porta1e/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=139&area=Servizi_al_cittadino_e_al_paziente
47
Le curedomiciliari si integrano con le prestazionuli assisten- . S){olg§J.mafunzione sìmilefe)3 gyetla delle cure intermedie�···· ····
za sociale e dì supporto alla famiglia, generalmente erogate che dèll'ospedale di comunità. Là finalità dell'ospedale (o del
dal Comune di residenza della persona. Il bisogno clinico-as- reparto) a conduzione infermieristica, è quella di ottimizza-
sistenziale viene accertato tramite idonei strumenti di valuta- re le giornate di degenza, owero la durata dei ricoveri e di
zione multiprofessionale e multidimensionale che consento- conseguenza la disponibilità di posti letto nell'Ospedale di
no la presa in carico globale della persona e la definizione di riferimento ad assistiti con patologie acute e di diversificare
un "Progetto di assistenza individuale" (PAI) sociosanita- il bisogno e la tipologia di assistenza infermieristica, consoli-
rio integrato. dando i risultati terapeutici ottenuti nel reparto di provenien-
L'assistenza domiciliare è, dunque, un servizio compreso nei za.
Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in grado di garantire Le persone assistite ospitate in questi reparti presentano le
una adeguata continuità di risposta sul territorio ai bisogni di seguenti caratteristiche: sono affetti da patologie cronico-de-
salute, anche complessi, delle persone non autosufficienti, generative e/o patologie acute; sono dimissibili dal reparto
anche anziane, e dei disabili ai fini della gestione della croni- per acuti, ma hanno necessità di mantenere e completare la
cità e della prevenzione della disabilità. stabilizzazione clinica raggiunta nel corso del ricovero acuto
Le cure domiciliari sono erogate con modalità diverse, in attraverso un'assistenza infermieristica continuativa 24 ore
base all'organizzazione dei servizi territoriali della ASL; tutta- su 24.
via, sono generalmente gestite e coordinate direttamente dal Sotto il profilo organizzativo gli infermieri assicurano la pre-
Distretto sociosanitario (DSS) delle Aziende Sanitarie Locali sa in carico e coordinano il percorso di uscita dell'assistito
(ASL), in collaborazione con i Comuni. Per le prestazioni so- dall'Ospedale, attivando un supporto domiciliare telefonico
ciali il cittadino deve fare riferimento al Comune di residenza. e programmando le successive visite in ambulatorio - anche
In relazione al bisogno di salute dell'assistito ed al livello di questo gestito da infermieri - dedicato. La degenza massi-
intensità, complessità e durata dell'intervento assistenziale, ma, di norma, è prevista in 15 giorni. Per quanto riguarda il
si distinguono alcune tipologie di cure domiciliari: rapporto con i degenti ed i loro familiari, questi reparti sono
organizzati normalmente in modalità "aperta", ossia con una
fascia oraria di accesso molto ampia (7.00 - 21.00), per ren­
Assistenza domiciliare programmata (ADP) dere il più agevole possibile la relazione tra la persona rico­
Assistenza domiciliare integrata (ADI) verata e la sua famiglia10•
Ospedalizzazione domiciliare
REPARTI DI CURE INTERMEDIE
OSPEDALI DI COMUNITÀ/A GESTIONE
INFERMIERISTICA I reparti di cure intermedie sono strutture extraospedaliere
residenziali temporanee destinate alla persona assistita che
Gli Ospedali di comunità, previsti anche dal decreto 70 del "è in situazione di malattia, ma non tanto grave da avere
20159, sono strutture intermedie tra l'assistenza domiciliare necessità di risiedere in un ospedale, anche se organizzato
e l'ospedale finalizzate alla presa in carico delle patologie per intensità di cure, e ancora non è sufficientemente stabi­
con cronicità; in sostanza un ponte tra i servizi territoriali e lizzato per vivere al proprio domicilio". L'organizzazione di
l'ospedale per tutte quelle persone che non hanno necessità questi reparti si propone di assicurare un percorso di conti­
di essere ricoverate in reparti specialistici, ma necessitano nuità che garantisca alle persone dimesse da ogni nodo della
di un'assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a do­ complessa rete assistenziale, in particolare ospedaliera, una
micilio. risposta tempestiva verso il setting appropriato. Il modello
Gli assistiti, in questo contesto, sono rappresentati prevalen­ organizzativo adottato è un modello innovativo di gestione
temente da persone affette da patologie croniche e polipa­ delle persone assistite con dimissione complessa, owero
tologici, provenienti da una struttura ospedaliera, per acuti di coloro che possono essere dimessi solo attivando misure
o riabilitativa, che clinicamente possono essere dimesse da assistenziali di alta intensità {ad esempio ricovero in strutture
ospedali per acuti, ma non in condizione di poter essere ade­ di lungodegenza o riabilitazione in regime ospedaliero) o di
guatamente assistite a casa; soggetti fragili e/o cronici pro­ intensità medio-bassa (ad esempio riabilitazione residenzia­
venienti dal domicilio. le extra-ospedaliera, o assistenza domiciliare).
Gli Ospedali di comunità sono quindi strumento di integrazio­
ne ospedale-territorio e di continuità delle cure, erogate sulla RSA (RESIDENZA SANITARIA ASSISTENZIALE)11
base di una valutazione multidimensionale della persona da
assistere, attraverso un piano integrato e individualizzato di La RSA è una struttura residenziale extra ospedaliera fina­
cura. Non vanno intesi come strutture ex novo, ma come la lizzata a fornire accoglimento, prestazioni sanitarie e di recu­
riconversione di posti letto per la degenza in strutture già esi­ pero, tutela e trattamenti riabilitativi ad anziani in condizioni
stenti, che vengono rimodulate all'interno del nuovo modello di non autosufficienza fisica e psichica. Le RSA sono volte a
organizzativo. coniugare le esigenze di assistenza sanitaria c o n le esigenze
L'assistenza è erogata in moduli assistenziali, di norma, di di assistenza tutelare ed alberghiera. Le RSA possono diver­
15-20 posti-letto; la responsabilità del modulo è a matrice sificarsi a seconda della tipologia degli ospiti, della valenza
infermieristica, la responsabilità clinica è affidata a medici di assistenziale e del modello organizzativo in RSA di manteni­
famiglia o ad altro medico, mentre l'assistenza è garantita da mento e RSA di cura e recupero.
infermieri presenti continuativamente nelle 24 ore, coadiuva­ Le RSA di mantenimento possono ospitare anziani non au­
ti da altro personale (operatori socio-sanitari) e altri profes­ tosufficienti con limitazioni di autonomia di ogni genere (fisi­
sionisti quando necessario. La durata media della degenza che, mentali e sociali) non assistibili a domicilio. Le RSA di
attesa ha una durata limitata, di norma non superiore alle 6 cura e recupero si rivolgono alla stessa tipologia di utenza
settimane, in relazione alle valutazioni e agli obiettivi definiti. che richiede assistenza sanitaria e riabilitativa continua e,
comunque, non tali da richiedere il ricovero ospedaliero.
Il reparto a conduzione infermieristica, invece, può avere Le RSA dovrebbero essere localizzate in zone urbanizzate,
un'allocazione anche interna ad una struttura ospedaliera e

9 DM 70 del 2015, Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza
ospedaliera.
1O https://www.galliera.iVnotizie/area-di-degenza-a-conduzione-infermieristica
11 Tratto da: http://www.terzaeta.com/rubriche/medicina-specialistica/servizi-socio-sanitari/
48
,______.-integrate....cooJLCQDtesto preesistente...aLfi®.dLmotare.ognL___._t2as.tanza.ampio .per consentim.kLs.'iOJgiment,uiLpiù__attLvttà....-
forma cli isolamento o allontanamento dall'ambiente sociale è la socializzazione degli ospiti, di cameré da letto con nòn
di appartenenza. Il loro bacino di utenza deve, pertanto, es- più di due letti e di servizi comuni attrezzati in base al numero
sere individuato in base al principio della territorialità. degli ospiti.
Le RSA sono organizzate in moduli o nuclei. Il D.P.C.M. del Il personale educativo e/o assistenziale presente all'interno
22/12/89 stabilisce che ciascun modulo deve essere com- della struttura svolge funzioni diversificate, a seconda del
posto al massimo da 20 posti letto, ma prevede la possibili- ruolo che riveste e della tipologia di persone in essa ospitate:
tà di eventuali deroghe ad opera di norme regionali, purché ad esempio preparazione del vitto, iniziative educative, attivi-
giustificate. L'organizzazione per moduli consente di acco- tà socializzanti, inserimento sociale, cura della persona e dei
gliere, nella stessa RSA, gruppi di ospiti con problematiche locali. Per l'assistenza sanitaria e per gli interventi specialisti-
diverse, senza determinare interferenze e salvaguardando le ci, la struttura fa riferimento ai servizi territoriali.
esigenze di riservatezza. Inoltre tale forma di organizzazione La struttura deve operare al fine di consentire la maturazio-
consente di realizzare un impiego più razionale delle risorse ne psicologica, relazionale, sociale della persona, in vista,
e del personale. eventualmente, del suo reinserimento in famiglia, o in altro
L'area residenziale dell'utente è costituita da camere con ba- ambiente idoneo.
gno incluso, destinate normalmente a 1 o 2 persone e, quan- Ogni Comunità Alloggio è dotata di un apposito regolamento
do lo richiedono particolari esigenze, fino ad un massimo di volto a determinare tipologia di utenti, modalità di ammissio-
4 persone. ne, finalità, rapporti con la famiglia, organizzazione della vita
La RSA offre assistenza per le attività quotidiane (alzata, all'interno della struttura.
messa a letto, igiene personale); assistenza medica di base Le Comunità alloggio possono essere strutture pubbliche o
che può essere fornita dai medici interni alla struttura o dal strutture private. La scelta tra struttura pupblica e privata di-
medico di base scelto dall'assistilo; assistenza infermieristica pende da una serie di fattori, quali: le condizioni economiche
diurna e notturna; assistenza specialistica che nelle struttu- dell'utente; la qualità dei servizi prestati; la mancanza di una
re pubbliche o accreditate viene prestata dagli specialisti dei lista d'attesa; il posizionamento della struttura che dovreb-
servizi sanitari dell'ASL; assistenza psicologica; trattamenti be essere collegata con l'abitazione familiare e raggiungibile
riabilitativi; attività di socializzazione, ricreative, culturali ed con i mezzi di trasporto pubblici.
occupazionali; servizio alberghiero (fornitura pasti, lavande­
ria e guardaroba, pulizia e riordino camere, pulizia generale La struttura pubblica può essere gestita direttamente dalle
e riordino spazi comuni). ASL o da soggetti privati accreditati con le stesse. In questo
Il personale operante all'interno della struttura è compostoda caso i requisiti e le modalità di accesso alla struttura pubbli­
diverse figure professionali fra cui: coordinatore socio-sanita­ ca variano a seconda del Comune di appartenenza. Il costo
rio, infermiere, fisioterapista, animatore-educatore, operato­ del servizio fornito dalla struttura pubblica viene stabilito dal
re socio sanitario, logopedista, assistente sociale, psicologo, Comune di appartenenza e varia a seconda della Regione.
medico di base e medici specialisti. La procedura di ammissione nella struttura privata dipende
La RSA può essere una struttura pubblica o privata accredi­ dal regolamento specifico della Comunità Alloggio e dal nu­
tata owero una struttura privata. mero di posti letto disponibili. Il costo del servizio viene sta­
L'ammissione nella struttura pubblica o accreditata è subor­ bilito dall'Amministrazione della struttura e varia in funzione
dinata al rilascio di una richiesta del medico di base o del delle prestazioni erogate.
medico ospedaliero, alla sottoposizione ad una visita dell'U­
nità di Valutazione Geriatrica Multidimensionale (U.V.G - U. SEGRETARIATO SOCIALE
V.G.M.) e all'inserimento in un'apposita lista di attesa.
Il costo delle prestazioni fornite dalla RSA pubblica o accre­ Il segretariato sociale è un servizio informativo e di orien­
ditata è a carico del Servizio Sanitario Nazionale e varia a tamento per tutti i cittadini, completamente gratuito, capace
seconda del livello di assistenza prestato. Tuttavia, può es­ di adempiere in maniera soddisfacente alle richieste degli
sere previsto, a carico dell'utente, il pagamento di una diaria utenti.
per il servizio alberghiero il cui importo varia a seconda delle
disposizioni normative regionali. Il pagamento della retta di­ È di solito presente presso i Comuni ed in alcune Azien­
pende dal reddito della persona e del suo nucleo familiare. In de Sanitarie Locali e fornisce notizie e informazioni sull'esi-
caso di condizioni economiche precarie, debitamente accer­ stenza, sul tipo e sui metodi per accedere alle varie risorse
tate, il Comune di residenza può intervenire e farsi carico del sociali, svolge un'attività di consulenza, orientamento e in­
pagamento totale o parziale della retta. dirizzo del cittadino all'ente o all'organismo competente per
particolari problemi, il segretariato sociale segue i singoli casi
COMUNITÀ ALLOGGIO fino al termine del rapporto, svolge una funzione di osserva­
torio sociale, mettendo in evidenza le necessità dei cittadini,
Le Comunità Alloggio sono strutture di tipo residenziale in cui dando un quadro accurato e aggiornato dei servizi presenti,
abitano da un minimo di sei ad un massimo di dieci persone. valutando il loro funzionamento.
L'inserimento delle persone in tali strutture awiene quando si
verificano condizioni e difficoltà tali da rendere problematica Le informazioni che fornisce il segretariato sociale possono
la loro permanenza all'interno del proprio nucleo familiare. riguardare:
Le Comunità Alloggio possono essere sia strutture sociali di
convivenza volte alla riabilitazione e al reinserimento sociale il campo del lavoro e dell'orientamento professio­
delle persone ospitate, che strutture di convivenza capaci di nale
diventare la casa del soggetto in esse inserito. il campo dell'istruzione e dei servizi legati alla
In genere le Comunità tendono ad avere le caratteristiche scuola (refezione, borse di studio, doposcuola,
di una normale abitazione e cercano di ricreare, per quanto ecc.)
possibile, una condizione ambientale affine a quella familiare il campo dei servizi della sicurezza sociale (assi­
e sociale. Sono dotate di una sala da pranzo o soggiorno ab- stenza, previdenza e sanità)

49
__ · icampoJ;leisELrvjzj 12er il ternpLLli@JQ (adJlscrn- _. JX)ITiprerniEtCOJlSY.1.enw �uUay��uale_e sullapontrapçe- _
pio attività sportive, ricreative, culturali, vacanze) zfone al singolo e alla coppia, visite ginecologiche, pap-test,
il campo degli alloggi. corsi di preparazione al parto, assistenza alla gravidanza,
la modalità di accesso al segretariato sociale pre- certificazione per poter accedere alla I.V.G. (Interruzione Vo-
vede, in genere, la consultazione diretta presso lontaria della Gravidanza).
l'ufficio preposto o presso l'Ufficio Relazioni con il Alla donna in gravidanza vengono fornite tutte le informazioni
Pubblico comunale, provinciale o regionale. utili riguardanti i diritti spettanti in base alle leggi statali e re­
gionali e sui servizi sanitari, assistenziali e sociali forniti dalle
UNITÀ DI VALUTAZIONE GERIATRICA MULTIDIMENSIO­ strutture operanti nell'ambito del territorio.
NALE (U.V.G.M.)
Il consultorio pediatrico svolge attività di prevenzione e di
Il soggetto anziano è di solito caratterizzato dalla presenza di assistenza per la salute del bambino, affiancando l'attività
più patologie, da un rischio molto elevato di danno derivato dei pediatri di libera scelta. Comprende controlli di salute,
dall'uso di farmaci e, soprattutto, dalla possibilità di incorrere consulenze di puericultura, attività di diagnosi precoce e vac­
in condizione di parziale o totale non autosufficienza. cinazioni.
Alla base della non autosufficienza dell'anziano svolgono un
ruolo rilevante almeno quattro ordini di fattori variamente in­ Il consultorio per adolescenti svolge attività di prevenzione e
teragenti tra di loro: la salute fisica, la salute mentale, la con­ di consulenza anche in campo di educazione sessuale per i
dizione socio-economica e la situazione socio-ambientale. ragazzi tra i 14 e i 20 anni, collaborando anche con le scuole
È l'Unità di Valutazione Geriatrica che valuta globalmente lo presenti sul territorio.
stato di salute e le potenzialità residue della persona anziana
ed ha come obiettivo la programmazione di uno specifico Il consultorio di neuropsichiatria infantile e psicologica forni­
piano di intervento personalizzato, teso a mantenere il più a sce prestazioni di diagnosi, terapia e riabilitazione a minori
lungo possibile l'autosufficienza dell'utente. con problemi psicologici e/o con handicap, anche in relazio­
I compiti dell'UVG sono: ne alle pratiche per l'inserimento scolastico.

I consultori sono poco noti e poco frequentati, ma hanno


Individuazione e programmazione di tutti gli inter­
un'importanza fondamentale, se correttamente utilizzati, per
venti destinati agli anziani
la prevenzione e l'assistenza alla famiglia e alla maternità.
Attuazione dell'integrazione tra i servizi sanitari e
I consultori pubblici sono organismi dipendenti dalle ASL ed
sociali
ai cui servizi il cittadino può accedere gratuitamente anche
Razionalizzazione e omogeneizzazione degli in­
senza alcuna richiesta del medico di famiglia. Per usufruire
terventi per ottenere il migliore utilizzo della rete
dei servizi messi a disposizione dai consultori, gli utenti adulti
dei servizi socio-assistenziali e sanitari
devono prenotarsi anche tramite contatto telefonico, mentre
Controllo e vigilanza sull'attività delle case di cura
per gli adolescenti non è prevista alcuna prenotazione.
e di riposo per utenti anziani.

L'HOSPICE
L'UVGM è composta da un'équipe multidisciplinare che ha il
compito di delineare una valutazione globale dell'anziano, at­ "Hospice" è una parola inglese, derivante dal termine latino
traverso una scheda di valutazione multidimensionale, ana­ "hospitium", che da noi viene tradotta con: "luogo di acco­
lizzando le condizioni complessive di salute, identificandone glienza e ricovero per malati verso il termine della vita, in
i bisogni e orientandolo al servizio più idoneo. particolare, ma non esclusivamente, malati di cancro".
Questa prima fase valutativa è l'unica metodica capace di Hospice designa, quindi, una struttura socio-sanitaria resi­
assicurare una successiva ed efficace programmazione de­ denziale per malati terminali, luogo d'accoglienza e ricovero
gli interventi per curare la malattia, prevenire e/o ridurre la temporaneo dove l'assistito, per il quale non è più possibile
dipendenza e, in ultima analisi, migliorare la qualità della vita svolgere una adeguata assistenza a domicilio, viene accom­
dell'anziano. pagnato nelle ultime fasi della sua vita con un appropriato so­
stegno medico, psicologico e spirituale, affinché le viva con
L'équipe multidisciplinare è costituita da un nucleo base for­ dignità nel modo meno traumatico e doloroso possibile, con
mato dalle seguenti figure professionali: il medico geriatra la presenza e il sostegno psicologico e sociale anche delle
(con funzioni di coordinatore), l'infermiere, il sociologo e l'as­ persone che sono particolarmente legate all'assistito (part­
sistente sociale, ai quali si possono affiancare altre figure ner, familiari, amici).
professionali, quali medici di medicina generale, medici spe­ Per questi motivi si può parlare dell'Hospice come di un ap­
cialisti, terapisti della riabilitazione e psicologi in funzione alla proccio sanitario inclusivo (globale, olistico) che va oltre
necessità e alle peculiarità del singolo caso clinico. l'aspetto puramente medico della cura, intesa non tanto
come finalizzata alla guarigione fisica (spesso non più pos­
La modalità di accesso alle UVG può awenire sia diretta­ sibile) ma letteralmente al "prendersi cura" della persona nel
mente, che tramite il medico di base o dello specialista ospe­ suo insieme.
daliero. Generalmente lo sportello di riferimento è collocato "Hospice" è un servizio di assistenza per le persone affette
presso la sede del distretto dell'Azienda Sanitaria Locale. da patologie evolutive irreversibili per le quali non esistono
Il servizio erogato dalle Unità di Valutazione Geriatrica è a
trattamenti risolutivi, che non risponde più alle terapie curati­
totale carico del Servizio Sanitario Nazionale. ve ordinarie (ad esempio radioterapia, chemioterapia, inter­
vento chirurgico) e che quindi necessitano di un'assistenza
IL CONSULTORIO finalizzata al controllo del dolore, alla prevenzione e alla cura
delle infezioni, al trattamento fisioterapico e al supporto psi­
Il consultorio familiare svolge attività di prevenzione e di as­ co-sociale anche a favore dei familiari prima e dopo il deces­
sistenza per la salute della donna nelle varie fasi della vita; so del congiunto.

50
Assistenza nell'ambito degli Hospice

L'assistenza fornita dall'Hospice, che dal punto di vista or­


ganizzativo può essere anche considerato una struttura in­
traospedaliera o isolata nel territorio, è sempre e comunque
integrata all'assistenza domiciliare e alla rete delle cure pal­
liative, anche per evitare di "ghettizzare" la persona mala­
ta nei confronti dell'ambiente familiare e comunitario da cui
proviene.
L'assistenza fornita dall'Hospice, inoltre, include la tutela del­
la persona assistita, la sorveglianza continua, la formazione
permanente ed aggiornamento di tutti gli operatori sanitari
nel campo specifico, la ricerca ed innovazione nell'ambito di
approcci e procedure riguardanti le cure palliative.

51
CAPITOLO3
LA SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

3.1 Definizioni di carattere generale


3.2 I dispositivi di protezione individuale (d.p.i.) (art. 74)
3.3 Le principali situazioni di rischio per l'operatore socio sanitario
- Rischio chimico
- Rischio fisico
- Rischio biologico
3.4 Aspetti psicologici e organizzativi riguardanti il problema della sicurezza
all'articolo 2549 (N) e seguenti del Cociice civile; il
CAPITOLO 3 soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini for­
LA SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO mativi e di orientamento di cui all'articolo 18 della
Legge 24 giugno 1997, n. 196 e di cui a specifiche
La normativa attualmente vigente in Italia, raggruppata nel disposizioni delle Leggi regionali promosse al fine
D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 (Testo coordinato con il D.Lgs. 3 di realizzare momenti di alternanza tra studio e la­
agosto 2009, n. 106), il testo unico sulla salute e sicurezza voro o di agevolare le scelte professionali median­
sul lavoro, ha riservato un alto livello di attenzione alla que­ te la conoscenza diretta del mondo del lavoro; l'al­
stione della sicurezza in ogni contesto lavorativo. Attraverso lievo degli istituti di istruzione ed universitari e il
questo Decreto, il legislatore ha inteso responsabilizzare i partecipante ai corsi di formazione professionale
datori di lavoro al fine di identificare e prevenire tutti i fattori nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di
di rischio per la salute che i lavoratori, in qualsiasi attività lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici,
produttiva, corrono negli ambienti lavorativi. Altro elemento ivi comprese le apparecchiature fornite di video­
importante che la normativa ha voluto mettere in evidenza terminali limitatamente ai periodi in cui l'allievo sia
- oltre alle forti implicazioni in tema di sicurezza a carico del effettivamente applicato alla strumentazioni o ai
datore di lavoro - è la responsabilizzazione e il coinvolgimen­ laboratori in questione ... (omissis).
to attivo dei lavoratori, tramite percorsi integrati di sviluppo
dei piani della sicurezza e la formazione/informazione. È evidente quindi che tale normativa non si riferisce solo al
lavoratore dipendente, ma anche a chiunque, a qualsiasi ti­
I rischi, a seconda della tipologia di attività svolta, possono tolo, svolga un'attività all'interno di una struttura, come ad
essere di diversa natura e origine, di diversa entità ed il po­ esempio lo studente in tirocinio.
tenziale danno è owiamente commisurato al tipo di rischio
identificato, in funzione dell'attività svolta, delle attrezzature «datore di lavoro»: il soggetto titolare del rapporto
utilizzate, dell'ambiente e della struttura in cui ci si trova a di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto
lavorare. Il rischio, per sua natura, non è eliminabile: rappre­ che, secondo il tipo e l'assetto dell'organizzazione
senta infatti la probabilità che un evento accada e non ne­ nel cui ambito il lavoratore presta la propria
cessariamente significa che chi corre un determinato rischio, attività, ha la responsabilità dell'organizzazione
subisca un danno. È evidente che l'identificazione del rischio stessa o dell'unità produttiva in quanto esercita
per la sua riduzione, possibile con interventi preventivi, ga­ i poteri decisionali e di spesa. Nelle pubbliche
rantisce un livello maggiore di sicurezza per tutti i lavoratori amministrazioni di cui all'articolo 1 , comma 2, del
coinvolti e minimizza la probabilità che la persona coinvolta decreto legislativo 30 marzo 2001 , n. 165; per
subisca un danno. Ad esempio, riferendosi ad una attività datore di lavoro si intende il dirigente al quale
tipica dell'operatore socio sanitario quale la mobilizzazione spettano i poteri di gestione, owero il funzionario
dell'assistito, un percorso di addestramento alle tecniche non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in
di movimentazione delle persone allettate (l'apprendimento cui quest'ultimo sia preposto ad un ufficio avente
cioè delle tecniche corrette di mobilizzazione), l'utilizzo dei autonomia gestionale, individuato dall'organo
presidi di prevenzione (quali ad esempio i sollevatori mec­ di vertice delle singole amministrazioni tenendo
canici), riducono il livello di rischio e il conseguente danno conto dell'ubicazione e dell'ambito funzionale
potenziale che l'operatore può subire derivante dallo svolgi­ degli uffici nei quali viene svolta l'attività e dotato
mento di questa attività. di autonomi poteri decisionali e di s pesa. In caso
di omessa individuazione, o di individuazione non
Essendo comunque un atto normativo di carattere genera­ conforme ai criteri sopra indicati, il datore di lavoro
le e non specificatamente elaborato per un singolo settore coincide con l'organo di vertice medesimo.
produttivo, è importante identificare, all'interno del decreto,
gli elementi importanti riconducibili alle attività tipiche delle Nelle Aziende Sanitarie e/o Ospedaliere, il datore di
professioni sanitarie ed in particolare a quelle dell'operatore lavoro è rappresentato dal Direttore Generale, mentre
socio sanitario, a cui si riferisce questo testo. nelle strutture private dall'Amministratore Delegato,
dal Presidente, dal titolare della ditta.

«azienda»: il complesso della struttura organizzata


3.1 DEFINIZIONI DI CARATTERE GENERALE dal datore di lavoro pubblico o priva to.

Di seguito è riportato il testo dell'art. 2 del decreto, dove sono «dirigente»: persona che, in ragione delle
indicate le definizioni comuni, riconducibili a qualunque am­ competenze professionali e di p oteri gerarchici
bito lavorativo: e funzionali adeguati alla natura dell'incarico
conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro
«lavoratore»: persona che, indipendentemente organizzando l'attività lavorativa e vigilando
dalla tipologia contrattuale, svolge un'attività su di essa. Il Dirigente, nel mondo della sanità,
lavorativa nell'ambito dell'organizzazione di un è rappresentato ad esempio dal Direttore di
datore di lavoro pubblico o privato, con o senza Dipartimento, di struttura complessa, dal Dirigente
retribuzione, anche al solo fine di apprendere un delle Professioni Sanitarie.
mestiere, un'arte o una professione, esclusi gli
addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore «preposto»: persona che, in ragione delle
così definito è equiparato: il socio lavoratore di competenze professionali e nei limiti di poteri
cooperativa o di società, anche di fatto, che presta gerarchici e funzionali adeguati alla natura
la sua attività per conto delle società e dell'ente dell'incarico conferitogli, sovrintende alla attività
stesso; l'associato in partecipazione di cui lavorativa e garantisce l'attuazione delle direttive

54
ricevute, controll,mdone la corretta esecuzione da la partecipazione e consultazione dei lavoratori;
parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale la partecipazione e consultazione dei rappresen­
potere di iniziativa. Per quanto riguarda l'attività tanti dei lavoratori per la sicurezza;
sanitaria, i preposti sono normalmente individuati la programmazione delle misure ritenute oppor­
nei coordinatori delle attività sanitarie, quali tune per garantire il miglioramento nel tempo dei
responsabili dell'organizzazione diretta. Il livelli di sicurezza, anche attraverso l'adozione di
preposto ha l'obbligo di vigilanza circa il rispetto codici di condotta e di buone prassi;
delle regole da parte del lavoratore, sia in tema le misure di emergenza da attuare in caso di pri­
di comportamenti che di utilizzo dei dispositivi di mo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione
sicurezza. dei lavoratori e di pericolo grave e immediato;
l'uso di segnali di awertimento e di sicurezza;
«responsabile del servizio di prevenzione e pro­ la regolare manutenzione di ambienti, attrezzatu­
tezione»: persona in possesso delle capacità re, impianti, con particolare riguardo ai dispositivi
e dei requisiti professionali di cui all'articolo 32 di sicurezza in conformità alla indicazione dei fab­
designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per bricanti.
coordinare il servizio di prevenzione e protezione
dai rischi.
Quindi si nota come la normativa imponga al datore di lavoro
diversi obblighi di natura generale, fra cui la mappatura e
Il decreto prevede inoltre che ogni azienda si awalga del
la valutazione dei rischi, il controllo sanitario dei dipenden­
medico competente (MC) per le visite di idoneità specifiche
ti, la formazione e l'informazione adeguate al ruolo svolto
di ogni lavoratore e l'individuazione, in collaborazione con
in azienda. Riguardo a quest'ultimo punto, la formazione è
il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, dei
ritenuta uno dei più importanti strumenti per la prevenzione
rischi specifici connessi alle attività lavorative. Il medico com­
dei rischi lavorativi, anche in funzione della consapevolezza
petente partecipa inoltre alla vigilanza circa il rispetto delle
che si dovrebbe creare nei lavoratori circa i comportamenti
prescrizioni e della normativa da parte dei dipendenti.
da tenere in caso di urgenza o emergenza. L'informazione e
la formazione, pertanto, sono presi in considerazione quali
Le misure generali che ogni azienda deve adottare per tutela
strumenti per il contenimento e la gestione del rischio lavo­
della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavo­
rativo.
ro sono (Articolo 15):
L'informazione è un processo di comunicazione/ric ezione di
concetti e di notizie, utile per rendere consapevoli dei rischi
la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicu­
che si corrono. La formazione è invece un processo di inse­
rezza;
gnamento o apprendimento di conoscenze utili per svolgere
la programmazione della prevenzione, mirata ad
una determinata attività nel modo migliore per evitare i rischi.
un complesso che integri in modo coerente nel­
Dal punto di vista della tutela della salute dei lavoratori, le
la prevenzione le condizioni tecniche produttive
definizioni possono essere le seguenti:
dell'azienda nonché l'influenza dei fattori dell'am­
biente e dell'organizzazione del lavoro;
l'eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibi­ informazione: passaggio mirato ai soggetti inte­
le, la loro riduzione al minimo in relazione alle co­ ressati di notizie e contenuti utili per il processo
noscenze acquisite in base al progresso tecnico; di prevenzione degli infortuni e delle malattie pro­
il rispetto dei principi ergonomici nell'organizzazio­ fessionali;
ne del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, formazione: adozione, da parte dei soggetti in­
nella scelta delle attrezzature e nella definizione teressati, di competenze cognitive, operative,
dei metodi di lavoro e produzione, in particolare comportamentali tali da consentire al lavoratore
al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro di pensare ed agire in sicurezza, quindi di saper
monotono e di quello ripetitivo; prevenire i rischi e fronteggiare le emergenze.
la riduzione dei rischi alla fonte;
la sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che
non lo è, o è meno pericoloso; L'informazione e la formazione devono essere attuate in rela­
la limitazione al minimo del numero dei lavora­ zione ai fattori di rischio presenti nell'ambito lavorativo sia al
tori che sono, o che possono essere, esposti al momento dell'assunzione che durante lo svolgimento dell'at­
rischio; tività in rapporto con ogni modifica di mansione o dell'attività
l'utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biolo­ nell'ambito della mansione; deve coinvolgere tutte le figure
gici sui luoghi di lavoro; che sono state individuate nel documento aziendale di valu­
la priorità delle misure di protezione collettiva ri­ tazione del rischio.
spetto alle misure di protezione individuale; In particolare, il decreto stabilisce che il datore di lavoro
il controllo sanitario dei lavoratori; proweda affinché ciascun lavoratore riceva un'adeguata in­
l'allontanamento del lavoratore dall'esposizione al formazione/formazione rispetto a:
rischio per motivi sanitari inerenti la sua persona
e l'adibizione, ove possibile, ad altra mansione; i rischi connessi all'attività dell'impresa in gene­
l'informazione e formazione adeguate per i lavo­ rale;
ratori; le misure e le attività di prevenzione e protezione
l'informazione e formazione adeguate per dirigen­ adottate;
ti e i preposti; i rischi specifici in relazione all'attività svolta;
l'informazione e formazione adeguate per i rap­ le normative di sicurezza e le disposizioni azien­
presentanti dei lavoratori per la sicurezza; dali;
le istruzioni adeguate ai lavoratori; i pericoli connessi all'uso di sostanze e preparati

55
Pericolosi; adottare le misure per il controllo deUe situazioni
le procedure di pronto soccorso, lotta antincendio, di rischio in caso·· di emergenza e dare istruzio­
evacuazione dei lavoratori; ni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave,
il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Pro­ immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di
tezione (RSPP); lavoro o la zona pericolosa;
il medico competente informare il più presto possibile i lavoratori esposti
i nominativi dei rappresentanti dei lavoratori per la al rischio di un pericolo grave e immediato circa il
sicurezza (RLS). rischio stesso e le disposizioni prese o da prende­
re in materia di protezione;
Oltre alle norme generali sopra descritte, il Decreto pone par­ /adempiere agli obblighi di informazione, forma­
ticolare attenzione sui differenti livelli di responsabilità a cui zione e addestramento di cui agli articoli 36 e 37;
sono sottoposti i diversi soggetti interessati, coinvolgendo in astenersi, salvo eccezione debitamente motivata
questo processo sia i datori di lavoro che tutte le persone da esigenze di tutela della salute e sicurezza, dal
implicate nella catena produttiva, sino ai lavoratori stessi. Di richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività
seguito si evidenziano i principali obblighi e gli articoli di ri­ in una situazione di lavoro in cui persiste un peri­
ferimento. colo grave e immediato;
consentire ai lavoratori di verificare, mediante
Obblighi del datore di lavoro non delegabili (art. 17) il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza,
l'applicazione delle misure di sicurezza e di prote­
11 datore di lavoro non può delegare le seguenti attività: zione della salute;
consegnare tempestivamente al rappresentante
la valutazione dei rischi con la conseguente ela­ dei lavoratori per la sicurezza, su richiesta di que­
borazione del documento previsto dall'articolo sti e per l'espletamento della sua funzione, copia
2823; del documento di cui all'articolo 17, comma 1, let­
la designazione del responsabile del servizio di tera a), anche su supporto informatico come pre­
prevenzione e protezione dai rischi. visto dall'articolo 53, comma 5, nonché consentire
al medesimo rappresentante di accedere ai dati di
Obblighi del datore di lavoro e del dirigente (art. 18) cui alla lettera r); il documento è consultato esclu­
sivamente in azienda;
1. 11 datore di lavoro, che esercita le attività di cui all'art. 3, e i elaborare il documento di cui all'articolo 26, com­
dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secon­ ma 3, anche su supporto informatico come pre­
do le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono: visto dall'articolo 53, comma 5, e, su richiesta di
questi e per l'espletamento della sua funzione,
nominare il medico competente per l'effettuazione consegnarne tempestivamente copia ai rappre­
della sorveglianza sanitaria nei casi previsti dal sentanti dei lavoratori per la sicurezza. Il docu­
presente decreto legislativo. mento è consultato esclusivamente in azienda;
designare preventivamente i lavoratori incaricati prendere appropriati prowedimenti per evitare
dell'attuazione delle misure di prevenzione incen­ che le misure tecniche adottate possano causare
di e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi rischi per la salute della popolazione o deteriorare
di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, l'ambiente esterno verificando periodicamente la
di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di perdurante assenza di rischio;
gestione dell'emergenza; comunicare in via telematica all'INAIL e all'IPSE­
nell'affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto MA, nonché per loro tramite, al sistema informati­
delle capacità e delle condizioni degli stessi in vo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavo­
rapporto alla loro salute e alla sicurezza; ro di cui all'articolo 8, entro 48 ore dalla ricezione
fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi del certificato medico, a fini statistici e informativi,
di protezione individuale, sentito il responsabile i dati e le informazioni relativi agli infortuni sul la­
del servizio di prevenzione e protezione e il medi­ voro che comportino l'assenza dal lavoro di alme­
co competente, ove presente; no un giorno, escluso quello dell'evento e, a fini
prendere le misure appropriate affinché soltanto assicurativi, quelli relativi agli infortuni sul lavoro
i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzio­ che comportino un'assenza al lavoro superiore a
ni e specifico addestramento accedano alle zone tre giorni; l'obbligo di comunicazione degli infor­
che li espongono ad un rischio grave e specifico; tuni sul lavoro che comportino un'assenza dal la­
richiedere l'osservanza da parte dei singoli lavo­ voro superiore a tre giorni si considera comunque
ratori delle norme vigenti, nonché delle disposizio­ assolto per mezzo della denuncia di cui all'articolo
ni aziendali in materia di sicurezza e di igiene del 53 del testo unico delle disposizioni per l'assicura­
lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi zione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e
e dei dispositivi di protezione individuali messi a le malattie professionali, di cui al decreto del Pre­
loro disposizione; sidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124;
inviare i lavoratori alla visita medica entro le sca­ consultare il rappresentante dei lavoratori per la
denze previste dal programma di sorveglianza sicurezza nelle ipotesi di cui all'articolo 50;
sanitaria e richiedere al medico competente l'os­ adottare le misure necessarie ai fini della preven­
servanza degli obblighi previsti a suo carico nel zione incendi e dell'evacuazione dei luoghi di la­
presente decreto; voro, nonché per il caso di pericolo grave e imme­
nei casi di sorveglianza sanitaria di cui all'articolo diato, secondo le disposizioni di cui all'articolo 43.
41, comunicare tempestivamente al medico com­ Tali misure devono essere adeguate alla natura
petente la cessazione del rapporto di lavoro; dell'attività, alle dimensioni dell'azienda o dell'uni-

56
tà produttiva e al numero delle persone
presenti; nell'ambito· dello svolgimento di attMtà
in regime di appalto e di subappalto, munire i
lavoratori di apposita tessera di riconoscimento,
corredata di fotografia, contenente le generalità Obblighi del preposto (art. 19)
del lavoratore e l'indicazione del datore di lavoro;
nelle unità produttive con più di 15 lavoratori, con­ 1. In riferimento alle attività indicate all'articolo 3, i preposti,
vocare la riunione periodica di cui all'articolo 35; secondo le loro attribuzioni e competenze, devono:
aggiornare le misure di prevenzione in relazione
ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno sovrintendere e vigilare sulla osservanza da par­
rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro, te dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge,
o in relazione al grado di evoluzione della tecnica nonché delle disposizioni aziendali in materia di
della prevenzione e della protezione; salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di
comunicare in via telematica all'INAIL e all'IPSE­ protezione collettivi e dei dispositivi di protezione
MA, nonché per loro tramite, al sistema informa­ individuale messi a loro disposizione e, in caso
tivo nazionale per la prevenzione nei luoghi di la­ di persistenza della inosservanza, informare i loro
voro di cui all'articolo 8, in caso di nuova elezione superiori diretti;
o designazione, i nominativi dei rappresentanti verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno
dei lavoratori per la sicurezza; in fase di prima ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone
applicazione l'obbligo di cui alla presente lettera che li espongono ad un rischio grave e specifico;
riguarda i nominativi dei rappresentanti dei lavo­ richiedere l'osservanza delle misure per il control­
ratori già eletti o designati; lo delle situazioni di rischio in caso di e mergenza
vigilare affinché i lavoratori per i quali vige l'obbli­ e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pe­
go di sorveglianza sanitaria non siano adibiti alla ricolo grave, immediato e inevitabile, abbandoni­
mansione lavorativa specifica senza il prescritto no il posto di lavoro o la zona pericolosa;
giudizio di idoneità. informare il più presto possibile i lavoratori esposti
al rischio di un pericolo grave e immediato circa il
rischio stesso e le disposizioni prese o da prende­
1-bis. L'obbligo di cui alla lettera r) del comma 1, relativo alla
re in materia di protezione;
comunicazione a fini statistici e informativi dei dati relativi agli
astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate,
infortuni che comportano l'assenza dal lavoro di almeno un
dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro at­
giorno, escluso quello dell'evento, decorre dalla scadenza
tività in una situazione di lavoro in cui persiste un
del termine di dodici mesi dall'adozione del decreto di cui
pericolo grave ed immediato;
all'articolo 8, comma 4.25
segnalare tempestivamente al datore di lavoro o
al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle at­
2. Il datore di lavoro fornisce al servizio di prevenzione e pro­
trezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione
tezione ed al medico competente informazioni in merito a:
individuale, sia ogni altra condizione di pericolo
che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga
la natura dei rischi;
a conoscenza sulla base della formazione ricevu­
l'organizzazione del lavoro, la programmazione e
ta;
l'attuazione delle misure preventive e protettive;
frequentare appositi corsi di formazione secondo
la descrizione degli impianti e dei processi pro­
quanto previsto dall'articolo 37.
duttivi;
i dati di cui al comma 1, lettera r) e quelli relativi
alle malattie professionali; Obblighi dei lavoratori (art. 20)
i prowedimenti adottati dagli organi di vigilanza.
1. Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e
sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di
3. Gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manuten­
lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o o missioni,
zione necessari per assicurare, ai sensi del presente decreto
conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi
legislativo, la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in
forniti dal datore di lavoro.
uso a pubbliche amministrazioni o a pubblici uffici, ivi com­
prese le istituzioni scolastiche ed educative, restano a carico
2. I lavoratori devono in particolare:
dell'amministrazione tenuta, per effetto di norme o conven­
zioni, alla loro fornitura e manutenzione. In tale caso gli obbli­
contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti
ghi previsti dal presente decreto legislativo, relativamente ai
e ai preposti, all'adempimento degli obblighi pre­
predetti interventi, si intendono assolti, da parte dei dirigenti
visti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di
o funzionari preposti agli uffici interessati, con la richiesta del
lavoro;
loro adempimento all'amministrazione competente o al sog­
osservare le disposizioni e le istruzioni impartite
getto che ne ha l'obbligo giuridico.
dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai
fini della protezione collettiva ed individuale;
3-bis. Il datore di lavoro e i dirigenti sono tenuti altresì a vigi­
utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro,
lare in ordine all'adempimento degli obblighi di cui agli articoli
le sostanze e le miscele pericolose27, i mezzi di
19, 20, 22, 23, 24 e 25, ferma restando l'esclusiva respon­
trasporto e, nonché i dispositivi di sicurezza;
sabilità dei soggetti obbligati ai sensi dei medesimi articoli
utilizzare in modo appropriato i dispositivi di prote­
qualora la mancata attuazione dei predetti obblighi sia ad­
zione messi a loro disposizione;
debitabile unicamente agli stessi e non sia riscontrabile un
segnalare immediatamente al datore di lavoro, al
difetto di vigilanza del datore di lavoro e dei dirigenti.
dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e

57
"'-'-----..... 1· d ·1 spo ___
d.....
e_.,:-- ::-'-'--:'-
si__ _di--- _c=--u---i .....a.....ll.....
tivi __ e=-l--':-ett_e
__r..;;;e _c ) e d ,) nonch é
;:.,..... ::..-.;; =-:-.:.c.ccccc:.:.:..: '------�-------'---------�-_;_,-�-"'""""-"
qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui
vengano a conoscenza, adoperandosi diretta-
m ente, in caso di u rgenza, nell'ambito de lle pro­
prie competenze e possibilità e fatto salvo l'ob­ 2. Non costituiscono DPI:
bligo di cui alla lettera f) per eliminare o ridu rre le
situazioni di pericolo grave e incombente, dando­ gli indumenti di lavoro ordinari e le uni formi non
ne notizia al rappresentante dei lavoratori per la specificamente destinati a protegg e re la sicurez­
s icu rezza; za e la salute del lavoratore;
non rimuovere o modi ficare senza autorizzazio­ le attrezzature dei servizi di soccors o e di salva­
ne i dis positivi di sicurezza o di segnalazione o taggio;
di controllo; le attrezzature di protezione individuale delle forze
non compiere di propria iniziativa operazioni o armate, delle forze di polizia e de l personale del
manovre che non sono di loro competenza owero servizio per il mantenime nto dell'ordine pubblico;
c he possono compromettere la sicu rezza propria le attrezzature di protezione individuale proprie
o di altri lavoratori; dei mezzi di trasporto;
parteci pare ai programmi di formazione e di adde­ i materiali sportivi quando u tilizzati a fini s peci fica­
s tramento organizzati dal datore di lavoro; mente s portivi e non per attività lavorative ;
s ottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente i mate riali per l'autodi fesa o per la dissuasione;
decreto legislativo o comunque disposti dal medi­ gli apparecchi portatili per individuare e segnalare
co competente. rischi e fattori nocivi .

3. I lavoratori di aziende c he svolgono attività i n regime di ap­ Obbligo di uso dei DPI (Art.75)
palto o subappalto devono esporre apposita tessera di rico­
noscimento, corredata di fotografia, contenente le generalità 1. I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono
del lavoratore e l'indicazione del datore di lavoro. Tale obbli­ essere evitati o sufficientemente ridotti da m i sure tecniche
go grava anche in capo ai lavoratori autonomi che esercitano di pre venzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure,
dire ttamente la propria attività nel medesimo luogo di lavoro, me todi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.
i quali sono tenuti a prowede rvi per proprio conto.
I lavoratori hanno anche diversi diritti derivanti dall'applica­ I DPI, oltre a d essere conformi ai requisiti di le gge1 , devono
zione del decre to, quali: inoltre (Art. 76):

ricevere una adeguata informazione sui rischi per essere adeguati ai rischi da preve nire , senza
la salute e la sicurezza sul lavoro secondo quanto comportare di per sé un rischio maggiore ;
previsto all'art. 36 del Testo Unico sicurezza sul essere adeguati alle condizioni esiste nti sul l uogo
lavoro secondo quanto previsto all'art. 36 del Te­ di lavoro;
sto Unico tenere conto delle esigenze ergonomiche o di sa­
essere sottoposti a visite mediche facendone ri­ lute del lavoratore ;
chiesta al Medico Competente qualora la stessa poter essere adattati all'u tilizzatore secondo le
ric hies ta sia ritenuta dal Medico Competente cor­ sue necessità.
re lata ai risc hi lavorativi
ricevere una sufficiente ed adeguata formazione In caso di risc hi multipli c he richiedono l'uso simultaneo di
in materia di sicurezza e di salute sul lavoro se­ più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da
condo quanto previsto all'art. 37 del T.U. mantenere, anche nell'uso simultaneo, la propria efficacia
avere a disposizione idonei dispositivi di protezio­ nei confronti del rischio e dei risc hi corrispondenti.
ne individuale.
Il datore di lavoro quindi ha l'obbligo di forni re ai lavoratori
Anche le violazioni da parte dei lavoratori sono sanzionate, i DPI previsti in base alla tipologia di rischio da prevenire
in particolare : (Art. 76) e di effettuare l'analisi e la valutazione dei risc hi che
non possono essere evitati con altri mezzi. Inoltre i ndivid ua
Vi olazione dell'art. 20, comma 2, lett. b), c) d), e), le caratteristiche dei dispositivi necessarie affinché questi si­
f), g), h), i ): arre sto fino a un mese o ammenda da ano adeguati ai risc hi tenendo altresì conto delle eventu ali
200 a 600 euro ulte riori fonti di risc hio rappresentate dagli stessi DPI. Infine,
Violazione dell'art. 20, comma 3: sanzione ammi­ valuta, sulla base delle informazioni e de lle norme d'uso for­
nistrativa pecuniaria da 50 a 300 euro nite dal fabbricante a corredo dei dispositivi, le caratte ristiche
dei DPI disponibili sul mercato e le raffronta con quelle indi ­
viduate. (Art. 77).

3.2 I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Gli obblighi, anche in questo caso, non riguardano solo il da­
(D.P.I.) (ART. 74) tore di lavoro e le sue articolazioni organizzati ve, ma anche
il lavoratore, attore importante nel processo della pre venzio­

1. Si intende per dispositivo di protezione individuale, di se­ ne dei ri schi in ambiente lavorativo. Il decre to, all'articolo 78,
stabilisce infatti gli obblighi ai qu ali de vono sottostare i lavo­
guito denominato "DPI", qualsiasi attrezzatura destinata ad
e ssere indos sata e tenu ta dal lavoratore allo scopo di pro­
ratori rispetto all'uso dei DPI.
teggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la
sicurezza o la s alu te durante il lavoro, nonché ogni comple­
Obblighi dei lavoratori (rispetto all'uso dei DPI} Art. 78
mento o accessorio destinato a tale scopo.

Decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475 e sue successive modificazioni

58
1; In ottemperanza a quanto previsto(...) i lavoratori si sot0
topongono al programma di formazione e addestramento or­
ganizzato dal datore di lavoro nei casi ritenuti necessari(...)
2. In ottemperanza a quanto previsto(omissis) i lavoratori uti­
lizzano i DPI messi a loro disposizione conformemente all'in­
formazione e alla formazione ricevute e all'addestramento
eventualmente organizzato ed espletato.

3. I lavoratori:

prowedono alla cura dei DPI messi a loro dispo­


sizione;
non vi apportano modifiche di propria iniziativa.

4. Al termine dell'utilizzo i lavoratori seguono le procedure


aziendali in materia di riconsegna dei DPI.

5. I lavoratori segnalano immediatamente al datore di lavoro


o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o inconveniente
da essi rilevato nei DPI messi a loro disposizione.

I PRINCIPALI RISCHI IN AMBIENTE SANITARIO

Nelle strutture sanitarie, come del resto in tutte le attività


produttive, la sicurezza deve essere un importante valore da
perseguire attraverso specifici interventi, in funzione sia della
salute e dell'incolumità fisica di utenti e dipendenti.
I principali tipi di rischio possono essere identificati prenden­
do in considerazione diversi parametri, elencati nella tabella
che segue:

CATEGORIA SETTORE FATTORE DI RISCHIO


Rischi per la sicurezza (di natura STRUTTURE Aree di transito e scale
antinfortunistica) Depositi e magazzini
Spazi di lavoro - spogliatoi - servizi igienici

MACCHINE Apparecchi a pressione


Apparecchi di sollevamento
Attrezzature manuali
Macchinari
Mezzi di trasporto
Videoterminali

IMPIANTI Illuminazione
Impianti elettrici
Microclima

EMERGENZE Incendio
Esplosione

Rischi per la salute (di natura CHIMICI Agenti cancerogeni


igienico ambientale) Agenti chimici - rifiuti

FISICI Movimentazione manuale dei carichi


Radiazioni non ionizzanti
Radiazioni ionizzanti
Rumore
Vibrazioni

BIOLOGICI Agenti biologici

Rischi legati all'organizzazione RISCHI ORGANIZZATIVI Emergenza e pronto soccorso


(di natura trasversale) Ergonomia del posto di lavoro
Lavori in appalto
Formazione ed informazione

59
3.3 LE PRINCIPALI SITUAZIONI DI RISCHIO PER ne, le frasi dì rischio (rappresentate da una serie di cifre pre­
L'OPERATORE SOCIO SANITARIO cedute dalla lettera R) e i consigli dì prudenza (rappresentati
da una serie dì numeri precedute dalla lettera S).
Analizziamo adesso le diverse situazioni che si possono pre­
sentare, durante l'attività lavorativa, all'operatore socio sa­ I simboli di pericolo servono a informare dei tipi dì pericoli
nitario, all'interno delle aree dei rischi dì tipo chimico, fisico, legati all'uso, alla manipolazione, al trasporto e alla conser­
biologico. vazione dì prodotti chìmìcì pericolosi. P rima erano di colore
nero ìn un quadrato arancione ìncornìcìato dì nero, oggi inve­
ce sono ìnserìtì ìn una cornice romboidale rossa.
A) RISCHIO CHIMICO
A titolo dì esempio, sì riportano figure e simboli più comuni.
Le sostanze chimiche sono "pericolose" quando possono ar­
recare danni ìmmedìatì o differiti nel tempo all'uomo che ne
viene a contatto, oppure all'ambiente.
I PITTOGRAMMI CLP
In generale, una sostanza chimica è classificata al livello nor­
ESPLOSIVO - Sensibile al fuoco, fonti di calore,
mativo:
0 T83 T82 vibrazioni e attriti


tossica INFIAMMABILE - Incendi gravi se esposto a scintille,
fiamme, fonti di calore
irritante
nociva Può provocare o aggravare un incendio. Aumenta il
esplosiva
comburente <s> T85 T84 pericolo d'incendio

Contenitore che può esplodere se riscaldato.


corrosiva
infiammabile
pericolosa per l'ambiente
0 T86 Liquido molto freddo, può provocare ustioni


Provoca ustioni cutanee e lesioni oculari.
Corrosivo per i metalli
.

mentre, per i suoi effetti a carico del patrimonio genetico cel­ Può essere letale anche in piccole quantità e in


lulare, è classificata: T87 seguito a breve esposizione


T88 Irritazione cutanea e oculare. Effetti nocivi sulla
mutagena salute. Danneggia lo strato di ozono
cancerogena
premutagena

T89 Può avere effetti molto gravi e di lunga durata sulla
co-cancerogena salute
promotore


T90 Tossico per gli organismi acquatici. Danni a lungo
teratogena termine per l'ecosistema

Da un punto dì vista normativo la classificazione è stata sche­


matizzata etichettando le sostanze con figure e simboli, ossia
attribuendo loro una rappresentazione grafica, che richiama I PRINCIPALI AGENTI CHIMICI
piuttosto intuitivamente l'effetto nocivo dell'agente chimico,
accompagnata da sigle che ne definiscono le caratteristiche Detergenti e disinfettanti, sterilizzanti (glutaraldeide)
di pericolo. Una descrizione più precisa delle caratteristiche
di pericolo dì una sostanza chimica viene fornita dalle cosid­ In ambiente sanitario sono utilizzati prodotti ad:
dette frasi dì rischio, indicate con la lettera R seguita da uno
o più numeri, a cui è collegata la proprietà specifica dì perico­ azione disinfettante: acidi (ad esempio acido
losità e la via attraverso la quale può entrare ìn contatto con cloridrico, borico, solforico), alcali (carbonato so­
l'organismo esplicando gli effetti nocivi. Queste indicazioni dico, idrossido di sodio, idrossido di potassio),
costituiscono il criterio dì classificazione con il quale sostan­ alogeni inorganici e ossidanti (amuchina, ipo­
ze e preparati pericolosi vengono o meno ricompresi nella clorito dì sodio, ipoclorito di potassio), composti
disciplina del controllo dei pericoli dì incidente rilevante. dello iodio (tintura di iodio, alcool iodato), acqua
ossigenata, aldeidi (formaldeide, glutaraldeide),
alcoli (alcol etilico, denaturato), alogeni organici
CLASSIFICAZIONE ED ETICHETTATURA (ìodopovìdone, cloramìna), clorexìdina, ossido dì
etilene, permanganato di potassio e ammonì qua­
LA LETTURA DELLE ETICHETTE
ternari (benzalconìo cloruro, cetrìmìde)
azione detergente: detersivi liquidi sia per uso
I nuovi criteri nella classificazione dei rischi e i nuovi sim­
personale che ambientale (ad esempio per la puli­
boli dì pericolo sono stati introdotti con ìl Regolamento
zia degli ambienti) che possono contenere anche
CE 1272/2008 che ha sostituito l'Allegato Il della Direttiva
sostanze disinfettanti.
67/548/CEE, con obbligo a decorrere dal 1 ° dicembre 2010
per le sostanze e dal 1° giugno 2015 per le miscele.
Dalla classìfìcazìone derivano per la sostanza una serie dì dì­ Gli eventuali danni sono indìvìduabìlì ìn patologie locali (mani,
sposìzionì legislative e regolamenti relativi alle sostanze pe­ avambracci) .
ricolose. L'etichettatura dì una sostanza pericolosa consiste
nell'attribuzione ad essa di una etichetta sulla quale figurano Per prevenire il rischio di esposizione a sostanze e pre­
ì simboli indicanti la/le categoria/e dì pericolo a cui appartìe- parati disinfettanti e detergenti occorre che siano attuate

60
una serie di misure. tecnologiche ed organizzative, nello e in funzione della durata dell'esposizione) .e corrosivi (rea-
specifico: giscono chimicamente con molti prodotti come metalli, vestiti,
tessuti umani.). La produzione dei gas medicinali previsti dalla
usare razionalmente i mezzi protettivi con partico­ farmacopea ufficiale è regolata dai D.Lgs. del Ministero della
lare riferimento a idonei guanti monouso e alle cre­ Sanità n. 178/1991, n. 538/1992 e s.m.i.
me barriera, alle mascherine per lavori prolungati Per l'operatore socio sanitario è importante conoscere i
non utilizzare sostanze contenute in contenitori principali gas medicali utilizzati in ambito sanitario, saper ri­
senza etichetta conoscere le bombole, saperle manipolare correttamente e
utilizzare i prodotti in ambienti ben aerati conoscere i rischi che un utilizzo non corretto del gas può
ricordarsi che i prodotti possono essere infiamma­ comportare per le altre persone e per l'ambiente.
bili, per cui non accendere fiamme, non fumare e
non utilizzare apparecchiature che possono provo­ I principali gas medicali utilizzati in ambiente sanitario
care scintille. Regola importante da far rispettare sono:
anche agli utenti delle strutture, in particolare psi­
chiatriche o di lungodegenza, dove si tende ad es­ Ossigeno (02)
sere più flessibili sul divieto di fumo correndo seri Protossido di Azoto (N20)
rischi di incendio Carbonio diossido, o anidride carbonica (C02)
non eseguire travasi di sostanze in bottiglie nor­ Aria Medicale
malmente adibite ad altri usi (bottiglie di acqua, Ossido Nitrico (Nox)
bibite). Questa manovra è estremamente rischiosa Azoto (N2)
sia per la sicurezza degli operatori che per quella
delle persone assistite o degli utenti della struttu­ Inoltre esistono i gas puri e speciali per applicazioni mediche,
ra, legata in particolare al rischio involontario di tecniche e di laboratorio.
ingestione di sostanze dannose conservate erro­
neamente in contenitori non idonei e confondenti. L'ossigeno (02): nella pratica medica è un farmaco (pertan­
Peraltro, sono significative le responsabilità a cari­ to non può essere somministrato dall'operatore socio sanita­
co della persona che ha impropriamente svolto tale rio) legato alla funzione respiratoria. Attraverso la respirazio­
pratica. Ricordiamo il divieto di tale azione, in fun­ ne, l'ossigeno viene veicolato dal sangue a livello cellulare.
zione dei numerosi episodi accaduti nel passato
riguardanti il mancato rispetto di questa regola, sia Tutti i gas sopra descritti possono essere stoccati general­
in ambiente domestico che sanitario. L'ingestione mente ad alta pressione in bombole o a pressione più bassa
accidentale (cioè involontaria) di sostanze causti­ in contenitori criogeni.
che è una situazione clinica grave che in ambiente
domestico può riguardare anche i bambini, soprat­ I rischi derivanti dal non corretto uso delle bombole sono:
tutto quelli di età compresa tra uno e cinque anni,
i quali ignorano i pericoli e spinti dalla curiosità
poca stabilità - cadute
possono essere indotti a ingerire qualunque tipo di
alta pressione - elevata energia latente
liquido, specie se in qualche modo attraente2• Pur
esposizione a freddo artificiale
tuttavia, l'evento può accadere anche in strutture
esposizione a caldo eccessivo, che determina un
sanitarie, in particolare con utenti anziani o con
aumento di pressione
scarse capacità cognitive.

Alcune tra le principali prescrizioni di sicurezza nella mo­


L'uso della glutaraldeide (disinfettante), oggi poco utilizzata
vimentazione delle bombole sono:
e sostituita (almeno nel processo di sterilizzazione) da altri
prodotti meno tossici, può comportare esposizione sia per via
inalatoria sia per via cutanea (accidentalmente), con possibile tutte le bombole devono essere prowiste dell'ap­
comparsa di effetti irritativi/allergici a carico delle mucose, de­ posito cappellotto di protezione delle valvole
gli occhi, delle prime vie respiratorie e della cute. Pur tuttavia devono essere maneggiate con cura evitando urti
trovandosi a lavorare in ambienti dove si utilizzano prodotti a violenti
base di glutaraldeide, è necessario adottare tutti gli accorgi­ per il sollevamento non devono mai essere usati
menti del caso ed utilizzare i previsti DPI, idonei a prevenire il ferri o catene, ma altri strumenti quali ad esempio
contatto accidentale e a proteggere le vie respiratorie. gabbie e cestelli.
non utilizzare mai le bombole per altri scopi, ad
I GAS MEDICINALI esempio come rulli, supporti, incudini.
durante il maneggio utilizzare i D.P.I. (guanti, scar­
Per gas s'intende ogni sostanza che si trovi nel particolare pe antinfortunistiche.).
stato fisico detto, appunto, gassoso o aeriforme. I gas non
hanno, dal punto di vista fisico, né forma, né volume, ma ten­
dono ad occupare tutto lo spazio a loro disposizione. Essi
sono classificati in: comburenti (permettono e mantengono la
combustione ma non possono bruciare), combustibili (pos­
sono bruciare soltanto in presenza di un comburente), inerti
e asfissianti (non mantengono la vita, non sono infiammabili,
non permettono e non mantengono la combustione), tossici
(nocivi per l'organismo a partire da una certa concentrazione

2 http://www.fnopi.it/print/click-salute/29.htm

61
Per.individuare il gas è essenziale riferirsi sempre all'e- zione la movimentazione manuale dei carichi, legato in
tichetta apposta sulla bombola e in particolare al colore particolare alla movimentazione manuale delle persone
dell'ogiva (cioè la parte alta e arrotondata della bombo­ assistite in particolare se totalmente o parzialmente non
la), che deve essere: autosufficienti.

ossigeno: bianco MOVIMENTAZIONE MANUALE DELLE PERSONE


protossido d'azoto: blu ASSISTITE (POSTURE E SFORZI MUSCOLARI)
biossido di carbonio: (anidrire carbonica) grigio
azoto: nero I disturbi acuti e cronici del rachide sono assai diffusi tra co­
aria medicale: bianco-nero loro che devono assistere persone malate. Sono moltissimi
elio: marrone gli studi e le ricerche che indicano come gli appartenenti alle
idrogeno: rosso professioni sanitarie, in particolare gli Infermieri e gli Ope­
acetilene: marrone-rossiccio ratori Socio Sanitari, siano tra le categorie professionali più
cloro: giallo colpite, già nei primi anni di lavoro, da patologie alla colonna
vertebrale. Il legame tra queste patologie e gli sforzi fisici e
le conseguenti patologie è owiamente più elevato laddove è
L'ESPOSIZIONE AL LATTICE necessario assistere soggetti immobilizzati o poco collabo­
ranti, quali ad esempio i reparti di rianimazione, ortopedia,
È bene ricordare anche l'esposizione a lattice di gomma riabilitazione, chirurgia, geriatria.
naturale, derivante principalmente dall'utilizzo di guanti. I sin­
tomi ed i segni conseguenti alla sensibilizzazione al lattice
La prevenzione in questo campo non è facile, poiché le per­
possono essere:
sone assistite non possono essere trattate alla stregua di
qualsiasi oggetto pesante, ma hanno caratteristiche ed esi­
localizzati (in sede di contatto) genze particolari di cui bisogna tenere conto per evitare sia
generalizzati (a carico di cute e mucose, dell'ap­ di fargli del male, oltre che evitare di cagionare danno a sè
parato respiratorio) stessi.
Le metodologie di trasferimento possono variare in rela­
zione all'entità/tipologia della disabilità dell'assistito, che può
Si possono presentare quindi quadri clinici di: orticaria loca­ essere, a questo proposito, classificato in due macrocate­
lizzata o generalizzata, rinite, asma bronchiale, edema della gorie:
glottide, dermatite da contatto immediata. Alcuni prodotti che
possono contenere lattice sono, ad esempio: guanti, cerot­ Persona collaborante, che può sfruttare una
ti, elastici, scarpe, gomma per cancellare. Attualmente non residua capacità di movimento;
sono disponibili trattamenti per la cura dell'allergia al lattice; Persona non o scarsamente collaborante, che
il prowedimento preventivo più efficace è certamente l'im­ non può aiutare il movimento né con gli arti
piego di guanti privi di lattice o comunque modelli a basso superiori, né con gli arti inferiori.
contenuto di proteine libere e senza polvere lubrificante in­
terna. Inoltre i guanti devono essere indossati su mani pulite Il corpo risulta in equilibrio quando la linea di gravità cade
e ben asciugate subito prima di iniziare le manovre a rischio all'interno della base di appoggio. Un corpo è maggiormente
e rimossi al termine delle stesse con un immediato lavaggio stabile quando la base di appoggio è ampia e il centro di
delle mani, necessario anche per evitare la diffusione di mi­ gravità è basso. La base di appoggio del corpo umano in sta­
crorganismi e ridurre le infezioni correlate all'assistenza. zione eretta è costituita dalla pianta dei piedi e dallo spazio
interposto. Mantenendo i piedi uniti, la base di appoggio è
IL FUMO più piccola e quindi l'equilibrio è instabile. Divaricando gli arti
inferiori si rende la base di appoggio più ampia, migliorando
l'equilibrio della posizione.
Il fumo passivo da sigaretta in ambiente di lavo­ Oltre che con l'utilizzo di corrette posture, la prevenzione è
ro rappresenta un rischio da prendere in esame anche possibile usando specifiche attrezzature per il solle­
nell'ambito del documento di valutazione dei vamento delle persone assistite come:
rischi, in quanto il fumo passivo è classificato
come cancerogeno di Gruppo 1, owero sostanza
la traversa, e/o i teli di scivolamento, che permet­
cancerogena per l'essere umano con l'evidenza
tono di muovere la persona nel letto senza awici­
di una relazione causa-effetto tra l'esposizione
narsi troppo, stando in ginocchio o in piedi;
alla sostanza in esame e la comparsa di tumori
il trapezio (o balcanica), che permette all'assistito
nell'essere umano3• La normativa vigente4 di rife­
di collaborare durante gli spostamenti nel letto;
rimento ha esteso il divieto di fumo anche nelle
la tavola di trasferimento, che è usata per far sci­
pertinenze esterne degli ospedali e degli istituti di
volare la persona da una superficie all'altra;
ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) pe­
il sollevatore meccanico, che agisce sollevando
diatrici, nonché nelle pertinenze esterne dei sin­
l'assistito sistemato in una robusta imbracatura*
goli reparti pediatrici, ginecologici, di ostetricia e
per adottare corrette tecniche di sollevamento de­
neonatologia.
gli assistiti, è inoltre opportuna l'istituzione di corsi
di addestramento per il personale coinvolto nella
B) RISCHIO FISICO mobilizzazione dove siano insegnate le corrette
modalità di realizzazione di questa attività.
Fra i rischi fisici più importanti che riguardano l'attività
degli operatori socio sanitari, prendiamo in considera-

3 World Health Organization - Tabacco smoke and involuntary smoking / IARC Working Group on the Evaluation of Carcinogenic Risks to
Humans (2004: Lyon, France) (IARC monographs on the evaluation of carcinogenic risks to humans; 83)
4 Decreto legislativo 12 gennaio 2016, n. 6
62
------'_M_O_V_IM_E _N_TAZ_ I_O�N-'-"E_ M_A_N_U_A_L_E _D_ E_I _C _A_R_I C_H______
l ----'_a_m_bie_ntale de_i_s_e_tt on·...,. di degenza. Sono quindi da conside-
, -, --,---
_, _ ..,.
rarsi · attività potenzialmente · a rischio· tutte quelle manovre
Con tale termine s'intende l'operazione di trasporto o di so­ che sono compiute quotidianamente dal personale sanitario
stegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, compre­ che comportano la manipolazione di strumenti, oggetti, ma­
se le azioni di sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o teriali eventualmente contaminati tipo le padelle, i pappagalli,
spostare un carico che per la sua caratteristica o in conse­ la strumentazione chirurgica.
guenza di condizioni ergonomiche sfavorevoli, può compor­
tare tra l'altro rischi di lesioni dorso-lombari. Se la necessità Le condizioni a maggior rischio si presentano in tutte quel­
di una movimentazione manuale dei carichi ad opera del le realtà ove il problema del contatto con materiali o liquidi
lavoratore non può essere evitata occorre adottare alcune biologici è più significativo, quali ad esempio i reparti chirur­
misure preventive in modo che essa sia quanto più possibile gici, le sale operatorie, i laboratori analisi, i servizi di dialisi,
sicura e sana. i servizi di Pronto Soccorso, senza dimenticare tutti i reparti
di degenza ove il personale può venire a contatto con tali
La movimentazione manuale di un carico può costituire un elementi di rischio.
rischio del tratto dorso-lombare nei casi in cui il carico sia Le raccomandazioni riguardano quindi la manipolazione di
troppo pesante, sia ingombrante o difficile da afferrare, sia aghi e taglienti, principale causa di trasmissione di malattie
in equilibrio instabile o sia collocato in una posizione tale per infettive per via parenterale quali l'epatite virale di tipo B e C
cui deve essere tenuto o maneggiato ad una certa distanza e l'HIV, attraverso il taglio o la puntura.
dal tronco. Anche la non corretta movimentazione può com­ I fattori preventivi sono rappresentati principalmente dal
portare danni alla colonna e mal di schiena. Una corretta rispetto delle precauzioni e dall'utilizzo dei dispositividi prote­
postura facilita l'attività e previene patologie del rachide, in­ zione individuale, in tutte le situazioni necessarie, ricordando
dolenzimenti o danni, quindi: di trattare tutti gli assistiti come potenzialmente infetti,
verificare che le vie da percorrere siano sgombre senza abbassare la guardia in caso di negatività degli esami
da materiali che possano costituire ostacolo o in­ sierologici.
ciampo; Raccomandazioni importanti riguardano, in particolare, il
verificare che la natura del pavimento non presen­ trattamento degli aghi usati per terapie iniettive, che non de­
ti pericoli di scivolamento, buche, ostacoli; vono mai essere reincapucciati dopo l'uso, ma introdotti nei
verificare che il piano di lavoro sia alla giusta al­ raccoglitori per taglienti. Particolare attenzione deve essere
tezza in modo che le spalle e le ginocchia possa­ prestata nella prevenzione degli schizzi di sangue nelle mu­
no rimanere rilassate; cose e nelle congiuntive, indossando, ogni volta che si corre
muoversi con il peso vicino al corpo, piegando le il rischio (ad esempio per l'Operatore Socio Sanitario nell'as­
ginocchia tenendo la schiena e il collo rilassati; sistenza ad un assistito con emorragia in pronto s occorso),
evitare di ruotare solo il tronco, ma nello sposta­ maschere facciali a protezione degli occhi e della bocca.
mento ruotare simultaneamente tutto il tronco,
evitando di compiere torsioni accentuate con la In caso di esposizione accidentale a materiale biologico
colonna vertebrale; attraverso punture, tagli o contatto con cute non integra o
chiedere aiuto se il peso è troppo voluminoso o mucose occorre:
pesante (>= di 30 Kg per gli uomini e >= di 20 Kg
per le donne) per una sola persona; aumentare il sanguinamento e deterger e abbon­
utilizzare uno sgabello o gradini o scala a pioli dantemente con acqua e sapone
(verificandone preventivamente la stabilità) per procedere alla disinfezione della ferita con idoneo
raggiungere tutti i carichi che sono ad un'altezza disinfettante, eccetto la cute del viso
superiore alle spalle. in caso di contatto con il cavo orale procedere
a risciacqui con idonei disinfettanti (ad esempio
Amuchina al 5%)
C) R ISCHIO BIOLOGICO in caso di contatto con le congiuntive procedere
con il lavaggio degli occhi mediante acqua corren­
Il legislatore ha definito il rischio biologico come quel rischio te, con abbondante acqua corrente evitando, in
che corrono tutti gli operatori venendo a contatto con liquidi o questo caso, l'uso di disinfettanti
materiali biologici, potenzialmente infetti.
In ambiente ospedaliero il rischio biologico è intrinsecamen­
te correlato con l'attività di tutti gli operatori sanitari e quindi In caso di infortunio, il dipendente dovrà accedere ad una
per il diretto contatto con i malati, possibili portatori di pato­ struttura di pronto soccorso per far certificare il fatto e denun­
logie infettive e con i loro liquidi biologici, quali ad esempio ciare immediatamente al datore di lavoro l'evento. Il datore di
sangue, saliva, aerosol respiratori, urine, feci. Per quanto lavoro awierà la pratica di infortunio I.N.A.I.L., predisponen­
riguarda le vie di trasmissione dei microrganismi, le stesse do, attraverso il medico competente, un tempestivo percorso
sono sovrapponibili a quelle descritte nel capitolo "elementi di sorveglianza sanitaria (esami di laboratorio e loro control­
di igiene", all'interno del quale si parla diffusamente dell'en­ lo, verifica stato immunitario, follow up).
tità del problema. Analizzando il rischio biologico dal punto In ogni caso per la prevenzione del rischio biologico, è oppor­
di vista delle prevenzione degli infortuni, possiamo afferma­ tuno e obbligatorio fare riferimento ai protocolli sanitari pre­
re che molte infezioni possono essere contratte in seguito a senti nella struttura sanitaria, che normalmente prevedono:
ferite casuali con aghi e strumenti taglienti contaminati con
materiale biologico infetto, oppure per contatto fra materiale Il rispetto delle precauzioni universali, che sono le
infetto e mucose o pelle non integra, dal rapporto continuati­ idonee procedure da adottare con tutti gli assistiti
vo tra il personale sanitario e i malati, dalla presenza di ma­ (ricoverati e/o ambulatoriali) per prevenire l'espo­
teriale biologico potenzialmente infetto, dall'uso di strumenti sizione parenterale, cutanea e mucosa nei casi in
e apparecchi di diagnosi e cura, dall'eventuale inquinamento cui si preveda un contatto accidentale con sangue

63
e/o liquidi biologici Lavoro notturno
L'applicazione sistematica delle raccomandazioni
in tutte le procedure assistenziali, diagnostiche e Dal punto di vista normativo, fin dall'inizio del 900 ci si è oc­
terapeutiche che prevedano un possibile contatto cupati della disciplina del lavoro notturno. Gli ultimi in ordi­
accidentale con materiale biologico, sia quando si ne di tempo sono però la Legge 25/1999, il D.Lgs 532 del
maneggiano strumenti o attrezzature che posso­ 26 novembre 1999 (che regola il lavoro notturno negli enti
no essere contaminate con sangue ed altri ma­ pubblici), il D.Lgs 66 dell'B/04/2003 ("Attuazione delle diret­
teriali biologici, in particolare sangue, feci, urine, tive 93/104/Ce e 2000/34/Ce concernenti taluni aspetti della
saliva, secrezioni nasali, espettorato, vomito. organizzazione dell'orario di lavoro"). La più recente norma­
tiva in Italia che ha disciplinato questo aspetto importante
Le precauzioni universali prevedono: del mondo del lavoro è la legge 30/11/2014, n° 161 che re­
golamenta, fra le altre cose, alcuni aspetti che riguardano il
lavoro notturno e l'organizzazione.
Lavaggio delle mani (lavaggio delle mani con
Il lavoro notturno è considerato quell'attività svolta nel corso
acqua e detergente seguito da lavaggio antiset­
di un periodo di almeno sette ore consecutive comprendenti
tico ogni qual volta si verifichi accidentalmente il
l'intervallo fra la mezzanotte e le cinque del mattino, mentre
contatto con sangue e/o liquidi biologici e dopo la
lavoratore notturno è considerato:
rimozione dei guanti)
Uso dei guanti (devono essere sempre indossati
quando vi è o vi può essere contatto con sangue qualsiasi lavoratore che durante il periodo nottur­
e/o liquidi biologici) no svolga, in via non eccezionale, almeno tre ore
Uso dei camici e dei grembiuli di protezione (devo­ del suo tempo di lavoro giornaliero, oppure:
no essere sempre indossati durante l'esecuzione qualsiasi lavoratore che svolga, in via non ecce­
di procedure che possono produrre l'emissione di zionale, durante il periodo notturno almeno una
goccioline o schizzi di sangue e/o liquidi biologici) parte del suo orario di lavoro normale secondo le
Uso di mascherine, occhiali e coprifaccia protettivi norme definite dal contratto collettivo nazionale di
(devono essere sempre indossati durante l'ese­ lavoro. In difetto di disciplina collettiva è conside­
cuzione di procedure che possono provocare l'e­ rato lavoratore notturno qualsiasi lavoratore che
sposizione della mucosa orale, nasale e congiun­ svolga lavoro notturno per un minimo di 80 giorni
tivele a goccioline o schizzi di sangue e/o liquidi lavorativi all'anno; il suddetto limite minimo è ri­
biologici ed emissione di frammenti di tessuto) proporzionato in caso di lavoro a tempo parziale.
Eliminazione di aghi, bisturi e taglienti (devono es­
sere maneggiati con estrema cura per prevenire L'alterazione delle condizioni di salute dei turnisti dipende
ferite accidentali, non devono essere reincappuc­ oltre che dall'alterazione dei ritmi biologici (sfera biologica)
ciati, disinseriti e piegati o rotti; devono essere eli­ anche dalle interferenze sulle abitudini alimentari e di sonno
minati in contenitori resistenti, rigidi, impermeabili, dei soggetti esposti (sfera lavorativa) e dalle eventuali inter­
con chiusura finale ermetica e smaltiti come rifiuti ferenze sulla vita di relazione (sfera relazionale) Il sonno è la
pericolosi a rischio infettivo) prima attività a subire modifiche in conseguenza del lavoro
Trasporto di campioni biologici (vanno collocati e a turni. Una riduzione delle ore di sonno si determina già
trasportati in contenitori appositi che impediscano nel corso del turno mattutino in relazione all'alzata precoce.
eventuali perdite o rotture; il materiale a perdere Nel turno notturno la riduzione del sonno è più vistosa in
che risulta contaminato da sangue e/o liquidi bio­ presenza di situazioni familiari ed abitative sfavorevoli, che
logici deve essere riposto nei contenitori per rifiuti limitano la possibilità di recupero successivo. Non solo la
speciali). quantità di sonno, ma anche la qualità del sonno si altera
con il lavoro a turni a causa della perturbazione delle sue fasi
fisiologiche. Infatti si riducono i periodi di sonno profondo e
di sonno REM; ciò determina un minor effetto ristoratore del
3.4 ASP ETTI PSICO LOGICI E ORGANIZZATIVI sonno che si accentua quando si dorme di giorno. Con l'età
RIGUARDANTI IL PROBLEMA DELLA SICUREZZA si può notare un'accentuazione delle alterazioni quantitative
e qualitative del sonno nei lavoratori che hanno svolto lavoro
In ambiente ospedaliero sono frequentemente segnalate si­ a turni per periodi prolungati.
tuazioni di stress psichico tra il personale. Le cause possono
essere legate sostanzialmente a fattori di tipo individuale, I problemi alimentari sono legati alla anomala sequenza dei
organizzativo, sociale o culturale. Il coinvolgimento emotivo pasti ed all'interferenza sui pasti operata dal s onno: i turnisti
richiesto talvolta dalle persone assistite, l'impatto quotidia­ - anche se si alimentano normalmente - per effetto del turno
no con la sofferenza, il dolore o la morte, possono generare spostano la sincronizzazione socio-ambientale dei pasti:
nel personale sanitario ed in particolare in quello direttamen­
te implicato nell'assistenza diretta, quali gli infermieri e gli il turno mattutino di solito interferisce con l'orario
O.S.S., sensazioni di fallimento e distacco personale. Le
del pranzo ed induce uno spostamento del pasto
condizioni dell'ambiente di lavoro che prevedono molte volte
di due o tre ore
un sovraccarico di lavoro, mancanza di pianificazione, sva­ allo stesso modo il turno pomeridiano ha un effet­
lutazione della professionalità, burocratizzazione eccessiva,
to sulla cena
sono spesso motivo di perdita d'interesse alla professione
durante il turno di notte, anche se gli orari dei pasti
e alla responsabilità nel proprio lavoro. La prevenzione do­
si mantengono, si modifica la qualità dei cibi con­
vrebbe prevedere una riduzione dei sovraccarichi di lavoro, sumati (prevalentemente freddi e preconfezionati)
il coinvolgimento dei lavoratori nell'organizzazione, la forma­
ed aumenta l'incremento di bevande stimolanti
zione costante del personale ed il suo sostegno psicologico (caffè e tè) e di tabacco.
finalizzato a sostenere angosce e ansie legate alla sofferen­
za, alle malattie e alla morte.

64
Tra le altre disposizioni, le normative sopr� evidenzi.ate . assistenziale.
vietano il lavoro notturno alle donne in· gravidanza e fino al
compimento del primo anno di età del bambino e prevedono
particolari disposizioni per la lavoratrice madre (o il padre) di
un figlio di età inferiore a 3 anni, per i genitori affidatari di un Lavori faticosi:
figlio di età inferiore a 12 anni, per coloro che hanno a carico
un soggetto disabile (nello specifico si veda la tutela per la movimentazione manuale dei carichi
salute delle lavoratrici madri, puerpere o in allattamento fino azione di spinta e/o tiro (ad esempio di lettini, car­
a sette mesi dopo il parto ai sensi del D.Lgs. 151/2001). rozzine, carrelli mensa, ecc.)
Da quanto sopra visto occorre valutare sotto una nuova ot­ movimenti, posizioni di lavoro, stazione eretta per
tica le implicazioni che il lavoro a turni determina sulla vita e oltre 4 ore giornaliere
sulla salute dei lavoratori. In particolare tali lavoratori, se non lavoro notturno
già soggetti a controllo periodico obbligatorio da parte del
un Medico Competente, dovrebbero esser periodicamente
Lavori pericolosi
sottoposti a visita sanitaria allo scopo di evidenziare il più
precocemente possibile i segni ed i sintomi di alterazione del
loro stato generale di salute. assistenza a malati psichiatrici ed in aree di emer­
genza (ad esempio P ronto soccorso), a persone
Tutela delle lavoratrici madri non collaboranti
assistenza a persone in aree infettive o di alto ri­
Lavoratrici gestanti, puerpere o in allattamento schio (esempio malattie infettive, dialisi)

Il settore sanitario e socio assistenziale ha come carat­ Lavori stressanti


teristica quella di incorporare un gran numero di perso­
nale femminile. La necessità di prendersi in carico delle assistenza alle persone terminali
lavoratrici gestanti o madri riveste particolare rilevanza lavori a turni
nel mondo sanitario, dove dal 60 al 70% delle persone
occupate nelle professioni d'aiuto sono donne. La nor­
mativa vigente sopra evidenziata adotta una particolare Lavori in presenza di agenti fisici
attenzione alle gestanti, puerpere e madri in periodo di
allattamento. La Legge n.1204/1971 "Tutela delle lavo­ lavori comportati esposizione a radiazioni ioniz­
ratrici madri" e anche il D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. "Testo zanti e non
unico sulla salute e sicurezza sul lavoro", definiscono lavori comportanti colpi, vibrazioni e scuotimento
ulteriori livelli di protezione di questa particolare catego­ lavori comportanti esposizione a rumore ecceden­
ria di lavoratori. te gli 85 dBA
lavori in presenza di sollecitazioni termiche come
La valutazione dei rischi per la salute delle lavoratrici gestan­ attività di magazzinaggio in celle frigorifere, centri
ti, puerpere o in periodo di allattamento fino a 7 mesi dopo di sterilizzazione, cucine, ecc.
il parto:
è predisposta dal S.P.P. Lavori in presenza di agenti biologici
fa parte del documento di valutazione dei rischi ai
sensi del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. lavori comportanti esposizioni ad agenti biologici
tiene conto del parere espresso dal Medico Com­ dei gruppi di rischio da 2 a 4 ai sensi dell'art.268
petente del D.Lgs. 81/2008.

In ogni caso si deve precisare che la gravidanza, se priva di Lavori in presenza di agenti chimici
complicazioni, è del tutto compatibile con la normale attività
lavorativa, in quanto la gravidanza non è una malattia ma un lavori comportanti uso di prodotti chimici classifi­
aspetto fisiologico della vita. Tuttavia se l'attività lavorativa o cati come farmaci antiblastici (utilizzati nei reparti
l'ambiente in cui si svolge presentano rischi specifici per la di oncologia)
salute della lavoratrice o del nascituro, è fatto obbligo al dato­ lavori comportanti usi di prodotti chimici pericolosi
re di lavoro, oltre a valutare i rischi e ad individuare le misure per assorbimento cutaneo o inalatorio (glutaral­
di prevenzione e protezione da adottare, di evitare l'esposi­ deide, gas anestetici, xilene)
zione al rischio, modificando temporaneamente le condizioni lavori di disinfezione/disinfestazione.
e/o l'orario di lavoro o procedere allo spostamento tempo­
raneo ad altre mansioni. Qualora la lavoratrice non possa
essere adibita ad altre mansioni, l'Ispettorato del Lavoro può
disporre l'interdizione dal lavoro per tutto il periodo. In ospe­
dale e, più in generale, in ambiente sanitario, i rischi sono
legati alle attività lavorative tipiche di tutte quelle professioni
che quotidianamente sono esposte a prodotti chimici, radia­
zioni ed altri fattori fisici, organizzativi, biologici, quindi, come
abbiamo avuto modo di sottolineare in precedenza, anche gli
Operatori Socio Sanitari.

Di seguito, si elencano i principali lavori e attività conside­


rate faticose, pericolose e insalubri in ambito ospedaliero e

65
CAPITOLO4
ELEMENTI DI ETICA E DEONTOLOGIA PROFESSIONALE

4.1 La carta europea dei diritti del malato


4.1.1 I 14 diritti sanciti dalla carta europea
4.2 La tutela dei diritti del malato
4.3 Il patto infermiere-cittadino
4.4 Il consenso della persona assistita al trattamento sanitario
4.5 Contenzione dell'assistito
4.6 Il trattamento dei dati della persona assistita: la privacy e la riservatezza
4.7 L'uso dei socia! network e divulgazione "inconsapevole" di notizie
4.8 La bioetica
4.9 Il trattamento anticipato di fine vita fra normativa e comportamento dei sanitari
4.10 Le disposizioni anticipate di trattamento (DAl)
4.11 L'accanimento terapeutico
4.12 Malpractice

67
CAPITOLO 4 Rìferelldosi al difflkl"itlfa-salt.tt�.�nshé alla
ELEMENTI DI ETICA E DEONTOLOGIA bertà di�scelta dei cittadini che la Costituzione sancisce sono
li-�--....
PROFESSIONALE state emanate, sia in Italia che nell'unione europea, le co­
siddette "carte dei diritti del malato", che sanciscono regole
chiare e precise sui diritti che ogni persona ha nel momento
Eti�a, parola di origine greca (èthos ,ètos, s. m. [traslitt. del in cui accede a servizi e prestazioni sanitarie.
gr. iJ�oc;). - Nel linguaggio filosofico e delle scienze sociali, In particolare, la carta europea dei diritti del malato nasce
il costume, la norma di vita, la convinzione e il con l'intento di assicurare a tutti i cittadini dell'Europei il ri­
comportamento pratico dell'uomo e delle società umane e conoscimento dei diritti inalienabili nel momento in cui acce­
gli istituti con cui si manifestano storicamente: è l'oggetto de a prestazioni sanitarie. Non trattandosi di una normativa
proprio dell'etica. Può essere intesa anche come quella vincolante, ciascun sistema sanitario nazionale dei Paesi
disciplina che approfondi­_sce gli elementi che consentono dell'UE può avere regole e legislazioni differenti circa i diritti
di discernere i comporta­menti umani giusti da quelli non dei pazienti e, all'interno di ogni Paese, le diverse strutture
giusti (il bene e il male). sanitarie possono identificare nell'ambito della loro offerta dei
In senso ampio, l'etica rappresenta quel ramo della filosofia servizi i diritti e i doveri delle persone che accedono. L'obiet­
che si occupa di qualsiasi forma di comportamento umano, tivo della Carta è anche quello di trovare un filo conduttore
politico, giuridico o morale; in senso stretto, invece, l'etica unico che consenta di proteggere i cittadini nei diversi conte­
deve essere distinta sia dalla politica sia dal diritto, in quanto sti e di armonizzare i sistemi nazionali, anche in virtù del fatto
ramo della filosofia che si occupa più specificamente della che esiste libera circolazione nel territorio dei Paesi membri
sfera delle azioni buone o cattive e non già di quelle giuri­ dell'UE.
dicamente permesse o proibite o di quelle politicamente più
adeguate. In particolare, etica professionale, è l'insieme dei
doveri strettamente inerenti alle attività professionali svolte
nella società,. 4.1 LA CARTA EUROPEA DEI DIR ITTI
La deontologì� (del gr. T6 Mov -oVToc; «il dovere» e - lo­ DEL MA LATO
gia) è un termine filosofico coniato, nella forma inglese de­
ontology, da J. Bentham (174 8-1832) per designare la sua La Carta europea dei diritti del malato, scritta nel 2002 su ini­
dottrina utilitaristica dei doveri, passato poi a indicare lo stu­ ziativa di numerose organizzazioni e associazioni degli stati
dio (empirico) di determinati doveri in rapporto a particola­ri dell'Unione europea, trae spunto dalle "Carte dei diritti del
situazioni sociali. In particolare, la deontologia medica (e malato" che l'Italia aveva in precedenza pubblicato, nonché
delle professioni sanitarie in genere) rappresenta l'insieme su principi della "Carta europea dei diritti fondamentalis"-
delle norme riguardanti i diritti e, soprattutto, i doveri e le re­ La Carta europea dei diritti del malato, indica 14 diritti ina­
sponsabilità del medico, nei suoi rapporti con i pazienti e con i lienabili delle persone assistite che ogni paese dell'Unione
colleghi. europea dovrebbe tutelare e garantire. Questi diritti hanno la
È evidente che non solo la professione medica, storicamente finalità di garantire la promozione e la protezione della salute
orientata alla definizione di comportamenti sin dai tempi di dell'uomo e delle collettività, sancito come già detto oltre che
Ippocrate, ma tutte le professioni che si occupano di cura e di dall'art. 32 della Costituzione Italiana, anche dall'articolo 35
salute sono oggi chiamate a rispondere delle azioni non solo della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea stes­
dal punto di vista tecnico, ma anche morale, ponendo sem­ sa. Quindi oltre ai diversi servizi sanitari dei paesi membri,
pre più spesso ai diversi attori dilemmi da affrontare nell'ap­ ogni operatore deve conformare i propri comportamenti alle
proccio con la persona ammalata. norme ed ai principi sopra descritti.
Oltre alla professione medica, tutte le professioni sanitarie di La Carta è riferita ai diritti di ogni individuo, a prescindere
cui alla legge 42 del 1999, rappresentate a livello istituziona­le dalle variabili sociali ed economiche quali ad esempio l'età, il
da Ordini professionali, hanno autoregolamentato i com­ genere, l'appartenenza religiosa, la razza, il reddito.
portamenti dei professionisti definendo, con la deliberazione
di appositi codici deontologici3, le regole di comportamento 4.1.1114 D IRITTI SANCITI DALLA CARTA EUROPEA
che ogni iscritto deve rispettare nei confronti delle persone
assistite. 1. Diritto a misure preventive
L'operatore Socio Sanitario, pur in assenza di un proprio co­ Ogni individuo ha diritto a servizi appropriati per prevenire
dice deontologico, è tenuto a rispettare la dignità delle perso­ la malattia.
ne che assiste al parti delle professioni sanitarie, adottando
comportamenti e atteggiamenti che rispettino la dignità e la 2. Diritto all'accesso
libertà di scelta degli individui sancita, nel nostro paese dalla Ogni individuo ha il diritto di accedere ai servizi sanitari che il
Carta Costituzionale delle Repubblica. suo stato di salute richiede. I servizi sanitari devono garantire
L'articolo 32 della Costituzione dice infatti che "La Repubbli­ eguale accesso a ognuno, senza discriminazioni sulla base
ca tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo delle risorse finanziarie, del luogo di residenza. del tipo di
e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli malattia o del momento di accesso al servizio.
indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato
trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La 3. Diritto all'informazione
legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal ri­ Ogni individuo ha il diritto di accedere a tutte l e informazio­
spetto della persona umana./ ni che riguardano il suo stato di salute, i servizi sanitari e
il modo in cui utilizzarli, nonché a tutte quelle informazioni
che la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica rendono

1 Treccani - enciclopedia online - http://www.treccani.it/enciclopedia/etica/


2 http://www.treccani.it/vocabolario/deontologia/
3 Si veda ad esempio il "Codice deontologico dell'Infermiere approvato dal Comitato centrale della Federazione e dal Consiglio nazionale
degli Ordini delle Professioni infermieristiche riuniti a Roma nella seduta del 12 e 13 aprile 2019
4 Costituzione della Repubblica Italiana, 1946
5 CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UNIONE EUROPEA, Gazzetta ufficiale delle Comunità europee, 18.12.2000
68
disponibili. 4.2 LA TUTELA DEI DIRITTI DEL MALATO
4. Diritto al consenso Sempre nell'ambito della tutela delle persone ammalate, in
Ogni individuo ha il diritto di accedere a tutte le informazio­ Italia sono state costituite numerose associazioni, ben arti­
ni che possono metterlo in grado dì partecipare attivamente colate su tutto il territorio nazionale, che hanno lo scopo di
alle decisioni che riguardano la sua salute. Queste informa­ fornire supporto e tutela alle persone che usufruiscono dei
zioni sono un prerequisito per ogni procedura e trattamento, servizi sanitari. Citiamo fra questi il Tribunale per i diritti del
ivi compresa la partecipazione alle sperimentazioni. malato, che è un'iniziativa dell'associazione Cittadinanzatti­
va, nato nel 1980 per tutelare e promuovere i diritti dei citta­
5. Diritto alla libera scelta dini nell'ambito dei servizi sanitari e assistenziali e per contri­
Ogni individuo ha il diritto di scegliere liberamente tra diffe­ buire, a livello nazionale e internazionale, ad una più umana,
renti procedure ed erogatori di trattamenti sanitari sulla base efficace e razionale organizzazione del servizio sanitario. Il
di informazioni adeguate. Tribunale è una rete costituita da cittadini comuni, ma anche
da operatori dei diversi servizi e da professionisti, che si im­
6. Diritto alla privacy e alla confidenzialità pegnano a titolo volontario6•
Ogni individuo ha il diritto alla confidenzialità delle informa­ Il Tribunale per i diritti del malato dei diritti del malato si pone
zioni di carattere personale, incluse quelle che riguardano quindi come interlocutore importante e interfaccia delle orga­
il suo stato di salute e le possibili procedure diagnostiche o nizzazioni sanitarie, al fine di contribuire con idee, proposte
terapeutiche, così come ha diritto alla protezione della sua e stimoli al miglioramento ed alla umanizzazione dei servizi
privacy durante l'attuazione di esami diagnostici, visite spe­ sanitari, facendosi portavoce delle istanze della cittadinanza
cialistiche e trattamenti medico-chirurgici in generale. sulle problematiche di salute.
Altre associazioni, sia rappresentative di categorie di perso­
7. Diritto al rispetto del tempo dei pazienti ne ammalate che di operatori sanitari, si sono occupate negli
Ogni individuo ha diritto a ricevere i necessari trattamenti sa­ anni di emanare regole di tutela per i soggetti deboli. Si ricor­
nitari in tempi brevi e predeterminati. Questo diritto si applica dano ad esempio la Carta europea dei diritti e delle respon­
a ogni fase del trattamento. sabilità degli anziani bisognosi di assistenza e di cure a lungo
termine7, la Carta dei diritti dei bambini e degli adolescenti in
8. Diritto al rispetto di standard di qualità Ospedale8 e, fra gli atti che riguardano le professioni sanita­
Ogni individuo ha il diritto di accedere a servizi sanitari di alta rie, il Patto infermiere-cittadino, che definisce molto bene gli
qualità, sulla base della definizione e del rispetto di standard impegni che i professionisti si assumono nei confronti delle
ben precisi. persone assistite, che possono essere identificate come rife­
rimento operativo anche dagli Operatori socio Sanitari nello
9. Diritto alla sicurezza svolgimento delle loro attività di assistenza.
Ogni individuo ha il diritto di non subire danni derivanti dal
cattivo funzionamento dei servizi sanitari o da errori medici
e ha il diritto di accedere a servizi e trattamenti sanitari che
garantiscano elevati standard di sicurezza. 4.3 IL PATTO INFERMIERE - CITTADINO9
10. Diritto all'innovazione Un importante riferimento per la professione infermieristica,
Ogni individuo ha il diritto di accedere a procedure innova­ che può essere preso come riferimento anche dall'OSS, è
tive, incluse quelle diagnostiche, in linea con gli standard rappresentato dal patto infermiere cittadino, un vero e pro­
internazionali e indipendentemente da considerazioni eco­ prio "accordo" sottoscritto dagli infermieri con i loro assistiti. Il
nomiche o finanziarie. patto infermiere cittadino rappresenta una serie impegni che
la professione infermieristica ha preso con la cittadinanza, af­
11. Diritto a evitare le sofferenze e il dolore non necessari fermando alcuni aspetti fondamentali nella relazione di cura.
Ogni individuo ha il diritto di evitare quanta più sofferenza Nella consapevolezza che ad oggi l'OSS non ha a disposi­
possibile in ogni fase della sua malattia. zione propri elementi deontologici di guida nell'esercizio del­
le attività di assistenza di sua competenza, si propone una
12. Diritto a un trattamento personalizzato rilettura del patto infermiere cittadino, cercando di calare nel
Ogni individuo ha il diritto a programmi diagnostici o terapeu­ contesto operativo di questo operatore gli enunciati principali
tici il più possibile adatti alle sue esigenze personali. del documento. Spesso infatti le attività svolte dall'OSS sono
complementari a quelle dell'infermiere e la relazione con
13. Diritto al reclamo l'assistito, cardine fondamentale del processo di assistenza,
Ogni individuo ha il diritto di reclamare ogniqualvolta abbia è coltivata da tutti i soggetti coinvolti in questo importante
subito un danno e di ricevere una risposta. processo.

14. Diritto al risarcimento lo Infermiere mi impegno nei tuoi confronti a:


Ogni individuo ha il diritto di ricevere un risarcimento ade­
guato, in tempi ragionevolmente brevi, ogni qualvolta abbia Presentarmi al nostro primo incontro, a spiegarti
subito un danno fisico, morale o psicologico causato dai ser­ chi sono e cosa posso fare per te
vizi sanitari. Sapere chi sei, riconoscerti, chiamarti per nome
e cognome
Farmi riconoscere attraverso la divisa e il cartelli-

6 Cittadinanzattiva, Regolamento del Tribunale per i diritti del malato, approvato il 9 marzo 2001
7 Carta europea dei diritti e delle responsabilità degli anziani bisognosi di assistenza e di cure a lungo termine Progetto eustacea,
programma Daphne lii, Guida di accompagnamento, novembre 2010 - https://www.age-platform.eu/images/stories/22495_guide_
accompagnement_lT _low.pdf
8 Società Italiana di Pediatria, 2007
9 Patto infermiere cittadino, Federazione Nazionale Collegi IPASVI, Roma, 12 maggio 1996
69
no di riconoscimento postare un programma di "manutenzione" delle proprie com-
Darti risposte chiare e comprensibili o indirizzarti petenze {formazione e aggiornamento) per essere
alle persone e agli organi competenti sempre in linea con le più aggiornate tecniche di assistenza.
Fornirti informazioni utili a rendere più agevole, il Ancora, l'ultima parte del patto mette in evidenza il
tuo contatto con l'insieme dei servizi sanitari. problema della sofferenza, dell'assistenza intesa non solo
Questi primi elementi del patto caratterizzano importanti mo­ come lo svolgi­mento di un'attività di cura diretta, ma
menti della presa in carico e della corretta gestione della rela­ anche come fornire quel supporto psicologico che ogni
zione d'aiuto. La presentazione dell'operatore è un momento operatore che si occupa di salute deve garantire ai suoi
fondamentale nella costruzione di un rapporto di fiducia con assistiti.
l'assistito, improntato al dialogo ed all'ascolto, così come la
conoscenza e la personalizzazione del dialogo con l'utente.
Indossare la divisa e portare il cartellino di identificazione, 4.4 IL CONSENSO DELLA PERSONA ASSISTITA
sono ulteriori elementi che creano condizioni favorenti la re­ AL TRATTAMENTO SANITARIO
lazione: l'ordine e la cura della propria persona e della divisa
da parte degli operatori sono elementi di rispetto percepiti Il consenso della persona assistita è il presupposto indispen­
positivamente dagli assistiti, che spesso identificano e valu­ sabile per poter compiere azioni di cura e di a ssistenza. L'O­
tano la disponibilità degli operatori anche da questi elementi. peratore Socio Sanitario non è direttamente implicato nella
raccolta del consenso del paziente, pur tuttavia deve cono­
Garantirti le migliori condizioni igieniche e am­ scere i principi che guidano i suoi comportamenti nell'ero­
bientali gazione delle cure, con particolare riferimento alla libertà di
Favorirti nel mantenere le tue relazioni sociali e scelta di ogni individuo di ricevere cure e assistenza.
familiari Il consenso informato è il presupposto per la legittimità
Rispettare il tuo tempo e le tue abitudini dell'attività medica. Ricordiamo infatti il principio sancito dal
Aiutarti ad affrontare in modo equilibrato e dignito­ già citato articolo 32 della Costituzione della Repubblica
so la tua giornata supportandoti nei gesti quotidia­ Italiana, secondo il quale nessuno può essere sottoposto a
ni di mangiare, lavarsi, muoversi, dormire, quando trattamenti medici contro la sua volontà. La Legge n. 145
non sei in grado di farlo da solo. del 28 marzo 2001 che ribadisce alcuni principi fra cui quello
che prevede ogni intervento, terapia, azione invasivo o no,
necessita dell'assenso dell'interessato. La recente Legge 22
La garanzia delle condizioni igieniche e ambientali viene ga­
dicembre 2017, n. 219, di cui si parlerà più approfondita­
rantita dall'OSS attraverso interventi diretti di sanificazione
mente in seguito, ha sottolineato ancora alcuni elementi da
degli ambienti, ma anche attraverso l'adesione alla pratica
prendere in considerazione nella raccolta e nell'acquisizione
del lavaggio delle mani, momento importante e complemen­
del consenso.
tare dell'assistenza diretta alle persone.
Facilitare le relazioni famigliari e sociali vuol dire semplice­ In premessa occorre precisare che il medico è il responsabile
mente favorire l'accesso dei parenti e dei caregiver, coinvol­ dell'acquisizione del consenso informato da parte dell'assi­
gendoli attivamente nel processo di cura. Il rispetto del tem­ stito per l'esecuzione di un percorso diagnostico o un trat­
po vuol dire cercare di ricreare il più possibile le abitudini di tamento terapeutico. Pur tuttavia è necessario che anche
vita dell'utente durante il ricovero, ad esempio rispettandone l'Operatore Socio Sanitario, così come gli esercenti di tutte
il riposo ed adeguare le attività di assistenza ai ritmi dell'as­ le professioni sanitarie, debba conoscerne gli elementi e le
sistito, anche facilitandone lo svolgimento in autonomia delle caratteristiche.
attività di vita quotidiana. L'informativa e il consenso sono atti indispensabili e neces­
sari per rendere legittimo l'atto medico ed alcuni atti assi­
Individuare i tuoi bisogni di assistenza, condivi­ stenza. Ciò non significa, però, che l'informativa e il consen­
derli con te, proporti le possibili soluzioni, operare so debbano essere resi necessariamente in forma scritta.
insieme per risolvere i problemi In molti casi è sufficiente che informativa e consenso siano
Insegnarti quali sono i comportamenti più adegua­ prestati in forma orale. La forma scritta diventa necessaria o
ti per ottimizzare il tuo stato di salute nel rispetto perché vi è una legge dello Stato che la rende obbligatoria,
delle tue scelte e stile di vita o perché il Codice di Deontologia Medica la richiede in situa­
Garantirti competenze, abilità e umanità nello zioni particolari.
svolgimento delle prestazioni assistenziali In situazioni particolari, cioè quando esiste il pericolo imme­
Rispettare la tua dignità, le tue insicurezze e ga­ diato per la vita della persona, l'art. 54 del codice penale (di
rantirti la riservatezza cui si parlerà nel capitolo 10 trattando il tema del primo soc­
Ascoltarti con attenzione e disponibilità quando corso), dice che "Non è punibile chi ha commesso il fatto per
hai bisogno esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal
Starti vicino quando soffri, quando hai paura, pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da
quando la medicina e la tecnica non bastano lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sem­
Promuovere e partecipare ad iniziative atte a mi­ pre che il fatto sia proporzionato al pericolo".
gliorare le risposte assistenziali infermieristiche
all'interno dell'organizzazione Il consenso dell'assistito deve quindi essere:
Segnalare agli organi e figure competenti le situa­
zioni che ti possono causare danni e disagi. Cosciente: esplicitamente manifestato mediante
un comportamento che riveli in maniera precisa
Gli ultimi impegni del patto sono orientati a fornire le neces­ e inequivocabile il proposito di sottoporsi al tratta­
sarie garanzie all'utente di essere assistito con le migliori mento che gli è stato proposto. Ciò significa che
pratiche di cura disponibili. Anche l'OSS, nello svolgimento l'assistito deve dimostrare di avere ben capito il
delle attività di sua competenza, deve necessariamente fare motivo, gli effetti e le possibili alternative della te­
riferimento alle più moderne evidenze scientifiche e deve im- rapia alla quale sta per sottoporsi, ed essere pie-

70
namente capace di intendere e di. volere.
Personale: può· essere prestato solo dal pazien­ si di tante persone fragili.
te (ad eccezione dei minorenni o delle persone La contenzione: un fenomeno da superare, un evento che,
sottoposte a tutela). Non è quindi valido se richie­ se ineludibile, sia dawero straordinario grazie allo studio,
sto a persona non direttamente responsabile, ad all'impegno, alla disseminazione di buone pratiche organiz­
esempio il parente di una persona molto anziana zativo assistenziali, di positive esperienze risolutive, di pro­
non capace di intendere e di volere, non potrà for­ poste innovative ch e vedano l'impegno sempre crescente
nire il consenso in vece dell'assistito, a meno che non solo della nostra collettività professionale"w
non sia stato nominato come tutore da giudice La contenzione11 può essere definita come un particolare atto
con un atto formale. sanitario-assistenziale effettuato attraverso mezzi chimici, fi­
Libero: deve derivare da una convinzione perso­ sici e ambientali utilizzati direttamente sull'individuo o appli­
nale della persona assistita che, ricevuto le infor­ c ati al suo spazio circostante per limitarne i movimenti. Si
mazioni necessarie, acconsente al trattamento possono distinguere quattro tipi di contenzione:
senza subire condizionamenti e/o costrizioni. contenzione fisica: applicazione di presidi sulla
Informato: cioè l'informazione fornita deve esse­ persona o uso degli stessi come barriera nell'am­
re la più completa possibile. biente che riducono o controllano i movimenti;
Revocabile: vale a dire revocabile in qualunque contenzione chimica: somministrazione di far­
momento maci che modificano il comportamento, come
tranquillanti e sedativi;
L'Operatore Socio Sanitario, non essendo in possesso di contenzione ambientale: attuazione d i cambia­
competenze specialistiche, partecipa marginalmente sia alla menti apportati all'ambiente in cui vive un sogget­
raccolta del consenso nelle sue diverse fasi che all'informa­ to per limitare o controllare i suoi movimenti;
zione della persona assistita. Pur tuttavia potrebbe essere contenzione psicologica o relazionale o emoti­
direttamente coinvolto in alcuni particolari casi, che andremo va: ascolto e osservazione empatica del soggetto
a vedere di seguito. che si sente rassicurato e potrebbe ridurre l'ag­
gressività.
RIFIUTO DELL'ASSISTITO A SOTTOPORSI A TRATTA­
MENTI DI ASSISTENZA Si definiscono mezzi di contenzione fisici e meccanici i dispo­
sitivi applicati al corpo o allo spazio circostante la persona
La persona assistita non solo può rifiutare trattamenti inva­ per limitare la libertà dei movimenti volontari. I mezzi di con­
sivi, quale l'intervento chirurgico, ma anche trattamenti più tenzione fisica si classificano in:
semplici, quali le cure igieniche o la mobilizzazione. In que­
sto caso è evidente che l'operatore socio sanitario, diretta­ mezzi di contenzione per il letto (per esempio
mente implicato nell'erogazione di queste procedure, deve spandine)
riuscire, attraverso il dialogo e la capacità di comunicazione, mezzi di contenzione per la sedia (per esempio
ad acquisire la disponibilità delle persone ad essere assistite. corpetto)
Deve assolutamente essere evitato, se non è richiesto dai mezzi di contenzione per segmenti corporei (per
familiari o dal paziente stesso o nei casi assolutamente ne­ esempio polsiere, cavigliere)
cessari e documentali, il taglio dei capelli. mezzi di contenzione per postura obbligata (per
Anche gli atti semplici, quindi, devono essere svolti sempre esempio cuscini anatomici)
con la consapevolezza dell'assistito di quello che gli si inten­
de fare e l'operatore socio sanitario deve sempre cercare di Effetti della contenzione
fornire una informazione adeguata, semplice e concisa delle Effetti psicologici:
pratiche assistenziali che si intendono svolgere.
Ricordiamo sempre che la consapevolezza dell'utente faci­ Tra gli effetti psicologici si configura:
lita le manovre di assistenza e rende più agevole il compito
dell'operatore. Con una corretta informazione si ottiene quel­ perdita di autostima
la collaborazione che contribuisce certamente a rendere più reazioni di fuga
agevole e meno faticoso il lavoro, in particolare in tutte quelle aumento dell'aggressività
manovre, quali ad esempio la mobilizzazione, dove l'aiuto umiliazione
dell'assistito riduce la forza necessaria e di conseguenza la forme di regressione comportamentale
fatica fisica dell'Operatore Socio Sanitario.
Effetti fisici diretti:

lesioni nervose dovute alla pressione dei mezzi di


4.5 CONTENZIONE DELL'ASSISTITO contenzione
lesioni ischemiche di parti del corpo, in particolare
"La contenzione: un fenomeno antico, spesso nascosto e arti superiori ed inferiori, a causa di un mezzo di
sottaciuto nell'idea della sua inevitabilità in situazioni orga­ contenzione applicato in modo inappropriato (ad
nizzative difficili, in cui la carenza di risorse umane produce esempio troppo stretto)
una sorta di giustificazione generalizzata e comunque vela­ fratture, lussazioni
tamente orientata ad una strana forma di tutela dell'assistito. asfissia da intrappolamento o sospensione nel di­
La contenzione: un fenomeno che tutti, professionisti ed spositivo, durante i movimenti per liberarsi
organizzazioni, devono connotare per quello che prevalen­ morte
temente rappresenta, ossia una deprivazione della libertà
personale ed un'ammissione della difficoltà dell'intera équipe
assistenziale di farsi carico dei bisogni espressi ed inespres-

10 Annalisa Silvestro, Superare la contenzione, in "Quaderni dell'Infermiere", n 25, Federazione nazionale Collegi I.P.A.S.V.I, 2009
11 http://www.fnopi.it/print/click-salute/7.htm

71
4.6 IL TRATTAMENTO DEI DATI DELLA PERSONA
Effetti fisici indiretti:
ASSISTITA: LA PRIVACY E LA RISERVATEZZA
riduzione della massa e del tono muscolare
peggioramento dell'osteoporosi Parlando di trattamento dei dati, non si può non legare a que­
aumento dell'incontinenza fecale e urinaria sto importante concetto le necessarie considerazioni sulla ri­
sviluppo di infezioni servatezza e sulla privacy.
incremento delle lesioni da pressione Mentre la privacy, come vedremo, è tutelata da una speci­
cadute con lesioni gravi fica norma dello stato, parlando di riservatezza si toccano
temi non solamente riferiti ad elementi normativi, ma anche
Alla luce di ciò, bisogna sempre ricordare che: etici e deontologici. I codici deontologici sia del medico che
dell'infermiere13 fanno riferimento al rispetto della priv�cy e
la contenzione fisica è un atto estremamente peri­ della riservatezza del cittadino, ponendo una particolare at­
coloso, vietato dalla legge al di fuori delle situazio­ tenzione a questo aspetto.
ni di emergenza per la tutela dell'incolumità delle La privacy e la riservatezza dei dati raccolti nella documen­
persone ed è eseguibile solo dopo prescrizione tazione sanitaria dovrebbero corrispondere a comportamenti
medica che garantiscano la dignità del malato. Se da un lato si pone
la contenzione deve essere utilizzata, come estre­ grande attenzione, nel mondo sanitario, alla raccolta del con­
ma ratio e solamente dopo prescrizione medica, senso per il trattamento dei dati personali (obbligatorio per
solamente nei casi necessari legge al fine dell'erogazione della prestazione sanitaria), si
la contenzione deve essere documentata nel­ tralasciano molto spesso gli aspetti veri della riservatezza,
la cartella dell'assistito e deve necessariamente quali per esempio lo svolgimento di pratiche assistenziali
durare il tempo necessario alla risoluzione della lesive dell'intimità dell'assistito, non preoccupandosi di tute­
situazione d'urgenza larne la dignità adottando semplici accorgimenti facilmente
realizzabili.
Da ciò deriva che l'operatore socio sanitario non può in alcun A questo proposito si pensi a pratiche di assistenza (ad
caso decidere autonomamente di applicare i mezzi di con­ esempio igiene intima) svolte in stanze di d egenza o in lo­
tenzione e non può neppure farlo su indicazione del medico cali dove, per problemi anche di tipo architettonico o di so­
(se non in forma scritta) e tantomeno su indicazione verbale vraffollamento, si va a ledere la vera intimità dell'individuo:
o scritta da parte dell'infermiere. basterebbe il semplice posizionamento di un paravento per
L'applicazione di un semplice corpetto di ancoraggio alla garantire la necessaria riservatezza, che dovrebbe essere
sedia, pur posizionato con l'intento di garantire la sicurezza assicurata a tutte le persone, a prescindere dal loro livello di
all'utente, rappresenta un mezzo di contenzione e per questa consapevolezza del momento.
ragione si corre il rischio, in caso di denuncia o di accerta­ Elementi normativi importanti per quanto riguarda il tratta­
menti, di subire un procedimento penale per sequestro di mento dei dati personali, sono rappresentati dal Decreto del
persona12, ferma restando la possibilità, qualora l'utente ab­ Presidente della Repubblica n. 445 del 28 dicembre 2000,
bia subito dalla contenzione ulteriori danni, di essere coinvolti il "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari
in altri capi di imputazione. in materia di documentazione amministrativa e successive
È considerata contenzione anche la semplice applicazione di modificazioni e integrazioni" e dal D.lgs. n. 196 del 30 giugno
cuscini che impediscano il movimento della persona, oppure 2003, "Codice in materia di protezione dei dati personali",
un tavolo posizionato di fronte all'assistito seduto per impe­ denominato anche "Codice Privacy". Molto complesso ed
dirgli il movimento, quindi tutte quelle situazioni, non sempre articolato, con contenuti che ribadiscono i concetti già evi­
considerate con la giusta attenzione, che potrebbero essere denziati nel codice privacy in tema di tutela riguardante i dati
utilizzate, magari inconsapevolmente, per limitare i movi­ sulla salute, anche il "Regolamento generale sulla protezione
menti del paziente. dei dati 1/, emanato nel 2016 dall'Unione Europea (meglio
Le sbarre al letto sono consentite solo nel caso in cui non conosciuto come GDPR, acronimo di Generai Data Pro­
impediscano completamente alla persona la possibilità di tection Regulation) e di recente applicazione i n Italia.
scendere (ad esempio una sola sbarra, oppure sbarre che Per quanto attiene, appunto, alla tutela dei dati personali ine­
limitano solo una parte della fiancata). Non devono essere renti lo stato di salute, la normativa vigente prevede che gli
utilizzate come mezzo di prevenzione delle cadute nelle per­ organismi sanitari pubblici e privati e gli esercenti le profes­
sone agitate, perché è dimostrato che nell'eventuale caduta sioni sanitarie, per la particolarità e l'intimità dei dati inseriti
l'assistito si procura maggior danno, cadendo da un'altezza nella documentazione dell'assistito, adottino misure e accor­
maggiore rispetto al materasso. gimenti di carattere supplementare rispetto a quelle già pre­
Assolutamente da evitare tutte le forme di contenzione re­ viste per il trattamento dei dati sensibili e per il rispetto delle
alizzate con l'uso di strumenti empirici ed impropri, quali ad misure di sicurezza. Il presupposto per il trattamento è sem­
esempio lenzuola, bende, cinture e lacci, che sono estrema­ pre il consenso al trattamento dei dati che l'utente deve ne­
mente pericolose, oltre che per i rischi connessi a quanto già cessariamente fornire tramite esplicita autorizzazione. "Nei
evidenziato, anche in funzione dei danni diretti che posso­ dati personali relativi alla salute dovrebbero rientrare tutti i
no provocare alle persone a causa della maggiore invasività dati riguardanti lo stato di salute dell'interessato che rivelino
conseguente alla non appropriatezza dell'uso. informazioni connesse allo stato di salute fisica o mentale
passata, presente o futura dello stesso"15•
Da ciò deriva che tutti i dati contenuti nella documentazione
sanitaria devono essere tutelati con un alto livello di atten­
zione, evitando di lasciare a disposizione di t erzi notizie e
informazioni riferite allo stato di salute dell'assistito. Si pensi,

12 art. 605 c.p. Sequestro di persona: "Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni"
13 FNOMCEO, Codice di deontologia medica, 2016
14 Codice deontologico dell'Infermiere, approvato dal Comitato centrale della Federazione e dal Consiglio nazionale degli Ordini delle
Professioni infermieristiche riuniti a Roma nella seduta del 12 e 13 aprile 2019

72
ad esempio, al trasporto della persona in altri servizi o reparti È evidente quindi come tutti gli operatori che si occupano di
(att1v1ta dt competenza dell'OSS), e !'"abbandono" della do­ assistenza e ano garan tre a e persone e e assts ono a
cumentazione sanitaria di accompagnamento. riservatezza necessaria, in risposta sia agli elementi norma­
tivi che sono stati sopra evidenziati, ma anche per un dovere
Il segreto professionale riguarda la custodia, da parte del morale nei confronti del malato.
professionista sanitario, di tutto quanto questi venga a cono­ Violare il segreto d'ufficio può semplicemente voler dire co­
scenza del proprio paziente, non palese e non nota a terzi, municare ad altri in modo più o meno inconsapevole, al di
nel corso del rapporto che si è instaurato tra operatore sani­ fuori dell'ambiente lavorativo, fatti accaduti durante la gior­
tario e persona assistita. Oggetto del segreto sono i fatti ine­ nata di servizio con riferimenti a persone, anche senza fi­
renti alla salute dell'assistito dei quali si viene a conoscenza nalità di danneggiare direttamente l'interessato. Un esempio
durante le attività di cura e di assistenza. P iù estensivamente di questa è la divulgazione in pubblico (amici, conoscenti,
il segreto professionale riguarda qualsiasi notizia, anche non famigliari ...)di fatti e persone di cui si è venuti a conoscenza
inerente alle condizioni di salute, sia dell'assistito sia dei suoi durante l'attività lavorativa, riguardanti la salute situazioni di
familiari o conoscenti, della quale il professionista venga a vita fatti personali.
conoscenza durante le cure alla persona, quali ad esempio Quindi anche l'Operatore Socio Sanitario, come tutti gli altri
confidenze dell'assistito. Non ha importanza la modalità con soggetti che si occupano di cura e di assistenza, è tenuto a
cui tali notizie possono essere state acquisite: udite, intuite, mantenere il segreto professionale e non fare menzione con
apprese, ma rileva il rapporto di fiducia operatore/assistito altri delle notizie di cui viene a conoscenza durante la sua
che obbliga di fatto il professionista della salute, quindi anche attività lavorativa.
l'Operatore Socio Sanitario, a non divulgare le notizie delle
quali viene a conoscenza durante la sua attività. Quindi ri­
guarda le notizie acquisite attraverso la visione di uno scritto,
confidate dalla persona assistita e possono interessare sia 4.7 L'USO DEI SOCIAL NETWORK E DIVULGAZIO­
la sfera fisica, psichica, economica, sentimentale, familiare. NE "INCONSAPEVOLE" DI NOTIZIE
Anche il codice penale riserva una particolare attenzione a
questo aspetto. Infatti, l'art. 622 del codice penale testual­ Una particolare attenzione deve essere osservata nell'uso
mente recita: "Chiunque, avendo notizia, per ragione del dei socia! network, ricordando che è vietato divulgare imma­
proprio stato o ufficio, o della propria professione o arte, di gini di situazioni o persone ricoverate nell'ambito di ospedali
un segreto, lo rivela, senza giusta causa, owero lo impiega e case di cura e che la legge punisce severamente questo
a proprio o altrui profitto, è punito, se dal fatto può derivare tipo di comportamento, fermo restando tutte le determinazio­
nocumento, con la reclusione fino a un anno o con la multa ni anche disciplinari che, volta per volta, il datore di lavoro
da trenta euro a cinquecentosedici euro( ... )" - sia pubblico che privato - può decidere di adottare nei con­
Il segreto d'ufficio, invece regolamenta il trattamento dei fronti dei soggetti inadempienti.
dati nell'ambito del rapporto di pubblico impiego. È il dovere16 Quest'ultimo aspetto riguarda owiamente anche il compor­
imposto agli impiegati pubblici di non comunicare all'esterno tamento attinente ad atteggiamenti personali legati alla sfera
dell'amministrazione notizie o informazioni di cui siano venuti privata, quando esiste una stretta correlazione fra quest'ul­
a conoscenza nell'esercizio delle loro funzioni, owero che tima e l'attività lavorativa. A questo proposito, deve essere
riguardino l'attività amministrativa in corso di svolgimento o evitata anche la diffusione di immagini personali acquisite
già conclusa. Nell'ambito del diritto amministrativo, la disci­ nell'ambiente lavorativo nell'ambito sanitario, mondo così le­
plina del segreto d'ufficio, inizialmente prevista nel R.D. n. gato alla sofferenza, sia quando riguardano aspetti non stret­
2960/1923, è ora contenuta nell'art. 15 del D.P.R. n. 3/1957, tamente connessi con l'assistenza che quando implicano il
la cui formulazione originaria era espressione di un conte­ rapporto con le persone ammalate.
sto socio-normativo improntato al principio della segretezza Le indicazioni comportamentali a proposito di questo aspet­
dell'azione amministrativa, in un'epoca in cui si iniziava a di­ to, possono essere così riassunte:
versificare il ruolo del dipendente civile dello Stato da quello
militare. La violazione del segreto d'ufficio può rilevare anche non scattare e divulgare foto durante l'attività la­
sotto il profilo penale, qualora si verifichi la fattispecie di reato vorativa, indossando la divisa di lavoro;
di cui all'art. 326 c.p.: "Il pubblico ufficiale o la persona inca­ non scattare e divulgare foto che possano conte­
ricata di un pubblico servizio17, che, violando i doveri inerenti nere immagini di persone ricoverate e/o sottopo­
alle funzioni o al servizio, o comunque abusando della sua ste a trattamenti sanitari;
qualità, rivela notizie di ufficio, le quali debbano rimanere se­ non pubblicare sulle piattaforme social afferma­
grete, o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza, è puni­ zioni o commenti riguardanti la propria attività
to con la reclusione da sei mesi a tre anni. Se l'agevolazione lavorativa, con particolare riferimento alle notizie
è soltanto colposa, si applica la reclusione fino a un anno. Il riguardanti la salute di persone;
pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico ser­ non esprimere considerazioni sui propri assistiti,
vizio, che, per procurare a sé o ad altri un indebito profitto anche se non è possibile risalire all'identità della
patrimoniale, si awale illegittimamente di notizie di ufficio, le persona;
quali debbano rimanere segrete, è punito con la reclusione valutare, volta per volta, l'opportunità di accettare
da due a cinque anni. Se il fatto è commesso al fine di procu­ "richieste di amicizia" da parte di assistiti, cercan­
rare a sé o ad altri un ingiusto profitto non patrimoniale o di do di mantenere il rapporto, se possibile, nell'am­
cagionare ad altri un danno ingiusto, si applica la pena della bito professionale, anche al fine di evitare spiace­
reclusione fino a due anni". voli fraintendimenti;
evitare di dare giudizi sull'operato di colleghi e/o di
altri operatori, che potrebbero compromettere, ol­
treché l'immagine della professione stessa, anche

15 REGOLAMENTO (UE) 2016/679 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle
persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE
(regolamento generale sulla protezione dei dati)
16 Punto 35 del Regolamento 2016/679
17 http:l/www.treccani.it/enciclopedia/segreto-d-ufficio/
18 È incaricato di pubblico servizio l'O.S.S. dipendente di una struttura pubblica
73
i rapporti di collaborazione e di buon andamento ne analizza le componenti etiche e le eventuali implicazioni
e serv1z10; g1un ,c e per cercare I cos ruire un consenso nspe o alle
rispettare le indicazioni aziendali (sia delle azien­ situazioni ed ai nodi problematici di tali pratiche e di tali co­
de pubbliche che private) sull'utilizzo dei social e noscenze. Essa si trova ad affrontare "questioni quotidiane"
dei dispositivi elettronici durante l'orario di servi­ e "questioni di frontiera" (G. Berlinguer), dalle problematiche
zio; dell'attività medico-sanitaria di ogni giorno alle questioni di
tutelare, con un atteggiamento sobrio nell'uso dei portata ed impatto più generali e vaste. Del resto è fonda­
social riguardo agli aspetti professionali, l'immagi­ mentale che anche i problemi specifici vengano considerati
ne della professione di appartenenza e delle altre entro un contesto globale, proprio per non perdere di vista
professioni sanitarie in genere, spesso negativa­ l'interrelazione tra queste due dimensioni ed il loro reciproco
mente, anche se ingiustamente, categorizzate e apporto: le singole questioni rimandano infatti, da ultimo, alle
stigmatizzate dai media. grandi tematiche del senso della conoscenza, della soffe­
renza, della salute e della sanità, della dignità della persona
umana, che, in quanto tali, appartengono all'universo simbo­
lico ed antropologico.
4.8 LA BIOETIC�8 Le questioni di cui la bioetica si occupa spaziano dal dominio
strettamente sanitario a quello ambientale: dalla riflessione
La bioetica è nata fra la fine degli anni '60 e gli inizi degli anni inerente al rapporto di cura, al significato di salute e malattia,
'70 del secolo scorso, come disciplina che affronta la neces­ alle questioni di inizio vita (statuto dell'embrione umano, pro­
sità di un nuovo sapere, al fine di definire un nuovo ambito creazione medicalmente assistita ...) e fine vita (definizione
intellettuale per l'approccio alle questioni scientifiche, met­ di morte, eutanasia, cure palliative, suicidio assistito...), alle
tendo insieme le conoscenze e la cultura scientifica e quella tematiche inerenti alla sperimentazione sull'uomo, all "'inge­
umanistica. Essa è stata definita come "lo studio sistematico gneria genetica" (test e analisi genetiche, terapie geniche,
delle dimensioni morali - comprendenti visione morale, de­ biotecnologie...), ai trapianti, per ampliare poi la prospettiva
cisione, condotta, politiche - delle scienze della vita e della sino alle problematiche di etica ambientale ed animale (la
cura della salute, attraverso una varietà di metodologie in cosiddetta "eco-etica").
un contesto interdisciplinare" (W.T.Reich, Encyclopedia of In particolare per quanto riguarda la sua applicazione in me­
Bioethics, 1995) o, più ampiamente, come "l'etica in quanto dicina, vi è stato un riferimento ed un recupero forte della
particolarmente relativa ai fenomeni della vita organica, del tradizionale etica medica, a partire dalla quale si sono indivi­
corpo, della generazione, dello sviluppo, maturità e vecchia­ duati 4 principi, riconosciuti come finalità implicite di questa
ia, della salute, della malattia e della morte. Non è una disci­ pratica, cui fare riferimento in senso regolativo. Essi sono:
plina autonoma e indipendente: ricomprende problematiche il principio di autonomia, con il quale si ricono­
legate al progresso della conoscenza e delle tecniche biolo­ sce e si afferma il dovere di rispettare l'individuo
giche, ma un adeguato approfondimento riporta alle questio­ nella sua autonomia, il suo diritto ad avere del­
ni e agli atteggiamenti etici fondamentali concernenti l'uomo le opinioni, a compiere delle scelte e ad agire in
in quanto anima e corpo, spirito e materia, organismo capace base a valori e convinzioni personali, nonché il
di azioni e interazioni significanti e simboliche eccedenti il dovere di promuovere l'autonomia dei diversi sog­
campo d'indagine della biologia." (U. Scarpelli, La bioetica. getti coinvolti nel processo di cura;
Alla ricerca dei principi, in Bioetica laica). il principio di non-maleficenza, con il quale si
riprende il tradizionale principio ippocratico del
Diversi sono i fattori che hanno contribuito a dare origine, svi­ "primum non nocere" e si afferma il dovere di non
luppare e diffondere questa disciplina. L'ampliamento delle provocare intenzionalmente un danno;
conoscenze e dei poteri in ambito scientifico e tecnologico ha il principio di beneficità, che si struttura come
portato alla formulazione di problemi morali nuovi derivanti versione positiva del principio di n on-maleficen­
da fatti nuovi: quanto è tecnicamente possibile, è eticamente za, ed è inteso alla prevenzione o rimozione di un
lecito? Quest'interrogativo sprona a pensare, a riflettere su danno ed alla promozione del bene dell'assistito;
quanto accade, sia a livello personale come singoli individui, il principio di giustizia, che sottolinea l'esigenza
sia a livello comunitario, perché in qualche modo è qui in di equità e giustizia della pratica medica e sani­
gioco il destino dell'uomo. Una caratteristica del tutto nuova taria e introduce la dimensione socio-economica
delle moderne possibilità applicative della scienza, infatti, sta e politica tra i fattori determinanti questo settore.
nell'irreversibilità delle conseguenze, per l'impatto sul futuro
dell'uomo e del cosmo che esse potrebbero avere. È pertan­ In Europa si è giunti a stipulare una convenzione, la cosiddet­
to doveroso considerare non solo la dimensione del presen­ ta Convenzione di bioetica, adottata dal Consiglio d'Europa
te, ma anche quella futura, per preservare e garantire la vita nel settembre 1996, nell'ottica di salvaguardare e promuove­
delle generazioni che verranno. L'attenzione ai diritti degli re i diritti dell'uomo rispetto alle applicazioni della biologia e
individui ha condotto al progressivo tramonto del tradizionale della medicina, le sue libertà fondamentali e la sua dignità,
modello di cura centrato sul paternalismo medico, in base nonché di finalizzare i progressi di questi settori a beneficio
al quale il paziente demandava in toto la gestione della pro­ delle generazioni presenti e future, di cooperare a livello in­
pria situazione di malattia e delle decisioni inerenti ad essa al ternazionale in merito e di promuovere un dibattito pubblico.
medico. Inoltre il crescente pluralismo delle società odierne Si sono riconosciuti alcuni principi di base che affermano la
non permette di individuare un'unica opzione morale, valida centralità della persona nella sua dignità ed identità, la pre­
indistintamente e a priori, bensì richiede di sviluppare un'atti­ minenza dell'interesse e del bene del singolo su quello della
tudine al confronto, al dialogo e al rispetto delle diverse posi­ società e della scienza, il diritto ad un accesso equo alle cure
zioni, senza per questo rinunciare alla promozione dei valori sanitarie, la necessità di un consenso libero ed informato agli
fondamentali per l'uomo. interventi sanitari, con un'attenzione particolare ai soggetti
La bioetica si caratterizza così come un sapere interdiscipli­ più vulnerabili, il diritto al rispetto della vita privata e delle
nare che, a partire dai dati della biologia e della medicina, informazioni sanitarie, la tutela da ogni forma di discrimina­
zione a causa del patrimonio genetico, inteso invece come ri-
19 A. Autiero, L.Galvagni, Bioetica: ma cos'è- in: http://www.clerus.org/clerus/dati/1999-03/17-2/Bioelica.rtf.htrnl

74
sorsa e bene della persona, la garanzia di protezione dell'es- medesimo, anche avvalendosi dei servizi di assi-
sere umano nella ncerca sc1entifica, l'indisponibilità del stenza psicolog1ca. Ferma restando la
corpo umano altrui o di sue parti, vietando in particolare ogni poss1bilità per il paziente di modificare la
forma di profitto che se ne possa ricavare. propria volontà, l'accettazione, la revoca e il
La bioetica sembra così invitare l'uomo a rapportarsi con un rifiuto sono annotati nella cartella clinica e nel
atteggiamento di "responsabilità" di fronte al fenomeno della fascicolo sanitario elet­tronico".
vita. La situazione del presente profila un orizzonte di sfide e "Il medico è tenuto a rispettare la volontà espres­
di impegni per l'uomo, che può, anzi deve, giocare ancora un sa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario
ruolo di attore responsabile in tale contesto. Ecco allora che o di rinunciare al medesimo e, in conseguenza di
la biomedicina diventa "uno dei domini privilegiati dell'azione ciò, è esente da responsabilità civile o penale. Il
umana contemporanea entro cui effettuare la promozione paziente non può esigere trattamenti sanitari con­
della capacità etica dell'uomo "(B.Cadorè). trari a norme di legge, alla deontologia professio­
nale o alle buone pratiche clinico-assistenziali; a
fronte di tali richieste, il medico non ha obblighi
professionali".
4.9 IL TRATTAMENTO A NTICIPATO DI FINE VITA Nelle situazioni di emergenza o di urgenza "il me­
FRA NORMATIVA E COMPORTAMENTO DEI SA­ dico e i componenti dell'équipe sanitaria assicu­
NITARl19 rano le cure necessarie, nel rispetto della volontà
del paziente ove le sue condizioni cliniche e le
Il 31 gennaio 2018 è entrata in vigore la Legge 22 dicem­ circostanze consentano di recepirla".
bre 2017, n. 219, contenente "Norme in materia di consenso
informato e di disposizioni anticipate di trattamento". Come La Legge sottolinea che "il tempo della comunicazione tra
richiamato all'articolo 1 la Legge 219 "tutela il diritto alla vita, medico e paziente costituisce tempo di cura".
alla salute, alla dignità e all'autodeterminazione della perso­
na e stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere Terapia del dolore e sedazione palliativa profonda
iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato
della persona interessata, tranne che nei casi espressamen­ La legge affronta anche il tema della terapia del dolore, del
te previsti dalla legge", nel rispetto dei principi della Costitu­ divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e della dignità
zione (art. 2, 13 e 32) e della Carta dei diritti fondamentali nella fase finale della vita.
dell'Unione Europea.
Lo stesso articolo afferma il diritto di ogni persona "di cono­ In base all'art. 2, "il medico, awalendosi di mezzi appropriati
scere le proprie condizioni di salute e di essere informata allo stato dell'assistito, deve adoperarsi per alleviarne le sof­
in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile riguardo ferenze, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al
alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accer­ trattamento sanitario indicato dal medico. A tal fine, è sempre
tamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari indicati, nonché garantita un'appropriata terapia del dolore, con il c oinvolgi­
riguardo alle possibili alternative e alle conseguenze dell'e­ mento del medico di medicina generale e l'erogazione delle
ventuale rifiuto del trattamento sanitario e dell'accertamento cure palliative di cui alla Legge 15 marzo 201 O, n. 38.
diagnostico o della rinuncia ai medesimi". Nei casi di paziente con prognosi infausta a breve termine
o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni
Il consenso informato ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure
e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati. In presen­
Deve essere promossa e valorizzata, secondo la Legge, la za di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari, il medico
relazione di cura e fiducia tra l'assistito e il medico che si può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua in
basa sul consenso informato, di cui si è già parlato nel para­ associazione con la terapia del dolore, con il consenso del
grafo 4 di questo capitolo. Il testo disciplina le modalità in cui paziente".
il consenso informato relativo alle disposizioni anticipate di
trattamento può essere espresso: Minori e incapaci
"il consenso informato, acquisito nei modi e con gli strumenti
più consoni alle condizioni del paziente, è documentato in La persona minorenne o incapace deve ricevere informazio­
forma scritta o attraverso videoregistrazioni o, per la persona ni sulle scelte relative alla propria salute in modo consono
con disabilità, attraverso dispositivi che le consentano di co­ alle sue capacità per essere messa nelle condizioni di espri­
municare. Il consenso informato, in qualunque forma espres­ mere la sua volontà".
so, è inserito nella cartella clinica e nel fascicolo sanitario
elettronico". In tali casi, il consenso informato è espresso o rifiutato:
In ogni momento la persona può rivedere le sue decisioni. Il
per il minore, "dagli esercenti la responsabilità ge­
rifiuto(non inizio) o la rinuncia (interruzione) riguardano tutti
nitoriale o dal tutore, tenendo conto della volontà"
gli accertamenti diagnostici e i trattamenti sanitari, tra i quali
del minore stesso, "in relazione alla sua e t à al suo
la Legge include l'idratazione e la nutrizione artificiali.
grado di maturità"
per la persona interdetta, "dal tutore sentito !'inter­
Il medico
detto, ove possibile".
"Qualora il paziente esprima la rinuncia o il rifiuto
di trattamenti sanitari necessari alla propria so­ La persona inabilitata, invece, può esprimere personalmente
prawivenza, il medico prospetta al paziente e, il proprio consenso e disposizioni particolari sono previste nel
se questi acconsente, ai suoi familiari, le conse­ caso in cui sia stato nominato un amministratore di sostegno.
guenze di tale decisione e le possibili alternative
e promuove ogni azione di sostegno al paziente

20 www.salute.gov.it
21 http://www.salute.gov.it/portale/dat/dettaglioContenutiDat.jsp?lingua=italiano&id=4954&area=dat&menu=vuoto
75
4.10 LE DISPOSIZIONI ANTICIPATE rispondenti alla condizione clinica attuale dell'as-
rrTR�T 2 0 -- --'- -"----'------------"-------., = = o""';----------'--�-�----
s ,s 1
sussistano terapie non prevedibili all'atto della
Le DAT di una persona (indicate anche comunemente come sottoscrizione, capaci di offrire concrete possibili­
"testamento biologico" o "biotestamentoì rappresentano una tà di miglioramento delle condizioni di vita.
delle novità della Legge.
In previsione di un'eventuale futura incapacità di autodeter­ Nel caso di conflitto tra il fiduciario e il medico, la decisione è
minarsi e dopo avere acquisito adeguate informazioni me­ rimessa al giudice tutelare.
diche sulle conseguenze delle proprie scelte, la Legge pre­ Nel caso in cui le DAT non contengano l'indicazione del fidu­
vede la possibilità per ogni persona di esprimere le proprie ciario o questi vi abbia rinunciato o sia deceduto o sia divenu­
volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso to incapace, le DAT mantengono efficacia in merito alle vo­
o il rifiuto su: lontà del disponente. In caso di necessità il giudice tutelare
prowede alla nomina di un amministratore di sostegno.
accertamenti diagnostici
scelte terapeutiche
singoli trattamenti sanitari Pianificazione condivisa delle cure
Possono fare le DAT tutte le persone che siano:
L'art. 5 tratta di un caso particolare di consenso informa­
maggiorenni to in cui medico e paziente possono realizzare una pia­
capaci di intendere e di volere nificazione condivisa delle cure in caso di "patologia
cronica e invalidante o caratterizzata da inarrestabile
Come fare le DAT evoluzione con prognosi infausta".

La redazione delle DAT può awenire in diverse forme: Norma transitoria


atto pubblico Ai documenti atti ad esprimere le volontà del disponente in
scrittura privata autenticata merito ai trattamenti sanitari, depositati presso il comune di
scrittura privata consegnata personalmente dal di­ residenza o presso un notaio prima della data di entrata in
sponente presso l'ufficio dello stato civile del pro­ vigore della Legge n. 219/2017, si applicano le disposizioni
prio Comune di residenza, che prowede all'anno­ della predetta legge.
tazione in un apposito registro, ove istituito

Potranno inoltre essere consegnate personalmente presso


le strutture sanitarie, nel caso in cui le Regioni che adottano 4.11 L'ACCANIMENTO TERAPEUTICO
modalità telematiche di gestione della cartella clinica o il fa­
scicolo sanitario elettronico o altre modalità informatiche di Certamente uno dei doveri di chi esercita professioni sanita­
gestione dei dati del singolo iscritto al Servizio sanitario na­ rie e mediche è quello di salvare la vita e migliorarne la qua­
zionale abbiano, con proprio atto, regolamentato la raccolta lità delle persone che assistono. Le nuove tecnologie, l'uso
di copia delle DAT, compresa l'indicazione del fiduciario e il di farmaci innovativi, le tecniche chirurgiche, l'informatica e
loro inserimento nella Banca dati, lasciando comunque al fir­ la biotecnologia permettono sempre più di mantenere in vita
matario la libertà di scegliere se darne copia o indicare dove persone che sino a qualche decennio fa avevano poche spe­
esse siano reperibili. (art. 4, comma 7). ranze di soprawivenza. Grazie alle tecniche di rianimazione
Nel caso in cui le condizioni fisiche dell'assistito non lo con­ cardiopolmonare e defibrillazione precoce molte persone
sentano, le DAT possono essere espresse attraverso video­ sono trattate direttamente sul territorio e questo comporta
registrazione o dispositivi che consentano alla persona con percentuali di soprawivenza significativamente maggiori ri­
disabilità di comunicare. spetto al passato. L'alimentazione per via parenterale per­
Con le medesime forme esse sono rinnovabili, modificabili e mette di mantenere in vita persone altrimenti destinate ad
revocabili in ogni momento. Nei casi in cui "ragioni di emer­ un'inevitabile decadimento organico.
genza e urgenza impedissero di procedere alla revoca del­
le DAT con le forme previste dai periodi precedenti, queste È chiaro che il dilemma etico continuerà ad affliggere tutti
possono essere revocate con dichiarazione verbale raccolta i sanitari, in assenza di una legge che regolamenti questo
o videoregistrata da un medico, con l'assistenza di due te­ aspetto e che praticamente in nessun paese è stata ema­
stimoni". nata, se si escludono alcuni paesi anche dell'Europa dove è
lecita l'eutanasia.
I dettami della legge 219/2017, di cui si è parlato nel prece­
Nomina del fiduciario e ruolo del medico dente paragrafo, devono oggi necessariamente essere inter­
La Legge 219 prevede la possibilità di indicare nella DAT un secati con i concetti espressi sopra, per far sì che qualunque
fiduciario, la cui scelta è rimessa completamente alla volontà persona, trovandosi in una condizione di salute al limite della
del disponente. La Legge si limita a prevedere che il fiducia­ vita, possa determinare anche in anticipo a quali cure sarà
rio sia maggiorenne e capace di intendere e di volere. Il fidu­ sottoposto.
ciario è chiamato a rappresentare l'interessato nelle relazioni L'accanimento terapeutico, termine usato soprattutto in Ita­
con il medico e con le strutture sanitarie. lia, è definito come "l'ostinazione nell'impartire trattamenti
Il medico è tenuto al rispetto delle DAT, le quali possono es­ sanitari che risultano sproporzionati in relazione all'obiettivo
sere disattese, in tutto o in parte, dal medico stesso, in accor­ terapeutico". Ma qual è il limite della sproporzione e soprat­
do con il fiduciario qualora: tutto chi può decidere quando è il momento di interrompere
le cure? E come si conciliano la "pietas" nei confronti della
esse appaiano palesemente incongrue o non cor- persona che soffre con la religione, la legge, i rapporti con le

76
ri
persone? Ancora: ci.ove finisce l'accanimento terapeutico e grande eco mediatico. molto significativo. Medici, infermieri
------,do "' ve m 1z,a,l,e,., utan
'"',,.._..,., ""...,. ..,-.- _ _as_ ,a ,.....
,..._,?---'-· ---------"-----e t u tt"i....,-p-,ofe- ss�io-nisfiOeTla salute, tra cm g i operato so
-,---. --..-- ""
l c10
Nel quotidiano è bene distinguere con precisione i termini Sanitari, hanno una responsabilità professionale ed etica di
usati: l'accanimento terapeutico, la cui definizione è stata difendere i loro assistiti quando si verificano episodi di abuso.
trattata nel precedente capoverso, si differenzia dall'eutana­
sia (dolce morte), che è invece l'atto finalizzato a procurare La tolleranza di comportamenti inappropriati, nei casi in cui
volontariamente la morte di una persona in condizioni gra­ non sia messa alla luce con immediatezza da parte degli
vissime, al fine di alleviare la sua sofferenza. Alcune teorie operatori non direttamente coinvolti, si verifica per molte­
considerano eutanasia anche l'interruzione delle cure richie­ plici motivi, tra cui la paura di ritorsioni, la necessità di es­
ste della persona che volontariamente decide di terminare sere accettati da parte dei colleghi e le preoccupazioni per
la sua esistenza ritenendo, a torto o a ragione, di non aver le possibili conseguenze sul piano personale21 ("Ho paura
speranza di guarigione o di non voler affrontare le sofferenze a segnalare perché mi licenziano"). Tutti i dipendenti di una
legate ad una malattia. struttura sanitaria hanno l'obbligo di proteggere gli assistiti,
È chiaro che l'interrogativo che rimane e probabilmente an­ prevenire abusi o negligenze e di segnalare qualsiasi fatto
cora rimarrà irrisolto, è legato soprattutto a quei trattamenti, e tutte le informazioni relative a possibili atti di violenza. Le
non funzionali ad un miglioramento delle condizioni, ma solo strutture sanitarie devono essere in grado di proteggere sia
ed esclusivamente al mantenimento della vita in sé, attra­ i ricoverati, che gli operatori, i quali alcune volte potrebbero
verso l'alimentazione e l'idratazione artificiale, o al supporto essere anche ingiustamente accusati di fatti non veri. L'abu­
della respirazione con mezzi artificiali. I casi noti a tutti di so di persone assistite, sia che si tratti di abusi verbali, fisici
Terry Schiavo (2005), Pier Giorgio Welby (2006) ed Eluana o sessuali, o atteggiamenti negligenti, non possono e non
Englaro (2009), DJ Fabo (Fabiano Antoniani, 2017) hanno devono però essere tollerati e devono essere adottate tutte
suscitato grande scalpore ed animate discussioni fra i fautori le azioni, sia penali che disciplinari, per punire i colpevoli.
dell'interruzione del trattamento, i difensori dell'eutanasia, i Le vittime di abuso sono generalmente anziani, disabili, ma­
paladini della vita a tutti i costi. La naturale e atavica con­ lati psichici, cioè soggetti più deboli, con scarse capacità di
trapposizione fra religione e scienza, fra fede e razionalità, difesa, che non sono spesso in grado di manifestare il loro
certamente non porterà ad una risoluzione condivisa di que­ disagio o hanno paura a farlo, oppure non sono c onsiderati
sto dilemma. affidabili dai responsabili ("Non mi fido di quello che dice,
È chiaro che un tema così importante deve essere ben ana­ non ragiona"). Chiunque si rendesse conto di comportamen­
lizzato prima di prendere una qualsiasi decisione, in un sen­ ti d'abuso, ovunque si verifichino, ha il dovere morale e civile
so o nell'altro. Sempre, in questo frangente, è necessario di intervenire e di far sì che questa pratica si interrompa im­
fare riferimento, in primis, alla normativa vigente che, come mediatamente, segnalando i responsabili dei fatti.
abbiamo visto, in Italia vieta l'eutanasia, anche se richiesta
dalla persona stessa. La legge oggi vieta anche il suicidio Quando si rilevano situazioni di abuso su persone ricovera­
assistito, cioè il suicidio attuato grazie agli aiuti che un sog­ te o in trattamento da parte di sanitari, spesso si identifica
getto terzo può fornire. Nessun esercente professioni sani­ il responsabile come unico elemento negativo. Pur tuttavia
tarie, oggi, può intervenire per interrompere la vita o aiutare spesso il difetto riguarda tutto il sistema e non solo il singo­
una persona a compiere questo gesto, qualunque siano le lo; le organizzazioni sanitarie devono lavorare per ottenere il
condizioni di salute della persona ammalata. In base all'art. necessario cambiamento culturale nelle persone, vero nodo
1, comma 6 della legge 219/2017, il medico e l'équipe sa­ di cambiamento. "Creare una cultura di rispetto reciproco si­
nitaria (quindi tutti i soggetti coinvolti in qualche modo nel­ gnifica sostenere un ambiente di lavoro positivo in cui tutti gli
le cure dell'assistito) "sono tenuti a rispettare la volontà del operatori sanitari possono fornire cure di alta qualità"22•
paziente e, di conseguenza, vengono esonerati da qualsiasi
responsabilità civile e penale circa le conseguenze che una VIOLENZA E ABUSO NELLA PRATICA CLINICA
eventuale rinuncia potrebbe avere". In questo contesto, tutta
l'équipe sanitaria deve certamente impegnarsi affinché l'as­ Sono considerati abuso le ritorsioni, le discriminazioni o le
sistito arrivi al momento della morte con tutta la dignità che coercizioni nei confronti non solo di assistiti ma anche, in ta­
ognuno merita, nel rispetto delle volontà che ha espresso e luni casi, di dipendenti. Approfondiamo ora nel dettaglio alcu­
nei limiti imposti dalla legge, ricordando che la dignità della ni importanti concetti.
morte e il diritto di morire dovrebbero andare di pari passo Abuso: ogni atto volontariamente negligente relativo alla
con il diritto di vivere una vita qualitativamente dignitosa. sfera mentale, fisica, sessuale o verbale, rivolta ad una per­
sona. Nell'ambito sanitario, come abbiamo già detto, l'og­
getto della violenza sono generalmente gli assistiti. È da
considerare maltrattamento anche l'appropriazione indebita
4.12 MALPRACTICE di beni personali di qualsiasi individuo, minacciare l'integrità
sessuale di qualsiasi persona che riceve un trattamento in
La malpractice, in generale, è definita come un comporta­ una struttura sanitaria.
mento, di omissione o di azione, non corretto o lecito durante Negligenza: è un atteggiamento colposo nei confronti di ob­
un lavoro o una attività, che può causare danno. Nella pratica blighi e doveri, che si manifesta nell'incapacità di prowedere
sanitaria è ritenuta non solo come l'incapacità o il fallimento ai bisogni biologici e psicosociali di una persona, non segna­
del sanitario nello svolgere una determinata attività, ma an­ lare un abuso o un mancato intervento, non verificare i com­
che come un comportamento deliberatamente non conforme portamenti degli altri operatori, in particolare se sottoposti al
ai principi etici, morali, professionali che dovrebbero regolare proprio controllo (ad esempio il coordinatore infermieristico
il rapporto fra assistito ed operatore. Purtroppo i comporta­ nei confronti dell'infermiere o dell'Operatore Socio Sanitario).
menti d'abuso, sia verbale che e fisico ai danni di assistiti nel­ Negligenza quindi è mancanza di impegno, di attenzione,
le strutture sanitarie, si verificano con una certa frequenza e d'interessamento nel compimento dei propri doveri, nell'e-
con una risonanza negativa per le professioni sanitarie, con

22 AORN J. 2016 Jan;103(1):74-8; quiz 79-80. doi: 10.1016/j.aorn.2015.10.021


23 Kaplan K, Meste! P, Feldman D. Creating a culture of mutuai respect. AORN J. 2010;91(4):495-510.
77
spletamento delle mansioni affidate23- messo dalla struttura. Un altro esempio di questo
Con ti termme negligenza s1 intende anche: tipo dt abuso e rappresentato dalle um1haz1orn m:
1. privazione di cibo, alloggio, abbigliamento adeguato, assi­ ferie ad una persona incontinente, redarguita dal
stenza o altri servizi; personale per aver sporcato il letto o i vestiti di
2. mancato rispetto di un piano di cura e trattamento pre­ feci od urine.
scritto; Sfruttamento finanziario o materiale: È un uso
3. incapacità di rispondere a una persona in una situazione di illegale o improprio delle disponibilità economiche
emergenza per indifferenza, incuria, o intenzione24 di un assistito, delle sue proprietà o beni, trarre
guadagno o profitto attraverso l'uso improprio di
TIPI DI VIOLENZA, ABUSO E NEGLIGENZA suoi beni, farsi consegnare somme economiche o
benefit per svolgere una prestazione.
Abbandono - La deliberata volontà di tralasciare Negligenza nelle cure: È la mancata assistenza
le pratiche assistenziali da parte di un componen­ in relazione ai problemi esistenti. Ad esempio, non
te dell'équipe sanitaria che causa danni o il rischio svolgere le attività pianificate, mancato supporto
di danni all'assistito. Abbandono, ad esempio, ad altri operatori (medico, infermiere) quando è
corrisponde a non sorvegliare adeguatamente necessario.
una persona che necessita costante supervisio­ Appropriazione indebita di beni personali: È
ne e cura, non rispondere in tempi rapidi ad una il deliberato smarrimento, sfruttamento o uso il­
chiamata con il campanello da parte dell'assistito. lecito, temporaneo o permanente, di proprietà di
Abuso emotivo o psicologico: Un atto che ha un assistito o di suoi beni personali all'interno o
come risultato, concreto o potenziale, di un dan­ all'esterno della struttura. Ad esempio l'uso impro­
no o una menomazione mentale di un assistito. prio di fondi personali, immobili, automobili, abbi­
Sono considerati abusi psicologici, ad esempio, gliamento e altri oggetti personali, le transazioni
umiliazione, molestie, ridicolizzazione della per­ finanziarie e gli scambi di oggetti di valore con agli
sona (imitazione, comportamenti beffardi), minac­ assistiti.
ce inappropriate di punizione o privazione, uso Discriminare gli assistiti in base alla razza, alla
di soprannomi dispregiativi. L'abuso psicologico religione, all'aspetto fisico, all'età, alla condizione
è da considerare anche il mancato rispetto della sociale ed economica, allo status sociale.
privacy dell'assistito, esponendone, senza curarsi
della dignità della persona (ad esempio durante
l'esecuzione di manovre di assistenza, di igiene
... ), le parti intime alla vista di altri assistiti, fami­
gliari, od operatori. L'utilizzo di soprannomi e/o
vezzeggiativi (ad esempio "il ciccione", "la bale­
nottera", "il nasone", "la bella") sono da considera­
re abusi psicologici che impediscono e complica­
no la relazione operatore assistito.
Abuso fisico: Un atto che provoca o può poten­
zialmente provocare morte, dolore, deturpazione
temporanea o permanente, o menomazione di
qualsiasi corpo, organo o funzione. Questo tipo
di comportamenti d'abuso sono rappresentati da
colpire, schiaffeggiare, pizzicare, spingere, cal­
ciare e controllare i comportamenti dell'assistito
attraverso punizioni corporali.
Abuso sessuale: Un atto che lede la sfera ses­
suale di un assistito attraverso gesti, azioni verbali
e/o fisiche. Questo tipo di abuso non è da inten­
dere solamente come un atto dove si conclude un
rapporto sessuale, ma anche le molestie sessuali,
verbali o fisiche, quali ad esempio il contatto inap­
propriato di parti intime, baci, carezze, linguaggio
offensivo, battute e gesti, coercizione e violenza
sessuale consumata.
Abuso verbale: L'uso di linguaggio orale, scritto
o gestuale che intenzionalmente include termi­
ni dispregiativi per gli assistiti o le loro famiglie,
oppure un uso eccessivo e "violento" della co­
municazione, a prescindere dall'età dell'assistito,
dalla capacità di comprendere o dalle disabilità.
È considerato abuso verbale un tono di voce non
appropriato (urlare, discutere, molestie, minacce
di punizioni fisiche o costrizioni), fare affermazioni
con la finalità di spaventare un assistito, ad esem­
pio dirgli che se farà una determinata cosa non
potrà più rivedere la sua famiglia o non sarà di-

24 http://www.treccani.it/vocabolario/negligenza/
25 Montana Code Annotateci 2017 TITLE 53. SOCIAL SERVICES AND INSTITUTIONS - CHAPTER 21. MENTALLY ILL Part 1 . Treatment of
the Seriously Mentally lii
78
C APITOLO5
METODOLOGIA DEL LAVORO SOCIALE E S ANITARIO - MODULO DI BASE

5.1 Il concetto di salute/malattia


5.2 I bisogni dell'uomo
5.3 Il processo assistenziale
5.3.1 Le fasi del processo di assistenza
5.4 Strumenti di lavoro
5.5 Accreditamento e certificazione
5.6 L'organizzazione del lavoro: modelli organizzativi del lavoro
5.7 La qualità, la qualità assistenziale: significato, dimensioni/caratteristiche della qualità,
assi della qualità

81
CAPITOLO 5 Ogni persona infatti rispetto al concetto di "sentirsi bene" può
METODOLOGIA DEL LAVORO SOCIALE E nspondere m diverse maniere a seconda del significato
SANITARIO (MODULO DI BASE) che attribuisce al concetto di salute. Sentirsi bene o stare in
salu­te potrebbe significare infatti "non aver mai avuto
necessità di rivolgersi al Servizio Sanitario", oppure "avere
a cura di: un lavoro", oppure ancora "sentirsi in pace con sé stessi", o
ancora "con­siderarsi sportivi e essere di bell'aspetto".
Paolo PEDEMONTE - Infermiere Coordinatore, ASL 3 - Ma l'attuale definizione di salute assume una valenza am­
Servizio Sanitario Regione Liguria pia fortemente influenzata da fattori non solo fisici, ma anche
Professore a Contratto MED/45 Scienze Infermieristiche culturali e valoriali che caratterizzano l'individuo in diverse
' dimensioni:
Generali e Cliniche, Università degli studi di Genova
Docente nei corsi per Operatore Socio Sanitario svolti in
collaborazione con ASL 3 - Servizio Sanitario Regione Li­ Fisica: direttamente correlata alla dimensione fi­
guria. sica
Psichica: capacità di articolare il pensiero in ma­
niera coerente e funzionale
Emotiva: la capacità di gestire le emozioni in ma­
niera equilibrata
5.1 IL CONCETTO DI SALUTE/MALATTIA Relazionale: la capacità di interagire con gli altri e
più in generale con l'ambiente esterno
La consapevolezza del concetto di salute come obiettivo da Spirituale: intesa non solo come fattori religiosi,
perseguire e patrimonio da tutelare è un concetto piuttosto ma in senso più generale come il sistema di valori
recente nella storia dell'uomo. di ciascun individuo
Nel passato la salute infatti veniva concepita semplicemente Sociale: che comprende l'insieme degli aspetti di
come "assenza di malattia" secondo la quale semplicistica­ natura politica, culturale ambientale, ecc.
mente si poteva affermare che le persone malate non sono
sane e, al contrario, chi è sano non presenta malattie. Que­
Da quanto sopra esposto si evince che la Salute, come pe­
sto fenomeno trova una spiegazione nel fatto che la salute
raltro sancito a livello internazionale dall'Organizzazione del­
non è mai stata un problema, mentre lo è sempre stato la
le Nazioni Unite (ONU), deve essere considerata a tutti gli
malattia.
effetti un diritto fondamentale dell'uomo che ogni Sato deve
Il progressivo sviluppo della scienza medica che ha permes­
prendere a riferimento per le proprie politiche non solo sani­
so la diagnosi precoce di malattie quando ancora non hanno
tarie, ma più in generale che promuovano stili di vita sani a
manifestato sintomatologia e la modificazione del concetto
promozione della salute stessa.
stesso di salute fortemente influenzato da differenti aspetti
La Costituzione Italiana esprime il concetto di salute in quan­
politici, sociali, economici e culturali, hanno reso necessario
to diritto stabilendo la gratuità delle cure per gli indigenti e il
modificare il concetto di salute in maniera da comprendere i
rispetto della persona garantendo la volontarietà dei tratta­
suoi diversi significali che intrecciano la dimensione medica
' menti. Nell'articolo 32 della nostra Costituzione si recita
sociale, storico-culturale e psicologica.
infatti: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale
Possiamo pertanto pensare che il concetto di salute allo sta­
diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce
to attuale debba superare il vecchio intendimento di assenza
cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a
di malattia, ma anzi intendere la salute direttamente correlata
un determinato trattamento sanitario, se non per disposizioni
al benessere superando il vecchio confronto salute/malattia
di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti im­
con quello di salute/benessere. La salute non è essere esenti
posti dal rispetto della persona umana".
da malattie ma essere capaci di curare se stessi, svolgere
La definizione di salute secondo l'OMS è stata anche ogget­
le attività di vita quotidiana in maniera autonoma, lavorare,
to di critiche in quanto espressione di una condizione irrag­
relazionarsi con gli altri, muoversi nell'ambiente.
giungibile e non reale oltreché statica. Quante volte infatti ci
Questa affermazione è ben suffragata dalla definizione di
si può sentire in uno stato di completo benessere? Inoltre
salu�e che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
tale definizione esprime un concetto di staticità di condizione
esprime nel preambolo della sua Costituzione: "La salute è
quando in realtà la vita è dinamismo ed in continua evolu­
uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e
zione. La definizione di salute va quindi considerata come la
non soltanto assenza di malattia o infermità. Il godimento del
capacità di adattarsi costantemente alle richieste, alle aspet­
più alto standard di salute raggiungibile è uno dei diritti fon­
tative che ogni giorno si presentano. La salute della persona
damentali di ogni essere umano senza distinzioni di razze
è il risultante di un equilibrio dinamico con l'ambiente nelle
religione, credo politico, condizione economica o sociale. L�
sue componenti fisiche, psichiche e sociali.
salute di tutti i popoli è fondamentale per il raggiungimento
Questo concetto si sposa con il concetto di salute intesa
della pace e della sicurezza e dipende dalla più ampia coo­
come promozione della salute stessa, ossia di tutti quegli
perazione degli individui e degli Stati".
interventi a livello preventivo che hanno come obiettivo mi­
Questi concetti vengono ripresi nell'articolo 1 dello Statuto
gliorare e accrescere ciò che viene definita come la qualità
dello Statuto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità - la
della vita.
salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e
sociale e non soltanto assenza di malattia o infermità - e sa- ·
ranno il punto di riferimento per le politiche in tema di salute
I fattori che influenzano la salute
per i diversi paesi del mondo.
Il concetto di salute inteso come da definizione OMS eviden­
Il concetto di salute assume quindi un significato fortemente
zia il suo spiccato senso individuale e pertanto quando par­
individuale influenzato notevolmente dai cambiamenti speci­
liamo di fattori che influenzano la salute dobbiamo conside­
fici della società a cui si appartiene.
rare sia aspetti di tipo generale, ma anche aspetti individuali.

82
La definizione di Salute evidenzia come essa stessa debba prefigge di ridurre le differenziazioni evidenti nell'attuale stra-
essere cons1 erata come la risultante di componenti fisiche, tificazione sociale della salute, offrendo a tutti eguali opportu­
psicologiche e sociali. nità e risorse per conseguire il massimo potenziale di salute
Possiamo pertanto considerare i fattori influenzanti della possibile.
salute suddividendoli in fattori fisici, fattori psicologici e fattori Anche gli individui e i gruppi possono diventare soggetti attivi
socio ambientali e culturali. Tutti questi fattori insieme intera­ nel perseguimento di uno stato di buona salute quando sono
giscono fra foro per dare vita al concetto di salute per come in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di
lo intendiamo. soddisfare i propri bisogni, di modificare l'ambiente o di adat­
Parlando dei fattori fisici sono da intendere tutti quei fattori tarvisi.
che si possono ricondurre alla dimensione fisica del soggetto Di conseguenza, la promozione della salute non è responsa­
e che in genere si manifestano nelle condizioni di alterazione bilità esclusiva del settore sanitario, ma necessita di azioni
con la comparsa di segni e/o sintomi. sinergiche e intersettoriali con altri ambiti sociali1 •
I fattori psicologici sono invece quei fattori che fanno parte
della sfera psichica del soggetto e che tendono ad assicurare
un equilibrio individuale strettamente connessi alla struttura
di personalità. 5.2 I BISOGNI DELL'UOMO
I fattori socio culturali ambientali rappresentano quegli
aspetti connessi all'ambiente e alla cultura di appartenenza I bisogni dell'uomo in rapporto all'età della vita, alla sa­
di ogni individuo. Molti sono gli esempi di questi aspetti tra cui lute e alla malattia
gli stili di vita (fumo, alcool, alimentazione, movimento ... ), la Il bisogno è una condizione (individuale o collettiva) in cui
vita sociale, la famiglia, l'ambiente di vita e di lavoro, nonché la persona awerte o accerta la carenza di un "bene". Tale
le condizioni di vita generali (religione, politica, etnia ...). condizione è determinata dall'interazione della persona con
La salute è quindi rappresentata da un benessere individua­ l'ambiente circostante.
le, ma è anche una risorsa fondamentale per lo sviluppo di Per bene si intende qualsiasi cosa di tipo materiale o che si
una società moderna. Assicurare "salute" non è pertanto uno possa percepire o più in generale che ci determina un piace­
specifico compito di un operatore sanitario, ma più in genera­ re. Il bene non ha valore assoluto, ma il valore di ogni bene e,
le è uno specifico obiettivo per le istituzioni che deve essere quindi, la necessità di essere soddisfatto, varia in relazione
perseguito con politiche basate sull'educazione e l'informa­ a due aspetti: il bene in sé stesso e il valore che la persona
zione corretta che siano la base degli interventi di prevenzio­ conferisce al bene stesso.
ne e promozione della salute. Il valore attribuito al bene dalla singola persona dipende da
una serie di svariati fattori che possono andare dalle sue
La promozione della salute credenze culturali alle tradizioni familiari, dall'appartenenza
a determinati gruppi sociali a ideologie politiche, religiose,
La Carta di Ottawa per la promozione della salute del 1986 filosofiche, ecc.
costituisce un importante quanto attuale documento di riferi­ La persona si accorge del bisogno quando, nel tentativo di
mento per lo sviluppo di politiche orientate alla promozione soddisfarlo, awerte la carenza di quel determinato bene e si
della salute. trova nella necessità di organizzare una risposta.
Secondo la Carta, sottoscritta dagli Stati appartenenti all' Pertanto il bisogno si può anche definire come un'esigenza,
OMS, la promozione della salute viene definita come "il pro­ un impulso, una necessità, una spinta interna che dà origi­
cesso che consente alle persone di esercitare un maggior ne ad un comportamento. L'organismo è spinto a rapportarsi
controllo sulla propria salute e di migliorarla". con l'ambiente circostante al fine di colmare la carenza che
Il documento si basa sulla teoria socio-ecologica della salute ha portato alla percezione del bisogno.
ponendo l'accento sul legame tra l'uomo e i sottosistemi che Numerosi autori hanno provato a fornire una descrizione dei
compongono l'ecosistema nel quale vive (famiglia, comunità, bisogni degli individui nell'intento di creare una sorta di clas­
ambiente fisico e socio-culturale). Secondo la Carta di Ot­ sificazione.
tawa, promuovere la salute significa: Tra questi Abraham Maslow, uno psicologo statunitense di
origine russa (1908-1970) nel testo "Motivazione e persona­
lità/ scritto nel 1954, ha elaborato una teoria per compren­
costruire una politica pubblica per la tutela della dere i presupposti teorici e descrivere sistematicamente la
salute teoria alla base della scala dei bisogni.
creare ambienti che consentano di offrire un ade­ Tale teoria si basa sul concetto della gerarchia dei bisogni
guato sostegno alle persone per il perseguimento dove si afferma che non è possibile soddisfare i bisogni di
della salute negli ambienti di vita e di lavoro uno stadio superiore se prima non vengono soddisfatti i biso­
rafforzare l'azione delle comunità che devono es­ gni di grado inferiore.
sere adeguatamente sostenute per poter operare Maslow infatti suddivide i bisogni secondo un modello a pi­
autonome scelte per quanto riguarda i problemi ramide in cui i bisogni sono classificati ed organizzati in ordi­
relativi alla salute dei cittadini che vi appartengono ne d'importanza secondo una gerarchia di prepotenza rela­
sviluppare le capacità personali tiva partendo da quelli essenziali per la soprawivenza fisica
riorientare i servizi sanitari nella logica di renderli per arrivare a quelli necessari per sviluppare pienamente il
più adeguati ad interagire con gli altri settori, in potenziale umano.
modo tale da svolgere un'azione comune per la
salute della comunità di riferimento.

La promozione della salute mira soprattutto a raggiungere


l'eguaglianza nelle condizioni di salute. Il suo intervento si

OMS (1986) Carta di Ottawa. Articolo 32 della Costituzione Italiana. Cuel M., Cosi A., (2014),"La formazione sanitaria dell'OSS", cap8,
173-181, Casa Editrice Ambrosiana, Milano. Vanzetta M., Valicella F., (2008) "L'Operatore Socio Sanitario- Manuale per la formazione",
cap 9, 189-191, Casa editrice McGraw Hill, Milano. Cianfanelli S., D'Addio L., Capecchi M., Donati D., (2010), "L'Operatore Socio sanitario",
cap. 7, 141-143, Carocci Faber editore.
2 A.H. Maslow, Motivazione e personalità, Roma, Armando, 1973
83
so bisogno. Questa affermazione ci permette di evidenziare
un altro aspetto fondamentale, cioè che l'Operatore Socio
Sanitario deve tenere in considerazione tutto questo, aste­
Figura 1 nendosi dal giudizio. Come detto le persone allo scopo di
soddisfare uno stesso bisogno possono assumere a volte
anche comportamenti notevolmente differenti; l'operatore
dovrà rispettare ogni comportamento senza scendere nel
giudizio.

In condizioni normali un individuo è in grado di soddisfare


in modo autonomo i propri bisogni attraverso un meccani­
smo di adattamento all'ambiente circostante (l'ambiente è da
intendere come entità non solo fisica, ma anche psichica e
sociale).
La persona può essere influenzata da componenti di tipo fi­
sico-biologico, come ad esempio l'aria che respira, il livello di
attività fisica che può compiere, il tipo di alimentazione che
assume.
Da un punto di vista psichico le persone possono esse­
re influenzate da una serie di condizioni differenti quali ad
esempio il proprio stato emotivo, la tranquillità, il rumore, così
come da un punto di vista sociale il condizionamento può
La piramide è suddivisa in cinque livelli differenti. La persona derivare da differenti culture, tradizioni, stato sociale, reddito
si può realizzare passando per i diversi stadi soddisfacendoli e così via.
in maniera progressiva. Questa scala, definita la Piramide di Queste sollecitazioni possono essere definite come agenti
Maslow, suddivide i seguenti livelli di bisogno: stressanti che danno origine ad una reazione. La reazione
che ne deriva è finalizzata a produrre un adattamento, ossia
un cambiamento continuo necessario per ristabilire una con­
Bisogni fisiologici: bere, mangiare, dormire, dizione di equilibrio con l'ambiente esterno.
mantenere una temperatura corporea adeguata, La teoria dell'adattamento afferma che ogni persona in
respirare, muoversi, eliminare, comunicare. Ri­ ogni istante cambia atteggiamento per l'influenza dell'am­
entrano in questo stadio tutti i bisogni primari, biente esterno o interno. L'uomo riceve stimoli per cambiare,
ossia quei bisogni la cui mancata soddisfazione è cioè stimoli per adattarsi come ad esempio a seguito di una
incompatibile con la vita variazione di temperatura.
Bisogni di sicurezza: garantiscono alla persona Gran parte di queste richieste di adattamento vengono esau­
protezione e tranquillità dite dall'uomo e ciò awiene se tali richieste rientrano nel co­
Bisogni di appartenenza: sono i bisogni che per­ siddetto range di adattamento. Quando tale richiesta cade
mettono di sentirsi parte di un gruppo e di essere al di fuori del range ci troviamo di fronte ad uno stato di di­
amati o amare sadattamento, cioè di stress dove per stress si intende una
Bisogni di stima: ne fanno parte tutti quei bisogni richiesta di cambiamento. Solitamente si è propensi ad attri­
che ci permettono di essere rispettati ed apprez­ buire allo stress un concetto negativo, ma in realtà esistono
zati due tipi di stress: eustress e distress. L'eustress è lo stress
Bisogni di autorealizzazione: è l'apice della pi­ positivo, perché stimola l'adattamento, il distress è invece
ramide dove l'individuo può realizzare le proprie correlato al disadattamento.
aspettative e la propria identità sviluppando pie­ L'uomo è in grado di sopportare una piccola quantità di
namente il proprio potenziale. stress. Se pensiamo alla salute, la possiamo infatti conside­
rare un ottimale adattamento all'ambiente, mentre la malattia
rappresenta un cattivo livello di adattamento. L'operatore so­
Il soddisfacimento dei bisogni di base è imperativo per poter cio sanitario ha il compito, per quello che è riconosciuto nelle
soprawivere mentre i bisogni più alti possono essere riman­ sue competenze, di permettere all'assistito di r aggiungere un
dati nel tempo, anche se sono comunque presenti. buon livello di adattamento.
La teoria di Maslow è stata in seguito sottoposta a svaria­ In alcuni momenti della vita si possono verificare una serie di
te critiche basate sul fatto che semplificherebbe in manie­ alterazioni fisiche, psicologiche o sociali, che possono creare
ra troppo essenziale i reali bisogni dell'uomo e in particolar un disadattamento e che non possono essere affrontate con
modo il loro livello di importanza. La scala si renderebbe più efficacia in modo autonomo.
efficace nell'essere analizzata in funzione della soprawiven­ Quando si crea quindi la condizione per cui una persona non
za dell'individuo piuttosto che nella sua affermazione sociale. è in grado di soddisfare un proprio bisogno in maniera au­
Lo stesso Maslow in un altro testo pubblicato nel 19683, ha tonoma, questo comporta un problema. Pertanto possiamo
parzialmente modificato la sua teoria inserendo alcuni livelli affermare che un bisogno non soddisfatto comporta un pro­
che inizialmente non erano previsti. blema, cioè quando una persona non riesce ad organizzare
Di fatto l'analisi della gerarchia dei bisogni per come Maslow una risposta autonoma di fronte ad un bisogno si trova ad
l'ha presentata assume una notevole importanza nel pano­ affrontare un problema.
rama assistenziale in quanto permette una riflessione fon­ Quando il bisogno è soddisfatto tramite qualcun altro al fine
damentale secondo la quale gli individui, a tutte le latitudini, di soddisfare un'altrui carenza, si parla di assistenza. Ma
presentano gli stessi bisogni, ma assumono comportamenti qual è il modo corretto per fornire assistenza? Per rispondere
anche notevolmente differenti per soddisfarli. Pertanto è il a questa domanda è utile rifarsi ad un concetto che Virginia
bisogno che motiva il comportamento e di conseguenza Henderson, una tra le figure più importanti della professio­
comportamenti differenti possono essere motivati dallo stes- ne infermieristica, espresse nel volume "The Principles and

3 A. Maslow, TowardA Psychology of Beìng 71-102 (2d ed. 1968)


84
Practice.of Nursing" (1955): sieme di comportamenti necessari al fine di ere-
are le condizioni opportune affinché la persona
"La peculiare funzione de/l'infermiere è quella di assistere assistita possa svolgere tali attività in autonomia.
l'individuo malato o sano ne/l'esecuzione di quelle attività Un esempio potrebbe essere la situazione in cui
che contribuiscono alla salute o al suo ristabilimento (o ad una persona allettata debba eseguire l'igiene del
una morte serena), attività che eseguirebbe senza bisogno di viso e non sia in grado di effettuarlo in maniera
aiuto se avesse la forza, la volontà o la conoscenza neces­ autonoma, ma potrebbe farlo se il personale le
sarie, in modo tale da aiutarlo a raggiungere l'indipendenza il fornisse tutti gli strumenti necessari (ad esempio
più rapidamente possibile". catino, acqua, asciugamano, ecc.) per effettuare
l'operazione.
Assistere significa stare vicino ad una persona per aiutarla Inadeguato svolgimento delle attività di vita:
a compensare le limitazioni delle sue capacità che non gli questa è la situazione in cui la persona potreb­
permettono di soddisfare autonomamente i suoi bisogni, cer­ be essere in grado di svolgere autonomamente
cando di aiutarla, se possibile, a ritornare autonoma oppure un'attività, ma a seguito di una mancanza di co­
a non aggravare la sua riduzione di autonomia. noscenze non è in grado di svolgerla nella ma­
L'assistenza può essere fornita da personale qualificato niera corretta. Citiamo ad esempio il caso in cui
come l'infermiere, il medico, l'Operatore Socio sanitario op­ una persona debba effettuare l'igiene del cavo
pure da figure non professionali coinvolte in un piano affettivo orale, ma non possegga le conoscenze adeguate
o amicale non dotate di iter formativi specifici, che si prendo­ per svolgere l'attività nel modo corretto. In questo
no cura della persona e che vengono denominate caregiver. caso il personale fornirà le informazioni neces­
sarie spiegando le modalità corrette da eseguire
La differenza fra queste due figure sta sostanzialmente nel specificando il materiale da utilizzare, i momenti in
fatto che le prime basano i loro interventi sulle conoscenze, cui effettuare tale attività e le corrette istruzioni per
competenze e responsabilità derivanti dal profilo di apparte­ come eseguire la stessa.
nenza, mentre il caregiver basa la propria presa in carico del­
la persona su aspetti derivanti dalla responsabilità di origine A seconda dei tre gradi di dipendenza sopra citati possiamo
affettiva e motivazionali. In genere il caregiver è rappresen­ definire di conseguenza i tre livelli assistenziali secondo
tato da parenti, badanti, amici e conoscenti, cioè quella rete i quali devono essere garantiti gli interventi di competenza:
socio-familiare su cui si basano diversi modelli organizzati­
vi sanitari moderni, quali ad esempio il Chronic Care Model
(CCM). Sostituire (livello di mancato svolgimento): in
Se una persona ha necessità di assistenza per soddisfare i questo caso l'operatore si sostituisce in tutte quel­
propri bisogni, si trova in condizioni di dipendenza. le attività che la persona assistita non è in grado
di compiere
Aiutare (scarso livello di svolgimento): in que­
sto caso l'operatore aiuta la persona assistita a
I livelli di dipendenza della persona e di intervento assi­ svolgere nella maniera più autonoma possibile le
stenziale (scala ADL) attività facendo forza sulle capacità residue della
persona. L'operatore non si sostituisce ma crea le
La persona assistita può trovarsi, durante il proprio percorso condizioni opportune affinché la persona agisca
assistenziale, ad affrontare tre differenti tipologie di situazioni in maniera autonoma utilizzando capacità comu­
nell'affrontare le attività di vita (ADL); ognuna di queste situa­ nicative/relazionali efficaci.
zioni si può distinguere per il diverso grado di dipendenza: Educare/informare: in questo caso l'operatore
svolge un intervento basato sulle conoscenze te­
oriche al fine di informare/educare la persona as­
Mancato svolgimento delle attività di vita: in sistita a compiere le attività nella migliore maniera
questo caso la persona assistita non avrà la ca­ possibile. In questo caso infatti la persona non di­
pacità di svolgere una o alcune delle normali atti­ mostra impossibilità o scarsa volontà a compiere
vità di vita quotidiana e pertanto dovrà essere "so­ tali attività, ma la limitazione è secondaria ad una
stituito" dal personale assistenziale per garantire carenza/mancanza di conoscenze adeguate4
l'adeguato soddisfacimento del bisogno relativo.
Ad esempio, la persona allettata le cui condizioni
non consentono l'autonomo soddisfacimento del
bisogno di igiene perineale, per la soddisfazione
di questo bisogno necessita dell'intervento sosti­
tutivo del personale di assistenza.
Scarso svolgimento delle attività di vita: in
questo caso la persona assistita, pur avendo la
possibilità di effettuare determinate attività di vita
quotidiana si trova in una condizione di limitazio­
ne derivante dalle sue condizioni generali o per
mancanza di volontà. In questo caso l'operatore
non dovrà sostituirsi, bensì mettere in atto un in-

4 Cavicchioli A., Morello M., P omes A., Zanella G., (2011), Manuale per l'Operatore Socio Sanitario, cap.2 18-20, IV edizione, Casa Editrice
Ambrosiana.
Vanzetta M., Valicella F., (2008) "L'Operatore Socio Sanitario- Manuale per la la formazione", cap. 9, 191-193, Casa editrice McGraw Hill,
Milano.
Cuel M., Cosi A., (2014), La formazione sanitaria dell'OSS, cap9, 183-192, Casa Editrice Ambrosiana, Milano
Agnwelli I., Canossa M., Chiari P., Corazza P., Dall'Ovo R., P ongolini A.M., (''Quaderni del nursing di base", cap1 1.28-1.38, Edizioni Nettuno
Verona Sasso L. Bonvento C.M., Gagliano C., Bagnasco A. (2011), "Scienze infermieristiche generali e cliniche" 2 edizione, cap2 35-37,
McGraw Hill, Milano
85
mento della professione, si deve considerare che
non può essere considerato il metodo princ1pa e
in quanto risulta:

Si sente spesso parlare di problem solving o di risolvere i Molto soggettivo


problemi utilizzando questa metodologia. Ma in realtà cosa è Non standardizzabile
il problem solving? Per definizione è l'insieme di tutti i metodi Difficilmente comunicabile e confrontabile
e le tecniche di soluzione dei problemi e delle relative stra­
tegie da mettere in atto, ed è molto utilizzato in ambito assi­ Non è corretto far riferimento a prassi non dimostrate e non
stenziale da tutti i professionisti della salute. supportate da evidenze scientifiche, mascherandosi dietro il
È pur vero che nel linguaggio comune è di prassi conside­ "si è sempre fatto così".
rare in analogia il concetto di problem solving con quello di Il metodo dell'intuizione è un metodo pregiudiziale, cioè ba­
processo scientifico, ma dobbiamo ricordare in realtà che i sato spesso su giudizi precostituiti o stereotipati che non
concetti sono piuttosto differenti. trovano poi fondamento nella realtà. Ad esempio avere un
insegnante che "intuitivamente" è sgradito all'inizio dell'anno,
Ma se il problem solving è considerato un insieme di metodi che poi, invece, risulta gradevole e accettato alla fine del se­
per risolvere i problemi, quali sono questi metodi? mestre. Che cosa creava la prima impressione negativa e
Esistono differenti metodi che l'uomo utilizza per prendere che cosa l'ha poi cambiata? Probabilmente l'insegnante po­
decisioni rispetto ad un problema e questi principalmente teva ricordare, nell'aspetto o nei modi, qualche individuo an­
sono quattro: tipatico conosciuto in passato; il particolare tono della voce,
un gesto della mano o una determinata posizione assunta
potrebbero aver fatto scattare spiacevoli ricordi. Iniziata la
Metodo spontaneo lezione si scopre che il nuovo insegnante è molto differente
Metodo per tentativi ed errori dall'impressione e dalla persona alla quale sembrava asso­
Metodo dell'intuizione (o dell'esperienza) migliare. Di conseguenza si è costretti a cambiare opinione.
Metodo scientifico Generalmente questo è un metodo utilizzato da persone di
basso livello culturale, ma con molta esperienza. Questo por­
ta a fare delle classificazioni e una persona con esperienza
Metodo spontaneo fa presto a classificare (cioè creare delle classi di apparte­
In questo caso spesso chi presenta il problema nenza del soggetto valutato), correndo il rischio di non esse­
lo risolve da solo senza awertirne la presenza. re preciso nella valutazione. Tutto ciò porta alla routinarietà
Possiamo considerare questa modalità come una degli interventi, e questo concetto mal si concilia con la diver­
capacità di ogni essere umano a risolvere spon­ sità delle persone. Questo tipo di approccio è proponibile per
taneamente i propri problemi di assistenza. la risoluzione di problemi standardizzabili (ad esempio per
Nella prospettiva assistenziale questo metodo affrontare un intervento tecnico, quale un intervento chirurgi­
è da scartare e non porta nessun contributo; è co), ma mal si addice all'assistenza, dove il fattore di disturbo
un metodo non eliminabile, ma non utilizzabile è rappresentato dalla diversità delle persone che si assisto­
nella soluzione di problemi complessi. I pro­ no, ognuna delle quali presenta una spiccata individualità.
blemi complessi non necessariamente sono da
considerare quelli di difficile soluzione, ma sicu­
ramente la loro condizione essenziale è che si­ Metodo scientifico
ano caratterizzati da più soluzioni possibili e che È un metodo dinamico ed evolutivo che permette
la scelta fra più soluzioni comporti un elevato ri­ la risoluzione di problemi complessi attraverso un
schio. Come detto è un metodo non eliminabile procedimento riproducibile e verificabile
in quanto è quello proprio degli animali (quindi Presenta numerosi vantaggi:
anche dell'uomo) ed è basato su un arco rifles­
so molto semplice legato al concetto stimolo-ri­ Conservazione delle informazioni utilizzate
sposta (ad esempio metto la mano sul fuoco e la Riduzione della discrezionalità
mano istintivamente si ritira) Comunicazione fra professionisti
Riduzione della varianza di risultato
Metodo per tentativi ed errori
Consiste nella modalità di risolvere un problema Questo metodo va alla ricerca della differenza, tende ad au­
ignoto attraverso una serie di tentativi di cui non mentare il numero delle classi, non è esente da errori, ma
viene annotato il risultato. implica un meccanismo di correzione dell'errore e si dice che
Nella prospettiva assistenziale questo metodo è un metodo sistematico, che segue cioè un sistema dinami­
non può essere utilizzato sull'uomo per evidenti co (in continuo movimento) ed evolutivo (in continuo cambia­
motivi di ordine etico. A questo proposito, si sot­ mento). Ma non è un metodo sempre utilizzabile in quanto
tolinea come tutte le sperimentazioni debbano a volte il problema può essere talmente imminente che ci
essere condotte nel rispetto di regole molto rigi­ vorrebbe troppo tempo per attuare un metodo scientifico.
de, con il consenso dell'assistito e con l'approva­
zione dei comitati etici che sanciscano la liceità Il processo di assistenza
dell'atto e ne autorizzino lo svolgimento.
Possiamo quindi definire il processo di assistenza un metodo
Metodo dell'intuizione (o dell'esperienza) scientifico che permette di risolvere i problemi a ssistenziali di
È la forte sensazione che si awerte nell'avere già una persona.
affrontato un problema che in realtà non è mai L'infermiere è il responsabile del processo assistenziale, ma
stato affrontato. Se si fa riferimento ad un me­ poiché l'Operatore Socio Sanitario svolge la propria attività
todo molto utilizzato dall'infermiere per lo svolgi- in collaborazione con le varie figure professionali tra cui in

86
primis l'infermiere - dal quale dipende nei diversi ambiti - è quelli rilevabili dall'operatore, ad esempio: il colorito della
utile il ustrare il processo di assistenza nelle sue fasi al fine cute o la temperatura corporea). Questa fase comprende la
di facilitare la comprensione e la realizzazione nella pratica raccolta, l'organizzazione, la validazione e la registrazione
clinica. L'OSS avrà la competenza e potrà partecipare, nella dei dati sullo stato attuale di salute della persona: si raccol­
presa in carico del'assistito e nella realizzazione delle attività gono i dati esaminando l'assistito, parlando con esso e con
di assistenza, alle fasi dell'accertamento e dell'attuazione. i suoi familiari e consultando la documentazione clinica. Al
termine di questa fase non si trarrà dai dati nessuna conclu­
Il processo di assistenza si compone di 4 passaggi tra di loro sione.
collegati, interdipendenti e sovrapposti, che possono essere
ben rappresentati attorno ad un cerchio, a significare che an­ Per semplicità, la fase la fase dell'accertamento può essere
che in mancanza di uno solo di questi passaggi non si possa divisa in tre differenti sottofasi:
più parlare di metodo scientifico.
Raccolta dei dati
Validazione dei dati
ACCERTAMENTO
Organizzazione dei dati

{?
La raccolta dati è il primo vero passaggio del processo di as­
sistenza; è la fase della stima ed è anche la fase dove l'OSS
porta un contributo evidente ed importante.
VALtrr.AZIONE PIANIFICA?JONE L'infermiere, come recitano il profilo professionale e il relativo
codice deontologico, è responsabile dell'assistenza generale
infermieristica; l'OSS dal suo canto, in base all'allegato A del
proprio profilo, "osserva e collabora alla rilevazione dei biso­
gni e delle condizioni di rischio-danno dell'utente".
A1TlJAZIONE
La fase dell'accertamento conferma la caratteristica di inter­
dipendenza delle altre fasi del processo, infatti l'accertamen­
to è un processo continuo che si svolge durante tutte le fasi
Si ritiene utile a questo punto fornire un chiarimento in meri­ del processo di nursing.
to alla definizione di alcuni concetti che sembrerebbero so­
vrapponibili, ma che in realtà sono sostanzialmente differenti Esempio: mentre si svolge la pratica del bagno ad un as­
ossia le definizioni di processo di assistenza, piano assisten­ sistito (attuazione), l'OSS esamina la sua cute e la mobilità
ziale o di assistenza e cartella infermieristica. articolare. Durante la fase di valutazione l'OSS raccoglie i
dati da riferire per determinare i progressi de/l'assistito verso
Processo di assistenza: il raggiungimento degli obiettivi (per esempio esamina la cute
consta in una serie di fasi pianificate e di azioni volte a sod­ per vedere se, mobilizzando la persona nel letto e facendole
disfare i bisogni della persona cambiare posizione, si è evitata la formazione di lesioni da
pressione).
Piano di assistenza: Ma cos'è un "dato"? Il dato è un'informazione, quindi rac­
è la stesura per iscritto di uno schema che tutti siano in grado cogliere dati significa raccogliere informazioni. In realtà per
di comprendere e seguire dato si intende un simbolo con il quale si descrive una realtà
senza interpretarla. I dati grezzi presi a sé, come per esem­
Cartella infermieristica: pio "37, 120, 140, Rossi� non significano niente. Se inve­
è uno strumento comune che consente di trascrivere i dati ce li si collega a descrittori, essi assumono un significato e
raccolti, le diagnosi infermieristiche individuate, l'attuazione forniscono un'informazione. Facendo riferimento agli esempi
e la valutazione del percorso compiuto appena introdotti se affermiamo che 37 sono i gradi di tem­
peratura corporea, che 120 sono i millimetri di mercurio della
Possiamo quindi affermare che la cartella infermieristica, con pressione arteriosa sistolica, che 140 sono i milligrammi per
tutti i suoi strumenti ed elementi che la compongono (scheda decilitro di glucosio (glicemia) e che Rossi è il cognome di
di raccolta dati, schede di valutazione, diario, ecc.), è lo stru­ una persona, ecco che i dati grezzi assumono un significato
mento per la realizzazione del piano di assistenza. e danno delle informazioni. Tuttavia la distinzione tra dati e
informazioni non è sempre così semplice: ciò che è un dato
5.3.1 LE FASI DEL PROCESSO DI ASSISTENZA per una persona può essere un'informazione per un'altra.
Un valore di 1200 mg/di dell'enzima creatinfosfochinasi può
Come abbiamo visto, il processo di assistenza si compone di essere un dato per una persona comune e rappresentare
quattro fasi, che sono l'informazione di un possibile infarto miocardico in atto per un
sanitario. Questi esempi ci insegnano che i dati forniscono
Accertamento informazioni a seconda degli utilizzatori e delle loro compe­
Pianificazione tenze ed obiettivi.
Attuazione
Valutazione/verifica "Si vede veramente solo ciò che si conosce"
(K. Zimmerman)

L'ACCERTAMENTO
L'infermiere e l'OSS raccolgono dati inerenti le risposte
L'accertamento nel processo di assistenza si realizza con dell'assistito alla malattia e ai problemi da essa determinati,
la raccolta sistematica di dati soggettivi (riferiti dalla persona diversamente dal medico che si focalizza sulla patologia. Si
assistita, ad esempio: ho male alla pancia) ed oggettivi (cioè possono anche raccogliere dati relativi alla diagnosi medica,

87
ma non è questo l'obiettivo principale. Per esempio quando de utile specificare la differenza tra il semplice "guardare" ed
una persona è stata ricoverata per un intervento chirurgico "osservare":"
l'infermiere, con la collaborazione dell'OSS, pur interessan­ L'osservazione è un procedimento selettivo e si differenzia
dosi ai sintomi della malattia e al tipo di intervento che l'as­ dal semplice "guardare" o "vedere", perché lo sguardo
sistito deve subire, si concentra prima di tutto su come tali dell'osservatore è guidato dalle ipotesi che egli ha formulato
sintomi influiscano sulla sua capacità di prendersi cura di sé, e mira ad ottenere le informazioni rilevanti nel modo più ac­
sulle sue aspettative verso l'intervento, su come la fase di curato ed efficace. In altre parole colui che osserva ha già
guarigione influirà sulla sua vita e su ciò che attualmente lo chiaro lo scopo e le modalità per raccogliere le informazioni
preoccupa di più. necessarie.
I dati possono essere suddivisi in soggettivi (sintomi) e og­ Quindi per esempio quando l'OSS osserverà le urine di un
gettivi (o segni). I dati soggettivi non sono misurabili né os­ ricoverato avrà ben presente quali siano le caratteristiche os­
servabili; possono essere ricavati solo da ciò che l'assistito servabili delle urine stesse (colore, odore, frequenza, quan­
esprime. Essi includono i suoi pensieri, le sue convinzioni, i tità, aspetto) e sarà in grado di distinguere una situazione
sentimenti, le sensazioni e la percezione che egli ha di sé e fisiologica da una alterata in maniera tale da poter tempesti­
delle proprie condizioni di salute (per esempio dolore, sen­ vamente awertire il personale preposto.
so di vertigine, nausea, tristezza, felicità). Sebbene di solito
i dati soggettivi siano quelli riferiti dal malato, anche quelli Ad ogni contatto con l'assistito è necessario sviluppare una
forniti dalle persone significative e da altri operatori sanitari serie di osservazioni, come quelle che seguono:
possono essere soggettivi, se sono costituiti da opinioni e
percezioni piuttosto che da fatti. Non è sempre possibile ac­
quisire dati soggettivi; infatti alcuni assistiti, come i neonati, le Entrando nella stanza, osservare e rilevare segni
persone con alterato stato di coscienza o con deficit cognitivi, di sofferenza (pallore, sudorazione difficoltà respi­
possono non essere in grado di fornirli, oppure i dati da essi ratoria, dolore, ecc.)
riferiti possono essere inattendibili. Verificare l'eventuale presenza di rischi per la
I dati oggettivi sono i dati misurabili e verificabili. Posso­ sicurezza della persona assistita (ad esempio il
no essere rilevati da persone diverse dall'assistito. Di solito comodino e il campanello di chiamata sono facil­
possono essere raccolti mediante l'osservazione e l'esame mente accessibili? È stato versato qualcosa sul
obiettivo della persona. Esempi di dati oggettivi sono: fre­ pavimento?)
quenza cardiaca, colorito cutaneo, diuresi, risultati di indagini Osservare la stanza. Chi è presente e come inte­
diagnostiche. ragisce con l'assistito?
Nell'ambito del processo di nursing, i termini soggettivo ed Osservare la persona assistita più da vicino per
oggettivo assumono i significati particolari sopra descritti. rilevare dati quali lo stato delle lenzuola o la ne­
L'accezione del termine soggettivo non implica, come nell'u­ cessità di modificare la postura.
so comune, che l'informazione sia distorta o che derivi da
un'interpretazione personale, mentre l'accezione oggettivo ESAME FISICO
non ha necessariamente il comune significato di imparziale.
Le fonti dei dati appartengono a due ampie categorie, le fonti È un accertamento sistematico dei sistemi e degli apparati
primarie e quelle secondarie. Si dovrebbe utilizzare sempre dell'organismo di competenza infermieristica e medica. Si
la fonte più attendibile, si tratti del soggetto interessato o di effettua tramite l'ispezione, l'auscultazione, la percussione e
altre persone per lui significative (familiari, amici) e si dovreb­ la palpazione. Come detto prima, più che riconoscere una
be indicare la fonte sulla documentazione clinica personale. patologia, l'obiettivo dell'esame fisico è l'identificazione delle
La persona assistita costituisce la fonte primaria dei dati; tut­ risorse e dei deficit delle capacità funzionali della persona
te le altre fonti sono secondarie. Le fonti secondarie sono le assistita. Fornisce dati oggettivi che possono essere utilizzati
fonti diverse dall'assistito (per esempio altre persone, colle­ per validare i dati soggettivi ottenuti con l'intervista.
ghi di lavoro o documentazione clinica). L'OSS in questo caso può contribuire a rilevare i dati ne­
I dati possono essere semplici o complesqi. I dati semplici cessari all'infermiere per effettuare una valutazione inerente
contengono poche informazioni, per esempio alla domanda l'aspetto fisico (tramite l'ispezione, owero con l'utilizzo della
"sei maschio?" la risposta "sì" è un dato semplice in quanto vista può rilevare, ad esempio, pallore cutaneo o la disten­
prevede due possibilità: maschi e femmine. Se invece dico sione addominale).
"uomo sposato di 32 anni", è un dato complesso. Un dato Una modalità di approccio consiste nel procedere "dalla testa
complesso è "avere la febbre". Infatti la complessità del dato ai piedi" (modello testa-piedi) per consentire una raccol�a dati
non è prestabilita in natura, ma dipende dal soggetto che la completa ed esauriente.
osserva. Per esempio un sanitario si chiederà se è febbre o
ipertermia, un decremento o un incremento, mentre una per­ INTERVISTA
sona che non ha conoscenze in materia lo raccoglie come
dato semplice. È un colloquio mirato e strutturato mediante il quale si inter­
pella la persona assistita per ottenere dati soggettivi. Di com­
I metodi di raccolta dati sono 3: osservazione, esame fisico petenza infermieristica - ma può essere utilizzata dall'OSS in
e intervista/colloquio. modalità informale - l'intervista oltre ad essere mirata ad una
raccolta dati è utilizzata per fornire all'assistito informazioni e
OSSERVAZIONE consigli utili ad attenuare il suo stato d'ansia.
I tipi d'intervista maggiormente utilizzati sono due: l'inter­
È l'uso consapevole e intenzionale dei propri sensi (ed in vista direttiva, fortemente strutturata con domande atte ad
particolare la vista, l'udito, l'olfatto e il tatto) per raccogliere ottenere informazioni ben specifiche e l'intervista non diret­
dati dalla persona assistita e dall'ambiente. tiva, dove è l'assistito a controllare lo scopo e il ritmo del
L'osservazione deve essere sistematica, ossia deve far in colloquio. In ogni caso la strategia più importante è l'ascolto
modo che si raccolgano le informazioni essenziali. Si ren- attivo. La maggior parte delle persone pensa di essere in

88
ascolto, ma spesso si sta concentrando sulla preparazione gravidanza e deve pertanto essere ritenuto tale
di una risposta a ciò che sente, piuttosto che cercare di ca0 e quella attuale deve quindi essere considerata
pire. Un ascolto attivo, empatico, si fa con occhi, orecchie e come la seconda gravidanza della donna.
cuore. Ascoltare in modo attivo significa prestare attenzione
ai messaggi verbali e non verbali dell'assistito, ascoltare i I dati sembrano estremamente anomali.
suoi sentimenti, esprimere accettazione, rispetto e fiducia. Il Esempio: Una persona giovane non a rischio di
seguente acronimo (SOLER) aiuterà a ricordare i comporta­ LDP (lesioni da pressione) nel quale si nota un
menti propri dell'ascolto attivo: arrossamento non reversibile alla digitopressione.

S (sit or stand)= sedere o stare in piedi di fronte alla persona Vi sono fattori che interferiscono con l'attendibilità
assistita per mostrare interesse per ciò che sta dicendo delle misurazioni
O (open posture)= mantenere una postura aperta, ossia non Esempio: Un neonato che piange avrà una fre­
incrociare le braccia o accavallare le gambe, atteggiamen­ quenza respiratoria maggiore del normale e do­
ti che comunicano all'altra persona, in modo inconscio, un vrebbe essere tranquillizzato perché l'accerta­
atteggiamento di chiusura alla comunicazione e al dialogo; mento fornisca dati corretti.
L (lean forward) = protendersi in avanti, verso l'assistito (se­
gno di accoglienza e di ascolto); Il passaggio immediatamente successivo alla raccolta e alla
E (eye contact)= stabilire e mantenere il contatto visivo validazione dati è la classificazione dei dati, ossia la loro
R (relax) = rilassarsi per esprimere all'assistito un senso di aggregazione in classi a seconda della loro inferenza, che
vicinanza è il contrario di differenza. Cioè si raccolgono più dati e ci si
accorge che insieme dicono una cosa diversa dei dati singoli
La validazione è la duplice azione di controllo e di verifica dei presi ad uno per uno. Ad esempio, l'assistito è rosso in volto,
dati. Chi utilizza il pensiero critico valida i dati per: ma è un fenomeno fisico o emotivo? Si può allora misurare
la temperatura e classificarlo in una determinata classe. Se
al dato rossore si aggiunge il dato ipertermia/febbre, il dato
Assicurarsi che le informazioni siano complete, assume un significato diverso.
attendibili e reali Da quanto descritto possiamo notare come questo particola­
Eliminare i propri errori, pregiudizi e dispercezio­ re momento della fase dell'accertamento presupponga delle
ne dei dati conoscenze avanzate di competenza infermieristica rispet­
Evitare di trarre sbrigativamente conclusioni che to alle quali l'OSS può partecipare attivamente attraverso la
possano rivelarsi erronee raccolta delle informazioni ancora non conosciute, ma che si
rendono necessarie per la collocazione dei dati nelle classi
Per raccogliere dati attendibili è necessario essere consa­ opportune.
pevoli dei propri pregiudizi, valori e convinzioni ed essere in La raccolta dati dunque occorre che sia sistematica, ciò si­
grado di distinguere i fatti dalle interpretazioni e dalle ipote­ gnifica che è necessario organizzare i segni clinici in cate­
si. L'accettazione acritica delle ipotesi è detta conclusione gorie predefinite, in modo da avere la garanzia che nessun
prematura. Per esempio, vedendo un assistito che tiene una dato sia omesso e si renda l'accertamento più efficiente. È
mano sul torace, un operatore potrebbe pensare che l'uomo necessario stabilire quale modello adottare per organizzare
abbia un dolore al torace, mentre in realtà è la mano ,,che l'informazione. Un modello concettuale è, molto semplice­
duole. Per evitare una conclusione prematura l'operatore mente, un modo di guardare qualcosa.
sanitario dovrebbe chiedere all'assistito il perché della sua
postura. La risposta della persona potrà confermare l'ipotesi Esempio: un assistito sta tremando. Un infermiere che utiliz­
dell'operatore (dolore toracico), o indurre altre domande. Tut­ za un modello concettuale psicologico potrebbe concludere
tavia non tutti i dati richiedono validazione. Per esempio dati che l'assistito è spaventato, un infermiere che usa un model­
quali altezza, peso, data di nascita e la maggior parte dei dati lo concettuale biologico potrebbe concludere che la persona
di laboratorio possono essere accettati come reali. che assiste ha freddo.
Alcuni modelli concettuali focalizzano i sistemi corporei, altri i
Di norma si dovrebbero validare i dati quando: bisogni umani, le risposte adattative, le capacità di autocura
dell'individuo e così via. Un modello concettuale indica quali
I dati soggettivi ed oggettivi (oppure dati raccolti sono i dati significativi e orienta nella selezione delle caratte­
durante l'intervista e durante l'esame fisico) non ristiche da osservare nella persona assistita.
concordano.
Esempio: L'assistito afferma di stare benissimo Un modello di nursing (modello di assistenza infermieristi­
e di non aver bisogno di nulla, quando passa in ca, modello teorico) è un insieme di concetti interdipendenti
realtà tutta la giornata a letto senza rivolgere pa­ che rappresentano un particolare modo di concepire l'assi­
rola ad alcuno stenza, gli assistiti, la salute e l'ambiente. Mentre un modello
medico fornisce dati utili alle diagnosi mediche e ai relativi
La persona assistita afferma cose diverse in mo­ trattamenti, un modello di nursing fornisce dati utili alla piani­
menti diversi dell'accertamento, magari in conse­ ficazione dell'assistenza.
guenza di omissioni o interpretazioni diverse di un
dato. Vediamo alcuni dei principali modelli di nursing:
Esempio: Una donna in travaglio di parto ha af­
fermato di trovarsi alla sua prima gravidanza. Più Teoria dei modelli funzionali della salute di
tardi, durante un colloquio su precedenti ricove­ Gordon - orienta la raccolta dati sui normali mo­
ri, ha risposto: "Una volta, nel 1994, quando mi delli di comportamento che contribuiscono a de­
hanno tolto l'appendice e nel 1998 per un aborto". terminare lo stato di salute della persona
Si comprende che un aborto è preceduto da una Il modello della cura di sé di Orem - focalizza le

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diverse capacità della persona assistita di svolge- PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI
re attività finalizzate all'autocura, a preservare la
vita, la salute e il benessere Gli interventi devono essere mirati e finalizzati al raggiungi­
Il modello dell'adattamento di Roy - descrive gli mento degli obiettivi.
assistiti come esseri biopsicosociali, in continuo La fase di pianificazione si conclude con l'elaborazione di un
adattamento alle richieste interne ed esterne piano assistenziale, che è il progetto di cura della persona
Il modello di nursing umanistico di Virginia assistita e deve essere redatto dall'infermiere. Il piano di as­
Henderson - precisa che la funzione dell'infer­ sistenza scritto garantisce la continuità dell'assistenza ed è
miere è quella di assistere l'individuo nelle attività importante perché garantisce che nei confronti di una perso­
che contribuiscono alla guarigione che tale indivi­ na tutti gli operatori adottino il medesimo approccio.
duo svolgerebbe da solo se possedesse la forza,
la volontà e le conoscenze necessarie. Il modello ATTUAZIONE
è suddiviso in 14 bisogni di base per ciascuno dei
quali esistono 3 tipi di relazione infermiere-utente: In questa fase del processo viene concretizzato quanto defi­
l'infermiere lo sostituisce, l'infermiere lo aiuta, l'in­ nito nella fase di pianificazione. L'attuazione è la fase in cui
fermiere è suo partner. l'infermiere svolge direttamente (anche tramite l'intervento
di altri infermieri) o attribuisce all'OSS le attività necessarie
al conseguimento degli obiettivi dell'assistito. L'attuazione
LA PIANIFICAZIONE termina quando le azioni eseguite e le conseguenti risposte
dell'assistito sono state registrate nella cartella clinica. In
questa fase è di fondamentale importanza la partecipazione
La fase della pianificazione si può suddividere anch'essa in
dell'assistito all'attuazione, sulla base della centralità della
tre "sottofasi" che chiameremo:
persona rispetto al processo di nursing.
L'infermiere in questa fase può awalersi della facoltà di attri­
Identificazione del problema infermieristico
buire determinate attività all'operatore di supporto.
Formulazione degli obiettivi assistenziali
Quando si parla per l'infermiere di "awalersi" significa ri­
Pianificazione degli interventi
chiedere la collaborazione dell'operatore di supporto e agire
insieme o trasferirgli l'attuazione dell'intervento, senza parte­
Come già evidenziato in precedenza, questa fase è di chiara ciparvi di persona, mantenendo la responsabilità della valu­
competenza infermieristica, ma è necessario che l'OSS ne tazione del risultato del processo.
sia a conoscenza al fine di condividere il processo e avere
ben chiare le finalità delle attività a lui assoggettate. Nell'affidamento dell'azione al personale di supporto l'infer­
miere non trasferisce:
IDENTIFICAZIONE DEL PROBLEMA
La responsabilità dell'intero processo di assisten­
Una delle modalità per l'identificazione del problema, mol­ za
to utilizzata soprattutto nei paesi anglosassoni, è la formu­ Il potere decisionale
lazione delle diagnosi infermieristiche. È una fase molto La supervisione dell'azione
importante, poiché se i problemi di interesse assistenziale
non sono individuati e definiti in modo adeguato possono es­ Il termine che più precisamente esprime il processo di tra­
sere inficiate tutte le fasi successive del processo e ritardata sferimento di un'azione pianificata all'operatore di supporto
la risposta al bisogno di assistenza dell'utente. è "attribuzione".

FORMULAZIONE DEGLI OBIETTIVI ASSISTENZIALI Nell'attuazione di un intervento l'OSS potrà chiedere l'ausilio
di un collega nelle seguenti condizioni:
In questa fase vengono definiti gli obiettivi da raggiungere,
cioè la meta che si vuole raggiungere con l'assistenza infer­ Non ha le capacità o le conoscenze necessarie
mieristica. Gli obiettivi, per essere considerati validi, devono per mettere in atto una prescrizione infermieristi­
avere determinate caratteristiche, devono cioè essere chia­ ca. Per esempio non ha mai aiutato una perso­
ri, raggiungibili e misurabili. Gli obiettivi possono essere na a camminare con le stampelle; in quel caso
definiti a breve, medio e lungo termine. sarebbe opportuno chiedere aiuto ad un collega
Per breve termine si intendono quegli obiettivi il cui rag­ e rivedere la procedura scritta prima di eseguire
giungimento è atteso entro poco tempo o come evento fon­ l'intervento senza conoscere con precisione la
damentale nel percorso e proteso al raggiungimento di un tecnica rischiando di creare danno.
obiettivo a lungo termine. Non è in grado di svolgere l'azione da solo in
Per lungo termine si intende un obiettivo il cui raggiungimen­ modo sicuro. Per esempio, conviene farsi aiutare
to è atteso nell'arco di settimane o mesi. da un secondo operatore quando si trasferisce dal
Gli obiettivi devono, inoltre, essere concordati con l'assi­ letto alla sedia una persona che non è in grado di
stito ogni qualvolta sia possibile, poiché l'adesione e la con­ muoversi in autonomia.
divisione dell'utente sono indispensabili in quanto il raggiun­ L'aiuto riduce lo stress della persona assistita. Per
gimento dell'obiettivo finale lo coinvolge in prima persona. esempio, farsi aiutare a riposizionare un utente
Le modalità di valutazione del raggiungimento degli obiettivi che prova dolore quando viene mobilizzato, ridur­
devono essere ben esplicitate e chiare e questo è possibile rà il suo dolore al minimo.
solo se un obiettivo è elaborato con le caratteristiche sopra
evidenziate, in particolare se è ben definita la misurabilità L'OSS è giuridicamente e deontologicamente responsabile di
dello stesso. chiedere chiarimenti sulle prescrizioni infermieristiche che ri­
tiene inadeguate o potenzialmente dannose. La competenza

90
professionale dovrebbe comprendere anche questo aspetto. personale sanitario raccoglie i dati (accertamento), ma allo
nma I proce ere a l'attuazione sr deve sempre ver ·care scopo di valutare (valutazione) piu che per identificare un
se l'intervento è ancora necessario. Mai dare per scontato problema.
che una prescrizione sia ancora necessaria semplièemente L'atto della raccolta dati è identico, le differenze stanno in:
perché è stata riportata sul piano di assistenza; la situazione
della persona assistita potrebbe essere cambiata. Quando si raccolgono i dati
Per esempio: la sig. Maria ha una diagnosi infermieristica di Come si utilizzano i dati
disturbo del modello di sonno correlato ad ansia e ad un am­
biente non familiare. Durante il giro d'ispezione l'OSS osser­ Sebbene rappresenti l'ultima fase del processo di nursing,
va che la signora sta dormendo, pertanto può non eseguire il la valutazione non conclude il processo; le informazioni che
massaggio dorsale che era stato pianificato quale prowedi­ essa produce sono usate per dare inizio ad un altro ciclo.
mento rilassante, perché in quel momento non è necessario. La valutazione è una fase del processo dove l'infermiere ha
la responsabilità esclusiva, ma l'OSS può parteciparvi racco­
Occorre inoltre valutare se la persona è pronta, anche gliendo le informazioni necessarie al fine di procedere con la
psicologicamente, all'intervento assistenziale. Quando una valutazione stessa.
persona non è psicologicamente pronta, si può sprecare una
notevole quantità di tempo nell'attuazione degli interventi.
Per esempio, andando nella stanza della signora Flora per
insegnarle una serie di esercizi attivi e passivi allo scopo di
prevenire le complicanze muscolo scheletriche da sindrome
da immobilizzazione, l'OSS nota che la signora ha pianto.
Comprendendo che probabilmente in questo momento non
sarebbe in grado di recepire nuove informazioni, l'OSS deci­
de di posticipare l'insegnamento.

Nella fase di esecuzione, è sempre importante inoltre spie­


gare alla persona assistita l'intervento che si sta andando a
svolgere. Ella ha il diritto di ricevere una spiegazione riguar­
do l'intervento, alle sensazioni che può attendersi e a cosa
l'operatore si aspetta, cioè qual è il contributo da parte sua
che l'operatore si attende. La preparazione include anche
garantire la privacy e prowedere ad una eventuale prepara­
zione fisica, come il posizionamento.
Sarà inoltre necessario preparare tutti i presidi necessari pri­
ma di entrare nella stanza, così da poter procedere in modo
efficiente e con una minima quantità di stress per l'utente,
riducendo sensibilmente i tempi per svolgere una tecnica di
assistenza.

Dopo aver effettuato l'intervento è necessario:

Constatare il raggiungimento dell'obiettivo sotteso


all'intervento effettuato
Informare il personale infermieristico o scrivere
nella documentazione della persona assistita l'e­
secuzione dell'intervento riportandone data ed ora
Segnalare eventuali anomalie
Riordinare il materiale utilizzato

LA FASE DI VALUTAZIONE

In quest'ultima fase si procede alla valutazione dei risultati


ottenuti e quindi dell'efficacia della pianificazione effettuata.
Prima di esaminare come la valutazione viene utilizzata nel
processo di nursing, può essere utile analizzare una defini­
zione più generale del termine. In generale una valutazione
formale è un processo con il quale si formula un giudizio su
qualità o valore di qualcosa in riferimento a criteri predefiniti.
Il concetto importante da ricordare è che si deve decidere in
anticipo quali proprietà saranno considerate e come saran­
no misurate. I criteri sono qualità misurabili o osservabili che
descrivono specifici comportamenti, atteggiamenti, capacità,
conoscenze e così via.
La valutazione ha inizio con l'accertamento iniziale e conti­
nua ad ogni interazione con l'assistito. La valutazione, infatti,
si sovrappone con l'accertamento. Durante la valutazione il

91
ESEMPIO DI PIANO ASSISTENZIALE5

La signora Rossi arriva in un reparto accompagnata dalla figlia che la accudisce a casa.
La signora è rimasta allettata per molti mesi e ha sviluppato una polmonite.

L FASI Dove si colloca l'infermiere nel processo di as- Dove si colloca l'OSS nel processo
sistenza
Osserva
Accertamento/raccolta Durante l'accertamento, nella fase di ricovero, l'in-
dati/valutazione finale fermiere nota una piccola escoriazione nell'area Prende atto della lesione
sacrale Informa il personale
infermieristico

Diagnosi/identificazione Alterata integrità cutanea correlata all'immobilità


del problema che si manifesta con una escoriazione sacrale.

Problema collaborativo

Pianificazione Al fine di ottenere la guarigione della lesione, previ-


sta in una settimana, pianifica i seguenti interventi:

Girare la signora Rossi ogni 2 ore


Usare un presidio antidecubito
Far assumere una dieta iperproteica
ed ipercalorica
Coprire l'area interessata con una
medicazione trasparente
Applicare medicazioni
Monitorare stato della lesione

Attuazione Questi interventi vengono realizzati per una setti- Esegue gli interventi a lui attribuiti:
mana.
effettua mobilizzazione secondo
Registrazione sulla documentazione di quanto: prescrizione
osserva la cute durante le cure
Eseguito igieniche
Rilevato gestisce il presidio antidecubito
valutato somministra la dieta prescritta
mantiene la cute pulita e asciutta
registra gli interventi eseguiti

Valutazione Alla fine della settimana l'infermiere nota che nell'a-


rea interessata della lesione la cute si presenta in-
tegra

5 Processo infermieristico e pensiero critico 2° ed. J. M. Wilkinson


Scienze infermieristiche generali e cliniche 2° ed. - L. Sasso, C.M. Bonvento, C. Gagliano, A. Bagnasco
Diagnosi infermieristiche 4° ed. L.J. Carpenito-Moyet
Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC - J. M. Wilkinson
92
5.4 STRUMENTI DI LAVORO Gli strumenti informativi in uso nelle diverse realtà operati-
ve sono differenti per finalità e struttura. Conosciamo infatti
Al fine di garantire un proficuo esercizio delle loro attività le strumenti a contenuto informale e più legati alla contingenza
professioni di aiuto hanno la necessità di condividere un me­ del momento ed altri maggiormente strutturati e funzionali al
todo di lavoro fondato su basi scientifiche e adatto a raggiun­ raggiungimento degli obiettivi del sistema informativo.
gere gli obiettivi desiderati.
L'operatore socio sanitario può apportare il proprio contributo Nello schema seguente sono descritti quelli più frequente­
attraverso l'utilizzo di determinati strumenti che permettano, mente impiegati:
da un lato, di raccogliere le informazioni necessarie per pro­
gettare gli interventi e, dall'altro, di erogare le prestazioni in
modo appropriato. Consegna (o Rapporto): è uno strumento il cui
Quando si parla di strumenti di lavoro si intendono principal­ uso nelle realtà operative è ancora molto diffuso,
mente due diversi tipi di categorie: specialmente nelle realtà ospedaliere e nelle
RSA. Sulla consegna-rapporto, alla fine di ogni
strumenti a scopo informativo turno, vengono riportate tutte le notizie relative
strumenti a scopo operativo. agli utenti assistiti ritenute significative. Ove pos­
sibile il passaggio di tali informazioni awiene in un
momento codificato che coincide con la fine di un
A) Strumenti informativi turno e l'inizio del turno successivo. Normalmen­
te la gestione del passaggio di consegne è fatta
li sistema informativo può considerarsi come l'insieme degli dall'infermiere, ma è fondamentale la partecipa­
strumenti utilizzati per la gestione e per il passaggio delle zione di tutte le figure professionali coinvolte tra
informazioni all'interno di una determinata organizzazione. cui l'operatore socio sanitario.
li sistema informativo si rende utile e necessario a vari livelli
di un'organizzazione (programmazione strategica, attività di
Alcuni vantaggi Alcuni svantaggi
gestione, attività di assistenza).
Nel nostro caso ciò che ci interessa è l'utilizzo del sistema È immediata la visione Non consente una visione
informativo a livello assistenziale. Esso infatti consente agli delle ultime annotazioni globale della storia dell'u-
operatori dell'équipe di acquisire i dati di partenza e man­ effettuate tente, le informazioni sono
tenere monitorata l'evoluzione dei problemi e del raggiungi­ frammentate
mento dei risultati.
L'operatore socio sanitario, in collaborazione con le altre fi­ Consente di avere un'idea
gure, è chiamato a partecipare alla compilazione degli stru­ globale di quanto awenuto È funzionale solo
menti informativi in uso nella struttura di appartenenza in nel turno a cui fa riferimen- nell'immediato, nel tempo è
rapporto alle proprie competenze professionali. to il rapporto frammentaria e dispersiva
L'importanza dell'utilizzo di un efficace sistema informativo si
può racchiudere nei seguenti punti:
Non è agevole il recupe-
ro delle informazioni nel
Garantire la sicurezza dell'assistito: al fine di
tempo
prevenire eventi awersi e/o errori legati alla ina­
deguatezza del passaggio di informazioni, è ne­
cessario che l'équipe assistenziale si doti di un
Quaderni: si tratta di strumenti poco ortodossi uti­
metodo strutturato per la trasmissione delle infor­
lizzati per l'annotazione di informazioni e di dati
mazioni stesse.
che successivamente devono essere trascritti su
Personalizzare l'assistenza e creare i presup­
documenti ufficiali
posti per un adeguato percorso di continuità
assistenziale: l'adozione di uno strumento in­
formativo che garantisca la personalizzazione
Alcuni vantaggi Alcuni svantaggi
dell'assistenza permette non solo di mettere in
pratica i principi della presa in carico dell'assistito, La visione è immediata I dati devono essere tra-
ma anche di garantire la continuità del trattamento scritti
a seguito di trasferimento ad altro servizio o di­
missione È alta la probabilità di
Favorire l'integrazione fra i componenti errore nei diversi passaggi
dell'équipe: la possibilità di utilizzare degli stru­ di trascrizione
menti informativi di uso comune permette di favo­
rire un'adeguata integrazione fra i vari componen­
ti dell'équipe assistenziale
Documentare i servizi erogati: al fine di rende­
re trasparente e certificato l'intervento effettuato
è fondamentale lasciare traccia dello stesso. Lo
strumento informativo permette di certificare il
contributo di ogni singolo professionista nell'ef­
fettuazione del proprio intervento e raccogliere
l'insieme delle informazioni relative agli interventi
assistenziali effettuati durante il percorso di cura.

93
Lavagne: sono utilizzate per l'annotazione tem­ mentazione relativa a tutte le fasi del processo di
poranea di informazioni (orari, prescrizioni diete­ assistenza integrato da tutti i professionistic�-­
tiche, ecc.) concorrono alla risposta dei bisogni dell'utente.

Alcuni vantaggi Alcuni svantaggi Cartella integrata multidisciplinare su suppor­


to informatico: l'adozione di uno strumento in­
La visione è immediata È molto alta la probabilità di formativo integrato permette di evitare una serie
perdere informazioni di trascrizioni tra diverse cartelle spesso fonti di
errore e di avere a disposizione di tutti i professio­
nisti che partecipano alle cure un unico documen­
Scheda individuale: su queste schede viene se­ to riassuntivo e condiviso per una consultazione
più rapida e ordinata, rendendo efficienti le infor­
gnalato tutto ciò che riguarda un singolo utente
mazioni trascritte in funzione, in particolare, della
qualità delle cure erogate.
Alcuni vantaggi Alcuni svantaggi
Consente una visione glo- Richiede più tempo per la Alcuni vantaggi Alcuni svantaggi
baie ed immediata della compilazione
storia dell'utente Come la cartella, consente Richiede più tempo per la
una visione globale della compilazione
storia della persona assi-
È facile il recupero delle stita e quindi la persona-
informazioni nel tempo lizzazione e la continuità
dell'assistenza
Non c'è frammentazione
dell'informazione (tutte le
notizie dell'assistito sono su Per ciò che riguarda la documentazione inerente le conse­
un unico documento) gne e le cartelle (integrate o meno) è necessario sottolineare
che tale documentazione, se redatta in una struttura pubbli­
È funzionale ca o privata accreditata, costituisce un atto p ubblico ed è
importante dal punto di vista medico legale in quanto docu­
menta le attività svolte nei confronti delle persone ricoverate.
Cartella della persona assistita: si compone di Gli errori più comuni, che possono avere conseguenze me­
tutti i documenti compilati dai diversi professioni­ dico-legali, sono quelle delle scritture false (si scrivono cose
sti che hanno partecipato alle cure della persona, non vere), erronee (si scrivono cose sbagliate) o lacunose (si
quali ad esempio il medico, l'infermiere, il fisio­ dimentica di registrare dei fatti).
terapista. È uno strumento ancora più completo
della scheda individuale e contiene tutta la docu­
mentazione relativa alle diverse fasi del processo Entrando nei particolari è necessario:
di cura e assistenza.
La cartella infermieristica - che fa parte della do­ Controllare che il documento (per esempio la car­
cumentazione dell'assistito assieme alla cartel­ tella infermieristica) riporti il nome e il cognome
la clinica e alla cartella del fisioterapista - deve della persona assistita, senza possibilità di equi­
obbligatoriamente essere archiviata alla fine del voci o di errori nella rilevazione dei dati
ricovero e conservata secondo le disposizioni di Scrivere sempre a penna ed in modo leggibile.
legge; è uno strumento che raggruppa tutte le La documentazione deve essere comprensibile a
informazioni delle attività erogate alla persona chiunque la legga
assistita in funzione della pianificazione assisten­ Scrivere quello che si è effettivamente fatto ripor­
ziale. tando, se possibile, le reazioni dell'utente
È pertanto un documento scritto che sostituisce il Scrivere solo quello che si è fatto personalmente
registro delle consegne e la responsabilità della evitando di scrivere per i colleghi o riportare attivi­
sua compilazione è dell'infermiere. tà svolte da altri
Controllare che compaia la data e, se necessario,
l'ora della prestazione
Alcuni vantaggi Alcuni svantaggi Ricordare che non è ammesso l'uso di correttori
(ad esempio il "bianchetto;; le correzioni possono
Consente una visione Richiede più tempo per la essere fatte tirando una riga sopra le parole che
globale della storia della compilazione si vogliono cancellare, non alterando la leggibilità
persona assistita e quindi la del dato a posteriori, anche se rilevato in modo
personalizzazione e la con- errato
tinuità dell'assistenza Riportare i fatti in maniera obiettiva, distinguendo­
le dalle osservazioni e dai commenti. Per esempio
un conto è scrivere "il signor Mario ha mangiato
Cartella integrata multidisciplinare: è uno tutto il cibo proposto (dato oggettivo) e un altro
strumento ancora più completo della cartella in­ è scrivere "il signor Mario ha molto appetito" (va­
fermieristica. In essa è contenuta tutta la docu- lutazione soggettiva). Inoltre quando si scrivono

94
osservazioni o informazioni trasmesse dall'assi- basano. La forza delle raccomandazioni viene classificata in
stito, devono risultare distinte dalle osservazioni base ad un ordine alfabetico:
del personale sanitario Le raccomandazioni di tipo A derivano da prove di efficacia
Se la persona rifiuta un trattamento riportare l'o­ di primo livello, ottenute tramite disegni di studio sperimenta­
ra e la motivazione e, se necessario, segnalarlo le (studio che comprende studi clinici controllati randomizzati
all'infermiere nella valutazione dell'efficacia di determinati interventi), meta
Utilizzare solo simboli e abbreviazioni di uso co­ analisi. Le altre raccomandazioni hanno alla base prove de­
mune e codificati dall'azienda, poiché la cartella rivanti da studi di minor rigore scientifico; quelle di catego­
deve essere leggibile e gli acronimi eventualmen­ ria B prove di secondo livello (trial clinici di più basso valore
te utilizzati devono essere codificati con una le­ statistico o studi osservazionali), quelle di categoria C prove
genda chiara di lii, IV, V livello come studi in cui mancava il gruppo di con­
Non aggiungere informazioni dimenticate utiliz­ trollo, descrittivi o mere opinioni di esperti.
zando gli spazi liberi lasciati in precedenza. Scri­
verle invece nel primo spazio disponibile dopo l'ul­
tima scrittura, segnando l'ora e la data di quanto CLASSIFICAZIONE DELLA FORZA DELLE
dimenticato e l'ora e la data dell'integrazione RACCOMANDAZIONI
Firmare quanto è stato scritto (con firma leggibile)
Esistono buone prove scientifiche, che
In tutto ciò si può rilevare l'importanza della figura dell'OSS supportano la raccomandazione di utiliz-
anche in questa attività, poiché, come citato nel suo profilo, A zare l'intervento/procedura nella pratica
partecipa alla documentazione delle attività in quanto "uti­ clinica
lizza strumenti informativi di uso comune per la registrazio­
ne di quanto rilevato durante il servizio" ( Allegato A profilo Esistono discrete prove scientifiche, che
dell'OSS). supportano la raccomandazione di utiliz-
B zare l'intervento/procedura nella pratica
B) Gli strumenti operativi clinica
Gli strumenti operativi sono l'insieme di documenti che
permettono di descrivere in maniera ordinata, sistematica e Esistono scarse prove scientifiche, per
razionale gli interventi richiesti dalla tipologia di utenti presi consigliare o meno l'uso dell'intervento/
in carico. procedura nella pratica clinica, ma posso-
Da tempo le professioni sanitarie hanno awertito l'esigenza c no essere ugualmente fatte raccomanda-
di dotarsi di modelli di lavoro che permettessero di applicare zioni sulla base di altre considerazioni
correttamente i principi derivanti dalle più recenti evidenze
scientifiche e per questo si è reso necessario awalersi di
opportuni strumenti operativi, strumenti che sono diventati di Esistono discrete prove scientifiche, che
fondamentale importanza anche per quanto riguarda i requi­ supportano la raccomandazione di non
siti previsti per l'accreditamento istituzionale e di eccellenza D utilizzare l'intervento/procedura nella pra-
delle strutture sanitarie. tica clinica
Gli strumenti operativi utilizzati possono essere suddivisi in
linee guida, protocolli e procedure.
Esistono buone prove scientifiche, che
supportano la raccomandazione di non
Le LINEE GUIDA E utilizzare l'intervento/procedura nella pra-
tica clinica
Le linee guida sono raccomandazioni e indicazioni di com­
portamento clinico prodotte mediante un processo sistema­
tico, il cui scopo è di aiutare operatori e assistiti a decidere Per fare un esempio in merito alle raccomandazioni tratte
quali siano le modalità assistenziali più appropriate in speci­ dalle linee guida della prevenzione delle lesioni da pressione
fiche circostanze cliniche. (LDP) "Utilizzare materassi in schiuma viscoelastica anziché
Le linee guida sono strumenti che permettono di evidenzia­ materassi ospedalieri standard per tutti gli assistiti valutati a
re i risultati della ricerca offrendo agli operatori una sintesi rischio di LDP" ha un'evidenza con forza A.
della letteratura scientifica elaborata da un panel di esperti "Evitare di posizionare la persona sopra prominenze ossee
riconosciuti universalmente e da persone rappresentative che presentino eritema non reversibile" ha una forza di rac­
della circostanza clinica presa in esame attraverso le relati­ comandazione di tipo C.
ve associazioni (esempio: associazione dei diabetici, o delle Coloro che sono deputati a scrivere linee guida possono
persone affette da sclerosi multipla). essere commissioni, associazioni scientifiche, gruppi di enti
La definizione delle linee guida si awale di un percorso me­ universalmente riconosciuti di carattere nazionale o inter­
todologico che prevede l'integrazione delle evidenze scienti­ nazionale (Ministero della Salute, Organizzazione Mondia­
fiche (cioè le prove di efficacia dimostrate con studi di ricerca) le della Sanità, Center of Disease Contro! and Prevention
attuali presenti in materia con l'opinione di esperti e di pratica - CDC di Atlanta, ecc.)
clinica. Il gruppo così costituito metterà in atto un processo Esempi di linee guida sono le indicazioni fornite dal Center
di revisione sistematica della letteratura per poi procedere al tor Desease Contro! (CDC) di Atlanta per quanto attiene le
passaggio successivo ossia la formulazione delle raccoman­ misure di isolamento in ospedale o per l'appunto quelle for­
dazioni, le quali avranno forza diversa a seconda della loro nite dall'European Pressure Ulcer Advisory Panel (EPUAP)
qualità metodologica, cioè delle prove di efficacia su cui si per la prevenzione delle lesioni da decubito.

95
Come detto quindi la lettura delle linee guida non permette LA JOB DESCRIPTION
di acquisire dettagli operativi o di· descrivere una sequenza
di operazioni da effettuare adatte ai diversi contesti operativi, La job description è la definizione delle responsabilità e
bensì ci può fornire indicazioni di carattere generale adatte delle competenze di un professionista. Owiamente non si
alla varietà delle persone affette da uno specifico problema definiscono le responsabilità e le competenze in senso gene­
di salute o di tipo assistenziale. rale, poiché questo lo hanno già fatto i profili, ma quelle che
Gli strumenti deputati a orientare il comportamento degli si richiedono in una determinata azienda o in un particolare
operatori sanitari contestualizzati agli specifici contesti lavo­ settore di essa in base alla tipologia di assistiti, agli obiettivi
rativi sono i protocolli e le procedure. che ci si pongono nei loro confronti, alle attrezzature e al ma­
teriale di cui si dispone e così via. Una stesura condivisa del­
IL PROTOCOLLO le job description va effettuata con appositi gruppi di lavoro.
La definizione della job description permette di definire le
Il protocollo è uno strumento di carattere maggiormente pre­ qualità, le doti e le capacità della persona che dovrà occu­
scrittivo delle linee guida; è un documento redatto dal grup­ pare una determinata posizione; questo può essere anche di
po infermieristico o interdisciplinare sulla base delle recenti notevole aiuto nel momento in cui dovranno essere effettuate
conoscenze scientifiche per trattare uno specifico problema delle prove di selezione che potranno essere centrate sulle
assistenziale (per esempio la prevenzione delle lesioni da caratteristiche descritte nel profilo richiesto.
decubito).
Il protocollo è quindi un documento scritto che trasforma le Esempio di job description di un OSS in Medicina
conoscenze in comportamenti basandosi sulle più recenti Generale
evidenze scientifiche in materia.
I protocolli sono strumenti piuttosto rigidi che permettono di JOB DESCRIPTION OSS DI MEDICINA GENERALE
erogare prestazioni efficienti ed efficaci allo scopo di raggiun­
gere un determinato obiettivo. Il protocollo inoltre permette
di garantire l'omogeneità delle prestazioni e favorire l'inse­ INTERFACCIA A MONTE: Direttore assistenza infer­
rimento dei nuovi operatori e l'apprendistato degli studenti. mieristica, coordinatore infermieristico, infermiere...
Le parti che lo compongono (comuni con le procedure) sono:
INTERFACCIA A VALLE: Ausiliario specializzato
scopi
obiettivi RAPPORTI FUNZIONALI: OSS
risorse utilizzate
elenco di azioni da compiere PROFILO: Operatore socio-sanitario
riferimenti bibliografici
FINALITÀ DEL PROFILO: realizzare a ttività volte a
soddisfare i bisogni primari e a favorire il benessere
Nell'interpretazione giuridica, il contenuto di un protocollo e l'autonomia delle persone ricoverate in medicina
è vincolante per i professionisti; in altre parole, se le linee generale
guida (LG} forniscono raccomandazioni cliniche, flessibili per
definizione, il termine protocollo implica, senza precisarlo, COMPETENZE:
che deve essere applicato a tutti i soggetti assistiti, esponen­
do il professionista e l'organizzazione a potenziali rischi me­ Svolge attività finalizzate all'igiene personale ...
dico-legali se questo non awiene. Pertanto, il termine "pro­ Aiuta gli assistiti nell'assunzione dei pasti
tocollo" dovrebbe essere utilizzato solo se viene condiviso Prowede al trasporto degli utenti in carrozzella
l'obbligo di applicarne i contenuti a tutte le persone assistite.
STRUMENTI ADOTTATI
LE PROCEDURE
Procedure operative ...
Piano di attività
Le procedure sono documenti che descrivono dettagliata­
mente e sequenzialmente le azioni, supportate scientifica­
mente, necessarie per l'esecuzione di una specifica attività. REQUISITI
Si tratta di documenti rigidi che richiedono all'operatore un'a­
Attestato di qualifica di OSS
derenza stretta e che non lasciano spazio alla discreziona­
Attestato di partecipazione a moduli di forma­
lità. Sono adatte in genere ad operatori con scarso livello di
zione continua
autonomia. Si tratta di una successione logica di azioni for­
mulata in forma scritta che fornisce all'operatore una spiega­
zione dettagliata su come agire per effettuare con la corretta
ripetitività le attività comprese in un particolare processo.
Le parti che lo compongono (comuni con i protocolli) sono LA RIUNIONE
scopi, obiettivi, risorse utilizzate, elenco di azioni da compie­
re e riferimenti bibliografici. La riunione è uno strumento organizzativo per il lavoro di
Per rendere esaustiva l'analisi delle modalità e della docu­ équipe che possiamo definire come un'attività finalizzata ad
mentazione che un operatore socio sanitario può trovare in uno specifico risultato attraverso il confronto e l'elaborazione
ambito lavorativo si ritiene opportuno completare la descri­ di idee e informazioni di più persone (in genere costituite in
zione con la trattazione della Job description e delle riunioni, un piccolo gruppo con al massimo 12 persone circa).
altri strumenti di lavoro a disposizione. Il lavoro di équipe è un fattore fondamentale nelle organiz­
zazioni e specialmente nelle organizzazioni che erogano
servizi all'utenza. I servizi, proprio per la loro caratteristica
di poter essere usufruiti nel momento in cui si vengono ero-

96
gati, sono il frutto di una risposta degli operatori. Proprio per 5.5 ACCREDITAMENTO E CERTIFICAZIONE
questo motivo è di fondamentale importanza il coinvolgimen­
to dell'operatore nella presa di decisioni che lo interessano In Italia, ormai da alcuni decenni, il tema della qualità è uno
direttamente. dei più importanti dibattiti sul futuro della sanità. Nell'ambito
È evidente che non in tutte le situazioni sia possibile preve­ delle modifiche normative awiate dalla riforma del servizio
dere il coinvolgimento di tutti gli operatori, ma nelle prese di sanitario (D.Lgs. 502/92), si è assistito nel corso del tempo
decisione che prevedano forte integrazione è necessario che all'affermarsi di due approcci contrastanti da parte degli attori
la distanza fra le parti diminuisca per lasciar spazio al lavoro che operano all'interno delle organizzazioni sanitarie: da un
d'équipe. lato i "gestori" spingono le organizzazioni verso percorsi di
È in questo contesto che si inserisce la riunione come stru­ miglioramento della qualità, dall'altro una parte dei professio­
mento organizzativo con il duplice scopo di orientare verso nisti sanitari interpreta questi progetti con atteggiamenti più
obiettivi condivisi e aumentare la capacità di integrazione fra di forma che di contenuto, come un di più rispetto all'attività
gli operatori. sanitaria vera e propria.
Esistono fondamentalmente due tipi di riunioni: la riunione di
coordinamento e la riunione gerarchica. Mentre la prima ha Nelle aziende sanitarie si rawisa la necessità di dotarsi di un
per protagonisti i partecipanti in qualità di esperti in possesso sistema di qualità totale che coniughi le esigenze delle:
delle informazioni necessarie, la riunione gerarchica ha lo
scopo di fornire informazioni o emanare disposizioni da parte Componenti gestionali
di un responsabile ed eventualmente raccogliere pareri. Componenti sanitarie (linee guida, strumenti ope­
Una buona riuscita di una riunione è il conseguente risulta­ rativi)
to di un'opera di progettazione e definizione dei modi e dei Persone assistite
tempi di attuazione. Risulta pertanto fondamentale che la ri­
unione sia preceduta da un'adeguata programmazione che L'accreditamento istituzionale è il modo obbligatorio me­
preveda un awiso con congruo anticipo e la definizione dei diante il quale un'azienda pubblica o privata può erogare
contenuti e delle finalità. Il contenuto viene solitamente pre­ prestazioni sanitarie per conto del sistema, sanitario stesso.
sentato con un ordine del giorno e la riunione si deve tenere
in orario di servizio. L'accreditamento ha due caratteristiche:

Risulta inoltre di notevole importanza per una buona riuscita È istituzionale, in quanto rappresenta la modalità
la corretta determinazione dei tempi della riunione che in ge­ con la quale i soggetti erogatori possono operare
nere si suddivide in tre differenti momenti: nel contesto del SSN
È obbligatorio, in quanto è orientato dallo stato
Fase informativa (raccolta delle informazioni e e definito e applicato dalle regioni (che possono
scambio di opinioni) prevedere anche criteri aggiuntivi). L e Regioni
Fase elaborativa (occupa in genere il 60% del sono tenute a rilasciare l'accreditamento e rinno­
tempo e si analizzano le priorità) varlo periodicamente.
Fase decisionale (dove vengono prese le decisio­
ni in merito)
Il senso dell'introduzione dell'accreditamento nel n ostro pa­
ese è quello di superare la vecchia logica della convenzione
La riunione, come detto, assume un ruolo fondamentale per del SSN con le strutture private che di fatto non sottoponeva
l'organizzazione in generale, ma soprattutto permette ai par­ i servizi erogati a controlli di qualità e contemporaneamente
tecipanti di esprimere e fornire il proprio contributo diventan­ di sottoporre anche gli erogatori pubblici agli stessi controlli
do un possibile momento di collaborazione fra le persone. dei privati.
La riunione quindi deve essere vissuta come un'opportunità Ciò ha stimolato una competizione fra aziende sanitarie fi­
di crescita adottando atteggiamenti positivi che pongano le nalizzata all'erogazione del miglior servizio al minor costo. Il
condizioni per creare un clima armonioso. Il partecipante do­ cittadino ha quindi la possibilità di tenersi informato per poter
vrà cercare di adottare un atteggiamento di ascolto, astenen­ scegliere il servizio che più si addice alle sue esigenze.
dosi dal giudizio e dimostrando apertura alle opinioni altrui. Affinché una struttura sanitaria possa essere accreditata de­
Con questo non si dovrà per forza creare una situazione di vono essere soddisfatti 4 criteri fondamentali:
accettazione passiva, ma si potrà esprimere con chiarezza
l'eventuale dissenso senza cadere in attacchi personali per
orientare la discussione in un ambito costruttivo. Il possesso di requisiti minimi di carattere struttu­
rale, tecnologico, organizzativo
L'accettazione del sistema di finanziamento a ta­
riffa per la remunerazione delle prestazioni
Il possesso di un sistema interno di controllo della
qualità
L'accettazione di un regime di controlli di qualità
esterni

L'accreditamento sin qui descritto non va confuso con un al­


tro termine denominato certificazione, consistente in un'atte­
stazione di qualità che un ente terzo, privato e autorizzato,
rilascia a seguito di una valutazione di conformità a speci­
fiche norme predefinite. La certificazione è richiesta volon­
tariamente da un'azienda o da una sua unità organizzativa
per offrire ai potenziali clienti un'ulteriore garanzia di qualità.

97
Le principali agenzie di certificazione sono la ISO e la Joint cui si organizza l'assistenza infermieristica all'interno di un
,,.. .,...
omm1ssion lnternatìonal·(JCl)�a cert1fìcaz1one IS"O___g _ar- a-n---- -ntest_ o _ o_p_e_r-at·i·v---o-.---------'------------'--
7
co
tisce che i servizi abbiano un livello di erogazione controllato Un modello organizzativo ideale dovrebbe avere la finalità di
e costante, senza però entrare a fondo nella verifica dell'effi- garantire una corretta presa in carico della persona valoriz-
cacia del servizio erogato. zandone la partecipazione al processo di cura, ma anche di
La certificazione, o meglio, l'accreditamento Joint Commis- mettere in evidenza le professionalità degli operatori coinvolti
sion lnternational (da non confondersi con accreditamento elevandone competenza e gratificazione professionale. lnol-
obbligatorio) è definito anche accreditamento all'eccellenza, tre un modello organizzativo dovrebbe garantite un corretto
dove per eccellenza si intende lo svolgere al meglio, in si- uso efficace ed efficiente delle risorse impiegate.
curezza, utilizzando le migliori prassi e le migliori evidenze Vediamo di seguito i principali modelli organizzativi impiegati
guardando all'efficienza clinica ed organizzativa, l'attività in assistenza analizzando per ognuno di essi i principali van-
autorizzata e propria della mission della struttura sanitaria. taggi e svantaggi, tenendo presente che non esiste un mo-
Viene effettuata da un soggetto esterno e l'accreditamento è dello "ideale", ma al contrario esiste un modello appropriato a
su base volontaria6• seconda del contesto lavorativo a cui si fa riferimento.

METODOLOGIA DEL LAVORO SOCIALE E Assistenza funzionale o per compiti


SANITARIO (MODULO PROFESSIONALIZZANTE)
È il modello più antico. Questo sistema prevede che i compiti
5.6 L'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO: MODELLI principali siano assegnati dal coordinatore o dall'infermiere
ORGANIZZATIVI DEL LAVORO capoturno agli altri membri del gruppo di lavoro. Laddove
sono stati predisposti protocolli e manuali di procedure, si
Il termine organizzazione ha avuto nel tempo un significa­ tende ad eseguirli rigidamente.
to e un'applicazione molto variegata. Dare una definizione Questo metodo nacque intorno agli anni '50 in un tempo in
di organizzazione definitiva sarebbe molto difficile, dato che cui vi era scarsità di figure infermieristiche ed abbondanza di
questo fenomeno è in continua evoluzione. figure di supporto. Le attività venivano suddivise tra gli infer­
In termini generali possiamo definire l'organizzazione come mieri con un più elevato livello di formazione ai quali spetta­
un insieme di persone e mezzi orientato al raggiungimento di vano compiti più qualificati e il personale di supporto, al qua­
finalità definite e specifiche. le si assegnavano attività assistenziali di base, considerate
In ogni organizzazione si possono distinguere 2 aspetti: meno qualificanti.
Questo metodo è basato sul compito e non sul risultato e
È fatta di strutture, tecnologie, norme e procedure porta gli operatori a diventare molto abili nelle attività a loro
È costituita da persone con le loro percezioni, vis­ assegnate, perdendo di vista col tempo il risultato complessi­
suti ed interazioni vo del loro operato e di conseguenza perdendo motivazione
L'organizzazione è quindi un sistema caratterizzato da: e responsabilizzazione.
Questo metodo porta frequentemente ad utilizzare in gergo
Fattori in ingresso: input dall'ambiente esterno il termine di "giro" (giro letti, giro terapie, giro colazioni, ecc.)
Attività di trasformazione dei fattori facendo sì che la persona assistita venga a contatto in ogni
Fattori in uscita = prodotti o output; nelle orga­ turno di lavoro con molte figure di diversa qualifica per lo
nizzazioni sanitarie i prodotti in uscita (prestazio­ svolgimento di attività, ma senza che nessuno si qualifichi
ni, servizi) sono finalizzati al raggiungimento di come responsabile del suo caso.
outcomes (risultati)
Secondo l'approccio sistemico la caratteristica dell'organiz­ Vantaggi Svantaggi
zazione sanitaria è di essere un sistema aperto, cioè un si­ È il sistema organizzati- È per sua natura frammen-
stema in continuo contatto con l'ambiente esterno; in questa vo più economico qua- tario e non permette una
ottica l'organizzazione sanitaria viene vista come un proces­ lora ci si debba accon- visione globale delle esigenze
so che trasforma nel suo interno i fattori in entrata (input), tentare di uno standard degli assistiti
che subendo varie trasformazioni come prodotto interno, di assistenza sicura,
sono poi riversati all'esterno come prodotti finali (output). cioè del livello minimo
L'organizzazione sanitaria si caratterizza come un'azienda di È professionalmente poco
accettabile
servizi, in quanto orientata alla promozione-tutela della salu­ stimolante
te e alla soddisfazione dei bisogni: non eroga beni (prodotti di
consumo), ma servizi. Per servizio si intende quel particolare Soddisfazione maggiore per
rapporto fra erogatore e cliente attraverso il quale il primo coloro che prediligono le atti-
fornisce una prestazione al secondo. vità di routine e la dipendenza
L'OSS è un'importante figura che ruota attorno al malato at­ dal superiore
traverso la partecipazione a processi operativi complessi in
collaborazione con il personale sanitario, in particolare con
Team nursing o piccole équipe
l'infermiere. A tale scopo è necessario che conosca il model­
lo organizzativo in cui opera per agevolare il proprio inseri­
mento nell'equipe socio-sanitaria. Più evoluto del precedente, si basa essenzialmente sulla col­
Il modello organizzativo dell'assistenza è la modalità con laborazione di più operatori nel prendersi cura di un certo nu-

6 Guerriero G., Pirali F., Birbes C., Benedetti A, "Dentro il fare il sapere-Guida per la formazione degli operatori socio-sanitari e
socio-assistenziali", Ed. Piccin, Padova, 201, pag.89-91
Cuel M., Cosi A., (2014),"La formazione sanitaria dell'OSS", cap4, 87-97, Casa Editrice Ambrosiana, Milano
CALAMANDREI C., "L'inserimento del personale di supporto: una proposta di progetto", Management Infermieristico, n. 4/2001
CALAMANDREI C., ORLANDI C., "La dirigenza infermieristica", Milano, Mc Graw-Hill, 2008 pag377, cap 4 59-73
VANZETTA M., VALICELLA F.,"L'operatore socio sanitario. Manuale per la formazione dell'OTANOSA", Milano, Casa Editrice Mc Graw Hill,
2008, IV edizione
VANZETTA M., VALICELLA F.,"L'operatore socio sanitario. Manuale per la formazione dell'OTANOSA", Milano, Casa Editrice Mc Graw Hill,
2000, I edizione, pg 378-382
98
mero di person13. Il ru po è diretto. dall'infermiere più esper- delle cure infermieristiche. La composizione dell'équipe è
to e qualificato e può comprendere il personale di supporto; prevalentemente infermieristica.
Questo modello che nasce alla fine degli anni '50 awia il
processo di allontanamento dal modello biomedico attraver­ Vantaggi Svantaggi
so l'organizzazione basata su un corpo di conoscenze ben
È un tipo di assistenza È ancora più costoso rispet-
specifico.
Permane la suddivisione per compiti con la differenza rispet­ centrata sull'utente e quindi to al precedente (anche per
to al modello funzionale che l'assistenza è erogata da un efficace la necessità di ripetuti ag-
team che comprende l'infermiere qualificato e il personale di giornamenti formativi)
supporto verso un numero limitato di assistiti in genere sulla Garantisce soddisfazione
base della loro complessità assistenziale (8-15 posti letto). ed autonomia agli infermieri Può portare a difficoltà co-
Anche in questo caso la gerarchia rimane il metodo più im­ motivati municative fra infermieri pri-
portante di coordinamento e il coordinamento è assegnato al mari e colleghi
leader del gruppo, il quale, essendo il più esperto, dovrebbe Può essere applicato sia
erogare assistenza diretta ai soggetti, ma spesso non riesce, in ambito ospedaliero che
a farlo perché molto occupato nelle attività di coordinamento domiciliare
del team.

Questo modello, a differenza del precedente, favorisce la Assistenza modulare o per settori
presa in carico della persona assistita e implica negli opera­
tori una maggiore assunzione di responsabilità e autonomia. Rappresenta una combinazione di aspetti dell'assistenza di
gruppo e del primary nursing, quando non vi sono risorse
sufficienti per realizzare quest'ultimo sistema organizzativo.
Le persone ricoverate in una unità ospedaliera sono suddi­
Vantaggi Svantaggi
vise in moduli, tipicamente di 10-12 persone degenti in ca­
Sviluppa la comunicazio- Numero di operatori mag- mere vicine: a ogni modulo è assegnato un piccolo gruppo
ne orizzontale e soddisfa giore rispetto al precedente di operatori.
gli operatori desiderosi di modello Diversamente dal team nursing, l'infermiere non si limita a
ampliare la propria sfera di dirigere gli altri membri del gruppo, ma eroga direttamente
azione per fornire un'as- Il fatto che gli operatori ri- l'assistenza con il loro aiuto ad una parte di assistiti. In più
sistenza globale basata cevano disposizioni sia dal pianifica l'assistenza per tutte le persone assegnate al mo­
sulla metodologia problem coordinatore che dall'infer- dulo.
solving e sulla relazione di miere leader può determi-
aiuto. nare confusione
Vantaggi Svantaggi
È un tipo di assistenza Può portare a difficoltà co-
Le persone assistite sono centrata sull'utente e quindi municative fra infermieri
maggiormente coinvolte efficace primari e colleghi
nella pianificazione dell'as-
sistenza Garantisce soddisfazione
ed autonomia agli infermieri
motivati
Assistenza primaria o primary nursing
Può essere applicato sia in
Alla base di questo sistema stanno i principi di un'assistenza ambito ospedaliero che do-
personalizzata, continua e di alta qualità. Un infermiere si miciliare
occupa di 4-6 assistiti per i quali funge da infermiere primario
o referente; in quanto tale ha la responsabilità di identificare
bisogni, pianificare e valutare i relativi interventi dall'inizio al Case management
termine del ricovero. Per quanto riguarda la loro attuazione,
vi prowede in parte direttamente e in parte, soprattutto quan­ È un processo di erogazione di prestazioni sanitarie incen­
do non è in servizio, tramite colleghi che coordina mediante trato sull'utente avente lo scopo di integrare al massimo gli
il piano di assistenza. interventi necessari, evitandone la frammentazione e la ca­
Questo metodo nasce alla fine degli anni '60 con lo scopo di sualità, garantire un'assistenza appropriata che migliori la
rendere centrale il beneficiario e superare l'insoddisfazione qualità della vita e contenere i costi.
legata alla frammentazione delle cure derivante dai prece­ La sede privilegiata del case manager è il territorio dove le at­
denti modelli organizzativi. tività hanno una durata molto variabile sulla base dei bisogni.
La gerarchia si riduce in quanto l'organizzazione del lavoro Per quanto riguarda l'ospedale, per esempio in ambulatorio,
non si basa più sulla stratificazione dei compiti fra figure in­ al suo interno le attività iniziano prima del ricovero e si pos­
fermieristiche e di supporto, ma si basa sull'infermiere prima­ sono prolungare per alcune settimane dopo la dimissione.
rio che assume tutte le funzioni connesse alla progettazione Nel percorso di assistenza il case manager, oltre a fungere

CIANFANELLI S., D'ADDIO L., CAPECCHI M., DONATI D., "L'operatore socio-sanitario. Profilo, competenze e aree d'intervento", Roma,
casa editrice Carocci Faber, 2010, IX edizione
VANZETTA M., VALICELLA F.,"L'infermiere e l'OSS", Milano, Casa Editrice Mc Graw Hill, 2009, I edizione
WILKINSON "Processo infermieristico e pensiero critico", Milano, Casa Editrice Ambrosiana,2008
DI VIRGILIO M., Mussi I., "Manuale per OSS e ASA (operatori socio-sanitari e ausiliari socio-assistenziali. Formazione in campo
assistenziale, sociale e sanitario", Franco Angeli Editore, Milano, 2008
DI GIACOMO P., MONTALTI M., "L'operatore socio-sanitario. Manuale teorico pratico per i concorsi e la formazione professionale dell'OSS",
Maggioli Editore, 2008.
99
da pianificatore, valutatore e collaboratore delle altre figure, alta intensità (le degenze intensive e sub intensi-
svolge anche l'importante ruolo di educatore e consulente. ve, ecc.)
È un metodo che nasce negli anni '30 del secolo scorso
nell'ambito dell'assistenza all'utente psichiatrico e poi più in L'area a bassa intensità accoglie utenti stabili sia dal punto di
generale delle malattie croniche partendo dagli assunti della vista clinico che cognitivo e le prescrizioni mediche di com­
centralità del beneficiario di cure e dall'esigenza del control­ petenza infermieristica sono molto contenute.
lo delle risorse economiche. Verso la metà degli anni '80 il L'area a media intensità è orientata all'assistenza di utenti
modello viene utilizzato anche negli ospedali nei settori per stabili da un punto di vista clinico e cognitivo, ma gli interventi
acuti. inerenti il processo diagnostico e terapeutico di competenza
Il case management significa "gestione del caso", ossia è infermieristica sono ripetuti più volte nel corso della giornata.
l'insieme coordinato di azioni e processi volti a garantire alla L'area ad "alta intensità" la si può suddividere in semintensi­
persona assistita il percorso assistenziale più adeguato, va ed intensiva.
dove per adeguato si intende la risposta che maggiormente Nell'area "semintensiva" sono prese in carico persone carat­
risponde alle esigenze della persona con l'utilizzo ottimale terizzate da un quadro di instabilità dal punto di vista clinico
delle risorse disponibili. e/o cognitivo. Le cure infermieristiche prevedono la necessità
Quindi il case manager ha il compito di "tenere la regia del di ridefinizione del piano assistenziale in rapporto all'evolu­
percorso dell'assistito": nel contesto ospedaliero questa fun­ zione del quadro clinico, di frequenti controlli ed informazioni/
zione permetterà la facilitazione dei passaggi tra i vari servizi istruzioni (anche dei caregiver), di monitoraggio continuo sia
e reparti degli utenti ad alto rischio, mentre il territorio favorirà per attuare interventi assistenziali di competenza infermie­
i collegamenti con le reti dei servizi riducendo la frammenta­ ristica sia per la ridefinizione del piano assistenziale e del
zione di cure garantendone la continuità. programma diagnostico terapeutico.
In questo metodo la gerarchia si riduce in quanto la stratifica­ Nell'area "intensiva" l'utente si trova in condizioni cliniche
zione delle funzioni tra gli operatori infermieristici e ausiliari molto gravi o suscettibili di aggravamento, necessità di sup­
viene sostituita dall'infermiere responsabile del caso. porto vitale e di monitoraggio continuo di specifica compe­
tenza infermieristica.

Vantaggi Svantaggi

È un tipo di assistenza Non è applicabile in tutti i 5.7 LA QUALITÀ, LA QUALITÀ ASSISTENZIALE:


centrata sull'utente e quindi contesti specie quello ospe- SIGNIFICATO, DIMENSIONI/CARAT TERISTICHE
efficace daliero DELLA QUALITÀ, ASSI DELLA QUALITÀ

Garantisce soddisfazione Definire la qualità non è un compito semplice in quanto sono


ed autonomia agli infermieri molteplici le sfaccettature che si possono ricondurre a tale
motivati concetto. Tuttavia ci pare piuttosto esplicativa la definizione
di Donabedian7:
Tra i suoi risultati vi è la ra-
zionalizzazione dei costi Fare ciò che è utile (efficacia teorica), nel modo migliore
(efficacia pratica), con il minor costo (efficienza), a chi (ac­
cessibilità), e soltanto a chi, ne ha veramente bisogno (ap­
propriatezza), facendo fare le cure a chi è competente per
farlo (competenza), ottenendo i risultati ritenuti migliori (sod­
L'assistenza ospedaliera per intensità di cura disfazione).

L'assistenza ospedaliera per intensità di cura è un modello Come si nota, la qualità è un insieme di termini e condizioni
di un ospedale non più strutturato in unità operative, ma or­ che devono essere presi in considerazione in contempora­
ganizzato in aree che aggregano gli utenti in base alla mag­ nea e prevedono la valutazione di efficacia, efficienza, ap­
giore o minore gravità del caso e al conseguente livello di propriatezza, accessibilità, competenza e soddisfazione.
complessità clinica e assistenziale. Avedios Donabedian ha cercato di riunire e organizzare i vari
Tale modello permette di garantire al meglio sicurezza, effi­ aspetti della qualità per definirla secondo un sistema. Si par­
cienza, efficacia ed economicità dell'assistenza. la dei cosiddetti assi della qualità ossia struttura, processo
L'ospedale "per intensità di cura" supera il concetto di reparto ed esito.
o di unità operativa per garantire la più completa integrazione
delle diverse competenze professionali necessarie per trat­ Struttura
tare le patologie degli assistiti con uguale livello di bisogno
assistenziale. La struttura è un asse che comprende le risorse e la loro
Se al medico resta la responsabilità di tutto il percorso dia­ organizzazione. Le risorse sono ciò di cui si dispone (edifici,
gnostico e terapeutico, all'infermiere è affidata la completa attrezzature, materiale e personale). Per ciò che concerne il
gestione assistenziale durante il ricovero. personale esso va inteso nella sua entità, qualifica (infermie­
Invertendo la logica usuale, infatti, l'assistito è al centro del ri, OSS, ecc.) e preparazione.
processo di cura e i professionisti gli ruotano attorno. Quando si parla invece di organizzazione delle risorse dob­
L'assistenza per intensità di cura prevede tre livelli: biamo rifarci ai modelli organizzativi utilizzati (per compiti, per
settori, ecc.)
bassa intensità (per i post acuti) Processo
media intensità (le degenze per aree funzionali:
area medica, area chirurgica, ecc.) Col termine processo ci si riferisce al comportamento degli

7 Donabedian A: The delinition of quality and approaches to its management, voi 1: explorations in quality assessment and monitoring. Ann
Arbor, Mich, Health Administration Press, 1980.

100
-�--operat�ume..di-prestaziom-prodotte,a�le.4'alutaziooo-iAoltte-®n.può.d:altro�to.essere effett11a-
priatezza, correttezza e continuità nell'assistenza. ta da chi eroga direttamente la prestazione, ma dovrà essere
effettuata tramite un sistema qualità che specifichi e garan­
Esito tisca l'erogazione dei servizi secondo caratteristiche oggetti­
ve, sia per quanto riguarda i requisiti strutturali degli ambienti
Sono le modificazioni di salute dovute agli interventi sanita­ che il modo di agire professionale del personale.
ri. Si possono intendere in senso positivo (prolungamento o Il sistema qualità deve specificare il livello a cui viene ero­
miglioramento della qualità di vita) oppure negativo (riduzio­ gato il servizio attraverso una serie di documenti raccolti in
ne o assenza di complicanze esempio complicanze come le specifici manuali e soprattutto nella Carta dei Servizi, ossia
lesioni da pressione). un documento tramite il quale un'azienda presenta tutti i suoi
Un risultato particolare, considerato molto importante dalle servizi all'utenza.
aziende sanitarie, è rappresentato dalla soddisfazione de­ Oggetto di valutazione è la struttura nel suo complesso, ol­
gli utenti. tre che, naturalmente, le caratteristiche del personale che vi
opera. Va da sé che una struttura non potrà essere perfetta,
I tre approcci sono importanti allo stesso modo ed è perciò ma dovrà comunque dotarsi di alcune regole interne che por­
opportuno che la valutazione si effettui a tutti e tre i livelli. tino al costante miglioramento della qualità stessa.
Tale relazione presuppone che fra struttura, processo e esito L'insieme di azioni rivolte al perseguimento e al miglioramen­
vi sia un rapporto causa-effetto di tipo probabilistico potendo to della qualità in un Azienda trova un suo coordinamento nel
una buona struttura sanitaria aumentare la probabilità che in cosiddetto "Ufficio qualità", che accoglie uno staff di esperti
essa si sviluppi un buon processo di cura e potendo un buon in materia al fine di predisporre e attuare un piano di miglio­
processo di cura avere una maggiore probabilità che possa ramento della qualità stessa nei diversi servizi.
concludersi con un buon risultato, senza che questo possa Nell'ambito del miglioramento continuo della qualità si rende
mai essere dato per scontato. necessario individuare i possibili problemi da affrontare e al
I clienti misurano la qualità del sevizio fra la qualità ideale e contempo definire i criteri, gli indicatori e gli standard per la
quella ritenuta accettabile ed esprimono la soddisfazione del misurazione dei risultati.
servizio ricevuto valutando la discordanza del servizio atteso
e di quello percepito. Quindi, concludendo, la soddisfazione Cosa si intende per criterio, indicatore e standard?
del cliente non è altro che la differenza fra la sua attesa e il
suo vissuto. I criteri sono gli aspetti da prendere in considerazione per va­
I processi di rinnovamento dell'attuale momento storico, le lutare e decidere; essi possono essere definiti come le carat­
richieste di miglioramento di cure e prestazioni sanitarie da teristiche osservabili della struttura, del processo o dell'esito.
parte dei clienti finali, hanno imposto un cambiamento nel Per esempio possono essere criteri di struttura la dotazio­
modo di gestire gli ospedali. È necessario effettuare scelte ne di infermieri per posto letto, la disponibilità di bagni in ca­
innovative nel definire le strategie e per ricercare gli elementi mera, la presenza di cartella infermieristica; sono indicatori
di qualità che determinano situazioni di vantaggio competi­ di processo la mobilizzazione di persona assistita a rischio
tivo. La trasformazione dell'ospedale in azienda, ha portato di complicanze da postura, l'informazione degli utenti prima
l'organizzazione sanitaria a considerare l'assistito come "at­ di un trattamento; sono criteri di esito le infezioni ospeda­
tore" consapevole ed informato. liere, le infezioni delle ferite chirurgiche, la disabilità residua
degli assistiti trattati.
Il cliente deve avere in ospedale un ruolo attivo, deve essere Gli indicatori sono variabili misurabili utilizzate per descrive­
oggetto di attenzione da parte di tutti gli operatori della Sa­ re sinteticamente un fenomeno; in genere sono costituiti da
nità, devono essere compresi i suoi bisogni e rispettati i suoi tassi, ossia da un numero di eventi diviso per la popolazione
valori. L'azienda-ospedale si deve confrontare con clienti con a cui si riferisce tale evento. Nell'ambito del processo di ge­
livelli culturali e di istruzione più elevati, che porta a maggio­ stione del rischio clinico, fanno eccezione i cosiddetti "even­
ri informazioni e aspettative. L'ospedale può competere se ti sentinella", ossia quella serie di indicatori che hanno un
oltre a fornire buone prestazioni sanitarie, mette in campo valore soglia pari a 1, cioè sono eventi di particolare gravità
comfort, gentilezza e cortesia, capacità d'informazione e di per cui è sufficiente che accadano una sola volta perché si
"condurre per mano"la persona assistita durante tutto il pro­ debba intervenire immediatamente con una valutazione ap­
cesso di malattia. profondita seguita da appropriato intervento sanitario, orga­
nizzativo o di altra natura.
La valutazione della qualità assistenziale: perché valu­ Infine gli standard sono i valori soglia, di riferimento per l'in­
tare? - che cosa valutare? - come valutare? - cenni di dicatore a cui si riferiscono. Lo standard è il livello di accetta­
metodologia - significato di criterio, indicatore, standard bilità del singolo criterio espresso in termini quantitativi; esso
diventa il valore minimo atteso per un determinato indicatore
Parallelamente al processo di aziendalizzazione dei servizi si (ad esempio il numero di infermieri per posti letto, la quantità
è sentita la necessità di misurare i servizi erogati dalle strut­ numerica di mobilizzazioni degli utenti a rischio di complican­
ture sanitarie per dimostrare di poter garantire buoni livelli di za da postura, il numero delle persone trattate per ictus con
qualità dell'assistenza. disabilità residua).
A tale scopo vengono utilizzati dei sistemi di verifica che
consentano una misura il più possibile oggettiva del livello di
qualità delle prestazioni. Non è possibile infatti basarsi sola­
mente sulla qualità percepita da parte dell'utente (o del fami­
liare che sia), ma occorre awalersi di un sistema oggettivo in
grado di valutare la qualità di un servizio sociale o sanitario.
Infatti la persona (assistito o familiare) potrebbe non avere la L'OSS nei progetti di miglioramento continuo della qua­
preparazione o la necessaria oggettività per effettuare una lità (MCQ)
valutazione di servizi anche molto complessi.

101
-�l<:Ull:.M.u:me..funzionLspecificbee di quelle.col......
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....
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ra....t....
iv..-.e...____�---'-----------�--------
- ruolo propositivo - nella raccolta dati/documentazione -
nell'analisi e interpretazione dati - applicazione correttivi
- valutazione

La figura dell'Operatore Socio Sanitario riveste un ruolo im­


portante all'interno dei progetti di miglioramento continuo
della qualità con specifiche funzioni sia a carattere autonomo
che collaborativo.
In questo capitolo si è già parlato della competenza dell'OSS
all'interno del processo di assistenza nella rilevazione e rac­
colta dei dati e della loro collocazione in appositi strumenti
informativi. A tutto ciò dobbiamo aggiungere il ruolo proposi­
tivo previsto dal profilo dove , all'interno dell'allegato A, sot­
to la voce "Supporto gestionale, organizzativo e formativo"
viene specificato che l'OSS "utilizza strumenti informativi di
uso comune per la registrazione di quanto rilevato durante il
servizio" e "collabora alla verifica della qualità del servizio".

102
CAPITOLO6
I BISOGNI DELL'UOMO

6.1 La teoria dei bisogni


6.2 I bisogni dell'uomo
6.2.1 Il bisogno di respirazione
6.2.1.1 Le caratteristiche del respiro
6.2.1.2 Le alterazioni della respirazione
6.2.1.3 Segni e sintomi di alterazione della respirazione
6.2.1.4 La valutazione della frequenza respiratoria
6.3 Alimentazione e idratazione
6.3.1 La funzione degli alimenti e i principi nutritivi
6.3.2 I sette gruppi fondamentali di alimenti
6.3.3 La piramide alimentare
6.3.4 Idratazione
6.3.5 Il ruolo dell'Oss nella soddisfazione del bisogno di alimentazione
6.4 Il bisogno di alimentazione
6.4.1 Eliminazione urinaria
6.4.2 Le funzioni dell'apparato urinario
6.4.3 Caratteristiche delle urine
6.4.4 Le principali alterazioni della funzione urinaria
6.4.5 Incontinenza urinaria
6.4.6 Il ruolo dell'operatore socio sanitario nella soddisfazione del bisogno di eliminazione urinaria
6.4.7 Eliminazione intestinale
6.4.7.1 L'intestino e le sue funzioni
6.4.7.2 La motilità intestinale e sua regolazione
6.4.7.3 I fattori che influenzano l'eliminazione intestinale
6.4.7.4 Le principali alterazioni della funzione di eliminazione intestinale
6.4.7.5 Fattori predisponenti o facilitanti l'alterazione dell'eliminazione intestinale
6.4.7.6 Strumenti e ausili per l'eliminazione
6.4.7.7 Ruolo e competenze dell'operatore socio sanitario nella soddisfazione del bisogno
di eliminazione intestinale
6.4.8 Le stomie intestinali
6.4.8.1 L'alimentazione della persona sottoposta a stomia intestinale
6.5 Il movimento
6.5.1 La sindrome da immobilizzazione
6.5.2 Le implicazioni della mobilizzazione delle persone assistite per l'operatore socio sanitario
6.5.3 Le prese ergonomiche
6.5.4 Ausili
6.6 La riabilitazione

104
6.6.1 I professionisti della riabilitazione
6.6.2 La riabilitazione fisica
6.6.3 La riabilitazione psicosociale
6.6.4 La terapia occupazionale
6.7 La comunicazione
6.7.1 Gli elementi della comunicazione
6.7.2 La comunicazione in ambiente sanitario
6.7.3 La comunicazione e la relazione fra operatore e utente
6.7.4 l'impatto della comunicazione nella cura delle persone
6.7.5 Il burnout degli operatori
6.8 Riposo e sonno
6.8.1 Alterazioni della funzione sonno/riposo
6.8.2 Gli effetti del sonno
6.8.3 Ruolo dell'operatore socio sanitario - alcuni interventi di assistenza per favorire il riposo e il sonno
6.9 Le lesioni da pressione: prevenzione e trattamento
6.9.1 Il problema delle lesioni da pressione
6.9.2 Cause di insorgenza delle lesioni da pressione
6.9.3 I meccanismi che portano al danno tissutale
6.9.4 La prevenzione delle lesioni da pressione
6.9.4.1 La valutazione del rischio di lesioni da pressione
6.9.5 Sistema di classificazione delle lesioni da pressione secondo le linee guida NPUAP/EPUAP-2014
6.9.6 La prevenzione delle lesioni da pressione
6.9.7 Le modalità e le tecniche di posizionamento degli assistiti in funzione delle capacità
di mobilizzazione
6.9.8 Frequenza dei riposizionamenti dell'assistito a letto
6.9.9 Le superfici di supporto per la ridistribuzione della pressione e degli ausili antidecubito
6.9.10 l'utilizzo degli ausili antidecubito in funzione delle capacità di mobilizzazione degli assistiti
6.9.11 Le lesioni da pressione in sala operatoria
6.9.12 Attività riconducibili alle competenze dell'operatore socio sanitario per la prevenzione e la cura
delle lesioni da pressione
6.1O Il bisogno di igiene personale
6.10.1 Elementi psicologici relativi al bisogno di igiene
6.10.2 l'accertamento relativo al bisogno di igiene
6.10.3 L'oggetto dell'igiene: la cute
6.10.4 La pianificazione e l'attuazione delle cure igieniche
6.10.5 Cura del vestiario

105
o dalla base .dell� "PiramicJe-:dei-cBisegni", · salendo
verso il vertice si evidenziano:

i bisogni FISIOLOGICI: quali ad esempio fame,


6.1 LA TEORIA DEI BISOGNI sete, sonno, termoregolazione, respirazione, cioè
i bisogni connessi alla soprawivenza fisica dell'in­
Il bisogno è uno stato di tensione dovuto alla mancanza di dividuo. Sono i primi a dover essere soddisfatti a
qualcosa che risponde a esigenze fisiologiche (ad esempio causa dell'istinto di autoconservazione
la fame) o a esigenze psicologiche affetto) o a esigenze so­ i bisogni di SICUREZZA: quali protezione, tran­
ciali acquisite dall'ambiente (successo). quillità, prevedibilità, soppressione delle preoccu­
pazioni e delle ansie
Un'altra interpretazione del concetto di bisogno lo definisce i bisogni di APPARTENENZA: essere amato e
come "la necessità di procurarsi ciò che manca per raggiun­ amare, far parte di un gruppo, cooperare, parte­
gere un fine determinato, oppure ciò che è ritenuto utile per cipare. Questa categoria rappresenta l'aspirazio­
il conseguimento di uno stato di benessere materiale o mo­ ne di ognuno di noi a essere un elemento della
raie. "1 comunità
i bisogni di STIMA: essere rispettato, approvato,
Abraham Maslow, psicologo americano e fondatore del­ riconosciuto. L'individuo vuole sentirsi competen­
la "Psicologia Umanistica", si occupò fra l'altro di definire il te e produttivo
concetto di "bisogno". Maslow nella sua teoria individuò 5 i bisogni di AUTOREALIZZAZIONE: realizzare la
livelli differenti di bisogno, ben rappresentati all'interno di una propria identità in base ad aspettative e potenzia­
ipotetica piramide. Questo strumento è stato molto utilizzato lità, occupare un ruolo sociale. Si tratta dell'aspi­
nell'ambito sanitario per rappresentare e teorizzare modelli razione individuale a essere ciò che si vuole es­
di assistenza, perché ben rappresenta il complesso sistema sere sfruttando le nostre facoltà mentali e fisiche.
della presa in carico della persona assistita, da alcuni autori
definita come "un insieme di bisogni".
Al livello più basso della piramide, fra i bisogni fondamentali
si ha il gruppo dei bisogni necessari per la vita, cioè i bisogni
fisiologici, quali l'alimentazione, l'idratazione, il riposo e son­
no, l'eliminazione urinaria e intestinale, la respirazione, che
sono i più urgenti nel manifestarsi in uno stato di privazione.
Solo il soddisfacimento di questi bisogni, anche parzialmen­
te, fa emergere il successivo e più elevato gradino di biso­
gni. Maslow sostiene che se non si riescono a soddisfare i
bisogni di base, ma anche semplicemente uno di essi, ad
esempio la fame, non si riuscirà a pensare di soddisfare un
bisogno di livello superiore.

Una volta soddisfatti questi bisogni, totalmente o parzial­


mente, potranno essere presi in considerazione la categoria
di bisogni di livello superiore, i bisogni di sicurezza. Anche
questi bisogni sono altrettanto urgenti e necessari e come
già detto potranno essere soddisfatti solo se saranno state
risolte le necessità relative ai bisogni del livello di base. I bi­
La piramide dei bisogni di Maslow {1954}
sogni di sicurezza comprendono quelli di protezione, dipen­
denza, libertà dalla paura e un ambiente stabile e strutturato.
Figura 6.1 - La piramide di Maslow La mancata soddisfazione di questi bisogni determinerà l'im­
possibilità di soddisfare quelli di livello superiore, i bisogni di
appartenenza, fra cui quelli di integrazione e di affetto, che
In questa rappresentazione i bisogni di base, definiti anche
rappresentano la necessità delle persone di sentirsi social­
bisogni fondamentali, si trovano alla base di questa pirami­
mente inserite e accettate nella comunità in cui vivono. In
de, all'interno di una visione gerarchica delle relazioni fra i
questo livello è anche descritta la necessità delle persone di
vari livelli. Tale gerarchia si basa sulla teoria che, una volta
essere amate, di avere familiari, amici e partner che deside­
soddisfatto un bisogno inferiore, anche solo parzialmente,
rano scambiare amore o affetto.
inizia a presentarsene uno nuovo, con un carattere di minor
forza e urgenza, ma in grado di riorientare le azioni e anche
Dalla soddisfazione, anche parziale, dei bisogni di apparte­
i valori soggettivi dell'uomo tesi al suo soddisfacimento. Da
nenza e affetto, si sviluppa la classe dei bisogni di stima,
ciò, la conseguenza che la soddisfazione è momentanea e
intesa come autostima, stima e rispetto provenienti dagli altri
non permanente.
individui. Con autostima Maslow intende anche la percezio­
ne soggettiva di indipendenza e libertà.
Quindi, nella teoria di Maslow, viene espresso il concetto che
ogni livello di bisogni può essere soddisfatto solo se sono
Al vertice della piramide, una volta soddisfatti tutti i bisogni
soddisfatti, anche parzialmente, i bisogni di livello inferiore.
dei livelli inferiori, è collocato il bisogno di autorealizzazione,
I bisogni di base devono essere soddisfatti in modo più ur­
cioè la necessità delle persone di ricercare attività più conso­
gente e necessario, perché sono i bisogni indispensabili per
ne alla sua natura, alle sue abilità o predisposizioni.
la vita.

http://wwwa.treccani.it/vocabolario/bisogno/

106
. Mentre i bisogni fondamentali, una ·.;otta soddisfattHi .tteeflnd�oain'\Eor-------1:L:'E'alt'ttt11r.H•i1ttaàcfrees91p!ff1irFSaltlte:lfn!ll·al;p3lu!E.òHa:lAE!allHnOOl��meia1t11Ga;OOill-ll:n...-
a non ripresentarsi, i bisogni sociali e relazionali tendono a portanti sia in relazione a fattori fisiologici che patologici. Ad
rinascere con nuovi e più ambiziosi obiettivi da raggiungere esempio i maschi hanno, nella norma, una capacità polmo-
e sono spesso legati ad altri fattori, quali ad esempio il con- nare maggiore delle persone di sesso femminile e, di conse-
testo sociale, economico, i valori personali. L'insoddisfazione guenza, una frequenza respiratoria inferiore.
del raggiungimento di questi bisogni non è quindi quantifi­
cabile o riscontrabile oggettivamente come per i bisogni di L'attività fisica intensa determina un significativo aumento
base, ma è legato alla soggettività e ai valori ed alle con­ della frequenza respiratoria, poiché il metabolismo delle cel­
vinzioni del singolo individuo o del contesto dove esso vive. lule muscolari determina un maggiore consumo di ossige­
no. Per contro, durante il riposo e, in particolare, durante il
sonno, sia la profondità che la frequenza degli atti respiratori
diminuiscono; a volte l'attività involontaria legata ai sogni può
6.21 BISOGNI DELL'UOMO determinare un maggiore consumo di ossigeno e quindi mo­
dificare il ritmo della respirazione. Anche il soggiorno ad alti­
L'uomo, la persona assistita, si trova spesso nella necessi­ tudini elevate determina un aumento dell'attività respiratoria,
tà di non essere in grado di soddisfare in modo autonomo i poiché la quantità di ossigeno presente nell'aria ambiente è
propri bisogni. In funzione dell'alterazione dei bisogni delle minore.
persone, l'Operatore Socio Sanitario, nell'ambito del proces­
so di assistenza, si troverà a dover affrontare e soddisfare, Abbiamo visto, quindi, come il corpo umano sia in grado di
in autonomia o su indicazione del personale infermieristico, compensare situazioni particolari che richiedono una mag­
uno o più bisogni dell'individuo. giore necessità di ossigeno, regolando l'attività respiratoria
in modo involontario al fine di aumentare gli scambi gasso­
Andremo quindi ad analizzare sinteticamente i bisogni che si. Pur tuttavia, alcune condizioni particolari particolarmente
più frequentemente presentano alterazioni nelle persone stressanti - quali ad esempio emozioni intense - possono
che necessitano di cura e di assistenza, evidenziando an­ determinare un aumento della frequenza respiratoria, così
che gli interventi essenziali di competenza dell'Operatore come vi sono alcuni tipi di farmaci che possono determinare
Socio sanitario per l'erogazione delle prestazioni richieste. un aumento oppure una diminuzione della frequenza respi­
ratoria. Paura, ansia, pianto possono portare, nell'immedia­
to, ad un aumento dell'attività respiratoria. Pur non essendo
6.2.1 IL BISOGNO DI RESPIRAZIONE possibile restare volontariamente in apnea (cioè senza respi­
rare) per lungo tempo, le persone hanno la possibilità di non
La respirazione, bisogno fondamentale delle persone, è l'as­ respirare per qualche minuto oppure, in condizioni particola­
sunzione di ossigeno, indispensabile per i processi di com­ ri, l'attività respiratoria è modificabile volontariamente dalle
bustione che awengono nelle cellule e per l'eliminazione di persone: infatti si può decidere di respirare con una maggio­
anidride carbonica e acqua. Una persona non può non respi­ re frequenza e con una profondità diversa. Infine, alcune pa­
rare: l'interruzione dell'attività respiratoria provoca certamen­ tologie a carico dell'apparato respiratorio e cardiocircolatorio
te la morte. L'apparato respiratorio consente l'introduzione di possono determinare una significativa modifica dell'attività
ossigeno e l'espulsione di anidride carbonica ed è formato respiratoria, così come interventi chirurgici nella zona addo­
da: minale e toracica.

bocca e narici
faringe, laringe, trachea 6.2.1.1 LE CARATTERISTICHE DEL RESPIRO
bronchi
polmoni e alveoli Le principali caratteristiche che definiscono la respirazione
sono rappresentate da:
La ventilazione polmonare, sinonimo di respirazione, ga­
rantisce il ricambio di ossigeno e l'espulsione dell'anidride Frequenza: è il numero degli atti respiratori che
carbonica attraverso dalle due fasi fisiologiche che la ca­ una persona compie in un minuto
ratterizzano, l'inspirazione (aspirazione di aria) e l'espira­ Ritmo: è l'intervallo di tempo che intercorre fra un
zione (espulsione di aria all'esterno). Nella fase inspiratoria atto respiratorio e l'altro. Normalmente, in condi­
la cassa toracica e i polmoni si espandono in conseguenza zioni di riposo, il ritmo è regolare e costante
dell'immissione di aria negli alveoli. Durante l'espirazione, Profondità: è la quantità di aria che giunge negli
invece i polmoni si vuotano e l'aria utilizzata viene espulsa alveoli e che viene successivamente eliminata du­
all'esterno. rante ogni atto respiratorio
Qualità: rappresenta l'efficacia e l'efficienza degli
Il respiro è controllato e regolato dal centro nervoso depu­ scambi gassosi e degli atti respiratori, che potreb­
tato a tale scopo, definito il centro del respiro. La frequenza be essere compromessa, ad esempio, da patolo­
esprime il numero degli atti respiratori effettuati in un minuto. gie dell'apparato respiratorio
I valori considerati normali sono diversificati differenti fasce Forma: è legata alla meccanica della respirazio­
di età: infatti durante la respirazione tranquilla l'adulto respira ne, cioè dal tipo di contrazione di diaframma, mu­
6-7 litri di aria al minuto; la frequenza del respiro è di 14-16 scoli intercostali e torchio addominale. La forma
atti respiratori al minuto e la quantità di aria inspirata o espi­ della respirazione è legata alla meccanica della
rata in ogni atto respiratorio è di circa 500 ml. Nei bambini la respirazione, cioè dal tipo di contrazione del dia­
frequenza respiratoria risulta maggiore di quella dell'adulto, framma, dei muscoli intercostali e del torchio ad­
con 20-30 atti respiratori al minuto, frequenza che nel neona­ dominale. Le forme prevalenti della respirazione
to può raggiungere anche i 30 -60 atti. La capacità polmona­ sono rappresentate dalla respirazione toracica o
re aumenta gradatamente durante la crescita, di conseguen­ costale e dalla respirazione diaframmatica o ad­
za la frequenza respiratoria diminuisce. dominale. La respirazione toracica è caratterizza-

107
1----'--"---ta-,èallliflflaii:cam&Rto o dalla dilatazione del torace, stato di apnea che può durare anche 60 socond·
dovuto alla contrazione dei muscoli intercostali Respiro di KUSMAULL: caratterizzato da re­
esterni e degli altri muscoli elevatori dello coste. spiri lenti e profondi. Solitamente si associa ad
Questo tipo di respirazione è tipico delle donne e acidosi metabolica severa, come nel caso del
dei bambini. La respirazione diaframmatica o ad­ diabete mellito scompensato (chetoacidosi diabe­
dominale, invece, tipica dei neonati e dell'uomo, tica). Nell'acidosi il respiro è inizialmente rapido
viene svolta con un movimento verso l'esterno e superficiale, poi diventa gradualmente profon­
della parete addominale dovuto alla contrazione do, lento, faticoso e ansimante: l'aumento della
e alla discesa del diaframma. frequenza respiratoria e della profondità degli
atti respiratori ha lo scopo di aumentare l'elimina­
6.2.1.2 LE ALTERAZIONI DELLA RESPIRAZIONE zione dell'anidride carbonica e, di conseguenza,
aumentare il pH ematico. Lo cause principali di
Con il termine oupnea si definisce la normale attività respi­ questa modalità di respirazione sono l'acidosi me­
ratoria. Le alterazioni della normale respirazione possono tabolica (come abbiamo già detto in particolare la
riguardare la frequenza, il ritmo, la profondità, la qualità e la chetoacidosi diabetica), l'uremia, l'intossicazione
forma del respiro. da etanolo o salicilati, le alterazioni elettrolitiche,
l'ipossia, alcune tipologie di lesioni cerebrali.
ALTERAZIONI DELLA FREQUENZA Respiro di Biot: è caratterizzato dall'alternanza
di 4 o 5 atti respiratori rapidi di uguale profondità
Apnea: è l'assenza di atti respiratori ed è definita tale sola­ a fasi di apnea di durata variabile. È un indice pro­
mente quando è una condizione transitoria e temporanea, gnostico molto grave e di importante sofferenza
da non confondere con l'arresto respiratorio di cui si tratta del centro respiratorio bulbare. Da alcuni autori
nel capitolo riguardante il primo soccorso. Come abbiamo classificato distintamente dalla respirazione atas­
visto, l'apnea può essere anche volontaria per alcuni minuti sica, che prevede dei respiri più irregolari seguiti
(si pensi ad esempio alle immersioni subacquee). comunque da apnea, è associato ad asincronia
delle contrazioni dei muscoli intercostali e del dia­
Tachipnea: è l'aumento del numero di atti respiratori (fre­ framma, che vengono a trovarsi in fase respirato­
quenza); nell'adulto, quando la frequenza supera i 20 atti ria opposta.
respiratori al minuto. Si può verificare in condizione di sforzo
fisico, ma anche in situazioni quali ad esempio agitazione, Tra le cause patologiche del respiro di Biot ricordiamo:
febbre, polmonite, emorragie, malattie cardiache.
tumori endocranici
Bradipnea: è la diminuita frequenza degli atti respiratori sino meningiti
al di sotto dei 12 atti respiratori al minuto. È fisiologica in encefaliti
condizioni di sonno, riposo, stanchezza, mentre si verifica edema cerebrale
in condizioni patologiche in caso di alterazioni metaboliche, infezioni
awelenamento, disturbi cerebrali. ictus

Polipnea: si intende un aumento dei volumi dinamici pol­ Respiro di Falstaff: con questo termine si intende una forma
monari, con l'aumento della frequenza degli atti respiratori di respiro patologico ed estremamente difficoltoso associa­
o dell'intensità di tali atti, come ad esempio dopo sforzi fisici to alla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno. Si verifica
intensi e prolungati. Mentre nella tachipnea, quindi, il respiro soprattutto in soggetti obesi nella fase del sonno, che de­
è molto frequente, nella polipnea il respiro è molto frequente termina una significativa perdita del tono della muscolatura
ed ogni singolo atto respiratorio è molto intenso, cioè molto scheletrica. A questo conseguo un importante restringimento
profondo. delle vie aeree superiori e la faringe tende a collassare gene­
rando una ostruzione parziale o completa. La colonna d'aria
ALTERAZIONI DEL RITMO che attraversa queste strutture tende perciò ad accelerare e
mette in vibrazione le strutture stesse: il flusso diviene turbo­
Normalmente, dopo ogni ciclo respiratorio si verifica un in­ lento e ne consegue il russamento anche intenso, fino alla
tervallo, cioè una pausa regolare nella respirazione. Come temporanea interruzione del sonno ed al ripristino del tono
abbiamo visto, l'alternarsi di pause e atti respiratori, in con­ muscolare. I momentanei risvegli tendono ad essere inferiori
dizioni di normalità è regolare e costante. I neonati hanno ai 15 secondi, ma influiscono in modo chiaramente negativo
un ritmo meno regolare degli adulti e a volte i bambini molto sulla qualità del risposo della persona che ne soffre. Occa­
piccoli tendono a variare frequentemente il loro ritmo respira­ sionalmente l'ostruzione si traduce in un risveglio improwiso
torio, che può essere regolare o irregolare. con uno sbuffo od un russarnento più sonoro. Al ripristino del­
la respirazione con pochi respiri il soggetto riprende un son­
L'alterazione del ritmo nell'adulto spesso è dovuto a situazio­ no più profondo ma il problema a breve si ripresenta. Questo
ni patologiche. Fra le tipologie di respiro più caratteristiche ciclo di apnee e risvegli può presentarsi sino a centinaia di
ricordiamo: volte ogni notte

Respiro di CHEYNE-STOKES: causato da un'in­ ALTERAZIONI DELLA PROFONDITÀ


sufficiente stimolazione del centro del respiro, tipi­
co del corna epatico, renale o cerebrale. Questo Normalmente l'espirazione dura una volta e mezzo l'inspi­
tipo di respiro si manifesta con respiri iniziali bre­ razione, ma molte situazioni patologiche, quali ad esempio
vi e superficiali seguiti da atti respiratori sempre broncopolmoniti e asma, possono alterare in modo significa­
più profondi e spesso ansimanti per poi tornare tivo questo rapporto. In base a tale alterazione la respirazio­
normali e di nuovo alterati fino a raggiungere uno ne può essere:

108
perfieìale o corta (riduzione del volume oor L'ortopnea è la difficoltà respiratoria del�G1·-· IYQ.m.JPoliìlZ«J=..-1
rente, cioè della quantità di aria utilizzata per il ne distesa, che lo obbliga a sedersi o a restare in posizione
normale atto respiratorio): difficile da rilevare con eretta, oppure a dormire in posizione seduta o semiseduta.
l'osservazione, si verifica quando l'aria introdotta Non necessariamente è correlata ad attività fisica e spes­
è scarsa e fatica ad arrivare agli alveoli per gli so soprawiene anche durante le ore notturne o a riposo.
scambi gassosi, ad esempio per motivi legati a Può derivare da patologie a carico del sistema respiratorio
traumi del torace, a fratture costali, a pleuriti pol­ (ad esempio l'enfisema polmonare) o cardiocircolatorio (ad
moniti o interventi chirurgici sul torace. esempio lo scompenso di circolo).
Profonda e lenta (aumento del volume corrente):
facilmente rilevabile con l'osservazione, è tipica LA FORMA DELLA RESPIRAZIONE
degli stati di acidosi o se il soggetto è sotto l'ef­
fetto di sonniferi od altri farmaci che possono in La forma della respirazione è legata alla modalità di contra­
qualche modo alterare la respirazione. zione del diaframma, dei muscoli intercostali e del torchio
addominale.

ALTERAZIONI DELLA QUALITÀ DEL RESPIRO Le principali forme che si possono osservare nelle persone
sono le seguenti:
Anche se la persona respira, non sempre la qualità dei suoi
Respirazione toracica o costale:
atti respiratori risulta soddisfacente. In caso di respiro diffi­
l'innalzamento e la dilatazione del torace sono d ovuti alla
coltoso si parla di dispnea, cioè la sensazione soggettiva di
contrazione dei muscoli intercostali esterni e degli altri mu­
difficoltà respiratoria che l'individuo descrive come affanno,
scoli elevatori delle coste. Questo tipo di respirazione è ca­
fame d'aria, respiro corto. La dispnea è un sintomo di diver­
ratteristico di donne e bambini.
se patologie a carico non solo dell'apparato respiratorio, ma
Respirazione diaframmatica o addominale:
anche di quello cardiocircolatorio ed è una delle molteplici
è caratterizzata da un movimento verso l'esterno della pa­
sensazioni che possono essere descritte da una persona.
rete addominale dovuto alla contrazione e alla discesa del
La dispnea si distingue sulla base delle cause che la pro­
diaframma. Questo tipo di respirazione è tipica di neonati e
vocano e può verificarsi durante l'attività fisica (dispnea da
del maschio.
sforzo), oppure a riposo (dispnea a riposo). Se la difficoltà
si manifesta nella fase dell'immissione dell'aria si parla di di­
6.2.1.3 SEGNI E SINTOMI DI ALTERAZIONE DELLA
spnea inspiratoria ed è caratterizzata da respiri profondi e
lenti e muscolatura ausiliaria tesa. La causa di questa forma RESPIRAZIONE
può essere dovuta ad un impedimento nel passaggio di aria
Cianosi: colorito bluastro di cute e mucose, d ovuto alla
nei polmoni a causa di una ostruzione delle vie aeree supe­
scarsa ossigenazione dell'emoglobina nel sangue. È conse­
riori. Se si verifica invece nella fase dell'espulsione dell'aria
guenza sia di condizioni morbose dell'apparato respiratorio
dai polmoni si parla di dispnea espiratoria. Questa forma è
sia di malattie dell'apparato circolatorio, quali ad esempio lo
caratterizzata da una fase espiratoria prolungata, associata
scompenso cardiocircolatorio. È importante osservare il co­
spesso a rumori e fischi provocati dalle secrezioni presenti
lorito della cute e, in particolare, del letto ungueale, una delle
nell'albero respiratorio; si manifesta principalmente nei sog­
prime zone che si alterano in caso di difficoltà respiratorie.
getti con enfisema, bronchite e asma bronchiale. A volte la di­
Per questa ragione le persone ricoverate dovrebbero rispet­
spnea può interessare entrambe le fasi (dispnea mista) tipica
tare, fra le altre norme igieniche, anche il mantenimento delle
dei cardiopatici e dovuta al rallentamento della circolazione
unghie prive di smalto, in particolare durante l'esecuzione di
sanguigna sistemica provocata dall'insufficienza cardiaca.
interventi chirurgici, per consentire agli operatori l'individua­
La dispnea parossistica notturna, anche definita asma car­ zione precoce di questi segni.
diaco, si manifesta di notte con attacchi intensi che svegliano
Tosse: può essere sintomo di una infezione respiratoria, op­
l'individuo ed è legata ad una fase avanzata dello scompen­
pure può essere conseguenza dell'inalazione o dell'aspira­
so cardiaco, aumento della pressione venosa polmonare e
zione di corpi estranei nelle vie aeree. In genere rappresenta
capillare. I sintomi sono rappresentati appunto dalla disp­
un atto riflesso a scopo difensivo evocato dalla stimolazione
nea la quale, avendo come principale caratteristica quella di
(meccanica, chimica, termica, infiammatoria o psicogena)
comparire con la persona in posizione coricata e tendendo a
dei recettori della tosse a livello delle mucose delle vie ae­
risolversi nel momento in cui si assume la posizione eretta
ree inferiori. Ha la finalità di assicurare la pervietà delle vie
(ortostatismo), viene indicata con il termine ortopnea (disp­
tracheobronchiali. La tosse può essere secca o produttiva.
nea che obbliga all'ortostatismo). All'ortopnea si possono
La tosse secca è dovuta a fattori irritativi localizzati a livello
associare:
delle vie aeree o della pleura e non viene prodotto espetto­
tosse secca e insistente che accompagna una rato. La tosse produttiva è dovuta alla presenza nei bronchi
dispnea presente talora con sibili espiratori ("fi­ di secrezioni che la persona assistita cerca di espettorare.
schietto") Può anche essere dovuta a stimoli irritativi (ad esempio nei
tachicardia fumatori o nelle persone con laringite).
ansietà
Respiro gorgogliante: in alcuni casi il respiro può produrre
tendenza della persona a ricercare sollievo, oltre
un rumore simile ad una "pentola che bolle" a causa della
che con l'assunzione della posizione seduta, re­
presenza di secrezioni all'interno dei bronchi, che creano un
spirando anche a bocca aperta ed a volume mag­
gorgoglio al passaggio dell'aria. A volte il respiro gorgoglian­
giore o aprendo una finestra per respirare aria
te è sintomo anche di patologie cardiache (scompenso car­
fresca.
diaco, edema polmonare acuto).

109
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proveniente dalle vie respiratorie inferiori (laringe, trachea, tario, sospensione del fumo, ecc.)
bronchi e polmone). Far eliminare all'assistito le secrezioni bronchiali
incentivando esercizi respiratori, utilizzando col­
Espettorato: è provocato dall'irritazione delle mucose delle pi di tosse efficace e facilitando la mobilità delle
vie aeree inferiori che stimola le ghiandole presenti a secer­ persone. Il ristagno di secrezioni bronchiali facilita
nere una maggiore quantità di muco; la quantità di espetto­ infatti l'insorgenza di infezioni.
rato prodotto nelle 24 h può variare sia per quantità che per Incentivare i movimenti dell'assistito, che facilita­
caratteristiche, in base alla zona di origine che alla causa che no l'espettorazione
lo ha determinato e può essere: Far utilizzare posizioni che facilitano il respiro,
quali ad esempio la posizione ortopnoica (seduta
sieroso (filante) o semiseduta)
mucoso (biancastro) Far assumere all'assistito una quantità idonea di
mucopurulento (denso e giallastro) liquidi, anche al fine di fluidificare le secrezioni
purulento (denso e verdastro) bronchiali
ematico. Pulire sistematicamente il cavo orale: ricordare
che la mancata pulizia del cavo orale è una delle
Per valutare l'espettorato l'Operatore Socio Sanitario dovrà cause principali di infezioni dell'apparato respira­
prendere in considerazione le variazioni delle principali ca­ torio.
ratteristiche del muco e segnalare le anomalie all'infermiere
e al medico. Gli interventi in urgenza consistono invece in atti finalizzati al
mantenimento della ventilazione, quali ad esempio, nell'arre­
6.2.1.4 LA VA LUTA ZIONE DE LLA FREQUENZA sto respiratorio, la ventilazione con il pallone a utoespansibile
RESPIRATORIA (pallone di Ambu) o la disostruzione delle vie aeree da corpo
estraneo (manovra di Heimlich) di cui si parlerà nel capitolo
Prima di valutare la frequenza respiratoria, devono essere 10 (primo soccorso).
presi in considerazione alcuni elementi, quali la presenza di:
Si sottolinea infine l'importanza dell'igiene nei reparti di area
segni clinici e sintomi di alterazioni respiratorie critica, ad esempio in rianimazione, nella cura degli assistiti
(dispnea, dolore toracico, tosse, cianosi, ridotto in ventilazione assistita (ad esempio intubato con tubo endo­
livello di coscienza) tracheale), la cui gestione è di competenza dell'infermiere,
fattori che influenzano il respiro (età, esercizio così come l'aspirazione delle secrezioni bronchiali con tec­
fisico, altitudine, postura, dolore, ansia, farmaci, niche invasive, la somministrazione di ossigen o e di aerosol
febbre, patologie) (atti terapeutici) con interventi collaborativi da parte dell'ope­
Innanzitutto bisogna ricordarsi che è opportuno che la perso­ ratore Socio Sanitario durante le pratiche di assistenza.
na assistita non si accorga della rilevazione della frequenza
respiratoria. Infatti la consapevolezza dello svolgimento di
questa azione può indurre l'assistito, soprattutto se ansioso,
ad alterare la profondità o la frequenza del respiro in modo
più o meno volontario. 6.3 ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE

Una modalità per superare questa possibile criticità è la L'organismo degli esseri viventi funziona grazie all'energia
rilevazione dell'attività respiratoria durante altre pratiche che produce tramite il metabolismo degli alimenti che gior­
assistenziali, concentrandosi ed osservando i movimenti di nalmente si introducono. Gli alimenti, oltre ad essere la fonte
espansione del torace contandoli per un minuto (un atto re­ principale di energia, garantiscono il normale apporto delle
spiratorio è composto da una inspirazione e da una espira­ sostanze che servono a rigenerare le cellule (funzione pla­
zione). stica) e contribuiscono al reintegro delle altre sostanze ne­
cessarie alla vita, quali le vitamine e i sali minerali. Il man­
Se la persona assistita dorme, ascoltare il respiro oppure tenimento della temperatura corporea e il m ovimento sono
poggiare la mano sul torace per identificare i movimenti di strettamente correlati alla combustione dei materiali che
sollevamento e abbassamento. sono introdotti con l'alimentazione.

Nel bambino osservare il sollevarsi e l'abbassarsi dell'ad­ Una corretta alimentazione svolge un ruolo importante nel­
dome per contare gli atti respiratori, nei lattanti invece la prevenzione e nel recupero delle malattie e nel manteni­
osservare il movimento delle pinne nasali (ali del naso). mento di una buona salute. Una dieta sana aiuterà anche a
sentirsi bene ed è importante, per gli operatori sanitari, cono­
ATTIVITÀ DI COMPETENZA DE LL'OPERATORE SOCIO scere le modalità corrette di alimentazione per poter proporre
SANITARIO PER FAVORIRE LA RESPIRAZIONE ai propri assistiti un corretto modello nutrizionale. Infatti, le
scelte alimentari corrette ed appropriate sono fondamentali
Gli interventi che possono essere realizzati dall'Operatore per prevenire le malattie, in particolare quelle c roniche come
socio Sanitario per la risoluzione del bisogno di respirazione il diabete e le malattie cardiache.
sono:
Una corretta alimentazione è importante per tutti gli uomini,
Educazione all'assistito ed alla famiglia al fine di ma particolarmente per le persone anziane. Lo stato nutri­
prevenire malattie infettive (ad esempio isolamen­ zionale di un assistito spesso influisce sugli esiti delle cure e
to da altre persone ammalate, misure igieniche sul recupero dalle malattie. Nelle cure domiciliari è particolar­
corrette, abitudini alimentari corrette al fine di mente indicato trattare la nutrizione in maniera proattiva, in-

110
terveflto attravefso il quale è possibile-f)l'evefl:it, tff3-leHmfttt:latt:la1t1ttt1tie:t:-,--t1dt'lliv'tcJe>t1rssterf11tulliA;,:;zi1to>11nedetti
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·-
in particolare quelle dismetaboliche e le ospedalizzazioni2• testinale, il regolare funzionamento dell'intestino e l'assorbi­
mento degli alimenti - sono contenute negli alimenti vegetali.
Il pasto rappresenta un importante momento di socializzazio­
ne e aggregazione per le persone, anche e soprattutto negli I glucidi sono la fonte di energia primaria per l'uomo, anche
ambienti sanitari. Infatti gli assistiti, sradicati dal loro ambien­ se una parte di questa viene fornita attraverso la trasforma­
te famigliare, trovano nel momento del pasto uno stimolo per zione dei lipidi e delle proteine. I carboidrati sono immagaz­
intraprendere relazioni con gli altri. zinati nel corpo sotto forma di glicogeno nel fegato per 1/3 e
nei muscoli per 2/3 e forniscono al corpo l'energia necessaria
Allo stesso modo l'idratazione è un altro elemento fondamen­ durante le attività fisiche. Si reintegrano facilmente con un
tale per mantenere una persona in buona salute. In partico­ pasto a base di carboidrati dopo l'attività fisica.
lare le persone anziane tendono a diminuire l'apporto idrico I glucidi, in una dieta equilibrata, dovrebbero rappresentare il
a causa della riduzione dello stimolo della sete, quindi anche 55/60% delle calorie introdotte quotidianamente e la maggio­
in questo caso gli operatori che erogano cure ed assistenza ranza di questi dovrebbe essere rappresentata da carboidrati
rivestono un ruolo importante nel fornire le giuste quantità di complessi, meno dannosi per la salute.
liquidi. Anche a riposo, infatti, le persone eliminano notevoli
quantità di liquidi tramite le urine, le feci, la sudorazione e I principali carboidrati sono i monosaccaridi, ma in tutto sono
la respirazione e questi liquidi devono essere reintegrati sia suddivisi in diverse categorie, a seconda della lunghezza
attraverso gli alimenti che i liquidi assunti per via naturale. della catena che li compone:

Monosaccaridi: glucosio (zucchero di mais), frut­


6.3.1 LA FUNZIONE DEGLI ALIMENTI E I PRINCIPI tosio (zucchero della frutta), galattosio (zucchero
NUTRITIVI del latte)
Disaccaridi: saccarosio e lattosio
L'organismo degli esseri viventi è costantemente in attività, Oligosaccaridi: raffinosio (zucchero presente in
non solo durante la fase di veglia, ma anche nelle ore nottur­ alcune leguminose)
ne: infatti tutte le attività connesse alla vita, quali la respira­ Polisaccaridi (carboidrati complessi): a milopecti­
zione, l'attività cardiaca, la digestione sono funzioni che non na (amido vegetale), glicogeno (amido animale),
si interrompono mai e necessitano di quantità più o meno inulina
importanti di energia. Una delle funzioni del corpo connesse
all'alimentazione è la funzione energetica, fornire cioè al cor­
ALIMENTI CHE FORNISCONO CARBOIDRATI
po l'energia necessaria per la sua vita.
COMPLESSI
Un'altra funzione connessa dell'alimentazione è la funzione Frutta
plastica; cioè la funzione di fornire al corpo le sostanze ne­ Verdura
cessarie alla crescita ed alla rigenerazione delle cellule dei Legumi
tessuti e degli organi che lo compongono, quali ad esempio Cereali
la pelle, i muscoli, le ossa. Patate
Prodotti a farina integrale
Gli alimenti contengono altre sostanze indispensabili per la Riso integrale
vita e il benessere, quali ad esempio le vitamine, sostanze
indispensabili per regolare buona parte delle reazioni chi­ GLI ZUCCHERI SEMPLICI SONO CONTENUTI IN:
miche che awiene nel nostro organismo, comprese quelle
energetiche. Zucchero
Prodotti contenenti farina raffinata o sbiancata
Le sostanze che compongono gli alimenti sono definiti prin­ Dolci (ad esempio caramelle)
cipi nutritivi e principalmente sono rappresentati da proteine, Bibite zuccherate o succhi di frutta
glucidi (anche definiti carboidrati o zuccheri), lipidi, vitami­
ne, sali minerali e acqua. Le proteine sono le sostanze che
LE PROTEINE
assolvono alla funzione plastica, mentre i glucidi ed i grassi
svolgono prevalentemente la funzione energetica. I sali mi­
Le proteine sono sostanze complesse, che si trovano in tutte
nerali (calcio, fosforo, sodio, potassio, ecc.) e le vitamine
le cellule e sono indispensabili per la vita. Le proteine sono
intervengono nel metabolismo e nella regolazione del funzio­
molecole formate dall'unione di unità più semplici, gli ammi­
namento di diversi organi (ad esempio il cuore ed i muscoli).
noacidi.
I GLUCIDI Nel corpo umano le proteine sono localizzate in prevalenza
nel tessuto muscolare, nel sangue, nella cute, nelle unghie
I glucidi o zuccheri (carboidrati) sono composti di origine
mentre nei vegetali si trovano prevalentemente nei semi e, in
prevalentemente vegetale, formati da carbonio, idrogeno e
minore quantità, nei tuberi, nelle radici e nelle foglie.
ossigeno. Gli zuccheri più comuni sono il glucosio, il fruttosio
e il saccarosio. La frutta è il principale serbatoio di glucosio e Le proteine svolgono una grandissima varietà di funzioni bio­
di fruttosio, mentre il saccarosio, si estrae dalle barbabietole logiche:
e dalla canna da zucchero.
funzione strutturale, perché entrano nella costi­
L'amido è un altro carboidrato che si accumula come riserva tuzione di tessuti e organi: tale funzione è tipica
energetica nei cereali, nelle patate, nel mais e nel riso. Le del collagene (presente nella pelle e nei tessuti
fibre, necessarie allo svolgimento ed alla regolarizzazione di connettivi), delle elastina (presenti nei polmoni e

2 Michael Henning, Nursing's Role in Nutrition, CIN: Computers, lnformatics, Nursing September/October 2009 Volume 27 Number 5 Pages
301 -306

111
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nei capelli e nelle unghie) e della fibroina (presen- Groviera
te nella seta) Yogurt greco
funzione di trasporto, in quanto trasportano alcu­
ne molecole tra le cellule e il loro ambiente circo­ FRUTTA
stante (per esempio l'emoglobina dei globuli rossi Arachidi tostate
trasporta l'ossigeno, l'albumina trasporta ormoni, Mandorle
acidi grassi e farmaci) Noci
funzione catalitica, per la quale sono specializzati
gli enzimi, i quali catalizzano tutti i processi chimici
In una dieta equilibrata è molto importante non eccedere nel
che awengono all'interno degli organismi viventi
consumo di proteine animali, ma sono da preferire quelle di
funzione di nutrimento e di riserva, in quanto sono
origine vegetale. Quindi nella somministrazione dei cibi agli
necessarie per l'alimentazione umana, svolgono
assistiti è importante ricordare di bilanciare l'apporto protei­
questa funzione alcune proteine come la gliadi­
co in modo tale sia di rispettare i gusti della persona che
na (presente nel grano), l'ovoalbumina (presente
le necessità dell'organismo, in particolare degli anziani, che
nell'uovo) e la caseina (presente nel latte)
hanno più facilità nella digestione di cibi di origine vegetale.
funzione regolatrice, nella quale sono specializ­
zali vari ormoni di natura proteica come l'insulina
I LIPIDI
che regola il metabolismo del glucosio;
funzione contrattile e di movimento, in quanto I lipidi (parola di derivazione del greco che significa grasso)
consentono il movimento delle cellule e la contra­ sono composti formati da tre elementi: carbonio, idrogeno ed
zione muscolare, quest'ultima infatti, è resa possi­ ossigeno, non sono solubili in acqua.
bile da due proteine, l'actina e la miosina;
funzione di difesa, in cui sono specializzati gli an­ Si dividono in:
ticorpi che difendono l'organismo dagli attacchi di
agenti patogeni. GRASSI, lipidi solidi a temperatura ambiente,
quali ad esempio il burro, il lardo e le parti grasse
Il fabbisogno proteico quotidiano dipende da diversi elemen­ della carne
ti, fra cui il peso, dal genere maschile o femminile (maggiore OLI, lipidi prevalentemente di origine vegetale,
nel maschio per la maggiore quantità di muscoli), dall'età e che a temperatura ambiente si presentano in for­
dalle condizioni fisiologiche (ad esempio il fabbisogno protei­ ma liquida, come ad esempio l'olio di mais, l'olio
co aumenta durante lo sviluppo e la gravidanza). d'oliva, l'olio di arachidi e l'olio di soia.

Le calorie fomite dalle proteine non dovrebbero superare il


12-15% del totale calorico giornaliero. Dal punto di vista chimico, la maggior parte dei lipidi alimen­
tari appartiene alla famiglia dei gliceridi, costituiti da una mo­
GLI ALIMENTI CHE CONTENGONO PROTEINE lecola di glicerina legata a una, due o tre molecole di acidi
grassi; in base a queste caratteristiche possiamo avere una
CARNE E SALUMI ulteriore classificazione:
Bresaola monogliceridi, formati da una molecola di glicerina
Prosciutto crudo + un acido grasso
Salame digliceridi, formati da una molecola di glicerina +
Petto di pollo due acidi grassi
Filetto di bovino adulto trigliceridi, formati da una molecola di glicerina +
Coniglio tre acidi grassi
PESCE
Dal punto di vista alimentare, è importante distinguere gli
Tonno
acidi grassi in:
Merluzzo
Nasello acidi grassi saturi;
Sardina acidi grassi insaturi, che a loro volta possono
LEGUMI E SEMI essere classificati in monoinsaturi oppure polin­
saturi.
Soia
Pinoli
La tabella 6.1 mostra degli esempi di alimenti ricchi in grassi,
Fagioli secchi
classificati in base al tipo di grasso che contengono in modo
Ceci
prevalente.
Lenticchie secche
Piselli La maggior parte degli acidi grassi è sintetizzabile dal nostro
Lupini organismo, soltanto tre sono definiti essenziali, devono cioè
Semi di sesamo essere introdotti con gli alimenti: l'acido oleico, l'acido linolei­
Semi di girasole co e l'acido linolenico. Gli acidi grassi saturi sono presenti nei
UOVA E FORMAGGI grassi solidi e tendono a favorire l'accumulo di colesterolo,
mentre quelli insaturi esercitano un'azione favorevole di con­
Uova (tuorli) tenimento del livello del colesterolo nel sangue. Questi ultimi
Grana si trovano negli oli vegetali e nei grassi e oli dei pesci (si è

112
scoperto ohe proprio nei grassi dei pesoi sone-presemi-a!GYA_1
acidi, gli "Omega 3", efficaci nella prevenzione degli eccessi
·1-----;::=====================�CALORIE INUTILI
di colesterolo nel sangue e delle patologie correlate).
Se non si dosa l'olio di oliva con il
I lipidi nell'organismo umano svolgono funzioni importantis­ 10 g di 90
cucchiaino è facile esagerare con
sime: olio di oliva Kcal
la dose senza rendersene conto
alcuni di essi, come i fosfolipidi e il colesterolo,
I formaggi sono alimenti ad alto
sono utilizzati dalle cellule come elementi per la
contenuto calorico. Escludendo
costruzione di membrane cellulari (funzione strut­ 10 g di for­
40 quelli magri come i fiocchi di latte
turale) maggio grat­
Kcal o la ricotta, generalmente il loro
altri, come i trigliceridi e gli acidi grassi alimentari, tugiato
contenuto calorico si aggira tra le
possono essere "bruciati" allo scopo di produrre
300 e le 500 kcal per hg
energia oppure essere accumulati sotto forma di
gocciole lipidiche, per essere utilizzati al momento Nell'esempio abbiamo conside­
del bisogno (funzione energetica) rato l'aggiunta di una bustina da
altri ancora, sono precursori di composti fonda­ 2 caffè 62 8 grammi di zucchero per caffè
mentali di natura ormonale e di altre sostanze zuccherati Kcal sostituendolo con un'analoga
importanti come le vitamine e le prostaglandine. quantità di zucchero di canna si
risparmierebbero solo 2 Kcal
Il fabbisogno dei grassi varia da persona a persona, secondo
il sesso, l'età e lo stile di vita. Indicativamente, per un adulto i Quantità tutto sommato modesta
grassi dovrebbero fornire il 20-30% delle calorie complessive facile da raggiungere se non si
della dieta, per i neonati e i bambini piccoli, invece, la quanti­ 10 grammi pesa la pasta prima di cucinarla;
35
tà dei grassi alimentari deve essere più elevata, circa il 40% di pasta purtroppo la pasta è abbastanza
Kcal
delle calorie totali. in più calorica ma poco saziante se non
viene abbinata a un po' di grassi e
La seguente tabella mostra degli esempi di alimenti ricchi in proteine
grassi, classificati in base al tipo di grasso che contengono
in modo prevalente. Le bibite zuccherate non sono
innocue quanto sembrano, l'ag­
1 bibita 130
Tipi di alimenti Tipi di grassi prevalenti giunta di carboidrati ad alto indice
zuccherata Kcal
glicemico le rende particolarmente
Tagli di carne rossa ricchi Saturi caloriche e poco sazianti
in grassi (manzo, agnello e
maiale), prodotti lattiero-ca­
Anche l'alcol contiene un certo
seari pieni di grassi (burro,
quantitativo di calorie; maggiore è
formaggio, gelati, latte e 100 cl di
66 la concentrazione della bevanda
panna), olio di palma, olio di vino 12%
Kcal alcolica e maggiori sono le calorie;
cocco e lardo Voi.
precisamente 5,6 Kcal per grado
Olio di colza, di oliva, di semi Monoinsaturi alcolico (Voi %)
di girasole, di semi di sesa­
mo, di avocado, di mandorle, Un esempio di come molte calorie
di arachidi, di nocciole e altri siano "nascoste" nell'alimento che
oli le contiene. Tra i due tipi d i latte il
gusto è simile ma le calorie sono
Latte intero
Olio di pesce (come salmo­ Omega-3 poli-insaturi superiori in quello intero perché
anziché p. 72
ne, sgombro, aringa, trota), più ricco di grassi. Analogo discor­
scremato Kcal
olio di colza, creme grasse so per yogurt naturale (50 kcal per
(400 ml)
spalmabili, olio di noci, di 100 grammi) e quello alla frutta
soia, di lino e altri oli (80-120 kcal per 100 grammi) in
cui l'eccesso di zuccheri aumenta
Creme grasse spalmabili, Omega-6 poli-insaturi a dismisura l'apporto calorico.
semi di girasole, germe di
grano, semi di sesamo, noci, Questo alimento apporta all'incirca
soia, mais e i relativi oli 4-8 calorie per pezzo (escluden­
Un paio 10
do le caramelle ipocaloriche che
Oli vegetali che sono stati di caramelle Kcal
hanno un contenuto calorico quasi
sottoposti ad un parziale nullo)
processo di idrogenazione
e sono presenti nei prodotti Un cioccolatino in più al giorno
da forno. Sono, inoltre, na­ Un
55 rispetto al fabbisogno calorico, ci
cioccolatino
turalmente presenti in latte, Kcal farebbe ingrassare circa 2,5 kg
(10 g)
manzo e agnello all'anno

Tabella 6.1 Gli alimenti ricchi di grassi e la tipologia prevalente Tabella 6.2 Le calorie "inutili" - una guida all'alimentazione sana

113
LI DI ALIMENTI Consigli· chi è vegetariano o chi mangia poca carne deve
ricavare le proteine da questo gruppo insieme a quello dei
Non esiste un alimento che da solo contenga tutti i principi cereali e tuberi (i due gruppi insieme possono sostituire la
nutritivi necessari, quindi nell'alimentazione delle persone carne), i legumi sono molto nutrienti, più economici della
assistite si deve pensare a somministrare una quantità di carne e privi di grassi, uno dei piatti tradizionali della cucina
cibo adeguata, prendendo in considerazione alimenti diversi. italiana, pasta e fagioli, condita con olio di oliva, rappresenta
Tutti i più comuni alimenti sono stati classificati in sette gruppi uno degli alimenti più completi ed equilibrati.
fondamentali, ognuno dei quali contiene determinati princi­
pi nutritivi e i sette gruppi insieme contengono tutti i principi Gruppo 5) GRASSI DA CONDIMENTO
nutritivi. Come regola fondamentale per la nostra alimenta­
zione bisognerà inserire nella dieta quotidiana o settimanale Il gruppo comprende: burro, lardo, strutto, panna, pancetta,
almeno un alimento per ogni gruppo fondamentale; in questo guanciale, margarina, olio di oliva, olio di semi e anche alcu­
modo sarà garantito l'apporto di tutte le sostanze necessarie ne preparazioni alimentari a base di grassi come maionese,
per una dieta equilibrata, cioè una dieta completa di tutte le creme spalmabili dolci a base di panna.
sostanze necessarie alla vita.
Fornisce principalmente: lipidi (anche in grande quantità), vi­
I sette gruppi fondamentali sono: tamine liposolubili gruppo A/E.

Gruppo 1) CARNE P ESCE UOVA Consigli: i grassi non vanno mai eliminati del tutto dalla dieta
perche contengono principi nutritivi essenziali (come l'acido
Questo gruppo comprende: tutte le carni, gli insaccati e i linoleico contenuto nell'olio di oliva), ma il loro consumo deve
salumi, prosciutto crudo e cotto, salame, mortadella, tutti i essere moderato e bisogna stare attenti perche sono spesso
pesci, molluschi, crostacei, uova. "nascosti" in vari cibi come salse e sughi o nei dolci, è meglio
preferire grassi vegetali (olio di oliva) rispetto ai grassi ani­
Fornisce principalmente: proteine, ferro (milza e fegato), mali (burro, panna).
vitamine 81, PP, 82, 812, iodio (alimenti marini), vitamine
liposolubili tipo A, D, K, lipidi (in abbondanza in carni rosse Gruppo 6) FRUTTA E VERDURA CON P REVALENZA DI
e salumi). VITAMINA A

Consigli: mangiare più spesso carni magre (pollo, tacchino, Questo gruppo comprende: tutta la frutta e la verdura co­
coniglio, pesce azzurro) rispetto a quelle grasse (manzo, lorata in giallo arancione e verde scuro, carote, albicocche,
maiale, insaccati), non consumare più di 3-4 uova alla set­ pesche, pomi, melone, peperoni gialli e verdi, spinaci, bie­
timana. tola, zucca gialla, cicoria, broccoli, agretti, invidia, radicchio
verde, ecc.
Gruppo 2) LATTE E DERIVATI
Fornisce principalmente: provitamina A (carotene), vitamina
Il gruppo comprende: tutti i tipi di latte, di formaggi e di yogurt. C, minerali, fibre, vitamina B, carboidrati (sotto forma di zuc­
cheri nella frutta).
Questo gruppo fornisce principalmente: proteine, calcio (in
grande abbondanza), vitamine del gruppo B e liposolubili, Consigli: vedi gruppo 7.
fosforo.
Gruppo 7) FRUTTA E VERDURA CON PREVALENZA DI
Consigli: se si è in sovrappeso preferire latte scremato e for­ VITAMINAC
maggi magri.
Questo gruppo comprende: tutti gli ortaggi a gemma e la frut­
Gruppo 3) CEREALI E TUBERI ta di gusto acidulo, broccoli, cavolfiore, cavolo verza, radic­
chio rosso, lattuga, pomodori, patate novelle, arancio, limo­
Il gruppo comprende: tutti i tipi di pane e di pasta, gnocchi, ne, pompelmo, mandarini, fragole, lamponi, more, ananas,
riso, orzo, farro, segale, avena, cracker, fette biscottate, kiwi, tutti gli altri tipi di frutta (anche se contengono minori
mais, semolino, polenta, cereali soffiati e in fiocchi (tipo com quantità di vitamina C).
flakes), patate, castagne.
Fornisce principalmente: vitamina C, vitamina A, minerali,
Fornisce principalmente: carboidrati (in prevalenza sotto for­ fibre, vitamina B, carboidrati (sotto forma di zuccheri nella
ma di amido), proteine, vitamine 81, PP, fibra (cibi integrali), frutta).
lipidi (panini all'olio, biscotti, pizza).
Consigli: questi ultimi due gruppi sono importantissimi per la
Consigli: questo gruppo, insieme a quello dei legumi dovreb­ nostra dieta perche ci forniscono la maggior parte delle vita­
be costituire la parte principale della dieta, è meglio preferire mine e contengono sostanze che prevengono molte malattie
cibi integrali. come infarto e tumore, dovrebbero essere presenti giornal­
mente nella dieta, è meglio se questi alimenti vengono con­
Gruppo 4) LEGUMI sumati freschi e a crudo.

Il gruppo comprende: fagioli, ceci, piselli, lenticchie, fave,


soia.

Questo gruppo fornisce principalmente: proteine, ferro, car­


boidrati (in prevalenza sotto forma di amido), vitamine 81,
82, PP, calcio, fibra.

114
6.3.3 LA PIRAMIDE ALIMENTARE3 . qua, essend
solamente bevendo ma anche consumando cibi, in partico­
Di piramide alimentare si parla da diversi anni e sono ormai lare frutta e verdura.
centinaia gli studi scientifici che hanno passato al setaccio
ogni singolo aspetto dell'impostazione piramidale, appunto, La quantità giornaliera raccomandata di liquidi e di conse­
della dieta. Per piramide alimentare si intende comunemente guenza la quantità considerata può variare a seconda, ad
un modello che descrive un regime alimentare e viene attual­ esempio, delle condizioni della persona e non deve mai es­
mente indicato come fondamento di molte diete, intese come sere presa in considerazione come valore assoluto. Alcuni
un insieme di regole volte a gestire l'alimentazione e non fattori che influenzano l'idratazione e la quantità di liquidi che
necessariamente come schemi alimentari esclusivamente devono essere assunti giornalmente sono:
dimagranti.
malattie pregresse (ad esempio il diabete)
La piramide alimentare viene utilizzata come strumento per la febbre (con la febbre tendenzialmente si elimi­
comunicare in modo efficace quali e quanti cibi devono es­ nano più liquidi)
sere preferibilmente assunti durante una settimana e in quali la quantità di urine prodotte nella giornata
proporzioni. Descrivere una serie di regole nutrizionali non l'assunzione di farmaci (ad esempio diuretici)
vuol dire necessariamente dare indicazioni quantitative, cioè la temperatura e il clima (la sudorazione aumenta
porzioni, calorie o percentuali di macronutrienti. l'eliminazione di liquidi).

Anzi, spesso si tratta soltanto di indicazioni qualitative, come La quantità di liquidi consigliata che ogni persona dovrebbe
il privilegiare un certo tipo di alimento rispetto a un altro. assumere nel corso di 24 ore è pari a 30 ml ogni chilogram­
mo di peso corporeo, variabile in considerazione dei fattori
Nel modello nutrizionale a piramide gli alimenti vengono im­ elencati in precedenza. Ad esempio, per una persona di circa
pilati e poiché la base è più grande della punta, quelli che 70 chilogrammi di peso, senza particolari problemi di salute,
occupano la parte inferiore sono quelli privilegiati dalla die­ la quantità di liquidi prevista dovrebbe essere di 2100 ml/die
ta, cioè che si possono assumere in quantità maggiore, così (30x70).
come, salendo verso il vertice della piramide, la quantità di­
minuisce. Le maggiori perdite di liquidi ed i fenomeni di disidratazione
negli anziani sono generalmente dovuti all'eccessiva sudora­
Ciò significa che si riduce anche la loro importanza nella die­ zione nei climi caldi e umidi non compensata da un'adeguata
ta di tutti i giorni. In parole povere, gli alimenti in cima sono introduzione di liquidi, tipicamente nei mesi estivi. L'attività
quelli da consumare con più parsimonia, perché giudicati fisica svolta in alcuni climi caldi e umidi innalza la perdita di
meno consoni al mantenimento di un buon stato di salute. liquidi. Anche le tossinfezioni intestinali possono causare forti
Fondamentale quindi, quando si osserva una piramide ali­ perdite di acqua con le feci, così come il vomito o un'errata
mentare, la disposizione degli alimenti nei suoi diversi livelli, terapia diuretica. Per prevenire la disidratazione, in particola­
e le relative indicazioni quantitative più o meno precise as­ re nelle persone anziane, devono essere somministrate ade­
sociate a ogni livello (da assumere tutti i giorni, oppure da guate quantità di liquidi, soprattutto in estate e senza dover
assumere non più di un certo numero di volte alla settimana). attendere lo stimolo della sete. Le difficoltà della regolazione
idrica negli anziani possono essere in parte superate misu­
6.3.4 IDRATAZIONE4 rando le quote di liquidi introdotte durante il giorno. Per que­
sta ragione è opportuno misurare oggettivamente la quantità
Particolare attenzione deve essere riservata all'idratazione di liquidi introdotti, monitorandone il consumo utilizz ando una
delle persone, in particolare all'apporto di liquidi nelle per­ bottiglia per ogni persona assistita. Un altro modo per intro­
sone anziane. Infatti, le persone anziane ricoverate in ospe­ durre liquidi in estate è il consumo di frutta, in questo periodo
dale sono più sensibili di altri soggetti alla disidratazione a particolarmente abbondante, oppure nei mesi freddi l'uso di
causa di problemi di salute preesistenti e/o acuti. La sete è bevande calde come il tè, oppure alimenti liquidi, come le
un sintomo doloroso e anche una lieve disidratazione può minestre. Per il tè, come per tutte le altre bevande, occorre
esacerbare altri problemi quali ad esempio la confusione, prestare molto attenzione al contenuto zuccherino. Esistono
può essere causa di insufficienza renale acuta, aumentare il alcune condizioni cliniche come l'insufficienza renale la cui
rischio di trombosi venosa profonda e prolungare la degenza regolazione indica è di stretta competenza specialistica, per
ospedaliera. Mantenere le numerose persone anziane rico­ cui in questi casi la quantità di liquidi necessari è normalmen­
verate in buono stato di idratazione rappresenta un importan­ te prescritta dal medico.
te elemento di cura.
Per tutte le persone - ma in particolare per gli anziani com­
I soggetti più anziani sono particolarmente vulnerabili perché pletamente dipendenti sia ricoverati in case di riposo, in
il loro stato di salute, normalmente, può causare difficoltà co­ ospedale o al proprio domicilio - è importante prowedere
gnitive, di deglutizione, di comunicazione e di movimento che all'apporto dei liquidi necessari, anche utilizzando strategie
li limitano nella ricerca di liquidi e nel bere sufficientemente; per invogliare le persone a bere. Ad esempio, somministrare
studi di ricerca dicono che due terzi delle persone affette da a metà mattinata bevande non zuccherine e durante il pome­
ictus acuto sono risultati disidratati almeno una volta durante riggio bevande calde (d'inverno) e fresche (d'estate), aiuta
il ricovero in ospedale, il che li espone ad un aumentato ri­ tantissimo a raggiungere il fabbisogno giornaliero di liquidi.
schio di morte. Il rischio di insufficiente assunzione di liquidi Per le persone con particolari problemi, quali ad esempio la
per via orale durante una degenza ospedaliera e deve esse­ disfagia, è necessario utilizzare soluzioni gelificate per far
re riconosciuto e trattato prontamente. assumere la quantità di liquidi necessaria.
Poiché è difficile definire le persone a rischio di disidratazio­
ne, si deve valutare l'assunzione della quantità giornaliera
raccomandata di liquidi, tenendo in considerazione che l'ac-

3 https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/piramide-alimentare-s�i-cosa-signilica
4 Oates L et al (2017) A protocol tor assessing the risk of dehydration in older people. Nursing Times; 113: 1, 37-40.
115
mla-al--Gapitolo 11.4.10di questo testo.

6.4 IL BISOGNO DI ELIMINAZIONE


L'OSS ha un ruolo importante nella soddisfazione del biso­
gno di alimentazione e idratazione. Deve infatti fare in modo Il bisogno di eliminazione è un bisogno fisiologico primario,
di mediare esigenze di salute e gusti della persona e aiutare che ha come scopo l'eliminazione dei prodotti di rifiuto del
l'assistito nell'assunzione della quantità corretta di alimenti e metabolismo del corpo. Le principali vie attraverso le quali
liquidi. Del problema dell'alimentazione, in particolare nel pa­ l'organismo elimina le sostanze di scarto sono:
ziente anziano, si parlerà anche nel capitolo 11.4.9 di questo
testo, nel quale si affronta il problema della malnutrizione, Apparato respiratorio
conseguenza da evitare nelle persone sottoposte a ricovero Cute
o cure. L'appetibilità del pasto spesso non dipende da scel­ Apparato gastroenterico (feci)
te dell'operatore, ma la predisposizione dell'ambiente dove Apparato urinario (urine)
si consuma il pasto, competenza che l'OSS può realizzare
senza particolari strumenti, può essere un elemento che fa­ Con la respirazione fisiologicamente gli esseri viventi elimi­
cilita l'assunzione di alimenti. Per evitare il rifiuto del cibo è nano liquidi e, in alcuni casi, anche sostanze di scarto (ad
opportuno concordare il menù in base ai gusti, le abitudini, esempio l'alcool assunto viene in parte eliminato anche con
le tradizioni e le patologie coinvolgendo, nei limiti delle sue la respirazione, così come altre sostanze assunte con gli ali­
possibilità, la persona assistita nella scelta, non facendogli menti). Nella valutazione del bilancio dei liquidi bisogna quin­
vivere il pasto proposto come un'imposizione. La scelta del di tenere conto di questo elemento.
pasto da parte dell'assistito, infatti, rende più appetibile il cibo
proposto e facilita l'alimentazione, in particolare delle perso­ La cute svolge principalmente una funzione di protezione, in­
ne con un livello di salute compromesso. fatti quando è mantenuta integra impedisce il passaggio dei
microrganismi nei tessuti sottostanti e trattiene liquidi all'in­
Il numero giornaliero dei pasti è decisamente variabile da terno del corpo. La cute svolge anche una funzione emunto­
persona a persona nei soggetti sani. In genere può variare ria, cioè partecipa all'eliminazione di sostanze di scarto come
da tre a cinque pasti giornalieri in relazione alle abitudini del­ altri organi quali i reni e l'intestino.
la persona; i tre pasti principali, colazione pranzo e cena e
una o due merende a metà mattina e metà pomeriggio. Que­ Ci soffermeremo, in questo paragrafo, in particolare sull'eli­
ste sono particolarmente utili, soprattutto nelle persone con minazione urinaria e intestinale, declinando quale ruolo svol­
poco appetito o che tendono a bere poco, per incrementare ge l'Operatore Socio Sanitario rispetto alla soddisfazione di
ed integrare la quantità di alimenti e liquidi introdotti. Se il questo importante bisogno.
numero dei pasti può variare non deve però variare la quan­
tità dei singoli alimenti ingeriti, suddividendo i cibi e i liquidi
nei diversi momenti del pasto. Ove sia possibile, accompa­ 6.4.1 ELIMINAZIONE URINARIA
gnare la persona assistita al tavolo per consumare il proprio
pasto; se la persona è allettata, predisporre un vassoio sul L'eliminazione urinaria è il passaggio e l'espulsione di liquidi
quale posizionare le portate in maniera graduale e non tutte di scarto, che si verifica attraverso l'apparato urinario, che
insieme. Questo per evitare una percezione di "sovrabbon­ svolge l'importante funzione di filtrare il sangue e poi produr­
danza" del pasto, che ne limita l'appetibilità e anche problemi re, raccogliere ed eliminare le urine, prodotto finale di questo
connessi al possibile sversamento del cibo nel letto. In ogni processo. L'eliminazione urinaria awiene attraverso diverse
caso favorire sempre l'autonomia della persona, stimo­ fasi:
landone la collaborazione nell'assunzione del pasto senza
mai sostituirsi completamente ad essa. Nel caso che l'assisti­ La produzione delle urine: le urine sono prodotte
to abbia necessità di essere imboccato, è importante, prima dai reni, veri e propri filtri che hanno la capacità,
di alimentare la persona, posizionarla in modo confortevole attraverso un processo complesso che si svolge a
(seduta o semiseduta). Prima della somministrazione del pa­ sua volta in fasi diverse (filtrazione, riassorbimen­
sto alle persone allettate è importante svolgere anche l'igie­ to e secrezione), di pulire il sangue da elementi
ne delle mani, per rendere più confortevole questo momen­ nocivi che sono in esso contenuti.
to. Quindi predisporre bocconi di piccola taglia sulla posata L'eliminazione delle urine: una volta prodotte a
e dare il tempo alla persona di masticare e deglutire il cibo livello renale le urine sono convogliate verso la
lentamente. Altro elemento importante è la temperatura del vescica urinaria (organo cavo cha ha la funzione
cibo: cibi troppo caldi potrebbero cagionare danni alla per­ di contenere le urine sino all'espulsione verso l'e­
sona, in particolare nei soggetti con una scarsa percezione sterno) dagli ureteri, "tubi" che collegano le due
degli stimoli, mentre il cibo troppo freddo potrebbe non es­ strutture. La vescica in condizioni normali in una
sere gradito e quindi ridurre l'apporto di alimenti. Terminato persona adulta è in grado di contenere una quan­
il pasto, è necessario aiutare l'assistito ad effettuare l'igie­ tità di urine che può variare fra i 250 e i 400 ml. La
ne del cavo orale oppure, se la persona non è autonoma, quantità di urine che la vescica urinaria è in grado
prowedere a svolgerla. Per favorire l'assunzione del cibo, di contenere, può comunque variare in funzione di
l'igiene del cavo orale dovrebbe essere svolta anche prima diversi fattori, fra cui ricordiamo:
dell'assunzione del pasto: questa operazione consente infatti sesso
alla persona di percepire meglio i sapori e quindi rende più età
gradevole il pasto proposto. Molto importante il rispetto delle condizioni generali (ad esempio precedenti
diete, particolarmente importanti in caso di patologie, quali interventi chirurgici all'apparato urinario)
ad esempio il diabete, l'insufficienza renale, oppure prima e temperatura esterna
dopo un intervento chirurgico. Relativamente agli approfon­ abitudini personali
dimenti relativi all'assistenza della persona con disfagia, si quantità di liquidi assunti

116
assunzione di farmaci Odore: non sempre le urine hanno lo stesso odo­
re, che può variare a seconda di vari elementi, fra
cui i cibi assunti (ad esempio asparagi, spinaci,
Sino ai tre anni di età, la minzione (cioè l'atto di espulsione
caffè conferiscono alle urine un odore particolare).
volontaria dell'urina) non è controllata a causa di una non
Maggiore è la diluizione delle urine, minore è l'o­
completa maturazione del sistema nervoso.
dore caratteristico che le urine emanano.
Aspetto: limpido. Le urine "fresche", cioè ap­
La diuresi è la quantità di urina eliminata nell'unità di tempo
pena prodotte, devono essere limpide e senza
di riferimento considerata e generalmente viene calcolata
sedimenti, anche nel caso in cui l'assistito risulti
nelle 24 ore. Le modificazioni della diuresi, di cui si parlerà
portatore di catetere vescicale. La rilevazione di
nei paragrafi successivi, possono essere espressione sia di
sedimento può indicare, in quest'ultimo caso, una
malattie renali, sia di malattie extrarenali (cardiocircolatorie,
possibile infezione alle vie urinarie.
ormonali, metaboliche).
Peso specifico che è compreso fra 1010-1025;
La minzione è l'atto di urinare e, più specificamente, l'insie­
pH acido (all'incirca pari a 6)
me degli atti volontari o involontari che provoca l'espulsione
dell'urina dalla vescica, attraverso l'uretra. La minzione è re­ 6.4.4 LE PRINCIPALI ALTERAZIONI DELLA
golata dalla muscolatura della vescica urinaria e nell'adulto FUNZIONE URINARIA
in buona salute è espletata autonomamente quando il livello
di urine all'interno della vescica determina la sensazione di DISURIA: è un dolore all'atto della minzione, descritto spes­
pienezza. so come un bruciore, che si associa spesso ad infezioni del
tratto urinario, oppure a traumi o infiammazioni della vescica
6.4.2 LE FUNZIONI DELL'APPARATO URINARIO e/o dell'uretra.

POLIURIA: diuresi maggiore 2500/3000 ml al giorno, non


FUNZIONE DI FILTRO: rappresenta la funzione correlata ad un aumento dell'assunzione di liquidi, può di­
principale, attraverso cui i reni, come abbiamo vi­ pendere ad esempio dall'assunzione di alcune sostanze,
sto, filtrano i prodotti di scarto del metabolismo, quali farmaci diuretici, caffeina o alcol, oppure essere causa
che sono chiamati cataboliti (ad esempio urea, di malattie quali il diabete mellito.
creatinina, acido urico) e alcune sostanze intro­
dotte dall'esterno (ad esempio farmaci, sostanze OLIGURIA: diuresi inferiore a 500 ml al giorno, che può es­
alimentari) sere causa di una diminuzione dei liquidi assunti, oppure
FUNZIONE OMEOSTATICA: è la funzione di dalla eccessiva perdita di liquidi corporei (ad esempio un'e­
mantenimento a un livello prefissato del valore di morragia, oppure una attività fisica o una sudorazione parti­
alcuni parametri interni, quali ad esempio il bilan­ colarmente intensa).
cio idroelettrolitico, attraverso l'eliminazione di ac­
qua e soluti come sodio, potassio, cloro presente ANURIA: diuresi inferiore 100 ml al giorno, che si presenta
in eccesso generalmente in caso di insufficienza renale acuta o cronica.
MANTENIMENTO DELL'EQUILIBRIO ACIDO
BASE NICTURIA: definisce l'atto della minzione durante le ore not­
REGOLAZIONE PRESSIONE ARTERIOSA turne, che interrompe il sonno e può essere conseguenza di
FUNZIONE ORMONALE: l'apparato urinario par­ una ingente introduzione di liquidi o di sostanze con effetto
tecipa a diverse funzioni metaboliche con la pro­ diuretico (alcool e caffeina). Può anche essere conseguenza
duzione di ormoni, partecipa al metabolismo della di malattie a carico del sistema cardiocircolatorio, ad esem­
vitamina D e del calcio. pio lo scompenso cardiaco congestizio.

6.4.3 CARAT TERISTICHE DELLE URINE EMATURIA: presenza di sangue nelle urine, che può es­
sere definita macroematuria quando il sangue e chiaramente
Quantità: le urine prodotte nelle 24 ore da un indi­ visibile, o microematuria quando il sangue si rileva con esami
viduo adulto in condizioni di normalità, può variare di laboratorio. La presenza di sangue nelle urine (non nella
fra i 1000 e i 1800 ml donna fertile durante il ciclo mestruale), può essere causa
Colore: giallo paglierino, ma possono risultare an­ di patologie a carico del sistema urinario quali ad esempio
che di gradazioni di colore diverso, dal giallo più calcoli renali, pregressi traumi, infezioni, neoplasie.
scuro sino al giallo-marrone, che può essere indi­
ce di patologie a carico di altri organi o apparati PIURIA: presenza di pus nelle urine che appaiono torbide
(ad esempio le urine molto scure, definite color e maleodoranti, generalmente segno di infezione.
"marsala" possono indicare una patologia a cari­
co del fegato). Il colore delle urine può anche di­ STRANGURIA: definisce l'atto della minzione accompagna­
pendere dalla quantità di liquidi assunti (maggiore to da difficoltà e dolore. Le urine sono emesse con difficoltà,
quantità di liquidi = urine più chiare e viceversa). ad intermittenza o a gocciolamento. La stranguria è sintomo
La variazione di colore delle urine può inoltre di­ di infezione a carico della vescica.
pendere dalla assunzione di alcuni farmaci o ali­
menti. Le urine scure possono anche indicare la POLLACCHIURIA: aumento della frequenza delle m1nz10-
presenza di sangue, éhe può essere di provenien­ ni. Può dipendere da un aumento dell'assunzione di liquidi
za esogena, cioè dal di fuori dell'apparato urinario oppure anche da situazioni particolari (ad esempio la gravi­
(ad esempio in conseguenza del ciclo mestruale danza).
nelle donne), o endogena, nel qual caso si parla di

117
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turne in soggetti di età superiore a 4/5 anni, sia nel bambino all'immobilità è una delle concause determinanti le lesioni da
che non ha ancora acquisto il controllo totale della vescica pressione. I costi indiretti comprendono le complicazioni e le
che nell'anziano. Questa situazione potrebbe dipendere da disabilità, quali insonnia, aumento delle cadute, depressio-
situazioni stressanti, paure, infezioni o incontinenza totale. ne, impegno forte dei caregiver e inserimento degli anziani in
strutture di lungodegenza. L'incontinenza urinaria causa inol­
PROTEINURIA: è la presenza di proteine nelle urine con tre una significativa diminuzione della qualità della vita, quale
valori superiori alla norma. La proteinuria, quando rilevata ad esempio l'isolamento sociale o l'isolamento derivante dal­
costantemente è indice di danno alla struttura renale, ma può la condizione percepita dall'utente, anche in funzione della
manifestarsi anche in caso di febbre alta e sforzi muscolari sensazione di disagio.
intensi.
6.4.6 IL RUOLO DELL'OPERATORE SOCIO
RITENZIONE URINARIA: è l'impossibilità/incapacità di una SANITARIO NELLA SODDISFAZIONE DEL BISOGNO
persona di vuotare la vescica urinaria dovuta alla mancanza DI ELIMINAZIONE URINARIA
di stimolo conseguente al riempimento della stessa, oppu­
re l'impossibilità/incapacità di rilasciare lo sfintere vescicale. In primo luogo l'Operatore Socio Sanitario deve saper rico­
In questa situazione, i reni della persona continuano la loro noscere prontamente i segni e i sintomi relativi alle altera­
azione in quanto perfettamente funzionanti e la produzione di zioni della diuresi e della minzione e riferirli con precisione
urine (che non possono essere eliminate) determinano la for­ al personale infermieristico per l'adozione degli opportuni
mazione di quello che viene definito "globo vescicale", cioè provvedimenti di sua competenza. Gli interventi assisten­
il ristagno nella vescica di grandi quantità di urine. Questa ziali, oltre alla valutazione dei bisogni, sono riferibili all'ac­
condizione si può verificare in caso di danni neurologici, di compagnamento dell'utente ai servizi igienici, alla fornitura di
interventi chirurgici (non solo a carico dell'apparato urinario), ausili per l'eliminazione (padella e pappagallo), alla gestione
di ipertrofia prostatica (ingrossamento della prostata) o nel dell'incontinenza urinaria. Gli interventi che l'Operatore So­
periodo post parto. In caso di assistito portatore di catetere cio Sanitario può realizzare sono in particolare di natura tec­
vescicale, la ritenzione di urina può essere causata da ostru­ nica anche se, durante le pratiche di assistenza, può anche
zioni del lume interno del catetere, da piegatura o schiac­ svolgere importanti azioni educative rivolte agli utenti ed alle
ciamento del tubo di raccolta, da mal posizionamento della loro famiglie. Alcune pratiche assistenziali di natura tecnica,
sacca di raccolta. Il ruolo dell'Operatore Socio Sanitario, in in particolare per stimolare l'assistito alla minzione, possono
questo caso, è riconducibile alla segnalazione tempestiva di essere rappresentate da quegli interventi legati alla predi­
tutte le condizioni di anomalia rilevate durante il monitorag­ sposizione dell'ambiente, cercando di facilitare la privacy. Un
gio dell'utente; ad esempio, riferire all'infermiere le condizioni ambiente idoneo, infatti, facilita l'espletamento di alcune fun­
rilevate al cambio del pannolone o nello svuotamento della zioni che richiedono privacy e riservatezza, fra cui la minzio­
sacca delle urine del catetere, valutando la quantità di urine ne. Inoltre questo momento può essere facilitato conceden­
e segnalare prontamente il dato rilevato (ad esempio, panno­ do all'assistito il tempo necessario allo svolgimento di questa
lone asciutto al cambio, sacca di raccolta delle urine vuota). funzione, aiutandolo ad assumere una posizione comoda e,
La mancata emissione delle urine non necessariamente è se possibile, fisiologica, utilizzando stimoli sensoriali per faci­
segnale di ritenzione urinaria, ma come abbiamo visto, può litare la minzione (ad esempio far scorrere l'acqua o bagnare
rappresentare anche un danno renale (ad esempio anuria, il perineo con acqua calda).
conseguenza anche di un'insufficienza renale acuta o croni­
ca). Il trattamento della ritenzione urinaria e delle cause che Un altro intervento assistenziale che può essere svolto
l'hanno determinata, a seconda dei casi, sarà di competenza dall'Operatore Socio Sanitario in caso di alterazione della
dell'infermiere e/o del medico. funzione urinaria è favorire l'apporto e l'assunzione di liquidi,
se compatibile con lo stato di salute della persona assistita,
6.4.5 INCONTINENZA URINARIA concordando un programma giornaliero basato sulla valuta­
zione del medico e dell'infermiere della quantità di liquidi da
L'incontinenza urinaria è la perdita improvvisa ed invo­ somministrare all'utente. Importante intervento di assistenza
lontaria di urine dalla vescica. L'incontinenza urinaria5 diretta, è la gestione del catetere vescicale o, in alternativa,
è una situazione che può portare ad isolamento sociale e dell'urocondom.
depressione e nell'anziano contribuisce spesso ad orientare
la famiglia a scegliere il ricovero in residenza. L'incontinen­ L'Operatore Socio Sanitario ha competenza rispetto alla ge­
za urinaria è infatti frequente, in particolare, nelle persone stione del catetere nel suo complesso, intendendo con ciò
anziane, in conseguenza di problemi sia cognitivi che legati tutte le manovre di assistenza rivolte alla persona portatri­
all'incapacità di contenimento delle urine e riguarda sia per­ ce di questo presidio. Riguardo all'assistenza diretta, ha un
sone di sesso maschile che femminile. L'incontinenza urina­ ruolo importante nella gestione post inserimento, nella fase
ria può essere legata alla necessità urgente di urinare, così di mobilizzazione dell'assistito, nella gestione dello svuota­
come può essere conseguenza di sforzi fisici, quali ad esem­ mento della sacca e nelle manovre di igiene perineale. Per
pio starnuti e tosse. L'incontinenza urinaria può essere carat­ queste attività, si rimanda alle schede specifiche che ne illu­
terizzata da una vescica ipotonica, dall'ostruzione del collo strano le tecniche di svolgimento. Gli interventi assistenziali
vescicale o da altre forme di ritenzione urinaria; quest'ultima per la gestione di urocondom e catetere vescicale, possono
condizione è abbastanza frequente nelle persone di sesso essere insegnati all'utente e/o alla sua famiglia, e chiaramen­
maschile affette da ipertrofia prostatica benigna. te in questo contesto l'Operatore Socio Sanitario ha un ruolo
collaborativo con l'infermiere, che è responsabile della piani­
Studi di ricerca identificano nel 30% della popolazione anzia­ ficazione della realizzazione del percorso educativo.
na (over 65 anni), con punte anche dell'85% delle persone L'Operatore Socio Sanitario potrebbe inoltre avere anche un
anziane con problematiche croniche ricoverate in strutture ruolo di collaborazione con l'infermiere nel posizionamento
di cura. I costi diretti per la cura di queste persone sono rap­ del catetere, approvvigionando il materiale necessario con
presentati principalmente dai presidi e dai farmaci usati per il tecnica sterile "no touch".

5 George A. DeMaagd, PharmD, BCPS and limothy C. Davenport, MD Management of Urinary lncontinence, P T. 2012 Jun; 37(6): 345-361,
361B-361H.

118
-----16:h'.4+.r.7,-,ELIIVIINAZIONE INTESTINALE I a flora batterica intestinale agisce mediante...m.eioo:UliJsmiL.........
di competizione con i batteri patogeni e produce specifiche
L'eliminazione intestinale consiste nel passaggio delle feci sostanze proteiche che attaccano i microrganismi patogeni
e dei gas prodotti con la digestione del cibo nell'intestino e direttamente.
l'espulsione all'esterno del materiale fecale. Le feci sono la
parte non digerita (i residui) del cibo, che normalmente sono
6.4.7.2 LA MOTILITÀ INTESTINALE E SUA REGOLA­
espulsi all'esterno attraverso gli sfinteri anali. Il cibo viene
ZIONE
introdotto tramite la bocca, dove viene miscelato agli enzimi
contenuti nella saliva e attraverso le prime vie digestive (fa­
L'intestino è in continuo movimento per consentire il passag­
ringe ed esofago) arriva all'interno dello stomaco, dove viene
gio dei prodotti di degradazione e di scarto della digestione
aggredito dai succhi gastrici, che continuano il processo di
sino all'espulsione all'esterno. Per questa ragione, l'intestino
digestione iniziato nella bocca. Il bolo di alimenti così scis­
si muove alternando contrazioni a rilassamenti della musco­
so, chiamato chimo, entra nell'intestino, che ha la funzione
latura intestinale, al fine di rimescolare il cibo non ancora
di completare la digestione e, contestualmente, assorbire le
completamente digerito, facilitando anche l'assorbimento
sostanze nutritive. Passando attraverso i vari tratti intestinali
delle sostanze nutritive. Un altro movimento, definito peristal­
i residui del processo digestivo, che sono ulteriormente de­
tico (la peristalsi è il "complesso delle onde di contrazione
gradati e trasformati, arrivano alla parte terminale del tubo
delle pareti di organi cavi che condizionano o facilitano il
digerente sotto forma di feci, che sono espulse all'esterno
transito del contenuto"), determina la spinta del contenuto
attraverso il retto e gli sfinteri anali.
dell'intestino lungo tutto il tratto dell'intestino tenue e crasso.
Una volta raggiunto l'intestino tenue, la digestione si comple­
6.4.7.1 L'INTESTINO E LE SUE FUNZIONI
ta ad opera di sostanze secrete dalla mucosa intestinale, dal
pancreas e dalla bile. A livello dell'intestino crasso, invece, si
L'intestino è l'organo interno più lungo del corpo umano. Mi­ ha l'assorbimento di acqua ed elettroliti.
sura circa 7 metri ed è la parte finale dell'apparato digerente.
Si presenta come un tubo flessibile ripiegato su se stesso, Il prodotto finale della digestione, come già detto, sono le
dotato di pareti multi stratificate e di muscolatura liscia. La feci. Le feci sono composte per il 25% da materiale solido e
sua funzione è assorbire i principi nutritivi derivanti dai cibi per il 75% da acqua. Il materiale solido è rappresentato dalle
che arrivano dallo stomaco. Questo permette l'alimentazione fibre vegetali non digerite, da materie grasse, da alcune pro­
delle cellule e dei tessuti del nostro organismo. Nell'intestino teine, e anche dai batteri che hanno partecipato al processo
si formano inoltre le feci, che derivano da tutti gli scarti dei digestivo e alla decomposizione degli alimenti. Il colore delle
cibi che ingeriamo. feci, in condizione di normalità, tende a diverse tonalità di
marrone, ma può variare in funzione di diversi fattori, quali
L'intestino parte dal piloro, owero una piccola valvola che ad esempio l'assunzione di cibo, di farmaci oppure in caso
separa l'intestino dalla parte finale dello stomaco. di diverse patologie. Le feci hanno un caratteristico odore
dovuto alla decomposizione delle sostanze ad opera dei bat­
L'intestino si divide in due macro parti: intestino tenue e inte­ teri intestinali. Le feci normali hanno consistenza soffice e di
stino crasso. L'intestino tenue si divide in duodeno, digiuno forma cilindrica.
e ileo mentre il crasso è formato da intestino cieco, colon,
sigma e retto. In condizioni di normalità l'essere umano produce circa da
150 a 300 grammi al giorno di feci, con una frequenza di eva­
Funzione metabolica: permette l'assorbimento di ioni (cal­ cuazione che può variare, anche in condizioni di normalità,
cio, magnesio e ferro), la sintesi di alcune vitamine (acido da 1/2 evacuazioni al giorno a una evacuazione ogni due o
folico, vitamina K, vitamine del gruppo B) e la fermentazione tre giorni.
dei carboidrati che a sua volta permette la formazione di acidi
grassi a catena breve. La scala di Bristol6 (Bristol Stool Scale o Bristol Stool Chart),
è uno strumento medico diagnostico, usato sia i n ambito
Funzione trofica (nutritiva): assicura il nutrimento (trofi­ clinico sia sperimentale, creato allo scopo di classificare
smo) delle cellule intestinali, necessario per favorire l'attivi­ in categorie la forma e consistenza delle feci umane; la
tà fisiologica del colon, anche tramite la produzione di acidi scala prevede sette categorie distinte. La scala è utile per
grassi a catena corta (ad esempio l'acido butirrico). È stato descrivere, dopo la valutazione, le caratteristiche d elle feci e
dimostrato che gli acidi grassi a catena corta sono in grado della loro consistenza.
di stimolare la proliferazione delle cellule che ricoprono la
superficie interna dell'intestino. TIPO 1 - Feci a palline, feci caprine, feci a scibala

Funzione immunologica: è una attività di difesa, sicuramente Noduli separati e duri, come noci, difficili da evacuare
una di quelle più importanti svolte dalla flora batterica perché se non con molti sforzi. Può indicare un insufficiente
permette di mantenere attivo il sistema linfatico tissutale,
consumo di fibre (frutta e verdura) e liquidi.
cioè il sistema che entra in gioco quando c'è bisogno di
combattere batteri o sostanze nocive. È proprio nel sistema
linfatico che awiene la produzione di sostanze e di cellule TIPO 2 - Feci a forma di salsiccia, nodose
che costituiscono la risposta immunitaria dell'organismo.
Noduli separati e duri, come noci. Le motivazioni più
Funzione protettiva: è necessaria per difendere il tratto comuni sono le stesse del caso precedente.
gastrointestinale dagli agenti patogeni. Questa funzione è
assicurata dalla saliva, dagli acidi gastrici, dalla peristalsi, TIPO 3 - Feci a salsiccia, con crepe in superficie
dalle membrane delle cellule che ricoprono la superficie Probabilmente a causa di un insufficiente consumo di
interna dell'intestino (epiteliali) e naturalmente dalla flora. liquidi, che andranno quindi aumentati.

6 M. R. Blake J. M. Raker K. Whelan, Validity and reliability of the Bristol Stool Form Scale in healthy adults and patients with
diarrhoeapredominant irritable bowel syndrome Aliment Pharmacol Ther 2016;44:693-703
119
uta facilita la contrazìa-
ne della muscolatura addominale e pelvica che, comprimendo
Si espellono con facilità e lasciano una sensazione di l'intestino, facilita l'evacuazione.
svuotamento completo.
6.4.7.4 LE PRINCIPALI ALTERAZIONI DELLA
F UNZIONE DI ELIMINAZIONE INTESTINALE
TIPO 5 • Frammenti morbidi con bordi ben definiti
Stitichezza (stipsi): è un'alterazione abbastanza frequente,
Eccessiva motilità intestinale, con incompleto che comporta una riduzione della quantità di feci emesse, le
riassorbimento di liquidi. Anche in questo caso e nei quali si presentano dure, asciutte, povere di fibre e di acqua.
successivi può essere d'aiuto aumentare il consumo di Può essere conseguenza di diverse cause, fra le quali ricor­
fibre. diamo la ridotta mobilità dell'intestino conseguente a patologie
infiammatorie, oppure la scarsa assunzione di liquidi e di so­
stanze ricche di fibre, scarsa attività fisica, abitudini personali
TIPO 6 • Frammenti morbidi, con bordi frastagliati
sbagliate, quali ad esempio ritardare l'evacuazione, anche per
ragioni di privacy. Per questa ragione è importante ricordare
Feci spappolate; possono essere causate da pasti l'attenzione che deve essere posta a garantire riservatezza
abbondanti, ricchi di grassi e da un troppo rapido transito alle persone ricoverate durante l'espletamento di questa im­
intestinale con insufficiente riassorbimento di liquidi. portante funzione, in particolare se costrette a letto. La stipsi
prolungata può portare alla formazione di fecalomi. Il fecalo­
TIPO 7 • Feci acquose, senza pezzi solidi ma è un ammasso di feci, duro e voluminoso, che si forma in
seguito a stipsi negli ultimi tratti dell'intestino e che, se non
Feci evacuate con eccessiva facilità. In molti casi sono spia trattato, può essere causa di occlusione intestinale. L'assen­
di infezioni intestinali o di malattie importanti del pancreas o za di evacuazioni per più di tre giorni, con emissione a volte
dell'intestino. anche involontaria di feci liquide o semiliquide, con una rife­
rita sensazione di incompleto svuotamento intestinale ("non
6.4.7.3 I FATTORI CHE INFLUENZANO mi sembra di essere andato in bagno") devono far sospet­
L'ELIMINAZIONE INTESTINALE tare la presenza di fecalomi. Un intervento non farmacologi­
co consiste nella rimozione meccanica dei fecalomi, a volte
L'eliminazione intestinale, come l'eliminazione urinaria, può precedente a un clistere evacuativo (attività di competenza
essere influenzata da diversi fattori. Il principale fattore che infermieristica).
può determinare una modificazione del modello di elimina­
zione intestinale, è rappresentato dalla nutrizione. Una dieta Incontinenza fecale: si tratta dell'emissione non volontaria
povera di fibre, infatti, determinerà una riduzione del numero del materiale fecale. Questo tipo di alterazione è particolar­
delle evacuazioni ed una minore produzione di feci. Le feci mente limitante per la vita di relazione delle persone. Può
povere di fibre potrebbero essere di consistenza più dura, poi­ essere dovuta all'assunzione di farmaci, ad intolleranze ali­
ché le fibre sono in grado di trattenere acqua, facilitando il mentari, alterazioni neurologiche, irritazioni della mucosa
transito nell'intestino. Anche l'assunzione di acqua ha quindi intestinale, pregressi interventi chirurgici, malattie del tratto
grande influsso sulla consistenza delle feci. Una quantità di gastrointestinale, come ad esempio la diarrea (evacuazione
acqua di almeno 1500 ml al giorno, favorisce la consistenza frequente di feci liquide o semiliquide).
morbida delle feci, mentre quantità minori determinano l'ef­
fetto opposto, rallentandone di conseguenza il transito nel La flatulenza è l'emissione dei gas intestinali prodotti dalla
tratto del colon rendendo difficoltosa l'evacuazione. L'età o la fermentazione del cibo non digerito nel colon. Può essere as­
concomitanza di patologie possono influenzare anch'esse il sociata a stitichezza, a cambiamenti nella flora batterica inte­
modello di eliminazione. L'anziano tende ad assumere pochi stinale scatenati dall'assunzione di antibiotici o di altri farmaci,
liquidi e a svolgere ridotta attività fisica, quindi in queste per­ a problemi nell'assorbimento dei carboidrati, all'ingestione di
sone è necessario intervenire, ai fini di regolare l'alvo, anche aria o a disturbi della digestione.
su questi fattori.
DISTENSIONE ADDOMINALE: è un segno clinico
Abitudini, privacy, postura e attività fisica determinato da un accumulo più o meno importante di gas
o liquidi all'interno dello stomaco, dell'intestino o della cavità
Il fattore psicologico nell'evacuazione è da tenere in debita peritoneale. Si tratta di una condizione che è provocata
considerazione: infatti le abitudini personali, la riservatezza dall'aumento della pressione all'interno della regione
nello svolgere un atto che certamente non mette a proprio addominale; tale pressione spinge la parete addominale verso
agio la persona, sono fattori importanti su cui intervenire, l'esterno con conseguente incremento della c irconferenza
soprattutto se si parla di persone ricoverate in ospedale o in addominale. Nella fase di osservazione della persona assi­
istituti. La riduzione dell'attività fisica riduce fisiologicamente stita è importante rilevare e segnalare questo dato, al fine di
la motilità intestinale, quindi è estremamente importante ri­ poter intervenire prontamente con il trattamento più indicato.
spettare le abitudini precedenti il ricovero della persona (ad
esempio l'orario), così come cercare strumenti che possano ri­ Infatti questo problema può essere causato da diversi fatto­
spettare la privacy in un momento particolare. Nell'assistenza ri, fra i quali si ricordano gli interventi chirurgici (importante il
alla persona allettata è necessario prendere in considerazione controllo dell'assistito nel post operatorio) uso di farmaci che
il rispetto della privacy per facilitare l'evacuazione. Anche la rallentano o bloccano la mobilità dell'intestino (ad esempio
postura è importante: la persona assistita, messa in condizioni alcuni farmaci usati in anestesia), infezioni. La distensione
favorevoli (seduta sul water o su una comoda anziché sdra­ dell'addome può essere dovuta anche a cause meccaniche,
iata sulla padella), sarà facilitata non solo in funzione della situazioni che impediscono il passaggio delle feci, quali ad
gravità (le feci decorrono dall'alto verso il basso), ma anche esempio fecalomi, masse solide (tumori, neoformazioni, ecc.)
oppure occlusioni dell'intestino secondarie a altre situazioni

120
{aderenze, ernie strozzate, ecc.). Spesso la distensione addo (che predispofle alle iflfeziofli della-cute e delle vie urinari
minale è associata a dolore o crampi all'addome.
Comoda: è una sedia a rotelle con un cassetto mobile che
6.4.7.5 FATTORI PREDISPONENTI O FACILITANTI consente la raccolta di feci e urine (nella donna). Può essere
L'ALTERAZIONE DELL'ELIMINAZIONE INTESTINALE utilizzata, rimovendo il cassetto di raccolta, per posizionare
l'assistito in corrispondenza del water.
Riduzione della mobilità, vita sedentaria: può cau­
sare una riduzione anche della mobilità intestinale, Catetere esterno (urocondom)
con conseguente stipsi
Dieta, associata anche a intolleranze alimentari: "Il catetere maschile esterno (MEC, Male External Catheter)
diarrea, distensione addominale, dolore è usato per il trattamento dell'incontinenza urinaria nell'uomo.
Scarsa assunzione di fibre: stipsi, formazione di È una guaina sintetica o di semplice gomma che viene posta
fecalomi sopra il pene, nello stesso modo in cui viene usato il condom
Ridotto apporto di liquidi: può essere conseguen­ per la contraccezione. Diversamente da un normale condom,
te non solo alla scarsa assunzione di liquidi, ma il catetere maschile esterno ha un connettore al quale viene
anche all'eccessiva dispersione di liquidi tramite la collegato un tubo di drenaggio, che consente all'urina di flui­
sudorazione, la febbre, il vomito, la diarrea re in una sacca di raccolta. Inoltre, diversamente dai normali
Abitudini personali: come si è già detto, rimanda­ condom, la maggioranza dei cateteri maschili esterni sono
re volontariamente la defecazione può ridurre lo auto-adesivi. Il catetere maschile esterno é un dispositivo
stimolo a defecare e la permanenza del materiale non invasivo, poiché non crea alcun contatto con la mucosa
fecale nel tratto del colon retto determina un mag­ dell'uretra." È una valida alternativa al cateterismo vescicale,
giore assorbimento di acqua e di conseguenza la avendo meno rischi legati alle infezioni, Non può essere usato
disidratazione delle feci, che risulteranno quindi più in sostituzione del catetere vescicale per il trattamento della
dure e difficili da espellere ritenzione acuta di urina.
Viaggi e tutti i cambiamenti degli stili di vita, fattori
di stress (fra cui non dimentichiamo l'ospedalizza­ Padella: consente di svolgere la funzione di eliminazione
zione) urinaria (nella donna) e intestinale al letto. Si deve utilizzare
Dolore: può inibire la defecazione. La presenza di quando non è indicata la mobilizzazione dell'assistito verso il
ragadi e fistole anali, emorroidi, potrebbe compor­ water (ad esempio dopo un intervento chirurgico), oppure per
tare la paura di eliminare conseguente al dolore, la persona costretta ad immobilità a letto (ad esempio non
con una riduzione più o meno volontaria delle eva­ deambulante). Si posiziona sotto le natiche della persona as­
cuazioni sistita, prestando particolare attenzione allo sfregamento fra
Uso di farmaci lassativi: abitudine spesso "abusa­ la cute e la padella (al fine di evitare lesioni cutanee). Dopo
ta" negli anziani, che privilegiano l'assunzione di l'evacuazione o la minzione deve essere eseguita un'accurata
questi farmaci rispetto all'assunzione di fibre o di igiene alla persona. La padella può essere utilizzata anche
liquidi o alla modifica di abitudini personali. Un uso per svolgere pratiche igieniche (ad esempio igiene perineale)
costante di lassativi può comportare una riduzione nella persona allettata. Al termine dell'utilizzo, la padella deve
della mobilità intestinale in conseguenza dell'in­ essere sanificata con la corretta tecnica (lavapadelle), al fine
fiammazione cronica cui è sottoposta la mucosa di ridurre la diffusione dei microrganismi ad altre persone e
dell'intestino nell'ambiente. Ad ogni assistito, dovrebbe essere assegnata
Procedure diagnostiche invasive: ad esempio co­ una padella, al fine di evitare la trasmissione di microrganismi
lonscopia o esami radiologici con mezzo di con­ fra le persone.
trasto la cui assunzione può ridurre il transito, nei
giorni successivi, di materiale fecale Catetere vescicale: è un presidio medico, generalmente
Interventi chirurgici sull'addome costituto da un tubo flessibile di latice o altro materiale (ad
Gravidanza: sia in conseguenza dei cambiamenti esempio PVC) che si inserisce nell'uretra e che raggiunge la
ormonali che della compressione sull'intestino do­ vescica, consentendo l'evacuazione delle urine alla persona
vuta alla crescita del feto. impossibilitata a svolgere autonomamente questa funzione
(ritenzione urinaria). In alcuni casi, il catetere vescicale può
essere utilizzato per la gestione di particolari problemi clinici,
6.4.7.6 STRUMENTI E AUSILI PER L'ELIMINAZIONE ad esempio nel monitoraggio della diuresi, oppure per man­
tenere asciutta la cute delle persone a rischio di lesione. L'in­
I principali strumenti che possono essere utilizzati per la sod­
serimento del catetere vescicale è di competenza del medico
disfazione del bisogno di eliminazione, sono:
o dell'infermiere, il ruolo dell'Operatore Socio Sanitario è da
riferire alla sua gestione nello svolgimento di pratiche assi­
Water: da privilegiare quando la persona assistita è ancora
stenziali di sua competenza.
in grado di mantenere il controllo degli sfinteri, stimolandone
l'uso, in particolare nell'anziano. La stimolazione all'uso del
Pappagallo o storta: si utilizza per favorire l'eliminazione uri­
water è fondamentale per il mantenimento delle capacità resi­
naria nel maschio allettato. Al termine dell'utilizzo, il pappagal­
due della persona.
lo come la padella deve essere sottoposto a sanificazione con
la corretta tecnica (lavapadelle), al fine di ridurre la diffusione
Pannoloni: possono essere usati per la gestione dell'incon­
dei microrganismi ad altre persone e nell'ambiente. Ad ogni
tinenza, ricordando che la corretta igiene e pulizia della per­
assistito, dovrebbe essere assegnato un pappagallo, al fine di
sona, quindi il cambio frequente del pannolone, è importante
evitare la trasmissione di microrganismi.
- oltre che per garantire il comfort e la dignità del malato - sia
per la prevenzione della macerazione della cute (che predi­
Catetere sovrapubico: posizionato in casi particolari di riten­
spone all'insorgenza di lesioni da pressione), che della cre­
zione urinaria con un intervento chirurgico, l'inserimento è di
scita dei batteri conseguente al ristagno di materiale organico
competenza medica.

7 V. Geng, H. Cobussen-Boekhorst, H. Lurvink, I. Pearce, S. Vahr Male external catheters in adults -Urinary catheter management European
Association of Urology Nurses, 2018
121
ostomla è l'abboccamento alla parete addominale di
SOCIO SANITARIO NELLA SODDISFAZIONE DEL un tratto di colon per consentire una nuova via di uscita alle
BISOGNO DI ELIMINAZIONE INTESTINALE feci quando la via fisiologica non è più in grado di funzionare.
Solitamente la colostomia è posizionata nella zona sinistra
Alcuni interventi per favorire la corretta funzione intestinale, dell'addome. Le feci che ne fuoriescono sono formate.
possono essere svolti dall'Operatore Socio Sanitario in auto­
nomia, altri nell'ambito della progettazione e della pianifica­ L'ileostomia è l'abboccamento alla parete addominale di un
zione delle cure da parte dell'infermiere o in collaborazione tratto di ileo per consentire una nuova via di uscita alle feci
con esso. quando la via fisiologica non è più in grado di funzionare. So­
litamente l'ileostomia è posizionata nella zona destra dell'ad­
Ad esempio alcuni interventi di prevenzione e di educazione dome. Le feci che ne fuoriescono sono semiliquide.
possono essere svolti anche dall'Operatore Socio Sanita­
rio, mentre altri, di natura più tecnica e specialistica, sono Le feci eliminate attraverso le stomie intestinali sono raccolte
di esclusiva competenza dell'infermiere, quali ad esempio all'interno di sacche che sono applicate attorno allo stoma,
l'esecuzione di un clistere evacuativo, la somministrazione di le quali devono essere sostituite frequentemente per evitare
farmaci lassativi e di liquidi per via endovenosa. irritazioni conseguenti a ristagno.

I principali interventi educativi, tecnici e riabilitativi che pos­ Esistono due differenti tipologie di sacche per la raccolta del­
sono essere ricondotti alla funzione dell'Operatore Socio Sa­ le feci:
nitario sono:
Il sistema monopezzo: sacca consigliata per co­
Fornire indicazioni per la corretta assunzione di lostomia, è una sacca non svuotabile dal fondo
liquidi e di cibi ricchi di fibre (ad esempio frutta che viene rimossa ed eliminata a ssieme a tutto
fresca, verdure, pasta integrale, ecc.), o farli assu­ il contenuto. Questo tipo di sacca è dotato di fil­
mere direttamente alle persone durante i periodi tro per la depurazione del gas che ne prolunga
di ricovero. la durata e l'uso. È importante che la forma sia
Indicare i comportamenti che facilitano l'elimina­ anatomica, per assicurare la massima discrezio­
zione intestinale, ad esempio l'attività fisica. ne. Generalmente la sacca chiusa viene cambiata
Rispettare la privacy, i tempi necessari e il comfort 2 volte al giorno.
della persona prima e durante l'evacuazione. Il sistema a due pezzi: sacca e adesivo sono due
Favorire l'assunzione di un'adeguata quantità di parti separate, dotate di un sistema di aggancio
liquidi nel corso della giornata (almeno 1500/2000 a flangia. La sacca può essere sostituita anche
ml). più volte al giorno, mentre l'adesivo (o placca) può
Fornire pasti ricchi di fibre. rimanere fissato alla pelle più giorni, offrendo così
Accompagnare l'utente ai servizi igienici. maggiore protezione della cute.
Fornire gli ausili necessari all'evacuazione (pan­
noloni assorbenti, comoda, padella, ecc.), ricor­
dando di svolgere le pratiche di igiene dopo ogni L'Operatore Socio Sanitario, nello svolgere questa funzione,
utilizzo di questi presidi. deve necessariamente verificare la qualità e la quantità delle
Posizionare la persona assistita nella posizione feci, segnalare eventuali anomalie all'infermiere. Deve inol­
più confortevole per poter evacuare normalmente. tre verificare lo stato della cute nella zona p eristomale, in
particolare nell'immediato post operatorio sarà necessario
In caso di assistenza a persone affette da incontinenza, oc­ controllare il colore, l'edema, la ripresa della canalizzazio­
corre ricordare di: ne e l'eventuale presenza di perdite ematiche9• Owiamente
tutte queste attività dovranno essere pianificate e valutate
Controllare frequentemente l'assistito, al fine di dall'infermiere.
evitare il contatto delle feci con la cute (potrebbe
facilitare l'insorgenza di lesioni da decubito).
Effettuare l'igiene della persona dopo ogni eva­ 6.4.8.1 L'ALIMENTAZIONE DELLA PERSONA
cuazione. SOTTOPOSTA A STOMIA INTESTINALE
Segnalare all'infermiere la mancata emissione di
feci o la quantità di feci espulse. Ricordarsi altresì La scelta del tipo di alimentazione può essere integrata con il
di segnalare qualsiasi alterazione delle caratteri­ supporto del dietologo10• Gli stomizzati dovrebbero assumere
stiche delle feci (ad esempio diarrea, stipsi). una dieta equilibrata che includa vitamine, minerali e le ca­
lorie necessarie per una buona salute, mantenendo quando
possibile le proprie abitudini alimentari. Di solito dopo l'inter­
vento chirurgico si inizia con una dieta povera di fibre, poiché
6.4.8 LE STOMIE INTESTINALI
le fibre tendono a far gonfiare l'intestino. Questo gonfiore si
riduce in circa sei-otto settimane11 , quindi un'alimentazione
La stomia8 (in greco significa bocca) intestinale è il risultato
normale può essere ripresa, aggiungendo specifici alimenti
di un intervento chirurgico con il quale si crea un'apertura per
poco alla volta in modo da valutarne gli effetti. Le vitamine
poter mettere in comunicazione l'intestino con l'esterno che,
possono variare in base al dosaggio e sono utili per ripristi­
anziché per via fisiologica, svuota il suo contenuto attraverso
nare lo stato nutrizionale. È fondamentale la varietà degli ali­
un'apertura creata artificialmente sulla parete addominale.
menti, perché ogni gruppo alimentare fornisce una combina­
Le stomie intestinali si differenziano a seconda della porzio­
zione di nutrienti chiave per una funzione corporea ottimale.
ne di intestino che viene interrotto e abboccato alla cute: co­
Lo stomizzato ha la possibilità di seguire le sue preferenze
lon (colostomia), ileo (ileostomia).
in considerazione del fabbisogno alimentare, tolleranze e li-

8 FNOPI, La gestione delle stornie intestinali


9 Pulcini J. Wagner M. (2004). Nurse practitioner education in the Uniteci States (15/09/2010)
10 Jensen GL, Friedrnann JM, Colernan CD, Srniciklas-Wright H. Screening lor Hospitalization and nutritional risks arnong cornmunity-dwelling
persons. Arn.J. Clin. Nutr, 2000.
122
mitazloni da IOI man��""c2i"".?l:nn-;;:t1 "nrae""'c;,;,a.'--.s;;;;c-mrr.e""'n1ncokra�rr
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tollerare la frutta, verdura o carne, si può assumere quoti- sogno fondamentale durante ogni stadio della vita dell'uomo.
dianamente in sostituzione un supplemento multivitaminico.
Oltre alla varietà del cibo può essere utile, aggiungere un Quando soprawengono malattie, dovute ad esempio a
nuovo cibo ogni tre giorni per avere un controllo più preciso fattori degenerativi o anche fattori traumatici, il bisogno di
sulla tolleranza dello stesso e la tenuta. movimento non può essere svolto in autonomia dalla perso­
na assistita. Tale condizione si può verificare, ad esempio,
ISTRUZIONI GENERALI PER LA PERSONA CON STOMIE anche in occasione di altre patologie a carico di altri organi
NEL POST-OPERATORIO e/o apparati, in particolare, ma non solo, nell'utente anziano
(ad esempio nello scompenso cardiaco grave, nella BPCO o
bronco pneumopatia cronica costruttiva). In questi momen­
Queste istruzioni, possono essere utilizzate dall'operatore
ti, l'Operatore Socio Sanitario ha il ruolo, su indicazione e
socio sanitario per fornire consigli alla persona sottoposta a
in collaborazione con le figure preposte, di svolgere diret­
stomia o i suoi famigliari, in particolare nel post operatorio.
tamente attività finalizzate al mantenimento del movimento
nell'assistito, sia in autonomia che in collaborazione con i
Masticare completamente il cibo professionisti che ne hanno titolarità, ciascuno in base alla
propria competenza, cioè fisioterapista ed infermiere.
Dentiere scadenti o inappropriate, difficoltà di masticazione
dovute ad esempio a denti mancanti, possono richiedere una Attraverso il movimento l'uomo comunica, esprime i propri bi­
modifica della dieta ed eliminare alcuni cibi che, se non ma­ sogni, il proprio disagio e le proprie preferenze. Il movimento
sticati bene, possono condurre a potenziale occlusione. è quindi anche comunicazione. Attraverso il movimento l'uo­
mo compie delle scelte, interagisce ed esplora l'ambiente,
Nella fase iniziale del post-operatorio, la peristalsi può concorre alla soddisfazione dei propri bisogni.
essere aumentata, determinando la presenza di cibo
non digerito nella sacca della' stomia. La persona as­ Un'alterazione del movimento non incide solo sulla capacità
sistita dovrebbe essere riassicurata che, nel tempo, il di spostarsi in autonomia, ma anche su altri bisogni dipen­
transito si ridurrà e con la corretta masticazione il cibo denti direttamente dalla capacità della persona di muoversi.
risulterà parzialmente, se non completamente, scompo- Ad esempio, se si altera il bisogno di movimento, l'assistito
sto. sarà dipendente non solo per salire e scendere dal letto, ma
Evitare di consumare eccessivamente un solo cibo, anche per espletare le sue funzioni fisiologiche, come l'elimi­
specialmente se è un cibo che può provocare oc­ nazione urinaria e intestinale e per l'alimentazione. In questo
clusione. caso, potrà anche avere un aumento del rischio di lesioni da
Dopo 6-8 settimane, la maggior parte dei soggetti pressione.
possono ritornare ad una dieta normale. Comunque, è
consigliabile consumare 4-6 piccoli pasti piuttosto che I benefici del movimento, possono essere così riassunti:
2-3 grandi al giorno, per permettere al tratto digestivo
di digerire meglio ed assorbire le sostanze nutritive. Agli Mantenimento dell'autonomia, anche residua
assistiti è consigliato di diminuire il pasto serale qualora Mantenimento della vita di relazione
dovessero notare un'interruzione del sonno a causa del Mantenimento dell'autostima
riempimento della sacca nel mezzo della notte. Mantenimento della "vita" e delle sue ripercussio­
Evitare di usare cannucce, bibite gassate o saltare i pa­ ni etiche.
sti poiché questi comportamenti possono provocare un
eccesso di gas nella sacca. Inoltre, il movimento influenza positivamente anche il funzio­
namento dei seguenti apparati:

Apparato cardio-circolatorio
6.5 IL MOVIMENTO Apparato respiratorio
Sistema muscolo-scheletrico
L'organismo di molte specie animali ed esseri viventi è
Sistema nervoso
costituito da un'impalcatura rigida, che offre sostegno al cor­
Sistema immunitario
po e ne protegge le parti molli, atta a consentire la connes­
sione al sistema muscolare e l'articolazione nel movimento.
Il sistema muscolare, è composto invece dai tendini e dai Stimolare la persona a svolgere attività fisica, determina
muscoli che permettono all'uomo di muoversi nello spazio, anche una stimolazione della psiche dell'assistito a mante­
attraverso azione coordinate e comandate dal sistema ner­ nere l'interesse per le relazioni sociali, specialmente dopo
voso centrale e periferico. un evento acuto di malattia o in presenza di una patologia
cronica. Per esempio, nella mobilizzazione in carrozzina è
I muscoli sono composti da fasci di fibre che, sottoposte a sti­ importante che l'assistito mantenga il busto eretto per poter
molazione elettrica inviata attraverso i nervi, si contraggono vedere intorno a sé, potersi relazionare con altre persone o
producendo i movimenti. I muscoli si distinguono in muscoli anche poter eseguire attività manuali.
lisci ed involontari e muscoli striati o volontari. Muscoli e ten­
dini hanno il compito di congiungere e mantenere unite le L'attività motoria produce quindi benefici sia livello fisico che
ossa, prevenendo attriti e ammortizzando le estremità. psicologico e sociale e per questa ragione deve essere sti­
molata dagli operatori di assistenza per favorire il manteni­
mento delle abilità delle persone assistite.
Nel suo complesso, quindi, quando prendiamo in conside­
razione la struttura che consente all'uomo di muoversi e di
spostarsi con i propri mezzi, parliamo di sistema muscolo

11 UOAA Unite Ostomy Associations of America, lnc Diet and Nutrition Guide, 2011

123
12
ll'immobllità è legato alle alterazioni della struttu­
ra del tessuto osseo, che subisce in conseguenza di ciò un
L'inattività prolungata, il riposo a letto e tutte le condizioni processo di demineralizzazione, cioè di impoverimento delle
di immobilità possono causare cambiamenti patologici nella sostanze minerali, in particolare di calcio. L'immobilità, infatti,
maggior parte degli organi e sistemi del corpo generalmente stimola il riassorbimento osseo deprimendone la formazione
noti come sindrome da immobilizzazione. Mentre gli effetti (osteoporosi).
dell'immobilizzazione sono per lo più reversibili nei soggetti Il tessuto muscolare, dopo appena una settimana di immobi­
giovani, le persone anziane hanno più difficoltà a recupera­ lità diventa ipotrofico, con conseguenze negative sulla forza
re, arrivando sino alla perdita dell'indipendenza. Ridurre al della persona. I fattori che influiscono sull'ipotrofia dei mu­
minimo la durata del riposo a letto, favorire la deambulazione scoli, sono ad esempio la durata dell'immobilità, l'età, il ses­
precoce, ad esempio dopo un intervento chirurgico o dopo so, le condizioni precedenti all'immobilità, le posture coatte a
un'altra patologia, una buona assistenza e trattamenti di ria­ cui devono, a volte, sottostare le persone. Altre strutture che
bilitazione fisioterapica possono prevenire molte delle com­ subiscono danni in conseguenza dell'immobilità sono i ten­
plicazioni legate all'inattività e al riposo a letto. La sindrome dini, meno velocemente del tempo in cui si alterano i tessuti
da immobilizzazione può essere determinata da: muscolari. Il danno subito dai tendini riguarda in particolare
la perdita di consistenza e di elasticità, sino alla trasforma­
Patologie a carico dell'apparato muscolo-schele­ zione in tessuto fibrotico dopo lunghe immobilizzazioni. Gli
trico, traumi esercizi terapeutici che l'Operatore Socio Sanitario può rea­
Interventi chirurgici, in particolare nei soggetti an­ lizzare riguardano alla mobilizzazione precoce e graduale, in
ziani particolare delle articolazioni delle mani, delle braccia e dei
Malattie neurologiche piedi, mantenendo l'elasticità delle strutture tendinee. Questi
Malattie cardiovascolari esercizi servono anche a rallentare i danni a carico dei lega­
Malattie polmonari menti, capsule che racchiudono le articolazioni e che, una
Malnutrizione e gravi malattie sistemiche volta danneggiate, sono spesso associate a dolore acuto,
Fattori psicologici anche a causa della riduzione della produzione del liquido
Fattori socio-ambientali sinoviale in conseguenza dell'immobilità. L'attività meccani­
ca determina un incremento della produzione di liquido sino­
L'aumento dell'aspettativa13 di vita ha un effetto non solo viale, vero e proprio lubrificante delle superfici articolari e di
sull'aumento della percentuale di popolazione anziana, ma collagene.
anche sui problemi di salute associati all'età, quindi anche Altro tessuto che subisce danno in conseguenza degli stati di
sulla capacità delle persone di muoversi adeguatamente. immobilità è la cartilagine. La mancanza di carico e soprat­
L'immobilizzazione può causare varie complicazioni, special­ tutto di movimento, tende immediatamente ad alterarne la
mente quando non è presa precocemente in considerazione. struttura morfologica, già dopo otto settimane di immobilità.
L'alta incidenza di immobilizzazione negli anziani richiede
una collaborazione interdisciplinare tra i diversi professioni­ Apparato cardio-circolatorio
sti, le persone assistite e la loro famiglia. La gestione dell'im­
mobilizzazione può essere awiata attraverso una valutazio­ Una delle complicanze dell'allettamento a carico del sistema
ne completa dell'assistito, formulando obiettivi funzionali e cardiocircolatorio è la trombosi venosa profonda (TVP),
costruendo un piano terapeutico. Qualsiasi complicazione che è una situazione caratterizzata dalla formazione di coa­
dovuta all'immobilizzazione e ad altre malattie/condizio­ guli di sangue, detti trombi, che possono staccarsi dalla pa­
ni concomitanti dovrebbe essere riconosciuta e gestita in rete del vaso a cui sono adesi e andare in circolo, ostruendo
modo completo al fine di ridurre la morbilità e la mortalità. La un vaso sanguigno. Altra complicanza legata all'immobilità
gestione dell'immobilizzazione e le sue complicanze inclu­ riguarda l'alterazione dei flussi sanguigni. Quest'ultima situa­
dono trattamenti farmacologici e non farmacologici, owero zione è particolarmente importante durante la mobilizzazione
vari esercizi di mobilità, utilizzo di dispositivi ambulatoriali e dopo lunghi periodi di immobilità, in particolare nei soggetti
dispositivi di supporto per assistere le persone in posizio­ anziani, in conseguenza del passaggio dalla posizione supi­
ne eretta, nonché la gestione della eliminazione urinaria e na alla posizione seduta o semiseduta: per un mancato adat­
intestinale. Inoltre è necessario mobilizzare passivamente tamento da parte dei sistemi di controllo della pressione ar­
le persone che non possono muoversi da sole per ridurre teriosa (barocettori), si può verificare un calo repentino della
il rischio di complicanze, fra cui le lesioni da pressione. Ul­ pressione, accompagnata da capogiri, sensazione di debo­
cere da decubito o lesioni da pressione si verificano infatti lezza, a volte lipotimie. Per questo è sempre opportuno, nella
frequentemente negli assistiti anziani immobilizzati a causa mobilizzazione degli utenti, accompagnare gradualmente la
di una prolungata compressione della prominenza ossea in persona nei cambi posturali.
un periodo di assistenza a lungo termine.
Apparato respiratorio
EFFETTI DELL'IMMOBILITÀ
In particolare la posizione supina e l'allettamento in genere
L'immobilizzazione porta quindi a complicanze che possono provocano una riduzione dell'espansione polmonare e un
riguardare più elementi del nostro corpo, in particolare: aumento del ristagno di secrezioni bronchiali. Queste due
condizioni facilitano l'insorgere di bronchiti e polmoniti. L'O­
Apparato locomotore e osteoarticolare peratore Socio Sanitario può aiutare l'assistito con semplici
interventi, quali la mobilizzazione passiva o, a seconda dei
Il sistema muscolo-scheletrico è comprensivo di ossa, ar­ casi, insegnando all'utente a svolgerli autonomamente. Inse­
ticolazione, muscoli, tendini, legamenti, cartilagine, vasi e gnare all'assistito ad effettuare esercizi di tosse efficace ha la
nervi. L'immobilità può generare, in particolare negli anziani, funzione di facilitare l'espulsione del muco che rappresenta
tendenza alla cronicizzazione e determinare la formazione un ottimo terreno di coltura per la crescita dei microrganismi.
precoce di processi artrosici. Uno degli altri danni importanti Un altro importante intervento è legato all'esecuzione dell'i-

12 Dénes Z. The immobilization syndrome Orv Hetil.1996 Aug 11;137(32):1739-43


13 Purwita Wijaya Laksmi et al, Management of immobilization and its complication for elderly, Acta medica Indonesiana 40(4):233-40,
November 2008
124
giene del cavo 01 aiealme1,odopctognf , -ipn:as�ton'4. u1:11n�aridrlie�lh=ler1p:,r1iril-r-1---;:P�e1r-
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cipali cause di polmoniti è infatti rappresentata dalla mancata particolarmente importante anche lavorare sulle convinzioni
esecuzione di questa importante manovra. sia dell'ammalato che dei suoi familiari o caregiver, che faci­
litano una ripresa precoce dell'assistito. Per la prevenzione
Apparato gastroenterico dell'incontinenza urinaria correlata all'immobilità è importante
accompagnare spesso l'assistito ai servizi, anche se non av­
La principale alterazione a carico dell'apparato gastroenteri­ verte lo stimolo. Se non può scendere dal letto, può essere uti­
co può riguardare sia la fase dell'alimentazione che dell'eli­ le stimolarlo e aiutarlo ad utilizzare il pappagallo o la padella.
minazione intestinale. Per quanto riguarda l'alimentazione le
alterazioni possono essere conseguenza della diminuzione 6.5.2 LE I M PLICAZIONI DELLA MOBILIZZAZIONE
dell'appetito, del minor consumo energetico, della difficol­ DELLE PERSONE ASSISTITE PER L'OPERATORE
tà nell'alimentazione dovuta alla difficoltà di deglutizione in SANITARIO
posizione obbligata. Nella fase dell'eliminazione intestinale;
l'immobilità a letto può determinare stipsi, in conseguenza ad La movimentazione dei carichi, di cui si parla in termini con­
esempio delle alterazioni delle abitudini della persona, della nessi al rischio lavorativo nel terzo capitolo, è un'attività stret­
mancanza di privacy, della riduzione dei movimenti dell'in­ tamente connessa agli interventi dell'Operatore Socio Sani­
testino. tario, in particolare nella mobilizzazione degli assistiti.

Apparato genito-urinario Nello svolgimento di questa attività è importante che tutti gli
operatori rispettino le disposizioni del datore di lavoro e utiliz­
Una delle principali alterazioni dell'apparato urinario riguar­ zino, quando necessario, tutti i presidi messi a disposizione
da l'incontinenza urinaria, conseguenza di molti fattori fra cui per ridurre il rischio di danni a proprio carico, in particola­
ricordiamo anche la non aderenza delle buone pratiche da re alla colonna vertebrale. Numerosi studi di ricerca hanno
parte del personale sanitario (ad esempio indurre l'assistito a dimostrato che i danni alla colonna degli operatori sanitari
svolgere le funzioni di eliminazione urinaria nel pannolone). sono conseguenza, principalmente, di due fattori:

Apparato tegumentario Ripetute attività di movimentazione delle persone


assistite
Il danno principale relativo a questo apparato sono le lesioni Attività lavorative, in particolare di movimentazio­
da pressione (o ulcere da decubito), di cui si parla approfon­ ne degli assistiti, svolte in posizioni non corrette.
ditamente nel paragrafo 9 di questo capitolo.
Il tasso di incidenza di problematiche legate a danni alla co­
Sistema nervoso e psiche lonna vertebrale negli operatori sanitari è notevolmente su­
periore (anche sette volte più elevato) di quello che interes­
L'immobilizzazione riduce la possibilità di relazione con il sa altre categorie di lavoratori, in assoluto il più alto a livello
mondo esterno: gli stimoli sensoriali diminuiscono, i processi nazionale.
mentali subiscono un rallentamento e così anche la capacità
di orientamento. Frequente è la comparsa di una sindrome Anche per questa ragione nella mobilizzazione degli assisti­
depressiva, poiché peggiora la qualità delle relazioni inter­ ti è assolutamente importante pensare e progettare sempre
personali e il soggetto si percepisce dipendente, passivo, l'attività da svolgere, non lasciando nulla all'improvvisazione.
bisognoso di cure e assistenza Un'attività svolta in modo non razionale può essere estre­
mamente rischiosa, perché l'operatore si potrebbe trovare
Oltre che dagli elementi che abbiamo descritto, il movimento in difficoltà e per evitare danni all'assistito (ad esempio una
è influenzato anche da altri importanti fattori, fra cui ricordia­ caduta) potrebbe rischiare di cagionare un grave danno a sé
mo il dolore, che può essere causa di immobilità di una per­ stesso nel tentativo di trattenerlo.
sona che deve essere preso in considerazione per facilitare
il mantenimento dell'autonomia nello svolgimento di questo Nella mobilizzazione di un assistito è sempre necessario:
bisogno.
Avere una buona base di appoggio
ALTRI INTERVENTI DI COM PETENZA DELL'OPERATO­ Scomporre il movimento in più fasi
RE SOCIOSANITARIO PER LA PREVENZIONE E IL Pensare alle giuste prese
RECUPERO DELLA SINDROME DA I M MOBILIZZAZIONE Disporre correttamente le attrezzature

Innanzitutto è necessario evitare il più possibile il prolungato Nella tecnica di mobilizzazione è importante rispettare alcuni
riposo a letto, incoraggiando invece la persona a mobilizzarsi fondamentali principi in funzione della prevenzione dei danni
il più precocemente possibile, rispettando i tempi di recupe­ all'utente, sia per rendere più efficace la manovra e il proprio
ro di ogni soggetto. Mantenere il più possibile, anche nella intervento che per salvaguardare la propria salute. I principi
fase di immobilità, la postura seduta (allo scopo di ridurre i da ricordare e prendere in considerazione sono:
disturbi dell'equilibrio), quindi far riprendere prima possibile,
anche in base alla patologia ed alle indicazioni dei medici,
Sfruttare le potenzialità motorie residue della per­
degli infermieri e dei fisioterapisti, la funzione motoria. È mol­
sona assistita e impartirgli, quando è collaboran­
to importante stimolare l'ammalato a muoversi, anche se non
te, indicazioni chiare per ottenere la sua parteci­
può scendere dal letto; incoraggiarlo a svolgere piccoli mo­
pazione
vimenti come pettinarsi o mangiare, che aiutano anche nel
Quando si lavora con un altro operatore, coordi­
mantenimento dell'autostima e dell'autonomia nelle semplici
narsi con lui per evitare movimenti non sincroniz­
attività quotidiane.
zati

125
11que della strategia di
lavorare in modo ergonomico rispetto alla mano­ assistita. Nel trattare soggetti parzialmente disabi­
vra che si va a svolgere li, la cui patologia è nota, è preferibile, come det­
Effettuare una presa sicura in modo che l'assistito to, anche nell'interesse dello stesso sollecitarlo a
non possa cadere o scivolare dare un contributo personale alla mobilizzazione,
Ampliare la base d'appoggio ed evitare la fles­ anziché sollevarlo di peso.
sione della schiena, utilizzando le ginocchia, per
ridurre la distribuzione del carico sulla propria co­ 6.5.3 LE PRESE E RGONOMICHE
lonna vertebrale
Rimuovere eventuali ostacoli che impediscono il Come abbiamo visto la solidità dei movimenti e la capacità di
movimento trattenere una persona nella movimentazione è fondamenta­
Awicinare la carrozzina (ad esempio al WC o al le per la sua buona riuscita.
letto) e frenarla prima di mettere l'assistito seduto
Frenare il letto Vediamo di seguito alcune tipologie di prese e di modalità da
Avere spazi sufficienti attorno al letto adottare nella movimentazione delle persone assistite.
Controllare che l'assistito sia comodo ed indossi
calzature idonee (ad esempio scarpe chiuse)
Regolare, se possibile, l'altezza del letto (max 60 SOLLEVAMENTO ORTODOSSO
centimetri).

L'attività di mobilizzazione deve essere riferita alla tipologia


di persona assistita cui è rivolta l'attività stessa. Maggiore è
il grado di dipendenza dell'assistito, maggiori sono le impli­
cazioni a carico dell'operatore, che nei casi dove è indicato
può awalersi anche di ausili per la sua movimentazione. Gli
ausili dovrebbero essere utilizzati non sono nelle strutture re­
sidenziali o semi residenziali, ma anche negli interventi svolti
al domicilio della persona assistita.

Gli assistiti, dal punto di vista della mobilizzazione, si posso­ Figura 6.4 Sollevamento ortodosso
no classificare in tre grosse categorie:

1. La persona autonoma, è quel soggetto che rie­ Due operatori si pos1z1onano a lato dell'assistito, con gi­
sce a compiere le attività richieste da solo e che nocchia ed anche flesse, piedi separati di cui uno posto
necessita di supervisione e/o educazione. In que­ nella direzione del movimento e tronco diritto; le braccia
sto caso l'attività è limitata alla supervisione ed degli operatori sono posizionate al di sotto delle ascel­
alla prevenzione delle cadute, che può essere le della persona assistita e le mani sono poste rispetti­
realizzata anche con interventi di tipo educativo vamente sulla zona dorsale e sotto le cosce dell'utente.
(ad esempio insegnare alla persona il corretto ab­
bigliamento e le calzature da indossare durante il
ricovero). PRESA CROCIATA (per sorreggere l'assistito)
2. Persona parzialmente collaborante, cioè la per­
sona che riesce a compiere alcuni movimenti con Presa molto sicura, che consente di ridurre al minimo la
gli arti superiori o con quelli inferiori, ma non rie­ distanza fra il baricentro della persona assistita, che viene
sce a compiere tutti i movimenti richiesti da solo e stretta al torace dell'operatore e quello di quest'ultimo.
che necessita dell'aiuto da parte di un operatore.
Può essere un utente in fase di recupero funzio­ L'operatore sorregge la persona assistita da d ietro, infilando
nale, ad esempio dopo un intervento chirurgico, le braccia sotto le ascelle ed afferrando le sue braccia.
una persona affetta da un esito di un incidente
cerebrovascolare (ad esempio emiplegia in con­ Questo tipo di presa, che agisce tramite una vera e propria
seguenza di un ictus), oppure semplicemente un morsa, riduce notevolmente il rischio di scivolamento dell'as­
soggetto anziano il cui problema principale po­ sistito e di danni alla colonna dell'operatore di assistenza.
trebbe essere la mancanza di forza o di volontà
per muoversi adeguatamente.
3. Persona non collaborante, vale a direi colui che PRESA CROCIATA A DUE OPERATORI (mobilizzazione
non riesce ad aiutarsi nel movimento né con gli a letto)
arti superiori né con gli arti inferiori. Può essere
ad esempio l'assistito in stato di coma, oppure Indicata in particolare nella mobilizzazione a letto, ad
sottoposto ad un'anestesia generale, l'anziano esempio per mettere seduta nel letto la persona assisti­
allettato oppure colui che oppone resistenza alla ta. Un operatore pone un ginocchio sul letto dietro all'as­
mobilizzazione. La mancata collaborazione di un sistito, mentre l'altro arto è posato a terra con ginocchio
assistito può dipendere, oltre che da disturbi fisi­ semiflesso; le braccia da dietro si portano in avanti pas­
ci, anche da deficit comunicativi, cognitivi e com­ sando sotto le ascelle e le mani afferrano i polsi dell'assi­
portamentali (ad esempio la persona che cessa stito; l'altra mano sorregge le gambe. In assenza di un
di collaborare e si lascia cadere). La disabilità, operatore, se la persona assistita può usare almeno una
intesa come incapacità funzionale, rappresenta gamba, fargliela piegare chiedendogli di spingere sul tallone.
un fattore da tener sempre presente nella scelta

126
(mobilizzazione a letto)
Gli ausili comprendono una varietà di prodotti e di tecnologie
La presa australiana prevede il sollevamento della persona atti a:
assistita appoggiando la spalla dell'operatore sotto il cavo
ascellare dell'utente e può essere usata, ad esempio, per ridurre il rischio legato alla movimentazione dei
spostarlo verso la parte alta del letto (verso il cuscino). carichi per gli operatori
favorire la residua autonomia dell'assistito, a fa­
Per effettuare questa presa l'utente deve essere seduto sul cilitare i suoi spostamenti e lo svolgimento delle
letto, con la stessa manovra utilizzata per il passaggio da funzioni quotidiane: andare in bagno, lavarsi, ve­
supino a seduto. Gli operatori si ritrovano girati verso la te­ stirsi, collaborare in cucina.
stata del letto; possono avere un ginocchio sul letto stesso o
comunque gli arti inferiori devono essere tenuti distanziati, L'ausilio appropriato deve essere indicato da professionisti
uno avanti e l'altro indietro a ginocchia flesse. Le spalle de­ formati per questa specifica competenza, quale ad esempio
gli operatori sono sotto le ascelle dell'utente e le mani sono il medico e il fisioterapista, dopo una valutazione attenta del­
sotto le cosce, la mano libera è utilizzata come appoggio nel le abilità residue dell'assistito.
letto per scaricare il peso; in questo modo l'assistito viene
sostenuto sulla spalla, riducendo al minimo la distanza tra il Dal punto di vista della sicurezza degli operatori sono con­
suo baricentro e quello degli operatori. L'arto superiore ap­ siderati ausili tutte le attrezzature, dispositivi e strumenti di
poggiato sul letto è utilizzato come se fosse un pilastro su cui lavoro utilizzati nelle operazioni di sollevamento e trasferi­
scaricare gran parte del peso del tronco (sino all'80%), che mento delle persone assistite non collaboranti o parzialmen­
non dovrà così essere contrastato dalla tensione dei muscoli te collaboranti.
della schiena. In questo movimento, effettuato da tutto il cor­ Gli ausili si dividono in ausili maggiori ed ausili minori. Sono
po dell'operatore, non si utilizzano la colonna, la muscolatura considerati ausili maggiori sollevatori, carrozzine, comode
della schiena e l'arto superiore che sostengono il paziente, il e barelle. Sono considerati invece ausili minori cinture er­
quale viene così sollevato dal letto quel tanto che basta per gonomiche, tavole a rullo, teli ad alto scorrimento, pedana
non strisciare la cute sulle lenzuola. In questa manovra si girevole, assi di scivolamento, trapezio.
rivela molto utile un telo ad alto scorrimento, anche di piccole
Altri ausili che si utilizzano più specificatamente con la finalità
dimensioni.
di aiutare il paziente nella deambulazione e nel movimento
sono il bastone, la stampella, il tripode o il tetrapode, i deam­
bulatori e il girello.

Prima dell'uso di ogni ausilio è necessario che gli operatori


ne conoscano perfettamente il funzionamento e le norme di
sicurezza per l'uso, provando ad utilizzarli in aule di simula­
zione prima dell'uso nell'assistenza. Nella pratica quotidiana
inoltre deve essere scelto l'ausilio di sollevamento idoneo
ad ogni persona cui si presta assistenza. Gli assistiti devono
essere sempre informati circa le modalità di utilizzo dell'at­
trezzatura di ausilio impiegata, per far capire il significato
Figura 6.5 Sollevamento di spalla del loro impiego, poiché l'informazione determina una mag­
gior collaborazione da parte degli stessi. È infine n ecessario
assicurarsi che tutta l'attrezzatura sia sottoposta a regola­
LA MANOVRA DI VALSALVA14 re controllo, che sia garantita una regolare manutenzione
e che dopo l'uso tutto quanto utilizzato sia riposto in luogo
La manovra di Valsalva consiste in un'espirazione forzata facilmente accessibile e vicino al punto di assistenza, al fine
a glottide chiusa. Tale operazione può essere utilizzata per di facilitare l'utilizzo successivo.
scopi diversi, ad esempio per diminuire la frequenza cardia­
ca in caso di tachicardia o calmare un singhiozzo fastidioso. IL BASTONE
In questo caso si descrive l'utilità di questa manovra in fun­
zione della movimentazione dei carichi. Infatti la manovra di Spesso sono le persone stesse, percependo insicurezza
Valsalva aumenta notevolmente la pressione intratoracica nella deambulazione, a chiedere di utilizzare il bastone. È
ed intra-addominale, aumentando la stabilizzazione del ra­ uno strumento che presuppone una bassa compromissio­
chide. Questa manovra è anche utilizzata anche durante l'e­ ne delle funzioni cognitive, una buona capacità di coordi­
liminazione intestinale, favorita dall'aumento della pressione namento dei movimenti e un buon equilibrio. Il bastone è
addominale. Durante la manovra di Valsalva la contrazio­ ben accetto dalle persone, che non lo percepiscono come
ne sinergica dei muscoli dell'addome e degli altri muscoli una limitazione alla propria vita quotidiana, anche grazie alla
espiratori trasforma la cavità addominale in una vera e pro­ relativa semplicità di utilizzo.
pria camera gonfiabile, racchiusa da pareti molto rigide e
resistenti. Alcuni studi hanno dimostrato che questa azione LA STAMPELLA
permette di ridurre fino al 50% la pressione che agisce a
livello di alcuni dischi intervertebrali maggiormente sollecitati Ha un utilizzo simile a quello del bastone, con la differen­
dall'azione di sollevamento di un carico. za che l'appoggio grava non solo sulla mano dell'assistito,
Espirare durante la fase di contrazione iniziale avrebbe in­ ma anche sull'avambraccio. La stampella per questa ra­
vece l'effetto opposto ed aumenterebbe considerevolmente gione può essere utilizzata in entrambi i lati, in particolare
il rischio di lesioni della colonna. per facilitare la deambulazione in caso di eventi traumatici
a carico di un arto inferiore, oppure per persone che hanno

14 https://www.nurse24.iVstudentì/procedure/manovra-valsalva.html

127
lo con seduta è un deambulatore ohe garantissa
bastone. maggiore libertà di movimento, autonomia e indipendenza
Sia per l'uso della stampella che del bastone, l'Operatore da parte dell'anziano, del disabile e di chi assiste rispetto
deve accertarsi della capacità di utilizzo da parte dell'utente, a quanto permesso dai classici deambulatori privi di sedile.
anche al fine di aumentare il rischio di cadute.
La presenza della seduta apporta notevoli vantaggi sempli­
ficando parecchi aspetti della vita quotidiana. L'utente infatti
può utilizzarlo anche per brevi pause, sostare, usarlo come
base d'appoggio e non preoccuparsi di trovare un punto utile,
sia interno che esterno, per sedersi.

Il deambulatore ascellare con quattro ruote è una valida al­


ternativa ai classici deambulatori soprattutto indicata per le
persone con una maggiore compromissione della forza fisica
agli arti inferiori, che consente di sfruttare anche l'appoggio
del cavo ascellare sui braccioli di sostegno dell'ausilio.

Figura 6.7 Stampelle


CARROZZINA

Utilizzata in particolare per le persone che si affaticano trop­


TRIPODE - TE TRAPODE
po nel camminare o non sono in condizione di poterlo fare,
per favorire, oltre che il movimento, anche una serie di at­
tività sociali, lavorative e del tempo libero. Possono essere
Simile al bastone, dotato di una base più ampia con tre o
quattro piedi di appoggio. Come la stampella, è utilizzata dai utilizzate sia all'interno che all'esterno, utilizzando tutti gli ac­
soggetti che necessitano di un appoggio maggiore rispetto corgimenti necessari per garantire la sicurezza degli utenti.
al bastone. Esistono diversi modelli di questo ausilio, sia con I diversi modelli di carrozzine in commercio, consentono di
appoggio brachiale che con manico chiuso, ad altezza rego­ percorrere tratti più o meno lunghi. In particolare i modelli
labile oppure fissi. motorizzati consentono anche spostamenti più lunghi, evi­
tando così un eccessivo affaticamento dell'utilizzatore o del
DEAMBULATORI
suo assistente. Non deve essere utilizzata in sostituzione di
altri ausili, quali ad esempio il bastone o la stampella, usati
maggiormente al fine di stimolare le capacità residue della
Esistono diverse tipologie di deambulatori, quali ad esempio persona assistita, in particolare anziana. Alcuni modelli pos­
i deambulatori a due ruote e due puntali e il deambulatore a sono essere utilizzati in autonomia dall'utente, azionando le
4 ruote con ruote articolate. ruote con la spinta a mano.
Il deambulatore a due ruote e due puntali è un ausilio maneg­ Nell'utilizzo della carrozzina, la persona assistita deve esse­
giato da due braccia, adatto a sostenere o aiutare la mobilità re aiutata a sedersi, verificando che la carrozzina sia ben
di persone con difficoltà di deambulazione. Normalmente si frenata. È importante controllare che la posizione del corpo
utilizza in ambiente domestico, oppure in situazioni protette sia corretta: il bacino deve essere posto al centro della sedu­
dove è necessario eseguire brevi spostamenti. I puntali rap­ ta ed arretrato, ben appoggiato allo schienale; tutta la coscia
presentano il sistema frenante del deambulatore, oltre che deve essere appoggiata così come i piedi b e n posizionati
una efficace base di appoggio quando l'utilizzatore si ferma sui poggia-piedi. È importante chiedere all'utente, se collabo­
in posizione eretta. rante, di descrivere le sue sensazioni rispetto alla posizione
Il deambulatore a 4 ruote, fornito generalmente anche di si­ assunta, cercando di assecondarne, nei limiti del possibile, le
stema frenante, può essere utilizzato in ambienti più grandi abitudini pregresse. L'uso non corretto della carrozzina può
o, a seconda dei modelli, anche all'esterno. Questi modelli comportare danni alle persone, fra cui ricordiamo:
possono essere dotati anche di ceste, vassoi, sistemi fre­
nanti più o meno complessi. Le ruote più grandi lo rendono Dolori articolari o alla colonna vertebrale, conse­
adatto per percorrere anche tragitti con terreno più impervio, guenza di una postura non corretta
fermo restando la necessità che l'operatore, in particolare in Lesioni da pressione (postura non corretta, immo­
strutture residenziali, controlli sempre l'utente durante la fase bilità prolungata nella stessa posizione)
di utilizzo di questo presidio. Scivolamento degli arti superiori e lesioni alle mani
nella ruote della carrozzella, se in movimento
Scivolamento e caduta, se non assicurato corret­
tamente con i giusti presidi (ricordare che l'uso
della cintura è lecito solo per gli spostamenti e
non può essere usato come mezzi di contenzio­
ne, se non prescritto dal medico con le modalità
consentite dalla legge).

Figura 6.9- Deambulatore a 4 ruote (da esterno)


GIRELLO

128
spesso posizionati ad altezze fisse, nonché con altezza mi­
nima da terra tale da consentire la salita e la discesa di una
persona assistita parzialmente collaborante senza doverlo
sollevare. Dovrebbero essere dotate di sponde laterali e cin­
ture di sicurezza atte a contenere adeguatamente e in sicu­
rezza l'utente durante il trasporto. Devono inoltre avere un
sistema frenante, maniglie per la spinta, materasso, cuscini,
schienale regolabile, asta per la flebo e alloggiamento per
l'ossigeno. Nella mobilizzazione dell'utente in barella l'Ope­
ratore Socio Sanitario deve prestare particolare attenzione
al rischio di caduta o di ribaltamento, in particolare nel tra­
sporto su percorsi esterni, con buche o comunque acciden­
Figura 6.12 - Carrozzina con autospinta
tati. In quest'ultimo caso, è opportuno che la mobilizzazione
awenga con la presenza di due operatori
SOLLEVATORE

Attrezzatura ergonomica utilizzata per il sollevamento, il tra­


sferimento e il trasporto della persona assistita non collabo­
rante, che riduce o annulla lo sforzo da parte dell'operatore,
che con questo ausilio anche da solo può mobilizzare l'uten­
te. Ha lo scopo principale di ridurre in modo significativo il ri­
schio per l'operatore legato al sollevamento degli utenti non
deambulanti. L'uso corretto del sollevatore permette anche
al personale con limitazioni fisiche di muovere le persone
che assistono.
I sollevatori possono essere mobili e fissi e generalmente
sfruttano delle imbragature a sedile o a fascia che permetto­
no di ancorare la persona assistita e di sollevarla in sicurez­
za. Normalmente i sollevatori sono comandati elettricamen­
te, ma ne esistono alcuni modelli manuali. I sollevatori sono
stati concepiti per facilitare gli spostamenti di grandi disabili,
Figura 6.16 - Barella
ma oggi l'utilizzo è stato esteso, in funzione della prevenzio­
ne dei danni agli operatori anche in altri soggetti affetti da
problemi motori, in particolare nel caso di persone poco o
BARELLA A CUCCHIAIO
nulla collaboranti, specie se in sovrappeso.
Anche in questo caso gli operatori devono essere adeguata­
Barella rigida, studiata appositamente per le esigenze che si
mente addestrati all'utilizzo, poiché un corretto uso facilita le
riscontrano nel primo soccorso e molto usata nell'emergen­
manovre di mobilizzazione, lo rende più gradito al assistito,
za territoriale. Consente di infilare la barella sotto la persona
riducendo inoltre oltre a ridurre i tempi di utilizzo ed i rischi di
assistita senza doverla muovere, riducendo al minimo il ri­
danno all'utente (cadute, lesioni della cute).
schio di aggravamento, dovuto alle manovre di caricamento,
La manutenzione è importante e l'Operatore Socio Sanitario
trasferimento e trasporto, di lesioni alla colonna accertate o
deve verificare, prima dell'utilizzo di questo come di altri pre­
presunte.
sidi e ausili, il suo corretto funzionamento, con particolare
riguardo al sistema frenante, alla scorrevolezza dei comandi
di regolazione, alle ruote, alle prese elettriche.
In alternativa ad un sollevatore mobile, in determinate strut­
ture di cura, quali ad esempio le aree critiche (rianimazione,
terapie intensive), anche a seconda della disabilità delle per­
sone assistite, possono essere presenti anche sollevatori di
tipo "fisso a binario", utilizzati anche per l'esecuzione di pra­
tiche igieniche.
Recenti interventi chirurgici o traumi agli arti inferiori (ad
esempio protesi d'anca), non consentono l'uso delle imbra­
cature più comuni, cosiddette "ad amaca", con o senza diva­
ricazione degli arti inferiori, in quanto potrebbero cagionare
danno all'utente. Figura 6.17 - Barella a cucchiaio

BARELLE CINTURA ERGONOMICA

La barella è utilizzata per trasferire le persone assistite non Utilizzata per movimentare persone con ridotte capaci­
deambulanti all'interno di una struttura ospedaliera o resi­ tà motorie e per trattenerlo efficacemente nella deambu­
denziale, ad esempio per effettuazione di esami, radiografie lazione. Rivestita di materiale antiscivolo è provvista di
e tutte le volte che necessita di spostamenti non realizzabili due maniglie laterali e una posteriore e viene fissata alla
con carrozzina in funzione delle condizioni dell'utente o di vita del paziente; le maniglie servono all'operatore come
necessità cliniche. Le barelle dovrebbero avere un'altez­ validi punti di presa e per adottare posture meno gravo­
za regolabile, atta a consentire l'elevazione ad un'altezza se per la colonna vertebrale; le maniglie sono utili anche

129
-.pei�assistno,.....m-...qllimt�i-.e!Jitai:ec-S1st�ramtt�onmi-........tT�R�A�P�E�Z�IOl-'-'-------------'-�--�-----­
durante la fase di mobilizzazione. Fra i possibili usi della
cintura ergonomica ricordiamo, oltre al sostegno dell'assi­ Dispositivo da applicare al letto della persona assistita che
stito nella deambulazione, la rotazione e lo spostamento ne consente una più ampia collaborazione. È utile per ren­
nel letto, l'esecuzione dei cambi posturali, lo spostamen­ dere autonoma nei piccoli spostamenti la persona allettata,
to letto carrozzina, il posizionamento su WC o comoda. in particolare per facilitare il sollevamento del corpo nella
posizione seduta.
TAVOLA A RULLO
Consente lo spostamento dell'assistito fra superfici situate
alla stessa altezza: inclinandolo su un fianco si introduce 6.6 LA RIABILITAZIONE
la tavola, vi si adagia al di sopra di essa, si sposta la tavola
sulla superficie di destinazione e poi si ripetono simmetrica­ La riabilitazione è "il complesso delle misure mediche, fisio­
mente le prime due operazioni terapiche, psicologiche e di addestramento funzionale intese
a migliorare o ripristinare l'efficienza psicofisica di soggetti
TELO AD ALTO SCORRIMENTO portatori di minorazioni congenite o acquisite: a seconda dei
casi, mira a realizzare l'autosufficienza nel soddisfacimento
Può essere di diversi tipi e dimensioni, consiste in un mate­ dei bisogni elementari, il miglioramento delle a ttitudini ai rap­
rassino o un lenzuolo di piccole dimensioni di materiale ad porti interpersonali, il recupero parziale o totale delle capaci­
alto scorrimento che facilita gli spostamenti delle persone tà lavorative e il collocamento in un adeguato posto di lavoro
assistite sul letto e i trasferimenti laterali. L'assistito deve che consenta un'autonomia economica o, nei casi di seria
essere fatto scivolare nella posizione desiderata e mai solle­ menomazione psicofisica, rappresenti essenzialmente una
vato, poiché il telo non è progettato e non è idoneo per il sol­ misura ergoterapica. Rappresenta la terza fase dell'interven­
levamento. Devono essere utilizzati teli ad alto scorrimento to medico, successiva e complementare a q uelle di ordine
grandi e rigidi per il trasferimento letto-barella, piccoli e rigidi preventivo e diagnostico-curativo ... 15•
per i trasferimenti da seduto-letto-carrozzina, piccoli e non
rigidi per gli spostamenti sul letto. Ricordiamo l'importanza La riabilitazione in ambito medico riguarda diversi settori di
di questo ausilio per la prevenzione delle lesioni da pres­ cura e di intervento e se sino a qualche decennio fa si pen­
sione, in particolare per ridurre le possibili lesioni da sfre­ sava alla riabilitazione come al recupero funzionale per riac­
gamento della cute delle persone a rischio sulla biancheria quistare forza fisica dopo un evento morboso, oggi si guarda
che presenta caratteristiche di abrasività maggiore del telo a questa disciplina come una serie di interventi complessi,
ad alto scorrimento. che si sviluppano in diversi ambiti delle scienze mediche. Si
È utilizzato per operazioni di trasferimento su un piano di parla infatti di riabilitazione cardiologica, respiratoria, fisica,
persone non collaboranti o parzialmente collaboranti, ad neurologica e psichiatrica.
esempio per il trasferimento laterale letto-barella; letto-ba­
rella-doccia, cambi di postura sul letto. In particolare, col telo Gli interventi riabilitativi, quindi, sono orientati al recupe­
ad alto scorrimento sono possibili le seguenti manovre di ro delle capacità delle persone, al reinserimento nella vita
assistenza: sociale (scuola, casa) e lavorativa. Gli interventi riabilitativi
mobilizzazione trasversale e longitudinale dell'as­ devono essere mirati al recupero della disabilità di cui soffre
sistito allettato la persona, siano esse fisiche o psichiche. Tendenzialmente i
rotazione sul fianco in posizione supina professionisti della riabilitazione operano utilizzando obiettivi
assunzione di posizione supina sia di apprendimento che di performance che l'assistito deve
spostamento verso il cuscino raggiungere in un determinato tempo, rispettando il criterio
trasferimento orizzontale in assenza di fessure della gradualità, dando quindi l'opportunità alla persona di ot­
e/o dislivelli (letto/barella di persone totalmente tenere risultati tangibili. È evidente che in questo contesto la
non collaboranti) motivazione dell'assistito è essenziale per ottenere successo
nell'intervento riabilitativo; a questo proposito è importante
PEDANA GIREVOLE O DISCO l'apporto di tutta l'équipe che interviene non solo nel mo­
mento dell'intervento riabilitativo ma lavorando con l'assistito
Utile per piccoli spostamenti, quando la persona assistita anche negli altri momenti, utilizzando il rinforzo positivo e l'in­
può stare in piedi ma non controlla il movimento degli arti coraggiamento costante come strumento operativo. Anche
inferiori. Può essere usata ad esempio per gli spostamenti: l'Operatore Socio Sanitario, quindi, deve intervenire sia con
interventi pratici mirati (ad esempio nella riabilitazione fisica
carrozzina-W.C. con la mobilizzazione attiva e passiva dell'assistito) ed anche
carrozzina-poltrona con un supporto e con incoraggiamenti di tipo psicologico,
letto-carrozzina aiutando con stimoli mentali incentivanti il recupero delle abi­
letto-poltrona lità della persona. La riabilitazione fisica è certamente più
misurabile in termini di risultato, potendo monitorare anche
Risulta opportuno che l'utilizzo della pedana girevole sia ab­ visivamente i progressi della persona, mentre è certamente
binato alla cintura ergonomica, per ridurre il rischio di carico più complesso monitorare il recupero in termini comporta­
sulla colonna per l'operatore e facilitare la presa, nonché ren­ mentali perché meno visibile nell'immediato. L'intervento ria­
dere più sicuro il trasferimento dell'assistito. Il piano presen­ bilitativo deve essere orientato e sviluppato in modo diverso
ta una superficie antiscivolo (sia sul disco che sulla base a seconda della tipologia di utente da trattare, sia in termini
inferiore) che garantisce una completa adesione durante il di patologia che di fascia di età.
trasferimento. Il piano presenta una rotazione controllata e,
in caso di necessità, può essere bloccato dall'assistente La riabilitazione è utile per le persone di tutte le età affette
con l'appoggio di un piede sulla base estesa. da diverse problematiche di salute, che possono riguardare:

15 http://www.treccani.it/vocabolario/riabilitazione/

130
Proalemi mu!3COlo scheletrici (ossa, articolazioni e
tessuti molli), sia di natura degenerativa che trau­
matica Anche definita "ergoterapia", la terapia occupazionale si con­
Problemi al sistema nervoso centrale o periferico, centra sulla capacità di agire delle persone, migliorando la
quali problemi di movimento derivanti da un ictus, salute e la qualità della vita.
sclerosi multipla (SM) o morbo di Parkinson
Sistema cardiocircolatorio, ad esempio la riabilita­ Educatore professionale
zione dopo un infarto
Sistema respiratorio, quali ad esempio la bron­ È un operatore sociale e sanitario che attua progetti
copneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) educativi e riabilitativi finalizzati allo sviluppo equilibrato della
personalità, con obiettivi educativo - relazionali e di recupero
La fisioterapia può migliorare quindi l'attività fisica aiutando della vita quotidiana.
la persona a prevenire ulteriori lesioni.
Tutti questi professionisti concorrono con un articolato e
6.6.1 I PROFESSIONISTI DELLA RIABILITAZIONE specifico lavoro al recupero ed al ripristino delle condizio­
ni della persona assistita nei diversi ambiti in cui operano,
Gli operatori coinvolti nella riabilitazione sono rappresentati cercando di portarlo al migliore livello di autonomia rispetto
da professionisti laureati in una delle specialità delle profes­ alle possibilità che ognuno possiede. Il progetto riabilitativo
sioni sanitarie della riabilitazione, che sono le seguenti: quindi si fonda su interventi articolati e complessi, ai quali
può partecipare, per alcune attività riferibili al proprio profilo,
Fisioterapista anche l'Operatore Socio Sanitario. È chiaro che la dipenden­
za dall'infermiere per le attività di assistenza e dall'assistente
Il fisioterapista aiuta persone che presentano difficoltà nel­ sociale per quelle riguardanti questa specifica area, fanno sì
le funzioni motorie, psicomotorie e neurologiche attraverso che l'Operatore Socio Sanitario possa svolgere attività di tipo
azioni mirate alla cura e alla riabilitazione. I fisioterapisti la­ riabilitativo in senso lato, nell'ambito di un lavoro di équipe
vorano spesso come parte di un team multidisciplinare in vari dove tutti i professionisti concorrono, ciascuno per la propria
settori della medicina, tra cui: parte, a costruire e realizzare un percorso di cura per l'as­
sistito. Se da un lato l'Operatore Socio Sanitario interviene
ospedali con interventi quotidiani che favoriscono la riabilitazione, il
centri di salute della comunità o cliniche responsabile del progetto riabilitativo rimane il professioni­
ambulatori sta titolato, così come il responsabile del piano di a ssistenza
domicilio. rimane l'infermiere. E spesso le attività di assistenza e di ri­
abilitazione sono talmente intersecate fra di loro che risulta
difficile definirne le competenze e l'ambito d'azione.
Logopedista
Il D.M. 741 del 199416, nel disciplinare il profilo del fisiotera­
Potrebbe essere definito come un "professionista della pa­ pista enuncia che "In riferimento alla diagnosi ed alle pre­
rola". Infatti il logopedista si occupa dell'educazione e della scrizioni del medico, nell'ambito delle proprie competenze, il
rieducazione alla parola: i suoi pazienti possono essere sia Terapista della Riabilitazione:
bambini che adulti. Realizza inoltre interventi finalizzati alla
corretta gestione della disfagia. elabora, anche in equipe multidisciplinari, la defi­
nizione del programma di riabilitazione volto all'in­
Ortottista dividuazione ed al superamento del bisogno di
salute del disabile;
Lavora in maniera specifica nel campo oftalmologico e si oc­ pratica autonomamente attività terapeutiche per
cupa di valutazione, prevenzione e riabilitazione dei disturbi la rieducazione funzionale delle disabilità moto­
sia motori che sensoriali legati alla visione. rie, psicomotorie e cognitive utilizzando terapie
fisiche, manuali, massoterapiche e occupazionali;
Podologo propone l'adozione di protesi ed ausili, ne adde­
stra all'uso e ne verifica l'efficacia;
Si occupa degli stati algici del piede, dall'età pediatrica a svolge attività di studio, didattica e consulenza
quella geriatrica. Tra le sue competenze rientra la cura di professionale, nei servizi sanitari ed in quelli dove
deformazioni, dismorfismi, malformazioni, ipercheratosi, re­ si richiedono le sue competenze professionali;
lativamente ai piedi e alle dita. verifica le rispondenze della metodologia riabili­
tativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale.
Terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva
L'Operatore Socio Sanitario, nello svolgimento quotidiano
Gli ambiti di intervento di questa figura professionale sono la
delle attività di assistenza, in particolare nelle struttu re ospe­
riabilitazione, la prevenzione e la cura delle malattie neurop­
daliere per acuti, riabilitative o residenziali per anziani, spes­
sichiatriche infantili.
so svolge, più o meno consapevolmente, numerose attività
di riabilitazione, in particolare manovre di riabilitazione fisica,
Tecnico della riabilitazione psichiatrica
sociale e parecchi interventi riferibili alla terapia occupazio­
nale. In questo capitolo ci soffermeremo, in particolare, su al­
Le finalità della riabilitazione psichiatrica sono aiutare le per­
cune delle attività di riabilitazione che possono essere riferite
sone con disabilità psichiatriche ad avere successo ed esse­
alla competenza dell'Operatore Socio Sanitario.
re soddisfatte nell'ambiente in cui vivono quotidianamente.

16 D.M. 741 del 1994, Regolamento concernente l'individuazione della figura e del relativo profilo professionale del fisioterapista.

131
r--&.l5;2:-\;;:jWHABfil::fl�9'3�::-Fl!S�ltìC�A�··------'---'----------'-'/J!,tfdi-,e?.!S'll'eM'lmmp'li.iof'\-1,it-massaggio può migliorare 111 qualità della vita.a-­
di alcune persone con condizioni gravi o a lungo termine ri­
La riabilitazione fisica, definita anche fisioterapia, può com­ ducendo i livelli di ansia e migliorando la qualità del sonno.
portare una serie di trattamenti diversi e approcci preventivi, Le tecniche manuali sono anche utilizzate per aiutare deter-
a seconda dei problemi specifici della persona. minate patologie polmonari.

Gli approcci principali che un terapista della riabilitazione può 6.6.3 LA RIABILITAZIONE PSICOSOCIALE17
utilizzare sono:
Tralasciando i trattamenti puramente medici, necessari per
educazione e consigli affrontare problematiche che possono in alcuni casi deter­
movimento ed esercizio minare disagio sociale, si deve sempre considerare che la
terapia manuale riabilitazione sociale sia intesa come un processo integrato
fra la parte medica e quella sociale. La riabilitazione sociale
Educazione e consigli è strettamente interconnessa, quindi, con i servizi di salute
mentale, poiché spesso è questa tipologia di utenti che ne­
Uno degli aspetti principali della riabilitazione consiste nel cessita di questo tipo di interventi.
guardare il corpo nel suo insieme piuttosto che concentrarsi
sui singoli fattori di un infortunio. La riabilitazione è anche
dare consigli specifici applicabili alle attività quotidiane per L'intervento riabilitativo, in questo campo, si preoccupa di
prendersi cura di se stessi e ridurre il rischio di dolore o lesio­ fornire opportunità, di proporre occasioni di impegno e di
ni. Ad esempio, per trattare dolore lombare e mal di schiena, comportamenti positivi, di promuovere la responsabilità
è importante anche ricevere consigli su una buona postura, e l'autonomia dell'utente, anziché enfatizzare gli aspetti di
su tecniche di sollevamento o di trasporto corrette. sorveglianza e di controllo. Il progetto riabilitativo deve pre­
vedere un percorso lungo il quale le richieste e le pressioni
Movimento ed esercizio all'utente aumentano man mano che aumentano le sue abi­
lità (modulazione delle pressioni e degli eventi stressanti).
Il movimento e l'esercizio fisico sono importanti per migliora­ Si parla di "guarigione sociale" della persona con sofferenza
re la mobilità e la funzionalità. Possono includere: psichica, ad esempio, quando l'utente stabilizza la propria
condizione lavorativa, quando si consolida una condizione
esercizi progettati per migliorare il movimento e familiare patologica e si conquista una nuova condizione di
la forza in una parte specifica del corpo. Di solito socializzazione, quando si costruiscono relazioni sociali si­
devono essere ripetuti regolarmente per un deter­ gnificative. L'utente diventa cioè capace di utilizzare le risor­
minato periodo di tempo se disponibili per costruire un sistema positivo.
attività che comportano lo spostamento di tutto il In questo contesto è certamente necessario il sostegno dei
corpo, come camminare o nuotare, possono aiu­ familiari, che non devono essere isolati dai s istemi di cura,
tare il percorso riabilitativo nelle fasi successive e dalla rete di tutti gli operatori che, ciascuno per le proprie
ad un intervento chirurgico o ad una lesione che competenze, intervengono per migliorare la condizione di di­
influisce sulla mobilità sagio. Aiutando le famiglie, si ottengono effetti positivi anche
esercizi effettuati in acque calde e poco profonde sulla persona sofferente. Il sostegno familiare è necessario,
(idroterapia o terapia acquatica). L'acqua può aiu­ per un insieme di ragioni:
tare a rilassare e sostenere i muscoli e le artico­
lazioni, fornendo allo stesso tempo resistenza per per ridurre i rischi di ricadute della persona sof­
aiutare il potenziamento muscolare ferente
consigli ed esercizi per aumentare o mantenere per insegnare ai familiari la corretta interpretazio­
ne dei sintomi e dei comportamenti della persona
l'attività fisica
fornire ausili per la mobilità, quali ad esempio sofferente
stampelle o bastoni da passeggio per migliorare la qualità della vita familiare
per aumentare la stabilità emozionale dell'am­
biente familiare al fine di migliorare la capacità
Terapia manuale dei singoli parenti di interagire con la persona
sofferente per creare un punto di incontro fra ap­
La terapia manuale è una tecnica in cui il terapista della riabi­ procci tecnici e approcci empirici nel trattamento
litazione usa le mani per manipolare, mobilizzare e massag­ della persona con sofferenza psichica per fare in
giare i tessuti del corpo. modo che i familiari diventino soggetti positivi nel
processo di guarigione sociale della persona sof­
Questo può aiutare a: ferente.
alleviare il dolore e la rigidità
Quindi le pratiche della riabilitazione psicosociale devono es­
migliorare la circolazione sanguigna
sere rivolte tanto alla persona (interventi individuali), quanto
drenare i fluidi in modo più efficiente da parti del
al territorio (interventi collettivi). I principali interventi rivolti
corpo
alla persona (individuali) sono ad esempio:
migliorare il movimento di diverse parti del corpo
promuovere il rilassamento sostegno psicologico
addestramento ad attività lavorative
La terapia manuale può essere utilizzata per trattare proble­ educazione ad abilità della vita quotidiana.
mi specifici, come ad esempio dolori articolari, ma può anche
essere utile per una serie di condizioni che non influenzano
le ossa, le articolazioni o i muscoli. Gli interventi sul territorio (collettivi) sono rappresentati prin-

17 Paolo Michielin, Caratteristiche della riabilitazione psicosociale, Psychiatry online Italia, 2013

132
------t'c,itip�arlfmne!!!ln'lttA-e-dd�a�. -----'-':-�'-------'-'---'--�.....;._�-----iA�IC1cutt1n1Ee�dcliii:ti1ttues,+.te..,CO"""'nll'ldw,iz-itiownirti--inir.cl!Hirlnl'lf'rffl11!1iercl1te!""-----::
sostegno alla famiglia sono presenti già dalla nascita
sensibilizzazione delle comunità locali si sviluppano con l'età
coinvolgimento di persone nei luoghi di lavoro sono conseguenza di una disabilità acquisita (ad
educazione sanitaria esempio un incidente).
coinvolgimento della popolazione circostante alle
residenze psichiatriche.
La terapia occupazionale viene anche utilizzata come parte
di un programma di riabilitazione (un programma di tratta­
Da questa duplice dimensione discende che sono soggetti mento progettato per aiutare qualcuno a riprendersi da una
della riabilitazione psicosociale non soltanto le persone con malattia o un infortunio), ad esempio dopo un intervento chi­
sofferenza psichica, ma anche l'intera società, che dimostra rurgico o per curare una persona affetta da depressione.
la propria immaturità sociale quando riconosce, solo formal­
mente i diritti di cittadinanza (abitare, imparare, scambiare, La terapia occupazionale si occupa anche di riabilitazione
lavorare, esprimersi) alle persone con sofferenza psichica; di bambini, oltre che dei soggetti anziani e, comunque, di
quando, di fatto, non consente loro di esercitare tali diritti. persone in ogni fascia di età.
L'orientamento riabilitativo è molto diverso da quello curativo
e da quello socio-assistenziale e deve essere continuamente La terapia occupazionale include anche la fornitura di dispo­
alimentato e sostenuto. sitivi e ausili e l'aiuto nell'elaborazione di strategie per aiutare
la memoria e migliorare la funzione nelle persone con con­
6.6.4 LA TERAPIA OCCUPAZIONALE dizioni associate all'invecchiamento, come le demenze, fra
cui il morbo di Alzheimer, di cui si tratterà nel capitolo 11.4.3
La Terapia Occupazionale (TO) è una attività sanitaria della
di questo testo, dove si parlerà, fra l'altro, di altre tecniche
riabilitazione che promuove la salute e il benessere attraver­
occupazionali e riabilitative utilizzabili con persone affette da
so l'occupazione.
questo tipo di problema.
La terapia occupazionale fornisce supporto alle persone
Diverse tecniche e attrezzature possono essere utilizzate
la cui salute impedisce loro di svolgere le attività che sono
come parte della terapia occupazionale, a seconda delle dif­
importanti per loro. È rivolta quindi a tutti i soggetti che per
ficoltà che si rilevano.
ragioni connesse alla propria salute hanno necessità di un in­
tervento di supporto per affrontare le difficoltà che si possono
Un obiettivo chiave della terapia occupazionale è di aiutare la
avere nella vita di tutti i giorni.
persona a sviluppare o mantenere una gamma soddisfacente
di attività quotidiane significative che possano dare un sen­
La terapia occupazionale viene utilizzata quando qualcuno
so di appartenenza, di dignità e una finalità al tempo. Tutto
ha difficoltà con le attività quotidiane derivante ad esempio
questo può includere l'aiuto per la pianificazione del budget,
da:
le attività quotidiane di assistenza domestica o personale, le
attività del tempo libero e il coinvolgimento in attività lavora­
condizione medica
difficoltà di apprendimento tive o di volontariato. Il terapista occupazionale esaminerà
condizioni di salute mentale l'attività e proverà ad identificare un altro modo per com­
pletarla, anche attraverso la proposta di fornitura di ausili.
I terapisti occupazionali18 lavorano con persone di tutte le età
e possono osservare tutti gli aspetti della vita quotidiana, dal­
la casa alla scuola o al posto di lavoro. 6.7 LA COMUNICAZIONE
Tecniche di terapia occupazionale La parola comunicazione trae le sue origini dalla lingua latina
(cum = con e munire= legare, costruire e dal latino commu­
Dopo aver identificato le difficoltà che una persona ha con le nico = mettere in comune, far partecipe). La comunicazione
attività quotidiane, i terapisti occupazionali possono svolgere rappresenta l'insieme dei fenomeni che comportano la tra­
il loro intervento con diverse modalità: smissione di informazioni, coinvolgendo quindi ogni essere
vivente nella vita quotidiana. Secondo il primo assioma della
facendo praticare l'attività con modalità semplici
comunicazione, elaborato dalla scuola di Palo Alto, in Califor­
e realizzabili
nia, «non si può non comunicare19 ». In particolare le persone
insegnando un modo diverso per completare l'at­
ammalate o ricoverate in istituti di ricovero e cura, per paura,
tività
timore o preoccupazioni a volte tendono a non parlare: an­
raccomandando cambiamenti che renderanno
che in questo caso comunicano qualche cosa e l'operatore
l'attività più facile che li assiste deve essere in grado di comprendere il mes­
fornendo dispositivi che rendono le attività più fa­
saggio nascosto che le persone vogliono far arrivare.
cili
I segnali, le posture, le espressioni del viso, il contatto fisi­
Lo scopo della terapia occupazionale è quindi consentire co, il tono della voce, il modo di vestire e di curarsi, sono
all'utente di mantenere e migliorare la propria capacità di tutti elementi importanti da prendere in considerazione nella
svolgere attività quotidiane. Questo può includere sia attività comunicazione. La comunicazione non verbale, cioè il lin­
lavorative che ricreative. guaggio del corpo di una persona, è infatti considerata la
modalità comunicativa più sincera, perché fornisce molte più
La terapia occupazionale viene utilizzata per trattare e gesti­ informazioni sullo stato emotivo di una persona, che potreb­
re un'ampia gamma di condizioni e necessità. be invece, nell'altra forma di comunicazione (quella verbale)

18 DECRETO 17 gennaio 1997, n. 136 Profilo professionale del Terapista Occ�pazionale .


19 Watzlawick Paul, An anthology of human communication. Text and tape, Sc1ence and Behav1or Books, Palo Alto 1964

133
seherare.emozioni e-sentimenti che possono emergere, 6.7.1 GLI ELEMENTI DELLA COMUNIC-A-aH01NN..,,,E----
ad esempio, con la postura o con lo sguardo.
Generalmente si distinguono diversi elementi che concorro­
Alcuni autori sostengono che il 7% delle informazioni di un no a realizzare un singolo atto comunicativo:
discorso sono trasmesse con le parole, il 38% con il tono
della voce e il 55% con il linguaggio del corpo20• Per que­ Emittente: è la persona che awia la comunica­
sta ragione è importante che l'operatore sappia porsi in una zione attraverso un messaggio.
posizione di ascolto attivo, non ricercando cioè il solo signi­ Ricevente: accoglie il messaggio, lo decodifica,
ficato delle parole, ma valutando nel complesso i messaggi lo interpreta e lo comprende.
anche non verbali della persona che assiste. Instaurare una Codice: parola parlata o scritta, immagine, tono
valida comunicazione, per un sanitario, richiede la capacità impiegato per ''formare" il messaggio.
di saper leggere e utilizzare le modalità verbali che quelle Canale: il mezzo di propagazione fisica del codi­
non verbali. Un altro assioma della comunicazione riguarda ce (onde sonore o elettromagnetiche, scrittura, bit
lo scambio delle informazioni e dice che "tutti gli scambi di elettronici).
comunicazione sono simmetrici o complementari; sono sim­ Contesto: l'ambiente significativo all'interno del
metrici tra persone che hanno ruoli analoghi e, complemen­ quale si situa l'atto comunicativo.
tari tra persone che non hanno lo stesso ruolo e/o lo stesso Referente: l'oggetto della comunicazione a cui si
potere". Questo elemento deve essere assolutamente preso riferisce il messaggio.
in considerazione nell'assistenza alle persone: il malato è in Messaggio: è ciò che si comunica e il modo in
una posizione di sudditanza rispetto all'operatore, quindi la cui lo si fa.
comunicazione ha un ruolo fondamentale nel conquistare la
fiducia e la collaborazione dell'assistito. Per questo gli opera­ 6.7.2 LA COMUNIC AZIONE IN AMBIENTE
tori nei modelli comunicativi devono tenere in considerazione SANITARIO
tutti gli aspetti della comunicazione, in particolare di quella
non verbale. La comunicazione collaborativa è una relazione I principi della medicina centrata sulle persone risalgono
reciproca e dinamica, che implica lo scambio bidirezionale all'antica scuola greca di Cos21 • Tuttavia questo tipo di ap­
di informazioni, quindi un'ottima capacità di ascolto da parte proccio non è sempre stato una pratica comune. Ad esem­
dell'operatore. Per comunicare correttamente, soprattutto in pio, negli anni '50 -70 del secolo scorso la maggior parte dei
ambito sanitario, bisogna conoscere molto bene le diverse medici considerava inumano e dannoso per i propri assistiti
modalità comunicative, sia verbali che non verbali. Il contatto rivelare cattive notizie a causa della prospettiva di trattamen­
con gli assistiti generalmente è un contatto visivo ed è spes­ to infausta per le patologie tumorali. Il modello medico e di
so condizionato da diversi fattori legati al pensiero di ognuno. assistenza si è evoluto più recentemente dal paternalismo
Ad esempio incide fortemente sul giudizio che l'assistito avrà all'individualismo. Lo scambio di informazioni è il modello di
dell'operatore l'aspetto esteriore di quest'ultimo, quindi ele­ comunicazione dominante e l'attuale modello di processo
menti quali ad esempio l'ordine, la pulizia, la cura della divi­ decisionale, per i tutti i sanitari, è orientato alla condivisione
sa, l'espressione del volto, il tono della voce, la gestualità. La e alla comunicazione efficace. Le abilità comunicative dei sa­
comunicazione efficace richiede, come abbiamo visto, anche nitari hanno come finalità lo stabilire relazioni di cura con gli
ottimali capacità di ascolto, vale a dire comprendere quello assistiti e sono considerate competenze cliniche fondamen­
che è stato comunicato, sia a livello conscio che inconscio. tali nella pratica delle cure e dell'assistenza, finalizzate a rag­
Ascoltare quindi significa non solo percepire le parole, ma giungere il miglior risultato e la soddisfazione delle persone,
richiede un impegno maggiore nella decodifica dei messaggi essenziali per l'efficace erogazione dell'assist enza sanitaria.
anche nascosti che l'altro vuole inviare, instaurando una mo­
dalità empatica, dandogli il giusto spazio e la considerazione Una buona comunicazione sanitario-assistito ha le po­
necessaria. Importante anche concedere all'altro la possibili­ tenzialità per aiutare a regolare le emozioni, facilitare la
tà di esprimersi con i suoi tempi e le sue modalità, cercando comprensione delle informazioni e consentire una migliore
il più possibile di facilitare la comunicazione. Una modalità identificazione dei bisogni delle persone, delle percezioni e
corretta per realizzare questo tipo di comunicazione è quella delle loro aspettative. Alcuni studi in ambienti dove si cura
di evitare l'utilizzo di termini tecnici, che spesso hanno come la comunicazione come elemento di cura hanno dimostrato
unica motivazione l'incapacità del sanitario di comunicare in una diminuzione della durata della degenza ospedaliera e, di
modo corretto. I termini troppo tecnici, infatti, non sono com­ conseguenza, una diminuzione dei costi delle cure. Inoltre,
presi dalle persone assistite e spesso comportano un blocco le cure centrate sulle persone portano a una migliore soddi­
alla comunicazione. Questa modalità, inoltre, è speso usa­ sfazione sia degli assistiti che dei sanitari. Gli assistiti soddi­
ta in modo più o meno consapevole dagli operatori sanitari sfatti sono un vantaggio, oltre che per se stessi, anche per
per mascherare le proprie incapacità nella comunicazione o i sanitari in termini di maggiore soddisfazione sul lavoro, di
come maschera per non awicinarsi troppo all'assistito. riduzione degli stress lavorativi e di conseguenza di riduzio­
ne del burnout22 •
Nella comunicazione, in particolare quando si vogliono ot­
tenere informazioni importanti (ad esempio nella fase della Vi sono molti ostacoli alla buona comunicazione nella rela­
raccolta dei dati) è importante ricordarsi di rispettare la pri­ zione fra operatori e assistiti, tra cui ansia e paura di questi
vacy dell'assistito evitando di chiedere informazioni sensibili ultimi, eccessivo carico di lavoro dei sanitari, paura del con­
di fronte ad altre persone, perché questo comportamento tenzioso.
potrebbe rallentare il processo comunicativo e distorcere le
informazioni. Le abilità comunicative dei sanitari dovrebbero comprendere
sia lo stile di relazione che il contenuto. Le abilità di ascolto,
l'empatia e l'uso di domande aperte sono alcuni esempi di
comunicazione efficace. Una migliore comunicazione centra­
ta sulla persona tende ad aumentare il suo coinvolgimento e

20 Capaldo Gerardo, La relazione con il paziente: dal to cure al to care, Scienza Riabilitativa, 2007; Voi. 8 N.3, pagg. 5-12
21 Stewart M., Brown J. B., Donner A., et al. The impact of patient-centered care on outcomes. J Fam Pract. 2000;49((9)):796-804.
22 Maguire P., Pitceathly C. Key communication skills and how to acquire them. BMJ. 2002;325((7366)):697-700.
134
garantire la necessaria riservatezza che queste operazioni
Le percezioni degli assistiti sulla qualità dell'assistenza sa­ richiederebbero. La comunicazione con l'assistito, facilitata
nitaria ricevuta dipendono fortemente dalla qualità delle loro da comportamenti adeguati, richiede molto tempo e ottime
interazioni con i sanitari. Molte ricerche dimostrano i benefici capacità dell'operatore di costruire con il suo utente una rap­
di una comunicazione efficace e risultati di salute per le per­ porto empatico, basato sull'ascolto e sulla comprensione.
sone e per le équipe sanitarie. Ogni persona ha le sue modalità e i suoi ritmi per rivelare
il suo problema ed ognuno ha i suoi tempi di adattamento
all'ambiente sanitario e di acquisizione della fiducia necessa­
6.7.3 LA COMUNICAZIONE E LA RELAZIONE FRA ria per entrare in comunicazione con i sanitari, anche legati
OPERATORE E UTENTE alle sue abitudini, ai modelli culturali ed educativi che ha inte­
riorizzato nella sua vita.
"Ricerche approfondite hanno dimostrato che, a prescindere
dalla conoscenza e dalla bravura di un medico, se questi non L'assistito dovrebbe avere la sensazione che il tempo, che
è in grado di instaurare una buona comunicazione con il suo si tratti di cinque minuti o un'ora, è interamente a lui dedica­
assistito, potrebbe non essere di alcun aiuto.23" to. La percezione dell'attenzione da parte dei sanitari, infatti,
lo agevola nella comunicazione dei suoi problemi26• Oltre ad
Le professioni di aiuto si concentrano sul servire i bisogni ascoltare il malato, il sanitario deve entrare in contatto con
dell'essere umano come essere biopsicosociale e spiritua­ l'utente parlandogli, riservando una particolare attenzione al
le. La sua pratica richiede non solo conoscenze scientifiche, linguaggio che usa per questo scopo. Spesso, come abbia­
ma anche abilità di coltivare relazioni interpersonali e intel­ mo già avuto modo di evidenziare, l'assistito è bombardato
lettuali, oltre alle necessarie competenze tecniche. La comu­ da parole e termini tecnici incomprensibili che per lui hanno
nicazione è un elemento vitale nel settore sanitario in tutte poco o nessun significato. Spesso le persone si vergognano
le aree di attività e in tutti i suoi interventi quali ad esempio di non aver capito ed evitano di cercare una spiegazione,
la prevenzione, la terapia, la riabilitazione, l'educazione e la rischiando di compromettere un percorso di cura che, in par­
promozione della salute. Il processo infermieristico (o pro­ ticolare nelle malattie croniche, è fortemente condizionato
cesso di nursing) di cui si è parlato nel capitolo 5, è inteso dalla effettiva comprensione di un percorso educativo. Il lin­
come un metodo scientifico per l'esercizio della professione guaggio nella comunicazione terapeutica dovrebbe quindi
infermieristica e si realizza attraverso il dialogo, il rispetto essere al livello dell'ascoltatore, che non è in grado di valuta­
dell'ambiente di relazione anche attraverso competenze spe­ re le nostre conoscenze scientifiche, ma deve capire quello
cifiche nella comunicazione verbale. La pratica terapeutico che gli stiamo dicendo2r Un altro requisito importante per
assistenziale è basata essenzialmente sulla comunicazione una comunicazione corretta e di successo tra operatori sani­
verbale fra gli operatori sanitari da una parte e l'assistito o i tari e assistiti è la franchezza, l'onestà. La discussione non
suoi parenti dall'altra, in un canale bidirezionale di scambio dovrebbe lasciare dubbi e incomprensioni. Ad esempio se
di informazioni continue. L'assistito trasmette le sue paure l'assistito percepisce una discrepanza fra la realtà dei fatti e
e le sue preoccupazioni ai sanitari, che ricevono le informa­ quanto l'operatore comunica, sospetterà che non gli si stia
zioni e le trasmettono a loro volta ai loro assistiti. Per avere dicendo tutta la verità. Inoltre, nei casi in cui è n ecessario
successo nel loro lavoro, gli operatori sanitari devono saper comunicare in modo riservato, siano essi gli utenti che i loro
padroneggiare la comunicazione e le relazioni interpersonali, famigliari, è necessario stare molto attenti al luogo, ai modi e
studiandone i meccanismi e le modalità applicative nei vari ai tempi di questa comunicazione. La comunicazione come
campi dell'assistenza. già detto è bidirezionale, ma gli operatore sanitari sono i prin­
cipali responsabili del buon esito di questo processo.
La comunicazione tra operatori sanitari24 - siano essi medici,
infermieri, od operatori socio sanitari - ed assistito è un pro­ L'assistito nella comunicazione con il sanitario può essere
cesso che inizia con il primo contatto fra i diversi soggetti e condizionato dallo stress emotivo in funzione della malattia
dura sino al termine della relazione terapeutica. L'operatore che sta affrontando e può essere più o meno calmo. Rea­
che vuole creare il giusto rapporto con il proprio assistito, zioni come rabbia, incredulità, lamento, aggressività e ne­
deve conquistarlo sin dal primo momento. Ciò sarà facilitato gazione della realtà sono noti meccanismi di difesa, che la
se la prima comunicazione si svilupperà in condizioni appro­ persona adotta inconsciamente per adattarsi alla nuova si­
priate, nell'ambito di un rapporto interpersonale improntato al tuazione che sta affrontando. L'assistito arrabbiato di solito
rispetto dell'assistito, in un clima sereno e disteso. non ha ragioni personali di dissidio con i professionisti della
salute, anche se sono i destinatari diretti della sua rabbia, in
L'assistito dovrebbe sentirsi a proprio agio con il sanitario e un meccanismo di difesa chiamato proiezione. L'utente in
un elemento chiave è la necessità di un ambiente sereno e questo caso tende a riversare sull'operatore la propria rabbia
senza distrazioni esterne, che garantirà un'adeguata riser­ e la propria frustrazione. L'operatore, da parte sua, dovrebbe
vatezza nel dialogo. Frequentemente si assiste a discus­ comprendere e accettare questi meccanismi che servono a
sioni importanti e su argomenti delicati che si svolgono nel mitigare l'ansia di fondo della pElrsona assistita, o a masche­
bel mezzo del corridoio di un ambulatorio, di una stanza di rare paure più o meno consce e reagire positivamente a que­
degenza o in qualche ufficio dell'ospedale, in cui entrano in sti eventi, fornendo informazioni e manifestando disponibilità
gioco soggetti terzi estranei alla cura dell'interessato. In un a fornire tutta l'assistenza possibile. Infine le persone differi­
tale ambiente le persone si vergognano di esprimersi libera­ scono nei loro bisogni di comunicazione. Alcuni si aspettano
mente.25 Sfortunatamente il concetto di privacy, ben descrit­ o richiedono semplicemente di essere ascoltati, senza pre­
to anche nelle recentissime normative, spesso non coincide occuparsi troppo delle risposte dei sanitari; altri vogliono una
con i comportamenti reali degli operatori dei servizi sanita- spiegazione specifica per tutto ciò che gli accade e gli opera­
tori dovrebbero essere bravi a modulare i loro sistemi di co-

23 Asnani M.R., Patient-physician communication West lndian Med J.2009 Sep;58(4):357-61.


24 Lambrini Kourkouta· loanna V. Papathanasiou Communication in Nursing Practice Mater Sociomed 2014 Feb; 26(1): 65-67. Published
online 2014 Feb 20. doi:[10.5455/msm.2014.26.75-67]
25 19. Maguire P. London: Amold; 2000. Communication Skills lor Doctors.
26 Teutsch C. Patient-doctor communication. Med Clin North Am. 2003;87:1115-1145.[PubMed]
27 Papagiannis A. T hessaloniki: University Studio Press; 2003. Talking with the patient.
135
icazione in ftlnzione--dellta-oorsona--ehe-tfflf!rno--dt-freltfflt.-----fiottrerl;)fme�ional
cercando di comprendere ciò che ogni persona desidera. Ciò il proprio stress psicoemotivo e quello della persona assisti­
che, in ogni caso, dovrebbe essere evitato dagli operatori ta. Se la fase di logoramento psicologico non è gestita o non
sanitari è il silenzio e l'indifferenza verso le domande dei loro risulta controllata, si osserva una progressione del danno
assistiti; tale situazione porta a frustrazione e malcontento psichico e fisico che può evolvere fino al suicidio31 ·
della persona assistita, che potrebbe compromettere tutto il
cammino svolto sino a quel momento o impedire, per i mo­
menti futuri, una prosecuzione positiva del rapporto. Il fenomeno del bumout emerge da una miriade di fattori che
non possono essere descritti in modo semplice in termini di
Alcune evidenze scientifiche indicano che esistono forti re­ relazioni causa-effetto. Nel mondo sanitario il fenomeno del
lazioni positive tra le capacità comunicative di un membro bumout è particolarmente evidente nel personale, in partico­
dell'équipe sanitaria e la capacità dell'assistito di seguire le lare negli infermieri, che lavorano in unità di terapia intensiva
raccomandazioni mediche, gestire autonomamente una con­ e nei servizi collegati all'emergenza, ma anche nei servizi
dizione di cronicità e adottare comportamenti di prevenzione geriatrici dove l'impatto relazionale con le persone assistite
delle malattie. Gli studi condotti negli ultimi trent'anni dimo­ è particolarmente difficile e, non ultimo, nei reparti oncologi­
strano che la capacità dei sanitari di saper spiegare e saper ci dove l'insuccesso nelle cure risulta spesso un elemento
ascoltare può avere un profondo effetto sugli esiti di salute caratterizzante, in negativo, l'attività lavorativa. Da non sot­
nonché sulla soddisfazione degli utenti rispetto alle cure ri­ tovalutare, fra le cause di insorgenza del burnout, anche i
cevute. fattori legati all'organizzazione del lavoro, ai ritmi lavorativi
pressanti e alla insoddisfazione degli operatori legata all'in­
Recentemente alcuni ricercatori28 hanno dimostrato un nes­ successo delle cure, come è stato già in precedenza sotto­
so fra guarigione e prognosi di una malattia correlato all'ado­ lineato. Uno stile di vita stressante e questi ambienti di cura
zione di modelli comunicativi efficaci da parte dei sanitari, ad possono mettere le persone sotto estrema pressione, al pun­
ulteriore dimostrazione dell'importanza di questo elemento to da fari� sentire esauste, vuote, bruciate e incapaci di far
nella cura e nell'assistenza delle persone. fronte alle problematiche del quotidiano. Lo stress sul lavoro
può anche causare sintomi fisici e mentali. Tra le possibili
cause di bumout vi sono la sensazione di essere permanen­
temente oberati di lavoro o sottostimati, di essere sottoposti a
6.7.4 L'IMPATTO DELLA COMUNICAZIONE NELLA pressioni legate alla mancanza di tempo e anche avere con­
CURA DELLE PERSONE flitti con i colleghi. I carichi di lavoro eccessivi e l'impossibilità
di portare a termine il proprio lavoro in modo soddisfacente
Come abbiamo visto una comunicazione efficace ha un im­ possono portare le persone a trascurare i propri bisogni. A
patto positivo non solamente sulle persone assistite in ter­ volte i cambiamenti nell'ambiente di lavoro e un sostegno
mini di soddisfazione, ma anche sugli esiti e sulla sicurezza più concreto nella vita quotidiana possono essere elementi di
delle cure, sulla soddisfazione del team dei sanitari. aiuto in caso di bumout. Alcuni sintomi che sono considerati
Se analizziamo il fattore legato alla sicurezza delle cure e al tipici del bumout si verificano anche nella depressione, con
contenzioso, notiamo come la comunicazione efficace riduce la quale non deve essere confuso, ma che però potrebbe es­
il rischio di errore, ma soprattutto riduce il contenzioso e le sere una causa facilitante l'insorgenza del problema; infatti,
richieste di risarcimento da parte degli utenti insoddisfatti dei il bumout può aumentare il rischio sviluppare la depressione,
trattamenti ricevuti. Alcuni autori29, infatti, avrebbero dimo­ in particolare nei soggetti già predisposti.
strato un forte legame delle richieste di risarcimento e pro­
blemi di relazione e comunicazione fra gli utenti ed i profes­
Si ritiene che il bumout abbia una vasta gamma di sintomi,
sionisti della salute. Altri studi di ricerca30 hanno dimostrato
spesso sovrapponibili ad altre situazioni che li possono ge­
che il 71 % delle richieste di risarcimento sono state awiate
nerare, per cui non è sempre facile capire se derivino da una
a seguito di un problema di relazione medico-utente e che
condizione lavorativa oppure no. Ad esempio una fonte di
la maggior parte dei soggetti conflittuali percepiva il proprio
stress al di fuori del lavoro, potrebbe essere la presa in carico
medico come "non curante" e che una persona su quattro
e le cure di un membro della famiglia. Questo elemento deve
che ha posto querela in caso di cattiva assistenza non aveva
sempre essere preso in considerazione in caso di burnout,
ricevuto informazioni sufficienti. Owiamente tutto ciò è da te­
perché la concomitanza di problemi di natura personale/fa­
nere in considerazione non solo da parte del medico, ma di
miliare e lavorativa possono potenziare vicendevolmente i
tutte le professioni sanitarie che sono a contatto con l'utenza,
sintomi di questa sindrome.
soprattutto in una società dove il contenzioso nei confronti
delle strutture sanitarie è sempre in aumento.
Ci sono tre principali categorie di sintomi da prendere in con­
6.7.5 IL BURNOUT DEGLI OPERATORI siderazione parlando di burnout:

Il bumout, in termine medico, è descritto come una sindrome,


cioè un insieme di sintomi, che si manifestano in individui Sintomi fisici
che svolgono professioni d'aiuto. È una parola di derivazione Esaurimento: le persone colpite si sentono svuotate ed emo­
inglese, che significa «bruciare completamente» e interessa tivamente esauste, incapaci di far fronte alle situazioni non
medici, poliziotti, infermieri, psicologi e altre professioni che solo lavorative ma anche della vita famigliare, costantemente
si trovano costantemente a contatto con un pubblico partico­ stanche e prive di energia.
larmente stressante dal punto di vista emotivo. Compare in

28 Hjelmfors L., van der Wal MH, Friedrichsen MJ, Martensson J, Stromberg A, Jaarsma T. Patient-Nurse Communicalion about Prognosis and
End-of-Life Care J Pallia! Med. 2015 Oct;18(10):865-71. doi: 10.1089/jpm.2015.0037. Epub 2015 Jun 2011
29 Huntington, B., & Kuhn, N. (2003). Communication gaffes: A root cause of malpractice claims. Baylor University Medicai Center Proceed
ings, 16, 157-161.pubmed
30 Beckman, H. B., Markakis, K. M., Suchman, A. L., & Frankel, R. M. (1994). The doctor-patient relalionship and malpraclice. Lessons from
plaintiff depositions. Archives of Internal Medicine, 154(12) 1365-1370.pubmed
136
-----AO,okmn:,Em;E�:,-e--prc,b!Eridigestlivr,sia-iei:iatraffcrsh:rrrr.:lCOc--,t.;8iFtflll(;MID1:-JSOm10-:-----:---:--------�
che alla funzionalità dell'intestino.
Il sonno33 è uno stato e periodo di riposo fisico-psichico
Sintomi psicologici dell'uomo e degli animali, caratterizzato dalla sospensione
totale o parziale della coscienza e della volontà e accompa­
Alienazione dalle attività (legate al lavoro): le persone che gnato da sensibili modificazioni funzionali (diminuzione del
soffrono di burnout trovano il loro lavoro sempre più stres­ metabolismo energetico, riduzione del tono muscolare, della
sante e frustrante, spesso sono disinteressate riguardo alle frequenza del polso e del respiro, della pressione arteriosa,
loro condizioni di lavoro e al rapporto con i loro colleghi. Allo ecc.), di fondamentale importanza nel ristoro dell'organismo.
stesso tempo, possono vivere il loro ruolo con distacco e ini­ Nell'uomo il sonno notturno è distinguibile in una prima fase
ziare a sentirsi insensibili nel loro lavoro. detta di sonno non REM, caratterizzata da assenza di mo­
vimenti oculari rapidi; e una fase detta di sonno REM, che
Riduzione delle prestazioni lavorative interviene solitamente dopo 90 minuti, caratterizzata rapidi
movimenti oculari e turbe neurovegetative. Il sonno è pron­
Questo problema legato al burnout colpisce principalmente tamente reversibile e si differenzia dal riposo perché durante
le attività lavorative quotidiane, oppure svolte a casa quando quest'ultima fase rimane la consapevolezza dell'ambiente.
ci si prende cura dei familiari. Le persone che subiscono il Tutti gli esseri umani hanno al loro interno una sorta di orolo­
burnout sono molto negative nell'esecuzione dei loro compiti, gio biologico. Il funzionamento di questo orologio corrispon­
trovano difficile concentrarsi, sono svogliate e mancano di de al ciclo circadiano (dal latino circa diem = riguardo un gior­
creatività. no), il quale regola, attraverso l'azione di messaggeri chimici
e nervosi, i processi organici che awengono ogni giorno nel
I risultati di alcune ricerche hanno dimostrato che alti livelli di corpo umano.
burnout erano fortemente legati a richieste elevate di presta­
zioni, scarso controllo da parte del management aziendale, FISIOLOGIA DEL SONNO
scarsa equità nei confronti dei diversi membri dell'équipe,
mancanza di sostegno sociale e disaccordo fra colleghi nel Durante il sonno diminuisce la produzione di alcuni ormoni,
posto di lavoro. Alti livelli di efficacia professionale, in contesti quali i corticosteroidi e l'adrenalina, facilitando lo sfruttamen­
dove i risultati sono tangibili, sono invece risultati strettamen­ to di altri ormoni prodotti nelle ore notturne. Inoltre fisiologi­
te correlati alla gratifica professionale e al riconoscimento dei camente diminuisce la temperatura corporea. Dopo alcune
ruoli. È evidente che per raggiungere i livelli attesi di perfor­ ore di sonno, aumenta la produzione di alcuni ormoni legati
mance delle persone che lavorano in un determinato campo, alla veglia e aumenta anche la temperatura corporea. La me­
quale quello sanitario, dove l'impatto emotivo è significativa­ latonina, prodotta dall'ipofisi, è un altro ormone che regola
mente rilevante, i vertici organizzativi ed il management de­ il ritmo sonno veglia, la cui produzione è influenzata dalla
vono saper supportare in modo adeguato gli operatori, pre­ luce e dagli stimoli luminosi. Il buio aumenta l'elaborazione
vedendo attività finalizzate alla prevenzione del problema. e la secrezione di melatonina, mentre la luce, quindi tutti gli
stimoli luminosi che giungono alla retina, la rallenta: anche
La relazione con l'utente32 è un elemento importante per per questa ragione dovrebbe essere limitato, prima di addor­
la prevenzione del burnout: infatti, in contesti caratterizzati mentarsi, l'uso di computer, tablet e telefonini.
da un maggiore impatto con la tecnologia e le competenze
tecniche - dove i turni di servizio e i carichi di lavoro sono FATTORI CHE INFLUISCONO SUL SONNO
presumibilmente più gravosi e il rapporto con gli assistiti è
decisamente più breve e più superficiale - i sanitari, in parti­ I fattori che principalmente influiscono sul riposo e sonno,
colare gli infermieri, mostrano livelli più alti di burnout e una legati non solo alle condizioni di salute, sono molteplici e
percezione meno positiva del rapporto con l'utenza. rappresentano elementi da prendere in considerazione per
progettare gli interventi assistenziali per la soddisfazione di
Nella pratica organizzativa si deve riflettere sul valore della questo bisogno. Questi fattori sono:
relazione con gli assistiti, che in molti casi rappresenta una
protezione per gli operatori. La gratitudine espressa dall'u­ Fasi della vita (neonato, anziano)
tenza nei confronti degli operatori serve a ridurre i livelli di Stimoli ambientali (ambiente, letto ed effetti lette­
stress e di burnout e, paradossalmente, allevia la fatica nello recci)
svolgimento delle attività lavorative, perché sono percepite Rumori ambientali
come attività utili. Illuminazione della stanza
Nutrizione
Eliminazione urinaria
Esercizio fisico
Stili di vita
Abitudini
Stati patologici
Assunzione di alimenti e bevande
Temperatura
Ripetute alterazioni dei ritmi circadiani (ad esem­
pio lavoro a turni)
Farmaci
Assunzione di sostanze (droghe, alcool, caffeina)
Stati d'ansia, paura.

31 http://www.treccani.it/enciclopedia/sindrome-da-burn-out_%28Dizionario-di-Medicina%29/
32 Daniela Converso, Barbara Loera, Sara Viotti, Mara Martini Do positive relations with patients play a protective role lor healthcare
employees? Effects of patients' gratitude and suppor! on nurses' burnout Published online 2015 Apr 21.doi:[10.3389/fpsyg.2015.00470)
33 http://www.treccani.it/vocabolario/sonno/
137
------i6:8:H:f::'Fl:?8'�0:NH>ELLA FUNZIONE sturbi del sonno so1 ,o di competenza medica-e-lnfermieristìea-­
SONNO/RIPOSO per cui non saranno presi in considerazione in questo testo.

Le alterazioni del bisogno di riposo e sonno sono abbastanza 6.8.2 GLI EFFETTI DEL SONNO
frequenti e possono colpire soggetti di tutte le età. La man­
canza di riposo e una scarsa qualità del sonno possono influ­ La gerarchia dei bisogni di Maslow34 individua il sonno come
ire negativamente su molte funzioni vitali, sull'attenzione e la uno dei bisogni umani di base ed importanti. Garantire un
partecipazione alla vita sociale. Anche per quanto riguarda le sonno di qualità e sufficiente protegge la salute mentale e
persone ricoverate, quindi, adeguati momenti di recupero fi­ fisica, la sicurezza e la qualità della vita. Inoltre, la carenza
sico possono facilitare la guarigione, favorire la partecipazio­ di sonno può portare ad un aumentato rischio di malattie car­
ne dell'assistito a programmi di cura e riabilitazione, miglio­ diache, malattie renali, ipertensione, diabete e ictus, nonché
rare il rapporto con gli operatori sanitari. È importantè perciò una riduzione dell'attività del sistema immunitario.
osservare attentamente l'assistito durante il sonno, cercando
di creare un ambiente favorevole affinché siano rispettati i Esistono fattori ambientali35, fisiologici e psicologici che pos­
momenti necessari al recupero psicofisico. sono influenzare i normali modelli di sonno. Gli operatori
sanitari possono adottare diverse modalità per aiutare i loro
I principali disturbi del sonno, che possono manifestarsi in assistiti a dormire bene la notte. Possono essere utilizzati
qualunque delle fasi del sonno, sono rappresentati da: interventi sull'ambiente, quindi non farmacologici, molto ef­
ficaci per promuovere il sonno negli ambienti ospedalieri e
PARASONNIE: sono un gruppo ampio ed eterogeneo di di­ comunitari.
sturbi del sonno che consistono in "manifestazioni indeside­
rate che accompagnano il sonno e che spesso sembrano Ad esempio rumore, luce, temperatura e tipo di materas­
finalizzate al raggiungimento di un obiettivo". Le parasonnie so hanno un impatto negativo significativo sul sonno delle
più frequentemente riscontrabili sono i risvegli confusionali, il persone ricoverate, che spesso si devono adattare ai ritmi
sonnambulismo, le paure notturne, spesso associate ad al­ dell'ospedale. Invece dovrebbero essere sia l'ospedale che i
lucinazioni. Altre parassonie sono il bruxismo (digrignamento suoi operatori ad adattarsi ai ritmi degli assistiti, o meglio do­
dei denti durante il sonno), l'enuresi notturna (la perdita in­ vrebbero adottare strategie per rispettare questo momento
volontaria di urine durante le ore notturne, più frequenti nel importante non sempre preso in debita considerazione du­
bambino) e la sindrome delle gambe senza riposo. rante un ricovero.

IPERSONNIA: è un disturbo caratterizzato da una sensa­ In alcuni ospedali statunitensi sono stati progettati interventi
zione di sonno durante la giornata, che prescinde dalla quan­ strutturali per facilitare il sonno dei ricoverati, tra cui la sosti­
tità di sonno di cui la persona ha usufruito. Non dipendono tuzione delle ruote sui bidoni della spazzatura e delle ruote
quindi dal sonno, ma spesso sono dovute a cause diverse, sulle sedie, la riparazione dei motori malfunzionanti sui letti, il
legate ad un funzionamento anomalo di alcune funzioni ce­ cambio automatico degli asciugamani di carta nei servizi con
rebrali e non dipendenti ad altre patologie. Una delle forme quelli manuali, e la modifica dei tempi di pulizia e lavaggio dei
di ipersonnia è rappresentata dalla narcolessia, che si può pavimenti. Altri fattori, quali ad esempio il rumore prodotto da
presentare in diverse forme ed è caratterizzata da una son­ altre persone ricoverate, non possono essere modificati. È
nolenza più o meno marcata nelle ore diurne, con episodi chiaro che se si ricovera una persona nel cuore della notte,
di sonno improwiso e irresistibile che non sono controllabili tutti gli altri assistiti subiscono involontariamente il rumore del
dalla persona. Alcune forme di ipersonnia secondaria dipen­ ricovero.
dono da altri fattori, quali ad esempio l'assunzione di farmaci
o altre sostanze ad effetto sedativo. L'adozione di alcuni semplici comportamenti fra il personale
sanitario potrebbe contribuire a rendere più facile il riposo
L'apnea notturna è invece una condizione in cui la perso­ e il sonno delle persone ricoverate. Questi interventi posso­
na, involontariamente, sospende l'attività respiratoria per un no essere realizzati con la consapevolezza nel personale
tempo più o meno lungo (da qualche secondo sino ad oltre dell'importanza di usare luci attenuate durante le ore nottur­
1 minuto), che si può ripetere più volte durante la notte, in ne, chiudere le porte delle stanze di degenza durante mano­
particolare in soggetti obesi, con difetti anatomici a carico del vre esterne che provocano rumore (ad esempio passaggio
naso e delle prime vie aeree, a volte connessa all'assunzio­ di una barella) parlare a voce bassa, ridurre il volume delle
ne di farmaci. L'apnea notturna, oltre ad influire sulla qualità suonerie dei telefoni cellulari.
di vita di una persona, può aumentare il rischio di ictus, infar­
to, crisi ipertensive. Molte persone, come abbiamo visto, trovano difficile riposare
e dormire in ospedale. Avere altre persone attorno, il rumo­
INSONNIA: è la difficoltà di addormentarsi o di mantenere re proveniente da altri ricoverati o rumore proveniente dalle
per periodi adeguati. Da non prendere in considerazione l'in­ macchine nel reparto, può rendere molto difficile il relax. Il
sonnia se la persona si sente riposata al risveglio e non ha ricovero stesso può generare preoccupazioni a volte legato
necessità di altre ore di sonno. alla famiglia o alla situazione a casa.

RUSSAMENTO: disturba il sonno sia della persona che ne


soffre, sia di chi gli dome vicino. Spesso in ospedale, in par­
ticolare nelle strutture con camere multiple, è frequente il
disturbo fra persone ricoverate nella stessa stanza, da pren­
dere in considerazione, se possibile, nell'assegnazione del
posto letto.

Gli interventi farmacologici per affrontare il problema dei di-

34 Susan Trossman, RN, Nurses offer stralegies lo promole palienls' resi and sleep American nurse loday, November 2018 Voi. 13 No. 11
35 Pellatt GCBr J Nurs. The nurse's role in promoting a good nighl's sleep tor palienls 2007 May 24-Jun 13;16(10):602-5.
138
6.8.3 RUOLd DELL'OPERATORE SOCIO SANITARIO 6.9 LE LESI-O DA PRESSIONE: PREVENZIONE
- ALCUNI INTERVENTI DI ASSISTENZA PER E TRATTAMENTO
FAVORIRE IL RIPOSO E IL SONNO
A cura di
Tralasciando gli interventi farmacologici, che sono owia­
mente di competenza medica e infermieristica, cercheremo Marco Marchelli - Responsabile Vulnologia - Coordina­
di analizzare le attività che l'Operatore Socio Sanitario può tore Infermieristico Gruppo operativo lesioni cutanee e
adottare per favorire il riposo e il sonno dei ricoverati. centro assistenza vulnologica ASL 3 - Sistema Sanita­
rio Regione Liguria
Valutare la qualità e la quantità del sonno dell'as­
sistito Deborah Granara - Infermiera referente centro assisten­
Rispettare le abitudini domiciliari dell'utente ri­ za vulnologica ASL 3 - Sistema Sanitario Regione Ligu­
spetto a cuscini, postura ria - Ospedale Villa Scassi
Limitare il rumore, in particolare durante le ore
notturne
Fornire kit per l'isolamento acustico dell'assistito:
tappi per le orecchie, mascherine Le lesioni da pressione sono una fra le più antiche patologie
Evitare di somministrare bevande a base di caf­ conosciute tanto che ne sono state ritrovate tracce inequivo­
feina (tè, caffè) cabili su mummie egizie. Nel papiro di Smith (3000 A.C.) si
Somministrare alla sera una bevanda a base di consigliava di trattare le piaghe con impiastri di rame, mentre
latte caldo. Nel latte, oltre al triptofano, sono pre­ un diverso papiro consiglia un trattamento a base di miele.
senti altre sostanze calmanti capaci di attenuare Guglielmo da Saliceto (Xlii secolo) descrivendo per la prima
nervosismo ed eccitazione che possono minare la volta le gravi complicanze dei mielolesi accenna al rischio
qualità del sonno, come il calcio. Discorso a parte di insorgenza di lesioni da pressione. Ambrogio Parè (1510-
meritano le casomorfine, owero una particolare 1590) considerato un grande chirurgo si occupò anche di le­
classe di peptidi, derivanti dalla digestione delle sioni da pressione che trattava con una medicazione a base
proteine del latte, dotate di una capacità stimo­ di zucchero. Brown Sequard (1853), studiando animali resi
lante sui recettori oppioidi e per questo motivo, sperimentalmente emiplegici, fu il primo a scoprire che le le­
utili per favorire il riposo notturno. Un cucchiaio sioni da pressione possono essere evitate abolendo la pres­
di miele e un paio di biscotti integrali ne rafforza­ sione sulla cute, esercitata rimanendo a lungo nella stessa
no l'azione perché una piccola quota di zuccheri posizione; nel 1873 Sir James Paget ideò il primo letto ad
semplici fa salire più rapidamente il livello di se­ acqua allo scopo di evitare le lesioni da pressione. Il note­
rotonina. vole numero di mielolesi durante la prima guerra mondiale
Adeguare, nel limite del possibile, la temperatura portò allo studio dei rapporti tra innervazione e trofismo cu­
della stanza di degenza alle abitudini della perso­ taneo: sempre in questo periodo comparvero i primi lavori
na assistita, intervenendo anche sulla biancheria che segnalavano la necessità di un trattamento generale ne­
e sulle coperte gli assistiti portatori di lesioni da pressione. Nel 1940 Munro
Valutare l'eventuale dolore e segnalare agli infer­ pubblicò un lavoro in cui dimostrava che è possibile evitare
mieri la necessità di intervento per la sua riduzio­ le lesioni da pressione nei mielolesi variandone la posizione
ne ogni or�6- Nel 1942 Mulholland pubblicò il primo studio che
Accompagnare in bagno l'assistito o fargli svol­ dimostrava inequivocabilmente il diretto rapporto tra scom­
gere le funzioni fisiologiche prima del sonno; ad penso metabolico e rischio di insorgenza di lesioni da pres­
esempio le minzioni notturne e ripetuti risvegli ri­ sione3,- Sempre nello stesso periodo ancora Munro osservò
ducono e peggiorano la qualità del sonno che il personale addetto al cambio di posizione negli assistiti
Consigliare la lettura prima di addormentarsi e non si atteneva alle prescrizioni ricevute, ciò nonostante le
la riduzione dell'utilizzo di smartphone e tablet la piaghe compariva solo in quegli assistiti che mantenevano la
sera, perché la stimolazione della luce di questi stessa posizione per oltre due ore; pertanto nel 1945 pubbli­
dispositivi peggiora la qualità del sonno cò un secondo lavoro in cui stabiliva il termine ideale di due
Incentivare l'uso di sistemi di chiamata in modo ore oltre il quale la persona assistita deve essere mobilizza­
che gli assistiti non chiamino ad alta voce il perso­ ta, e tale termine è tuttora valido.
nale di assistenza svegliando gli altri utenti
Prevenire la chiamata accertandosi personalmen­ In questi ultimi anni sono notevolmente aumentate le cono­
te delle necessità degli assistiti scenze sulle lesioni da pressione e sono enormemente ac­
Fare abbassare le suonerie dei cellulari durante le cresciuti i presidi e gli ausili per l'assistenza rivolta agli as­
ore notturne, per evitare rumori improwisi sistiti a rischio o già portatori di ulcere; ciò nonostante i due
Educare gli assistiti ad usare il cellulare parlando concetti fondamentali espressi 50 anni fa da Mulholland e da
a bassa voce per non disturbare le altre persone Munro (importanza delle condizioni generali, importanza del­
Insegnare e far praticare esercizi di relax prima di la mobilizzazione) restano tuttora i cardini della prevenzione
addormentarsi e della cura di questa patologia.
Evitare, se non necessari, riposi troppo lunghi de­
gli assistiti durante le ore diurne, per non alterare Da quanto detto risulta evidente come l'assistenza d i base
il ritmo sonno veglia sia determinante nell'affrontare questo problema e come,
Limitare la presenza di estranei (parenti, assisten­ da parte del personale specializzato in questo campo, sia
ti) per quanto possibile, nelle stanze di degenza essenziale awiare momenti formativi, aggiornare le cono­
o negli spazi dell'ospedale, soprattutto nelle ore scenze scientifiche e implementare l'attività di consulenza
notturne per supportare i colleghi. Fase importante è il documentare
attraverso strumenti validati l'attività effettuata valorizzandola
in un'ottica nuova di "responsabilità".

36 Munro, D (1940) Care of back following spinai cord injuries. NEJM, 223, 391-398
37 Mulholland JH, Tui C, Wright AM, Vinci V, Shafiroff B. Protein Metabolisrn and Bed Sores. Ann Surg. 1943 Dec;118(6):1015-1023. [PMC free
article] [PubMed]
139
Gli obiettivi del percorso di apprendimento dell'Operatore corre· sottolineare c e tutti gli stu I evi enziano a pre­
Socio Sanitario, cui è rivolto il testo, sono i seguenti: venibilità delle lesioni da pressione. La Wound Ostomy and
Continence Nurses Society (WOCNS) in un "position paper"
Acquisire/aggiornare le competenze in ordine alle del 2009 afferma che "vi è un crescente numero di studi che
lesioni da pressione, ai fattori di rischio generali e dimostra risultati positivi nella riduzione della prevalenza e
locali e alle misure preventive da attuare incidenza delle lesioni da pressione in contesti dove vengono
Implementare gli interventi preventivi; detti inter­ applicate linee guida basate sulle evidenze".42 Il medesimo
venti sono riconducibili alle seguenti aree: documento fornisce una definizione di lesione da pressione
evitabile/prevenibile; in sintesi si considera evitabile/preveni­
bile una lesione da pressione insorta in un contesto di cura
Valutare il rischio di lesioni da pressione
ove non si mettano in atto una o più delle seguenti misure
Valutare e curare la cute
preventive:
Fornire un'adeguata nutrizione per la prevenzione
delle lesioni da pressione valutazione delle condizioni cliniche e del rischio
Garantire i corretti riposizionamenti/cambiamenti
di lesioni da pressione della persona
posturali definizione e attuazione di un piano di interventi di
Utilizzare superfici di supporto per la redistribuzio­ prevenzione che siano coerenti con i bisogni della
ne della pressione/ausili antidecubito persona, gli obiettivi di cura e standard di pratica
Realizzare interventi di educazione all'assistito e basati sulle evidenze scientifiche
ai familiari monitoraggio e valutazione dell'impatto degli in­
terventi e revisione del piano di prevenzione se
6.9.1 IL PROBLEMA DELLE LESIONI DA necessario.
PRESSIONE
La Joint Commission lnternational nel 2016 afferma: "la
Florence Nightingale, la pioniera del nursing moderno scri­ prevenzione dei danni da pressione è una grande preoccu­
veva nel 1859 "Se un paziente ha una piaga da decubito la pazione nei sistemi sanitari attuali. Molti professionisti riten­
causa in genere non è della malattia ma de/l'assistenza/del gono che l'insorgenza dei danni da pressione non sia solo
nursing". 38 responsabilità del Nursing, ma dell'intero sistema sanitario.
Ottimizzare tutti i processi di cura e aumentare l'attenzione
L'Agenzia USA per la ricerca e la qualità in ambito sanita­ alla prevenzione può salvare i pazienti da danni e morti non
rio (AHRQ) nella recente revisione sistematica afferma: "le necessarie". 43
lesioni da pressione sono prevenibili ma il loro tasso conti­
nua ad aumentare velocemente e in misura allarmante. Tra il
6.9.2 CAUSE DI INSORGENZA DELLE LESIONI DA
1995 e il 2008 l'incidenza di lesioni da pressione è aumenta­
PRESSIONE
ta fino all'80%. Le stime dell'incidenza sono elevate sia per i
pazienti ricoverati negli ospedali per acuti che nelle strutture
"Una lesione da pressione è un danno localizzato alla cute
di degenza a lungo termine. Le stime attuali indicano che 2.5 e/o ai tessuti sottostanti che insorge generalmente sopra
milioni di pazienti svilupperanno una lesione da pressione e una prominenza ossea, come risultato della pressione, o
60.000 pazienti americani moriranno a causa delle compli­ della pressione combinata a forze di stiramento/taglio. Un
canze correlate a una lesioni da pressione insorta in ospeda­ certo numero di fattori contribuenti o confondenti sono altresì
le. Prevenire le lesioni da pressione non è solo importante associati alle lesioni da pressione; la significatività di questi
per proteggere i pazienti da un danno ma anche per ridurre fattori rimane ancora da chiarire."44 La prima causa di lesioni
i costi dell'assistenza. Le stime suggeriscono che il tratta­
da pressione sono dovute al carico meccanico che si applica
mento delle lesioni da pressione in USA arriva a costare fino ai tessuti biologici molli, generalmente in corrispondenza di
a $ 11 miliardi all'anno. I pazienti con morbidità correlata alle
una prominenza ossea.
lesioni da pressione necessitano di più cure e risorse oltre
ad avere una durata di degenza maggiore. In alcuni casi i Il carico meccanico comprende tutti i tipi di forze esterne che
pazienti con lesioni da pressione di stadio elevato vanno in­ sono applicate alla cute di una persona come risultato del
contro a infezioni che minacciano la vita. A causa del numero contatto tra la cute e una superficie solida. Le forze e/o "fat­
sempre crescente di persone obese, diabetiche e anziane è tori di rischio locali" (in parte già indicati nella definizione)
prevedibile che i tassi di lesioni da pressione continueranno implicati nell'eziopatogenesi delle lesioni da pressione sono:
ad aumentare". 39
Pressione: forza applicata su una determinata superficie in
Un'indagine pilota condotta dall'EPUAP che includeva 5947 senso perpendicolare. Una pressione uniforme senza com­
assistiti di 25 ospedali in cinque paesi europei, tra cui l'Ita­ ponenti di stiramento, divisa per la superficie d ell'area viene
lia, ha evidenziato che "la prevalenza di lesioni da pressio­ definita "pressione idrostatica". Il termine uniforme sottin­
ne (stadio 1-4) era del 18,1% ed, escludendo lo stadio 1, tende che la forza è ovunque perpendicolare alla superficie
del 10,5%. Le zone più colpite erano sacro e talloni (44.8% cutanea e l'entità della forza è la stessa su tutti i punti della
e 24.2% rispettivamente). Circa 1'80% di tutte le lesioni da superficie. La pressione idrostatica in sé non induce una so­
pressione di categoria/stadio IV erano a carico del sacro e stanziale deformazione dei tessuti molli, e quindi arreca un
dei talloni (39.9% e 38.5% rispettivamente).40 danno minimo. Occorrono gradienti di pressione che indu­
cano una prolungata deformazione della cute e dei tessuti
"La stima dell'incidenza di lesioni da pressione varia in base sottostanti per determinare il danno. Per tale ragione se si
al setting, con valori che vanno dallo 0.4 al 38% negli ospe­ correla la variabile "pressione" al "tempo" ne risulta che so­
dali per acuti, 2.2. a 23.9 nelle strutture di assistenza a lungo
pra le prominenze ossee sono ugualmente dannose sia una
termine, e dallo O al 17% a livello di cure domiciliari\r
pressione elevata per un breve periodo di tempo che una

38 Nightingale F. "Notes on nursing". Philadelphia: lippincott; 1859 . . .


39 AHRQ "Preventing in-tacility pressure ulcers - 2013" https://archive.ahrq.gov/research/findings/ev1dence-based-reports/ptsafetyllchap21.pdf
40 Vanderwee K. et al "Pressure ulcer prevalence in Europe: a pilo! study" J Eval Clin Pract 2007 13(2):227-35
.
41 AHRQ "Pressure ulcer treatment strategies: comparative effectiveness" Executive summary-2013 https://effect,vehealthcare.ahrq.gov/ehc/
products/308/1492/Pressure-ulcer-treatment-executi".�-130508.pdf .
.
42 Wound Ostomy and Continence Nurses Society "Pos1t1on paper. Avo,dable versus non avo1dable pressure ulcers,, Marzo 2009
140
poggia sul piano osseo in quanto la progressione della le-
te invece si riteneva che fosse molto più dannosa una mode­ sione s1 esten e ai piani pro
rata pressione esercitata per lungo tempo che una pressione altre parole in profondità si possono riscontrare fenomeni di
elevata per un breve tempo. necrosi più estesi che non in superficie.

Stiramento/taglio: forza che agisce in senso parallelo alla La riperfusione che segue un periodo di prolungata ischemia
superficie di supporto. Quando due superfici sono in contatto può aumentare il grado di danno tissutale, poiché implica il
l'una con l'altra, possono essere sia "fisse" (non vi è alcun rilascio di pericolosi radicali liberi da ossigeno.
"scivolamento" tra le superfici) o possono scivolare l'una
sull'altra. Lo scivolamento genera stiramento. Un esempio è La morte cellulare e la necrosi tissutale causano alterazio­
l'assistito semiseduto a letto che, non riuscendo a sostenere ni locali delle proprietà meccaniche del tessuto danneggiato
adeguatamente i diversi segmenti corporei, scivola verso il che, a sua volta, può distorcere le distribuzioni della defor­
basso; in tal caso la cute tende ad aderire alla superficie del mazione e dello stress tissutali aggravando così il danno.
letto mentre lo scheletro scivola verso il basso provocando
stiramento/strozzatura dei capillari e conseguente ischemia. LE ZONE A RISCHIO DI LESIONI DA PRESSIONE

Attrito (o frizione): la forza esercitata tra due superfici che Come si evince dalla definizione sopra riportata le zone a
si muovono l'una contro l'altra generando resistenza al mo­ rischio sono quelle con scarso tessuto adiposo al di sopra
vimento; nel caso delle lesioni da pressione l'attrito definisce delle prominenze ossee. Le zone colpite più frequentemen­
la forza di contatto parallela alla superficie della cute in caso te sono il sacro e i talloni, fermo restando che qualunque
di scivolamento (scivolamento di superfici l'una con l'altra). zona del corpo ove esistano prominenze ossee o possibilità
Un esempio in cui si generano forze di attrito è rappresentato di carico sui tessuti cutanei sono da considerare a rischio. Se
dal trascinamento dell'assistito (anziché lo spostamento sol­ l'assistito si trova in posizione seduta, sono a rischio la zona
levandolo) sul piano del letto o della carrozzina. ischiatica e i trocanteri, in particolare se la seduta è trop­
po stretta (ad esempio in carrozzina); in posizione supina le
Un fattore di rischio locale aggiuntivo che, pur non essendo zone a rischio possono essere l'occipite, le scapole, il dorso
una forza esterna, può aggravare l'azione dannosa è l'umidi­ (in corrispondenza della colonna vertebrale), glutei, sacro,
tà della cute: causata da urine, feci, sudorazione profusa può polpacci, talloni. Se la persona assistita si trova invece in
macerare la cute aumentando il rischio di lesioni da pressione. decubito laterale, altre zone a rischio sono i padiglioni aurico­
lari, la spalla, i trocanteri, i malleoli esterni, il piede.

6.9.3 I MECCANISMI CHE PORTANO AL DANNO I FATTORI DI RISCHIO GENERALI


TISSUTALE
In base alle citate linee guida e, tenuto conto dell'eziopatoge­
"Quando il corpo è in contatto con una superficie di supporto, nesi, sono da considerarsi a rischio di lesioni da pressione le
carrozzina o materasso, vengono generate sia forze di pres­ persone assistite che presentano le seguenti caratteristiche:
sione che di stiramento tra il corpo e la superficie di supporto.
Come risultato i tessuti molli sottoposti al carico, inclusa la ridotta attività/mobilità
cute e quelli più profondi (adiposo, connettivo e muscolare) anziani
si deformano, determinando una distorsione (misura della persone che hanno subito un trauma (frattura di
relativa deformazione) e "stress" (forza trasferita per unità femore, o lesioni midollari)
di area) all'interno dei tessuti. Ciò può ostacolare i proces­ affetti da malattie acute o malattie vascolari
si di trasporto all'interno dei tessuti (riducendo la perfusione ricoverati in terapia intensiva
ematica e ostacolando il trasporto negli spazi interstiziali o cronici e/o lungodegenti
attraverso le membrane cellulari)".45 terminali (cure palliative)
persone con con storia di precedenti lesioni da
In sintesi i meccanismi che determinano il danno tissu­ pressione
tale sono: assistiti con deficit sensoriali (malattie neurologi­
che)
L'ischemia come risultato della deformazione dei tessuti mol­ affetti da demenza e/o con alterato livello di co­
li, che genera ipossia, bloccando il trasporto dei nutrienti, scienza (confusi/disorientati)
e la rimozione delle scorie. La mancanza dei nutrienti e il malnutriti e/o disidratati
cambiamento del pH dovuto alle scorie può portare al danno persone a rischio e non di lesioni da pressione
tissutale. sottoposte a interventi chirurgici prolungati.

La deformazione del muscolo a distorsioni superiori al 50%


porterà quasi immediatamente (entro meno di due ore) al
danno tissutale.

Il muscolo, il tessuto adiposo e la cute hanno tempi diversi


di resistenza all'ischemia; il tessuto muscolare è potenzial­
mente più suscettibile al danno rispetto alla cute. Ciò spiega
la teoria del "cono di pressione"; la lesione cutanea che noi
osserviamo, infatti, è solo la punta di un iceberg la cui base

43 Joint Commission lnternational Preventing pressure injuries in Quick Safety issue 25 -2016 https://www.jointcommission.org/assets/1/23/
Quick_Safety_lssue_25_July_20161.PDF
44 NPUAP/ EPUAP "Prevenzione e trattamento delle Ulcere da Pressione: guida rapida di riferimento" 2014- Traduzione AISLEC -
http://www.ep uap. org/wp-content/uploads/2016/10/italian-traduzione-linee-guida-epuap-final-version-updated-jan2016.pdf
45 NPUAP and EPUAP -"Prevention and treatment of pressure ulcers: clinica! practice guideline" Washington DC: National Pressure Ulcer
Advisory Pane! - 2009/2014
141
Tenuto conto di quanto sopra evidenziato, gli interventi di
prevenzione sono riconducibili alle seguenti aree:

valutazione del rischio di lesioni da pressione


valutazione e cura della cute
nutrizione per la prevenzione delle lesioni da
pressione
riposizionamenti/cambiamenti posturali
utilizzo di superfici di supporto per la redistribuzio­
ne della pressione/ausili antidecubito
educazione alla persona assistita e ai suoi fami­
liari
terapie innovative per la prevenzione delle lesioni
da pressione.

6.9.4.1 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI LESIONI


DA PRESSIONE
Si tratta di una componente centrale della pratica clinica vol­
ta ad individuare gli assistiti a rischio, al fine di pianificare in­
terventi mirati di prevenzione. Le linee guida allegate racco­
mandano un approccio sistematico e olistico alla valutazione
di rischio basato su tre pilastri:

Utilizzo di uno strumento validato per la valu­


tazione del rischio: le tre scale maggiormente
utilizzate sono la Braden, la Norton e la Waterlow.
Tuttavia sulla scala di Braden sono stati effettuati
un numero maggiore di studi in un'ampia varietà
di contesti clinici; in generale essa ha dimostra­
to una buona sensibilità e specificità. La scala di
Braden tiene conto di sei parametri valutati su
una scala da 1 a 4 punti:
Percezione sensoriale: capacità di rispondere in
modo corretto alla sensazione di discomfort/dolo­
re correlata alla pressione
Umidità: grado di esposizione della cute all'umi­
dità
Attività: livello di attività fisica (allettato, costretto
su sedia, cammina occasionalmente o frequente­
mente)
Mobilità: capacità di cambiare e controllare le po­
sizioni del corpo
Nutrizione: assunzione abituale di alimenti
Forze di attrito e stiramento

46 NPUAP/ EPUAP "Prevenzione e trattamento delle Ulcere da Pressione: guida rapida di riferimento" 2014 - Traduzione AISLEC­
http://www.epuap.org/wp-content/uploads/2016/1 0/italian-traduzione-linee-guida-epuap-final-version-updated-jan2016.pdf

142
INDICATORE VARIABILI
4 3 2
PERCEZIONE Non Limitata Leggermente Molto limitata Completamente li-
SENSORIALE limitata mitata
Capacità di
rispondere in Risponde agli ordini Risponde agli ordini ver- Risponde solo agli sti- Non vi è risposta (non
modo corretto verbali. Non ha deficit balì ma non può comuni- moli dolorosi. Non può geme, non si contrae
alla sensazione sensoriali limitanti la care sempre il suo disagio comunicare il proprio o afferra) allo stimolo
di discomfort/ capacità di sentire ed o il bisogno di cambiare disagio se non gemendo doloroso, a causa
dolore correlata esprimere il dolore o il posizione. o agitandosi. del diminuito livello di
alla pressione disagio. coscienza od alla se-
Oppure Oppure dazione.

Ha impedimento al senso- Ha impedimento al Oppure


rio che limita la capacità sensorio che limita la
di awertire il dolore o il percezione del dolore Limitata capacità di
disagio in 1 o 2 estremità. o disagio almeno per la percepire dolore in
metà del corpo. molte zone del corpo.

UMIDITÀ Raramente Bagnato Occasionalmente Spesso Bagnato Costantemente Ba-


Grado di espo- Bagnato gnato
sizione della
pelle all'umidità La pelle è abitualmen- La pelle è occasionai- Pelle sovente ma non La pelle è mantenuta
te asciutta. Le lenzuola mente umida, richiede un sempre umida. Le len- costantemente umida
sono cambiate ad in- cambio di lenzuola extra 1 zuola devono essere dalla traspirazione,
tervalli di routine. volta al giorno. cambiate almeno 1 volta dall'urina, ecc. Ogni
per turno. volta che il paziente si
muove o si gira lo si
trova sempre bagnato.

ATTIVITÀ Cammina Cammina In Poltrona Completamente


Grado di attività Frequentemente Occasionalmente Allettato
fisica.
Cammina al di fuori Cammina occasionalmen- Capacità di camminare Costretto a letto.
della camera almeno te durante il giorno ma severamente limitata o
due volte al giorno e per brevi distanza con o inesistente. Non man-
dentro la camera 1 senza aiuto. Trascorre la tiene la posizione eretta
volta ogni due ore (al maggior parte di ogni tur- e/o deve essere assistito
di fuori delle ore del no a letto o sulla sedia. nello spostamento sulla
riposo). sedia o sulla sedia a
rotelle

MOBILITÀ Limitazioni assenti Parzialmente Limitata Molto Limitata Completament e


Capacità di immobile
cambiare e di
controllare le Si sposta frequente- Cambia frequentemente Cambia occasionalmen- Non può fare alcun
posizioni del mente e senza assi- la posizione con minimi te posizione del corpo cambiamento di posi-
corpo. stanza. spostamenti del corpo. o delle estremità, ma è zione senza assisten-
incapace di fare frequen- za.
ti o significativi cambia-
menti di posizione senza
aiuto.

143
eguata ro abtmente
Inadeguata

Mangia la maggior Mangia più della metà dei Raramente mangia un Non mangia mai un
parte del cibo. Non pasti, 4 porzioni o più di pasto completo, gene­ pasto completo. Rara­
rifiuta mai un pasto. proteine al giorno. Usual­ ralmente mangia la metà mente mangia più di
Talvolta mangia tra i mente assume integratori. dei cibi offerti. Le pro­ 1/3 di qualsiasi cibo of­
pasti. Non necessita di teine assunte includono ferto. 2 o meno porzio­
integratori. Oppure 3 porzioni di carne o ni di proteine al giorno.
latticini al giorno, occa­ Assume pochi liquidi e
Si alimenta artificialmente sionalmente integratori nessun integratore.
con TPN, assumendo il alimentari.
quantitativo nutrizionale Oppure
necessario. Oppure
E' a digiuno o mante-
Riceve meno quantità nuto con fleboclisi o
ottimale di dieta liquida o beve bevande per più
enterale (con sondino). di 5 giorni.

FRIZIONE E Senza problema Problema Problema presente


SCIVOLAMEN­ apparenti. Potenziale
TO o della poltrona
L'attrito contro il
piano del letto Si sposta nel letto e sulla Si muove poco e ne­ Richiede da una mode­
sedia in modo autonomo cessita di assistenza rata ad una massima
ed ha sufficiente forza minima. Durante lo assistenza nei movi­
muscolare per sollevarsi spostamento la cute fa menti. Frequentemente
completamente durante i attrito con le lenzuola o scivola nel letto o
movimenti. con il piano della poltro­ nella poltrona. Fre­
na, occasionalmente può quentemente richiede
slittare. riposizionamenti con la
massima assistenza.
Sono presenti spasti­
cità, contratture, agi­
tazione, che causano
costante attrito contro
il piano del letto o della
poltrona.

Tabella 6.3 - Scala di Braden

144
I punteggi di rischio sono così suddivisi: 15-18 = rischio lieve ni da pressione causati dai dispositivi medici {ad
/ 13-14 = rischio moderato / 10-12 = rischio elevato / s9 = esempio cateteri, tubi dell'ossigeno, circuiti del
rischio molto elevato) ventilatore, collari cervicali semirigidi, ecc.);
Osservare la cute per segni locali di disidratazio­
Accurata valutazione della cute: lo stato della ne (secchezza, ridotta elasticità della cute, plica
cute è stato identificato come un fattore di rischio cutanea, secchezza delle mucose) soprattutto in
per l'insorgenza di lesioni da pressione. La cute soggetti anziani, confusi/disorientati che non per­
secca è meno tollerante alla deformazione dei tes­ cepiscono lo stimolo della sete.
suti e quindi più vulnerabile alla rottura. Parimenti Registrare eventuali alterazioni della cute sulla do­
la presenza di umidità aumenta il rischio di danno cumentazione.
da macerazione o da forze di attrito e stiramento.
Infine la cute rappresenta anche un indicatore di
segni precoci di danno da pressione. Cura della cute
Giudizio clinico: occorre considerare una serie
di fattori generali che includono stato generale di Evitare di posizionare, se possibile, l'assistito su
salute, obiettivi di cura, indicatori nutrizionali, fat­ un'area del corpo ancora arrossata a causa di un
tori che incidono sulla perfusione e ossigenazione precedente danno da pressione
(diabete, instabilità cardiovascolare, ipotensione, Evitare di massaggiare la cute per la prevenzione
ossigenoterapia), età avanzata, dipendenza nelle delle lesioni da pressione
ADL. Evitare di frizionare energicamente la cute negli
assistiti a rischio di lesioni da pressione
Le linee guida raccomandano una regolare e accurata ispe­ Utilizzare sostanze emollienti (da utilizzare prodotti
zione quotidiana della cute per identificare segni precoci di che riportino la dicitura "crema emolliente" o "cre­
danno da pressione quali arrossamento, calore localizzato, ma base" presso la farmacia e/o olio di mandorle
edema, indurimento, eritema non reversibile alla digitopres­ e/o vasellina) per idratare la cute secca al fine di
sione, dolore. L'individuazione precoce di tali segni è di fon­ ridurre il rischio di danno cutaneo
damentale importanza se si considera quanto evidenziato Proteggere la cute da esposizione all'eccessiva
più sopra sulla teoria del "cono di pressione"; nonostante la umidità (persone incontinenti) con prodotti di bar­
cute sia ancora integra, infatti, i segni e sintomi sopra descrit­ riera (ad esempio ossido di zinco)
ti possono essere indicatori di un danno più grave che si è Eseguire un'accurata igiene quotidiana con mano­
già instaurato nei tessuti sottostanti. L'ulcerazione della cute pole monouso e sapone neutro
non farà altro che rendere manifesto il danno pre-esistente Asciugare la cute delicatamente e per tampona­
del tessuto sottostante. Per quanto concerne la "cura della mento (non frizionare)
cute", oltre ad un'accurata igiene, la stessa deve essere pro­ Mantenere la biancheria intima e del letto pulita,
tetta con sostanze emollienti e prodotti di barriera dall'umidità asciutta e senza pieghe
e dall'attrito. Il massaggio della cute delle zone a rischio non Evitare l'utilizzo di materiali impermeabili
ha dimostrato di essere efficace per la prevenzione delle le­ Utilizzare presidi adeguati per gli assistiti inconti­
sioni da pressione. Da evitare il frizionamento sulla cute delle nenti (materiali ad alta assorbenza, urocondom)
zone a rischio in quanto può essere doloroso, causare lievi Cambiare/verificare pannoloni ogni 3-4 ore
distruzioni di tessuto o provocare una reazione infiammatoria Effettuare un'accurata igiene dopo ogni evacua­
soprattutto nelle persone anziane fragili. zione al fine di limitare il contatto tra urine, feci e
cute.
6.9.4.2 VALUTAZIONE DELLA CUTE
Ispezionare la cute almeno una volta al giorno per
tutti gli assistiti ricoverati identificati come a rischio
di lesioni da pressione e ad ogni accesso gli as­
sistiti a domicilio. L'esigenza di aumentare la fre­
quenza delle ispezioni della cute può rendersi ne­
cessaria a fronte di qualsiasi deterioramento delle
condizioni generali della persona assistita.
Ispezionare con speciale attenzione la cute delle
zone a rischio e in particolare il sacro e i talloni,
sedi dove insorgono con maggior frequenza le le­
sioni da pressione.
Ricercare e valutare segni precoci di danni da
pressione quali arrossamento, eritema non rever­
sibile alla digitopressione, calore localizzato, ede­
ma, indurimento
Tenere conto che negli assistiti con pelle scura
non sempre è possibile individuare aree di arros­
samento; valutare quindi gli altri segni indicati al
punto precedente
Chiedere all'assistito, se collaborante, di indicare
qualsiasi area/sede di discomfort o dolore che pos­
sa essere attribuito a danni derivanti da pressione
Osservare la cute con riferimento a possibili dan-

145
6.9.5 SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE DELLE sto, nelle aree di significativa adiposità si possono sviluppare
LESIONI DA PRESSIONE SECONDO LE LINEE ulcere da pressione estremamente profonde di Categoria/
GUIDA NPUAP/EPAUUAP - 201447 Stadio lii. Le ossa/tendini non sono visibili o direttamente
palpabili.

Categoria/Stadio I: Eritema non sbiancabile

Cute intatta con rossore non sbiancabile (che non scom­


pare cioè alla digitopressione) di una zona localizzata so­
litamente su una prominenza ossea. La cute pigmentata di
scuro può non avere uno sbiancamento visibile; il suo colore
può differire dalla zona circostante. L'area può essere dolo­
rosa, solida, morbida, più calda o più fredda rispetto al tes­
suto adiacente. La Categoria/Stadio I può essere difficile da
rilevare nei soggetti con tonalità di pelle scura. Può indicare
persone "a rischio" (un segno foriero di rischio).
Figura 6.22 - Lesione lii stadio

Categoria/Stadio IV: Perdita di Tessuto a Spessore Tota­


le: perdita di tessuto a spessore totale con esposizione os­
sea, tendinea o muscolare. Il tessuto devitalizzato (slough)
o l'escara possono essere presenti in alcune parti del letto
della ferita. Spesso include lo scollamento e la tunnelizza­
zione dei tessuti. La profondità delle ulcere da pressione di
Categoria/Stadio IV varia dalla posizione anatomica. Il ponte
del naso, l'orecchio, l'occipite e i malleoli non hanno tessuto
Figura 6.20 Lesione I stadio sottocutaneo e queste ulcere possono essere poco profon­
de. Le ulcere di Categoria/Stadio IV possono estendersi nel
muscolo e/o nelle strutture di supporto (ad e sempio, la fa­
Categoria/Stadio Il: Perdita Cutanea a Spessore Parzia­ scia, i tendini o la capsula articolare) favorendo l'osteomieli­
le: perdita di spessore parziale del derma che si presenta te. Le ossa/tendini sono visibili o direttamente palpabili.
come un'ulcera aperta superficiale con un letto della ferita
rosso rosa, senza tessuto devitalizzato (slough). Può anche
presentarsi come una vescica intatta o aperta/rotta piena di
siero. Si presenta come un'ulcera superficiale lucida o secca
senza tessuto devitalizzato (slough) o ecchimosi*. Questa
Categoria/Stadio non deve essere usata per descrivere la­
cerazioni cutanee, ustioni, dermatiti perineali, macerazione
o escoriazioni. [*L'ecchimosi indica una sospetta lesione dei
tessuti profondi.]

Figura 6.23 - Lesioni IV stadio

Non stadiabili. Profondità Sconosciuta

Figura 6.21 - Lesione Il stadio Perdita di tessuto a spessore totale in cui la b a se dell'ulcera
è coperta da tessuto devitalizzato (giallo, marrone chiaro, gri­
gio, verde o marrone) e/o escara (marrone chiaro, marrone
Categoria/Stadio lii: Perdita Cutanea a Spessore: totale o nero) nel letto della ferita. Fino al momento in cui il tessuto
Perdita di tessuto a spessore totale. Il grasso sottocutaneo devitalizzato e/o l'escara non vengono rimossi per rendere
può essere visibile ma le ossa, i tendini o i muscoli non sono visibile la base dell'ulcera, la vera profondità e pertanto la
esposti. Il tessuto devitalizzato può essere presente, ma non Categoria/Stadio non può essere determinata. L'escara sta­
oscura la profondità della perdita di tessuto. Può includere bile (asciutta, aderente, intatta senza eritema o fluttuanza)
sottominature e tunnelizzazioni. La profondità della Cate­ sui talloni serve come "copertura naturale (biologica) del cor­
goria/Stadio lii delle ulcere da pressione varia in base alla po" e non deve essere rimossa.
posizione anatomica. Il ponte del naso, l'orecchio, l'occipite
e i malleoli non hanno tessuto sottocutaneo e le ulcere di Ca­
tegoria/Stadio lii possono essere poco profonde. In contra-

47 National Pressure Ulcer Advisory Pane!, European Pressure Ulcer Advisory Panel and Pan Pacific Pressure lnjury Alliance. Prevention and
Treatment of Pressure Ulcers: Quick Reference Guide. Emily Haesler (Ed.). Cambridge Media: Osborne Park, Australia; 2014

146
Figura 6.24 - Lesione non stadiabile

Sospetto Danno Profondo del Tessuto: profondità Sco­


nosciuta. Area localizzata di colore viola o marrone di cute
intatta scolorita o flittene pieno di sangue, dovuta al danno
sottostante dei tessuti molli causato dalla pressione e/o dalle
forze di taglio. L'area può essere preceduta dalla presenza di
tessuto doloroso, solido, pastoso, melmoso, più caldo o più
freddo rispetto al tessuto adiacente. Le lesioni del tessuto
profondo possono essere difficili da rilevare negli individui
con tonalità di pelle scura. L'evoluzione di questo stadio può
includere una sottile vescica su un letto di ferita scuro. La
ferita può evolvere ulteriormente coprendosi con un'escara
sottile. L'evoluzione può essere rapida esponendo strati ag­
giuntivi di tessuto anche in presenza di un trattamento otti­
male.

Figura 6.25 - Sospetto danno

147
6.9.6 LA PREVENZIONE DELLE LESIONI DA ne sia una misura efficace e obbfigatoria'�2• Si rende quindi
PRESSIONE necessaria una valutazione personalizzata dell'assistito oltre
che delle caratteristiche della superficie di supporto. Come
L'IMPORTANZA DELLA NUTRIZIONE PER LA PREVEN­ comportamento generale da adottare in relazione alla fre­
ZIONE DELLE LESIONI DA PRESSIONE quenza del riposizionamento della persona assistita a letto,
è indicato un intervallo "dalle 3 alle 6 ore in base al livello di
"Sia lo scarso apporto nutrizionale che uno stato nutrizionale rischio e alla superficie di supporto utilizzata mantenendo il
inadeguato sono correlati all'insorgenza di lesioni da pres­ decubito laterale a 30°"53
sione così come ad una ritardata guarigione delle lesioni da
pressione già insorte. Analisi multivariate di dati epidemiolo­ Per quanto concerne il riposizionamento dell'assistito seduto
gici indicano che uno stato nutrizionale inadeguato e i fattori occorre considerare che quando una persona è seduta su
correlati, come basso peso corporeo e scarso apporto nutri­ una sedia/carrozzina il peso del corpo determina la massi­
zionale, sono fattori di rischio indipendenti per l'insorgenza di ma esposizione alla pressione sulle tuberosità ischiatiche.
lesioni da pressione".48 Poiché l'area sottoposta a pressione è relativamente piccola,
la pressione sarà molto elevata; è stato stimato che "il 75%
La malnutrizione è una condizione in cui un deficit nutriziona­ del peso del corpo grava su circa /'8% di superficie corpo­
le o un eccesso o uno squilibrio di apporto energetico, di pro­ rea, con picchi di pressione prevalentemente sulle tuberosità
teine e altre sostanze nutritive causa effetti awersi misurabili ischiatiche che rappresentano il punto di contatto più basso
sui tessuti, la struttura, le funzioni corporee, e gli outcomes con la sedialcarrozzina";54 di conseguenza senza redistribu­
clinici. zione della pressione la lesioni da pressione insorgerà molto
rapidamente.
La disidratazione è un problema ancora comune e spesso
non riconosciuto, che rende la cute più fragile e suscettibile I seguenti fattori incidono sul rischio di insorgenza di lesioni
alla ulcerazione. Sulla base di quanto sopra le linee guida da pressione nell'assistito seduto:
allegate raccomandano di coinvolgere la figura del nutrizio­
nista nella valutazione dello stato nutrizionale, nella stima la posizione corretta che si fa assumere alla per­
del fabbisogno nutritivo, nella valutazione dell'attuale regime sona assistita che deve garantire allineamento
dietetico e nella eventuale supplementazione. In particolare posturale e supporto per i piedi (piedi appoggiati
è raçcomandato: "fornire a ciascun individuo a rischio di mal­ a terra o poggiapiedi); la postura corretta è deter­
nutrizione e di lesioni da pressione un minimo di 30-35 kcal minata dalla posizione della pelvi sulla carrozzina;
per Kg di peso corporeo al giorno, in aggiunta, ove compati­ se risulta inclinata posteriormente (anziché allog­
bile con il quadro clinico del paziente, a 1.25-1.5 g/Kg/die di giata in fondo alla "seduta" a 90 ° con il tronco e
proteine".49 mantenendo la colonna diritta) il peso grava sul
sacro e l'assistito scivola in avanti determinando
Riposizionamenti/cambiamenti posturali elevate forze di pressione e soprattutto di stira­
mento. La posizione in cui le forze di pressione e
Il riposizionamento, eseguito a intervalli regolari, implica un stiramento sono minori è quella su una poltrona
cambiamento nella posizione della persona distesa o seduta basculante con alcuni gradi di inclinazione poste­
allo scopo di alleviare e ridistribuire la pressione e aumentare riore della seduta, gambe in scarico su un suppor­
il comfort. In condizioni normali l'individuo risponde allo sti­ to e talloni liberi da appoggio;
molo doloroso modificando la sua posizione sulla superficie le caratteristiche della carrozzina che, oltre a pos­
di supporto. Conseguentemente i due fattori da considerare sedere i requisiti fondamentali (braccioli estraibili,
e valutare sono: la capacità dell'assistito di percepire il dolore poggiapiedi, ruote dotate di freni), dovrebbe esse­
e l'abilità fisica di muoversi e riposizionarsi. Le linee guida re adatta all'assistito in termini di larghezza, altez­
raccomandano che per tutti gli individui a rischio di lesioni za e profondità; nel caso poi di persone a rischio
da pressione devono essere pianificati cambiamenti postu­ di lesioni da pressione sarebbe opportuno utiliz­
rali per "ridurre la durata e l'entità delle forze di pressione zare una poltrona basculante reclinabile come
sopra le aree vulnerabili del corpo". Per quanto concerne descritto al punto precedente;
la frequenza dei cambiamenti posturali occorre prendere in la presenza di un ausilio che redistribuisca la
considerazione i seguenti fattori: pressione (cuscino antidecubito) oltre al riposi­
zionamento della persona assistita almeno ogni
superficie di supporto utilizzata ora; è di fondamentale importanza insegnare agli
tolleranza dei tessuti, assistiti che ne sono capaci a ridistribuire il peso
livello di attività e mobilità, ogni 15-30 minuti (tramite inclinazioni del tronco in
condizione medica generale, avanti, laterali o comunque facendo variare l'ap­
obiettivi complessivi del trattamento, poggio sulle cosce).
condizione della cute,
comfort50 In sintesi l'assistito seduto richiede controlli molto frequenti
per aiutarlo a riposizionarsi, verificare il comfor t e la corretta
Tenuto conto quindi dei diversi fattori sopra citati sia le linee postura; in particolare occorre verificare che non sia scivo­
guida NPUAP/EPUAP che le linee guida NICE51 e una revi­ lato in avanti sprofondando nella carrozzina/poltrona. Tale
sione Cochrane rilevano che: postura causa infatti i massimi gradienti di pressione, stira­
mento e attrito e pone la persona ad un rischio elevatissimo
"non vi sono solide evidenze sulla frequenza di riposiziona­ di insorgenza di lesioni da pressione.
menti per la prevenzione delle lesioni da pressione sebbe-

48 NPUAP/ EPUAP "Prevenzione e trattamento delle Ulcere da Pressione: guida rapida di riferimento" 2014- Traduzione AISLEC -
http://www.epuap.org/wp-contenl/uploads/2016/1 0/italian-traduzione-linee-guida-epuap-final-version-updated-jan2016.pdf
49 Ibidem
50 NPUAP/ EPUAP "Prevenzione e trattamento delle Ulcere da Pressione: guida rapida di riferimento" 2014- Traduzione AISLEC -
http://www.epuap.org/wp-contenl/uploads/2016/1 0/italian-traduzione-linee-guida-epuap-final-version-updated-jan2016.pdf
NICE "Pressure ulcers: prevention and management'' 2014
n 1caz1om

Tenere conto nei riposizionamenti del comfort,


della dignità e delle capacità funzionali della per­
sona assistita
Tenere conto che la finalità principale della mobi­
lizzazione è la riacquisizione dell'autonomia fun­
zionale dell'assistito
Tenere conto delle condizioni generali della per­
sona assistita, dello stato di coscienza, livello di
collaborazione e degli obiettivi di cura
Valutare la capacità dell'assistito di percepire il
dolore in quanto stimolo indispensabile al cambia­
mento posturale
Valutare le capacità funzionali residue dell'assisti­
to e in particolare l'abilità di cambiare la posizione
a letto e seduto redistribuendo la pressione (vedi
scala di Braden)
Informare e coinvolgere sempre la persona nelle Evitare il decubito laterale a 90° in quanto esercita
manovre di riposizionamento e trasferimento (per una pressione diretta sul trocantere
esempio dal letto alla carrozzina e viceversa) Evitare il decubito semi-seduto con la testata del
Richiedere sempre la collaborazione dell'assistito letto alzata al massimo (90°); ciò infatti favorirà lo
e/o non sostituirsi ma sfruttare tutte le sue capaci­ scivolamento della persona verso il basso eserci­
tà residue di movimento che se non vengono uti­ tando forze di pressione e stiramento sul sacro e
lizzate saranno "perse" rapidamente soprattutto sul coccige
nella persona anziana Evitare di posizionare la persona direttamente al
Spiegare alle persone assistite collaboranti e ai di sopra di dispositivi medici come tubi o sistemi
caregiver l'importanza dei cambiamenti posturali di drenaggio
per la prevenzione delle lesioni da pressione uti­ Evitare di posizionare la persona sopra prominen­
lizzando anche supporti educativi (opuscoli, filma­ ze ossee che presentino eritema non r eversibile
ti, materiale didattico) alla digitopressione
Invitare gli assistiti che ne sono capaci (seppure Utilizzare ausili per il trasferimento per ridurre le
con ridotta mobilità) ad effettuare cambiamenti forze di attrito e stiramento: sollevare l'assistito,
posturali a letto e da seduti. non trascinarlo sul piano di appoggio (traversa,
sollevatore, trapezi per persone con s ufficiente
controllo del tronco e forza nelle braccia, telo ad
alto scorrimento).
6.9.7 LE MODALITÀ E LE TECNICHE DI
POSIZIONAMENTO DEGLI ASSISTITI IN FUNZIONE
DELLE CAPACITÀ DI MOBILIZZAZIONE 6.9.8 FREQUENZA DEI RIPOSIZIONAMENTI
DELL'ASSISTITO A LETTO
PERSONA ALLETTATA
Riposizionare l'assistito secondo lo schema indicato nella
Alternare la posizione supina, laterale fianco sini­ seguente tabella come regola generale:
stro e fianco destro; per le persone che ne sono
capaci si può utilizzare anche il decubito prono Punteggio Braden Frequenza Superficie di
Posizionare l'assistito in decubito supino con an­ riposizionamenti supporto /
golazione a 30° (vedi figura 1) ausili antidecubito
Posizionare l'assistito in decubito supino in posi­
15-18 = rischio Ogni 4-6 ore Tali frequenze
zione semilaterale a 30° (vedi figura 2)
lieve sono valide in
13-14 = rischio Ogni 4 ore presenza di una
moderato superficie di sup-
porto per la redi-
stribuzione della
10-12 = rischio Ogni 3 ore pressione
elevato
s9 = rischio molto Ogni 2 ore
elevato

Tabella 6.4 Frequenza dei riposizionamenti dell'assistito a letto in funzio­


ne del valore dell'indice di Braden

52 Cochrane review "Repositioning tor pressure ulcer prevention in adults (Review)"- 2014 - sito internet http://www.cochrane.org/reviews/
53 Cochrane review, op. Cii.
54 Stockto� l., Flynn M. "Sitti�g and pressure ulcers: risk factors, self-repositioning and other intervenlions" Nursing lime 105:24: early online
_
publ1cat10�.http://www.nurs1�gtimes.net/nursing-practice-clinical-research/specialists/wound-care/sitting-and-pressure-ulcers-1-riskf
_
actors­
self-repos1t10rnng-and-other-mtervenlions/5003005.article
149
a u are, a ,ve o· , equipe, a s1tuaz1one c,mca e, rsogm spro on an o ne a carrozzina
specifici di assistiti in condizioni particolari (terminali, critici, Limitare il tempo (indicazione di massima circa 2
instabili, dolore intrattabile, affetti da frattura femore) per pia­ ore per turno) nel quale un assistito rimane seduto
nificare uno schema personalizzato di riposizionamenti in senza ausilio per la redistribuzione della pressio­
deroga alla regola generale esposta nella tabella preceden­ ne (cuscino antidecubito) e/o se non è possibile
te. Documentare i riposizionamenti su apposita scheda, se fargli/le assumere una postura corretta.
prevista, o sulla documentazione dell'assistito.

Tecniche di riposizionamento e/o auto-riposizionamento


PERSONA SEDUTA dell'assistito seduto
Verificare che la carrozzina sia dotata dei requisiti Valutare le capacità residue di movimento dell'as­
minimi: braccioli estraibili o reclinabili, poggiapiedi sistito, con particolare riferimento al controllo del
estraibili o ripiegabili, freni funzionanti tronco
Utilizzare, se disponibile, una poltrona basculante Insegnare agli assistiti e ai loro familiari/caregiver
reclinabile (vedi figura 4) in quanto consente una una o più delle tecniche di auto-riposizionamento
postura che garantisce la maggiore redistribuzio­ indicate di seguito da effettuarsi ogni 15-30 minuti:
ne della pressione oltre a mantenere i talloni in
Sollevare il bacino: questa manovra è indi­
scarico totale
cata per gli assistiti con buon controllo del
Garantire un corretto allineamento posturale
tronco e sufficiente forza nelle braccia, in
all'assistito seduto in carrozzina (vedi figura 3 e 4)
genere soggetti giovani costretti in carrozzi­
na. Spingere sui braccioli della carrozzina e
sollevare le natiche per circa 3 minuti
Alzarsi: indicata per gli assistiti che, seppu­
re per brevi periodi di tempo, sono in grado
(con ausili - girello, bastone, tripode - e as­
sistenza) di reggersi sulle gambe. Mantene­
re la posizione per circa 3 minuti
Inclinazioni laterali: anche questa tecnica,
nonostante richieda minor forza rispetto
all'alzarsi, necessita di un discreto controllo
del tronco. Inclinare il tronco lateralmente
sollevando completamente e alternativa­
mente una natica e poi l'altra; per questa
manovra è importante l'altezza dei braccio­
Correggere eventuali deviazioni laterali del rachi­ li della carrozzina; se troppo bassi, infatti,
de o del bacino, mediante l'utilizzo di ausili (cunei, l'assistito si sporge eccessivamente in fuori
cuscini) assumendo una postura instabile. Alternare
Garantire sempre un sostegno per i piedi (piedi a il sollevamento delle natiche per circa 3 mi­
terra o poggiapiedi) per evitare che il corpo scivoli nuti
verso il basso (fuori dalla carrozzina) Sporgersi in avanti: tecnica che necessita di
Regolare l'altezza del poggiapiedi in modo da flet­ un discreto controllo del tronco. L'assistito
tere leggermente la pelvi in avanti posizionando le rimane seduto, ma si sporge in avanti av­
cosce leggermente più in basso rispetto alla linea vicinando il torace alle ginocchia. Questo
orizzontale. Questa posizione trasferisce il peso movimento non solleva completamente le
del tronco sulla parte posteriore delle cosce (vedi natiche ma aiuta a ridurre i picchi di pressio­
figura 3) Se, viceversa, il poggiapiedi è troppo alto ne sulle tuberosità ischiatiche scaricandoli
il carico viene applicato alla regione pelvica poste­ sulla parte posteriore delle cosce. Mantene­
riore gravando sull'ischio e sul coccige re la posizione per circa 3 minuti.
Evitare che l'assistito scivoli in avanti/sprofondi Documentare i riposizionamenti su apposita sche­
nella carrozzina in quanto le forze di pressione e da, se prevista, o sulla documentazione clinica
stiramento lo pongono ad elevatissimo rischio di
insorgenza di lesioni da pressione
Richiedere, se necessario, la consulenza di un
fisioterapista per soggetti che presentano partico­
lari difficoltà ad essere posizionati correttamente
in carrozzina.

Frequenza dei riposizionamenti dell'assistito seduto

Riposizionare l'assistito seduto a rischio di lesioni


da pressione ogni ora
Controllare almeno ogni ora il livello di comfort
dell'assistito
Controllare almeno ogni ora che la postura sia
corretta e che l'assistito non sia scivolato in avanti

150
6.9.9 LE SUPERFICI DI SUPPORTO PER LA RIDI­ riposizionamento manuale
STRIBUZIONE DELLA PRESSIONE E GLI AUSILI "Non usare materassi o sovramaterassi a pres­
ANTIDECUBITO sione alternata con piccole celle." Materassi ad
aria a pressione alternata formati da piccole celle
Per superficie di supporto si intende un dispositivo specia­ (diametro< 10 cm) non possono essere sufficien­
lizzato per la redistribuzione della pressione disegnato per temente insufflati per assicurare la riduzione della
la gestione del carico dei tessuti, del microclima, e/o altre pressione rispetto alle celle che (nell'alternanza
funzioni terapeutiche (es. materassi, sovramaterasso, siste­ del ciclo) non sono insufflate.
ma di letto integrato, cuscino, sovracuscino). "Le superfici di Usare una superficie di supporto reattiva ad alta
supporto per la redistribuzione della pressione sono disegna­ densità o a pressione alternata, sul tavolo opera­
te sia per accrescere l'area di superficie del corpo in contatto torio, per tutti i soggetti identificati come a rischio
con la superficie di supporto (ridurre la pressione di inter­ di sviluppo di lesioni da pressione.
faccia), oppure per alternare in sequenza le parti del corpo
che sopportano il carico (riducendo in tal modo la durata del Per quanto concerne l'assistito seduto diversi studi citati nella
carico in ciascun distretto anatomico)."55 versione integrale delle linee guida dimostrano che l'utilizzo
di un cuscino per la ridistribuzione della pressione previene
Gli ausili antidecubito possono essere di diversi modelli: l'insorgenza di lesioni da pressione. Si raccomanda di: "limi­
tare il tempo che un paziente rimane seduto su una carroz­
Statici: ridistribuiscono la pressione in maniera costante; zina/sedia senza alleviamento della pressione e di utilizzare
accrescono l'area di superficie del corpo in contatto con la un cuscino antidecubito che redistribuisca la pressione per le
superficie di supporto riducendo la pressione di interfaccia. persone sedute la cui mobilità è ridotta e che sono a rischio di
Si tratta di materassi e cuscini; il materiale più comunemente lesioni da pressione". Per quanto concerne la protezione dei
utilizzato è la schiuma viscoelastica ad alta densità; altri di­ talloni (che insieme al sacro sono la zona dove le lesioni da
spositivi statici includono materassi ad aria a bassa pressio­ pressione insorgono più frequentemente) le linee guida rac­
ne continua, materassi ad acqua. comandano di mantenerli sollevati e/o liberi da pressione; il
tallone infatti è ricoperto da un volume minimo di tessuto sotto­
Dinamici: garantiscono una maggior redistribuzione della cutaneo e di conseguenza il carico meccanico viene trasmes­
pressione; alternano in sequenza le parti del corpo che sop­ so in modo direttamente angolare all'osso; considerando che
portano il carico riducendo in tal modo la durata del carico la superficie del tallone è molto ridotta diventa pressoché im­
in ciascun distretto anatomico. Questi ausili, gonfiandosi e possibile ridistribuire il carico utilizzando ausili antidecubito.
sgonfiandosi alternatamente, impediscono alla pressione di
esercitare la propria forza costantemente sulla cute e posso­
no favorire la circolazione sanguigna. Si tratta dei materassi 6.9.10 L'UTILIZZO DEGLI AUSILI ANTIDECUBITO IN
e sovramaterassi ad aria dinamica, materasso a cessione FUNZIONE DELLE CAPACITÀ DI MOBILIZZ AZIONE
d'aria, letti fluidizzati. DEGLI ASSISTITI
Altri ausili "minori" includono talloniere, gomitiere e cuscini
Persona allettata
per ridistribuire la pressione su specifiche zone a rischio (tal­
loni, gomiti, ginocchio). posizionare tutti gli assistiti ricoverati in strutture
ospedaliere o residenziali a rischio di lesioni da
Le evidenze che emergono dalla letteratura esaminata evi­
pressione e/o con lesioni da pressione s u un ma­
denziano: "in tutti i pazienti a rischio di lesioni da pressione terasso in schiuma viscoelastica per la redistribu­
deve essere posizionato un materasso in schiuma viscoela­
zione della pressione
stica ad alta densità anziché il materasso ospedaliero stan­ posizionare tutti gli assistiti a domicilio a rischio di
dard. "Non vi sono evidenze sulla superiorità di uno specifi­ lesioni da pressione e/o con lesioni da pressione
co tipo di materasso in schiuma viscoelastica rispetto ad un su un materasso in schiuma viscoelastica per la
altro" 56 redistribuzione della pressione
documentare sempre il punteggio rilevato con la
Le linee guida NPUAP evidenziano:
scala di Braden e l'awenuto posizionamento del
materasso
Prendere in considerazione il bisogno dell'indi­
continuare a seguire lo schema di riposiziona­
viduo per quanto riguarda la ridistribuzione della
menti/cambiamenti posturali
pressione sulla base dei seguenti fattori:
evitare l'utilizzo di materassi e sovra materassi a
livello di immobilità e di inattività pressione alternata ad aria a piccole celle (diame­
necessità di controllare il microclima e ridur­ tro< 10 cm)
re le forze di taglio evitare l'utilizzo di materassi< 14 cm di altezza e
dimensioni e peso dell'individuo di sovramaterassi< 1 O cm di altezza in quanto la
rischio di sviluppare nuove ulcere da pres­ compressione non deve essere tale da "far tocca­
sione re il fondo"
numero, gravità e localizzazione dell'ulcera/ posizionare un materasso dinamico ove ricorrano
ulcere in atto. le seguenti condizioni:
Utilizzare una superficie di supporto attiva (sovra­ rischio elevato e molto elevato di Lesioni da
materasso o materasso) per gli individui ad alto ri­ pressione (punteggio Braden 10-12 e s9)
schio di sviluppare lesioni da pressione nei casi in (assistito totalmente allettato e totalmente
cui non sia possibile intervenire con un frequente dipendente nella capacità di movimento)

55 NPUAP and EPUAP -"Prevention and treatment of pressure ulcers: clinica! practice guideline" Washington DC: National Pressure Ulcer
Advisory Panel - 2009 . . . .
56 . " - 2015 http://onhnehbrary.w1ley.com/do1/10.1002/14651858.
Cochrane collaboration review "Suppor! surfaces lor pressure ulcer preventIon
CD001735.pub5/pdf
151
presenza I es1oni a pressione I ca ego­ uran e un intervento chirurgico rivolto a persone a rischio,
ria/stadio lii e IV e/o presenza di lesioni da è sempre necessario utilizzare un materasso che ridistribu­
pressione multiple isca la pressione sul tavolo operatorio; occorre posizionare
assistiti terminali e/o critici e/o instabili per l'assistito durante l'intervento in modo da ridurre il rischio di
cui non sia possibile il cambiamento postu­ insorgenza di lesioni da pressione, adottando i seguenti ac­
rale frequente corgimenti:
assistiti ricoverati in terapia intensiva, cen­
tro grandi ustioni e anziani con frattura di Sollevare i talloni completamente (totale scarico)
femore. in modo da distribuire il peso della gamba lungo il
polpaccio senza gravare con la pressione sul ten­
Per la fornitura dei presidi e degli ausili per gli assistiti a do­ dine di Achille. Il ginocchio deve essere legger­
micilio è necessaria la prescrizione medica sulla base dei mente flesso
criteri/condizioni sopra esposti. Prestare attenzione alla ridistribuzione della pres­
sione prima e dopo l'intervento chirurgico
PERSONA SEDUTA Posizionare la persona assistita su un materasso
antidecubito sia prima che dopo l'intervento
Posizionare cuscino in materiale viscoelastico Posizionare l'assistito prima e dopo l'intervento in
compatto per la redistribuzione della pressione a una postura diversa rispetto a quella intraopera­
tutti i soggetti a rischio di lesioni da pressione (sia toria.
ricoverati che a domicilio) per tutto il tempo in cui
rimangono seduti 6.9.12 ATTIVITÀ RICONDUCIBILI ALLE
Valutare, a livello di cure domiciliari, per gli assi­ COMPETENZE DELL'OPERATORE SOCIO
stiti ad elevato rischio e costretti al mantenimento SANITARIO PER LA PREVENZIONE E LA CURA
della posizione seduta per lungo tempo, la neces­ DELLE LESIONI DA PRESSIONE
sità di un cuscino con una maggiore capacità di
redistribuzione della pressione Come principio generale ricordiamo che L'Operatore Socio
Limitare il tempo (indicazione di massima circa Sanitario non agisce se prima non ha ricevuto indicazioni
2 ore in ogni frazione di turno lavorativo) che un precise dalle figure professionali con le quali egli collabora.
assistito rimane seduto senza ausilio per la redi­ Le attività che l'Operatore Socio Sanitario realizza, in auto­
stribuzione della pressione (cuscino) nomia o su indicazione dell'infermiere (oltre naturalmente a
Utilizzare superfici di supporto per prevenire le le­ tutti gli interventi legati alla mobilizzazione delle persone as­
sioni da pressione dei talloni sistite descritti nei paragrafi precedenti), sono:
Mantenere i talloni liberi / sollevati dalla superficie
del letto Relativamente al problema di garantire una adeguata ali­
mentazione:
In alternativa è possibile:
Somministrare gli integratori alimentari prescritti
Usare dispositivi per la protezione dei talloni (tal­ negli intervalli tra i pasti per evitare la riduzione
loniere); essi devono elevarli completamente (to­ della normale assunzione di alimenti e liquidi du­
tale scarico) in modo da distribuire il peso della rante i pasti regolari
gamba lungo il polpaccio senza gravare con la Alimentare la persona assistita attraverso un'ap­
pressione sul tendine di Achille propriata via di assunzione; la via orale è da pre­
Posizionare un cuscino sotto i polpacci in modo ferirsi per la nutrizione e deve essere utilizzata
da sollevare i talloni (lasciarli fluttuare nel vuoto) ovunque sia possibile
Mantenere le ginocchia leggermente flesse; l'ipe­ Assistere/aiutare la persona assistita non autosuf­
restensione del ginocchio può causare ostruzione ficiente nel bisogno di alimentarsi
della vena poplitea e questo può predisporre la Verificare che l'assistito assuma la dieta prescritta
persona ad una trombosi venosa profonda e segnalare eventuali problemi.
Ispezionare la cute dei talloni almeno una volta
al giorno.
L'operatore, prima di iniziare qualsiasi procedura, deve sem­
6.9.11 LE LESIONI DA PRESSIONE IN SALA pre documentarsi sulla situazione della persona assistita, su
OPERATORIA quali siano le principali precauzioni da adottare durante l'igie­
ne del malato, durante i suoi trasferimenti.
Gli assistiti a rischio di lesione da pressione devono essere
attentamente valutati, completando la valutazione di rischio, Ad esempio praticando assistenza ad un assistito allettato, in
qualora fosse necessario un intervento chirurgico, valutando un reparto di ortopedia, sottoposto di recente a un interven­
altri fattori che probabilmente ne aumenteranno il rischio di to di arto-protesi all'anca, dovrà essere mobilizzato con la
insorgenza. massima cautela: onde evitare che carichi sull'arto durante
l'igiene, dovrà essere scrupolosamente seguito sulle posizio­
I fattori da valutare sono i seguenti: ni da mantenere a letto e sulle manovre da eseguire durante
i trasferimenti e, nei casi più complessi, svolgere queste ma­
durata dell'intervento novre alla presenza di un Infermiere.
aumento di episodi ipotensivi intraoperatori
bassa temperatura interna durante l'intervento
ridotta mobilità il 1 ° giorno successivo
all'intervento

152
L'EDUCAZIONE DELLE PERSONE ASSISTITE, DEI LORO zia; le motivazioni di queste pratiche rigua
FAMILIARI E DEI CARE GIVER principali:

Un'altra attività che può essere realizzata dall'Operatore So­ prevenire le malattie
cio Sanitario, è rappresentata dagli interventi educativi rivol­ salvaguardare il benessere dell'individuo
ti all'assistito e ai suoi famigliari, che possono essere svolti promuovere l'accettazione sociale e l'autostima
dopo apposita pianificazione e indicazione dell'infermiere.
Questi interventi sono: L'igiene personale quindi è rappresentata dalla cura del pro­
prio corpo, con attività che comprendono il lavarsi, pulirsi,
Informare I educare l'assistito e i familiari sugli idratarsi, curare gli annessi cutanei (unghie , peli, capelli e
scopi e i benefici del movimento quindi radersi, depilarsi, acconciarsi i capelli), ed è comple­
Informare, spiegare all'assistito e/o ai familiari le tata dalla scelta e dall'utilizzo degli indumenti, dall'uso del
modalità di insorgenza delle lesioni da pressione trucco e di monili, ornamenti, accessori.
Informare e spiegare alla persona assistita le prin­
cipali misure preventive e in particolare quelle da È unanimemente accettato che queste attività di cura di sé
lui attuabili: riposizionamenti/cambiamenti postu­ siano la risposta di ogni individuo ad un bisogno fondamenta­
rali/autoriposizionamenti, valutazione e cura della le che awertiamo in modo generalizzato, ma che è fortemen­
cute, nutrizione/idratazione adeguata, controllo te influenzato da variabili biologiche, psicologiche, culturali
dell'incontinenza/igiene accurata; e sociali e che nel corso della storia del genere umano ha
Stimolare l'autonomia - non sostituirsi alla perso­ avuto notevoli cambiamenti, nelle varie epoche storiche e
na, ma stimolare la persona a "fare" nelle attività nelle diverse culture.
della vita quotidiana (in base alle sue capacità
residue)
Dimostrare apprezzamento per gli sforzi e i mi­ 6.10.1 ELEMENTI PSICOLOGICI RELATIVI
glioramenti nel recupero di autonomia AL BISOGNO DI IGIENE
Fornire informazioni alla dimissione su servizi e
ausili antidecubito disponibili. Lo sporco non è né buono nè cattivo: è solo una
cosa fuori posto e la natura non si preoccupa di
cosa noi pensiamo, ma di come ci prendiamo cura
di noi stessi al fine della soprawivenza della spe­
6.10 IL BISOGNO DI IGIENE PERSONALE cie59
Il nostro comportamento verso l'igiene personale
A cura di ha un'origine antica, la lotta alla sporcizia è sem­
pre stata un impegno quotidiano, per il corpo e
Sonia Barbieri - Infermiera, Professore a Contratto per la casa, anche quando questa era una ca­
MED/45 Scienze Infermieristiche nei processi educativi e verna. Anche gli animali, del resto, sanno pulire.
di Storia dell'assistenza infermieristica Università degli Tane e nidi vengono spesso sgombrati da deie­
studi di Genova zioni e avanzi di cibo. I felini si lavano leccandosi,
gli elefanti fanno la doccia con la proboscide. Gli
Docente nei corsi per Operatore Socio Sanitario svolti uccelli si bagnano e si lisciano le penne a lungo.
in collaborazione con Asl3 - Sistema Sanitario Regione Gli scimpanzé si puliscono il pelo reciprocamente
Liguria. (un comportamento definito grooming), passando
in questo modo circa un quinto della loro vita. È
opinione degli studiosi che l'igiene personale sia
L'igiene, in senso lato, è il ramo della medicina che mira biologicamente legata alla natura originaria degli
alla salvaguardia dello stato di salute e al miglioramento animali e quindi dell'uomo, nel senso di un com­
delle condizioni somatiche e psichiche, mediante lo studio portamento istintivo volto a evitare il contagio di
e il suggerimento delle misure di protezione sanitaria dei malattie, attraverso un senso di repulsione verso
singoli individui (i. individuale o i. privata) e delle popolazioni ciò che suscita disgusto; una sorta di campanello
(i. pubblica), con riferimento, per quest'ultima, a tutte quelle di allarme. Gli animali che nella storia dell'evolu­
condizioni ambientali (lavoro, urbanizzazione, inquinamenti, zione hanno saputo tradurre in patrimonio geneti­
trasporti) che coinvolgono problemi di natura sanitaria 57 co l'istinto di difesa da parassiti e i comportamenti
igienicamente virtuosi, si sono conquistati la con­
Sintetizzando la definizione, attraverso le parole dell'Orga­ tinuità nella soprawivenza della specie60
nizzazione Mondiale della Sanità, intendiamo con Igiene la La funzione di chi assiste (infermieri, operatori so­
disciplina che si occupa della promozione, del mantenimento cio sanitari, ma anche altre figure che si occupa­
e del potenziamento dello stato di salute della popolazione.58 no di aiuto alla persona) è quella di stare accanto
all'individuo, nell'esecuzione di quelle attività che
eseguirebbe senza il bisogno d'aiuto se ne avesse
la forza, la volontà o le conoscenze necessarie, in
Spostando l'attenzione a livello dell'igiene individuale, ci si modo tale da aiutarlo a raggiungere l'indipendenza
riferisce all'igiene come descrizione delle cure personali e se possibile, o anche da accompagnarlo ad una
professionali che riguardano il corpo e l'aspetto della perso­ morte serena.61
na, per incrementare il benessere attraverso pratiche di pulì-

57 1http://www.treccani.it/enciclopedia/igiene/
58 OMS 1948
59 Srnith V. Clean, Oxford University Press, 2007
60 Zardo N. Un tuffo nell'igiene delle antiche civiltà del Mediterraneo Perinijournal n.38/2012
61 Henderson V. Basic principles of nursing care, Arner Nurses Pub,1997
153
a mos era 1 1 ucra, 1 attegg1ament1 nspettos1 e· se e con­
dizioni della persona lo consentono) di informazioni chiare.

ogni persona tende all'indipendenza e la desidera LA DIGNITÀ DELLA PERSONA


quando un bisogno non è soddisfatto, la persona
non è completa né indipendente. Atteggiamenti consapevoli e attenti da parte degli operatori
fanno la differenza e consentono di agire nel rispetto e nella
IL CONTATTO CORPOREO tutela della dignità dell'assistito.

Per assistere una persona nelle cure igieniche occorre ne­ La distruzione della dignità riduce la salute fisica
cessariamente entrare in contatto; le attività di aiuto diretto delle persone e il loro benessere mentale(... )
implicano infatti l'entrare nello spazio intimo della persona. Il rispetto dei diritti dell'uomo, compresi i diritti cul­
Quella distanza {che secondo gli studi di prossemica va da O turali, il diritto alla vita, alla scelta, alla dignità e a
a 45 cm di distanza attorno a noi) comporta una stretta corre­ essere trattati con rispetto fanno parte integrante
l�ione tra spazio fisico e spazio relazionale62• �ell'assistenza infermieristica65
E necessaria quindi una profonda consapevolezza da parte E importante considerare l'assistenza infermie­
degli operatori rispetto al valore del contatto: occorre tenere ristica composta da due elementi inscindibili fra
sempre presente che il contatto con l'altro è comunicazione; loro: quella soggettiva di valutazione del pazien­
chi si occupa di assistenza deve sapere che non determina te e quella oggettiva relativa alle attività da ese­
solo una reazione fisica, ma i gesti si accompagnano sempre guire (...) La dignità del paziente è parte della
a un vissuto emozionale sia per chi lo promuove, sia per chi componente soggettiva dell'assistenza e la rende
lo vive {il senso del tatto è reciproco, non posso toccare un umana: infatti un infermiere che guarda il pazien­
altro senza essere a mia volta toccato). te senza considerarne la dignità lo priva del suo
Il tatto e il tocco arrivano spesso dove non arrivano le paro­ essere individuo umano, lo tratta come fosse un
le e i suoni. Toccare ed essere toccati costituisce una dellé oggetto ( ...) Il rispetto della dignità è un bisogno
esperienze fondamentali della nostra esistenza63• di ogni paziente in tutte le fasi di cura ( ...). Gli
operatori sanitari che potenzialmente possono
accrescere o violare la dignità dei pazienti sono
Il personale sanitario tocca gli assistiti per svol­ soprattutto gli infermieri(...\6
gere compiti di carattere clinico, riabilitativo, di
igiene, ma anche per comunicare cura e offrire Molte delle attività degli operatori socio sanitari, dal punto
conforto. Per questi motivi il toccare è, nelle pro­ di vista dell'impatto nella relazione con le persone assisti­
fessioni di aiuto, un aspetto integrante e fonda­ te, sono spesso paragonabili a quelle degli infermieri, quindi
mentale della cura stessa. Il tocco è una forma quanto riportato in letteratura vale anche per la figura dell'O­
di stimolazione sensoriale fondamentale per la peratore Socio Sanitario: agire nel rispetto della dignità della
vita e per l'adattamento sociale della persona. In persona assistita non ha solo una valenza etica, ma incide
ambito sanitario il tocco può essere strumentale o anche sullo stato psicofisico generale, sulla sua partecipa­
relazionale. I professionisti vengono generalmen­ zione alle procedure e attività che lo riguardano; in sintesi
te istruiti e formati nel primo, mentre il secondo aumenta il suo benessere e quindi incide positivamente sulla
viene spesso tralasciato, nonostante la maggior sua salute. Gli operatori che si dedicano all'assistenza diretta
parte dei pazienti riferisca che essere toccati su sono quelli che potenzialmente possono accrescere o dan­
braccia, spalle, ginocchia e mani sia fisicamente neggiare di più la dignità degli assistiti fra tutti i professionisti
ed emotivamente confortante sanitari.

Bisogna anche tenere a mente che il contatto fisico ha un L'assistenza e l'aiuto nelle cure igieniche, se fornite con at­
impatto diverso su ciascuno, in base alla cultura, all'età, tenzione, danno la possibilità agli assistiti di mantenere la
all'educazione ricevuta e alle esperienze di vita; il tocco può propria dignità anche in situazioni, talvolta inevitabili, di disa­
determinare benessere o fastidio, sensazione di invasione gio o imbarazzo, visto che è necessario scoprire, ispeziona­
della propria privacy, senso di protezione oppure senso di re, manipolare il corpo.
costrizione o addirittura dolore.
Il contatto necessario per assistere nelle cure igieniche e la Problema citato da pochi, ma di grande impatto
conseguente vicinanza che ne deriva, oltre all'esigenza di per chi l'ha vissuto, è limitare l'esposizione del cor­
scoprire e manipolare il corpo dell'altro, portano gli operatori po. La nudità, seppure inevitabile in certi frangen­
a confrontarsi con il concetto di senso del pudore, un natura­ ti, fa sentire l'assistito a disagio, impotente, con
le e soggettivo senso di ritegno che riguarda l'intimità fisica e una forte sensazione di imbarazzo e umiliazione.
l'intimità spirituale, che può essere violato in molte occasioni L'esposizione del proprio corpo, specialmente se
e in molti modi durante le attività di cura. associata alla mancanza di indipendenza, incide
La differenza di genere, di età, di cultura o un particolare tanto da azzerare la dignità67
orientamento religioso possono creare intuitivamente osta­
coli, ma è anche esperienza comune(nel senso di situazioni In questi frangenti, anche se alcune attività diventano abi­
vissute prima o poi da ciascuno) che il pudore viene violato tuali e ripetitive, è necessario mantenere massima attenzio­
in mancanza di intesa64 e l'intesa non esiste senza comu­ ne al rispetto della privacy, alle modalità comunicative e alle
nicazione; senza intesa anche una minima invasione può espressioni verbali e non verbali, ponendo attenzione asco­
essere vissuta come traumatica o lesiva, mentre procedure prire la persona solo quando e quanto necessario, dopo
assai invasive possono essere accolte in modo diverso e averlo opportunamente concordato.
consapevole e non essere lesive del pudore, se svolte in una

62 Bracco M. http://www.treccani.it/enciclopedia/prossemica_(Universo-del-Corpo)/
63 Mele C. Nell'assistenza infermieristica l'utilizzo del contatto fisico, tocco-massaggio può essere di aiuto per ridurre i sintomi psico-fisici del
malato? Scenario 2008; 25 (1)5-8
64 http://www.ricercaepratica.it/r.php?v=1059&a=11597&1=16032&f=allegati/01059_2012_02/fulltext/07_geddes.pdf
65 Codice deontologico del Consiglio internazionale degli infermieri (lntemational Council of Nurses, ICN)2012
154
6.10.2 L'ACCERTAMENTO RELATIVO AL BISOGNO 6.10.3 L'OGGETTO DELL'IGIENE: LA CUTE
DI IGIENE
Alcune conoscenze sulla cute possono essere d'aiuto per
L'accertamento è il momento di raccolta dei dati (informa­
zioni) oggettivi e soggettivi, relativi all'assistito, da parte de­ comprendere e orientare alcune scelte assistenziali. La su­
gli operatori; è la prima fase del percorso di pianificazione perficie del corpo umano è rivestita interamente dalla pel­
le (cute), l'organo più esteso, con funzioni di rivestimento e
dell'assistenza in cui l'Operatore Socio Sanitario ha un ruolo
protezione dagli agenti esterni, termoregolazione, sensibilità,
primario essendo la figura che, in affiancamento o in autono­
secrezione sebacea e del sudore.
mia, è frequentemente vicino alla persona.

Tutti i dati raccolti, oltre a guidare l'operatore nel momento La pelle è costituita da vari strati di tessuti diversi tra loro per
dell'attività, devono essere riferiti o comunque condivisi con caratteristiche e funzioni: gli strati principali sono epidermide
(superficiale) e derma (profondo), dove si trovano ghiando­
l'équipe assistenziale in questo caso si tratta di un accerta­
le sudoripare e sebacee; queste ultime secernono sostanze
mento mirato al bisogno di igiene e comporta l'acquisizione
che vanno a costituire il film idrolipidico cutaneo, che mantie­
di informazioni relative a:
ne l'idratazione e contrasta la proliferazione di germi patoge­
Stato di coscienza - orientamento nello spazio e ni. La cute sana è omogenea, integra e compatta.
nel tempo La pelle ha pH leggermente acido, è un tessuto in continuo
Capacità di movimento rinnovamento e il bilancio tra proliferazione e desquamazio­
Eventuale presenza e sede di dolore ne fa si che l'epidermide si rinnovi interamente ogni 28 giorni
Apparenza e stato igienico della cute, degli an­ circa.
nessi cutanei, del cavo orale Alterazioni sono possibili con l'età: il giovane ha tendenzial­
Stato igienico e appropriatezza dell'abbigliamento mente la pelle oleosa per eccesso di secrezione sebacea,
Capacità di svolgere le cure igieniche in autono­ l'anziano tende a una cute disidratata per atrofia e minore
mia attività delle ghiandole; l'invecchiamento cutaneo è naturale
Capacità di svestirsi e vestirsi in autonomia (intrinseco, dovuto cioè a processi determinati geneticamen­
Capacità di percepire ed esprimere il bisogno di te e varia anche in base a differenze individuali, etniche e
lavarsi anche diverse da sede a sede corporea; ma il processo na­
Alterazioni nel bisogno di eliminazione (es. incon­ turale di invecchiamento può essere incrementato da fattori
tinenza) estrinseci (esposizione alla luce, fattori climatico-ambientali
'
Condizioni dell'ambiente di degenza o di vita stili di vita).
Abitudini precedenti relative all'igiene personale Gli annessi cutanei (peli, unghie, capelli) sono costituiti da
Conoscenze e convinzioni relative all'igiene per­ tessuti epiteliali modificati.
sonale In prossimità con gli orifizi che comunicano con gli organi
interni - bocca, naso, ano, organi genitali- la pelle si trasfor­
ma progressivamente in mucosa. Anche le mucose con l'età
Per raccogliere queste informazioni l'operatore si awale del­ anziana diventano più fragili.
le sue capacità di osservazione, dei suoi sensi (vista, olfat­ La detersione, che si compie anche più volte al girono ha
to, udito, tatto) e attraverso l'ispezione e la palpazione è in lo scopo di asportare dalla pelle, dalle mucose, dai capelli
grado di rilevare situazioni di normalità o eventuali modifica­ materiale che si deposita che può essere esogeno (contami­
zione del colorito della cute (eritema, pallore, ittero, cianosi, nanti ambientali) o endogeno (detriti di tessuto, secrezioni);
vitiligine, presenza di macchie, lesioni cutanee, ragadi, pon­ lo sporco esogeno si deposita nel e sul film idrolipidico, quin­
fi, ecc.) e anche possibili modificazioni della struttura cuta­ di la detersione deve asportare anche la prima parte delle
nea (stato di idratazione, plica cutanea, presenza di edema, barriera protettiva della cute.
abrasioni, ecc.).
Si può procedere all'osservazione in modo sistematico (ad (...) Sostanze schiumose per togliere il grasso: la
esempio utilizzando il modello testa-piedi) per non trascurare presenza di saponi e detersivi nella vita quotidia­
nessun distretto corporeo. na è oggi talmente scontata da ritenere che sia
sempre stato così. Nel passato si usavano cene­
I dati raccolti possono essere organizzati all'interno di appo­ re, sali ed estratti di piante, mentre è solo a partire
siti strumenti, le scale di valutazione, per avere valori ogget­ dall'Ottocento che si scoprono metodi industriali
tivi rispetto al livello di autonomia della persona. Le scale in per produrre i detergenti, cosicché il lavare e il la­
genere sono presenti nella documentazione clinica e infer­ varsi diventano pratiche diffuse 69
mieristica proprio per facilitare l'organizzazione dell'attività
assistenziale e per rendere poi agevole la valutazione degli
interventi svolti. Per garantire un'igiene appropriata occorre conoscere le mo­
La capacità di svolgere l'igiene personale è un elemento pre­ dalità di funzionamento dei detergenti che si utilizzano e da
sente nelle scale più comuni di valutazione dell'autonomia rapportarli alla sede di utilizzo; questo per non danneggiare
funzionale della persona: ad esempio la scala di Barthel e la cute con sostanze troppo aggressive.
la scala delle Attività di Base della Vita Quotidiana (scala
I prodotti detergenti agiscono in base a due meccanismi fon­
BADL).
damentali:
In entrambe le scale, tre voci (abbigliamento, toilette perso­
nale, fare il bagno) sono relative all'ambito dell'igiene perso­
detersione mediante tensioattivi: agiscono facen­
nale.68
do abbassare le forze di attrazione tra le fibre e
lo sporco (sostanze che hanno questa proprietà
sono chiamate tensioattivi), che più facilmente

66 CUSUMARO C. 11 rispetto della dignità umana durante le attività infermieristiche: revisione della letteratura
http://www.fnopi.it/ecm/rivista-linfermiere/rivista-linfermiere-page-34-articolo-402.htm
67 �umag
_ �lli A., _Rosi _I.!"'. L� perc�zione degli assi:'liti sulla tutela della dignità in ospedale: uno studio qualitativo http://www.lnopi.it/ecm/
nv1sta-hnferm1ere/nv1sta-hnferm1ere-page-11-art,colo-122. htm
68 salute.regione.emilia-romagna.it!.../demenze_strumenti_valutazione_paziente.pdf
69 http://www.treccani.it/enciclopedia/saponi-e-detersivi
155
viene disperso nell'acqua Creare un clima di fiducia è instaurare una valida
detersione per affinità: rimuovere attraverso so­ relazione di aiuto
stanze grasse il grasso della cute e lo sporco ad
esso adeso, ad esempio oli o latte detergente, In base ai dati raccolti ci troveremo di fronte a una persona
che necessitano sempre del risciacquo per com­ con un livello differente di autonomia e con una differente
pletare l'azione di pulizia. capacità residua in alcune aree rispetto ad altre; dovremo
modulare quindi i nostri interventi e mettere in atto le azioni
I detergenti e si presentano in genere in due forme: di igiene, in modo che siano complementari rispetto ai deficit
di autonomia dell'assistito.
saponi solidi (saponette tradizionali, sapone sin­ Possiamo passare da una totale incapacità a soddisfare il
tetico solido) bisogno (quindi totale dipendenza dall'operatore che deve
saponi liquidi (detergente liquido, shampoo, ba­ agire in sostituzione dell'assistito), a una scarsa capacità
gnoschiuma, latte detergente) (che comporta una risposta di aiuto e compensazione) a una
mancanza di conoscenze o informazioni (che vanno integra­
te con interventi di tipo educativo e/o informativo).
Negli ultimi anni, in ambito residenziale (ospedali, strutture di
Qualunque siano le attività previste per il singolo assistito,
degenza, ecc), allo scopo di ridurre la potenziale contamina­
ci sono alcune azioni fondamentali e alcuni principi di rife­
zione causata da lavandini, catini, padelle o altri supporti non
rimento:
adeguatamente puliti sono stati sperimentate, e oggi ampia­
mente utilizzate, salviette detergenti di sapone - non sa­
rispettare la privacy (chiudere le porte, utilizzare
pone. Ci sono vari tipi di salviette: per il bagno a letto, per
in alternativa tende o paraventi, allontanare per­
igiene intima, cuffie-shampoo per detersione dei capelli10•
sone estranee se e quando necessario)
garantire la sicurezza:
Esistono varie indagini sul loro utilizzo, che ne dimostrano la
tollerabilità cutanea, l'efficacia e l'incidenza sul tempo richie­ fisica (cadute, traumi accidentali, lesioni,
sto per l'igiene della persona assistit�1 ; quindi si può consi­ temperatura giusta dell'acqua, prodotti ido­
derare una alternativa alle tradizionali tecniche che prevedo­ nei per la cute e le mucose)
no l'utilizzo dell'acqua e del detergente, tuttavia da utilizzare microbiologica (lavarsi le mani, cambiare i
in precisi momenti e situazioni assistenziali12• guanti quando serve, procedere dalle zone
più pulite verso quelle più sporche)
6.10.4 LA PIANIFICAZIONE E L'ATTUAZIONE DELLE psicologica (la persona deve potersi fidare
CURE IGIENICHE dell'operatore)
favorire l'autonomia (dare il tempo perché comun­
La seconda fase del percorso assistenziale consiste nell'in­ que la persona faccia da sola ciò che riesce, so­
dividuare i problemi di assistenza della persona, sulla base stituirsi solo quando necessario)
di dati raccolti, e definire quindi gli obiettivi che può raggiun­
gere (a livello di prevenzione e/o di mantenimento e/o di 6.10.5 CURA DEL VESTIARIO
riabilitazione e/o di palliazione); a questa attività, che è di
competenza infermieristica, segue il momento di attuazione Per i pazienti è preferibile usare vestiti comodi con l'apertura
di quanto programmato, consistente nello svolgimento delle davanti, più facili da indossare. Il cotone e le fibre naturali
azioni ipotizzate e previste. In questa fase l'Operatore Socio sono da preferire perché assorbono il sudore e perché sop­
Sanitario è un riferimento primario per quanto riguarda i bi­ portano lavaggi ripetuti a temperature più alte. Occorre evi­
sogni di base, in particolare per il bisogno di igiene. Quando tare elastici stretti, le maniche dovrebbero essere larghe per
ci si occupa dell'igiene della persona si raggiungono vari ri­ poter essere sollevate
sultati, oltre a quello owio di far raggiungere all'assistito un
livello igienico adeguato Per gli uomini con catetere vescicale o per coloro che pre­
sentano cateteri o drenaggi utilizzare indumenti con aperture.
Gli interventi che mirano a soddisfare il bisogno di igiene del­
la persona infatti sono finalizzati a: Per i portatori di deficit o disabilità motorie (esiti di ictus, ecc.)
le modalità facilitanti sono:
Pulire le mucose, la cute e gli annessi cutanei
Eliminare gli odori sgradevoli Vestire sempre prima il braccio plegico/debole;
Mantenere il trofismo delle mucose e degli annes­ sarà più facile infilarlo per primo nel capo
si Svestire sempre per ultimo il braccio plegico; sarà
Prevenire le infezioni più facile levare la felpa o la maglia prima dal
Prevenire le lesioni da pressione (ispezionando le braccio sano, che può eseguire anche movimenti
zone a rischio, alternando le posture) complessi (o dalla testa, nel caso delle magliette)
Favorire il movimento e la circolazione e lasciare per ultimo il braccio plegico
Valutare quotidianamente lo stato psicofisico della Vestire sempre prima la gamba plegica. Sarà più
persona facile infilarla per prima nel capo d'abbigliamento
Favorire la sensazione di benessere e poi proseguire con la vestizione
Migliorare l'immagine e mantenere la stima di sé Svestire sempre per ultima la gamba plegica.

70 Saiani L.Brugnolli A Trattato di cure infermieristiche ed. Sorbona, 2011


71 Fabian M. V. Groven, Sandra M. G. Zwakhalen, et al.
How does washing without water perform compared to the traditional bed bath: a systematic review. BMC Geriatrics (2017) 17:31
72 Nota l'ultima affermazione è un'opinione personale dell'autore
156
Sarà più facile levare il pantalone prima dalla
gamba sana che può eseguire anche movimenti
complessi, e lasciare per ultima la gamba plegica
Accavallare la gamba plegica sulla sana per infila­
re i calzini e i pantaloni. Solo dopo essersi assicu­
rati che il piede sia uscito dal pantalone, prosegui­
re tirandoli sopra al ginocchio.

157
CAPITOLO7
L 'IGIENE DELL'AMBIENTE E COMFORT ALBERGHIERO

7.1 L'aria e il suolo - caratteristiche


7.1.1 Composizione chimica dell'aria
7.1.2 Caratteristiche fisiche dell'aria
7 .1.3 La luminosità e l'umidità
7.1.4 Aria e inquinamento
7.2 Igiene e comfort in ospedale
7.2.1 L'ospedale oggi
7.2.2 Le stanze di degenza
7.2.3 L'unità del malato
7.3 La pulizia e la disinfezione degli ambienti sanitari
7.3.1 La pulizia: spolveratura, detersione e lavaggio
7.3.2 La disinfezione
7.3.3 Livello di attività dei disinfettanti
7.3.4 Principali gruppi di disinfettanti e antisettici in uso negli ambienti sanitari
7.3.5 Il trattamento della biancheria e degli effetti letterecci

159
7.1.2 CARATTERISTICHE FISICHE DELL'ARIA

Oltre le qualità chimiche descritte in precedenza, l'aria atmo­


sferica ha delle caratteristiche fisiche che sono la temperatu­
ra, la luminosità, la umidità, la ventilazione, la pressione e tali
7.1 L'ARIA E IL SUOLO - CARATTERISTICHE caratteristiche in natura determinano le condizioni atmosferi­
che. Negli ambienti confinati, le caratteristiche fisiche dell'a­
L'ambiente in cui l'uomo vive ha evidenti ripercussioni sul ria determinano quello che viene definito come microclima.
suo stato di benessere e può talora costituire causa di malat­
tia. Oggi sappiamo che alcune malattie, ad esempio i tumori, Per microclima, quindi, si intendono quei parametri ambien­
sono direttamente dovute e strettamente correlate all'am­ tali che influenzano gli scambi termici tra soggetto e ambiente
biente dove l'uomo vive, alla sua alimentazione, all'inquina­ negli spazi confinati e che determinano il cosiddetto "benes­
mento del suolo e delle acque. sere termico". Indispensabile è inoltre la purezza dell'aria.
L'aria delle grandi città è sempre più inquinata, così come i In particolare il comfort microclimatico è quindi definito dai
fiumi, i laghi, e i mari; il suolo è spesso invaso dai rifiuti; la flo­ seguenti parametri:
ra e la fauna sono insidiate da molteplici turbamenti chimico
biologici quali insetticidi e diserbanti, l'inquinamento rumoro­ temperatura dell'aria
so e il sovraffollamento concorrono a creare stati di tensione umidità relativa
psichica e di turbamento sociale. Tutti questi fattori, posso- purezza dell'aria
no determinare i livelli di salute di una popolazione, creando livello di inquinamento dell'aria
condizioni che possono facilitare o rallentare l'insorgenza di velocità dell'aria
malattie.
Si prenderanno quindi qui in considerazione alcuni aspetti tra Negli ambienti confinati di natura sanitaria, le condizioni mi­
i più essenziali di igiene dell'aria, dell'acqua, del suolo, cioè croclimatiche ideali (indicate anche dalle principali norme per
dell'igiene ambientale. l'accreditamento istituzionale), prendendo in considerazione
la particolarità dell'utenza che "abita" questo tipo di strutture,
7.1.1 COMPOSIZIONE CHIMICA DELL'ARIA sono:

L'uomo vive "immerso" nell'aria ed infatti esso ne viene a area di degenza: temperatura invernale non infe­
contatto sia con la superficie cutanea che con quella respi­ riore a 20°c e non inferiore a 22°c per la medi­
ratoria e la sua cute viene continuamente a contatto dell'aria cheria/degenze pediatriche, temperatura estiva
con la quale ha scambi respiratori, ma soprattutto di calore. max 28°C, U.R. 40.60%, ricambi aria/ora 2 v/h
L'apparato respiratorio viene in continuazione a contatto area di diagnosi e cura: tipo blocco operatorio,
dell'aria che è indispensabile per la vita in quanto fornisce temperatura 20-24°C, U.R. 40.60%, filtrazione
all'uomo una sostanza, in essa contenuta, fondamentale per 99,97%, ricambi aria/ora 15 v/h, nei locali annes­
la soprawivenza e cioè l'ossigeno. si temperatura 20-28°C, U.R. 40.60%, filtrazione
L'aria è formata da un'associazione di diversi gas che vi si 99,97%, ricambi aria/ora 6, 10 v/h
trovano allo stato libero nella seguente composizione: area servizi generali: tipo uffici, temperatura 18-
200C, U.R. 50% con tolleranza± 5%, ventilazione
AZOTO 78% O,1-0,2 m/sec.; centrali tecnologiche temperatura
OSSIGENO 21% minore di 26°C, U.R. 50%
ARGO 1%
ANIDRIDE CARBONICA 0.03% Appare evidente come il comfort sia legato ad una serie di
caratteristiche strutturali dell'edificio, quali ad esempio l'e­
L'anidride carbonica, contenuta in mImma parte nell'aria sposizione, la rumorosità del contesto ambientale, l'inerzia
atmosferica, è un gas nocivo per l,uomo e quando supera termica dell'edificio, la qualità delle finiture, il livello di manu­
il livello dell'uno per mille (la sua concentrazione normale tenzione, l'indice di affollamento.
nell'aria e dello 0.3 per mille), si supera il limite di tollerabilità. Tuttavia si incontrano notevoli difficoltà quando si vuole ren­
L'inquinamento può poi awenire anche a causa di altri gas, dere un ambiente (ad esempio una corsia di ospedale) per­
del pulviscolo atmosferico e di eventuali microrganismi che fettamente idoneo al soggetto degente per quanto riguarda
vi possono essere immessi da malati o da portatori sani o le condizioni climatiche, in rapporto al suo ricambio termico. Il
convalescenti o precoci. ricambio d'aria, il condizionamento della temperatura (termo­
Da ciò si deduce la grande importanza del ricambio d'aria sifoni a piastre radianti, a parete, a pannelli radianti, a soffit­
non solo nelle abitazioni civili, ma anche e soprattutto nelle to) debbono essere regolati in modo da rendere confortevole
sale di degenza ospedaliere. il soggiorno, secondo parametri che, per l'organismo, siano
Poiché negli ambienti confinati non è possibile effettuare ottimali e tenendo presente anche dei meccanismi di disper­
nella giornata periodicamente il ricambio dell'aria mediante sione e di conservazione del calore da parte d ell'organismo.
apertura sistematica più volte al giorno di tutte le finestre (ed In particolare, per quanto riguarda questo asp e tto è impor­
infatti tale metodica comporterebbe la formazione di spiace­ tante ricordare che la percezione dell'operatore (vestito, in
voli correnti d'aria, anch'esse pericolose) si sopperisce, nelle attività fisica, in buona salute) rispetto a quella del malato
costruzioni più recenti, con impianti di aria condizionata, che (mobilità ridotta, salute compromessa, pochi vestiti) è asso­
permettono un ricambio d'aria adeguato, senza necessaria­ lutamente diversa, per cui non ci si deve basare sulle proprie
mente dover aprire le finestre. percezioni, ma cercare il più possibile di rispettare parametri
di comfort. Ricordarsi inoltre che l'utente anziano, normal­
mente, tende a manifestare una sensazione di freddo anche
in periodi molto caldi, rifiutando in alcuni casi la climatizza­
zione dell'ambiente. In questo caso è importante mantenere

160
il microclima ideale, anche per evitare una eccessiva perdita 7.1.4 ARIA E INQUINAMENTO
di liquidi compensata solo in parte dall'assunzione di bevan­
de, poiché spesso gli anziani hanno la sensazione della sete Dal punto di vista igienico l'aria ha notevole importanza per
estremamente ridotta. l'organismo, che può subire dei danni derivanti dall'inquina­
mento atmosferico. Negli ambienti esterni l'aria può subire
7.1.3 LA LUMINOSITÀ E L'UMIDITÀ degli inquinamenti gassosi che possono essere determinati
dai gas di scarico delle automobili, o derivanti dagli impian­
La luminosità è un'altra caratteristica fisica dell'atmosfera, ti industriali o dalle caldaie per il riscaldamento domestico.
cioè la possibilità di permettere la trasmissione dei raggi so­ Tali gas sono formati prevalentemente da ossido di carbonio,
lari, tra cui quelli luminosi. anidride carbonica, anidride solforosa.
La luce e l'irraggiamento solare determinano però anche In alcune condizioni atmosferiche queste sostanze precipi­
un'azione notevolmente benefica per vari motivi, non ulti­ tano sulle città determinando danni non solo alle cose, alle
mo quello di favorire la distruzione di alcuni microrganismi. piantagioni, ma anche alle persone in quanto rendono diffi­
La luce favorisce anche la vita delle piante e degli animali. coltosa la respirazione e possono anche determinare l'ag­
L'umidità è determinata dall'acqua che si trova nell'aria allo gravamento delle condizioni in taluni soggetti affetti da pato­
stato di vapore. La quantità di quest'acqua può variare in logie respiratorie.
relazione alla temperatura dell'aria stessa; perciò si chiama L'atmosfera può subire poi degli inquinamenti pulviscolari
umidità massima la quantità massima di acqua che può scio­ provenienti da polveri che possono essere di origine mine­
gliersi nell'aria ad una determinata temperatura. Si chiama rale (ad esempio come quelle che si producono per la di­
umidità assoluta la quantità di acqua contenuta nell'aria al sgregazione delle rocce, o per il consumo del pavimento
momento della rilevazione del dato. stradale, o per il consumo delle gomme di veicoli.) o di origi­
Anche l'umidità, in quantità eccessiva, può avere effetti dan­ ne vegetale (come quelle provenienti da detriti vegetali) o di
nosi sull'organismo. Il caldo umido favorisce la comparsa di origine animale (come quelle provenienti da lane, crini, par­
malattie reumatiche, può inoltre favorire il colpo di calore, ticelle animali in genere). Tutte queste polveri sono quelle
perché in presenza di aria calda, in cui è disciolta una no­ che ritroviamo abitualmente nei mobili o sui pavimenti delle
tevole quantità di acqua sotto forma di vapore, non si rea­ nostre abitazioni e che possono causare dei danni notevoli
lizza più la dispersione di calore dall'organismo sotto forma all'organismo se si trovano disperse nell'aria in forte concen­
di evaporazione attraverso il meccanismo della sudorazione. trazione. Va posta particolare attenzione alla polvere quando
si posa sui termosifoni delle nostre abitazioni o delle corsie
La ventilazione l'ospedale e che viene in tal modo bruciata dal calore che
emana dai termosifoni quando questi vengono accesi. Tali
La ventilazione è determinata da spostamenti di masse d'a­ polveri bruciate divengono finissime e volatili al punto che
ria. Essa in natura si realizza in conseguenza delle differenti possono essere facilmente inalate. Si è visto che in tal modo
temperature esistenti nei vari punti della crosta terrestre. costituiscono uno dei peggiori allergeni e sono responsabili
L'aria che è a contatto con superfici calde della terra tende di malattie dell'apparato respiratorio.
a salire e tende ad essere spostata dai venti, mentre quella
fredda che si trova negli strati alti tende a scendere e a sosti­ L'atmosfera può subire ancora degli inquinamenti da micror­
tuire quella calda. L'aria fredda poi si scalderà a sua volta e ganismi. Nell'ambiente esterno tali inquinamenti hanno scar­
tenderà a salire in alto e così via. so significato perché la carica batterica che viene a contatto
Tali spostamenti di aria realizzano la ventilazione naturale. dell'aria subisce in essa delle diluizioni tali da ridurre i rischi.
Si è infatti visto che l'aria calda tende a salire e quella fredda Ma tale inquinamento ha importanza negli ambienti confinati
a scendere determinando, con questi movimenti, l'insorgen­ dove i microrganismi non riescono a diluirsi a sufficienza e
za di venti. Analogo fenomeno si realizza la sera in riva al l'aria in tali casi può comportarsi come veicolo di malattie in­
mare. Ugualmente accade nell'interno delle abitazioni e negli fettive. L'uomo malato ha delle vie di eliminazione attraverso
ambienti confinati in genere ed in queste il fenomeno della le quali i microrganismi possono arrivare all'esterno e venire
ventilazione è potenziato anche dalle molteplici aperture che quindi a contatto dell'aria in cui continuano poi a rimanere in
vi sono quali finestre, fessure sotto le porte, porosità delle sospensione. Ma anche i materiali di medicazione e i mate­
pareti. riali organici in genere possono essiccarsi e alcune particelle
Gli spostamenti d'aria possono essere più o meno graditi possono passare in sospensione nell'aria. Tali particelle pos­
all'organismo a seconda della temperatura dell'ambiente; se sono contenere microrganismi che possono inquinare l'aria
alcune correnti d'aria sono gradite in estate (perché favo­ e venire a contatto con l'uomo sano ed eventualmente deter­
riscono la dispersione del calore dal corpo umano) non lo minare in questo la malattia.
sono più in inverno quando l'organismo ha invece bisogno di Ecco quindi la necessità negli ambienti confinati, specie se
utilizzare tutta la produzione del proprio calore per sopperi­ si tratta di ambienti ospedalieri o di soggiorno di persone
re alle fredde temperature esterne. La ventilazione in questi malate o che semplicemente vivono in comunità, di effettua­
casi determina una maggiore dispersione di calore con spia­ re dei continui ricambi d'aria, delle accurate disinfezioni dei
cevole sensazione di freddo. pavimenti, un rapido allontanamento di materiali infetti, o la
Dal punto di vista igienico ambientale il clima, cioè il micro­ loro custodia in sacchetti di plastica sigillati prima dell'awio
clima, ossia il clima degli ambienti confinati, dovrebbe man­ al forno inceneritore, mettendo in atto tutti quei mezzi che
tenere, in particolare negli ambienti ospedalieri e di cura, i servono ad impedire una contaminazione dell'aria.
parametri evidenziati nel paragrafo precedente.
La pressione che l'aria esercita va sotto il nome di pressione Oggi in alcuni ambienti ospedalieri si riescono a controllare i
barometrica. Essa, a livello del mare, corrisponde a quella vari parametri del benessere atmosferico (temperatura, umi­
di una colonna di mercurio alta 760 mm e diminuisce man dità, pressione, ventilazione, sterilità) e a mantenere sotto
mano che si innalza sul livello del mare. In alta montagna, controllo la carica microbica attraverso gli impianti di con­
quindi, la pressione atmosferica tende naturalmente a scen­ dizionamento e climatizzazione, che riescono a immettere
dere. nell'ambiente confinato aria presa dall'esterno, interamente

161
trattata m apposite strutture ed apparecchiature che la ren­ 7.2.2 LE STANZE DI DEGENZA
dono anche sufficientemente purificata.
Il "comfort" della struttura ospedaliera riguarda diversi e mol­
teplici fattori, quali ad esempio l'accoglienza delle persone
assistite e dei loro famigliari, il favorire un ambiente e stanze
7.2 IGIENE E COMFORT IN OSPEDALE di degenza "a misura d'uomo" dove le persone possano ave­
re a disposizione spazi personali (come servizi igienici priva­
7.2.1 L'OSPEDALE OGGI ti, momenti di isolamento e la possibilità di ricevere visitatori).
Il DPR 14 gennaio 19971 definisce fra l'altro i requisiti e le
Senza dilungarsi sulla storia recente o antica degli ospedali, caratteristiche di una stanza di degenza, che sono:
si vuole in questo capitolo evidenziare quali sono le caratte­
ristiche che deve avere un nuovo ospedale dei giorni nostri. almeno 9 mq per posto letto
Infatti sono cambiati sia i criteri edilizi che l'ubicazione delle non più di 4 posti letto per camera
nuove strutture ospedaliere. Se un tempo si privilegiava la almeno un servizio igienico ogni 4 posti letto
costruzione di piccoli ospedali, contenenti tutte le specialità almeno il 10% delle stanze di degenza deve ospi­
sia mediche che chirurgiche (a discapito spesso dell'efficien­ tare un solo letto
za organizzativa e anche dell'efficacia nelle cure), oggi si
tende ad organizzare la rete ospedaliera secondo un criterio In realtà esistono strutture dove questa configurazione, per
di "hub e spoke", che prevede la concentrazione della casi­ problemi architetturali o logistici, non sempre viene rispetta­
stica più complessa o che necessita di più complessi sistemi ta, per cui spesso si trovano camere di degenza con carat­
produttivi, in un numero limitato di centri (hub). L'attività degli teristiche diverse da quelle indicate nella normativa, in par­
hub è fortemente integrata, attraverso connessioni funziona­ ticolare per quanto attiene alla dotazione di servizi igienici.
li, con quella dei centri ospedalieri periferici (spoke). L'ubicazione dei letti all'interno della stanza dovrebbe con­
Si tende quindi a dare un'organizzazione più complessa e sentire ad ogni persona di potersi isolare dagli altri e per que­
ragionata, che porti il sistema alla massima efficacia organiz­ sto dovrebbero essere evitate stanze con tre letti allineati,
zativa e clinica possibile. Dal punto di vista architettonico si per evitare di sfavorire la persona in posizione centrale, che
cerca di costruire i nuovi ospedali con criteri di collegamenti si trova a non avere mai a disposizione un "angolo perso­
interni integrati nella struttura (ricordiamo ancora gli ospedali nale".
progettati a padiglioni scollegati l'uno dall'altro) e vivibilità sia I servizi igienici devono avere tutti gli accessori necessari alla
per i ricoverati che i loro familiari. Nelle nuove strutture sono vita quotidiana e alla sicurezza delle persone che lo usano,
previsti spazi ricreativi, negozi, servizi di comfort (ad esempio quali specchio, illuminazione adeguata, porta salviette, siste­
parrucchiere, bar, edicola, posteggi, ecc.) che sino a qualche ma di chiamata, corrimano e/o maniglie di appoggio (questi
anno fa non erano previsti all'interno di un ospedale. ultimi devono essere installati anche nelle zone comuni e nei
I percorsi interni di ogni struttura ospedaliera e gli accessi de­ corridoi utilizzati durante la degenza).
vono rispondere a specifici requisiti di carattere strutturale ed
organizzativo. La struttura deve avere accessi separati per In un reparto ospedaliero devono inoltre essere presenti ser­
personale, visitatori e utenti esterni, in particolare nelle aree vizi igienici accessibili ai disabili, facilmente accessibili con
cliniche e nei servizi connessi all'emergenza. Logisticamente ausili quali carrozzine e girelli.
l'ospedale deve essere costruito in modo tale da facilitarne La stanza di degenza deve avere per i ricoverati anche alcuni
l'accesso dalla rete viaria urbana e devono essere previsti elementi di confort generali, e normalmente il letto ospedalie­
spazi per la sosta dei mezzi degli utenti e dei loro familiari. Si ro o sanitario in genere dovrebbe essere attrezzato in modo
è passati quindi da una concezione dall'ospedale "di paese", da poter essere adattabile alle diverse condizioni dell'ospite.
inserito fortemente nel tessuto sociale di una piccola comu­ La colorazione delle pareti, a cui un tempo veniva riservata
nità, facilmente raggiungibile a piedi, all'ospedale "metropoli­ poca importanza, viene oggi presa in considerazione come
tano", necessario non solo in funzione del cambiamento dei importante elemento che può facilitare la guarigione.
sistemi architettonici tipici del nuovo millennio ma anche del­
la società moderna, dove i cittadini tendono a privilegiare il 7.2.3 L'UNITÀ DEL MALATO
trasporto individuale alle altre forme di mobilità.
Il percorso delle salme e l'accesso alle camere mortuarie, L'unità del malato è l'insieme degli elementi n ecessari alla
anche per ragioni di ordine etico, devono seguire vie dedica­ vita della persona durante il periodo di ricovero, rappresenta
te, mentre il trasporto dei materiali normalmente è automa­ cioè l'arredo della "casa" del malato durante questa fase.
tizzato, con modalità tecniche distinte fra materiale pesante È rappresentato da:
e materiale leggero. Importante anche la separazione dei
percorsi sporco-pulito, cioè l'individuazione di collegamenti letto
(sia verticale, cioè gli ascensori, che orizzontali, cioè corridoi comodino
e spazi di collegamento), che consentano di diversificare il sedia
trasporto, ad esempio, della biancheria sporca e dei rifiuti dal armadietto personale
trasporto di cibo e di biancheria pulita. È owio che, al fine testaletto, compreso di sistema di i lluminazione
di prevenire la diffusione di microrganismi nell'ambiente, tali e di chiamata nonché dei supporti per la terapia
percorsi devono essere rispettati sempre, ma con un occhio (asta per fleboclisi, attacchi dei gas medicali)
di riguardo alle vie di comunicazione con reparti critici (ad tavolino
esempio malattie infettive, rianimazione, sale operatorie) per
Tutti gli elementi che compongono l'unità di degenza del ma­
evitare di aumentare il livello di rischio per le persone ricove­ lato devono avere caratteristiche ergonomiche che ne facili­
rate in questi reparti, proprio in funzione della loro fragilità.
tano l'uso sia da parte dell'assistito che degli operatori sani­
I percorsi di persone e materiale all'interno dell'ospedale pre­
tari e devono essere facilmente igienizzabili per prevenire la
sentano differenti modalità e livelli di criticità, che devono es­
diffusione e l'insorgenza di infezioni.
sere presi in considerazione già nella fase di progettazione.

Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di requisiti
strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private
162
IL LETTO OSPEDALIERO O SANITARIO 7.3 LA PULIZIA E LA DISINFE
AMBIENTI SANITARI
I letti ospedalieri devono presentare caratteristiche di resi­
stenza alle sostanze detergenti e disinfettanti per evitarne Tutti gli ambienti sanitari devono necessariamente essere
il danneggiamento. Dovrebbero essere regolabili in altezza puliti, sanificati e, quando occorre, disinfettanti, al fine di:
per facilitare alla persona assistita la mobilità in salita e di­
scesa e facilitare, inoltre, le manovre assistenziali del perso­ ridurre lo sporco
nale sanitario. li letto ad altezza variabile, inoltre, può rappre­ creare condizioni di comfort per le persone rico­
sentare un valido strumento per la prevenzione delle cadute verate
e la riduzione del danno in caso di evento. ridurre la carica microbica al fine di limitare la dif­
Ancora, il letto dovrebbe essere articolabile in diverse sezioni fusione di malattie infettive.
per facilitare il posizionamento della persona assistita e for­
nito di ruote per assicurare gli spostamenti. Fra gli accessori Una buona operazione di pulizia è in grado da sola di rimuo­
del letto, ricordiamo le sponde laterali di protezione, utili per vere la maggior parte dei microrganismi, facilitando poi l'effi­
facilitare la mobilizzazione del malato e ridurre, in alcuni casi, cacia di un eventuale disinfettante, se e quando serve. Que­
il rischio di caduta. sto risultato si ottiene tramite fondamentali attività: la pulizia,
la sanificazione e la disinfezione. Queste pratiche sono rivol­
Il comodino deve essere spostabile su ruote e l'apertura deve te non solo agli ambienti, ma anche a tutti i presidi e ausili
consentire l'apertura degli sportelli e dei cassetti da entrambi riutilizzabili che vengono a contatto con i malati o con loro
i lati, in modo tale da facilitarne l'uso per la persona assistita. secrezioni o escrezioni, quali ad esempio padelle, pappagal­
Il piano superiore dovrebbe essere girevole, al fine di facili­ li, sedie a rotelle, comode, deambulatori, sollevatori.
tare l'utilizzo come piano d'appoggio per consumare il pasto.
La normativa vigente definisce al suo interno la terminologia
La sedia dovrebbe essere prowista di braccioli che faciliti­ utilizzata negli ambi;nti dove si svolgono queste particolari
no il sollevamento autonomo nella stazione eretta da parte attività.
dell'assistito e costruita di materiali facilmente lavabili e che
evitino lo scivolamento durante lo stazionamento seduto. Agli effetti della legge 25 gennaio 1994, n. 82, le attività di
pulizia, di disinfezione, disinfestazione, di derattizzazione e
L'armadio dovrebbe essere diviso in scomparti per facilitare di sanificazione sono così definite:
la suddivisione della biancheria personale sporca e pulita.

Il testaletto è la struttura posizionata alle spalle del letto, che sono attività di pulizia quelle che riguardano il
racchiude elementi utili alla sicurezza, alla vita ed alle cure complesso di procedimenti e operazioni atti a ri­
della persona. Gli elementi indispensabili sono il sistema di muovere polveri, materiale non desiderato o spor­
chiamata (campanello) che deve essere sempre accessibile cizia da superfici, oggetti, ambienti confinati ed
e utilizzabile, illuminazione regolabile, erogatori dei gas me­ aree di pertinenza;
dicali e sistema di aspirazione. sono attività di disinfezione quelle che riguardano
il complesso dei procedimenti e operazioni atti a
In ogni struttura sanitaria devono essere previsti spazi per la rendere sani determinati ambienti confinati e aree
socializzazione e la vita di comunità per i ricoverati e i loro fa­ di pertinenza mediante la distruzione o inattivazio­
miliari, quali ad esempio sale d'attesa, zone ristoro, locali per ne di microrganismi patogeni
la consumazione del pasto o di "ricreazione", quali ad esem­ sono attività di disinfestazione quelle che riguar­
pio sale per la visione della televisione o svago. Anche questi dano il complesso di procedimenti e operazioni
locali devono essere arredati in modo ergonomico rispetto atti a distruggere piccoli animali, in p articolare
alle necessità delle persone ricoverate e gli arredi devono artropodi, sia perché parassiti, vettori o riserve di
presentare le stesse caratteristiche di quelli delle stanze di agenti infettivi sia perché molesti e specie vegetali
degenza in ordine alla resistenza ed alla facilità di pulizia. non desiderate. La disinfestazione può essere in­
tegrale se rivolta a tutte le specie infestanti owero
L'uso di telefoni cellulari è consentito all'interno delle aree mirata se rivolta a singola specie
comuni e deve preferibilmente essere evitato nelle stanze sono attività di derattizzazione quelle che riguar­
di degenza anche per rispetto del riposo e del silenzio delle dano il complesso di procedimenti e operazioni di
altre persone ricoverate. disinfestazione atti a determinare o la distruzione
completa oppure la riduzione del numero della
popolazione dei ratti o dei topi al di sotto di una
certa soglia
sono attività di sanificazione quelle che riguarda­
no il complesso di procedimenti e operazioni atti
a rendere sani determinati ambienti mediante l'at­
tività di pulizia e/o di disinfezione e/o di disinfe­
stazione owero mediante il controllo e il migliora­
mento delle condizioni del microclima per quanto
riguarda la temperatura, l'umidità e la ventilazione
owero per quanto riguarda l'illuminazione e il ru­
more.

2 D.M.? luglio 1997, n. 274 (1). Regolamento di attuazione degli articoli 1 e 4 della L. 25 gennaio 1994, n. 82, per la disciplina delle attività di
pulizia, di disinfezione, di disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione
163
-M!rl"ITlf�Elcessariamente precedere qualunque atti­ 7.3.1 LA POLIZIA: SPOLVERATURA, D"ETERSIONE E
vità di disinfezione; i disinfettanti agiscono con più efficacia LAVAGGIO
su oggetti puliti. Lo sporco funge da barriera per i disinfettan­
ti e spesso ne limita il meccanismo d'azione, garantendo ai Le operazioni di pulizia, come abbiamo detto, riguardano "il
microrganismi una sorta di protezione dagli agenti chimici. complesso di procedimenti e operazioni atti a rimuovere pol­
L'attività di pulizia deve essere rivolta anche a tutte le compo­ veri, materiale non desiderato o sporcizia da superfici, ogget­
nenti del letto del malato, quali materassi, cuscini, lenzuola, ti, ambienti confinati ed aree di pertinenza". Queste operazio­
federe, coperte, che devono essere awiate con le modalità ni nel mondo sanitario possono riguardare sia gli ambienti,
previste in ogni azienda al lavaggio ed alla eventuale disin­ che gli ausili ed i presidi. La pulizia deve essere preliminare
fezione. all'eventuale disinfezione, poiché lo sporco rappresenta una
barriera per il disinfettante, riducendone di conseguenza l'a­
Le attività di pulizia delle aree di degenza e degli spazi co­ zione. Per la pulizia possono essere utilizzati prodotti deter­
muni, ormai ovunque nelle strutture sanitarie sia pubbliche genti, che hanno la funzione di facilitare la rimozione mec­
che private, sono affidate a ditte esterne specializzate, riser­ canica dello sporco, oppure semplicemente panni asciutti
vando agli operatori interni, quindi anche all'Operatore Socio elettrostatici per la rimozione quotidiana della polvere. Per la
Sanitario, la sanificazione dell'unità del malato, degli ausili e spolveratura, è certamente da preferire la tecnica ad umido,
dei presidi utilizzati per l'assistenza. per evitare la dispersione di polveri nell'ambiente, poiché la
polvere rappresenta un veicolo che facilita la diffusione dei
Le regole generali da seguire per la pulizia e la disinfezione microrganismi. Per lo stesso motivo anche per la rimozione
degli oggetti e/o delle superfici nelle strutture sanitarie, sono della polvere dai pavimenti degli ambienti sanitari è da prefe­
le seguenti: rire l'aspirazione o l'uso di sistemi e tecniche ad umido.

I prodotti usati per la detersione, i detergenti, devono essere


La presenza di materiale organico può ridurre o utilizzati rispettando le precauzioni d'uso, la concentrazione
inattivare l'azione del disinfettante, perciò è ne­ e le indicazioni del produttore, evitando di utilizzarli in con­
cessario sempre effettuare una decontaminazio­ centrazioni diverse, oppure di introdurli in altri contenitori
ne con detersione e poi disinfezione (esempio bottiglie di plastica) o di miscelarli fra di loro, per
Le pulizie devono iniziare dalla zona meno sporca ragioni di sicurezza delle persone.
verso quella più sporca
Nel caso di oggetti che non vanno a diretto con­ I detergenti3 sono prodotti essenziali di uso frequente nella
tatto con l'assistito, dopo la disinfezione non ri­ nostra vita quotidiana. Grazie alla loro capacità di rimuovere
sciacquare lo sporco dalle superfici, contribuiscono al mantenimento di
Evitare il rabbocco dei contenitori, sia dei deter­ una buona igiene personale, riducono la presenza di germi e
genti che dei disinfettanti rendono gli ambienti più gradevoli. Tali prodotti sono compo­
Rispettare la diluizione dei prodotti indicata dalla sti a base di tensioattivi e sostanze complementari. Facilita­
casa produttrice no la rimozione della sporcizia dai tessuti, dalle stoviglie, dal­
Segnalare le zone bagnate con apposita segna­ le varie superfici da lavare, diminuendo le forze che tengono
letica unito lo "sporco" alle superfici ed aumentando le forze di at­
Per le aree di passaggio (atri e corridoi) effettua­ trazione tra lo "sporco" e il bagno di lavaggio. Queste forze
re il lavaggio in due tempi successivi, in modo da sono dette tensioni superficiali e le sostanze, contenute nei
mantenere sempre una metà asciutta, per per­ detersivi, che modificano queste forze sono dette tensioattivi.
mettere il passaggio
Utilizzare sempre idonei dispositivi di protezione Essi si dividono in:
individuale (D.P.I) durante le procedure di pulizia o
nella diluizione dei detergenti e/o dei disinfettanti, Saponi (tensioattivi naturali)
seguendo sempre le raccomandazioni d'uso Detergenti sintetici (tensioattivi sintetici)
Dopo l'uso tutte le attrezzature, compreso il carrel­
lo delle pulizie, devono essere detersi ed asciuga­ Prima dell'uso l'operatore deve verificare tutte le indicazioni
ti. L'umidità e la temperatura ambiente sono ottimi di utilizzo e deve saper leggere le etichette e riconoscere
terreni di cultura per il proliferare di microrganismi i principali simboli di pericolo, attenendosi scrupolosamente
Allo stesso modo ogni panno, spugna, e altro alle indicazioni d'uso del produttore sia per quanto riguarda
dopo l'uso deve essere lavato, disinfettato e la­ la sicurezza che le percentuali di diluizione.
sciato asciugare.
Per la detersione deve essere utilizzata acqua possibilmente
a temperatura ambiente, in particolare quando si diluiscono
prodotti chimici detergenti; questo al fine di evitare la forma­
zione e l'aerosolizzazione di particelle tossiche, dovute all'e­
vaporazione conseguente al calore dell'acqua. La scelta del
detergente deve essere rapportata in base alla tipologia di
sporco (materiale grasso, proteico, organico, ecc.) nonché al
materiale di cui è costituita la superficie da trattare.

Per la detersione di padelle e pappagalli, l'operatore può


utilizzare appositi strumenti meccanici destinati a tale sco­
po, quali la lavapadelle elettrica, che svolge la sua azione
detergente utilizzando la temperatura elevata dell'acqua e

3 I detergenti, Manuale d'uso, ISPESL, Roma, 2004

164
di prodotti che operano a11Che una disinfezione dell'oggetto da materiali Of§a · ·
sottoposto al ciclo di lavaggio. pappagalli).

Nel lavaggio di una superficie ed un oggetto è importante I prodotti antisettici e disinfettanti devono avere caratteri­
non passare più volte con lo stesso panno o presidio usa­ stiche particolari, che sono:
to per l'operazione, al fine di evitare di riportare lo sporco
e di conseguenza i microrganismi sulla superficie stessa. A Devono avere attività biocida, cioè devono essere
questo proposito, rappresentano un ottimo strumento telini e in grado di uccidere i microrganismi e/o disattivarli
panni monouso, da gettare dopo lo svolgimento dell'opera­ Devono avere un ampio spettro d'azione, cioè de­
zione. L'uso di panni, secchi e frange di colore diverso è utile vono essere efficaci su diversi gruppi e tipologie
nelle operazioni di detersione meccanica dei pavimenti, per di microrganismi
diversificare gli strumenti usati per le varie zone delle struttu­ Devono avere un'azione rapida e l'attività batte­
re (ad esempio stanze di degenza, bagni, corridoi). riostatica deve durare nel tempo
Anche per il lavaggio dei pavimenti possono essere utilizzate Non devono essere tossici per l'uomo alle con­
macchine industriali che facilitano il lavaggio e rendono più centrazioni d'uso consigliate
veloci ed efficaci le attività di pulizia. Non devono danneggiare i materiali da trattare e
In aree particolari (ad esempio sale operatorie, rianimazio­ devono essere facilmente applicabili
ne) e in alcune situazioni ben definite (ad esempio stanze di Devono essere economicamente vantaggiosi.
persone con malattie infettive), si deve prowedere anche al
lavaggio delle superfici verticali (muri), utilizzando in questo I prodotti antisettici, in particolare, non devono avere effetti
caso strumenti idonei, quali bastoni ed aste telescopiche per irritanti o sensibilizzanti e non devono interferire con il pro­
raggiungere punti troppo alti. cesso di cicatrizzazione, se usati su ferite.

È importante ricordare che al termine delle operazioni di de­


tersione, le attrezzature ed i materiali non monouso usati per 7.3.3 LIVELLO DI ATTIVITÀ DEI DISINFETTANTI
lo svolgimento di tale attività, devono a loro volta essere sot­
toposti accuratamente ai necessari cicli di lavaggio e asciu­ A seconda della loro capacità d'azione, i disinfettanti sono
gati, ricondizionandoli per il successivo utilizzo. classificati in diversi livelli:

7.3.2 LA DISINFEZIONE Livello Basso: i disinfettanti di basso livello pos­


sono distruggere diversi batteri ed alcuni virus e
La disinfezione è "il complesso di procedimenti e operazioni miceti, ma non sono in grado di eliminare i bacil­
atti a rendere sani determinati ambienti confinati e aree di li tubercolari e le spore batteriche. Questi disin­
pertinenza mediante la distruzione o l'inattivazione di micror­ fettanti, sono attivi su batteri in forma vegetativa
ganismi patogeni". Deve essere svolta prestando attenzione (Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus au­
all'appropriatezza, cioè alla reale necessità di uso di un pro­ reus), Micobatteri, Virus di dimensioni i ntermedie
dotto disinfettante per terminare il ciclo di trattamento. Un e virus lipofili (Herpes simplex virus, HCV, HBV,
utilizzo inappropriato può determinare due ordini di problemi: HIV) e funghi. Il tempo di contatto sufficiente a ga­
rantire la loro azione è di 5 minuti.
Aumento non giustificato dei costi Livello Intermedio: i disinfettanti di livello inter­
Rischio di diffusione di prodotti chimici nell'am­ medio sono quelli capaci di distruggere tutti i bat­
biente teri in fase vegetativa, la maggior parte dei virus e
Sensibilizzazione dei microrganismi e formazione dei miceti e sono in grado di agire sul Mycobacte­
di resistenze agli agenti disinfettanti.4 rium tubercolosis e di inattivarlo. Non sono però
efficaci sulle spore. Sono attivi su batteri in forma
La disinfezione si realizza con l'utilizzo di prodotti chimici, vegetativa (Pseudomonas aeruginosa, Staphylo­
convenzionalmente definiti disinfettanti. La stessa opera­ coccus aureus), Micobatteri, Virus di d imensioni
zione, svolta su mucose o superfici corporee, si definisce intermedie e lipofili (Herpes simplex virus, HCV,
antisepsi. Quello che diversifica la disinfezione e l'antisepsi, HBV, HIV), funghi e sul bacillo di Koch (Myco­
è la tipologia di prodotto utilizzato per lo svolgimento dell'o­ bacterium tuberculosis). Il tempo sufficiente di
perazione. Le normative internazionali infatti definiscono contatto varia da 5 a 1O minuti.
"antisettici" i composti chimici capaci di eliminare microrga­ Livello Alto: i disinfettanti di alto livello sono com­
nismi a livello dei tessuti viventi, limitando così il pericolo di posti chimici capaci di distruggere tutti i micror­
infezione. In tali composti diventa fondamentale non solo la ganismi in qualsiasi forma organizzativa, ad ec­
valutazione del potere microbicida, ma anche la tollerabilità cezione di alcune spore batteriche. Sono attivi su
e il rispetto che esso esercita verso i tessuti lesi. Le stesse batteri in forma vegetativa (Pseudomonas aerugi­
norme definiscono "disinfettanti" i composti chimici in grado nosa, Staphylococcus aureus), Micobatteri, virus
di eliminare microrganismi da superfici inerti contaminate ad di dimensioni intermedie e lipofili (Herpe s simplex
un livello più alto, tale da non lasciare viva la maggior parte virus, HCV, HBV, HIV), funghi, Mycobact erium tu­
dei microrganismi. In questi composti sarà prioritario valutare bercolosis e spore. Il tempo sufficiente di contatto
la compatibilità con le superfici ed il rapporto efficacia/sicu­ varia tra i 15 ed i 45 minuti.
rezza verso l'operatore5•
Certamente è opportuno svolgere la disinfezione nelle aree
e negli oggetti a più alto rischio di diffusione delle malattie
infettive, quali ad esempio le sale operatorie, le terapie inten­
sive, i reparti di isolamento, le aree o gli oggetti contaminati

4 Per la definizione del concetto di resistenza, si rimanda il lettore al capitolo "Elementi di Igiene".
5 M.W. Linee guida per il corretto utilizzo degli antisettici - disinfettanti, EDICOM srl, Milano, 2009
165
i in contenitori oon anti
E ANTISETTICI IN USO NEGLI AMBIENTI SANITARI settico in quanto il principio attivo viene assorbito
dalle fibre di cotone e perde efficacia.
In ospedale e negli ambienti sanitari si usano molti tipi di di­
sinfettanti, elencati di seguito, dei quali si riporta il principio
attivo, cioè la sostanza chimica capace di svolgere l'azione
desiderata. Negli ambienti ospedalieri si rimanda alla visione 7.3.5 IL TRATTAMENTO DELLA BIANCHERIA
ed alla lettura del "Prontuario degli antisettici e disinfettanti" E DEGLI EFFETTI LETTERECCI
che deve essere preparato in ogni azienda a cura del servi­
zio di farmacia e degli altri soggetti coinvolti nella sorveglian­ Nella totalità delle aziende sanitarie pubbliche ormai il servi­
za e nel controllo delle infezioni correlate all'assistenza. zio lavaggio della biancheria piana, sagomata e degli effetti
letterecci (materassi, coperte, cuscini) è affidato a ditte spe­
Composti di ammonio quaternario cializzate nel lavanolo. Quindi il trattamento della biancheria
Polifenoli o derivati fenolici (alcune formulazioni) riguarda gli operatori solamente nella fase di stoccaggio e
Alcoli (isopropilico, etilico) 70-90% immagazzinamento, nella fase di utilizzo e nella fase della
Polifenoli o derivati fenolici (alcune formulazioni) raccolta e dell'invio alla ditta che si occupa del servizio di
Glutaraldeide 2% lavanolo.
Perossido d'idrogeno 6%
Acido peracetico 0,2% La biancheria piana è rappresentata da lenzuola, federe,
Clorossidante elettrolitico 1.1-0.5% (diluizione traverse, i telini, coprimaterasso, copricuscino. Quella sago­
con almeno 5000 ppm di cloro attivo) mata invece è la biancheria utilizzata dagli operatori come
indumento, come ad esempio le divise di lavoro e i camici
per le sale operatorie.
REGOLE GENERALI CHE RIGUARDANO IL CORRETTO
USO DI ANTISETTICI E DISINFETTANTI La biancheria può essere monouso, costituita di fibre di tes­
suto non tessuto (TNT), o materiali sintetici (Gorete.x©) ge­
Oltre alle già citate raccomandazioni riferite all'appropriatez­ neralmente usata nelle sale operatorie e nelle aree critiche,
za rispetto l'uso dei disinfettanti e antisettici, vediamo ora oppure poliuso, generalmente costituita da fibre naturali (co­
alcune indicazioni generali che devono essere seguite nell'u­
tone) ed utilizzata nelle degenze.
tilizzo di questi prodotti:
La biancheria ha un valore importante, oltre che da punto di
vista del comfort dell'assistito in senso stretto, anche come
I disinfettanti possono essere a loro volta contami­
strumento per la prevenzione dei danni da immobilità. Infatti
nati da agenti patogeni, pertanto devono essere
le lenzuola e tutta la biancheria piana deve presentarsi liscia,
manipolati e conservati con estrema cura; quindi
senza piegature e bordi che possano influire negativamente
non lasciare i contenitori dei disinfettanti aperti e,
sulla prevenzione delle lesioni da pressione.
ogni volta che si aprono, non contaminare la parte
interna del tappo (ad esempio appoggiando il tap­
L'operatore addetto deve prestare particolare attenzione nel­
po rovesciato)
le fasi di cernita, raccolta e invio al servizio di lavaggio della
Sostituire la soluzione frequentemente qualora si
biancheria. In tutte queste fasi, infatti, esiste un duplice pro­
ipotizzi il rischio di contaminazione
blema, qualora non siano seguite le corrette procedure:
Non rabboccare le soluzioni antisettiche/disinfet­
tanti il rischio di contaminazione per l'ambiente, legato
L'acqua è una delle più comuni cause di contami­
alla diffusione dei microrganismi
nazione degli antisettici/disinfettanti. il rischio di contaminazione per gli operatori stes­
Una concentrazione maggiore di disinfettante non si, legato al contatto con sostanze organiche.
ne aumenta l'efficacia
Evitare che tappi di sughero, gomma o altri mate­
riali potenziali veicoli di contaminazione vengano Il rispetto delle regole nella raccolta e nell'invio al lavaggio,
a contatto con la bocca del contenitore predispongono le condizioni ottimali per ottenere il risultato
Tutti gli antisettici/disinfettanti usali in modo im­ atteso nelle fasi di lavaggio e disinfezione. La f a se di raccolta
proprio possono determinare effetti indesiderati si svolge direttamente al punto di cura e una buona regola è
(tossicità acuta e/o cronica su assistito e operato­ quella di evitare il trasporto della biancheria sporca al di fuori
re, danni ai materiali) degli appositi sacchi o, peggio ancora, di trascinarla sul pavi­
Ogni volta che si apre una confezione contenente mento (per evitare il rischio di diffusione di microrganismi e di
antisettico/disinfettante ricordarsi di scrivere sem­ contaminazione dell'ambiente circostante). La raccolta della
pre la data di apertura, in quanto generalmente biancheria può essere differenziata in base a diversi criteri:
quest'ultimo si mantiene efficace per un tempo
limitato
Conservare i contenitori dei disinfettanti ben chiu­ il colore della biancheria (ad esempio verde o az­
si, al riparo della luce, lontano da fonti di calore ed zurra nelle sale operatorie, bianca nelle degenze,
in armadietti dedicati a tale scopo ecc.)
Il prodotto deve essere sempre mantenuto nel la provenienza (sala operatoria, degenza, malat­
contenitore originale a meno che non si renda tie infettive, ecc.)
necessaria la diluizione che andrà fatta seguendo la tipologia (federe, lenzuola, traverse, ecc.)
le indicazioni del produttore e, comunque, utiliz­
zando sempre solventi possibilmente sterili o non
inquinati;

166
Nei reparti di malattie infettive e quando la biancheria pre­
senta tracce di liquidi o materiali biologici potenzialmente
infetti, la biancheria deve essere raccolta in sacchi appositi,
al fine sia di ridurre il rischio di diffusione dei microrganismi
nell'ambiente, che il rischio di infezione per gli operatori ad­
detti al lavaggio. Infatti la biancheria proveniente da queste
strutture non deve essere manipolata neanche dagli addetti
alla lavanderia dopo il conferimento nei sacchi, che hanno la
caratteristica di essere idrosolubili in modo tale da non dover
essere aperti per il conferimento nella lavatrice. La procedu­
ra è valida anche per le persone infettive poste in condizione
di isolamento. Viene altresì utilizzata per lo smaltimento della
biancheria di persone assistite affetti da parassiti, quali pulci,
pidocchi del capo, del pube o del corpo, scabbia o altri ec­
toparassiti.

Le necessità di contenere le infezioni correlate all'assi­


stenza hanno comportato il fatto che la fase del trattamento
di pulizia e lavaggio della biancheria sia affidata, nella mag­
gior parte delle strutture sanitarie, a ditte esterne alle strut­
ture ospedaliere specializzate in questa particolare attività.
La particolarità del ciclo di trattamento, svolto con prodotti
disinfettanti (clorossidanti, perossidi, ecc.) e ad alte tempera­
ture, nonché le tecniche di stiratura per rendere la biancheria
piana sicura dal punto di vista del rischio di lesioni da pres­
sione, hanno reso antieconomico il trattamento "in house"
della teleria riutilizzabile.

I materassi dovrebbero avere caratteristiche antidecubito,


dovrebbero essere facilmente lavabili e trasportabili. In al­
cune realtà, si preferisce adottare il materasso antidecubito
solamente in presenza di fattori di rischio elevati e/o valuta­
zioni con scale (Braden, Norton, ecc.) che indicano un indice
di rischio alto. In altre strutture invece si tende a privilegiare,
a prescindere dai fattori sopra evidenziati, l'uso di materas­
si antidecubito. Oltre ai materassi, il trattamento di lavaggio
deve necessariamente essere rivolto anche ai cuscini, il cui
trattamento anche in questo caso, come per tutti gli effetti let­
terecci da utilizzare nell'assistenza, è affidato a ditte esterne
specializzate.

167
CAPITOL08
ELEMENTI DI IGIENE

8.1 Prevenzione, cura e riabilitazione


8.2 Il rischio infettivo
8.3 La classificazione dei microrganismi
8.3.1 I batteri
8.3.2 I virus
8.3.3 Funghi o miceti
8.3.4 I protozoi
8.3.5 I parassiti
8.3.6 I prioni
8.4 Le infezioni
8.4.1 Le principali vie di penetrazione dei microrganismi
8.4.2 Il rischio infettivo
8.4.3 Meccanismi di infezione
8.4.4 Le diverse fasi del processo infettivo
8.5 Le modalità di trasmissione delle malattie infettive
8.6 La prevenzione delle infezioni
8.6.1 Attrezzatura, strategie e materiali necessari per le tecniche di prevenzione delle infezioni
8.6.2 Dispositivi di protezione individuale (DPI)
8.6.3 Strumenti di controllo e valutazione dei comportamenti degli operatori
8.6.4 Interventi specifici indirizzati alla persona assistita per la prevenzione delle infezioni
8.7 Il problema delle infezioni in ambiente sanitario
8.7.1 Le infezioni in ospedale: inquadramento generale
8.7.2 Lel.C.A.
8.7.3 I principali siti interessati dalle infezioni correlate alle pratiche assistenziali e la loro prevenzione
8.7.4 Ruolo dell'operatore socio sanitario nella prevenzione delle infezioni correlate alle pratiche
assistenziali
8.8 La sterilizzazione
8.8.1 Principali tecniche di sterilizzazione in ambiente ospedaliero
8.9 La classificazione e lo smaltimento dei rifiuti: i principi generali
8.9.1 Tipologie di rifiuti sanitari e loro classificazione
8.9.2 I contenitori per la raccolta dei rifiuti e loro etichettatura

169
PREVENZIONE

La prevenzione può essere definita come un insieme di attivi­


tà, interventi ed opere attuati con il fine prioritario di promuo­
SALUTE E MALATTIA vere e conservare lo stato di benessere ed evitare l'insor­
genza delle malattie. Qualora tutto ciò non sia realizzabile, la
Parlando del concetto di salute, nel 1948 l'Organizzazione prevenzione dovrebbe servire quanto meno a interrompere o
Mondiale della Sanità proponeva questa definizione: "Uno limitare la progressione delle malattie stesse, migliorandone
stato che non è descritto dalla semplice presenza o assen­ l'esito ed evitando comunque la comparsa di complicanze
za di malattia ma uno stato di completo benessere bio psi­ tardive.
co sociale". Questa definizione introduceva un importante
concetto, slegando il concetto di salute da quello di malattia Distinguiamo quindi tre livelli di prevenzione:
inteso come condizione che necessita di cure mediche, ini­
ziando a prendere in considerazione non solo la sfera bio­ 1. Primaria
logica dell'uomo, ma anche quella psicologica e sociale. Il 2. Secondaria
concetto, molto moderno, soverchiava un modello ben ra­ 3. Terziaria
dicato nella popolazione di tutto il mondo, che considerava
alcuni problemi - quali ad esempio quelli psicologici - legati La prevenzione primaria e secondaria sono le due vere mo­
ad altri fattori non direttamente correlati alla salute. Inoltre i dalità di prevenzione. La prevenzione primaria va intesa qua­
disagi sociali, che certamente influenzano il benessere delle le prevenzione dell'evento morboso. Si realizza quindi prima
persone e di conseguenza il loro stato di salute, venivano che esso abbia luogo, combattendo le cause che possono
visti come elementi non correlati alla possibile insorgenza di determinarlo siano esse di origine biologica (batterica, virale
malattia. Di fatto questa definizione ha aperto la strada, negli o parassitaria), fisica, chimica, meccanica, ambientale, psi­
anni '80 del secolo scorso, alla valutazione della qualità della cologica. Gli interventi di prevenzione saranno indirizzati alla
vita e, negli anni '90, al coinvolgimento attivo e attento delle cura e alla salute della persona, individualmente o agendo
persone assistite nella valutazione degli interventi sanitari. sulla collettività, anche attraverso interventi di educazione
Sempre l'O.M.S. nel 2011 definì la salute come "...la capaci­ sanitaria tesi a indirizzare la popolazione ad utilizzare corretti
tà di adattamento e di auto gestirsi di fronte alle sfide sociali, stili di vita.
fisiche ed emotive". Un'altra modalità importante per la realizzazione della pre­
venzione primaria è rappresentata dalle vaccinazioni, veri e
L'invecchiamento globale della popolazione e l'incremento propri interventi preventivi che servono a stimolare l'immuni­
di malattie croniche, che hanno portato l'O.M.S. a parlare tà dei soggetti, sin dall'infanzia, nei confronti delle malattie
di epidemie non trasmissibili, richiede una presa in carico infettive dovute a microrganismi.
diversa degli assistiti, individuando strategie che sviluppino Altre modalità di intervento possono essere finalizzate alla
risorse interne, proprie di ciascun individuo, per affrontare salvaguardia dell'ambiente, intendendo con questo sia l'am­
con successo, le condizioni di malattia e disabilità. La nuova biente esterno, che la struttura della società, che la famiglia.
definizione, frutto di un lavoro di confronto iniziato nel 2008, Il fine della prevenzione primaria quindi è quello di evitare
pone l'accento sulla capacità dell'uomo di adattarsi e di con­ l'insorgenza di nuove malattie che incidano negativamente
vivere con la malattia, l'invecchiamento e la cronicità ed avrà sulla salute, e gli interventi avranno luogo quindi preceden­
certamente ripercussioni sulla modalità di valutazione e mi­ temente all'insorgenza della malattia stessa, individuando le
surazione dello stato di salute. cause e i fattori di rischio e intervenendo per limitare o elimi­
nare il rischio di contrarla.

La prevenzione secondaria consiste invece nella ricerca pre­


8.1 PREVENZIONE, CURA E RIABILITAZIONE coce delle malattie già in corso e gli interventi sono intesi
così come la realizzazione della diagnosi precoce. Quest'ulti­
I concetti di prevenzione, cura e riabilitazione sono di estre­ mo concetto è riferito alla finalità di individuare precocemen­
ma importanza nel mondo sanitario. Sono rappresentate da te una malattia e intervenire in modo tale che possano es­
un insieme di attività che hanno come finalità quella di limita­ sere maggiori le possibilità di successo e di trattamento. La
re le malattie, o ridurre gli effetti che le stesse possono pro­ prevenzione secondaria si realizza con interventi di massa
vocare nelle persone che si ammalano. Tutti i professionisti come gli screening sulla popolazione per individuare pato­
sanitari sono implicati nel mantenimento e nel miglioramento logie in una fase iniziale, quali ad esempio lo screening del
dello stato di salute delle persone assistite e tutti, a livelli dif­ tumore del colon retto, oppure alcuni interventi f inalizzati alla
ferenti, possono incidere su questi aspetti. L'Operatore Socio individuazione precoce dei tumori dell'apparato riproduttivo
Sanitario, in qualità di operatore che partecipa attivamente femminile (Pap test). Altra modalità di realizzazione della
al processo di assistenza, può incidere positivamente, ad prevenzione secondaria, è rappresentata da quei tutti quegli
esempio, sull'incidenza (cioè sui nuovi casi) delle infezioni interventi rivolti alla comunità nel suo complesso, che hanno
correlate alle pratiche assistenziali delle quali si parlerà nei come finalità la prevenzione e l'individuazione precoce delle
paragrafi successivi, adottando tutte quelle norme di com­ malattie, ad esempio nel campo della medicina del lavoro e
portamento per evitare fa trasmissione e fa diffusione dei mi­ della medicina scolastica.
crorganismi. Si metteranno anche in evidenza nuove moda­
lità di approccio al problema della prevenzione delle malattie La prevenzione terziaria invece non è una vera e propria for­
non trasmissibili, cioè all'adozione dei comportamenti per ma di prevenzione ma è una modalità per la riduzione delle
ridurre le problematiche correlate a stili di vita non corretti, complicanze della malattia quando si è già verificata e quindi
quali ad esempio alle malattie metaboliche quali diabete e dalla gestione di tutta la fase cronica della malattia stessa e
dislipidemie. del reinserimento all'interno della società civile per le per­
sone che hanno subito problematiche di tipo invalidante. La

170
- �.�����--�����
��--· - · -riab1litazione,mlesa non solo còmé�tmone41sicic:aantnr,.:à,--��.:..c..-'-'.:-...,_;_
anche sociale, è la realizzazione sostanziale della preven-
zione terziaria.

È evidente che le modalità descritte non possono essere


considerate slegate fra di loro, ma devono necessariamente
essere sinergiche: un efficace intervento di educazione sani­
taria della popolazione, di sensibilizzazione all'esecuzione di
screening ed esami diagnostici, porta certamente ad interve­
nire precocemente qualora ci fosse il problema della malattia.

8.2 IL RISCHIO INFETTIVO


Il rischio infettivo, cioè il rischio che corrono sia le persone
assistite che gli operatori di contrarre un'infezione nel corso
di pratiche assistenziali o in ambito lavorativo, è un problema
reale e concreto non solo in Italia, ma a livello globale. Per
questa ragione, il fenomeno delle infezioni correlate alle pra­
tiche assistenziali (1.C.A. o I.C.P.A.) viene sistematicamente
studiato e monitorato da tutti i servizi sanitari dei diversi pa­
esi, cercando di porre un freno alla sempre più significativa
incidenza di questo problema nella popolazione che accede
alle cure dei sanitari, attraverso strategie ed attività di preven­
zione volte a proteggere le persone dalle infezioni. Tali attivi­
tà sono svolte nella vita quotidiana dalla maggior parte degli
individui; per esempio, le persone si lavano le mani prima
di mangiare per mantenerle pulite ed eliminare, più o meno
consapevolmente, i microrganismi. In ambito assistenziale è
di particolare importanza la prevenzione operata nei confronti
delle persone assistite che spesso acquisiscono tali infezio­
ni in conseguenza di interventi di tipo sanitario (ad esempio
ferite infette), identificando strategie tese ad impedire la tra­
smissione di microrganismi da un assistito all'altro (modalità
indicata anche come infezioni crociate).
Parlando di infezioni è importante definire in premessa alcuni
dei termini frequentemente utilizzati nella trattazione dell'ar­
gomento, in particolare quando si parla di prevenzione e con­
trollo. Nella tabella che segue sono indicati i termini principali,
che saranno approfonditamente trattati nei diversi punti di
questo capitolo nello sviluppo dell'argomento ed il loro signi­
ficato.

171
Agente infettivo Tutto ciò che può essere trasmesso da una persona all'altra, o dall'ambiente ad una persona
e successivamente causare un'infezione o infestazione da parassiti.
Gli agenti infettivi che più frequentemente determinano patologie infettive sono rappresen-
tati da microrganismi come batteri o virus.

Microrganismo Patogeno Un microrganismo che è in grado di causare infezioni. Molti microrganismi sono patogeni
opportunisti; cioè, causano infezioni in individui più facilmente vulnerabili, ma non, di norma,
in adulti sani
Carica microbica La quantità di microrganismi presenti su un oggetto/superficie o in un distretto del corpo
Contaminazione La presenza di microrganismi su un oggetto, un distretto una superficie del corpo, che non
hanno iniziato il processo di moltiplicazione

Colonizzazione Quando i microrganismi sono presenti su una persona, dove iniziano il processo di moltipli-
cazione ma al momento non causano alcun danno. Ad esempio gli esseri umani sono nor-
malmente colonizzati da un gran numero di specie differenti di batteri, che non determinano,
in condizioni di normalità, alcuna malattia

Infezione Il microrganismo supera le barriere di difesa (ad esempio cute integra, mucose) attiva il pro-
cesso di moltiplicazione e compare risposta immunitaria (infezione asintomatica)

Malattia infettiva Il microrganismo supera le barriere di difesa (ad esempio cute integra, mucose) attiva il pro-
cesso di moltiplicazione, compare risposta immunitaria e compaiono segni clinici di malattia
(infezione sintomatica)

Infezioni nosocomiali (ICA) Qualsiasi infezione acquisita a seguito di un intervento sanitario o un'infezione acquisita
durante il corso di assistenza sanitaria, non presente, neppure in incubazione, all'inizio del
trattamento. Ad esempio, una persona può acquisire una gastroenterite viral e in molte cir-
costanze, ma, se tale infezione viene acquisita in ospedale da un altro assistito, o da un
operatore che svolge manovre non corrette, deve essere considerata correlata alle pratiche
assistenziali. Il termine infezione correlata alle pratiche assistenziali (I.C.A.) ha sostituito
nel tempo il termine di infezione ospedaliera, anche in conseguenza del cambiamento delle
organizzazioni sanitarie, sempre più orientate ad una assistenza non solo n ell'ambito degli
ospedali ma anche della comunità/territorio

Infezione crociata Infezione crociata è un termine dato alla trasmissione di agenti infettivi tra i pazienti all'inter-
no del contesto sanitario. Può essere trasmissione diretta da persona a persona, o indiretta,
ad esempio tramite una attrezzatura non correttamente pulita o ricondizionata (ad esempio
stoviglie, lenzuola, strumentario chirurgico)

Le precauzioni universali Sono le precauzioni che vengono prese nel contatto con il sangue e fluidi corporei ad alto
rischio. Si basano sul principio che ogni individuo può essere infettato da un virus trasmis-
sibile per via ematica, non conoscendone la sieropositività, quali ad esempio il virus HIV o
il virus dell'epatite epatite B o C e quindi può rappresentare un rischio di infezione; nessun
individuo può essere considerato completamente "privo di rischi". L'O.M.S. raccomanda di
considerare tutte le persone assistite come potenzialmente infette

Precauzioni standard La frase "precauzioni standard" è talvolta usata in modo intercambiabile con "precauzioni
universali" (vedi sopra), ma è utilizzata più frequentemente per descrivere l e azioni che
dovrebbero essere prese in ogni situazione per proteggere le persone assistite e gli altri da
infezioni, indipendentemente dalle informazioni note rispetto alla salute della persona stes-
sa. Le precauzioni standard includono:

• l'igiene delle mani nei 5 momenti descritti dall'O.M.S. (2009)


• la cura nell'uso e nello smaltimento dei taglienti
• il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per il contatto con tutto il sangue,
fluidi corporei, secrezioni ed escrezioni (tranne il sudore)
• fornire assistenza in un ambiente adeguatamente pulito con attrezzature adeguatamente
trattate
• lo smaltimento sicuro dei rifiuti
• la gestione sicura della biancheria usata

172
Le precauzioni a seconda Per quanto riguarda le precauzioni specifiche, vedremo di seguito quelle riferite alle nor-
delle modalità di trasmissione me di comportamento da seguire in caso di trattamento di assistiti con patologie note o
delle malattie infettive fortemente sospetti di essere infetti o colonizzati con microrganismi che possono mettere
significativamente a rischio altre persone. Le precauzioni variano a seconda delle diverse
modalità di trasmissione dei microrganismi, anche se saranno indicati alcuni comportamenti
comuni. Tali precauzioni sono riferite a:

• patologie trasmissibili per contatto


• patologie trasmissibili per via enterica (ore fecale)
• patologie trasmissibili per droplet
• patologie trasmissibili per via aerea

Precauzioni per contatto Oltre alle precauzioni universali ulteriori precauzioni devono essere adottate per il controllo
delle infezioni in caso di assistiti noti o fortemente sospetti di essere infetti o colonizzati con
microrganismi patogeni che si trasmettono soprattutto attraverso il contatto fisico da perso-
na a persona.
Tali precauzioni, definite precauzioni da contatto, sono normalmente costituite da:

Isolamento della persona assistita in una camera singola, ove possibile;


Uso di guanti e grembiule per qualsiasi procedura che coinvolge contatto con
l'assistito e l'ambiente a lui prossimo

Precauzioni per via oro fecale Ulteriori precauzioni per il controllo dell'infezione da prendere con persone che manifestano
sintomi di patologie gastroenteriche, in particolare la diarrea o il vomito che non derivanti
da causa meccanica o non infettiva evidente. Le precauzioni per via oro fecale dovrebbero
essere prese sin dal primo episodio di diarrea o vomito, indipendentemente dal fatto che
sia stato identificato un agente patogeno e comunque fino a quando non è stata fatta una
diagnosi definitiva sulla causa che ha determinato la sintomatologia.

Le precauzioni per via oro fecale consistono in:

pronto isolamento della persona assistita in una camera singola e isolata (porta
chiusa)
uso di guanti e grembiule per qualsiasi procedura che coinvolga contatto con
l'assistito o con l'ambiente a lui prossimo.

Precauzioni per droplet Oltre alle precauzioni universali ulteriori precauzioni devono essere adottate per il controllo
delle infezioni in caso di assistiti noti o fortemente sospetti di essere infetti o colonizzati
con microrganismi patogeni che vengono trasmessi principalmente attraverso le goccioline
espulse da una persona infetta. Queste sono spesso rappresentate da secrezioni respirato-
rie espulse con la tosse e gli starnuti, ma possono includere le goccioline provenienti da altre
fonti, come il vomito o la diarrea imponente. Le goccioline sono relativamente grandi (> 5
micron di diametro) e non rimangono sospese nell'aria per lungo tempo. Per questa ragione
non è normalmente richiesta la presenza nel locale di degenza di un impianto di aspirazione
dell'aria. Le precauzioni per droplet consistono in:

isolamento dell'assistito in una camera singola (porta chiusa)


uso di guanti e grembiule per qualsiasi procedura che coinvolge il contatto con
l'assistito o con l'ambiente a lui prossimo1 .

Inoltre il personale prima di entrare nella stanza deve indossare una maschera respiratoria
(vedi scheda Specifica)

Chadwick, P.R., Beards, G., Brown, B. et al. (2000) Management o! hospital outbreaks due lo small round structured viruses. Journal of
Hospital lnfection, 45 (1), 1-10.

173
Precauzioni per via aerea Oltre alle precauzioni universali ulteriori precauzioni devono essere adottate per il controllo
delle infezioni in caso di assistiti noti o fortemente sospetti di essere infetti o colonizzati con
microrganismi patogeni che vengono trasmessi principalmente attraverso la via aerea (con
goccioline di diametro inferiore a 5 micron). Questi microrganismi sono presenti e vengono
trasportati (veicolati) dalle piccole goccioline espulse da una persona infetta e possono ri­
manere sospese nell'aria anche per molto tempo e possono essere veicolate in altri locali
diversi dal locale dove ha soggiornato la persona fonte. Le precauzioni per via aerea con­
sistono in:

pronto isolamento della persona assistita in una stanza singola, possibilmente


con ventilazione a pressione negativa, con la porta chiusa
uso di guanti e grembiule per qualsiasi procedura che coinvolge il contatto con
l'assistito o con l'ambiente a lui prossimo.

Il personale che entra nella stanza deve inoltre indossare adeguati presidi respiratori2

Isolamento L'isolamento è la pratica che serve a confinare un assistito in una camera singola, al fine di
ridurre il rischio di diffusione di agenti patogeni e rafforzare e facilitare ulteriori precauzioni
per il controllo delle infezioni. Possiamo distinguere diversi tipi di isolamento, funzionali ad
obiettivi diversi. Si può cioè isolare l'assistito infetto (isolamento della sorgente), oppure
isolare una persona con problemi di tipo immunologico (ad esempio immunodepresso) per
evitare che lui stesso contragga infezioni da altre persone (isolamento di protezione)

Isolamento della fonte (sor- La pratica di isolare un assistito per lo scopo principale di impedire la propagazione di mi-
gente) crorganismi da quella persona assistita

Isolamento di protezione La pratica di isolare una persona con lo scopo principale di impedire la propagazione di
microrganismi è normalmente utilizzata nell'assistenza a soggetti con sistema immunitario
compromesso

Isolamento di coorte Isolamento comune di più persone che condividono la stessa patologia infettiva, quando il
loro numero supera la capacità recettiva del reparto/struttura di riferimento, possono essere
assistiti in una unica stanza.

Le persone che necessitano di isolamento, ma hanno infezioni diverse non possono essere
assistiti in una unica stanza causa del rischio di infezioni crociate fra loro

Barriera Infermieristica (assi- La pratica di assistenza ad un assistito portatore di un agente infettivo che può essere un
stenziale) rischio per gli altri in modo tale da minimizzare il rischio di trasmissione di tale agente ad
altre persone

Barriera Infermieristica (assi- La pratica di assistenza ad un individuo che è considerato come particolarmente vulnerabile
stenziale) inversa alle infezioni in modo tale da minimizzare la trasmissione di potenziali patogeni a quella
persona

2 Siegel, J.D., Rhinehart, E., Jackson, M., Chiarello, L. and the Healthcare lnfection Contro! Practices Advisory Committee (2007) Guideline
tor lsolation Precautions: Preventing. Transmission of lnfectious Agents in Healthcare Settings. Centers for Disease Contro!, Atlanta, GA.

174
.. · ··· · · a.a·LA CLJ\SSIFICAZlòNE1'Efl{lfrCRORGIOOSMf===et>munqt1EFOOA�'AE!Gessariamente ogni SìluaziOp(LQartiCO;> ·. ..
lare si tradurrà in un'infezione: dipende infatti da una vasta
I PRINCIPALI GRUPPI DI MICRORGANISMI gamma di fattori e ciò non è sempre prevedibile. Quello che
è certo è che le infezioni batteriche non possono verificarsi
Le infezioni sono normalmente causate da microrganismi. quando i batteri non sono presenti, da qui l'importanza di
Questi sono forme di vita molto piccole, che non sono mai misure finalizzate a ridurre al minimo il rischio di trasmissione.
visibili ad occhio nudo. In alcuni casi, per esempio in caso di Tuttavia, come già detto, la presenza di batteri non indica
malattie da prioni come la malattia di Creutzfeldt-Jakob (ma­ necessariamente una infezione; molti milioni di batteri vivo­
lattia conosciuta in Italia con il nome di "morbo della mucca no e nel corpo umano senza causare danni. La diagnosi di
pazza"), non è ancora chiaro se l'agente causale in realtà è un'infezione batterica e ogni decisione circa il suo trattamen­
un microrganismo vivente oppure no. Per quanto riguarda i to deve essere effettuata considerando una combinazione
virus, come vedremo, non si tratta di vere e proprie forme di di sintomi della persona assistita e indagini laboratorio, i cui
vita ma di microrganismi costituti di frammenti di materiale risultati possono indicare la presenza di eventuali batteri par­
proteico in grado di svilupparsi solamente all'interno di un'al­ ticolari o di infezioni in corso.
tra cellula. I batteri sono costituiti da cellule molto più piccole e sempli­
Le precauzioni per il controllo delle infezioni vengono appli­ ci delle cellule umane. Oltre alla forma, anche la struttura
cate anche per impedire la trasmissione di parassiti visibili, della cellula dei batteri e delle cellule del corpo umano sono
come ad esempio gli acari della scabbia o i vermi intestinali diverse.
(che possono raggiungere alcuni metri lunghezza, anche se
le uova sono microscopiche). Il termine "agente contagioso" La struttura della parete cellulare determina un'importante di­
o "agente microbico" è quindi spesso usato per descrivere stinzione, significativa dal punto di vista medico nei batteri: la
tutto ciò che può essere trasmesso da una persona all'altra, capacità dei batteri di assumere o non assumere la colazione
o dall'ambiente alla persona, e successivamente causare di Gram, da cui la definizione di Gram + (positivo) o Gram -
un'infezione oppure una infestazione da parassiti. (negativo). Il termine 'Gram' in questo caso si riferisce alla
colorazione di Gram, dal nome del suo inventore olandese,
TIPI E CLASSIFICAZIONE DEI MICRORGANISMI Hans Christian Gram (1853-1938), che ideò la tecnica nel
1884. La struttura della parete cellulare determina se i batteri
Storicamente la classificazione dei microrganismi si basava siano in grado di mantenere una particolare colorazione in
sulle caratteristiche fisiche quali la loro dimensione, la forma presenza di un solvente organico come l'acetone. La strut­
o la capacità di mantenere una particolare colorazione per tura della parete cellulare determina altre caratteristiche dei
renderli visibili al microscopio. Alcune di queste differenze batteri, tra cui loro suscettibilità (cioè la possibilità di essere
sono ancora utili, ma la classificazione si basa sempre più aggrediti) a particolari antibiotici. Nelle indagini di laboratorio,
sulle caratteristiche fisiche e strutturali dei microrganismi. è importante definire anche questo tipo di caratteristica per
Nuove scoperte portano inoltre ad una frequente riclassifica­ individuare l'antibiotico più indicato e di conseguenza il trat­
zione delle specie. All'interno di ogni specie, possono esservi tamento più appropriato.
delle differenze fra i microrganismi, che portano alla significa­
tiva variazione della gravità delle infezioni causate da ceppi Altre strutture visibili all'esterno della parete cellulare sono
differenti dello stesso microorganismo. Ad esempio nel corpo i pili, che sono tubi rigidi che aiutano i batteri ad attaccarsi
umano vivono milioni di esemplari di Escherichia coli, mi­ alle cellule ospiti (o, in alcuni casi, consentono lo scambio
croorganismo che normalmente non è in grado di generare di materiale genetico con altri batteri), i flagelli, strutture più
malattie, ma l'infezione sostenuta da una varietà di questo lunghe, che possono aiutare i batteri a muoversi e le capsule,
microrganismo può causare gravi forme patologiche. in grado di fornire una protezione o aiutare i batteri di aderire
Di seguito si descrivono i differenti tipi di microorganismi che alle superfici. La presenza o l'assenza di alcune strutture può
possono essere presenti in un ambiente sanitario, nonché le determinare la patogenicità di un microrganismo, cioè la sua
differenze fra gli stessi. capacità di causare un'infezione e la gravità di tale infezione.

8.3.1 I BATTERI

I batteri sono probabilmente il gruppo più importante di mi­


crorganismi in termini sia di diffusione che di misure di pre­
venzione che si adottano nei loro confronti negli ambienti
sanitari, poiché essi sono responsabili di molte infezioni op­
portunistiche in questo settore. Una persona in buona salute
in genere ospita un quadrilione (1.000.000 di miliardi o 10
15) di batteri, circa dieci volte in più delle cellule presenti nel
corpo umano. In circostanze normali, il rapporto tra questi
batteri e il loro ospite è commensale, cioè la loro presenza
non provoca nell'ospite alcun problema e in alcune circostan­
ze questi microrganismi possono addirittura portare benefici.
Ad esempio, l'Escherichia coli, presente nell'intestino, è un
microrganismo che può essere di aiuto per la digestione dei
cibi. Tuttavia, quando le circostanze cambiano, questi mi­
crorganismi commensali possono causare infezioni. Infatti,
se l'Escherichia coli (in particolare se appartenente a ceppi
con un grado di patogenicità più elevato), risale sino alle vie
urinarie, ad esempio attraverso un catetere vescicale, può Figura 8.1 La struttura della cellula batterica
provocare un'infezione di quest'ultimo apparato.

175
Per quanto riguarda la loro capacità di aggregazione il nome
Una struttura batterica diversa da considerare è la spora, stesso del batterio, oltre alla forma, ne definisce questa ca­
da non confondere con le spore del mondo vegetale. I bat­ ratteristica.
teri normalmente si riproducono attraverso un meccanismo
di duplicazione attraverso il quale creano prima una copia Diplococchi Si organizzano a coppie Neisseria me-
del loro materiale genetico e poi si dividono in due, con ogni ningitidis (me-
cellula 'figlia' che diventa una copia quasi esatta della cellu­ ningococco)
la madre. Attraverso alcuni meccanismi complessi i batteri
possono trasferire informazioni genetiche tra le cellule e così Streptococchi Si organizzano in catene Streptococco
acquisire caratteristiche quali la resistenza agli antibiotici. J3 emolitico di
Tuttavia, alcuni batteri, fra cui ad esempio i batteri del genere gruppo A
Clostridium hanno la capacità, in condizioni awerse, di crea­ Stafilococchi Si organizzano in rag- Stafilococco
re una copia del loro materiale genetico estremamente resi­ gruppamenti numerosi Aureo
stente. Poiché questa struttura viene creata all'interno della
Sarcina Si organizzano in struttu- Sarcina ven-
cellula batterica, viene definita endospora, o semplicemente
re cubiche, generalmen- triculi, gene-
spora. Una volta che la spora si forma, la cellula madre muo­
te costituite da 8 o più ralmente non
re e si disintegra, lasciando le spore in grado di soprawivere
soggetti patogeno
fino a quando non si creano le condizioni adatte per il ritorno
ad una forma di vita germinativa, cioè di creare un'altra cel­ Tabella 8.3 - Classificazione dei batteri in base alle modalità di aggrega­
lula batterica 'vegetativa' che potrà poi a sua volta riprodursi. zione
Le spore sono estremamente resistenti e durevoli nel tempo,
non si distruggono mediante la bollitura (da qui la necessità
di usare la sterilizzazione a vapore a pressione ad alta tem­
peratura in autoclave) o dalle soluzioni con gel in soluzione
alcolica ampiamente usate per l'igiene delle mani, ragione
per cui è necessario rimuoverle fisicamente dalle mani me­
diante lavaggio con acqua e sapone quando si fa assistenza
ad una persona affetta da Clostridium difficilis.
I batteri in grado di produrre spore sono definiti "sporigeni".

ALTRI SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE DEI BATTERI

I batteri si possono classificare anche in base alla loro forma,


alla loro capacità di aggregazione fra di essi, alla capacità di
produrre spore, nonché alla capacità di vivere in presenza od
in assenza di ossigeno.
I batteri che possono vivere solo in presenza di ossigeno
sono definiti aerobi, mentre quelli che possono vivere solo in
assenza di ossigeno, sono i cosiddetti anaerobi. Un gruppo
particolare di batteri sono gli aerobi facoltativi, cioè che han­
no la possibilità di vivere e replicarsi sia in presenza che in
assenza di questo elemento.
Questa classificazione può essere così riassunta:

Figura 8.2 - La forma dei principali tipi di batteri


DEFINIZIONE FORMA TIPO DI BATTERIO
(ESEMPIO)
Cocchi Rotondeggiante Streptococco,
Stafilococco
Bacilli Bastoncello Bacillo di Koch
(tubercolosi)
Spirilli Spirale Treponema pallido
(sifilide)
Vibrioni Virgola Vibrione del colera

Tabella 8.2 Classificazione dei batteri in base alla forma

176
· •·• · � =sènz�qdtndlqot)'sttrifamta'ztdlm-déteT1111neraia"scetta-­
disinfettante da utilizzare.
I virus sono molto più piccoli e con una struttura ancora
più semplice rispetto ai batteri. Essi sono costituiti da una
capsula proteica contenente alcuni frammenti di materiale
genetico. Non hanno cellula, pertanto non possono essere
considerali esseri viventi. Sono quindi dotati di patrimonio
genetico e si possono naturalmente evolvere, ma non hanno
capacità di vita propria e devono introdursi in una cellula per
potersi replicare. Quindi il virus può riprodursi solo all'interno
di una cellula ospite, utilizzando i meccanismi di duplicazione
della cellula per riprodurre il proprio materiale genetico e per
la fabbricazione degli altri elementi necessari per produrre
altre particelle virali. Questo meccanismo spesso provoca la
morte e la distruzione della cellula in questione.
Le ridotte dimensioni del virus (la maggior parte di essi sono
più piccoli delle lunghezze d'onda della luce visibile: il po­ Figura 8.3 - Rappresentazione di alcuni tipi di virus
liovirus, ad esempio, misura solo 30 nanometri3 (nm) di dia­
metro), fanno sì che essi possano essere individuati solo
con uno strumento speciale come il microscopio elettronico. 8.3.3 FUNGHI O MICETI
La diagnosi di infezioni virali viene normalmente posta con
un'attenta valutazione dei sintomi della persona assistita, Così come i batteri, i funghi esistono in molti ambienti della
confermati, se possibile, da test di laboratorio finalizzati a Terra, tra cui di tanto in tanto, come organismi commensali,
rilevare il virus stesso, quando risulta visibile, o gli anticorpi sugli esseri umani. Alcuni funghi sono familiari e comune­
prodotti dal sistema immunitario della persona ammalata in mente utilizzati, ad esempio il lievito di birra che viene utiliz­
risposta all'infezione4• zato nella produzione di questa bevanda e in cucina, altri tipi
Ci sono virus che specificamente infettano gli esseri uma­ di funghi, ben più apprezzati, ad uso alimentare. Essi hanno
ni o altri animali, alcuni possono "aggredire" piante, altri di anche molti usi nei settori farmaceutici, in particolare nella
essi addirittura i batteri. Questa è una caratteristica che può produzione di antibiotici. Alcune varietà di funghi sono in gra­
essere utilizzata per classificarli. Tuttavia, la base principale do di causare infezioni opportunistiche nell'uomo. Questi si
per la classificazione è data dal tipo di materiale genetico che presentano di solito come forme lievitanti o come organismi
contengono, cioè il DNA o l'RNA. unicellulari che si riproducono in modo simile ai batteri, o
Il ciclo di vita di tutti i virus è simile e può essere riassunto come filamenti simili a piante chiamati ife. Una m assa di ife
come segue: formano insieme un micelio. Alcuni funghi possono essere
visualizzati ad occhio nudo, a seconda delle condizioni am­
Attacco:. la particella del virus attacca al di fuori bientali e della persona ammalata. Le infezioni fungine sono
di una cellula. I virus sono generalmente molto indicate come micosi. Micosi superficiali come la tigna e il
selettivi rispetto ai tipi di cellule che possono at­ mughetto di solito coinvolgono solo la o le mucose e sono
taccare, così come, normalmente, infettano solo normalmente infezioni non gravi, anche se sgradevoli.
una singola specie o una gamma limitata di or­ Micosi profonde che coinvolgono organi importanti principali
ganismi ospiti correlati. Ad esempio anche virus possono invece essere pericolose per la vita. Queste si ve­
dei quali esistono varie specie possono infettare rificano più frequentemente nelle persone che h anno gravi
solo i mammiferi, o il virus dell'epatite aggredisce compromissioni del sistema immunitario e possono anche
quasi esclusivamente le cellule del fegato. indicare uno stato generale di salute non ottimale della per­
Penetrazione: la particella virus entra nella cellula sona; per esempio, la polmonite causata da Pneumocystis
ospite. L'esatto meccanismo dipende dal tipo di jirovecii (in precedenza carinii) è considerata una indicazione
virus e dal tipo di cellula ospite. clinica di AIDS. Le infezioni superficiali sono generalmente
Rottura della particella: la particella virale si rom­ dovute al contatto fisico, mentre più in profondità le infezioni
pe e fuoriesce il materiale genetico del virus all'in­ da funghi possono essere causate, ad esempio, da spore
terno della cellula ospite. fungine inalate. Per questa ragione è importante a ssicurare
Replicazione: le istruzioni contenute nei geni vira­ che le persone assistite con sistema immunitario compro­
li fuoriusciti nella cellula ospite interferiscono con messo siano protette da situazioni in cui possono essere
il meccanismo di replicazione della cellula stessa, rilasciate nell'ambiente spore di funghi patogeni potenzial­
creando altre particelle. mente pericolosi, ad esempio nei cantieri di lavoro e nelle
Uscita: le nuove particelle virali vengono rilasciate ristrutturazioni.
dalla cellula. Alcuni virus possono 'gemmare' dal­
la superficie della cellula, ma spesso si verifica la 8.3.4 I PROTOZOI
dispersione dei nuovi virus a seguito della rottura
delle cellule. I protozoi sono animali unicellulari, alcune specie dei quali
sono importanti parassiti degli esseri umani, in par ticolare in
Un punto finale da considerare in relazione alla struttura vi­ zone tropicali e subtropicali del mondo in cui malattie come
rale per il controllo e la prevenzione dell'infezione è la pre­ la malaria sono un grave problema di salute pubblica. A dif­
senza o l'assenza di un lipide contenente la particella virale. ferenza dei batteri, il rapporto con gli esseri umani è quasi
Alcuni virus, che hanno un involucro lipidico - come il virus sempre parassitario, cioè la loro presenza ha un effetto ne­
dell'herpes zoster (responsabile della varicella e/o del cosid­ gativo sull'ospite. Il ciclo di vita dei protozoi può essere com­
detto fuoco di Sant'Antonio) - sono molto più sensibili alla plesso e può comprendere fasi differenti. Protozoi importanti
distruzione a seguito del contatto con l'alcol rispetto a quelli dal punto di vista clinico comprendono il Plasmodium della

3 li nanometro corrisponde ad un miliardesimo di metro


4 Goering, R., Dockrell, H., Zuckerrnann, M. et al. (2007) Mims' Medicai Microbiology, 4th edn, Mosby, London.

177
· �·,,
aria;=Giamia""è-'Gryp���si:mo causare-==Adom::ht=······ = ==�===·========
=· ···"·
gastroenteriti e lo Trichomonas, che è causa di una malattia
a trasmissione sessuale. Alcune specie di pidocchi infestano i capelli e il corpo degli
Le modalità più comuni di infezione da protozoi sono attraver­ esseri umani, dai quali si alimentano succhiando il sangue
so il consumo di alimenti o acqua contaminata o attraverso dal loro ospite. L'animale adulto misura circa 3 mm, è inca­
un insetto vettore, come la zanzara. L'infezione crociata nel pace di volare e si muove con arti prowisti di uncino. Non
corso dell'assistenza sanitaria è raro, ma non sconosciuto. può saltare o volare e muore entro 24 ore se lontano dal
suo ospite. La trasmissione crociata awiene normalmente
8.3.5 I PARASSITI attraverso il contatto diretto o, più raramente, con il trasferi­
mento di uova e di adulti attraverso la condivisione di oggetti
Pur non trattandosi di microrganismi, è opportuno affrontare personali.
anche questo tipo di esseri viventi, che possono determinare
seri problemi nella salute delle persone. Quando nell'uomo, Scabbia
o nell'ambiente, vi è presenza di parassiti - fra i quali ricor­
diamo ad esempio le pulci, le zecche, i pidocchi, i vermi in­ La scabbia è causata da un acaro, Sarcoptes scabiei, in­
testinali - parliamo di infestazione. Saranno quindi di seguito setto che misura meno di 1 mm, capace di scavare tunnel
analizzate le principali tipologie di parassiti che interessano negli strati superiori della pelle. L'infestazione di solito inizia
l'uomo, rimandando il lettore alle procedure specifiche per intorno ai polsi e tra le dita, perché l'acquisizione è di solito
l'assistenza alle persone con parassiti, nelle quali sono trat­ dovuta ad uno stretto contatto con un individuo infetto. Gli
tate le modalità di comportamento per l'operatore per evitare acari femmine depongono le uova in tunnel sottocutanei che
la diffusione di questi esseri viventi. lei stessa scava e le nuove larve possono diffondersi ad altre
aree del corpo. I cunicoli si presentano come un'eruzione cu­
Elminti o vermi tanea caratteristica, facilmente individuabile con un'accurata
visita medica. Nei pazienti immunocompromessi o in colo­
'Elminti' è un termine generico per descrivere parassiti molto ro che hanno un ridotto livello di igiene personale possono
fastidiosi e potenzialmente pericolosi per l'uomo, definiti an­ verificarsi livelli molto elevati e aree molto vaste interessate
che vermi. Fra i più frequenti ricordiamo la tenia e i nematodi. dall'infestazione, che spesso si presenta con un evidente
La trasmissione awiene generalmente tramite l'ingestione di ispessimento della pelle e con la formazione di croste. La
uova, larve, carne di animali infetti o carne di pesce poco forma nota come scabbia norvegese è associata ad un ri­
cotta, ma alcuni sono trasmessi tramite un insetto vettore, schio molto più elevato di trasmissione crociata della forma
in particolare il nematode Strongyloides, le cui larve sono in classica normale.
grado di penetrare la pelle. Le infezioni da vermi possono
interessare qualunque parte del corpo e gli effetti dell'infe­ 8.3.6 I PRIONI
stazione possono essere gravi. Ad esempio il verme Ascaris
lumbricoides può causare, in caso di infestazioni massive, I prioni sono considerati gli agenti causali di un gruppo di
anche una occlusione intestinale, mentre altri vermi possono malattie chiamate encefalopatie spongiformi trasmissibili
ostruire il sistema linfatico. L'infezione da vermi del genere (TSE), il più noto dei quali è il morbo di Creutzfeldt-Jakob
Toxocara, che si sviluppa a seguito ingestione di uova del (CJD), meglio conosciuto con il nome di "morbo della muc­
parassita che si ritrovano in acqua o cibo contaminato da ca pazza" e la sua variante (vCJD). La variante del morbo
feci di animali infetti {in particolare feci di cane e/o di gatto) {vCJD) è stata associata con lo sviluppo dell'encefalopatia
può causare l'epilessia o la cecità a causa della penetrazione spongiforme bovina (BSE) in Gran Bretagna all'inizio degli
della larva negli organi del corpo umano. Tuttavia non sono anni '90. Del secolo scorso. Questa malattia è causa di gravi
descritte contaminazioni e trasmissioni di questi parassiti danni irreversibili al sistema nervoso centrale , spesso fatali
conseguenti a pratiche sanitarie. per l'uomo. I danni principali sono rappresentati da 'placche'
nel cervello che, circondate da fori, gli conferiscono l'aspet­
Artropodi to di una spugna, elemento da cui deriva il nome con cui
è conosciuta. Un tempo si pensava che questo gruppo di
Artropodi {insetti) sono significativamente coinvolti nella tra­ malattie fosse causato dai cosiddetti virus "lenti", ma ormai
smissione di malattie infettive come vettori di molti virus, bat­ è ampiamente dimostrato che sono causati dai prioni, anche
teri, protozoi ed elminti. Alcune mosche depongono le uova se questa teoria non è universalmente accettata. Ad oggi non
nella pelle dei mammiferi, compreso l'uomo, in particolare su esistono test clinici affidabili per l'identificazione dell'infezio­
alcune lesioni e le larve si nutrono e si sviluppano prima sulla ne prima della comparsa dei sintomi. L'agente infettivo non
pelle riuscendo anche a penetrare nei tessuti sottostanti. Altri sembra essere eliminabile, come batteri e virus , da processi
parassiti, come ad esempio pidocchi e acari, sono associati quali la sterilizzazione in autoclave e la disinfezione chimica
agli esseri umani per tutto il loro ciclo vitale. Tali infestazio­ ad alto livello. La malattia di Creutzfeldt-Jakob è una malattia
ni possono essere molto fastidiose; inoltre l'attività di questi sporadica che colpisce circa una persona ogni milione.
parassiti, la loro saliva e le feci possono causare malattie
della pelle molto gravi e sulle lesioni provocate dai morsi o
dalle punture possono verificarsi episodi di sovrapposizione
batterica o fungina.

178
..sarà . laJ::K,),ssioilitàç!JeJJ$Qggetto. çQntflmi p,�ic:i§L,,•.
ammali
Un'infezione viene definita come quel processo caratteriz­ Condizioni della persona, cioè fattori legati all'indi­
zato da penetrazione e moltiplicazione, nei tessuti viventi di viduo, quali ad esempio età, sesso, costituzione,
microrganismi patogeni unicellulari (agenti infettivi: batteri, stato di nutrizione, malattie pregresse, oppure da
miceti, protozoi) o da virus. Il concetto di infezione non si situazioni contingenti che possono predisporre
identifica con quello di malattia infettiva, poiché esistono casi alla malattia quali ad esempio raffreddamenti,
di infezione senza alcun fenomeno morboso (per esempio traumi, o altro
nei portatori sani di alcune malattie), né l'infezione deve, Virulenza, ossia il grado di aggressività posseduta
come abbiamo visto, essere confusa con l'infestazione, in da un microrganismo, cioè la sua capacità di pro­
cui l'azione patogena è causata da organismi appartenenti al vocare malattie, anche se la presenza è limitata
mondo animale, quali ad esempio i vermi o le pulci. ad un numero ridotto di microrganismi
Patogenicità, cioè la capacità di fare ammalare.
8.4.1 LE PRINCIPALI VIE DI PENETRAZIONE Ad esempio alcuni microrganismi, normalmente,
DEI MICRORGANISMI non sono in grado di determinare malattie, anche
se in realtà, in determinate condizioni, potrebbero
Gli agenti infettivi possono penetrare nell'organismo attraver­ far ammalare
so: Sede di infezione: è chiaro che un'infezione gene­
ralizzata del sangue è certamente più grave, per
le mucose (delle vie respiratorie, delle vie digesti­ le conseguenze che può provocare, di un'infezio-
ve, le congiuntive), ne della cute.
la cute, quando quest'ultima risulta danneggiata
vie facilitate, quali ad esempio cateteri venosi, ca­
teteri vescicali, tubi di drenaggio
farmaci contaminati ed alimenti

I microrganismi, in particolare i virus ma anche molti batteri,


per lo più presentano una particolare tendenza a localizzarsi Suscettibilità/resistenza
in determinati organi e tessuti (tropismo), dove prevalente­ dell'ospite
mente esplicano la loro azione dannosa. Ad esempio, il virus
dell'epatite ha una particolare attitudine ad attaccare il fega­
to. Alcuni microrganismi riescono a penetrare nella pelle o
nella mucosa intatta o sono veicolati da artropodi direttamen­
te nel flusso sanguigno e linfatico.

8.4.2 IL RISCHIO INFETTIVO


Dose infettante Via di penetrazione
Un processo infettivo può rimanere circoscritto al punto di
penetrazione dei germi infettanti (di solito le mucose o le so­
luzioni di continuo della cute) e alle zone vicine oppure, in
Figura 8.4 Il rischio infettivo
seguito al passaggio dei microbi nel sangue (batteriemia),
può arrivare ad altri organi ed apparati anche distanti dal sito
di infezione. Se la malattia è provocata prevalentemente da
tossine elaborate da alcuni batteri si parla di tossinfezioni: a Il decorso di molte malattie infettive dipende da vari fattori e
queste appartengono ad esempio la difterite, il tetano, il bo­ generalmente si suddivide nel periodo di incubazione (cioè
tulismo. I microrganismi possono venire a contatto dell'orga­ tempo passa fra la penetrazione dei microbi e la comparsa
nismo con diverse modalità: per lo più dall'esterno mediante dei segni e sintomi clinici) e quello della malattia conclamata,
oggetti, escrezioni, sostanze, mezzi o alimenti infetti; oppure caratterizzato da tutti i sintomi tipi di una malattia infettiva,
possono essere trasmessi da insetti, animali o persone. Altre fra cui ricordiamo come principale la febbre e, se il sistema
volte, e non di rado, l'infezione può anche partire dall'interno immunitario del soggetto ammalato è in buone condizioni, la
dell'organismo stesso, quando ad esempio un microrgani­ produzione di anticorpi.
smo, dopo aver vissuto allo stato di parassitismo saprofitario
(cioè rimane silente ed inerte in una zona del corpo), diventa
virulento. Un altro fattore predisponente alle infezioni sono le
cattive condizioni di salute dell'ospite, anche a causa di un
indebolimento delle difese dell'organismo (immunodepres­
sione). Alcune malattie infettive facilmente trasmissibili da
individuo a individuo sono dette contagiose: a esse appar­
tengono le malattie esantematiche, la difterite, la poliomielite,
il tifo e tutte le altre che, per la loro diffusibilità, possono dare
luogo a epidemie.
Dopo la loro penetrazione, i microrganismi si propagano e si
moltiplicano nell'organismo con una rapidità maggiore o mi­
nore, legata ad alcuni fattori importanti e predisponenti quali:

Il numero dei microrganismi (carica microbica):


maggiore è il numero di microrganismi, maggiore

179
Se un particolare agente infettivo può causare un'infezione,
ogni volta esistono altri fattori che possono determinare l'in­
sorgenza della malattia, tra cui la facilità con la quale tale
agente può essere trasmesso, la sua patogenicità (che è la
sua capacità di provocare la malattia) e la sua virulenza (cioè
la gravità dell'infezione che è in grado di produrre).
Normalmente, perché si verifichi l'infezione devono esse­
re soddisfatte alcune condizioni, spesso indicate e definite
come la catena di infezione. Prendendo in considerazione
la catena di infezione, è estremamente interessante definire
come l'infezione possa essere prevenuta, rompendo i col­
legamenti dei vari elementi di questa catena. Alcuni colle­
gamenti sono più facili da rompere di altri; per esempio, è
spesso più facile impedire ad un agente infettivo di infettare
una persona suscettibile che evitare che una persona infet­
ta diffonda i microrganismi patogeni. Questo fattore sottoli­
nea ancora una volta l'importanza della prevenzione, intesa
come l'adozione di comportamenti adeguati per evitare che
i microrganismi, certamente presenti negli ambienti sanitari,
si possano diffondere in particolare fra le persone più suscet­
tibili.

Figura 8.5 La catena di infezione

180
Tabella 8.4 I collegamenti della catena di infezione e le modalità per interromperli

Collegamento Definizione Esempio Esempio di rottura della catena

Agente infettivo Un potenziale microrganismo Qualsiasi potenziale agente Rimozione degli agenti infettanti
patogeno patogeno attraverso la pulizia.
o altro agente infettante
Distruzione dei microrganismi
attraverso sterilizzazione di attrez-
zature.

Trattamento della persona affetta


da infezione batterica con antibio-
tici

Serbatoio Qualsiasi oggetto, superficie o L'operatore sanitario (in Utilizzare sistematicamente attrez-
sito su cui i microrganismi o altri particolare le sue mani), zature per la sanificazione dell'am-
agenti patogeni possano esistere la persona assistita, l'am- biente pulite.
o riprodursi biente in genere, l'acqua
contaminata Rimuovere accumuli di acqua,
prowedere alla cura di rubinetti e
docce (prevenzione della Legio-
nella).

Ridurre al minimo il numero di


persone presenti nei locali e d in si-
tuazioni ad alto rischio come la sala
operatoria
Portale di uscita Il percorso attraverso il quale l'a- Diarrea o vomito possono Isolamento della persona con pato-
gente infettivo lascia il serbatoio diffondere microrganismi; le logie respiratorie attive (ad esem-
goccioline espulse durante pio la tubercolosi).
tosse o starnuti possono
contenere Far indossare all'assistito infettivo
una mascherina di protezione nelle
agenti patogeni trasmissibili aree comuni dell'ospedale o duran-
per via respiratoria. te i trasporti
Modalità Vedi paragrafo 5 di questo
di trasmissione capitolo

Portale di entrata Il percorso attraverso il quale Microrganismi introdotti in Evitare dispositivi invasivi non ne-
l'agente infettivo entra in un una parte del corpo nor- cessari.
nuovo sito malmente sterile attraverso
l'uso di un dispositivo inva- Nella gestione dei dispositivi usare
sivo, per esempio il cale- una rigorosa tecnica asettica.
tere urinario, o l'inalazione
di agenti patogeni presenti Tutti i membri dello staff di assi-
nell'aria stenza devono indossare maschere
di protezione ogni volta che esiste
il rischio di inalare agenti patogeni
contagiosi
Ospite Le persone che presentano un Le persone anziane, i bam- Garantire un'alimentazione corretta
suscettibile rischio più elevato di contrarre bini e i neonati, le persone e adeguata e un'adeguata igiene
un'infezione con malattie croniche, i personale.
soggetti immunodepressi,
le persone debilitate, sono Favorire la vaccinazione degli
più suscettibili alle infezioni operatori addetti all'assistenza
sanitaria, per le principali malattie
trasmissibili

181
8.4.4 LE DIVERSE FASI DEL PROCESSO INFETTIVO Sensazione di malessere generale, impedimento
funzionale
La contaminazione Altri sintomi non sempre presenti possono essere:
Pus, che può comparire in particolare in caso di
La contaminazione è semplicemente la presenza di un mi­ infezioni sostenute da microrganismi piogeni (cioè
crorganismo su un oggetto, una superficie o un distretto del che producono pus)
corpo. Si può parlare di contaminazione di un oggetto, ad Nelle infezioni gastrointestinali: dolore addomina­
esempio uno strumento chirurgico, quando questo è venuto le e spossatezza, in particolare in caso di ripetute
a contatto con la cute di una persona. Oppure di contamina­ scariche diarroiche, nausea, diarrea e lo vomito
zione delle mani quando si viene a contatto con l'ambiente Nelle infezioni delle vie urinarie: aumento della
circostante, a sua volta contaminato da altre mani o da og­ frequenza della minzione (pollacchiuria), dolore a
getti sporchi. Se facciamo riferimento al corpo, parliamo di livello della vescica dolore all'atto della minzione
contaminazione di un organo, ad esempio la vescica, se al (stranguria), difficoltà ad urinare (disuria); il dolo­
suo interno abbiamo la presenza di microrganismi, risaliti in re, a volte percepito a livello lombare e/o i disturbi
conseguenza di una non corretta modalità di gestione e di addominali negli anziani possono causare anche
manipolazione del catetere vescicale. In questa fase i mi­ confusione mentale.
crorganismi possono rimanere silenti e non necessariamente
determinare una malattia infettiva.

La colonizzazione 8.5 LE MODALITÀ DI TRASMISSIONE DELLE


MALATTIE INFETTIVE
In questa fase i microrganismi cominciano il loro processo
di moltiplicazione, cioè trovando le condizioni ideali per la La modalità di trasmissione è il metodo mediante il quale un
loro replicazione, iniziano a riprodursi. Ancora, in questa fase agente infettivo passa da una persona ad un'altra o da un
non compare risposta immunitaria per cui una co_lonizza­ luogo all'altro. Conoscendo le modalità di trasmissione, pos­
zione non deve essere confusa con una malattia. E chiaro sono essere messi in atto tutti gli accorgimenti per prevenirle.
che la persona colonizzata può già rappresentare una fonte Di seguito sono descritte le diverse modalità di trasmissione.
di infezione per altre persone, poiché i suoi microrganismi
sono attivi ed in grado di trasmettere ad altri le malattie. Ri­ Contatto diretto
prendendo l'esempio del punto precedente, all'interno della
vescica della persona i microrganismi iniziano a replicarsi e La diffusione di microrganismi awiene da persona a persona
la persona può trasmettere questi microrganismi ad altri con attraverso il contatto fisico (skin to skin). Può verificarsi attra­
le urine e l'operatore di assistenza con le mani contaminate verso le normali pratiche assistenziali semplici o durante le
dalle urine stesse. procedure asettiche se tecnica di contatto e assistenza non
viene rispettata. In questa fase si possono ottenere ottimi
L'infezione risultati eseguendo correttamente la pratica di igiene delle
mani, utilizzando barriere, come grembiuli e guanti, utilizzan­
In generale, un'infezione si verifica quando gli agenti mi­ do anche la tecnica "no-touch" nell'utilizzo e nella gestione di
crobici riescono a penetrare in una zona dove normalmen­ presidi sterili per le procedure asettiche.
te non sono presenti e generano una reazione di difesa e
una risposta immunitaria. Quindi, oltre alla penetrazione ed Contatto indiretto
all'inizio del processo di replicazione, i microrganismi creano
un danno ai tessuti, organi o apparati. Esistono owiamen­ Si verifica quando si viene a contatto con oggetti contaminati.
te eccezioni: per esempio l'apparato digerente non è steri­ Molti oggetti nell'ambiente sanitario possono essere conta­
le, essendo sede di migliaia di miliardi di microrganismi, ma minati, ma le vie di diffusione più frequenti sono attrezzature
molti tipi di gastroenterite infettiva sono causati da particolari utilizzate per la diagnosi o la cura di persone (ad esempio
microrganismi che possono penetrare casualmente in modo endoscopi, strumentario chirurgico, cateteri vescicali). In
improprio in questa zona. questo caso, la trasmissione è ridotta con un pulizia efficace,
una corretta decontaminazione e successiva sterilizzazione
L'infezione sintomatica (per gli oggetti risterilizzabili) e una buona igiene delle mani.
L'infezione diventa sintomatica quando, oltre al processo di Trasmissione per Droplet
replicazione, il microrganismo determina segni e sintomi di
una malattia infettiva. I più comuni sintomi di infezione non Quando le persone tossiscono, starnutiscono o parlano,
necessariamente saranno presenti in tutti i casi, inoltre molti espellono goccioline di secrezioni respiratorie e saliva. Que­
di questi sintomi sono dovuti alla risposta del corpo all'infe­ ste goccioline possono essere prodotte anche durante l'e­
zione e quindi potrebbero non essere presenti nelle persone secuzione di pratiche mediche, quali aspirazione bronchiale
con severe compromissioni del sistema immunitario, cioè o broncoscopia. Queste goccioline, che hanno un diametro
individui fortemente immunocompromessi, potrebbero non maggiore di 0,5 micron e che possono contenere gli agenti
sviluppare, o svilupparli solo in parte, alcuni sintomi quali: patogeni responsabili di infezioni, come ad esempio l'influen­
za o la tubercolosi, possono arrivare sino ad un metro dalla
Calore: il sito della infezione può essere calda al persona che li ha espulsi. La trasmissione avviene quindi
tatto e la persona assistita può avere un innalza­ con la contaminazione attraverso queste goccioline che si
mento della temperatura depositano direttamente nelle mucose degli occhi e della
Dolore: nel sito dell'infezione bocca del soggetto ricevente e sono quindi assimilabili, per
Rigonfiamento/turgore: nel sito dell'infezione modalità di trasmissione, ad una trasmissione per contatto
Rossore: l'arrossamento del sito dell'infezione diretto: infatti il soggetto ricevente deve trovarsi molto vicino

182
alla persona ammalata, cioè a meno di 1 metro di distanza. prevenzione l'uso appropriato di guanti e grembiuli, e una
La trasmissione di queste malattie si previene attraverso buona igiene alimentare.
l'isolamento della persona infetta. L'operatore, nel prestare
assistenza, dovrà usare maschere facciali con protezione Trasmissione tramite veicoli
degli occhi, grembiuli e guanti, per creare l'effetto barriera.
La trasmissione di questi agenti infettivi può anche essere I veicoli sono rappresentati da oggetti inanimati quali ad
ridotta attraverso una buona igiene delle mani, poiché è an­ esempio lo strumentario chirurgico, le posate, le stoviglie,
che possibile la trasmissione con contatto indiretto tramite gli oggetti che circondano il malato oppure sono usati per
superfici contaminate. Poiché le goccioline di droplet non svolgere pratiche di assistenza e cura. Questa modalità si
rimangono sospese nell'aria, non sono richiesti speciali trat­ può interrompere con la messa in atto della sterilizzazione
tamenti dell'aria o una particolare ventilazione per prevenirne sugli oggetti utilizzati per manovre critiche o con l'adozione di
la trasmissione; infatti la trasmissione tramite goccioline non norme comportamentali per far sì che il personale coinvolto,
deve essere confusa con la trasmissione per via aerea. nell'assistenza alle persone segua i principi scientifici relativi
al contenimento della diffusione di microrganismi, primo fra
Trasmissione per via aerea tutti il lavaggio delle mani e la cura della divisa usata per
l'assistenza. Il principale veicolo di trasmissione delle ma­
A differenza delle particelle di cui abbiamo parlato in prece­ lattie infettive in ambito sanitario è rappresentato comunque
denza (droplet, diametro superiore a 0,5 micron), le goccio­ dalle mani dell'operatore, ragion per cui questa pratica deve
line che determinano la trasmissione per via aerea sono di essere applicata con maggiore continuità da tutti i soggetti
dimensioni più piccole e sono emesse comunque dalla stes­ coinvolti.
sa via precedentemente descritta, cioè le vie aeree dell'as­
sistito con tosse, starnuti o parlando. Sia queste particelle, Trasmissione tramite vettori
che sono di dimensioni più piccole (diametro inferiore a 5
micron), sia le polveri presenti nell'ambiente che possono Molte malattie si diffondono attraverso l'azione di un vettore,
contenere e veicolare l'agente infettivo possono rimanere so­ che spesso è rappresentato da un insetto che viaggia da una
spese nell'aria per lunghi periodi di tempo. Quindi i microrga­ persona all'altra per alimentarsi (ad esempio la z anzara per
nismi trasportati in questo modo possono essere largamente la trasmissione della malaria). Questa modalità di trasmissio­
dispersi da correnti d'aria e possono venire inalati dall'ospite ne non è significativa per la trasmissione crociata di malattie
suscettibile dentro la stessa stanza oppure lontano dal sog­
getto fonte. La prevenzione è simile a quella indicata per la ELEMENTI DI RIFLESSIONE
trasmissione di droplet.
Queste definizioni sono utili per considerare le differenti vie
Trasmissione ematica o parenterale con le quali gli agenti infettivi possono diffondersi, ma può
esservi, per una stessa infezione, la sovrapposizione di mo­
Si tratta di una forma di trasmissione da contatto, dove san­ dalità differenti: droplet e diffusione per via aerea, per esem­
gue o fluidi corporei contenenti agenti infettivi entrano in pio o contatto indiretto e oro-fecale. Molti agenti possono
contatto con le mucose o con il tessuto esposto. Per quanto essere trasmessi con modalità diverse o può presentarsi
riguarda le persone assistite, questo può awenire ad esem­ una combinazione di diverse modalità. Per esempio, alcu­
pio attraverso il trapianto o una trasfusione (motivo per cui ni microrganismi che generalmente sono trasmessi per via
il sangue e gli organi per il trapianto sono sempre control­ oro-fecale, possono essere trasmessi per droplet in caso di
lati riguardo la presenza dei virus quali il virus HIV o il vi­ vomito della persona ammalata, in quanto possono crearsi,
rus dell'epatite). Per gli operatori sanitari il rischio riguarda nella fase espulsiva, alcune goccioline anche a seguito di
eventuali infortuni dovuti allo schizzo di sangue negli occhi o episodi di tosse. Questi droplet possono essere aspirati di­
alle eventuali ferite con aghi e/o taglienti. Elementi favorenti rettamente dall'aria dell'ambiente o possono depositarsi sui
la trasmissione di queste malattie per gli operatori sono la prodotti alimentari, superfici o attrezzature nelle i mmediate
non corretta cura delle mani (le mani con tagli o screpolatu­ vicinanze. In seguito, i soggetti che toccano quelle superfici
re rappresentano un fattore di rischio aggiuntivo, perché si potranno raccogliere l'agente patogeno sulle loro mani (con­
riduce la barriera di difesa rappresentata dalla cute integra), tatto indiretto) e portarlo alla bocca direttamente o attraverso
l'esecuzione di procedura invasive - quali ad esempio prelie­ gli alimenti.
vi ematici - senza indossare i guanti e/o la maschera facciale
di protezione degli occhi, il non corretto smaltimento di aghi
e taglienti.
8.6 LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI
Trasmissione per via oro-fecale
Tutti gli studi che parlano di controllo delle infezioni sono ba­
Ciò si verifica quando un agente infettivo presente nelle feci sati sulla prevenzione della trasmissione degli agenti infettivi.
di una persona infetta raggiunge, veicolato dagli alimenti, Tuttavia, le misure adottate per ridurre il rischio di trasmissio­
dall'acqua o dalle mani non pulite, il tratto gastrointestinale ne deve essere ragionevole, realizzabile e proporzionato al
del ricevente. Questa modalità di trasmissione può riguar­ rischio di trasmissione e agli effetti dell'infezione. Per esem­
dare diversi momenti. Per esempio, una persona affetta da pio, mentre lo Staphylococcus aureus può causare infezioni
diarrea, in caso di scarsa igiene delle mani può contaminare gravi, bisogna ricordare che questo microrganismo colonizza
il cibo, che diventa il veicolo di infezione, durante la fase di circa un terzo della popolazione, e quindi non è realizzabile
preparazione. La trasmissione si impedisce con l'isolamento l'isolamento di ogni assistito sul quale si rileva questa con­
di qualsiasi persona con sintomi di gastroenterite, con un'ef­ dizione. Lo staphylococcus aureus resistente alla meticillina
ficace igiene delle mani sia da parte del personale che degli (MRSA) può invece causare infezioni altrettanto gravi, è resi­
assistiti con acqua e sapone (in quanto molti di questi mi­ stente a molti antibiotici che normalmente si usano per tratta­
crorganismi sono meno suscettibili all'alcool); altra misura di re queste infezioni, ma colonizza meno persone; quindi è più

183
ragionevole e praticabile adottare misure di isolamento più I RISULTATI ATTESI
restrittive per prevenire la sua diffusione nel settore sanitario.
L'isolamento è certamente più giustificato e realizzabile in un Il risultato atteso è che nessun assistito acquisirà microrga­
ospedale per acuti, ma non sarebbe ragionevole separare nismi da qualsiasi altro individuo nel corso del ricovero, in
una persona colonizzata, ad esempio, in un'unità di salute particolare le infezioni evitabili.
mentale in cui l'interazione sociale è un elemento importante Le precauzioni standard per la prevenzione e il controllo del­
per cura e il rischio di contrarre la malattia per altre persone le infezioni comprendono:
è minimo.
La gestione di qualsiasi individuo che è stato infettato o co­ igiene delle mani
lonizzato con un microrganismo che può rappresentare un utilizzo di dispositivi di protezione individuale,
rischio per altri individui deve basarsi su una valutazione dei come guanti e grembiuli
rischi che tenga conto dei seguenti fattori: un'adeguata separazione e il corretto smaltimento
dei rifiuti, in particolare gli oggetti taglienti e le al­
quanto facilmente l'agente infettivo può essere tre attrezzature monouso
trasmesso ad altre persone adeguata decontaminazione degli apparecchi riu­
la suscettibilità alle infezioni delle altre persone in tilizzabili dopo l'uso.
cura nella stessa zona e le probabili conseguenze
di una loro infezione Tutte le misure di prevenzione e controllo delle infezioni han­
la fattibilità degli isolamenti e dell'adozione delle no l'obiettivo di prevenire la trasmissione di agenti infettivi, ri­
precauzioni per il controllo delle infezioni all'inter­ muovendo gli agenti patogeni da oggetti che possono essere
no della struttura, quali ad esempio il numero di stati contaminati (ad esempio lo strumentario chirurgico, at­
camere di singole disponibili traverso la sterilizzazione) e siti del corpo (ad esempio mani
altre esigenze e necessità di cura della persona. degli operatori, attraverso l'igiene e la pulizia delle mani),
oppure, per quanto riguarda la trasmissione di malattie agli
Le politiche di salute e sociali di prevenzione e il controllo operatori, attraverso l'utilizzo di mezzi di barriera (dispositivi
delle infezioni nei luoghi di cura sono basate su una valu­ di protezione individuale e isolamento).
tazioni dei rischi legati alla tipologia di persone assistite e Alcuni elementi dovrebbero essere sempre disponibili per la
a procedure molto rigide che dovrebbero essere rispettate prevenzione e il controllo delle infezioni in ogni situazione
a meno di ragioni particolari che ne consentano la manca­ in cui è fornita assistenza sanitaria sia per gli assistiti che
ta applicazione, quali ad esempio condizioni particolari della gli operatori. Rispetto a questo ultimo punto in Italia il De­
persona. creto 81 del 2008 stabilisce le regole da rispettare, sia per
Le precauzioni per la prevenzione e controllo delle infezio­ i lavoratori che per i datori di lavoro, in tema di sicurezza e
ni devono essere adottate nei confronti di tutti gli assistiti, prevenzione dei rischi, indicando gli obblighi di fornitura dei
indipendentemente dal fatto che essi siano portatori noti di dispositivi di protezione individuale (D.P.I.).
un agente infettivo particolare, più o meno pericoloso per la
salute degli altri. 8.6.1 ATTREZZATURA, S TRATEGIE E MATERIALI
Questo perché è impossibile garantire che ogni individuo non NECESSARI PER LE TECNICHE DI PRE V ENZIONE
sia affetto da un particolare agente infettivo e perché molti DELLE INFEZIONI
microrganismi che normalmente non sono patogeni posso­
no, in alcune circostanze, causare infezioni. IL LAVAGGIO DELLE MANI
Ulteriori precauzioni per il controllo dell'infezione sono indi­
cati quando: Le mani degli operatori sanitari sono il primo veicolo di tra­
smissione delle malattie infettive; tutto il personale sanitario
un individuo è particolarmente vulnerabile alle deve pertanto conoscere ed applicare la procedura operativa
infezioni a causa di alterazione dei normali mec­ per il lavaggio delle mani o la pulizia con gel a soluzione
canismi di difesa (ad esempio persone affette da alcolica che deve necessariamente precedere e seguire ogni
malattie del sistema immunitario, persone sotto­ manovra di assistenza alla persona.
poste a chemioterapia o terapie immunomodulan­ Il lavaggio delle mani dell'operatore deve inoltre essere fatto
ti o immunosoppressive) in tutte le circostanze che 1'0.M.S.5 e i CDC67indicano come
i soggetti sono noti per essere infetti o colonizzati necessarie per garantire la sicurezza delle cùre alle persone
con un agente infettivo che possa costituire un ri­ assistite. Garantire l'igiene ai suoi assistiti rappresenta an­
schio particolare per gli altri. che un dovere etico dell'Operatore Socio Sanitario: la digni­
tà delle persone viene assicurata anche attraverso questa
Controindicazioni all'isolamento importante pratica che riguarda una sfera molto particolare
dell'essere umano; qualora questo bisogno non venisse sod­
Come accennato in precedenza le precauzioni per prevenire disfatto, potrebbero determinarsi problemi non solo fisici ma
la diffusione di infezione devono basarsi su una valutazione anche relazionali con l'ambiente familiare e la rete sociale.
dei rischi che prenda in considerazione tutti i fattori rilevanti. Nello svolgimento delle pratiche di igiene quotidiana o stra­
In alcuni casi precauzioni aggiuntive o diverse modalità di ordinaria alle persone, in particolare negli ambienti confinati,
approccio dovranno essere prese in considerazione a causa l'Operatore Socio Sanitario deve sempre ricordarsi di evitare
di bisogni fisici e psicologici di una persona assistita; infatti la diffusione dei microrganismi nell'ambiente, evitando ma­
l'isolamento può avere un effetto psicologico su alcuni indi­ novre che possano determinare il passaggio dei microrgani­
vidui. smi su oggetti e superfici, che potrebbero a loro volta essere
veicoli di contaminazione per altri assistiti o per altri operatori.

La pratica del lavaggio delle mani è finalizzata alla


rimozione dello sporco e della flora microbica tran-

5 WHO, Guide to lmplementation - A Guide to the lmplementation of the WHO Multimodal Hand Hygiene lmprovement Strategy, Geneva,
2009
6 CDC: Center lor Disease Contro! (Centro mondiale per il controllo delle infezioni, Atlanta, U.S.A.)
184
sitoria, che è caratterizzata da microrganismi che
si raccolgono con le mani a seguito del contatto
con oggetti e superfici o durante il contatto con le
persone assistite. I germi transitori e occasionali
non si moltiplicano, non soprawivono a lungo e
sono facilmente eliminabili con il lavaggio e sono i
microrganismi che più frequentemente trasmettono
le infezioni.
La flora batterica residente invece è composta da
germi normalmente presenti sulla pelle dì tutte le
persone, poco aggressivi e normalmente non pro­
vocano infezioni. La finalità del lavaggio delle mani
è quindi quella di eliminare la flora microbica tran­
sitoria e ridurre ad un livello di accettabilità quella
residente.

Le diverse metodologie per il lavaggio delle mani sono riferi­


te a situazioni operative differenti:

lavaggio sociale
lavaggio antisettico
lavaggio chirurgico

La tecnica maggiormente svolta dall'Operatore Socio Sanita­


rio per la realizzazione delle attività di sua competenza è rap­
presentata dal lavaggio sociale, svolto con l'utilizzo di un nor­
male sapone detergente e acqua di rubinetto e deve durare
dai 40 ai 60 secondi; per il lavaggio sociale può essere utiliz­
zato il frizionamento delle mani con gel in soluzione alcolica.
In alternativa8 alla frizione con soluzione idroalcolica si può
ricorrere al lavaggio antisettico (con acqua e detergenti che
contengono un agente antisettico). Va evitato l'uso contem­
poraneo di frizioni a base alcolica e sapone antisettico. I de­
tergenti antisettici più utilizzati sono: clorexidina gluconato,
iodofori e triclosan. li lavaggio antisettico deve durare dai 40
ai 60 secondi. Il lavaggio chirurgico, che si realizza con la
finalità di eliminare completamente i germi occasionali e resi­
stenti e si usa prima di un intervento chirurgico o metodica in­
vasiva, non è di competenza dell'Operatore Socio Sanitario.
Ricordare sempre che prima del lavaggio delle mani deve
essere garantita da parte dell'Operatore la cura e l'igiene
delle proprie mani con standard di riferimento, che preve­
dono:

unghie corte e prive di smalto


assenza di monili (anelli, bracciali, orologi)
cute delle mani curata e priva di screpolature.

7 John M. Boyce, M.D., Didier Pittet, M.D.Guideline lor Hand Hygiene in Health-Care Settings , Recommendations of the Healthcare lnfection
Contrai Practices Advisory Committee and the HICPAC/SHENAPIC/IDSA Hand Hygiene Task Force, M.M.W.R., Recommandation and
Reports, October 25, 2002 / 51(RR16);1-44
8 http://www.ipasvi.it/ecm/percorsi-guidatin-igiene-delle-mani-per-la-prevenzione-delle-infezioni-id6.htm
185
LAVAGGIO SOCIALE DELLE MANI CON ACQUA E SAPONE

QUANDO

li

WORU'> AU.IANCE
0
.t'PATIENTSAFETY

Figura 8.6 - I 5 momenti del lavaggio delle mani

186
PROCEDURA OPERATIVA

QUANDO ESEMPI DI ATTIVITA DELL'O.S.S.

Prima del contatto con l'assistito Prima di toccare, per qualunque motivo, la persona assistita

Pr ima di una manovra asettica La pulizia del cavo orale, delle mucose degli occhi, della bocca, del
naso, prima della manipolazione di cateteri vescicali

Dopo esposizione ad un liquido biolo- Dopo aver rimosso la padella, il pappagallo, dopo aver proweduto
gico all'igiene intima del paziente ...

ANCHE DOPO AVER TOLTO I GUANTI


IMPORTANTE: UNA VOLTA TOLTI I GUANTI DEVONO ESSERE LA-
VATE LE MANI (vedi scheda specifica)

Dopo il contatto con il paziente Dopo aver toccato, per qualunque motivo, la persona assistita, anche
per gesti semplici, quale porgere le mani, aiutare l'assistito a sedersi,
mobilizzarlo ( ... )

Dopo il contatto con ciò che sta attorno Dopo aver toccato qualunque oggetto che sta attorno alla persona as-
al paziente sistita o aver toccato l'ambiente circostante (porte, maniglie, comodini,
sbarre del letto, suppellettili ...)

OBIETTIVO

Rimuovere la flora microbica transitoria, che è caratterizzata da microrganismi che si raccolgono con le mani a seguito del
contatto con oggetti e superfici, o durante il contatto con le persone assistite

RACCOMANDAZIONI GENERALI PERCHE LO FACCIO?

1. Controllare che le proprie mani siano Tenere sotto controllo le proprie mani è importante per gli operatori
prive di lesioni e ferite sanitari: le piccole lesioni della cute determinano una maggiore pro-
babilità di trasmettere microrganismi agli assistiti e anche di contrarre
malattie durante le pratiche di assistenza

2. Mantenere le unghie corte (0,5 /1 mm) Le unghie corte e prive di smalto hanno meno probabilità di raccogliere
e rimuovere lo smalto e le unghie arti- microrganismiw
ficiali9
Le unghie lunghe possono ferire la persona assistita e bucare i guanti
eventualmente indossati dall'operatore

3. Rimuovere i monili (anelli, bracciali, I microrganismi si annidano nei piccoli spazi e sotto gli anelli, bracciali
orologi) ed altri gioielli, la cui presenza impedisce la corretta pulizia delle mani e
la rimozione dei germi

N.B. È necessario lavare le mani quando sono visibilmente sporche (sangue o altri liquidi biologici), dopo l'uso dei servizi
igienici, e prima di preparare o servire alimenti
MATERIALE OCCORRENTE

Lavandino ampio preferibilmente con comando a pedale


Sapone liquido
Asciugamano
IL LAVAGGIO DELLE MANI CON ACQUA E SAPONE PUÒ ESSERE SOSTITUITO DALLA PULIZIA DELLE
MANI CON GEL A SOLUZIONE ALCOLICA, SE LE MANI NON SONO VISIBILMENTE SPORCHE
In caso di utilizzo del gel a soluzione alcolica, il contenitore di prodotto deve essere accessibile all'operatore. Si
consigliano confezioni piccole (anche il gel può essere contaminato da microrganismi e quindi si riduce questo
rischio), facilmente trasportabili anche nelle tasche della divisa degli operatori

9 McNeil SA, Foster CL, Hedderwick SA, Kauffman CA. Effect ol hand cleansing with antimicrobial soap or alcohol-based gel on microbial
colonization of artificial fingernails worn by health care workers. Clin lnfect Dis 2001;32:367-72.
10 Wynd CA, Samstag DE, Lapp AM. Bacterial carriage on the fingernails of OR nurses. AORN J 1994;60:796--805.
187
PROCEDURA OPERATIVA: LAVAGGIO DELLE MANI CON ACQUA E SAPONE

__Jlfll volt! il:!ìl:Ìllt:!:1.1, IDI'!


sooos!i!:uri,.

WORLD AUJANCE
fmPATIENT SAFETY

Figura 8.7 Schema per il lavaggio delle mani con acqua e sapone

188
ATTIVITÀ PERCHÉ LO FACCIO?
Aprire il rubinetto dell'acqua con la mano, il gomito o il piede Aprire il rubinetto con il gomito e/o il piede, quando
possibile, riduce il rischio di disseminazione di mi­
crorganismi nell'ambiente
Regolare la temperatura ritenuta più confortevole, evitando La ripetuta esposizione all'acqua calda può au­
di usare acqua eccessivamente calda mentare il rischio di dermatiti
Bagnare uniformemente mani e polsi
Applicare una dose sufficiente di sapone sul palmo della
mano e insaponare uniformemente mani e polsi con sapone
liquido detergente in dispenser secondo le indicazioni del
produttore. In alternativa può essere utilizzato sapone soli­
do, ricordando di usare pezzature di saponetta piccole e di
riporre il prodotto usato in apposite griglie di scolatura che
permettano l'asciugatura del sapone
Dopo aver insaponato le mani e protratto lo sfregamento
delle mani per almeno 20 secondi sciacquare abbondante­
mente (almeno 15 secondi)
Asciugare tamponando con asciugamani monouso in tela o
carta assorbente fino a eliminare l'umidità reeidua

Chiudere il rubinetto dell'acqua con il gomito, oppure se è Toccare il rubinetto con mani lavate comporta la
manuale con un lembo dell'asciugamano contaminazione della cute con germi presenti sul
rubinetto

189
A SOLUZIONE ALCOLICA (FRIZIONE
ALCOLICA)

Ha lo scopo di eliminare i germi patogeni, attraverso l'utilizzo


di soluzioni al 60-80% di alcol, associato a sostanze emol­
lienti e umidificanti, in grado di proteggere la cute delle mani.
I prodotti possono essere in gel, liquidi o in schiuma e non
vanno usati su cute lesa o ferite e in presenza di fiamme. Per
eseguire la frizione alcolica non serve l'acqua, non occorre
che ci sia un lavandino e non occorre carta per asciugarsi
le mani.
Questa operazione rende quindi più facile agli operatori la
pulizia delle mani, specie negli ambienti ospedalieri, dove il
personale tende ad aderire a questa procedura con un livello
di compliance bassa in conseguenza dei tempi di realizzazio­
ne e, molto spesso, della scarsa accessibilità dei lavandini.
Le confezioni sono tascabili.

La frizione è indicata nelle seguenti situazioni:

prima e dopo il contatto diretto con il malato


dopo la rimozione dei guanti non sterili
dopo il contatto con liquidi e secrezioni corporee,
mucose o cute non integra o in caso di medicazio­
ne delle ferite
quando, assistendo lo stesso malato, si passa da
una sede del corpo contaminata a una pulita
dopo contatto con oggetti nell'immediata vicinan­
za del malato.

190
PROCEDURA OPERATIVA: PULIZIA DELLE MANI CON GEL A SOLUZIONE ALCOLICA (FRIZIONE
ALCOLICA)

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Figura 8.8 Schema per il frizionamento delle mani con gel in soluzione alcolica
Attrezzatura per l'igiene delle mani timento dei rifiuti, di cui si tratta nel paragrafo 9 di questo
capitolo.
È essenziale che in ogni luogo di cura siano presenti strut­ Devono essere costantemente disponibili sacchi per lo smal­
ture per igiene delle mani. I lavandini nelle aree cliniche do­ timento dei rifiuti sia all'interno che all'esterno delle strutture,
vrebbero essere prowisti di rubinetti che possono essere nonché un contenitore per la raccolta e lo smaltimento di aghi
aperti e chiusi senza utilizzare le mani, con sistemi non-touch e taglienti. Il contenitore per taglienti dovrebbe sempre esse­
(con cellule fotoelettriche di comando), a pedale o a leva, in re trasportato al punto di utilizzo, cioè alla zona dove viene
modo da evitare che l'operatore tocchi il rubinetto che può effettivamente utilizzato. I contenitori utilizzati per la raccolta
veicolare germi. I lavandini utilizzati solo dal personale sani­ dei rifiuti pericolosi devono essere chiaramente identificabili
tario per l'igiene delle mani dovrebbe garantire l'erogazione e distinguibili dagli altri contenitori di raccolta. I contenitori
continua di acqua (per favorire il lavaggio delle mani con ac­ per taglienti devono essere altresì:
qua corrente) e non dovrebbe avere meccanismi per evitare
il troppo pieno (valvole di sicurezza, perché sono difficili da Rigidi (per evitare la foratura, generalmente in
pulire efficacemente e possono essere serbatoi di microrga­ cartone o in plastica rigida quelli destinati alla rac­
nismi quali lo Pseudomonas che possono causare infezioni colta di materiale che può fuoriuscire dal sacco di
in individui vulnerabili). I rubinetti devono essere posizionati raccolta)
in modo che l'acqua non cada direttamente dentro lo scarico, In più strati, cioè devono avere all'interno un sac­
poiché si possono generare spruzzi che possono veicolare co che consenta il contenimento dei liquami che
microrganismi dall'interno dello scarico alle mani dell'opera­ possono derivare da rifiuti contenenti liquidi orga­
tore nella fase di lavaggio. I rubinetti devono consentire di nici.
mixare la temperatura dell'acqua prima che il lavaggio abbia
inizio. Inoltre l'accesso ai lavandini deve essere lasciato li­
bero da mobili o attrezzature per garantire che essi possono 8.6.2 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
facilmente essere utilizzati quando necessario. I dispenser di (DPI)
sapone liquido devono essere posizionati vicino al punto di
lavaggio e bisogna accertarsi che il sapone non goccioli sul I dispositivi di protezione individuale di cui si parla in questo
pavimento dal distributore, poiché potrebbe causare un peri­ paragrafo sono attrezzature necessarie per la prevenzione
colo di scivolamento sia per gli operatori che per gli assistiti. e il controllo delle infezioni da parte degli operatori, per la
Il sapone dovrebbe essere neutro per la cute delle mani e prevenzione degli incidenti riguardanti il contatto con liquidi o
inodore, per minimizzare il rischio di effetti collaterali conse­ materiale biologico potenzialmente infetto. La finalità è quella
guenti ad un uso frequente. È descritto che non esiste al­ di creare un mezzo di barriera fra l'operatore e i liquidi corpo­
cun vantaggio nell'utilizzo di sapone o detergenti contenenti rei che possono veicolare microrganismi patogeni, in partico­
agenti antimicrobici per il lavaggio sociale delle mani. Queste lare sangue, urine, feci, secreti ed escreti. Quindi dovranno
preparazioni comportano un rischio più elevato di reazioni essere tenuti a disposizione:
awerse e non dovrebbero essere usate di routine, ma solo
nei casi in cui è indicato, come ad esempio per il lavaggio Guanti, possibilmente latex free
chirurgico delle mani o prima di procedure asettiche. La sa­ Camici e grembiuli monouso
ponetta non dovrebbe essere usata. Per il lavaggio chirurgi­ Protezione per gli occhi
co delle mani i preparati usati più comunemente sono a base
di clorexidina o iodiopovidone; l'obiettivo dell'abbinamento
di questi disinfettanti è di ridurre significativamente la carica Questi presidi dovranno sempre essere resi disponibili nell'a­
rea di assistenza, possibilmente con l'utilizzo di dispenser
batterica, ma la clorexidina ha anche un effetto che ne im­
che facilitino il prelevamento del materiale necessario. Ad
pedisce una rapida ricrescita. Il distributore di asciugamani
esempio è opportuno disporre di distributori per i guanti e i
di c arta dovrebbe essere posizionato vicino al lavandino e
grembiuli al di fuori di stanze di isolamento, in modo tale che
gli asciugamani devono essere di qualità sufficiente per ga­
sia facilitato l'uso da parte degli operatori.
rantire che le mani siano completamente asciutte dopo l'uso
di uno o due asciugamani. Per smaltire questi asciugamani
GUANTI MONOUSO
deve essere previsto un contenitore adatto, con l'apertura
del coperchio a pedale, vicino al lavandino, in modo tale però
che il suo posizionamento non limiti l'accesso al lavandino I guanti devono essere indossati in alcune circostanze e l'uso
stesso. dei guanti dovrebbe essere limitato solo alle situazioni in cui
Il dispenser per la frizione delle mani con gel a base alcolica si rende necessario farlo. I guanti monouso non sterili sono
dovrebbe essere disponibile presso il punto di cura, per l'uso disponibili in confezioni da 100 pezzi ambidestro, in diver­
immediatamente prima del contatto con il malato e tra attività se taglie. Le scatole dei guanti devono essere posizionate
di assistenza in zone del corpo differenti della stessa perso­ vicino al punto di utilizzo, idealmente in un dispenser fisso
na. I dispenser non dovrebbero essere situati vicino ai lavan­ per facilitarne il prelievo, quando necessario. In passato il
dini a meno che ciò non sia evitabile, per evitare il rischio di materiale più usato per la fabbricazione dei guanti era il lat­
confusione con sapone, in particolare se i contenitori sono tice di gomma naturale, ma le crescenti problematiche deri­
simili. In alternativa al gel a soluzione alcolica potrebbero es­ vanti dai numerosi casi di sensibilizzazione al lattice da parte
sere utilizzate soluzioni a base di antisettici non alcolici, ma degli operatori hanno fatto sì che siano più frequentemente
le prove di efficacia indicano che l'alcol è l'agente chimico più utilizzati guanti in vinile come valida alternativa. Per contro
utile in termini di velocità e di attività antimicrobica. però esistono alcune prove di efficacia che dimostrano che il
vinile può essere una barriera meno efficace del lattice, ma
Attrezzature per lo smaltimento dei rifiuti tutti i guanti non garantiscono l'assoluta certezza dell'effetto
barriera a causa di piccole alterazioni, spesso non visibili ad
Per la prevenzione della diffusione dei microrganismi, uno occhio nudo, per cui è sempre necessario prowedere ad una
degli elementi importanti è la corretta gestione dello smal- corretta pratica di igiene delle mani a prescindere dal fatto
che i guanti siano o meno indossati. I guanti sono monou-
so, pertanto devono essere usati per la manovra necessaria
all'assistenza e poi rimossi e smaltiti e non possono essere
puliti e riutilizzati per un'altra attività.

GREMBIULI MONOUSO

I grembiuli monouso possono essere tenuti sia in una scatola


o collegati tra loro su un rotolo. I grembiuli sono normalmen­
te fatti di polietilene sottile e sono disponibili in colori diver­
si. La diversificazione dei colori dei grembiuli è indicata per
identificare personale adibito ad attività o in zone diverse, per
dare una suggestione anche visiva del rischio di trasmissione
delle infezioni crociate. Come con i guanti monouso, anche i
grembiuli devono essere utilizzati per il compito per cui sono
necessari e poi rimossi e smaltiti.

GUANTI STERILI

I guanti monouso sterili, in lattice o latex free, devono esse­


re disponibili in qualsiasi zona dove ne è previsto l'utilizzo.
I guanti sterili sono disponibili in confezioni accoppiate sini­
stra-e-destra. Il lattice in gomma naturale è ancora conside­
rato uno dei materiali migliori, per questa ragione sono fab­
bricati in prevalenza in questo materiale, anche in funzione
della vestibilità e dell'aderenza al materiale. Sono comunque
disponibili alternative per le persone con problemi di allergia
al lattice.
Per quanto riguarda l'appropriatezza sull'uso dei guanti si
rinvia allo schema proposto dall'OMS e riassunto nella suc­
cessiva immaginew

IGIENE DELLE MANI E USO DEI GUANTI


• se quBfr:.b ir;O:F••:3' i gll2:11!1, si: present:i. l'i1'i81�0ne ad errstill2re !']J.er\e ti:?1ìe IT1Jnt togll 1 guantl ed e-ff2tt...,a nçiene aeM rnar,l
E�mma l Q'J.:mtr &JPD ciascuna manovra ed eriettua ngt-r,e �e mr�1! � I gualfl potr&'Jt210 tra1,rn::.rt.1re gefm'
l:oDOOsa i guanti SG.\o qua&.t.> lr.-ui.cat0 {VtUi g-1! esempi 00113. plrnrrJd..? ln tasso} � .attnmenti dh·enta:r-0 ut::o �; rnag..g;-on fatte-ti -dl itxr.� rx::1 li.i
t1asw.ssfl,ns

Figura 8.9 - la piramide per il corretto uso dei guanti

11 OMS, IGIENE DELLE MANI: QUANDO, COME E PERCHÈ? Brochure informativa, ottobre 2006

193
PROCEDURA OPERATIVA PER TOGLIERE E METTERE I GUANTI MONOUSO NON STERILI

MATERIALE OCCORRENTE

Materiale necessario al lavaggio delle mani dell'operatore


Guanti monouso per l'operatore

TECNICA OPERATIVA

ATTIVI TÀ PERCHÉ LO FACCIO?

PRIMA DELLA PROCEDURA ...

Operare la pulizia o il lavaggio delle mani dell'o­ Le mani degli operatori rappresentano la prima fonte di tra­
peratore (vedi scheda specifica) smissione dei microrganismi durante l'assistenza: la pulizia
delle mani previene l'insorgenza delle infezioni correlate
alle pratiche assistenziali (I.C.P.A.)

PROCEDURA

Rimuovere i guanti dalla confezione singolarmen- Per evitare le infezioni crociate e la contaminazione dei
te evitando la contaminazione dei guanti posti più guanti all'interno della confezione
in basso. Se la procedura da eseguire richiede il
cambio dei guanti e si dovesse rendere necessa-
rio utilizzare più di due guanti, tutti quelli neces-
sari devono essere prelevati prima dell'inizio della
procedura di assistenza

Tenendo il polsino del guanto, tirarlo in posizione, Per evitare le infezioni crociate
facendo attenzione a non contaminare il guanto
con contatto della cute di chi lo indossa Questo
è particolarmente importante quando si calza
il secondo guanto: in questo momento la mano
già coperta dal primo guanto può toccare la pelle
della mano non coperta se non si prendono pre-
cauzioni

Durante la procedura o quando si intraprendono


due procedure con lo stesso paziente, può essere
necessario cambiare i guanti.

I guanti usa e getta sono oggetti monouso. Essi non posso­


no essere puliti e riutilizzati per lo stesso o un altro paziente
(MHRA 2006 C)
I guanti sono prodotti monouso e non devono es-
sere puliti e riutilizzati

Se il guanto si danneggia durante l'uso, deve es- Perché il guanto rotto non rappresenta un efficace mezzo
sere sostituito di barriera

Rimuovere i guanti quando la procedura è stata Perché l'esterno dei guanti può essere contaminato
completata, facendo attenzione a non contami-
nare le mani o per l'ambiente toccando la parte
esterna dei guanti usati

194
Rimuovere il primo guanto afferrando la parte ·Perché me�tre �("é:ipe�a la rimozione del primo guanto:-,a
esterna del guanto sul polso e sfilandolo in modo seconda mano coperta continua ad essere protetta. Rove­
tale da rovesciarlo una volta rimosso sciando il guanto esterno durante la rimozione, la contami­
nazione risulterà contenuta all'interno del guanto

Rimuovere il secondo guanto facendo scivolare le Mettendo le dita all'interno del guanto, queste non entre­
dita della mano non protetta all'interno del polso ranno in contatto con la superficie esterna potenzialmente
del guanto sfilandolo in modo tale che sia rove­ contaminata del guanto
sciato

DOPO LA PROCEDURA ...

Smaltire i guanti utilizzati come rifiuti pericolosi a Tutti i rifiuti contaminati con sangue, liquidi corporei, escre­
rischio infettivo. zioni, secrezioni e agenti infettivi possono a rappresentare
un rischio e devono essere smaltiti come pericolosi a rischio
infettivo

Dopo aver rimosso i guanti, pulire e decantami- Le mani devono essere pulite e lavate anche dopo la rimo­
nare le mani zione dei guanti, che non garantiscono la protezione totale
dalla contaminazione

195
···=a�atErSt:Jl�Havel'Crejfflrteeipaffrattlvamentec.calla­
realizzazione delle attività di prevenzione.
Sono indicati per fornire precauzioni di barriera al massimo li­ Per quanto riguarda invece le persone assistite, tutte le pre­
vello durante l'intervento chirurgico o altre procedure invasive cauzioni aggiuntive per la prevenzione delle infezioni dovreb­
dove esiste un alto rischio di contaminazione o infezione, in bero essere documentate all'interno della documentazione
particolare quando tale infezione avrebbe gravi conseguen­ clinica, comprese le regolari rivalutazioni conseguenti alle
ze per la persona assistita, quale ad esempio l'inserimento modifiche necessarie alle variazioni delle condizioni di salu­
di un catetere venoso centrale o un intervento chirurgico. Il te. Per esempio, una persona alla quale sono somministra­
camice sterile sarà indicato in aggiunta a guanti sterili. camici ti antibiotici per un'infezione al torace, avrà una probabilità
sterili moderni sono monouso o prodotti a base di materiale maggiore di sviluppare il Clostridium difficilis e se dovesse
idrorepellente con tessuti multi-uso di tessuto che però, nel sviluppare diarrea nel corso del ricovero, deve essere isolato
tempo, possono perdere la loro efficacia di protezione. immediatamente. Quando viene eseguita una procedura che
richiede ulteriori precauzioni, per esempio la tecnica asettica,
PROTEZIONE PER GLI OCCHI dovrebbe essere documentato nella cartella clinica che sono
state rispettate le precauzioni o, in caso contrario, le ragioni
Presidi per la protezione degli occhi sono richiesti in qualsi­ per cui non si sono potute attuare.
asi situazione in cui le mucose degli occhi possono essere
esposte a goccioline di fluidi, prodotti durante le procedure 8.6.4 INTERVENTI SPECIFICI INDIRIZZATI ALLA
che generano aerosol (ad esempio la broncoaspirazione) o PERSONA ASSISTITA PER LA PREVENZIONE
che possono generare schizzi di sangue, ad esempio du­ DELLE INFEZIONI
rante gli interventi chirurgici e possono essere monouso o
ad uso multiplo. Gli occhiali sono normalmente considerati Tutti gli assistiti ed i loro familiari devono essere informati
sufficienti purché siano indossati in combinazione con una circa i rischi di contrarre infezioni crociate durante il ricovero
maschera facciale, in particolare quando è richiesta una pro­ e le misure indicate per ridurre il rischio di infezione. In parti­
tezione maggiore, per evitare eventuali schizzi di sangue nel­ colare, i programmi di educazione dell'assistito finalizzati ad
le mucose della bocca. Le maschere sono particolarmente incoraggiare la pratica di lavaggio e/o pulizia delle mani da
indicate per chi usa normalmente occhiali da vista, che non parte dell'operatore, chiedendo loro "Hai lavato le tue mani?"
forniscono una protezione sufficiente). hanno dimostrato di aumentare la compliance all'igiene delle
mani da parte dei sanitari. Inoltre le persone assistite che
MASCHERE E RESPIRATORI sono infettate o colonizzate con agenti infettivi che richiedono
ulteriori precauzioni da attuare per ridurre il rischio di infezio­
ne ad altre persone, devono essere chiaramente informate
Utili in caso di microrganismi diffusi per via aerea o droplet.
circa la natura dell'agente infettivo e delle relative modalità di
Quando si utilizza una maschera respiratoria ad alto pote­
diffusione, del rischio per gli altri e devono essere ben espli­
re filtrante (di solito utilizzata per impedire la trasmissione di
citati i dettagli delle precauzioni necessarie e la motivazione
Virus per via respiratoria), è essenziale accertarsi che dopo
per cui sono ritenute importanti. Gli assistiti possono soffrire
averle indossate non vi siano perdite o zone che lasciano
di ansia e preoccupazione se sono infetti o colonizzati da
passare aria nei punti di adesione della maschera al volto. Il
agenti infettivi ed è dimostrato che fornire informazioni chia­
personale che ha necessità di usare maschere respiratorie
re possa alleviare questo problema, così come, allo stesso
deve essere addestrato adeguatamente e dovrebbero esse­
modo, ci sono effetti psicologici negativi legati all'isolamento
re effettuati test di valutazione per accertarsi che il percorso
e all'adozione di altre precauzioni che possono essere atte­
di apprendimento sia risultato efficace. Inoltre, considerando
nuati se l'assistito ha una chiara comprensione del motivo
che i peli del viso impediscono una corretta tenuta della ma­
per cui sono in corso di attuazione.
schera respiratoria, il personale con la barba che non potrà
lavorare in modo sicuro in un ambiente dove è richiesto l'uso
di questo presidio.

8.6.3 STRUMENTI DI CONTROLLO E VALUTAZIONE


DEI COMPORTAMENTI DEGLI OPERATORI

Tutte le strutture sanitarie dovrebbero dotarsi di strumenti per


la verifica e il controllo dei comportamenti degli operatori e
delle persone assistite, in modo tale da limitare al massimo
la diffusione legata a questo fattore. Tali verifiche possono
includere verifiche di conformità alla pratica di igiene delle
mani, in particolare verificando discrepanze di comporta­
mento anche rispetto ai "5 momenti in cui l'igiene delle mani"
eseguite al punto di assistenza, o con l'effettuazione di audit
per verificare che siano state effettuate tutte le varie attività
previste in un processo che comporta un particolare rischio
di infezione. Tafi procedure sono indicate come "interventi ad
alto impatto", cioè fondamentali per la prevenzione delle in­
fezioni, perché il rischio trasmissione di patologie infettive le­
gato a questi comportamenti è significativamente alto. Questi
comportamenti e queste procedure di verifica sono conside­
rate strumenti molto efficaci per la prevenzione del rischio di
trasmissione di patologie infettive e tutti gli operatori sanitari
dovrebbero conoscere le modalità di indagine che vengono

196
===311-;�NFE2IDNl1'"'N""''===·=,-=·-·=tJ-i�tiv�•def-mtmero"dizeasR:!Hnfeziom"àa"=
AMBIENTE SANITARIO Clostridium difficilis in Inghilterra (Health Protection Agency
2010b). Questo risultato è stato ottenuto con l'applicazione
8.7.1 LE INFEZIONI IN OSPEDALE: sistematica e il monitoraggio delle prassi consolidate per la
INQUADRAMENTO GENERALE prevenzione e il controllo delle infezioni, tra cui l'accurata
pratica di igiene delle mani e l'assistenza e la cura utilizzan­
Nel 1846, lgnac Semmelweis, medico austriaco, ipotizzò una do tecniche asettiche.
causa infettiva come conseguenza della febbre puerperale, Nel 2011 un'indagine nazionale di prevalenza riguardante
che all'epoca risultava molto frequente fra le donne che par­ persone ricoverate in ospedale in Inghilterra ha dimostrato
torivano. Questo medico, pur vivendo in un'epoca dove gli che al momento della rilevazione 64 assistiti su 1000 aveva­
strumenti a disposizione della scienza non erano paragona­ no un'infezione, con un tasso di prevalenza del 6,4%. Una
bili a quelli attuali notò che, in due cliniche dove si assisteva­ indagine precedente a questo studio svolta nel 2006 dimo­
no partorienti, c'era una grande differenza di mortalità con­ strava una prevalenza dell'8,2%. I tipi più comuni di infezione
seguente alla febbre puerperale. Questa malattia fino a quel rilevati riguardavano il tratto respiratorio, l'apparato urinario
momento non era identificata come una problematica conse­ e le infezioni del sito chirurgico (Salute Protection Agency
guente ad un'infezione, ma come una situazione connessa 2012).
al parto. Semmelweis confrontò le modalità di cura in una Infezioni meno frequenti sono le batteriemie (batteri che in­
clinica dove le puerpere erano assistite esclusivamente da fettano il sangue), che però statisticamente sono molto più
ostetriche, con l'altra, dove l'assistenza veniva garantita da gravi delle altre e determinano un maggior numero di decessi
medici che avevano l'obbligo di eseguire fino a 15-16 sedu­ nelle persone che ne soffrono. Per questa ragione quindi tut-
te autoptiche al giorno per poi partecipare direttamente alle te le procedure più invasive devono essere eseguite in modo
visite delle partorienti. Ipotizzò che la febbre puerperale non da ridurre al minimo il rischio di infezione.
fosse una conseguenza di una fisiologica condizione, quale
il parto, ma di comportamenti non corretti da parte degli ope­ 8.7.2 LE I.C.A.
ratori (medici) che partecipavano alla visita. In particolare,
ipotizzò che la problematica fosse connessa alla mancata Il problema delle infezioni correlate alle pratiche assistenzia­
pratica del lavaggio delle mani. Quindi diede una disposizio­ li in Italia è ben rappresentato nella tabella sotto riportata12,
ne all'epoca sconvolgente, quanto banale: tutti coloro che che mette in evidenza le caratteristiche principali di questo
partecipavano all'attività di assistenza erano obbligati a la­ tipo di infezioni e della sua dimensione nell'ambito clinico as­
varsi le mani con una soluzione di cloruro di calcio. Obbligò sistenziale.
inoltre a cambiare sistematicamente le lenzuola sporche con
altre pulite a tutte le partorienti. Dopo questa disposizione Le infezioni correlate alle pratiche assistenziali sono la com­
dimostrò che, a fronte di 459 decessi conseguenti a febbre plicanza molto grave e frequente dell'assistenza sanitaria.
puerperale del 1846 - cioè 1'11% delle persone ricoverate - Sono le infezioni insorte durante ricoveri in ospedale o dopo
nel 1847, dopo l'adozione di questa pratica di lavaggio del le dimissioni della persona, che al momento dell'ingresso o
lavaggio delle mani, la mortalità scese al 5% e l'anno succes­ l'inizio del trattamento sanitario non erano manifeste clinica­
sivo la percentuale si attestò all'1%. La comunità scientifica mente ne erano in incubazione.
dell'epoca non diede peso alle affermazioni di Semmelweis Oggi il concetto di infezione correlata alle pratiche assisten­
che, per questo, finì per essere ricoverato in manicomio dove ziali è esteso a tutti i siti e i luoghi dove vengono effettuati
morì qualche anno dopo. trattamenti sanitari anche al di fuori della struttura sanitaria
Un centinaio di anni dopo, negli anni '40 del secolo scorso, vi quali per esempio le residenze sanitarie assistite, l'assisten­
fu la scoperta dei farmaci antibiotici, che all'epoca sembrava za domiciliare l'assistenza ambulatoriale.
avessero risolto il problema delle malattie infettive. Succes­
sivamente vi fu un impulso alla ricerca di nuovi antibiotici e
nuovi farmaci destinati a combattere e a sconfiggere molte
malattie. Pur tuttavia l'uso indiscriminato degli antibiotici por­
tò alla costituzione di ceppi di microrganismi multi resistenti,
capaci cioè di resistere all'attacco di molti tipi di antibiotici.
Le persone che ricevono assistenza sanitaria, sia in ospe­
dale o altrove, sono a rischio di infezione. Ci sono molte ra­
gioni che determinano questo fatto; per esempio, le persone
ammalate hanno minori capacità di resistere all'aggressione
degli agenti microbici, inoltre l'uso di dispositivi medici (ad
esempio il catetere vescicale) e le procedure mediche inva­
sive che vengono spesso utilizzati nel settore sanitario (quali
ad esempio la bronco aspirazione, un intervento chirurgico)
facilitano il superamento da parte dei microrganismi delle
barriere di difesa delle quali il corpo umano dispone. Le per­
sone ospedalizzate sono ancora più ad alto rischio in quan­
to stazionano in prossimità di altre persone che potrebbero
avere altre patologie infettive.
Tuttavia molte infezioni acquisite durante l'assistenza sani­
taria sono prevenibili, come è stato ampiamente dimostra­
to dalla riduzione del 50% circa delle batteriemie da MRSA
(infezioni del sangue causata da Staphylococcus aureus
meticillino-resistente) nelle persone ricoverate in ospedali
inglesi tra il 2005 e il 2008 (Health Protection Agency 2010a)

12 Ministero della Sanità, Manuale di formazione per il governo clinico: la sicurezza dei pazienti e degli operatori, 2012

197
Il problema e il suo contesto La frequenza

Ospedale 5-8/100 pazienti ricoverati


. Strutture residenziali 8-12/100 studiati in un giorno
Assistenza domiciliare 1/100 pazienti assistiti

Trend epidemiologico in aumento

Rischio dì contrarre un'infezione per giornata di degenza in Da 7,2/1000 giornate di degenza nel 1975 a 9,8 nel 1995
ospedale in aumento negli Stati Uniti

Aumento della frequenza di infezione gravi Sepsi: 5% di tutte le infezioni nel 1975; 14% nel 1990-96 negli
Stati Uniti

Aumento delle infezioni antibiotico-resistenti In un recente studio europeo, il 53% dei medici dì terapia
intensiva intervistati ha dichiarato di aver trattato nell'ultimo
mese almeno una persona assistita con un'infezione total·
mente o quasi totalmente resistente agli antibiotici

Aumento degli spostamenti dei pazienti nella rete dei servizi La frequenza di microrganismi antibiotico resistenti nelle
strutture residenziali è in costante aumento, così come la pro-
babilità che un residente trasferito in ospedale sia colonizzato
o infetto con microrganismi farmacoresistenti

Frazione prevenibile elevata Oltre 113 delle infezioni sono prevenibili e tale quota è maggio-
re in contesti ove non vengono rispettati gli standard assisten-
ziali di base o per specifici siti di infezione

198
· i>ositiv{:sc>no resistenti non ·soiamente aci ono: rrii/a mar::=
teplici tipi di antibiotico diversi. Altri microrganismi resistenti
Sono a rischio di contrarre un'infezione correlata alle prati­ sono la Klebsiella, l'Escherichia coli e alcuni tipi di Entero­
che assistenziali soprattutto le persone assistite; con minore bacter. Quelli con maggior resistenza agli antibiotici sono lo
frequenza il personale ospedaliero, gli assistenti volontari, gli stafilococco aureus resistente alla meticillina, pneumococchi
studenti e i tirocinanti. Tra le condizioni che aumentano la resistenti ai beta lattamici e multi resistenti, e gli enterococchi
suscettibilità alle infezioni si evidenziano: resistenti alla Vancomicina. Un importante problema per gli
operatori sanitari è la tubercolosi multiresistente, rilevata a
età (neonati ed anziani sono più suscettibili alle partire dal 1988 negli stati uniti fra pazienti sieropositivi ri­
infezioni) coverati in ospedale. Questa patologia, segnalata a partire
pregresse infezioni o gravi patologie concomitan­ dagli anni '90 anche in alcuni paesi europei, si manifesta con
ti, quali tumori, immunodeficienza, diabete, ane­ una sintomatologia molto grave, con una letalità elevatissi­
mia, cardiopatie, insufficienza renale ma, un intervallo di tempo molto breve fra l'esposizione all'a­
malnutrizione gente patogeno e lo sviluppo della malattia e tra la diagnosi
traumi e ustioni della malattia stessa e il decesso.
alterazioni dello stato di coscienza
trapianti d'organo. 8.7.3 I PRINCIPALI SITI INTERESSATI DALLE
INFEZIONI CORRELATE ALLE PRATICHE
Modalità di trasmissione ASSISTENZIALl14 E LA LORO PREVENZIONE

I principali meccanismi di trasmissione delle infezioni correla­ Molte infezioni contratte in ospedale o correlate all'assisten­
te le pratiche assistenziali sono: za sono prevenibili, ma non tutte. Molte di queste però sono
contatto diretto tra una persona sana e una infet­ attribuibili a problemi legati a non adesione alle procedure
ta, soprattutto tramite le mani assistenziali, in particolare alla mancata adesione alla proce­
contatto tramite goccioline emesse nell'atto del dura del lavaggio delle mani. Alcune infezioni sono dovute a
tossire o starnutire da una persona infetta a una procedure invasive e queste possono essere ridotte con una
suscettibile che si trovi a meno di 50 cm (mas­ riduzione ed un controllo delle procedure non necessarie,
simo 1 metro) di distanza (vedi trasmissione per con la scelta di presidi e materiali più sicuri, con l'adozione di
Droplet) misure di assistenza che garantiscono condizioni di asepsi.
contatto indiretto, cioè attraverso un veicolo con­ Il problema delle infezioni correlate le pratiche assistenziali
taminato (per esempio strumentario chirurgico, non è un problema solamente di costi, ma di qualità della vita
piatti, posate) delle persone che si sottopongono alle cure sanitarie. In un
trasmissione dell'infezione a più persone con­ periodo dove l'aumento dei costi a volte comporta la riduzio­
temporaneamente, attraverso un veicolo comune ne di servizi sarebbe utile che tutti gli attori del sistema sa­
contaminato (cibo, sangue, liquidi di infusione, di­ nitario riflettessero sull'opportunità di adottare strategie per
sinfettanti) ridurre i costi derivanti dalla cura delle infezioni correlate alle
via aerea (vedi), attraverso microrganismi che pratiche assistenziali. L'adozione di procedure specifiche,
soprawivono nell'aria e vengono trasmessi a di­ controlli sul rispetto delle procedure e l'adozione di misure di
stanza. sicurezza e di comportamenti da parte degli operatori posso­
no contribuire alla riduzione di questo grave problema che,
In Italia, dal 5 all'8% delle persone ricoverate colpito da un'in­ oltre a determinare un aumento dei costi, crea sfiducia nel
fezione correlata alle pratiche assistenziali (dai 450.000 ai cittadino che si rivolge alle strutture sanitarie.
700.000 soggetti all'anno in Italia). Il rischio di essere colpiti
da un'infezione aumenta con l'aumentare delle giornate di 8.7.4 RUOLO DELL'OPERATORE SOCIO SANITARIO
ricovero. Il 90% delle infezioni si presenta in forma endemi­ NELLA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI CORRE­
ca, il 6% fa parte di cluster epidemici e del 4% di epidemie. LATE LE PRATICHE ASSISTENZIALI
Secondo una rilevazione comune a tutti paesi industrializzati,
1'80% delle infezioni associate all'assistenza si localizza in LE INFEZIONI DELLE VIE URINARIE
quattro siti. Parliamo di:
Le infezioni delle vie urinarie sono infezioni che coinvolgono
Infezioni delle vie urinarie il tratto urinario, in conseguenza dell'invasione di questo ap­
Polmoniti parato da parte di microrganismi. L'infezione può coinvolge­
Sepsi re siti specifici, quali il rene, la vescica, la prostata, l'uretra,
Infezioni della ferita chirurgica oppure limitarsi alle urine. In questo ultimo caso parliamo di
batteriuria, cioè la presenza di batteri all'interno delle urine.
Le più frequenti sono le infezioni delle vie urinarie, che rap­ Ricordiamo sempre che quando è coinvolta una delle parti
presentano 35-40% di tutte le infezioni correlate alle pratiche dell'apparato urinario anche tutte le altre sono a rischio. L'in­
assistenziali. Negli ultimi anni si sta comunque assistendo fezione delle vie urinarie si manifesta almeno con uno di que­
ad un calo significativo di questo tipo di infezioni, assieme a sti segni e sintomi: temperatura superiore a 38°, urgenza ad
quello della ferita chirurgica, mentre si registra un aumento urinare, pollachiuria (cioè l'aumento degli atti della minzione),
delle batteriemie e delle polmoniti 13• disuria (cioè la difficoltà ad urinare), tensione sovrapubica e
la presenza di una conta batterica superiore a 10 alla quin­
Il problema della resistenza agli antibiotici ta nell'urinocoltura. Le infezioni delle vie urinare sono quasi
sempre conseguenza diretta del cateterismo urinario. L'ope­
Dalla scoperta della penicillina i microrganismi, come ab­ ratore sociosanitario, pur non avendo competenze in tema
biamo già detto, hanno sviluppato notevoli resistenze agli di posizionamento del catetere vescicale, ha un ruolo impor­
antibiotici. Molti microrganismi, sia Gram negativi che Gram tante poiché è dimostrato che una cattiva gestione del cate-

13 http://www.epicentro.iss.iVproblerni/infezioni_correlate/infezioni.asp
14 http://www.epicentro.iss.iVproblerni/infezioni_correlate/infezioni.asp
199
.... ere·vesc1calé nelleci1verse fasi delrassisfenzi:1aiiépersone ·• vescicaie,1ncasoa:iostriizTonea:e1catetere1;ope�
comporta un aumento del rischio di infezione dovuta all'uso ratore socio sanitario dovrà immediatamente con­
di questo presidio. Ricordiamo che le urine rappresentano tattare ed informare il personale infermieristico,
un terreno favorevole alla crescita dei microrganismi e alcu­ che dovrà prowedere in altro modo alla gestione
ni microrganismi hanno la capacità di aderire alla superficie del problema.
del catetere, con conseguente formazione di incrostazioni
(generalmente uno strato calcificato sul palloncino di anco­ LE INFEZIONI DELLE VIE RESPIRATORIE
raggio del catetere, simile al guscio d'uovo, che ostruisce le
aperture sulla punta del catetere stesso) che, in particolare
nel cateterismo a lungo termine, può provocare problemi alle Le infezioni delle vie respiratorie, come dice il nome stesso,
persone quali ad esempio l'occlusione del catetere, lesioni sono le malattie infettive che colpiscono gli organi dell'appa­
alla mucosa della vescica e dell'uretra. rato respiratorio (naso, trachea, bronchi e polmoni). Quando
L'OSS può agire nelle diverse fasi legate alla gestione si respira, l'aria passa attraverso le cavità del naso e del­
la bocca e scende lungo le vie aeree superiori fino a rag­
dell'assistito portatore di catetere, in particolare:
giungere i polmoni. Lungo questo percorso viene filtrata da
Nell'esecuzione dell'igiene intima alla persona migliaia di minuscoli filamenti che rivestono le mucose, detti
portatore di catetere ciglia: con un movimento paragonabile a quello di un campo
di grano scosso dal vento, le ciglia spostano, indirizzandolo
Nello svuotamento della sacca del catetere a cir­
verso l'uscita, il muco normalmente presente nelle vie aeree,
cuito chiuso
Nella mobilizzazione e nel trasporto dell'assistito necessario per catturare gli agenti dannosi che vengono in­
portatore di catetere trodotti insieme all'aria. Questo sistema di difesa è importan­
tissimo per evitare che l'apparato respiratorio rimanga vittima
di infezioni.
IL RUOLO DELL'OSS NELLA PREVENZIONE DELLE Quando i microrganismi riescono a superare queste barriere
INFEZIONI DELLE VIE URINARIE di difesa, possono insorgere infezioni a carico �i uno degli or­
gani che costituiscono l'apparato respiratorio. E evidente che
Per quanto riguarda le attività di competenza dell'operatore quanto più l'infezione interessa aree profonde, tanto più ri­
sociosanitario, è importante ricordare che: sulterà essere grave: è molto più pericolosa un'infezione del
polmone rispetto ad una infezione bronchiale. Pur tuttavia, in
prima di ogni manovra di assistenza, deve asso­ soggetti deboli e particolarmente defedati, anche una sempli­
lutamente essere svolta la pratica dell'igiene delle ce infezione delle alte vie respiratorie può rappresentare un
mani, al fine di evitare la contaminazione del cate­ rischio. Anche in questo caso, così come nelle infezioni delle
tere, dei punti di inserzione della sacca di raccolta vie urinarie, l'infezione di un tratto mette a rischio tutti gli altri
con il catetere e della sacca di raccolta stessa tratti collegati.
devono essere svolte pratiche di igiene quotidia­ L'ospedalizzazione e l'allettamento sono i maggiori rischi per
na del meato urinario, per prevenire le infezioni, una persona anziana di subire un declino fisico e un peg­
almeno quotidianamente e ogni qualvolta esista gioramento della propria qualità di vita. Gli anziani hanno la
la necessità di doverla svolgere probabilità 3 o 5 volte superiore di morire di polmonite rispet­
deve essere utilizzato correttamente il sistema to a persone più giovani. Studi di ricerca hanno dimostrato
di raccolta a circuito chiuso. Il sistema a circui­ che, dal punto di vista della prevenzione, riveste assoluta im­
to chiuso, riduce fortemente il rischio di infezione portanza la gestione del soggetto assistito dal punto di vista
delle vie urinarie, ma la gestione è fondamentale dell'igiene del cavo orale, così come è importante il lavaggio
per ottenere i risultati sperati. A questo proposito delle mani da parte degli operatori sanitari.
bisogna ricordare che non deve mai essere in­ Un'individuazione precoce dell'infezione attraverso un'atten­
terrotto il circuito, scollegando la sacca dal pun­ ta assistenza, svolta sia dagli infermieri, che hanno la respon­
to di raccordo, ad esempio per svuotarla quando sabilità della valutazione e del controllo, che dagli OSS, che
troppo piena o per sostituirla. Non deve essere partecipano alla fase dell'assistenza e un immediato effettivo
assolutamente creato reflusso fra sacca e vesci­ trattamento sono essenziali per prevenire le complicanze
ca, perché questa situazione comporta un alto e il decesso. I fattori esterni, quali ad esempio gli interven­
rischio di insorgenza di infezioni. Bisogna quindi ti chirurgici, l'uso di sonde, tracheotomie e terapie plurime
mantenere la sacca più bassa o, al massimo, a con corticosteroidi, sono procedure invasive che rendono le
livello della vescica e soprattutto la sacca non persone assistite, in particolare gli anziani, ancora più vulne­
deve mai essere appoggiata sul pavimento o in rabili alla polmonite poiché incrementano la loro esposizione
contenitori sporchi. Per evitare il reflusso, non alla colonizzazione batterica. In particolare, in quelle perso­
deve mai essere interrotto il normale flusso della ne anziane totalmente dipendenti, la nutrizione enterale (NE)
vescica dell'urina dalla vescica, ad esempio inter­ o la sedazione farmacologia possono provocare polmonite
rompendo volontariamente il flusso per eseguire ab ingestis (cioè una infezione polmonare dovuta al passag­
la ginnastica vescicale, pratica assolutamente gio di cibo nelle vie aeree) se non c'è un attento e rigoroso
non corretta e controindicata per la gestione della controllo nella somministrazione da parte del personale15• In
problematica delle infezioni delle vie urinarie. Al questo contesto, il ruolo dell'OSS è di estrema importanza in
fine di non interrompere il flusso delle urine è ne­ particolare nella fase di alimentazione della persona assistita
cessario controllare sistematicamente il corretto non autosufficiente. Inoltre le persone allettate, totalmente
posizionamento del tubo di drenaggio e del cate­ dipendenti, malnutrite, incontinenti o con lesioni da decubito,
tere stesso, che non deve mai risultare angolato o in quanto immunocompromesse, hanno una maggiore con­
schiacciato perché questa operazione interrompe centrazione di colonie batteriche a livello del cavo orofarin­
il flusso normale delle urine all'interno della sacca geo, quindi un aumentato rischio di infezioni polmonari. La
di raccolta colonizzazione batterica è dovuta soprattutto a:
Non devono essere svolte manovre di lavaggio

15 Natali Silvia, Tarantino Alessandro, Zaniboni Elisabetta, Prevenzione delle infezioni nosocomiali in ambito ospedaliero: specifico per il
paziente geriatrico" Centro Studi EBN

200
scarsa o
riduzione della saliva minati. Inoltre, ricordarsi di cambiare i guanti sempre e lavare
utilizzo di antibiotici ad ampio spettro le mani tra l'assistenza fra un assistito e l'altro, dopo aver
nutrizione per vie parenterali o enterali toccato oggetti o secrezioni di una persona, e prima di pas­
debilitazione sare da una qualunque parte del corpo al tratto respiratorio.
malnutrizione In ultimo, per ridurre la possibilità di trasmissione per via ae­
neoplasie. rea, evitare di disperdere o alzare polveri durante le manovre
di assistenza (ad esempio nel rifacimento del letto o nella
IL RUOLO DELL'OSS NELLA PREVENZIONE DELLE pulizia dell'unità del malato), cercando di far indossare agli
INFEZIONI DELLE VIE RESPIRATORIE assistiti infetti una maschera di protezione, al fine di limitare
la diffusione nei microrganismi nell'ambiente, durante la fase
L'OSS, partecipando all'assistenza, può avere un importan­ del trasporto all'esterno della stanza di degenza.
te ruolo nella prevenzione anche di questo tipo di infezioni.
In particolare, nello svolgimento delle pratiche di igiene del
cavo orale e nel momento dell'alimentazione dell'assistito,
in particolare non autosufficiente. È noto, infatti, che un si­
gnificativo numero di casi di infezioni delle vie respiratorie,
deriva da una mancata esecuzione dell'igiene del cavo orale,
pratica fra l'altro spesso omessa nell'ambito dell'assistenza
alle persone.
L'infermiere nella progettazione delle cure dovrà pianificare
una adeguata stimolazione della persona assistita ad ali­
mentarsi e idratarsi, dovrà altresì valutare e monitorare il bi­
lancio idrico e la qualità della diuresi, il turgore della cute, le
mucose, gli effetti della terapia farmacologia (in particolare
rispetto allo stato di coscienza). È importante che l'OSS col­
labori in questa rilevazione, riferendo all'infermiere segni e
sintomi e annotando le rilevazioni di sua competenza nella
documentazione prevista. Al fine di migliorare gli scambi gas­
sosi, la persona deve essere stimolata a tossire per rimuo­
vere le secrezioni: infatti una tosse inefficace, cioè troppo
superficiale, provoca affaticamento, disturbi del sonno, ab­
bassamento della saturazione e può provocare un'aspirazio­
ne delle secrezioni nelle vie respiratorie. Inoltre l'impossibilità
di liberare le vie aeree crea un ristagno delle secrezioni, che
rappresentano un ottimo terreno di coltura per molti micror­
ganismi, in particolare batteri e funghi, che nelle persone con
compromissione delle difese immunitarie può aumentare il
rischio di infezioni.
Un'adeguata idratazione è indispensabile per fluidificare le
secrezioni e per reintrodurre i liquidi persi con la febbre e
l'iperventilazione. Per migliorare la ventilazione e la perfusio­
ne, ridurre la fatica respiratoria, ma soprattutto per evitare di
provocare un'ingestione di cibo nelle vie aeree, è importan­
tissima la postura dell'assistito durante il pasto. In particolare
è importante che le persone in nutrizione entrale abbiano la
testa e il tronco a 90° nel letto, sia durante la fase di som­
ministrazione dell'alimentazione che un'ora dopo; deve es­
sere costantemente monitorato il corretto posizionamento
del sondino per la nutrizione enterale e l'OSS deve riferire al
personale infermieristico qualora rilevi delle anomalie di po­
sizionamento. Inoltre, per prevenire il rischio di polmonite ab
ingestis è importante che non appena le condizioni cliniche
della persona lo permettano vengano rimossi tutti i dispositivi
endotracheali e i tubi enterali. Nell'alimentazione della perso­
na non autosufficiente, in particolare del soggetto affetto da
disfagia, devono essere utilizzate tutte le necessarie precau­
zioni finalizzate all'aspirazione di cibo nelle vie aeree.
Altro importante momento, la trasmissione dei microrganismi
attraverso la corretta sterilizzazione o decontaminazione de­
gli strumenti utilizzati per l'assistenza e il mantenimento del
materiale e l'igiene dell'équipe di cura. Anche in questo caso,
come del resto per la prevenzione di tutte le forme di infezio­
ne, bisogna ricordare l'importanza di una corretta igiene delle
mani, che deve essere svolta nei momenti e nei tempi previ­
sti dalle indicazioni dell'OMS16• Importante anche ricordare il
corretto uso dei guanti, ricordando di indossare i guanti per

16 OMS, 15 momenti del lavaggio delle mani

201
. materiale.fnetaméo evetrena.
È possibile sterilizzare a secco:
La sterilizzazione consiste in qualsiasi processo chimico o
fisico che porti all'eliminazione di ogni forma microbica viven­ oggetti di vetro
te, patogena e non patogena, comprese le spore e i funghi. oggetti di metallo
Un materiale è considerato sterile quando la probabilità di sostanze oleose e polveri
trovarvi un microrganismo è inferiore ad uno su un milione. Non è possibile sterilizzare a secco:
La sterilizzazione è utilizzata in sanitario per rendere sicu­
ro l'impiego di materiale da utilizzare per manovre critiche, materiale termosensibile
cioè tutte quelle manovre invasive che, comportando il su­ tessili
peramento delle normali barriere di difesa del corpo uma­ soluzioni acquose
no (ad esempio cute integra, mucose) determina un rischio materiali smaltati
di trasmissione di agenti patogeni. Fra le manovre invasive
Oggi questo metodo, a causa della scarsa affidabilità dei
ricordiamo, ad esempio, un intervento chirurgico, il posizio­ controlli, non è più utilizzato per la sterilizzazione di strumen­
namento di un catetere vescicale, l'utilizzo di uno strumen­
tario chirurgico, garze e teleria.
to invasivo come un endoscopio. In campo farmaceutico la
sterilizzazione è utilizzata nella preparazione di soluzioni e
prodotti iniettabili, colliri e nella preparazione di materiali di Vantaggi:
medicazione. facilità di installazione
Indipendentemente dal metodo utilizzato è necessari tener economicità
presente che qualsiasi metodo impiegato non dà certezza
di ottenere la sterilità, ma si hanno solo delle probabilità più Svantaggi
o meno elevate che questa sia raggiunta. Inoltre, i processi
eccessiva durata del ciclo di sterilizzazione
di sterilizzazione possono avere effetti dannosi sui prodotti
trattati, così bisogna raggiungere un compromesso per avere deterioramento del materiale dovuto all'azione di
dilatazione conseguente al calore
l'effetto maggiore con il minimo danno.

MATERIALI CHE DEVONO ESSERE SOTTOPOSTI VAPORE SATURO SOTTO PRESSIONE CON
A STERILIZZAZIONE AUTOCLAVE

Devono essere sottoposti a sterilizzazione: La sterilizzazione a vapore si ottiene mediante l'intervento


combinato di 4 fattori:
gli oggetti e presidi che introdotti all'interno dell'or­
ganismo entrano in contatto con soluzioni di con­ PRESSIONE: è necessaria per aumentare il pun­
tinuo e mucose to di ebollizione dell'acqua, poichè la temperatura
gli oggetti che entrano in contatto con cavità sterili di sterilizzazione aumenta in proporzione all'au­
del corpo mentare della pressione.
alcuni oggetti e presidi che entrano in contatto TEMPERATURA: deve raggiungere valori suffi­
con cavità non sterili durante attività diagnostica cienti a garantire la distruzione dei microrganismi.
o terapeutica in grado di aumentare il rischio di TEMPO: la temperatura risulta efficace solo se
contaminazione e di infezione mantenuta costante per specifici tempi. Maggiore
i materiali di supporto all'effettuazione di procedu­ è la temperatura raggiunta durante il ciclo di steri­
re asettiche. lizzazione, minore è il tempo che si impiega.
UMIDITÀ: per ottenere un efficace processo
di sterilizzazione il vapore deve essere saturo
8.8.1 PRINCIPALI TECNICHE DI STERILIZZAZIONE (100% di umidità relativa ).
IN A MBIENTE OSPEDALIERO Esistono tabelle apposite in cui sono descritti i
rapporti da mantenere tra pressione, temperatura
La sterilizzazione può essere realizzata con diverse tecni­ e tempo per ottenere il risultato finale di steriliz­
che e metodologie. I principali metodi di sterilizzazione oggi zazione. Quindi durante la fase di sterilizzazione
utilizzati in ospedale sono riconducibili a metodi fisici, chi­ la temperatura e la pressione devono mantenersi
mici o misti, cioè metodi che uniscono l'azione di un agente stabili e standardizzati. Nelle autoclavi automatiz­
fisico, ad esempio la temperatura, con un agente chimico, zate i livelli stabiliti si individuano scegliendo i cicli
generalmente un disinfettante. già programmati. I cicli devono essere individuati
Fra i metodi fisici più usati in ambiente sanitario, si ricordano a seconda del materiale da sterilizza re.
il calore secco e il vapore saturo sotto pressione (autoclave).
A livello industriale, invece, si utilizza molto la sterilizzazio­
È possibile sterilizzare a vapore:
ne con raggi gamma, che si ottiene con l'irraggiamento del
materiale.
ferri chirurgici, vetrerie strumenti metallici
materiale tessile di medicazione
CALORE SECCO
telerie e materiale tessile per campo sterile
materiale in gomma non termolabile
L'aria riscaldata entra in contatto con gli oggetti da sterilizza­
re aumentando la temperatura e determinando la distruzione
Non è possibile sterilizzare a vapore:
dei microrganismi.
Si effettua operando a circa 180/200 ° C su oggetti caratte­
attrezzatura per endoscopia escluso le camicie
rizzati da resistenza termica, quindi essenzialmente adatto a

202
degli endoscopi in acCiàki"--·�-·,----- . .--';,7.-· ·c<ilTlPOStO"-àauria-nWSCeta=df1tCidO··�
- =staOCit=�
sostanze non idrosolubili (sostanze oleose e poi- Idrogeno in soluzione acquosa.
veri) Per la sterilizzazione con acido peracetico, utilizzata in un
materiale termolabile sistema chiuso (apposite sterilizzatrici dedicate a tale sco-
Vantaggi: po), si unisce l'azione del prodotto chimico a quella della
temperatura, più bassa a quella raggiunta con le autoclavi
rapidità ed efficacia del processo a vapore (50/56 ° C). Può essere tossica per gli operatori,
facilità ed efficacia dei controlli e per questa ragione viene utilizzata con sistemi a circuito
non tossicità chiuso per prevenire i rischi di contaminazione dell'ambiente
economicità di lavoro e delle persone. La bassa temperatura raggiunta
con questa metodica di sterilizzazione e la rapidità del ciclo
di trattamento, la rende idonea per la sterilizzazione di ma­
Svantaggi teriale termosensibile quali gli endoscopi a fibre ottiche (ad
esempio cistoscopi, gastroscopi, ecc.).
degradazione del materiale plastico
alterazione, col tempo, del materiale metallico
Vantaggi:
impossibilità di sterilizzare grassi e polveri
possibilità di trattare dispositivi termosensibili
rapidità del ciclo di sterilizzazione
Anche se la sterilizzazione a vapore saturo risulta il metodo sicurezza per gli operatori e per l'ambiente in
più sicuro, efficace, controllabile e meno costosa è limitata a quanto il processo si svolge in un sistema chiuso.
materiale che non subisce alterazioni dovute all'alta tempe­
ratura del processo; inoltre gli impianti non possono essere Svantaggi:
di grandi dimensioni ed è quindi poco utilizzata per la steriliz­
zazione a livello industriale. Impossibilità di confezionamento dei dispositivi
Fallimento del ciclo in caso di mal posizionamen­
STERILIZZAZIONE PER IRRAGGIAMENTO to dei materiali, soprattutto quelli cavi, all'interno
CON SORGENTI A RAGGI GAMMA della camera di sterilizzazione (deve essere evi­
tata la possibilità di formazione di bolle d'aria, che
Il sistema di sterilizzazione mediante sorgenti isotopiche potrebbero impedire il contatto del presidio con
consiste nell'irradiazione del materiale anche confezionato l'agente sterilizzante).
in scatole.
La sterilizzazione è utilizzata per la strumentazione di mate­ STERILIZZAZIONE CON OSSIDO DI ETILENE
riale termosensibile ed è utilizzata in particolare a livello indu­ (ETO)
striale per la sterilizzazione di grandi quantitativi di materiale.

STERILIZZAZIONE CON MEZZI CHIMICI La sterilizzazione tramite ETO è oggi poco utilizzata sia nelle
strutture sanitarie che a livello industriale; infatti, nel 1990
1'80% dei presidi sanitari, soprattutto prodotti dall'industria
La crescita dei microrganismi può essere controllata, oltre era sterilizzato con ETO, oggi la percentuale si è ridotta no­
che con il calore, anche mediante l'uso di agenti chimici. Un tevolmente a favore del processo tramite irraggiamento.
agente antimicrobico è un composto chimico che uccide i
microrganismi o ne inibisce la crescita e può essere sia un
composto naturale che un prodotto di sintesi. I motivi del declino del sistema di sterilizzazione con fumi
Spesso, per definire sostanze dotate di questo tipo di attività, ETO sono principalmente:
si utilizzano parole che insieme al nome del microrganismo l'ETO è un gas tossico, quindi gli impianti di sterilizzazione
hanno un suffisso che ne definisce l'azione: il suffisso "cida" devono essere collegati a sistemi per smaltirlo;
o "statico" indicano rispettivamente se il composto determini l'ETO è infiammabile ed esplosivo e dannoso a livello am­
la morte o semplicemente inibisca la crescita del microrga­ bientale;
nismo. il gas viene a contatto con gli oggetti quindi dopo alla steriliz­
Quindi un fungicida sarà un composto che provoca la morte zazione devono essere sottoposti a lunghi periodi di decon­
di funghi, ma non necessariamente di batteri o alghe, mentre taminazione
un batteriostatico sarà un composto che inibisce la crescita di
batteri, ma non necessariamente di altri tipi di microrganismi. STERILIZZAZIONE AD OZONO
La distinzione tra la capacità di un composto di determinare
la morte o l'inibizione della crescita di microrganismi è spes­
so arbitraria, in quanto lo stesso composto può essere letale Adatto per sterilizzare materiale chirurgico e per medicazioni,
ad alte concentrazioni, mentre a basse concentrazioni, può è tuttavia poco usato essendo fortemente ossidante, com­
avere un effetto inibente. porta l'alterazione di molti materiali con cui viene a contatto.
Per essere efficace un agente inibente la crescita deve esse­
re sempre presente, poiché se viene rimosso o neutralizzato, STERILIZZAZIONE GAS PLASMA
il microrganismo potrebbe ricomincia re a crescere.
La sterilizzazione a gas plasma di perossido di idrogeno: la
comune acqua ossigenata ad alta concentrazione è una me­
STERILIZZAZIONE MEDIANTE SOLUZIONI DI todica nuova, che si è sviluppata negl'ultimi anni.
ACIDO PERACETICO La bassa temperatura d'esercizio (55°) riesce a sterilizzare
articoli come cateteri speciali, apparecchiature come teleca­
L'Acido Peracetico è un prodotto organico incolore, dall'odo­ mere, cavi ottici, protesi cardiache, ossa umane.
re pungente e con un pH basso

203
. al lavaggio e generalmente matenalelaglienfe,ìa oci:oìifa-.
minazione riduce sullo strumento la carica microbica e quindi
Le fasi che saranno descritte di seguito sono le stesse a pre­ riduce il rischio per l'operatore di contrarre malattie trasmissi­
scindere dal metodo di sterilizzazione utilizzato, esclusa la bili col sangue in caso di un'eventuale ferita. Consiste, come
fase del confezionamento, che per ovvie ragioni non viene da indicazioni del ministero della sanità17,18 nell'immersione
svolta nella sterilizzazione con prodotti chimici. Si intende dello strumentario chirurgico in un disinfettante di provata ef­
comunque fare riferimento in particolare alla sterilizzazione a ficacia nei confronti del virus HIV. Per realizzare questa fase
vapore, in quanto questo metodo è oggi il più usato in ambito è importante che gli strumenti siano stati aperti e per quanto
ospedaliero e numerosi sono gli OSS che operano nelle cen­ possibile prima di essere immersi bisogna assicurarsi che le
trali di sterilizzazione. A questo proposito, si ricorda che la eventuali parti cave di questi strumenti siano libere e pervie.
responsabilità finale del processo di sterilizzazione è dell'In­ La decontaminazione può essere eseguita solamente se nel­
fermiere, che certifica e verifica la correttezza delle diverse la struttura sia disponibile una lavastrumenti meccanica o ad
fasi del processo, alle quali l'OSS partecipa attivamente e ultrasuoni, quindi attrezzature che limitano le manipolazioni
che si descriveranno di seguito. dirette da parte dell'operatore ed evitino la necessità di lava­
re manualmente gli oggetti. Lo strumentario, una volta im­
LE FASI DEL PROCESSO DI S TERILIZZAZIONE merso nella sostanza decontaminante, deve essere lascia­
to immerso completamente per almeno 15-20 minuti. Dopo
La sterilizzazione è un processo articolato, che si compone questa fase, il materiale deve essere rimosso dalla soluzione
di diverse fasi correlate fra loro, nelle quali l'OSS interviene decontaminante e deve essere sciacquato prima dell'avvio
nello svolgimento delle attività alla fase successiva, quella del lavaggio.
La prima fase è relativa alla preparazione del materiale. Que­
sta fase si divide in diversi momenti: Il lavaggio del materiale

Raccolta del materiale usato La detersione, cioè il lavaggio dei dispositivi medici, è indi­
Decontaminazione spensabile prima di sterilizzare gli oggetti. Lo scopo del la­
Lavaggio vaggio è quello di ridurre di oltre il 90% la carica microbica
Asciugatura presente sullo strumento e di rimuovere il materiale organico,
Controllo la cui presenza inficia l'azione dell'agente sterilizzante vanifi­
Manutenzione cando quindi l'intero processo. Se lo strumentario non è per­
Invio fettamente pulito, non viene mai garantito il raggiungimento
Controllo e selezione della sterilità. Per il lavaggio possono essere utilizzati agenti
enzimatici, cioè prodotti che hanno una funzione di dissolvi­
La fase successiva è quella del confezionamento, nella mento del materiale proteico (sangue, lembi di cute) adeso
quale dovrà essere scelto il materiale più idoneo a garantire alla superficie dello strumento chirurgico. I prodotti detergenti
la corretta sterilizzazione e la conservazione nel tempo otti­ utilizzati e i prodotti proteolitici enzimatici non devono essere
male, dopo il processo di sterilizzazione. corrosivi e devono essere impiegati alle concentrazioni e con
Quindi si procede alla sterilizzazione, che sarà realizzata le modalità indicate dal produttore.
con l'autoclave a vapore, oppure con le sterilizzatrici a gas
plasma o acido peracetico per il materiale termosensibile. Lavaggio manuale
Dopo la sterilizzazione, il materiale viene immagazzinato e
mantenuto nelle condizioni ottimali, per il tempo stabilito a Il lavaggio manuale si utilizza quando non c'è la possibilità di
seconda del tipo di confezionamento, in attesa del succes­ utilizzare la lavastrumenti o nel caso in cui le caratteristiche
sivo utilizzo. dello strumento non consentono di poterlo trattare meccani­
Vediamo ora nel dettaglio le modalità di svolgimento dei di­ camente. Durante la fase di lavaggio, così come nella fase
versi momenti. precedente di decontaminazione, l'operatore addetto dovrà
assolutamente utilizzare tutti i dispositivi di protezione indivi­
PREPARAZIONE DEL MATERIALE duale (D.P.I) di cui è stato dotato.
Lo strumentario deve essere quindi lavato con attenzione,
La raccolta del materiale prestando particolare cura alle zone critiche del dispositivo
quali ad esempio incastri, zigrinature e cavità. Non devono
Nella raccolta del materiale da avviare alla sterilizzazione essere utilizzate spazzole e/o prodotti abrasivi i quali pos­
bisogna assicurarsi del corretto smaltimento di materiale ta­ sono provocare danni ai dispositivi. Al termine del lavaggio
gliente, quale ad esempio aghi, lame da bisturi, che dovran­ il materiale dovrà essere accuratamente risciacquato con
no essere eliminate negli appositi contenitori. Se il materiale acqua corrente, prestando particolare attenzione alla even­
da sterilizzare è provvisto di batterie, queste ultime devono tuale presenza di materiale organico che non è stato rimosso
essere eliminate prima della fase di lavaggio. Sempre nella durante questa fase.
fase di raccolta, bisogna prestare molta attenzione alla sicu­
rezza sia gli operatori che dell'ambiente, utilizzando i neces­ Lavaggio con lavastrumenti
sari dispositivi di protezione ed i percorsi dedicati.
Utilizzando invece uno strumento meccanico (lavastrumen­
La decontaminazione ti), per procedere al lavaggio bisogna seguire alcune rego­
le importanti affinché il processo vada a buon fine. Come
La decontaminazione è una manovra che precede la fase nell'uso di una lavastoviglie domestica non d evono essere
di lavaggio, che deve essere fatta in funzione di garantire posizionati troppi strumenti all'interno della macchina, poiché
una sicurezza maggiore all'operatore durante questa fase. l'acqua non riuscirebbe a raggiungerli. Allo stesso modo, i
Infatti, considerando che il materiale chirurgico da sottoporre cestelli contenenti gli strumenti devono essere posti separati
in modo tale che l'azione dell'acqua possa avere più efficacia

17 DM 28/9/1990, Ministero della Sanità. Norme di protezione dal contagio professionale da HIV in strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche
e private - G.U. 265 del 8/10/1990
18 Per la scelta del disinfettante, fare riferimento al prontuario aziendale. A titolo esemplificativo, possono essere usati prodotti a base di
polifenolo, oppure cloro derivati.
204
�� �---- ,- "ctUf8ili0�ia:f�i'Se·-dl 'ì'�Vag·g�BI-SOgnàmo1tre· preSta·re. ariè��- spessoprowedendoanctie aflavagg16 eaf ncond1z1oriamen- .....
ne a non bloccare i bracci roteanti, poiché questa manovra to degli strumenti. In altre realtà invece lo strumentario viene
impedirebbe la normale circolazione dell'acqua nella lava­ awiato alla sterilizzazione già pulito e confezionato. Quindi
strumenti. Anche utilizzando la lavastrumenti, alla fine del in quella fase il personale che opera all'interno della centrale
lavaggio deve essere verificata l'awenuta pulizia dello stru­ di sterilizzazione, prowede semplicemente alla ricezione del
mentario processato. materiale, all'eventuale confezionamento e all'awio del ciclo
idoneo per il materiale che è stato inviato, nonché al succes­
Lavaggio con ultrasuoni sivo controllo.

Le moderne tecniche di lavaggio prevedono l'utilizzo di la­ Controllo e selezione (precedente il confezionamento e
vastrumenti ad ultrasuoni, molto efficaci per garantire una la sterilizzazione)
corretta pulizia delle superfici difficilmente raggiungibili attra­
verso il lavaggio manuale o con lavastrumenti ad acqua. L'operatore addetto al controllo verifica che tutto il materiale
Questa metodologia è particolarmente efficace e molto utiliz­ sia:
zata per la rimozione del materiale biologico dallo strumen­ Compatibile con il sistema di sterilizzazione in uso
tario chirurgico e dai dispositivi di piccole dimensioni, in par­ Completamente pulito, prestando particolare
ticolare quelli molto delicati, ad esempio quelli utilizzati negli attenzione a residui di sangue e altro materiale
interventi di microchirurgia o di oculistica, oppure strumenta­ organico in particolare all'interno di spazi ristretti
rio con fessure ed interstizi che ne rendono difficile la pulizia. quali le zigrinature e le dentellature dello strumen­
to
L'asciugatura Asciutto e privo di macchie o altri segni di corro­
sione; gli strumenti corrosi devono essere separa­
Dopo il risciacquo il materiale deve essere accuratamente ti dagli altri poiché potrebbero intaccarli
asciugato utilizzando panni morbidi, possibilmente teli di co­ Idoneo per l'utilizzo, e il materiale non idoneo
tone che non rilascino materiale durante la fase dell'asciuga­ deve essere separato eventualmente sostituito.
tura. Il materiale che viene utilizzato per la fase del lavaggio,
quale ad esempio le spazzole, deve essere assolutamente
lavato al termine dell'operazione e deve essere sostituito
CONFEZIONAMENTO
qualora fosse danneggiato.

Il controllo Una volta terminata la fase di preparazione del materiale, lo


stesso viene awiato al confezionamento. Lo scopo del con­
Dopo il lavaggio e l'asciugatura tutto il materiale che deve fezionamento è garantire che i materiali, una volta sterilizzati,
essere sterilizzato deve essere assolutamente controllato trasportati e posizionati nei siti di stoccaggio, mantengano le
per verificare che sia pulito integro, cioè che non presenti caratteristiche di sterilità sino al momento della data di sca­
fenomeni di corrosione, ruggine o altri danni evidenti e che denza o al momento dell'uso. Il confezionamento deve quin­
funzioni perfettamente. di, da un lato, consentire la penetrazione dell'agente steriliz­
zante sulla superficie materiale da sterilizzare e permettere la
La manutenzione conservazione della sterilità dei tempi successivi al processo
di sterilizzazione. Inoltre, riduce il rischio di contaminazione
La manutenzione deve essere fatta per mantenere in buono del contenuto al momento dell'utilizzo. Il confezionamento
stato di conservazione tutto il materiale. Per fare una cor­ deve essere funzionale al tipo di utilizzo che si vuol fare dello
retta manutenzione lo strumentario chirurgico deve essere strumentario chirurgico o del dispositivo che è stato inviato
lubrificato con materiali specifici indicati per la sterilizzazione alla sterilizzazione. Ad esempio, lo strumentario chirurgico
a vapore e che siano resistenti alle alte temperature. Dopo potrà essere confezionato in buste singole, oppure abbina­
ogni lavaggio lo strumentario deve essere lubrificato. La to ad altri strumenti a seconda delle necessità e d ell'utilizzo
fase di manutenzione comprende anche la sostituzione delle finale. Lo strumentario può essere anche assemblato in kit,
parti eventualmente deteriorate, quali guarnizioni, raccordi funzionali all'esecuzione di procedure particolari o di piccoli
in gomma. Per lubrificare lo strumentario chirurgico non de­ interventi chirurgici. La confezione deve riportare tutti i dati
vono essere utilizzati prodotti a base di olio di silicone, che di tracciabilità del processo, cioè l'identificativo dell'operato­
impediscono la corretta penetrazione del vapore fino alla su­ re che ha confezionato e sterilizzato il materiale, il numero
perficie dello strumento. Lo strumentario che presenta tracce dell'autoclave, il numero del lotto, l'eventuale contenuto della
di deterioramento deve essere rimosso e non awiato alla confezione, infine la data di sterilizzazione e di scadenza.
sterilizzazione. Sempre nella fase di confezionamento vengono posti sulle
confezioni predisposte per la sterilizzazione degli indicatori di
Invio del materiale alla centrale di confezionamento e awenuta efficacia del processo. Tali indicatori sono rappre­
sterilizzazione sentati, generalmente, da cerotti sui quali sono applicate so­
stanze chimiche in grado di cambiare colore in conseguenza
Molte strutture utilizzano centrali di confezionamento e ste­ dell'aumento della temperatura, della pressione e dell'umi­
rilizzazione esterne al luogo di utilizzo. In molte aziende sa­ dità. Servono a indicare agli operatori in modo evidente e
nitarie il servizio di gestione dello strumentario è stato com­ chiaro l'efficacia del processo di sterilizzazione.
pletamente affidato a ditte esterne, che prowedono a tutte
le fasi, dal lavaggio, alla sterilizzazione compresa anche la TIPOLOGIE DI CONFEZIONAMENTO
manutenzione e l'acquisto di nuovo strumentario in base alle
richieste del committente. Per procedere al confezionamento del materiale, possono
Le centrali di sterilizzazione interne, invece, gestiscono com­ essere utilizzate diverse metodologie, di seguito elencate,
pletamente tutte le fasi del processo di sterilizzazione, molto anche in funzione del tipo di processo di sterilizzazione adot­
tato.

205
ODAt:IT:À"'DFCONFEZIONAMENTCiPEFf't'Jt"STERltlZ: ... .. MAm:JTENZfONl:11Ef:t'A11TOCl.'.JWE"� �
ZAZIONE A VAPORE A VAPORE

Carta crespata (Carta Kraft) L'autoclave, come tutto lo strumentario che si usa nelle strut­
ture sanitarie, deve essere pulito e sottoposto a regolare ma­
Fogli di carta di cellulosa, che hanno la particolarità di non nutenzione e controlli.
rilasciare fibre e materiali tossici durante l'impiego. La camera interna dell'autoclave, prima dell'accensione gior­
naliera, quando è ancora fredda, deve essere pulita in modo
TNT medicai grade tale da eliminare le tracce di sporco e residui di materiale che
potrebbero interferire negativamente sul risultato del proces­
Il TNT medicai grade è costituito da impasto di materiale di so di sterilizzazione.
cellulosa composto da strati sovrapposti ed intrecciati e pre­ Giornalmente, prima dell'awio dell'autoclave, devono essere
senta caratteristiche di impermeabilità riuscendo a essere fatte alcune operazioni di controllo e di check, in modo tale
molto efficace come mezzo di barriera per i microrganismi. da essere certi del corretto funzionamento della macchina.
Queste operazioni consistono in:
Buste in accoppiato carta/laminato in plastica
Preriscaldamento, che consiste nell'effettuazione
Generalmente conservato in rotoli, che vengono tagliati di di un ciclo di sterilizzazione a vuoto alla tempera­
misura corretta dall'operatore durante la fase di confeziona­ tura di 134° C
mento e poi termosaldati lungo la parte terminale della bu­ Vacuum test o test del vuoto, che serve per ve­
sta. Consente all'operatore di vedere direttamente il mate­ rificare la capacità di tenuta della camera di ste­
riale contenuto nella busta. Deve essere prestata attenzione, rilizzazione monitorandone la pressione interna.
nella fase di confezionamento, al verso di introduzione dello Deve essere eseguito ogni volta che l'autoclave
strumento, fatto in modo che faciliti poi l'utilizzo. rimane spenta per più di tre ore
Test di Bowie Dick che viene effettuato all'accen­
Containers sione quotidiana che serve per verificare, con l'u­
tilizzo di pacchi preconfezionati, l'ottimale circola­
Sono contenitori metallici, generalmente di alluminio o di zione e penetrazione del vapore all'interno della
acciaio, che possono essere utilizzati più volte per la steri­ camera di sterilizzazione.
lizzazione del materiale. Consentono l'ingresso dell'agente
Periodicamente inoltre vengono eseguiti test di funziona­
sterilizzante attraverso i filtri posti sul coperchio, mentre nel­
mento dell'autoclave anche con l'utilizzo di prove biologiche,
la fase di conservazione preservano il materiale sterile dal­
rappresentate da provette contenente spore e batteri, po­
la contaminazione dell'ambiente, impedendo l'ingresso alla
sizionate in punti differenti dell'autoclave, sottoposte ad un
polvere e ai microrganismi. I filtri devono essere sostituiti ad
normale ciclo di sterilizzazione e quindi inviate ai laboratori
intervalli stabiliti, per cui è importante segnare sul filtro stesso
di analisi per verificare la distruzione totale dei microrganismi
il numero di cicli di sterilizzazione che ha subito.
contenuti all'interno delle fiale.
STERILIZZAZIONE
CONSERVAZIONE E RIUTILIZZO DEL MATERIALE UTI­
LIZZATO
È importante scegliere il giusto metodo di sterilizzazione, in
funzione del tipo di materiale che si sta sterilizzando. Poiché Stoccaggio del materiale
il materiale che si awia alla sterilizzazione è generalmente
molto costoso, l'operatore addetto a questa operazione
Una volta sottoposto a sterilizzazione, il materiale sterilizzato
deve essere particolarmente attento a non impostare cicli o
dev'essere rimosso dalla camera di sterilizzazione e stoccato
utilizzare metodi di sterilizzazione che possano danneggiare
negli armadi appositi sino al momento dell'utilizzo. In questa
lo strumentario. Quindi non dovranno assolutamente essere
fase (scarico dell'autoclave), l'operatore deve prestare at­
introdotti in autoclave - che raggiunge temperature molto su­
tenzione a non ustionarsi, indossando i previsti DPI quando
periori ai 100 ° - strumenti quali gli endoscopi a fibre ottiche
necessari (guanti di protezione termica).
utilizzate per gli esami diagnostici come la gastroscopia, la
I locali e gli armadi utilizzati per lo stoccaggio del materiale
colonscopia e altri esami simili. Particolare attenzione dovrà
sterilizzato devono presentare caratteristiche che consenta­
essere prestata anche alla sterilizzazione di oggetti in gom­
no la conservazione in sicurezza nel tempo del materiale.
ma, più sensibili alle alte temperature; quindi anche nell'im­
Non devono essere locali umidi, devono essere puliti ed
postazione del ciclo di sterilizzazione dell'autoclave dovrà
asciutti, i pavimenti e le pareti devono essere facilmente la­
essere impostata la giusta temperatura in funzione delle
vabili. Inoltre non devono essere locali di passaggio e non
caratteristiche del materiale. L'autoclave a vapore, infatti,
devono essere frequentati da troppe persone, le scaffalature
può essere utilizzata con cicli di utilizzo diversi in funzione
devono essere sollevate da terra, staccate dal soffitto e dalle
del materiale che viene introdotto per la sterilizzazione. Per
pareti.
il materiale in gomma è prevista, ad esempio, una modalità
Una volta stoccato, il materiale non deve essere manipolato
di sterilizzazione a temperatura più bassa (121 °) rispetto a
e tutte le volte che viene toccato dagli operatori, questi devo­
quella utilizzata per la sterilizzazione dello strumentario chi­
no avere le mani lavate e pulite per evitare la contaminazione
rurgico (134°) in metallo.
delle pareti esterne.
I materiali termosensibili quali gli endoscopi a fibre ottiche
devono essere sterilizzati con altre metodologie, fra le quali
Tempi di conservazione e di stoccaggio del mate­
si ricordano la sterilizzazione a gas plasma o a perossido di
riale sterilizzato
idrogeno o ad acido peracetico.
I tempi di conservazione del materiale sterilizzato variano in
funzione di molti fattori, fra cui le caratteristiche del locale
di stoccaggio, il numero di manipolazioni o spostamenti del
materiale stesso, la tipologia di materiale e di tecnica di con-

206
tiva ed il materiale deve necessariamente essere sottoposto Promuovere una gestione dei rifiuti finalizzata a
ad un nuovo ciclo di sterilizzazione qualora intervengano diminuire la pericolosità, a favorirne il riutilizzo, il
fattori esterni che possano alterare la stabilità del materiale riciclaggio e il recupero e ottimizzarne la raccolta,
sterile. il trasporto e lo smaltimento

Metodo di Stoccaggio Stoccaggio Stoccaggio Quanto dettato dalla norma risulta attuabile attraverso:
confeziona- critico non critico ideale
mento L'organizzazione di corsi di formazione del perso­
(sistema di nale
barriera) La raccolta differenziata dei prodotti sanitari assi­
milabili agli urbani
Container 30 giorni 60 giorni 90 giorni
L'ottimizzazione dell'approwigionamento e dell'u­
Busta 15 giorni 30 giorni 90 giorni tilizzo di reagenti e farmaci
accoppiato L'ottimizzazione dell'approwigionamento delle
carta derrate alimentari
polipropilene L'utilizzo preferenziale di plastiche non clorurate
BUSTA L'utilizzo di tecnologie di trattamento di rifiuti sa­
SINGOLA nitari tendenti a favorire il recupero di materia e
di energia.
Busta 15 giorni 30 giorni 90 giorni
accoppiato
carta I rifiuti sanitari sono i rifiuti che derivano dalle strutture pub­
polipropilene bliche e private che svolgono attività medica, veterinaria, di
BUSTA DOP- prevenzione, di diagnosi, di cura, di riabilitazione e di ricerca
PIA ed erogano le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale.
Carta Medicai 7 giorni 30 giorni 60 giorni 8.9.1 TIPOLOGIE DI RIFIUTI SANITARI E LORO
Grade in dop-
CLASSIFICAZIONE
pio strato
TNT in doppio 60 giorni 90 giorni 180 giorni Rifiuti sanitari non pericolosi
strato
Tyvek 60 giorni 180 giorni 2 anni I rifiuti sanitari non pericolosi sono tutti quei rifiuti che, pur
provenendo da strutture sanitarie, non rappresentano un pe­
ricolo per l'uomo o per l'ambiente e pertanto possono essere
Tabella 8.6 - Tipologia di confezionamento e tempi di conservazione del smaltiti normalmente, cioè assimilati alla normale raccolta
materiale sterile dei rifiuti di provenienza domestica. I rifiuti non pericolosi as­
similabili agli urbani sono rappresentati da:
8.9 LA CLASSIFICAZIONE E LO SMALTIM ENTO Rifiuti derivanti dalla preparazione dei pasti prove­
DEI RIFIUTI: I PRINCIPI GENERALI nienti dalle cucine
Rifiuti derivanti dalla ristorazione e residui dei
Il tema rifiuti è stato ed è oggetto di attenzione sia per quanto pasti, esclusi quelli che provengono da pazienti
attiene la produzione di norme nazionali e regionali, sia per le affetti da malattie infettive per i quali sia rawisa­
ricadute sulla salute e sull'ambiente che possono conseguire ta clinicamente dal medico curante una patologia
da una cattiva gestione dei rifiuti stessi. trasmissibile attraverso tali residui
Il rischio per la salute si manifesta quando risultano assenti Vetro, carta, cartone, plastica, metalli, imballaggi
o inadeguati i processi di raccolta, trasporto, stoccaggio, trat­ in genere, materiali ingombranti da conferire negli
tamento o smaltimento finale nonché quando lo smaltimento ordinari circuiti di raccolta differenziata
awiene senza il rispetto di norme sanitarie rigorose; vi è un Spazzatura
richiamo alla responsabilità che investe a tutti i livelli i sogget­ Rifiuti a solo rischio infettivo assoggettati a proce­
ti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell'utilizzo.e dimenti di sterilizzazione
nel consumo dei prodotti da cui originano i rifiuti. I rifiuti provenienti da attività di giardinaggio effet­
Il DPR 254/0319, regolamento recante disciplina della ge­ tuata nell'ambito delle strutture sanitarie
stione dei rifiuti sanitari a norma dell'art. 24 della legge 31 I gessi ortopedici e le bende, gli assorbenti igie­
luglio 2002, n. 179 (peraltro ribadito dal più recente Decreto nici anche contaminati da sangue esclusi quelli
legislativo 3 aprile 2006, n. 152 - Norme in materia ambien­ dei degenti infettivi, i pannolini pediatrici e i
tale), disciplina la gestione dei rifiuti sanitari e degli altri rifiuti pannoloni, i contenitori e le sacche utilizzate
allo scopo di garantire elevati livelli di tutela dell'ambiente per le urine.
e della salute pubblica e controlli efficaci. Le finalità di que­
sto decreto, che disciplina la gestione dei rifiuti prodotti dalle Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo
strutture sanitarie pubbliche e private, sono quelle di:
Sono rifiuti che possono rappresentare un pericolo per l'uo­
Garantire elevati livelli di tutela dell'ambiente e di
mo e/o per l'ambiente, non derivante dalla infettività ma da
salute pubblica
altri fattori. Ad esempio, questi rifiuti sono rappresentati da:
Favorire la prevenzione e la riduzione della pro-

19 DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 15 luglio 2003, n. 254 R egolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari
a norma dell'articolo 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179. (GU Serie Generale n.211 del 11-09-2003}

207
deve essere mai compresso, devono essere allontanati dal ..
Materiali isolanti contenenti amianto reparto entro le 48 ore dal confezionamento. Dopo la chiusu­
Lampade fluorescenti ra vanno indicati sul contenitore il reparto di provenienza e la
Batterie, pile data di confezionamento e allontanati dal sito da stoccaggio
prowisorio entro 30 giorni. Poiché esistono diverse misure di
Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo questi presidi, sarà importante che l'OSS utilizzi il contenitore
della capienza più idonea all'uso che se ne fa, in funzione
Sono tutti i rifiuti che possono comportare il rischio per l'uo­ di un criterio molto semplice: poiché contiene materiale po­
mo di contrarre patologie infettive, o per l'ambiente di essere tenzialmente infetto, a volte maleodorante, non deve restare
contaminato da agenti infettanti; ad esempio, sono rappre­ aperto troppi giorni, per cui la misura del contenitore dovrà
sentati da tutti i rifiuti che provengono da ambienti di isola­ essere rapportata alla possibilità di riempirlo in breve tempo.
mento infettivo nei quali sussiste un rischio di trasmissione Quindi, se in una sala operatoria può essere giustificato l'uti­
biologica; in questo gruppo sono compresi i rifiuti che: lizzo di contenitori più grossi, in un piccolo reparto di degen­
za o in una struttura dove la produzione di questi rifiuti risulta
provengono da ambienti di isolamento infettivo e limitata, sarà opportuno utilizzare contenitori più piccoli.
sono venuti a contatto con qualsiasi liquido biolo·
gico secreto o escreto dei pazienti isolati
risultano sporchi di feci o urine nel caso in cui sia
rawisata clinicamente dal medico che ha in cura
la persona una patologia trasmissibile attraverso
tali escreti
risultano sporchi di sangue e altri liquidi biologici,
quali liquido seminale, secrezioni vaginali, liquido
cerebro-spinale, liquido sinoviale, liquido pleurico,
liquido peritoneale, liquido pericardico o liquido
amniotico

Rifiuti sanitari che richiedono particolari sistemi di ge­


stione Figura 8.1 O Contenitori in cartone per rifiuti pericolosi a rischio infettivo

Sono rifiuti particolari, per cui devono essere adottate pre­


cauzioni e modalità appropriate per lo smaltimento. Sono ad I rifiuti taglienti devono smaltiti in appositi contenitori rigidi
esempio rappresentati da: che devono riportare la scritta "rifiuti sanitari pericolosi a ri­
schio infettivo taglienti e pungenti".
Farmaci scaduti o inutilizzabili, compresi i farmaci
ed i materiali per uso umano e veterinario
Organi e parti anatomiche non riconoscibili
Animali da esperimento
Sostanze stupefacenti e altre sostanze psicotrope
Medicinali citotossici e citostatici per uso umano
(ad esempio i farmaci antitumorali) o veterinario
ed i materiali visibilmente contaminati che si ge­
nerano dalla manipolazione ed uso degli stessi.

Rifiuti taglienti

Sono rappresentati da aghi, siringhe, lame, vetri, rasoi, bi·


sturi monouso.

Figura 8.11 Contenitori rigidi per taglienti


8.9.21 CONTENITORI PER LA R ACCOLTA
DEI RIFIUTI E LORO ETICHETTATURA
I farmaci stupefacenti, i farmaci scaduti, vanno restituiti uni­
Un'importante attività dell'O.S.S. consiste nella responsabi· tamente all'apposito modulo al Servizio di Farmacia negli
lizzazione, nell'educazione e nell'informazione, da rivolgere Ospedali e direttamente nelle farmacie territoriali per le pie·
ai colleghi e anche alle persone assistite per garantire la rac­ cole strutture private.
colta, lo stoccaggio e lo smaltimento corretto dei rifiuti secon­ Per lo smaltimento del vetro vengono utilizzati contenitori di
do i protocolli stabiliti. plastica rigida.
È competenza dell'operatore socio-sanitario smaltire i rifiuti
I rifiuti pericolosi e a rischio infettivo devono essere raccolti in della struttura socio-sanitaria entro la quale andrà ad operare
appositi sacchi racchiusi in scatole di cartone o di altro ma­ in base alle normative suddette.
teriale rigido, di diversa misura resistenti agli urti, devono ri­
portare sulla superficie il simbolo del rischio biologico. Questi
contenitori, denominati "bio-box", non devono essere riempiti
mai completamente (sono sufficienti i 2/3), il contenuto non

208
I rifiuti radioattivi prodotti nei luoghi di cura e di degenza sono
principalmente costituiti dagli escreti, in particolare urine e
feci, degli assistiti sottoposti ad indagini radiologiche con
isotopi radioattivi, quali ad esempio la scintigrafia, la PET o
terapie radiometaboliche. In questo caso, sia le urine che gli
eventuali presidi, quali i pannoloni che le contengono, non
possono essere smaltiti con le vie sopra descritte, poiché
può esistere un rischio ambientale legato allo smaltimento di
questi rifiuti contaminati. Inoltre sono possibili risvolti penali
a carico delle aziende che non rispettano le norme di smalti­
mento e conferiscono nell'ambiente rifiuti radioattivi.
Proprio in relazione agli elementi sopracitati, una possibile
gestione ottimizzata di questo tipo di rifiuto è costituita dal
suo immagazzinamento in un deposito temporaneo, anche
all'interno del reparto di produzione, in attesa di decadimen­
to, cioè della naturale dispersione della carica radioattiva,
sino fino a che non siano verificate le condizioni di esenzione
previste dalla normativa in materia che possano consentire
la successiva gestione come rifiuto ospedaliero trattato. Tale
scelta risulta praticabile a condizione di disporre di requisiti
strutturali, organizzativi e professionali che garantiscano il
rispetto del quadro normativo, quindi sia la disponibilità di
spazi che la cultura degli operatori coinvolti nel processo di
assistenza, che devono conoscere e rispettare le regole per
la gestione di questi rifiuti.
Si sottolinea, comunque, che il rischio per l'operatore deri­
vante dalla manipolazione di questi elementi nell'assistenza
a persone sottoposte a questo tipo di indagini è scarsamente
significativa e non rappresenta un fattore di potenziale dan­
no per la salute, ed è sufficiente osservare per la protezione
personale alcune semplici regole ed indicazioni, di seguito
elencate:

indossare i guanti monouso nelle usuali operazio­


ni di assistenza rivolte direttamente alle persone,
quando necessario
evitare, per quanto consentito dalle necessarie
operazioni di assistenza, contatti prolungati inutili
con l'assistito
proteggersi sempre con i guanti dal contatto con
gli escreti, che potrebbero essere contaminati da
materiale radioattivo
utilizzare guanti monouso nel maneggiare mate­
riale che sia entrato a contatto con liquidi biologici
ed escreti come padelle igieniche e pappagalli (in
caso di utilizzo di questi dispositivi igienici, proce­
dere alle normali procedure di sanificazione)
segnalare eventuali contaminazioni incidentali im­
portanti di cose o persone informare tempestiva­
mente i responsabili della struttura e/o i preposti
alla sicurezza.

Per lo smaltimento dei pannoloni, delle sacche di raccolta


delle urine, delle sacche per colostomie, attenersi alle indi­
cazioni particolari che ogni azienda fornisce ai dipendenti in
ordine al problema, conferendoli o nei normali sacchi della
spazzatura o nei biobox, qualora fosse necessario, solamen­
te dopo la separazione e il decadimento della radioattività in
ambienti separati, che normalmente awiene dopo 48/72 ore
dalla produzione.

209
CAPITOL09
CENNI DI ASSISTENZA SOCIALE

9.1 L'assistenza sociale in Italia


9.2 Le disabilità e la normativa di riferimento
9.3 L'amministratore di sostegno
9.4 La legge 104. 5 febbraio 1992

211
territorio nazionale.
Con tale legge vengono affermati i diritti dei cittadini per usu­
fruire degli aiuti necessari in caso di stato di bisogno, ma non
A cura di solo in quanto vengono esplicati i mezzi per poterli esige­
re, riducendo cosi disuguaglianze e discriminazioni e, nello
Franco Piu e Mariapina Sionis -Assistente sociale stesso tempo, responsabilizzando soggetti pubblici e privati.
Il bisogno viene analizzato e considerato nella sua globalità e
complessità, tenendo conto delle risorse e del contesto fami­
9.1 L'ASSISTENZA SOCIALE IN ITALIA gliare e territoriale da cui proviene, passando quindi da una
accezione tradizionale di assistenza, come luogo di realizza­
L'assistenza sociale in Italia trae i suoi fondamenti nell'art. 38 zione di interventi meramente riparativi del disagio, ad una di
della Costituzione, che testualmente recita: «ogni cittadino, protezione sociale attiva, luogo di rimozione delle cause di
inabile al lavoro e sprowisto di mezzi per soprawivere, ha il disagio, ma soprattutto luogo di prevenzione e promozione
diritto al mantenimento e all'assistenza sociale». dell'inserimento della persona nella società attraverso la va­
Con assistenza sociale si intendono quell'insieme di inter­ lorizzazione delle sue capacità.
venti volti a contrastare e superare situazioni di indigenza L'attenzione con tale legge si è spostata:
attraverso servizi sociali e prestazioni monetarie. La quantità
e la varietà di risposte presenti oggi nell'universo degli inter­ Valorizzazione di una sistematica programmazio­
venti socio assistenziali permette di descrivere una tipologia ne degli interventi per realizzare risposte unitarie
di sistemi di intervento - quali ad esempio la previdenza o i e integrate
servizi sociali - e una tipologia riguardante i soggetti chiamati Dalle prestazioni monetarie volte a risolvere pro­
a rispondere a tali bisogni come lo Stato, la famiglia e altri. blemi di natura esclusivamente economica a in­
Il sistema di sicurezza sociale italiano è stato interessato, terventi complessi che intendono rispondere ad
negli ultimi 30-40 anni, da un processo di rinnovamento che una molteplicità di bisogni
ha riguardato sia il livello delle competenze amministrative Dall'azione esclusiva dell'ente pubblico ad una
che quello delle modalità di intervento degli attori chiamati in azione svolta da una pluralità di attori quali quelli
causa nella gestione ed erogazione dei servizi. Tale proces­ del terzo settore.
so ha avuto inizio negli anni '70 del secolo scorso con l'istitu­
zione delle Regioni. Successivamente, con il D.P.R. 616 del Legge quadro 328/2000 - Il contenuto
1977, si realizzò il decentramento, cioè il trasferimento alle
Regioni delle funzioni amministrative e in particolare con l'at­ (Art. 1 comma 2) - La legge riprende la definizione di servizi
tribuzione delle funzioni di organizzazione dei servizi sociali sociali contenuta nell'Art.128 del decreto legislativo 112 del
ai Comuni. Ulteriori innovazioni vennero introdotte negli anni 1998 in base al quale: per "servizi sociali" si intendono tutte
'90 e in particolare con la prima legge Bassanini (L. n°59 del le attività relative alla predisposizione ed erogazione di ser­
1997), che introdusse il principio di sussidiarietà in base al vizi, gratuiti ed a pagamento, o di prestazioni economiche
quale le decisioni vengono prese dall'organo di governo più destinate a rimuovere e superare le situazioni di bisogno e di
vicino ai cittadini (il Comune) e cioè da quello che è mag­ difficoltà che la persona umana incontra nel corso della sua
giormente in grado di interpretare i bisogni e le risorse della vita, escluse soltanto quelle assicurate dal sistema previden­
comunità territoriale di riferimento. Tale principio ha portato ziale e da quello sanitario, nonché quelle assicurate in sede
allo sviluppo di modelli organizzativo-istituzionali che attribu­ di amministrazione della giustizia.
iscono ai Comuni la titolarità delle funzioni amministrative ri­ (Art.1 comma 3) - La programmazione e organizzazione del
guardanti i servizi sociali e che valorizzano la collaborazione sistema integrato di interventi e servizi sociali compete agli
tra pubblico e privato. Questo quadro di ridefinizione del rap­ enti locali, alle Regioni e allo Stato secondo alcuni principi,
porto Stato-Regioni-Enti locali è stato completato attraverso primo tra tutti il principio di sussidiarietà, già sancito con
l'introduzione della Legge Quadro di Riforma dell'assistenza, la prima legge Bassanini, che ha una duplice valenza inter­
la L. 328 del 2000 e dalla Riforma del T itolo V della Costitu­ pretativa:
zione (L. 3 del 2001).
la sussidiarietà verticale, che indica un criterio
di distribuzione delle competenze tra lo Stato e
le autonomie locali in base al quale l'ente ge­
9.2 LE DISABILITÀ E LA NORMATIVA
rarchicamente inferiore svolge tutte le funzioni
DI RIFERIMENTO e i compiti di cui esso è capace, mentre all'ente
sovraordinato viene lasciata la possibilità di inter­
La Legge 328/2000 - I cambiamenti apportati
venire per surrogarne l'attività, laddove le risorse
e le capacità dell'ente sottordinato non consenta­
La legge n° 328 del 2000 - "Legge quadro per la realizza­
no di raggiungere pienamente e con efficacia ed
zione del sistema integrato di interventi e servizi sociali"
efficienza l'effettuazione di un servizio. In base a
ha ridefinito il profilo delle politiche sociali apportando tutta
questo principio, cioè, lo Stato deve intervenire
una serie di elementi di novità. Questa legge si colloca in
solo quando i cittadini non sono in grado di far­
un vuoto legislativo di oltre 11O anni in cui è mancata una
cela da soli; tale intervento deve essere tempora­
regolamentazione organica dei servizi socio-assistenziali.
neo e durerà solamente per il tempo necessario
Prima della 328, infatti, solo la Legge Crispi del 1890 aveva
a consentire ai corpi sociali di tornare ad essere
costituito la norma organica di riferimento per l'assistenza so­
indipendenti, recuperando le proprie autonome
ciale. Tra le due norme numerosi sono stati i cambiamenti e
capacità originarie.
le riforme, ma solo con la citata legge del 2000 si è giunti alla
L'intervento deve infine essere realizzato dall'ente

http://www.assistentisociali.org/servizio_sociale/legge-quadro-328-2000-sistema-integrato-servizi-sociali.htm

212
�Iu �cmo al �1!:faar�quinaìmcas<f<:ftn��1tr=dfflffl1PA13'�-o'Jferlt�'=assistenzralelfetta-"
11 primo ad agire sara il Comune. Solo nel caso in rete locale dei servizi e delle prestazioni.
cui il Comune non s(a in grad� di risolvere il pro- La nuova organizzazione del sistema dei servizi sociali pre-
_ _
b!ema deve intervenire la Provincia, quindi la Re- vede la netta divisione delle competenze tra Comuni, Provin-
gIone, lo Stato centrale e infine l'Unione Europea; ce, Regioni e Stato.
la sussidi�r�e!à ori':�· c�� si ha invece Per quanto riguarda i Comuni la legge afferma che essi sono
quando attIvIta proprie dei pubbhc1 poteri vengono titolari delle funzioni amministrative riguardanti gli interventi
svolte d� soggetti priv�ti, cioè dai cittadini stessi sociali a livello locale (Art.6 comma 1) e gli attribuisce una
_
magari m forma associata e/o volontaristica con serie di funzioni di programmazione e progettazione da re-
l'intento di lasciare più spazio possibile all'autono- alizzare attraverso i Piani di zona nell'ambito del sistema
mia privata, ridu�?ndo così an:essenziale l'inter- di servizi sociali a rete (Art.6 comma 2 lettera a) costituito
_
v�nto pubblico. ?10 ?eve awemre non in un'ottica dall'insieme dei soggetti pubblici e privati (profit e non). Al
_
d1 supplenza dei pnvatI alle carenze dei soggetti Comune spetta poi, oltre all'erogazione dei servizi e delle
pubb!ici, ma in quella di c�llaborazione alla co- prestazioni economiche (Art.6 comma 2 lettera b), anche la
_ _ _
struzIone d1 una rete d1 servizi alla persona. vigilanza e il controllo sui soggetti che costituiscono questo
sistema (Art.6 comma 2 lettera c), i quali devono ottenere
In relazione a questo secondo tipo di sussidiarietà la legge l'accreditamento. Tutti i soggetti erogatori di servizi che in­
prevede (all'Art.1 comma 4) che: "Gli enti locali, le Regioni tendono entrare nelle attività dei servizi socio-assistenziali
e lo Stato, nell'ambito delle rispettive competenze, ricono­ devo entrarci infatti attraverso la strada di una autorizzazione
scono e agevolano il ruolo degli organismi non lucrativi di preventiva (se non vogliono entrare a far parte del circuito
utilità sociale" quali associazioni, cooperative, fondazioni, dell'assistenza pubblica) e di una certificazione e di un accre­
organizzazioni di volontariato ed enti di patronato "nella or­ ditamento da parte del Comune se intendono farlo (Art.11).
ganizzazione e gestione del sistema integrato di interventi e Questi strumenti servono ad accertare la qualità sociale dei
servizi sociali". servizi erogati, cioè la loro rispondenza ai requisiti minimi fis­
(Art.2 comma 2) Questo sistema ha il carattere della univer­ sati a livello statale e sulla base dei quali le Regioni defini­
salità (Art.2 comma 1), hanno infatti diritto di usufruire delle scono i criteri per l'autorizzazione e l'accreditamento.
prestazioni e dei servizi tutti i cittadini italiani e degli Stati Altro requisito necessario all'accreditamento stabilito dalla
appartenenti all'Unione Europea ed i loro familiari, nonché gli legge 328 del 2000 è poi l'adozione, da parte di tutti gli enti
stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno. Ai erogatori di servizi, della Carta dei servizi sociali (Art.13).
profughi, agli apolidi e agli stranieri irregolari sono garantite In questa carta vengono indicati i servizi erogati, le modalità
le misure di prima assistenza. del loro funzionamento nonché le procedure per assicurare
(Art.2 comma 3) Accedono prioritariamente ai servizi e alle la tutela degli utenti.
prestazioni erogate i soggetti in condizioni di povertà o con li­ Dai Comuni dipende poi la determinazione dei parametri per
mitato reddito, con incapacità parziale o totale di prowedere la valutazione delle condizioni di povertà, di limitato reddito
alle proprie esigenze per inabilità fisiche o psichiche, coloro e di incapacità totale o parziale per inabilità fisica e psichica
che sono sottoposti a prowedimenti dell'autorità giudiziaria che consentono l'accesso prioritario alle prestazioni e ai ser­
per cui necessitano di interventi assistenziali o i soggetti con vizi (Art.8 comma 2 lettera e).
difficoltà di inserimento nella vita lavorativa o sociale. Ne deriva un modello di welfare socio-assistenziale carat­
(Art.4 commi 1 e 4) Per realizzare questo sistema integrato e terizzato dalla capacità di mobilitare le risorse presenti sul
offrire quindi queste prestazioni su tutto il territorio nazionale territorio che viene detto "municipale" in riferimento al ruolo
si ricorre a un finanziamento plurimo cui concorrono gli enti di regia attribuito al Comune.
locali, le Regioni e lo Stato attraverso il Fondo Nazionale per Spetta infine ai Comuni l'elaborazione e l'approvazione del
le politiche sociali, già istituito con la legge finanziaria del Piano di zona di assistenza sociale (Art.19). Tale piano indi­
1998, ma che assume rilievo solo con la legge 328 del 2000 vidua gli obiettivi e le priorità di intervento oltre che gli stru­
che lo disciplina nell'Art.20. Da questo Fondo Nazionale le menti e i mezzi per la loro realizzazione.
risorse vengono ripartite alle Regioni andando a costituire Anche le Province (Art.7) e/o dei soggetti che le sostitui­
le risorse del Fondo Regionale che, a loro volta, le Regioni scono dopo la legge di riforma degli enti locali, concorrono,
ripartiranno tra i Comuni che le utilizzeranno per erogare i seppur con minori attribuzioni rispetto agli altri enti, alla pro­
servizi. grammazione del sistema integrato di interventi e servizi so­
Il sistema di erogazione dei servizi creato dalla legge 328/00 ciali occupandosi nello specifico di raccogliere informazioni
è fortemente incentrato sulla relazione tra Enti Locali e Setto­ circa i bisogni e le risorse messe a disposizione dai Comuni
re No Profit cui viene riconosciuto un ruolo rilevante nell'Art.5. o dagli altri soggetti presenti in ambito provinciale, della pro­
Essi infatti vengono chiamati a partecipare alla co-progetta­ mozione di iniziative di formazione. Esse inoltre partecipano
zione dei servizi e alla realizzazione concertata degli stessi. alla definizione e all'attuazione dei Piani di zona.
Gli enti locali e le regioni, poi, devono promuovere azioni per Le Regioni (Art.8) esercitano le funzioni di programmazione
il sostegno e la qualificazione di questi soggetti in particola­ e coordinamento degli interventi sociali spingendo verso la
re attraverso il ricorso a forme di aggiudicazione dei servizi loro integrazione con quelli sanitari, con quelli formativi e con
che consentano ai soggetti del terzo settore di esprimere a quelli riguardanti l'inserimento lavorativo.
pieno la loro progettualità (Art. 5 comma 2). Da qui il ricorso Esse si occupano poi di verificare l'attuazione a livello ter­
all'appalto concorso, che è lo strumento che, più di ogni altro, ritoriale dei Piani di Zona oltre che di stabilire i criteri di ac­
consente di esprimere la progettualità dei soggetti no profit e creditamento (Art.8 comma 3 lettera f), di costituire un albo
di valutare la qualità delle prestazioni che si intendono offrire dei soggetti autorizzati a svolgere le funzioni indicate dalla
oltre che del personale che si intende impiegare. normativa (Art.8 comma 3 lettera g) e di determinare i livelli
La necessità di valorizzare tutti gli attori sociali del nuovo di partecipazione degli utenti al costo delle prestazioni (Art.8
sistema integrato impone al legislatore di occuparsi anche comma 3 lettera I).
della riforma delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Infine alle Regioni spetta la ripartizione, ai comuni e agli enti
Beneficenza (Art.10). La legge 328 prevede l'inserimento locali, delle risorse del Fondo regionale di assistenza sociale
(Art.8 comma 5).

213
"c'=te'Sit:lto'{AreS) 'esereita+r,otei+dHndinrn,:'roordinamentoe · ····•siduate'tfìntegratiw'""derptivafcrsocraffiictiope�iafi;'·
0

regolazione delle politiche sociali determinandone i principi e associazioni di volontariato e di auto e mutuo aiuto).
gli obiettivi attraverso il piano nazionale degli interventi e dei Nuove compètenze vengono quindi richieste all'operatore
servizi sociali (Art.18), che indica i livelli uniformi e di base che deve concentrare la sua disponibilità operativa in un dato
delle prestazioni (LIVEAS Art.22 comma 2). In questi livelli territorio prowedendo alle necessità della comunità di quel
essenziali rientrano prestazioni, da erogare a livello locale, determinato contesto attraverso il raccordo di una pluralità
quali: di risorse locali. In particolare l'Assistente Sociale deve es­
segretariato sociale per fornire informazioni e sere capace di lavorare in rete con altri servizi (dalla AUSL al
consulenze ai singoli e ai nuclei familiari privato sociale) e professionisti (psicologi, educatori, medici,
interventi per le situazioni di emergenza sociale ecc.) e saper realizzare "pacchetti" di servizi in un'ottica di
personali o familiari rete, cioè coinvolgendo le reti formali (parenti, amici, vicini di
assistenza domiciliare casa, colleghi di lavoro, ecc.) e informali.
strutture residenziali e semiresidenziali per sog- Con la legge 328 del 2000 si realizza quindi il passaggio da
getti con fragilità sociali una programmazione che utilizzava una prospettiva di tipo
centri di accoglienza residenziali o diurni a carat- "Government", in cui era il soggetto pubblico a prendere
tere comunitario. decisioni (a governare), ad una prospettiva di tipo "Gover-
nance", in cui il governo si realizza grazie alla mobilitazione
di una serie di soggetti (pubblici, di privato sociale e della
Lo Stato si occupa poi di stabilire i requisiti minimi per l'au­ società civile).
torizzazione all'esercizio dei servizi residenziali e semiresi­ Il concetto di Governance implica l'idea che il raggiungi­
denziali oltre ai requisiti e ai profili professionali in materia mento di un obiettivo è frutto dell'azione autonoma, ma non
di professioni sociali. Infine lo Stato ripartisce le risorse del isolata, dei diversi attori - Stato, Regioni, Province, Enti lo­
Fondo sociale nazionale. cali, Terzo settore e privati - che debbono/possono dare un
Il capo lii della legge quadro elenca le disposizioni relative contributo al processo di attuazione delle politiche sociali.
alla realizzazione di particolari interventi sociali. La partecipazione attiva degli attori sopracitati è resa possi­
All'Art. 14 sono previsti Progetti individuali per le persone bile dall'awenuta decentralizzazione e/o la tendenza al de­
disabili volti alla loro piena integrazione nell'ambito della vita centramento istituzionale della politica stessa, in una logica
familiare e sociale nonché dal punto di vista dell'istruzione di governo non più gerarchico, ma declinato territorialmente,
scolastica, della formazione professionale e del lavoro. che crea le condizioni per la loro azione.
Nell'Art. 15 sono contenute invece le indicazioni riguardanti I destinatari delle prestazioni e dei servizi erogati dal sistema
il sostegno domiciliare per le persone anziane non auto­ integrato sono i cittadini italiani, i cittadini di Stati apparte­
sufficienti. L'articolo stabilisce che la quota del Fondo nazio­ nenti all'UE ed i loro familiari (nel rispetto degli accordi inter­
nale per le politiche sociali riservata ai servizi a favore delle nazionali e secondo le modalità ed i limiti stabiliti dalle leggi
persone anziane non autosufficienti viene utilizzata dalle Re­ regionali), nonché i cittadini extra UE (D.Lgs. 286.11998).
gioni per favorirne l'autonomia e sostenere il nucleo familiare La spending review conseguente al contenimento della spe­
nell'assistenza domiciliare alle persone anziane. sa pubblica ha reso necessario, per l'accesso alle presta­
L'Articolo 16 è dedicato agli interventi per la valorizzazione zioni sociali, introdurre alcuni criteri selettivi finalizzati alla
e sostegno delle responsabilità familiare in quanto il sistema riduzione ed al contenimento del costo derivante da questa
integrato di interventi e servizi sociali riconosce e sostiene operazione.
il ruolo peculiare delle famiglie, valorizzandone i molteplici
compiti.
La legge prevede infine la realizzazione del Sistema infor­
mativo dei servizi sociali (Art.21) al fine di facilitare la cono­ 9.3 L'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO
scenza dei bisogni sociali e poter quindi disporre tempestiva­
mente delle informazioni necessarie a programmare, gestire L'amministrazione di sostegno è una nuova misura di pro­
e valutare le politiche sociali. tezione delle persone con fragilità, introdotta dalla legge 9
Nell'ambito delle disposizioni finali, l'Art. 27 è invece dedicato gennaio 2004, n° 6.
all'istituzione della Commissione di indagine sull'esclusione Questa legge è stata promulgata con la finalità di proteggere,
sociale, che ha appunto il compito di effettuare ricerche sulla accompagnare, sostenere, ma senza sostituire le persone
povertà ed emarginazione in Italia e di formulare proposte che mancano parzialmente o totalmente di autonomia nello
per la loro rimozione. svolgimento delle funzioni della vita quotidiana, valorizzando
e conservando la loro residua capacità di agire.
Le politiche sociali dopo la L 328/2000 L'amministrazione di sostegno si aggiunge alle altre due
misure previste dal codice civile, vale a dire l'inabilitazione
Le moderne politiche sociali, dopo la L. 328 del 2000, si stan­ e l'interdizione. L'amministrazione di sostegno si rende ne­
no quindi orientando verso quella che è definita Community cessaria quando una persona si trova nell'impossibilità di
Care, concetto-guida già dato per scontato nei welfare di tutti prowedere in autonomia alle proprie esigenze, in modo tem­
gli altri stati occidentali. Per Community Care si intende quel poraneo o permanente, in misura totale o parziale ed abbia
completo ripensamento del sistema di interventi e servizi so­ bisogno di un aiuto per la propria cura e per l a gestione del
ciali in vista della realizzazione di politiche per la comunità e suo patrimonio economico.
da parte della comunità stessa, cioè orientato alla creazio­ Il ruolo di amministratore di sostegno può essere ricoperto
ne di una "caring society". Primo principio della Community da qualunque persona che abbia requisiti di idoneità, preferi­
Care è quindi la presa in carico della comunità da parte della bilmente un famigliare che agisca in costante rapporto con il
comunità stessa in tutti i suoi elementi attraverso l'intreccio beneficiario. Da questo ruolo sono esclusi gli operatori pub­
di questi aiuti informali spontanei. Poiché però questi aiuti blici o privati che hanno in cura o in carico la persona oggetto
difficilmente si attivano al di là della cerchia ristretta delle reti dell'intervento di amministrazione di sostegno. L'amministra­
più immediate quali la famiglia, bisogna promuovere anche tore di sostegno viene nominato dal giudice tutelare, al quale
la partecipazione - che non può più essere pensata come re-

214
. . . •· SI presenta.airetlamerite riéh1esfapresscf11' tnb1Jna1eoppure �vatè�a.atfè:if��iìfi:ìge-;--r.rp-ers'onirrn�abìrmente;-'"·"�
'"

tramite i servizi sanitari e sociali. La richiesta deve essere i parenti fino al quarto grado, gli affini fino al secondo gra-
presentata da un familiare che abbia interesse a tutelare il do, i responsabili dei servizi sanitari e sociali direttamente
soggetto oppure, in alternativa, da operatori dei servizi socia- impegnati nella cura o nell'assistenza alla persona. Come
li che abbiano preso in carico il problema dell'assistito. Può abbiamo già visto, il ruolo di amministratore di sostegno può
anche essere richiesta direttamente dall'interessato, qualora essere svolto da:
abbia interesse o manifesti la volontà a farsi aiutare da una
persona nella gestione del patrimonio e delle scelte di vita. Una persona designata dall'interessato
L'amministrazione di sostegno, rispetto alla inabilitazione Un familiare (coniuge o convivente)
o all'interdizione, introduce significative novità: Figlio o figlia
Fratello o sorella
Un parente fino al quarto grado
Mette al centro la persona, i suoi bisogni e le sue Persona donna che non abbia alcun legame fami­
aspirazioni liare scelta dal giudice per ragioni di opportunità
È riferita a persone maggiorenni in linea generale Il legale rappresentante di un'associazione, fon­
capaci, ma impossibilitate a prowedere ai propri dazione, organizzazioni di volontariato
interessi I volontari.
Valorizza l'autodeterminazione e la capacità resi­
dua di agire della persona L'amministratore di sostegno svolge le funzioni che sono
È un prowedimento flessibile, personalizzato, individuate nel decreto di nomina, inoltre deve riferire annual­
adeguato del tempo mente al giudice tutelare sull'attività svolta sulle condizioni
Come presupposto fondamentale, la relazione di di vita personale e sociale del beneficiario, tenendo regola­
fiducia fra il beneficiario e l'amministratore di so­ re contabilità e rendiconto annuale e finale. Non può invece
stegno compiere atti personali come il testamento, contrarre matri­
Può riguardare aspetti parziali o temporanei dell'i­ monio, separazione o divorzio, non può prestare consenso
nabilità per il trattamento medico terapeutico o per intervento chirur­
Sostituisce quasi totalmente le precedenti misure, gico o per inserimento in struttura residenziale in dissenso
relative prevalentemente gli aspetti patrimoniali, con il beneficiario. Per queste ultime fattispecie di situazioni
pesantemente restrittive dell'autonomia della per­ l'unico soggetto titolato ad intervenire per fornire un consen­
sona e non adeguabili in tempi brevi agli eventuali so valido nel caso di un soggetto non capace di intendere di
cambiamenti delle sue condizioni volere, ad esempio per un intervento chirurgico, è il giudice
Prevede una maggior tempestività nelle procedu­ tutelare, il quale può nominare un tutore per la persona che
re. si trovasse in queste condizioni.
Il decreto di nomina dell'amministratore di sostegno
L'interdizione, invece, è una misura di adeguata protezione deve contenere:
per le persone maggiorenni incapaci di prowedere ai propri
interessi a causa di gravi problemi e disturbi psichici. L'ina­
bilitazione, infine, è una misura che può essere adottata nei le generalità della persona beneficiaria e dell'am­
confronti di persone con disturbi psichici meno gravi a causa ministratore di sostegno
di un'abilità fisica o in presenza di condizioni che rischiano la durata dell'incarico, che può essere anche a
di produrre gravi danni economici alla persona o ai familiari. tempo indeterminato. Se la durata dell'incarico è
a tempo determinato, il giudice tutelare può pro­
Quindi, la persona che può beneficiare dell'amministratore di rogarlo con decreto motivato pronunciato anche
sostegno, è una persona: d'ufficio prima della scadenza del termin e
l'oggetto dell'incarico e degli atti che l'amministra­
Efficiente dal punto di vista fisico, non in grado di tore di sostegno ha il potere di compiere in nome
prowedere alle proprie esigenze quotidiane per e per conto del beneficiario
problemi psichici e per degenerazioni legate all'in­ gli atti che il beneficiario può compiere solo con
vecchiamento l'assistenza dell'amministratore di sostegno
Efficiente dal punto di vista mentale, ma non in i limiti, anche periodici, delle spese che l'ammi­
grado di prowedere alle proprie esigenze quo­ nistratore di sostegno può sostenere con utilizzo
tidiane per malattie fisiche relative alla persona delle somme di cui il beneficiario ha o può avere
stessa, relazioni personali fondamentali (amicizie, la disponibilità
lavoro, tempo libero), gestione della casa in cui la periodicità con cui l'amministratore di sostegno
abita, gestione dei redditi che percepisce l'ammi­ deve riferire al giudice circa l'attività svolta e le
nistrazione di beni in proprietà, quali ad esempio condizioni di vita personale e sociale del benefi­
risparmi investiti, casa di abitazione. ciario.

Le limitazioni che derivano dall'interdizione o dall'inabilitazio­ Tutti gli operatori direttamente impegnati nella cura della per­
ne possono essere conseguenti a una malattia a carattere sona, quando vengono a conoscenza di fatti tali da rendere
temporaneo o cronica oppure ad una compromissione più o opportuna l'apertura del procedimento per l'amministratore
meno grave dell'efficienza fisica, psichica o sensoriale. di sostegno, attraverso la loro struttura o i loro responsabili
possono presentare domanda al giudice tutelare.
L'amministrazione di sostegno, ai sensi dell'articolo 404 e
seguenti del codice civile, può essere proposto dallo stesso
soggetto beneficiario, anche se minore, interdetto o inabilita­
to, owero da uno dei soggetti indicati nell'articolo 417 c. c,

215
Legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e diritti
delle persone handicappate. Benefici relativi alla legge 104
possono essere richiesti dalle persone a seguito dell'accer­
tamento della condizione di disabilità. Il disabile è la persona
che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale,
stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di appren­
dimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da
determinare un processo di svantaggio sociale e di emargi­
nazione. La legge 104 prevede benefici a favore delle perso­
ne disabili, articolate su differenti livelli a seconda della gravi­
tà della patologia e/o dell'handicap. I benefici della legge 104
possono essere a favore direttamente delle persone disabili
e anche, quando ricorrono le condizioni, da parte dei soggetti
che prestano loro attività di assistenza. I benefici possono
variare da riduzioni e agevolazioni nell'ambito dell'attività la­
vorativa, sino a una riduzione fiscale per alcune fattispecie
di acquisti o di interventi di adeguamento di beni mobili o
immobili, come ad esempio per l'abbattimento delle barriere
architettoniche nelle abitazioni o l'acquisto di presidi per la
cura della persona, sino all'acquisto agevolato di strumenti
per l'integrazione sociale, oppure per l'acquisto dell'automo­
bile. Altri benefici spettano anche ai famigliari che assistono
le persone affette da disabilità a cui sono stati riconosciuti i
benefici derivanti dalla legge 104.

216
CAPITOLO 10
PRIMO SOCCORSO

10.1 Il numero da chiamare


10.2 La principale emergenza sanitaria: l'arresto cardiocircolatorio acuto
10.2.1 Cenni di anatomia e fisiologia del cuore
10.2.2 Arresto cardiaco: l'entità del problema
10.3 Le tecniche di intervento
10.3.1 ABCD: le fasi del soccorso nell'arresto cardiaco - procedura BLSD nell'adulto
10.4 La posizione laterale di sicurezza
10.5 La disostruzione delle vie aeree da corpo estraneo
10.5.1 Trattamento dell'ostruzione da corpo estraneo nella vittima cosciente
10.5.2 Trattamento dell'ostruzione da corpo estraneo nella vittima trovata non cosciente
o che ha perso coscienza
10.6 Il soccorso in condizioni particolari
10.6.1 Ipotermia
10.6.2 Ipertermia
10.7 Gestione delle emorragie e dei traumi
10.7.1 !traumi
10.7.2 Le emorragie
10.8 Il trattamento di alcune fra le possibili cause di alterazione dello stato di coscienza:
lipotimia, sincope e crisi convulsive
10.8.1 La Lipotimia
10.8.2 La sincope
10.8.3 Le Crisi epilettiche

219
Luogo preciso dell'infortunio: indirizzo preciso,
modalità di accesso, punti di riferimento
Il primo soccorso definisce i comportamenti e le mano­ Circostanze dell'infortunio: spiegare se si so­
vre da attuare nell'assistenza ad una persona soggetta ad spetta un trauma o indicare la causa presunta del
una malattia acuta o lesioni. Il primo soccorso può essere problema.
awiato da chiunque e in qualsiasi situazione ed è estrema­ Numero degli infortunati: è necessario per
mente importante che ogni persona, nella vita di tutti i gior­ quantificare il fabbisogno di mezzi e uomini da de­
ni, conosca le manovre indispensabili per prestare le prime dicare al soccorso
cure in caso di necessità. In Italia l'articolo 593 del codice Stato di coscienza della/delle vittime: l'informa­
penale obbliga chiunque a prestare soccorso: "Chiunque, zione è necessaria per quantificare la tipologia più
trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli appropriata di personale da inviare per il soccorso
anni dieci, o un'altra persona incapace di prowedere a sé (auto medica, elisoccorso, ambulanza, ecc.)
stessa, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o
per altra causa, omette di darne immediato awiso all'Auto­ L'operatore di primo soccorso è colui che, appositamente
rità è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa addestrato, interviene rapidamente e dovrebbe sapere:
fino a duemilacinquecento euro. Alla stessa pena soggiace
chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, riconoscere, valutare e dare priorità alla necessità
owero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di di pronto soccorso
prestare l'assistenza occorrente o di darne immediato awiso fornire assistenza con competenze appropriate
all'Autorità. Se da siffatta condotta del colpevole deriva riconoscere i suoi limiti e cercare aiuto supple­
una lesione personale, la pena è aumentata; se ne deriva mentare, quando necessario.
la morte, la pena è raddoppiata". Da cui deriva quindi che
prestare soccorso non vuole solo dire intervenire con azioni
L'Operatore Socio Sanitario può essere chiamato a tornire
pratiche, ma anche, soprattutto per chi non ha le competen­
il suo apporto in diversi contesti della sua attività lavorativa:
ze per poter svolgere manovre avanzate di assistenza, sem­
ad esempio all'interno di strutture sanitarie, di comunità o a
plicemente allertare nel modo corretto il soccorso.
domicilio degli assistiti, in caso di assistenza a casa delle
persone.

Gli obiettivi del primo soccorso sono preservare la vita, al­


10.1 IL NUMERO DA CHIAMARE leviare la sofferenza, prevenire ulteriori danni derivanti dalla
malattia o dall'infortunio e promuovere il recupero. Questa
Nei paesi membri dell'unione europea è previsto che per al­ definizione di primo soccorso risponde alla necessità di ri­
lertare il sistema per qualunque tipo di emergenza, quindi conoscere le lesioni e la malattia e richiede la necessità di
anche quella sanitaria, debba essere composto il NUMERO sviluppare una base di competenze specifiche e la necessità
UNICO PER LE EMERGENZE (N.U.E.): il 112. Il 112, per di svolgere interventi immediati, anche attivando i servizi di
l'Italia, sostituirà l'attuale 112 (Carabinieri), il 113 (Polizia di emergenza medicalizzati o altre cure mediche.
Stato), il 115 (Vigili del Fuoco) e il 118 (soccorso sanitario). Le attività di primo soccorso devono essere definite a se­
conda delle circostanze, delle capacità, delle conoscenze
CARATTERISTICHE DELLA CHIAMATA dell'operatore e dei vincoli normativi. Infatti, agire al di fuo­
ri del proprio ambito professionale o svolgere attività non di
L'uso improprio del numero 112, nella maggior parte dei propria competenza può implicare grossi problemi di respon­
Paesi, è passibile di persecuzione, così come l'abuso di un sabilità personale e professionale. Il codice penale italiano
qualsiasi altro numero per le emergenze. Il 112 deve quindi prevede però, all'art. 54, una clausola di salvaguardia per
essere chiamato solo in caso di reale necessità e pericolo, tutte le persone che si trovano a fronteggiare una situazione
per evitare che gli operatori possano essere distolti nel loro di emergenza:
difficile compito con chiamate non corrette. "Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato co­
stretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale
La chiamata deve essere: di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volonta­
riamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto
Precisa: devono essere indicate con precisione sia proporzionato al pericolo".
tutte le informazioni che possano far capire all'o­
Questo articolo intende tutelare il soggetto che compie un
peratore della centrale operativa il tipo di soccor­ atto per soccorrere una persona, sia che rientr i o meno nelle
so che deve essere inviato
proprie competenze professionali, solamente però nel caso
Logica: non bisogna esagerare nella descrizione in cui esista un pericolo imminente, attuale e inevitabile, qua­
e cercare di essere d'aiuto a chi ascolta per far le ad esempio il pericolo che la persona, in assenza di soc­
capire la necessità di soccorso corsi, possa morire.
Tranquilla: chi chiama non si deve far prendere Le manovre svolte devono essere proporzionate al peri­
dal panico e deve cercare di mantenere la calma colo che la persona corre, non si deve cioè eccedere in si­
per essere più efficace nella trasmissione delle tuazioni che, in particolare non si possiede la competenza
informazioni. necessaria, potrebbero rappresentare una condotta impru­
dente da parte del soccorritore o l'abuso di professione.

oavid A. Zideman et al., European Resuscitation Council Guidelines lor Resuscitation 2015 Seclion 9. First aid, Resuscitation 95 (2015)
278-287
.
2 · · ·t
Alla data di stesura del testo non è ancora stato attivato il 112 come Numero Unico Emergenza 1n tutto .I, terntono I a,.1ano

220
· Neilo svo19e·remanovre arsoccorso'6Tso911a·i1101tre iicoraare 10:-2 TA.'l'fflf;felfJAtrEMERGeNzJr SANttKRiA:
di evitare di: L'ARRESTO CARDIOCIRCOLATORIO ACUTO
Mettere a rischio la propria incolumità: prima 10.2.1 CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA DEL
di prestare soccorso bisogna sempre prestare CUORE
attenzione a non correre rischi personali. Quindi
il soccorritore dovrà valutare anche i pericoli del L'apparato cardiocircolatorio
contesto, vale a dire ad esempio il rischio di crollo,
di esplosioni, oppure rischi derivanti dal traffico L'apparato cardiocircolatorio è l'insieme degli organi che per­
Agire senza il consenso dell'infortunato (salvo mettono la circolazione del sangue nell'organismo per riforni­
casi di grave necessità): se la vittima non vuole re le cellule di nutrienti e ossigeno e consentire l'eliminazione
farsi soccorrere, evitare di forzare la volontà della dell'anidride carbonica e di altri prodotti di scarto. L'apparato
persona. Infatti la costituzione della repubblica ita­ cardiocircolatorio serve inoltre a veicolare importanti compo­
liana vieta, salvo espliciti casi previsti dalla legge, nenti del sistema immunitario (i globuli bianchi) e altre mole­
di eseguire trattamenti sanitari senza che la per­ cole che svolgono diverse funzioni nell'organismo (come gli
sona esprima un suo consenso valido ormoni) che, proprio mediante la fitta rete che compone l'ap­
Somministrare medicinali: l'O.S.S. non può parato cardiocircolatorio, riescono a spostarsi da un organo
somministrare farmaci e non può in alcun caso all'altro e da un tessuto all'altro a seconda delle necessità
somministrarli senza la presenza di un sanitario dell'organismo.
(medico o infermiere). In rari casi, connessi a si­ L'apparato cardiocircolatorio è un sistema chiuso di vasi (i
tuazioni di emergenza, potrebbe - come ogni altro vasi sanguigni) in cui il sangue circola sotto la spinta del
cittadino o persona non necessariamente appar­ cuore. A formarlo sono due componenti principali: il circolo
tenente al mondo sanitario - aiutare una persona sistemico e il piccolo circolo (detto anche circolo polmonare).
cosciente ad assumere un farmaco personale che Ognuna di queste componenti è formata da arterie, capillari
abitualmente assume: si prenda ad esempio l'aiu­ e vene.
to fornito ad una persona asmatica nell'assumere Le arterie sono tubi dalla parte spessa formata da tessuto
un broncodilatatore spray elastico e fibre muscolari che ricevono il sangue dal cuore,
Effettuare diagnosi: la diagnosi è competenza muscolo che funziona come una vera e propria pompa per il
esclusiva di un medico, l'O.S.S. può, eventual­ sangue. Le arterie si ramificano in vasi sanguigni più sottili,
mente e in caso di assenza dell'infermiere, descri­ fino a formare arteriole, cioè arterie molto piccole, attraverso
vere segni e sintomi rilevati per aiutare il medico cui il sangue viene convogliato all'interno di capillari, tubicini
nella definizione della diagnosi dalla parete sottile e permeabile da parte di nutrienti, gas
Eseguire manovre di competenza medica o in­ e prodotti di scarto. I capillari convogliano il sangue verso
fermieristica: qualunque azione non riferibile al piccoli vasi sanguigni, le venule, che convergono a formare
proprio profilo per l'O.S.S. rappresenta il reato di le vene che riportano il sangue verso il cuore.
esercizio abusivo della professione Nel caso della circolazione sistemica il sangue proveniente
Considerare morto l'infortunato: agire sempre dai polmoni, ricco di ossigeno e di nutrienti, viene pompato
nel soccorso, sia all'interno che all'esterno di una dal ventricolo sinistro (una delle quattro cavità del cuore in
struttura sanitaria, senza considerare che una cui scorre il sangue) all'interno dell'aorta, che lo distribuisce
persona sia morta. In alcuni casi, anche a distan­ al resto del corpo. Una volta che il sangue si è arricchito di
za di tempo, possono essere praticate efficaci ma­ anidride carbonica e prodotti di scarto viene riversato dal­
novre di rianimazione. la vena cava all'atrio destro (un'altra delle quattro cavità del
cuore).
La circolazione polmonare forma invece un circuito tra il cuo­
re e i polmoni e ha inizio nel ventricolo destro, da cui il sangue
ricco di anidride carbonica raccolto dall'atrio destro - con cui
comunica attraverso la valvola tricuspide - viene pompato
nell'arteria polmonare. Questa si divide in due rami, ciascu­
no diretto verso un polmone, qui i rami terminano formando
i capillari che raccolgono l'ossigeno a livello degli alveoli. Il
sangue ossigenato viene poi convogliato in vasi di dimen­
sioni sempre maggiori, fino a confluire nelle vene polmonari,
che lo riversano nell'atrio sinistro del cuore, da cui passerà
nel ventricolo sinistro attraverso la valvola mitrale.

Le arterie sono i vasi sanguigni deputati al trasporto del san­


gue dal cuore a tutti i tessuti e organi del corpo umano (di­
rezione centrifuga). Le pareti delle arterie sono composte da
tre tuniche, disposte una sull'altra: una tunica esterna, per­
lopiù elastica, di natura connettivale; una tunica media costi­
tuita da fibre muscolari lisce e una tunica interna, costituita
da un tessuto dotato di fibre elastiche, a contatto col sangue.
Le arterie possono essere di grosso, medio e piccolo calibro;
quando il diametro è inferiore ai tre millimetri generalmente
si parla di arteriole, piccoli vasi che costituiscono le porzioni
terminali delle diramazioni arteriose e che precedono i capil­
lari corrispondenti.

3 Tratto da http://www.humanitas.iVenciclopedia/anatomia/apparato-cardiocircolatorio

221
· ·=ncuoreeTormafciaa'iessufomuscolarésmafo··111v0loritano;
ma a differenza degli altri muscoli del corpo umano il cuore
Il cuore è il perno della circolazione sanguigna, il motore che è capace di generare da solo lo stimolo nervoso che ne as­
consente di trasportare l'ossigeno ricevuto dai polmoni alle sicura il movimento. Il miocardio, in particolare, è composto
cellule di tessuti e organi per nutrirli e di scambiare l'anidride da fibre muscolari e da cellule cardiache, chiamate miocar­
carbonica, che rappresenta uno scarto dell'attività metaboli­ diociti. Queste cellule sono in grado di assicurare l'impulso
ca delle cellule, a livello polmonare. nervoso necessario alla contrazione, cioè il battito cardiaco
che permette la circolazione sanguigna. Il "generatore" di
questo stimolo è il nodo del seno atriale, posto tra vena
cava superiore e atrio destro, che trasmette l'impulso a con­
trarsi a tutto il cuore attraverso le fibre muscolari. Nel cuore
si trovano anche fibre nervose autonome, che costituiscono
il plesso cardiaco, mentre il nervo vago e le fibre simpatiche
connettono l'organo con il sistema simpatico, parasimpatico
e sensitivo assicurando la coordinazione del cuore con gli
stimoli cerebrali.
Nel cuore sono presenti quattro valvole, che come dei "ru­
binetti" controllano che il flusso del sangue sia diretto in un
unico verso, nella direzione tra atri e ventricoli (valvola tri­
cuspide e valvola mitrale, dette valvole atrioventricolari) e
tra il cuore e i vasi sanguigni (valvola polmonare e valvola
aortica, dette valvole semilunari).
I vasi sanguigni che comunicano con il cuore garantiscono lo
scambio tra ossigeno e anidride carbonica da e verso tessuti
e organi: sono le vene (cava inferiore e cava superiore) che
portano il sangue carico di anidride carbonica dagli organi e
dai tessuti al cuore; l'arteria polmonare e la vena polmonare
che garantiscono il flusso di sangue tra cuore e polmoni; l'a­
orta, l'arteria principale del corpo umano, che riporta e distri­
buisce il sangue carico di ossigeno all'organismo.
Fanno parte del cuore:

• Atrio destro
• Atrio sinistro
• Valvola aortica
• Valvola mitrale
• Valvola polmonare
• Valvola tricuspide
• Ventricolo destro
• Ventricolo sinistro

A COSA SERVE IL CUORE

Il cuore è una pompa: la sua funzione principale è portare il


sangue ricco di ossigeno al resto del corpo, a cellule, tessuti
e organi, in modo da nutrirli e ricevere il sangue carico di ani­
dride carbonica da inviare ai polmoni dove awiene lo scam­
bio con l'ossigeno. Il sangue ossigenato (sangue arterioso)
Figura 10.1 Il cuore viaggia nell'organismo verso organi e tessuti attraverso l'a­
orta, l'arteria che porta il nutrimento a tutto il corpo suddivi­
Il cuore è un organo cavo suddiviso in quattro camere: due dendosi in rami e capillari sempre più piccoli. Il sangue con le
atri e due ventricoli sovrapposti nel lato sinistro e destro e di­ scorie di anidride carbonica, lo scarto dell'attività metabolica
visi tra di loro da pareti chiamate setti. Alla nascita, il cuore di delle cellule, torna al cuore attraverso le vene cave per "rica­
un neonato peso circa 20-21 grammi. Nell'adulto raggiunge ricarsi" di ossigeno. Durante l'attività fisica il cuore è in grado
i 250-300 grammi. di pompare fino a 20-30 litri di sangue al minuto per assicu­
Il cuore è posto nel torace, dietro lo sterno che lo protegge, rare il maggior fabbisogno di sangue da parte dei muscoli;
posizionato leggermente a sinistra e poggiato sul diaframma. a riposo il cuore fornisce circa 5 litri di sangue ossigenato
Ha una forma conica ed è composto da tessuti sovrapposti: al minuto. La pressione considerata ottimale è compresa tra
130 (sistolica o massima) e 80 (diastolica o minima) mmHg
il pericardio, una sacca sierosa che lo awolge e (millimetri di mercurio).
protegge Il cuore garantisce questo ciclo continuo attraverso movi­
l'epicardio menti coordinati. Il ciclo cardiaco si compone, infatti, di due
il miocardio, il "muscolo" del cuore fasi che si ripetono in media 70-80 volte al minuto a riposo:
l'endocardio, che costituisce le pareti interne del una fase di rilassamento (diastole) e una di contrazione (si­
cuore. stole). La circolazione si fonda sulla diversa pressione che
il sangue esercita sulle strutture cardiache, provocandone la

222
chiusura per evitare il flusso retrogrado: òurante la fase di Anche il cuore ha bisogno di essere "nùtrito". Questa funzio­
diastole, le valvole tra atri e ventricoli sono aperte, la musco­ ne spetta alle coronarie (più precisamente arterie coronarie)
latura delle camere è rilassata e il sangue scorre liberamente che irrorano di sangue ricco di ossigeno il muscolo cardiaco.
tra camere e atri. In questa fase le valvole semilunari sono Quando il miocardio non viene irrorato del tutto o non viene
chiuse, impedendo che il sangue entri nei letti vascolari. irrorato a sufficienza, a causa di un restringimento delle co­
ronarie e di altri fattori concomitanti, il cuore e i suoi tessuti
Durante la sistole, atri e ventricoli si contraggono in maniera soffrono per la mancanza di ossigeno. Si parla in questi casi
coordinata: prima gli atri (sistole atriale) e poi i ventricoli (si­ di ischemia del miocardio (cardiopatia ischemica o ischemia
stole ventricolare). Nella contrazione ventricolare la pressio­ miocardica) che si concretizza nel temuto infarto del miocar­
ne del sangue spinge verso l'alto le valvole atrio-ventricolari dio (o sindrome coronarica acuta). Altre patologie che pos­
e ne provoca la chiusura, non permettendo che il sangue sono colpire il cuore sono di origine infiammatoria, lesioni
torni negli atri e il sangue viene pompato nelle arterie, vale valvolari e problemi della conduzione nervosa come l'aritmia.
a dire quei vasi attraverso i quali il sangue esce dal cuore.
LE ARTERIE E IL SISTEMA ARTERIOSO
Il sistema arterioso è la parte del sistema circolatorio ad alta
pressione. È formato da:
arteria aorta
arterie sistemiche
arterie polmonari

L'arteria aorta

L'arteria aorta è il massimo vaso arterioso dell'organismo


umano. Ha origine dal ventricolo sinistro del cuore, tramite
un'apertura (regolata dalla valvola aortica) sale per un breve
tratto verso l'alto (da cui il nome "aorta ascendente"); si in­
curva poi indietro a formare l'arco aortico (o arco sistemico),
per poi continuare nell'aorta discendente (composta da due
porzioni: l'aorta toracica e l'aorta addominale), per arrestarsi
in corrispondenza della quarta vertebra lombare, dove si bi­
forca nelle due arterie iliache comuni.
Figura 10.2 La sistole
Le arterie sistemiche
SISTOLE: FASE DI CONTRAZIONE

IL SANGUE ESCE DAL CUORE E VA ALLA PERIFERIA E Al POLMONI Le arterie sistemiche sono i vasi sanguigni deputati al tra­
TRAMITE LE ARTERIE sporto del sangue ossigenato e arricchito di sostanze nu­
tritive dal cuore a tutti gli organi e tessuti dell'organismo. Il
torace e l'addome, attraversati dall'aorta, ricevono il sangue
direttamente dai suoi tanti rami collaterali, mentre per le parti
del corpo più periferiche (testa, collo, bacino, arti superiori e
inferiori) la vascolarizzazione è garantita dalla presenza di
grossi vasi arteriosi che si diramano dall'aorta stessa (arteria
omerale, arteria femorale, arteria carotidea, ecc.).

Le arterie polmonari

Le arterie polmonari sono i due grossi vasi sanguigni respon­


sabili del trasporto dal cuore ai polmoni del sangue carico
di anidride carbonica e prodotti di scarto proveniente dalla
circolazione periferica.
Insieme alle vene polmonari costituiscono la circolazione
polmonare, detta anche "circolazione cuore-polmoni" o "pic­
cola circolazione", owero quella parte dell'apparato circo­
latorio che fa sì che il sangue carico di anidride carbonica
e prodotti di scarto proveniente dagli organi e dai tessuti
Figura 10.2 La diastole
dell'organismo passi dal cuore ai polmoni per essere ripulito
DIASTOLE: FASE DI RILASCIAMENTO e tornare nuovamente al cuore da dove, ossigenato e ar­
ricchito di sostanze nutritive, viene poi pompato verso tutti i
Il SANGUE ARRIVA AL CUORE DALLA PERIFERIA E DAI POLMONI distretti dell'organismo.
TRAMITE LE VENE
Funzione delle arterie e del sistema arterioso

Il compito delle arterie e del sistema arterioso è trasportare


il sangue dal cuore a tutti i tessuti e organi del corpo umano.

223
Capillari la vena cava superiore
La vena cava superiore è un grosso tronco venoso che tra­
I capillari sono i più piccoli vasi sanguigni dell'apparato cir­
sporta verso il cuore il sangue povero di ossigeno provenien­
colatorio nei quali si diramano le arterie e le vene. Di forma
te dalla parte superiore del corpo (testa, collo, arti superiori,
cilindrica e dimensioni microscopiche, devono il loro nome
alcuni organi del torace). È lunga circa 7 centimetri e ha un
all'anatomista Marcello Malpighi, che per primo li individuò
diametro, a livello dello sbocco, di circa 22 millimetri.
nel XVII secolo e che li chiamò così in riferimento alla loro
sottigliezza.
la vena cava inferiore
Sia il sistema venoso (vene di grosso, medio e piccolo cali­
bro e venule) sia il sistema arterioso (arterie di grosso, medio
La vena cava inferiore è il più grosso tronco venoso di tutto
e piccolo calibro e arteriole) si diramano in vasi sanguigni
il corpo umano, il cui compito è quello di trasportare verso il
sempre più piccoli fino a terminare nei capillari: questi si di­
cuore il sangue povero di ossigeno proveniente dalla parte
stribuiscono a partire dalle arteriole, ramificandosi tra le cel­
inferiore del corpo (cioè dagli arti inferiori e da tutti gli organi
lule dei tessuti, per poi raccogliersi in vasi più grandi, detti
che si trovano al di sotto del diaframma). Ha una lunghezza
venule, che a loro volta riversano il loro contenuto nelle vene,
media di 22 cm e un diametro di circa 30 millimetri.
tramite le quali il sangue ritorna al cuore.
Dal punto di vista funzionale i capillari rappresentano quindi
Le vene polmonari
una parte importante del sistema in quanto nei capillari av­
vengono tutti gli scambi metabolici e respiratori tra il sangue
Le vene polmonari trasportano il sangue ossigenato prove­
e il liquido intercellulare che garantiscono ai tessuti il riforni­
niente dai polmoni al cuore (precisamente all'atrio sinistro)
mento di ossigeno e di sostanze nutritive (mediante i capillari
da cui viene poi pompato nel resto dell'organismo. Insieme
derivanti dalle arterie) e, allo stesso tempo, l'allontanamento
alle arterie polmonari costituiscono la circolazione polmona­
delle sostanze di rifiuto (mediante i capillari derivanti dalle
re (anche detta "circolazione cuore-polmoni" o "piccola circo­
vene). La funzione dei capillari è resa possibile dalle loro par­
lazione"), owero quella parte dell'apparato circolatorio che
ticolari caratteristiche strutturali: a differenza delle arterie e
fa sì che il sangue carico di anidride carbonica e prodotti di
delle vene, infatti, le loro pareti sono costituite da un singolo
scarto proveniente da tutti gli organi e i tessuti dell'organismo
strato di cellule endoteliali appiattite, grazie al quale risultano
passi dal cuore ai polmoni per essere ripulito e tornare nuo­
molto permeabili.
vamente al cuore da dove viene, ossigenato e arricchito di
Il diametro dei capillari varia in base all'organo in cui si trova­
sostanze nutritive e poi spinto verso tutti gli organi e i tessuti.
no: i più sottili, del diametro di 5-8 micrometri (il micrometro
o micron "µm", pari a un millesimo di millimetro) si trovano
nel polmone, nella retina e nei muscoli striati; quelli più gran­ 10.2.2. ARRESTO CARDIACO: L'ENTITÀ
di (12-20 µm, ma possono arrivare anche a 25-30 µm) si tro­ DEL PROBLEMA
vano nelle ghiandole e nel midollo osseo.
Oltre alle reti formate da capillari disposte tra arterie e vene L'arresto cardiaco rappresenta una delle principali cause di
esistono anche reti di capillari tra due arterie o tra due vene. morte in Italia e in Europa e il problema riguarda circa 55-113
Il compito dei capillari è quello di garantire gli scambi metabo­ persone ogni 100.000 abitanti in un anno (350.000 - 700.000
lici e respiratori tra il sangue e il liquido intercellulare affinché persone all'anno sono colpite da arresto cardiaco in Europa)4
vengano garantiti a tutti i tessuti il rifornimento di ossigeno e • Circa il 25-50% delle vittime di arresto cardiaco sono affette
5
di sostanze nutritive e, allo stesso tempo, l'allontanamento da fibrillazione ventricolare. È probabile che molte più vittime
delle sostanze di scarto. abbiano un episodio di fibrillazione ventricolare o di tachi­
cardia ventricolare senza polso al momento d ell'arresto, che
Vene e sistema venoso spesso, con il passar� del tempo, in assenza di trattamento
degenera in asistolia (cioè l'assenza totale di attività elettrica
Le vene sono i vasi sanguigni deputati al trasporto del san­ del cuore). Infatti, se si effettua una registrazione elettrocar­
gue dai distretti corporei periferici verso il cuore (direzione diografica immediatamente dopo la perdita di coscienza, la
centripeta). A eccezione delle vene provenienti dai polmoni, percentuale di vittime colpite da fibrillazione v entricolare può
che trasportano sangue ricco di ossigeno e sostanze nutriti­ salire al 76%. Quindi le percentuali di successo dell'interven­
ve, tutte le vene trasportano sangue carico di anidride carbo­ to sono più alte se le persone presenti e che intervengono per
nica e prodotti di scarto e povero di ossigeno. prime agiscono immediatamente, quando cioè la fibrillazione
In base al diametro del vaso sanguigno, le vene si dividono ventricolare è ancora presente. Il successo della rianimazio­
- dal diametro più piccolo al più grande - in capillari venosi, ne scende drasticamente una volta che l'attività elettrica del
venule, vene di piccolo calibro, vene di medio calibro e vene cuore si trasforma in asistolia. Il trattamento raccomandato
di grande calibro. Le pareti delle vene sono formate da tre per l'arresto cardiaco dovuto alla fibrillazione ventricolare è
tuniche sovrapposte una sull'altra (esterna, media e interna), la rianimazione cardiopolmonare precoce (RCP) praticata
risultano più sottili delle pareti delle arterie e sono caratteriz­ dalle persone presenti e la defibrillazione precoce. La mag­
zate dalla prevalenza della componente muscolare su quella gior parte degli arresti cardiaci di origine non c ardiaca han­
elastica. no cause respiratorie, come l'annegamento e l'asfissia. La
Le principali strutture che formano il sistema venoso sono: ventilazione polmonare tramite insufflazioni, possibilmente
la vena cava superiore con il sistema pallone maschera e, se possibile e disponibile,
la vena cava inferiore con l'utilizzo di ossigeno, nonché le compressioni toraciche
le vene polmonari esterne eseguite correttamente sono fondamentali per otte­
nere il successo nella rianimazione delle persone colpite da
questo problema.

4 Berdowski J, Berg RA, lìjssen JG, Koster RW. Global incidences of out-of-hospital cardiac arresi and survival rales: systematic review of 67
prospective studies. Resuscitalion 2010;81 :1479-67
5 Grasner JT, Bossaert L. Epidemiology and management of cardiac arresi: what registries are revealing. Besi Pracl Res Clin Anaeslhesiol
2013;27:293-006
6 Gavin D. Perkins et al., European Resuscitation Council Guidelines lor Resuscilation 2015 Seclion 2. Adull basic lite suppor! and automated
exlemal defibrillation, Resuscilation 95 (2015) 81-99
224
-----➔D-lla�.-r.ieiò iieriva che l'in�petente delle gfi-addetti. dei· centri e delle so ·
persone presenti, in qualunque contesto si trovino, può ridur­ hanno implementato l'installazione dei defibrillatori nei punti
re notevolmente la mortalità delle persone vittime di arresto nevralgici delle diverse zone delle città.
cardiaco. A questo proposito il ruolo dell'OSS è di estrema
importanza, in particolare quando si trova ad operare in strut­ LA CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA
ture dove è spesso il primo ad intervenire quando si verifica
un problema di questo tipo, o a casa degli assistiti in caso di European Resuscitation Council, con questa suggestione,
servizio domiciliare. vuole sottolineare l'importanza della giusta sequenza degli
I comportamenti cui ci si fa cenno in questo capitolo, deri­ interventi di soccorso, rappresentando l'importanza di non
vano dall'applicazione delle linee guida 20156 per la riani­ tralasciare alcuno degli interventi identificati in ogni anello,
mazione cardiopolmonare precoce e defibrillazione precoce per permettere al soccorso avanzato di intervenire in modo
di ERC (European Resuscitation Council) riprese in Italia da proficuo e veloce. Gli anelli della catena comprendono:
IRC (ltalian Resuscitation Council), l'associazione scientifica
che nel nostro paese si occupa di divulgare la cultura della Immediato riconoscimento dell'arresto cardiaco e
rianimazione sia fra gli operatori sanitari che fra i cittadini. immediata attivazione del sistema di risposta alle
emergenze
RCP (rianimazione cardio polmonare) precoce,
con particolare attenzione alle compressioni to­
10.3 LE TECNICHE DI INTERVENT07 raciche
Defibrillazione precoce per trattare l'arresto car­
IL B.L.S.D. 8,9 diaco causato da fibrillazione ventricolare e tachi­
cardia ventricolare senza polso
La rianimazione cardiopolmonare e la defibrillazione pre­ Supporto vitale avanzato (ALS, Advanced Life
coce con il defibrillatore semiautomatico esterno (O.A.E.) Support)
è riconosciuta, a livello internazionale, come la procedura
più efficace per trattare l'arresto cardiaco conseguente ad
alcune tipologie di disturbi elettrici (fibrillazione ventricolare
e tachicardia ventricolare senza polso). È stato definito da
studi ricerca che circa il 25-50% dei casi di arresto cardiaco
è rappresentato dalla fibrillazione ventricolare.
Il supporto vitale, che rappresenta la prima fase della riani­
mazione cardiopolmonare, è articolato in varie fasi: Figura 10.4 La catena della soprawivenza

Il pronto riconoscimento dell'arresto cardiaco


L'attivazione precoce del sistema di soccorso Immediato riconoscimento dell'arresto cardiaco e attiva­
Il mantenimento della pervietà delle vie aeree, il zione del sistema di risposta alle emergenze: include il
supporto del respiro e del circolo, senza l'utilizzo riconoscimento precoce dell'emergenza cardiaca e la notifi­
di strumentazione elettromedicale e/o farmaci ca tempestiva al personale di soccorso tramite il 112 (o altro
Queste fasi sono di estrema importanza, perché precedono numero di emergenza), oltre ad un sistema di allarme interno
sempre la fase della defibrillazione precoce o del soccorso delle specifiche strutture per mobilitare il personale qualifica­
medico avanzato (A.L.S. Advanced Life Support) e il man­ to addetto al soccorso.
cato intervento del soccorso nelle fasi iniziali di un arresto La RCP precoce è un insieme di azioni che il soccorritore
cardiaco può provocare l'insuccesso delle manovre succes­ esegue in sequenza per la rianimazione cardiopolmonare di
sive. Per questa ragione è di estrema importanza l'interio­ base, per supportare il circolo e se possibile la respirazione.
rizzazione delle manovre di soccorso, che possono incidere L'immediato inizio della rianimazione cardiopolmonare subito
anche sulla qualità di vita della persona assistita, in caso di dopo l'arresto, può quadruplicare le possibilità di soprawi­
successo della rianimazione. Infatti, uno degli scopi principali venza della persona colpita dal problema 10•
è quello di evitare i danni anossici, cioè dovuti alla carenza La defibrillazione precoce si realizza con l'erogazione di
di ossigeno al cervello, che dopo pochi minuti diventano ir­ una scarica elettrica al cuore, per riportarlo dalla situazione
reversibili. La rianimazione cardiopolmonare immediata può di arresto ad un ritmo cardiaco normale.
inoltre triplicare la soprawivenza in caso di arresto cardiaco. Il supporto vitale avanzato, (A.L.S.) riguarda la risposta del
Il punto successivo, cioè la defibrillazione precoce, è subor­ personale di soccorso avanzato extra-ospedaliero o, nelle
dinato alla disponibilità di un defibrillatore semiautomatico strutture pubbliche anche da parte del personale dipenden­
esterno, che potrà essere attivato da personale apposita­ te (équipe di soccorso interne), generalmente composte da
mente formato e abilitato. Se la defibrillazione viene realizza­ medici, infermieri e soccorritori abilitati) appositamente for­
ta entro 3-5 minuti dall'arresto cardiaco può fare aumentare mato che può intervenire sulla vittima e prowedere alla som­
la soprawivenza dal 49 al 75% e, per contro, ogni minuto ministrazione di farmaci, alla ventilazione ed eseguire altri
di ritardo riduce del 10-12% la probabilità di successo e la interventi e protocolli prima che la vittima sia portata in una
soprawivenza della persona. Per questa ragione negli ultimi struttura sanitaria adeguata.
decenni si è sviluppata in tutti i Paesi una politica di forma­ È chiaro, come già accennato in precedenza, che la precoci­
zione delle pratiche di rianimazione cardiopolmonare avan­ tà dell'intervento determina la percentuale di successo delle
zata che coinvolgesse sempre più i soggetti che per primi manovre di rianimazione avanzata e che nell'azione di soc­
intervengono sulla scienza del soccorso, quali ad esempio i corso è indispensabile seguire le fasi indicate nella catena
vigili del fuoco, i farmacisti, gli addetti dei centri commerciali, della soprawivenza.

7 Tutte le immagini di questo paragrafo sono tratte da Resuscitation 95 (2015) 81-99 (Rivista di European Resuscitation Council)
8 Koenraad G. Monsieurs et al., European Resuscitation Council Guidelines lor Resuscitation 2015 Section 1. Executive summary,
Resuscitation 95 (2015) 1-80
9 Gavin D. Perkins et al., European Resuscitation Council Guidelines for Resuscitation 2015 Section 2. Adult basic life suppor! and automated
extemal defibrillation Resuscitation 95 (2015) 81-99
10 Holmberg M, Holmberg S, Herlitz J. Factors modifying the effect of by stander cardiopulmonary resuscitation on survival in out-of-hospital
cardiac arresi patients in Sweden. Eur Heart J 2001;22:511-9.28.
225
NELL'ARRESTO CARDIACO - PROCEDURA BLSD
NELL'ADULTO

L'obiettivo del BLSD (Basic Life Support and Defibrillation) è


rappresentato da:

Prevenzione dei danni anossici cerebrali conse­


guenti all'arresto della circolazione del sangue:
i primi danni sopravengono già dopo 4-6 minuti,
dopo 10-12 minuti i danni diventano irreversibili
Supporto delle funzioni vitali
Correzione dell'attività elettrica del cuore e ripristi­
no del normale ritmo cardiaco

Nello spiegare le diverse fasi del soccorso nell'arresto car­


diaco, si utilizza convenzionalmente l'acronimo A.B.C.D.,
dove ad ogni lettera corrisponde una specifica attività. Ad
ogni azione deve precedere sempre un'attenta valutazione,
poiché tutte le manovre della rianimazione cardiopolmonare
sono estremamente invasive e devono essere svolte solo
se necessarie. La prima fase di gestione delle vie aeree (A
- Airways) deve essere preceduta da una valutazione dello
stato di coscienza, la fase del supporto alla respirazione (B
- Breathing) deve essere preceduta dalla valutazione dell'at­
tività respiratoria, il supporto al circolo (C - Circulation) deve
essere preceduto dalla valutazione dell'attività circolatoria,
infine la defibrillazione (D - Defibrillation) sarà preceduta da
una valutazione dell'attività elettrica del cuore, svolta automa­
ticamente dal defibrillatore all'attivazione dell'analisi.
Analizziamo ora nel dettaglio le varie fasi.

226
AZIONE COME SI FA? PERCHÉ SI FA?

PRONTO RICONOSCIMENTO DEI SE- Afferra la vittima per le spalle, quindi Per verificare lo stato di coscienza
GNI E SINTOMI DI UN ARRESTO scuotila delicatamente e chiamala in en- della vittima, utilizzando gli stimoli
trambe le orecchie sensoriali ed uditivi
Chiama e scuoti non troppo bruscamente
la vittima

Allinea arti superiori ed inferiori Per facilitare le manovre


e posiziona la vittima supina di soccorso

Per poter eventualmente applicare


Scopri il torace della vittima gli elettrodi del defibrillatore e svol­
gere le manovre avanzate
A: AIRWAYS: APERTURA DELLE VIE Solleva delicatamente il mento della vitti- Per evitare la ricaduta della lingua
AEREE ma,posizionando due dita sulla mandibola che con il capo non iperesteso po­
trebbe ostruire le vie aeree
Mantieni la pervietà delle vie aeree

B: BREATHING Mantenendo il capo in iperestensione, Per valutare con maggior precisione


awicinati alla bocca della vittima per fare l'assistito, utilizzando diversi para­
G.A.S.: Guarda l'espansione del torace, la valutazione. metri per arrivare alla valutazione.
ascolta i rumori respiratori, senti l'alito
dell'assistito sulla tua guancia e controlla
contestualmente la presenza di segni di
attività di circolo (Movimento, tosse, re­
spirazione spontanea: MO.TO.RE.)

N.B. Nei primi minuti dopo l'arresto, la


vittima può avere qualche sporadico
atto respiratorio, che non deve essere
considerato attività circolatoria valida e
che, pertanto, richiede di attivare la fase
successiva della rianimazione cardiopol-
monare.
Se la vittima non risponde e la valuta­ Chiama o fai chiamare immediatamente L'arrivo tempestivo del soccorso
zione dell'attività respiratoria è negativa, il 112 o il sistema di emergenza interno. avanzato dipende dalla precocità
attivare immediatamente il 112 oppure il La chiamata è possibile e gratuita anche della chiamata del soccorso
sistema di emergenza interno da tutta la rete cellulare.

227
Contestualmente, chiedi che sia reso im­ Per procedere alla eventuale
mediatamente disponibile un O.A.E. (De­ defibrillazione il più rapidamente
fibrillatore Semiautomatico Esterno) possibile

C: CIRCULATION Inginocchiato vicino alla vittima, posizio-


na una mano al centro del torace, sullo
Posiziona le tue mani sul torace della vit- sterno in posizione mediana.
lima

Posiziona l'altra mano sopra a quella già Per ridurre la superficie di compres­
posizionata, incrociando e sollevando le sione e ridurre il rischio di danneg-
dita. giare le coste e/o lo sterno.

Evita di posizionarti troppo in alto o trop­ Per evitare danni agli organi interni e
po in basso, ad esempio sull'addome per garantire maggiore efficacia alle
compressioni

Inizia immediatamente le compressioni Mantieni le braccia tese e perpendicolari Per essere più efficace nelle com-
toraciche esterne sul torace della vittima. pressioni

Inizia le compressioni toraciche esterne, Per garantire la circolazione del san-


abbassando il torace di 5-6 cm gue

Ad ogni compressione fai seguire un rila- Per permettere al muscolo cardiaco


sciamento totale del torace sino alla posi- di riempirsi nuovamente di sangue
zione originaria dopo la compressione

Mantieni un ritmo di 100-120 compressio-


ni al minuto

228
Se sei addestrato e sei in gràdo di farlo: BOCCA A BOCCA Per ossigenare il sangue

Dopo trenta compressioni, esegui due in- Chiudi le narici della vittima con indice e
sufflazioni con il sistema bocca a bocca pollice, avvicina la tua bocca, utilizzando
o, se disponibile, con il sistema pallone i dispositivi di protezione, alla bocca della Per consentire ai polmoni di svuo­
maschera (pallone auto espansibile o vittima, insuffla lentamente (1-2 secondi) tarsi
pallone di Ambu) e in modo continuo, una quantità di aria
sufficiente a garantire l'espansione del
torace (mentre insuffli controlla l'espan­
sione del torace)

Dopo l'insufflazione di aria rilascia le nari-


ci e stacca la bocca dalla vittima Per garantire un apporto costante e
Non interrompere le compressioni toraci- adeguato di sangue e di ossigeno
che per più di 10 secondi

In alternativa alla respirazione bocca a


bocca, può essere utilizzata, se disponi­ L'apporto di ossigeno può migliora­
bile, la maschera facciale e il pallone di re l'ossigenazione del sangue della
auto espansibile (Pallone di Ambu) even­ vittima
tualmente collegato all'erogatore di ossi­
geno

Alterna 30 compressioni a due insuffla- 30:2


zioni sino all'arrivo del defibrillatore
SE NON RIESCI A VENTILARE Continua le compressioni toraciche ester- Per evitare inutili interruzioni delle
ne ad una frequenza di 100-120 al minuto compressioni toraciche

D: DEFIBRILLATION Accerta che il torace della vittima sia Per evitare ustioni all'assistito
asciutto, non applicare gli elettrodi su fe-
APPENA ARRIVA IL DAE rite, stimolatori cardiaci, cerotti transder-
mici
Accendilo e collega gli elettrodi al torace
nudo della vittima Posiziona gli elettrodi nelle posizioni ido­
nee, se è presente un altro soccorritore Per evitare inutili interruzioni delle
continua la rianimazione non interrom­ compressioni toraciche
pendo le compressioni toraciche esterne

229
ss1curat1 che nessuno tocchi· ta vittima Controlla visivamente e allontana le per� Per non alterare la rilevazione
nella fase di analisi sone che si avvicinano dell'attività elettrica cardiaca da par­
te del defibrillatore

D1) SE LO SHOCK È INDICATO Eroga lo shock premendo l'apposito tasto Per correggere l'attività elettrica del
sul defibrillatore cuore

Controlla e allontana le persone che si


avvicinano, controllando prima di erogare Per evitare danni alle persone
la scarica che nessuno tocchi la vittima

Incomincia immediatamente la RCP Continua la RCP alternando le compres- Per garantire un apporto costante e
sioni (100-120 al minuto) alle insufflazio- adeguato di sangue e di ossigeno
ni, se possibile

D2) SE LO SHOCK NON È INDICATO Inizia immediatamente la RCP alternando Per garantire un apporto costante e
le compressioni (100-120 al minuto) alle adeguato di sangue e d i ossigeno, in
insufflazioni, se possibile attesa del soccorso avanzato

Se il DAE non si rendesse disponibile Continua la RCP alternando le compres­ Per garantire un apporto costante e
sioni (100-120 al minuto) alle insufflazio­ adeguato di sangue e di ossigeno, in
ni, se possibile attesa del soccorso avanzato e/o del
defibrillatore

230
Se la vittima non a coscienza, ma a os1z1ona a v
un'attività respiratoria valida di sicurezza
re per effettuare la chiamata

Chiama comunque i soccorsi Per evitare danni o decubiti alla vit­


tima

Cambia il lato della posizione ogni trenta Per essere immediatamente pronti a
gestire l'eventuale emergenza

Figura 10.5 Posizione laterale di sicurezza

231
La posizione laterale di sicurezza, alla quale si è fatto cenno,
è una posizione che si può realizzare in una persona:

Che non ha coscienza


Che ha attività respiratoria e circolatoria presenti
Che non ha subito un trauma

La vittima si posiziona di lato (Figura 10.5), il capo legger­


mente arretrato e la bocca in posizione tale da agevolare il
deflusso di eventuale vomito, evitando l'aspirazione di cibo
nelle vie aeree. Inoltre è una posizione stabile che consente
al soccorritore di allontanarsi per chiamare i soccorsi, man­
tenendo in sicurezza la vittima. Ogni 30 minuti, in attesa di
interventi di soccorso, deve essere cambiato il lato di appog­
gio per evitare la possibilità che possano insorgere lesioni.

10.5 LA DISOSTRUZIONE DELLE VIE AEREE DA


CORPO ESTRANEO

L'ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo rappresenta


un'importante emergenza sanitaria, che se non trattata por­
ta rapidamente alla morte della vittima. È un fenomeno che
può accadere in associazione a problematiche di qualunque
persona, quali ad esempio alterazioni neurologiche con alte­
razione della deglutizione (disfagia), ridotti livelli di coscien­
za, intossicazione da farmaci o alcool, alterazione del riflesso
della tosse anche a seguito di malattie neurologiche, malattie
respiratorie, demenza; più raramente può riguardare anche
persone in buono stato di salute.
L'ostruzione completa impedisce totalmente la respirazione
alla vittima ed awiene in conseguenza dell'aspirazione nelle
vie aeree di un corpo estraneo, generalmente cibo, nella fase
inspiratoria; per questa ragione la vittima non può respirare,
parlare, tossire e rapidamente diventa cianotico (la cianosi
è il colorito bluastro della cute conseguente alla carenza di
ossigeno nel sangue), sino a perdere coscienza. In questa
fase è importante agire rapidamente, al fine di consentire l'e­
spulsione del corpo tentando alcune semplici manovre che
andremo di seguito a esplicitare.

10.5.1 TRATTAMENTO DELL'OSTRUZIONE DA COR­


PO ESTRANEO NELLA VITTIMA COSCIENTE

Innanzitutto è estremamente importante saper riconoscere


immediatamente l'ostruzione, evitando di confonderla con
altre situazioni patologiche, al fine di intervenire immediata­
mente dopo l'evento, sino a quando la vittima è ancora co­
sciente.
L'intervento si basa non sull'esecuzione di una sola tecnica,
ma è stato dimostrato11 che l'abbinamento di tecniche diver­
se, quali le percussioni interscapolari alternate alle compres­
sioni sottodiaframmatiche, risulta più efficace in almeno il
50%dei casi.

11 Redding JS. The choking controversy: critique of evidence on the Heimlichmaneuver. Cri! Care Med 1979;7:475-9.267.

232
. Tecnica di esecuzione-del·Fcl'ilf!nmteein-vveenntHr.. --,----:-:----:---::-:---:---:--:---:-:-:---'-:--,---,---,-,---:--:--c----:---:----:----,--,-,----,-':-::-::il!!!!!

AZIONE COME SI FA? PERCHÉ SI FA?

PRONTO RICONOSCIMENTO DEI La vittima non riesce a tossire, a parlare,


SEGNI E SINTOMI DI UNA OSTRU­ diventa rapidamente cianotica, è molto
ZIONE COMPLETA agitata e porta le mani alla gola (segnale
di soffocamento)

Incoraggia la vittima a tossire Per facilitare l'espulsione del corpo


estraneo
Inizia il trattamento: impartisci 5 col- Posizionati a lato della vittima leggermente Per cercare la posizione più ergonomi-
pi interscapolari reclinata in avanti ca per l'esecuzione della manovra

Appoggia un tuo braccio sul torace del- Per sostenerla durante le percussioni
la vittima, afferrandolo con la mano sulla e sostenerla in caso di eventuale ca-
spalla duta

Sorreggendo la vittima, dai cinque colpi Per determinare l'espulsione o il movi­


interscapolari con il palmo dell'altra mano mento del corpo estraneo12

Se non è sufficiente ...

12 Lo spostamento del corpo a seguito delle compressioni interscapolari potrebbe determinare lo spostamento del corpo estraneo e l'ingresso
di aria, in quantità sufficiente a consentire alla vittima di tossire ed espellerlo
233
da quella posizione tutte le manovre per essere efficace nelle compressioni

Ricerca con la mano non dominante, fa- Per rilevare la giusta posizione (sotto
cendo una C posizionando il tuo dito indice il diaframma)
in corrispondenza dell'ombelico e il pollice
sull'appendice dello sterno.

Chiudi il dito pollice dell'altra mano all'in- Per creare un piano di compressione
terno delle altre dita, e appoggia la zona adeguato
del pollice al centro della zona rilevata con
la manovra precedente

Con la mano non dominante afferra la Per utilizzare la modica quantità di aria
mano appoggiata sull'addome della vitti- presente nei polmoni della vittima per
ma e tirala verso l'interno e verso l'alto, in spingere all'esterno il corpo estraneo
modo da sollevare il diaframma della vit-
tima

Ripeti quest'ultima operazione per cinque


volte

Se non è sufficiente ...


Alterna cinque compressioni sotto- Se la vittima perde coscienza ...
diaframmatiche a cinque colpi inter-
scapolari sino a quando la vittima non
espelle il corpo estraneo o non perde
coscienza
Inizia immediatamente la rianimazio- Attiva immediatamente i soccorsi Per supportare il circolo e per determi­
ne cardiopolmonare nare l'espulsione del corpo estraneo
Esegui 30 compressioni toraciche esterne,
alla fine delle quali controlla le vie aeree
quindi esegui due insufflazioni, continuan­
do sino a quando la vittima non riesce a
respirare autonomamente.

234
10.5.2 TRATTAMENTO DELL'OSTRUZIONE DA
CORPO ESTRANEO NELLA VITTIMA TROVATA NON
COSCIENTE O CHE HA PERSO COSCIENZA
Il trattamento avanzato, di competenza medica e infermie­
Oltre al trattamento nel caso in cui la vittima perda coscien­ ristica, prevede invece la somministrazione per via endove­
za nella fase di disostruzione è necessario intervenire an­ nosa di liquidi riscaldati, riscaldamento del sangue per via
che nei casi in cui si è in presenza di una persona trova­ extracorporea.
ta senza coscienza nella quale si sospetta un'ostruzione
delle vie aeree da corpo estraneo. In questi casi, accertata 10.6.2 IPERTEMIA
l'assenza di coscienza e di attività respiratoria, è necessa­
rio iniziare prontamente la rianimazione cardiopolmonare Si tratta di una condizione patologica, dovuta ad un aumento
con le compressioni toraciche esterne. Infatti alcuni studi• improvviso e forte della temperatura corporea, dovuta gene­
dimostrano come le compressioni toraciche, rispetto alle ralmente a colpi di calore. Non deve essere confusa con la
compressioni sottodiaframmatiche, generano una maggior febbre che, pur manifestandosi con lo stesso sintomo, cioè
pressione e sono più efficaci nella manovra di disostruzione, un innalzamento della temperatura sopra i 37° C (a livello
soprattutto in caso di persone non coscienti. ascellare, 37,5 a livello rettale), è invece conseguenza di una
risposta del nostro organismo ad un processo infiammatorio
e/o infettivo.
L'ipertermia, quindi, è un forte aumento della temperatura
10.6 IL SOCCORSO IN CONDIZIONI PARTICOLARI corporea che in alcuni casi può superare anche i 40° C, ge­
neralmente dovuto a colpi di sole o di calore, che si presen­
10.6.1 IPOTERMIA ta con maggiore frequenza nei mesi estivi, quando il corpo
umano non riesce in maniera soddisfacente a disperdere la
L'ipotermia è quella condizione nella quale la temperatura temperatura in eccesso. La temperatura del corpo superiore
della vittima scende al di sotto dei 35° C. Al di sotto dei 32 °C ai 42/43 °C non è compatibile con la vita. Nell'ipertermia, in
le condizioni diventano critiche e spesso mortali. In alcuni rari conseguenza della copiosa sudorazione che la precede (che
casi, sono stati descritti interventi di rianimazione in soggetti è un tentativo del nostro corpo di abbassare la temperatura
molto piccoli trovati in acqua molto fredde, con temperature eliminando liquidi per via cutanea) - soprattutto nel caso di
inferiori ai 27° C che sono stati rianimati con successo. Si soggetti anziani o non in buona salute - si può verificare an­
può verificare in caso di assideramento, di permanenza in che disidratazione e perdita di sali che può condurre a shock
ambienti molto freddi (ad esempio in acqua, o anche all'aper­ ipovolemico.
to con vestiti bagnati o con temperature molto rigide), oppure
in caso di intossicazione da farmaci e/o alcool o al verificarsi COSA NON FARE
di condizioni patologiche che interferiscono con i meccanismi
di termoregolazione. L'ipotermia si verifica quando nell'orga­
nismo la produzione di calore è inferiore alla dispersione del­ Raffreddare bruscamente la vittima, sottoponen­
lo stesso. Si manifesta con brividi significativamente intensi, dola a sbalzi termici importanti. Evitare quindi di
sino ad arrivare, nei casi più gravi, ad alterazioni dello stato trasportare la vittima in ambienti molto freddi, in
di coscienza che vanno dalla semplice sonnolenza sino allo particolare se si tratta di persone anziane o che
stato allucinatorio e al coma. Dal punto di vista della fisiolo­ possono avere un'alterazione dei meccanismi di
gia, la persona in ipotermia presenta un abbassamento del termoregolazione corporea
ritmo cardiaco (bradicardia) e del ritmo respiratorio (bradip­ Somministrare bevande alcoliche o caffè.
nea), sino ad arrivare all'arresto cardiorespiratorio.

COSA NON FARE


10.7GESTIONEDELLEEMORRAGIEEDEITRAUMl13
Strofinare o massaggiare la vittima
10.7.11 TRAUMI
Darle da bere alcolici
Usare borse di acqua calda o fare alla vittima un
LE CONTUSIONI
bagno caldo
Trattare geloni o parti in stato di congelamento
Quando si parla di contusione si fa riferimento ad una lesione
traumatica di una qualunque parte del corpo; in questo caso
Tutte queste azioni richiamano la circolazione del san­ il trauma non ha comportato una lesione della cute.
gue verso la pelle, privandone gli organi interni: devono Le contusioni, a seconda dell'intensità del trauma o delle
perciò essere evitate. condizioni della persona, possono provocare:

COSA FARE PER TRATTARE LA VITTIMA IN ATTESA ecchimosi, cioè lesioni più o meno vaste dei vasi
DEL TRASPORTO IN OSPEDALE sanguigni, in particolare piccoli vasi capillari, con
una modesta raccolta ematica nella zona sotto­
Poiché si parla di situazioni che si verificano più facilmente in cutanea
ambiente extra ospedaliero, nell'attesa del trasporto in ospe­ ematomi, cioè lesioni caratterizzate dalla rottura
dale il soccorritore può: di vasi sanguigni di dimensioni maggiori e, conse­
guentemente, da una maggior quantità di sangue
Riscaldare la vittima con coperte che può rimanere circoscritta o infiltrare i tessuti
Mettere la vittima in locali caldi, evitando un ulte­ circostanti
riore raffreddamento abrasioni, lesioni degli strati superficiali della

13 http://www.minicapo.it/salvamento/teoria/news/news002.asp?id=305&sid=54171699#0b

235
____--1.llJil�OlllseçllJBmet.a,jsn:eigame�1..S1.1..S1.1�petenrticic:uirl'.l(ig:ui-,__Jfic1CWiee.'-0paai:2r:z:uiaillllme::nenn1ttee...mmant��ne,.p, ....
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de; le escoriazioni invece, conseguenza anch'es- essere soggetta a lussazione, pur tuttavia la spalla è l'artico-
se di sfregamento della cute su superfici rigide !azione che più frequentemente è interessata da questo trau-
ed abrasive, riguardano gli strati più profondi del matismo. Le dita delle mani e le caviglie sono gli altri distretti
tessuto cutaneo del corpo che possono essere interessati al problema.
L'intervento dell'Operatore Socio Sanitario consiste nell'im­
In questi casi l'intervento dell'Operatore Socio Sanitario in mobilizzare l'articolazione, cercando di evitare legature con
attesa dei soccorsi, se necessari, consiste nel mantenere mezzi di fortuna o di stringere troppo l'articolazione. Devono
ferma e calma la persona assistita, applicando eventualmen­ essere assolutamente evitati i tentativi di riduzione della lus­
te impacchi di ghiaccio per lenire il dolore. Per le abrasioni è sazione, che sono manovre di competenza dei medici spe­
importante mantenere pulita la ferita. È sempre bene segna­ cialisti ortopedici.
lare l'accaduto all'infermiere e al medico per eventuali diversi
trattamenti.

LE DISTORSIONI

Sono eventi a carico dell'apparato locomotore, causate da


traumi delle articolazioni conseguenti a movimenti o torsioni
delle ossa, in particolare a carico di caviglia, ginocchio, pol­
so e, più raramente, del gomito. Generalmente awengono
a seguito della torsione di un osso che dopo essere uscito a
seguito di un trauma dalla cavità articolare che lo ospita, ri­
entra naturalmente nella sua sede originaria, a volte causan­
do stiramenti o lacerazioni delle capsule che compongono
i legamenti. Alcune volte lo sfregamento delle due superfici
articolari delle ossa che awiene durante la fase discorsiva Figura 1 O.7 Lussazione di spalla
può dare origine a piccole fratture dell'osso stesso (fratture
parcellari). La sintomatologia della distorsione è sostanzial­
mente rappresentata da gonfiore e dolore dell'articolazione LE FRATTURE
interessata.
L'Operatore Socio Sanitario può intervenire su una persona Una frattura è l'interruzione parziale o totale della continuità
che presenta questo problema cercando di mantenere ferma di un osso, normalmente conseguente ad un trauma. Spes­
l'articolazione interessata, tenendo a riposo l'assistito. Met­ so, in associazione alle fratture, la vittima dell'evento trauma­
tere immediatamente a riposo l'arto interessato, comprimere tico può subire anche lesioni riguardanti le strutture legamen­
l'articolazione con un bendaggio rigido, applicare ghiaccio tose, soprattutto in caso di traumi distorsivi importanti. Una
e se il caso lo richiede, elevare l'arto per ridurre l'edema. frattura può essere conseguenza di:
È opportuno applicare una borsa del ghiaccio ed eventual­
mente inviare la persona assistita al pronto soccorso per il traumi (ad esempio una caduta)
trattamento dei casi più complessi. È importante comunque patologie (ad esempio malattie tumorali, osteopo­
mantenere la persona a riposo, evitando di sovraccaricare, rosi severa, ecc.)
nelle distorsioni che riguardano gli arti inferiori, l'articolazione stress (tipiche degli sportivi, in conseguenza di ri­
interessata. petute sollecitazioni di alcune ossa, ad esempio la
frattura delle ossa del piede nei corridori)
contrazioni muscolari: a seguito di improwise e
violente contrazioni, generalmente interessano
soggetti con fragilità ossea, ma possono riguar­
dare anche persone in buona salute. Ad esempio,
sono descritte fratture costali a seguito di violenti
ed improwisi colpi di tosse.

Classificazione delle fratture

Uno dei sistemi di classificazione delle fratture si basa


sulle diverse modalità di presentazione. Le principali ti­
pologie sono rappresentate dalle fratture:

Figura 10.6 Distorsione di caviglia composte: i monconi ossei, cioè i due segmenti
dell'osso sono nella loro normale posizione e ri­
sultano perfettamente allineati
LE LUSSAZIONI scomposte: nelle fratture scomposte, invece, i
segmenti ossei risultano disallineati
La lussazione awiene quando le superfici articolari di due esposte: una frattura è definita esposta quando i
ossa, a seguito di una distorsione, perdono reciprocamente segmenti ossei fuoriescono dalla cute della vittima
il normale rapporto. A seconda dell'entità del trauma una lus­ chiuse: quando la cute si presenta integra
sazione può essere completa, quando la perdita dei rapporti complete: quando è interessato tutto lo spessore
fra le due superfici è totale; la lussazione incompleta o su­ dell'osso
blussazione awiene invece quando il rapporto fra le super- incomplete: quando è interessata solo una parte

236
. del'
pluriframmentarie: quando l'osso fratturato è co­
stituito da più frammenti

A seconda della gravità del trauma, in funzione della tipologia


di evento e delle condizioni della vittima, l'Operatore Socio
Sanitario dovrà prestare i primi soccorsi seguendo semplici
regole:

evitare di muovere la vittima


non cercare di rialzare immediatamente la vittima
dopo una caduta, in particolare i soggetti anzia­
ni che più facilmente tendono a fratturarsi {tipica,
nell'anziano, la frattura di femore)
valutare eventuali segni e sintomi frattura: dolore,
Figura 10.911 cranio
rigonfiamento, deformazioni dell'arto, perdita di
funzionalità, eventuali tagli e ferite
applicare eventualmente ghiaccio per ridurre l'e­
Il trauma cranico è un evento generalmente conseguente ad
dema e il dolore
una caduta, che può essere particolarmente grave quando
in caso di frattura esposta, proteggere la cute
le ossa del cranio si fratturano oppure quando, a seguito
lesionata con garze sterili, evitando di toccare la
lesione del colpo, si forma una raccolta di sangue nello spazio fra
il cervello e le ossa o all'interno del cervello stesso {ema­
trattare eventuali emorragie (ricordiamo che le
toma cerebrale). I traumi cranici sono sempre da prendere
ossa sono taglienti) applicando la compressione
in seria considerazione, in particolare quando a subire l'e­
nei punti indicati
vento è una persona sottoposta a trattamento con farmaci
se occorre, chiamare i soccorsi ed inviare la per­
anticoagulanti, che possono facilitare le complicanze più gra­
sona in ospedale.
vi legate a questo evento. Quando il trauma cranico non è
particolarmente grave, la vittima può restare lucida oppure
avere senso di confusione e disorientamento, a volte accom­
ALTRE TIPOLOGIE DI TRAUMI pagnate da cefalea. L'Operatore Socio Sanitario dovrà os­
servare attentamente una persona che ha subito un trauma
TRAUMI DEL CRANIO E DELLA COLONNA cranico e segnalare immediatamente l'accaduto al medico
VERTEBRALE ed all'infermiere. Qualora si presentasse un'alterazione dello
stato di coscienza, oppure sintomatologie diverse - quali ad
Il cranio ha la funzione di contenere e protegge il cervello, esempio nausea, vomito, sonnolenza, confusione mentale -
mentre la colonna vertebrale contiene il midollo spinale. La dovrà immediatamente segnalare queste variazioni perché
scatola cranica è composta da diverse ossa, saldate fra di potrebbero rappresentare un aggravamento delle condizioni
loro, che hanno una funzione protettiva per il cervello. L'insie­ della persona. Spesso infatti gli esiti più gravi dei traumi cra­
me del cervello e del midollo spinale, viene definito sistema nici si manifestano anche a distanza di tempo dall'evento.
nervoso centrale. Le cellule del sistema nervoso centrale, a
differenza di altre cellule del corpo umano {ad esempio la TRAUMI DELLA COLONNA VERTEBRALE
cute, il fegato, ecc.) hanno la caratteristica di non potersi ri­
generare in caso di danno ed è quindi molto importante sal­ La colonna vertebrale, altrimenti definita spina dorsale, è
vaguardare queste strutture al fine di evitare nelle persone l'impalcatura che sostiene il corpo umano. La colonna verte­
lesioni permanenti. brale contiene il midollo spinale e lo protegge da urti e traumi.
Il midollo spinale ha la funzione di condurre gli stimoli moto­
ri dal centro alla periferia, di determinare cioè i movimenti
della persona e di riportare al cervello gli stimoli provenienti
dalla periferia {ad esempio il dolore, il calore, ecc.). Le ossa
che costituiscono la colonna vertebrale sono le vertebre: 7
cervicali, 12 toraciche, 5 lombari, 5 sacrali, 4/5 coccigee. Gli
eventi traumatici a carico della colonna vertebrale possono
provocare danni a carico delle funzioni motorie, più o meno
gravi a seconda dell'altezza della colonna in cui awiene il
trauma: più vicina al cervello sarà la lesione, tanto più grave
sarà il danno motorio. I danni principali e più importanti sono
rappresentati da situazioni invalidanti, quali: tetraparesi (pa­
ralisi degli arti superiori ed inferiori), paraparesi e paraplegia
{danni a carico degli arti inferiori o superiori), tetraplegia {flac­
cidità di tutti gli arti superiori e inferiori).
L'Operatore Socio Sanitario dovrà valutare attentamente la
dinamica dell'incidente, ed evitare attentamente la mobiliz­
zazione dell'infortunato per evitare di danneggiare il midol­
lo, qualora la persona avesse subito una frattura vertebrale.
Figura 10.8 La colonna vertebrale Nella mobilizzazione, il personale di soccorso utilizzerà ap­
posite barelle (spinale) evitando accuratamente di disalline­
are il tronco della vittima. Dovrà essere chiamato il soccorso

237
in caso di arresfo, evitando di iperesteridere il capo e posizio­ teristìca che differenzia emorragia arteriosa da quella venosa
nare la vittima in posizione laterale di sicurezza. è il colore del sangue: infatti il sangue arterioso che è, alme­
no a livello periferico, più carico di ossigeno, si presenterà di
TRAUMI AL TORACE E TRAUMI ADDOMINALI colore rosso più intenso rispetto al sangue venoso che, per
contro, sarà più scuro in quanto meno ossigenato.
Il trattamento dei traumi toracici e addominali normalmente
riguarda il medico e l'infermiere, pur tuttavia, in caso di even­ ALTRE FORME DI EMORRAGIA
to, l'operatore socio sanitario dovrà:
L'emorragia esterna si può manifestare anche con la fuo­
valutare l'entità del trauma, non minimizzando riuscita di sangue, oltre che da una lacerazione della cute
l'accaduto, soprattutto quando si tratta di persone conseguente ad un trauma, anche da un orifizio del corpo
fragili o in trattamento con farmaci anticoagulanti umano come naso, bocca, orecchio. Molto frequente è l'e­
(rischio di emorragie interne) pistassi, cioè l'emorragia derivante da sangue che esce dal
awisare il personale medico e infermieristico naso. Altro evento possibile in occasione di traumi è l'otor­
dell'accaduto ragia, cioè il sangue che esce dall'orecchio. L'ematemesi è
chiamare il soccorso (112/118) invece la fuoriuscita di sangue dalla bocca a causa di rottura
monitorare la vittima sino all'arrivo eventuale dei di vasi dell'apparato digerente (parte alta, quindi esofago e
soccorsi stomaco), generalmente non conseguente a traumi, ma a
osservare la respirazione ed eventuali variazioni patologie sistemiche. L'emottisi, cioè il sangue dalla bocca
dello stato generale della vittima con coinvolgimento delle vie aeree, rappresenta invece la
svolgere le manovre di rianimazione cardiopolmo­ fuoriuscita di sangue proveniente dall'apparato respiratorio
nare (BLS), se necessario. e in particolare dai polmoni. Questa forma deriva da lesioni
importanti a livello bronchiale e polmonare. L a fuoriuscita di
sangue dalla parte bassa dall'apparato digerente attraverso
10.7.2 LE EMORRAGIE14 l'ano si definisce melena o rettorragia, a seconda se è coin­
volta la parte alta o bassa dell'intestino. L'ematuria, cioè la
Fuoriuscita di sangue dovuta alla rottura di un vaso sangui­ presenza di sangue nelle urine, può essere conseguente a
gno, che può essere interna, che si verifica quando il sangue lacerazioni patologiche del tessuto della vescica, dei reni e/o
rimane contenuto in una cavità interna del corpo umano, o dell'apparato urinario in genere, oppure secondaria a traumi
esterna, cioè quando il sangue fuoriesce all'esterno del cor­ o interventi chirurgici. La menorragia è, infine, la fuoriuscita
po, dovuta quasi sempre a fattori traumatici o meccanici. di sangue dalla vagina.

LA GESTIONE DELLE EMORRAGIE ESTERNE TRATTAMENTO IN ATTESA DELL'ARRIVO


DEI SOCCORSI
Come si è visto nel paragrafo dedicato all'anatomia e alla
fisiologia del sistema cardiocircolatorio, il sangue viene vei­ Trattandosi di possibile contatto con sangue, prima di soc­
colato dal cuore ai distretti periferici del nostro corpo attra­ correre una persona con problemi emorragici devono essere
verso le arterie, e ritorna al cuore attraverso le vene. Quindi indossati dall'operatore i necessari Dispositivi di Protezio­
cambieranno le modalità di manifestazione del problema e ne Individuale (D.P.I., guanti, occhiali protettivi o visiera, ca­
le caratteristiche dell'emorragia se la fuoriuscita di sangue mice monouso di protezione).
dipende dalla rottura di una arteria o di una vena. In caso di soccorso a vittime sottoposte a terapia con anti­
La gravità di un'emorragia dipende da vari fattori, fra cui la coagulanti orali tenere sempre conto che anche una ferita
tipologia e le dimensioni del vaso sanguigno danneggiato e piccola in questi soggetti può rappresentare un problema,
owiamente dalla quantità di sangue che fuoriesce dalla fe­ perché questi farmaci interferiscono con la coagulazione del
rita. sangue e quindi potrebbero incidere negativamente sul trat­
Le emorragie arteriose sono tanto pericolose quanto le emor­ tamento dell'emorragia.
ragie venose e l'esito dipende essenzialmente, oltre che dal­
la rapidità e dalla tempestività del soccorso, da altri fattori COSA NON FARE
quali il grado, cioè la vastità, della lesione e dalla dimensione
del vaso danneggiato. Più il vaso è grosso, più problemi ci Non fare bere o mangiare l'infortunato
sono perché uscirà più sangue e sarà anche più difficile prati­ Non somministrare alcolici
care le manovre di soccorso. Il primo intervento, in attesa dei Nel caso di epistassi (sangue dal naso) la testa
soccorsi, ha come finalità il tamponamento dell'emorragia, non deve essere reclinata all'indietro (per evitare
quindi la riduzione del flusso del sangue o, nei casi ove è l'ingestione di sangue da parte della vittima)
possibile, l'interruzione della perdita ematica. Non toccare le ferite con le mani ed evitare il con­
L'emorragia arteriosa, normalmente, è più copiosa; si ma­ tatto con il sangue a mani nude (rischio biologico
nifesta con il sangue che esce "a zampillo", con schizzi di per l'operatore, rischio infettivo per la vittima).
sangue che possono arrivare a parecchia distanza dalla vit­
tima, in conseguenza della maggior pressione del sangue COSA FARE
che circola nelle arterie. In caso di rottura di un grosso vaso
(ad esempio l'arteria femorale) la morte della vittima è molto In caso di epistassi (sangue dal naso) è consigliabile far pie­
veloce. gare all'assistito la testa in avanti, per evitare che lo stesso
L'emorragia venosa è normalmente meno imponente; il san­ possa deglutire il sangue, tamponando le narici con una gar­
gue tende a scorrere dalla ferita scivolando sulla cute e non za o con cotone. Si può anche applicare ghiaccio sulla fronte
uscirà a spruzzo, come nel caso dell'emorragia arteriosa. o sulla nuca, per determinare il fenomeno della vasocostri­
Generalmente è più facile da trattare, a meno che non siano zione (il restringimento dei vasi sanguigni) che potrebbe aiu-

14 http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/E/emorragia.shtml

238
------tar:e a risolvere,. almeno tempora
caso di otorragia (sangue che esce dall'orecchio) o di ema­
temesi (sangue che si manifesta con vomito, di colore scuro)
o di emottisi (tosse, con sangue di colore rosso vivo, espulso
dalle vie aeree spesso dopo colpi di tosse) è consigliabile per L'intervento non dovrà essere diversificato in funzione del
l'Operatore Socio Sanitario intervenire per tranquillizzare la tipo di emorragia: sia per l'emorragia arteriosa che per quel­
persona assistita e inviarla velocemente in pronto soccorso, la venosa il trattamento consiste nel limitare la fuoriuscita di
awisando comunque il medico e il personale infermieristico, sangue, comprimendo sempre un grosso vaso arterioso. Il
qualora l'evento awenga in una struttura sanitaria. concetto è semplice: riducendo la mandata ematica a monte
Il trattamento delle emorragie esterne, spesso conseguenti a della ferita si riduce l'uscita del sangue, sia che si tratti di
lesioni di vasi sanguigni secondarie ad episodi traumatici, ha emorragia venosa che di emorragia arteriosa. Per ottenere
come obiettivo quello di limitare o interrompere la perdita di questo risultato possono essere usate diverse tecniche, in
sangue attraverso manovre di tamponamento dei vasi stessi. particolare per le emorragie che riguardano gli arti superiori
Per bloccare o diminuire le perdite è spesso sufficiente cer­ e inferiori.
care di fermare la circolazione del sangue comprimendo i
vasi arteriosi in alcuni punti dove il loro passaggio è facil­ Il tamponamento
mente raggiungibile. Comprimendo nei punti indicati (punti
di compressione), sempre a monte della ferita, si provoca un Si dovrà prowedere a tamponare la sede della ferita, con
restringimento del vaso sanguigno che rallenta o blocca la garze asciutte, comprimendo il punto di uscita del sangue.
circolazione del sangue. L'obiettivo è quello di rallentare o bloccare il flusso ematico
dalla ferita. Per quanto riguarda le emorragie degli arti in­
Punti di compressione feriori, per migliorare la compressione, si può esercitare la
pressione con la mano chiusa a livello inguinale, in modo tale
da comprimere il punto di passaggio dell'arteria iliaca rallen­
tando il flusso ematico. Per gli arti superiori, la compressio­
ne può essere esercitata con le dita della mano, ponendole
sotto la parte interna del muscolo bicipite brachiale contro
l'omero, per intercettare l'arteria omerale.

Figura 10.1 O I punti di compressione

Figura 10.12
Arteria carotidea: ferite al collo, attenzione a non
Tamponamento arto superiore
bloccare l'afflusso di sangue al cervello
Arteria succlavia: ferite alla spalla o detroncazio­
ni del braccio. Comprimere con le dita nella cavità
dietro la clavicola
Arteria ascellare: ferite al braccio o all'avambrac­
cio. Sollevare il braccio dell'infortunato e compri­
mere con i pollici nella cavità ascellare
Arteria omerale superiore: ferite al braccio.
Comprimere con tre dita sotto il bicipite nella parte
interna del braccio
Arteria omerale inferiore: ferite all'avambraccio
o alla mano. Si comprime con i due pollici nell'in­
cavo del gomito
Arteria femorale superiore: ferite alla coscia o
prossime all'inguine. Far stendere l'infortunato e
comprimere sull'inguine, con il pugno Figura 10.12
Arteria femorale inferiore: ferite alla coscia. Tamponamento arto superiore
L'infortunato è disteso a terra con la gamba leg­
germente piegata: il soccorritore comprime con
il pugno contro il femore nella parte interna della
coscia
Arteria poplitea: ferite alla gamba o al polpac­
cio. L'infortunato è disteso a terra, il soccorritore

239
li laccio emostatico cambiodi icolare attenzi n
andrà quindi osservata nel mobilizzare le persone, cambian­
Il laccio emostatico, qualora possa essere applicato {arti in­ do loro posizione, facilitando l'adattamento posturale atten­
feriori e superiori), dovrà essere posto sempre a monte della dendo qualche tempo in posizione seduta prima di mettere
ferita. Il laccio emostatico potrebbe chiudere completamente in piedi l'assistito, ad esempio prima della deambulazione di
il circolo sanguigno, quindi deve essere applicato per brevi un utente anziano oppure nella mobilizzazione della persona
periodi, perché a lungo termine potrebbe causare delle ne­ sottoposta ad intervento chirurgico. Tutte queste situazioni
crosi, cioè la morte dei tessuti interessati a causa della man­ possono generare stimoli eccessivi di alcune terminazioni
canza di sangue e quindi di ossigeno. L'altro problema po­ nervose - in primis il nervo vago - che provocano i classici di­
trebbe riguardare il danno alle strutture nervose periferiche sturbi che precedono la crisi !ipotimica: vertigini, agitazione,
che, in conseguenza di posizionamento del laccio protratto senso di "svuotamento" gastrico, ronzii alle orecchie, altera­
nel tempo, potrebbero danneggiarsi in modo irreversibile. La zioni della vista, nausea, pallore, sudorazione fredda. Dopo
rimozione del laccio non deve essere fatta in modo repenti­ i primi sintomi segue generalmente una riduzione del tono
no, per evitare che un improwiso ripristino della circolazione muscolare e, se la vittima non si sdraia, può cadere a terra e
possa provocare scompensi di circolo anche di seria entità. di conseguenza, ferirsi. È necessario ascoltare ed osservare
Se non è disponibile un laccio emostatico di tipo medicale, sempre i propri assistiti durante le manovre di assistenza e
si possono usare altri mezzi, quali stoffa, garze, bende, fa­ prevenire eventuali cadute se la persona comunica sensa­
cendo sempre molta attenzione e a non utilizzare materiali zioni di malessere, cercando di individuare precocemente
che possano causare lesioni ai tessuti, quali ad esempio fili segni e sintomi che possano far presagire una situazione di
elettrici o metallici. rischio.

In tutti i casi di emorragie importanti, la vittima deve essere INTERVENTI DI COMPETENZA DELL'OPERATORE
owiamente inviata in ospedale, allertando i soccorsi tramite SOCIO SANITARIO
il 112/118.

Mantenere la calma
Se si è vicini alla vittima o si sta svolgendo assi­
10.8 IL TRATTAMENTO DI ALCUNE FRA LE stenza mentre manifesta i segni e sintomi descrit­
POSSIBILI C AUSE DI ALTERAZIONE DELLO ti, accompagnare la persona a terra o in posizione
STATO DI COSCIENZA: LIPOTIMIA, SINCOPE supina, per evitare che si ferisca
E CRISI CONVULSIVE Tenere gli arti inferiori sollevati, in modo da favo­
rire il ritorno si sangue verso il tronco per aumen­
Nel trattare le alterazioni dello stato di coscienza ci si soffer­ tare la pressione arteriosa e, di conseguenza, mi­
merà sulle principali situazioni correlate a questo problema. gliorare l'ossigenazione del cervello
L'Operatore Socio Sanitario può svolgere manovre di primo Gestire eventuali episodi di vomito, se presente,
soccorso, ma non può somministrare farmaci, fare diagno­ per evitare l'aspirazione di corpi estranei nelle vie
si, risolvere il problema in autonomia. L'obiettivo sarà quindi aeree
quello di: Evitare di fare alzare velocemente la vittima, per
favorire il compenso delle attività di circolo
Saper riconoscere le principali cause di alterazio­ Porre eventualmente la vittima in posizione latera­
ne dello stato di coscienza le di sicurezza, in particolare se persiste un'altera­
Conoscere gli interventi per soccorrere efficace­ zione significativa del livello di coscienza
mente una vittima. Se la sintomatologia persiste, chiamare eventual­
mente il sistema di emergenza (112/118)
10.8.1 LIPOTIMIA
COSA NON FARE
La lipotimia è una situazione morbosa generalmente ca­
ratterizzata da un rapido abbassamento della pressione Creare agitazione nelle persone presenti
sanguigna, che determina nella persona una sensazione Svolgere manovre di competenza medica
di malessere, una riduzione dello stato di coscienza, a vol­ Dare da bere alla vittima durante la fase acuta
te accompagnata da sudorazione e sensazione di freddo, (per evitare il rischio di aspirazione di liquidi nelle
calo della pressione sanguigna {ipotensione). Generalmente vie aeree)
nell'episodio !ipotimico il livello di coscienza viene alterato, Somministrare farmaci (ricordare che la sommini­
ma non vi è mai una perdita di coscienza totale, come inve­ strazione si farmaci non è permessa agli operatori
ce awiene nella sincope. Le cause della lipotimia possono socio sanitari)
essere di diversa natura, quali ad esempio una riduzione dei
liquidi circolanti a seguito di perdita di sangue, una alterata 10.8.2 LA SINCOPE
funzionalità del muscolo cardiaco, una bradicardia {rallen­
tamento dei battiti del cuore). Altre cause possono essere La sincope si differenzia dalla lipotimia soprattutto per le
di natura psichica, quali ad esempio le emozioni intense, la modalità di insorgenza: mentre per la lipotimia l'insorgenza
vista del sangue o attacchi d'ansia. La lipotimia può anche è, di norma, lenta e graduale, nella sincope awiene molto
essere provocata da intensi stimoli dolorosi o da traumi fisici più rapidamente e senza segni premonitori. Il livello di co­
importanti. scienza nella lipotimia risulta alterato ma non completamente
Una situazione frequente, in particolare nelle persone an­ compromesso, mentre nella sincope la perdita di coscienza
ziane o con problemi di salute, è la cosiddetta "ipotensione è totale. La sincope è dovuta ad un temporaneo mancato o
ortostatica", cioè quella sindrome conseguente ad un ab­ ridotto flusso di sangue al cervello. Nella maggior parte dei
bassamento rapido della pressione sanguigna a seguito del casi la sincope si manifesta in modo transitorio, per periodi di

240
venire per cause dipendenti dal cuore o per cause extracar­ colo male", sono caratterizzate da rapida e fuga­
diache. Fra le cause cardiache ricordiamo le aritmie, l'infarto ce perdita di coscienza (dai 4 ai 20 secondi) e rap­
del miocardio, l'embolia polmonare. Le cause extracardiache presenta una delle più tipiche forme di epilessia
più frequenti possono essere dovute, ad esempio, allo stress nel bambino e nel giovane
o a situazioni particolari, quali colpi di tosse, starnuti, sforzi convulsioni toniche: le crisi toniche causano un
fisici importanti, forti dolori addominali, deglutizione e anche irrigidimento dei muscoli. Queste crisi di solito col­
per le stesse situazioni che possono causare le lipotimie. piscono i muscoli di schiena, braccia e gambe e
La lipotimia non trattata adeguatamente può infatti portare possono provocare una caduta a terra
ad episodi sincopali. Altre cause: l'ipovolemia acuta (dimi­ convulsioni atone: causano una perdita del con­
nuzione del volume del sangue) dopo attività fisica intensa trollo muscolare che può causare cadute improv­
e perdita di liquidi, oppure la stimolazione del seno caroti­ vise
deo, che può awenire semplicemente anche a causa della contrazioni cianiche: sono associate a movi­
stimolazione della carotide radendo la barba, o indossando menti muscolari ripetuti o ritmici. Solitamente col­
una camicia con il collo troppo stretto. La perdita di coscien­ piscono il collo, il viso e le braccia
za normalmente è di breve durata e l'episodio sincopale si crisi miocloniche: improvvisi e brevi sussulti di
risolve spontaneamente. braccia e gambe
crisi tonico-cloniche: in passato conosciute come
INTERVENTI DI COMPETENZA DELL'OPERATORE "grande male", rappresentano il tipo più grave
SOCIO SANITARIO di crisi epilettica. Queste crisi durano circa 5-1 O
minuti e sono caratterizzate da una fase di con­
Negli episodi sincopali, trattandosi di eventi improvvisi ed trazione intensa che riguarda tutto il corpo, una
inattesi, è difficile mettere in atto manovre preventive per evi­ fase caratterizzata da convulsioni e una fase di
tare la caduta della persona. Un monitoraggio attento delle risoluzione caratterizzata da respirazione rumoro­
condizioni generali nei soggetti a rischio è opportuna per in­ sa e spesso perdita di urine. La persona vittima di
tervenire prontamente in caso di necessità. In questo caso attacco epilettico non conserva alcun ricordo della
bisogna prestare attenzione nella vestizione dei soggetti a crisi.
rischio, evitando camicie troppo strette nella zona del collo,
così come è necessario evitare eccessive stimolazioni del Le convulsioni focali (o parziali) sono invece caratterizzate
seno carotideo con massaggi o semplicemente passando da brusche scariche delle cellule nervose di una sola regione
ripetutamente il rasoio nella zona interessata durante la ra­ della corteccia cerebrale. A loro volta si dividono in semplici
satura della barba. In caso di perdita di coscienza che, come (senza perdita di coscienza) e complesse (con perdita di co­
abbiamo visto, è più profonda rispetto alla lipotimia, iniziare scienza). Le convulsioni focali semplici comprendono mani­
tutte le manovre di primo intervento seguendo il protocollo festazioni motorie (convulsioni limitate a una specifica area
del BLSD descritto nel paragrafo 3 di questo capitolo, in par­ del corpo, ad esempio il braccio); sensitive (formicolio); sen­
ticolare è necessario: soriali (allucinazioni, alterazioni di gusto, olfatto, tatto, udito).
Le convulsioni focali complesse comportano invece una mo­
Mantenere la pervietà delle vie aeree (iperesten­ difica o perdita di coscienza; durante una crisi parziale com­
sione del capo) plessa si può fissare il vuoto e non rispondere normalmente
Posizionare eventualmente in posizione laterale agli stimoli o eseguire movimenti ripetitivi, come sfregarsi le
di sicurezza la vittima mani, masticare, deglutire, camminare in cerchio.
Chiamare immediatamente i soccorsi
Quali sono le cause dell'epilessia
10.8.3 CRISI EPILETTICHE In circa la metà delle persone che soffrono di questa condi­
zione la causa all'origine del disturbo è ancora sconosciuta.
L'epilessia1 è una malattia del sistema nervoso centrale (di­ Queste forme per le quali ancora non è riconosciuta alcu­
sturbo neurologico) in cui l'attività delle cellule nervose nel na causa sono note come epilessie primarie o idiopatiche.
cervello si interrompe causando convulsioni, periodi di com­ Nell'altra metà dei casi sono diversi i fattori che possono pro­
portamento insolito e talvolta perdita di coscienza. vocare l'insorgenza di questa patologia (si parla di epilessie
I sintomi di come si manifesti una crisi epilettica possono secondarie):
variare ampiamente da caso a caso: durante la crisi alcune
persone si fissano a guardare un punto per alcuni secon­
fattori genetici (la malattia può essere trasmessa
di, mentre altre possono arrivare a contrarre ripetutamente
a livello familiare)
braccia e gambe. Anche le crisi lievi necessitano di essere
traumi cranici
trattate, perché possono risultare pericolose durante attività
altre condizioni patologiche a carico del cervello
come la guida o il nuoto. Il trattamento, a base di farmaci
come tumori cerebrali o ictus (l'ictus è una delle
e/o interventi chirurgici, è in grado di tenere sotto controllo la
principali cause di epilessia negli adulti di età su­
condizione nell'80% dei casi.
periore ai 35 anni)
malattie infettive come la meningite, Aids ed en­
Le crisi epilettiche vengono classificate in convulsioni focali
cefalite virale
(parziali) e convulsioni generalizzate, a seconda che la sca­
lesioni prenatali, come infezioni della madre, mal­
rica delle cellule nervose si verifichi in una sola regione della
nutrizione o carenza di ossigeno
corteccia cerebrale o in tutta la corteccia cerebrale.
disturbi dello sviluppo: l'epilessia a volte può es­
Per quanto riguarda le crisi epilettiche generalizzate, ne esi­
sere associata a disturbi dello sviluppo come l'au­
stono di sei tipi:
tismo e la neurofibromatosi.

15 http://www.humanitas.it/malattie/epilessia

241
Quali sono i sintomi dell'epilessia?
Poiché l'epilessia è causata da un,attività anomala delle cel­
lule cerebrali, diversi sono i sintomi a cui le convulsioni pos­
sono dar vita:
confusione temporanea
movimenti involontari delle braccia e delle gambe
perdita di coscienza o di consapevolezza
sintomi psichici di varia natura (estraneità, déjà­
vu, déjà-vecu): spesso i soggetti epilettici descri­
vono sensazioni già vissute che precedono la crisi
epilettica, segnalando alle persone l'arrivo della
crisi, dando modo a chi li circonda di poterli as­
sistere.
È da tenere presente che i sintomi variano a seconda del tipo
di crisi epilettica (generalizzata o focale,
semplice o complessa).

INTERVENTI DI COMPETENZA DELL'OPERATORE


SOCIO S ANITARIO

Nella crisi epilettica generalizzata con convulsioni tonico


cianiche - la situazione più pericolosa per le persone, in par­
ticolare anziane - occorre:

Evitare confusione e scene di panico


Chiamare i soccorsi, in particolare se ci si trova
in ambiente non protetto (ad esempio al domicilio
dell'assistito)
Prevenire la caduta a terra, se si è consapevoli
che la persona si trova nella fase che precede la
crisi epilettica
Dopo la perdita di coscienza, proteggere il capo
della persona con qualcosa di morbido, per evita­
re che la persona si possa ferire sbattendo il capo
sul pavimento
Favorire la fuoriuscita di saliva e permettere una
respirazione normale
Rassicurare la vittima al termine della crisi
Prowedere appena possibile all'igiene personale
se la vittima ha avuto la perdita di urine
Al termine della crisi, mantenere sotto controllo la
vittima sino all'arrivo dei soccorsi

COMPORTAMENTI DA EVITARE

Cercare di aprire forzatamente la bocca


Cercare di evitare la morsicatura della lingua in­
troducendo oggetti o le proprie dita nella bocca
della vittima (rischio di ingestione o di ferita alle
mani dell'operatore)
Bloccare forzatamente le braccia e le gambe per
contrastare le contrazioni involontarie della vittima
Somministrare farmaci e terapie.

242
CAPITOLO 11
LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI UTENTE

11.1 L'utente portatore di handicap e deficit di autonomia


11.1.1 Handicap motori
11.1.2 Handicap visivi (ciechi e ipovedenti)
11.1.3 Handicap uditivi
11.1.4 Handicap cognitivi
11.1.5 Assistenza al disabile grave
11.1.6 Autismo
11.2 L'utente psichiatrico
11.2.1 Cenni legislativi ed elementi di psichiatria
11.2.2 L'organizzazione dei servizi psichiatrici
11.2.3 I principali disturbi psichici: sistema di classificazione
11.2.4 Alcune patologie
11.2.5 I disturbi della condotta alimentare
11.2.6 I disturbi d'ansia
11.2.7 La relazione con la persona affetta da schizofrenia
11.2.8 La relazione con il soggetto depresso
11.2.9 La relazione con il soggetto affetto da sindrome maniacale
11.2.10 La relazione con il soggetto aggressivo e/o violento
11.2.11 I comportamenti da adottare nella relazione con l'utente psichiatrico
11.2.12 Assistenza psichiatrica: alcuni strumenti
11.2.13 Assistenza infermieristica nella salute mentale e il ruolo dell'operatore socio sanitario
11.3 Il bambino
11.3.1 Lo sviluppo psicomotorio
11.3.2 Alimentazione del bambino
11.3.3 Igiene del bambino
11.3.4 Vaccinazioni
11.4 L'utente anziano
11.4.1 La persona anziana: fragilità e invecchiamento
11.4.2 li delirio
11.4.3 Le demenze
11.4.4 La riabilitazione cognitiva
11.4.5 Il ruolo dell'ambiente nella cura della persona con demenza
11.4.6 Il Gentlecare (modello protesico)
11.4.7 Le cadute nell'anziano
11.4.7.1 Interventi per la prevenzione delle cadute rivolti alla persona assistita
11.4.7.2 Interventi per la prevenzione delle cadute rivolti alla prevenzione dei rischi ambientali
11.4.7.3 Indicazioni generali per la prevenzione delle cadute, consigliate per tutte le persone assistite

244
11.4.8 L'incontinenza urinaria
11.4.8.1 Misure generali per il trattamento dell'incontinenza urinaria
11.4.8.2 Interventi comportamentali rivolti alla persona con incontinenza ed ai suoi familiari
11.4.9 La malnutrizione nell'anziano
11.4.9.1 Interventi possibili
11.4.9.2 Ruolo dell'operatore socio sanitario nella prevenzione della malnutrizione
11.4.9.3 Altri interventi per contrastare la malnutrizione
11.4.10 La disfagia
11.4.10.1 La diagnosi di disfagia
11.4.10.2 Assistenza alla persona con disfagia durante il pranzo
11.4.10.3 La dieta della persona disfagica
11.4.11 L'assistenza alla persona anziana
11.4.12 Il gruppo di lavoro
11.4.13 Funzioni ed interventi dell'operatore socio sanitario in ambito residenziale e a domicilio
11.5 Il malato terminale
11.5.1 Le cure palliative
11.5.2 L'Hospice
11.5.3 Ruolo e attività dell'operatore socio sanitario nell'assistenza alla persona in fase terminale
11.5.4 L'elaborazione del lutto conseguente alla malattia: il modello Kubler-Ross
11.5.5 La comunicazione con il malato terminale

245
C'è differenza tra chi è cieco dalla nascita e chi lo diventa
a seguito di trauma o malattia. Nel primo caso la persona
11.1 L'UTENTE PORTATORE DI HANDICAP ignora colori, forme, ecc. e si serve degli altri sensi per poter
E DEFICIT DI AUTONOMIA riconoscere e orientarsi nell'ambiente circostante; ciò gli per­
mette di compensare, almeno in parte, il senso mancante.
A Cura di Nel secondo caso, la persona potrà costruire una modalità
di interazione con il mondo su una pregressa conoscenza
Maria Faraoni visiva dello stesso.
Dobbiamo ricordare che la persona cieca non può, per esem­
Psicopedagogista pio, cogliere il significato di uno sguardo, interpretare una
Titolare Posizione Organizzativa Tecnici della Riabilitazione mimica facciale, utilizzare i "qui" e i "là". Inoltre, se il rumore
Psichiatrica ed Educatori Professionali della strada è assordante, ha spesso difficoltà nel districarsi
in mezzo al traffico.
ASL 3 Sistema Sanitario Regione Liguria
La presenza del bordo del marciapiede, che rappresenta una
barriera architettonica per la persona su sedia a rotelle, può
costituire, invece, per il cieco una sorta di indicazione per
11.1.1 HANDICAP MOTORI orientarsi. Il non vedente ha spesso difficoltà ad intervenire
in un dialogo di gruppo, in quanto non sa a chi si deve "rivol­
C'è differenza tra persone paralizzate agli arti inferiori (pa­ gere". Se non conosce la ragione per cui attorno a lui si ride,
raplegici) e persone che non possono usare né gambe né può dimostrare insicurezza. È utile fornire alla persona cieca
braccia (tetraplegici). I paraplegici sono autonomi rispetto spiegazioni in merito a quello che accade intorno, servirà a
alle funzioni conservate e dipendenti da persone e/o ausili renderla partecipe all'ambiente circostante.
per compensare la mancata funzionalità degli arti inferiori. Con il passare del tempo il cieco sviluppa una raffinata sensi­
I tetraplegici, spesso, sono dipendenti dall'aiuto altrui nello bilità tattile e/o una particolare percezione di suoni e rumori,
svolgimento delle azioni legate alla vita quotidiana. Anche riconoscendo le altre persone dalla voce.
nel caso di problemi a carico degli arti superiori, diverso è il Molti ciechi vivono in modo autonomo, alcuni usufruiscono
caso di chi dispone ancora di un braccio (che può ad esem­ dell'ausilio del bastone bianco o del cane guida. Gli ipove­
pio radersi, vestirsi e perfino guidare l'automobile) rispetto a denti possono distinguere luci e ombre oppure i contorni
chi è privo di entrambi gli arti. Chi presenta menomazioni alle dell'oggetto ma, ad esempio, riconoscono una scala solo dal
mani, invece, ha bisogno di essere coadiuvato solo in azioni basso verso l'alto e se devono scendere una rampa fanno
particolari, ad esempio stappare una bottiglia, aprire una lat­ fatica a trovare il primo gradino.
tina, tagliare il pane o portare oggetti.
Con le persone che presentano difficoltà nella deambulazio­ COME COMPORTARSI CON I DISABILI DELLA VISTA
ne è importante adeguarsi alla loro andatura, aiutarle a salire
le scale o a portare oggetti.
I disabili che usano le stampelle possono necessitare di aiuto Awicinandovi a un cieco, fatevi "notare" in tempo.
per sedersi o alzarsi, nonché per superare l'ostacolo delle Ditegli quindi prima di tutto chi siete
scale. Alcuni non sanno dove appoggiare le grucce, altri non Non prendete un cieco per un braccio per guidar­
possono privarsene senza correre il rischio di perdere l'e- lo. Porgetegli, invece, il vostro braccio da afferrare
al di sopra del gomito; servirà ad indicargli la di­
quilibrio.
rezione e quindi ad orientarsi con la vostra guida
COME COMPORTARSI CON I DISABILI MOTORI Awertitelo quando si sta per attraversare una
strada, per lasciare o raggiungere u n marciapiede
Non allontanatevi senza comunicarlo
Trattare l'individuo in carrozzina da pari a pari, Non seguitelo con l'intenzione di intervenire in
non fare mai nulla senza prima chiedergli che caso di necessità. Egli awerte la vostra presenza
cosa desidera e si sente a disagio
Se è accompagnato da una persona, evitate di Per aiutare un cieco a salire lungo una scala, bi­
rivolgervi principalmente o solo al suo accompa­ sogna mettergli una mano sulla maniglia o sul cor­
gnatore. Se invece lo state accompagnando, evi­ rimano e awisarlo se un gradino è particolarmen­
tate atteggiamenti troppo "protettivi": se un bam­ te alto. Trattandosi di una scala, comunicategli il
bino o un'altra persona parla direttamente a lui, primo e l'ultimo gradino
consideratelo come un fatto normale Per offrirgli un posto a sedere, f ategli poggiare
Il disabile deve vedere con chi dialoga senza do­ una mano sullo schienale della sedia. Se si tratta
ver ruotare il capo, pertanto in caso di colloqui di una poltrona, fategli accompagnare la mano al
prolungati sedete alla sua stessa altezza bracciolo e precisate da quale parte è la poltrona
Tra la folla, spingete la carrozzina con attenzione, stessa.
onde evitare di urtare qualcuno Quando deve salire su un'auto fategli posare una
Nell'attraversare una strada con traffico intenso e mano sul bordo superiore della portiera aperta.
nel superare barriere architettoniche, la persona Con l'altra mano il cieco si orienterà, toccando il
su sedia a rotelle si sente completamente dipen­ tetto della vettura, poi prenderà posto
dente dall'accompagnatore: le manovre vanno Se perde l'orientamento elencategli ciò che gli è
eseguite con prudenza. davanti, dietro, a destra e a sinistra
Il cane guida del cieco non va distratto dal suo
compito, perché si occupa dell'incolumità della
persona che accompagna

246
Atavola con un eieeo chiedetegli se p1S01Htett<tes-eessis*emreB-------'--�P&t:-.l�-ipouude""n'"t,;:.e....è;:...ud11-1iffia,c,u·��wu....u��-
d'aiuto. Spiegategli che cosa c'è nel piatto e come conversazione di gruppo
sono disposti i cibi sull'esempio di un quadrante Accertatevi che l'ipoudente abbia ben compreso
d'orologio tutto, soprattutto in caso di accordi. Se necessa-
Nel porgergli un oggetto chiamatelo per nome e rio, ripetete quanto detto
toccatelo leggermente Supportatelo sul luogo di lavoro, verificando che
Per i ciechi e gli ipovedenti l'ordine è fondamenta- riceva in modo esatto le informazioni e le comuni-
le: ogni cosa va messa sempre nello stesso posto cazioni importanti
Se spostate un oggetto, dovete comunicarglielo Per seguire il filo del discorso, la persona ipou-
Se li aiutate a svestirsi dite loro dove posate gli dente deve concentrarsi molto e questo può rap-
abiti presentare per lei una fonte di stress. Se la con-
Se un cieco vi chiede di leggergli il giornale, fate versazione è lunga programmate delle pause
in modo che possa scegliere l'articolo che più lo Incoraggiate chi sente poco a sfruttare ogni ausi-
interessa, elencandogli prima i titoli lio specifico disponibile. Ciò gli consentirà di pro-
Con i ciechi usate il tono di voce abituale. muovere la socializzazione.

11.1.3 HANDICAP UDITIVI 11.1.4 HANDICAP COGNITIVI


In passato i sordi erano chiamati "sordomuti", perché essen­ Generalmente il disabile mentale facilita i rapporti: per natura
do sordi dalla nascita o dai primi anni di vita non avevano non è né inibito né diffidente, ma disponibile. La sua intelli­
acquisito in modo naturale la lingua parlata. Attraverso un genza ridotta non deve però indurre a rivolgersi a lui con un
percorso logopedico possono imparare a parlare. In tal modo linguaggio infantile né a dargli del "tu", a meno che non si
da "sordomuti" diventano "sordoparlanti". Possono appren­ convenga di adottare reciprocamente il "tu".
dere anche una seconda lingua. Nei rapporti con il disabile mentale va considerato che è de­
Imparare una lingua servendosi di 25 lettere mai udite è un ficitario dal punto di vista del raziocinio e della capacità di
lavoro impegnativo. Tuttavia il vocabolario del sordoparlante critica e di giudizio.
rimane comunque limitato. Conosce soprattutto espressioni Nei bambini con deficit cognitivo la relazione di "cura" e il rin­
concrete, mentre spesso gli mancano quelle astratte. Incon­ forzo influenzano il grado di responsività. Il rapporto con loro
tra difficoltà quando si trova di fronte a sfumature linguistiche. richiede impegno e pazienza. Bisogna scoprire quali e quanti
Non ascoltando la propria voce, si esprime senza modula­ siano gli eventi rinforzanti ai quali il soggetto è sensibile.
zioni e gli manca la varietà dei costrutti sintattici. Fate atten­
zione se il sordo cerca di nascondere la menomazione, per COME COMPORTARSI CON I DISABILI MENTALI
esempio approvando con un cenno del capo anche se non
ha compreso ciò che gli avete detto. Per evitare il dialogo L'assistenza dell'OSS ad un soggetto con ritardo mentale
con le persone udenti, in certi casi, il sordo evita gli altri. Per deve essere soprattutto mirata a far comprendere, con lin­
questo a molti sordi viene a mancare ciò di cui hanno mag­ guaggio semplice e diretto, gli atti o le manovre che devono
giormente bisogno: il contatto umano, le occasioni di socia­ essere compiute. L'età mentale non corrisponde all'età cro­
lità e la possibilità di esprimere i propri pensieri. Al di là della nologica. In caso di ritardo mentale di grado lieve, il livello
loro disabilità, i sordi partecipano alla vita, esercitando le più di disabilità può non essere rilevante. Durante l'età adulta,
svariate professioni e sono, soprattutto tra di loro, persone di solito, le persone acquisiscono capacità sociali e occupa­
socievoli. zionali adeguate per un livello minimo di autosufficienza, ma
possono aver bisogno di appoggio e di assistenza, specie
COME COMPORTARSI CON I DISABILI DELL'UDITO quando sono sottoposte a stress sociali.

Non parlate in dialetto, non usate parole ed Rinforzate l'apprendimento di strategie c omporta­
espressioni che non appartengano al lessico mentali più adeguate soprattutto a livello sociale
standard della lingua parlata Focalizzatevi sulle risorse della persona assistita
Fate in modo che il vostro viso sia sufficientemen­ e non sui suoi deficit; serve a promuovere il cam­
te illuminato, per permettere al sordo la lettura la­ biamento positivo
biale: la distanza tra voi e la persona sorda non Non aspettatevi grandi e rapidi recuperi
deve essere superiore a un metro e mezzo Funzionate da "ponte" tra la persona e gli altri.
Non alzate il tono della voce più del normale
Non parlate troppo in fretta, né troppo adagio 11.1.5 ASSISTENZA AL DISABILE GRAVE
Sono preferibili concetti chiari e frasi semplici
Una mimica non esagerata gli consente di capire La Legge 104/92 all'articolo 3, comma 3, sancisce che "qua­
meglio. I gesti specifici del linguaggio normativo lora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l'autono­
dei sordomuti vanno usati soltanto da chi li cono­ mia personale, correlata all'età, in modo da rendere neces­
sce bene sario un intervento assistenziale permanente, continuativo
Ricordate che i sordi non possono seguire con­ e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la
temporaneamente i movimenti delle vostre labbra situazione assume connotazione di gravità".
e i gesti o la spiegazione di un procedimento lavo­ L'OSS per assistere adeguatamente un disabile grave deve
rativo. Si deve quindi dapprima indicare o esegui­ collaborare ad attività finalizzate al mantenimento delle ca­
re, poi spiegare pacità psico-fisiche residue, oltre che assistere la persona
Le parole non sempre sono il mezzo migliore per - nello specifico - non autosufficiente o allettata n elle attivi­
comunicare con un sordo. Spesso è più funziona­ tà quotidiane e di igiene personale, osservare e collaborare
le un cenno alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno

247
disabilità presentata daÌl'assistito. Fondamentale il rapporto le notizie in anticipo. Evitare parole negative.
dell'OSS è condiviso con il personale sanitario e sociale per L'OSS deve tenere presente che le persone con autismo ad
verificare i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi alto funzionamento possono comprendere cognitivamente
del progetto assistenziale. l'azione osservata in un altro, ma non la comprendono espe­
rienzialmente in sé stessi. I soggetti autistici hanno difficoltà
PATOLOGIE MUSCOLO-SCHELETRICHE a capire le azioni e l'intenzionalità dell'altro, perché hanno
difficoltà con il proprio sistema motorio.
Le malattie muscolo-scheletriche costituiscono un gruppo La comunicazione è una ricerca ed è facilitata se vi è chia­
eterogeneo di patologie a carico dell'apparato osteoarticola­ rezza di riferimento agli oggetti, allo spazio, al tempo. Non
re, con sintomatologia dolorosa e limitazioni funzionali. sempre la ricezione della comunicazione è manifesta, pro­
Le persone con una malattia muscolo-scheletrica soffrono prio per questa difficoltà di reciprocità.
spesso di dolori e limitazioni funzionali dell'intero apparato
locomotore. Le malattie spesso seguono un decorso cronico
per cui le persone colpite dipendono per tutta la loro vita da
un sistema assistenziale. La qualità di vita delle persone in­ 11.2 L'UTENTE PSICHIATRICO
teressate può essere influenzata anche dalle limitazioni nella
capacità lavorativa o nella partecipazione sociale, in alcuni A cura di
casi la malattia causa perfino una riduzione dell'aspettativa
di vita. Paola Mossa
A seconda del tipo di malattia muscolo-scheletrica, gli assi­ Responsabile Infermieristica Distretto Socio Sanitario 12
stiti sono seguiti in modo diverso. L'obiettivo dell'assistenza ASL 3 - Sistema Sanitario Regione Liguria
è quello di mantenere o migliorare la funzionalità del corpo
della persona in oggetto attraverso la collaborazione inter­
professionale. 11.2.1 CENNI LEGISLATIVI ED ELEMENTI
È auspicabile che l'OSS presti una notevole attenzione al DI PSICHIATRIA
rischio di cadute e ai rischi da movimentazione delle persone
che assiste.
La prima legge psichiatrica varata in Italia - legge n°36 del 14
L'OSS si dovrà occupare di:
febbraio 1904 - dettava disposizioni in materia di custodia e
di ricovero per alienati in apposite strutture chiuse e segre­
igiene e cura della persona ganti (i manicomi) e prevedeva il ricovero obbligatorio solo
sanificazione dell'ambiente dove l'utente alloggia per "matti pericolosi". Questa legge, che di fatto era un puro
(casa, scuola, ospedale, RSA, ecc.) prowedimento di polizia, fu contestata fin dalla sua approva­
stimolazione dell'autonomia nella gestione della zione, poiché lasciava al di fuori dell'assistenza la maggior
quotidianità (es. se è possibile farlo mangiare, ve­ parte dei malati mentali - quelli non pericolosi - e trasformava
stire, lavare da solo) in carcere quello che avrebbe dovuto essere un ospedale.
cura dello spazio vitale (prevenzione dai pericoli Per arrivare ad una prima parziale revisione della legge del
ambientali, ad esempio: uso dei tappeti antiscivo­ 1904 si dovette attendere il 1968 e l'approvazione delle leg­
lo in bagno, luci adatte, ecc.) ge n° 431, che determinò sostanziali cambiamenti nell'assi­
incrementare i comfort per ridurre il dolore, miglio­ stenza psichiatrica. Fra questi, il potenziamento delle perso­
rare il sonno, migliorare l'adattamento delle ortesi nale medico ed infermieristico, l'introduzione del concetto di
(cinture lombari, busti ortopedici, ginocchiere, ca­ multidisciplinarietà dell'assistenza, con introduzione di figure
vigliere, ecc.) quali lo psicologo e l'assistente sociale, il riconoscimento dei
migliorare le funzioni attive (mobilità, trasferimen­ Servizi di Salute Mentale, la possibilità di ricovero volontario
ti, stazione seduta) e l'abrogazione dell'iscrizione dei malati mentali dal Casella­
corretto posizionamento a letto, al corretto pas­ rio giudiziario.
saggio dalla posizione eretta a quella seduta, al Questa legge venne superata da successive disposizioni di
corretto passaggio del letto alla carrozzina (per legge: la legge 180 del 1978. Questa norma determinava la
evitare lussazioni, fratture.ecc.) chiusura degli Ospedali Psichiatrici e lo spostamento dell'as­
apprendimento dei cambiamenti di posizione. sistenza sul territorio presso i Servizi di Salute Mentale. Nel­
la nuova ottica, l'assistenza psichiatrica ha come obiettivo
11.1.6 AUTISMO la presa in carico di soggetti psichicamente disturbati, ma
è diretta anche al contesto socio-familiare dell'assistito. Lo
Le persone con Disturbo dello Spettro Autistico presen­ scopo ultimo è quello di fornire continuità terapeutica e con­
tano una compromissione grave e generalizzata in due aree senso al trattamento da parte della persona. Per realizzare
dello sviluppo: quella delle capacità di comunicazione e inte­ questa nuova assistenza psichiatrica proiettata sul territorio
razione sociale (Deficit nella comunicazione della reciprocità erano necessarie nuove strutture e servizi, ciascuno con fun­
sociale ed emotiva, nella comunicazione non verbale usata a zioni specifiche e distinte. I servizi e le relative strutture fan­
scopo sociale, nella creazione e mantenimento di legami so­ no capo ad un'unica struttura dipartimentale, il Dipartimento
ciali adeguatamente al livello generale di sviluppo) e quella di Salute Mentale (DSM). La legge 180 è una legge di tipo
nell'area degli interessi e delle attività. normativo ed era necessario che, per trovare attuazione, i
Nel rapporto con i soggetti autistici è utile sapere che as­ suoi enunciati trovassero espressione in un piano di organiz­
sumere dei comportamenti chiari, dei riferimenti costanti, un zazione ed intervento, che vi fossero risorse adeguate e che
quadro organizzato di tempo e spazio, aiuta la persona auti­ fosse sanzionata la mancata applicazione.
stica, per esempio, a stabilire delle buone relazioni. A questo fine sono stati approvati due Progetti Obiettivo "Tu­
È importante: parlare lentamente ed essere concisi (parlare tela salute Mentale "1994-1996" e "1998-2000", con succes­
troppo velocemente distrae il soggetto), usare parole e frasi sivi miglioramenti da attuarsi attraverso i Piani Sanitari Na-

248
zio11alì. Il Piano del 2013 p1ese
PSICHIATRICI
accessibilità ai servizi, presa in carico, continuità
delle cure, personalizzazione del progetto Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) è la struttura
percorsi a differente intensità assistenziale in rap­ aziendale di organizzazione, gestione e produzione delle
porto ai bisogni della persona prestazioni finalizzate alla promozione della salute mentale,
servizi flessibili, orientati ai bisogni della persona alla prevenzione diagnosi, cura e riabilitazione del disagio
livelli essenziali di assistenza (LEA) garantiti dalla psichico, del disturbo mentale e delle disabilità psicofisiche
ASL nel suo complesso delle persone per l'intero arco di vita. Esiste un DSM per ogni
percorsi esigibili individualmente, anche quando azienda sanitaria con unica responsabilità di budget e indi­
inseriti in attività di gruppo in attività comunitarie. rizzo clinico il cui responsabile dipende direttamente dalla
Il Piano prevede aree omogenee di intervento e la Direzione Generale dell'ASL.
verifica periodica della sua realizzazione. Il DSM risulta costituito da:

La legge di riforma dell'assistenza psichiatrica e le successi­ Centro di Salute Mentale: strutture ambulatoriali
ve normative, nazionale e regionali, non avevano affrontato Strutture semiresidenziali: Day Hospital e Centri
in maniera diretta il nodo degli Ospedali Psichiatrici Giudi­ Diurni
ziari (OPG), istituiti per prowedere alla detenzione-cura dei Strutture Residenziali: Comunità Terapeutica e
soggetti autori di reato affetti da infermità mentale. Nel 201 O Comunità Alloggio
una Commissione d'inchiesta parlamentare, effettuati dei so­ Sevizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC):
pralluoghi nei sei OPG esistenti, ha stilato una relazione che reparto ospedaliero situato nell'ambito dell'ospe­
porta a disposizione di chiusura degli OPG contenute nella dale generale, dove si attua la gestione della per­
legge n.9 del 17 febbraio 2012. sona assistita in fase acuta in regime di ricovero
In alternativa agli OPG la normativa prevede: volontario oppure obbligatorio.

che vengano istituite strutture destinate a persone IL CENTRO DI SALUTE MENTALE svolge attività ambulato­
a cui sono applicate le misure di sicurezza perché riale e domiciliare, di urgenza psichiatrica, di organizzazione
dichiarate, dall'autorità giudiziaria, socialmente e gestione delle cosiddette strutture intermedie, di ricovero
pericolose in ospedale.
che siano istituite in ogni regione, per poter ospi­ Attività ambulatoriale: viene svolta soprattutto nei confronti
tare, di norma, soggetti provenienti dallo stesso di persone che hanno sufficiente autonomia e prevede l'ero­
territorio gazione di prestazioni quali colloquio, farmacoterapia, tera­
che siano ad esclusiva gestione sanitaria, cioè pie di gruppo.
con équipe composta da psichiatri, psicologi e Attività domiciliare: integra l'attività domiciliare, è rivolta a
personale sanitario e tecnico (infermieri, OSS, soggetti assistiti per i quali non è attuabile al momento l'inter­
educatori o tecnici riabilitazione psichiatrica, assi­ vento ambulatoriale o a cronici per i quali l'intervento domi­
stenti sociali, amministrativi, ecc.) ciliare ha funzione terapeutica, mirato al recupero della ge­
che la funzione di custodia sia effettuata da polizia stione della vita quotidiana e ai rapporti familiari e/o sociali.
penitenziaria a livello perimetrale, owero con fun­ Attività di urgenza psichiatrica: si tratta di interventi in si­
zioni di sicurezza e vigilanza, ma all'esterno della tuazioni che richiedono una risposta improrogabile. Possono
struttura essere effettuati in ambulatorio o a domicilio ed il più delle
che le persone che cessano di essere socialmen­ volte sono richiesti non dal diretto interessato, ma dai fami­
te pericolose siano dimesse senza indugio ed in­ liari o dalle forze dell'ordine.
viate al DSM per la presa in carico In un'ottica ideale l'attività di urgenza dovrebbe:
le regioni devono prowedere ad istituire le strut­
ture alternative agli OPG, indicate come Resi­ essere esplicata da almeno due persone: medico
denze per l'esecuzione della misura di sicurezza psichiatra ed infermiere, in modo da poter prowe­
(REMS). dere a qualsiasi necessità
poter disporre di spazi adeguati sia in ambito
ospedaliero (es. astanteria del P.S.) che extrao­
spedaliero (per es. centro crisi)
GLI INT ERVENT I DEL DSM assicurare, per quanto possibile, la continuità te­
rapeutica.
Il DSM deve orientare gli interventi a tre livelli:
STRUTTURE INTERMEDIE
la prevenzione, intesa come promozione della
salute mentale e alla riduzione dell'incidenza del­ Si indicano quei servizi che si collocano nello spazio compre­
la stessa so tra il ricovero a tempo pieno e gli interventi ambulatoriali
la cura, intesa come intervento sul disturbo men­ o domiciliari.
tale, evitando ricovero e offrendo un ampio venta­ Si tratta di strutture destinate al reinserimento dei degenti de­
glio disponibile di risposte gli ospedali psichiatrici, all'assistenza di persone che neces­
la riabilitazione, intesa come attività volta a re­ sitano di trattamenti particolari e prolungati e di quei soggetti,
stituire alla persona le abilità sociali perse e ne­ in genere giovani, il cui decorso potrebbe essere influenzato
cessarie al reinserimento sociale, familiare, lavo­ negativamente dalla permanenza in ospedale, ma anche da
rativo. un'ospedalizzazione protratta nel tempo.
Sono rappresentate da Day Hospital e Centro Diurno e sono
destinate ad ospitare quelle persone che necessitano di in­
terventi terapeutici e di risocializzazione come alternativa

249
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---,--,-,.:Tt1R�.14.l'.JTT.l'.'.1 :'.A'A111iMIIEE:fl.NTir<:O>-:.,.S
SANl:fAAIO
. OSSLIGATORIO (LEGGE
In particolare il Day Hospital psichiatrico attua programmi 180 DEL 13 MAGGIO 1978)
terapeutici e riabilitativi a breve e medio termine, program-
mati dal CSM; ha funzione di evitare ricoveri a tempo pieno o
Nei confronti delle persone affette da malattie mentali pos­
di limitarne la durata quando questi si rendano indispensabili.
sono essere disposti dall'autorità sanitaria accertamenti e
Vi accedono persone con psicopatologia sub-acuta, le quali
trattamenti sanitari obbligatori.
necessitano di intervento farmacoterapico e psicoterapeuti­
Tali accertamenti e trattamenti devono essere attuati dai pre­
co.
sidi sanitari pubblici territoriali e se occorre il ricovero, esso
Il Centro Diurno ha funzioni terapeutico-riabilitative tese a
deve awenire nelle strutture pubbliche o convenzionate. Le
prevenire e contenere il ricovero. I soggetti che vi accedono
cure per le persone affette da malattie mentali possono es­
presentano bisogni derivanti da incapacità o difetti gravi nello
sere prestate in condizione di degenza ospedaliera solo nei
stabilire validi rapporti interpersonali e sociali.
seguenti casi:
Il trattamento è generalmente a medio lungo termine e l'éq­
uipe prevede una forte presenza di personale non medico
che esitano condizioni di alterazione psichica tali
(educatori, infermieri, psicologi).
da richiedere urgenti interventi terapeutici
che i prowedimenti terapeutici non siano accettati
STRUTTURE RESIDENZIALI dalla persona
che non vi siano le condizioni e le circostanze tali
Sono rappresentate da Casa Alloggio e dalle Comunità Te­ da consentire di adottare tempestive ed idonee
rapeutiche. misure sanitarie extraospedaliere.
Le Case Alloggio, come dice per l'appunto il nome, han­
no come finalità prevalente quella di fornire un alloggio per Quando si verificano tali condizioni il medico propone il ri­
periodi più o meno prolungati, in supporto farmacologico covero ospedaliero, la proposta deve essere motivata e do­
quando necessario e la possibilità di stabilire relazioni co­ cumentata, viene redatta in triplice copia, una per il reparto
munitarie; è infatti prevista la presenza non continuativa di accettante l'assistito, una per il Sindaco e una per il Giudice
operatori psichiatrici che, oltre a fornire gli aiuti concreti di cui Tutelare. Tale proposta deve essere convalida da un medi­
può esservi necessità, hanno il compito di "creare il gruppo" co di struttura pubblica. Sulla base di tali documentazioni
con i soggetti interessati. Le decisioni vengono prese col­ il Sindaco, nelle sue qualità di massima autorità, dispone il
legialmente e gli infermieri devono cercare di armonizzare TSO. Il prowedimento deve essere notificato entro 48 ore
la gestione della struttura e di favorire le relazioni interne e al Giudice Tutelare. A sua volta il giudice, entro le 48 ore
quelle con l'esterno. successive, assunte le informazioni e disposti eventuali ac­
Altre strutture residenziali sono rappresentate dalle Comu­ certamenti, è tenuto a convalidare o no il prowedimento con
nità Terapeutiche, che di solito ospitano un numero limitato Decreto motivato. Il termine temporale del T SO è di sette
di persone e richiedono la presenza continua di personale giorni; nel caso i cui il trattamento debba protrarsi il respon­
infermieristico e di supporto e quotidiana di psichiatri, psico­ sabile del servizio psichiatrico ospedaliero deve formulare,
logi, educatori, assistenti sociali, in modo da garantire una motivandola, una nuova proposta con le stesse modalità.
continuità di assistenza, cura e riabilitazione - senza ospe­
dalizzazione - a soggetti con gravi problemi clinici e socio-fa­ 11.2.3 I PRINCIPALI DISTURBI PSICHICI: SISTEMA
miliari. DI CLASSIFICAZIONE

Esiste un sistema di classificazione diagnostico classificato­


STRUTTURE DI RICOVERO OSPEDALIERO
rio conosciuto a livello internazionale, esso è il Diagnostic
and Statitical Manual of Menta! Disorder comunemente
La legge di riforma psichiatrica prescrive che "gli accerta­
chiamato con la sigla DSM, dove il numero che lo affianca
menti e i trattamenti sanitari obbligatori siano attuati in re­
indica l'edizione riveduta e corretta dei vari criteri diagnosti­
gime di Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) ove
ci dei vari disturbi. La prima edizione risale al 1952 e fu, di
necessiti la degenza, nelle strutture ospedaliere pubbliche e
fatto, una replica alla classificazione ICD, redatta dall'Orga­
convenzionate". Sono perciò stati istituiti Servizi Psichiatrici
nizzazione Mondiale della Sanità nel 1948. Da allora si sono
Diagnosi e Cura (SPDC), nei quali è confluita l'assistenza
succedute ulteriori edizioni: nel 1968 il DSM-11 (con picco­
psichiatrica grave nelle fasi di acuzie o di riacutizzazione del­
le modifiche nel 1973 e nel 1978), nel 1980 il DSM-111, nel
la patologia. Poiché la legge ha previsto per gli SPDC un tet­
1987 il DSM-111-R (edizione rivisitata), nel 1994 il DSM-IV
to massimo di 15 posti letto ogni 100.000 abitanti, ne deriva
e nel 2000 il DSM-IV-T R (testo revisionato). Le prime due
che i ricoveri, volontari od obbligatori, sono quasi sempre, di
edizioni americane, che hanno risentito dell'egemonia della
necessità, brevi.
psicoanalisi nell'APA (American Psychiatric Association), non
sono mai state pubblicate in Italia: la prima edizione italiana
STRUTTURE PER L'ESECUZIONE DELLA MISURA DI SI­
risale, infatti, al 1983 con il DSM-111. L'ultima edizione DSM V
CUREZZA: REMS
è stata pubblicata nel 2013 e nel 2014 in Italia. La possibilità
Dal 2012 le Regioni devono prowedere ad istituire le struttu­ di classificare i disturbi psichiatrici rendendo omogeneo il lin­
re alternative agli OPG, indicate come Residenze per l'ese­ guaggio per gli psichiatri ha reso il Diagnostic and Statitical
cuzione della misura di sicurezza (REMS), per le persone Manual of Mental Disorder DSM uno strumento molto utile:
autrici di reato, che necessitano di trattamento e debbono nel la corretta classificazione può formare la base di un corretto
contempo assolvere al debito giudiziario. approccio terapeutico.

250
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siero e i deliri di influenzamento, sono più presenti nella schi­
zofrenia che in altre psicosi. Praticamente solo nelle forme
SCHIZOFRENIA
schizofreniche si incontrano i cosiddetti deliri primari, quelli
La schizofrenia è stata differenziata dalle altre psicosi solo cioè indipendenti da qualsiasi esperienza psichica o psicolo­
agli inizi del '900. Nel corso degli anni le conoscenze si sono gicamente incomprensibili.
approfondite per quanto concerne la specificazione diagno­ Disturbi delle percezioni: frequenti sono le allucinazioni,
stica e il suo trattamento, mentre la sua eziopatogenesi (in owero la percezione di un oggetto non presente. L'assisti­
medicina, lo studio delle cause di una malattia - eziologia - e to si comporta come se ne avesse realmente la percezione,
del loro meccanismo di azione - patogenesi), nonostante al­ esiste assoluta convinzione senza possibilità di critica. Le
cune teorie molto affascinanti, resta sconosciuta. La schizo­ allucinazioni si distinguono in:
frenia fa parte delle psicosi, cioè di tutti quei disturbi psichia­
trici che presentano come punto fondamentale la mancata elementari: rumori, bagliori, luci
aderenza alla realtà condivisa dal gruppo di appartenenza, complesse: coinvolgono più aree sensitive: voci
che porta la persona assistita "a vivere in un mondo tutto che colloquiano, persone che parlano, ecc.
suo". La schizofrenia si presenta dal punto di vista clinico Possono essere:
in forme differenti sia dal punto di vista sintomatologico, sia
per modalità di esordio, sia per il decorso, per l'evoluzione imperative: voci che danno ordini
e la prognosi. Le manifestazioni essenziali della schizofre­ colloquio di voci: più voci che parlano tra loro
nia sono caratterizzate da un insieme di segni e di sintomi commento sonoro degli atti che commentano le
associati ad una marcata disfunzione sociale e/o lavorativa. azioni dell'assistito e/o danno suggerimenti
Anche se dal punto di vista clinico ne esistono diverse for­ eco del pensiero
me, tutte manifestano in comune un nucleo psicopatologico, zoopsie: vedere animali microscopici sulla pelle
owero la scissione psichica che si manifesta come disinte­ (frequente nel Delirium tremens)
grazione dell'identità, dissociazione fra i processi di pensie­ olfattive e gustative: sentire odori o sapori sgrade­
ro, dissociazione tra pensiero ed affettività, dissociazione tra voli (potrebbero essere indice di epilessia)
pensiero, affettività e volitività. frequenti sono le allucinazioni somatiche: scari­
che elettriche, formicolii, sensazione di alterazio­
ne di alcune parti del corpo, organi e/o apparati,
Tabella 11.1 Aspetti psicopatologici della schizofrenia o di animali che si muovono all'interno del corpo,
allucinazioni attinenti la sfera sessuale (rapporti,
Aspetti psicopatologici fondamentali deflorazione, sodomizzazione, ecc.)
Autismo
Disturbi dell'affettività: nelle forme schizofreniche predomi­
Turbe della coscienza dell'/O: perdita della coscienza nano appiattimento ed inadeguatezza affettiva, cioè l'incapa­
dell'attività, dell'unità, dell'identità, dei limiti dell'Io cità di provare sentimenti adeguati alle circostanze fino alla
perdita dei sentimenti, discordanza fra i sentimenti espressi
Disturbi percettivi (allucinazioni )
e il contenuto del discorso; frequenti sono le variazioni dell'u­
Disturbi del pensiero more improwise ed in apparenza immotivate.
Disturbi della volontà: alterazioni dell'iniziativa finalizzata.
della forma del pensiero: dissociazione, simme- Vi è abulia o impulsività incontrollata, interessi o motivazioni
tria patologica, pensiero concreto inadeguate, ambivalenza che può portare fino alla paralisi di
del contenuto: percezione delirante, stato d'ani- ogni iniziativa finalizzata.
mo pre-delirante (deliri) Disturbi dei rapporti interpersonali: i rapporti sociali ed in­
terpersonali sono generalmente alterati nel senso del ritiro e
Disturbi del linguaggio: schizoafasia (linguaggio disordina- dalla chiusura sociale (autismo), più raro è il comportamento
to ed incomprensibile), neologismi (termini inesistenti ma invadente, "appiccicoso".
di senso per l'assistito), ecolalia, mutacismo, verbigera- Disturbi della psicomotricità: si può osservare una riduzio­
zione (Disturbo del linguaggio consistente in un discorso ne della reattività all'ambiente, una riduzione dei movimenti
continuo e incoerente in cui si ripetono a/l'infinito le stesse spontanei e delle attività fino al completo arresto psicomo­
cose con tono particolarmente animato) torio, come nello "stupor" catatonico, oppure un aumento
dell'attività motoria afinalistica, come nell'eccitamento cata­
Disturbi de/l'affettività: appiattimento, ambivalenza, perdita tonico; frequenti sono i manierismi e le stereotipie.
di progettualità Disturbi generali del comportamento: il comportamento
può apparire disorganizzato in varia maniera, tanto da osta­
Disturbi del/ 'istintualità e della volontà
colare in diversa misura le attività della vita quotidiana (ali­
mentazione, igiene, abbigliamento, sessualità, ecc.)
Disturbi della forma del pensiero: il più frequente è rap­
Non sempre i sintomi descritti sono tutti presenti nel qua­
presentato dalla perdita dei nessi associativi (dissociazione
dro clinico, ma possono combinarsi tra loro: a seconda del
del pensiero), con passaggio da un argomento all'altro tra
prevalere di alcuni sintomi è possibile distinguere le diverse
loro apparentemente scorrelati; l'eloquio è spesso ridotto,
forme cliniche.
ripetitivo, stereotipato comunque poco comunicativo, sono
frequenti i neologismi, i blocchi, le perseverazioni.
Disturbi del contenuto del pensiero: i deliri rappresentano
un fenomeno comune, possono andare dai semplici deliri di
persecuzione e di riferimento ai deliri multipli, frammentari,

251
DISTURBI DELL'UMORE

Il tono dell'umore va incontro, normalmente, ad oscillazioni


(nel senso dell'innalzamento e abbassamento) di entità non
significativa e per periodi limitati di tempo, ma può andare in­
contro ad alterazioni rilevanti e stabili sia in senso depressivo
sia in senso euforico. Quando i limiti sono superati, ne con­
segue una compromissione dei rapporti sociali e lavorativi.
Le possibili modificazioni possono essere orientate solo in un
senso e sono considerate disturbi unipolari: è il caso della
depressione, mentre la presenza di mania unilaterale persi­
stente, quindi di alterazione in senso euforico, è configurata
nell'ambito dei disturbi bipolari.
Il decorso dei disturbi dell'umore determina la prognosi,
mentre la diagnosi differenziale tra depressione unipolare o
bipolare è importante per approntare una terapia adeguata,
in quanto la terapia con antidepressivi della fase depressiva
nella forma bipolare comporta il pericolo di viraggio verso for­
me maniacali. Sono utili inoltre interventi psicoterapeutici e la
psicoeducazione sia dell'assistito che dei suoi familiari.

252
Tabella 11.2 Differenze Cl�tt:, iotflne-e-e➔�.itl•aam· :t-,- -'-
-'-:--c---:---'-:---,---,----,---'---.,.,--,--:---,---,-------'-,-,-,---.,.-.,

Sindrome Depressiva Sindrome Maniacale


Umore depresso Esaltato

irritabile Irritabile od ostile

ansioso, tuttavia l'assistito può sorridere o negare Momentanee fasi di pianto


modificazioni soggettive dell'umore lamentando in-
vece dolore o altri problemi organici;

crisi di pianto, tuttavia la persona può lamentarsi di


essere incapace di piangere o provare emozioni
Manifestazioni Mancanza di fiducia in sé stessi, scarsa autostima, Eccessiva autostima,
Patologiche disprezzo per sé stessi tendenza a vantarsi, grandiosità
Associate fuga dei pensieri, associazioni per assonanza
Scarsa capacità di concentrazione, indecisione (pensieri indotti dal suono più che dal significato),
aumento di interesse per le nuove attività, la
Ridotte gratificazioni, perdita di interessi per le atti- gente, le occupazioni creative
vità abituali, perdita di legami affettivi, ritiro sociale maggiore coinvolgimento nella vita degli altri fino
all'invadenza,
Attese negative, disperazione, senso di impotenza, sprechi negli acquisti, investimenti economici
accresciuta dipendenza da altri awentati

Ricorrenti pensieri di morte o suicidio

Manifestazioni Rallentamento psicomotorio Agitazione psicomotoria


Somatiche
Facile affidabilità Possibile perdita di peso per aumento delle attivi-
tà e alimentazione non corretta
Agitazione
Ridotto bisogno di sonno
Anoressia e calo ponderale oppure aumento di peso
Aumento del desiderio sessuale
Insonnia o ipersonnia

Irregolarità mestruali o amenorrea

Perdita di interesse sessuale

Anedonia

Sintomi psicotici Deliri di indegnità e colpevolezza Deliri di grandezza e di talento eccezionale

Deliri di riferimento e persecuzione Deliri di assistenza

Deliri di malattia Deliri di riferimento e persecuzione

Deliri di povertà Deliri di ricchezza, di origini aristocratiche o altra


identità grandiosa
Allucinazioni uditive
Allucinazioni uditivi

253
........JQgrwru:ulLquetsti.J:pJBJdr4lLIÒ..presentarswiasolaltolta���•0--'---',--......,....,-......,....,-......,....,----------,-
vita di un individuo (episodio singolo) o, più frequentemente, Partecipazione alle attività di riabilitazione
con una certa periodicità, ripresentandosi cioè dopo periodi Partecipazione alla stesura del piano di dimissio-
anche prolungati di remissione completa della sintomatologia ne.
(disturbi ricorrenti dell'umore). Questi disturbi provocano, in
entrambe le fasi, marcata compromissione nel funzionamen­
to lavorativo, nelle attività sociali, nei rapporti interpersonali. 11.2.61 DISTURBI D'ANSIA

11.2.51 DISTURBI DELLA CONDOTTA ALIMENTARE In condizioni normali l'ansia costituisce un "sistema di allar­
me" fisiologico ed utile che consente di fornire risposte ed
Altri disturbi oggi sempre più presenti nei servizi psichiatri­ adattamenti alle varie sollecitazioni, esterne ed interne, che
ci riguardano quelli legati alle condotte alimentari (per mol­ l'individuo riceve. Il risultato è che è un fenomeno comune
to tempo sono stati considerati sintomi di altri disturbi quali ed inevitabile utile, con gli adeguamenti che debbono esse­
l'isteria, i disturbi ossessivi, la schizofrenia, in virtù del fatto re posti per rispondere agli stimoli, alla soprawivenza della
che molti disturbi del comportamento alimentare possono specie. L'ansia fisiologica è, quindi, una reazione di difesa
essere presenti in molti disturbi psichici). I disturbi della con­ dell'organismo volta ad anticipare la percezione di pericolo
dotta alimentare sono anoressia e bulimia, che per como­ prima che questo sia chiaramente identificato. Sì tratta quindi
dità descrittive vengono considerate distinte, ma che sono di "un sistema di allarme" fisiologico, regolato da un insieme
spesso correlate ed associate tra loro. Sono patologie che di meccanismi fisiologici, ad esempio: aumento frequenza
colpiscono quasi esclusivamente soggetti in età adolescen­ cardiaca, del respiro, del tono muscolare, che predispongo­
ziale e giovane adulta (fino ai 25 anni) di sesso femminile. no l'organismo alla difesa o all'attacco. Entro certi limiti l'an­
Gli elementi che caratterizzano l'anoressia sono rappresen­ sia permette di migliorare le proprie prestazioni; se però certi
tati dal rifiuto del soggetto di mantenere un peso corporeo limiti vengono superati, l'ansia può creare un blocco, diven­
accettabile (si considera sottopeso il soggetto il cui peso è tando patologica e producendo una risposta sproporzionata
meno dell'85% di quello previsto dalle tabelle), dall'estrema o irrealistica allo stimolo, raggiungendo livelli tali da impedire
angoscia che suscita l'idea di aumentare di peso. Il controllo un ragionevole benessere emotivo e ostacolare l'efficienza
del peso viene effettuato soprattutto mediante la riduzione della vita. L'ansia patologica assume carattere di sentimen­
globale dell'assunzione del cibo, generalmente associata to penoso, terribile, di attesa per una catastrofe imminente,
anche ad una selezione degli alimenti. Sono frequenti i com­ non individuabile e alla quale non è possibile sottrarsi. Si
portamenti di eliminazione del cibo, quali il vomito, l'abuso accompagna pressoché costantemente ad una serie di di­
di lassativi e di diuretici e di un eccessivo esercizio fisico, sturbi somatici che possono interessare qualsiasi organo od
peraltro sorprendente in rapporto alle scadenti condizioni fi­ apparato:
siche. La paura di ingrassare è intensa e paradossalmente
è di solito accentuata piuttosto che alleviata dalla perdita di respiratorio: sensazione di soffocamento o di
peso; la percezione del corpo è distorta nel suo insieme. Il non inspirare a sufficienza, polipnea
controllo del peso è ossessivo. L'amenorrea è di solito una cardiocircolatorio: tachicardia, extrasisolia, pre­
conseguenza della perdita di peso. Difficilmente l'anoressica cordialgie
si rivolge al medico per problemi di peso, se lo fa è per di­ gastroenterico: secchezza fauci, bolo esofageo,
sturbi somatici. La mortalità è calcolata intorno al 5-20% (per nausea vomito, diarrea, tenesmo rettale
inedia, per suicidio, per malattie intercorrenti), la guarigione genito-urinario: pollachiuria, tenesmo vescicale,
completa intorno al 30-40%, nel restante dei casi rimangono difficoltà sessuali
sintomi residui psicopatologici (sintomi depressivi e ossessi­ muscolare: tremori, spasmo
vo compulsivi). sensoriale: ronzii auricolari, visione offuscata,
La bulimia letteralmente "fame da cane o da bue" è carat­ iperestesia sensoriale.
terizzata da "abbuffata", cioè l'ingestione in tempi relativa­
mente brevi (meno di 2 ore) di notevoli quantità di cibo di Sono disturbi che si riscontrano con maggiore frequenza nel­
vario genere. L'abbuffata viene da solito fatta di nascosto o la popolazione generale, ma il disturbo che spinge maggior­
almeno nella maniera meno appariscente possibile, spesso, mente a rivolgersi al medico è il disturbo da panico (DAP).
ma non sempre viene preparata in anticipo e continua fino a
che il soggetto assume quantità tale di cibo da stare male; Il soggetto ansioso vive con grande sofferenza e consape­
la preparazione del cibo ed il mangiare sono frenetici. Per volezza di malattia, senza tuttavia comprenderne il motivo.
compensare la possibilità di aumentare di peso il soggetto Tale persona deve essere rassicurata, spiegando i sintomi
adotta comportamenti compensatori quali: procurarsi il vo­ e rilevando che si tratta di problemi comuni e non legati a
mito (dapprima provocato, ma successivamente alcuni vomi­ malattie organiche. Fornire istruzioni all'assistito su come su­
tano "a comando"), uso di diuretici, di lassativi, attività fisica perare la crisi si rivela rassicurante e di aiuto.
eccessiva, digiuno per alcuni giorni. Frequente è la presenza Quindi gli interventi attuabili con il soggetto ansioso sono:
di sintomi depressivi o di disturbi d'ansia, l'abuso di alcool o
psicostimolanti. soddisfare bisogno di sicurezza
Le attività assistenziali che possono essere svolte all'interno rassicurare l'assistito
dell'équipe sono molteplici: assisterlo nella respirazione
spiegargli sempre cosa viene fatto, perché aiuta
Accoglienza della persona assistita a rassicurarlo
Assistenza/accoglienza della famiglia fargli domande per meglio comprendere cosa gli
Gestione fisica del soggetto sta accadendo
Sicurezza ambientale valutare la necessità di far intervenire altri ope­
Interventi psicoeducativi ratori a seconda della sintomatologia presentata.
Interventi di promozione, mantenimento ed edu-

254
------'---lP"'a,.,rt'tiico.....tlare-attenzione \18 prestata nel easo vifessc un distur Non debbono osservi sentimenti di pi�smo, com
bo di panico/agorafobia. Tale disturbo è caratterizzato dal zione colpevolizzazione, in quanto sono sentimenti squali­
ricorrere di stati d'ansia acuti ad insorgenza improwisa e di ficanti e possono compromettere la fiducia dell'assistito nei
breve durata. Spesso tali episodi si associano a manifesta­ confronti dell'operatore. Data la notevole eterogeneità dei
zioni ansiose persistenti e a paura di luoghi o situazioni dalle comportamenti schizofrenici è praticamente impossibile dare
quali risulta difficile fuggire o nelle quali l'assistito può avere delle linee guida valide per tutti i casi, anche se possono es­
paura di sentirsi male o di non poter essere aiutato. Il disturbo sere comunque date alcune regole generali valide peraltro
da panico si associa spesso ad agorafobia e l'assistito evita per tutti i disturbi psicotici:
di uscire da solo, di viaggiare in automobile o mezzi pubblici,
di recarsi in luoghi affollati. Inizialmente questi soggetti pos­
sono svolgere normalmente le loro attività, ma se gli attacchi è pressoché inutile tentare di discutere le idee de­
proseguono, si assisterà ad un graduale ritiro sia dalla vita liranti su base razionale
sociale sia dalla vita lavorativa, fino alla totale inabilità. è sempre necessario far capire e dimostrare
all'utente che si è disponibili all'ascolto
non è sempre necessario dire qualcosa, è molto
11.2.7 LA RELAZIONE CON LA P ERSONA AFFETTA più utile un attento ascolto
DA SCHIZOFRENIA evitare sempre la rigidità sia per i tempi del col­
loquio che per la frequenza degli incontri, essere
Lo schizofrenico è l'utente per eccellenza dei servizi psichia­ puntuali per essere attendibili
trici, quello che richiede il maggior impegno da parte degli essere sinceri con il soggetto: non si deve fare
operatori e che, per le caratteristiche della malattia, ha dif­ credere alla persona che il delirio sia vero, ma far­
ficoltà a creare un rapporto di fiducia stabile avendo nello gli capire che si crede che per lui è vero, si deve
stesso tempo necessità di una figura rassicurante, di tipo rappresentare la realtà senza che la persona si
parentale, che lo capisca e partecipi alla sua sofferenza. Nel senta umiliata, offesa, respinta o stupida
rapporto con questi soggetti è perciò necessario tenere con­ l'operatore deve conoscere bene le proprie emo­
to di questo bisogno, ma anche dell'assoluta imprevedibilità, zioni per potere valutare se nella relazione con
che può essere pure fonte di pericolosità. Le richieste del l'assistito interferiscono problemi privati
soggetto psichiatrico sono diverse: lui vuole ricostruire un per la persona assistita anche le cose più assurde
buon vissuto di sé come persona, vuole riconquistare fidu­ sono vere e l'operatore non deve mostrare ilarità
cia ed avere possibilità aperte per il futuro. Tali bisogni sono o incredulità
difficili da raggiungere e i metodi da utilizzare sono tanti, ma se l'utente manifesta direttamente o indirettamen­
tutti attivabili solo se si riesce ad instaurare con l'assistito te la necessità di mantenere un certo distacco
una relazione terapeutica, che deve essere stabile, positi­ deve esserne rispettata la volontà
va, finalizzata alla collaborazione per realizzare un progetto se l'utente mostra il desiderio di conoscere meglio
comune. Nella relazione con il malato l'OSS, cosi come qua­ l'operatore, è bene rispondere (nei limiti della pri­
lunque altro operatore, si può trovare in difficoltà a gestire vacy personale) cercando comunque di riportare
delle situazioni difficili e rischiose, sia per lui stesso che per l'attenzione focale sull'utente stesso.
la persona assistita; fondamentale è che l'operatore sia in
possesso di una certa maturità, di una buona conoscenza
di sé, di valori personali e di coscienza delle proprie reazioni Il soggetto schizofrenico non riesce ad entrare in contatto
davanti alle diverse situazioni. Accade spesso, specialmente adeguatamente con l'altro e in generale con la realtà; si tratta
con i malati più gravi, che non esista coincidenza tra ciò che di un soggetto che si "sottrae nei fatti" alla comunicazione. La
il malato spera di ottenere dall'operatore e ciò che realmente comunicazione si ha prevalentemente a livello non verbale,
e terapeuticamente ottiene. Un atteggiamento rigido e im­ assumono particolare importanza i gesti (es. distanza postu­
positivo dell'operatore rispetto ad aspettative immaginarie ra, tono della voce, stato d'animo, ecc.) più che il contenuto
rischia di far precipitare la situazione irrigidendo magari un verbale in sé. Soprattutto con le persone più gravi evitare
rapporto creato in anni di lavoro. Un atteggiamento troppo discorsi lunghi e complessi, ad esempio il contatto diretto
permissivo allo stesso modo non risulta terapeutico, poiché non richiesto, lo sguardo "penetrante", l'ironia. Questo tipo di
l'utente ha bisogno di sicurezza e di fermezza, deve perce­ utente richiede una presenza reale, ma rispettosa.
pire di "essere nel posto giusto con la persona giusta per il
suo problema e che sa come affrontarlo". Di fronte a queste 11.2.8 LA RELAZIONE CON IL SOGG ETTO DEPRES­
richieste è necessario negoziare. La negoziazione è basata SO
sul confronto e sulla ricerca di una convergenza tra le richie­
ste del malato e le risposte terapeutiche che l'operatore può
offrire. Quindi la relazione terapeutica diventa lo strumento La persona depressa è caratterizzata da:
per ottenere compliance dell'assistito e per consentirgli di
raggiungere gli obiettivi assistenziali prefissi. perdita di autostima
fragilità - richiesta di dipendenza
La relazione con un utente di questo tipo, sia per contenuti coscienza critica ipertrofica - sensi di colpa
che evoca sia per le emozioni che suscita, deve rispettare
alcune "regole". Il soggetto depresso cerca un terapeuta forte e potente da
cui dipendere.
Il rapporto deve essere: La forte dipendenza è accompagnata dalla "pretesa" che il
terapeuta mostri una disponibilità tale da giungere alla de­
chiaro
dizione e al sacrificio. Il problema che si pone da subito è
esplicito
quello di trovare una giusta distanza, è necessario evitare
di fiducia reciproca
gentilezze eccessive e rassicurazioni, che possono rappre­
sentare "promesse" che se non mantenute provocano rab-

255
a anche .atteggiamenti pedagogici e eolpevo11,lizzrn.a""n,+;tìf---H. ll-_,,a.,.d"'eg""'U""at::ta...11n1e""1n11tts:>er11n11nuttriv"'a'"l"O�. -----,--------,.,,,...,-:-:--:-:--:-c--,-'-:-------,­
terapeuta deve essere disponibile, ma anche autonomo. La
relazione può risultare difficile per l'ambivalenza del soggetto 11.2.10 LA RELAZIONE CON IL SOGGETTO
che pur richiedendo aiuto svaluta gli interventi a lui dedicati e AGGRESSIVO E/O VIOLENTO
rinforzando il senso di "inutilità ed inadeguatezza" che il egli
prova. Per aggressione si intende qualsiasi comportamento perce­
Dal punto di vista assistenziale le funzioni sono di sostituzio­ pito dalla vittima come deliberatamente lesivo e dannoso, sia
ne e di supporto/sostegno. L'operatore si sostituisce al suo psicologicamente che fisicamente. L'aggressività è una pro­
assistito, quando è in fase di regressione e necessita che prietà basilare della specie e può essere definita come un
qualcuno proweda al soddisfacimento dei bisogni primari insieme di comportamenti che hanno la finalità di difendere il
quali idratazione, alimentazione, cura di sé. territorio, quindi - anche se può apparire paradossale - l'ag­
L'operatore sostiene l'assistito quando deve accompagnar­ gressività ha sempre finalità difensive. L'aggressione solita­
lo e stimolarlo nelle attività quotidiane di vita e, insieme alla mente si definisce come un atto energico fisico, verbale o
persona, "fare cose". Non deve mai essere dimenticato che simbolico che può essere adeguato e auto difensivo oppure
l'obiettivo primario è quello di lavorare sull'autostima della inadeguato nel comportamento ostile e distruttivo. Gli impulsi
persona andando a rafforzare l'abilità di problem solving, in aggressivi si possono esprimere direttamente e in modo evi­
modo tale che possa affrontare nuove situazioni o anche delle dente o indirettamente e in modo mascherato. La persona, nel
fasi di patologia in modo autonomo, consapevole e con "stru­ momento in cui esprime un'aggressività, è sottoposta ad im­
menti" adatti. portanti modificazioni fisiologiche e psicologiche difficilmente
identificabili nella loro interezza. Il soggetto violento va sedato
11.2.9 LA RELAZIONE CON IL SOGGETTO AFFETTO durante la crisi, ma il personale deve sapere gestire la crisi
DA SINDROME MANIACALE per non compromettere il successivo trattamento terapeutico.
Vanno evitati comportamenti ingannevoli con la persona, van­
Questi soggetti sono euforici, allegri, espansivi, scherzosi, no effettuati i trattamenti farmacologici senza rinunciare alla
esuberanti, si entusiasmano per un nonnulla, sono iperatti­ gestione psicologica, va attuato un piano articolato che ponga
vi, ottimisti. Lo stato maniacale è in genere instabile, spes­ le basi per una buona relazione terapeutica.
so all'umore euforico si sostituiscono irritabilità, aggressività, La gestione di una persona violenta presuppone una forma­
rabbia, litigiosità, intolleranza specialmente quando questi zione apposita che consenta un corretto processo assisten­
soggetti vengono contrariati o subiscono piccole frustrazioni ziale e consenta di diversificare i casi e la distinzione tra sog­
dall'ambiente esterno. La labilità emotiva è una delle carat­ getti pericolosi per sé e/o per gli altri e soggetti manipolativi.
teristiche più importanti dell'episodio maniacale. Si associa
anche un incremento delle attività motorie e dell'energia. Il
soggetto appare irrequieto, impulsivo; la gestualità esage­
rata, la mimica mutevole con alternanza di risa e pianto di
breve durata. L'iperattività diventa afinalistica e dispersiva.
Sul piano verbale vi è logorrea, eloquio concitato, dispersivo,
scherzoso e ricco di battute; quando vi è sovraffollamento del­
le idee il soggetto non riesce ad esprimersi se non con frasi
frammentarie, incomplete e senza senso. Per la persona che
soffre di sindrome maniacale non esistono barrire e ostacoli,
"tutto è realizzabile" e "tutto è possibile", non esiste ieri o do­
mani, ma solo oggi.
Possono esservi deliri di grandezza e di aumentata autosti­
ma, con contenuti politici, genealogici, mistici, religiosi, finan­
ziari. L'episodio maniacale ha durata spontanea, che può va­
riare da alcuni giorni ad alcuni mesi, con risoluzione brusca
o della durata di qualche giorno. Spesso in queste fasi tali
soggetti ricorrono alla sospensione delle terapie o ad "autocu­
Indicatori di aggressività
ra" con assunzione di farmaci o sostanze alcoliche. Per que­
sta tipologia di persone è fondamentale il mantenimento del alzarsi in piedi
bisogno di sicurezza, che può essere esercitato attraverso volto rosso o paonazzo
le varie forme di contenimento: ambientale, mettendo in atto
tutte le misure cautelative e preventive, psicologico attraverso voce alta
il colloquio ed utilizzo di tecniche di comunicazione, farmaco­ respiro rapido
logico mediante assunzione di farmaci o contenimento fisico contatto diretto o prolungato
nelle forme e nelle modalità indicate oltre che da linee guida
da procedure aziendali. Il rischio durante queste fasi è che il gestualità esagerata
soggetto, già provato da questa intensa sintomatologia, sia tensione muscolare
in stato ansioso elevato e che possa subire un'escalation tra­
pugni chiusi
sformandosi da paura in aggressività e potenziale violenza,
che potrebbe essere autodiretta, ma anche rivolta ad altri. In diminuire la distanza interpersonale ed awicina-
queste circostanze l'adozione di tecniche comunicative cor­ re il proprio volto a quello dell'interlocutore
rette può depotenziare l'escalation e riportare la situazione tensione muscoli del volto e della mandibola
a livelli di accettabile gestione. Se tutti i tentativi di ricondur­
re l'assistito ad uno stato emozionale gestibile falliscono si aumento dell'agitazione progressivo
può valutare, secondo criteri di prudenza, diligenza e perizia,
la necessità di attuare un trattamento sanitario obbligatorio,

256
soggetto violento si. scompensa facilmento-pa,;;,;ss�atl-ln�do-al11il'.aoa
: t-�-,-11+1.n112m.11li-cC�O'ffM'"P"'O.,.
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to tanto di fronte ad un soggetto che fa trasparire in modo RELAZIONE CON L'UTENTE PSICHIATRICO
inadeguato la sua paura e la sua ansia, quanto di fronte ad
uno che ostenta una sicurezza tale da assumere atteggia­ ATTEGGIAMENTI DEONTOLOGICAMENTE
menti provocatori, di intrusione, di sfida. E TECNICAMENTE CORRETTI NELLA RELAZIONE

L'operatore deve apparire calmo, rilassato, fiducioso. Po­ Assicurarsi dell'identità dell'assistito
nendo attenzione alla comunicazione verbale e non verbale, Presentarsi in maniera chiara e comprensibile:
deve: "Buongiorno sono l'OSS del turno di stamattina,
il mio nome è ... "
apparire fiducioso Awicinare la persona lentamente e da una dire­
mostrare calma zione che non gli procuri allarme o sorpresa (se
creare uno spazio è possibile di fronte e non da dietro o di lato, non
parlare lentamente, chiaramente e con dolcezza ostacolare la via di uscita)
abbassare la voce Fermarsi ad una certa distanza dalla persona as­
evitare di guardare il suo interlocutore sistita, per non accrescere l'ansia e la paura che
evitare di confrontarsi e discutere può essere attivata da una eccessiva vicinanza,
dimostrare che sta ascoltando in tal modo si hanno anche margini di intervento
calmare la persona prima rassicurandola che lo L'assistito può sentirsi meno minacciato se la por­
sta ascoltando poi cercando di risolvere il proble­ ta della stanza rimane aperta
ma. Assumere atteggiamenti di comprensione empati­
ca, caratterizzata da accettazione positiva dell'u­
Adozione dei principi della comunicazione non verbale tente e non direttività
Non forzarlo, non allarmarlo, non provocarlo, non
contraddirlo
assumere una postura che non risulti minacciosa Accondiscendere, per quanto possibile, alle ri­
mantenere una postura aperta (seduti o in piedi) chieste nell'ambito di un atteggiamento comples­
ridurre il contatto visivo sivamente contenitivo.
permettere spazio personale
tenere entrambe le mani visibili ATTEGGIAMENTI TECNICAMENTE NON CORRETTI
evitare movimenti bruschi; la persona si potrebbe
impaurire e quindi reagire in modo aggressivo Assumere atteggiamento di sfida, o stile, o racco­
evitare la presenza di pubblico, quando possi­ gliere le provocazioni dell'utente
bile, per ridurre la confusione che genera paura Dare all'utente la sensazione di essere sottovalu­
nell'assistito con possibili reazioni aggressive. tato (dare del tu, usare tono della voce alto, impar­
tire ordini perentori, banalizzare la sintomatologia
Nel caso in cui vi sia un chiaro rischio di pericolo si ricorre allo da lui riferita)
"stato di necessità" e si possono disporre, con maggiore Manifestare propositi punitivi
giustificazione, l'adozione di prowedimenti di tipo restrittivo Ironizzare con colleghi sui comportamenti dell'as­
(limitazione della libertà personale), intrusivo (farmaci) e psi­ sistito e assumere un atteggiamento d i svaluta­
cosociale (interdizione e divieti). La decisone spetta allo psi­ zione.
chiatra che deve adottare le misure più idonee nell'interesse
dell'assistito, motivandole adeguatamente. Ad esempio nel
ATTEGGIAMENTI PER IL COLLOQUIO CON
caso di contenzione fisica devono essere precisati modali­
L'ASSISTITO
tà, tempi, metodi usati, awertenze cliniche per un'adeguata
applicazione del metodo di contenzione. Gli operatori che
agiscono con il soggetto sottoposto a contenzione devono Nell'importantissima fase di colloquio con l'utente psichiatri­
porre in essere tutte le attenzioni professionali specifiche per co, è necessario che l'operatore adotti alcuni accorgimenti,
la valutazione dei rischi correlati alla contenzione di natura quali:
fisica, quali monitoraggio della persona assistita, per evitare
lesioni da ostacolo della circolazione del sangue, rigurgiti da Guardarlo senza fissarlo (evitare la pos1z1one
posizioni supine coatte prolungate, disturbi alla termoregola­ frontale), assumere un atteggiamento tranquillo
zione per inadeguatezza di ventilazione e di natura psichica, mentre si parla e si ascolta
quali la disumanizzazione del rapporto con la persona assi­ Evitare movimenti bruschi che possano allarmarlo
stita, l'uso punitivo della contenzione o l'innesco di dinamiche Evitare contatto fisico se si mostra sospettoso od
sadiche tra assistiti e curanti. In ultimo, ma non ultimo, non aggressivo
deve essere dimenticato che l'assistito si trova in condizione Non puntargli il dito contro
di libertà di movimenti ridotta per cui il soddisfacimento di Non perderlo d'occhio, mantenere costante la sor­
bisogni quali idratazione ed eliminazione non sono autonomi; veglianza e l'osservazione della persona
è specifico compito del personale di assistenza preoccupar­ Permettergli, nei limiti del possibile, di fare ciò che
si della loro presenza e adoperarsi per soddisfarli. Infine è desidera e di parlare di quello che lui desidera
fondamentale ricordarsi, in caso di colloquio con i familiari o Parlare con tranquillità e chiarezza, non fare com­
alla presenza di altri partecipanti, del dovere di mantenere il menti, non banalizzare il suo disagio
segreto professionale. Avere altri operatori vicino od avere la possibilità
di comunicare tempestivamente con loro
Non portarlo in ambiente poco spazioso
Prowedere, se il soggetto è confuso, saporoso o

257
tata oggetti che possono costituire pericolo.
La possibilità per l'infermiere di avere colloqui con la perso­
L'OPERATORE potrà trovarsi nelle condizioni di dover na assistita è prevista nella legislazione francese. Il conte­
soddisfare i bisogni dell'assistito sto italiano consente di prendere iniziative per "colloqui di
orientamento e di accoglienza", awiare delle "relazioni di
aiuto" e attivarsi anche come "sostegno" dell'utente. Non ri­
alimentazione entrano nell'ambito del colloquio infermieristico le decisioni di
idratazione ricoverare e di dimettere l'assistito mentre ha sicura azione
eliminazione benefica, talvolta immediata, quando consente ascolto della
igiene e comfort persona, assume carattere di rassicurazione, di mediazione
mobilizzazione e di attesa di intervento del medico.
cura dell'integrità della cute Permette di acquisire informazioni sull'anamnesi sociale ed
comunicazione emotiva della persona assistita, sullo stato mentale e su alte­
razioni comportamentali, per accertare il funzionamento psi­
cologico, comprendere i sistemi di coping e loro effetti.
11.2.12 ASSISTENZA PSICHIATRICA: ALCUNI STRU­
MENTI ALCUNI PARAME TRI DEL COLLOQUIO:

Conduzione: esistono tecniche specifiche che


LA VISITA DOMICILIARE possono dirsi complementari, ognuna ha una sua
valenza
Un elemento caratteristico dell'assistenza psichiatrica è rap­ Osservazione di manifestazioni osservabili
presentato dall'intervento domiciliare, che spesso è effet­ (modo di vestire, mimica, comportamento), ma­
tuato da infermieri insieme ad altri operatori o con il medico nifestazioni soggettive legate alla vita affettiva
psichiatra. La visita domiciliare consente di: dell'assistito, ricorsi, cultura, ecc.
Ascolto: il colloquio è soprattutto ascolto e non
prendere contatto con l'ambiente familiare e so­ un interrogatorio
ciale della persona assistita, cogliendo elementi
ALCUNE FORME DI COLLOQUIO
difficilmente immaginabili in contesti ospedalieri e
ambulatoriali
valutare le potenzialità esistenti all'interno del nu­ Colloquio direttivo: le domande poste dal curan­
cleo familiare e l'eventuale presenza di un "tes­ te sono precise, dirette, numerose
suto" socio-familiare in grado di funzionare da Colloquio non direttivo: il curante invita l'assisti­
sostegno to ad esporre il suo problema, ad e sprimere la sua
proporre ai familiari e all'assistito la possibilità di richiesta, è basato sulla spontaneità del discorso
affrontare la crisi secondo modalità alternative ri­ Colloquio semi direttivo: domande poste in
spetto al ricovero che, in alcuni casi, può essere modo generico e poco numerose
vissuto negativamente dalla persona, con senso
di esclusione o di rifiuto familiare.
ALCUNE "REGOLE" DEL COLLOQUIO CON L'UTENTE
PSICHIATRICO
L'intervento domiciliare, rendendosi necessario in situazio­
ni di urgenza, presenta delle difficoltà:

L'arrivo improwiso e non annunciato degli ope­
ratori può accrescere il sospetto, le idee perse­ Lasciare raccontare la propria storia alla persona
cutorie della persona, inducendolo ad assumere Considerare con serietà i suoi problemi
atteggiamenti di ostilità ed anche di aggressività Lasciare sufficiente tempo per calmare l'emotività
che lo inducono al rifiuto del colloquio o a tentare Indagare eventuali pensieri autolesivi, di aggres­
la fuga sione, di suicidio
Essendo un intervento richiesto da altri, ad esem­ Se possibile, rassicurarlo
pio la famiglia, la posizione dell'operatore appa­ Ricordarsi che ascoltare significa di per sé fare
re agli occhi dell'assistito "di parte". È importante Mantenere una posizione neutrale
che gli operatori chiariscano il loro ruolo e gli scopi NO
dell'intervento assumendo un atteggiamento di­
rettivo, allontanando le persone che contribuisco­ Utilizzare troppo presto domande chiuse
no a mantenere alto il livello di tensione o che ren­ Prestare più attenzione agli appunti che a quanto
dono difficoltosa la comprensione dell'intervento dice la persona assistita
È praticamente impossibile seguire schemi Essere troppo rigidi o disorganizzati
precostituiti per cui tutto è affidato all'esperienza Evitare argomenti delicati (esempio idee di suici­
e al buon senso degli operatori, i quali peraltro dio)
devono essere pienamente coscienti che tutto Evitare argomenti imbarazzanti (esempio; la vita
ciò che si verificherà in questo contatto segnerà sessuale)
inevitabilmente il loro rapporto con l'assistito e la Colludere con l'assistito e i suoi parenti
famiglia.

258
Il Colloquio awieoe- 11.3 IL B

primo contatto A cura di


durante il rapporto terapeutico
Stefania Lucchetti
Anche le modalità di conduzione del colloquio variano a se­ Infermiera - Centro disturbi alimentari
conda del contesto, vi sono però regole generali da osserva­ ASL 3 Servizio Sanitario Regione Liguria
re sempre, quali:
11.3.1 LO SVILUPPO PSICOMOTORIO
Riservatezza
Comfort Lo sviluppo psicomotorio è un processo maturativo che con­
Apertura al dialogo e all'ascolto sente al bambino di acquisire il controllo posturale, motorio,
Risposte partecipi cognitivo, relazionale e del linguaggio nei primi anni di vita.
Domande aperte. Si tratta di un progredire continuo, essenzialmente dipenden­
te dalla maturazione del Sistema Nervoso Centrale, con tem­
11.2.13 ASSISTENZA INFERMIERISTICA NELLA pi e modalità variabili per ogni bambino, ma in cui è possibile
individuare delle tappe che vengono raggiunte secondo una
SALUTE MENTALE E IL RUOLO DELL'OPERATORE
sequenza universalmente analoga. La maturazione struttu­
SOCIO SANITARIO
rale del SNC è certamente dipendente dal patrimonio geneti­
co della specie, ma è fortemente influenzata dall'ambiente e
Prendersi cura di una persona che presenta un disturbo
il modello di sviluppo è in relazione all'ereditarietà, all'epoca
psichiatrico richiede un approccio globale che prenda in
e al luogo in cui una popolazione vive e quindi differente nelle
considerazione la persona nella sua unicità. Il rapporto tra
varie parti del mondo.
il personale di assistenza, in ambito psichiatrico, costituisce
Accrescimento somatico e maturazione psichica sono indis­
un fattore di compliance e di successo terapeutico. Quello
solubili e sempre strettamente interdipendenti. È solo per fa­
assistenziale è un compito non semplice, dal momento che
cilitarne la descrizione che si usa parlarne separatamente col
lo stato psichico di un individuo può sembrare impenetrabile
rischio però di farli credere indipendenti l'uno dall'altro. Non
e quindi difficile da gestire. L'operato dell'OSS, come quello
si deve dimenticare che alterazioni e influssi negativi sulla
degli altri professionisti, deve inserirsi nel quadro del lavoro
componente fisica della crescita gravano contemporanea­
�i é�uipe necessario alla costruzione di una relazione signi­ mente sulla componente psichica e viceversa.
ficativa. Nella pianificazione dell'assistenza l'OSS deve av­
La crescita segue un modello di sviluppo fondato sul princi­
valersi di metodologia necessaria per prevedere, prendere
pio generale che il bambino non è un adulto in miniatura, ma
decisioni, valutare le conseguenze.
in ogni momento un essere compiuto con proprie caratteristi­
che somatiche, fisiologiche e psicologiche correlate con l'età
MINI GLOSSARIO e il sesso.
L'ordine con il quale si svolgono le varie tappe dello sviluppo
Delirio: generalmente il delirio è considerato un disturbo del
è uguale in tutti gli individui, varia invece da individuo a in­
pensiero, sia nella sua forma sia nel suo contenuto. Con tale
dividuo l'età alla quale le singole tappe vengono raggiunte e
termine si intende indicare un'idea o un complesso di idee,
l'intervallo fra una tappa e l'altra. Dunque, considerando che
che non hanno corrispondenza con i dati della realtà. I temi
un bambino non è mai uguale ad un altro, che ognuno ha le
d�I delirio possono essere diversi e cangianti (persecutori,
proprie esigenze e i propri ritmi di crescita e di sviluppo, le
d1 grandezza, di veneficio/awelenamento, di gelosia, ecc.).
tappe che si andranno a descrivere non saranno così rigide,
Spesso il delirio occupa tutto il campo di coscienza del ma­
ma elastiche e comunque nella norma.
lato.
Allucinazione: percezione di oggetti che non compaiono nel Alla nascita il neonato apparentemente interagisce poco
mondo reale le più frequenti sono quelle uditive (voci), visive
con l'ambiente e si limita a piangere quando qualcosa lo in­
e somatiche meno frequenti quelle olfattive e gustative.
fastidisce. In realtà ha capacità di assimilare tutto ciò che lo
Illusione: deformazione percettiva di un oggetto realmente circonda ed è sensibile sia agli stimoli luminosi sia ai rumori
presente nel mondo esterno
intensi. Nelle settimane successive, inizierà a controllare me­
Manierismo: azioni o parole ripetute, stereotipate, caricatu­ glio il capo e verso i due mesi sarà in grado di sorridere in
rali, artificiose.
risposta al volto umano, emettendo inoltre una serie di suo­
Stereotipia: schema fisso e ripetitivo di azione fisica o lin­
guaggio, ripetizione frequente di atteggiamenti mimici e di �i gutturali. Nelle settimane successive il bambino migliora
11 controllo del capo e in posizione prona inizia a s pingersi
movimenti semplici, non finalizzata ed apparentemente au­
con le mani per sollevare, anche di poco, il tronco rispetto
tomatica.
al piano. Dopo i tre mesi il dorso è più dritto, iniziano i primi
movimenti di afferramento.
A partire dal quarto mese compaiono nuove e importanti
capacità. Il bambino cerca di sostenersi con le mani se mes­
so in posizione seduta, inizia i primi tentativi di rotolamento
e strisciamento. Riconosce il biberon ed i preparativi per la
pappa, segue i movimenti delle persone entro il suo campo
visivo, sorride a tutti. Gli piace sentir parlare le persone
attorno a lui e cerca di interagire emettendo gridolini e voca­
lizzazioni prolungate. Gli piace guardare gli oggetti colorati e
porta alla bocca gli oggetti che gli si offrono. Ama i giochi che
suonano o fanno rumore.
Verso i sei mesi il bambino è impegnato in un'attività costan-

259
te di osservazione dell'ambiente circostante favorita d Il
capacità crescente di controllare il busto e stare seduto con compagnato dall'aggiunta di cibi solidi (clivezzamento), viene
appoggio. Afferra gli oggetti e inizia a manipolarli per osser­ consigliato anche durante il secondo semestre di vita e, se la
varli. mamma lo desidera, può essere prolungato anche nei mesi
Verso i sette mesi di solito il bambino sta seduto da solo, successivi.
da prono cerca di sollevare la pancia per mettersi a "quattro L'allattamento al seno è un fatto naturale per madre e figlio.
zampe", esegue movimenti di rotolamento sempre più com­ Già dopo la nascita la mamma è in grado di produrre il latte
pleti e inizia a pronunciare le prime sillabe. Riconosce i fami­ mentre il piccolino, da parte sua, nasce capace di succhiare
liari e sviluppa ansia nei confronti degli estranei. e deglutire istintivamente e proprio con la suzione, stimola
Dai nove mesi molti bambini iniziano a gattonare senza dif­ la formazione del nuovo latte e ne mantiene la produzione.
ficoltà, cominciano i primi movimenti volti a raddrizzarsi af­
ferrandosi a un sostegno, ripetono le sillabe e interagiscono La composizione del latte materno è variabile nel corso della
con gli adulti, imitandone gesti e suoni. In questo periodo il singola poppata, nell'arco della giornata, con un contenuto li­
bambino inizia a comprendere il significato di alcune intona­ pidico più elevato nelle ore notturne e nel corso delle diverse
zioni, come quelle negative. fasi dell'allattamento al seno, le quali si articolano sostanzial­
Dai nove ai dodici mesi il bambino tenta di fare i primi passi mente in tre momenti:
dapprima se sorretto sotto le braccia o tenuto per mano e
in seguito autonomamente. Capisce bene quando gli si dice Fase del colostro (fino al 3-5 giorno). Il colostro
"no". Desidera più autonomia nell'alimentarsi, inizia ad af­ è il primo latte che viene prodotto dalla ghiando­
ferrare gli oggetti di piccole dimensioni utilizzando pollice. la mammaria. La sua composizione è particolar­
La ripetizione delle sillabe lascia spazio alla comparsa delle mente adatta alle necessità nutritive e biologiche
prime parole. del neonato nei primi giorni di vita. Rispetto al latte
Dopo i dodici mesi lo sviluppo procede inarrestabile. La maturo presenta un contenuto proteico e minerale
capacità di camminare migliora costantemente e il bambi­ più elevato, un contenuto lipidico e glucidico più
no cade sempre meno spesso. Il linguaggio si arricchisce basso (valore nutritivo minore) e un contenuto
quotidianamente di nuove parole e diviene in grado di com­ maggiore di fattori immunitari.
prendere ordini semplici. Riconosce il proprio nome e si volta Fase del latte di transizione (dal 4-5 giorno). Si
subito nel sentirsi chiamare, riconosce gli oggetti in base al caratterizza per un aumento graduale del conte­
nome. nuto proteico e minerale e contemporaneamente
Dopo i diciotto mesi oramai autonomo, esplora continuamen­ per un aumento di carboidrati e di lipidi.
te l'ambiente circostante e fa giochi sempre più complessi. Fase del latte maturo (dopo il 10-15 giorno).
Inizia anche a manifestare un interesse, sia pure limitato, per
gli altri bambini, impara a sfogliare le pagine di un libro e a li latte materno è fonte di macronutrienti (proteine, carboidrati
scarabocchiare fogli. e lipidi) i quali possiedono per ogni categoria e a seconda
A due anni il linguaggio è ulteriormente migliorato, dispone della struttura chimico-fisica un ruolo nutrizionale, consisten­
di un vocabolario di circa 450 parole e diviene capace di pro­ te nell'ossidazione per la produzione di energia o nell'accu­
nunciare frasi semplici. Dai due ai tre anni le competenze au­ mulo delle fonti di riserva e un ruolo funzionale che si esplica
mentano, sale e scende le scale da solo portando ambedue attraverso un potenziamento dei processi di adattamento
i piedi sullo stesso gradino prima di salire il successivo. È in e crescita dell'organismo. Il latte materno è anche la fonte
grado di auto alimentarsi senza grandi difficoltà, manifesta migliore di micronutrienti (vitamine e minerali) che, pur pre­
una maggiore autonomia dalla madre. Impara giochi sem­ sentandosi in concentrazioni limitate, mostrano un tasso di
pre più complessi, calcia la palla senza perdere l'equilibrio assorbimento massimo.
e diviene capace di lanciarla, gioca con le costruzioni met­ Il latte umano è un alimento unico dal quale tutti gli alimenti
tendo i cubetti uno sopra l'altro. Parla in modo sempre più sostitutivi si differenziano notevolmente nonostante i pro­
complesso e comprensibile, inizia a collaborare nel vestirsi gressi scientifici e tecnologici utilizzati per la realizzazione di
e nel lavarsi. formule alternative idonee.
Numerose evidenze scientifiche mostrano i vantaggi sullo
11.3.2 ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO stato di salute e di nutrizione del bambino allattato al seno e
una migliore protezione immunitaria; è dimostrato un effetto
Una corretta alimentazione, presupposto essenziale per una protettivo nei confronti di batteriemia, diarrea, enterocolite
crescita armonica e ottimale, deve tener conto delle diver­ necrotizzante, otite media, infezioni respiratorie e meningiti.
se fasi della vita, caratterizzate da esigenze nutrizionali e Il latte materno rappresenta, inoltre, un importante sistema
competenze fisiologiche e comportamentali in evoluzione. che ritarda o riduce l'incidenza di malattie atopiche come ec­
Nell'infanzia si impostano e consolidano le abitudini alimen­ zema, allergie, asma oltre ad offrire molteplici meccanismi di
tari del bambino, che possono determinare la differenza tra protezione. Anche relativamente allo sviluppo intellettivo del
salute e rischio di malattia negli anni successivi. bambino, alcuni studi suggeriscono un effetto protettivo del
Per un bambino nutrirsi non significa solo soddisfare una ne­ latte materno, soprattutto nei nati pre-termine.
cessità biologica, ma è un momento ricco di valenze affettive, Gli effetti positivi dell'allattamento al seno, universalmente
psicologiche e relazionali. riconosciuti, non si limitano peraltro ai vantaggi per la sa­
lute del bambino, ma si estendono anche alla coppia ma­
ALLATTAMENTO AL SENO dre-bambino, alla famiglia e alla comunità con vantaggi
psicologici, relazionali sociali, economici ed ambientali (ri­
L'allattamento è sempre un'esperienza piacevole sia per la duzione del consumo di materiali utilizzati per l'allattamento
mamma che per il bambino; si tratta certamente di un mo­ artificiale). È inoltre ragionevole pensare che la promozione
mento privilegiato per conoscersi reciprocamente. Numerosi dell'allattamento al seno possa avere delle conseguenze sul
studi evidenziano chiaramente che il latte materno, offerto piano economico in termini di risparmio sui costi della salute
come alimento esclusivo, rappresenta il nutrimento ideale che la società deve sostenere, con la riduzione del numero

260
dalizzazione. del neonato sono una buona crescita ponaerale e una produ­
In presenza di tanti vantaggi oggi sono ancora troppe le don­ zione di urina adeguata. Nei primi tre mesi il bambino allatta­
ne che non allattano al seno il proprio bambino senza alcun to al seno dovrebbe aumentare di almeno 125-150 grammi
motivo dal punto di vista biologico, dal momento che la quasi la settimana. È importante quindi controllare periodicamente
totalità delle donne è in grado di allattare con successo e la crescita, una volta a settimana, pesando il piccolo nudo,
sono rare le controindicazioni riconosciute, così come le si­ prima del pasto, sempre alla stessa ora.
tuazioni di ipogalattia vera della donna. Potenzialmente infat­ Poche sono le controindicazioni che sconsigliano la conti­
ti tutte le donne possono secernere latte; nella maggioranza nuazione dell'allattamento materno al seno, così prezioso
dei casi, una scarsa produzione di latte dipende da una posi­ per la crescita del· bambino. Di seguito si elencano le con­
zione scorretta del bambino quando viene attaccato al seno troindicazioni che derivano:
o da poppate di durata limitata o poco frequenti.
Un'efficace promozione dell'allattamento al seno necessita dalla salute della madre
di interventi che coinvolgano in primo luogo tutti gli opera­ dall'uso di alcuni farmaci
tori sanitari. Gli operatori sanitari devono essere in grado da malattie dalle quali è affetto il bambino
di incoraggiare le madri, di migliorarne le conoscenze e di
supportarle in presenza di difficoltà che potrebbero essere Spesso la sospensione dell'allattamento awiene per la pre­
facilmente superate. senza di situazioni che si rivelano solo false controindicazio­
Durante la poppata la mamma può scegliere la posizione ni. Quando per diversi motivi l'allattamento al seno va so­
nella quale si trova più comoda. Si può affermare che qua­ speso e si intende proseguire la somministrazione del latte
lunque posizione sia valida, soprattutto se la schiena è ben materno, si può ricorrere al tiralatte. li latte ''lirato" deve esse­
sostenuta. Può mettersi seduta sul letto o su una poltrona, re messo in un contenitore pulito, possibilmente di plastica e
eventualmente sollevando un po' le gambe con un sostegno riempito con la quantità corrispondente a una poppata.
sotto i piedi. Può preferire la posizione sdraiata su di un fian­ li latte si può conservare:
co, specie all'inizio a causa dei punti sul perineo o di un parto
cesareo; tale modalità rimane molto utile, anche successiva­ a temperatura ambiente per non più di otto-dieci
mente, per poter allattare di notte senza alzarsi. ore
Per mantenere una buona produzione di latte è fondamen­ in frigorifero per non più di settantadue ore
tale insegnare alla madre ad "attaccare" adeguatamente il nel freezer del frigorifero per non più di tre mesi
piccolo al seno. Il bambino deve avere il corpo rivolto verso nel congelatore a meno 18 gradi per non più di
quello della mamma. Se è tenuto in braccio, le spalle e il se­ un anno.
derino devono essere ben sostenuti dall'avambraccio della
mamma o dalla sua mano in modo che il collo sia lievemente
ALLATTAMENTO ARTIFICIALE
esteso. È importante che la testa sia allineata al corpo, cioè
orecchio, spalla e fianco devono essere sulla stessa linea.
In mancanza di latte materno è necessario ripiegare sul latte
Inoltre il bambino dovrà trovarsi con il naso ben centrato da­ formulato o artificiale (latte in polvere). A differenza del latte
vanti al capezzolo. Per tenere il bambino alla stessa altezza materno, tuttavia, il latte artificiale non contiene lgA secreto­
del seno può anche essere utile un cuscino poggiato sulle
rie specie-specifiche in grado di proteggere il lattante in que­
ginocchia. Il seno può essere sostenuto con la mano posta sti delicati mesi nei quali non è ancora in grado di difendersi
a formare come una "C" (cioè le quattro dita sotto la mam­
con le proprie risposte immunitarie.
mella e il pollice al di sopra). La mamma può così dirigere il
Il latte di formula è prodotto generalmente dal latte vacci­
capezzolo verso le labbra del bambino e sfiorarle al fine di
no modificato in modo che la sua composizione sia simile
stimolarlo delicatamente a spalancare la bocca. Appena la
a quella del latte materno; è digeribile e completo di tutte le
bocca sarà ben spalancata è opportuno che la mamma awi­
sostanze necessarie per la crescita.
cini rapidamente il corpo del bambino verso il seno. In questo
In commercio si trovano diversi tipi di latte di formula, alcuni
modo il bambino riuscirà ad introdurre in bocca non solo il
simili altri differenti per composizione (es. latte a dattato, di
capezzolo ma anche una porzione, la più ampia possibile, soia). È necessario che sia il pediatra a prescrivere il latte
dell'areola mammaria, soprattutto della sua parte inferiore.
idoneo a ciascun bambino.
Attaccato il bambino al seno, è utile assicurarsi che:
PREPARAZIONE DEL BIBERON
la bocca sia ben aperta
le labbra siano rivolte all'esterno
Lavaggio delle mani, secondo il protocollo OMS
la lingua si trovi tra il seno e il labbro inferiore
Preparazione del materiale: guanti monouso, bi­
il mento tocchi il seno
beron, ghiere e tettarelle precedentemente steri­
Per quanto riguarda la frequenza dell'allattamento è opportu­ lizzate in apposita soluzione, latte in polvere, ac­
no mantenere una flessibilità negli orari dei pasti; è consiglia­ qua oligominerale, scaldabiberon
bile attaccare il bambino al seno tutte le volte che lo richiede Preparazione del latte: Versare la giusta quantità
o sembra aver fame (allattamento a richiesta). È preferibile di acqua tiepida (oligominerale naturale in botti­
non farlo attendere eccessivamente, per evitare che sia trop­ glia di vetro, oppure acqua di rubinetto bollita per
po affamato e si attacchi in modo frenetico; non è necessa­ cinque minuti e lasciata intiepidire). Aggiungere
rio aspettare che il piccolo pianga. All'inizio è possibile che la quantità prescritta di polvere indicate dal pe­
il bambino voglia attaccarsi al seno molto spesso, ma con il diatra (le proporzioni indicate di polvere e acqua
passare del tempo generalmente le poppate si distanziano. non vanno modificate). Di solito per ogni 30 ml di
Possono comunque essere necessarie anche 5-6 settimane acqua si deve aggiungere un misurino di polve­
per raggiungere un equilibrio tra la produzione di latte e la re. Tappare il biberon ed agitarlo fino a quando la
quantità assunta dal bambino. polvere sarà sciolta. Scaldare il latte nello scal-

261
dabiberon menti diversi dal latte
Lavare e sterilizzare il materiale dopo il pasto. evitare nel primo anno di vita l'introduzione di ali­
Gettare il latte eventualmente avanzato. Deter­ menti noti per loro attività istamino-liberatrice (fra­
gere accuratamente biberon, ghiere e tettarelle gole, legumi, cacao)
prima di procedere alla sterilizzazione in apposita alimenti potenzialmente allergizzanti (ad esempio
soluzione. uova, pesce, pesche, albicocche) vanno aggiunti
Smaltire i rifiuti alla dieta con cautela. Nei bambini con precedenti
familiari di allergia questi cibi sono sconsigliati per
LO SVEZZAMENTO tutto il primo anno di vita
non aggiungere sale alle pappe per evitare di abi­
Con il termine svezzamento o divezzamento si intende la tuare il bambino ad un gusto troppo salato
graduale introduzione nella dieta del bambino di alimenti non scegliere olio extravergine di oliva per la sua equi­
lattei (cereali, vegetali, latticini, frutta, carne, pesce, uova) e librata composizione in acidi grassi e la facile di­
dunque il passaggio verso un'alimentazione più varia sia nel­ geribilità
la qualità che nella consistenza, nel sapore e nella modalità non eccedere nell'assunzione di zucchero evitan­
di somministrazione do di utilizzare miele nel primo anno di vita.
Lo svezzamento è una tappa molto importante per il piccolo
in quanto permette l'acquisizione di nuove esperienze orali e Nel secondo semestre di vita il bambino può cominciare a
gustative oltre a rappresentare il primo distacco dalla figura mangiare progressivamente numerosi alimenti di diversa
materna ed il primo tentativo di autonomia. composizione e digeribilità (cereali contenenti glutine, pesce,
Lo svezzamento viene iniziato nella maggior parte dei casi carne frullata)
tra i 4 mesi e i 6 mesi compiuti in quanto i fabbisogni nutri­
zionali ed energetici non vengono soddisfatti completamente ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO DOPO IL PRIMO ANNO
dal solo latte materno o da quello di formula. Parallelamente
la maturazione del sistema nervoso, gastroenterico e renale Nella prima infanzia iniziano a strutturarsi i gusti e le abitudini
conferisce al lattante la possibilità e la capacità di ricevere alimentari che formeranno lo stile alimentare dell'età adulta
alimenti solidi con diversa densità nutritiva, consistenza e per cui coltivare corrette condotte alimentari è fondamentale
modalità di assunzione. Inoltre in tale periodo il divezzamen­ per indirizzare il bambino verso uno stile alimentare salu­
to è facilitato, perché il bambino diventa curioso, è attirato dai tare. Una buona alimentazione del bambino rappresenta la
colori e accetta gusti nuovi. migliore prevenzione contro molte malattie dell'infanzia ed
Come già detto è una tappa di estrema importanza nella vita è utile per prevenire alcune malattie del bambino più grande
del bambino e deve essere affrontato senza rigidi schemati­ e dell'adulto. Lo sviluppo delle abitudini alimentari è influen­
smi o imposizioni sulla quantità e qualità dei nuovi alimenti zato dalla famiglia, dal livello culturale e dalle interazioni fa­
da introdurre nella dieta e tenendo conto delle caratteristi­ miliari stesse; se la famiglia ha abitudini alimentari corrette e
che individuali. Una drastica imposizione potrebbe indurre relazioni interpersonali positive, si svilupperanno stili e com­
ostilità nel bambino, con possibile insorgenza di fenomeni portamenti alimentari senza eccessi, carenze e ribellioni.
di rifiuto delle nuove abitudini e di anoressia. È quindi oppor­ Dopo il dodicesimo mese di vita il piccolo h a la curiosità e
tuno inserire gradualmente gli alimenti nuovi saggiandone la voglia di scoprire nuovi sapori. Il bambino fa le sue pri­
l'accettabilità e la tollerabilità prima di procedere ad ulteriori me esperienze sensoriali, gustative e assaggia molti degli
variazioni. Per aiutare il piccolo a superare le difficoltà della alimenti consumati in famiglia. I cibi proposti a l bambino de­
nuova alimentazione la gradualità deve essere estesa a ca­ vono essere variati, non speziati, non troppo elaborati (fritti,
ratteristiche quali il sapore e la consistenza, gusti non fami­ soffritti, grassi) ma preparati con cotture semplici (bolliti, a
liari, impatto con il cucchiaino, passaggio dalla suzione alla vapore, al forno).
degustazione, primi tentativi di masticazione. Nel periodo che va dal 2 ° al 4° anno di vita il bambino può
La carne è essenziale per l'apporto di proteine ad alto valore essere restio ai cambiamenti alimentari. In caso di rifiuto
biologico, di ferro e di altri sali minerali nonché di alcune vi­ temporaneo di un alimento è importante non insistere, ma
tamine del gruppo B. I cereali sono una buona fonte energe­ proporlo successivamente. Occorre porre particolare atten­
tica. L'olio di oliva fornisce gli indispensabili acidi grassi. La zione all'appetito del bambino, interpretando correttamente
frutta e la verdura contengono vitamine, sali minerali, ferro e i segnali di fame-sazietà evitando di sovra-alimentarlo o sot­
fibre. Il formaggio e lo yogurt assicurano calcio e proteine di to-alimentarlo.
elevata qualità. La giornata alimentare del bambino va ripartita in 4 o 5 pa­
Sulla base di quanto premesso, in sintesi possono formularsi sti, partendo dalla prima colazione che deve e ssere sempre
le seguenti principali raccomandazioni per il corretto divez­ presente, i due pasti principali, pranzo e cena, intervallati da
zamento: uno o due spuntini. La ripartizione del fabbisogno energetico
giornaliero va suddivisa secondo le seguenti percentuali:

il divezzamento non deve iniziare prima del quarto la prima colazione deve fornire il 15-20% dell'ap­
mese porto calorico giornaliero
procedere in modo lento e graduale introducendo lo spuntino di metà mattina il 5%
i cibi nuovi uno alla volta, facendo attenzione ad il pranzo deve coprire il 40%
eventuali intolleranze ed allergie, abituando il bim­ la merenda il 10%
bo a distinguere i vari sapori e cercando di non va­ la cena il 30%.
riare gusto e consistenza contemporaneamente
aumentare progressivamente la quantità del nuo­
vo alimento
a sei mesi di età il fabbisogno calorico del bambi­
no deve essere soddisfatto solo per 50% da ali-

262
11.3.S IGIENE DEL BAMBINO
L'operatore procede con il riempimento della vasca perso­
L'igiene assicura un ambiente di vita favorevole, accom­ nalizzata con una quantità idonea di acqua prelevata da un
pagna l'uomo fin dalla nascita in tutte le fasi della sua vita: rubinetto (dotato di filtro antibatterico), verifica la tempera­
nell'infanzia, nella casa, nella scuola, nel lavoro e lo protegge tura dell'acqua immergendo un apposito termometro nella
contro le aggressioni microbiche e parassitarie. vaschetta per evitare complicanze al neonato per l'elevata o
La pulizia del corpo costituisce uno dei molteplici aspet­ la bassa temperatura dell'acqua. Diluito il detergente nell'ac­
ti della pulizia generale che riguarda la pulizia delle vesti, qua, l'operatore procederà con l'immersione delicata del ne­
dell'ambiente in cui si vive, degli alimenti, ecc. La pelle è un onato, valutandone la reazione e avendo cura di sostenerlo
organo che adempie a molteplici funzioni: di difesa, di sen­ per evitare lo scivolamento. Il lavaggio del piccolo rispetta
so, di regolazione termica, di eliminazione, di assorbimento. la progressione dalle parti più pulite del corpo alle più spor­
La trascuratezza alla pulizia porta all'accumulo sulla pelle di che; si inizia dalla testa e dal viso evitando la penetrazione
prodotti delle secrezioni (sali del sudore, grasso), che me­ dell'acqua negli occhi e nelle orecchie e si termina con i geni­
scolandosi con le cellule epidermiche di desquamazione e tali, ponendo particolare attenzione alle pieghe cutanee, alle
con le polveri ambientali formano una patina che potrebbe mani e ai piedi. Terminato il lavaggio il neonato va awolto in
turbare le funzioni cutanee suddette ed aumentare il perico­ un morbido telo per essere asciugato avendo cura di tam­
lo infettivo. Per questi motivi è fondamentale eseguire una ponarlo per evitare arrossamenti e lesioni cutanee determi­
buona igiene del corpo ed educare i bambini, fin da piccoli, a nati da un eventuale sfregamento. Una volta che il neonato
tutte le norme igieniche. è asciutto, si distribuisce una crema idratante per protegge­
re la cute delicata del neonato e si procede alla vestizione
LA CURA DEL CORDONE OMBELICALE del piccolo. Terminata la procedura del lavaggio si prosegue
con la disinfezione della vaschetta secondo i protocolli del
Nei primi giorni dopo la nascita le cure al neonato prevedo­ reparto, lo smaltimento del materiale monouso e il riordino
no l'accurata detersione del tralcio del cordone ombelicale dell'ambiente.
per la protezione da possibili infezioni. Molto importante è
cercare di favorire il rapido essiccamento del tralcio così da TAGLIO DELLE UNGHIE
facilitarne la caduta. Il tralcio ombelicale può anche essere
oggetto di medicazioni, 2-3 volte al dì, con soluzioni antiset­ Il taglio delle unghie nel neonato, preferibile dopo il bagnet­
tiche specifiche. Se le condizioni igienico-ambientali sono to, viene fatto con l'utilizzo di forbicine a punta arrotondata,
buone, l'essiccamento può essere favorito dell'esposizione seguendo il profilo delle unghie delle mani lungo la curvatura
all'aria, awolgendo il tralcio solo in garze sterili protettive. del polpastrello delle dita, mentre quello dei piedi è più linea­
re, conservando l'angolatura alle estremità.
IL BAGNETTO
PULIZIA DELLE ORECCHIE
Durante il ricovero gli operatori devono garantire un'adegua­
ta igiene del neonato con tecnica e dispositivi sicuri, pre­ La pulizia dell'orecchio deve del neonato si limita al padiglio­
venire le infezioni correlate alle pratiche assistenziali e tra­ ne esterno e all'accesso del condotto uditivo, ricordandosi
smettere benessere e rilassamento attraverso un'assistenza di non utilizzare cotone idrofilo (cotton fioc) o altro materiale
personalizzata. estraneo all'interno del condotto in quanto il piccolo, reagen­
L'operatore socio sanitario interviene per ciò che riguarda: do a stimoli dolorosi o fastidiosi, potrebbe improwisamente
effettuare bruschi movimenti del capo con conseguenti lesio­
verificare che ambiente sia idoneo (temperatura ni del timpano.
della stanza 24- 25 °C)
preparazione del materiale occorrente PULIZIA DEL NASO
ricondizionamento del materiale pluriuso
smaltimento del materiale monouso Anche per la pulizia interna del naso, si raccomanda di non
collabora con l'infermiere nell'esecuzione della usare corpi estranei, ma l'instillazione di qualche goccia di
procedura acqua di soluzione fisiologica per migliorare la fluidificazione
Dopo aver proceduto al lavaggio sociale delle mani, l'opera­ del muco e per favorirne la rimozione.
tore prepara il materiale occorrente disponendolo in prossi­
mità del neonato per averne un'immediata disponibilità, per IGIENE DEL CAVO ORALE
la sicurezza del neonato stesso ed evitarne l'ipotermia:
La pulizia del cavo orale è indispensabile per la prevenzio­
lavandino dotato di filtro antibatterico ne della carie dentale e più in generale di patologie, tenuto
vaschetta personalizzata conto che la bocca rappresenta una via di penetrazione dei
termometro per la misurazione della temperatura germi all'interno dell'organismo. Il principale responsabile
dell'acqua della carie dentale è lo zucchero, sia nella forma originaria
asciugamani morbido personale che in aggiunta a cibi o bevande. Infatti i batteri contenuti nel­
detergente neutro liquido per igiene del neonato la placca dentale in presenza di zucchero possono produrre
biancheria personale del neonato sostanze acide in grado di corrodere lo smalto e di formare
pannolino la carie. È necessario abituare il bambino a gusti non troppo
spazzolina per capelli personale dolci, limitando il consumo di caramelle e cibi zuccherati. An­
crema in tubo o olio idratante personalizzati che se i denti non sono ancora spuntati, il succhiotto addolci­
fasciatoio e lenzuolino monouso to con lo zucchero o il miele è una pessima abitudine, perché
panni morbidi e detergente disinfettante (per la facilita la carie precoce e abitua il piccolo a preferire il gusto
sanificazione della vaschetta) dolce, condizionandone le scelte future.
Appena è possibile i denti devono essere puliti con uno spaz-

263
c...-zoliino...dLjpi.a:alfLdiJ:nailSkmi,..coit:LS1aiola.arlillciallha..pwlte,.éàf=:-....S�ut��camento.da rigurgito
rotondate, da sostituire ogni 2-3 mesi.· È bene abituare molto venisse eliminato. Studi più recenti hanno sconfessato que-
presto il bambino a spazzolare, anche per gioco, i denti. lni- sta teoria dimostrando che la tanto temuta sindrome della
zialmente aiutato da un genitore dovrà imparare a pulire la morte improwisa in culla è più frequente nei bambini che
superficie masticante del dente utilizzando in piccole quanti- dormono in posizione prona. La posizione più sicura per un
tà un dentifricio. Da più grande dovrà imparare a spazzolare neonato è sicuramente quella supina.
anche le superfici dei denti rivolte all'interno verso la lingua Per far dormire bene e in tutta sicurezza è bene adottare i
e all'esterno verso il labbro, con un movimento dalla gengiva seguenti accorgimenti:
al dente. È necessario che il bambino lavi i denti più volte al
giorno dopo i pasti. Il materasso del lettino deve essere di buona con­
sistenza in modo da evitare affossamenti e deve
IGIENE DEL SONNO essere privo di cuscino. Se la superficie dove egli
dorme è dura, imparerà facilmente a muovere il
L'osservazione dei neonati rivela che il sonno occupa la capo per respirare meglio
maggior parte della loro vita. Il neonato dorme per circa il Le lenzuola devono essere fissate bene al mate­
70% dell'intera giornata. rasso in modo da non correre il rischio di coprire
Il neonato dorme la maggior parte del giorno e della notte, il viso e impedirgli di respirare bene; se il letto è
circa 20 ore su 24, risvegliandosi al momento della poppata e grande bisogna mettere il bambino ad un estremo
riaddormentandosi subito dopo. Con il passare dei giorni, pri­ e arrotolare le coperte in modo che non gli possa­
ma e delle settimane poi, il neonato riesce a stare sveglio o in no superare le spalle
dormiveglia per periodi sempre più lunghi; fino al 5° mese di La temperatura della stanza è molto importante e
vita le ore di sonno arrivano a 16-18, dal 6° mese al termine non dovrebbe superare i 20-21°c
del 1 anno ammontano a circa 12-13 ore, di cui 10 durante
°
Evitare luci troppo forti durante il sonno; può esse­
la notte e le restanti durante il giorno, mattina o pomeriggio. re utile invece una luce notturna soprattutto con i
Per alcuni anni ancora il bambino ha necessità di dormire bambini un po' più grandi
qualche ora durante il giorno mantenendo un riposino po­ Evitare forti rumori di sottofondo
meridiano. Raggiunta l'età della scuola materna l'espandersi Evitare di fumare in casa: è dimostrato che i bam­
degli interessi, i primi apprendimenti e il diverso rapporto che bini che vivono con genitori fumatori sono più
intrattiene con gli adulti, limitano il suo sonno in un periodo di esposti alle malattie respiratorie che incidono ne­
sonno notturno della durata di 10-12 ore. gativamente sul sonno notturno, oltre ad aumen­
Naturalmente queste sono solo indicazioni, non esiste una tare l'incidenza di morte improwisa.
regola uguale per tutti. È importante tenere presente che il
modello di sonno varia individualmente qualsiasi sia l'età del 11.3.4 VACCINAZIONI
bambino, il temperamento, la maturazione, il livello di attività,
le abitudini, le interazioni bambino-genitoriali e alle caratteri­ Le vaccinazioni sono un'arma molto efficace per difendere
stiche della famiglia. la salute dei bambini perché prevengono malattie mortali o
Sin dai primi mesi di vita ogni piccino si organizza secondo gravi danni permanenti. È grazie alle vaccinazioni che non
un suo personale ritmo di sonno e l'addormentarsi o il risve­ assistiamo più alle visioni drammatiche di morti per epidemie
gliarsi seguono precise modalità individuali. In alcuni bambini che la letteratura del passato ci ha tramandato. Il successo
il passaggio dalla veglia al sonno è rapido, in altri è lento e dei programmi di vaccinazione dipende dalla strategia scel­
difficile. Nei primi mesi di vita può succedere che il piccolo ta per raggiungere livelli di immunizzazione di massa capaci
non abbia orari regolari o addirittura scambi il giorno con la di interrompere la trasmissione delle infezioni. È comunque
notte. Con il passare del tempo, di solito, il ritmo si regolariz­ necessario immunizzare la quasi totalità dei soggetti, non si
za e il bambino tende a dormire di più la notte e restare più può rischiare di avere un 20-30% di soggetti non immunizzati
sveglio durante il giorno. Questo mutamento è determinato che oltre a non consentire di eradicare l'infezione, sposta le
dal progressivo sviluppo neurologico e anche dall'adattarsi fasce di età suscettibili.
del piccolo all'ambiente familiare. Molti bambini si addormen­ Nel nostro paese è il medico (il medico generico, il pediatra di
tano con l'aiuto di rituali quali il sentirsi cullato, succhiarsi il libera scelta e il medico di comunità) a confrontarsi ogni gior­
pollice o la tettarella. Si tratta, come è facile rendersi conto, no con un insieme di ostacoli e problemi che sono di natura
di meccanismi di rassicurazione, con cui il bambino cerca di sociale, etica, e legale. La discussione intorno alle vaccina­
raggiungere quella quiete e quella tranquillità tali da favorire zioni infantili è tutt'ora accesa, a produrla concorrono scarsa
il sonno. Sembra infatti che nei primi mesi di vita il bambino informazione e persistenza di pregiudizi infondati. Ancor oggi
tema il momento dell'addormentarsi, quasi fosse una situa­ si incontra ostilità, sospetto nei confronti delle vaccinazioni,
zione di abbandono e di angoscia. I rituali, di cui spesso il di qui l'enfasi sugli effetti collaterali, spesso soprawalutati e,
bambino fa uso, servono appunto per vincere questa situa­ di fatto, raramente commisurati ai rischi che la vaccinazione
zione di ansia e di paura del distacco, permettendogli di rag­ ha consentito di evitare.
giungere il sonno emotivamente rassicurante. Altre abitudini Il vaccino si ottiene da virus e batteri o dalle tossine che essi
di assopimento subentrano più tardi: il bambino succhia il producono, resi inoffensivi. Essi non provocano la malattia
pollice o la tettarella, si strofina i capelli, si rigira nel letto in ma stimolano le difese dell'organismo a produrre gli anticorpi
modo quasi ritmico, stringe a sé il pupazzo preferito, la co­ necessari a difendere il soggetto quando viene a contatto
pertina del letto o un pigiama di mamma, desidera sentirsi con i microrganismi contro i quali è stato vaccinato.
raccontare una fiaba. La decisione di vaccinare contro una determinata malattia
dipende da:
COME DEVE DORMIRE Il NEONATO
la gravità della malattia stessa,
Fino a una decina di anni fa si sosteneva il vantaggio di far la probabilità di venirne a contatto,
dormire il neonato in posizione prona. In questo modo si so- lo stato immunitario di chi riceve la vaccinazione,

264
. ... . , �- .,,,,,,,,,,,,,,.,,,,,_'--�----- '' ' ' '
l'efficacia del vaccino ' ' Le vaccinazioni obbligatorie' si effettuano presso'le'Azlènae···
Mai come nel corso di questi ultimi anni è stata rapida e ricca Sanitarie locali che offrono gratuitamente tutte quelle obbli-
di successi la messa a punto e l'applicazione di nuovi vacci- gatorie e la maggior parte di quelle facoltative. Le prime vac-
ni che consentono oggi di prevenire malattie vaccinali di più cinazioni si effettuano tra il sessantesimo ed il novantesimo
ampio respiro e di immunizzare con minori rischi di effetti col- giorno di vita quando gli anticorpi materni passati nell'organi-
laterali. I vaccini sono sicuri anche se nessun vaccino, così smo del bambino dalla mamma durante la gravidanza calano
come nessuna medicina, può essere considerato innocua in progressivamente.
assoluto per tutti i soggetti. I vaccini sono stati utilizzati in Poiché i vaccini sono efficaci solo se sono somministrati se-
centinaia di milioni di dosi ed hanno provocato un numero as- condo le scadenze, le vaccinazioni e i richiami devono es-
sai limitato di effetti negativi minori e, solo eccezionalmente, sere rimandati solo nei casi valutati dal medico vaccinatore.
di complicazioni pericolose. La sicurezza del vaccino richie-
de una considerazione importante:

i benefici devono essere enormemente superiori 11.4 L'UTENTE ANZIANO


ai rischi connessi alla malattia naturale
gli eventuali effetti collaterali devono essere di lie­ L'UTENTE ANZIANO
ve entità
gli eventuali effetti collaterali devono essere limi­ LE SINDROMI GERIATRICHE: IMPLICAZIONI CLINICHE
tati nel tempo
gli eventuali effetti collaterali devono essere pos­ I geriatri utilizzano il termine "sindrome geriatrica" per evi­
sibilmente limitati alla zona di inoculazione del denziare le caratteristiche uniche delle condizioni di salute
vaccino che spesse volte si .manifestano negli anziani. Il termine
I vaccini proteggono efficacemente da malattie pericolose, "sindrome geriatrica" è utilizzato per descrivere quindi quelle
solo eccezionalmente il vaccino non offre totale copertura e condizioni cliniche nelle persone anziane che non rientrano
questo permette di contrarre la malattia in torma più leggera in categorie di malattie definite, ma spesso causate da po­
(es. parotite) e di prevenire temibili conseguenze. lipatologie che coinvolgono questa vastissima tipologia di
Il calendario delle vaccinazioni definisce la successione cro­ utenti. Molte delle condizioni più comuni prese in conside­
nologica con cui vanno effettuate le vaccinazioni obbligatorie razione dai geriatri, tra cui il delirio, le cadute, le ulcere da
e raccomandate, dei bambini e degli adolescenti. Poiché le pressione, la fragilità, le vertigini, la sincope e l'incontinenza
conoscenze mediche non sono statiche, ma in continua evo­ urinaria sono tutte ricomprese e classificate nelle sindromi
luzione il calendario delle vaccinazioni subisce continuamen­ geriatriche. Le sindromi geriatriche sono molto diffuse, in par­
te delle variazioni dettate dalle nuove scoperte in modo da ticolare, negli anziani che presentano caratteristiche di fragi­
rendere sempre più efficace e sicuro il programma vaccinale lità. L'impatto che queste sindromi hanno sulla qualità della
dei bambini. vita e sulla disabilità è molto importante. Le patologie che
coinvolgono nello stesso momento più organi ed apparati,
Il Decreto legge 7 giugno 2017 , n. 73, Disposizioni urgenti in definite anche comorbidità, hanno una notevole influenza
materia di prevenzione vaccinale, modificato dalla Legge di sulla salute degli anziani, creando un volano negativo che
conversione 31 luglio 2017, n. 119, prevede le seguenti vac­ potenzia le problematiche a carico di questi gruppi di perso­
cinazioni obbligatorie per i minori di età compresa tra zero e ne. Non necessariamente è la patologia principale a determi­
sedici anni e per i minori stranieri non accompagnati: nare i cambiamenti, ma potrebbe essere un evento inatteso
che determina l'innesco del processo involutivo dell'anziano.
Ad esempio un'infezione che coinvolge il tratto urinario può
anti-poliomielitica far precipitare il delirio, con una sintomatologia che si manife­
anti-ditterica sta con cambiamenti cognitivi e comportamentali che spesso
anti-tetanica può quindi sottendere ad altri problemi.
anti-epatite B Il concetto di sindrome geriatrica prevede lo sviluppo di stra­
anti-pertosse tegie di intervento multidisciplinari e l'istituzione specifici
anti-Haemophilus intluenzae tipo b servizi per specifici per la presa in carico delle persone con
anti-morbillo fragilità.
anti-rosolia La concettualizzazione delle sindromi geriatriche si è evolu­
anti-parotite ta nel tempo. In termini generali, una "sindrome" è definita
anti-varicella. come "un complesso più o meno caratteristico d i sintomi,
senza però un preciso riferimento alle sue cause e al mec­
L'obbligatorietà per le ultime quattro (anti-morbillo, anti-roso­ canismo di comparsa e che può quindi essere espressione
lia, anti-parotite, anti-varicella) è soggetta a revisione ogni tre di una determinata malattia o di malattie di natura comple­
anni in base ai dati epidemiologici e delle coperture vaccinali tamente diversa"1 • Pertanto una sindrome si riferisce a un
raggiunte. insieme di sintomi e segni con una singola causa sottostante
che potrebbe non essere ancora nota.
Sono, inoltre, indicate ad offerta attiva e gratuita, da parte Le sindromi geriatriche, al contrario, si riferiscono a "condi­
delle Regioni e Province autonome, ma senza obbligo vacci­ zioni multifattoriali di salute che si verificano quando gli effetti
nale, le vaccinazioni: cumulativi delle menomazioni in sistemi diversi rendono la
persona anziana più vulnerabile"2•

anti-meningococcica B Spesso, per una determinata sindrome geriatrica, sono pre­


anti-meningococcica C senti molteplici fattori di rischio a carico di diversi sistemi e or­
anti-pneumococcica gani ed alcune di esse potrebbero essere dovute alle stesse
anti-rotavirus.

1 http://www.treccani.it/vocabolario/sindrome/
2 Tin?tti _ME, lnouye SK, Gill TM, et al. Shared risk factors tor falls, incontinence, and functional dependence. Unifying the approach to
geriatnc syndromes. JAMA. 1995;273(3):1348-1353
265
cause. a on I nsc 10 a carico e apparato cardiovasco­ delle cellule, dei tessuti e di organi ed apparati di funzionare
lare, quali l'ipertensione o lo scompenso cardiaco, possono correttamente ed è influenzata sia dai geni che dall'ambien­
incidere in modo negativo sulla mobilità, sulla respirazione e te.
di conseguenza possono generare un effetto negativo nella
persona anziana portandola verso la condizione particolare La fragilità
della fragilità, considerata la sindrome geriatrica dominante.
La fragilità da alcuni autori è definita come menomazione La fragilità è una sindrome geriatrica caratterizzata da de­
della mobilità, dell'equilibrio, della forza muscolare, della co­ bolezza, perdita di peso e bassa attività associata a effetti
gnizione, della nutrizione, della resistenza e dell'attività fisi­ awersi sulla salute. La fragilità si manifesta come una vul­
c�. La fragilità e le altre sindromi geriatriche possono anche nerabilità biologica legata all'età, a fattori di stress e ad una
dare origine allo sviluppo di più fattori di rischio e più sindromi riduzione delle riserve fisiologiche, con una limitata capacità
geriatriche. Questi percorsi a loro volta portano a risultati fi­ di mantenere l'omeostasi. I criteri di fragilità validati e am­
nali di disabilità, dipendenza e morte, schema rappresentato piamente utilizzati consistono sostanzialmente nella valuta­
nella figura 11 . 1 zione di cinque elementi:
Partendo da queste teorie è importante chiarire le strategie di
gestione per la presa in carico dell'utente anziano. esaurimento fisico o affaticamento muscolare per­
cepito anche dalla persona
rallentamento delle prestazioni e della mobilità
(andatura a passo d'uomo)
debolezza (diminuzione della forza fisica)
perdita di peso non intenzionale (4/5 chilogrammi

SINDROMI
GERIATRICHE
l ESITI NEGATIVI
nell'ultimo anno)
bassa attività fisica.
Incontinenza
Cadute Disabilttà/dipendenza Si parla di anziano fragile quando almeno tre di queste
Ulcere da
pressione
Cure infennieristiche
Morte
condizioni, comuni anche nel processo di invecchiamento,
Delirio si presentano contemporaneamente. Il malfunzionamento di
Declino fun­
zionale diversi sistemi e apparati del corpo riduce le riserve fisiologi­
che della persona e lo rende più vulnerabile agli stress.

Queste caratteristiche da sole non sono però sufficienti a


definire una persona fragile, ma oltre a ciò devono essere
Figura 11. 1 Il ciclo della fragilità e delle sindromi geriatriche presi in considerazione tutti i segnali di cambiamento ver­
so un peggioramento continuo. Un declino dello stato fisico
complessivo può rappresentare un grave pericolo e anche
fattori di stress minori - quali ad esempio una caduta senza
danno - spesso incidono in maniera fortemente negativa su
11.4.1 LA PERSONA ANZIANA: FRAGILITÀ
una persona, che potrebbe non recuperare il precedente sta­
E INVECCHIAMENTO
to di salute.
Studi di ricerca documentano come la prima causa di morte
La fragilità è ampiamente riconosciuta come un'importante
nelle persone anziane anche non ricoverate in istituto sia la
sindrome geriatrica4• La fragilità è un fattore di rischio per
fragilità (27,9% degli anziani) percentuale molto maggiore,
diversi esiti negativi sulla salute, fra cui una maggiore vul­
ad esempio, delle morti per cancro. La fragilità è un proces­
nerabilità alle infezioni, cadute, reazioni awerse ai farmaci e
so dinamico, che tipicamente peggiora piuttosto che miglio­
un aumentato rischio di morte. La fragilità è un problema di
rare nel tempo. Maggiore è il livello di fragilità maggiore è il
salute multidimensionale, non è sinonimo di disabilità, ma è
rischio di invalidità, di cadute, di ricoveri ospedalieri, ricoveri
considerata una sindrome medica con cause multiple, ca­
a lungo termine e morte5•
ratterizzata da diminuzione di forza e resistenza.
Gli interventi per rallentare la progressione d ella fragilità e
Nello sviluppare e convalidare il concetto di fragilità come
mitigarne gli effetti sono pratici e focalizzati su interventi sem­
sindrome geriatrica è importante distinguere l'espressione
plici. Innanzitutto l'esercizio fisico è essenzial e per tutte le
clinica della fragilità dai normali cambiamenti legati all'età e
persone, indipendentemente dall'età. L'esercizio fisico deve
da altre patologie legate a questo fattore.
essere adattato ai bisogni e alle capacità dell'individuo e mi­
gliora il funzionamento del cervello, del sistema endocrino,
Normale invecchiamento
del sistema immunitario e del sistema muscolo scheletrico.
L'attenzione allo stato nutrizionale di una persona anziana
L'invecchiamento può essere definito come il declino e il
è un altro intervento importante, in particolare perché una
deterioramento delle proprietà funzionali a livello cellulare,
persona anziana potrebbe non mangiare abbastanza protei­
tissutale e degli organi. Questo deterioramento può causare
ne per mantenere la massa muscolare e il suo peso ideale.
una ridotta adattabilità allo stress interno ed esterno, aumen­
Date le conseguenze potenzialmente devastanti della fra­
tando la vulnerabilità alle malattie e la mortalità. Gli indi­
gilità e le misure relativamente semplici per rallentarne la
vidui sono estremamente eterogenei all'inizio del processo
progressione e l'impatto nella vita delle persone anziane, la
di invecchiamento, così come variano il ritmo e la misura in
valutazione della fragilità dovrebbe essere sempre presa in
cui questo processo progredisce. Le differenze nella fase di
seria considerazione ogni volta che si trattano persone an­
invecchiamento riflettono differenze nella capacità funziona­
ziane negli ambienti sanitari. Tutti gli operatori che si occupa­
le. La capacità funzionale è una misura diretta della capacità
no di cura e di assistenza, medico, infermiere, fisioterapista e

3 Ferrucci L, Guralnik JM, Studenski S, et al. Designing randomized, controlled trials aimed at prevenling or delaying functional decline and
disability in fraìl, older persons: a consensus report. J Am Geriatr Soc. 2004;52:625-634
4 Stefano Fumagalli; Tatjana S. Potpara; Torben Bjerregaard Larsen; Kristina H. Haugaa; Dan Dobreanu; Alessandro Proclemer; Nikolaos
Dagres, Frailty Syndrome: An Emerging Clinica! Problem in the Everyday Management of Clinica! Arrhythmìas The Results of the European
Heart Rhythm Association Survey, Europace 2017;19(11):1896-1902.
266
anche gli operatori socio sanitari dovrebbero saper va utare una paura
precocemente i segnali di fragilità e attuare strategie per ri­ rende peg .
durre gli esiti negativi conseguenti a questo problema. Depressione

Fragilità: gestione e trattamento6 La depressione può comportare una riduzione della mobilità
e una sensazione diffusa di affaticamento. La depressione
La fragilità è una questione di vitale importanza nel tratta­ produce anche un rallentamento dei processi mentali e le
mento degli anziani. È una condizione che la maggior parte persone depresse hanno maggiori probabilità di sviluppare
delle persone che vivono in età avanzata probabilmente do­ malattie gravi (come infarto del miocardio) e di avere recuperi
vrà affrontare. La fragilità può influenzare fortemente il modo più difficili e lenti. La depressione è anche una delle principali
in cui una persona anziana risponderà alle cure mediche, cause di anoressia e perdita di peso negli anziani.
nonché quanto a lungo e quanto bene riuscirà a vivere.
Deterioramento cognitivo
La fragilità può non essere considerata una malattia, ma non
c'è dubbio che alcune malattie e problemi medici svolgano Compromissione cognitiva che può portare a una diminuzio­
un ruolo importante nell'insorgenza della fragilità. ne della velocità di pensiero (elaborazione mentale) e della
Fra queste ricordiamo: velocità di reazione, con conseguente aumento della fre­
quenza di cadute.
Anoressia
Sarcopenia LA FRAGILITÀ PUÒ ESSERE TRATTATA O PREVENUTA?
Immobilità o diminuzione dell'attività fisica
Aterosclerosi Mentre alcuni aspetti della fragilità sono legati all'età e irre­
Compromissione della postura e frequenti cadute versibili, altri non lo sono. La fragilità dovrebbe essere con­
Depressione siderata come curabile e come una tappa importante sulla
Deterioramento cognitivo strada della disabilità e delle malattie gravi.
Alcuni dei comportamenti più importanti per prevenire o ri­
tardare la condizione di fragilità sono elencati di seguito in
Anoressia
questa rappresentazione schematica che utilizza l'acronimo
di FRAILITY per definire i comportamenti da adottare per evi­
È ben noto che le persone anziane spesso sviluppano ano­
tare l'insorgenza di questa condizione:
ressia, perdita di appetito, come parte naturale del proces­
so di invecchiamento. Oltre a questi problemi, unitamente a
Food: (cibo) mantenere e favorire l'assunzione adeguata di
quelli legati alla non corretta alimentazione causati da alcune
cibo;
malattie, creano come risultato una denutrizione cronica e,
Resistance: (esercitare l'allenamento alla forza fisica)
alla fine, affaticamento, debolezza, cachessia (atrofia gene­
Atherosclerosi: (arterioscelrosi) - Evitarla e prevenirla
rale) e carenza di micronutrienti (vitamine e minerali).
lsolation: (isolamento) evitare l'isolamento, cioè far uscire e
socializzare le persone
Sarcopenia
Limit pain (limitare il dolore)
Tai Chi or other balance exercises: sviluppare percorsi di "al­
La sarcopenia è definita come un'eccessiva perdita di massa
lenamento all'equilibrio" con la ginnastica Tai o altri metodi
muscolare associata all'invecchiamento. Diversi fattori pos­
Yearly check for testosterone deficiency: (check annuali per
sono accelerare il processo, fra cui una diminuzione dell'at­
la misurazione dei livelli di testosterone).
tività fisica.
IL TRATTAMENTO DE LLE PERSONE CON FRAGILITÀ
Immobilità
Il trattamento per la condizione di fragilità varierà perché la
L'immobilità può essere causata da malattie come l'artrite,
stessa ha cause diverse in persone diverse. Ovviamente, il
che diminuisce la capacità di muovere un'articolazione, o dal
primo passo è impostare il miglior trattamento per le eventua­
dolore. Alcune malattie possono essere anche responsabili
li malattie che stanno causando o contribuendo alla fragilità.
di affaticamento. L'osteoporosi può predisporre alla frattura
Ogni persona fragile dovrebbe essere valutata per identifica­
dell'anca, che generalmente da avvio un periodo di immobili­
re uno stato di depressione e se il soggetto risulta depresso
tà il cui punto finale è la fragilità.
dovrebbe essere impostato un trattamento a questo proble­
ma. L'esercizio fisico è un'altra pietra miliare della gestione
Aterosclerosi
della fragilità; a meno che i soggetti coinvolti non siano affetti
da un grave problema cardiovascolare, tutte le persone fra­
L'aterosclerosi (danno ai tessuti vascolari) produce fragilità
gili dovrebbero sottoporsi a esercizi fisici almeno tre volte a
in quanto riduce l'apporto di ossigeno a tessuti e organi. L'o­
settimana.
struzione delle arterie può anche causare piccoli ictus, che a
Le persone anziane che mangiano in modo non adeguato
loro volta possono portare a danni cognitivi. A livello degli arti
dovrebbero essere incoraggiate ad aumentare l'assunzione
inferiori la malattia vascolare causata da aterosclerosi può
di cibo. A questo proposito, gli integratori alimentari possono
causare atrofia dei muscoli (sarcopenia), rallentamento della
essere utili a migliorare l'apporto di sostanze alimentari.
velocità di deambulazione
L'operatore socio sanitario può contribuire al miglioramento
dello stato nutrizionale di una persona predisponendo l'am­
Compromissione dell'equilibrio
biente idoneo e facilitando l'assunzione del cibo da parte del­
la persona. Ogni variazione al diario alimentare deve essere
L'equilibrio si deteriora naturalmente nel corso della vita di
segnalata al personale infermieristico e medico.
una persona. Una diminuzione dell'equilibrio può dare inizio
ad un circolo vizioso in cui le cadute accidentali portano a

5 C legg, A., Young, J., lliffe, S., Olde Rikkert, M. & Rockwood, K. (2013). Frailty in elderly people, Lancet, 381(9868): 752-762. DOI:
http://dx.doi.org/11 .1O16/S0140-6736(12)62167 -9https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/artic1es/PMC4098658/
6 John E. Morley, MD Frailty: Management and Treatment, 2001
267
Il delirium, definito come un declino acuto dell'attenzione e Non c'è una singola causa identificabile come responsabile
del funzionamento cognitivo globale, è un problema comune del delirio; spesso la condizione di delirio si instaura a cau­
e potenzialmente letale per le persone anziane ospedalizza­ sa di più fattori predisponenti e concause che precipitano la
te. Il delirio si manifesta nel 14-56% delle persone anziane situazione durante il periodo di ospedalizzazione. Condizioni
ricoverate con tassi di mortalità ospedaliera del 22-76%r preesistenti come deterioramento cognitivo, perdite senso­
Nonostante la sua importanza clinica, il delirio non è rico­ riali (udito, vista), abuso di alcol o tabacco e l'età sono im­
nosciuto nel 66-70% dei soggetti ed è documentato nella portanti fattori di rischio. Ad esempio, una persona anziana
cartella clinica solo nel 3% delle persone, se e quando pre­ con demenza senile ha un rischio notevolmente aumentato
sente. Questa mancanza di riconoscimento preclude spesso di sviluppare il delirio. Altri fattori che possono predisporre
un intervento efficace per la gestione del delirio. Diversi studi le persone al problema includono la gravità della malattia e
di ricerca hanno dimostrato che il 30-40% del delirium può l'ambiente con stimoli ridotti o eccessivi.
essere prevenibile e che un intervento precoce può anche
ridurne la durata. Alcune condizioni, quali ad esempio disidratazione, squilibrio
Il delirio è uno stato acuto di confusione mentale caratte­ elettrolitico, ipoglicemia, infezioni localizzate o sistemiche, e
rizzato da alterazione dello stato cognitivo, disattenzione, l'utilizzo di vari farmaci, facilitano l'insorgenza del problema
pensiero disorganizzato e livello alterato di coscienza. Tipi­ nelle persone che subiscono un ricovero in ospedale o in
camente, si verificano disorientamento spazio-temporale e struttura.
perdita di memoria (immediata e breve). I disturbi percettivi Per quanto riguarda il ruolo dell'Operatore Socio Sanitario
includono allucinazioni uditive, visive e tattili e illusioni. An­ è bene ricordare la valutazione e l'osservazione, oltre che
che l'agitazione o il ritardo psicomotorio fanno parte della dei comportamenti della persona, di tutte quelle condizioni
sindrome del delirium. Esistono tre tipi di delirio: iperattivo, che possono predisporre all'insorgenza di uno stato acuto di
ipoattivo e misto. L'agitazione è un evento frequente nel deli­ delirio, quali ad esempio:
rio iperattivo. Meno spesso riconosciuta è la sedazione, che
è caratteristica del delirio ipoattivo. Nel delirio iperattivo, il Quantità e qualità delle feci (problemi di stitichez­
linguaggio delle persone può essere rumoroso e agitato. Nel za o eccessiva emissione di materiale fecale,
delirio ipoattivo, il discorso può essere ritardato e difficile da possono incidere negativamente sulle condizioni
comprendere. Questo disturbo è una sindrome complessa generali di una persona fragile)
che deriva da una compromissione più o meno grave della Quantità e qualità delle urine
funzione cerebrale. Valutazione e segnalazione di segni e sintomi di
infezione.
Il delirio è un disturbo cognitivo, che a differenza della de­
Un fattore comune predisponente al delirio è lo stress e mag­
menza, è reversibile ed ha una rapida insorgenza. I fattori
giore è il numero di fattori predisponenti, più l'assistito è a
di rischio del delirium includono età avanzata, condizioni ge­
rischio e, pertanto, è importante che siano riconosciuti pre­
nerali di base scadenti, comorbilità e uno stato di demenza.
cocemente e trattati.
Per l'assistito ricoverato o inserito in una struttura residenzia­
le esistono diverse conseguenze negative correlate al delirio,
Prevenzione del delirio
tra cui un aumento della durata del ricovero e un aumento
della mortalità. Pertanto è importante identificare gli utenti
Anche se non tutti i fattori di rischio sono modificabili, ci sono
a rischio per prevenire e gestire il delirio dell'utente anziano
interventi che gli operatori sanitari possono utilizzare per mo­
ospedalizzato. Una volta identificati i soggetti ad alto rischio,
dificarli. Elementi comuni di tutti gli interventi d i prevenzione
le strategie di prevenzione possono essere utilizzate per ri­
includono il potenziamento della funzione sensoriale, gli in­
durre l'incidenza del problema. Fra le strategie di prevenzio­
terventi sull'ambiente, il supporto della stabilità fisiologica, la
ne possiamo ricordare, ad esempio, la fornitura di occhiali
promozione dell'attività fisica e la farmacoterapia.
e apparecchi acustici funzionanti, che riducono l'isolamento
Gli interventi sull'ambiente che riducono il rischio di delirio in­
della persona durante il ricovero, favoriscono il mantenimen­
cludono la riduzione del rumore, i cambiamenti di luce basati
to dell'autonomia e un'efficace gestione del dolore. Identifi­
sull'ora del giorno e la presenza di oggetti orientativi, come
care precocemente le persone a rischio è fondamentale per
orologi e beni personali. A questo proposito, l'O.S.S. può in­
ridurre le conseguenze awerse del delirio. Una volta identi­
tervenire efficacemente rispettando le abitudini della persona
ficato il delirio nella persona assistita, è possibile stabilire un
assistita durante il suo ricovero, con semplici interventi com­
piano di trattamento con interventi non farmacologici e far­
portamentali:
macologici (questi ultimi non di competenza dell'Operatore
Socio Sanitario). Inoltre, l'identificazione e la correzione delle
cause del delirio possono abbreviarne il corso. Ridurre i rumori durante le attività d i assistenza, in
particolare durante le ore notturne
L'incidenza del delirium è maggiore nelle unità post-chirurgi­ Cercare di rispettare i ritmi circadiani delle perso­
che, ortopediche e di terapia intensiva. Numerosi fattori, tra ne assistite, rispettarne le abitudini facilitando il
cui caratteristiche personali, trattamento medico e ambiente, riposo notturno, evitando di tenere accese le luci
predispongono un individuo al delirio. impropriamente
Mantenere le abilità cognitive della persona sti­
Alcuni studi di ricerca dimostrano che alcuni soggetti anziani molandola all'uso degli oggetti comuni, quali ad
affetti da delirio mentre sono ospedalizzati sviluppano una esempio l'orologio
successiva disfunzione cognitiva a lungo termine, con elevati Non variare significativamente gli orari delle attivi­
costi sociali conseguenti a questo problema. tà di assistenza
La stabilità fisiologica nell'anziano si ottiene con il manteni­
mento dell'equilibrio dei fluidi, l'ossigenazione, con la fun-

7 lnouye SK. Delirium in older persons. N Engl J Med. 2006;354:1157-1165

268
zionalità dell'intestino e della vescica, con la nutrizione e la SEGNI, SINTOMI E FASI DELLA MALATTIA
prevenzione delle infezioni correlate all'assistenza. DI ALZHEIMER
Anche in questo caso l'O.S.S. può svolgere numerose attività
di assistenza per limitare il fenomeno, fra le quali ricordiamo Inizialmente i sintomi della demenza possono essere così
tutte le tecniche per la prevenzione delle infezioni correlate lievi da passare inosservati ma col progredire della malat­
alle pratiche assistenziali di cui si parla diffusamente al capi­ tia quando diviene sempre più difficile svolgere le normali
tolo 8 di questo testo. Altre attività di competenza dell'O.S.S. attività di vita quotidiana e di relazione la sindrome diventa
riferibili a questo contesto: l'alimentazione e l'idratazione cor­ riconoscibile.
retta, il monitoraggio dell'eliminazione urinaria e intestinale. I sintomi cognitivi presenti nelle demenze sono:

L'attività fisica migliora la qualità del sonno e, di conseguen­ Perdita della memoria: rappresenta il disturbo
za, dell'orientamento spazio-temporale. La mobilizzazione cardine della malattia ed è il primo a manifestarsi.
delle persone ricoverate, nei limiti definiti dagli interventi pos­ Si dimenticano in modo assiduo nomi di persone
sibili in base alla patologia e dalle condizioni generali degli care, luoghi in cui sono stati riposti oggetti di uso
assistiti, riducono infatti il rischio di delirio conseguente all'o­ quotidiano, non si ricordano appuntamenti impor­
spedalizzazione, in particolare negli interventi chirurgici dove tanti o la dinamica di eventi recenti
spesso !'associazioni di farmaci contribuisce ad aumentare il Disorientamento nel tempo e nello spazio: non
livello di rischio. ritrovare la strada di casa o non sapere dove ci si
Mettendo in atto questi semplici interventi, anche l'O.S.S. trova in un luogo conosciuto
può quindi contribuire a ridurre l'entità del problema. Problemi di linguaggio: semplificare il modo di
esprimersi riducendo il numero di vocaboli, avere
11.4.3 LE DEMENZE difficoltà a nominare gli oggetti comuni, utilizzare
termini inadeguati e avere difficoltà di compren­
La demenza, a differenza del delirio, è generalmente una sione
condizione cronica, lentamente progressiva e irreversibile. Il Diminuzione della capacità di giudizio: difficol­
linguaggio è caratterizzato dalla difficoltà nel trovare le paro­ tà a risolvere compiti, ad affrontare problemi
le e la ripetizione di parole e frasi. Analogamente al delirio, Difficoltà nel pensiero astratto: difficoltà a svol­
anche nella confusione mentale possono verificarsi allucina­ gere calcoli ed esprimere concetti complessi
zioni e il sonno può essere disturbato. La memoria a breve Difficoltà nello svolgere azioni di vita quotidia­
termine è compromessa in entrambe le condizioni. Il sogget­ na: dimenticare di pagare le bollette, perdere la
to con demenza può anche provare allucinazioni. capacità di utilizzare elettrodomestici, non riuscire
più a gestire la casa, fare confusione n ell'assun­
Diversi processi neuropatologici possono essere alla base zione delle medicine
della demenza, comprese le malattie neurodegenerative e le Riduzione di interesse: trascurare la cura della
malattie vascolari. La demenza è più comune nelle persone propria persona e della casa, essere apatici, ri­
anziane e l'età che avanzata rappresenta il principale fattore sultare disinteressati a relazionarsi con i familiari
di rischio. Inoltre, la comorbilità (la presenza di più di una o gli amici.
patologia) è un altro importante elemento predisponente alla
demenza nelle persone anziane. Questi segni sono più facilmente individuabili nelle persone
giovani che ancora svolgono attività lavorative mentre nei
Le demenze possono essere dovute a: soggetti anziani possono sfuggire ed essere presi in con­
Malattie degenerative siderazione solo nel momento in cui diventano più marcati.
Malattie cerebrovascolari Solitamente chi si accorge di questi disturbi sono i familiari
mentre il soggetto ammalato ne è inconsapevole.
MALATTIA DI ALZHEIMER Con il progredire della patologia, si presentano altri sintomi
definiti psico-comportamentali o non cognitivi che ven­
La malattia di Alzheimer (AD) è la più comune malattia neu­ gono classificati come:
rodegenerativa responsabile della demenza. Circa la metà
dei casi di demenza deriva da morbo di Alzheimer anche Alterazione del tono dell'umore: il soggetto
se, trattandosi di una malattia cronica con stadi latenti e pro­ passa da uno stato euforico a uno triste in modo
dromici, alcuni individui nelle primissime fasi mettono in atto improwiso e senza motivo
meccanismi di compensazione, sia biologici che funzionali Manifestazioni di tipo psicotico: l'assistito è
riuscendo a svolgere senza grossi problemi le attività di vita soggetto a deliri e ad allucinazioni per cui vede o
quotidiana. sente cose irreali
Sintomi positivi: il malato rifiuta di collaborare e
La malattia di Alzheimer è caratterizzata da progressiva atro­ può diventare aggressivo, agitato ed irritato, tal­
fia di diversi settori del cervello, che a lungo termine porta ad volta anche violento con chi cerca di assisterlo
uno stato di dipendenza totale della persona che ne soffre. Disturbi neurovegetativi
Disturbi del sonno: questo disturbo può compa­
rire precocemente, ma in genere caratterizza le
fasi intermedie e avanzate della malattia. Il sonno
del soggetto demente risulta alterato dal momen­
to che diviene più leggero, meno riposante e fram­
mentato: il malato cioè può svegliarsi più volte nel
corso della notte. Purtroppo, accanto a questa
cattiva qualità del sonno, si aggiungono altera­
zioni organiche dei centri nervosi che regolano il

269
normale ritmo del sonno e della veglia determi­ stadio aumenta la necessità di supervisione e di
nandone uno sconvolgimento più o meno grave. assistenza nelle attività quotidiane, come la pre­
Disturbi dell'alimentazione: anche se il calo parazione dei pasti, le faccende domestiche, l'uso
ponderale non rientra tra i criteri diagnostici per di mezzi di trasporto, anche al fine di evitare situa­
AD, tuttavia già nella iniziale descrizione della zioni di pericolo. Il soggetto potrebbe trascurare il
malattia effettuata da Alois Alzheimer, nel 1901, la proprio aspetto, l'igiene personale, l'alimentazio­
malnutrizione veniva inclusa tra le manifestazioni ne e le attività quotidiane. I cambiamenti di umore
cliniche della patologi8iJ. Circa il 40% dei soggetti e comportamentali divengono più rilevanti. La per­
con AD manifesta una perdita di peso nel corso sona potrebbe diventare sospettosa, sviluppare
della malattia, che può essere progressivo con un deliri e comportamenti ossessivo-compulsivi.
calo ponderale pari al 4 % in 12 mesi e awiene Nella pratica clinica un assistito si considera in
in maniera moderata, ma continua, correlata alla questa fase quando al MMSE ottiene un punteg­
progressione della patologia; o altrimenti severo, gio compreso tra 10 e 18.
con una riduzione pari al 10% in 6-12 mesi, che si Fase grave: ha una durata media di circa 3 anni,
manifesta rapidamente, correlato ad eventi pato­ è la fase più avanzata della malattia durante la
logici o sociali intercorrenti9• In generale i soggetti quale la persona malata è completamente dipen­
che sono affetti da questa patologia vanno incon­ dente e richiede assistenza continua e totale. È
tro più frequentemente ed in misura maggiore a caratterizzata da una perdita quasi completa delle
calo ponderale rispetto a soggetto di pari età e capacità di produzione e comprensione linguisti­
sesso non colpiti dalla patologia. Tutto ciò è dovu­ ca; tuttavia la persona può conservare la capaci­
to al fatto che le persone affette da demenza vivo­ tà comunicativa attraverso il corpo (espressione
no in un mondo fatto di ansietà, di frustrazione e facciale, postura e gestualità). Il soggetto diviene
di paura, che porta ad esaurire l'energia e se essa totalmente incapace di riconoscere i propri fami­
non viene rimpiazzata con una buona nutrizione, liari, di compiere gli atti quotidiani della vita come
queste persone risultano essere incapaci a gesti­ vestirsi, mangiare, lavarsi, riconoscere i propri
re lo stress e lo sconvolgimento che ne deriva. oggetti personali e la propria casa. Il movimento
Disturbi de/l'attività psicomotoria: comporta­ è sempre più compromesso. Nella pratica clinica
mento aberrante, wandering (uscire di casa sen­ una persona si considera in questa fase quando
za meta e senza motivazioni), affacendamento al MMSE ottiene un punteggio inferiore a 11.
afinalistico. Fase terminale (6/12 mesi): in questa fase il sog­
Modificazione del carattere: la persona spesso getto è ormai allettato, richiede cure costanti, è
si trasforma completamente passando ad esem­ incontinente e le difficoltà di deglutizione portano
pio da essere vivace ad apatica, da tranquilla ad alla necessità di alimentazione parenterale. La
aggressiva, da discreta a inopportuna morte subentra a seguito di complicanze, quali
Modificazioni del comportamento: possono malnutrizione, disidratazione, malattie infettive,
comparire ossessione, paura, ansia, irritabilità, ulcere da decubito.
sospettosità e manie di persecuzione10 I malati di Alzheimer presentano una mortalità maggiore ri­
spetto ai soggetti della stessa età non malati. La causa più
La malattia di Alzheimer ha una durata variabile che va da 3 comune di morte è rappresentata dalla broncopolmonite,
fino a 15/20 anni. Nell'arco di questo tempo è possibile distin­ perché la progressione della malattia porta a un deteriora­
guere 3 principali fasi evolutive della malattia11 : mento del sistema immunitario e a una perdita di peso, ac­
crescendo il pericolo di infezioni polmonari12•

Fase lieve: è caratterizzata principalmente da Demenza vascolare


disturbi della memoria; il soggetto comincia a di­ Le lesioni cerebrovascolari sono ampiamente riconosciute
menticare i nomi e a non ricordare più dove ha come causa comune di compromissione cognitiva (deterio­
messo i suoi oggetti personali. Solitamente questi ramento cognitivo vascolare), che sfocia poi n ella demenza
segni passano inosservati o sono giustificati come vascolare. La maggior parte dei casi di demenza vascolare
conseguenze naturali dell'età. La graduale perdita sono sporadici e sono caratterizzati dall'avere fattori di ri­
della memoria, soprattutto quella recente, interfe­ schio comuni con la malattia vascolare periferica. Attacchi
risce con il consueto svolgimento di impegni quo­ ischemici transitori (TIA) ripetuti, ictus, arteriosclerosi e tutti
tidiani. La persona ha difficoltà ad orientarsi nello fattori associati alla demenza vascolare.
spazio e nel tempo. Anche il linguaggio comincia
ad essere compromesso. La consapevolezza Malattia del corpo di Lewy
della propria graduale disabilità dà seguito ad al­
terazioni dell'umore dando luogo a depressione, La demenza del corpo di Lewy (LBD) si riferisce ai cambia­
aggressività e ansia. menti patologici che sono alla base di molte sindromi stret­
Fase moderata: ha una durata media di 2-10 tamente correlate. La maggior parte si manifesta con una
anni ed è quindi la fase più duratura. In genere è componente del disturbo del movimento e la d iagnosi clinica
la fase temporalmente più duratura ed è caratte­ spesso dipende dall'intervallo tra la diagnosi di demenza e
rizzata da un aggravamento dei sintomi presen­ l'insorgenza dE!i sintomi del disturbo del movimento.
tati nella fase precedente. Le dimenticanze sono La maggior parte delle LBD sono sporadiche e sono fre­
sempre più significative; aumenta l'incapacità di quentemente associate ad un aumento dell'età e al sesso
ricordare i nomi dei famigliari con la possibilità di maschile.
confonderli, così come aumenta il disorientamen­
to topografico, spaziale e temporale. In questo

8 Smith & Greenwood, 2008; Young et al. 2004


9 Guérin et al. 2005
10 Bianchetti A., Cornali C., Trabucchi M. (2010). "le demenze". Ed. Sinapsis.
270
Malattie neurodegenerative meno comuni TERAPIA DI RIORIENTAMENTO NELLA REALTA (RO

Demenza frontotempora/e La Terapia di Orientamento nella Realtà (ROT-Reality Orien­


La demenza frontotemporale si riferisce a un gruppo di disor­ tation T herapy) è stata ideata da Folsom nel 1958. Ha la fi­
dini neurodegenerativi che sono caratterizzati clinicamente nalità di ottenere un riorientamento della persona assistita
dall'insorgenza precoce (normalmente dai 60 anni in poi), sia rispetto alla propria persona che al vissuto personale e
dalla perdita della funzione cognitiva e dalla perdita di me­ all'ambiente che lo circonda.
moria. La ROT è una tecnica che tramite ripetitive stimolazioni multi­
modali - verbali, visive, scritte, musicali - si prefigge di raffor­
L'APPROCCIO TERAPEUTICO ALLE DEMENZE zare le informazioni di base dell'assistito rispetto allo spazio,
al tempo e alla storia personale. li livello di stimolazione deve
In base alle condizioni dell'assistito, la gravità della malattia, essere modulato rispetto alle risorse della persona assistita.
la rete di supporto della famiglia e della comunità possono Si distinguono due modalità terapeutiche della ROT tra loro
essere definite diverse modalità di approccio al problema complementari: ROT informale e ROT formale.
delle demenze. Tralasciando gli aspetti farmacologici - non di La ROT informale prevede un processo di stimolazione con­
competenza dell'Operatore Socio Sanitario - si analizzeran­ tinua che implica il coinvolgimento attivo di operatori sanitari
no gli interventi possibili attraverso un approccio alla persona e familiari, i quali durante tutti i momenti di contatto con l'as­
che tenga conto della sua individualità e della possibilità di sistito nel corso di tutto l'arco temporale della giornata for­
recupero e reinserimento nella società. niscono ripetutamente informazioni al demente. L'impegno
I programmi terapeutici non farmacologici hanno la finalità necessario è quindi 24 ore su 24 ogni giorno, perché è impor­
di mantenere attive tutte quelle funzioni non ancora compro­ tante che gli stimoli siano impartiti con costanza e in qualun­
messe, lavorando sulle abilità residue della persona. Que­ que momento della giornata. Complementare alla ROT di 24
sti interventi sono caratterizzati da un forte coinvolgimento ore, è stato sviluppata una ROT formale, articolata in sedute
dell'assistito e sono basati su un'attenta valutazione delle giornaliere di 45 minuti, condotte in gruppi di 4-6 persone con
aree non compromesse, sulle quali impostare l'intervento di un grado omogeneo di deterioramento cognitivo, durante le
potenziamento. La fase della valutazione diventa quindi un quali un operatore impiega una metodologia di stimolazione
momento estremamente importante in tutto il processo. Gli standardizzata che ha le stesse finalità di quelle utilizzate
interventi terapeutici non farmacologici richiedono un mag­ nella ROT informale.
gior sforzo organizzativo e un coinvolgimento forte di tutta La ROT è molto efficace ed è stata accettata dagli operatori
l'équipe assistenziale nelle diverse fasi del progetto. sanitari anche per la semplicità di realizzazione, l'economici­
La qualità di vita delle persone affette da demenze e per i tà e la non necessità di specializzazioni per il suo svolgimen­
loro familiari/caregiver può migliorare con interventi specifi­ to. I risultati soddisfacenti gratificano anche gli operatori ed
ci (rivolti alla persona) e l'ottimizzazione delle caratteristiche i familiari, in quanto tangibili e direttamente riscontrabili con
ambientali (con lo scopo di facilitare il rapporto adattativo e sensibili miglioramenti da parte dell'utente.
ridurre il livello di handicap). La ROT è una tecnica che, a fronte di un miglioramento nelle
Molto spesso un risultato realizzabile è rappresentato non prestazioni cognitive, è però meno incisiva sul piano funzio­
tanto da un miglioramento delle condizioni, ma da un rallen­ nale e sulle abilità quotidiane della persona assistita.
tamento della progressione della malattia. Le manifestazioni La ROT è particolarmente indicata per l'assistenza alle per­
cliniche che possono essere oggetto di specifici interventi sone con deterioramento cognitivo lieve o lieve-moderato,
riabilitativi sono molteplici e riguardano i deficit cognitivi (me­ prive di deficit sensoriali e disturbi comportamentali che pos­
moria, linguaggio, attenzione, ecc.), i deficit sensoriali, i sin­ sano pregiudicare la partecipazione alle sedute riabilitative.
tomi depressivi, le alterazioni del ciclo sonno-veglia, le turbe
dell'alimentazione, i deficit motori e la disabilità nelle attività MEMORY TRAINING
della vita quotidiana13•
Particolarmente indicata per le persone con deterioramento
11.4.4 LA RIABILITAZIONE COGNITIVA lieve o anche con smemoratezza benigna dell'anziano, tale
tecnica consiste nell'indurre il soggetto ad associare sponta­
Gli interventi di riabilitazione cognitiva comprendono nume­ neamente la cosa da ricordare a persone, animali, episodi e
rose modalità e protocolli specifici di intervento. momenti appartenenti al proprio vissuto. Essa si basa sull'i­
Fra le principali tecniche di intervento ricordiamo il "memory dea che ogni informazione viene tanto più facilmente appre­
training", orientato prevalentemente all'approccio dei defi­ sa quanto più risulta motivata ed affettivamente vissuta. Tale
cit di memoria, la Reality Orientation Therapy (ROT), la tecnica si attua in due momenti: uno strutturato, costituito
tecnica delle 3R (ROT, Reminiscenza, e Rimotivazione). dalla seduta di memory training vera e propria, l'altro non
Tutte queste tecniche prendono in considerazione anche l'al­ strutturato, che accompagna il malato per il resto della gior­
terazione delle relazioni e delle emozioni dell'assistito, che nata. La durata della terapia è di 60-75 minuti circa, con una
hanno un impatto rilevante sulla memoria, sulle funzioni co­ frequenza di 2-3 volte la settimana. Il programma prevede
gnitive in genere e sulla qualità della vita. l'utilizzo di una serie di materiali capaci di stimolare i vari ca­
nali sensoriali per acquisire quelle informazioni che dovranno
poi essere richiamate alla memoria. Sarà pertanto essenziale
favorire l'esecuzione di associazioni spontanee con persone,
animali, oggetti, momenti della propria vita quotidiana, anche
in virtù del fatto che fattori emotivi e motivazionali giocano un
ruolo centrale nell'attività della funzione mnesica.

11 https://www.centroalzheimer.org/
12 www.centroalzheimer.org
13 REGIONE EMILIA ROMAGNA, Protocolli per la terapia e la gestione delle problematiche assistenziali dei pazienti affetti da demenza, 2000
271
-retr1eva un'educazione alla "cura di sé" intesa nel senso di dimen­
sione progettuale autoformativa. La realizzazione di questi
Consistono nell'insegnamento di particolari tecniche o strate­ laboratori, nello specifico, si concretizza attraverso tecniche
gie per rendere il ricordo facilmente accessibile. Fra queste diversificate, in coerenza con i diversi livelli cognitivi che la
si trova la "Tecnica di Spaced-Retrieval", basata sul recupero persona vive, ma che hanno in comune la restituzione di una
di una stessa informazione - per esempio l'associazione no­ progettualità diversamente castrata dalla visione attualmen­
me-faccia - ad intervalli di tempo crescente. Interventi riabili­ te esistente della vecchiaia. Sono strutturati dispositivi in cui
tativi che adottano questa tecnica si sono dimostrati efficaci è consentito ai partecipanti innanzitutto la "presa in carico"
nell'identificazione di oggetti, nell'associazione nome-faccia, attuale di sé, cioè di avere cura di sé nel tempo presente,
nella collocazione spaziale di oggetti, nonché nella program­ vivendo la condizione dell'alternanza "dipendenza/indipen­
mazione di attività quotidiane (memoria prospettica). Il fun­ denza/dipendenza, ecc." come fattore spesso presente nel
zionamento della memoria nel normale invecchiamento è soggetto, ma condizione riletta in un'ottica di crescita nel ten­
caratterizzato da una notevole capacità di riserva, un poten­ tativo di alimentare un percorso di lifelong education.
ziale importante per il miglioramento della capacità mnesi­
che. Pertanto, quando le operazioni di codifica degli eventi e I LABORATORI DI NARRAZIONE E TRADIZIONE ORALE
recupero delle informazioni sono supportate con varie forme (NTO)
di istruzioni e stimoli ricchi di segnali, gli anziani mostrano
regolari miglioramenti nelle prestazioni della memoria. Gli Gli NTO, diventano il modo per fare praticamente integrazio­
studi sull'addestramento alla memoria con persone anziane ne sia rispetto a sé e alla propria storia, che al territorio nella
normali mostrano considerevoli miglioramenti, persistenti valorizzazione della specificità locale, attraverso il passaggio
dopo il training, che possono essere mantenuti fino a 3 anni di tradizioni (intese nel senso di trasmissione della cultura nel
e mezzo dopo il completamento del percorso14• tempo). Attraverso la narrazione l'esperienza è recuperata
ed assume connotazioni e significati, per noi e per gli altri.
AUSILI MNESICI ESTERNI Con gli NTO si vuole recuperare il contatto e l'importanza
che la trasmissione di cultura (orale o scritta) possa essere
Risultati positivi nella malattia di Alzheimer sono stati ottenuti "passata", diffusa dagli anziani ai bambini (simbolicamente
anche tramite l'impiego di ausili esterni quali diari, segnapo­ espressione dell'inizio, della crescita, della capacità di svilup­
sto, suonerie ed altri ausili mnesici. L'allenamento all'uso di po e di apprendimento), tramite l'organizzazione di incontri
ausili esterni si è dimostrato utile nel migliorare la program­ programmati con i bambini delle scuole elementari operanti
mazione delle attività quotidiane. sul territorio, restituendo alla comunità degli anziani il valore
di depositari di una conoscenza troppo spesso negata sia
TERAPIA DI REMINISCENZA agli stessi che ai minori, generando perdite notevoli in termini
non solo educativi.
Fra gli interventi psicoterapici riabilitativi che possono esse­ In maniera trasversale alle tre aree descritte si pongono la
re utilizzati sia negli anziani con depressione dell'umore che terapia occupazionale (laboratori ergoterapici), la pet therapy
nella persona con deficit cognitivi, deve essere considerata e la musicoterapia.
la terapia di reminiscenza. Con questa tecnica si utilizzano
gli eventi remoti come spunto per la stimolazione delle capa­ LA TERAPIA DELLA BAMBOLA
cità di memoria residue e il recupero di esperienze piacevoli
dal punto di vista emozionale. La "Terapia della Reminiscen­ È utilizzata in differenti situazioni problematiche con persone
za" (Lite Review Therapy) si basa sulla tendenza naturale che presentano gravi problemi comportamentali. Una compo­
dell'anziano a rievocare il proprio passato; spesso infatti il nente fondamentale della terapia è la bambola che presenta
ricordo e la nostalgia possono essere fonte di soddisfazione delle caratteristiche particolari (peso, materiali, posizione de­
ed idealizzazione. Il razionale di questa tecnica consiste nel gli arti, componenti fisionomiche), che facilitano l'attivazione
rendere più consapevole e deliberatamente ricercato questo di relazioni o in altre situazioni agevolano la diminuzione di
meccanismo. Questa tecnica terapeutica si può svolgere in tensioni e stati di agitazione. L'utilizzo della bambola tera­
modo informale, spontaneamente, durante gli incontri gior­ peutica evoca le dinamiche relazionali proprie dell'infanzia e
nalieri, oppure può essere inserita nell'ambito di un'attività della maternità; la bambola diviene uno strumento simbolico
strutturata, individuale o di gruppo. La reminiscenza di grup­ contenitore dei vissuti materni e paterni e facilita il ricordo e
po è stata impiegata con successo in club, organizzazioni di le emozioni della vita passata. L'uso di queste bambole deve
anziani, hospice ed case di riposo, anche se, in questo caso, essere accompagnato da una corretta modalità di approccio
è necessario che i soggetti coinvolti non abbiano compromis­ con la persona; l'approccio degli operatori deve essere molto
sioni significativamente importanti delle capacità cognitive. tranquillo e può essere rinforzato da segnali corporei e ge­
Per le persone che hanno invece alterazioni significative del­ stuali molto lenti che sottolineano e sostituiscono in altri casi
la sfera cognitiva è necessario adottare tecniche strutturate la comunicazione verbale.
in altro modo. Per lo svolgimento delle sedute è prevista la
presenza di un operatore che a turno abbia la funzione di LA CUCINA TERAPEUTICA è uno spazio dove l'attività
osservatore silente nel gruppo autobiografico: è opportuna la culinaria svolta in prima persona dagli ospiti viene utilizzata
rotazione degli operatori al fine di preservare gli stessi ope­ come strumento di stimolazione cognitiva. Questo spazio
ratori dal rischio di una depersonalizzazione nella relazione è pensato con il fine di permettere alle persone assistite di
d'aiuto. mantenere attive abilità ancora presenti e, allo stesso tempo,
a riattivare capacità e memoria di gesti ed e secuzioni un
I LABORATORI DI PROGETTAZIONE DI SÉ NEL TEMPO tempo abitudinarie. Obiettivo è creare dei momenti in cui i
(PST) profumi dei cibi possono far riaffiorare alla memoria momenti
passati della propria esistenza.
I PST si rifanno alla già citata concezione dell'anziano come
soggetto in divenire e al tentativo di infondere negli stessi LA PET THERAPV, concetto coniato da Boris Levinson, psi-

14 L Backman, Utilizing compensatory task conditions lor episodic memory in Alzheimer's disease, Acta Neuro! Scand 1996: Suppi. 165: 109-
113

272
chiatra infantile negli anni '60, rappresenta un'innovativa atti­ mento. In ogm fase e a ma att1a am 1ente puo compen­
vità terapeutica finalizzata a migliorare le condizioni di salute sare (assumendo una valenza prostetica pro) o al contrario
di una persona, mediante specifiche metodologie di approc­ accentuare i deficit cognitivi e condizionare lo stato funzio­
cio che comportano l'ausilio di animali. Si tratta di una terapia nale ed il comportamento. Le modificazioni ambientali non
che integra, rafforza e coadiuva le tradizionali terapie, con incidono comunque sulla storia naturale della malattia e sul
obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, declino delle funzioni cognitive, ma riducono i problemi com­
psicosociale e psicologico-emotivo. portamentali (quali agitazione, affaccendamento, wandering,
aggressività, insonnia), i sintomi psicotici e rallentano il decli­
LA MUSICOTERAPIA permette di comunicare, con l'aiu­ no delle capacità funzionali dei soggetti con demenza.
to del terapeuta, attraverso un codice alternativo rispetto a Lo spazio e l'ambiente vitale rappresentano perciò per la per­
quello verbale partendo dal principio dell'uso (identità sono­ sona affetta da demenza da un lato il motivo scatenante di
ra individuale) che utilizza il suono, la musica, il movimento molte alterazioni del comportamento e, dall'altro, una risorsa
per aprire canali di comunicazione ed una finestra nel mondo terapeutica purtroppo spesso sottoutilizzata.
interno dell'individuo. Dal punto di vista terapeutico essa di­
viene attiva stimolazione multisensoriale, relazionale, emo­ L'ORGANIZZAZIONE ARCHITETTONICA DI UNA
zionale e cognitiva, impiegata in diverse problematiche come STRUTTURA PER LA CURA DELLE DEMENZE
prevenzione, riabilitazione e sostegno al fine di ottenere una
maggiore integrazione sul piano intrapersonale ed interper­ È estremamente importante prendere in considerazione lo
sonale, un migliore equilibrio e armonia psico-fisico. spazio vitale della persona con demenza, considerandolo
Nota a parte meritano i GIARDINI DELLA MEMORIA E come un sistema completamente integrato nelle sue compo­
GIARDINI DELL'ALZHEIMER: la caratteristica più innova­ nenti essenziali, prendendo in considerazione sia gli aspetti
tiva dei giardini dell'Alzheimer o giardini sensoriali è la pre­ architettonici che organizzativi e sociali.
senza di uno spazio verde opportunamente studiato affinché Le caratteristiche generali delle strutture considerate sono
l'utente possa muoversi liberamente ricevendo stimolazioni comunque simili per qualsiasi realtà organizzativa e assi­
continue, ma soft, dei sensi. Il giardino sensoriale è realizza­ stenziale: casa, ospedale, centro diurno, residenza sanitaria
to in uno spazio ben delimitato che consente all'anziano una assistenziale.
passeggiata all'aperto in condizioni di sicurezza. Il giardino Di estrema importanza pensare la struttura in modo tale che
ha percorsi sinuosi, senza incroci o cambi di direzione bru­ gli utenti non corrano il rischio di subire danni. I soggetti af­
schi, generalmente ad anello chiuso in modo da non permet­ fetti da demenza sono particolarmente vulnerabili in conse­
tere all'anziano di perdersi, di provare stati di ansia o incer­ guenza dei deficit cognitivi e funzionali; è perciò essenziale
tezza. I giardini sono pensati per la stimolazione sensoriale assicurare loro sicurezza fisica e psicologica. Dovranno es­
attraverso l'utilizzo di fiori colorati (vista), piante aromatiche sere utilizzati accorgimenti (nell'uso dei materiali e degli arre­
(olfatto), voliere, fontane e diffusori acustici (udito) e urtote­ di), ausili e supporti tecnologici finalizzati a garantire la sicu­
rapia (tatto)15 • rezza, quali l'impiego di materiali ignifughi, la disponibilità di
adeguate uscite di emergenza, l'utilizzo di fornelli a gas con
L'ESERCIZIO FISICO E LA STIMOLAZIONE SENSORIALE sistemi di sicurezza, di ausili per l'equilibrio e la deambulazio­
ne (ad esempio nei corridoi e nei bagni), l'eliminazione degli
La programmazione di attività fisiche, prescindendo da indi­ ostacoli, la progettazione degli spazi in modo da facilitare la
cazioni specifiche (parkinsonismo, recente frattura di femore, sorveglianza dei residenti da parte dello staff di assistenza.
esiti di ictus cerebrale, demenza vascolare ischemica), rap­ L'ambiente deve essere strutturato in modo da compensare
presenta un valido approccio per conservare le abilità moto­ le limitazioni funzionali presenti (ad esempio corrimano per
rie, stimolare l'appetito, migliorare il ciclo sonno-veglia; è un facilitare la deambulazione, programmi di controllo sfinteria­
momento di socializzazione che può essere impiegato an­ le per l'incontinenza, ecc.) e stimolare le abilità residue. Gli
che nel soggetto affetto da demenza severa. L'attività fisica interventi ambientali devono perciò essere personalizzati e
può anche ridurre la frequenza di disturbi comportamentali. conseguenti ad una valutazione attenta e strutturata dello
Anche la stimolazione sensoriale, abbinata o meno ad al­ stato funzionale.
tre attività strutturate, individuali o dì gruppo, rappresenta un Nella persona con demenza i problemi sensoriali accentua­
mezzo per conservare le abilità residue e mantenere attiva la no i deficit cognitivi e la disabilità. Particolare attenzione va
persona assistita. Quando queste attività vengono effettuate perciò posta affinché i soggetti con problemi di vista o udito
in gruppo l'interazione sociale può migliorare il tono dell'umo­ utilizzino le protesi e riescano a gestirle correttamente. Inol­
re dei partecipanti. tre gli ambienti devono essere adeguatamente illuminati, evi­
tando luci eccessive o riflessi dalle finestre e dai sistemi di
11.4.5 IL RUOLO DELL:AMBIENTE NELLA CURA illuminazione artificiale.
DELLA PERSONA CON DEMENZ�6 I colori delle pareti e degli oggetti dovrebbero determinare un
buon contrasto per migliorare la definizione di spazi diversi
Per la persona affetta da demenza, in particolare nelle fasi e degli oggetti dallo sfondo; vengono per questo più spesso
più avanzate della malattia, diventa impossibile apprendere consigliati i colori primari, evitando le tonalità troppo morbide
nuove informazioni, quindi interiorizzare anche nuovi luoghi. ed uniformi.
L'inserimento di una persona affetta da demenza, anche nel­ L'ambiente, sia esso la casa, l'ospedale, un centro diurno o
le fasi iniziali, in un luogo nuovo come potrebbe essere una una residenza assistenziale, deve aiutare le persone assisti­
struttura di cura provoca disagio, confusione e agitazione, te - attraverso la progettazione degli spazi, gli arredi, l'orga­
secondarie a questo momento. È di estrema importanza l'ap­ nizzazione ed i programmi delle attività - a "sapere chi è" e
proccio dell'operatore, che deve essere garbato, tranquillo "sapere dove è". Mantenere il più a lungo possibile la perso­
e sorridente, tutte condizioni facilitanti l'inserimento, perché na al proprio domicilio e conservare i legami con il passato è
anche la persona con forme di demenza gravi è in grado di naturalmente il modo più efficace per sostenere la memoria
percepire ciò che lo circonda e i sentimenti delle persone ed evitare il disorientamento. Anche qui un accorto utilizzo
e, di conseguenza, mettere in atto i meccanismi di adatta- degli oggetti (in particolare quelli personali), degli stimoli visi-

15 https://centrodiurnovillanappi.wordpress.com/progetto-riabilitativo
16 REGIONE EMILIA ROMAGNA, Protocolli per la terapia e la gestione delle problematiche assistenziali dei pazienti affetti da demenza, 2000

273
lendarl, orologi) ed udmv, (suoni o mu­ peuflca s, esplica nell'elaboraz1one del progetto md1v1duahz­
siche) può essere un buon ausilio alla memoria e all'orienta­ zato, in una costante informazione, nella programmazione di
mento, oltre a rappresentare un'opportunità per stimolare la incontri informativi.
conversazione. Il progetto dell'ambiente20 deve necessariamente prendere
in considerazione le esigenze dell'assistito, di supporto ai
IL RUOLO DELLA FAMIGLIA NELL'ASSISTENZA ALLA suoi deficit, ambiente entro il quale sia più agevole svolgere
PERSON A CON DEMENZA i programmi terapeutici riabilitativi per le persone affette da
demenza, considerando che il programma riabilitativo deve
I familiari hanno un ruolo centrale nella gestione del soggetto essere costruito sulle caratteristiche di ogni singolo caso.
demente; infatti rappresentano la risorsa principale per l'as­ Dopo aver preso atto delle effettive condizioni della persona
sistenza e l'elemento che può ridurre il ricorso all'istituziona­ assistita, dei suoi deficit e delle sue capacità ancora integre,
lizzazione. Chi fornisce assistenza a soggetti con demenza viene formulata una risposta protesica capace di sostene­
è particolarmente a rischio di accusare sintomi quali nervosi­ re le abilità residue e di supportare quelle compromesse,
smo, astenia, inappetenza ed insonnia e quindi dovrebbe a contenendo al massimo le cure farmacologiche. Obiettivi
sua volta essere assistito per evitare questo pericoloso feno­ del metodo Gentlecare sono promuovere il benessere del
meno. I programmi di educazione e di sostegno dei familiari malato, garantirgli cioè il miglior livello funzionale possibile
sono fra i mezzi più efficaci per ridurre lo stress e diminuire il in assenza di condizioni di stress, risolverne o controllarne
rischio di ricorso all'istituzionalizzazione. i problemi comportamentali, ridurre l'utilizzo di mezzi di con­
tenzione fisica e/o farmacologia e al contempo contenere la
11.4.6 IL GENTLECARE (MODELLO PROTESIC0)17 tensione fisico-psichica di chi assiste.
Si tratta quindi di costruire una vera e propria protesi per con­
L'approccio protesico e sistemico 18 sentire alla persona affetta da demenza di poter svolgere le
attività di vita nel modo più simile ai periodi precedenti del­
Il Modello Gentlecare è stato ideato dalla dottoressa Moyra la disabilità, esattamente come si farebbe per una persona
Jones alla fine degli anni Novanta in Canada. Da lì si è diffu­ amputata che ha perso un arto in un incidente stradale: una
so negli Stati Uniti e ora in Europa. Partendo dal presupposto struttura commisurata alle esigenze, diverse di caso in caso,
che il morbo di Alzheimer è considerato malattia cronica, la di ogni soggetto, irripetibile nella sua unicità.
malattia deve essere affrontata con lo scopo di curarne i sin­ Infatti l'inserimento di una persona con demenza in un am­
tomi, ma in particolare di sostenere le capacità residue del biente altamente tecnologico comporta un alto rischio di diso­
malato nel tentativo di migliorarne la qualità di vita. Il metodo rientamento e per questo, nel teorizzare il metodo Gentleca­
Gentlecare muove dalla considerazione di come una perso­ re, Moyra Jones ha pensato che il demente d ovesse essere
na affetta da demenza subisca una modificazione nelle sue accolto in un ambiente privo di ostacoli e di restrizioni, dalle
capacità di interazione con la realtà. Sarà allora utile costru­ caratteristiche intime e familiari, molto più simili a quelle di
irle attorno una protesi per farle mantenere il più a lungo pos­ una abitazione che non a quelle di una struttura ospedaliera.
sibile l'autonomia e ridurre al minimo le situazioni di stress, In quest'ottica sono nati, in nord America, dei nuclei protetti
fonte di agitazione, ansia e aggressività. La protesi - da ciò (dementia care units) che ospitano un numero limitato di per­
"approccio protesico" - è costituita dallo spazio, dalle perso­ sone (da sei a quindici persone al massimo) d iversi per tipo­
ne e dalle attività e risulta utile anche per gli anziani fragili, logia e morfologia dagli asettici contesti sanitari. Presentano
pluripatologici e a rischio di non autosufficienza, così come lo caratteristiche domestiche, nel tentativo di facilitare il mante­
è per i grandi anziani, cioè over 75. Si tratta dunque di un mo­ nimento dei legami dell'assistito con il passato e la famiglia,
dello sistemico che si sviluppa a partire dalla comprensione una distribuzione degli spazi che valorizza gli ambienti desti­
profonda della malattia e del tipo di disabilità provocata, per nati al vivere in comune e camere di degenza personalizza­
poi cogliere e valorizzare le capacità residue del malato, la te. Qualora gli ausili tecnologici permettano di controllare gli
sua storia e i suoi desideri così da accrescerne il benessere ambienti e le persone e di sopperire, sia pure parzialmente,
e sostenerlo. alla disabilità, essi sono nascosti, occultati, resi quasi invi­
sibili agli occhi dell'assistito per non limitarne la libertà. Lo
Gli elementi del Modello Gentlecare19 slogan cui si fa riferimento quando si parla di spazi dedicati
alle persone con morbo di Alzheimer è:"// massimo grado di
Lo spazio protesico libertà con il massimo grado di sicurezza".
Per quanto concerne lo spazio fisico, così si esprimono Moyra
La progettazione e la configurazione degli spazi, l'arredo, Jones e Lorna Seaman: "Ci affidiamo ad una progettazione
la luce e i colori sono un elemento cardine nella cura della mirata all'adattamento dell'ambiente, poiché pensiamo che i
persona. Sono strumenti per agevolare la vita delle persone malati di demenza siano tra tutti quelli che più intensamente
affette da demenza, Alzheimer, degli anziani fragili e per molti risentano della qualità del luogo in cui vivono e proprio per
aspetti anche dei grandi anziani. questo abbiamo creato un ambiente in cui possono vivere in
La persona protesica, detta anche "agente terapeutico", è chi modo appropriato".
assiste con un programma la persona con demenza e com­ Lungo il decorso della malattia le condizioni delle persone
prende familiari, caregiver professionali e volontari. sono inevitabilmente destinate a peggiorare; nel tempo, ol­
I programmi protesici sono le attività progettate attorno all'an­ tre alle numerose difficoltà psichiche, il malato manifesta un
ziano con demenza come ausili per il miglioramento della disorientamento sempre maggiore e la conseguente incapa­
sua qualità di vita. Sono semplici e brevi, personalizzate sulle cità di leggere e interpretare la funzione dei singoli ambienti.
possibilità del singolo, ripetitive e prive di stress. Per cui, più l'ambiente è familiare, più semplice sarà il suo
L'alleanza terapeutica risulta fondamentale fra tutte le per­ controllo da parte dell'assistito, con la conseguente diminu­
sone protesiche, perché il metodo Gentlecare è un model­ zione di quelle paure e ansie derivanti dalla sensazione di
lo di intervento circolare, fondato sull'interdipendenza tra estraneità rispetto a un contesto fisico e umano diverso da
la persona con demenza e la sua famiglia e tra i sistemi di quello di cui si ha esperienza. La casa deve quindi rappre­
assistenza sanitaria e le comunità coinvolte. L'alleanza tera- sentare l'elemento ispiratore di ogni modifica ambientale.

17 Moyra Jones, Gentlecare. Un modello positivo di assistenza per l'Alzheimer, Carocci editore, Firenze, 2005
18 http://www.ottimasenior.it/modello-gentlecare/
19 Jones M., A sensitive solution to caring tor the mentally impaired, in T he Architects. Journal, aprile 1993
20 Regione Toscana, Architettura per l'Alzheimer: il malato di Alzheimer e l'ambiente, Edizioni Regione Toscana, aprile 2002
274
a I oso ra e en ecare e asa a su prmc1pro I evr are usa, m
costrizioni, per cui il programma delle attività che i malati riduce il ,
svolgono tiene conto delle loro abitudini. Il malato può sve­ dei dipendenti limita l'assenteismo.
gliarsi quando desidera, fare colazione nell'arco di tutta la
mattinata, essere lavato in momenti diversi, coricarsi quando 11.4.7 LE CADUTE NELL'ANZIANO21
preferisce: la persona demente, infatti, spesso non distingue
il giorno dalla notte ed è proprio per questo motivo che il pro­ L'entità del problema
gramma prevede in ogni momento della giornata l'agibilità
di una sala comune dove possa trovare oggetti confortevoli, Le cadute rappresentano un grave problema di salute per le
cibo, possibilità di ascoltare musica e altri generi di comfort. persone anziane, che si verificano nel 30% degli adulti oltre i
Insieme allo spazio fisico e ai programmi riabilitativi, terza 65 anni e del 40% oltre gli 80 anni. Le cadute sono la causa
componente fondamentale del programma Gentlecare è rap­ principale di lesioni e sono classificate come la sesta causa
presentata dalle persone che lavorano nel sistema, cioè lo di morte tra gli anziani. Inoltre, le cadute portano a un declino
staff, i familiari e i volontari: queste persone devono conosce­ funzionale, ospedalizzazione, istituzionalizzazione e aumen­
re a fondo le problematiche che la patologia comporta al fine to dei costi sanitari22• Con interventi di prevenzione mirati, sia
di costituire una sorta di alleanza terapeutica e di supporto nelle strutture sanitarie che nelle comunità, si può arrivare
alla persona assistita in ogni momento della giornata. Punto ad una riduzione del rischio di circa il 30% rispetto al tas­
cardine del metodo è costituito dal momento di diagnosi e so di caduta. Inoltre, è stato dimostrato che la prevenzione
anamnesi per capire il vissuto del malato, la sua storia so­ delle cadute incide fortemente anche in termine di riduzione
ciale, con lo scopo di definire una terapia specifica e per­ dei costi. È quindi importante definire strategie mirate alla
sonale. L'individualità del programma terapeutico giustifica riduzione del fenomeno, adottando comportamenti adeguati
quindi il numero ridotto di assistili per ogni nucleo protetto (al sia nei servizi di cure primarie (medico di medicina generale,
massimo quindici persone). Si integra ad esso la successiva servizi territoriali, comunità) che nelle strutture residenziali e
valutazione funzionale del malato per comprendere quali si­ semiresidenziali.
ano le sue capacità residue, al fine di creare una situazione Di fondamentale importanza è:
ambientale che le supporti, invece di soffocarle.
In quest'ambito, a seguito del monitoraggio del comporta­ Valutare attentamente il rischio di caduta, uti­
mento dell'assistito e delle attività da lui svolte nell'arco delle lizzando scale e test specifici, cambiando il com­
ventiquattro ore, viene anche stilata una mappa che chiari­ portamento e l'atteggiamento degli operatori sani­
sce il suo modo di agire e individua le possibili fonti di stress, tari nei confronti delle persone a rischio
in modo da ridurne o eliminarne le cause. In ragione dì ciò Divulgare fra le persone anziane informazioni
viene redatto un programma riabilitativo che, se necessario, specifiche sulle norme comportamentali da adot­
non prevede orari prestabiliti per lo svolgimento delle attività, tare per prevenire le cadute
al fine di evitargli ogni costrizione. Ai soggetti con deterio­ Divulgare capillarmente, in particolare nelle co­
ramento leggero viene proposto un lavoro terapeutico com­ munità, le informazioni per la prevenzione delle
misurato alle loro abilità residue da svolgersi durante l'arco cadute tramite i mezzi più "invasivi", quali il web,
della giornata, in modo da mantenerne vivi, per quanto pos­ la televisione, gli opuscoli, gli incontri fra operatori
sibile, interessi e abitudini. Se il malato lavora con costanza sanitari e utenti
percepisce anche un salario, in modo da favorire l'autostima
e la consapevolezza di sé e dei propri gesti. Alla base del Le conseguenze delle cadute
metodo c'è, come si diceva, una sorta di alleanza terapeutica
fra lo staff, i familiari, i volontari e tutti coloro che sono coin­ Circa il 30-50% delle cadute negli anziani si traduce in lesioni
volti nell'assistenza del malato. A seconda delle possibilità di lievi, inclusi lividi, abrasioni e lacerazioni, ma circa il 10% di
ognuno si stabiliscono i termini di intervento e, comunque, lo tutte le cadute negli anziani causa gravi lesioni, tra c ui lesioni
staff è presente in tutti quei casi in cui la famiglia non può o intracraniche e fratture. L'1 % di tutte le cadute nella popola­
non intende intervenire. Effetti positivi del metodo Gentlecare zione anziana provoca fratture dell'anca, che rappresentano
sono la riduzione dei disturbi comportamentali del malato, il un rischio significativo per la morbilità e la mortalità. Inol­
miglioramento delle sue capacità funzionali e dell'interazio­ tre, secondo i Centers tor Disease Contrai and Prevention
ne sociale. Anche lo stress dei familiari risulta notevolmente (CDC), tra il 2006 e il 2010, le cadute sono state la principale
contenuto con la conseguenza che i parenti, coinvolti in un causa di decessi traumatici da lesioni cerebrali in persone
programma attivo e intelligente, trovano nuovi stimoli nell'as­ di 65 anni o più23• Da ricordare che il problema delle cadute
sistenza. La partecipazione e l'atteggiamento propositivo dei è sottovalutato anche dagli anziani stessi; infatti meno della
parenti ha ricadute positive anche sul clima e sull'umore del­ metà dei soggetti anziani che cadono riferisce al proprio me­
lo staff, che risulta più appagato e più contento di lavorare dico di aver avuto una caduta.
in quel difficile contesto. Quest'ultimo aspetto è uno di quelli
ritenuti di estrema importanza da Moyra Jones. Lavorare con
questa tipologia di utenti, spesso di difficile gestione e, sotto
certi punti di vista, poco gratificanti per i piccoli risultati otte­
nuti a seguito di grandi sforzi, porta il personale impegna­
to a cercare in tutti modi di cambiare settore di assistenza.
In contrapposizione a tutto questo, nelle unità Gentlecare il
senso di appartenenza da parte dei lavoratori risulta molto
marcato: cala il desiderio di essere trasferiti verso altri settori
del sistema sanitario, diminuiscono le assenze per malattia e
le richieste di permessi.
Altro vantaggio del metodo è quello economico: non sono

21 Michael KAbraham, MD; Nicole Cimino-Fiallos, MDI February 1, 2017, Falls in the Elderly: Causes, lnjuries, and Management
22 linetti ME, Baker DI, McAvay G, et al. A multifactorial intervention lo reduce the risk of falling among elderty people living in the community.
N Engl J Med. 1994;331 :821-827
23 Centers lor Disease Contro! and Prevention. lnjury prevention & contro!: traumatic brain injury & concussion. TBI: gel the facts. Updated:
September 20, 2016. Available at: http://www.cdc.gov/traumaticbraininjury/get_the_facts.html. Accessed January 23, 2017
275
fl.XIVero/ostruttivo e Incontinen­
za urinaria, così come l'abuso di alcol.

Fattori di rischio di caduta inevitabili includono l'età superiore Il Morse Fall Scale (MFS) - conosciuta come scala di Morse
a 85 anni, sesso maschile, familiarità e una storia di cadute - è spesso usato per identificare e valutare i fattori di rischio
precedenti. L'avanzare dell'età in sé non è comunque neces­ di caduta. Prende in considerazione se la persona ha o meno
sariamente correlata in modo diretto all'aumento del rischio una storia di cadute, qualsiasi diagnosi secondaria, qualsiasi
di cadute mentre lo stato di salute generale degli anziani è accesso endovenoso (IV) e qualsiasi uso e/o tipo di supporto
fortemente associato a questo problema e al rischio di ripor­ ambulatoriale, così come il tipo di andatura e lo stato mentale
tare lesioni gravi. Infatti, le persone di età superiore a 85 anni dell'assistito24• Alcuni studi clinici sostengono la necessità di
che sono in ottima salute non corrono maggiori rischio di ca­ utilizzo di questo strumento di screening nella valutazione
dere rispetto a quelle di 65-84 anni. iniziale di ogni soggetto anziano.
Altri fattori associati al rischio di caduta negli anziani inclu­ La scala di valutazione STRATIFY è un altro strumento
dono pregressi incidenti cerebrovascolari/attacchi ischemici utilizzato per valutare il rischio di cadute nelle persone an­
transitori, artrite, fratture, demenza, diabete, carenza di vita­ ziane, utilizzata anche per la valutazione di soggetti ospe­
mina D, anemia, aritmie, neuropatia, disturbi della vista/udi­ dalizzati e residenti in case di cur�5•
to, recente dimissione ospedaliera, indice di massa corporea
SCALA MORSE (MORSE 1997)

VALUTAZIONE
INDICATORE CRITERIO PUNTEGGIO
SI NO

L'ospite cade per la prima caduto nei tre mesi


Amnesi di cadute 25 o -
precedenti

L'ospite ha più di una diagnosi medica (es: dia-


Diagnosi 15 o -
bete e neoplasia)

L'ospite cammina senza ausili (con o senza


o -
aiuto)

L'ospite assistito da un infermiere I operatore


o -
Mobilità usa la sedia a rotelle

L'ospite è immobilizzato a letto o -

L'ospite usa le stampelle, il bastone o il deam-


15 -
bulatore

L'ospite cammina aggrappandosi agli arredi 30 -

L'ospite ha in terapia infusioni endovenosse o è


Terapie 20 -
portatore di un catetere venoso

Normale o è costretto a letto o -


Andatura Debole 10 -

Difficoltosa 20 -

L'ospite è consapevole delle proprie capacità o


Stato mentale
L'ospite sovrastima le proprie abilità 15 -

TOTALE -

MFS punteggio
Rischio Intervento
mod

0-24 Assente Buona assistenza di base

25-54 Basso rischio Implementare interventi di prevenzione delle cadute

;,55 Alto rischio Implementare protocolli di prevenzione per specifici fattori di rischio

Figura 11.2- La scala Morse e il punteggio di inquadramento

24 Baek S, Piao J, Jin Y, Lee SM. Validity of the Morse Fall Scale implemented in an electronic medicai record system. J Clin Nurs. 2014
Sep;23(17-18):2434-40. PMID: 24112535
276
SCALA STRA TIFY

ISTRUZIONI: tutte le domande, ad eccezione della prima, devono essere rivolte all'infem1iere
responsabile. Barrare il valore corrispondente alla risposta fornita. Sommare i valori positivi

S 1 - Il paziente è stato ricoverato in seguito ad una caduta, oppure è caduto durante la 1 o


degenza? (esame della documentazione)
RITIENI CHE IL PAZIENTE:
S2 - Sia agitato? {Definizione: eccessiva attività motoria, solitamente non finalizzata I o
ed associato ad agitazione interiore. Es: incapacità a stare seduto fermo, si
muove con irrequietezza, si tira i vestiti, ecc.).
S3- Abbia un calo della vista tale da compromettere tutte le altre funzioni quotidiane? I o
S4- Necessiti di andare in bagno con particolare frequenza?(< 3 ore) 1 o
S5 Il paziente ha un punteggio di mobilità corrispondente a 3 o a 4? (vedi schema l o
di calcolo sottostante)

TOTALE

SCHEMA PER IL CALCOLO DEL PUNTEGGIO DI MOBILITA'

Il paziente è in grado di: No Con aiuto Con Indip. Punteggio


magg10re aiuto
Minore

1) Spostarsi dalla sedia al letto e o 1 2 ."> ---


ritornare

( include il sedersi sul letto)

2) Camminare sul piano o l ,, .1 --

(spingere la sedia a rotelle se non deambula)

TOTALE

Figura 11.3 - Scala Stratify

Alcuni fattori possono essere affrontati per ridurre il rischio di cadute nelle persone anziane, tra cui la valutazione delle

25 Aranda-Gallardo M, Enriquez de Luna-Rodriguez M, Canca-Sanchez JC, Moya-Suarez AB, Morales-Asencio JM. Validation of the
STRATIFY falls risk-assessment tool lor acute-care hospital patients and nursing home residents: study protocol. J Adv Nurs. 2015
Aug;71(8):1948-57. PMID: 25778931
277
I medico (ad esempio, l'assoc1az1one
di più farmaci aumenta il rischio di caduta) e la gestione
di problemi ambientali (ad esempio, illuminazione inappro­
priata, pavimenti scivolosi, calzature inadeguate, dispositi­
vi di assistenza inappropriati) nei soggetti predisposti alla
caduta26•

Le persone più anziane ("'30%) cadono più frequentemen­


te scivolando, inciampando e incespicando. Tuttavia, i ri­
schi di caduta differiscono in base alla situazione di vita
dell'anziano. Per le persone anziane che vivono a domi­
cilio, i pericoli che contribuiscono alle lesioni da caduta
includono scale, vasche da bagno o docce senza maniglia
di sostegno, cavi elettrici, confusione, illuminazione inap­
propriata e tappeti mobili. I soggetti residenti nelle case
di cura sono a rischio di cadute secondariamente ai pa­
vimenti bagnali, alle sbarre di contenzione dei letti o agli
inciampi conseguenti a presidi necessari alle cure come
ad esempio cateteri vescicali o sistemi per l'infusione di
liquidi.
È evidente che la riduzione dei fattori di rischio è un ele­
mento importante che riguarda tutto il sistema, compreso
l'O.S.S., che ha un importante compito di partecipazione
alla sorveglianza di queste persone ed un ruolo attivo nelle
pratiche di mobilizzazione assistita degli utenti.
Un anziano fragile ha una maggiore probabilità di cade­
re e un maggior rischio di lesioni in conseguenza di una
caduta2r L'indice di fragilità può aiutare a prevedere la
possibilità che un assistito anziano ha di essere dimesso
dall'ospedale in una casa di riposo o in un centro di riabili­
tazione dopo una caduta28•
Altri fattori di rischio non dipendenti dalla persona assistita
sono legati all'ambiente. A questo proposito, è interessan­
te la scala di valutazione dei rischi ambientali (Check list
SAP, Sicurezza Ambiente e Presidi) proposta dal gruppo
di lavoro della Regione Toscana29 per la gestione del ri­
schio clinico, che prende in considerazione diversi aspet­
ti dell'ambiente di cura e che dovrebbe essere adottata
come strumento di sistema per la valutazione e l'elimina­
zione dei rischi legati a questi aspetti. I fattori di rischio
inclusi nella checklist sono stati individuati mediante revi­
sione della letteratura e selezionati a seguito della speri­
mentazione sul campo dello strumento effettuato durante
uno studio condotto in Regione Toscana nel periodo 2007-
2008. I fattori di rischio maggiori sono evidenziati in gras­
setto e sono quelli risultati statisticamente significativi nello
studio regionale. Tutti gli altri fattori inclusi nella check list
sono comunque logicamente significativi in quanto coe­
renti con scenari di caduta effettivamente verificatisi.

26 Moncada LV. Management of falls in older persons: a prescription tor prevention. Am Fam Physician.2011 Dee 1 ;84(11) :1267-76.
PMID: 22150660
27 Joseph B, Pandit V, Zangbar B, et al. Validating trauma-specific frailty index tor geriatric trauma patients: a prospective analysis. J Am Colf
Surg. 2014 Jul;219(1):10-17.e1. PMID: 24952434
278
sicurezza ambiente e presidi
Unità Valutatori (SePP, GRO ______________
Reparto con as:cesso libero sec,:m,do i Qsi

PAVIMENTI:

CORmOOI:

SCALE:

DEAMBULATORI:

SEDIE A ROffiLE O Freni effkrenti

BARELLE:
O Ruote effk:ienti o Freni mitimti

Il§
AUSILI PER LA MOVIMENTAZIONE
OEì PAZUffi:

CAMERE:

HJcm

GRAD!t-ID flMOV!SllE:

ASTE PER FLEBO:

Figura 11.4 - Check list sicurezza ambienti e presidi (SAP) - Regione Toscana

28 Joseph B, Pandit V, Khalil M, et al. Managing older adults with ground-level falls admitted to a trauma service: the effect of frailty. J Am
Geriatr S oc. 2015Apr;63(4):745-9. PMID: 25851948
29 La prevenzione delle cadute in ospedale/ [a cura del Gruppo di lavoro di coordinamento del progetto regionale: Tommaso Bellandi.
et al; Regione Toscana, Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale] - (I quaderni delle campagne per la sicurezza
del paziente; 4)
279
· · · tima gene,azione è l'assistito stes­
so, se collaborante e cosciente, a poter alzare e abbassare il
Le fratture sono fattori predittivi della mortalità a lungo ter­ livello del letto e le sponde. Decidendo l'utilizzo delle sponde
mine. Dopo una frattura dell'anca, una persona anziana ha di protezione tutti gli operatori sanitari sono comunque tenuti
il 27% di possibilità di morire entro 1 anno; in seguito a una a comunicare alla persona assistita ed ai suoi famigliari, se
frattura del femore, il 50% degli anziani affetti subirà un de­ del caso, l'utilità e i rischi relativi all'utilizzo di questo presidio.
clino funzionale entro 1 anno. Altri siti di possibili fratture post
caduta nelle persone anziane includono omero prossimale, 11.4.7.1 INTERVENTI PER LA PREVENZIONE DELLE
bacino, vertebre, epifisi distale del radio e corpi vertebrali. CADUTE RIVOLTI ALLA PERSONA ASSISTITA
La maggior parte delle cadute negli anziani, a domicilio, av­
vengono nel bagno, poi nella camera da letto, in cucina e In letteratura gli interventi rivolti alle persone assistite indicati
in soggiorno e nelle aree dove sono presenti inciampi e/o come quelli maggiormente efficaci per prevenire, le cadute,
tappeti mobili, spesso in conseguenza della fretta nel movi­ sono:
mento.
Raccolta, analisi e valutazione dei dati sulle ca­
LA PREVENZIONE DELLE CADUTE30 dute
Individuazione delle persone a rischio
Una volta identificati i rischi legati alla persona assistita ed Monitoraggio sistematico dei fattori di rischio delle
all'ambiente, occorre intervenire su entrambi gli elementi per persone assistite
ridurre il rischio di caduta. Interventi di carattere educativo. Le attività di ca­
La maggior parte delle cadute, in particolare negli ambienti rattere educativo sono una componente comune
residenziali sia ospedalieri che di comunità/territoriali, awie­ a molti programmi di prevenzione. Questi pro­
ne dal letto. Per questa ragione è importante monitorare nel grammi possono includere:
tempo le condizioni di manutenzione del letto e in particolare i programmi di formazione rivolti allo staff
il buon funzionamento delle ruote e dei freni, visto che i freni assistenziale
del letto non funzionanti sono spesso causa statisticamente l'educazione alla prevenzione rivolta alla
significativa di cadute. Per tutti gli assistiti valutati a rischio persona assistita ed ai suoi famigliari
con la scala di valutazione utilizzata dovrebbe essere consi­ l'informazione e l'illustrazione, anche attra­
derata o meno l'opportunità di utilizzo delle sponde di prote­ verso opuscoli, delle misure di sicurezza
zione durante il periodo di allettamento, tenendo in conside­ che possono essere adottate in ambiente
razione tre aspetti: ospedaliero e domestico
l'orientamento dell'assistito nello spazio vi­
tale intorno al letto
Le sponde sono considerate contenzione, in l'illustrazione delle modalità di richiesta
particolare quando coprono l'intera lunghezza del dell'assistenza
letto su entrambi i lati e non consentono la disce­ l'insegnamento all'assistito sulle modalità
sa dal letto dell'assistito, quindi devono essere di cambiare posizione e ad alzarsi dal letto
prescritte dal medico in base ad esigenze cliniche lentamente
documentate in cartella L'insegnamento dell'uso corretto degli ausili
In generale le sponde possono contribuire a ridur­ per la deambulazione.
re il rischio di scivolamento o di caduta dal letto se
l'assistito è autonomo o parzialmente autonomo,
anche se in certe condizioni possono diventare 11.4.7.2 INTERVENTI PER LA PREVENZIONE DELLE
a loro volta un fattore di rischio CADUTE RIVOLTI ALLA PREVENZIONE DEI RISCHI
L'assistito a cui sono applicate le sponde di pro­ AMBIENTALI
tezione deve essere comunque monitorato in
quanto, oltre al rischio di cadere nel tentativo di La valutazione dei rischi ambientali da parte di un opera­
scavalcarle, potrebbero accadere altri incidenti tore, insieme a specifiche raccomandazioni dopo la dimis­
quali l'intrappolamento della testa o degli arti tra sione dall'ospedale, è stata associata ad una riduzione del
le sbarre o tra le sponde e la testata del letto, in 20% del rischio di cadute. L'identificazione del rischio legato
particolare quando si tratta di persona con limitate all'ambiente, che si può realizzare con la scheda di check
capacità cognitive e di collaborazione "sicurezza ambiente e presidi" (figura 11.4), dovrebbe esse­
re adottata come elemento di sistema per la correzione dei
In caso di persona non collaborante, un intervento consi­
fattori ambientali che possono influire sulle cadute. Le modi­
gliato è l'abbassamento del letto al minimo livello possibi­
fiche più spesso raccomandate sono realizzabili anche con
le (con letti ad altezza variabile), in modo tale da ridurre al
interventi semplici da parte dei sanitari ed anche in questo
minimo il danno conseguente ad una eventuale caduta dal
caso l'OSS ha un ruolo estremamente importante in questa
letto. L'alternativa alla sponda di protezione, in questo letto,
funzione.
potrebbe essere rappresentata da un aumento della sorve­
Questi interventi sull'ambiente sono:
glianza da parte dei sanitari e/o il coinvolgimento attivo del
caregiver, spesso sottovalutato e a volte poco utilizzato come
intervento assistenziale. L'utilizzo delle sponde è particolar­ Rimuovere il disordine e gli ostacoli dai pavimenti
mente consigliato in fase di risveglio da un trattamento ane­ Assicurare i fili elettrici e telefonici che sono sul
stesiologico, nonché al momento del parziale recupero della pavimento ed intralciano il cammino
mobilità a seguito di un periodo prolungato di allettamento. Far installare luci notturne vicino al letto, nei ba­
Le sponde non devono essere usate con letti non compatibili. gni, nei corridoi e lungo i percorsi dal letto ai bagni

30 La prevenzione delle cadute in , op. cit.


31 Sandra Engberg; Hongjin Li, Urinary lncontinence in Frail Older Adults, Uro! Nurs. 2017; 37 (3): 119-125.

280
e viceversa
Fornire letti, accessori stabili e arredi appropriati Normale funzionalità del tratto urinario inferiore,
Far collocare maniglie nei bagni compresa la normale funzione degli sfinteri della
Far collocare corrimano nei percorsi più usati da­ vescica e del pavimento pelvico
gli assistiti come ad esempio il percorso came­ La capacità cognitiva di percepire la necessità di
ra-bagno e viceversa urinare, la capacità di trovare il bagno e di pre­
Togliere scendiletto mobili venire la perdita di urina prima di raggiungere il
Asciugare immediatamente qualsiasi cosa versa­ bagno
ta sul pavimento La capacità di comunicare la necessità di chie­
Controllare periodicamente lo stato di manuten­ dere ausili (padella, pappagallo, ecc.) se non in
zione degli arredi e dei presidi grado di raggiungere i servizi igienici in modo in­
Segnalare le zone a rischio ai servizi responsabili dipendente
della manutenzione, ad esempio: gradini scon­ La capacità funzionale necessaria per andare in
nessi, pavimenti irregolari, ecc. bagno (con o senza assistenza) e rimuovere gli
Segnalare durante le pulizie le zone di lavaggio indumenti
dei pavimenti con appositi cartelli. Capacità di iniziare volontariamente lo svuota­
mento della vescica quando appropriato
11.4.7.3 INDICAZIONI GENERALI PER LA
PREVENZIONE DELLE CADUTE, CONSIGLIATE I cambiamenti correlati all'età che contribuiscono all'inconti­
PER TUTTE LE PERSONE ASSISTITE nenza urinaria nei soggetti fragili includono i cambiamenti di
seguito riassunti:
Informazioni alle persone assistite ed ai loro familiari
struttura della vescica, quali ad esempio la dege­
Informare l'assistito sui comportamenti da tenere nerazione dei muscoli che ne regolano il funzio­
per prevenire il rischio di caduta e chiedere di uti­ namento
lizzare calzature e abbigliamento idonei funzionalità della vescica, a causa della diminu­
Assistere e trattare l'assistito secondo i normali zione della sua capacità, diminuzione della sen­
standard clinico-assistenziali, favorendo comun­ sazione di riempimento, aumento dell'iperattività
que la sua mobilizzazione del muscolo detrusore, diminuzione della funzio­
Valutare l'opportunità di utilizzo delle sponde di ne contrattile della vescica e aumento dell'urina
protezione in particolare se queste coprono l'in­ residua
tera lunghezza del letto impedendo all'assistito di diminuzione della pressione di chiusura nell'uretra
scendere autonomamente femminile
Abbassare, quando possibile, il piano del letto fino ingrossamento della prostata (ipertrofia prostati­
al livello più vicino al pavimento ca)
Valutare l'opportunità dell'intervento del fisiotera­ diminuzione dei livelli di estrogeni nelle donne
pista aumento della produzione notturna di urina
Incrementare, quando occorre, la frequenza delle funzione immunitaria alterata
osservazioni degli assistiti e favorirne la mobiliz­
zazione In relazione all'età della persona un'ampia varietà di fattori
Nel percorso di informazione dell'assistito e dei suoi fami­ non strettamente legati al tratto urinario inferiore aggrava­
liari del rischio di caduta, chiedere di: no gli effetti di questi cambiamenti che contribuiscono all'in­
sorgenza dell'incontinenza urinaria nella popolazione fragile
utilizzare calzature e abbigliamento idonei adulta anziana. Questi includono alcuni farmaci, comorbilità,
chiamare il personale per recarsi in bagno disturbi neurologici e psichiatrici, menomazioni funzionali e
se possibile chiedere la presenza di una persona fattori ambientali
(caregiver) per assistere la persona nelle attività
quotidiane (spogliarsi, vestirsi, igiene personale, L'incontinenza funzionale è generalmente definita come per­
ecc.) dita involontaria di urina derivante dall'incapacità di recarsi al
bagno a causa di problemi cognitivi, funzionali o di mobilità
11.4.8 L'INCONTINENZA URINARIA31 in soggetti con funzione intatta del tratto urinario inferiore32•
Molti adulti anziani fragili presentano disabilità e comorbilità
Nella popolazione anziana fragile, l'incontinenza urinaria è coesistenti che influenzano la risposta agli interventi per la
generalmente causata da una combinazione di fattori che gestione della persona con incontinenza urinaria. Il tratta­
interessano il tratto urinario inferiore. La valutazione e la mento delle comorbidità e/o delle menomazioni spesso mi­
gestione dell'incontinenza devono essere complete con l'o­ gliora l'incontinenza urinaria.
biettivo di identificare e trattare tutti i potenziali fattori che Nel piano di trattamento deve essere preso in considerazio­
contribuiscono al problema. ne il livello di fragilità, le condizioni e/o le menomazioni degli
L'incontinenza urinaria è una delle principali preoccupazioni assistiti e le aspettative - della persona e dei suoi familiari
nella popolazione geriatrica, è associata ad una serie di esiti - sui risultati. Gli interventi spesso sono finalizzati al miglio­
awersi e la prevalenza aumenta con l'avanzare dell'età. ramento della qualità di vita della maggior parte degli anziani
fragili, mentre la continenza completa potrebbe non essere
Negli persone con più di 65 anni, la fragilità può influire ne­ un obiettivo realistico per le persone in condizioni generali
gativamente su molti requisiti funzionali necessari per man­ più deteriorate.
tenere la continenza, tra cui: Studi scientifici hanno proposto tre livelli di obiettivi possibili

32 Staskin, D., Kelleher, C. Bosch, J.L.H.R., Coyne, K., Cotterill, N., Emmanuel, A., Kopp, Z. (2013). lnitial assessment of urinary incontinence
in adult male and Iemale patients (SA). In P. Abrams, L. Cardozo, S. Khoury, & A. Wein (Eds), lncontinence (p. 364). P hiladelphia, PA:
Elseiver.
281
per la persona anziana con incontinenza urinaria ed i loro 11.4.8.2 INTERVENTI COMPORTAMENTALI RIVOLTI
caregiver33• ALLA PERSONA CON INCONTINENZA ED Al SUOI
FAMILIARI
Questi potenziali obiettivi sono:
La mancanza di effetti collaterali dovrebbe rendere gli in­
Continenza: l'assistito si presenta asciutto senza terventi comportamentali il trattamento di prima linea per gli
la necessità di trattamento o assistenza continua­ anziani fragili, in particolare nelle fasi inziali di insorgenza
tiva del problema. Tali trattamenti consistono sostanzialmente in
Continenza dipendente: l'assistito è asciutto con programmi di svuotamento della vescica nelle persone an­
assistenza per accedere ai servizi igienici, edu­ ziane con menomazioni cognitive o fisiche che limitano la
cazione terapeutica e comportamentale o terapia loro capacità di partecipare attivamente alla cura di sé. Que­
farmacologica sti interventi richiedono la partecipazione attiva del caregiver
Incontinenza gestita: l'incontinenza urinaria è e comprendono lo svuotamento guidato attraverso "l'adde­
trattabile solo con presidi (ad esempio il catete­ stramento alle abitudini" e lo svuotamento programmato (a
re vescicale, l'urocondom, pannoloni assorbenti, tempo).
ecc.) o con trattamenti farmacologici. Fra le tecniche di addestramento alle abitudini si combinano
le normali istruzioni all'uso dei servizi con un feedback posi­
11.4.8.1 MISURE GENERALI PER IL TRATTAMENTO tivo quando la risposta dell'utente è appropriata. L'obiettivo
DELL'INCONTINENZA URINARIA è quello di aumentare la consapevolezza della necessità di
urinare, stimolando l'autonomia della persona nella richie­
Dal punto di vista generale uno degli interventi che si pos­ sta dei servizi igienici. Questo trattamento, eseguibile an­
sono proporre alle persone affette da incontinenza urinaria che dall'operatore socio sanitario in un programma a breve
riguarda i cambiamenti dello stile di vita, quali ad esempio la e medio termine, è molto efficace per gli interventi sia nelle
perdita di peso, modifiche alla dieta, eliminazione di sostan­ strutture residenziali che nell'ambito dell'assistenza domici­
ze con effetto diuretico, in particolare nelle ore serali (caf­ liare, in particolare per i soggetti che con maggiori probabili­
fè, alcolici, ecc.). La completa continenza, spesso, non è un tà trarranno beneficio da questo tipo di intervento. I soggetti
obiettivo raggiungibile per tutti gli anziani fragili. che hanno maggiori probabilità di ottenere risultati positivi
L'uso di ausili per favorire la continenza può consentire loro con questo trattamento sono quelli che dopo periodo di tre
di svolgere le attività quotidiane senza timore di imbarazzo, giorni riescono a raggiungere risultati igienici appropriati, si
in particolare nei soggetti con funzionalità cognitive ben con­ presentano cioè asciutti e puliti.
servate.
I pannoloni assorbenti sono i presidi per il trattamento dell'in­ Lo svuotamento programmato della vescica (a tempo)
continenza urinaria più frequentemente usati e, sfortunata­
mente, sono spesso utilizzati in maniera inappropriata. I pan­ È un intervento in cui l'individuo è accompagnato ai servi­
noloni, infatti, possono aumentare il rischio di incontinenza, zi igienici a intervalli fissi, senza aspettare la sua richiesta
facilitano l'insorgenza di infezioni del tratto urinario e l'irrita­ e senza fornire stimoli aggiuntivi per lo svuotamento della
zione della cute34• vescica. È un intervento semplice, abbastanza efficace an­
che se molto dispendioso dal punto di vista d ell'impiego del­
Interventi sull'ambiente la risorsa tempo dell'operatore e che non sempre fornisce il
risultato sperato, soprattutto quando è rivolto a soggetti con
I fattori ambientali, come l'accessibilità ai servizi igienici e la deterioramento mentale grave.
disponibilità di assistenza per accedere ai servizi in modo
tempestivo, sono riconosciuti fattori di prevenzione dell'in­ Allenamento muscolare del pavimento pelvico
continenza urinaria nella popolazione anziana fragile. Miglio­
rare l'accesso alla toilette e fornire aiuti igienici, come mani­ È rivolto a soggetti con una funzione cognitiva sufficiente a
glioni e sedili rialzati, può migliorare l'incontinenza urinaria partecipare attivamente al loro trattamento. I soggetti coin­
nelle persone adulte più a rischio, affette da difficoltà nella volti possono essere molteplici, fra cui l'infermiere, il fisio­
deambulazione e altre menomazioni funzionali. terapista, e anche l'operatore socio sanitario, in particolare
La buona visibilità dell'ubicazione della toilette e una segna­ mentre fornisce all'assistito gli ausili per l'eliminazione urina­
letica adeguata possono essere interventi efficaci per gli an­ ria (padella, pappagallo, ecc.).
ziani con deficit cognitivo. La necessità di un'assistenza tem­
pestiva per accedere ai servizi è un fattore di rischio owio, Trattamento farmacologico
ma spesso sottovalutato per il trattamento dell'incontinenza
urinaria nella popolazione a rischio in quasi tutte le strutture Il trattamento farmacologico, non di competenza dell'opera­
assistenziali. Per gli anziani fragili incapaci di andare in ba­ tore socio sanitario, è limitato ad alcune tipologie di assistiti,
gno in modo indipendente è di estrema importanza facilitar­ in particolare per il trattamento di altre patologie che possono
ne l'accesso, rispondendo prontamente alle richieste di assi­ favorire l'incontinenza urinaria.
stenza, tenendo in debito conto che la persona che presenta
il problema ha dei tempi di contenimento dell'urina diversi da Altre opzioni di trattamento
quelli del soggetto sano e che quindi un ritardo nella risposta
potrebbe compromettere il programma di trattamento. L'incontinenza urinaria può anche essere trattata chirurgi­
camente, anche se in letteratura esistono prove di efficacia
limitate rispetto agli esiti nella popolazione anziana.
Considerando quindi i molteplici fattori che spesso contribui­
scono all'incontinenza negli adulti più fragili, i migliori risultati

33 W �gg, A.S., Chen, L.K., Kirschner-Hermanns, R., Kuchel, G.A., Johnson, T., 2nd, Ostaszkiewicz, J., Szonyi, G. (2013). lncontinence in the
fra,I �lderly. In P. Abrams, L. <;:ardozo, S. Khoury & A. Wein (Eds). lncontinence (pp. 1003-1099). Phila delphia, PA: Elsevier
34 �rnh, _R., �kotne�, L.H., Rorndd, U., Bakke, A., Mykletun, A., & Kuhry, E. (2010). Pad per day usage, urinary incontinence and urinary traci
mfect1ons m nursing home res,dents. Age and Ageing, 39(5), 549-554. doi:11.1093/ageing/afq082
282
si ottengono generalmente quando l'intervento assistenziale Tubercolosi, altra infezione sistemica: tn ez1one
è gestito da team interprofessionali (medici, infermieri, fisio­ cronica
terapisti, operatori socio sanitari, ecc.) che lavorano insieme
per sviluppare e attuare programmi di trattamento. È inoltre I fattori che determinano il precipitare di una situazione di
importante che l'infermiere sia un membro attivo del team malnutrizione, associati a quelli visti in precedenza, possono
nella fase di presa in carico e di pianificazione e l'operatore essere diversi. I principali fattori precipitanti possono essere
socio sanitario intervenga sia nella fase di realizzazione del classificati nelle seguenti condizioni:
piano di assistenza che nella verifica dei risultati raggiunti.
Infatti, mentre la completa continenza potrebbe non essere
Malattie
un obiettivo realizzabile per alcune categorie di utenti, il mi­
Demenza
glioramento della funzionalità della vescica e l'impatto sulla
Delirio
qualità della vita degli assistiti, anche attraverso interventi
Abuso di alcool e di altre sostanze
semplici di mantenimento dell'igiene, sono esiti delle cure
Farmaci
sperati e raggiungibili per tutti gli assistiti.
Disfagia
Sordità, cecità, altri deficit sensoriali
11.4.9 LA MALNUTRIZIONE NELL'ANZIAN035 Depressione
Isolamento sociale (abbandono della famiglia, de­
La malnutrizione nelle persone anziane è definita in me­
gli amici, della società)
dicina come la perdita di peso superiore al 5%, associata
Condizioni sociali precarie (povertà)
a diminuzione dell'appetito, scarsa nutrizione e inattività
fisica, spesso associata a disidratazione, depressione, di­
sfunzione immunitaria e bassi livelli di colesterolo. La mal­ Malattie
nutrizione non è una singola malattia o condizione medica;
piuttosto è una manifestazione non specifica di una condi­ Condizioni mediche non diagnosticate, quali ad esempio tu­
zione fisica, mentale o psicosociale della persona. mori maligni, o un peggioramento delle condizioni esistenti
(ad esempio di insufficienza cardiaca, broncopneumopatia
La malnutrizione si manifesta, oltre che con la perdita di cronica ostruttiva (BPCO), insufficienza renale) possono por­
peso, anche con la perdita di capacità funzionali e un declino tare a una perdita di peso di una persona anziana.
psicologico. Diverse condizioni legate alla salute generale
possono portare a questa situazione, fra le quali le infezioni Demenza
croniche, condizioni infiammatorie, condizioni psichiatriche
e uso di farmaci. Ognuna di queste condizioni influisce su La demenza può determinare condizioni facilitanti la modifica
diversi organi e produce diversi tipi di squilibri fisici, menta­ di diversi fattori fisici che possono portare a uno stato di mal­
li, nutrizionali e metabolici che portano a manifestazioni di nutrizione, come la scarsa assunzione di cibo, l'isolamento
sociale e la depressione.
insuccesso anche dal punto di vista dello stato nutrizionale.
Un breve elenco di squilibri specifici causati da condizioni
mediche e farmaci che portano a un mancato accrescimento Alcool e droghe
ponderale:
Le persone anziane sono limitate nella loro capacità di meta­
bolizzare ed espellere alcool e droghe. Pertanto è fondamen­
Metastasi tumorali: malnutrizione, cachessia da tale indagare anche la storia sociale e clinica di una persona
cancro per identificare fattori di rischio legati a questa condizione.
Malattia polmonare cronica, insufficienza respira­
toria Delirio
Insufficienza renale cronica
Uso cronico di cortisonici: miopatia da steroidi, La demenza, come abbiamo visto in questo capitolo, deve
diabete, osteoporosi, perdita della vista essere differenziata dal delirio perché quest'ultima è una si­
Cirrosi e insufficienza epatica tuazione di emergenza che deve essere diagnosticata e cor­
Depressione e altri disturbi psichiatrici: depressio­ retta immediatamente. A differenza della demenza il delirio è
ne maggiore, psicosi, insufficienza mentale acuto all'inizio e ha un andamento fluttuante. È caratterizzato
Diabete: malassorbimento, scarsa omeostasi del da disattenzione e deterioramento cognitivo.
glucosio, danno tissutale agli organi interni (in
particolare cuore, cervello, reni) Sordità, cecità e altri deficit sensoriali
Anca o altri grandi fratture: menomazione funzio­ Perdita di vista, udito, gusto e altri deficit sensoriali sono bar­
nale riere sociali per le persone e portano all'isolamento e alla
Malattie infiammatorie a carico dell'intestino: ma­ depressione.
lassorbimento, malnutrizione
Infarto miocardico, insufficienza cardiaca conge­ Disfagia
stizia
Precedente chirurgia gastrointestinale: malassor­ Un'altra considerazione importante è la capacità della perso­
bimento, malnutrizione na di masticare e deglutire il cibo senza tossire, soffocare o
Infezioni del tratto urinario ricorrenti o polmonite: aspirarlo nelle vie aeree (riguardo al problema della disfagia
infezione cronica, compromissione funzionale si parla in un paragrafo a parte di questo capitolo).
Disfagia, depressione, perdita cognitiva, compro­
missione funzionale Depressione
Malattia reumatologica (ad esempio artrite reuma­ Gli anziani possono avere condizioni mentali di base come
toide, lupus eritematoso): infiammazione cronica

35 Nadia Ali et al., Failure lo Thrive in Elderly Adults, Medscape online, Updated: Dee 03, 2015

283
epress1one o ansia c e possono nsu are 1mpo an I m una
scarsa assunzione di cibo e di isolamento sociale. Alcuni
anziani possono ritenere che la loro vita non sia degna di
essere vissuta, a causa dei loro limiti fisici o delle circostanze
sociali, e il non mangiare può essere una manifestazione di
quell'emozione.

Ma quali sono, quindi, le conseguenze della malnutrizio­


ne?
Gravi conseguenze sull'autonomia delle persone
assistite
Comparsa di piaghe da decubito
Maggior rischio di fratture
Peggioramento di patologie croniche
Maggior rischio di essere ospedalizzati
Depressione ed apatia
Peggioramento della qualità di vita

11.4.9.1 INTERVENTI POSSIBILI


Sono necessarie, innanzitutto, indagini dettagliate per dia­
gnosticare la causa alla base della malnutrizione nella popo­
lazione anziana. Dovrebbe essere presa in considerazione
la storia nutrizionale dettagliata per analizzare tutti gli aspetti
che riguardano il problema, fra cui la cottura, la frequenza dei
pasti e il tipo di alimenti consumati.
Uno strumento validato per valutare lo stato nutrizionale nel­
le persone anziane è il Mini Nutritional Assessment (MNA®).
Il MNA® è uno strumento di monitoraggio e valutazione ide­
ato allo scopo di individuare le persone anziane a rischio di
malnutrizione.
Il MNA® fornisce un metodo semplice e rapido per individua­
re le persone anziane malnutrite o a rischio di malnutrizio­
ne prima ancora che subentrino gravi alterazioni ponderali
o della proteinemia. Il questionario può essere compilato a
intervalli regolari in sede comunitaria, ospedaliera o di lun­
godegenza presso case di cura. Il MNA, messo a punto da
Nestlé e da geriatri di fama internazionale, è tuttora uno dei Figura 11.5 Mini nutritional assessment - screening
pochi strumenti di monitoraggio per gli anziani correlato con
la morbilità e la mortalità la cui validità è stata comprovata da
studi internazionali condotti in contesti diversi.
Il MNA è composto da un questionario, validato e riconosciu­ Oltre al questionario basale si dovrebbe, soprattutto in caso
to a livello internazionale, che si compone di diversi settori di persona malnutrita o ad alto rischio di malnutrizione, con­
di indagine. Il questionario di screening si compone di 6 do­ tinuare con la compilazione degli altri punti, che forniscono
mande e fornisce un punteggio in grado di individuare sog­ una valutazione più approfondita delle condizioni della per­
getti malnutriti o a rischio di malnutrizione. sona assistita.
(La scheda di valutazione completa è rappresentata nella
figura 11.6)

La valutazione nutrizionale completa comprende:


anamnesi patologica, farmacologica ed alimenta­
re
esame obiettivo
misurazione dei parametri antropometrici (peso
ed altezza) per la definizione del BMI (indice di
massa corporea)
esecuzione di esami di laboratorio

284
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Figura 11.6 Scheda MNA - Mini Nutritional Assesmement

285
Le istruzioni di compilazione della scheda MNA, sono repe­ della persona (semisolida per chi ha difficoltà di
ribili sul sito: deglutizione dei liquidi; facilmente masticabile per
https://www.mna-elderly.com/forms/mna_guide_italian.pdf chi ha problemi di masticazione)
aggiungere alla consueta dieta gli integratori ali­
Un altro aspetto importante per la malnutrizione è la valuta­ mentari come supporto nutrizionale, ricordando
zione funzionale in termini di deambulazione e svolgimento che gli integratori non sono un sostitutivo del pa­
delle attività della vita quotidiana (ADL). sto. Come dice il termine stesso devono "integra­
Altro aspetto importante, infine, riguarda la valutazione delle re" una dieta alimentare comune.
condizioni di salute mentale quali depressione o ansia. La
Geriatric Depression Scale (GDS) è stata specificamente Se il soggetto, invece, non fosse più in grado di alimentarsi
progettata per la valutazione della depressione le persone per via orale, sono consigliati:
anziane ed è importante valutare anche questo aspetto per­
ché, come abbiamo visto, strettamente correlato alla malnu­
nutrizione enterale (NE), indicata per i soggetti
trizione.
che hanno mantenuto integro l'apparato digerente
e che necessitano di energia, proteine e micronu­
11.4.9.2 RUOLO DELL'OPERATORE SOCIO
trienti per il mantenimento delle funzioni vitali e
SANITARIO NELLA PREVENZIONE DELLA
della qualità di vita
MALNUTRIZIONE nutrizione parenterale (NP), utilizzata in quei sog­
getti nei quali è controindicata o mal tollerata la
Il livello di intervento dell'OSS nella malnutrizione deve ne­ NE o nei soggetti giunti al termine della vita che
cessariamente essere riferito alle competenze previste nel necessitano di "idratazione di accompagnamento"
suo specifico profilo professionale. Partecipa sicuramente
alla valutazione dello stato della persona e certamente ha
un ruolo molto importante nella somministrazione del pasto La terapia nutrizionale, quindi, è una terapia a tutti gli effetti.
e sul controllo della quantità di cibo assunto dalla persona. Per eseguire un accertamento nutrizionale efficace è fonda­
L'intervento è sempre un intervento multidimensionale, che mentale una buona collaborazione e un'attenta valutazione
non si può concentrare solamente sull'alimentazione per multidimensionale e multidisciplinare tra infermieri, medici e
contrastare la malnutrizione; si tratta quindi di un interven­ dietisti. In ambito ospedaliero lo stato di malnutrizione nel­
to complesso e riferito a diversi fattori, come abbiamo visto la persona anziana è associato ad aumento della mortalità,
tutti correlati uno all'altro: la mobilità, l'appetito, la disfagia prolungamento della degenza e maggiore probabilità di istitu­
(se presente), l'appetibilità del cibo, la considerazione delle zionalizzazione. Si presenta quindi la necessità di assicurare
aspettative della persona assistita. Una delle cose fonda­ che gli anziani siano regolarmente sottoposti a screening per
mentali è il monitoraggio della quantità di cibo assunto gior­ il rischio di malnutrizione e che gli interventi per garantire una
nalmente e la pronta segnalazione al personale infermieristi­ nutrizione adeguata siano tempestivamente attuati36•
co delle variazioni del cibo assunto.
La predisposizione dell'ambiente idoneo, inoltre, facilita 11.4.10 LA DISFAGIA 37
l'assunzione del cibo da parte dell'assistito, in particolare
nei soggetti che presentano depressione o tendenza all'iso­ Disfagia dell'anziano
lamento. Questi interventi semplici possono consistere, ad
esempio, nell'eliminazione di odori e situazioni sgradevoli, La disfagia, cioè l'impossibilità o il rallentamento a deglutire
nella sistemazione della persona in posizione confortevole, autonomamente, è un problema che si manifesta non rara­
nell'applicazione di protesi mobili per quei soggetti che han­ mente nell'anziano in caso di ictus, malattia di Alzheimer,
no difficoltà nella masticazione. Spesso si possono incontra­ morbo di Parkinson e in altre malattie neurologiche che colpi­
re ostacoli fisici che impediscono alle persone di consumare scono invece i più giovani, come la sclerosi multipla. Il distur­
un pasto gradevole e in totale armonia, come ad esempio la bo in alcuni casi può essere una conseguenza dell'indeboli­
difficoltà a raggiungere la sala da pranzo, un ambiente sgra­ mento dei muscoli della mascella e della perdita di denti o un
devole o poco igienico, orari dei pasti inadeguati, menù sen­ effetto collaterale della somministrazione di alcuni farmaci.
za possibilità di scelta, distribuzione del vitto frettolosa, modi Chi ha difficoltà o fastidio al momento della deglutizione deve
scortesi o impersonali da parte del personale. Tutti questi farlo presente per tempo al proprio medico. È importante in­
fattori creano un disagio psicologico che può e deve essere fatti sottoporsi a una diagnosi precoce per trattare il disturbo
evitato. fin dai primi sintomi: se non trattata, la disfagia può causare
complicanze gravi.
11.4.9.3 ALTRI INTERVENTI PER CONTRASTARE LA
MALNUTRIZIONE Che cos'è la disfagia?

Se l'anziano è ancora in grado di alimentarsi per via orale, gli La disfagia è un'alterazione del meccanismo che consente
interventi possibili sono: di deglutìré. La deglutizione è un processo complesso che in
consigliare pasti di porzioni ridotte, ad elevato condizioni normali si articola in quattro fasi:
contenuto calorico e frazionati nell'arco della gior­
preparazione orale, fase che comprende tutte le
nata (almeno 4-5/die)
modificazioni di consistenza, viscosità, tempera­
fortificare i pasti con fonti caloriche e proteiche
tura e dimensioni del cibo introdotto nella bocca
aggiuntive, quali olio, burro, parmigiano, succhi di
stadio orale, inizia quando la lingua spinge il cibo
frutta, miele, marmellate, ecc.
(bolo) verso la parte posteriore della bocca (fa­
consigliare di iniziare sempre i pasti con il secon­
ringe)
do piatto, che di norma è ricco di proteine
stadio faringeo, durante il quale si chiude in auto­
modificare la dieta a seconda delle necessità
matico la laringe (l'organo deputato all'emissione

36 Erica Girotto, Alice Colognesi, La valutazione dello stato nutrizionale del paziente anziano ospedalizzato: l'utilizzo del Mna (Mini nutritional
assesment), in "L'infermiere"1/2014, pag.30-34
37 http://www.fnopi.it/print/click-salute/20.htm
286
dei suoni), per impedire al cibo e ai liquidi di pe­
netrare nelle vie aeree superiori e nei polmoni e di
scendere invece nell'esofago
stadio esofageo, grazie al quale il bolo giunto
nell'esofago viene spinto verso lo stomaco.

In caso di disfagia può esserci un problema in una o più di


queste fasi e a seconda del meccanismo compromesso si
hanno diverse forme di disfagia.

11.4.10.1 LA DIAGNOSI DI DISFAGIA


In particolare nelle fasi iniziali del problema, quando non è
particolarmente conclamato, i segni di un passaggio di pic­
cole quantità di cibo nei bronchi non sono facilmente ricono­
scibili in quanto spesso la persona stessa non se ne rende Figura 11.7 Postura seduta o semiseduta
conto. Devono indurre in sospetto alcuni segnali tra i quali:

tosse, soprattutto in coincidenza o entro 2/3 minu­ posizionare il capo o il collo, in base alla fase del­
ti dalla la deglutizione la deglutizione deficitaria, ìn diverse posizioni per
voce gorgogliante facilitare o proteggere la discesa del cibo
febbre
residui alimentari in bocca e possibile fuoriuscita
di cibo dal naso
risveglio notturno per eccessi di tosse e soffoca­
mento
perdita di peso non spiegata
presenza di febbre, anche non elevata (37,5-38
°C), senza cause evidenti; la febbre può essere
infatti un segno di infiammazione o irritazione do­
vuta ad alimenti passati nelle vie aeree
Figura 11.8 - Posizioni del collo per facilitare la deglutizione

Osservando questi sintomi, l'OSS deve segnalare il fatto


al personale infermieristico e medico per le valutazioni del
caso.
La durata e la gravità dei sintomi possono essere verificati
tramite alcuni test. Uno dei test più usati è ìl test del bolo
d'acqua, che consiste nel bere un certo volume di acqua
mentre l'esaminatore valuta la comparsa di senso dì soffo­
camento o altri sintomi come tosse o sforzo nel deglutire. I
soggetti che hanno un alto rischio di disfagia devono essere
sottoposti a un esame strumentale; ìl più usato è la video
fluoroscopìa.

11.4.10.2 ASSISTENZA ALLA PERSONA CON Figura 11.9 - Posizione da evitare nella somministrazione del pasto
DISFAGIA DURANTE IL PRANZO

Quando sì assiste una persona con disfagia è importante se­ consumare ìl pasto in un ambiente tranquillo, si­
guire alcuni accorgimenti, quali: lenzioso e ben illuminato
aiutare il soggetto a mangiare lentamente, rispet­
dar da mangiare al soggetto mettendolo seduto tando per ogni singolo boccone il volume con­
diritto, con un comodo sostegno per gli avambrac­ sigliato e non introdurne un secondo se quello
ci e i piedi appoggiati a terra (vedi figura 11. 7). precedente non è stato completamente deglutito
Se tale posizione non può essere assunta e il (attenzione ai residui di cibo che permangono ìn
soggetto è a letto, allora il tronco deve essere al­ bocca)
zato il più possibile, anche utilizzando più di un far eseguire colpi di tosse volontari a intervalli re­
cuscino da mettere come appoggio alla schiena golari per liberare le vie aeree superiori dall'even­
tuale presenza di residui di cibo
evitare che, durante la somministrazione del cibo,
il soggetto cambi posizione alzando, per esempio,
la testa verso l'alto
evitare di far parlare ìl soggetto durante il pasto,
né guardare la televisione, né distrarlo ìn alcun
modo
dopo il pasto il soggetto deve rimanere seduto al­
meno 15-20 minuti

287
m e�nltìtereè'-'"i.indispen"'S""a"'ba1,ife,........,p,..,o.,.11"'11""e-1d""e"re--'-P""e,...""P'"'le"'v
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la�st""lp""...
sl�, f""req�o=e-n--
all'igiene orale, per prevenire tra l'altro l'aspira- te in chi è disfagico, bisogna addensare l'acqua con prodot-
zione di particelle di cibo che possono rimanere ti specifici (addensanti) oppure utilizzare acqua gelificata
in bocca. Dopo i pasti è importante prowedere pre-confezionata. È importante accertarsi che nel corso della
all'igiene orale per eliminare eventuali residui di giornata sia stato assunto l'equivalente di un litro e mezzo di
cibo. Quando si lavano i denti a un soggetto con acqua sotto forma di acqua gelificata.
disfagia è preferibile utilizzare acqua tiepida e non La consistenza ottimale dei cibi viene specificata dal logo-
fredda durante i risciacqui della bocca. L'acqua pedista.
tiepida infatti non stimola la deglutizione evitan- Per addensare gli alimenti liquidi possono essere utilizza-
do l'accidentale deglutizione di liquidi. Anche nei te:
soggetti con protesi dentarie occorre prowedere
all'igiene dopo ogni pasto. Nel soggetto con di­ Gelatine
sfagia, inoltre, è importante detergere la lingua, Farina
perché una deglutizione meno efficace facilita la Fecola
comparsa di funghi e infezioni del cavo orale. Fiocchi di patate

11.4.10.3 LA DIETA DELLA PERSONA DISFAGICA Alcuni preparati commerciali come l'amido di mais modifi­
cato, che permette di mantenere la stessa consistenza nel
Per poter aiutare una persona con disfagia ad alimentarsi in tempo, mantiene le caratteristiche organolettiche dell'alimen­
modo il più possibile "normale" occorre fare un vero e proprio to e può essere utilizzato sia nei cibi caldi sia nei cibi freddi.
percorso graduale. Tale percorso, che viene definito svezza­ Quando si usano gli addensanti è sempre bene aggiungerli
mento, deve prevedere una progressione di cibi basata sulla gradualmente, perché alcuni agenti addensanti hanno un ef­
capacità di masticazione e di deglutizione del singolo. Il trat­ fetto quasi istantaneo, mentre altri possono avere un effetto
tamento dietetico della disfagia prevede l'uso di alimenti e graduale che dura vari minuti, nel qual caso il cibo rischia di
bevande a densità modificata, somministrati secondo quattro diventare troppo denso. Se la consistenza del cibo è troppo
livelli progressivi: densa, allora si può ricorrere a:

dieta purea brodo vegetale


dieta tritata brodo di carne
dieta morbida latte
dieta normale modificata
In alcune circostanze si possono utilizzare anche burro, ma­
L'aggiunta di integratori dietetici è indicata solo nei casi in cui ionese e olio per le loro proprietà lubrificanti, occorre però
l'assunzione alimentare sia inadeguata. Nell'alimentazione considerare nel lungo periodo l'equilibrio nutrizionale del
della persona con disfagia, devono essere rispettate le se­ soggetto.
guenti indicazioni nella preparazione della dieta: La consistenza semisolida (passati e frullati densi, omoge­
neizzati di carne e pesce, purea, uova strapazzate, formaggi
Preparare cibi di consistenza morbida, cremosa, morbidi e cremosi, budini) e semiliquida (gelati, creme, pas­
evitando cibi che aderiscono al palato diventando sati di verdure, frullati e omogeneizzati di frutta) consente
difficili da deglutire di ottenere una giusta scorrevolezza, eliminando il lavoro di
Evitare cibi secchi, che si sbriciolano, ad esem­ masticazione e riducendo il rischio di soffocamento causa­
pio i cracker, le fette biscottate, grissini: le briciole to dall'ingestione di porzioni voluminose di cibo. Gli alimenti
possono essere inalate e penetrare nei polmoni più difficili da gestire e di conseguenza meno utilizzati sono
e di conseguenza provocare infezioni respiratorie quelli liquidi (acqua, tè, camomilla, latte, caffè), mentre i cibi
Rimuovere accuratamente buccia e semi dai frut­ solidi (pasta ben cotta, uova sode, pesce delicato), se mor­
ti, la pelle, le lische, le componenti fibrose delle bidi, omogenei e compatti (non devono cioè frammentarsi
carni e del pesce o sbriciolarsi come cracker, grissini) possono diventare un
Gli alimenti di consistenza liquida (ad esempio yo­ traguardo raggiungibile dopo la riabilitazione della disfagia.
gurt da bere, sciroppi, ecc.) possono precipitare In linea generale i principali alimenti da evitare in quanto par­
nelle vie aeree inferiori, con conseguente rischio ticolarmente pericolosi per il rischio di polmonite da ingestio­
di polmonite: è opportuno addensare gli alimenti ne sono:
liquidi utilizzando specifici prodotti addensanti
Gli alimenti con doppia consistenza (liquida e so­ alimenti a doppia consistenza, come per esempio
lida, come il minestrone con pezzi di verdura o la la zuppa di latte, la pastina in brodo, il minestrone
pastina in brodo, lo yogurt con pezzi di frutta) sono con verdure a pezzi. Questi hanno una consisten­
pericolosi e vanno evitati. Gli alimenti sicuri sono za disomogenea e in bocca si scindono con facili­
quelli che formano un bolo (boccone) omogeneo tà, sfuggendo facilmente al controllo
dentro la bocca e che scivolano senza impastare alimenti filanti come i formaggi cotti, la mozzarella
Nel caso sia necessario aumentare l'apporto alimenti solidi di difficile gestione in bocca come
calorico può essere utile aggiungere, durante la caramelle, confetti (di qualsiasi formato e consi­
preparazione dei cibi, condimenti quali olio, burro, stenza), riso, fette biscottate, legumi interi (piselli,
salse tipo besciamella fluida, panna, evitando gli fagioli, fave, lenticchie), carne filacciosa o asciutta
eccessi alcolici
pane
cracker e grissini
frutta secca

288
flotta fresca (mirtilli, ribes, melagrane, more, lam­ pr011tezza di "decifiare" segna·
poni) L'OSS è spesso in bilico tra la necessità di intervenire, a
gelati con pezzi di nocciole, scaglie di cioccolato, fronte di un imprevisto bisogno, con una iniziativa propria,
canditi. con la capacità di auto organizzazione; per quanto concerne
le proprie attività, invece, all'operatore è chiesta un'ottimale
11.4.11 L'ASSISTENZA ALLA PERSONA ANZIANA capacità di esecuzione, in un contesto dove le attività di as­
sistenza alla persona sono pianificate e stabilite da altri, in
L'operatore socio sanitario che opera sia all'interno di servi­ particolare l'infermiere.
zi residenziali alla persona che nelle cure domiciliari è una Appare chiaro, quindi, quanto sia importante saper fare un
figura importante, sulla quale ricadono molte attività di assi­ buon "gioco di squadra" affinché ogni professionalità, secon­
stenza diretta all'anziano e al suo ambiente di vita, in ambito do le proprie competenze, possa dare il suo contributo al fine
sociale e sanitario. L'Operatore Socio Sanitario svolge le sue di raggiungere gli obiettivi di qualità di vita per le persone
attività in collaborazione con gli altri operatori professionali anziane assistite. È altrettanto evidente che ogni operatore
preposti all'assistenza sanitaria e a quella sociale, secondo il debba saper gestire la propria autonomia, assumendosi in
criterio del lavoro multidisciplinare. È importante infatti sotto­ prima persona la responsabilità delle scelte operative.
lineare come l'Operatore Socio Sanitario agisca in un ambito
di team dove il suo ruolo deve strettamente essere intercon­ 11.4.12 IL GRUPPO DI LAVORO
nesso con quello degli altri operatori della salute: medico,
infermiere, fisioterapista, educatori, che hanno un ruolo più Nel gruppo di lavoro ognuno ha un proprio ruolo che si defi­
diretto nella valutazione e nella pianificazione delle cure e nisce al di là dei compiti istituzionali e al di là della posizione
degli interventi assistenziali. nella scala gerarchica. Il ruolo ha a che fare con le attitudini,
L'Operatore Socio Sanitario deve essere in grado di intera­ con il carattere, con le aspettative degli altri e, soprattutto,
gire con le altre figure professionali, dimostrando capacità di con i bisogni di assistenza della persona. Ognuno fornisce il
osservazione, monitoraggio e verifica degli interventi effet­ proprio contributo e in questo modo diventa risorsa per tut­
tuati in favore delle persone assistite, in relazione agli obiet­ to il gruppo, a prescindere dal suo ruolo. L'Operatore Socio
tivi individuali specifici ed in una logica di attività multidimen­ Sanitario, in questo contesto, oltre a svolgere attività dirette,
sionale. ha una funzione importante e come tutte le altre figure deve
La presenza dell'operatore socio sanitario in questo ambito saper individuare l'elemento che possa fare da "collante" fra
è fondamentale in diverse fasi del processo di assistenza, le sue idee, le sue iniziative e le attività di tutto il gruppo di
quindi nei compiti di osservazione e di cura, poiché la sua lavoro.
dimensione di intervento e di vicinanza all'utente, maggiore L'aspetto empatico è di estrema importanza nella relazione
rispetto ad altre figure professionali, lo rende particolarmen­ con l'assistito, in particolare nel caso in cui quest'ultimo sia
te utile sia nella fase di valutazione che di esecuzione degli affetto, ad esempio, da patologie limitanti come le demen­
interventi. ze. Nella persona con demenza, infatti, si riscontra la perdita
Le competenze di un Operatore Socio Sanitario si sviluppa­ del rapporto sociale, un comportamento aggressivo, distur­
no all'interno di due grandi aree, quella di aiuto e rapporto bi funzionali, cognitivi, comportamentali. È chiaro che nel
con la persona anziana e i suoi familiari e quella d'intervento rapporto con questo particolare soggetto l'Operatore Socio
sull'ambiente di vita. Sanitario, come tutta l'équipe, deve saper equilibrare le pro­
L'assistenza all'utente anziano e/o dipendente (ad esempio prie emozioni ed il proprio agire, rispettando la persona nel
per disabilità gravi), sia all'interno di una struttura residen­ suo insieme, con le peculiari caratteristiche comportamen­
ziale o al domicilio della persona, non consiste solamente tali evitando modelli stereotipati di intervento che tendono
in un insieme di prestazioni tecniche, ma ha come elemen­ a depersonalizzare le cure e l'assistenza. Creare quindi un
to caratterizzante una relazione che rispetti e valorizzi l'as­ ambiente appositamente strutturato in modo tale da essere
sistito. Non limitare quindi il proprio lavoro solamente allo sicuro, personalizzato, ricco di stimoli e organizzare l'assi­
svolgimento di attività di assistenza "materiale", ma saper in­ stenza nell'ambito di un'organizzazione del lavoro flessibile e
staurare un rapporto di reciprocità e coinvolgimento negli atti le attività dovrebbero essere svolte da un gruppo preparato
quotidiani. Ad esempio, come abbiamo visto, occorre porre e specializzato nell'assistenza all'anziano, che ha ben chiaro
particolare attenzione all'aspetto dell'alimentazione. L'opera­ quali sono gli obiettivi e il progetto di cura di una persona con
tore socio sanitario deve porsi come obiettivo assistenziale queste caratteristiche
il soddisfacimento delle necessità nutrizionali dell'anziano Ciascun anziano deve essere assistito in ogni ambito, sia
come il bisogno primario di alimentarsi e idratarsi adeguata� esso il domicilio o una struttura residenziale od ospedaliera,
mente, ma anche il soddisfacimento del bisogno secondario con cure progettate con il piano di assistenza individualiz­
psicoaffettivo che circonda il cibo. Il pasto dovrà essere ade­ zato (PAI), formulato dalle varie figure professionali in base
guato ai gusti dell'ospite ed egli stesso coinvolto attivamente, alla valutazione dei bisogni rilevati dall'osservazione diretta e
ove possibile, nella scelta degli alimenti graditi. Con l'ospite dalla valutazione multidimensionale.
ed i suoi familiari si potrà impostare un lavoro di informazione Generalmente nell'assistenza all'utente anziano gli obiettivi
ed educazione alimentare, solo in questo modo si otterrà il comuni possono essere così riassunti:
risultato di un corretto approccio alimentare da parte dell'as­
sistito, che sarà gratificato anche dalla cura e dall'attenzione la cura della persona
che si presta alla sua alimentazione e al suo benessere. il mantenimento dell'autonomia residua negli atti
L'operatore socio sanitario è anche colui che si preoccu­ di vita quotidiana e, se possibile, il loro potenzia­
pa di sapere "chi è" la persona che gli sta davanti, quale mento
sia la sua storia individuale e familiare, la sua condizio­ il controllo degli aspetti comportamentali delle
ne affettiva, relazionale, psicologica, fisica, patologica. persone, segnalando prontamente qualsiasi va­
I compiti di cura richiedono la capacità di osservare ed riazione significativamente importante
ascoltare i bisogni della persona che ci sta di fronte, la la cura dello spazio vitale delle persone (rivaluta-

289
·re alla persona assistenza igienico-sanitm la
agli hobby, al lavoro passato ed al potenziamento
della capacità residua) offrire prestazioni igienico-sanitarie di semplice
attuazione
L'organizzazione del lavoro deve essere improntata su un mobilizzare la persona immobilizzata a letto
percorso riabilitativo della persona anziana, intesa come una praticare semplici interventi di pronto soccorso
stimolazione della capacità funzionale residua e nel mante­ fornire informazioni ai responsabili sanitari sulle
nimento delle potenzialità e delle abilità nella vita quotidiana condizioni di salute dell'utente
ancora intatte. curare le condizioni igieniche ed il governo
Alcuni programmi di riabilitazione e socializzazione possono dell'ambiente (alloggio privato, spazi collettivi)
essere: riordinare il letto e la stanza
effettuare interventi di pulizia di ambienti privati e
collettivi
orientamento verificare l'esistenza di idonei condizioni igieniche
attività motoria negli alloggi privati e negli ambienti collettivi
ballo
lettura del giornale
3) Collaborare nelle prestazioni di assistenza sociale
stimolazione cognitiva e della memoria
attività occupazionali varie
fornire informazioni agli utenti ed alle loro famiglie
musicoterapia
sui loro diritti, sui servizi a disposizione, sulle pra­
attività ludico-ricreative
tiche necessarie
fornire informazioni agli utenti ed alle loro famiglie
Tutti questi programmi di mantenimento/recupero sono pro­ su aspetti di educazione sanitaria
gettati nell'ambito del piano di assistenza dall'équipe nel suo svolgere piccole commissioni
insieme.
4) Contribuire alla gestione del servizio ed alle attività di
11.4.13 FUNZIONI ED INTERVENTI programmazione
DELL'OPERATORE SOCIO SANITARIO
IN AMBITO RESIDENZIALE E A DOMICILIO contribuire all'individuazione dei bisogni degli
utenti e alla definizione di piani di intervento in­
Nell'organizzazione della giornata di una struttura residen­ dividualizzati partecipare alla programmazione
ziale deve essere prevista un'accentuata attività a tutti i livelli delle attività
nelle fasce orarie comprese tra le ore 9/12 e 15,30/19. In partecipare alla verifica del lavoro svolto
queste fasce orarie, che non coincidono generalmente con utilizzare strumenti per documentare il servizio
l'orario dei pasti e con il riposo delle persone, le varie figure svolto
professionali attiveranno programmi di recupero persona­
lizzati o di gruppo. Detti programmi dovranno essere con­
tinuamente verificati e aggiornati. Gli operatori, di qualsiasi 5) Attuare interventi volti a favorire la vita di relazione
professionalità, che intervengono nei vari progetti devono della persona in un'ottica di servizio sociale di rete
avere ben presente i ruoli e le competenze loro assegnate.
Cercando di declinare il profilo dell'Operatore Socio Sanita­ coinvolgere parenti, vicini, volontari
rio nell'assistenza geriatrica, non solo in strutture residenziali rapportarsi con le strutture ricreative e culturali del
per anziani ma anche al domicilio, le sue funzioni potrebbero territorio
essere così riassunte: partecipare agli interventi di socializzazione e/o di
recupero che impegnano l'utente
1) Aiutare la persona nelle attività quotidiane favorendo­
ne l'autosufficienza e l'autonomia
6) Concorrere all'attuazione di interventi di tipo riabili­
aiutare la persona nella cura di sé stessa (pulizia tativo o terapeutico predisposti dai competenti organi
personale, vestizione, ecc.) sanitari
aiutare la persona nell'assunzione dei pasti
aiutare la persona nella deambulazione, nel cor­
retto movimento di arti invalidi e nella giusta posi­
zione degli arti in condizioni di riposo 11.5 IL MALATO TERMINALE
consigliare e aiutare nel corretto uso di accorgi­
menti e ausili per l'autonomia La morte è un fenomeno naturale che rappresenta per l'uo­
prestare aiuto nel riordino del letto, della stanza e mo l'ultima fase della vita e fa parte della vita di tutti i giorni
dell'alloggio di ogni essere vivente. Al di là della consapevolezza che es­
curare il cambio e la pulizia della biancheria sere in vita significa necessariamente dover morire, un serio
aiutare la persona nella preparazione dei pasti o, problema per le persone, le loro famiglie e le organizzazioni
eventualmente, fornire i pasti preparati che si occupano di salute, quando vi intercorre un lungo pe­
accompagnare la persona (a visite mediche, per riodo fra l'inizio e la fase terminale di malattia. Le persone
disbrigo pratiche, per altre necessità) colpite da patologie non trattabili o soggetti anziani al termine
stimolare e sostenere la persona sul piano del della loro esistenza vanno spesso incontro ad una perdita
rapporto umano, amicale dell'autonomia personale e sociale e a necessità di assisten­
za intensiva, che li dovrebbe portare alla morte alleviando
le loro sofferenze. I nuovi protocolli terapeutici consentono

290
a soggetti che sino a ciualehe decennio fa erano eonsidera oomo il dolore e psichici che coill\!Olgooo..am:i=.u..1=.u::l.L.1.C1::.--1•
ti inguaribili di soprawivere per lungo tempo, ritardando od miliare e delle relazioni sociali.
annullando le complicanze della malattia stessa. Si pensi ad L'assistenza domiciliare sanitaria e socio-sanitaria ai pazienti
esempio al caso della persona colpita da malattie tumorali terminali, l'assistenza territoriale residenziale e semi resi­
che oggi possono essere controllate dalla chemioterapia e denziale a favore dei pazienti terminali, i trattamenti erogati
che permettono al malato di vivere molti anni, se non addi­ nel corso del ricovero ospedaliero (quindi anche per pazienti
rittura guarire. terminali) e gli interventi ospedalieri a domicilio rientrano nei
Altre volte il passaggio ad uno stato di dipendenza fisica e Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A.).
psichica conseguente a malattie, in particolare quelle dege­ La rete assistenziale deve essere composta da un sistema
nerative, awiene gradualmente. In questo caso si tratta di di offerta nel quale la persona malata e la sua famiglia, ove
soggetti affetti da demenze o da malattie anche gravi come presente, possano essere guidati e coadiuvati nel percorso
la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), che possono avere un assistenziale tra il proprio domicilio, sede di intervento privile­
lungo periodo di discreto benessere e di relativa autonomia giata ed in genere preferita dal malato e dal nucleo familiare
personale prima di arrivare al momento in cui la decadenza nel 75-85% dei casi e le strutture di degenza, specificamente
fisica provocherà la scomparsa di ogni attività e la dipenden­ dedicate al ricovero dei malati non assistibili presso la pro­
za dagli altri. Solo nel momento in cui le condizioni fisiche si pria abitazione. La rete sanitaria e socio-sanitaria dovrà es­
deteriorano rapidamente e ogni intervento diventa inefficace sere strettamente integrata con quella socio-assistenziale, al
si può parlare di fase terminale della vita. Quando lo sviluppo fine di offrire un approccio completo alle esigenze della per­
della malattia non è più controllabile dai trattamenti proposti sona malata, alla quale dovrà essere garantito, se richiesto,
dalla medicina tradizionale (chirurgia, chemioterapia, radio­ un adeguato supporto religioso. È particolarmente stimolata
terapia, ecc.) diventa importante iniziare terapie orientate e favorita l'integrazione nella rete delle numerose "Organiz-
all'eliminazione o alla riduzione delle sofferenze provocate zazioni Non Profit", in particolare di quelle del volontariato,
dall'evolvere della malattia (dolore, insonnia, nausea, diffi­ attive da anni nel settore delle cure palliative, dell'assistenza
coltà respiratoria). domiciliare e negli hospice.

11.5.1 LE CURE PALLIATIVE38 11.5.2 L'HOSPICE

Le cure palliative, nate circa 30 anni fa in Inghilterra, sono la Come già visto in precedenza, l'hospice è una struttura so­
cura globale e multidisciplinare per i soggetti affetti da una cio-sanitaria residenziale per malati terminali, quando non è
malattia che non risponde più a trattamenti specifici e di cui la più possibile svolgere una adeguata assistenza a domicilio.
morte è diretta conseguenza. Palliativo non significa "inutile"; "Le prestazioni in hospice fanno parte integrante della me­
la sua definizione esatta deriva dalla parola in latino "pal­ dicina palliativa, assistenza sanitaria per le persone affette
lium": mantello, protezione. Nelle cure palliative il controllo da una malattia attiva, progressiva e in fase avanzata, con
del dolore, degli altri sintomi e dei problemi psicologici, socia­ una prognosi limitata e hanno quale obiettivo principale la
li e spirituali è di importanza fondamentale. Esse si propon­ qualità della vita. L'attività principale degli hospice è quella
gono di migliorare il più possibile la qualità di vita sia per gli di erogare cure palliative per malati con bisogni assistenziali
assistiti che per le loro famiglie. più complessi e impegnativi"39•
Le cure palliative: L'hospice comprende locali comuni, un soggiorno e una cu­
cina dove anche i parenti possono prepararsi bevande e pie­
affermano la vita e considerano la morte come un tanze. Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
evento naturale 20 gennaio 2000 riguardante i requisiti strutturali, tecnologici
non accelerano né ritardano la morte ed organizzativi minimi per i centri residenziali di cure pallia­
prowedono al sollievo dal dolore e dagli altri sin­ tive elenca le caratteristiche che devono possedere gli hospi­
tomi ce. Non esistono orari di entrata e di uscita e sono garantiti
integrano gli aspetti psicologici, sociali e spirituali anche i pasti per gli accompagnatori. Dall'hospice sono ban­
dell'assistenza dite regole e divieti riguardanti l'orario al fine di consentire la
offrono un sistema di supporto per aiutare la fami­ pr.esenza di parenti ed amici in qualsiasi momento.
glia durante la malattia e durante il lutto Un altro servizio, parallelo e integrato alla rete degli hospice,
sono i servizi di cure palliative domiciliari e territoriali, strut­
Le cure palliative sono state definite dall'Organizzazione ture articolate in base a modelli organizzativi comuni, carat­
Mondiale della Sanità come "un approccio che migliora la terizzati da:
qualità della vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano
ad affrontare le problematiche associate a malattie inguaribi­ protocolli formalizzati di cura e assistenza con
li, attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza per una particolare attenzione al problema del dolore
mezzo di una identificazione precoce e di un ottimale tratta­ e del suo controllo
mento del dolore e delle altre problematiche di natura fisica, assistenza infermieristica e di supporto erogata
psicofisica e spirituale". da un'équipe multidisciplinare con competenze in
Le cure palliative si rivolgono a pazienti in fase terminale di tema di cure palliative
ogni malattia cronica ed evolutiva, in primo luogo malattie supporto psicologico sia per le famiglie degli uten­
oncologiche, ma anche neurologiche, respiratorie, cardiolo­ ti sia nella fase della malattia che nella fase di ela­
giche ed hanno lo scopo di dare al malato la massima qualità borazione del lutto
di vita possibile, nel rispetto della sua volontà, aiutandolo a attenzione, per quest'ultimo problema, non solo
vivere al meglio la fase terminale della malattia ed accom­ alle famiglie ma anche agli operatori, con parti­
pagnandolo verso una morte dignitosa. La fase terminale è colare riferimento alla prevenzione della sindrome
quella condizione non più reversibile con le cure che evolve da burnout
nella morte del paziente ed è caratterizzata da una progres­ presa in carico del malato non solo dal punto di
siva perdita di autonomia, dal manifestarsi di sintomi fisici, vista fisico, ma anche psicologico e spirituale,

38 http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=ita1iano&id=3764&area=curePalliativeTerapiaDolore&menu=eure
39 F. Zucco, Hospice in Italia, prima rilevazione - Ministero della Salute, ottobre 2007
291
_____..CC!lllllOJl;ieilO!LIIL.!1µJJ3:StCt..p!IDi::efòSOjl.JlltL..UlO¼JigenL__--'------ll::uJ1eUe.JJaw�.e..;a.seg.r:ta11ar:e all'infermiera le eventu,...a...
li -­
necessari alterazioni rilevate (ulcere, escoriazioni, arrossamenti,
grande attenzione alle scelte dell'utente, con un sanguinamenti, ecc.)
suo coinvolgimento attivo in tutte le fasi della ma­ Cercare di mantenere pulite, umide ed intatte le labbra
lattia, già a partire dalla scelta del luogo di cura e la mucosa orale il più a lungo possibile
forte coinvolgimento, quando possibile, della fa­
miglia e dell'utente stesso, al quale viene lasciata
XEROSTOMIA (bocca secca)
la possibilità, durante il ricovero, di personalizzare
la stanza anche con oggetti ed arredi della propria
vita È la secchezza della bocca a causa della diminuzione della
coinvolgimento delle reti informali, fra cui i volon­ secrezione di saliva. La persona assistita si presenta (o ri­
tari delle associazioni presenti sul territorio ferisce) con bocca asciutta e secca, difficoltà nel parlare, a
integrazione con la rete territoriale delle cure pri­ masticare e a deglutire il cibo. La secchezza della bocca è un
marie e la rete ospedaliera fattore predisponente alle infezioni al cavo orale, per la mag­
gior probabilità di ulcerazioni delle mucose e per la riduzione
dell'azione disinfettante della saliva.
Criteri di accesso agli hospice
Gli interventi che l'Operatore Socio Sanitario può eseguire
All'hospice possono accedere le persone colpite da una ma­
sono:
lattia progressiva e in fase avanzata, in rapida evoluzione e a
prognosi infausta, non più trattabile con terapie mediche e/o
chirurgiche, che generalmente abbiano un'aspettativa di vita
Umidificare l'ambiente dove l'assistito soggiorna (l'u·
non superiore ai sei mesi, che abbiano un elevato livello di di­
midità relativa dell'aria aiuta a mantenere le mucose
pendenza e complessità assistenziale e, contestualmente, la
della bocca umide)
non possibilità di attivare il servizio di cure palliative a domici­
Fornire un adeguato apporto di liquidi, eventualmente
lio per ragioni organizzative (ad esempio logistica dell'abita­
aumentandoli compatibilmente con le c ondizioni dell'u­
zione) o di disagio sociale (ad esempio famiglia monocompo­
tente e con il suo percorso terapeutico ; fornire even·
nente). L'accesso all'hospice è subordinato alla valutazione
tualmente bevande fresche (per le spremute di agrumi
di un'équipe multidisciplinare funzionale alla individuazione
verificare preliminarmente l'assenza di ulcerazioni del­
dei criteri di priorità per l'inserimento nelle liste d'attesa.
la mucosa)
Fornire/utilizzare umidificatori orali (spray)
Somministrare, se possibile, frutta fresca, poiché sti­
11.5.3 RUOLO E ATTIVITÀ DELL'OPERATORE SOCIO
mola la secrezione di saliva ed esercita un'azione di
SANITARIO NELL'ASSISTENZA ALLA PERSONA IN pulizia sui denti
FASE TERMINALE In caso di presenza di ulcerazioni, evitare di fornire col­
luttori a base alcolica o simile, che potrebbero causare
sensazioni dolorose al malato.
Come in altri capitoli, non saranno prese in considerazione
le attività connesse al processo terapeutico in quanto non
di competenza dell'Operatore Socio Sanitario. Si cercherà MANCANZA DI APPETTITO
quindi di individuare le problematiche connesse alla fase
terminale, cercando di descrivere le attività che l'Operatore Si intende una ridotta o assente sensazione di fame, che può
Socio Sanitario può svolgere in autonomia o su indicazione essere dovuta a vari fattori, fra cui:
dell'infermiere, responsabile della stesura e della verifica del
raggiungimento degli obiettivi del piano di assistenza. Fattori fisici: uso di farmaci che alterano il senso del
gusto, riduzione della mobilità con conseguente calo
INFEZIONI DEL CAVO ORALE di appetito
Fattori psicologici: rifiuto del cibo in conseguenza
Sono una complicanza grave a cui vanno incontro utenti ter­ della malattia. Spesso attraverso il rifiuto del cibo gli
minali, spesso dovute, oltre alla compromissione del sistema assistiti comunicano un disagio psicologico, collegato
immunitario, anche alla mancata esecuzione dell'igiene del alla paura della morte.
cavo orale dopo l'assunzione di ogni pasto.
Le attività che l'Operatore Socio Sanitario può svolgere per In riferimento a questo problema, l'Operatore Socio Sanitario
ridurre l'incidenza di questo serio problema, che può provo­ può svolgere queste attività:
care anche infezioni all'albero respiratorio sino a polmoniti
anche di grave entità, sono:
Identificare il pasto come un momento di socializzazio­
Favorire l'igiene del cavo orale, cercando per quanto ne; il pasto consumato con altre persone, soprattutto
possibile di mantenere l'autonomia dell'assistito familiari, è sempre più ben accetto
Educare l'assistito ed i suoi familiari allo svolgimento Cercare di assecondare i gusti dell'as sistito, senza
regolare di pratiche igieniche adeguate preoccuparsi di altri fattori (ad esempio regimi diete­
Eseguire (o far eseguire all'utente o ai suoi famigliari) tici particolari), considerando che la soddisfazione di
l'igiene del cavo orale almeno dopo ogni pasto, utiliz­ questo bisogno, nella fase terminale, è utile anche per
zando spazzolini con setole morbide, filo interdentale, l'assunzione degli elementi necessari alla vita ma so­
bicarbonato di sodio e/o dentifricio prattutto per soddisfare un piacere personale
Curare le protesi dentarie mantenendole, quando non Non riempire troppo i piatti di portata, che potrebbero
usate, in soluzioni disinfettanti inibire l'assunzione di cibo, suddividendo piuttosto il
Verificare ad ogni pulizia lo stato del cavo orale lo sta- pasto in diversi momenti della giornata

292
Qualora il malato sia disturbato dall'odore dw· ::11·00,..poltJ::.._-Sf�ru:ta.C!Ull'llel:SU'allillD...trau::LlillLS.C�a..trian!Kll.lllliU!JLJQ!�-li
legiare piatti tiepidi o freddi (il calore infatti aumenta la ranza, l'approccio culturale al problema, l'emotività.
diffusione degli odori) Gli interventi farmacologici per il trattamento del dolore, sono
Facilitare il pasto fornendo all'assistito tutti gli ausili ne­ di competenza del medico (prescrizione) e dell'infermiere
cessari (piatti, tavolini per il pasto a letto, posate, ecc.) (somministrazione e verifica dei benefici). L'Operatore Socio
Prowedere all'alimentazione della persona non auto­ Sanitario, rispetto al trattamento del dolore, può svolgere:
sufficiente.
Rilevare il dolore (segni e sintomi), annotare sulla
documentazione clinica e riferire ai sanitari il dato
NAUSEA E VOMITO rilevato
Rivalutare periodicamente il dolore, considerando
Sensazioni abbastanza comuni nelle persone terminali, il vo­ le variazioni rispetto alle precedenti valutazioni
mito può essere preceduto dalla nausea, sensazione riferita Posizionare l'assistito in posizione antalgica, cioè
soggettivamente dall'utente, caratterizzata a volte da pallo­ in una posizione che anche in base alle indicazio­
re, sudorazione fredda, malessere generale, aumento della ni dell'utente determina una riduzione del dolore
produzione di saliva; la nausea e il vomito possono essere Usare altre tecniche non farmacologiche per la
scatenati dall'assunzione di determinati farmaci (antibiotici, riduzione del dolore, anche assecondando i desi­
chemioterapici), da fattori ambientali (ad esempio odori sgra­ deri e le indicazioni dell'assistito, fra cui:
devoli), o da condizioni fisiche particolari (ad esempio un re­
pentino abbassamento di pressione).
Interventi realizzabili dall'Operatore Scoio Sanitario per ridur­ Modalità fisiche: si utilizzano tecniche
re nausea e vomito sono i seguenti: semplici, scelte a seconda dei casi anche
in base a valutazione del medico. Fra que­
ste tecniche ricordiamo l'utilizzo del calore e
Evitare di somministrare forzatamente cibo all'assistito del freddo, del massaggio cutaneo. Il calore
Fornire pasti appetibili e cercare di assecondare i gusti (borsa di acqua calda, termoforo, ecc.) con­
dell'assistito tribuisce a ridurre la rigidità delle articolazio­
Somministrare cibi digeribili ni riducendo il dolore. Le applicazioni di ca­
Evitare cibi troppo speziati lore non sono utilizzabili in zone sottoposte
Somministrare cibi a temperatura ambiente (il calore a radioterapia.
aumenta la percezione dei sapori) Terapia del freddo: il freddo riduce i dolori e
Predisporre il comfort dell'ambiente, ad esempio arieg­ gli spasmi muscolari. Ricordarsi di non man­
giando la stanza per eliminare o ridurre odori sgrade­ tenere l'impacco freddo per tempi superiori
voli nell'ambiente ai 15 minuti e di proteggere adeguatamente
Informare gli infermieri della nausea e del vomito, veri­ la cute dell'assistito per prevenire possibili
ficandone la quantità e le caratteristiche ustioni da freddo a seguito del contatto pro­
Garantire una corretta igiene del cavo orale; la manca­ lungato con il ghiaccio.
ta esecuzione di questa pratica migliora la percezione Massaggi: possono essere effettuati in par­
del gusto e facilita il momento dell'alimentazione ticolare i massaggi lievi e superficiali, utiliz­
Evitare che l'assistito sia in posizioni scomode o abbia zando anche olii essenziali con la finalità
vestiti che comprimono troppo l'addome. di mantenere la cute morbida e rilassare
la persona assistita. Anche la pratica del
massaggio cutaneo deve essere indicata
DIARREA E STIPSI dal medico e non deve essere praticata se
genera dolore.
Trattate nel capitolo 6.4.7 di questo libro (bisogno di elimina­
zione), sono problematiche presenti in molti assistiti in fase Altre tecniche usate sono la cromoterapia, la musicoterapia,
terminale. Devono entrambe essere prevenute e trattate, la digitopressione, tecniche spirituali.
perché possono generare conseguenze fisiche (disidrata­
zione, occlusione intestinale, lesioni da pressione). Il ruolo
dell'Operatore Socio Sanitario, in questo caso, è finalizzato
all'assistenza diretta per soddisfare il bisogno di alimentazio­
ne (cibi adeguati rispetto al problema), il bisogno di elimina­
zione (fornire ausili) e il bisogno di igiene e comfort (pratiche
igieniche).

LESIONI CUTANEE (lesioni da pressione)

Dovute all'immobilità, per quanto riguarda gli approfondimen­


ti sul tema e gli interventi di competenza dell'Operatore Socio
Sanitario si faccia riferimento al capitolo 6.9 di questo testo.

DOLORE

Il dolore è uno dei problemi più importanti e significativi


dell'utente terminale, che deve essere preso in seria consi­
derazione da tutti gli operatori. L'intensità del dolore varia a

293
11.5.4 L'ELABORAZIONE QEL LUTTO
CONSEGUENTE ALLA MALATTIA: IL MODELLO temi stare che non voglio scendere dal letto..."), all'ansia che
KUBLER-ROSS l'utente manifesta per le cose lasciate in sospeso, ai sensi
di colpa. In questi momenti gli operatori devono porsi in un
La psichiatra svizzera Kubler-Ross, nel 1969, basandosi sul­ ruolo di ascolto, cercando di incentivare l'assistito a svolgere
la sua esperienza nella cura di utenti terminali, ipotizzò un le funzioni della vita quotidiana.
modello di lettura delle fasi che tutti attraversano, più o meno
consapevolmente, durante una malattia con una prognosi in­ Accettazione
fausta per l'elaborazione del lutto, inteso come la sensazione
dolorosa che si prova ricevendo una cattiva notizia. La fase dell'accettazione è la fase in cui la persona è con­
Le cinque fasi del modello di Kubler- Ross sono: sapevole della sua malattia, manifesta la necessità di avere
accanto persone care, presenta affaticamento conseguente
Negazione (diniego) al rilassamento, utilizza molto marcatamente la comunicazio­
Rabbia ne non verbale nella relazione con gli altri. La depressione e
Contrattazione/patteggiamento la rabbia possono essere presenti, anche se in misura ridotta
Depressione rispetto alle fasi precedenti. Negli interventi di assistenza gli
Accettazione operatori devono privilegiare e prestare attenzione alla co­
Non necessariamente queste cinque fasi sono articolate in municazione non verbale, lasciando anche spazio, durante
un ordine cronologicamente così rigido, infatti alcune perso­ questi momenti, a fasi di silenzio: non è sempre necessario
ne attraversano solo alcune di queste fasi oppure si fermano dire qualche cosa, ma bisogna anche saper interpretare la
ad una di esse, poiché ogni individuo reagisce in modo diver­ volontà dell'assistito di non dire nulla. Bisogna evitare che
so a questo problema in base anche alle esperienze pregres­ l'assistito trascorra lunghi periodi di tempo da solo, facilitan­
se, ai modelli culturali, alla solidità psicoemotiva. do anche l'accesso, se ricoverato in struttura, delle persone
care senza limiti di orario, compatibilmente con l'organizza­
Negazione zione delle altre attività. In questa fase è anche importante
non creare false certezze alla persona assistita, perché si
In questa fase la persona nega la sua malattia, cercando in­ corre il rischio di farlo regredire verso fasi precedenti o ge­
consciamente di trovare motivazioni che lo possano rendere nerare comportamenti aggressivi se quanto promesso non
insensibile alla notizia: probabilmente non è vero, sicura­ trova poi realizzazione.
mente hanno sbagliato, questo problema non è mio, andrò
a sentire cosa ne pensa quell'altro medico molto bravo. In 11.5.5 LA COMUNICAZIONE CON IL MALATO
questa fase, l'intervento principale degli operatori coinvolti TERMINALE
è l'ascolto e l'informazione dell'assistito e dei suoi familiari,
cercando di non creare false aspettative senza contraddirlo, La comunicazione, della quale si parla nel capitolo 6, rap­
ma anche senza confermare le sue affermazioni. presenta "l'insieme dei fenomeni che comportano la trasmis­
sione di informazioni, coinvolgendo ogni essere vivente nel­
Rabbia la vita quotidiana". La fase terminale della vita richiede un
modello comunicativo particolare, considerando il grado di
In questa fase l'assistito tende ad attribuire ad altri la colpa ansia che le patologie correlate, in particolare quelle onco­
di quello che è successo, ha un atteggiamento di collera nei logiche, crea nelle persone che ne sono affette. Gli errori di
confronti degli altri, in particolare, se ospedalizzato, nei con­ comunicazione, in particolare della fase non verbale, pos­
fronti degli operatori ("sono tutti incomp etentf). La rabbia si sono influire negativamente sulle cure delle p ersone, quindi
manifesta anche con una modifica delle relazioni con gli altri anche l'Operatore Socio Sanitario, parte integrante ed attiva
(freddezza e disinteresse nei confronti dei famigliari), con il dell'équipe di assistenza, deve porre in atto tutti quegli accor­
rifiuto delle cure, con atteggiamenti ostili verso chi si prende gimenti perché questo fatto non accada.
cura di lui. In questa fase è importante non considerare que­
sti atteggiamenti come attacchi personali, cercando di ascol­ Le regole importanti da seguire nella comunicazione
tare l'assistito tollerando la sua rabbia e non contrattaccarlo. sono:

Contrattazione/patteggiamento
Porre al centro della relazione l'assistito, consi­
Si cerca di contrattare, barattando nel proprio inconscio la derandolo e rendendolo partecipe delle scelte di
guarigione o momenti belli con il fare qualche cosa. In pratica cura, al fine di assecondarlo nelle sue aspettative
si cerca di evitare il lutto con una sorta di negoziazione, con Attenzione alla comunicazione non verbale (po­
i familiari o con figure religiose, ad esempio "mi faccio cura­ stura, gestualità del corpo, atteggiamenti, sguar­
re così poi riuscirò a fare...", affidando la propria guarigione do, ecc.)
anche a una sorta di nesso con un'azione o qualcosa che Porsi sempre in una condizione di ascolto delle
dipende da loro stessi. Si cerca di appropriarsi della propria persone che si assistono, soprattutto nella fase
esistenza e fare un tentativo per modificare i fatti che stanno terminale della vita o in caso di malati oncologici
accadendo. Modulare la comunicazione per quanto possibile,
in base alle aspettative dell'assistito
Depressione Ascoltare sia l'assistito che la sua famiglia, coin­
volgendola nel processo di cura cercando di eli­
Spesso è una fase che si presenta alternata alle altre o come minare gli ostacoli che spesso i familiari utilizzano
fase iniziale dell'elaborazione del lutto ed è conseguenza del­ nella fase della comunicazione: le interferenze
la consapevolezza di quello che sta succedendo. In questa con l'assistito, sensi di colpa che danneggiano la
fase spesso si assiste ad un decadimento delle condizioni comunicazione dell'operatore

294
per comunicare con l'assistito, creando sfiducia
verso gli operatori e la struttura
Cercare di comprendere i sentimenti e le emozio­
ni sia dell'assisto che dei suoi familiari
Incoraggiare il malato a esprimere i propri pensieri
e le proprie ansie, utilizzando un modello comuni­
cativo orientato all'ascolto attivo
Evitare la comunicazione frettolosa e superficiale
("forza, domani andrà sicuramente meglid')
Rispettare i momenti di silenzio degli assistiti e dei
loro familiari
Evitare di usare un linguaggio consolatorio, poi­
ché le esperienze pregresse e dolorose possono
essere d'aiuto in altri momenti della fase termina­
le, quindi non devono essere repressi
Lasciare modo al malato di esprimere i suoi senti­
menti, anche rabbiosi, anziché dare consigli spes­
so inutili e improduttivi
Evitare di sdrammatizzare situazioni o emozioni
vissute negativamente dall'assistito, perché cre­
ano irritazione e chiusura alla comunicazione da
parte dell'assistito, che non si sente compreso da
chi lo assiste.

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